Rassegna Le basi storico-scientifiche della

din Ter 2007; 158 (6):533-541
Rassegna
Le basi storico-scientifiche della talassoterapia: stato dell'arte
M.C. Lucchetta1, G. Monaco2, V.I. Valenzi3, M.V. Russo4, J. Campanella1, S. Nocchi1, G. Mennuni1,
A. Fraioli1
'Cattedra di Terapia Medica s Medicina Termale, Università degli studi di Roma "La Sapienza "; ^Cattedra iti Medicina del Mare,
Università degli studi di Roma ''La Sapienza "; 3Istituto di Biometeorologia e Medicina Spaziale, UNILUDES, Lugana (Svizzera);
''Cattedra di Chimica Analitica, Università di Campobasso, Italia
Riassunto
Abstract
Nel corso dei secoli, l'interesse per l'impiego dell'acqua di mare
nella pratica medica ha conosciuto fasi alterne da epoca ad epoca e da
nazione a nazione. In questo lavoro, gli autori analizzano lo sviluppo
storico della talassoterapia dagli antichi egiziani fino al ventesimo
secolo. La comunità scientifica intemazionale non si è sempre espressa
in maniera univoca in materia di talassoterapia, emettendo sia apprezzamenti entusiastici che giudizi estremamente critici. Negli ultimi
dieci anni, la talassoterapia è stata oggetto di un rinnovato interesse
scientifico sia da parte di specialisti che dei turisti della salute. Scopo
della presente rassegna è quello di offrire, alla luce degli studi recenti,
un aggiornamento sulle reali possibilità del mezzo talassoterapico.
Le reali potenzialità della talassoterapia infatti, rimangono, a tutt'oggi, largamente sconosciute. Importanti evidenze .scientifiche sono
state indagate soprattutto per quanto eoncernc gli effetti su! sistema
museoloscheletrico e sulla cute. Gli autori riportano le principali
ricerche riguardanti il meccanismo d'azione della talassoterapia ed i
più importanti, studi clinici di efficacia soprattutto in pazienti affetti
da osteoartrosi. Clìn Ter 2007; J5S(6):533-541
The historical-scientific bases or tfcalassotherapy: State of thè
Art
Parole chiave; climatoterapia, evidenze scientifiche, malattie
reumatiche croniche, patologie dermatologiche, talassoterapìa
Key words: chronic rtieumatic disease, cltmatotherapy, scientific
evidence, skin disease, thalassotherapy
Throughout thè ages thè mterest in thè use of sea water in medicine
has fluctuated from centiiry to century and from nation to nation. In
this paper, thè historical deveiopment of sea medicine from thè ancient
Egyptlans untìl thè 20th century is given. The medicai world has viewed
it with different opinions, fromvery enthusiastic to extremely criticai,
and from beneficiai to harmful. In thè last decad.es, thalassotherapy
ìs receiving renewed attentìon from many medicai specìalties and
health tourists. The aim of this revjew is that of offer an update on thè
rea! therapeutic possibiiity of thè thalassotherapy. However, thè exact
therapeutic potential of thalassotherapy stili remains largely unknown.
Setter and more profound scientifie evidence for tts efficacy is therefore
warranted, in particularfor its eflects on thè musculoskeletai System and
skin. The mainresearches belong to thè activity of thalassotherapy and
thè clima outcomes, namely in osteoarthritis palìents, were referred.
Cittì Ter 2007; 15S(6):533-54I
Evoluzione storica della talassoterapia
sole, intuì i benefici che l'uomo poteva trarre dall'esposizione alla luce solare e propose il bagno di sabbia secondo
La talassoterapia è una metodica terapeutica che ha ori- una tecnica assai simile a quella dei nostri giorni, come ben
gini antiche. II mare infatti è stato uno dei principali mezzi descrisse nelle sue opere. Ippocrate dì Cos (460-380 a.C.)
di cura nella storia dell'uomo. Le sue virtù beneficile erano che, nella sua opera "De aere, de aqiùs et lucìs", pose le
conosciute già dagli Egiziani, dai Fenici, dai Greci e dai basi della pratica medica ancorandola ai fondamenti della
Romani che sfruttavano le proprietà terapeutiche dei vari climatologia e talassoterapia, evocava i benefici dell'acqua
componenti dell'ambiente marino (1-3). Numerosi papiri di mare affermando che "l'acqua marina allenta i dolori lomegiziani sono ricchi di informazioni sull'uso dell'acqua di bari e le gambe stanche" (2,4-6). Sia i Greci che i Romani,
mare per medicare piaghe e ferite. Euripide (485-407 a.C.J, come testimoniano gli scritti di Gelso, Auìo Cornelio, Plinio,
curato in Egitto per una difficile malattia con bagni freddi di Seneca, Svetonio, Cicerone, riconoscevano all'acqua di mare
acqua di mare, testimonia, nei suoi scritti, il potere terapeuti- molteplici attività terapeutiche atte non solo alla cura delle
co del mare: "il mare guarisce le malattie degli uomini". Gli malattie ma anche al mantenimento dello stato di salute e
Egiziani consigliavano infatti l'uso dell'acqua di mare per della bellezza del corpo. Gelso nel "De Medicina" consiglia
curare e detergere piaghe, riconoscendo il potere terapeutico l'esposizione al sole piuttosto che all'ombra e propone di far
del bagno marino. Erodoto d'Alicarnasso (484^}25 a.C.), seguire all'esercizio muscolare, l'unzione eseguita al sole.
osservando come gli stessi Egiziani essiccavano i pesci al Plinio il Vecchio (23-79 d,C.) scriveva di. come i bagni di
Corrispondenza: Prof. Antonio Fraìoli e -Dottssa Maria Cristina Lucchetta. Dipartimento di Cllnica e Terapia Medica, Policlinico Umberto 1,
00161 Roma, Italia. E-raail: [email protected]; [email protected]
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mare eccitano e sviluppano il corpo (2,7) e Svetonio (69-130
d.C.) nella sua "Vita dei Cesati" non mancava di riportare
con quanta cura Nerone facesse uso dell'acqua di mare.
