N.11 | Anno XVII | 8 Giugno 2014

N. 11 | ANNO XVII | 8 GIUGNO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it
CHIPPEWA:
MALA
TEMPORA
CURRUNT!
AD AVERSA
IL PRIMO
PRESIDENTE
DELLA
CASSAZIONE
STRA
NORMANNA
ALLA PRIMA
E’ GIA’ REGINA
ANDREOZZI
RAGGIANTE
Sagliocco, un’intervista
senza peli sulla lingua
SENESI
La raccolta non funziona.
Commercianti inviperiti
AVERSA NORMANNA
Il ripescaggio è più
di una speranza
LA BEATIFICAZIONE DI PADRE VERGARA. MIGLIAIA DI FEDELI IN CATTEDRALE
Spinillo: «Grati al Papa»
L’EDITORIALE
STORIA NOSTRA
SOMMARIO
«Dimissioni?
Ma fate sul serio!»
8 Cella:
Opg, il Ministero
16 opta per un carcere
Santulli e il 168»
22 nella scuola aversana
Vittorio Gatto «Al di
50 là della barricata»
e Niccolò
56 Mengs
Jommelli
La Città Normanna,
62 Aversa e l’Europa
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
Anno XVII n° 11 - 8 Giugno 2014
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
di Giuseppe Lettieri
L’EDITORIALE
Dante direbbe: «Non
ragioniam di loro...»
D
ante ci suggerirebbe «Non
ragioniam di lor, ma guarda
e passa», ma visto che
siamo un «giornaletto» di provincia
rispondiamo alla provocazione. Le
sollecitazioni pervenute dal corriere
della sera normanno e dal suo
maggiore editorialista meritano una
riflessione. In primis, sia chiaro che
lo stile o c’è o non c’è e, quindi, la
risposta piccata del presunt… (uoso)
storico locale, volgare ed offensiva,
trapela soltanto insofferenza ad un
dato incontrovertibile, vale a dire
che la fondazione della Contea
Normanna di Aversa è avvenuta nel
1030. Al presunt… (uoso) storico
locale consigliamo di andare a scuola
dal geometra Antonio Pagliuca, o’
Mister, al fine di trarre qualche valido
insegnamento! Riguardo, poi, le
considerazioni fatte sul nostro giornale,
scomodiamo Esopo, con la favola “La
volpe e l’uva”, che narra di quando
una volpe, non essendo in grado di
arrivare a cogliere dei bellissimi
grappoli d’uva, afferma «sono acerbi».
Non ci risulta che l’aspirante Erodoto
scriva o abbia scritto per il New York
Times, ma comprendiamo appieno
la sua rabbia scaturita dal fallimento
del tanto «osannato» convegno
(nonostante la glorificazione anzitempo
che ha prodotto sul corriere della
sera normanno una velina inesatta …
che parlava addirittura di un relatore,
poi risultato assente) con gli stessi
professori pronti a smentire in toto o in
parte le sue “fantastiche” tesi davanti
a circa …una trentina di persone, noi
compresi.
Dopo la lettera della «mamma indignata»
abbiamo, dunque, dovuto leggere dello
«storico indignato». Quello che dispiace
di più è l’atteggiamento “pilatesco” del
direttore. Noi rispettiamo tutti, persino
il presunto Erodoto, che continua con
grande caparbietà a portare avanti la
sua (e solo sua) tesi, ma non possiamo
rispettare chi non ha rispetto degli altri.
Con questo speriamo di aver concluso
definitivamente la querelle, restituendo
la “tangente” al mittente.
Coordinamento Editoriale
Vito Faenza
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Fotografie
Nicola Baldieri
Editore
Associazione Dimensione Cultura
Periodico registrato presso il Tribunale
di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998
Redazione
Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)
Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510
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e-mail: [email protected]
Stampa
Printer Group Italia srl
Castellammare di Stabia (Na)
Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì
PERIODICO ASSOCIATO
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
(Con Tessera n. 15558)
La Vignetta di Alessio D’Elia
IL CONFRONTO TRA L’ASINO E IL GALLO BASILISCO
Tengo ‘a capa tosta:
Aversa è del 1022!
No, tiene ‘a capa
e m...!
3
PRIMO PIANO
Durante il black out politico nella sua maggioranza il Sindaco è stato zitto. Ed ora parla
«Cerco la sintesi. Se non
arriva non ne farò un dramma»
Un’intervista senza peli sulla lingua quella che ci ha rilasciato Peppe Sagliocco che vuole continuare la
sua esperienza di primo cittadino ma senza compromessi impossibili. E nel suo stile non le manda a
dire. «Tra tanti nani e ballerini di avanspettacolo Cella e Candida sono due persone serie»
Nicola De Chiara
P
4
rima il burrascoso Consiglio
comunale del 14 maggio. Poi le
accuse di aver «inseguito» i voti
di Cella e di Candida. Il tutto appesantito dal caso di Paolo Romano e dalle
voci che si sono rincorse per giorni di
un documento di sfiducia imminente per
il primo cittadino. Peppe Sagliocco non
si è scomposto. Ha mantenuto la calma.
Ed oggi su NerosuBianco interviene su
tutto quanto accaduto.
Sindaco, due suoi consiglieri comunali, Luciano e Santulli, hanno detto a
chiare lettere che è meglio tornare a
casa se la maggioranza non riuscirà a
ritrovare la quadra. Cosa risponde?
Io credo che tutto questo sia solo il
risultato di continue incomprensioni che
procurano, poi, anche un rallentamento
delle attività amministrative. In questo
caso debbo anche dire che entrambi
hanno un forte senso di responsabilità,
dimostrato nel tempo, e che a loro è cara
la prospettiva di questa città che insieme
stiamo cercando di portare avanti.
Si è pentito di non aver rimandato di
24 ore il Consiglio del 14 maggio?
No, perché quel Consiglio non comprendeva atti di particolare rilevanza
politica. Il documento sui cottimi fiduciari era stato approvato all’unanimità
nella Commissione presieduta da Marco
Villano. Quindi supponevo che non
avrebbe avuta alcuna difficoltà a passare. L’altro punto all’ordine del giorno di
un certo significato era l’approvazione
del regolamento che ci permetteva
qualche giorno dopo di sottoscrivere a
Caserta la costituzione dell’Ato. Quindi
due atti di rilievo politico relativissimo.
Sta di fatto che Luciano e Tozzi non
hanno nascosto il timore di una pos-
Peppe Sagliocco
«Non sto usando tutti i
sistemi per cercare di
mediare esasperatamente.
La politica è mediazione,
è confronto. Io cerco di fare
la sintesi. Ma non cerco
l’impossibile»
sibile modifica della maggioranza a
discapito evidentemente proprio di
Forza Italia.
Sa cosa penso? Che si sia trattato di
fibrillazioni legate alla campagna
elettorale, che è stata di una particolare
intensità essendo su posizioni diverse.
Il magro risultato elettorale raccolto
ad Aversa dal suo partito, il Nuovo
Centro Destra, ha indebolito anche la
sua posizione di Sindaco.
Certamente sì. I riscontri elettorali che
non hanno particolare qualità e quantità
rappresentano sicuramente un’ombra
sulla capacità di captare consenso.
Come si spiega questa debacle?
Hanno influito negativamente una serie
di questioni compreso l’episodio increscioso capitato a Paolo Romano.
E come legge questo ritorno di
fuoco ad Aversa di Forza Italia, che
è sembrato più un ritorno in chiave
antisagliocchiana che berlusconiana?
Questo l’ho immaginato ma in parte. In
ogni caso il risultato che è venuto mi
preoccupa un po’. La capacità di traino
di Berlusconi a livello locale si è quasi
dimezzata. E la cosa evidentemente non
mi fa piacere. Dico che in un quadro
di prospettiva questo risultato deve far
riflettere il mondo di centrodestra.
Il suo segretario, Alfano, vede bene
un riavvicinamento a Forza Italia.
Alfano dovrebbe prima fare un partito
di consistenza numerica diversa. Fatto
questo, poi, si può pensare anche alle
alleanze. Nel nostro caso, devo dare atto
a Paolo Romano di aver lavorato bene.
Forse solo la provincia di Caserta aveva
avuto questo radicamento del partito sul
territorio. .
Si è dato come imminente, ad un certo
punto, un documento di sfiducia dei
consiglieri comunali nei suoi confronti. Non ha temuto il peggio?
La cosa l’ho percepita. Intanto, ogni
iniziativa politica che viene messa in
moto è meritevole di attenzione. Io sono
in attesa sempre e comunque. Mi gioco
la partita tutti i giorni. Cerco di compiere il mio dovere fino in fondo. Poi se
succede, registrerò il dato, come dire,
in maniera fatalistica. Tra l’altro non sto
usando tutti i sistemi per cercare di mediare o di mediare esasperatamente. La
politica è mediazione, è dibattito anche
a muso duro, è diversità di opinioni, è
confronto. Io cerco di fare la sintesi.
Se, però, non dovesse registrarsi questo
cambio di marcia che c’è stato in città,
questa evoluzione, questa accelerazione
PRIMO PIANO
degli investimenti e del recupero delle
diseconomie, io non inseguirò l’impossibile.
Per Ciaramella lei si vanta di cose
fatte dalla sua amministrazione.
La continuità amministrativa che spesso
si declama non prevede il beneficio
dell’inventario. Non mi pare e non mi
risulta che mi sia appropriato di alcunché. Ci sono tante cose che potevano
essere fatte e che magari sono state
dilazionate nel tempo. Così come ho
letto che l’università ha già realizzato.
Non è vero l’Università non ha ancora
iniziato i lavori. D’altronde le complicazioni di tipo tecnico possono riguardare
l’Università e possono riguardare anche
il Comune, vedasi il Parco Pozzi.
Cella e Candida. Ma quella mattina
cosa è andato a fare al Caf del capo
delle opposizioni?
Cella e Candida sono due persone
assolutamente qualificate che hanno
fatto un’opposizione seria e che spero
continuino a fare con lo stesso tono e
la stessa sensibilità. Io penso che, tra
troppi nani e ballerini di avanspettacolo,
Cella e Candida sono due persone serie
che hanno dimostrato un grande attaccamento alla città.
Luciano l’ha invitata a coinvolgere
anche i consiglieri dissidenti.
Qualora ci fossero le condizioni Luciano, da responsabile del suo partito,
dovrebbe essere il primo ad immaginare
e a prefigurare un processo che non potrebbe non vedermi favorevole. Io sono
abituato ai partiti che si confrontavano.
Dopo tutto questo, è ancora valida l’idea di una verifica a metà mandato?
A due anni è mezzo avremo il riscontro
di quanto da gennaio 2013, dopo aver
messo a posto il bilancio del Comune,
tenendo presente che siamo partiti dai
progetti che, per la verità, non abbiamo
trovato. Se saranno prevalenti le cose da
fare rispetto alle cose fatte prenderò atto
del fallimento. Ma credo che il rapporto
sarà di tipo diverso.
Per chiudere, si faccia una domanda e
si dia una risposta.
La domanda potrebbe essere questa:
qual è la sua aspirazione dopo aver
rinunciato allo stipendio, alla macchina,
alle prerogative del Sindaco? La mia
aspirazione è vedere realizzate le cose
per cui abbiamo lavorato un anno e
mezzo assieme agli altri amici di Giunta
e del Consiglio comunale.
5
PRIMO PIANO
Un evento storico per Aversa e la sua Diocesi: la beatificazione di padre Vergara e del laico Isidoro
Spinillo: «La Diocesi è
grata a Papa Francesco»
Meritevoli di passare alla storia, al termine della celebrazione sono state le parole del Vescovo di Aversa per ringraziare il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
e rappresentante del pontefice
Nicola De Chiara
U
6
n evento storico per Aversa e la
sua Diocesi. Il rito di Beatificazione per il riconoscimento del
martirio dei Servi di Dio Padre Mario
Vergara, missionario del Pime, e del
catechista Isidoro Ngei Ko Lat, fedele
laico e catechista, uccisi nel 1950 in
Birmania, si è tenuto in una Cattedrale
strascolma di fedeli. Centinaia e centinaia arrivati dalla Birmania, da diverse
parti d’Italia e da tutta la Diocesi. Il 24
maggio 2014 è una data che resterà scalfita nel libro d’oro della nostra comunità
diocesana.
La celebrazione eucaristica è stata
presieduta dal cardinale Angelo Amato,
Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e Rappresentante di Papa
Francesco. Ma la funzione ha visto la
partecipazione, oltre che del padrone
di casa, monsignor Angelo Spinillo,
Vescovo di Aversa, di monsignor Sotero
Phamo e monsignor Stephen Tjephe,
rispettivamente vescovo emerito e
amministratore apostolico della diocesi
di Loikaw (capitale dello stato Kayah,
in Myanmar, Repubblica dell’Unione
della Birmania, dove si concentrò l’attività di Padre Vergara negli ultimi anni
della sua vita e missione), di Tint Swai,
ambasciatore del Myanmar in Italia, di
padre Ferruccio Brambillasca, Superiore generale del Pime e, infine, di alcuni
vescovi e arcivescovi campani.
Meritevoli di passare alla storia, al
termine della celebrazione sono state
le parole del Vescovo di Aversa per
ringraziare il cardinale Angelo Amato. «Eminenza reverendissima - ha
detto Spinillo - al termine di questa
celebrazione mi sia consentito di poter
esprimere la grande gioia del cuore
e l’immensa gratitudine alla Chiesa
Amato ricorda il martirio di Vergara
Il miracolo di Pasqua:
madre e figlio si ritrovano
nella mensa della Caritas
di Aversa, piangono e si
abbracciano con la promessa
di non lasciarsi mai più
universale che la Diocesi di Aversa vive
e condivide in fraterna comunione con
la Diocesi di Loikaw e con il Pontificio
Istituto per le Missioni Estere. Rivolgo
a Lei, Eminenza, Signor Cardinale Angelo Amato, e per suo tramite, al Santo
Padre Francesco, il ringraziamento delle
nostre Chiese diocesane e delle nostre
comunità per la beatificazione di Padre
Mario Vergara e del Catechista Isidoro
Ngei Ko Lat». Spinillo nel ringraziare
gli Arcivescovi (presente anche il suo
predecessore Mario Milano) e i Vescovi
intervenuti, ha sentito il dovere di ringraziare tutta la Diocesi, i sacerdoti, i
parroci, i religiosi e le religiose, i laici.
Un pensiero è andato anche ai giovani
seminaristi «che ancora oggi si preparano al sacerdozio nello stesso Seminario,
negli stessi ambienti in cui si è formato
ed ha maturato la vocazione missionaria
il Beato P. Mario Vergara». Parole
affettuose le ha avute per le città di
Frattamaggiore (la patria natìa di padre
Vergara) e di Aversa e per i postulatori
della beatificazione Postulatori che si
sono succeduti, il prof. Ulderico Parente
e suor Carmelina Vergara. «Ringrazio la
corale - ha poi detto - e tutti gli operatori
della Cattedrale, e i volontari del servizio d’ordine che con tanto loro impegno
hanno preparato ogni cosa utile a farci
vivere pienamente la celebrazione». E
chiuso l’intervento con il riferimento
al Natale del 1961, «undici anni dopo il
martirio di P. Mario Vergara e di Isidoro
Ngei Ko Lat», quando il neo Santo Giovanni XXIII annunziava l’imminente
apertura del Concilio Vaticano II e,
nella bolla d’indizione parlava di “una
moltitudine ammirabile di pastori, di
sacerdoti e laici suggellano la coerenza
della propria fede subendo persecuzioni
di ogni genere e rivelando eroismi non
certo inferiori a quelli dei periodi più
gloriosi della chiesa». Padre Mario
Vergara e il catechista Isidoro Ngei Ko
Lat erano stati tra questi.
POLITICA
Salvino Cella, al di là dei suoi giochetti ondivaghi, stavolta non lascia spazio agli antisagliocchiani
Cella: «Pronto a dimettermi,
ma fate sul serio!»
Il messaggio dell’ex candidato a Sindaco è chiaro. A questo punto i vari Galluccio (Paolo e
Michele), Imma Lama, Gianpaolo dello Vicario, Gino della Valle, Marco Villano, Pasquale Pandolfi,
Orlando de Cristofaro, Augusto Bisceglia e Paolo Santulli non possono più nascondersi
Nicola Rosselli
S
8
alvino Cella, al di là del suo
comportamento
ondivago,
questa volta non lascia spazio
agli antisagliocchiani per giochetti
politici. Quello che doveva essere il
leader dell’opposizione si è detto pronto a mettere sul piatto della bilancia
le dimissioni sue e del suo collega di
partito Salvatore Candida, se queste
servissero effettivamente a causare lo
scioglimento del consiglio comunale
e, di conseguenza, l’andata a casa di
tutti e 24 consiglieri, dei sei assessori e,
ovviamente, del sindaco.
A questo punto i vari Galluccio (Paolo
e Michele), Imma Lama, Gianpaolo
dello Vicario, Gino della Valle, Marco
Villano, Pasquale Pandolfi, Orlando
de Cristofaro, Augusto Bisceglia non
possono continuare a blaterare senza
concretizzare. Paolo Santulli dovrà pure
farci qualcosa con quei suoi cannoni,
sebbene arrugginiti, anche se ha fatto
già sapere che predilige il confronto.
Stessa considerazione per Luciano
Luciano e Mario Tozzi che non possono
lamentarsi solo quando il sindaco non
è sulla lunghezza d’onda dei loro desiderata. Cari naufraghi dell’ex Pdl se
il sindaco va, va e basta e non a giorni
alterni a seconda di come ha reagito a
qualche vostra richiesta. La politica
è una cosa seria e non si può legare
ai problemi personali o di imprese di
esponenti politici.
