Programmazione - Ministère des Relations internationales et de la

2014
IX° BIENNALE ORIZZONTE QUÉBEC
SETTEMBRE -DICEMBRE
Grandi traguardi
all’orizzonte !
GRANDI
TRAGUARDI
ALL’ORIZZONTE!
E siamo a nove. Nove edizioni della Biennale Orizzonte Québec. Un
bel traguardo che abbiamo raggiunto insieme a voi e che insieme
ci proietta verso nuovi orizzonti.
Questa nuova edizione della Biennale Orizzonte Québec si
preannuncia ricca e versatile. Caratteristiche alle quali non vogliamo
rinunciare : chi ci segue negli anni lo sa. E voi, chi nel pubblico, chi
con un ruolo attivo nella programmazione, siete sempre numerosi
e fedeli a questo appuntamento che ogni due anni porta il Québec
nelle principali città italiane. Tanto che ormai la Biennale Orizzonte
Québec ci sembra l’occasione perfetta per celebrare l’amicizia
profonda ed i preziosi partenariati consolidati con l’Italia!
La programmazione che tenete tra le mani conferma non solo la
natura multidisciplinare della nostra vetrina, ma anche e soprattutto
la fiducia che i numerosi partner italiani ripongono nella produzione
artistica e la cultura del Québec. Sfogliando questa brochure vi
accorgerete che, accanto ai grandi nomi e agli artisti affermati,
spiccano svariati giovani artisti e artigiani. Questa lusinghiera
fiducia nelle nuove leve del Québec è senz’altro beneaugurante in
vista dei grandi traguardi che ci prepariamo a vivere, in primis la
decima Biennale Orizzonte Québec, ma non solo.
Non è un caso infatti se parliamo di traguardi al plurale! Se tra
due anni potremo celebrare il decimo autunno segnato dalla nostra
Biennale, prima ancora, con il 2015, il Québec celebrerà i suoi
cinquant’anni di presenza istituzionale in Italia. Il primo ufficio di
rappresentanza del Québec in Italia venne aperto a Milano nel
1965, lo stesso anno nel quale veniva enunciata la dottrina GérinLajoie, che costituisce il quadro politico e giuridico all’interno del
quale si sviluppa tuttora l’azione internazionale del governo del
Québec. Inutile dirvi che non lasceremo passare inosservato il
2015 e vi coinvolgeremo nelle celebrazioni di quest’anniversario
dei legami di cuore e di ragione che uniscono il Québec e l’Italia.
In tema di anniversari, ci preme ricordare che quest’anno si celebra
il ventesimo anniversario del Conseil des arts et des lettres du
Québec (CALQ - Consiglio delle arti e delle lettere del Québec).
Consideriamo particolarmente pertinente farlo in questa sede,
poiché, in molti casi, le compagnie quebecchesi che calcano le scene
italiane, gli autori che effettuano una tournée di presentazione del
loro ultimo romanzo, i registi i cui film arrivano nelle sale italiane,
hanno spesso beneficiato di un sostegno da parte del CALQ, in fase
di creazione, ma anche di produzione o di promozione. Si può quindi
ragionevolmente affermare che questo ente è da sempre uno storico
co-protagonista, silenzioso quanto prezioso, delle diverse edizioni
della Biennale Orizzonte Québec. Creato per permettere agli artisti
di operare nelle migliori condizioni possibili, il CALQ finanzia tra
l’altro a Roma una residenza (lo Studio du Québec à Rome) che
consente ogni sei mesi ad un artista quebecchese proveniente da
discipline diverse, di vivere una residenza di creazione, ma anche di
tessere nuovi legami che favoriscano la diffusione del loro lavoro in
Italia. I settori in cui il CALQ esercita le proprie competenze sono la
letteratura e la narrativa, le arti della scena (teatro, danza, musica,
arti circensi), le arti multidisciplinari, le arti digitali, il cinema e
video, le arti visive, l’artigianato ma anche la ricerca architettonica.
È inoltre doveroso sottolineare anche la collaborazione fondamentale
da parte della Société de développement des entreprises culturelles
du Québec (SODEC - Società di sviluppo delle imprese culturali del
Québec) alla diffusione della cinematografia quebecchese in Italia.
Ma se la Delegazione del Québec a Roma è giunta a questa
nona edizione della vetrina Biennale Orizzonte Québec, lo
deve all’appoggio imprescindibile del Ministère des Relations
internationales et de la Francophonie e del Ministère de la Culture
et des Communications del Québec.
Con l’augurio che ogni traguardo raggiunto sia l’occasione per
indirizzare le relazioni con l’Italia verso nuovi ed entusiasmanti
orizzonti, vi lascio scoprire in queste pagine la nostra programmazione
per un autunno targato Québec!
Amalia Daniela Renosto
Delegato del Québec a Roma
ARCHITETTURA
4
MOSTRA
ENDROIT
INTERNAZIONALE
DI
(Lieu)
ARCHITETTURA DE LA
BIENNALEDATE
DI VENEZIA
Ore
© Foto : Lateral Office
(Padiglioni ai Giardini)
FINO AL 23 NOVEMBRE
www.arcticadaptations.ca/fr
IL QUÉBEC PARTECIPA ALLA 14.
MOSTRA INTERNAZIONALE
DI ARCHITETTURA - FUNDAMENTALS
« Adaptations à l’Arctique, le Nunavut à 15 ans » (Adattamenti all’Artico,
il Nunavut a 15 anni) è il progetto selezionato dal Conseil des arts du Canada
e dall’Institut royal d’architecture du Canada per il Padiglione Canada
nell’ambito della 14. Mostra Internazionale di Architettura – Fundamentals
de La Biennale di Venezia.
Organizzata e curata dallo studio Lateral Office di Toronto, l’esposizione
si articola in 5 progetti architettonici realizzati da 5 diverse équipe,
costituite ciascuna da una facoltà universitaria di architettura e uno studio
di architettura canadesi in collaborazione con un organismo stabilito nel
Nunavut. Ogni équipe si è vista assegnare una tematica da prendere in
esame e sviluppare, tenendo conto delle componenti ambientali, climatiche
e culturali del Nunavut : abitazione, salute, istruzione, arti e tempo libero.
L’École d’architecture dell’Université de Montréal ha elaborato
il progetto legato al tema dell’istruzione. Il lavoro dell’Université de
Montréal è stato coadiuvato dallo studio di architetti Fournier Gersovitz
Moss Drolet et Associés Architectes (FGMDA) e da Ilisaqsivik Society,
un’associazione senza scopo di lucro basata a Clyde River (Nunavut) e che si
pone come obiettivo la promozione del benessere della comunità.
L’installazione nel suo insieme è stata concepita e presentata per celebrare il
quindicesimo anniversario dell’istituzione del Nunavut, il territorio più vasto
e settentrionale del Canada, diviso dai Territori del Nord-Ovest ed entrato
a far parte del Canada nel 1999. Il Nunavut è abitato da 33.000 persone
che vivono in 25 comunità disseminate su una superficie di due milioni
di chilometri quadrati. « Adaptations à l’Arctique » documenta la storia
architettonica di questa straordinaria quanto poco conosciuta regione,
descrivendone vita, storia e progressi. Scopo del progetto, che si è visto
attribuire la menzione d’onore durante l’inaugurazione della 14. Mostra
Internazionale di Architettura, è valorizzare la capacità dell’architettura di
incidere positivamente sul futuro del Nunavut.
ARTISTE
PHYLLIS LAMBERT LEONE D’ORO ALLA CARRIERA
In occasione dell’inaugurazione della 14.
Mostra Internazionale di Architettura –
Fundamentals lo scorso 7 giugno 2014, il
Consiglio di amministrazione de La Biennale
di Venezia, presieduto da Paolo Baratta,
ha deciso, su proposta del Direttore Rem
Koolhaas, di attribuire il Leone d’oro alla
carriera all’architetto di Montréal Phyllis
Lambert, con la seguente motivazione :
« Non solo come architetto, ma anche
PHYLLIS LAMBERT
come committente e custode, Phyllis
Lambert ha dato un enorme contributo all’architettura. Senza la sua
partecipazione, uno dei pochi esempi di perfezione assoluta realizzato
nel XX° secolo, il Seagram Building a New York, non sarebbe mai
esistito.
La creazione del Centre canadien d’architecture di Montréal
combina una rara visione e una rara generosità nel conservare episodi
fondamentali del patrimonio architettonico, e permette di studiarli in
condizioni ideali.
Gli architetti creano architettura; Phyllis Lambert ha creato
architetti... »
L’On. Hélène David, ministro della Cultura e delle Comunicazioni e ministro
responsabile della Protezione e della Promozione della lingua francese del
Québec, considera che « Questo riconoscimento internazionale corona a
giusto titolo la carriera brillante di Phyllis Lambert. Donna impegnata ed
appassionata, è una grande fonte di ispirazione per le giovani generazioni di
architetti e designer urbani. Il suo lavoro rimarchevole per la promozione e la
protezione del patrimonio architettonico e urbano ha nettamente contribuito
a posizionare Montréal e il Québec sulla scena mondiale in architettura ».
© Foto : Lateral Office
5
ARCHITETTURA
6
MOSTRA
INTERNAZIONALE DI
ARCHITETTURA DE LA
BIENNALE DI VENEZIA
(Corderie - Arsenale di Venezia)
© Valérie Paquette
FINO AL 23 NOVEMBRE
www.effimero.info
LÉA-CATHERINE SZACKA
14. MOSTRA INTERNAZIONALE
DI ARCHITETTURA – FUNDAMENTALS :
LÉA-CATHERINE SZACKA PRESENTA
« EFFIMERO » ALL’ARSENALE DI VENEZIA
« Effimero : or the Postmodern Italian Condition » (Effimero : o la condizione
italiana post-moderna) di Léa-Catherine Szacka è una delle 41 installazioni
esposte nella mostra « Monditalia » all’Arsenale di Venezia. Monditalia è un
progetto multidisciplinare sviluppato in via sperimentale nell’ambito della 14.
Mostra internazionale di Architettura de La Biennale di Venezia, con la volontà di
offrire un ritratto omnicomprensivo dell’Italia, mettendo in relazione l’architettura
con le altre discipline della Biennale : cinema, danza, teatro e musica.
Il lavoro proposto da Léa-Catherine Szacka è frutto delle sue approfondite
ricerche sul patrimonio architettonico italiano. In particolare prende in esame
il periodo che va dalla fine degli anni ‘70 alla fine degli anni ‘80, quando
l’Italia ha vissuto una proliferazione di eventi che usavano strutture effimere
in risposta allo scompiglio sociopolitico del decennio precedente, i cosiddetti
anni di piombo. Gli spazi utopici di teatro, arti performative e di altre forme
di intrattenimento sono diventati catalizzatori di un immaginario collettivo,
portando alla nascita di nuove idee di spettacolo. Effimero è sia un archivio
che documenta cinque casi studio di architetture effimere, sia un’installazione
ideata come promemoria di quelle esperienze spaziali collettive.
Léa-Catherine Szacka (PhD) è architetto, storico dell’architettura e critico.
Originaria di Montréal, opera principalmente tra il Québec, Parigi e Oslo. Ha
studiato architettura presso l’Université de Montréal e presso l’Istituto
Universitario di Architettura di Venezia (IUAV). Ha concluso un dottorato presso
la Bartlett School of Architecture (UCL) di Londra con una tesi intitolata Exhibiting
the Postmodern : Three Narratives for a History of the 1980 Venice Architecture
Biennale (Esporre il post-moderno : tre racconti per una storia della Biennale
di Architettura di Venezia del 1980). Ha insegnato architettura e storia e teoria
dell’architettura alla Nottingham Trent University e in diversi istituti di Parigi.
Attualmente tiene un seminario di secondo ciclo dal titolo Understanding
Postmodern Architecture (Capire l’architettura post-moderna) presso la Oslo
School of Architecture, dove sta effettuando un post-dottorato all’Oslo Centre
for Critical Architectural Studies (OCCAS). Le sue ricerche riguardano le mostre
di architettura, le loro teorizzazioni e storicizzazioni, principalmente nell’epoca
post-moderna.