Non meno importante presso i romani, era l'esposizione al
sole. Il solarium, infatti, nelle tenne romane, serviva per il
bagno di sole, come riferisce Plinio (23-79 d.C.). Lo stesso
Cicerone (106-43 a.C.) chiamava il bagno solare "sol arsus"
se eseguito a pelle asciutta e "sol unctus" se l'esposizione
avveniva a pelle unta. Il medico Oribasio (325^-23 d.C.)
che nelle sue "Collectiones medicae", composte da 70
libri, raccolse quanto dalla scienza medica era noto al suo
tempo, consigliava il bagno di sole per la cura dell'artrite e
dell'obesità (8). Nel Medio Evo le opere di Avicenna (Abu~
All al Hussein, Buchara, 980-1037) richiamano l'attenzione
sulla accuratezza con cui deve eseguirsi la tecnica del bagno
di mare e l'elioterapia nei soggetti deboli. Michele Savonarola (1384-1468), professore a Padova e Ferrara, produsse
un'ampia descrizione delle malattie che traggono benefici dalla cura marina e di quelle che ne subiscono danni. Nel
1553 per iniziativa dei Giunta, a Venezia, viene dato alle
stampe quello che è considerato il capolavoro dell' Idrologia Medica e il primo vero trattato di balneoterapia: "De
Bahieis omnìa quae extant apud Graecos, Lat'mos etArahas
scrìptores" in cui non mancano Ì riferimenti alle proprietà
terapeutiche del mare (9, 10). La talassoterapia "moderna"
nasce in Inghilterra nel 1700 con gli studi dì Richard Russe!
(1687-1759) le cui opere più importanti furono "De tabe
glandtilarì, sive de nsu aquae marinae in morbis gianduiarum" e "On thè use ofsea water". Pubblicate entrambe nel
1750; gli valsero l'appellazione di "L'inventeur de la mer",
ad opera di Michelet. Russel utilizzò l'ambiente marino a
scopo terapeutico nello stabilimento di Brighton e descrisse
i benefici terapeutici degli agenti naturali provenienti dal
mare: sole, sabbia, acqua di mare riscaldata. Russel non solo
consigliava di fare il bagno nell'acqua di mare, ma suggeriva
di. " bere l'acqua di mare e mangiare tutte cose marine nelle
quali è concentrata la virtù del mare". Nel 1769 il nostro
Spallanzanì intuiva l'azione battericida del sole, mentre lo
sviluppo della scienza medica, della fisica, della chimica e
soprattutto lo spirito di ricerca di quegli anni, portarono ad
interessanti osservazioni sull'efficacia dell'elioterapia in alcune dermatiti, ulcere, ferite, nelle fratture, nella tubercolosi
ossea, nel rachitismo. Alia fine del '700, l'acqua di mare si
somministrava per via orale, per clistere, per via intramuscolare ed endovenosa; si prescriveva come purgante, come
faceva lo stesso Ippocrate e per renderla più gradevole la si
offriva sotto forma di. pozioni edulcorate riattualizzando i
consigli di Dioscùride Pedanio, medico greco di Anazarba
del I sec. d.C.. Questo entusiasmo, non sempre giustificato,
portò White a scrivere "The use and abuse of sea water"
pubblicato in Inghilterra nei 1775. In quello stesso periodo,
la talassoterapia ebbe un fqrte sviluppo anche in Francia
(11) dove vennero pubblicale le opere del Maret in cui si
descriveva il meccanismo d'azione dei bagni d'acqua dolce
e di mare e il loro uso, il "Mannaie dui bagni dì mure" di
Blot, il "Manuale Igienica e terapeutica dei bagni di mare "
di Roccas. E sempre in Francia, a Dieppe, nasceva nel 1778
là prima "Casa di salute termale marina" mentre il termine
"talassoterapia" (che trae la sua origine etimologica dalla
parola greca fhalassà) compare per la prima volta, nel 1867,
nell'opera del medico francese La Bonardiére (12).
M.C. Lucchetto et al.
Nel XIX secolo, la talassoterapia divenne vera disciplina anche a seguito delle ricerche di Claude Bernard e di
Réne Quinton che dimostrarono l'affinità del pH e della
composizione chimica dell'acqua di mare con il liquido
extracellulare. Non si può non ricordare la magistrale opera
di Rene Quinton (1867-1925) che produsse numerosi ed
importanti lavori scientifici tra i quali "sur l'action rherapeiitique de l'eau de mer" e "l'eau de mer, milieu organique"
presentati nel 1904 ad importanti congressi intemazionali.
In questi studi l'organismo umano viene restituito alla sua
origine acquatica poiché "tutti gli organismi provengono
da una cellula e questa cellula è di origine marina" e viene
messa in evidenza una notevole similitudine tra le componenti minerali del plasma umano e dell'acqua marina. La
talassoterapia, così come la conosciamo oggi, è figlia di
Louis Bagot che istituì a Roscoff nel 1899 il primo Centro
Talassoterapico; successivamente nel 1908 nacque il centro
termale di Montecarlo.
