Rivoluzione nelle Casse rurali trentine

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ECONOMIA
giovedì 23 ottobre 2014
l'Adige
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G
Accelerazione della Federazione: oggi al convegno di
Processo già avviato, la decisione finale alle singole Casse
settore la proposta approvata dal Comitato del credito
Nasce il polo del Nord Est: Centrale Finanziaria col Fondo
Restano i 373 sportelli. Il nodo di Folgaria commissariata Comune diventerà la holding delle società del sistema
BANCHE
Rivoluzione nelle Casse rurali trentine
Arriva il piano delle fusioni: da 43 a 23 istituti
Al via il progetto di super holding del Nord Est
I crediti in Trentino
per dimensioni
delle banche
Valori in milioni di euro
Lavis
Valle di Cembra
Giovo
Da 43 a 23 Casse
Rovereto
Isera
Lizzana
Brentonico
Mori Val di Gresta
Alta Vallagarina
Folgaria*
Mezzolombardo
San Michele all'Adige
Roverè della Luna
Alto Garda
Bassa Vallagarina
Ledro
20
-0
Var.
giu 2014
su giu 2013
Var.
giu 2014
su mar 2014
30
Aldeno Cadine
Trento
6-
20
3-0
Mezzocorona
31
TRENTO - Rivoluzione nelle
Casse rurali trentine. Oggi al
convegno di settore viene presentato il piano delle fusioni
che riduce drasticamente il numero degli istituti di credito
cooperativo della provincia. In
base alla proposta approvata
dal Comitato del credito della
Federazione, dalle attuali 43 si
passerà a 23 Casse, praticamente un dimezzamento. Con poche eccezioni, Trento in testa,
sono interessate tutte le valli e
anche le città medio-piccole.
Accanto alle fusioni, è ai blocchi di partenza il progetto della super holding del Nord Est,
secondo polo cooperativo nazionale dopo Iccrea.
L’accelerazione della riorganizzazione del credito coop trentino era stata preannunciata
dalla lettera agostana alle Rurali del presidente della Federazione Diego Schelfi e del presidente di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi. Erano stati avviati gruppi di lavoro sulla
razionalizzazione delle Rurali
e sul polo del Nord Est. Come
aveva chiarito Schelfi, il modello a cui guarda la Cooperazione trentina è quello tedesco,
con due poli di banche cooperative. E l’esigenza di aggregazioni nasce dalla necessità di
un rafforzamento patrimoniale delle Casse e della capacità
di offrire più servizi in modo
più efficiente.
Tutte le banche sono sotto
pressione per la crisi finanziaria, le maxisvalutazioni di crediti, il nuovo assetto della vigilanza bancaria che dal 4 novembre passerà alla Banca Centrale
Europea e al Meccanismo di Vigilanza Unico. Le Bcc e le Rurali,
pur avendo resistito negli anni
della crisi, cominciano ad essere in affanno. In Trentino i prestiti nell’ultimo anno sono scesi del 2%, si preannunciano altri 180 milioni di euro di rettifiche su crediti e se le Casse sono riuscite a chiudere il primo
semestre quasi tutte in positivo, con un utile complessivo intorno ai 30 milioni, è grazie soprattutto ai proventi della negoziazione dei titoli acquistati
con la provvista a buon mercato della Bce.
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Il piano di fusioni tra le Casse Rurali trentine
FRANCESCO TERRERI
twitter: @fterreri
3.646
3.387
3.554
-2,5%
+5,0%
Banche grandi
112
169
175
+56,4%
+3,6%
Banche medie
839
1.036
1.016
+21,1%
-1,9%
Banche piccole
4.504
4.404
4.311
-4,3%
-2,1%
Banche minori
10.453
10.323
10.299
-1,5%
-0,2%
TOTALE CREDITI
19.555
19.318
19.355
-1,0%
+0,2%
Banche maggiori
Fonte: Base dati statistica di Banca d'Italia
Pergine
Valle dei Laghi
Pinetana Fornace
Seregnano
Valsugana e Tesino
Caldonazzo
Cross
Levico
Primiero e Vanoi
Roncegno
Centrofiemme
Cavalese
Fiemme
Val di Fassa
Agordino
Tuenno Val di Non
Bassa Anaunia
Tassullo e Nanno
D'Anaunia Taio
Giudicarie Valsabbia
Paganella
Pinzolo
Novella
Alta Anaunia
I piccoli perdono colpi
Parte la vigilanza Bce
Altavaldisole e Pejo
Spiazzo e Javrè
Adamello Brenta
Rabbi e Caldes
Strembo Bocenago
Caderzone
Saone
don Guetti
*commissariata, da verificare
Insomma, in Federazione si sono convinti che piccolo non è
più tanto bello. Certo, il piano
di fusioni è una proposta perché la decisione finale spetta
alle singole Casse, che qualche
processo di aggregazione lo
hanno avviato. Ma questa volta si chiederanno tempi certi e
brevi: entro uno-due anni bisogna stringere perché, come
hanno ripetuto ancora i vertici
all’assemblea di maggio di Cassa Centrale a Villa Quaranta nel
veronese, non c’è più tempo.
