La medicina rigenerativa apre le nuove frontiere della

IL CAFFÈ
7 settembre 2014
LA NUOVA
PIANIFICAZIONE
RACCONTATA
DAL CAFFÈ
1
L’OSPEDALE
DI ACQUAROSSA
DOMENICA 17 AGOSTO
2
41
SCELTE
EQUILIBRATE
DOMENICA 31 AGOSTO
Una dettagliata analisi
dell’esperto di economia
sanitaria, Gianfranco
Domenighetti, sul futuro
dell’ospedale di Acquarossa
L’oncologo Franco Cavalli
analizza il rapporto fra
servizio pubblico e privato,
chiedendo più “equilibrio”
tra
virgolette
3/L’ analisi. Nel dibattito sulla nuova “Pianificazione”,
l’eccellenza di alcune strutture come il Sirm, costola del Cardiocentro,
affiancata ad una rete di servizi ospedalieri capillari ed efficienti
Il futuro sanitario tra pubblico e privato
Le tappe
1
LA NASCITA
L’Istituto svizzero di medicina
rigenerativa (Sirm), unico in
Svizzera, è un centro di ricerca di
2000 metri quadri fondato dal
Cardiocentro nel 2013
2
LA RICERCA
Tra i lavori al Sirm quelli sulle Rna,
piccolissime molecole che
possono proteggere il cuore e
favorire la formazione
di nuovi vasi sanguigni
3
LE SCOPERTE
Gli esosomi prodotti da cellule del
cuore contengono micro Rna
che riducono il danno cardiaco
in seguito ad un infarto
del miocardio
4
LE COLLABORAZIONI
Sirm collabora con Harvard,
la Mayo Clinic di Rochester (Usa),
cliniche d’avanguardia
più note a livello mondiale
e con l’Università Bicocca
MAURO SPIGNESI
I
nvece di operare si può rigenerare. Invece di intervenire
con il bisturi, si possono prelevare le cellule di un paziente,
“coltivarle” e reinserirle per ricostruire i tessuti danneggiati. La
nuova frontiera della medicina
svizzera passa da Taverne, dal
Centro di medicina rigenerativa
(Sirm), unico nella Confederazione, che collabora con Usa, Italia e altri Paesi per puntare sull’eccellenza. “La nostra struttura
può giocare un importante ruolo
nel futuro master di biomedicina
in Ticino”, spiega il professore Tiziano Moccetti, direttore del Cardiocentro, che ha creato il Sirm,
sintetizzando la sua formula del
successo in una parola: “Eccellenza”. Soltanto con strutture all’avanguardia, soltanto con la ricerca e una sempre maggiore
qualità dell’assistenza, il Ticino
può giocarsi le carte del futuro.
Ecco perché, nonostante la responsabilità del nuovo master ricada sull’Irb di Bellinzona, Moccetti sottolinea come nel messaggio parlamentare si segnalino anche altre realtà come appunto
l’Istituto di medicina rigenerativa. “È una costola del Cardiocentro – spiega Moccetti - noi siamo
stati i primi a lavorare con la terapia delle cellule staminali. E al
Cardiocentro, inoltre, abbiamo la
prima “camera bianca” in Svizzera, cioè la fabbrica delle cellule. È
La medicina rigenerativa
apre le nuove frontiere
della ricerca cardiologica
una struttura soggetta a controlli
severissimi da parte di Swiss medic. Qui possiamo isolare le cellule, sottrarle a qualsiasi tipo di
contaminazione”. Al Sirm si è sviluppata un’area avanzata di tecnologie biomediche, e in futuro si
prevede un allargamento dello
spazio di Taverne. Sirm, poi, collabora già con il professor Piero
Anversa, considerato uno dei
maggiori esperti mondiali sulle
cellule staminali e attualmente
direttore del Center for regerative
medicine della Harvard UniversiLA BANCA
DELLE CELLULE
Tiziano
Moccetti,
direttore del
Cardiocentro e,
sotto, la sede
del Sirm con i
ricercatori della
banca delle
cellule al lavoro
Ti-Press
ty e con Andre Terzic, della Mayo
clinic a Rochester nel Minnesota,
pioniere in questo campo di ricerca. “Cardiocentro e Sirm – aggiunge Moccetti –, visto il lavoro
scientifico svolto in questi anni,
possono essere accettate con pari
dignità come l’Irb all’interno dei
programmi universitari pensati
per il Ticino. La decisione però
sarà politica”.
