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Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
Note di approfondimento ed informazione sull’industria delle costruzioni
31 ottobre – 7 novembre 2014
a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil
I commenti della settimana
Economia
Il 2013 si chiuderà con calo del Pil dello 0,3% secondo Istat, migliorano le prospettive per il 2015, sia
in termini di economia generale, sia per l’industria manifatturiera, entro la quale, però, i materiali per le costruzioni
sono il fanalino di coda.
Legislazione
Legge di stabilità. Ancora si aspetta la versione definitiva.
Grandi imprese In quattro anni di crisi un terzo delle grandi imprese di costruzione sono sparite. C’è stata una
selezione fortissima, ma l’attuale vertice di imprese non mostra andamenti economici negativi. Lavora però soprattutto
all’estero, con percentuali di fatturato abbondantemente sopra al 50%. Il gigante svizzero Holcim del cemento mostra
indicatori in calo nei primi 9 mesi del 2014.
Le notizie della settimana
Congiuntura:
Cons. Sup. LLPP:
Ed. scolastica:
macchine edili:
legno arredo:
Norme tecniche, resta l’empasse (Edilizia e Territorio, 03.11.14)
Fondo Kyoto, 350 milioni con click day (Edilizia e Territorio, 03.11.14)
produzione e export in calo (Comunicato Unacea, 06.11.14)
il mobile friulano fa rete per gli Usa (Il Sole 24 Ore, 06.11.14)
Grandi imprese delle costruzioni:
grandi imprese:
Pizzarotti:
Italcementi:
Holcim:
Tecnis:
Italcementi:
Tecnimont:
Trombini-Falco:
quattro anni di crisi, selezione della specie (Edilizia e Territorio, 03.11.14)
autostrada in Romania (Edilizia e Territorio, 03.11.14)
tavolo per la riconversione di Monselice (Gazzettino Padova, 04.11.14)
utili in calo nei primi 9 mesi del 2014 (GRN, 04.11.14)
i creditori non pagano (Giornale di Sicilia, 06.11.14)
ispettori della Consob nella sede (Il Sole 24 Ore, 06.11.14)
vince commesse per 108 mln di dollari (Milano Finanza, 06.11.14)
117 dipendenti a rischio (Voce di Rovigo, 07.11.14)
Rapporti e studi:
Istat:
occupati e disoccupati settembre 2014 (Comunicato Istat, 31.10.14)
Istat:
prospettive per l’economia italiana nel 2014-2016 (Comunicato Istat, 03.11.14)
Prometeia Sanpaolo: industria, ripresa in vista nel 2015 (Milano Finanza, 07.11.14)
Eventi:
Ecomondo, 18° Fiera del recupero di material ed energia e dello sviluppo sostenibile, Rimini Fiera, 5-8 novembre 2014
Congiuntura
Consiglio Superiore Lavori Pubblici (03.11.14): Ancora un rinvio, l'ennesimo. E ancora discussioni, sempre
sugli stessi punti. Le ultime vicende legate al parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici sull'aggiornamento delle
Norme tecniche per le costruzioni sembrano aver portato questa storia infinita al punto dí non ritorno. Ufficialmente, il
massimo organo consultivo del ministero delle Infrastrutture, dopo il passaggio a vuoto del 24 ottobre scorso, ha
riaggiornato la seduta al 14 novembre, nella speranza di chiudere con l'attesissimo voto finale. La realtà, dietro questo
successo in arrivo, è però carica di ombre. Anche in caso di approvazione, sarà sancita l'incapacità del Consiglio di
raggiungere una sintesi condivisa sui due punti più spinosi: i materiali e gli edifici esistenti. Così, la battaglia verrà di
fatto sospesa solo per pochi giorni, per ripartire davanti ai soggetti incaricati di emettere il Dm che dovrà licenziare le
nuove Ntc: ministero dell'Interno, Infrastrutture e Protezione civile. Dopo anni di discussioni. si continuerà ancora per
mesi a lavorare su due testi, uno più conservatore e l'altro più innovatore. DUE TESTI La storia dei due testi viene
ripetuta da molti dei protagonisti dell'assemblea plenaria del Cslp. Il 22 ottobre, al Saie di Bologna, il presidente
reggente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Massimo Sessa. annuncia che ormai il voto finale è vicino: venerdì
24 è in programma una riunione, probabilmente decisiva. In quelle stesse ore, però, scoppia una polemica, sollevata
da diversi componenti dell'assemblea: hanno ricevuto i due testi che saranno messi in votazione solo un paio di giorni
prima dell'incontro. Queste due ipotesi divergono soprattutto su due passaggi: il capitolo sui materiali e quello sugli
