Innesti/grafting - La Direzione generale per il paesaggio, le belle arti

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1- Manifesto Padiglione Italia
La cartella stampa è scaricabile da:
www.innesti-grafting.it/press/
Innesti/grafting
Se il funzionalismo del secolo scorso
cercava il grado zero, il pensiero
contemporaneo persegue nuovi fini
e valori attraverso una metamorfosi
delle strutture esistenti.
Proprio questo appare il contributo
originale della cultura progettuale
del nostro paese nell’ultimo secolo:
una ‘modernità anomala’, marcata
dalla capacità di innovare
e al contempo di interpretare gli
stati precedenti. Non adattamenti
formali a posteriori del nuovo
rispetto all’esistente, ma piuttosto
‘innesti’ capaci di agire con
efficacia e sensibilità in contesti
urbani stratificati.
Cino Zucchi
COMUNICATO STAMPA
14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
PADIGLIONE ITALIA
Innesti/Grafting
a cura di Cino Zucchi
Tese delle Vergini all’Arsenale, dal 7 giugno al 23 novembre 2014
Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con
la PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti,
l’architettura e l’arte contemporanee presentano la Mostra del
Padiglione Italia, che dialoga su più livelli con i temi della 14. Mostra
Internazionale di Architettura e degli altri padiglioni nazionali.
INNESTI/GRAFTING è il titolo, ma soprattutto la chiave di lettura che
Cino Zucchi - nominato dal Ministero curatore del Padiglione Italia per
la Biennale Architettura 2014 - ha scelto per sviluppare la direzione
suggerita da Rem Koolhaas ai padiglioni nazionali, “Absorbing
Modernity 1914/2014”. Un invito ad approfondire i processi che hanno
portato all’attuale carattere omogeneo e atopico dell’architettura
globale, individuando le resistenze e/o le caratteristiche peculiari
che la modernizzazione ha preso nel confronto con le vere o presunte
“identità nazionali”.
In INNESTI/GRAFTING Cino Zucchi parte dall’assunto che
“l’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra
una ‘modernità anomala’, rappresentata dalla grande capacità di
interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi
continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto
all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni
del contesto in una nuova configurazione: un atteggiamento visto
un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi
ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale
della cultura progettuale italiana”.
INNESTI/GRAFTING è quindi un racconto della nostra migliore
architettura da un punto di vista inedito. Opere antiche, recenti e
contemporanee sono scelte con gli occhi di un botanico piuttosto
che con quelli di uno storico, e rilette secondo modalità originali per
svelare la loro capacità di unire indissolubilmente interpretazione
e innovazione, materia esistente e forma futura. La proposizione
fondamentale del Padiglione, l’innesto come leitmotiv dell’architettura
italiana nei secoli, è rappresentata sia con la lettura dei progetti
esposti sia attraverso la struttura stessa del percorso espositivo
e del suo impianto scenico, fino creare un unico grande ritratto
dal forte impatto visivo e formale, dove ogni elemento mette in
rappresentazione la tesi secondo modalità proprie.
Nella mostra del Padiglione Italia non c’è l’idea di un’evoluzione
lineare, bensì l’esame di singoli episodi o eventi progettuali legati nel
tempo da relazioni inaspettate. Se la modernizzazione ha coinvolto
nell’ultimo secolo l’intera penisola, il caso di Milano è assunto come
esemplare “laboratorio del moderno” le cui vicende architettoniche
e urbanistiche degli ultimi cento anni – ma anche alcuni momenti
cardine della sua storia passata – mostrano le particolari modalità
assunte da progetti dalla grande carica trasformativa al confronto
con la struttura urbana preesistente. Ma Milano è anche il luogo che
ospita Expo 2015, un esempio di grande trasformazione territoriale
degli ultimi anni che sarà osservata nei suoi diversi contenuti e nei
suoi sviluppi presenti e futuri. La mostra continua con una serie di
collage di architettura e con la suggestiva rappresentazione di un
grande paesaggio contemporaneo costituito da immagini di progetti
recenti dove architetti di varie generazioni si sono confrontati con
contesti impegnativi. Una serie di “cartoline” autografe di architetti
stranieri danno un’interpretazione sintetica della particolare
condizione italiana vista da diversi angoli del mondo. Un ruolo
importante nel percorso espositivo è rappresentato dall’opera corale
“Paesaggi Abitati” a cura di Studio Azzurro, volta a indagare come
l’uomo interagisce con le trasformazioni dettate dall’architettura e
come a sua volta le adatti ai suoi bisogni quotidiani. L’installazione
è realizzata con una selezione dei 300 contributi video raccolti
attraverso un invito pubblico che il Padiglione Italia ha rivolto a
studenti, persone comuni, video maker.