Non sono previste aggregazioni nel capoluogo e dintorni, restano quindi le Casse rurali di
Trento da una parte, di Aldeno
e Cadine dall’altra. Rimane autonoma - per ora, si sottolinea
in Federazione - la Rurale Valle
dei Laghi. Ma già a nord di Tren-
to scattano ipotesi di fusione
tra Lavis-Valle di Cembra e Giovo
e tra Mezzocorona, Mezzolombardo e Roverè della Luna.
Il basso Trentino è quasi interamente interessato da ipotesi
di aggregazione. La Rurale di
Rovereto dovrebbe attrarre Isera e Lizzana. Mori e Brentonico
sono tra le Casse che hanno già
avviato un progetto di fusione.
La Bassa Vallagarina (Ala) resterà autonoma. Ipotesi fusione invece tra Alto Garda e Ledro.
Poi c’è il nodo, difficile, della
Rurale di Folgaria commissariata dalla Banca d’Italia. L’ipotesi
già avanzata dalla Federazione
era una fusione nella Rurale Alta Vallagarina, ma tutto dipende dagli esiti del lavoro del commissario Giambattista Duso. Che
sull’assetto della Cassa e sul
portafoglio crediti non sta usando il guanto di velluto.
In Valsugana, la Cassa di Pergine
dovrebbe aggregarsi con la Pinetana, Caldonazzo con Levico,
Valsugana e Tesino, già frutto di
una fusione, con Roncegno e
Cross, la Rurale di Olle, Samone e Scurelle. Resta la Cassa del
Primiero e Vanoi, come anche
quella di Fassa, mentre si va verso la Rurale unica in val di Fiemme, con Cavalese e Fiemme, e in
val di Sole, con Altavaldisole e
Rabbi e Caldes.
Le cinque Casse della val di Non
dovrebbero diventare tre: Tuenno con Tassullo e Nanno, Anaunia-Taio con Bassa Anaunia mentre resta da sola Novella Alta
Anaunia. Tre Rurali anche nell’assetto finale previsto per Giudicarie e Rendena: a Spiazzo e
TRENTO - L’andamento dei prestiti bancari in Trentino è
differenziato sulla base delle dimensioni degli istituti di
credito. Secondo i dati Bankitalia (tabella sopra), a metà
2014 le banche «maggiori» (3,5 miliardi di prestiti) sono in
calo sul 2013 ma in crescita del 5% nel secondo trimestre
dell’anno. Le poche «grandi» (175 milioni) registrano
incrementi in tutti e due i casi, mentre le «medie» (1
miliardo) aumentano su base annua e calano nel
trimestre. Chi perde colpi sia nell’anno che nel trimestre
sono le «piccole» (4,3 miliardi) e le «minori» (10,3 miliardi,
il grosso dei crediti), che sono tutte Casse rurali. Anche
per questo in Federazione accelerano sulle aggregazioni.
Senza dimenticare la novità che scatta il prossimo 4
novembre: il passaggio della vigilanza bancaria alla Bce e
il nuovo fondo anticrisi, che le Bcc criticano in quanto
sarebbe troppo favorevole alle grandi banche.
Strembo, già in fase di avanzato confronto, dovrebbe aggiungersi Pinzolo, Adamello-Brenta
dovrebbe aggregarsi con Saone,
Giudicarie-Paganella con la don
Guetti di Quadra, Fiavè, Lomaso.
Questo per quanto riguarda il
primo livello. Ma oggi presidenti e direttori delle Rurali si troveranno davanti anche il progetto di nuovo assetto del secondo livello: la super holding
del Nord Est che, con un patrimonio complessivo di oltre 500
milioni di euro, dovrebbe trattare da pari a pari con Iccrea, la
holding nazionale del credito
cooperativo.
Il polo del Nord Est ruoterà attorno a Centrale Finanziaria, la
società che controlla Cassa
Centrale. Nella holding conflui-
ranno le controllanti delle società industriali del sistema coop, come il Fondo Comune delle Rurali Trentine che controlla
Phoenix Informatica Bancaria. Insieme a Phoenix verrà consolidata Ibt, Informatica Bancaria
Trentina, Nord Est Asset Management, la società che gestisce
il fondo di investimento Nef, Assicura Group, oltre naturalmente a Cassa Centrale e a Mediocredito Trentino Alto Adige, a cui
Cassa Centrale cederà le attività corporate.
Le Bcc venete, che hanno tuttora tre istituti commissariati,
sembrano d’accordo, i friulani
anche, sia pur con meno entusiasmo. E le Province di Trento e Bolzano dovrebbero dare
presto il via libera su Mediocredito.