In Italia il primo documento ufficiale riguardante la
talassoterapia è il "Regolamento per il buon servizio e il
buon ordine dei bagni di mare" del Governo Toscano del
1822. TI primo stabilimento elìomarino italiano, l'Ospizio
Marino, fu fatto costruire a Viareggìo dall'amministrazione
dell'Ospedale di Lucca. Fra il 1870 e il 1890 nascono i più
prestigiosi stabilimenti elioterapie! dell'Alto Adriatico, quelli
del Lido di Venezia e di Grado e nel 1910 Giulio Ceresole
fondal'Osservatorio per lo studio della Climato-talassoterapia al Lido di Venezia. Si diede così inìzio - sono le parole di
Edoardo Maragliano pronunciate al Congresso Intemazionale
di Talassoterapia del 1923- ad un nuovo capitolo della Fisiologìa: la Fisiopatologia dell'uomo al mare. Nel 1932 lo stesso
Ceresole pubblica il primo Trattato Ital iano di Talassoterapia.
Negli anni cinquanta a Venezia si istituì la balneoterapia con
acqua di mare calda. L'esempio fu presto seguito a Grado e a
Jesolo, dove accanto al vecchio Istituto Marino nasceva uno
stabilimento psammoterapico; a Lignano nel 1963, a Bilione
ed a Sottomarina, poco più tardi, sorgevano stabilimenti per
sabbiature e nel 1976 venne costruito il famoso stabilimento
talassoterapico di Rimini (13). Nel corso degli anni, i centri
dove si pratica la talassoterapia si sono moltiplicatì sulle coste
dell'Atlantico, del Baltico, del Mediterraneo e del MarNero,
È in Francia che gli istituti talassoterapici hanno conosciuto
il maggiore sviluppo ed è proprio la Scuola Francese che ha
elaborato i criteri attualmente riconosciuti e codificali sulle
applicazioni delle metodiche talassoterapiche. In Italia, i
centri talassoterapici attivi sono quelli di Grado, di Lignano
Sabbiadoro, di Rimini, le tenne di Cervia, le terme di San
Giovanni all'isola d'Elba, le terme di Santa Margherita e le
Terme del Parco Fort Village in Sardegna. Inoltre, in sintonia
con le nuove esigenze di benessere e grazie allo sviluppo
della ricerca e al rigore scientifico nel proporre l'utilizzo a
fini terapeutici delle virtù dell'acqua di mare, si è allargato
il ventaglio delle prestazioni e dei trattamenti, effettivamente
finalizzati alla cura e al benessere della persona (14).
Principali metodiche talassoterapiche
L'essenza della talassoterapia è quella dì sfruttare alcune
caratteristiche del mezzo marino per ottenere determinate
risposte biologiche. Essenzialmente ia talassoterapia si
535
Le basi scientìfiche della talassoterapìa
avvale degli effetti terapeutici determinati nell'organismo
umano dai due principali elementi caratterizzanti l'ambiente
di mare: il clima e l'acqua marina (15). Per talassoterapia
sì intende "l'utilizzazione simultanea sotto sorveglianza
medica con scopo preventivo e curativo, dei benefici dell'ambiente marino che comprende: il clima marino, l'acqua
di mare, i fanghi marini, le alghe, le sabbie e tutte le altre
sostanze del mare, in un sito marino privilegiato". Il termine
"talassoterapia" comprende, dunque, diverse metodiche
terapeutiche, quali: la climatoterapia e in particolare l'elioterapia, la balneoterapia, la psammoterapia, la peloidoterapia,
l'algaterapia (Tab. 1). Si tratta di metodiche complesse,
alcune delle quali identiche alle applicazioni crenoterapiche
(balneoterapia, fangoterapia, docce, irrigazioni, inalazioni),
altre invece esclusive del particolare tipo di trattamento
(elioterapia, cure climatiche, psammoterapia, algaterapia).
La talassoterapia si differenzia dalla crenoterapia non tanto
perla mancanza di un'acqua minerale, dal momento che l'acqua di mare può essere considerata alla stregua di un'acqua
salsa, quanto per la possibilità di associare, in varia misura,
diversi mezzi di stimolo (16).
Balneoterapia marina
Per balneoterapia si intende l'uso per bagno, a fini
terapeutici, dì acque minerali calde o riscaldate. La balneoterapia marina, negli stabilimenti talassoterapici, viene
effettuata utilizzando acqua dì mare riscaldata a 37-38°C per
la durata di circa 20 minuti in apposite vasche o in piscina.
La metodica del bagno in vasca o in piscina è analoga alla
balneoterapia con acque minerali. Il bagno può essere effettuato anche direttamente in mare, in questo caso si tratta
di un bagno freddo (20°C), I fattori attivi del bagno di mare
possono essere sia di tipo strettamente idroterapico, quali
la stimolazione termica o il coefficiente di spinta idrostatica, sia di tipo più specificatamente idrominerale, legati
alla composizione salina e alla presenza di componenti
organiche. L'acqua di mare, infatti, esplica effetti specifici
grazie alla particolare composizione chimico-fisica e ai suoi
componenti inorganici (cloruri, sodio, magnesio, calcio,
potassio, iodio, etc.) ed organici (prodotti delle alghe e
loro derivati) e pertanto si comporterebbe come una vera
e propria acqua minerale di tipo salso-bromo-iodica, di
cui manterrebbe le indicazioni terapeutiche. Nel bagno in
mare, inoltre, è assai importante il fattore chìnesiterapico.