Ad aprire e chiudere la mostra due segni, due “innesti” fisici nel
contesto dell’Arsenale firmati dallo stesso Cino Zucchi: l’Archimbuto,
il grande portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e il
Nastro delle Vergini, una grande panca-scultura che si snoda tra gli
alberi nel Giardino delle Vergini.
Contatti stampa
MiBACT–DG PaBAAC
Alessandra Pivetti
Tel 366.6482897
alessandra.pivetti@
beniculturali.it
L’insieme del Padiglione mostra la ricchezza e la stratificazione del
paesaggio italiano, e la capacità di interpretare i segni del passato da
parte degli attori che più hanno contribuito alla sua trasformazione in
un paese contemporaneo, capace di dialogare con il mondo.
Ufficio Stampa
Padiglione Italia
OTTO Sara Resnati
Tel 02.45470850 –
329.2143000
[email protected]
www.innesti-grafting.it
Facebook:
www.facebook.com/
Padiglione.Italia.2014.
Innesti.Grafting
Twitter:
@Pad_ITALIA_2014
Cino Zucchi
Innesti: il moderno come trasfigurazione
“La tradizione non è che se non la storia di una serie di trasfigurazioni nuove delle cose.”
Massimo Bontempelli, Tradizione, 1934
“Per me non esiste ‘il passato’ perché considero che tutto è simultaneo nella nostra cultura e nemmeno
esistono per me, nel giudicare architettura, fratture tra l’architettura antica e la moderna.”
Gio Ponti, Amate l’architettura, 1957
Il progetto moderno ha spesso perseguito un organismo autonomo
generato dal semplice programma funzionale e potenzialmente
riproducibile in molti esemplari; ma la cultura architettonica italiana
ha sempre dovuto fare i conti con la presenza di ambienti urbani e
territoriali dalla struttura complessa, dove il nuovo intervento è solo
un nuovo strato di un palinsesto più ampio.
Il Padiglione Italia 2014 mostra un paese che ha perseguito grandi
innovazioni tecniche e formali riuscendo ad innestare il nuovo su
di un fatto preesistente, sia esso fisico o culturale: una “modernità
anomala”, sofisticata nelle strategie e negli esiti, dove il luogo e i suoi
caratteri non sono solo un limite fisico, quanto un materiale vivo da
trasformare.
Se il concetto di “contestualismo” evoca un semplice adattamento
formale del nuovo alle consuetudini esistenti al fine di renderlo
accettabile, un “innesto” presuppone una ferita nell’organismo ospite,
ma anche una profonda conoscenza della sua fisiologia.
La sezione “Monditalia” ideata da Rem Koolhaas per l’Arsenale, con la
sua lettura acuta e idiosincratica, decostruisce in maniera definitiva
l’immagine da cartolina che il Bel Paese ha accumulato nei secoli e
che ha finito per nasconderne la realtà multiforme e contradditoria.
Il Padiglione Italia esamina i tentativi da parte della cultura
progettuale dell’ultimo secolo di agire su questo paesaggio
frammentato in maniera “edificante”, innestando gemme di grande
modernità negli interstizi che separano gli strati precedenti.
L’Italia di questo ultimo secolo ha perseguito momenti di grande
innovazione tecnica e formale, affrontandoli spesso con la coscienza
della responsabilità che ne derivava. Il passato non è quindi solo un
valore da conservare, ma anche un elemento vivo che costituisce lo
sfondo della nostra vita quotidiana insieme ai nuovi ambienti che ogni
giorno costruiamo e trasformiamo per rispondere a nuovi bisogni.
