Gazzettino 17-04-2010

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> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
ANNO XXX • N. 13 • GIARRE, SABATO 17 APRILE 2010 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
Adesso vediamo chi paga…
Per l’Ospedale “S. Giovanni di Dio e S. Isidoro” del Distretto sanitario di Giarre è il momento
della ricerca delle responsabilità. L’improvviso risveglio degli amministratori, casualmente,
cammina fianco a fianco con l’arrivo della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli
errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali
foto Di Guardo
Q
uando si dice il caso…
Dopo tantissimi anni,
durante i quali è stato
più facile trovare il Mostro di Loch Ness che
passeggiava in piazza
Duomo, piuttosto che registrare un qualsiasi intervento di un qualsiasi amministratore, arriva il momento del panico.
Sull’Ospedale “S. Giovanni di Dio e S.
Isidoro” del Distretto sanitario di Giarre,
mentre si attende di sapere quali siano le
reali intenzioni della politica, in merito a
posti letto, reparti personale e dotazioni
(Ossia, per intenderci, quale sarà il riscontro reale ai numeri promessi…), si
focalizzano attenzioni interessanti. Sono
quelle della Commissione parlamentare
d’inchiesta sugli errori in campo sanitario
e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, guidata da Leoluca Orlando, che comincerà a “fare le pulci” (gergo poco tecnico ma efficace dal punto di vista dell’azione che si porta avanti…) al Nosocomio giarrese.
Un arrivo salutato, com’è normale,
da sentimenti contrastanti. Se i cittadini,
le associazioni, i soggetti che si sono battuti per la difesa del diritto alla salute, accolgono con grande soddisfazione questa
“attenzione”, per altri scatta la sindrome
di “panico da tartaruga”. Chi, confidando
nella acquiescenza pubblica, ha lasciato
depredare, con manovre politiche più o
meno occulte, in tempi più o meno recenti, il “S. Giovanni di Dio e S. Isidoro” di
reparti, specialità, personale ed attrezzature, adesso è nel panico. Panico politico,
perché i cittadini hanno cominciato a
pensare con la propria testa. Panico amministrativo, perché dovranno rendere
conto della loro “assenza”. E così, loro
malgrado, sono costretti ad uscire allo
scoperto. E, non essendo abituati a farlo,
sbagliano tempi, modi, forme e contenuti
di queste performance.
Se la conferenza stampa indetta dal
Sindaco di Giarre, Teresa Sodano, e dalla
Commissione sull’Ospedale, rientra in
questa categoria di “risvegli tardivi”, lasciamo giudicare ai lettori. L’enfasi con
cui il Primo cittadino di Giarre ha “riba-
dito con forza come l’attribuzione dei posti letto sia un grande segnale di forza
dell’Amministrazione comunale, della
Commissione sull’ospedale e dei sindaci
del Distretto sanitario n. 17. In questi anni è stato acceso un faro sul nostro ospedale, evitando che la struttura sanitaria
diventasse una casa della salute e cioè un
poliambulatorio. E invece, grazie all’azione politica esercitata in questi anni,
supportata anche da azioni clamorose
come la richiesta di rimuovere dal suo incarico il precedente direttore generale
dell’Asl, Antonio Scavone, o avere impedito con un massiccia presenza in ospedale la dismissione della Tac, è stato ottenuto un grande risultato. A fronte degli
attuali 60 posti letto, vengono invece
concessi per decreto quasi 120 posti letto, salvaguardando anche i posti per acuti. L’ospedale S. Isidoro – ha sottolineato
il primo cittadino giarrese – ha l’occasione di diventare una struttura di riferimento, mantenendo la sua fisionomia medica. Non è stato ancora divulgato l’atto
aziendale, ma, secondo indiscrezioni,
Nell’attesa…
solo abbandono
San Pietro Clarenza:
un paese con pochi servizi
agli anziani e tante
domande che rimangono
senza risposta
per il S.Isidoro è prevista l’attivazione
dei reparti di Neurologia, Cardilogia,
Medicina, Riabilitazione e Geriatria.
Quanto al Pronto soccorso, sulla scorta
di quanto promesso dall’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, è stato
ottenuto un significativo potenziamento
del personale con la concessione di due
nuove unità mediche. Una è già arrivata,
la seconda giungerà a breve attingendo
dalla graduatoria interna”.
A fronte di queste parole coraggiose,
piene di orgoglio e della consapevolezza
di aver fatto, fino in fondo, il proprio dovere di Sindaco, strenuo difensore dei diritti dei cittadini, se portassimo il cappello saremmo davvero in dovere non solo
di togliercelo ma, addirittura, di lanciarlo
in aria per la gioia. Parole da scolpire nel
marmo, per lasciarle ad imperitura memoria. Senza dimenticare quelle offerte
dal presidente della Commissione consiliare per l’Ospedale, Fabio Di Maria che
ha “rimarcato il successo ottenuto in questi sette anni di lavoro dalla Commissione che, con il supporto del sindaco Sodano, si è intestata numerose battaglie per
la salvaguardia del nosocomio. Secondo
Di Maria, che ha espresso la propria
soddisfazione, «il numero dei posti letto
assegnati è certamente un importante
traguardo. E’ un impegno sulla carta al
quale dovranno seguire fatti concreti. La
Commissione continuerà a lottare confermando la vigilanza sulla riorganizzazione dei reparti. Abbiamo già preso atto
con soddisfazione della buona rimodulazione del Pronto soccorso, intendendolo
come una risposta concreta alle nostre
costanti sollecitazioni»”.
Davanti a siffatta, strenua lotta a noi
poveri cronisti non resta che fare quello
che abbiamo sempre fatto. Continuiamo a
porre domande. Perché, visto che l’Ospedale è ancora lì, dobbiamo fare di tutto
per salvaguardarlo. E salvaguardia vuol
dire chiedere il buon funzionamento della
struttura. Studenti, cittadini, la Rete delle
associazioni si sono mobilitate in piazza
per fare sentire la voce di chi vuole difendere “coi fatti” l’ospedale. Ed hanno reso
un grande servizio a noi tutti, utenti del
Distretto sanitario di Giarre. E noi, armati
di carta e penna, andiamo in giro a verificare cosa non funziona. Per esempio, lo
sapete che presso il servizio di Fisochinesiterapia si sarebbe riscontrato che non
esiste un solo apparecchio “laser” degno
di tale nome? Come abbiamo avuto modo
San Pietro Clarenza, pur essendoci le leggi, forse è uno dei pochi paesi dove gli anziani
sono poco assistiti, tra mancanza di strutture e
di servizi. E dire che, nella cittadina, vi sono
stati degli ultracentenari: Alfio Schillaci, morto
a 102 anni, Faustina Randisi, deceduta a 105
anni. Da anni, manca un centro d’incontro per
gli anziani, come riportato dalla stampa fin da
maggio del 2002, ma ad oggi nulla è stato fatto. Solo incredibili promesse. Ma l’anno appena trascorso, forse, nel brutto è stato il peggiore. Da 15 mesi (febbraio 2009) è stata sospesa l’assistenza domiciliare.
Niente gita soggiorno per gli anziani, niente lavoro alternativo. Cosa grave, è che nei vari capitoli vi sono delle somme accantonate,
non utilizzate. Gli anziani si chiedono perché i
servizi non partono? Noi, come pubblicato da
queste colonne, rifacciamo una cronistoria di
come ha operato l’assessorato ai Servizi sociali, diretto da Maria Grazia Santonocito.
Il 27 maggio 2009, la Commissione anziani, presente l’assessore Santonocito, all’unanimità approvava il Regolamento del servizio
assistenza domiciliare e la gita soggiorno anziani, che veniva inserito nell’ordine del giorno
di seduta del Consiglio comunale dell’otto ottobre ma, ad inizio seduta, i due punti venivano ritirati, su richiesta dell’assessore Santonocito, che asseriva che né lei, né il suo ufficio
erano in grado di sapere quale regolamento
della Regione Siciliana dovevano applicare.
Molti furono i dubbi, le perplessità ed i sospetti
sul ritiro dei punti, in quanto la legge regionale
esiste da tanti anni. I due punti furono approvati il 24 novembre 2009, ma ancora nulla è
stato fatto per gli anziani clarentini. Solo alcune serate di ballo e pizza, presso il caseggiato
Mannino; alcune serate con Pippo Barone al
teatro Grotta Smeralda; qualche piccola gita
fuori porta invitati da altre Amministrazioni comunali.
Agli anziani è stata data in uso una piccola, lurida stanzetta presso il caseggiato Mannino, senza servizi igienici e pulizia. Stante questi ritardi, e il poco rispetto per i capelli bianchi,
attraverso queste colonne gli anziani chiedono al signor Sindaco, Enzo Santonocito, al
presidente del Consiglio comunale, Orazio
Corrado Petralia
Michele Milazzo
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giarre
N. 1 3 • sa bato 1 7 aprile 201 0
di Giarre
Per un barlume di orgoglio
L’arrivo dell’atteso finanziamento per il Contratto di
quartiere porterà alla rinascita del teatro “nuovo”?
È quello che si augurano i cittadini
T
erra di incompiute, di occasioni perdute, di tristi monumenti allo spreco.
Giarre, spesso non a torto, è stata dipinta così, soprattutto da coloro i
quali sono soliti cercare segni di riscatto, o meno, nella sorte dei principali edifici e strutture pubbliche della città. Una delle “storiche” opere incompiute è il Teatro sito nell’omonima via, alle spalle del corso Italia, una delle
due arterie principali del tessuto urbano. Uno dei
nostri monumenti principe che hanno regalato a
Giarre il poco invidiabile titolo di “capitale delle incompiute”. Da cittadini non abbiamo davvero nulla
di cui andare orgogliosi, ma abbiamo visto che c’è
pure chi sta costruendo immagini e fortune su questa etichetta. Video-interviste, programmi web,
gruppi dedicati su Facebook, fino ad arrivare all’idea di un circuito turistico nelle incompiute cittadine. Piuttosto che riflettere sul ritorno negativo che
Giarre avrà da queste manovre e “genialate alternative”, molti applaudono all’idea, addirittura vedendoci la possibilità di portare turismo sul territorio.
In questo ambito si inserisce, finalmente, una
buona notizia. È arrivato l’atteso sblocco per il
“Contratto di quartiere”, che riguarderà tutta la zona
del Carmine e ruota soprattutto attorno al completamento e alla ristrutturazione del Teatro. La cifra è
intorno ai 6 milioni di euro, ed è facile immaginare
l’indotto e le ricadute positive che dovrebbero arrivare al momento del via libera ai lavori. Un comunicato stampa sintetizza bene la lunga storia del Teatro, che è arrivato a costare l’equivalente di 4 milioni di euro, pagati dai cittadini. L’idea del teatro nuovo nasce nel 1952, con il Consiglio comunale che
approva il progetto per un avveniristico complesso
teatrale: tre cinema, due arene e il glorioso teatro
“Rex”. Passano quarant’anni e, di finanziamento di
finanziamento, l’opera prende forma ma, come è
L’orgoglio della Nazionale
S
oddisfazione, orgoglio, magari un
pizzico di emozione, assieme all’inevitabile peso della responsabilità.
Per Antonio Mavilia e Giovanni Tomarchio, cintura nera 5° Dan, la convocazione al Campionato mondiale di Judo Kata
è solo l’ultimo, in ordine di tempo, prestigioso traguardo tagliato nella propria carriera sportiva. Appartenenti alla “Judo
Club G. Bonfiglio” di Giarre, i due atleti
andranno a rappresentare l’Italia ai Campionati Mondiali che si terranno a Budapest, in Ungheria, il 25 e 26 maggio prossimo. L’importanza di questa convocazione è anche ampiamente testimoniata
dai requisiti voluti dal responsabile nazionale, M° Stefano Stefanel: sono stati convocati soltanto atleti che hanno conquista-
successo per tantissime altre opere pubbliche negli
anni degli sprechi, finiscono i soldi dalla Regione e
tutto si ferma. Si arriva ad affrontare l’argomento in
tantissime occasioni, soprattutto per attaccare un
partito politico o un altro, per fare campagna elettorale o per regalare promesse che già si sanno impossibili da mantenere. Fino ad arrivare al Contratto di
quartiere. Presentato nel corso della prima sindacatura Sodano, trova finalmente il via libera per i finanziamenti.
Il sindaco di Giarre, Teresa Sodano, ha parlato
di «ristrutturazione del teatro, che si inserisce nel
restyling generale del quartiere, e consentirà di catalizzare tutte quelle iniziative imprenditoriali e sociali che integrano l’offerta culturale. Il progetto
prevede la realizzazione di un laboratorio teatrale,
per l’esplorazione di modalità comunicative più
ricche e autentiche, attraverso la realizzazione di
corsi di propedeutica al teatro, di natura fisica e pedagogica, che puntano a promuovere la comunicazione intesa come interazione, reciprocità e partecipazione attiva. Il completamento del teatro consentirà di trasformare la più grande incompiuta giarrese in un luogo di aggregazione, socializzazione e
integrazione sociale».
