locandina - Davide Galliani

1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
a
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EDIZIONE
CONFERENCE BOOK
In collaborazione con
Un progetto di
A
4a CONFERENZA MONDIALE - 16 E 17 NOVEMBRE 2012
TUTTI POSSIAMO CONTRIBUIRE
A COSTRUIRE LA PACE.
B
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PROGRAMMA
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
1° GIORNO
VENERDÌ 16 NOVEMBRE
9.30
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE
SALUTI ISTITUZIONALI
Andrea Sironi, Rettore Università Bocconi
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano*
Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace
Introduzione alla sessione: Damiano Canale, Professore Ordinario,
Dipartimento di Studi Giuridici, Università Bocconi, Milano
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10.00 ART FOR PEACE AWARD 2012
David Grossman, Scrittore e saggista
10.20 DISCORSO INAUGURALE
Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana*
Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003
Maryam Al-Khawaja, Presidente pro tempore
Vice Presidente, Bahrain Center for Human Rights
Kathleen Kennedy Townsend, Professoressa presso la School
of Public Policy, Georgetown University, Washington,
Vice Presidente Science for Peace
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11.20 OVERVIEW SUL PROGRAMMA
DELLA CONFERENZA
Alberto Martinelli, Professore Emerito di Scienze Politiche
e Sociologia, Università degli Studi di Milano,
Vice Presidente Science for Peace
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Lettura di un estratto da: “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria
11.30 PERCHÉ PUNIRE?
SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA
Moderatore: Mario Calabresi, Direttore de La Stampa
Giancarlo Comi, Professore Ordinario di Neurologia
e Direttore delle Scuole di Specializzazione in Neurologia
e in Neurofisiopatologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Giuseppe Ferraro, Professore presso il Dipartimento Teorie e Metodi
Scienze Umane e Sociali, Università Federico II, Napoli
Ombretta Di Giovine, Professoressa di Diritto Penale,
Università degli Studi di Foggia
14.30 DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO
Moderatore: Monica Maggioni, Capo redattore centrale RAI TG1
John Donohue, Professore presso Stanford Law School, USA
Ståle Olsen, Scrittore, ex Direttore di carcere
Tharcisse Karugarama, Ministro della Giustizia del Rwanda
Davide Galliani, Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici,
Università degli Studi di Milano
16.00 RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
Sergio D’Elia, Segretario “Nessuno tocchi Caino”
Nadia Bizzotto, Volontaria Associazione Papa Giovanni XXIII
Gloria Manzelli, Direttore carcere di San Vittore, Milano
Ascanio Celestini, Scrittore, attore e regista video messaggio
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17.00 CONCLUSIONI
Umberto Veronesi
17.15 LECTIO MAGISTRALIS:
CONTROLLO E LEGISLAZIONE NELL’INDUSTRIA DELLE ARMI
Brian Wood, Responsabile “Arms Control and Security trade” Amnesty International
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* Invitato a partecipare
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UMBERTO VERONESI
Presidente Science for Peace
Umberto Veronesi è un medico chirurgo che ha dedicato gran parte della sua
vita professionale alla scoperta di nuovi percorsi di ricerca al fine di migliorare
le cure e la qualità della vita dei pazienti ammalati di tumore.
Ha dato il via allo sviluppo di tecniche di chirurgia conservativa dei tumori al
seno, basandosi su di alcuni studi clinici controllati, presso l’Istituto Nazionale
dei Tumori di Milano. È stato inoltre il primo a dimostrare che, nel caso di tumori mammari di piccole dimensioni, fosse possibile effettuare un’ampia resezione
seguita da radioterapia senza compromettere l’effi cacia dell’intervento, preservando la mammella ed evitando quindi la mastectomia, procedura altamente
traumatica. Di recente, ha dato il via a nuove ricerche utilizzando la biopsia del
linfonodo sentinella per evitare la dissezione ascellare nei casi in cui i linfonodi
siano sani.
Negli ultimi vent’anni si è dedicato alla prevenzione del tumore al seno con due
importanti studi randomizzati concentrati sull’azione preventiva dei retinoidi e
del tamoxifene contro il carcinoma mammario.
Recentemente ha rivalutato il ruolo delle procedure di radioterapia postoperatoria in seguito a chirurgia conservativa del seno, introducendo la radioterapia
intraoperatoria.
Con la fondazione del Gruppo Internazionale sul Melanoma, ha sensibilizzato
patologi e specialisti clinici riguardo l’importanza di condurre ricerche internazionali coordinate sul melanoma. Ha ideato e condotto studi che hanno dimostrato che la dissezione profi lattica dei linfonodi regionali durante lo stadio
I della malattia può essere evitata senza correre rischi. Ha inoltre sostenuto
un approccio conservativo nel combattere il melanoma, adottato dal gruppo di
studio sul melanoma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui è stato
direttore scientifico per 20 anni.
Veronesi si è inoltre dedicato all’avviare e promuovere iniziative educative per
la formazione di specialisti oncologi. Nel 1982 ha fondato la Scuola Europea di
Oncologia, che da allora è diventata un centro di riferimento in tutta Europa,
nonché organismo consultivo per la Comunità europea. Analogamente, la Società Europea di Oncologia Chirurgica, anch’essa fondata da Umberto Veronesi, ha
a sua volta intrapreso un’impronta educativa che ben si adatta alle linee guida
stabilite dalla Scuola.
È stato Presidente dell’Unione Internazionale contro il Cancro (UICC) fi no al
1982, dell’Organizzazione Europea per le Ricerche sui Tumori dal 1985 al 1988,
e della Federation of European Cancer Societies (FECS) dal 1991 al 1993. E’
stato il fondatore e il primo Presidente della Società Europea di Mastologia.
Ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in medicina presso due università dell’Argentina (Buenos Aires e Cordoba), una dal Brasile (Rio Grande do Sul), una
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SALUTI ISTITUZIONALI
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
dalla Grecia (Atene), una dal Belgio (Anversa) e una dalla Polonia (Cracovia).
Nel maggio 2003 ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in biotecnologie mediche
dall’Università degli Studi di Milano, e in marzo 2005 in fi sica dallo stesso
istituto. Nel dicembre 2006 ha ricevuto la laurea Honoris-Causa in Scienze
Agrarie dall’Università di Napoli, mentre nell’ottobre 2007 quella in Medicina
dall’Università di Lleida e, nel 2009, in Scienze Pedagogiche dall’Università
degli Studi di Genova. Nel maggio 2010, ha ricevuto la laurea Honoris-Causa
in Medicina dall’Università di Antananarivo (Madagascar), e quella in Odontoiatria e Protesi Dentaria dall’Università degli Studi di Foggia nel giugno 2011,
mentre nel novembre 2011 gli è stata conferita quella in Medicina dal King’s
College di Londra.
Nel marzo del 2003 ha ricevuto dall’Arabia Saudita il “2003 King Faisal International Prize award”.
Nel 1994 è stato nominato Presidente del “Committee of Cancer Expert” della
Comissione europea.
È autore di oltre 780 pubblicazioni scientifiche e 12 trattati di oncologia.
Da maggio 1994 ad aprile 2000 è stato Direttore Scientifi co dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Da aprile 2000 a giugno 2001 gli è stato affi dato l’incarico di Ministro della
Sanità della Repubblica Italiana.
Dal 1 luglio 2001 è tornato a ricoprire il ruolo di Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Da aprile 2008 a febbraio 2011 è stato Senatore del Parlamento Italiano nella
XVI Legislatura.
Il Professor Veronesi è il fondatore della Fondazione Umberto Veronesi, creata
nel 2003 al fine di promuovere la ricerca scientifica e la diffusione della scienza, attraverso l’organizzazione di importanti conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni.
Nel 2009 ha fondato il Movimento Science for Peace.
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SHIRIN EBADI
KATHLEEN KENNEDY TOWNSEND
Premio Nobel per la Pace 2003
Professoressa presso la School of Public Policy, Georgetown University,
Washington, Vice Presidente Science for Peace
Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003, è la prima donna musulmana
cui sia stato assegnato il Premio Nobel per la Pace, ed è stata uno dei primi
giudici donna in Iran.
Ha lavorato come presidente del tribunale di Teheran dal 1975 al 1979 ed è stata la prima donna iraniana ad essere nominata giudice capo. Come altri giudici
donna, ha perso la carica in seguito alla rivoluzione islamica del febbraio 1979.
Dopo aver ottenuto la licenza forense nel 1992, la Dott.ssa Ebadi ha iniziato a
praticare privatamente. Come avvocato si è fatta carico di molti casi controversi
a difesa di dissidenti politici, a causa dei quali è stata spesso arrestata. Oltre
ad essere una sostenitrice dei diritti umani riconosciuta a livello internazionale,
ha istituito diverse organizzazioni non governative in Iran, compresa la Million
Signatures Campaign, una campagna che ha lo scopo di porre fine alla discriminazione legale contro le donne all’interno del sistema legale iraniano.
La Dott.ssa Ebadi è inoltre docente universitario e ha pubblicato oltre 70 articoli e 13 libri sulle varie tematiche legate ai diritti umani, alcuni dei quali
pubblicati dall’UNICEF. Nel 2004 è stata definita dalla rivista Forbes una delle
100 donne più potenti del mondo. Il suo libro “Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza” è stato pubblicato nel 2006 in oltre 15 lingue, il suo ultimo
libro è intitolato “La Gabbia d’oro. Tre fratelli nell’incubo della rivoluzione iraniana” pubblicato in Italia da Rizzoli. Nel gennaio 2006, insieme alla vincitrice
del Premio Nobel Jody Williams, la Dott.ssa Ebadi ha fondato l’organizzazione
“Nobel Women’s Initiative.”
La Dott.ssa Ebadi ha lasciato l’Iran il giorno prima della rielezione del Presidente Mahmoud Ahmadinejad per partecipare a una conferenza, e da allora non
vi ha più fatto ritorno.
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DISCORSO INAUGURALE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
Professore Associato della School of Public Policy della Georgetown University,
e Visiting Fellow alla Kennedy School of Government di Harvard. Consulente
per diverse corporazioni americane e internazionali.
Kathleen Kennedy Townsend ha una lunga esperienza nel settore pubblico.
Prima donna ad essere eletta Vice Governatore del Maryland, ha gestito budget
multimiliardari e supervisionato diversi dipartimenti, inclusi la Polizia di Stato,
Sviluppo Economico, Trasporti, e l’Ufficio per la Gioventù e le Famiglie. È conosciuta a livello nazionale per il suo spirito innovatore e per programmi legati
ai risultati quali Hot Spots, Break the Cycle, lo sviluppo del settore biotech
del Maryland, il lancio dell’iniziativa e-readiness e per la creazione di uno dei
primi uffi ci statali dediti all’educazione del carattere. Prima del suo ruolo di
Vice Governatore, la Sig.ra Townsend ha lavorato in veste di Procuratore Generale Delegato degli Stati Uniti. Ha steso un piano per l’inserimento di 100.000
poliziotti e ha dato vita ai Police Corps, un programma per conferire borse di
studio ai giovani che si impegnano a lavorare come ufficiali di polizia durante i
quattro anni successivi alla laurea. Prima della sua esperienza presso il Dipartimento di Giustizia, la Sig.ra Townsend ha trascorso 7 anni come fondatrice e
direttrice del Maryland Student Service Alliance. È stato con questo ruolo che
si è battuta per, e ha ottenuto, l’inserimento del servizio civile come disciplina
obbligatoria nei licei. Prima del lancio di questa iniziativa, la Sig.ra Kennedy
ha lavorato come avvocato ambientalista sia come privato, sia come Assistente
Procuratore Generale in Maryland. Ha inoltre coordinato nel 1982 la campagna
per la rielezione del Senatore Edward Kennedy. Kathleen Kennedy ha insegnato
Politica Estera presso la University of Pennsylvania e la University of Maryland,
Baltimore County. Ha pubblicato articoli sul New York Times, Washington Post,
Washington Monthly e molti altri ancora. A metà degli anni ’80 ha fondato la
Robert F. Kennedy Human Rights Award - i cui vincitori includono le Comadres
di El Salvador, Adam Michnic (Polonia) e Beyers Naude (Sudafrica). La Sig.ra
Townsend è Presidente dell’Institute of Human Virology presso la University del
Maryland ed è attualmente membro del consiglio di amministrazione della John
F. Kennedy Library Foundation, Points of Light Foundations, Strategic Partnerships, Institute for Women’s Policy Research, Character Education Partnership
ed è membro del Consiglio di Relazioni Internazionali e Dialogo Interamericano. In passato, è anche stata membro della direzione di Export-Import Bank,
Johns Hopkins School of Advanced International Studies, Wilderness Society,
Baltimore Urban League ed è stato Presidente del Robert Kennedy Memorial.