Il Padiglione Italia e le sue parti
Archimbuto. Un innesto contemporaneo
Sulla facciata delle Tese delle Vergini che ospitano il Padiglione
Italia nello spazio dell’Arsenale, un nuovo portale di ingresso in
metallo dalla forma arcuata e dallo snello profilo annuncia il tema
del Padiglione con un vero e proprio “innesto” sull’edificio esistente,
dialogando con gli archi del contiguo portico delle Gaggiandre
attribuito a Jacopo Sansovino.
Prima Sala
Innesti. Il moderno come metamorfosi
All’ingresso della mostra, una sezione introduttiva descrive mediante
brevi testi e immagini i caratteri peculiari dell’architettura moderna
italiana dell’ultimo secolo e le sue radici in quella più antica. Come
Michelangelo ingloba i palazzi preesistenti nella nuova sistemazione
del Campidoglio, così secoli dopo i concorrenti del concorso per
il Palazzo del Littorio devono confrontarsi con le imprescindibili
presenze del Colosseo e della Basilica di Massenzio.
Expo 2015. Un laboratorio ambientale
A sinistra dell’ingresso, un allestimento “leggero” mette in scena
il grande “laboratorio Expo” che sta avviandosi verso il proprio
ambizioso traguardo: un nuovo luogo collettivo che con i contributi
di grandi architetti, fotografi e artisti internazionali mostrerà al
mondo intero le diverse forme di una nuova coscienza nei confronti
dell’ambiente. Il concetto urbanistico dell’intera area, i progetti per
i cluster tematici, il Padiglione Italia, mostrano diverse articolazioni
dell’idea di sviluppo sostenibile che animerà la manifestazione. Nella
sezione “2030 EXPOST. Tracciare futuri possibili”, una serie di giovani
studi di architettura sono stati chiamati a prefigurare le metamorfosi
dopo la manifestazione.
Milano. Laboratorio del moderno
A destra della sezione introduttiva, una serie scelta di trasformazioni
edilizie antiche e nuove mostrano la complessa dialettica tra
innovazione e rispetto della forma urbana esistente che ha
caratterizzato il passaggio da città a metropoli della capitale
lombarda.
Episodi che attraversano i secoli come la vicenda dei progetti
incompiuti per la facciata del Duomo o quelli della crescita della
grande fabbrica dell’Ospedale Maggiore, altri più legati a vicende
traumatiche - come quella della ricostruzione del centro dopo i
bombardamenti del 1943, o della Triennale “occupata” nel 1968
- rappresentano una città cresciuta “per occasioni” piuttosto che
per pianificazione di lungo periodo. Più che agli architetti moderni
che hanno creato il volto della città contemporanea – tra loro Piero
Portaluppi, Giuseppe Terragni, Gio Ponti, Piero Bottoni, Ignazio
Gardella, i BBPR, Asnago e Vender, Gigi Caccia Dominioni e molti altri
– l’esposizione guarda al tema dell’inserimento di nuovi edifici alla
ricerca di condizioni moderne di vita all’interno della forma urbana
esistente, riletto attraverso documenti d’epoca e l’interpretazione di
fotografi contemporanei. La sezione dedicata a Milano si conclude
con il tema de “la città che sale”, nel rapporto dialettico tra edifici alti
e forma urbana, mostrando con evidenza la trasformazione scalare
della città dal novecento ad oggi.
Seconda sala
Un paesaggio contemporaneo
Se nella prima sala l’allestimento riproduce la struttura compatta e
l’ordine geometrico della città storica, la seconda rappresenta anche
nelle sue modalità allestitive un’interpretazione attuale del paesaggio
italiano che, come diceva Gio Ponti, è fatto “metà da Dio e metà
dagli architetti”. Nella grande penombra del salone esistente, grandi
prismi di diversa forma e profilo sostengono immagini retroilluminate
di progetti contemporanei integrati in contesti diversi, che insieme
danno vita ad uno scenario cangiante ed inatteso. Piuttosto che
descrivere i progetti in mostra, l’allestimento compone nelle
modalità di un grande collage la diversità delle condizioni urbane e di
paesaggio del nostro paese, e le diverse risposte individuali al tema
comune del rapporto tra l’occasionalità programmatica dei singoli
interventi e la costruzione collettiva del territorio.
