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Torino, 29 ottobre 2014
Prot.: NEWS: 182_14
Agli associati
CONVENZIONE
DOTT. VINCENZO LANGERAME
Medico Chirurgo specialista in Ortopedia e Traumatologia
Specializzato nel trattamento dell’alluce valgo attraverso
tecniche mininvasive
FABI Plus ha stipulato una convenzione con il Dott. Vincenzo Langerame, Medico
Chirurgo specialista in Ortopedia e Traumatologia, con particolare attenzione al
trattamento dell’alluce valgo attraverso la chirurgia mininvasiva.
L’alluce valgo è una delle patologie più frequenti a carico dell’avampiede ed il suo
insorgere determina numerosi problemi sia di deambulazione che di postura.
Sebbene alcuni accorgimenti siano utili e permettano di rallentarne l’evoluzione
peggiorativa, il trattamento chirurgico è l’unico mezzo per agire sulle cause della
deformità ripristinando l’estetica e la funzionalità del piede.
Tramite l’approccio mininvasivo è possibile ridurre i tempi chirurgici, il dolore postoperatorio e il successivo periodo di convalescenza, permettendo un recupero più
rapido e l’assenza di cicatrici chirurgiche.
Per gli associati FABI Plus sconto del 10%
(alleghiamo articolo pag. 32-33 Plus Magazine - settembre 2014)
DOTT. VINCENZO LANGERAME
Riceve su appuntamento presso:
• Clinica Pinna Pintor
Via Amerigo Vespucci 61 - Torino
• Studio Latos
Via dei Metalmeccanici 19 – Savigliano (Cn)
Numero unico di prenotazione per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta:
cell. 338 7661027 – 347 3413754
[email protected]
Cordiali saluti.
FABI Plus – Via Guarini 4 – 10123 Torino – tel. 0115611153 – fax 011540096
www.fabiplus.org - [email protected]
MEDICINA E SALUTE
di Chiara Attolico
ALLUCE VALGO
E DITA “A MARTELLO”:
nuovi orizzonti
con la chirurgia mininvasiva
Dopo aver conseguito la laurea in
Medicina e Chirurgia, il Dott. Vincenzo
Langerame si è specializzato in
Ortopedia e Traumatologia presso
l’Università “La Sapienza” di Roma.
Nel corso degli anni ha lavorato intensamente come chirurgo ortopedico
nel campo della chirurgia ricostruttiva protesica del ginocchio e dell’anca
e nella traumatologia sportiva. Nel
2004, presso l’Hosmond Hospital di
Londra, si è specializzato in malattie
ortopediche dei bambini, studiando
soprattutto il trattamento delle anomalie degli arti in accrescimento.
Attualmente lavora come
responsabile dell’Unità Operativa di
Ortopedia presso il G.B. Mangioni
Hospital di Lecco. All’interno della
struttura si occupa principalmente
della chirurgia del piede utilizzando le
tecniche mininvasive.
Dott. Langerame ci descriva in cosa
consiste il problema dell’alluce valgo e
delle dita “a martello”?
L’alluce valgo è una deformità del piede
molto diffusa, caratterizzata dalla deviazione della falange verso l’esterno. Si
associa alla presenza di una tumefazione
dolente alla sua base, la cosiddetta “patata” o “cipolla”, una forma di borsite,
ovvero un’infiammazione provocata dallo sfregamento con la calzatura.
L’alluce valgo spesso si associa anche
al piede piatto: la ridotta curvatura della pianta porta a sovraccaricare la parte
anteriore del piede e può causare, oltre
a lesioni cutanee anche deformazioni al
secondo e terzo dito, definiti “a martello”.
Quali conseguenze porta con sé il valgismo?
La deformità dovuta al valgismo dell’alluce si accompagna a problemi infiammatori che portano con sé dolori e conseguenze funzionali come problematiche
legate alla deambulazione che a volte
possono risultare invalidanti. Si possono
generare anche lesioni osteoarticolari
all’avampiede e persino ripercussioni
gravi sulle ginocchia o alla colonna vertebrale. Si ricorre allo specialista quando la
deformità diventa esteticamente insop-
portabile e quando il dolore impedisce
l’uso delle calzature preferite. Vengono
coinvolte in questo processo deformante
anche le dita vicine, che possono sovrapporsi o sottoporsi al primo dito.
È vero che l’alluce valgo è un problema diffuso soprattutto tra le donne?
Certo, l’alluce valgo è una deformità che
le donne conoscono molto bene. Colpisce maggiormente e con grande frequenza il sesso femminile dove alla presenza
di fattori costituzionali si associa spesso
l’utilizzo di scarpe strette in punta e con
tacchi eccessivamente alti. Le mode, infatti, a cui l’universo femminile è da sempre sensibile, talvolta impongono delle
calzature belle a vedersi ma faticose e
traumatiche da portare. Il piede, invece,
ha bisogno delle scarpe per la loro funzionalità; mal sopporta incongrui sovraccarichi sulle sue strutture.
Come si può rimediare a questa deformità?
La chirurgia è l’unico mezzo capace di
agire sulle cause della deformità e ripristinare sia l’estetica che la funzionalità
del piede. Mai come per il trattamento
dell’alluce valgo sono state studiate tante tecniche chirurgiche, tutte volte alla
correzione della deformità ed al bilancio
delle forze di trazione in gioco a causa
della deformità stessa.
In cosa consiste la chirurgia mininvasiva?