Il moto delle onde produce, infatti, sulla superficie del
corpo immerso, uno stimolo meccanico (massaggio) che
si somma a quello compiuto dal soggetto e determina una
vera e propria fisio chinesiterapia naturale. La balneoterapia
marina può essere effettuata sia con acqua di mare naturale
che con acqua di mare concentrata, con le normali metodiche in uso per le acque salso-bromo-iodiche (acque madri)
a temperatura di 37-39°C per tempi variabili da 20 a 30
minuti. All'acqua possono essere aggiunte diverse sostan-
Tabella 1. Principali metodiche talassoterapiche
* Climatoterapia
* Cura di riposo
- Bagno d'aria
• Elioterapia
* Soggiorno di spiaggia
• Viaggi di mare
• Cura di mare
* Bagno freddo
» Bagno caldo
• In vasca
• In piscina
• Bagno "attivato"
• Attivo-marino
• Con idromassaggio
• Ozonizzato
• Carbonico
' Con alghe e loro derivati
Talassoterapia
* Balneoterapia
• Docce
• Inalazioni
• Irrigazioni
• Peioidoterapia (Limi)
•Algaterapia
• Psammoterapia
(Da: Agostini G., 2000, modificata)
• In stabilimento
• All'aperto
* Per impacco
• Per bagno
• • "A camicia"
Af. C. Lucchetta et al.
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ze (bagno "attivato") come l'ozono, l'anidride carbonica,
estratti dì alghe. Quest'ultima pratica trova ampio impiego
all'Isola d'Elba, dove insieme ai limi marini si utilizzano
acque marine concentrate con aggiunta di estratti di piante
che vivono nel bacino termale e, in particolare, la Zostera
e la Caulerba. L'aggiunta di estratti di alghe trova il suo razionale nella capacità di questi elementi di fissare selettivamente alcuni componenti ionici presenti nell'acqua di mare
a concentrazioni bassissime. Nelle zostere, ad esempio, si
concentrano manganese, cobalto e zinco, mentre alcune
specie di Fucus e di Laminaria si arricchiscono di iodio e
di bromo. Questi ioni verrebbero assorbiti più facilmente
in corso di trattamento balneoterapico grazie alla presenza
degli arginati contenuti nelle alghe e dispersi nell'acqua
usata per il trattamento. Per quanto riguarda il bagno direttamente in mare, il cosiddetto "bagno di spiaggia", le indicazioni terapeutiche sono legate all'intensa sollecitazione
che questo produce sul respiro, sul ritmo cardiaco e sulla
pressione arteriosa; considerevole è anche la stimolazione
dell'appetito, soprattutto nei bambini gracili e ipo trofici. Il
bagno di mare migliora il tono e la forza muscolare e favorisce la detersione della pelle. Inoltre il mare rappresenta il
luogo ideale per l'esercizio del nuoto, sport che impegna
un elevato numero di muscoli e che è consigliabile sia nei
bambini che negli anziani, naturalmente con tutte le precauzioni e le attenzioni del caso. Per il bagno in mare devono
essere scelte giornate calde, con acqua a temperatura non
inferiore a 18°C. Il bagno in vasca o in piscina (balneoterapia marina calda) produce un aumento del metabolismo
basale e del consumo di ossigeno, mentre l'elevazione
della temperatura corporea si associa ad intensa iperemia
e vasodilatazione del distretto circolatorio superficiale. Le
indicazioni terapeutiche della balneoterapia marina sono
sostanzialmente analoghe a quelle della balneoterapia con
altre acque minerali e riguardano le affezioni di interesse
reumo-artropatico i postumi traumatici.
Peloidoterapia
La pelo iodoterapia utilizza i fanghi marini o più propriamente i "limi" a fini terapeutici. I limi sono particolari
peloidi che si formano sìa lungo tratti di mare caratterizzati
da consistenti processi di sedimentazione, sia in lagune
più o meno aperte sul mare. La componente solida è prevalentemente inorganica con presenza di una componente
organica data dalla concentrazione dei residui della flora
e fauna marina. I limi differiscono dai fanghi in quanto la
fase acquosa non è costituita dall'acqua minerale, ma dall'
acqua di mare o di laguna. A differenza dei fanghi che si
reputano "maturi" dopo sei mesi dalla miscela argille/acque
minerali, i limi hanno un tempo di formazione lunghissimo,
a volte anche di decine di anni. In questo tempo, la ricca
biocenosi che si sviluppa all'interno della laguna termale,
costituita da alghe, batteri, pesci, crostacei, produce una
abbondante componente organica che si miscela con quella
inorganica che, comunque, è prevalente. I limi sono pertanto, rispetto ai fanghi, assai più ricchi di colloidi organici.
Possono essere applicati con le stesse metodiche della
fangoterapìa o con il metodo del "medaglione71 in uso nel
Mar Morto, o ancora con il metodo a "camìcia" utilizzalo
in Italia. II metodo a "camicia" prevede l'applicazione su
tutto il corpo di uno strato sottile dì peloide. Il paziente
può eseguire il trattamento al chiuso nello stabilimento
termale, oppure all'aperto, esposto al sole finché il lìmo
non si secchi. La temperatura di applicazione dei limi è la
stessa di quella dei fanghi, tranne che per i limi molto ricchi di sali di ferro che richiedono temperature più basse di
qualche grado. Nel trattamento a medaglione, anziché uno
strato sottile, sì suole stendere uno spesso strato di peloide,
previamente riscaldato su terrazze esposte al sole. I limi
hanno le stesse azioni del fango termale e lo stesso grado
di tollerabilità; si applicano anch'essi direttamente sulla
pelle, ed ai benefìci generali e locali della peloidoterapìa
assommano quelli derivanti dai principi attivi delle sostanze
che hanno origine dal mare. In Italia si utilizzano i limi marmi a San Giovanni di Porto ferraio, a Cervia, a Margherita
di Savoia. I peloidi di questi stabilimenti talassoterapia
sono particolarmente ricchi dì sostanze organiche (fino a
circa il 5%) talora in trasformazione naftogenica. La loro
composizione organica, arricchita spesso dalla presenza
di idrogeno solforato, rende questo tipo di limi piuttosto
complessi ed interessanti nell'ambito di trattamenti talassoterapici. In alcuni casi, come per i limi di San Giovanni
(Isola d'Elba), sono presenti elevate quantità di minerali
ferrosi che, unitamente all'alto contenuto di zolfo nel substrato, favoriscono lo sviluppo di una ricca flora batterica
algale. Le indicazioni terapeutiche sono analoghe a quelle
dei fanghi.