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politiche [email protected]
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edifici esistenti. Sul primo fronte sono in discussione i coefficienti di sicurezza del legno. Sul secondo fronte, si parla
dell'ipotesi di prevedere criteri dìfferenti per l'adeguamento strutturale degli edifici esistenti rispetto ai nuovi: un modo
per rendere più praticabili regole che, altrimenti, sarebbero troppo costose. A stupire tutti gli operatori è che il dibattito
vada avanti da anni sulle stesse questioni, senza soluzioni di alcun tipo. Venerdì 24, allora, ci si attende un'assemblea
infuocata, ma i mezzi pubblici romani aiutano a calmare le acque. Uno sciopero impedisce il raggiungimento del
numero legale e tutto viene rimandato al 14 novembre. COSA ACCADRA Discutendo con i protagonisti dell'assemblea,
risulta evidente che non andiamo verso una composizione delle divergenze. Anzi. Parla Domenico Perrini, presidente
dell'ordine degli ingegneri di Bari e delegato del Cni al Consiglio superiore: «Noi continuiamo ad auspicare che ci sia un
alleggerimento degli interventi necessari sui fabbricati esistenti, con le regole attuali è impossibile intervenire. E
speriamo che ci sia un miglioramento delle norme per la certificazione dei nuovi materiali». Tra le altre cose, materiali
come le fibre e il vetro strutturale saranno quasi certamente esclusi dalle norme italiane. Queste richieste, però, non
sembrano destinate a entrare nella norma finale. Salvo miracoli. «Non accadrà perché, alla fine, non c'è stato tutto il
dibattito che si vuole far credere», spiega il vicepresidente del Consiglio nazionale dei geologi Vittorio D'Oriano. «I testi
non hanno mai incontrato le nostre richieste, perché sono figli di un sistema che non considera coloro che devono
applicare queste norme nella pratica. Ad esempio, sviliscono il ruolo della geologia in fase di progettazione
dell'edificio». Allora, í professionisti stanno lavorando a una posizione comune, che si tradurrà in un voto congiunto,
contrario all'ipotesi conservatrice. «Abbiamo sempre ragionato in modo concorde e continueremo a farlo - dice Rino La
Mendola, vicepresidente del Cna -. Lavoreremo con tutte le nostre forze per uscire con una opzione condivisa che vada
nella direzione del testo più innovatore». E se non ci riusciste? «Lotteremo, ancora una volta, con tutte le nostre forze
davanti ai ministeri per ottenere i cambiamenti che vogliamo». IL DECRETO Le attenzioni, in questa situazione di
stallo, si stanno già concentrando sulla fase successiva, quella del decreto interministeriale condiviso da Infrastrutture,
Interno e Protezione civile che dovrà licenziare le nuove Ntc. Ufficialmente. il Consiglio superiore adotterà un parere e
un testo. Ufficiosamente, però, tutte le questioni aperte saranno portate ai ministeri, che si vedranno trasferire il
compito di fare quello che il Cslp non è riuscito a fare: trovare il bandolo della matassa su materiali ed edifici esistenti.
I due testi, in altre parole, andranno comunque entrambi avanti e sarà il livello politico a mettere un punto sulla
questione. Addirittura, in molti all'interno del Consiglio danno per molto probabile il ritorno del testo davanti all'organo
consultivo, dopo il passaggio ai ministeri, per un supplemento di indagine. Di sicuro, con questo pasticcio il Cslp
sembra abdicare al suo ruolo di inamovibile riferimento tecnico per il settore. Dopo anni di indagini non ha risposto alla
domanda di certezze del settore. (Giuseppe Latour)
edilizia scolastica (03.11.14): In arrivo le regole per altri 350 milioni del fondo Kyoto da utilizzare per interventi
di efficientamento energetico di scuole, asili nido e università. È infatti pronto il Dm attuativo Ambiente-EconomiaSviluppo-Miur, che consente di chiedere i fondi. Si tratta anche delle ultime risorse nella disponibilità del fondo. Lo
schema di Dm è ormai arrivato alla stesura finale. La pistola dello starter sarà la pubblicazione in «Gazzetta» di un
comunicato del ministro dell'Ambiente, che farà scattare i 60 giorni per le richieste di finanziamento, da inoltrare a
Cassa depositi e prestiti, gestore dei Fondo (oltre che del ministero dell'Ambiente).