Laureata cum laude presso la Harvard University, ha conseguito la specializzazione in legge presso la University of New Mexico dove ha anche lavorato alla
rivista di legge. Ha ricevuto dieci lauree onorarie.
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MARYAM AL-KHAWAJA
ALBERTO MARTINELLI
Presidente pro tempore - Vice Presidente,
Professore Emerito di Scienze Politiche e Sociologia, Università
Bahrain Center for Human Rights
degli Studi di Milano, Vice Presidente Science for Peace
Maryam al-Khawaja è presidente in carica del Bahrain Center for Human
Rights facente le veci del presidente eletto Nabeel Rajab, attualmente in prigione. Maryam al-Khawaja è altrimenti vice presidente e capo dell'uffi cio per
i rapporti internazionali del Bahrain Center for Human Rights, vice direttore
del Gulf Center for Human Rights, ed ex studentessa del programma Fulbright
presso la Brown University. In Bahrain, Maryam al-Khawaja ha svolto un ruolo
chiave durante le proteste democratiche svoltesi presso la Pearl Roundabout
nel febbraio 2011, che hanno spinto il governo a rispondere dell'utilizzo di omicidi extragiudiziali, arresti, tortura, discriminazione, saccheggi e intimidazione
come metodi per sopprimere il dissenso e la richiesta di riforme.
Maryam è la fi glia di Abdulhadi al-Khawaja, il fondatore del Bahrain Center
for Human Rights, che ha intrapreso uno sciopero della fame durato 110 giorni
contro le violazioni dei diritti umani e fatto parte di un gruppo di noti attivisti e
leader dell'opposizione condannati al carcere a vita nel giugno del 2011. Nonostante abbia lasciato il Bahrain per svolgere il proprio incarico di capo dell'uffi cio per i rapporti internazionali del centro, e sfuggire così all'arresto e/o alla
prigionia, Maryam al-Khawaja continua a monitorare da vicino gli eventi che si
susseguono, e si è affermata come una delle personalità principali a sostegno
dei diritti umani e della riforma politica in Bahrain e nella regione del Golfo.
Ha inoltre svolto un ruolo chiave nell'elaborazione di strategie ufficiali a livello
globale in reazione alle atrocità compiute in Bahrain, stabilendo relazioni con
infl uenti personalità del mondo politico in Europa e America come elemento
fondante della sua missione.
Professore emerito di Scienze politiche e Sociologia all’Università degli Studi
di Milano, dove insegna dal 1970 ed è stato preside della Facoltà di Scienze
politiche dal 1987 al 1999. Laurea in Economia e Commercio all’Università
Bocconi, Master e Ph.D. in Sociologia all’Università di California a Berkeley.
Ha insegnato anche all’Università Bocconi, l’Università di California a Berkeley, l’Università di Stanford, la New York University, l’Università di Valencia,
l’Università Ain Shams del Cairo, l’Università di San Pietroburgo, l’Università
Sun-yat Sen di Guangzhou.
Vice-Presidente di Science for Peace della Fondazione Umberto Veronesi. Vicepresidente dell’International Social Sciences Council. Ex presidente dell’International Sociological Association. Medaglia d’oro di benemerenza civica del
Comune di Milano. Membro dell’Istituto lombardo accademia di scienze e lettere e della Real Academia des Ciencias Morales y Politicas de España.
Presidente della Fondazione AEM di Milano. Presidente del Nucleo di valutazione dell’Università degli studi di Padova. Membro dei comitati scientifi ci
degli Osservatori regionali sulla immigrazione e sulla esclusione sociale, della
Fondazione I-CSR sulla responsabilità sociale di impresa e dell’Associazione
italiana delle aziende familiari (Aidaf). Nel 1984-85 e nel 1997-1998 consigliere del Presidente del Consiglio dei ministri.
Editorialista Corriere della sera.
È autore di numerosi libri e saggi sui rapporti tra economia, politica e società, la
modernizzazione e lo sviluppo sostenibile, l’imprenditorialità e il management,
i processi di globalizzazione e la governance globale, le organizzazioni complesse, la rappresentanza degli interessi, le politiche dell’istruzione e della ricerca.
Tra i suoi principali libri recenti: L’Occidente allo specchio, Università Bocconi
Editore, 2011. La modernizzazione, Laterza, 2010. Progetto ’89. Tre saggi su
libertà, eguaglianza e fraternità, Il Saggiatore, 2009. La democrazia globale,
Egea, 2008. Transatlantic Divide. Comparing American and European Society,
Oxford University Press, 2007. Global Modernization, Sage, 2005, edizione russa 2006, edizione cinese 2010.
DISCORSO INAUGURALE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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DAMIANO CANALE
Professore Ordinario, Dipartimento di Studi Giuridici,
Università Bocconi, Milano
DIGNITÀ DELLA PERSONA
ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE
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Nato il 6 marzo 1968. Laureato in Scienze politiche a Padova. Ha studiato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Würzburg e si è perfezionato
in Teoria del diritto alla Goethe-Universität di Francoforte. Ha conseguito il
titolo di dottore di ricerca in Filosofia del diritto presso l’Università di Padova.
È stato visiting researcher al Max-Plank-Institut für Europäische Rechtsgeschichte (Frankfurt am Main) e senior research scholar presso la Yale Law
School (New Haven, CT).
Direttore del Dipartimento di Studi giuridici “A. Sraffa”. Professore straordinario di Filosofi a del diritto. Docente di Teoria e tecnica dell’interpretazione
giuridica nell’ambito del PhD in Diritto dell’impresa. Dal 2001 al 2003 è stato
professore a contratto di Filosofi a del diritto all’Università Bocconi. È stato ricercatore in Filosofia del diritto e professore incaricato di Informatica giuridica
presso l’Università di Padova e il Consorzio Universitario di Rovigo. È membro
del comitato di redazione della rivista Law and Philosophy.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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MARIO CALABRESI
Direttore de La Stampa
DIGNITÀ DELLA PERSONA
ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE
PERCHÉ PUNIRE?
SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI
DELLA PENA
Mario Calabresi
Giancarlo Comi
Giuseppe Ferraro
Ombretta Di Giovine
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Mario Calabresi, 42 anni, dalla fine di aprile 2009 è direttore de La Stampa.
Dopo aver frequentato a Milano il Corso di laurea in storia e la Scuola di giornalismo, viene assunto all’ANSA nel 1996 come cronista parlamentare.
Dall’Agenzia passa alla redazione politica del quotidiano la Repubblica e quindi a La Stampa. Per il quotidiano torinese, ha raccontato dagli Stati Uniti gli
attentati dell’11 settembre 2001.
Rientrato alla Repubblica nel 2002, assume l’incarico di caporedattore centrale. Dal 2007, sempre per lo stesso quotidiano, ritorna in America per diventare
corrispondente da New York.
Nel 2007, pubblica il libro autobiografi co “Spingendo la notte più in là. Storia
della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo” (Mondadori), dedicato alle
vicende del padre Luigi assassinato dal terrorismo a Milano nel 1972. Tradotto
anche in Francia, Germania, Stati Uniti e in uscita in Spagna.
Nel 2009 pubblica, sempre per Mondadori “La fortuna non esiste” storie americane di persone che sono cadute e hanno trovato la forza di rialzarsi e di ricominciare. È del 2011 il suo ultimo libro “Cosa tiene accese le stelle”, storie di
italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro.
Tutti i libri sono stati per mesi in cima alle classifiche dei più venduti in Italia.
Nel 2002 ha vinto il premio Angelo Rizzoli di giornalismo, nel 2003 quello
intitolato a Carlo Casalegno, nel 2007 il Premiolino. Nel 2009 il premio Ischia
e nel 2011 il premio “È giornalismo” e il premio Saint Vincent.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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GIANCARLO COMI
Professore Ordinario di Neurologia e Direttore delle Scuole
di Specializzazione in Neurologia e in Neurofisiopatologia,
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Giancarlo Comi si è laureato in medicina nel 1973 all’Università degli Studi di
Milano e specializzato in neurologia nel 1977 presso la stessa università.
Nel 1974 è diventato ricercatore presso il Dipartimento di Neurologia dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano.
Attualmente è Professore di Neurologia, Direttore del Dipartimento di Neurologia e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale all’Università Vita-Salute San
Raffaele di Milano. I suoi interessi si concentrano principalmente sullo studio
della patofisiologia e delle cure della sclerosi multipla.
È autore, singolo o in collaborazione, di oltre 800 articoli su riviste con referaggio e otto libri. Da lungo tempo partecipa attivamente a comitati direttivi
e consultivi di molti esperimenti clinici internazionali, soprattutto nell’ambito
della sclerosi multipla.
È vicepresidente della Fondazione Europea Charcot e membro del comitato
esecutivo del Comitato Europeo per la Cura e le Ricerche sulla Sclerosi Multipla (ECTRIMS). Ha inoltre presieduto la Società Europea di Neurologia (ENS)
e la Società Italiana di Neurofi siologia Clinica ed è presidente della Società
Italiana di Neurologia per il biennio 2010 - 2012. Attualmente fa parte del
consiglio esecutivo di molte associazioni scientifiche e del comitato redazionale
delle riviste «Multiple Sclerosis», «European Journal of Neurology» e «Neurological Sciences».
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L’enorme sviluppo delle neuroscienze negli ultimi vent’anni è in gran parte il risultato della disponibilità di nuovi strumenti di indagine, le neuroimmagini e la stimolazione magnetica transcranica
che hanno fi nalmente consentito di approcciare i meccanismi che sottendono le attività mentali, le
emozioni e il comportamento.
Si è cercato così di far luce sulle basi neurali che sottendono alcune caratteristiche umane, quali
l’altruismo e l’egualitarismo e si sono gettate le basi di una nuova giustizia attraverso la comprensione
dei fondamenti neurologici delle norme che regolano la vita sociale. D’altra parte i progressi della
genetica, ci stanno rivelando l’impensabile complessità della modalità di trasmissione dei caratteri
ereditari, fortemente infl uenzata da fattori ambientali, per cui si inizia a comprendere il prodigio
dell’individualità dell’essere umano. Individualità non solo fisica, ma anche mentale.
L’enorme plasticità del cervello fa sì che esso si impronti delle esperienze vissute, rinnovandosi continuamente. L’amministrazione della giustizia, non può oggi prescindere da queste recenti acquisizioni
scientifiche, sia nel riconoscimento della colpa che nella somministrazione della pena.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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GIUSEPPE FERRARO
Professore presso il Dipartimento Teorie e Metodi Scienze Umane
e Sociali, Università Federico II, Napoli
Sono docente di Filosofia Morale della “Federico II” di Napoli. Insegno filosofia fuori e dentro l’Università. È accaduto un giorno, da un momento all’altro.
Mi sono posto la domanda se continuare a insegnare fi losofi a come da anni o
se invece cambiare, lasciarla o farla in altro modo. È una domanda che arriva
per ognuno. Sfiora ogni persona, scuote professioni, rapporti e relazione. Prima
ancora che si riesca a formularla, ci si accorge che era già là che aspettava. Vi
s’inciampa, s’insedia nella penombra del ripensamento. Ad aprirla si legge che
le domande s’impongono, non si pongono. Arrivano da sole. Sono un’esitazione
di risposta. Se poi, come si sente ripetere, la fi losofi a si chiede del senso della
vita e dell’esistere, allora è sui luoghi estremi dove la vita è offesa. È così che
è cominciato. Ho portato la fi losofi a sui luoghi estremi, sui luoghi d’eccezione.
Confi ni di voci. Una città arriva fi n dove la voce ha parola, quando invece si
smorza in un grido o resta attonita, la città fi nisce. Così è cominciato il mio
curriculum, per titoli e senza titoli, fuori e dentro l’università, tenendo lezioni
con gli studenti alla “Federico II”, alla Ludwigsuniversität, all’UERJ, tenendo conferenze al College de France, nelle aule accademiche, dove l’etica e la
morale si apprendono così dove mancano. In carcere, tra i minori. Tra gli ergastolani. Con i bambini dei “quartieri a rischio”, nelle scuole d’eccezione, dove
le regole sono motivo di devianza e in aziende, negli ordini delle professioni,
nelle scuole di polizia penitenziaria, in Enti d’Amministrazione e di Governo.
Negli ospedali. È il progetto della scuola di “fi losofi a fuori le mura”: il sapere
è un possesso senza proprietà, va restituito come propriamente di altri, che non
l’hanno avuto o perduto.
