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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P.
Crisi economica
70% regime libero
– ANNO XXIII n° 7 15 APrIle 2014 –
AUT.Dr/CBPA/CeNTrO1 – VAlIDA DAl 27/04/07
Sopravvive solo chi investe e punta tutto sulla tecnologia
dall’umbria allo spazio
Imprese a due velocità. E quando calano i consumi nazionali, ci salva l’export
i lavoratori della perugina devono
fare i conti con lo spettro della cassa integrazione, la Sgl Carbon di
narni lascia a casa centodieci dipendenti, ma c’è anche chi riesce a mettere ko la crisi. il gruppo Angelantoni, che ha sua sede principale a Massa Martana continua ad investire in
ricerca e alta tecnologia. Astra Make-up, azienda a gestione familiare,
ha trovato il “trucco” del successo.
CenTro CiTTà
Sandri, dolce riapertura
Nuova gestione per la storica pasticceria simbolo di Perugia
Servizi di MAnCini, MeChelli
e Spinelli Alle pAgine 4-5
Clima
Tempo imprevedibile
(e non solo a marzo)
D
iceva il colonnello Bernacca, annunciatore
delle previsioni meteo ai tempi della Rai in
bianco e nero: «Nella vita, due sono le cose più instabili: il tempo e le donne». Non potendo
prevedere con esattezza il comportamento di queste
ultime, si è provato almeno con il clima. Ed ecco una
pioggia di studi, rapporti, confronti di serie storiche
cadere su increduli utenti, che
non sanno più come districarsi di fronte a dati contraddittori, che negano e confermano
al tempo stesso. Nessuno sa
più spiegarsi perché, a ogni
cambio di stagione, ci viene ripetuto sempre lo stesso ritornello: che, ad esempio, «per
trovare un autunno così piovoso, bisogna risalire indietro
di decenni», oppure che «quello appena trascorso è
stato l’inverno più caldo degli ultimi 200 anni».
Eppure, almeno in questo caso, non sono le solite frasi a effetto, stavolta si tratta di pure verità: nel 2013
l’autunno, che solitamente si concentra a settembre
e ottobre, ha sconfinato verso la fine dell’anno, cancellando del tutto la stagione invernale e dando vita
a una grande, lunga stagione di mezzo (e meno male che non esistevano più le mezze stagioni...). La ragione? Stando agli esperti del Centro funzionale di
monitoraggio meteo-idrologico di Foligno, la scorsa
estate ha portato in dote all’ autunno energia sufficiente (quindi, calore) per non farci battere i denti
in dicembre.
In Umbria la temperatura media nei primi dieci
giorni di febbraio è stata di 7° (di solito, si aggira
intorno a un grado). A Perugia, dove quattro anni
fa si erano registrati 10 picchi sottozero durante tutto l’inverno, quest’anno è successo solo una volta,
evento neanche tanto rimarchevole: appena -0,5°. Se
poi si considerano le temperature di questi giorni, si
può dire che la primavera è già arrivata, con un anticipo di circa due settimane sulla tabella di marcia.
Cosa ci suggeriscono questi dati, e con essi i meteorologi? Più che constatare la mitezza dell’inverno appena trascorso, non ci consentono di dire altro. Fare
pronostici, trarre conclusioni, lanciare allarmi sulla
“tropicalizzazione” del Mediterraneo o sulla desertificazione della nostra penisola è del tutto inutile.
Come è inutile collegare a queste cause la comparsa
di fenomeni violenti e inediti per le nostre latitudini
(le piogge torrenziali degli scorsi mesi in Sardegna o
sulle coste delle Bretagna): sono solo congetture che
lasciano, dura realtà, il tempo che trovano.
AnTonio BonAnATA
FonTAnA
«R
di zuCChero e dolCi: lA veTrinA di
SAndri
AlleSTiTA in oCCASione del FeSTivAl inTernAzionAle del giornAliSMo
itroveremo il maritozzo con il capocollo, il
portafoglio, la meditazione, ritroveremo tutto il meglio di Sandri». A parlare è Massimo Duranti,che nel 2010 ha curato la mostra per i 150 anni
della pasticceria Sandri, la più antica dell’Umbria.
Un simbolo per Perugia che, però, lo scorso luglio
ha chiuso i battenti. In questi mesi sulla sua saracinesca sono stati appesi messaggi di affetto che chiedevano la riapertura. Ora saranno esauditi: grazie a
un accordo con gli imprenditori Ferretti, Sandri riprenderà entro la fine di marzo a produrre prelibatezze. «Mi vanto di aver presentato io Ferretti a Carla Schucani, l’attuale proprietaria, ho pensato che li
accomunasse la ricerca della qualità assoluta. Infatti locale verrà gestito nel segno della continuità».
Come rivela il marchio, con la scritta rossa Sandri Perugia e la croce elvetica, le origini della pasticceria sono svizzere. Intorno al 1860 Jachen Schucan, in italiano Giacomo Schucani, bisnonno di
Carla, arrivò a Perugia dalla valle Engadina e avviò un commercio di spezie. Acquistò i locali di
Corso Vannucci, in precedenza scuderie di palazzo
della Corgna, e li fece affrescare dagli allievi della
scuola del Brugnoli. Dopo la morte prematura del
figlio Claudio, intorno al 1918, per aiutare il giovane erede Guglielmo arrivò un parente pasticcere
svizzero, Nicola Zonder, il quale durante il venten-
nio italianizzò il nome in Sandri. Carla Schucani,
classe 1932, accantonò la carriera di pittrice per dedicarsi all’arte dolciaria: «Invece di vendere i quadri
ho scolpito il pandizucchero». E di sculture, nel
tempo, Sandri ne ha realizzate tante, con le sue celebri vetrine a tema: dai pulcini pasquali ai fiori per
l’8 marzo. Dario Argento ha preso qui la torta per
il suo settantunesimo compleanno: una mezzaluna di mandorle con pipistrello glassato.
Tutti i dolci hanno una targhetta in cioccolato
bianco con su scritto il loro nome in cioccolato
fondente. Il più famoso è la “meditazione”: tre strati di una frolla Linzertorte ripieni con crema chantilly. Tra gli studenti perugini gira la superstizione
che entrare da Sandri prima di laurearsi porti male: negli ultimi mesi non c’era rischio, il locale era
chiuso. Ora le sue vetrine torneranno. La riapertura è stata promossa su Youtube e sui social network: oltre 3 mila le visualizzazioni su Facebook.
I pasticceri saranno quelli di sempre: «Riassumere
il personale era importante – spiega Francesco Ferretti – perché vogliamo rassicurare i clienti che i
prodotti saranno fatti con le stesse mani di prima.
La sfida è coniugare la storicità del locale con le esigenze moderne di avere un servizio veloce, spazio
sufficiente, e prodotti di qualità».
CArloTTA BAlenA
Cultura
una casa editrice
(non) è un’avventura
I
n Italia si legge sempre di meno, ma sorprendentemente le imprese editoriali aumentano. Gli
ultimi dati disponibili, relativi al 2012 e ai primi mesi del 2013, segnalano 5074 case editrici,
+3% rispetto al 2011. Quelle che pubblicano almeno 10 titoli all’anno però, sono appena 1326.
La lettura di questi numeri è semplice: molti dei
progetti avviati falliscono in breve tempo, spesso non
raggiungono l’anno di vita. Solo i più abili riescono a farsi largo nel mercato.
«Per avere successo – spiega
Giovanni Peresson, direttore
dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana
editori – è necessario non solo
fare un accorto
business plan
nel breve e medio periodo, ma
anche proporre una strategia sensata. Spesso a sopravvivere sono quelle case editrici che, in un primo momento, si specializzano su un preciso progetto editoriale: temi e autori specifici, accompagnati da
apparati illustrativi e grafici riconoscibili. Solo così
ci si distingue, evitando inutili potpourri. Quando
la casa editrice ha basi più solide, allora può cominciare a diversificare l’offerta».
Se le vendite di libri calano (-8,4% tra 2011 e
2012), avanza però il settore digitale. I lettori di
eBooks aumentano (1,6 milioni, + 136% rispetto al 2010) e con loro i titoli in commercio: 21.330
nel 2012, il 6% del totale (era l’1% nel 2010).
Nonostante questo, come si è visto, sono ancora tanti quelli che aspirano a mettersi in proprio nell’ambito dell’editoria tradizionale.
I costi per far partire un’attività, dal punto di vista burocratico, sono bassi, e si limitano all’apertura della Partita IVA e all’iscrizione presso la
Camera di Commercio.