macchine edili (06.11.14): La produzione italiana di macchine per costruzione nel 2013 ha fatturato 2488 milioni
di euro flettendo dell'1,2%. Il dato emerge dal rapporto Cribis D&b-Unacea sui bilanci societari presentati ieri al
Construction equipment day svoltosi a Rimini nell'ambito della fiera Ecomondo. A livello di singoli gruppi merceologici,
le macchine movimento terra raggiungono i 706 milioni di euro, flettendo del 21% rispetto al 2012. È questa la
merceologia che ha sofferto di più con l'inizio della crisi perdendo 66 punti percentuali rispetto al 2007. Le macchine
stradali con 242 milioni calano dell'11%, i macchinari per il calcestruzzo guadagnano l'11% totalizzando 420 milioni,
mentre le gru a torre 47 milioni (-13%). Buona la prestazione delle attrezzature che crescono del 13%, con 241 milioni
di euro, mentre le macchine per la produzione degli inerti raggiungono i 40 milioni con una perdita del 13%. Infine le
macchine per la perforazione che crescono del 12%, con 760 milioni di euro. Secondo le stime di Unacea considerando
la debolezza del mercato italiano, ancora lontano da uno stabile recupero, e la flessione del mercato mondiale, la
produzione nazionale di macchine per costruzione a fine anno registrerà ancora una leggera flessione di uno o due
punti percentuali. Affrontati nel corso del Construction equipment day anche i temi alla riduzione dell'impatto
ambientale: "Un motore montato su una macchina per costruzioni nel 2014 secondo le attuali normative europee dichiara Paolo Venturi, presidente di Unacea - emette circa il 95% in meno di emissioni inquinanti di un motore
prodotto nel 1994. Tale rivoluzione tecnologica stenta tuttavia a tradursi in un'effettiva riduzione dei particolati
nell'aria perché disponibilità di motori e macchine all’avanguardia dal punto di vista delle emissioni non si è rivelata
sufficiente a costituire un incentivo alla sostituzione delle vecchie macchine, che continuano quindi a operare nei
cantieri e a circolare quando immatricolate." (…) Nei primi nove mesi del 2014 sono state vendute sul mercato italiano
4.479 macchine per costruzioni, con una crescita del 12% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2013. Nel
dettaglio, le vendite di macchine movimento terra sono state 4.403 (+11%) e 76 macchine stradali (+17%). Nei primi
sette mesi dell’anno, secondo i dati Istat elaborati da Unacea, l’export di macchine per costruzioni ha registrato
vendite per 1.397 milioni di euro, con un calo del 7% su base annua. La contrazione più significativa riguarda le
macchine per la perforazione (-37%); in calo anche l’export di macchinari per il calcestruzzo (-7%) e di macchine
stradali (-5%). Di poco negativo l’andamento delle macchine per il movimento terra (-1%), mentre crescono le
esportazioni di gru a torre (+10%) e di macchine per la preparazione degli inerti (+8%). Le importazioni, con un
valore di oltre 280 milioni di euro, crescono del 22%. La bilancia commerciale si mantiene positiva di oltre 1.113
milioni di euro, registrando tuttavia una contrazione del 12% rispetto allo periodo dell'anno precedente.
legno arredo (06.11.14): La customer community statunitense innamorata dell'italianità ha da ieri un nuovo
punto di riferimento in Valitalia, innovativa piattaforma web concepita per promuovere e commercializzare negli Usa e
in Canada – tramite il solo canale di vendita online - l'eccellenza del comparto legno-arredo del distretto del Mobile del
Livenza, in Friuli Venezia Giulia. Dove già si produce il 35% di ciò che viene esportato dall'Italia nel mondo. Il progetto,
unico nel suo genere, costruito attorno all'idea di Archipose, società italo-americana costituita da giovani esperti in
design, architettura e web marketing, è stato presentato a New York, nella sede dell'Ice. «Valitalia è una risposta seria
e decisa alle richieste del mercato statunitense - ha detto attraverso un videomessaggio il presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi -, una modalità avanzata di aggregazione che integra culture e professionalità complementari».