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Il carcere è lo specchio infranto della democrazia. Confine di voci soffocate dal silenzio paradossale
di chi vive e non esiste, datato per sempre per ciò che è stato. Il grado di democrazia di un Paese si
misura dallo stato delle sue carceri e delle sue scuole, quanto più le carceri saranno scuola e quanto
meno le scuole saranno carceri tanto più sviluppata sarà la civiltà di una comunità sociale. Contro “il
fine pena mai”, perché la pena non sia una punizione o una vendetta, ma rappresenti essa stessa un
diritto, quello di ripensare se stessi e ritornare ad essere quel che non si è stato.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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OMBRETTA DI GIOVINE
Professoressa di Diritto Penale,
Università degli Studi di Foggia
Ombretta Di Giovine è nata a Foggia nel 1968 e si è laureata in Giurisprudenza
presso la LUISS nel 1992. Borsista ed assegnista presso la LUISS, nel 2002 è
diventata ricercatrice di diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza di
Roma due - Tor Vergata; quindi professore associato (2004) ed infi ne (2006)
professore ordinario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Foggia, dove insegna attualmente diritto penale e diritto penale dell’economia.
Tra il 1996 e il 2002 è stata titolare di incarichi di consulenza giuridica presso
il Ministero della Giustizia. Nel 1998 è stata membro della delegazione italiana
nei lavori della Conferenza mondiale per l’istituzione della Corte Penale Internazionale e tra il 2000 e il 2001 ha fatto parte della delegazione italiana per lo
svolgimento dei programmi PHARE in materia di contrasto della corruzione e
della criminalità organizzata nell’ambito dell’Unione europea.
Sempre tra il 1996 e il 2002 ha partecipato, in qualità di membro o di componente del Comitato scientifico, a commissioni e gruppi di studio ministeriali, tra
cui quelli presieduti da Giorgio Lattanzi in materia di responsabilità sanzionatoria delle persone giuridiche; Carlo Federico Grosso sulla riforma del codice
penale; Tullio Padovani in tema di depenalizzazione dei reati minori; ancora
Tullio Padovani sulla riforma del giudice unico in materia penale; Giovanni
Fiandaca per la redazione di un testo unico in tema di contrasto alla criminalità organizzata; Flavia Lattanzi per l’attuazione degli strumenti internazionali;
Pranzetti per l’attuazione di alcuni strumenti internazionali; Benedetto Conforti
per l’attuazione dello Statuto della Corte penale internazionale.
È autrice di numerose pubblicazioni e di tre monografie.
I suoi interessi di ricerca vanno dalla causalità in materia penale alla responsabilità degli enti; dall’interpretazione ai rapporti tra diritto penale e neuroscienze.
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Il dibattito suscitato in ambito giuridico dalle neuroscienze è prevalentemente incentrato sul tema
della capacità di intendere e di volere del reo ed ha portato taluni a revocare in dubbio quella libertà
di autodeterminazione che costituisce il fondamento stesso della punizione.
In realtà, l’ingresso delle metodiche e dei concetti scientifi ci nel diritto penale non sembra mutare
granché il (da sempre problematico) quadro giuridico-teorico di riferimento.
Per contro, suggerisce nuovi ed interessanti sviluppi sul diverso piano dei criteri di legittimazione
delle scelte incriminatrici in settori pure segnati da profonde differenze di vedute e di sensibilità,
come quelli che investono questioni bioetiche.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE - PERCHÉ PUNIRE? SCIENZA, SOCIETÀ E NUOVI VALORI DELLA PENA
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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MONICA MAGGIONI
Capo redattore centrale RAI TG1
DIGNITÀ DELLA PERSONA
ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE
DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI
NEL MONDO
Monica Maggioni
John Donohue
Ståle Olsen
Tharcisse Karugarama
Davide Galliani
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È una giornalista italiana, ha condotto diversi programmi Rai tra cui TV 7,
Unomattina e il TG1.
Come reporter di guerra, ha seguito le fasi più violente del conflitto tra israeliani
e palestinesi. Dopo l’11 settembre 2001 viaggia tra territori palestinesi e Libano. Poi, negli Stati Uniti da ottobre a dicembre, realizza una serie di inchieste
sull’eversione interna americana. Nel 2003 è l'unica giornalista italiana embedded in Iraq, aggregata all’esercito statunitense durante la seconda Guerra del
Golfo. Per tre mesi vive con i militari americani durante l’avanzata di terra dal
Kuwait.Dal maggio 2003 arriva a Baghdad e inizia una copertura regolare delle
vicende irachene fino al gennaio 2005. Tornerà in Iraq nel 2007.
In questi anni ha continuato a occuparsi di guerre e di crisi nei vari scenari,
dalla Birmania, all’Africa, all’Afghanistan dove è tornata nel luglio 2009 con i
marines. Ha viaggiato nel Nord Uganda,in Messico per documentare la guerra
dei narcos. Ha seguito le vicende iraniane, quelle siriane; ha incontrato capi di
stato, blogger, pacifisti e terroristi.
Dal 2008, inviata negli USA, segue la campagna elettorale del Presidente Barack Obama. Negli Usa collabora a diverse riviste italiane ed internazionali, tra
cui Foreign Policy.
È capo redattore centrale della Redazione Speciali del TG1: conduce e cura la
realizzazione degli approfondimenti del TG1.
Nel 2010 realizza il documentario Ward 54 - storia dei soldati americani suicidi
al ritorno dalla guerra in Iraq e Afghanistan. Presentato alla Mostra del Cinema
di Venezia, premiato a Biarritz con il Prix Mitrani (miglior opera prima) al FIPA;
in finale al docFest di Istanbul e nella cinquina del David di Donatello.
Nel 2011 realizza il documentario Out of Tehran. Il documentario è in Concorso
alla 68 Mostra del Cinema di Venezia. Poi selezionato in diversi concorsi internazionali.
Nel 2012 cura le videoinstallazioni per il Padiglione Italiano della Biennale di
Architettura e la regia del documentario Exchanges- L’Expo cambia il mondo.
Ha ricevuto numerosi premi giornalistici tra cui il Premio Barzini all’inviato
Speciale, il Premio Cutuli, il premio Agnes.
Autrice di numerosi saggi e pubblicazioni tra cui: Dentro la guerra, 2005, Longanesi e La fine della verità, 2006, Longanesi.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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JOHN DONOHUE
Professore presso Stanford Law School, USA
John J. Donohue III è C. Wendell and Edith M. Carlsmith Professor of Law presso la Stanford University. È conosciuto per aver applicato il metodo di analisi
empirica per determinare l’effetto che le leggi e le politiche pubbliche esercitano in vari settori, tra cui l’impatto della criminalità sulla pena di morte, la
detenzione, le armi da fuoco, e la legalizzazione dell’aborto. Donohue ha inoltre
studiato i benefi ci derivanti da un maggior impegno contro la discriminazione
razziale nell’ambito dell’occupazione e dei fi nanziamenti alle scuole, nonché
analizzato le problematiche legate alla legalizzazione delle sostanze illegali.
La sua approfondita ricerca sul sistema della pena capitale nel Connecticut è
stata menzionata in numerose occasioni durante il dibattito legislativo che ha
portato all’abolizione della pena nel Connecticut nell’aprile 2012.
Prima di tornare alla Stanford Law School faculty nel 2010, il professor Donohue ha lavorato come Leighton Homer Surbeck Professor of Law presso la
Yale Law School. È autore del recente libro: Employment Discrimination: Law
and Theory, assieme a George Rutherglen. Al principio della sua carriera, ha
insegnato diritto presso la Northwestern University e lavorato come ricercatore
presso la American Bar Association. Ha inoltre lavorato al fi anco di T. Emmet
Clarie, Chief Justice dello U.S. District Court di Hartford, Connecticut.
Il professor Donohue è membro dell’American Academy of Arts and Sciences,
ricercatore associato presso il National Bureau of Economic Research, e ha recentemente collaborato come editore specializzato nel metodo empirico dell’American Law and Economics Review, nonché come presidente dell’American
Law and Economics Association e della Society for Empirical Legal Studies.
Donohue, che è inoltre membro dell’American Law Institute, ha conseguito la
laurea presso l’Hamilton College, il titolo di Juris Doctor presso la Harward
University, e compiuto il dottorato in economia alla Yale University.
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Quarant’anni fa, il caso Furman vs Georgia portò la Corte Suprema degli Stati Uniti a sospendere la
pena di morte, ritenendo che questa venisse applicata in modo arbitrario e pertanto “crudele e inusuale,” quando i giudici si resero conto che alcuni imputati afro-americani subivano discriminazioni
razziali. Quattro anni dopo, la Corte Suprema approvò la conformità dei nuovi e aggiornati statuti sulla
pena capitale, che avrebbero dovuto rimuovere i difetti riscontrati nel caso Furman. La Corte citò inoltre alcuni studi secondo i quali le esecuzioni capitali avrebbero salvato altre vite. Oggi, quarant’anni
più tardi, è stato ampiamente dimostrato che l’arbitrarietà e la discriminazione nell’applicare la pena
di morte prevalgono, mentre non vi è nulla che sostenga l’effetto deterrente della pena.
Naturalmente, i difensori della pena di morte hanno ripetutamente presentato studi a sostegno di
questa teoria, ma tutti hanno finito per essere insabbiati.
Di recente, il prestigioso National Research Council, affi liato alla National Academy of Sciences,
ha concluso che gli studi a sostegno dell’effetto deterrente della pena di morte sui tassi di omicidio
siano “errati per principio,” e che non vadano quindi tenuti in considerazione nel prendere decisioni
a livello politico sulla pena capitale. Va sottolineato che il gruppo di lavoro comprendeva lo studioso
conservatore James Q. Wilson, ex Ronald Reagan Professor di politica pubblica presso la Pepperdine
University, il cui consenso verso la pena di morte non ha impedito di ritenere valida questa tesi.
Il giudice della Corte Suprema John Paul Stevens, commentando un importante caso di pena capitale,
scrisse, “Nonostante trent’anni di ricerca empirica su questo tema, non esiste nessuna prova concreta
che dimostri che la pena di morte abbia un’effi cacia deterrente sui potenziali criminali.” Il giudice
Antonin Scalia replicò che la conclusione del giudice Stevens “non si basava sui dati disponibili.” Ma
il rapporto del prestigioso National Research Council da ragione al giudice Stevens.
Negli ultimi cinque anni, cinque stati, tra cui più di recente il Connecticut, hanno seguito la tendenza globale abolendo la pena capitale. Il prossimo novembre, gli elettori della California saranno
chiamati alle urne per stabilire se lo stato diventerà il sesto ad abolire la pena di morte. Nel farlo,
l’orrore dell’uccisione di un imputato innocente verrebbe rimosso, si porrebbe fine all’arbitrarietà e ai
condizionamenti razziali che coinvolgono l’intero sistema, e verrebbero risparmiati milioni di dollari
di contributi senza mettere a repentaglio la sicurezza pubblica.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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THARCISSE KARUGARAMA
Ministro della Giustizia del Rwanda
Tharcisse Karugarama si laurea nel in Giurisprudenza (LL.B Hons) presso la
Makerere University e ocnsegue la specializzazione in pratica legale presso il
Law Development Centre, Kampala (Dip. LP).
1983: Diploma di lingua francese (riconoscimento: Honorable), Parigi, Francia.
Studente esterno presso l’Alliance Française di Kampala.
1987: Certificato di operatore in ambito sociale; Nsamizi Entebbe, Uganda.
1988-1993: Numerosi certificati in studi sullo sviluppo rurale e delle comunità.
1997: National Centre for State Courts, Washington D.C., USA.
1998: Ecole Nationale de la Magistrature (ENM); Parigi, Francia.
ESPERIENZA LAVORATIVA
In Ruanda
• 2006 - oggi Ministro della Giustizia e Procuratore Generale, Repubblica
del Ruanda;
• Luglio 2004 - Luglio 2006: Presidente della Corte Suprema della Repubblica
del Ruanda;
• Luglio 1999 - Dicembre 2003: Vice Presidente, Corte Suprema del Ruanda;
• Giugno 1996 - Luglio 1999: Pubblico Ministero, Corte di Appello, Ruhengeri;
• Tre anni come Presidente della Commissione di riforma legale del Ruanda,
e al contempo Vice Presidente, Corte Suprema;
• Breve incarico per il film documentario della CNN Rwanda Cry Justice;
• Due anni come Co-ordinatore del Progetto Lutheran World Federation (LWF)
nella provincia di Umutura.
All’estero
• 1980 - 1984 Procuratore di Stato, Ministero della Giustizia, Uganda
• 1984 - 1987 Programme Assistant, UNHCR, Kampala, Uganda
• 1988 - 1994, District Projects Officer (DPO), SWIP/UNICEF, Uganda
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DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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DAVIDE GALLIANI
Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici,
Università degli Studi di Milano
Davide Galliani è ricercatore e docente di Diritto pubblico nella Facoltà di
Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano.
