roberto mussapi the stuff of shadow and things

ROBERTO MUSSAPI
THE STUFF OF SHADOW AND THINGS
TRANSLATED BY PETER OWEN NELSON
I
I
Il passero di Lesbia
The Sparrow of Lesbia
Il mio cuore si spense nel suo palmo,
le ali frullanti tra polso e bracciale
e fui già via, nel limbo
dei non umani, i poveri messaggeri del cielo.
Sentii me stesso spegnersi come in loro il cervello
di sera si addormenta, senza sapere
se mai ci sarà un altro risveglio.
Ero piccolo.
My heart perished in his palm,
the wings beating between wrist and bracelet,
and already I was gone, in limbo
of the not human, the poor messengers of the sky.
I felt myself perish just like in them the mind
at evening falls asleep, without knowing
if there will ever be another waking.
I was small.
Pregò lui, che non aveva dèi in cui credere.
Vidi svenendo gli occhi di Catullo
pieni e ingranditi dal flusso delle lacrime.
Le oscure divinità ebbero pena,
il pianto dei Cupidi e delle Veneri
sorse spontaneo come aveva pregato il poeta.
Sentii le mie piccole ali ridestarsi e vibrare
e volai via, inconscio, incolume,
passai la soglia che conduceva al giardino,
sfiorai la vasca delle lamprede e dei murici,
vidi volando la murena dormiente,
poi cambiò tutto, entrai nel tempo,
la macina che opprime i sublunari
che hanno anime individuali e meridiane,
e scrivono parole con l'inchiostro.
Le ali umide per il palmo di Lesbia
ancora calde dell'ultimo nido
in me, o nell'aria, le parole di Catullo,
"animula", aveva detto, "tenera vita",
la mia, che gli svaniva tra le dita
sfioranti quelle della donna amata.
Ma cadde nell'errore del poeta,
che fare eterno in questo mondo sia un dono
come se non fossi un vivente ma un pensiero,
già pagina, voce impressa, pietra scritta.
Avrei preferito spegnermi tra le sue dita
nell'ultima culla senza canto e voce,
piuttosto che sopravvivere a amore e fine,
vedendo Lesbia morire, andare via,
leggere data di nascita e di morte su una lapide
del grande Catullo che mi ottenne la vita.
Per essere qui, ora, nell'oltretempo terreno
solo a cantare a piena voce la fine
dei corpi che si abbracciano in furia e sudore,
qui, sulla vetta della torre antica
passero solitario, a un timido amico
che il tempo che ci illuse in terra avrà fine
e Lesbia, e Catullo, e Leopardi, in un respiro
e la città di Roma e le carte sudate
mi ordineranno di cantare ancora.
He prayed to have had no gods to believe in.
While fainting, I saw the eyes of Catullus,
full and dilated from the flow of tears.
the dark divinities had been in anguish,
the lament of the Cupids and Venuses
surged, spontaneous as the poet had prayed.
I felt my small wings reawaken and flutter
and I flew away, unconscious, unscathed,
I passed the threshold leading to the garden,
I brushed over the pond of the lampreys and murexes,
Flying, I saw the sleeping moray,
then everything changed, I entered into time,
the grindstone that oppresses the sublunaries
who have spirits both individual and meridian,
and write words with ink.
The wings, moist from the palm of Lesbia,
still warm from the last nest
within me, or in the air, the words of Catullus
"little soul," he had said, "tender life,"
mine, which was slipping through his fingers,
brushing against those of the woman he loved.
But he fell prey to the error of the poet
that existing eternally in this world may be a gift
as if I were not a living being but a thought,
already on paper, an imprinted voice, a carved stone.
I would have preferred to have perished between his fingers
in the last cradle without song and voice,
rather than to survive to love and end,
seeing Lesbia, to die, to leave,
to read dates of birth and death on a headstone
of the great Catullus who obtained my life.
To be here, now, in the terrain beyond time
only to sing full-voiced the end
of the bodies embraced in fury and sweat,
here, at the summit of the ancient tower,
a solitary sparrow, to a timid friend
that the time deceiving us on earth will have an end,
as Lesbia and Catullus and Leopardi, in a breath,
and the city of Rome and the paper hung to dry
will command me to sing again.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
1
Ippocampo
Hippocampus
Le grida dalla torre, la città in fiamme,
quel volto dileguante negli occhi ormai spenti.
E io, collo eretto, criniera crestante,
tra i muscoli del mare e i nervi delle
onde
io che agli umani avevo prestato la forma
del lobo limbico, il mantello
che gira attorno al cervello e che lo ammanta,
Ippocampo, cavallo marino,
il pesce galoppante
a testa alta, verticale, senza sforzo,
la pinna dorsale propulsore indomabile,
la pelle mimetica e la coda prensile
per prendere la femmina, e per difenderla.
Alto, al galoppo, tra piante acquatiche,
foreste di posidonie e di mangrovie,
barriere coralline, moltiplicato
nei figli disidratati a migliaia sulla spiaggia
(li raccoglievano, mercanti appena sbarcati,
li appendevano nelle case i veneziani,
scudo, emblema del mare, amuleto),
terrore tra i pesci, incanto nei bambini,
tra spore e attinie avanzo senza pace,
e non so dove, non so verso che cosa.
The cries from the tower, the city in flames,
that face dissolving in eyes shut by now.
And I, stiff-necked, cresting mane,
between the muscles of the sea and the nerves of
the waves,
I, who to mankind granted the form
of the limbic lobe, the mantle
that turns about the head and clothes it,
Hippocampus, the seahorse,
the galloping fish
with head high, vertical without effort,
the propellant dorsal fin untamable,
the mimetic skin and prehensile tail
to take his woman, to defend her.
Deep, at full speed, between aquatic plants,
forests of Poseidonia meadows and mangroves,
coral barriers, having propagated
thousands of dried out sons along the beach
(merchants having just disembarked,
the Venetians collected and hung them in their homes,
as a shield, an emblem of the sea, an amulet)
terror among fish, enchantment in children,
among spores and anemones I advance without peace,
and I don't know where and I don't know towards what.
Le grida della torre e la città in fiamme,
e il volto di Andromaca straziato dal pianto,
lo vidi, per dieci volte, sempre in quel punto,
al galoppo furioso sferzato dal suo nerbo.
The cries from the tower and the city in flames,
and the face of Andromache lacerated by lament,
I saw it, ten times, always in that spot,
at a raging, whipping gallop by his scourge.
L'auriga a terra abbattuto con un calcio,
e lui sul cano, trionfante, il semidio,
che trascinava il corpo di Ettore facendo
scempio,
il corpo non restituito, legge infranta,
e la maledizione della terra, nelle froge
spronato a sangue da Achille fiutavo
Andromaca,
il volto immobile negli occhi ormai spenti,
e lui che urlava: «Godilo, Troia»,
arando il campo di scheletro e polpa.
Qualcuno mi distaccò da lui e dal carro,
e al mio galoppo mi buttò nel mare
sporcato dal sangue che sporcava la terra.
The charioteer, knocked to the ground with a kick,
and on his chariot, triumphant, the demigod,
who dragged the body of Hector, while wreaking
havoc,
the unreturned body, the breached law,
and the curse of the earth, in the nostrils,
I — spurred on to blood by Achilles — smelled
Andromache,
the motionless face in eyes shut by now,
and him screaming: "Enjoy it, Troy,"
plowing the field of skeleton and flesh.
Someone detached me from him and the chariot,
and at my gallop flung me into the sea
dirtied by blood that dirtied the earth.
Qui ora, moto cieco e galoppo perenne,
odiato dai murici facitori di sangue
io corro non so dove e non so a che cosa
che non sia ricordare in perenne battesimo
l'onore di Troia e la morte di Ettore.
Here now, in blind movement and perpetual gallop,
despised by the murexes, creators of blood-red,
I run, I don't know where and I don't know towards what
which is not to recall in perpetual baptism
the honor of Troy and the death of Hector.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
2
La rosa senza spine
a Yves Bonnefoy
The Rose Without Thorns
to Yves Bonnefoy
L'ibridazione è lenta, sette anni dalla semina
prima che sbocci il primo fiore, sette anni
nel breve tempo dell'illusione umana,
tremila per il mio seme,
cento millenni dalla sua prima origine,
la quintessenza reiterata giorno su giorno,
la forma che il divenire perennemente rigenera.
Quando ero giovane, appena nata,
ero una rosa, la più bella,
prima che il mondo conoscesse la rosa.
L'ibridazione agisce dal fondo,
i suoi nomi ti scuotono,
vieni alla luce per altri che penetrano
nel calamo che ti spinge in alto nel buio.
Hybridization is slow, seven years from the week
before the first flower bloomed, seven years
in the brief time of the human illusion,
three thousand for my seed,
a hundred millennia from its first origin,
the quintessence reiterated day after day,
the form that becoming perpetually regenerates.
When I was young, just born,
I was a rose, the most beautiful,
before the world knew the rose.
Hybridization acts from the base,
its names shake you,
come into the light for others who penetrate
in the calamus that pushes you up into the dark.
Sembra una fiaba: centomila anni:
questa è l'età che vive in me, ora, ibridata.
It seems like a fable: one-hundred-thousand years:
this is the age that lives in me, now, hybridized.
Fu scambio di nomi e specie, scambio di
fiori:
Fenice Bianca, Trono di Corallo,
Luna sul Monte Khun Lhun
(il fiore dal bianco talmente luminoso
da essere visibile anche di notte,
di questo so tutto, mi ibridò nel ventre)
e Giada Bianca, Rosa di Ziad
(dal portamento ricadente, come certe donne
col capo un po' reclinato sulla spalla),
Bianco del Giardino di Pietra, Pensiero Azzurro,
Fiori di Ghiaccio, Fata della Grotta,
Collana di Perle, Scialle di Porpora,
Belletto Rosso, Bellezze Gemelle
(le due sorelle identiche di Quiao, tremanti al
crepuscolo),
Semina del Deserto, Loto di fronte al Sole,
Rosso dei Cinque Continenti, Neve Soave…
It was an interchange of names and species, an
interchange of flowers:
White Phoenix, Coral Throne,
Kunlun Mountain Moon,
(the white flower so luminous
as to be visible even at night,
I know everything about it, it hybridized in my stomach)
and White Jade, Zhao’s Pink
(drooping in posture, as certain women
with their heads leaning slightly on their shoulder)
Garden of White Rocks, Blue Thoughts,
Caltrop Blossom Bathed Dew, The Grotto Fairy,
Necklace with Precious Pearls, Purple Shawl,
Cochineal Red, Twin Beauty
(the two identical Quiao sisters, trembling in the
crepuscule),
Desert Seed, Lotus Facing the Sun,
Red of the Five Continents, Soft Snow…
Da questi nomi che sono ognuno un fiore
io nacqui: un'arbustiva, Peonia Suffrutticosa,
frutto di Ostii e Decomposita,
Quii, Yananensis…
From these names that are each a flower
I was born: an arbustiva, Paeonia suffricuttosa,
fruit of Ostii and Decomposita,
Quii, Yananensis…
La storia è solo resistenza, e attesa.
Wu Tutin, l'Imperatrice superba
che voleva il dominio su alberi e arbusti,
e su ogni piccola o grande vita vegetale,
un mattino ordinò che tutti i fiori
sbocciassero insieme, al suo risveglio.
Ciò accadde (non era nata la rosa),
io non sbocciai.
The story is only resistance, and waiting.
Wu Zetian, the haughty Empress
who desired domination of the trees and shrubs,
and of every form, large and small, of vegetal life,
one morning ordered that all the flowers
blossom together, upon her wakening.
Then it happened (the rose was not born),
I didn't blossom.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
3
La mia fu l'unica corolla non dischiusa.
Mine was the sole corolla unopened.
Anni di buio, secoli
millenni interrata e chiusa
nel calamo che mi strozzava.
Years of darkness, centuries
millennia interred and closed
in the calamus that strangled me.
Fu prima del tramonto, lei conversava
bevendo il the con le sue cortigiane.
Sbocciai allora, viva, improvvisa.
Il tempo circolare fu spezzato
macina sul fondale in frantumi.
Fu ascesa tra radicali, buio cammino
nell'ora in cui il sole tramontava,
nuoto controcorrente,
la strada
pericolosa verso la risalita
che spezza il cerchio di accettazione e pene,
fu la condivisione dell'umano
che affonda per rinascere, al mattino.
It was before the sunset, she was talking
drinking tea with her courtesans.
I blossomed then, alive, sudden.
the circular time was broken
grindstone at the sea bottom in bits.
It had ascended among radicals, a dark pathway
in the hour in which the sun was setting,
I swim against the current,
the way
dangerous in the reascension
that breaks the circle of acceptance and punishments,
it was the sharing of the man
who sinks to be reborn, in the morning.
Dall'anno della prima fioritura
sentii nascere il fusto, oscillare.
From the year of the first bloom
I felt the stalk born, to oscillate.
Due mani mi appoggiarono a un tutore.
Yang Ti, la principessa dalla pelle di
porcellana.
Veniva sola, nel giardino.
Two hands will lean me against a tree stake.
Yang Guifei, the princess of porcelain
complexion.
She came alone into the garden.
Da allora, nelle Cinque Dinastie,
sentivo la mia linfa rapita
e trasformata nella mia immagine, lontana,
impressa su vasi e tazze, ricamata
su seta e vestiti di mandarini.
From then, in the Five Dynasties,
I felt my sap stolen
and transformed into my image, far away,
impressed on vases and cups, embroidered
on silk and the clothing of mandarins.
La sentii moltiplicata, forgiata
sui piatti di metallo dove mangiavano il riso
i servi, gli sguatteri, i contadini.
Yang Ti mi veniva a visitare.
Per lei, la giovane umana che lasciava un'impronta
più piccola dell'altra sulla ghiaia
dimenticai me stessa e la mia genesi,
l'unione delle due donne scese dal cielo
con i due aitanti fratelli contadini,
e io, Iì, tra i due regni, al confine,
quando le due celesti si dissolsero in nubi.
I felt it multiply, forged
on the metal plates where, eating rice,
sat servants, scullery-boys, peasants.
Yang Guifei came to visit me.
For her, the young woman who left an imprint
smaller than the other on gravel
I forgot myself and my genesis,
the union of the two women descended from the sky
with two helpful peasant brothers,
and me, there, between the two reigns, at the border,
when the two celestial bodies dissolved into the clouds.