In attesa che inizino i lavori, è normale che lo
sguardo vada oltre la struttura del Teatro, fermandosi sulla realtà che circonda la zona. Gli alloggi popolari di via Carducci, ridotti in uno stato pietoso, ci
ricordano che a Giarre esiste una emergenza abitativa, che mette a dura prova la dignità delle persone e
il loro diritto alla casa. Il verde pubblico, nelle due
aiuole spartitraffico, è ridotto a discarica. La zona
non è dotata di illuminazione sufficiente, e diventa a
rischio nelle ore serali, soprattutto perché gli scippi
sono favoriti dalla penombra. È tutta la zona che
aspetta i soldi del Contratto di quartiere per risorgere, non soltanto la struttura del Teatro. Infatti, non
dobbiamo dimenticare che siamo nel cuore di Giarre, in una popolosa parrocchia, che ha nell’ufficio
postale uno dei servizi pubblici essenziali per un vasto territorio, con il liceo Classico che rappresenta
un polo di attrazione per l’istruzione e, nei fine settimana, piazza S. Francesco è luogo di ritrovo per i
giovani. Davanti a questa situazione generale l’augurio di tutti i cittadini è che i finanziamenti, a lungo attesi, per il Teatro siano la molla che faccia scattare l’orgoglio di tutti e crei i presupposti per una rinascita di Giarre.
Elisa Torrisi
Riceviamo e pubblichiamo
Novità per la Piscina di Giarre: con un contratto
di concessione alla Provincia Regionale
di Catania, da parte della Regione Siciliana che
ne detiene la proprietà, potrebbe arrivare il
completamento dell’impianto natatorio di Trepunti
to almeno una medaglia al
Campionato Italiano 2010
ed al Torneo Europeo 2010.
La notizia della convocazione è arrivata nella palestra di via Mascagni, sede
della “Judo Club G. Bonfiglio”, che si fregia della
“Stella Coni al merito sportivo”, alla vigilia di Pasqua,
provocando lo scontato ma
spontaneo entusiasmo di
tutti gli atleti, dai ragazzini
agli adulti, felici nel vedere
i “loro compagni” andare a
difendere i colori azzurri ai
Mondiali. La perfetta sintesi di questi sentimenti di orgoglio e soddisfazione si ritrova sul viso del presidente,
dott. Teodoro Argento, impegnato negli
allenamenti serali accanto agli allievi, che
diventa il primo tifoso dei “suoi” atleti.
A dare voce a questi sentimenti ci
pensa il M° Benemerito Lio Tomarchio:
«È una grande emozione per me vedere
una piccola associazione sportiva come
la nostra, nel tempo, conquistare con i
suoi atleti i podi nazionali, internazionali
e, oggi, la maglia azzurra, per rappresentare l’Italia ai Mondiali di Judo. Ma
adesso bisogna pensare a lavorare sodo
con i miei campioni. La gara è vicina!».
In bocca al lupo, ragazzi!
Un protocollo d’intesa tra la Provincia, la Regione ed il Comune di
Giarre, stabiliva già nel dicembre 2004 per l’intero immobile (compreso il Centro polifunzionale) la consegna dal Comune di Giarre alla
Provincia. La formalizzazione degli atti non è tuttavia avvenuta e per
la piscina non è mai arrivato il momento del suo completamento.
Adesso, dopo avere personalmente seguito l’intero iter procedurale
presso l’Assessorato regionale all’Economia, avendo acquisito la piena disponibilità del Presidente Giuseppe Castiglione a studiare ogni
possibile modalità per il suo completamento, una recente nota del
Ragioniere generale della Regione, annuncia l’avvio delle procedure
per la stipula di apposito contratto di Concessione a favore della Provincia. Una tribuna di circa settecento posti e due invasi, uno di mt
33,33x25,00 ed un altro di mt10,00x3,00 (con scopi di addestramento
e/o terapeutici), consentono al complesso, l’utilizzo anche per scopi
agonistici di pallanuoto.
Le misure dell’invaso, dal progetto alla sua realizzazione, sono
sempre state queste: mai nessuno ha pensato di costruire una vasca
olimpionica a Giarre ed è una pura leggenda metropolitana l’avere
realizzato “per errore tecnico” una piscina più corta di un metro, rispetto ai 50 occorrenti per quella olimpionica. È semplicemente un’altra tipologia, omologabile, con misure e standard diversi. L’opera è rimasta incompleta a causa dell’abbandono del cantiere, nel 1992, e
del successivo fallimento della Ditta Costruttrice “Ondaclear Spa” di
Roma.
Sono dell’avviso che dal “parco archeologico dell’incompiuto siciliano”, che pure apprezzo per la provocazione e gli stimoli culturali
che contiene, si possa escludere l’impianto di Trepunti che, in quanto
completabile, può essere restituito alla fruizione dell’intero comprensorio.
Laura Costa
Consigliere provinciale PD
Arch. Salvo Patané
da pag. 1 Nell’attesa... solo abbandono
Amantia, ed al Civico consesso nel suo complesso, di fare chiarezza con l’assessore Maria Grazia Santonocito e l’Ufficio Servizi sociali. In attesa, gli anziani, anche con il freddo, bivaccano seduti sui marciapiedi di piazza della Vittoria.
Sull’argomento abbiamo sentito l’assessore ai servizi sociali Maria Grazia Santonocito che dice: «Sull’assistenza
domiciliare stiamo controllando le 27 domande pervenute. La gita soggiorno per gli anziani sarà fatta nel mese di settembre, per il lavoro integrativo stiamo raccogliendo le istanze».
Inoltre, l’assessore fa sapere che il 16 maggio prossimo ci sarà una serata teatrale con Pippo Barone al teatro Grotta Smeralda, per circa 80 anziani.
Sulle dichiarazioni dell’assessore Santonocito ci sono da fare delle considerazioni, soprattutto in relazione all’assistenza domiciliare. Tenendo conto dei “finché vengono espletate le pratiche giunte in Comune”, e dei “finché viene fatta
la gara d’appalto”, è probabile che passerà tutto l’anno 2010.
Per la gita soggiorno ed il lavoro integrativo, invece, potrebbe finire come l’anno trascorso, vale a dire a niente.
Aspettiamo…
Ragazza
siciliana
Il cielo è sereno puoi riprendere
il tuo cammino….
sei una dolce ragazza siciliana.
La notte è lunga,
ma grazie ai colori che porti dentro,
diventa leggera.
I tuoi occhi sono grandi,
come i tuoi pensieri,
che abbracciano tutta la terra.
Sei una bella ragazza siciliana,
anche per questo la tua pelle
è sempre profumata.
Vito Cutuli
da pag. 1 Adesso vediamo...
di segnalare la scorsa settimana, la palestra è ridotta ad un
punto tale di degrado che lascia a dir poco sconcertati. Ma
qualcuno, ai vertici dell’Asp, può darci indicazioni su tempi e modalità di sistemazione? La stanza (e chiamiamola
così perché qualche nome dobbiamo pur darglielo…) della
marconiterapia si trova in un antibagno di pochi metri quadri, poco aerata, in quanto i due bagni antistanti sono persino sprovvisti di finestre esterne e di un necessario impianto
di aspirazione. I posti preposti alla marconiterapia sono 4,
di cui due a tunnel (funzionanti), uno non funzionante da
ben 2 anni, mentre il restante posto è a sedere. Non c’è un
impianto di aria condizionata, la fonte di luce è un lucernaio che in estate diventa fonte di luce accecante e di caldo
soffocante. Cari, baldi “lottatori” per i diritti dei cittadini,
la ritenete questa una battaglia “degna di pugna per lor signori”?
Una “leggenda”, non si sa quanto metropolitana, racconta invece di una situazione anomala per Otorino. Il primario del reparto è a Giarre. Punto di partenza. Ma, ad Acireale, ci sarebbe una figura uguale che, essendo Otorino a
Giarre, non avrebbe ragione di esserci. E come ti risolvo il
problema, visto che le due strutture, adesso, risulterebbero
funzionalmente accorpate? Cercando di “spodestare” il legittimo primario (di Giarre) e favorendo il “clone”. Come
attuare tutto questo? Beh, magari portando Otorino ad Acireale… Solo voci. Vediamo cosa ne penserà la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, su questa e su tante altre anomalie registrate tra Giarre ed Acireale. Anomalie, purtroppo, sfuggite ai “paladini” dell’Ospedale, assordati dal “fragor delle armi, dal cozzo di armati e
dal vocio lamentoso dei feriti”. Che peccato!
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di Giarre
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attualità
di Giarre
N. 13 • s aba to 17 apr ile 2010
Il governo dei due Martini
Il cambiamento politico-amministrativo e sociale sancì definitivamente la demanialità
dei maggiori centri urbani siciliani… “Per meglio comprendere la cesura unitaria”
N
el 1391, a seguito di
una congiura, Maria
di Sicilia – figlia di
Federico IV –, regina
titolare del regno di
Trinacria, sposò Martino il Giovane, nipote di Pietro IV
d’Aragona. I due coniugi giunsero nell’Isola nel 1392, accompagnati da Martino il Vecchio, duca di Montblanc, e
da una grossa spedizione militare, che
comprendeva numerosissimi nobili Catalani e Aragonesi, ritenuta necessaria
per la possibile resistenza dei Quattro
Vicari. Da parte aragonese si palesava
l’intenzione di giungere ad un accordo
pacifico con i Vicari, progettando un
ampio intreccio matrimoniale fra le
maggiori casate siciliane ed esponenti
della nobiltà iberica ma, nonostante il
consenso manifestato da molte città, il
nuovo re – subito dopo l’incoronazione
ufficiale, avvenuta nella Cattedrale di
Palermo –, dovette affrontare la ribellione di gran parte dell’aristocrazia siciliana, timorosa di perdere il controllo
del regno e i patrimoni accumulati in
decenni di debolezza del potere regio.
Benché il duca di Montblanc (Martino il Vecchio), vero gestore dell’intero affare siciliano, avesse fatto giustiziare immediatamente uno dei più potenti dei Vicari, Andrea Chiaramonte,
nel 1393, il sovrano era ridotto dai ribelli a controllare pochi castelli e città,
e stava assediato nel castello Ursino di
Catania. Successive spedizioni di soccorso, organizzate in terra iberica da
Bernardo Cabrera e dal re Giovanni
d’Aragona – succeduto nel frattempo a
Pietro IV –, rovesciarono la situazione.
In effetti, solamente nel 1397 le ribellioni potevano dirsi sedate. Dall’insubordinazione dei nobili siciliani scaturì
un profondo rivolgimento delle gerarchie sociali isolane: smantellati con le
confische i grandissimi patrimoni dei
maggiori baroni, spesso costruiti a spese del demanio regio, gran parte dei beni fondiari di questi andarono sia ai sostenitori iberici di Martino, sia ai siciliani che gli si erano mostrati fedeli e
che pure ne avevano sostenuto militar-
Mausoleo di Martino il Giovane Re di Sicilia, Cattedrale di Cagliari
mente l’autorità.
Da ciò derivò sia l’impianto di un
cospicuo numero di casate aristocratiche iberiche nell’Isola, sia la mobilità
sociale e patrimoniale di molti siciliani.
Questa fu pure favorita dal rinnovato
prestigio e potere derivante dall’immissione nelle cariche di Corte e dell’amministrazione della monarchia. Né
i mutamenti riguardarono solamente
l’aristocrazia: i centri urbani e le loro
oligarchie trassero, dalla rinnovata posizione di terminali dell’autorità regia
sul territorio, motivo di ascesa e di affermazione politica. Il cambiamento
politico-amministrativo e sociale fu
sancito da un’importante seduta del
Parlamento, a Siracusa, nel 1398, in cui
venne fissata definitivamente la demanialità dei maggiori centri urbani siciliani, mentre venivano riorganizzati gli
uffici dello stato regio.
Il governo di Martino fu profondamente influenzato dal padre (Martino il
Vecchio), “co-reggente” insieme al figlio ed alla nuora Maria, poi chiamato
al trono aragonese nel 1396. Lasciando
la Sicilia, il duca di Montblanc affiancò
al sovrano un consiglio di suoi fedeli
ed interveniva continuamente, da Barcellona, nel governo siciliano.
Le divisioni politiche nel ceto aristocratico iberico e siciliano, emergenti
dalla concorrenza per la redistribuzione dei patrimoni e delle maggiori cari-
«Quando un popolo non ha più senso vitale del suo passato, si spegne»
(Cesare Pavese)
che, si accentuarono con la morte (26
maggio 1401) della regina Maria e con
il nuovo matrimonio del re con Bianca
di Navarra. Con la regina giunsero nell’Isola nuovi protagonisti, che entrarono in conflitto con i primi sostenitori
iberici del sovrano e trovarono un accordo con i siciliani meno favorevoli
alla dipendenza che si configurava fra
il re di Sicilia e il padre. Vennero emarginati dal governo del regno molti Catalani fedeli a Martino, come Bernardo
Cabrera, e si succedettero numerosi
momenti di tensione all’interno della
casta di governo. I contrasti si acuirono
quando Martino morì a Cagliari il 25
luglio 1409 – di malaria perniciosa come vuole la storia, o consumato dal
troppo amore, che una Schiava Sanlurese gli profuse, “quando nell’alcova
di Castell de Càller con lui si giacque
sino alla sua morte” –, dove era intervenuto per conto del padre contro la ribellione dei Sardi agli Aragonesi; esse
si coagularono nello scontro fra la Vicaria regina Bianca ed il Maestro Giustiziere Bernardo Cabrera.