Costituita lo scorso gennaio, Valitalia Srl – partecipata oggi da 57 soci - è partner di maggioranza della newco
americana Valitalia LLC; quest'ultima importerà e commercializzerà prodotti della filiera abitare solo tramite il proprio
sito (valitalia.com). Negli Stati Uniti hanno sede storage e logistica distributiva per garantire un time-to-market
competitivo. Sono posti alla vendita prodotti di fascia medio-alta che, pur provenendo da aziende differenti, saranno
tutti Valitalia branded, con l'obiettivo di identificare l'area di provenienza delle aziende. On line da settembre, dopo una
massiccia attività di raccolta, classificazione e riproposizione in chiave uniforme dei dati forniti dalle aziende fornitrici,
www.valitalia.com è lo strumento core dell'iniziativa. Come altri e-commerce evoluti può essere consultato con
qualsiasi device in commercio. Il distretto del Mobile del Livenza è formato da circa 700 aziende che generano 2
miliardi di euro di fatturato e occupano poco meno di tomila addetti.
Grandi imprese delle costruzioni
Grandi imprese costruzioni (03.11.14): Il vertice italiano delle costruzioni, nei dati di bilancio 2013, appare
meno sofferente di quanto una crisi - avviata in varie forme a partire dal 2008 - farebbe pensare. E non è solo lo
sviluppo dei lavori all'estero a compensare la debolezza della domanda interna perché lo sviluppo del fatturato fuori
confine è stato tutto sommato limitato: tra il 2012 e il 2013 un aumento dell'8,3%. meno del doppio della crescita
totale (4,9%). E piuttosto un fattore tutto interno al mondo dell'offerta: la "selezione della specie" avvenuta, in
particolare negli ultimi tre esercizi, per abbandoni di tante grandi imprese. Una selezione purtroppo non interamente
dovuta a non concorrenzialità delle aziende stesse ma imputabile anche a fattori esogeni: in primis gli irresponsabili
ritardi nei pagamenti da parte dei committenti (pubblici) italiani, imitati e seguiti dai privati, nell'incapacità del mondo
bancario di intervenire con adeguate linee di credito... Traendo da un elenco di 68 imprese medio-grandi in «procedura
concorsuale», quelli che sono definitivamente usciti dal vertice della classifica sono 19: Baldassini-Tognozzi-Pontello,
Bentini, Carena, Cesi, Consorzio Etruria, Consta, Dec, Edimo Holding, Gdm, Ghizzoni, Impresa, Iter, Matarrese, Orion,
Rosso. Sacaim, Seli, Sigenco e Zh General Construction. Questa selezione, che da un lato ha rafforzato le società
rimaste nel mercato e dall'altro ha impoverito il "sistema Italia" in competenze e qualifiche, è comunque la base da cui
ripartire per ricostruire. Ed è in un certo senso confortante notare che l'ondata di indagini giudiziarie per corruzione, in
particolare per le vicende Mose ed Expo, abbiano investito tre aziende - Grandi Lavori Fincosit, Maltauro e Mantovani sufficientemente forti per loro conto (malgrado la terza resti estranea all'esportazione). E quindi, scorrendo la classifica
2014, si può ragionevolmente affermare che le forze in campo dovrebbero resistere e anzi rafforzarsi se solo
troveranno sinergie. In primis quella, da tempo annunciata, tra Unieco e Coopsette (includente la newco Sicrea) che
nasce da due debolezze ma conta di trasformarle in una sola forza. Certo il problema più grave dell'imprenditoria
italiana è non aver trovato il modo, trenta o anche solo vent'anni fa (quando si dissolse l'impero Iri-Italstat) di
raggiungere dimensioni tali da esercitare quella stessa "silenziosa persuasione" (c'è chi la chiama "lobby") dei grandi
gruppi europei nei confronti della propria classe politica. Di porsi, in quanto soggetti che gestiscono facilities e utilities
(edifici e infrastrutture di pubblica utilità), a diretto contatto con la pubblica opinione, alla quale proporre i propri
marchi in positivo, perché soddisfano gli utenti e non li antagonizzano con lavori invasivi e interminabili. Quindi non ci
si stupisce che allo scoppiare dí ogni scandalo i costruttori siano additati come portatori di corruzione. Che la loro
immagine resti così compromessa da disincentivare la volontà di investimenti da parte di governanti a cui creano - non
risolvono - problemi. Detto questo, le potenzialità non mancano tra chi ha saputo rafforzarsi anche nei momenti più
