Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali

Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
Anno XLVII - N. 3 Marzo 2014 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
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ARTECULTURA
ARTECULTURA
Michele Zappino
ARTE E POETICA CORPOREA
NELLA PASSIONE CREATIVA
Milano, Sala Olimpia Artecultura
27 febbraio - 14 marzo 2014.
Inaugurazione 01-03 -h. 18,00
Del fatto che il talento scultoreo sia un
dato innato vi sono infinite conferme,
sia in riferimento alla storia passata
che al presente. Per fare una buona
pittura può essere, forse, sufficiente
l’idea giusta anche se non pienamente
sostenuta dalla pura abilità pittorica,
ma per la scultura no. Talento e inventiva
sono indispensabili per pervenire al
vero risultato scultoreo. Considerazioni queste che divengono perfino
ovvie allorché si ha la possibilità di
entrare in sintonia familiare con le
vigorose eppur delicate sculture di
Michele Zappino.
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ARTECULTURA
Originario della Calabria (Zungri) dopo
il diploma conseguito all’Istituto d’arte
di Vibo Valentia, istituto fra l’altro dal
quale non pochi artisti sono venuti poi
ad alimentare la vena creativa in altre
parti d’Italia, si trasferisce a Milano,
dove segue i corsi di Francesco
Messina, in un crescendo che poi lo
vedrà titolare di cattedra nella prestigiosa Accademia di Belle Arti di
Brera.
In un ambiente culturale e stimolante,
come quello milanese, Zappino ha tutte
le possibilità per esprimere il suo
naturale talento scultoreo e disegnativo, di estrinsecare la sua vena
creativa. Il suo percorso artistico si
sviluppa all’interno di un orientamento
espressivo figurale, senza “se” e senza
“ma”, verrebbe da dire, vista la stessa
raffinata, duttile psicologia e articolazione formale con cui l’artista
entra in sintonia nell’intimo della
materia, sia essa il bronzo, il marmo o
il gesso. La sua mano aderisce con
suggestiva sollecitudine agli stimoli
della materia e da questi scaturisce il
dinamismo e la versatilità della forma,
elegante, asciutta, quasi sempre sul
punto di staccarsi dal suo ideale piano
o piedistallo. Zappino ha compreso
molto bene il vero nodo peculiare
della scultura moderna, che non
consiste tanto in concetto astratto di
idea o di programmata sperimentazione
installativa, quanto nel dare alla scultura
la sua giusta dimensione nello spazio,
far sì cioè che la massa plastica si
integri nello spazio, lo occupi senza
violentarlo. E come questo si può
concretamente realizzare e definire ?
rendendo la scultura stessa particolarmente reagente alla luce, alle
sue infinite rifrazioni, ai suoi magici
riverberi che riscattano la potenziale
inerzia della materia. Si osservino solo
le sue raffigurazioni di danzatrici per
rendersi pienamente consapevoli di
quale congenialità espressiva sia dotato
Zappino. Eleganza e forza si congiungono in forme che sembrano quasi
disegnate più che modellate, questo
perché Zappino intuisce con prontezza
il rapporto tra forme e volumi e da
questo punto di vista in alcuni suoi
interventi il ritmo della materia si fa
sempre più incalzante ma senza nel
contempo allentare l’innato portamento
delle sue raffigurazioni. L’artista è
assai sensibile al fondamentale
principio creativo per il quale nel
blocco di marmo è già insita la forma,
si tratta “solo” di farla uscire dal suo
involucro e di restituirla alla luce, alla
vita. Un principio questo, che oggi,
forse, la scultura contemporanea ha
dimenticato, ignorato e ciò può aver
contribuito al proliferare di tanti insulsi
monumenti che purtroppo danno il
peggio di sé nelle belle piazze italiane.
E allora non può stupire come Zappino
abbia incontrato il plauso di tanti
Pagina 2- da sinistra all’esterno in senso orario:
”COPPIA CAVALLI” bronzo
“NUDO ACCOVACCIATO 1” marmo
”NUDO AL MARE” bronzo
“NUDO ACCOVACCIATO N. 2” marmo
Pagina 3- dal basso di sinistra in senso orario:
“NUDO DORMIENTE” bronzo
“PASSO DI DANZA” bronzo
“ATTESA” bronzo
prestigiosi committenti, visto che sue
significative opere si trovano in importanti ambienti pubblici. Si pensi, ad
esempio, al bellissimo cavallo bronzeo
realizzato per la piazza G.M. Ferrari di
Soriano in Calabria. Quanti scultori,
oggi, avrebbero il coraggio di confrontarsi con una scultura così complessa e difficile come la rappresentazione di un cavallo, destinato
ad una vera riqualificazione ambientale
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ARTECULTURA
e monumentale ? Per non dire poi della
suggestiva statua di San Francesco del
peso di due tonnellate e collocata in un
magnifico scenario, come le acque
del Tirreno di fronte a Paola (CS), a 33
metri di profondità.
Zappino ha riflettuto in profondità sulle
radici classiche della scultura, del resto
per lui, nato nella Calabria, terra
d’elezione della Magna Grecia, un fatto
quasi naturale, senza dimenticare
quanto poi è stato fatto dalle successive
tradizioni lungo un percorso che da
Michelangelo si snoda sino a Medardo
Rosso e Rodin. Tutti elementi che poi
l’artista ha rielaborato in una sintesi
del tutto personale e dai tratti espressivi
inconfondibili. Quella linea culturale,
attenta ad una visione umanistica e
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spirituale della scultura, al gusto per la
forma raffinata che da Arturo Martini
a Messina, a Greco svolge un ruolo
essenziale nel panorama della scultura,
italiana e non, del XX secolo. A questo
orientamento morale ancor prima che
stilistico, con la sua personalità
Zappino sente fedele e congeniale il
suo spirito che lo spinge ad esprimersi
senza allusioni o metafore, ma nel
pieno e salutare stigma della forma
pura, figurativa. Per Zappino essa non
è un dogma da brandire, ma un modo
per porsi con limpidezza in quell’infinito confronto poetico a cui
l’artista corrisponde con tutta la sua
carica emozionale nei vari temi trattati,
dalla figura femminile al mondo
animale, dalla scultura sacra, alle
rappresentazioni di ambiti professionali. Sempre Zappino pone il suo
virtuosismo in aperto e profondo
dialogo con l’uomo contemporaneo
senza del quale la scultura devierebbe
nel formalismo puro del passato o
nell’aspra incomunicabilità di molta
arte del nostro tempo.
Ed è sulla base di queste solide
riflessioni che Zappino ha potuto
elaborare il suo significativo percorso,
che il suo naturale istinto scultoreo ha
poi suggellato in un vasto ambito di
richiamo per le sue opere. Zappino ha
il pregio di creare un tipo di scultura
che non può non coinvolgere ogni
attento cultore dell’arte. La vitalità delle
sue creazioni, l’estrema facilità nel
configurare la forma, aprirla alla
Pag.4- dall’interno di sinistra in senso orario:
“STUDIO TESTA” bronzo
“TORSO ADOLESCENTE bronzo
“PASSO DI DANZA N 1” bronzo
Pag. 5 - dal basso di destra in senso orario:
“CAVALLINO AL TROTTO” bronzo
“PASSO DI DANZA N. 2” bronzo
“MATERNITA’” bronzo
sensibilità, modellarla con energia ed
al tempo stesso con dolcezza convalidano tutto questo. Zappino si rivela
nella sua lucida personalità estraneo a
quello che può essere il richiamo delle
mode, delle neo-avanguardie, convinto
com’è che il vero aggiornamento non
è tanto un fatto stilistico, quanto una
tensione interiore che va ben al di là di
ogni acquisizione culturale, approfondita od orecchiata che sia. Per
questo nelle sue sculture non v’è traccia
di anacronismi, citazioni, allettamenti,
ma tutto viene rapportato alle esigenze
primarie della vita, degli effetti, dei
pensieri. Solo così il confronto con il
passato diventa una finestra sul futuro,
che anche in tempi non facili, si apre
sulla nostra disponibilità e sensibilità.
Zappino non è un metafisico, ma il vero
scultore che elabora un suo duttile
realismo, che possiamo definire
psicologico, vale a dire, attento al
sentimento, alle sensazioni, alla vita
reale dell’uomo, senza schemi ideologici o di pura descrizione. Alla
realtà non si assiste passivi, si partecipa,
ed è proprio questo che per diversi
aspetti l’aulico pragmatismo di Zappino
trasmette e vivifica.
Diversi i critici che si sono occupati
della sua significativa ricerca, tra cui
Mario De Micheli e, per venire ai
giorni nostri, lo stesso Vittorio Sgarbi
ha espresso un vivo compiacimento per
il suo lavoro. Nel corso del tempo
l’artista naturalmente ha allargato il
richiamo della sua scultura, approfondito
vari temi e soggetti, con notevoli
esposizioni sia in Italia che all’estero
sempre riscuotendo un vivo consenso
per la sua scultura che da un certo punto
di vista si pone in una legittima e
confortante alternativa a molte deviazioni
e fraintendimenti della plastica contemporanea. Così l’artista prosegue nella
sua creativa tensione ascoltando soltanto
l’ interiore disposizione. Zappino annoda
ancora il filo dell’armonia espressiva,
convinto, e a nostro avviso con piena
ragione, che da lì, inevitabilmente, scorre
il vero e coerente percorso dell’arte e
della vita.
Teodosio Martucci
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Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
Brera, città aperta!
dialoghi, progetti e visioni del contemporaneo. 20.01.2014 > 20.05.2015
Pinacoteca di Brera / Sala della Passione ore 18,00
a cura di Sandrina Bandera e Luca Molinari
La Pinacoteca di Brera guarda al suo futuro e
accogliendo alcuni dei migliori architetti e autori
italiani, che negli ultimi anni hanno fatto del
progetto museale uno dei campi di riflessione e
sperimentazione privilegiati della propria ricerca,
offrendo loro l’occasione di confrontarsi con
intellettuali, scrittori, artisti, protagonisti dello
spettacolo, in un dialogo inedito sul ruolo civile
del museo oggi.
Con cadenza regolare, presso una delle Pinacoteche più importanti d’Europa, coppie di
progettisti e protagonisti della cultura italiana
discuteranno i cambiamenti e le profonde trasformazioni simboliche e visive che stanno modificando il mondo del museo e degli spazi collettivi
per la conoscenza e la creatività, all’interno della
metropoli contemporanea. Ogni coppia di autori
sarà chiamata a esaminare un tema, una parola
chiave che qualifichi in modo originale un argomento vasto e complesso, aprendo scenari e
visioni inaspettate e offrendo motivi di riflessione sui cambiamenti dei luoghi per la cultura nel
mondo. Ci si propone di filmare, registrare e
diffondere in rete gli eventi, moltiplicando la
comunicazione e la condivisione degli interventi
al di fuori dello spazio materiale della Pinacoteca
di Brera e della città di Milano. Seguono incontri:
20 marzo 2014: Mario Bellini e Vincenzo Trione,
Classico e anticlassico- 2 aprile: Cino Zucchi e
Gabriella Belli, Progetto, programma, committenza
- 14 maggio: Italo Rota e Marco Belpoliti, Universale - 18 giugno: Kuehn Malvezzi e Francesco
Jodice, Il progetto e il pubblico - 17 settembre:
Italo Lupi e Francesco Carluccio, Labirinto-Guida - 15 ottobre: Michele De Lucchi e Anna
Detheridge, Pop - 19 novembre: Margherita
Guccione e A12, Temporaneo - 10 dicembre:
Mario Nanni e Ermanno Olmi, Luce - 21 gennaio
2015:Cherubino Gambardella e Serena Danna,
Materiale, immateriale - 11 febbraio 2015:
Rosa Barovier e Gisella Capponi, Il museo laboratorio per la conservazione - 18 marzo 2015:
Beppe Finessi e Giulio Iachetti, La vita degli
oggetti - 15 aprile 2015: Arnaldo Pomodoro e
Pierluigi Cerri, L’artista e il museo per gli artisti
- 20 maggio 2015: Caterina Bon Valsassina,
Sandrina Bandera, Alberto Artioli e Luca
Molinari, Brera-Citterio-Grande Brera: presentepassato-futuro. Info: 0272263259
PALAZZO MARINO.IL MUSEO DI
ARTE CONTEMPORANEA DI
FONDAZIONE PRADA NASCERA’
DA RIQUALIFICAZIONE AREA
INDUSTRIALE DISMESSA.
De Cesaris e Del Corno: “Nella primavera 2015 aprirà il centro dedicato alla cultura e all’arte contemporanea che offrirà nuovi servizi e
opportunità al quartiere Ripamonti-Lodi e a tutta la città.
“Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato la
vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia
De Cesaris - che una grande area abbandonata
della periferia milanese sia riqualificata e recuperata
per ospitare un importante luogo di cultura e arte,
che offrirà nuovi servizi e opportunità alla città e
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a questo quartiere, che sta vivendo grandi trasformazioni urbanistiche e sociali. Milano ha bisogno
di interventi di qualità come questo, realizzabili
grazie ad operatori privati lungimiranti che scelgono di riqualificare aree dismesse facendosi carico
anche dell’interesse generale della città.” Info:
[email protected]
CULTURA. DALLA’PRIMAVERA DI
MILANO’ ALLA MOSTRA DI VAN
GOGH: GLI EVENTI DI CUI DIVENTARE SOSTENITORI RI
Si è da poco aperto l’avviso pubblico con cui il
Comune di Milano invita società ed Enti interessati a collaborare per la realizzazione di iniziative,
eventi, mostre e manifestazioni che animeranno
Milano, a partire da questa primavera per arrivare
fino ad Expo 2015. Tantissime le iniziative che
l’Amministrazione mette in campo e per le quali
chiama a raccolta tutte le energie della città che
lavorano sul territorio o che sono interessate a
valorizzarlo, diventando parte attiva dei palinsesti
culturali milanesi. Info: Comunicazione.
[email protected]
GIOVANI.NUOVI SPAZI E NUOVE
OPPORTUNITA’: MILANO E’ PIU’
VIVA dalla creatività nella Fabbrica del Vapore alla Student card
Nuovi spazi, nuove opportunità e nuovi servizi.
Per una città che, sempre più, si apre ai giovani. Ad
esempio, con la conferma di Piazza Duomo quale
sede di grandi concerti gratuiti. O, ancora, alla
creazione a breve di uno “Sportello per lo spettacolo”, così da facilitare enormemente l’organizzazione di eventi in città. Oppure grazie ai 6mila metri
quadrati degli spazi dell’ex Ansaldo in via Tortona
destinati alla creatività culturale e imprenditoriale.
Sono alcune delle azioni messe in campo a favore
dei giovani. Info: tel. +39 02 88450150
PRESENTATO IL NUOVO ALLESTIMENTO DEL FORO ROMANO
di MILANO
Milano si riappropria di un pezzo importante della
sua storia. Alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana
apre, infatti al pubblico il nuovo allestimento del
Foro romano dell’antica Mediolanum, col patrocinio del MiBACT, il patrocinio e il contributo della
Regione Lombardia, il contributo della Fondazione Cariplo. Il Foro sorge proprio alle fondamenta
della Pinacoteca milanese, nell’area urbana attualmente compresa tra piazza Pio XI, piazza San
Sepolcro e via della Zecca, che ospitava la platea
forensis, la sede dei principali edifici pubblici: la
Curia (luogo di riunione del Senato locale), la
Basilica (in cui era amministrata la giustizia), il
Capitolium ( il tempio dedicato alla “Triade
Capitolina”: Giove, Giunone e Minerva), le tabernae
(negozi, botteghe artigiane, luoghi di ristorazione).
Il sito archeologico del Foro costituisce un importante tassello del percorso di visita della Milano
Romana, valorizzato nell’ambito del progetto
‘Milano Archeologia per Expo 2015, promosso
dalla Regione Lombardia. Info: 02-806921
ARTE CONTEMPORANEA. SI E’
INSEDIATO IL COMITATO
SCIENTIFICO PER DEFINIRE LA
PROGRAMMAZIONE DEL PAC
Del Corno: “Obiettivo è garantire una programma-
zione di ampio respiro, di grande qualità e di taglio
internazionale”.Il Comitato scientifico è coordinato da Massimo Torrigiani ed è composto da Defne
Ayas, Ilaria Bonacossa e Davide Quadrio, i quali,
insieme al nuovo conservatore del PAC Diego
Sileo e sotto la direzione di Domenico Piraina,
Direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici,
pianificheranno un programma espositivo per i
prossimi anni, teso a mettere lo spazio espositivo
milanese al centro del discorso sul contemporaneo anche in vista di Expo 2015. Info: 02-88450150
CASA MERINI. FINO AL 7 MARZO LE PROPOSTE PER LO SPAZIO DI VIA MAGOLFA
Bando aperto per le associazioni che desiderano
fare richiesta. Il bando (online sul sito del Comune
all’indirizzo: http://www.comune.milano.it/
dseserver/webcity/garecontratti.nsf/WEBAII/
BE8070E7C9AE794BC1257C5F004D3D7D?opendocument).
- tel. +39 02 88450150
ROTONDA DELLA BESANA. APRE
MUBA, IL MUSEO DEI BAMBINI
Il 23 gennaio scorso presso la Rotonda di via
Besana, gli assessori Filippo Del Corno (Cultura)
e Francesco Cappelli (Educazione e Istruzione)
hanno presentato MUBA, il nuovo Museo dei
Bambini. Sono intervenuti Elena Dondina, presidente Fondazione MUBA ed il Sindaco Giuliano
Pisapia. Info: +39 02 88450150
DAL 24 GENNAIO 2014 LA COLLEZIONE ANTONIO SOZZANI
ARRICCHISCE IL PERCORSO
ESPOSITIVO DEL MUSEO DIOCESANO DI MILANO
La raccolta presenta 104 disegni di importanti
artisti dal XV al XX secolo quali Matteo Rosselli,
Jacopo da Empoli, Luca Cambiaso, Bartolomeo
Passarotti, Ludovico Carracci, Guercino, Elisabetta Sirani, Gian Lorenzo Bernini, Carlo Francesco
Nuvolone e altri ancora. Info: 02-89420019
FÉLICIEN DAVID
DA PARIGI AL CAIRO
5 aprile - 17 maggio 2014 Venezia , varie sedi
Al Palazzetto Bru Zane - Centre de musique
romantique française rende omaggio al compositore Fèlicien David con un festival di approfondimento del suo repertorio. Info: 041-5211995
Museo Nazionale dell’Alto Medioevo
La Sami, Società degli Archeologi Medievisti Italiani, esprime profonda preoccupazione per le
notizie circolate in questi giorni sulla possibile
chiusura del Museo Nazionale dell’Alto Medioevo di Roma presso il Palazzo delle Scienze al
quartiere dell’EUR. Il museo, aperto nel 1967,
espone una straordinaria collezione di reperti e
contesti di grandissimo interesse: basti pensare ai
meravigliosi rivestimento marmorei di una ricca
domus di Ostia, ai corredi delle necropoli
longobarde di Nocera Umbra e Castel Trosino (VIVII secolo), ai rilievi marmorei di alcune chiese di
età carolingia (IX-X secolo), o alla preziosa collezione di tessuti copti (III-X secolo). Per cui si spera
ad un pronto cambiamento di strategia per cui ci
domandiamo quanti altri musei, a ricaduta, subiranno lo stesso destino di fronte a politiche del
genere?
Info: http://archeologiamedievale.unisi.it/sami
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
ASPETTANDO PAOLO VERONESE
L’arte di Paolo Caliari detto il Veronese (15281588) torna nella sua città natale con una mostra
dedicata alla sua figura e alla sua opera, promossa
e organizzata dal Comune di Verona, Direzione
Musei d’Arte Monumenti, insieme con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza per
i beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le
province di Verona, Rovigo e Vicenza in associazione con National Gallery di Londra. L’esposizione, allestita nel monumentale Palazzo della Gran
Guardia di Verona, si colloca a distanza di ventisei
anni dalla rassegna Veronese e Verona tenutasi
nel 1988 al Museo di Castelvecchio ed è curata da
Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio
e Bernard Aikema, dell’università degli Studi di
Verona. In mostra circa 100 opere, fra dipinti e
disegni 5 luglio - 5 ottobre 2014. Info 0458062611
CITÈ -Rassegna internazionale di Circo e Teatro
ideata, organizzata e diretta da FLIC Scuola di
Circo di Torino in collaborazione con il Teatro
della Concordia di Venaria Reale (TO). 8 marzo e
5 aprile 2014 ore 20:30. Teatro della Concordia,
Corso Giacomo Puccini, Venaria Reale (TO)
www.flic10.it - www.teatrodella concordia.it
CINEMA VERTICALE
XVI Edizione 14 febbraio -5 aprile 2014 ad Almese,
Bussoleno, Caprie, Condove, Giaveno, Orbassano
e Villar Dora (TO). www.valsusafilmfest.it
Ingresso gratuito. Rassegna sul cinema e la cultura di montagna che viene organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove come anteprima del
ValsusaFilfest.
FUSIONART PER LE SCUOLE
Dopo Arte Vita Futuro, la Fusionart ha realizzato
una nuova serie di opere multiformi “Arte
Propositiva”, tema ispirato da un articolo scientifico futuribile del fisico Antonino Zichichi, Trasformazione della materia e dell’antimateria in
energia. Le due tematiche “A.V.F. A.P.” sono
state esposte in molte località italiane e proposte
in varie sedi scolastiche mantovane e non solo.
Ora la Fusionart ha preparato un nuovo progetto
“Esodo - Amore - Integrazione”. E’ un tema che
affronta i vari problemi delle migrazioni di tutti i
tempi, visti dal lato positivo, dove viene messo in
evidenza “La cultura dell’amore” ciò che manca per
rendere più facili i grandi ESODI. Il Gruppo
Fusionart
LE ATTIVITA’ DIDATTICHE DEL
CAMUSAC
Il CAMUSAC, il nuovo museo di Cassino dedicato
all’arte contemporanea, ideato e realizzato grazie
all’impegno della Famiglia Longo, con l’assistenza
e l’esperienza di Bruno Corà quale direttore artistico, accoglie la collezione Longo aperta al pubblico
per la prima volta il 12 ottobre 2013. Il Camusac
presenta oggi la sua offerta educativa con un
programma di laboratori specifici declinati per ogni
fascia di età al fine di educare all’arte e far comprendere i linguaggi del contemporaneo. Il Camusac:
Per le scuole [email protected]
PARLAMENTO
Sig. Direttore
Ho letto con grande curiosità la riflessione proposta da Artecultura a pagina
10 del n.1 del mese di gennaio 2014, Parlamento:…….. Credo che già altre
volte la rivista aveva sostenuto idee simili e confesso di averne condiviso,
quanto meno, lo spirito. Il voto proporzionale puro a me appare l’unico
sistema democratico che garantisca tutti i cittadini. Non capisco infatti
perché il 3% degli elettori italiani, cioè all’incirca 1,3 milioni di italiani
dovrebbero essere esclusi dal Parlamento, ma anche il 2% cioè circa 800 mila
italiani. Il problema è ideologico: - i maggiori sostenitori del maggioritario
sono stati gli ex comunisti e gli ex fascisti, entrambi eredi di culture
centralistiche, i primi di cosiddetto centralismo democratico, i secondi di
sicura marca autoritaria, entrambi fautori di monopartitismo che, considerato
i tempi, fanno un grande sforzo per giungere al bipartitismo, figuriamoci il
pluralismo! Sono incavolati perché i piccoli partiti vogliono dire la loro e li
sostengono (lo chiamano ricatto) se sono prese in considerazione le loro
idee. Facciamo l’esempio: Berlusconi e Renzi si sono accordati per una
riforma elettorale “mini porcellum”, i piccoli partiti hanno sostenuto, come
la maggioranza degli italiani, almeno secondo alcuni sondaggi, il
proporzionale e la preferenza ma Berlusconi, padrone di Forza Italia e Renzi,
declamato con i voti del centro destra leader del PD, come Veltroni, preferisce
nominare i suoi parlamentari, evocando lo stupido procedimento delle
fantomatiche primarie, da imporre per legge. Una scelta più pericolosa e
stupida della preferenza, considerato che le primarie procederebbero
attraverso il voto di preferenza, senza regole ed autogestite. Quindi d’accordo:
PROPORZIONALE E PREFERENZA.
Mi lascia molto perplesso un parlamento di pensionati, i quali per potere
partecipare alla necessaria attività e sostenere i costi ovvi dovrebbero
essere dei pensionati d’oro. Certamente ai tempi di Mattei e Di Vittorio i costi
della politica erano molto inferiori. I sindaci non avevano gli stipendi, anche
se svolgono altre attività, i consigli comunali, quelli provinciali non costavano
tanto. Le Regioni non esistevano, tranne quelle a Statuto Speciale, che pure
erano tenute a vista dallo Stato centrale e, spesso, mutilate delle loro
prerogative. Ma il problema, a mio avviso, non è l’Italia, anche se alcune
questioni sono proprie italiane, (Bicameralismo, burocratismo, evasione
fiscale, corruzione) ma l’Europa, il pianeta. Non si può globalizzare la
finanza o il commercio e non i diritti dei lavoratori. Non si può consentire la
delocalizzazione delle imprese da un paese all’altro della stessa Unione
Europea senza eguali diritti, causando, infine, disoccupazione nel paese
abbandonato e sfruttamento nel paese ospitante. Il Parlamento nazionale,
non solo quello Italiano, può essere ridimensionato per realizzare un vero
Parlamento Europeo che definisca regole certe e univoche per tutta l’Europa.
Questi personaggi, Berlusconi, Grillo, Renzi, lo stesso Capo dello Stato non
si sono accorti che è finita l’era degli orticelli, ( italiano, francese, tedesco,
etc.). E’ l’era dei “proletari di tutto il mondo, unitevi”.
Domenico Sabatino
Si ringrazia il pittore Domenico Sabatino per le Sue considerazioni in sintonia
con l’originale pensiero della Rivista. Certamente non devono esistere pensioni
d’oro, per esentarci dal peso economico parlamentare. Può essere sufficiente
anche una contenuta pensione, oppure un deputato mantenuto dai suoi stessi
elettori. E solo da loro. Ed i soldi, si pensa, avanzerebbero per altre urgenze...
L’auspicio che il discorso si allarghi.
(Artecultura)
genere. Poeti, scrittori, docenti e personalità che
fanno onore alla cultura contemporanea. Il Manifesto Letterario è a disposizione di chiunque lo
richiede: [email protected]
www.ilmisterodellapoesia.blogspot.com
I Concerti del FILOLOGICO 2014
MOVIMENTO LETTERARIO LOMBARDO E DELLE BELLE ARTI.
Il 23 gennaio 2014 è nato il Movimento Letterario
Lombardo costituito da un Comitato di 31 membri.
Gli aderenti rappresentano artisti di ogni arte e
Via Clerici 10, Milano tel. 0286462689
1 marzo: JORGE MONTILLA, clarinetto, LUIGI
PALOMBI, pianoforte - 15 marzo: DUO CHITARRISTICO DI SIRACUSA - 29 marzo: TRIO
PIANISTICO ITALIANO - 26 aprile ENSEMBLE
HOMMAGE - 11 maggio: CORO SAN BIAGIO DI
MONZA VALERIO PREMUROSO, pianoforte
OVIDIO MAINETTI
Scultore e pittore ci ha lasciato. Artista versatile e
dinamico, opera da quasi 50 anni nell’ambito della
scultura e della pittura. Dal 1968 è socio del Centro
Artistico Culturale Milanese dove insegna scultura. E’ stato allievo del Prof. A. Mantica della
Scuola del Castello e dello Scultore Franco
Zazzeri. Le sue opere in numerose collezioni
pubbliche e private. Nato a Milano il 09-03-1939
si è spento il 04-01-2014.