La scomparsa di Martino il Giovane, unico erede legittimo del trono aragonese, e dopo circa un anno anche
quella di Martino il Vecchio (che aveva
assunto l’interregno), non significò solamente la crisi politica della Sicilia,
ma esaurì la discendenza dei conti-re
d’Aragona, provocando nei domini
iberici il trauma del cambiamento di dinastia, con l’elezione del castigliano
Ferdinando I di Trastàmara.
L’indipendenza, durata poco più di
un secolo (1296 -1401) era finita per
sempre e, alla luce degli avvenimenti,
che caratterizzarono quel periodo storico, appare evidente come l’arroganza,
la sete di potere, di denaro e la miopia
del baronaggio isolano vanificarono la
possibilità di consolidare e far prosperare lo stato costituzionale, “moderno”
e libero, nato dalla rivoluzione del Vespro.
(13. – “Sicilia preunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010)
Salvatore Musumeci
Affannosa ricerca di cielo
Presentato nella Sala del
Vascello del Municipio di
Riposto il volume scritto
da Cettina Scavo.
Nell’opera appare chiaro
il segno di una poesia
matura, che traspare in
tutte le liriche e che trova
nella parola un porto,
un ancoraggio sicuro
alla ricerca d’umanità
L
a Sala del Vascello del Municipio di Riposto,
come luogo di incontro e riflessione condivisa.
Una attenta platea, che ha seguito gli interventi proposti. Un gruppo di qualificati relatori, che ha
offerto le riflessioni di Rosaria Sardo, del presidente
del Consiglio comunale, Salvatore Tomarchio, dell’assessore Domenico Di Martino, del dirigente della
IV area, Rosario Leotta, dello psicologo Antonio
Grasso, dell’avv. Carmelo D’Urso. A salutare l’autrice anche l’assessore provinciale Pippo Pagano. “Affannosa ricerca di cielo” (Edizioni La Rocca, Riposto
2010) è il titolo dell’ultimo lavoro, in ordine di tempo, di Cettina Scavo. Una raccolta di poesie, fotogrammi della sua vita, di emozioni, scorci di territorio, pensieri rivolti ai figli, alla maternità. Parole toccanti, accompagnate da immagini suggestive, scorci
di quadri famosi che arricchiscono il delicato ed intenso senso delle 50 poesia raccolte nel volume.
Gli interventi hanno dipinto il senso umano ed intimo del volume, paragonando l’autrice “alla scrittrice americana Emily Dickinson”, ma sottolineando
l’unicità dei sentimenti, della loro delicata esposizione e delle motivazioni con cui la dott.ssa Scavo ha
impregnato di pathos ogni singola parola del volume.
Come ha scritto Filippo Festa “sembra che ci trovia-
foto Di Guardo
mo dinanzi ad un libro di poesie in cui l’autrice, Cettina Scavo, tende la propria ricerca poetica verso
l’alto, l’assoluto, oltre l’immanenza. La lettura delle
liriche, piuttosto, ci porta subito, sin dai primi versi,
a intravedere una ricerca di trascendenza umana,
proprio come intima esigenza e necessità dell’uomo
di trovare nell’altro delle parole sincere, una sorta di
condizione dinamica, trasgressiva a volte, e totalizzante insita nell’Amore al maiuscolo, un trepido sussulto / un desiderio di approdo / e poi giù / a ritrovare
sulla tua bocca / parole sincere. La sincerità. È un indizio, un segno di poesia matura, che traspare in tutte
le liriche e che trova nella parola un porto, un ancoraggio sicuro alla ricerca d’umanità. Son passati
tanti anni dalla stagione dell’ermetismo, quando si
poneva la parola al centro della ricerca poetica e,
con essa, si poteva disegnare, in quel periodo di forzato silenzio libertario, una vera e propria rivoluzione sociale, come emerge ne “Il poeta e il politico e altri saggi” di Salvatore Quasimodo. Le domande che
il poeta pone a se stesso, e quindi a tutti, possono essere ritenute oscure dai contemporanei, ma non per
questo cessano di esercitare il loro influsso nelle zone più gelose d’una società costituita. La nascita di
un poeta è sempre un atto di “disordine” e presuppone un futuro nuovo modo di adesione alla vita: il poeta non rinnega mai la vita anche se, attraverso la disperazione, riconosce l’aridità, una dispersione del
cuore degli uomini”.
Particolarmente apprezzato anche il progetto grafico, condotto magnificamente da Saro Intelisano. Lo
stesso Festa ne sottolinea la scelta azzeccata: “Particolari di quadri di grandi pittori fanno capolino in
molte liriche e sono lì a testimoniare, non un gusto
estetico fine a se stesso, quanto una ulteriore significanza del messaggio poetico dell’autrice che, al di là
delle amarezze e le delusioni che la vita dà, ci lascia
intravedere uno spaccato di speranza, già in copertina, con la “Notte stellata” di Van Gogh e, più avanti,
di serenità nel “Rifugio nella fuga in Egitto” di Caravaggio. È questa / la mia alba autunnale / di vini / di
rose / di melograni vermigli / e forse / ancora di sogni. Ed i sogni non sono solo fantasie e visioni oniriche, ma realtà ricche di significati, paradossali e pregnanti al contempo, per ogni uomo di qualsiasi epoca
e di qualsiasi latitudine”.
Corrado Petralia
3
L’esegesi
di una nazione
Con “Invictus” il regista
Clint Eastwood, fuori da
tentazioni retoriche, regala
un’altra perla di grande
cinema impegnato
Dopo la felice intuizione di “Gran Torino”, Clint Eastwood ci regala un’altra perla cinematografica sul tema
della riconciliazione e la colonna sonora (la musica originale è del figlio del regista, Kyle, scritta assieme a Michael Stevens) stempera le tentazioni agiografiche alle
quali, per un film del genere, è difficile resistere. In “Invictus”, tratto dal libro “Playng The Enemy” di John Carlin, il quasi ottantenne americano concentra la sua narrazione poetica sulla figura di Mandela, appena scarcerato ed eletto Presidente, a cui è affidato il delicato compito di riunire una popolazione stremata dalla guerra civile, attraverso un atto più di esegesi biblica che politico.
Il perdono, diventa così lo strumento vincente del superamento dello storico conflitto tra la classe dominante fino a quel momento, i bianchi, e i neri sfruttati e discriminati nella tragica applicazione dell’apartheid. Ed è attraverso lo sport nazionale, il rugby, in occasione della
Coppa del mondo del 1995, che l’intuizione di Mandela
diventa strategia politica di riappacificazione.
L’insegnamento di Sergio Leone ha reso il duro
Clint un anziano saggio e avulso da ogni retorica. Dietro
la macchina da presa egli è riuscito, senza sbagliare un
colpo, a trasmettere allo spettatore meno accorto, le
contraddizioni già in atto dell’individuo, offrendogli l’occasione del riscatto. In “Invictus” i piani sequenza della
telecamera non indugiano più di tanto in panoramiche
sociali e naturali, ma inquadra dal basso verso l’alto il
percorso che l’uomo deve affrontare, fatto di sudore, di
fatica, mettendosi in discussione, per cercare, nella
semplicità, quell’alone lirico che riscatti la propria anima.
“Io sono il capitano della mia anima!”, conclude “il padre
di 41 milioni di sudafricani”.
La vendetta, come affrancamento dall’oppressione,
è bandita fin dall’inizio. Il conflitto tra le due comunità c’è
già stato. Il loro sangue è già stato versato e la prigionia
dell’uomo Mandela lo ha reso leader spirituale, prima
ancora che politico. L’umanità che riaccomuna una popolazione, attraverso l’unico strumento che quel momento storico offre, diventa il superamento del conflitto
dell’uomo per riscattarsi. Magistrale l’interpretazione di
Morgan Freeman, che coglie, mediante la figura del leader del movimento dei diritti civili, quell’intelligenza alta
che permette a molte persone di guardare oltre, e il talento sempre in crescita di Matt Demon (entrambi candidati all’Oscar), a cui è affidato l’elemento fisico della storia, attraverso il personaggio del capitano della squadra
di rugby che Mandela responsabilizza, facendogli comprendere il valore e l’importanza della posta in gioco. I
due attori, che ne hanno respirato la vita, l’esperienza,
la loro memoria, per arrivare alla loro essenza, ci mostrano quanto sia stato impegnativo e faticoso il lavoro
svolto sui personaggi.
Il Mandela di Eastwood esecra dall’ingerenza carismatica di Freeman, per farne un uomo semplice che
impara ad amare uno sport di cui, all’inizio, non conosce
le regole, né si addentra nella sua, ormai satura, trattazione biografica. Tranne in alcuni momenti, come il malore per eccessiva stanchezza di Mandela o le sue difficoltà familiari. Il film è la storia dello sguardo lungimirante dell’uomo proiettato sul mondo, per capire come nasca la politica in grado di rendere migliori le singole persone ed i popoli, ma è anche l’occasione per rilanciare
l’immagine e l’economia di un paese in ginocchio.
Giovanni Puglisi
Appuntamento
In primavera torna l’ormai tradizionale festa dell’aquilone,
organizzata dalle Pro-Loco dei seguenti centri etnei, in collaborazione con le rispettive Amministrazioni comunali:
Acireale (domenica 18 aprile ore 9.00, piazzale comunale
di Corso Italia), Viagrande (domenica 25 aprile ore 9.00,
Campo sportivo comunale “F. Russo”), Aci Sant’Antonio
(domenica 9 maggio ore 9.00, Villa comunale), Aci Bonaccorsi (domenica 3 maggio ore 10.00, piazzale antistante le
Scuole elementari), Motta Sant’Anastasia (domenica 30
maggio ore 15.30, Campo sportivo comunale).
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N . 13 • sabato 17 ap rile 2010
catania e provincia
Le donne della gioia
Alla scoperta della Comunità “Madonna
della Tenda di Cristo”, dove l’aiuto
al prossimo è possibile grazie alla
generosità di tanti
P
roprio al confine nordovest del territorio acese
con quello di Santa Venerina, con ingresso dalla
via Patellazza, da ben sedici anni tiene aperti i battenti la Comunità “Madonna della Tenda di Cristo”, comunità d’accoglienza
presente sul territorio per ospitare donne e bambini in difficoltà. La gestione
della Comunità è delle suore della Pia
Associazione Madonna della Tenda di
Cristo, con sede a Cremona, con la presenza di tre suore, Rosalba, Lucia e
Alfonsa, quest’ultima quale responsabile (la prima nella foto, a sinistra).
In Italia, sono sedici le Comunità
della Pia Associazione Madonna della
Tenda di Cristo, tutte fondate nel territorio nazionale dal camilliano Padre
Francesco Zambotti, e questa di Acireale non sfigura per l’attività continuativa e il numero delle presenze de-
gli ospiti, che sono assistiti senza limiti
di età. In atto, ad Acireale, sono quarantatre le persone ospitate, tra mamme
e bambini sia dell’Ue che extracomunitari (Eritrea, Costa D’Avorio, Albania
). Il sostentamento della Comunità è assicurato in autogestione, attraverso la
Cooperativa di lavori vari “La Roccia”
e la panificazione e vendita di pane,
grissini, biscotti ed altro in un panificio
nel Comune di Aci Bonaccorsi, ubicato
sulla via Garibaldi. Evidentemente, si
sostiene anche attraverso la generosità
di tante persone, di tante famiglie, di
associazioni di volontariato, dei Clubs
Service di Acireale e dintorni, aggregazioni giovanili ed altri ancora che, a
turno o saltuariamente, la frequentano.
Spesso, poi, all’interno della Comunità queste brave persone o associazioni, previo consenso della direzione,
si prestano anche ad organizzare momenti di intrattenimento, di svago, o in-
contri culturali su temi vari o attinenti il
servizio della carità e della solidarietà
sociale. Questi momenti sono ben accolti dalle suore, perché mettono in diretta comunicazione, senza barriere di
alcun tipo, la Comunità con l’esterno,
con persone giovani e meno giovani
del territorio di Acireale e dell’interland, facendo toccare con mano ai visitatori i mille problemi di chi è meno
fortunato di loro, di chi è senza famiglia, affetti. Tra questi ultimi incontri,
ricordiamo quello con i giovani della
Consulta Giovanile di Acireale e quello
in occasione della Festa della donna
Oggi, un piatto dal gusto prelibato ottenuto sempre utilizzando prodotti prettamente siculi
ma che, come sempre raccomando a costo di correre il
rischio di diventare logorroico, devono essere di eccellente qualità. È un piatto tipico mediterraneo, da me
leggermente rivisitato ma che credo valga proprio la
pena di offrirlo a dei commensali dal palato fine.
Ingredienti per quattro persone: 600 gr di linguine
(rigorosamente pasta fresca), kg 2 di cozze di Messina, gr 400 di pomodoro ciliegino di Pachino, 2 cipollette scalogno, 2 spicchi d’aglio, un peperoncino piccante, un bicchierino di grappa, un ciuffetto di prezzemolo,
Il suono di
mille silenzi
Zafferana Etnea: presentata
la prima opera di Emma
La Spina, in un incontro
culturale organizzato
dall’associazione Estrolab
Il Gazzettino
a tavola
Linguine alle cozze “aggrappate”
di Giarre
olio extra d’oliva, sale q.b.. come ho precedentemente
sottolineato tutti i prodotti usati sono rigorosamente siciliani, anche la grappa, la cui produzione in Sicilia ha
raggiunto, qualitativamente parlando, livelli di eccellenza premiati con vari riconoscimenti internazionali.
