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QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
DOMENICA 16 MARZO 2014 • ANNO 148 N. 74 • 1,30 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
TORINO,
LE STRADE DEL MISTERO.
*
In edicola con La Stampa
*
LA
LA STAMPA
STAMPA
Il governo malese
Vent’anni dopo l’omicidio
L’iniziativa di Don Ciotti
«L’aereo scomparso
è stato dirottato»
La madre di Ilaria Alpi
«Solo depistaggi»
Vittime di mafia
i familiari dal Papa
Il Boeing in volo per sette ore lontano
dai radar dopo l’ultimo contatto
Trovato un simulatore in casa del pilota
Ilaria Maria Sala A PAGINA 13
Documenti secretati e carte sparite
sulla giornalista Rai uccisa a Mogadiscio
«Delusa dai pm, ma non mi arrendo»
INTERVISTA DI Zancan ALLE PAGINE 10 E 11
L’incontro il 21 marzo nella giornata
promossa da Libera: la preghiera
con Francesco nella chiesa Gregorio VII
Giacomo Galeazzi A PAGINA 20
Domani la visita a Berlino, i tedeschi: pareggio di bilancio nel 2015. Grillo: vinco le elezioni e vado io dalla Cancelliera
Renzi rassicura l’Europa
Incontra Hollande: non sforeremo il 3%. I due leader: l’Unione deve cambiare
SACCONI
L’IMPRESA “L’unica strada
RISCHIOSA
DEL PREMIER
17 ITINERARI DEL MISTERO A TORINO
LUCA RICOLFI
C
redo che siamo in
tanti, in questi
giorni, a nutrire
un sentimento
strano
verso
Renzi e il suo governo. Un
sentimento in cui si mescolano dubbio e speranza, incertezza e sorpresa, perplessità e fiducia.
La verità è che nessuno
sa con certezza se la “televendita” di mercoledì scorso, lo show con cui il premier ha voluto annunciare
le sue intenzioni, è un bluff
destinato a reggere per pochi mesi, o è invece l’inizio
di qualcosa. Per parte mia
penso che sia l’inizio di
qualcosa o, più precisamente, l’inizio di un’avventura.
Uso questo termine nel suo
significato neutro, ossia
quello di un’impresa rischiosa, e che come tale può
finire sia bene sia male. Vediamo perché.
Intanto vorrei sgomberare il campo da un finto problema. Il fatto di aver fatto
una televendita, con slide,
battutine e atteggiamenti
più o meno gigioneschi, non
è di per sé rilevante. Può offendere il buon gusto di chi
ne conserva ancora un po’,
ma non dovrebbe spaventare più di tanto, e soprattutto
non è una vera novità. Anche Monti e Letta, anche
Berlusconi e Prodi facevano
televendite, solo che lo facevano in modo meno smaccato e con minore autoironia.
CONTINUA A PAGINA 7
è la flessibilità”
L’ex ministro: solo così
si crea occupazione
Alessandro Barbera A PAGINA 4
Matteo Renzi irrompe all’Eliseo. François
Hollande lo accoglie da alleato e amico per
«cambiare verso» all’Europa. Asse confermato
fra Roma e Parigi per premere su Berlino: rispetto del patto di stabilità e dei trattati, ma
priorità a crescita e occupazione. Intanto i tedeschi annunciano: nel 2015 possibile il pareggio
di bilancio. Grillo: a maggio vinco le elezioni europee e vado io a parlare con la Merkel.
1
Bertini, Giovannini, Iacoboni, Martini,
Mattioli e Mondo DA PAG. 4 A PAG. 6
Pd, Vado divide padri e figli
Scontro generazionale nella sinistra
dopo la decisione della magistratura
di chiudere la centrale. I giovani temono
per il lavoro: provvedimento avventato
I loro genitori: giusto tutelare la salute
Marco Neirotti A PAGINA 15
OGGI IL REFERENDUM IN CRIMEA, TENSIONE AI CONFINI UCRAINI. ALL’ONU ANCHE PECHINO MOLLA PUTIN
Kiev: i russi ci invadono, pronti a reagire
IL DISCORSO
Napolitano:
Ue via maestra
contro le crisi
GIORGIO NAPOLITANO
S
ono qui oggi, a 70 anni
di distanza dal colpo
mortale inferto all’Abbazia di Montecassino e dal
martirio della città di Cassino, nonché a 10 di distanza
dal solenne impegno assunto dal Parlamento italiano
per un’opera costante di coltivazione della memoria storica e di consolidamento della pace: sono qui, nel solco
dei miei predecessori, per
rinnovare il triplice omaggio
che dalla nostra Repubblica
è dovuto.
CONTINUA A PAGINA 9
Cassino, 1944-2014
Il «tragico errore» degli Alleati
che costò la vita a 1800 innocenti
Gentiloni e Grignetti
ALLE PAGINE 8 E 9
IL CASO
I nuovi
padroni
della Finanza
FRANCESCO GUERRERA
I
VASILY FEDOSENKO/REUTERS
I seggi con i colori della bandiera della Crimea che ricalca fedelmente quella russa
IL LEADER SEPARATISTA:
SUBITO L’ANNESSIONE A MOSCA
L
S
UCIA GUEGLIA
SIMFEROPOLI
Mastrolilli e Zafesova ALLE PAGINE 2 E 3
Abbiamo ottomila uomini disposti
ad aiutare i nostri fratelli perseguitati
Non siamo ancora pronti per l’Europa
A PAGINA 3
ADDIO MONOPOLIO SUI DOMINI
Il passo indietro di Obama
che può cambiare Internet
INTERVISTA CON POLLINI
“Io e Abbado, che musica
la nostra amicizia”
JUAN CARLOS DE MARTIN
SANDRO CAPPELLETTO
U
C’
n’agenzia del governo Usa, la Ntia, ha annunciato che – se tutto andrà come auspicato – a
fine settembre 2015 trasferirà il controllo di
Icann a un nuovo referente ancora da definire. Icann
sta per Internet Corporation for Assigned Names and
Numbers ed è una piccola azienda non-profit con sede
a Los Angeles.
CONTINUA A PAGINA 31
è voluto del tempo. Poi, ora che son passati quasi
due mesi dalla scomparsa del direttore, lo scorso 20 gennaio, Maurizio Pollini accetta l’idea di
parlare di Claudio Abbado. Del loro sodalizio artistico e
della loro amicizia, durati 50 anni. Lo fa con anima e con
esattezza, pensando soprattutto ai giovani musicisti,
che dalla loro esperienza hanno molto da imparare.
CONTINUA A PAGINA 35
signori della finanza non
abitano più a Wall Street.
Le banche sono ancora
potenti, ricche e tentacolari –
nomi quali Goldman Sachs,
Morgan Stanley e J.P. Morgan rimangono bastioni dell’alta finanza globale.
Ma la reputazione e lo status
sociale di chi le guida e di chi
ci lavora sono stati distrutti
dalla crisi del 2008. Basta
guardare alle proteste dei ragazzi di Occupy.
CONTINUA A PAGINA 31
2 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
UCRAINA
e
?
L’ESCALATION DELLA CRISI
La Crimea ha diritto a staccarsi
dall’Ucraina?
le
domande
La Carta dell’Onu, base del diritto internazionale, difende due principi in
apparente contraddizione: l’integrità
territoriale degli Stati membri e il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
r
Ci sono precedenti?
Ci sono stati casi di regioni che si sono
staccate dagli Stati a cui appartenevano dopo lunghi conflitti, come Timor
Est e il Kosovo.
t
Chi ha ragione?
Quest’ultimo caso è citato da Mosca,
che peraltro non riconosce il Kosovo,
come precedente che renderebbe legale la secessione della Crimea. L’Occidente ribatte che il Kosovo si è staccato dopo la pulizia etnica dei serbi contro la popolazione albanese.
L’accusa di Kiev: i russi ci invadono
Decine di soldati sconfinano nel sud-est del Paese, due morti a Kharkiv. Oggi il referendum in Crimea
ANNA ZAFESOVA
Vigilia di grande tensione,
quella del referendum per la
secessione della Crimea, con
scontri in diverse città dell’Est ucraino e movimenti di
truppe. Ieri pomeriggio i militari russi hanno sconfinato
nel territorio di quello che ormai viene considerato uno
Stato nemico, sbarcando in
un isolotto della regione di
Kherson, territorio ucraino,
di fronte alla penisola ribelle.
Secondo il ministero della
Difesa di Kiev, l’attacco «è
stato respinto» e l’esercito è
stato mobilitato per impedire nuove penetrazioni dei
Ieri in migliaia hanno
sfilato a Mosca contro
la guerra. C’erano
anche le Pussy Riot
russi. Ma da altre fonti sembra di capire che i russi invece hanno preso il controllo di
una centralina di distribuzione del gas, cacciando le guardie di confine ucraine. Secondo il «premier» crimeano
Aksionov, in questo modo è
stata impedita una provocazione per tagliare il gasdotto
che rifornisce la penisola.
I militari hanno anche preso una piattaforma di estrazione del gas ucraina. In entrambi i casi lo sbarco è avvenuto da elicotteri, senza più
attenersi alla finzione che in
Crimea operano solo «forze
di autodifesa locali». Nella penisola è stato segnalato anche
l’arrivo dei missili anti-aerei S300. Mentre proseguono le
manovre russe al confine, aumentando i timori per uno
sconfinamento, ci sono stati
nuovi scontri nell’Est ucraino.
A Kharkiv è finita con una sparatoria e due morti, dopo che
un migliaio di filorussi hanno
assediato con le armi la sede
del Settore di Destra, le milizie
al centro degli scontri sul Maidan. Secondo i primi, a sparare sono stati i nazionalisti
ucraini, che dopo un negoziato
di 5 ore si sono consegnati alla
polizia. Il ministero degli Esteri russo ha prontamente condannato «la provocazione contro pacifici manifestanti», e rivela che le sartorie ucraine
avrebbero ricevuto la commessa urgente per uniformi
militari russe per inscenare
scontri da attribuire a Mosca.
Kiev sospetta i russi di aver invece infiltrato Donezk, ex feudo di Yanukovich. Dopo gli
scontri giovedì durante i quali
è rimasto ucciso un militante
ucraino, ieri una folla di due
mila persone ha assediato la
sede dell’Sbu, il servizio di sicurezza di Kiev. La polizia, a
quanto pare, è rimasta impassibile mentre i manifestanti
hanno fatto irruzione nell’edificio, per poi ritirarsi.
In Russia, nonostante la popolarità di Putin sia salita al
71%, il fronte della guerra ieri è
apparso meno compatto di
quanto sembrava. Migliaia di
persone hanno sfilato a Mosca
ALEXANDER KHUDOTEPLY/AFP
Manifestanti filorussi cercano di irrompere nella sede dei servizi segreti ucraini (Sbu) a Donetsk
contro la guerra, e contro la
censura che ha decapitato tre
giorni fa il popolare sito indipendente «Lenta.ru». Con slogan come «Ucraina perdonaci» e «La Russia non è Putin,
siamo noi» almeno 50 mila moscoviti hanno assistito al comizio di leader dell’opposizione,
dissidenti, intellettuali e star
del rock. C’erano anche le Pussy Riot e la moglie di Alexei
Navalny, attualmente agli arresti domiciliari, il cui blog,
uno dei più popolari nel Paese,
è stato bloccato dalle autorità.
Una partecipazione massiccia
come non si vedeva da due an-
ni, e sorprendente visto che
anche molti liberali si dichiaravano contrari alla «manifestazione dei traditori». La polizia ritiene però che i manifestanti siano stati appena 3 mila, mentre stima in 15 mila il
corteo a favore della guerra
organizzato dall’ideologo puti-
Retroscena
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
isolamento internazionale della Russia sulla
crisi in Crimea ormai è
completo, dopo che ieri
mattina ha dovuto usare
il veto all’Onu per bloccare la risoluzione degli americani contro il referendum di oggi sulla secessione. È
vero che la risoluzione non è passata,
perché le regole in vigore dalla fine
della Seconda Guerra Mondiale danno a Mosca il potere di fermare qualunque iniziativa al Palazzo di Vetro.
L’astensione della Cina, però, dimostra che il Cremlino è rimasto senza
alleati, e questo indica anche quanto
dannosa potrebbe diventare la guerra delle sanzioni.
La risoluzione non era stata scritta con la speranza di vederla approvata, perché era ovvio che la Russia
si sarebbe opposta. Però non citava
Mosca, e si limitava ad affermare che
il referendum su«non ha validità».
Quindi riaffermava «sovranità, indipendenza e unità territoriale dell’Ucraina». Dopo il no, l’ambasciatri-
L’
Mosca è sola ed è dalla
parte sbagliata. Non può
mettere il veto sulla verità
La Russia ha appena
posto il veto sulla Carta
delle Nazioni Unite
La comunità internazionale
lavori insieme per una
soluzione politica alla crisi
Samantha Power
Gérard Arnaud
Liu Jieyi
Ambasciatrice Usa all’Onu
Ambasciatore francese all’Onu
Ambasciatore cinese all’Onu
All’Onu la Cina si astiene
Putin sempre più isolato
Pechino “tradisce” l’alleato. Mosca verso l’espulsione dal G8
ce Usa Power ha ammonito che «non
potete mettere il veto sulla verità», e il
francese Arnaud ha aggiunto: «La
Russia ha appena posto il veto sulla
Carta delle Nazioni Unite».
Sul piano politico la posizione più
pesante è quella di Pechino, che trami-
te l’ambasciatore Liu Jieyi ha spiegato
l’astensione: «La Cina ha sempre rispettato la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli Stati. Allo stesso
tempo, abbiamo notato che anche l’interferenza straniera è una ragione importante che ha portato agli scontri
violenti in Ucraina». Dunque la Repubblica popolare ha rimproverato l’Occidente per aver fomentato le tensioni,
ma ha ritenuto che la difesa del principio di sovranità e integrità territoriale
di Kiev fosse più importante della sua
alleanza con la Russia. Per Mosca è
niano Serghei Kurghinian.
Che si è svolto con uno scenario insolito: a guidare le colonne c’erano centinaia di uomini
vestiti tutti uguale, uniforme
rosso-nera, che marciavano
allineati come militari, seguiti
da una folla che portava cartelli «No al nazismo».
uno smacco pesante, perché fino a pochi giorni fa dichiarava che sull’Ucraina aveva piena intesa con Pechino.
Non è così, e vedere la risoluzione bloccata da un solo veto contrario, davanti
a 13 voti favorevoli e un’astensione, dà
una sensazione palpabile dell’isolamento del Cremlino.
La posizione della Cina nasce da un
calcolo di interesse nazionale. Le minoranze minacciano la sua integrità
territoriale, dal Tibet allo Xinjiang, e
se Pechino accettasse che la Crimea si
separasse dall’Ucraina sulla base di un
referendum, poi rischierebbe rivendicazioni simili nei suoi confini. Quindi
invita Putin a fermarsi, e cercare una
soluzione diplomatica. Poi non si
schiererà con l’Occidente per sanzionare la Russia, ma il danno politico è
fatto. E l’isolamento sembra destinato
a completarsi con l’espulsione di Mosca dal G8, che secondo «Der Spiegel»
verrà ufficializzata a breve, col trasferimento a Londra del prossimo vertice
previsto a Sochi. Non sono solo danni
di immagine, se verranno seguiti dalle
sanzioni: «La Russia - ci spiega il suo
ex consigliere economico Anders
Aslund - è più vulnerabile di quanto
sembri. Dipende dall’Occidente e non
ha le infrastrutture per sostituire da
un giorno all’altro le esportazioni di
petrolio e gas in Europa con quelle in
Cina. Se l’Occidente fa sul serio, può
riportare Putin a ragionare».
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
u
Se vince il sì al referendum odierno,
quali saranno i passi successivi?
Il leader autoproclamato della Crimea
Aksionov ha detto che il fine ultimo è
l’unione della penisola alla Russia, dalla quale venne staccata nel 1954.
i
Quanto tempo ci vorrà?
Aksionov parla di un «percorso di un
anno» per l’integrazione. La Duma
russa ha votato in gran fretta una modifica costituzionale per consentire
l’annessione della Crimea. A questo
punto è solo una questione di opportunità politica.
o
Ci sono precedenti di annessione di
territori nel Dopoguerra?
In Europa è valsa la regola dell’«intangibilità della frontiere». A parte la riunificazione tedesca, non ci sono precedenti.
LUCIA SGUEGLIA
SIMFEROPOLI
F
Per i cremlinologi è molto improbabile che Mosca accetti l’annessione,
specie ora con la minaccia di sanzioni. Avete ricevuto garanzie?
E se Putin non potrà appoggiare la
Crimea come stato indipendente?
Le sanzioni non
fermeranno Mosca, ho
avuto assicurazioni dalla
Duma. Il nostro è un
processo democratico
A Kiev si sono autonominati
«Non ci credo, semplicemente».
Vi aspettavate uno sviluppo così rapido dei fatti?
«A Kiev hanno sconfitto un potere corrotto per via rivoluzionaria, non legale.
Si sono autonominati. Io volevo dialogare e proporgli un’ampia collaborazione con i cittadini e le regioni di lingua russa. Ma da loro abbiamo sentito
solo isteria e minacce, leggi russofobe
come quella contro la nostra lingua… e
la situazione è degenerata. A Kiev c’è
gente che va in giro armata, i nazisti di
Pravi Sektor via Internet hanno invitato alla mobilitazione, “dopo la vittoria a
Kiev andiamo in Crimea”... Come possiamo obbedire al loro leader Iarosh?
Se non ci fossero stati quei 200-300 radicali che hanno preso il potere a Kiev,
tutto ciò non sarebbe successo».
Ma siete stati voi a sequestrare il Parlamento a Simferopoli. Con milizie
pesantemente armate in maschera.
Si mormora fossero ai vostri ordini.
«Erano rappresentanti di associazioni
nazionaliste russe locali, che hanno
agito in base alla situazione. Hanno
detto: “Non ce ne andiamo finché non
prenderete decisioni nell’interesse dei
crimeani”. Abbiamo aspettato 5 giorni
reazioni da Kiev prima di votare per
l’annessione. Zero. Perché non è venuto nessuno a negoziare, perché non
hanno liberato l’edificio? Da deputato
sono arrivato al lavoro e tutti erano
scappati. Che dovevo fare? Ho deciso di
prendere la responsabilità su di me».
Intanto avete creato un nuovo esercito della «Repubblica Autonoma»,
sempre a volto coperto. Quanti sono, chi li controlla?
«Finora sono circa 8000. Pienamente
sotto il nostro controllo. Toglieranno
le maschere lunedì. Ora hanno paura
di persecuzioni per via della legge
Finora ha favorito la nascita di piccole
repubbliche, la Transnistria nella Moldova, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud
nella Georgia, di fatto parte della Russia ma formalmente indipendenti.
a
Che passi potrebbe fare ora?
Potrebbe semplicemente riconoscere
s
Che atti formali saranno necessari?
Più che altro burocratici: cambiare
passaporti, documenti, introdurre il
rublo come moneta, il russo come lingua ufficiale. In parte, la Crimea li sta
già compiendo.
Il leader secessionista Aksionov: aiuteremo i russofoni in tutta l’Ucraina
Abbiamo 8 mila uomini
sotto il nostro controllo
Domani si toglieranno
i passamontagna, ma non
sono russi. Aiuteremo
i fratelli perseguitati
«Prima di indire il referendum una
delegazione del nostro Parlamento è
andata alla Duma conducendo colloqui preliminari: abbiamo ricevuto il
segnale che se avessimo condotto democraticamente questa procedura,
ci sarebbero venuti incontro».
Dopo la fine dell’Urss, la Russia ha
recuperato altri territori?
l’indipendenza della Crimea, senza
annetterla o passare il Rubicone e integrarla nel suo territorio. Le reazioni
dell’Occidente sarebbero però in questo caso più dure.
“Subito l’annessione a Mosca
L’Europa non fa per noi
servirebbero altri 20 anni”
Intervista
uori è primavera, un cosacco
dorme al sole tra cori patriottici e aria di festa. Ma
nel Palazzo del Governo a
piazza Lenin Serghiei Aksionov, 41 anni, premier de facto di
Crimea ma senza un governo, deus ex
machina delle nozze con Mosca dal
passato non privo di ombre, lavora fra
uomini armati a volto coperto, camion
e cisterne militari parcheggiati nel
cortile. Tutti sotto il suo controllo personale, giura. È convinto: l’annessione
alla Russia è certa, e sarà rapida. Ogni
notte riceve 50 telefonate, ma con Putin non ha mai parlato. Pronto a correre in aiuto dei russi «perseguitati» nell’Est Ucraina. Nostalgico dell’Urss, ma
con l’aria più da businessman pragmatico che da burocrate. Per lui, la presa
di Crimea è un colpo di mano «necessario» contro la «minaccia di Maidan».
p
Primo Piano .3
.
L’Europa? È un grande
mercato, ma per noi non ci
sono grandi opportunità
Né le nostre aziende, né
quelle ucraine possono
essere competitive
Serghiei Aksionov
Autoproclamato premier
della Crimea
FILIPPO MONTEFORTE/AFP
Uomini armati nell’albergo «Moscow» a Simferopoli, Crimea
ucraina. Sono tutti locali, sono le milizie
di autodifesa che nei giorni scorsi pattugliavano le strade, entreranno tutti
nelle forze armate, semplicemente
cambiando abito. Servono a difendersi
dalle forze armate ucraine che si stanno
muovendo verso i nostri confini».
E i militari russi in giro? E quelli ucraini,
che fine faranno?
«Soldati russi fuori dalle basi quasi
non ci sono, solo intorno a obiettivi
strategici, condotte del gas e basi della
Flotta del Mar Nero. I media esagerano. Riguardo ai militi ucraini, ho ricevuto garanzie personali da tutti i comandanti che non combatteranno
contro di noi».
mento con la Russia?
«Ci aspettiamo che non meno dell’80%
voti per l’ingresso in Russia. Entro la
prossima settimana introdurremo la
doppia valuta, rublo e hrivna. Vogliamo
una transizione morbida. Non chiuderemo la frontiera, se Kiev non ci saboterà tagliandoci i rifornimenti. Comunque abbiamo 900 generatori pronti,
possiamo resistere un mese e mezzo».
Siete pronti ad aiutare i russi dell’Est?
Dove avete preso armi e divise?
«È in corso una persecuzione degli attivisti russofoni. Li aiuteremo in tutti i
modi. Non vogliamo fare la guerra a
nessuno, ripeto, ma se uccideranno
cittadini russi, se continuano ad accoltellarsi per strada, non posso garantire come reagiranno i crimeani».
Come pensa di arrivare al ricongiungi-
«Certo, è un mercato enorme. Ma non vi
vedo prospettive economiche allo stato
attuale: nessuna compagnia di Crimea,
né dell’Ucraina può competere con le
europee. Non siamo pronti mentalmente. Servirebbero altri 20 anni».
«Le hanno pagate alcuni imprenditori privati locali, per la difesa della popolazione. Il Parlamento ha dato l’ok.
Vi garantisco, non c’è una sola persona armata qui che non sia sotto il nostro controllo».
L’Europa non vi attira proprio?
Timori per le sanzioni
Legrandibancheeigigantipetroliferi
ritiranoisoldidepositatiinOccidente
1 Le società russe stanno ritiran-
do miliardi dalle banche occidentali, per il timore che le eventuali sanzioni per la crisi di Crimea possano
portare a un congelamento dei loro beni. Secondo le rivelazioni del
«Financial Times», Sberbank e Vtb,
banche russe di proprietà statale, e
giganti come il gruppo energetico
Lukoil, stanno rimpatriando i fondi
depositati negli istituti di credito
occidentali. Vtb ha anche cancellato un vertice con gli investitori statunitensi previsto il mese prossimo. Il rendimento sui titoli di Stato
a 10 anni della Russia è salito al 9,7
per cento venerdì, contro meno
dell’8 per cento nel mese di gennaio. Il tasso di cambio del rublo è
sceso a 36,7 per un dollaro, vicino
al record negativo. Dall’inizio della
crisi i primi 10 miliardari russi, a
partire da Alisher Usmanov, hanno
perso 6,6 miliardi del loro patrimonio in Borsa, secondo la società di
ricerca Wealth-X . La Borsa di Mosca ha perso il 20% dall’inizio dell’anno. Secondo Strobe Talbott,
presidente della Brookings Institution, «l’ironia è che il settore bancario russo ha fatto moltissimi progressi nell’integrarsi nel sistema
globale ed è quindi molto più esposto alle sanzioni».
4 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
GOVERNO
VIAGGIO NELL’UNIONE
Vertice Renzi-Hollande
“Un’altra Europa è possibile”
E da Berlino arriva l’annuncio: nel 2015 possibile il pareggio di bilancio
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
François Hollande rinnova
stavolta con Matteo Renzi il
patto italo-francese per tentare di convincere il cancelliere Angela Merkel a rovesciare le priorità dell’Europa. Il premier italiano incassa l’appoggio dell’inquilino
dell’Eliseo, alla vigilia dell’incontro di domani a Berlino, in cui Renzi illustrerà il
pacchetto italiano di riforme, e soprattutto chiederà il
via libera della Germania
perché il nostro rapporto
deficit/Pil possa avvicinarsi
alla soglia fatidica del 3%. Un
vertice, quello Renzi-Merkel, che anticiperà il vertice
dei capi di Stato e di governo
dell’Ue in programma il 20 e
il 21 a Bruxelles.
«Con Hollande - assicura
Renzi dopo l’incontro, decisamente cordiale, con il presidente francese - c’è una
condivisione che i vincoli e i
limiti europei vanno rispettati, e che contemporaneamente il compito e la responsabilità della politica sia quello di
ridurre il gap, lo spread non
economico finanziario, ma
quello tra cittadini e istituzioni». Il presidente del Consiglio assicura che «non ci sarà nessuno sforamento del
tetto del 3%. Nes-su-no». Sulla stessa linea François Hollande: «Dobbiamo dare più
forza alla crescita e al lavoro», perché così «è più facile
ottenere risultati su disavanzo e debito pubblico».
PHILIPPE WOJAZER/REUTERS
Matteo Renzi con il presidente francese Hollande all’arrivo all’Eliseo
François Hollande
Dobbiamo dare
Hanno più forza alla crescita
al lavoro. Sarà più
detto efacile
ottenere
risultati sul disavanzo
Non è detto che l’operazione
politica franco-italiana per
un’interpretazione più flessibile dei limiti posti dai trattati
vada in porto. Tanto per chiarire le cose, proprio ieri la cancelliera Merkel ha annunciato
Matteo Renzi
François Hollande
Il vincolo del 3% e
i limiti vanno rispettati
ma la politica deve
ridurre il gap tra
cittadini e istituzioni
Il presidente Renzi
ha annunciato
delle riforme
Dobbiamo farne
di simili anche noi
che nel 2015 la Germania potrebbe raggiungere l’obiettivo
del pareggio di bilancio: «Possiamo farcela a raggiungere lo
zero, un bilancio senza nuovi
debiti sarebbe davvero un
enorme successo», ha detto.
Renzi dovrà spiegare che, al
contrario, l’Italia vuole aumentare (sia pure di qualche
decimale di punto) il suo deficit. Non sarà facile.
L’appoggio di Hollande, comunque, c’è. «Renzi vuol far
Sacconi: “La flessibilità
è l’unica strada
per creare occupazione”
nato per non discutere di ciò di cui i promotori non hanno il coraggio di parlare:
il superamento dell’articolo 18».
Intervista
I sostenitori del contratto unico pensano che in questo modo si semplificherebbe il panorama dei contratti. Non è
così?
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Senatore Sacconi, la leader Cgil Camusso è giunta alla conclusione che il
decreto sui contratti a termine non le
piace. Dice che permettere la loro proroga fino a tre anni è un altro modo di
creare precarietà. Che ne pensa?
«Chi conosce il mercato del lavoro e
guarda in faccia la realtà degli ultimi
dodici anni sa che la flessibilità crea lavoro, la rigidità la distrugge. La verità
è opposta: il contratto a termine prorogabile è una valida alternativa alle finte partite Iva o ai contratti a progetto».
Non era più logica l’introduzione di un
contratto triennale senza la tutela del-
L’ex ministro
del Lavoro
Per Sacconi la possibilità
di prorogare i contratti a termine
aiuterà il mercato del lavoro
l’articolo 18? Alcuni lo chiamerebbero
contratto unico.
«Esistono tesi giacobine - o costruttiviste - che pretendono di costringere la realtà dentro una regola ideale. E’ il caso
del mito del contratto unico, un idealtipo
«Un altro mito da sfatare. I modelli contrattuali subordinati alla fine sono quattro: tempo indeterminato, a termine, apprendistato e a orario modulato, come il
part time o il lavoro intermittente. Entro
questi modelli i tipi di rapporti di lavoro
si avvicineranno sempre più al numero
dei lavoratori. Posti alcuni principi non
negoziabili, il rapporto fra datore di lavoro e dipendente deve potersi adattare».
Fra i principi non negoziabili per lei c’è
l’articolo 18?
«No. Gia’ oggi si applica a pochi ed e’ negoziabile con i contratti aziendali. Il problema dell’articolo 18 non sono i primi
tre anni, ma l’arco dell’intera vita lavorativa. È un tema delicato, che potremmo
affrontare con calma nella legge delega.
Io sono per sostituirlo con la sanzione
del risarcimento tranne nel caso di licenziamento discriminatorio».
emergere un’altra Europa»,
proprio come Hollande, che
«lavora da due anni per cambiare l’orientamento» delle
politiche Ue, scrive l’Eliseo in
un documento. «Dobbiamo fare delle riforme, il presidente
Renzi ne ha annunciate per
l’Italia e dobbiamo farne anche noi. Queste riforme hanno
molti punti in comune», spiega Hollande nella conferenza
stampa congiunta all’Eliseo.
Mancano pochi mesi al rinnovo del Parlamento europeo e
subito dopo della Commissione Europea, che per i due leader dovrà aiutare i paesi
membri a trovare le soluzioni
per la crescita e la disoccupazione, in particolare quella
giovanile che, rimarca Hollande, «ha raggiunto livelli inaccettabili». Renzi teme che i
partiti che lottano contro l’Europa e che sono populisti abbiamo una possibilità di buon
successo alle prossime elezioni europee, ma Italia e Francia
per prime sono consapevoli
che l’Europa va rispettata negli accordi presi tra gli stati
che la compongono, ma deve
essere anche cambiata.
Sintonia c’è anche sul modello sociale che l’Europa dovrà adottare nei prossimi anni,
su quella che viene definita
modernizzazione del mercato
del lavoro, sulle scelte in materia ambientale e del clima (nel
vertice proprio a Parigi già fissato per il prossimo anno), sulle politiche per l’area del Mediterraneo, dell’Africa. Fino alla
assoluta necessità di «non
chiudere gli occhi sulle tragedie in Siria» per usare le parole del presidente Hollande.
Quanto agli altri temi sul tappeto, a cominciare dall’Ucraina - con Hollande che ha ribadito l’«illegalità» del referendum in Crimea - piena identità
di vedute. Soprattutto sull’impegno della Francia in Africa e
sull’Europa del Mediterraneo,
«alla quale forse in questi anni
abbiamo guardato poco come
cuore del nostro Continente»,
ammette Renzi.
Per il momento a sinistra è già difficile
far passare il decreto appena approvato. Lei non teme che l’iniziativa della Cgil
finisca per spaccare il Pd in Parlamento?
«Non credo. Questo non è un governo a
caccia di maggioranze variabili, conta
sulla lealtà della sua maggioranza».
Ipotizziamo che la spaccatura all’interno del Pd ci sia. E ipotizziamo che Renzi
sia costretto a mettere mano al decreto.
Come vi comportereste voi di Ncd?
«Con la detassazione questo è uno dei
due punti qualificanti della manovra.
Quindi per noi è immodificabile. Al di là
degli aggiustamenti al margine, l’impianto non si può toccare pena la tenuta
della maggioranza».
Sulla riforma degli ammortizzatori sociali avete scelto la strada della delega.
Un modo per non decidere?
«No, è un tema che va affrontato con
precisione tecnica. Non possiamo cancellare la cassa integrazione in deroga
da un giorno all’altro».
Sparirà?
«L’accordo con il Pd è per una riforma a
costo zero, mantenendo una logica assicurativa: significa che dovrà continuare
a finanziarsi grazie ai contribuiti di lavoratori e imprese. Gli ammortizzatori in
deroga oggi sono finanziati da tutti i contribuenti, dunque la risposta è sì: devono
essere superati a partire dalla mobilità».
Quindi? Come sarà il nuovo sistema degli ammortizzatori?
«Da un lato ci continueranno ad essere
cassa integrazione ordinaria e straordinaria - quando l’attività delle imprese e’
sospesa- dall’altra il sussidio di disoccupazione che intendiamo allargare ai lavoratori a progetto».
Twitter @alexbarbera
Agnese Renzi
La first lady
preferisce
il Museo
d’Orsay
CHIARA RANCATI
PARIGI
Un «programma privato», fuori
dal rigido protocollo diplomatico, con la moglie dell’ambasciatore d’Italia a Parigi come unica
accompagnatrice. Nella sua prima visita ufficiale in Europa al
seguito del marito, Agnese Renzi
ha fatto parlare di sé soprattutto
per il velo di discrezione che ha
nascosto il suo passaggio agli occhi dei curiosi.
Arrivata con il marito, Agnese, si è però subito allontanata
dai luoghi istituzionali, per dedicarsi a una visita personale di
Parigi, su cui tutti parevano molto restii a dare informazioni. «La
sola cosa che possiamo dire è
che non farà shopping», dicevano poco dopo il suo arrivo fonti
dell’entourage governativo,
scuotendo la testa ad ogni richiesta di altri dettagli.
Ulteriori indagini hanno permesso di ottenere qualche informazione in più: la signora Renzi
ha scelto il Museo d’Orsay, per
una breve visita a un’esposizione
(la mostra-evento su Van Gogh,
forse, ma su questo non ci sono
conferme), ed è poi stata ospite
dell’ambasciata italiana per una
colazione, avvenuta più o meno in
contemporanea con il pranzo di
lavoro in cui all’Eliseo il presidente del Consiglio discuteva con
Hollande di rilancio della politica
europea e riforme per la crescita.
SPACCATURA NEL PD
Damiano
«Decreto
da modificare»
«Il decreto che riguarda apprendistato e
contratto a termine dovrà essere convertito in
sede parlamentare e potrà, quindi, essere modificato. La filosofia del
prendere o lasciare non
sta scritta da nessuna
parte». Lo dice il presidente della commissione
Lavoro della Camera cesare Damiano, ex ministro del Lavoro nel secondo governo Prodi ed
esponente della minoranza Pd, aprendo una
crepa nel partito di maggioranza relativa e replicando direttamente a
Sacconi. «Noi abbiamo
già espresso apprezzamento sulle semplificazioni relative all’apprendistato, che dovrebbe diventare lo strumento essenziale per l’assunzione
dei giovani. Sul contratto a termine riteniamo
invece che il testo possa
essere migliorato».
1
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
La cravatta
Matteo “il rosso” spiazza
il presidente socialista
A Hollande
è piaciuta
la cravatta di
Renzi che ha
ribattuto
«C’est Gucci»,
ricordando
come la casa
fiorentina
sia ora
di proprietà
francese
Domani incontra la Merkel: l’asse con la Germania resta centrale
Retroscena
FABIO MARTINI
INVIATO A PARIGI
U
n primo «effetto Renzi»
si è prodotto anche a
Parigi: nella curiosissima scissione di Francois Hollande. In privato,
durante il pranzo all’Eliseo, il Presidente francese si è mostrato assai
informato sulle più recenti decisioni
del governo italiano, ha sottoposto
Matteo Renzi ad un vero e proprio
«interrogatorio», con domande da
intenditore sui singoli provvedimenti, per non parlare dei quesiti su Alfano e su Grillo. Ma in pubblico il
presidente socialista si è mosso e ha
parlato in modo diverso: come se si
sentisse spiazzato dalle ricette «gauchiste» del capo del governo italiano.
L’incipit pubblico di Hollande è
stato eloquente. Nella sala tutta
stucchi e fregi dorati, la conferenza
stampa a due è appena cominciata,
Matteo Renzi sta con le braccia larghe ben piantate sui bordi del podietto, guarda di sottecchi il presidente francese, che ad un certo punto se ne esce così: tra le recenti misure decise in Italia e quelle assunte in
Francia «ci sono punti in comune», a
Roma sono state compiute «scelte
che io stesso ho fatto». Concetto ripetuto due volte.
Punti in comune? Per la verità col
«Patto di responsabilità», la svolta
di inizio anno del presidente francese (apprezzata in Germania), gli
sgravi fiscali hanno premiato le imprese e non i lavoratori dipendenti.
E durante la conferenza stampa, altri frammenti lasciano intendere
che la politica redistributiva di Matteo Renzi, da sinistra classica, devono avere messo in qualche imbaraz-
Intervista
Le mosse per la deroga
1
1 Per ottenere dall’Europa una de-
roga agli obiettivi di risanamento il
governo deve scrivere una relazione.
Oggi il deficit è previsto al 2,6%.
2
1 La relazione deve indicare con
precisione gli obiettivi di medio termine ed essere votata dal Parlamento
a maggioranza assoluta.
3
1 A quel punto la relazione deve
essere presentata alla Commissione
europea la quale esprime un parere
consultivo.
zo il presidente socialista, sempre alle prese con una pressante opinione
pubblica di sinistra-sinistra. Tanto è
vero che non appena Renzi dice che
«sulla disoccupazione, noi siamo
messi molto peggio della Francia»,
dal suo palchetto Hollande si scioglie
in cenni di plateale assenso, quasi un
sospiro di sollievo per la ciambella
lanciata dal collega.
L’uomo nuovo della politica italiana era chiamato alla sua prima volta
in una grande capitale e questi siparietti dimostrano che il personaggio
non lascia indifferente anche oltre
confine, che la politica decisionista e
a strappi di Matteo Renzi intriga e al
tempo stesso suscita qualche imbarazzo da «concorrenza». Anche se al
termine dell’incontro a due, dallo
staff di Hollande è stato espresso un
giudizio lusinghiero: una buona chimica tra i due. Anche perché il tempo
concesso da Hollande per il faccia a
faccia è stato assai più lungo della canonica mezzora.
Una prima volta frizzante, quella di
Renzi a Parigi, ma con uno sguardo diretto verso Berlino, dove domani il
presidente del Consiglio incontrerà
Angela Merkel. Come se il vero, unico
«esame» fosse quello. Il vero rapporto
privilegiato Matteo Renzi lo ha e lo
vuole mantenere con Angela Merkel?
Un «sospetto» che i francesi avevano
da diversi giorni e quando hanno saputo che il premier italiano sarebbe
andato a Berlino il 17 marzo, hanno calato a sorpresa un invito anticipato rispetto a quella data, l’invito che si è
concretizzato nella giornata di ieri.
Ma d’altra parte soltanto a Berlino si
capirà se lo sforamento nel rapporto
deficit-pil dal 2,6% al 3%, o anche ad
una quota più bassa, suggerito dal governo italiano, troverà o meno il placet della Merkel,
Nel colloquio di 55 minuti che ha
preceduto il pranzo all’Eliseo, Hollande e Renzi hanno spaziato su tutti i temi e ovviamente hanno parlato anche
del Patto di stabilità, delle regole rigoriste che hanno messo la mordacchia
alle politiche di spesa, spesso a mani
bucate, dei paesi mediterranei. I due
hanno convenuto che «il Patto andrà
cambiato», prefigurando un’alleanza
che in futuro potrebbe diventare strategica, anche se sul breve i due presidenti hanno convenuto che le regole
Primo Piano .5
.
La gaffe
L’Eliseo
ha distribuito
ai giornalisti
francesi
una biografia
di Renzi
definendolo
«ex Popolare,
partito
nato
dal Psi di
Bettino Craxi»
La maglia
Al rientro a
Firenze, Renzi
ha ricevuto
da Nardella
la maglia
della
Fiorentina
autografata
da Mario
Gomez: la
porterà
domani
alla Merkel
non si violano. Da questo punto di vista le risposte di Hollande in conferenza stampa sulla flessibilità dei parametri sono state nette e in parte scoraggianti per il collega italiano. Tanto
più scoraggianti per l’ipocrisia dei
francesi che, con la connivenza della
Commissione europea, hanno già violato quei parametri. Ma senza avere
sul groppone il maxi-debito italiano.
Tra i dossier interessante il passaggio
su Alitalia: se Ethiad dovesse ripensarci, l’impegno comune è per un ritorno in pista di Air France.
Minoranza Pd più coinvolta nel partito
“Pronti a prenderci le responsabilità”
Il capogruppo Speranza: “Se il governo fallisse, disastro per tutti”
CARLO BERTINI
ROMA
che c’è una significativa inversione di
tendenza: da tempo il Pd chiedeva che
la stagione di rigore lasciasse il passo
ad una politica economica più espansiva. E penso che nella proposta forte
che Renzi ha costruito ci sia questo
elemento: immaginare che la domanda interna sia fattore decisivo per far
ripartire il paese».
«S
e qualcuno pensa che se
affonda Renzi, si salva il
Pd, commette un grande
errore. E chi crede che possa saltare l’Italicum e la riforma del Senato
scherza col fuoco. La tenuta delle
istituzioni è a rischio e se il Parlamento fallisse questa sfida sarebbe
un disastro per tutti». Roberto Speranza guida i trecento deputati del
Pd, che non senza fatica hanno superato lo stress test dell’Italicum.
Ma il giovane capogruppo è anche
punto di riferimento di un’area della
minoranza che Renzi vorrebbe
coinvolgere nella gestione del partito. «Se lui vuole che il Pd resti un
partito forte e autorevole, noi non
abbiamo preclusioni ad assumerci
le nostre responsabilità».
Prima il governo e poi il partito, onorevole Speranza. Per vincere la sua
scommessa e portare a casa i risultati promessi nei tempi fissati, il premier ha bisogno del pieno sostegno
del gruppo che lei presiede. Ci potrà
contare?
«Sono convinto di sì: la sfida di fronte
Insomma c’è una svolta tangibile rispetto al governo Letta?
Alla guida
dei deputati dem
Roberto Speranza nel 2012 aveva
sostenuto Bersani alle primarie
per la presidenza del Consiglio
a noi non è la sfida di uno solo e sbaglia
chi pensa sia così, perché è la grande
occasione per il Pd e per tutti i partiti
per dimostrare che la politica è in grado di cambiare le cose. Sul merito delle riforme economiche poi, registro
«Sul piano della politica economica sì,
sono misure che segnano l’avvio di una
fase espansiva e in questa fase credo
sia la strada giusta. Mi aspetto fino in
fondo che Renzi faccia il Renzi, anche
con quell’elemento di rottura che ha
caratterizzato la sua azione, su due
versanti: la capacità di superare tante
resistenze nella burocrazia europea
che ha imposto la linea del cieco rigore; e che anche nel rapporto con la burocrazia italiana e la Ragioneria dello
Stato mantenga il profilo forte di una
politica capace di esercitare la sua funzione».
Anche lei teme che il Pd avrà una funzione ancillare rispetto al governo?
«Renzi deve chiarire quale sarà il ruolo
del Pd nella stagione in cui il segretario
è anche premier. Per me c’è sempre bisogno di un partito autorevole, capace
di dialogare con i soggetti sociali e di
radicarsi sul territorio. Una funzione
che non si può esaurire nell’azione di
governo. Un nodo decisivo anche per la
questione della partecipazione agli organi dirigenti. Ad oggi ancora non vedo con chiarezza la missione del Pd. Bisogna fare una riflessione seria, una
grande assemblea nazionale su questo
punto politico. Che non si può ridurre
al nodo se in segreteria entra tizio o caio per conto di un’area, al posto di chi è
andato al governo. Io non ho pregiudizi, ma bisogna partire dal ruolo che
avrà il partito».
E lei cosa propone? Renzi dovrebbe
passare il testimone come fece D’Alema con Veltroni per superare il problema del doppio incarico?
«Quell’operazione lì non è ripetibile,
ma anche se il congresso è finito il punto di fondo è se il Pd riesce ad avere la
forza di un grande soggetto autonomo,
per sostenere meglio Renzi nel suo
sforzo di governo».
Ritiene che il Senato debba votare prima la riforma che ne prevede l’abolizione e solo poi passare all’Italicum?
«Sì, perché avendo fatto una legge
elettorale valida solo per la Camera e
avendo Renzi detto che si gioca la sua
carriera politica sull’abolizione del Senato, a questo punto la priorità assoluta deve essere quella. Il che non significa mollare l’Italicum, perché noi abbiamo assunto un impegno solenne a
fare le riforme e su questo tutto il Pd si
gioca la sua credibilità. Quindi dovremo fare ogni sforzo per accelerare al
massimo, lasciando ai gruppi la loro legittima autonomia propositiva».
Jena
Invece
Se il voto per Berlusconi è inutile
quello per Alfano invece è idiota.
[email protected]
6 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
IL MOVIMENTO
I SINDACI GRILLINI
VERSO LE EUROPEE
Pizzarotti: visto?
nessun complotto
contro Beppe
Grillo: vinco
le elezioni e vado
io dalla Merkel
“L’Ue cambi regole economiche”. E attacca l’Expo
«Renzi? Non gli
crediamo, ma se
fa singole cose
buone le votiamo»
4
domande
a
Massimo
De Rosa
Massimo
De Rosa,
portavoce
del M5s
alla Camera
E se i grillini stessero alla
fine passando dalla politica
del no a quella del forse?
«Certo, se Renzi facesse
davvero, poniamo, una politica seria di detassazione
del lavoro o contro il dissesto idrogeologico, noi saremmo i primi ad appoggiarla». Parola del portavoce pentastellato Massimo
De Rosa, il deputato querelato tredici volte per aver
detto - durante le giornate
dei tumulti alla Camera che le onorevoli del Pd erano diventate tali solo per la
loro abilità in una certa
pratica sessuale.
De Rosa, i grillini che votano per Renzi?
«Calma. Io non credo che
Renzi possa o voglia far davvero quello che promette,
anche perché non ha una copertura finanziaria».
Ma se lo facesse...
«Noi Cinque stelle siamo
sempre stato propositivi. E’
una leggenda che diciamo
sempre di no. Se qualcuno
adottasse le nostre proposte, saremmo ben contenti
di votarle»
Intanto dite di no all’Expo.
Più difficile bloccare l’Expo
o la Tav?
«L’Expo. Sulla Tav possiamo ancora lottare. Sull’Expo, si tratta ormai di limitare i danni. E di pensare al dopo, perché la devastazione del territorio non
sia del tutto inutile per chi
ci vive. Ma la macchina
non si può più fermare. Restiamo contrari, ma siamo
realisti».
Se lei fosse Renzi, dalla Merkel ci andrebbe?
«Io non vorrei mai essere
Renzi. E in ogni caso non andrei dalla Merkel a farmi dire cosa devo fare». [ALB. MAT.]
«Potete testimoniare
che non c’è nessun complotto»: così il sindaco di
Parma Federico Pizzarotti, ieri - in un pausa del
meeting che ha riunito in
un agriturismo alla periferia della città 320 aspiranti amministratori cinquestelle provenienti da
tutta Italia - ha messo la
parola fine alle polemiche con Grilo. «Ho scritto a Renzi, sì, ma era una
sua richiesta».
1
Beppe Grillo in uno dei momenti del comizio a Rho
ALBERTO MATTIOLI
MILANO
«Le elezioni europee? Le vinceremo in modo as-so-lu-to. Poi io
andrò dalla Merkel e la guarderò negli occhi». La promessa,
che poi per la signora di Berlino
sembra più una minaccia, è di
Beppe Grillo. D’accordo: ieri
era il giorno dell’«Expo Tour»,
la calata sui cantieri di Milano
2015 di 120 fra parlamentari e
altri eletti grillini in magliette
bianche con la scritta «Expo invaders». Però fatalmente l’invasione di Milano è diventata il
lancio della campagna per le
Europee, «unica, straordinaria
occasione di cambiare l’Italia»
(ancora Grillo). E anche di dare
la carica ai militanti, votando la
fiducia alla decimata classe dirigente pentastellata. Sempre
Grillo: «Una volta parlavo io e
quando toccava a loro la gente
se ne andava. Ora quando parlano loro la piazza è piena. E io
sto a casa mia». Segue gesto
dell’ombrello.
E poi: l’Unione europea deve
tornare a essere la Comunità
europea, mettendo in comune i
debiti («Come fecero gli Stati
americani quando diventarono
Uniti»), ridiscutendo i vincoli di
bilancio, togliendo il fiscal compact». Altrimenti «faremo un
referendum sulla sovranità monetaria e saranno gli italiani a
decidere se vogliono uscire dall’euro o restarci». Applausi.
L’offensiva sull’Expo, quella,
è una e trina. Prima «l’ispezione» ai cantieri, con i giornalisti
«venduti» (copyright del pubblico grillino) tenuti accurata-
«Non mi dimetto
più, quando
lo promisi ero
destabilizzato»
8
Le magliette «Expo invaders» del M5S
mente fuori, ma in diretta streaming. Poi il comizio davanti al
parco di periferia dove sarebbero dovute passare le famigerate «vie d’acque», respinte a
furor di Comitati. Infine, ma
senza Grillo, la relazione del
professor Emilio Battisti del
Politecnico per spiegare la controproposta di un’Expo a Cinque stelle, ovvero «diffusa e sostenibile». Perché, ovvio, così
com’è l’Expo ai grillini proprio
non piace: «Una speculazione
drammatica, una commistione
di corruzione e mafia», secondo
la deputata Laura Castelli.
Però, fermo restando che
l’occasione di farne un’altra Tav
La visita al cantiere dell’Expo
è troppo ghiotta, non è chiaro se
i grillini ce l’abbiano di più con
l’Expo o con i ritardi dei lavori.
Al comizio, issato su un camion
davanti a una folla non oceanica
(al netto di giornalisti e poliziotti, duemila persone a essere ottimisti) però calorosa, Grillo
forse non è elegante, ma certamente assai chiaro: «Il cantiere? Mi dicevano: “Guardi”. Ma
che guardo? Non c’è un c..., non
c’è niente, solo un campo. E qui
devono venire venti milioni di
persone? Ma chi ci va, a Rho?».
Il resto è il solito urlo contro
tutto e tutti con la voce roca e la
giugulare gonfia. «Non voglio
gridare», in effetti, è la battuta
migliore. Ce n’è per «Rigor
Mortis» (sarebbe Monti), per
«Letta che è sparito nel nulla
dopo un viaggio in Arabia Saudita, segno che ha preso qualche accordo che non piace ai
poteri forti», per Renzi «falso e
ipocrita che ci prende per il c...»
e ovviamente per i media che lo
sono anche di più. Poi Grillo
confessa finalmente chi si crede
di essere: «Abbiamo distrutto
la sacralità del Parlamento come il nuovo Papa ha distrutto la
sacralità della Chiesa». Però
«noi la rivoluzione l’abbiamo
già fatta, anzi l’abbiamo già vinta». Buona campagna elettorale.
domande
a
Luis
Orellana
Luis Orellana,
una delle figure
di spicco
dei dissidenti
cacciati da Grillo
Orellana ma non aveva detto che si dimetteva?
«Sì, lo so, l’avevo detto. Ma
ero scosso. Vivevo un periodo di poca serenità».
Adesso va meglio?
«Beh, relativamente... ho
avuto una busta con un proiettile, mi hanno danneggiato
l’auto sotto casa, anche se la
polizia ha detto che sono stati dei balordi comuni... Tutti
gli attacchi che ho subito mi
avevano destabilizzato. E ho
detto che mi dimettevo».
Cosa le ha fatto cambiare
idea?
Alfano attacca il Cavaliere: inutile votarlo
“Forza Italia non è né carne né pesce”
Santanchè lancia
raccolta di firme
e appello al Colle:
grazia a Berlusconi
ALESSANDRO MONDO
TORINO
«La linea politica di Forza Italia non è né carne e né pesce,
non è né maggioranza e nemmeno opposizione. Quando
Berlusconi parla dei piccoli
partiti, deve stare attento. Lui
ha un grande partito ma non sa
dove andare. Noi invece sì. Alle
europee il vero voto inutile sarà
quello dato ai partiti che non
sanno dove andare».
Un Angelino Alfano in gran
spolvero quello che ieri ha raggiunto Torino, con Renato Schifani e Maurizio Lupi, per dettare
la linea al Ncd in vista delle regionali del 25 maggio. Le quali, in
Angelino Alfano
Piemonte, saranno abbinate alle
europee. Da qui una stoccata che
vale anche sul fronte subalpino,
dove la coalizione di centrodestra che dovrà sfidare Sergio
Chiamparino resta un miraggio.
Forza Italia rivendica il diritto di
esprimere il candidato e punta su
Gilberto Pichetto. L’Ncd chiede
pari dignità, chiede le primarie
per la scelta del nome più competitivo e mette in mostra i suoi
campioni: da Claudia Porchietto
a Michele Coppola a Giampiero
Leo. Ma non nasconde di apprezzare Guido Crosetto, che pure è
dei Fratelli d’Italia. I quali, a loro
volta, rigettano «i diktat» del partito del Cavaliere. Ora pure la Lega minaccia di correre da sola.
Veti incrociati che per ora hanno
permesso a Chiamparino di manovrare indisturbato: anche nel
Piemonte profondo, dove il centrosinistra non ha mai mietuto
consensi. Martedì, forse, il quadro si chiarirà nel corso di un tavolo nazionale. Ieri per l’Ncd, appena accolto nella famiglia dei
Popolari europei, è stato il giorno
dell’orgoglio. Teatro Carignano
pieno come un uovo. Presente lo
stato maggiore del partito capeggiato da Enrico Costa, coordinatore e viceministro della Giustizia. «Partiamo da Torino per riportare di nuovo al successo il
centrodestra italiano», esordisce
Alfano. Poi una carrellata sui valori di riferimento: vita, diritti
dell’uomo («vengono prima dello
Stato»), famiglia, sociale, welfare. Difende la scelta di stare al
Governo e avverte la Camusso:
«Non si torna indietro». L’appoggio alla Tav è simboleggiato dalla
presenza di Gemma Amprino,
sindaco di Susa. Dalla Tav salta
alla tifoseria juventina: «Guai a
fare di tutte le erbe un fascio, i responsabili dei cori antisemiti
vanno puniti ma non bisogna criminalizzare una tifoseria civile».
Poi torna sull’Europa: «Vogliamo
cambiare l’Europa, non lasciare
l’Europa e l’euro al loro destino».
Intanto Daniela Santanchè ha
iniziato una raccolta di firme per
chiedere al Colle la grazia per il
Cavaliere: «Servono le firme di
milioni di italiani affinché in Italia venga ripristinata la democrazia. Il 10 aprile rappresenta un
vulnus per la nostra democrazia.
Dobbiamo mobilitarci e promuovere un appello a Napolitano affinché conceda la grazia a Silvio
Berlusconi».
«Le innumerevoli testimonianze di affetto da parte di
tantissimi militanti, nella
provincia di Pavia. Almeno
un terzo dei votanti erano
contro la mia cacciata, e secondo me tra gli elettori anche di più».
Non è che ha pesato anche
la scelta di tenersi finalmente la diaria e tutti i rimborsi?
«E’ ridicolo. Non hanno argomenti politici e mi attaccano
umanamente».
Lei quanto ha restituito?
«Di rimborsi, fino a ottobre,
27mila euro in tutto».
Un po’ sotto la media, dicono.
«Ma bisogna considerare che
chi è di Roma - o anche di Napoli - torna a casa a dormire,
e non spende quanto spendiamo noi».
Ora riuscirà a fare un gruppo?
«In teoria siamo 13, ma i 5 che
avevano detto di dimettersi
sono decisissimi, e in otto siamo leggermente sotto i dieci...
E poi ognuno ha un percorso,
bisogna fare un lavoro...»
Lei vuole farlo?
«Non siamo ancora pronti
ma non dico di no. Bisogna
trovare una comunione
d’intenti».
[I. I.]
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Primo Piano .7
.
gg Dossier/L’avventura del premier
g
Per vincere la sfida col Paese immobile
Renzi deve rischiare l’impopolarità
Gli annunci in stile televendita non sono un problema. Ha dimostrato coraggio e ambizione nello scegliere gli obiettivi
ma per compiere la rivoluzione che annuncia deve rompere dei veri tabù, dagli sprechi alle false pensioni di invalidità
LE OPPORTUNITÀ
COSTI E RISCHI
SGRAVI IRPEF PER 10 MILIARDI
Peggiori conti pubblici: più deficit,
più debito, maggiori interessi sul debito
1
Buste paga più pesanti per 10 milioni
di lavoratori dipendenti
Tagli alla spesa pubblica: meno risorse
per i servizi ai cittadini
Aumento della domanda
Prelievo sulle pensioni medie e alte (oltre i 3000 euro lordi?)
TAGLIO IRAP PER CIRCA 2.5 MILIARDI
1000
2
Un po' di ossigeno a imprese e partite IVA
Leggera diminuzione del costo del lavoro
Maggiori tasse sulle "rendite finanziarie"
Alle imprese costerà di più autofinanziarsi
con azioni e obbligazioni
Circa 10 milioni di risparmiatori, grandi e piccoli,
pagheranno più tasse sui loro redditi da capitale
Possibile fuga di capitali
sulle rendite
euro
l’anno: lo sgravio
Irpef sui redditi
fino a 25mila euro
26%
3
Energia elettrica più cara
per altri tipi di utenti (grandi imprese
"energivore"? beneficiari
di incentivi per le energie rinnovabili?)
RIMODULAZIONE TARIFFE DELL'ENERGIA ELETTRICA
Minori costi per le piccole e medie imprese
PAGAMENTO DEI DEBITI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE ALLE IMPRESE
La nuova aliquota
sulle rendite
finanziarie (oggi al 20)
4
Peggioramento dei conti pubblici del 2014
Più risorse all'economia
Migliori conti pubblici dopo il 2014
LIBERALIZZAZIONE DEI CONTRATTI DI LAVORO
5
Possibili abusi da parte delle imprese
Più posti di lavoro
Meno contenzioso per le mancate assunzioni
LUCA RICOLFI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
P
erché l’essenza della televendita non è il fatto di servirsi di slide e telecomandi, o
di usare toni da imbonitore,
ma è il fatto di fare comunicazione anziché informazione. La comunicazione mira a persuadere, e
quindi è costretta a nascondere svantaggi e controindicazioni dei prodotti
che promuove. L’informazione mira a
dire la verità, tutta la verità, e quindi
non nasconde pregi e difetti dei prodotti di cui parla.
Da questa angolatura, Renzi e i suoi
non sono né nuovi né tantomeno rivoluzionari, perché anch’essi – come tutti i
loro predecessori – mettono una cura
estrema, al limite del virtuosismo, nel
minimizzare o nascondere l’altra faccia
della luna, ovvero i costi e gli inconvenienti delle proprie scelte (per qualche
esempio vedi lo specchietto qui sopra).
Rivoluzionario nello stile sarebbe un
politico che, nel momento in cui vara
una misura, dicesse tutta la verità su di
essa, anziché affannarsi a indorare la
pillola. Un’eventualità che, a mia memoria, nella storia della seconda Repubblica si è presentato una sola volta
in vent’anni, quando il ministro Elsa
Fornero si commosse - fino a scoppiare
in lacrime - al momento di presentare
la sua riforma delle pensioni (dicembre
2011). Forse anche per questo, per il fatto che un rappresentante del governo
diceva la cruda verità, quell’episodio
scosse l’opinione pubblica e resterà a
lungo nella memoria collettiva.
Il confronto coi predecessori
Ecco perché dicevo che, dal punto di vista della comunicazione, nulla di sostanziale è cambiato. Per certi versi
Renzi è leggermente peggio dei suoi
predecessori, perché mai nessuno ha
fornito così poche informazioni sui contenuti e i dettagli dei propri provvedimenti; per altri versi è invece leggermente meglio, perché non nasconde
dietro una patina di serietà e obiettività
la natura promozionale del proprio
messaggio. E’ questa, del resto, l’intrinseca moralità della comunicazione
pubblicitaria, che mentre ti invita a
comprare il prodotto avverte anche:
questa è pubblicità, leggere attentamente il prospetto informativo (il guaio, nel caso di Renzi, è che al momento
della televendita il prospetto informativo non c’era, e infatti siamo ancora qui
che interpretiamo e congetturiamo).
mezzi: rilanciare la crescita, creare
nuovi posti di lavoro, eliminare gli sprechi, dare una speranza ai non garantiti,
a partire dai giovani e dalle donne
escluse dal mercato del lavoro. E’ qui,
tuttavia, che si insinua il dubbio. Non
tanto perché gli obiettivi sono assai alti
e difficili, quanto perché di tale altezza
e difficoltà Renzi e i suoi paiono ignari.
Questa sensazione, di scarsa comprensione della complessità del compito che
si sono dati, mi deriva da tre indizi.
I rischi che corre il governo
Chiarito che la televendita non è il problema, proviamo a venire alla sostanza
dell’avventura di Renzi, ossia al motivo
per cui è un’impresa, ed è un’impresa
rischiosa. E’ un’impresa perché la sua
ambizione è di cambiare davvero l’Italia o, per dirla con Alan Friedman, di
«ammazzare il gattopardo», rompendo
l’incantesimo del nostro immobilismo
travestito da cambiamento.
Che l’ambizione sia questa lo si capisce non solo dagli scopi finali (che sono
quasi sempre ambiziosi, quando un
premier si installa al potere) ma da alcuni mezzi che Renzi sta usando o sta
minacciando di usare. Fra questi mi
hanno colpito tre formidabili mancanze di riguardo, se così posso chiamarle:
mancanza di riguardo per le parti sociali, che vanno ascoltate ma solo per
poi decidere in solitudine («sono pagato per questo»), senza farsi invischiare
in interminabili discussioni, trattative,
tavoli di concertazione; mancanza di
riguardo per burocrati e funzionari ministeriali, cui non si intende lasciare i
poteri di veto di cui hanno sempre goduto; mancanza di riguardo per i dipendenti pubblici, da cui si pretende
mobilità e disponibilità al cambiamento. Su questi tre punti Renzi non ha ragione, ma ha stra-ragione: l’abbandono, da parte della politica, degli eccessivi riguardi del passato verso parti sociali, burocrati e dipendenti pubblici è
la precondizione di qualsiasi tentativo
di cambiare il Paese.
La qualità della squadra
Il primo è la qualità della squadra di governo. Da un ragazzo che da anni studia
da premier, e ha avuto tutto il tempo di
informarsi e diventare adulto, mi sarei
aspettato uno sbarco al governo ben
più attrezzato: più attrezzato di piani
dettagliati, disegni di legge, squadre di
esperti. Mi sarei aspettato ministri più
competenti e preparati, meno lottizzazioni fra partiti e correnti di partito. Se
Renzi si rendesse conto davvero di
quanto è complessa l’Italia (e inoltre
volesse cambiarla), non avremmo assistito a una conferenza stampa in cui
nessun annuncio importante è accompagnato da norme e numeri precisi.
Il secondo indizio che mi fa riflettere,
e temere per l’esito dell’impresa di
Renzi, è la sua incapacità (o il suo rifiuto) di fare le scelte più difficili, fin dal
dilemma Irpef-Irap. Puntare sull’Irpef
voleva dire dare un po’ di soldi a chi ha
già un lavoro, e raggiungere subito 2025 milioni di elettori. Puntare sull’Irap
voleva dire dare un po’ di ossigeno alle
imprese e alle partite Iva, ma anche
creare qualche posto di lavoro per chi
un lavoro non ce l’ha. Fra la scelta tradizionale, che guarda prevalentemente
alla “società delle garanzie”, e quella innovativa, che guarda prevalentemente
alla “società del rischio”, Renzi alla fine
ha scelto la strada più facile, quella degli sgravi Irpef, che gli garantiva in un
colpo solo la benevolenza della Cgil e un
maggiore dividendo elettorale per il Pd
alle elezioni europee.
Gli obiettivi finali
Quanto agli scopi finali del nuovo governo, non sono meno ambiziosi dei
I dossier più scottanti
Resterebbe un terzo indizio, che mi fa
pensare che Renzi non possa o non voglia fare i conti sul serio con la complessità del caso italiano. Questo indizio è la
sua reticenza sui dossier più scottanti.
O, se volete, la sua timidezza.
Rispetto ai governi passati, rispetto
all’immobilismo gattopardesco del ceto politico della seconda Repubblica,
Renzi ha effettivamente una marcia in
più, e non solo nello stile. Di questo bisogna dargli atto. Però questo suo continuo parlare di rivoluzione, questo
presentare come rivoluzionarie mosse
simboliche (l’asta delle auto blu) o normali scelte di politica economica, piene
di incertezze e di effetti collaterali, appare davvero fuori misura.
Le scelte più difficili
Rivoluzionario sarebbe un leader che
avesse il coraggio di parlare non solo
delle scelte facili e popolari, come i
1000 euro all’anno per 10 milioni di lavoratori dipendenti, ma anche delle
conseguenze negative di quelle scelte
(più deficit e meno spesa pubblica).
Rivoluzionario sarebbe un leader
che trovasse il coraggio di parlare anche delle scelte difficili e impopolari
che dovrà compiere. Rivoluzionario,
soprattutto, sarebbe un leader che
avesse la forza di dire al Paese la verità,
tutta la verità. Ad esempio che il grosso
delle inefficienze e degli sperperi del
denaro pubblico, di cui la spending review dovrebbe occuparsi, è concentrato nelle regioni del Mezzogiorno. O che
le false pensioni di invalidità assorbono
circa 10 miliardi di euro l’anno (giusto
la cifra che occorre reperire per gli
sgravi Irpef), ossia molto ma molto di
più delle odiatissime pensioni d’oro. Ecco perché quella di Renzi è un’impresa
ardita. Renzi rischia di non farcela perché una parte dell’Italia non vuole cambiare (e i molti “gufi” che lo attaccano in
questi giorni danno l’idea di quanto
questo rischio sia reale). Ma rischia di
non farcela anche per la ragione opposta, perché è lui stesso che, a un certo
punto, potrebbe non essere disposto a
pagare il prezzo che i veri cambiamenti
quasi sempre esigono: il prezzo amaro
di un po’ di impopolarità.
8 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
LA MEMORIA
1944-2014
L’omaggio di Napolitano a Cassino
Nell’anniversario il Capo dello Stato torna sui luoghi del bombardamento: “Ricordo le macerie, fu terribile”
FRANCESCO GRIGNETTI
INVIATO A CASSINO
Si commuove, esorta, ironizza. Il Capo dello Stato è a Cassino per celebrare il 70° anniversario di un bombardamento, quello su una città e su
un’abbazia, che hanno segnato la storia d’Italia. Montecassino, scrigno di tesori, fu distrutta. Ma anche all’abitato
che era ai suoi piedi toccò la
stessa sorte. Il conflitto si lasciò dietro una scia di morte,
di distruzione, di annichilimento. Basti dire che nei cimiteri militari della zona sono
sepolti 50 mila soldati di varie
nazionalità. Ed è ricordando
la «ferocia e la irrimediabile
irrazionalità della guerra»,
evocata a appunto in una città
martire, che Giorgio Napolitano invita a valutare quel che di
buono c’è nella costruzione
europea. «Non si oscuri mai in
noi - scandisce - la coscienza
di quel che ci ha già dato e ci
può ancora dare l’unità europea: questa rimane la via maestra per progredire».
Il Presidente parla con un
occhio all’attualità politica,
che vede Matteo Renzi al suo
debutto proprio in Europa,
senza perdere di vista la dimensione storica e internazionale. La costruzione europea ha garantito decenni di
pace. Deve funzionare anche
oggi che il confronto sull’Ucraina diventa ogni giorno
più incandescente. Il Capo
dello Stato si ritrova quindi a
lanciare antiche parole d’ordine: «Dovunque insorgano crisi o pericoli di guerra, occorre
imboccare la via del dialogo,
che significa innanzitutto
ascolto reciproco, considerazione attenta, da parte di cia-
MINISTRO DIFESA
«No ai conflitti
per modificare
i confini»
Roberta Pinotti
«Si deve evitare che
la guerra torni in Europa. Dobbiamo ribadire
il rifiuto della guerra
come mezzo per cambiare i confini. Non si
può accettare l’idea che
la presenza in una stessa area di più popoli e
più lingue diventi motivo di conflitto o di guerra tra Stati». Lo ha sottolineato il ministro
della Difesa, Roberta
Pinotti nel suo intervento di ieri a Cassino.
Un chiaro riferimento
alla crisi in corso proprio in queste settimane fra Russai ed Europa
anche se il ministro non
ha mai pronunciato la
parola Ucraina.
1
PAOLO GIANDOTTI/PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA/ANSAI
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri davanti al cimitero militare polacco di Cassino
scun soggetto politico e statuale, delle preoccupazioni e ragioni dell’altro».
Sì, occorre il dialogo «per disinnescare i pericoli insiti in
una contrapposizione o sfida
minacciosa», ma anche per garantire all’Ucraina «l’indipendenza e l’evoluzione democratica». Come? Di certo non attraverso i confronti muscolari.
Accenna all’Ucraina anche il
ministro della Difesa, Roberta
Pinotti. Ed è preoccupata:
«Dobbiamo ribadire il rifiuto
della guerra come mezzo per
cambiare i confini. Non si può
accettare l’idea che la presenza
in una stessa area di più popoli
e più lingue diventi motivo di
conflitto o di guerra tra Stati».
Parlarne a Cassino, agli anziani come alle scolaresche,
per Napolitano ha un valore
particolarissimo. Sa di avere di
fronte famiglie che conservano
nel proprio Dna il ricordo dolorosissimo della guerra. Furono
esperienze terribili. Rievoca il
sindaco Giuseppe Golini Pe-
trarcone: «Gli uomini tornarono con i loro stracci. Conobbero la caverna e la baracca, il pagliaio e la nuda stanza di una
casa colonica».
Viste da qui, non sono parole
così lontane. Il Presidente della
Repubblica ha ancora certe
scene negli occhi: «Rammento dice - le prime visite a Roma dopo la liberazione della Capitale.
Non c’erano collegamenti ferroviari, trovai ospitalità su un camion da Napoli a Roma. Fu impressionante, per me, l’immagi-
ne delle macerie dell’ Abbazia».
E si commuove per un attimo, sul palco, nel ricordare il
sacrificio dei soldati polacchi
che morirono in massa su queste montagne.
Poi però torna l’arguzia di
sempre. Nel salutare il consiglio comunale, non manca una
battuta sulle dispute della settimana. «L’ultima volta che sono
venuto qui, nel 1993... Anche allora ci stavamo occupando di
legge elettorale... Sono problemi che ritornano».