Mi toccò il tronco con le piccole dita,
goccia di sangue nella neve.
Lì io divenni la rosa senza spine.
Caddero, ad una ad una.
Perché Yang Ti mi potesse rescindere, spezzare.
La figlia dell'Imperatrice, le sue dita.
Caddero, le mie spine, ad una ad una
mentre il mio volto consustanziato in nuvola
The trunk touched me with small fingers,
a drop of blood in the snow.
There I became the rose without thorns.
They fell off, one by one.
Because Yang Guifei might rescind or break me.
The daughter of the Empress, on her fingers.
They fell, my thorns, one by one
while my face consubstantiated in the clouds
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
4
divenne più diafano, leggero.
Sfrangiato, impalpabile e corposo
come erano i sogni di quella bambina.
became more diaphanous, light.
Fringed, impalpable, and dense
as if there were dreams of that girl.
Per lei io cessai d'essere rosa.
Nessuno per amore deve soffrire,
sentire il sangue sgorgare dalle dita,
questo accadrà o è già sempre accaduto,
ma io volevo essere identica al sogno
da centomila anni sempreviva
senza difesa, a portata di mano.
Soltanto compassione vegetale,
a chi soffriva la carne, e l'abbandono
di ogni confine tra celesti e umani,
Peonia, Sempreviva, la Rosa senza spine.
For her, I ceased from being a rose.
No one has to suffer for love,
to feel the blood gush out from the fingers,
this will happen or has already always happened,
but I wanted to be identical to the dream
from a hundred thousand years ago everlasting
without defense, within reach.
Only vegetal compassion,
to whomever the flesh suffered, and the abandonment
of every border among celestial and human,
Peonies, Everlasting, the Rose without thorns.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
5
Bubo Bubo
Bubo Bubo
Tu non conosci la selva, il buio,
non hai coscienza delle ombre intrecciate
che serrano il mondo trascorso l'imbrunire,
ti lasci avvolgere e cullare da loro,
scivoli adagio nel sonno, non le vedi
stringersi attorno a te con tutto il buio
che un giorno fu scisso nel creato.
Sì, io già allora volavo,
in alto, sulle vette, con i falchi e le aquile,
e al tramonto ritornavo al nido, chiudevo gli
occhi anch'io.
Poi la vidi, dall'alto, prima di sera,
bianca, distesa nell'urna, addormentata,
con le ombre delle querce che si addensavano
fino a coprirla, a portarmela via.
Scesi, planando, con le ampie ali,
giunsi alla sua urna che era già buio.
Tu non conosci la selva e le sue voci,
gli atomi di luce che compulsi negli occhi
per farle chiaro, per tenerla in vita.
Su un ramo ammantato, pregando il Sole,
io ricevetti il suo dono,
i miei occhi si dilatarono in fari,
vidi la notte, il bosco, sentii respirare
la linfa degli alberi e il sonno degli umani.
E come avevo previsto o presognato
lui giunse, a cavallo, col corteo,
la vide, scese, già preso e rapito,
e lei si risveglio alla sua voce,
stupita, incerta in quel primo sorriso.
Piansi quando lui la baciò e portò via.
Ma ero stato io a tenerla in vita,
nel lungo sonno e nella silente attesa,
perché tornasse al vostro reame.
You don't know the forest, the dark,
you have no awareness of the entwined shadows
that lock out the world lapsed into nightfall,
you let yourself be wrapped up and cradled by them,
you slip gently into sleep, you don't see them
tighten around you with all the darkness
that one day was split in its creating.
Yes, I was already then flying,
on high to the peaks, with the falcons and eagles,
and at sunset I'd return to the nest, I'd even close
my eyes.
Then I saw her, from on high, first in the evening,
white, stretched out in the urn, asleep,
with the shadows of the oaks that thickened
until covering her, carrying her away from me.
I descended, gliding down, with wings stretched wide,
I arrived at her urn when it was already dark.
You don't know the forest and her voices,
the atoms of light that you parse in your eyes
to shed light on her, to keep her alive.
On a mantled branch, praying to the Sun,
I received its gift,
my eyes dilated in the guiding rays,
I saw the night, the woods, I felt the breath
of the tree's sap and man's sleep.
And as I had foreseen and already dreamt
he came, on horeseback, with a retinue,
he saw her, dismounted, already taken and ravaged,
and she reawakened to his voice,
astonished, uncertain in that first smile.
I wept when he kissed her and took her away.
But it had been me who kept her alive,
in the long sleep and in the silent waiting,
so that she'd return to your kingdom.
Non hai bisogno di conoscere il buio
e le ombre della selva e il velo della luna,
io sono qui, ai confini, tra la città e la
campagna
accanto alle soffitte e sotto il cielo,
c'è luce nei miei occhi, ti fa luce
nella tua mente nel sonno e nel buio
l'amore che mutò la mia natura
dalle vette celesti alle ombre cupe,
io ali chiuse, Bubo Bubo, custode.
You have no need to know the darkness
and the shadows of the forest and the veil of the moon,
I am here, at the limits, between the city and the
country
next to the attics and under the sky,
there's light in my eyes, putting light
in your mind in sleep and darkness
love was what changed my nature
from the celestial peaks to the skulking shadows,
I, wings shut, Bubo Bubo, the guardian.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
6
L'olivo
The Olive Tree
Non ricordo più il numero delle potature,
ricordo la nascita, le ferite, le visioni.
Giovane e dritto, la corteccia liscia,
mi specchiavo nella buca scavata per irrigare.
Poi gli anni sempreverdi e i nuovi nodi,
e loro, nascere dopo anni e annunci di
fiori,
verdi, poi rosso vinoso, poi neri,
li ho sentiti cadere, poi colpi di pertica o stanchezza,
frangere con la zappa e caricare maciullati
su un carro diretto al torchio e al frantoio.
Ho dentro di me lo sfrigolio della pietra
arenaria venata di quarzo, o granito,
la macina fissa, quella mobile che ruotava
ad acqua, azionata da un canale,
o a sangue, mossa da un asino o un mulo,
con gli occhi bendati per non farlo impazzire:
così per anni ho visto i miei figli morire
e il tronco mi si svuotava e corde nodose
hanno coperto la mia corteccia come rughe,
strazio linfatico, dolore vegetale.
I don't remember anymore the number of prunings,
I remember the birth, the injuries, the visions.
Young and hale, the smooth bark,
I was mirrored in the hole dug out to be irrigated.
Then the evergreen years and new nodes,
and them, to be born after years and ushering in
of blossoms,
green, then wine-red, then black,
I felt them fall, then struck by a perch or fatigue,
to break with the hoe and load up crushed
on a wagon direct to the press and the oil mill.
I, within me, had the crackling
of quartz-veined sandstone, or granite,
the grindstone set, that mobile kind that rolls
by water, activated by a canal,
or by blood, set in motion by an ass or a mule,
with blinkered eyes to keep it from losing control,
like this over the years I saw my children die
and my trunk was emptied and knotty ropes
covered my bark like wrinkles,
torture of sap, vegetal anguish.
Eppure è per loro che ho superato gli incendi
e le gelate,
la fumaggine, il cancro, l'occhio di pavone,
più volte sono incanutito per la calce spruzzata
per combattere la rogna, ho resistito
alla mosca olearia, non so se per il fuoco
acceso dal contadino agli alberi malati
o per l'arrivo sciamante della cincia bigia
che ne distrusse le larve e poi volò lontana.
Li ho visti rigenerati, brillare
sui glutei e le cosce delle schiave numìde,
sui pettorali e i tricipiti degli atleti,
negli occhi di chi si immergeva per scrutare i
fondali,
vincendo l'astio e l'arsura del sale,
li ho visti scendere, goccia a goccia, scivolare
nella lucerna di chi piangeva un perduto.
In loro ho vissuto la mia trasformazione
e la memoria della colomba sulle acque
pacificate,
e del mio ramo cinto sul capo di un
saltatore…
Ricordo, per quella strana pietà minerale
che sale dalle radici fino al fiore.
Ma una sera ho visto qualcosa che superava
la mia memoria e la sopportazione,
e che mi ha schiuso la conoscenza degli umani
(le ancelle, le schiave, i lottatori, i volti
impressi
And yet, it is for them that I've overcome the
fires and ices,
the sooty mould, the cankers, the peacock spot,
more times I was frosted white with sprayed lime,
to combat the scabs, I withstood
the olive fruit fly, I don't know if from the fire
lit by the peasant of the sick trees
or from the swarming arrival of the marsh tit
that destroyed the maggots and then flew off.
I saw them regenerate, shining
on the glutes and thighs of the Numidian slave girls,
on the pectorals and triceps of the athletes,
in the eyes of whoever plunged to scan the
depths,
overcoming the rancor and the burning of the salt.
I saw them come down, drop by drop, dripping
in the oil lamp of whoever mourned one lost.
In them, I saw my transformation
and the memory of the dove on the peaceful
waters,
and of my branch encircled on the head of a
jumper…
I recall that strange mineral mercy
that rises from the roots to the blossom.
But one evening I saw something that went beyond
my memory and enduring
and that opened ajar my understanding of mankind
(the maidservants, the slave girls, the wrestlers,
the faces impressed
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
7
nelle lucerne, i vivi e i trapassati):
quando sudò e pianse stille di sangue,
sotto di me, abbracciato ai miei piedi:
per lui piango e godo per loro.
on the oil lamps, those alive and those passed on):
when he sweat and cried drops of blood,
under me, embracing my feet:
for him I cry and for them I am content.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
8
Diacrisia
Diacrisia
I
I
Alla lente le piccole setole apparivano
(piatte, a forma di paletta, disposte a embrice),
appoggiate l'una sull'altra come le tegole
della tettoia del giardino, ma subito
pensò al tetto della casa, e loro, al piano
terra,
la lente dell'Oxford condensato e la piccola torcia
sul corpo immobile, non inanimato.
In the lens, the small bristles appeared
(flat, in the form of a spade, laid out in slabs),
leaned one against the other like ridge tiles
of the roofing of the garden, then immediately
he thought of the roof of the house, and them, on
the first floor,
the condensed Oxford lens and the small torch light
on the motionless body, not spiritless.
Qualcosa impercettibilmente vibrava,
non le quattro ali arancio, chiuse a scudo,
ma le antenne, immobili, tese a Oriente,
dove la lampada indiana proiettava il bagliore
roteante sul muro del giardino.
Lì l'aveva incontrata, attratta dalla luce,
euforica, sbattere le ali e il capo accecato
come ogni farfalla, ogni sera d'estate.
Ma lei era diversa, ritornava, inconfondibile,
nel volo sempre più lieve e ad agio nel
giardino,
tra la grande magnolia e il mandarino,
poi, lenta, in confidenza,
attorno alla stessa luce
che l'aveva chiamata una notte di mezza estate.
Aveva amato anche il bagliore dei bicchieri,
la luce delle candele, il fiotto della fontana,
forse anche il brivido della bottiglia brinata
di vino di Capri color oro chiaro.
Così pensava, l'uomo, e la guardava.
Something imperceptible was fluttering,
not the four orange wings, shut as a shield,
but the antennae, motionless, stretched toward the Orient,
where the Indian lamp would project the glare
rotating along the wall of the garden.
There he met her, attracted by the light,
euphoric, wings beating and head blinded
like any butterfly, any evening of summer.
But she was different, she returned, unmistakable,
in flight always more graceful and at ease in the
garden,
among the large magnolia and the mandarin tree,
then, slowly, in confidence,
around the same light
that he had called her one mid-summer's night.
She also had loved the glare of the glasses,
the light of the candles, the gush of the fountain,
maybe also the shiver of the frosted bottle
of Capri wine clear in color.
So he thought, this man, and he watched her.
II
II
Immobile, ora,
nello stesso punto dove la sera prima
l'aveva vista di colpo incantata
accanto alla soglia lucente di ottone
tra la sala da pranzo e la cucina.
Come se stesse sognando di volare
non fuori nella notte piena e stellata,
ma in basso, accanto alla lampada indiana,
o attorno al candeliere sul tavolo, agli umani
seduti a tavola ad affettare il pane,
mentre il vino scivolava nei bicchieri.
Motionless, now,
in the same spot where the first evening
he had seen her instantly spellbound
beside the sparkling bronze threshold
between the dining room and the kitchen.
As if he were dreaming he was flying
not outside the full and starry night,
but low, beside the Indian lamp,
or about the candelabrum on the table, among the people
seated by the bread-cutting table,
while the wine was flowing into the glasses.
Forse era in sogno, come accade agli umani,
e una parte di lei era già altrove,
forse volava, il suo spirito, e le ali chiuse a
tettoia
lì, ferme a proteggere la casa.
Maybe he was in a dream, as happens to anyone,
and a part of her was already elsewhere,
perhaps her spirit was flying and the wings shut as
a canopy
there, firm to protect the house.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
9
Aveva paura di toccarla,
paura che si sarebbe di colpo disfatta
al primo sfiorarla dell'indice, e che il
corpicino
di colpo fatto polvere avrebbe lasciato
come in un soffio la soglia e la casa.
Ma lo fece.
Lei restò immobile, salda, il pigmento
pieno e incollato al disegno magistrale
dell'artefice egizio delle ali.
He was afraid to touch her,
afraid she would instantly fall apart
at first stroke of her with his index finger, and
that the little body,
instantly having turned to dust, would leave
in a gust the threshold and the house.
But he did it.
She stayed motionless, sturdy, the pigment
full and stuck to the magisterial design
of the wings’ ancient Egyptian artifice.
Lì, nell'angolo, non l'avrebbe calpestata
nessuno dei due, per distrazione o errore,
o un ospite, e nemmeno
la scopa o l'aspirapolvere l'avrebbero ferita.
Mise lì accanto una cartolina,
per evidenziare.
Si vedeva una spiaggia di un tempo lontano,
ragazze in bikini, onde, riva del mare.
There, in the corner, neither of the two
would have crushed her, by distraction or mistake,
or a guest, and not even
the broom or the vacuum cleaner would have wounded her.
He placed a postcard there beside her,
to draw attention.
It showed a beach scene somewhere sometime,
girls in bikinis, the waves, the seashore.
III
III
Passarono giorni, settimane.
Lei sempre immobile e intatta,
lì a custodire
lo spazio sacro della casa.