Preparazione: in una pentola abbastanza larga fate
dorare la cipolletta e l’aglio tagliati sottilissimi in olio extra, unite quindi il pomodorino tagliato a listello, il pepe-
dell’otto marzo scorso dove la dott.
Angela Foti, in una conviviale, ha trattato il tema “L’utilizzo in proprio della
figura femminile nella pubblicità”.
Dopo alcune visite effettuate in
questa comunità di accoglienza di donne e bambini, ci sia consentito di concludere in questo modo: queste “tre
suore” sono veramente donne della
gioia, con le loro azioni ricche di disponibilità, di grande affetto, di passione
educativa e perché, con il loro sorriso,
testimoniano il Risorto, essenza della
vita consacrata!
Camillo De Martino
roncino tritato e, dopo
pochi minuti, sfumate,
con il bicchierino di
grappa. Coprite e fate
cuocere per circa dieci
minuti, a questo punto
aggiungete le cozze
ben lavate, coprite e
continuate la cottura
finché le cozze si saranno aperte. Nel frattempo avrete portato
ad ebollizione una capiente pentola dove cuocere, solo per un minuto, le linguine. Quindi, colatele e continuate la cottura unendole alle cozze. Pochi minuti ancora di cottura e pronti
subito a servirle ai vostri commensali in capienti pirofiline, come piatto unico con una spruzzata di prezzemolo tritato. Un piatto da accompagnare con un bianco
Petralava delle Cantine Antichi Vinai. Buon appetito!
Franco Pulvirenti
da sinistra Di Prima, Lipera, La Spina, Calanna
“Il suono di mille silenzi” è il titolo del primo libro di
Emma La Spina, donna geniale, catanese, autodidatta,
presentato a Zafferana Etnea nella Palazzina Liberty a
cura dell’associazione locale “Estrolab” e patrocinato
dal Comune di Zafferana Etnea, assessorato alla Cultura. La presentazione del volume, edizione Piemme,
rientra nella serie degli appuntamenti culturali “Colloquiando con gli autori” curati da Estrolab, associazione
presieduta dalla giornalista dott.ssa Grazia Calanna
che è anche il direttore responsabile del bimestrale
“L’estroverso”, altro gioiello di cultura.
La serata di presentazione de “Il suono di mille silenzi “, storia autobiografica di Emma La Spina sui suoi
diciotto anni trascorsi in un orfanotrofio, è stata introdotta e moderata da Grazia Calanna, con relazioni significative affidate a Vladimir Di Prima, scrittore, poeta
e regista, e all’avvocato Giuseppe Lipera, noto penalista catanese. Una storia umana e terribile, perché senza via d’uscita, quella della protagonista-scrittrice che,
per diciotto anni, si è svolta solo e soltanto all’interno di
un orfanotrofio.
I vari momenti della serata sono stati intervallati sia
dalla lettura di alcuni passi del volume, a cura di Gabriella Puglisi e Daniele D’Alpa, che da esecuzioni musicali, affidati a due giovani musicisti catanesi dell’Ersu
di Catania: Dario Ferlito ha strabiliato con la sua arpa e
Giuseppe Millesi con il suo violino.
C.D.M.
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catania e provincia
di Giarre
N. 1 3 • sabato 1 7 a prile 2010
Nomi? Non spetta a me farli…
De Magistris sull’inchiesta
a Lombardo: “Le mafie oggi
trovano visibilità nel partito
unico-trasversale della
spesa pubblica”
M
artedì 13 aprile 2010. Luigi De
Magistris, europarlamentare dell’Italia dei Valori, e Claudio Fava,
segretario nazionale di Sinistra
Ecologia e Libertà, a Catania,
hanno incontrato la stampa per
esprimere il loro punto di vista sullo stato dell’Assemblea Regionale Siciliana, anche alla luce del recente
coinvolgimento del governatore Raffaele Lombardo in
un’inchiesta della Procura di Catania per fatti di mafia.
Claudio Fava chiede le dimissioni dell’Ars attraverso il
ritiro, da parte del Partito Democratico, degli assessori
che vengono da più parti indicati come i suoi referenti
dentro la giunta del Lombardo-ter. Poi, arriva, l’intervento di De Magistris.
«Spero che, al più presto, i siciliani tornino a votare. Nel caso del Lombardo-ter, vedo troppo consociativismo e mi dispiace che il Partito Democratico siciliano
sia diviso al riguardo. A me risulta che esponenti nazionali del PD, quali Ignazio Marino e Rita Borsellino, e lo
stesso segretario Pier Luigi Bersani, ritengano che i democratici non possano più stare insieme a Lombardo.
C’è una parte della politica stanca di vedere i vertici
delle istituzioni accusati di avere rapporti con la mafia.
La parte migliore della politica si deve opporre al processo di istituzionalizzazione delle mafie, che passa attraverso il “partito unico-trasversale della spesa pubblica”, che molto spesso governa nel Sud del nostro
Paese. Ma la mia esperienza è tale che non mi meraviglio che pezzi dell’opposizione non sdegnino modalità
consociative di esercizio del potere».
– In Sicilia quali sono i temi più delicati?
«In Sicilia sono in gioco temi fondamentali: la gestione dell’acqua, il ciclo dei rifiuti, la Sanità, tutte questioni che la Giunta regionale in carica non affronta o
le affronta con troppe opacità. Il centrosinistra si deve
unire e deve stare lontano dalla mafia e l’Italia dei Valori vuole costruire l’alternativa politica al sistema affaristico, al di là delle vicende penali che competono alla magistratura nella sua autonomia. Rispetto all’unità
Una scienza
che guarda oltre
e all’alternativa, il centrosinistra è ancora indietro, in
Sicilia come a Roma: questo è il tema politico principale. Nel centrosinistra ci siamo anche noi, IDV, e l’altra
parte della Sinistra».
– L’indagine in corso quali conseguenze potrebbe avere sulla politica regionale?
«Le notizie che arrivano dall’indagine, molto seria
e molto grave, che coinvolge il governatore Lombardo
non fanno che confermare il giudizio negativo su di un
certo modo di intendere la Politica e anche le divisioni,
i gruppi, nati all’interno del PdL sull’appoggio o meno
a Lombardo, testimoniano il fatto che bisogna stare
molto lontani da tutto questo. Spero, lo ripeto, che
quanto prima si vada a votare in Sicilia e che quanto
prima si crei un’alternativa politica».
A proposito del laboratorio PD-UDC, De Magistris
ricorda che «senza Totò Cuffaro l’Udc perderebbe una
rappresentanza in Parlamento nazionale».
– Cosa pensa De Magistris delle riforme?
«Ritengo che non si possano fare riforme con Schifani e Alfano, a livello nazionale, e con Lombardo, Miccichè e dell’Utri in Sicilia».
Infine, un commento alla dichiarazione di Lombardo di voler fare i nomi dei politici collusi con la mafia:
«È un gesto buono, speriamo che lo faccia veramente.
Tutti i contributi per fare chiarezza sul legame tra spesa
pubblica e mafia sono buoni».
“Perché i nomi non sono stati ancora fatti?”, chiede
un giornalista. «Domandatelo a Lombardo, io mi chiamo De Magistris».
Flora Bonaccorso
Cinque pilastri di orgoglio
La comunità ripostese corona un sogno con
la collocazione delle statue sulla balaustra
del prospetto della Basilica di San Pietro
D
opo due secoli dalla sua fondazione, la Basilica di San Pietro
ha visto il completamento della
facciata secondo il progetto originario.
Giorno 9 aprile, infatti, sono state sistemate cinque statue sacre sulle balaustre
della chiesa. Il progetto, in realtà, prevedeva undici statue, ma l’apposito comitato cittadino ha optato per la riduzione a
cinque statue: il Cristo Redentore, San
Giovanni Evangelista, San Pietro, San
Paolo e Sant’Andrea.
La basilica, costruita in stile neoclassico ed aperta al culto nel lontano Natale
del 1818, richiama lo stile architettonico
di quella romana di San Giovanni in Laterano e, come la sua gemella romana,
prevedeva la sistemazione sulla balaustra
di undici statue, raffigurati il Cristo ed i
Santi Martiri.
Ma, durante il corso dei secoli, i tentativi per completare la facciata furono
vani, fino al terremoto del 1908 che la
colpì gravemente. Da qui, venne avviata
un’opera di ristrutturazione voluta da papa Pio X e dai ripostesi, solo che per la
gravità della situazione di allora, non
pensarono a completare gli ornamenti
esterni.
A riportare a galla la questione è Alfio Arcidiacono, ex dipendente del Comune di Riposto: durante un viaggio a
Roma scoprì la grande somiglianza con
la nostra basilica ripostese, così ritornò a
casa con l’intento di completare la facciata esterna, secondo il progetto originale. Da qui, ha inizio un percorso di ricerca e scoperta della storia della Basilica fino ad istituire, nel 2006, un comitato cittadino per cercare di trovare i fondi necessari all’acquisto delle statue. Il comitato, appoggiato dall’arciprete Don Stefano Pavone, prima, e poi dal suo successore Don Agostino Russo, ha incaricato
l’arch. Teresa Pidatella di redigere un
nuovo progetto, da presentare alla Curia
5
ed alla Sovrintendenza ai Beni culturali.
Finalmente Riposto ha realizzato questo
sogno!
Le statue sono state realizzate in pietra bianca di Comiso dallo scultore nisseno Vincenzo Anzalone, con la consulenza del prof. Leonardo Cumbo. Ognuna
ha un’altezza di 2,30 metri e un peso di
2.200 kg circa. Venerdì il centro storico è
rimasto “off-limits” dalle 8.30 alle 17.00
circa, per consentire i lavori con la massima sicurezza e, tra gli sguardi incuriositi e soddisfatti della comunità ripostese
ed i vari applausi, è stato concretizzato
quello che sembrava rimanere solo un sogno, ma che è stato reso possibile grazie
alla generosità di chi ha donato le cinque
statue sacre: l’imprenditore Angelo Di
Martino, il notaio Filippo Patti, il presidente della Società Operaia, Giovanbattista Galeano, l’impresa di costruzioni
“Fresta & figli” ed un altro anonimo benefattore locale.
Alessandra Floridia
Catania: inaugurata
la locale sezione
del Centro Ufologico
Siciliano
In via Susanna 38 è stato inaugurato il Centro Ufologico Siciliano, dipartimento di Catania.
Coordinatore del Centro è Nuccio Lisi, segretario
Carlo Cantarella, mentre completano il direttivo,
Angelo Basile, Antonio Santonocito, Rosalba
Morgani, Gino Libra, Marco La Mensole. Di fronte ad un folto uditorio Lisi ha spiegato il perchè di
questo centro a Catania.
«Nel 2005 – ha raccontato Lisi –, per una mia
esperienza vissuta sull’Etna presso i monti Silvestri, avendo scattato delle foto, nel svilupparle in
una si delinea in cielo un oggetto non identificato.
Dopo questo fatto, la mia incredulità si è tramutata in ricerca».
Al convegno hanno portato il loro contributo
Salvatore Giusa, esperto ufologo, che con proiezioni audiovisive ha portato la testimonianza di
tanti avvistamenti nella zona del giarrese; il neuropsichiatra Maurizio Sorbello, che ha illustrato la
sua quarantennale attività di ricerca ufologica, in
special modo sull’Etna, che dovrebbe essere una
base di appoggio degli ufo, come asseriva, con
testimonianze, alcuni anni addietro Eugenio Siragusa. Ma perchè sull’Etna? Secondo alcuni
esperti approdano sul vulcano per rifornirsi di
energia, utile per i loro voli. Sul prof. Sorbello c’è
da dire che è anche un esperto sui tanti rapimenti alieni, ed asserisce che “l’ufologia è una scienza”. Al termine dell’incontro i responsabili del
centro hanno anche comunicato gli estremi per
contatti ed informazioni ([email protected] 3292711306).
Michele Milazzo
Appuntamento
L’Associazione Astrofili Ionico Etnei, domenica
18 aprile, nella sua sede presso l’Istituto Tecnico
Nautico “Luigi Rizzo” di Riposto, dalle ore 19.00
alle 22.00, con condizioni di cielo sereno, propone, mediante telescopi, l’osservazione simultanea di diversi pianeti, quali Marte o Saturno, che
in questo periodo presenta la particolarità di mostrarsi con gli anelli “di taglio”, cioè come una sottile linea, a causa dell’angolo di visuale dalla terra con le attuali posizioni orbitali. Alle ore 19.30 e
alle 21 saranno effettuate due proiezioni-conferenza al planetario in dotazione allo stesso Istituto Nautico, ovviamente anche in caso di condizioni meteorologiche poco clementi.
