LA COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI IN MONTAGNA

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Massimiliano Gnesotto
LA COLTIVAZIONE DELLE
OFFICINALI IN MONTAGNA
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Pianta officinale: è un organismo vegetale usato nelle officine
farmaceutiche per la produzione di specialità medicinali
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oggi distinguiamo:
-le piante medicinali
-le piante alimurgiche
-le piante aromatiche
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oggi distinguiamo:
-le piante medicinali
-le piante alimurgiche
-le piante aromatiche
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prima di coltivare
devo chiedermi alcune cose:
-quali piante posso coltivare? come?
-cosa voglio farne?
-cosa la legge mi permette di fare?
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CONSERVE
TAL QUALE
MELLITI
MAZZETTI DI ERBE
SALI ALLE ERBE
TISANE
MACERATI
SCIROPPI/ESTRATTI
OLIO ESSENZIALE
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ERBE ESSICCATE
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la pianta officinale come ortaggio:
posso venderla tal quale (oppure essiccata) a
bordo campo secondo il DRP 633/72
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la pianta officinale come medicamento:
riguarda tre figure interconnesse
il medico, il farmacista e l’erborista
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la coltivazione
in montagna
LA
COLTIVAZIONE
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Valle - Altopiano - Alpeggio
esposizione, altitudine, terreno, acqua, microclima
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come valuto: -analisi
analisi
fitocenosi
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come valuto: -fitocenosi
analisi
fitocenosi
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POSSIBILITA’
QUANTITA’
UTILIZZO
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
pieno campo
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
pieno campo
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
orti & colture consociate
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
orti & colture consociate
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
minimum tillage
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
minimum tillage
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TECNICHE DI COLTIVAZIONE DELLE OFFICINALI
raccolta dello spontaneo
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L.R. 15 novembre 1974, n. 53 (BUR n. 47/1974)
NORME PER LA TUTELA DI ALCUNE SPECIE DELLA
FAUNA INFERIORE E DELLA FLORA
Art. 8
Per ognuna delle specie della flora spontanea, diverse da quelle elencate
all’articolo 7 è consentita, nel territorio regionale, la raccolta complessiva
giornaliera, per persona, di non più di un chilogrammo di asparagi selvatici, di
muschi e di licheni allo stato fresco e di sei assi floreali (steli fioriferi).
Nessuna limitazione è posta al proprietario ed al coltivatore diretto, proprietario o
affittuario, per la raccolta delle piante coltivate e quelle infestanti i terreni coltivati,
nonchè
per
quelle
sfalciate
per
la
fienagione.
Sono tuttavia sempre vietati il danneggiamento, l’estirpazione o l’asportazione
della pianta o di altra parte di essa.
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L.R. 15 novembre 1974, n. 53 (BUR n. 47/1974)
NORME PER LA TUTELA DI ALCUNE SPECIE DELLA
FAUNA INFERIORE E DELLA FLORA
Art. 9
L’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste autorizza la raccolta di piante protette, o
di parte di esse, ivi comprese quelle elencate all’articolo 7 della presente legge,
soltanto ed esclusivamente per scopi scientifici e didattici, fatto salvo il benestare
del proprietario del fondo.
La richiesta di autorizzazione va rivolta all’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste,
competente per territorio e deve specificare lo scopo della raccolta e i dati relativi
alle persone per le quali si chiede l’autorizzazione.
L’autorizzazione ha carattere personale e deve indicare la durata e le modalità della
raccolta.
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L.R. 15 novembre 1974, n. 53 (BUR n. 47/1974)
NORME PER LA TUTELA DI ALCUNE SPECIE DELLA
FAUNA INFERIORE E DELLA FLORA
Art. 10
E' vietato commerciare nel territorio regionale le piante spontanee o parti di esse.
Art. 11
Il divieto e le limitazioni previsti agli articoli 7, 8 e 10 della presente legge
escludono le piante protette che provengono da colture effettuate in giardino e in
stabilimenti o serre.
Tali piante e fiori, se posti in commercio, devono essere accompagnati da
certificato di provenienza redatto dal produttore.
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Legge del 6 gennaio 1931, n.99
Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio
delle piante officinali
Regio Decreto del 26 maggio 1931, n.772
Elenco delle piante dichiarate officinali, parti
usate e quantitativo detenibile
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Provincia Autonoma di Trento
DPP 24 settembre 2008, n. 41-148/Leg.
Regolamento di attuazione dell’articolo 43 ter della legge
provinciale 28 marzo 2003, n. 4 (Sostegno all’economia
agricola, disciplina dell’agricoltura biologica e della
contrassegnazione di prodotti geneticamente non
modificati) riguardante la coltivazione, raccolta e
commercio di piante officinali coltivate in Trentino.