Conferma dall’Ad Messina. Accordo con Confindustria su nuovi prestiti
Pagamenti | La banca ha 10 mila aziende clienti
Btb nel vortice delle fusioni Intesa
Anticipi ai creditori della Provincia
Da Unicredit plafond di 30 milioni
TRENTO - «A Nord Est ci saranno altre fusioni». Lo ha dichiarato l’Ad del gruppo Intesa Sanpaolo Carlo Messina ieri all’Università di Padova. Dopo l’assorbimento della Cassa di Risparmio di Venezia e la conferma
che invece Cariveneto resterà
autonoma, il riferimento è alla
Cassa del Friuli e a Btb, la banca trentina e altoatesina del
gruppo, che quindi entro il 2016
potrebbe perdere la sua autonomia. Sempre ieri è stata ufficializzata la conferma di Renzo
Simonato come direttore Nord
Est della Banca dei Territori di
Intesa.
Intanto Btb, insieme all’altra
banca del gruppo Mediocredito Italiano, ha firmato un accordo con Confindustria Trento
che prevede nuove risorse e un
programma di interventi per incoraggiare il dinamismo della
piccola e media impresa trentina. Le finalità dell’intesa sono state presentate ieri da Ro-
TRENTO - Dopo il varo da parte della giunta provinciale di
uno specifico protocollo per anticipare ai fornitori i crediti
certificati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali, anche
Unicredit si aggiunge al novero degli intermediari finanziari
che avevano già sottoscritto l’accordo. Il gruppo, tramite
la propria società-prodotto Unicredit Factoring, mette a
disposizione un plafond di 30 milioni di euro, che potrà
erogare a quelle imprese, tra le circa 10 mila aziende
seguite dalla banca in Trentino, interessate all’iniziativa. La
somma richiesta sarà disponibile entro 15 giorni lavorativi
dal ricevimento della domanda, applicando un tasso
conveniente. I crediti ceduti alle banche e agli intermediari
saranno pagati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali
entro il 28 febbraio 2015.
Ad apporre la firma al protocollo il presidente della
Provincia Ugo Rossi e il Deputy regional manager Nord Est
di Unicredit Romano Artoni, presenti il direttore generale
della Provincia Paolo Nicoletti e il responsabile Trentino
Alto Adige di Unicredit Marco Martincich. «La Provincia deve
affrontare una criticità in ordine ai pagamenti in conto
capitale a seguito degli stringenti vincoli imposti dal Patto
di stabilità - afferma Rossi - destinato peraltro ad essere
cancellato entro il 2018 come previsto dal Patto di garanzia
definito in questi giorni a Roma».
«L’adesione di Unicredit all’iniziativa della Provincia sottolinea Artoni - ribadisce la nostra attenzione nei
confronti di un territorio nel quale affondano le radici del
nostro istituto».
CREDITO
berto Busato (a destra nella foto),
direttore di Confindustria Trento, e Franco Dall’Armellina (a sinistra nella foto), direttore generale Btb.
Si tratta in particolare di un programma specifico per la copertura finanziaria a medio termine riferita a investimenti produttivi, crescita dimensionale,
innovazione, ricerca e sviluppo, rafforzamento dell’export
e internazionalizzazione delle
Pmi. Obiettivi raggiungibili at-
traverso l’offerta di credito agevolato, con l’accesso diretto al
Fondo centrale di garanzia, finanziamenti con provvista messa a disposizione dalla Banca
Europea degli Investimenti per
finanziare il 100% del costo del
progetto con esenzione dell’imposta sostitutiva, finanziamenti specialistici e di leasing finanziario su beni immobiliari, strumentali, veicoli e impianti per
la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Per le operazioni oggetto dell’accordo Btb favorirà un iter
veloce con un contatto nei confronti dell’azienda entro tre
giorni lavorativi dalla richiesta,
la predisposizione dell’istruttoria creditizia entro i successivi cinque giorni lavorativi per
comunicarne l’esito entro 30
giorni dalla consegna di tutta
la documentazione alla banca.
Ciascuna proposta potrà inoltre usufruire di condizioni economiche di favore.
F. Ter.
FINANZIAMENTI
Da Credem 130 milioni
per l’agroalimentare
TRENTO - Credem ha
stanziato un plafond di 130
milioni di euro a livello
nazionale di finanziamenti
dedicati alle piccole e medie
imprese del settore
agroalimentare. L’obiettivo è
affiancare le imprese con
finanziamenti utili a
sostenere le spese correnti di
fine anno. L’intervento è
disponibile anche in Trentino,
dove Credem opera con
quattro filiali e col nuovo
Centro imprese, che si
occupa della gestione delle
medie aziende che
sviluppano un fatturato di
oltre 2,6 milioni di euro.