Il“tragicoerrore”degliAlleati
cheinquattromesicostòlavita
a1800civiliinnocenti
La città fu sacrificata per liberare Roma dai tedeschi
La storia
UMBERTO GENTILONI
ROMA
mici italiani, Attenzione! Noi abbiamo sinora
cercato in tutti i modi
di evitare il bombardamento del
monastero di Montecassino. I tedeschi hanno saputo trarre vantaggio da ciò. Ma ora il combattimento si è stretto attorno al Sacro
Recinto». Così un volantino che
piove dal cielo tra il 13 e il 14 febbraio 1944 in italiano e in inglese,
la firma è quella della V Armata
statunitense. Non c’è più tempo, la
guerra invade territori e perimetri
che sembravano sicuri o protetti.
Il testo è un segnale inequivocabile, un punto di non ritorno: «È ve-
«A
nuto il tempo in cui a malincuore qualche mese prima, il 10 settembre
siamo costretti a puntare le nostre 1943, all’indomani dello sbarco alleaarmi contro il Monastero stesso. to a Salerno, a ridosso dell’annuncio
Noi vi avvertiamo perché abbiate la dell’armistizio tra il governo Badopossibilità di porvi in salvo: lasciate glio e gli anglo americani. Il territoil Monastero. Andatevene subito. rio della Penisola si trasforma nello
Rispettate questo avviso».
spazio di pochi giorni in un teatro di
L’abbazia benedettina diventa un guerra, diviso e attraversato da
target, presunto
eserciti in lotta. I
obiettivo sensibiLA STRATEGIA MILITARE tedeschi occupano
le della strategia
luoghi strategici
I bombardamenti aerei idella
di difesa tedesca.
città appogfurono decisi per aggirare giata sul MonteUna lunga battala linea Gustav cassino (stazione,
glia, una storia
nella storia, una
caserma dei carapiccola grande viIL MEA CULPA binieri, deposito di
cenda di un comuufficio
A distanza di vent’anni artiglieria,
ne immerso nel
postale), la linea
prisma del secon- americani e inglesi ammisero Gustav corre dal
i propri sbagli nel Lazio Tirreno all’Adriatido conflitto mondiale. Cassino è
co, da Cassino a
una lente d’ingrandimento su scena- Ortona bloccando la previsione del
ri e contesti che vanno ben al di là di governo di Londra di passare dal
un’area di oltre 20 mila abitanti nel «ventre molle dell’Europa» per
Lazio meridionale (140 chilometri da giungere rapidamente alle porte di
Roma e 95 da Napoli). Tutto ha inizio Berlino. La sfida nei cieli diventa uno
10 settembre 1943
Dopo lo sbarco alleato a Salerno i tedeschi occupano la cittadina
intorno all’abbazia, strategica per bloccare l’avanzata verso Roma
snodo obbligato, le prime squadriglie dell’aviazione anglo americana
colpiscono obiettivi militari e civili
innocenti: anche le migliori intenzioni non riescono a guidare la traiettoria degli ordigni.
La mattina del 10 settembre 1943
si contano oltre cento caduti mentre
le posizioni si consolidano, i due
schieramenti controllano territori e
zone di confine. Le prospettive si diversificano: da un lato le strategie
politico militari e gli sguardi dall’alto
sulla linea del fronte, dall’altro gli effetti su una popolazione inerme catapultata nel vortice senza ritorno
della guerra totale. Il punto d’approdo di questa fase della campagna
d’Italia è la liberazione della capitale; sarebbe un segnale d’incoraggiamento, un primo obiettivo consolidato. Ma le truppe di occupazione non
hanno intenzione di cedere, sono
pronte a tutto per mantenere la linea di difesa a Sud di Roma. Lo stallo
sembra rompersi con un’operazione
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Pubblichiamo il discorso che
il Presidente della Repubblica
ha tenuto ieri a Cassino nel
giorno del 70° anniversario
del bombardamento
che rase al suolo l’abbazia
GIORGIO NAPOLITANO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
maggio al sacrificio terribile della città e della popolazione di Cassino e
dell’intera area;
- omaggio a tutti gli
artefici di una ricostruzione e di una
rinascita che in questa terra massacrata non potevano neppure essere
immaginate e sono invece via via diventate realtà;
- e infine omaggio allo straordinario tributo di fatica, di eroismo, di
sangue di quanti in quei mesi del
1944 combatterono in questo durissimo teatro di guerra per la liberazione d’Italia e d’Europa.
Innanzitutto, quindi, ho da esprimere nuovamente un sentimento profondo di vicinanza e solidarietà, che
non può considerarsi concluso, che
non può mai archiviarsi e consegnarsi
al passato, perché si rivolge a famiglie
e comunità la cui spaventosa sofferenza si è trasmessa da una generazione all’altra. Anche a distanza di più
di mezzo secolo, nell’animo di ogni uomo e donna che sia nato e viva qui, resta impressa in modo indelebile
un’esperienza tra le più tragiche vissute nella seconda guerra mondiale.
Un’esperienza di cui bisogna non
stancarsi di trasmettere a tutti gli italiani delle generazioni più giovani la
conoscenza e la lezione.
La lezione principale - inutile dirlo
- è quella della ferocia e spesso della
irrimediabile irrazionalità della guerra. La ferocia con cui si bruciarono
nelle quattro battaglie combattute
qui decine di migliaia di giovani vite,
si bombardò l’Abbazia di Montecassino e si rase al suolo la città di Cassino.
L’irrazionalità dei calcoli che indussero ad attacchi senza possibilità di
successo e ad ostinate, coriacee difese senza futuro. Un’irrazionalità fatta
anche di errori clamorosi, più o meno
riconosciuti in sede storica. E a questo proposito, permettetemi di dirlo,
il tema centrale non può ormai più essere la controversa e dubbia ricostruzione storica o la polemica sulle responsabilità dell’uno o dell’altro comandante alleato per il bombardamento distruttivo dell’Abbazia e per
quello della città.
Soprattutto, non deve comunque
O
Primo Piano .9
.
IL MESSAGGIO
“Mai più guerre
Con l’unità europea
ci siamo riusciti”
“Occorre imboccare sempre la strada del dialogo
È questa la via da seguire anche in Siria e in Ucraina”
La prospettiva
Non si oscuri mai in noi
la coscienza di quel
che ci ha già dato
e ci può ancora dare
l’unità europea
Questa rimane
la via maestra
per progredire
nel nuovo mondo
globale
mai oscurarsi il senso della riconoscenza di noi italiani per i combattenti delle più diverse provenienze
ed etnie che sotto le bandiere alleate
furono impegnati per mesi nelle condizioni più ingrate nell’azione per superare la linea Gustav e aprire la
strada alla Liberazione di Roma. E
vorrei citare in particolare l’apporto
straordinario del corpo d’armata polacco del generale Anders: lo cito
perché ho constatato - nei miei incontri col Presidente di quel Paese quanto fortemente se ne coltivi lì il
ricordo ammirato.
Poco più di un anno fa, col presidente Komorowski ricordammo a
Napoli Gustaw Herling, che lì aveva
trascorso l’ultimo periodo della sua
vita: un grande intellettuale e patriota polacco che partecipò, assai giovane, alla battaglia di Montecassino. E
viene in mente quel che dové significare, per quei combattenti, innalzare
il 18 maggio del ’44 la bandiera polacca sulle rovine dell’Abbazia di Montecassino finalmente raggiunta; vengono in mente le parole che si leggono
sulla stele eretta in memoria dei caduti polacchi a quota 593: «Noi soldati polacchi, per la nostra e vostra libertà, abbiamo dato l’anima a Dio, i
corpi al suolo d’Italia e i cuori alla Polonia». Onore a loro, e a tutti i combattenti e i caduti - stranieri e anche
soldati della nuova Italia, stranieri di
tutte le lingue e le nazionalità - sacrificatisi per la libertà dei loro popoli,
per l’indipendenza delle loro nazioni,
per la pace e la democrazia in Europa.
E lasciate che dica ancora come io
abbia vissuto, da molto giovane, i cento bombardamenti alleati sulla mia
città, su Napoli, scoprendo che era
Il Presidente Giorgio Napolitano
quello un terribile prezzo da pagare
per la sconfitta del nazifascismo, e
che ne portava la colpa la politica di
guerra di Mussolini e di Hitler. E perciò accogliemmo come liberatori a
Napoli gli alleati, a cominciare dagli
angloamericani i cui bombardamenti, pure, avevano seminato distruzione e morte nella nostra città. Quel che
ha contato e conta è guardare avanti,
non dimenticando mai la lezione: basta con le guerre, mai più guerre ciecamente concepite e ciecamente distruggitrici. In Europa, con l’unità tra
i nostri popoli, con l’integrazione tra i
nostri Paesi, ci siamo riusciti. Ma non
lontano dai nostri confini, abbiamo
ancora avuto negli Anni 90 i conflitti
esplosi nell’area della ex Jugoslavia,
conflitti non meno brutali di quelli
della seconda guerra mondiale: e si è
riusciti a spegnerli solo aprendo ai
popoli e ai Paesi dei Balcani occidentali la prospettiva dell’Europa unita.
Ed è ancora aperta - non tanto lontano dai confini dell’Europa - la sanguinosa ferita della guerra all’interno
della Siria, con ricadute di tensioni
pericolose e di milioni di profughi nei
Paesi vicini. Alla pace conseguita in
Europa è tempo che si accompagni
una svolta di pace in Medio Oriente.
E dovunque insorgano crisi o pericoli di guerra, occorre imboccare la
via del dialogo, che significa innanzitutto ascolto reciproco, considerazione attenta, da parte di ciascun soggetto politico e statuale, delle preoccupazioni e ragioni dell’altro. È questa la via da seguire anche per disinnescare i pericoli insiti in una contrapposizione o sfida minacciosa sullo status dell’Ucraina, di cui vanno
garantite l’indipendenza e l’evoluzione democratica, in un costruttivo
rapporto sia con l’Unione Europea
sia con la Federazione Russa.
Vedete, dalla riflessione su una tragica esperienza vissuta 70 anni fa come la vostra, nascono pensieri che si
rivolgono ai problemi e ai dilemmi del
mondo d’oggi, di cui dobbiamo essere
consapevoli noi - l’Italia, gli italiani come membri responsabili della comunità internazionale, sensibili alla
causa comune della pace e del progresso democratico. Questa causa fa
tutt’uno con il rilancio di quel grande
progetto dello stare insieme in Europa, del costruire insieme un’Europa
capace di prevenire e superare crisi
come quella in cui da oltre 5 anni ci
dibattiamo. Non si oscuri mai in noi la
coscienza di quel che ci ha già dato e ci
può ancora dare l’unità europea: questa rimane la via maestra per progredire - ciascuno dei nostri Paesi - nel
nuovo mondo globale, la via maestra
per lasciarci definitivamente dietro le
spalle un passato come quello che oggi qui ricordiamo, per rafforzare e diffondere la pace sulla base di un’effettiva giustizia e coesione sociale.
Penso che possa essere questo il
messaggio da lanciare qui, in questa
città martire, in questa Cassino più
che mai orgogliosa della sua medaglia
d’oro al valor militare.
15 marzo 1944
17 maggio 1944
Il monastero viene completamente raso al suolo. I combattimenti
durano da mesi e hanno già causato centinaia di morti fra i civili
Le linee tedesche vengono finalmente sfondate. Dopo due
settimane, il 4 giugno, le truppe alleate entreranno a Roma
di aggiramento, alle spalle delle difese tedesche nei pressi di Anzio e Nettuno a 60 chilometri dalle mura della
città eterna. Uno sbarco riuscito che
tuttavia non ha seguito: il cammino
degli alleati viene interrotto dopo i
primi segnali incoraggianti. Siamo a
gennaio del 1944 e Roma appare lontana, la linea Gustav impenetrabile, i
tedeschi arroccati a difenderla. Così
ha inizio la lunga battaglia di Cassino
(quattro fasi tra gennaio e maggio
1944) fatta di tentativi ripetuti dal
cielo e da terra (eserciti di oltre 20
paesi) di far breccia nelle difese tedesche accelerando così la via di accesso a Roma. Incursioni del II corpo
della V armata statunitense respinte
dalle truppe del generale von Segel
fino alle estreme decisioni del comando alleato: bombardare pesantemente il territorio conteso.
L’abbazia è colpita a febbraio, la
città rasa al suolo la mattina del 15
marzo, solo il 17 maggio 1944 la
svolta con lo sfondamento delle li-
nee: è in corso l’Operazione Diadem, fase culminante dell’offensiva
che si chiude nel pomeriggio del 4
giugno con l’attraversamento delle
porte della capitale.
Per la popolazione di Cassino è la
fine di un incubo, le cifre sono impietose: 1800 i caduti civili, oltre 200 i
feriti e 150 dispersi. Un prezzo troppo alto, una condotta inadeguata, un
tragico errore come riconosciuto a
seguito di inchieste e ricostruzioni
dagli americani nel 1969 e dagli in-
glesi dieci anni dopo (rendendo noti i
risultati di un’indagine del lontano
1949). Memorie diverse e conflittuali
hanno contribuito a sedimentare un
tessuto comune; i retroscena diplomatici rappresentano un prezioso
tassello (recente il volume di N. Tasciotti, Montecassino 1944. Errori,
Menzogne e Provocazioni, Castelvecchi, 2014) e l’indagine storiografica ha squarciato veli di silenzio o ipocrisie. Ecco il senso di tornare su
quei luoghi settant’anni dopo, far sì
che la celebrazione di un anniversario diventi occasione di conoscenza,
racconto di eventi che ci appartengono. Un abbraccio ideale con la popolazione di Cassino nel ripudio delle guerre, una consapevolezza che
nelle iniziative di questi mesi unisce i
livelli istituzionali: dal presidente
della Repubblica al sindaco del Comune, dal vertice dell’esecutivo al
governatore della regione Lazio. Un
segno importante, un lascito per chi
è venuto dopo.
10 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
IL CASO ALPI
VENT’ANNI DOPO
La vicenda
R
1
20 MARZO 1994
L’AGGUATO
Ilaria Alpi e Miran
Horvatin vengono
uccisi da un
commando di
somali a Mogadiscio
“Su Ilaria la Procura
non ha fatto nulla
Solo depistaggi”
La madre della giornalista uccisa a Mogadiscio
“Abbandonati dalle istituzioni, ma non mi arrendo”
Intervista
R
2
R
3
12 GENNAIO 1998
L’ARRESTO DI HASSAN
Il somalo Hashi
Hassan, riconosciuto
dall’autista di Ilaria,
è arrestato. Avrà una
condanna a 26 anni
14 FEBBRAIO 2010
L’ALTRA PISTA
Niente archiviazione
del caso. Per il gip
Ilaria è stata uccisa
per il traffico di armi
e rifiuti tossici
NICCOLÒ ZANCAN
ROMA
a stanza di Ilaria Alpi è rimasta identica alla sera del 10
marzo 1994. Molti libri ordinati sui ripiani di legno scuro:
«Inshallah» di Oriana Fallaci,
fiabe orientali, vocabolari di greco, latino, arabo. C’è un salvadanaio a forma di
gatto sullo scrittoio, proprio davanti alla
finestra. Giù in strada, nel quartiere Vigna Clara, la bambina Ilaria aveva camminato con un registratore in mano per
le sue prime interviste da aspirante giornalista. In questa stanza tornava ancora
a dormire, da giornalista affermata, pri-
L
ma di ogni servizio importante. «Così
anche al suo settimo viaggio da inviata in
Somalia - racconta la madre Luciana Alpi - cenavamo insieme, andavamo a dormire presto. Suo padre Giorgio, la mattina dopo, l’accompagnava alla Rai...».
Sono passati vent’anni. L’Italia si appresta a celebrare una giornalista a cui
non ha saputo rendere giustizia. La verità storica sull’omicidio di Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin, l’operatore in missione
con lei, è ampiamente rintracciabile: sono stati uccisi perché in Somalia avevano scoperto un traffico d’armi e rifiuti
tossici. La verità giudiziaria ancora non
c’è. Non si può dire. «Cinque magistrati,
vent’anni di indagini, un solo colpevole,
sicuramente innocente».
Signora Alpi, cosa la indigna di più?
«Questa mancanza di verità. Il modo di
lavorare della Procura di Roma, che non
saprei come definire. Non hanno fatto
niente, a parte depistaggi a tutto spiano.
Si arrabbieranno, lo so. Ma la mancanza
di rispetto per due persone morte in modo così bestiale fa arrabbiare me».
Ricorda ancora la voce di Ilaria?
«Ha telefonato due ore prima dell’ag-
Luciana Alpi
La mamma
di Ilaria Alpi
è rimasta sola
Dopo la morte
del marito
continua
a combattere
per la verità
guato. “Sono molto stanca - ha detto adesso faccio la doccia, mangio qualcosa, poi devo preparare il servizio per il
telegiornale alle 19”. Io e mio marito
eravamo sollevati, perché dopo essere
stata a Bosaso, finalmente era tornata a
Mogadiscio, dove conosceva tutti. Due
ore più tardi abbiamo ricevuto un’altra
telefonata. Era la Rai...».
Quantevoltehariguardatol’ultimaintervista di sua figlia al sultano di Bosaso?
«Centinaia. In Italia sono arrivati 35
minuti di girato, 13 minuti di domande.
Ma è stato lo stesso sultano Bogor a
dichiarare che quell’intervista, in re-
altà, era durata più di due ore. Tagliati
i nastri, scomparsi anche i taccuini degli appunti...».
In quel lavoro occultato c’è la chiave
per capire?
«Io credo di sì. Lo ha detto il sultano
stesso: Ilaria cercava conferme. Sapeva
del traffico di armi e rifiuti. Voleva andare a vedere la nave della Shifco, donata dalla cooperazione italiana. Di questo
si stava occupando quel giorno».
Per la commissione parlamentare
d’inchiesta, presieduta da Carlo Taormina, è stata un tentato rapimento.
«Ilaria e Miran sono stati uccisi con un
solo colpo sparato da distanza ravvicina-
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Primo Piano .11
.
CARTE CHE SCOMPAIONO
Sono sparite ore di girato
dell’intervista al sultano
Bogor, i taccuini dei suoi
appunti, persino documenti
trovati di recente
L’UNICO COLPEVOLE? È INNOCENTE
«Nulla. Quel certificato non si è più
trovato. Sparito. E adesso dicono che
non era vero niente».
GLI ARCHIVI DEI SERVIZI SEGRETI
Per l’assassino di Ilaria e Miran c’è un
solo condannato, Hashi Omar Hassan.
È stato lui?
ALESSANDRO ROCCA
Sempre Taormina ha dichiarato che
non c’era nessuno scoop da fare in Somalia.PerchéèrisaputochelaSomalia
era un grande mercato d’armi a cui
l’Italia partecipava attivamente. Cosa
hapensatodifronteaquestaaffermazione?
«Sono rimasta sbigottita. Persone delle nostre istituzioni che si permettono
di dire cose del genere, nella totale indifferenza...».
Taormina è arrivato a dichiarare che
sua figlia era lì in vacanza.
«Una cosa talmente volgare, che non
Nel 1995, la procura di Reggio Calabria indaga su un traffico internazionale di rifiuti tossici. Fa una perquisizione a Milano a casa dell’ingegnere
Giorgio Comerio. Dentro una cartellina gialla con sopra scritto «Somalia»,
trova il certificato di morte di sua figlia. E poi?
Hassan non c’entra nulla
È un capro espiatorio
come diceva la sentenza
di primo grado. Ora mi
chiama «mamma»
Ci sono ancora 8000
documenti secretati
ma non so se ci lasceranno
leggere tutto, sono implicati
personaggi importanti
ta. Strano sequestro, quello che prevede
l’esecuzione dell’ostaggio...».
gliela perdono. Poteva dire: mi dispiace,
non abbiamo trovato niente, l’inchiesta
era difficile. Avrei capito...».
Le iniziative
SpettacoliteatraliespecialiinTvperl’anniversario
1 Mercoledì 19 marzo alle 16.30 la
Camera dei Deputati ricorda Ilaria Alpi
e Miran Hrovatin. Sarà Isabella Ragonese, protagonista dello spettacolo teatrale «African Requiem» di Stefano
Massini, a chiudere il pomeriggio,
mentre le testimonianze di Luciana Alpi, Mariangela Gritta Grainer, Maurizio
Torrealta e Andrea Vianello, con la conduzione di Bianca Berlinguer, apriran-
no l’appuntamento. Giovedì su Rai Tre
in prima serata, uno speciale condotto
da Andrea Vianello ricostruisce tutta la
storia dell’agguato, con numerosi
ospiti in studio. Mentre al Museo Maxxi di Roma verrà allestita la mostra fotografica «Mi richiama talvolta la tua
voce», che racconta la dimensione più
personale di Ilaria Alpi, dalla sua prima
giovinezza alla tragica uccisione.
Era vero?
«Il mio avvocato ed io siamo stati chiamati dal pm Francesco Neri, il titolare
dell’inchiesta. Ha voluto incontrarci alla
Galleria Umberto Sordi. Le sue parole
non erano fraintendibili».
e del Copasir. Ma il problema è capire,
alla fine, cosa effettivamente ci lasceranno leggere. Troppi pezzi di questa
storia sono scomparsi».
Non si fida delle istituzioni?
«Ci hanno mollati alla grande...».
Perché non si vuole la verità?
«Collusioni. Probabilmente sono implicati personaggi importanti, forse aspettano che muoiano. Ma temo che morirò
prima io, il che mi secca parecchio...».
Dopo vent’anni ci spera ancora?
«Il 6 marzo abbiamo incontrato il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone. Mi ha detto che andranno
avanti. È stato molto gentile, devo dargliene atto. Non tutti lo sono stati...».
Cosa vuole dire ai ragazzi e alle ragazze che sognano di diventare giornalisti?
«Non voglio mettere Ilaria su un piedistallo. Era una giovane donna, che aveva
sempre studiato
IL RICORDO molto. Era diligente,
le cose in mo«Le hanno dedicato libri, film faceva
do serio. Prima di un
vie, piazze, persino una specie servizio si documendi rosa: questo mi commuove» tava a fondo».
«Al contrario, è innocente. Non ci sono dubbi. È tornato
in Italia dopo l’assoluzione in primo
grado, dimostrando la sua buona fede. Non c’entra niente in questa storia. E adesso, la situazione è da Grand Guignol...».
Cosa le manca di più?
«Il suo sorriso, era molto spiritosa».
Ilaria Alpi non ha avuto giustizia, però
non è stata dimenticata.
Perché?
«Al contrario, le hanno dedicato canzoni, strade, articoli, film, libri. Molti
giornalisti ancora lottano per lei. Presto le verrà intitolato il parco di Follonica. E un ragazzo di 28 anni chiamerà
“Ilaria” un nuovo tipo di rosa, che verrà piantato all’orto botanico di Roma.
Mi commuove molto».
È vero?
Alla fine delle celebrazioni, quando si
spegneranno le luci, cosa farà?
«L’unico condannato per l’omicidio di
mia figlia, mi ha telefonato pochi giorni
fa da Padova, al primo permesso fuori
dal carcere. “Ciao mamma, come stai?
Volevo ringraziarti. Il magistrato mi ha
fatto uscire perché tu racconti in giro
che sono innocente”».
«Certo. Vorrei la verità sulla morte di
Ilaria e Miran anche per Hashi, definito nella sentenza di primo grado esattamente per quello che è: un capro
espiatorio».
Ci sono ancora 8 mila documenti secretati sul caso Alpi-Hrovatin.
«Aspettiamo le decisioni della Camera
«È morto mio marito. È morta anche
Jamila, la gattina che Ilaria aveva raccolto in mezzo alla strada. Ormai mi trattano come una vecchia mamma rompiscatole in preda all’Alzheimer, ma non mi arrendo. Continuerò a combattere per la
verità. Cos’altro potrei fare?».
12 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
MONDO GLOBALE
LA SVOLTA SULLA RETE
ObamacedeunpezzodelpoteresulWeb
Il presidente Usa annuncia che il controllo dei “domini” non sarà più un’esclusiva del governo americano. Un gesto
di distensione verso gli alleati europei irritati dalle intrusioni dell’Nsa nella privacy. Ma sarà davvero rivoluzione?
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
Gli Stati Uniti hanno deciso di
consegnare le chiavi di Internet al resto del mondo, o
quanto meno di condividerle.
Negano che questa scelta sia
l’ultimo effetto dello scandalo
Nsa, ma molti ritengono che le
rivelazioni dell’ex agente
Snowden sulla sorveglianza
digitale condotta a livello globale dall’intelligence Usa abbiano contribuito quanto meno ad accelerare la decisione.
La notizia è stata ufficializzata venerdì sera, con un comunicato della National Telecom-
Symbolics.com, registrato
dalla Symbolics Inc
il 15 marzo 1985,
è il primo dominio
della storia di Internet.
Nel 2009 è stato
acquistato dalla società
del Missouri (Usa)
XF.com Investments
milioni
I domini Internet
registrati
nel mondo
alla fine del 2013
In Italia
La transizione
sarà completata
entro la fine
di settembre 2015
munications and Information
Administration (Ntia), ossia
l’ufficio del dipartimento al
Commercio che si occupa della
Rete: «Per sostenere e favorire
un modello di governance e politica di Internet con più azionisti, annunciamo l’intento di trasferite le funzioni chiave dell’assegnazione dei domini alla comunità globale». Il primo passo
sarà una conferenza il 23 marzo
a Singapore, dove si inizierà a
discutere la transizione che dovrebbe essere completata entro la fine di settembre 2015,
quando scadrà il contratto fra
la Ntia e la Internet Corporation for Assigned Names and
Numbers (Icann). L’assistente
segretario al Commercio
Lawrence Strickling, però, ha
già avvertito che il controllo
non sarà trasferito a una struttura governativa, tipo l’Onu,
per conservare l’attuale efficienza e l’indipendenza dalla
politica delle varie nazioni.
Internet venne sviluppato
negli anni Sessanta dalla Darpa, l’agenzia del Pentagono per
l’innovazione tecnologica, che
aveva bisogno di uno strumento di comunicazione capace di
sopravvivere a eventuali attac-
270
Il primo
Trasferiremo
la funzione chiave
dell’assegnazione
dei domini alla
comunità globale
Barack Obama
Presidente
degli Stati Uniti
chi nucleari. Quando venticinque anni fa divenne pubblico, le
delicate mansioni tecniche di assegnare i domain tipo .com, .gov
e .org, e i numeri che corrispondono agli indirizzi, erano state
gestite dal pioniere della University of Southern California Jon
Postel. Alla sua morte, nel 1998,
era stata costituita l’Internet
Corporation for Assigned Names and Numbers (Icann), una
non profit californiana con cui il
dipartimento al Commercio ave-
Il più usato
Al primo posto nella
classifica dei domini Internet
più utilizzati nel mondo c’è
«.com» con circa 108 milioni
di registrazioni. Poi ci sono
«.tk» (20,6 milioni), dominio
di Tokelau (Nuova Zelanda)
e «.de» (15,6 milioni),
dominio della Germania
Tutti i numeri
dei domini Internet
Il dominio Internet del nostro Paese
è «.it». Nella classifica mondiale
si piazza al sedicesimo posto
con 2,6 milioni di registrazioni. Davanti,
tra i più conosciuti, ci sono «.net»
(15 milioni), «.uk», il dominio
della Gran Bretagna (10,6 milioni),
«.org» (10,2 milioni) e «.eu», il dominio
dell’Unione europea (3,7 milioni)
+2%
le registrazioni
Come si apre
In Rete ci sono numerosi
Provider che permettono
di effettuare la registrazione
La procedura avviene in
12-24 ore. Dopo due giorni
il dominio è visibile sul web.
Quelli con estensione Tld
generica («.com»; «.net»)
sono i più rapidi da aprire
va firmato un contratto per svolgere questi servizi.
Mano a mano che Internet
diventava popolare in tutto il
mondo, gli altri utenti si lamentavano per questo dominio
americano, non più giustificato
dal fatto che gli Usa avevano inventato e costruito la Rete. Da
tempo Washington pensava
quindi di cedere il controllo, a
patto di mantenere efficienza e
indipendenza della struttura, e
ora ha deciso di agire. Secondo i
25
euro
Il costo annuale in media
per la registrazione
e il mantenimento
di un dominio Internet
critici, perché lo scandalo Nsa
richiedeva un atto concreto significativo per dimostrare la
volontà di garantire a tutti la
trasparenza del web.
Il processo tecnico non sarà
facile, perché bisognerà assicurare transizione e gestione futura affidabile, ma quello politico è ancora più delicato. Gli avversari di Obama, come l’ex
Speaker della Camera repubblicano Newt Gingrich, hanno
già alzato la voce: «Cosa sareb-
Rispetto ad agosto 2013 sono stati
contati oltre 5 milioni di nuovi domini
Internet. La crescita maggiore (+3,8%)
è avvenuta tra i domini di primo
livello nazionali (acronimo ccTLD),
mentre i domini sponsorizzati (acronimo
sTLDs) hanno subito un leggero calo.
I domini di primo livello nazionali
rappresentano il 45,2 di quelli totali
be questa struttura internazionale a cui il presidente vorrebbe cedere Internet?». Dietro
questa linea di pensiero si nascondono diffidenze simili a
quelle manifestate nei confronti dell’Onu, che secondo gli
estremisti americani starebbe
complottando per prendere il
controllo degli Usa.
Nel caso di Internet, però, è
vero che bisogna evitare il trasferimento delle chiavi di accesso in
mani poco affidabili. È noto, ad
esempio, che Paesi come la Cina
censurano la Rete e determinano
i siti a cui i cittadini possono avere accesso. Una mentalità di questo tipo rappresenta la contraddizione in termini di Internet e,
quindi, affidarle le chiavi non sarebbe certo meglio che darle alla
National Security Agency. Il dibattito globale è aperto e si dovrà
concludere abbastanza in fretta,
se da settembre dell’anno prossimo la nuova amministrazione di
Internet dovrà essere operativa.
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Primo Piano .13
.
U
MALAYSIA
IL MISTERO DEL VOLO 370
Aereo scomparso: “È stato dirottato”
Il premier malese: “Disattivati i sistemi di comunicazione”. Sospetti sul pilota, aveva un simulatore in casa
ILARIA MARIA SALA
PECHINO
Il mistero circonda ancora il
volo della Malaysia Airlines
MH370 con 239 persone a
bordo, partito una settimana
fa da Kuala Lumpur alla volta
di Pechino, ma mai arrivato.
La parola «dirottamento»
è stata pronunciata per la prima volta ieri mattina da un
funzionario del governo. Le
autorità malesi sostengono
che sia «accertato» che l’aeroplano abbia continuato a vola-
Il Boeing 777 avrebbe
volato per sette ore
lontano dai radar
dopo l’ultimo contatto
re «fino a sette ore» » dopo essere scomparso dai radar, e
che la sua direzione di volo sia
stata modificata in modo «volontario», verso Ovest, cioè
verso l’India. Dirottamento, o
inspiegabile decisione del pilota, Zahar Ahmad Shah?
L’ultima versione - dopo le
tante smentite che hanno fatto piovere critiche su Kuala
Lumpur - si basa sull’inaspettato rilevamento di un debole
segnale del Boeing captato da
un satellite alle 8,11, ossia a
sette ore e mezzo dal decollo e
soprattutto quasi sette ore
dopo la disattivazione del sistema di comunicazioni. A
breve distanza è stato spento
anche il transponder, prima
che il MH370 virasse bruscamente verso Ovest per intraprendere la sua nuova rotta, effettuando almeno altre due virate in breve successione. Sfortunatamente, quel segnale satellitare non è in grado di indicare l’ultimo punto conosciuto
dell’aereo. Consente però agli
investigatori di collocarlo in
una teorica circonferenza
La conclusione delle autorità
malesi arriva dopo la scoperta
che i sistemi di comunicazione
dell’aereo potevano essere
spenti solo manualmente, così
come lo sarebbe stato il radar
primario. Il velivolo si sarebbe
mantenuto sufficientemente a
bassa quota da non essere in-
8 marzo, ore 00.41
(ora locale): il volo 370
decolla da Kuala Lumpur
diretto a Pechino
ORE 6.30: ora prevista
d’arrivo a Pechino
2
Ultimo contatto
Sabato 8 marzo
alle ore 1.30
POSSIBILI
ROTTE
dopo la virata
ORE 8.11:
ultima comunicazione
confermata tra l’aereo
e un satellite. Potrebbe
essere arrivata da
PECHINO
uno due corridoi
a Nord
(tra Kazakhstan
Cina
e Turkmenistan
al nord della
India
Thailandia)
o a sud
(dall’Indonesia
all’Oceano
Indiano
KUALA
meridionale)
LUMPUR
Casi controversi
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
cacciatori di relitti americani sono pronti a entrare in azione, anche se la zona di mare dove potrebbe essere precipitato l’aereo disperso è enorme. Hanno un’esperienza di oltre mezzo secolo, con interventi che hanno fatto la storia.
Questo tipo di ricerche in genere
viene affidato all’Office of Naval Intelligence, un dipartimento fondato
nel 1882 per «scoprire lo stato di
avanzamento delle marine nelle altre nazioni». A sua disposizione ci
sono le migliori intelligence del settore, ma può ricorrere a tutti gli specialisti esterni di cui ha bisogno: ingegneri, esperti di navigazione, fisici, oceanografici.
La vicenda che attirò di più l’attenzione del pubblico nella storia dell’Office of Naval Intelligence fu certamente quella del sottomarino nucleare Scorpion, che sparì nel maggio
del 1968 in mezzo all’oceano Atlantico. Un mistero che aveva aperto qualunque ipotesi, dall’affondamento
per l’esplosione di un torpedo, alla
battaglia contro una unità sovietica.
Le ricerche furono affidate a John
Piña Craven, che ne ha parlato con il
«New York Times». Lui mise insieme
diverse squadre di specialisti, chiamate a fare ipotesi sul possibile luogo della scomparsa. Le squadre avevano competenze varie, piloti, ingegneri, oceanografi, fisici, maghi del
computer, tecnici che avevano costruito il sottomarino. Sulla base
delle loro conoscenze elaborarono
una serie di modelli su dove l’unità
poteva essere ragionevolmente arrivata, dal momento in cui aveva
3
1
ORE 1.30: ultimo
contatto via radar
ORE 2.15: ultimo
contatto via radar militare
nato del suo mestiere che si era
costruito da solo un simulatore
di volo per esercitarsi a casa.
Ma anche cuoco per hobby, patito del bricolage e «prudente».
Questo il ritratto di Zahar Ahmad Shah che emerge dopo la
perquisizione della sua casa a
Kuala Lumpur. La polizia sta
scandagliando anche la personalità del suo co-pilota, il
STRUMENTAZIONI
DI BORDO
OTTO ORE
DI MISTERI
La storia
I
tercettato da altri radar o ad alta quota, per risparmiare carburante e poter continuare più
a lungo la «fuga».
In entrambi i casi, un’operazione complicata, anche se tecnicamente possibile se effettuata da un pilota d’esperienza
come Zahar Ahmad Shah, 53
anni, con più di 18.000 ore di volo al suo attivo. Così appassio-
Rotta
verso
Pechino
Stretto
di Malacca
MALESIA
M
2.200 miglia
nautiche
Kuala Lumpur
Partenza
del volo per Pechino
sabato 8 marzo
alle ore 0.41 locali
in grado
di mandare
segnali durante
il volo e in caso di emergenza
4
1. Scatola nera: registra tutti
i dati del volo e i suoni percepiti
da microfoni posti nella cabina di
pilotaggio. Resiste a impatti violentissimi
e a temperature di oltre 1000 °C
Volo 370: nessun segnale rilevato
2. Zattere di salvataggio: quando usate
trasmettono segnali radio di localizzazione.
Volo 370: nessun segnale rilevato
3. Acars: è un sistema di data link tra
aeromobile e stazione di terra che
trasmette via satellite o in frequenza.
Serve a localizzare l’aereomobile.
Volo 370: segnali rilevati dopo l’ultimo
contatto con la torre di controllo
4. Transponder: invia un numero
di quattro cifre che identifica il velivolo,
la sua posizione e altitudine sui monitor
dei controllori di volo a terra.
Volo 370: nessun segnale rilevato
dopo l’ultimo contatto
Centimetri
con la torre di controllo
LA STAMPA
27enne Fariq Abdul Hamid, che
viene descritto dall’imam della
moschea locale come «un bravo
ragazzo, un buon musulmano,
umile e tranquillo».
Poco o nulla delle vite dei due
piloti sembra fornire nuove piste da seguire per capire dove
possa essere finito il Boeing
777, anche se Shah e il suo copilota sono indagati dalla polizia, insieme con i passeggeri,
per sospetto «dirottamento».
E ieri il premier malese
Najib Razak, che non ha pronunciato la parola dirottamento, ma ha definito la scomparsa «compatibile con
un’azione deliberata», ha detto che il jet «potrebbe essere
ovunque, dal Kazakhstan al
Turkmenistan alla Thailandia, o a Sud, tra l’Indonesia e
l’Oceano Indiano».
A Pechino, la sorte dell’aereo
- che portava 153 passeggeri cinesi - è discussa con ansia, in televisione, alla radio, fra i familiari ancora concentrati all’Hotel Lido. Tra la gente comune le
ipotesi vanno dal missile lanciato per errore all’attacco terroristico. E nel perdurare di questo mistero, che ha visto un aereo di 70 metri sparire nel cielo
come se fosse fatto di fumo, le
opinioni delle persone comuni
sembrano quasi avere lo stesso
peso di quelle degli esperti che,
da sette giorni, continuano i
formulare ipotesi su ipotesi, annaspando nel buio più pesto.
L’America schiera il super team
in arrivo gli 007 degli abissi
La chiave potrebbe essere nelle “orecchie” dei sommergibili
1 Ci vollero 2 anni per ri-
In solitaria
trovare la scatola nera del
volo Air France da Rio de Janeiro a Parigi precipitato
nell’oceano il 1° giugno
2009. Tutti i 228 passeggeri morirono.
Amelia
Earhart sparì
sull’Oceano
Pacifico
mentre
a bordo del
suo Lockheed
Electra cercava di diventare la prima
donna a
volare intorno
al mondo
da sola
1 Nel 1996 il volo Twa
esplode in volo poco dopo
il decollo da New York City, uccidendo 230 persone. Forse la causa è un corto circuito a bordo
1 Nel 1999 il volo 900 di
EgyptAir diretto a New York
si schianta nell’Atlantico
dopo una picchiata di 4 chilometri in 36 secondi. Cause sconosciute. Vittime 217
Il sottomarino Scorpion
L’Office of Naval Intelligence riuscì
a trovare il relitto del sottomarino
nucleare Scorpion che sparì nel 1968
emesso l’ultimo segnale. Per motivarli, Craven aveva messo in palio bottiglie di Chivas, che sarebbero andate a
chi arrivava più vicino alla soluzione.
Alla fine il consenso cadde su un modello che prevedeva di trovare lo Scorpion circa 740 chilometri a Sud-Ovest
delle Azzorre, sotto 3000 metri di acqua. La nave Mizar fu inviata in zona, e
individuò il relitto a 200 metri di distanza da dove i calcoli lo collocavano.
Purtroppo per i 99 uomini dell’equipaggio non c’era più nulla da fare.
La storia delle ricerche sottomarine dei relitti non è stata mai facile. Il
caso più clamoroso resta quello di
Amelia Earhart, che sparì sull’Oceano
Pacifico mentre a bordo del suo
Lockheed Electra cercava di diventare la prima donna a volare intorno al
mondo da sola. La sua ultima segnalazione era arrivata il 2 luglio del 1937,
verso l’Howland Island. Il relitto non è
mai stato trovato, anche se ricerche
degli ultimi mesi pensano di averlo individuato, e questo ha aperto a teorie
di ogni genere, compresa quella che
sia atterrata di nascosto e abbia cambiato identità. Secondo l’investigatore
della US Navy Elgen Long, la verità è
più semplice: «Finì il carburante e si
inabissò». Anche nel Triangolo di Bermuda restano misteri irrisolti, come
quello di un aereo che precipitò con 32
persone a bordo e non è stato mai ritrovato. La chiave per individuare il
777 malese potrebbe stare nei sistemi
di sorveglianza del suono installati nei
sottomarini che pattugliano gli oceani,
in grado di registrare anche a grandi
distanze il rumore di un forte impatto
sull’acqua. Se chiamato in azione l’Office of Naval Intelligence potrebbe dare le risposte che tutti aspettano.
14 .Estero
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Il blog di...
UN ALTRO PASSO DELLA CONTRORIVOLUZIONE CHE CANCELLA LE PRIMAVERE ARABE
Arabia, fatwa su Al Jazeera
“Va chiusa, incita i terroristi”
SiaccendeloscontroconilQatar,alCairoaprocessolaredazionelocale
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
«Chiudete Al Jazeera, incita
alla sedizione». È stato il ministro degli Esteri saudita,
Saud al-Faisal, a recapitare
al Qatar la perentoria richiesta, frutto della convinzione
di Riad che la tv di Doha sia
una fiancheggiatrice dei
Fratelli Musulmani. L’affondo di al-Faisal coincide con
quanto sta avvenendo al Cairo, dove 20 reporter e dipendenti di Al Jazeera sono sotto processo perché accusati
di aver «complottato con i
Fratelli Musulmani» con l’intento di diffondere notizie a
Doha è sempre più
isolata: rischia
di essere espulsa
dal Consiglio del Golfo
loro favorevoli durante il
sommovimento di piazza che
portò al rovesciamento del
presidente Mahmud Morsi
da parte dei militari.
Riad e il Cairo sono convinte di aver messo in rotta i Fratelli Musulmani - al bando nei
rispettivi Paesi - ed essere
dunque ora in grado di estendere l’offensiva anche ai loro
maggiori sostenitori arabi,
ovvero il Qatar. Per comprendere l’entità delle accuse che
Riad e il Cairo sollevano a
Doha bisogna partire proprio
dall’intervento di al-Faisal, all’ultima riunione del Consiglio
di cooperazione del Golfo
(Arabia Saudita, Kuwait,
Bahrain, Emirati Arabi Uniti,
Qatar e Oman). In quell’occasione il ministro saudita, parlando anche per conto di Emirati e Bahrein, ha comunicato
I giornalisti di Al Jazeera a processo al Cairo
KHALED DESOUKI /AFP
Egitto: Al Qaeda colpisce ancora
Agguatoalcheckpoint,uccisiseisoldati
1 Nuovo attentato contro i
militari in Egitto. Un commando armato ha aperto il fuoco
contro un posto di blocco alla
periferia Nord del Cairo, uccidendo sei soldati, tutti «militari di leva che avevano tra i 20
e i 23 anni», ha precisato Ahmed Mohamed Ali, portavoce
militare, che ha accusato un
gruppo armato dei Fratelli
musulmani. L’attentato però
è stato rivendicato dal gruppo
qaedista Ansar Beit el Maqdis.
Dalla destituzione del presidente Mohamed Morsi nel luglio 2013 sono 230 i militari
uccisi in attentati.
al Qatar il ritiro degli ambasciatori e gli ha posto «tre condizioni» per il «ripristino delle relazioni»: «Fine delle attività della
tv Al Jazeera di proprietà del
Qatar perché istiga alla rivolta»; «chiusura dei centri studi
Brookings Doha Center e Arab
Center for Research and Policy
Studies» favorevoli ai Fratelli
Musulmani; «estradizione dei
ricercati per sostegno al terrorismo» come l’imam Yusuf alQaradawi che l’Egitto considera uno degli ideologi del movimento islamico «illegale».
Finora il Qatar ha respinto
l’offensiva, imputando ai sauditi un’«intromissione negli affari interni del nostro Stato», ma
l’isolamento di Doha nel Consiglio di Cooperazione del Golfo
cresce con il passare delle settimane, fino al punto da far ipotizzare un’espulsione. Senza
contare che il processo in corso al Cairo ai 20 «fiancheggiatori della Fratellanza Musulmana» può portare a nuove iniziative legali, in quanto il procuratore vuole sapere «chi decise e perché» una copertura
mediatica «densa di bugie favorevoli ai terroristi» frutto di
«diversi incontri fra i reporter
e Fratelli Musulmani».
Mohamed Fadel Fahmy, capo
della redazione di Al Jazeera al
Cairo, assieme al collega Peter
Greste e al producer Baher
Mohammed ribattono dalle celle di aver fatto «solo il nostro lavoro» accusando gli egiziani di
«maltrattamenti durante la detenzioni». Ma le autorità del Cairo appaiono determinate a
mandare avanti il processo perché l’obiettivo ultimo, in sintonia con le mosse di Riad, è delegittimare Al Jazeera, la più diffusa tv panaraba, fino ad obbligarla a chiudere i battenti.
YOANI
SÁNCHEZ
Da blog a giornale online
così voglio cambiare Cuba
Yoani Sánchez, 37 anni,
scrive dall’Avana il blog
Generación Y, «ispirato
alla gente come me, con
nomi che cominciano o
contengono una y greca,
nati nella Cuba degli
anni 70 e 80». La rivista
americana «Time» l’ha
inserita fra le «100
persone più influenti al
mondo». In Italia i suoi
articoli sono pubblicati
da «La Stampa»
l giornale non parlava di te…» canta
la voce di Joaquín
Sabina, mentre leggo il
quotidiano «Granma». In
prima pagina mi imbatto,
come al solito, in qualche
ricorrenza. Un omaggio a
una figura del passato, un
ricordo, una frase pronunciata da qualcuno quaranta o cinquant’anni fa. Ogni
pagina ha il sapore tipico
di quel giornalismo incapace di affrontare il presente,
che evita il quotidiano e
l’attualità.
La stampa ufficiale cubana non può riformarsi, perché si suiciderebbe. Per informare davvero sulla realtà nazionale dovrebbe rinunciare al suo ruolo di propaganda ideologica. Non basta cambiare la grafica degli
spazi digitali, aggiungere
nuove firme per i servizi
giornalistici e pubblicare
missive di lettori che denunciano burocrati corrotti. Deve andare oltre, spogliarsi
dei compromessi politici e
prendere come unico parametro giornalistico la verità. Ma ormai sappiamo che
non lo può fare.
Ho più fiducia nella stampa che sta per nascere o per
consolidarsi che in un «nuovo giornalismo ufficiale».
Ma sono altrettanto consapevole che il lavoro informativo prodotto dalla società
«I
civile, precaria e illegale, deve migliorare. L’informazione non è una trincea e non va
usata come un’arma. Gli
eventi non devono essere
narrati partendo dalle nostre idee, ma nel modo in cui
sono accaduti.
D’alta parte, la varietà di
argomenti non contrasta assolutamente con la difesa
della libertà e dei diritti
umani. Esistono tanti modi
di dire bene le cose. Quindi
dobbiamo cercare la maniera più idonea per informare
e raggiungere i lettori cubani. Creatività, coraggio e diversità di punti di vista ci
aiuteranno a essere buoni
giornalisti professionisti.
Vale la pena percorrere
quella strada.
Da parte mia, sto già facendo i primi passi. Il conto
alla rovescia per inaugurare
quel media digitale che sto
preparando da quattro anni
è cominciato. Si avvicina
una nuova sfida professionale. Non sarò sola, ma avrò al
mio fianco un’équipe di gente talentuosa che vuole fare
giornalismo con la lettera
maiuscola.
Nelle prossime settimane
questo blog personale si trasformerà - davanti ai vostri
occhi - in un organo di Stampa. Sono gradite parole di incoraggiamento!
Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Le storie
Cina
Kenya
Niente cure in carcere
muore l’attivista Cao
La dissidente Cao
Shunli è morta venerdì sera all’ospedale militare di Pechino: per
quanto fosse malata di tubercolosi e avesse problemi al fegato, le erano state rifiutate le cure in carcere, fino a
che non è stato troppo tardi.
Cao, di 52 anni, era stata arrestata a settembre mentre stava
per imbarcarsi su un aereo per
Ginevra, dove doveva partecipare
a un seminario sui diritti umani.
Le autorità la accusavano di essere «una attaccabrighe che crea
disturbo della quiete pubblica».
Lo scorso anno aveva organizzato
un sit-in di due mesi davanti al
Ministero degli Affari Esteri per convincere il governo ad autorizzare le Ong nazionali a partecipare alla stesura del documento sulla condizione
dei diritti umani in Cina, periodicamente sottoposto alle Nazioni Unite. Pechino, eletta lo scorso
anno a far parte del Consiglio sui Diritti umani
dell’Onu (insieme a Russia, Arabia Saudita e Cuba), conferisce enorme importanza all’esercizio
di revisione a cui è sottoposta, e previene ogni
critica con una lobby intensa presso tutti i Paesi
votanti. Cao voleva che l’esercizio Onu diventasse
qualcosa di significativo, e sognava che anche le
voci dissonanti potessero essere ascoltate.
ILARIA MARIA SALA
PECHINO
Dissidente
Cao Shunli,
52 anni,
era impegnata
per la difesa
dei diritti
umani
Stati Uniti
Lavendetta della19enne
contagiataconl’Aids
LORENZO SIMONCELLI
PRETORIA
È stata contagiata da uno
sconosciuto e ora vuole vendicarsi infettando più uomini
possibile con relazioni sessuali non protette. È quello
che avrebbe raccontato una
ragazza di 19 anni, di Nakuru,
in Kenya, e malata di Hiv, al
«Kenya Scandals», un gruppo che ha come missione
quella di smascherare gli
scandali dei politici.
Dal giorno della triste
scoperta, ha spiegato la giovane, ha desiderato vendetta contro il genere maschile.
Nella mail inviata al «Kenya
Scandals» dice di aver già
infettato 324 uomini. Tra
questi 156 studenti, 3 politici, avvocati, celebrità e padri
di famiglia: tutti registrati in
una lista che ha detto renderà pubblica soltanto in punto di morte. La giovane
kenyota, che aveva chiesto
di rimanere anonima, ma la
cui foto sta già circolando in
Rete, non vuole fermarsi e ha
come obiettivo quello di contagiare più di 2 mila uomini
entro la fine dell’anno. Un risultato per nulla impossibile,
considerato il fatto che, a
quanto pare, il suo fascino
non passa inosservato.
Secondo la drammatica lettera, infatti, la ragazza farebbe sesso, senza preservativo,
con circa 4 uomini al giorno.
Una settimana fa, sul sito web
del «Kenyan Daily Post», è apparso uno sconsolato post di
un utente che affermava di conoscerla e di essere più volte
andato a letto con lei.
Una vicenda drammatica
che rischia di polverizzare gli
sforzi fatti dal governo kenyota contro l’Hiv negli ultimi anni, sforzi che avevano permesso di limitare il numero di malati a circa 1,5 milioni. E, purtroppo, quello che sta sconvolgendo Nakuru non sembra un
caso isolato: pare che questa
sadica vendetta stia prendendo piede anche in Nigeria.
Altreaccuseallaconsole
IndiafuriosacongliUsa
Si riapre il caso di Devyani Khobragade, la diplomatica indiana arrestata nel dicembre scorso a
New York. La donna è stata nuovamente incriminata da un grand jury, e se tornasse
negli Usa finirebbe sotto processo.
Quando era stata assegnata alla sede di New York, la Khobragade aveva portato con sé una domestica indiana. Per farle ottenere il visto,
aveva firmato un falso contratto
che rispettava le normative Usa e
l’aveva istruita su come mentire
agli agenti dell’immigrazione. In
realtà la domestica lavorava oltre
cento ore alla settimana, senza un
giorno intero di riposo, e veniva pagata poco più di un dollaro all’ora. Queste condizioni
sono normali in India, ma alla lunga la donna si era
risentita e aveva denunciato la datrice di lavoro. Così il 12 dicembre la Khobragade era stata arrestata.
Poi, per evitare un’escalation nazionalista con
l’India, le era stato permesso di lasciare gli Usa.
La donna aveva fatto ricorso, sostenendo che era
coperta dall’immunità, e la settimana scorsa una
corte Usa l’ha accettato, annullando i provvedimenti precedenti. Ora però il grand jury l’ha nuovamente incriminata, tra le proteste di New
Delhi, perché il reato era avvenuto prima che
l’immunità entrasse in vigore.
PAOLO MASTROLILLI
INIVIATO A NEW YORK
Diplomatica
Devyani
Khobragade
è stata
arrestata
nel dicembre
scorso
a New York
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Cronache .15
.
400
2700
morti
ricoveri
È questo il numero
dei decessi causati
dalla centrale secondo
una stima statistica
Sono quelli relativi
a patologie cardiache
e respiratorie imputabili
alla centrale
Reportage
600
MARCO NEIROTTI
INVIATO A VADO LIGURE (SAVONA)
i fa lontano il canto di Georges Brassens: morire per
delle idee vale la pena? I giovani sono ora ostaggio di
un’alternativa meno poetica: morire di miseria o d’ambiente?
Nella vicenda della centrale a carbone Tirreno Power, chiusa da un’ordinanza della magistratura, vedono
svettare la questione lavoro, che scava un fossato tra generazioni, la loro
in ansia per le ricadute sociali e quella dei padri con lo sguardo che spazia
fino alla salute.
Sono riflessioni, certezze rapide
come frecce, scagliate via Facebook,
cui risponde una pacata ostinazione
a valutare tutto questo camposanto
di cifre: 400 morti, 2700 ricoveri per
patologie cardiache e respiratorie,
dicono le carte, più di 600 lavoratori famiglie - in cammino verso il vuoto.
Un confronto sullo stesso principio
vacillante: sopravvivere.
Non si può chiamare virtuale il di-
posti di lavoro
Sono a rischio
nel territorio savonese
se l’impianto
dovesse chiudere
S
Una manifestazione dei lavoratori della Tirreno Power davanti alla prefettura di Savona
E ora sulla centrale di Vado
è guerra generazionale
I giovani del Pd temono per l’occupazione, i genitori chiedono garanzie sulla salute
I PASIONARI ANTI-CENTRALE
«Per sei anni hanno nascosto
alla cittadinanza i livelli
di inquinamento»
LA POSIZIONE DEI RAGAZZI
Se la prendono con la Procura
e con la «rete di associazioni
radical chic e finto ambientaliste»
battito in rete, aperto dalla libreria
Ubik di Savona, da sempre impegnata sui rischi per l’ambiente legati alla
centrale. La Ubik cita i livelli di inquinamento «nascosti alla cittadinanza per sei anni: cromo, arsenico,
mercurio...». E attacca: «Vi dicevano
che tutto va bene, che si può ampliare con nuovi gruppi di maggior potenza che brucerebbero ancora più
di 5 mila tonnellate di carbone al
giorno in mezzo a case e scuole. E
questo nell’indifferenza complice
della politica savonese».
Rispondono i Giovani Democratici di Savona, i quali (in un post poi
cancellato) attaccano la Procura.
Andrea Spartaco Di Tullio, figlio del
vicesindaco Pd di Savona Livio Di
IL FIGLIO
IL PADRE
Mi raccomando da domani
in bici al lavoro e candele la sera
In questo modo un procuratore
va in pensione sentendosi fiero
di aver fatto un ottimo lavoro
Chi sbaglia non è il procuratore
che sostiene una tesi d’accusa
Tutela la comunità
da comportamenti criminosi
che danneggiano tutti
Andrea Spartaco Di Tullio
Livio Di Tullio
Tullio, dipinge il futuro sequestro «di
tutti i furgoni, i camion, le moto, i motorini, le auto di tutti gli abitanti della
provincia» e cita «fantomatiche ricerche» compiute in quel senso da chissà
chi (nel 2007 uno studio fu commissionato proprio da Tirreno Power). Sferza: «Mi raccomando da domani in bicicletta al lavoro e candele la sera». E
tutto questo perché «un procuratore
va in pensione sentendosi fiero di aver
fatto un ottimo lavoro».
I giovani - ritenuti sempre alfieri
dell’ambiente - reagiscono in un clima
nel quale sono massacrati - nel concreto e attraverso i media - dall’incombe-
re di una disoccupazione in crescita
che riguarda prima di tutti loro. E si
misurano qui con la freddezza di cifre,
non con nomi, volti, storie, pianti e racconti, come sono state le Spoon River
di tragedie quali il Vajont, l’Eternit, la
Thyssen. Giulia Benzi, segretaria dei
Gd savonesi, definisce «avventato» il
provvedimento, riprende le accuse alla
Procura e a «una rete di associazioni
radical-chic e finto ambientaliste».
Mattia Zunino, segreteria nazionale
Gd, figlio dell’ex deputato Massimo
Zunino, conta i 3.653 morti e i 264.716
feriti sulle strade italiane, più le «leucemie da benzene», e immagina un
magistrato che sequestrerà «furgoni,
auto, camion, corriere...».
La risposta è raccolta nelle parole di
Livio Di Tullio al figlio Andrea Spartaco, via Facebook: «Vorrei che tu riflettessi: chi sbaglia non è il procuratore
che sostiene una tesi d’accusa. Non solo fa il suo dovere ma tutela la Comunità da comportamenti criminosi che
danneggiano tutti. I magistrati non sono buoni quando perseguono i mafiosi
e cattivi quando con le loro azioni determinano conseguenze che non ci
piacciono». Ricorda che la magistratura deve «preoccuparsi del più debole
rispetto al più forte» e che «il diritto di
fare impresa e il diritto di lavorare cessano quando si lede la salute e la vita
delle persone».
I commenti piovono, parlando di
«crociate» e «ambientalismo integralista». Qualche dipendente della centrale reagisce all’iniziativa d’una insegnante di proporre un tema sull’argomento agli allievi dell’Istituto Nautico. E il tema diventa un «caso», con il
sindacalista Maurizio Perozzi che lo
considera «gettare benzina sul fuoco»
e il preside Alessandro Gozzi (quello
che fece togliere le porte dei gabinetti
per evitare che ci andassero a fumare) che assicura che non uscirà all’esterno una riga degli scritti. Non
meritano ascolto le riflessioni dei più
giovani su un dilemma feroce come
«salute o lavoro»? Sarebbe un’occasione per far di più: stimolare ragazzi
e un po’ di adulti - con i debiti distinguo fra l’oggi e l’Ottocento inglese - a
leggere «Tempi difficili» di Charles
Dickens, ambientato in una spettrale
città chiamata significativamente Coketown, in epoca di pieno sviluppo industriale, tra muri di mattoni e volti
anneriti dalla cenere.
LO STUDIO DELLA «LONDON BIRKBECK UNIVERSITY»
ROMA, LA TRUFFATRICE DIRIGEVA UNA FILIALE
A 2 mesi il primo sorriso
E i maschi ne fanno di più
Bancaria malata di gioco
si “presta” 700 mila euro
TORINO
La felicità si impara da piccoli. Anzi. Da neonati. Il momento tanto atteso dai genitori, quello in cui le labbra
del loro bambino si schiudono per la prima volta in un
gesto di felicità che si legge
anche negli occhi, avviene
prima di quanto si possa
pensare: la quasi totalità dei
piccoli, il 90 per cento, sorride già nei primi due mesi di
vita, con i maschietti che
sembrano avere più «senso
dello humour» delle femminucce perché sorridono in
media 50 volte a giorno rispetto a 37.
È quanto emerge da una ricerca della London Birkbeck
University, all’interno della
quale, nel laboratorio dedicato
al cervello e allo sviluppo cognitivo, è nato un «Babylab»
per lo studio del «mistero» del
sorriso dei neonati. A dirigerlo
il dottor Caspar Addyman,
che ha raccolto negli ultimi
due anni i questionari di 1400
genitori provenienti da 25 diversi Paesi nei quali venivano
descritte le abitudini dei neonati e le canzoni, i gesti e le parole che più li facevano sorridere. «Una delle cose più importanti che abbiamo riscontrato è che la maggior parte
dei genitori “giocano” istinti-
ROMA
Per la ricerca il metodo più efficace per farli sorridere è il solletico
vamente con i loro piccoli, facendoli divertire con facce o
toni di voce buffi: solo i bambini hanno il potere di far fare
agli adulti cose apparentemente sciocche che però sono
importanti per un armonico
clima familiare» spiega Addyman, che svela anche come
esista un metodo infallibile
per far sorridere i piccoli: far
loro il solletico.
[C.I.]
In sei anni era riuscita ad auto-concedersi finanziamenti
per 700 mila euro raggirando
la stessa banca di cui era direttrice. Era ormai con le
spalle al muro e quel denaro le
serviva per ripianare i debiti a
sei zeri contratti con le ricevitorie dove giocava al Lotto. La
«mania» della scommessa
aveva preso il sopravvento
tanto che la donna, un’insospettabile dirigente senza
precedenti, investiva centinaia di migliaia di euro all’anno
sui numeri fortunati con la
speranza della vincita milionaria. La truffa è stata però
smascherata dalla Guardia di
Finanza di Roma che l’ha denunciata anche per falsità in
scrittura privata, possesso e
fabbricazione di documenti di
identificazione falsi e truffa ai
danni dello Stato.
Dal 2004 al 2009 la donna,
direttrice della filiale dell’Unicredit di Segni, in provincia di
Roma, era riuscita a creare una
serie di conti correnti intestati
a persone inesistenti. In sei anni era riuscita ad ottenerne 25
per un ammontare di 700 mila
euro. Il denaro veniva poi subito girato telematicamente sui
suoi conti online dai quali giocava al Lotto. A scoprire il raggiro
sono state le Fiamme Gialle.
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 16
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 17
18 .Cronache
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Fausto
Tonna
FEDERICA GAGLIARDI, ARRESTATA CON 24 CHILI DI DROGA, SI TROVA IN CARCERE
Il prossimo
ad andare
in carcere
Rispetto
agli altri
la Corte
d’Appello
dovrà
verificare se la
sua condanna
a 9 anni
e mezzo
è congrua
La Dama Bianca e la coca
Forse una talpa in Procura
Nervosismo tra gli investigatori, la notizia non doveva uscire
GUIDO RUOTOLO
ROMA
La «Dama Bianca», al secolo
Federica Gagliardi, sicuramente è una pedina importante dell’organizzazione internazionale di trafficanti di
stupefacenti a cui dà la caccia la procura di Napoli. Il carico che trasportava, il fatto
che già altri «corrieri» fossero stati bloccati nei mesi
scorsi, porta gli inquirenti
napoletani a giudicare appunto Federica Gagliardi sicuramente non come un occasionale corriere.
Ma gli inquirenti adesso
Il corriere
Federica
Gagliardi
è stata fermata all’aeroporto di Fiumicino con 24
chili di cocaina. Era di
rientro dal
Venezuela
La donna
ora si trova
in carcere
Per gli inquirenti era
un corriere esperto:
solo se rodata i narcos
si sarebbero fidati di lei
devono sciogliere un dubbio,
un sospetto che rende il clima
nervoso: ci sono talpe all’interno degli apparati che hanno di proposito voluto «bruciare» l’inchiesta, oppure si è
trattato di un cortocircuito di
comunicazione tra la Procura
e la Finanza?
In ogni caso, «non doveva
uscire la notizia che l’inchiesta era appunto della Procura di Napoli». Un conto è se il
«corriere» viene fermato du-
rante controlli di routine all’uscita dall’aeroporto e comunque se a procedere è Fiumicino stessa. Un altro, se l’arresto in flagranza di reato viene fatto dalla polizia giudiziaria di Napoli che ha ritenuto di
non aspettare che il «corriere»
consegnasse il trolley e lo zainetto con i panetti di coca all’organizzazione.
È come se in questo modo si
fosse voluto avvisare i broker
che erano in corso intercetta-
zioni ambientali e telefoniche
o, peggio, che c’era una talpa
tra di loro.
È ovvio, infatti, che l’arresto
della «Dama Bianca» non è stato
casuale. E non è neppure il primo sequestro di un carico di cocaina. Di certo, però, fanno capire in Procura a Napoli, la quantità di «polvere bianca» trasportata da Federica Gagliardi è
molto significativa, nel senso
che non può essere affidata al
«primo corriere che capita».
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Ugo Barberis
anni 92
Lo annunciano ad Esequie avvenute la
moglie Giuseppina ed il iglio Marco.
Ugo riposerà in pace a Cioccaro di Penango (AT).
– Torino, 12 marzo 2014
Giubileo 011.8181
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Rino Careglio
Lo annunciano i igli Lorenzo e: Marino con Adele e Paola, gli amati nipoti
Matteo e Emma, i fratelli Mariuccia e
Albino. Funerali lunedì 17 marzo ore
9,30 Tempio Socrem, Cimitero Monumentale, corso Novara 135, Torino.
– Torino, 14 marzo 2014
Sono ormai passati tre giorni da quando è finita nel carcere di Civitavecchia la donna
che partecipò, nel 2010, alla delegazione guidata dal premier
Silvio Berlusconi al G20 di Toronto prima e poi alle missioni
in Brasile e a Panama. Il suo avvocato, Nicola Capozzoli, conferma che finora si è tenuta soltanto l’udienza di convalida del
fermo del gip di Civitavecchia,
dove la sua assistita si è avvalsa
della facoltà di non rispondere.
E che martedì tornerà ad incontrarla nel carcere di Civitavecchia per concordare una
strategia difensiva. Nessun segnale, infine, di convocazione
dai pm di Civitavecchia o di Napoli per le prossime ore.
È evidente che la procura di
Napoli sapesse perfettamente
quando la «Dama Bianca» sarebbe sbarcata a Fiumicino.
Non solo, conosce anche il suo
interlocutore interno all’organizzazione internazionale che
traffica cocaina con il Sudamerica. E con il passare delle
ore si conferma l’intuizione investigativa sull’esistenza di
complici sui quali l’organizzazione poteva contare all’interno degli aeroporti di Caracas,
in Venezuela, e a Fiumicino.
Perché il trolley e lo zainetto
carichi di panetti di cocaina
non sarebbero passati comunque inosservati.
Ci ha lasciati il
DOTTOR
Luigi Cerutti
anni 67
Lo annunciano la moglie Franca Galla
con Silvia, Giovanni e Stefano, cugini
e parenti tutti. No iori. Offerte ad
A.I.R.C. Funerale lunedì 17 marzo ore
11 parrocchia Sant’Anna (San Mauro).
Rosario domenica 16 marzo ore 20,30
stessa parrocchia.
– Torino, 16 marzo 2014
O.F. La Piemontese - Torino
Laura e Enzo, Federico, Liliana e Federica sono affettuosamente vicini a
Franca in questo momento di grande
dolore.
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Caro RINO, ti immaginiamo di nuovo
felice con la Tua Bruna. I tuoi fratelli
Mariuccia e Albino.
– Vezza d’Alba, 15 marzo 2014
La sorella Mariuccia, il cognato Bruno
con Bruna, Marina e il piccolo Francesco piangono il caro RINO.
Gli amici di sempre Enza e Roberto
Amoretti, sono vicini ad Albino e famiglia per la scomparsa del caro fratello
RINO.
Flavio e Barbara, con Alice Jacopo e
Abush, sono vicini a Marino e Paola
in questo particolare momento ed abbracciano forte Emma e Matteo per la
perdita del caro nonno RINO.
A 17 ANNI DAL FURTO
Una nuova pista per il «Ritratto di Signora»
1 «Ritratto di Signora», di Gustav Klimt (Vienna 1862-1918) è
una tela di valore inestimabile ed è attualmente una delle più ricercate d’Italia dalle forze dell’ordine. Venne rubata nel febbraio del
1997 a Piacenza dalla galleria d’arte moderna Ricci Oddi e da allora
se ne sono perse le tracce. Ora, però, dopo 17 anni, i carabinieri hanno deciso di riaprire il caso. Grazie alle nuove tecniche investigative,
infatti, gli esperti della scientifica sono riusciti a ricavare un’impronta parziale lasciata dal ladro sulla cornice della tela (quest’ultima
era infatti rimasta appesa al muro, mentre la tela di Klimt era sparita). Proprio grazie a quell’impronta parziale, evidentemente, gli investigatori pensano di poter risalire a chi commise il furto e quindi,
forse, di riuscire a rintracciare il ricettatore che ha acquistato il quadro e magari a recuperarlo.
Tom, Laura, Paolo, Flavio, Cristina, Alberto, Roberta, Chiara, Roberto, Alessia, Benedetta, Chiara, Antonio, Stefano, Emanuela, Romina, Katia, Bettina
si stringono in un forte abbraccio a
Marino ed alla sua famiglia in questo
momento particolarmente doloroso.
E’ mancata
Carla Coscia
in Gaia
anziana ex-società Nebiolo
anni 72
Lo annunciano il marito Gilberto e
familiari tutti. Funerali lunedì 17 marzo ore 14,30 nella parrocchia Santa
Maria della Scala, Moncalieri. La cara
salma sarà tumulata nel Cimitero di
Spinetta Marengo (AL).
– Moncalieri, 16 marzo 2014
DOPO LA SENTENZA DI CASSAZIONE
Parmalat, dietro le sbarre
il braccio destro di Tanzi
e l’ex presidente Cariparma
ROMA
Alla fine manca solo che entri
in carcere pure l’ex direttore
finanziario Fausto Tonna, per
chiudere per sempre i conti
del crac Parmalat, un buco da
14 miliardi di euro che nel
2003 gravò sull tasche di 38
mila risparmiatori, truffati in
quella che la Cassazione ha
definito «la più grande fabbrica di debiti del capitalismo
europeo». La Suprema corte,
solo per l’ex direttore finanziario del Gruppo, che passa
le sue giornate da Collecchio
dove vive ad un’azienda della
Bassa parmense che gli ha offerto un nuovo incarico, ha
stabilito che la Corte d’appello di Bologna ricalcoli la sua
pena per vedere se è congrua
la condanna a 9 anni sei mesi
e 20 giorni di carcere. Solo allora anche Fausto Tonna finirà dietro le sbarre dove da ieri lo aspettano Domenico Ba-
E’ mancata
Si uniscono al dolore della famiglia
Dellaferrera, Santina e Antonella.
E’ mancata
Piera Garonetti
ved. Guanti
Lo annunciano il iglio Massimo con
Rita e parenti tutti. Funerali lunedì 17
marzo ore 14,30 parrocchia San Giuseppe Benedetto Cottolengo, corso
Potenza 130. Rosario domenica 16
marzo ore 19 cappella via Messedaglia
21. Non iori ma offerte a Specchio dei
Tempi per gli anziani bisognosi.
– Torino, 15 marzo 2014
O.F. Astra - tel. 011.280901
“Una piccola grande donna” ci ha lasciati. Il tuo stile di vita ci sia d’esempio. Noi tutti dovremmo trarre insegnamento dal tuo ottimismo, dalla
tua gioia di vivere e dalla grande dignità nella sofferenza. Ti portiamo
nel cuore e nell’anima. Non ti dimenticheremo mai. I cugini Renato con
Ettore, Adriana con Giovanni, Maura
e Roberto.
– Londra, 15 marzo 2014
aNNiveRsaRi
Paola Musso
in Boella
di anni 86
Lo annunciano il marito Alessandro,
la iglia Milly con Piero, i nipoti Paolo
con Roberta, Elena con Stefano, Alessandra con Marco, la nuora Daniela.
Si ringraziano il dottor Marchionatti,
Elda, il personale tutto della casa di
riposo Maria Assunta per l’affettuosa
assistenza. Funerali a Corneliano d’Alba lunedì 17 marzo alle ore 16 in parrocchia. Non iori ma opere di bene.
– Corneliano d’Alba, 15 marzo 2014
O.F. Ambrosio e Costa - Canale
Marisa, Giorgio e famiglie partecipano
al dolore per la perdita della cara zia
PAOLA.