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Provincia Autonoma di Trento
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a) “pianta officinale”: un vegetale o parte di esso contenente principi attivi
utilizzabili nel settore farmaceutico, erboristico, cosmetico, alimentare,
liquoristico e, in generale, in tutte le indicazioni per la salute ed il benessere
dell’uomo e degli animali;
b) “prodotto alimentare erboristico”: prodotto realizzato a base di piante
officinali, singole o miscelate, non addizionato con prodotti di sintesi o
semisintesi, destinato ad essere ingerito a scopo non nutritivo, utilizzato nel
tradizionale impiego alimentare di uso corrente per il quale non sono dichiarate
finalità salutistiche o terapeutiche;
c) “integratore alimentare a base di piante officinali”: prodotto a base di piante
officinali per il quale sono dichiarate finalità salutistiche, ma privo delle finalità
proprie dei medicinali;
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PRATICHE AGRONOMICHE:
Le superfici interessate è bene siano condotte o
con il metodo dell’agricoltura biologica (Reg. CE
834/07), o con i principi della produzione integrata
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PRATICHE AGRONOMICHE:
-valorizzazione della biodiversità animale&vegetale
-tutela delle acque e delle zone umide
-mantenimento dei boschi-siepi-zone marginali
-rotazioni/successioni colturali
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SEMENTI & MATERIALE DI PROPAGAZIONE:
-sicurezza botanica (specie, varietà, chemotipo)
-sicurezza d’origine (ambiente, bio, convenzionale)
-esente da parassiti e malattie
-deve garantire la tracciabilità
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FERTILIZZAZIONE:
-legge di Liebig
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FERTILIZZAZIONE:
compenso con letamazione, cenere e poco piu’
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IRRIGAZIONE:
-acqua esente da inquinanti, feci, pesticidi/erbicidi
-tempi e zone di irrigazione adatti
-evitare ristagni, dilavamenti, contaminazioni
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FITOFARMACI:
-raramente necessari
-comprovata necessità
-mai in fioritura o in prossimità di raccolta
-patentino
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RACCOLTA:
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RACCOLTA:
-standard qualitativo (e di purezza)
-tempo balsamico
-nessuna umidità (…clima permettendo)
-attrezzatura idonea (funzionante, pulita, lavabile,
che eviti contaminazioni).
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TEMPI BALSAMICI:
varia con la parte da raccogliere, la latitudine, il
clima, la tecnica di coltivazione, l’uso finale.
le foglie si colgono quando sono ancora tenere, poco prima e durante la fioritura
i fiori vanno colti quando ancora non sono completamente sbocciati
i frutti vanno colti quando sono ben maturi
i semi si colgono poco prima che la pianta li lasci cadere spontaneamente, nel caso di
piante da frutto si aspetta che passi la maturazione e si colgono i frutti prima che
cadano, per estrarne i semi
le radici vanno raccolte nel periodo in cui la pianta non ne ha bisogno, quindi in un
periodo di quiescenza, senza fioriture né tanto meno fruttificazione
le gemme si raccolgono poco prima che si schiudano
le cortecce di solito vanno raccolte in primavera, quando sono più facili da staccare
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LAVORAZIONI PRELIMINARI:
trasporto, stoccaggio, mondatura, essiccazione
distillazione, taglio, surgelamento
-locali adatti e puliti
-condizioni controllate per evitare alterazioni
(muffe) e parassiti (topi)
-mondatura sia prima che dopo l’essiccazione
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LAVORAZIONI PRELIMINARI:
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LAVORAZIONI PRELIMINARI:
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CONFEZIONAMENTO:
-contenitori adatti e puliti
-identificazione con il lotto
-stoccaggio a T°C & UR controllate
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E DOCUMENTALI:
EUROPAM, the European Herb Growers Association - Guidelines for Good
Agricultural Practice (GAP) of Medicinal and Aromatic Plants
Regione Toscana – Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006. Colture officinali. Sito
web: www.rete.toscana.it/sett/agric/srurale/psr/81.htm.
Normale Buona Pratica Agricola nella Provincia di Trento – P.S.R. 2007-2013:
Allegato 1 (orticoltura). - Carlen C., Carron C.A., Amsler P. 2006.
Données de base pour la fumure des plantes aromatiques et médicinales – Revue
suisse Vitic. Arboric. Hortic. Vol. 38 (6): I-VIII.
Bomme U., Nast D. 1998. Nährstoffentzung und ordnungsgemäße Düngung im
Feldanbau von Heil- und Gewürzpflanzen. Zeitschrift für Arznei- &
Gewürzpflanzen.