bui (ed è pronto a riportare in Italia da fuori competenze e risorse). In ordine dimensionale decrescente. mentre la
scelta (forse tattica in fase di battaglia Salini-Gavio) di uscire dalle concessioni fa oggi di Salini Impregilo un soggetto
difficilmente confrontabile con i players europei, Astaldi potrebbe far leva sulla sua quotazione in Borsa per diventare
in un certo senso (e facendo tesoro di quanto fa all'estero) il terzo grande delle concessioni, dopo Benetton e Gavio
(che però non hanno la sua presenza all'estero). Soprattutto se si rafforzasse con una un'impresa cassaforte come
Vianini Lavori (gruppo Caltagirone). Un'altra impresa che potrebbe spiccare il volo è Mantovani (forte dì sinergie, nel
gruppo Fip Industriale, sia con l'ingegneria che con produzioni tecnologicamente avanzate): custodisce (non da sola) il
saper fare del megaprogetto Mose con cui proporsi nel mercato mondiale della difesa ambientale marina di mezzo
mondo. E per approfittare di sinergie tra impiantistica industriale (settore in cui l'Italia è forte) e costruzioni ecco
Tecniniont Civil Construction (gruppo Maire Tecnimont), erede tra l'altro del saper fare di Fiat Engineering, finalmente
promosso nel mondo. Quanto all'edilizia, nella quale inspiegabilmente i top contractors italiani realizzano solo 4,7% del
fatturato all'estero (quando l'oil & gas rappresenta ben 59.1%), è il momento di portare fuori dai confini le creatività
(che non sono solo quelle dell'architettura e dell'ingegneria). Leader potenziali in questa puntata potrebbero essere
nomi quali: Cmb, Italiana Costruzioni, Carron, Colombo Costruzioni, e, fuori classifica, Lamaro Appalti, Zoppoli
& Pulcher. Nessi & Malocchi, Sac, Unionbau. (Aldo Norsa)
Pizzarotti (03.11.14): La Pizzarotti di Parma (numero 4 tra i costruttori italiani) si è aggiudicata definitivamente
l'appalto per la progettazione e costruzione del lotto I dell'autostrada Sebes-Turda, in Romania, L'importo dell'opera è
di circa 123 milioni di euro e la durata di esecuzione è di 22 mesi. L'Ombusdman europeo ha intanto dato ragione a
Pizzarotti nella vicenda del prestito Bei 2012 per l'autostrada in Bosnia.
Italcementi (04.11.14): Accelerare l'iter per arrivare alla riconversione del sito di Italcementi. È l'intento dei
sindacati e dell'amministrazione comunale guidata da Francesco Lunghi, che venerdì scorso ha ricevuto a palazzo
Tortorini gli ex dipendenti dell'impianto monselicense, Dario Verdicchio per la Fillea Cgil e Giuseppe Agate, direttore
delle risorse umane di Italcementi. «Ho spiegato che intendo proporre al consiglio comunale l'istituzione di una
commissione consiliare temporanea, il cui compito sia quello di analizzare le possibili azioni per la riconversione
dell'area Italcementi. - rivela il sindaco Lunghi - L'obiettivo è quello di arrivare alla formulazione di proposte concrete
per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il tutto cercando sempre di salvaguardare l'ambiente». Il nuovo organo
potrebbe essere composto da tre consiglieri di maggioranza, due di opposizione e un presidente (il sindaco o un suo
delegato). Ma saranno coinvolti anche tecnici e portatori d'interesse, tra cui gli stessi sindacati e Italcementi. La
multinazionale, dal canto suo, pensa di coinvolgere nel gruppo Numisma, sua consulente per le aree di riconversione.
E ha proposto di discutere parallelamente il futuro dell'area in sede del tavolo regionale sui cementifici: i sindacati
chiederanno alla Regione di riattivarlo. «Abbiamo sollecitato l'incontro con il sindaco e l'azienda per intraprendere un
percorso che deve essere condiviso dalle parti. – spiega Verdicchio – Apprezziamo l'idea di istituire una commissione
consiliare, alla quale spetta anche il compito di voltare pagina e di coinvolgere la comunità, che sulla questione si è
spaccata in passato». Lo scopo primario resta comunque quello di arrivare al più presto alla ricollocazione dei
lavoratori dello stabilimento. Il 31 gennaio prossimo scadrà infatti la cassa integrazione straordinaria, che però quasi
certamente sarà prorogata di un anno. (Camilla Bovo)
Holcim (04.11.14): Il gruppo svizzero del cemento Holcim, prossimo alla fusione con Lafarge, ha riportato un utile
netto dei 9 mesi in calo del 10,3% (fatturato -4,7%). Pesano gli effetti del cambio e i costi di ristrutturazione.