E tuttavia, accedere a finanziamenti che consentano di sostenere tutte le spese aggiuntive non è così
semplice. «I principali bandi a cui si può accedere spiega Claudia Committari, responsabile dell’Ufficio incentivi alle imprese della Camera di Commercio di Perugia - sono a livello locale, per lo più regionale, o proposti dalle stesse Camere di Commercio. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si tratta di bandi plurisettoriali. L’aspirante editore può
proporre il suo progetto, ma dovrà affrontare una
competizione serrata con imprenditori di altre aree».
luCA SerAFini
CronACA
Parla il questore di
Perugia: «Controlli a
tappeto, così aumenta
la sicurezza»
A
pAg.
3
2
CRONACA
15 APRILE 2014
Il progetto è cofinanziato dal dipartimento per le Pari opportunità, dai comuni di Perugia e Terni e dall’associazione “Liberamente Donna”
donne, un centro per rialzarsi
A Ponte Pattoli la prima struttura regionale contro la violenza di genere. L’obiettivo? Accogliere le vittime e sostenerle nel loro percorso
Q
ualche scatolone ancora da svuotare,
computer da collegare, l’odore di vernice delle pareti che riempie le stanze. Il
primo centro antiviolenza dell’Umbria ha aperto da pochi giorni a Ponte Pattoli, frazione a
nord di Perugia. Molto rimane ancora da sistemare, ma al suo interno si sta già lavorando.
La prima richiesta di aiuto è arrivata il 10 marzo, nelle prime ore di attività. A rivolgersi al centro intitolato a Catia Doriana Bellini (ex responsabile del centro regionale per le Pari opportunità dell’Umbria) è stata una donna italiana, che
ha detto di aver subito maltrattamenti, violenza psicologica, economica e sessuale dall’uomo
con il quale convive. Per lei sono ora previsti dei
colloqui con gli psicologi e i consulenti del centro, che valuteranno se “ospitarla” nelle proprie
strutture.
L’Umbria era rimasta l’unica regione italiana,
oltre al Molise, a non avere un luogo di incontro e di aiuto per le donne vittime di violenza.
Lacuna che è stata colmata con questo progetto
dal costo complessivo di quasi 500mila euro, cofinanziato per il 90% dal dipartimento per le Pari opportunità, per la restante parte dai comuni
di Perugia e Terni e dall’associazione “Liberamente Donna”. Per i prossimi due anni sono
inoltre previsti 200mila in arrivo dalla Regione.
Il progetto, che è stato presentato il 6 marzo
alla sala dei Notari di Perugia, risale al 2012,
quando venne lanciata l’iniziativa “Umbria antiviolenza”, che vedeva coinvolti i comuni di Pe-
l’8 MArzo Si Tinge di roSSo
Ofelia, si chiamava. Uccisa come Desdemona, ma con un taglierino da un euro e 80
centesimi, comprato poche ore prima. Era
una badante romena di 28 anni; è stata accoltellata alla gola dal suo fidanzato, in una
stanza d’albergo di Gualdo Tadino, l’8 marzo.
Era la giornata internazionale della donna.
Danut Barbu, anche lui romeno, 28 anni, ha
ammesso di aver acquistato il taglierino per
ucciderla. Lo ha detto davanti al gip Alberto
Avenoso e al magistrato Angela Avila, durante l’udienza di convalida dell’arresto.
Sono 177 le donne uccise nel 2013, secondo gli ultimi dati del Viminale. Nella gran
parte dei casi (120 su 177) le donne sono
state vittime della furia omicida dei loro mariti, compagni, figli, fratelli o nipoti. E dal
SophiA loren
in unA SCenA de
donnA in FugA dA
roMA
“lA
CioCiArA”, FilM del
1960
di
viTTorio de SiCA
Che rACConTA lA SToriA di
CeSirA,
unA
durAnTe lA SeCondA guerrA MondiAle Che viene violenTATA dA un gruppo di SoldATi nord-AFriCAni
rugia e Terni e le associazioni “Differenza Donna” e “Liberamente Donna”. L’obiettivo era
quello di creare «un luogo dell’accoglienza alle
vittime di violenza nei casi più a rischio, ma anche di formazione, ricerca, sensibilizzazione, informazione e prevenzione» come ha spiegato
l’assessore alle Pari opportunità del comune di
Perugia Lorena Pesaresi nel corso della presentazione.
Il centro di Ponte Pattoli (quello di Terni verrà attivato a breve) può offrire accoglienza ad un
massimo di otto donne, che possono portare
con sé anche i propri figli. Comode stanze con
letti singoli, una sala dove far giocare i bambini
2009 ad oggi in 40mila hanno denunciato di
aver subito atti di stalking.
Silvana Spaziani, 46 anni, l’alba dell’8 marzo non l’ha proprio vista. Perché suo marito
Sebastiano Fedele l’ha
colpita ripetutamente con
un’asta di ferro,
l’ha spinta giù
per le scale, poi l’ha sollevata e adagiata sul
letto, sopra il quale l’ha lasciata morire agonizzante, dopo essersi addormentato nella
loro casa, a Frosinone.
Assunta Sicignano è stata uccisa dall’uomo che aveva lasciato nel bar che gestivano insieme a Vigevano. Lei, 43 anni, si era
trasferita da qualche giorno a casa di
un’amica insieme alle figlie di 19 e 16 anni.
Lui, Francesco Albano, 71 anni, non aveva
accettato la scelta della compagna di una vita. E quando davanti al bar ha visto l’auto
dell’uomo che l’aveva sostituito nel cuore di
Assunta, è entrato e l’ha accoltellata più
volte dietro al bancone. Poi ha sistemato
due sedie coperte da una tovaglia in modo che non si riuscisse a vedere l’interno
e sulla porta ha attaccato un cartello con
scritto a penna "Torno subito".
e uno spazio in comune con la cucina dove poter condividere le proprie esperienze.
Quando sarà attivo anche il punto di Terni,
complessivamente potranno essere accolte fino
36 donne vittime di violenza e 20 bambini. Ad
occuparsi di loro saranno 60 tra operatrici e volontarie (30 a Ponte Pattoli e altrettante a Terni)
che hanno seguito un corso base di 150 ore. Tutte donne. A spiegare il motivo di questa scelta è
Elisa Piazzoli, corresponsabile del centro: «Viviamo in un mondo in cui la donna viene vista
come proprietà, come un oggetto, tutto sembra
essere giustificato, assistiamo a una mercificazione del corpo. Per questo solo una donna può capire un’altra donna».
Le vittime di violenza potranno contattare il
centro a qualunque ora, per il momento ad un
numero di cellulare, in attesa che venga attivato
il numero verde. Verrà dato sostegno alle maternità difficili, consulenza legale e psicologica gratuita, aiuto nell’avvio di procedure con i servizi
territoriali e con le istituzioni.
Ma il centro antiviolenza “Catia Doriana Bellini” ha ambizioni ancora più alte, conclude Elisa Piazzoli: «Vogliamo creare un laboratorio culturale per dare sostegno a tutte le donne, dobbiamo ridare dignità al genere femminile. C’è tutto un sommerso di silenzi e mancate denunce,
sentiamo tutti i giorni storie di chi ha sopportato tanti anni senza dire nulla. I panni sporchi non
si lavano in casa».
lorenzo grighi
Otto marzo amaro per la ragazza di Finale Ligure violentata nella sua scuola. Il tribunale del Riesame ha disposto la ‘permanenza in casa’ per tre dei quattro minori arrestati che erano stati messi in comunità per presunte violenze sessuali verso la compagna
di classe. Il quarto indagato era già stato rimesso in libertà.
"Ritornano senza nemmeno chiederci ‘scusa’. Ritorna chi ha tradito, chi ha mentito, chi
ha amato. Ritorna chi senza di te non può
stare. Ritornano tutti". E, ancora, il 6 marzo,
un’ultima citazione di Oscar Wilde: "Regala
la tua assenza a chi non dà valore alla tua
presenza". Questi gli ultimi post sulla bacheca Facebook di Ofelia. Per lei, nessuna ghirlanda di fiori. E, per tutte queste donne, nessuna mimosa.
AleSSAndrA BorellA
non è tutto rosa quel che luccica
Dalle truffe allo sfruttamento della prostituzione, fino alla violenza personale: i giochi pericolosi del gentil sesso
M
entre il Parlamento discute di quote rosa,
c’è un settore in cui l’universo femminile
è ben rappresentato senza bisogno di provvedimenti speciali: per molte donne uccise e maltrattate dagli uomini, ce ne sono altre che giocano a ruoli invertiti, indossando i panni delle
bullette di quartiere. Sfruttatrici di altre donne,
calcolatrici senza scrupoli e maestre dell’evasione fiscale: da Perugia a Città di Castello.