Siti web: www.codexalimentarius.it www.inherba.it
Marzi U., De Mastro G. 2008 Piante officinali, Ricchiuto Editore
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SCHEDE COLTURALI
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Taraxacum officinalis Asteraceae
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da non confondere con altre asteracee– n.v.: pissacan, piscialletto, dente di leone
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Taraxacum officinalis Asteraceae
da non confondere con altre asteracee– n.v.: pissacan, piscialletto, dente di leone
.Clima e Terreno:
Pianta che presenta una vasta diffusione geografica, diffusa allo stato spontaneo dal livello del mare
fino a 200 metri di altitudine. La coltura richiede terreni con una buona disponibilità di elementi
nutritivi e in particolar modo di potassio.
Impianto e Propagazione:
La propagazione in genere avviene per seme, oppure per trapianto con piantine preparate in vivaio.
La semina viene effettuata all’inizio della primavera. L’impianto varia in base alla destinazione del
prodotto: se si vuole condurre la coltura a radici, si adottano distanze di 25-30 cm tra le file e 8-10 cm
sulle file, mentre per la produzione orticola di foglie, si preferisce la semina a spaglio su terreno
sistemato a porche.
La semina in semenzaio può essere effettuata da aprile a luglio con successivo trapianto dopo 40-60
giorni quando le piantine hanno raggiunto un altezza di almeno 5 cm.
Durata della coltura:
La coltura ha durata poliennale, ma non è conveniente mantenerla oltre il secondo anno.
Cure colturali:
A causa delle piccolissime dimensioni, i semi devono essere collocati molto superficialmente, a non più
di mezzo cm di profondità.
La coltura è abbastanza semplice e richiede i normali interventi di sarchiatura contro le infestanti.
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Taraxacum officinalis Asteraceae
da non confondere con altre asteracee– n.v.: pissacan, piscialletto, dente di leone
.Parti utilizzate:
Radici, pianta intera, foglie (principalmente per uso culinario)
Proprietà ed impiego:
Da sempre la medicina popolare ha riconosciuto a questa pianta il potere di stimolare le funzioni
epatiche e digestive.Tale proprietà, ampiamente dimostrata anche dalla fitoterapia moderna, viene
attribuita principalmente alla presenza dei principi amari all’interno della pianta. È stata dimostrata
anche la sua potente azione diuretica che, associata all’azione sul fegato, ne fanno del Tarassaco un
ottimo rimedio per il drenaggio e la depurazione, che si traduce in un aumento dell’eliminazione di
sostanze inutile e dannose dall’organismo, determinando un alleggerimento del distretto epato-renale.
Inoltre, come conseguenza del potenziamento dell’attività epatica, in particolar modo del flusso di bile,
la droga possiede anche blanda azione lassativa. Proprio per la capacità di stimolare i sistemi di
disintossicazione dell’organismo (principalmente fegato, intestino e reni ), il Tarassaco viene impiegato
come tonico generale nelle “cure primaverili” da aprile a maggio e in autunno. I preparati a base di
Tarassaco vengono somministrate come cura preventiva per i soggetti predisposti ai calcoli renali, ma
non solo, anche in caso di alterazione del flusso biliare, disappetenza, disturbi digestivi e flautulenza.
È bene ricordare che le radici hanno un’azione più marcata a livello epatico, invece le foglie agiscono
principalmente a livello renale. Le radici hanno anche un importante azione probiotica, in quanto
contengono Inulina, un polisaccaride che funge da substrato per la flora batterica intestinale positiva.
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Arctium spp Asteraceae
A. lappa major, A. lappa minor, A. tomentosum, A. nemorosum – n.v.: bardana
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Arctium spp Asteraceae
A. lappa major, A. lappa minor, A. tomentosum, A. nemorosum – n.v.: bardana
.Clima e Terreno:
La Bardana è una pianta molto comune come infestante nelle zone incolte e nelle aree leggermente
umide. La Bardana necessita di terreni profondi, di buona struttura e ben lavorati per il buon
accrescimento della radice fittonante. Predilige terreni ben esposti al sole ed è una specie che resiste
bene al freddo.
Impianto e Propagazione:
L'impianto si esegue attraverso semina diretta all'inizio della primavera, oppure è possibile effettuare il
trapianto delle piantine, precedentemente prodotte in vivaio, in febbraio-marzo.
Durata della coltura:
La coltura di Bardana in genere ha durata biennale. Nel primo anno si forma una rosetta di foglie
basali; nel successivo si sviluppa l'asse fiorale che può svilupparsi fino a 1,5 m, molto ramificato.
Cure colturali:
In genere la Bardana non ha particolare esigenze. Tuttavia in caso di siccità è bene intervenire con
irrigazioni di soccorso.
