Dove si trasferiscono i capitali invisibili al Fisco

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17 Febbraio 2015
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IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI
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LAVORO
LA SETTIMANA DI NORME & TRIBUTI
Il plafond mensile
limita l’effetto-bonus
LUNEDÌ: Edilizia e ambiente, Il merito, Autonomie locali e Pa
MARTEDÌ: Condominio
MERCOLEDÌ: Diritto dell'economia
GIOVEDÌ: Giurisprudenza / Il merito
VENERDÌ: Incentivi e agevolazioni
Cannioto e Maccarone u pagina 39
Rientro dei capitali/1. Dopo i pre­accordi sullo scambio dei dati con Svizzera e Liechtenstein vicina l’intesa con il Principato: si tratta di un’altra sollecitazione per l’adesione alla disclosure
Anche Monaco rinuncia al segreto bancario
Il 23 febbraio è attesa la firma definitiva sul patto bilaterale tra Roma e Berna sulle doppie imposizioni
PAGINA A CURA DI
Marco Bellinazzo
Davide Rotondo
pIl prossimo Paese a fir­
mare un’intesa con l’Italia
sullo scambio di informazio­
ni sarà il Principato di Mona­
co. Le trattative fra le due
amministrazioni fiscali sono
molto avanzate. Per Roma si tratta di un altro
fondamentale tassello per bloccare le vie di fuga ai capitali
e soprattutto per costringere i contribuenti italiani con conti e beni detenuti illegittimamen­
te oltreconfine ad aderire alla voluntary disclosure. La pro­
TRASPARENZA CON BERNA
Intanto l’agenzia
delle Entrate potrà chiedere
alla controparte elvetica
informazioni
su tutti i tipi di reddito
cedura sta entrando infatti nel vivo e le richieste agli operatori
crescono esponenzialmente con il passare dei giorni. Un’ot­
tima notizia per il Governo che
potrebbe ritrovarsi con risorse
straordinarie molto superiori alle stime iniziali. L’imminente intesa con Mo­
naco, segue i pre­accordi già sottoscritti a metà gennaio con
la Svizzera e venerdì scorso
con il Liechtenstein. In parti­
colare, il ministero dell’Econo­
mia ha annunciato di aver rag­
giunto un’intesa con il Lie­
chtenstein nell’ottica della co­
operazione amministrativa in materia fiscale ricalcando lo
schema basato sullo standard Ocse del Tax Information Exchange Agreement (Tiea) che permetterà, tra le altre co­
se, anche lo scambio finalizza­
to all’identificazione di gruppi di contribuenti potenziali eva­
sori. Sia il pre­accordo che il protocollo aggiuntivo avranno
efficacia retroattiva, a decorre­
re dalla data della sottoscrizio­
ne. La firma avverrà prima del 2
marzo, in quanto la normativa italiana sulla regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero prevede uno sconto pieno sulle
sanzioni e il dimezzamento dei
tempi di accertamento qualora
le attività e gli investimenti esteri oggetto della violazione, risultino detenute in Paesi pri­
ma a fiscalità privilegiata (co­
me appunto il Lichtenstein) che, entro 60 giorni dall’entra­
ta in vigore della legge sul rien­
tro (2 gennaio), sottoscrivano accordi con l’Italia per lo scam­
bio di informazioni secondo l’articolo 26 del modello Ocse di Convenzione contro le dop­
pie imposizioni facendo in­
gresso in una sorta di white list.
La sottoscrizione di questi ac­
cordi da parte dei Paesi che so­
no ancora iscritti nelle black list trova peraltro un forte in­
centivo nella pressione che a li­
vello internazionale i maggiori
paesi stanno facendo per l’im­
plementazione dello scambio
automatico dei dati tra le auto­
rità aderenti al Common Re­
porting Standard (Crs). Anche la firma sull’accordo
fiscale definitivo tra Italia e Svizzera, raggiunto dopo tre anni di negoziati, dovrà avve­
nire entro il 2 marzo (al mo­
mento la data per l’ufficializza­
zione dovrebbe essere il 23 feb­
braio 2015). In ambito bilaterale
l’accordo tra Roma e Berna punta a modificare il Trattato sulle doppie imposizioni e a ri­
vedere la disciplina sullo scam­
bio di informazioni adeguan­
dolo ai nuovi standard Ocse, in
virtù del fatto che Berna si è già
impegnata ad aderire allo
scambio di informazioni auto­
matico multilaterale a partire dal 2018 su dati del 2017 secon­
do i canoni fissati dal Crs.