Nell’ateneo milanese insegna anche Diritto dei beni culturali nella Facoltà di
Scienze e Tecnologie ed ha insegnato Diritto sanitario e responsabilità eticogiuridiche e professionali presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Studi Internazionali,
Giuridici e Storico-Politici dell’ateneo milanese. E’ stato responsabile di
programmi di ricerca finanziati sul ruolo del Capo dello Stato e sul federalismo
ed ha fatto parte di gruppi di ricerca sulla “web usability”, sulla tutela dei
diritti sociali, sui poteri pubblici nell’odierna fase di transizione e sulla tutela
multilivello dei diritti.
Di recente ha preso parte alla stesura di importanti dizionari, come il “Dizionario
biografi co dei giuristi italiani (secc. XII-XX)” di prossima pubb. per il Mulino
di Bologna e di prestigiose enciclopedie, come la “Storia della cultura italiana”
edita dalla Utet di Torino e curata da L. Cavalli Sforza.
Ha collaborato per diversi anni con la Regione Lombardia prendendo parte a
numerosi gruppi di lavoro ed è stato consulente giuridico del Ministro per gli
affari regionali e le autonomie territoriali in particolare sul tema “Regioni in
Europa”.
Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano i libri “La più politica delle
pene. La pena di morte”, Cittadella, Assisi, 2012, “Il Capo dello Stato e le
leggi”, tomo I, “Aspetti storici, profi li comparatistici, ordinamento italiano”
Giuffrè, Milano, 2011, “Il Capo dello Stato e le leggi”, tomo II, “Il concreto
svolgimento costituzionale”, Giuffrè, Milano, 2011 e, con A. Papa, “Le basi del
diritto della cultura”, Aracne, Roma, 2012. È in preparazione un volume sulla
incostituzionalità della pena dell’ergastolo.
Per il cv integrale e per ulteriori informazioni si può consultare www.
davidegalliani.it
Ha pubblicato diversi libri tra i quali i recenti La più politica delle pene. La pena
di morte (Cittadella, Assisi, 2012), Il Capo dello Stato e le leggi, tomo I, Aspetti
storici, profi li comparatistici, ordinamento italiano (Giuffrè, Milano, 2011) e
Il Capo dello Stato e le leggi, tomo II, Il concreto svolgimento costituzionale
(Giuffrè, Milano, 2011).
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La pena di morte è un problema anche per gli Stati che l’hanno abolita. L’estradizione e l’espulsione
verso Paesi mantenitori sono vietate. Come dovrebbe essere vietato, nell’ambito delle missioni di
pace, consegnare alle autorità locali di Stati mantenitori presunti terroristi, anche se arrestati su mandato ONU. Per gli Stati che mantengono la pena di morte i problemi sono maggiori.
Spesso capita che i politici utilizzino, durante la campagna elettorale, l’argomento pena di morte
come strumento per raccogliere voti, tra l’altro, adoperando argomenti indimostrabili e letteralmente
primitivi. E tutto avviene mentre i condannati vivono sulla propria pelle un tragico dilemma: decidere
di rinunciare ad ulteriori appelli pur di porre fine all’agonia, oppure, perseverare correndo il rischio
di prolungare lo strazio per altri anni?
Per evitare anche questi risvolti bisogna auspicare che in un futuro prossimo la pena di morte venga
interpretata come un trattamento crudele e inumano, perciò vietato dalle norme internazionali.
La battaglia contro la pena di morte è solo uno dei tanti passi verso un mondo più democratico: la pena
dell’ergastolo e le carceri disumane sono solo alcune delle moderne vergogne da eliminare insieme a
quella che rimane la più politica delle pene, la pena di morte.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE DIRITTI UMANI E SISTEMI PENALI NEL MONDO
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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DIGNITÀ DELLA PERSONA
ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE
RISPETTO DELLA PERSONA
NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
Sergio D’Elia
Nadia Bizzotto
Gloria Manzelli
Ascanio Celestini
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DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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SERGIO D’ELIA
Segretario “Nessuno tocchi Caino”
Nato il 5 gennaio 1952, negli anni ‘70, Sergio D’Elia partecipa al movimento,
prima della sinistra extraparlamentare, poi della lotta armata. Viene arrestato
a Firenze nel maggio del 1979 e condannato per concorso morale in omicidio a
venticinque anni di carcere, poi dimezzati con l’applicazione della legge sulla
dissociazione dal terrorismo e altri benefici di legge.
Nei primi anni ’80 anima il movimento della dissociazione politica dal
terrorismo, sceglie la nonviolenza e, nel 1986, si iscrive al Partito Radicale.
Nel gennaio 1987, grazie ad un permesso premio, partecipa al congresso del
Partito Radicale, dove “consegna” simbolicamente al partito della nonviolenza
la disciolta Prima Linea, l’organizzazione violenta di cui aveva fatto parte.
Nello stesso congresso viene eletto membro della segreteria federale del Partito
Radicale.
Finisce di scontare la pena nel 1991 e, nel 2000, viene riabilitato con sentenza
del Tribunale di Roma, riabilitazione sostenuta da decine di lettere di vittime
dei suoi reati.
Nel 1993, con la sua compagna Mariateresa Di Lascia, già deputata radicale e
poi autrice del romanzo “Passaggio in ombra”, Premio Strega postumo del ’95,
fonda Nessuno tocchi Caino, l’associazione radicale contro la pena di morte.
Suoi reportage dai “bracci della morte”, articoli e interviste sono pubblicati dai
settimanali Panorama, L’Espresso, Gente, Oggi, Liberal e da quotidiani italiani
e stranieri. Sul tema più generale della pena, in particolare sulla realtà del
“carcere duro” in Italia, scrive il libro-inchiesta “Tortura Democratica”.
Nell’aprile 2006 viene eletto a Montecitorio nelle liste della Rosa nel Pugno.
Con Nessuno tocchi Caino e il Partito Radicale ottiene la approvazione, nel
dicembre 2007, della Risoluzione per la Moratoria Universale delle esecuzioni
capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E’ attualmente impegnato
in progetti in Africa per spingere Governi e Parlamenti a dare attuazione alla
richiesta delle Nazioni Unite di moratoria delle esecuzioni nella prospettiva
dell’abolizione definitiva della pena di morte.
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In Italia è stata abolita la pena di morte ma vige ancora la pena fino alla morte.
In Italia vige ancora il “fi ne pena mai” dei condannati all’“ergastolo ostativo” e il “carcere a tempo
indeterminato”, cioè l’“ergastolo bianco” dei cosiddetti “internati”.
I condannati in via definitiva all’ergastolo sono oltre 1.500, oltre la metà dei quali hanno l’“ergastolo
ostativo”, cioè sono esclusi per legge dalle misure alternative e, quindi, anche da quella liberazione
condizionale teoricamente possibile agli ergastolani che hanno scontato almeno 26 anni di carcere.
I condannati all’“ergastolo bianco” - gli “internati” - sono quasi 1.400 e sono i prosciolti per infermità
mentale oppure i “delinquenti abituali, professionali o per tendenza” sottoposti alle misure di sicurezza. Per la loro presunta pericolosità sociale possono restare intrappolati in strutture chiamate “colonie
agricole” o “case di lavoro”, che sono però carceri a tutti gli effetti, per un periodo di otto, dieci e più
anni, periodo che in teoria può essere prolungato all’infinito dal magistrato di sorveglianza che ritenga
persistere la loro pericolosità sociale.
Quando nei primi anni 90 fondammo l’Associazione radicale contro la pena di morte, ispirati dall’Antico Testamento, decidemmo di chiamarla “Nessuno tocchi Caino” e non “Nessuno uccida Caino”
come era tradotto allora il famoso passo della Genesi… proprio per dare il senso della intangibilità,
non solo della vita umana, ma anche della dignità della persona. Pensavamo espressamente a quel
“fi ne pena mai”, allora scritto a chiare lettere nella cartella giudiziaria degli ergastolani, una sorta
di marchio di infamia, che poi è stato cancellato negli uffici-matricola delle carceri ma che è sempre
rimasto impresso sulla pelle degli ergastolani come a dire “tu non cambierai mai”.
Il marchio di infamia dell’ergastolo va abolito come è stato abolito quello della pena di morte.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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NADIA BIZZOTTO
Volontaria Associazione Papa Giovanni XXIII
Nadia Bizzotto è nata a Bassano del Grappa (VI) il 21/07/1966 e fa parte
dell’Associaizone Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal Don Oreste
Benzi, dal 1999.
Dal 2005 è responsabile della struttura di Accoglienza “Il Sogno di Maria”
attualmente sita a Bevagna (Perugia) nell’ex Convento dell’Annunziata.
Dal 2007 fa parte del Servizio Carcere della Comunità Papa Giovanni XXIII
e condivide il progetto “Oltre le sbarre” nel carcere di massima sicurezza di
Spoleto, dove accede come art. 17 O.P. Attraverso colloqui individualizzati
incontra settimanalmente i detenuti condannati all’ergastolo. Per loro svolge
anche attività di giornalismo e di blogger.
È stata curatrice dei seguenti libri:
“Gli Uomini Ombra” di Carmelo Musumeci, Gabrielli Editori 2010
“Undici Ore d’amore di un uomo ombra” di Carmelo Musumeci, Gabrielli
Editori 2012
“Zanna Blu” di Carmelo Musumeci, con presentazione di Margherita Hack,
Gabrielli Editori 2012.
Cura il sito www.carmelomusumeci.com e il blog degli ergastolani ostativi www.
urladalsilenzio.wordpress.com dell’Associazione Fuori dall’Ombra, di cui fa
parte del Consiglio Direttivo.
Per la causa degli ergastolani ha collaborato tra gli altri con Barbara Alberti,
Agnese Moro, Vauro Senesi e con l’Associazione Antigone.
32
L’intervento alla 4° Conferenza Mondiale Science for Peace sarà mirato a portare la mia testimonianza
sulla situazione di coloro che in Italia scontano la pena dell’ergastolo e hanno alle spalle già decine
di anni di detenzione.
Dal 2009, infatti, incontro ogni settimana i detenuti del carcere di massima sicurezza di Spoleto e ho
potuto constatare cosa significhi vivere l’ergastolo, in particolare quando questo è realmente una pena
senza fine, come nel caso degli ergastolani ostativi ai benefici penitenziari.
In questa situazione, con le attuali leggi in vigore, la persona detenuta non ha nessuna possibilità di
uscire dal carcere prima della morte fisica.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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GLORIA MANZELLI
Direttore carcere di San Vittore, Milano
Laureata in Giurisprudenza, Gloria Manzelli dirige la Casa Circondariale
Milano “San Vittore” dal dicembre del 2004; già tra il 1991 e il 1993 ne era
stata Vice Direttore.
Incarichi conferiti:
• Presidente del Consiglio Regionale di Disciplina per il Personale della
Polizia Penitenziaria;
• Componente Supplente per esame Vice Ispettori del Corpo della Polizia
enitenziaria;
• Componente Commissione per concorso Medici Incaricati per Istituti
Penitenziari;
• Funzionario Istruttore per i procedimenti disciplinari nei confronti del
Personale del Corpo della Polizia Penitenziaria;
• Componente Commissione Arbitrale
• Relatore 4° Congresso Nazionale FIMP “Criminologia e Prevenzione
Firenze 30/09/2012
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La funzione rieducativa della pena nell’ordinamento italiano ha rango costituzionale. Tutte le azioni
concretamente declinate per la realizzazione del mandato costituzionale pongono al centro la persona detenuta nella sua complessità e con i suoi bisogni, con una particolare attenzione rivolta anche
all’esterno, alle sue relazioni famigliari, sociali e lavorative che devono essere attivate in supporto di
un effi cace percorso di rieducazione. La sinergia di tutti gli attori istituzionali è presupposto fondamentale per la piena realizzazione del dettato istituzionale.
DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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ASCANIO CELESTINI
Scrittore, attore e regista
Ascanio Celestini è nato a Roma nel 1972. I suoi spettacoli e la sua scrittura
sono legati ad un lavoro di ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi
e questioni legate alla storia recente e all’immaginario collettivo.
Del 2000 sono Radio Clandestina, che racconta dell’eccidio alle Fosse
Ardeatine, e Cecafumo sulla fi aba di tradizione orale. Seguono Fabbrica nel
2002, Scemo di Guerra nel 2004 e La Pecora Nera. Elogio funebre del manicomio
elettrico debutta nell’ottobre del 2005.
Attualmente sta portando in tournée Appunti per un film sulla lotta di classe una
performance sul tema del lavoro precario nel call center. Su questo tema sta
girando un documentario che sarà presentato a Roma in ottobre.
Nel 2004 ha girato il documentario Senza Paura sulla vicenda di sei lavoratori
notturni (prodotto da Fandango, Fabbrica e Comune di Roma).