Mario Dellaferrera
Ne danno il triste annuncio Pasqualina
Claudio con Edoardo e Mariarosa. Ti
ricorderemo sempre per la tua sensibilità e per la tenacia nell’affrontare le
dificoltà della vita. Rosario lunedì 17
ore 19 parrocchia Assunzione di Maria
Vergine, Lingotto. Funerale martedì 18
ore 11,30 in parrocchia.
– Torino, 14 marzo 2014
Giubileo 011.8181
rili, 81 anni, ex braccio destro di
Calisto Tanzi e suo uomo
marketing, e Luciano Silingardi, 73 anni, ex presidente di Cariparma poi nel Cda del Gruppo di Collecchio. Con la stessa
sentenza la Cassazione ha confermato la condanna a 17 anni e
5 mesi per l’ex patron di Parmalat da tempo agli arresti domiciliari in ospedale. Anche
suo fratello Giovanni avrebbe
dovuto fare la stessa fine ma
gravemente malato di cuore da
tempo, è morto proprio il giorno del verdetto della Cassazione. Al momento dell’arresto si
è sentito male anche Domenico
Barili che per questo è stato ricoverato all’ospedale Maggiore
di Parma. In un altro padiglione rispetto a quello dove è ricoverato Calisto Tanzi su cui pende ancora la decisione del Tribunale di Sorveglianza che potrebbe decidere, come richiesto dalla Procura, di revocargli
gli arresti domiciliari. [F. POL.]
Rino e Pieradele con Luisa, Paolo, Giulia e Pietro partecipano commossi alla
perdita della cognata e zia PAOLA.
Ciao zia PAOLA. Aldo Boella e famiglie.
2007
16 MaRZO
2014
Erica Bargis Anselmino
Un nuovo giorno è arrivato ma il sogno continua.
2012
2014
geom. Giuseppe Cassina
Sei sempre con noi. S. Messa mercoledì 19 ore 19 chiesa S. Lorenzo.
2004
19 MaRZO
2014
Livio Fusco
Livio, non ti dimenticheremo mai.
Messa 19 marzo ore 18,30 Gran Madre di Dio.
2013
16 MaRZO
2014
PROFessOR aRCHiTeTTO
La consuocera Lodovica con Monica e
famiglia ricordano PAOLA con affetto.
Giovanni Gardano
Sempre nei nostri cuori. Tua moglie
Laura, Anna con Piero e Giulia.
E’ mancato
Luciano Pignatta
Lo annunciano Marisa, Eva con Giuseppe, parenti tutti. Rosario domenica
ore 20, Funerali lunedì ore 15 parrocchia di Castiglione Torinese.
– Torino, 13 marzo 2014
O.F. Fenoglio - tel. 011.2731405
Ci ha lasciato
2004
2014
Carlo Garzena
Nel caro ricordo. La moglie.
2007
16 MaRZO
2014
Giulio Girotto
Con noi, sempre.
Renato Revello
anni 82
Lo annunciano la moglie Teresa, il iglio Marco, l’adorata nipote Alice.
Funerali martedì 18 ore 10 parrocchia
Vianney.
– Torino, 15 marzo 2014
E’ mancata
2005
Nel cuore di Franca e Sara.
1941
Albertina Tartari
ved. Gallo
Lo annunciano con tristezza Tiziana,
Massimo, Alberto e parenti.
– Torino, 15 marzo 2014
2014
Stefano Leoncini
2014
“Assenza, più acuta presenza.”
(A. Bertolucci)
Filomena Romano Palazzo
Augusto.
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Cronache .19
.
I ruoli e le accuse
il caso
1
MARIA CORBI
ROMA
«S
4
Mirko Ieni
La figura chiave dell’inchiesta: era lui
a organizzare e gestire le due ragazzine
coinvolte nel giro di prostituzione
Riccardo Sbarra
5
2
Nunzio Pizzacalla
Di fatto il braccio destro di Ieni,
il militare è accusato di sfruttamento
della prostituzione minorile
Mario Michael De Quattro
6
3
La madre
Secondo i pm romani anche lei dovrà
rispondere di sfruttamento: ma la figlia
la difende, «non sapeva nulla»
Marco Galluzzo
Cliente delle due ragazze, il commerciaE’ accusato anche di tentata estorsione,
Anche lui cliente delle due minorenni,
vuotavo la
lista è accusato anche di detenzione e
per aver cercato di farsi dare 1.500 euro
secondo la procura ha ceduto cocaina
testa e dicessione di materiale pedopornografico
dopo aver videoregistrato un incontro
in cambio delle prestazioni sessuali
cevo vabbeh, tanto
è un’ora,
poi è finito». M., oggi 15 anni,
cento euro al giorno». Il padre
era poco più di una bambina
se ne va che aveva tre anni quando si prostituiva per por«l’ultima volta che l’ho visto» tare i soldi a casa, per avere
un fratello iperattivo, probleuna vita come le sue coetanee
matico. M. non vuole separarsi
dei Parioli, mai senza soldi in
dalla mamma: «Voglio che altasca. «Svuotavo la testa».
meno il rapporto con lei si possa
Chissà invece cosa avevano in
recuperare, non ci ha mai fatto
testa i suoi clienti, uomini
mancare niente, è stata sempre
adulti che adesso si difendono
una brava mamma». Un legame
sostenendo di non aver mai
che va oltre l’inchiesta, oltre il
saputo l’età delle due ragazzidolore, la stessa ragione. «Io
ne. M. all’epoca aveva 14 anni,
non posso stare senza di lei e lei
neanche il trucco poteva nasenza di me». Un filo indissoluscondere la sua adolescenza. venivano anche perché non ero non le apriva la porta di casa
bile, una ragazzina che ha solo
Violata. «Pensavo di non pen- così tanto felice. Anzi, non ero perché aveva fatto tardi, o non
questo patrimonio e non lo vuosentiva il campanello o non stasarci - ha raccontato nel corso felice per niente».
le perdere. Nonostante tutto.
Storie di non ordinaria follia, va in casa», quando rincasava
dell’incidente probatorio del
Pezzi di vite disperate, di sofebbraio scorso - cercavo di di abbandono, sopraffazione. alle tre di notte, racconta
gni infranti e sogni sbagliati, di
mettermi nei panni di una Due adolescenti che vengono un’amica della ragazzina. La
affetti malati, di uomini senza
travolte dalla lo- stessa madre che poi è andata
persona che
dignità. Un romanzo amorale
stava facendo
raccontato da un’inchiesta che
GLI INDAGATI ro vita, ma anche dai carabinieri a raccontare la
da
adulti
mascaldoppia
vita
della
figlia
dando
il
un lavoro norieri la Procura ha chiuso e che
Sono accusati zoni, da amici via all’inchiesta. «Con la madre
male, un qualpresto potrebbe portare i primi
di sfruttamento che fanno finta di non si sentiva praticamente
cosa che non
sei indagati a giudizio per reati
e cessione di droga non vedere, da mai», spiega la ragazzina. La
fosse quello».
che vanno dal favoreggiamento
madri che le più piccola, invece, adorava la
La prima volta
allo sfruttamento della prostiera molto impaurita. Chissà sfruttano o che comunque crea- madre (indagata perché sotuzione minorile, dalla cessione
chi era quel cliente che ha vio- no un abisso di silenzio con loro. spettata di avere sfruttato la fidi stupefacenti alla diffusione e
La più grande, L., dormiva glia), ancora oggi la difende:
lato per primo la sua età e la
detenzione di materiale pedosua paura. «Che gente mi ca- sulle scale del pianerottolo del- «Le avevo detto che spacciavo
pornografico. Tra questi sei,
pita? Chissà se ti violentano? la sua casa ai Parioli: «La madre non che mi prostituivo, le davo
Mirko Ieni (ritenuto dagli inquiPoi piano piano ho capito che
renti il gestore del giro illecito)
erano tutti deficienti».
il militare Nunzio Pizzacalla, il
In fondo è gentile M., dà un
commercialista Riccardo Sbargiudizio benevolo sui suoi
ra e la madre di una delle due
Il racconto
aguzzini: deficienti. «Se andaminorenni.
«Svuotavo la testa
vo a casa del cliente o se lui mi
Proseguono, intanto, gli acveniva a prendere rispondevo
certamenti per identificare i
e dicevo: vabbeh,
alle domande il minimo indiclienti che avevano rapporti
tanto è un’ora,
spensabile, ma non ero io,
con le due minori. Alcuni di loro
cioè, ero proprio un’altra pervorrebbero patteggiare la pepoi tutto è finito»
sona». E ancora: «Io non sena, per altri, invece, si profila il
gnavo sull’agenda quelli che
giudizio immediato.
Uno dei clienti offre un passaggio alla ragazza dopo l’incontro
La prostituta 14enne:
“I clienti? Tutti deficienti”
Roma, chiusa la prima parte dell’inchiesta: sei verso il processo
20 .Cronache
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Papa Francesco contro la mafia
incontra i familiari delle vittime
Venerdì con l’associazione Libera: è la prima volta che accade
Il fondatore di Libera
il caso
GIACOMO GALEAZZI
CITTA’ DEL VATICANO
avanti al Papa i familiari leggeranno il lungo elenco
delle vittime innocenti dei clan,
poi Francesco prenderà la parola e la riflessione si alternerà a momenti di silenzio e preghiera. Un «martirologio» di
chi ha pagato con la vita il rifiuto del potere mafioso. Bergoglio incontrerà 700 familiari delle vittime delle mafie che
insanguinano l’Italia e pregherà con loro in una veglia nella
chiesa romana di Gregorio
VII, a poche decine di metri
dall’ingresso del Perugino e
dalla casa Santa Marta dove
Francesco risiede. Una riflessione che è segno di unione tra
cielo e terra contro la criminalità organizzata. L’incontro avverrà il 21 marzo, nella «Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie» promossa da «Libera». Tutto è
nato a metà gennaio da un in- MASSIMO PERCOSSI/ANSA
contro a Santa Marta. Racconta don Luigi Ciotti: «FranIl vescovo di Mazara del Vallo, Mogavero: «Nella Chiesa resistono
cesco ha subito condiviso
omertà e connivenze che infangano il sacrificio di tanti preti»
l’idea di schierare la Chiesa
dove la dignità dell’uomo è calpestata». La preghiera e la
prossimità a chi piange un fa- ad esso collabora «commettono postulatore del martire anti- il tessuto sociale. Giustificazioni
miliare ucciso dalla mafia è la un peccato che grida vendetta clan don Puglisi, ha riaperto la e collateralismo nelle comunità
modalità scelta da Francesco davanti a Dio» e sono «fuori dal- discussione sulla sanzione cano- cristiane infangano il sacrificio
per condannare i clan e co- la comunità cristiana», quindi nica per i mafiosi: «La mafia è di don Puglisi, don Diana, Livatistruire una cultura che metta i esclusi dai sacramenti. Nel 1989 contro il Vangelo: non basta la no e tanti altri. Stenta a farsi
boss ai margini della società.
il cardinale di Napoli, Michele scomunica, serve un radicale strada la consapevolezza della
Ha fatto stoGiordano, inviò cambiamento educativo e pa- pericolosità sociale di Cosa Noria il «grido»
L’APPUNTAMENTO alle parrocchie storale». E per i funerali dei ma- stra, anzi gli si è attribuito a luncontro la mafia, Avverrà nella chiesa una direttiva: no fiosi si può applicare il modello go un compito di garante verso
di Giovanni Paai malavitosi co- seguito a Roma per il nazista gli interessi di chi non poteva ridi Gregorio VII, me padrini di Priebke, cioè una benedizione correre ai poteri istituzionali».
olo II: il 9 maggio del ’93 ad vicino a Santa Marta battesimo o cre- privata della salma senza pub- E così «in piccoli comuni persiAgrigento intisima. Un esem- bliche esequie. Intanto il magi- no qualche sacerdote si è premò ai mafiosi di
IL PRECEDENTE pio seguito in nu- strato calabrese Nicola Gratteri stato a dare protezione ai mafioconvertirsi:
diocesi ha lanciato un allarme attentati: si». Osserva Mogavero: «Hanno
Ha fatto storia merose
«Verrà il giudidel Sud.
la ’ndrangheta potrebbe reagire paura dei malavitosi perché tezio di Dio». La il «grido» di Giovanni
«Per l’impor- violentemente all’azione di puli- mono di essere vittime più o mePaolo II ad Agrigento tanza che il pa- zia di Bergoglio allo Ior, in passa- no dirette della loro malvagità».
mafia è «una
strada di morte,
drinato ha nel to usato dai clan per riciclare Dopo la preghiera con il Papa, il
incompatibile con il Vangelo», Mezzogiorno, l’esclusione equi- soldi sporchi. L’incontro con le 22 marzo sfileranno a Latina miha ribadito nel 2010 a Palermo vale a una pubblica ignominia», vittime è la risposta di France- gliaia di persone contro l’illegaBenedetto XVI, che già nel sottolinea il vescovo di Mazara sco. «Nella Chiesa resistono lità: un meeting del volontariato
2007 a Napoli aveva puntato del Vallo, Domenico Mogavero. omertà e connivenze con i ma- anti-mafia nel segno di Francel’indice contro la camorra. Chi Due mesi fa l’arcivescovo di Ca- fiosi - evidenzia Mogavero - La sco. «Nessuno potrà più fingere
si macchia di un omicidio e chi tanzaro Vincenzo Bertolone, mafia è un cancro che distrugge di non sapere».
D
Una condanna senza appello
ARRESTATA AD ANCONA
CATTURATO IN PROVINCIA DI ROMA
Simulò il suicidio
del marito
Ma l’aveva ucciso lei
Manette a Cuccaro
boss di camorra
condannato all’ergastolo
Davanti al cadavere del marito, steso per terra
con un coltello piantato nella gola, aveva detto
che l’uomo si era ammazzato per disperazione: da tre anni era senza lavoro, beveva ed era
depresso. Ma nel racconto di Maria Andrada
Bordea, disoccupata romena di 26 anni, di
aderente alla realtà forse c’era solo la disperazione. Per la procura di Ancona, e i carabinieri
andati ad arrestarla la notte scorsa, sarebbe
stata lei ad uccidere Dumitru Bordea, 33 anni,
operaio in cerca di occupazione. Forse perché
spesso tornava a casa ubriaco, complicando
ulteriormente una vita familiare di disagi,
conti in rosso e preoccupazione per il futuro
delle loro due figlie di 3 e 5 anni. Nessuna evidenza invece di maltrattamenti familiari. Un
uxoricidio non premeditato, maturato «in una
situazione di disperazione» ha commentato il
procuratore di Ancona Elisabetta Melotti.
La Polizia ha arrestato ieri il capo clan dei
quartieri Barra e Ponticelli di Napoli. Si tratta
di Angelo Cuccaro, catturato dopo due anni di
latitanza, destinatario di diverse ordinanze di
custodia cautelare in carcere e condannato in
via definitiva all’ergastolo per un omicidio. Gli
agenti lo hanno sorpreso ad Ardea, in provincia di Roma, a bordo di una Mercedes Classe
A, insieme alla moglie. Le vetture della polizia
gli hanno sbarrato la strada, lui ha cercato di
speronarle ma poi si è arreso. Non era armato
e nella villetta dove aveva trovato rifugio sono
stati trovati numerosi elementi ritenuti utili
alle indagini.
Angelo Cuccaro figura nella lista dei 100 latitanti più ricercati. Soprannominato «Angiulillo o’ fratone», già da qualche mese i poliziotti
avevano ristretto le ricerche del latitante nella
zona tra Ardea e Pomezia.
Ladenuncia
cheannuncia
laSalvezza
LUIGI CIOTTI
er i famigliari delle vittime innocenti delle
mafie l’incontro con Papa Francesco è un dono. Un
dono tanto più grande perché
precede, anzi apre, la «Giornata della memoria e dell’impegno». Il 21 marzo è per loro
– e sarebbe bello lo diventasse, istituzionalmente, per tutti gli italiani – il giorno in cui i
loro cari, in tante città d’Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello
rivolto alle coscienze di tutti.
Quei nomi vengono pronunciati ma sono
quei nomi, in realtà, a chiamarci.
La disponibilità del Papa ad
accompagnare i
famigliari
a
questo momento carico di dolore ma anche di speranza, è segno di
un’attenzione e di una
sensibilità che loro hanno
colto sin dal primo momento.
Attenzione verso tutta
l’umanità fragile, ferita. Ma
attenzione, anche, per lo specifico tema delle mafie, della
corruzione, delle tante forme
d’ingiustizia che negano la
dignità umana. Voce di una
Chiesa che salda il Cielo e la
Terra, e che della denuncia
fa annuncio di Salvezza.
Molte di quelle vittime
erano «giusti». Persone che
non hanno esitato a mettere
la propria vita al servizio di
quella degli altri, anche a costo di perderla. È questa
giustizia delle coscienze,
prima che delle leggi, il dono
che ci hanno lasciato. Condividerlo è nostro compito
quotidiano. Condividerlo
con Papa Francesco è la più
grande delle gioie.
P
Il Lotto
ConcorsoN.32-Sabato15marzo2014
Bari
78 55 24 37 27
Cagliari
37 84 41 45 53
Firenze
63 29 74 40 46
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Milano
22 54 41 28 53
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80 64 13 33 70
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Costruire
cose buone
AGNESE MORO
In memoria
dell’appuntato
caduto
in via Fani
er il terzo anno due
Comuni delle Marche, Staffolo (in cui è
nato) e San Paolo di Jesi
(dove è sepolto) hanno organizzato una giornata per
ricordare Domenico Ricci,
appuntato dei carabinieri,
ucciso dalle Brigate Rosse
il 16 marzo del 1978 in via
Fani a Roma con altri quattro uomini – Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Giulio
Rivera, Francesco Zizzi –
insieme ai
quali proteggeva Aldo Moro. Chiedo ad
uno dei figli di
Domenico, Giovanni, di
raccontarmi come è nata
questa iniziativa,rivolta
soprattutto ai giovani (ieri
erano più di 400), che «si è
distinta – dicono gli organizzatori - come preziosa
occasione per riscoprire e
rinsaldare i valori di responsabilità e senso civico
che debbono essere il fulcro della vita comunitaria
locale e nazionale».
«Conoscevo da anni i
sindaci e parlando con loro
di papà una sera d’estate ci
è venuto in mente di ricordarlo non solo il 16 marzo
(come hanno fatto tutti gli
anni), ma anche di creare
qualcosa di più importante. Tra l’altro tantissimi sono gli ex carabinieri da
quelle parti, perché così
come per papà, l’alternativa alla vita contadina era
quella di arruolarsi nell’Arma. Così nasce l’idea di ricordare Domenico Ricci e
soprattutto mia mamma
Maria Rocchetti Ricci che
tanto aveva fatto per la memoria di papà. Un ricordo
da trasmettere ai giovani
delle future generazioni.
Raccontare una memoria
vivente e non congelata al
singolo momento di quel 16
marzo 1978».
Il tema di quest’anno è
«La forza delle donne: storie di impegno e passione
per un’Italia migliore»; a
parlarne Ilaria Moroni e
Silvia Giralucci. Perché hai
pensato alle donne? «Ho
pensato a loro non solo per
il ruolo importante di mia
madre nella vita mia e di
mio fratello Paolo, ma anche per il fatto che troppo
spesso si sente parlare di
femminicidi, dando così
l’impressione che le donne
in Italia siano molto deboli
e sottomesse. Per me invece è il contrario».
Come vorresti che fosse
ricordato tuo padre? «Nel
modo più semplice del
mondo: come il mio unico
grande affettuoso papà
che la sera mi dava una carezza! Il papà che avrei
tanto voluto ma non ho
avuto perché se ne è andato quando avevo 11 anni, il
papà semplice e puro che
era, che so mi avrebbe
sgridato e dato qualche
ceffone per le mie mancanze, il papà che sarebbe stato al mio matrimonio e alla
nascita di mio figlio, il papà
che è sempre stato e che
per me sarà sempre».
P
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Come
una
volta
M ICHELE BRAMBILLA
INVIATO A POZZOL GROPPO (ALESSANDRIA)
C
hi fosse alla ricerca di un
tipico esemplare di genio
italiano, capace di reinventarsi per superare le
crisi che inevitabilmente
si presentano, ne troverebbe uno
dall’entusiasmo straordinariamente
contagioso in questo signore di 49
anni che abbiamo incontrato a Pozzol Groppo, un comune tra i più vasti
d’Italia per estensione ma tra i più
piccoli per abitanti, solo 362, provincia di Alessandria al confine con
quella di Pavia.
Il signore di cui parliamo si chiama Marco Bernini, faceva il fotografo pubblicitario a Milano e ora è l’Archimede Pitagorico dei formaggi: ne
ha inventati settanta, tutti super-naturali e tutti deliziosi al punto da attirare Linea Verde, che è venuta fin
qui a intervistarlo per la tv.
In verità Bernini – sposato con
un’ex sassofonista e padre di due
bambini di sei e otto anni – sta in un
agglomerato di casette ancor più
piccolo di Pozzol Groppo, e precisamente nella frazione di Ca’ d’Andrino, dove vivono cinque famiglie, una
.
Società .21
Viaggio nell’Italia del cibo d’eccellenza
“Per reinventarmi la vita
ho creato settanta formaggi”
Marco Bernini, 49 anni e mille mestieri: fino a quando scoprì una casa in collina
Tra Alessandria e Pavia
Spartiacque
L’azienda di Bernini si trova a Pozzol Groppo,
sulle colline tra Piemonte e Lombardia
LA SUA STORIA
Faceva il fotografo a Milano
è arrivato a produrre formaggi
dopo aver provato con la birra
LA SUA TECNICA
Si chiama Pané, l’ha inventata
partendo dal pane di birra
che lui fa da solo in casa sua
trentina di persone in tutto. Sette
anni fa è venuto qui dopo aver mollato Milano e le sue seduzioni; ha comprato un pezzo di cascina e l’ha rimessa a posto tutta lui, da solo, perché Bernini sa fare anche il muratore, il falegname, l’elettricista,
l’idraulico, il meccanico, il saldatore.
Tanto di cappello, ma anche un
po’ di invidia perché questa è una di
quelle persone che la Natura ha gratuitamente dotato di una resistenza
riservata a pochi eletti: dorme due
ore per notte, a volte salta del tutto il
sonno per lavorare aggiustare accomodare eccetera, e allora dopo qualche giorno si permette un recupero
dormendo una notte intera, che per
lui vuol dire cinque ore.
Forse tutto questo iper-attivismo
era scritto nelle stelle, visto che il
Nostro è venuto al mondo nientemeno che all’interno di un’automobile:
«Sono nato - racconta - nella
Dauphine con la quale mio padre
stava trasportando la mia mamma
incinta da Rivanazzano, dove avevamo un allevamento di cani e fagiani,
a Milano, dove abitavamo». La
Dauphine, per chi non lo ricordasse,
era quella Renault che sembrava
una vasca da bagno rovesciata.
Per arrivare a Ca’ d’Andrino si attraversa, dall’uscita dell’autostrada
a Castelnuovo Scrivia, una campagna che abbiamo trovato semi-immersa nella foschia e resa magica
dall’effetto macchina del tempo: i
paesini che si succedono – Pontecurone, Casalnoceto e Ca’ di Stringa;
oppure, se si passa più a ovest, Viguzzolo, Castellar Guidobono e Volpedo – sembrano tali e quali a com’era l’Italia di un secolo fa. Colline.
Vigneti. Pescheti. Cascine.
Non è semplicissimo arrivare a
capire dove stia la casa di Bernini,
ma quando ci si arriva si apre un
mondo.
«Ho fatto il fotografo pubblicitario a Milano da quando avevo 17
anni fino a quando ne ho compiuti
36. Avevo uno studio molto grosso,
7-800 metri quadri. Nel 2000 è cominciato a calare enormemente il
lavoro. Allora mi sono messo a fare
la birra».
I prodotti
Bernini produce l’«Incredibile», alla birra, altri
al sushi, al cuscus, al Negroni (per l’aperitivo)
Marco Bernini (nella
foto) vive nella frazione
di Ca’ d’Andrino con la
moglie e i due figli
La materia prima
Dopo aver tentato di produrre anche il latte,
ora lo compra da allevatori di paesi vicini
MICHELE BRAMBILLA
3500
anni fa
Gli storici collocano intorno
al 1500 avanti Cristo l’arrivo
in Italia della tecnica
di produzione
dei formaggi
403
tipi
Secondo l’Istituto nazionale
di sociologia rurale (Insor)
tanti sono i
formaggi prodotti
nel nostro Paese
La birra? E perché? «Avevo un’intolleranza, se la bevevo mi si squamava la pelle. Un giorno un amico mi ha
fatto provare quella che faceva artigianalmente in casa sua e non ho avuto alcun disturbo. Una settimana dopo ho comperato tutti i kit per la birrificazione che esistevano sul mercato e
mi sono messo a fare la birra nel mio
studio da fotografo. Cinquecento litri
al giorno». Ma non poteva commerciarli: se li beveva tutti lei? «Li vendevo ai centri sociali e agli zingari».
La birra gli ha cambiato la vita. «A
un certo punto ho dovuto mollare lo
studio perché i costi erano insostenibili. Dovevo trovare un posto. E siccome faccio anche il restauratore di moto d’epoca, a un mercatino di appassionati di Londra ho conosciuto un
rabdomante...». Un rabdomante???
«Sì, uno che trova l’acqua. Ha un pozzo qui da queste parti. Mi ha segnalato questa casa, che un tempo era
un’azienda agricola. E l’ho presa».
Prima idea: mettere qui un impianto per fare la birra. «Ma costava troppo. E poi mi sarei messo in un mercato
difficile: qui in zona c’è già il Birrificio
Montegioco che fa prodotti fantastici.
La birra però mi aveva ormai permes-
so di conoscere una tecnologia professionale: e con quella mi sono messo a
fare i formaggi». Come si faccia a fare
un formaggio con la tecnica del birrificio, è una questione complicatissima
da capire, figuriamoci da spiegare: discorsi sul caglio con il luppolo invece
che con i cagli animali e così via.
MONACI TRAPPISTI
Dai loro trattati di botanica
ha imparato a fare un prodotto
il più naturale possibile
IL PROGETTO
In aprile aprirà vicino alla casa
una vera azienda agricola
per realizzare l’ultimo sogno
Basti sapere che Bernini s’è messo
a studiare perfino i trattati di chimica
botanica dei frati trappisti, «per allontanarmi dai prodotti standardizzati e per fare formaggio il più naturale possibile». Il primo acquisto di animali è stato un disastro: capre nere
verzasche avarissime di latte e pure
cattive, tanto che Bernini dovette intubare le corna con la gomma per evi-
tare che gli infilzassero i bambini. «Le
ho vendute e ho cominciato a comprare il latte da allevatori di Mongiardino
Ligure e di Caldirola. Poi, ho messo in
pratica la tecnica pané». Pané? «Sì,
una tecnica che ho inventato io e che
parte dal pane di birra che faccio qui
in casa», perché naturalmente Bernini si fa anche il pane. Con questa tecnica, di cui vi risparmiamo gli infiniti
passaggi, si ottengono lieviti esausti e
quindi con enzimi anti-ossidanti.
Quel che il cronista può arrivare a
capire è solo la bontà dei formaggi. Tipo l’«Incredibile», annegato nella birra; o le cassatine dolci, al sushi, al cuscus; o i caprini al Campari Soda e al
Negroni per l’aperitivo, e alle grappe e
ai limoncelli per chiudere il pasto.
Chiediamo a quest’uomo dal fisico
atletico e dai basettoni Anni Settanta,
così sempre sorridente, se abbia fatto
altri mestieri oltre al fotografo il birraio il saldatore il meccanico eccetera: «Beh, sono stato carabiniere paracadutista e sommozzatore, poi arciere professionista...». In aprile aprirà,
qui accanto alla casa, un’azienda agricola ([email protected]) e
potrà realizzare il suo ultimo sogno.
[3. Continua]
22 .Società
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Domenica
con
Alain Elkann
(Interviene Bob Colacello: «È la tomba
del Faraone della Pop Art. Hanno definito Andy il Papa della Pop Art. È un
grande monumento a Andy e alla sua
arte e ogni studente d’arte dovrebbe
fare un pellegrinaggio a Pittsburgh»).
niva da una famiglia molto povera.
Suo padre era un minatore, estraeva
carbone. Aveva sempre paura di impoverirsi. Nureyev era come lui, temeva
di perdere tutto. Per questo conservava ogni cosa. Quando abbiamo iniziato
a catalogare i suoi oggetti abbiamo
calcolato che fossero circa 100 mila.
Era generoso e invitava spesso gente a
cena, sempre al ristorante, perché si
poteva dedurre dalle tasse. Amava i
bambini e i cani, gli piaceva aiutare i
nuovi talenti. Per esempio, come molti
altri, il fotografo Mario Testino ebbe il
suo primo incarico da Warhol; e persone come Bruce Weber e Robert Mapplethorpe ebbero una pagina su “Interview” e vennero pagati 25 dollari».
Lei da quando è direttore del museo?
«Da due anni e mezzo».
La sua formazione è nel campo dell’arte giapponese, giusto?
«Sì, ho studiato storia dell’arte e arte
giapponese alla Pittsburgh University.
Sapevo il giapponese e mi trasferii in
Giappone per un po’; quando sono tornato mi sono offerto volontario al Carnegie Museum di Pittsburgh. Ma
quando mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto lavorare al neonato Museo
Warhol ho pensato che fosse una grande opportunità per me e ho iniziato come curatore».
E gli altri artisti?
«Amava l’arte americana e quando
lui stesso non era ancora un artista,
era cliente delle gallerie e comprò un
Jasper Johns. Più tardi ha iniziato a
lavorare con altri artisti, come Francesco Clemente e, soprattutto, Jean
Michel Basquiat».
(Interviene Vincent Freemont:
«Quando Andy e Jean Michel lavoravano insieme fu un momento meraviglioso. Non ha mai appeso uno dei suoi
quadri in casa. Possedeva alcuni Lichtenstein, Twombly, Basquiat ... E
prima ancora, Magritte e Ernst»).
Potrebbe descrivere il museo?
«È la più grande collezione dedicata a
una sola persona: novecento dipinti,
migliaia di disegni, fotografie, vestiti,
oggetti personali, video, film. Ci sono
un sacco di ritratti commissionati e diIn una soleggiata segni, a partire dal 1950. Purtroppo
domenica d’inizio non abbiamo una grande Marilyn e
marzo incontro speriamo nelle donazioni! Spostiamo
Eric C. Shiner, un di continuo i nostri dipinti e li prestiauomo alto, piutto- mo per vari eventi. Ad esempio, al mosto in forma, distin- mento abbiamo una mostra in Azerto e molto gentile. Siede accanto a baigian, a Baku. E poi ce n’è una molto
Bob Colacello, il primo editore della grande in Giappone, che girerà le più
rivista «Interview» e coautore di importanti città asiatiche. Inoltre,
«The Philosophy of Andy Warhol». un’altra cosa molto importante è che
Con noi anche Diane Von Fürsten- Technicolor sta per digitalizzare tutti
berg e Vincent Freemont, assistente i film di Warhol».
di Warhol. Siamo alla Bruce High (Interviene Diane Von Fürstenberg:
Quality Foundation University. A «Sono sicura che Andy avrebbe amato
maggio cadrà il ventesimo anniver- il Museo perché sembra una fabbrica
sario del Warhol
e si sa che il suo stuMuseum. Per l’ocMETA DI PELLEGRINAGGIO dio in Union Square
casione ci saranno
chiamava “La fab«È la più grande collezione si
molte celebrazioni.
brica”!»).
Che tipo di museo è il Warhol?
dedicata a una sola persona:
soltanto i dipinti sono 900»
«Andy è morto nel
1987 e il Museo è stato concepito e
realizzato a Pittsburgh, la sua città
natale, in sette anni, incredibilmente
in fretta. Abbiamo aperto nel maggio 1994. Non vogliamo un memoriale o un mausoleo, ci concentriamo
sui modi per mantenerlo vivo. Il 70 %
dei nostri visitatori viene da fuori.
Non deve sembrare una tomba».
È vero che Warhol non
ha buttato nulla e dal
1974 fino al 1987 aveva l’abitudine di mettere tutto in scatole che chiamò «Time Capsules»?
«Sì , ne abbiamo oltre seicento. Aveva
l’abitudine di conservare tutti i suoi inviti, i ritagli di stampa, i regali che aveva ricevuto».
Ed è vero che aveva uno strano rapporto con il denaro?
«Non bisogna dimenticare che prove-
Fu difficile per Andy Warhol arrivare al
successo?
Eric Shiner
Direttore dell’Andy Warhol Museum
“Il monumento
vivo al Faraone
della Pop Art”
«Sì, per molti anni fu un illustratore di
moda e questo gli rese difficile avere
successo. Basti pensare che il MoMA
si rifiutò di esporre i suoi dipinti mentre era in vita. Ma molte persone erano gelose, perché era molto curioso e
uno dei motivi per cui la sua arte divenne globale è che era vicino al suo
tempo. Aveva il polso della cultura
americana del momento, più di chiunque altro, e fu criticato per questo. Ma
poi è diventato famosissimo. E un artista così importante aveva bisogno di
un museo tutto dedicato a lui».
È vero che l’Andy Warhol Museum sta
per aprire una nuova sede a New
York?
«Sì, stiamo esplorando l’idea di aprire
una filiale nel centro di New York e
speriamo di poterlo annunciare a
maggio. Come abbiamo fatto a Pittsburgh, dobbiamo fare molto in fretta:
potremmo aprire nel 2017».
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
12345 34789A5 B41C25 D4EFB5 8B45 CE7782A8
FA 8E9982 A44 A28BE 34E 74BB81EAE
Sottovuoto
I sacchetti
sottovuoto,
grazie al sistema
di sfiato
dell’aria,
consentono di
conservare capi
ingombranti
riducendo
il volume
di circa il 50%
V
olevamo la primavera?
Eccola, con le sue immediate
conseguenze:
cambio guardaroba,
guerra alle tarme e all’incomprensibile legge fisica per cui
i cappotti non entrano più negli spazi
dell’anno prima (qui ci vuole il magico sottovuoto!).
E, diciamolo subito, salvo alcuni
«step» inderogabili (svuotare l’armadio, pulirlo a fondo, lavare gli abiti da conservare, controllare le ta-
Avvolgete i maglioni
nel vostro giornale preferito
e salverete il cachemire
dalle fameliche tarme
sche e i risvolti) la riorganizzazione
può avere criteri diversi.
Una fashion victim usa i sandali
tutto l’anno e ha bisogno di molte
borse a portata di mano; una tradizionalista separa gli abiti eleganti da
quelli sportivi, ma c’è chi raccoglie
maglioni e T-shirt per colore e chi se-
SS
IO
NI
PA
che promette di
cambiare per sempre il commercio
al dettaglio
Bottero PAGINA 24
1 Si chiama Ca-
ra, ha 21 anni, gli
stilisti impazziscono per lei: ecco la
nuova Kate Moss
Amapane PAGINA 25
TEMPO
1 Come nasce
e perché l’orologio al contrario: il
segreto si trova in
fondo al mare
De Vecchi PAGINA 25
1 In questa pa-
gina, trucchi d’autore per affrontare al meglio il cambio di stagione
Per gli orecchini
Un’idea pratica è quella di
Infilarli nei buchini dei bottoni.
Sarà più facile conservarli
e ritrovarli già accoppiati
Contro l’umidità
Comprate sacchetti
di gel di silice
In alternativa, basterà
un ciotola con un mix
di sale grosso, gessetti
e un cucchiaio
di bicarbonato
Per fashion victim
Fotografate le scarpe, stampate
la foto e incollatela sulla
scatola dove le riponete così
saprete sempre cosa contiene
ROSELINA SALEMI
1 Arriva la App
DESIGN
Sistema eco
Foglie secche
di alloro chiuse
nelle custodie
delle maglie
o nelle scatole
tengono lontane
le tarme
e lasciano un
buon profumo
HI-TECH
futuro, pronta a esplodere: i
braccialetti intelligenti che ci
aiuteranno a vivere meglio
Bruno Ruffilli PAGINA 24
MODE
Nuove grucce
Come
«Hanger 5 in 1»,
sono fatte
per appenderci
tutto (camicie,
pantaloni,
T-shirt, golf
e cravatte):
aiutano
a risparmiare
spazio
Società .23
1 Pare sia la tecnologia del
STILE
esercizidi
.
CAMBIO DI STAGIONE
ARRIVA L’ARMADIO 2.0
Sacchetti sottovuoto, spray anti-pieghe, vapore e foglie d’alloro
Il guardaroba, un’arte in equilibrio tra tecnologia e tradizione
leziona i generi: tailleur, completi,
jeans. Perciò esistono accessori salvaspazio per tutti: contenitori con tasche trasparenti, porta cravatte, griglie e ganci per cinture e foulard (Storage Box, Umbra Design, Ikea, Ordinett). Perciò si parla di cambio guardaroba anche sul New York Times.
Sarah Harris, direttore del Vogue
britannico - le ragazze ucciderebbero per una cabina armadio come la
sua - consiglia di lasciar prendere
aria ai vestiti, sistemare trench e
piumini in base alla lunghezza, allacciare i bottoni delle giacche per man-
tenere la forma, rammendare dove
serve e appendere le camicie anziché piegarle. Su indicazione dello stilista Roland Mouret, contrario al lavaggio a secco e alla stiratura perché
«uccide i tessuti», per distendere le
pieghe usa il vapore di un bollitore.
In alternativa c’è lo spray Laundress
Crease Release, che fa miracoli: chi
l’ha provato, non ne fa più a meno.
Insomma, siamo di fronte a un lavoro per solide professioniste. Carla
Gozzi, autrice di «Guardaroba perfetto» (Rizzoli) e volto televisivo di Real
Time, lo chiama «wardrobe clea-
ning», perché il primo passo è la scelta
di che cosa tenere, aggiustare, regalare o dirottare verso uno swap party.
Titty (D’Attoma) e Flavia (Alfano)
esperte di Economia domestica ( il loro sito, seguitissimo, è www.soluzionidicasa.com) e tutor della trasmissione «Detto fatto» (Rai 2) hanno elaborato un piano d’attacco. Eccolo:
«Le scarpe andranno pulite, lucidate
e messe in forma. Per trovarle subito
quando servono, fotografarle e incollare l’immagine sulla scatola. Vale anche per le custodie di tessuto-non tessuto o di plastica colorata: la foto del
vestito inserita in un porta-etichette
da valigia faciliterà le ricerche. Una
dritta per le borse: procuratevi una
barra di legno o metallo di circa 40
centimetri e fissatela alla parete della
cabina armadio. Potrete appendere
sacche e tracolle e averle sempre in
bella vista. Altra dritta: i gommini antiscivolo di gomma, feltro o silicone
da attaccare alle grucce, nella bacchetta centrale per non far cadere i
pantaloni, o nella parte alta, per tenere ferme le camicie».
E le odiate tarme? Niente paura,
assicurano Titty e Flavia: «La carta
dei quotidiani è un ottimo deterrente.
Avvolgete i maglioni nel vostro giornale preferito e salverete il cachemire. Altre due soluzioni, antiche ma
naturali ed efficaci: chiodi di garofano
mischiati a scorza essiccata di limone, oppure semplici foglie di alloro».
L’ordine è stabilito. E se dimenticate che cosa avete messo dove? Scrivete tutto su un foglio e fissatelo sull’anta dell’armadio. Quel genio di Eva
Longoria ha stampato una mappa della sua cabina (13 metri quadrati) e catalogato abiti e accessori. Smb12/1 è la
sigla delle Manolo Blahnik nere tacco
12, scaffale 1. Ma forse così è troppo.
HI-TECH
24 .Società
PASSIONI
Sott’acqua
Si chiama
Waterfi, è una
piccola
azienda
americana
che ha trovato
il modo di
rendere
impermeabile
l’iPod Shuffle
Lo smontano,
lo ricoprono
di silicone,
lo richiudono
e lo vendono
in insieme
con un paio di
auricolari
a tenuta
stagna
Il risultato è
eccellente,
l’estetica e la
funzionalità
rimangono
quelle del
lettore
originale della
Apple: costa
159 dollari, su
waterfi.com,
dove si
trovano anche
altri gadget
trattati con la
stessa
tecnologia,
dal Kindle
al Nike
Fuelband
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
BRUNO RUFFILLI
Q
uesto 2014 potrebbe
essere l’anno del braccialetto. Smart e interconnesso: per monitorare le condizioni di
salute, l’umore, il consumo di calorie e molto altro.
Come lo SmartBand di Sony,
presentato al Ces di Las Vegas,
che arriverà in Italia all’inizio di
aprile: tiene conto dell’attività fisica, del sonno e dei parametri vitali, ma anche delle canzoni ascoltate, dei programmi tv seguiti,
dell’attività sui social network.
Un diario virtuale di tutta la
propria vita, registrato da un’app
sullo smartphone (si chiama Lifelog). Un po’ Google Now, un po’
Facebook, un po’ Moves, l’applicazione mostra sullo schermo
dello smartphone ogni istante
della giornata in una specie di fumetto. Divertente forse, inquietante certamente.
Al Mobile World Congress di
Barcellona si sono viste parecchi
braccialetti intelligenti. Ad esempio il TalkBand B1 di Huawei che
è un auricolare bluetooth nascosto in una fascia di plastica da
mettere al polso: monitora i chilometri percorsi e le calorie bruciate in allenamento, ma si può usare
anche per rispondere alle chiamate. Dovrebbe costare meno di
cento euro ed essere compatibile
sia con Android che iPhone. Im-
Garmin Vivofit
Due batterie da orologio per un’autonomia da
record: un anno. In tanti colori, piuttosto semplice
da usare, ha app specifiche per iPhone e Android
Fitbit Flex
È economico (99 euro) e affidabile
Ma non ha display, solo cinque led che
segnalano quanto si è vicini all’obiettivo
Huawei Talkband
Monitora passi e calorie, ma serve anche per rispondere
alle chiamate. Arriva prima dell’estate e ha il vantaggio
di essere compatibile anche con iPhone. Intorno ai 100 euro
Nel 2014 il boom previsto della tecnologia da polso
L’ANNO DEL BRACCIALETTO
INTELLIGENTE E CONNESSO
Samsung Gear Fit
Ha un sensore per il battito
cardiaco e uno splendido schermo
Amoled: in vendita da fine aprile
(il prezzo sarà intorno ai 150 euro)
Il difetto maggiore? È compatibile
con pochi smartphone e tablet,
e soltanto Samsung
Sportivi
Orologidacorsa
Possono misurare tutto,
compresi umore,
consumo di calorie
e condizioni di salute
permeabile, resistente alla polvere, sullo schemo mostra sms e
chiamate e ha una batteria che
dura fino a sei giorni.
Sempre a Barcellona, Samsung ha presentato i due smartwatch Gear 2 e Gear 2 Neo, con
sensore per il battito cardiaco,
presente pure sul braccialetto
Gear Fit, un fitness band che registra ore di sonno, attività fisica,
calorie, poi trasmette i dati al cellulare. Disegnato con cura, dotato un bellissimo schermo Amoled curvo per mostrare tutte le
informazioni, il Gear Fit dovrebbe arrivare nei negozi a metà
aprile, con un prezzo
che non dovrebbe
superare i 150 euro.
Al momento è il più
convincente dei
braccialetti intelligenti che stanno
per invadere il
mercato, ma
ha un grande
difetto: è compatibile
solo con alcuni smartphone
Samsung, chi ha un altro modello
Android, iPhone o Windows
Phone è tagliato fuori.
Già, perché, per quanto smart,
la maggior parte dei braccialetti
1 TomTom
Sony SmartBand
In vendita da aprile, monitora anche
programmi tv e canzoni ascoltate e registra
in un’app il diario virtuale di ogni giornata.
È solo per apparecchi Sony, il prezzo non
è ancora stato comunicato
Lg Lifeband
In arrivo prima dell’estate, ha un
design originale. Si collega agli
auricolari LG per monitorare il
battito cardiaco con precisione
Archos Activity Tracker
In due colori, economico
(annunciato a meno di 90 dollari)
compatibile con Android e iPhone,
ha una batteria che dura 7 giorni
elettronici non nasce per funzionare da sola, ma per interfacciarsi con altri apparecchi. Di solito
smartphone, tablet o computer,
dove i dati vengono scaricati per
essere processati direttamente o
trasferiti a siti web che li trasformano in grafici e andamenti.
Il Lifeband di LG, visto in anteprima al Ces di Las Vegas, può
dialogare via bluetooth con degli
auricolari che integrano un sen-
sore di battito cardiaco molto
preciso. I dati vengono trasmessi
al telefono o al pc, e per fortuna la
casa coreana non ha inventato
l’ennesima app proprietaria, ma
ha scelto di appoggiarsi ad altre
già esistenti e molto diffuse, come
Runkeeper. Dovrebbe arrivare
nei negozi in estate; peccato per il
design non del tutto indovinato: il
braccialetto è aperto in alto e sul
polso si muove parecchio.
Il futuro dello shopping
VADO, LO FOTOGRAFO E COMPRO
GIUSEPPE BOTTERO
D
an Wagner, amministratore delegato e fondatore di Powa Technologies, è un uomo ambizioso.
Molto. «Il mio obiettivo: rivoluzionare il mondo del commercio», spiega.
Semplice, no? Per farlo, dopo i primi, fortunati, esperimenti nell’e-shopping, ha lanciato Powatag, un’applicazione
per cellulari che permette di
acquistare qualsiasi cosa uno
riesca a fotografare. A patto
che sia in vendita, ovvio.
Un esempio: se a una festa
un amico sfoggia una T-shirt
particolarmente interessante,
basterà un flash per mettere in
moto il cervellone dello smartphone, che tramite il software
ci porterà sul sito da cui com-
prare la maglietta. Un paio di
operazioni e il pacco sarà
pronto a piombarci in casa.
Per la sua app Wagner ha
raccolto oltre 96 milioni di
dollari in finanziamenti: un
record. Segno che il mercato
ci crede. La rivista Forbes,
un’autorità, sostiene che se in
giro c’è qualche servizio che
può sfidare Amazon, ecco,
quel servizio è Powatag. A oggi sono oltre i 240 marchi a livello globale, tra cui Universal Music e Carrefour, che
hanno scelto di sposare la filosofia di Powa.
L’ultima ricerca dell’Online
Publishers Association spiega
che il 39 % dei consumatori che
utilizzano uno smartphone sono stati motivati all’acquisto
dopo aver visto una pubblicità.
In un anno
InItaliaraddoppiati
gliacquistiviatablet
1 Gli acquisti online in Ita-
lia sono un trend in costante
crescita, ma è l’incidenza di
quelli da smartphone e tablet che in un solo anno è più
che raddoppiata, passando
dal 4% del 2012 al 12% del
2013, con un +200% messo
a segno in un solo anno e un
valore di 1,7 miliardi di euro.
A fotografare la tendenza in
fatto di shopping è uno studio presentato ad Netcomm,
il consorzio del commercio
elettronico.
Per acquistare, basterà inquadrare il prodotto
Runner e
TomTom Multi-Sport sono
orologi sportivi con Gps e diplay extra large, ad alta risoluzione e ad alto contrasto,
per avere sempre sotto controllo le distanze percorse, il
tempo e il passo durante l’allenamento, anche in condizioni climatiche avverse. La
grafica a tutto schermo agevola la lettura e in più c’è un
unico pulsante di controllo per accedere alle informazioni e stimolare la motivazione
al raggiungimento dei propri
obiettivi - che garantisce una
maggior semplicità d’utilizzo
in movimento, in qualsiasi
condizione atmosferica e anche con l’utilizzo dei guanti. E
perfino in piscina.
Il Fuelband di Nike fu lanciato
due anni fa, presto seguito da apparecchi simili come Jawbone e
Fitbit. Ma i braccialetti fitness
che stanno per arrivare sono più
evoluti e versatili, un po’ accessori
di moda, un po’ smartwatch. E
quando debutterà, l’iWatch Apple dovrà tenerne conto. Intanto,
una certezza: i gadget non sostituiscono il medico, ma usati con
intelligenza possono far bene.
Wagner vuole spingere l’asticella ancora più in alto: tutto
può diventare un veicolo pubblicitario. Addirittura, nelle intenzioni del businessman britannico, i negozi potrebbero
fare a meno di cassa e personale. Basterà una vetrina.
Per ora, in attesa di scatenare la rivoluzione delle commesse, mister Powa si accon-
«In Italia stiamo
trattando con grandi
marchi del settore retail
e dell’industria»
tenta di accelerare sulla diffusione della app, pronta al decollo anche in Italia. «Stiamo
trattando con alcuni grandi
brand per lo sviluppo della tecnologia – racconta -. Abbiamo
ricevuto forti manifestazioni
d’interesse da parte di alcuni
marchi importanti del settore
retail e dell’industria manifatturiera».
LA STAMPA
MODE
DOMENICA 16 MARZO 2014
TEMPO
Parkamania
È stato
il must
dell’inverno
e lo sarà
anche - in
versione
leggera - per
la primavera
estate
Parliamo
del parka,
che United
Colors
of Benetton
declina al
maschile e al
femminile, in
tessuto
super-light
Basico
e senza
fronzoli, ha
la tipica
arricciatura
in vita e il
retro a coda
di rondine,
ma i colori
sono quelli
dell’estate:
celeste e blu,
sabbia e
grigio, giallo
e rosa. Per
lui le tonalità
scelte sono
quelle del
blu, nelle
varianti avio
e notte, del
verde, foglia
e army.
ANTONELLA AMAPANE
Delevingne, la modella del momento, ora crea borse
utti ne parlano come
l’erede di Kate Moss.
Anche se, al di là della taglia smilza e della nazionalità, le due
hanno poco in comune. Kate oggi quarantenne - è nata nella
città operaia di Croydon, alla periferia di Londra. Mentre l’imprevedibile Cara Delevingne - 21
anni, marchio di fabbrica sopracciglia nere king size - viene
dal quartiere di Belgravia, nel
cuore della capitale britannica.
Sua nonna era la dama d’onore della principessa Margaret.
Sua madre, Pandora, ex modella, è amica intima della duchessa
di York. Mentre il padre, Charles, ricchissimo e fascinosissimo, fa l’immobiliarista. Come dire, ben nata e in piena ascesa.
Eletta modella inglese dell’anno nel 2012, non si è certo fermata. Adesso fa anche la stilista. Ha
creato una collezione capsule di
borse per Mulberry. «Questo
brand chic e cool è un’istituzione
britannica, ma ha una gamma
molto vasta. Credo che piacerà
sia ai miei fan sia a mia nonna
che ha 102 anni. Insomma, è trasversale», sostiene divertita Cara, che contava quattro milioni
di follower su Instagram prima
di annunciare la collaborazione
con Mulberry (50 mila in più il
giorno dopo aver dato la notizia)
TUTTI PAZZI PER CARA
SMORFIE SOCIAL
E SOPRACCIGLIA NERE
T
Mulberry - controllata dalla ricchissima famiglia Ong originaria di Singapore – conta sull’appeal internazionale di Cara per
estendere la sua notorietà nei
quattro angoli del globo, dato
che il 60 per cento del giro d’affari del brand, cioè 200 milioni
di euro, proviene ancora dal
mercato inglese.
La linea
Nella foto
sotto, Cara
Delevingne
con una
delle borse
della sua
collezione
«capsule»
per Mulberry
Sulle passerelle dei big
È in modo del tutto casuale che
Cara è diventata modella. «Non
ne sono mai stata veramente
convinta. Pensavo di farlo per un
annetto, prima di entrare all’università. Ma poi hanno continuato a ingaggiarmi... E quando sei
lanciata è difficile fermarsi».
Così l’abbiamo vista in tutte le
Musa della moda
blasonata, neo attrice
carattere imprevedibile
è amata da molti stilisti
e che sembra essere la sola nell’ambiente a concedersi lo svago
- degno della sua età - di collezionare smorfie sui profili social.
In Cara gli inglesi vedono la
mannequin più prestigiosa dopo Kate Moss, un vero fenomeno mediatico, anche se sono
molto diverse. I maghi del clic
amano Kate perchè su di lei tutti gli abiti diventano sublimi. Di
Cara adorano il temperamento
libero e inafferrabile in cui le teen-ager si identificano. Se il suo
fotografo preferito è Mario Testino, il grande complice nella
moda resta Lagerfeld: «Il suo
cervello è un laboratorio dove si
mixano tutti i contenuti di una
biblioteca. Parlare e lavorare
con lui è uno degli aspetti più affascinanti che io conosca in
questo mestiere».
Con l’aria di niente, Cara è diventata anche un’attrice convincente. Il suo primo exploit cinematografico nella parte di Sorokina in Anna Karenina (di Joe
Wright) è stato un successo. Una
carriera corroborata dai privilegi familiari? «Quando me lo dicono ci rimango male. Anzi le mie
origini a volte mi hanno complicato la vita. La gente non sa
quanto lavoro ».
«Quando ero al collegio Bedales
mi sono fabbricata una borsa»,
dice ricordando il periodo in cui
studiava nella scuola della società inglese fortunata, in compagnia delle futura cantante Lily
Allen e della modella Sophie
Dahl. Nonché di Lord Linley, nipote della Regina Elisabetta.
Adesso, però, la sua migliore
amica è Rihanna. È già entrata
nel ruolo? «Dal disegno alla realizzazione ho seguito tutte le fasi
del prodotto nella fabbrica di
Mulberry. Una stilista deve conoscere tutti gli aspetti tecnici».
I modelli di Cara sono 17, in tre
taglie e in tre versioni. Più una
borsa in edizione limitata decorata con un piccolo leone fatto di
borchie che riprende il tatuaggio
che lei ha sul dito.
Mulberry, sotto la direzione
Bruno Guillon (lunga esperienza da Hermès) ha aperto da poco una nuova fabbrica nel Somerset per far fronte agli ordini
che si spera lievitino presto.
La riproposta di Officine Panerai
L’OROLOGIO AL CONTRARIO
UNA SCELTA TATTICA
ell’accurata e continua
rivisitazione delle proprie origini storiche, le
Officine Panerai hanno pensato
di riprendere una produzione
particolare del proprio Luminor. Quella con «ponte a leva
brevettato» per la protezione e
l’impermeabilità della corona
posizionato sulla sinistra della
cassa. Dalla parte opposta di dove normalmente si trova, cosa
che non vuole essere una stranezza, ma la riposta a un’esigenza ben precisa.
Officine Panerai - originariamente con sede a Firenze e oggi
parte di Richemont Group con
N
Società .25
Per Chanel
A Parigi a fine sfilata esce
in passerella con Karl Legerfeld
Per Stella McCartney
Sfila in versione super easy,
tuffata in un mega golf melange
Il paragone con Kate
I primi passi da designer
PAOLO DE VECCHI
sue metamorfosi: fatale per la
pubblicità Yves Saint Laurent
Beautè, sensuale per La Perla,
sportiva-chic per Burberry Prosnum. E poi spiritosa sulla pedana di Fendi a Milano; raffinatissima a Parigi per Chanel; casualscatenata da Stella McCartney.
Al di là dei flirt che i tabloid le
attribuiscono (l’ultimo è quello
con l’attrice Michelle Rodríguez,
protagonista di «Fast and Furios») Delevingne è una single
convinta che non vuol lasciare la
casa londinese di famiglia, dove
occupa l’appartamento al piano
terra. Magari è proprio questa
una delle chiavi del suo successo.
Suo padre, evidentemente
fiero di lei, ci scherza: «È una testa calda, non bada a quel che dice di lei la gente, ma ha un modo
di fare che piace molto. L’unico
problema è che per colpa di tutti
i vestiti e le borse che ha non riesco più a scendere in cantina dove tengo i miei adorati vini».
Su Intagram c’è una foto che
la ritrae con papy. Sotto, Cara ha
scritto: «La sicurezza in se stesse cresce in silenzio. È la mancanza di fiducia che fa rumore».
.
produzione Swiss Made - tra gli
Anni 40 e i 60 fornivano strumenti di precisione agli incursori subacquei della marina militare italiana. Di questa dotazione specializzata facevano
Viene riprodotto
il Luminor totalmente
impermeabile, con 47
millimetri di diametro
parte anche gli orologi, che dovevano essere ben visibili in immersione, robusti e soprattutto
a tenuta stagna. Ecco il motivo
di casse dalle grandi dimensioni (sono ben 47 i millimetri del
Due facce
Il Panerai Luminor
1950 Left-Handed
davanti e dietro
Cara & Kate
Nel backstage della campagna
del profumo di Burberry
Protagonista su Instagram
Le smorfie di Cara abbondano
online e raccolgono molti fan
diametro) e dotate di un dispositivo che protegge e comprime
la corona assicurandole totale
impermeabilità.
Il quadrante «a sandwich»
consisteva poi in due lastre sovrapposte e riempite di materiale luminescente, con quella
superiore traforata in corrispondenza degli indici. Questo
sistema offre la massima resa
quanto a visibilità, ed è impeccabile dal punto di vista
del design. E poiché Officine Panerai all’epoca producevano anche profondimetri e bussole subacquee da
polso, un orologio con dispositivi di comando a sinistra - e
che quindi poteva essere portato a destra - lasciava agli incursori più scelta su come indossare la propria dotazione tattica.
Le attuali produzioni di questo modello di Luminor hanno il
fondo a vista sul movimento
meccanico a carica manuale: realizzato con criteri di manifattura, è formato da 160 componenti
e ha tre giorni di autonomia.
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 26
L’incanto dell’affresco
Capolavori strappati
da Pompei a Giotto, da Correggio a Tiepolo
16 febbraio - 15 giugno 2014
Sponsor ufficiale
Ravenna
Comune di Ravenna
Assessorato alla Cultura
CITTA' CANDIDATA
CAPITALE EUROPEA
DELLA CULTURA
Museo d’Arte della città
via di Roma 13 - Ravenna
tel. 0544 482477
www.mar.ra.it
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
ECONOMIA
FINANZA
Pechino raddoppia la banda dello yuan
La Banca centrale cinese ha ampliato la banda di oscillazione dello yuan, consentendo alla moneta di salire e scendere dall’1% al 2% rispetto a un tasso di cambio fissato giornalmente dall’istituto. La misura decorrerà da lunedì. La
moneta cinese diventa così più volatile e più legata agli andamenti del mercato. Nel 2012 Pechino aveva già raddoppiato la banda di oscillazione dallo 0,5% all’1%.
.
27
&
IL GRUPPO BOLOGNESE TRASMETTERÀ I PARTICOLARI DELL’INTESA ALL’ANTITRUST, CHE DEVE DECIDERE SULL’ECCESSIVA CONCENTRAZIONE
Milano Assicurazioni passa ad Allianz
Accordo per rilevare 1,1 miliardi di premi da UnipolSai: l’importo può arrivare fino a 440 milioni di euro
GIUSEPPE BOTTERO
TORINO
MOODY’S
L’accordo è arrivato in extremis, nell’ultimo giorno disponibile, dopo una trattativamaratona: Allianz chiude l’acquisto degli asset ex Milano
Assicurazioni da UnipolSai
per una cifra che potrà arrivare al massimo a 440 milioni
di euro. La cessione da parte
del secondo gruppo assicurativo italiano è stata imposta
dall’Antitrust prima di dare il
via libera alla maxi-fusione.
Con la firma, Allianz mette le
mani su un ramo d’azienda
che comprende una rete di-
Confermata
la tripla A
dell’Europa
L’agenzia internazionale Moody’s conferma la tripla A per l’Unione europea e promuove
l’outlook da negativo a
stabile. Secondo Moody’s i rischi che pesano
sull’Eurozona sono diminuiti e in parallelo si è
ridotta la pressione sugli attivi finanziari detenuti nella regione ed è
migliorando la solvibilità degli stati soggetti ai
piani di salvataggio.
L’Unione europea ha varato tra il 2010 e il 2011
dei piani di salvataggio
per evitare il fallimento
di Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro. Moody’s
conferma anche la tripla
A sulla Bei, la Banca europea di investimento,
portando l’outlook da
negativo a stabile.
1
La cessione è stata
imposta al gruppo
di Cimbri dall’Autorità
per la concorrenza
Allianz Italia è una delle principali compagnie assicurative italiane
stributiva di 729 agenzie, un
portafoglio assicurativo danni di circa 1,1 miliardi di euro e
il personale dedicato alla gestione di queste attività, più o
meno 500 addetti.
Venerdì l’accordo aveva rischiato di slittare sul prezzo:
ieri, in serata, manager e legali delle due compagnie (assistite dallo studio legale Chio-
menti e da Sherman & Sterling) hanno sciolto gli ultimi nodi. L’intesa è stata trovata nella
fascia più alta del prezzo e, dunque, non dovrebbe essere stata
inserita la manleva sui sinistri.
La vendita degli asset, spiegano da UnipolSai, prevede un
corrispettivo massimo di 440
milioni di euro. La transazione
verrà completata dopo l’approvazione delle competenti Autorità di vigilanza e antitrust.
«L’accordo raggiunto con Allianz, in linea con le condizioni
di mercato, tutela gli stakeholder di UnipolSai - spiega l’amministratore delegato Carlo
Cimbri - e consente al gruppo
Unipol di adempiere alle misu-
re straordinariamente rigorose
imposte dall’Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato in occasione del salvataggio
del gruppo Fondiaria-Sai». Il
prezzo, è il ragionamento dell’ad, è ritenuto soddisfacente,
visto che in precedenza il gruppo aveva rifiutato della compagnia belga Ageas proprio per-
ché ritenuta troppo bassa.
Il braccio italiano del colosso
tedesco - 6 milioni di clienti, circa 5.000 dipendenti e una rete
distributiva multi canale di almeno 2.200 agenti - con questa
acquisizione continua a crescere. «Questo accordo è un’ulteriore importante conferma che
Allianz crede fortemente nella
attrattività del mercato italiano» dice Klaus-Peter Roehler,
Ceo di Allianz Italia. L’intesa è
«un’eccellente occasione che ci
permette di aumentare la nostra quota in un mercato già
molto maturo ma con un’elevata redditività», ragiona Oliver
Con l’operazione
il colosso tedesco
rafforza la presenza
nel nostro Paese
Baete, membro del Board of
Management di Allianz Se responsabile per Insurance Western & Southern Europe.
Adesso l’Antitrust aspetterà i
particolari dell’intesa - che perverranno entro il 21 marzo - e
deciderà se i rischi di eccessiva
concentrazione nel comparto
danni di UnipolSai sono stati
definitivamente superati.
TELECOMUNICAZIONI, IL CONFRONTO EUROPEO DI OFCOM
Italia ultima nelle reti veloci
ma prima nei prezzi (i più alti)
Unica eccezione
le tariffe
degli smartphone
molto convenienti
LUIGI GRASSIA
Ci prendono pure in giro. Dicono in Inghilterra che l’Italia è ultima nella diffusione e
nell’uso delle nuove reti di
telecomunicazioni ma è la
prima per i prezzi (nel senso
che i nostri sono i più alti).
Lo rivela uno studio della
Ofcom, l’Autorità britannica
di settore. E perché a Londra si fanno gli affari nostri?
Perché l’Authority locale ha
voluto fare un raffronto europeo coinvolgendo i cinque
maggiori mercati delle Tlc,
coinvolgendo il Regno Unito,
la Francia, la Germania, la
Spagna e (appunto) l’Italia.
Risultato: siamo ultimissimi
nella penetrazione delle reti
ultraveloci, all’incirca in media con la banda larga di base (ma ultimi nelle relative
connessioni) e per di più ci
dobbiamo sorbire per il servizio le tariffe meno attraenti. Al polo opposto è il Regno
Iperconnessi in mobilità
Unito, con alta diffusione e
prezzi più bassi.
Stando allo studio di
Ofcom, Italia la banda larga
standard copre ormai oltre il
95% della popolazione, e sembra che tutto vada bene perché siamo in linea con tutti gli
altri Paesi e con gli obiettivi
dell’Agenda digitale europea:
tuttavia, le famiglie italiane
che scelgono davvero e pagano il servizio sono solo il 50
per cento, contro l’83% della
Gran Bretagna, l’81% della
Germania, il 76% della Francia e il 63% della Spagna.
Del resto gli italiani che si
collegano a Internet almeno
una volta a settimana sono solo il 56%, mentre gli altri quattro Paesi mostrano percentuali più alte. All’inverso, l’Italia si guadagna un poco lusinghiero primo posto nella quota di persone che non hanno
mai usato Internet, con un desolante 34% (contro l’8% del
Regno Unito).
L’Italia torna ultima quando si tratta di acquisti online
(ne fa solo il 20% della popolazione) e di rapporti via web
con la pubblica amministrazione (il 21%). Ancora più imbarazzante la graduatoria sulle reti ultraveloci (oltre i 30
mega): l’Italia è ultima sia per
la disponibilità (10-15%, contro il 70-75% del Regno Unito)
che per l’effettiva connessione
al servizio, prossima allo zero.
E le tariffe del servizio? Lo
studio britannico mette a confronto numerosi distinti panieri, con mix diversi quanto a
velocità di banda e modalità
commerciale: e in nessuno di
questi panieri l’Italia risulta la
più virtuosa, con l’eccezione
della banda larga mobile
(quella degli smartphone), dove il nostro Paese svetta sia
per diffusione che per prezzi,
che risultano essere i più bassi. Almeno una cosa.
Estratto dei patti parasociali ai sensi dell’articolo 122 del D. Lgs. 24 febbraio
1998 n. 58 (il “TUF”) e dell’articolo 129 del regolamento emittenti di cui
alla delibera CONSOB n. 11971/1999 (“Regolamento Emittenti”)
e successive modifiche e integrazioni.
PATTI PARASOCIALI RELATIVI
AD ACQUE POTABILI S.P.A.
Si rende noto che in data 11 marzo 2014 Sviluppo Idrico S.r.l. con Sede in Torino, Corso Svizzera 95 (“Sviluppo Idrico”), Iren Acqua
Gas S.p.A. con Sede in Genova, Via SS. Giacomo e Filippo, 7 (“IAG”) e Società Metropolitana Acque Torino S.p.A. con Sede in Torino,
Corso XI Febbraio 14 (“SMAT”) hanno sottoscritto un accordo quadro (l’“Accordo Quadro”) volto, inter alia, a regolare i reciproci
diritti e obblighi in relazione alla promozione di un’offerta pubblica di acquisto totalitaria (l’“Offerta”) avente ad oggetto le azioni
ordinarie di Acque Potabili S.p.A. (le “Azioni” e “SAP”) e un patto parasociale (il “Nuovo Patto Parasociale”) la cui efficacia è
sospensivamente condizionata, alla revoca delle Azioni dalla quotazione sul mercato telematico azionario organizzato e gestito da
Borsa Italiana S.p.A. ad esito e per effetto dell’Offerta.
L’Accordo Quadro non modifica il patto parasociale sottoscritto da IAG e da SMAT in data 14 settembre 2007 e da ultimo tacitamente
rinnovato nel 2013 la cui scadenza è prevista per il 14 settembre 2016.
Società i cui strumenti finanziari sono oggetto dell’Accordo Quadro e del Nuovo Patto Parasociale
Società Azionaria per la Condotta di Acque Potabili S.p.A. o in breve “Acque Potabili S.p.A.”, società per azioni con sede legale in Corso
XI febbraio 22, 10152 Torino. Il capitale sociale di SAP ammonta ad Euro 3.702.394,50, di cui Euro 3.600.294,50 sottoscritto e versato,
suddiviso in n. 36.002.945 del valore nominale di Euro 0,10 ciascuna.
Soggetti aderenti e strumenti finanziari conferiti nell’Accordo Quadro e nel Nuovo Patto Parasociale
IAG e SMAT hanno conferito all’Accordo Quadro e al Nuovo Patto Parasociale tutte le Azioni dagli stessi attualmente possedute. Sviluppo
Idrico non possiede Azioni. La tabella che segue riporta il numero di Azioni possedute da IAG e da SMAT nonché la relativa percentuale
rispetto al capitale sociale di SAP e rispetto al totale delle Azioni sindacate.
Parti
N. Azioni possedute
% Azioni sul totale Azioni
SAP
% Azioni sulle Azioni
sindacate
IAG
11.108.795
30,855%
49,999%
SMAT
11.109.295
30,857%
50,001%
TOTALE
22.218.090
61,712%
100%
Tipo di accordo
L’Accordo Quadro costituisce un patto rilevante ai sensi dell’articolo 122, comma 5, lettera c) del TUF.
Il Nuovo Patto Parasociale costituisce un patto rilevante ai sensi dell’articolo 122, comma 5, lettere a), b) e d) del TUF.
Il presente annuncio viene altresì pubblicato nei termini di legge sul sito internet di Acque Potabili S.p.A. (http://www.acquepotabilispa.it/
area-azionisti) ove sono disponibili anche gli estratti dell’Accordo Quadro e del Nuovo Patto Parasociale contenenti le informazioni essenziali
previste dall’articolo 130 del Regolamento Emittenti.
28 .Agricoltura
Qui
Europa
A CURA DI Marco Zatterin
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Sementi
Pac
Industria
Strasburgo dice no
Vini più chiari
Subito le regole
Igp
Vince lo Strachitunt
1 Bocciato il regolamento se-
1 Pronti gli atti delegati della
1 Subito l’approvazione del
1 Entra nel registro delle De-
menti. L’Europarlamento si è
espresso contro il testo di disciplina. Avrebbe dato troppo potere alla Commissione, privando
gli Stati della possibilità di adattare le regole alle loro esigenze.
Affermazione della lobby verde.
dalla Commissione Ue per mettere in atto la riforma della Politica agricola comune. Chiesta più
informazione sulla qualità dei vini, più spazio all’innovazione e
possibilità di elargire un aiuto in
caso di estirpazione.
regime commerciale per l’industria alimentare europea. L’appello è del commissario all’Industria, Tajani, per il quale il settore
«è il più importante della Ue in
termini di occupazione e valore
aggiunto».
nominazioni e delle indicazioni
geografiche protette lo Strachitunt, formaggio del Bergamasco
ritenuto antenato del Gorgonzola, prodotto nella Val Taleggio.
Premiato anche il Bornheimer
Spargel, asparago del Reno.
IL LISTINO AI MINIMI STORICI DAL 1981
Il taglio dell’Irpef finisce a tavola
Sostiene
Slow Food
CINZIA
SCAFFIDI
Prezzi in calo per frutta e verdura, ma consumi al palo. Attesa la manovra del governo
MAURIZIO TROPEANO
TORINO
L’agricoltura rallenta la corsa
dei prezzi, ma il carrello della
spesa resta vuoto. La riduzione
netta dei listini di verdura e
frutta fresca - meno 4,4% e
-0,7% - non fa «risalire i consumi», denuncia la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Secondo Coldiretti «l’effetto più
eclatante della riduzione del
potere di acquisto degli italiani
è il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di
oltre 30 anni sui livelli minimi
del 1981». Si spiega così perché
il mondo agricolo guarda con
speranza ai possibili effetti che
Un italiano su due
acquista l’essenziale
Aumentano i clienti
nei discount
il taglio dell’Irpef per dieci milioni di italiani annunciata dal
governo Renzi potrebbe avere
sulla ripresa dei consumi alimentari. Se è vero, come ha
messo in evidenza un’analisi
della Cgia di Mestre che saranno «innanzitutto gli alimentari
e le bevande» a far aumentare
la spesa allora la stima di 2,3
miliardi che potrebbero essere
spesi in questo campo potrebbero allora «contribuire ad invertire una tendenza che nel
2013 ha visto crollare gli acquisti alimentari del 3,1 per cento».