Ambienti taglia e incolla
Su di una delle pareti della seconda sala trova posto una grande
“quadreria” di collage fisici e digitali realizzati sul tema dell’innesto
da architetti italiani delle generazioni più giovani; riflessioni astratte,
talvolta provocatorie, che documentano la feconda e continua
ridiscussione sui mezzi disciplinari e sul rapporto tra storicità e
contemporaneità.
Paesaggi abitati. La vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita
Se la cultura architettonica interviene ogni giorno nel tessuto delle
città, i risultati di questo lavoro diventano ogni giorno lo sfondo della
vita quotidiana di tutti noi. Sopra queste trame urbane troviamo
un ordito di trasformazioni più fini che gli utenti portano avanti per
adattare alle loro esigenze le strutture in cui abitano e lavorano. Con
il supporto di Designboom, il popolare magazine digitale, il Padiglione
Italia ha invitato persone comuni, studenti, videomaker ad inviare
brevi video a camera fissa di spazi pubblici: nuclei antichi vissuti o
abbandonati, moderni centri commerciali, luoghi che si animano per
eventi o vicende particolari. Una selezione dei 300 contributi pervenuti
dà vita a un grande “mosaico animato” interpretato da Studio Azzurro
per documentare l’estrema diversità del paesaggio italiano e delle vite
che ospita.
Cartoline dal mondo
In prossimità dell’uscita verso il giardino, un grande tavolodistributore contiene diciotto cartoline che rappresentano altrettanto
sintetiche “letture” della modernità italiana da parte di importanti
architetti del mondo (da Steven Holl a Juan Navarro Baldeweg, da
Dominique Perrault a Peter Wilson e molti altri) che hanno in qualche
modo intersecato la cultura italiana nel loro lavoro o nella loro
riflessione teorica.
Esterno
Il nastro delle Vergini
Nel giardino dell’ex convento delle Vergini sul lato posteriore del
padiglione, la grande scritta in metallo esistente recuperata dal
vecchio Padiglione Italia ai Giardini diventa il punto di partenza fisico
e ideale di un gesto sintetico: un grande panca di metallo che si
snoda attraverso gli alberi per delimitare uno spazio di festa, sosta,
riflessione o dibattito ai diversi visitatori che attraversano la mostra.
Cino Zucchi
Cenni biografici
Nato a Milano nel 1955, ha conseguito il Bachelor of Science in Art and
Design presso il Massachusetts Institute of Technology e la Laurea
in Architettura presso il Politecnico di Milano, dove è Professore
Ordinario di Composizione Architettonica e Urbana e docente al
Dottorato di Progettazione Architettonica e Urbana.
E’ stato John T. Dunlop Visiting Professor in Housing and Urbanization
presso la Graduate School of Design di Harvard nel 2013 ed ha
partecipato in qualità di docente a numerosi seminari di progettazione
e teoria urbana presso la Syracuse University di Firenze, l’ETH di
Zurigo e l’Universidad Politécnica di Madrid. Tiene regolarmente
conferenze e seminari e partecipa a giurie di concorsi di architettura
nazionali ed internazionali.
Ha pubblicato saggi e recensioni sulle maggiori riviste internazionali
ed è membro del forum della rivista “Lotus international” dal 1996.
E’ autore dei libri L’architettura dei cortili milanesi 1535-1706 (Electa
1989), Asnago e Vender. Architetture e progetti 1925-1970 (Skira
1999), Copycat (Marsilio 2012), Cino Zucchi. Inspiration and Process in
Architecture (Moleskine 2012) e curatore del volume Bau-Kunst-Bau
(Clean 1994).
Ha partecipato all’organizzazione e all’allestimento della XV, XVI,
XVIII e XIX Triennale di Milano, ed è membro del comitato scientifico
della XXI Triennale 2016. Il suo lavoro è stato esposto alla 6°, 8°, 12° e
13° Biennale di Architettura di Venezia, dove l’installazione Copycat.