Ha lavorato a Radio 3 dove ha rappresentato tutti i suoi ultimi spettacoli,
partecipato a diverse trasmissioni e per la quale ha scritto e interpretato
Milleuno sulle storie di tradizione popolare, Guerra e Pace sulla guerra a Roma,
Il Tempo del Lavoro e Bella Ciao sul tema del lavoro, della guerra e della
malattia mentale.
Con Donzelli editore ha pubblicato Cecafumo, Fabbrica e il libro-dvd Radio
Clandestina.
Con Einaudi ha pubblicato il romanzo Storie di uno scemo di Guerra, La Pecora
Nera e il libro-Dvd Scemo di Guerra.
In televisione sono stati messi in onda i suoi spettacoli Fabbrica, Radio
Clandestina e Scemo di Guerra. È stato attore e autore nella trasmissione “La
storia siamo noi” e in particolare ha seguito le sei puntate sulla storia d’Italia
attraverso i diari dell’archivio di Pieve Santo Stefano.
Da ottobre partecipa al programma “Parla con me” di Rai 3.
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DIGNITÀ DELLA PERSONA ALLA LUCE DELLE NEUROSCIENZE RISPETTO DELLA PERSONA NEL CARCERE ITALIANO: TESTIMONIANZE
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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BRIAN WOOD
Responsabile “Arms Control and Security trade”
Amnesty International
LECTIO MAGISTRALIS
CONTROLLO E LEGISLAZIONE
NELL’INDUSTRIA DELLE ARMI
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Brian Wood è responsabile per la ricerca e le politiche sul controllo delle
armi presso il Segretariato internazionale di Amnesty International e ha cogestito la campagna per il controllo delle armi sin dalla sua nascita nel 2003.
Ha elaborato proposte di politiche per migliorare i controlli statali sull’utilizzo
e il trasferimento di armi convenzionali, tra cui la proposta per un Codice
di Condotta UE e un trattato globale sul commercio delle armi fondato sul
diritto internazionale, e si è rivolto in due occasioni al Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite per proporre misure atte a rafforzare la struttura e
l’implementazione di embargo dell’ONU sulle armi.
Nel 2010 Brian Wood ha collaborato come consulente presso l’Uffi cio delle
Nazioni Unite per il Disarmo al fi ne di condurre ricerche sulle problematiche
internazionali riguardanti i controlli sull’utilizzo fi nale delle armi trasferite.
Nel corso del 2007, ha operato come consulente dell’ONU presso il Gruppo
di esperti governativi sulla prevenzione del procacciamento illegale di armi di
piccolo calibro e armi leggere, il cui rapporto è stato pubblicato in settembre.
Nel periodo 1998-99, Brian Wood ha contribuito alla ricerca e alla stesura di un
documento di 140 pagine intitolato “The Arms Fixers: controlling the Brokers
and Shipping Agents” (let. I procacciatori di armi: il controllo dei procacciatori
e degli agenti spedizionieri) fi nanziato dal governo norvegese, e si è occupato
da allora di fornire ricerca e analisi politiche sul tema del procacciamento di
armi presso organizzazioni intergovernative, governi nazionali e organizzazioni
non-governative, ad esempio la rivista delle Nazioni Unite Disarmament Forum.
Dal 1991 Brian Wood ha redatto, contribuito e curato vari studi tematici
e specifi ci per paese sul controllo delle armi e i diritti umani in situazioni
di confl tito e non nelle varie regioni del mondo, pubblicati da Amnesty
International e altre organizzazioni. Nel 2000, Brian Wood ha contribuito alla
valutazione della fattibilità di uno studio da parte del Gruppo Generale di
Esperti Governativi sulla regolamentazione della produzione e del commercio
di armi di piccolo calibro e armi leggere. Ha gestito un progetto sul controllo
delle armi da fuoco e la sicurezza delle comunità in Malawi e contribuito alla
fondazione della International Action Network of Small Arms.
Ha inoltre partecipato al Censimento sulle armi di piccolo taglio con ricerche in
merito, in particolare sui temi delle politiche e del controllo delle armi da fuoco.
LECTIO MAGISTRALIS - CONTROLLO E LEGISLAZIONE NELL’INDUSTRIA DELLE ARMI
1° GIORNO: VENERDÌ 16 NOVEMBRE
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2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
2° GIORNO
SABATO 17 NOVEMBRE
9.15
13.30 CONCLUSIONI
VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
Moderatore: Silvia Bencivelli, Rai 3
Chiara Tonelli, Professoressa di Genetica, Università degli Studi
di Milano e Fondazione Filarete, Progetto Agrisost, Italia
Klaus Ammann, Chairman EFB Section on Biodiversity,
Università di Berna
Susan Murcott, Senior Lecturer, Dipartimento
di Ingegneria Civile e Ambientale, MIT
Sergio Piazzi, Segretario Generale Assemblea Parlamentare
del Mediterraneo
Roberto Bertollini, Rappresentante OMS presso l’UE
43
44
46
Giancarlo Aragona, Vice Presidente Science for Peace
Alberto Martinelli, Vice Presidente Science for Peace
Kathleen Kennedy Townsend, Vice Presidente Science for Peace
Umberto Veronesi, Presidente Science for Peace
67
48
50
52
11.15 PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
Andrea Riccardi, Ministro della Cooperazione
internazionale e dell’integrazione*
Thorbjørn Jagland, Segretario Generale del Consiglio d’Europa
Emma Bonino, Vice Presidente del Senato
della Repubblica Italiana
Moderatore: Franco Venturini, Editorialista Corriere della Sera
Guido Barbujani, Professore di Genetica,
Università degli Studi di Ferrara
Graziano Delrio, Sindaco di Reggio Emilia
Anna Mahjar-Barducci, Autrice del libro “Italo-marocchina.
Storie di immigrati marocchini in Europa”
40
* Invitato a partecipare
56
58
55
60
62
64
41
SILVIA BENCIVELLI
RAI3
VERSO UN MONDO
PIÙ EQUO
Silvia Bencivelli
Chiara Tonelli
Klaus Ammann
Susan Murcott
Sergio Piazzi
VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
Silvia Bencivelli è medico ma fa la giornalista scientifi ca. Ha fatto parte della
redazione di Radio3 Scienza, quotidiano scientifico di Radio3 Rai.
Oggi collabora con Raitre per il programma Presadiretta. Ma anche con
case editrici, festival culturali, giornali, riviste, università e agenzie di
comunicazione.
Nel 2008 è stata selezionata per la fellowship Giovanni Armenise - Harvard
Medical School Foundation per giovani giornalisti scientifi ci, nel 2010 ha
vinto il Premio speciale per la divulgazione scientifi ca Riccardo Tomassetti e
a settembre 2012 ha vinto la prima edizione di Short on Work, concorso per
documentari brevi sul lavoro della Fondazione Marco Biagi.
Ha scritto due libri: uno, Perché ci piace la musica, è stato tradotto in francese,
inglese e spagnolo ed è appena uscito in seconda edizione in italiano. Ha un
blog in cui racconta il suo lavoro: www.silviabencivelli.it.
Roberto Bertollini
42
43
CHIARA TONELLI
Professoressa di Genetica, Università degli Studi di Milano
e Fondazione Filarete, Progetto Agrisost, Italia
Chiara Tonelli è Professore Ordinario di Genetica presso l’Università degli
Studi di Milano, Italia, e leader del Gruppo di Genetica Molecolare delle
Piante, Dipartimento di BioScienze. È membro della European Molecular
Biology Organisation (EMBO). I suoi interessi scientifici spaziano dagli aspetti
fondamentali della biologia delle piante, alle applicazioni biotecnologiche.
Scopo principale dei suoi studi è decifrare la logica del controllo trascrizionale
e della regolazione genica nelle piante, sia durante la fase di sviluppo, sia
nell’interazione con l’ambiente. Ha contribuito all’identifi cazione e alla
caratterizzazione molecolare di famiglie geniche responsabile del controllo
coordinato della sintesi di flavonoidi e antociani nelle piante. Più recentemente
ha scoperto il primo fattore di trascrizione che regola in modo specifi co i
movimenti degli stomi nelle piante, scoperta che apre a nuove possibilità per
il miglioramento del sopravvivenza di colture e della produttività in condizioni
di scarsità d’acqua. Le sue ricerche sono fi nanziate con fondi nazionali ed
internazionali. Chiara ha operato in numerosi comitati e advisory board
scientifi ci in Italia e all’estero. Attualmente è membro dell’Advisory Group
su Cibo, Agricoltura e Biotecnologia della Commissione Europea, nonché del
Gruppo Europeo di Esperti per la Ricerca su Alimentazione e Salute; è membro
del Consiglio della European Plant Science Organisation (EPSO) e del Comitato
di Ricerca e Transfer Tecnologico dell’Università di Milano.
È referee per diversi giornali scientifi ci internazionali e valutatore per agenzie
di assegnazione di fondi di ricerca (ERC, ANR,USDA, EMBO, TWAS, Human
Frontier).
Dal 2005 Chiara è Segretario Generale della Conferenza Mondiale sul Futuro
della Scienza, un ciclo di conferenze internazionali che riunisce eminenti esperti
di varie discipline per discutere le implicazioni dell’avanzamento scientifi co e
aumentare la consapevolezza della società nel suo insieme, non solo in merito
ai benefi ci della scienza, ma anche riguardo ai problemi e ai dilemmi che il
continuo progresso scientifico comporta.
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VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
L’acqua non è una risorsa infinita e la sua scarsità è un grave problema recentemente peggiorato dai
cambiamenti climatici. La scarsità d’acqua è spesso all’origine di forti tensioni tra Stati.
La popolazione mondiale sta crescendo in modo allarmante e si stima che raggiungerà la soglia dei sei
miliardi entro la fine dell’anno 2050. Pertanto la richiesta di cibo sta contemporaneamente crescendo
molto rapidamente.
La siccità, assieme ad altri fattori come il freddo e l’alta salinità del terreno, è uno degli stress abiotici
che limitano maggiormente la produzione e la distribuzione geografica delle specie coltivate.
Per affrontare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sul rendimento dei raccolti e soddisfare
la crescente domanda alimentare, è indispensabile sviluppare nuove coltivazioni caratterizzate da
maggiore rendimento in condizioni di carenza idrica, e in grado di consumare meno acqua pur mantenendo un alto livello di efficienza.
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KLAUS AMMANN
Chairman EFB Section on Biodiversity,
Università di Berna
Nato il 6 dicembre 1940 a Bern, si è laureato a pieni voti nel 1972 presso
l'Università di Berna con una tesi sulla storia della vegetazione e dei ghiacciai.
Tra i vari incarichi, ha contribuito alla creazione dell'Atlante sulla diffusione
delle piante in Svizzera, e ha lanciato il primo gruppo di ricerca svizzera sulla
lichenologia, ha tenuto lezioni di biodiversità delle piante ed ecologia vegetale,
ed è stato direttore del Giardino Botanico di Berna dal 1996 al 2006. Infi ne, è
professore onorario dal 2000. Ha compiuto periodi di studio sabbatico a Bergen
(Norvegia), Duke University in North Carolina, University of the West Indies in
Jamaica, e presso il Giardino Botanico del Missouri a St Louis.
Come professore emerito dal 2006, ha tenuto lezioni presso la Delft University
of Technology e la Sabanci University di Istanbul. Per alcuni anni ha moderato
il blog "Berne Debates" sulla biotecnologia delle piante, attualmente convertito
nel blog ASK-FORCE facente parte della PRRI (Public Research and
Regulation Initiative).
Contribuisce inoltre al FORUM della European Federation of Biotechnology, ed
è autore del KLAUSBLOG per la Black Sea Biotechnology Association.
E' stato membro di numerosi comitati e ha condotto numerosi progetti di
ricerca in Svizzera e in Europa sul flusso genico, la conservazione delle piante,
la chemiosistematica dei licheni e il biomonitoraggio dell'inquinamento
ambientale.
Ha pubblicato studi di biogeografi a, storia della vegetazione, ecologia delle
piante, sistematica delle piante, fl usso genico delle coltivazioni e loro parenti
selvatici, e biodiversità agricola.
Il suo credo scientifi co: il mio obiettivo è favorire l'elaborazione di soluzioni
alle principali problematiche odierne, quali la protezione della biodiversità, la
valutazione del rischio delle coltivazioni geneticamente modificate e il dibattito
pubblico sulle biotecnologie. Tutto ciò dovrebbe contribuire a migliorare il
dialogo tra i ricchi e i poveri, in uno scenario in cui la fame rappresenta tuttora
il principale problema del pianeta.