Da buon giocatore e politico, Cella ha
rilanciato. Tocca a tutti gli altri dimostrare se ha bluffato o se ha in mano le
carte giuste. Ma la nostra impressione
è che l’ex candidato a sindaco possa
giocare sul velluto, perché, alla fine, di
andare a casa non interessa praticamente a nessuno.
Salvino Cella
Così Tozzi e Luciano non
possono lamentarsi solo
quando il Sindaco non è sulla
loro lunghezza d’onda
Allora, Alfonso Oliva, ex assessore
della giunta Ciaramella e primo dei non
eletti della lista Pdl – Fi, si potrà solo
illudere che qualcosa cambi e il suo
“Sagliocco stai sereno” rischia di essere
un augurio effettivo e non trasformarsi
in quella, oramai famosa, esortazione
che diede Renzi a Letta qualche giorno
prima di trombarlo (politicamente).
Alla foto (che pubblichiamo avvertendo che è, ovviamente, taroccata) ha
aggiunto anche alcune considerazioni:
“Credo che il sindaco di Aversa che
prende 700 voti debba dimettersi. Fi ne
ha presi 3700 e potrebbe dimetterlo”.
“Per l’ennesima volta – ha continuato
l’avvocato aversano - gli abbiamo
dimostrato che i voti non li ha lui, ma
li abbiamo noi. Ora è giunta la resa
dei conti contro chi ha solo pensato a
mettere in difficoltà il nostro partito”.
Sui dati elettorali interviene anche
Michele Galluccio che afferma: “Fi
ad Aversa ha mantenuto. Importante è
ripartire con il rinnovamento della linea
politica locale per recuperare. Da qui la
necessità di un confronto con gli elettori per dare vita ad una nuova agenda
da sottoporre al sindaco Sagliocco che
dovrà farla sua, considerati i numeri in
campo. Ovviamente, in caso di diniego,
la strada da scegliere sarà obbligata”.
Ma il sindaco, da politico consumato, si
sta già muovendo con incontri continui
con i forzitalioti non solo aversani, ma
anche napoletani, come Luigi Cesaro.
Ad Aversa Luciano Luciano, invece,
sembrerebbe voler prendere le distanze,
mentre Mario Tozzi potrebbe rappresentare, insieme al senatore Pasquale
Giuliano e a Nicola Golia, la nuova
testa di ponte per consentire a Sagliocco di preparare il ritorno in Fi, tenuto
conto dell’inconsistenza in Campania
dell’Ncd, soprattutto dopo i guai giudiziari di Paolo Romano. Consentirà tutto
questo Mimì Zinzi? Staremo a vedere.
POLITICA
Santulli lo punzecchia e Castaldo risponde. No a una collaborazione tra Pd e NCD a livello locale
Castaldo: «Il Pd non
è una nuova Dc»
«Perché, anche se la coalizione di governo nazionale vede nel suo interno il partito di Alfano, c’è una
grossa differenza tra i due schieramenti che ad Aversa sicuramente non sono compatibili. Qui siamo
pronti ad elezioni anticipate. E’ da tempo che abbiamo chiesto al Sindaco di dimettersi»
Antonio Arduino
D
10
opo i risultati del voto europeo
Paolo Santulli, esponente
del Nuovo Centro Destra,
intervistato su possibili ripercussioni
sulla coalizione che guida Aversa ha
affermato che il Pd non sarebbe più il
partito comunista di un tempo ma una
nuova democrazia cristiana, cosicché
non esisterebbero ostacoli al continuare
una collaborazione di governo, sia a
livello nazionale che locale. Una tesi
che lascerebbe spazio all’ipotesi di un
allargamento dell’attuale maggioranza
risicata di Sagliocco, esponente del Nuovo centro destra, con il Pd, Fantapolitica
o realtà futuribile? Abbiamo girato la
domanda ad Antimo Castaldo esponente
del direttivo provinciale del partito di
Renzi. “Considerare il partito democrati-
Antimo Castaldo
co come una nuova democrazia cristiana
è sicuramente un errore di valutazione
da parte di Paolo Santulli. Perché, anche
se la coalizione di governo nazionale
vede nel suo interno il partito di Alfano, c’è una grossa differenza tra i due
schieramenti che ad Aversa sicuramente
non sono compatibili. Il credito che il
Pd ha acquistato con il voto espresso
nella tornata elettorale europea, che ha
messo anche ad Aversa il nostro partito
al primo posto, va monetizzato subito,
impegnando i nostri rappresentanti
locali, provinciali, regionali, nazionali
ed europei a concretizzare progetti importanti, avviati da tempo, che l’amministrazione attuale sembra non riuscire a
portare avanti. Mi riferisco, ad esempio,
alla dismissione degli internati dell’Opg
e alla realizzazione della terza stazione
della metropolitana e all’avvio dei lavori
per il completamento del percorso fino
Ci hanno insegnato che le foto dicono più di mille articoli
La guerra fredda (ma non troppo)
I
l RE lo avevano chiamato sin
dall’inizio i Giovani Democratici
e Giuseppe Sagliocco, sindaco di
Aversa, non li ha voluti deludere, benché fossero avversari politici. A Paolo
Santulli che si presenta al tavolo dei
chiarimenti politici preannunziando un
arsenale con due cannoni (nella foto
a sinistra), come da foto, il sindaco
risponde facendo sfilare, mostrando
le proprie “truppe camellate” (nella
foto a destra),
la sua corte di
fedelissimi. E,
poiché ci hanno
insegnato che
le foto spesso
dicono più di mille articoli, abbiamo
“letto” una foto più che significativa.
L’occasione è stata rappresentata
dall’inaugurazione di un monumento
ai caduti del Rione Borgo di tutte le
guerre. Insomma, siamo in tema di
conflitti anche se, purtroppo in caso
di guerra, di ben altra portata, anche se
non abbiamo capito la necessità di un
monumento solo per i caduti del Rione
Borgo, considerato che c’è già quello di
piazza Municipio.
Il primo cittadino di Aversa, che, per
carattere, tra il serio e il faceto, dice
quello che deve dire senza tanti peli
sulla lingua, ama contornarsi di una
corte di fedeli, anzi fedelissimi pronti
a tutto. Persone
che
vivono
praticamente in
simbiosi. Sempre
presenti.
Sono lì a contornare il RE,
a compiacerlo?
A fare da claque? Crediamo di no.
Si tratta di tutte persone che hanno
una propria testa e che se hanno fatto
questa scelta l’hanno fatta a ragion
veduta. Della serie: fatti loro. Ma sino
ad un certo punto. Trattandosi, infatti,
di amministratori pubblici un minimo
di rendiconto lo devono pur dare.
Nicola Rosselli
a Santa Maria Capua Vetere, per i quali
sono già disponibili i finanziamenti
europei dei fondi Por-Ferst relativi al
periodo 2007-2013. Due progetti che se
realizzati porteranno grandi vantaggi ad
una città diventata sede del tribunale di
Napoli Nord”.
“Ma - continua Castaldo- l’attività
del Pd locale che fino ad oggi, come
giustamente ha osservato Santulli, non
è stato molto propositivo non si dovrà
limitare a sollecitare la realizzazione
di quei progetti, bensì dovrà interessarsi di dare impulso anche all’attività
ordinaria dell’amministrazione che è
completamente assente sui problemi
quotidiani della città. Come denunciato
e dimostrato più e più volte con dossier
fotografici e video in questi primi due
anni di vita l’amministrazione Sagliocco
è stata completamente assente quanto
a soluzioni delle questioni ordinarie
come la manutenzione delle strade e
dell›impianto di illuminazione pubblica,
la pulizia intesa in senso lato non solo
quale prelievo di rifiuti, il controllo della
viabilità e della sosta selvaggia, permessa nonostante la presenza della polizia
municipale anche in punti nevralgici
della città in cui sono ben visibili divieti
di sosta e di fermata come piazza Vittorio Emanuele, dove è possibile trovare
autovetture ferme in doppia fila senza
vi sia alcun tipo di intervento. Ad oggi,
a parere del Pd, la città è allo sbando,
è lasciata a se stessa e gli interventi
tesi a modificarne l›aspetto, anche a
livello urbanistico, vengono annunciati
ripetutamente dalla stampa ma non sono
seguiti da realizzazioni. Tutto questo
al partito democratico non sta bene,
tutto questo rende la città invivibile e
dimostra una assenza totale di capacità
amministrativa. Di conseguenza è
impensabile che il nostro partito possa
collaborare con il Nuovo centrodestra o
con il Centrodestra in generale. La nuova sinistra uscita prepotentemente dalle
urne deve impegnarsi a modificare in
meglio le condizioni di vita della nostra
città. Per questo il Pd deve rinnovarsi,
come sta già facendo, diventando propositivo e deve pretendere il sostegno dei
suoi rappresentanti in seno al governo
nazionale, regionale, provinciale ed europea. E se dovessero arrivare elezioni
amministrative anticipate, ben vengano.
E’ da tempo che abbiamo chiesto al
Sindaco di dimettersi”.
11
AMBIENTE
Non si ferma il degrado ambientale nel nostro territorio. Guardate cosa c’è ai confini con Giugliano
Cappuccini, il monastero
assediato dai rifiuti
A lanciare l’all’allarme è Alessandro Gatto del WWF, che da anni è impegnato per la tutela
dell’Ambiente e del territorio. «Ciò che si vede nei pressi dell’antico Monastero di Cappuccini,
ai confini con il territorio giuglianese è vergognoso»
Giuseppe Lettieri
I
12
l degrado nella nostra città è sempre
dietro l’angolo. Ci sono strade della
città che a periodi, appaiono proprio
come delle discariche. Ciò perché
all’inciviltà di alcuni cittadini, alla non
massima abnegazione di chi svolge
il servizio, si unisce la quasi assoluta
assenza di controlli. Se si eccettua la
telecamera in piazza Marconi, e le due
ormai famose signore colte nell’attimo
di scaricare il lavandino, altre zone
vengono completamente dimenticate
dall’Amministrazione Comunale. A
lanciare l’all’allarme è Alessandro
Gatto del WWF, che da anni è impegnato per la tutela dell’Ambiente e del
territorio. “Ciò che si vede nei pressi
dell’antico Monastero di Cappuccini,
ai confini con il territorio giuglianese è
Due foto dello scempio dei cappuccini perpetrato nel silenzio delle istituzioni
L’esperienza di Garby. Quando il rifiuto premia il cittadino
Incassare riciclando? Si puo!
I
l riciclo premia il cittadino e l’ambiente diventa più vivibile. Questo
l’obiettivo della società Garby
produttrice di un’eco compattatore
per contenitori in plastica e lattine che
attraverso una convenzione sottoscritta
con una catena di supermercati e con
alcune amministrazioni municipali
della penisola, tra cui quella di Caserta,
per ricordarne una di questo territorio,
si propone di favorire la raccolta
differenziata stimolando i cittadini in
maniera tangibile attivando un sistema
di premialità immediata.
Obiettivo che si era posto anche
l’amministrazione Sagliocco con l’assessore all’ambiente Massimo Pizzi
che aveva ipotizzato la realizzazione
di mini isole ecologiche disseminate
per la città, in cui depositare i rifiuti
differenziati pesandoli ed ottenendone
in cambio punti, da accumulare su
un’apposita scheda, da utilizzare per
ridurre la tarsu o l’ici.
Un progetto ancora di là da venire che
la Garby sta trasformando in realtà in
tutta la penisola almeno per quanto
riguarda il pet e l’alluminio, attraverso
convenzioni stipulate con singoli esercizi commerciali o, come nel caso della
città di Caserta, con le associazioni
dei commercianti. Depositando questo
tipo di rifiuto negli eco compattatori
installati all’ingresso degli esercizi
commerciali, nel caso di Aversa, di due
supermercati collocati rispettivamente
Con Garby si ricicla e si risparmia
in via Saporito e viale Europa, i cittadini ricevono in cambio un bonus di
tre centesimi di euro per ogni bottiglia
o lattina inserita. Il bonus è spendibile
negli esercizi convenzionati con la
Garby per l’acquisto di qualsiasi cosa.
Il rifiuto che conviene!
Antonio Arduino
AMBIENTE
cioccolato
extravergine
di
OLIVA
«Noi denunciamo dal 1990
questi scempi, ma nulla o
quasi è cambiato. L’unica
cosa in meglio di questi venti
anni e passa è solo l’impegno
convinto e forte della Chiesa»
13
vergognoso. Non si ferma, purtroppo,
il degrado ambientale del nostro territorio. Nonostante l’attivazione di massa
grazie all’attenzione mediatica, nulla
sembra accadere. Noi denunciamo dal
1990 questi scempi, ma nulla o quasi è
cambiato, visto il continuo ripetersi di
queste scene. L’unica cosa in meglio
cambiata in questi venti anni e passa
è soltanto l’impegno convinto e forte
messo in atto dalla Chiesa. Per il resto,
a prescindere dalla maggior consapevolezza delle persone, nulla si muove.
Si annunciano bonifiche, rimedi e
quant’altro, ma poi il tutto continua a
restare sulla carta. Si potrebbero convertire i terreni inquinati in coltivazioni
no food, ed invece non si fa nulla. Si
potrebbero incominciare a mettere in sicurezza le aree inquinate o presunte tali,
ed invece nulla. Si continuano a fare
battaglie a suon di statistiche sull’incisività o meno dell’inquinamento sulle
patologie tumorali perdendo così altro
tempo. Insomma grandi passi in avanti
non sono stati fatti ed il decreto sulla
Terra dei Fuochi è ancora poca cosa,
come testimoniano le immagini. A
Cappuccini come in tutte le zone più o
meno nascoste del nostro territorio”.
OLIVA
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CITTA’
La casa della cultura ha due facce: quella di rappresentanza e quella dell’abbandono
Il «Caianiello» ritorna
...un macello!
L
14
a Casa delle Cultura di via
Tristano ha due facce: quella
ufficiale, di rappresentanza,
realizzata all’interno della struttura centrale dell’ex Macello e quella ufficiosa
rappresentata dalle strutture laterali che
formano il perimetro del complesso in
cui sono ospitati la Croce Rossa Italiana, il centro Yalla che da assistenza agli
immigrati, il Centro antiviolenza Noemi
e l’appena inaugurato Museo Civico
Militare. Tutte realtà di alto significato
civile collocate all’interno di locali che
necessitano di un intervento, quanto
meno, di messa in ordine essendo evidenti i segni di decadimento.
Basta fare un giro per rendersene conto
essendo ben visibili i segni del degrado
prodotto dalle intemperie e dall’abbandono a carico di pareti, infissi e locali
utilizzati come depositi che presentano
evidenti danni. Sono causati dall’infiltrazione dell’acqua, non dal tetto, che è
L’ex Macello è conciato davvero male
stato oggetto di un intervento di impermeabilizzazioni effettuato nel gennaio
scorso ma dall’esterno per un problema
tecnico legato alle pendenze che consentirebbero l’ingresso, all’ interno sia
dell’acqua usata per l’innaffiamento
delle aiuole sia di quella piovana che
sarebbe scarsamente smaltita dell’impianto fognario.
C’è, poi, l’inefficienza dei servizi
igienici, segnalataci, in particolare, da
utenti di sesso femminile e da diversamente abili. Pur presenti, i servizi
sarebbero di fatto quasi inutilizzabili,
specialmente se ve ne fosse necessità
in orario pomeridiano o serale. Perché
sarebbero tutti sforniti di carta igienica
e sapone, indispensabili per garantire
l’igiene personale degli utenti, e carenti
quanto ad illuminazione. Due su tre
di quelli femminili sono sprovvisti di
illuminazione che manca in uno su tre di
quelli maschili. Quanto al servizio per
diversamente abili, in fatto di efficienza
e funzionalità, le cose stanno anche
peggio perché è ermeticamente chiuso,
obbligando gli utenti a fornirsi di chiave
per poter accedere.
Antonio Arduino
CITTA’
Nonostante le telecamere il parco «Grassia» è terra di nessuno
Via Atellana nel
degrado assoluto
Le luci accese di notte nei locali del parco
n mese fa avevamo posto
l’attenzione sulle condizioni
di degrado e abbandono in cui
versava Parco «Grassia» di Aversa in
via Atellana. Realizzato da Ciaramella
nell’ambito dei progetti Urban con una
spesa di circa 250 mila euro, la struttura
era rimasta chiusa per ben cinque
anni prima che il sindaco Sagliocco,
il 27 dicembre 2012 l’aprisse all’uso
pubblico.
A febbraio 2014 le condizioni della
struttura erano abbandono e degrado.
Ricordando, tra l’altro, che il 5 dicembre
del 2010 l’oggi sindaco Giuseppe
Sagliocco convocò una conferenza
stampa per chiedere l’apertura e le
motivazione del “non utilizzo” dello
standard di via Atellana, diventato
parco “Grassia”. Oggi le condizioni
del parco sono peggiorate. Non solo
continua ad essere praticamente assente
illuminazione notturna, tante sono le
sala riunioni, in più hanno devastato
il servizio igienico destinato ai
diversamente abili, forzandone la porta
che avevamo trovato ermeticamente
chiusa, strappando dalla parete l’asta
necessaria a chi fa uso di una sedia rotelle,
ostruendo la tazza con residui fecali
impossibili da eliminare per mancanza
di acqua nello sciacquone. Tutto questo
è accaduto malgrado il parco sia fornito
di telecamere di sorveglianza. Il cancello
d’accesso, malgrado una catena e un
catenaccio, resta aperto durante la notte
come costatato raggiungendo il parco
alle ore 1 e 30 minuti, testimoniandolo
fotograficamente restando a prudente
distanza per la concomitanza di luci
accese nella stanza destinata a riunioni,.