Il Cardiocentro attualmente è già
associato con l’università di Zurigo e c’è un protocollo in corso
con Harvard, dove si sta lavorando sulle cellule residenti, quelle
che stanno nel cuore, e che possono essere riprodotte e poi reinserite nel paziente in modo da ricostruire una parte del tessuto
danneggiato da malattie cardiache.
“È un campo della medicina affascinante – riprende Moccetti –
ma bisogna crederci. Negli Usa
per la medicina rigenerativa si investe, soltanto la California ha
speso tre miliardi di dollari”. Il lavoro del Sirm, però, non è finito
qui. È stata anche avviata una
collaborazione, attraverso un
protocollo Svizzera-Italia da perfezionare, con Angelo Vescovi
docente di biologia cellulare all’università degli studi Bicocca,
per la ricerca sulle cellule dei tessuti cerebrali. “Lavoriamo – ricorda Moccetti - anche con realtà ticinesi come la Supsi e con quelle
nazionali come con diversi altri
istituti tecnologici. Stiamo testando, ad esempio, un nuovo
inibitore del ricettore PCSK9 per
combattere il colesterolo che si
inietta, come si fa per i diabetici.”
“Recentemente - riprende il professore - ho rivisto un’intervista
che feci per un volume sul futuro
del Ticino. Parliamo di 25 anni fa.
Quello che dissi ieri lo posso ribadire oggi: se si vuole puntare all’eccellenza bisogna andare al di
là del modello pubblico-privato,
noi abbiamo un sistema sanitario
che funziona e che non paga questo o quello, ma la cura della malattia. Tra l’altro per noi che siamo una fondazione non profit
Concentrando troppo
si rischia di perdere
competenze preziose
FRANCO DENTI
Presidente dell’Ordine
dei medici del canton Ticino
L’attualità
Primari in fuga
dall’Ente ospedaliero
A PAGINA 3
S
ono convinto che nella pianificazione sanitaria sia insita la grande opportunità di risollevare il Ticino dalla crisi in cui è sprofondato a seguito del
crollo del settore finanziario. Per convincersi di questo, basta pensare ai numeri
della sanità che, nel nostro cantone rappresenta il 14% del Pil e offre circa 20.000
posti di lavoro: due dati che dovrebbero
convincere chiunque che non si tratta di
pianificare la spesa sanitaria ma l’investimento sanitario!
Una sfida che quattro anni fa mi ha
spinto a entrare nell’arena politica per
mettere la mia esperienza a disposizione
di tutti per costruire il domani della nostra sanità e della nostra economia. Il
tempo c’era, dato che il mandato di pianificazione ospedaliera per il 1 gennaio
2015 era impartito dalla revisione della
Lamal, la legge sull’ assicurazione malat-
tia, del 2012 e che questo sarebbe stato
l’ultimo termine era già chiaro dal 2007.
Purtroppo, tra lungaggini e incomprensioni, siamo ormai a “cinque minuti
a mezzanotte” e non sarà facile “condurre fuori dalle secche il veliero” del messaggio che abbiamo in discussione nella
Commissione per la pianificazione ospedaliera e che è poco rispettoso delle esigenze di qualità, accessibilità delle cure
ed economicità imposte dalla Lamal.