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Arctium spp Asteraceae
A. lappa major, A. lappa minor, A. tomentosum, A. nemorosum – n.v.: bardana
.Parti utilizzate:
Radici e foglie
Proprietà ed impiego:
La Bardana è classificata come una pianta depurativa per la pelle. Non sempre le affezioni che colpiscono la
pelle dipendono da cause locali, ma molto più spesso hanno origine generale come per esempio disturbi
biologici e metabolici, malfunzionamento dei sistemi di ricambio e di detossificazione, quali il fegato, reni,
intestino e polmoni, i cosiddetti organi emuntori. La Bardana presenta proprietà diuretiche, diaforetiche e
colagoghe che si traducono in un blando potenziamento dell’attività epatica, della secrezione biliare, del
transito intestinale, della secrezione delle ghiandole sudoripare e sebacee.
La radice fresca di Bardana contiene inoltre principi dotati di attività antibiotica, azione che associata alle
proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, la rendono un efficace rimedio nel trattamento di disturbi
cutanei quali acne, eczema e seborrea.
In genere viene consigliato un trattamento interno, attraverso la somministrazione di Tinture Madri, decotti
e infusi, al quale viene associato un trattamento esterno facendo uso di creme, impacchi e lozioni.
Per uso esterno, estratti di Bardana si ritrovano in preparazioni cosmetiche usate contro acne, foruncolosi,
punti neri, pelle grassa e impura.
Viene utilizzato il succo delle foglie fresche per frizioni per il cuoio capelluto grasso, o l’oleolito contro la
forfora, proprio per l’azione antiseborroica della pianta.
Nella tradizione le radici di Bardana sono da sempre state utilizzate per favorire la crescita dei capelli.
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Althea officinalis Malvaceae
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da non confondere con le altee ornamentali – n.v.: malvone
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Althea officinalis Malvaceae
.Clima e Terreno:
da non confondere con le altee ornamentali – n.v.: malvone
L’Altea predilige luoghi umidi, dove non vi sono temperature troppo elevate e terreni profondi, leggeri,
freschi e soleggiati.
Impianto e Propagazione:
La propagazione può avvenire per seme o per divisione del ceppo. La semina non è diretta in campo,
ma viene effettuata in serra e successivamente le piantine vengono trapiantate in campo in aprilemaggio. La divisione del ceppo avviene da vecchie colture e quello che si ottiene è un pollone con un
pezzo di radice da impiantarsi in primavera.
Raccolta:
In genere la coltura di Altea, dura 2 o 3 anni e già a partire dal primo o dal secondo anno è possibile
raccogliere i fiori (giugno-settembre), che hanno fioritura scalare. Le foglie, invece, vengono raccolte
dopo la fioritura e quindi alla fine dell’estate, mentre le radici al termine del ciclo colturale, terminato
il periodo di piena vegetazione, in autunno(settembre-novembre) del secondo o del terzo anno.
La produzione di radici è di circa1-2 t/ha, di foglie è di 2,5 t/ha mentre per i fiori intorno a 0,5 t/ha.
Cure colturali: È una coltura che necessita di lavorazioni profonde del terreno per permettere
all’apparato radicale di espandersi.
Durante il corso della coltura è consigliato apportare una buona concimazione minerale, effettuare
frequenti sarchiature per il controllo delle infestanti ed eventuali interventi irrigui nei mesi più caldi.
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Althea officinalis Malvaceae
.Parti utilizzate:
da non confondere con le altee ornamentali – n.v.: malvone
Radici; vengono utilizzate anche le foglie e i fiori, sebbene presentano minor principio attivo.
Proprietà ed Impiego:
L’azione della pianta è attribuibile principalmente alle mucillagini contenute in particolar modo
all’interno delle radici. Queste svolgono un azione sedativa, emolliente e antirritativa delle mucose
delle vie respiratorie, ma agiscono anche a livello delle mucose dell’apparato digerente.
Infatti le mucillagini se assunte per via interna, formano un film protettivo che va ad attutire le
irritazioni sia di natura meccanica che chimica. L’Altea, sottoforma soprattutto di decotto o in polvere,
viene perciò consigliata in caso di acidità di stomaco, gastriti, reflussi o infiammazioni del tratto
intestinale. Le mucillagini svolgono anche un’importante azione lassativa, proprio perché possiedono
la caratteristica di idratarsi e cioè assorbire acqua e aumentare di volume, favorendo così il transito
intestinale. L’Altea è una pianta che viene consigliata dovunque ci sia uno stato infiammatorio.
Ottimi risultati si sono ottenuti nel trattamento di infiammazioni a livello del cavo orale, come ascessi
o gengiviti. In merito viene consigliato di far masticare la radice decorticata anche ai bambini durante il
periodo della dentizione.