Empathy and Envy as Form-makers ha ricevuto la menzione speciale
della giuria. Nel Novembre 2013 è stato nominato dal Ministero dei
beni e delle attività culturali e del turismo curatore del Padiglione
Italia alla 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di
Venezia.
Con lo studio Cino Zucchi Architetti ha progettato e realizzato negli
anni numerosi edifici pubblici, residenziali e commerciali, una serie
di progetti di spazi pubblici, progetti per il ridisegno di aree agricole,
industriali e storiche ed ha partecipato a numerosi concorsi liberi e a
inviti nazionali e internazionali. Tra i lavori più noti dello studio vi sono
la riforma dell’area ex Junghans a Venezia (che ha conseguito svariati
premi di architettura), il master plan per l’area di Keski Pasila a
Helsinki, gli edifici residenziali e per uffici nell’area dell’ex Alfa Romeo
a Milano, l’edificio per uffici ad Assago (Milano), gli Headquarters
Salewa a Bolzano, i complessi residenziali a Milano, Parma, Ravenna
e Bologna, il nuovo centro direzionale Lavazza e la ristrutturazione e
l’ampliamento del Museo Nazionale dell’Automobile a Torino.
Alla sezione Innesti. Un paesaggio contemporaneo
prendono parte 85 progetti di studi italiani:
- 2A+P/nicole_fvr
- 5+1AA Alfonso Femia Gianluca
Peluffo
- ABDA Architetti Botticini de
Apollonia e Associati
- ABDR Architetti Associati
- act_romegialli
- aMDL_architetto Michele De
Lucchi
- Amoretti Calvi e Associati +
Giancarlo Ranalli
- Archea Associati
- Barozzi/Veiga
- baukuh
- Boeri Studio (Boeri, Barreca, La
Varra)
- C&P Architetti Luca
Cuzzolin+Elena Pedrina
- C+S Architects
- Calzoni Architetti – Arch. Sonia
Calzoni
- Massimo Carmassi
- Antonio Citterio Patricia Viel and
Partners
- Clementi Hinners architects
- Roberto Collovà
- Cottone+Indelicato, Joan
Puigcorbé
- Mario Cucinella Architects
- Rosario Cusenza + Maria Salvo
Studio
- DAP studio/Elena Sacco-Paolo
Danelli
- Elasticospa
- Elasticospa+3
- ES-arch
enricoscaramelliniarchitetto
- ETB
- Gambardellarchitetti
- Ghigos, ARCstudio, Id-Lab
- giussaniarch - Roberto Giussani /
Andrea Balestrero
- Gregotti Associati International
(Augusto Cagnardi, Vittorio Gregotti,
Michele Reginaldi)
- GSMM architetti
- Raimondo Guidacci Architetto
- IaN+
- Ifdesign
- Iotti + Pavarani Architetti
- Kuehn Malvezzi
- Labics
- LAN
- Vincenzo Latina
- Lelli, Bandini, Luccaroni, Magazè,
Laboratorio di Architettura
- Gaetano Lixi, Francesco Delogu
- Luciano Giorgi, Liliana Bonforte
(lgb-architetti)
- MAB arquitectura - LAPS
- Architecture
- mdu architetti
- MoDus Architects
- monovolume architecture+design
- Adolfo Natalini / Natalini Architetti
Firenze
- Marco Navarra_NOWA
- Gualtiero Oberti, Attilio Stocchi
- OBR Paolo Brescia, Tommaso
Principi
- Onsitestudio
- OperaStudio Magni Paci Architetti
- Park Associati (Filippo Pagliani,
Michele Rossi)
- Pietro Carlo Pellegrini architetto
- Pierpaolo Perra, Alberto A. Loche
- Renzo Piano Building Workshop
- Piuarch. Francesco Fresa, Germán
Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica
Tricario
- Renato Rizzi
- Studio Italo Rota and Partners
- Scandurra Studio
- Scape
- Soprintendenza per i Beni
Architettonici e Paesaggistici di
Venezia e Laguna
- Markus Scherer, Walter Dietl
- Nunzio Gabriele Sciveres
Architetto
- Sp10
- stARTT studio di architettura e