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VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
La carenza di vitamina A rappresenta un problema grave per la salute, specialmente in paesi con
popolazioni povere la cui alimentazione si basa sul riso. Le conseguenze a livello medico comprendono la cecità e il decesso. Nonostante gli interventi tradizionali siano parzialmente d'aiuto, essi non
riescono ad evitare la morte di oltre 300.000 bambini ciechi ogni anno.
Un metodo complementare di intervento consiste nella bio-fortificazione - ovvero l'aggiunta alle coltivazioni di micronutrienti in difetto - utilizzando il potenziale della genetica. Il Golden Rice è il primo
esempio di applicazione delle tecnologie OGM a questo fi ne. L'aggiunta di provitamina A al seme
raffinato è possibile solamente tramite l'ingegneria genetica. Un esperimento positivo nell'applicazione di tecnologie biochimiche per la sintesi della provitamina A nell'endosperma è stato concluso nel
1999. Se il Golden Rice non fosse un OMG, sarebbe stato utilizzato già dal 2002.
L'impatto stimato del Golden Rice, calcolato tramite valutazioni socioeconomiche ex-ante, indica ad
esempio la possibilità di salvare ogni anno 40.000 bambini indiani la cui alimentazione si basa sul
riso. Data la presente regolamentazione, le varietà di OMG sono sottoposte a costi aggiuntivi di circa
20 milioni di dollari e richiedono dieci anni in più per essere sviluppate.
Numerosi studi indipendenti condotti da istituzioni pubbliche hanno dimostrato che non sussiste
nessun fondamento scientifi co che giustifi chi la necessità di regolamentare gli OMG in modo specifi co. Se il sistema non verrà adeguato alla base scientifi ca, l'enorme potenziale per il bene pubblico
rappresentato dalle tecnologie OGM andrà sprecato, e centinaia di milioni di persone povere nei paesi
in via di sviluppo ne pagheranno le conseguenze.
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SUSAN MURCOTT
Senior Lecturer, Dipartimento di Ingegneria Civile
e Ambientale, MIT
Susan Murcott è Senior Lecturer presso il Dipartimento di Ingegneria Civile
e Ambientale del MIT. Il suo impegno consiste nel sensibilizzare l’opinione
pubblica e contribuire all’accesso all’acqua pulita a livello globale, con
particolare attenzione all’ultimo miliardo, ovvero il settimo della popolazione
mondiale in condizioni di maggior necessità. Nei suoi primi dieci anni di lavoro
nel campo dell’ingegneria ambientale, si è dedicata allo studio di programmi
innovativi per il trattamento e il riutilizzo delle acque refl ue nelle megalopoli.
Dal 1997, si è imposta come leader nel settore emergente del trattamento
domestico e lo stoccaggio sicuro dell’acqua potabile, prendendo parte a progetti
del MIT in dieci paesi diversi. La sua missione attuale è quella di garantire entro
i prossimi cinque anni l’accesso ad acqua potabile, servizi sanitari e igiene a
oltre un milione di persone nel Ghana settentrionale, dove ha fondato assieme
a partner locali un’ impresa sociale, la Pure Home Water, e fatto costruire uno
stabilimento di filtri per l’acqua in ceramica. È tra i fondatori dell’International
Network to Promote Household Drinking Water Treatment and Safe Storage
dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità.
Presso il MIT, Susan Murcott è docente presso il corso di laurea di secondo
livello in “Acqua e infrastrutture sanitarie nei paesi in via di sviluppo” e di due
insegnamenti di laurea di primo livello: “La crisi globale dell’acqua dolce” e
“Diffusione delle innovazioni nei settori dell’acqua, sanità, igiene e ambiente.”
Ha contribuito all’avvio del master in “Ingegneria per lo Sviluppo Sostenibile”
presso la Cambridge University, e ha condiviso la cattedra di “Sviluppo
sostenibile per grandi progetti infrastrutturali” e “Design per i paesi in via
di sviluppo”, in seno al Cambridge-MIT Institute (CMI). È autrice di oltre 50
pubblicazioni professionali e del libro Arsenic in the World: an International
Sourcebook (IWA, 2012).
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VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
Le tecnologie per il trattamento domestico e lo stoccaggio sicuro dell’acqua potabile (HWTS) consistono in una serie di tecniche innovative e a basso costo per aiutare l’ultimo miliardo della popolazione mondiale fornendo acqua potabile microbiologicamente pulita nelle zone in cui la rete idrica è
inesistente o non affidabile.
La Pure Home Water è un’impresa sociale che produce e vende una tipologia di HWTS che promette
risultati incoraggianti, ovvero i filtri per l’acqua in ceramica. Dieci anni fa, alcuni ricercatori del MIT
furono tra i primi scienziati indipendenti a testare e verifi care l’effi cacia di questi fi ltri. Da allora, il
nostro team nel Ghana settentrionale, che comprende personale locale e oltre 100 ricercatori del MIT
in visita, ha dato lavoro a donne e uomini della zona, costruito uno stabilimento e consentito l’accesso
ad acqua microbiologicamente pulita ad oltre 100.000 persone. La nostra strategia di marketing e
distribuzione a breve termine si fonda su un sistema sussidiario: le persone provenienti da zone rurali
o degradate che guadagnano meno di un dollaro al giorno possono acquistare i filtri al prezzo scontato
di 3 dollari l’uno; le persone a reddito medio che vivono in zone urbane pagano i filtri a prezzo pieno,
25 dollari; infi ne, chi non ha problemi di approvvigionamento può “acquistare un litro” (di acqua
imbottigliata) e “restituire molti litri” (di acqua filtrata). La nostra strategia a medio e lungo termine
si basa invece su una serie di modelli e prezzi che permettano a tutti i clienti di pagare il prodotto a
prezzo pieno, sia in un’unica soluzione che tramite microfinanziamento.
Rispetto alla singola fabbrica in un unico paese di dieci anni fa, oggi possiamo contare su 36 stabilimenti di filtri in ceramica in 18 paesi diversi. Il nostro sogno di “scienza per la pace” è di raggiungere
la cifra di 100 stabilimenti in 100 paesi.
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SERGIO PIAZZI
Segretario Generale Assemblea Parlamentare
del Mediterraneo
L’Ambasciatore Sergio Piazzi è un ex allievo della scuola militare Nunziatella
di Napoli. Ha conseguito un dottorato di laurea in Scienze politiche presso
l’Università degli Studi di Napoli e ha frequentato l’Istituto Diplomatico di
Roma. Ha inoltre acquisito un master in Economia e commercio internazionale
a Roma, e un certificato in Crisis Management presso la University of Wisconsin,
USA.
L’Ambasciatore Piazzi è stato Political Offi cer presso il Dipartimento di
Stato degli Stati Uniti nei primi anni Ottanta. Ha coordinato le operazioni di
sostegno umanitario dell’ONU nell’Etiopia settentrionale dal 1985 al 1988.
Ha inoltre elaborato e gestito il programma dell’ONU sull’utilizzo di strumenti
internazionali di difesa militare e civile nella gestione delle calamità dal 1989 al
1995. Nel 1996, è stato eletto capo dell’ufficio regionale del Dipartimento per gli
Affari Umanitari dell’ONU per l’Europa e la Comunità degli Stati Indipendenti.
Dal 2001 al 2006, è stato responsabile delle relazioni esterne per l’Ufficio delle
Nazioni Unite per gli Affari Umanitari. Nel gennaio del 2007, è stato eletto
Senior Adviser per gli affari europei. E’ stato inoltre responsabile per le politiche
di cooperazione presso il Consiglio dell’Unione Europea, la Commissione
Europea, la NATO, la Lega Araba, il G77, il G8, l’OIC, il Consiglio d’Europa
e l’OSCE, e le loro assemblee parlamentari. Nell’aprile 2007, l’ambasciatore
Piazzi è stato nominato Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare del
Mediterraneo.
Nel corso della sua carriera, l’Ambasciatore Piazzi ha intrapreso, tra vari
incarichi, quello di rappresentante ONU in Romania nel 1989-90, delegato
dell’UNDRO (United Nations Disaster Relief Organization) nella regione
del Golfo Persico nel 1990 come assistente speciale di Matti Ahtisaari;
consulente politico del rappresentante speciale del segretario generale in Iraq
nel periodo 1991-92; rappresentante ONU presso l’Operazione Turquoise in
Ruanda nel 1994. Ha inoltre condotto le trattative per il cessate il fuoco in
Georgia nel 1994, e coordinato l’assistenza internazionale in Polonia nel 1997
e in Turchia nel 1999. Ha sviluppato il quadro di riferimento politico ONU/
NATO per la cooperazione nella gestione di emergenze civili nel contesto della
Partnership for Peace (PfP). Nel 2000, l’Ambasciatore Piazzi ha organizzato il
Forum di Friburgo, la Conferenza Ministeriale dell’ONU sulla Cooperazione
e Coordinamento Europeo nella gestione delle crisi. Nel 2001, ha portato a
conclusione il protocollo di cooperazione trilaterale tra ONU, Grecia e Turchia.
Nel 2004, ha partecipato alle trattative tra ONU e Unione Europea sulla
cooperazione in operazioni di emergenza. Nel 2005, è stato nominato Vice
Assistente Segretario Generale per le operazioni della NATO.
L’Ambasciatore Piazzi è cittadino italiano.
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VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
L’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM), una rete di relazioni diplomatiche parlamentari
senza precedenti che coinvolge la regione mediterranea e oltre, si è da sempre dedicata ai settori
dell’acqua e dell’energia come risorse fondamentali e strategiche per l’area del Mediterraneo. Nel
corso degli anni, la PAM ha condotto alcune analisi sulla disponibilità di risorse idriche nella regione,
tenendo in considerazione la necessità urgente di aumentare la consapevolezza su questa problematica tra tutti i parlamenti membri e la società civile, e l’impatto dell’utilizzo di tali risorse causato dalle
attività umane ed economiche.
Le sfi de riguardanti il settore dell’energia nella regione mediterranea, e in particolare la crescente
domanda e bisogno di misure di protezione ambientale, sono anch’esse una priorità fondamentale per
la nostra assemblea. Entrambe le tematiche vengono discusse all’interno di gruppi di lavoro specifici
che rientrano nel secondo comitato permanente della PAM per la protezione economica, sociale e
ambientale.
La PAM è convinta che l’accesso a queste risorse vitali sia una problematica che tutte le parti in causa
devono affrontare, rafforzando il dialogo, la collaborazione e la cooperazione tra i paesi stessi e a livello regionale, internazionale e globale, tra istituzioni (parlamenti, governi, enti di regolamentazione),
enti pubblici e privati (nei settori dell’istruzione, ricerca e sviluppo, industria, commercio, fi nanza,
comunicazione), i consumatori e le loro associazioni e organizzazioni rappresentative.
La PAM ritiene inoltre che una piattaforma di networking ben strutturata e comprensiva, come l’iniziativa di Science for Peace, rappresenti il contesto migliore per progredire verso risultati tangibili e
garantire sviluppo sostenibile nella regione. L’energia e l’acqua, assieme ad altre tematiche correlate,
sono a loro volta associate alla stabilità politica ed economica, oltre alla pace sociale nella regione.
Per questa ragione, la PAM ha scelto di adottare un approccio multisettoriale per rafforzare ulteriormente il legame tra il proprio impegno su queste questioni e la promozione della pace, la sicurezza,
e la stabilità nel Mediterraneo. Il tutto in collaborazione con le Nazioni Unite, grazie al suo ruolo di
osservatore presso l’Assemblea Generale dal 2009.
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ROBERTO BERTOLLINI
Rappresentante OMS presso l’UE
Dall’ottobre 2011, Roberto Bertollini (Laurea in Medicina, Master of Public
Health) è rappresentante dell’OMS all’UE (Bruxelles) e direttore scientifi co
dell’uffi cio regionale per l’Europa dell’OMS. Dal 2007 al 2010, ha ricoperto il
ruolo di coordinatore dell’unità per le evidenze e le politiche per l’ambiente e la
salute del dipartimento di Salute pubblica e ambiente dell’OMS a Ginevra, con
l’incarico di elaborare la politica globale dell’OMS e la risposta alle conseguenze
dei cambiamenti climatici sulla salute. Prima di questo incarico, dal dicembre
2000 è stato Direttore della divisione di supporto tecnico della “Health
Determinants” all’uffi cio regionale dell’OMS per l’Europa a Copenhagen.
Dall’ottobre 2004, è stato Direttore del programma speciale EURO dell’OMS
sulla salute e l’ambiente, con sede a Copenhagen, Roma, e Bonn.
Precedentemente è stato direttore della sede di Roma del Centro Europeo
Ambiente e Salute dell’OMS, a partire dal 1993. Prima di entrare a far parte
dell’OMS, ha lavorato presso l’unità di epidemiologia della Regione Lazio. Nel
corso della sua esperienza professionale, ha intrapreso missioni in vari paesi
europei e africani, a sostegno dell’implementazione di progetti di cooperazione
nel campo della salute.