Visioni ed espressioni di colori
I colori, le emozioni,
l’intima essenza artistica
del Mediterraneo in una
tripersonale di Pittura
presentata dalla Galleria
d’Arte “Firme d’Autore”
A
lla Galleria d’Arte “Firme d’Autore”, Art Director Lucia Rocca, è in corso di esposizione
una Tripersonale di pittura degli artisti Pietro
Piccoli, Elke Lienbacher, Cettina Sorriso con una carrellata di opere di piccolo formato con denominazione:
“Visione ed Espressione di Colori”. Una mostra di pittura all’insegna dei colori e i profumi del Mediterraneo. Ha presentato l’esposizione della collettiva la
dott.ssa Viviana Bonaventura, brava come sempre,
mettendo in luce il profilo artistico dei pittori.
Ritorna a Giarre, con una serie di piccoli quadri,
l’artista Pietro Piccoli portandoci il caro ricordo del
suo mare e delle sue barche avvolti dal silenzio... La
pittura rappresenta il modo di esprimere le sensazioni,
le emozioni del suo animo, ricompone le immagine
nella sua mente per fissare i colori e le forme, quasi a
fermare quegli attimi fatti di emozioni che, nel suo io
artistico, hanno la capacità di concretizzarsi. I quadri
di Piccoli sono delle cartoline: brillano i paesaggi ma-
rini, ove l’infinito della natura, il fascino dei tramonti,
i riverberi improvvisi sul mare, la vita silente dei paesaggi caratterizzano il suo vissuto creativo. È il pittore
del silenzio e ben convive con l’assenza dell’uomo,
perduto nelle sue faccende della vita quotidiana. La
sua natura non è morta, ma vivissima, dinamica. L’artista della grande indagine esalta quella silenziosa luce
che rapisce il suo segreto, quello è il recondito di quella sua straordinaria comunicazione, cogliendo gli
aspetti più belli di questa nostra Italia paesaggistica e
sentimentale.
Pietro, in galleria, si affianca a due pittrici di grande talento artistico: Cettina Sorriso e Elke Lienbacher.
Le due pittrici espongono, con le loro opere, la bellezza dei nostri paesaggi, la qualità eccezionale della luce, quella identità poetica che conferisce una peculiarità di ogni singola artista. Nei quadri si ritrova la gioia
di vivere, mescolata allo stupore per il sole e la luce del
mediterraneo, quasi a trasformare tutte le opere in un
inno alla felicità e alla vita, come uno dei momenti più
creativi. La presentazione dei dipinti, raffiguranti paesaggi caratteristici del bacino del Mediterraneo, si propone di rappresentare, in chiave paesaggistica, i diversi colori, profumi, luci, e sapori che popolano la nostra
atmosfera. L’intenzione è di cogliere le innumerevoli
caratteristiche attraverso l’arte, fermare la particolarità, immortalare nel tempo il profumo emanato. Nelle
policromie di Elke Lienbacher lo sguardo del visitatore si posa sugli armonici scenari ambientali, sulle ve-
dute da panorama, sulle astrazioni mediterranee, sul
fascino cromatico delle opere.
Cettina Sorriso, attraverso la sua pittura, scruta la
ricerca del passato, ove trova una salda unione con il
presente: la vita, il lavoro dell’uomo, sono messaggi
che non devono essere appannati dal tempo. “La mia
pittura, le mie pietre antiche sono state da sempre la
mia passione”, ci dice. Predilige dipingere luoghi antichi intatti, dove il tempo è segnato solo dal lento mutare dei toni dei colori e della luce, dove l’artista lavora
in silenzio con la sua nuova creazione: la rappresentazione del naturale e del costruito, la più forte
aderenza delle proprie opere alla
morfologia del territorio, ai caratteri prevalenti dell’ambiente e
del suo paesaggio antropizzato,
studiando con pignoleria i percorsi fisiologici e psicologici della sue visioni. Le ombre, le luci,
le linee di forza, le simmetrie, i
movimenti, catturano lo sguardo
e lo accompagnano sulla superficie dipinta, suscitando una rapida
successione ed una varietà imprevedibile di improvvise e forti
emozioni. La ricerca della resa
cromatica di Cettina risalta la
materia e la ricerca dell’aderenza
al reale, che sembrano fondersi in un tutt’uno con l’oggetto delle sue opere, in tutta la sua evidenza, suggerito
dalla particolare familiarità acquisita. Facciate di monumenti dalla ricca architettura erose dal tempo, dall’abbandono e dal degrado ove è significativo la trama
e l’ordito di una strato materico, di un’impronta senza
tempo, che sembra filtrare una realtà, spesso aspra e
antica, costruita di luci ed ombre, permeate da un generale senso di profonda spiritualità.
Anna Fichera
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catania e provincia
N . 13 • sabato 17 ap rile 2010
di Giarre
La diversità vista nella sua normalità
Integrazione diventa
professionalità
Con “collocamento mirato”,
all’Asp 3 Catania è stato
assunto il primo disabile
mentale che con l’impiego
fisso cambierà la vita
di Orazio Torre
Avviato il progetto
“Claim”: nell’ambito
dell’Asp Catania 50
immigrati al lavoro tra
le corsie degli ospedali
L
unedì 12 aprile, presso la sede dell’Ufficio provinciale del lavoro, è stata avviata
la prima assunzione di un disabile psichico, che verrà impiegato presso l’Azienda sanitaria etnea con contratto a
tempo indeterminato. Tale iniziativa,
rientra nell’ambito del protocollo d’intesa siglato, nel
2001, dal Nucleo Interventi di Rete del Dipartimento di
Salute Mentale dell’Asp Catania, dell’Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione (Uplmo)
di Catania. L’inserimento, in ambito lavorativo, di soggetti disabili psichici, si innesta in riferimento agli articoli 9 e 11 della legge n. 69/69, con l’obiettivo dell’attivazione di servizi di sostegno per il collocamento mirato, con il supporto di forme di consulenza, tutorato e di
efficaci procedure d’inserimento, atte a velocizzare i
tempi d’assunzione per disabili mentali.
Alla firma della convenzione erano presenti il direttore dell’Uplmo, Domenico Palermo, il responsabile del
Nucleo Interventi di Rete, Roberto Ortoleva, che monitorerà l’inserimento lavorativo del disabile, ed infine, il
direttore generale dell’Asp Catania Giuseppe Calaciura,
che così si è pronunciato: «Oggi l’Italia è l’unico Paese
europeo a contemplare una legge ad hoc per il “collocamento mirato” dei soggetti con disabilità psico-sociale. Il capoluogo etneo, in particolare, da anni realizza una serie di interventi, supportati dalla ricerca, che
hanno già portato a tangibili risultati. Una società che
riconosce il valore del disabile, consentendogli di dimostrare le proprie capacità, compie un grande atto di
civiltà. L’Asp vuole così, in maniera concreta, superare
i pregiudizi, considerando la diversità nella sua normalità, e apportando un valore aggiunto al mondo del lavoro e all’intera comunità. Quello di oggi costituisce un
passo importante per riconoscere un diritto di cittadinanza pieno alle persone con malattie mentali: un traguardo significativo, dopo anni di lavoro e dedizione di
tutti gli operatori della salute mentale dell’Asp».
Tale progetto di lavoro è diventato realtà per un
utente di 37 anni, iscritto nella graduatoria numerica e
che, dopo aver effettuato una prova di ammissione di 15
giorni, attraverso l’Ufficio amministrativo dell’Azienda
sanitaria, è riuscito a trovare una collocazione presso il
distretto di Gravina, dove per un anno sarà affiancato da
un tutor dell’Anfe (Associazione Nazionale Famiglie
Emigranti). Orazio Torre, quindi, sarà operativo come
commesso, all’interno del Settore Affari del personale
dell’Asp di Catania: «Con un impiego fisso la mia vita
finalmente cambierà – così Orazio ha salutato il suo
nuovo lavoro –. Offrirò tutta la mia esperienza e collaborerò con il massimo impegno per migliorare i servizi
dell’azienda».
A codesta prima assunzione è stato presente anche
il responsabile di Italia Lavoro, Mario Conclave, che ha
presentato un progetto innovativo e che vedrà Catania
tra le 10 città pilota per la sperimentazione “Icf” (International Classification of Functioning). La classificazione internazionale del funzionamento della disabilità
e della salute è uno strumento che è stato elaborato, nel
2002, dall’Organizzazione mondiale della sanità con
l’obiettivo di misurare, per l’appunto, il funzionamento
della persona, a partire dalla sua condizione di salute,
attraverso l’utilizzo di un linguaggio condiviso e unificato, con il quale si punta a migliorare l’inserimento
professionale, attraverso un metodo di valutazione della
disabilità, con particolare attenzione alle capacità personali in relazione alle condizioni sociali ed ambientali.
Il lavoro per i disabili psichici, ancora oggi, resta un’aspettativa disattesa, ma sembra che le conoscenze ed
esperienze, maturate in questi anni, abbiano portato a
maturare la consapevolezza che si tratti di un obiettivo
realisticamente perseguibile, laddove si attivano metodologie e strumenti che riescono a leggere, interpretare
e affrontare il problema nella sua complessità.
Questa assunzione, ha dimostrato che l’utilizzo di
strumenti adeguati può far sì che si riescano a perseguire gli obiettivi che erano stati presentati già a Ragusa,
nel mese di gennaio, in occasione della presentazione
della ricerca “Inclusione socio lavorativa dei soggetti
portatori di disabilità psico-sociale”, curata da Roberto
Ortoleva. Con un’attività che si è congiunta con l’Asp 3
di Catania.
«Un’attività – aveva detto Ortoleva – che ha prodotto risultati incoraggianti e significativi, che ci ha
consentito di porre in primo piano i servizi di sostegno
e di collocamento mirato, punti di forza per una vera integrazione delle persone disabili nel mondo del lavoro.
L’ottica migliore, almeno sulla scorta dei nostri studi,
sembra essere quella della interdisciplinarietà, dove
vengono affrontate tutte le problematiche connesse, per
ottenere un inserimento “pensato” del disabile psichico, visto non più come un mero obbligo, ma proposto
come una risorsa umana e professionale da formare e
valorizzare, secondo il principio del collocamento mirato. Per collocamento mirato, si intendono una serie
di strumenti tecnici e di supporto, che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative, e di inserirle nel posto adatto,
attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno,
azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli
ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui
luoghi quotidiani di lavoro e di relazione».
Salvatore Rubbino
La speranza in una “Carta”
Diciannove assunzioni grazie al “Job Orienta 2009”. Con l’edizione 2010 la Provincia
di Catania punta a bissare gli ottimi risultati ottenuti con lo sportello “Carta Servizi”
I
dati a consuntivo dell’edizione dello
scorso anno, soprattutto se messi a
confronto con la difficile realtà catanese, dal punto di vista occupazionale,
sono davvero interessanti. Diciotto
aziende, 400 curricula presentati, decine
di soggetti selezionati e 19 assunzioni.
Questi i numeri del “Job Orienta 2009”,
organizzato l’anno scorso dalla Provincia di Catania, che nell’edizione del
2010 è seriamente intenzionata a bissare
il successo dell’edizione precedente. La
manifestazione, che ha come obiettivo
principale l’incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, quest’anno è
stata organizzata per il 19, 20 e 21 aprile
prossimi e si terrà presso “Le Ciminiere”
a Catania.
L’elenco delle aziende che affolleranno gli stand del polo fieristico è davvero significativo. Troviamo colossi come Ibm Italia, Decathlon e Auchan, fino
alle imprese siciliane come Korec, Gruppo Strazzeri o Latte Sole. Diverse le categorie merceologiche presenti alla manifestazione, che ha come obiettivo principale l’incontro tra domanda e offerta
nel mondo del lavoro. Dalle società del
settore energetico a quelle della consulenza, dalla cooperativa sociale alla
grande distribuzione. Tutte le aziende
che parteciperanno alla tre-giorni saranno presenti con un proprio stand. Ad
aprire l’elenco è la AJS Connection Srl
(relazioni pubbliche e marketing). Seguono Aldini (immobiliare), Auchan
Spa (grande distribuzione), Decathlon
Italia Srl (sport), SiciliaScherma 20092010/Catania 2011 (sport), Gruppo
Giannone e GMC Servizi Srl (Comunicazione), Gruppo Strazzeri (fornitura di
servizi ed informazioni sulla responsabi-
lità amministrativa degli enti) e INA Assitalia Spa (assicurazioni). Ed ancora:
I.R.M.A. Srl Istituto ricerca medica ed
ambientale (ricerca), Isab Srl (energia),
Italian Frozen Food Srl (produzione prodotti pasticceria), Korec Srl (tecnologie
informatiche), KPMG Spa (consulenza),
Latte Sole Spa (industria lattiero-casearia), Lombardia Informatica Spa,
RE.GR.AN Srl (energie rinnovabili) e
S.A.P. Studio Engineering Srl (servizi
ingegneria integrata). Chiudono l’elenco
SEMPLA Srl (consulenza informatica),
Shell Italia Spa (petrolifero), Technip
Italy Spa (impianti industriali), Medea
Communications Srl (organizzazione
eventi), Soc. Coop. Sociale Prospettive
Onlus (cooperativa sociale), Oranfrizer
(alimentare), IBM Italia Spa (innovazione), Monte Paschi di Siena Spa (bancario), Vodafone Italia (telefonia), ERG
Spa (petrolchimico) e ObjectWay Spa
(tecnologie informatiche).