trasformazioni territoriali
- Studio Albori
- StudioErrante Architetture
- Studio di Architettura Andrea
Milani
- Studio Zero85
- Tasca Studio Architetti Associati
- Werner Tscholl Architekt
- Paolo Zermani (Studio Zermani
Associati)
Alla sezione Ambienti taglia e incolla
hanno contribuito 5 architetti e artisti:
- Carmelo Baglivo
- Luca Galofaro
- Cherubino Gambardella
- Agostino Osio
- Beniamino Servino
Crediti Padiglione Italia
MiBACT - Ministero dei beni e delle attività
culturali e del turismo
Ministro
Dario Franceschini
Sottosegretari di Stato
Francesca Barracciu
Ilaria Borletti Buitoni
Capo di Gabinetto
Giampaolo D’Andrea
Segretario Generale
Antonia Pasqua Recchia
PaBAAC - Direzione generale per il
paesaggio, le belle arti, l’architettura e
l’arte contemporanee
Servizio architettura e arte contemporanee
Direttore:
Maria Grazia Bellisario
Coordinamento
Alessandra Fassio
Comunicazione
Alessandra Pivetti
Amministrazione
Maria Teresa Soldo, Daniela Aquilini
Fotografia
Roberto Galasso
Segreteria
Dora Campisi con Guglielmina Calandri
Collaborazioni
Gaia Gallotta, Valentina Palermo, Marco
Piras
Un sentito ringraziamento a
Paolo Baratta
Presidente de la Biennale di Venezia
Mostra Innesti/Grafting
Consulenza illuminotecnica
Carlotta de Bevilacqua
Curatore Padiglione Italia
Cino Zucchi
Ufficio stampa
Otto Idee e Soluzioni di Comunicazione
Globale srl
Sara Resnati
Coordinamento scientifico
Nina Bassoli
Progetto di allestimento
CZA Cino Zucchi Architetti
Cino Zucchi, Omar De Ciuceis, Stefano Goffi,
Diego Martinelli
con Federico Bettazzi, Massimo D’Alessio,
Serena Dambrosio, Claudia Gallo,
Antonio La Marca, Matteo Spotti
Coordinamento generale
Paola Zini
Coordinamento comunicazione
Sara Fortunati, Finola Doyle
Coordinamento prestiti e logistica
Francesca Serrazanetti
Progetto grafico
Studio FM Milano
Installazioni video
Studio Azzurro
Direzione artistica
Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi
Coordinamento
Carmen Leopardi
Produzione esecutiva
Ilaria Bollati
Progetto tecnico allestimento
Daniele De Palma
Sviluppo software e sistemi
interattivi
Marco Barsottini, Lorenzo Sarti
Post produzione video
Lisa Cartuccia, Matteo Cellini,
Mauro Macella, Kenji Matsushita
Suoni e musiche
Tommaso Leddi
Gestione social media
Pamela Pelatelli
Sito web
BananaStudio con Paul Houston
Catalogo della mostra
Marsilio editori
Sezione “Milano. Laboratorio del moderno
Consulenza scientifica
Federico Bucci con Elisa Boeri;
Paola Nicolin con Alberto Zenere;
Francesco Repishti
Ricerca e progettazione modelli della sala
“La città che sale”
Onsitestudio
Giancarlo Floridi, Angelo Lunati con
Lorenza Odorizzi, Daniele
Panni e Filippo Fagioli
Fotografi
Vincenzo Castella
Filippo Poli
Filippo Romano
Maurizio Montagna
Sezione “EXPO 2015. Un laboratorio
ambientale”
Coordinamento scientifico
Luisa Collina
Progetto di allestimento
MoDus Architects
Matteo Scagnol, Sandy Attia
con Martina Salmaso
Visualizzazione di dati e informazioni /
Data and information visualization
Density Design Lab - Politecnico di
Milano
Sviluppo contenuti per EXPO 2015
Matteo Gatto, Marco Chiodi,
Alessandra Santerini
Sviluppo contenuti per Padiglione
Italia EXPO 2015
Paolo Verri, Francesca Lambertucci
Coordinamento scientifico workshop
“(2030) EXPOst”
Paolo Galuzzi con Arexpo S.p.A.