Tecnis (06.11.14): Morire di inerzia burocratica. A Catania si può. A rischio è Tecnis, società impegnata in grandi
opere in Italia (Ferrovie dello Stato, Italferr, Anas) e all'estero, che in Sicilia deve fare i conti con la burocrazia. Da due
mesi senza stipendio - maestranze, tecnici e impiegati di sede - ieri hanno protestato in 300 in due dei quattro.
Manifesti e striscioni al Porto di Catania, dove è stata completata la darsena ma l'Autorità Portuale non salda il debito
di 25 milioni di euro. E presidio di protesta anche nell'area dei lavori della metropolitana di Nesima (100 addetti). Altri
cantieri aperti e gestiti da Tecnis sono quelli dell'Interporto e dell'Ospedale San Marco che procedono a rilento. Spiega
l'ing. Antonio Mazzola, direttore di produzione dei cantieri Tecnis in Italia: "Nonostante ripetute assicurazioni da 8 mesi
ci sentiamo rispondere dall'AP sempre la stessa cosa. Ovvero che il debito sarebbe stato saldato in breve tempo. Ma
l'azienda è allo stremo: per mesi siamo riusciti a far fronte ai pagamenti dei dipendenti anche penalizzando altri
cantieri cui abbiamo drenato risorse. I lavori della darsena sono stati già consegnati, abbiamo persino accelerato i
tempi. Ma non possiamo smontare le baracche senza alcuna certezza dei salari, per noi e per i fornitori". Nel tardo
pomeriggio Claudio Longo (Fillea Cgil) annuncia una schiarita dopo un vertice con l'Ap e le altre sigle sindacali "I
finanziamenti che partono dai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono al vaglio della Corte dei Conti".
(Carmela Grasso)
Italcementi (06.11.14): Ispettori della Consob e militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza si
sono presentati ieri nelle sedi bergamasca e milanese di Italcementi e di Italmobiliare, entrambe quotate e presiedute
da Giampiero Pesenti. Al centro delle verifiche (di natura amministrativa e non penale) vi sarebbe un'ipotesi di insider
trading. In particolare l'authority avrebbe chiesto di acquisire documenti su una o più compravendite di titoli delle due
società da parte di persone venute in possesso di informazioni riservate. Le verifiche della commissione si
concentrerebbero in particolare sulle operazioni straordinarie del marzo-aprile 2014, con la delibera di conversione
obbligatoria delle azioni di risparmio in azioni ordinarie, e su un aumento di capitale da 450 milioni di euro. Entrambe
le operazioni sarebbero state preliminari all'Opa lanciata da Italcementi sulle quote azionarie di minoranza della
Ciments Francais che si sarebbe poi perfezionata lo scorso luglio. Italmobiliare e Italcementi, attraverso un portavoce,
hanno fatto sapere di augurarsi che la verifica avviata dalla Consob «non faccia emergere risultanze dolose. In caso
contrario i vertici del gruppo daranno corso a rigorosissime iniziative al fine di tutelare gli interessi delle società, che
sarebbero parte lesa, e dei suoi azionisti».