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ARTECULTURA
Il Presidente Cattaneo
e i consiglieri regionali Forno e Berté
Giorno della Memoria, in Consiglio
la commemorazione della Shoah
Lunedì 27 gennaio il Consiglio regionale ha
celebrato il Giorno della Memoria, la giornata
con la quale si ricordano le vittime
dell’Olocausto e la Shoah. Nel corso della
cerimonia, che si è svolta alle ore 12 al Piano
della Memoria del Palazzo Pirelli (26° piano)
il Presidente del Consiglio regionale Raffaele
Cattaneo e l’Ufficio di Presidenza hanno
ricordato la figura e l’opera di due lombardi
che si sono contraddistinti per avere rifiutato
di collaborare con i nazisti e avere salvato la
vita di molti ebrei. Si tratta di Enrico Bertè e
di don Eugenio Bussa, al quale è oggi dedicata
l’omonima Associazione presieduta da
Armando Forno. A Enrico Bertè e ad
Armando Forno (in memoria di Eugenio
Bussa) sono stati consegnati due riconoscimenti per sottolineare il valore dei loro
gesti.
Tavolo riduzione costi della politica:
elaborate 4 proposte
La riduzione dei vitalizi è il tema a cui sta
lavorando il gruppo di lavoro sui costi della
politica che si è riunito mercoledì 22 gennaio.
Gli uffici, su mandato del Presidente del
Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, hanno
elaborato quattro ipotesi di riduzione che
verranno affrontate nel corso della riunione,
cui partecipano consiglieri di tutte le forze
politiche, con l’obiettivo di arrivare ad un
proposta condivisa. La prima ipotesi consiste
in una riduzione fissa dei vitalizi, attualmente
corrisposti, nell’ordine del 10%.Le altre tre
ipotesi si basano invece su una valutazione del
rapporto tra vitalizio erogato e contributo, così
da penalizzare di più chi ha versato meno
contributi. A)metodo lineare: riduzione
calcolata sulla base di un coefficiente costante.
Maggiore è il rapporto vitalizio/contributo,
maggiore sarà la riduzione massima del
vitalizio;B) metodo logaritmico: applicato per
quelle posizioni per le quali il vitalizio mensile
è superiore al contributo mensile rivalutato;
C) applicazione di un coefficiente proporzionale che interviene sul rapporto vitalizio/
contributo. “La Regione sta lavorando
concretamente per ridurre i vitalizi e contenere
le spese – ha detto il Presidente del Consiglio
regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo
–. Mentre nelle altre Regioni si sta ancora
discutendo su come intervenire in tema di
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vitalizi e spesa per il personale dirigenziale, in
Lombardia abbiamo già elaborato ipotesi che
porteranno a risparmi consistenti, tra i 50 e i
70 mila euro ogni mese solo per i vitalizi”.
Quanto alle spese per i dirigenti, a seguito
dell’ultimo tavolo e con il voto in Aula a
dicembre del collegato della legge di bilancio,
e’ stata già approvata la riduzione da 225 a
200 componenti a partire dal 2015, del 10% di
quelli degli enti dipendenti e il taglio del 5% del
costo del personale dirigenziale delle società
partecipate. “Capisco che alcuni gruppi
devono rincorrersi a vicenda, ma francamente
non vedo alcun ritardo. Concentriamoci
piuttosto sulle proposte”, ha concluso
Cattaneo.
Il Progetto di legge “Libertà di impresa
e competitività” presentato in Commissione Attività produttive
Sostegno alle imprese nell’accesso al credito,
promozione degli accordi di competitività,
forte semplificazione e snellimento burocratico,
progressiva riduzione del carico fiscale,
introduzione della comunicazione unica
regionale, attivazione del fascicolo elettronico
d’impresa: sono solo alcuni degli obiettivi del
progetto di legge “Libertà di impresa e
competitività”, che introduce modifiche alla
legge regionale n°1 del 2007. “E’ un
provvedimento concreto, immediatamente
efficace, la cui applicazione porterà subito
benefici certi nei rapporti tra imprese e pubblica
amministrazione – ha detto questa mattina in
Commissione Attività produttive il relatore
Carlo Malvezzi (NCD)- . Dal mondo
imprenditoriale lombardo e dal mondo
produttivo e imprenditoriale ci sono giunte
numerose sollecitazioni e contributi utili. Larga
parte di queste sollecitazioni hanno trovato
attenzione e accoglienza all’interno del gruppo
di lavoro che ha predisposto il testo definitivo,
che abbiamo presentato questa mattina
all’attenzione della Commissione Attività
produttive.”
Riforma riordino delle autonomie:
mercoledì 12 febbraio atto di indirizzo
sottoposto al voto del Consiglio regionale
Consiglio regionale al lavoro sul tema della
riforma del riordino delle autonomie. Nel
pomeriggio di lunedì 10 febbraio le Commissioni Affari Istituzionali e Riordino delle
Autonomie si sono riunite in seduta congiunta
per elaborare un atto di indirizzo, da approvare
nella seduta di Consiglio regionale appositamente programmata per mercoledì 12
febbraio. “In questo documento, che mi auguro
possa essere approvato all’unanimità dal
Consiglio regionale, dobbiamo fissare pochi
principi, ma forti e chiari, ribadendo che non
può essere messa in discussione l’autonomia
e l’esistenza di un livello intermedio come le
Regioni –ha detto il Presidente della
Commissione Affari Istituzionali Stefano
Carugo (NCD)-. Questo testo costituirà la
base per il successivo lavoro di approfondimento che ci dovrà portare a elaborare
una proposta di legge al Parlamento da
approvare nella seduta di Consiglio regionale
già calendarizzata per martedì 25 febbraio”.Nella seduta odierna il Consiglio
regionale della Lombardia ha approvato una
mozione presentata dal consigliere Alessandro
Alfieri (PD) e sottoscritta dai gruppi NCD,
Forza Italia, Lega Nord, Pensionati, Patto
civico, Maroni Presidente e dai consiglieri del
territorio.
Impegno del Governo sugli aeroporti
lombardi, al Consiglio mozione unitaria
Il documento impegna il Presidente della
Giunta a “promuovere urgentemente, insieme
al sindaco di Milano e ai massimi rappresentanti
istituzionali lombardi, un incontro urgente con
il Governo in merito all’avanzamento della
trattativa tra Etihad e Alitalia e, in generale,
sulle questioni che rischiano di incidere
negativamente sul futuro degli scali
aeroportuali lombardi”. Accolta una
integrazione del consigliere Iolanda Nanni
(M5S) che chiedeva attenzione particolare
alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Rincari dei pedaggi, seduta del Consiglio
“Regione Lombardia non è disposta a stare a
guardare. Faremo tutti i passi necessari. Ho
già scritto al Ministro dei Trasporti chiedendo
che il Governo modifichi la normativa sugli
aumenti tariffari”.Così l’Assessore alle
Infrastrutture di Regione Lombardia, Maurizio
del Tenno, ha risposto oggi in Aula alle due
interrogazioni sugli aumenti autostradali
presentate rispettivamente dalla Lega Nord
(primo firmatario il capogruppo Massimiliano
Romeo) e dal gruppo Fratelli d’Italia, firmatari
il capogruppo Riccardo De Corato e il
consigliere Francesco Dotti, ma sottoscritto
anche da Forza Italia (il capogruppo Claudio
Pedrazzini e il consigliere Alessandro Fermi)
e dalla lista Maroni Presidente (Marco
Tizzoni). Del Tenno ha detto di “condividere
preoccupazioni e valutazioni”, sottolineando
come in un periodo di crisi come l’attuale “gli
aumenti, che sono superiori in Lombardia al
3,9% della media nazionale, avranno
ripercussioni pesanti per gli imprenditori e i
pendolari” e che Regione Lombardia
“metterà tutto il suo impegno per una
soluzione”. Ci auguriamo da parte di Regione
Lombardia – ha concluso De Corato - una
spinta forte, azioni incisive. E’ importante è
urgente che la questione sia posta sul tavolo
della conferenza Stato-Regioni.
PIERO
MANZONI
1933 - 1963
Dal 26 marzo al 2 giugno 2014
Palazzo Reale ospita una grande
mostra dedicata a Piero Manzoni, uno
degli artisti più geniali, innovatori
e controversi del XX secolo, nato a
Soncino nel cremonese e morto a
Milano nemmeno trentenne, nel
1963. Promossa e prodotta dal
Comune di Milano – Cultura,
Palazzo Reale e Skira editore, la
mostra è curata da Flaminio Gualdoni
e Rosalia Pasqualino di Marineo in
collaborazione con la Fondazione
Piero Manzoni ed è realizzata
nell’ambito del progetto “Primavera
di Milano”. Milano è stata la sua città,
dove ha operato da protagonista della
stagione di maggior fervore del
secondo dopoguerra, ponendosi a
fianco di un maestro come Lucio
Fontana e agendo da referente primario
della neoavanguardia europea, tra la
Francia di Yves Klein e la Germania
del gruppo Zero, l’Olanda del gruppo
Nul e la dimensione cosmopolita di
Nouvelle Tendance. Mezzo secolo è
trascorso dalla sua scomparsa precoce,
e il riconoscimento internazionale di
Manzoni è un fatto compiuto. Per
questo Milano ha deciso di dedicargli una mostra, la più importante mai realizzata in città dalla
sua morte, che ne documenti il
percorso in tutta la sua ampiezza e
ricchezza problematica attraverso
la presentazione di circa 100 opere
che rendono conto della sua intera
parabola artistica. Genialmente
radicale, Manzoni viene raccontato
dagli esordi in area postinformale
alla concezione degli Achromes,
dalle Linee alle Impronte, dal Fiato
alla Merda d’artista, dal coinvolgimento del corpo fisico vivente
nell’opera alla dimensione totalizzante dell’esperienza estetica di
progetti come il Placentarium.”Un
ampio apparato di materiali documentari originali, manifesti,
fotografie, cataloghi, lettere integrerà il percorso espositivo,
restituendo il clima fervido della
In alto: Uovo scultura, 1960 - in basso: Corpo d’aria, 1959-60
Milano a cavallo tra anni ’50 e ’60,
quando la città è già una delle autentiche
capitali culturali europee. “Questa
mostra è uno dei capisaldi della
‘Primavera di Milano’, il palinsesto
di eventi culturali che abbiamo voluto
dedicare a tutti gli artisti che hanno
fatto grande la nostra città e la sua
storia, con mostre, concerti, spet-
tacoli e approfondimenti, che si
snodano in giro per Milano lungo la
primavera del 2014” – ha dichiarato
l’Assessore alla Cultura Filippo Del
Corno. Catalogo Skira editore con
testi di Flaminio Gualdoni, Giorgio
Zanchetti, Francesca Pola, Gaspare
Luigi Marcone.
Info: 02-0202
9
ARTECULTURA
- RISORGIMENTO POETICO Museo del Disarmo a Cantalupo Ligure
Grazie alla sensibilità del Sindaco Gian Piero Daglio
e dei Consiglieri Claudio Bergonzi e Fulvia Meinero
L’eccezionale iniziativa vedrà prossimamente allestita in uno spazio comunale
una rassegna culturale sul Disarmo partecipata da 200 artisti visivi
che vuol essere l’inizio di ulteriori avvenimenti. Una serena finalità democratica
L’iniziativa, che pur tanto entusiasma
Artecultura, non vuol’essere l’occasionale esposizione dove la curiosità
vive la superficialità del tempo che
trova, ma conoscere quei contenuti di
rinnovamento culturale che riguardano uno stretto rapporto tra arte e territorio: una migliore vicinanza delle
persone che, stimolate dallo spirito
creativo dell’arte, si sensibilizzino a
quell’atmosfera di fiducia che, tramite una partecipazione libera ed al tempo stesso coinvolgente la spontaneità
delle emozioni, non spinga la persona
alla trasgressione. Ma la stimoli a
compenetrarsi nella vita di un costume in cui il buon occhio segni l’orientamento che dispone la persona all’autosicurezza equivalente a quella di
tutti. Una rassegna, pertanto quella
che si programma prossimamente a
Cantalupo Ligure in provincia di
Alessandria che vuole interessare tutta la Valle Borbera con particolare
riguardo alle scuole, affinché si possa opportunamente approfondire il linguaggio dell’arte nella vita dell’uomo.
Iniziando a conoscere un dipinto, come
effettivamente lo si legga, quale desiderio abbia ispirato l’artista, perché un
dipinto ci attiri e ci coinvolga e quando no, allorché la bellezza cambia volto dandoci una brutta impressione. Ma
di sapersi ricredere, specie nell’arte
moderna, che la bellezza non è solo
nell’attraente della forma estetica, ma
in parallelo di considerazione è presente anche nella poetica celata della
rudezza. Come leggere un dipinto non
riguarda tanto la quotazione di mercato quanto un’infinità di argomenti, poiché interessa la medesima storia dell’uomo ed i suoi collegamenti con il
costume, l’epoca, l’ambiente di convivenza, di lavoro e di svaghi. Aspetti
che ancora oggi vengono vissuti con
leggerezza nella superficialità dell’abi-
10 ARTECULTURA
tudine. Mentre per sapersi domandare sul messaggio di un’opera d’arte più
che all’informazione storiografica bisogna saper raggiungere quella cultura della mente vissuta nei suoi periodi
storici. Ecco perché i giovani ed in
particolare le scuole che essi frequentano ad ogni livello, dovrebbero ritenere e divulgare il messaggio dell’arte come un cervello rigeneratore che
continuamente si evolve per essere
sempre meglio quella mente attiva che
tramite le emozioni sensibilizza ed
appaga l’armoniosa convivenza.
Cosicché le scuole che vorranno visitare la rassegna sul Disarmo, come ci
auspichiamo, saranno certamente
mosse da non pochi interrogativi che
stimolano a domandarsi ed esprimere, a confrontarsi con linguaggi che
spronano a sentirsi soprattutto più liberi e socievoli. Il cervello lo dovremmo considerare come il granaio della
conoscenza sul quale non deve domandarsi solo il medico psichiatra o lo
specialista psicologo, in quanto sia
pure ai nostri avanzati giorni della
neuroscienza, il cervello custodisce
tuttora infinite novità che direttamente interessano ogni singola persona.
Ed a spiegarsi con schiettezza a riguardo è da ritenere che come si manifestano dissimili i visi delle persone
non diversamente sono anche i nostri
cervelli. Dove ognuno possiede qualcosa di personale che gli altri non conoscono e la finalità dell’arte dev’essere quella nobile considerazione di
avvicinare disinteressatamente sempre più le persone ed i popoli affinché l’avvento di un’etica di pace possa riguardare più la realtà e non solo
la profezia che pure svolge un ruolo
positivo nella grande familiarità del
divenire umano. Tanto che saper leggere un dipinto equivale anche a scoprire in ognuno di noi quella innata
spinta poetica che motiva il respiro dei
nostri giorni di lavoro e di studio che
sensibilizzano l’affettività. Quel valore oggi dimenticato non solo come
privato aspetto personale, ma persino
come costume. Un linguaggio l’arte,
di un dipinto, che non può essere imposto ma solo raggiunto tramite la diretta sensibilità che poi segna la necessaria conoscenza in cui l’arte desta la comunicazione dell’uomo.
Così che l’importanza di questa rassegna di arti visive sul Disarmo possa
segnare l’inizio di una nutrita raccolta
non solo di opere, ma anche di materiale informativo dei rispettivi artisti.
Un modo di attivizzare il Museo del
Disarmo di avanzata frequenza sul territorio d’informazione artistico-culturale utile soprattutto quando uno studente della Valle Borbera necessita di
consultarsi per una tesi di laurea o
chiunque abbia necessità per fini di
ricerca, di conferenze ed altro. Tra
l’immagine dell’arte ed il costume
dovrà consolidarsi una profonda
compenetrazione di sentimento che
man mano riscatti quello sperato quotidiano di giorni migliori, di fraternità
e non di violenze e guerre che non
avranno più motivo di esistere.
ARTECULTURA a questo riguardo
vuol essere riconoscente al Sindaco
di Cantalupo Ligure ed ai Consiglieri
collaboratori come a tutta la Cittadinanza per aver dato volto a questa iniziativa artistico-culturale. Ad uno spirito di collaborazione desideroso di
perseverare un’evoluzione sociale che
abbia come orizzonte di finalità di un
Costume poetico che la natura dell’arte ci fa conoscere. Quel vivere di spirito sereno che incarna la vita non-violenta dell’uomo, quella conoscenza
che dobbiamo sempre più scavare nel
mondo appagante del nostro cervello.
Artecultura
In questo numero MARZO 2014IN
6 CORRISPONDENZA CULTURALE
8 REGIONE LOMBARDIA
9 PIERO MANZONI
10 RISORGIMENTO POETICO
11 SOMMARIO - IRWIN
MICHELE ZAPPINO - LAURA TOSCA - MATTEO
CANNATA - LUCIANO FOLLONI - GIANCARLO
NUCCI- DANIELA ROCCO MINERBI - GIANCARLO CERRI di Teodosio Martucci; - MICHELE
GIANNATTASIO - GREGORIO MANCINO LEONILDE PERSEU - MARCO FAGGI - MARCO
PESSA - di Marpanoza; INSERZIONI: GALLERIA
D’ARTE CORTINA - GALLERIA PONTE ROSSO
12 INTERLUDI
16 INTERLUDI CONTINUANO
24 BARBIERI DI SIVIGLIA
25 CAMPIGLI - ETRUSCHI
26 LA RAI - CULTURA A FIRENZE
27 FOTOGIORNALISMO-STORIA
28 MICHELANGELO
29 LA CAMICIA DI FERRE’
30 MONDRIAN E IL CUBISMO
31 ELOGIO DELLA LEVITA’
ARTECULTURA
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
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32 LIBRI
33 IMMAGINI E LUOGHI
34 POESIA E PSICANALISI
36 UMANITA’ POETICA
39 AUTODIDATTA NELLA STORIA
40 TURISMO - LUSTRASCARPE
41 COSTUME POETICO-DISARMO
42 CONCORSI
Inserto redazionale:
-MOSTREA MILANO
-POSTACATALOGO
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Irwin, Dreams and Conflicts. Photo: Igor Andjelic,
courtesy Galerija gregor Podnar
IRWIN
Dreams and Conflicts
La Galleria civica di Modena inaugura sabato
15 marzo nella sede della Palazzina dei
Giardini Dreams and Conflicts, una mostra
dedicata al gruppo sloveno IRWIN. Curata
da Julia Draganovic e Claudia Löffelholz di
LaRete Art Projects, promossa e organizzata
dalla Galleria civica di Modena e dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena,
la mostra si articola come prima tappa di un
progetto espositivo in collaborazione con la
Kunsthalle Osnabrück (Germania) e il Laznia
Centre for Contemporary Art di Danzica
(Polonia) dove, nel 2015, avranno luogo altre
due mostre dedicate agli IRWIN.La storia
del collettivo artistico sloveno nasce nel 1983
dal sodalizio di giovani artisti provenienti dai
movimenti del punk e del graffitismo di
Lubiana: Dušan Mandic, Miran Mohar,
Andrej Savski, Roman Uranjek e Borut
Vogelnik che si uniscono e fondano il gruppo
Rrose Irwin Sélavy, in onore dello pseudonimo
femminile di Marcel Duchamp. Nel 1984
fondano, in collaborazione con il gruppo
musicale Laibach e la compagnia teatrale
Gledališce sester Scipion Nasice, un ampio
collettivo di artisti noto come Neue
Slowenische Kunst (NSK), Nuova Arte
Slovena, che coinvolgerà in seguito altri
collettivi artistici attivi nella grafica, nella
video arte e nella filosofia. Collaborazione e
condivisione sono a un tempo la base e
l’inevitabile conseguenza sia di IRWIN sia
della Neue Slowenische Kunst, che si
posiziona nella realtà politica e culturale della
Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Con il collasso del socialismo, all’inizio degli
anni Novanta, cambiano radicalmente i
presupposti della loro operazione artistica e
nel 1992 avviene la trasformazione della
Neue Slowenische Kunst in NSK State in
Time. In seguito all’emergere di una
moltitudine di nuovi stati, il collettivo NSK
decide quindi di oggettivare la propria natura
nella forma di uno stato. Non uno stato
territoriale, ma uno stato di pensiero, che si
esprime, di fatto, attraverso pubbliche
apparizioni in progetti culturali, grazie ai quali
si delineano la sua immagine e i suoi contenuti.
Sino al 2 giugno. Info 059 2032 911
11
ARTECULTURA
INTERLUDI D'ARTE
Alberto Gianfreda, COSTELLAZIONI
ALBERTO GIANFREDA
“EARTHQUAKES” Scultura
29 gennaio - 26 marzo 2014
Lo scultore Alberto Gianfreda è il prossimo artista ospite del progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE, dedicato alla valorizzazione del patrimonio creativo dei giovani
artisti italiani (www.bancasistemarte.it).
Nell’ambito delle attività no-profit, infatti,
Banca Sistema ha deciso di affiancare e
promuovere il talento emergente in campo
artistico e culturale, offrendo occasioni e
canali privilegiati di visibilità - anche attraverso mostre periodiche presso le sedi di
Roma e Milano - ai giovani che hanno scelto
di intraprendere questo percorso.
La prima mostra del 2014, inaugurata il 29
gennaio , è una personale di Alberto Gianfreda
e presenta una raccolta di sette grandi sculture e disegni inediti concepiti esclusivamente per gli spazi di Banca Sistema a Milano.
Banca Sistema, con l’occasione, pubblica
anche un catalogo bilingue (italiano e inglese) dell’esposizione a cura di Andrea Del
Guercio, Direttore Artistico di OffBrera
Milano, e con un contributo di Nicola Carrino.
Il catalogo è stampato e distribuito da Vanilla
edizioni.
Il progetto espositivo si fonda sul contrasto
tra l’età geologica del nostro pianeta, considerato giovane, e il nostro sistema sociale,
inversamente vecchio e obsoleto, che però si
trovano uniti da un destino comune: continue
scosse, oscillazioni, crolli, rovesciamento dei
piani. Da qui il titolo della mostra:
“earthquakes”, ovvero terremoti. Di un terremoto non è possibile stabilire, se non alla
fine, il momento di inizio, prevederne il termine o l’entità, e soprattutto l’esito.
La mostra racconta quindi, attraverso un
gruppo di opere inedite, i risultati di una
“scossa” che ha generato sculture distanti
dall’essere icone assolute ma la sola destinazione di un processo di trasformazione, manipolazione, alterazione di oggetti e materie.
Marmo, terracotta, metallo, legno e tessuto
sono alcuni dei materiali che caratterizzano
le opere di grandi dimensioni esposte insieme
ai relativi progetti. Info: tel. 02-80280356
12 ARTECULTURA
INTERLUDI D'ARTE
IZIS, Il poeta della fotografia
AILANTO, Colleciòn Verano 2001.
Foto Xevi Muntané
CACCIATORI
DI TENDENZE ?
IZIS Il POETA
DELLA FOTOGRAFIA
Patrocinato da Institut Français
Milano, Spazio Oberdan
12 febbraio - 6 aprile 2014
La Provincia di Milano e la Fondazione
Alinari, in collaborazione con la Ville de
Paris, presentano allo Spazio Oberdan l’opera di Izis Bidermanas (1911-1980), uno dei
più grandi fotografi umanisti del secolo scorso, poeta dell’immagine, ritrattista e reporter.
La mostra propone una selezione di circa
120 fotografie curata dal figlio Manuel
Bidermanas con Armelle Canitrot e la
proiezione a ciclo continuo all’interno dello
spazio espositivo del film “Aperçus d’une
vie (Scorci di vita)”. E’ l’occasione di una
vera e propria scoperta, l’opportunità di
conoscere l’intensa attività di questo autore
che, esiliato da giovane, ha cercato di trovare
riposo nel sogno. A distanza di tempo le sue
fotografie, con il loro taglio affilato della luce
e la loro particolare sensibilità all’atmosfera,
sono sempre testimonianze di una grande
poesia.
Citato in tutte le storie della fotografia, selezionato nel 1951 per la mostra al MoMa
“Five French Photographers” con Brassai,
Cartier-Bresson, Doisneau e Ronis, autore di molti libri considerati modelli
intramontabili di riferimento, Izis resta ancora oggi un artista poco conosciuto al grande
pubblico. Presente nelle maggiori collezioni
pubbliche e private internazionali, Izis ha
saputo conciliare la professione di reporter
con una ricerca personale, riflettere sul dialogo tra l’immagine e la parola e ricercare la
coerenza tra soggetto, emozione e forma.
Nei dieci libri attraverso i quali ha orchestrato il suo lavoro, si disegna in filigrana il ritratto
di un artista affascinante, segnato dalla difficoltà dell’esilio e dalla guerra. Di natura
poetica la sua fotografia intuitiva e, tra i fotografi umanisti, è colui che più si è allontanato
dalla realtà per entrare nel sogno. La mostra
ha il catalogo “IZIS Bidermanas. Paris des
Rêves”. Info: tel. 02-774063.02/6381
Istituto Cervantes di Milano
20 febbraio - 31 marzo 2014
L’Istituto Cervantes e il Centro culturale del
Comune di Madrid CentroCentro Cibeles
iniziano un progetto di collaborazione con
l’inaugurazione della mostra Cacciatori di
tendenze? I nomi essenziali della moda
spagnola, un’esposizione che propone
un percorso fotografico e audiovisivo
attraverso i creatori più rilevanti della
moda spagnola delle ultime quattro
decadi.
La mostra, presentata nella cornice del
Festival della Moda e del Design più importante di Praga, il Designblok 13, realizza un
percorso alfabetico - dalla A alla V, da
Adolfo Domìnguez a Vittorio&Lucchino attraverso più di sessanta nomi della moda
spagnola.
In totale, 67 fotografie di grande formato,
con i disegni più emblematici e il commento
dei propri creatori, conformano una mostra
che, nelle parole del suo creatore, Pedro
Mansilla, offre “uno sguardo intimo su un
secolo di moda spagnola”.
Oltre alle fotografie, verrà proiettato il documentario “Moda con firma”, un’opera
prodotta dal Canal Decasa e diretta da Pedro
Mansilla, sul panorama attuale della moda in
Spagna. Partecipano alla mostra:
Adolfo Domìnguez, Ághata Ruiz de la Prada,
Ailanto, Alma Aguilar, Alvarno, Amaya
Arzuaga, Andrés Sardà, Ángel Schelesser,
Antonio Alvarado, Antonio Mirò, Antonio
Pernas, Armand Basi, Ana Locking, Beba’s
Closet, Balenciaga, Carlos Dìez Dìez, Custo
Barcelona, Devota&Lomba, Dolores Cortés,
Davidelfìn, Duyos, El Colmillo de Morsa, El
Delgado Buil, Elisa Palomino, Elio Berhanyer,
.
Etxeberria, Francis Montesinos, Guillermina
Baeza, Hannibal Laguna, Ion Fiz, Jesùs del
Pozo, José Castro, José Mirò, José Abril,
Josep Font, Juana Martin, Juanjo Oliva, Kina
Fernandéz, La Casita de Wendy, Lemoniez,
Loewe, Manuel Piña, Marìa Barros, Marìa
Escoté, Marìa Lafuente, Maya Hansen,
Miguel Adrover, Miguel Palacio, Miriam
Ocàriz ed altri. Info: tel. 02-72023450
INTERLUDI D'ARTE
Bologna, LA SCIENZA IN PIAZZA
INTERLUDI D'ARTE
Luciano Fabro, COMPUTER PAESAGGIO
PER COSIMO 1994-2006
Lucio Fontana, SIX CONTES DE LA FONTAINE
LA SCIENZA IN PIAZZA
Food Immersion:
scienza e cultura a Bologna
28 marzo - 13 aprile 2014
Oltre 100 eventi tra mostre, spettacoli,
incontri e laboratori interattivi, una vera e
propria Food Immersione il cui filo conduttore sarà l’alimentazione. Si parlerà di nutrizione e lotta allo spreco; esplorazione del
gusto e cibo come opportunità di scambio
culturale; consumo consapevole e sostenibilità. Sempre con un linguaggio semplice e accessibile a tutti con l’obiettivo di
stimolare e migliorare il rapporto con la
scienza, la tecnologia, l’innovazione e la ricerca. Il tema della nona edizione raccoglie
idealmente il testimone del messaggio lanciato dalla grande mostra “Gola, Arte e
Scienza del gusto” organizzata dalla Fondazione Golinelli in partnership con la Triennale
di Milano, in programma a Milano fino al 12
marzo, che indaga le molteplici implicazioni
del rapporto tra cibo e piacere.