Qui, la Guardia di finanza – bussando alla
porta di Lisa, una cinese apparentemente nullatenente – ha scoperto pochi giorni fa una piccola Prato. L’imprenditrice faceva affari nel tessile duplicando maglie griffate e nascondeva in
casa una vera fortuna, 140mila euro in contanti. Guadagnati sulla pelle delle dipendenti: ne
teneva una decina in nero, le pagava pochi euro
al giorno facendole dormire e mangiare in una
stanzetta, ammassate tra stoffe e cartoni.
Intanto lei si arricchiva eludendo il fisco: apriva
e chiudeva società fittizie, intestava partite iva a
prestanome che sparivano nel giro di un paio di
mesi senza pagare nulla e senza lasciar traccia.
Sconosciuta al fisco era anche Giulia, nome
d’arte di Hu Yunjuan, proprietaria del centro di
massaggi “Zhi Luo Lan” in via Campo di
Marte. Solo che i clienti che capitavano qui non
avevano né sciatica né reumatismi: dentro l’appartamento si nascondeva un piccolo bordello
dove vivevano segregate tre clandestine costrette a vendersi. L’incasso finiva nelle tasche della
loro maitresse, arrestata dalla polizia per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Un fenomeno che è dilagato proprio in quelle
zone, intorno alla stazione, da via del Lavoro a
via dei Canali, dove le giovani cinesi hanno
ormai rimpiazzato nigeriane e rumene anche in
strada. E spesso il loro padrone porta la gonna.
Avevano invece i jeans per muoversi più agilmente tra serrature scassate e fughe improvvise, le tre giovani ladre (14, 15 e 18 anni) arrestate il 12 marzo a Terni: di origine croata ma nate
in Italia, con cacciaviti e taglierini irrompevano
nelle case degli anziani dopo aver citofonato
per assicurarsi che non c’era nessuno. In pochi
minuti riuscivano ad arraffare di tutto e avevano già messo a segno diversi colpi. Poi una leggerezza fatale, quando hanno cercato di forzare
una porta blindata senza accorgersi che gli
inquilini le osservavano dallo spioncino e intanto chiamavano il 113. La polizia è arrivata mentre stavano ancora armeggiando davanti all’abitazione: avevano tutte e tre precedenti per furti
in appartamento e la maggiorenne era uscita di
prigione da una settimana.
Tre storie di donne che provano a fare “le
dure”, prendendo in prestito il peggio degli
uomini. Ma ce n’è un’altra ancora più estrema e
quanto mai emblematica: il 10 marzo il tribunale di Brescia ha condannato a 16 anni di prigione Angela Toni, originaria di Gualdo Tadino,
per l’omicidio della compagna, avvenuto un
anno fa. Angela, operaia di 35 anni, ha confes-
il
giro dellA proSTiTuzione è SpeSSo geSTiTo dA donne
sato subito: non accettava la fine della relazione
con Marilena Ciofalo e non riusciva a darsi
pace. Per questo aveva perso la testa e comprato una pistola. Aveva passato cinque giorni al
poligono per prendere bene la mira. Quindi due
colpi per ammazzarla dopo una notte di litigi.Si
tratta del primo femminicidio (giuridicamente
accertato) in Italia.
FederiCo Frigeri
CRONACA
15 APRILE 2014
i reati
più frequenti
sono i furti
nelle abitazioni
Un trend in continua crescita: il livello
della criminalità a Perugia è vorticosamente aumentato negli ultimi anni. Nell’ultimo
quinquennio un vero e proprio boom: le
statistiche del capoluogo di regione
umbro sono le stesse di quelle di Roma,
una città notevolmente più grande e più
soggetta a confrontarsi con reati ogni
tipo.
Nel grafico qui a fianco sono evidenziati,
voce per voce, i crimini più comuni commessi a Perugia e provncia ogni centomila abitanti: si tratta di dati forniti lo scorso
dicembre dal Ministero dell’Interno e rielaborati dal Sole 24 Ore, nelle cui graduatorie Perugia si trova al 78° posto su 107
province in tutta Italia.
I reati più frequenti sono i furti e rapine
nelle abitazioni: nello scorso anno ne sono
avvenuti 611, un dato che supera di gran
lunga la media nazionale, soprattutto se
paragonato a quello di Terni: nell’altro
capolugo umbro sono stati “soltanto” 528.
Seguono, con 226 casi, i reati “da strada”,
come spaccio, furti e rapine nei negozi,
scippi. E qui Perugia deve convivere con
un altro, triste primato: 36 morti per ovedose nell’ultimo anno, il dato più alto in
tutta Italia.
Gli abitanti perugini sono tra i più colpiti in
tema di truffe e frodi: sono state ben 180,
altro dato che spinge Perugia e provincia
ancora più a fondo nelle classifiche.
Numeri più bassi per i furti d’auto (la
quota, sempre secondo i dati forniti dal
Viminale, è di 61) e per le estorsioni, limitati ad 11 casi.
e. C.
3
Il nuovo questore, Carmelo Gugliotta, fa il punto della situazione sulla delinquenza in città
«perugia, non avere paura»
Ai minimi storici la sicurezza percepita: «Il nostro sarà un lavoro concreto per aumentare quella reale»
P
erugia capitale della droga, Perugia città
violenta, Perugia in mano alla criminalità
straniera: titoli e slogan che si leggono
un po’ ovunque, rilanciati dalle testate web e dai
giornali di tutta Italia.
In città si percepisce un’aura di disagio e di
paura: il centro ormai è abbandonato a se stesso ed è sempre meno vissuto non solo dai cittadini, ma anche da studenti e turisti.
Il nuovo questore, Carmelo Gugliotta, insediatosi a gennaio commenta così la deriva del
capoluogo umbro: «Fino a 20 anni fa Perugia
era notoriamente una città tranquilla, senza nessun grave problema legato alla criminalità. Da
allora però sono cambiate molte cose e oggi la
provincia è al 78° posto nelle classifiche del Sole
24 Ore in tema di sicurezza. Il disagio è evidente: basti pensare al crollo di iscritti nelle due
università della città. Significa che a Perugia si
ha paura, ma soprattutto Perugia fa paura».
Un dato allarmante, con i cittadini che vedono diminuire giorno dopo giorno la sicurezza
percepita: «Ma in questo caso – sottolinea
Gugliotta – noi possiamo lavorare soltanto
sulla sicurezza reale. Il malessere, o benessere,
generale e le sensazioni diffuse tra gli abitanti
sono dettate dalla stampa e dal modo in cui
certi problemi vengono affrontati. Purtroppo i
giornali vendono solo se pubblicano cattive
notizie e, quindi, si creano situazioni di allarmismo generale».
Anche la provincia di Perugia sta diventando
una roccaforte della criminalità organizzata:
«Ormai è impossibile fare dei distinguo tra
dove ci sono e dove non ci sono le mafie – evidenza il questore – perché sono dovunque c’è
la possibilità di fare affari, di investire. Non servono omicidi di mafia per sentenziare che questa sia presente in un territorio, anzi: quando
non ci sono, vuol dire che c’è un controllo pacifico del territorio e dei sui principali affari».
Un problema grave è quello legato all’immigrazione: è elevato il dato di reati commessi
dagli stranieri, soprattutto da quelli irregolari:
«È vero – ammette Gugliotta – i numeri legati
alla criminalità straniera sono elevati. Noi ci
muoviamo come possiamo, ma i passaggi burocratici per arrivare all’identificazione ed
all’espulsione di uno straniero, magari irregolare e senza documenti, che commette un reato
sono lunghi e macchinosi». Per questo motivo,
il questore lancia un appello a tutte le forze di
polizia: «Noi della questura siamo i soli a gestire i rimpatri: questo comporta costi elevati per
il corpo della polizia di stato, sia per biglietti
aerei, sia per il numero di uomini da impiegare
in queste operazioni. Sarebbe importanche che
ci venisse data una mano».
226
Rapine e furti in negozio,
scippi e spaccio
11
Estorsioni
61
Furti d’auto
180 Frodi e truffe
611 Furti e rapine nelle abitazioni
CArMelo guglioTTA,
queSTore di
perugiA
Un punto su cui si dibatte molto è la connivenza silenziosa tra gli immigrati irregolari e i
perugini che affittano loro appartamenti, ovviamente in nero: anche questo contribuisce al
degrado e genera insicurezza ma, negli ultimi
tempi, i controlli sono diventati sempre più serrati e si stanno intensificando anche quelli in
palazzi abbandonati. Ultimo esempio è quello
dell’ex Tabacchificio, dove sono stati trovati
150 posti letto più che arrangiati: in pratica un
dormitorio in piena regola, peraltro a due passi
dalla questura.