A volte pensava di sentirla dormire.
Pigmento luminoso, teso,
viveva.
Days and weeks passed.
She remained motionless and intact,
there to guard
the sacred space of the house.
At times, he thought he sensed her sleeping.
Luminous pigment, stretched,
she was alive.
IV
IV
Una strana mutazione, la diagnosi
di un conoscente naturalista alla buona.
Lo shock climatico, l'alterazione
degli equilibri del pianeta.
I ghiacci che si scioglievano in Siberia,
l'angoscia degli sciamani,
cicloni e tornado negli States,
dai nomi stupidi, texani.
Tsunami, il piccolo pesce tropicale
blu e giallo come quelli di Los Roques,
visto nuotando, a Celle, a dieci chilometri da
riva,
giunto da chissà dove,
smarrito, ma vivo…
A strange mutation, the off-hand diagnosis
of a knowledgeable naturalist.
The climate shock, the change
in equilibria of the planet.
The ice that melted in Siberia,
the anguish of the shamans,
cyclones and tornadoes in the States,
with silly, Texan names.
Tsunamis, the small tropical fish
blue and yellow like those of Los Roques,
seen swimming, to Celle, 10 kilometers from the
shore,
having gotten there from who knows where,
lost, but alive…
Ma lei, china col piccolo straccio,
spolverando ogni mattina l'umile altare
lei le guardava il corpicino, le zampette tese,
sentiva che se era mutazione
lo era del tutto, sì, mutazione
dal triste divenire al fuoco sognato,
But she, bent over with the small rag,
dusting the modest altar every morning
she saw her little body, the little legs stretched out,
she sensed if a mutation occurred
it would be of everything, yes, a mutation
from sad becoming to the dreamt fire
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
10
il cielo di Pitagora e dei Faraoni,
là dove lo Spirito soffiava
le apparizioni e i raptus ai mortali.
Lei, sempre lei al mattino.
Ma l'uomo, sempre l'uomo
la salutava di notte,
prima di spegnere l'interruttore e far buio,
salire la scala di legno, dormire.
the sky of Pythagoras and the pharaohs,
there where the Spirit blew
the apparitions and raptuses to mortals.
Her, always her in the morning.
But the man, always the man
greeted her at night,
before flipping the switch and bringing about darkness,
going up the wooden staircase, to sleep.
V
V
Una notte l'aveva sognata:
sentì su se stesso la pressione ovoidale
e accanto alla sua tante piccole uova.
Sentì il calore dei ciuffi di pelo
con cui la madre li copriva e incubava,
e poi la vita eruciforme, dal buio,
la nascita dei tre segmenti del torace,
l'apparato boccale, le zampe
fragili, la fatica del suolo,
e poi qualcosa che lo bendava, il corpo
compresso dall'esoscheletro, la muta,
e la pressione dal centro, irresistibile,
il vecchio tegumento incrinarsi e fendersi,
e l'immobilità, il sonno della ninfosi.
Fissato al muro con la cinta di seta
e poi avvolto nel bozzolo d'oro,
sentì nella crisalide il presagio del volo,
l'ultimo semisonno incantato nel buio,
poi la sua stessa spoglia spezzata e lasciata
e la crisalide alle spalle, disanimata,
e le ali accartocciate e umide
levarsi in volo.
Il sole che riscaldava le giunture,
il succo dei fiori,
l'aroma dei frutti e del legno,
le ali volanti nel pulviscolo d'oro.
Al mattino la vide,
immobile, intatta
ma lievemente e indubitabilmente spostata.
Un centimetro e mezzo, due al massimo.
Le ali chiuse, a sarcofago,
le piccole zampe distese
come vinte dal peso, stremate.
One night he had dreamt of her:
he felt the ovoid pressure on him
and beside his own many small eggs.
He felt the heat of tufts of hair
with which the mother covered and incubated them,
and then the life eruca-shaped, from darkness,
the birth of the three segments of the thorax
the oral apparatus, the fragile legs
the toil of the ground,
and then something would bind him, the body
compressed by the exoskeleton, the molting,
and the pressure from the center, irresistible,
the old integument to be cracked and broken,
and the immobility, the sleep of nymphosis.
Fixed to the wall with the silk surrounding
and then wrapped in the golden cocoon,
in the chrysalis he sensed the presage of the flight,
the final enchanted semi-sleep in the dark,
then his slough broken and abandoned
and the chrysalis on his back, disheartened,
and the wings crumpled up and wet
to take off in flight.
The sun warming the joints,
the essence of the flowers,
the aroma of the fruits and wood,
the flying wings in the thin golden dust.
In the morning he saw her,
motionless, intact
but slightly and indubitably altered.
One and a half centimeters, two at the most.
The closed wings, like a sarcophagus,
the small legs outstretched
as if overcome by the weight, exhausted.
VI
VI
Piccoli granuli franti il corpicino,
pigmento disperso, ora
quello che era stato manto e sarcofago,
e invisibili, ormai, le antenne
da cui era passata in lei la sua voce.
Un soffio di brezza avrebbe presto disperso
quanto restava della sua polvere.
Small broken granules the little body
pigment dispersed, now
that which was mantle and sarcophagus,
and invisible, by now, the antennae
through which his voice coursed through her.
A breezy gust would have swiftly dispersed
however much of her dust remained.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
11
Di colpo si ritrovò come allora,
curvo su lei con la lente e la piccola torcia,
dissolta lei non dissolto il suo enigma,
la rivedeva, con lo stupore di allora,
lui chino, lei immobile nel suo disegno,
come non fosse morte ma ipnotica attesa,
non fosse letargo ma trasmutazione
non di se stessa, come già era accaduto
(il bruco, la crisalide, la cinta di seta
il bozzolo d'oro, la fenditura,
la spoglia alle spalle, il primo volo)
ma una metamorfosi tramante e nuova
che agiva in lui,
pallium e corteccia cerebrale,
e indizio, il pigmento che si manteneva
compatto nella bellezza prestabilita
di un altro che l'aveva fatta apparire
volando attorno a una lampada, e i bicchieri
anch'essi trasparenza di un altro che ordiva
il gioco di vita e morte e l'illusione
felice di un tempo trapassante altrove.
Instantly, she found herself as before,
Bent over her with the lens and small torch light,
her having dissolved but not her enigma,
he saw her again, with the marveling of the past,
him bowed, her motionless in her design,
as if death were nothing but a hypnotic waiting,
not dormancy but transmutation
not of herself, as already happened before
(the caterpillar, the chrysalis, the silk surrounding,
the golden cocoon, the cleft,
the slough left behind, the first flight)
but a metamorphosis plotting and new
that operated in him,
the pallium and cerebral cortex,
and a clue, the pigment that was maintained
compact in the predetermined beauty
of another who had made her appear
flying around a lamp, and the glasses
even the transparence of another who was plotting
the game of life and death and the happy illusion
of a time long since past elsewhere.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
12
II
ARS AMANDI
II
ARS AMANDI
La veneziana
The Venetian Woman
Fu oltre Murano, verso il mare aperto,
un'onda più alta nell'improvvisa tempesta,
acqua nera negli occhi, e la sua mano
sfiorò la mia, stringendo bolle,
la ricordo riaprirsi e richiudersi disperatamente
poi la sua ombra fluttuò sopra di me,
ormai lontana, ormai nell'altro regno,
e sentii l'acqua raggiungere gli occhi
da dentro, io in suo possesso
fui spinta da una corrente come un'ombra
lungo il fondale e mi fermai qui
nell'acqua quieta di questa calle
dietro la Misericordia, riposo mossa
da lievi soffi di corrente, sospiri
comunicanti dalle acque del Canal Grande
e ripercossi vibrando per tutte le acque
fino qui a queste silenziose e rinchiuse
come in una mano o una culla.
It was beyond Murano, toward the open sea,
a wave taller in the sudden storm,
black water in the eyes, and his hand
brushed against mine, bursting bubbles
I remember it opening and closing desperately
then his shadow floated above me,
by now far off, by now in another realm,
and I felt the water reach my eyes
from within, I, in her possession
was pushed from a current as a shadow
along the ocean floor and I stopped here
in the quiet waters by this narrow path
behind the Misericordia, I rest, moved
by soft huffs of the current, sighs
expressed by the waters of the Grand Canal
and struck back again floating on the waters
until here at these, silent and shut in,
as within a hand or a cradle.
Fu a Murano, nell'isola del vetro,
ma qui ero destinata per l'ultimo viaggio,
ondeggio tra le alghe, respiro coi mitili,
vedo il cielo aprirsi nella scia delle barche,
le bolle spumeggiare come vetro in fusione
e poi rinchiudersi in un mondo di cristallo
sfrangiato da infiniti pizzi e merletti,
uccelli che si tuffano, sassi
lanciati da visitatori incantati
da queste fondamenta edificate sull'acqua,
come tante prue immobili, con i palazzi
che sorgono magicamente dalle plance
come galeoni spagnoli dalle balaustre
sporgenti,
con le infinite finestre che brillano nel buio
su questo grande vascello ancorato per sempre.
Noi conosciamo il segreto del vetro,
non abbiamo paura del fondo:
conoscevo questa vegetazione marcescente,
l'intreccio acquatico di vita e putrescenza
prima della mia nascita e prima della mia morte.
A volte l'acqua sale e inonda in piazza
e io mi sento sollevare e percorro
granito scuro e marmo di Verona,
scivolo sulla pietra lucente e ridiscendo
in questa zona d'acqua ferma,
tacita e muta, ma ricordo.
It was at Murano, on the island of glass,
but here I was destined for a final journey,
Rippling through the algae, I breathe among the mussels,
I see the sky opened in the ships' wake,
the bubbles frothing up like glass in fusion
and then shut in a crystalline world
fringed by infinite lace and merletto,
birds that plunge, rocks
thrown by visitors enchanted
by these foundations built on the water,
as so many motionless prows, with the palaces
that rise magically from the bridge,
like Spanish galleons from the protruding
balustrades,
with the infinite windows that shine in the dark
on this great vessel anchored forever.
We know the secret of the glass,
we aren't afraid of the bottom:
I knew this marcescent vegetation
the aquatic interlacing of life and putrescence
before my birth and death.
At times, the water rises and floods the square
and I feel myself lifted and I pass through
the dark granite and Veronese marble,
I slide along the glistening stones and return down
in this area of stagnant water,
taciturn and mute, but I remember.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
13
Ricordo il mio segreto, la mia storia.
Più chiare, ma più ingenue,
quelle istoriate nei mosaici,
il grande Diluvio Universate e l'Arca,
Noè, gli uomini con le vesti d'oro e azzurre,
e gli animali preservati, il pavone turchese,
la colombella bianca, l'uccello nero smagliante
col petto bianchissimo, la storia dei salvati,
una storia già nota riscritta dall'artista
per il piacere di accostare le tessere,
le piccole piastrine cotorate e lucenti
che messe insieme compongono una storia.
La mia è di quelle che nessuno conosce,
le storie più segrete e profonde,
scritte tra il velo e il fondale dell'acqua,
difficile da udire nella mia voce
che raramente parla e si fa udibile
(un mormorare improvviso di corrente,
un gorgo creato da una raffica di vento,
o il sottofondo dello sciacquio della banchina)
la storia che custodisco tra le alghe, nel fondo.
Non solo quella della mia vita mutata in ombra
e scivolata come un'onda fin qui da Murano,
ma anche la sua, la storia di quel braccio
che inutilmente si tuffò sott'acqua
per afferrarmi e fu portato via
col resto di se stesso e del suo corpo:
lo vidi ancora aggrapparsi a una tavola
e poi doppiai la morte e fui corrente.
So che riuscì a salvarsi, fu t ra t t o a
bordo
da pescatori che tornavano al porto
più esperti di lui ad affrontare la tempesta,
ma soprattutto su un legno più grande
che non si ruppe al primo squasso del mare
insorto all'improvvo so come dall'inferno.
So quello che avvenne, di lui e altro,
perché qui, tra i pali intrisi di molluschi,
qui passa la conoscenza del mondo tra le
acque,
le storie si sciolgono e diffondono
in ogni piccola onda, in ogni goccia.
Quando tornò a Venezia non era più lo
stesso,
guardava il mare con odio rancoroso,
si era rotto in lui il patto con le acque
che ogni anno il Doge celebra dal Canal
Grande,
quell'anello tuffato gli faceva ribrezzo,
per questo decise di partire,
di unirsi a suo padre e allo zio Matteo
diretti al regno dei Tartari in Oriente.
I remember my secret, my story.
Clearer, but more naively,
those stories told in the mosaics,
the Great Flood and the Ark,
Noah, the men with the golden and blue garments
and the protected animals, the turquoise peacock,
the white dove, the stunning black bird,
with the whitest breast, the story of those rescued,
a story already well-known rewritten by the artist
through the joy of setting down the mosaic tesserae,
the tiny, lustrous, colored plates
which when put together compose a story.
Mine is of those that no one knows,
stories more secret and profound,
written between the filmy surface and floor of the sea,
hard to hear in my voice
that rarely speaks or is made audible
(a sudden murmuring of the current,
an eddy created by a gust of wind,
or the undercurrent from the wharf)
the story that I guard among the algae, in the depths.
Not only that of my life changed into darkness
and flowed like a wave until here by Murano,
but also his, the story of that arm
that uselessly plunged underwater
to grab me and was brought through
with the rest of himself and his body:
I saw him again clinging to a plank
and then I weathered death and was the current.
I know he succeeded in saving himself, he was
pulled aboard
by fishermen who returned to the harbor
more experienced than he to face the storm,
but above all on a bigger bark
that did not break at the first jolt of the sea —
suddenly insurgent as if out of hell.
I know what happened, to him and the other,
because here, among the mollusk-soaked bollards,
here passes knowledge of the world through the
waters,
the stories dissolve and diffuse
in every little wave, in every drop.
When he returned to Venice, he was no longer
himself,
he looked out at the sea with rancorous spite,
the covenant of the waters was broken with him
which every year the Doge celebrates by the
Grand Canal,
that plunged ring disgusted him
for this he decided to leave,
to meet with his father and uncle Matteo
headed to the Tatar kingdom of the Orient.