Psammoterapia
La psammoterapia è una particolare metodica talassoterapìca che utilizza l'azione terapeutica della sabbia di mare
riscaldata e applicata su tutto o su parte del corpo. Può essere
assimilata ad una termoterapia esogena a calore secco che
impiega come mezzo termico la sabbia alla quale si aggiunge
la componente farmacologica specifica dell'acqua di mare
sotto forma di sali, adesi ai granuli. La sabbia deve presentare
particolari caratteristiche di granulometria, di composizione
e di colore, tali da garantire una capacità termica e una curva
di cessione del calore utilizzabile in terapia (17). Anche la
spiaggia deve possedere caratteristiche climatìche idonee
alle cure talassoterapiche: esposizione possibilmente a
mezzogiorno, bassi valori di ventosità, nebulosità e umidità
relativa. Per arricchire, poi, la sabbia di elemenii salini è
necessaria .una periodica irrorazione con acqua di mare,
almeno una volta a settimana e comunque, dopo ogni evento
piovoso. Le sabbiature si effettuano, generalmente, all'aperto. Sulla spiaggia vengono scavate buche di due metri dì
lunghezza per un metro di larghezza e profonde 20-30 cm,
sul cui fondo vengono stratificati almeno 15 cm dì sabbia
asciutta, mentre sabbia asportata dalla buca viene accumulata
ai lati della buca stessa e, dopo essere stata riscaldata dal
sole, viene impiegata per ricoprire il corpo del paziente.
L'applicazione sulla superficie corporea viene effettuata ad
una temperatura che oscilla tra i 45 e i 60 "C. Questo alto
gradiente termico sarebbe sufficiente a provocare ustioni,
se l'insieme della massa sabbiosa non fosse contraddistinta
da una scarsa conducibilità termica dovuta alla porosità
del sistema (i granuli sono circondati da un fitto reticolo dì
vuoti) e da una limitata superficie specifica di contatto tra i
granuli, per cui vi è una scarsa cessione del calore, ricevuto
537
Le basi scientifiche della talassoterapia
dall'irraggiamento solare. Lo spessore dello strato applicato
non supera generalmente i 4-5 cm anche per evitare un rapido
raffreddamento, specialmente negli strati profondi. Il capo
resta escluso insieme al collo e viene riparato da una tenda.
La sabbiatura può essere anche parziale anche se i ' esperienza
mostra che è preferibile estendere al massimo l'applicazione.
H trattamento viene effettuato per tempi progressivamente
crescenti di 5 minuti al giorno, fino ad un massimo di 2025' per le sabbiature totali e di 30-35' per le parziali. Generalmente la seduta ha una durata di circa 20-40 minuti; al
termine si ha la fase epiergica in cui -il paziente, rapidamente
coperto con. un accappatoio, effettua un periodo di reazione
di 20 minuti in appositi locali (singoli o collettivi) ben aereati e deumidificati per favorire la sudorazione. Al periodo
epiergico fa seguito la doccia di pulizia, preferibilmente con
acqua di mare calda. Negli stabilimenti psammoterapicì alla
sabbiatura viene generalmente abbinata la balneoterapia
con acqua di mare riscaldata, effettuata in apposite vasche
o in piscina (37-38°C per 20 minuti), oppure direttamente
in mare. Segue una seconda fase di riposo di circa un'ora
al termine della quale, il paziente può finalmente bere per
favorire la reìdratazione post-termale da alcuni autori detta
"restituzione idremica"(16). Di norma vengono effettuate
un massimo di 12 applicazioni totali a giorni alterai per un
soggiorno globale di 24-30 giornate. Per quanto riguarda le
azioni biologiche e terapeutiche attribuite alla psammoterapia, oltre che alla temperatura ed alla granulometria del
mezzo utilizzato, entrano in gioco la composizione minerale,
salina ed organica della sabbia stessa, dovuta all'autofiltrazìone dell'acqua marina sulla battigia. La psammotèrapia
esplica le sue azioni biologiche attraverso vari meccanismi
legati all'effetto termico, all'effetto chimico-minerale, ali'
effetto climatoterapico. All'effetto chimico-minerale sono
da ascrivere le azioni biologiche legate alla composizione
chimico-fisica delle singole sabbie utilizzate; all'effetto
climatoterapico si devono le azioni biologiche esercitate
dal clima marino del luogo ove si effettuano le sabbiature.
L'effetto termico è sfruttato da altri trattamenti termergici, tuttavia in corso di psammotèrapia varia l'entità dello
stimolo termico che raggiunge i 50-60°C. Anche il tipo di
stimolazione termica è diversa. I bagni e ì fanghi sfruttano
una sollecitazione caldo-umida, la psammotèrapia è invece
una termoterapia a calore secco che induce abbondante sudorazione immediatamente assorbita dalla sabbia asciutta.
Murgia et al. (18) hanno dimostrato che in corso di psammotèrapia SÌ realizza un forte aumento dell'increzione cortìcosurrenalica e della produzione dì corticosteroidi endogeni,
comprovata dal!' aumento dell'attività antijarulonidasica, dal
lieve aumento della glicemìa, dalla diminuzione degli eosinofili, dal!1 aumentata escrezione di 17-fcetosteroidi urinari.