Altra piaga sociale: la droga. Il centro di
Perugia, è noto, è sempre più in mano a spacciatori di ogni tipo: «Il fenomeno esiste, anche
in virtù di un mercato che, purtroppo, non
acenna a diminuire. E i problemi più gravi, ma
non sempre sotto l’occhio dei riflettori, sono in
zona stazione, non solo nei dintorni di corso
Vannucci».
La questura, comunque, si è impegnata negli
ultimi tempi per cercare di rendere più sicura la
città: «Il posto di polizia di via Bartolo garantisce un livello di sicurezza più alto e, grazie ai
pattugliamenti più continui, sono in netta diminuzione i furti e anche il numero di reati commessi nelle ore notturne. Insomma, la situazione sembra stia migliorando e stiamo cercando
di rispondere alle esigenze dei cittadini».
edoArdo CozzA
Clandestino, ti prendo e ti porto via. Ma dove ti mando?
«H
o qui sulla scrivania una pratica delle
tante che la affollano: è l’ennesimo
ricorso al decreto di espulsione. Nove imputati
su dieci fanno ricorso, anche quando non ci
sono gli estremi». A parlare è Cristiana
Cristiani, uno dei giudici di pace che quotidianamente si occupano di convalidare i decreti di
espulsione emessi dalla Questura di Perugia
(uno o due al giorno in media) e, soprattutto,
delle udienze relative ai ricorsi per chiedere l’annullamento di tale decreto.
Sono state 162 nel 2012. L’avvocato del clandestino è spesso patrocinato dallo Stato e per
prassi si fa firmare una delega per avviare il
ricorso. Tanto, non costa nulla. Ma la maggior
parte delle volte è mirato ad ottenere una dilazione temporale. «La settimana scorsa ho avuto
il caso di un clandestino albanese trovato con
un quintale e mezzo di droga. Era qui e piangeva, dicendo che lui ha il figlio piccolo in Italia.
Era la seconda udienza. Io cosa devo fare?
Capisco che ci siano situazioni delicate che
coinvolgono coniugi o minori, ma quando si
arriva al decreto di espulsione si è già arrivati
all’ultimo stadio», continua il giudice, nel suo
lA
nAzionAliTà degli iMMigrATi ClAndeSTini più diFFiCile dA individuAre è quellA AlgerinA,
MenTre le nAzionAliTà più preSenTi A perugiA Sono quellA TuniSinA e quellA MAroCChinA
ufficio al Tribunale di sorveglianza.
In corridoio c’è Giuseppe Ricci, ex ispettore
dell’ufficio immigrazione. È in pensione da due
mesi, è qui per accompagnare l’ispettore che lo
sostituisce ad un’udienza. Il novizio, lo chiama.
Perché Ricci ha alle spalle 30 anni di carriera,
nei quali ne ha viste «di cotte e di crude. Come
l’espulsione della stessa persona per 5 volte in
due anni. Con la legge Martelli (n. 39/1990,
ndr) sono iniziate le sanatorie, secondo me è lì
l’origine del problema», afferma.
Lui parla dell’importanza del respingimento
alle frontiere, l’avvocato, che discute del suo
caso con l’altro funzionario della questura, cita
sentenze (e condanne) a volte ingiuste, che
creano il pregiudizio. Eppure la legge è garantista. Soprattutto nel caso in cui non si riesca a
risalire alla nazionalità dell’immigrato. Se c’è un
passaporto, si tratta solo di trovare il primo vettore disponibile per il trasporto. Ma se non c’è,
ed è questa la casistica maggiore, la questura
deve inoltrare la richiesta a più consolati, ai
quali non sempre conviene collaborare. «Quello
algerino è il più restio a rispondere. Ma, in
genere – spiega Ricci – si va comunque dai 4 ai
6 mesi per un riscontro. Nel frattempo si chiede al ministero dell’Interno un posto nei CIE,
che sono già sovraffollati». Cosa succede a questo punto? Con la direttiva comunitaria sui rimpatri, la 115 del 2008, il clandestino ha sette
giorni di tempo per una partenza volontaria.
Sarebbe a dire che deve andarsene da solo,
senza alcun controllo. Su 100, di solito, se ne
vanno in tre. Gli altri, è ovvio, non ci pensano
nemmeno. Forse non hanno i soldi, forse meritano asilo politico. Più spesso hanno precedenti penali sufficienti a giustificare l’espulsione,
ma restano liberi di delinquere ancora.
AleSSAndrA BorellA
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il declino e l’ascesa, il binomio che spacca l’Umbria
La crisi non colpisce tutti allo stesso modo: alcune delle nostre aziende storiche mandano a casa i lavoratori, altre invece crescono e lanciano il made in Italy direttamente nello “spazio”
per la perugina il prestigio non basta più
angelantoni, orgoglio tutto “high tech”
Dopo mesi di attese i lavoratori dell’azienda di San Sisto non sanno ancora cosa sarà del loro futuro
L’
annuncio che ha fatto tremare lo
la Perugina, nel reparto produttivo. Dal 2003 anche perché ha una progettualità di
stabilimento di San Sisto è arrivaha un contratto a tempo indeterminato. fondo». Progettualità: è questo che
La stagionalità
to a metà febbraio. Pochi giorni
Marco ci spiega cosa è cambiato rispetto al chiedono i dipendenti della Perugidopo San Valentino, la Nestlè ha comunicapassato: «Nel periodo primaverile c’è na. Un piano industriale di rilancio,
è sempre stata
to ai lavoratori della Perugina un piano di
sempre stato un abbassamento della dicono, è fondamentale per garantiil punto debole
cassa integrazione per 867 dipendenti. La
produzione. Adesso si è accentuato. re un futuro a questa azienda. «Queldecisione della multinazionale di VeDa cosa dipende? Dal calo dei consu- lo che ci preoccupa non è la cassa indell’azienda.
vey dipende dalla stessa natura
mi, ma anche dalla variazione del tegrazione! È la fine che faremo…
della produzione: il consumo
mercato: il consumatore vuole che ne sarà della Perugina?
Con la crisi l’impatto
del cioccolato si concentra in
il prodotto sempre più freLavorare per una multinazionale è
alcuni periodi dell’anno.
sco, questo significa pro- una fortuna: il 40% della nostra proè stato molto
Inevitabile l’oscillazione
durre sempre più a ridosso duzione va all’estero. Se lavorassimo
più forte
delle vendite e quindi dei
dei periodi di consumo, il solo per l’Italia, di questo stabilimencali di produzione. La staperiodo invernale, ma so- to rimarrebbe ben poco. Ma le scelgionalità, caratteristica delprattutto le feste, san Va- te di una multinazionale spesso significano masla Perugina, è vecchia di delentino e Pasqua in parti- sificazione produttiva: alcuni prodotti artigianacenni. In passato però quecolare.
li stanno sparendo. Insieme a loro sparisce
ste criticità, spiega Michele
Quest’anno, la cassa inte- un’etichietta di qualità e di prestigio.
Greco, coordinatore
grazione dura di più
Il marchio Perugina ha poca visibilità in Italia:
il bacio perUgina, il celebre cioccolatino prodotto nello
dell’RSU Perugina,
del passato. L’inten- quando va bene, escono due pubblicità all’anno
stabilimento nato a san sisto il 30 novembre del 1907.
a fondare la “società perUgina per la fabbricazione di
hanno avuto risposte
zione iniziale della in televisione per san Valentino. La Nestlè vuoconfetti” ci sono, tra gli altri, dUe imprenditori perUgini
destinati ad avere sUccesso anche in altri settori:
diverse: «Alla fine deNestlé era di aprire le investire sullo stabilimento di San Sisto o no?
27,7% —>
francesco bUitoni e annibale spagnoli.
gli anni ‘90 e all’inizio nel 1985, la perUgina viene vendUta a carlo de benedetti la cig per tutta la for- Abbiamo anche chiesto la internalizzazione di
in crescita
che, a sUa volta deciderà di vendere.
degli anni 2000,
alcuni reparti, come
nel 1988 la fabbrica va a finire in mani straniere.
l’azienda ha gestito la
ad esempio quello load acqUistarla, è la mUltinazionale nestlè
curva bassa con il sogistico, che erano sta38,2% —>
lo utilizzo delle ferie. E poi, la flessione produt- za lavoro a tempo indeti dati in appalto. Coin crisi
tiva durava poco. Attualmente la situazione è terminato, poi in fase di
sì potremmo recupepiù complessa per diversi fattori. Primo fra tut- trattativa siamo riusciti ad
rare posti di lavoro».
ti la crisi che ha impattato sui consumi: le fami- escludere tutta la sezione
Marco, abbassa lo
34,2% —>
glie hanno tagliato sulle spese superflue, pian part time. Il termine del
sguardo: «È tutto nestabili
piano la flessione produttiva si è allargata. Pur periodo è il 23 aprile, poi
buloso. Quando sono
avendo compensato con l’export, la pesante però bisognerà tornare in
entrato qui dentro
perdita del mercato interno ci ha portato ad una Confindustria, al tavolo
avevo delle certezze.