La pianta viene utilizzata anche in caso di infiammazioni a livello del tratto genito-urinario e della pelle
(per esempio foruncoli, arrossamenti, pruriti, ecc..).
Trova impiego in cosmetica in preparazioni che vanno a proteggere le pelli delicate, secche e
congestionate.
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Achillea spp Asteraceae
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A. moschata, A. nana, A. millefolium– n.v.: millefoglio, erba del marchese
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Achillea spp Asteraceae
A. moschata, A. nana, A. millefolium– n.v.: millefoglio, erba del marchese
.Clima e Terreno:
E' una pianta molto comune che cresce spontanea nei campi, ai margini delle strade e nei luoghi erbosi
e umidi. E' molto presente nel nord dell' Italia, specialmente nella zona alpina.
Impianto e Propagazione:
La propagazione avviene per seme, preparando le piantine in semenzaio, oppure per divisione dei
cespi. Il trapianto in genere si effettua in primavera.
Durata della coltura: la coltura può durare fino a tre anni, se le condizioni climatiche sono favorevoli.
in caso di climi freddi, la pianta ha ciclo annuale.
Cure colturali: E' una pianta molto rustica che spesso si trova allo stato spontaneo.
Le sommità fiorite raccolte di Achillea possono essere utilizzate fresche, oppure sottoposte ad
essicazione all'aria o all'interno di stufe ventilate e a basse temperature per evitare che la parte aerea
si rovini.
Parti utilizzate: Sommità fiorite, pianta intera.
Proprietà ed impiego: In seguito a studi moderni, la pianta viene utilizzata per il suo contenuto nei
fiori di camazulene, in quantitativi superiori a quello della Camomilla comune (Matricaria recutita
L.), condividendone quindi molte delle sue proprietà , come l'azione antiflogistica e spasmolitica.
L'azione antispasmodica si esplica sia a livello gastrico che a livello dell'apparato genitale femminile,
come calmante di mestrui dolorosi.
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Achillea spp Asteraceae
A. moschata, A. nana, A. millefolium– n.v.: millefoglio, erba del marchese
.Nei disturbi gastrici, preparati di Achillea si dimostrano efficaci in problemi legati ad ansie e nevrosi,
proprio per l'effetto spasmolitico, a cui si associa l'azione antinfiammatoria che determina una
normalizzazione della secrezione di acido cloridrico. Nell'olio essenziale sono contenuti principi attivi
con proprietà antiossidanti che determinano anche un'azione gastroprotettiva.
Oltre all'uso come tonico-stomachico e coleretico, la pianta trova impiego per le sue importanti
proprietà antiemorragiche. L'uso della droga determina un generale miglioramento della
circolazione, grazie al suo contenuto di flavonoidi.
Per uso esterno preparati a base di Achillea, vengono utilizzati nel trattamento di ulcere varicose e
ferite che cicatrizzano male, in quanto i composti azulenici aiuta la riepitelizzazione del tessuto leso.
Sono inoltre impegati come astringenti e decongestionanti nel caso di emorroidi, ragadi anali e del
seno ed agisce come emostatico nelle emorroidi sanguinanti.
Ma non solo, l'impiego della pianta per uso topico può risultare utile anche nelle affezioni
dermatologiche e nelle punture di insetto grazie alle proprietà lenitive e antipruriginose.
L'Achillea è largamente utilizzata in campo cosmetologico, dove è possibile ritrovarla in unguenti
solari, creme per pelli screpolate, creme rinfrescanti per pelli delicate e arrossate, lozioni toniche,
detergenti intimi, ecc..
Studi in vitro e in vivo mettono evidenza l'azione antimicrobica dell'olio essenziale, ma anche degli
estratti acquosi.
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Borago officinalis Boraginaceae
n.v.: barragine, borrana
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Borago officinalis Boraginaceae
n.v.: barragine, borrana
Clima e Terreno:
La Borragine è una pianta facilmente reperibile anche allo stato spontaneo; In Italia si trova ovunque,
dalla pianura fino ai 1200 metri di altezza. Cresce bene in climi temperati, in luoghi esposti in pieno
sole o in semi-ombra. Vegeta bene su qualunque tipo di terreno, ideale è un suolo profondo, poco
calcareo, ben drenato e ricco di sostanza organica.Tuttavia essendo una pianta molto rustica è in
grado di crescere anche su terreni poveri e tollera bene anche eventuali periodi di siccità.
Impianto e propagazione:
La propagazione della Borragine avviene per seme; in genere la semina viene effettuata alla fine della
primavera (aprile-maggio), anche se è possibile seminare direttamente in campo anche in autunno.In
questo caso si anticipa la fioritura della pianta. Il seme, una volta germinato, produce una piantina che
presenta un apparato radicale molto resistente e difficile da estirpare. Per le piante che riescono a
sopravvivere all'inverno, a partire dal secondo anno è possibile propagarla per divisione in cespi.