E’ evidente l’assenza di attenzione per
una struttura che doveva rappresentare
un segnale dell’interesse per il recupero
delle periferie.
Antonio Arduino
U
Parco «Grassia» porta sfondata
lampade fuori uso, e continua ad essere
presente un aggeggio forse utilizzato
per arrostire carciofi sulla carbonella
e c’è ancora il calcio balilla collocato
all’interno di quella che dovrebbe essere
una sala da utilizzare per riunioni, ma
tutto questo si è aggiunto un evidente
intervento di vandali che hanno
sfondato le porte che danno accesso ai
servizi igienici per normodotati e alla
15
LA NOTIZIA
La notizia è arrivata dal Presidente del Tribunale di Napoli Nord, Elisabetta Garzo
«Saporito», la destinazione
a carcere si avvicina
Il magistrato ha riferito che dal ministero di Giustizia sono giunte indicazioni in questo senso.
Insomma, pare che si voglia dare un’accelerata per utilizzare le strutture del «Saporrito» a
servizio del nuovo tribunale. Ma non è tramontata l’idea del Ministero di allocarvi un carcere
Nicola Rosselli
«I
16
n breve tempo potrebbe
essere liberato dai pazienti
l’ospedale psichiatrico Filippo
Saporito». A dare la notizia, nel corso
dell’incontro svoltosi presso il Castello
Aragonese, sede del tribunale di Aversa
– Napoli Nord, la presidente del nuovo
ufficio giudiziario Elisabetta Garzo.
Il magistrato ha, infatti, riferito che
dal ministero di Giustizia sono giunte
indicazioni in questo senso. Insomma,
da quanto si intuisce, dagli uffici di via
Arenula si vorrebbe dare un’accelerata
(nonostante la proroga concessa sino al
prossimo mese di marzo) alla chiusura
dell’ospedale psichiatrico per fare in
modo che l’immenso patrimonio
immobiliare (in gran parte inutilizzato
e fatiscente) possa essere utilizzato a
servizio dell’unico nuovo tribunale nato
in occasione del riordino della geografia
giudiziaria nel settembre del 2013.
Un’occasione questa che la nostra
città attendeva da tempo. Auspicata da
tutte le forze politiche, ma soprattutto
da quelle di Sinistra, l’apertura alla
città dell’antico manicomio giudiziario
sembrava una chimera, ma ora è realtà.
Per Aversa si intravede, quindi, una
concreta possibilità di ridisegnarsi.
Ridisegnare la propria viabilità, ridisegnare le scelte urbanistiche, ridisegnare
il suo centro antico, ridisegnare la cittadella giudiziario. In una solo parola:
ridisegnare il proprio futuro, sia sociale
che economico.
Insomma, un evento di tale portata che
non può essere lasciato nelle mani dei
burocrati romani di via Arenula, sede
del ministero di giustizia. La città,
attraverso le proprie istituzioni locali,
deve (imperativo categorico) essere
Via Valente da strada per un manicomio a strada per un carcere. Dov’è il guadagno?
Nell’Opg può trovare posto
l’Ufficio del Giudice di Pace
di Napoli Nord, liberando per
uso civile e non più giudiziario tutto il complesso di San
Domenico che, ad esempio,
potrebbe ritornare ad essere
il Palazzo di Città
parte attiva in questo progetto. Attualmente, l’ospedale psichiatrico taglia
praticamente in due la città. Con la sua
chiusura si potranno nuovamente riaprire le strade di penetrazione che portano
nel centro senza effettuare giri viziosi e
creare traffico. Per non parlare dell’immenso patrimonio immobiliare che può
trasformare il tribunale ad essere effettivamente uno dei più confortevoli, nonostante la grandezza del bacino di utenza,
del circondario che supera agevolmente
il milione di abitanti. In esso può trovare
posto anche l’Ufficio del Giudice di
Pace del Circondario del Tribunale di
Aversa – Napoli Nord, liberando per uso
civile e non più giudiziario tutto il complesso monumentale di San Domenico
che, ad esempio, potrebbe ritornare ad
essere il Palazzo di Città, lasciando gli
uffici presso l’attuale casa comunale.
Si tratta, ovviamente di un’ipotesi,
come se ne potranno formulare tante
altre, certamente più consone perché
verranno da tecnici del settore.
Quello che gli aversani non vorranno
in pieno centro cittadino è il carcere
che, invece, il ministero sembra aver
già deciso di insediare in quello che
fu l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario
“Filippo Saporito”, puntando sul fatto
che, comunque, si era già di fronte ad
un carcere anche se psichiatrico. La posizione del Tribunale di Aversa – Napoli
Nord è baricentrica rispetto al carcere di
San Tammaro e a quello di Secondigliano, egualmente distanti pochi chilometri
(6/7) per cui crearne un terzo a così
breve distanza appare davvero un’idea
balzana, ma, soprattutto, punitiva per la
nostra città.
«A chi giova quanto accaduto»
G
li antichi romani costruirono
un impero durato secoli. Oltre
alla superiorità militare, solo
un popolo dotato anche di un’intrinseca
saggezza, in grado di guidare ogni
azione utile a perseguire i propri fini,
poteva riuscire in un’impresa così
ardua. L’espressione paradigmatica
di questa saggezza (sublime nella sua
disarmante semplicità) è la locuzione
latina “Cui prodest” ovvero “A chi
giova?”. I nostri progenitori avevano,
grazie alla loro profonda sapienza,
identificato un “codice” interpretativo
della realtà che li circondava. Quel
codice fu in grado di aiutarli a decifrare
quanto si nascondeva nelle pieghe della
storia. Anche ai giorni nostri, di fronte
18 a certe notizie di cronaca, non sarebbe
male porsi la domanda: “Cui prodest?”.
Come si può, infatti, non chiedersi chi
ne trae il maggior beneficio, quando si
legge, ad esempio, che mentre i partiti
antieuropeisti xenofobi e antisemiti
erano dati per vincenti dai sondaggi alle
ultime europee, “un uomo addestrato
militarmente” sparava all’impazzata
all’interno di un museo ebraico
uccidendo quattro persone? Chi poteva
trarne il danno maggiore, a parte le
povere vittime? Chi poteva, invece,
trarne il maggior beneficio? I partiti
antieuropeisti e antisemiti o chi era
contro di loro? A voi l’ardua sentenza.
Certo, una coincidenza è statisticamente
giustificabile. Due coincidenze pure,
e così tre, cinque, ma quando le
“coincidenze”, tra cosa secondo logica,
dovrebbe accadere e cosa secondo
logica, difficilmente potrebbe accadere,
diventano una costante, a mio parere
è legittimo porsi certi interrogativi.
Ricordate la contestata riforma del
lavoro (Legge 30/2003) varata dal
Governo Berlusconi bis dopo l’attentato
a Marco Biagi? La legge fu dedicata
alla memoria del giuslavorista perché
nella stesura delle norme fu decisivo il
pensiero di Biagi secondo cui il potere
organizzativo e direttivo dell’azienda
E’ questa la domanda da porsi sempre
Il compito dei media
non è solo quello di riportare
come un freddo notaio
quanto accade, ma fornire ai
propri lettori il maggior
numero possibile di spunti
di riflessione
spetta unicamente al datore di lavoro
e non può essere sottoposto a giudizio
di merito da nessuno. Guarda caso, le
“nuove brigate rosse”, approfittando
del fatto che la scorta a Biagi era stata
revocata, in una delle loro tante azioni
alla “Tafazzi” (il personaggio tv che si
martellava da solo gli ammennicoli)
lo avevano ammazzato senza pietà un
anno prima, tacitando, di fatto, chiunque
avesse voluto criticare la legge e il suo
autore… Ancora una volta, quindi:
“Cui prodest?”... Negli U.S.A. tutto era
pronto per scatenare la guerra in Iraq e
gli “iracheni” rammentate cosa fecero?
Lanciarono missili verso Israele...
Ricordo che all’epoca pensai: “Ma
allora sono degli imbecilli!”. I colloqui
di pace tra palestinesi e israeliani dopo
anni di stallo sembravano marciare
per il meglio… I palestinesi allora
cosa fecero? Lanciarono razzi
sugli insediamenti israeliani in
Cisgiordania, facendo incazzare
non poco i discendenti di Abramo!
Di questi “giochetti” le cronache
sono strapiene.
Alcuni, non lo nego, potrebbero
essere opera del caso, ma nella
maggioranza sono opera del
“diavolo”, che troppo spesso
mette la coda nei fatti terreni.
Fatti che un’informazione troppo
poco critica e troppo impegnata
a rincorrere audience, vendite e
denaro, fa passare come frutto
di casualità. Basterebbe, invece,
anteporre ai titoli dei giornali e dei
telegiornali la fatidica locuzione: «Cui
prodest» per spalancare nuove finestre
sulla verità. Bisogna sempre porsi
la domanda: “A chi giova, quanto è
accaduto?”. Per scoprire l’autore di un
misfatto non occorre andare lontano,
basta valutare con serenità chi ne trae
il maggior godimento. In quest’opera
di ricerca della verità nascosta tra
le righe, l’informazione ha un ruolo
fondamentale.
Il compito dei media non è solo quello
di riportare come un freddo notaio
quanto accade, ma fornire ai propri
lettori il maggior numero possibile
di spunti di riflessione, per consentire
loro di potersi formare una propria
opinione, critica e scevra da pregiudizi.
Non a caso è questo l’obiettivo che mi
sono prefisso da qualche tempo.
A voi lettori resta, quindi, il non facile
compito di analizzare criticamente
quanto pubblichiamo per scoprire che
la realtà che ci circonda è più vasta
e variegata di quanto pensiamo. Per
questo bisogna ricordarsi sempre di
guardare di là dell’orizzonte. Guardare
oltre i fatti, oltre le apparenze, è l’unico
metodo che ci resta per non essere
manipolati: “a nostra insaputa” da
“qualcuno” privo di scrupoli!
AVERSA
I commercianti non ne possono più del cattivo prelievo dei rifiuti da parte della Senesi
La raccolta non funziona.
Commercianti inviperiti
«Quanto alle modalità di prelievo - dichiara un esercente - ho constatato direttamente che quando
viene effettuato, pur essendo chiara la presenza di vetro accanto ai sacchetti neri che contengono
di tutto, gli operatori riversano nel cassone ogni cosa, vale a dire organico e vetro»
Antonio Arduino
A
20
ncora proteste per l’insufficiente ed insoddisfacente
raccolta dei rifiuti effettuata
dalla società gestrice del servizio. Ad
alzare la voce sono i commercianti di
via Michelangelo che segnalano l’incomprensibile intervento attuato dalla
Senesi che a seguito della protesta levata
per la presenza di contenitori per il vetro
traboccanti a causa della scarsa frequenza del prelievo, la cui conseguenza era il
deposito del vetro in eccesso intorno al
contenitore, non ha scelto di aderire alle
richieste espresse attraverso la stampa di
aggiungerne altri o modificare i tempi di
raccolta ma ha deciso di portare via il
contenitore.
Il risultato è che, non avendo alternative, i gestori di attività commerciali
destinate alla somministrazione di cibi
quali bar, pizzerie, ristoranti presenti
nella zona depositano a terra il vetro
insieme ai rifiuti ordinari.
“Lo fanno senza tenere in alcun conto
del calendario di raccolta” racconta uno
dei commercianti dell’arteria. “Così
succede – continua - che, ad esempio, si
depositano residui di pesce il cui odore
sgradevole entra nei nostri esercizi, creando problemi agli operatori e ai clienti,
in giorni in cui non è prevista la raccolta
dell’organico cosicché i sacchetti restano a terra per uno o più giorni”.
Ma non basta: la protesta degli esercenti
di via Michelangelo va oltre la semplice
contestazione del comportamento dei
ristoratori. “Lamentiamo - dice il commerciante chiedendo l’anonimato per
ovvie ragioni - il mancato intervento
della polizia municipale alla quale mi
sono rivolto inutilmente personalmente”, “Quanto alle modalità di prelievo
Ecco lo specchio di cosa accade in via Michelangelo, ad Aversa
In via Michelangelo, visto che
la Senesi anziché aumentare
i contenitori del vetro ha
portato via quello esistente, i
commercianti depositano
il vetro a terra assieme
ai rifiuti ordinari.
Il Sindaco intervenga
– aggiunge - ho constatato direttamente
che quando viene effettuato, pur essendo chiara la presenza di vetro accanto ai
sacchetti neri che contengono di tutto,
gli operatori riversano nel cassone ogni
cosa, vale a dire organico e vetro”. “L’ho
visto con i miei occhi” sottolinea. “È un
modo di fare di per sé inaccettabile, ma
lo è ancora di più non solo perché vanifica l’impegno dei cittadini che effettuano
correttamente la differenziata ma anche
perché li mortifica, dal momento che
spesso ho avuto occasione di leggere
dichiarazioni della società gestrice del
servizio di igiene urbana in cui si dà colpa a noi cittadini dello scarso successo
della raccolta”. “Non si può pretendere
che la raccolta funzioni se non si associa
ad un corretto e regolare deposito un
corretto e regolare prelievo”, dice il
commerciante chiedendo l’intervento
della polizia municipale sia nella fase di
deposito sia in di quella di prelievo. “Se
l’amministrazione continuerà ad essere
assente su questo aspetto della vita cittadina Aversa sarà sempre tappezzata di
rifiuti depositati ad ogni ora del giorno
e in ogni angolo della città” - conclude.
E noi chiamiamo direttamente in causa
l’Amministrazione Sagliocco che ha
il dovere di controllare l’operato della
Senesi oltre che il diritto visto che la
società viene pagata profumatamente!
IL CONVEGNO
Al Convegno del «Cirillo» su la «Democrazia e diritti» si è parlato anche delle conquiste nella scuola
Santulli: «Ho parlato degli
anni della ‘Contestazione’»
«E’ proprio negli anni del «68» all’Istituto Magistrale che ho cominciato a prendere coscienza del
valore della Democrazia e della responsabilità della partecipazione. Noi studenti cominciammo
una garbata protesta nei confronti dei professori e del sistema scolastico classista e obsoleto...»
Livia Fattore
I
22
l 30 maggio presso il liceo «Cirillo»
di Aversa si è tenuto il Convegno
“Democrazia e diritti nella società
complessa”, organizzato dall’associazione degli ex alunni e docenti
presieduta dall’avv. Pasquale Fedele,
con il Dirigente del Liceo Cirillo, Dolores Russo, l’ex Dirigente Tommaso
Zarrillo, Paolo Santulli ed il Presidente
del Consiglio d’Istituto Sergio Di Meo.
Abbiamo incontrato a margine dell’incontro proprio Santulli che ha parlato
del “68” ad Aversa.
“Ho raccontato nel mio intervento spiega Santulli - gli anni della “Contestazione” ad Aversa, il noto “68”, che
ha tanto cambiato il mondo, in special
modo nella revisione dei diritti civili. E’
proprio in questi anni e all’Istituto Magistrale che ho cominciato a prendere
coscienza del valore della Democrazia
e della responsabilità della partecipazione. Noi studenti cominciammo a
dare vita ad una garbata protesta nei
confronti dei professori e del sistema
scolastico a nostro giudizio classista e
obsoleto. Bisognava recuperare i nostri
diritti e vederli riconosciuti. Eravamo
per lo più tre per banco, in più casi
ancora in quei banchi neri di legno. Le
aule erano grandi, alte, stanze umide,
senza stufe e spesso con i vetri delle
finestre rotti. Il Preside diceva che era
colpa del Comune che non ci assisteva,
il Comune diceva che la colpa era del
Governo, Roma diceva che la colpa
era di Caserta e Caserta diceva che la
colpa era di Aversa e Aversa diceva che
la colpa era del Preside. Mancava poco
che non ci convincevano che la colpa
era nostra, della nostra esistenza.Ci
organizzammo dando vita al nostro comitato studentesco”. Iniziarono così le
lotte contro il Comune e contro il Prov-
Il convegno al «Cirillo» e, sopra, il primo giornale dell’istituto Magistrale «Con Te Sto»
veditorato agli Studi. “Per saperne di
più - continua Santulli - cominciammo
ad approfondire la conoscenza dei nostri
diritti, mettendo in croce il nostro Professore di Storia, Giovanni Mozzi, che
ci guidò ad approfondire ed apprezzare
l’insegnamento dell’educazione civica,
che noi consideravamo la materia cenerentola. Oggi, diversamente da quando
frequentavo io, nelle scuole si elaborano progetti, si prendono decisioni, si
stabiliscono regole, si eleggono rappresentanti: si favorisce la partecipazione.
Grazie alla nostra spinta di “contestatori” con i decreti delegati (1974) gli
studenti, nella secondaria di secondo
grado, hanno ottenuto il diritto alla
partecipazione all’attività degli organi
collegiali della scuola e alle assemblee
di classe e d’istituto. Purtroppo, però,
pare che dopo un iniziale entusiasmo,
nella seconda metà degli anni settanta
e negli anni ottanta, non ha fornito,
generalmente, prove convincenti. In
molti casi la presenza degli studenti
non è andata oltre la passiva ratifica
di decisioni prese altrove. Eppure per
raggiungere certe conquiste noi abbiamo dovuto combattere e soffrire. Per
meglio essere ascoltati, senza le attuali
tecnologie, demmo anche vita al primo
giornale in assoluto della nostra scuola.