Li attendeva da tempo, sapeva che erano ad
He waited for them for a time, he knew that they
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
14
Acri
in missione per il Gran Khan e prima di ritornare
all'impero di Khubiai Khan, signore dell'Oriente
avrebbero sostato qualche mese a Venezia
dove sua madre era morta lasciandolo solo.
Fui solo io a accompagnarlo sulla gondola.
Sognava suo padre, lo sognava di notte,
me lo diceva spesso, ma ricordava soltanto
un uomo giovane che lo teneva in braccio,
e ora, diceva, sono passati quasi vent'anni…
«So che è diventato un grande ambasciatore
e consigliere dell'imperatore più potente del
mondo,
ma mia madre sta morendo senza vederlo,
è stata come una vedova, o peggio.
were at Acri
on mission for the Great Khan and before returning
to the empire of Kublai Khan, lord of the Orient,
that they would have stopped some months in Venice
where his mother had died leaving him alone.
I alone was to accompany him on the gondola.
He dreamt of his father, he dreamt of him each night,
he told me about it often, but he remembered only
a young man who held him in his arm,
and now, he said, nearly twenty years have passed…
"I know that he has become a great ambassador
and advisor of the most powerful emperor in the
world,
but my mother is dying without seeing him,
she is like a widow, or worse.
Non partirò mai, Maddalena, resterò a Venezia,
il mio unico viaggio sara verso Murano
dove hanno trasferito le fabbriche di vetro
(in quel tempo le portarono via da Venezia,
a causa del pericolo continuo di incendi,
impiantarono forni circondati dal mare,
così divenne l'Isola del Vetro),
tra breve sarò maestro e ne conoscerò il segreto
custodito da pochi uomini della nostra repubblica,
quel segreto che se fosse rivelato a uno straniero
sarebbe punito con la morte.
Sai, Maddalena, questo segreto è il nostro miracolo,
i vetri della Cina son colorati e spessi,
soltanto i nostre sono trasparenti,
come le nostre case, le nostre fondamenta.»
Guardava i bicchieri, lo incantava
il loro scintillio, la luce condensata in
diamante,
guardava i candelieri, le brocche,
le faceva tintinnare con un colpo dell'unghia,
senti come tintinna, diceva, la gioia
allegra dell'acqua di sorgente,
sarebbe diventato un grande maestro,
e i mercanti, i viaggiatori
quelli come suo padre e suo zio sarebbero venuti
da lui, a casa sua, a pregarlo
di vendere il suo prodotto e portarlo in Oriente,
glielo avrebbe venduto a caro prezzo,
da qui, dal cuore della sua vita, da Venezia.
L'avevo incontrato al mercato una mattina,
comperava l'ultimo merluzzo fritto rimasto,
e quando toccò a me era tutto finito.
Me lo diede, ridendo, mi disse:
«Non preoccuparti, mangerò le seppie,
mia madre le sta già cucinando»
— non era ancora malata, sembrava una ragazza —
«Perché lo fai?» gli chiesi. «Come ti
chiami?»
I will never leave, Maddalena, I will stay in Venice,
my only journey will be to Murano
where the glassworks has moved
(over time, they took them out of Venice,
because of the continuous peril of conflagrations,
installing furnaces encircled by the sea,
for this, it became the Glass Island),
within a brief time, I'll be master and will know the secret
guarded by just a few men of our republic,
that secret which were it to be revealed to a foreigner
would be punishable by death.
You know, Maddalena, this secret is our miracle,
the glasses of China are colored and thick,
only ours are transparent,
like our houses, our foundations."
He looked at the drinking glasses, captivated
by their scintilla, the light condensed to a
diamond,
he looked at the candelabra, the pitchers,
he made them chime with the flick of his nail,
you hear how it chimes, he said, the happy joy
of the spring water,
he would have become a great master,
and the merchants, the travelers
those like his father and uncle would have come
to his house to beg him
to sell his product and bring it to the Orient,
he would have sold it to them for an expensive price,
from here, from the heart of his life, from Venice.
I had met him at the market one morning,
he was buying the last remaining fried cod,
and when my turn came, everything was gone.
He gave it to me, laughing, he said to me:
"Don't worry, I'll eat cuttlefish,
my mother's already cooking them"
— she was not yet sick, she looked like a girl —
"Why are you doing this?" I asked him. "What's
your name?"
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
15
«Per i tuoi occhi lucenti, Maddalena
lucenti come vetro di Murano, sono Marco.»
Di notte mi portava in barca sull'isola
per farmi vedere la fabbrica dal buio,
mi diceva: «Devi vederla così, immagina,
per tutto il giorno io lavoro e studio
in mezzo a forme che nascono come
dall'acqua
e prendono trasparenza e lucentezza:
vedi, in questo basso edificio di mattoni e pietre
dalle pareti opache, nel buio,
si nasconde un mondo risplendente,
i segreti del vetro, della trasparenza,
dell'acqua che assume forma stabile
e dura come il diamante, e fragile,
fragile come la vita…».
questo lo disse più avanti, quando sua madre
tremava e lo guardava dal letto con quegli
occhi
umidi e vellutati che lo cercavano,
finché si chiusero con la sua immagine,
sì, l'immagine di Marco, la vidi riflessa
negli occhi della madre che si chiudevano.
Conosco il resto della storia,
i porti attraccati, te acque solcate con
giunche leggere
o barche rivestite di pelle e cucite
con fili vegetali essiccati al sole,
i viaggi infiniti nel deserto,
le montagne di sale, i boschi popolati
di predoni o spiriti malvagi,
i sortilegi degli stregoni idolatri,
il Vecchio della Montagna e il finto Paradiso
dove fu prigioniero e riuscì a fuggire,
le montagne dove estraggono turchesi e
lapislazzuli,
le pietre azzurre come il cielo d'Oriente.
So della corte dell'imperatore,
dei viali immensi e delle mille fontane,
delle sue vesti e della tavola d'oro
con inciso un leone e un girifalco
che consegnava ai più alti dignitari
rendendoli sacri in tutto l'impero.
Ne ebbe uno con inciso il suo nome,
fu onorato da tutte le corti dell'immenso
dominio
di Khublai Khan, fu il consigliere
più amato e ascoltato del grande imperatore,
conobbe tutto il magico mondo
che si spalanca a Oriente da queste rive.
Conosco la storia istoriata, Il Milione,
simile a quelle ripetute nei mosaici e nei quadri,
ma se tu ascolti la mia voce
rara, improvvisa, più un mormorio che una voce,
"For your sparkling eyes, Maddalena,
sparkling like Murano glass, I'm Marco."
Each night, he brought me by boat to the island
to let me see the factory in the dark,
he said to me: "You have to see it like this, imagine,
for the whole day I work and study
in the middle of forms that are born as if from
water
and take transparency and sheen:
you see, in this small building of brick and stone
in the opaque walls, in the dark,
a resplendent world lies hidden,
the secrets of the glass, of the transparency,
of the water that assumes solid form
and lasts like diamond, and fragile,
fragile like life…".
this he said later on, when his mother
was afraid and watched him from the bed with
those eyes
wet and veiled that were searching for him,
until they closed with his image,
yes, the image of Marco, I saw it reflected
in his mother's eyes as they closed.
I know the rest of the story,
the harbored ports, the waters plowed by nimble
junks
or the ships with refitted skin and hem
with vegetable thread dried out in the sun,
the endless journeys in the desert,
the salt mountains, the populous forests
of large prey and wicked spirits,
the spells of idolatrous witches,
the Old Man of the Mountain and the fictitious Paradise
where he was prisoner and succeeded to escape,
the mountains from which turquoise and lapis
lazuli were extracted,
the blue stones like the sky of the Orient.
I know of the emperor's court,
of the immense boulevards and the thousand fountains,
of his clothes and of the gold table
with an engraved lion and gerfalcon
which he gave to the most esteemed dignitaries
rendering them holy throughout the empire.
He had one with his name engraved,
he was honored by all the courts of the immense
dominion
of Kublai Khan, he was the advisor
whom the emperor most loved and to whom he most listened,
he knew the whole mystical world
that opens wide onto the Orient from these shores.
I know the storied history, The Million,
similar to those repeated in mosaics and paintings,
but if you listen to my voice
faint, sudden, more a murmuring than a voice,
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
16
(nello sciacquio dell'acqua contro la banchina,
o per un incresparsi del velo in una notte di vento),
se guardi in quest'urna ferma e muta
e intoni il tuo orecchio al mormorio,
alla mia voce che sussurra dal fondo,
conoscerai la nostra vera storia:
io che ti appaio solo in un riflesso,
piccola onda, increspatura dello specchio,
forma fluens, vita nuotante sotto il velo,
occhio della laguna, flatus vocis,
io sono il segreto del Milione
e la ragione della sua partenza,
del suo percorrere distanze infinite
perché gli era sfuggita quella di una mano
affondata nell'acqua, appena sfiorata…
Per me partì e volle andare lontano,
io sono il suo principio e la sua fine,
come lo è in ogni avventura l'amore,
lo attendo, portato da correnti lontane
fluttuando sul fondo di altri mari,
io sono Maddalena, la voce della laguna,
la causa del suo viaggio e del suo non ritorno.
(in the undercurrent against the wharf,
or through a ruffle of the veil on a windy night),
if you look in this closed and mute urn
and prick up your ear to the murmuring,
to my voice that whispers from the depth,
I knew our true story:
I who appears to you alone in a reflection,
a small wave, a wrinkling in the mirror,
forma fluens, life swimming under the veil,
an eye of the lagoon, flatus vocis,
I am the secret of The Million
and the cause of his departure,
of his covering of infinite distances
because his hand slipped
thrust into the water, barely brushed against…
For me, he left and wanted to go afar,
I am his beginning and end,
so is love in every adventure,
I await him, taken by distant currents
floating along the bottom of other seas,
I am Maddalena, the voice of the lagoon,
the cause of his journey and his return never to be.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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Parole del tuffatore di Paestum
Words of the Paestum diver
Io sono l'anima di tuo padre, il tuffatore:
ti ho seguito ogni giorno, ti sono accanto,
conosco come allora le tue zone d'ombra,
il linguaggio dei moti tracciato dalla tua
faccia,
niente è cambiato da allora, in questo senso.
Questa è la prima cosa che ho scoperto,
la prima che volevo dirti: non cambia la
percezione
dei tuoi attimi, come non cambiava
di notte, nel sonno, o per la distanza.
So che questo mio soffio (dal fondo
dell'acqua, tra le attinie)
sarà per te come le mie parole un tempo:
che ti infondevano memoria e coraggio,
più del vino o di una donna che ti guarda.
La mia prima scoperta, la prima verità è che nulla
si spezza nel segreto dell'anima.
Il resto è confuso, è presto
per cercare di riferirti,
coralli, attinie, vite che si disegnano da un
moto
d'acqua e si dileguano all'istante.
Non tutto è luce, trasparenza, silenzio,
cunicoli di buio, respiri compressi, poi voci
che inalano in me come se io parlassi.
Scivolo verso un fondo sempre più distante
e sento che una luce sommersa mi chiama da
Oriente:
non so dove finisca, per ora,
non so che cosa sia ma so che amore
la muove e ne determina il respiro.
Di questo viaggio parlerò più avanti,
quando esperito sarà conoscenza,
posso parlarti di quanto ho lasciato,
sopra la superficie azzurra delle acque,
tra le sabbie bianchissime, le palme,
l'ombra degli ulivi, il vino
che veniva versato dalle anfore:
ama la terra rosa nel tramonto,
immergiti nel mare per gioco, come un tritone,
gusta la frutta, il pane, bevi e mangia,
ascolta le risa delle ragazze,
cerca la loro bocca, ridi e dispèrati,
ringrazia ogni giorno il tuo paese lucente.
lo non sono tuo padre ma la sua anima,
non so quello che vivo ma ricordo,
la riva, la piscina, i colori che formano
lo strano disegno della vita mortale.
Vivi in quella ceramica smagliante e attendi
quanto saprò dirti più avanti, alla fine del
I am the soul of your father, the diver:
having followed you every day, I am beside you,
I know, as then, the shape of your shadow,
the language of the movements traced by your
face,
nothing has changed since then, in this sense.
This is the first thing that I discovered,
the first that I wanted to tell you: there is no
change in your perception
of momentary time, as it wasn’t changed
at night, in sleep, or through distance.
I know that this breath of mine (from the bottom
of the water among the anemones)
will be for you as my words one time:
that they instilled in you remembrance and courage,
more than wine or a woman who watches you.
My first discovery, the first truth is that nothing
is broken in the secret of the soul.
The rest is confused, is too early
to attempt to relate to you,
corals, anemones, lives that are drawn by a
movement
of water and dissolve in an instant.
Not everything is light, transparency, silence,
tunnels of darkness, compressed breaths, and then voices
that inhale within me as if I were speaking.
I slide perpetually towards a more distant depth
and I feel a submerged light calls me from the
Orient:
I don't know where it ends, for now,
I don't know what it is but I know that love
moves it and determines its breath.
Of this journey, I'll speak later,
when having seen it through will make for understanding
I can speak to you of how much I left
above the blue surface of the waters,
among the whitest sands, the palm-trees,
the shade of the olive trees, the wine
that had been poured from the amphorae:
love the pink earth in the sunset,
submerge yourself in the sea for fun, like a triton,
taste the fruit, the bread, drink and eat,
hear the laughs of the girls,
seek their mouths, laugh and despair,
be grateful to your radiant country every day.
I am not your father but your soul,
I don't know what I live but what I remember,
the shore, the pool, the colors that form
the strange design of mortal life.
Live in that stunning limestone and await
how much I'll know to tell you later on, at the end
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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viaggio.
Ma ora che dormi come quando in una culla
sembravi cercare i segreti del mondo,
ora che hai spalle più larghe e più radi i
capelli,
ascolta le parole della mia anima:
non so molto di lei — di me stessa —
(è presto, figlio, non conosco abbastanza,
ho appena iniziato, sto nuotando),
non pensare al mio corpo (è tardi,
perle, quelli che furono i miei occhi,
e le mie labbra contratte in corallo),
ma ho conoscenza del loro matrimonio,
di quando vivevano all'unisono nel mondo
e io, anima di tuo padre, il tuffatore
ti consegno solo questa esperita certezza
(dal fondo dell'abisso, nel brivido del tuffo):
che anche l'uomo può amare eternamente.
of the journey.