La spesa alimentare è la
seconda voce del bilancio fa-
2,3
3,6
6,5
miliardi
miliardi
milioni
È la parte degli sgravi Irpef
che potrebbero essere usati
per acquistare
alimenti e bevande
È la somma che gli italiani
hanno rinunciato
a spendere nel 2013 per il
consumo alimentare
Sono gli italiani che
secondo le organizzazioni
agricole nel 2013 hanno
scelto la spesa low cost
miliare dopo la casa con i consumi per abitante in alimentari e bevande a valori concatenati che - sottolinea la
Coldiretti - hanno continuato a
diminuire nel 2014 dopo che lo
scorso anno sono scesi ad appena 1683 euro all’anno e bisogna tornare al lontano 1981 per
trovare un valore più basso.
Secondo la Cia l’anno scorso
gli italiani hanno speso 3,6 miliardi in meno per i consumi
alimentari e le ricadute della
manovra sull’Irpef compenserebbe solo in parte il crollo.
A che cosa hanno rinunciato
gli italiani? Gli italiani nei primi anni della crisi - sottolinea
la Coldiretti - hanno rinunciato
soprattutto ad acquistare beni
non essenziali, dall’abbigliamento alle automobili, ma una
volta toccato il fondo hanno
iniziato a tagliare anche sul cibo. L’analisi della Coldiretti sui
dati Ismea relativi ai primi undici mesi dell’anno scorso mette in evidenza come le famiglie
hanno tagliato gli acquisti di
pesce fresco (- 20%), pasta (9%), latte (- 8%), olio di oliva
extravergine (- 6%), ortofrutta
(- 3%) e carne (-2 per cento)
mentre aumentano solo le uova (+2 per cento). Secondo la
Cia-Confederazione italiana
degli agricoltori è che con «la
crisi oramai c’è un italiano su
due che è costretto ad acquistare solo l’essenziale e ad affidarsi al low cost: sono 6,5 milioni di famiglie che si rivolgono regolarmente ai discount
(+1,6% vendite)».
GLI EVENTI
Boroli Wine Forum ad Alba
Lago Maggiore
I grandi vini riuniti
sul peso dell’etichetta
In Piemonte si coltivano
gli “agrumi delle Alpi”
Quanti sanno che il Sassicaia
nasce a Bolgheri? E per
rendere un buon vino
riconosciuto a livello
mondiale, conta più il brand o
la denominazione d’origine?
Partendo da domande come
queste l’edizione 2014 del
Boroli Wine Forum, venerdì
dalle 15 alla Locanda del
Pilone di Alba, ha deciso di
affrontare il tema: «Il valore
del marchio. Un asset per
l’internazi-onalizzazione». E
per farlo, la famiglia Boroli ha
i nv i t a t o i n L a n ga i
rappresentanti di alcune tra
le più rinomate griffe
dell’enologia da Francia,
Spagna e Italia. A confronto i
francesi Pierre Godé,
vicepresidente del Louis
Vuitton Moët Hennessy, e
Pierre Lurton di Château
d’Yquem e Château Cheval
Blanc, mitiche cantine dalla
zona di Bordeaux. Ci saranno
Dei tre milioni di tonnellate di
agrumi prodotti in Italia, le
statistiche non assegnano
percentuali al Piemonte. Ma
da una decina d’anni sul Lago
Maggiore, al confine con la
Svizzera, è attiva una
sperimentazione per ridare
vita a un settore che aveva un
- seppur limitato - sviluppo
nell’Ottocento. Grazie al
microclima che caratterizza
pochi ettari di colline, a
Cannero Riviera, in provincia
di Verbania, vengono coltivati
arance amare e dolci, cedri,
chinotti, bergamotti e limoni.
Le trecento piante presenti
in orti e giardini privati
crescono quasi spontanee e i
raccolti sono a uso familiare:
gli unici problemi sono il
rischio gelate (situazione che
non si verifica tutti gli
inverni) e l’acidità del terreno,
corretta con la concimazione.
Ma da un paio d’anni c’è
Confronto
Si parlerà
delle
prospettive
del marchio
aziendale
lo spagnolo Manuel Louzada,
direttore di Numanthia, e i
toscani Giovanni Geddes da
Filicaja, ceo di Masseto, e Carlo
Paoli, direttore generale della
Tenuta San Guido, dove si
produce il Sassicaia. E i
barolisti Roberto Conterno,
autore del
Monfortino, e
Luca Currado
della «Vietti».
«L’idea del
Boroli Wine
Forum – dice
Achille Boroli è mettere in
campo le esperienze di alcuni
dei più importanti produttori
nazionali ed esteri, presenti ad
Alba per spiegare come la
marca possa rappresentare
una leva per la comunicazione
di un territorio e di una storia
produttiva, in un mercato
sempre più competitivo come
quello vinicolo».
[R. FIO.]
Mostra
Oggi la festa
degli agrumi
del Lago
Maggiore
A Cannero
si coltivano
500 piante
anche
un
produttore
professionista, Fabio Carmine,
che con duecento piante e altri
150 innesti pronti ha lanciato
una sfida: coltivare solo
varietà autoctone per
conservarne la genetica e
lanciare un mercato di nicchia.
L’aspettativa è
creare un’enclave
mediterranea nel
cuore delle Alpi
che sappia fornire
una
tipicità
ineguagliabile a
livello di sapori.
Oggi, dalle 9,
ville, orti, giardini e parchi
sono aperti al pubblico in
occasione dell’annuale festa
degli agrumi di Cannero.
Sulla sponda piemontese
del Lago Maggiore si
sperimenta
anche
la
produzione di olio, ma con 500
piante per ora si ottengono
solo 300 litri.
[B. AR.]
“Ronzare”
il più possibile
e salvare le api
«Lunga vita alle ragazze»
è il titolo della giornata
dedicata all’agricoltura
che fa bene alle api, tenutasi a Genova (al Teatro
della Tosse), l’8 marzo. La
data ha naturalmente
suggerito correlazioni tra
il ruolo delle donne nella
società e quello delle api
nel mondo della produzione alimentare: ci si occupa poco del benessere sia
delle prime che delle seconde. Un terzo di quel
che mangiamo si deve all’impollinazione, realizzata dalle piccole e delicate
alleate dell’agroalimentare, eppure troppo spesso
questa collaborazione
non viene favorita, in particolare nel nostro paese.
A fronte di una media europea che vede un utilizzo
di 0,5 kg di prodotti chimici per ettaro, in Italia la
media si assesta su 2,2 kg,
eppure abbiamo fatto dell’agroalimentare di qualità una bandiera culturale
ed economica. Una tavola
rotonda a cura di Unaapi,
Slow Food Italia, Legambiente, Aiab, Greenpeace,
Bee Generation e con la
partecipazione dell’on.
Susanna Cenni e della copresidente del Partito
Verde Europeo, Monica
Frassoni, ha evidenziato i
tanti ambiti (ricerca, formazione, informazione,
militanza, politica) d’azione correlata che possono
assicurare «lunga vita alle
ragazze». Inoltre la consegna del premio Ape Regina 2014, alla sua prima
edizione, in collaborazione con il laboratorio orafo
Arte Oro di Bra (Cuneo),
ha affidato a Lella Costa il
ruolo di portavoce delle
api nel mondo della cultura, dello spettacolo e della
divulgazione. Ricevendo il
premio e impegnandosi a
«ronzare quanto più possibile» l’attrice ha citato
Emily Dickinson: «Per fare un prato occorrono un
trifoglio e un’ape./ Un trifoglio e un’ape/ e il sogno./
Il sogno può bastare/se le
api sono poche». Un testo
poetico che già si preoccupa della possibilità che
le api possano essere poche, e soprattutto che
chiarisce che se mancano
le api sparisce anche il trifoglio e occorrerà accontentarsi del sogno. Agricoltori e consumatori non
se lo possono permettere.
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
.
Tempo Libero .29
Giochi
a cura di
Parole incrociate
[Rocchi]
ORIZZONTALI: 1. Vincent tra gli interpreti del
film «Il cigno nero» - 6. Isaac grande scrittore di
fantascienza - 9. Università del New Jersey - 17.
Località siciliana con una cattedrale di origine
normanna - 19. Iniz. di Silone - 21. Zona piatta
tra i monti - 22. Sigla di Pistoia - 24. È detta
anche vespertina - 30. Larry comico (noto in
Italia come Ridolini) - 31. Lo Stato che ha per
capitale Bucarest - 34. Persona a lungo ricercata
e inafferrabile - 37. I confini del Sudan - 38. Fine
sarcasmo - 39. Orazione breve ripetuta più volte
- 40. Scrisse «La Maremmana» - 41. Cadauno in
breve - 42. Farfalle di grandi dimensioni - 43.
Emozione violenta... alla francese - 45. Stretta
connessione - 47. Affidate ad altri... come certe
inchieste - 49. Il numero delle Grazie - 50. Il
nome dello scrittore Rattigan - 53. Annie
interprete del film «Niente da nascondere» - 54.
Fa t t e d i m e t a l l o p r e z i o s o - 5 6 . U n f i l m d i
fantascienza diretto da Ridley Scott - 57. Fatta
per istruire - 59. Il nome di Slataper, lo scrittore
dell'opera «Il mio Carso» - 60. Gli abitanti di
Caltanissetta - 61. Trattati dal chirurgo - 65. Lo
copre la maschera - 66. Lo spaccone di Alphonse
Daudet - 67. La capitale del Perù - 68. Non
consentito dalle norme - 70. Escursionisti Esteri 71. Con altri firma il programma televisivo o
radiofonico - 72. I fori nasali.
[Ala]
IL BIANCO MUOVE E VINCE
Sudoku
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8 2
7
3
2
3 9 2
Scacchi
Giornata di riposo oggi a Khanty Mansiysk
(Russia), dopo i primi tre turni per il Torneo dei
Candidati che designerà il prossimo avversario di
Magnus Carlsen, titolo iridato in palio. Otto i
giocatori che si sono qualificati, girone doppio
(http://candidates2014.fide.com); come abbiamo
già detto, si giocano tre partite poi una giornata
di riposo; la conclusione è prevista per il 30 marzo
e il 31, se necessario per definire il vincitore, ci
sarà un tie-break di gioco rapido. Salvo sorprese,
che sarebbero abbastanza clamorose, il vincitore
dovrebbe uscire dalla terna Aronian - Kramnik Anand. Ma il Torneo dei Candidati non è l'unico
evento a calamitare l'attenzione degli
appassionati in questi giorni. Ricordiamo che a
Erevan (Armenia) è in corso il Campionato
Europeo individuale (www.eicc2014.am) mentre a
Oporto (Portogallo) dopodomani si conclude
l'Europeo Seniores (http://escc2014.fpx.pt).
WILLIAMS - A. L'AMI
Anche i settori di colore
diverso devono contenere
tutti i numeri da 1 a 9,
senza ripetizioni.
VERTICALI: 1. Desideri improvvisi e bizzarri - 2.
Iniz. di Cammariere - 3. Vi fu sconfitto Napoleone
III - 4. Un po’ di efficacia - 5. Nelle credenze
popolari, mostro con volto di donna - 6. Sigla
dell’Australia - 7. Una cura... con sinfonie - 8.
Rabbiosa e violenta - 10. In mezzo alla cripta 11. Il nichel - 12. Racchiude anche i polmoni - 13.
Abbandonò Didone - 14. Il Jones di Fielding - 15.
Località sarda - 16. La mamma della mamma 18. Il nome della Massari - 20. Località trapanese
famosa per i vini - 23. Pentateuco - 25. Emessi...
come i mandati di cattura - 26. Monte turco - 27.
Imitatrici che cercano di eguagliare - 28. Hugh
riformatore inglese del Cinquecento - 29. Un re
del Vangelo - 32. Locuzione tipica di un sistema
linguistico - 33. La scrittrice di «Seduzione del
Minotauro» - 35. Il fiume di Homs - 36. Camillo
urbanista austriaco - 39. L’umorista Luigi Arnaldo
Vassallo - 40. Discendenti - 42. Tutt’altro che
spirituali - 44. Rettile africano velenoso - 45.
Prigione - 46. Una squadra di calcio ligure - 48.
Fe l i p e d e l l ’ a u t o m o b i l i s m o - 5 1 . L i q u o r e . . .
d’amore - 52. Conferenza Episcopale Italiana 53. Il nome della Lagorio - 55. Il nome di Zola 58. Zeno tra i grandi dello sci - 59. Nome d’uomo
svedese - 62. Struzzo australiano - 63. Topo... a
Marsiglia - 64. Sigla su autotreni - 66. Bevanda
ambrata - 69. Un’antica lingua.
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[De Toffoli]
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Avversario
Ogni riga
e ogni
colonna deve
contenere
i numeri
da 1 a 6.
All’interno
di ogni settore
sono indicati
il risultato
da ottenere
e il segno
aritmetico
col quale
combinare
i numeri
inseriti per
ottenerlo.
Nello stesso
settore i
numeri
possono
ripetersi.
A
P
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O
Tu
Ruzzle
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16
O
T
Tocca a te parlare, qual è il tuo piano?
Cercate parole del maggior valore possibile
(noi ne abbiamo trovate una ventina, alcune
inconsuete, sopra i 100 punti). Cercate anche parole di 6
lettere che cominciano con la S (noi 20). Cercate anche il
nome di un capolavoro della letteratura mondiale
utilizzando tutte e 16 le lettere.
Il gioco consiste
2P
2L
1
2
1
3
nel formare parole
attraversando caselle
contigue (anche
2P
3L
1
3
1
5
diagonalmente); in una
parola ogni lettera può
essere usata una sola
3L
2
1
2
1
volta. Si possono
coniugare i verbi.
3P
Punteggio: sommare
2
1
3
1
i valori di ogni lettera
tenendo conto delle caselle
bonus e aggiungere poi 5
punti per ogni lettera oltre
parola x2
parola x3
alla quarta. Esempio:
NATIA = (2 + 1 + 2x2 + 1
lettera x2
lettera x3
+ 1)x2 + 5 = 23.
E
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T
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29
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S
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I
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9
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D
0
27
S
48
E
V
34
53
0
I
Mi son sempre chiesto come potrebbe difendersi una sala da poker
se durante un torneo un baro trovasse il modo di aggiungere chips
false al suo stack. Ma era sempre rimasto un pensiero nello sfondo,
perché mai era uscita una notizia del genere. Finora. Il mese scorso,
però, ad Atlantic City il torneo Winter Poker Open, con 4.000
partecipanti e circa un milione e mezzo di dollari di montepremi, è
stato sospeso quando erano rimasti, dopo 5 giorni di battaglie,
solo 27 giocatori in gara. Motivo? La direzione aveva scoperto che
nei tavoli circolava un ingente numero di chips false. Immaginatevi
la costernazione generale. Come risolvere la situazione? Per fortuna
qualche giorno dopo è stato scoperto il colpevole, tale Christian
Lusardi, un giocatore molto scarso che era comunque riuscito a
farsi eliminare malgrado l'introduzione di un'enorme quantità di
fiches. Non vorrei proprio essere nei panni di chi ora dovrà decidere
come spartire il montepremi.
Oggi una mano tratta da «Il nuovo poker» di Flavio Ferrari Zumbini
(Mondadori). Sei in 5a posizione e rilanci x3 con A - 5 , chiama
solo il bottone. Entrambi avete uno stack di oltre 100 bui. Al flop
10 - 8 - 7 , qual è il tuo piano di gioco?
Kendoku
Rebus
[9, 2, 8]
[Minigame]
4-
12x
15+
2-
48x
20x
32x
1-
G
20x
54x
11 +
4+
ST
3-
Le soluzioni saranno pubblicate su
di Martedì 18 Marzo 2014
30 .Lettere e Commenti
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Massimo Gramellini e CUORI ALLO SPECCHIO presentano
Dialoghi con l’angelo custode
Cuori allo specchio - La Stampa,
via Paleocapa, 7 - 20121 Milano
[email protected]
www.lastampa.it/cuoriallospecchio/
uindi, caro Filemone,
se ho capito bene secondo te non può esserci nessuna rivoluzione se prima non c’è
accettazione… Strano. Strano e
complicato per chi, come me, sente. Te lo ricordi che cosa significa? Sentire. Avere caldo, freddo.
Avere tantissima paura. Tantissima voglia. Fretta. Non sei il primo, sai? Quindi non sentirti particolarmente originale, dall’alto del
nulla delle tue nuvole, quando mi
dici di «invidiare certi altri angeli
che custodiscono anime più lineari e quadrate» della mia.
Leonardo, nella sua mail, l’ha
scritto senza tanti giri di parole,
«certamente allo zoo gli animali
esotici come sei tu incantano,
ma forse a casa è meglio portarsi un gattino”. E allora forza, su:
tenetevi le vostre anime lineari, i
vostri gattini. Capaci di accettare, nel senso che date voi al termine, mentre io accetto, nel senso che mi viene da spaccare tutto. Spesso. E un istante prima,
nemmeno mi accorgo di quello
che sta per accadere, basti pensare a come… No, no: questa è
un’altra storia.
Dicevo? Io sento, ecco. Ho
quest’orchestra stonata nella testa con cui mi sveglio ogni mattina, questo soffio nel cuore per
cui tutto mi attraversa fino a investire il respiro, la ragione. La
linearità e ogni potenziale gattinitudine. Ti assicuro che io per
prima non avrei mai voluto essere così. Quelle come la mia vecchia compagna di banco Serena
Orsini accettavano, quiete, le
piccole, sadiche punizioni di
Suor Novella, che da grigia diventava quasi verde, in faccia, se
non avevamo legato il fiocco del
grembiule come si deve (cosa
che a me, naturalmente, capitava sempre quando era mia madre a occuparsene) o se non finivamo per intero il piatto di colla
che spacciavano per gnocchi.
Io non è che mi tirassi indietro:
e scrivevo per mille volte sul mio
quadernino SONO UNA BAMBINA CATTIVA oppure GLI
GNOCCHI SONO UN DONO DI
DIO, ma, appunto: sentivo. Sentivo che la rabbia di Suor Novella
era un problema tutto suo, sentivo che dietro a quella tenera suorina si nascondeva una donna tremenda, lei sì per davvero cattiva:
ed era un casino, sai angelo? Sen-
Q
Illustrazione
di
Stefania
Manzi
Caro Angelo, perché
sentire è una maledizione?
tire tutte queste cose, percepire
che il velo di zucchero sparso sulla realtà nascondeva ben altri significati, ma non avere l’età per
capirli fino in fondo.
Non mi voglio giustificare: ma
almeno tu che sei un angelo, vorrei che lo comprendessi. Che problema è nascere e crescere con
questa maledizione di sentire tutto, sentire troppo: e rischiare,
proprio per questo, di perdersi
chissà dove. Fino a non capirci
più niente.
GIÒ
ai cosa dice un mio amico, uno spirito arguto
che nella sua ultima incarnazione si chiamava Bob Marley? «Qualcuno sente la pioggia. Gli altri si
sentono solo bagnati.»
S
FEDERICO TADDÌA
N
ossiamo passare la vita a
farci dire dal mondo cosa
siamo. Sani di mente o
pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se
siamo buoni o cattivi. A lasciare
che sia il passato a decidere il
nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi. E forse inventare qualcosa di meglio è
proprio il nostro compito». Vagano nella rete le parole di
Chuck Palahniuk, tratte dal li-
P
come
NOMINARE
LA STAMPA
Quotidiano fondato nel 1867
1
DIRETTORE RESPONSABILE
MARIO CALABRESI
VICEDIRETTORI
MASSIMO GRAMELLINI, FRANCESCO MANACORDA (RESPONSABILE MILANO),
CESARE MARTINETTI, LUCA UBALDESCHI
REDATTORI CAPO CENTRALI
FLAVIO CORAZZA, GUIDO BOFFO
MARCO BARDAZZI (DIGITAL EDITOR)
Mi ricordo bene come ci si
sente, a sentire la pioggia. L’ebbrezza. La paura. Quella che ti
spinge a fare qualcosa, qualsiasi
cosa, pur di non sentire più. Drogarsi, ubriacarsi, deprimersi:
ogni dipendenza è un’assicurazione contro la paura di sentire.
La più diffusa è il cinismo che ti
induce a non credere più a nulla
perché credere in qualcosa significherebbe correre il rischio
di sentire. Di soffrire.
Ciò che ancora mi spinge a
stendere il mio abbraccio su di te,
invece di mandarti letteralmente
al diavolo come spesso meriteresti, è il tuo coraggio, Giò.
Rammento bene le punizioni
che ti infliggeva Suor Novella.
Non era cattiva (esci dal giudizio, altrimenti continuerai a essere vittima di quello altrui). Era
solo scappata sotto una tonaca
bro Soffocare, e scelte da Diego
Balboni, impiegato 29enne di
Cento (FE), per lanciare un’alternativa a colpi di citazioni alle
«Neknomination», moda alcolica che sta spopolando in Facebook con gli adolescenti in gara
nel pubblicare video in cui si
ubriacano. Prima di rilanciare
la sfida agli amici, in una Catena di Sant’Antonio dello sballo.
«Sono capo scout e sono stato nominato da uno dei ragazzi
del mio gruppo», spiega Diego,
«ho acceso la telecamera e gli
ho risposto dicendogli che ave-
LAURA CARASSAI
(RESPONSABILE EDIZIONI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA)
CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA
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Arretrati: un numero costa il doppio dell’attuale prezzo di testata.
per non affrontare la vita.
Intendimi: il mondo è pieno di
suore coraggiose. Però la sua
non era stata una scelta di coraggio, ma di paura. E le scelte
di paura si rivelano sempre sbagliate, anche quando sembrano
ispirate dal buon senso. Tu sentivi il suo disagio e lo facevi tuo.
Avrei dovuto schermarti, offuscare la tua sensibilità come si
disturba un segnale radio troppo potente? Se lo avessi fatto,
sarei stato un angelo anche peggiore di quello che sono.
Proverò a spiegarmi. Immagina di avere un’antenna invisibile che ti connette con tutto
l’amore e il dolore del mondo.
L’antenna è una sola e capta entrambi i segnali. Puoi decidere
di staccarla e in quel caso non
sentirai più nulla: né dolore né
amore. Oppure puoi sfidare la
vo la presunzione di cambiare il
gioco: così ho riposto la birra e
ho letto un brano di uno dei miei
libri preferiti. Dando 24 ore di
tempo ad altri miei contatti per
fare lo stesso». Da Dostoevskij
ad Orwell, passando per Il mago
di Oz, Il Piccolo Principe e Novecento di Baricco: l’idea di contrastare i superalcolici con i superclassici piace, e di tag in tag
la «BookNomination» inizia a
diffondersi come un virus ossigenante tra i social. «Non sono
un bigotto, e non credo che a
parte casi estremi la Neknomi-
paura di soffrire e tenerla accesa. Così conoscerai la sofferenza e il piacere. E’ questa la scelta di coraggio che ogni essere
umano è chiamato a compiere
nel corso della vita: accettare di
sentire l’amore, a costo di provare il dolore.
Questa scelta, mia Giò, tu
l’hai compiuta da piccola, nel
profondo del tuo cuore. Ogni
tanto la rinneghi e allora ti assenti da te stessa per rifugiarti
nel bosco delle tue insicurezze,
da dove non è mai facile ritrovare la strada di casa. Ma finora ci
siamo sempre riusciti, no? Ce la
faremo anche stavolta. E cercheremo di lasciarci quel bosco
alle spalle per sempre, imboccando una nuova direzione.
Senza per questo rinunciare alla tua sensibilità. Alla tua antenna.
Hai capito adesso in che cosa
consiste il mio mestiere? Noi
angelo custodi siamo i vostri antennisti di fiducia: aggiustiamo i
cavi e le «parabole» guaste, ma
soprattutto le tariamo di continuo affinché il segnale vi arrivi
più nitido, nonostante i fulmini
e gli uragani.
FILÈMONE
nation sia l’anticamera dell’alcolismo: è un tipico rituale giovanile, dove se ti tiri fuori sei
considerato uno sfigato. L’idea
del libro ti chiama a metterti in
gioco in maniera più impegnativa: scolarsi una lattina è più facile che condividere una citazione letteraria. Scegliere e leggere frasi significative vuole dire esporre apertamente parti
del proprio carattere e dei propri sentimenti. E’ un mettersi a
nudo davanti agli altri, che porta a contaminare il mondo virtuale con pezzettini reali di sé».
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LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Lettere e Commenti .31
.
IL PASSO INDIETRO
DI OBAMA
CHE PUÒ CAMBIARE
INTERNET
JUAN CARLOS DE MARTIN
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
D
FRANCESCO GUERRERA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
chernivano senza pietà – e
spesso in maniera becera - le
capacità manageriali, mentali e
fisiche dei vari Jamie Dimon, il
magniloquente capo della
J.P.Morgan, o Lloyd Blankfein, il leader
della Goldman.
Ma l’economia, come la natura, aborre
il vuoto. Il posto dei titani di Wall Street
sta per essere preso da un gruppo di finanzieri che vive nello «shadow
banking», nelle ombre del settore finanziario, lontano dalle luci della ribalta che
stanno causando così tanti problemi alle
«vecchie» banche.
Benvenuti nell’era del private equity,
un’industria misteriosa e influente che
sta ricoprendo di denaro la sua forza-lavoro. I re Mida della finanza oggi hanno
nomi che il grande pubblico non conosce
– Stephen Schwarzman, Henry Kravis,
Leon Black e David Rubenstein. Lavorano in società da loro fondate, senza il blasone o la storia di Morgan Stanley o Merrill Lynch, ma con molta più voglia di fare
e molte meno remore sul come farlo.
Il passaggio di mano è evidente quando
si guarda all’unico fattore che conta nel
mondo della finanza: i soldi fatti da questi
capitani d’industria. L’anno scorso, i
grandi capi del private equity, un gruppo
di più o meno dieci persone, si sono portati a casa quasi tre miliardi di dollari grazie
a dividendi, investimenti e salari.
Il signor Black – che aveva iniziato come venditore di operazioni spazzatura
negli Anni 80 – ha guadagnato più di
mezzo miliardo di dollari, grazie ai successi della sua società, Apollo Global Management. La sua collezione di opere
d’arte – che già conta «L’Urlo» di Edward
Munch e un prezioso Raffaello – ne trarrà senz’altro giovamento.
David Rubenstein, che è più famoso
per essersi comprato la Magna Charta
un po’ di anni fa che per aver fondato il
gruppo Carlyle, ha preso più di 200 milioni di dollari nel 2013. Al confronto, Dimon
e Blankfein, con i loro bonus da 20 milioni
di dollari, sembrano dei poveracci.
Ma le differenze tra le banche storiche
e i nuovi ricchi della finanza non si fermano al portafogli o ai capolavori d’arte. Private equity e Wall Street hanno funzioni
e doveri completamente diversi nell’ecosistema economico.
A differenza delle banche, che nel corso degli anni si sono impelagate in operazioni sempre più complicate, il private
equity è semplice. Le società di Kravis,
Black e Rubenstein raccolgono soldi da
fondi pensione, università e governi e
comprano società quotate in Borsa,
spesso quando sono in difficoltà.
S
Rievocando
l’inutile strage
Pane al pane
LORENZO
MONDO
cento anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale hanno innescato una serie di interventi e di occasioni commemorative su quell’evento che ha condizionato tanta
parte della storia europea. Nel clima così
mutato per ciò che riguarda il Vecchio
Continente ci si chiede se fosse evitabile
«l’inutile strage» denunciata da Benedetto XV, oltre alle sue ulteriori drammatiche conseguenze. Vale la pena aggiungere in proposito alle voci degli specialisti quella di uno scrittore, un romanziere
non digiuno di storia come Guido Mor-
I
al 1998 Icann coordina, sotto contratto
col governo Usa, una serie di attività che
permettono ad Internet di funzionare.
In particolare, 1. Icann gestisce il grande «elenco telefonico» (noto come Domain Name System, o Dns) che mappa ogni nome a
dominio (come, ad esempio, www.lastampa.it) al
suo corrispondente indirizzo Internet fisico (detti
indirizzi Ip, come, per esempio, 78.7.244.128); 2.
Icann decide quali sono i nomi a dominio di livello
massimo (i cosiddetti Top Level Domains, o Tld),
come .it, .org o .eu.
Solo in apparenza si tratta di mere attività tecniche. La gestione del Dns, infatti, comporta un potere,
per quanto non assoluto, su una funzionalità chiave
di Internet come appunto la mappatura da nomi a
dominio a indirizzi Ip, mentre la gestione dei Tld
comporta la capacità di controllare quali parole possono o no diventare indirizzi web utilizzabili dai quasi 3 miliardi di utenti Internet. Questo secondo aspetto ha una crescente rilevanza sociale e politica, come
dimostrano le controversie intorno alla creazione di
Tld come .gay, .xxx o .ss.
Quest’ultimo Tld, per esempio, doveva essere il
nuovo Tld per il Sudan del Sud, ma è stato finora
bloccato per l’ovvia (almeno in Europa) associazione
con le Ss naziste.
Per queste implicazioni, fin quasi dalla sua fondazione Icann è stata soggetta ad una forte pressione
internazionale: come poteva, infatti, un’azienda nonprofit di diritto californiano, sotto contratto col governo Usa, decidere su materie di tradizionale pertinenza nazionale?
A questa domanda si sono date e si danno due risposte principali.
Non pochi paesi, tra cui Cina, Russia e Arabia Saudita, sostengono che le funzioni di Icann andrebbero
trasferite a una classica organizzazione multi-governativa, come la International Telecommunications
Union (Itu) di Ginevra. Si tratta di una organizzazione delle Nazioni Unite che dopo aver regolato telegrafi e telefoni ora dovrebbe occuparsi anche di Internet, lasciando la parola ai soli governi.
La seconda risposta, portata avanti, tra gli altri, da
Usa e Europa, è che il modello di funzionamento di
Icann, basato su un coinvolgimento ampio (anche se
tutt’altro che perfetto) dei principali portatori di interessi, dalle aziende ai governi, dalla società civile
alla comunità tecnica – ovvero, il cosiddetto modello
multistakeholder
– andrebbe preservato e semmai reso più esplicitamente internazionale, trasparente, rappresentativo e responsabile.
L’annuncio di ieri va visto come un ulteriore passo
in questa seconda direzione, passo probabilmente
accelerato dalle conseguenze delle rivelazioni di Edward Snowden. Ieri, infatti, il governo Usa ha comunicato che fin dalla prossima riunione di Icann, che si
terrà a Singapore il 23-27 marzo, inizierà un percorso che nei prossimi diciotto mesi dovrà portare alla
definizione di un nuovo referente per Icann. Nel prospettare questa evoluzione, il governo Usa, però, detta vincoli ben precisi. Innanzitutto, il nuovo referente
non potrà essere né un governo, né un’organizzazione multi-governativa (spiacente, Itu). In secondo luogo, la nuova governance dovrà garantire i seguenti
quattro punti:
– sostenere e migliorare il modello multistakeholder;
– mantenere la sicurezza, stabilità e robustezza
del Dns;
– rispondere alle aspettative e ai bisogni dei clienti
e collaboratori attuali di Icann;
– preservare l’apertura di Internet.
Benché la decisione del governo Obama sia in linea con quelle precedentemente assunte dalla sua
amministrazione in questo ambito, non sono mancate reazioni catastrofiste da parte di alcuni repubblicani, come Newt Gingrich, che ha definito la decisione «estremamente pericolosa», o come Christian
Whiton, funzionario dell’amministrazione Bush, che
l’ha giudicata come più grave della cessione del controllo del Canale di Panama da parte del presidente
Carter.
In maniera più equilibrata, Jonathan Zittrain, il
noto esperto Internet che insegna a Harvard, ha in
queste ore commentato che la decisione è sì importante, ma solo nel senso che è «un passo simbolico
importante in un ambito in cui le persone prendono i
simboli (e non solo i Tld) molto seriamente». Insomma, un passo importante, ma non storico. Storico sarebbe piuttosto chiedere alla comunità internazionale di dedicare i prossimi diciotto mesi non solo a identificare un nuovo referente per Icann, ma anche a definire una Internet Bill of Rights, come chiesto di recente con forza sia da Stefano Rodotà, sia dall’inventore del Web, Tim Berners-Lee. Una potenziale grande opportunità per il governo italiano che si appresta
a presiedere per un semestre l’Unione Europea.
Illustrazione di Koen Ivens
I NUOVI
PADRONI
DELLA FINANZA
Le società vengono ristrutturate, con
gran tagli di costi e impiegati, e dopo un po’
di anni, rivendute o sul mercato o a concorrenti. I signori del private equity distribuiscono gli utili di queste operazioni ai
propri investitori al netto di una commissione abbastanza alta.
Il trucco del private equity è utilizzare
pochi contanti e molto debito in modo da
spendere poco e aumentare il ritorno. E’
un sistema che funziona quando l’economia tira e i tassi d’interesse – e quindi il
costo del debito – sono bassi, ma che può
contribuire alla crisi economica e sociale
in periodi di recessione.
Non è un caso che società enormi comprate dal private equity prima della crisi –
gli hotel Hilton, per esempio, o Caesars, il
gruppo di casinò di Las Vegas – abbiano
fatto una fatica enorme durante gli anni
bui del 2008-2009. Alcune sono andate in
bancarotta, con perdite finanziarie e di posti di lavoro.
I rischi ci sono e non sono piccoli ma sono diversi da quelli corsi dalle banche. Goldman, Morgan Stanley e Merrill Lynch
(come anche Deutsche Bank e Unicredit)
sono degli intermediari. La società private
equity investe di suo. Nel caso delle banche, il rischio è che una delle due parti – il
cliente che vuole vendere azioni o quello
che le vuole comprare per esempio – non
abbia soldi o che le banche stesse mettano
del proprio capitale a rischio, come successe nella crisi del 2008.
Nel caso del private equity, il capitale è
sempre a rischio. Quando si vince, si vince
bene ma quando si perde si perde molto
male. Per ora, il private equity sta vincendo, grazie in parte ai tassi d’interesse bassissimi della Federal Reserve e al momen-
to d’oro dei mercati azionari: nel 2013 gli
investitori hanno ricevuto circa 360 miliardi di dollari da questo tipo di fondi – un
ottimo risultato.
Quando ho spiegato questo ragionamento ad un amico banchiere, mi ha sorriso e, con la condiscendenza tipica della
professione, mi ha chiesto: «Davvero? E
tutte queste compravendite il private
equity come le fa?». Domanda retorica, la
cui risposta è: con l’aiuto delle banche
d’affari.
Il che è giusto. Wall Street trova sempre
e comunque un modo di fare soldi quando
ci sono dei soldi in gioco. Ma ciò non toglie
che il ruolo delle banche, come le buste paga dei loro capi, sia stato sminuito dalle vicende degli ultimi anni e dall’esplosione
delle società di private equity.
Uno dei fattori-chiave in questo avvicendamento è la struttura delle società.
Quasi tutti i gruppi di private equity sono
in mano ai loro fondatori, che a loro volta
hanno investito quasi tutta la loro ricchezza nei fondi (a parte qualche Magna
Charta e Munch…). Nel caso delle banche,
Dimon e Blankfein sono degli impiegati
che rispondono a migliaia di azionisti senza volto.
Come mi ha detto un capo di private
equity in maniera chiara anche se non
proprio delicata: «Il mio culo è in prima
linea. Se faccio un errore, il primo a perderci sono io».
È una lezione che Wall Street ha dimenticato e che sta contribuendo al cambio
della guardia nel mondo della finanza.
selli. Nel suo libro postumo e pressoché dimenticato, Contro-passato prossimo («coperto» a suo tempo dalle edizioni Adelphi),
ipotizza un diverso, e rovesciato, corso degli avvenimenti. Nel suo racconto la guerra
non fu vinta dalle potenze dell’Intesa, compresa l’Italia, ma da quelle degli Imperi
Centrali. Tutto comincia con la fantomatica Edelweiss Expedition che, attraverso
un tunnel segreto sboccante in Valtellina,
porta le truppe austriache a impossessarsi, quasi senza colpo ferire, dell’Italia settentrionale. Una guerra di movimento
contro la guerra di posizione che sta dissanguando sull’Isonzo gli opposti schieramenti. È la parte più fantasiosa, e brillante,
del romanzo alla quale seguiranno, con
puntuali riferimenti ai reali protagonisti,
le travagliate trattative di pace, rese possibili dal fatto che non erano in gioco interessi vitali. E con la guida del ministro degli
Esteri tedesco Walter Rathenau - Morselli
immagina che scampi al mortale attentato
- si arriverà al primo nucleo di federazione
europea (Hitler intanto viene consegnato
al suo destino di pittorucolo).
L’autore condivide l’idea di Bertrand
Russell che sarebbe stata preferibile allora
una vittoria della Germania, la sola capace
di unificare il continente.
Una intuizione da non sottovalutare.
Ma più coinvolge la sua persuasione
(espressa in un dialogo mordace con l’editore del libro) che occorre sottrarsi alla tirannia del Fatto compiuto, contro l’imperversante storicismo idealistico o marxista.
Egli intende portare invece un contributo
alla critica «alla Storia», che metta in dubbio la razionalità del reale. «Troppo spesso
ciò che ci colpisce, del non accaduto, è la
sua ovvietà, l’urgenza con cui la data situazione lo reclamava. Il paradosso sta dalla
parte dell’accaduto...». Detto con altre parole, nessun evento bellico è dettato da un
Fato inesorabile.
Possono stornarlo, limitarlo, «una modesta immissione di fantasia, o intelligenza, e di buona volontà, nell’enorme ingranaggio macinante e grondante». E’ ciò che
Morselli applica, con gli strumenti del narratore, alla sua polemica e preveggente
reinvenzione della prima Grande Guerra.
Francesco Guerrera è il caporedattore
finanziario del Wall Street Journal a New York
[email protected] e su Twitter:
@guerreraf72
32
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Piano:erounragazzacciounpo’maleducato
«Era più di 40 anni fa quando ho iniziato con Richard Rogers
ed eravamo dei ragazzacci un po’ ribelli e un po’ maleducati».
Lo ha detto Renzo Piano, nella lectio tenuta ieri a Padova, dopo
l’inaugurazione della retrospettiva a lui dedicata nel Palazzo della
Ragione. «Tutto è iniziato con un’opera che non riesco ancora
a capire come abbiano potuto lasciarci fare: il Centre Pompidou.
All’inaugurazione la gente pensava che fosse ancora da finire e che
quelle fossero impalcature che prima o poi sarebbero state tolte».
MARCELLO SORGI
ROMA
suoi novant’anni li ha festeggiati scrivendo un libro su Togliatti, rivolto a una sinistra e
a un Paese che quasi non si ricordano più chi fosse il Migliore. Per Emanuele Macaluso, a
lungo senatore e dirigente del Pci,
il 21 marzo, giorno in cui spegnerà
la sua novantesima candelina, si
prepara una grande cerimonia istituzionale al Senato, a cui prenderà
parte anche Giorgio Napolitano,
suo storico amico.
CULTURA
SPETTACOLI
&
Emanuele Macaluso è nato a Caltanissetta il 21 marzo 1924.
Sindacalista della Cgil, poi dirigente del Pci,
è stato anche direttore dell’Unità dal 1982 al 1986
I
[FOTO DI RICCARDO ANTIMIANI/EIDON]
E lei, Macaluso, come vive questa vigilia?
«Come sempre: lavoro, leggo, viaggio ancora spesso per presentare i
miei libri, ho molti amici affettuosi».
Un compleanno così importante
non è occasione per il bilancio di
una vita?
Macaluso durante l’VIII congresso del Pci,
all’Eur di Roma nel dicembre del 1956, accanto
al segretario del partito Palmiro Togliatti
«Per carità! I ricordi li tengo tutti a
mente, la mia vita l’ho già scritta e
raccontata. Solo, l’altro giorno, sfogliando i diari di Pietro Secchia, è venuto fuori un dettaglio che forse può
farle capire come sono e com’ero».
Di che si tratta?
«È un appunto del Comitato centrale del Pci del 14 ottobre ’63 sul primo
centrosinistra. Barca tira le conclusioni in modo “contraddittorio e funambolesco”, scrive Secchia, cioè
troppo appiattito sul governo. Poi
annota: “Replica di Macaluso, non ci
sto. Togliatti prova a ricucire ma
non ci riesce”».
Con il segretario Enrico Berlinguer
in una riunione della Direzione comunista
alla fine degli Anni Settanta
Aveva messo in difficoltà il segretario, violando la liturgia comunista?
«Erano tempi difficili, nel Pci. Si preparava già lo scontro esploso all’XI
congresso, tra Amendola e Ingrao.
Togliatti mi rimproverò: hai sbagliato, sottovaluti le nostre Rossande,
vedrai che sul centrosinistra ci sarà
una lotta politica interna al partito.
Veramente, gli risposi, ho parlato
proprio per non dar spazio alle Rossande!».
Ma davvero poteva permettersi di
replicare al Migliore?
«Togliatti lo conoscevo dal ’48, mi
aveva mandato a chiamare la prima
volta per informarsi su un’occupazione del Cantiere navale di Palermo
organizzata da me».
Era contro l’occupazione?
«Naturalmente. Mi raccomandava
di non esagerare. Nel ’56, qualche
anno dopo, mi fece entrare in Comitato centrale. Nel ’60 in direzione e
nel ’63 in segreteria: ero il più giovane, accanto a Longo, Amendola,
Pajetta, Ingrao, Alicata, Berlinguer
e Natta. Mi affidarono l’organizzazione. E anche per me, cominciarono
le missioni a Mosca».
Cosa si ricorda del clima sovietico di
quegli anni?
«Mi colpiva il modo in cui l’autorità
di Togliatti veniva riconosciuta anche dai russi. Al XXI congresso del
Pcus, nel ’59, c’era la fila delle delegazioni comuniste di tutto il mondo che
volevano salutarlo. E Krusciov, come
segno di attenzione, invitò noi italiani a pranzo nella sua dacia».
Era un ricevimento ufficiale o informale?
«Formale ma ristretto. Saremo stati
una decina. Togliatti, Pajetta e me,
da un lato, e dall’altro Breznev, Suslov, Ponomariov, Kirilenko, e una
sola donna, la Furzeva, un viso da
babuska e un portamento marziale.
Togliatti parlava correntemente il
russo, Pajetta ci provava, ma ogni
tanto prendeva uno strafalcione e il
segretario lo zittiva».
Tema della discussione?
«Il presente e il futuro dell’Urss e la
competizione, che secondo il leader
sovietico stava per essere vinta,
con gli americani. Krusciov elencò
una per una le riforme che avrebbero dovuto portare l’agricoltura sovietica a primeggiare nel mondo. Ci
Con Giorgio Napolitano, amico di sempre,
e Paolo Bufalini. Il Presidente interverrà
venerdì alla festa per Macaluso in Senato
EMANUELE MACALUSO
Quando i comunisti
mangiavano oloturie
A 90 anni lo storico dirigente del Pci ripercorre la sua vita politica
Tra i ricordi meno piacevoli, un ricevimento da Kim il Sung
parlò della gara nello spazio e del
missile Sputnik a cui già stavano lavorando. Poi si alzò in piedi e spiegò
che, per vincere, i sovietici dovevano
affrontare dei sacrifici, imparando
per esempio a usare pantaloni più
stretti per risparmiare stoffa. “Calzoni come quelli italiani, come i vostri’, esclamò, indicando i miei».
Ne fu orgoglioso o rimase intimorito?
«L’uno e l’altro. L’indomani ci portarono a un balletto al Bolshoi, che
durava quattro ore. Eravamo in un
palco reale con Krusciov e la moglie
Nina. All’intervallo ci invitarono a
bere qualcosa. Un caffè, speravamo.
Invece era stato allestito un banchetto. I russi mangiavano quattro
uova fritte a testa, accompagnandole con tartine al caviale e bevendo
vodka come se fosse acqua».
Frequentandoli, eravate più convinti,
o più scettici, sul fatto che sarebbero
riusciti a battere gli Usa?
«Col tempo, sempre più scettici. Al
dunque, tutte le loro promesse in fatto
di democratizzazione del sistema non
si realizzavano mai. Nel ’64, quando
Krusciov stava per cadere, Togliatti,
convocato a Yalta, non a caso aveva
preparato un documento molto critico, il memoriale, che rimase come suo
testamento politico».
Eppure per tutta la vita era stato acquiescente: anche nel terribile ’56 dei
carrarmati a Budapest.
«Non poteva fare altro».
Macaluso, ma che vuol dire «non poteva fare altro»?
«Significa che se avesse preso le di-
stanze si sarebbe spaccato il Pci. Lei
non può ricordare com’era diviso il
mondo negli anni Guerra fredda. Togliatti, l’ho anche scritto, fece il possibile, affidando ai suoi successori l’evoluzione di una linea più critica già segnata dal memoriale di Yalta. Fu così
che nel ’68 Longo potè condannare
l’invasione della Cecoslovacchia».
Nel frattempo il Pci era cambiato?
«Piuttosto era cambiato il sistema di
relazioni tra i partiti comunisti. Con
noi, sulla condanna, si schierarono i
comunisti francesi e gran parte dei
partiti occidentali. Eravamo stati
colti di sorpresa. Quell’estate ero a
Yalta in vacanza con Pajetta, Longo a
Mosca, dove subito lo raggiungemmo, per rientrare in Italia. Al momento di salire sull’aereo, Pajetta si
Al XXI congresso del Pcus
c’era la fila delle delegazioni
comuniste che volevano
salutare Togliatti. Krusciov,
come segno di attenzione,
ci invitò nella sua dacia
1968, Longo aveva appena
condannato l’invasione
della Cecoslavacchia.
All’aeroporto di Mosca vidi
Pajetta baciare la terra russa:
«Qui non potrò più tornare»
Invece a Mosca io ci tornai
l’anno dopo, in transito
per la Corea. Kim ci mandò
il suo aereo personale,
con due camere da letto
e una sala da pranzo
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Rolling Stones al Circo Massimo
Sos danni, no dalla Soprintendenza
Anche per lei, era l’ultima volta a Mosca?
«Niente affatto. Ci tornai l’anno dopo
a dicembre, in transito per la Corea.
Berlinguer era stato invitato da Kim il
Sung, ma all’ultimo momento aveva
delegato me. Partii con Antonello
Trombadori e atterrammo in una tormenta di neve. L’ambasciatore coreano venne a prenderci e ci sistemò in
albergo. Passa un giorno, due, tre e in
albergo s’affaccia Zagladin, il nostro
abituale interfaccia nel Pcus. Ci chiede: cosa andate a fare in Corea? E io:
non so nulla, non c’è un programma
prestabilito. L’indomani torna l’ambasciatore e ci comunica che Kim il Sung
ci avrebbe mandato il suo aereo personale, perché altrimenti i russi non ci
avrebbero mai lasciato partire».
Eravate all’oscuro degli attriti tra russi
e coreani?
«Più o meno. Trombadori, che a Roma
era un uomo di mondo, conosceva tutto e tutti, giudicò l’aereo di Kim il
Sung più bello di quello del Papa. Un
aereo con due camere da letto e una
sala da pranzo non l’avevo mai visto.
Così viaggiammo come papi e fummo
ricevuti come capi di Stato».
In che senso?
«All’aeroporto era stata messa in scena un’accoglienza fuori dell’ordinario:
fuochi d’artificio, parata militare, saggio ginnico di soldatesse incoronate
con ghirlande di fiori. Kim il Sung ci
portò nel suo palazzo dov’era stato allestito un gran pranzo in nostro onore.
Prima però volle farci visitare gli
enormi monumenti che alimentavano
il culto della sua personalità, e il museo in cui era custodita, come una reliquia, un’asta da biliardo con cui amava giocare da ragazzo».
Ma alla fine, che voleva?
«Innanzitutto dimostrarci la sua amicizia e il suo senso dell’ospitalità. Ricordo che, insieme con pesci di tutte le
varietà, aveva fatto servire oloturie
fritte, da lui considerate una prelibatezza. In Sicilia, quel genere di molluschi non si mangiano e si chiamano
spregiativamente “strunz’ i mare”.
Ma per Kim il Sung, che insisteva sulla
necessità dei popoli e dei partiti comunisti di tutto il mondo di essere autonomi uno dall’altro, quella era la
prova dell’opulenza e autarchia della
Corea. Così dovetti assaggiarle. Una
volta entrati in argomento, però, gli ricordai che il partito coreano su Praga
era rimasto zitto. Non mi rispose. Sei
mesi dopo, il suo ambasciatore in Italia mi recapitò il documento con cui la
Corea, seppure in ritardo, aveva preso
le distanze da Mosca».
Macaluso, nella sua seconda vita lei è
diventato giornalista, polemista e
scrittore. Ha scritto contro D’Alema e
Veltroni, che l’avevano rottamato nel
’92, ha criticato Sciascia per i suoi controversi rapporti con il Pci, ha difeso
Andreotti dalle accuse di mafia, e oggi ha perfino rivalutato Togliatti. Si divertiva di più prima o adesso?
«Veramente ho sempre scritto, mi piaceva e mi piace. Quella per Andreotti è
stata sicuramente la battaglia più difficile. I nostri mi dicevano: proprio
adesso che lo abbiamo messo sotto, tu
lo difendi? Ero stato avversario politico di Andreotti, come ho cercato invano di spiegare a Caselli, ma non tolleravo che fosse lui a pagare in un processo il conto dei rapporti con la mafia
che tutta la Dc aveva avuto nel tempo.
Si ricorda un discorso di De Gasperi,
di Moro o di Fanfani contro la mafia?
Neanche uno. Era stato Alessi, il padre dell’autonomia siciliana, a confessare che per battere i comunisti che
occupavano le terre, il suo partito si
era alleato con la mafia. Il più sorpreso di questa mia scelta fu Andreotti.
Conservo ancora un suo bigliettino in
cui scriveva: “Ti accorgerai, in che
guai ti sei messo”».
SILVIA RONCHEY
ROMA
L
a storia è un cimitero di
libri. Come a Henry James, quando visitò le rovine dell’anfiteatro di Arles, parve di risentire «la
fioca voce», spenta 150 anni prima,
dei martiri sacrificati nel circo, così,
visitando le rovine del mondo greco,
latino, bizantino, il centro di Roma o
di Alessandria d’Egitto, di Efeso o
di Costantinopoli, chi si mette in
ascolto può sentire il lamento dei libri. Distrutti dalle persecuzioni religiose e dalle guerre, immolati in
massa sull’altare del progresso, inceneriti dalla folgorante traiettoria
del carro trionfale del tempo, i libri
sono martiri della storia: suoi testimoni, e perciò sue vittime.
Dei loro sacrifici restano immagini indelebili. La distruzione della biblioteca del Serapeo di Alessandria
da parte dei cristiani nel secolo di
Ipazia. La devastazione della biblioteca imperiale di Costantinopoli a
opera dei pii cavalieri della Quarta
Crociata. La Holland Park Library di
Londra scoperchiata dai bombardamenti nazisti, dove composti lettori,
stretti in lunghi cappotti, sostano
compulsando assorti gli scaffali. La
biblioteca di Sarajevo bombardata e
incendiata dai cetnici nella guerra di
Bosnia, la biblioteca di Baghdad saccheggiata nella seconda guerra del
Golfo. La memoria dell’antica o recente rovina delle biblioteche non
può abbandonarci. Meno che mai in
quest’epoca, in cui la biblioteca di Ba-
33
numero di automezzi e container a servizio dell’impiantistica, nonché
attrezzature igieniche». Considerato l’afflusso stimato sulle 65.000
persone, la Soprintendenza rileva che «una tale concentrazione possa dar
luogo ad atti vandalici: si ricordano a questo proposito i gravi danni al Circo
Massimo e non solo, per la celebrazione dello scudetto della Roma, nel
2001, che hanno provocato spiacevoli strascichi anche di natura economica
a carico di Istituzioni Pubbliche. A ciò si aggiunge che «l’imponente
invasività degli allestimenti» non permetterebbe la piena visibilità del
Circo Massimo anche dagli affacci delle alture del Palatino o dall’Aventino e
la visione stessa del Palatino dal Circo Massimo e dall’Aventino».
Alla prossima conferenza dei servizi sul maxi evento dei Rolling Stones al
Circo Massimo la Soprintendenza archeologica di Roma ribadirà il suo no. E
chiederà prescrizioni severissime per proteggere le preesistenze
archeologiche di Circo Massimo e Palatino, pur riconoscendo «l’unicità
dell’evento». Il parere negativo è stato dato considerando l’ingombro di palco
e di attrezzature come 37 gazebo, 4 torri alte 16 metri «oltre a un certo
chinò a baciare la terra russa, mormorando tra le lacrime: qui non potrò mai più tornare».
.
Antica Roma, ogni luogo
era buono per leggere
In mostra al Colosseo la civiltà greco-romana del libro:
la lettura era un esercizio collettivo e diffuso ovunque
Affresco con
instrumentum
scriptorium
(lettera e dittico),
da Pompei,
Casa di Marco
Lucrezio
(Napoli, Museo
Archeologico
Nazionale)
Affresco
con strumenti
scrittori
e oggetti di scena,
dal teatro
di Nemi (Museo
Nazionale
Romano, Terme
di Diocleziano)
«RECITATIONES» AD ALTA VOCE
[FOTO LUCIANO MANDATO]
Non solo nelle biblioteche
ma anche in musei, santuari,
palestre, ginnasi, terme
bele è realizzata nell’opera di archiviazione digitale del web, possiamo
dimenticare che la meravigliosa disponibilità dei libri virtuali può estinguersi in un soffio: per il fanatismo di un regime o il nichilismo di un hacker, o per la crisi globale delle riserve energetiche. Non sappiamo quale
sarà il prossimo capitolo, nella storia delle biblioteche.
La mostra «La biblioteca
infinita» (fino al 5 ottobre al
Colosseo, altra arena di stragi) si chiude teatralmente
con una rassegna di foto del
moderno bibliocausto e degli episodi esemplari della
distruzione della memoria.
Ad aprirla è una panoramica
dei luoghi del sapere che
gremivano il mondo antico a
Nord e a Sud, a Est e a Ovest,
nell’unica civiltà greco-romana del libro. Il percorso
espositivo, lungo gli ambulacri dell’anfiteatro Flavio rivestiti di
antichi scaffali, gli armaria, racconta il loro fato, la loro nascita e morte,
lo splendore privato ma soprattutto
pubblico, l’ancestrale sacralità, l’antico commercio dei libri con gli dèi.
Dei luoghi della lettura - un esercizio non solitario, allora, ma eminentemente collettivo, se non altro
per le recitationes ad alta voce che vi
si tenevano e per la loro dislocazione nei luoghi d’incontro sociale, non
solo musei o santuari ma anche palestre, ginnasi, terme, spazi polivalenti come il templum Pacis, intorno
al quale crebbe nella Roma imperiale il quartiere dei librai - espone i
minuti, preziosi reperti: i dittici, i
rotoli di papiro, i codici di pergamena; gli stili di bronzo, le tabulae cerate, i calamai e gli altri strumenti di
catalogazione e di copia dei libri,
raffigurati nei tre affreschi di Nemi;
e poi l’ara degli scribi dal Museo Na-
Sopra un plastico della Biblioteca
di Adriano ad Atene (Roma, Museo
della Civiltà Romana). A lato
busto bronzeo di Eumene II, fondatore
della biblioteca di Pergamo; copia
romana da un originale ellenistico,
da Ercolano, Villa dei Papiri (Napoli,
Museo Archeologico Nazionale)
[FOTO LUIGI SPINA]
Fino al 5 ottobre
1 La mostra «La biblioteca infini-
ta. I luoghi del sapere nel mondo antico», a cura di Roberto Meneghini e
Rossella Rea, è aperta a Roma, nell’Anfiteatro Flavio, fino al 5 ottobre,
dalle ore 8,30 alle 16. Il biglietto (intero € 12, ridotto 7,50) consente
l’accesso al Colosseo, al Foro romano e al Palatino. Catalogo Electa.
zionale Romano, la stele di Timocrate «amanuense capace di scrivere
correttamente» dal Museo Archeologico di Atene, i nomi degli antichi bibliotecari incisi nel marmo delle epigrafi. In più di cento reperti archeologici rivive per frammenti la naufragata consuetudine degli antichi con i libri, in cui la cultura era commento,
citazione, trasmissione, copia paziente del già scritto, non ambizione collettiva alla novità libraria.
Statue, rilievi, affreschi raccontano prima le biblioteche ellenistiche,
quei pensatoi di intellettuali dalla folle bulimia libresca, finanziati da autocrati gentili come gli Attalidi di
Pergamo o i Tolomei di Alessandria, i
cui bibliotecari erano poeti come
Apollonio Rodio o Callimaco. Ma è
Roma il fulcro della mostra, che agli
scavi del templum Pacis di Vespasiano accosta quelli degli auditoria di
Adriano, di recente scoperti durante
i lavori per la metropolitana, proprio
come profetizzato nella Roma di Fellini. E convoca, a completare il quadro, memorie di altre biblioteche pubbliche, dall’atrium Libertatis alla biblioteca ad Apollinis, dalla
porticus Octaviae alla biblioteca Ulpia. Solo vederle stringersi sulla mappa a
Est del Tevere, tra il Campidoglio e il Palatino, sopra il
Circo Massimo e il Portico
d’Ottavia, ci dà un’altra percezione della topografia della
città. Percorrendo le antiche direttrici di quei vestiboli di pietra
sentiamo, come Henry James, la voce fioca dei libri perduti, di un uso
pubblico della cultura inabissato e
andato in rovina.
34 .Spettacoli
.
Intervista
SIMONETTA ROBIONY
ROMA
oni e Peppe Servillo, i due
fratelli più famosi del nostro spettacolo, sono a
Torino al Carignano da
martedì a domenica con
Le voci di dentro di Eduardo e poi di
nuovo dal 27 maggio per la stagione
del Teatro Stabile (in collaborazione
con Cariparma Crédit Agricole); in
mezzo il Barbican Centre di Londra,
dal 26 al 29 marzo, per quattro date
già esaurite, un evento molto atteso
che consacra questo spettacolo già
ricco di riconoscimenti e applausi.
Dice Toni: «Con il teatro ho girato
l’Europa, da Madrid a San Pietroburgo, ma a Londra non ero mai andato.
Il Barbican è una istituzione, è un
onore essere invitati, favorito, credo,
dal successo dei film di Sorrentino».
È la prima volta che i due fratelli
Servillo, Toni, il maggiore attore italiano, e Peppe, compositore e voce
degli Avion Travel, lavorano insieme
a teatro su un testo classico come
questo. La decisione, raccontano i
due, è nata dal testo: i due Saporito,
Alberto e Carlo, sono fratelli, quale
migliore opportunità che a recitarlo
fossero proprio loro, Toni e Peppe,
per offrire al pubblico una seduzione
in più nel gioco del teatro? «Toni è un
appassionato di musica - dice Peppe ha perfino messo in scena alcune
opere e io amo il teatro. Un paio di
anni fa avevamo fatto Sconcerto in cui
lui recitava la parte di un direttore
d’orchestra e io eseguivo la musica.
Questa, però, è tutta un’altra cosa».
Le voci di
dentro
T
Non l’è dispiaciuto lasciare la musica per tanto tempo?
«Non l’ho lasciata. Qualche concerto
l’ho fatto anche in questi giorni: a
versando, penso. Eduardo la scrisse in
dieci giorni, alla fine della guerra, creando il ritratto di due moderni Caino e
Abele: due fratelli senza più fede né
speranza, l’immagine di una fraternità
ferita. Eduardo era un grande moralista, additava al suo pubblico i pericoli e
i danni che si possono procurare vivendo senza ascoltare la voce della nostra
coscienza civile».
I fratelli Servillo
nello spettacolo
scritto da
Eduardo De
Filippo (sopra col
fratello Peppino)
in scena a Torino
da martedì
Servillo, che effetto le fa essere considerato il più bravo dei nostri attori?
«Certo non ci penso la mattina quando
mi sveglio. So di essere stato fortunato
perché ho incontrato grandi registi
che mi hanno permesso di ottenere riconoscimenti internazionali. L’Oscar è
uno di questi, mi pareva un sogno irrealizzabile. Lo ammetto. Il successo mi
fa piacere, ma praticare la poetica quotidiana del teatro serve a darmi equilibrio, a fissare i limiti. Ho accompagnato Sorrentino a Los Angeles senza interrompere le mie repliche: finito lo
spettacolo sono partito per Los Angeles e sono tornato per ricominciare».
Toni e Peppe Servillo
“Fratelli di sangue e d’arte”
“Ci unisce la cultura del teatro come grande famiglia itinerante”
L’Aquila, a Pagani. Comunque, questa
estate torno con gli Avion Travel con la
formazione originaria».
Difficile essere diretti da un fratello?
«Mah. Più che un regista Toni è un capocomico, si mette a servizio del testo
e noi con lui. Abbiamo fatto sessanta
intensissimi giorni di prove e poi siamo
partiti. Toni e io siamo cresciuti a Caserta frequentando lo stesso gruppo di
artisti. Lui si esprime con la parola, ma
una parola che è anche suono, io con le
canzoni che sono anche parole. Non fatichiamo ad intenderci, pur se in scena
siamo sempre in allarme per quel piccolo scarto di differenza dalla sera precedente che noi pratichiamo e che è
necessario a rendere unica ogni rappresentazione».
Per Le voci di dentro lei ha vinto il premio Ubu. L’avrebbe mai detto?
«Non pensavo di poter debuttare in teatro alla mia età e vincere perfino un
premio, anche se frequento il mondo
dello spettacolo da oltre trent’anni e
vengo da una famiglia di spettatori onnivori amanti dell’opera, del cinema,
del teatro. Ma di quattro figli che siamo, solo Toni ed io abbiamo messo in
pratica questa passione: il maggiore è
medico, nostra sorella insegna».
si è consolidato con le nostre reciproche scelte. Quando ho deciso che, dopo
Goldoni, sarei tornato a Eduardo ho
subito pensato a Peppe. Ci somigliamo,
ci capiamo, condividiamo la stessa antica cultura napoletana della commedia dell’arte, quando gli attori giravano
liberamente per l’Europa senza badare alle frontiere. È a loro che mi rifaccio. A quei magnifici secoli passati, a
quell’Europa unita da un comune sentire che mi permette di sentirsi a casa
sul palcoscenico di ogni città».
«Recitare per mesi lo stesso testo è un
magnifico percorso di conoscenza. Mi
permette un mestiere senza ansia, mi
consente di approfondire un personaggio e farlo mio. Capisco una commedia
solo quando la interpreto. E la interpreto per tanto tempo. Eduardo è il nostro Molière, ultimo autore di un teatro nobilmente popolare. Adesso che
sono arrivato a duecento repliche mi
sembra di averlo compreso. Lo riprendo anche la prossima stagione a Milano, Roma, Napoli. Intanto avrò avuto
modo di riflettere su cosa fare dopo».
Come mai, tra le tante commedie di
Eduardo, ha voluto proprio Le voci di
dentro che è una delle più amare?
Lavorareinsiemevièvenutonaturale?
«C’è un codice familiare che ci lega spiega Toni -. Un legame fraterno che
Lei fa sempre tournée di anni, andando dalle piccole città alle grandi capitali: cosa la spinge a questa fatica?
«Per i tempi amari che stiamo attra-
***
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****
*****
TEATRO e DANZA
PESSIMO
MODESTO
DISCRETO
BUONO
OTTIMO
«Cinecittà»
«Petra Von Kant»
Christian De Sica
il dono della simpatia
Perfetto incastro
di “lacrime amare”
MASOLINO D’AMICO
OSVALDO GUERRIERI
on c’è poi molto di Cinecittà nell’omonimo quasi-one-man-show di Christian De Sica, scritto dal medesimo
con Riccardo Cassini, Marco Mattolini e
Giampiero Solari anche regista: gli autori sono relativamente giovani, fioriti comunque dopo il periodo mitico, che quindi è trattato con
molti luoghi comuni - le comparse in costume
che girano per i viali - e non senza approssimazioni (le bighe di Ben Hur erano quadrighe!).
Inoltre l’aneddoto che corona in gloria lo spettacolo non si svolse, il punto è proprio questo,
dentro quei teatri, bensì in un set anomalo, la
Basilica di San Paolo Fuori Le Mura. Fu quando, con Roma occupata dai tedeschi, De Sica
«père» finse di dirigere un pio film finanziato
dal Vaticano allo scopo di evitare, a un crescente numero di finte comparse (ebrei, perseguitati politici ecc), il trasferimento forzato
a Salò. Christian racconta l’episodio con partecipazione affettuosa e ammirata che il pubblico non ha difficoltà a condividere. Del resto
è il suo dono principale del performer, una
simpatia e una grazia innate che gli consentono di mantenersi, sempre, giocoso, quindi leggero. Nella sua comicità c’è un fondo un po’ ingenuo e surreale che è poi quanto rende accettabile quella, altrimenti assai grossolana, dei
fatidici cinepanettoni, di cui egli rappresenta
la bandiera, e che la serata giustamente non
ignora, dedicando loro uno sketch. Per il resto,
a parte qualche rievocazione tra cui Sordi, e
qualche episodio personale, Christian canta
alla Sinatra, e balla coadiuvato da una eccellente orchestra sul palco e da un valido balletto. Due ore piacevoli e gradimento alle stelle.
n melodramma di donne sulle donne.
Non sono altro Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer W. Fassbinder:
un’opera semplice, dura e dal destino curioso.
Sbeffeggiata al suo apparire, fu poi considerata un reperto etologico, uno studio minuzioso
dell’eros femminile di cui tutti si invaghirono.
Fra le molte edizioni nelle quali ci siamo imbattuti, questa del Residenztheater di Monaco di Baviera diretta da Matin Kušej è forse la
più potente e la più agghiacciante. Lo spettatore guarda da fuori un prisma di vetro, un
acquario di un bianco accecante irto di bottiglie geometricamente ordinatissime. E assiste, dal suo buio, al più sconvolgente inferno
amoroso che sia possibile immaginare. Petra
è una stilista di successo. Autoritaria e malata
di solitudine s’innamora di Karin e ne diventa
la schiava. Dopo essere stata sfruttata e abbandonata, cade nella più cupa disperazione e
nell’odio più profondo verso la madre, la figlia,
la serva-segretaria che per lei, per una briciola del suo amore, è disposta a morire.
Con Kušej e le sue sei splendide attrici
non conta ciò che viene raccontato, ma il
modo. Quel tappeto di bottiglie è fondamentale. È ordinato come la vita quando la vita è
ordinata. Ma, investito dall’eros, l’ordine
salta, subentrano caos e distruzione. Non
c’è modo più evidente e violento per rendere palpabile la tesi di Fassbinder, secondo
cui in amore occorrono comprensione e sottomissione. Petra e Karin (Bibiana Beglau e
Andrea Wenzl: meravigliose) si mentono e
non si sottomettono, perciò non possono
che dilaniarsi e perdersi. Il resto è melò.
N
AL BRANCACCIO DI ROMA FINO AL 13 APRILE
****
U
Una scena di Souls, presto al Ravenna Festival
Il balletto di Dubois
“Souls”,viacrucisafricana
SERGIO TROMBETTA
uci accese; un ampio
quadrato di sabbia; la sala bombardata dal ritmo
ossessivo di tamburi (la musica
è di François Caffenne). A destra tre uomini a terra. A sinistra altri tre quasi coperti di
sabbia. Come se fossero sopravvissuti a un’esplosione che
ha seminato cadaveri ovunque.
Parte così Souls (anime) l’ultimo spettacolo di Olivier Dubois in arrivo il 27 giugno al Ravenna Festival. Dubois, oggi il
performer e coreografo su cui
maggiormente si accentra l’attenzione in Francia, da poco alla direzione del Centro Coreografico Nationale di Roubaix,
L
con Souls, che ha visto la prima
al Cairo, ci parla di anime in pena in viaggio verso la morte. I
sei interpreti (tutti africani) ci
fanno partecipi della loro odissea. Una via crucis africana.
Una traversata non così diversa da quelle dei migranti che
affrontano il mare su barconi
di disperati, o dalle popolazioni
in fuga da eccidi e stermini etnici. Ma tutto in modo asciutto
senza cadere nell’aneddotica.
I tre coperti di sabbia poco
per volta si liberano dal loro involucro per raggiungere i loro
compagni. Gli altri li prendono
sulle spalle, li accolgono sulle
braccia come delle pietà. Avanzano con lo sguardo fisso verso
il pubblico, gli occhi sgranati,
per poi dare via a una caccia
tragica, un gioco crudele dei
quattro cantoni da cui qualcuno resterà escluso. L’eletto,
l’agnello sacrificale, il più mingherlino, resta a terra. Gli altri
intanto in proscenio spostano
la sabbia a costruire una barriera. Non lo sappiamo ancora
ma sarà la loro tomba. Perché
la vittima sacrificale si alza, li
abbraccia, ne sistema amorevolmente i cadaveri appoggiando i capi su montagnole di
sabbia. Quindi per ognuno improvvisa una danza rituale. E
su questo viatico per l’oltretomba le luci si abbassano.
ALLE FONDERIE LIMONE DI MONCALIERI
IL 27 GIUGNO A RAVENNA FESTIVAL
***
*****
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
.
Spettacoli .35
Maurizio Pollini e Claudio Abbado con Luigi Nono
che creò per loro «Como una ola de fuerza y luz »
SANDRO CAPPELLETTO
50 anni insieme
MILANO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a dove cominciamo?», chiede dopo che ci
siamo accomodati nel salotto
della sua casa milanese.
«D
Dalla fine. Dal concerto di Bologna
del 2 dicembre 2013. Dovevate
suonare l’Imperatore di Beethoven, una volta ancora. Non fu possibile, le sue condizioni si erano
aggravate.
«Volevamo suonarlo con tempi diversi,
più mossi, con una concezione del concerto in parte nuova, soprattutto nel
primo movimento. Mi è dispiaciuto
molto, lei può immaginare, che non si
realizzasse questa idea».
Doveva essere il vostro congedo?
«L’estate scorsa, a Lucerna, non stava bene, ma nessuno immaginava
che le cose precipitassero in questo
modo. Ha affrontato quel periodo in
modo ammirevole, con eccezionale
forza d’animo e attaccamento a tutti i
valori positivi della vita, e naturalmente alla musica. E forse ha vissuto
un ulteriore, intensissimo sviluppo
artistico. Continuava a pensare al
concerto di Bologna, cui doveva seguire una replica a Vienna, come a
qualcosa che voleva assolutamente
fare. È stato molto triste».