LETTERATURA
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ENDROIT
(Lieu)
© AFP / Miguel Medina
DATE
Ore
www.libreriagremese.it
DANY LAFERRIÈRE
« L’ENIGMA DEL RITORNO »
DI DANY LAFERRIÈRE PUBBLICATO IN ITALIA
« La notizia taglia la notte in due. La telefonata fatale che ogni uomo
adulto riceve un giorno. Mio padre è appena morto. »
In seguito al tragico annuncio, il narratore decide di riconciliarsi intimamente
con quanto resta di quell’uomo, tanto amato quanto assente. Prima a Brooklyn,
nella desolata stanzetta in cui il vecchio genitore viveva. E poi finalmente, dopo
trent’anni, ad Haiti, il paese nel quale entrambi sono nati e dal quale entrambi
sono stati esiliati. I cinque sensi in perenne stato di allerta, eccolo tornare sulle
tracce della sua storia familiare, accompagnato da un nipote che porta il suo
stesso nome, Dany, perché – come al narratore dice sua sorella, madre del ragazzo
– « non sapevamo se saresti ritornato. Chi va in esilio perde il posto ». Amici,
parenti, luoghi : tutto porta in sé le tracce di quel padre che se ne è andato, ma
anche le stigmate dei due dittatori, Papa Doc e Baby Doc, che si sono avvicendati
nell’insanguinata storia haitiana. È il momento in cui all’introspezione si affianca
uno sguardo diretto su una nazione fatta di estremi, credenze occulte e vitalità
creatrice, miseria e meraviglie naturali, fame, violenza ma anche artisti, poeti,
ragazze, speranze.
Un periplo dolce e intenso, profondamente ispirato
dal « Diario del ritorno al paese natale » di Aimé
Césaire (grande poeta e scrittore martinicano) e
destinato a segnare la tormentata riappacificazione
con un passato troppo a lungo messo a tacere.
Dany Laferrière è nato ad Haiti nel 1953.
Nel 1976 espatria in Québec, dove è divenuto
uno scrittore adottato e osannato come gloria
nazionale. La sua è stata ed è tuttora una carriera
letteraria in continua altalenanza tra due patrie e
due culture. Tradotto in oltre dieci lingue in tutto il
mondo, « L’enigma del ritorno » è il suo romanzo
più importante, vincitore in Francia del Prix Médicis nel 2009. Alla fine del 2013,
Laferrière è stato eletto membro dell’Académie française, primo canadese e
haitiano nella storia della prestigiosa istituzione. Nella primavera del 2014
l’autore è stato designato Cittadino d’Onore dalla Città di Montréal e nel giugno
scorso è stato nominato Cavaliere dell’Ordine Nazionale del Québec. A questo
proposito, Dany Laferrière dichiarava ai media presenti all’evento : « Questa
nomina è il riconoscimento del mio paese, della mia società, e della gente che mi
circonda dal mio arrivo qui ».
LETTERATURA
© Benoît Levac
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www.edizioninottetempo.it
www.pordenonelegge.it
KIM THÚY
« NIDI DI RONDINE »
DI KIM THÚY PRESENTATO
AL FESTIVAL PORDENONELEGGE
Dopo il successo di « Riva » (Grand Prix RTL-Lire in Francia e Prix du
Gouverneur général in Canada nel 2010, finalista al Scotiabank Giller Prize,
tradotto in venti lingue), in cui la scrittrice racconta la storia della sua fuga
da Saigon e la drammatica esperienza con i boat people, Kim Thúy, scrittrice
di origine vietnamita stabilita in Québec, ritrova il suo paese d’origine,
i suoi odori, sapori e colori. « Nidi di rondine », pubblicato in Italia dalle
Edizioni Nottetempo, è una riflessione sulle differenti facce dell’esilio,
sull’amore e la memoria. Il libro è finalista del Prix des Cinq Continents de
la Francophonie (Premio dei Cinque Continenti della Francofonia), attribuito
dall’Organizzazione Internazionale della Francofonia.
Kim Thúy sarà in Italia a settembre, ospite del Festival Pordenonelegge,
dove presenterà il libro il 21 settembre. È inoltre in programma una tournée
dell’autrice per la presentazione di « Nidi di rondine » a Roma il 19
settembre (con Giuseppina Torregrossa, Libreria Koob di Via L.Poletti 2,
ore 18:30), a Venezia il 22 settembre (Libreria Marco Polo, Cannaregio
5886/A, ore 19:00) e a Milano il 23 settembre (libreria ancora da definire al
momento di andare in stampa).
Per conoscere il programma definitivo degli incontri con Kim Thúy, consultate
il sito www.edizioninottetempo.it
Madri, albero di fuoco, sandali di legno, cucina, grattare il vento, rondine,
giada, dire addio, baciare, autunno, silenzio : con la leggerezza e l’attenzione
di una calligrafa, Kim Thúy costruisce il racconto delle tre vite di una donna
come un incantevole dizionario di oggetti, stati d’animo, esperienze, ricordi.
In un’ipnotica oscillazione temporale tra passato e presente, percorriamo
l’infanzia di Mãn in Vietnam, con le sue meraviglie, le sue durezze e l’amore
delle tre madri che, l’una dopo l’altra, l’hanno partorita, raccolta in un
orto come una piantina e allevata; la storia della sua vita in Canada e del
matrimonio con un ristoratore vietnamita, un rapporto liscio e piatto come
uno « spazio fra due flutti », in cui la passione per la cucina e la cura minuziosa
delle ricette diventano una lingua alternativa per esprimere sentimenti sopiti
9
PALAZZO GREGORIS
(Pordenone)
21 SETTEMBRE
Ore 17:30
e nostalgie. E l’irruzione all’orizzonte di una terza vita possibile, l’incontro con
un uomo che sembra un appuntamento col destino, in cui si può guadagnare
tanto, e altrettanto perdere.
Kim Thúy, nata a Saigon nel 1968, ha abbondonato il Vietnam all’età di 10
anni insieme alla sua famiglia e ad altri boat people. Rifugiata politica in
Canada, è cresciuta a Montréal, dove, dopo una laurea in traduzione e una in
diritto, ha lavorato come interprete e avvocato, per aprire poi un ristorante e
occuparsi di critica gastronomica. Oggi, si dedica alla scrittura. Nottetempo
ha pubblicato il suo primo romanzo, « Riva », nel 2010, che ha ricevuto in
Italia il Premio Letterario Internazionale Mondello per la Multiculturalità.
ESTRATTO DA « NIDI DI RONDINE »
« La mia prima madre, colei che mi ha concepita e messa al mondo,
aveva un buco nella testa. Era una giovane adulta, o forse era ancora una
ragazzina, dal momento che nessuna donna vietnamita avrebbe osato avere
un figlio senza la fede al dito.
La mia seconda madre, colei che mi ha raccolta in un orto in mezzo a piante
di gombo, aveva un buco nella fiducia. Non credeva più alle persone,
soprattutto quando parlavano. Allora si è ritirata in una capanna, lontano
dai bracci possenti del Mekong, per recitare preghiere in sanscrito.
La mia terza madre, colei che mi ha visto tentare i primi passi, è diventata la
Mamma, la mia Mamma. Quel mattino ha voluto aprire di nuovo le braccia.
E così ha aperto le imposte di camera sua, che erano rimaste chiuse fino a
quel giorno. Mi ha notata in lontananza, avvolta in una luce calda, e sono
diventata sua figlia. Mi ha offerto una seconda nascita crescendomi in una
grande città, un altrove anonimo, in fondo al cortile di una scuola, circondata
da bambini che mi invidiavano perché avevo una madre insegnante e
venditrice di banane glassate. »
La tournée dell’autrice conta sulla collaborazione dell’Ambasciata del Canada in Italia.
LETTERATURA
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www.libreriagremese.it
NELLY ARCAN
I ROMANZI DI NELLY ARCAND IN ITALIA
« Su una parete del mio appartamento ho piantato un chiodo enorme
per impiccarmi. Mischierò alcol e calmanti e, per essere sicura di
non addormentarmi prima di uccidermi, mi ubriacherò su una sedia,
mi ubriacherò con la corda al collo fino a perdere coscienza. Quando
sopraggiungerà la morte, non voglio essere lì. »
(Folle, Nelly Arcan, ed. Gremese, 2013, p. 132)
Parole che suonano profetiche, considerato che Nelly Arcan, al secolo
Isabelle Fortier (1973-2009), fu ritrovata nel suo appartamento di Montréal
nel 2009, dopo essersi tolta la vita per impiccagione.
Nata a Lac-Mégantic (Québec), Nelly Arcan si laurea in lettere all’Université
du Québec à Montréal. Per sostentarsi durante gli studi, esercita l’attività
di escort sotto diversi pseudonimi. Sarà proprio questa esperienza a ispirare
nel 2001 i contenuti del suo primo romanzo « Putain » (Puttana), che ha
subito riscosso una vasta eco tra media e lettori. Per questo primo romanzo
sarà finalista in Francia per il Prix Médicis e per il Prix Femina.
Tra le pagine di « Putain » emergono chiaramente alcuni dei temi che saranno
poi ricorrenti nell’opera di Nelly Arcan, ovvero il tema dell’immagine, la
mercificazione del corpo femminile e il suicidio.
« Folle » (2004), il suo secondo romanzo, sarà in lizza per il Prix Femina in
Francia e la consacrerà come una delle voci più apprezzate della narrativa
francofona.
Nel 2007 pubblica « À ciel ouvert » (A cielo aperto), il suo terzo romanzo e
nello stesso anno, insieme all’illustratrice Pascale Bourguignon, pubblica
il racconto per ragazzi « L’Enfant dans le miroir » (Il bambino nello specchio).
L’ultimo romanzo al quale lavorava prima di togliersi la vita, è stato pubblicato
postumo con il titolo « Paradis, clef en main » (Paradiso, chiavi in mano 2009) e parla di una ragazza diventata paraplegica in seguito ad un tentativo
fallito di suicidio e del suo desiderio ritrovato per la vita.
I romanzi « Folle » e « Puttana » sono stati recentemente pubblicati in Italia
dalla casa editrice Gremese.
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« FOLLE »
Una giovane donna scrive all’uomo
che l’ha lasciata. Dal loro folgorante
incontro fino alla brutale separazione,
ripercorre gli inizi della loro passione,
i fantasmi e le umiliazioni, la droga, il
MONSIEUR LAZHAR
sesso e l’abbandono. E soprattutto la
gelosia che la distrugge, quel terrore
costante della separazione, quell’amore
che la sottomette e la umilia. Fino alla
follia, appunto. Con uno stile diretto e
personale, che fa di un uso vertiginoso
della lingua la propria caratteristica
peculiare, Nelly Arcan costruisce un
romanzo-confessione di eccezionale forza emotiva. Non esitando a toccare,
con scabra e scabrosa schiettezza, anche i temi più inconfessabili.
« PUTTANA »
Nella camera del grande edificio di Montréal in cui svolge la sua
professione, una prostituta aspetta tra un cliente e l’altro. L’attesa si nutre
di ricordi e i ricordi danno voce all’incalzante, impudica confessione con
cui Cynthia si racconta ai lettori. Giovane istruita, con una madre-larva e
un padre in perenne attesa del Giudizio universale, Cynthia ha scelto la via
della prostituzione d’alto bordo per guadagnare tanto e subito, ma anche
per ribellione, per autolesionismo, per segnare un drastico distacco dalla
famiglia. E scopriamo un’esistenza fragile, fatta del quotidiano tran tran
dal letto al trucco, dal chirurgo plastico ai vestiti costosi, dalla palestra allo
psicanalista, una routine fatta di soldi e di vuoto che il denaro non riesce
a riempire, puntualmente destinata a
concludersi in una squallida stanza con
le tende tirate per nascondere ai vicini la
verità, aspettando che i clienti arrivino,
ma soprattutto che se ne vadano via.
E nella sua scrittura disperata, con
lunghi periodi inframmezzati da virgole
come sospiri, come gemiti di un coito,
la giovane Nelly Arcan riversa tutto il
suo disgusto, tutto lo squallore che la
circonda, tutta la sua inquietudine per
un’esistenza lasciata trascorrere mentre
la morte aspetta dietro l’angolo.