Per 17 giornate il centro storico di Bologna
(Palazzo d’Accursio, Biblioteca Sala Borsa,
START-Laboratorio di Culture Creative,
Manifatture delle Arti, Piazza Nettuno e
Piazza Galvani) e i Quartieri Borgo Panigale,
Porto, Santo Stefano, San Donato e Reno si
trasformeranno in un grande Science
Centre che coinvolgerà come sempre il
pubblico di ogni età (da 18 mesi a 99 anni) e
avrà una diffusione delle attività più estesa
anche al territorio metropolitano.
I dialoghi, le tavole rotonde, i workshop,
gli incontri con gli autori e gli spettacoli
permetteranno di approfondire gli aspetti
simbolici e culturali legati al consumo e alla
produzione del cibo e di mettere in evidenza
le sfide etiche e sociali che la società contemporanea si trova ad affrontare per garantire l’accesso al cibo alla popolazione mondiale in modo sostenibile. I laboratori handson, le mostre e le esposizioni, le attività interattive
e gli eventi animati approfondiranno maggiormente il punto di vista scientifico e tecnologico,
valorizzando la ricerca dei laboratori internazionali e le applicazioni possibili in ambito
agronomico, botanico, medico, sanitario, sociale e culturale parlando di scienze e tecnologie. Info: tel. 051-0251007
Luciano Fabro
Disegno In-Opera
a cura di Giacinto Di Pietrantonio,
Italo Tomassoni e Bruno Corà in
collaborazione con Silvia Fabro e
l’Archivio Fabro
Foligno, 15 febbraio - 13 aprile 2014
Il percorso espositivo accoglie oltre 100
disegni che come suggerisce il titolo della
mostra, presentano tipologie e funzioni differenti: essi infatti, non sono strettamente
“progettuali, ovvero preliminari alla realizzazione di opere, bensì disegni intesi come
pratica alla base del processo creativo che
conduce alla genesi di un’idea o come mezzo
per trasmettere messaggi; disegni in cui è
esplicito il riferimento alla scultura e disegni
come campo di indagine e di sperimentazione.
E ancora disegni come forme - aperture,
buchi e fori - grazie alle quali Fabro indaga
e attraversa lo spazio aperto da Lucio Fontana, che in quegli anni era punto di riferimento per gran parte dei giovani artisti.
Lavori realizzati in più di quarant’anni che
presentano segni autonomi, esercizi di segni
che Fabro realizzava e regalava ad amici e
parenti. E infatti è proprio la generosità di
Fabro a fornire una delle chiavi di lettura dei
disegni in mostra, che in alcuni casi appartengono a privati che li hanno ricevuti in dono
dall’artista - come Cantare cantando (1994)
e Concetto Spaziale (Descrizione) 1967,
che riporta sul retro “buon ‘68. Luciano”: un
dono augurale per l’anno nuovo. Sono opere
che parlano di rapporti umani, di amicizia, di
etica, di noi e dell’altro, perché - come
afferma Giacinto Di Pietrantonio nel catalogo della mostra - ‘in Fabro anche il
privato appartiene alla sfera pubblica’.
Disegnare è, per Fabro, un termine che
spazia dalla parola all’immagine, al pensiero;
è l’iconografia e il percorso che egli traccia
sempre nel suo operare. Molti disegni in
mostra. Info: tel. 0742 621022
L’INFORMALE IN ITALIA
Galleria Civica di Modena
Palazzo Santa Margherita
22 febbraio - 13 aprile 2014
La Galleria Civica di Modena con “L’Informale in Italia. Opere su carta dalla collezione
della Galleria civica di Modena”, una mostra
realizzata interamente con materiale proveniente dalle proprie raccolte e dalla collezione Don Casimiro Bettelli, ceduta in comodato
alla Galleria dalla curia modenese.
Curata dal direttore del museo Marco Pierini,
promossa e organizzata dalla Galleria Civica
di Modena e dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, la mostra propone al
pubblico più di cento disegni e incisioni dei
massimi esponenti dell’Informale italiano in
un arco cronologico compreso fra la metà
degli anni Quaranta e la fine degli anni
Sessanta.
La libertà di espressione, il rifiuto delle norme
- tanto quelle dettate dalla tradizione, quanto
quelle ormai ridotte a formalismo stabilite
dalle avanguardie storiche - e la forte componente esistenziale, condussero gli artisti di
questa corrente a sperimentare tecniche,
materiali e modalità espressive molto diverse
tra loro. I risultati di questa incessante
sperimentazione sono perfettamente leggibili anche nelle opere su carta, esiti spesso
perfettamente compiuti e autonomi, piuttosto che abbozzi e appunti di carattere
progettuale. I principali orientamenti linguistici dell’informale italiano sono ben rappresentati all’interno della collezione della Galleria civica, i cui fogli testimoniano il prevalere, di volta in volta, del segno, del gesto,
della materia, dell’articolazione spaziale.
Allestito nelle sale superiori di Palazzo Santa
Margherita, il percorso espositivo presenta
una sala dedicata alla grafica di Alberto
Burri e una a Lucio Fontana ed altri interessanti artisti. Info: tel. 059-2032911
13 ARTECULTURA
INTERLUDI D'ARTE
Giulio Paolini, L’ALTRA FIGURA, 1984
INTERLUDI D'ARTE
Giorgio De Chirico, CANTO D’AMORE
TEFAF PONE L’ACCENTO
SULL’ECCELLENZA
OLANDA 13 - 24 marzo 2014
GIULIO PAOLINI
Napoli, Galleria Alfonso Artiaco
sino al 29 marzo 2014
Il percorso espositivo si apre con Red Carpet,
annunciato con uno studio sull’invito alla
mostra. Se il titolo richiama l’uniforme superficie rossa del simbolico tappeto predisposto per gli ospiti d’onore e le passerelle
illustri, l’opera allestita al suolo propone, al
contrario, una frastagliata chiazza color sangue che evoca un incidente fatale (l’immagine virata in rosso riprende la macchia d’inchiostro della Sainte Vierge II di Francis
Picabia). Al centro, i calchi in gesso di due
piedi, collocati in posizione sopralevata su
una piccola teca di plexiglas, evocano, nella
loro bianca e candida levigatezza, una presenza appena accennata, una figura ipotetica, in netto contrasto con la dimensione
tragica della macchia al suolo. Tra i due livelli
-dichiara l’artista - lo sguardo misura “la
distanza tra una concezione dell’esserci e la
sua impossibilità”.
La seconda stanza ospita gli enigmi di una
“Villa dei Misteri”, titolo mutuato dalla nota
dimora romana nell’area archeologica di
Pompei. Nell’opera principale, Villa dei Misteri, le immagini degli ambienti vuoti della
galleria medesima si scompongono e si
ricompongono in un labirinto circolare, mentre l’elemento centrale dell’assieme propone
un disegno di stanze in prospettiva, in fuga
verso un riquadro cieco.
Gli Studi per “Villa dei Misteri” propongono
atmosfere surreali, basate sull’accostamento
incongruo di elementi iconografici di origine
diversa (motivi distintivi del repertorio dell’artista - pianeti, figure mitologiche,soggetti
scultorei - ambientati in seducenti spazi interni). Nella terza stanza, Senza più titolo mette
in scena , sopra una base nera, un insieme di
disegni (studi, progetti), trattenuti da una
lastra di plexiglas scuro e sormontati al centro da una teca, anch’essa in plexiglas brunito,
che racchiude un piccolo calco in bronzo
della figura di un carabiniere, in posa su un
foglio bianco. La presenza emblematica della
figura istituzionale vigila su qualcosa di invisibile e ignoto, che si annuncia però in codice
tra le righe dei tracciati in libera sovrapposizione
riuniti alla base (...). Info: 0814976072
14 ARTECULTURA
TEFAF 2013, Sezione Arte Moderna
DOPPIO SOGNO
RASSEGNA
Torino, Palazzo Chiablese
31 gennaio -30 aprile 2014
La mostra Doppio Sogno è stata inaugurata
con una conferenza stampa a Palazzo
Chiablese alla presenza del direttore generale per i Beni Culturali e Paesaggistici del
Piemonte Mario Turetta e dei curatori Luca
Beatrice e Arnaldo Colasanti.
La sezione di pittura a cura di Luca Beatrice
e Arnaldo Colasanti inaugura i nuovi spazi
espositivi del Polo Reale di Torino a Palazzo
Chiablese, con accesso da piazzetta Reale:
1.000 mq che un tempo ospitavano la collezione e la biblioteca dell’ex Museo del Cinema e che da oggi sono parte integrante del
complesso del Polo Reale e sono interamente dedicati a servizi, mostre ed eventi, che
avranno una continuità al termine di Doppio
Sogno. Questa esposizione porta una novità
nel campo dell’arte e della cultura in Piemonte, con ampi spazi di comunicazione attraverso i social network: con un sito dedicato
www.polorealedoppiosogno.it, una pagina
Facebook con l’opportunità di scaricare un
coupon di ingresso ridotto, aggiornamenti
Twitter e immagini su Flicker, il tutto collegato a informazioni sui musei del complesso del
Polo Reale di Torino.
“Una rassegna tra Novecento e contemporanea attraverso una cinquantina di opere, in
una modalità dialogica e non cronologica,
con accostamenti talora impliciti altrove azzardati, naturali eppure bizzarri - anticipa
Luca Beatrice, co-curatore con Arnaldo
Colasanti di ‘Doppio Sogno’ - Da De Chirico
a Andy Warhol, da Felice Casorati ad
Alighiero Boetti, da Alberto Savinio a Damien
Hirst, tanto per citare alcuni dei protagonisti.
Oppure per meglio dire, dalla Metafisica alla
Pop Art, ad esempio di Mario Schifano,
Enrico Baj e Mimmo Rotella per rimanere in
Italia, ma anche Warhol e Claes Oldenburg.
etc. Info: 0115220411
La Mostra dei disegni rari in prestito dalla
Collezione Nazionale dì Arti Grafiche di
Monaco - Il Rapporto sul mercato dell’arte
prende in esame il permanere del dominio del
mercato statunitense - Il Convegno sull’arte
indaga le tendenze del collezionismo del
Design del XX secolo - Il Presidente ad
interim si impegna a rafforzare la esposizione e reputazione della Fiera - Annunciate le
Gallerie di TEFAF Showcase 2014.
La Mostra a TEFAF. Nel 2014 TEFAF
ospiterà un’eccezionale esposizione grazie
al prestito di circa 35 disegni provenienti dalla
Collezione Nazionale di Arti Grafiche di
Monaco (Staatliche Graphische Sammlung,
Munchen), una delle più importanti collezioni
di disegni e stampe al mondo.
La mostra intitolata “Timeless beauty”, è
allestita all’interno della sezione “Paper”
della Fiera. La selezione delle opere,
focalizzata sulla figura femminile, va dal XV
al XX secolo ed include opere di diversi paesi
come Olanda, Italia, Spagna e Francia. La
mostra non proporrà solo una rassegna di
raffigurazioni femminili che attraversa oltre
sei secoli d’arte ma offrirà al visitatore anche
la possibilità di ammirare una scelta di opere
raramente esposte e realizzate da maestri
europei come Andrea Mantegna (14311506), Marin Schongauer (1445-1491),
Matthias Grunewald ( 1470-1528), Federico
Barocci (1535-1612), Henrick Goltzius
(1558-1617) e Rembrandt van Rijn (16061669). Inoltre saranno presenti disegni realizzati da alcuni dei più importanti artisti del
XIX e XX secolo, tra questi: Auguste Rodin
(1840-1917), Gustav Klim (1862-1918), Pablo
Picasso (1881-1973), Max Beckman (18841950) e Egon Schiele (1890-1918).
Il rapporto annuale sul mercato dell’arte commissionato da TEFAF è apprezzato per la sua
ricerca ritenuta indipendente e per il contributo
alla comprensione delle dinamiche del settore.
Quello commissionato da TEFAF per il 2014,
e redatto dall’economista Claire McAndrew,
avrà un approfondimento speciale sugli Stati
Uniti d’America.
Info: 049-663499
INTERLUDI D'ARTE
CEUTA, Porta d’Ingresso per la Spagna e l’Europa
Alberto Giacometti,
DONNA DI VENEZIA VIII, bronzo
RHOME Sguardi
e memorie migranti
Roma, Palazzo Braschi
12 febbraio - 30 marzo 2014
Trentaquattro migranti. Dodici fotografi.
Sessantotto foto. Una città. Storie diverse di
donne e uomini che raccontano cosa porterebbero con sé di Roma.
Questa è “Rhome - Sguardi e memorie
migranti”, la mostra promossa da Roma
Capitale, Assessorato alla Cultura , Creatività e Promozione Artistica e dalla Soprintendenza Capitolina, ospitata al Museo di Roma
Palazzo Braschi con l’organizzazione e i
servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Un’ iniziativa di rilievo nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto delle
discriminazioni razziali, che ha ottenuto anche il riconoscimento UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Quello dei migranti è un vero popolo, basti
pensare che a Roma sono oltre 352mila, con
un’età media di circa 37 anni, single in oltre
il 50% dei casi.Trentaquattro di loro raccontano la propria storia raccontando la città. Lo
scatto del fotografo ha fissato nell’obiettivo i
loro tanti modi di diventare parte di Roma.
Tutto questo grazie alla collaborazione nata tra
l’Associazione “éarrivatoGodot”, il CNR e
Officine Fotografiche Roma con il Museo di
Roma in Palazzo Braschi.
Il progetto Rhome - che ha poi portato alla
presentazione di questa originale e coinvolgente esposizione - dà voce ai nuovi cittadini
di Roma Capitale: i migranti provenienti da
tutte le parti del mondo, che oggi fanno parte
del tessuto strutturale della città. “Questo
progetto è una piccola scossa per la società
- ha commentato uno degli intervistati . Ce ne
vogliono tanti, ma sono queste le cose che
faranno la storia degli immigranti.”.
I 34 partecipanti appartengono sia alle 14
comunità straniere più numerose sia ad altri
Paesi e rappresentano 27 nazionalità: africani, americani, asiatici, europei. “Qual’é un
luogo di Roma che non dimenticherai mai e
che porterai con te anche se dovessi andare
a vivere altrove?” E’ intorno a questa domanda che ruota la mostra fotografica.
Info tel. 0682077304
INTERLUDI D'ARTE
Mario Sironi, CHIARO DI LUNA, 1915, cm. 51x57
SIRONI
E LA GRANDE GUERRA
GIACOMETTI - La Scultura
Roma, Galleria Borghese
5 febbraio - 25 maggio 2014
Dal 5 febbraio fino al 25 maggio 2014 la
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio
Storico Artistico ed Etnoantropologico e per
il Polo Museale della Città di Roma, diretta
da Daniela Porro, presenta all’interno delle
sale della Galleria Borghese, diretta da Anna
Coliva, la mostra Giacometti. La Scultura.
Sotto l’alto patronato del Presidente della
Repubblica, la mostra è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo, curata da Anna Coliva e da Christian Klemm, illustre studioso dell’opera di
Giacometti e realizzatore delle monografie
più importanti dell’artista, e organizzata e prodotta da Arthemisia Group. L’esposizione
porterà a Roma l’arte indiscussa e drammatica di uno dei più grandi artisti del ‘900.
La Villa Pinciana, nobile scenario di capolavori è, per definizione, soprattutto il luogo
della scultura, grazie alla presenza nella
collezione di sommi esempi dell’epoca greca e romana, del Rinascimento, del Barocco
e del Neoclassicismo. La meta di questo
viaggio attraverso i secoli è l’interpretazione statuaria della figura umana nel XX
secolo, che si concretizza nell’arte di uno
dei più grandi del ‘900: Alberto Giacometti.
Il desiderio di raccontare la tragicità della
scultura moderna a confronto con la classicità
del passato è stata dettata da una riflessione
sulla poetica di Giacometti, fortemente
emblematica di un secolo che vede grandi
sconvolgimenti politici, storici e culturali. I
curatori della mostra hanno voluto raccontare attraverso il percorso come muti la
visione degli artisti nel confrontarsi con la
raffigurazione dell’essere umano.
La mostra dunque è occasione per raccontare l’artista -visionario, onirico e surrealista,
fautore di un segno indelebile nell’arte - e
soprattutto far vedere la sua opera in dialogo con i capolavori della Galleria. Tra le 40
opere esposte, bronzi, gessi, disegni.
Info: tel.068413979
L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix
a cura di Elena Pontiggia
Chieti, 22 febbraio - 25 maggio 2014
Dopo i successi delle mostre dedicate a
Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e
alla grande esposizione sui codici miniati
“Illuminare l’Abruzzo”, la Fondazione
Carichieti propone al pubblico ancora una
volta una programmazione attenta e di alto
livello scientifico. Mentre si avvicina il centenario della prima guerra mondiale (19141918), la Fondazione promuove la nuova
esposizione dal titolo “Sironi e la Grande
Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix”. Curata da
Elena Pontiggia, la mostra, che apre in Italia
le riflessioni sul centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), comprende oltre
cinquanta opere e documenta come gli artisti, da Balla a Carrà, da Léger a Grosz e Dix,
da Previati a Nomellini, hanno rappresentato
la drammatica esperienza del conflitto.
Cuore della mostra è la figura di Sironi, di cui
per la prima volta vengono analizzate organicamente la stagione degli anni 1915-1918 e la
tematica della guerra, che ricorre nella sua
pittura ben oltre quegli anni. Il percorso
espositivo muove da maestri europei come
Léger con i Giocatori di carte, 1915; Otto
Dix, con la poco nota Schützengraben in
der Champagnu, 1916; Grosz con il tragico
1917. Prosegue poi con gli altri artisti da
Previati, Gli orrori della guerra, 1917 e
Nomellini, Allegoria della vittoria sull’esercito in marcia, 1919; ai futuristi Balla,
Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, fino
a Bonzagni, Campigli e molti altri tra cui
Viviani e Marussig che rappresentano entrambi un Soldato austriaco, emblema della
sconfitta. Le sale sironiane iniziano con le
vignette satiriche contro gli austro-tedeschi
realizzate dall’artista nel 1915-1918, tra cui
quelle per la rivista “Il Montebello”, diretta
da Bontempelli. Di particolare interesse è
l’ultimo numero della rivista uscito nel novembre 1918. Info: tel. 0871-347606
15
ARTECULTURA
INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano
L’IMPERO DELLA LUCE
Venezia, Peggy Guggenheim
Sino al 14 aprile 2014
Inaugurata lo scorso 1 febbraio la mostra
Temi & Variazioni. L’impero della luce,
attraverso un serrato quanto affascinante
susseguirsi di inediti dialoghi mette in relazione
opere note e meno note del museo veneziano
con lavori contemporanei al fine di suscitare
nello spettatore “assonanze, sorprese e rimandi
inaspettati, quasi spiazzanti”. Perno ideale del
percorso espositivo il capolavoro di Magritte,
da cui prende titolo la rassegna. Info 041
2405 411
realizzati in un arco di tempo che va dal 1998
al 2013. La produzione dei francobolli d’artista
è sterminata e comprende opere di importanti
artisti che hanno da tempo dedicato forze e
attenzione a tale forma di espressione, artisti
di grande interesse come Michael V. Hitrovo
e Karl Schwesig, Donald Evans deceduto nel
1967, Yves Klein, Lamberto Pignotti,
Guglielmo Achille Cavellini, e tanti altri artisti
come David Hockney, Ralph Steadman, Allen
Jones, Paolo Scirpa e Marcello Diotallevi.
Dal 1998 a oggi, Molinari ha già realizzato una
sessantina di francobolli tutti di grande qualità
e bellezza. Info 089 5648159
BONFILIO
MALTONI
Apertis Verbis
Benevento, Numen Art Gallery
Sino al 19 aprile 2014
Quella raccontata da Barbara Bonfilio è una
femminilità che si offre in modo diretto allo
sguardo indagatore di chi osserva, che grida
consapevolezza e coscienza sociale attraverso
‘apertis verbis’, quelle ‘parole esplicite’ scritte
a grandi caratteri sulle tele, che sono ora un
monito, ora un’esortazione, e che rivelano la
forte attenzione dell’artista verso i grandi
temi sociali, la sua volontà di scuotere gli
animi, di far riflettere chi spesso è distratto o
‘orwellianamente’ escluso dalla verità.
Info 3387503300
MERLIN JAMES In penombra
Napoli, Galleria Raucci Sntamaria
Sino al 7 marzo 2014
Quando si parla di pura pittura nell’ambito del
contemporaneo si tende sempre a
sottovalutarne l’importanza. Di solito questo
medium è reso contemporaneo puntando
l’attenzione su un processo intellettualizzante
che ne giustifica la presenza in una mostra.
Parlare di pittura, nel caso di Merlin James, è
invece come parlare di rare persone che si
incontrano dopo tempo e in un momento
inaspettato. Le opere di Merlin James
potrebbero essere interpretate sulla base di
questo incontro ed offrirci varie e curiose
interpretazioni che ci indirizzano nel tempo e
nello spazio attraverso la lettura dei dettagli
della materia dei suoi dipinti. Infatti gli stessi
materiali, nella realizzazione di un quadro,
rappresentano gli elementi che ci fanno
riflettere sulla natura dei suoi lavori. Telai e
tele non sono solo la base su cui stende il
colore ma parte integrante del lavoro.
Info 0817443645
MAURO MOLINARI
Salerno, Ophen Virtual Art Gallery
Sino al 29 marzo 2014
“I Messaggeri di Mauro Molinari” é il titolo
della mostra personale che lo Spazio Ophen
Virtual Art Gallery di Salerno dedica a Mauro
Molinari. Verranno presentate 60 artistamps
16 ARTECULTURA
Angeli e Meduse
Bologna, Fantomars Arte Accessibile
Sino al 19 aprile 2014
L'autrice Angela Maltoni, giovane ma già
dotata di un prestigioso curriculum espositivo,
arricchito da importanti premi e riconoscimenti
a livello nazionale, esporrà nuove opere, per la
maggior parte disegni eseguiti con la sua
raffinata e particolare tecnica, immagini
sospese tra iperrealismo e surrealtà, misteri
non rivelati, di grande impatto emotivo. Il
titolo allude a creature fantastiche, ibridi
inesistenti, solo favoleggiati, ma il sottilissimo
tratteggio che delinea le figure rappresentate
ci mostra invece un tentativo, insieme disperato
e romantico, di fusione tra il sembiante umano,
sensibile e dolente dell'artista stessa, che si
autoritrae in forme travisate ma riconoscibili,
e l'inorganica pacificazione di manichini e
fantocci, che tuttavia vengono quasi
contaminati nell'accorato abbraccio della
carne viva, al punto di apparire resuscitati
dalla loro inanimazione.
Info 3356910063
PATRIZIO CIANCI
AntiPop
Bologna, Galleria B4
Sino al 19 aprile 2014
Il titolo della mostra AntiPop riassume
perfettamente la poetica dell’artista che con
il termine “Anti” indica i messaggi visivi delle
opere che pongono una riflessione e una
critica sul nostro vivere in una “società dello
spettacolo”. Il termine “Pop” indica una critica
a questa cultura che nasce negli anni 60 e oggi
è divenuta il “pensiero unico” della nostra
continua postcontemporaneità. Certamente
esso fa anche riferimento alla “Pop Art” che
non poneva una critica al sistema consumistico
che stava prendendo vigore diventando il
sistema conformista che oggi troviamo in ogni
ambito della nostra vita sociale.
Info 3285936214
GORAN TRBULJAK
Bologna, P420 Arte contemporanea
Sino al 29 marzo 2014
Il suo lavoro è anche una profonda riflessione
sul sistema dell’arte e sulle dinamiche che
contribuiscono a dare ad un oggetto lo status
di opera d’arte.Le domande intorno alle quali
ruotano oltre quarant’anni di ricerca indagano
quali siano i fattori che fanno si che una certa
attività e una certa attitudine siano classificate
come artistiche. E chi è l’artista? In una
performance del 1972 Trbuljak distribuisce ai
passanti un foglio contenente una domanda:
“Un artista è tale quando gli viene data la
possibilità di esserlo. Goran Trbuljak è un
artista o no?”L’anno dopo, ottenuta la
possibilità di allestire una sua mostra nel
Museo di Zagabria, Trbuljak dichiara “il fatto
che a qualcuno sia data la possibilità di esporre
è più importante di cosa espone”. Ironico e
profondo al tempo stesso, Trbuljak mette in
crisi i principi del Modernismo, il culto
dell’autore, la nozione di originalità, gli strumenti
del Sistema dell’arte come le gallerie, le
mostre, le monografie.
[email protected]
PAOLO BINI
Altri viaggi
Ferrara, Casa dell’Ariosto
Sino al 6 aprile 2014
Una carica passionale e ipersensibile che non
si ferma alla superficie del quadro. Bini,
infatti, mostra a Ferrara anche lavori a
dimensione più ambientale, espandendo il
colore lungo la superficie delle pareti, che
avvolge calorosamente chi osserva. Organizzata dall'associazione Yoruba diffusione
arte contemporanea, l’esposizione che gode
del patrocinio del Comune di Ferrara, Musei
Civici di Arte Antica, Ufficio Giovani Artisti,
Assessorato alla Cultura del Comune di
Ferrara, s’inscrive in una proposta di più
ampia attenzione all’arte contemporanea,
promossa a Ferrara dall’attività della cattedra
di Storia dell’Arte contemporanea dell'Università degli Studi di Ferrara, nella
persona della prof. ssa Ada Patrizia Fiorillo.
Info 0532 244 949
SIMON HANTAI
Retrospettiva
Roma, Villa Medici
Sino all’11 maggio 2014
Quaranta saranno le opere, di diversi formati
e realizzate tra il 1958 e il 2004, che verranno
esposte nelle Grandes Galeries di Villa Medici.
Avvicinare oggi il lavoro di Hantaï esige il
confronto con la tensione che lo spingerà a
quell’idea d’isolamento che fece propria,
all’indomani della partecipazione alla Biennale
di Venezia del 1982 in rappresentanza della
Francia, con un’attitudine in contrasto con
l’universo delle apparenze e della “visibilità”
oggi così diffuso. La vocazione di Hantaï è
quella di riappropriarsi della ricerca assoluta
come finalità e missione dell’artista, fino a
divenire il carattere distintivo dell’ultimo
periodo della sua vita e del suo lavoro. Periodo
INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano
che vede opere, spesso ancora inedite, nascere
dal dialogo dell'artista con alcuni dei più grandi
filosofi e scrittori del suo tempo, come Jacques
Derrida, Jean-Luc Nancy, Hélène Cixous e
Dominique Fourcade. Info 066761291
ALMA-TADEMA
e l’800 inglese
Roma, Dart Chiostro del Bramante
Sino al 5 giugno 2014
Il visitatore potrà riapprezzare o conoscere il
mondo creato dai padri dell’Aesthetic
Movement, accomunati da tendenze simili,
ma ognuno con la sua personalità, i suoi temi
prediletti, il suo personalissimo stile: da Millais
e Rossetti, i padri “preraffaelliti”, insieme al
poco più giovane Burnes Jones, fino al genio
di sir Alma Tadema e le sue tele dedicate al
mondo della Grecia e della Roma Imperiale,
che hanno ispirato i film mitologici fino agli
anni Settanta; ma anche i lavori di sir Frederic
Leighton, accademia pura nel miglior senso
del termine.