MAURIZIO POLLINI
“Io e Claudio Abbado
che musica l’amicizia”
Il maestro parla del legame con il direttore scomparso
“Tra noi c’era un’intesa istintiva più forte delle parole”
Come vi siete conosciuti?
«Da ragazzi, a Milano. Ci incontravamo spesso per andare al Piccolo Teatro di Paolo Grassi e Strehler, o alla
Scala. Abbiamo avuto qualche primo
concerto assieme, a Bologna, a Firenze e le cose andavano bene, tra noi.
Poi nel 1969 a Vienna, suonammo con
i Wiener Philharmoniker il secondo
concerto di Bartok. La sua maestria
nel senso ritmico, nel padroneggiare
questa partitura così difficile. Da
quell’esperienza, l’idea di una collaborazione importante diventò evidente.
Lui aveva nove anni più di me, era più
maturo, aveva già avuto un grande
successo a Salisburgo dirigendo
Mahler su invito di Karajan».
Con l’Orchestra Mozart, che ora rischia di chiudere per mancanza di
fondi. Riuscirà a salvarsi?
«Ho suonato con loro, è un’orchestra di
grandi qualità, sarebbe grave se non sopravvivesse. Dobbiamo ricordare che
Abbado è stato anche un inventore di orchestre: pensi a una formazione come
quella di Lucerna composta da solisti
che hanno accettato di suonare con lui
per entusiasmo e lui ha saputo amalgamare splendidamente. E poi le tante orchestre di giovani: amava moltissimo lo
speciale entusiasmo dei giovani non
contaminati dalla routine».
IL CONCERTO MANCATO
«Volevamo suonare con tempi
diversi l’Imperatore di Beethoven.
Invece quanto dolore»
Discussioni particolari, contrasti interpretativi tra voi?
posti a Berlino. A Milano volle eseguire
lesinfoniediBruckner,diMahler,lepagine sinfoniche di Berg, ascolti totalmente nuovi per il pubblico non solo
milanese, direi italiano. E le opere memorabili: Simon Boccanegra e Macbeth
di Verdi con la regia di Strehler, il Boris
Godunov di Musorgskij con Jurij Ljubimov. Poi, l’apertura alla contemporaneità, e l’incontro con Luigi Nono».
«Ci sono stati dei momenti di discussione, ma sempre superati».
Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’orchestra di S. Cecilia, dice:
quando suonavi con Abbado, bastava che ti guardasse e la musica veniva
come voleva lui. È questo il carisma?
«Facendo musica, la cosa essenziale non
è la discussione sulla partitura davanti al
pianoforte, quando magari si esprimono
diversi punti di vista. No: è una forma di
intesa istintiva molto più importante
delle parole. Così è senz’altro avvenuto
nel rapporto tra noi due e per questo è
cosìdifficiledireinchecosaesattamente
consistesse questa intesa. Questo è il
punto: si va in orchestra, si suona e si genera una specie di intesa spontanea che
non è prevedibile, ma che avviene».
Maurizio
Pollini con
Claudio
Abbado
«Per il pubblico fu uno shock, perché
era una critica esplicita alla politica
estera Usa, la guerra in Vietnam e la
repressione nel Sud America».
Abbado era istintivo o riflessivo?
«L’uno e l’altro. E seguiva i solisti in modo straordinario, ho dovuto essergli grato per avermi sostenuto con un’attenzione incredibile milioni di volte».
Gli anni della Scala segnano anche i
concerti per lavoratori e studenti,
un’esperienza allora nuovissima.
Esperienze finite per sempre?
«Almeno per il momento».
Dalle fabbriche degli Anni 70 al recente viaggio in Oman, dove Abbadoerariuscitoadottenereunperiodo di residenza per l’Orchestra Mo-
«Abbado è stato un eccezionale
programmatore, prima alla Scala, poi
a Vienna poi ancora nei programmi
acutissimi proposti a Berlino»
«Durante un periodo di riposo. Era rimasto molto colpito dalla figura del sultano Qabos Bin Said. Un intellettuale,
un musicista che suona l’organo, forse
un eccentrico, un uomo di governo che
ha dato sanità e istruzione gratuite a
tutti gli abitanti, e ha fatto costruire una
sala da concerto e un teatro d’opera. A
fine gennaio, era stato programmato lì
un concerto».
«È stato un eccezionale programmatore, prima alla Scala, poi a Vienna, dove
ha creato il festival Wien Modern, poi
ancora nei programmi acutissimi pro-
«Erano concerti - di Abbado, del Quartetto Italiano, del Trio di Trieste, miei fatti per favorire lo sviluppo di un nuovo pubblico e nell’idea che musica e
cultura debbano essere a disposizione
di chiunque. Funzionarono molto bene. Un’idea ancor più radicale si sviluppò a Reggio Emilia. Mi spiace molto che queste esperienze non abbiano
lasciato traccia duratura».
Con i Berliner
zart, da lui fondata. Come scoprì quel
paese?
Nel 1968 Abbado viene nominato
direttore stabile alla Scala. E a Milano si respira un’aria nuova.
Nasce per voi Como una ola de
fuerza y luz per pianoforte e orchestra. Lavoro dedicato da Nono alla
memoria di Luciano Cruz, giovane
rivoluzionario cileno. Erano gli anni successivi al golpe di Pinochet.
Che accadde quando eseguiste
l’opera in Usa, con l’Orchestra di
Philadelphia?
Milano Anni Settanta
«Facevamo concerti per operai e
studenti, per favorire lo sviluppo di un
nuovo pubblico e nell’idea che la
cultura debba essere di tutti»
Perilpubblicoeravatediventatiquasi
un binomio.
«Forse perché si percepiva che tra noi
c’era un rapporto di comprensione reciproca, di simbiosi».
LA GIOVINEZZA
LA MALATTIA
L’ORCHESTRA MOZART
«Ci siamo conosciuti
da ragazzi, a Milano.
Ci incontravamo spesso
per andare al Piccolo
Teatro o alla Scala
Lui aveva nove anni più
di me, era più maturo»
«L’ha affrontata in modo
ammirevole, con forza
d’animo eccezionale
attaccamento alla musica
e ai valori positivi della vita
E ha vissuto un ulteriore
intenso sviluppo artistico»
«Ho suonato con loro: è di
grande qualità e sarebbe
grave non sopravvivesse.
Lui amava moltissimo
lo speciale entusiasmo
dei giovani non ancora
contaminati dalla routine»
Sarà difficile per lei abituarsi all’idea
di non fare più musica con lui?
«Lei mi tocca nel profondo. Tutti hanno
perso un grande direttore, io ho perso
anche un amico».
Ottomila persone si sono raccolte in
Piazza della Scala per salutarlo un’ultima volta.
«Guardando quella folla mi sono ritornati alla mente i momenti di incredibile entusiasmo durante le sue esecuzioni. Il
pubblico non aveva dimenticato».
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 36
R
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
6.00 Rai Parlamento Punto
Europa Videoframmenti
6.30 UnoMattina in famiglia
10.00 Buongiorno benessere
Attualità
10.30 A Sua immagine
Rubrica religiosa
10.55 Santa Messa
12.00 Recita dell’Angelus
12.20 Linea verde Attualità
13.15 Automobiismo: G.P.
Australia di Formula 1
13.30 Telegionale
14.00 Automobiismo: G.P.
Australia di Formula 1
16.00 L’Arena Attualità
16.30 Tg 1
16.35 Domenica In Varietà
18.50 L’eredità Game show
20.00 Telegiornale
20.35 Tg sport
20.40 Affari tuoi Game show
Rai 2
6.00 Videocomic
6.30 Real School - Il Divertinglese Attualità
7.00 Incinta per caso Telefilm
7.25 Lassie Telefilm
8.15 Inside the world Documentari
9.05 Il nostro amico Charly
Telefilm
10.30 Cronache animali
11.30 Mezzogiorno in famiglia
Varietà
13.00 Tg 2 Giorno
13.30 Tg2 Motori
13.45 Quelli che aspettano
15.40 Quelli che... il calcio
17.05 Tg 2 L.I.S.
17.10 Stadio Sprint
18.10 Rai sport 90° minuto
19.35 Squadra Speciale
Cobra 11 Telefilm
20.30 Tg 2
Rai 3
6.00 Fuori Orario
7.00 La grande vallata TF
7.55 Album personale di Erminio Macario
8.15 L’eroe della strada Film
9.50 Correva l’anno Doc.
10.45 TeleCamere Attualità
11.10 Tgr Estovest Attualità
11.30 Tgr RegionEuropa
12.00 Tg3
12.25 Tgr Mediterraneo
12.55 12 idee per la crescita
13.25 Fuori quadro Cultura
14.00 Tg Regione Meteo
14.30 In 1/2 h Attualità
15.00 Tg 3 Lis
15.05 Ciclismo: Tirreno-Adriatico
16.10 Kilimangiaro - Com’è piccolo il mondo Doc.
18.55 Meteo
19.00 Tg 3. Tg Regione. Meteo
20.00 Blob Videoframmenti
Spettacoli .37
Programmi tv
I programmi settimanali completi delle principali tv satellitari, del digitale terrestre e delle radio su: www.lastampa.it/programmi
Rai 1
.
Canale 5
6.00
7.55
8.00
8.50
Tg 5 Prima pagina
Traffico
Tg 5 Mattina
Le Frontiere dello Spirito
Rubrica religiosa
9.40 Ciak Speciale “Tarzan”
10.05 Belli dentro Sitcom
10.40 Supercinema
11.30 Le storie di Melaverde
Magazine
12.00 Melaverde Magazine
13.00 Tg 5. Meteo.it
13.40 L’Arca di Noè Attualità Il
nuovo appuntamento
dedicato agli animali a
cura del Tg5
14.00 Domenica Live Varietà
18.50 Avanti un altro!
Game show
20.00 Tg 5. Meteo.it
20.40 Paperissima sprint
Varietà
Italia 1
7.00 Superpartes Attualità
7.35 Til Death Telefilm
8.40 Scooby Doo, il mistero ha
inizio Film (comm.,
2009) ★★
10.25 Free Willy 3 - Il salvataggio Film (avv., 1997) ★★
12.25 Studio Aperto. Meteo
13.00 Sport Mediaset XXL
14.00 Grande Fratello - Live
Reality show
14.25 L’Odissea Film (fant.,
1997) con Armand
Assante, Greta Scacchi.
Regia di Andrej Konchalovsky ★★
18.00 I Simpson
18.30 Studio Aperto. Meteo
19.00 Così fan tutte... bis Serie
19.30 Step Up 3 Film (mus.,
2010) con Rick Malambri, Sharni Vinson ★★
Rete 4
7.25
8.20
8.50
9.25
Superpartes Attualità
Zorro Telefilm
Magnifica Italia
Santi - Lo splendore del
divino nel quotidiano
Documentari
10.00 Santa Messa
10.50 Pianeta mare
11.30 Tg 4 - Telegiornale
12.00 Pianeta mare
12.55 Ricette all’italiana
Attualità
13.55 Donnavventura
Attualità
14.45 Detective’s Story Film
(pol., 1966) ★★★
17.00 Lo sperone insanguinato
Film (western, 1958)
★★★
18.55 Tg4 - Telegiornale
19.35 Il segreto Telenovela
20.30 Tempesta d’amore SO
La 7
6.00 Tg La7. Meteo. Oroscopo.
Traffico
7.00 Omnibus - Rassegna
stampa Attualità
7.30 Tg La7
7.50 Omnibus meteo
7.55 Omnibus Attualità
10.00 L’aria che tira - Il Diario
11.10 Otto e Mezzo Attualità
11.50 Bullseye! Film (comm.,
1990) ★★
13.30 Tg La7
14.00 Tg La7 Cronache
14.40 Anna dei miracoli Film
(dramm., 1962) ★★★★
16.40 The District Telefilm
18.10 L’ispettore Barnaby
Film-tv
20.00 Tg La7
20.30 Crozza nel Paese delle
meraviglie Attualità
21.10 Fuori Gabbia Attualità
21.30
Un medico
in famiglia 9
21.00
NCIS
20.10
Che tempo che fa
21.10
Giass
21.30
Lucignolo 2.0
21.15
Il re dei re
TELEFILM. Gibbs (Mark Harmon),
ATTUALITÀ.
Enrico Ruggeri e
Marco Berry coducono una
nuova puntata del rotocalco
televisivo che affronta diversi
temi di attualità legati al mondo
dei giovani
FILM. (dramm., 1961) con Jeffrey
ATTUALITÀ. Gianluigi Parago-
McGee e Abby sono a caccia
del gruppo di terroristi che sta
operando nel Paese. Intanto,
Tony si reca in Israele per ritrovare Ziva
ATTUALITÀ. Fabio Fazio continua
a parlare dei nostri tempi attraverso le interviste ai grandi personaggi italiani e stranieri. Con
la partecipazione di Luciana Littizzetto
VARIETÀ. Al via lo show di Anto-
FICTION. ÈinarrivodagliUsaLoren-
Hunter,RobertRyan.RegiadiNicholas Ray. La rivisitazione in chiave
“politica”dellavita,passione,morte
e resurrezione di Gesù, ma soprattutto del ladro Barabba e di Giuda
ne evidenzia il contrasto tra
potere politico-finanziario e
cittadini. Il programma è preceduto dall’anteprima “Fuori
gabbia”
22.45 Tg 3
22.55 Tg Regione
23.00 Masterpiece
0.45 Giochi paralimpici invernali: Cerimonia di chiusura
1.45 Ciclismo: Parigi-Nizza
2.30 Fuori Orario
23.30 Grande Fratello riassunto
23.50 Matrix Attualità Conduce Luca Telese
1.20 Tg 5 Notte. Rassegna
stampa. Meteo.it
1.50 Paperissima Sprint
Varietà
zoMartini,medicochirurgo,nipote di nonno Libero. Sul suo stesso
aereoviaggiaSara,sorelladiMarco,
che viene a Roma per sposarsi
23.35 Speciale Tg1 Attualità
0.40 Tg 1 Notte. Che tempo fa
1.05 Milleeunlibro. Scrittori in Tv
2.05 Sette note. Musica e
musiche Magazine
2.35 Così è la mia vita... Sottovoce Attualità
21.45 Intelligence Telefilm
22.40 La Domenica Sportiva
1.00 Tg 2
1.20 Protestantesimo
1.50 Meteo 2
1.55 Appuntamento al cinema
2.00 Madhouse Film
nio Ricci condotto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Una
sorta di campionato tra eccellenze del Nord, del Centro e del
Sud
0.35 Ricky Bobby Film
(comm., 2006) con Will
Ferrell, John C. Reilly.
Regia di Adam McKay
★★
2.45 Grande Fratello - Live
Reality show
VERO TV
TV&TV
®
iberamente tratto dai romanzi di
Domenico Starnone «Ex cattedra»,
«Fuori registro», «Sottobanco», regia di Riccardo Donna, torna domani su Raiuno «Fuoriclasse», lo sceneggiato
con Luciana Littizzetto
nel ruolo della professoressa Passamaglia,
diventata nel frattempo vicepreside. E pure
incinta. A 46 anni.
Mentre il nuovo preside è Giulio Scarpati
con barba e capello fluente e brizzolato. Le
prime due serate sono
andate molto bene, oltre sei milioni di spettatori, con un cambio di
programmazione improvvisa. C’era una volta la vecchia tv scandita e condivisa, dove la
fiction si chiamava romanzo sceneggiato
perché quello di solito
era: un grande classico
della letteratura italiana, francese, russa,
raccontato a chi magari non l’avrebbe mai letto. Andava in onda la
domenica. E bon. Adesso la fiction è sparpagliata lungo tutta la settimana, e talvolta fiction scaccia fiction. In
«Fuoriclasse» il microcosmo di ragazzi, genitori, insegnanti, è disegnato con gusto e garbo, tante figurine del
presepe che compongono storie spruzzate
di contemporaneità (la
maternità in età avanzata, il bullismo, le
scuole fatiscenti, le
coppie gay, le famiglie
allargate e molto norvegesi) o di eternità, il
tenero paradiso degli
amori adolescenziali, i
rapporti padri-figli. Interpreti simpatici, Littizzetto è spiritosa e
talvolta triste, molto se
stessa.
L
21.40
La gabbia
0.00 Che - L’argentino Film
(biogr., 2008) con Benicio Del Toro, Demiàn
Bichir. Regia di Steven
Soderbergh ★★
0.45 Tg La7 Sport
2.25 Movie Flash
REAL TIME
19.00 I Passi del
Silenzio - Lecce
20.00 Rosario da
Lourdes
20.30 I Santi nell’Arte I Martiri delle
Origini
21.00 La Missione Film
22.30 Una Giornata con
il Vescovo - Mons
Domenico
18.30 Vendetta d’amore
Telenovela
19.30 Padre coraje
Telenovela
20.25 Tg News
20.30 Perla nera
Telenovela
21.30 I cuochi pasticcioni
21.45 A casa di Letizia
21.55 Tg News
ALESSANDRA
COMAZZI
0.30 Mad City - Assalto alla
notizia Film (dramm.,
1997) con Dustin Hoffman, John Travolta.
Regia di Costa-Gavras
★★
2.35 L’innocente Film
TV2000
can. 55
★★★
DMAX
17.15 Due abiti per una
sposa Varietà
18.10 Abito da sposa
cercasi Varietà
22.10 L’abito dei sogni
23.05 Incidenti di bellezza Documentari
0.05 Body Bizarre
1.05 Dimmi cosa
mangi...
Documentari
6.00
9.55
16.00
17.45
18.35
19.00
21.10
22.00
22.50
A caccia di auto
Banco dei pugni
Top Gear
Top Gear
Come è fatto:
Supercar
Banco dei pugni
Container Wars
Affari a tutti i
costi
Affare fatto!
film / intrattenimento
17.35 La tela dell’assassino
Una investigatrice indaga su alcuni omicidi e
scopre che le vittime
sono suoi ex SKY MAX
17.40 Marchio di fabbrica
®
DISCOVERY CHANNEL
FOX
LIFE
La rivincita di Klara SKY
CINEMA FAMILY
Come è fatto DISCOVERY
SCIENCE
17.45 Grey’s Anatomy
digitale terrestre
11.40 Un giorno da ricordare
Philadelphia ‘33: in
piena Depressione un
ragazzino cerca 25
cents per il cinema IRIS
12.05 Moviextra 60 RAI MOVIE
12.35 Dalla Cina con furore
Shangai 1908: due centri di addestramento di
arti marziali in lotta.
Con B. Lee RAI 4
12.40 A cavallo della tigre
Fabrizio Bentivoglio,
pieno di debiti, convince la compagna a fare
una rapina RAI MOVIE
13.20 Il sapore del sangue
Intorno a un innocente
si moltiplicano suicidi e
vittime di un serial killer IRIS
14.20 Red Eye Lisa Reisert è
costretta a diventare
complice dell’omicidio
di un politico RAI 4
14.25 La donna perfetta
Nicole Kidman, sposata
con Matthew
Broderick, fa amicizia
con una scrittrice RAI
MOVIE
14.45 Gossip Girl MYA
15.00 Mike & Molly JOI
15.20 Billy Elliot L’undicenne
Billy Elliot vuole fare il
ballerino. Ma il padre
lo iscrive a boxe
PREMIUM UNIVERSAL
15.25 Suits JOI
15.30 Parenthood MYA
16.15 Duro a Morire JOI
16.20 One Tree Hill MYA
17.05 Punto d’impatto Il
tenente di polizia Daly
viene sospeso per i suoi
metodi poco ortodossi
PREMIUM CINEMA
17.15 La Figlia del Mio Capo My Boss’s Daughter
MOVIE
16.05 Eureka RAI 4
16.50 Ashes To Ashes RAI 4
17.05 Love Affair - Un grande
amore Un atterraggio
di fortuna provoca un
colpo di fulmine tra
Mike e Terry IRIS
17.55 Rai News - Giorno RAI
MOVIE
Rush RAI 4
18.00 In & Out Una star di
Hollywood dichiara che
il suo ex professore
Kevin Kline è gay RAI
MOVIE
18.45 Flashpoint RAI 4
19.00 Turista per caso Lo
scrittore di guide turistiche William Hurt
incontra un’istitutrice di
cani IRIS
PREMIUM UNIVERSAL
PREMIUM ACTION
JOI
19.30 Ghost Whisperer RAI 4
19.40 Road Trip Josh ha la
fidanzata lontana ma
qualcuno le spedisce la
videocassetta sbagliata
RAI MOVIE
21.05 Fuoco assassino Due
fratelli, Kurt Russell e
William Baldwin, diventano pompieri. Di Ron
Howard IRIS
21.10 Dexter RAI 4
21.15 Haunting - Presenze
Neeson, un dottore che
studia la paura, riunisce
tre pazienti in una villa
RAI MOVIE
23.10 88 minuti Jack Gramm
è uno psichiatra forense a disposizione
dell’Fbi. Con Al Pacino
RAI MOVIE
23.25 Il furore della Cina colpisce ancora Il cinese
Bruce Lee, a Bangkok,
trova lavoro in una fabbrica di ghiaccio RAI 4
23.30 Apollo 13 L’Odissea
spaziale ricostruita
minuziosamente. Di
Ron Howard, con Tom
Hanks IRIS
Hart of Dixie MYA
Arrow PREMIUM ACTION
Lara Croft: Tomb Raider
Balla coi lupi Kevin
Costner scopre la civiltà
degli indiani e la ferocia dei bianchi. 7 Oscar
PREMIUM UNIVERSAL
18.55 Red Dragon Rischiando
la propria vita, l’investigatore Graham ha catturato Hannibal Lecter
PREMIUM CINEMA
19.10 Shit! My dad says JOI
19.35 Dr. House - Medical
division JOI
Almost Human
PREMIUM ACTION
21.15 Big Bang Theory JOI
The Originals MYA
Covert affairs PREMIUM
ACTION
17.45 I Signori della Fuga
17.55 Friends JOI
18.20 Big Bang Theory
18.45 Outsourced JOI
15.15 Un poliziotto speciale
Bo è un piedipiatti dai
modi spicci che fa coppia con Duke (Chris
Penn) IRIS
16.00 Viale del tramonto Un
giovane sceneggiatore
si fa mantenere da una
ricca diva del muto RAI
The Resident Dopo la
separazione, Juliet si
trasferisce a Brooklyn,
in un bellissimo loft
PREMIUM CINEMA
PREMIUM UNIVERSAL
PREMIUM
ACTION
The middle JOI
Pretty Little Liars MYA
22.00 Revolution
22.05
22.30 Parks And Recreation
JOI
22.50 Grimm PREMIUM ACTION
22.55 Merlin JOI
Parenthood MYA
Dream House PREMIUM
CINEMA
23.40 Dance Academy
Almost Human
MYA
PREMIUM ACTION
0.25 Grazie a Dio è venerdì In
discoteca si svolge una
“pazza” gara di ballo.
Oscar per la miglior canzone PREMIUM UNIVERSAL
17.55
DISCOVERY CHANNEL
N.C.I.S. FOX CRIME
18.15
18.25 Speciale macchine da
brivido DISCOVERY
SCIENCE
FOX
LIFE
18.50 Into Darkness - Star
Trek SKY CINEMA 1
19.05 Yukon Men: gli ultimi
cacciatori DISCOVERY
CHANNEL
19.10 Criminal minds
FOX
CRIME
19.15 Ralph Spaccatutto
SKY
CINEMA FAMILY
Don Camillo In un paesino emiliano, il parroco e il sindaco comunista si confrontano SKY
CLASSICS
Tutti i santi giorni
SKY
PASSION
Secret Window Johnny
Depp si rifugia in un
casale. Ma uno psicopatico bussa alla sua
porta SKY MAX
19.20 Mega navi DISCOVERY
SCIENCE
DISCOVERY CHANNEL
Castle FOX LIFE
20.05 The Following
21.30 Marchio di fabbrica
DISCOVERY CHANNEL
21.55 Senza traccia FOX CRIME
Grey’s Anatomy FOX
LIFE
22.00 Marchio di fabbrica
DISCOVERY CHANNEL
22.05 Gemelle siamesi: prima
e dopo DISCOVERY
SCIENCE
22.30 Marchio di fabbrica
FOX
CRIME
21.00 Senza traccia FOX CRIME
Project Runway Italia
18.10 La febbre dell’oro
18.40 Grey’s Anatomy
19.30 Big Daddy - Un papà
speciale Per dimostrare
la sua maturità alla ex
fidanzata, Adam
Sandler adotta un bambino SKY HITS
19.35 In Cucina con
GialloZafferano FOX LIFE
20.00 Affari a quattro ruote
FOX LIFE
L’uomo bicentenario Il
robot domestico
Andrew, dopo 200 anni
di perfezione, dà segni
di ‘umanità’ SKY CINEMA
FAMILY
Sognando l’Africa
L’aristocratica veneziana Kuki lascia la vita
comoda e parte per il
Kenia SKY PASSION
Viaggio in paradiso
Mel Gibson, impara a
sopravvivere grazie
all’aiuto di un bambino
di nove anni SKY MAX
21.10 Cose da non credere
DISCOVERY SCIENCE
Flight Denzel
Washington è un pilota
di linea col vizio dell’alcool SKY HITS
Cercasi amore per la
fine del mondo
Un’asteroide fra tre settimane impatterà con
la Terra decretandone
la fine SKY CINEMA 1
DISCOVERY CHANNEL
22.45 Quattro matrimoni in
Italia FOX LIFE
Prometheus Il film rivela l’identità del gigantesco alieno ignoto, lo
Space Jockey SKY MAX
22.55 xXx Praga: Xander
Cage deve infiltrarsi in
un gruppo che vuole
distruggere il mondo
SKY CINEMA 1
L’innocente Un ritratto
della decadenza dell’aristocrazia di fine
800. Di Luchino Visconti
SKY CLASSICS
23.00 Sabrina Remake della
celebre commedia di
Wilder. Con Julia
Ormond e Harrison
Ford SKY PASSION
23.15 Il castello di Ra-TimBum Un giovanissimo
mago è costretto a
inventare nuovi incantesimi. Per ragazzi SKY
CINEMA FAMILY
23.35 W.E. - Edward e Wallis
Madonna torna alla
regia e racconta la storia reale più scandalosa
d’Inghliterra SKY HITS
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
SPORT
MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Non fosse che c’è pure la partita, e una Juve passata dai
dilemmi del turnover agli obblighi dell’emergenza, per Gigi Buffon sarebbe già la domenica perfetta: 476 gare in
bianconero, come Dino Zoff,
gran predecessore e icona del
mestiere. Da numero uno a
numero uno. Sembra adatta
pure la scenografia, lo stadio
di Marassi, se oltre casa del
Genoa lo è stata pure del giovanissimo Buffon, che qui veniva a tifare rossoblù. Magari
non è più l’idolo che fresco di
Mondiale e di serie B nel dicembre 2006 si prese l’ovazione della curva Nord, ma di
certo taglierà il traguardo davanti a una tribù che lo rispetta. Sperando di ricambiare nel peggiore dei modi,
ovvero parando tutto, come
usa tra gente di pallone.
Dunque, la festa comincia
stasera alle 20,45, ma Antonio Conte ha dovuto lasciare
a casa diversi invitati: Tevez,
Marchisio e Giovinco, tutti infortunati. Tre assenze che riducono di parecchio le rotazioni, in vista del ritorno di
Europa League, giovedì a Firenze. In realtà, per Marchisio e Giovinco gli esami fatti
all’istituto di Medicina dello
Sport hanno dato notizie meno cupe di quel che si temeva:
Premier: Chelsea ko, Mou espulso
In Premier League cade il Chelsea 1-0 (gol di Delph)
sul campo dell’Aston Villa: i Blues finiscono in 9
(rossi per Willian e Ramires), espulso pure Mourinho.
Il Chelsea resta a 66 punti, +6 sul Manchester City che
in 10 (espulso Kompany) ha battuto in trasferta l’Hull
City (in rete Silva e Dzeko) e deve recuperare tre
gare. Oggi Man Utd-Liverpool e Tottenham-Arsenal.
IL CONFRONTO
CON
LA JUVENTUS
Dino Zoff
11
476
351
0,73
6
scudetti
2
Coppa
Italia
Coppa
1 Uefa
Stagioni
Presenze
Gol subiti
Media gol
a gara
Titoli vinti
Gigi Buffon
13
475
393
0,82
6 scudetti* 4 Supercoppe
1
Mondiale
CON
LA NAZIONALE
Gigi Buffon
112
Presenze
139
83
Gol subiti
114
0,74
Media gol
a gara
0,82
1 Europeo
Titoli vinti
1 Mondiale
ALLE 20,45 CAPOLISTA A MARASSI
Numero
A casa
Carlos Tevez,
30 anni, per la
seconda volta
di fila fuori
dai convocati:
soffre per
l’infiammazione al tendine rotuleo
Uno
Juve in emergenza con il Genoa
Buffon, 476 volte bianconero:
stasera raggiunge il mito Zoff
Conte non avrà Tevez
Giovinco e Marchisio
Niente turnover:
dentro gli altri titolari
«Per entrambi, sono escluse
lesioni muscolari», ha fatto
sapere il club. Anche se neppure con la Fiorentina saranno aggiustati: «Rimarranno
alcuni giorni a riposo e le loro
condizioni verranno monitorate nei prossimi giorni». Due
pedine in meno, proprio ora
che la Juve si ritroverà a masticare cinque partite nel giro
di quindici giorni. Mancherà
anche Carlos Tevez, sempre
azzoppato dall’infiammazione al tendine rotuleo che
l’aveva fatto fuori anche dall’andata europea con i viola.
L’argentino sta discretamente, ma ieri sera è stato deciso
di non metterlo nella lista dei
convocati per Genova: l’obiettivo è recuperarlo per la sfida
di Europa League.
Il campionato resta però il
primo obiettivo, se Conte pare intenzionato a mettere in
campo tutti i titolari, riservandosi un marginale dubbio
su Chiellini (altrimenti Caceres) o Asamoah (pronto Peluso): l’impressione però è che
alla fine giocheranno i migliori. Davanti invece non è tanto
questione di scelte, quanto di
sopravvissuti: con Giovinco e
Vucinic ko, e Quagliarella
scomunicato, toccherà a Llorente e Osvaldo. Una coppia
che finora ha giocato insieme
la bellezza di undici minuti.
Ha comunque centimetri e fisico per fare male e, in Osvaldo, pure movimenti per essere complementare. La scelta
dell’original Juve non sarebbe che la logica conseguenza
delle parole del tecnico:
«Quello dello scudetto non è
affatto un discorso chiuso,
anzi». E visto che il terzo titolo filato «sarebbe qualcosa di
Dino Zoff
*2 revocati
38
ANSA
Gigi Buffon, 36 anni, è alla tredicesima stagione alla Juve: giocò la prima partita il 26 agosto 2001, 4-0 al Venezia
Genoa
Juventus
(3-4-3)
(3-5-2)
Intervista
SKY SPORT 1 - PREMIUM CALCIO 2 ORE 20,45
Perin Buffon
1
1
Burdisso Barzagli
15
90
Portanova Bonucci
19
15
Marchese Chiellini
8
21
Motta Lichsteiner
3
26
91
Bertolacci Vidal
23
27
Matuzalem Pirlo
21
13
77
Antonelli Pogba
Konatè Asamoah
Ha detto
Dino Zoff,
oggi 72enne,
solleva
la Coppa del
Mondo dopo
la finale con
la Germania:
era l’11 luglio
del 1982
Fare il portiere
alla Juve è più facile?
Semmai il contrario:
in 90 minuti magari
arriva un solo tiro
e non puoi sbagliare
TORINO
6
22
11
Gilardino Llorente
14
10
Sculli Osvaldo
18
ARBITRO: MAZZOLENI
All: GASPERINI
Mondiale
All: CONTE
storico e straordinario», per
arrivarci non si baderà a spese
(di energia). Accettando il rischio di pagarle poi giovedì,
quando ci si giocherà i quarti di
Europa League.
Dall’altra parte il Genoa ha
ormai molti meno assilli di
classifica, ma non meno furia
agonistica, quando avvista la
Juve. Parla per tutti Gian Piero
Gasperini: «Mi chiedete quanto vale questa partita per il Genoa? In una scala da 0 a 100,
per me vale 110». Cosa che in
settimana ha ripetuto alla
squadra, pur amputata da infortuni (Antonini, Vrsaljko,
Kucka, Gamberini) e squalifiche (Cofie). S’appellerà allora
al cuore del Grifo, lo stesso che
faceva impazzire Buffon.
Dino Zoff, oggi Gigi Buffon
arriva alle sue 476 partite
con la maglia della Juve: che
effetto le fa?
«Nessuno in particolare, ormai era solo questione di tempo. E di certo non cambia nulla nei giudizi: è un grandissimo portiere».
«Tra noi due il più bravo ero
io», disse lei qualche mese
fa: può spiegare?
«Certo: anche perché non l’ho
mai detto. Piuttosto avevo sostenuto una cosa diversa: che
Buffon è stato il migliore di tutti, me compreso, da giovane,
ma come sarà da vecchio non si
può ancora sapere. Lo aspetto
al varco...». (sorriso)
SuperDino rilancia
“Più bravo di me, ma
vediamo a 40 anni...”
da numero uno».
Quand’è che bisogna dire basta?
Anche Buffon resterà in
campo oltre
i 40 anni coSFIDA COL SORRISO
me lei?
«Te ne accorgi
da tante cose, anpiccole. Ma
«In Italia non ha che
«Ha avuto due
se hai un rendiavversari, all’estero mento costante e
seri infortuni,
mi piace Neuer» hai voglia di gioma ora mi sembra che abbia
care vuol dire
recuperato benissimo: senza che non è tempo di smettere».
acciacchi penso che possa
Platini diceva che è meglio
giocare ancora diversi anni. E
smettere da sé, prima che te lo
dicano gli altri.
«Eh già, quella resta la massima».
Buffon è ancora il migliore?
«In Italia direi proprio di sì,
non ha avversari».
Nel mondo?
«Mi piace Neuer, ultimamente
sta facendo grandi cose».
Le va di compilare la pagella di
Buffon?
«Per carità, non dò i voti a nessuno».
Una cosa che le è sempre piaciuta?
«La grande personalità, da
quando ha iniziato a giocare: in
un portiere è importante».
Buffon festeggiò il Mondiale
da più scalmanato della squadra, lei in camera con Scirea:
ma non bisognava essere un
po’ pazzi per fare i portieri?
«Diciamo che è vero, o così si
diceva, finché non arrivai io: ho
un po’ cambiato quell’idea. Dopo di che, sono pure altri tempi,
in cui a volte bisogna esternare
tutto, anche in maniera esagerata».
Dica la verità: fare il portiere
della Juve è un po’ più facile?
«Non credo. Anzi, è il contrario.
Perché capitano partite in cui
non fai nulla per 89 minuti, poi
arriva un tiro, magari improvviso, e non puoi proprio sbagliare».
[M. NER.]
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Oggi in Tv
Nella Liga il Real Madrid vince a Malaga (1-0, 25° gol di
Ronaldo) e allunga in vetta sul Barcellona - 70 punti
contro 63 - atteso oggi alle 17 dall’Osasuna al Camp
Nou. Continua in Germania la marcia trionfale del
Bayern: 2-1 al Leverkusen (Mandzukic, Schweinsteiger,
Kiessling), 23a vittoria in 25 gare (17a consecutiva) e
+23 sul Dortmund ko in casa con il Borussia M. (1-2).
09,00 Sci. Cdm, slalom m.
Rai Sport 1/Eurosport1
10,00 Sci. Cdm, gigante f.
Rai Sport 1/Eurosport1
11,30 Sci. Cdm, slalom m.
Rai Sport 1/Eurosport1
12,30 Sci. Cdm, gigante f.
Rai Sport 1/Eurosport1
14,00 Ciclismo. Tirreno-Adriatico
Rai Sport 2
15,00 Calcio. Milan-Parma
Premium C1/
VERONA
I
n attesa di capire cosa farà la Fiorentina stasera
con il Chievo, l’Inter si gode il sorpasso ai viola al
quarto posto e l’aggancio
alla squadra di Stramaccioni
dopo 28 giornate: 47 punti a 47.
Per Walter Mazzarri anche
questa è una conquista e il finale di stagione promette di essere migliore rispetto a un anno
fa. Adesso è ufficiale: la sberla
presa contro la Juve il 2 febbraio ha rianimato l’Inter, tornata
solida e prolifica. La vittoria
per 2-0 conquistata a Verona
(dopo il 4-2 dell’andata è certificato anche il vantaggio in caso di arrivo a pari punti), la
quarta più due pareggi nelle ultime sei partite, invoglia a sognare perfino un posto in
Champions League, ora distante 8 punti. Erick Thohir
dall’Indonesia stavolta non
avrà faticato a stare sveglio.
Il tecnico nerazzurro non si
rimangia la parola avventurandosi in cambi tattici inaspettati. Va avanti con la squadra schierata contro il Torino
con la sola differenza di D’Ambrosio al posto di Nagatomo.
Non per una questione di «codici» assimilati ma piuttosto
per necessità: il giapponese ha
infatti avvertito un dolorino
nella rifinitura e ha preferito
non rischiare. Si sarebbe divertito, almeno nella prima
mezz’ora, perché la tattica suicida di Mandorlini (solo tre
centrocampisti) ha l’effetto di
liberare le fasce e permettere
in particolare a Jonathan di
Colpisce Palacio
raddoppia Jonathan
Anche due traverse
Chi sale
Donati
6
muoversi a suo piacimento.
Il gol dell’Inter non a caso
arriva proprio grazie a una sua
incursione: due giocatori saltati (Marquinho e Albertazzi) e
cross per Palacio che festeggia
il rinnovo del contratto con il
13° sigillo in serie A. I nerazzurri avevano iniziato con il piede
giusto con una traversa di Icardi (quinto legno stagionale).
Pure questo è un record. L’atteggiamento subito aggressivo
dell’Inter mette in difficoltà il
Verona che può contare su un
pubblico che si diverte ad urlare «scimmia» agli avversari
con una naturalezza disarman-
E
Inter
2
Verona
Inter
(4-3-3)
(3-5-1-1)
Rafael 5,5; Cacciatore 5,5 (30’ st Martinho sv), Moras
5,5, Maietta 5, Albertazzi 4,5; Marquinho 5 (41’ st Cacia sv), Donati 6 (41’
st Cirigliano sv), Sala 5,5; Romulo 6,
Toni 6, Iturbe 5,5
Handanovic 6;
Campagnaro 6,5,
Ranocchia 7, Rolando 6,5; Jonathan 7,
Guarin 6 (28’ st Kovacic sv), Cambiasso 6,5, Hernanes
6,5, D’Ambrosio 6
(25’ st Zanetti 6); Palacio 7; Icardi 6
Albertazzi 4,5
ANSA
Palacio e Jonathan, autori dei due gol, festeggiati da D’Ambrosio
Profumo d’Europa
Bella e spietata
l’Inter non si ferma
T
Chi sale
Jonathan
6,5
7
14’pt
Segna sempre lui
28’pt
Toni chiede il rigore
10’st
Magia di Hernanes
18’st
Bis brasiliano
Vittoria a Verona, nerazzurri al quarto posto
Classifica
E
Chi scende
Guarin
5 ALL. Mazzarri
ARBITRO: Banti 6
AMMONITI: Donati, Cambiasso, Albertazzi.
SPETTATORI: 23.973, incasso 424.416,49
euro
Chi scende
6
Juventus
72
Genoa
Roma*
58
Sampdoria
Napoli
55
Atalanta
Inter**
47
Udinese
Fiorentina
45
Cagliari
Parma*
43
Chievo
Verona**
40
Bologna
Lazio
38
Livorno
Torino
36
Catania
Milan
35
Sassuolo
(*) = Una partita in meno
(**) = Una partita in più
T
35
34
34
31
29
24
23
21
20
18
te. E anche il modo in cui viene
accompagnata la caduta in area
di Toni dopo un contatto con Ranocchia rende l’idea del clima incandescente. Con il ct Prandelli
in tribuna, Toni ha voglia di lasciare il segno, ma l’Inter dietro
concede pochissimo, proprio come vuole il suo tecnico.
I nerazzurri sono sicuri dei
propri mezzi e lo si vede anche a
inizio ripresa. La qualità di Hernanes è un valore aggiunto e anche Cambiasso ne trae beneficio.
Sembra di rivedere l’Inter di inizio stagione, quella che aveva
imboccato la strada giusta per
l’Europa per poi perdersi in una
serie di inspiegabili contraddizioni. Il mercato di gennaio ha rimesso in piedi la creatura malandata. Il pallino di Mazzarri,
ovvero il gioco sugli esterni, ha
rappresentato la chiave tattica
della partita, perché anche la seconda rete è opera del lavoro di
Jonathan. Il Verona prova una timida reazione ma non serve a
nulla. In campo, intanto, si rivede anche Zanetti. Un’occasione,
quando le cose funzionano, non
la si nega a nessuno.
pa dei segnali (poco rassicuranti) arrivati dai datori di lavoro. Il club vuole la qualificazione all’Europa League.
L’olandese va avanti per la
sua strada e si fa scivolare
addosso anche il deficit di risultati rispetto alle ultime 11
gare di Allegri (tre vittorie, 4
pareggi e 4 sconfitte): nello
stesso numero di partite ha
raccolto una vittoria ma anche due ko in più. Malgrado
la carenza di punti, Seedorf
cammina a testa alta e rende
partecipe il mondo della sua
filosofia di vita: «Io uso la ca-
rota o non uso la carota. Lavoro con il sorriso e non cambio - dice attaccando il predecessore -: prima che arrivassi io qui è stato usato solo il
bastone. Ho trovato una
squadra fisicamente e mentalmente ai limiti».
Ai limiti si ritroverà anche
il Milan se oggi contro il Parma a San Siro non riuscirà a
vincere. Annunciata contestazione, all’ora di pranzo: nel mirino dei tifosi soprattutto Balotelli e l’area tecnica, quindi
l’ad Galliani, che ieri è stato
Milanello. Mancherà De Sci-
glio, squalificato, nonostante
il tecnico a Madrid abbia detto
di non averlo fatto giocare per
schierarlo oggi: anche questa
gaffe rende l’idea del momento. La possibilità di veder sfumare anche l’Europa lillipuziana non è contemplata dai
vertici societari. «Sarà una
gara tosta, la squadra di Donadoni è in grande forma»,
chiude Seedorf, che conferma
SuperMario - ormai mal sopportato dal resto della squadra - tra i titolari. Tra i due,
venerdì ci sarebbe stato un
confronto.
Dopo la traversa colpita da Icardi al 4’, l’Inter va in vantaggio:
Jonathan manda fuori giri Albertazzi e serve a Palacio il più
facile degli assist a porta vuota.
Il Verona reclama il rigore per
un fallo in piena area interista
di Ranocchia su Toni: l’impressione è che sia l’attaccante gialloblù a trattenere il difensore.
Gran punizione da posizione
defilata di Hernanes: sinistro
secco a giro e traversa piena
con Rafael battuto. Sfuma ancora il 1° gol del Profeta.
Tutto brasiliano il raddoppio
interista. Hernanes smarca a
destra Jonathan che ci prova
col destro e poi, sulla respinta
del portiere, segna di sinistro.
Milan
SeedorfattaccaAllegri:“HotrovatounMilanailimiti”
Clarence Seedorf, alla guida
del Milan ormai da due mesi,
probabilmente non sa che
l’immunità in Italia non è
prevista per chi fa l’allenatore. «Non so perché si parla
della mia panchina, non sono
responsabile di questa situazione. Ho la fiducia della società e due anni di contratto», dice alla vigilia del match con il Parma il tecnico
rossonero, che in questi
giorni non ha sentito Silvio
Berlusconi e non si preoccu-
0
RETI: pt 14’ Palacio; st 18’ Jonathan
Oggi a S. Siro con il Parma. Il tecnico: «Non sono il responsabile della situazione»
TIZIANA CAIRATI
MILANO
Verona
ALL. Mandorlini
SVOLTA DOPO LA JUVE
Ritrovato il gioco di inizio
annata: si può sognare
anche la zona Champions
39
15,00 Calcio. Sassuolo-Catania Prem.C3/Sky Calcio 4
17,30 Volley. Trento-Perugia
Rai Sport 1
18,45 Ciclismo.Parigi-Nizza, 8a tappa
Eurosport
20,25 Basket. Cantù-Brindisi
Rai Sport 1
20,45 Fiorentina-Chievo
Premium C1
20,45 Genoa-Juventus
Premium C2/Sky Sport 1
20,30 Nba.Miami Heat-Houston
Sky Sport 3
22,00 Tennis. Atp, Indian Wells
Sky Sport 2
La partita
LAURA BANDINELLI
L’analisi
Liga: Real ok a Malaga, +7 sul Barça
.
Parma
(4-2-3-1)
(4-3-3)
SKY CALCIO 1 - PREMIUM CALCIO 1 ORE 15
32
Abbiati Mirante
20
Abate Cassani
17
25
Zapata Felipe
Bonera Lucarelli
28
Emanuelson Molinaro
34
De Jong Gargano
15
Essien Marchionni
16
18
Poli Parolo
Montolivo Biabiany
22
45
Kakà Amauri
Balotelli Cassano
ARBITRO: CELI
All: SEEDORF
Clarence Seedorf, 37 anni
All: DONADONI
88
2
19
6
3
5
32
16
7
11
99
W
40 .Sport
.
28a giornata: Samp, Mihajlovic legge Dante
Retroscena
14
FRANCESCO MANASSERO
TORINO
all’abbondanza
di indisponibili
all’imbarazzo
della scelta. Ora
Ventura può di
nuovo giocare con i migliori:
almeno in difesa. Se è vero
che nel vademecum del calcio la nozione più antica è
«primo non prenderle», contro il Napoli l’allenatore del
Toro, comunque votato alla
ricerca del gioco e si vede - la
coppia Cerci-Immobile, a
quota 24 gol, è la seconda del
torneo -, potrà di nuovo contare dopo tanto tempo sulla
retroguardia al completo.
Nella quale il ritorno dalla
squalifica dei tre centrali
Punti in 8 gare
Il bilancio del Toro con il trio
Maksimovic, Glik, Moretti
(il più impiegato nel 2014):
7 i gol subiti
D
3
Punti in 4 gare
Il bilancio nelle ultime
uscite, sempre senza
almeno un titolare:
5 le reti incassate
SPAZIO AFFARI
Cagliari
Emiliano Moretti, 32 anni, abbraccia Kamil Glik (26)
Domani la sfida al Napoli, torna la difesa titolare
la formata da Maksimovic,
Glik e Moretti. I tre hanno giocato ininterrottamente dalla
16a alla 23a giornata, blindando la porta di Padelli con prestazioni da primi della classe:
con loro i granata hanno subito solo 7 gol e raccolto 14 punti. Sicuro il ritorno del capitano al centro e la conferma di
Moretti, l’unico dubbio è a destra, proprio tra il serbo e Bovo, due sorprese di questo Toro, con il primo favorito.
>
ATTIVITA’ COMMERCIALI
«Il bello del Toro è che la
nostra squadra è fatta di tanti
piccoli grandi esempi. Nessuno - spiega Moretti - ha mollato: le ultime partite perse le
abbiamo fallite per errori tecnici, non per mancanza di
concentrazione. Tanti di noi
gli anni passati lottavano per
la salvezza, chi aveva 20 anni e
chi 35: ora abbiamo fame, tutti. Sbagliare ancora nelle
prossime partite significherebbe aver perso una grande
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occasione: non capiterà». Con
il recupero dei titolari - domani all’Olimpico (si gioca alle
19) mancherà solo lo squalificato Vives a centrocampo,
spazio al greco Tachtsidis partirà l’operazione rilancio.
«Oggi viviamo la miglior condizione mentale possibile:
sfruttiamola - incita Moretti -.
Rimangono 11 partite, completiamo il lavoro. È molto stimolante, ancor di più se ti chiami
Toro».
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Lazio
(4-3-3)
SKY SPORT 1 - PREMIUM CALCIO 2 ORE 15
Ventura rialza il muro
Toro, la riscossa
comincia da dietro
Moretti dà la carica
«Nessuno ha mollato:
non sbaglieremo più»
la Divina Commedia. Sinisa
Mihajlovic, tecnico della Samp
che gioca alle 12,30 a Bergamo,
si è reso protagonista di una vigilia particolare. «L’autore di
questo libro è colui che viene
chiamato il Sommo Poeta - ha
cominciato l’allenatore -. Una citazione mi è rimasta impressa:
nell’Inferno, Dante parla di Ulisse quando incita i suoi ad andare oltre le Colonne d’Ercole. Vorrei fare lo stesso e spronare i
miei ad andare avanti senza accontentarsi». Altri match: scontri diretti in coda, domani alle 21
Roma-Udinese chiude il turno.
(4-3-1-2)
SYNCSTUDIO
RIECCO GLIK E MAKSIMOVIC
Glik, Maksimovic e Bovo è
solo l’aspetto più evidente
del fatto che alla squadra
stia tornando la salute.
In attesa della prova sul
campo, tutto il Toro è reduce
da giorni di proficuo lavoro,
dopo tanti allenamenti con
uomini e orari contati. In difesa Ventura ha una grande
rosa di scelte come mai successo prima, visto che oggi
può disporre di una condizione generale superiore:
gliel’ha dimostrato Rodriguez, messo in campo contro l’Inter dopo sei mesi e risultato il migliore dei suoi.
Ma domani sera il tecnico
granata è tentato di schierare la linea che più gli ha dato
soddisfazioni nel 2014, quel-
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25
14
15
34
29
21
5
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7
51
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Conti
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Gonzalez
Ledesma
Biglia
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Klose
Keita
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15
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5
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14
ARBITRO: IRRATI
All: LOPEZ
All: REJA
Livorno
(4-2-3-1)
SKY CALCIO 1 - PREMIUM CALCIO ORE 12,30
47
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2
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Consigli
Belanouane
Stenderdo
Yepes
Del Grosso
Estigarribia
Cigarini
Carmona
Bonaventura
Moralez
Denis
Da Costa
De Silvestri
Mustafi
Gastaldello
Regini
Krsticic
Obiang
Gabbiadini
Eder
Soriano
Okaka
1
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10
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ARBITRO: CERVELLERA
All: COLANTUONO
Fiorentina
All: MIHAJLOVIC
Chievo
(3-5-1-1)
(4-5-1)
SKY CALCIO 2 - PREMIUM CALCIO ORE 20,45
1
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Neto
Tomovic
G. Rodriguez
Savic
Cuadrado
M. Fernandez
Pizarro
Aquilani
Vargas
Ilicic
Gomez
All: MONTELLA
Bologna
(3-5-1-1)
SKY CALCIO 3
Bardi
Ceccherini
Emerson
Coda
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Benassi
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Greco
Mesbah
Paulinho
Belfodil
Sampdoria
Agazzi
Frey
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Cesar
Rubin
Stoian
Hetemaj
Rigoni
Guarente
Lazarevic
Paloschi
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ARBITRO: MASSA
(3-5-2)
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Atalanta
(4-4-1-1)
ORE 15
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1
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Natali
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Mantovani
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Garics
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Khrin
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Perez
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Christodoulopoulos 19
Morfeo
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Kone
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Acquafresca 12
Sassuolo
(4-3-3)
SKY CALCIO 4 - PREMIUM CALCIO 3 ORE 15
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LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
I migliori risultati azzurri sul cemento
Personaggio
2014
2013
2013
2012
DONNE
STEFANO SEMERARO
2012
2011
2011
2010
2009
2008
2003
Flavia Pennetta
Flavia Pennetta
Roberta Vinci
Sara Errani
Roberta Vinci
Flavia Pennetta
Francesca Schiavone
Francesca Schiavone
Flavia Pennetta
Flavia Pennetta
Francesca Schiavone
Australian Open
Us Open
Us Open
Us Open
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Us Open
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Us Open
Us Open
Us Open
importante è
non smettere di
stupire, e di stupirsi. Mai. In
campo come nella vita. Reinventarsi, ricostruirsi, mettere insieme nuovi so1991 Cristiano Caratti
Australian Open
gni. «E infatti non riesco a
smettere di sorridere», dice
Flavia Pennetta, donna eterna del nostro tennis, che a 32
anni a Indian Wells si è guadagnata la finale più importante
della carriera battendo in due
set 7-6 6-3 la numero due del
mondo e campionessa in carica degli Australian Open, la
muraglina cinese Na Li.
Il torneo del deserto californiano non è uno Slam, ma
è roba pesante, uno dei «premier Mandatory», gli appuntamenti del circuito femminile che stanno appena dietro i
quattro grandi tornei. Mai
nessun italiano, né maschio
né femmina, era mai arrivato così avanti ai «pozzi indiani», sul cemento che
non è mai stato il
nostro pane.
Flavia ce
l’ha fatta a 32
anni, nel
mezzo dell’ennesima
Domani Pennetta sarà n. 12
p r i m av e ra
o 14 Wta: con Errani (10) e
sbocciata in
Vinci (13) l’Italia avrà 3 top
una carriera
15: nessuno come noi
lunga e tormentata dagli infortuni. Un fiore nel deserto, annaffiato di voglia di rivincita. L’anno scorso, proprio di questi tempi, Flavia
stava recuperando dall’operazione al polso, un filo a corto di
autostima, di risultati, di classifica. Il coach di sempre Gabriel Urpi l’aveva mollata, il
futuro era in penombra. «Mi
sono detta: arrivo a Wimbledon e se la classifica non è
quella che penso io, smetto».
Invece. Da quel momento Piccola Penna si è snebbiata, ha Flavia Pennetta, 32 anni, esulta dopo la vittoria contro Na Li
ricominciato a macinare il suo
tennis esatto, speziandolo di agli Australian Open nello scor- Indian Wells anche in compavita vissuta, esperienza, di so gennaio, dove a stopparla era gnia di Fabio Fognini, che due
dolce cattiveria (agonistica). stata proprio Na Li. Insieme giornalisti de l’Equipe hanno
Ottavi a Wimbledon, semifi- con il nuovo coach Salvador Na- voluto accreditarle via Twitter
nale (la sua prima in uno varro, sempre spagnolo, con il come nuovo «fiancé», vista la
Slam) agli Us Open, quarti fisioterapista Max Tosello, e a presenza assidua nel suo box,
UOMINI
L’
Quarti
Semifinale
Semifinale
Quarti
Quarti
Quarti
Quarti
Quarti
Quarti
Quarti
Centimetri
LA STAMPA
Quarti
Alle20(Supertennis)
SfidaallaRadwanska
1 Flavia Pennetta oggi in-
contra in finale Agnieszka
Radwanska, 25 anni, polacca,
n.3 del mondo, che in semifinale ha superato la romena
Simona Halep (n.7 della Wta),
per 6-3 6-4. La finale femminile è in programma stasera alle 20 e verrà trasmessa in diretta tv su Supertennis, canale 224 di Sky e 74 del digitale
terrestre.
Maxi Pennetta, storica finale
“Non riesco a non ridere”
Tennis, Indian Wells: battuta Na Li (7-6, 6-3), stasera si gioca il titolo
dal ghetto dei terricoli per spostarci nella categoria dei tennisti universali.
Comunque vada la finale di
stasera, alle 20 italiane, contro
la n.3 del mondo Agnieszka
Radwanska (6-4 i precedenti
per la polacca, ma Flavia ha vinto l’ultimo scontro a Dubai), la
Pennetta è sicura di essere n.14
del mondo da lunedì, 12 in caso
di vittoria, a un passo da Roberta Vinci (n. 13) e quattro da Sara
Errani (10): tre giocatrici così in
alto le abbiamo solo noi ed è sta-
3
Top 15
Intervista
STEFANO MANCINI
INVIATO A MELBOURNE
In breve
Serie B, 29a giornata
Palermo vince e allunga
1I
risultati: Bari-Avellino 1-0; Cittadella-Carpi 1-0;
Juve Stabia-Ternana 2-3;
Lanciano-Novara 2-1; Latina-Trapani 0-1; ModenaEmpoli 0-0; Palermo-Brescia 2-0; Reggina-Crotone
1-4; Siena-Cesena 1-0; Varese-Padova 0-3; Spezia-Pescara 0-1 (giocata venerdì).
Classifica: Palermo 56; Empoli e Lanciano 47; Trapani,
Crotone e Latina 45; Avellino 44; Cesena 43; Siena (-7)
42; Pescara 41; Spezia 40;
Carpi 39; Ternana 38; Brescia e Modena 37; Varese
36; Bari (-3) 35; Novara 31;
Cittadella e Padova 26; Reggina 25; Juve Stabia 15.
Volley, oggi Cuneo a Vibo
Castello ai playoff
1 A1 (penultima giornata):
ieri Città di Castello-Latina
3-0; oggi ore 17,30 Trento-Perugia (Rai Sport 1), ore 18 Ravenna-Macerata, PiacenzaVerona, Vibo-Cuneo, Modena-Molfetta.
Sci, gigante a Ligety
Hirscher, terza Coppa
NUOVO COACH
Rinata dopo l’infortunio:
mai nessun italiano
così avanti sul cemento
Marcel Hirscher, 25 anni
1 Dopo
ma che per lei è semplicemente
un «portafortuna». Un compagno di avventura in questa stagione che sembra aver tolto gli
italiani (unisex, visti gli ottavi di
Fognini sempre a Indian Wells)
ta proprio Flavia, prima top-10
italiana nella storia azzurra nel
2009, a indicare la strada. Pare
che fra Flavia e Fabio, anche lui
n. 14 del mondo, ci sia una scommessa a chi arriva più in alto in
classifica: primo controllo a
Wimbledon, poi a fine stagione.
A forza di rincorrere le ragazze,
anche i nostri hanno trovato il
sentiero giusto. «Se dieci giorni
fa mi avessero detto che sarei
arrivata in finale a Indian Wells
– ha detto Flavia - mi sarei messa a ridere». Una risata che ci
ha già sommersi di stupore.
Red Bull, il trono che scotta
Horner: “Non abdichiamo
abbiamo ancora più fame”
ultimi cinque anni non è stato
per caso. Dietro le quinte stiamo facendo un lavoro enorme,
la Red Bull a Milton Keynes e la
Renault a Viry-Chatillon. Qualche problema era da mettere in
conto, vista la portata delle novità regolamentari, ma il modo
in cui la squadra ha risposto è
straordinario: un problema ingegneristico ha sempre una soluzione ingegneristica».
Donne, oggi gigante
opo aver vinto quattro scaldamento su cui siamo docampionati di fila, ha vuti intervenire».
rischiato di passare
Quindi ha sbagliato Newey?
per fesso. «Non siamo diven- «Spingersi al limite in ogni
tati idioti all’improvviso», si area è l’essenza della Formuarrabbia Christian Horner, la 1. E per scoprire dov’è il
40 anni, numero uno della confine, a volte devi andare
Red Bull. «La nostra stagione oltre. Ecco, noi eravamo anè cominciata qui in Australia. dati oltre».
I test invernali
È inevitabile che i
li abbiamo di
TEAM PRINCIPAL cicli finiscano, non
fatto saltati».
«Mercedes più veloce crede?
«L’anno non è
Che cosa è
ma la stagione cominciato cosuccesso?
C’erano er- è appena cominciata» me avremmo
voluto e sperarori nel proto, ma questo non cambia le
getto?
«Come sempre ci siamo spin- nostre ambizioni. Semmai le
ti al limite per ottenere il mi- alimenta».
glior risultato aerodinamico,
La Mercedes è favorita come
come è nello stile di Adrian (il
sostengono tutti?
progettista Newey, ndr): l’im- «È la monoposto più veloce.
pacchettamento del motore Noi stiamo facendo un lavoro
si è rivelato troppo estremo». enorme. Tenga conto che nelle
prove libere del venerdì Vettel
Con quali risultati?
«Nei primi test in Spagna ha coperto un terzo dei chiloavevamo problemi di surri- metri percorsi in inverno, men-
D
Sport .41
.
STEPHEN DUNN/AFP
Non produrre il motore in casa propria rischia di essere
uno svantaggio?
F1 al via alle 7
PrimoGpinAustralia
Hamilton,32a pole
«La divisione tra telaio e motore da noi è ovviamente diversa
rispetto a quella di Ferrari e
Mercedes. Non siamo del tutto
integrati, anche se c’è un intenso scambio di informazioni e
idee. La Mercedes, in particolare, ha investito di più e prima
sulla progettazione del nuovo
propulsore».
1 Qualifiche sotto la piog-
gia a Melbourne, con Lewis
Hamilton (Mercedes) che centra la 32a pole raggiungendo
Nigel Mansell ed è sesto nella
classifica di tutti i tempi. A
fianco dell’inglese si è qualificato Daniel Ricciardo (Red
Bull), in seconda fila Nico Rosberg (Mercedes) e Kevin Magnussen (McLaren). Le Ferrari:
5° Fernando Alonso, 11° Kimi
Raikkonen, che però recupera
una posizione per la penalizzazione inflitta a Valtteri Bottas
della Williams. Alle 7 il via al Gp
di Australia, prima gara del
2014 (diretta Sky Sport F1 HD;
differita alle 14 su Raiuno).
Se dovesse indicare un punto
debole della Red Bull?
Chris Horner, 40 anni
tre Ricciardo ha percorso una
distanza di gara. Per loro è stata una liberazione e una prima
occasione per prendere confidenza con la macchina».
Ci sono stati momenti di tensione con la Renault che vi fornisce il motore?
«No. Se insieme abbiamo festeggiato grandi successi negli
«Ci manca velocità in rettilineo, dobbiamo lavorarci su.
Quando la pista è bagnata si
nota meno perché diminuiscono le velocità di punta».
Come si spiega che in qualifica Ricciardo abbia battuto
nettamente Vettel?
«Il motore di Sebastian aveva
un problema di software che gli
ha fatto perdere potenza e guidabilità».
www.lastampa.it/mancini
l’oro olimpico di
Sochi, Ted Ligety vince l’ultimo gigante della stagione
nelle finali di Lenzerheide (5°
l’azzurro Nani) e fa sua la
coppa di specialità, beffando
Marcel Hirscher. L’austriaco
(foto), si consola con la coppa
generale: il suo rivale Aksel
Svindal non parteciperà allo
slalom, lasciando dunque via
libera al 3° trionfo dell’austriaco. Oggi si deciderà anche per la coppa di slalom (9
e 11,30, Rai Sport 1/Eurosport): la lotta è tra Felix
Neureuther (470 punti), e
Marcel Hirscher (465).
Slalom, Shiffrin regina
1A
Lenzerheide l’ultimo
slalom è di Mikaela Shiffrin,
19 anni, oro olimpico e vincitrice della coppa di specialità. Chiara Costazza finisce
9a. Oggi, gigante donne (10 e
12,30 Rai Sport 1/Eurosport): è l’ultima gara di Denise Karbon.
Ciclismo, Tirreno-Adriatico
Il ritorno di Contador
1 Alberto
Contador
(Tinkoff-Saxo) vince la 4a
tappa della Tirreno-Adriatico davanti a Quintana, Moreno e Kreuziger. Michal Kwiatowski (Pol) è sempre leader.
Parigi-Nizza, 7a tappa
Slagter vince in volata
1 Parigi-Nizza:
Tom-Jelte
Slagter (Garmin) vince in volata la 7a tappa davanti a Rui
Costa (Por) e a Carlos Betancur (Col), che resta leader.
Short track: Mondiali
Fontana, niente finale
1 Arianna
Fontana, tre
medaglie ai Giochi, non si ripete ai Mondiali in Canada:
esce in finale nei 500 mt. Vittoria alla coreana Park.
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LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
il caso
10
Ultimi posti
STEFANO SEMERARO
ROMA
5 I CUCCHIAI DI LEGNO
Su 15 Sei Nazioni, l’Italia è
arrivata ultima 10 volte. Ma i
veri «cucchiai» (tutti ko) sono 5
LA FEDERAZIONE
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I team di Celtic
giochino come
la Nazionale
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Alfredo Gavazzi
PRESIDENTE FIR
Rugby, l’Italia torna ai margini
“Cosa c’è che non va? Tutto”
Un altro Sei Nazioni pieno di batoste: movimento fragile da ricostruire
elle ultime due
partite del Sei
Nazioni 2013
l’Italia mise paura all’Inghilterra
a Twickenham e sconfisse l’Irlanda all’Olimpico, due partite senza incassare una meta.
Quest’anno, a sedi invertite di
mete ne abbiamo incassate 14:
7 a Dublino e 7 ieri a Roma. È
arrivato puntuale il quinto
Cucchiaio di legno (il 10° secondo la lettura moderna che
lo assegna a chi arriva ultimo,
non a chi perde tutte le partite), ma è come ci è stato servito che preoccupa. Era dal
2009 che non beccavamo 21
mete e non finivamo a 0 punti.
Con Inghilterra e Irlanda si
può perdere, ma certi bradisismi rischiano di affossare il
morale.
«Cosa è andato male? Quasi tutto», ha ammesso a baffi
spioventi il ct Jacques Brunel.
«Come me lo spiego? Non lo
N
Phil Jackson, 68 anni, 11 titoli da tecnico
Phil Jackson
a New York
L’ultima sfida
del guru Nba
I
DOMINATI DAGLI INGLESI
Il ct Brunel: «C’è da capire
quali mezzi avremo
per il Mondiale 2015»
LIVERANI
so. Abbiamo iniziato bene, ma
finito male. Da questo Sei Nazioni c’è poco da salvare. Siamo indietro e mi preoccupano
i cali fisici di questa squadra.
Ora dobbiamo capire che ruolo vogliamo giocare ai Mondiali del prossimo anno. Che
ambizioni, mezzi (leggi: soldi,
ndr) e organizzazione vogliamo mettere in campo».
Un messaggio chiaro, un
Sos lanciato da un vicolo buio.
Il modello-rugby, fatto di
grande sportività, stadi esauriti (71.257 spettatori anche
ieri) e un pizzico di moda si è
rivelato vincente, ma perdere
sempre sul campo rischia di
farci tornare indietro di 10 anni, restituendoci al ruolo di turisti ovali. Touche, mischia,
possesso, conquista, nella
squadra di quest’anno, che
pure ha lanciato giovani come
Campagnaro (due mete a Cardiff) e Sarto, a segno anche ieri dopo il lampo in Irlanda,
sembra essersi sgretolato tutto. Possibile?
La spiegazione sta in un gomitolo di concause. Il Sei Nazioni è di natura volatile - chi
domina un anno può sprofondare quello dopo – ma le nostre concorrenti hanno più
tradizione e organizzazione,
Knicks si affidano al figliol prodigo
Phil Jackson per tornare a sognare il
titolo dell’Nba. Martedì al Madison
Square Garden annunceranno che l’ex allenatore dei Bulls di Michael Jordan, e dei
Lakers di Kobe Bryant e Shaquille
O’Neill, diventerà presidente della squadra. Non in panchina, dunque, ma sulla
poltrona principale, per ricostruire l’intera organizzazione del team.
Jackson ha vinto undici campionati come allenatore, ispirandosi alla filosofia zen
per garantire gli equilibri fra le sue stelle, e
al famoso schema di attacco a triangolo,
tanto semplice quanto impossibile da difendere. La sua mitica carriera nel basket, però, era cominciata proprio con i Knicks. Militava nella squadra dei primi Anni Settanta, quella di Bill Bradley, che non a caso è
stata l’unica vincente nella storia della società, infilando al suo dito due anelli dell’Nba. Per anni i Knicks hanno cercato di
riportare Phil a New York, come allenatore,
ma le offerte di Chicago e Los Angeles erano state troppo attraenti.
Ora però Jackson ha accettato di tornare, per un modico compenso compreso fra
10 e 15 milioni di dollari all’anno, lanciando
forse la sfida più difficile della sua carriera:
ricostruire la squadra più disfunzionale del
basket Usa. I Knicks, infatti, hanno il secondo tetto di ingaggi più alto nell’Nba, ma probabilmente non riusciranno neppure ad entrare nei playoff, dove invece sono avviati i
rivali cittadini di Brooklyn. Colpa di scelte
assurde fatte dal proprietario, Dolan, che
ha messo insieme una squadra vecchia e
male assortita. Magari la superstar Carmelo Anthony fa 30 punti a partita, ma i Knicks perdono perché non giocano a basket.
Jackson dovrà aggiustare questo disastro,
partendo proprio dalla decisione se tenere
o no Anthony, e cambiare allenatore. Ogni
volta che ha messo le mani su una squadra
ha vinto, ma finora non aveva mai fatto il
dirigente. E non sarà facile convincere Dolan, e la piazza turbolenta di New York, ad
accettare la sua calma zen per tornare a indossare l’anello.
Italia
11
P. T. 6-24
Inghilterra
52
Italia
Inghilterra
15 McLean; 14 Esposito,13Campagnaro,12
Garcia (73’ Masi), 11
Sarto; 10 Orquera (43’
Allan), 9 Tebaldi (66’
Gori); 8 Parisse, 7 Barbieri, 6 Furno (55’ Derbyshire, 62’ Biagi); 5
Bortolami, 4 Geldenhuys; 3 Cittadini
(46’ De Marchi), 2 Ghiraldini, 1 Aguero (46’
Rizzo, ’72 Cittadini)
15 Brown; 14 Nowell,
13 Burrell (53’ Tuilagi),
12 Twelvetrees (70’
Ford), 11 May; 10 Farrell, 9 Care (66’ Care);
8 Morgan, 7
Robshaw; 6 Wood
(66’ Johnson), 5
Lawes, 4 Launchbury
(70’ Attwood); 3 Wilson (70’ Thomas), 2
Hartley(53’Youngs),1
Vunipola (75’ Mullan)
ALL. Jacques Brunel
ALL. Stuart Lancaster
MARCATORI: 3’ Orquera (punizione), 10’ Farrell (punizione), 13’ Brown (meta, Farrell trasformazione), 22’ Orquera (punizione), 33’
Farrell (meta e trasformazione), 38’ Brown
(meta, Farrell trasformazione); 53’ Nowell (meta, Farrell trasformazione), 61’ Vunipola (meta,
Farrell trasformazione), 68’ Sarto (meta), 81’
Robshaw (meta, Farrell trasformazione).
ARBITRO: Pascal Gauzère (Francia)
CARTELLINI: 50’ Bortolami (giallo)
sanno ricostruirsi meglio e più sa e al piede. Qualche veterano
in fretta. Quest’anno abbiamo invece pecca di presunzione,
pagato infortuni e assenze pe- alla squadra è mancata la leasanti (Favaro, Minto, Zanni, Ca- dership nei momenti chiave
strogiovanni, Parisse), poi c’è la (frecciata a Parisse?). L’incerdebolezza del nostro movimen- tezza sulla Celtic League ha
to, che non ha un campionato pesato, se l’80% dei nazionali
all’altezza e rischia di sprecare viene da due squadre che deluanche la chance internazionale dono un contraccolpo è ineviin Celtic League, dove le due tabile». Rimedi? «Le franchifranchigie, le Zebre e la Benet- gie devono essere una palestra
ton arrancano. A Sei Nazioni in per la Nazionale dove formare
corso la Benetton ha annuncia- giocatori, allenatori e manager
to la rinuncia alla Celtic nel italiani», affonda Gavazzi.