ARTI VISIVE
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ATELIER GIORGI
(Via Belfiore 5H - Torino)
© Crédit photo
DAL 27 SETTEMBRE
AL 11 OTTOBRE
www.wildflowers.to.it
www.torinospiritualita.org
www.vivianebertrand.it
VIVIANE BERTRAND
VIVIANE BERTRAND PROTAGONISTA
DI WILD FLOWERS E TORINO SPIRITUALITÀ
Il progetto WILD FLOWERS fa parte di un programma di valorizzazione e
sviluppo del territorio cittadino attraverso l’arte e la cultura.
Probabilmente l’idea che sta alla base di questo progetto nasce da una
semplice reazione : i fiori spontanei (wild flowers o fleurs sauvages) sono
pericolosamente autentici, appaiono deboli e dimessi mentre sono, in
realtà, robusti e vitali. Non vogliono essere belli, vogliono esistere. Fuori
di metafora, questo evento cerca di rendere più visibile una necessità vitale
: un’urgenza di espressione artistica che molto spesso si colloca in modo
interstiziale, imprevisto, incoerente rispetto ai percorsi ufficiali.
L’inaugurazione dell’iniziativa WILD FLOWERS avverrà il 27 settembre,
con l’apertura della mostra personale dell’artista Viviane Cristiane
Bertrand. L’evento, realizzato in collaborazione con Torino Spiritualità,
entra nel circuito della Notte Bianca dell’Arte di Torino. Le gallerie di WILD
FLOWERS ospiteranno 5 artisti sotto la regia di Roberta Lena.
Viviane Bertrand vi presenta in anteprima il progetto « Lux et tenebra »,
con l’esposizione di 15 opere realizzate con punta metallica su carta dal
titolo DformatA4. Accompagnerà l’apertura della mostra una performance
musicale dell’artista ispirata alla poesia di Gaston Miron :
« …et contre tout ce qui me rend absent et douloureux
par le mince regard qui me reste au fond du froid
j’affirme ô mon amour que tu existes »
– La marche à l’amour
« Nous reviendrons, nous aurons à dos le passé, et à force d’avoir
pris en haine toutes les servitudes, nous serons devenus des bêtes
féroces de l’espoir »
– L’homme rapaillé
Viviane Bertrand rappresenterà inoltre WILD FLOWERS e Torino
Spiritualità alla Oriental Design Week, che si terrà a Torino a partire dal
30 settembre 2014 presso la Società Promotrice delle Belle Arti.
EDITORIA/STORIA
13
ENDROIT
(Lieu)
© Anthony Majanlahti
DATE
Ore
www.ilsaggiatore.com
ANTHONY MAJANLAHTI
ANTHONY MAJANLAHTI CO-AUTORE
DI « ROMA DIVISA 1919-1925 ».
DOVERE DI MEMORIA
Camminare per Roma e non vedere i luoghi come sono oggi, come ce li hanno
consegnati il cinema prima e poi la televisione; vederli invece com’erano negli
anni venti, feriti e sanguinanti, scovarne le tracce nascoste : è questo l’obiettivo
degli itinerari ricostruiti in questa guida da Anthony Majanlahti e Amedeo Osti
Guerrazzi (Roma, 1967), la cui ricerca non ha lasciato inesplorato alcun palazzo,
vicolo, quartiere. La Prima Guerra mondiale non fu gentile con l’Italia. E con
Roma in particolare. Esaurita la disponibilità di case popolari, gli immigrati e i
poveri che affluivano ogni giorno nella capitale, già sovraffollata e irrequieta,
costruirono baracche accanto agli acquedotti e alle vecchie torri fuori le mura.
Erano agglomerati miseri, squallidi, pericolosi ai quali il governo e la nuova
classe media guardavano con sospetto. L’indolente e soleggiata città dei cesari
e dei papi si scrollò di dosso secoli di immobilismo con un sussulto violento,
e ne risultarono spaccature profonde. La disillusione generata dalla pace di
Parigi, incarnata dal mito dannunziano della « vittoria mutilata », non fece che
esacerbare le divisioni e i contrasti - fra ricca borghesia e indigenti, fra studenti
e forze dell’ordine -, finché nel 1919 una nuova, dolorosa lacerazione si aprì nel
tessuto sociale urbano : quella del fascismo.
Eppure la Storia sembra aver dimenticato le
ferite che lo squadrismo inferse a Roma : non
c’è traccia degli scontri che insanguinarono i
rioni popolari di San Lorenzo e del Trionfale,
nessun monumento ricorda i massacri
perpetrati dalle Camicie nere, nessuna
targa commemora i nomi delle vittime. A
recuperare questa memoria dolorosa ma
essenziale interviene « Roma divisa ». I
suoi dettagliati percorsi ci conducono nei
luoghi da cui il tempo e la negligenza hanno
lavato via i segni di quegli anni tumultuosi e
contraddittori. Edito da Il Saggiatore, « Roma
divisa » è una guida per non dimenticare e per vedere Roma con occhi diversi.
Anthony Majanlahti (Montréal, 1968) è docente universitario di Storia e
urbanistica di Roma e associato dell’Accademia Britannica. Nel 2007 ha
pubblicato « Guida alle grandi famiglie che fecero Roma » (Vallardi, 2007),
tradotto in diversi paesi.
CINEMA
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© Shayne Laverdière
PROSSIMAMENTE
NELLE SALE ITALIANE
www.goodfilms.it
XAVIER DOLAN
« MOMMY »
DI XAVIER DOLAN
Artista dai molteplici talenti, Xavier Dolan, classe 1989, assume di volta
in volta i ruoli di attore, attore-doppiatore, scenografo e regista. Dolan
intraprende la carriera di attore già in tenera età. Il suo nome si legge nei
titoli di coda di numerosi lungometraggi quebecchesi nonché di varie serie
televisive.
Nel 2008 inizia la produzione della sua opera prima, « J’ai tué ma mère »
(Ho ucciso mia madre). Il film, scritto da Dolan all’età di 17 anni, viene
selezionato alla 41° edizione della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes
ed è molto acclamato dalla critica cinematografica. Insignito di numerosi
riconoscimenti, il film sarà selezionato per rappresentare il Canada nella
categoria del Miglior Film Straniero alla 82° edizione degli Oscar.
Anche il suo secondo lungometraggio, « Les amours imaginaires » (Gli
amori immaginari, 2010) riscuote un grande successo. Il film è presentato
nella categoria Un certain regard del Festival di Cannes e viene accolto
molto bene dalla critica. Nel 2012, seguendo il suo percorso di regista,
produce la sua terza opera cinematografica « Laurence Anyways » (2012)
che s’impone al Festival international du film de Toronto dove riceve il
Premio del migliore film canadese.
Il suo quarto lungometraggio, « Tom à la ferme » (Tom alla fattoria,
2014), viene presentato nel 2013 in competizione ufficiale della Mostra
d’arte cinematografica di Venezia dove conquista il Premio della critica
internazionale. Dolan sarà il regista più giovane mai approdato alla Mostra
del Cinema di Venezia.
Nel 2014, Xavier Dolan propone con « Mommy » un’opera cinematografica
apprezzata dal pubblico internazionale che sarà il primo titolo di Dolan ad
essere distribuito nelle sale italiane. Sarà la Good Films a presentare il
talento del regista quebecchese al grande pubblico italiano.
© Mommy
15
ANNE DORVAL
TRAMA
In un Canada immaginario, dove una nuova legge consente ai genitori
di abbandonare i propri figli con problemi nelle mani dei servizi sociali,
Diane Després, semplicemente soprannominata « Die », è una madre
monoparentale che si vede affidare all’improvviso il figlio Steve, un
adolescente di 15 anni, profondamente turbato, a cui sono stati diagnosticati
vari disturbi comportamentali. Tormentato, a volte impetuoso è identificato
come un provocatore-oppositore.
Die, la madre, condivide con lui una relazione simbiotica, appassionata
e violenta ma anche impulsiva ed imprevedibile. Insieme sotto lo stesso
tetto tenteranno di stabilire un’atmosfera vivibile malgrado la loro
indigenza crescente. Grazie anche alla presenza di una misteriosa vicina,
Kyla, affetta da balbuzie e da una sclerosi dovuta a una nevrosi provocata
da un traumatismo non identificato, ci riusciranno. A contatto con Die e
Steve, anche Kyla sembra migliorare e nella famiglia nasce un equilibrio
completamente inaspettato. Quando la sua presenza si fa sempre più
intensa, si sollevano dubbi sulla sua vita e sulle sue motivazioni. Perché il
suo destino sembra cosi legato a quello di Die e di Steve?
© Mommy
Niente sembra duraturo, i cambiamenti che aspettano Die e la sua famiglia
potrebbero compromettere questa illusoria felicità triangolare.
ANTOINE OLIVIER PILON
ARTI DIGITALI
16
LA PELANDA
(Piazza Orazio Giustiniani, 4 - Roma)
IMPACTS © Burton2012
DAL 8 OTTOBRE
AL 30 NOVEMBRE
www.romaeuropa.net
IMPACTS
« IMPACTS » DI ALEXANDRE BURTON
AL DIGITAL LIFE 2014
DI ROMAEUROPA FESTIVAL
« Impacts » di Alexandre Burton si presenta come una serie di sculture,
ognuna di esse composta da una lastra di vetro e da una bobina Tesla
sospese sul soffitto del luogo espositivo. Per attivare e sperimentare
i diversi aspetti di questa installazione visiva e sonora, i visitatori sono
invitati ad avvicinarsi alle sculture. Questa prossimità provoca degli archi
di luce di intensità variabile e una successione di creazioni ritmiche che
vengono generate dalle interazioni dell’elettricità con la lastra di vetro.
« Impacts » è un’opera che ci invita alla riflessione sulla potenza e
pericolosità della forze elettromagnetiche, ponendo tuttavia l’accento
sulla sua bellezza sublime e il suo potenziale ritmico che viene espresso
attraverso l’interazione con lo spettatore.
Alexandre Burton è un compositore e artista digitale di Montréal. I suoi
lavori sono presentati sia in ambito musicale che in quello espositivo. Il
suo interesse per le nuove tecnologie deriva dalla volontà di rivelare nuove
forme espressive attraverso processi digitali. Mettendo in forte contatto
l’hardware e il software, il suo lavoro artistico è il risultato del tentativo di
pensare oltre il media, un luogo dove suono, immagini e processi possano
coabitare e rispondersi l’un l’altro in un confronto continuo.
Testo di Luca Del Fra
Per gentile concessione della Fondazione Romaeuropa
ARTI DIGITALI
© Le Fresnoy e V. Druta
17
LA BALANÇOIRE
L’INSTALLAZIONE « LA BALANÇOIRE »
DI VEACESLAV DRUTA AL DIGITAL LIFE 2014
DI ROMAEUROPA FESTIVAL
Installazione sonora interattiva prodotta da Le Fresnoy, Studio National
des Arts Contemporains (Francia), « La Balançoire » di Veaceslav Druta
invita lo spettatore a improvvisare una partitura musicale sulla base di
armonie precomposte, frasi che possono essere combinate in modo
casuale. Lo strumento che riproduce la musica è un’altalena appesa a due
grandi ruote meccaniche. Le grandi ruote, muovendosi, fanno vibrare una
serie di corde di chitarra che iniziano a riprodurre i suoni. Lo spettatore,
dondolando sull’altalena, fa « suonare » lo strano strumento, a metà
tra un gioco per bambini ed un complesso macchinario tecnologico. Il
tono dipende dal peso dello spettatore mentre il volume dalla velocità
dell’oscillazione. Un’opera sonora, quella di Veaceslav Druta, capace di
mettere in relazione l’aspetto ludico ed interattivo dell’arte digitale in un
dialogo continuo con oggetti provenienti dalla cultura tradizionale.
Nel 1998 termina gli studi all’University of Arts di Chisinau, (Moldovia);
dal 2002 al 2005 è in residenza a Le Fresnoy, Studio National des Arts
Contemporains. Dal 2004 al 2006 fa parte del programma di ricerca
dell’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Tra le sue mostre
più importanti, Whispereddances, allestita presso la Jozsa Gallery a
Bruxelles e la Galérie de l’Ecluse n° 10 a La Collancelle in Francia, tutte
e due nel 2009. Nel 2012 partecipa all’esposizione collettiva Nuit blanche
en salle obscure al Palais de Tokyo a Parigi. Da Montréal dove si è stabilito
ormai da qualche anno, l’artista prosegue la sua carriera internazionale.