Queste modificazioni sono da imputare all'attivazione di tutti
quei, meccanismi atti a garantire Tomeostasi organica e a
contrastare aumenti dell'omeotermia critici per il fisiologico
espletamento di reazioni biochimiche vitali. La stimolazione
dell'asse ipotalamo-ipofisario e cortico-surrenalico è confermata sperimentalmente dalle ricerche svolte da Giusti
et al. (19, 20). Le indicazioni terapeutiche principali della
psammotèrapia sono analoghe a quelle della fangoterapia;
osteoartrosi, esiti e postumi dì forme traumatiche (fratture,
distorsioni, etc.), reumatismi extraarticolari, reumatismi
infiammatori cronici nella fase termale.
Algaterapia
L'algaterapia è una tecnica che utilizza le alghe marine
nel trattamento di alcuni quadri" morbosi di tipo prevalentemente reumoartropatico. Le alghe costituiscono gran parte
della flora marina e contengono vitamine e proteine, una
grande quantità di minerali e oligoelementi che si presentano in concentrazione straordinariamente più alta rispetto
all'acqua marina. L'algaterapia può essere condotta con due
diverse-modalità. Una prima modalità prevede che le alghe
ìntegre siano impiegate per ricoprire parzialmente o integralmente il corpo del paziente che può contestualmente essere
sottoposto ad un trattamento elioterapia). L'altra modalità
di impiego utilizza, non le alghe intere, ma una poltiglia
di alghe fermentate che vengono immesse nell'acqua di
un bagno riscaldato. Questa metodica è ancora in fase di
studio, anche se l'algaterapia sembra trovare indicazioni
nella cura dell'osteoartrosi e di altre reumopatie allorché la
fase infiammatoria sia attenuata o spenta. Le alghe, inoltre,
sono impiegate anche in cosmetologia. Esse, infatti, possono
essere trasformate in creine dense che vengono applicate
sull'epidermide, calde o fredde. I trattamenti con crema di
alghe hanno un effetto tonificante, equilibrante ed idratante e sono particolarmente indicati nella cellulite, Inoltre,
possono essere preparate maschere antirughe da applicare
sul viso. La loro ricchezza di minerali e di oligoelementi è
sfruttata allo stesso modo dell'acqua marina, ma per zone
localizzate del corpo.
Elioterapia •
L'elioterapia ha rappresentato senza dubbio il più noto e
il più valido mezzo di utilizzazione delle radiazioni solari a
fini curativi e consiste nell'esposizione del corpo, completamente privo di indumenti, all'azione diretta dei raggi solari.
Attualmente, questa metodica è certamente la più utilizzata
nell'ambito della climatoterapia marina, ma viene praticata
più per fini estetici che propriamente terapeutici e con vari
empirismi. L'esposizione del corpo al soie può essere totale
o parziale, anche se il trattamento localizzato non è da ritenersi'del tutto corretto in quanto gli effetti terapeutici non
sono locali, ma soprattutto generali. Il bagno di sole può
essere di tre tipi: caldo (42-50°C), indifferente (37-42DC),
freddo (<37°C) a secondo della temperatura misurata con
reliotermonietro (21) e produce diversi effetti quali: piacevole sensazione di rilassamento, azione tonica-stimolante,
aumento del metabolismo. Una corretta pratica elioterapia
deve fondarsi su alcune norme generali (22);
1) la terapia deve essere innanzitutto graduale e centripeta;
2) il trattamento solare deve esseretotale, con il corpo nudo
completamente esposto1 ai raggi con esci usione della testa
e degli occhi;
3) l'esposizione deve essere diretta e nei limiti del possibile deve'essere ricercata quella posizione che permetta,
un'incidenza perpendicolare dei raggi solari;
4) l'applicazione deve essere personalizzata in rapporto al
tipo dì cure, all'intensità del trattamento e alle capacità
reattive del paziente, m funzione della scelta della località
di soggiorno più idonea e dei diversi fattori climatici,
delle appropriate metodiche di acclimatazione.
538
Infine, per una corretta elaborazione delle procedure
terapeutiche basate sull'utilizzazione di radiazioni elettromagneti che, quale la luce solare, è impossibile prescindere
da una attenta valutazione del fototipo del paziente, anche
al fine di prevedere ìa risposta in corso di. trattamento. In
relazione alla pratica elioterapica vengono considerati
effetti locali ed effetti generali. Tra gli effetti locali si
annoverano Fazione risolvente, l'azione analgesizzante,
l'azione sul sistema ìmmunitario, l'azione pigmentante.
In corso di trattamento elioterapico si è osservato, infatti,
una azione risolvente sugli essudati e gli infiltrati sierosi
e, in molte.fonile artralgiche, una diminuzione del dolore
e un contestuale innalzamento della soglia algica. Tra gli
effetti generali dell'elioterapia si ricorda l'effetto "tonico",
imputabile a favorevoli influenze respiratorie, circolatorie,
termiche, ampiamente descritte in letteratura e l'attivazione
della vitamina D, indispensabile per una normale crescita
ossea del bambino. Specie In ambiente marino, il sole ha
un'azione cheratoplastica, stimola il trofismo cutaneo e
facilita gli scambi metabolici. Nell'uomo la maggior parte
degli effetti biologici del sole è sostenuta dalle radiazioni
ultraviolette UVA e UVB. I possibili effetti nocivi delle radiazioni solari possono comparire a breve e a lungo termine.
Quelli a breve termine vanno dall'eritema solare all'ustione
e sono legati alla scorretta esposizione al sole. Gli effetti
a lungo termine sono la cheratosi e l'elastosi solare fino
alle neoplasìe cutanee che interessano alcune categorie di
lavoratori la cui pelle è esposta cronicamente e per anni alle
radiazioni solari. Le principali indicazioni dell'elioterapìa
sono rappresentate da: convalescenze in seguito a malattie
gravi, forme anerniche, artralgie, osteoartrosi, fibromìalgie,
stati, ittiosiformi, acne e dermatiti seborroiche. Le ricerche
degli ultimi decenni giustificano, inoltre, l'utilizzazione della
pratica elioterapica in specifici quadri patologici cutanei,
nei quali viene riconosciuto anche un interessamento del
sistema Ìmmunitario: psoriasi, eczema, dermatite atopica e
vitiligine. In queste forme, una soppressione o una diversa
modulazione della risposta immune, sembra svolgere una
funzione altamente efficace nel favorire il miglioramento
della malattia (23-27).