2015, togliendo
« Da l l ’a n n o
serenità a molti
TOCCATO IL FONDO prossimo i soldi
dei nostri naziomilioni all’anPagata la modestia (4
nali. Sembrava il
no, ndr) la Fir li
momento giusto del nostro campionato darà solo a patto
E in Celtic si arranca che le franchigie
per la nascita di
una franchigia
adottino lo stesso
veneta allargata, i Dogi, tra- sistema di gioco della Nazionamontata però in un amen fra li- le. Basta pasticci. Bisogna lavotigi, mancanza di soldi e voglie rare insieme». È quello che
di indipendenza della «leghi- chiede da sempre Brunel, la cui
sta» Treviso, che mal sopporta panchina - Gavazzi dixit - non è
le ingerenze tecniche federali.
a rischio. A meno che non sia lui
«Dobbiamo riflettere», am- a mollare, sconfortato dal nomette il presidente della Fir stro futuro perennemente inAlfredo Gavazzi. «Capire per- certo. «Non drammatizziamo ché perdiamo partite già vinte, sostiene Fabio Ongaro, ex azcome contro la Scozia. Ai gio- zurro ora team manager delle
vani manca esperienza: è giu- Zebre - abbiamo scommesso
sto investire su di loro ma n. 9 e sui giovani, certe batoste ci
n.10 (Allan, ndr) devono mi- stanno». Ma accettarle, e spiegliorare notevolmente in dife- garle, è sempre più difficile.
Torneo all’Irlanda, decisiva la differenza punti
1 Alla fine l’ha spuntata l’Irlanda, che ha
espugnato lo Stade de France al termine di
una partita piena di colpi di scena e il giallo
finale di una meta annullata alla moviola ai
galletti. All’Inghilterra, che ha terminato come i Verdi a quota 8 ma con una peggior differenza punti, non sono quindi bastati gli oltre 50 punti inflitti all’Italia all’Olimpico. Un
anticipo di festa di San Patrizio (domani) e il
migliore degli addii per il grande Brian O’Driscoll che a Parigi ha chiuso la sua carriera internazionale. Terzo il Galles, malinconica ultima l’Italia. Risultati: Galles-Scozia 51-3, Francia-Irlanda 20-22. Classifica: Irlanda 8 (+83
diff. punti); Inghilterra 8 (+73); Galles 6
(+43); Francia 6 (+1); Scozia 2; Italia 0. [SEME]
14
Cinque
su cinque
Gli azzurri
delusi sull’erba
dell’Olimpico
romano dopo il ko
con l’Inghilterra,
quinta sconfitta
nelle cinque
partite del Sei
Nazioni 2014
In tribuna tra i
71.257 spettatori
(tutto esaurito)
anche il tecnico
della Roma
Rudi Garcia
L’EX AZZURRO
Abbiamo
scommesso
Mete subite sui giovani, certe
DA IRLANDA E INGHILTERRA
delusioni
Nel 2013 contro le stesse rivali
(una vittoria e una sconfitta)
ci stanno
l’Italia non ne incassò nessuna
Fabio Ongaro
TM DELLE ZEBRE
Basket: Minucci lascia Siena
1 Ferdinando Minucci non è più il gm
di Siena: contratto risolto consensualmente. Oggi in A si gioca l’8a di ritorno:
ore 16,30 Sassari-Venezia; 18,15 MilanoRoma, Cremona-Avellino, Pistoia-Siena,
Bologna-Reggio Emilia, Caserta-Montegranaro, Pesaro-Varese; 20,30 CantùBrindisi (Rai Sport 1).
44
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
I numeri
della
settimana
508
MILIONI, FATTURATO RECORD LAMBORGHINI
1 Lamborghini ha chiuso l’anno fiscale 2013 con
un netta crescita finanziaria: fatturato da 469 a 508
milioni di euro (+8%), consegne 2.121 vetture, record di vendite dei modelli V12 con 1.001 Aventador
50
MILIARDI IL RICAVO PREVISTO DA AUDI
1 Celebrando il record di vendite 2013 (1,575 mi-
lioni di unità, traguardo raggiunto con 2 anni d’anticipo sul previsto) Audi ha annunciato per quest’anno ricavi in ulteriore crescita: oltre 50 miliardi di euro
L’HI-TECH AVANZATO AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA
ALFONSO RIZZO
VAITOUDDEN (SVEZIA)
Tutto ebbe inizio a metà degli
anni ’70, quando gli ingegneri
della Bosch inventarono l’Abs
(sistema anti bloccaggio in
frenata, acronimo dal tedesco
Anti Blockiert Schutz). Per
poterlo proporre su auto in
produzione di serie era necessario testarlo in tutte le condizioni possibili e, soprattutto,
in condizioni di scarsa aderenza. All’epoca era in costruzione una pista di atterraggio
nei pressi di Arjeplog, nel
nord della Svezia, che d’inverno ghiacciava fornendo le condizioni ideali per mettere a
punto sistemi come l’Abs: superficie piatta, aderenza vicina allo zero e massima riservatezza per via dell’isolamento del luogo, praticamente
sperduto in mezzo ai ghiacci.
Dove girano vetture di ogni
marchio, molte in fase di collaudo, la privacy è di rigore.
Obbligatorio dal 2004
per vetture di nuova
immatricolazione:
ecco come salva la vita
La prima vettura al mondo
dotata di Abs fu la Mercedes
Classe S del 1978 (la prima italiana fu invece la Lancia Thema nel 1984) e oggi come allora, l’Abs funziona a meraviglia. La vera novità consiste
nel fatto che, da optional consigliato, è diventato un sistema di sicurezza ormai irrinunciabile, montato di serie
su tutti i modelli. Per valutarne a fondo la straordinaria efficienza in condizioni estreme, nulla è meglio di un test
come quello fatto sui ghiacci
perfettamente lisci del Centro
Prove Invernali Bosch di Vaitoudden, vicino ad Arjeplog,
che proprio quest’anno festeggia 10 anni di attività.
L’iniziativa del Gruppo
Bosch è nata dalla necessità
di disporre di un centro prove per la messa a punto dei
propri sistemi, ma anche dalla sempre crescente richiesta dei costruttori di strutture adeguate per i test delle
vetture prima della produzione in serie.
Ieri e oggi
La Mercedes Classe S
attuale e quella del ’78
ABS
Le prove comparative
I coefficienti di aderenza e i tempi di frenata,
con e senza Abs, vengono comparati dagli
ingegneri della Bosch. A sinistra, il test nelle
condizioni di ghiaccio liscio con una Vw Up!
l’Abs dovrà essere anche sui
motocicli oltre 125 cc) e ci vorranno solo pochi mesi perché
diventi obbligatorio, da novembre di quest’anno, il sistema di
controllo elettronico di stabilità
Sono già disponibili
impianti evoluti
per i modelli ibridi e per
l’auto che guida da sola
In un crescendo rossiniano,
sono sempre più numerosi gli
ingegneri dell’industria automobilistica che si trasferiscono ad Arjeplog da novembre
ad aprile, per periodi che vanno da qualche giorno a qualche mese. Straordinaria
l’ospitalità svedese: gli abitanti del posto mettono a disposizione le loro case e si godono
altrove le ferie, mentre quelli
che restano si occupano di garantire tutti i servizi utili ad
una popolazione che arriva a
triplicare (albergazione, ristorazione, servizi). Agli ingegneri non resta che provare e
riprovare per assicurare che
Abs, Esp e tutte le altre diavolerie ci salvino la vita.
Se già nel ’78 i primi Abs
approdavano sulle auto, soltanto dal 2004 l’adozione è divenuta obbligatoria per l’omologazione di nuovi veicoli
(l’UE ha stabilito che dal 2016
L’evoluzione del sistema elettronico
anti-bloccaggio delle ruote:
test estremi sulla pista svedese
della Bosch che lo inventò nel 1978
Esp (o Esc, Vdc, Dsc, cambia
soltanto la sigla).
Guidando sugli 11 km di piste
tracciate sul lago ghiacciato ci
si rende veramente conto dell’importanza di questi sistemi.
Senza Esp, schivare un alce può
risultare un’operazione mortale. Il processo di democratizzazione di questi sistemi salvavita
è ormai iniziato da tempo: entro
qualche anno l’Esp sarà obbli-
gatorio per legge praticamente
in tutto il mondo, anche nei paesi «freschi» di motorizzazione,
così come avvenuto per l’Abs.
Sono già installati in produzione i nuovi impianti frenanti
Esp hev con iBooster studiati
appositamente per le vetture
elettriche e ibride. Ideati per
consentire il massimo recupero
dell’energia frenante, riducendo così consumi ed emissioni
(altro obiettivo centrale) e aumentando l’autonomia.
Nel frattempo Bosch sta lavorando ad altre interessanti
soluzioni per l’auto del futuro
che, presto o tardi (si parla del
2025), sarà in grado di guidare
da sola. Uno scenario in cui la
concentrazione dell’elettronica
a bordo e il coordinamento di
tutti i sistemi di controllo e sicurezza richiedono massima
precisione. La garanzia di funzionamento in ogni situazione è
fondamentale. A ulteriore beneficio del centro prove invernali di Arjeplog che all’inizio
dell’inverno attende a braccia
aperte la migrazione dei sempre più numerosi ingegneri.
I multivan di lusso
Il pullmino si traveste da limousine
e Viano diventa Mercedes Classe V
MONACO DI BAVIERA
«Lo spazio è il vero lusso. E da
questo punto di vista la Classe
V è di gran lunga il nostro modello più lussuoso». Il n. 1 del
Gruppo Daimler, Dieter Zetsche, ha presentato così (per
ora staticamente) il nuovo van
Mercedes che sostituisce il
precedente Viano. Certo, a
prima vista è pur sempre
quello che in Italia chiamiamo
pullmino, più che una monovolume o una grossa berlina.
Perché da noi questa tipologia
di veicoli, come ricorda Dario
Albano, direttore vendite e
marketing veicoli commerciali di Mercedes-Benz Italia, «è
al 70% utilizzata come shuttle
dagli alberghi o per noleggio
con conducente, solo il 30% dai
privati». Ma in altri paesi, a cominciare dagli Usa che le hanno
inventate e pure in Germania,
le monovolume di grosse proporzioni sono largamente usate
dalle famiglie numerose. E con
la Classe V siamo oltre i 5 metri
di lunghezza, con 6 o 8 posti.
Orientandosi verso un target
sempre più vasto, Mercedes decide di puntare decisamente su
contenuti, allestimenti interni,
sicurezza attiva e passiva, per
farne una «berlinona» lussuosa
di grandi dimensioni, sempre
meno un veicolo da lavoro. Anche lo stile vuole la sua parte:
così il frontale contrassegnato
dall’imponente calandra a scu-
do orizzontale sfoggia i fari della ammiraglia Classe S, per la
prima volta nella categoria interamente con luci a Led. E il
portellone posteriore presenta
un lunotto ampio, apribile anche parzialmente per facilitare
il carico dall’alto degli oggetti,
magari quando si esce dal supermercato con la spesa, senza
dover per forza sfruttare tutto
il volume del bagagliaio.
È l’interno, però, che lascia
quasi stupefatti. La plancia, imponente, è decisamente ispirata a quella (davvero elegante)
della S. Le poltroncine singole
sono ben profilate, comode, e
disponibili nelle combinazioni
più varie. I materiali dei rivestimenti sono di altissima qualità,
La nuova Classe V Mercedes: prezzi da 40.399 a 62.735 euro
la sensazione è di trovarsi in un
salotto viaggiante per le rifiniture e l’infinito spazio a disposizione. La Classe V, costruita in
Spagna, nella fabbrica di Vitoria, è offerta con 2 passi e 3 lunghezze diverse. I motori sono a
4 cilindri turbodiesel 2,1 litri
con 3 diverse potenze: 136, 163 e
190 Cv. Presenti, di serie o a richiesta, undici sofisticati dispositivi di assistenza elettronica,
proprio tutti quelli offerti sulle
berline Mercedes Casse E e S,
che facilitano e rendono più sicura la guida e il parcheggio. La
Classe V viene commercializzata in Italia questo mese, anche
se il lancio vero e proprio è previsto per giugno. Il prezzo base
non dovrebbe essere molto superiore ai 35 mila euro, anche
se ovviamente in quello finale
conteranno gli optional. [M. D. I.]
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
15
www.lastampa.it/motori
MILA UNITÀ DELLA FIAT OTTIMO IN CINA
1 Fiat ha avviato la vendita della nuova Ottimo in
Nel sito motori
approfondimenti
e fotogallery
Cina. Una berlina 5 porte derivata dalla Viaggio (che
lo scorso anno ha conquistato oltre 42 mila cinesi).
Previste 15 mila unità, saliranno a 20 mila nel 2015
In breve
Alla sfida delle elettriche
si iscrive anche la e-Golf
Martedì sera
Il «caso TorinoDesign»
all’Unione Industriale
Silenzio, spunto entusiasmante, autonomia tra 130 e 190 km
Si gira la classica chiavetta
sul piantone dello sterzo e un
suono avverte che il motore è
acceso. Leva del cambio dalla
posizione P alla D, proprio come con un normale automatico, poi si preme il pedale dell’acceleratore e la vettura si
mette in movimento. Senza
strappi, ma soprattutto senza
il minimo rumore. Perché è
una e-Golf: la prima versione
a completa trazione elettrica
che arricchisce la gamma della più venduta vettura d’Europa a 40 anni dalla sua nascita.
Un’auto elettrica è ancora
qualcosa di esotico per la stragrande maggioranza degli automobilisti: incuriosisce, ma
«spaventa». Ora anche la
Volkswagen, che ha organizzato il test nel centro di Berlino, ora si è dotata di questa
tecnologia, e per un modello
molto popolare. La e-Golf è in
tutto identica a quelle con motori tradizionali, solo il frontale è privo della griglia per il
raffreddamento. Anche all’interno non ci sono differenze,
se non nelle indicazioni del
cruscotto e del pannello contenuto nel grande display del
navigatore. Il cuore è un motore elettrico che offre 85
kW/115 Cv, alloggiato anteriormente, nella stessa posizione di un propulsore tradizionale. Lo alimentano batterie agli ioni di litio: 264 celle
che forniscono una capacità
di 24,2 kWh. Grazie alla caratteristica della piattaforma
modulare MQB (quella che
prevede motori anteriori trasversali) del Gruppo Vw sono
posizionate sotto i sedili anteriori e posteriori e in corrispondenza del tunnel centra-
Stesso look
La e-Golf è
in tutto simile
alla Golf
normale
Sul cruscotto
un indicatore
segnala le fasi
in cui
le batterie
si ricaricano,
frenando
o accelerando
le. Le prime sensazioni di guida
sono entusiasmanti. L’accelerazione è notevole, come in tutte
le elettriche: da 0 a 60 km orari
in 4,2 secondi, piena, senza «bu-
chi». Il cambio è monomarcia,
non si avverte alcuna variazione nell’erogazione della potenza. Il silenzio è assoluto, dall’abitacolo non si avverte nep-
La Volvo Concept Estate fa collezione di premi
numerose pubblicazioni europee «Car of the
Show» del Salone ginevrino. Il riconoscimento segue quelli ottenuti dai due precedenti prototipi: la
Concept Coupé era stata eletta Car of the Show dalla stampa tedesca allo IAA di Francoforte in settembre e la Concept XC Coupé aveva ricevuto il prestigioso Eyes On Design al Naias di Detroit a gennaio.
Transit si declina in 450 varianti
e debutta tra i minibus compatti
CORRADO CANALI
BARCELLONA
Il nuovo Transit segna l’inizio
dell’era globale del veicolo
commerciale Ford. Le varianti
disponibili sono illimitate, risultato di un incrocio di passi,
misure e potenze davvero unico. Il lancio della gamma Transit è previsto in aprile, ma si
completerà a novembre con la
piccola delle varianti.
Tre le tipologie di telai che
mette a disposizione il nuovo
Transit. Quella classica, con la
carrozzeria a Van, si declina
secondo due misure di passo e
tre lunghezze. Ci sono anche
diverse opzioni di altezza del
tetto. La versione M2 Bus è la
prima novità della gamma
commerciale, che si prepara a
competere anche nel settore
dei bus compatti sino a 18 po-
pur il ronzio del motore elettrico. Sul cruscotto uno strumento circolare indica, con una zona verde, le fasi in cui le batterie
si ricaricano: in frenata o in de-
«CAR OF THE SHOW» AL SALONE DI GINEVRA
1 La Volvo Concept Estate è stata giudicata da
Il Ford Transit nella versione Jumbo può ospitare 18 persone
sti. Due misure di passo e tre
lunghezze, come per il furgone.
Il cerchio si chiude con la
variante Chassis che propone
cinque tipologie di passo e altrettante lunghezze, senza dimenticare la possibilità di ca-
bina singola o doppia. Nel nuovo Transit la vita di bordo, pur
conservando una certa razionalità, si è lasciata influenzare
in maniera evidente dal concetto di comfort automobilistico. Ma il legame con l’auto lo
45
MOTORI
LA PROVA URBANA A BERLINO DELLA VOLKSWAGEN «ZERO EMISSION»
MARCO DEGL’INNOCENTI
BERLINO
.
evidenzia in modo speciale
quando si tratta d’infotainment. È infatti disponibile il sistema Sync, mentre in autunno sarà aggiunta anche la funzione AppLink, per il controllo
vocale delle più diffuse app.
Passiamo al motore che è
uno solo di 2200 cc TDCi, ma
in tre livelli di potenza: 100, 125
e 155 Cv, per ora abbinati a un
cambio manuale a sei marce,
ma per il futuro si parla già di
automatico. Il 4 cilindri Ford è
proposto a trazione anteriore,
posteriore anche con ruote gemellate, o integrale. Previsto il
pacchetto ECOnetic sul 125 Cv
co n s i s t e m i co m e l o
Start&Stop che riducono consumi ed emissioni.
Ricapitolando le varianti
del nuovo Transit sono 450,
per 6 diverse versioni: Van,
Van doppia cabina, Combi,
Chassis cabina singola o doppia e Bus M2. Disponibili, invece, 5 lunghezze di carrozzeria
(da L1 a L5) e due altezze del
tetto (H1 e H2). Cinque anche
le classi di portata e tre le tra-
1 Alla
celerazione. Una spia calcola
costantemente l’autonomia;
quella massima è dichiarata in
190 km, la minima in 130.
Ai semafori, e ce ne sono tanti, la e-Golf scatta morbida e decisa. La frenata è sicura, spesso
per decelerare notevolmente
non c’è neppure bisogno di agire sul pedale del freno, basta
giocare (ci vuole poco tempo
per prendere confidenza) con la
leva del cambio per spaziare tra
4 modalità di recupero energia,
che si aggiungono alle tre di guida, regolabili tramite un pulsante. Ma nell’uso normale ci si
limita a premere il pedale dell’acceleratore e quello del freno,
anche se proprio lo stile di guida influisce molto sull’autonomia. La e-Golf può toccare i 140
km/h, che però nel nostro test
ribalta il car design
martedì sera all’Unione Industriale di Torino. L’ultimo degli appuntamenti organizzati
in collaborazione con La
Stampa esplora i nuovi orizzonti dello stile automobilistico attraverso il fenomeno
«TorinoDesign», l’azienda
fondata nel 2006 da Roberto
Piatti (foto) che oggi esporta
nel mondo il miglior made in
Italy. Un’avventura di successo raccontata in un volume di
Decio Carugati, che sarà presente all’incontro con Benedetto Camerana e lo scrittore
Stephen Bayley, fondatore del
London Design Museum.
Tecnologia
Lo specchietto magico
Nissan con schermo Lcd
Le 264 celle a ioni di litio
sono sotto i sedili
Problemi? La ricarica
e il prezzo: 37 mila euro
urbano non abbiano neppure
potuto avvicinare. Naturalmente la vettura ad un certo punto
va ricaricata. I sistemi sono 3:
presa tradizionale di corrente a
220 V (13 ore); apparecchio di
ricarica rapida, ad esempio sul
muro in garage (le ore calano a
8); in mezz’ora (fino all’80 %
della capacità) dalle apposite
colonnine che in alcune città
europee cominciano a vedersi.
Per chi è indicata questa
macchina, acquistabile in Italia
da giugno? La risposta più logica: per i pendolari con decisa
coscienza ecologica che percorrono in media 50 km al giorno o
poco più. Certo, resta un aspetto non proprio secondario: i circa 37 mila euro del prezzo.
zioni. Molteplici le variabili di
prezzo per i due allestimenti
previsti: Entry e Trend. Il modello d’accesso alla gamma
Transit è il Furgone 290 Entry
TDCi 100 Cv, offerto a 23.000
euro. Non ci sono differenze di
prezzo, invece, tra la trazione
anteriore e quella posteriore,
mentre quella integrale costa
5.000 euro, ma non è disponi-
Il commerciale Ford
si offre in sei versioni ,
5 lunghezze e 2 altezze
Tutte connesse con Sync
bile sui modelli da 100 Cv. Servono 750 euro per passare da
una portata all’altra, così come
per salire di potenza. Stessa
differenza di prezzo tra le carrozzerie, mentre la Bus M2 costa 4.750 euro in più. L’allestimento Trend costa 1.500 euro
in più, 2.500 sul Transit Bus
M2. Cifre a cui vanno poi sommate le variabili legate alle
lunghezze e alle altezze.
1 Nissan
ha presentato il
primo specchio retrovisore al
mondo dotato di monitor Lcd
che consente al guidatore di
passare dalla visione monitor
a quella tradizionale (specchio) a seconda delle preferenze. Una telecamera ad alta
definizione sul retro assicura
una vista chiara e allargata di
tutto lo spazio posteriore, per
un controllo ottimale dei coni
d’ombra. Sul fondo del retrovisore, un pulsante consente
di attivare il monitor o scegliere la visione tradizionale.
I record dell’Iveco
Dopo un milione di km
il Daily è «come nuovo»
1 L’impiego
quotidiano di
un Iveco Daily, versione minibus, in Sudafrica da SowetoJohannesburg verso la Namibia è diventato un video «virale». E testimonia l’efficienza
del veicolo che, attraverso terreni impervi o desertici della
savana, ha compiuto un milione di km restando «come nuovo». Sono 25 i Daily (prodotti
a Valladolid) che hanno superato il traguardo.
Launch Edition
Alfa 4C, tour a Modena
per 21 clienti europei
1I
primi 21 clienti europei
della 4C Launch Edition sono
stati invitati da Alfa Romeo a
trascorrere un weekend nella
fabbrica artigianale della supercar compatta, lo stabilimento modello della Maserati
a Modena.
T1 CV PR T2
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 46
IN EDICOLA CON
LA STAMPA
Oggi
Ieri
Un anno fa
MIN (˚C)
IL TEMPO IN CITTÀ
4
4.4
4.5
MAX
*
In edicola con La Stampa
*
47
20
19.8
12.7
Diario
T1 T2
Le letture della domenica
La scuola
sempre sveglia
Alla scoperta
dei “vippini”
Alla Piazza
dei Mestieri tra i birrai
dell’alba e i pasticcieri
della notte
Un nuovo trend
tra gli adolescenti
«Contano il look
e i giudizi su Facebook»
Esposito e Remmert
Elena Lisa
ALLE PAGINE 56-57
A PAGINA 61
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
TORINO
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 fax 011 6639003, e-mail [email protected] 1 [email protected] 1 [email protected]
Nei guanti
la prova
contro
l’ex colf
La scoperta del Ris
nell’indagine sulla
strage di Caselle
Gianni Giacomino
A PAGINA 55
I giovani
e il lavoro
fai-da-te
IL VOTO DEL 25 MAGGIO I BIG IERI IN CITTA’, MARTEDI’ IL VERTICE RISOLUTIVO
Centrodestra diviso
Due giorni per decidere
Forza Italia e Ncd rivendicano il candidato. La Lega: noi da soli
Si tratta. Martedì vertice
* finale
a Roma per scegliere
il candidato alla presidenza
della Regione. Ma è scontro
tra l’azzurro Toti e Alfano
sul voto utile alle elezioni
Europee. Anche la Lega e
Fratelli d’Italia alzano la
voce, ma le diplomazie lavorano sull’ipotesi del ticket
Pichetto-Porchietto per superare i contrasti emersi
nel centrodestra.
Ieri il «Freelance day»
Come sopravvivere
alle leggi del mercato
Elena Barberis
A PAGINA 58
Basket
Pms-Trento
per il primato
Mondo e Tropeano A PAGINA 51
REPORTAGE
Big match al Ruffini:
una vittoria vale
la testa della classifica
CHIAMPARINO
PER IL
Domenico Latagliata
A PAGINA 67
PIEMONTE
Il “bicerin”
che sa tanto
di Torino
La «Prova» del Nove
nata in piazzetta
della Consolata
Rocco Moliterni
Guida al pieno meno caro
Assandri, Coccorese, Insalaco e Priante ALLE PAGINE 48-49
ALLE PAGINE 64-65
Chiamparino
presenta
il suo simbolo
Full immersion elettorale
nei mercati del Cuneese
Beppe Minello A PAGINA 52
La saga del velodromo
ANDREA ROSSI
«C
he cosa aspettate?» Avessero potuto liberarsi dal
linguaggio da legulei con cui
sono costretti a scrivere i loro
atti, i giudici del Tar si sarebbero probabilmente rivolti così agli ex gestori del Motovelodromo, lo storico impianto
chiuso dallo scorso autunno. I
quali si erano rivolti al tribunale contestando l’ordinanza
con cui il sindaco Fassino aveva messo i sigilli alla struttura
per motivi di sicurezza: estintori, cartelli, vie di fuga. Il Tar
ha replicato con un verdetto
salomonico. In sostanza: i lavori da eseguire sono così irrisori
che basta un mese e un po’ di
buona volontà. E dunque, in 30
giorni i gestori dovranno provvedere a mettere a norma l’impianto. Nei 10 successivi Palazzo Civico dovrà controllare. «In
realtà i lavori sono stati eseguiti, il Comune può venire a controllare domani», dicono i gestori. A quel punto il Motovelodromo potrebbe riaprire. Anche perché la decisione del Comune di revocare la licenza al
Comitato cui era stato affidato
è stata cassata (meglio, sospesa), sempre dal Tar. Se ne riparlerà a fine anno.
LA STORIA
Torre Pellice
“espelle”
Mussolini
GUIDO NOVARIA
S
parisce Benito Mussolini dall’elenco dei cittadini onorari di Torre
Pellice. A novant’anni esatti
dalla sua iscrizione, sabato
prossimo, il Consiglio comunale è chiamato a cancellare il nome del Duce e
fondatore del fascismo che,
nel ’24, ad appena due anni
dalla conquista del potere, il
podestà del Comune valdese si era affrettato a proporre e a far approvare - naturalmente all’unanimità dall’assemblea consiliare.
Oggi il sindaco di Torre
Pellice Claudio Bertalot spiega che la presenza del cavaliere Benito Mussolini non è
stata una scoperta tardiva:
«Sapevamo, ma il problema
si è posto - spiega - nel momento in cui abbiamo deciso
di istituire un apposito registro per i bambini stranieri
nati e residenti in Italia». E
aggiunge, quasi a discolpa:
«D’altra parte negli Anni
Venti erano stati molti, se non
quasi tutti, i Comuni che conferirono l’onorificenza a Mussolini. Ma tenere il suo nome
oggi e soprattutto quando andiamo a conferirla ai minori
stranieri, come esempio di
democrazia, ci è sembrato
che stridesse parecchio».Ma
nella «capitale» valdese non
mancano perplessità sulla
cancellazione: «Si poteva fare prima, quando tutti in paese sapevano che il Duce era
un nostro concittadino».
T1 CV PR T2
48 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
gg Dossier/Guida ai consumi (ultima puntata)
Corso Re Umberto
Benzina
“Mi metta cinque euro”
E pagano con le monetine
Al distributore della Ip di
corso Re Umberto, all’angolo con corso Einaudi,
l’immagine dell’uomo in
giacca e cravatta che fa il
pieno porgendo la carta di
credito ormai è un lontanissimo ricordo.
«Anche se lavoro in una
zona molto ricca di Torino,
si è registrato un aumento
esponenziale di automobilisti che mi chiedono appena
5 euro di benzina. Vengono
anche tutti i giorni, e mi pagano con monete da un euro
e cinquanta centesimi – dice il
gestore Franco Basiletti -. Il
record più basso è stato un rifornimento da 1,80 euro».
Giusto la benzina indispensabile per tornare a casa. Non
c’è più nessuno che passa da
lui per fare il pieno, neanche
nel fine settimana.
Quando gli automobilisti
sono francesi, invece, fa ottimi
affari: «In Francia sono abituati al self service – spiega -, e
vedendo che da noi i benzinai
esistono ancora, mi lasciano
sempre la mancia».
[C. INS.]
Corso Massimo d’Azeglio
“Tra tasse e spese
non mi resta niente”
«Sono tre anni che non porto un euro a casa». Diego
Usati, dal distributore in
cui lavora tutti i giorni di
corso Massimo 24, racconta che tutto quello che guadagna al mese, circa 1.000
euro, lo spende tra tasse,
bollette, spese del commercialista e tutto il resto.
«Continuo a resistere con i
pochi risparmi che ho, sperando che prima o poi ci
possa essere una ripresa»,
dice con un tono di voce
pieno di rassegnazione.
«Che cosa posso fare? Ho
pensato tante volte di cambiare lavoro, ma a sessant’anni dove mi prendono?».
In corso Massimo fino a
dieci anni fa i distributori erano cinque. Adesso ne sono rimasti soltanto più tre. «Da novembre dell’anno scorso sono
passato da Q8 alla pompa
bianca – continua Diego Usati
-, si risparmiano così circa 13
centesimi. Ma anche l’aver abbassato il prezzo della benzina non è servito a risollevarmi
dalla crisi».
[C.INS.]
Piazza Chironi
1,720 Ip Corso Monte Cucco angolo corso Peschiera (self)
1,727 Q8 piazza Massaua angolo via Pietro Cossa
1,738 Agip Via Servais 25 (in orario di chiusura)
1,745 Q8 piazza Massaua angolo via Pietro Cossa (self)
1,746 Q8 corso Monte Cucco angolo via Monginevro
1,778 Agip via Servais 25 (self)
1,780 Esso via Lessona 82;
1,783 Eni p.zza Bernini (Iperself)
1,784 Total erg piazza Chironi;
1,787 Eni via Lessona 30 (self)
1,798 Ex Ip c.so Monte Grappa 63 (servito)
1,800 Esso via Lessona 82 (self)
1,811 Agip c.so Monte Grappa 29 (self)
1,812 Agip corso Monte Cucco 11
1,815 Ip c.so Monte Cucco ang. c.so Peschiera (servito)
1,816 Q8 C.so Monte cucco ang. via Monginevro (self)
1,820 Q8 Piazza Bernini
1,828 Eni piazza Bernini (servito)
1,827 Eni via Lessona 30 (servito)
Diesel
1,627 Q8 p.zza Massaua angolo via P. Cossa (in chiusura)
1,628 Ip corso Montecucco angolo corso Peschiera (self)
1,628 Agip via Servais 25 (in orario di chiusura)
1,630 Q8 c.so Montecucco ang. via Monginevro (in chiusura)
1,639 Q8 piazza Massaua angolo via Pietro Cossa (self)
1,668 Agip via Servais 25 (fai da te)
1,669 Esso Via Lessona 82 (in orario di chiusura)
1,672 Eni piazza Bernini (Iperself)
1,677 Eni via Lessona 30 (self)
1,678 Total erg piazza Chironi
1,689 Esso via Lessona 82 (self)
1,700 Ex Ip corso Monte Grappa 63 (servito)
1,700 Q8 c.so Montecucco ang. via Monginevro (self)
1,702 Agip corso Montecucco 11
1,707 Agip corso Monte Grappa 29 (self)
1,710 Q8 piazza Bernini
1,715 Ip c.so Montecucco ang. corso Peschiera (servito)
1,717 Eni piazza Bernini (servito)
1,717 Eni via Lessona 30 (servito)
Prezzi
a confronto
IL MENO CARO
IL PIÙ CARO
Benzina
1,685 Piazzale San Gabriele di Gorizia,
Carrefour (self)
1,699 Piazzale San Gabriele di Gorizia,
Tamoil (servito)
1,719 Piazza Omero, Esso (self)
1,719 Via Pio VII angolo via Duino, Totalerg (self)
1,732 Piazza Bengasi, Agip (self)
1,744 Corso Traiano 62, Total (self)
1,749 Via Gaidano angolo via Rubino, Q8 (self)
1,758 Corso Traiano 128, Ip (self)
1,772 Piazza Bengasi, Agip (servito)
1,881 Via Gaidano angolo via Rubino, Q8 (servito)
1,959 Corso Traiano angolo
corso Unione Sovietica, Q8 (servito)
Diesel
1,579 Piazzale San Gabriele di Gorizia,
Carrefour (self)
1,579 Piazzale San Gabriele di Gorizia,
Carrefour (self)
1,589 Piazzale San Gabriele di Gorizia,
Tamoil (servito)
1,604 Piazza Omero, Esso (self)
1,612 Piazza Bengasi, Agip (self)
1,629 Via Pio VII angolo via Duino, Totalerg
1,638 Corso Traiano 62, Total (self)
1,639 Via Gaidano angolo via Rubino, Q8 (self)
1,652 Piazza Bengasi, Agip (servito)
1,655 Corso Traiano 128, Ip
1,770 Via Gaidano angolo via Rubino, Q8 (servito)
1,819 Corso Traiano angolo
corso Unione Sovietica, Q8 (servito)
Scendono i prezzi
Spariscono i benzinai
“Ci offrono contratti
per fare le pulizie”
In città aumenta il numero dei distributori automatizzati
Le pompe «ghost» si diffondono a macchia d’olio. E sono l’incubo di ogni benzinaio: il fantasma che li tormenta è il loro. Sono ghost le
pompe dove tutto diventa
automatico e il tradizionale
benzinaio sparisce. O meglio, diventa una figura evanescente. «Ci viene offerto
un contratto per passare a
occuparci della pulizia e
controllare che tutto sia a
posto. Ma con la partita Iva
in tasca non resta nulla» dice Manuela Tartaglia del
Cinque, sette, addirittura
dieci centesimi al litro in
meno. Il prezzo della benzina ha arrestato la sua corsa. Rispetto a sei mesi fa,
rimane in linea quello del
diesel, ma registra un calo
la verde.
Per verificarlo, abbiamo
visitato una sessantina di
distributori in città, scoprendo così che la scomparsa dei «pieni» va di pari passo con la «ghostizzazione
delle pompe», ovvero l’automatizzazione di tante sta-
PAOLO COCCORESE
CHIARA PRIANTE
Total Erg di piazza Chironi.
Il suo impianto da tempo è
in rosso. «Le grandi compagnie spingono per ghostizzare. Vedremo se ci sono altre
soluzioni» dice Teseo Bastia,
proprietario dell’impianto e
di un’altra decina in città. «Finiremo tutti così» è l’amara
previsione del gestore del Q8
di piazza Massaua. I suoi
prezzi sono buoni. «Ma è troppa la concorrenza dei nuovi
ghost dell’Ip in via Pietro Cossa. Anche noi diventeremo
fantasmi».
[F. ASS.]
Sulla «Stampa»
Le precedenti puntate:
carne e pesce (3 marzo),
frutta e verdura (9 marzo)
1
zioni che sta decimando i
benzinai.
Buone notizie, dunque, per
chi si serve di senza piombo.
Il prezzo oscilla dal minimo
di 1,674 al litro dell’Eni all’Auchan di corso Romania, a un
massimo di 1,765. Scegliendo
la pompa più economica, si
possono risparmiare - per un
pieno - fino a 10 euro. Sconti
ovunque poi, e risparmi in
tutti i quartieri. Merito, per
così dire, del calo dei consumi
(tra il 20 e il 50 per cento) che
ha fatto scendere i prezzi.
«Facevo 30 mila chilometri
l’anno, ora la metà: prendo la
vettura solo quand’è indispensabile» racconta Paolo
Ussia. E se fare il pieno è diventato un lusso, aumentano
le pompe ghost, con tante
stazioni che si trasformano in
self-service: «Il futuro sarà
senza benzinai, come in Francia e in Germania» ammette
Giovanni Tonutti della Totalerg di piazza Zara. Una rivoluzione che già si respira al
Val di piazza Costantino Il
Grande: qui gli addetti sono
rimasti solo per controllare
l’olio e gonfiare le gomme.
Hanno collaborato Fabrizio
Assandri e Cristina Insalaco
2
Unlettorescrive:
1 «Alla luce dei recenti dolo-
rosifattidicronacasitornaaparlare degli alberi torinesi. Quindi
conogniprobabilitàassisteremo
ad una nuova serie di abbattimenti,percarità,sempreampiamente giustificati. Io domando
però come la nostra città possa
continuare a vantarsi delle proprie alberate quando è sotto gli
occhi di tutti la loro deplorevole
condizione. Nei corsi Vittorio
Emanuele, Galileo Ferraris, Duca degli Abruzzi, Stati Uniti, San
Maurizio i buchi non si contano.
In corso Re Umberto sono anni
chenonsipiantanogl’ippocastani. E che dire dei platani imponentidifrontealMastiodellaCittadella? Sono parecchi lustri che
ne han visto la scomparsa sostituiti da una colata di bitume.
Stessasorteperiplatanidicorso
Moncalieri angolo corso Fiume.
E forse se nei 10 anni trascorsi ci
si fosse preoccupati dello stato
degli alberi del Monte dei Cappuccini oggi non li avrebbero ab-
Specchio dei tempi
2
123456 86 9ABCDBED F 9AB 436AE36D6 666 86E6DB436 13 C6
EA3AB8A1A6AEB3DCDD8AADEA1F6ECD63D639666
2
battuti. E quanti sono quelli soffocati dalla crescita incontrollata
dell’edera nel Parco Leopardi già
devastato dagli smottamenti? Dal
canto mio regalerò una pianta che
sostituirà (mi pare fosse un acero)
quellatantoamatadaimieidefunti
genitori (che ovviamente non c’è
più) di un angolo del Valentino di
frontealBorgoMedioevale...».
U.RICHELMI
Unalettricescrive:
1 «E’ il secondo sabato pomeriggio che mi reco in centro città
con la linea 13 e a causa di manifestazioni, il bus da via Cernaia
devia il percorso.
«Dopo aver sbrigato le mie
commissioni ho provato a chiedereperbenduevolteacoppiedivigili urbani, numerosi agli incroci, se
per caso sapevano il percorso del
13 per il rientro. La laconica risposta in entrambi i casi è stata: la Gtt
non ci informa. Poiché finalmente
qualche turista si vede in strada,
nonsarebbeopportunorichiedere
aGttunminimodiinformazioneal
riguardo? O magari pretendere
dai vigili un minimo di sforzo per
chiedereinformazioniviaradio?
«Nelmiocasosonorientrataa
piedi e la questione non mi ha
preoccupata più di tanto, però
chi non conosce la città o è anzia-
no e affaticato a chi domanda?».
ROSANNADELLACHIESA
Unlettorescrive:
1 «Per i correntisti postali che
fruiscono del servizio di estratto
conto on-online la passione pasquale comincia... poco dopo la
Befana! Sì, perché ogni anno
l’estrattocontodelmesedigennaio arriva non prima di fine febbraio (cioè quando è quasi ora di ricevere quello di quest’ultimo mese).
Quest’anno poi Poste Italiane
sembra intenzionata a battere
ogni record: siamo alla fine della
primadecadedimarzoedell’e/cdi
gennaio ancora nessuna traccia.
Capisco che a gennaio si debbano
calcolare gli interessi di tutto l’anno precedente e che questo comporti del lavoro supplementare,
ma l’informatica, ormai entrata a
pieno titolo anche nella vecchia
Pt, cosa fa? Estratto conto di gennaio2014:secisei,battiunbip!...».
DANIELEORLA
L’EnteParcoscrive:
riferimento alla rubrica
Specchio dei tempi, dell’8 marzo
u.squestoenteintenderispondere
sul punto “Stupinigi la sparizione
degli scoiattoli”, mediante l’integrale pubblicazione di quanto segue. In risposta a coloro che chie-
1 «In
devano informazioni sulla diminuzione di scoiattoli nel Parco di Stupinigi, l’Ente Parco osserva che
nonrisultanoincorsoazionidicontrollo né di disturbo su questi animali esotici (scoiattolo grigio americano),lacuipresenzaècausadell’estinzione nei boschi della zona
delloscoiattolorossonostrano.
E’ possibile che i minori avvistamenti da parte dei fruitori siano dovuti al fatto che recentemente nell’area frequentata dal
pubblico, per ragioni di sicurezza, è stata ridotta la componente
arborea e che gli scoiattoli si siano quindi spostati nelle zone boschive adiacenti, ovvero che la
minor copertura arborea in tale
zona abbia favorito l’azione predatoria ad esempio degli uccelli
rapaci nidificanti nel Parco».
STEFANIAGRELLA,ROBERTOROSSO
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi
T1 CV PR T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
.
Cronaca di Torino .49
g
Pozzo Strada
Benzina
1,680 Piazza Costantino
il Grande, Val (Self)
1,680 Corso Bramante,
Repsol (Self)
1,719 C.so Massimo 24, Pompa Bianca (Self e Servito)
1,732 Piazza Borromini, Agip (Self)
1,732 Corso Massimo 40, Agip (Self)
1,739 Piazza Muzio Scevola, Shell (Self)
1,750 Piazza Borromini, Esso (Self)
1,760 Piazza Borronini, Esso (Servito)
1,780 C.so Re Umberto/ C.so Einaudi, Ip (Self e Servito)
1,812 Corso Massimo 40, Agip (Servito)
1,812 Piazza Borromini, Agip (Servito)
1,829 Piazza Muzio Scevola, Shell (Servito)
1,844 Piazza Zara, Total Erg (Self e Servito)
1,854 Corso Massino 2, Total Erg (Self e Servito)
1,879 Piazza Gran Madre, Esso (Servito)
Diesel
1,580 Piazza Costantino il Grande, Val (Self)
1,580 Corso Bramante, Repsol (Self)
1,609 Piazza Muzio Scevola, Shell (Self)
1,609 C.so Massimo 24, Pompa Bianca (Self e Servito)
1,622 Piazza Borromini, Agip (Self)
1,622 Corso Massimo 40, Agip (Self)
1,634 Piazza Borromini, Esso (Self)
1,644 Piazza Borronini, Esso (Servito)
1,670 C.so Re Umberto/ C.so Einaudi, Ip (Self e Servito)
1,699 Piazza Muzio Scevola, Shell (Servito)
1,702 Corso Massimo 40, Agip (Servito)
1,702 Piazza Borromini, Agip (Servito)
1,738 Piazza Zara, Total Erg (Self e Servito)
1,748 Corso Massino 2, Total Erg (Self e Servito)
1,759 Piazza Gran Madre, Esso (Servito)
Benzina
1.674 Corso Romania
Auchan, Eni (self)
1.689 Corso Giulio Cesare 276, Q8 (self)
1.700 Beyfin corso Giulio Cesare (servita)
1.702 Piazza Derna Eni (self)
1.721 Agip via Lauro Rossi (self)
1.730 Corso Ciriè 33 (self)
1.739 Erg corso Ciriè 12 (servito)
1.750 IP Largo Regio Parco (servito)
1.765 Corso Giulio Cesare 264 (servito)
1.768 Total Erg via Cigna 187
(rotonda di via Cigna) (servito)
1.832 Via Priocca (Agip) (self)
Diesel
1.564 Corso Romania Auchan, Eni (self)
(se
1.567 Piazza Derna Eni (self)
1.569 Corso Giulio Cesare 276, Q8 (self)
1.592 Beyfin corso Giulio Cesare (servita)
1.614 Erg corso Ciriè 12 (servito)
1.617 Agip via Lauro Rossi (self)
1.619 Corso Ciriè 33 (Self)
1.640 Largo Regio Parco, Ip (sevito)
1.654 Corso Giulio Cesare 264 (servito)
1.659 Total Erg via Cigna 187
(rotonda di via Cigna) (servito)
1.721 Agip via Priocca (self)
Centimetri-LA STAMPA
I Consumatori
L’installatore di gpl
“Clienti rassegnati
in cerca dei ribassi”
“Il metano mi sta dando
davvero una mano”
Silvia
Cugini
CHIARA PRIANTE
«C’è rassegnazione
tra gli automobilisti
ma anche un pizzico
di consapevolezza in
più». In via Parma, agli sportelli dell’Adoc, l’associazione
per la difesa e l’orientamento
dei consumatori, di cittadini
ne passano tanti per protestare contro bollette, rincari, ingiustizie. Qui si ha il polso della situazione, non solo perché,
come spiega Silvia Cugini,
presidente di Adoc Piemonte,
i dati di qualsiasi settore vengono raccolti e analizzati.
Icittadinisonoarrabbiatiper
i rincari della benzina?
«Prevale la rassegnazione, ormai. Tre anni fa si protestava,
oggi decisamente meno. Va
Presidente
di Adoc
Piemonte
con
sportelli
in via Parma
detto che la situazione è migliorata grazie alla liberalizzazione
che, scatenando la concorrenza, ha portato offerte».
In meglio?
«Sì, ora ci si è abituati a comparare i prezzi e poi scegliere: solo
così si può risparmiare».
Dai vostri dati cosa emerge?
«I numeri più significativi sottolineano che, comunque, c’è
stato un calo dei consumi e che
molti, oggi, scelgono mezzi alternativi come la bici».
«Ormai, più che
un’esigenza, è addirittura diventata
una moda». Gianni De
Silvestro, da 25 anni monta
impianti a gas e ha visto cambiare l’Italia dalla sua autofficina, la Gds Motors di corso
Francia. «Una volta veniva a
far montare l’impianto chi si
comprava l’auto grande ma
non poteva permettersela e
voleva tagliare sui consumi.
Oggi sono tanti che scelgono
gpl o metano: lo fanno per risparmiare ma anche per essere attenti all’ambiente».
Una rivoluzione?
«Ho praticamente convertito
la mia autofficina e faccio
quasi solamente più installazione e manutenzione impianti: sono passato da mon-
Gianni
De Silvestro
«L’anno
scorso
ho fatto
passare
a metano
200 clienti»
tarne 50 all’anno nel 2003, ai
200 del 2013. Il motivo è chiaro:
il gpl costa 75 cent al litro».
Com’è cambiato il settore?
«Stanno aprendo tantissimi
centri per cavalcare l’onda:
oggi basta essere iscritti per
fare questo lavoro. Ma servirebbe, quanto meno, una licenza e una regolamentazione. Vedo auto arrivare con impianti montati poco correttamente: mettono a rischio la vita delle persone».
C.PR.]
“Lavoro senza marchi
Forse riesco a resistere”
Le loro aziende li hanno lasciati a casa anni fa, si sono
reinventati una vita dietro
una pompa di benzina.
Ma hanno scelto un mestiere sempre più difficile.
Da Salvatore Savoca (ex tecnico d’officina), all’Ip di corso Monte Cucco angolo corso Peschiera, fino a poco fa il
self si attivava solo in orario
di chiusura. Ora lo si può
scegliere «h 24», risparmiando 15 cent al litro. Non è
stata una scelta indolore.
Ha dovuto licenziare un
dipendente part time, con il
self il suo margine è dimezzato (2,5 cent). Uno che resiste
con il solo «servito»” è Gianluca Ferrano (che lavorava per
la Peroni) in corso Monte
Grappa 63 (Parella), dove non
c’è il fai da te. L’Ip lascia l’impianto. La pompa resterà al
suo posto e da fine marzo sarà
bianca, senza marchio.
«Così speriamo di essere
più concorrenziali e sopravvivere» dice Ferrano, che già
ora serve senza la divisa di
bandiera.
[F. ASS.]
Corso Giulio Cesare
Il costo è da self service
ma il pieno è “servito”
Tra le pompe di benzina del
distributore della Beyfin al
fondo di corso Giulio Cesare, i «milanesi» li riconosci
non dalla sigla sulla targa,
ma dalla richiesta del pieno.
«In questa zona, da quando hanno chiuso tutte le
aziende circostanti, nessuno fa più di 20 euro – dice
Francesco, il gestore -. Solo
chi viene da fuori riempe il
serbatoio».
I «milanesi» sono i forestieri che all’uscita della
Torino-Milano, si fermano
al distributore della «pompa
bianca». I prezzi più bassi
della media sono possibili solo perchè chi ci lavora ha sacrificato il proprio guadagno.
«Su un pieno da 82 euro racimolo un euro» aggiunge il
benzinaio che, per vincere la
concorrenza dell’Eni all’interno dell’Auchan di corso
Romania, ha deciso di offrire
il «servito». «Propongo un
prezzo da self-service, ma
con la comodità che l’automobilista non deve farsi il
pieno da solo».
[P.COC.]
Piazza Derna
“Riesco a sopravvivere
grazie all’autolavaggio”
Per non perdere la sfida sul
prezzo con gli altri distributori della zona, in piazza
Derna Michele Fannilume,
il gestore della grande stazione di servizio dell’Eni, ha
dovuto tagliare il suo guadagno. «Mi sono dovuto togliere una “costola” – dice, indicando le tariffe per diesel e
benzina sforbiciate nelle ultime settimane -. Il lavoro è
calato drasticamente, qui
sopravviviamo grazie alla
servizio di autolavaggio».
La crisi delle pompe di
benzina in questo angolo del
quartiere Rebaudengo, dove
ci sono quattro grandi distributori in duecento metri, si presenta con un pesante taglio dei dipendenti.
«Dieci anni fa, in questa
stessa stazione, lavoravano
quasi venti persone – aggiunge il nuovo gestore -. Oggi, ridotto il servizio del “servito”
per far posto al self e con la
fuga dei clienti, sono rimasti
solo più in tre ad occuparsi di
mandare avanti il lavoro sui
vari turni».
[P.COC.]
T1 CV PR T2
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 50
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Giovanni Rotondo e Lanciano - Visite con
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Valle dei Templi ad Agrigento, Selinunte,
Palermo e Monreale - da € 925,00 - Partenze: 19/4; 24/4; 29/5; 20/6
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LA STRADA DEI VINI: 4 gg - Pensione
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Quimper, Pointe du Raz, Perros Guirec, St.
Malo, Le Mont St. Michel, Omaha Beach, Arromanches, Deauville, Honfleur- da € 920,00
- Partenze: 19/4; 25/4; 11/5; 27/5; 15/6; 6/7
TOUR DELLA NORMANDIA: 6 gg - Mezza
pensione - Le Mont St. Michel, St. Malo,
Coutances, Bayeux, Arromanches, Deauville,
Honfleur, Etretat, Fecamp, Rouen - da
€ 710,00 - Partenze: 22/4; 29/4; 28/5; 17/6
GRAN TOUR DELLA BRETAGNA E
DELLA NORMANDIA: 8 gg - Pensione
completa - Vannes, Carnac, St. Malo,
Le Mont St. Michel, Granville, Coutances,
Bayeux, Omaha Beach, Deauville, Honfleur, Etretat, Fecamp, Rouen, Chartres € 1.035,00 - Partenze: 19/4; 11/5; 25/5; 15/6
PROVENZA E CAMARGUE: 3 gg - Pensione completa - Avignone, Arles, il Parco
della Camargue, Les Saintes-Maries-de-laMer, Aigues Mortes e Nîmes - da € 299,00 Partenze: 19/4; 25/4; 1/5; 31/5; 22/6; 4/7; 18/7
SVIZZERA
SLOVENIA E CROAZIA 3 GIORNI IN SVIZZERA: Pensione completa - Lucerna, Basilea, Sciaffusa, Zurigo e
TOUR DELLA SLOVENIA E CROAZIA: Gruyères - Escursione alle cascate del Reno
6 gg - Pensione completa - Bled, Opatija, - € 365,00 - Partenze: 19/4; 25/4; 2/5; 31/5
Rijeka, Pula, Rovinj, Porec e Trieste - Visita con guida di Lubiana - Escursione alle LA SVIZZERA: 4 gg - Pensione completa
grotte di Postumia, all’isola di Krk ed al - Ginevra, Berna, Basilea, Sciaffusa, San
Parco Nazionale di Plitvice - € 785,00 - Gallo, Lago di Costanza, Lucerna, Zurigo e
Partenze: 28/5; 24/6; 22/7; 29/7; 5/8; 12/8 Gruyères - Escursione alle cascate del Reno
- € 528,00 - Partenze: 18/4; 24/4; 1/5; 30/5
BELGIO, OLANDA
E RENO
AMSTERDAM E L’OLANDA: 5 gg Mezza pensione - l’Aja, Delft, Marken, Volendam - Visita con guida di Amsterdam Escursione alla Grande Diga - € 655,00 Partenze: 17/4; 27/4; 30/4; 29/5; 18/6
AUSTRIA, UNGHERIA,
REPUBBLICA CECA
E POLONIA
MADRID, TOLEDO, VALENCIA E
BARCELLONA: 7 gg - Pensione completa
- Saragozza, Valencia e Barcellona - Visite
con guida di Madrid, museo del Prado, El
Escorial e Toledo - € 835,00 - Partenze:
22/6; 14/7; 28/7; 11/8; 25/8; 8/9
TOUR DELL’ANDALUSIA, TOLEDO E
MADRID: 9 gg - Pensione completa - Visite
con guida di Barcellona, Granada, Siviglia,
Cordoba, Madrid e Toledo - Ingresso incluso
all’Alhambra - da € 1.080,00 - Partenze:
19/4; 25/4; 21/6; 5/7; 19/7; 9/8; 13/9; 27/9
INCANTEVOLE AUSTRIA: 3 gg - Pensione completa - Escursione al castello di
Hellbrunn - Visite con guida di Innsbruck e
Salisburgo - € 349,00 - Partenze: 19/4; 25/4;
1/5; 31/5; 22/6; 4/7
SALISBURGO E VIENNA: 5 gg - Pensione completa - Innsbruck, St. Wolfgang Visite con guida di Salisburgo, Vienna e
castello di Schönbrunn - € 589,00 - Partenze: 17/4; 21/4; 23/4; 29/5; 20/6; 16/7; 30/7
VIENNA: 4 gg - Pensione completa -Visite
TOUR DELL’OLANDA E GIARDINO con guida di Vienna e castello di SchönPRIMAVERILE “KEUKENHOF”: 6 gg - brunn - € 475,00 - Partenze: 18/4; 24/4;
Pensione completa - Liegi, Delft, l’Aja, Lei- 30/5; 21/6; 10/7; 24/7; 14/8; 21/8; 27/8
den, giardini di Keukenhof, Gouda - Visita TOUR DELL’AUSTRIA: 6 gg - Pensione
con guida di Amsterdam - € 835,00 - Par- completa - Graz, Linz, St. Wolfgang, Intenze: 16/4; 26/4; 29/4; 6/5; 13/05
nsbruck - Escursione all’Abbazia di Melk TOUR DELL’OLANDA: 6 gg - Pasti come Visite con guida di Vienna, Castello di
da programma - l’Aja, Delft, Volendam, Mar- Schönbrunn, Mayerling, Heiligenkreuz e
ken, Utrecht e Maastricht - Escursione alla Salisburgo - € 720,00 - Partenze: 17/4;
Grande Diga ed a Zaanse Schans - Visita con 22/4; 28/5; 24/6; 22/7; 5/8; 12/8; 19/8; 26/8
guida di Amsterdam - da € 730,00 - Partenze: 28/5; 17/6; 8/7; 29/7; 5/8; 12/8; 19/8
BELGIO, OLANDA E RENO: 7 gg Pasti come da programma - Lucerna, Strasburgo, Lussemburgo, Anversa, Marken,
Volendam, Basilea - Navigazione sul Reno
con pranzo a bordo - Escursione alla
Grande Diga - Visite con guida di Bruxelles,
Bruges ed Amsterdam - da € 875,00 - Partenze: 19/4; 18/5; 15/6; 13/7; 27/7; 3/8
TOUR DEL BELGIO, OLANDA E RENO:
8 gg - Pensione completa - Lucerna, Strasburgo, Lussemburgo, Anversa, Delft,
L’Aja, Volendam, Marken, Basilea - Navi- BUDAPEST E IL LAGO BALATON: 5 gg
gazione sul Reno con pranzo a bordo - - Pensione completa - Trieste e Tihany - ViEscursione alla Grande Diga - Visite con site con guida di Budapest - € 565,00 guida di Bruxelles, Gand, Bruges ed Am- Partenze: 17/4; 21/4; 23/4; 30/4; 20/6; 16/7
sterdam - da € 1.065,00 - Partenze: 14/6; BUDAPEST E PRAGA: 7 gg - Pensione
12/7; 26/7; 2/8; 10/8; 17/8
completa - Maribor, Bratislava e Ratisbona
TOUR DEL BELGIO: 5 gg - Pasti come da - Visite con guida di Budapest e Praga programma - Mechelen - Visite con guida € 815,00 - Partenze: 19/4; 21/4; 28/4; 9/6
di Anversa, Gand, Bruges e Bruxelles - GRAN TOUR BUDAPEST, PRAGA E
€ 635,00 - Partenze: 23/4; 30/4; 29/5; 23/7 CASTELLI BOEMI: 8 gg - Pensione completa - Veszprém, Bratislava, Ratisbona, LinGRAN BRETAGNA dau im Bodensee - Visite con guida di
Budapest, Praga, Castelli di: Konopiste e
LONDRA: 6 gg - Mezza pensione - Can- Hluboká, Ceské Budejovice e Cesky Krumterbury - Visite con guida di Londra e lov - € 935,00 - Partenze: 23/6; 6/7; 19/7
Windsor - da € 789,00 - Partenze: 21/4;
PRAGA: 5 gg - Pensione completa - Visite
26/4; 21/7; 4/8; 11/8; 18/8; 25/8
LONDRA E TOUR CORNOVAGLIA: 8 gg con guida di Praga - € 570,00 - Partenze:
- Mezza pensione - Salisbury, Stonehenge, 17/4; 21/4; 23/4; 30/4; 20/6; 16/7; 30/7; 6/8
Plymouth, St. Ives, Land’s End, St. Michael’s BUDAPEST E MINI TOUR UNGHERIA:
Mount,Tintagel, Exeter, Bristol, Wells, Bath - 6 gg - Pensione completa - Graz, Veszprém,
Visita con guida di Londra - € 1.040,00 - Tihany, lago Balaton - Visite con guida di
Partenze: 19/7; 2/8; 9/8;16/8; 23/8; 30/8
Budapest, Sopron, ansa del Danubio e Palazzo degli Eszterházy a Fertod (ingresso
incluso) - € 695,00 - Partenze: 17/4; 21/4;
29/4; 19/6; 24/6; 15/7; 29/7; 5/8; 12/8; 20/8
TOUR INGHILTERRA E SCOZIA: 11 gg Mezza pensione - Oxford, Stratford on Avon,
Chester, Lake District, Highlands, Perth,
Lowlands, Durham, York, Cambridge - Visite con guida di Londra ed Edimburgo € 1.585,00 - Partenze: 24/7; 6/8; 13/8
SPAGNA
PRAGA E LA BOEMIA: 6 gg - Pensione
completa - Ratisbona - Visite con guida di
Praga, Cesky Krumlov, Ceské Budejovice,
Castello Boemo, Kutná Hora - € 699,00 Partenze: 17/4; 22/4; 29/4; 19/6; 24/6; 15/7
BARCELLONA: 4 gg - Pensione completa
- Visita con guida di Barcellona - Ingresso
incluso al Parco Guell - da € 475,00 - Partenze: 19/4; 24/4; 1/5; 30/5; 21/6; 10/7; 24/7
BARCELLONA, GERONA, FIGUERAS E
MONTSERRAT: 5 gg - Pensione completa
- Figueras e Montserrat - Visite con guida
di Barcellona e Gerona - ngresso incluso al
Parco Guell - € 489,00 - Partenze: 19/4;
23/4; 30/4; 29/5; 20/6
GERMANIA E
NORD EUROPA
BERLINO, DRESDA E LIPSIA: 6 gg - Pensione completa - Norimberga, Lipsia, Ratisbona e Lindau im Bodensee - Visite con
guida di Berlino, Potsdam e Dresda - da
€ 790,00 - Partenze: 17/4; 21/4; 29/4; 28/5
MONACO E I CASTELLI DELLA BAVIERA: 4 gg - Pensione completa - Escursione a Linderhof e Neuschwanstein - Visita
con guida di Monaco - € 425,00 - Partenze:
18/4; 22/4; 1/5; 21/6; 10/7; 24/7; 31/7; 14/8
FORESTA NERA: 4 gg - Pensione completa - Friburgo, Tubingen, Castello di Hohenzollern, Rottweil, Triberg, Mummelsee,
Freudenstadt e Titisee - € 425,00 - Partenze: 19/4; 22/4; 24/4; 1/5; 30/5; 21/6; 24/7
DANIMARCA E MINI TOUR DELLA
GERMANIA: 7 gg - Mezza Pensione - Lubecca, Amburgo, Francoforte, Heidelberg Visite con guida di Würzburg, Copenaghen
e i castelli della Selandia - € 964,00 - Partenze: 30/6; 14/7; 21/7; 28/7; 11/8; 18/8
GRAN TOUR CAPITALI NORDICHE: 12
gg - Mezza Pensione - Lubecca, Göteborg,
Örebro, Linköping, Malmö e Stoccarda - Visite con guida di Copenaghen, Oslo e Stoccolma - € 1.770,00 - Partenze: 1/7; 22/7;
12/8
VIAGGI
DELL’ ANNIVERSARIO
SIENA, AREZZO E CORTONA: 3 gg Pensione completa con bevande incluse Cortona e San Sepolcro - Visite con guida
di Siena ed Arezzo - € 310,00 - Partenze:
6/6; 19/7; 3/10
ASSISI E PERUGIA: 3 gg - Pensione completa - Gubbio e Todi - Visite con guida di
Assisi e Perugia - € 275,00 - Partenze:
13/6; 26/9; 7/11; 14/11
PADOVA, VENEZIA E VERONA: 3 gg Pensione completa - Visite con guida di Venezia, Verona e Padova (ingresso incluso
alla Cappella degli Scrovegni) - € 338,00
- Partenze: 26/9; 3/10
MONACO DI BAVIERA: 3 gg - Pensione
completa - Kufstein e Memmingen - Visita
con guida di Monaco - € 320,00 - Partenze:
TOUR DELLA POLONIA: 8 gg - Pensione
completa - Czestochowa, Ratisbona - Visite
con guida di Cracovia, Auschwitz, Varsavia e Breslavia - € 995,00 - Partenze: 13/7;
12/9; 31/10
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T1 CV PR T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
.
Cronaca di Torino .51
gg Dossier/Il voto del 25 maggio
g
Il Centrodestra litiga, ma si tratta
Martedì vertice finale a Roma ma è scontro aperto tra l’azzurro Toti ed Alfano sul voto utile alle elezioni Europee
Anche Lega Nord e Fratelli d’Italia alzano la voce, ma le diplomazie lavorano sull’ipotesi ticket Pichetto-Porchietto
ALESSANDRO MONDO
MAURIZIO TROPEANO
Forza Italia rivendica il diritto di indicare il candidato alla
presidenza della Regione, ma
nello stesso tempo apre la
porta al riconoscimento del
ruolo degli alleati «che giocano la partita con pari dignità».
Una definizione politica da
prima Repubblica che Giovanni Toti, consigliere politico
di Silvio Berlusconi, aggiorna
così - «il compito del primo
partito della coalizione è di tener conto delle biodiversità
della nostra alleanza» - indi-
cando anche che la trattativa è
in fase avanzata di definizione:
martedì ci saranno il nome, la
squadra e i confini dell’alleanza.
Lo scontro
Certo, ieri Torino è stata il centro
di una battaglia a distanza tra
Toti e lo stato maggiore del Ndc
(Alfano, Schifani e Lupi) con
scambi di accuse sull’utilità del
voto alle Europee a uno o all’altro
dei partiti nati dall’implosione
del Pdl. I toni sono da campagna
elettorale (Forza Italia, Ncd e
Fratelli d’Italia correranno da soli per il Parlamento Europeo) e
servono, durante una trattativa,
per provare a forzare la mano, ottenere più spazio, visibilità e
compensazioni.
Si spiega così perché Alfano,
vada all’attacco definendo «Forza Italia un partito né carne né
pesce» e chieda a gran voce le
primarie. Da Roma, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia invita il centrodestra a «convergere sul nome di Guido Crosetto, il candidato più competitivo». Si spiega così anche la minaccia di correre da soli di Matteo Salvini, il segretario della
Lega stufo di questo tira e molla.
I contatti
Sotto traccia, però, «la trattativa è a buon punto», dice Tori. E
gli sherpa si stanno muovendo
per cercare le migliori soluzioni per tenere insieme la decisione di Forza Italia di rivendicare il candidato presidente
con il riconoscimento della pari
dignità. E così in questi giorni
si capirà come lanciare ad
esempio l’ipotesi di un ticket.
Claudia Porchietto, assessore
regionale al Lavoro, ha già
riempito al città di suoi manifesti e potrebbe essere lei ad affiancare Pichetto come nume-
ro due in quota Ncd. Boatos che
sono sul tavolo di una trattativa
romana che deve definire come
rendere visibile il ruolo di Fratelli d’Italia e della Lega (ieri
Cota ha spiegato che il Carroccio ha un suo candidato). E restano da definire anche i confini della coalizione. Si parte con
l’attuale maggioranza, e dunque anche con i Pensionati di
Giovine e Verdi-Verdi, ma Forza Italia punta ad allargare l’alleanza a tutto il fronte dei moderati, a partire dall’Udc.
Quel che è certo è che mentre gli sherpa sono al lavoro i
generali sul campo sparano ad
alzo zero.
Accuse reciproche
Alle bordate di Alfano, Toti replica così: «Difficile pensare al Ncd
come sentinelle anti-tasse del governo Renzi». Meloni accusa gli
azzurri di voler «provocare una
sconfitta certa per rincorrere
egoismi di partito». E Salvini ricorda a Toti: «Non ci sono alleati
di serie A o B». Insomma, un contro l’altro armato anche se tutti
sanno che se il centrodestra vuole vincere in Piemonte non può
presentarsi diviso.
Nuovo Centro Destra
Alfano si ribella
“Basta diktat
vogliamo le primarie”
Intransigente
Giovanni Toti, consulente politico di Silvio Berlusconi, ha
inaugurato ieri la nuova sede di Forza Italia di Torino
ribadendo che il candidato presidente è Gilberto Pichetto
Forza Italia
Toti punta i piedi
“Il solo candidato
possibile è il nostro”
Chissà se Gilberto Pichetto
Di fatto quella di Toti è
ha fatto fare esorcismi e riti un’apertura politica che pesepropiziatori per liberare la rà sul tavolo nazionale dove
nuova sede di Forza Italia da- per gli azzurri ci sono Altero
gli spettri dei comunisti che Matteoli e Osvaldo Napoli. Il
per anni ci hanno fatto riu- consulente politico del Cavanione, deciso strategie e can- liere afferma che «stanno arrididature. In quegli spazi di vando segnali incoraggianti
corso Vinzaglio 3 gli eredi del per una conclusione positiva
vecchio Pci diventato Pds della trattativa». Secondo Narafforzano l’egemonia politi- poli siamo «a buon punto» tanca su Torino e la cintura e to che Toti, incalzato dai gioradesso, fatti gli scongiuri di nalisti, spiega che ad «ore verrito, da lì parte l’ultima offen- rà lanciato il candidato». In resiva azzurra per strappare il altà ci vorrà qualche giorno,
sì degli alleati
martedì è fissato
alla candidatuI DISTINGUO un nuovo inconra del viceprea Roma e
«Per il resto siamo tro
sidente della
Toti commenta:
pronti a ogni «Non credo sia
giunta regionaragionamento» un giorno più o
le senza primarie. Pichetto è
un giorno meno
il candidato benedetto da a fare la differenza». Ma Toti
Berlusconi attraverso Gio- vuole anche lanciare un mesvanni Toti, suo consigliere saggio: l’avversario da battere
politico: «Ascoltiamo tutti, si chiama Sergio Chiamparino
siamo disponibili a qualsiasi che è già campagna elettorale:
ragionamento ma non a pen- «Gli auguro buona fortuna, ansare a un candidato diverso che se ancora non si è deciso
da quello di Forza Italia». E quasi neanche se si vota perancora: «Abbiamo le persone ché manca una sentenza della
giuste: Pichetto sta lavoran- Cassazione. Poi l’affondo: «Noi
do molto bene» ma «il primo ci presenteremo come una copartito della coalizione deve alizione omogenea mentre dalsaper riconoscere la pari di- l’altra parte vanno avanti in orgnità ai nostri alleati».
dine sparso».
[M. TR.]
A rischio l’unità del centrode- ultime sconfitte del centrodestra. Il pessimismo comincia a stra alle comunali dipendono
serpeggiare anche tra i ranghi dalla negazione delle primarie
del Ncd piemontese, che ieri - ha ribadito Schifani a margiha accolto Angelino Alfano, ne della convention-. L’unità è
Renato Schifani e Maurizio importante ma l’atteggiamenLupi in un Teatro Carignano to di Forza Italia è inaccettada tutto esaurito. Presente bile: in tutti i casi, il candidato
Enrico Costa, il coordinatore, deve sempre essere il loro».
e lo stato maggiore del partito. Resta l’apprezzamento per
Sulle regionali la linea di Crosetto: «Se su di lui ci fosse
Alfano è netta: sì alle prima- la convergenza di tutti...».
rie di coalizione, no a diktat e
Ragionamenti ribaditi dai
candidature imposte dall’al- vertici dopo l’incontro con l’arcito. «Come Ncd possiamo vescovo, nel pranzo con gli esposchierare nomi
nenti piemontesi:
importanti ma
LA REAZIONE nessun accordo
chiediamo la
la sinistra; in
«L’atteggiamento con
verifica tramialternativa alle
di Forza Italia primarie, dispote le primarie,
è inaccettabile» nibilità a sceglieun atto di democrazia finore il candidato
ra negato al centrodestra», più forte tramite un sondaggio
ha scandito il leader. Consi- condiviso; stima per Pichetto
derazioni precedute da un ma sarebbe un nome imposto,
paio di stoccate a Forza Ita- che non scalda i cuori; apertura
lia, sulle europee, senza cal- su un candidato terzo, com’è avcare troppo la mano: «A li- venuto alle comunali a Bari, mavello nazionale la loro linea gari pescando nella società civinon è nè carne nè pesce. le. Altrimenti l’Ncd correrà da
Quando Berlusconi parla dei solo, o con chi ci sta. Leggi: FdI.
piccoli partiti stia attento: Interessante l’ultima considelui ha un grande partito ma razione: «Se superiamo il 3%,
non sa dove andare, noi sì; noi ne usciremo bene. E se il
alle europee il vero voto inu- centrodestra perderà il Pietile sarà quello ai partiti che monte, la responsabilità ricanon sanno dove andare». Le drà su Forza Italia».