Testo di Luca Del Fra
Per gentile concessione della Fondazione Romaeuropa
CINEMA
18
MUSEO CIVICO
XXV RASSEGNA
INTERNAZIONALE DEL
CINEMA ARCHEOLOGICO
(Borgo Santa Caterina, 43 Rovereto)
© Daniela Zedda
DAL 7 AL 11 OTTOBRE 2014
www.museocivico.rovereto.tn.it
/rassegna
JULIE PERRON
I NUOVI FILM DI JULIE PERRON IN ITALIA :
« VIVRE AVEC LA TERRE » E « LE SEMEUR »
Julie Perron è già conosciuta in Italia per la sua presenza in festival noti
e per la presentazione del suo documentario « Lucie de tous les temps »,
opera dedicata a Lucie Aubrac, eroina della resistenza francese. Con i suoi
nuovi film, la regista quebecchese ci propone una riflessione sulla natura,
su questa terra ricca di segreti e di sorprese.
« VIVRE AVEC LA TERRE »
Selezionato per la XXV° edizione del Festival internazionale del film
archeologico di Rovereto, il cortometraggio « Vivre avec la terre » è emerso
naturalmente durante la realizzazione dell’ultimo lungo-metraggio a firma
di Julie Perron, « Le Semeur ». Questa sua ultima opera cinematografica
è stata già presentata con successo in vari festival internazionali ed è
anche in arrivo in Italia.
« Vivre avec la terre » è stato completamente girato in Grecia e svela
il lavoro affascinante di Tania Valamoti, un’archeobotanista che, con la
sua squadra di lavoro cerca, scopre e analizza resti vegetali del periodo
del neolitico nell’area archeologica di Dikili Tash dove si trovava l’antica
città di Fillippi.
A PROPOSITO DEL FILM « LE SEMEUR »
PROSSIMAMENTE IN ARRIVO IN ITALIA :
Il film presenta un ritratto dell’artista delle sementi Patrice Fortier che
mette la sua passione e il suo sapere al servizio della salvaguardia della
nostra biodiversità vegetale. Nei meandri della regione di Kamouraska, in
Québec, Patrice Fortier vive nella Société des Plantes dove cura, con la
minuzia di un amanuense del Medioevo, la preservazione delle semenze
vegetali rare o dimenticate per farle diventare le varietà « antiche del
futuro ». Mentre è impegnato nel giardinaggio, Patrice sogna e trasforma
i suoi raccolti in progetti. Passano le stagioni ed egli, con il suo paziente
operare, ci trasmette la propria passione e le conoscenze mentre dona la
vita alla sua banca di semenze. Questi germi cresceranno nelle migliaia
di orti di tutto il pianeta. Ode alla biodiversità vegetale ed al patrimonio
da parte di un esperto di semenze originale e geneticamente motivato.
Attenzione, davanti ai nostri occhi sta avvenendo l’impossibile.
DESIGN
19
SPAZIO OBERDAN
DELLA PROVINCIA
DI MILANO
(Via Vittorio Veneto, 2 - Milano)
© Crédit photo
9 OTTOBRE
DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 14:30
www.grandesignetico.org
MILAN CUISINE DI TONY GAUDETTE
IL PREMIO « GRANDESIGNETICO
INTERNAZIONAL AWARD »,
UN RICONOSCIMENTO NELL’IMPRONTA
DELLA CONTEMPORANEITÀ
L’Associazione Culturale Plana, fondata da Sergio Costa nel 1977, ha
promosso numerose iniziative di carattere culturale, sociale ed informativo
attraverso la pubblicazione della testata « Fascicolo » e l’ideazione del
« contenitore di eventi » grandesign che dal 2005 viene presentato con il
marchio « grandesignEtico ».
grandesignEtico, che nel 2013 ha festeggiato il suo ventennale, è il
punto di incontro tra gli esponenti del mondo del design, dell’industria,
della creatività e dell’arte. Nel corso degli anni grandesignEtico, oltre ad
assegnare con cadenza biennale il « grandesignEtico International Award »,
ha proposto al pubblico mostre di design, fotografia, performance di artisti,
incontri e dibattiti con architetti, designer, filosofi, docenti e manager per
focalizzare i diversi aspetti che caratterizzano la società contemporanea.
Personalissimo Etico è l’evento che l’Associazione Culturale Plana ha
organizzato in occasione del Fuorisalone di Milano 2014. La mostra,
realizzata allo spazio Oberdan e dedicata all’esposizione dei prodotti
di sei aziende e designer del Québec, è stata la prima iniziativa di
una collaborazione tra Associazione Culturale Plana e il Québec per
favorire gli interscambi commerciali nell’ambito del design. I contenuti
etici dei progetti ed i prodotti presentati nella mostra rappresentano la
comune sensibilità alle esigenze della società contemporanea e fanno
sì che i lavori siano meritevoli della designazione alla 13° edizione di
grandesignEtico International Award che vedrà la premiazione dei vincitori
il 20 novembre 2014. In questo contesto, il prossimo 9 ottobre, in occasione
della presentazione di « ETICO 2015 - un progetto per EXPO 2015 »
l’Associazione Culturale Plana organizza una tavola rotonda sul tema :
« Nuovi Paradigmi : le sfide etiche del XXI° secolo » riunendo personalità
di fama internazionale, fra cui alcuni designer del Québec. In occasione
dell’evento saranno consegnate le targhe delle nuove designazioni al
grandesignEtico International Award 2014.
TURISMO
20
FIERA DI RIMINI
(Via Emilia 155 - Rimini)
www.quebecoriginal.com/it
© Tourisme Québec
© Tourisme Québec
© Jean-François Hamelin
DAL 9 AL 11 OTTOBRE
21
TOURISME QUÉBEC
RINNOVA LA SUA PARTECIPAZIONE
AL TTG INCONTRI, IN COLLABORAZIONE
CON AIR CANADA E AIR TRANSAT
Tourisme Québec ed i suoi partner dell’industria turistica del Québec, tra
cui una decina di operatori, insieme ai vettori Air Canada e Air Transat,
contribuiscono attivamente alla promozione della destinazione sul mercato
italiano da oltre 25 anni. Il settore del turismo quebecchese sarà rappresentato
alla borsa del TTG Incontri a Rimini dal 9 all’11 ottobre 2014; l’appuntamento
professionale B2B dedicato esclusivamente all’industria turistica, rappresenta
un’occasione privilegiata per uno scambio tra professionisti sull’offerta di
prodotti e servizi e sulle novità della destinazione Québec.
Ricordiamo di seguito alcune peculiarità che il Québec offre ai visitatori italiani!
MONTRÉAL, PERLA DEL SAN LORENZO
Dinamica ed energica, la metropoli si distingue per il suo lato zen e per la
sicurezza. Col passare dei giorni e delle passeggiate, il visitatore scopre incroci
culturali - a Montréal vivono 80 comunità culturali diverse - e architettonici di
questa metropoli unica, in cui i rapporti umani sono in primo piano.
Fin dall’inizio del XX° secolo, l’isola di Montréal è stata il primo approdo di
merci e persone. In seguito alle diverse ondate migratorie, ogni quartiere ha
preso i colori delle comunità culturali che lo abitano. Ci si muove da un quartiere
all’altro affascinati da quest’amena mescolanza culturale.
QUÉBEC, DIAMANTE DELL’AMERICA DEL NORD
La città, che ha compiuto 400 anni nel 2008, costituisce il trait d’union tra
l’Europa e le Americhe. Il centro storico è entrato a far parte della cerchia
prestigiosa del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1985. La città di Québec
è l’unica città fortificata a nord del Messico. Dall’alto del Cap Diamant, la
capitale nazionale è una delle città più visitate del Canada sia d’estate che
d’inverno. Seduce con le sue atmosfere storiche dal sapore francese, con il suo
dedalo di viottoli, le dimore storiche, i musei, le botteghe e la Cittadella, tutte
tracce della colonizzazione francese e inglese.
I GRANDI SPAZI, RICCHEZZA NATURALE DEL QUÉBEC
In prossimità dei centri urbani, il visitatore entra in un’altra dimensione :
quella delle distese a perdita d’occhio. Un universo abitato dalla foresta che, a
seconda delle stagioni, permette di vivere in simbiosi con la natura. Il Québec
diventa il luogo d’incontro per gli amanti della villeggiatura e dei grandi spazi
per praticare attività all’aperto. In primavera, in estate, in autunno o in inverno,
il soggiorno in una riserva naturale diventa uno dei modi migliori per scoprire e
comprendere il legame unico che unisce i Quebecchesi alla natura.
MUSICA
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TEATRO ALLE TESE
(Venezia)
© Jean Radel
11 OTTOBRE
Ore 20:00
www.labiennale.org
JEAN-MICHAËL LAVOIE
« RYTHMES ET ÉCHOS
DES RIVAGES ANTICOSTIENS »
DEL COMPOSITORE DENYS BOULIANE AL FESTIVAL
INTERNAZIONALE DI MUSICA CONTEMPORANEA
DELLA BIENNALE DI VENEZIA. DIRIGE L’ENSEMBLE
INTERCONTEMPORAIN IL MAESTRO JEAN-MICHAËL LAVOIE.
In programma dal 20 settembre al 12 ottobre, il 58° Festival Internazionale di
Musica contemporanea della Biennale di Venezia. Diretto da Ivan Fedele, il
Festival ha come titolo « Limes » e suggerisce musiche e sonorità lontane sia
nello spazio che nel tempo. Vi prenderà parte l’Ensemble intercontemporain,
formazione musicale francese di grande fama in Europa e nel mondo per la sua
eccellenza nell’interpretare i compositori di musica contemporanea. In occasione
della Biennale Musica di Venezia 2014, la formazione è diretta dal Maestro
quebecchese Jean-Michaël Lavoie e propone un programma di grande interesse
con alcuni compositori in forte ascesa e provenienti da Israele, Repubblica Ceca,
Giappone, Ungheria e Canada, con l’opera del compositore quebecchese Denys
Bouliane, « Ryhtmes et échos des rivages anticostiens »; una visionaria
ricostruzione della musica dei propri antenati, immaginati sulle sponde dell’Isola
di Anticosti (in Québec).
Jean-Michaël Lavoie è un giovane maestro d’orchestra del Québec la cui
carriera internazionale è ormai consolidata. Assistente Maestro dell’Ensemble
intercontemporain dal 2008 al 2010, Lavoie ha lavorato a stretto contatto con
Pierre Boulez, particolarmente all’Académie du Festival de Lucerne. L’esperienza
accumulata gli ha permesso di sviluppare importanti collaborazioni con l’Orchestre
Philarmonique di Radio France, il Klangforum Wien, l’Ensemble Moderne,
l’Ensemble Resonanz et l’Israel Contemporary Players. Nel 2010 è stato invitato
nuovamente a dirigere l’Ensemble intercontemporain per la creazione francese
della nuova versione di Metropolis del compositore Martin Matalon.
Nel 2011, Lavoie debutta alla Scala di Milano dirigendo con Susanna Mälkki
la creazione di Quartett del compositore italiano Luca Francesconi. Nel 2012
collabora alla ripresa dell’opera nell’ambito della Wiener Festwochen. I suoi
ultimi concerti confermano la sua collaborazione con l’Orchestre Philharmonique
de Radio France, registrando per France Musique varie Alla Breve. Inoltre,
nell’ambito della sua residenza presso la Los Angeles Philharmonic, debutta alla
Walt Disney Hall nella programmazione contemporanea di Green Umbrella. JeanMichaël Lavoie ha debuttato con le orchestre sinfoniche con la BBC National
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Orchestra of Wales, la Toronto Symphony Orchestra, l’Orchestre symphonique
de Montréal ed la Philharmonie de Berlin ed è stato invitato alla Biennale de
Salzbourg.