But now that you sleep as when in a crib
you seemed to look for the secrets of the world,
now that you have broader shoulders and thinner
hair,
hear the words of my soul:
I don't know much about it — about myself —
(it’s too early, son, I don't know enough,
I just started, I'm swimming),
don’t think about my body (it's late,
pearls, those that were my eyes,
and my lips contracted in coral),
but I have understanding of their marriage,
of when they lived in harmony with the world
and I, soul of your father, the diver
I deliver to you only this certainty seen through
(from the depth of the abyss, in the shiver of the dive):
that even man can love eternally.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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Il guerriero inumato
The Inhumed Warrior
Caddi nel tumulo e sentii le zolle
umide contro le guance e suite labbra
il sapore della terra, amaro e grasso,
mi ferirono stoppie e fui coperto.
Nel breve istante di persistenza dei sensi
che segue morte e seppellimento
prima di contrarmi e mutare stato
sentii voci che mi piangevano,
radici, melma, il verso di un rospo,
e un rapido gorgogliare d'acqua
e mi sentii in pace
perché lì accanto scorreva un fiume.
Sopra la terra bagnata il grido di un uccello
mi separò dal cielo e dalla luce.
L'elmo crestato, la verghetta, la fibula,
la sanguisuga, la doppia fiasca,
il morso di cavallo, la cuspide di giavellotto,
mi sono accanto, intatti,
non consumati dal fuoco, affidati alla terra.
Mio padre cadde combattendo e fu arso
come quasi tutto il mio popolo.
Lo vidi ascendere lentamente alle nuvole,
lente volute che erano state il suo corpo,
poi raccolsi nell'urna le sue ceneri,
separate dalla sua immagine e dall'anima:
che visse accanto a me, ogni giorno,
pura e invisibile.
Non mi è stato concesso quel compimento,
il volo voluttuoso delle ceneri
lì dove si estingue anche il canto dell'allodola
e ogni più dolce suono si fa luce,
bruciare e estinguere le scorie del corpo
lasciando l'illusione della maschera
sbriciolata nel vuoto di un vaso
per vivere ancora nella mia prima forma,
sciolta e liberata dal calore e dal fuoco.
Così mi fu negata la gloria della morte
se questa è resa simile alla vita,
sottoposta a corruzione e decadenza,
al lento sgretolarsi delle forme
che nei combusti vivono eterne e splendenti.
Fecero della mia morte una parodia della vita
esposta alla crudele legge del tempo.
Non mi fu data l'urna cineraria
con la mia immagine scolpita per sempre
e quella del cavallo già orientato
all'altro regno, e quella dei miei cari
che mi stringevano la mano piangendo,
prima degli occhi biechi di Caronte.
Ma qui, tra le radici putrescenti e un bulbo
che sta marcendo lentamente io sento
I fell into the tumulus, and I felt the clods
moist against my cheeks and lips,
the taste of the earth, bitter and loamy,
the stubble struck me and I was covered.
In the brief instant of my senses' persistence
that follows death and entombment
before contracting and changing state,
I heard voices lamenting for me,
roots, mud, the toad's cry,
and a quick gargling of water,
and I felt at peace
because there nearby a river flowed.
Above the soaked earth the call of a bird
separated me from sky and light.
The crested helmet, the little rod, the buckle,
the earthworm, the double flask,
the horse's bit, the javelin's point,
they are beside me, intact,
not consumed by the fire, entrusted to the earth.
My father fell in combat and was set aflame
as almost all of my people were.
I saw him ascend slowly to the clouds,
slow swirls that were his body,
then, in the urn, I gathered his ashes,
separated from his image and soul,
which lived beside me every day,
pure and invisible.
I was not granted that fulfillment,
the sensual flight of the ashes,
there where even the song of the lark was extinguished,
and every sweeter sound is brought to light,
to burn and extinguish the body's waste,
leaving the illusion of a mask
crumbled into the hallow of a vase
to live again in my first form,
melted and freed by the heat and the fire.
So I was denied death's glory
if this is given to approximate life,
subjected to the decomposition and decay,
to the slow deterioration of forms
that in their burning live on eternal and resplendent.
They made my death a parody of life
exposed to the cruel law of time.
I was not given a cinerary urn
with my image engraved forever
and that of the horse already facing
towards another kingdom, and that of my loved ones
who shake my hand while sobbing,
before the sullen eyes of Charon.
But here, between the putrescent roots and a bulb
rotting slowly I detect
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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che non fu a caso questa improvvisa scelta
di rompere la tradizione e il rito antico,
che non lo fecero per me né per se stessi,
ma per una oscura premonizione, un lampo
di una terra intravista sotto la terra,
una preghiera dolorosa e solenne
per me e per loro proiettati nei posteri,
e l'improvvisa e svanita appercezione
che la vita terrena fosse inscindibile
da quella dell'anima, e con quella
dopo l'attesa, nel buio della terra,
capace di rinascere per sempre.
that it was not random this sudden choice
was made to break tradition and ancient rite,
that they made it neither for me nor for themselves,
but for a dark premonition, a flash
of a land glimpsed underground,
a painful and solemn prayer
for me and for them cast to posterity
and the sudden and vanished apperception
that life on earth might be indissoluble
from that in the soul, and with that
after the wait, in the darkness of the earth,
capable of being reborn forever.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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As tears go by, Ofelia
a Marianne Faithfull
As Tears Go by, Ofelia 1
to Marianne Faithfull
Poi furono sillabe quelle che erano state
parole
e versi che mi straziavano la gola,
pezzi, grumi di vocesangue
di ogni immagine che un tempo era stata,
ora persa nel fondo sotto sabbia vetrata.
E introvabile come chi è muto
di colpo e con la voce il suo sguardo è perduto
per un dolore che puoi solo intuire
in quella cornea all'improvviso vuota,
o come di colpo ai centosessanta in galleria
col piede in ipnosi sull'acceleratore
e io, io lingua franta, io affogata.
Then there were syllables, those that had been
words
and lines that lacerated the throat,
pieces, clots of gullet-blood
from every image that once had been,
now lost in the depth beneath glassy sand.
And not able to be found like one who is mute
instantly and with his voice his sight is lost
because of a pain that you can only intuit
in that suddenly emptied cornea,
or like instantly at hundred-sixty in a tunnel
with the foot hypnotically on the accelerator
and me, my tongue crushed, drowned.
Ho recitato Ofelia, conosco la pazzia,
e so che ti colpisce per eccesso d'amore,
quando i tuoi occhi non reggono una sedia
se vedi nella sua paglia le trame d'oro,
e l'aura di quello scranno e la sua luce,
e i beati che si posarono in inconscia
preghiera,
se tremi per una persona che si siede
e si avvicina al centro del fango e dei grandi
fiumi,
e so che cosa significa eccesso d'amore,
quando colui che ami dilegua e tace,
o non riesce a risponderti, e tu muori,
per estinzione, disidratata in pietra.
lo sono affogata nello stagno e risalita
tra foglie cadute in morte e semprevive
dal fondo melmoso risalenti alla luce,
dal fondo ho ritrovato genesi e amore,
ora che torna mia, in me, la mia voce,
niente da chiedere, risalire adagio
come la linfa dal calamo al fiore
dopo che fu strozzata dall'inverno e dal gelo
tra foglie marcite, e il rito umorale
ascende ai campi e all'oro dei covoni
tra casa e casa, tra le luci e le strade.
Conosco la pazzia e sono affogata,
e adesso so che era soltanto amore.
I recited Ophelia, I'm familiar with madness,
and I know that it hits you through an excess of love,
when your eyes do not discern a chair
if you see in its straw the golden weaving,
and the aura of that high-backed seat and its light,
and the blessed who were posed in unconscious
prayer,
if you tremble because of someone who sits
and approaches the center of the mud and the
great rivers,
and I know what excess of love means,
when he whom you love dissipates and is taciturn,
and won't succumb to respond to you, and you die,
in extinction, dried into stone.
I drowned in the pool and reemerged
among the leaves fallen in death and everlasting
from the miry depth the reemerging to the light,
from the depth I found again genesis and love,
now that mine returns, in me, my voice,
nothing to be closed shut, reemerges
like the sap of the flower's calamus
after it was throttled by the winter cold
among the rotting leaves, and the humoral rite
ascends to the fields and the gold of the sheaves,
between houses, between the lights and the streets.
I am familiar with madness and I drowned,
and now I know that it was only love.
1
This title and others originally in English are left unchanged, including any of Italian spellings of proper nouns.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
22
L'ortensia
The Hydrangea
Questa era la mia camera e il mio studio,
fino a vent'anni fa, quando sono partito:
la grande libreria si è presto svuotata,
i miei amici d'infanzia mi hanno seguito,
Robinson Crusoe, Ulisse, il Comandante Achab,
Jim, che partì per l'Isola del Tesoro.
Mio padre li ha sostituiti con coppe e
diplomi,
i suoi ricordi, album, radioline.
Ma ora al centro vedo un'ortensia, accanto a
due foto,
suo padre, in piedi, e il volto di sua madre.
«La pianta era di mamma, me l'ha lasciata»
dice mentre la bagna e la guarda nel cuore,
globo che include in una mille vite,
di chi sarà, chi è, e di chi è stato.
Là, dove bruciava il fuoco di Platone,
solo la gloria spoglia di quel fiore.
E non ci sono più Ulisse, e Don Chisciotte,
e Dante, e D'Artagnan, e i Moschettieri…
Andati, via,
bruciati dalla poesia.
This was my room and my study,
until twenty years ago, when I left:
the great bookshelf was quickly emptied,
my childhood friends followed me,
Robinson Crusoe, Ulysses, Captain Achab,
Jim, who left for Treasure Island.
My father substituted them with trophies and
diplomas,
his souvenirs, albums, pocket radios.
But now in the center I see a hydrangea, beside
two photos,
his father, standing, and the face of his mother.
"The plant was my mother's, she left it to me,"
he says while he waters it and looks it in the heart
a globe that includes in a thousand lives,
of who will be, who is, and who was.
There, where the fire of Plato was burning,
only glory strips that flower.
And there is no more Ulysses, and Don Quixote,
and Dante, and D'Artagnan, and the Musketeers…
Gone, away,
burnt by poetry.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
23
L'età del ferro
The Iron Age
Sono passate molte vite da allora,
l'empietà degli uomini, gli stupri,
gli uxoricidi e gli agguati
e i fratelli assassinati a tradimento
per avidità e sete di possesso,
latrati nelle stanze di notte, usura,
tempo di lupi, la truce età del ferro.
Svanisce soffocato da
quei fiotti di sangue
il ricordo del tempo più antico,
l'oro delle spighe nel sole, gli alveari,
la morbida giornata sulla riva del ruscello
a decifrare il canto del mondo.
Più forte rimbomba nelle tempie
il cupo strazio dell'età del ferro.
E poi le grandi nuvole nere addensarsi
contro le vette e diffondersi ovunque,
un cielo nero come pece sudante
e poi l'esplosione, il diluvio:
l'acqua che sommergeva i campi e le alture,
invadeva le case e seppelliva il mondo.
E il silenzio finale e io, dal fondo,
risalire nuotando tra le attinie,
il primo canneto, i palmipedi,
e poi rinato il mondo visibile
che mi portò via da lui, dal mio corpo.
Ora lo guardo e lo amo all'infinito,
ora che non è più me stesso.
Tutto ritorna di quel tempo plumbeo,
e non c'è fibra nel buio del ricordo
che brilli come quando nella notte
vedevo i segni dell'età dell'oro.
Sono passate molte vite da allora
ma nella morte mai trapassò la vita.
lo tornerò a lui, rifarò mondo
di me e di altre anime perse.
Many lives since then have passed,
the impiety of men, the rapes,
the uxoricides, and the ambushes,
and the brothers assassinated by treachery
because of greed and thirst of ownership,
howls in rooms during the night, usury,
beastly storms, the grim Iron Age.
It vanishes, suffocated by
those gushes of blood,
the memory of an ancient time,
the gold of the ears in the sun, the beehives,
the soft daytime on the bank of the brook
to unravel the lyric of the world.
the grim torture of the iron age
echoes stronger in the temples.
And then the big black clouds thickened
against the peaks and dispersed everywhere,
a black sky like sweating pitch
and then the explosion, the deluge:
the water that submerged the fields and the high ground,
invaded the houses and buried the world.
Both the final silence and I, from the depth,
resurfaced swimming between the anemones,
the first reed thicket, the palmipedes,
and then visible world was reborn
that brought me away from it, from my body.
Now I see it and I love it infinitely,
now that I am no more myself.
Everything returns from that leaden weather,
and there isn't a fiber in the memory’s darkness
that shines like when, in the night,
I saw the signs of the Golden Age.
Many lives since then have passed,
but life has always passed on to death.
I will return to it, I will remake the world
of mine and other lost souls.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
24
Animula
Little Soul
Io forse sto ritornando:
dal vetro ho visto la città l'ultima volta
e subito tutto di nuovo azzurro, come un
tempo.
E ho qui i miei vivi, me li porto
ancora in questa fase del viaggio.
Il crollo della torre, il cristallo infranto,
la distruzione della trasparenza.
E la convivenza col cielo,
e la salita nel corpo di cristallo.
Maybe I am returning:
from the windowpane I saw the city for the last time
and immediately everything freshly blue, as once
before.
And I have here the living among me, I carried them
even in this phase of journey.
The collapse of the tower, the shattered crystalline glass,
the destruction of the clear.
Both the cohabiting with the sky,
and the ascent in the crystal body.
Per questo non ho cessato di vivere, mi porto
la vita-in-morte con il suo travaglio.
Senza quel sogno non esiste morte,
e nulla potrà cessare per rinascere
se non si appaga in un giusto tramonto
avviluppando il sogno nel suo grembo.
Through this, I did not cease to live, I carried
life-in-death with its labor.
Without that dream, death does not exist,
and nothing will be able to cease to be reborn
if not satisfied in a just sunset
enveloping the dream in its womb.
Voi, sublunari, voi sul globo
il cui respiro ancora mi inumidisce
in forma di vapore gli occhi che videro
il cielo, il mare, la folla ondosa, le auto,
voi, ora, vi prego, concludete l'opera
della mia morte e della mia rinascita:
fate giustizia e pietà all'unisono,
questo sara conquistare la pace,
non la resa e non lo sterminio,
ma la contraddizione stessa del vivere.