Info 066 88 09035
OHLBAUM
foto 1975-2014
Roma, Casa Goethe
20 marzo - 18 maggio 2014
Da alcuni decenni la “studiosa dei volti
d’autore” Isolde Ohlbaum accompagna la
vita letteraria internazionale. Le fotografie
dell’artista, residente a Monaco sono presenti
in mostre internazionali. Davanti al suo
obiettivo riunisce volti noti di scrittori come
Peter Handke e Roberto Saviano, ma anche
personalità come David Bowie, Andy Warhol,
Werner Fassbinder o Klaus Kinski.
In mostra anche numerosi ritratti di scrittori
tedeschi e italiani. Un’altra parte dell’esposizione è dedicata invece al “Premio
Internazionale Petrarca per la Poesia” fondato
dall’editore tedesco Hubert Burda.
Info 0632650412
LIBERO DE LIBERO e la Cometa
Roma, Galleria d’Arte Moderna
Sino all’11 maggio 2014
Ancora poco noto al pubblico, De Libero fu
un grande innovatore del gusto artistico
italiano, grazie a una curiosità e a una intuizione
d’impronta cosmopolita che traevano linfa
dai suoi numerosi campi di attività: poeta,
scrittore, cronista d’arte, sceneggiatore,
organizzatore culturale. La mostra, in
particolare, ripercorre la straordinaria
esperienza di De Libero alla guida della galleria
“La Cometa”, esponendo 40 opere di artisti
da lui sostenuti e lanciati, che oggi
appartengono alla collezione della Galleria
d’Arte Moderna di Roma Capitale.
Info 060 60 8
I BAMBINI di TEREZIN
Roma, Casa della Memoria e della Storia
Sino al 28 marzo 2014
Simile a tutti gli altri inferni concentrazionari
in quanto luogo di fame-malattia-morte-orrore,
Terezín ebbe tuttavia una propria “unicità”,
terribile e straordinaria al tempo stesso. Da
un lato, fu uno strumento della “campagna
pubblicitaria” dei nazisti che, nel processo
della soluzione finale della questione ebraica,
lo utilizzarono cinicamente come Propagandlager, un palcoscenico da esibire alle
delegazioni straniere in visita, un campo
modello dedito alla musica, al teatro, all’arte.
Dall’altro lato, fu protagonista di un rigoglio
creativo che fiorì spontaneo, ben oltre le
messinscene pianificate dagli aguzzini: la
cultura divenne un “necessario” nutrimento
spirituale per i prigionieri, una sorta di baluardo
opposto con la forza della disperazione alla
minaccia incombente della Vernichtung, la
riduzione al nulla.
Info 066876543
di impatto, che apre a letture e suggestioni che
catturano il visitatore per la bellezza intrinseca
del materiale e la perfezione delle forme.
Info 030383034
SAN PATRIZIO Festival Milano
Milano, Piazzale Carlo Magno
14 - 16 marzo 2014
Un calendario fitto di eventi: 17 concerti, 14
gruppi musicali, artisti di fama internazionale
11 conferenze per un viaggio tra storia e miti,
2 mostre per conoscere le leggende e le
tradizioni irlandesi, 17 stage di danza partendo
dall’ Irish Stretching, passando ai corsi base
Irish Dancing , arrivando ai corsi per
professionisti, 2 grandi feste a ballo, spettacoli,
un’intera area dedicata al rugby ed una rivolta
ai bambini con animazione fatata e…tanti
altri eventi…
Info 02 49971
PINO PASCALI
Booom !
Genova, Museo Villa Croce
Sino al 30 marzo 2014
Villa Croce presenta Boooom! Pino Pascali e
il gioco delle armi, una selezione di opere volte
a mettere a fuoco un aspetto specifico della
produzione di Pino Pascali (1935-1968): il suo
“mondo eroico infantile” popolato da
personaggi di ogni sorta – guerrieri e crociati,
moschettieri e gangster, uomini primitivi e
soldati – accomunati dal possesso di un’arma.
Pascali rappresenta un’umanità variopinta e
combattente, apparentemente sull’orlo dello
scontro armato, eppure mai davvero ostile o
minacciosa. Info 010580069
BE MY VALENTINE
Genova, Violabox Art Gallery
Sino al 30 marzo 2014
Il suggestivo tema dell’amore è reinterpretato
dagli artisti internazionali di MF Gallery e
Violabox. L’ ”Amore” fra queste due gallerie
è iniziato nel 2009 con la loro prima mostra in
collaborazione e continua con lo scambio di
artisti da un continente all’altro. MF Gallery
dal 2003 con sede principale a New York, per
cinque anni ha avuto uno spazio nel centro
storico di Genova, sono stati fra i primi in Italia
a portare l’arte lowbrow/pop surrealism.
Violabox dal 2007 organizza mostre nella sua
sede in via Trebisonda a Genova e crea
installazioni site specific in molti spazi
“alternativi”. Info 0105957773
ISAACS Architecture of Empathy
Brescia, Galleria Massimo Minini
Sino al 15 marzo 2014
Per la sua prima mostra in Italia John Isaacs
presenta nella sala principale della galleria un
solo nuovo lavoro, una grande scultura in
marmo di Carrara, realizzata con una tecnica
tradizionale che riporta alla mente una celebre
opera del passato. Una presenza molto fisica,
SCHIFANO
Paesaggi TV
Milano, Galleria Photology
Sino al 4 aprile 2014
All’inizio degli anni 70 Mario Schifano ha una
crisi nei confronti della pittura, crisi che
coincide con un generale ripensamento sulla
tradizione pittorica, innescato dal successo
delle neoavanguardie concettuali. L’artista
allora elabora un immaginario completamente
nuovo, basato sulle immagini mediali che
scorrono ininterrotte sugli schermi televisivi
sempre accesi. Info 026595285
ULIANO LUCAS
Le vere ragioni
Milano, Galleria Ca’ di Fra’
Sino al 4 aprile 2014
Secondo appuntamento di Uliano Lucas con
Ca’ di Fra’. Continua, così, il suo “narrare
fotografico”, all’interno di un orizzonte più
ampio della cerchia personale e umana degli
amici e degli artisti con i quali ha condiviso
tante storie. Con questa mostra, il cono di luce
si concentra sugli anni della “contestazione”
(fine anni’60-metà’70), sia studentesca che
operaia e, più in genere su uno spaccato di
Italia lavoratrice, carica di speranze e di sogni
difficili da realizzare. Info 0229002108
DESIGN ITALIANO
Pesaro, Musei Civici
Sino al 30 maggio 2014
I Musei Civici di Pesaro si sono arricchiti di
una donazione di circa 180 pezzi, raccolti
durante tutta una vita dal Prof. Adalberto
Vinciguerra e dalla moglie Anna Maria Miele,
appassionati collezionisti, soprattutto di vetri
rari. Alla donazione, i musei pesaresi - che
proprio l'estate scorsa si sono presentati al
pubblico nel nuovo assetto espositivo risultato
di una complessa ristrutturazione - dedicano
una mostra, a cura di Stefano Cecchetto.
Info.: 0721387474
17 ARTECULTURA
Leonilde
Perseu
Michele
Giannattasio
Gregorio
Mancino
MARINA
SOLARE
DESIDERIO
UNIVOCO
ELEFANTE
INTELLETTUALE
Ci si trova nello splendore di un’assoluta solarità mediterranea, quel
misterioso mondo nel quale cielo, terra
e mare fermentano quella spiccata
liricità di sole, che incanta e spiritualmente appaga di creatività
pittorica la pittrice Leonilde Perseu.
Infatti, il dipinto riprodotto “CASA AL
MARE” manifesta quello spirito di
libera poetica che efficacemente si
addice alla solarità mediterranea. Quel
mondo nel quale la pittrice più che
dipingere un generico desiderio,
invece si fa portatrice creativa di un
paesaggio che stimola a sognare la
realtà non come una venale conquista,
ma a penetrare l’essenza della materia
e delle acque del mare in grazia
disinteressata. Un luogo dove la natura
non ha un prezzo di mercato ma solo
quella meraviglia di purezza riserbata
che la pittrice Perseu riesce a
raggiungere con l’acume della sua
sensibilità per farne un prodotto della
mente che dimentica l’egoismo per
ammirevole coinvolgimento di reciproca gratitudine. Tanto che dal
dipinto l’azzurro delle acque marine,
la scala della casa e l’allusivo giardinaggio del primo piano del dipinto,
illuminano quella condizione di
sincerità naturale e di salutare condizione d’insieme che oggi il nostro
vivere si domanda e non incontra e
forse, nemmeno più sogna. Ma che la
pittrice ci fa conoscere come stimolo
positivo di ripensamento.
Marpanoza
Perseverando sul filo rigoroso del
sentimento emotivo in questo numero
primaverile di marzo 2014 il pittore
Michele Giannattasio ci fa conoscere “SCONOSCIUTI”, un dipinto del
1993 che, a nostro avviso, potrebbe
essere mosso da un profondo desiderio
di conoscenza. L’argomento che, nell’insieme pittorico dell’artista, più fa
voce con il suo divenire esistenziale.
Infatti, il titolo del dipinto già lo
annuncia sul filo diretto della ricerca
che caratterizza lo spirito dell’iniziativa. Senza tuttavia poi mancare
di precisarne ulteriormente la finalità
del dipinto con l’incisività formale
nella quale si fronteggiano due figure
umane abbozzate da spinto tocco
espressionista in tonalità azzurrecenerino che posano su un fondo
rosso-marrone. E dal cui rispecchio
traspare con tutta evidenza la necessità
dell’incontro, la spinta innata del linguaggio che dà significato pittorico al
dipinto. Lo status del messaggio.
La pittura di Giannattasio è ideata tutta
da un vissuto travaglio interiore, quel
riposto mondo che alimenta e realizza
visivamente tutto lo spirito di ricerca
che dispone l’artista ad operare in una
sua precisa atmosfera umana, quel
mondo spirituale che alimenta ed
orienta il libero progetto ideativo che
caratterizza la forza messaggistica del
pittore.
(Marpanoza)
La metafora è da pensare che sia il
mezzo che fa pittore davvero moderno
Gregorio Mancino. Lui, l’artista, che
modernizza l’antico e l’oggetto usato,
il pittore che rende piacevole la
stranezza, appunto, mediante la metafora appropriata da non confondere
con un comune adattamento che non
porta da nessuna parte, al contrario di
Mancino che intellettualizza l’elefante
tra l’azzurro e il Tricolore con due
occhi che sembrano parlare ad un
mondo che vive oltre la coscienza
umana. Forse o vero, il desiderio di un
linguaggio intergeneris alimenta la
ricerca conoscitiva del pittore che fa
della meraviglia lo scopo del suo
percorso creativo. L’artista dota di una
spiccata intelligenza che, oltre a farlo
viaggiare in continuazione, sensibilizza
il pittore anche alle attrattive negli
angoli più remoti del mondo che
Mancino raggiunge per rapporti d’arte
e donazioni varie dovute al solidale
della sua magnanimità. (Marpanoza)
Leonilde Perseu
“CASA AL MARE”
olio su tela.
18 ARTECULTURA
Michele Giannattasio
“SCONOSCIUTI” 1993
Olio su tela
Gregorio Mancino
“ELEFANTE A ZANZIBAR” 2011
, tecnica mista cm. 50x70
Marco
Faggi
ASSENZA DI
COMUNICAZIONE
Una simbologia mitica con interposti
interrogativi a confronto. Così dal nostro punto di vista il dipinto che si riproduce per Marco Faggi: “AGGLOMERATO”, realizzato in terra cotta e
resina di tonalità monocromatica marrone, a diversificate tensioni, come la
spinta creativa suggerisce al pittore di
realizzare a rispecchio spirituale
l’opera in armonia di collegamenti tra
radici d’alberi ed immagine umana in
riflessione per arrivare ad un contorto corno, oblungo, sulla destra, tra
rispecchio di bianco e di marrone. Ma
il particolare del dipinto rimane un ristretto rettangolo di piccola finestra
che come un lago di coscienza s’illumina nell’alto del marrone. Un immaginario collegamento tra il desiderio
del pittore e la riflessiva testa dell’uomo che nel basso dell’opera simboleggia di profonda meditazione. Un desiderio di accentuata ribellione creativa nella quale variano le scritture
simboliche di concreto e di astratto,
alludendo al vissuto desiderio di armonia: l’universale operare dell’arte
in ricerca conoscitiva dall’ignoto.
Marpanoza
Marco Faggi“AGGLOMERATO”
Terra cotta e resine
CORTINA
ARTE
Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7)
20155 MILANO -ITALIA
Tel 02/33607236 www.cortinaarte.it
E-mail: [email protected]
PERMANENZE
DINO BUZZATI GIANCARLO CAZZANIGA GIANCARLO CERRI GIOVANNI CERRI ROBERTO CRIPPA DADAMAINO FORTUNATO DEPERO LUCIANO MINGUZZI
Inaugurazione della mostra ore 18,30
4 - 22 marzo 2014
***
GIUSI SANTORO
Il linguaggio del silenzio
a cura di Giovanni Cerri
“La mostra personale di Giusi Santoro,
presenta una selezione di dipinti
realizzati tra il 2000 e il 2005. La sua
pittura, che potremmo collocare in
un’area espressiva informale, è modulata su ampi spazi di materia cromatica
luminosa, fatta di sottili trasparenze di
bianchi, grigi, terre e sfumature ocracee,
delimitate da tenui accenni di segni e
graffiature che tracciano un appunto
compositivo. Molti dei suoi lavori
hanno come titolo “Appunti”, quasi un
sottinteso al tipo di ricerca dell’artista,
che lavora su tracce di evocazioni, oltre
il fatto descrittivo, attraverso il
dialogare di raffinate campiture di
materia-colore. L’artista ha poi sviluppato, nel corso della sua lunga
carriera, anche la pratica dell’antica
tecnica giapponese della lavorazione
raku della ceramica.”
GALLERIA
GALLERIA
PONTE
ROSSO
PONTE
ROSSO
20121 - Milano via Brera 2
Tel/Fax 02/86461053
Corrisp. via Monte di Pietà1/A
E-mail:[email protected]
www.ponterosso.com
GALLERIA
PONTE ROSSO
1973 / 2013
Nell’ambito delle iniziative per i 40
anni di attività della galleria la Ponte
Rosso è lieta di invitarla alla rassegna
“la miglior
proposta”
In mostra 40 dipinti di artisti
italiani del Novecento selezionati
dalla galleria e proposti ad un
prezzo veramente speciale,
solo per il periodo della mostra.
inaugurazione
giovedì 20 febbraio ore 18
Giuseppe Novello La moglie in vacanza, 1967
dal 20 febbraio al 23 marzo 2014
ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA
Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7)
20155 MILANO - ITALIA
Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156
Orario di apertura:
10-12,30 / 15,30 -19
Chiusura: domenica e lunedì
domenica 23 marzo aperto
dalle 15,30 alle 19,00
19
ARTECULTURA
G. Nucci, CONCERTO SULL’ETNA, 1992, olio, pigmenti, zeoliti su legno,123 x 100
L. Folloni, R65 - Rivivenza della natura, 2007, olio su tela, cm. 120 x 100
Luciano Folloni - Giancarlo Nucci
NEL TRANSFERT DELLA NATURA
Milano, Museo della Permanente
21 gennaio - 8 febbraio 2014
È un dato di fatto difficilmente contestabile
che quell'insieme di espressioni pittoriche
che si inscrive all'interno dell'esperienza
informale eserciti sugli artisti il non comune
fascino per il fatto di consentire alla profondità
dell'animo di esprimersi in una maniera totale,
coinvolgente, senza quasi l’intervento di
mediazioni linguistiche, intellettuali. La nonforma, allora, si proietta sul supporto nella
sua realtà sorgiva, come visione sofferta
oppure come meditata introspezione. Pertanto
la natura, la realtà percettiva del paesaggio,
superato il tradizionale percorso descrittivo,
diventa espressione pura della condizione esistenziale, una sorta di visiva autobiografia
emotiva che si rispecchia nell'esercizio e
nell'effetto pittorico.
Così, osservando i raffinati dipinti di Luciano
Folloni si ha modo di comprendere la realtà
magica di uno spazio interiore che viene
trasfigurato dall'energia del colore, dalla
dissonante vibrazione della materia su cui la
luce interviene con i suoi baluginanti bagliori.
Pittura quindi di introspettiva ricerca che
converte la potenza della visione all'essenzialità di una spazialità assoluta, libera
da inquadramenti o prospettive, nelle quali la
20 ARTECULTURA
natura si riversa come lontana allusione, come
un affiorare fantasmatico, privo di consistenza
plastica, ma dotato di energica rilevazione
tonale e luminosa. Per Folloni la pittura è tutta
all'interno della potenzialità evocativa del
colore, senza riferimenti narrativi o simbolici,
ma solo esprimendo, ignorando schemi o
finzioni, un mondo interiore ricco di sensazioni,
umori, stati d'animo, riflessioni che poi la
pittura ha il pregio di interpretare. Nelle opere
dell'artista la ricerca si dispiega con singolare
efficacia, in un affascinante confronto con la
realtà del colore, accolta nella sua primigenia
energia, che poi per la acuta sensibilità dell'
artista si trasforma in stile, senza manierismi
o affettazioni.
Da cui si ricava l'intensità della pittura di
Folloni, la sua sorprendente capacità di captare
in un linguaggio personale la natura, osservata
non come rappresentazione o metafora, ma
quale energia spirituale che viene sintetizzata
dal colore, dalla luce. Una pittura quindi, di
limpida coerenza lirica ed espressiva.
In un intenso percorso artistico Giancarlo
Nucci ha approfondito il confronto con la
realtà della natura, esplorando l'apparire del
paesaggio al di fuori di un realismo descrittivo,
ma con un intendimento di sostenuta e
partecipata riflessione. Ecco allora che i suoi
dipinti quasi dissolvono ogni riferimento
strettamente figurale e si lasciano
raffinatamente travolgere dal magma delle
sensazioni, delle emozioni che il colore e la
luce trasfigurano in un insieme organicamente
vivo e palpitante. La materia cromatica si
trasforma, diventa una sorta di sincronia di
immagini che si fondono nel metamorfico
cangiarsi del colore. Il dipinto, quindi, accentua
la sua atmosferica fisionomia cromatica e
materica, come una sorta di transfert
psicologico di uno stato d'animo che osserva
il paesaggio sensitivamente riflesso dal e nel
proprio animo. Sul piano più strettamente
storiografico si possono ravvisare affinità con
l' informale, sviluppato sul filo non tanto di una
gestualità esasperata o violenta, quanto come
poesia evocativa, quasi in sottile sintonia con
il linguaggio di Afro, Birolli, Chighine. In
riferimento al modellato la sua pittura si libra
in una spazialità effùsiva, senza delimitazioni
prospettiche, al di là di effetti tattili, quanto
piuttosto arricchita da una risonante
espressione materica. Si sprigiona così dai
dipinti di Nucci un coinvolgente richiamo a
quei valori spirituali che nel profondo della
coscienza sperimentano la loro più invidiabile
ed indistruttibile libertà.
Aoristias
Risulta di singolare e suggestiva
efficacia la ricerca pittorica di Matteo
Cannata, artista che nella sua sensibile
indagine visiva unisce alla sicurezza
della tecnica professionale una non
comune volontà di approfondimento e
riflessione. Pittura, pertanto, lontana
dalle molteplici sirene della pura
decorazione, come di un certo intellettualismo fine a se stesso, ma
incline ad una sua particolare
caratterizzazione espressiva nella quale
uno stimolo di natura surreale si
dispiega in raffinati effetti prospettici,
plastici, condotti con logica divertente
e rigorosa al tempo stesso. Ecco allora
come la numerica e spaziale metafisica
di Cannata riveste anche i panni di
limpide suggestioni optical, memori
di un grande passato dell’arte internazionale degli anni sessanta e
settanta con cui acutamente si interroga
e si confronta Cannata. Chi del resto
non ricorda Julio Le Parc forse
l’ultimo vero pittore premiato ad una
edizione della Biennale (1966) prima
della triste involuzione della prestigiosa rassegna lagunare. Il discorso
potrebbe poi allargarsi a Vasarely,
Albers, artisti per i quali l’immagine
sempre deve dispiegarsi in una
coerente e fantastica razionalità.
Tuttavia per Cannata, questo non è
sufficiente, il metodo nella pittura
non è esclusivamente un mezzo ma
deve anche avere un senso, ossia aprire
la mente non solo ad una superficiale
fase percettiva, ma comunicare un
pensiero, una realtà spirituale che si
incarna nella bellezza, a volte labirintica,
dell’immagine. E’ l’uomo che deve
quindi ritrovare il suo orientamento,
affinché la scienza, la tecnica rivelino il
loro volto umanistico e non la perenne
inquietudine.
Queste verità Cannata comunica
con un linguaggio pittorico raffinato,
ricco di allusioni, di vibrazioni
cromatiche e luminose, di sapienti
scenografie compositive. Da rilevare
la dinamica compenetrazione tra luce
e spazio che dilata all’infinito la
composizione, imprimendole una
radicale e vigorosa energia. Nel dipinto
di Cannata sogno e geometria si
integrano in schemi percettivi limpidi
e strutturalmente definiti. L’ordine per
Cannata è indice di bellezza, di
armonia, un ordine che, paradossalmente non si lascia incatenare ma
nel suo rutilante ritmo allarga e fortifica
il coraggio e l’avventura della visione.
Aoristias
Matteo Cannata
OPTICAL METAFISICA
In basso: FECONDAZIONE olio su tela, cm. 50 x 70
In alto a destra:MELA VERDE, olio su tela, cm. 20 x 20
In alto a sinistra: ULTIMO SPIRAGLIO DI LUCE olio
su tela, cm. 50 x 70
21
ARTECULTURA
Laura Tosca
NELLA DISSERTAZIONE
VISIVA DEL NUDO
A FERMENTO POETICO
DELLA DONNA
Milano, Sala Olimpia Artecultura
16 - 29 marzo 2014
Inaugurazione 16-03-ore 18,00
Nella sua espressiva ed intensa
interpretazione pittorica del nudo
Laura Tosca rivela la sua particolare
sensibilità nel plasmare e definire
l’insieme delle figure, disposte su
fondi di metafisica immaginazione.
Quello che veramente preme nei suoi
dipinti è che la raffigurazione della
donna alimenta un suggestivo dialogo
interiore, ricco dal punto di vista
emotivo, quanto in riferimento all’espressione plastica e cromatica. Ed
è proprio il confronto con il genere
classico del nudo, sottolineato nella
sua realtà emblematica, nonché dal
punto di vista tecnico e strettamente
culturale, che stimola nell’artista la
sua personale sfida estetica e riflessiva,
vale a dire il desiderio di esprimersi da
una parte con la compiutezza del mezzo
tecnico, dall’altra con l’opportuno e
insostituibile approfondimento psi-
22 ARTECULTURA
cologico. Ed in entrambi i casi Laura
Tosca evidenzia la sua versatilità. Sotto
questa angolatura è utile osservare la
trama del disegno che non delimita la
figura, ma la espande nello spazio in
un ritmo di raffinata e silenziosa
eleganza, sollecitato poi dall’incisiva
incidenza del colore. Colore puro,
essenziale, che aderisce come univoca
pellicola alle superfici, ai piani
rappresentati, fondendo in un certo
senso colore e forma. Ecco che allora
il nudo così percepito dalla pittrice,
solidamente affinato da una accurata
preparazione tecnica e professionale,
poi si trasforma in energia della mente
e sotto l’allusione dei sensi, diventa
coerente struttura spirituale, proprio
a partire dall’organico rapporto
mente-corpo.
Naturalmente, e di questo l’artista
è ben consapevole, il nudo non può
più, oggi, essere riproposto nei termini
di una classicità d’antan, e nemmeno
può essere il banale stereotipo della
pura provocazione. Al contrario, Laura
Tosca conferisce ai suoi nudi il
suggello della metafora, ma d’una
particolare metafora, che stimola
nell’osservatore domande e riflessioni
più che predisporre fuorvianti conclusioni. La dolcezza delle forme rivela
la lucida inquietudine dell’artista che
si stilizza in richiamo di bellezza, in
suggestiva evocazione del pensiero.
Ecco allora che quel limpido equilibrio
mente-corpo nel nudo dipinto da
Laura Tosca traspare e si dispiega con
una ampia sollecitazione espressiva.
Da questo punto di vista il nudo diventa
una sorta di viaggio all’interno delle
personali emozioni, che con spiccata
tensione plastica si imprimono nella
mente ancor prima che nella tela. Da
queste premesse scaturisce la profondità di una pittura nella quale l’arte
esplora l’animo umano, le sue fascinose e, a volte, impercettibili, eppur
straordinarie emozioni.
Teodosio Martucci
23
ARTECULTURA
LA SELEZIONE NATURALE DEI
TROPPI BARBIERI DI SIVIGLIA
La trilogia teatrale di Beaumarchais
che tratta le vicende di Figaro e del
conte d’Almaviva (“Il barbiere di
Siviglia”, “Le nozze di Figaro” e “ La
madre colpevole”) non ha tardato ad
attirare l’attenzione dei compositori
d’opera. Ha iniziato nel 1776
Friederich Ludwig Benda, con una
“Oper der barbier von Sevilla” di cui
con onestà confessiamo di sapere solo
che trae spunto dalla prima delle tre
commedie. Su questa stessa è tornato
nel 1782 Giovanni Paisiello con il
proprio “Barbiere di Siviglia, ovvero
la precauzione inutile”, convincente
al punto che Mozart, dopo avere
assistito a una rappresentazione, ha
incaricato Da Ponte di adattare a
libretto la seconda delle commedie,
“Le nozze di Figaro”, nella quale,
spenta la passione per la bella Rosina
ormai sua moglie, il conte d’Almaviva
insidia con protervia la virtù di Susanna,
promessa sposa di Figaro, non più
barbiere ma ormai servitore del conte
stesso.
E’ certo che Gioachino Rossini, in
tutto il proprio convulso mettere
insieme musica, conoscesse l’opera
di Paisiello, ma la cosa non deve averlo
intimidito più di tanto, visto che nel
1816 irruppe con la consueta fretta
forsennata sulla prima commedia del
trittico e, in un tempo dalla durata
controversa, ma in ogni caso da record,
mise insieme un nuovo “Barbiere”,
saccheggiando anche la propria
“Aureliano in Palmira” da cui trasse
perfino la sinfonia. La improvvida
faciloneria degli impresari fece
avvenire il debutto a Napoli, cioè in
casa di Paisiello, nato sì a Taranto, ma
napoletano d’adozione. Finì fra fischi
e boati. Con Paisiello ancora in vita
(sarebbe morto quello stesso anno) la
scelta era parsa ai melomani locali
una provocazione, aggravata dal fatto
che l’opera di Rossini ripercorreva tal
quale le sequenze sceniche di quella
del maestro partenopeo, con il di più
dell’irritante spostare melodie da
un’opera all’altra che sapeva di
istrionismo dilettantesco.
Ma il “Barbiere” rossiniano, rimesso
in sesto da una ponderata rivisitazione,
24 ARTECULTURA
seppe prendere altrove
le proprie rivincite,
mentre un quarto “Barbiere”, quello di Francesco Morlacchi, faceva il proprio sommesso debutto. E qua
occorre intendersi:
nulla sapendo del “Barbiere” di Benta, e
giudicando interessante, ma superabile e
nei fatti superato quello di Morlacchi, fra i
restanti due è Rossini
a stravincere. Paisiello, fra l’altro autore di quella nefandezza che è “L’osteria
di Marechiaro”, manca del “colpo di reni”
che si traduce in completezza espressiva
nella solo apparente
leggerezza, di cui invece Rossini è maestro. Con il pesarese
siamo ai vertici dell’opera buffa, la musica a travolgere e
nello stesso tempo a
lasciare spazio,nell’uso e purtroppo nell’abuso, agli estri dei
cantanti. Si può non amare il genere,
ma bisogna convenire che oltre non si
sarebbe potuti andare, e infatti non si
è andati.