Nella stagione 2013-2014, Lavoie ha collaborato con la Deutsche Radio
Philharmonie Saarbrücken-Kaiserlautern, SWR Sinfonieorchester Freiburg,
l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg, Aarhus Symphony Orchestra e la
Edmonton Symphony Orchestra. Inoltre, ha debuttato all’Opéra de Lyon con Der
Kaiser von Atlantise e all’Opéra di Bordeaux con la nuova creazione di Christian
Lauba, La Lettre des Sables. Nella prossima stagione, debutterà con l’Orchestre
Philharmonique de Strasbourg e proseguirà le sue collaborazioni con l’Ensemble
intercontemporain, la Los Angeles Philharmonic e la BBC Symphony Orchestra.
DENYS BOULIANE
si avvicina
alla musica durante l’adolescenza come
chitarrista in un gruppo rock per poi
intraprendere i suoi studi musicali presso
la Facoltà di Musica dell’Università Laval
(Città di Québec) dove studierà, tra l’altro,
pianoforte e violino. Ottiene nel 1979 un
Master in composizione ed intraprende un
percorso di perfezionamento presso i Cours
internationaux de Darmstadt per poi stabilirsi
a Cologna. Dal 1980 al 1985 sarà l’allievo del
Maestro György Ligeti alla Hochschule für
Musik di Amburgo e proseguirà la sua carriera
tra la Germania e il Canada.
DENYS BOULIANE
Bouliane è uno dei compositori canadesi di maggior fama internazionale : da oltre
due decenni, la sua musica è eseguita nei festival più noti e prestigiosi e le sue
opere sono eseguite regolarmente in Europa e in Nord America dalle più brillanti
formazioni musicali, con importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Molto attivo come pedagogo, maestro d’orchestra e organizzatore di eventi
musicali di prestigio, dal 1995 Bouliane è docente di composizione all’Università
McGill di Montréal e ne dirige l’Ensemble di musica contemporanea. Ha
collaborato inoltre con il regista quebecchese Denis Marleau, scrivendo le
musiche per la pièce Woyzeck di Büchner (Théâtre National de Belgique e Centre
dramatique Hainnuyer, 1993) e per Lulu di Wedekind (Théâtre du Nouveau Monde
a Montréal,1995-96).
Lo stile musicale di Bouliane è stato definito dal musicologo tedesco Peter Niklas
Wilson come « musica del realismo magico, gioco critico virtuoso che si spinge
quasi fino alla mistificazione stilistica seguendo le tracce di Jorge-Luis Borges,
Italo Calvino e Boris Vian ». Denys Bouliane è uno dei compositori quebecchesi
che maggiormente si è interrogato sulla diversità culturale. Formato nella
tradizione europea e allievo di Ligeti, Bouliane rimane intimamente conscio della
sua appartenenza al continente americano, con tutta la freschezza e i paradossi
che ne derivano.
DANZA
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TEATRO ELISEO
(Via Nazionale, 183 - Roma)
© Denis Farley
IL 18 E 19 OTTOBRE
www.romaeuropa.net
USUALLY BEAUTY FAILS
UNA PRIMA NAZIONALE
DI FRÉDÉRICK GRAVEL
AL ROMAEUROPA FESTIVAL
Astro nascente della danza canadese e quebecchese, Frédérick Gravel
- per la prima volta in Italia a Romaeuropa - con « Usually Beauty Fails »,
un potente omaggio coreografico e musicale all’universo della bellezza,
tra seduzione, vulnerabilità e ironia. Coreografo, danzatore, regista,
chitarrista, cantante, Gravel è un vero rappresentante della scena di
Montréal. Con la sua compagnia di danzatori e musicisti ad alta pressione
mescola infatti generi e stili, regalando uno spessore intellettuale alla
danza, in un tracciato aperto da altre compagnie quebecchesi quali i La
La La Human Steps e la Compagnie Marie Chouinard. La cifra pop dei
suoi lavori - che definisce concerti coreografici per la presenza in scena di
musicisti tra cui Gravel stesso che si alterna tra danza, chitarra e voce - è
nel giocare con lo spirito del nostro tempo, mescolando poesia e luoghi
comuni, la cultura popolare e quella dominante. Il suo linguaggio è fatto di
intensità fisica, virtuosismo grezzo, energia che sprigiona dai movimenti di
ogni giorno, incorniciate in una colonna sonora di rock e pop con potenti
venature elettroniche. « Usually Beauty Fails » è una lucida esplorazione
dell’universo dell’amore, della bellezza e delle relazioni umane : ispirandosi
ai video musicali con il loro facile erotismo, Gravel esalta la visione frontale
dello spettacolo per creare un’atmosfera di sensualità e seduzione dove i
danzatori sono al tempo stesso provocatori e vulnerabili. Come in altri suoi
spettacoli, anche in quest’ultimo lavoro Gravel inserisce momenti parlati,
in cui si intrattiene sulla danza in modo informale creando una ambigua
complicità con il pubblico.
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›› concezione, direzione e coreografia Frédérick Gravel
›› con Frédérick Gravel, Vincent Lagault, Brianna Lombardo, Stéphane
Boucher, David-Albert Toth, Peter Trosztmer, Lucie Vigneault, Jamie Wright
›› compositori Stéphane Boucher, Philippe Brault
›› assistente artistica Ivana Milicevic
›› direttore prove Jamie Wright
›› luci Alexandre Pilon-Guay
›› direttore tecnico e di palco Alexandre Pilon-Guay
›› suono Jimmy Boury
›› produttore esecutivo Marie-Andrée Gougeon per Daniel Léveillé danse
›› co-produzione Danse Danse
›› in collaborazione con Place des Arts (Montréal), Rencontres
chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis (France), Moving
in November (Helsinki), Département de danse de l’Université du Québec
à Montréal, Société de la Place des Arts (Montréal), Circuit-Est centre
chorégraphique (Montréal), Centre Segal (Montréal)
›› con il sostegno del Conseil des arts et des lettres du Québec
›› Agenti George Skalkogiannis, Sarah De Ganck/Art Happens (Benelux)
Gravel beneficia del sostegno della compagnia Daniel Léveillé Danse nel quadro
del suo programma di sostegno alla produzione e alla diffusione.
Frédérick Gravel è membro di Circuit-Est centre chorégraphique (Montréal).
Il pezzo musicale « Something Chimes in Me », composto da Stéphane Boucher,
è gentile concessione delle Éditions Éloize.
IL ROMAEUROPA FESTIVAL
Nato nel 1986 e coronato da sempre crescenti successi, il Romaeuropa
Festival è ormai riconosciuto come il più importante festival italiano e il
Wall Street Journal lo ha indicato, nel 2006, come uno dei quattro top
festival in Europa. Romaeuropa Festival presenta al pubblico romano da
quasi 3 decenni il meglio della creazione artistica contemporanea e vanta
un pubblico di fedelissimi a cui si aggiungono ogni anno nuovi spettatori.
Una platea composita, come composita è l’offerta culturale del festival,
che abbatte le barriere tra cultura « alta » e « di massa », all’insegna dello
scambio, del connubio e dell’intreccio, tra culture e codici espressivi.
Ogni anno Europa, Asia, America, Oceania, Africa si incontrano nella
Capitale in una partitura spettacolare fatta di danza, teatro, musica,
cinema, incontri con gli artisti, arti visive e sfide tecnologiche. I suoni e
le espressioni artistiche di cinque continenti costruiscono un’esperienza
estetica intensa che distribuisce in un’articolata geografia di spazi il
piacere dello spettacolo per oltre due mesi.
Testo di Luca Del Fra
Per gentile concessione della Fondazione Romaeuropa
STUDI QUEBECCHESI
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PALAZZO HERCOLANI
SALA POETI
(Strada Maggiore, 45 - Bologna)
20 E 21 OTTOBRE
www3.lingue.unibo.it/cisq
SOPHIE BIENVENU
L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA OSPITA
IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
« LE BIEN-ÊTRE EN VILLE : ESPACES
URBAINS, LANGUES, CULTURES ET
SOCIÉTÉS. UNE VITRINE POUR LE QUÉBEC »
Organizzato dal Centro Interuniversitario di Studi Quebecchesi (CISQ)
in collaborazione con il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture
moderne dell’Università degli Studi di Bologna, il convegno « Le bien-être
en ville : espaces urbains, langues, cultures et sociétés. Une vitrine
pour le Québec » (Il benessere in città : spazi urbani, lingue, culture e
società. Una vetrina per il Québec) si pone l’obiettivo di indagare il tema
del benessere in città attraverso un approccio multidisciplinare.
© Jean-François Lemire
I partecipanti sono chiamati ad ispirarsi ad approcci teorici attuali,
adottando prospettive diverse che vadano dalla linguistica all’urbanistica,
dalla sociologia alla letteratura, dalla geografia all’analisi del discorso,
dalla traduzione allo studio del paesaggio. I lavori andranno pertanto
ampiamente aldilà dell’approccio medico-sociale suggerito dal titolo. Sarà
piuttosto sotto l’impulso dei paradigmi identitari che la tematica verrà
SOPHIE BIENVENU
ENDROIT
(Lieu)
DATE
Ore
www.courriel.com
affrontata. Lo studio del vivere insieme non può prescindere infatti dalle
questioni identitarie, dalle diversità linguistica, culturale e sociale che
arricchiscono e fanno pulsare il cuore della società. Le città contemporanee
sono spazi chiamati ad affrontare sfide e rinnovare dinamiche al fine di
elaborare nuove forme di condivisione, inclusione e solidarietà. Pensare
la città del futuro non implica quindi solo immaginarla come entità
pratica e intelligente, ma anche cercare e proporre nuove pratiche volte
ad avvicinare gli individui, laddove troppo spesso le solitudini tendono a
rendere più fragile il tessuto sociale.
Il convegno intende quindi analizzare tutte le forme espressive che
favoriscono la trasformazione della non-città (una sorta di non-luogo che si
incarna con traiettorie troppo individualiste e quindi antitetiche al progetto
di vivere insieme) in uno spazio al centro del quale evolva l’individuo che
cerca di creare delle relazioni, un’identità ed una storia (Marc Augé,
Tra i confini. Città, luoghi, interazioni, Mondadori, 2007). Seguendo un
metodo dialogico, i ricercatori ed esperti quebecchesi ed italiani si
incontreranno nell’arco di queste due giornate di lavori.
Segnaliamo tra i partecipanti provenienti dal Québec la scrittrice Sophie
Bienvenu, il cui intervento sarà incentrato sul tema « La città nel racconto,
sul grande schermo e in scena ». Francese di nascita, Sophie Bienvenu
si è stabilita in Québec nel 2001. In poco tempo ha ottenuto successo come
blogger e autrice di libri per ragazzi. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo
romanzo « Et au pire, on se mariera » (E alla peggio, ci sposeremo),
recentemente adattato per il grande schermo in Québec. L’autrice effettuerà
in seguito una tournée nelle università di Milano e Parma.
In occasione del convegno saranno altresì presentati gli Atti dei « Primi Stati
generali degli Studi quebecchesi in Italia e Prospettiva europea » che
furono ospitati dall’Università di Bologna nell’autunno 2012.
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ARTI CIRCENSI
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ROMA, BOLOGNA,
FIRENZE, PESARO,
MILANO E TORINO
© Cirque du Soleil
DAL 22 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE
www.cirquedusoleil.com
QUIDAM
IL CIRQUE DU SOLEIL PRESENTA
« QUIDAM » IN ITALIA
L’atteso e gradito ritorno del Cirque du Soleil in Italia
vedrà gli artisti di « Quidam » esibirsi in 25 spettacoli in
6 città italiane : dal 22 al 26 ottobre al Palalottomatica
di Roma, dal 30 ottobre al 2 novembre all’Unipol Arena
di Bologna, dal 6 al 9 novembre al Mandela Forum di
Firenze, dal 14 al 16 novembre all’Adriatic Arena di
Pesaro, dal 19 al 23 novembre al Mediolanum Forum di Milano e dal 17 al 30
novembre e al PalaAlpitour di Torino.