Durata della coltura: La coltura di Borago officinalis ha in genere la durata di un anno ma è possibile
prolungarla fino a due anni, poiché la pianta è in grado di auto-propagarsi per seme e spesso a
sopravvivere all'inverno.
Cure colturali: La Borragine è una pianta molto rustica che non esige particolari cure colturali.
In caso di climi molto caldi e secchi sono necessarie delle irrigazioni abbondanti, ma in condizioni
normali l’apporto idrico non risulta necessario dato che potrebbe portare allo sviluppo di muffe sulla
pianta ed a un maggiore accrescimento della parte fogliare a scapito delle inflorescenze.
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Forno di Zoldo 05.05.14
Massimiliano Gnesotto
Borago officinalis Boraginaceae
n.v.: barragine, borrana
Raccolta: La pianta intera viene raccolta dalla fine di maggio a settembre, al momento della piena
fioritura. Se invece si vogliono raccogliere le foglie e le radici per uso culinario (in Italia non vengono
coltivate cultivar alimentari che presentano foglie molto grandi con peluria ridotta), queste vengono
raccolte prima che la pianta fiorisca. I semi si raccolgono alla fine dell'estate, facendo attenzione a
non farli cadere nel terreno poiché potrebbero andare ad infestare le colture successive.
Trasformazione: Le foglie e le radici possono essere utilizzate fresche aggiunte all’interno di insalate
solo se raccolte precocemente, quando sono tenere.
Oppure, quando le piante sono più sviluppate, queste, insieme ai fiori possono essere essiccate.
L’essiccazione deve avvenire immediatamente dopo la raccolta per evitare il deterioramento, in
particolare del fiore che può decolorarsi.
È possibile eseguire l'essiccazione all’aria aperta, dapprima al sole e successivamente in ombra oppure
all’interno di apposite stufe a una temperatura non superiore ai 40°C.
Dai semi inseguito a spremitura a freddo è possibile ricavare l’olio di Borragine, ampiamente utilizzato
in campo terapeutico e alimentare.
La concentrazione in olio dei semi, varia a seconda delle modalità di estrazione e dal grado di
maturazione del seme.
Bisogna fare molto attenzione nella sua conservazione poiché, essendo ricco di acidi grassi
polinsaturi può andare facilmente incontro a fenomeni ossidativi con conseguente irrancidimento.
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Massimiliano Gnesotto
Borago officinalis Boraginaceae
n.v.: barragine, borrana
Parti utilizzate:
Foglie e sommità fiorite (uso sconsigliato).
Ad uso terapeutico vengono utilizzati i semi da cui si ricava l’olio.
Proprietà ed impiego:
Le parti aree della Borragine (foglie, steli e fiori), sono ricchi in mucillagini e perciò potrebbero essere
utilizzati come emollienti nel trattamento di tossi secche e nelle affezioni bronchiali, poiché
fluidificano il catarro e favoriscono l’espettorazione.
Inoltre le foglie e i fiori venivano indicate anche come rimedi depurativi e sudoriferi, in particolar
modo indicati per il drenaggio cutraneo. Tuttavia l’uso delle foglie e dei fiori di Borago officinalis è
sconsigliato per il loro contenuto, seppur minimo e variabile, di alcaloidi pirrolozidinici, sostanze che
si sono dimostrate epatotossiche e cancerogene. Perciò la pianta non può essere utilizzata a scopo
curativo, né come infuso, né come succo o tintura. Sconsigliato è anche l’uso delle foglie nelle
insalate. Della Borragine dal punto di vista terapeutico ed alimentare, possono essere utilizzati solo i
semi, per i quali la letteratura non segnala alcun effetto tossico. Questi, infatti, a differenza delle parti
aeree della pianta, non contengono alcaloidi e vengono utilizzati per l’estrazione dell’Olio di
Borragine, ottimo ingrediente nella formulazione di creme anti-age poiché gli acidi grassi polinsaturi
contrastano l’invecchiamento della pelle, la formazione di rughe e la disidratazione cutanea, quindi
efficace anche in caso di pelli molto secche.
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Massimiliano Gnesotto
Grindelia robusta Asteraceae
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Sin: Grindelia camporum – n.v.: gum plant, wild sunflower, gratvalley gumplant
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Massimiliano Gnesotto
Grindelia robusta Asteraceae
Sin: Grindelia camporum – n.v.: gum plant, wild sunflower, gratvalley gumplant
.Clima e Terreno:
La Grindelia cresce bene in terreni ben drenati e in pieno sole, ma è una pianta che si adatta anche a terreni
aridi e sabbiosi.