Il problema è un altro. In chiave di
rappresentazione la struttura stessa
dell’opera buffa deve sottostare alle
folgorazioni interpretative di quegli
infaticabili demolitori della lirica che
sanno essere troppi registi. Il risultato
è che dalle scene vengono inflitte al
pubblico stravaganze incomprensibili
e contaminazioni peggio che circensi,
che finiscono per ridurre il palcoscenico a una passerella di guitti,
con i poveri “buffi”, di solito bassobaritoni o bassi brillanti, ridotti al
ruolo di buffoni da avanspettacolo.
Nello specifico caso del “Barbiere”,
sono don Bartolo e don Basilio a fare
le spese degli uzzoli ritenuti comici,
Figaro
ma in realtà ridicoli dei signori della
scena, con risultati tali che sempre più
spesso, per autodifesa, ci siamo ridotti
a chiudere gli occhi e fingere di stare
ascoltando un disco o un CD anziché
una rappresentazione teatrale.
Quanto alle due altre commedie di
Beaumarchais, la terza non ha conosciuto i fasti della musica, mentre le
“Nozze di Figaro” si sono fermate a
Mozart, e c’è da capirlo: Mozart,
supportato dal libretto di Da Ponte,
appartiene a un’altra dimensione, e i
propositi lascivi del conte d’Almaviva
vengono nobilitati non dal blasone,
ma dal solo stare all’interno di una
delle massime espressioni della
musica lirica.
Giovanni Chiara
Massimo Campigli
IL NOVECENTO ANTICO
Venafro, Museo Archeologico
Sino al 30 aprile 2014
E’ stata inaugurata lo scorso 15 gennaio
la mostra Gli Etruschi del Lago. Da Orvieto
a Bolsena un percorso nella storia; resterà
aperta al pubblico per tutto il mese di
Aprile. La sede prescelta è la grande sala
espositiva del Museo Archeologico di
Venafro, che ha già ospitato gli splendidi
materiali dall’Abbazia di San Vincenzo al
Volturno ora esposti nelle sale superiori
dello stesso Museo. La mostra, ricostruisce
le vicende storiche della città-stato etrusca
di Velzna (Orvieto)– l’ultima a cadere in
mano romana dopo un lungo assedio – e
GLI ETRUSCHI
DEL LAGO
Da Orvieto a Bolsena.
Un percorso nella storia
Massimo Campigli, SCALINATA TRINITA’ DEI MONTI
In concomitanza con la pubblicazione del
Catalogo generale dell’artista (realizzato dagli
Archivi Campigli) la bella mostra “Campigli.
Il Novecento antico”, a cura di Stefano Roffi,
presso la Villa dei Capolavori, sede della
Fondazione Magnani Rocca a Mamiano
di Traversetolo (Parma), dal 22 marzo al
29 giugno 2014, richiama così l’attenzione
su uno dei pittori più significativi del Novecento
italiano, presente nei maggiori musei del mondo
ma pressoché assente dalla grande scena
espositiva dopo la memorabile mostra che la
Germania gli dedicò nel 2003.
Cinque le sezioni: la stupenda ritrattistica, con
le effigi di personalità del mondo della cultura,
ma anche amici, signore belle e famose; la
città delle donne, che accosta opere che
rivelano l’ossessione per un mondo che pare
tutto al femminile; le figure in sé prive di
identità ma caratterizzate da scene di gioco,
spettacolo, lavoro; i dialoghi muti, coppie vicine
spazialmente ma incapaci di comunicare,
prigioniere del proprio mistero; gli idoli,
presentati nell’evoluzione dalle figure
idolatriche tratte da Carrà negli anni venti a
quelle di ispirazione primitiva che compaiono
a partire dagli anni cinquanta. Di particolare
interesse l’accostamento, per la prima volta
in un’esposizione, delle quattro enormi tele
che Campigli teneva nel proprio atelier.
L’esposizione si avvale del sostegno di
Fondazione Cariparma e di Cariparma Crédit
Agricole. Tedesco di nascita, italiano di
formazione, parigino per cultura, egizio,
etrusco, romano, mediterraneo per elezione,
Campigli (Berlino, 1895 – Saint-Tropez, 1971)
fu un personaggio colto ed europeo (parlava
cinque lingue), inusuale nel nostro panorama
artistico. Uomo solitario, nella sua pittura si
intrecciano geometrie e magie, memorie e
simboli (lesse Freud e Jung in lingua originale);
fu anche scrittore raffinato e riservato.
Per conoscere l’artista e la sua ossessione
dell’immagine femminile bisogna entrare nella
sua vita familiare. Il mistero è infatti
protagonista nella vita di Campigli: solo in
tempi relativamente recenti si è scoperto che
era nato a Berlino e che il suo vero nome era
Max Ihlenfeld. La madre, tedesca di appena
diciotto anni, non era sposata; per evitare lo
scandalo, il bambino viene portato in Italia,
nella campagna fiorentina. La madre, che gli
aveva dato il cognome, lo raggiunge
saltuariamente; nel 1899 sposa un commerciante inglese e può prendere il bambino
con sé, fingendo (per salvare le apparenze) di
essere sua zia. A quattordici anni, Max
scoprirà casualmente la verità.
Questa vicenda familiare può spiegare, almeno
da un punto di vista psicologico, il mondo
espressivo dell’artista: il suo universo di donne
quasi inconoscibili, immobili e insieme sfuggenti
e distanti, in definitiva una lunga meditazione
sull’enigma femminino, sull’icona della DeaMadre.
Informazioni e prenot. tel. 0521 848327
della sua erede Volsinii (Bolsena) che ne
accolse – sulle alture del lago di Bolsena
– gli abitanti superstiti. Una storia che
complessivamente ha attraversato ben più
di un millennio e che è illustrata con
oggetti della vita quotidiana e della
religiosità: ceramiche di età arcaica ed
ellenistica tra cui i famosi vasi argentati e
i vasi di bucchero, splendide oreficerie,
vasellame bronzeo, offerte votive di vario
genere, antefisse, lastre architettoniche
che conservano eccezionalmente l’originale policromia, nelle quali sono
rappresentati, tra gli altri, la coppia di
demoni infernali Charun e Vanth.
A completare l’esposizione, ai materiali
etruschi sono affiancati quelli molisani:
vasi di bucchero pervenuti dalla Campania etrusca, oggetti di bronzo importati
dall’Etruria meridionale, prodotti locali
di imitazione. In tutta l’area molisana,
infatti, dall’area pentra a quella frentana,
le sepolture restituiscono oggetti di chiara
origine etrusca: i grandi vasi per portare
il vino a tavola (stamnoi bronzei prodotti
nell’etrusca Vulci), sono utilizzati a Larino
e Guglionesi per deporre le ceneri dei
nobili guerrieri; bacili, grandi situle,
colini in bronzo che servivano per filtrare
il vino durante i banchetti, compaiono nei
santuari sannitici come oggetti sacri
necessari allo svolgimento dei rituali che
implicavano il consumo del vino, o anche
come doni di ricchi fedeli. Tutti i materiali
esposti mostrano, quindi, come le
popolazioni dell’Italia antica abbiamo
profondamente e costantemente dialogato
non solo attraverso lo scambio di manufatti
ma anche condividendo idee e valori.
25 ARTECULTURA
1924-2014
LA RAI RACCONTA L’ITALIA
Lascia o raddoppia?, puntata del 28 marzo 1956, Mike
Bongiorno con il concorrente Gianluigi Marianini e la
valletta Maria Giovannini
E’ stata inaugurata lo scorso 31 gennaio negli
spazi del Complesso del Vittoriano (per poi
fare tappa alla Triennale di Milano) “19242014. La Rai racconta l’Italia”, una mostra
pensata per celebrare l’istituzione culturale
italiana più vicina alla gente che compie,
quest’anno, i sessanta anni della sua televisione
e i novanta anni della sua radio. Servizio
pubblico, specchio della vita quotidiana, fonte
di informazione, cultura e svago, prima con la
radio e poi con la magica scatola della Tv, in
quasi un secolo di attività la Rai ha cambiato
gli italiani ed è cambiata con loro.
La mostra si propone di raccontare la storia di
questa istituzione, e dell’immaginario collettivo
che ha contribuito a formare, attraverso simboli,
voci e immagini immediatamente riconoscibili,
anzi, ormai, paradigmatiche. Tutto questo
viene illustrato attraverso spezzoni di
programmi, filmati, telegiornali, annunci,
servizi, programmi, quiz, tribune politiche, e
anche con documenti d’archivio, fotografie
d’epoca, opere d’arte della collezione Rai
(Guttuso, De Chirico, Casorati, Nespolo,
Cremona, Campigli, Turcato, Vedova e molti
altri), copioni e testimonianze manoscritte di
chi ha partecipato e vissuto la lunga storia
iniziata il 27 agosto 1924, con l’atto costitutivo
dell’Unione Radiofonica Italiana U.R.I. e gli
anni di attività dall’Uri all’Eiar fino alla Rai:
novant’anni che parlano con le voci dei
protagonisti. L’esposizione si avvale della
collaborazione di Piero Angela, Piero
Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul,
Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello
26 ARTECULTURA
Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli, ed è
curata da Costanza Esclapon, direttore
Comunicazione e Relazioni Esterne della
Rai, Alessandro Nicosia, presidente di
Comunicare Organizzando e di Barbara
Scaramucci, direttore di Rai Teche.
Una selezione di costumi di scena introduce
lo spettatore al percorso espositivo: una
sezione di presentazione dal titolo “la Rai:
una bella impresa italiana” testimonia l’origine
e la nascita dell’azienda; seguono 8 sezioni
tematiche, ciascuna con un testimonial/
curatore: Sergio Zavoli per l’informazione,
Emilio Ravel per lo spettacolo; Andrea
Camilleri per la cultura e per la scienza Piero
Angela. La sezione politica è affidata a
Bruno Vespa, la società a Piero Badaloni,
l’economia ad Arnaldo Plateroti e lo sport a
Bruno Pizzul. I contributi audio-video e
programmi integrali di Rai Teche e del Centro
Produzione Rai di Roma si possono consultare
da postazioni interattive.Una sezione a parte,
curata da Marcello Sorgi, è dedicata alla
storia della Radio narrata attraverso la voce
dei protagonisti e molti materiali inediti. Nove
postazioni tematiche interattive offrono al
visitatore una selezione di novant’anni di
programmi radiofonici, una colonnina
interattiva del Radiocorriere, cimeli come
l’Uccellino dei programmi radio e documenti,
come il libretto contenente le “Norme per la
redazione di un testo radiofonico”, scritto da
Carlo Emilio Gadda nel 1973.
Nello spazio espositivo centrale c’è un set
televisivo degli anni Settanta, ricostruito con
la collaborazione del Museo della Radio e
Televisione di Torino. E poi tante memorabilia
e inediti come i bozzetti originali dei costumi
per “Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero”,
tavole illustrate con i personaggi per “I quattro
moschettieri” di Nizza e Morbelli, i giochi in
scatola dei quiz televisivi, il copione
manoscritto originale del film di Ermanno
Olmi “L’albero degli zoccoli” (1978) e il
Leone d’Oro 2013 vinto a Venezia da
Gianfranco Rosi con il film “Sacro Gra”.
A chiusura del percorso espositivo una sezione
documenta l’attività del CRIT-Centro
Ricerche e Innovazione Tecnologica della
Rai, dalle origini della progettazione al futuro
della tecnologia.
Aoristias
Info 06 6780 6624
Tre documenti archivistici di Michelangelo; un disegno di Raffaello; il
certificato di battesimo di Leonardo da
Vinci e un altro testo che reca le sue
postille; una lezione scritta di Galileo
sull’Inferno di Dante; opere di Andrea
Mantegna, Alessandro Allori e Giovanni
Stradano; autografi di Girolamo Savonarola, Poliziano, Cosimo I de’ Medici,
Joachim Winckelmann, Ugo Foscolo,
Giuseppe Pelli Bencivenni, Giovanni
Fabbroni, Pietro Vieusseux, Eugenio
Barsanti, Vasco Pratolini, Eduardo De
Filippo e Dino Campana, del Premio Nobel
Eugenio Montale, presente anche con
due inediti acquerelli. Tutto questo, e
molto altro, è possibile ammirare nella
mostra, che apre il programma di “Un
anno ad arte 2014” dal titolo Una volta
nella vita. Tesori dagli archivi e dalle
biblioteche di Firenze in programma dal
28 gennaio al 27 aprile 2014 nella Sala
Bianca di Palazzo Pitti a Firenze.
ALMENO UNA
VOLTA NELLA VITA
Cultura dagli Archivi
e Biblioteche fiorentini
Obiettivo dell’esposizione -che propone
all’attenzione dei visitatori ben 133 pezzi
tra documenti manoscritti, libri e disegni,
provenienti da 33 enti cittadini -è offrire
a tutti l’opportunità “unica” di ammirare
una selezione di tesori cartacei custoditi
in alcuni dei principali “scrigni” culturali
della città. Il primo riguarda Michelangelo
Buonarroti ed è una paginetta recante
alcuni Schizzi di blocchi di marmo con
sagoma per una crocifissione, in pratica
le istruzioni per “cavare” dalla montagna
alcuni blocchi lapidei tra cui uno a forma
di croce pronto per essere scolpito. Grazie
alla mostra di Palazzo Pitti, per la prima
volta si potranno ammirare antichi
manoscritti -tra cui un corale del XIII
secolo -provenienti dagli archivi della
Misericordia di Firenze, del Convento
della Santissima Annunziata e dei
Buonuomini di San Martino, enti che non
avevano mai effettuato prestiti. E ancora:
tra i documenti e i libri si segnalano il
primo vocabolario della Crusca del 1612,
il primo numero di Topolino del 1932, un
copialettere di Bianca Cappello, una
mezza dozzina di esemplari della Divina
Commedia (tra cui una con le illustrazioni
di Alessandro Botticelli), l’atto di
concessione del re Luigi XI di Francia a
Piero de’ Medici per inserire i gigli di
Francia nello stemma della dinastia
toscana, la legge di Pietro Leopoldo di
Lorena che nel 1786 abolì la pena di
morte nel Granducato di Toscana, il Libro
di Montaperti, il Testamento di Folco
Portinari, un papiro del I secolo avanti
Cristo. Info 055 238 8713
Roger Pic, Il Che, 1962 © Roger Pic Raccolta della
fotografia, Galleria civica di Modena.
A Sinistra: John Philips, Teheran, 1943 © John Philips
Raccolta della fotografia, Galleria civica di Modena
FOTOGIORNALISMO E STORIA
L’immagine tra azione e documento
Alla Galleria civica di Modena è stata
inaugurata il 22 febbraio la mostra
"Fotogiornalismo e reportage. Immagini dalla collezione della Galleria
civica di Modena". Realizzata interamente con materiale proveniente
dalle proprie raccolte, è in programma
sino al 13 aprile 2014
Curata da Silvia Ferrari, promossa e
organizzata dalla Galleria civica di
Modena e dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, la rassegna
propone al pubblico una significativa
selezione di opere dalla raccolta di
fotografia con un progetto incentrato
sul fotogiornalismo e sul reportage.
Dopo lunghi anni di lavoro sulla
fotografia artistica questo allestimento
consente di compiere una ricerca che
dà conto della fotografia considerata
dal punto di vista del suo potenziale
documentario e di testimonianza ed è
l'occasione per mostrare la ricchezza
del genere nella collezione che
comprende alcuni dei nomi che hanno
fatto la storia della fotografia di
reportage a livello mondiale come
Weegee, Henri Cartier-Bresson, Tim
N. Gidal, Robert Capa, Werner Bischof,
William Klein, oppure, per stare sul
territorio italiano, Caio Mario Garrubba, Mario De Biasi, Gianni Berengo
Gardin e Ferdinando Scianna. Per la
prima volta sono esposte tutte assieme
fotografie che illustrano momenti
storici diversi di cui sono stati
protagonisti fra gli altri Che Guevara,
Fidel Castro, Konrad Adenauer, Bill
Clinton e Nelson Mandela, oppure che
documentano episodi cruciali, conflitti, viaggi, esplorazioni e indagini
sociali come le drammatiche vicende
del Cile durante la dittatura di Pinochet,
la rivoluzione ungherese del '56, la
strage dei Watussi in Burundi nel '64,
la caduta del muro di Berlino. Fra le
immagini che documentano l'indagine
sociale vanno ricordate una selezione
dalla serie "Native Americans" di Adam
Clark Vroman che racconta la vita
quotidiana delle popolazioni indigene
della zona di confine fra Messico e
Stati Uniti d'America alla fine dell'Ottocento, alcuni scatti di Gianni
Berengo Gardin dedicati alle comunità
di zingari in Italia e alcuni ritratti di
donne algerine costrette a farsi
fotografare a volto scoperto per i
documenti di identificazione durante
la colonizzazione francese degli anni
Sessanta.
La mostra tratta anche di oggetti, o se
vogliamo, di strumenti, oggi totalmente
caduti in disuso, radicalmente soppiantati dalla velocità d’esecuzione e
di trasmissione delle immagini digitali
e possono anche essere considerati
come documento, o come la testimonianza di un tempo e di una pratica
professionale oggi scomparsi. Un'altra
categoria di fotografie – tutt’oggi di
attualità – nasce per essere esposta,
sfugge quindi ai ritmi della comunicazione e si propone come opera
a se stante ed è rappresentata ad
esempio da autori come Gianfranco
Gorgoni, Melina Mulas, Aldo Soligno.
Tra gli altri fotografi in mostra si
rammentano: Andrea Annessi Mecci,
Gianni Berengo Gardin, Werner
Bischof, Édouard Boubat, Romano
Cagnoni, Robert Capa, Henri CartierBresson, Mario De Biasi, Mauro
Galligani, Marc Garanger, Caio Mario
Garrubba, Paolo Gasparini, Tim N.
Gidal, Gianfranco Gorgoni, Mark
Greenberg, William Klein, Josef
Koudelka, Alf Kumalo, Mimmo
Jodice, Gina Lollobrigida, Giorgio
Lotti, Mary Ellen Mark, Ramon
Masats, Melina Mulas, Gregers
Nielsen, John Phillips, Roger Pic,
Sebastiao Salgado, August Sander,
Daniel Schwartz, Ferdinando Scianna,
Aldo Soligno, Arthur Tress, Adam
Clark Vroman, Weegee
Info www.galleriacivicadimodena.it
27
ARTECULTURA
Il paesaggio italiano è l’indiscusso
protagonista delle 134 fotografie della
mostra II PAESAGGIO ITALIANO.
FOTOGRAFIE 1950 – 2010 a cura di
Walter Liva in programma sino al 20
aprile 2014 al Museo di Roma in
Trastevere. Nella storia dell’arte il
paesaggio appare relativamente tardi,
nel Rinascimento, quando Leon Battista
Alberti descrive scientificamente la
prospettiva nel suo De Pictura e di
conseguenza si apre al mondo la
rappresentazione della città, delle sue
forme e delle sue geometrie. In fotografia
invece il paesaggio compare con grande
enfasi fin dalle origini del mezzo e l’atto di
fotografare i luoghi diventa parte
dell’esperienza dell’ottocentesco Grand
Tour ma anche delle avventure coloniali.
E, più semplicemente, rende possibile far
vedere luoghi sconosciuti. II PAESAGGIO
ILPAESAGGIO
ITALIANO
Fotografie 1950-2010
ITALIANO. FOTOGRAFIE 1950 – 2010
spazia nell’arco della seconda metà del
900, ed evidenzia i diversi modi con i
quali il paesaggio italiano è stato
approcciato sulla base delle diverse
“scuole di pensiero” alle quali sono
appartenuti gli autori.
Ci sono i pittorialisti (come Riccardo
Peretti Griva o Enrico Pavonello in
giovane età) i fotografi vicini all’estetica
Crociana (Giuseppe Cavalli, Piergiorgio
Branzi, Alfredo Camisa, Giuseppe Moder,
Raffaele Rotondo, Dino Bruzzone), e gli
aderenti a La Gondola (tra cui Gianni
Berengo Gardin, Elio Ciol, Fulvio Roiter,
Gino Bolognini, Giuseppe Bruno); i
neorealisti (Luigi Crocenzi, Gianni
Borghesan e Nino Migliori all’inizio della
sua carriera artistica) e i paesaggisti del
Touring Club Italiano (Bruno Stefani,
Toni Nicolini, Ezio Quiresi e negli anni
successivi Francesco Radino).Pure Carla
Cerati negli anni ’60 lavorò sul paesaggio,
così come un altro fotogiornalista, Giorgio
Lotti, di cui memorabili furono i reportage
sull’alluvione di Firenze. Già dagli anni
’60 fu la volta del viaggio come scoperta
di un territorio che Paolo Monti aveva
iniziato a mappare in modo sistematico.Per
i grandi maestri Mario Giacomelli e Ugo
Mulas il paesaggio era strettamente legato
alla letteratura mentre in Franco Fontana
diventava una terra incantata che
riassumeva le estetiche del paesaggio
rinascimentale. Una parte della mostra
presenta la visione contemporanea del
paesaggio oramai frammentato per come
viene proposta da Massimo Vitali, Moreno
Gentili, Cristina Omenetto ed altri.
28 ARTECULTURA
RI-CONOSCERE
MICHELANGELO
LA SCULTURA DEL BUONARROTI NELLA FOTOGRAFIA
E NELLA PITTURA DALL’OTTOCENTO AD OGGI
Firenze, Galleria dell’Accademia
18 febbraio - 18 maggio 2014
In occasione delle celebrazioni per i
quattrocentocinquanta anni dalla morte di
Michelangelo Buonarroti, coordinate
dall’Accademia delle Arti del Disegno, la
Galleria dell’Accademia di Firenze, in
collaborazione con la Fratelli Alinari I.D.E.A.
S.p.A., presenta un’esposizione che affronta
il complesso tema del rinnovato interesse e
dell’ammirazione per l’artista dall’Ottocento
alla contemporaneità, attraverso l’opera di
scultori, pittori e fotografi che hanno guardato
alla figura del Buonarroti e alle sue opere
come riferimento iconografico per le loro
realizzazioni. Partendo dalla produzione
fotografica realizzata da alcuni tra i più noti
ateliers e professionisti del XIX e del XX
secolo, si è cercato di evidenziare il ruolo
determinante che la fotografia ha svolto nel
consolidare la fortuna critica e iconografica
di Michelangelo e, attraverso di essa, la
celebrazione del suo mito. Una lettura
trasversale, in chiave storico-fotografica, che
mette al centro il ruolo svolto dalla fotografia,
fin dalle sue origini, nel celebrare uno dei
massimi artisti del Rinascimento italiano, e
nell’eleggere un ristretto pantheon di immagini
di sue sculture a monumenti della memoria
collettiva.Il percorso espositivo prende avvio
dalle rappresentazioni in chiave storicistica
della fisionomia e della personalità di
Michelangelo, con opere di Eugène Delacroix
e Auguste Rodin, e di altri autori che hanno
operato con il nuovo medium fotografico alle
origini, tra i primi Eugène Piot, ÉdouardDenis Baldus, gli Alinari, John Brampton
Philpot, solo per ricordarne alcuni. La mostra
si caratterizza per un continuo rimando tra le
diverse modalità di tradurre e riproporre la
scultura del Buonarroti: dalla fotografia intesa
come oggetto di documentazione, alla
specificità interpretativa nel confronto con
la scultura, per giungere alla totale autonomia
autoriale novecentesca tale da creare nuovi
punti di vista e di analisi dell’opera d’arte.
Nasce quindi un nuovo legame tra storici
dell’arte e fotografi, ai quali è affidato il
compito di rintracciare le forme e la materia
dell’opera a conforto della ricerca storico
artistica. Tra i casi proposti, le fotografie di
Michelangelo, Sagrestia Nuova
Giuseppe Pagano alla Pietà di Palestrina, il
lavoro di David Finn e di Aurelio Amendola,
interpreti chiamati a collaborare con
autorevoli storici dell’arte che dalle loro
interpretazioni hanno potuto trarre importanti
conferme alle loro teorie e analisi stilistiche.
Via via che il mito si consolida nella
percezione collettiva, la presenza di
Michelangelo si riconosce anche nell’opera
di artisti del Novecento come Medardo
Rosso, Henri Matisse, Carlo Mollino, e nella
ricerca fotografica di personalità quali
Emmanuel Sougez, Herbert List, Horst P.
Horst, fino ad avvicinarsi agli anni Settanta,
con le ricerche di Tano Festa, Paolo Monti,
Antonia Mulas, e raggiungere le espressioni
della contemporaneità con Helmut Newton
e Gabriele Basilico. Il percorso della mostra
si conclude con i riferimenti al tema della
copia e del multiplo nell’epoca della
riproducibilità e della massificazione
affrontati nell’opera di Karen Knorr, Lisa
Sarfati, Tim Parchikov, mentre riconosciamo
Michelangelo quale modello formale di
riferimento della staged photography di
Frank Horvat, Youssef Nabil, Kim Ki duk,
fino a diventare ‘assenza’ nelle immagini di
Thomas Struth e Candida Höfer.
Info 055 294 883
LA CAMICIA BIANCA
Secondo Me. GIANFRANCO FERRE’
La mostra approfondisce la favola di
Apuleio grazie a capolavori archeologici
della Magna Grecia e dell’arte romana,
per arrivare a Tiepolo, Tintoretto, Auguste
Rodin, Salvador Dalì.La tappa monzese
permette il confronto con la Rotonda
dell’Appiani, edificio realizzato da
Giuseppe Piermarini nel complesso della
AMORE & PSICHE
La Favola dell’Anima
Jacopo Palma il Vecchio, Venere, olio su tela, 1528
CLASSIC GLAMOUR, autunno/inverno (F/W) 1990, ph.L.Stoppini
E’ aperta al pubblico dal 1 febbraio “La
camicia bianca secondo me. Gianfranco
Ferré”, la mostra organizzata dalla
Fondazione Museo del Tessuto di Prato
e dalla Fondazione Gianfranco Ferré e curata
da Daniela Degl’Innocenti, dedicata al talento
di una delle figure più significative della moda
internazionale. Concepita con l’intento di
mettere in luce la poetica sartoriale e creativa
dello stilista, la mostra conduce il visitatore,
attraverso diverse tipologie di lettura, alla
scoperta della camicia bianca, vero e proprio
paradigma dello stile Ferré, evidenziandone
gli elementi progettuali più innovativi e le
infinite, affascinanti interpretazioni.
Presenza costante che corre come un fil
rouge lungo tutta la sua carriera, la camicia
bianca è stata definita dallo stesso stilista
“segno del mio stile” oppure “lessico
contemporaneo dell’eleganza”. Pensato per
dare forza ai diversi linguaggi figurativi con
cui l’universo camicia è stato letto, scomposto
e rimodellato, il percorso espositivo gioca con
la suggestione e la valorizzazione di elementi
diversi, a corollario dei capi indossati su
manichino: disegni, dettagli tecnici, bozzetti,
fotografie, immagini pubblicitarie e redazionali,
video e istallazioni. L’incipit della mostra è
affidato ad un sistema sospeso di teli su cui
scorrono macro immagini dei disegni autografi
di Ferré, lampi perfetti che delineano la sua
visione creativa e che rappresentano la chiave
per accedere all’universo insito a ciascun
progetto. Nel primo ambiente emergono i
canoni di costruzione e gli elementi strutturali
innovativi della camicia attraverso il fascino
inedito di macroistallazioni fotografiche
(simulazioni x-ray), che offrono una lettura
tecnica e poetica allo stesso tempo, di una
selezione di capi, restituendo l’impalcatura
formale e materica di ciascuna camicia e
mettendo in evidenza texture e stratificazioni.
La resa aerea e particolarmente suggestiva
di questo linguaggio è frutto di una ricerca
tecnica sviluppata in collaborazione con
l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e
realizzata dal fotografo fiorentino Leonardo
Salvini. Questo tipo di restituzione fotografica
è presentata per la prima volta come chiave
di interpretazione dei contenuti di una mostra
di moda. Il cuore della mostra vive nel centro
della grande sala successiva, dove le
ventisette camicie bianche, piccolo esercito
di capolavori sartoriali, testimoniano silenziosamente vent’anni di genialità creativa
e progettuale.Esposte rispettando la
cronologia della loro nascita, le camicie sono
sculture bagnate da luce pensata per
consentire al bianco di accendersi in diverse
tonalità e alle ombre di fare da contrappunto,
per ottenere un suggestivo effetto plastico.