« Quidam » ha debuttato sotto il tendone nell’aprile 1996 a Montréal. Da
allora, la produzione ha visitato cinque continenti ed ha emozionato milioni
di persone. Nel dicembre 2010, « Quidam » ha intrapreso un nuovo viaggio :
presentare la stessa entusiasmante produzione nei palazzetti, partendo
dal Nord America. Il cast internazionale comprende 45 acrobati, musicisti,
cantanti e artisti di prima classe.
TRAMA
La giovane Zoé è annoiata; i suoi genitori, distanti e apatici, la
ignorano. La sua vita ha perso qualsiasi significato. Cercando di riempire il
vuoto della sua esistenza, scivola in un mondo immaginario - il mondo di
« Quidam » - dove incontra dei personaggi che la incoraggiano a liberare
la sua anima.
CIRQUE DU SOLEIL
Il Cirque du Soleil celebra quest’anno il suo 30° anniversario. Dai circa
20 artisti di strada di cui la compagnia era formata ai suoi inizi, la compagnia
quebecchese è oggi la società leader nel settore dell’intrattenimento. Il gruppo
conta 4.000 lavoratori, di cui oltre 1.200 artisti di oltre 50 nazionalità diverse.
Il Cirque du Soleil ha portato gioia e meraviglia a più di 100 milioni di spettatori
in oltre 300 città dei cinque continenti.
Per prenotazioni e maggiori informazioni
sulla tournée consultare :
www.livenation.it
ARTI DELLA TAVOLA
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CENTRO FIERE
LINGOTTO
(Via Nizza, 294 - Torino)
www.salonedelgusto.it
www.slowfoodfoundation.com/presidia
www.slowfoodmontreal.com
I SAPORI DEL QUÉBEC AL SALONE
DEL GUSTO E TERRA MADRE
Il Salone del Gusto e Terra Madre 2014 si svolge dal 23 al 27 ottobre nel Centro Fiere
Lingotto di Torino e prevede la presenza di oltre 1.000 espositori provenienti da più
di 130 paesi, 300 Presidi Slow Food, cuochi, agricoltori, pescatori, esperti, artigiani,
rappresentanti del mondo del vino e della gastronomia e le comunità del cibo di Terra
Madre. Organizzato da Slow Food, dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino,
con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali,
l’evento internazionale Salone del Gusto, quest’anno alla sua 10° edizione, si unisce
di nuovo all’incontro internazionale di Terra Madre, la rete mondiale di produttori di
piccola scala, che è ora al suo 10° anno.
I temi dell’edizione 2014 sono l’Arca del Gusto e l’agricoltura familiare. L’Arca,
lanciata proprio all’edizione del Salone nel 1996 per catalogare i prodotti a rischio,
è il progetto di Slow Food più rappresentativo per la tutela della biodiversità.
L’agricoltura familiare sale sul palcoscenico proprio nell’anno in cui questa viene
celebrata in tutto il mondo dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione
e l’Agricoltura (FAO). Ricordiamo infatti che nel novembre del 2013 a New York,
le Nazioni Unite hanno designato il 2014 « Anno Internazionale dell’Agricoltura
Familiare ». Questi temi sono inseriti nelle attività sia di Slow Food che di Terra
Madre. Ogni giorno saranno affrontati e coniugati insieme a tutta un’altra serie di
argomenti : la lotta alla fame nel mondo, la malnutrizione e la cattiva alimentazione,
l’educazione alimentare, il rapporto tra cibo e ambiente e il rispetto dei territori e
delle tradizioni.
Molteplici sono anche le realtà del Québec presenti al Salone che, con la loro
partecipazione all’evento, sostengono e valorizzano attivamente l’idea che il
prodotto alimentare locale, autentico e di qualità merita di essere più diffuso e
conosciuto. A Torino, sarà presente una delegazione di imprese quebecchesi del
settore agroalimentare con vari Convivia Slow Food del Québec.
DA SEGNALARE NELL’AMBITO DEI LABORATORI DEL GUSTO :
SALA B | SABATO 25 OTTOBRE alle ore 14:30
« FORMAGGI E BEVANDE DAL CANADA »
L’incredibile vastità del Canada si rispecchia non solo nella variegata ricchezza di territori
e climi, ma anche in un ventaglio di culture gastronomiche diverse, figlie delle successive
ondate migratorie dal XVI° secolo a oggi, che ne hanno plasmato le produzioni agroalimentari. Sotto la guida di Bobby Grégoire, quebecchese di Montréal, cuoco ed esperto
dell’enogastronomia canadese e responsabile del Convivium Slow Food di Montréal,
assaggerete cinque sorprendenti abbinamenti tra formaggi di differenti tipologie,
idromele, distillati d’acero, vini da dessert e il tipico cidre de glace, « sidro di ghiaccio »,
dell’Arca del Gusto di Slow Food, proveniente dal Québec ed da altre aree canadesi.
© Cirque du Soleil
DAL 23 AL 27 OTTOBRE
DANZA
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BOLOGNA
IL 25 E IL 26 OTTOBRE
BASSANO
DEL GRAPPA
© Alexandre Lampron
DAL 28 OTTOBRE AL 2 NOVEMBRE
www.genderbender.it
www.virginiebrunelle.com
www.operaestate.it
VIRGINIE BRUNELLE
VIRGINIE BRUNELLE AL
FESTIVAL GENDER BENDER DI BOLOGNA
E IN RESIDENZA A BASSANO DEL GRAPPA
Gender Bender è il festival internazionale che
presenta al pubblico italiano gli immaginari
prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle
nuove rappresentazioni del corpo, delle identità
di genere e di orientamento sessuale. Giunto alla
sua 12° dizione, questo festival interdisciplinare
vede quest’anno il ritorno in Italia della giovane
coreografa di Montréal Virginie Brunelle e della sua compagnia con lo
spettacolo « Complexe des genres » (Complesso dei generi).
Soffermandosi sulla definizione di sé negli schemi dei generi maschile
e femminile, « Complexe des genres » mostra gli uomini e le donne
intrappolati nelle proprie paure scontrarsi nel tentativo di affermare le loro
rispettive esistenze. Con una coreografia fisica, dagli accenti acrobatici e
carica di poesia, questo lavoro tratta della ricerca identitaria attraverso
le relazioni. Vi si percepisce il dubbio e la freddezza della perfezione
ossessiva, ma anche la speranza che gli uomini e le donne sapranno
evolvere, stimarsi e amare.
In seguito alla sua partecipazione al Festival Gender Bender, Virginie
Brunelle effettuerà una residenza coreografica con la sua compagnia dal
28 ottobre al 2 novembre al Centro per la Scena Contemporanea/Casa
della Danza di Bassano del Grappa ed il 31 ottobre presenterà al pubblico
la prima parte di un nuovo progetto coreografico che la compagnia sta
creando per il 2015.
L’Operaestate Festival rappresenta da anni un partner prezioso per il
Québec e nel quadro delle iniziative che legano Bassano del Grappa al
Québec, non possiamo non menzionare il progetto Migrant Bodies nato
dalla collaborazione tra il Comune di Bassano del Grappa/CSC Casa della
Danza (Italia), La Briqueterie - Centre de développement chorégraphique
du Val de Marne (Francia), Circuit-Est di Montréal (Québec), The Dance
Centre di Vancouver (British Columbia) e HIPP The Croatian Institute for
Dance and Movement di Zagabria (Croazia).
© Marie Philibert-Dubois
31
COMPLEXE DES GENRES
Migrant Bodies intende utilizzare strumenti artistici e culturali per aprire
una riflessione civile sulle migrazioni e gli impatti culturali e le differenze
che queste portano con sé, viste come fonti di valori e ricchezza sia per
le società europee che canadesi e quebecchesi. L’iniziativa prevede il
coinvolgimento di 16 artisti (6 coreografi/danzatori, 5 scrittori, 5 artisti visivi)
di tre paesi europei : Italia, Francia, Croazia e di due province canadesi :
il Québec e la British Columbia, che realizzeranno nell’arco di due anni,
un progetto di ricerca sulle migrazioni e gli impatti sociali e culturali che
le migrazioni generano nelle società locali, al fine di produrre opere che
verranno presentate nel 2015 in spazi teatrali e contesti di rilievo.
I coreografi partecipanti al progetto sono Ginelle Chagnon (Montréal),
Manuel Roque (Montréal), Cecile Prust (Parigi), Alessandro Sciarroni
(Bassano del Grappa), Su-Feh Lee (Vancouver), Jasna Vinovrski (Zagabria).
La ricerca sarà aperta alle più diverse possibilità : incontri con le comunità
locali, incontri con le comunità di immigrati, con le comunità di migranti,
report audio/video itineranti tra le città partner, una piattaforma web per
artisti e critici. Un simposio internazionale finale a Bassano del Grappa a
luglio 2015 e la messa on line della relazione finale sul progetto Migrant
Bodies che raccoglierà anche la documentazione delle esperienze, saranno
gli strumenti per valutare e diffondere i risultati finali del progetto,
sostenuto dal Programma Cultura 2007-13 della UE.
AFFARI PUBBLICI
32
CAMERA DEI DEPUTATI
(Roma)
29 OTTOBRE
www.festivaldelladiplomazia.eu
« DONNE E DIPLOMAZIA »,
L’ESPERIENZA DEL QUÉBEC
AL FESTIVAL DELLA DIPLOMAZIA
Come la diplomazia ha avuto origine dai tentativi di dare equilibrio al potere,
tra guerre e negoziati di pace, trattative segrete e grandi avvenimenti,
indipendentemente dalla sua essenza reale e dalle doti del negoziatore. È
intorno alle riflessioni su queste tematiche che nasce Diplomacy - Festival
della Diplomazia, quest’anno alla sua quinta edizione.
Il suo segretario generale, Giorgio Bartolomucci, ci conduce sapientemente
in un viaggio attraverso i diversi stili nazionali di condurre la politica
internazionale, le più significative iniziative diplomatiche, le forze e gli
interessi che hanno unito e separato le Nazioni. La chiave di lettura adottata
per questa edizione del Festival è « Prevenire i conflitti, elaborare soluzioni ».
©Agence Photo Consulat
Fotografo : Guillaume Simoneau
Il delegato del Québec a Roma, Amalia Daniela Renosto, è stata invitata
a prendere parte ad una sessione del Festival, dedicata al tema « Donne
e diplomazia ». Attraverso la sua partecipazione a questa sessione, la
dottoressa Renosto potrà non solo illustrare la sua personale esperienza a
contatto da anni con le istituzioni italiane e vaticane, ma anche e soprattutto
la peculiarità, la storia e i fondamenti giuridici delle relazioni internazionali
del Québec. Parlare di donne e diplomazia sarà inoltre una valida occasione
per parlare del ruolo della donna nella società quebecchese, considerato che
circa la metà degli uffici di rappresentanza del Governo del Québec all’estero
è diretto da donne.
Nell’autunno 2013, la metà degli uffici di rappresentanza del Québec all’estero era
diretto da donne.
LETTERATURA
33
ENDROIT
(Lieu)
DATE
Ore
© ICÉA
www.nuovaeditriceberti.it
ÉMILE OLLIVIER
« PASSAGGI » DI ÉMILE OLLIVIER
PUBBLICATO IN ITALIA
Si può vivere e sentirsi sempre di passaggio? La
domanda attraversa, sotterranea, le pagine di questo
romanzo, mentre i personaggi si avvicendano sulla
scena e intrecciano le loro storie : c’è Amédée, che
costruisce un veliero per sfuggire al degrado della sua
isola; Normand, costretto al gelo
di Montréal e partito
per Miami in cerca dell’ultimo sole; Amparo, che il
tempo ha reso senza radici, estranea alla sua stessa
terra; Leyda, che deve affrontare il distacco dal passato.
Vincitore del Grand Prix du Livre de Montréal,
« Passaggi » è il romanzo degli esili, al plurale, e
una riflessione sull’esistenza umana, intesa appunto
come passaggio : con una lingua ricca, colorata e densa d’immagini, Émile Ollivier
racconta la ferita e la speranza che si accompagna a ogni nuova partenza. Pubblicato
in Italia dalla Berti Editrice nell’ottima traduzione di Elena Pessini, e corredato da una
postfazione che è strumento prezioso per il lettore, il romanzo è l’opera di un autore
originale, che merita di essere conosciuto anche in Italia per le sue riflessioni sempre
attuali su esilio, trasformazioni sociali e scardinamento delle frontiere.