Allora potrò morire fino in fondo
e lì pregare per la nostra rinascita.
You, the sublunaries, you on the globe
whose breath moistens again
my eyes in the form of steam that saw
the sky, the sea, the undulating mob, the cars,
you, now, I am begging you, conclude the work
of my death and rebirth:
do justice and arouse pity unanimously,
this must conquer peace,
not the surrender and extermination,
but the contradiction itself of living.
Then I will be able to die at last
and, there, to beg for our rebirth.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
25
III
AND, OUT OF NOTHING, A
BREATHING
III
AND, OUT OF NOTHING, A
BREATHING
Sailing from Venezia
Sailing from Venezia
"Questo è il vetro, si gonfia
col soffio, prende la forma del respiro,
tutto ciò che tintinna, che ride, fu soffiato,
senti le labbra dell'uomo sull'orlo del
bicchiere,
ecco perché ridono così, le ragazze,
con quelle voci argentine, da brindisi,
quello è il vetro dove tutto si specchia,
il canale, vedi, la città riflessa,
le fondamenta in pace con le acque,
come una flotta ferma in un oceano
di cristallo e silenzio,
questo è il parabrezza, ad agosto,
i moscerini sul vetro la prova del viaggio,
del piede sull'acceleratore, della notte,
pioverà, il tempo sara segnato dal
tergicristallo,
le palpebre battono col ritmo del respiro,
si aprono inspirando,
da lì io vedo il mondo."
"This is the glass, it swells
with the blowing, it takes the form of the breathing,
all that chimes, that laughs, was blown,
you feel the lips of the man on the rim of the
glass,
this is why they laugh like this, the girls,
with those silvery voices, for a toast,
that is the glass where all is mirrored,
the canal, see, the city reflected inside,
the foundation in peace with the waters,
like a fleet still in an ocean
of crystal and silence,
this is the windshield, in August,
the gnats on the glass, proof of the journey,
of the foot on the accelerator, of the night,
it'll rain, the time will be marked by the windshield
wiper,
eyelids beating to the rhythm of the breathing,
they open inhaling,
from here I see the world."
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
26
Pianura
The Plain
Ho angoscia della pianura, nel mio cuore
evoca il mare immobile e disanimato
della bonaccia, quando non spira brezza
e le vele penzolano come vampiri al
mattino.
Ricordo le dune del deserto, le distese,
le lunghe carovaniere e il lento passaggio
al mondo dei Tartari, all'Oriente lontano:
lì fui consustanziale alla pianura,
alla discesa verso un continuo ignoto.
E in me vive anche il viaggio dei Magi,
monti pieni di neve, poi altopiani,
e lunghe distese piatte dove posava il cielo.
E poi il vento e le onde crestate,
là oltre Gibilterra e Capo Horn, verso
Occidente,
nei mari dove il sole affoga e muore.
Furono incubi i giorni di pianura,
mare senz'anima, cielo senza respiro,
e noi immobili sulla tolda, come a espiare.
Divenne un atlante, quell'avventura:
tutto fu spianato e disteso,
nulla rimase sconosciuto.
Così morirono desiderio e amore
mentre il disegno del mondo si chiudeva.
I’m anguished about the plain, in my heart
it evokes the sea, motionless and dispirited
with placidity, when a breeze doesn't waft
and the sails dangle like vampire bats in the
morning.
I remember the dunes in the desert, the expanses,
the long caravan routes and the slow passage
to the Tatar's world, in the distant Orient:
there I was consubstantial with the plain,
with the descent to a continuous unknown.
And in me lives too the journey of the Magi,
mountains full of snow, then altiplanes,
and long flat descents where the sky rests.
And then the wind and the crested waves,
there beyond Gibraltar and Cape Horn, toward the
Occident,
in the seas where the sun drowns and dies.
The days on the plain were nightmares,
sea without soul, sky without breath,
and us motionless on the deck, ready to expire.
It became an atlas, that adventure:
all was leveled and outstretched,
nothing remained unascertainable.
And so desire and love died,
while the design of the world closed.
Poi, dal buio e dal vuoto della stiva
scendemmo nelle caverne e toccammo la
luna,
il fondo, l'origine del sangue e della specie,
e là, in alto, verso le stelle e il cielo.
Then, from the darkness and emptiness of the stow
we descended into the caverns and we touched the
moon,
the depth, the origin of blood and of species,
and there, high up, toward the stars and the sky.
Aiutami a tornare sulla pianura,
a credere che non sia morta l'avventura
anche laggiù dove il tempo si è steso,
ora che l'orizzonte non mi angoscia,
ora che so di non sapere,
che sono di nuovo sporco e sulla strada,
che ho reimparato a piangere e a pregare.
Help me to return to the plain,
to believe that the adventure is not dead
even there below where time is spread out,
now that the horizon does not cause me anguish,
now that I know that I don't,
that I am dirty and out on the street anew,
that I have relearnt to cry and to pray.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
27
Kiefer
Kiefer
Su questa torre fu edificato il sogno
del confine celeste, la troposfera
gravante su noi piegati sotto quel peso:
Icaro, non le sue ali, la sua cera
che ora si scioglie sotto il trucco, ogni sera,
facendo delle mie lacrime altro sale.
Il pianto non tocca a te, Kiefer, né accade
a me solo, di fronte a quell'impronta d'ala,
il pianto e corale e ognuno del coro
non sa che sta piangendo, sostiene
la massa sottostante del pianeta e accede
istante dopo istante all'alta scala
passo su passo, piagante ascesa
mentre comprendi che il precipizio è il pane
che fu impastato in te e divenne oro
come fu il grano, in un tempo straniero.
Cancella il sacrificio, il prezzo umano,
salvane solo quel richiamo lontano
che ti fece partire per l'agognata altura
mentre sotto i tuoi passi l'ombra perdura.
On this tower was built the dream
of the celestial border, the troposphere
burdening us bent under that weight:
Icarus, not his wings, his wax
that now melts under the cosmetic, each evening,
making more salt from my tears.
The cry neither touches you, Kiefer, nor befalls
me alone, in front of that wing's imprint,
the cry is choral and each of the chorus
does not know he is crying, it sustains
the mass underlying the planet and approaches
moment to moment the high staircase
step by step, excruciating accession
while you understand the precipice is the bread
that was kneaded within you and became gold
as it was grain, in a foreign time.
Wipe out the sacrifice, the human price,
keep of it only that distant recollection
that made you leave for the coveted high ground
while under your steps the shadow is always found.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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Paideia
Paideia
Noi eravamo inquieti e agitati,
davamo calci alla palla e alle pietre,
combattevamo con spade di legno,
facevamo a gara a ogni siepe o muro
a quello che pisciava più lontano.
Le bambine stavano tra loro, quiete,
giocavano con le piccole mani su cose
dolci e imparentate con la casa:
stoffe, gornitoli, piatti, cuscini,
cantavano anche quando non erano obbligate
dalla maestra o dalla suora.
Noi sentivamo le loro voci serene
e intanto guardavamo l'orizzonte lontano
e la montagna nera da oltrepassare,
e pensavamo ai porti sul mare,
e al tramonto, quando il cielo arrossava
e l'ombra si dilatava sui cornicioni,
noi sentivamo tristezza e paura
che tutto finisse come era cominciato,
lasciando vuoto e deserto il cortile,
e dicevamo loro: «Io voglio viaggiare
e salperò da Noli per mare lontani,
e se ti rapiscono ti verrò a salvare…».
Poi ci giravamo intimiditi correndo verso casa,
e inconsciamente, nei loro occhi sereni
le iniziavamo già allora ad amare
la nostra rozza e eroica imperfezione.
We were restless and unruly,
we kicked around the ball and the rocks,
we fought with wooden swords,
we competed at every hedge and wall
to see who could piss the farthest.
The girls were among them, quiet,
they played with small hands
with sweet things of homemaking:
woolen stuff, balls of yarn, plates, cushions,
they sang even when they were not obliged
by the matron or the nun.
We heard their serene voices
and meanwhile watched the distant horizon
and the black mountain to be surpassed,
and we thought about the harbors on the sea,
and the sunset, when the sky blushed
and shadows seeped onto the cornices,
we felt sadness and fear
that everything ends as was begun,
leaving the courtyard empty and deserted,
and we said to them: "I want to travel
and I'll set sail from Noli for seas far away,
and if they kidnap you, I'll come to save you…".
Then we turned, intimidated, running toward home,
and unconsciously, in their serene eyes
we initiated them already then to love
our rough and heroic imperfection.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
29
Farewell to Acer
Farewell to Acer
Tre lievi squilli, lamenti di passero
(pensavo a Lesbia, alle sue dita),
le mie sui tasti, per rianimarti,
e tu, estinto, reificato in oggetto,
tu che custodivi nel tuo cuore informatico
le lettere di Yves, di Jean-Yves, di Soyinka,
gli scherzi di Teresa, gli inviti
di tante città dove sarei andato,
e Bubo Bubo, e il Guerriero Inumato, e tanti
altri
dal vol to inscrit t o nei versi in cui
nacquero,
tu scrigno del mio cuore espresso in sillabe,
ferito da ictus e collassi per il caldo,
gonflo di lettere ricevute e inviate
che ti accendevi a un click di fronte ai miei
occhi
sempre accanto a me come un custode o l'ombra,
quel tuo display azzurro come da bambino
il cinema all'aperto in riva al mare…
Il carillon, che mio padre mi portò da
Sorrento,
con quella musica uscente dallo scrigno…
Ci sono voluti anni e lustri per capire quel dono,
la corda di Orfeo nascosta in una scatola,
e il mio pensiero incorporato in un'arnia
estema a me e parte di me stesso.
Dio mio, perché non mi hai fatto come
Pinocchio o Walt Disney,
capace di credere agli occhi di un balocco,
e all'animazione delle cose, e all'universo
di ogni anima cercante la sua urna?
Perché sono scisso dal me stesso pensiero
e non universale, vuoto e tutto tuo,
dove si baciano io e l'inanimato,
la carne vivente e la scatola sfingea,
la vita e il sogno di vivere fusi in un attimo?
Three light squeals, laments of the sparrow
(I thought of Lesbia, her fingers),
mine on the keys, to resuscitate you,
and you, extinct, reified in an object,
you who guarded in your computerized heart
the letters of Yves, of Jean-Yves, of Soyinka,
the jokes of Teresa, the invitations
from many cities where I would have gone,
and Bubo Bubo, the Inhumed Warrior, and many
others
with a face inscribed by the verses in which they
were born,
you — jewel box of my heart expressed syllabically,
wounded from ictus and collapses from the heat,
swollen with letters received and sent —
who were turned on with a click in front of my
eyes
always beside me like a guardian or shadow,
your display blue as, from childhood,
the open-air cinema on the seashore…
The music-box, that my father brought me from
Sorrento,
with that music flowing from the box…
It takes years and lustrums to understand that gift,
the chord of Orpheus hidden in a box,
and my thought incorporated in an apiary
outside of me and part of myself.
My God, why didn't you make me like Pinocchio
or Walt Disney,
capable of believing the eyes of a toy,
and the animation of things, and the universe
of every soul seeking its urn?
Why am I split by my own thought
and not universal, empty, and all yours,
where I and the inanimate kiss one another,
the living flesh and the enigmatic box,
the life and dream of living fused in a moment?
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
30
Una voce al telefono, d'inverno
A Voice on the Telephone, in Winter
La voce non era lontana ma solo avvolta
e il moto che l'avvolgeva era la neve
prossima, presentita, che poi venne scendendo.
Non lo sapevo allora, solo l'alone
prima del tempo atmosferico la condensò in
un soffio.
Basta un colpo di freddo, un'improvvisa
raucedine, un brivido protratto
e dalle corde vocali muta suono il tempo.
Lontana, come in una cabina telefonica
dove il soffio che parla offusca i vetri
e la voce tremando s'increspa nell'aria.
giunge a folate nel tuo orecchio interno,
là dove tu da sempre attendi e palpiti.
Sentii il suono ronzante dell'occipite
bendato da lei che siflabava soltanto
suoni nascenti e persi come nuvole,
svaniti nel respiro del suo petto.
Dov'era, in automobile, accanto allo stereo
o solamente ferma sul marciapiede lucente?
Scendeva il buio sulla città anelante,
quando ogni forrna per un istante si dissolve
e un atto la rigenera, un evento
attimico evento per sempre tatuante,
la voce persa e la persona condotta
dal suo stesso respiro oltre se stessa,
già dentro di me, quieta, labiante.
The voice was not distant but just shrouded
and the movement that shrouded it was the snow
near, sensed, and then came falling down.
I didn't know it then, only the halo
before the atmospheric time condensed it in a
breath.
One strike of cold suffices, a sudden
hoarseness, a drawn out shiver
and in the vocal chords the weather switches the key.
Far off, as in a phone booth
where the breath that speaks darkens the glass
and the trembling voice undulates in the air.
it turns to rushes inside your ear,
there where you forever wait and palpitate.
I felt the buzzing sound in the occiput
wrapped by her who divided into syllables only
sounds nascent and lost like clouds,
vanished in the breath in his chest.
Where was it, in the automobile, next to the stereo
or just still on the sparkling sidewalk?
Night fell on the panting city,
when every form for an instant dissolves
and an act regenerates it, an event
actinic, an event forever tattooing,
the lost voice and the person driven
by his own breath beyond himself
already within me, quiet, touching the lips.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
31
Lucy
Lucy
Non ti immaginavo così distesa e in pace,
con il quaranta per cento del tuo scheletro posato
come Nefertari nel sarcofago, o Biancaneve
nell'urna di vetro: fuori pioveva,
e faceva freddo, anche qui a Parigi,
come nella fiaba dei Sette Nani,
e tanti inverni, tanta pioggia ti hanno lavato.
Eppure dalla mandibola vedo brillare il
sorriso,
e dal cinto pelvico verso il tuo cuore
(lì, tra le costole di fringuello, c'era)
ho sentito la tua vita fiorire e pulsare,
e nel piede mancante in quel vuoto sospeso
il tempo tra il tuo ultimo passo sul suolo
e me davanti all'urna, che piangevo,
dopo la sveglia nel freddo albare,
prima del mio lavoro alla miniera,
e sentivo la pioggia fuori e sognavo
che tu ti risvegliassi all'improvviso,
con un sorriso, come Biancaneve.