+13,6% —>
riduzione dei volumi».
della trattativa, perché ci
Ora? Non so cosa ci
export
La cassa integrazione per i dipendenti della Pe- sarà da coprire anche
aspetta. Nello stabilirugina è cominciata lo scorso 3 marzo. Un ver- maggio e giugno. Non si
mento, l’età media
bale d’intenti siglato con il sindacato ha però sa se dopo aprile l’am- lo stabilimento a san sisto, frazione di perUgia dei lavoratori è di 40
+11% —>
permesso di ridurre il numero dei lavoratori in- mortizzatore sociale sarà
anni. Quanti di noi
hitech
teressati di più di 200 unità. Marco Ballarani è la cig o il contratto di solidarietà, vantaggioso arriveranno alla pensione?».
michela mancini
uno di loro. Nel ‘97 ha cominciato a lavorare al- per due motivi: dal punto di vista salariale, ma
“
”
le aziende in
numeri
sgl carbon, la chiusura è sempre più vicina
La multinazionale tedesca ha avviato la liquidazione. Ma gli operai non ci stanno: «Continueremo a lottare»
S
ono ormai parte integrante del panorama di gilia dell’incontro delle rappresentanze sindacaNarni i silos della Sgl Carbon. Stanno lì da li al ministero dello Sviluppo per discutere di
un’eventuale solu117 anni e hanno
zione. I vertici tedato lavoro a molte famiglie della
deschi non si sono
presentati perché
cittadina. Un luogo antico che afnon avevano «alcun
argomento su cui
fonda le proprie
discutere».
radici sotto terra –
con quel gioiello
Ed ecco che le
speranze dei lavoarcheologico che è
ratori sono di nuoNarni sotterranea
vo crollate a picco:
– e un presente
«Siamo col morale
che, invece, si staglia a cinquanta
a terra», dice Francesco Pettorossi,
metri di altezza. E
la protesta di otto operai in cima ad Un silos il 25 febbraio
interpretando i senlì, il 25 febbraio
scorso, hanno deciso di salire e incatenarsi otto timenti di tutti i 109 colleghi. La chiusura della
operai dello stabilimento, sperando che da lì si Sgl Carbon non rappresenta solo la chiusura di
una fabbrica. Attorno allo stabilimento si è copotesse vedere il futuro.
Speranze che sembrano sempre più effimere struita l’economia di un’intera zona. Per più di
perché i tedeschi, proprietari dello stabilimento un secolo ha prodotto ricchezza per molte famiche produce elettrodi di grafite, sono decisi a glie narnesi. Francesco, operaio e Rsu (rapprechiudere i battenti. «La nostra è una decisione ir- sentanza sindacale unitaria), è uno degli otto
reversibile»: queste le parole arrivate – tramite operai incatenatisi sul silos. Lavora qui da trenuna lettera – dalla Germania il 4 marzo, alla vi- t’anni e proprio non ci sta a veder chiudere una
parte della propria vita. Continua ad andare al la- avanti finché ci sarà materia
voro, tutti i giorni, come sempre. I
prima da laLa
prodotti sono gli stessi, le macchiL’economia vorare.
speranza è che un
ne pure. Ma non l’atmosfera che si
della zona
respira. All’entrata dello stabilimenpotenziale acquirente si
avanti al più presto, prito c’è un presidio permanente, gli
dipende dalla faccia
operai si danno il cambio per vigima che le macchine vengano
fabbrica
spente. Ma, fino ad ora, nessulare, 24 ore su 24, i pesanti elettrono sembra essere interessato.
di di carbone che producono. «Il loro valore è di circa venti milioni di euro e conLa Sgl Carbon rifornisce le più importanti actrolliamo che non vengano portati fuori per es- ciaierie italiane, prime fra tutte quella ternana e
l’Ilva di Taranto. Un mercasere venduti», racconta
to decisamente remuneratiFrancesco. Gli operai della
vo che ha consentito alSgl li considerano di loro
proprietà.
l’azienda di finire gli ultimi
quindici anni coi bilanci
Per difendere il frutto del
sempre in attivo. La chiusuloro lavoro – e il lavoro stesra dello stabilimento umbro
so – sono pronti a lottare
si ripercuoterebbe, quindi, a
ancora, ricorrendo ad altre
manifestazioni ed iniziative
livello nazionale perché le
di protesta. Si preannunciaacciaierie sarebbero costrette a rifornirsi all’estero. In
no mesi di fuoco.
Nello stabilimento di
Italia, gli elettrodi di grafite
Una manifestazione dei lavoratori.
si producono infatti solo
Narni Scalo, intanto, si conalcUni siedono sUgli elettrodi di
tinua a produrre, anche se a
qui, a Narni Scalo.
grafite, i prodotti fabbricati
regime ridotto. Si andrà all’interno dello stabilimento di narni
antonella spinelli
“
”
Da Massa Martana allo spazio, la ricetta vincente di una multinazionale “di famiglia” che non dimentica la terra di origine
S
ulle colline di Massa
Martana le intuizioni del
Nobel Carlo Rubbia diventano industria. Nel 2007, un
anno di svolta fondamentale per l’azienda, il
Gruppo Angelantoni
inaugura una nuova
via nella ricerca
to la supervisione del Nobel Carlo Rubbia. Il
Questa multinazionale “tascabile”, ancora a Science (ALS) e Angelantoni CleanTech (ACT),
presidente Gianluigi Angelantoni spiega: “La no- misura d’uomo ha una storia che assomiglia alla oltre ad Archimede Solar Energy (ASE), con 8
stra è la più avanzata centrale sperimentale al trama di un film. Nel 1924 il fondatore di An- unità produttive in Italia, Germania, Francia, Inmondo a energia
gelantoni Indu- dia e Cina.
solare concentrata
strie, Giuseppe
Così il sindaco di Massa Martana Maria Pia
e su di essa sono
Angelantoni, par- Bruscolotti: «Inutile negarlo, siamo fieri di quepuntati gli occhi di
te in motocicletta sta azienda. È il nostro fiore all’occhiello. Il grupArabia Saudita, Qadal suo piccolo po Angelantoni offre lavoro e ossigeno al nostro
tar, Cina, Giappopaese umbro per territorio, promuove il nome di Massa Martana
ne, Stati Uniti, MaMilano: è un gio- nel mondo. L’azienda è stata capace di battere
rocco
e
Kuwait,
i
vane meccanico la crisi con il coraggio degli investimenti. L’amci sono due
cui rappresentanti
che in paese non ministrazione comunale è stata vicina il più posUmbrie: una che
sono intervenuti il
trova risposta alla sibile al Gruppo e di questo ne andiamo fieri».
sale e una che scen3 luglio 2013 alla
sua creatività, alle
Ancora il sindaco Bruscolotti: «Non va mai dicerimonia di inausue mille doman- menticato che questa azienda avrebbe potuto
de. i dati relativi
gurazione dell’imde tecniche e scegliere altre realtà dove insediarsi ma ha scelall’ultimo trimestre
pianto insieme ad
vuole asseconda- to l’Umbria ed in particolare la nostra cittadina
del 2013 dicono che
una folta rapprere la sete di cono- di questo gli saremo sempre grati».
quasi la metà delle
sentanza del monscenza.
In questi tempi di crisi trovare parole di ingianlUigi angelantoni, amministratore dell’omonimo grUppo
do politico ed induGiuseppe, a Mi- coraggiamento e stima da parte dei sindacati veraziende ha registrato
striale proveniente dall’ Italia e da altre parte del lano, fa una fondamentale esperienza nel setto- so le aziende è una impresa quasi titanica ma
una contrazione della
mondo. Il progetto onora la ricerca italiana nel re frigorifero tecnico-meccanico, spinto da una quando si nomina il gruppo Angelantoni la muproduzione, mentre
mondo, è una vetrina internazionale per la tec- costante curiosità e dal vivo desiderio di cono- sica cambia. Angelo Manzotti, responsabile delun terzo registra
nologia tutta italiana, è fattore di sviluppo diret- scenza, dà sfogo alla
to e indotto, esalta la futura sostenibilità ambien- sua innata lungimidegli aumenti, anche
tale e la green economy”.
ranza e capacità di
sensibili.