Progetti
Barozzi Veiga
ma0
Openfabric
StudioErrante Architetture
YellowOffice
Sezione “Ambienti Taglia e Incolla”
Coordinamento scientifico
Emilia Giorgi
Sezione “Paesaggi Abitati”
Progetto di allestimento dello spazio di
sosta
Matilde Cassani
Sponsor
Main sponsor istituzionali
EXPO Milano 2015
Padiglione Italia EXPO Milano 2015
Main sponsor
Artemide
Lavazza
Sponsor
Arexpo
Sto SE & Co.KGaA
Hines Italia SGR S.p.A.
Fondo Porta Nuova Garibaldi
Sponsor tecnici
De Castelli
Laboratorio Morseletto per l’architettura
Fornitore ufficiale
Valchromat
Patrocinio
Comune di Milano
Ringraziamenti
ACS Archivio Centrale dello Stato, Roma;
Valentina Angeloni;
Archivi Storici del Politecnico di Milano;
Archivio Asnago e Vender;
Archivio Luigi Caccia Dominioni;
Archivio Civico del Comune di Milano –
Settore;
Cittadella degli Archivi e Gestione
Documentale;
Archivio della Veneranda Fabbrica del
Duomo;
Archivio Fondazione Pirelli;
Archivio Fotografico – La Triennale di
Milano;
Archivio Latis;
Archivio Terragni;
ASG Archivio Studio Gardella;
Luca Baroni;
Massimo Bray;
Francesca Cadeo;
Civica Raccolta delle Stampe Achille
Bertarelli,
Castello Sforzesco, Milano;
Comocomera.it;
CSAC – Centro Studi e Archivio della
Comunicazione. Università degli Studi di
Parma;
Designboom;
Edoarda de Ponti;
Fondazione Piero Portaluppi;
Fondazione studio museo Vico Magistretti;
Alberto Garutti;
Alberto Gavazzi;
Giovanna Latis;
Monica Lattuada;
Serena Maffioletti;
Maurizio Cattelan Archive;
Museo d’arte moderna e contemporanea di
Trento e Rovereto,
Archivio del ‘900 - Fondo Figini e Pollini;
Gabriele Pasqui; Cesare Pellegrini;
Marko Pogacnik; Attilio Terragni;
Università IUAV di Venezia,
Archivio Progetti - Fondo Giorgio Casali;
Ilaria Valente
2- Schema generale del progetto di allestimento
3
4
3- Schizzo del Portale
4- Schizzo della sala “Milano Moderna: un
laboratorio urbano”
5- Schizzo della sala ”Un paesaggio
contemporaneo”
6- Schizzo dell’installazione “Un giardino
ospitale”
5
6
7- Il Portale. Un innesto contemporaneo
8- Sala “Milano Moderna: un laboratorio
urbano”
9- Sala ”Un paesaggio contemporaneo”
8
9
10
12
11
10- Gio Ponti, Antonio Fornaroli,
Palazzo Montecatini, Milano
1936-1938
11- Luigi Moretti, Edificio in Corso
Italia, Milano 1949-1955
12- Franco Albini, Franca Helg,
Grandi magazzini La
Rinascente, Roma 1957-1961
13- Gruppo Carminati, Lingeri,
Saliva, Terragni e Vietti, con
Bartolini, Nizzoli e Sironi,
Concorso Palazzo del Littorio,
Roma 1934
14- Non è vero che uno stabile sia
tanto più bello quanto più metri
misuri di altezza, dalla
“Domenica del Corriere”
del 2 ottobre 1955
13
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18
19
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15- MoDus Architects,
Casa e Atelier d’artista,
Castelrotto (BZ) 2013
16- Onsitestudio, Edificio ASL,
Milano 2010
17- Massimo Carmassi,
Ricostruzione di San Michele
in Borgo, Pisa 2001
18- Barozzi / Veiga, Scuola di
musica, Brunico (BZ) 2012
19- Archea Associati, Cantina
Antinori, San Casciano Val di
Pesa (FI) 2012
20- Raimondo Guidacci, Due
Case, Orsara Di Puglia (FG)
2006
20