Ed anche quelle che nell’edizione
del 2009 hanno selezionato personale da
assumere sono società di tutto rispetto.
Nomi del calibro di Decathlon, Barilla,
Cattolica Previdenza, fino a Pasticceria
Siciliana,
Catanzaro
Costruzioni,
Workintown srl e Parafarmacia di Ficarazzi. L’anno scorso la raccolta e la selezione dei curricula ed i colloqui per conto delle aziende sono stati gestiti dallo
sportello Job Orienta “Carta Servizi
2009”. Lo stesso sportello ha curato anche il coordinamento dei rapporti di collaborazione con le aziende che hanno
utilizzato la Carta, la pubblicizzazione
degli annunci di ricerca del personale e
la presentazione dei profili selezionati in
azienda.
Una rete attiva che ha permesso di
In inglese si scrive “Claim”, in italiano, tradotto,
significa “affermare”. All’interno dell’Asp di Catania
questa parola, adesso, si traduce in “integrazione
sociale”. Claim, infatti è la sigla di “Cittadini Lavoratori Immigrati”, il progetto promosso dalla Provincia
regionale di Catania e finanziato dal ministero dell’Interno attraverso il Fondo Unrra (Amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza e la riabilitazione), che ha permesso all’Azienda sanitaria catanese di accogliere oltre 50 cittadini immigrati, tutti in
regola con le norme d’ingresso e soggiorno in Italia,
in qualità di tirocinanti all’interno delle proprie strutture territoriali. I partecipanti, grazie al coordinamento della referente Asp del progetto, dott.ssa Loredana Sucato, svolgeranno, per un totale di 300
ore, una serie di attività socio-assistenziali in qualità
di addetto alla persona presso diversi reparti ospedalieri dell’Azienda.
Sul piano operativo, i partecipanti sono stati
suddivisi nell’unità operativa di Medicina e Ortopedia di Giarre (7 unità); Medicina, Ortopedia e Astanteria del pronto soccorso di Paternò (7); Medicina,
Chirurgia Generale e Ortopedia di Militello Val di
Catania (7); Settore assistenza sanitaria di base
dell’Unità operativa complessa Anziani/Adi (7). Al
Dipartimento di Salute Mentale delle aziende ospedaliere “Vittorio Emanuele”, “Garibaldi” e “Cannizzaro” sono stati destinati 9 tirocinanti, mentre nel
presidio di Biancavilla le risorse sono state così distribuite: 4 in Medicina e Lungodegenza, 2 in Ortopedia, 1 in Medicina Fisica Riabilitativa. L’ospedale
di Bronte, infine, ha destinato 4 stage formativi all’Unità di Medicina, mentre 3 immigrati saranno a
lavoro presso la Lungodegenza del presidio di Randazzo. I tirocinanti saranno affiancati da infermieri
professionali dell’Asp e da tutor dell’Ufficio provinciale del Lavoro, al fine di accrescere le proprie
competenze e abilità professionali e acquisire tecniche assistenziali.
«L’Azienda sanitaria etnea – ha affermato il direttore generale dell’Asp Catania, Giuseppe Calaciura – partecipa, in prima linea, a questa significativa iniziativa, volta a instaurare un dialogo tra le istituzioni coinvolte nel processo d’inserimento sociale
e lavorativo dei cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari. Al progetto, promosso dalla Provincia regionale di Catania, collaborano, infatti, anche
l’Ufficio provinciale del lavoro, il Comune e la Camera di Commercio di Catania, l’Università etnea
attraverso il Dipartimento dei Processi formativi, la
facoltà di Scienze delle Formazione e il CeDoc
(Centro documentazione e studi sulle organizzazioni complesse e i sistemi locali). L’inserimento lavorativo rappresenta, certamente, il primo passo verso l’integrazione delle diversità nel nostro tessuto
sociale: il Progetto Claim si muove in questa direzione con l’obiettivo di coniugare, con validità, le
esigenze di crescita competitiva del sistema produttivo e la disponibilità dei lavoratori stranieri».
Francesca Bottaro
Un pericolo
sempre reale
Mascali: avviati dal Comune
i controlli anti abusivismo
edilizio negli alvei dei torrenti
avviare importanti dinamiche di contatto, soprattutto nei confronti di un vasto
orizzonte di possibili fruitori alla ricerca
di occupazione, considerando l’attuale
situazione di forte crisi che sta attraversando tutto il mondo economico, non solo siciliano e, più specificatamente, catanese. Tra le diverse attività dello sportello, organizzato in sinergia dalla Provincia Regionale di Catania e dall’Ateneo
catanese, particolarmente rilevante è stata quella relativa ai contatti con chi era in
cerca di occupazione e chi, invece, voleva entrare nel mondo del lavoro per la
prima volta.
«Anche se non sono grandi numeri –
ha commentato l’assessore provinciale
alle Politiche del lavoro, Francesco
Ciancitto –, le 19 assunzioni dell’edizione 2009, sono comunque un segnale significativo in una realtà complessa come
la nostra. Ovviamente, ci auguriamo che
nell’edizione di quest’anno la selezione
dia risultati migliori. In ogni caso, mettere a confronto le aziende con chi cerca
lavoro ed offrire, nello stesso tempo, alle
migliaia di giovani che interverranno alla manifestazione, una vasta gamma di
informazioni, fondamentali per le loro
scelte future, rappresenta comunque
un’opportunità importante di crescita e
di confronto».
A seguito degli eventi calamitosi che hanno recentemente colpito alcuni territori della provincia di
Messina (Scaletta Zanclea, Gianpilieri, San Fratello) la Prefettura di Catania ha emanato delle precise direttive ai Comuni, riguardanti le misure da
adottare in materia di abusivismo edilizio, soprattutto per tutte le situazioni che insistono negli alvei dei
torrenti ricadenti nei rispettivi territori. L’Amministrazione comunale di Mascali, guidata dal sindaco
Filippo Monforte, operando tramite l’ufficio Urbanistica e Protezione civile, diretto dall’ing. Massimiliano Leotta, ha avviato una verifica sull’esistenza di
eventuali costruzioni abusive presenti sul letto dei
torrenti nell’ambito comunale. Nella frazione di
Nunziata, (dove, nell’alluvione del 13 marzo 1995
una giovane donna perse la vita), in prossimità del
torrente “Cucuzzaro”, sia a monte che a valle, sono
state riscontrate parecchie opere abusive. Di conseguenza, sono state emesse sette ordinanze contingenti ed urgenti in demando ai proprietari per la
demolizione di tale opere abusive. In caso contrario
si procederà, intanto, al sequestro dell’opera e,
successivamente, alla demolizione d’ufficio.
«Mascali è particolarmente esposta al rischio
idraulico, proprio a causa dei torrenti che ne attraversano il territorio – ha dichiarato, in proposito,
l’ing. Leotta –. Pertanto, continuano le attività di
controllo volte ad individuare la presenza di eventuali costruzioni abusive, che possano compromettere la funzionalità idraulica degli alvei dei torrenti,
adottando contestualmente i relativi provvedimenti
repressivi».
Enrica Assunta Sorbello
Claudia Marchese
Gazzettino 17-04-2010 ok:Gazzettino-nuovo 1 15/04/10 21:09 Pagina 7
> S E T T I M A N A L E IDG
alcantara
di Giarre
N. 13 • s aba to 17 apr ile 2010
“Carpe Diem” per capire l’autismo
La nuova associazione, avente sede a Trappitello, mira alla piena integrazione dei
tantissimi bambini affetti dalla particolare sindrome, sino ad oggi poco attenzionata
dalle istituzioni. Per sensibilizzare al riguardo è scesa in campo la nota attrice siciliana
Lucia Sardo, protagonista a Giardini Naxos di una manifestazione teatrale per le scuole
S
ul finire degli Anni Ottanta, il film del regista
americano Barry Levinson “Rain Man”, avente
per protagonista un bravissimo Dustin Hoffman,
ha avuto il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale riguardo a
quella particolare patologia denominata “autismo”, sino ad allora pressoché
ignorata e le cui cause venivano fatte
erroneamente risalire a precoci carenze
affettive materne nei confronti del
bambino.
Quel film narrava la storia di un
giovane commerciante il quale, alla
morte del padre, scopre che l’eredità
dovrà andare tutta ad un fratello di cui
ignorava l’esistenza. Essendo quest’ultimo affetto da autismo, ne chiede l’affidamento onde poter entrare in possesso del denaro; ben presto, però, scoprirà le doti straordinarie di questo parente “ritrovato”.
Il disturbo autistico, infatti, coinvolge la sfera relazionale dell’individuo, il quale ha difficoltà nel comunicare con gli altri, provando pressoché
lo stesso disagio di chi si trova in uno
Stato estero senza conoscerne la lingua; per il resto, però, l’autistico presenta un elevato livello di funzionamento intellettivo, con “isole di competenza” molto specifiche che lo portano, ad esempio, ad avere una spiccata
predisposizione al calcolo matematico
o ad altre forme di intelligenza ancora.
Sta di fatto che questa particolare
sindrome è molto più diffusa di quanto
si possa pensare: stando ai dati ufficiali
in possesso delle organizzazioni sanitarie, nella sola provincia di Messina si
contano quasi cinquemila casi.
Altamente meritorio è, pertanto,
l’impegno profuso in tale ambito dall’associazione “Carpe Diem – Insieme
per l’Autismo”, costituitasi nei mesi
scorsi a Taormina su iniziativa del presidente Pippo Calà e di altri volontari
che, come lui, hanno in famiglia parenti autistici ed, in particolare, bambini.
Abbiamo “scoperto” tale virtuosa
L’attrice Lucia Sardo col presidente
di “Carpe Diem” Pippo Calà
realtà grazie ad una recente iniziativa
svoltasi al “Russott Hotel” di Giardini
Naxos, dove la nota e brava attrice siciliana Lucia Sardo ha fatto da “testimonial” alla nuova associazione portando
in scena “La madre dei ragazzi”, una
rappresentazione teatrale su Felicia
Bartolotta, mamma del compianto
Peppino Impastato, ucciso dalla mafia
nel 1978.
In quell’indimenticabile mattinata,
che ha registrato la massiccia partecipazione delle scuole elementari e medie dei vari Comuni del comprensorio,
l’aspirazione alla legalità si è sposata
con quella ad una maggiore e doverosa
attenzione verso chi soffre.
«Questo perché – spiega il presidente di “Carpe Diem”, Pippo Calà –
in una società che si vuol definire giusta e civile, i servizi verso chi ha bisogno, come per l’appunto le persone autistiche, devono essere dati in maniera
naturale e spontanea, e non come se si
trattasse di elargire dei “favori”. Ebbene: la madre di Peppino Impastato,
la quale prese eroicamente le distanze
dalle parentele mafiose, costituisce un
modello esemplare anche nel terreno
in cui noi di “Carpe Diem” operiamo,
lottando quotidianamente contro l’indifferenza delle istituzioni e dei politici
che le rappresentano. Il principio di
base è che solo con la legalità si riescono ad eliminare le diseguaglianze,
come quelle di cui sono vittime i nostri
ragazzi affetti da autismo. Ringrazio,
pertanto, Lucia Sardo e l’assessore
provinciale alla cultura Mario D’Agostino per averci consentito, attraverso
questa pièce teatrale, di respirare
quell’aria di legalità che noi tanto invochiamo per i nostri figli, i quali hanno bisogno di risposte concrete e non
di commiserazione: chi si occuperà di
loro quando noi genitori non ci saremo
più?! Oggi il mio ha dieci anni, e per
lui sto lottando adesso in quanto vorrei
che, al raggiungimento della maggiore
età, non debba più elemosinare quelli
che sono i suoi sacrosanti diritti».
Così dal presidente Calà apprendiamo che, ad esempio, nel 2007 la Regione Siciliana, grazie ad un emendamento dei deputati Basile e Mercadante, si è dotata di una legge quadro sull’autismo che, però, è rimasta del tutto
inapplicata in quanto priva di copertura
finanziaria.
«Perché - si chiede polemicamente
Calà – chi detiene il potere non fa nulla, pur avendone i mezzi e gli strumenti
(come questa legge regionale di tre anni fa), per migliorare la qualità di vita
dei cittadini ed, in particolare, di quelli meno fortunati?! La verità è che la
politica dovrebbe essere al servizio dei
cittadini, mentre in realtà si vogliono
cittadini… asserviti alla politica!».
E… tanto per cambiare, Pippo
Calà fa notare il contrasto stridente tra
la massiccia presenza delle scolaresche
alla recente iniziativa teatrale di sensibilizzazione (in platea si contavano oltre settecento studenti) e la pressoché
totale assenza dei sindaci del comprensorio.