« Quebecchese il giorno, haitiano la notte ». È la definizione attraverso la quale Émile
Ollivier amava descriversi. Scrittore, sociologo, docente universitario, animatore
culturale, nasce ad Haiti nel 1940 e intraprende studi di sociologia dapprima nella
sua terra natale e successivamente a Parigi. Al ritorno in patria, Ollivier milita contro
il regime dittatoriale di François Duvalier e dopo un breve soggiorno in prigione, è
costretto all’esilio prima in Francia e poi, nel 1965, in quella che diverrà la sua patria
d’adozione : il Québec. A partire dagli anni settanta pubblica vari saggi, frutto della
sua attività di sociologo all’Università di Montréal, e si impegna per l’integrazione
degli immigrati. Molto attivo nella vita letteraria quebecchese, è autore di cinque
romanzi e due raccolte di racconti. Ollivier muore improvvisamente nel 2002, mentre
sta terminando il suo ultimo romanzo, « La Brûlerie ».
« Nel mondo ci sono due grandi razze di uomini : quelli che mettono radici, che si
tessono un destino minerale in un sogno di pietra, e quelli che credono di essere
polline. Amanti delle lunghe cavalcate, attraversano con il vento i grandi spazi.
Saltano su velieri di fortuna, imboccano sentieri aleatori, senza meta, senza percorsi
predeterminati. Normand apparteneva a questa razza. Amava gli spostamenti alla
cieca che avvengono su superfici illimitate, dove partenze e ritorni finiscono con il
confondersi... »
– Émile Ollivier
CINEMA
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CINEMA ODEON
(Piazza Strozzi - Firenze)
© Marlène Gélineau Payette
DAL 6 AL 11 NOVEMBRE
www.laboratorioimmaginedonna.it
MICHELINE LANCTÔT
RETROSPETTIVA MICHELINE LANCTÔT
AL 36° FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI CINEMA E DONNE DI FIRENZE
Il tema di quest’anno della 36° edizione del Festival Internazionale di Cinema
e Donne di Firenze è : « L’origine del mondo ». Un luogo metaforico e reale in
cui le registe si sentono « a casa », riconosciute nella loro novità e complessità
storico-geografica. Tra le numerose proposte del festival, il focus « L’energia
pensante del Nord, l’eccentricità culturale del Québec ». Ad illustrare
questa tematica, la regista quebecchese Micheline Lanctôt sarà presente
con tre dei suoi film più importanti, realizzati nel corso di una carriera segnata
da prestigiosi riconoscimenti, sia per le sue produzioni cinematografiche e
televisive che per il suo lavoro di attrice e straordinaria donna di cultura.
Dopo aver conseguito trent’anni fa il prestigioso Leone d’argento alla Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia con il suo secondo film « Sonatine »,
Micheline Lanctôt disse : « All’uscita di “Sonatine”, avevo ricevuto diverse
critiche negative, ma con registi del calibro di Antonioni in giuria (edizione
1984), questo riconoscimento mi incoraggiò a perseverare ». La carriera di
Micheline Lanctôt è sicuramente segnata da una forte determinazione, ma
soprattutto da una profonda passione nei confronti di quel cinema di qualità
e di riflessione che sa interrogare ed emozionare.
Micheline Lanctôt, la quale aveva iniziato la sua carriera interpretando
il ruolo da protagonista nel film di Gilles Carle « La vraie nature de
Bernadette » (in concorso a Cannes nel 1972), sarebbe tornata presto sulla
Croisette con il suo primo film da regista « L’Homme à tout faire » (Quinzaine
des Réalisateurs, 1980). Quarant’anni dopo, vi tornò di nuovo come attrice in
due film : « Sarah préfère la course » di Chloé Robichaud e nel magnifico
« The apprenticeship of Duddy Kravitz », in occacione di una retrospettiva
dedicata a Ted Kotcheff e presentata nella sezione Cannes Classics (2013).
Micheline Lanctôt ha appena terminato di girare il suo ultimo film, che
uscirà presto nelle sale. « Autrui » - questo il titolo - è la storia di Lucie, una
giovane donna introversa, fragile, senza ambizioni né progetti, che conduce
una vita discreta. Éloi, un senzatetto che ha notato mentre si reca al lavoro,
è in fin di vita a causa del freddo in un vicolo. Lo accoglie quindi a casa sua
per permettergli di riprendersi. Vi resterà per due mesi. La coabitazione sarà
dolorosa, ma a poco a poco la caritatevole cocciutaggine di Lucie ridarà a
© Marlène Gélineau Payette
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GENEVIÈVE BUJOLD E MICHELINE LANCTÔT
in « Pour l’amour de Dieu »
Éloi la sua umanità. « Autrui » è interpretato da Brigitte Pogonat nel ruolo
di Lucie con Robin Aubert nella parte di Éloi. Il film è prodotto da Reprise
Films. L’opera è molto attesa negli ambienti cinematografici.
In Québec, all’inizio dell’anno, Micheline Lanctôt è stata insignita del
Premio Jutra Hommage alla carriera nell’ambito del Gala Jutra 2014, un
riconoscimento nazionale di notevole prestigio.
La regista, che si è battuta per quarant’anni per potere fare i film che
desiderava, è stata molto impegnata sul fronte della difesa dei diritti d’autore
e della posizione della donna nell’ambiente del cinema. La sua presenza
al Festival Internazionale di Cinema e Donne di Firenze sarà senz’altro
un’occasione privilegiata per conoscere quest’artista e donna d’eccezione.
IN PROGRAMMA NELLA RETROSPETTIVA :
« Sonatine » (1984) : Il male di vivere e la seta d’amore di due adolescenti
come una partitura musicale.
« Deux Actrices » (1993) : Due sorelle che non si conoscono imparano ad
accettarsi. In parallello, le due attrici protagoniste di questa storia parlano
dei loro personaggi, si raccontano, soffermandosi sulle dissonanze tra la loro
vita reale e quella fittizia.
« Pour l’amour de Dieu » (2011) : Montréal, 1959. Nella classe di Suor
Cecilia, Leonie (11 anni) incontra Padre Malachy, un giovane prete Dominicano
in visita alla scuola. È amore a prima vista per questa giovane ragazza un
po’ speciale che si rifugia nella religione per evadere da una madre troppo
soffocante. Ma è amore a prima vista anche tra Suor Cecilia e Padre Malachy.
Tra l’amore umano e quello divino, quale dominerà?
CINEMA
36
INSTITUT FRANÇAISCENTRE SAINT-LOUIS
(Largo Toniolo 20-22 - Roma)
11 NOVEMBRE ALLE 21:00
12 NOVEMBRE ALLE 17:00
www.ifcsl.com
MONSIEUR LAZHAR
« MONSIEUR LAZHAR »
IN PROGRAMMA ALL’INSTITUT FRANÇAIS CENTRE SAINT-LOUIS
« Monsieur Lazhar », il pluripremiato lungometraggio del regista quebecchese
Philippe Falardeau, sarà proiettato all’Institut français-Centre Saint-Louis
nell’ambito della rassegna Cycle photo de classe (Ciclo foto di classe), in programma
dal 7 ottobre al 10 dicembre. I 10 film selezionati per la rassegna raccontano tutti
storie legate alla scuola come microcosmo delle nostre società.
« Monsieur Lazhar » è ambientato in una scuola primaria di Montréal, dove
un’insegnante muore tragicamente. Avendo letto la notizia sul giornale, Bachir
Lazhar, un immigrato algerino di 55 anni, si presenta nella scuola per offrirsi come
supplente. Appena assunto per sostituire la maestra scomparsa, Bachir si trova di
fronte ad un’istituzione in crisi, e questo mentre lui stesso è costretto ad affrontare
un dramma personale. Poco a poco Bachir impara a conoscere il gruppo di bambini,
tra i quali emergono Alice e Simon, due ragazzini svegli e particolarmente turbati
dalla morte della loro insegnante. Mentre la classe ritorna lentamente alla normalità,
nessuno nella scuola è a conoscenza del passato doloroso di Bachir; nessuno
sospetta che in qualsiasi momento potrebbe essere espulso dal paese. « Monsieur
Lazhar » è stato candidato agli Oscar del 2012 nella categoria Miglior Film Straniero
in rappresentanza del Canada e ha ricevuto numerosi premi prestigiosi, tra cui il
Premio Art Cinema all’Hamburg Film Festival 2011, il Premio Speciale della Giuria
al Namur Film Festival 2011, il Premio per il Miglior Film Canadese al Toronto
International Film Festival 2011 e il Premio del pubblico UPC all’International Film
Festival Rotterdam 2012.
Nel 2000 Philippe Falardeau ha diretto il suo primo lungometraggio, « La moitié
gauche du frigo » (La metà sinistra del frigo). Il film è stato un grande successo
in Québec e in Canada ed è stato presentato in numerosi festival in tutto il mondo
tra i quali Rotterdam, Parigi, Seattle, Vancouver e Montréal. Nel 2006, Philippe
Falardeau realizza « Congorama », una coproduzione franco-belga-canadese. Il suo
terzo film, « C’est pas moi, je le jure ! » (Non sono io, lo giuro!), è un adattamento
del romanzo di Bruno Hébert. Il film è uscito in anteprima mondiale al Festival di
Berlino nella sezione Generation, vincendo il prestigioso Orso di cristallo e il Premio
del Deutsche Kinderhilfswerk. Distribuito in più di 40 paesi, è stato nominato come
miglior film canadese all’Halifax Film Festival e ai Premi della Critica di Vancouver.
LETTERATURA
37
ENDROIT
(Lieu)
© Cyclopes
DATE
Ore
www.libreriagremese.it
JOCELYNE SAUCIER
« PIOVEVANO UCCELLI »
DI JOCELYNE SAUCIER
« L’autrice dimostra che l’amore, quanto la speranza e l’anelito di libertà, siano senza
età. Pura meraviglia. » Così ne parlava Voir Montréal, in occasione della sua uscita
in Québec nel 2011.
Luglio 1916. Nelle foreste dell’Ontario settentrionale le fiamme si levarono alte nel
cielo, in quello che sarà conosciuto come il Grande Fuoco di Matheson e che ingoierà
boschi, paesi e vite umane di quelle regioni. Decenni più tardi, una fotografa si
mette sulle tracce di un certo Boychuck, sopravvissuto al rogo e circondato da un
alone di mito e di mistero. Non riuscirà a incontrarlo - è appena morto - ma il suo
viaggio non sarà vano : conoscerà altri due reduci di quella tragedia, Tom e Charlie,
vecchi eremiti che da lungo tempo hanno scelto di vivere nella foresta, e poco
dopo incontrerà anche l’eterea Marie-Desneige, che ha ottantadue anni e tutte le
proprie facoltà intatte, nonostante abbia trascorso in manicomio gran parte della sua
esistenza. E ancora Bruno e Steve, affascinati dal meraviglioso isolamento nel quale
vive quella strana comunità, che neppure il pensiero della morte riesce a turbare.
Pubblicato in Italia da Gremese editore, « Piovevano uccelli » è un superbo
racconto di sopravvivenza e di fierezza, che emoziona fino alla fine e limpidamente
testimonia una grande verità : amore, speranza e anelito di libertà resistono a tutto,
all’assalto delle fiamme come a quello del tempo.
Jocelyne Saucier ha studiato scienze
politiche e giornalismo e il suo romanzo
« Piovevano uccelli » rappresenta il suo
quarto titolo. Questo romanzo ha vinto, tra
gli altri, il Premio dei Cinque Continenti della
Francofonia, il Premio Ringuet dell’Accadémie
des lettres du Québec, il Premio dei lettori
di Radio-Canada e il Premio France-Québec,
oltre ad essere stato finalista di vari altri premi
nazionali ed internazionali.
« Piovevano uccelli » ha conosciuto un forte
successo di critica e pubblico in tutto il mondo.
È stato tradotto in inglese ed in svedese e sarà
presto oggetto in Québec di un adattamento
cinematografico.