Valutazione degli effetti biologici dei mezzi di cura
talassoterapie! e studi cfinicì di efficacia
Nel corso degli anni, gli effetti biologici della talassoterapìa sono stati valutati studiando le variazioni ormonali, i
fattori della cenestesi, i mediatori deìla fiogosi e del dolore,
i metabolismi protidico, glìcidìco, Hpldico, l'andamento
idroelettrolitico. Per quanto attiene la psammoterapia sono
stati ampiamente studiati il comportamento della pressione
venosa e arteriosa, la funzionalità renale, il metabolismo
basale, la temperatura rettale (28), la riserva alcalina. Le
modificazioni del colesterolo e del quadro lipoproteico
sono state studiate da LedrI e Montagna (29). L'aumento
dell'attività antijarulonidasica sierica in corso di trattamento
psammoterapico è stata descritta da Menarmi e Soldati (30);
la diminuzione degli eosinofili nel sangue è stata osservata
da Soldati e da Murgia (18), mentre la diminuzione della
glicemia plasmatica è stata descritta da Slavich (31). Ledri
et al. (32) hanno documentato l'aumentata escrezione di
M. C. Lucchetta et al.
17-ketosteroìdi urinari. La comparsa di sanguinamento o
di ulcera gastrica acuta, sempre in corso di psammoterapia
è stata descritta da Murgia et al. (18). La stimolazione
dell'asse ipotalamo-ipofisario e cortico-surrenalico è stata
studiata da Giusti et al. (1.9, 20) il cui gruppo a partire dagli
anni ottanta ha effettuato ricerche sul comportamento della
p-endorfina plasmatica svolgendo ampie ricerche anche su
ormoni antera Jpofisari, coitiselo, paratormone, evidenziando
la complessiva azione stimolante dello stimolo termico sull'asse encefalo-ipofisi-surre ne, con particolare riferimento
alla pro-oppiomelanocortina e ai suoi derivati, ACTH ed
endorfine. Queste significative risposte neuroendocrine
confermate da Fioravanti e Marcolongo nel 2000 (33), si
registrano sia in corso di psammoterapia che di balneoterapia marina e Emoterapia come già documentato dagli studi
condotti da Raspadori e Selmi (34). Rilievi pletismografici
e fotopletismografici sono stati condotti da Farneti (35), da
Ledri (36,37) e da Murgia (18); gli indici spirometria sono
stati studiati da Redaelli et al. (38). Il consumo di ossigeno
e la frequenza cardiaca in corso di psammoterapia è stata
ampiamente studiata da Severgnìni et al. (39), mentre la
variazione delle proteine e glicoproteine sieriche è stata
oggetto delle ricerche condotte da Ledri et al. (40). Recenti
studi sul comportamento dei peptidi oppioidi, in particolare sulla nietionina-enkefalina (enk), in pazienti psoriasici
sottoposti a balneoterapia e ad elioterapia nell'area del
Mar Morto, sono state condotte recentemente daNissen et
al. (41). Gli Autori hanno dimostrato mediante bìopsìa, un
decremento dei livelli cutanei dì enk e la diminuzione a livello del derma dei linfociti CD3 e CD68 positivi, spiegando
così la completa remissione delle lesioni. Proksch et al. (42)
nel 2005 hanno studiato gli effetti dei sali del Mar Morto,
somministrati per bagno, in particolare dei sali di magnesio,
minerale prevalente in queste acque,'in soggetti affetti da
dermatite 'atopica, documentando un netto miglioramento
dello stato della barriera cutanea e dell'idratazione dello
strato corneo e la riduzione della fìogosi cutanea. Halevy et
al. (43) hanno condotto uno studio randomizzato a doppio
cieco sul ruolo degli elementi in traccia, in pazienti affetti
da psoriasi vulgare sottoposti a balneoterapia con sali del
Mar Morto, dimostrando una significativa riduzione del litio
e dei magnesio nel siero dei responder e una variazione di
Ki-67, TNF-cc e IL-6, marker della fìogosi e proliferazione
cellulare. Tutti questi studi confermano la complessiva
azione 'favorevole della talassoterapìa nelle reumopatie e
nelle dermopatìe. Dalla disamina dei contributi presentati,
emerge una precìsa chiave interpretativa del meccanismo
d'azione della balneoterapia e dell'elioterapia che Ìndica
l'importante ruolo giocato dalla talassoterapìa nella modulazione della risposta immune, nella riduzione dì sostanze
flogogene, nell'incremento dei fattori protettivi della cute.
Le acquisizioni sui meccanismi d'azione hanno trovato piena
integrazione con gli studi cìmici dì efficacia.
" Per'quanto attiene alla balneoterapia, la maggior parte
degli studi clìnici di efficacia sono stati condotti in aperto su
gruppi di pazienti, confrontando parametri clinici e di laboratorio all'inizio, durante e alla fine della cura, con follow-up a
distanza. Recentemente studi clinici controllati e randoniizzati
sono stati condotti da Sukenik et al. (44-47) da EUkayam et
al, (48) sull'osteoartrosi e sull'artrite reurnatoide (44-4-6).