Ma facciamo un passo indietro.
anticipare il futuro e
a soffrire di più il setC’è chi investe e sa come fare perché ha una nel 1932 fonda la Fritore terziario mentre
nitida visione non tanto dell’economia, quanto goriferi Angelantoni,
sembrano godere di
del futuro. Il gruppo Angelantoni è da anni lea- un’impresa familiare
der nel settore del “freddo”, della componenti- che produce frigoriottima salute le
stica di altissimo livello tecnologico per simula- feri industriali e sucimprese che puntano
zioni aerospaziali e della tecnologia energe- cessivamente si trasulle nuove tecnolotica in generale. Se qualcuno raccontasse, sforma in una realtà
gie.
inoltre, che gli stabilimenti si trovano manageriale con attia Massa Martana, piccolo co- vità produttive in dic’è però un ambito
mune di tremila abitanti versi campi strategici
nel quale l’Umbria sembra non
immerso nella Media Valle della scienza e della
avere rivali: l’export. è, infatti,
del Tevere, si potrebbe tecnica. Rientrato a
alla guida della classifica delle
pensare di essere vittima Massa Martana nel
di una colossale presa in gi- 1968 con il sogno “di
regioni per l’aumento di esporro.
Non è così.
portare lavoro dove
tazioni di prodotti realizzati
L’Angelantoni (nome del- c’era manodopera ed
dalle piccole imprese.
l’azienda che porta con sé la storia ingegno” (e non vicedella famiglia che l’ha fondata e che og- versa come accadeva Uno degli specchi solari della «archimede solar energy». il progetto onora la ricerca
italiana nel mondo, è Una vetrina internazionale per la tecnologia tUtta italiana
gi la gestisce) ha sede proprio a Massa in quei tempi di emiMartana. Lì lavorano più di 200 addetti e l’in- grazione dall’Umbria), fonda l’Angelantoni Cen- la Cisl per la Media Valle del Tevere e di origine
dello sfruttamen- dotto è incalcolabile. Dentro gli stabilimenti non tro Sud, poi Angelantoni Industrie, dando un re- massetane, parla di «una realtà produttiva che
to dell’energia solare si parla soltanto l’italiano ma soprattutto l’ingle- spiro internazionale ed assicurando quel lavoro non ha accusato la crisi in quanto ha investito in
fondando la Archimede Solar se, il francese e il cinese. Uomini d’affari incra- che non c’era. Attualmente il Gruppo Angelan- tecnologie e formazione del personale su tutti i
Energy, che produce tubi ricevitori vattati arrivano con la 24 ore di ordinanza dai toni comprende 3 subholdings: Angelantoni livelli».
nicola mechelli
solari per le centrali solari termodinamiche sot- cinque continenti, le commesse idem.
Test Technologies (ATT), Angelantoni Life
la “grande bellezza” si chiama astra
Simone Settimi, amministratore dell’azienda di make-up: «Il segreto del nostro successo? La nostra “testa” è umbra»
T
utti ne parlano e le donne fanno a gara per
riuscire a trovare un punto vendita. Il mercato dei cosmetici e del “make up”, termine preso a noleggio dalla lingua inglese per indicare un
più italico “trucco”, è uno dei settori più competitivi che ci siano. Simone Settimi è un giovane
imprenditore tuderte e la sua azienda “Astra”
produce polveri, rossetti, rimmel e creme che finiscono sul viso di migliaia di donne in tutta Italia. Il successo è arrivato lentamente ma la famiglia Settimi l’ha cercato fin dall’inizio. Astra è il
marchio di punta di Giufra, una importante
azienda italiana, con sede a Todi che da più di
trent’anni propone un binomio vincente tra cosmetici sicuri e moda. Tutto ha inizio nel 1979
quando Giuliano Settimi, medico farmacista con
il pallino di fare business nel mondo della co-
smesi, apre quella che oggi gli esperti di marke- stimonials di pregio. Claudia Gerini, Valeria Solarino, Anna Falchi sono solo alcune delle testiting chiamerebbero “start-up”.
monials del marchio».
Negli anni ’80
l’azienda è stata la seE quando gli si chiede
conda produttrice itacosa abbia questa
liana di trousse. In
azienda di umbro, Settimi risponde: «Tutto,
trenta anni il mondo è
la gran parte dei nostri
cambiato ma non la
loro filosofia aziendadipendenti e dei nostri
le, racconta Simone
impiegati è umbra, ma
Settimi, figlio di Giudi “umbro” abbiamo
liano che insieme al
soprattutto una cosa:
fratello Andrea e alla
“la testa”».
moglie Lucia gestisce
La sede di Astra è a
la sede di astra a todi
il brand Astra: «Siamo
Todi, una bellissima
stati i primi nel 2008, in qualità di importante cittadina medievale ma certo non è la capitale
azienda di make up “low cost” ad investire in te- della moda: «Se voglio vivere immerso nella fre-
nesia me ne vado con l’aereo a Parigi, a Milano
e a Londra. Stare a Todi permette di vivere in un
ambiente sereno, un fattore fondamentale per
prendere decisioni importanti». Astra si distingue anche per l’attività filantropica, meglio dire
sportiva: è infatti tra gli sponsor principali degli
Internazionali di tennis dell’Umbria, il più importante evento sulla terra rossa della regione.
L’assessore alla cultura e allo sport del comune di Todi, Andrea Caprini, non ha dubbi: «Astra
è una risorsa, una importante risorsa sia per l’apporto che dà agli internazionali di tennis ma anche sotto il profilo dell’occupazione con importanti ricadute in città. Aziende capaci di esportare il nome di Todi a livello nazionale e internazionale sono fondamentali».
n. m.
6
CULTURA
15 APRILE 2014
Anche quest’anno eventi culturali «di alto profilo». Tra gli ospiti più attesi dell’Ijf: Margaret Sullivan, Jeff Jarvis e Wolfgang Blau
il Festival del giornalismo trova Amazon
Per l’edizione 2014 la scelta del web porta i suoi frutti. Dopo Google, un altro sponsor internazionale salva la manifestazione
A
rriva Amazon. A pochi giorni dall’an- supporto finanziario o saranno coinvolti
nuncio della sponsorizzazione di anche nella programmazione degli eventi?
Sarà nostro ospite Richard Gingras, Senior
Google, l’organizzazione del Festival
internazionale del giornalismo ottiene lo spon- Director di Google News,che parlerà di come è
cambiato l’ecosistema dell’informazione negli
sor di Amazon.
«Ci hanno contattato loro» racconta Arianna ultimi tempi, e di quello che si può fare ora, e
Ciccone, fondatrice del Festival
del Giornalismo di Perugia, che
si dice soddisfatta di avere due
partner internazionali così ambiti ed autorevoli.
Altri tasselli si aggiungono alla
nuova impalcatura del Festival
del giornalismo, che quest’anno si è incamminato nell’avventura del Crowdfunding
arrivando a 115.420 euro,
quota che coprirà gran parte
dell’evento. Intanto procede il
SoprA: AriAnnA CiCCone, lA FondATriCe e orgAnizzATriCe
cantiere dell’organizzazione A deSTrA: un inConTro del FeSTivAl Al TeATro MorlACChi
per un appuntamento che si
annuncia sorprendente, con
oltre 300 ospiti confermati. L’edizione 2014, promuoveremo anche una
partita come la più debole della storia del serie di masterclass per
Festival, con i conti azzerati e una scommessa approfondire la conoscenza
da vincere sul fronte dell’appeal dell’evento, degli strumenti digitali per il giornalismo.
oggi sembra presentarsi come la più solida, Quali saranno gli ospiti principali?
Per noi sono tutti importanti, posso però dire
almeno sotto il profilo dell’internazionalità e
a chi abbiamo affidato gli incontri più attesi:
dell’autorevolezza. E non è poco.
Google e Amazon si limiteranno a fornire Margaret Sullivan, editrice del “New York
unA
donnA in CoSTuMe Al
D
MerCATo
delle
gAiTe
di
BevAgnA
agli occhi verdi della ragazza afghana, allo sguardo di un bambino che gioca nei
vicoli di un borgo umbro. Dalla guerra, i bombardamenti e la sofferenza, al paesaggio collinare, tranquillo, silenzioso dell’Umbria. Il fotografo statunitense Steve McCurry ha scelto
questa regione per portare avanti un lavoro fotografico unico nel suo genere in Italia. Si chiama Sensational Umbria: cento scatti che raccontano persone, tradizioni, momenti di festa e
di raccoglimento.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra il fotografo e la Regione Umbria, ha come obiettivo quello di far conoscere le bellezze di questo
territorio a turisti di tutto il mondo e svelarne
i tanti aspetti nascosti.