Il dottor Bertollini ha conseguito la laurea in medicina e la specializzazione in
pediatria, e un Master in salute pubblica presso la Johns Hopkins University
nel 1983. Le sue principali aree di interesse professionale comprendono lo
studio delle conseguenze dell’ambiente sulla salute, e in particolare gli effetti
delle minacce emergenti quali i cambiamenti climatici, le conseguenze sulla
salute dello stile di vita e dei fattori socioeconomici, quali tabacco, alcol e
alimentazione, l’applicazione dell’epidemiologia allo sviluppo di politiche per
la salute pubblica e la valutazione di programmi e pratiche di salute pubblica.
Il Dottor Bertollini è autore di molti articoli scientifi ci e ha contribuito a
numerosi libri, ha concesso interviste e partecipato a vari programmi televisivi
e radiofonici dedicati a problematiche di salute pubblica sia in Italia che
all’estero.
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VERSO UN MONDO PIÙ EQUO
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
La disponibilità di risorse naturali in qualità e quantità adeguate è essenziale per la salute umana.
Malattie letali che hanno devastato l’umanità nel corso dei secoli sono state sconfitte dal miglioramento delle condizioni di vita e dalla disponibilità di risorse come acqua potabile, alimenti ed energia.
Da sola, la disponibilità di acqua potabile ha non solo determinato la sconfi tta delle malattie legate
alla sua contaminazione, ma anche contribuito alla riduzione delle malattie legate alla mancanza di
igiene nell’ambiente di vita e di lavoro.
Tuttavia, in questi primi anni del XXI secolo, mentre una parte della popolazione mondiale è ancora
senza accesso a essenziali risorse naturali, assistiamo a fenomeni globali, che attraverso il cambiamento del clima e la diffusa contaminazione dell’ecosistema, prefigurano nei prossimi decenni condizioni ambientali che potranno presentare nuove situazioni di rischio e di penuria di risorse essenziali
per la vita e il benessere.
La relazione tra salute e accesso alle risorse verrà illustrata a partire dalle evidenze scientifiche e dai
dati storici e seguita da una presentazione degli scenari futuri legati ai cambiamenti climatici con
riferimento agli effetti sulla salute e alle possibili strategie di risposta.
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FRANCO VENTURINI
Editorialista del Corriere della Sera
PACIFICA CONVIVENZA
IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
Franco Venturini
Thorbjørn Jagland
Emma Bonino
Guido Barbujani
Graziano Delrio
Franco Venturini nasce nel 1946 a Venezia e frequenta le scuole francesi
fi no al Baccalauréat ottenuto nel 1965 con specializzazione in Filosofi a.
Successivamente si laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Roma con
una tesi di Politica economica pubblicata dal Ministero del Tesoro.
La sua attività giornalistica comincia negli Anni ‘70 al Tempo diretto da
Gianni Letta dove diventa capo del Servizio esteri e Inviato speciale. Nel 1986
viene chiamato al Corriere della Sera, e dopo pochi mesi assume la carica di
corrispondente da Mosca in coincidenza con l’esplosione della perestrojka
gorbacioviana.
Rientrato in Italia nel 1988 diventa editorialista di politica internazionale del
Corriere, mansione che svolge tuttora. Franco Venturini è stato insignito della
Legion d’Onore della Repubblica Francese ed è Grande Ufficiale al Merito della
Repubblica Italiana. Ha vinto il Premio Hemingway e il Premio Barzini.
PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
Anna Mahjar-Barducci
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THORBJØRN JAGLAND
Segretario Generale del Consiglio d’Europa
Thorbjørn Jagland, nato il 5 novembre 1950 a Drammen, in Norvegia, è il
Segretario Generale del Consiglio d’Europa. Nel 2009 è stato eletto presidente
del Comitato per il Nobel Norvegese, che assegna ogni anno il Premio Nobel per
la Pace. I temi principali della vita politica di Thorbjørn Jagland comprendono
lo sviluppo della democrazia liberale in Occidente, con particolare attenzione
alla parità dei diritti sociali, la partecipazione alla vita pubblica e la coerenza
a livello nazionale. E’ stato uno degli uomini politici norvegesi maggiormente
impegnati a livello internazionale e da molti anni è un sostenitore attivo
dell’Unione Europea e dell’appartenenza della Norvegia all’UE. E’ uno degli
più illustri e richiesti oratori tra i circoli accademici e politici norvegesi.
È stato Primo Ministro della Norvegia dal 1996 al 1997 e Ministro degli Esteri
dal 2000 al 2001. È stato inoltre Presidente del Parlamento norvegese dal 2005
al 2009.
Ha poi rivestito numerosi incarichi parlamentari presso le istituzioni europee
e transatlantiche, incarichi politici internazionali, incarichi politici nazionali e
locali.
Nel corso della sua carriera politica, Jagland ha redatto numerosi articoli,
pubblicazioni e libri su temi di politica norvegese e internazionale, con
particolare attenzione alle tematiche europee. Nel 1990, ha pubblicato il libro
“Min Europeiske Drøm” (“Il mio sogno europeo”).
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L’Europa sta attraversando una profonda crisi economica, la più lunga mai sperimentata nel corso
dell’ultimo secolo e oltre. Le conseguenze sociali provocate dalla crisi mettono a rischio alcune delle
virtù fondamentali dell’identità europea.
L’Europa è chiamata a dover gestire la diversità. I pregiudizi contro gli immigrati, l’intolleranza sulla
base di differenze religiose, i messaggi di odio, la nascita di società parallele e la crescita di estremismi politici minacciano la coerenza delle società europee. La risposta a queste minacce è frammentata
e indebolita da considerazioni di tipo politico.
L’Europa deve rispondere in modo coeso. Questa reazione potrà avere successo soltanto grazie a una
leadership audace e lungimirante. I politici devono svolgere un ruolo chiave in questo processo, ma è
necessario creare un consenso ampio per difendere il modello europeo. L’azione dovrà essere quanto
più inclusiva ed estendersi ai leader di tutti i settori della vita quotidiana. Il rapporto “Living Together,” preparato sotto l’egida del Consiglio d’Europa, propone una serie di raccomandazioni strategiche e specifiche per spingere gli attori coinvolti a rispondere alle minacce identificate.
E’ necessario dedicare maggiore attenzione ai giovani, oggi particolarmente esposti agli effetti negativi della crisi. Spetta a loro valutare in che tipo di società vorranno vivere nel futuro. Le giovani generazioni rappresentano il futuro del modello europeo di tolleranza, e sono pertanto gli attori principali
del progetto europeo.
Il modello europeo di tolleranza andrà tradotto in chiari principi e buone pratiche comuni. Solo gestendo le diversità al suo interno in modo effi cace, l’Europa rimarrà un luogo in cui la pace potrà
regnare in un contesto di dignità e libertà.
PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
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EMMA BONINO
Vice Presidente del Senato della Repubblica Italiana
Emma Bonino è nata il 9 marzo del 1948 a Bra (Cuneo). Laureata all’Università
Bocconi in Lingue e letteratura straniera. Dopo aver iniziato la sua militanza nel
Partito Radicale, fonda nel 1975 il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e
aborto). Un anno dopo viene eletta alla Camera dei Deputati dove sarà rieletta
nel 1979, 1983, 1987, 1992, 1994 e 2006. Alle elezioni 2008 entra al Senato
come radicale nel Gruppo Pd. E’ Vice-Presidente del Senato.
Nel 1978 è Segretaria dell’associazione “Food and disarmament International”.
Nel 1979 diventa deputato del Parlamento Europeo (riconfermata nel 1984,
1999 e 2004). In quegli anni parte la campagna di mobilitazione internazionale
contro lo sterminio per fame nel mondo.
Dal 1995 al 1999 è commissario europeo per la Pesca, la Politica dei consumatori
e gli aiuti umanitari di emergenza.
Nel 1997, dopo un sequestro lampo a Kabul da parte dei Talebani, denuncia in
tutto il mondo le terribili condizioni di vita delle donne afghane promuovendo la
campagna internazionale “Un fiore per le donne di Kabul”, come pure, nel 2001,
quella per l’inclusione delle donne nel Governo ad interim in Afghanistan.
Dal 2000 è tra i promotori di una campagna mondiale per lo sradicamento delle
mutilazioni genitali femminili (MGF) e per la ratifi ca del protocollo di Maputo
da parte dei Paesi dell’Unione Africana.
Per l’Unione europea è stata Capo delegazione della missione degli osservatori
elettorali in Ecuador (2002) e in Afghanistan (2005).
È nominata Rappresentante del governo italiano alla Conferenza Intergovernativa
della Comunità delle Democrazie a Seul nel 2002 e a Santiago del Cile nel 2005.
Nel maggio 2006 viene nominata Ministro del Commercio Internazionale e per
gli Affari europei nel Governo Prodi.
È membro del Comitato Esecutivo dell’International Crisis Group (ICG),
dell’European Council on Foreign Relations ed è tra i fondatori delle ONG Non
c’è Pace Senza Giustizia e Nessuno tocchi Caino.
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L’Europa è sempre stata caratterizzata dalla diversità. Diversità grazie alla quale ha potuto progredire
ottenendo i suoi più grandi successi, per quanto la diversità demonizzata sia stata causa di alcune
delle sue tragedie più immani.
In un’epoca che ci ha portato ad un confronto involontario, imprevisto, e spesso drammatico con “l’altro” è essenziale affrontare la sfida delle diversità a viso aperto.
Purtroppo, questo fenomeno viene invece troppo spesso colto - o, peggio, frainteso - nel quadro di
riferimento della vecchia visione di un’uguaglianza o disuguaglianza racchiusa nel recinto dello stato
nazionale. Con il risultato che molte società sembrano più impegnate a coltivare la disuguaglianza che
l’uguaglianza. Per questo occorre continuare a lavorare con determinazione sulla strada della legalizzazione democratica dell’Unione europea, basata su di una visione federalista delle sue istituzioni.
Quello che io preferisco chiamare gli Stati Uniti d’Europa.
PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
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GUIDO BARBUJANI
Professore di Genetica, Università degli Studi di Ferrara
Guido Barbujani (Adria, 31 gennaio 1955) ha lavorato alla State University of
New York a Stony Brook (New York), al Queen Mary College dell’Università
di Londra, alle Università di Padova e Bologna, e dal 1996 è professore di
Genetica all’Università di Ferrara.
Col suo gruppo, si occupa di biodiversità umana e dell’analisi del DNA in
popolazioni moderne e antiche. Collabora al Sole 24 Ore. Oltre agli articoli
scientifi ci, ha pubblicato quattro romanzi: Dilettanti (Marsilio 1994 e Sironi
2004), Dopoguerra (Sironi 2002), Questione di razza (Mondadori 2003) e Morti e
sepolti (Bompiani 2010) e tre saggi scientifici: L’invenzione delle razze (Bompiani
2006), Europei senza se e senza ma (Bompiani 2008) e, con Pietro Cheli, Sono
razzista, ma sto cercando di smettere (Laterza 2008).
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Gli esseri umani sono diversi, sia a livello biologico che culturale. Per secoli gli scienziati hanno
tentato di raggrupparli in piccoli numeri di insiemi, razze o sottospecie naturali, ciascuno composto
da una serie di individui biologicamente simili. Tuttavia, tali sforzi sono sfociati in una quantità di cataloghi razziali differenti, comprendenti ognuno da 2 a 200 voci, ognuno incoerente rispetto agli altri.
Negli anni Sessanta, Frank Livingstone propose di abbandonare il concetto stesso razza negli esseri
umani, basandosi sulla premessa che le differenze esistono ma che la nostra biodiversità è di carattere
continuo ed è distribuita in gradienti, piuttosto che discontinua e interrotta da limiti che in altre specie (per esempio, gli orangotanghi) rappresentano barriere riproduttive tra le sottospecie. Al contrario,
Theodosius Dobzhansky era fi ducioso nel fatto che attraverso il progresso nella ricerca genetica si
potesse alla fine determinare un catalogo di razze umane coerente.
Con lo sviluppo di progetti a larga scala per esplorare il genoma umano siamo ora nella posizione di
poter considerare chi avesse ragione, se Livingstone o Dobzhansky. Oggi sappiamo che più della metà
delle varianti genetiche umane è cosmopolita, ovvero presente, con frequenze diverse, in tutti i continenti; un’altra frazione significativa è nello specifico la variante africana, mentre pochissimi aploidi
appaiono limitati agli altri continenti.