Sukenik et al. hanno poi studiato in particolare l'effetto della
539
Le basi scientifiche della talassoterapia
balneoterapia nell'osteoartrosi del ginocchio (47, 48). Studi
controllati e randomizzati sono stati condotti da Buskila et
al. (49), Zijlstra et al., Neumann et a!., Kazagulle et al, sulla
sindrome fibromiaigica (49-52) da Sukenik et al. sull'artrite
psoriasica e concomitante fibromialgia (53), da Codish et al.
sulla spondilite anchilosante (54), Tutti questi lavori hanno
dimostrato l'efficacia e gli effetti a distanza del mezzo di cura
talassoterapico nelle affezioni reumatologiche menzionate.
Studi clinici controllati e randomizzati sono stati compiuti in ambito dermatologico da Cohen (55) et al, Sukenik et
al. (56,57), Elkayam et al. (58), da Zvi Even-paz el al. (59),
David et al. (60, 61), Hodak el al. (62), per quanto attiene
la psoriasi e l'artrite psoriasica; questi studi attestano l'efficacia della terapia talassoterapica sul prurito, sull'eritema e
sulla desquamazione delle chiazze psoriasiche. La dermatite
atopica è stata studiata mediante studi clìnici controllati
da Schiffner et al. (63, 64). Dai risultati dì queste ricerche
emerge il ruolo precipuo della balneoterapia con acqua di
mare, dell'elioterapia e della fangoterapia con limi marini
nella cura e prevenzione delle manifestazioni dolorose e
disfunzionali che caratterizzano clinicamente le reumoartropatie croni che e in particolare ì'osteoartrosi, in alcune
dermopatie e segnatamente nella psoriasi.
Certificazione di qualità dei centri talassoterapie!
In assenza di una regolamentazione ufficiale, per difendere e promuovere la talassoterapia ed evitare che il concetto
stesso di cure talassoterapiche venga diluito e assimilato a
quello di benessere o di remise en forme, la Federazione Intemazionale di Talassoterapia, fondata in Francia, nel 1986,
ha definito la talassoterapia come "l'utilizzazione simultanea
sotto sorveglianza medica con scopo preventivo e curativo,
del benefici dell'ambiente marino che comprende: il clima
marino, l'acqua di mare, i fanghi marini, le alghe, le sabbie
e tutte le altre sostanze del mare, in un sito marino privilegiato." La stessa Federazione ha inoltre dettato i criteri e
le norme che un centro talassoterapico deve rispettare per
ottenere la certificazione di qualità. I punti fondamentali di
questa carta di qualità sono:
I) Posizione privilegiata in riva ai mare
Lo stabillmenlo talassoterapico deve essere situato ad
una distanza massima dì mille metri rispetto alia maggiore
profondità delle acque.
II) Utilizzo di acqua di mare naturale
Le condizioni di captazione devono essere esposte e
consumabili da tutti i curisti, correlate dalle analisi minerali,
batteriologiche e del plancton effettuate sul prelievo di acqua
marina nella stazione di pompaggio dello stabilimento, da
un laboratorio indipendente e competente. Le condizioni
di prelievo devono essere indicate sui risultati delle analisi.
L'acqua di mare utilizzata per le cure può essere trasportata
nello stabilimento solo tramite la canalizzazione e deve
essere conservata al massimo fino a quaranta ore prima del
suo utilizzo e non può essere riscaldata a più di 50 gradi.
L' acqua di mare utilizzata per le cure individuali non deve
subire alcun trattamento fisico-chimico (aggiunta di doro,
bromo, UY, ozono), né prima né durante il suo utilizzo. Non
può essere mai riutilizzata e deve essere rinnovata contìnuamente. Le analisi batteriologiche devono essere effettuate
una volta al mese, sia nel punto di captazione sia nei depositi
dello stabilimento; il controllo del pH e della salinità deve
essere effettuato una volta al giorno.
Ili) Utilizzò naturale dei prodotti del mare
Devono essere garantiti al 100% come prodotti naturali
e non devono essere riutilizzati.
IV) Cure di qualità sotto stretta sorveglianza medica
permanente
II piano di cure è personale. La presenza di uno o più
medici nello stabilimento è obbligatoria nel periodo di svolgimento delle cure. Sedute di rieducazione e massaggi devono
essere effettuali da operatori professionali. Le cure individuali
si devono svolgere sotto il controllo di un crenoterapeuta; le
cure collettive non devono includere più di 20 curisti, sotto
la sorveglianza obbligatoria di un assistente diplomato.
V) Garanzia della massima qualità del servizio
Deve essere garantita la massima qualità del servizio per
quanto riguarda l'accoglienza, la riservatezza e l'informazione del curista, il cui grado di soddisfazione è monitorato
da un questionario finale.
Conclusioni
La talassoterapia, dopo un periodo di declino, sta attualmente vivendo una fase di sviluppo in tutto il mondo,
con la creazione dì nuovi centri di cura marina polivalenti.
Alla luce degli ultimi lavori pubblicati su importanti riviste
internazionali è da considerarsi una terapia sulla cui validità ed efficacia non possono più essere avanzati dubbi. In
alcuni paesi è un prodotto welness ampiamente diffuso e
l'incremento della domanda ha interessato negli ultimi anni
anche l'Italia. Per difendere e promuovere la talassoterapia
ed evitare che il concetto stesso di cure talassoterapiche
venga diluito e assimilato a quello di benessere o di remise
en forme, in assenza di una regolamentazione ufficiale, la
Federazione Internazionale di Talassoterapia ha avvertito
l'urgenza di ridefinire questa pratica terapeutica millenaria
e ha inoltre dettato i criteri e le nonne che un centro talassoterapico deve rispettare per ottenere la certificazione di
qualità. La talassoterapia non può e non deve essere una
"cura fai da te"', ma alla luce di quanto esposto, alla stregua
di ogni altro trattamento terapeutico, deve seguire criteri
improntati al massimo rigore scientifico.
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