Lo chiamammo “Con Te Sto”, un titolo
che per noi aveva tre significati: con il
testo, contesto, ma soprattutto sto con
te cara scuola. Credevamo a quello
che mettevamo in campo, un grande
impegno, l’entusiasmo, la volontà di
cambiare e partecipare al cambiamento.
La nostra era una lotta sentita di libertà.
Adesso sembra essere stato tutto vano,
la presenza e la partecipazione degli
studenti negli organi collegiali della
scuola, in quasi un quarantennio, non ha
prodotto generalmente prove esaltanti
né è stata tenuto in conto e valorizzata,
come noi speravamo e avremmo voluto.
In realtà, a mio giudizio, nonostante
retoriche e demagogiche dichiarazioni,
circa la centralità dell’alunno, la scuola
ha fatto poco per costruire la partecipazione e favorire un sano protagonismo
degli alunni sia in classe, sia nell’istituto
e sia nella vita civile”.
Il 2 giugno a Caserta Aversa si fa onore con diverse rappresentanze
Anche i normanni alla
festa della Repubblica
Tra i destinatari delle medaglie d’onore conferite dal presidente della Repubblica Napolitano ci sono
stati anche tre aversani, Domenico Fabozzi della Polizia di Stato, Raffaele Montesano della Polizia
Penitenziaria e Guglielmo Sbano dell’Esercito italiano
Christian De Angelis
S
24
traordinaria cerimonia quella tenutasi a Caserta dinanzi al monumento ai caduti, in occasione della
Festa della Repubblica del 2 giugno, nel
68° Anniversario della Fondazione della
Repubblica. Nel corso della manifestazione vi è stata la solenne deposizione
della Corona ai Caduti, successivamente
la lettura del messaggio del Presidente
della Repubblica, da parte del Prefetto
di Caserta, Carmela Pagano. Poi vi è
stata la presentazione di alcuni elaborati
degli studenti dei licei casertani sul tema
della Proclamazione della Repubblica.
Presenti, tra gli altri, il colonnello Scafuri del Comando provinciale Carabinieri,
il questore di Caserta, Gualtieri, il generale della Finanza comando provinciale
Verrocchio, il generale dell’esercito.
Numerosi i Sindaci in rappresentanza
di Aversa. Presenti anche il neo
sindaco di Carinaro Annamaria
Dell’Aprovitola e Nicola Esposito sindaco di Lusciano.
Il Prefetto Pagano ha anche proceduto nella speciale occasione
alla consegna delle onorificenze dell’Ordine “Al Merito della
Repubblica Italiana” e delle
Medaglie d’Onore conferite
dal Presidente della Repubblica
Napolitano ai cittadini italiani,
militari e civili, ed ai familiari
dei deceduti, deportati o interIl vice Sindaco di Aversa, Virgilio, a Caserta
nati nei lager nazisti e destinati
al lavoro coatto per l’economia
dei comuni casertani. Aversa è stata di guerra nell’ultimo conflitto mondiale.
rappresentata dal vice sindaco Nicla Tra i destinatari vi sono stati tre aversaVirgilio. In rappresentanza della città di ni, Domenico Fabozzi della Polizia di
Aversa alla manifestazione vi erano an- Stato, Raffaele Montesano della Polizia
che alcuni agenti della polizia municipa- Penitenziaria e Guglielmo Sbano dell’Ele e i componenti dell’ANPPE sezione sercito italiano.
La danza per Salvatore Testore è un’arte ma anche un potente mezzo di comunicazione
«Nella terra dei fuochi ...in punta di piedi»
L
a danza è un’arte ma può essere
anche un potente mezzo di
comunicazione. Un movimento,
un’espressione del volto, la scelta di una
musica: la comunicazione può avvenire
in più modi attraverso un balletto ed ha
il grande pregio di potersi considerare
universale in quanto la propria forza
espressiva non risiede nelle parole ma
in gesti altamente d’impatto. Partendo
da tali presupposti, il ballerino aversano
Salvatore Emanuele Testore sta dando
vita a un progetto dal titolo “Solidarietà
nella Terra dei Fuochi in punta di piedi”. «Da troppo tempo la nostra terra è
stretta nella morsa di una concezione
negativa che schiaccia i cittadini e non
permette loro di alzarsi e reagire – confida Salvatore a noi di NerosuBianco.
Per tale motivo ho deciso di affidare alla
danza un messaggio di speranza: è vero
che la nostra terra è attanagliata da numerosi e gravi problemi, ma è altrettanto
evidente che tutti insieme, mettendoci
d’impegno, possiamo restituire dignità
alla Terra dei Fuochi». Sulla scena, infatti, ci sarà la Natura, spenta e disfatta,
che nel corso dello spettacolo riprenderà
vigore grazie all’aiuto di altri ballerini,
simboli dei campani intenti a risanare il
territorio. «Non mi illudo di risolvere il
problema dei rifiuti e dei roghi - continua l’aversano - ma bisogna capire che
non ci si può arrendere e arretrare». Il
ricavato dello spettacolo sarà devoluto
all’associazione “Libera” per donarle dei
mezzi che le consentano di combattere
le associazioni criminali che ci infestano
Salvatore Testore
e di conseguenza il problema dei rifiuti e
dei roghi che da essi dipendono in buona
parte. Lo spettacolo dovrebbe tenersi
nella Reggia di Carditello, diventata
simbolo del riscatto di questo territorio
a fine luglio.
Raffaela Chiatto
di Geppino De Angelis
L’europarlamento spendaccione
A
26
rchiviata l’amarezza personale
per la …«Waterloo» del centrodestra a livello nazionale (chi
è causa del suo duol, pianga se stesso…), questa volta, anche rispondendo
indirettamente ad alcuni lettori circa
l’europarlamento, limitiamoci a qualche
considerazione su quello che sarà il
nuovo europarlamento. Innanzitutto è
da sperare che i 73 italiani (tra i quali
due nostri conterranei, la teanese Pina
Pina Picierno ed il nostro ex alunno Nicola Caputo) siano presenti in aula più di
quanto non lo siano stati i loro predecessori, atteso che l’Italia, nella legislatura
conclusa da pochi giorni, ha occupato il
quintultimo posto in classifica davanti a
Cipro, Grecia, Lituania e Malta. Eppure
gli europarlamentari non sono stakanovisti se si considera che difficilmente
lavorano (per i più presenti) più di venti
giorni al mese perché già il giovedì,
all’ora di pranzo, c’è una specie di esodo
in massa per far ritorno a casa, per poi
rivedersi il lunedì successivo per firmare
il registro delle presenze che porta nelle
L’europarlamento
loro tasche circa trecento euro per ogni
firma, che vanno ad aggiungersi a
seimila euro netti al mese di stipendio,
seimila di diaria, oltre a venticinquemila
globali per i portaborse, senza contare
altri numerosi benefit di varia natura.
A prescindere, comunque, da quelli che
sono i compiti istituzionali dell’europarlamento, ci soffermiamo su alcuni
particolari …leggeri, emergenti dal libro
«Non vale una lira», scritto da Mario
Giordano, in riferimento agli sprechi di
cui le precedenti assemblee si sono rese
responsabili. A parte che è veramente
inconcepibile che vi debbano essere
due sedi (l’una a Strasburgo e l’altra a
Bruxelles), tanto per citare solo alcune
…“perle” sono stati spesi 75.000 euro
per “viaggio verso Natale a Capri”,
90.000 euro per finanziare uno studio
sullo sciacquone perfetto, ben 400.000
euro per i “gorilla volanti” ovvero
un gruppo che fa musica con clarini
e …rutti (proprio così, non è errore di
scrittura), senza dimenticare che gli
europarlamentari sono stati …impegnati
a redigere il regolamento europeo che
stabilisce che il pisello (quello …
commestibile ovviamente) deve essere
turgido e fresco, che il cavolfiore può
avere una peluria ma “leggerissima”
altrimenti non è regolamentare, che le
banane devono essere lunghe almeno
quattordici centimetri altrimenti non
sono a norma. Tra gli altri sprechi, da
ricordare che alcuni ballerini belgi sono
stati mandati ad insegnare agli abitanti
del Burkina Faso a …ballare, come se si
mandassero i cinesi a Napoli ad insegnare a fare la …pizza!
Al «Dono» è nato il club «Scacchi Normanni». I venerdì per gli appassionati
Aversa tra alfieri, torri e regine
F
inalmente ad Aversa uno spazio
per gli amanti del “gioco” degli
scacchi grazie all’intuizione
della Libreria il Dono, associazione di
volontariato benemerita, che da anni
svolge le sue attività nei locali di quello
che fu il liceo artistico in piazzetta don
Diana. Su idea del professor Picone di
Giugliano, insieme ad alcuni giovani
esperti del Giugliano Chess Club, si
è insediato il nascente club “Scacchi
Normanni”.Tutti i venerdì dalle diciotto
alla venti, gli appassionati potranno
recarsi presso la Libreria il Dono per
chiedere informazioni e partecipare
ad una attività che non è un semplice
gioco ma un vero e proprio sport della
mente. Per i principianti assoluti, le
persone che vogliono approcciarsi a
questo gioco da tavola, fatto non solo di
regole ma anche di strategie, di studio
e applicazione, saranno organizzati
corsi, dall’introduzione al gioco degli
sacchi all’apertura, dalle basi del centro
partita alle chiusure finali, quando il
giocatore può trionfalmente esclamare
la fatidica frase “scacco matto”. Ed
ancora consigli per migliorare il proprio
gioco, partite storiche illustrate. Chi ha
qualche capello bianco ricorderà di sicuro gli inizi degli anni Settanta quando,
in piena guerra fredda, lo statunitense
Bobby Fischer spezzò il predominio
dei russi in questo sport, battendo Boris
Spasskij, diventando il primo americano campione del mondo. Fu molto più di
una competizione sportiva. Fu utilizzata
dagli U.S.A. come propaganda contro
l’allora nemico politico. Ed ancora le
sfide, quasi eterne, tra Anatolij Karpov
e Garri Kasparov. Insomma, una storia
forte che si perde nella notte dei tempi
sino ai persiani. Questo sono gli scacchi
e per chi volesse conoscerli da vicino
non resta che andare a piazzetta don
Diana, presso «Il Dono», ogni venerdì
dalle 18.00 in poi, alfieri, torri e regine
vi aspettano.
Federica di Santo
di VITO FAENZA
Il postino (non) bussa sempre due volte
N
28
on so quanti hanno letto il
romanzo di James M. Cain, dal
quale è tratto il film “Il postino
suona sempre due volte” del 1946 (titolo
originale: “The postaman always rings
twice”), diretto da Tay Garnet. Libro
e film mi sono tornati alla mente (per
il titolo) quando mi sono recato, per
l’ennesima volta, a ritirare una raccomandata, all’ufficio postale di viale
Europa, dopo che era stato deposto per
due volte l’avviso nella mia cassetta. A
parte il fatto che quei due giorni mi trovavo a casa (a scrivere), a parte il fatto
che sono dotato di videocitofono, a parte
il fatto che qualche volta il postino bussa
(una sola volta), quello che mi chiedo è
perché si debba attraversare la città per
andare a ritirare una raccomandata (o un
pacco…).
Aversa è dotato di più di un ufficio
postale (ma i bagni per l’utenza dove
sono?) ed uno è affollatissimo (ma solo
di mattina e nel primo pomeriggio),
come mai non si riesce ad organizzare
un servizio di distribuzione e di ritiro
diverso dall’attuale? La logica vorrebbe
che il ritiro fosse più centrale rispetto
agli insediamenti abitativi. Ancora: la
logica vorrebbe che ci fossero almeno
due punti (o tre) punti di ritiro, magari
uno a Sud (parco Coppola), uno al centro (via Corcione) e uno a Nord (viale
Europa). Invece si deve attraversare la
città da Sud a Nord (se si abita nella
zona più densamente popolata della
città) o da Est a Nord (se si abita nei
dintorni della stazione Ferroviaria). Se
non si dispone di un’auto occorre farsi
una bella scarpinata. Manco a pensare
di usare la bici (per chi ce la fa), visto
che manca assolutamente qualcosa dove
“parcheggiare” la due ruote.
Tra l’altro non sarebbe tanto difficile
organizzare il “decentramento”, visto
che gli avvisi vengono distribuiti ai
“postini” a seconda delle zone. La
colpa non è dei dipendenti delle poste
Il postino (non) bussa sempre due volte
Come «renziano» della prima
ora sono strafelice.
Congratulazioni a Pina
Picierno e Nicola Caputo per
l’elezione. La colpa della
sconfitta? Solo dei pensionati
e degli italiani che
non hanno capito!
(gentili e disponibili, a onore del vero),
ma di chi dirige e organizza i servizi. E’
vero le Poste sono una impresa privata,
ma… Spero che qualcuno (il sindaco, il
senatore, gli eurodeputati) si renda conto
che anche questo può rendere migliore
la nostra città e più agevole la vita ai
cittadini. E si interessi alla cosa.
Alle elezioni è avvenuta una rivoluzione.
Come “renziano” della prima ora sono
strafelice. Congratulazioni a Pina Picierno e Nicola Caputo per l’elezione. Poi
una piccola considerazione: per tutta la
campagna elettorale mi son sentito dire
che sarei stato sotto processo (con tutti
i giornalisti), assieme a tutti i politici,
il presidente della Repubblica e chissà
chi altro ancora. Oggi sotto processo,
sulla rete, va chi aveva lanciato queste
minacce. Verrebbe da dire: chi semina
vento… Mi fermo qui per evitare di
essere sommerso da altri insulti, dopo
quelli che mi sono preso invitando un
militante di M5S a prendersi un nocino,
prima di lanciare insulti. Ma vorrei
aggiungere solo un’osservazione: dopo
aver perso le elezioni vedo i dirigenti
del M5S fare come facevano i partiti
della prima repubblica. Non hanno
perso, anzi… I loro alleati sono ironici
( come Grillo definisce Farage, ma sul
sito del suo partito, l’Ukip, si leggono
slogan del tipo: “Pedofilia e gay, legame
evidente”. Oppure “mai abitare vicino a
un rumeno”). La colpa della sconfitta?
Solo dei pensionati, dei vecchi, degli
italiani che non hanno capito. La solita
solfa, anche offensiva. Se a parlar male
dei “pensionati” fossero stati dei trentenni, l’avrei giustificato, ma lo hanno
fatto, tra l’altro, un comico di 66 anni
e un premio Nobel di 88. Quindi ho
pensato: “E’ sempre il bue che chiama
cornuto l’asino”. Si è pentito “o’ ninno”.
I primi verbali depositati sono pieni di
“omissis” e non so cos’altro uscirà da
quei verbali e dalle sue deposizioni. Di
sicuro emerge già l’immagine di una
provincia marcia.
Speriamo che le sue dichiarazioni possano permettere di fare pulizia, anche se
quelli che dovrebbero cominciare a fare
pulizia dovrebbero essere proprio i partiti che hanno protetto e difeso i propri
rappresentanti collusi con la malavita.
Come facevano i partiti della prima
repubblica. Per fortuna sembra che sia
nata la terza e tocca a noi, elettori, non
commettere l’ennesimo infanticidio.
Buona domenica.
SCUOLA
Con una entusiasmante «due giorni» la «Pascoli» chiude l’anno scolastico
«Si alza il sipario:
le porte del tempo»
I ragazzi hanno coniugato musica e danza, gesti e suoni, magistralmente guidati dal prof. Bruno Mingione e dalle maestre di danza Filomena Nucci, Nunzia Griffo, Antonella Griffo e dalla tutor
prof.ssa Angelica De Chiara. La soddisfazione della preside Maria Rosaria Bocchino
C
30
on una entusiasmante “due giorni” (27 e 29 maggio), densa di
manifestazioni, la scuola media
“Pascoli” diretta da ben sei anni dalla
prof.ssa Maria Rosaria Bocchino, ha
chiuso l’anno scolastico.
II 27 maggio di pomeriggio è stata
presentata la “galleria” dei percorsi
PON e FSER realizzati con i finanziamenti della Commissione Europea
per migliorare le competenze di base
degli allievi in italiano, matematica ed
inglese, ponendo nel contempo le basi
per la formazione consapevole ed attiva
dei cittadini del futuro. Due giorni dopo,
in mattinata, nel magnifico auditorium
della scuola, oltre al riuscitissimo saggio di ginnastica artistica, c’è stata la
premiazione delle gare e dei concorsi
che, per l’intero anno scolastico, hanno
visto impegnati gli alunni. Ma indubbiamente il top della due giorni si è avuto
la sera del 29 maggio nell’affollatissima
piazza Municipio, nonostante le avverse
umani,
culturali,
condizioni
metecivili e religiosi,
orologiche, con la
adottando stili di vita
presentazione dello
ispirati ai principi
spettacolo musicale
della legalità, della
“Si alza il sipario: le
convivenza
civile,
porte del tempo” che,
come ci ha dichiadel rispetto dei diritti
e dei doveri, dell’amrato Maria Rosaria
biente, dell’interculBocchino: “Ha raptura, rispettando le
presentato esperienze Lo spettacolo della «Pascoli»
diversità e le analogie
didattiche, condotte
nei laboratori di canto e di ballo, dove culturali, senza mai perdere il senso di
i ragazzi hanno coniugato musica e appartenenza alle proprie radici. Alla
danza, gesti e suoni, magistralmente riuscita dello spettacolo e delle altre
guidati dal prof. Bruno Mingione e dalle manifestazioni hanno collaborato notemaestre di danza Filomena Nucci, Nun- volmente i docenti Livia Fattore, Lucio
zia Griffo, Antonella Griffo e dalla tutor Guarino, R. Caterino e Raffaella Passaprof.ssa Angelica De Chiara”. I ragazzi, relli, membri del gruppo operativo del
la cui esibizione ha suscitato applausi a piano integrato della scuola per il lavoro
scena aperta da parte del pubblico pre- di progettazione dei PON e FESR, oltre
sente hanno fatto un viaggio nelle varie ai docenti Picone, Di Santi, Di Maso e
epoche storiche cogliendo l’evoluzione V. Schiavone, funzioni strumentali della
dell’uomo, lasciando un importante “Pascoli”.