L’associazione “Carpe Diem” ha
la sua sede nella frazione taorminese di
Trappitello (in Via Francavilla). La sua
attività principale consiste, per il momento, nella gestione di un Centro
Diurno assieme all’Aias ed all’associazione “L’Albero di Andrea”. «Ma abbiamo in cantiere – preannuncia Calà –
anche un progetto per l’inserimento
nelle scuole di un tutor per gli autistici; tale iniziativa parte, in realtà, dagli
amici dell’associazione catanese “Un
futuro per l’autismo” i quali ci hanno
autorizzato ad estenderla anche alla
provincia di Messina. Intanto, non ci
stanchiamo di ringraziare il parroco di
Trappitello, Don Tonino Tricomi, per
la sede che ci ha generosamente concesso. Perché abbiamo scelto di denominarci con il celebre motto del poeta
latino Orazio? Semplicemente perché
l’esperienza c’insegna che bisogna
sempre “cogliere l’attimo” (“carpe
diem”, per l’appunto) senza distrarsi
mai. Alla recente manifestazione teatrale di Giardini Naxos, ad esempio,
ho avuto modo di incontrare tante persone che si sono impegnate ad aiutarci
nella nostra missione; ogni istante che
si vive, ogni essere umano che si conosce ed ogni circostanza possono, dunque, sprigionare positività: sta a noi
saper… cogliere l’attimo».
Per “Carpe Diem” (il cui sito Internet è “www.carpediemonlus.it”) il corrente anno 2010 sarà particolarmente
intenso, anche in considerazione del
fatto che nel prossimo mese di ottobre
proprio la Sicilia (ed in particolare la
città di Catania) ospiterà i lavori del
Congresso Mondiale sull’Autismo.
Per intanto, chi volesse aiutare
l’associazione può destinarle senza alcuna spesa (perché si tratta in ogni caso
di somme da versare allo Stato) il 5 per
mille della Dichiarazione dei Redditi
apponendo (nel riquadro riguardante il
sostegno al volontariato) la propria firma ed indicando il numero di codice fiscale di “Carpe Diem” (ossia
96009190834).
Rodolfo Amodeo
“Io Canto”, trampolino per il successo
Alla seconda edizione del
festival di Francavilla di
Sicilia ha trionfato la
catanese Federica Nicole,
ma tanti altri concorrenti
sono stati apprezzati da
importanti talent-scout
nazionali. Ed il “patron”
Maurizio Lombardo sarà a
“Ciao Darwin” (Canale 5)
venerdì prossimo
L
a seconda edizione del festival “Io Canto”, organizzata dalla Mvd Produzioni” ed andata in
scena domenica scorsa al Cineteatro comunale
“A. Ferrara” di Francavilla di Sicilia, si è rivelata, oltre che un gradevolissimo spettacolo, un’interessante
“vetrina” per i nuovi talenti siciliani della canzone:
quasi tutti i concorrenti hanno dato prova di bravura
ed originalità pur essendo, alcuni di loro, alla prima
esperienza su di un palcoscenico.
Quest’anno, partecipare alla manifestazione
ideata e condotta dallo showman francavillese Maurizio Lombardo, affiancato dalla graziosa co-presentatrice Alessandra Cuzzubbo, era un’occasione
“ghiotta”: oltre che dalla qualificata giuria tecnica
(composta da musicisti, insegnanti di canto e, per
quanto riguarda il settore giornalistico, dal nostro redattore Rodolfo Amodeo), i concorrenti avevano
l’opportunità di essere visionati da affermati talentscout presenti in sala i quali, nel corso della serata,
hanno individuato le giovani “ugole” meritevoli di
essere “lanciate”.
La vittoria assoluta è andata a Federica Nicole (di
Gravina di Catania) che ha magistralmente interpretato “al femminile” l’intensa “Perdere l’amore” di
Massimo Ranieri; il secondo piazzamento, invece, ad
Alessandro Greco (di Taormina) che ha dimostrato
La vincitrice Federica Nicole
con Maurizio Lombardo ed il sindaco Nuciforo
un’eccellente presenza scenica nel proporre “Credimi ancora” di Marco Mengoni, mentre il terzo alla
francavillese Martina Silvestro, la quale è ben riuscita a rendere le suggestioni del “sinuoso” brano di Lisa “Oceano”. La Silvestro si è anche meritata l’accesso alla prossima edizione del prestigioso festival regionale “La Spada d’Argento” di Acireale avendo
particolarmente entusiasmato il “patron” Nello Vasta, facente parte del gruppo di “supervisori” invitati
da Maurizio Lombardo.
Ed a proposito di questi ultimi, sia il giovane manager Gianni Vinciguerra che il maestro di canto Armando Nilletti (insegnante di Loredana Errore, seconda classificata ad “Amici”) hanno assegnato i rispettivi premi speciali ai “Collettivo & Friends”, un
gruppo di cantanti e musicisti di Messina e Catania
che con il brano inedito “Sotto il fango” hanno realizzato un significativo “rap” sulle recenti tragedie del
maltempo verificatesi nel Messinese.
Ma il verdetto più atteso era quello di Bruno Rubino, produttore musicale di fama nazionale (tra l’altro artefice del successo dei “PiQuadro” e di altri giovani cantanti approdati, grazie a lui, tra le nuove promesse di Sanremo ed ai popolari talent-show “Ami-
7
Alcantara, il fiume
che… disseta
Le acque della Valle anche
alle province di Agrigento,
Enna e Caltanissetta?
Insorge la “Lipu” di Mojo
Il fiume Alcantara fa
“gola” a tutta la Sicilia.
E non solo per gli stupendi scorci di natura di
cui il suo corso è costellato, ma anche per le
sue capacità… dissetanti: com’è risaputo, le
sue acque vengono da
anni impiegate anche
per rifornire la città di
Messina, che le riceve
tramite un apposito impianto denominato “Acquedotto Alcantara”.
Ed è di questi giorni
la notizia che la Valle
dovrebbe mettere a disposizione pure di altre aree territoriali siciliane il suo “oro blu”. Lo si evince a chiare lettere da un apposito progetto, denominato “Interconnessione Alcantara-Blufi”, inserito nel “Programma Attuativo
Regionale del Fondo Aree Sottoutilizzate”, ossia il famoso “Fas 2007-2013” che negli ultimi mesi è stato il “pomo
della discordia” della classe politica isolana (il presidente
della Regione Lombardo accusato dal coordinatore regionale del Pdl Castiglione di voler impiegare tali risorse
per spese ordinarie ed assistenziali, e quest’ultimo accusato dal primo di lavorare sottobanco per tentare di convincere il premier Berlusconi a togliere i Fas alla Sicilia
onde far sfigurare il Governatore).
Adesso, tramite il sopracitato Programma Attuativo,
si starebbero finalmente gettando le basi per utilizzare al
meglio tali fondi a sostegno delle aree territoriali in difficoltà, ma quanto si prevede in merito al fiume Alcantara
desta qualche ragionevole perplessità. Forse è la solita
storia della serie “mors tua, vita mea”…
A manifestare preoccupazione è, in particolare, la
sezione locale (avente sede nel Comune di Mojo) della
“L.I.P.U.” (Lega Italiana Protezione Uccelli), guidata dal
delegato Francesco Mantineo.
«Siamo in presenza – si legge in una nota diramata
da quest’ultimo – di un ben preciso progetto inequivocabilmente denominato “Derivazione Parziale delle Acque
dell’Alcantara verso il Sistema Ancipa” e che prevede testualmente “… di realizzare una più congrua distribuzione della risorsa in funzione della specifica domanda dei
diversi territori..” e che “…parte della portata attualmente
prelevata dall’Alcantara sia convogliata nell’acquedotto
dell’Ancipa per l’alimentazione delle Province di Agrigento, Enna e Caltanissetta…”.
«Ci chiediamo, pertanto, se con tale sistema verrà ridotta solo la portata d’acqua da inviare a Messina, oppure solo quella destinata agli agricoltori della nostra Valle,
oppure ancora tutte e due. Ritenendo poco probabile la
prima ipotesi, la “Lipu” di Mojo Alcantara teme che a farne le spese sarà, in ultima analisi, il sistema agricolo locale, già fortemente in crisi da troppi anni.
«Facendo riferimento, in particolare, all’arco temporale dell’ultimo decennio, è sotto gli occhi di tutti la drastica riduzione della portata del fiume, che ha raggiunto il
minimo vitale compromettendo seriamente la flora e la
fauna locali.
«Per tutto ciò evidenziato, chiediamo l’immediata
convocazione da parte dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara di un tavolo aperto in cui siano presenti, tra gli altri, i vari enti politici ed istituzionali (Regione, Provincia
Regionale, Comuni ecc.) ed i vari soggetti interessati
(associazioni di categoria, associazioni ambientaliste
ecc.)».
ci” e “Ti lascio una canzone” ), il quale è rimasto affascinato dalla voce di Lorena Nuciforo, figlia del
primo cittadino francavillese, interprete dell’impegnativa canzone di Giorgia “Come saprei”: la Nuciforo si è meritata l’accesso ai provini che Rubino
sta effettuando in questi giorni in Sicilia.
«Vi assicuro – ha sottolineato al riguardo, ed a
scanso di polemiche, il talent-scout napoletano – che
non sapevo affatto che questa ragazza fosse la figlia
del vostro sindaco; la scelta, pertanto, non è stata
minimamente condizionata, bensì dettata solo ed
esclusivamente dall’indiscussa bravura della concorrente».
Per il resto, nell’attesa dei risultati finali, il numeroso pubblico del “Ferrara” ha apprezzato la “performance” del cantautore francavillese ospite Giuseppe
Grasso, il quale ha proposto un paio di significativi e
coinvolgenti brani da lui composti. La sua “Zahza
Band Revolution” ha anche accompagnato il “vulcanico” presentatore-cantante Maurizio Lombardo, dimostrando che, quando i musicisti ci sanno veramente fare, si può affascinare il pubblico esibendosi anche senza sofisticate tastiere e “rumorose” batterie,
ma semplicemente con basso, chitarra acustica, fiati e
percussioni.
E, come per tutti gli eventi che si rispettino, non
sono mancate le polemiche: il verdetto della giuria
non è stato condiviso da alcuni spettatori, che avrebbero voluto vedere “sul podio” concorrenti come Eva
D’Angelo, Caterina Falcone, Federico Parisi ed Andrea Platania.
Il “patron” Maurizio Lombardo, dal canto suo, è
stato “premiato” da una bella notizia giuntagli proprio all’indomani del suo apprezzatissimo festival: la
redazione del popolare programma televisivo di Canale 5 “Ciao Darwin”, condotto da Paolo Bonolis con
Luca Laurenti, lo ha convocato per la puntata di venerdì prossimo (23 aprile); il poliedrico artista francavillese farà parte della squadra di persone “normali” che sfideranno i “palestrati” e gli amanti del fitness.
Mediaset, in fondo, è… debitrice nei confronti di
Lombardo: l’“Io Canto” francavillese è nato due anni
prima dell’omonima trasmissione di Gerry Scotti.
Anche in
questo mese
di aprile, sia
pur senza la
solenne processione
esterna (che,
rispettando la
tradizionale
cadenza quadriennale, ha
avuto luogo
l’anno scorso), la comunità francavillese venera
l’artistico Crocifisso in legno d’arancio
custodito nella Chiesa Matrice. A curare l’evento religioso è l’apposita associazione “SS. Crocifisso” guidata dal
presidente Antonio Mancini.
Le manifestazioni sono iniziate ieri (venerdì 16 aprile) con una fiaccolata serale per le vie del paese cui ha
fatto seguito una degustazione in Piazza Matrice di dolci
tipici locali preparati dalle casalinghe francavillesi.
In questi giorni, ed anche nella ricorrenza domenicale di domani, le S. Messe verranno celebrate nella Chiesa Matrice, e nella giornata “clou” di martedì 20 aprile
quella delle ore 19,00 sarà trasmessa in diretta dal sito
Internet “www.francavilladisicilia.info”, mentre a quella
mattutina delle ore 11,00 saranno presenti i pellegrini
provenienti dal vicino Comune di Castiglione di Sicilia.
Marco Sidoti
R.A.
R.A.
Francavilla, i giorni
del SS. Crocifisso
Gazzettino 17-04-2010 ok:Gazzettino-nuovo 1 15/04/10 21:09 Pagina 8
8
> S E T T I M A N A L E IDG
attualità
N. 13 • s aba to 17 aprile 2 010
di Giarre
Sull’orlo di un profondo baratro
I
l periodo di profonda, e purtroppo duratura, fase negativa
che sta vivendo l’agricoltura siciliana, costretta a dibattersi in
una situazione di pesantissima e
preoccupante difficoltà, le cui
cause sono da ricercare nella crisi strutturale che da anni colpisce il settore, è
ancor più aggravata dalla situazione
economica congiunturale e dalla inadeguatezza della rete infrastrutturale.
L’allarme, da tempo, è stato lanciato
dalle associazioni di categoria, con Cia
(Conferedrazione Italiana Agricoltori)
Sicilia e Confagricoltura Sicilia in prima fila. E sulla scia di questa situzione,
diventata insostenibile per il comparto
agricolo siciliano, i presidenti provinciali di Cia Sicilia e Confagricoltura Sicilia, Francesco Costanzo e Arturo Castrogiovanni, accompagnati dal presidente regionale di Confagricoltura, Gerardo Diana, hanno incontrato l’on.
Giuseppe Castiglione, nella sua triplice
veste di presidente della Provincia di
Catania, presidente Upi e coordinatore
regionale del Pdl, date le tematiche di
carattere nazionale e politico affrontate.