Taffetas, crêpe de chine, organza, raso, tulle,
stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami
meccanici, impunture eseguite a mano, macro
e micro elementi si susseguono in un
crescendo di maestria ed equilibrio.Da
febbraio a giugno “La camicia bianca secondo
me. Gianfranco Ferré” sarà accompagnata
da un vivace calendario di eventi e attività
collaterali pensate in relazione ai contenuti
della mostra e da una significativa offerta
didattica pensata sia per l’alta formazione nel
settore della moda sia rivolta a scuole, istituti,
corsi e accademie dei settori design,
architettura e arti applicate.
[email protected]
Villa Reale che conserva all’interno gli
affreschi di Andrea Appiani del 1791 che
rappresentano proprio i vari episodi della
favola narrata ne L’asino d’oro di
Apuleio. L’iniziativa, curata da Elena
Fontanella, presenta reperti archeologici
della Magna Grecia e dell’età imperiale
romana, provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria,
dal Museo Archeologico Nazionale di
Venezia, dalla Pinacoteca Civica di
Teramo e da altri importanti Musei,
Istituzioni pubbliche e private. A essi
vengono accostate opere d’arte classiche
di maestri quali Tiepolo, Tintoretto, Palma
il Vecchio, Auguste Rodin, Salvador Dalì,
Lucio Fontana, Tamara de Lempicka solo
per citare i più importanti.Le opere
archeologiche e artistiche collocate negli
spazi del Serrone della residenza
neoclassica accompagnano il visitatore
alla riscoperta dell’antichissimo mito di
Amore e Psiche, ripreso da Apuleio nel II
secolo d.C., che narra le vicende di Psiche,
mortale dalla bellezza eguale a Venere,
che diventa sposa di Amore senza mai
poterne vedere il viso. Una notte, istigata
dalle invidiose sorelle, riesce a scoprirne
il volto ma viene immediatamente
abbandonata dal dio. Psiche dovrà quindi
affrontare una serie di prove, al termine
delle quali otterrà l'immortalità e potrà
ricongiungersi al suo sposo. Amore e
Psiche. La favola dell’anima si basa
sull’interpretazione del mito in chiave
neoplatonica che venne data dall’Umanesimo, per la quale l’errore di
Psiche consiste nel ritenere il divino come
una realtà tangibile e verificabile con i
sensi, mentre è solo il cuore che può
percepirne pienamente la presenza.
Info: 039 2312185
29
ARTECULTURA
Piet Mondrian (1872-1944) fu un
uomo dalle molte ambizioni. Divenne
uno dei più grandi maestri dell’arte
moderna e aprì indiscutibilmente la
strada verso l’astrattismo. Nel gennaio
del 1912 si trasferì a Parigi per studiare
il Cubismo, per poi tornare in Olanda
nel 1914 dove tenne una mostra presso
la galleria Walrecht a L’Aia. Subito fu
evidente quanto Mondrian si fosse
allontanato dall’arte olandese del suo
tempo in quel breve periodo di due
anni. Divenne immediatamente fonte
di ispirazione per gli altri artisti suoi
connazionali, come dimostrano le
opere di Jan Sluijters, Jacoba van
Heemskerck e di innumerevoli altri
giovani pittori. A 100 anni esatti dalla
mostra alla galleria Walrecht, il
Gemeentemuseum di L’Aia presenta
una mostra in omaggio a Mondrian, la
cui apertura è quasi coincisa con il
settantesimo anniversario della morte
dell’artista. Oltre alle opere di
Mondrian e dei suoi contemporanei
olandesi, sarà possibile ammirare
anche capolavori di Pablo Picasso,
Georges Braque, Le Fauconnier e
Fernand Léger, tutti dati in prestito da
importanti musei come il MoMA di
New York e il Beyeler di Basilea.
Intorno al 1911, il cubismo prese piede
anche in Olanda, ma in variante
simbolista o in modo puramente
decorativo. Mondrian era alla ricerca
di una nuova arte non rappresentativa
ma pregna di significato al tempo
stesso, desideroso di giungere a
qualcosa di totalmente fresco e
sconosciuto. Pur avendo le proprie
basi nella Scuola dell’Aia, mostrò
sempre un vivo interesse negli sviluppi
artistici internazionali. Nel 1911, una
mostra cubista allo Stedelijk fu per lui
una rivelazione: si rese conto di doversi
recare a Parigi per compiere la svolta
artistica che tanto desiderava. Nel 1914
tornò in patria con sedici composizioni
realizzate a Parigi durante i due anni
precedenti, esponendoli alla galleria
Walrecht di L’Aia.
Grazie alla presenza di opere dei
MONDRIAN e IL CUBISMO
Parigi 1912-1914
più importanti avanguardisti parigini
dell’epoca, la mostra del Gemeentemuseum offre l’opportunità unica di
confrontare i lavori di Mondrian e di
altri artisti olandesi con il Cubismo
francese. L’accostamento fa notare
quanto l’artista avesse già trovato il
proprio stile totalmente individuale.
Se per Picasso il Cubismo era un
mezzo per giocare sia con il pubblico
che con gli altri artisti, per Mondrian
si trattava di qualcosa di più serio, di un
modo di utilizzare colori e linee per
arrivare all’essenza dell’arte e della
bellezza.
Hans Janssen, curatore presso il
Gemeentemuseum Den Haag e famoso
conoscitore di Mondrian, ha recentemente fatto una scoperta rilevante. Secondo l’esperto, l’artista
poneva alla base delle composizioni
astratte realizzate dopo il 1911 il gioco
di linee presente nei paesaggi, nei
ritratti o nelle nature morte. In altre
parole, Mondrian basava le composizioni astratte su delle opere
figurative. Questa nuova scoperta è
esposta in dettaglio all’interno dell’esposizione. La mostra è realizzata
in collaborazione con il MoMA di
New York.
Per maggiori informazioni
Info Tel 00 31 70 – 338 11 21 .
Sopra Georges Braque, 1913, NATURA MORTA
(Frutta, Piatti, con asso of cuori e fiori), olio, gouache
e carboncino su tela, 81 x 60 cm (31.8 x 23.6 in), Musée
National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou,
Paris
A sinistra, Piet Mondrian, COMPOSIZIONE IN
ROSSO, GIALLO e BLU.
30 ARTECULTURA
Vanni Cuoghi, Narrazione - Rappresentazione - Astrazione, 2013, acrilico e olio su tela, cm.45x45
ELOGIO DELLA LEVITA’
”Dal 1° al 30 marzo 2014, Villa Filippini di Besana Brianza (MB) ospita la mostra Elogio della levità, curata da
Ivan Quaroni. L’esposizione, organizzata da SG arte, col patrocinio del Comune di Besana Brianza, presenta le opere di
cinque artisti - Vanni Cuoghi, Enzo Forese, Riccardo Gusmaroli, Mimmo Iacopino, Kazumasa Mizokami - che
trovano proprio nella leggerezza, la cifra espressiva più caratteristica del loro lavoro.Infatti, seppur partendo da stili,
tecniche e codici linguistici diversi, questi autori sono accomunati da uno stretto controllo formale, da una pratica
paziente, quasi miniaturistica, che non lascia spazio a improvvisi cedimenti e in cui l’approccio ironico e giocoso convive
con lo slancio lirico e introspettivo.
Se nelle opere di Riccardo Gusmaroli (Verona, 1963) e Mimmo Iacopino (Milano, 1962) l’attitudine ironica si salda alla
ricerca espressiva sui materiali, dalla carta alla fotografia, fino all’object trouvé, in quelle di Kazumasa Mizokami (Arita,
Giappone,1958) prevale un approccio lirico, intimistico, che va di pari passo con la capacità di alleggerire la terracotta
con una pittura ispirata ai colori delle forme naturali.
Enzo Forese (Milano, 1947) e Vanni Cuoghi (Genova, 1966) sono pittori con una vocazione a sconfinare nel collage e
nel paper cutting, in grado di trasferire la levità anche nella dimensione descrittiva e narrativa.
Ironia, senso del ritmo, sperimentazione sono tutti elementi che assimilano questi artisti, capaci di attrarre lo sguardo
dello spettatore in una fitta trama di visioni.
“Cuoghi, Forese, Gusmaroli, Iacopino e Kazumasa - afferma il curatore, Ivan Quaroni - prolungano una stagione
all’insegna della levità, inaugurata in Italia negli anni Novanta, prima con le esperienze concettuali di Stefano Arienti,
Massimo Kaufmann, Marco Cingolani e Mario Della Vedova, i quali riscoprivano il valore dell’intelligenza e della
speculazione nell’arte, e poi con le vicende di Portofranco, capitanate dal gallerista Franco Toselli, le quali riaffermavano
il valore dello humor e della poesia, attraverso meccanismi di détournement e straniamento visivo”.
Accompagna la mostra, un catalogo Umberto Allemandi Editore. Informazioni Tel. 335 451732
31
ARTECULTURA
...LIBRI....LIBRI...LIBRI...
a cura di Aoristias
GIANCARLO CERRI
Nel segno della Croce, dipinti e disegni
Il 29 marzo p.v. si inaugura alla Galleria d’Arte
Contemporanea Cascina Roma di San Donato
Milanese una significativa antologica dedicata a
Giancarlo Cerri. Un artista sicuramente tra le
personalità pittoriche più incisive della sua
generazione, come del resto dimostra la sua ampia
presenza in mostre personali e rassegne in
importanti sedi espositive. Nella presente
esposizione tema dell’iniziativa sono le diverse
opere (disegni, dipinti) che l’artista ha dedicato
alla sua costante riflessione sull’arte sacra, sempre
sviluppata in parallelo con il suo approfondimento
sul paesaggio, sulla natura, sull’astrazione. In
occasione del notevole evento un documentato
catalogo si rivela strumento di attenta indagine
sull’importanza che l’arte sacra rivela per Cerri
e come essa sia stata, oltre che motivo di
ispirazione spirituale, anche un suggestivo campo
di applicazione per quei raggiungimenti di elevato
spessore che hanno contraddistinto il suo
personale percorso espressivo. Soprattutto in
questi lavori di impronta più religiosa, intesa in
senso lato, si ha modo di osservare la straordinaria
energia di Cerri nel disegno e come esso
sinteticamente si coniughi e scorra in tutto lo
spettro delle sue possibilità, dalla figurazione più
spiccata sino a quella più allusa, ovvero al pieno
disvelamento di una trama di pura astrazione.
Nero, rosso, giallo, e bianco (più raramente il blu)
sono le linee guida del suo linguaggio cromatico,
ricondotto all’essenzialità della sua trama materica
e segnica. Colore, quindi, apparentemente “piatto”,
in realtà ricco di sollecitazioni materiche, di
vibrazioni atmosferiche, sviluppate senza
romanticismi neo-informali ma con solida
percezione e cognizione di struttura. Appunto la
cifra che distingue la meditata pittura di Cerri.
Completano il catalogo, oltre al materiale
fotografico, anche autorevoli testi di Elisabetta
Muritti, Giancarlo Cerri e Veronica Riva.
32 ARTECULTURA
Inés Fontenla, OLTRE LE MAPPE
Orlando Edizioni. A cura di Angela Madesani
Oltre le mappe, dedicato agli ultimi anni di lavoro
dell’artista, non è costruito con un criterio
cronologico, ma attraverso le aree tematiche che
costituiscono la sua ricerca: l’utopia, i territori
immaginari, le migrazioni, i conflitti sociali,
l’ambiente e la natura. Nel volume sono evidenti
i rimandi autobiografici, i riferimenti alla sua
condizione di “migrante” dall’America Latina, dove
la sua famiglia in un lontano passato è giunta
dall’Europa. Fontenla si pone alla ricerca del senso
delle cose, di quello che la circonda, dei
macrofenomeni, ma anche delle microrealtà del
quotidiano. Nella sua ricerca si avverte una
dicotomia continua, in cui emergono più i dubbi
che le certezze. L’incontro al MACRO è dedicato
a Pino Casagrande, gallerista recentemente
scomparso, con cui Inés Fontenla ha lavorato per
molti anni. Casagrande, che ha voluto fortemente
questa pubblicazione, ha infatti dedicato più di
una mostra personale all’artista argentina e l’ha
coinvolta in numerosi progetti.
info www.museomacro.org
L’AUTOBIOGRAFIA GRAFICA di Italo Lupi
L’Autobiografia grafica di Italo Lupi, edita da
Corraini Edizioni, è un libro complesso ed esaustivo
sul lavoro dell’architetto, che, nel corso della sua
carriera, ha collaborato con alcuni dei più grandi
nomi fra editoria, moda, design, architettura.
Il progetto editoriale, scritto e curato personalmente da Italo Lupi, non ha un assetto
tradizionale ma copre il lavoro di 40 anni attraverso
immagini, commenti, citazioni o articoli pubblicati
su riviste per le quali Lupi ha lavorato.
Consulente di immagine de La Rinascente, di IBM
Italia, della Triennale di Milano, poi art director di
Domus e direttore responsabile e art director di
Abitare, Autobiografia grafica è un volume
completo che affronta la produzione di Italo Lupi
a tutto tondo, dall’editoria, alle piccole architetture,
passando per il disegno urbano e soprattutto per
gli allestimenti temporanei o museali senza
dimenticare i maestri che lo hanno ispirato nel
corso della sua carriera. Il punto da cui tutto parte
è speciale: sono i progetti dei poster, realizzati
negli anni del Ginnasio. Il libro è diviso in sezioni
che presentano le creazioni dell’autore divise per
aree tematiche, ogni volta attraverso un ricco
apparato iconografico e testuale – inedito e storico
– che porta la firma di critici, grafici, giornalisti,
architetti e amici che nel tempo hanno testimoniato
la loro stima verso il lavoro di Lupi.
Giuseppe Matarazzo API Ottant’anni di storia
Edizioni Electa
Il volume celebra un’azienda, API (Anonima Petroli
Italiana), nata dalla passione di un uomo che ha
fatto di un piccolo deposito di carburanti sulla
riviera marchigiana un gruppo energetico globale.
È il giovane Ferdinando Peretti che, anticipando i
tempi, intuì l’importanza di conoscere e sviluppare
temi quali l’energia e le fonti rinnovabili. API da
ottant’anni ha vissuto in primo piano le principali
stagioni dell’economia italiana e ha saputo
rinnovarsi riflettendo sul futuro delle risorse e sul
loro corretto utilizzo. Nel volume vengono
pubblicate foto inedite dell’Archivio API grazie
alle quali viene ripercorsa la storia del ‘900 del
nostro paese: dagli anni ’30 al boom economico,
dalle prime autostrade, agli accordi internazionali,
dall’espansione ai grossi investimenti in comunicazione, dalla crisi globale sino alla
differenziazione energetica attuale.
ALL’INFERNO CON RITORNO
In questa sua ultima opera narrativa (ALL’INFERNO CON RITORNO, ed. Guida, 2013),
Cataldo Russo abbandona l’impianto schematico
e grottesco del precedente romanzo “Cortigiani,
giullari e mammasantissima” per offrirci un ampio,
avvincente affresco di vicende umane che si
estendono dagli anni del fascismo italiano fino
alla cupa stagione della dittatura militare argentina.
Protagonista del nuovo romanzo è un giovane
figlio di contadini, originario della costa jonica
calabrese, il quale vive il suo lungo “inferno” tra
i variegati volti della “umanità disumanata”:
classismo, pregiudizi, crudeltà, profitto, furberie,
sfruttamento, violenza, sopraffazione, delitti.
Sospinto dal suo essere nel mondo a
fronteggiare e attraversare le grandi negatività
della vita, egli trova qualche appiglio nell’amicizia,
nell’autostima, nella speranza ed anche nell’amore.
E procede nel suo cammino avendo sempre viva,
dentro di sé, una concezione morale della vita e
dell’uomo fondata sul bene e sui grandi valori
umani.
Lo stile del romanzo rimanda, per certi aspetti,
a “I Malavoglia” di Verga. Lì i proverbi e i detti
popolari attraversavano l’intera narrazione,
consentendo all’autore di non apparire e
realizzando (con una tecnica definita “erlebte
Rede” da Leo Spitzer) un’opera quasi “fatta da
sé”. Nel romanzo di Russo i proverbi e i detti
popolari danno il titolo ai singoli capitoli ed hanno
anch’essi una funzione di narrazione corale.
Qualche eco dei modi narrativi verghiani si
ritrova anche nei nomi dei personaggi. Ne “ I
Malavoglia ” Piedipapera e la Longa confermavano,
tramite il soprannome, l’espressione latina “nomen
est omen”. Nel romanzo di Russo l’onomastica è,
invece, rovesciata: i nomi di Genio, Gigante ed
Ercole definiscono personaggi le cui caratteristiche sono il contrario del loro significato.
Nel suo nuovo romanzo Russo fa uso di una
lingua scorrevole, fluida, aderente alle vicende
narrate. C’è anche, qua e là nel libro, la presenza
di belle immagini che testimoniano la sensibilità
lessicale dello scrittore e la sua incessante ricerca
della bellezza espressiva. Ne cito alcuni esempi:
“… una donna intelligente, che sapeva far ruotare
bene la crivella fra le mani per separare le cose vere
e quelle probabili dalle bugie grossolane e
strumentali”; “Da tempo zi’ Emilio e zi’ Rosa
vivevano aggrappati alle corde vocali del postino
…”; “Le budella di Curzio gli si erano svuotate in
gola. Era incapace di articolare parola”; “Restarono
a lungo in silenzio, a esplorare frammenti di pensieri
che provenivano da troppo lontano”; “Ai
contadini toccarono briciole, briciole che non
riempivano nemmeno la pancia di un pettirosso”;
“Non era cambiato molto di aspetto, nonostante
le fossette e le rughe dicessero che la vanga del
tempo aveva scavato forte dentro di lui”; “Puntò
Curzio con l’indice, come se fosse stato uno
spiedo, pronto a infilzarlo …”; “Aggiunse, con
aria da vissuta, che lì bisognava fare attenzione e
camminare sul filo del rasoio”; “I due che stavano
dietro l’aitante portiere non avevano certo l’aria
di servitori di messe”; “La più terribile delle bestie,
la depressione, cominciava ad azzannarlo”; “Il
tempo scorreva come una colata di bitume”.
Nella prosa del libro ho anche trovato modi
espressivi che sono tipici della poesia. Ad esempio
un chiasmo: “I giorni erano tetri e interminabili si
erano fatte le notti”.
(Vincenzo Cutolo)
IMMAGINI E LUOGHI
a cura di Aoristias
Milano, Museo Permanente, 21 gennaio, da sinistra: Alfredo Mazzotta (scultore), Kengiro Azuma (scultore), Carla
Maria Arienti (Dirigente scolastico Liceo Artistico Brera), Salvatore Zappalà (pittore), Matteo Cannata (pittore)
E’ stata una significativa serata di confronto culturale l’inaugurazione della rassegna,
a cura di Sara Fontana, programmata allo Spazio Atelier del Museo della Permanente
di Milano sino al 9 febbraio u.s. Nell’esposizione erano presenti opere di Achille
Guzzardella, Luciano Bocchioli, Luciano Folloni, Giancarlo Nucci, Mauro Fornari,
Fujio Nishida, Tiziana Priori e Armanda Verdirame. Opere animate dal dialogo e dalla
riflessione del numeroso pubblico intervenuto per l’importante appuntamento visivo.
FEDELTA’ / TRADIMENTO
Opere dal XVI al XXI secolo
Per il terzo anno consecutivo e in occasione
dell'arrivo a Bologna de La Ragazza con
l'orecchino di perla di Vermeer, la galleria
Maurizio Nobile di Bologna propone una
mostra tematica per presentare al pubblico di
collezionisti, amatori e professionisti le nuove
acquisizioni del 2013-2014: dipinti, sculture e
disegni dal XVI al XXI secolo.
La lettura iconografica delle opere è il filo
conduttore di un discorso che, spaziando tra
la mitologia e le Sacre Scritture, racconta vizi
e passioni, talmente connaturati nell'animo
umano da rendere ancora universali ed attuali
i significati delle opere.
L'ineluttabile forza dell'Amore, che cieco per
natura comanda le azioni umane, ci spinge
inesorabilmente verso il piacere, impersonato
dalla Venere di Gian Giacomo Sementi che
nell'abbandono del sonno mostra tutta la sua
sensuale carnalita'.
Sino al 29 marzo 2014. Info 051 23 83 63
KRAINO, UN AUGURIO AD ARTE
UN AUGURIO AD ARTE è un progetto
culturale e pedagogico in progress, una
modalità di relazione che convoglia idee e
riflessioni, un “ponte” che unisce arte e
società verso un auspicabile cambiamento.
Ogni artista ha concepito un’opera su un
supporto circolare di trenta centimetri di
diametro. Artisti presenti: Simona Caramia,
Lorenzo Madaro Movimentomilc, Massimiliano Amati Amati, Leonardo Cannistrà, Karmil Cardone, Enrica Ciurli,
Luca Coclite, Domenico Cordì, Annabella
Cuomo, Sebastiano Dammone Sessa,
Roberto Dapoto, Danilo De Mitri, Andrea
De Simeis, Marco Demis, Simone Oscar
Fabietti, Andrea Francolino, Lidia Giusto,
elisa maccioni, Luigi Massari, Claudia
Matta, Pierpaolo Miccolis, Emilia
Ruggiero, Antonio Schipani, Patrizia
Emma Scialpi, Maria Teresa Sorbara,
Laura Stancanelli. Catanzaro, Centro per
l’Arte Contemporanea. Sino al 13 marzo
2014
Info 096161839
GIANNI PIACENTINO
Personalità complessa e difficilmente
inquadrabile in un singolo gruppo, nel 1968 all’età di ventitre anni - Piacentino decide di
abbandonare il gruppo dell’Arte Povera per
dedicarsi alla realizzazione di tutta una vasta
gamma di curiosi veicoli a due e tre ruote.
Sono mezzi di trasporto ideali, senza alcuna
funzione, caratterizzati da forme aereodinamiche e da colori e decorazioni
raffinate. Gli stessi metalli impiegati hanno
una valenza pittorica e decorativa: basti
guardare al modo nel quale sono associati in
piccoli dettagli l’oro, l’argento, il rame, il
cromo e il nichel. I veicoli, nelle loro variazioni
formali fanno riferimento a un’estetica che
spazia dalle prime auto da competizione del
secolo scorso a quelle più moderne, dalle
fusoliere dei primi aeroplani ai monopattini,
dai serbatoi delle moto degli anni Venti e
Trenta fino a quelli più recenti. Roma,
Fondazione Giuliani per l’arte contemporanbea. In programma sino al 5 aprile
2014 [email protected]
TRIENNALE DI ROMA
Triennale di Roma 2014: una partenza a
“regola d’arte”. L’attesa manifestazione
triennale presenta moltissime novità per la
nuova edizione. Dal 6 al 12 Giugno è prevista
la kermesse artistica che vanta al seguito
numerosissimi visitatori e partecipanti da
tutta Italia. In questa seconda edizione
moltissime saranno le novità a iniziare dalla
sede che, da quest’anno, si sposta da Piazza
del Popolo, cuore della città eterna, a La
Sapienza di Roma, primo ateneo universitario
d’Italia centro di studi e cultura.Altro aspetto
che conferirà luce alla mostra un’inaugurazione attesa che vedrà la partecipazione
del Prof. Achille Bonito Oliva docente di
storia dell’arte nello stesso ateneo, presso la
facoltà di Architettura, nonché voce ormai
storicizzata presente nei più importanti
dizionari e enciclopedie di cultura.
Info 0644585706
CASATI e I PAESAGGI
Del pittore milanese Renato Casati vengono
presentate 35 opere recenti in tecnica mista
e collage. Una parte di esse, di impostazione
figurativa, si propone con elementi essenziali
assai caratterizzati e costanti – piccole case
bianche, cieli, colline – ordinati in composizioni
variate continuamente, al punto da svuotarsi
di ogni connotazione naturalistica e definire
le proprie qualità estetiche unicamente
attraverso valori di organizzazione costruttiva.
Milano, Galleria 70. Sino al 4 maggio 2014.
Per informazioni 02 6597809
GIANFRANCO PARDI
La Fondazione Marconi presenta una mostra
incentrata su alcune opere degli anni Settanta
dell’artista milanese Gianfranco Pardi, a due
anni dalla sua scomparsa. L’intera opera di
Pardi, di ambito strutturalista e concettuale,
si basa sullo studio dello spazio e sul rapporto
tra astrazione e costruzione. La costante,
che attraversa tutto il suo percorso artistico,
è l’integrazione rigorosa di pittura, disegno e
scultura nell’ambito di una ricerca sviluppatasi
dagli anni sessanta. Milano, Fondazione
Marconi, sino al 10 aprile 2014.
Info 0229419232
33
ARTECULTURA
ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’
Poesia e Psicanalisi
Quale diversità e affinità di incontri
Detto senza alcuna presunzione,
l’argomento che ci poniamo vuole
solo tentare di avvicinare per lo meno
una parte interessante di quei tanti interrogativi che la poesia e la psicanalisi a confronto possono inevitabilmente dar luogo per radice storica,
pratica di ruoli e finalità evoluta di
conoscenza. Volendosi così domandare con uno specifico riferimento alla
poesia, intesa ben al di là dei dialetti,
metriche, lingue, stili ed epoche, si
presenta spontaneo sostenere che la
poesia si antepone alla stessa storia
dell’uomo e che è solo dal più remoto
paleolitico, quando il desiderio innato di linguaggio dell’uomo con l’evoluzione scoprirà la parola, che man
mano poi sostituirà sempre più il linguaggio universale dei gesti. Una considerazione che però induce a riflettere se l’abbandono del linguaggio universale dei gesti, sia stato un bene ovvero no. Un interrogativo che permane, anche se le deduzioni evolutive della nostra vita hanno raggiunto modelli
di comunicazioni che sono più universali dei gesti che nella spontaneità avvantaggiavano l’indipendenza della persona. Invece l’organizzazione che n’è
seguita, disciplinando il rigore di determinati modelli, ha quanto meno limitato una parte dell’originale indipendenza della persona. E poi non si
deve sottovalutare che il linguaggio dei
gesti nell’uomo si manifestava nello
stimolo diretto della natura, quel fattore dal quale l’evoluzione letteraria
si è invece sempre più allontanata dando all’esercizio espressivo sulla natura, orale o scritta, più un riferimento
di metafora che il suo diretto orientamento. Un aspetto che, tuttavia, non
cancella l’incognita che permane e da
cui ognuno di noi può dedurre la risposta che meglio ritenga opportuna.
O, forse, questa vaga considerazione
può anche interessare l’aspetto che più
avvicina la risposta che manca o
scontate sottigliezze?
34 ARTECULTURA
Interessante è sapere che sia la
“Poesia della natura” come “Costume poetico” che ARTECULTURA intuisce e sostiene, possono far radici
nell’apparente vaghezza dalle menzionate riflessioni. Senza tuttavia sorvolare propositivamente che come sono
differenti le fisionomie visuali delle
persone, in parallelo di natura, ognuna
poi fermenta e gestisce la sua energia di poesia, motore del cervello.
Quella tuttora sconosciuta carica poetica, sia pure differenziata da persona a persona che, se celata ovvero impedita nel moto della sua spontaneità
fisiologica che la caratterizza, può dar
luogo a scompensi psicologici nel
soggetto umano quali ansia, paura, angoscia, tensioni varie etc. che la psicanalisi pratica e sperimenta da oltre
un secolo.