Geppino De Angelis
messaggio, ovvero recuperare i valori
LA LETTERA - «Le inesattezze sul Civico Museo di Storia Militare»
Il museo e i locali riadattati da Gioventù Aversana
E
gregio direttore, le chiedo di
pubblicare queste mie brevi
considerazioni, dopo che il suo
collega di “Osservatorio Cittadino”,
Vincenzo Sagliocco, non ha ritenuto
di concedermi il diritto di replica
all’articolo dell’ing. Romualdo Guida
pubblicato sul suo giornale nel numero
del 18 maggio scorso dal titolo “Povero
Ninì” e che, a mio giudizio, esprime
una serie di inesattezze e di superficiali
considerazioni sul “Civico Museo di
Storia Militare”, da me curato in
qualità di presidente dell’Associazione
“Gioventù Aversana”. L’inaugurazione
dello scorso 26 aprile è stata soltanto
l’ultimo atto di un progetto iniziato nel
marzo 2012 ed annunziato proprio sulle
pagine di “Osservatorio Cittadino” che
ne ha puntualmente seguito le vicende.
Pare strano, dunque, che ci si accorga
del Museo e delle modalità della sua
istituzione solo ora. La circostanza che
i pezzi esposti siano di proprietà privata
non deve sembrare strana: se quei beni,
infatti, fossero divenuti di proprietà
comunale all’amministrazione sarebbe
spettato anche il costo della loro custodia e manutenzione. Anche l’aggettivo
“civico” ci pare più che appropriato
tenuto conto che la collezione è esposta
gratuitamente, a totale beneficio dei
cittadini. Parlare, poi, dei locali della
Casa della Cultura “Caianiello” “messi
nelle mani” dell’associazione mi sembra ingeneroso considerando che il loro
parziale riadattamento è stato eseguito a
nostre spese. Vorrei, infine, sottolineare
che l’apertura del Museo è stata solo
ufficializzata recentemente; di fatto ha
aperto al pubblico già nel luglio del
2013, promuovendo iniziative culturali
che ne fanno molto più di una semplice
“esposizione al pubblico”. Fatte queste
brevi ma doverose precisazioni, mi
auguro di poter annoverare presto
l’illustre ingegnere-architetto Guida tra
i nostri visitatori, in modo che possa
rendersi conto de visu del valore e del
significato di quanto realizzato
Salvatore de Chiara
IL CASO
«Striscia la notizia» e la tassa al Consorzio di bonifica del basso Volturno
Tassa di bonifica.
Chi paga?
Rosario Ippone chiarisce che ad Aversa la tassa si paga perché il Comune non ha sottoscritto la
convenzione con il Consorzio: «Aversa - dice il componente del Consiglio di Amministrazione - non
è tra i Comuni che l’hanno sottoscritta, di conseguenza le cartelle sono trasmesse ai cittadini»
Antonio Arduino
A
34
chi tocca pagare la tassa che il
Consorzio di Bonifica del Basso
Volturno invia a tanti cittadini
aversani? Questa una delle domande
che l’inviato di Striscia la Notizia Luca
Abete ha rivolto al direttore dell’ente
che ha sede a Caserta in via Roma.
Non soddisfatti delle risposte del funzionario regionale, parso ben deciso ad
evitare il problema portandolo in altra
direzione, abbiamo girato la domanda a
Rosario Ippone, ex assessore alla Cultura della prima giunta Ciaramella ed
oggi componente del Consiglio di amministrazione del Consorzio, su nomina
regionale. “La tassa - esordisce - che è
formata da due voci che compensano
il lavoro fatto dal consorzio relativa-
al solo collettamento ed anche se il
pagamento dell’imposta viene chiesto
ai cittadini è a
carico del Comune”.
“Perché - spiega fino al 2008 l’Ente
campano si faceva
carico di questo
tributo e versava al
consorzio una cifra
pari alla densità
degli abitanti dei
comuni che scaricaAbete intervista il presidente del Consorzio
vano nei nostri camente alla bonifica del territorio e al nali”. “Dopo quella data - continua l’ex
collettamento delle acque, vale a dire la assessore - le cose sono cambiate. La
raccolta delle acque bianche nei nostri Regione ha emesso un decreto che ha
canali di scarico, per Aversa è limitata demandato ai Comuni il pagamento
Nella chiesa dell’Annunziata il tradizionale concerto di fine anno scolastico
La «Cimarosa» chiude all’insegna dell’Unicef
L’
istituto
comprensivo
«Cimarosa-Quarto Circolo”,
diretto magistralmente da
molti lustri da Cecilia Amodio, non poteva chiudere in modo migliore l’anno
scolastico caratterizzato da tantissime
soddisfazioni, assurdamente ignorate
dal Palazzo di piazza Municipio. Una
chiusura a sostegno della campagna
Unicef per la vaccinazione dei bambini del terzo mondo. Di qui lo slogan
“100% vacciniamoli tutti” (nella foto il
testimonial Lino Banfi). Una campagna
che era stata preceduta da una conferenza stampa moderata dallo scrivente,
con la partecipazione della presidente
nazionale Unicef, Margherita Dini
Ciacci, della preside Cecilia Amodio,
di Emilia Narciso e del testimonial della
manifestazione, il campione cubano di
pallanuoto e di “balliamo sotto le stelle”
Amauri Perez. Partendo dal palaJacazzi
gli alunni hanno percorso via Roma
dove in vari punti c’erano gruppi di
ragazzi dell’infanzia, delle elementari e
della media portando ognuno al collo un
campanellino il cui suono voleva simboleggiare l’allarme che deve echeggiare nel mondo intero per ricordare che
ogni venti secondi muore un bambino
per mancanza di vaccinazione. Il lungo,
festoso corteo si è concluso in piazza
Municipio dove si sono esibiti i pluricampioni di kip kop del maestro Alfredo
Ruffo, mentre in conferenza stampa al
Comune è stata presentata la manifesta-
zione delle
finali del calcio a cinque
tra giovanissimi a cura
della FIGC.
Gli
alunni
dell’indirizzo musicale
si sono esibiti, martedì scorso, in un concerto dal
titolo “Cimarosa ed i contemporanei”,
con l’esibizione della prof.ssa Daniela
Del Monaco, docente del “San Pietro a
Maiella” di Napoli ed il prof. Antonio
Grande del conservatorio “Giuseppe
Martucci” di Salerno.
Geppino De Angelis
IL CASO
del tributo, previa una convenzione da
stipulare con il consorzio”. “Ad oggi,
pochissimi comuni hanno ottemperato
e, purtroppo, Aversa - dice l’ex assessore - non è tra questi, di conseguenza
siamo costretti ad emettere le cartelle
che trasmettiamo ai cittadini”. “Circa
la questione dei ricorsi avversi alla
richiesta di pagamento che vengono
accettati o respinti dalle commissioni
tributarie pur essendo, in alcuni casi,
relativi ad abitazioni situate nella stessa
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I cittadini pagano l’odiosa
tassa perché essendo
questa quasi sempre inferiore
ai cento euro costerebbe
molto di più contestare
rivolgendosi ad un legale
strada è un problema –afferma- legato
al mancato rispetto delle regole da parte
delle commissioni stesse”. “Quanto
alla ripresentazione della richiesta di
pagamento a cittadini che si sono visti
accettare il ricorso nell’anno precedente questo –sottolinea Ippone- dipende
dal fatto che il ricorso è alla cartella
esattoriale e non al tributo. Di conseguenza perché la richiesta non venga
più fatta dal consorzio è necessario che
si solleciti il Comune a stipulare la convenzione. Se non avviene la Regione
deve nominare un commissario ad acta
affinché provveda”. “Naturalmente precisa - la richiesta di nomina viene
fatta dal Consorzio che ha già provveduto più volte a sollecitare l’ente campano che a sua volta ha già provveduto
a mettere in mora i Comuni affinché
adempiano all’obbligo di sottoscrivere
la convenzione, fissando un termine entro il quale, in mancanza, sarà nominato
il commissario ad acta”, Dunque, la
soluzione del problema sarebbe vicina.
Invece no, perché le sollecitazioni fatte
dal Consorzio e dalla Regione sono
datate ed avendo i Comuni difficoltà
economiche per la riduzione delle
rimesse statali nessuno preme perché
venga stipulata la convenzione tanto i
cittadini pagano la tassa che essendo
quasi sempre inferiore ai cento euro
costerebbe molto di più contestare
rivolgendosi ad un legale.
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35
L’EVENTO
Oltre cinquecento atleti professionisti al via della prima edizione della gara podistica aversana
«Stranormanna», alla
prima è già regina!
La soddisfazione del patron Peppe Andreozzi che ha visto la sua città vincere. Il Marocco la fa da
padrone, aggiudicandosi la gara maschile e quella femminile. Già al lavoro per la seconda edizione
Nicola De Chiara
«S
36
tranormanna», bene la
prima. Domenica scorsa, 1°
giugno, cinquecento podisti
professionisti hanno corso per le strade
di Aversa all’insegna della nostra storia.
Grande successo sottolineato anche dal
fatto che in Campania in concomitanza
c’erano altre quattro gare più importanti
e datate. L’intera organizzazione ha cominciato ad operare nel buio della notte,
tracciando il percorso in un’atmosfera
…magica e preparando la città a vivere
una giornata indimenticabile.
Tra i professionisti Roqti Abderrafii,
della società Finanza Sport Campania,
Kadiri Hamid, del Runner Sassari, e
Francesco Di Puoti ancora della Finanza Sport Campania si sono classificati ai
primi tre posti. Tra le donne lo scettro è
andato a Laaraichi Siham. I dieci chilometri sono stati percorsi dal vincitore in
29 minuti e 47 secondi. Tutti del Marocco i primi classificati. Tra i partecipanti,
oltre a tanti italiani, c’erano anche atleti
del Burkina Faso e della Polonia. Da
sottolineare la massiccia presenza degli
atleti dell’«Arca Atletica Aversa».
A fare da cornice non meno importante
alla gara agonistica, la «Stranormanna» amatoriale che ha visto centinaia
di partecipanti di tutte le età. Ad
aggiudicarsi il primo premio della
stracittadina tra le donne è stata Angela
D’Aniello di Gricignano. Mentre tra gli
uomini il trofeo è andato a Davide Nilo
di Aversa. Hanno percorso tre chilometri
partendo dal parco «Pozzi», attraversando per intero il centro storico.
Un premio speciale è andato a Lorenzo
Laudadio. Immancabile la presenza di
Underforty Tumori al seno con il presidente Ilaria Romano.
Ad aprire la manifestazione il sindaco
Peppe Sagliocco con l’organizzatore
Peppe Andreozzi. E NerosuBianco ha
«Stranormanna» l’arrivo e, sotto, la partenza (foto Daniela Colella)
Andreozzi: «Ripagati i nostri
sforzi. I partecipanti hanno
apprezzato il percorso,
il servizio d’ordine ed i
prodoti tipici offerti dagli
sponsor a fine gara»
incontrato, a margine della gara, proprio
l’anima di questa iniziativa destinata
a diventare un appuntamento fisso
del podismo nazionale. «E’ doveroso
innanzitutto ringraziare - ha dichiarato
Peppe Andreozzi – il sindaco Peppe
Sagliocco, che dal primo momento ha
sposato questa iniziativa, e i cittadini
di Aversa che pazientemente hanno
«collaborato» visto che la circolazione è
stata bloccata per alcune ore. Eccellente
è stato il servizio garantito dai Vigili
Urbani, guidati dal comandante Stefano
Guarino, con l’ausilio della Protezione
Civile di Aversa, Trentola Ducenta e
Casaluce. A dare una mano anche i
volontari dell’Associazione Nazionale
Pensionati della Polizia Penitenziaria.
Un grande lavoro hanno svolto anche
Rosario De Dominicis, direttore di gara,
e Nicola Della Vecchia, sotto la supervisione del Csi. Abbiamo distribuito tanti
premi, ma quello più bello è stato il riconoscimento per l’intera organizzazione
arrivato da parte di tutti i partecipanti
che hanno apprezzato il percorso, il
servizio d’ordine e la puntuale distribuzione dei vari «ristori». La perfetta riuscita dell’evento rappresenta un ottimo
viatico per la seconda edizione del 2015
che sicuramente raddoppierà il numero
dei partecipanti».
Potete scriverci alla nostra e-mail:
[email protected]
Gli annunci e le foto saranno
pubblicati dando la priorità
ai primi pervenuti
PRIMA COMUNIONE
38
Auguri ad Angelo Primizia, secondogenito dell’avv. Alfredo e della prof.
ssa Mariagrazia Chianese, che si è accostato nella chiesa del Parco Coppola
di Aversa per la prima volta alla mensa
eucaristica in un clima di commovente
spiritualità.
AUGURI
La nostra collaboratrice Speranza Cardillo, già dottoressa
in Giurisprudenza,
si è specializzata in
Scienze Criminoligiche e Criminalistiche, discutendo
il 16 maggio l’elaborato finale presso
la facoltà di Giurisprudenza di Santa
Maria C.V.
AUGURI
Hanno coronato
il loro sogno
d’amore, nella
cornice
del
Duomo di Caserta, Vincenzo
Spatarella
e
Mariangela
Sacca. Al termine della cerimonia amici
e parenti li hanno festeggiati in un noto
locale a Grottaminarda. Auguri ai neo
sposi di lunga felicità da Nerosubianco.
AUGURI
Oggi 8 giugno si festeggia il compleanno di Pasquale Guida! Ogni anno i soliti
auguri, ma questi sono speciali per i tuoi
53 anni. Il nostro augurio è che tu possa
pensare all’avvenire e alle cose belle che
ti riserverà. Buon compleanno! Auguri
da zia Rosetta e famiglia.
AUGURI
Buon compleanno a
Rita Terracciano, che ha
festeggiato i suoi 18 anni
il 4 giugno. Un augurio
speciale da tutta la famiglia e in particolare dalla
sorella Elisa, da Ciro e
dal piccolo Francesco.
AUGURI
Congratulazioni vivissime per Francesco Bocchino, figlio del dott. analista
Pino e dell’insegnante Eva Brusciano,
per la laurea triennale in Ingegneria
conseguita presso la facoltà normanna
della Sun.
AUGURI
Tanti auguri per il suo quinto compleanno a Rosa Manna dal papà Francesco,
da mamma Tiziana e dai nonni Raffaelle
e Rosa e Giuseppe e Maria.
mio
di Giuseppe Chiatto
Da belpaese a paese di Pulcinella
L
40
a movida violenta di Aversa
si tinge di un tocco di
internazionalità.
Tre militari statunitensi della base Us
Navy di Gricignano, qualche notte fa,
sono stati artefici di un litigio con un
ristoratore di via Seggio, la strada della
movida nostrana per antonomasia,
ferendolo con un’arma da taglio ad
una mano. L’uomo è stato giudicato
guaribile in sette giorni. Due dei tre,
uno proveniente dall’Illinois e l’altro
dalla California, sono stati bloccati
dagli agenti del commissariato locale,
dopo una colluttazione.
Per loro la denunzia alla competente
magistratura del tribunale di Aversa –
Napoli Nord per detenzione di arma da
taglio, lesioni e resistenza al pubblico
ufficiale. E’ probabile che i due, però,
come già avvenuto per casi anche più
gravi in cui erano coinvolti militari
statunitensi, siano giudicati dalle
autorità giudiziarie Usa. Questo cari
lettori è pressappoco l’articolo che io
stesso ho letto. Cosa c’è di strano direte
voi? Tutto, o quasi tutto.
Personalmente mi ritengo un patriota
esasperato (ad eccezione della politica e
L’Italia, il paese di Pulcinella
dei politici, cui da tempo ho sviluppato
una specie di idiosincrasia), per cui
gioisco quando la nostra nazione o la
nostra città conclude brillantemente una
vicenda.
Ma come spesso avviene, il nostro Paese
dimostra sempre più irrisolutezza nei
rapporti internazionali. Infatti nonostante
sembri che la vicenda dei due
fucilieri di Marina, Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone,
trattenuti in India da oltre
due anni con l’accusa di aver
ucciso due pescatori dello Stato
del Kerala si stia dirigendo verso
una conclusione, alcune incognite
non lasciano vedere chiaramente
quale sarà l’esito della vicenda.
Viceversa, il caso di Amanda Knox
la statunitense ritenuta colpevole
insieme a Raffaele Sollecito del
delitto di Meredith Kercher non si
è nemmeno presentata nell’Aula
del Tribunale di Firenze. Molti
si domandano: la magistratura
italiana riuscirà a riportarla nel
Belpaese oppure come pensano la
maggior parte degli italiani la bella
studentessa americana riuscirà a
“farla franca”? Io sono convinto che
riuscirà a “farla franca”. È questa la
realtà dei fatti, cari lettori, la nostra
Italia soccombe di fronte agli altri Paesi.
E quindi non mi stupisco per quanto
avvenuto in via Seggio e che i tre
militari saranno giudicati dalle loro
autorità.