Dal punto di vista nutrizionale predilige i terreni ricchi di potassio.
Impianto e propagazione:
Il sistema migliore di moltiplicazione è la propagazione gamica per seme.
La semina si effettua in serra all’interno dei semenzai tra febbraio e marzo e il trapianto si effettua verso
maggio-giugno.
Cure colturali:
La Grindelia è una pianta che non necessita elevate quantità d’acqua di irrigazione.
La raccolta avviene prima dell’apertura completa dei boccioli, quando i capolini sono ricoperti di essudato
resinoso, verso ottobre.
Raccolta:
Il materiale raccolto viene poi essiccato in forni termoventilati o si utilizza fresco per l’estrazione con solventi
della resina.
Gli estratti ottenibili dalle sommità fiorite della Grindelia e da considerarsi attivi a livello terapeutico sono
l’Estratto Fluido, le Tinture e la polvere (ottenuta dalla droga essiccata).
La Tintura Madre (1:10) si prepara lasciando macerare in alcol a titolo 65°C la parte aerea fresca e raccolta al
momento della fioritura.
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Massimiliano Gnesotto
Grindelia robusta Asteraceae
Sin: Grindelia camporum – n.v.: gum plant, wild sunflower, gratvalley gumplant
Proprietà ed impiego:
La Grindelia viene coltivata ed utilizzata principalmente per la produzione di resina, essudato che ricopre i
capolini dell’intera pianta.
La resina estratta dalla Grindelia contiene l’acido grindelico, molecola responsabile dell’attività antibatterica
della pianta.
La principale proprietà terapeutica è quella espettorante e broncospasmolitica, perciò preparati a base di
Grindelia sono molto diffusi nel trattamento delle infiammazioni a carico delle vie aeree superiori
(bronchiti, tossi secche, forme catarrali, asma..).
L’azione antispasmodica e antinfiammatoria, attribuibile alla presenza dei flavonoidi, associate a quella
espettorante per la presenza di saponine, fanno della Grindelia un efficace rimedio nella cura dell’asma
bronchiale in quanto aiuta a rilassare la muscolatura dei bronchi, andando ad agire sulla muscolatura liscia e
cardiaca ed ad espellere il muco congesto.
Molto importante nella composizione chimica della pianta è l’olio essenziale che si ottiene per distillazione in
corrente di vapore delle sommità fiorite.
All’olio essenziale di Grindelia sono state attribuite proprietà antiossidanti, espettoranti e balsamiche.
Nel trattamento di bronchiti la Grindelia si trova spesso associata ad altre piante ad azione
broncospasmodica ed espettorante quali Enula, Timo, Eucalipto, Pino, Elicriso, Fumaria, ecc..
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Massimiliano Gnesotto
Echinacea spp Asteraceae
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E. angustifolia, E. purpurea, E. pallida – n.v.: pourple cone flower
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Echinacea spp Asteraceae
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E. angustifolia, E. purpurea, E. pallida – n.v.: pourple cone flower
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Massimiliano Gnesotto
Echinacea spp Asteraceae
E. angustifolia, E. purpurea, E. pallida – n.v.: pourple cone flower
.Clima e Terreno:
Le Echinacee presentano una buona adattabilità a differenti condizioni ambientali.
In genere prediligono terreni ben drenati, di medio impasto o tendenti al sabbioso e ben esposti al sole.
Impianto e Propagazione:
La propagazione avviene in genere per semina diretta in campo, oppure per trapianto delle piantine
precedentemente prodotte in vivaio.
Può anche avvenire per divisione in cespi, ma in genere questo tipo di propagazione è meno frequente.
Bisogna fare attenzione alla germinabilità del seme: è buona nella E. purpurea e nell' E. pallida, invece scarsa
nella E. angustifolia.
L'impianto può essere effettuato all'inizio della primavera o in autunno.
Cure colturali:
Deve essere effettuata una buona preparazione del letto di semina prima di effettuare l'impianto.
Durante la coltura sono necessarie diversi interventi di sarchiatura nell'interfila per il controllo delle
infestanti.
A seconda delle condizioni ambientali, si possono prevedere delle irrigazioni di soccorso, soprattutto in caso
di lunghi periodi siccitosi.
Al fine di favorire l'accrescimento delle radici, si consiglia l'asportazione dei bottoni fiorali.
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Massimiliano Gnesotto
Echinacea spp Asteraceae
.Raccolta:
E. angustifolia, E. purpurea, E. pallida – n.v.: pourple cone flower
Solo per l'Echinacea purpurea si effettua la raccolta della parte aerea in piena fioritura.
Le radici, di tutte e tre le specie, si raccolgono invece nell'autunno o nell'inverno del secondo anno di
coltivazione, prima della ripresa vegetativa.