Problemi soggettivi che l’intervento psicanalitico tenta di guarire tramite il materiale fornito dal paziente
allo psicanalista nella sua prestazione. Ed ancora un modo per sostenere
come non si possono conoscere in
tutta la profondità delle loro origini
emozioni, pulsioni, rimozioni, stimoli, spinte creative o tensioni di ogni
tipo, senza prevenirle domandosi in
profondità su quella “Poesia della natura” sulla quale ARTECULTURA
s’interroga da tempo. L’avanzata intuizione di Psicopoesia che l’attuale psicanalisi tuttavia ignora. L’aspetto che
ci rende dubbiosi su come mai il pur
sempre geniale medico-scienziato
Freud, pur intuendo la Psicanalisi,
non seppe però prendere in dovuta
considerazione lo stimolo innato della sua poesia e di quella classica della
quale possedeva un’abbondante nozione tanto indispensabile all’affermazione della sua stessa Psicanalisi. Infatti
nella sua grande opera Freud non ha
dato l’opportuna importanza alla poesia ma ha preferito dell’altro. Certo
che le nostre osservazioni sono pure
intuizioni maturate riflettendo nel
tempo su decine e decine di migliaia
di componimenti poetici pervenuti nei
decenni per libera adesione alle rassegne poetiche di ARTECULTURA
promosse sempre fuori dal tempio vanitoso delle classifiche. Non sorvoli
su questo l’odierna Psicanalisi. Può rivelarsi molto utile rifletterci un po’ sopra. Mentre le neuroscienze a questo
riguardo si pensa che si siano avvicinate non di poco all’origine conoscitiva e sul ruolo della poesia nella società. Poi a questo riguardo basterebbe consultare e riflettere con una certa luce mentale sull’interessante volume di uno dei pionieri delle
neuroscienze, il premio Nobel Eric R.
Kandel autore de L’ETÀ dell’INCONSCIO, ARTE, MENTE E CERVELLO
DALLA GRANDE SCUOLA DI
VIENNA AI NOSTRI GIORNI Raffaello Cortina Editore, Milano. Si comprende così, in senso anche strettamente personale, nella condizione di
principio, di quale energia sia dotata
la poesia. La sua infinita carica che
origina dal più profondo ventre della
natura, dalla sua particolare biologia.
Il volume succitato non parla di poesia, menziona il termine una sola volta nelle sue intense 622 pagine. Ma
significativo, a questo riguardo, è lo
stretto rapporto nella Scuola di
Vienna tra Freud, Schnitzler, Klimt,
Koko- schka, Schiele ed altri, a riferimento dei collegamenti tra cervello ed immagine pittorica. Sorge allora l’interessante collaborazione psicologica dalla quale è possibile dedurre senza troppi problemi l’importanza di fondo della poesia. L’essenzialità dell’energia preistorica che da
sempre dà respiro al mondo e dalla
quale viene generata la parola e quella
poetica in particolare. Per cui si consiglia a quanti interessati all’argomento di consultare il menzionato volume per afferrare mediante i vari testi
specialistici e la personale riflessione, una più chiara idea sull’origine e
ruolo della Poesia della natura”.
Per cui data la vastità dell’argomento, detto sempre in sintesi, anche
se la Psicanalisi può essere ritenuta
una moderna biologia della mente, di
fatto, a cospetto dell’attività che sintetizza il suo svolgimento psicologico e clinico, permane comunque una
disciplina, una branca interessante del
sapere odierno, senza tuttavia raggiungere quell’avanzata conoscenza che
scaturisce dalla remota forza della
Poesia della natura. Un aspetto illimitato che interessa quella specifica
poesia che riteniamo sia dentro il nostro DNA (e non solo...) che concettualmente poi fa riferimento e fermento all’insieme universale del
mondo. E lascia anche intendere come
nell’infinito e, con nostra metaforica
allusione, la poesia sia la madre
generatrice del tutto di ogni tempo e luogo. Tanto da farci premettere e sostenere che se non ci fosse la
Poesia non ci sarebbe nemmeno il
Sole che noi ammirevolmente amiamo come la stella che illumina tutto
l’immaginario della nostra esistenza.
La Psicanalisi, come la psichiatria,
studia certamente la complessità del
nostro cervello, le specifiche parti e
ruoli dei componenti della scatola
cranica onde penetrarne le funzioni e
ruoli sempre più appropriatamente ed
analizzare i connessi rapporti tra le
parti in modo da poterne intuire i disagi per intervenire sugli effetti devastanti non sempre facili da rilevare,
anche quando per la diagnosi del disagio se ne intuiscono le cause. Il
raggiungimento dello sperato equilibrio psicologico di un paziente prima
dell’incoraggiante parola o del farmaco, riguarda pur sempre la condizione soggettiva del singolo e l’illimitato mondo della poesia. Per cui, esperienza positiva a parte, lo psicanalista
dovrà di volta in volta domandarsi sulla
particolare situazione del paziente, un
fattore ben diverso dallo stimolo primario che interessa il mondo della
Poesia della natura che riguarda
l’equilibrio della prevenzione nella
sua autocura. Fattore, che anche quando l’esperto psicanalista raggiunge
l’inconscio del paziente per conoscerne le cause remote del disagio, riguarda pur sempre l’ipotesi probabile e non
il contatto permanente della diretta
energia della natura con cui la poesia
(in teoria...) previene ogni condizione di disagio psicologico. Tanto da
farci sostenere che gli stessi neuroni
e tutta la presenza della condizione
neuronale, mancante lo spirito attivo
della poesia, si spegnerebbero nell’insignificanza. La poesia, di fronte
alla vita, in tutte le sue manifestazioni, si potrebbe anche definire come
la sorgente dell’equilibrio in quanto
il suo fine naturale, appunto, rimane
essenzialmente una continua ricerca
dell’equilibrio, sia quando si tratta di
problemi psicologici che impegnano
l’attento psicanalista, sia se interessa
una frana di un dissesto geologico,
eruzioni vulcaniche e terremoti compresi. Infatti riguarda sempre e comunque una ricerca di equilibrio. Allo
stesso modo la prestazione di un medico o di un chirurgo, di uno psichiatra o di uno psicanalista, stringi stringi poi inevitabilmente alla fine riguarda sempre una serena ricerca di
equilibrio, un radicale fatto di Poesia della natura che ricusa ogni genere di subordinazione. Al contrario
della Psicanalisi che invece concerne l’osservanza di precisi interventi
che muovono sempre e comunque da
un collegamento di dipendenza. Questa per noi la differenza di principio
tra Poesia e Psicanalisi.
Un confronto che va ancora molto esteso ed approfondito nella sua
attuale accennata situazione, anche se
non si può dubitare che il nostro iniziale orientamento abbia imboccato la
strada maestra onde prevenire in continuità lo stato di salute della persona
di cui la nostra disagiata convivenza
sociale necessita.
Non dice tutto e viene a mancare
di molto quando uno psicanalista osserva le regole della sua prestazione
professionale senza poi ulteriormente domandarsi fin dove queste regole
corrispondano all’autentico valore
umano come principio dignitoso della persona che ricerca una sua naturale sicurezza, diversa dal cancrenoso
potere delle armi. Quei terribili mezzi di distruzione che annientano l’indispensabile spirito d’indipendenza e
di creatività della persona, della sua
innata energia di creatività poetica.
Un campo al quale, come già accennato in precedenza, la Psicanalisi può
oggi contribuire molto, specie dove
la scienza medica è carente, perché
si preferiscono le stragi di stato alla
concordia vitale dell’uomo. Ma la
scienza e la cultura a cosa servono,
per vivere o morire? La ragione per la
quale noi sosteniamo la conoscenza
della Poesia della natura che inevitabilmente aiuta a diventare consapevoli psicanalisti di se stessi e della
pacifica convivenza. E Freud ci sembra che l’avesse anche intuito, ma non
è stato coerente con la poesia.
La poesia viene molto prima della
storia vissuta dal genere umano e non
come teoria delle eludibili possibilità, ma come essenza di certezza che
origina dalla profonda conoscenza di
se stessi. Un argomento nel quale
Socrate non ha mentito, ma ha detto
una grande verità che scavalca tutte le
censure delle barbarie dei poteri. E
detto schiettamente, la Psicanalisi
soprattutto deduce mentre la Poesia
della natura chiarisce e ti pone direttamente nel collegamento con il
mondo. Ti fermenta nei desideri e ti
dice come appagare il tuo spirito di
libertà solare e di pane quotidiano.
Socrate, lo dobbiamo ripetere, è stato l’artefice della grande verità universale, sostenendo la conoscenza di
se stessi. Ma non ha indicato come
divenire se stessi, che qui invece si
ritiene il nocciolo della Poesia della natura.
La poesia letteraria pavoneggia il
dolore a male necessario per comprendere il bellicoso mondo in cui viviamo, mentre la Poesia della natura lo previene disponendo le nostre
emozioni alla ricerca e funzionalità
dell’equilibrio che avversano ogni lavaggio del cervello di cui la società è
tuttora continuamente succube. Ed a
riguardo è la cultura generale delle popolazioni che deve evolversi ed orientarsi sempre più come Costume poetico. Quella libera socialità capace
di valorizzare nell’uomo il naturale
principio d’indipendenza e di partecipazione propositiva nel libero stimolo della poesia.
Il Disarmo, come la pace, non si
realizzano sul lettino dello psicologo, ma scoprendo quella rigenerazione
di sicurezza di moltitudini verso cui
la psicanalisi tuttora non si attiva
come impegno di valore umano reale,
ponendo di finalità sociale gli occhi
sperimentali della propria mente.
Giuseppe Martucci
35
ARTECULTURA
Umanità poetica - Costume poetico
“La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni”
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della
poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione.
Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio
la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere
divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli
Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.
VERBO DIFFERIBILE
(della flessibilità autopoietica)*
*24 Ottobre 2013Giornata Mondiale
del Disarmo- Nei principi universali
dell’O.N.U.
Io parassita
Tu parassiti
Egli parassita
Noi parassitiamo
Voi parassitate
Essi Parassitano
A causa del potere
Vincenzo C. Ingrasscì
UN CUORE GIOVANE
Il corpo regredisce, ma il cuore
sempre giovane rimane. Nascono
affetti dentro di noi che nascondono sentimenti profondi, mal
celati, ma sempre positivi. La
vita offre ancora sprazzi di
gioia, nei pensieri vivaci e nelle speranze irraggiungibili, ma
l’illusione è un aiuto confortevole, per chi giovane non è più.
Stefania Minotto
RIDI PAGLIACCIO
(come nell’opera di Leoncavallo)
Una figura bianca
tra costumi azzurri, rossi, verdi, gialli.
Una faccia stanca, pallida e smorta,
tra i volti rubicondi e sereni
della gente assisa in platea.
Una figura triste prossima al pianto
tra le risa contente e i lazzi.
Un pensiero fisso che rode il cuore:
un dolore struggente che non sa finire
tra lo spensierato fluire del mondo.
Una rappresentazione allestita
per cancellare un tradimento d’amore.
Uno spettacolare dramma di vita
che tutti applaudiranno calorosamente
tanto è vero e così bene interpretato.
Fabiano Braccini
36 ARTECULTURA
CODICE ROSSO
APRIL 2010
In un attimo la vita di un uomo nelle tue mani
arresta tutti i tuoi pensieri
stringi al tuo cuore la sua anima
in quei pochi secondi sei il filo
/ che lo lega al domani.
Ora senza respirare con tutte le tue forze
lo strappi al buio assoluto riportandogli la luce
ancora una volta per potergli dire:
Papà ti voglio bene!!
Dario Carrera
Adèss la primavera l’è tornada
la sces l’ha casciaa foeura i sò primm foeuj
l’aria col primm sô la s’è scaldada
ma el bombonin de nid lìè restaa voeui.
SUONO STORPIO...
è ARRIVATA SORELLA
Arida campana storpia...
Nella vicinanza del meriggio
Porti notizia di sorella morte
Per tre volte soffocata parli
E il ricordo piomba nella paura
Di una quotidiana convivenza
Ultima lacerazione
Di una voce che annuncia la risurrezione
Stonata perché ora è sola
Così il mio cuore
Nell’attesa dell’incontro
Manca di pienezza storpiato dal peccato
E nel campo così nella casa
Si alzeranno grida di dolore
Perché è arrivata nostra sorella
Sorella che ci condurrà dal Padre
Dove finalmente percorreremo il sentiero
Nelle vie limpide e torbide
/ del dono della vita.
Giacomo Belluco
ALLA FERMATA DEL TRAM
Alte antiche case,
insegne luminose alle spalle.
Sopra di me un cielo offuscato
/ da sbiadite nuvole,
qua e là macchiato da qualche stella.
Un ripetitivo rumoroso suono sui binari.
Ecco: è finalmente giunto il tram
che mi porta a casa.
Luisella Ruzza
Mì el scigni cont el coeur pien de speranza
perchè mì speri de vedètt rivaà
dòpo tan temp passaa in lontananza
e con la nostalgia de tornà a cà.
Te spètti e vardi l’orizzont là sù...
Passen i dì e s’intristiss el coeur
la piuma grisa la dondòna pù
anlee la par capì tutt el mè doeur.
T’è piasuu fòrsi domà cambià paes...
ma mi tegnaroo car quèll piccol nid
e lassaroo in doe l’è, denter la sces
e strengiaroo la piuma tra i mè did.
Enrica
LO SPETTRO
Dentro casa, io lo avverto,
quello sguardo, che si aggira,
per scrutare, il movimento,
tra le stanze, e la cucina;
dentro casa, lo respiro,
quel silenzio, senza fine,
che mi spegne, le parole,
sulla porta, alla luce,
del confine.
Circondata, dal pensiero,
che rapisce, all’improvviso,
mi sorprende, questo pianto,
sovrapposto, al mio sorriso;
pugnalata, dal mistero,
condannata, all’illusione,
io ferisco, la memoria,
per lasciare, sotterrata,
l’emozione.
E lo spettro, che si muove,
sussurrando, nell’orecchio,
il segreto, ben risposto,
nel riflesso, di uno specchio;
è lo spettro, che seduce,
risoffiando, sul dolore,
labirinto, senza uscita,
la prigione, dove batte,
un altro cuore.
Luca Clementi
ESTATE
Santo Giunta
Lento un messaggio per la via
e racconto un tempo solo
dove nella nullità canta
estati grandi e nuove.
Tempo diverso e unito
nell’insegna che canta
un passato silenzioso e alto
e stretta nel tempo nuovo
conta un canto di passero.
Terrò lieto una storia
narrata sui banchi di scuola
dove la fantasia vola
e nel silenzio del giorno
un nuovo giardino fiorito
spezza il rampo alto
sulla collina fiorita.
Guarderò il lago di sera
nella notte insonne
e cupo nel ritorno
intavolerò una memoria
custodito sotto questi
tralci d’una e osserverò
un sogno a distanza
dove il tempo è solo.
Alda Fortini
L’arte non è mera opinione personale né tantomeno ricorrenza artificiale
che enumera l’attualità in economia degli eventi. Santo Giunta, nato a
Milena (CL) il 12 ottobre 1973, vive i quarant’anni in provenienza
dell’esperienza quinquennale iniziativa nel luogo d’origine e propagatasi
altrove, anche a contatto con artisti del circuito nazionale ed internazionale,
legatasi ad esperienze degli anni più giovanili sia dal punto di vista
professionale che amatoriale, assurta nel quinquennio 2008-2013 di
maturazione (e comprensione) nell’arte come pura espressione personale
in strictu sensu palingenesi che fin dall’eterno ritorna. La propensione
naturale per la musica, riguardo, nel particolare, la scrittura d’essa che
diviene poesia attraverso la tecnica del dripping (abusata dagli altri) come
note musicali su un fondo nero emblema del blues, passione musicale
dell’autore, che esprime l’eterno default umano, morale e culturale in una
sintesi che comprende le due nature, umana e metafisica quasi ad opporsi
senza che l’una escluda l’altra, divenendo indice della necessaria catarsi
attuale e trovando cittadinanza nell’arte come commistione pittura-scultura,
ab initio nel dare forma e senso a idee preesistenti come piccole installazioni
(ovvero forme già pronte nelle quali è già visto l’evento artistico) con
elementi naturali (particelle della propria natura), per poi, interpretarla
appieno, interiormente (e tecnicamente). Dal solipsismo iniziale, rende la
materia del proprio pensiero in pitture-sculture in tecnica mista dove ogni
pannello equivale ad una esecuzione musicale. Il fenomeno del doppio
vissuto. L’esperienza acquisita lo conduce all’arte come servizio sociale
interpretando l’attualità (communis opinio) come racconto narrativo della
riluttanza dei cittadini verso la politica o sarebbe meglio dire verso i politici.
L’urlo del Mississippi! Si riverbera nella solidarietà divenendone protagonista,
l’essere livellati dall’agire solidale di necessità, in favore dei bambini del reparto
oncoematologico dell’Ospedale Civico di Palermo, l’arte vissuta come servizio
Vincenzo C. Ingrascì
sociale.
[email protected]
[email protected]
L’OFFERTA DELLA
PRIMAVERA
Danza vibrante
spuma odorosa
visione leggiadra
rosata aurora
purezza sorgiva
clessidra
nel tempo
giovinezza
vigorosa
del rinnovamento.
Fiore d’arancio
di mandorlo
soavemente
vestita da sposa,
che accarezza
intenerisce
abbellisce
infiora;
ogni Nazione
ogni luogo
ogni bimbo
ogni piccola cosa.
ERO
MAREGGIATA
D’AGOSTO
Mario Ferrario
Ero forse una stella
mi sono bruciato
diventando un buco nero.
Nelle stelle non brillo più
mi sono spento... io?!
Fabio Gibillini
Ecco,
giungono le onde immense,
una serie infinita,
che sulla spiaggia
si abbatte con forza e fragore.
Io, sgomenta,
guardo il loro infrangersi
sulla dura barriera del molo.
Poi, un’esclamazione irrompe
all’avvicinarsi di un muro d’acqua.
Resto senza respiro,
con timore, allo schianto
delle sette memorabili onde
ed esplode un applauso
dai presenti,
per tanta potente
commovente bellezza.
Marialda Ciboldi
ORE 10
Nella velleità chiacchierona
le parole non hanno un senso
ed il costume è coatto
solo amarezze di sudditi
e non più solari cittadini
si sente la mancanza
dell’amico suicida
causa il fisco...
E lui malconcio all’imbocco
di via Broletto a Milano dormiva
tra vecchie coperte umide d’acqua
sotto il porticato bancario UniCredit
davanti l’entrata taciturno e rassegnato
allungato per terra penava la sua esistenza
ore 10: 7 febbraio 2014
l’indifferenza è miope...
Giuseppe Martucci
37
ARTECULTURA
Daniela Rocco Minerbi
DALLE HAWAII ALL’ITALIA
Dall’incantevole paesaggio delle
Hawaii, dove da anni risiede, la pittrice
Daniela Rocco Minerbi non ha tuttavia
rinunciato ai suoi molteplici legami
culturali, artistici, professionali con
l’Italia, che in fondo costituiscono un
ulteriore arricchimento per affinare
la sua pittura e più in generale il suo
confronto con i vari stimoli della
società contemporanea, le sue
contraddizioni e possibilità.
L’artista, fra l’altro, è molto
impegnata sui problemi della pace, del
disarmo e collabora attivamente con
diversi organismi internazionali che
spaziano dalle questioni legate all’etica
solidale, a quelle di prospettare nuovi
rapporti economici, sino alle complesse problematiche ambientali. Da
ricordare inoltre come la stessa
Minerbi sia stata insostituibile ed attiva
collaboratrice dell’importante rassegna sul Disarmo, promossa da
Artecultura e svoltasi nel 2010
all’Università di Honolulu
Ed è a partire da queste premesse
allora che si può comprendere più in
profondità la pittura di Rocco Minerbi
come del resto è ben documentata dal
dipinto La conversazione di tre amici e
la luna in cui sono raffigurati Padre
Davide Maria Turoldo, personalità
straordinaria di sacerdote e di poeta
con cui l’artista ebbe un continuo
dialogo culturale, il padre dell’artista
Giuseppe Rocco e Zaira di Nomadelfia.
Dipinto nel quale, quasi in una
atmosfera da sacra conversazione,
l’atmosfera evocativa del ricordo
traspare nel suo suggestivo incanto
volto a far rivivere persone, pensieri,
situazioni. Un’opera segnata da un
orientamento meditativo che fra l’altro
è stata donata al centro Studi sulla
Pace Sereno Regis di Torino. Tuttavia
la creatività della pittrice spazia anche
nel genere del paesaggio e da questo
punto di vista non poteva mancare il
confronto con le infinite bellezze
della realtà hawaiana, quali si evincono
dall’opera pubblicata. Anche in questo
caso si avverte con chiarezza come
l’artista sappia intelligentemente
evitare la tradizionale rappresentazione puramente descrittiva, spesso
38 ARTECULTURA
Il Naviglio a Milano in visione notturna
Hawaii, Waikiki Kaimana Beach di notte
pervasa dalle consuete intonazioni
cartolinesche, per sviluppare, invece,
il paesaggio in una chiave surreale,
lirica, rivelando quindi il dato
emozionale, evocativo dell’immagine.
Anche gli altri due dipinti realizzati
dalla Minerbi sono stati donati, in
quest’ultimo caso alla Lei For Economic Justice, a voler sottolineare
ulteriormente l’impegno dell’arte
verso le drammatiche condizioni in
cui versa ancora una parte assai
rilevante dell’umanità. E se l’arte non
può direttamente porre soluzioni,
tuttavia è nella sua possibilità di creare
un clima favorevole di reciproca
fiducia e comprensione che consenta
poi eventualmente di avviare le attese
soluzioni. Una visione dell’arte, quella
della Minerbi, che non si lega ad un
principio ideologico, ma ad una
dimensione essenzialmente neoumanistica di cui fra l’altro si avverte
un urgente bisogno. Un impegno al
quale la Minerbi, come del resto
Artecultura, non negano il proprio
consapevole e costruttivo apporto.
Marpanoza
L'AUTODIDATTA NELLA STORIA
Personaggi, avventure, intuizioni
Nasce a Blackheath, in un sobborgo di
Londra da due professori gallesi, della
London University, che per lei sognavano un tranquillo futuro d’insegnante. Mary Quant studia al Goldsmiths College prima di diventare
stilista. A sedici anni però, decide di
andarsene di casa per vivere la
"bohème" a Londra. Qui conosce
Alexander Plunket Greene, appartenente ad una nobile famiglia inglese
e nipote di Bertrand Russell, anch'egli
smanioso di libertà e di stravaganze. I
due iniziano un divertente ménage:
mangiano quando hanno soldi, viaggiano come possono, si vestono come
passa loro per la testa. Mary ha una
predilezione per le gonne corte e gli
stivaletti, Alexander si adatta. I due
fanno amicizia con un ex avvocato
diventato fotografo, Archie Mc Nair, e
quando Alexander per il suo ventunesimo compleanno eredita dei soldi,
decidono, con l'aiuto di Mc Nair, di
comperare una casa. Nello scantinato
aprono un ristorante ed al primo piano
la boutique Bazaar (1955). La boutique
è situata sulla Kings Road a Londra, e
tra i giovani ha un successo immediato:
finalmente hanno trovato qualcuno che
la pensa come loro, che vive come
loro e che capisce perfettamente quello
che può piacere a loro. I giovani del
Paese più conformista d'Europa sono i
primi a sentire la necessità di cambiamenti che, per spezzare la tradizione
ed imporsi all'attenzione, devono
essere necessariamente estremi. La
frattura con il vecchio mondo è
rappresentata dai capelli lunghi per i
ragazzi, dalle gonne corte per le ragazze
e dalla musica dei Beatles.
I londinesi dapprima ridono della
boutique di Mary e del folcloristico
gruppo di giovani che la frequenta, ma
poi la curiosità attira gente del mondo
del cinema, del teatro, dell'arte.
Arrivano i soldi e Mary, che nel
frattempo si è sposata con Alexander,
apre un altro negozio nell'aristocratica
Brompton Road a Knightsbridge. Icona
della Swinging London sarà anche
brillante imprenditrice: fonda nel 1963
il "Ginger Group" per esportare i suoi
prodotti negli USA, lancerà una linea
Mary Quant
di cosmetici nel 1966 e una collezione
di calzature nel 1967. Nel 1966, riceve
dalle mani della regina Elisabetta,
l'onorificenza di Cavaliere della
Corona Britannica, che l'anno prima
era stato dato ai suoi idoli: i Beatles.
Lo scrittore Bernard Levin la definirà
"High Priestess of Sixties fashion",
l'alta sacerdotessa della moda degli
anni sessanta.
LA MINIGONNA
La minigonna, generalmente detta
mini, è un tipo di gonna con l'orlo
inferiore che arriva molto sopra le
ginocchia (lunghezza variabile a
seconda dei modelli, nei primi 10/15
cm o più sopra la linea delle ginocchia,
successivamente anche più corti),
mostrando quindi parte della coscia.
Può essere aderente (eventualmente
con spacco centrale o laterale) o meno
ed è realizzata in vari tessuti (jeans,
similpelle, cotone, PVC, ecc.). Il
termine mini è stato poi applicato
anche ai vestiti che scoprono le gambe
come le minigonne, nati nello stesso
periodo, definiti mini-abiti.
Generalmente la sua ideazione viene
indicata come opera della stilista
britannica Mary Quant (ma la vera
origine è dibattuta e contesa da altri
stilisti) e divenne popolare dagli anni
sessanta, per cui da molti è stata
considerata uno dei simboli della
Swinging London. Durante i suoi
decenni di esistenza è stata più volte
dichiarata morta sia da critici di moda
che da diversi stilisti ma, seppur con
diverse variazioni nella sua diffusione,
il capo è rimasto in uso in molti paesi
del mondo ininterrottamente dal
momento della sua creazione ad oggi.
Swingin London
La Swinging London è inevitabilmente
legata alla figura storica di Mary Quant.
Swinging London è un termine che
viene genericamente applicato ad un
insieme di tendenze e dinamiche
culturali che si svilupparono in Gran
Bretagna (e a Londra in particolare)
negli anni sessanta. Gran parte di questo
fenomeno vide la gioventù orientarsi
verso il nuovo e il moderno, e risultò in
una rivoluzione culturale nel Regno
Unito. Fu un periodo di ottimismo e di
edonismo, come furono gli anni
sessanta per gran parte del mondo
occidentale.
Il termine (dall'inglese to swing –
"oscillare" o "dondolare") venne coniato
in un articolo sul TIME del 15 aprile
1966, ma veniva usato già in precedenza
per indicare qualcosa che dondola,
oscilla, nella fattispecie, seguendo la
moda del momento. Esso riguardò
soprattutto la musica pop del periodo,
quando allora gli artisti britannici
dominavano l'industria discografica
mondiale, ma anche la moda, la
fotografia, il cinema e le arti (pop art,
ecc.). I suoi simboli principali furono
i Beatles e i Rolling Stones, seguiti poi
dagli Who, nonché la moda delle
minigonne. Uno dei catalizzatori di
questo fenomeno fu il recupero
dell'economia inglese dopo il periodo
di austerità e razionamenti del dopoguerra, che durò per gran parte degli
anni cinquanta.
Blow-Up, il celebre film del 1966 di
Michelangelo Antonioni, illustra il
gusto dell'epoca. Un altro film,
decisamente più leggero, ambientato
nella Swinging London è Absolute
Beginners (1986), diretto da Julien
Temple, ispirato all'omonimo romanzo
di Colin MacInnes (intitolato, però,
Principianti assoluti nell'edizione
italiana). Un altro documentario
fortemente rappresentativo del periodo
è Tonite Let's All Make Love in London
di Peter Whitehead.
(Aoristias)
39
ARTECULTURA
TURISMO & POESIA: IL LUOGO DEL MESE
VAL D’OSSOLA
Panorama della Val d’Ossola
La Valle Ossola, o anche Val d'Ossola o
semplicemente Ossola, è un'estesa valle della
Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e corrisponde al bacino idrografico del fiume Toce.