I didn't imagine you outstretched like this and in peace,
with forty percent of your skeleton placed
like Nefertari in the sarcophagus, or Snow White
in the glass urn: outside it was raining,
and it was cold, even here in Paris,
like in the fairy tale of the Seven Dwarves,
and so many winters, so much rain, washed you.
And yet I see from the mandible your smile shine
forth,
and from the pelvic area towards your heart
(there it was, between the ribs of the finch)
I felt your life bloom and pulsate,
and in the foot missing in that suspended void
the time between your last step on the ground
and me before the urn, who was crying,
after the waking in the cold of sunrise,
before my work in the mine,
and I felt the rain outside and I was dreaming
that you woke up suddenly,
with a smile, like Snow White.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
32
Dal ciclo di Itaca
From the Ithaca Cycle
Non fu la spelonca, non il buio.
Amavo quel ventre della terra, lo sentivo parlare
a Penelope, alla mia Itaca, da sotto il mare.
E il buio mi era noto dalla nascita e da quel
soggiorno
nel ventre del cavallo e nel cuore della recita,
l'oscurità in cui germina il dramma.
E nemmeno ho avuto paura del Ciclope,
immenso, stolido come una capra. Facile morire
sbriciolato nella sua mano pelosa, facile
cedere alla violenza degli dèi ciechi.
It wasn't the cave, not the darkness.
I loved that belly of the earth, I heard it speak
to Penelope, to my Ithaca, from under the sea.
And the darkness was known to me from birth and
from that sojourn
into the belly of the horse and in the heart of the play,
the obscurity in which drama sows its seed.
And not even I was afraid of the Cyclops,
immense, stolid like a goat. Easy to die
crumbled in his shaggy hand, easy
to yield to the violence of the blind gods.
Non fu la spelonca, non il buio
che mi tenevano in contatto via mare
con tutto ciò che avevo lasciato e perduto,
fu solo on-ore di quel pantheon ottuso
parlante nel Ciclope la sua lingua brutale,
deriso e arumaliato dall'incantesimo umano,
e il trucco del cavallo, l'artificio
la macchina teatrale di noi sublunari
che nella recita cerchiamo un altro dio,
oltre la stoffa della tunica e il sangue dei capri,
fu orrore di Polifemo perché la sua vita
mi riportava a un'altra, superata,
da me e da chi con me sudando remava
pensando ai padri e ai viventi antenati:
chi condannò la sua Ilio al rogo
per stare con Elena e goderla da solo
era già un uomo, ed era un uomo
Ettore che la difese oltre le mura,
e io, che la bruciai con il teatro.
Ascoltami, la mia paura di fronte a Polifemo
fu un improvviso presentimento cupo
che appena avessi detto che mi chiamavo nessuno
mi avrebbe creduto, e che nessuno
nessuno tra gli dei del mare e del cielo
lo avrebbe smentito e folgorato.
Quella non fu la recita vincente
ma la ripetizione di un copione
che ormai sapevo impresso e sigillato
nella mia vita, nella mia avventura,
e anche accanto a lei e a tutte coloro
che per trovare lei avevo abbracciato
per sempre ebbi paura d'esser nessuno.
It wasn't the cave, not the darkness
that held me in contact through the sea
with all that I had left and lost,
it was only dread of that obtuse pantheon
speaking in the Cyclops' brutal tongue,
mocked and bewitched by the human spell,
and the cunning of the horse, the artifice
the theatrical machine of us sublunaries
who in the play search for another god,
beyond the tunic’s woolen stuff and goats' blood
it was dread of Polyphemus because his life
carried me back to another, overcome,
by me and by those of the men who with me sweat and rowed,
thinking of fathers and forefathers alive,
who damned his Ilium to a pyre
in order to be with Helen and enjoy her to himself alone,
he was already a man, and so too was
Hector who defended her beyond the city walls,
and I, who burned her in the theater.
Listen to me, my fear in front of Polyphemus
was a sudden grim presentiment
that I had just said that my name was no one
he would have believed me, and that no one
no one among the gods of the sea and sky
would have denied it and struck with a thunderbolt.
That was not the winning play
but the repetition of a script,
that by now I knew impressed and sealed
in my life, in my adventure,
and even beside her and all them
whom I had to embrace to find her,
forever I was afraid to be no one.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
33
Al Moro di Venezia
To the Moor of Venice
Salpai dagli Schiavoni per annullare il
tempo.
Lo vidi, svanire, ad Acri, dove il confine
dileguava,
ne udii lo smembramento nei brevi viaggi per
mare,
scosse violente a poppa, rumori nella stiva,
e vele che il vento lacerava a brandelli.
Poi fu un lungo cammino, a piedi, a cavallo,
in un paesaggio
cangiante nelle forme e nei colori,
ma immobile ormai nell'oltretempo.
L'Oriente dei lapislazzuli e dell'alabastro,
dei maghi idolatni che adoravano il fuoco,
del Vecchio della Montagna che scompariva
nelle brume
col suo reame e le sue vittime, a ogni tramonto.
Non ho avuto bisogno di fumare l'oppio,
vivevo tra l'incanto e il miraggio,
tra il vero inafferrabile e il gioco artefatto
da maghi ignoti e forse inesistenti.
Lui, Khublai Khan, comprese il mio sgomento,
il desiderio e l'angoscia del viaggio,
la sete e l'orrore dell'orizzonte.
Moro, che da quella torre sancisci il tempo,
nell'orologio costruito dopo la mia morte,
Moro, tu che batti il nero dei secondi e dei
secoli,
dimmi se fu illusione la mia fuga dal nostro
mondo di numeri
visibili nell'aria come piramidi o cerchi
o se sei tu il folle che cerca di scandirlo.
Dimmi se Marco Polo si allontanò da Venezia
per il conimercio infinito e to scambio incessante
o se tu che martelli il passare degli attimi
conosci un tempo che oscuramente mi mosse,
dove l'istante e l'infinito coincidono.
I weighed anchor from the Slavonian soldiers of
Venice to kill time.
I saw it, vanishing, at Acri, where the border
dissolved,
I heard the dispersion of it in short seafaring
journeys,
it shook violently astern, the noises in the stow,
and the sails that the wind rent to shreds.
Then there was a long travel, by foot, on
horseback, in a countryside
changing in forms and colors,
but motionless by now in the time hereafter.
The lapis lazuli, alabaster Orient,
of the idolatrous sorcerers who worship fire,
of the Old Man of the Mountain who disappeared
in the mists
with his kingdom and his victims, each sunset.
I did not need to smoke opium,
I lived between the spell and the mirage,
between the true, the elusive and the ruse faked
by sorcerers, unknown and maybe non-existent.
He, Kublai Khan, understood my daunted state,
the desire and the anguish from the journey,
the thirst and horror of the horizon.
Moor, who from that tower set down the time
on the clock built after my death,
Moor, you who strikes the black of seconds and
centuries,
tell me if my flight from our visibly numbered
world was an illusion
in the air like pyramids or circles
or if you are the fool who strives to articulate it.
Tell me if Marco Polo went far off from Venice
for infinite commerce and incessant swapping
or if you who hammers the passing of moments
knows a time that obscurely moved me,
when the instant and the infinite coincide.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
34
Samarcanda
Samarkand
La perla d'Oriente, il giardino dell'anima, lo
specchio del mondo:
la mia creatura ha nomi infiniti
frutto vivente di infiniti sguardi.
A cavallo, radendo le stoppie,
dell'arida Scizia, sollevando polvere
io la sognavo travolto nel galoppo,
il centro della Via della Seta, la sosta,
il luogo dove da ovunque convergono
mercanti, carovanieri, ambasciatori
o uomini inseguenti qualcosa di cui persero
memoria e nome nel bianco del deserto,
là, oltre i miei stessi nugoli di polvere,
oltre la schiuma delle froge del cavallo,
il Centro dell'Universo, la quiete, il sogno in
corpore.
Per questo quando ebbi in pugno il mondo
lì io condussi alla riva del fiume
che porta oro sulle sue onde crestate
schiavi selezionati, catturati in Persia,
in Siria, in Anatolia, in India,
storici, teologi, architetti,
pittori, tessitori di seta, scalpellini
e fabbri, e falegnami e intarsiatori
a ediflcare il centro del mondo,
la città delle ombre leggendarie,
le sei strade e i sei grandi cancelli,
le piazze spalancate, le fontane
e le moschee e i minareti e i mausolei
e i quattro piani del Palazzo Azzurro
di Tamerlano, e i giardini e le pareti d'oro
e i giochi di luce nella seta delle tende,
perché tutto questo potesse incantare
chi in quel prodigio giungesse nel viaggio,
piagato dalla sabbia e impazzito di sete,
e strascicando sulle sue gambe spezzate
quando i cavalli erano morti di stenti:
a tutti quei volti ignoti di pellegrini e
mercanti
sognai di donare la visione e l'incanto
capaci di cancellare per un istante purissimo
quanto sa Tamerlano, quanto apprese
al galoppo, tra dune e sterpi, da piccolo:
che dietro a noi resta soltanto polvere,
e prima che appaia il prossimo colle
già si è posata al suolo alle tue spalle
come cipria di Giava sul volto di un morto.
The pearl of the Orient, the garden of the soul,
the mirror of the world:
my creature has infinite names
living fruit of infinite stares.
On horseback, grazing the stubble,
of arid Scythia, stirring up the dust
I was dreaming about it swept up at a gallop,
the middle of the Silk Road, the stop,
the place where converging from everywhere
merchants, caravaneers, ambassadors,
or men in pursuit of something
which memory and name lost in the white of the desert,
there, beyond my own dust cloud,
beyond the froth of the horse's nostrils,
the Center of the Universe, the quiet, the dream
in corpore.
For this, when I had the world in my fist
there I drove to the bank of the river
that brings gold on its crested waves
selected slaves, captured in Persia,
in Syria, in Anatolia, in India,
historians, theologians, architects,
painters, silk-makers, stone-cutters,
and blacksmiths, and carpenters and engravers
to build the center of the world,
the city of the legendary shades,
the six streets and the six great gates,
the split piazzas, the fountains
and the mosques and the minarets and the mausolea
and the four floors of the Blue Palace
of Timur, and the gardens and the gold walls
and the games of light in the silk curtains,
because all this could enchant
whoever reached that wonder in his journey,
trapped by the sand and crazed by thirst,
and dragging on two broken legs
when the horses were dead from privations:
for all those unknown faces of pilgrims and
merchants
I dreamt of granting the vision and enchantment
capable of wiping out for an immaculate instant
as much as Timur knows, as much as he learnt
at a gallop, between dunes and branches, as a child:
that behind us remains only the dust,
and before the next hill comes into sight
already it was set on the ground behind your shoulders
like Javanese powder on the face of the dead.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
35
SMS
SMS
La voce vola, le impronte permangono,
segnano ora e istante nel display che si accende,
ma è una voce l'anima che soffia
dietro alle lettere impresse, e le impronte
ora svaporano incorporee davanti ai tuoi occhi
che cercano la voce oltre il piccolo schermo,
passata la luce azzurra dove spicca il
messaggio,
e mute le lettere impresse ora scompaiono
nel mare di una voce ignota in quell'attimo
o ricordata come ritoma un'eco:
illudono la data, l'ora, il secondo,
il numero chiamante che brilla nell'azzurro
come una didascalia sulla pagina bianca.
Messaggio scritto, promessa errante
della sua voce muta ora in quest'attimo
ma risalente come da una conchiglia
al soffio che la origina, alle labbra
che la fecero voce, e bocca, e volto.
La voce vola, le impronte permangono,
perdura in te il loro tatuato messaggio
che esiste, oltre l'azzurro dello schermo,
la voce che vola e ti resuscita
dall'ora e dall'istante schiavi del tempo:
e lei, pura chiamante origine,
presente anche lontana a priori e per sempre.
The voice flies off, the imprints linger on,
marking the hour and instant in the display lit up,
but the soul is a voice that breathes
behind the impressed letters, and the imprints
evanesce now incorporeal before your eyes
that search for the voice beyond the small screen,
having passed through the blue light where the
message pops up,
and the letters, muted and impressed, now disappear
in the sea of an unknown voice in that moment
or recalled like the return of an echo:
they deceive the date, the hour, the second,
the incoming number that lights up in blue
like a caption on a white piece of paper.
A written message, an errant promise
of her muted voice now in this moment
but reemerging as from a conch shell
to the breath that caused it originally, on the lips
that gave it a voice, and mouth, and face.
The voice flies off, the imprints linger on,
their tattooed message persists in you
that exists, beyond the blue of the screen,
the voice that flies off and revives you
from the hour and from the instant slaves of time:
and her, the pure origin calling,
present even from afar beforehand and forever.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
36
La casa
The Home
Ho abitato più di una casa
e di ognuna niente è perduto:
la prima in Corso Dante, quando ero bambino
e i pini crescevano sotto masse di neve,
poi Viale degli Angeli, sull'argine del fiume:
di lì mia madre mi vide partire
in automobile, guardando dal balcone
la Terra di Nessuno che mi rapiva,
e poi Valdieri, e nella luce radiosa
Via delle Palme, in Liguria, sul mare,
e Via Marsili 11, a Bologna
dove ho salito infinite scale,
e ora qui, a Milano, in Via Mameli.
Di tutte ricordo le voci, i volti, le persone,
l'impercettibile respiro respirato
e trasformato in forma di pensiero
nella memoria che mi tiene in vita.
I lived in more than one home
and of each nothing is lost:
the first on Corso Dante, when I was a kid
and the pines grew under masses of snow,
then Viale degli Angeli, on the riverbank:
from there my mother saw me leave
in an automobile, watching from the balcony
the Land of No One that abducted me,
and then Valdieri, and in the radiant light
Via delle Palme in Liguria, on the sea,
and Via Marsili 11, in Bologna
where I went up infinite stairs,
and now here, in Milan, on Via Mameli.
Of all these, I remember the voices, the faces, the people,
the imperceptible breath breathed
and transformed into the form of thought
in the memory that keeps me alive.
Ma solo per poco ognuna di loro
è stata veramente la mia casa,
nel breve tempo in cui mi era straniera,
prima che entrasse in me, con le sue vite.
lo non ho mai davvero abitato una casa,
io sono la casa di ogni casa con loro,
con tutti quelli che la fecero mia,
così presenti che non sono più io,
unico esule in me,
sfrattato dal mio cuore.