MUSICA LIRICA
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TEATRO ALLA SCALA
(Piazza della Scala - Milano)
© Julien Faugère
IL 23 E IL 25 NOVEMBRE
www.analekta.com
HÉLÈNE GUILMETTE
IL DEBUTTO ALLA SCALA
DI HÉLÈNE GUILMETTE
Per celebrare i 90 anni del Maestro Georges Prêtre, il Teatro alla Scala di Milano gli
affida la direzione dell’opera « Werther » di Jules Massenet in versione da concerto.
In programma il 23 e il 25 novembre, queste due rappresentazioni segneranno il
debutto al prestigioso teatro scaligero del soprano quebecchese Hélène Guilmette
nel ruolo di Sophie, a fianco di un cast internazionale d’eccezione tra cui Béatrice
Uria Monzon nel ruolo di Charlotte e Roberto Alagna in Werther.
Guilmette ha già interpretato Sophie nel « Werther » di Massenet al Teatro dell’Opera
di Parigi all’inizio di quest’anno, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.
Lo testimoniano queste parole di Pierre-Emmanuel Lephay su Forumopera.com :
« Ma la vera rivelazione della serata fu per noi la Sophie dell’eccezionale Hélène
Guilmette. Il timbro superbo e soprattutto, incarnazione magistrale ci hanno
entusiasmato. Hélène Guilmette è in grado infatti di conferire una profondità
straordinaria al suo personaggio. In una parola : indimenticabile. Chapeau Madame.
Un nome da seguire ».
Laureata in didattica musicale e pianoforte presso l’Università Laval (Québec),
Hélène Guilmette ha inoltre studiato canto con Marlena Malas a New York e
ha ricevuto il sostegno del Conseil des arts du Canada e del Conseil des arts
et lettres du Québec. Da quando ha ricevuto il suo secondo premio al celebre
concorso Reine Élisabeth de Belgique nel 2004, il soprano quebecchese conduce
una brillante carriera internazionale sia all’opera che nei concerti. Tra i suoi recenti
progetti, ricordiamo : l’interpretazione di Euridice nell’opera « Orfeo ed Euridice »
di Christoph Willibald Gluck al Maggio Musicale Fiorentino, « Stabat Mater » di
Francis Poulenc con l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il ruolo di Thérèse in « Les
Mamelles de Tirésias » di Francis Poulenc (all’Opéra de Lyon, all’Opéra comique de
Paris e con l’orchestra della BBC), l’interpretazione di Pamina ne « Il Flauto magico »
di Wolfgang Amadeus Mozart (a Bruxelles), Susanna ne « Le Nozze di Figaro » di
Wolfgang Amadeus Mozart (a Lille, a Montréal, a Montpellier e al Théâtre des
Champs Elysées a Parigi) e Constance e Blanche in « Les dialogues des Carmélites »
di Francis Poulenc (a Monaco, Toronto, Nizza e Lione).
Tra i prossimi ruoli segnaliamo : Hero in « Beatrice et Benedict » al Glyndebourne
Festival, Laoula in « L’Étoile » (al Covent Garden ed a Amsterdam), Belinda in « Dido
and Æneas » (al Carnegie Hall con Les Violons du Roy), Telaïre in « Castore e
Polluce » (a Tolosa) e Mélisande in « Pelléas et Mélisande » (a Lione).
Hélène Guilmette ha registrato con le etichette : Ambroisie, Harmonia Mundi,
Analekta e ATMA.
AFFARI PUBBLICI
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GEOPOLITIC
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www.geopolitica-rivista.org
A DICEMBRE, UN NUMERO
DI « GEOPOLITICA » PER I CINQUANT’ANNI
DI PRESENZA DEL QUÉBEC IN ITALIA
Nata nel dicembre 2011, Geopolitica è la rivista trimestrale pubblicata dall’Istituto
di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), associazione di promozione
sociale, riconosciuta come ente internazionalistico dal Ministero degli Affari
Esteri italiano dal 2013. Scopo della rivista è diffondere lo studio della geopolitica
e stimolare in Italia un ampio e de-ideologizzato dibattito sulla politica estera.
Diretta da Tiberio Graziani, Geopolitica dedica al Québec la prossima uscita del
suo supplemento Quaderno di Geopolitica (QdG) in occasione dell’imminente
cinquantesimo anniversario di presenza istituzionale del Québec in Italia che
celebreremo nel 2015.
L’anno 1965 segna una svolta importante sul piano delle relazioni internazionali del
Québec : il ministro dell’Istruzione del Québec, Paul Gérin-Lajoie, firma le prime
intese formali con la Francia e l’Italia. Incontra il Sottosegretario italiano agli Affari
esteri due mesi prima di pronunciare, davanti al corpo consolare di Montréal, un
discorso in cui espone l’idea che diverrà il pilastro della politica internazionale del
Québec e che viene ricordata come « Dottrina Gérin-Lajoie » : le competenze
interne di una provincia canadese vanno applicate a livello internazionale. Su
questa scia, il Primo ministro Jean Lesage inaugura nell’ottobre dello stesso anno
a Milano un Ufficio del Québec segnando in questo modo l’inizio di un rapporto
istituzionale fra il Governo del Québec e quello italiano. Cinquant’anni che hanno
visto i legami tra l’Italia e il Québec crescere e diversificarsi andando ad includere :
relazioni politiche e parlamentari, cultura, economia, turismo, relazioni universitarie
e scambi scientifici.
In occasione della presentazione del numero di QdG dedicato al Québec, verrà altresì
resa pubblica la programmazione ufficiale delle celebrazioni dei cinquant’anni di
presenza istituzionale del Québec in Italia.
ARCHITETTURA/STORIA
40
MAXXI - MUSEO
NAZIONALE DELLE ARTI
DEL XXI° SECOLO
(Via Guido Reni, 4A - Roma)
DAL 19 DICEMBRE 2014
AL 3 MAGGIO 2015
www.fondazionemaxxi.it
www.cca.qc.ca
MAXXI
« ARCHITECTURE IN UNIFORM »,
DAL CENTRE CANADIEN D’ARCHITECTURE
DI MONTRÉAL AL MAXXI DI ROMA
La mostra « Architecture in Uniform », a cura di Jean-Louis Cohen al
MAXXI racconta attraverso più di 400 opere tra filmati, documenti originali,
riviste storiche, fotografie d’epoca e modellini, la storia di alcuni tra i più
interessanti progetti nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. In mostra
quindi le città in guerra, i progetti autarchici, il ruolo dell’industria, le
fortificazioni, il camouflage, fino all’immediato dopoguerra con i memoriali
e il riuso delle tecnologie militari.
La mostra propone un percorso tra i differenti scenari della guerra, mettendo
a confronto le esperienze di Francia, Inghilterra, Germania, Giappone,
Stati Uniti e Italia, con un approfondimento sulle importanti innovazioni e
scoperte nel campo della progettazione architettonica e della costruzione
ingegneristica.
Concepita e realizzata dal Centre Canadien d’Architecture di Montréal,
la mostra è adattata dalla Cité de l’Architecture et du patrimoine a Parigi e
dal MAXXI per la presentazione a Roma.
Il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI° secolo è il primo museo
italiano dedicato alla creatività contemporanea. È una grande opera
architettonica, dalle forme innovative e spettacolari, progettata da Zaha
Hadid. Pensato come un grande campus per la cultura, il MAXXI è stato
inaugurato nel 2010. Produce e ospita mostre di arte e architettura, progetti
di design, fotografia, moda, rassegne cinematografiche e performance di
teatro e danza.
Basato a Montréal, il Centre Canadien d’Architecture (CCA) è un
centro internazionale di ricerca e un museo fondato nel 1979 da Phyllis
Lambert, con la convinzione che l’architettura fosse d’interesse pubblico.
Forte delle sue ampie collezioni, delle sue mostre, dei suoi programmi e del
sostegno alla ricerca, il CCA è oggi capofila nell’accrescimento del sapere,
nella conoscenza e nell’arricchimento d’idee e
dibattiti sull’architettura, la sua storia, la sua
teoria, la sua pratica e il suo ruolo nella società.
MAXXI
ARTI CIRCENSI
41
PICCOLO TEATRO
STREHLER
(Largo Greppi, 1 - Milano)
© Viviana Cangialosi
DAL 27 DICEMBRE
ALL’11 GENNAIO
www.piccoloteatro.org
LA VERITÀ
« LA VERITÀ » DELLA COMPAGNIA
FINZI PASCA AL PICCOLO TEATRO
STREHLER DI MILANO
Co-prodotto da Place des Arts di Montréal e dalla Compagnia Finzi Pasca,
« La Verità » nasce nel 2011 con la scoperta, nel deposito di un teatro, di
un telone chiuso in una cassa di legno. Si tratta di un pezzo unico e raro,
uno dei teloni dipinti da Salvador Dalí negli anni quaranta a New York per
la sua versione di « Tristano e Isotta ».
Una telefonata, la proposta di utilizzare questo fondale di Dalì in uno
spettacolo e il desiderio di un nuovo spettacolo acrobatico. Questi gli
ingredienti con cui Daniele Finzi Pasca, regista e autore dello spettacolo,
e sua moglie Julie Hamelin Finzi, direttrice creativa e produttrice, danno
vita a « La Verità ».
« La verité est tout ce qu’on a rêvé, qu’on a vécu, qu’on a inventé, tout
ce qui fait partie de notre mémoire. » (La verità è tutto ciò che abbiamo
sognato, vissuto, inventato, tutto quello che fa parte della nostra memoria)
È in questo appunto scritto dalla moglie che Daniele Finzi Pasca trova
il senso del titolo. Insieme decidono di abbinare l’acrobazia, il teatro, la
danza e la musica, con la presenza di 13 artisti riuniti intorno al gigantesco
fondale originale dipinto da Salvador Dalí.
© Viviana Cangialosi
Il pubblico si trova avvolto nell’atmosfera di una storia surreale di « mani
con dita lunghissime, ombre che deformano le proporzioni, rosso sangue,
bianco, il blu del mantello di Maria, scale sospese nel vuoto, equilibri
impossibili, corpi che si dislocano, piume e paillettes come se la storia
prendesse vita in un vaudeville decadente con un direttore che cerca idee
per risollevare le sorti della baracca ».
PROMOTORE
Delegazione del Québec a Roma
CON IL SOSTEGNO DI
Ministère de la Culture et des Communications du Québec
Ministère des Relations Internationales et de la Francophonie du Québec
Conseil des arts et des lettres du Québec
Société de développement des entreprises culturelles du Québec
E LA COLLABORAZIONE DI
Association internationale des études québécoises
Tourisme Québec
BROCHURE REALIZZATA GRAZIE
AL CONTRIBUTO DI
Ministère de la Culture et des Communications du Québec
Ministère des Relations Internationales et de la Francophonie du Québec
Programma soggetto a variazioni.
Consultare il seguente sito per la versione aggiornata :
www.orizzontequebec.com
RINGRAZIAMENTI
DIFFUSORI E PARTNER ITALIANI
Associazione Culturale Plana • Centro Interuniversitari di Studi Quebecchesi
• CSD/Casa della Danza Bassano del Grappa • Digital Life • Festival della
Diplomazia • Festival Gender Bender • Festival Pordenonelegge • Festival
Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia • Good
Films • Gremese Editore • Il Saggiatore • Institut Français-Centre SaintLouis • Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie • Laboratorio
Immagine Donna • Live Nation • MAXXI – Museo nazionale delle arti
del XXI° secolo • Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di
Venezia • Nottetempo • Nuova Editrice Berti • Officine Ubu • Operaestate
Festival Veneto • Piccolo Teatro Strehler • Rassegna Internazionale del
Cinema Archeologico • Romaeuropa Festival • Salone del Gusto e Terra
Madre • Teatro alla Scala • Teatro Eliseo • Torino Spiritualità • TTG
Incontri • Università degli Studi di Bologna
Un ringraziamento particolare a tutti gli artisti,
artigiani, compagnie e participanti quebecchesi
coinvolti.
2014
IX° BIENNALE ORIZZONTE QUÉBEC
SETTEMBRE -DICEMBRE
Delegazione del Québec a Roma
Via Quattro Fontane, 16
Interno 5
00184 Roma
Tel.: +39 06 42034501
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