La signora Giulia Mazzarella ha compiuto 104 anni lo scorso 31 maggio
Di Villa Literno la nonnina dell’Agro
U
nico ‘vizio’ un caffè dopo il
riposino pomeridiano. Giulia
Mazzarella da Villa Literno ha
compiuto 104 anni lo scorso 31 maggio.
Non c’è la certezza, ma la ‘nonnina’
dell’Agro Aversano, con i suoi quattro
figli (Laura, Enrico, Rosita e Vittorio),
otto nipoti e altrettanti pronipoti,
potrebbe essere la più longeva della
provincia di Caserta in assoluto.
Nonostante viva nel cuore della Terra
dei Fuochi, questo particolare sembra
non averla intaccata. A chi le chiede
quale dieta ha mantenuto nel tempo,
nonna Giulia risponde «mangio di tutto,
ma senza eccedere. Le mie pietanze
preferite sono, comunque, quelle che
contengono verdure. Ne ho mangiate
tante e continuo a mangiarne». E,
quando le si chiede il suo segreto, rivela:
«una tazzina di caffè quando smetto il
riposino pomeridiano».
Attorniata dai familiari Giulia Mazzarella, classe 1910, ricorda ancora episodi
risalenti alla prima guerra mondiale,
quella del 1914-18 e, con voce rotta,
racconta di quando, ad otto anni, giunse
a casa la notizia della morte del fratello
Giovanni che era partito per il fronte.
Ultima di sei figli, l’ultracentenaria liternese, sposò nel 1935 Eduardo Ucciero,
dapprima commissario (con nomina delle truppe di occupazione) e successivamente primo Sindaco del dopoguerra a
Giulia Mazzarella
Villa Literno. Il marito l’ha lasciata nel
1986, all’età di 82 anni. Nonna Giulia
non ha mai conosciuto un ospedale sino
a quando, all’età di 94 anni, le è stato
impiantato un pace maker per aiutare il
suo ‘vecchio’ cuore.
Nicola Rosselli
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PA
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buona, sempre.
Da oltre trent’anni il Caseificio
Caputo produce mozzarella di
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latte di bufale accuratamente
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L
42
a camorra per anni ha agito in
maniera assoluta e indisturbata.
Si è sostituita allo Stato ed ha devastato tutto: l’economia e il territorio.
Le dichiarazioni di un pezzo da novanta
della camorra stanno dando conferma
a ciò che per anni molti intellettuali e
giornalisti hanno sempre sostenuto. Una
stretta e totale connivenza tra apparati
dello Stato e della politica ha consentito
una distruzione in generale della vita di
tanti. Ora si sta verificando il paradosso
che gli stessi camorristi forse, e dico
forse, ci libereranno dalla classe politica
compromessa e complice.
Politici che sono sulla cresta dell’onda
da quarant’anni e che oggi addirittura
vogliono impartire lezioni di trasparenza
e legalità. Senza la complicità di certi
politici come sarebbe stato possibile il
sacco del territorio e lo scandalo della
Eco4? Gli stessi fratelli Orsi, titolari della Eco4 e amici di politici, dichiararono
che non erano altro che teste di legno di
una grande famiglia di camorristi. E certi politici che hanno gestito le assunzioni
non sono forse meno responsabili? Si
sono comprati i voti con la clientela saccheggiando danaro pubblico spargendo
veleni nell’aria e morte per tumore. Cosa
avrebbero potuto realizzare i camorristi
senza l’ausilio diretto di certi funzionari
e di certi dirigenti pubblici e senza l’avallo di politici locali? Sembrano delle
ovvietà a cui nessuno fa caso, anzi alle
elezioni certi personaggi vengono sempre più votati.
Come è possibile che un politico in stato
di arresto prenda comunque migliaia di
voti? Gli elettori sono garantisti fino al
parossismo o sono talmente guasti e anche un po’ cialtroni che pur di difendere
il loro piccolo orticello sarebbero capaci
anche di votare Jack lo squartatore? Del
resto lo Stato aggredendo i patrimoni
finanziari e immobiliari dei camorristi
ha ottenuto e fermato la criminalità
organizzata. Perché non si fa questo con
i politici e si verifica la loro ricchezza?
Com’è possibile che un politico, sia pur
di professione, senza aver svolto un
solo giorno di lavoro, sia ricchissimo?
Dove ha preso il danaro necessario per
Mala tempora
currunt!
Mala tempora currunt!
Siamo forse ora alla vigilia del
paradosso? Quegli stessi
camorristi che ci hanno
distrutto ci affrancheranno
dai politici farabutti travestiti
da agnelli ma lupi feroci?
O tempora, o mores!
Mala tempora currunt!
Lo diceva Cicerone
comprare estese proprietà immobiliari?
Come è possibile dare credibilità a un
politico che in tanti anni ha condotto
faraoniche e costosissime campagne
elettorali senza mai lavorare? Arriveremo a tifare ‘o ninno”, il male, l’antistato
che possano liberarci da certi infami personaggi che hanno rubato a piene mani!
Senza la complicità dei politici corrotti
sicuramente non sarebbe potuto avvenire lo scandalo delle Ecoballe a Villa
Literno su un terreno ove nascevano
i pomodori più buoni del mondo. Ed
anche gli appalti truccati e i piani regolatori truffa con la conseguente devastazione delle aree urbane e rurali sono stati
possibili con la complicità di pusillanimi
politici nonchè ladri e ancor più deprecabili perché camuffati da salvatori del
popolo, in realtà onnivori e sanguisughe
approfittanti della povera gente.
Siamo forse ora alla vigilia del paradosso? Quegli stessi camorristi che ci hanno
distrutto ci affrancheranno dai politici
farabutti travestiti da agnelli ma lupi
feroci. È evidente che senza l’apporto
fondamentale di apparati dello Stato e
di una classe politica in gran parte compromessa, la camorra non avrebbe mai
potuto significare niente. Invece questo
connubio letale ha ucciso migliaia di
persone della provincia di Caserta e di
quella di Napoli.
Oggi, finalmente, ringraziando qualche
giudice coraggioso e la coscienza (sic!)
di un camorrista, sapremo delle verità e
avremo conferma del degrado umano di
certi infami personaggi, oggi ricchissimi
e che ancora pontificano e si ergono a
tutori della legalità e della trasparenza?
O tempora, o mores! Mala tempora
currunt! come diceva Cicerone.
Quando si cacceranno via senza indugio
questi personaggi neri come la morte?
Piccoli uomini che miserrimi si sono
venduti i voti e la vita degli altri. Augh,
ho detto!
CHIPPEWA
L’INIZIATIVA
Il 19 giugno nel Seminario Vescovile di scena la grande giustizia con un importantissimo Convegno
Ad Aversa il primo
presidente della Cassazione
Tema dell’importantissimo convegno la «Legge Anticorruzione: il recente intervento delle Sezioni
Unite sulle modifiche al delitto di concussione». Moderati da Paolo Tanda, con Santacroce, i relatori
saranno Raffaele Cantone, Paolo Trofino, Elio Palombi e Gabriella Casella
Geppino De Angelis
I
n piena fase organizzativa un interessante convegno, che polarizzerà
l’attenzione del mondo giudiziario
sulla nostra città, in programma il prossimo 19 giugno nel seminario vescovile, organizzato dalla Camera Penale del
Tribunale Napoli Nord, dalla Camera
Penale di Napoli, di Santa Maria C.V.,
dai Consigli degli Ordini degli avvocati
di Santa Maria CV e Napoli, facendo
registrare per la prima volta nella (già
gloriosa) storia normanna la presenza
44 del primo presidente della Corte di
Cassazione Giorgio Santacroce.
Il convegno, che sarà introdotto dal nostro concittadino, docente universitario
Giorgio Santacroce
a Roma, avvocato
Paolo Tanda, ha tra
l’altro lo scopo di
dare voce e rappresentanza ai penalisti
del nuovo circondario del Tribunale
Napoli-Nord.
Tema dell’importantissimo
convegno
la “Legge Anticorruzione: il recente
intervento
delle
Sezioni Unite sulle
modifiche al delitto
di concussione”. Una
tematica che, oltre
per gli addetti ai la-
L’INIZIATIVA
vori, avrà la sua notevole ricaduta sulle
tematiche politiche e sociali degli enti
locali ed in generale della nostra Italia,
anche alla luce di allarmanti fenomeni
che si sono manifestati recentemente in
occasione dell’organizzazione di eventi
a carattere mondiale, come l’Expo di
Milano.
Dopo i saluti del vescovo mons.
Spinillo, di illustri magistrati come,
tra gli altri, il presidente della Corte
d’Appello di Napoli Antonio Bonajuto,
del procuratore generale Luigi Mastrominico, della Presidente del tribunale
Napoli Nord Elisabetta Garzo, del procuratore Francesco Greco e di eminenti
esponenti degli ordini degli avvocati di
Santa Maria C.V. e Napoli, si entrerà
Una tematica attualissima
anche alla luce degli ultimi
avvenimenti che si sono
manifestati recentemente in
occasione dell’organizzazione
dell’Expo di Milano
nel vivo dell’attesissimo convegno con
i relatori, moderati da Paolo Tanda,
Raffaele Cantone, presidente Autority Anticorruzione, avvocato Paolo
Trofino, prof. Elio Palombi e dott.ssa
Gabriella Casella dell’ufficio Gip del
Tribunale di Santa Maria C.V., mentre
le conclusioni saranno tratte dal dottor
Giorgio Santacroce, primo presidente
della Corte di Cassazione.
Un convegno di notevole rilevanza
per Aversa, che negli anni scorsi ha
dato all’Italia eminenti personaggi
nel campo giuridico come l’avvocato
Enrico Altavilla e Vincenzo Caianiello,
presidente della Corte Costituzionale e
ministro di Grazia e Giustizia, e per la
cui ottima riuscita si stanno prodigando
col massimo impegno, oltre a Paolo
Tanda, gli avvocati delle Camere Penali
di Napoli e Santa Maria C.V., Franco
Capasso, Antonio Verde, Gianfranco
Mallardo, Celestino Gentile, Luigi
Monaco, Felice Belluomo, Maria
Lampitella e Lello Griffo, che hanno
affidato le conclusioni del loro intervento al nostro amico e concittadino
Paolo Trofino.
45
L’INCONTRO
Si conclude il ciclo di incontri al Secondo Circolo su «La costituzione e i valori della democrazia»
Gli studenti e la costituzione
Bregnini, sostituto commissario ad Aversa, ha invitato i ragazzi non farsi irretire da consigli, inviti,
regali da sconosciuti e a confidarsi sempre con i genitori e gli insegnanti
Salvatore de Chiara
«L
46
a Costituzione ed i valori
della Democrazia»: questo
il tema di un’interessante
meeting tenutosi presso il Secondo
Circolo didattico di Aversa, a conclusione di un lungo ciclo di incontri
nell’ambito del progetto sulla legalità di
cui è stata ottima referente l’insegnante
Emilia Mariano, con la supervisione del
dirigente scolastico Gennaro Caiazzo e
con la collaborazione dell’intero corpo
docente della scuola.
Un ciclo di incontri che hanno visto
impegnati quali relatori autentici addetti
ai lavori, tra gli altri i giornalisti Nicola
De Chiara, Geppino De Angelis ed
Enzo Sagliocco, il comandante della
polizia municipale Stefano Guarino, i
magistrati Nicola Graziano e Federico
Bisceglia, il senatore Lucio Romano,
il tenente dei vigili urbani Nicola
Mazzarella, il presidente del tribunale
Elisabetta Garzo, alcuni sottufficiali
delle fiamme gialle, tanto per citarne
soltanto alcuni che hanno sviscerato
De Angelis, soffermatosi
sulla storia della nostra
Costituzione, di Paolo
Tanda, che ha focalizzato
il suo intervento su alcuni
articoli cardine della Costituzione, e della signora
Bregnini che, da responsabile del settore minori
del locale ufficio della
polizia di Stato, ha messo
in luce l’operato della
polizia a tutela dei minori,
invitando tutti a non farsi
irretire da consigli, inviti,
L’incontro conclusivo nell’istituto di Gennaro Caiazzo
regali da sconosciuti,
confidandosi sempre con
il tema della legalità sotto molteplici i genitori e gli insegnanti, i protagonisti
aspetti, con un frasario semplice, facil- della giornata sono diventati i ragazzini
mente recepibile dai piccoli alunni delle delle quarte e quinte classi che hanno
elementari. A chiudere il ciclo, sul tema posto interessanti domande. Tanda e
indicato ad inizio di note, il nostro col- Geppino De Angelis hanno auspicato
laboratore preside Geppino De Angelis, che incontri del genere vadano effettuati
il docente universitario avvocato Paolo nel prossimo anno in tutte le scuole
Tanda ed il sostituto commissario della dell’obbligo per inculcare nell’animo
Polizia di Stato di Aversa, signora Luisa dei ragazzini i principi del rispetto delle
Bregnini. Dopo l’intervento di Geppino regole, veicolandoli in famiglia.
inVito@pranzo
U
na ricetta mondiale che ricorda
la nazionale. Stanno per arrivare i mondiali di calcio e dato
che gli incontri si svolgeranno di notte
(se non sbaglio il primo incontro dell’Italia è a mezzanotte) occorre preparare
dei pizzi leggere e facilmente digeribili.
Ecco un piatto veloce (qualcuno li definisce maccheroncelli estivi, qualche
altro, pennette tricolori), ma potremo
chiamarli come più ci piace.
Gli Ingredienti: 400 grammi di pasta
corta (100 grammi a persona) 200
grammi di pomodoro pachino, 200
grammi di mozzarella di bufala (o in
alternativa fiordilatte del Matese o di
Agerola); parmigiano (oppure grana);
olio qb; sale qb; pepe qb: basilico
Preparazione: Mettete a cuocere la
di Vito Faenza
pasta nel frattempo
tagliate a cubetti
(piccoli) la mozzarella e i pomodori.
Scolate la pasta e
conditela con un po’
d’olio, il parmigiano
e fatela raffreddare. Aggiungete i
pomodori e la mozzarella e impiattate
guarnendo con le foglie di basilico e
aggiungendo (se vi piace una spruzzata
di pepe grattugiato fresco). In questo
modo avrete preparato un piatto tricolore.
Invece di servirli tiepidi, come vuole
la ricetta, potete anche far raffreddare
completamente la pasta dopo averla
Una ricetta ...mondiale!
condita con il parmigiano e l’olio, poi
aggiungete pomodori e mozzarella e
mettete in frigorifero aggiungendo alcune foglie di basilico per dare aroma.
E’ un’insalata di pasta, piacevole specie
quando fa caldo. Al momento di servire,
in questo, aggiungete altro basilico per
ottenere un effetto tricolore più deciso. LA STORIA
Continua la storia del beato Mario Vergara: la partenza per la Birmania dopo l’ordinazione sacerdotale
A Citaciò inizia il programma
di evangelizzazione
Nei sei anni che trascorse a Citaciò, P. Vergara si sforzò costantemente di attuare il suo
programma di evangelizzazione soprattutto con l’aiuto dei catechisti, da lui ritenuti indispensabili
per penetrare nell’ambiente pagano. Quando arrivò la gente prese subito ad amarlo
N
48
on era trascorso un mese
dall’ordinazione
sacerdotale
quando il P. Vergara aveva già
ricevuto la notizia della sua destinazione
alla missione del Toungoo, in Birmania.
Suoi compagni di partenza sarebbero
stati: PP. Grazioso Banfi e Giovanni
Camnasio per la missione di Kengtung;
PP. Giovanni Bracco e Geremia Arosio
per la missione di Weihwei; PP. Anchise
Rasi e Carlo Merlo per la missione di
Bezwada; P. Anselmo Finelli per la
missione di Hyderabad; P. Antonio
Botolo e Fr. Vittorio Pellegrini per la
missione di Dinajpur; PP. Antonio Zago
e Luciano Aletta per la missione di
Hong Kong.
Questi dodici missionari del PIME si
raccolsero per una settimana, nel silenzio
e nella preghiera, presso il Collegio dei
Padri Oblati di Rho (Milano), all’ombra
del santuario della madonna del pianto,
per impetrare le virtù apostoliche
da Dio. Il P. Giuseppe Strizoli, che
fu testimone di quanto avvenne nei
giorni seguenti a quella settimana di
grazia, così raccontò gli avvenimenti
del 20 e 21 settembre 1934: «La sera
del 20 settembre, raccolti nella devota
chiesa pubblica dell’Istituto, presenti le
comunità dei chierici dei fratelli, davanti
al simulacro dell’Apostolo delle Indie, i
partenti ricevettero dalle mani del nuovo
Superiore Generale S.E. mons. Balconi
la pagella di missionario apostolico; il
momento sognato e sospirato da tanti
anni era finalmente giunto!».
P. Vergara arrivò nella missione di
Toungoo nell’ottobre 1934, essendo
vescovo mons. Emanuele Sagrada,
il quale fu missionario per 55 anni in
Birmania, vicario apostolico di Toungoo
dal 1908 al 1937, e si può a ragione
considerare l’organizzatore della Chiesa
nella Birmania orientale. Politicamente,
Padre Mario Vergara
al tempo in cui il p. Vergara andò in
Birmania, il paese era sotto la sovranità
britannica e faceva parte dell’Impero
indiano. La sera del 4 novembre 1934, il
P. Vergara e i suoi compagni di viaggio
P. Giovanni Camnasio e P. Grazioso
Banfi arrivarono a Toungoo, mentre
questi due proseguirono per Moulmein
per lo studio dell’inglese presso i Fratelli
delle Scuole Cristiane, P. Vergara fu
trattenuto a Toungoo, perché lì non c’era
posto per lui. Nel frattempo fu affidato
alle cure del P. Ziello, già suo maestro
nel seminario di Aversa, per la pratica
di quella lingua. In seguito fu affidato
alle cure del P. Giovanni Resinelli per
lo studio del birmano. P. Resinelli, in
quel tempo (1935) era ancora vicario
generale e aveva al suo attivo già 42
anni di missione, essendo arrivato in
Birmania nel 1893. «Allo studio di
queste lingue locali, in cui fu impegnato
nei primi due anni di missione, P.