Dopo anni passati in zone di guerra come
l’Iraq, ci si chiede però come mai McCurry sia
arrivato qui. Perché proprio lui, che ha vissuto
sotto i bombardamenti della guerra del Golfo e
ha conosciuto i combattenti delle Tigri Tamil in
Sri Lanka? Ad averlo portato in Umbria è il desiderio di conoscere. La
volontà di scoprire, la curiosità. Per l’artista Afghanistan, Italia, Stati Uniti o Cambogia, sono
paesi: sono la cornice per ritrarre uomini e donne. Il momento in cui studia l’inquadratura è
però anche un’occasione per fermarsi a riflettere dinnanzi ad una montagna, un ruscello o un
prato fiorito. «Una delle più forti immagini di
guerra per me è quella che ho scattato ad un uccello ricoperto di petrolio: la devastazione del-
preSenTAzione
dellA
MoSTrA SenSATionAl uMBriA
Times”, Jeff Jarvis, giornalista e critico televisivo, Wolfgang Blau, direttore delle strategie digitali della testata britannica “The Guardian” e
Richard Gingras, senior director a Google, nel
settore news and social products.
Voi ponete storicamente l’accento sul giornalismo multimediale. Perché?
Oggi chi vuole fare il giornalista deve sapere
che molto verosimilmente scriverà su spazi
digitali. È un mestiere che non è solo saper scri-
vere, ma è necessario anche avere un account
Twitter, trovare le notizie sui Social, saper verificare le informazioni su Internet, usare Tool
come Storify. Ecco perché. Perché è la nuova
frontiera.
piAzzA
del
duoMo
A
guBBio
Con Sei CerAioli
McCurry: «umbria surreale e sorprendente»
Come nasce la passione per l’Umbria e cosa
pensa dei suoi valori e del suo stile di vita?
Non esiste al mondo un altro paese che offra
una così grande varietà di arte, cultura, paesaggi e architetture come l’Italia. Ritrovarsi immersi nella storia con monumenti e tracce che risalgono a secoli addietro è qualcosa di incredibile.
L’Umbria ha qualcosa da offrire a tutti. Non importa l’età o gli interessi.
Perché questa mostra “Sensational Umbria”? Come nasce l’idea?
Nasce da un progetto che stavo portando
avanti con la Regione per catturare con il mio
obiettivo i vari aspetti dell’Umbria. Questo includeva varie esperienze che ho vissuto durante
i miei viaggi: il buon cibo e il vino, bellezza, arte e sport. Ho cominciato a lavorarci nel 2010
con il mio team italiano.
Tra i 100 scatti, ce n’è qualcuno in particolare a cui è più legato?
Se devo sceglierne uno, mi piace la fotografia
in controluce con i musicisti e Palazzo dei Priori a Perugia sullo sfondo. Mi trasmette molta
emozione.Mi piace anche quella della performance artistica al Festival di Spoleto. L’Umbria
è un posto pieno di momenti surreali, sorprendenti ed inaspettati.
Tra i tanti luoghi che ha visitato nella sua
carriera quale l’ha affascinata di più?
Scelgo i paesi da visitare in base alla mia curiosità. Mi piace tornare dove sono già stato in modo da poterli studiare a fondo. Dal punto di vista fotografico l’India è quella che mi ha colpito di più. Non si trova un altro posto con così
tanta geografia e cultura tra caos e confusione.
Sophie TAverneSe
Quali saranno i punti di forza dell’edizione
2014?
Credo gli stessi di tutti gli anni. Eventi di alto
profilo, inclusi i workshop a ingresso libero, e la
possibilità di confrontarsi e misurarsi con le
tematiche più importanti sul mondo del giornalismo e i suoi cambiamenti.
Quest’anno siete partiti annunciando la possibile chiusura per mancanza di fondi. Poi
è avvenuta una rinascita. Com’è andata?
Abbiamo integrato gli aiuti pubblici alla
generosità degli internauti, e una quota è
stata coperta col ricorso al Crowdfunding,
la raccolta di finanziamenti tramite Social
network. Lo strumento è alla portata di
tutti, qualsiasi sia la forza mediatica dell’idea e dell’ideatore. Il consiglio è di
esporsi in prima persona nel video di presentazione e chiedere il contributo nel
modo più chiaro e trasparente possibile.
Anche per un fundraiser online, bisogna saperci fare. Qual è la soddisfazione più grande?
Essere riusciti a fare questo dopo aver
deciso inizialmente di chiudere per mancanza di fondi. Tantissimi hanno creduto e
investito in questo Festival, una comunità che si
incontra per condividere e scambiare competenza, passioni, saperi.
vAlenTinA roSSini
unA
donnA CAMMinA Con il CAvAllo, Sullo SFondo
lo sfondo di Spello, sembra un quadro di Giuseppe Polizza da Volpedo. Il tempo si ferma per
dare spazio alla riflessione.
Protagonisti di Sensational Umbria anche i
ceraioli di Gubbio, i musicisti che suonano nei
vicoli di Perugia durante Umbria Jazz e i turisti che passeggiano in questa regione ancorata
alla tradizione. Come la bambina ritratta mentre apre una finestra, sopra di lei un soffitto affrescato e davanti ai suoi occhi l’immensità: il
Duomo di Orvieto con la sua facciata gotica.
«McCurry è un grande artista, curioso dell’umanità. Un viaggiatore che con i suoi scatti
riesce a cogliere ovunque la presenza umana.
È un uomo che non si ferma all’apparenza, ma
guarda allo spirito profondo di ogni persona»
ha sottolineato l’assessore Bracco.
. Sensational Umbria però non è solo una
mostra, ma anche una guida fotografica cui corrisponderanno percorsi turistici per attraversare i luoghi dove McCurry ha
soggiornato.Un biglietto da
visita davvero speciale per la
regione.
Lo scorso dicembre, in occasione di Umbria Jazz Winter, i cento scatti di
Sensational Umbria erano già stati in mostra a
Orvieto, mentre a luglio Perugia aveva ospitato
dieci delle cento fotografie del progetto. Dal 29
marzo al 5 ottobre la mostra sarà a Perugia nei
locali dell’ex Fatebenefratelli. Un’occasione per
tutti coloro che vorranno guardare l’Umbria attraverso un occhio speciale. Quello di Steve
niCole di giulio
McCurry.
Cento scatti svelano la regione
la natura», ha detto infatti il fotografo della National Geografic. Quella natura che McCurry ha
riscoperto nei suoi soggiorni in Umbria fino a
decidere di renderla soggetto delle sue fotografie.
Spiega l’assessore regionale ai Beni culturali
Fabrizio Felice Bracco: «Sensational Umbria è
un’opportunità importante che mostra come il
fotografo abbia instaurato con la nostra regione un rapporto che va oltre a quello professio-
nale, McCurry ama questi luoghi tanto da dedicargli più di cento scatti, inoltre sarà proprio
lui a curare la mostra».
L’occhio del fotografo si è soffermato su momenti della quotidianità che spesso sfuggono
a chi vive in questi luoghi. I colori, la prospettiva, la luce: tutto concorre a rendere eterne le
sue foto. Ecco quindi che il ritratto di una donna a Bevagna cattura lo spettatore e lo fa sognare. La passeggiata di una ragazza a cavallo, con
Spello
15 APRILE 2014
7
CULTURA
Si è conclusa la kermesse cinematografica di Spello, alla terza edizione. Affluenza in aumento, tanti progetti per il futuro
dove si premia il “dietro le quinte”
Cinque giorni, dal 27 febbraio al 1 marzo, di proiezioni, seminari e laboratori per avvicinare il grande schermo al pubblico
S
«Cerchiamo di selezionare i film della stagione 40 anni. Ma il vero entusiasmo viene dai più picceneggiatura, montaggio, trucco, costumi,
musiche ed effetti speciali. Un festival del passata che non abbiano ricevuto il giusto rico- coli; i bambini ed i ragazzi che hanno seguiti i corcinema che vuole premiare tutto quello che noscimento. Valutiamo aspetti come quello sce- si sono rimasti molto colpiti» commenta Donaavviene dietro alle quinte. Con una cornice d’ec- nografico e sonoro che spesso vengono un po’ tella Cocchini.
dimenticati. Devo dire che questa nostra scelta è
Nonostante il successo dell’edizione 2014 gli
cezione, Spello.
«In realtà si tratta di un evento regionale che molto apprezzata, soprattutto dagli addetti ai la- organizzatori vedono questo risultato soltanto
come un punto di partenza. Per il fucoinvolge altri borghi umbri come
turo si pensa ad un’apertura del FeTorgiano, Marsciano e Lidarno stival ad una dimensione più internaSant’Egidio. L’idea è nata tre anni
zionale. Per i documentari è in profa da me ed il regista Fabrizio Catgetto una collaborazione con la Rai.
tani, ora direttore artistico della
Una giuria di nomi d’eccezione ha
manifestazione» spiega Donatella
assegnato i premi consegnati al TeaCocchini, presidente dell’associatro Subasio sabato 1 marzo. Tra di lozione Aurora che organizza la kerro Rosita Celentano, attrice e condutmesse. «Ho scelto la mia città come
trice televisiva e Tilde Corsi, produtsede principale coinvolgendo antrice cinematografica di numerosi
che i paesi vicini perché credo nelfilm del regista turco Ferzan Özpele potenzialità della mia regione.
tek.