Tecnimont (06.11.14): Maire Tecnimont ha annunciato di essersi aggiudicata attraverso le sue principali
controllate commesse per 108 milioni di dollari su servizi di progettazione e attività di licensing, Ep (progettazione e
fornitura) ed Epc (che rispetto all'Ep prevede anche la costruzione). I nuovi contratti sono legati ai business petrolifero,
petrolchimico e dei fertilizzanti in America settentrionale, Europa e Asia centrale e sudorientale. Nello specifico,
attraverso la controllata Kt Kinetics Technology, ha rafforzato la presenza in Asia orientale e si occuperà di attività di
Ep relative a una raffineria in Indonesia. Si segnala anche che Ticb, centro di progettazione del gruppo che ha base a
Mumbai, ha rafforzato la propria posizione nel settore electrical & instrumentation con alcune nuove attività che
saranno svolte per un impianto di raffinazione in India. La strategia del gruppo mira ad ampliare l'attività in mercati
con buone prospettive di crescita nel settore downstream (esplorazione ed estrazione), dove gli investimenti legati agli
idrocarburi sono in aumento. Annunciate nuove commesse anche in Italia, dove la Tecnimont Civil Construction si
occuperà della realizzazione di immobili ad alto contenuto tecnologico. Ieri il titolo ha chiuso in calo dello -0,7% a 1,55
euro dopo aver aperto a +3,38%. (Maria Elena Zanini)
Trombini-Falco (07.11.14): Fase di stallo per i dipendenti della Falco, l'azienda di Codigoro del gruppo Trombini
nella quale sono impiegati molti lavoratori bassopolesani. "All'incontro romano di martedì scorso il commissario
liquidatore ha informato la delegazione trattante che le manifestazioni di interesse che avevano fatto sì che a luglio
2014 la Cassa integrazione guadagni straordinaria potesse avere una proroga di 6 mesi, non hanno fatto passi in
avanti" spiegano le Rsu dello stabilimento di Codigoro. "Gli investitori si manifestano ancora interessati - riprendono ma al momento nessuno di loro è disposto a fare il passaggio successivo, ovvero mettere mano al portafoglio e iniziare
il percorso per una ripartenza della produzione o una riconversione del sito produttivo. Con queste condizioni la
vicenda è avviata ad un triste epilogo, il licenziamento dei 117 dipendenti Falco (350 dell'intero Gruppo Trombini) e la
loro entrata nelle liste di mobilità". Una situazione difficile, per la quale gli stessi dipendenti, ora, devono scegliere
come comportarsi. "O attendiamo che si concluda naturalmente la vicenda il 23 gennaio prossimo oppure, vista la
modifica degli ammortizzatori sociali Monti-Fornero del 2012 sulla mobilità, decidiamo di entrare in mobilità prima del
30 dicembre 2014 per non rimetterci mesi di indennità di mobilità, mesi di sostegno al reddito che per le famiglie si
traducono in soldi per la sopravvivenza" precisano le Rsu. "Basterebbe veramente poco per far sì che le cose prendano
la giusta piega - rilanciano i sindacati interni - ovvero che in questi due mesi che rimangono una delle manifestazioni di
interesse diventi concreta attraverso un'offerta economica vincolante che chi veramente interessato deve depositare al
giudice delegato del Tribunale di Ravenna". "Nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali, le Rsu e i dipendenti si
attiveranno per sensibilizzare le istituzioni e metterle nelle condizioni di fare tutto quanto in loro potere per uscire da
questa fase di stallo e tentare tutte le strade possibili per non perdere occupazione" concludono. All'incontro al
ministero dello sviluppo economico hanno preso parte il funzionario ministeriale Chiara Cherubini, il commissario
liquidatore Renzo Galeotti, i sindacalisti provinciali Sandro Guizzardi (Fillea-Cgil), Corrado Pola (Filca-Cisl), per i
lavoratori Falco Gianluca Dallara (Rsu) per la Gruppo Trombini il dirigente Alberto Francois e l'avvocato Mauro
Cellarosi, un funzionario della Regione Emilia Romagna e i vari rappresentanti degli altri stabilimenti.
Rapporti e studi
Istat (31.10.14) A settembre 2014 gli occupati sono 22 milioni 457 mila, in aumento dello 0,4% rispetto al mese
precedente (+82 mila) e dello 0,6% su base annua (+130 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, cresce di 0,2
punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3
milioni 236 mila, aumenta dell’1,5% rispetto al mese precedente (+48 mila) e dell’1,8% su base annua (+58 mila). Il
tasso di disoccupazione è pari al 12,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia nei dodici
mesi.