Dopo aver eseguito il taglio della parte aerea, la raccolta delle radici può essere meccanizzata con
macchine utilizzate per la raccolta di organi sotterranei.
Le rese sono in stretta correlazione alle condizioni climatiche e del terreno, in genere incrementano
fino al terzo anno di impianto, sia per le radici che per la parte aerea.
Solitamente le rese per la parte aerea oscillano tra 7 e 9 t/ha di materiale secco, mentre la resa in
secco delle radici è di circa 3-5 t/ha.
In seguito alla raccolta le radici di Echinacea angustifolia e pallida vengono scollettate, lavate, tagliate
e messe ad essiccare a temperature intorno ai 45°C.
In seguito l'essiccazione il prodotto può essere macinato fino ad ottenre la polvere oppure il taglio
tisana per la preparazione di decotti ed infusi.
Le sommità fiorite fresche di Echinacea purpurea invece vengono spremute ottenendo il succo di
Echinacea.
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Echinacea spp Asteraceae
.Proprietà
E. angustifolia, E. purpurea, E. pallida – n.v.: pourple cone flower
ed impiego:
Preparati a base di Echinacea risultano essere degli efficaci immunostimolanti.
Sono in grado cioè di rafforzare le difese endogene dell'organismo, tramite stimolazione aspecifica
del sistema immunitario, in particolare mediante la stimolazione della fagocitosi, delle citochine e
altri fattori.
L'Echinacea risulta efficace come cura preventiva o come coadiuvante nelle malattie da
raffreddamento, sindromi influenzali e affezioni che interessano le vie aeree superiori.
Estratti di Echinacea si sono dimostrati in grado di contrastare l'immunodepressione determinata da
terapie antibiotiche.
La pianta trova anche impiego come adiuvante nelle affezioni urinarie croniche, per esempio nella
micosi vaginale recidivante da Candida.
La pianta presenta buone capacità cicatrizzanti e riepitelizzanti, e trova impiego, per uso esterno,
nel trattamento di ulcere, ferite, ustioni, afte, dermatiti.
Estratti di Echinacea si ritrovano all'interno di cosmetici con azione dermopurificante, per esempio
nel trattamento di pelli acneiche, oppure con effetto rassodante: la droga manifesta infatti azione
levigante, antirughe, epitelizzante.
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Crocus sativus spp Iridaceae
n.v.: zafferano
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Crocus sativus spp Iridaceae
n.v.: zafferano
.Clima e Terreno:
Lo Zafferano presenta una buona adattabilità a differenti condizioni ambientali ma predilige terreni ben
drenati, di medio impasto o tendenti al sabbioso e ben esposti al sole.
Impianto e Propagazione:
La propagazione avviene solamente per semina dei bulbi in estate i sesti d’impianto sono i più vari.
La specie è triploide e quindi sterile, di conseguenza l’unica variabilità dello zafferano è dato dal terreno, dal
clima, e dalle cure colturali.
Cure colturali:
Deve essere effettuata una buona preparazione del letto di semina prima di effettuare l'impianto.
Durante la coltura sono necessarie diversi interventi di sarchiatura nell'interfila per il controllo delle
infestanti.
Di norma non sono necessarie irrigazioni, nei climi più freddi in assenza del manto nevoso può esser
necessario coprire con TNT oppure con fieno o paglia.
A seconda del tipo di coltura scelta, la raccolta dei bulbi puo’ essere effettuata annualmente od ogni 4-7 anni.
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Crocus sativus spp Iridaceae
n.v.: zafferano
.Proprietà
ed impiego:
Le proprietà dello zafferano riguardano principalmente la sfera culinaria, cio’ non toglie le sue
proprietà toniche e coloranti.
Raccolta
I fiori vengono raccolti giornalmente prima che essi si aprano.
La fioritura può durare da 20 a 40 giorni a seconda della stagione.
Per produrre un grammo servono 150 fiori, un bulbo produce da due a 5 fiori.
La sfioratura viene eseguita manualmente al chiuso, il più velocemente possibile.
Segue l’essicazione eseguita nel modo più disparato a seconda della zona e della tradizione.
La spezia si conserva inalterata per circa 12 mesi poi inizia a perdere aroma e colore.
Utilizzi:
Oltre ad essere polverizzato per colorire risotti e quant’altro lo zafferano viene utilizzato per
aromatizzare molti piatti, dolci, mieli, liquori.
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Massimiliano Gnesotto
Crocus sativus spp Iridaceae
n.v.: zafferano
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…ne parleremo meglio il
15 Maggio a Lozzo oppure qui il 3 Giugno
GRAZIE
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PER
L’ATTENZIONE!
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