[ALE.MON]
Insofferente
L’Ncd si appella all’unità della coalizione di centrodestra
contro Chiamparino ma chiede che la coalizione punti sul
candidato più forte, senza imposizioni da parte di FI
Rivendicativo
Il leader della Lega Salvini ieri era a Torino con l’economista
Claudio Borghi per sostenere la battaglia anti euro
cavallo su cui scommette la Lega in vista delle Europee
Lega
La tentazione
di Salvini
“Corriamo da soli”
ANDREA ROSSI
complici. Siamo in guerra:
provocheremo a molti un traE se alla fine fosse la Lega a vaso di bile, noi che diciamo da
far saltare il banco? L’alleato vent’anni certe cose sull’euro,
finora più silente - anche per- non da ieri». La tentazione di
ché ancora si lecca le ferite - inseguire il riscatto è palpabiieri ha alzato la voce. E ha le anche in Piemonte. «Non ci
lanciato più d’un avverti- sono alleati di serie A e B. Dobmento agli alleati: «Non biamo tenere conto del fatto
escludiamo nulla, nemmeno che governiamo insieme in
di correre da soli», dice il se- Lombardia e Veneto, ma dobgretario Matteo Salvini.
biamo ragionare, sia sui proIl Carroccio serra i ranghi grammi che sui candidati», rie, sfruttando le prossime ele- flette Salvini. Il Carroccio rizioni europee, prova a richia- vendica pari dignità come mimare la base
nimo: «Anche
facendo leva su
abbiamo
L’ORGOGLIO noi
temi suadenti:
candidati
validi
Cota: «Possiamo da poter spendel’uscita dall’eucamminare re», ragiona Roro, la rivolta
a testa alta» berto Cota. E lacontro gli oppressori di
scia intuire che
Bruxelles, la difesa delle da qui al 25 maggio la Lega non
identità. Salvini sta girando starà sulla difensiva: «Possiail Nord insieme con l’econo- mo camminare a testa alta domista Claudio Borghi. La ba- po questi quattro anni di gose sembra rispondere alla verno. Mentre i conti dello
svolta movimentista: sale Stato peggioravano, quelli del
piene, una certa voglia di ri- Piemonte sono stati raddrizvalsa. Soprattutto, una mal zati». E a Chiamparino, che ha
celata tentazione di andare scelto il Monviso come simboda soli, come ai vecchi tempi. lo, lancia una frecciata velenoSalvini fiuta l’aria e rilancia: sa: «A furia di costruire falsi
«Il 25 maggio votare Renzi, miti le cose vanno a rotoli». E
Alfano o Berlusconi cambia va da sé che il falso mito sarebniente, perché sono tutti be proprio l’ex sindaco.
T1 CV PR T2
52 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
gg Dossier/Verso il voto del 25 maggio
g
NOMINE PD
Reportage
Tre sindaci
e Quagliotti
in segreteria
BEPPE MINELLO
INVIATO A FOSSANO
A
iutati che il ciel ti
aiuta. Il centrodestra non riesce a
sfornare un avversario?I grillini
non hanno ancora partorito il
loro campione? E allora Sergio
Chiamparino dichiara guerra
alla Borgogna. Sarà il luogo in
cui sta parlando - lo spettacolare Castello degli Acaja -, saranno le meraviglie storiche e gastronomiche che gli si sono parate davanti a Fossano, ma al
campione del centrosinistra
l’idea gli esce dal cuore: «I
francesi della Borgogna con
molto meno sono conosciuti in
tutto il mondo. Qui, tra gastronomia, storia e ambiente, in sei
mesi possiamo diventare più
famosi e ricercati di loro».
Davide Gariglio
Campagna elettorale
Una boutade elettorale, certo.
Ma neanche tanto. La visita
nella «Granda», terra più vicina alla destra dove la «Balena
democristiana» si è sparpagliata un po’ ovunque, sarebbe
un toccasana, un’iniezione di
fiducia per chiunque vive con
angoscia questi tempi di crisi.
C’è da restare impressionati
dallo spettacolare - per la ricchezza e bellezza dei prodotti
esposti - mercato dei contadini nella piazza grande di Fossano anche se gli indigeni fanno spallucce e rimandano al
«mercato grande del mercole-
Al mercato dei contadini di Fossano
La prima parte del tour elettorale nel Cuneese s’è svolta al mercato dei contadini di Fossano: due ore in stretto dialetto
piemontese e tanti ricordi della naja fra gli alpini: «Ero nella Brigata Cadore, gruppo Lanzo, 47° batteria»
Chiamparino all’assalto
della Balena Bianca
PRIMI NOMI
Cinque tra sindaci
ed ex hanno accettato
la candidatura
dì, quello sì che...». A Savigliano, invece, la bocca si spalanca alla fiera della «Meccanizzazione agricola» dove «ci sono 380 espositori, 40 in più
dell’anno scorso e 40 che non
abbiamo potuto ospitare» dice, orgoglioso, il sindaco
uscente Sergio Soave.
Sul Washington Post
E che dire di «Palazzo Righini», ancora a Fossano, al 23°
posto al mondo nella classifica
di Tripadvisor dedicata agli
small hotel? E se non credete a
queste classifiche ma alla libera stampa (statunitense, eh),
andate sul sito del Washington
Post e lì ci troverete un articolone sull’albergo di Enrico Castellano sodale, guarda un po’,
del langhetto Farinetti e, va da
sè, renziano e chiampariniano
della prima ora. In questo contesto, immaginare una «Granda», che elegge 5 consiglieri su
40, matrigna nei confronti dell’ex-sindaco di Torino, è difficile. Eppure, «qui alle Politiche spiega il sindaco uscente di
Fossano, Francesco Balocco - i
rapporti di forza sono 60 a destra, 40 a sinistra. E ora ci sono pure i grillini». Ma le «Sette
sorelle», cioè i comuni con più
di 15 mila abitanti, «sono, in sei
casi, amministrate dal centrosinistra» dice Soave. «Perchè
«C’è tempo
per chiudere le liste
e le candidature
devono essere
di tutta la coalizione»
S. Chiamparino
Candidato centrosinistra
alla Regione
Alla fine dopo lunghe
e faticose trattative prima con le minoranze (Civati e Cuperlo) e poi con
la sua maggioranza renziana, Davide Gariglio,
eletto segretario regionale un mese fa con le
primarie, ha finalmente
scelto i componenti che
lo affiancheranno nella
guida del Pd del Piemonte. Entrano in segreteria
i sindaci di Nichelino (Pino Catizone), Novara
(Andrea Ballarè) e Alessandria (Rita Rossa) ma
assume un ruolo di primo piano anche Giancarlo Quagliotti, 71 anni, vicinissimo al sindaco Piero Fassino e gran tessitore della rete che tiene insieme le diverse anime
renziane torinesi. L’area
Civati ha indicato Fabio
Malagnino mentre per i
cuperliani ci sono Mario
Sechi, Gianna Pentenero
e Rebecca Ghio. Per i rottamatori della prima ora
entra in segreteria Davide Ricca.
1
Tour elettorale nel Cuneese, pronto il simbolo della lista civica
a destra non hanno classe dirigente» chiosa Balocco. Il sindaco uscente di Fossano è iscritto
al Pd e questa circostanza sembra pregiudicare il suo inserimento nella lista di «Chiamparino per il Piemonte» che, ieri
mattina nella storica sede della
Soms, secolare associazione
fossanese, è stata presentata ai
maggiorenti della zona (tanti exdc, tanti transitati dalle parti di
Forza Italia) guidati dal potente
Giovanni Quaglia, ora ai vertici
di Unicredit ma per anni e anni
guida della Provincia cuneese.
A Chiamparino hanno presentato l’elenco dei 5 che, a loro giudizio, meglio rappresenterebbe-
Il Monviso
nel logo
CHIAMPARINO
PER IL
Non è ancora
definitivo, ma
la bozza del
simbolo della
lista di Chiamparino c’è già:
sullo sfondo
c’è la skyline
del Monviso
PIEMONTE
ro l’anima civica della «Granda»: l’ex-sindaco di Cuneo Valmaggia, Bruno Vallepiana sindaco di Roburent, Milva Rinaudo di Costigliole Saluzzo, Enrico
Conterno, vice sindaco di Monforte. Più Balocco che potrebbe
invertire il posto in listino con
Sergio Soave. Chiamparino e il
fidato Bongiovanni hanno preso
nota e anche un po’ di tempo per
mettere i puntini sulle «i». Per
dire. In questo momento sono
almeno 38 le persone che a vario
titolo si sono fatte avanti ritenendo di dover entrare di diritto
nel listino del presidente quello
che, in caso di vittoria, garantisce 10 seggi a Palazzo Lascaris:
Il caso
A Nichelino la faida continua
Il vincitore delle Primarie non molla
Riggio non intende
lasciare nonostante
l’invito dei vertici
del partito
GIUSEPPE LEGATO
Angelino Riggio, invitato ormai da giorni a fare un passo
indietro e a rinunciare alla
candidatura a sindaco per il
centrosinistra di Nichelino,
tira dritto. Non vuole saperne di dire addio a quello che
sente suo, più di ogni altra cosa e cioè «la vittoria alle primarie di un mese fa».
Ieri pomeriggio il comitato Riggio ha ripreso gli incontri elettorali nei quartieri. Si è partiti da Oltrestazione. In mattinata, il medico,
ex consigliere regionale, aveva declinato con forza l’invito a ritirarsi dalla corsa alla
poltrona di sindaco arrivato
- ultimo in ordine di tempo dal segretario provinciale
del Pd Fabrizio Morri.
«Non lo farà mai», spiegano i fedelissimi di Riggio: Diego Sarno, Giampietro Tolardo e Claudio Benedetto. E a
dar manforte a questa missione che sembra impossibile, ovvero quella di restare in
sella nonostante tutti siano di
avviso contrario, ci hanno
pensato i segretari del Pd di
molti comuni dell’hinterland:
Moncalieri, Orbassano, Beinasco, La Loggia e Volvera,
che hanno scritto una lettera
a Davide Gariglio.
Al leader regionale, in
estrema sintesi, - chiedono
«il rispetto del risultato delle
primarie». Basterà? Ciò che
è certo è che la caccia al nome alternativo, che verrebbe
appoggiato da un pezzo di Pd,
Moderati, Sel e Psi, è già iniziata. In pole position ci sono
i nomi di Alessandro Azzolina che ha raggiunto il 20 per
cento dei consensi alle ultime
primarie e Michele Pansini,
assessore in carica, avvocato. Intanto, non mancano le
Riggio dopo le primarie
stoccate rispetto a quanto
accade in casa Pd: «Da un lato non riconoscono il risultato delle primarie, dall’altro dice Domenico Cuppari, candidato dei Cinquestelle - lo
stesso Riggio, che predica
cambiamento, chiede aiuto a
forze politiche del passato
pur di fare il sindaco a tutti i
costi. A noi sembra solo ambizione di potere».
«Ci vorrebbe Sacchi, il migliore
a gestire la panchina lunga...» è
la battuta che, ieri, andava per la
maggiore. Chiamparino, di suo,
ha mostrato la bozza del suo
simbolo: la scritta «Chiamparino per il Piemonte» su sfondo
rosso («Sarà rosso cinabro, come quello di Torino 2006») e lo
skyline del Monviso, scalato già
tre volte dall’ex-sindaco e «che
ha il vantaggio di essere un simbolo visibile da gran parte dei
piemontesi».
Al mercato
Come quelli che ieri mattina
l’hanno accolto al mercato di
Fossano dove Chiamparino,
spesso, ha dovuto presentare lui
il candidato sindaco Davide Sordella, 40 anni, figlio di una famosa famiglia fossanese ma per anni regista all’estero. «Penso che
se ce ne fosse bisogno potrei
smuovere 4-5 mila voti per lui.
Ma non ce n’è bisogno. Fa da solo» commentava Soave mentre
con Chiamparino sfilava accanto allo stand più grande e ricco
della Disneyland meccanica dei
contadini a Savigliano: quello
della famiglia Crosetto da Marene, l’unico candidato, ex-Dc pure
lui finito in Forza Italia e ora in
Fratelli d’Italia, che darebbe fastidio a Chiamparino ma che, il
centrodestra pare guardarsi bene dallo schierare.
«Nel Cuneese alle
Politiche la destra
raccoglie più voti, ma
a livello locale la classe
dirigente è debole»
Francesco Balocco
Sindaco uscente
di Fossano
T1 CV PR T2
SPECIALE GIUBILEO
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SERVIZI PROMOZIONALI
53
VIAGGIO ATTRAVERSO LE TRADIZIONI FUNEBRI ITALIANE
I funerali al tempo di Neanderthal
La sepoltura ha origini lontane
Un servizio in più
Giubileo propone una serie di servizi culturali, per affrontare il tema della morte
da numerosi punti di vista. Dopo aver
trattato delle ricchissime e significative
usanze funebri italiane, ora esaminiamo
come sono cambiate nel tempo le tradizioni funebri, presso le principali civiltà della
storia.
“Giubileo
pensa
a tutto”
Quand’è che l’uomo è diventato «uomo»?
Quando è iniziato il percorso di civilizzazione
che si è poi articolato lungo i millenni, per
giungere fino a noi? Gli elementi che possono
essere considerati caratteristici sono parecchi:
la comparsa del linguaggio, la capacità di rappresentare la propria realtà attraverso espressioni artistiche, la formazione di nuclei permanenti.
Tra i tanti elementi significativi, uno dei più
importanti è la comparsa del senso di trascendenza: a un certo punto gli uomini, preso atto
dei limiti della loro esistenza, si resero conto
che poteva esistere un aldilà, che la vita umana
era regolata da forze esterne (che potevano corrispondere a divinità), e che a chi moriva dovevano essere attribuite particolari attenzioni.
Anche se «primitive», le antiche sepolture
devono perciò essere considerate come espressioni di civiltà: la morte non è più un fatto ca-
L’Aldilà «Anche il senso
della trascendenza può
essere considerato un
segno dell’evoluzione»
suale, ma si trasforma in un evento che coinvolge il gruppo, piccolo o grande che sia.
Proprio con un accenno al concetto di morte presso i popoli primitivi inizieremo una carrellata nel tempo e nelle culture, alla scoperta
di quanto questo tema così fondamentale abbia interrogato da sempre l’uomo, che a sua
volta ha cercato di elaborare teorie e risposte.
Un evento, la morte, che obbligò l’uomo a farsi
un’idea dell’Aldilà, e a teorizzare su chi avesse
il diritto di accedervi.
Sembra che il primo a praticare riti funebri
sia stato l’uomo di Neanderthal, che visse in
epoca paleolitica tra i 130.000 e il 30-25.000
anni fa in Europa, Asia e Africa. Gli scavi archeologici hanno rilevato nei suoi insediamenti tracce abbondanti di ocra rossa, che
fanno pensare a usi rituali e religiosi. La scelta
dell’ocra rossa non è casuale: ricorda il colore
del sangue e, come tale, della vita. Presso i Neanderthal l’inumazione era una pratica diffusa, in fosse di forma ovale, con corredi funerari (cibo, corna e oggetti in pietra, piccole sculture), spesso ricoperte da lastre di pietra per
tenere lontani gli animali selvatici, e con la
deposizione di fiori.
Ma per quale ragione gli uomini preistorici
decisero di seppellire o di cremare i defunti?
Probabilmente la risposta è doppia. La prima,
pratica, fu di contrastare le conseguenze della
decomposizione dei cadaveri: insediamenti
stanziali, composti da un numero significativo di persone, non potevano semplicemente
abbandonare i defunti, lasciando che fosse la
natura a fare il suo corso.
Le esequie La sepoltura
era accompagnata
in alcuni casi
da cerimonie purificatorie
Ma la seconda regione, più profonda, parte
dal punto di vista del defunto: le esequie consentono alla sua anima di trovare pace e la via
per l’aldilà, evitandole di restare legata al luogo e alle persone con cui aveva vissuto.
Il seppellimento portava con sé alcune ceri-
monie accessorie. In chiave purificatoria, in
certi casi si abbandonava la casa dove s’era verificato il decesso. Spesso avveniva poi il banchetto funebre, in commemorazione del defunto: veniva servito a poca distanza dalla tomba, nella certezza che anche l’anima del defunto sarebbe stata presente. Curiosa, a questo
proposito, la presenza di massi forati nelle zone in cui avvenivano le sepolture. Detti «fori
delle anime» erano dei canali attraverso i quali
gli spiriti dei defunti comunicavano con i vivi.
Dalle forme di trattamento dei cadaveri
(inumazione o cremazione), dagli atti simbolici ad essa collegati, emerge perciò un dato di
fatto che accomuna le varie culture preistoriche: il tentativo di controllare, rallentare e fornire un senso alla disgregazione dei corpi. La
«cultura del morire», nella preistoria, è inoltre
un evento sociale, che non riguarda il singolo
individuo bensì l’intera comunità.
Giubileopensaatutto.Equestaèunaconsolazione
non da poco per chi affida all’impresa di corso Bramantel’estremosalutoaunpropriocaro.Mapoi…
Poilavitariprendeilsuocorsonormalee,anzi,portaconséalcuneincombenzeinevitabili,legateproprio a quella persona che adesso non c’è più. E ci si
sentedisorientati,perchéalluttosisommalanecessità di adempiere a determinate scadenze. «E’ una
situazione che conosciamo bene – segnalano da
Giubileo–Alloracisiamochiestiseloslogan”Giubileopensaatutto”potesseandareancheoltreigiornidelleesequie.Ecisiamorispostichepossiamoessereviciniainostriclientioffrendolorounsupportospecialisticoancheperquantoriguardagliadempimentiprevidenzialiedellasuccessione».Ilfronte
pensionistico è quello cui si pensa per primo: «Anche perché, nell’attuale congiuntura economica,
puòvenireutileaverelapensionedireversibilitàoppurerecuperareratedipensionenonincassate.
Inaltricasi(ilpiùfrequenteèquellodifiglicherestano senza entrambi i genitori) ci sono posizioni
pensionistichedachiudere».Giubileohaallorapredisposto una collaborazione con un patronato.
«Forniamoalclienteunatabellariassuntivadeidocumenti che sono necessari. Così sarà possibile un
piùveloceavviodelfascicolo,esieviterannoperdite
ditempo».Quandoharaccoltotuttaladocumentazione, l’interessato fissa un appuntamento con
l’addettodelpatronato.Spettaaluiverificarecheci
sianotuttiidocumentinecessari,epoicompilareil
modulodainviareall’Inpsoadaltroente.
Ladocumentazioneparteconsollecitudineedè
seguitadalplicoconl’incartamento,chevieneconsegnato all’ente a cura del patronato. A quel punto
la pratica viene presa incarico dall’ente previdenziale:intempichedisolitosonorapidisiarrivaalla
liquidazionedellapensionedireversibilità,oppure
deirateidipensionenonriscossi(recuperodellerate pregresse) nel caso ci siano degli eredi. Tutto si
svolge con la massima celerità consentita dall’iter
burocratico e, soprattutto, senza costi a carico del
cliente. L’altro incontro offerto da Giubileo, anch’esso gratuito, è quello con una esperta in materiadisuccessioni.Permettedichiarireisuoidubbie,
soprattutto,dicapireseinseguitoavràomenobisognodirivolgersiaprofessionisti.
AldilàdelserviziooffertodaGiubileo,unconsigliochearrivadallastessaimpresadicorsoBramanteèdiverificaresempreicostidaaggiungereallacerimonia in sé (loculi, sepoltura, cremazione) collegandosi ai siti www.cimiteritorino.it e www.socremtorino.it.
T1 CV PR T2
54
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tete trovare con il servizio più alto che
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OPPORTUNITÀ DI LAVORO CON IL TURIN FLYING INSTITUTE
Progettare il proprio futuro
con una scuola d’eccellenza
Fondata nel 1999, ubicata all’interno
dell’Aeroporto Internazionale di Torino
Caselle «Sandro Pertini»,Turin Flying Institute si colloca tra le migliori scuole
della Regione Piemonte.
Lo studio comparativo tra le scuole
medie secondarie condotto dalla Fondazione Agnelli congiuntamente al Politecnico di Torino, ha evidenziato come il TurinFlyingInstitutesiariconosciutacomeunascuolamediasecondariadieccellenzapergli studenti che aspirano a seguire i corsi di laurea presso le
Università o a intraprendere una carriera nel settore del trasporto aereo. Anche i risultati delle prove Invalsi
2012/2013 hanno confermato la qualità
della formazione erogata.
La nostra filosofia, si riassume nel
concetto che l’intraprendenza è indispensabile per chi vuole operare nel
campo tecnico.
L’eccellenza dei corsi proposti deve
rappresentare l’obiettivo finale del lavoro di coloro che sono preposti a insegnare. Da qui la nostra volontà di offrire ai nostri studenti solo il meglio: il
meglio nel corpo docente, nelle tecniche di insegnamento, negli ausili didattici utilizzati e per coloro che desiderano volare, il meglio negli aerei e simulatori impiegati. Questa filosofia
applicata con costanza ci ha portati in
un solo decennio a divenire leader nazionali nella formazione.
La passione. Una grande passione in
quello che si fa è la caratteristica che
maggiormente accomuna il nostro per-
sonale.Solonellapassionesipuòtrovare
l’energia necessaria a trasmettere ai propri studenti, le esperienze e le conoscenze frutto di anni di lavoro nel settore, al
fine di consentire ai nostri ragazzi di diventare domani dei protagonisti.
I corsi proposti. Attraverso l’autonomia scolastica, il Turin Flying Institute
propone corsi di diploma per periti tecnici con particolare riferimento al settore aeronautico, sia per chi aspira a continuare con gli studi universitari sia per
coloro che vogliono intraprendere la
carriera di pilota o diventare controllare
di volo.Coni corsi post diploma sarà inoltre possibile conseguire qualifiche per
operare come operatore Afis, per diventare meteorologo, flight dispatcher, addetto aeroportuale.
T1 CV PR T2
DOMENICA 16 MARZO 2014
.
Cronaca di Torino .55
Strage di Caselle
“Nei guanti la prova
contro l’ex colf”
IN VIA BOLOGNA
Presidio
contro la Cri
“Gestisce
il Cie”
La scoperta del Ris, indagini verso la conclusione
Sulla «Stampa»
il caso
GIANNI GIACOMINO
CASELLE
La novità è che nel guanto
da lavoro recuperato dagli investigatori nel giardino della
villa, l’esame del Dna ha rilevato tracce biologiche appartenenti alla ex colf.
La prova
riplice omicidio di
Caselle: è arrivata
l’ora del Ris. Dai
primi risultati delle analisi dei reperti effettuate dagli specialisti dei carabinieri del Ris di
Parma, risulta che Dorotea De
Pippo, l’ex colf della famiglia
Allione, non sarebbe stata
estranea alla mattanza compiuta il 3 gennaio. «Dora», la
compagna di Giorgio Palmieri
- che ha confessato di aver ammazzato a coltellate Claudio
Allione, 66 anni, impiegato Sagat in pensione, la moglie Ma-
Sudoku
T
Così il 26 gennaio La
Stampa dava notizia dell’arresto di Dorotea De Pippo, accusata dal compagno.
1
riangela Greggio, 65 anni, ex insegnante dell’istituto superiore
«D’Oria» di Ciriè e la madre di
quest’ultima, Emilia Dell’Orto,
93 anni - era nella casa di via
Ferrari la sera della strage, come ha confessato. Ma non solo.
Gli inquirenti del nucleo investigativo dei carabinieri, comandati dal tenente colonnello Domenico Mascoli, si
chiedono perché la De Pippo
indossasse quel guanto ritrovato sul retro dell’abitazione,
da dove lei, a questo punto,
sarebbe passata per allontanarsi. La De Pippo li avrebbe
indossati per non lasciare
tracce? Allora significherebbe che ha partecipato concretamente al delitto. O che, per
lo meno, sapeva che Palmieri
avrebbe ucciso. La donna,
che è tutt’ora in carcere con
l’accusa di concorso in omicidio, domani incontrerà il suo
Continua a negare
«Non avrei immaginato che Giorgio arrivasse a uccidere»,
ripete. Ma il compagno: «Lei mi ha istigato, sapeva tutto»
avvocato, Giulio Calosso.
Le tazzine
Le analisi del Ris hanno pure
confermato che le tracce biologiche rilevate sulle tazzine scovate per caso dal figlio degli Allione, Maurizio, in una
«bealera» vicino casa mentre
portava a spasso i cani - apparterrebbero a Palmieri. Insomma, poco per volta il cerchio delle indagini si sta chiudendo. Anche se, in queste
settimane, i carabinieri hanno
continuato a interrogare familiari e amici della coppia Palmieri-De Pippo. L’unica questione ancora da chiarire riguarda il concreto coinvolgimento di «Dora», considerata
dal gip Alessandra Danieli
«spregiudicata e cinica, particolarmente attiva nel tentativo di sviare le indagini»; lei respinge le accuse, il compagno
dà una diversa versione. Resta da capire chi dice la verità.
Gli anarchici hanno organizzato ieri pomeriggio un presidio davanti alla sede di via
Bologna della Croce Rossa,
concluso senza incidenti.
Obiettivo, contestare il ruolo
operativo che la Cri riveste
all’interno del Cie di corso
Brunelleschi, oggetto di continui atti vandalici da parte
degli ospiti, pianificati con
cura dall’esterno dall’area
antagonista. Lo scopo è chiaro: obbligare le istituzioni a
chiudere una struttura dopo
l’altra, dopo averle incendiate o semplicemente vandalizzate in modo sistematico.
Con il risultato di rendere ancora più disagevole la vita degli stranieri e di esporli infinea denunce penale e arresti.
Morale, oggi il segmento
anarchico definito «cittadinista» sostiene che «ormai il
Cie è ridotto al lumicino, che i
reclusi hanno bruciato stanza dopo stanza e che ormai è
a un passo dalla chiusura di
fatto». Ma la situazione, nella
realtà, è diversa. Il Cie di Torino ospita lo stesso numero
di persone di un paio di mesi
fa, oltre sessanta.
T1 T2
56 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
U
REPORTAGE
18,25
DAL TRAMONTO ALL’ALBA
Come a una festa
Una trentina di allievi dei corsi di cucina e di sala bar hanno lavorato a
un aperitivo per le proprie famiglie, per mostrare i loro progressi
TESTO DI ENRICO REMMERT
FOTO DI FABRIZIO ESPOSITO
iovedì 13 marzo,
ore 17,58. Al fondo di via Durandi, in Borgo San
Donato, sorge il
complesso delle ex concerie
Fiorio, una delle tante testimonianze di uno sviluppo industriale cittadino ormai
lontano, ma anche un singolare esempio di riqualificazione. Ci troviamo infatti nella Piazza dei Mestieri, un
modello innovativo di scuola
professionale nato con
l’obiettivo di aiutare i giovani
dai 14 ai 18 anni - ma non solo
loro - a imparare un mestiere
e trovare un lavoro.
G
Una notte nella scuola
che non sta mai ferma
I ragazzi
18,25. Nel cortile della Piazza
sembra sia in atto una festa di
matrimonio. Almeno una trentina di giovanissimi chef e giovanissime cameriere, tutti in
divisa, sono schierati dietro
lunghe tavolate sormontate da
un profluvio di delizie di ogni tipo («finger food», se siete gente alla moda, «stuzzichini» se
siete gente sana di mente) e
circondate da una folla eterogenea. È un’occasione per spiegare una parte di ciò che si fa
qui: i ragazzi dietro le tavolate
sono gli allievi dei corsi di cucina e di sala bar, e hanno lavorato alla preparazione di un aperitivo riservato alle proprie famiglie, per mostrare quali progressi stanno facendo. È importante notare che quasi tutti
questi ragazzi arrivano da percorsi scolastici difficili, se non
burrascosi: sono i cosiddetti
«ragazzi in dispersione», quelli
che vengono espulsi dal sistema scolastico tradizionale, ma
che qui si cerca di recuperare
offrendo l’occasione di imparare un mestiere pratico.
19,01. Qui dentro studiano
La Piazza dei Mestieri rilancia studenti con un difficile passato sui banchi
Cuochi, tipografi, pasticcieri e birrai: tutti con vere commesse per veri clienti
quasi 800 persone, che seguono i corsi gratuiti finanziati dal
Fondo Sociale Europeo. I ragazzi sono circa 550 e hanno a
disposizione un’offerta formativa amplissima di corsi biennali e triennali, tutti legalmente riconosciuti: cuochi, barman, panettieri, pasticcieri, gelatai, cioccolatieri, birrai, estetiste, acconciatori, operatori
del design e del multimedia....
La cucina
19,38. Nell’aula cucina parliamo
con gli allievi. «Facevo un po’ a
pugni con la scuola, - dice An-
19,38
drea, 17 anni - ma qui mi piace.
Perché qui è tutto basato sulla
pratica, una cosa che a scuola
mi mancava». «Vero - conferma
Fabio, 17 anni anche lui -. Qui i
professori ti stanno dietro. Io
ero all’alberghiero, ma volevo
fare solo cucina, il resto non mi
interessava: così mi hanno bocciato e sono venuto qui». Medy
ha la stessa età dei compagni e
arriva da Casablanca: «Il mio
sogno è aprire un ristorante in
Marocco. Lì ormai c’è il boom
economico, lo sai?».
20,14. La Piazza dei Mestieri
è nata nel 2004 e sta per fe-
steggiare il decennale. Ma nella palazzina di fronte c’è una
realtà più recente, del 2011, denominata Piazza 2: è la sede
della Fondazione Its-Itc, che
organizza percorsi post-diploma di alta specializzazione
tecnica, per esempio filmaking e mobile app design.
I cartoni animati
A quest’ora i corsi sono terminati ma il piano superiore ospita il
Dipartimento Cinema di Animazione del Centro Sperimentale
di Cinematografia, che opera in
convenzione con l’assessorato
20,14
alla Cultura della Regione. Qui le
aule ospitano ancora parecchi
studenti. «In effetti spesso usciamo anche alle 9 o alle 10», conferma Jenny trafficando al computer accanto a Davide. «Il corso è
triennale e al termine bisogna
realizzare un film di diploma.
Non è stato facile accedere, perché c’è una selezione accurata
dei curriculum e alla fine 32 candidati sono valutati qui per quattro giorni, per accedere alla metà dei posti». aggiungono Ginevra e Simone. Il fatto che Davide
sia di Genova, Jenny di Urbino,
Ginevra di Milano e Simone di
Lanciano conferma l’attrattiva
del corso a livello nazionale.
20,56. Uno dei lati innovativi
del modello «Piazza dei Mestieri» è quello far condividere
attività formative e attività
produttive. A una porta di distanza dal Centro Sperimentale di Cinematografia troviamo gli uffici di Enarmonia, notissima casa di produzione nel
settore animazione.
«C’è uno scambio profondo spiega la produttrice Federica
Maggio - Noi forniamo i docenti e le competenze registicocreative, ma grazie allo stret-
21,20
«Ero all’alberghiero, ma volevo
fare solo cucina, il resto non mi
interessava: così mi hanno
bocciato e sono venuto qui»
«Non è per niente raro studiare
fino a quest’ora di sera
Spesso ci capita di uscire
anche alle nove o alle dieci»
«Qui non si simula nulla: si fa vera
pratica. I clienti sono esterni e le
consegne sono stringenti.
È il modello di tutta la scuola»
Fabio, studente scuola di cucina
Jenny, studentessa di cinema d’animazione
Giancarlo, tutor del laboratorio di tipografia
T1 T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
.
Cronaca di Torino .57
21,54
«È un lavoro duro, quando sei
giovane: perché quando gli altri
sono a ballare tu stai lavorando.
Però ti dà soddisfazioni enormi»
5,50
I birrai sono già al lavoro
«Siamo qui a quest’ora - dicono Fabio e Riccardo - perché stiamo facendo la doppia produzione. Torino produceva più birra di Monaco, poi la tradizione si è persa. È ora di ricrearla»
tissimo contatto possiamo selezionare i ragazzi più talentuosi, che spesso vengono assunti nella nostra squadra».
Il cioccolato
21. Un tour veloce ci porta in
cioccolateria, dove Alessandro,
cioccolatiere, ci spiega come
hanno iniziato e cosa insegnano
(c’è lo zampino di Peyrano…).
Poi andiamo nella tipografia digitale, dove troviamo Silvio e
Stefano, che sono i tutor della
parte di laboratorio dei corsi di
grafica e di prestampa. «È una
tipografia a tutti gli effetti, -
spiega Giancarlo, - e con clienti
esterni: perciò i ragazzi provano davvero il lavoro, le consegne sono stringenti. Insomma:
qui non è una simulazione, è
pratica del lavoro: questo è il
modello di tutta la scuola».
21,31. I corsi serali per adulti stanno chiudendo. Si tratta
di corsi brevi rivolti a una cinquantina di disoccupati e occupati: in questo momento sono in atto i corsi di somministrazione bevande, organizzazione eventi, panificazione e
pasticceria. Nel Laboratorio
Pasticceria una dozzina di
persone è affaccendata nel
preparare torte sacher mentre accanto, al Laboratorio
Panificazione, altrettante persone sono alle prese con teglie
e teglie di grissini. Andrea, panetterie e insegnante, spiega il
mestiere: «È un lavoro duro,
che richiede sacrifici, soprattutto quando sei giovane: perché quando gli altri sono a ballare tu stai lavorando. Però, se
lo fai con passione, ti ripaga di
soddisfazioni enormi». Problemi? «Un po’ la concentrazione e un po’ la costanza: a 16
anni sono due cose complicate
da tenere sotto controllo».
23,46. La Piazza, oltre alla
cioccolateria e alla tipografia,
presenta altre tre attività produttive aperte al pubblico: il
pub, il birrificio e il ristorante.
In quest’ultimo, a pranzo, sia
in cucina che in sala, lavorano
i ragazzi dei corsi: ogni settimana ne vengono distaccati 2
o 3 per corso. La sera, invece,
la cucina è nelle mani dello
chef Maurizio Camilli, prima a
Casa Baladin a Piozzo, affiancato da una squadra composta esclusivamente dai migliori ex allievi e stagisti.
Andrea, panettiere e insegnante
2,05. Il pub, divenuto un punto di aggregazione per tutto il
quartiere, chiude. Ora la piazza
dorme. Un’occhiata circolare
restituisce il senso di tutto: l’intento di questo luogo è quello di
recuperare il clima della piazza
di una volta, dove era possibile
imparare un mestiere direttamente nelle botteghe artigiane,
con un maestro capace di insegnare la propria manualità; dove era vivacissimo il rapporto
tra generazioni diverse ed etnie diverse; dove il luogo era un
po’ come un archivio storico vivente dei mestieri di una città.
La birra
5,50. È quasi alba e Fabio e Riccardo sono già qui. Perché alle
sei? «Perché in questo periodo
facciamo due produzioni giornaliere. Facciamo la cotta». Poi
ci spiegano tutto il procedimento ma non ci capiamo molto, a
parte che il malto in realtà è orzo maltato e che gli altri ingredienti base sono luppolo, acqua
e lievito. «Avere qui un birrificio
fa anche parte di una certa visione: Torino produceva più birra di Monaco di Baviera, poi la
tradizione si è persa. È tempo di
ricrearla. D’altronde, in tutti i
concorsi internazionali, l’Italia
vince sempre e il Piemonte è
una punta di diamante». Fabio
ci racconta che è qui da quattro
anni e insegna ai ragazzi: «La
produzione è in continua ascesa, ormai facciamo 450 ettolitri
l’anno». Ma non ti pesa l’ora?
«Mi ritengo fortunato di aver
fatto della mia passione un lavoro. A proposito: volete una birra?». Decliniamo (a quest’ora
neppure Dylan Thomas).
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T1 T2
58 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
La «balia digitale»
Il fotografo «glocal»
Prima un disastro,
ora voglio divertirmi
Insubordinazione
e spazio all’istinto
La prima volta è andata
piuttosto male: «Ho
perso 14mila euro in 8
mesi. Ero stata incosciente, pensavo che i
clienti sarebbero arrivati in un modo o nell’altro». Adesso Francesca
Marano insegna agli
altri come orientarsi tra
business plan – lei preFrancesca Marano
ferisce chiamarli «mappe per il successo» –, obiettivi prefissati e
realtà del lavoro. Torinese espatriata a Tel
Aviv per amore, racconta che si è ritrovata
libera professionista «per sfortuna»: «Qui
avevo un ottimo curriculum e esperienza come
assistente di direzione in diverse aziende, in
Israele non ero nessuno». Il primo tentativo
come web designer freelance è stato un disastro: «Mi sono leccata le ferite e ho ricominciato da capo, lavorando di notte, dopo aver messo a letto mio figlio». Oggi è una «digital doula», una sorta di balia digitale che aiuta donne
imprenditrici a far nascere e sviluppare la loro
presenza in Rete. Nella vita sceglie l’approccio
«Fight Club»: «Non sarò la migliore ma bisogna essere consapevoli delle proprie competenze e convinti di ciò che facciamo. È arrivata
a 39 anni, ma questa è stata davvero una libe[E. BAR.]
razione: e ora mi voglio divertire».
La parola d’ordine è
«glocal»: bisogna muoversi localmente ma
pensare anche globalmente. È questa la
spinta che ha portato
Stefano Borghi, 38 anni,
da Roma a Parigi passando per decine di
altre città, idee, persone
e incontri. «Nomade
Stefano Borghi
nell’anima e freelance
da sempre», fotografo e idealista, nel 2009 ha
fondato nella capitale uno dei primi coworking
italiani, prima di volare - per amore e per
lavoro - in Francia, dove sta sviluppando l’applicazione Copass, un abbonamento che permette a liberi professionisti di tutto il mondo di
affittare una scrivania negli open space in rete.
«Il mio motivo trainante è l’insubordinazione,
superiori da riverire e regole strette non fanno
per me», racconta. «Sarà un consiglio un po’
bohèmien ma il nostro istinto deve diventare il
nostro motore. Qui si vede anche la differenza
con l’estero, dove c’è più possibilità di fare ciò
che si ama: i potenziali clienti percepiscono
quando si lavora con passione e impegno e
quando tutto è finalizzato solo al guadagno».
Momenti di sconforto? «Ne ho incontrati anch’io. Allora, zaino in spalla e ripartivo: cambiare aria per riaprire i propri occhi». [E. BAR.]
La naturopata Zen
Cambiare mentalità
per avere garanzie
La vita non sai mai che
giri fa. Per Katia Salvaderi reinventarsi di
continuo è la normalità.
Dopo aver vissuto tredici anni nel monastero
buddista di Fudenji di
Salsomaggiore («dove
non esistevano retribuzioni o formalità di
alcun tipo») e aver
Katia Salvaderi
ricoperto ruoli di responsabilità in diverse aziende, oggi è una
consulente naturopata, professione da poco
riconosciuta a livello legislativo. A 50 anni ha
deciso ancora una volta di rivoluzionare la sua
vita: «Mi sono presa un anno sabbatico per
studiare come cambierà il mio ambito, perché
la formazione è fondamentale, specialmente in
un mondo sempre più flessibile – racconta –.
Molti di coloro che da un giorno all’altro si
sono ritrovati a casa per la chiusura dell’azienda o il taglio del personale non hanno una
professionalità definita e sono disorientati,
hanno bisogno di incoraggiamento». Katia
porta ai suoi colleghi freelance la sua filosofia
Zen: «Non cambierà mai nulla se prima non
cambieremo mentalità: prima recupereremo il
coraggio di rischiare, prima ripartiremo e
combatteremo per avere più garanzie». [E. BAR.]
«Uscite dalle case-ufficio»
«Da Milano a Lucca, i Comuni hanno lanciato incentivi per chi vuole lavorare in un coworking –
dicono gli organizzatori – anche qui bisogna aiutare i freelance a uscire dalle loro case-ufficio»
Lavoratori fai-da-te
Istruzioni per l’uso
I giovani tra precarietà e indipendenza
Un “freelance day” per sopravvivere al mercato
ELISA BARBERIS
Sono creativi, sviluppatori e
programmatori di siti web, designer e comunicatori. Professionisti con partita Iva o con
contratti di collaborazione, appena usciti dall’università o costretti a reinventarsi dopo anni
in azienda. Hanno dalla loro
parte l’indipendenza – la possibilità di scegliere quali progetti
seguire, quando, dove e come
lavorare – ma ogni giorno sono
anche costretti a confrontarsi
con la precarietà del mercato,
la mancanza di tutele legislative, una pressione fiscale troppo alta. È al mondo dei lavoratori fai-da-te del terzo millennio – vere e proprie imprese individuali – che ieri si è rivolto il
primo Freelance Day, organiz-
Saper spendere
Simonetta
[email protected]
Qualche delusione
purtroppo inevitabile
nostri lettori hanno molte
speranze, ma talvolta siamo costretti a distruggere
il loro sogno. Così accade per
Bruno che ci ha inviato una
mail dalla provincia di Monza: «Posseggo un violino dal
1920; all’interno appare una
scritta “Antonio stradivarius
facebat”. Mi interesserebbe
conoscere l’autenticità del violino e la sua valutazione».
Ecco una brutta sorpresa:
«Nonostante l’etichetta spiega il prof. Ferdinando Vi-
I
glieno Cossalino - il suo violino è una vecchia copia di uno
Strradivari. Il grande liutaio
Cremonese Antonio Stradivari (Cremona 1643-1737) fu
uno dei più imitati e falsificati
nei secoli successivi alla sua
morte. Infatti sul mercato si
trovano centinaia di imitazioni. detto questo però il suo violino, che sembra costruito
nella seconda metà dell’Ottocento, potrebbe avere una
buona voce ed essere utile a
un principiante. Per una sti-
zato dallo spazio di coworking
ToolBox con l’Associazione
Consulenti Terziario Avanzato
(Acta) a rappresentanza di
questa categoria dai contorni
ancora confusi e poco identificabili che tuttavia conta già oltre un milione e settecentomila
persone in tutta Italia.
Tra lezioni su come redigere
un business plan e strategie di
autopromozione sui social
network, i diritti in caso di malattia o gravidanza e tecniche
per far fruttare al meglio il
tempo a disposizione, una giornata dedicata a un mondo che
per (soprav)vivere cerca di fare squadra. «Oltre alle competenze tecniche, oggi occorre
sapersi posizionare sul mercato, capire l’originalità del proprio prodotto, essere sempre
ma occorrerebbe vederlo da
vicino per verificare le condizioni e la voce. Comunque,
anche se in buone condizioni,
considerato il mercato attuale penso che non possa superare i 300 euro».
Maurizio, che scrive da
Sanremo in Liguria, ha in casa due oggetti dei nonni che
risalgono a fine ’800: «Il primo è una cornice in legno intagliato raffigurante arbusti,
bacche e trofei di caccia. I
miei genitori mi dicevamo
che proveniva da una residenza di caccia del re Vittorio Emanuele. Il secondo è
un vaso colorato con rappresentazione di un assalto a
una castello con soldati e cavalieri; sul fondo c’è la scritta Verart Paris Farneti».
Dice l’esperto: «La cornice
in legno intagliato a motivi
vegetali e trofei di caccia risale alla fine dell’800 e pro-
aggiornati e puntuali nelle scadenze, stabilire connessioni
con gli altri professionisti ma
anche rapportarsi con fatture,
commercialisti e clienti che
non pagano», spiega Aurelio
Balestra, fondatore di ToolBox.
«Anche se le grandi risposte su questioni previdenziali
e formazione spettano al governo nazionale, a Torino è cominciato il dialogo con le istituzioni per far capire quali sono i contorni entro cui si muovono queste figure, superando
l’immagine stereotipata del
freelance solo a tutti i costi»,
continua Elena Sinibalbo di
Acta, che presto aprirà uno
sportello anche a Torino per
dare una consulenza a chi si è
ritrovato «autonomo» per
scelta o per necessità.
babilmente era disposta come specchiera nel ricco arredo di una palazzina di caccia.
È una cornice insolita e ben
intagliata che all’epoca era
sinonimo di benessere. Oggi
il gusto è inevitabilmente
cambiato e questa cornice è
di difficile collocazione in un
arredamento moderno. Valore circa 400 euro».
Per Michele di Torino:
«Un bel tavolo e un comò con
specchiera in legno massello
di noce, opera di buona falegnameria piemontese dell’inizio del Novecento. Sono
purtroppo arredi che in passato arricchivano le case dei
nostri nonni, ma che oggi,
purtroppo, non interessano
o interessano assai poco alle
nuove generazioni. Il loro valore è modesto e forse conviene tenerli in casa come ricordo. Comunque lla stima
sul mercato di oggi è di circa
Lo sviluppatore web
Il nostro motore
è la collaborazione
Daniele Barbaro a
ToolBox è di casa: in
meno di un anno, a
stretto contatto con
decine di altri professionisti come lui, è passato
da un portfolio di cinque o sei clienti a triplicare il loro numero.
Non solo, spiega: «Ho
coinvolto molti dei
Daniele Barbaro
freelance che condividono con me una scrivania e ora lavorano per
me o io per loro». Sviluppatore web 29enne,
dopo la laurea in Ingegneria Informatica al
Politecnico, ha scelto di bypassare stage in
azienda e la trafila di contratti precari: «Ho
fatto un po’ di esperienza mentre studiavo e ho
capito di potercela fare da solo, anche mettendo in conto i lati negativi di questa “falsa”
libertà che ho scelto». Ma la vera svolta è arrivata solo quando ha deciso di «fare rete»: «Che
siate dentro o fuori, il mio consiglio è di entrare
il prima possibile nella “mentalità da
coworking”. A casa il lavoro era dispersivo,
scomodo e avevo più difficoltà a trovare le
risorse di cui avevo bisogno – conclude –. Ora,
invece, sono a portata di mano e soprattutto so
di potermi fidare di chi mi circonda. La collaborazione è il motore di noi freelance».
[E. BAR.]
400 euro per i due pezzi. In
quanto alla stampa inglese si
tratta di una riproduzione: di
conseguenza non ha alcun
valore di mercato».
Gianni B. (che non ha fatto
cenno alla sua città di residenza) scrive: «Ho da almeno 40 anni una acquaforte di
Aligi Sassu intitolata Cavallo Di Feraxi tirato in 130 copie e la mia è la numero 18 e
porta la garanzia della Beatrice d’Este. Vorrei conoscerne il valore attuale».
Spiega il professor Viglieno Cossalino: «L’autore della
litografia a colori è Aligi Sassu (1912-2000) artista tra i
maggiori protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Valore attuale: circa 300 euro».
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151/B; via Nizza 65; piazza Massaua 1.
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T1 T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
etropoli
Metropoli .59
.
Per le vostre segnalazioni [email protected]
Rivalta, strada ripulita dai volontari
Chivasso, alpini a raccolta
Quasi due tonnellate di rifiuti. Ottimo
«bottino» per gli ecovolontari di Rivalta che, col
supporto di Legambiente, ieri hanno ripulito la
Dodicesima strada, alle spalle dell’Interporto,
da sempre meta di scarichi abusivi.
[M. MAS.]
Oggi, con una messa in Duomo alle 10,30, gli
alpini ricordano le penne nere defunte.
Seguirà un corteo, con la banda musicale
«Stella Alpina», al monumento degli alpini
per la posa di una corona d’alloro.
[D. AND.]
Rivalta
Pianezza
“Profughi, le istituzioni
ci hanno abbandonato”
Dodici nuovi
defibrillatori
nei luoghi
pubblici
La denuncia del parroco di Tetti Francesi: “Nessuno si interessa a loro”
Nichelino
MASSIMO MASSENZIO
IlComune
vuole ilnegozio
confiscato
alle cosche
Da un anno Don Paolo Alesso, parroco di Tetti Francesi,
ospita cinque degli oltre 30
profughi africani arrivati
dalla Libia che il governo aveva «parcheggiato» per 18 mesi nella cascina del Dojrone.
Dopo la fine del periodo di accoglienza, i «libici» rivaltesi
hanno ottenuto 500 euro e un
permesso di soggiorno per
motivi umanitari, ma pochissimi hanno trovato lavoro e
quasi nessuno ha una sistemazione stabile.
GIUSEPPE LEGATO
Tensione e vandalismo
Qualcuno ha cercato fortuna
all’estero, altri, periodicamente, rientrano abusivamente
nel cascinale gestito dalla cooperativa Santa Cristina. In
questi mesi non sono mancati
momenti di tensione, minacce
agli operatori e atti di vandalismo. Pochi giorni fa anche don
Paolo, nella casa parrocchiale
dell’Immacolata Concezione,
si è trovato a fronteggiare un
immigrato camerunense che
impugnava una pistola e chiedeva con insistenza del denaro. Fortunatamente l’arma era
un giocattolo e il giovane immigrato è stato ammanettato
e portato in caserma dai carabinieri. Ma la situazione rischia di diventare esplosiva.
Il parroco
«Io ho accolto questi ragazzi in
nome di Gesù, ma mi chiedo
perché debba occuparmene
L’assessore Diego Sarno
«Mancano supporti economici»
Una veduta dell’oratorio della Immacolata Concezione, a Tetti Francesi. Il parroco riaccende i riflettori
sul caso dei profughi libici: «Ho accolto questi ragazzi, ma non ho ricevuto sostegno da nessuno»
da solo», attacca il sacerdote.
«Nessuna istituzione mi ha offerto un supporto economico».
Don Paolo minimizza l’episodio
che si è verificato in parrocchia:
«Si trattava di un giovane che
era stato in passato ospite dell’oratorio ed era tornato per una
doccia e un piatto caldo. Non sono stato minacciato, mi ha mostrato la pistola e io ho chiamato
i carabinieri. Tutto qui ».
Secondo il parroco il pro-
blema è un altro: «Queste
persone sono lasciate in balia
degli eventi, senza programmazione, senza futuro. C’è
chi si fa sfruttare nei campi e
chi finisce sulla strada. I cinque ragazzi che sono con me
sono stupendi, uno di loro ha
un lavoro fisso da benzinaio e
non hanno mai creato problemi. Ma senza un aiuto
quotidiano sarebbero potenziali mine vaganti».
La cooperativa
Luigi Varetti, responsabile della
cooperativa Santa Cristina, che
ha gestito per un anno e mezzo
l’accoglienza al Dojrone, è stato
fatto tutto il possibile: «Li abbiamo avviati ai corsi del centro di
educazione permanente e qualcuno ha frequentato la scuola.
Abbiamo cercato di attivare un
percorso di accoglienza con i
Comuni della zona, ma non c’è
stata la volontà di farlo partire».
La richiesta è stata presentata ufficialmente all’Agenzia
nazionale dei beni confiscati e
sequestrati alla criminalità
organizzata. Nichelino vuole
acquisire il negozio strappato
dallo Stato alla ’ndrangheta
in largo delle Alpi che è disponibile solo da pochi giorni
(prima era regolarmente affittato ad alcuni privati).
Obiettivo: trasformarlo in
una sorta di casa aperta dei
Comuni (Nichelino, Moncalieri, Vinovo, None, Santena e
Candiolo) che a suo tempo
hanno sottoscritto il protocollo d’intesa sulla legalità e
contro le mafie. «Vogliamo
che il locale sia un esempio di
buon funzionamento della
legge sulla confisca dei beni
alla criminalità organizzata –
spiega Diego Sarno, assessore alla Trasparenza –, deve diventare la casa dei Comuni e
della società civile». Il sindaco Giuseppe Catizone concorda: «Sarà un simbolo dell’impegno della Città di Nichelino
contro ogni mafia».
[G. LEG.]
Grugliasco
Settimo
Protesta da Decathlon
“Dateci turni più vivibili”
L’ex assessore di Corgiat
corre con il centrodestra
PATRIZIO ROMANO
«La domenica voglio stare
con la mia mamma». Così recitava uno dei tanti cartelli
che ieri mattina i bambini delle dipendenti di Decathlon, in
sciopero a Grugliasco di fronte all’ingresso, portavano al
collo. Una protesta dei circa
130 lavoratori che prosegue
anche oggi, promossa dalla
Filcams-Cgil e con una adesione alta, almeno a quanto riferisce il sindacato. «Chiediamo di aumentare la base oraria settimanale dei part-time spiega Fabiana Buccheri, Rsa
Filcams - che oggi per molti è
di 20 o 24 ore settimanali, por-
tandola a 24 e 30, in modo da
avere uno stipendio dignitoso».
Insomma una maggiore sicurezza economica e conseguentemente la possibilità di progettare spese o, per alcuni, di andare a vivere da soli.
«Inoltre - aggiunge Sarah
Pantò -, molte di noi lavorano
anche tre domeniche su 4, con
gravi disagi in famiglia. Noi abbiamo chiesto di poter avere
una programmazione a lungo
termine e non settimanale, come spesso avviene adesso. Perché oggi nessuno di noi può organizzarsi i momenti in famiglia». Ma con l’azienda, sostiene la Filcams, è quasi impossibile un dialogo. «Quelli posti
NADIA BERGAMINI
I lavoratori Decathlon, ieri
qui - dice Elisabetta Mesturino, segretaria provinciale - sono problemi generali nella
grande distribuzione: avere
una maggiore certezza del proprio salario, per poter programmare spese, e avere una
pianificazione delle domeniche
per poter stare a casa con i figli. Temi che si devono discutere a un tavolo provinciale, sui
tempi della vita e del lavoro».
Ci aveva già provato nel
2009. Allora, però, l’accordo
con il Pdl era fallito ed era
tornato a correre con una lista civica al fianco della coalizione che a Settimo sosteneva Aldo Corgiat.
Ora Giuseppe Palena, classe 1954, pediatra, ex assessore Sanità dal 2004 al 2009 alla
sanità e dal 2009 a qualche
mese fa all’istruzione e politiche giovanili, in politica da un
ventennio, ci riprova. Questa
volta a sostenerlo alle elezioni
di maggio c’è una vera e propria corazzata. Non solo la
sua lista civica e quelle che
fanno capo al consigliere
uscente di opposizione Antonio
Silvestri, ma tutto il centro destra che mai fino ad oggi era
riuscito a trovare l’unità.
«Abbiamo deciso di sostenere la candidatura di Palena –
spiega il presidente provinciale
di Forza Italia, Andrea Fluttero
– perché crediamo in questo
raggruppamento civico che a
nostro parere ha la possibilità
di arrivare al ballottaggio e garantire alla città un’alternativa
credibile all’attuale maggioranza». Dunque, FI ha rinunciato
ad un proprio candidato sindaco e alla stessa scelta sembrano
ormai avviati anche gli altri
partiti del centro destra.
Dodici defibrillatori in altrettanti punti della città. A
Pianezza il sindaco da alcuni mesi si batte per garantire maggior sicurezza nei
punti di incontro del suo
Comune. E attraverso una
raccolta fondi, alcune sovvenzioni di privati e un impegno economico dell’amministrazione è riuscita ad
acquistare 12 defibrillatori
di ultima generazione.
«Ognuno dei quali ha un
costo che si aggira intorno ai
1100 euro» spiega Antonio
Castello. Insomma, una spesa di oltre 13 mila euro per
dare intervento immediato
nelle sedi di associazioni
sportive e culturali. «Li abbiamo già posizionati alla
bocciofila, al centro anziani,
alla Pro loco, in Comune, all’Usd Pianezza - elenca - e poi
all’oratorio e in due scuole».
Inoltre è stato fatto un corso a cui hanno partecipato un
centinaio di persone, compresi dipendenti comunali,
per avere gente capace ad
usarlo. Oltre al corso già
svolto ne ha in previsione un
altro. «Poi, pensiamo di posizionarne uno all’istituto
agrario Dalmasso - confida e anche lì formeremo non solo gli insegnanti, ma anche gli
studenti più grandi». In modo che siano un giorno esperti anche da adulti. Ma l’intento è avere dei defibrillatori a
portata di mano anche per
strada. «Ne posizioneremo
due in altrettante teche davanti al Municipio e in piazza
Vittorio - aggiunge - in modo
da poter intervenire in attesa
dei sanitari del 118». [P. ROM.]
Giuseppe Palena, medico
«Avremmo potuto correre
da soli – prosegue Fluttero –
ma sarebbe stato un candidato
di bandiera senza possibilità.
Preferiamo sostenere un raggruppamento dove a prevalere
è la società civile». Non sarà facile per Palena, che dovrà confrontarsi con l’ex compagno di
giunta Fabrizio Puppo, contestare il sistema di cui ha fatto
parte per quasi un decennio.
T1 CV PR T2
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 60
T1 CV PR T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
In città .61
.
incittà
LA STAMPA
Società cultura & spettacoli
ELENA LISA
i muovono per Torino come gli storni.
Il sabato pomeriggio partono dagli
scalini sotto la statua del Duca D’Aosta, in
Piazza Castello. Piegano a
destra, poi a sinistra. Si dividono e si ricompattano.
Sono circa trecento: il più
grande non supera vent’anni.
Il più piccolo ne ha sette. Come
gli uccelli in volo si rifondono
in un unico disegno in piazza
Carlo Alberto, dietro Palazzo
Carignano. Sono i «vippini», o
meglio, è così che tentano di
apparire ai coetanei. Piccoli
vip. Adolescenti che vivono in
funzione della fama, e che non
cercano il quieto vivere.
Ieri pomeriggio è scattato
un duello a spinte e schiaffi.
Non sono piaciute le frasi postate su «Ask», una chat che
usano per pubblicare foto,
scrivere d’ amore e lanciare insulti, e perché lo sguardo di
uno è sembrato all’altro troppo audace. Il gruppo si spacca,
c’è chi parteggia e chi divide.
Le ragazze non sembrano impressionate. «Pure noi ci picchiamo – grida nel caos Monica, quindicenne gracilina con
l’apparecchio ai denti e sulla
felpa una collanina di bigiotteria con le foglie di marijuana –
se qualcuna dice in giro che sei
una facile non puoi star zitta.
Bisogna reagire. E’ una questione di rispetto». Anche così
si diventa «vip».
Ritratti
di corsia
S
Le marche e il look
Ai piedi portano scarpe da ginnastica All Star, Vans o Jordan.
I pantaloni, nell’orlo, hanno un
risvolto eccessivo. Le ragazze
LA «MINI-RISSA»
Una frase non gradita
o uno sguardo «audace»
E scatta lo scontro
hanno capelli lunghi e piastrati. I maschi berrettino con visiera e ciuffo sparato. Ma basta
che uno di loro, un «vip riconosciuto», indossi qualcosa di
originale e viene subito imitato: un crocifisso al collo, un
braccialetto fosforescente, un
taglio di capelli. E l’emulazione, ovviamente, vale anche per
gli atteggiamenti.
C’è chi urla e accorre. Sembra che poco distante altri abbiano un conto da regolare.
Questo vai e vieni improvviso,
gli annunci di uno scontro appena iniziato, non si capisce se
siano gioco o verità. È una costruzione, una caricatura,
l’evoluzione di un rito di passaggio tra ragazzi che stanno
per diventare adulti. Anche
perché è tutto lì, alla luce del sole tra i passanti e i visitatori del
Museo del Risorgimento.
«Il sabato pomeriggio – dice
Matteo, 16 anni, con la camicia
a mezze manica e i bicipiti torniti – è così. Perché ci sono cose
accadute in settimana che vanno sistemate. Oggi il gruppo è
al completo: ci sono quelli che
arrivano da Torino, Grugliasco,
Ciriè. Il sabato non andiamo a
scuola. Ma in molti non ci vanno nemmeno in settimana. Io
NORIA NALLI
Il femore
e la moglie
morganatica
L’autrice è una giornalista
che è stata a lungo ricoverata in ospedale. Per la
«Stampa» ha scritto una serie di «ritratti di corsia».
veva un bavero color zafferano e la
marsina color ciclamino,
andava a piedi da Lodi a
Milano, per incontrare la
bella Gigogin». Valeria
canticchiava mentalmente questo antico motivetto mentre si esercitava a
camminare senza appoggi nel parco adiacente al
mausoleo della Bella
Rosina. Le sembrava
di ricordare che quei
versi fossero dedicati
proprio all’amante prediletta di Vittorio Emanuele, anzi la moglie
morganatica, che gli
aveva dato due figli.
Queste riflessioni la distraevano dalle sofferenze subite di recente. Un
femore rotto durante uno
spaventoso incidente, ore
di operazione e sfinente
fisioterapia. Aveva tolto il
gesso da pochi mesi e le
sembrava un sogno vedere le sue gambe finalmente muoversi libere all’aria
aperta, senza nemmeno
tenersi alle stampelle.
«Certo che potevi trovare
un posto migliore in cui
portarmi - disse ad un
tratto a Luigi, il suo compagno - qui c’è una tomba
vuota e l’ambiente è un
po’ sinistro, una volta, qui
intorno, ci facevano le
messe nere».
In realtà Valeria si sentiva contenta, nata e vissuta a Mirafiori, era orgogliosa delle sue origini di
periferia e camminare in
quello spazio la faceva
sentire a casa.
«L’ho scelto apposta per
il tuo passato dark e il tuo
amore per i film gotici di
Tim Burton» rispose
Luigi facendole l’occhiolino. «Tim Burton, il regista che parla con sensibilità e poesia dei diversi Pensò la giovane donna credo che farebbe volentieri un film in questi
luoghi della citta.
Rosina era un’esclusa, in
quanto moglie non ufficiale e anche Mirafiori
Sud lo è stata per molto
tempo nei confronti di
Torino. Quartiere ghetto,
dormitorio, lo definivano
così. Ma, come il suo
femore rotto forse poteva
migliorare e rafforzarsi.
«A
Conta il riconoscimento del «gruppo»
ll ritrovo del sabato pomeriggio è in piazza Castello, sotto la statua del Duca D’Aosta, poi si allontanano a gruppi
Il punto d’arrivo è in piazza Carlo Alberto, sul retro di Palazzo Carignano
Tendenze
Piazza Carlo Alberto
il regno dei “vippini”
Un pomeriggio tra i ragazzi che vivono per “essere popolari”
I segni di riconoscimento
è un puro fatto di popolarità.
Chi non ce l’ha, è fuori.
Il rapporto della sicurezza
Il berretto
al rovescio
Gli accessori
copiati
Sneaker
e risvolti
Deve essere sportivo,
«griffato» e soprattutto
indossato con la
visiera al contrario
Braccialetti fluorescenti
crocifissi al collo e tutto
ciò che viene indossato da chi
è più popolare nel gruppo
Tassativamente scarpe
All Stars, Vans e Jordan
I jeans indossati con
l’orlo rivoltato
non picchio più. Ho fatto arti
marziali, l’ultima volta le ho date
secche e sono stato denunciato.
Meglio risolvere con le parole».
Per diventare «popolari» - o
«pirla», come dice un ragazzo di
origine algerine - bisogna avere
peso sui social network: più «mi
piace» hai su Facebook, più conti
nella tribù. I giudizi positivi arrivano se pubblichi una foto interessante, o se scrivi battute spiritose, commenti, e resoconti di
cosa hai fatto il sabato: mini-risse – i «vippini» le chiamano così
– o bravate dentro e fuori la discoteca. «Ultimamente gira be-
ne l’Havana – confida Alessandro con la visiera rossa calata sugli occhi – mettono musica commerciale. Ma noi preferiamo rap
e hip pop. Finiamo la serata all’alba. O più tardi. In casa basta
dire che dormiamo da un amico
e nessuno stressa».
Tra i «vippini» non esiste discriminazione per il colore della pelle. Tra loro ci sono ragazzi italiani, di origini romene e
africane. L’emarginazione qui,
Il metro di Facebook
Dopo un paio di fughe sono di
nuovo tutti insieme. Li ha ricomposti la macchina fotografica. «Prendi me, prendi me – si
accalcano davanti all’obiettivo
- finisco sul giornale e divento
ancora più vip».
Alle 6 del pomeriggio i dipendenti della vigilanza della Sovrintendenza per i beni artistici e storici,
che ha in tutela Palazzo Carignano, chiudono i cancelli in Piazza
Carlo Alberto cercando di allontanare chi non se ne vuole andare. I ragazzi sono una cinquantina e alcuni non la prendono bene: «Faremo rapporto - dicono i
custodi - gli episodi sono troppo
frequenti e loro non capiscono
che stanno esagerando».
Le telecamere nel cortile, hanno filmato la scena: le spinte, ma
anche gli abbracci e i sorrisi. Perché i «vippini» sono soprattutto
questo: adolescenti in cerca di
afaftto e certezze. «Non siamo
tutti stupidi - dice Marianna, che
tiene per mano un bimbetto con
occhiali da sole e catena finta oro
al collo - Sono una brava ragazza,
e i miei di me si fidano altrimenti
non mi farebbero uscire con lui.
Lo sguardo di Marika è pulito. La
voce sincera. L’atteggiamento
protettivo. A chi gli chiede chi lui
sia lei risponde fiera «è mio fratello». I trecento che si muovono
per Torino sono così, come storni: credi di averli capiti e loro
cambiano subito disegno.
T1 CV PR T2
62 .In città
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
alle 8,30
Piazza Palazzo di Città
Perosa Argentina
Teatro Agnelli
Eccellenze
artigiane
La magia degli elisir
prodotti con le erbe
Bambini, gatti
e topolini
Dalle 8,30 alle 20, in piazza Palazzo di
Città, il mercatino sull’«Eccellenza
artigiana del Piemonte in Piazza»,
coordinato da Confartigianato Torino e
promosso dal Comune. Il repertorio
spazia dalle lavorazioni ai sapori
enogastronomici del territorio, con una
trentina di aziende artigiane coinvolte.
Nelle vie centrali di Perosa Argentina, dalle
9 alle 18, ci saranno bancarelle di
fiori e piante, ma anche del vino novello e
dell’artigianato locale. Nel cortile della
scuola primaria è allestita la mostra «La
locanda degli Elisir», con spiegazioni
sulle erbe spontanee, approfondimenti e
degustazioni di elisir prodotti con le erbe.
alle 9
alle 11
Alle 11, al teatro Agnelli di via Paolo Sarpi
111, Assemblea Teatro propone «Max Mix
e Mex», spettacolo su testo di Luis
Sepúlveda con Lino Spadaro e Andrea
Castellini. La storia affabulata racconta la
storia di amicizia che lega un ragazzo, il suo
gatto Mix e un topo malinconico. Età
consigliata: dai 3 anni, ingresso a 5 euro.
Egizio
Auditorium Lingotto
La “Creazione” di Haydn
con un coro imperdibile
Dalla «Resurrezione» di Mahler alla «Creazione» di Franz
Joseph Haydn. Dall’Auditorium
Toscanini della Rai all’Auditorium Agnelli del Lingotto. In
pochi giorni, due proposte
musicali di grande richiamo
per il pubblico torinese. Domani sera,alle 20,30, nell’Auditorium di via Nizza si rivede il
direttore belga Philippe Herreweghe che proporrà il capoPhilippe Herreweghe
lavoro haydiano con il Collegium Vocale Gent e l’Orchestre des Champs-Elysées che
utilizza strumenti d’epoca. Anche tre voci soliste per la serata: il soprano Christina Landshamer, il tenore Maximilian
Schmitt e il baritono Rudolf Rosen. Composto tra il 1796 e il
1798, presenta come tema la creazione del mondo, raccontata
nel primo libro della Bibbia, la Genesi.
Il lavoro sull’oratorio durò dall’ottobre del 1796 all’aprile
del 1798. Haydn lavorò al progetto sino allo sfinimento e dopo
la prima rappresentazione s’ammalò realmente per lungo
tempo. La «Creazione» fu rappresentata per la prima volta a
Vienna nell’aprile e maggio del 1798 per un pubblico privato e
dai loro ospiti. L’oratorio fu successivamente messo in scena
per la prima volta nel marzo del 1799 al Burgtheater di Vienna. Una nuova rielaborazione per tre voci soliste, coro e orchestra d’ottoni fu allestita per la prima volta il 19 luglio 2006
alla fine del Festival Thurn und Taxi di Ratisbona.
Il concerto di domani sera, sarà preceduto da una conferenza introduttiva (ingresso libero) di Giorgio Pestelli alle 18
in Sala Londra sempre al Lingotto.
[G.NOV.]
Blah Blah
Un road movie emiliano
In memoria di Freak Antoni
È dedicata al ricordo di Roberto
Freak Antoni la serata di domani al Blah Blah, dove alle 21,30 si
proietta con ingresso libero il
film «Freakbeat» del regista
torinese Luca Pastore. Non si
tratta di un documentario, bensì
di una sorta di road movie lungo
le strade dell’Emilia, dove il
capostipite del rock demenziale
italiano si aggira in furgone con
la figlia a caccia di una leggenda
metropolitana inventata da zero. Freak Antoni
L’oggetto del desiderio sarebbe
la presunta incisione realizzata dall’Equipe 84 con il grande Jimi
Hendrix. Tutto falso, naturalmente; la frottola vale però come
scusa per incrementare la complicità familiare tra i due viaggiatori e per comporre una mappa del beat emiliano degli Anni
Settanta attraverso una serie di incontri ravvicinati con i suoi
protagonisti. L’ultimo in ordine di apparizione non può che
essere Maurizio Vandelli, leader all’epoca proprio dell’Equipe
84. Tra Pianura Padana e scorci urbani, ambienti rurali e osservazioni argute, la figura del musicista, cantante, scrittore e
showman bolognese, scomparso lo scorso 12 febbraio sulla soglia dei sessant’anni, veniva dipinta da Pastore con affetto nel
2011, quando il male ancora consentiva al Freak nazionale di
affrontare i gravosi impegni del set cinematografico. Nato a
Bologna nel 1954, Antoni venne alla ribalta a fine Anni Settanta
alla guida degli Skiantos, ed era considerato una delle figure
simbolo del movimento bolognese del ’77. Il suo libro più noto è
«Non c’è gusto in Italia a essere intelligenti», del 1991.
[P. FER.]
Se papà lavora per il faraone
Il museo visto dai bambini
I percorsi didattici dedicati alla vita quotidiana delle famiglie
Oggi ingresso gratis per i padri accompagnati dai figli
LETIZIA TORTELLO
ronache di una famiglia esemplare,
di 3.500 anni fa.
Nell’antica Tebe di
Tutankhamon, la
vita tra le mura domestiche
non era poi tanto diversa da
quella di oggi. Il Museo Egizio
celebra in anticipo la Festa
del Papà, omaggiando del biglietto d’ingresso tutti i padri
accompagnati dai propri figli.
E tra i percorsi aperti al pubblico, in questa fase di cantieri in vista dell’allestimento
2015, non può non catturare
l’attenzione il piano Ipogeo,
una delle storie più vive e affascinanti della quotidianità
dell’Antico Egitto. E’ quella
del villaggio di Deir-el-Medina, nei pressi dell’odierna Luxor, scoperto all’inizio del
‘900 da Ernesto Schiaparelli.
C
IL VILLAGGIO
«A Deir-el-Medina
abitazioni simili
alle villette a schiera»
La Tomba di Kha
Un insediamento operaio, che
ospitava maestranze, lavoratori e artisti chiamati a rendere magnifica la tomba del re.