Istat (31.10.14) Nel 2014 si prevede una diminuzione del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari allo 0,3% in
termini reali, seguita da una crescita dello 0,5% nel 2015 e dell’1,0% nel 2016. Nel 2014 la domanda interna al netto
delle scorte contribuirà negativamente alla crescita del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta
registrerà una variazione positiva pari a 0,1 punti percentuali. Nel 2015 la domanda interna al netto delle scorte è
attesa supportare l’aumento del Pil (+0,5 punti percentuali) mentre il contributo della domanda estera netta risulterà
contenuto (+0,1 punti percentuali). Nel 2016 l’apporto della domanda interna al netto delle scorte è previsto in
ulteriore rafforzamento. Dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie segnerà un aumento dello 0,3% in
termini reali, in parte per effetto di una riduzione della propensione al risparmio. Nel 2015, si prevede un ulteriore
miglioramento dei consumi privati (+0,6%) che proseguirà anche nel 2016 (+0,8%) trainato dalla crescita del reddito
disponibile e da un graduale aumento dell’occupazione. Gli investimenti subiranno una ulteriore contrazione nell’anno
in corso (-2,3%) nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di accesso al credito e del costo del capitale. Il
processo di accumulazione del capitale è previsto riprendere gradualmente nel 2015 (+1,3%) e con maggior intensità
nel 2016 (+1,9%), in linea con il rafforzamento della domanda. Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,5% nel
2014 per effetto della caduta dell’occupazione (-0,2% in termini di unità di lavoro). La stabilizzazione delle condizioni
del mercato del lavoro attesa per i prossimi mesi avrà riflessi sul 2015, quando il tasso di disoccupazione diminuirà
lievemente al 12,4% e le unità di lavoro registreranno un contenuto aumento (+0,2%). Il miglioramento del mercato
del lavoro proseguirà con più vigore nel 2016 con una discesa del tasso di disoccupazione al 12,1% e una crescita delle
unità di lavoro dello 0,7%. Lo scenario di previsione è soggetto a margini di incertezza legati all’evoluzione della
domanda internazionale, agli effetti delle politiche monetarie sul tasso di cambio e all’evoluzione delle aspettative degli
operatori influenzate dalla credibilità delle politiche economiche. Le previsioni incorporano gli effetti macroeconomici
associati alla manovra di finanza pubblica descritta nella Legge di Stabilità e nella relazione di aggiornamento
presentata il 28 ottobre.
Prometeia Sanpaolo (07.11.14) Il settore manifatturiero italiano continuerà a presentare sintomi di febbre
nell'anno in corso, ma già a partire dal 20l5 avrà inizio il processo di guarigione. E quanto emerge dalla diagnosi dei
settori industriali realizzata da Intesa Sanpaolo e Prometeia. Secondo il rapporto, la debolezza della domanda sul
mercato interno ed estero, in particolare europeo, ha frenato i segnali di ripresa del manifatturiero italiano emersi alla
fine del 2013, tanto che per la fine dell'anno in corso il fatturato del settore sarà dello 0,2% inferiore a quello dello
scorso anno. Ma già a partire dall'anno prossimo l'industria italiana tornerà a crescere, seppur con ritmi ancora
modesti (+1,8% nel 2015 e +1,9% nel 2016) e tali da non permettere al settore di recuperare i 45 miliardi persi dal
2011 (-5,5%) a causa della recessione del triennio 2012-2014. La crescita del fatturato del manifatturiero italiano sarà
però trainata soprattutto dalle esportazioni, visto che i consumi interni sono in una fase di stabilizzazione ancora lenta.
Gli esportatori italiani, nonostante una domanda mondiale in rallentamento, hanno saputo confermare il primato di
crescita tra i maggiori concorrenti mondiali, tanto che nel primo semestre dell'anno solo la Polonia ha presentato ritmi
di sviluppo dell'export maggiori di quelli italiani. Secondo l'analisi, nei prossimi due anni l'export manifatturiero italiano
crescerà del 3,6% e il surplus commerciale raggiungerà i 100 miliardi di curo. Nonostante il dato positivo, il buon
andamento delle esportazioni non è bastato a rilanciare gli acquisti di macchinari e mezzi di trasporto da parte delle
industrie manifatturiere italiane, anzi, la relazione tra esportazioni e nuovi investimenti si è indebolita. Oltre alla solita
incertezza delle aspettative e a un mercato del credito ancora ingessato, i minori investimenti sono dovuti al fatto che
sempre maggior peso stanno acquisendo le esportazioni in settori, come la farmaceutica, l'elettrotecnica e la
meccanica, caratterizzati da produzioni con minor impiego di capitale fisso. Saranno infatti proprio l'elettrotecnica e la
meccanica a guidare la crescita dell'export italiano, insieme a metallurgia, auto e moto. In linea con il dato medio del
manifatturiero rimarranno invece i produttori di beni intermedi, mentre quelli di beni di consumo sconteranno una
domanda interna debole e non compensata dall'estero. Fanalino di coda i produttori di materiali per le costruzioni,
penalizzati da una minor apertura al commercio internazionale e dalla perdurante debolezza del ciclo dell'edilizia in
Italia. Il rapporto prevede infine cambiamenti strutturali anche nei conti finanziari delle imprese. L'apertura al
commercio estero, con soggetti pubblici e privati che pagano prima e con maggior puntualità rispetto a quanto avviene
in Italia, ridurrà infatti il capitale circolante necessario per la ripresa produttiva. (FRANCESCO COLAMARTINO)