L’accordo bilaterale Italia­
Svizzera avrà comunque un raggio d’applicazione più am­
pio del Crs, pur introducendo uno scambio di informazioni su richiesta, anziché automati­
co. L’agenzia delle Entrate po­
trà chiedere informazioni alla controparte elvetica non limi­
tate ai redditi di natura finan­
ziaria (coperti dallo scambio
automatico) ma a tutti i tipi di reddito («imposte di qualsiasi natura o denominazione»).
RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli ultimi paradisi
Dove si trasferiscono i capitali invisibili al Fisco
2015
SVIZZERA
Non è più possibile su
posizioni non regolari
fiscalmente effettuare
bonifici verso paesi
black list o prelievi
rilevanti in contanti
2015
2016
2017
2018
2018
1. SINGAPORE
2. EMIRATI ARABI UNITI
3. FILIPPINE
4. PORTORICO
5. ECUADOR
Singapore ha aderito al
Crs con primo reporting
nel 2017 su dati del
2016. Entro il 31 dicem­
bre i fondi neri even­
tualmente lì detenuti
devono essere trasferiti
Gli Emirati Arabi hanno
un rischio paese basso
e hanno aderito al Fatca
Usa e al Crs con primo
reporting nel 2018 su
dati del 2017
Le Filippine hanno
rischio paese medio
basso. Hanno aderito
per ora solo al Fatca per
lo scambio dei dati
bilaterale con gli Stati
Uniti
Se le Filippine aderisse­
ro al Crs su dati del 2017,
entro il 31 dicembre i
fondi dovrebbero essere
spostati in un paese
poco collaborativo come
Portorico
Alla fine si dovrebbe
emigrare in un Paese
che non ha sottoscritto
trattati Fatca o Crs
come l’Ecuador con­
trassegnato da un alto
rischio ambientale
SVIZZERA
MONACO
1 2
LIBANO
5
4
EMIRATI
ARABI
UNITI
2
4
PORTORICO
OMAN
3
PANAMA
3
1
5
SINGAPORE
ECUADOR
Fonte: Elaborazione PWC
2015
2016
2017
2018
2018
1. MONACO
2. MONACO
3. PANAMA
4. OMAN
5. LIBANO
Chi ha fondi irregolarmen­
te esportati nel Principato
di Monaco deve tener
conto che il paese ha
aderito al Crs con primo
reporting nel 2018 su dati
del 2017
Entro il 31 dicembre i
fondi occultati devono
essere spostati in un
altro paese “eldorado”
black list non aderente
al Common reporting
standard
Nel caso di adesione al Crs
di Panama entro il 31
dicembre si devono sposta­
re i soldi in un altro paese
black list poco propenso
allo scambio di dati e che
non ha sottoscritto trattati
L’Oman paese a basso
rischio potrebbe a sua
volta aderire al Crs
ovvero sottoscrivere un
trattato Fatca costrin­
gendo a una nuova fuga
A quel punto non resta
che trasferire, se non
impedito dagli interme­
diari, in un altro paese
black list senza CRS ma
con più alti rischi am­
bientali, come il Libano
FILIPPINE
Nuove rotte
off-shore
tra Ecuador
e Libano
p«Take the Money and Run» (Prendi i soldi e scap­
pa) nel 1969 poteva ancora essere il titolo di un film co­
mico. Oggi per Woody Allen sarebbe decisamente più ar­
duo sceneggiare magari la fu­
ga di un evasore incallito che volesse a tutti i costi celare al Fisco il suo patrimonio.
Sotto la pressione interna­
zionale, dal G20 all’ Ocse, e dei principali paesi indu­
strializzati per demolire il se­
greto bancario e recuperare la ricchezza trafugata negli anni dai propri cittadini, i pa­
esi black list stanno andando uno dopo l’altro verso l’ade­
sione a forme bilaterali (sul modello Fatca con gli Usa) o multilaterale di scambio dei dati (Crs, Common reporting
standard ). Anzi, per alcuni Paesi con una fiorente indu­
stria finanziaria e bassi rischi “ambientali” (Cayman, Mo­
naco, Svizzera, San Marino e prossimamente Monaco etc)
può rivelarsi addirittura utile
entrare nelle white list. L’evasore incallito potrà
scappare da un paese all’al­
tro tentando di sfuggire allo
scambio automatico dei dati
ma il risultato della fuga (co­
me dimostrano i due percor­
si delineati a fianco) sarà
quello di doversi rifugiare,
per non essere “tracciato”,
in paesi che saranno tra
quelli poco sviluppati specie
a livello di industria finan­
ziaria, lontani e soprattutto
con un rischio ambientale
elevato e pertanto a fronte di
un risparmio sulle imposte ci sarà il pericolo cronico di
perdere l’intero capitale. © RIPRODUZIONE RISERVATA