Il sepolcro dell’architetto dei faraoni è una
delle mete del tour didattico riservato alle famiglie
La ricorrenza
Per la Festa dei Papà, il museo
propone uno dei suoi percorsi
tradizionali dedicati ai bambini, rivisitato: «La mia famiglia
egizia - Speciale Papà!», alle
10,40 e alle 15,40, per due ore
(obbligatoria la prenotazione,
costo 7 euro). Il pubblico andrà a spasso tra le testimonianze che documentano usi e
costumi degli egizi di epoca
faraonica. Il giro prevede un
laboratorio didattico per costruire il proprio albero genealogico in geroglifico. Alle
10,30, per chi volesse frequentare solo l’attività manuale,
c’è «Geroglifici… che emozione!». Si parte dal piano sotterraneo, per approdare alla
spettacolare Tomba di Kha,
che fu un architetto di Deir-elMedina intorno al 1350 a.C., figura che sfata una leggenda:
si credeva che gli architetti
Recensione/1
LUCA INDEMINI
La dissacrante
ironia pop
di TvBoy
Da qualche giorno, il volto gigante di Nelson
Mandela sorride da un muro di via Errico
Giachino, all’altezza del numero 30. È uno
degli effetti collaterali della mostra «Urban
Pop», personale dello street artist TvBoy,
ospitata fino al 26 aprile negli spazi di Square 23. In galleria è una vera e propria esplo-
«Vetrina dopo vetrina
si svelano tutti
i segreti di una civiltà
lontanissima
ma di grande fascino».
Sasca Malabaila
Responsabile
didattica
svelano i segreti di una civiltà
lontanissima. «In questo villaggio a statuto speciale vivevano
operai qualificati e artisti –
spiega Sasca Malabaila, responsabile Didattica del museo
–. Deir-el-Medina era composto
da abitazioni che potrebbero
assomigliare alle nostre villette
a schiera, dai 40 agli 80 metri
quadrati». Era posizionato in
mezzo alle necropoli, tra la Valle dei Re e quella delle Regine.
Molti suoi abitanti «godevano
di un buon livello di istruzione,
come i capi del villaggio, o sovrintendenti. Ci hanno lasciato
testimonianze straordinarie».
La tomba del re
del faraone venissero murati vivi, per non spifferare il progetto
della tomba del monarca. Kha
lavorò al servizio di ben tre regnanti. Lui è solo uno dei tanti
personaggi da scoprire nel
tour. Vetrina dopo vetrina, si
Si è ricostruito dai reperti, ad
esempio, che i papà operai facessero i pendolari per andare
a lavorare alla tomba del re.
Stavano lontani dalla famiglia
durante la settimana, e per comunicare con casa utilizzavano
sione di colori. Tele e carte sembrano giocare con le citazioni di Roy Lichtenstein e Andy
Warhol, rivisitano i cartelloni pubblicitari, i
poster della propaganda americana degli
anni Quaranta e Cinquanta, ma anche le
opere del costruttivismo russo. Una bottiglia
di Coca Cola si trasforma in una molotov; il
personaggio caratteristico di TvBoy si insinua nello scenario del celebre «Urlo» di
la posta: «Si sono ritrovati
“ostraka”, cioè cocci di materiali di recupero», con lettere
d’amore per tranquillizzare la
moglie. Il villaggio era abitato
per lo più da donne «che provvedevano all’istruzione dei figli». Sempre dai cocci sappiamo che i lavoratori potevano
assentarsi, ma con giustificazione: «Le scuse plausibili erano un funerale, una festa religiosa. Il marito poteva anche
stare a casa dopo un litigio. Se
la moglie, la sera, aveva perso la
pazienza e alzato le mani, l’uomo per dignità poteva non presentarsi al lavoro». Questo dettaglio, normalmente, «piace assai poco ai papà quando lo raccontiamo – scherza la studiosa
–. E’ sorprendente, invece, vedere la faccia dei bambini. Scoprono che gli egizi erano parecchio simili a loro, magari un po’
svogliati ad andare a scuola».
Tutto il mondo è paese.
Edvard Munch e si staglia ironico sulla
Union Jack, attraversata dalla scritta «Dog
save the Queen». Dissacrante e ironico, l’artista palermitano classe 1980, gioca con i simboli e i miti di ieri e di oggi. E non mancano
neppure i riferimenti a Torino: tra le tele più
piccole, che compongono sulla parete un
mosaico tutto da esplorare, si staglia un’utilitaria verde, targata «Fiat Torino».
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LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
In città .63
.
Per le vostre segnalazioni [email protected]
alle 15,30
Casa del Teatro Ragazzi
Alfa Teatro
Reale Società Ginnastica
Il coniglietto
cerca moglie
Mezzo secolo
di canzoni
Caccia al tesoro
e molto altro
Alle Casa del Teatro Ragazzi di corso Galileo
Ferraris 266, alle 15,30 (replica alle 17,30) il
Teatro della Tosse presenta «Branciforte. Il
coniglietto pop-up», spettacolo ispirato a
una novella di Enzensberger. Testo e regia
Elisa D’Andrea, con Alessandro Damerini:
storia di un coniglietto aristocratico in cerca
di una moglie
alle 16
Si intitola «Grilli per la testa», lo spettacolo
proposto alle 16 all’Alfa Teatro di via
Casalborgone 16/I dall’attore, autore e
regista Augusto Grilli. Lo showman
racconta un viaggio nella canzone italiana
dagli inizi del Novecento al primo
dopoguerra. I biglietti costano 25 euro,
ridotti a 22 e 18. Tel: 011/195.048.96.
Cibo della
convivialità
Il piatto giramondo e
multiculturale
per eccellenza
è protagonista del pranzo
solidale Oaf-I
ospitato oggi
dall’International School
of Turin
di Chieri
NOEMI PENNA
Si narra che fece guarire re
Salomone dalle afflizioni amorose causate da Saba. E che
anche i cartaginesi ne facessero un largo consumo, condendolo con formaggio e miele. E’ il cous cous, il piatto giramondo e multiculturale per
eccellenza, protagonista del
pranzo solidale Oaf-I ospitato
oggi dall’International School
of Turin di Chieri.
LA SPECIALITÀ
Approda a Chieri
da Trapani in tre
diverse varianti
San Vito Lo Capo, ambasciatrici del Cous Cous Fest trapanese, il Festival internazionale
dell’integrazione culturale dedicato al piatto della convivialità per eccellenza, in tour a
Torino a favore dell’Organizzazione di aiuto fraterno – Italia. Le chef hanno rappresentato la nostra nazione al con-
Menù da intenditori
L’azienda Bia di Argenta, fornitore ufficiale del Cous Cous
Fest di San Vito Lo Capo, ha offerto gli 80 chili di semola di
grano duro che questa mattina
verranno cotti a vapore e condi-
GLI INCASSI
Il ricavato finanzierà
una serie
di progetti solidali
cous sarà servito a buffet in abbinamento ai vini siciliani offerti dalle aziende vitivinicole Planeta, Donnafugata e Pietratagliata. E, per concludere in dolcezza, sarà servito un altro
piatto tipico isolano, la pignolata: una montagna di pallini di
pasta fritti ricoperti da una cascata di miele di Castelluccio. Il
PAOLO FERRARI
International School of Turin
Chieri, strada Pecetto 34
Tel. 366/58.48.457
Teatro Concordia, Venaria
Corso Puccini
Tel. 011 / 424.11.24
Sulle colline i sapori
dell’altra sponda
del Mediterraneo
ti in tre varianti: la tradizionale
sanvitese con pesce azzurro e
dentice (arrivato fresco da Mazara del Vallo), mandorle tostate e spolverata di cannella; la
vegetariana a base di verdure
stufate condite solo con sale,
pepe e olio extravergine di oliva; e di carne di vitello con patate, carote e curcuma. Il cous
Afterhours
in duetto
con Samuel
Le due chef, come tutte le altre
persone coinvolte nell’organizzazione, prestano il loro servizio gratuitamente. Anche i fornitori hanno donato gli ingredienti necessari al pranzo, per
permettere di devolvere l’incasso all’organizzazione non
governativa piemontese presieduta da Maurizio Irrera. Il contributo richiesto ai commensali
è di 26 euro, 15 euro per i bambini dai 3 ai 10 anni, a favore dei
progetti solidali Oaf-I che includono il sostegno a distanza di
progetti di cooperazione e sviluppo in Brasile e Mozambico,
borse di studio, assistenza medica ed alimentare.
Cous Cous Fest
corso internazionale della kermesse che si svolge da 16 anni a
settembre a San Vito Lo Capo,
ottenendo l’ambito premio della
giuria popolare e il secondo posto per la tecnica. Da ieri sono
all’opera nelle cucine della scuola internazionale di Chieri per
preparare, con una dozzina di
volontari, le tre varianti di cous
cous che verranno servite oggi
alle 12,30 a più di 200 persone. A
lasciarsi stregare dai sapori del
Mediterraneo sarà anche un
ospite d’eccezione: Andy Luotto, attore, conduttore e cuoco
che ha debuttato in televisione
al fianco di Renzo Arbore, invitato al pranzo proprio dalle chef.
Settimo
Inizio di settimana tutto torinese per Manuel Agnelli e i
suoi Afterhours. La rock
band domani incontra alle 18
i propri fan al forum Fnac di
via Roma 56, mentre martedì alle 21 tiene sul palco del
Teatro Concordia di Venaria
Reale il concerto legato al rilancio dell’album «Hai paura
del buio?». Allo show si assiste pagando 25,30 euro.
Lo spettacolo si attiene
rigorosamente agli arrangiamenti del cd originale,
che nel 1997 rappresentò
l’apice della maturazione di
una scena definita per convenzione «nuovo rock italiano». Per il gruppo milanese
sarebbero così fioccati riconoscimenti in serie, sintetizzabili in un’opinione piuttosto diffusa: «Hai paura del
buio» è il miglior disco indipendente nostrano degli ultimi vent’anni. Ecco spiegata la scelta di festeggiare
con la tournée e con l’operazione discografica che si
presenta
a l l a
Fnac. Un
vero e
proprio
colossal,
dal momento
che per
incidere
ex novo i Manuel Agnelli
Frontman
brani di
e fondatore
allora la
banda di degli Afterhours
Manuel
Agnelli ha coinvolto più di
venti ospiti diversi . Ci sono
personaggi di primo piano
della scena anglosassone
come gli Afghan Wigs e Joan As Police Woman, ma anche celebrità italiane come
Edoardo Bennato, i Negramaro, Eugenio Finardi e Daniele Silvestri, con Torino
rappresentata da Samuel
Romano dei Subsonica, che
canta con l’amico di vecchia
data Manuel il tagliente inno «Voglio una pelle splendida». E chissà che il duetto
non si ripeta sul palco del
Concordia, nuova tappa di
un rapporto che lega da
sempre gli Afterhours alla
nostra città, dove lo scorso
anno trionfarono al Traffic.
Dalla Sicilia
Il cous cous nasce nel Maghreb, ma la sua diffusione è
stata determinata dalle rotte
dei mercanti. E oggi dei mercanti molto speciali l’hanno
portato a Torino, direttamente dalla Sicilia. Sono Maria
Piera Spagnolo del ristorante
Thaam e Caterina Abrignani
della Trattoria Gnà Sara di
pranzo sarà accompagnato dalle canzoni siciliane interpretate
da Santino Graziano.
Solidarietà internazionale
Recensione/2
ANGELO M ISTRANGELO
La poesia
nei dipinti
di Tabusso
L’avventura pittorica di Francesco Tabusso si
rinnova nelle sale della Galleria Biasutti&Biasutti, in via Bonafous 7/L. Attraverso una ventina di opere, realizzate dalla metà degli anni ‘50
al 2008, è possibile cogliere il fascino della poesia delle immagini, il candore di una rasserenante rappresentazione naturalistica, il clima di una
Tabusso, «Contadino in un paesaggio», 1986
«Impronte nella storia» è il titolo delle
celebrazioni per i 170 anni di sport,
impegno sociale, cultura e spettacolo
della Reale Società Ginnastica di via
Magenta 11, che festeggia con una due
giorni ad hoc. Si parte oggi alle 16, con
una caccia al tesoro riservata ai ragazzi
dai 6 ai 17 anni di età.
alle 16
blocknotes
SPETTACOLI
Polincontri
Domani, alle 18, la pianista
polacca Dominika Szlezynger presenta pagine di Scarlatti,Chopin, Skrjabin e Prokof’ev.
Politecnico, corso Duca
degli Abruzzi 24
Molière rivisitato
E’ riletto alla maniera visionaria dei Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, il
«Misantropo» che la Compagnia torinese presenta, per
la stagione dello Stabile, alle
15,30. Tel. 011/516.95.55.
Gobetti, via Rossini 8
Frankenstein
Alle ore 15,30, per il cartellone de «Il Fiore all’Occhiello»
di Torino Spettacoli, va in
scena il musical «Frankenstein Junior», che la Compagnia della Rancia presenta
con Giampiero Ingrassia, nel
ruolo che fu di Gene Wilder
nella nota pellicola cinematografica. Tel. 011/562.38.00
Teatro Alfieri
piazza Solferino 4
Scarpetta
La Compagnia Melannurca
presenta, alle 16, «Il medico
dei pazzi», commedia composta nel 1908 da Scarpetta,
nella quale si sono cimentati
molti grandi interpreti del
teatro partenopeo. Biglietti
a 13 euro, ridotti a 11.
Teatro Cardinal Massaia
via Sospello 32
Anni ‘50
Alle 16, va in scena «Grisù,
Giuseppe e Maria», commedia tra divertimento e nostalgia ambientata negli Anni ’50 di Gianni Clementi. In
scena, Paolo Triestino e Nicola Pistoia. Prenotazioni al
numero: 011/661.54.47.
Teatro Erba
corso Moncalieri 241
INCONTRI
Natura
Domani alle 18 per la serie
«Sacra Natura #2», incontro
dal titolo «La montagna della Sacra: rocce marine modellate dai ghiacciai». Con
Gianni Boschis, Rossana
Colli, scrittrice; Erik Gillo,
visual designer.
Circolo dei lettori
via Bogino 9
VARIE
Mercatino
Dalle 9 alle 18, arriva il mercato di Coldiretti. Sulle bancarelle, salami d’oca bio, carne di Fassone, vini di montagna e succo d’uva.
Piazza Madama Cristina
A cura di Noemi Penna
[email protected]
pittura impreziosita dalla luce e dalla sequenza
dei colori (orario: mar.- sab. 10-12,30/15,30-19,30,
tel.011/8173511, sino al 10 maggio). E così si delinea un percorso, riordinato e catalogato dall’Archivio Tabusso, che va da «Cacciatori con gazze» del 1958 alla «Macelleria» del 1977, dal «Paesaggio nevoso con vischio» del 2005 a «Nello
studio» dell’anno dopo, in una sorta di dialogo
con l’ambiente e gli oggetti quotidiani.
T1 CV PR T2
64 .In città
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
a tavola
Talmone
Più caffè
che cioccolato
iamo in piazza Carlo Felice a due passi
dalla stazione, in un locale che porta un
nome storico e che ha cambiato varie
sedi. Michele Talmone, l’industriale che grazie
anche a un uso accorto della pubblicità (allora
soprattutto manifesti) lanciò nell’800 in Italia
e nel mondo l’immagine del cioccolato torinese, lo aprì in via Lagrange nel
1883, quindi è approdato in
via Cavour e infine dove è
ora. Qui la carta annuncia un
bicerin fatto di cioccolato,
caffè e panna liquida. Ma poi
quando arriva nel bicchiere (grosso con manico) ti trovi la panna montata spruzzata di
cacao. È un bicerin abbastanza liquido, al
cucchiaino più caffeoso (usano Lavazza) che
cioccolatoso, anche se alla bevuta il cioccolato
si sente. L’insieme è abbastanza armonioso.
Medio il rapporto qualità prezzo: costa 6 euro.
S
voto
6,5
Caffè Roma già Talmone, piazza Carlo Felice 36,
tel. 011/50.69.215
Platti
Il bicchiere
non era adatto
iamo in corso Vittorio all’angolo con
corso Re Umberto, proprio di fronte alla
fermata della metropolitana e a due passi
dal liceo D’Azeglio che è in via Parini. La sala
grande è tutta di stucchi e specchi che riflettendosi gli uni negli altri aprono infinite e
borgesiane prospettive. Un tempo era famoso
all’ora dell’aperitivo per il suo
Platti rosa (che ha conosciuto
alti e bassi) e per i suoi stuzzichini. Il bicerin viene servito
in un «biceron», dalla forma
secondo noi sbagliata (i bordi
ricurvi all’interno non facilitano la bevuta) e
pieno quasi per metà di panna montata. Alla
prova cucchiaino sembra cioccolatoso, alla
bevuta senti il caffè (usano una miscela Costadoro). Senza infamia e senza lode, il prezzo
comprende il flash borgesiano: costa 7 euro.
S
voto
6
Caffè Platti, Corso Vittorio Emanuele II, 72,
tel. 011/506. 90.56
Caffetteria Reale
La sfida
Ecco il “bicerin”,
un brivido caldo
che sa di Torino
Una sola ricetta, tante interpretazioni
ROCCO MOLITERNI
e il vermouth ha portato il nome di Torino
in giro per il mondo,
perché lo trovi nei
cocktail a Singapore
come a New York, c’è un’altra
bevanda più o meno simbolo
della nostra città che viceversa
non si è mai «schiodata» da
piazza San Carlo e dintorni (già
in periferia è difficile che la facciano). Parliamo del «bicerin»,
quel magico sovrapporsi di
cioccolata calda, caffè e crema
di latte che ha incantato scrittori come Alexandre Dumas
(sono vari i locali che ne rivendicano la presenza) e politici
come Cavour, che del bicerin
era grande bevitore.
Come il Bellini all’Harry’s
Bar di Venezia o il tiramisù alle
Beccherie di Treviso, il bicerin
ha un luogo di nascita preciso:
è lo storico e minuscolo locale
tutto boiserie che porta il suo
nome in piazzetta della Consolata. Si può anche vedere come
la bevanda del nostro Risorgimento, perché era servita negli storici caffè dove Cavour &
soci mettevano mano al progetto dell’Unità d’Italia. Oggi
però più che essere amata dai
torinesi (ha comunque uno
zoccolo duro di estimatori) è
una delizia apprezzata soprattutto dai turisti che arrivano in
città e se ne portano il ricordo
nei luoghi di provenienza.
S
Nasce in piazzetta
della Consolata
Il Caffè al Bicerin, in piazzetta della
Consolata, fu aperto nel 1763. Sul suo
sito si legge «La storica bevanda
torinese, evoluzione della settecentesca
“bavareisa”, è nata proprio in questo
locale, che da allora ne porta il nome e ne
conserva gelosamente la tradizionale
ricetta. È una bollente squisitezza
composta di caffè espresso appena fatto,
cioccolata e fresca crema di latte. Servito
in alti bicchieri che permettono di
ammirarne la corposità e lo stuzzicante
melange di colori, il bicerin è un piacere
tutto da scoprire per chi ama viziare il
palato. Nel 2001 è stato riconosciuto
come “bevanda tradizionale piemontese”
con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
della Regione Piemonte».
Come sempre capita con cibi e bevande, il bicerin ha subito un’evoluzione, così se la ricetta originale più o meno segreta prevede l’uso di crema di
latte, sono molti anche i locali
storici che lo servono con la
panna montata, su cui magari
spruzzano polvere di cacao. È
vero bicerin? Certo non è la
stessa cosa, perché la crema di
latte è quasi liquida e la panna
montata ha una sua consisten-
Gobino
1763
l’anno
in cui
in piazza
della
Consolata
aprì
i battenti
il caffè
«Al bicerin»
za più o meno solida, e quindi stucchi e specchi che serbano
sia quando sorbisci il bicerin il ricordo della Torino ottocencon il cucchiaino (in genere al- tesca e sono una sorta di bil’inizio si immerge per attra- glietto da visita della nostra
versare tutti e tre gli strati e le città. Complessivamente, se
consistenze), sia quando lo be- da un lato non abbiamo trovato
vi l’effetto è diverso. Io e Rosal- un bicerin che davvero ci faba Graglia, curacesse sognare
trice per Torino
I TRE STRATI (mancava semdella Guida ai
un pizzico alGli ingredienti: pre
Bar d’Italia del
la perfezione),
cioccolata calda non siamo però
Gambero Rosso,
abbiamo deciso caffè e crema di latte neppure rimasti
nella nostra vatroppo delusi.
lutazione di mettere un meno Rispetto ad altre bevande
anche a parità di bontà, a chi (penso al caffè shakerato, solo
non rispetta, con la panna per fare un esempio) che puoi
montata, la ricetta originale. trovare splendide o pessime, il
Noblesse oblige: abbiamo te- bicerin mantiene una sua quanuto fuori dalla votazione il lo- lità media: peraltro a volte forcale dove il Bicerin è nato.
se è l’emozione del luogo dove
La «Prova del nove» è stato ti trovi a farti chiudere un ocun viaggio piacevole in locali di chio sulle imperfezioni.
Stratta
Mulassano
Accompagnato
da un biscottino
Una sferzata
di energia
Il punto di forza
è la miscela etiope
Panna morbida
o crema d’albume
iamo in uno dei luoghi forse più belli e
meno conosciuti della nostra città: in
quella che al tempo dei Savoia era l’antica frutteria di Palazzo Reale, al pianterreno
della reggia, oggi c’è una caffetteria che solo a
metterci piede ti toglie il fiato. Le pareti altissime hanno ancora vasi e
suppellettili del tempo passato e fermarti per una sosta
ti crea una sorta di
cortocircuito spaziotemporale. Il bicerin
viene servito in un bicchiere alto con il
manico, ha abbondante panna montata
spruzzata di cacao, e la piacevole sorpresa di
un biscottino d’accompagnamento. È molto
liquido, non fa vedere la stratigrafia degli
«elementi», prevale il cioccolato sul caffè
(la miscela è Malabar) che però ritorna
come retrogusto. Prezzo medio: 5,50 euro.
ella vecchia fabbrica di timbri all’angolo di via Lagrange con via Maria
Vittoria c’è lo store di uno dei nomi
dell’eccellenza cioccolatiera torinese. All’interno, in un locale stretto e lungo (sembra
quasi di essere nella carrozza di un treno) c’è
la caffetteria dal look post
moderno in cui gustare
anche il bicerin. Viene proposto in due varianti, quella
con il cioccolato normale e la
crema di latte e quella con il
gianduia e la panna montata. La prima, che
rispetta la ricetta originaria, è senza dubbio
la più azzeccata. Funziona già al cucchiaino,
ma al primo sorso ti dà una vera sferzata e il
mix di cioccolato e caffè (qui si usa Lavazza)
ha un gusto forte e intrigante che unito a
quello della crema di latte rende onore alla
fama della bevanda. Costa 5 euro.
n piazza San Carlo, la piccola bottega
della confetteria (una bomboniera di 60
metri quadri) è aperta dal 1836. «Stratta e
Reina - si legge sul sito - maestri confettieri e
pasticceri, volevano a tutti i costi uscire dal
chiuso dei laboratori per avere uno spazio di
vendita al pubblico». Da
allora Stratta è una sorta di
mito per i torinesi. E anche
nel bicerin si distingue perché usa il caffè selvatico
etiope della foresta di Harenna (che è anche un presidio Slow Food). Il
caffè è il punto di forza, l’equilibrio con il
cioccolato è notevole, ma ahimé, il terzo
ingrediente è panna montata (peraltro ottima ) e non crema di latte. Così l’incanto non
raggiunge la perfezione. Il costo è di 4,5 euro,
ma va detto che è l’unico locale dove l’abbiamo consumato al banco e non seduti.
n piazza Castello il locale di specchi e
boiserie è un piccolo gioiello dove i turisti
si fermano incantati. Ma non è un locale
per turisti, nel senso deteriore del termine,
perché qui si cura la qualità di ciò che si serve
in modo quasi maniacale. La storia del locale
è ricca di medaglie: qui tra
l’altro è nato il tramezzino. Il
bicerin viene proposto in due
varianti. Una con panna
morbida (che più si avvicina
alla ricetta originaria) e
l’altra con crema montata di albume. Entrambe di notevole gusto e qualità, ma a essere
pistini nessuna delle due ha la crema di latte
della ricetta originaria. Il caffè usato è una
miscela Caribe fatta per Mulassano. Viene
servito in bicchieri piccoli con il manico, la
prima variante si presenta liquida, non stucchevole e di grande armonia. Costa 5 euro.
S
voto
7-
Caffetteria Reale, Palazzo Reale, tel. 011/436.14.55
N
voto
8
Gobino, via Lagrange 1, tel. 011/566.07.07
I
voto
8-
Stratta, piazza San Carlo 191, tel 011/54.79.20
I
voto
8-
Mulassano, piazza Castello 15, tel.011/54.79.90
T1 CV PR T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
In città .65
.
Per le vostre segnalazioni [email protected]
la prova del nove
Lo stesso cibo, nove posti diversi dove
trovarlo. Un esame senza appello: un solo
assaggio, un solo acquisto, una sola
degustazione. Poi la sentenza, espressa
con un voto da uno a dieci. È la «prova del
nove» che «La Stampa» regala ai suoi
lettori una volta al mese. Oggi il bicerin,
uno dei simboli della Torino sabauda.
Caffè Torino
Pepino
Baratti & Milano
Un’armonia di gusti
quasi perfetta
Pieno rispetto
della tradizione
La terza via
tra latte e panna
N
I
I
el salotto buono della città, oggi pedonalizzato, lo storico locale di piazza
San Carlo è un trionfo di stucchi,marmi e damaschi. Fondato nel 1903, ti colpisce
con il fascino del lungo bancone di legno e
marmo sbalzato e della scala dalla quale puoi
immaginare di vedere scendere da un momento all’altro Wanda Osiris. Può annoverare tra i suoi frequentatori Pavese, Einaudi e
De Gasperi. «Ma anche - si legge nel sito - i
miti dei scintillanti Anni 50 amavano fare
sosta qui: James Stewart, la
conturbante Ava Gardner ai
tempi del suo amore per
Walter Chiari, la splendida
Brigitte Bardot. E ancora
l’indimenticabile Erminio
Macario». Il bicerin viene servito in un bicchiere medio, di forma cilindrica, all’interno
di una base in metallo. Qui lo chiamano «Bicerin d’ Cavour» e usano comme il faut la
crema liquida di latte: puoi vedere la «stratigrafia» dei tre componenti. Quando la fai
saltare con il cucchiaino scopri una bevanda
abbastanza liquida, in cui il caffè sembra
prevalere sul cioccolato. Pur virando sull’amaro l’insieme dei gusti è comunque armonioso. Prezzo da jet set: costa 7,5 euro.
voto
7,5
Caffè Torino, piazza San Carlo 204 Tel. 011/545.118
n piazza Carignano, accanto al Teatro e al
ristorante del Cambio, prediletto da Cavour, Pepino è da decenni sinonimo di
gelato per i torinesi. Il locale è un trionfo di
boiserie che rimandano al Novecento: il marchio nasce nel 1884 grazie a un gelatiere
napoletano, Domenico Pepino, che si trasferisce al Nord, ma saranno i nuovi proprietari
(la famiglia Cavagnino) a creare nel 1939 il
mitico gelato Pinguino, fiore all’occhiello
dell’azienda. Forse in onore del napoletano
Pepino qui la miscela di caffè
usata per il Bicerin è Izzo, un
marchio made in Naple. Nel
realizzare la bevanda si
rispetta la ricetta originaria,
quindi niente panna montata
ma crema di latte. Il bicchiere medio con il
manico fa intravvedere la stratigrafia dei
componenti, con il cioccolato al fondo che
senti quando affondi il cucchiaino. Sarà la
forza del caffè napoletano, sarà l’uso della
crema di latte, ma il risultato è di grande
equilibrio. Soprattutto non è stucchevolmente dolce come in altri casi. Il servizio è gentile
anche se hai il sospetto che privilegi i clienti
del dehors: chi siede all’interno rischia lunghe attese. Prezzo medio: 6 euro.
voto
7,5
Gelateria Pepino, p. Carignano 8, tel. 011/54.20.09
n piazza Castello, un altro dei gioielli della
Torino sabauda, ricco come è di storia
non ché di legni, specchi e stucchi. Il
bancone straripante di pasticcini e cioccolatini di ogni tipo vale da solo la visita, ma ti
puoi anche perdere, se sei seduto, a leggere
le insegne di cristallo che sovrastano il locale
e parlano (in francese, la lingua dei Savoia) di
vini , liquori e champagne: dal Muscas de
Lunel al Petit Bordeaux, dal Madera al Keres
(scritto così). Il bicerin viene proposto in due
varianti. La classica è fatta
con cioccolato, caffè e «latte
montato», che risulta una
sorta di terza via tra crema
di latte e panna (più vicina
alla prima però perché
schiumosa). La seconda variante, definita
«subalpina», ha anche una nota alcolica,
perché è arricchita con rafatià di noci. In
entrambe le versioni si osserva la stratigrafia
dei componenti. La classica ha fascino, è
abbastanza liquida, ma finisce per prevalere
una nota dolce che rischia di rendere l’insieme leggermente stucchevole. La variante con
il ratafià ha un suo perché intrigante, ma si
allontana dalla formula canonica. La classica
costa 6,5 euro, la subalpina 8.
voto
7+
Baratti & Milano, p. Castello 29, tel. 011/440.71.38
T1 CV PR T2
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 66
T1 CV PR T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
port
.
Sport Cronaca .67
A CURA DI
SILVIA GARBARINO
Per le vostre segnalazioni [email protected]
Scherma, flash-mob in piazza Castello
Grossa sorpresa tra i passanti ieri pomeriggio, in
piazza Castello, il salotto della città, quando
improvvisamente da via Roma e da sotto i portici della
Prefettura sono sbucati due gruppi di schermitori che
si sono affrontati davanti a Palazzo Madama dando
vita ad assalti e duelli. Il flash mob è stato promosso
dall’Accademia Scherma Marchesa in avvicinamento al
Trofeo Inalpi 2014, la prova torinese di Coppa del
Mondo di fioretto femminile in programma dal 21 al
23 marzo al PalaRuffini. Obiettivo centrato: la gente
ha osservato la scena attenta e divertita.
[B. MAS.]
Basket
Calcio
La Pms contro Trento
per salire in vetta
Per Grosso
esordio
con il botto
a Carpi
Big match al Ruffini: una vittoria vale il primo posto in classifica
In attesa di conferme
La ricetta è quella solita:
una partita alla volta, con
l’impellente necessità di
Valeria Straneo
Atletica
DOMENICO LATAGLIATA
Le due grandi deluse dello
scorso weekend cestistico –
ma pur sempre seconda e terza in classifica della LegaDue
Adecco Gold - si affrontano oggi al Ruffini (ore 18): Manital
Pms da una parte, Aquila
Trento dall’altra. Entrambe
tornate a casa dalla Final Six
di Coppa Italia con l’umore nero: i torinesi sconfitti nei quarti da Ferrara (squadra di categoria inferiore), i trentini da
Biella in finale. Oggi entrambe
intendono iniziare al meglio lo
sprint che conduce al termine
della stagione regolare: Trento è capolista a quota 32 punti,
Torino (che in giornata lancerà la «Pms Torino Official
App», disponibile su App Store e Google Play Store) insegue a due lunghezze con Capo
d’Orlando. Per Mancinelli e
compagni, vincere significherebbe agganciare la vetta, pur
sapendo che per avere poi il
vantaggio del fattore campo
nei playoff la strada rimarrebbe complicata: rispetto a Capo d’Orlando i gialloblù sono
infatti 0-2 negli scontri diretti,
mentre la corsa su Trento rischia di essere penalizzata
dal -15 subìto all’andata. Comunque sia, per dirla con capitan Evangelisti, «dobbiamo
vincere e basta».
IVANA CROCIFISSO
La Straneo
a Lisbona
per vincere
la “mezza”
ENRICO ZAMBRUNO
Una partita da vincere a tutti i costi
Oggi Bowers e Steele (nella foto) dovranno comportarsi da americani veri,
mentre a Mancinelli toccherà forse fare anche le veci dell’acciaccato Amoroso
trovare finalmente un’identità di squadra. Le dichiarazioni di intenti fatte in settimana
necessitano di conferma sul
parquet: Bowers e Steele dovranno finalmente comportarsi da americani veri, Mancinelli («Siamo molto arrabbiati, ma non in crisi: stiamo
uniti e ripartiamo») fare forse anche le veci dell’acciaccato Amoroso (polso sinistro
dolorante) e i loro compagni
(tra i quali potrebbe mancare
Gergati) non tirarsi mai indietro soprattutto per garantire quella coesione difensiva
finora spesso mancata. Se così non sarà Trento, che ha appena aggiunto al proprio roster anche Walter Santarossa, diventerebbe montagna
troppo ardua da scalare: Triche e B. J. Elder sono americani concreti come pochi,
Forray playmaker di grande
personalità, Spanghero un
peperino che non ha paura di
nulla, Baldi Rossi un lungo
che proprio Torino conosce
bene per averlo avuto tra le
proprie fila l’anno scorso e
Davide Pascolo (15 punti con
il 66% al tiro, 10,2 rimbalzi a
partita) è Mr. Utilità fatto
giocatore. «Ci serve un’impresa straordinaria – chiude
coach Pillastrini – ma vogliamo sognare».
In Portogallo per vincere.
Questa mattina Valeria Straneo sarà impegnata nella
ventiquattresima edizione
della Mezza Maratona di Lisbona, gara targata Iaaf Gold
Label Road Race. L’atleta del
Runner Team ’99 Volpiano
torna nella capitale lusitana
dove lo scorso ottobre ha
vinto l’altra 21 km cittadina
(su un percorso differente),
diventando l’unica vincitrice
non africana in 14 edizioni di
quella manifestazione.
L’azzurra, in preparazione per i prossimi Mondiali di maratonina a Copenaghen (Danimarca, 29
marzo), è già alla sua terza
uscita stagionale sui
21,097 chilometri dopo i
successi centrati a febbraio a Santa Margherita Ligure e a Verona, dove si è
laureata tricolore assoluta. Le torinesi Martina
Merlo e Sara Brogiato oggi
sono invece impegnate nella StraVicenza, sulla distanza dei 10 chilometri.
La «cura Grosso» sembra già
funzionare. La Primavera
della Juventus, nella gara di
esordio sulla panchina bianconera di uno degli eroi di
Berlino, batte 3-0 il Carpi in
Emilia Romagna, tornando
alla vittoria dopo due brutti
ko. A decidere l’incontro il
gol di Gerbaudo e la doppietta di Soumah: bianconeri
bravi a sfruttare al meglio la
superiorità numerica, vista
l’espulsione del portiere del
Carpi, Feleppa, ad inizio gara. E sono buone, per la Juve,
le notizie che arrivano dagli
altri campi: il ko della Samp
consente ai ragazzi di Fabio
Grosso di tornare al terzo posto, a due lunghezze dall’Empoli - impegnato oggi, alle 12,
contro la capolista Torino,
nel posticipo in diretta su Rai
Sport - mentre il pareggio del
Parma significa tenere a
quattro punti i ducali che, anche vincendo il recupero, rimarrebbero alle spalle. Dal
quinto posto virtuale al terzo
in una settimana. Ha convinto anche Grosso, la prova della Primavera: «Contento dell’atteggiamento, fiducioso
che riusciremo a fare belle
cose nel finale di stagione».
Sarà una domenica nella
quale, oltre al big match tra
Toro ed Empoli, gli occhi saranno puntati sugli Allievi
della Juve: alle 10.30 semifinale del prestigioso torneo
Arco di Trento contro la Roma. Allievi del Toro fuori per
un soffio: nonostante il primato nel girone eliminatorio,
avanti il Milan.
Sci
Pallanuoto
Marsaglia, una stagione perfetta
Da Sochi alle finali di Coppa
Iren, travolto il Camogli
I playoff sono a un passo
Per prepararsi al meglio,
ha scelto (anche) le nevi di
Sestriere. A pochi chilometri da dove è cresciuta, ovvero Sansicario. Francesca
Marsaglia, 24 anni, oggi sarà di scena per la prima in
volta in carriera nelle finali
di Coppa del Mondo. Specialità gigante, a Lenzerheide in Svizzera: in pratica, l’atto conclusivo di una
stagione che ha visto l’azzurra fare grandi passi
avanti più o meno in ogni
disciplina. A coronamento
del tutto, la partecipazione
olimpica a Sochi e appunto
la qualificazione per le finali del circuito iridato: «So-
Seconda vittoria consecutiva in serie A2 maschile per
la Iren Energia Torino ’81,
che ieri alla piscina Monumentale ha travolto 11-4 (2-0,
3-0, 2-2, 4-2) la Rari Nantes
Camogli nel match valido
per la 13ª giornata del girone
Nord. Tre punti importanti
per la squadra allenata da
Simone Aversa, che sale così
a quota 22, a ridosso della
zona playoff. Strepitosa partita del portiere Andrea Rolle, capace di neutralizzare
praticamente ogni tiro dei liguri. Poker di reti per il serbo Ivan Vuksanovic, sempre
più bomber del girone Nord.
A segno anche Maffè (2),
no felicissima – ammette -. In
gigante ho iniziato la stagione da numero 50 e al momento sono 22esima. Mi piacerebbe fare una bella gara per
cercare di entrare nelle Top
Venti del prossimo anno». Il
che significherebbe pettorali
di partenza più bassi e conseguenti possibilità di essere
a ridosso delle migliori fin
dalla prima manche.
La stagione
Dopo di che, l’inverno andrà in
archivio con un bel segno
«più»: finora in gigante la Marsaglia è andata a punti cinque
volte con l’acuto del nono posto di St. Moritz (miglior risul-
tato in carriera), mentre ai
Giochi si è piazzata sedicesima tra le porte larghe dopo essere saltata nello slalom della
combinata quando era in lotta
per un posto tra le prime cinque. In Coppa del Mondo sono
arrivati poi altri piazzamenti
sia in discesa che in superG.
Insomma, trattasi di gran lunga della miglior stagione della
carriera: tredici volte a punti
finora, 44esima in classifica
generale e non sembri comunque poco visto il livello assoluto. Più le Olimpiadi e scusate
se è poco: «La cerimonia di
apertura è stata un momento
indimenticabile, così come anche l’avere aperto i Giochi nel-
Francesca Marsaglia
lo sci alpino femminile grazie
al pettorale numero uno in discesa. Mi porterò dentro ogni
singolo secondo vissuto e, sperando sia buon viatico per il futuro, mi coccolo il quarto tempo di manche in gigante».
Il bello dello sport, insomma. In attesa di quel che sarà
nella prossima stagione,
quando è atteso al riscatto anche il fratellone Matteo, via a
Lenzerheide: sempre con il
sorriso sulle labbra.
[D. LAT.]
Bomber
Con le 4 reti
realizzate ieri
Ivan Vuksanovic è il capocannoniere
del girone
Nord
della A2
Giuliano (2), Cranco, Presciutti e Seinera. Sabato prossimo i gialloblù saranno in trasferta a Imperia. Turno di riposo invece per la serie B: la
Dinamica Torino tornerà in
acqua sabato prossimo per la
prima giornata di ritorno, di
scena a Lodi sul campo dei
Wasken Boys.
[E. ZAN.]
T1 CV PR T2
68 .Dove andiamo
STAMPA
.LA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Musei
ACCADEMIA ALBERTINA - PINACOTECA (Via Accademia Albertina 8; tel. 011/0897370).dom-lun 10-18,
mar-sab 14-18, mer chiuso. Fino al 13 aprile la mostra «Nato Frascà, la Mente mente» . Visite guidate (sovrapprezzo 2 euro) sab ore 16; dom e festivi ore 11 e 16.
A... COME AMBIENTE (cso Umbria 90, tel. 011 0702535). Sab-dom 14-9, ultimo ingresso alle 18
ARCHIVIO DI STATO (p. Castello 209, telefono 011 540382). Sala studio di piazza Castello e via Piave 21,
orario: lun-ven 8-18,30, sab 8-14.
ARCHIVIO STORICO DELLA CITTA’ (vira Barbaroux 32, telefono 011 4431811). Mostra: «Esplorando tra le
carte. La Mole Antonelliana» fino al 18 aprile. Orario: lun-ven 8,30-18,30, dom 10.30-18.30, sab chiuso.
ARMERIA REALE (biglietteria unica Palazzo Reale piazza Castello 191, telefono 011 543889). Orario: da
martedì a domenica e festivi 8,30-19,30.
BASILICA DI SUPERGA E REALI TOMBE DI CASA SAVOIA (strada Basilica di Superga 75, tel. 011 8997456). Or.
lun-dom. 9,30-19. Visite alla Cupola, lun-ven. 10-18, sabato 9,30-19, domenica 12,45-19.
BIBLIOTECA REALE (piazza Castello 191, telefono 011/543855). Orario: lun-mar-mer 8,15-18,45; gio-ven
8,15-13,45; 14-18,45; sabato 8,15-13,45.
BORGO E ROCCA MEDIEVALE (viale Virgilio - Parco del Valentino, telefono 011 4431701). Orario: la Rocca,
da mar a dom e festivi 10-18. Ultimo ingresso 45 minuti prima. Borgo: Orario: tutti i giorni 9-19.
FONDAZIONE 107 (via Sansovino 234, tel. 011/45 444 74). Or.: da giovedì a domenica 14-19. Visite guidate su prenotazione.
FONDAZIONE ACCORSI OMETTO - MUSEO DI ARTI DECORATIVE (via Po 55, interno 3, tel. 011/8376883). Visite
guidate alla collezione permanente ogni ora. Mostra «L’Oriente di Alberto Pasini». Orari: mar-ven. 10-13;
14-18; sab-dom 10-13; 14-19. Lun chiuso.
FONDAZIONE MERZ (via Limone 24, Torino). Mar-dom 11-19.
FONDAZIONE SANDRETTO (via Modane 16, tel. 011/379.76.00). Orari: gio: 20-23, ven-sab-dom: 12-19.
GAM (via Magenta 31, tel. 011/4429518). Mar-mer-ven-sab-dom. 10-19,30, gio 10-22,30. La biglietteria chiude un’ora prima. Tel. 011 4429546/7.
JUVENTUS MUSEUM (via Druento 153 interno 42). Orario: lun-mer-gio-ven 10.30-18.30, sab-dom e festivi
10.30-19.30, martedì chiuso. Per info www.juventus.com.
MAO - MUSEO D’ARTE ORIENTALE (via San Domenico 11, tel. 011 4436927). Or.: da mar. a dom. 10-18, chiuso il
lun. La biglietteria chiude un’ora prima. Visita ogni primo mar del mese alle 16 (ingresso gratuito al museo – visita 4 euro).
MUSEO DEL CARCERE «Le Nuove» (via P. Borsellino n. 3 Tel. 011-3090115; 011-760488). Or. visita
guidata: lun-sab. ore 15; dom ore 15 e 17; 2° e 4° dom ore 9, 15 e 17; S. Messa ore 10,30. Ricovero
antiaereo sab-dom 17.15.
MUSEO DELLO SPORT- STADIO OLIMPICO (C.so Agnelli ang. c.so Sebastopoli, tel 011/1978 56 17; [email protected]). Mar-ven 14-18, sab 10-18 Visite guidate dello Stadio inizio ogni ora. Chiuso per
le partite.
MUSEO DI ANTICHITA’ (via XX Settembre 86, tel 011 521 2251). Biglietteria unica presso Palazzo Reale. Or.:
da mar-sab. 8.30-19.30; dom e festivi 14-19.30. Tutte le domeniche alle 16 visita tematica gratuita.
MUSEO DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE «CESARE LOMBROSO» (via P.Giuria 15, 011 6708195). lun-sab 10-18.
MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA (c.so Valdocco 4/A, tel. 011 4420780). Allestimento permanente: «Torino
1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione». Or.: mar-mer-ven-sab-dom 10-18, gio. 14-22. Lun chiuso.
MUSEO EGIZIO (via Accademia delle Scienze 6, telefono 011 5617776). Orario: tutti i giorni 8,30-19,30,
lunedì chiuso. Ultimo ingresso un’ora prima. Chiuso il 25/12
MUSEO NAZIONALE DELL’AUTO (corso Unità d’Italia 40, tel. 011 677666). Or.: lun 10-14, mar 14-19, mergio., dom 10-19, ven-sab 10-21. La biglietteria chiude un’ora prima.
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA ALLA MOLE ANTONELLIANA (via Montebello 20, telefono 011 8138560).
Orario: tutti i giorni 9-20, lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA (piazzale Monte dei Cappuccini 7, tel. 011/6604104). Mostre
«Chamonix 1924. L’inverno diventa olimpico» fino al 6 aprile; «Incontri sui Tatra. Manifesti di turismo
e sport. 1900-1950» fino al 6 aprile.
MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO – PALAZZO CARIGNANO (piazza Carlo Alberto 8, tel. 011 5621147).
Orario mar-dom. 10-18, ultimo ingresso ore 17,15, lun chiuso.
MUSEO PIETRO MICCA (via Guicciardini 7a, telefono 011/546317). Chiuso per lavori.
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI (via Giolitti 36, tel. 011/4326354). Chiuso.
PALAZZO MADAMA - MUSEO CIVICO DI ARTE ANTICA (p.zza Castello, tel. 011 4433501 Collezioni permanenti: da mar a sab ore 10-18; dom. 10-19.Scalone: mar-dom. ore 10-19, ingresso libero.
PALAZZO REALE (piazza Castello, tel. 011 4361455). Or.: tutti i giorni 9-19,30, lun. chiuso, sab. visite 9,30 - 18,10.
Ven-sab visite guidate all’Appartamento della Regina (fino al 12 aprile)
PAV PARCO ARTE VIVENTE (Via Giordano Bruno 31, tel. 011 3182235). Or.: ven 15-18, sab-dom 12-19.
PINACOTECA «GIOVANNI E MARELLA AGNELLI» (Lingotto, 8 Gallery - via Nizza 230, tel. 011 0062713 www.pinacoteca-agnelli.it). Orario: mar-dom. 10-19, ultimo ingresso 18,15.
PROMOTRICE BELLE ARTI (viale Crivelli 11, tel. 011/5790095). Orario: martedì-sabato 11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30, lunedì chiuso.
SPAZIO LA STAMPA (via Lugaro 21 www.lastampa.it/spaziolastampa). Ingresso libero: lun-ven 10-19, sab 10-20,
dom 14-20. Visite guidate su prenotazione allo 011/6568.319 o mail a [email protected] - Visite diurne: museo+redazione 3 euro - Visite serali: museo+redazione+stabilimento 5 euro - Visita guidata diurna sab e dom ore 17,30.
TEMPORARY MUSEUM (cso Verona 15/C, c/o BasicVillage, tel. 011/432.4591). Esposizione permanente: «La Rivoluzione
Informatica: dal Mainframe all’iPad». Fino al 16 febbraio: «Hi-tech: un cuore di pietra». Mer-ven 15-19, sab-dom 10.19.
PROVINCIA
CASTELLO DI RIVOLI - MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA (piazza Mafalda di Savoia, telefono 011 9565220/22).
Or.: mar- ven. 10-17, sab-dom. 10-19, lun. chiuso.
FORTE DI FENESTRELLE. Or: da giovedì a lunedì 10-17; chiuso martedì e mercoledì. Prenotazioni tel. 0121 83600.
MUSEO DELLO SPAZIO E PLANETARIO DIGITALE (via Osservatorio 8, Pino Torinese, telefono 011 8118740,
www.planetarioditorino.it).
REGGIA DI VENARIA REALE (p.zza Repubblica, Venaria, tel. 011/4992333; www.lavenaria.it). Riapertura sabato 8
marzo con la mostra «Splendori delle corti italiane: gli Este. Rinascimento e Barocco a Ferrara e Modena».
PALAZZINA DI CACCIA (p.zza Principe Amedeo 7, Stupinigi). Orario mar-ven 10-17.30 (ultimo ingresso 17); sabdom 10-18.30 (ultimo ingresso 18). Tel. 011/013.30.73
[email protected]
T1 CV PR T2
LA STAMPA
DOMENICA 16 MARZO 2014
Dove andiamo .69
.
I Cinema
Le trame
ALFIERI piazza Solferino 4, tel. 01156.23.800. Prezzi: € 6,50
int.; € 4,50 rid. over 60, under 26; € 2,50 abb+CVC
Tutta colpa di Freud
Solferino 1
P 17.00-19.30
La grande bellezza
Solferino 2
P 16.30-19.15
AMBROSIO CINECAFÈ corso Vittorio 52, tel. 011540.068. Prezzi:
€ 7,50 int.; € 5,50 ridotto. Proiezioni 3D: int. € 10,00, € 8,00 ridotto
Supercondriaco
Sala 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Allacciate le cinture
Sala 2
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Dallas Buyers Club
Sala 3
15.30-17.50-20.10-22.30
ARLECCHINO corso Sommeiller 22, tel. 01158.17.190. Prezzi:
€ 7,50 int.; € 5,50 ridotto. Proiezioni 3D: int. € 10,00, € 8,00 ridotto
Mr. Peabody & Sherman Sala 1
P 15.30-17.20-19.00
La mossa del pinguino Sala 1
P 21.15
Maldamore
Sala 2
P 15.30-17.30-19.30-21.15
CENTRALE ARTHOUSE via Carlo Alberto 27, tel. 011540.110.
Prezzi: € 7,50 int.; € 5,00 universitari, militari, Aiace, over 65, under 18
Lei VO
16.30-19.15-21.30 (sott.it.)
CITYPLEX MASSAUA piazza Massaua 9, tel. 01177.40.461.
Prezzi: € 8,00 int.; € 6,00 rid.Proiezioni 3D: € 10,00 Int.; € 8,00 Rid.
Allacciate le cinture
P 15.20-17.40-20.00-22.30
47 Ronin
P 15.10-17.30-22.30
47 Ronin 3D
P 20.10
Tarzan
P 15.00
Supercondriaco
P 16.40-22.35
La bella e la bestia
P 18.35-22.30
Sotto una buona stella
P 20.35
300 - L’alba di un impero
P 14.50-16.40-18.35-20.30-22.30
Mr. Peabody & Sherman
P 15.00-16.50-20.30
Mr. Peabody & Sherman 3D
P 18.40
DUE GIARDINI ARTHOUSE via Monfalcone 62, tel. 01132.72.214.
Prezzi: € 7,50 int.; € 5,00 universitari, militari, Aiace, over 65, under 18
Lei
Nirvana
P 15.45-18.00-20.15-22.30
Prossima fermata: Fruitvale Station
Ombrerosse P 16.00-18.10-20.10-22.10
ELISEO p.zza Sabotino, tel. 01144.75.241. Prezzi: € 7,50 int.; €
5,00 under 18, universitari, militari, Aiace, over 60; Abb. 14 € 4,40
Allacciate le cinture
Eliseo Grande
15.30-17.40-19.50-22.00
Smetto quando voglio Eliseo Blu
P 16.00-18.00-20.00-22.00
12 anni schiavo
Eliseo Rosso P 15.30-18.00-21.00
F.LLI MARX ARTHOUSE corso Belgio 53, tel. 01181.21.410.
Prezzi: € 7,50 int.; € 5,00 universitari, militari, Aiace, over 65, under 18
Lei
Sala Groucho P 15.45-18.00-20.15-22.30
12 anni schiavo
Sala Chico
P 16.15-19.00-21.30
Allacciate le cinture
Sala Harpo
P 15.50-18.00-20.10-22.20
GREENWICH VILLAGE via Po 30, tel. 01183.90.123. Prezzi: €
7,50 int.; € 5,50 ridotto. Proiezioni 3D: int. € 10,00, € 8,00 ridotto
Supercondriaco
Sala 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
47 Ronin
Sala 2
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Tarzan
Sala 3
P 15.30
Sotto una buona stella Sala 3
P 17.50-20.10
Un ragionevole dubbio Sala 3
P 22.30
IDEAL - CITYPLEX corso Beccaria 4, tel. 01152.14.316. Prezzi:
€ 8,00 int.; € 6,00 rid. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
300 - L’alba di un impero
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Need for Speed
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Mr. Peabody & Sherman
P 15.00-16.50-20.35
Tarzan
P 15.40-18.40
Una donna per amica
P 22.30
47 Ronin
P 15.15-17.40-22.30
47 Ronin 3D
P 20.05
La bella e la bestia
P 17.40-22.30
Sotto una buona stella
P 20.05
LUX galleria San Federico, tel. 01156.28.907. Prezzi: € 7,50
int.; € 5,50 ridotto. Proiezioni 3D: int. € 10,00, € 8,00 ridotto
300 - L’alba di un imperoSala 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Mr. Peabody & Sherman Sala 2
P 15.00-16.45-18.30
Monuments men
Sala 2
P 20.15-22.30
Need for Speed
Sala 3
P 15.30-17.50-20.10-22.30
MASSIMO via Verdi 18, tel. 01181.38.574. Prezzi Massimo 1 e
2: € 7,00 int.; € 5,00rid.. Proiezioni 3D € 10,00 int.; € 8,00 rid.
Allacciate le cinture
Massimo 1
P 15.30-17.50-20.10
Felice chi è diverso
Massimo 2
P 16.00
A proposito di Davis
Massimo 2
P 18.10-20.20
Nessuna festa per la morte del cane di Satana VO
Massimo 3
P 16.30 (sott.it.)
Roulette cinese VO
Massimo 3
P 18.30 (sott.it.)
Voglio solo che voi mi amiate VO
Massimo 3
P 20.30 (sott.it.)
NAZIONALE via Pomba 7, tel. 01181.24.173. Prezzi: € 7,50 int.;
€ 5,00 under 18, universitari, militar, Aiace, over 60; Abb. 14 € 4,40
Lei
Nazionale 1
15.00-17.20-19.40-22.00
Snowpiercer
Nazionale 2
15.00-17.20-19.40-22.00
REPOSI via XX Settembre 15, tel. 011531.400. Prezzi: € 8,00
int.; € 6,00 rid. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
E fu sera e fu mattina Reposi 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
300 - L’alba di un imperoReposi 2
P 15.15-17.40-20.05-22.30
Need for Speed
Reposi 3
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Sotto una buona stella Reposi 4
15.15-17.40
Smetto quando voglio Reposi 4
20.05-22.30
Supercondriaco
Reposi 5
15.30-17.50-20.10-22.30
Allacciate le cinture
Reposi 6
15.30-17.50-20.10-22.30
Saving Mr. Banks
Reposi 7
15.00-17.30-20.00-22.30
ROMANO galleria Subalpina, tel. 01156.20.145. Prezzi: € 7,50
int.; € 5,00 under 18, universitari, militari, Aiace, Over 60; Abb. 14 € 4,40
Ida
Sala 1
P 16.00-18.00-20.00-22.00
12 anni schiavo
Sala 2
P 15.30-18.10-21.00
Il violinista del diavolo Sala 3
P 15.15-17.30-19.45
I segreti di Osage County Sala 3
P 22.00
THE SPACE CINEMA TORINO - PARCO DORA salita Michelangelo Garove 24, tel. 892111. Prezzi: € 8,00
Mr. Peabody & Sherman Sala 1
P 14.20-16.45
Need for Speed
Sala 1
47 Ronin
Sala 1
47 Ronin 3D
Sala 2
Need for Speed 3D
Sala 2
300 - L’alba di un impero Sala 3
12 anni schiavo
Sala 3
Lei
Sala 4
Lei VO
Sala 4
Tarzan
Sala 5
300 - L’alba di un impero Sala 5
300 - L’alba di un impero 3D Sala 5
Need for Speed
Sala 6
47 Ronin
Sala 6
Mr. Peabody & Sherman Sala 6
Una donna per amica Sala 6
La bella e la bestia
Sala 7
Allacciate le cinture
Sala 8
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
P
19.15
22.00
14.00-19.50
16.50-22.40
14.15-16.50
19.20-22.25
13.45-16.40-22.40
19.45
14.30-17.00
19.25
22.00
14.10
17.10
20.00
22.30
14.15-16.55-19.35-22.15
14.45-17.15-19.45-22.15
UCI CINEMAS LINGOTTO via Nizza 262, tel. 892960. Prezzi: €
8,00 int. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 9,00
Allacciate le cinture
P 10.35-14.20-17.00-19.40-22.20
47 Ronin
P 10.55-14.10-16.55
47 Ronin 3D
P 19.35-22.20
Supercondriaco
P 10.40-14.50-17.35-20.05-22.40
La bella e la bestia
P 10.55-14.15-16.55-19.35-22.15
Mr. Peabody & Sherman 3D
P 22.00
Mr. Peabody & Sherman
P 10.50-15.00-17.20-19.40
300 - L’alba di un impero
P 11.00-14.50-17.25-20.00-22.35
Need for Speed
P 10.55-14.00-16.50
Need for Speed 3D
P 19.40-22.30
The Lego movie
P 10.55-14.50
Sotto una buona stella
P 19.50
Maldamore
P 17.25-22.30
Sotto una buona stella
P 15.30-18.30-21.30
Tarzan
P 10.55-15.00-17.20
300 - L’alba di un impero 3D
P 19.40-22.15
Lei
P 10.40-14.00-16.50-19.40-22.30
Snowpiercer
P 22.30
12 anni schiavo
P 19.40
Mr. Peabody & Sherman
P 10.45-14.30-16.50
Cinema: Torino e altre visioni
AGNELLI via P. Sarpi 111/a, tel. 01131.61.429.
A spasso con i dinosauri
16.00
Il capitale umano
18.00-21.00
CINE TEATRO BARETTI via Baretti 4, tel. 011655.187.
Philomena
18.00-21.00
ESEDRA via Bagetti 30, tel. 01143.37.474.
La mia classe
17.30-21.00
MONTEROSA via Brandizzo 65, tel. 01123.04.153.
Philomena
19.30-21.15
Cinema aperti: Area Metropolitana e Provincia
GIAVENO
AUDITORIUM E. FASSINO via IV Novembre 19, tel. 34072.29.490.
Una donna per amica
21.15
SAN LORENZO (Giaveno), tel. 01193.75.923.
Allacciate le cinture
16.00-21.00
SABRINA 012299.633.
Mr. Peabody & Sherman
Allacciate le cinture
47 Ronin
17.00
18.40
21.15
BEINASCO
THE SPACE CINEMA BEINASCO - LE FORNACIvia G. Falcone, tel.
892111. Prezzi: € 8,70 int.; € 6,70rid. Proiezioni 3D: € 11,50 int., € 9,50 rid.
Need for Speed
Sala 1
14.15
47 Ronin
Sala 1
17.10
Mr. Peabody & Sherman Sala 1
19.50
Allacciate le cinture
Sala 1
22.00
47 Ronin 3D
Sala 2
14.00-19.30
Need for Speed 3D
Sala 2
16.40-22.15
300 - L’alba di un impero 3D Sala 3
17.30-22.10
300 - L’alba di un impero Sala 3
15.10-19.50
The Lego movie
Sala 4
14.30-16.50
Maldamore
Sala 4
19.10
12 anni schiavo
Sala 4
21.30
Allacciate le cinture
Sala 5
14.10-16.45-19.20
Maldamore
Sala 5
22.00
Mr. Peabody & Sherman Sala 6
15.00-17.15
Need for Speed
Sala 6
19.30
47 Ronin
Sala 6
22.30
La bella e la bestia
Sala 7
14.00-16.30-19.10-21.40
Supercondriaco
Sala 8
14.45-17.20-19.45-22.20
Tarzan
Sala 9
14.50-17.20
Una donna per amica Sala 9
19.40-21.50
CASCINE VICA - RIVOLI
DON BOSCO DIG. 01195.08.908.
Una donna per amica
17.30-20.00
CHIERI
SPLENDOR 01194.21.601.
Allacciate le cinture
16.30-18.45-21.15
COLLEGNO
CINEMA ARPINO via Bussoleno 50.
Mr. Peabody & Sherman
Allacciate le cinture
16.00-17.50-20.00
21.40
15.00-17.00-19.00-21.00
CONDOVE
CONDOVE piazza Marteri della Libertà 13, tel. 01196.44.128.
Mr. Peabody & Sherman
16.00-17.50-20.00
Allacciate le cinture
21.40
CUORGNÈ
MARGHERITA 0124657.523.
Tarzan 3D
La bella e la bestia
LEINÌ
AUDITORIUM 01199.88.098.
The Lego movie
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16.00-18.00
20.15-22.30
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P 16.50-19.40-22.35
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P 10.50-14.10
La bella e la bestia
P 11.00-14.15-17.05-19.45-22.30
300 - L’alba di un impero 3D
P 10.50-14.00-16.40-19.20-22.10
Lei
P 11.05-14.00-16.50-19.40-22.30
Allacciate le cinture
P 11.20-14.20-17.00-19.50-22.40
12 anni schiavo
P 10.50-14.00-16.50-19.40-22.30
47 Ronin
P 11.00-14.00-16.50
47 Ronin 3D
P 19.40-22.30
Mr. Peabody & Sherman
P 11.00-14.50-17.15-19.40
Mr. Peabody & Sherman 3D
P 22.05
Una donna per amica
P 11.20-14.20
Need for Speed
P 16.30-19.30-22.30
300 - L’alba di un impero
P 11.10-14.30-17.15-20.00-22.40
Tarzan
P 11.05-14.30-17.10-19.40
Need for Speed 3D
P 22.10
Need for Speed
P 11.10-14.10
Una donna per amica
P 11.20-17.15-19.50-22.20
Maldamore
P 11.15-14.40-17.20-20.00-22.30
Mr. Peabody & Sherman
P 14.10-16.40-19.10
Saving Mr. Banks
P 22.10
The Lego movie
P 11.10-14.30-17.10
Sotto una buona stella
P 19.50-22.20
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P 11.25-14.35-17.15-19.45-22.15
CINEMA EDEN 01199.05.020.
Sotto una buona stella
18.00-21.00
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300 - L’alba di un impero
Need for Speed
Mr. Peabody & Sherman
Allacciate le cinture
Mr. Peabody & Sherman 3D
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16.00-18.00-20.20-22.30
15.30-17.45-20.10-22.30
15.30-21.10
17.30-20.30-22.30
17.20
15.30
19.10-22.40
PIANEZZA
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300 - L’alba di un imperoItalia 200
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12 anni schiavo
16.30-18.45-21.00
16.00-18.30-21.00
16.30-20.00
PIOSSASCO
ALLACCIATE LE CINTURE
··· Commedia. Regia di Ferzan Ozpetek, con Kasia Smutniak e Francesco Arca. Durata: 110 minuti. L’autore de «La
finestra di fronte» e «Mine vaganti»
racconta la storia di una coppia, a volte
imperfetta, nel corso di tredici anni.
DALLAS BUYERS CLUB
···· Drammatico. Regia di JeanMarc Vallée, con Matthew McConaughey e Jared Leto. Durata: 117 minuti.
Il rude cowboy texano Ron scopre nel
1985 di essere malato di aids: in Messico trova medicine in grado di curarlo
ma illegali negli States, decide di importarle. Da una storia vera.
12 ANNI SCHIAVO
···· Drammatico. Regia di di Steve
McQueen, con Chiwetel Ejiofor e Michael Fassbender. Durata: 117 minuti.
L’autore di «Shame» porta sullo schermo la storia vera di un uomo di colore
di New York rapito e venduto come
schiavo negli Stati Uniti del 1841.
IDA
···· Drammatico. Regia di Pawel
Pawlikowski, con Agata Kulesza. Durata: 80 minuti. Nella Polonia del 1962 la
giovane Ida prima di diventare suora
va a trovare la zia a Varsavia: scoprirà
segreti del passato. Opera premiata.
LEI
···· Commedia. Regia di Spike Jonze, con Joaquin Phoenix e Amy Adams.
Durata: 126 minuti. L’autore di «Essere
John Malkovic» porta sullo schermo la
storia d’amore tra il solitario Theodore
e una voce femminile. Oscar alla sceneggiatura
MALDAMORE
··· Commedia. Regia di Angelo Longoni, con Ambra Angiolini e Luca Zingaretti. Durata: 101 minuti. Un interfono per bambini rimasto acceso fa
emergere verità inconfessabili in due
famiglie.
NEED FOR SPEED
··· Azione. Regia di Scott Waugh,
con Aaron Paul e Dominic Cooper. Durata: 124 minuti. Dal videogioco, la
storia di un meccanico e pilota tradito
da un amico: cercherà vendetta nel
mondo delle corse d’auto.
15.00-16.45
18.30-20.30
16.00-18.30-21.00
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The Lego movie
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18.40
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SETTIMO TORINESE
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47 Ronin 3D
Sala 1
15.00-17.30-20.00-22.30
La bella e la bestia
Sala 2
15.30
300 - L’alba di un impero Sala 2
18.00-20.15-22.20
Mr. Peabody & Sherman Sala 3
14.45-16.45-18.45
Allacciate le cinture
Sala 3
20.30-22.40
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CENISIO corso Trieste 11, tel. 0122622.686.
Mr. Peabody & Sherman
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Sotto una buona stella
I SEGRETI DI OSAGE ...
···· Commedia drammatica. Regia
di John Wells, con Meryl Streep e Julia
Roberts. Durata: 119 minuti. la storia
delle donne della famiglia Weston.
··· Commedia. Regia di Sydney Sibila, con Edoardo Leo e Valeria Solarino.
Durata: 100 minuti.Un ricercatore perde il posto di lavoro e decide di mettere insieme una banda criminale con
suoi ex compagni di scuola.
SNOWPIERCER
···· Fantascienza. Regia di Bong Joon-ho, con Chris Evans e Tilda Swinton. Durata: 126 minuti. Nel 2031 il
mondo è vittima di un’era glaciale. Gli
unici sopravvissuti sono su un treno
che vaga per il pianeta: i ricchi nelle
lussuose carrozze, i poveri stipati.
SUPERCONDRIACO
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quarantenne fotografo Roman è un
nevrotico pieno di paure: il medico lo
aiuta a cercare la donna della sua vita.
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300 - L’alba di un imperoDue
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Mr. Peabody & Sherman
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300 - L’alba di un impero
·· Azione. Regia di Carl Rinsch, con
Keanu Reeves. Durata: 108 minuti. Kai
si unisce ad Oishi, il leader dei 47 Ronin, per vendicarsi del tiranno che ha
ucciso il loro Maestro.
SMETTO QUANDO VOGLIO
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Mr. Peabody & Sherman
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Allacciate le cinture
··· Drammatico. Regia di Ryan Coogler, con Michael B. Jordan e Octavia
Spencer. Durata: 84 minuti. L’ultimo
giorno del 2008 di Oscar Grant, ventiduenne americano. Da una storia vera,
opera pluripremiata.
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Una donna per amica
17.00-21.00
··· Commedia. Regia di Carlo Verdone, con Verdone e Paola Cortellesi. Durata: 106 minuti. Nella vita del manager in crisi Picchioni irrompono i due
figli avuti dalla precedente moglie.
300 - L’ALBA DI UN IMPERO
··· Fantasy. Regia di Noam Murro,
con Sullivan Stapleton e Eva Green.
Durata: 102 minuti. Seguito del successo precedente, s’incentra sulle battaglie navali tra Temistocle e Artemisia
Dal fumetto di Frank Miller.
IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO
··· Drammatico. Regia di Bernard
Rose, con David Garrett e Jared Harris.
Durata: 122 minuti. La vita «smisurata» del violinista Niccolò Paganini.
Teatri
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Arte-Media. Ore 16 e 21
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81.04.653. ConcertoJohn Axelrod direttore,ViktorTretiakovviolino,YuriBashmetviola.MusichediMozart,Sostakovic.Giovedì20
e Venerdì 21. Ore 20.30
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tro Metastas io di Prato. Prosegue la venditaon-lineeinbiglietteriadegliabbonamenti
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CASATEATRORAGAZZIEGIOVANIcorsoG.Ferraris 266/C, tel. 011 19.740.280. Sala Grande: Ore 16.30 Teatro del Buratto presenta
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“Grisù, Giuseppe e Maria” con F. Abategiovanni,S.CarusoeD.Gueci,testodiGianniClementi per la regia di Nicola Pistoia. Si prenota per “El cico latino”, con i Trelilu, in
scena dal 18 al 23 marzo
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scritta e diretta da Diego Ruiz. Si prenota
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/ Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa.
Prosegue la vendita on-line e in biglietteria
degli abbonamenti e dei singoli biglietti
stagione TST
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40.33.800. Davide Balliano “Sono legione”. Concerto. Sabato 29. Ore 21
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16,tel.0161840.796.DecimaStagionediTeatro di Figura Le Figure dell’Inverno. Oggi
ore16,eLunedì17ore10perlescuole,alTeatroEducatoriodellaProvvidenzaincorsoGovone16aTorino,laCompagniaTeatrinodell’es di Villanova di Castenaso (BO) presenta Il circo dei bambini spettacolo
d’animazione con attori e pupazzi
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23.04.153. Oggi ore 15.30 Compagnia
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Goldoni. Compagnia “Arcobaleno Teatro”
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Venerdì 21 compagnia Divago in Questa sera
si recita a soggetto. Sabato 22 Renato LiprandiinLacenadeisingle.Domenica23ore18Teatro Segreto presenta Paolo Borsellino - Essendo stato. Sabato 29 compagnia I Barcaioli in
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PippidallecalzelunghediAstridLindgren.Domenica 13. Ore 16
TEATROMARCHESAcorsoVercelli141,tel.338
87.06.798. Oggi ore 16, Nouvelle Maison
de la Danse diretta da Carla e Cristina Perotti in “Invito alla danza” con la partecipazione di giovani ballerini provenienti da
Toulon – Francia
TEATRO REGIO. Stagione 2013-14: ore 15
Tosca di G. Puccini. R. Palumbo direttore.
Regia di J.L. Grinda. Orchestra e Coro del
Regio. Con il sostegno di Banca Fideuram e
Italgas. Ultima replica il 18/3 ore 15. Biglietti esauriti in prevendita: solo 30 ingressi
dalle ore 14. Biglietteria (ore 14-15) - Tel.
011.8815.241/242
TEATRO SUPERGA piazzetta Macario - Nichelino www.teatrosuperga.it, tel. 011
62.79.789. Stagione Lirica: “Madama Butterfly” (22/3) ore 20.30, Orchestra Sinfonica di Asti e Coro Polifonico Astense. Stagione di Prosa: “L’impresario di Smirne” (29/3)
ore 21, regia di Roberto Valerio – Associazione Teatrale Pistoiese
T1 CV PR T2
DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 70
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DOMENICA 16 MARZO 2014
Il tempo
Tempo .71
.
Stabile e soleggiato con temperature molto miti
MASSIMA ALLERTA IN VARIE ZONE DELLA FRANCIA
Caldo e inquinamento, a Parigi tutto è sopra la media
1 I turisti si godono il sole sotto la Tour Eiffel, ma il calore è più
che primaverile e l’aria più che inquinata. Chi si gode il bel tempo come queste due ragazze lo fa a proprio rischio visto che respira dosi pericolose di particelle dei fumi di scarico delle auto,
che hanno spinto il livello di inquinamento sopra quelli delle capitali del Nord Europa. Così è massimo allerta in varie zone della
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DOMENICA 16 MARZO 2014 LA STAMPA 72