But only for a little while each of them
was truly my home,
in the brief time in which it was foreign to me,
before it entered in me, with its lives.
I never really inhabited a home,
I am the home of every home with them,
with all those who made it mine,
so present that I'm no longer me,
lone exile in myself,
evicted from my heart.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
37
Sonetto a lei che apre la porta
Sonnet to Her Who Opens the Door
Sempre e solo per te in me batteva
e quando uscivi tu lasciava vuoto
lo spazio e il tempo che lo rifaceva
vivo a ogni ritorno, al solo moto
Always and only for you in me it thumped
and when you'd take off you left a void
the space and time that remade it
alive at each return, in the sole movement
delle tue ciglia, di quel passo leggero
che mi levava cieco e straziato
sospeso e moribondo, ormai straniero
alla stanza, dove mi ero interrato
of your eyelashes, from that light step
that would heal me blind and tortured
on edge and moribund, by now a stranger
to the room, where I had been interred
e a tutto me stesso lasciato per terra
la terra di nessuno, il pavimento
come un caduto senza gloria e guerra.
and to everything myself having left on earth
the earth of no one, the ground
like a fallen man without glory and war.
Sempre ritorna, sentendo il rumore
della chiave che gira, lo sgomento
di te che resusciti il mio cuore.
It always returns, hearing the sound
of the key that turns, the fright
of you who revives my heart.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
38
La canoa
The Canoe
Ricordi le galassie? E noi moltiplicati
e scissi in infiniti atomi di luce, nel cielo,
lo stesso dove oggi guardiamo la luna,
ricordi la pantera, l'orso, il cavallo, il bisonte,
i primi dèi?
E la mano, la mano che il dipinse nella
parete
della caverna per accendere fuochi,
per iniziare i cacciatori, pregare,
ricordi quelle giovani preghiere?
Ricordi il buio, la grotta, la paura,
la paura che ci mutò in specie, specie
abbracciata,
e il fuoco, e oltre il fuoco i primi confini?
Do you remember the galaxies? And us multiplied
and split into infinite atoms of light, in the sky,
the same one where today we watch the moon,
do you remember the panther, the bear, the horse, the bison,
the first gods?
And the hand, the hand that painted them on the
wall
of the cave to light the fires,
to start the hunters, to pray,
do you remember those youthful prayers?
Do you remember the darkness, the grotto, the fear,
the fear that changed us into a species, species
embraced,
and the fire, and beyond the fire the first frontiers?
Ricordi come piangevamo vedendo un cavallo
sentendo nella sua corsa la forza del dio?
E come volevamo correre in lui,
e superare la vita, non morire?
Ricordi quando scendemmo a terra, primati,
come guardavamo
come dalle fronde guardavamo il cielo?
Ricordi che eravamo caduti e nuovi,
e piangevamo quando calava la sera che
respiravamo
e al mattino la luce ci svegliava e avevamo
fame…
Ricordi quando costruimmo la prima canoa,
seguire il fiume,
verso quel mare che ci appariva in sogno?
Ricordi quel baule, secoli dopo, nella stiva?
Brillava nel buio, sentivi lo sciacquio,
ricordi quello scrigno, il suo mistero?
Che cosa conterrà, ci chiedevamo.
Ora, migliaia di anni dopo quell'aurora
e secoli dalla lunga navigazione (le Indie, le
isole d'oro,
le infinite barriere coralline,
e il tramonto improvviso, Maracaibo,
Giamaica, Panama, Guadalupa
sillabe risalite dai fondali)
ricordo, all'improvviso, ricordo ora
che conteneva la mia vita e la ma
e i nostri sogni affidati al fiume
sfociante ora qui in questo braccio di mare
qui e ora e per sempre da prima di allora.
Do you remember how we cried seeing a horse
in his sprint feeling the force of the god?
And how we wanted to run to him,
and to overcome life, not to die?
Do you remember when we came down to earth,
primates, how we watched
how amid the foliage we watched the sky?
Do you remember that we had fallen and were new,
and we cried when the evening was descending
that we breathed
and in the morning the light would wake us and we
were hungry…
Do you remember when we built the canoe, to
follow the river,
toward that sea that appeared to us in a dream?
Do you remember that chest, centuries after, in the stow?
It was shining in the darkness, you heard the waves,
do you remember that jewel box, its mystery?
What will it contain, we asked ourselves.
Now, thousands of years after that daybreak
and centuries from the long navigation (the
Indies, the islands of gold,
the infinite coral barriers,
and the sudden sunset, Maracaibo,
Jamaica, Panama, Guadalupe
syllables reemerged from the depths)
I remember, suddenly, I remember now
that it contained my life and yours
and our dreams entrusted to the river
flowing now into this arm of the sea
here and now and forever from before.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
39
A Mario Luzi, nel giorno della sua morte
To Mario Luzi, on the Day of His Death
So che non è istantaneo il distacco,
né breve il sospiro di commiato
là nella troposfera vuota dove s'incontrano
il fiato del morituro e il soffio del
trapassante,
lo so perché lo appercepii vivendo
e lo avevo già inciso in me prima di vivere.
E che anche la tua voce non si è spenta
all'istante
ma in un tempo di ere da lunedì a mezzogiorno
per qualche ora tremolava nell'aria,
già sfarinata, come da bambino
sentivo la neve scendere, a Natale.
I know that it is neither instantaneous,
nor brief, the sigh of parting,
there in the empty troposphere where they meet,
the inhalation of dying and the exhalation of
passing on,
I know it because I sensed it while living,
and I had already engraved it in me before life.
And that even your voice is not stifled at that
instant,
but in a time of eras from Monday at midday,
for some hours it quivered in the air,
already pulverized, like when, as a child,
I felt the snow fall at Christmas.
E non è breve la sua scomparsa, s'apprende
a soffi e claudicanti respiri interni
lì tra l'orecchio e la gola, dove ascolti
e dove ebbero origine la voce e il gemito,
e l'alba della vita melmosa e orante.
And his departure is not brief,
in huffs and limping inner breaths
there, between the ear and the throat, where you hear
and where the voice and the scream had its origin,
and the sunrise of miry and supplicant life.
So che non è incorporea, la memoria,
lo so, tu me l'hai fatto vero, appena morto,
ma che incorpora il morto nel corpo vivente,
come quando si spezza un vetro o esplode un singhiozzo
e dalle schegge e lacrime il bacio tra aorta e
mondo.
Senti qualcosa spezzarsi, tra le fronde,
ma l'ombra ti consola, prima che finisca il giorno.
Nell'albero si strazia la mia carne
e mentre il ramo si spezza la linfa ascende,
e ora, ora, Mario, la parola s'informa,
disintegrata e infissa alla sua cellula…
I know that it is not immaterial, memory,
I know, you made it true for me, just having died,
but that which embodies the dead in the living body,
like when a glass breaks or a sneeze explodes
and from the slivers and tears the kiss between the
aorta and the world.
You hear something break, between the foliage,
but the shade consoles you, before the day ends.
In the tree, my flesh is tortured
and while the branch breaks, the sap ascends,
and now, now, Mario, the word is given form,
disintegrated and embedded in its cell…
È duro Amore staccarsi da Amore, ma
all'unisono
si scerpa e si glorifica la carne.
It is hard to split Love from Love, but in
harmony
the flesh is obliterated and glorified.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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Ballata alla sua e all'Alta madre
Ballade in His Style and To the Old Mother
Mamma, sai, ti ho di nuovo sognato,
lì china a pregare in quella chiesa,
la solita chiesa di quando ero bambino,
fuori faceva freddo e nevicava,
e una folata di neve ti ha portato via,
si, sei scomparsa ai miei occhi all'improvviso,
e il cielo azzurro con gli angeli e i liuti
dipinto da un pittore di paese
senza di te mi è parso vuoto,
fino a un attimo prima era un paradiso,
illuminato dalle tue preghiere.
Mama, you know, again I dreamt of you,
there bowed to pray in that church,
the only church from when I was a child,
outside it was cold and it snowed,
and a flurry of snow carried you away,
yes, you disappeared suddenly before my eyes,
and the blue sky with the angels and lutes
painted by a local painter
without you it seemed empty to me,
until a moment before it was a paradise,
illuminated by your prayers.
Anche la mia giovinezza se ne andò in quel modo,
né a piedi, né a cavallo, ma all'improvviso
disapparita e io di colpo vuoto,
perché ciò che ti fa felice poi si svuota
quando scompare, e tu rimani solo
come una forma appesa attraversata
dal vento che muove gli impiccati sui legni
nel gelo della notte divorata dai lupi.
E chissà dove sei tu, dove sei ora,
nel cielo nero che macina neve
ti ho vista, ti ho sognata, ma fu breve
anche se qualcosa mi rimane ancora,
la tua preghiera a Nostra Signora:
lì vedo inginocchiata a implorare perdono
per la tua povera carne peccatrice,
e come allora non riesco a capire:
perdono di che cosa, mamma, tu così buona?
Ti vedo inginocchiata, povera e anziana,
nella tua chiesa ormai così lontana,
ripetere le litanie in latino senza capire
e poi pregare con le labbra e con gli occhi
tu che non sai leggere ma guardi il cielo
blu come il mare di Nizza dipinto sul muro
a Siflistra, accanto all'altare, con gli angeli e i liuti
e sei felice e sorridi, tu che hai paura
quando più in basso vedi i dannati bruciare…
Even my youth took off from that world,
neither by foot, nor on horseback, but suddenly
disappeared and I, instantly, empty,
because that which makes you happy is emptied,
when it disappears, and you alone remain,
like a form hung and bandied about
by the wind that moves those hung on trees
in the nocturnal freezing cold devoured by wolves.
And who knows where you are, where you are now,
in the black sky grinding snow
I saw you, I dreamt you, but it was brief
even if something still remains in me,
your prayer at Nostra Signora:
I see you genuflected to implore forgiveness
for your poor, sinful flesh,
and how then I do not succeed at understanding:
forgiveness for what, Mama, you who are so good?
I see you genuflected, poor and elderly,
in your church by now so distant,
to repeat without understanding litanies in Latin
and then to pray with the lips and eyes
you who can’t read, but watches the sky,
blue like the sea of Nice painted on the wall
to the left, beside the altar, with the angels and lutes
and you are happy and smile, you who fears
when farther down you see the damned burn…
Mamma, vedi, in quel cielo dipinto
azzurro come il mare di Nizza cercavi
il volto di tuo figlio, la mia gioia,
quello era il perdono che chiedevi,
ora io lo capisco all'improvviso,
ora che scruto in quel cielo e non ti trovo,
e fuori i lupi divorano il gelo,
quello era il perdono che chiedevi,
anche se non lo sapevi, poverina:
io che ti sogno nella notte nera
io, ero io la tua preghiera.
Mama, look, in that painted sky
blue, like the sea of Nice, you searched for
the face of your son, my joy,
that was the forgiveness you were asking,
now I understand it suddenly,
now that I examine that sky and don't find you,
and outside the wolves devour the freezing cold,
that was the forgiveness you were asking,
even if you did not know it, poor thing:
I who dreams of you in the black night
I, I was your prayer.
Imitazione da François Villon
Imitation of François Villon
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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Dal ciclo di Itaca
From the Ithaca Cycle
Fu un lungo viaggio, aggrappato a una zattera,
disidratato su una riva, naufrago,
ferito dal sale lancinante del mare
con i compagni che cadevano, uno a uno,
chi divorato dal ciclope chi affogato,
chi morto insepolto e ancora vagante.
Ricordo i falsi sogni e gli incanti
e l'isola dei mangiatori di loto,
il fiore che toglie memoria di te e del
mondo,
oh, co me avrei volut o pascermi e
obliare
l'oceano e il ritorno impossibile,
svaporare in rugiada, svanire per sempre…
Ma ho saputo resistere e vivere nel suo nome,
lei, povera piccola isola bianca nell'arcipelago,
nella bonaccia mi tenne in vita, Itaca.
E ascolta, amico, tutti celebrano
le mie imprese contro i ciclopi, e i prodigi
e gli incanti di Circe e di Calipso,
e come fuggii a quelle voci ammalianti,
o gli esseri favolosi incontrati nel viaggio
e l'isola dei Feaci dove regnava il sorriso
e le navi scivolavano nell'acqua senza spinta,
ma il prodigio, il prodigio fu un altro.
E fu semplice resistere alle Sirene,
farmi legare all'albero, vincere
le voci dell'abisso e la chiamata dal nulla,
mentre sul ponte piangevo la mia vita mortale
e con le labbra bevevo le mie lacrime
e a poco a poco il canto svanì, sconfitto,
e mi apparve, sulla spuma del mare,
soffiata dalla dea pietosa che mi protegge,
il volto di Penelope, e la riva di Itaca.
It was a long journey, clinging to a raft,
dehydrated on a shore, shipwrecked,
wounded by the stinging salt of the sea
with my crew, one by one,
some devoured by the Cyclops, others drowned,
some dead and unburied, others still wandering.
I remember the false dreams and the charms
and the island of the Lotus-Eaters,
the flower that removes the memory of you and
the world,
oh, how I’d like to nourish myself on it and
render myself oblivious
of the ocean and the impossible return,
to evaporate into dew, to vanish forever…
But I knew how to resist and live for her,
her, poor little white island in the archipelago,
in the tranquility, Ithaca, she kept me alive.
And listen, my friend, everyone celebrates
my undertakings against the Cyclopes, and the wonders
and the spells of Circe and Calypso,
and how I fled from those ensorceling voices,
or the prodigious beings met along the journey
and the island of the Phaiacians where the smile reigned,
and the boats slid into the water without a push,
but the wonder, the wonder was another thing.
And it was simply to resist the Sirens,
to have me bound to the mast, to conquer
the voices of the abyss and the call from the void,
while on the deck I wept for my mortal life,
and with my lips I drank my tears,
and little by little the song vanished, defeated,
and it appeared to me, on the foam of the sea,
blown by the pitying goddess who protects me,
Penelope’s face, and Ithaca's shore.
Ascoltami, amico, fu quello il prodigio,
resistere al nulla, credere al ritorno.
Listen to me, my friend, it was that wonder,
to resist the void, to believe in return.
Roberto Mussapi. The Stuff of Shadow and Things. Translated by Peter Owen Nelson.
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