Da questo “peccato originale” derivano problemi come la perdita di attrattività dei posti di formazione nelle strutture
sanitarie principali e periferiche, per la
crescita professionale dei medici e non
solo. Un’opportunità di importanza fondamentale perché senza queste possibilità di crescita, non solo il Ticino correrebbe il rischio di un’ “emorragia di medici”
(del resto già in corso), ma andrebbe an-
che incontro a serie difficoltà nel reclutarne di nuovi, con le conseguenze che
possiamo immaginare per l’offerta sanitaria.
Vi è poi la questione legata agli ospedali periferici, sul futuro dei quali si è scatenato un dibattito, fomentato non solo
dai contenuti del messaggio del governo
ma anche da una comunicazione confusa e contraddittoria. Qualsiasi considerazione a parte, è chiaro che anche nelle
zone periferiche si deve continuare a offrire quelle prestazioni fondamentali nel
campo delle cure di base, che garantiscono la corretta presa a carico dei pazienti e
questa necessità non è certo soddisfatta
dai contenuti del messaggio.
Inoltre, vi è il problema del subacuto,
al quale il Consiglio di Stato deve dare
una risposta concreta (letti B, “convalescenza”) perché, a causa del nuovo finan-
con funzione pubblica, avere la
concorrenza dei privati è uno stimolo in più”.
Cardiocentro, ma anche Iosi e il
Neurocentro, insieme all’Irb,
possono diventare una reale alternativa in un nuovo modello di
sviluppo del Ticino. “Certo, mancano ancora alcune strutture.
Penso ad un Trauma center per
bambini. I recenti casi di incidenti che hanno coinvolto due bambini in Ticino ce lo ricordano. Se
ne parlava già 15 anni fa, quando
io avevo disponibilità finanziaria
e l’anestesista di Bellinzona, allora, mi chiese un aiuto per realizzare due posti letto di cure intense pediatriche, ed io ofrii un milione. Ma l’Ente ospedaliero non
ritenne opportuno accettare
questa offerta; difatti attualmente
questi posti letto non esistono
ancora. Oggi, se si vuole fare il
centro di pediatria che lo si faccia
ma in fretta”. Ed è inutile dire che
non ci sono poi tanti casi, afferma
Moccetti: “Perché anche quando
nacque il Cardiocentro, che aveva solo 96 dipendenti e oggi ne ha
350, compresi 65 medici e 9 professori universitari e 30 milioni di
massa salariale, le statistiche non
erano dalla nostra parte. Quello a
cui terrei è che l’esperienza, le
collaborazioni e tutto l’impegno
dato fino a oggi, possano contribuire all’ulteriore evoluzione del
nostro Cantone”.
[email protected]
Q@maurospignesi
ziamento forfettario degli ospedali/cliniche (Drg), i pazienti vengono dimessi
sempre prima dagli ospedali acuti, anche
quando non sono ancora pronti a rientrare a domicilio e non tutti hanno l’età per
entrare in una casa per anziani. Di conseguenza occorre individuare in quest’ambito forme chiare e trasparenti di finanziamento che non pesino su Comuni e
assicurati ma chiamino pienamente in
causa le casse malati.
Per quanto attiene al tema della concentrazione dei mandati, dal messaggio
si evince un concetto di “concentrazione
a oltranza” che spinge a riunire anche
quello che non deve esserlo, facendo perdere a diverse sedi quelle competenze
necessarie per mantenere un’offerta di
prossimità e qualità su tutto il territorio e
le possibilità di crescita per nuove generazioni di medici. Questo problema riguarda in particolare la chirurgia e la medicina interna, e se il messaggio fosse accolto, a perderci sarebbero non solo le
strutture stazionarie, ma anche tutti i cittadini-pazienti.
In conclusione quindi, l’opportunità
di trasformare il Ticino da “piazza finanziaria in piazza sanitaria”, non potrà essere colta se questo messaggio pasticciato,
lacunoso e poco lungimirante non sarà
rivisto in parecchi punti. Quindi, per non
sprecare questa possibilità, tutte le forze
politiche devono dar prova di maturità,
mettendo da parte la campagna elettorale e lavorando secondo i sani principi
della partecipazione e del buon senso.