Comprende sette valli laterali principali: Valle
Anzasca, Valle Antrona, Val Bognanco, Val
Divedro, Valle Antigorio, Valle Isorno, e Val
Vigezzo. Inoltre fa parte dello stesso bacino
orografico la Val Formazza segmento superiore
della Valle Antigorio. Il centro di confluenza
dell'intera vallata è Domodossola e gli altri
principali centri sono Villadossola, Ornavasso e
Crevoladossola. Comprende 38 comuni e conta
67.531 abitanti. Il primo accenno alla denominazione Ossola è del geografo Tolomeo
vissuto nel II secolo d.C., che nomina una Oskela
(o Oskella) Lepontíon, Oscella dei Leponzi, in
riferimento alle popolazioni di Leponzi che
l'abitavano. In un'opera geografica anonima del
VII secolo d.C. (il cosiddetto Geografo Ravennate)
il nome appare come "Oxila" o "Oxilia" e Joannes
Georgius Graevius, nel Thesaurus antiquitatum
et historiarum Italiae: Ligurum et Insubrum, seu
Genuensium et Mediolanensium pubblicato nel
1704, identifica la Val d'Ossola come Municipium
Ocellum (e Domodossola è detta Ocella).
GEOGRAFIA
La Valle Ossola è raffigurabile come una grande
foglia di acero, le cui nervature sono costituite dai
fiumi e torrenti che percorrono le valli e le montagne
laterali, i quali confluiscono nella nervatura
centrale, rappresentata dal fiume Toce. Gli estremi
della foglia rappresentano i confini settentrionali
dell'Italia, mentre il picciolo si estende fino a
raggiungere il Lago Maggiore. Si è soliti
suddividere la vallata in Ossola Inferiore, che
aveva capoluogo Vogogna, e Ossola Superiore
con capoluogo Domodossola.Nella valle sono
stati istituiti il Parco naturale dell'Alpe Veglia e
dell'Alpe Devero, Parco naturale dell'Alta Valle
Antrona, il Parco Nazionale della Val Grande oltre
al Sacro Monte di Domodossola, Riserva Naturale
Speciale, patrimonio mondiale dell'Unesco dal 2003.
CLIMA
L'Ossola è caratterizzata da un clima temperato,
40 ARTECULTURA
che è tuttavia pesantemente influenzato dai rilievi
alpini. Moltissimi sono i fattori che modificano il
clima dei singoli distretti territoriali nella zona. Tra
questi vi è l'altitudine, il tempo di insolazione
giornaliero, la piovosità e la ventosità. I venti
secchi e freddi del nord sono frequenti in inverno,
anche se non manca la presenza di venti caldi
come il Favonio (Föhn). Da aprile a settembre
lungo la valle soffiano invece semplici brezze.
Anche la vicinanza ai laghi prealpini, (Lago
Maggiore, Lago d'Orta e Lago di Mergozzo) e alla
Pianura Padana contribuiscono a modificare il
clima della zona. Infatti, le masse d'aria umida che
si formano in questi siti, risalendo le pendici dei
monti ossolani, provocano violenti temporali: per
questo motivo l'Ossola è una delle aree più piovose
d'Italia. La neve tutti gli inverni copre le principali
vette e contribuisce al sostentamento dei ghiacciai
perenni, come quello del Monte Rosa, mentre è
meno frequente osservarla nel fondovalle. Negli
ultimi anni è aumentata la presenza di grandine, di
nebbia e di trombe d'aria, che causano numerosi
danni alle coltivazioni e agli edifici. Il clima di
fondovalle, ove sorgono i principali centri abitati
(Domodossola, Villadossola, Ornavasso e
Crevoladossola) è caratterizzato da inverni freddi
ed estati calde, lunghi periodi di siccità con
successive piogge abbondanti. Queste precipitazioni ingrossano i rii e i torrenti, determinando
spesso alluvioni, come quella famosa dei giorni 7,
8 e 9 agosto 1978, che provocò la morte di 19
persone, e quella dell'ottobre 2000, che causò
invece la morte di 13 persone nella frazione di
Gondo.
In questa valle durante la seconda guerra mondiale
dal 10 settembre al 23 ottobre 1944 vi fu la
straordinaria esperienza della Repubblica
dell’Ossola. I partigiani del CLN l'8 settembre 1944
attaccarono le truppe fasciste di stanza a
Domodossola, sconfiggendole e, dopo averle
scacciate, parlarono di "territorio liberato"; solo
in seguito, sull'esempio di zone come la Repubblica
del Corniolo, la prima repubblica partigiana
nell'Italia del nord, si cominciò a usare l'espressione
"repubblica" dell'Ossola. Info www.ossola.com
Lustrascarpe
Nella vecchia Portici, in Piazza S.Ciro,
dove un tempo sostavano i tram per Napoli,
lavoravano alcuni lustrascarpe strategicamente sistemati per strada, sui tre
gradini del vecchio Bar Guida, di fronte
ad un chiosco dell’acqua. Gli attrezzi del
lustrascarpe consistono in una sedia, una
cassetta di legno dalla quale sporgono
due sagome, dove il cliente poggia i piedi,
vari tipi di spazzole, lucido, anilina nera
o marrone, a secondo del colore delle
scarpe da lucidare. La pulitura delle
scarpe costava poco e l’attività riscuoteva
successo perchè la gente non poteva
permettersi il lusso di comprare il lucido
per le scarpe…, altrimenti non si capisce
perché mio padre mi mandava dai
lustrascarpe con le sue scarpe, per farsele
lucidare. Ma forse c’è un’altra ipotesi: in
quei periodi era di moda andare in giro
con le scarpe lucide. Di fronte a quella
teoria di artigiani, c’erano altre bancarelle, come quelle dove si caricavano di
gas gli accendini o si riparavano gli
orologi. Ricordo però che i lustrascarpe
porticesi erano adulti e, sebbene dopo
l’ultimo palazzo della periferia nord di
Portici ci sia subito Napoli, non c’erano
i sciuscià napoletani (la parola deriva
dall’inglese shoeshine lucidascarpe), cioè
quei bambini di età compresa a tra i 7 e
i 12 anni che, negli anni immediatamente
successivi alla seconda guerra mondiale,
durante l’occupazione alleata si prestavano a fare i lustrascarpe .Questi
famosi "scugnizzi" vivevano arrangiandosi per le strade dei quartieri
napoletani più poveri, soprattutto pulendo
le scarpe o dedicandosi spesso anche a
piccoli traffici illeciti con i soldati. La
parola sciuscià fu diffusa dal film omonimo
del 1946 di Vittorio De Sica.
Fra i personaggi famosi di origine italiana
di cui è noto che svolsero questo mestiere
in gioventù ci sono, tra l'altro Giuseppe
Petrosino e l’attore Al Pacino. In Italia
forse esistono ancora i lustrascarpe e mi
risulta che nel 2012 a Caltanissetta, ne
siano restati in attività solamente due dei
trentadue che esercitavano questo mestiere
nell'immediato dopoguerra. Credo che
questo lavoro sia ancora esercitato in
alcuni paesi del terzo mondo, in Asia,
come in Thailandia, in Africa o addirittura
nel nord del Mediterraneo, in Egitto. In
quest’ultimo paese, mi è capitato più volte
mentre camminavo di sera per le strade
turistiche di Hurgada, sul Mar Rosso, di
imbattermi in un lustrascarpe improvvisato,
in agguato senza bancariello né sedia per
il cliente che, armato di poco, ha tentato di
lucidarmi le scarpe, cosa che non ho mai
permesso per evitarmi lo stress della
contrattazione per il costo.
Antonio Fomez
Costume Poetico
per il Disarmo
XLII Edizione Poesia Pace 2014. Scadenza 30 giugno 2014
Al Martirio Ignoto dell’Umanità poetica repressa nello stimolo vitale della sua Poesia di Natura
e condannata a vivere di stenti e morire di scempio bellico nella congiura delle varie maschere di
potere e l’incoscienza della sua violenza. Per cui il pacifico equilibrio della libera convivenza
rispecchia di primigenia libertà l’infinito culturale del Costume poetico per il Disarmo
Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa per il disarmo può essere effettuata tramite 1 (uno)
componimento poetico che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga
di commento da riprodurre a fondo pagina del componimento.
Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere
accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo
per successivi incontri promossi dall’Autore per confronti sempre più diretti ed allargati.
Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato.
Del Costume Poetico per il Disarmo in rapporto alle adesioni pervenute sarà definita la tiratura
ed il ricavato destinato a totale beneficio di Borse di studio per le Scuole aderenti.
1) L'adesione alla XLII: Edizione Costume Poetico per il
Disarmo 2014 è gratuita.
L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a
stimolare una serena convivenza di vita tra le persone.
2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca
saggistica della Pace, ideale di ogni libera persona umana.
L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori delle
liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento nel
volume antologico "Cultura per la pace"-Costume Poetico
per il Disarmo 2014 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed
una riproduzione artistica della copertina del volume.
3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo
di verifica formale, una Commissione composta da membri di
varie attività sociali.
4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre
in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come per
le passate edizioni.
5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende
acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume. Alla
presentazione di Costume Poetico per il Disarmo - "Cultura
per la pace" 2014 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere
presenti, o in caso di forzata impossibilità, ad essere rappresentati
da persone di fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per
regolamento.
L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza
annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo.
6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia
firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso
19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo - [email protected]
Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per
via e-mail all’indirizzo: [email protected]
Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma
collettiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica
nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio
7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale
ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico
per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono
accettati solo con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela.
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire
modifiche che migliorino l'attività di Costume Poetico per il
Disarmo - "Cultura per la pace" 2014.
L’adesione è limitata ad una sola sezione per Autore.
10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte.
Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa
non vengono restituiti ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura
per la pace" di ARTECULTURA.
Sede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendere visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.
PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!
Informazioni ulteriori e invio componimenti:
Costume Poetico per il Disarmo -“Cultura per la pace” 2014
c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093
http://www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
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ARTECULTURA
CONCORSI
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CONCORSI
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CONCORSI
PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA -MUSICA - VIDEO 49° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE:
SEMPRE PRESENTI......
Anche quest’anno si terrà il “48° PREMIO
NAZIONALE DI PITTURA E 42° INTERNAZIONALE DI GRAFICA DEL POMERO” e
una sezione sarà dedicata a “EXPO 2015”, presente
in parte anche sul nostro territorio. Invitiamo gli
artisti, scrittori e poeti a lasciare il loro messaggio
sul nobile e importante tema dell’EXPO 2015:
“NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA
VITA”. Dare a tutta l’umanità una buona
alimentazione sana, sufficiente e sostenibile.
La Mostra si terrà dal 26 APRILE AL 4 MAGGIO
2014 A VILLA BURBA - RHO. La presentazione
dei lavori entro il 13 APRILE 2014. Chiedere
regolamento al segretario del Premio: PIERO
AIRAGHI “AMICI DEL POMERO”, Via Torino 2
-20017 RHO-MI , tel. e fax 02-9303521
PREMIO GRIFFIN 2014
Premio d’arte a sostegno dei giovani artisti
Partecipazione dal 6 gennaio al 15 aprile 2014.
Il riconoscimento promuoverà il talento di artisti
under 35 che operano in Italia, con mostre in
importanti spazi espositivi e residenza all’estero.
Bando iscrizione sul sito www.premioartegriffin.it
Dal 6 gennaio al 15 aprile 2014 è aperto il bando di
partecipazione al Premio Griffin 2014, istituito col
fine di promuovere il talento di artisti under 35 che
operano in Italia, e studenti delle scuole di alta
formazione artistica, la cui ricerca si esprima col
tramite della pittura e del disegno.
Il Premio Griffin, giunto alla seconda edizione, è
ideato da Winsor & Newton, Liquitex e Conté à
Paris e promosso da Colart Italiana SpA col patrocinio di GAI - Giovani Artisti Italiani e dell’Università Bocconi di Milano. Le iscrizioni dovranno
pervenire alla segreteria organizzativa esclusivamente via internet, collegandosi al seguente sito
www.premioartegriffin.it.
I lavori dei candidati saranno vagliati da una giuria
internazionale, presieduta da Ivan Quaroni, critico
d’arte e curatore e composta da Flavio Arensi
critico d’arte e curatore, Olivier Dupuy fondatore
Les Ateliers du Plessix Madeuc in Francia, Matteo
Lorenzelli titolare della galleria Lorenzelli arte
Milano, Rebecca Pelly Fry direttrice della Griffin
Gallery a Londra, Severino Salvemini professore
ordinario di Organizzazione aziendale e presidente
del Comitato Arte Università Bocconi di Milano.
Il Premio Griffin si suddivide in due distinte categorie: La prima è riservata ad artisti emergenti di
ogni nazionalità, residenti in Italia, che si sono
laureati, nel 2009 o successivamente, presso un’accademia di belle arti o in un istituto di formazione
artistica. La seconda, a studenti di ogni nazionalità
che stanno frequentando un regolare corso di
studi nelle accademie di belle arti italiane o in un
istituto di formazione artistica post liceale. I partecipanti dovranno presentare un’opera a tema libero di pittura, grafica e disegno realizzata con qualunque tecnica e su un qualsiasi supporto. Tra
tutti i candidati saranno scelti 10 finalisti che
potranno esporre le loro opere nel corso di una
collettiva in programma a giugno alla Fabbrica del
Vapore di Milano.
I vincitori della categoria Artisti emergenti saranno premiati con una residenza d’arte di 3 mesi in
Francia presso” Les Atelieres du Plessix Madeuc”
e con una mostra collettiva alla Griffin Gallery a
Londra e una ricca dotazione di materiale professionale per le belle arti (per il valore di 1500 Euro).
Premio Biennale Internazionale
« IL FALCO D’ORO » Scadenza 30 marzo 2014
Allo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue
forme e premiare artisti che nel corso del 2013 si
42 ARTECULTURA
sono distinti in campo nazionale ed internazionale
nel mondo della cultura contribuendo ai valori
della pace e della divulgazione dei valori dell’arte,
la Universum Academy e la University of Peace
Switzerland sezione della Provincia di Caltanissetta, la F.E.B.A.C. Federazione Europea Beni
Artistici e Culturali Provincia di Caltanissetta in
collaborazione con la B.D.A. International
O.N.L.U.S. Associazione Culturale per lo sviluppo
e la promozione dell’arte presiedute dal Dr.
Alessandro Costanza, con il Patrocinio del Comune
e della Proloco di Serradifalco, aprono le iscrizioni
alla prima edizione del Premio Biennale Internazionale « IL FALCO D’ORO ».Possono
partecipare al premio: pittori, scultori, disegnatori,
fotografi e poeti ovunque residenti di qualsiasi
nazionalità, sesso e religione, con opere di qualsiasi
tecnica ed in lingua italiana. Il concorso è suddiviso
in 5 sezioni: Pittori con tutti i tipi di tecnica (olio
acrilico tempera acquerello pastello) ed a tema
libero - Scultori con tutti i tipi di tecnica materiali
ed a tema libero - Disegnatori (grafici, illustratori,
incisori, fumettisti) a tema libero - Fotografi di
ogni genere (paesaggisti, di nudo artistico, di
ogni tematica) - Poeti che presentino lavori a tema
libero preferibilmente inedita- Info Federazione
Europea Beni Artistici e Culturali Provincia di
Caltanissetta, Dr. Alessandro Costanza Presidente e Direttore artistico dell’evento. Corso
Garibaldi n° 50 c.a.p. 93010 Serradifalco (CL)
IL MOBILE SIGNIFICANTE 20214: I Luoghi
dell’abito Concorso Internazionale “Fondazione
Aldo Morelato” sull’arte applicata nel mobile.
Scadenza 15 maggio 2014
È sempre più necessario - in seguito ai cambiamenti
che hanno interessato negli ultimi anni la
dimensione e la distribuzione degli spazi delle
nostre abitazioni - riuscire a trovare soluzioni
arredative per collocare e conservare i tanti, o
pochi, elementi che utilizziamo per il nostro
abbigliamento quotidiano e stagionale. Sono da
prendere in considerazione anche le necessità
legate all’abbigliamento tipologicamente distinto
da quello abitudinario: dall’abbigliamento
sportivo – specifico per ogni tipo di sport –
all’abbigliamento per il lavoro, fino ai capi
d’abbigliamento e agli oggetti utilizzati in momenti
speciali: vacanze al mare, vacanze sulla neve,
cerimonie più o meno ufficiali. La Fondazione
invita quindi i partecipanti a sviluppare un progetto
che analizzi uno spazio domestico in cui collocare
oggetti e strumenti d’arredo per contenere il nostro
abbigliamento e sviluppi in particolare il progetto
di un oggetto, complemento o strumento d’arredo.
Partecipazione: Il concorso, attraverso due premi
distinti, è rivolto ai designer professionisti italiani
e stranieri che sono impegnati nel design e nelle
arti applicate e a studenti delle varie scuole
(Accademie, ISIA, Università) ed è riservato a
progetti INEDITI. Info Fondazione Aldo Morelato
sull’Arte Applicata nel Mobile Palazzo Taidelli
Corso Vittorio Emanuele, 61 37058 Sanguinetto
(Verona).
PROGETTO START UP : Insieme per vincere
Scadenza 30 giugno 2014
Obiettivo generale: favorire la condivisione di
conoscenze e la capacità di innovazione delle
imprese per rafforzarle e renderle più competitive
sul mercato internazionale. Stanziamento complessivo: 50 milioni di euro. Obiettivo generale:
per Start Up Reti: promuovere progetti imprenditoriali per la costituzione di aggregazioni
tra piccole e medie imprese nella forma del
“Contratto di rete” per Investimenti in Rete:
promuovere progetti imprenditoriali per la
realizzazione del ‘Progetto imprenditoriale comune
di rete’ da parte di piccole e medie imprese e dei
loro investimenti innovativi - per VAL – Valore
Aggiunto Lazio: sostenere gli investimenti di
aggregazioni tra imprese grandi e medie e piccole
su ricerca, innovazione e sviluppo. Possono
partecipare: per Start Up Reti: aggregazioni
costituite o da costituire sotto forma di contratto
di rete. Per Investimenti in Rete: aggregazioni di
imprese che al momento della presentazione della
domanda di agevolazione siano già formalmente
costituite. Per ulteriori informazioni Info Regione
Lazio, http://www.regione.lazio.it
LA CERAMICA E IL PROGETTO
Scadenza 5 maggio 2014
Hai realizzato un progetto architettonico con uso
di piastrelle di ceramica italiane? Partecipa al
concorso LA CERAMICA E IL PROGETTO, il
concorso di architettura dell’industria ceramica
italiana. Confindustria Ceramica e la controllata
Edi.Cer. Spa sono orgogliose di lanciare la terza
edizione italiana di LA CERAMICA E IL
PROGETTO, il concorso che mira a premiare la
migliore realizzazione di architetti ed interior
designers con piastrelle di ceramica italiane nelle
categorie edifici residenziali, commerciali,
istituzionali. Per piastrelle di ceramica italiane si
intendono i prodotti delle aziende che aderiscono
al marchio settoriale Ceramics of Italy. Regolamento
Il concorso è aperto a tutti gli architetti e interior
designers residenti in Italia che hanno realizzato
progetti con uso di piastrelle di ceramica italiane
completati tra gennaio 2011 e gennaio 2014. Sono
ammesse al concorso sia realizzazioni ex-novo, sia
ristrutturazioni e recuperi architettonici. Categorie:
Residenziale• Commerciale/Hospitality • Istituzionale/
Arredo Urbano. Info Edi.Cer. Spa indirizzo e-mail
[email protected]
telefono +39 0536 818 111
POESIA - LETTERATURA
Concorso letterario FEMMINICIDIO
Nuova piaga sociale. Scadenza 8 marzo 2014
Il Partito Socialista, sempre attento alle
problematiche sociali e promotore di varie iniziative volte alla tutela dei diritti delle donne, vuole
ora sensibilizzare il mondo giovanile sulla questione femminile, invitando i ragazzi a dire la loro.
Al concorso possono partecipare gli studenti
delle scuole secondarie di primo e secondo grado
di tutto il territorio nazionale, inviando i loro
elaborati in formato Word all’indirizzo:
[email protected]. Lunghezza
massima 5 cartelle dattiloscritte (30 righe x 60
battute massimo 9.000 caratteri, spazi inclusi). Ulteriori
informazioni: Elena Grande, tel. n° 349 593 6107
Concorso di videoarte a favore dei diritti umani
3 minuti x 30 articoli è un concorso di videoarte,
finalizzato alla promozione e alla valorizzazione di
videomaker emergenti under 35 anni, con finalità
legate alla diffusione della creatività artistica e alla
salvaguardia dei diritti umani. I soggetti promotori
del concorso sono DeltArte e Voci per la Libertà.
Al concorso possono partecipare tutti gli artisti
emergenti, italiani e non, di età non superiore a 35
anni, i quali sono invitati a presentare un video
della durata massima di 3 minuti che abbia come
tematica centrale la Dichiarazione universale dei
diritti umani, affrontata in maniera generale oppure prendendo spunto da uno o più articoli che la
compongono. Le opere iscritte al concorso vengono quindi caricate nel canale YouTube dedicato
affinché il pubblico della rete possa votare il video
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
preferito grazie al metodo delle visualizzazioni (es.
1 visualizzazione = 1 voto). Tutti i videomaker
possono accedere al concorso 3 minuti x 30
articoli iscrivendosi sul web tramite compilazione
dell’apposito modulo scaricabile a caricando il
proprio video con metodo “we transfer” diretto
all’indirizzo e-mail [email protected]. I 10
video più votati dal pubblico di internet passano
direttamente al vaglio di una giuria specializzata, il
cui compito è scegliere i 3 vincitori del concorso.
Scadenza 19 aprile 2014
Info: [email protected].
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
CONCORSI
ed emozionanti della Costa d’Amalfi. La Festa del
Libro in Mediterraneo, che può contare sull’opera
imprescindibile di collaborazione sul territorio delle
Amministrazioni Comunali della Costiera Amalfitana,
degli operatori economici, delle Associazioni , etc.
Info: 339-4590927 www.incostieraamalfitana
e
www.designartigianale.it - 0574-32853
PREMIO DI POESIA LORENZO MONTANO
XXVIII EDIZIONE. - PREMIO “RACCOLTA
INEDITA” PATROCINIO: BIBLIOTECA CIVICA DI VERONA. AL PREMIO SI CONCORRE CON UNA RACCOLTA INEDITA DI POESIE. L’opera vincitrice sarà pubblicata in volume da Anterem Edizioni, con ampia introduzione
critica, Il libro verrà presentato nell’ambito di
una grande manifestazione pubblica e sarà inviato a quotidiani, riviste, critici e università.
Il bando integrale del Premio è presente sul sito
w w w . a n t e r e m e d i z i o n i . i t /
xxxviii_edizione_premio_lorenzo_montano
Informazioni: [email protected]
52° ANNIVERSARIO della Fondazione Carlo
Perini - 6° Edizione Concorso Nazionale Cine
Video PREMIO PERINI 2014
Sezioni Adulti e Giovani e Sezione Scuole.
La Fondazione Carlo Perini, nell’ambito della sua
attività di promozione culturale, indice la 6°
Edizione del Concorso Nazionale Cine Video
“Premio Perini 2014”. Il concorso è a tema e
riguarda la “Educazione alla Legalità, alla
Giustizia, alla non violenza, al rispetto della
vita umana, al confronto civile, alla dialettica
democratica, agli ideali e ai valori della nostra
Costituzione Repubblicana”.
L’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutti. Le opere
degli autori concorrenti dovranno pervenire entro il 30 settembre 2014, mediante l’invio della
scheda di iscrizione compilata in ogni sua parte,
richiedendola alla Segreteria.
Info: www.circoloperini.com
Tel.0239261019-Cell.333.4552091
8 edizione dell’evento letterario in Costa d’Amalfi.
Concorso per designer artigianali.
Ritorna... incostieraamalfitana.it la Festa del Libro
Mediterraneo compie otto anni. Dal 29 maggio, tappa
a Roma per conferenza stampa di presentazione, al 20
luglio, sulle spiagge della costa sud di Salerno, l’8a
edizione di... incostieraamalfitana.it, sotto gli auspici
del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni
e le attività culturali, si prefigge anche per il 2014 di
avvicinare il maggior numero di persone non solo alla
conoscenza del libro, ma della persona che lo scrive e,
perché no, di colui che decide di pubblicare l’opera,
l’editore. Scrittori, editori, giornalisti, personaggi della
cultura e dello spettacolo partecipano attivamente,
durante le serate estive, nelle location più suggestive
XVI Edizione PREMIO LETTERARIO
INTERNAZIONALE MONDOLIBRO
Mondolibro - Organizzazione Culturale e Scuola
di Scrittura (www.mondolibro.net) e l’Associazione
Culturale Gruppo Laico di Ricerca
(www.gruppolaico.it) in collaborazione con
Bordeaux edizioni (www.bordeauxedizioni.it)
bandiscono la XVI edizione del premio letterario
Internazionale Mondolibro. Il premio, riservato a
opere in lingua italiana, è articolato nelle seguenti
sezioni: A Narrativa inedita (max 160 cartelle da
1800 battute); B Narrativa edita (romanzi o
raccolte editi dal 1/1/2008); C Poesia inedita
silloge max 50 com- ponimenti); D Poesia edita
(sillogi edite dal 1/1/2008); E Racconti/poesie
(max 4 cartelle da 1800 caratteri e max 30 versi per
componimento); F Autobiografie opere autobiografiche edite ed inedite (racconti, romanzi,
articoli); G Sezione speciale opere di saggistica,
narrativa e poesia, tesi di laurea, articoli sul
tema:1943-44/2013-14: il 70° anniversario
della lotta partigiana. Un’occasione per
.riflettere sull’importanza e sull’eredità della
Resistenza, che è alla base della nascita
dell’Italia democratica . Premi previsti per
ciascuna sezione. Ulteriori informazioni a
riguardo 3394805273
XXV EDIZIONE PREMIO NAZIONALE ITALIA LETTERARIA Premio opere inedite
Allo scopo di lanciare nuovi autori è stata bandita, con una nuova formula, la XXV edizione del
“Premio Nazionale Italia Letteraria” che si articola
in 5 sezioni ed è per opere inedite di narrativa:
romanzo, romanzo di fantascienza, racconto, raccolta di racconti, letteratura per l’infanzia: romanzo per ragazzi, racconti per ragazzi, raccolta
di favole, fiaba, poesia, teatro e saggistica. I testi
computerizzati, su supporto cartaceo, di libera
stesura, senza vincoli di tema, dovranno essere
spediti, in una sola copia, esclusivamente con
posta raccomandata, entro giovedì 28 febbraio
2014 (farà fede il timbro postale) all’indirizzo
seguente: Editrice Italia Letteraria - Casella Postale 938 - 20123 MILANO, fornendo il proprio
nominativo completo di indirizzo civico/postale.
Le opere vincitrici e finaliste saranno pubblicate dalla
casa EditriceItaliaLetteraria. www.italialetteraria.com
*Alle Direzioni delle segnalazioni effettuate si
domanda l’iscrizione dell’abbonamento ad
ARTECULTURA che non riceve sovvenzioni da
nessuna parte e che per favorire lo spirito
culturale della divulgazione nemmeno si avvale
di un costo di copertina
*Gli abbonati con l’abbonamento scaduto sono
invitati a rinnovare l’iscrizione in modo da non
vedere sospeso il ricevimento di ARTECULTURA
nel 2014.
* Intestare ARTECULTURA di Giuseppe
Martucci- c.c.postale n. 84356302 Via Ciovasso
19 20121 Milano
ARTECULTURA
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d'Arte, fatti pervenire su carta intestata.
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Testo critico, a 2 pagine su Artecultura, 6 opere
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nel servizio espositivo della Sala Azzurra di Artecultura
Informazioni, tel.: 02/864.64.093 - Fax 02/860.833
www.artecultura.org - e-mail: [email protected]
43
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Marco Pessa: “ON WATERLILIES”
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44 ARTECULTURA