Il presidente Castiglione, forte della sua
esperienza amministrativa in materia,
maturata sia da Assessore regionale al
ramo che alla Commissione agricoltura
del Parlamento europeo e da sempre attento ai problemi agrari ed agroalimentari dell’Isola, ha condiviso le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni
professionali, delineando delle linee di
Le organizzazioni professionali agricole Cia
e Confagricoltura incontrano il presidente
della Provincia regionale di Catania,
Giuseppe Castiglione, anche nella sua veste
di primo rappresentante Upi, sollecitando
un’azione a favore del comparto isolano,
da lungo tempo in forte crisi
intervento.
«L’agricoltura, oltre a rappresentare uno degli assi portanti dell’economia siciliana, è un elemento vitale per
la difesa, la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente nelle aree rurali e
interne della nostra regione – ha affermato Castiglione –. Occorre affrontare
il problema in maniera seria e concreta
e lo faremo anche con il gruppo parlamentare del Pdl all’Ars e tramite il nostro eurodeputato Giovanni La Via, che
ha già sensibilizzato la Commissione
europea sullo stato di crisi dell’agricoltura siciliana».
Le Organizzazioni professionali
agricole della Sicilia, Cia e Confagricoltura, hanno indetto per il prossimo 20
aprile 2010, a Palermo, una giornata di
mobilitazione generale del mondo agricolo, per porre all’attenzione dell’Unione europea e dei governi, nazionale e regionale, la necessità di immediati interventi per la difesa del reddito e del lavoro agricolo e per la valorizzazione dell’agroalimentare siciliano. In particolare, è stata sottolineata la necessità di interventi comunitari per l’erogazione di
aiuti straordinari a tutti i comparti agricoli in crisi; di misure di sostegno per le
aziende in difficoltà; di riduzione dei
costi di produzione; di una ripresa dei
consumi agroalimentari; di incentivi per
la cooperazione e l’associazionismo; di
una revisione del Psr; della valorizzazione economica dei prodotti siciliani;
di controlli sistematici sulle merci extracomunitarie; di snellimento della burocrazia e delle procedure; di riorganizzazione e ridefinizione dei compiti degli
Enti strumentali della Regione (Consorzi di Bonifica, Esa, Istituto ViteVino,
Consorzi di Ricerca); di assicurazioni
agevolate con intervento regionale per i
danni atmosferici e le perdite di reddito;
di anticipazione immediata dei premi
Pac alle aziende danneggiate da frane,
smottamenti, alluvioni e esondazioni.
Giuseppe Musumeci
L’arte, promozione del territorio
Il successo della mostra di Andrea Cadoni da
Montevecchio nelle parole del dott. Mario D’Agostino,
assessore alle Politiche Culturali
della Provincia Regionale di Messina
N
on si è ancora spento l’eco del successo, in termini di visitatori e di ricadute promozionali su
un ampio territorio, dell’iniziativa culturale
“L’amore e il mare… oltre il mare”, ospitata nella
chiesa di San Francesco di Paola a Taormina, grazie
alla sinergia sviluppata dall’assessorato delle Politiche
culturali della Provincia regionale di Messina, coordinato da Mario D’Agostino (titolare delle deleghe a Politiche culturali, Promozione dei Beni artistici, Culturali e Monumentali; Musei e Gallerie; Valorizzazione
del patrimonio archeologico, architettonico, archivistico, bibliografico, etnoantropologico e storico-artistico), dal Comune di Taormina, con la preziosa collaborazione dell’assessore Marcello Muscolino, e dall’associazione Onlus “Noi Tra Storia e Leggenda”. Le
opere dell’artista-artigiano Andrea Cadoni da Montevecchio hanno trovato una vetrina di alta qualità nella
location specifica della chiesa di San Francesco di
Paola, con la splendida Taormina a fare da cornice per
metterne in risalto la magia delle forme.
L’evento culturale ha trovato una risposta entusiasta dal territorio, ed i visitatori hanno apprezzato sia la
scelta della chiesa, come accogliente scenario espositivo, sia la volontà delle due amministrazioni (quella
della Provincia regionale di Messina e quella del Comune di Taormina) di valorizzare il territorio attraver-
so un abbraccio di alto livello tra arte, artigianato e
sviluppo di tematiche promozionali nuove.
«La riuscita dell’evento culturale – ha sottolineato
l’ass. Mario D’Agostino – è stata ampiamente testimoniata sia dall’alto numero di visitatori, sia dai loro
commenti favorevoli. Il progetto di una promozione
dinamica, innovativa e legata ad eventi culturalmente
elevati è frutto di una scelta ben precisa: Taormina, la
provincia di Messina, il territorio tutto, va presentato
e fatto scoprire non soltanto ai turisti ma anche agli
stessi cittadini. Le risposte positive che abbiamo avuto, che sono arrivate in gran numero, ci hanno dimostrato che si tratta di una scelta vincente. La nostra intenzione, come Assessorato provinciale, è quella di
proseguire su questa strada, perché siamo convinti del
Errata corrige
Nello scorso numero, con la mente ancora attratta
dalle meravigliose creazioni di Andrea Cadoni, nel
servizio “L’amore per il mare… oltre il mare”, per un
refuso, l’assessore alle Politiche culturali della Provincia regionale di Messina, Mario D’Agostino, è diventato Mario D’Argento. Ci scusiamo con l’interessato e con i nostri attenti, amici lettori che ci
hanno segnalato lo scambio di cognomi.
progetto che abbiamo ideato: offrire il territorio, farlo
conoscere, farlo apprezzare, prima di tutti ai cittadini
che vi risiedono. Così, loro stessi, possono imparare a
conoscerlo, apprezzarlo e, quindi, diventarne ambasciatori».
L’apprezzamento per la scelta della chiesa di
Francesco di Paola è stato espresso, da parte dei visitatori, all’assessore del Comune di Taormina, Marcello
Muscolino, che ha svolto un ruolo attivo e propositivo
nell’ambito dell’organizzazione dell’evento: «Abbiamo dato la piena disponibilità, come Amministrazione
comunale, per questo evento culturale ed i risultati ci
hanno dato ragione. I taorminesi hano apprezzato la
scelta della location e le opere di Andrea Cadoni, dimostrando un grande amore per la valorizzazione delle bellezze architettoniche della propria città».
Riceviamo
e pubblichiamo
Pubblichiamo volentieri la lettera
che il dottor Salvatore Muscolino,
candidato a sindaco della città
di Giardini Naxos, ci ha inviato
Giardini Naxos: forse la conflittualità è finita….
Gentilissimo Signor Preside prof. Francesco
Bottari, mi consenta di congratularmi con Lei, per la
democratica proposta, fatta a tutti i partecipanti alla
carica di Sindaco, proposta che dovrebbe farci meditare e riflettere. Solamente meditando e riflettendo
potremo ridurre la conflittualità che oggi esiste nei
vari schieramenti. Riconosco nelle sue parole un sincero richiamo al buon senso e mi rendo conto che gli
elettori giardinesi stanno vivendo un momento difficile, dove perdita di stima, abbandono e stanchezza si
sommano.
Dalle sue parole si evince l’amore per la sua
Giardini ed il desiderio di vedere che colui che la seguirà nella carica di Sindaco faccia quanto è possibile per ridare al piccolo Borgo delli Giardini, erede
della mitica Naxos, il posto che gli spetta. Giardini ha
bisogno di persone come Lei, che al di sopra delle
parti, mettano a disposizione di tutti noi, la loro cultura e la loro esperienza.
Ho letto, ripetutamente letto, la sua proposta e
sono rimasto profondamente colpito dalla sua serietà. Per quanto mi riguarda, fermo restando che
continuerò a battermi, fino al limite consentito, nel rispetto assoluto di altre eventuali aggregazioni prenderò in seria considerazione quanto Ella scrive augurandomi che le altre aggregazioni prendano nella
dovuta considerazione, quanto Lei propone.
Giardini, oggi, si trova in stato di disagio, in crisi
profonda. Turismo in calo, per la cattiva gestione di
quanti nel passato hanno considerato il turismo da
dilettanti. Commercio profondamente in crisi che gli
avvenimenti mondiali hanno accentuato. Prezzi incontrollati e incontrollabili che falciano ed erodono il
potere d’acquisto della nostra moneta. Giovani senza futuro e pensionati abbandonati. Un paese allo
sfascio. Occorre quindi, la buona volontà di tutti, dato che la mia persona e la mia aggregazione, non
hanno da soddisfare propri personalismi ma hanno a
cuore la crescita e la rinascita del paese, assicuro la
mia adesione, sempre che gli altri schieramenti siano d’accordo. Ribadisco che ci batteremo per dare ai
giovani il futuro che meritano, alle persone anziane
la certezza di un domani vivibile, alle donne la possibilità di far conoscere le loro idee e la restituzione ai
cittadini della loro città, che negli ultimi tempi è stata
loro scippata.
La mia campagna elettorale non sarà basata su
sterili personalismi, né su meschine ingiurie, perchè
penso che chi si presenta deve basare la sua forza
non sulla debolezza dell’altro, ma sulla bontà del suo
programma, che deve essere di rinnovamento, dove
giustizia amministrativa, parità sociale, lotta ai rumori e sistemazione viaria, dovranno essere la priorità.
Considero che occorre, anzi è vitale, lottare perchè
Giardini Naxos torni ad essere polo di attrazione e di
cultura. Ribadendo che l’accettazione della proposta
non è sintomo di debolezza, in quanto, forti delle nostre idee e del nostro rivoluzionario programma, siamo certi, anzi certissimi di vincere, ma dimostrazione
di buon senso, in quanto amanti appasionati di questo non sempre fortunato paese. I grandi strateghi
insegnano che è doveroso combattere per vincere,
cercando sempre di trovare punti di convergenza, di
contatto, per arrivare a compromessi accettabili che
pongano fine ad inutili e sterili dispute.
Nel manifestarle la mia accettazione, le manifesto anche la mia stima ed il mio rispetto.
Corrado Petralia
Dott. Salvatore Muscolino
Figli del vento tra Oriente e Occidente
Tra Calatabiano
e Giardini Naxos
lo spettacolo offerto
dagli splendidi
esemplari di cavallo
arabo ha proposto
un lungo viaggio
tra storia e natura
G
iorno 9 aprile scorso, presso il castello di San Marco, si è svolta la
conferenza stampa di presentazione dell’evento internazionale “Children of
the Wind”, organizzato con il patrocinio
della WAHO e del Senato della Repubblica Italiana, che ha visto la partecipazione
di cultori appassionati dello studio relativo
alla presenza del cavallo arabo nel mondo.
Giornalisti, personalità e semplici possessori di questo splendido animale hanno
affollato l’incantevole scenario del castello
di San Marco. I temi affrontati sono stati
vari ma, in particolare, si
è parlato della storia del
cavallo arabo che si dice
abbia avuto come primi
domatori i beduini. Grande importanza ha avuto
anche in Egitto, dove il
profeta Mohammaed affermava che ogni uomo
deve amare il proprio cavallo.
Anche in Sicilia il cavallo arabo è presente da
moltissimi anni tanto che,
nel 1864, a Catania fu costituito un centro di smistamento per cavalli e
stalloni e, da quel momento, iniziarono le importazioni di cavalli riproduttori dalla Siria
e Mesopotamia. Si può ipotizzare, addirittura, la presenza del cavallo arabo sin dal
lontano 827 quando sbarcarono circa
10.000 fanti con i rispettivi cavalli e da allora iniziò una intensa attività allevatoriale.
Anche Napoleone quando, nel 1798, sconfisse l’impero dei Mammalucchi rimase affascinato dai cavalli arabi. Mille altri
esempi potremmo citare a favore di questi
ultimi. Nel corso della storia, proprio gli
arabi hanno perfezionato questa razza, ottenendo un cavallo assai versatile. Per cui
possiamo affermare che il cavallo arabo è
stato sempre inseparabile compagno dell’uomo, soprattutto dell’uomo guerriero,
come il “beduino” che, abitando immensi
spazi, tutt’oggi ha bisogno di questo inseparabile animale per la sua vita avventurosa.
Al dibattito sono intervenuti l’assessore
regionale all’Istruzione e alla Formazione
professionale, Mario Centorrino, che ha
aperto l’incontro puntando sul ruolo della
Sicilia nel Mediterraneo, sulla tutela della
biodiversità e sul legame con altre culture,
il presidente della WAHO, Hans Joachim
Nagel, il presidente dell’EAO Ahmedhamza ed altre personalità provenienti da varie
parti del mondo. Questo evento internazionale, che ha visto protagonista il cavallo
purosangue arabo, soggetto di traino ideale
per la promozione turistica siciliana, si è tenuto a Giardini Naxos per 6 giorni, accompagnata anche da sfilate di bellissimi esemplari di cavalli arabi. Per l’occasione,
l’Amministrazione comunale di Giardini
Naxos ha messo a disposizione la splendida
spiaggia del lido di Naxos e Letizia Di Liberti, commissario straordinario di Giardini
Naxos, ha dichiarato di “essere lusingata di
tale importanza”. A conclusione Pietro
Giannetto, General manager dell’evento,
ha manifestato la propria “soddisfazione
per lo svolgimento di questo evento che si
riproporrà negli anni a venire”.
Valeria Scalisi