Inspice et fac perché il mondo creda Chiamate ad

Inspice et fac perché il mondo creda
Chiamate ad essere testimoni gioiose e profetiche
Carissime sorelle,
siamo all’inizio di un nuovo cammino che introduce ai prossimi sei anni. Come nel
momento dell’accettazione di questo mandato ripeto il mio: “Eccomi” al Signore e a voi che rappresentate
l’Istituto intero.
Vi ringrazio per la vostra accoglienza e per la disponibilità a collaborare e a camminare insieme; il vostro
atteggiamento fraterno mi è di molto aiuto e mi apre alla speranza.
Desidero cominciare il mandato con alcune parole di Papa Francesco, per me molto significative in questo
momento, perché rispondono a quanto ho nel cuore:
“Non si tratta di una promozione, né di un onore,…ma semplicemente di un servizio che esige di ampliare
lo sguardo e allargare il cuore…Questa capacità di guardare più lontano e amare più universalmente e
con maggiore intensità, si acquista solo seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e
dell’umiltà prendendo forma di servitore (cfr. Fil 2,5-8)…però facendolo con gioia e con cuore semplice e
umile”. L’umiltà è una virtù essenzialmente relazionale, che Benedetto XVI definisce “virtù dell’unità”.
In questi sei anni ho conosciuto più a fondo la realtà del nostro mondo canossiano, in cui lo stesso carisma
del “più grande Amore” è vissuto con sfumature culturali diverse e dove la missione è significativa e
vibrante.
Ho conosciuto le ricchezze della nostra Famiglia religiosa, le sue potenzialità e sono molte, ed anche le sue
povertà.
Tutte e ognuna di noi è portatrice di questi aspetti. Tutte possediamo ricchezze e doni personali, tutte
abbiamo potenzialità, che spesso scopriamo nelle sfide che la vita ci presenta e tutte noi siamo portatrici di
limiti che fanno parte della nostra umanità.
È importante avere una visione olistica e realistica del nostro Istituto, rispetto alla nostra spiritualità, alla
vita comunitaria e alla missione. Sono tre aspetti inseparabili che presentano delle sfide che avete già
consegnato al Consiglio generale.
Iniziamo allora un nuovo cammino. Abbiamo terminato la fase informativa, e quella elettiva. Ora
cominciamo una nuova fase molto importante quella degli “affari” riflettendo sui quali siamo chiamate ad
imprimere un ulteriore impulso creativo e carismatico alla vita dell’Istituto nei prossimi sei anni.
È un momento importante perché il Signore oggi ci affida il compito di aprirci al futuro, partendo dalla
situazione che conosciamo, tenendo conto del momento storico in cui viviamo e che richiede, come non
mai, sinergia e partecipazione da parte di tutte.
È un momento impegnativo e privilegiato, in cui chiederemo insistentemente la luce dello Spirito e la grazia
di aprirci all’ascolto reciproco e all’ascolto del mondo. Metteremo tutto il nostro impegno per disporci con
docilità e insieme, alla ricerca di quanto lo Spirito dice alla Chiesa che siamo noi.
Tutto il mondo canossiano è rappresentato in questa sala.
Dopo 19 giorni trascorsi insieme abbiamo una visione più ampia e più realistica dell’Istituto. Ora è il
momento della ricerca e della proposta di orientamenti.
Siamo chiamate a discernere e a vedere insieme ciò di cui l’Istituto ha bisogno per riprendere “come
testimoni gioiose e profetiche” nuova vita, per rivitalizzare ciò che è proprio della nostra vita consacrata
inviata alla missione. Siamo Canossiane: consacrate per la missione.
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Siamo facilitate in questa ricerca, dalla presenza nell’assemblea capitolare di Sorelle impegnate nel
governo, abituate ad avere una visione d’insieme con orizzonti più ampi e che conoscono le
situazioni più diverse;
ma anche di Sorelle che svolgono la loro missione quotidiana fra la gente, in contatto con la realtà
di ogni giorno e che portano la freschezza della vita vissuta fra i poveri.
I due gruppi sono importanti perché si completano a vicenda, l’uno ha bisogno dell’altro. Queste due visioni
integrandosi, ci offrono il punto di partenza per questo terza fase tanto importante che sta per cominciare.
Leggendo un articolo riguardante i Capitoli generali sono stata colpita da questa frase:
“Un Capitolo non dovrebbe terminare con un documento, ma con una chiara missione da intraprendere”
È questo anche il mio augurio per tutte noi. Dovremmo uscire da questo Capitolo, certo con linee guida per
il cammino che vogliamo intraprendere, ma soprattutto con uno slancio nuovo che dovrà caratterizzare i
prossimi sei anni.
Cominciamo questa fase con tanto desiderio di rispondere ai principali e più urgenti bisogni dell’Istituto, del
mondo e alle aspettative delle Sorelle. Tutte siamo responsabili di contribuire al discernimento che ci
aspetta.
Ci troviamo qui per pensare e amare l’Istituto nella sua realtà ricca e complessa, per chiederci insieme
come affrontare le sfide, quali i percorsi che vogliamo intraprendere, perché la nostra Famiglia religiosa
continui nella fedeltà al carisma e riceva un nuovo impulso in cui la spiritualità, e la missione siano
potenziate e siano espressione autentica del nostro carisma, dono alla Chiesa e al mondo.
Desidero ringraziare di cuore Madre Margaret, certa di interpretare anche i vostri sentimenti e quelli di
tutte le sorelle dell’Istituto, per questi anni in cui hai svolto il servizio con generosità, perseveranza, amore
alle sorelle e tanto spirito di sacrificio, in fedeltà al mandato del XV Capitolo generale.
Grazie anche a Sor. Anna Molinari e a Sor. Elizabeth Chambers per la loro dedizione instancabile e gioiosa a
bene di tutte le sorelle del mondo.
A tutte loro il mio grazie fraterno e riconoscente.
Chiediamo a Maria, Madre della Carità sotto la croce, nostra Fondatrice e Madre, che ci indichi la strada da
percorrere, per essere nell’oggi Maddalena al servizio dei poveri.
Con le mie Consigliere auguro Buon cammino.
sor. Annamaria Babbini