Vergara si applicò con pazienza e cura
meticolosa, anzi con vera passione,
attestava il P. Ziello, tanto che in un
tempo relativamente breve fu in grado
di parlarle tutte». Alla fine del 1935
mons. Sagrada lo inviò nel distretto
di Citaciò, tra i Cariani rossi, abitanti
sui monti, un distretto ove negli anni
precedenti avevano lavorato il P. Alfredo
Lanfranconi, il P. Ernesto Ravasi e fino
al 1936 il P. Pietro Mora. Citaciò, allora
era un villaggio fuori mano, situato sui
monti e circondato da altri 29 villaggi
cattolici. La popolazione, di razza
cariana, della tribù dei Sokù era buona,
ma molto povera e arretrata. «A Citaciò
– scriveva P. Vergara sulla rivista Le
Missioni Cattoliche, 1937 – non vi sono
strade di comunicazione, ma sentieri e
viottoli che sono impraticabili durante i
mesi delle piogge. L’unica ricchezza del
paese è costituita dal poco, dico poco,
bestiame che si vende o si uccide in
caso di sponsali. Vestiti? Disinvoltura
massima: una camicia ed un paio di
brachette per tutte le quattro stagioni, che
una volta indossate non si depongono se
non quando sono ridotte a brandelli; con
quanto a discapito dell’igiene ognuno se
lo può immaginare». Quando P. Vergara
arrivò a Sokù , tutto il distretto soffriva
la fame, già da due anni non si faceva
il raccolto del riso a causa dei topi che
divoravano tutto. P. Mario si impegnò
ad aiutare la gente a superare il flagello.
Esaurì tutte le risorse di riso presenti
nel villaggio principale di Citaciò e
la gente prese ad amarlo, sentimento
che suscitò molte conversioni. Nei sei
anni che trascorse a Citaciò, P. Vergara
si sforzò costantemente di attuare il
suo programma di evangelizzazione
soprattutto con l’aiuto dei catechisti, da
lui ritenuti indispensabili per penetrare
nell’ambiente pagano.
Don Davide Sglavo
Arturo Formola
3 - continua
SCAFFALE
In un libro presentato al centro «Caianiello» di Aversa il rapporto meraviglioso tra padre e figlio
«Al di là della barricata»
Il lavoro di Vittorio Gatto è stato presentato all’auditorium Caianiello dal professor Rosato, dal senatore
Romano e dal sindaco Sagliocco.
Luca Faenza
L’
50
improvvisa scoperta di un
male incurabile. Il passaggio
da medico a paziente. La
lotta contro il male e la riscoperta di
un rapporto con il figlio, compagno di
questa lotta. Il libro autobiografico di
Vittorio Gatto, “Al di là della barricata”, racconta Ettore Gatto, suo padre,
nel momento più difficile della propria
esistenza, quando va al di là della
barricata e si trova dalla parte delle
persone che devono essere curate. Ma
questo passaggio è anche un momento
dolcissimo, con la scoperta di suo figlio. Tra Vittorio e suo padre comincia
un dialogo, un rapporto in cui il figlio
diventa il sostegno del padre, dopo
essere stato sostenuto da lui. Il dolore
si alterna al dolcissimo piacere di scoprirsi, dialogare, confessarsi. Un libro
autobiografico, quasi un diario – ha
Un momento della presentazione
sostenuto tra l’altro il professor Rosato
che ha avuto Vittorio tra i suoi allievi
al Liceo Cirillo – di un periodo troppo
breve e per questo meritevole di essere
ricordato, portato all’attenzione di
tanti, amici e non. Un libro è composto
da due metà, una personale dell’autore – ha proseguito Rosato - l’altra del
lettore che metabolizza la storia che
viene raccontata. E questa storia
merita di essere letta”. Del rapporto fra scienza e fede ha invece
parlato il senatore Romano. Un
rapporto che trasforma la terapia
in cura, perché la terapia è legato
alla scienza, ma non tiene conto
dell’umanità e quindi della dignità dell’uomo, mentre la fede va al
di là e trasforma la terapia in cura,
che significa dare “dignità” a chi
è affetto dalla malattia. Il saluto
del sindaco Sagliocco, amico personale di Ettore, ha preceduto una
sorta di “intervista confessione” in cui
Vittorio ha parlato delle motivazioni
che lo hanno spinto a scrivere questa
storia, del travaglio nel decidere di
pubblicarla ma anche della decisione
di devolvere il ricavato alla ricerca
contro il cancro. Il grandissimo affetto
di Vittorio per Ettore, che con questo
romanzo-verità continuerà a vivere.
CALCIO
Un’annata andata storta ma il verdetto per i granata non potrebbe essere definitivo
Ripescaggio? Più di una speranza
La società di Spezzaferri e Cecere, per storia, per bacino d’utenza potenziale, per stadio
(che bisognerebbe aumentare di 500 posti) e per credibilità finanziarie è tra le favorite
Giuseppe Lettieri
C
on la sconfitta in terra toscana
con il Tutto Cuoio, dopo l’assurdo pareggio maturato ad
Aversa in pieno recupero di fine partita
dai toscani nell’incontro d’andata, l’Aversa Normanna dice definitivamente
addio alla Lega Pro e al calcio professionistico dopo sei anni di permanenza
in seconda Divisione. Un’annata andata
decisamente storta, soprattutto nel
girone di ritorno, quando in corsa, il
presidente Spezzaferri, al fine di dare
una scossa all’ambiente, ha sostituito
mister Di Costanzo, allenatore con tante
esperienze anche in serie B, esonerato
nonostante su di lui si fosse investito
per i prossimi due anni, con mister Provenza, il medico galantuomo che, però,
non è riuscito nelle ultime giornate a
recuperare il passo, fermandosi a tre
punti dalla promozione diretta.
I tifosi ci credono
Sull’impegno dei giocatori, o meglio di
alcuni di loro, e sulle performance della
squadra, preferiamo non pronunciarci
poiché già è bastato il verdetto del
campionato. Verdetto definitivo? Resta
aperta la speranza del ripescaggio. La
società di Spezzaferri e Cecere, per storia, per bacino d’utenza potenziale, per
stadio (occorrerebbe portare piccole
modifiche allo Stadio Bisceglia tra cui
l’aumento di 500 posti a sedere) e per
credibilità finanziarie è tra le favorite.
Uno solo il parametro negativo.
La carenza di pubblico riscontrata dalla
Lega durante quest’ultimo campionato.
Per saperne di più dovremmo attendere
gli inizi di luglio, solo allora sapremo
se l’Aversa Normanna rimarrà tra
i professionisti oppure tornerà tra i
Dilettanti. Intanto, al momento per
prassi legale bisognerà iscriversi al
Campionato di Serie D che costituisce
anche la credenziale per il ripescaggio.
La serie D come tifosi ed Aversani ci ha
dato belle soddisfazioni con la vittoria
della Coppa Italia e dello Scudetto.
Momenti vissuti in condivisione con gli
autori di quel miracolo calcistico e di
tutta la città che si strinse in due grandi
abbracci, quello di piazza Municipio
per la Coppa Italia e nei pressi di Porta
Napoli per la storica promozione in
lega Pro.
51
SALUTE
Possibile l’inserimento dell’impianto nella stessa seduta in cui è stato estratto il dente compromesso
Quando è ora di fare
l’impianto
M
i chiamo Antonietta, ho 40
anni e ho dovuto estrarre un
premolare superiore cinque
mesi fa. Per problemi economici non mi
è possibile subito affrontare l’onerosa
spesa di un impianto. Vorrei sapere
entro quanto sarebbe opportuno che
facessi l’impianto prima che sia troppo
tardi (ossia venga a mancare osso.)
oppure l’impianto si può fare quando si
vuole? Voglio dire, se io decidessi di far
fare l’impianto tra un anno o poco più,
sorgerebbero dei problemi? Grazie.
52
Gentile signora Antonietta, sicuramente
la scelta migliore sarebbe mettere l’impianto prima possibile, ma la biologia
ossea è estremamente variabile, infatti
ci troviamo zone postestrattive recenti
che hanno subito grossi riassorbimenti
e zone post-estrattive di molti anni
che hanno mantenuto una buona quota
ossea. Inoltre va considerato il fatto che
i denti contigui possono spostarsi verso
la zona lasciata vuota
riducendo lo spazio
da occupare col manufatto protesico inficiando così il risultato
estetico e funzionale.
Inoltre gli studi in
materia di implantologia dimostrano
ormai da più di un decennio che l’osso
in cui viene tempestivamente inserito un
impianto tende grazie ai carichi masticatori a mantenersi più forte con ovvie
ripercussioni sulla durata dello stesso.
Quest’ultima considerazione la possiamo anche ribaltare sul piano economico
dicendo che un impianto inserito subito,
godendo di una maggior quantità e qualità dell’osso è sicuramente un impianto
che ha più probabilità di dare esito positivo e con una maggiore durata negli
anni (quindi ritardare il più possibile
un nuovo intervento
protesico).Tenendo
conto degli studi di
cui sopra e per ridurre
le sedute chirurgiche
e quindi aumentare il
comfort del paziente
oggi sempre più spesso si utilizza la tecnica
dell’implantologia post-estrattiva che
prevede l’inserimento dell’impianto
nella stessa seduta in cui si effettua
l’estrazione del dente compromesso.
Per quanto riguarda l’aspetto meramente economico posso dirle che è ormai
diffusissima negli studi odontoiatrici la
possibilità di accedere a finanziamenti
personalizzati che le darebbero la
possibilità di non rimandare a data da
destinarsi la risoluzioni delle sue problematiche dilazionando il pagamento a
suo piacimento. Cordiali Saluti
dott. Fabio SICHEL TURCO
IL PERSONAGGIO
Sagliocco ha consegnato una targa alla memoria alle figlie Marilena, Giuliana e Teresa
Aversa in onore del
Sindaco Ciro Andreozzi
La storia di un uomo dal forte senso della giustizia e dell’onestà che non portò a termine l’incarico di
primo cittadino, dimettendosi dopo poco. I ricordi della figlia Giuliana. La dedizione per i «suoi» mutilati
Lello Ponticelli
I
54
l sindaco Sagliocco ha consegnato,
il 31 maggio scorso, una targa alla
memoria ai familiari. Un doveroso
riconoscimento dell’Amministrazione
comunale all’ex Sindaco, al già presidente della sezione aversana dei “Mutilati ed invalidi di guerra” e all’uomo
di scuola, già preside del magistrale
“Jommelli” e dell’istituto tecnico “Andreozzi”. Ricordiamo la storia del cavaliere e commendatore al merito Ciro
Andreozzi. Ciro Andreozzi nacque a
Giugliano il 18 settembre 1915 e venne
presto ad abitare ad Aversa con la sua
famiglia, dove è vissuto fino alla morte.
Frequentò ad Aversa il Liceo Classico
«Cirillo» e, successivamente, conseguì
Il sindaco Andreozzi con l’ammiraglio Ruta
sia la laurea in lettere classiche sia la
laurea in filosofia presso l›Università di
Napoli.
Prestò servizio militare inizialmente
presso la caserma di cavalleria a Pinerolo e poi come ufficiale di fanteria nella
divisione Siena.
Con la sua divisione prese parte, col grado di Tenente, alla campagna di Albania
e, il 14 aprile 1941, fu gravemente ferito
a Monastero, sulla tristemente famosa
quota 731 dove imperversarono violenti
combattimenti e dove gli Italiani lasciarono ben 22.000 caduti. “Era diventata
un cumulo di morti – ricorda la figlia
Giuliana - tanto che sembrava di essere
tornati alla grande guerra con assalti alla
baionetta”. Per il suo impegno ricevette
due Croci al merito di guerra.
Dopo la guerra prese attivamente parte
alla vita della locale sezione dell’Associazione Nazionale tra Mutilati e
IL PERSONAGGIO
Invalidi di Guerra (l’ANMIG), della
quale fu presidente fin dal 1945, incarico che lasciò dopo quasi trent’anni per
ricoprire il ruolo di Delegato regionale.
Contemporaneamente, dal 1949, fu anche componente del Comitato centrale.
Ciro Andreozzi partecipò attivamente
anche alla vita pubblica di Aversa.
Fu consigliere comunale e, dal 1956
al 1958, fu Sindaco della città. In tale
veste, tra le altre cose, nel 1956, si impegnò perché ad Aversa venisse istituito
un Istituto magistrale statale che allora
mancava.
Iniziò la sua carriera professionale come
docente di materie letterarie in diversi
Istituti di scuola superiore e, successivamente, divenuto preside, diresse
prima l’Istituto magistrale «Iommelli»,
poi l’Istituto Tecnico per geometri di
Teano ed, infine, l’Istituto Tecnico per
geometri «Andreozzi” di Aversa. Andato in pensione come preside degli istituti statali, ricoprì, su invito dell’allora
Vescovo di Aversa Antonio Cece, per
oltre dieci anni, l’incarico di preside del
Liceo Ginnasio «Caracciolo», annesso
al Seminario vescovile.
I meriti del prof. Andreozzi hanno avuto
pubblico riconoscimento sia da parte
del Comune di Aversa che gli ha conferita una medaglia d’oro per l’attività
svolta in favore della città sia da parte
due anni. «Svolgeva con
attenzione e dedizione i
suoi compiti sia di Preside sia di Presidente della
sezione
dell’ANMIG
– continua la figlia controllando che non
fossero fatte discriminazioni di alcun genere in
danno dei «suoi» mutilati. Partecipava sempre
molto attivamente alla
vita dell’Associazione
Il Sindaco e De Chiara con le figlie di Ciro Andreozzi
prendendo parte ai vari
congressi
nazionali
dello Stato italiano con il conferimento, e, all’inizio degli anni ‘80, fu ospite,
prima, del titolo di Cavaliere ufficiale e, assieme ad altri ex combattenti, del
poi, di Commendatore al Merito della governo russo. Fu sempre animato da
Repubblica ed, infine, da parte dello un immenso amore per la sua terra. Per
Stato della Chiesa con il conferimento lui il termine «patria» non era una vuota
del titolo di Commendatore dell’ordine parola ma qualcosa in cui credere e del
di San Gregorio Magno.
cui benessere morale e materiale si era
Il prof. Andreozzi è stato uomo di vasta responsabili in prima persona. La vita
cultura, appassionato dantista, gradevo- di papà fu sempre improntata al rispetto
le poeta. Pubblicò, infatti, tre volumi di delle regole e ad una profonda fede. Fu
poesie dedicate ai suoi amici, alla sua legato da un infinito amore, ricambiato,
famiglia, alla sua storia.
alla sua Ninuccia che rappresentava per
Uomo di profonda rettitudine, aveva un lui il punto fermo, il pilastro solido al
forte senso della giustizia e dell’onestà. quale ancorare la sua vita. A noi figli ha
Per tale motivo fu talvolta in disaccordo lasciata un’eredità morale senza tentencon i suoi stessi compagni di partito namenti e senza compromessi, trasmettanto che non portò a termine l’incarico tendoci i principi che hanno informata
di Sindaco, dimettendosi dopo circa tutta la sua esistenza»
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LE CELEBRAZIONI
L’artista tedesco incontrò il musicista a Roma tra il 1751 e il 1752. Fu allora che realizzò il ritratto
Anton Raphael Meng
e Niccolò Jommelli
Grazie a quest’opera possiamo conoscere il volto di Jommelli prossimo ai quaranta anni. L’aversano
è ritratto nel suo caratteristico aspetto: alta fronte, le sopracciglia folte, il volto carnoso e rubicondo, il
collo taurino, il grande naso, la bocca sinuosa. E prossimo alla grande avventura di Stoccarda
Franco Pezzella
N
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el museo del Conservatorio di
San Pietro a Majella di Napoli si
conserva un Ritratto di Niccolò
Jommelli attribuito ad Anton Raphael
Mengs (Aussing 1728 - Roma 1779), il
grande e poliedrico artista tedesco (fu,
infatti, anche storico e critico d’arte)
che, rinnegata la tradizione pittorica
del Barocco e del Rococò e rivoltosi
allo studio dell’antico e di Raffaello,
creò composizioni di nobile semplicità,
dai colori chiari e brillanti, che gli meritarono la fama di maggiore esponente
del Neoclassicismo. Il dipinto, un olio
su tela che misura cm. 91 x 72, attribuito
all’artista tedesco da Ettore Santagata,
fu verosimilmente realizzato a Roma tra
il 1751 e il 1752 dove i due ebbero modo
d’incontrarsi perché entrambi attivi in
quella contingenza nella Città Eterna:
l’uno per dipingere a diretto contatto
con i capolavori classici la pala con l’Ascensione destinata all’altare maggiore
della Katholische Hofkirche (chiesa
della SS. Trinità) di Dresda su incarico
di Augusto III, di cui era pittore di corte
nonché brillante e acuto ritrattista, l’altro, nelle vesti di coadiutore del maestro
di cappella di San Pietro in Vaticano,
Pietro Paolo Bencini. Nonostante gli
impegni assunti con la corte, lungo tutto
l’arco del suo soggiorno a Roma, Mengs
continuò, infatti, a dipingere ritratti, nei
quali ricercò, nevvero, l’essenzialità e
l’introspezione, ma anche la perfezione,
elegante e semplice allo stesso tempo,
dei pittori del Cinquecento. Una straordinaria eleganza e semplicità pervade,
infatti, anche il ritratto del musicista
aversano, eseguito con mirabile perizia
tecnica e raffinatezza pittorica, dove il
Nostro è ripreso a figura terzina con una
parrucca bianca, nel consueto abbiglia-
Mengs, ritratto di Niccolò Jommelli
Il dipinto pervenne
al Conservatorio di Napoli,
attraverso una donazione del
suo bibliotecario, il cavaliere
Francesco Florimo, insieme
con altri 17 ritratti di famosi
musicisti e ad un grande
numero di cimeli
mento settecentesco. Grazie a questo
ritratto possiamo conoscere il volto di
Jommelli prossimo ai quaranta anni; i
lineamenti caratteristici sono naturalmente gli stessi dei ritratti precedenti e
successivi: l’alta fronte, le sopracciglia
folte, il volto carnoso e rubicondo, il
collo taurino, il grande naso, la bocca
sinuosa, ma l’espressione è ben diversa;
in questo volto ci sono forza e decisione
unite a orgoglio e compiacimento di sé.