Mediamente ogni popolazione umana include un tasso molto ampio di diversità genetica delle specie
a livello globale, cosicché membri della stessa popolazione sono a volte molto diversi l’uno dall’altro,
come dimostrano le comparazioni relative alla sequenza completa del genoma. Evidenze di carattere
fossile e genetico concorrono a indicare che gli esseri umani moderni ebbero origine in Africa, da
dove si diffusero circa 60.000 anni fa, rimpiazzando forme umane pre-esistenti e infine colonizzando
l’intero pianeta.
L’assenza di limiti razziali è verosimilmente conseguenza dell’età relativamente giovane della nostra
specie e degli estesi scambi migratori tra le popolazioni. Ciò non lascia speranza per la definizione di
una medicina razziale, ma una migliore comprensione del nostro patrimonio genetico sarà cruciale per
lo sviluppo di trattamenti medici personalizzati.
PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
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GRAZIANO DELRIO
Sindaco di Reggio Emilia
Graziano Delrio è sindaco di Reggio Emilia dal 2004 e dall’ottobre 2011 è
presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani.
È nato nel 1960 a Reggio Emilia, è laureato in medicina, specializzato in
endocrinologia. Ricercatore universitario con studi in Gran Bretagna e Israele,
è sposato con Annamaria, padre di nove fi gli, è cresciuto respirando i valori
della sinistra riformista, del cattolicesimo democratico e dell’impegno sociale.
Con l’Associazione Giorgio La Pira, di cui è stato fondatore e presidente, ha
promosso iniziative culturali e di solidarietà.
È stato eletto in consiglio comunale nel 1999 e consigliere della Regione
Emilia-Romagna nel 2000, diventando presidente della Commissione sanità e
politiche sociali. Nel 2004 l’elezione a sindaco di Reggio Emilia con il 63% per
il primo mandato, con l’Unione. Nel 2009 la riconferma con il 52,4%.
È presidente del comitato promotore della campagna per i diritti di cittadinanza
“L’Italia sono anch’io”. Ha recentemente pubblicato per Donzelli, Saggine, il
libro “Città delle persone. L’Emilia, l’Italia e una nuova idea di buon governo”
(2011).
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La nostra idea di città mette al centro la relazione tra le persone, quindi la comunità. La parola “persona”, compresa l’interpretazione dal latino per se ad alium, include la relazione. E’ nella relazione
con l’Altro, che defi nisco la mia identità, la politica stessa nasce nella relazione e nell’incontro con
ciò che è diverso.
Come società, possiamo adottare due reazioni diverse: bonding, la relazione tra gruppi omogenei chiusi, oppure bridging, cioè la relazione tra gruppi disomogenei aperti, relazione inclusiva e diffusiva.
La cura genera cura, l’attenzione genera attenzione. Un bambino che riceve fi ducia darà fi ducia. Il
prendersi cura delle persone, così come dello spazio comune, è espressione del senso di appartenenza
e convivenza.
Allora, l’ambiente culturale in cui vorremmo crescessero i nostri figli è esattamente questo: quello che
dice che l’Altro non è un nemico, che l’Altro è un’opportunità.
PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
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ANNA MAHJAR-BARDUCCI
Autrice del libro “Italo-marocchina. Storie di immigrati marocchini
in Europa”
Anna Mahjar-Barducci è una giornalista, ricercatrice e scrittrice italomarocchina. È cresciuta tra la Versilia, il Marocco e la Tunisia; ha trascorso parte
della sua infanzia in Zimbabwe, Senegal, Guinea Conakry e Gambia.
Ha vissuto, a lungo, in Pakistan, dove ha studiato. La mamma è musulmana, il
padre cristiano e il marito ebreo. Vive tra Washington e Gerusalemme. I suoi
articoli sono apparsi su varie testate mediorientali, nonché italiane ed europee.
È presidente dell’Associazione Arabi Democratici Liberali, che ha sede a Roma.
In Italia, ha pubblicato “Italo Marocchina. Storie di immigrati marocchini in
Europa” (Diabasis, 2009) e “Pakistan Express” (Lindau, 2011).
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La soluzione ai pregiudizi e all’incomprensione reciproca è l’integrazione. Ma non attraverso il solo
multiculturalismo, perché questo, senza integrazione, diventa soltanto sinonimo di ghettizzazione.
L’integrazione è l’omogeneizzazione delle popolazioni nella diversità della religione e della cultura
d’origine, che normalmente potrebbe portare allo scontro se non viene creato un sentimento di appartenenza comune che trascenda le differenze. La costruzione di questo sentimento dovrebbe essere uno
dei compiti della scuola, che deve ritrovare il proprio ruolo sociale.
La scuola è un potente strumento di integrazione sia per gli immigrati sia per le seconde generazioni.
Gli immigrati di ogni fascia d’età possono trovare dei corsi serali accoglienza e imparare l’italiano,
acquisendo così i primi mezzi essenziali di inserimento sociale. Alle seconde generazioni, la scuola
offre loro opportunità e l’interazione con i propri coetanei. Ma per giocare un ruolo di rilievo nella società e nella formazione delle future generazioni, la scuola deve cominciare ad allontanarsi dall’anacronistica tradizione nozionistica, per seguire invece un obiettivo di formazione di cittadinanza attiva.
Solo in questo modo si può costruire il senso di appartenenza di un giovane fi glio di immigrati, che
comprende a sua volta il riconoscimento stesso da parte dei suoi coetanei e della società dominante.
Lo strumento più importante di integrazione ci viene però offerto dall’Europa. Non si può infatti trascurare che siamo oggi non solo Italiani ma anche Europei. Il concetto di integrazione delle seconde
generazioni deve quindi essere rivisto anche rispetto alla costruzione europea, che induce a una
segmentazione identitaria. Questa segmentazione, rafforzata dalla mondializzazione, crea una molteplicità di confl uenze identitarie, rendendo la distinzione tra “noi” e “loro” sempre più labile. Allo
stesso tempo, permette anche una stratificazione delle identità, in modo che l’individuo possa sentirsi
Europeo, Italiano o di qualunque altra etnia.
PACIFICA CONVIVENZA IN DIVERSITÀ E LIBERTÀ
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
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CONCLUSIONI
2° GIORNO: SABATO 17 NOVEMBRE
GIANCARLO ARAGONA
Vice Presidente Science for Peace
CONCLUSIONI
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14 Novembre 1942 nasce a Messina.
Marzo 1969 entra nel Servizio Diplomatico Italiano.
Gennaio 1972 Ambasciata Italiana a Vienna, Secondo Segretario.
Novembre 1974 Console a Freiburg in Breisgau (Germany).
Aprile 1977 Consigliere e Vice Capo Missione presso l‘Ambasciata Italiana a
Lagos, Nigeria.
Giugno 1980 Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per gli Affari
Politici, Ufficio Africa.
Maggio 1982 Ministero degli Affari Esteri, Dipartimento per la Cooperazione
allo Sviluppo, Capo dell’Ufficio del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Luglio 1984 Ambasciata Italiana a Londra, Primo Consigliere Politico e
Rappresentante Permanente Aggiunto all’Unione Europea Occidentale.
Novembre 1987 Missione Permanente Italiana presso la NATO a Bruxelles.
Ministro e Vice Rappresentante Permanente.
Agosto 1992 Ministero della Difesa, Consigliere Diplomatico del Ministro della
Difesa.
Giugno 1994 Ministero degli Affari Esteri, Vice Capo di Gabinetto del Ministro
degli Esteri.
Gennaio 1995 Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri.
Giugno 1996 Segretario Generale dell’Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa, a Vienna.
Giugno 1999 Ambasciatore Italiano a Mosca.
Ottobre 2001 Ministero degli Affari Esteri, Direttore Generale degli Affari
Politici.
Febbraio 2004 Ambasciatore Italiano a Londra.
Settembre 2009 Nominato dal Segretario Generale della NATO, Membro del
Gruppo di Esperti presieduto dall’ex Segretario di Stato USA, Madeleine
Albright, incaricato della preparazione del Nuovo Concetto Strategico
dell’Alleanza Atlantica.
Dicembre 2009 Termina il servizio attivo nella carriera Diplomatica Italiana.
Da Luglio 2010 Presidente dell’Istituto Mediterraneo di Ematologia (IME).
Da Ottobre 2010 Presidente di Sogin S.p.A. (Società Gestione Impianti
Nucleari), la società statale incaricata dello smantellamento delle centrali
nucleari italiane.
Da Gennaio 2012 Presidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale
(ISPI), Milano.
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4a CONFERENZA MONDIALE - 16 E 17 NOVEMBRE 2012
PRESIDENTE
Umberto Veronesi
SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
VICE PRESIDENTI
Kathleen Kennedy Townsend - Giancarlo Aragona - Alberto Martinelli
IN COLLABORAZIONE CON
COMITATO D’ONORE
Prince Albert II of Monaco - H.H. The Dalai Lama - Alexei Abrikosov - George A.
Akerlof - Zhores Alferov - Giorgio Armani - Daniel Barenboim - Roberto Benigni - Ingrid
Betancourt - J. Michael Bishop - Emma Bonino - Nicoletta Braschi - Mario R. Capecchi
- Aaron Ciechanover - Claude Cohen-Tannoudji - Francesca Comencini - Shirin Ebadi
- Umberto Eco - Rita El Khayat - Gerhard Ertl - Albert Fert - Massimiliano Fuksas Tara Gandhi - Giacomo Guerrera - Margherita Hack - John L. Hall - Alan J. Heeger
- Harold Walter Kroto - Serge Latouche - Zubin Mehta - Rita Levi- Montalcini - Luc
Montagnier - Noa - Paul M. Nurse - Moni Ovadia - Ferzan Ozpetek - Renzo Piano - Paolo
Pobbiati - Raffaella Ravinetto - Red Cross Italy - Rete Italiana per il Disarmo - Mons.
Marcelo Sanchez Sorondo - Save the Children - Giorgio Schultze - Sandro Veronesi Frank Wilczek - Harald Zur Hausen
BOARD OF TRUSTEES
Jacques Bernier - David Blackbourn - Bruce Chassy - Barbara Corkey - Daniel Dennett
- Elfath Eltahir - Ahmed F. Ghoniem - Marc Hauser - Richard Klausner - John Lupien
- Villoo Morawala Patell - Edgar Morin - Susan Murcott - Philip Pettit - Steven Pinker Tomaso Poggio - Luigi Ramponi - Vaclav Smil - Paula Stephan - Ian Tattersall - Jeff Tester
- David Tilman - Adolfo Vannucci - Tilahun Yilma
COMITATO PROMOTORE
Paolo Veronesi - Pascal Acot - Peter Atkins - Guido Barilla - Benedetta Barzini - Luigi
Bazzoli - Maria Bettetini - Michael W. Bevan - Nanni Bignami - Edoardo Boncinelli
Mario Boselli - Chris Bowler - Diana Bracco - John Broome - Eva Cantarella - Carlo
Casonato - Franco Cavalli - Alessandro Cecchi Paone - Angelo Chessa - Luca Cordero
di Montezemolo - Alberto Costa - Lella Costa - Paolo Costantino - Rosanna D’Antona
Maurizio Dallocchio - Concetta De Cicco - Enrico Decleva - Pier Paolo Di Fiore - Manuela
Dviri Vitali Norsa - E.L.S.A. - Bruno Ermolli - Tecumseh Fitch - Gabriele Galateri di
Genola - Viviana Enrica Galimberti - Giorgio Gallo - Laura Gancia - Giulio Giorello
Aron Goldhirsch - Michael Grätzel - Gunther Hasinger - Dirk Inzé - Jonathan Jones - John
Krebs - Stéphane Lissner - Cathie Martin - Federico Mayor - J. Gordon Mc Vie - Daniela
Memmo D’Amelio - Francesco Micheli - Fabio Mini - Giorgio Noseda - Franco Pacini
Charlie Paton - Michael Peckham - Pier Giuseppe Pelicci - Laura Pellegrini - Emilio Petrone
Mario Pianta - Telmo Pievani - Luigi Piro - Ingo Potrykus - Pere Puigdomènech - Giovanni
Puglisi - Luigi Ramponi - Mahdi Rezai - Amedeo Santosuosso - Louis Schlapbach - Franco
Scelsi - Maurizio Sella - Piero Sierra - Laura Taveggia - Chicco Testa - Corrado Tomassini
Chiara Tonelli - Bruno Vespa - Francesco Vignarca - Barbara Vitti - Lewis Wolpert
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CON IL PATROCINIO DI
SUPPORTANO IL PROGETTO
Comunità di
SANT’EGIDIO
Croce Rossa Italiana
PARTNER
MEDIA PARTNER
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Segreteria organizzativa:
Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5 - 20122 - Milano
Tel +39 02 76018187 - Fax +39 02 76406966
www.scienceforpeace.it
www.fondazioneveronesi.it