La moderna chirurgia, qualunque sia la
specialità, va sempre più orientandosi
verso la mininvasività. Per chirurgia mininvasiva si intende la possibilità di raggiungere gli stessi obiettivi della chirurgia
tradizionale utilizzando vie chirurgiche
con incisioni sempre più piccole nel rispetto di strutture vitali, quali vasi e nervi,
e con l’obiettivo di danneggiare il meno
possibile i tessuti e gli organi circostanti.
Per ottenere un più rapido recupero fun-
MEDICINA E SALUTE
zionale, in campo ortopedico e traumatologico si vanno sempre più affinando le
tecniche mininvasive che consentono di
riparare ossa, muscoli e legamenti che la
chirurgia tradizionale risolveva con ampie incisioni.
Ci descriva meglio la chirurgia mininvasiva o percutanea applicata alle patologie del piede.
La chirurgia del piede è il campo in cui
sono state introdotte le tecniche più innovative e di ultima generazione. Con la
chirurgia mininvasiva si possono risolvere
i più comuni disturbi della parte anteriore
del piede (avampiede) e della parte posteriore (retropiede) ovvero alluce valgo, dita
“a martello”, metatarsalgie, Neuroma di
Morton, fascite plantare con sprone calcaneale doloroso e M. di Haglund.
Per chirurgia mininvasiva o percutanea
si intende una chirurgia in grado di correggere le patologie del piede sopracitate
non attraverso ampie incisioni della cute
ma esclusivamente attraverso piccole incisioni di pochi millimetri, il tutto sotto
controllo di amplificatori di brillanza o
fluoroscopi che permettono al chirurgo
di controllare in diretta le sedi e le manovre da eseguire usando strumenti miniaturizzati (apposite frese).
Con questi strumenti si possono eseguire
le correzioni sulle ossa, sui muscoli e sulle capsule articolari senza dover utilizzare
poi mezzi di stabilizzazione esterna (fili
metallici) o interna (placche o viti) come
richiesto dalla chirurgia tradizionale.
Torniamo all’alluce valgo: in cosa si
differenzia l’attuale tecnica mininvasiva
dalle vecchie operazioni chirurgiche?
In passato le tecniche chirurgiche erano particolarmente minimaliste, ossia
miravano ad un ritensionamento delle
parti molli, senza intervenire a correggere gli aspetti ossei della deformità. La
recidività era molto frequente e il postoperatorio era abbastanza doloroso. I
pazienti quindi preferivano evitare di ricorrere all’intervento, accontentandosi di
controllare la deformità con distanziatori
delle dita in silicone o altri materiali.
L’introduzione e lo sviluppo delle tecniche mininvasive hanno rivoluzionato
l’approccio alla soluzione chirurgica
dell’alluce valgo. La tecnica prevede di
effettuare due o
tre mini incisioni che portano
all’eliminazione
della protuberanza ossea, detta
comunemente “cipolla”, e quindi al
riallineamento sia
del metatarso che
della falange. Inoltre questa tecnica
garantisce l’assenza di cicatrici.
Quali sono i pazienti più indicati per questa tecnica?
L’ideale è trattare preventivamente tutti
i casi che presentano un’evolutività evidente, ma nella mia esperienza tante
persone anziane con gravi patologie ne
hanno tratto ampio giovamento. Comunque è sempre vantaggioso tenere
presente la prevenzione!
Quali sono gli esami da effettuare prima dell’intervento?
Prima dell’intervento è necessaria una
precisa valutazione clinico-radiologica
del piede in scarico e sottocarico, stabilendo l’ampiezza in gradi della deviazione ossea e tenendo conto dell’età,
dell’attività motoria abituale e di altri
fattori.
Cosa ci può dire sul decorso post-operatorio?
L’assenza di traumatismi a carico dei tessuti molli migliora in maniera evidente
il periodo post-operatorio e l’assenza di
mezzi metallici di stabilizzazione, interni
o esterni, rende tale procedura praticamente priva di dolore.
La cura dell’alluce valgo tramite questa
nuova tecnica permette di camminare
subito dopo l’intervento grazie ad un’apposita scarpa ed ad un bendaggio particolare che viene posizionato una volta
alla settimana per tre settimane e contribuisce a mantenere il corretto posizionamento dell’alluce. Con lo stesso principio
è possibile correggere il dito “a martello”
e la metatarsalgia da sovraccarico.
Dott. Langerame ci riassuma tutti i
vantaggi di questa tecnica.
Essendo meno invasiva rispetto alle tradizionali procedure chirurgiche, questo
tipo di tecnica comporta una serie di
vantaggi importanti che, per il paziente,
possono fare la differenza. Oltre all’assenza di cicatrici chirurgiche, come già
accennato precedentemente, gli altri
vantaggi più importanti sono: ridotto
trauma chirurgico, ridotto dolore postoperatorio, ridotto tempo di degenza e
recupero funzionale più rapido rispetto
alle altre tecniche chirurgiche.
Dott. Langerame vuole dare un ultimo consiglio alle nostre lettrici?
Un messaggio rivolto alle giovani pazienti, appena si accorgono della presenza di
anomalie di tal genere e nel loro nucleo
familiare sono già presenti casi di alluce
valgo, è di rivolgersi allo specialista di fiducia che indicherà la migliore strategia
da attuare.
Dott. VINCENZO LANGERAME
Medico Chirurgo Specialista
in Ortopedia e Traumatologia
Riceve su appuntamento presso:
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Via Amerigo Vespucci 61 - Torino
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Via dei Metalmeccanici 19
Savigliano (Cn)
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