Jommelli è reduce dai successi ottenuti
negli anni addietro a Napoli, Bologna,
Venezia, Padova, Ferrara, Torino,
Lucca, Parma, Spoleto e prossimo alla
grande avventura a Stoccarda che lo
consacrerà definitivamente nell’Olimpo
della Musica. Il dipinto in oggetto
pervenne alla prestigiosa istituzione
musicale napoletana, attraverso una
donazione del suo bibliotecario, il
cavaliere Francesco Florimo, insieme
con altri 17 ritratti di famosi musicisti
del passato, a un considerevole numero
di cimeli e a 24 voluminose cartelle
contenenti musica autografa di Bellini,
Verdi e di molti altri maestri. E lo stesso
Florimo a informarci della donazione
laddove, in appendice alla sua storia
sulla scuola napoletana, riporta la relativa corrispondenza. Accreditato maestro
di canto, oltre che compositore, critico
e studioso dell’arte musicale, Francesco
Florimo (San Giorgio Morgeto, Reggio
Calabria, 1800 - Napoli 1888) è noto
soprattutto per essere l’autore di un
manuale di Metodo premiato all’Esposizione Universale di Parigi nel 1877 e
in quella Nazionale di Milano del 1881.
Membro di molte accademie italiane fu
promotore, tra l’altro, di un’accademia
di studi e di un Premio dedicato a Vincenzo Bellini, di cui era stato compagno
di studi al Conservatorio di Napoli.
Devotissimo a questa istituzione, nella
quale aveva speso gran parte della sua
esistenza, prima insegnando canto e
pianoforte e poi esercitandovi la funzione di archivista, mentre era ancora in
vita, vi lasciò tutti i suoi cimeli, tra cui
un calamaio di marmo un po’ ingiallito
dal tempo, che era servito a contenere
l’inchiostro utilizzato per la stesura di
alcune delle più belle pagine della storia
della musica.
STORIA NOSTRA
Era caduta in miseria profonda per la morte del marito «Ciccillo ‘o scagnato» e del figlio in guerra
La triste storia di Niculina
‘a pazza del rione S. Giovanni
Sbarcava il lunario come poteva, con una specie di bancarella approssimativa, allestita su un rustico
carrettino di legno (che spingeva a mano) su cui deponeva un po’ di tutto, principalmente generi
commestibili. Faceva della saporose «carcioffole arrostite» ma il vicinato prese a ...contrastarla!
Antonio Marino
O
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gni strano comportamento
umano, se si va nel profondo,
ha sempre un qualcosa che
generalmente lo giustifica. Ne è un
esempio eloquente l’eccessiva irascibilità della donna che, sommariamente,
illustriamo in questo pezzo. Una popolana che è vissuta nella prima metà
del secolo scorso, quando buona parte
degli aversani conosceva la grama vita
dei bassi. Niculina, come si chiamava,
abitava in uno di questi asfittici monolocali a pianterreno, a ridosso del rione
S. Giovanni, nell’ultimo tratto di via
Scalella. Caduta in miseria profonda
per la morte prematura del marito “Ciccillo ‘o scagnato“, dopo la scomparsa
del figlio in guerra, trascinava la sua
tristissima esistenza squallidamente.
Ossessionata dai ricordi che spesso
l’assalivano e che, mettendone in subbuglio la mente, la mettevano in contrasto col prossimo …che abitualmente
la evitava.
Sta di fatto che, quando la s’incontrava per la strada, col naso adunco e le
sopracciglia aggrottate, si preferiva
prendere il largo. E Lei rimaneva sola,
assorta nei suoi pensieri, e blaterava
talvolta parole sconnesse al vento tra lo
scherno dei ragazzi del rione. I quali,
canzonandola ad alta voce (la chiamavano Niculina ‘a pazza), di solito ne
seguivano i passi incerti fin sotto l’antica Porta di S. Giovanni. Dove l’infelice
Niculina arrivava trafelata, inviperita al
massimo, e piazzava una sua bancarella
nei pressi dei ruderi della vecchia cinta
muraria della città, di fronte a via dei
torchi.
Una specie di bancarella approssimativa, allestita su un rustico carrettino
di legno (che spingeva a mano) su cui
Aversa via Municipio anni Cinquanta
deponeva un po’ di tutto, principalmente generi commestibili. Dal ricavato
misero dei quali, quando riusciva a
venderli, sbarcava il lunario nella speranza di un indomani migliore. E i suoi
giorni, sempre grigi anche quando alto
splendeva il sole, passavano cosi monotonamente tanto che della solitudine la
povera donna se ne era fatta una difesa.
Una difesa d’istinto, maturata forzatamente nel tempo, che esaltandone
(almeno apparentemente) il carattere,
la rendeva quasi scorbutica agli occhi
della gente.
I pochi clienti che aveva, purtroppo,
erano persone non del luogo, di passaggio, che generalmente acquistavano
primizie di stagione come fave, broccoletti, prugne, ciliege (che abbondavano
in quel tempo in zona), lodi e altre prelibatezze del genere. Ma dove la nostra
Niculina era brava e più richiesta, era
nella preparazione e cottura delle “carcioffole arrostite”, il cui saporoso odore
si spandeva tutto dintorno attraendo la
gente.
Le preparava con tale maestria, con
gli ingredienti più adatti, da far venire
l’acquolina in bocca perfino - ci sia
concesso dirlo - agli animali randagi
che la osservavano da lontano.
Nonostante la bontà del prodotto, il
fumo dell’arrostimento finì, col passar
del tempo, con l’urtare il vicinato che
prese a contrastarla.
Prima con gli avvertimenti e poi …via
via con una serie di dispetti che, aprendo nuovo scenari, misero Niculina nella
impossibilità di operare.
Oltre, infatti, ad apostrofarla con le
parole più insulse, un giorno le massaie
del luogo finirono col prendere a calci
la fornacella con i carciofi facendola
volare via. Niculina andò su tutte le
furie, raccolse quanto poteva, e se ne
ritornò a casa piangendo per tutta la
notte. Il mattino seguente, dopo essersi
ripresa, ritornò all’opera mettendosi
a vendere poco più distante, all’inizio
dell’allora via dei carretti (da annotare
che alcune di queste diciture stradali
esistono ancora) ma la sua clientela
andò scemando.
Cominciò allora ad essere presa
da continue crisi di sconforto, che
incisero sul suo già precario stato
psichico mettendola in conflitto con se
stessa e maggiormente col prossimo.
Diventando sempre più spettacolari e
preoccupanti i suoi attacchi d’ira, che
non risparmiavano niente e nessuno,
la poveretta fu rinchiusa nella sezione
staccata femminile del Manicomio di
Aversa. Nel quale conobbe, anche per
le cure non adatte che riceveva, giorni
ancora più tristi spegnendosi (male a
male) nel giro di poco tempo.
La sua morte passò del tutto inosservata,
come quella di tutte le persone di poco
conto, e, ironia della sorte, qualcuno
che la conosceva ebbe a dire: “Ora non
è più sola, finalmente si è ricongiunta
ai suoi, ha finito di patire”, chiudendo
così un caso su cui ci sarebbe molto da
discutere.
STORIA NOSTRA
Il 15° reggimento stazionò ad Aversa fin dal 1863 nel Quartiere di Cavalleria
I Cavalleggeri di Lodi
tra briganti e borbonici
Non mancarono operazioni di «protezione civile»: nel 1907, nel manicomio di Aversa scoppia
un’epidemia di colera e per prevenirne il diffondersi si ricorre ancora a loro. Gli Squadroni del «Lodi»
si alternano 24 ore su 24, dal 18 ottobre e per quindici giorni a guardia del nosocomio normanno
Salvatore di Grazia
I
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l castello aragonese era divenuto
Quartiere di Cavalleria durante il
periodo borbonico perché Aversa
era considerata l’ultima difesa di Napoli
da attacchi provenienti dal nord. Da
quel nord dove il Regno confinava
con lo Stato della Chiesa che non poteva essere garanzia di sicurezza vista
l’inconsistenza dell’esercito papalino
(ed i fatti lo dimostreranno più volte).
Con l’entrata dei garibaldini ad Aversa,
prima, e con l’arrivo dell’esercito piemontese, poi, il quartiere di cavalleria
ebbe nuovi “ospiti”, che tutto parlavano
meno la lingua locale e spesso neanche
l’italiano. I nuovi padroni, resisi conto
che per la sua posizione strategica e
borbonici, definiti
da loro “briganti”,
al 15° Cavalleggeri di Lodi.
Nella cartolina del
1904 che vedete
pubblicata c’è un
gruppo di trombettieri del 15° con
gli ufficiali ripresi
all’interno
del
nostro
quartiere
di cavalleria. Ma
I Cavalleggeri di Lodi ad Aversa in una cartolina del 1904
come mai i Cavalper la presenza di infrastrutture militari leggeri di Lodi si trovavano nella nostra
come appunto era il Quartiere di Ca- città? Il reggimento era stato istituito il
valleria, poi caserma “La Marmora”, 25 agosto del 1859 e quattro anni dopo,
affidarono la piazza militare di Aversa, il 30 gennaio del 1863, era partito per
nel culmine della lotta contro i resistenti il meridione, arrivando ad Aversa il 10
STORIA NOSTRA
marzo, per partecipare alla campagna
di repressione del brigantaggio. Era la
prima missione, ma gli entusiasmi erano
smorzati dalla natura stessa dell’impegno poiché l’attività affidata militari
era loro sgradita, abituati ed addestrati
a combattere un nemico in uniforme che
obbedisce a regole canoniche e non impegnati in una guerra fatta di imboscate
su terreni aspri, con gli agguati assunti a
prassi quotidiana.
Alcuni squadroni verranno distaccati
a Napoli ed uno inviato in Molise.
Altri due verso il Beneventano, dove si
scontreranno con la banda Caruso presso Pietramelara: 11 “briganti” furono
uccisi e caricati su una carretta furono
portati in paese per il rito (si usava così)
dell’esposizione, come monito ad altre
«teste calde». Gli stessi cavalleggeri
provvederanno, poi, a seppellire un
cavallo morto durante il combattimento. Il 3 dicembre del 1863, ad Aversa,
faranno gli onori militari al funerale del
Capitano Marro, morto pazzo nel locale
manicomio. Nel gennaio del 1864 solo il
6° squadrone rimane ad Aversa, mentre
il Reggimento viene trasferito a Foggia.
Poco dopo, il 6° squadrone andrà a
confluire nel neonato “17° Cavalleggeri
di Caserta”, reggimento creato per integrare i militari del disciolto esercito borbonico, con forte presenza piemontese.
Nel maggio del 1866, alla vigilia
della terza guerra d’indipendenza, il
Reggimento è spostato al Nord ma
provvisoriamente, giacché si trovano
cartoline del Lodi spedite da Aversa. Nel
1907, nel manicomio di Aversa scoppia
un’epidemia di colera e per prevenirne
il diffondersi si ricorre ancora a loro. Gli
Squadroni del “Lodi” si alternano 24
ore su 24, dal 18 ottobre e per quindici
giorni, a guardia del nosocomio impedendo il traffico di personale, viveri e
masserizie e dando, come riferiscono
le cronache dell’epoca, “bella prova di
altruismo, di salda disciplina e di abnegazione”.
Erano arrivati per combattere i “briganti” i Cavalleggeri di Lodi e alla fine
svolsero opera di «protezione civile»
visto che ormai la resistenza era stata
stroncata da un pezzo. La gloria, quella
vera, fatta di uniformi contro uniformi,
di cariche di cavalleria con bandiera
al vento, andranno a cercarla su altri
campi.
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State per regalare al vostro palato
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«I Normann» e il secondo appuntamento con la fotografia
Ad Aversa si riscopre
l’arte fotografica
Tema scelto per la competizione i 4 elementi aria acqua fuoco e
terra. Vincitore Rosario Ascione con una foto di impronta
caravaggesca: la preparazione per la macellazione del maiale
Grazia della Volpe
S
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i è svolta sabato 31 maggio la
serata conclusiva del 2° contest
fotografico organizzato dall’associazione «I Normann». Nell’ impeccabile cornice di palazzo Parente una
galleria di immagini sono state visionate
da una giuria di esperti fotografi e giornalisti che nell’imbarazzo della scelta
hanno espresso le loro preferenze utilizzando come scala valoriale la tecnica
fotografica, l’iconografia e l’iconologia
dei soggetti.
Certo il tema scelto per la competizione,
i 4 elementi aria acqua fuoco e terra, si
apriva per i fotografi ad una interpretazione letterale, utilizzando dunque
un criterio di oggettività interpretativa
dell’indirizzo del contest o una interpretazione letteraria sulla base di un
criterio di soggettiva interpretazione
del tema. Ventiquattro le foto in gara,
accompagnate ognuna da una breve didascalia, scattate da fotografi o amanti
della fotografia la cui identità è rimasta
celata alla giuria fino al momento della
premiazione per garantire un principio
di trasparenza e imparzialità.
Tre i premi in pecunia da assegnare,
divenuti poi quattro essendosi verificato
un ex aequo, fra due partecipanti, per il
secondo posto, più un premio della critica assegnato dalla rivista Expoart, nella
persona del direttore Carlo Capone. Il
primo premio pari a 500 € corrisposto
da Union gas, il secondo di 150 €
corrisposto da Magno Costruzioni che
La foto vincitrice di Rosario Ascione
a fronte dell’ ex aequo ha raddoppiato
conferendo due secondi premio alle
foto e il terzo pari a 50 € corrisposto da
Jolly games. Vincitore della competizione Rosario Ascione con una foto di
impronta caravaggesca e per il modo
di trattare la luce e per scelta iconografica: la laboriosa preparazione per la
macellazione del maiale.
I due ex aequo vanno al fotoreporter
Nicola Baldieri con una foto sulla
Terra dei fuochi e ad Alberto Avallone
con una suggestiva foto rappresentante
un canyon. In ultimo il 3° classificato
Filippo Bocchino con una foto in bianco
e nero scattata ad Aversa nel complesso
della Maddalena. Il premio della critica
va a Saverio Lecce già vincitore del
precedente contest con il Mangiafuoco.
Alla libreria «Quarto Stato» presentato il testo di Stefano Borsi
La Città Normanna, Aversa e l’Europa
S
tefano Borsi è stato impegnato
più di dieci anni a scrivere
questo libro. Già questo dà
la dimensione dell’opera che non è
frutto …dell’ultima moda aversana di
scrivere, o meglio di riscrivere, la storia
dei Normanni e della città normanna.
Ecco perché il 27 maggio, alla libreria
“Quarto Stato” di Aversa, vero faro di
cultura in questi anni di desertificazione
culturale, sono accorsi studiosi e appassionati di storia: un pubblico di qualità.
Nella saletta “Cimarosa”, chicca della
storica libreria di Aversa, si è presentato
“La città normanna. Aversa e l’Europa
nei secoli XI e XII”, omaggio ad Aversa
di un docente universitario della nostra
facoltà di Architettura che dimostra di
saperne ben più della “Storia dell’Architettura” che insegna. Stefano Borsi
in questo saggio, edito per i tipi della
Libria, mette su carta una
ricerca ad ampio spettro
estesa al mondo europeo
che permette di inquadrare
meglio l’arrivo dei Normanni sul nostro territorio, i loro
modelli culturali e urbanistici di riferimento ma anche
la loro pronta ricettività nei
confronti della preesistenza
e della tradizione abitativa
campana. A presentare il lavoro encomiabile di Stefano Borsi sono
stati due suoi colleghi universitari, Gaetano Fusco e Danila Jacazzi, introdotti
dal padrone di casa, Ernesto Rascato.
Entrambi hanno sottolineato innanzitutto la complessità dell’opera, trattandosi
di un lavoro di notevole spessore, e la
necessità per Aversa in particolare di
allargare gli orizzonti dando spazio a
nuove fonti di ricerca per
indagare un periodo, quello
della fondazione della
città, che è stato molto “influenzato” dalle “Vicende
Ecclesiastiche” di Gaetano
Parente. Non meno importante il riferimento di
Jacazzi alla necessità di
dare vita a lavori di scavo
che non siano occasionali e
legati alla contingenza per
fare luce sulla vera storia della nostra
zona. Alle evidenze archeologiche
accompagnare, però, sempre i dati
documentari per indagare in modo
sistematico e non puramente occasionale – come anche l’autore scrive – il
nostro territorio. E Borsi compie un
passo deciso in tale direzione.
Federica di Santo