Anche il cinema può attirare turiOspite d’onore della serata conclusti da tutto il mondo. Rispetto allA CiTTà ArroCCATA di Spello Che hA oSpiTATo lA TerzA edizione del FeSTivAl del CineMA
siva, Vittorio Storaro, direttore della fol’edizione del 2013 i numeri sono in
netto aumento; oltre quattromila le presenze» ag- vori. Molti tra quelli che vengono premiati ritor- tografia, tre volte premio Oscar con “Apocalypgiunge la presidente.
nano come membri della giuria» commenta il di- se Now”, “Reds” e “L’ultimo imperatore”.
Triplo riconoscimento per “Miele” (miglior
Tra i film ospiti di questa edizione “Miele” di rettore artistico Fabrizio Cattani.
Valeria Golino, la storia di una giovane donna che
Il Festival non è solo una vetrina per i film, ma scenografia, montaggio e fonico). Montaggio
cerca di aiutare le persone con problemi fisici fi- un modo per avvicinare i giovani al mondo del suono e musiche sono andati al film di Rocco Pano a quando un incontro le cambierà la vita. Poi cinema. A fianco dei concorsi organizzati per le paleo. Buona performance anche per “Viaggio
“Educazione siberiana” di Gabriele Salvatores, scuole dalle elementari alle medie superiori, labo- Sola” che si è aggiudicato il premio per i costu“Una piccola impresa meridionale” di Rocco Pa- ratori e seminari di effetti speciali ed effetti spe- mi e la sceneggiatura. Effetti digitali apprezzati
quelli della pellicola “Educazione siberiana”.
paleo, “Viaggio sola” di ciali sonori. « La più rappresentata è la
L’Umbria sotto una nuova luce: crocevia del ciMaria Sole Tognazzi.
fascia dai 20 ai
nema di qualità.
n.d.g. e S.T.
iniziative perugia 2019
in arrivo il Cinema sociale
I
l cinema per raccontare le storie di
malati di mente, immigrati, prostitute.
Il grande schermo come mezzo per educare, conoscere e soprattutto promuovere una società più giusta. Sono i motivi
che hanno spinto i ragazzi dell’associazione Fiorivano le viole, la fondazione Città
del sole, il consorzio Abn e Cinegatti ad
organizzare a Perugia il Festival del
Cinema sociale. Per il 2014 è prevista
l’edizione zero, ma in estate uscirà il
bando per il 2015. Sarà aperto ai centri di
produzione integrata e ai videomaker: si
potrà partecipare con cortometraggi e
lungometraggi.
A dirigere l’evento sarà Stefano Rulli, del
quale verranno proiettati «Matti da slegare» e «Un silenzio particolare», film che
affrontano il tema della salute mentale.
Un’iniziativa accolta con entusiasmo dal
sindaco Vladimiro Boccali e da Bruno
Bracalente, presidente della fondazione
Perugia 2019. Potrebbe infatti essere solo
il primo passo verso un Festival internazionale di cinema sociale nel 2019, in
stretta sinergia con le altre Capitali europee della cultura.
n.d.g
da filosofa a produttrice
Tilde Corsi, una collaborazione consolidata con Özpetek
U
«un mestiere “in luce”»
Il ruolo del cinematografo spiegato da Vittorio Storaro
A
rriva con molto anticipo al teatro SubaSi, prima volta e la cosa mi fa molto piacere.
sio, per la serata conclusiva del Festival Un piccolo aneddoto: io negli ultimi due anni sodel cinema di Spello. Un uomo distinto ed ele- no stato in Iran per realizzare un film e recentegante che apprezza lo scherzo e l’ironia. Sciar- mente il Festival di Teheran mi ha invitato copa bianca, due grandi anelli agli anulari, spiega me ospite d’onore. Quando sono arrivato all’aeil suo mestiere con pazienza e
roporto, in una sala di attesa c’era un
passione.
grande monitor dove passavano delle
Se dovesse spiegare il suo
immagini con i luoghi più belli del
ruolo, quello di direttore della
paese. E poi tra queste all’improvviso
fotografia, cosa direbbe? Un
appare una scritta “I love Spello” ed
mestiere che forse è un po’ in
una foto con l’infiorata del borgo. Ho
ombra per i non specialisti...
interpretato questa cosa come un seBeh, innanzitutto non è un megno, ero stato invitato qualche giorno
stiere in ombra. È un mestiere in
prima di partire.
viTTorio STorAro,
luce. Chi si occupa di cinemato- Tre preMi oSCAr CoMe Miglior
È difficile oggi per un giovane
direTTore dellA FoTogrAFiA
grafia, come me, è colui che scrientrare nel mondo del cinema e
ve con la luce in movimento la storia di un film. quali sono le qualità caratteriali o profesIl cinematografo, la dicitura “direttore della fo- sionali necessarie?
tografia” è sbagliato, ha il compito di curare la
I giovani hanno un grandissimo futuro in
qualità delle immagini. E il cinema, se ci pen- questo campo. Il mio consiglio è fare però delsiamo bene, è espressione per immagini. Sen- le scuole. Per me è davvero fondamentale coza l’apporto creativo del cinematografo il cine- noscere non solo le tecnologie, ma anche la stoma non esisterebbe, non si vedrebbe. Il cine- ria che ha costruito il cinema com’è oggi. Ci dema è come un’orchestra dove ci sono i solisti ve essere sempre un equilibrio tra tecnologia ed
che suonano i vari strumenti e il direttore. Nel arte. Poi, non bisogna mai smettere di essere
mio mondo esiste il costumista, lo sceneggiato- studente ed essere sempre aggiornati. Cercare
re, lo scenografo, il montatore, il musicista e il il perché di tutte le cose. Importante l’umiltà:
cinematografo, tutti gestiti da un regista.
essere consapevoli di non conoscere mai abbaIl primo anno qui a Spello. Cosa pensa stanza.
Sophie TAverneSe
del Festival?
n filo di brillanti al collo, un vestito verde, in mezzo ad una magia un po’ come oggi che
i capelli corti e curati. Tono della voce pa- sono entrata nella chiesa di san Francesco ad
cato, calma nei movimenti. Portamento elegan- Assisi.
Cosa pensa del Festival del Cinema di
te e modi gentili. È Tilde Corsi, produttrice di
molti film tra cui le pellicole più famose del re- Spello?
Per me è la seconda esperienza nella giuria
gista turco Ferzan Özpetek. Come altri grandi
nomi del cinema italiano anche lei è nella giuria del festival dato che sono venuta già l’anno
scorso. Mi è piaciuto tantissidel Festival del cinema di Spello. La
mo sia il festival sia l’Umbria.
incontriamo prima che inizi la seraÈ meravigliosa con questi borta conclusiva, mentre il teatro si sta
ghi segreti come Bevagna, il ciriempendo.
bo ottimo e la gente davvero
Lei è laureata in filosofia, come
accogliente.
è entrata in contatto con il mondo
La sua collaborazione con
del cinema?
Özpetek
dura da anni, state
È stato casuale. Io volevo fare l’inTilde CorSi
segnante e per questo ho deciso di produTTriCe CineMATogrAFiCA realizzando altri film?
Io e Özpetek abbiamo realasciare la mia città, Carrara, per andare a Roma. Poi ho incontrato diverse perso- lizzato cinque film insieme tra cui la famosa trine come Goffredo Parise e il cugino di Pasoli- logia “Le fate ignoranti”, “Finestra di fronte”
ni, Nico Naldini. Grazie a lui, che lavorava nel- e “Saturno contro”. Solitudine, amicizia, omol’ufficio stampa della casa di produzione Pea, sessualità. Adesso siamo al nostro sesto film insono stata catapultata nel mondo del grande ci- sieme, si chiama “Allacciate le cinture”, lo abnema. La Pea, in quegli anni, ha prodotto “Sa- biamo girato a Lecce ed uscirà nei prossimi
lò” di Pierpaolo Pasolini, “Novecento” di Ber- giorni. Sono molto emozionata e spero che
nardo Bertolucci. Poi, da un momento all’altro, piaccia al pubblico.
niCole di giulio
mi sono trovata sul set di Federico Fellini. Ero
La storia
8
1. STeFAno giovinAzzo, 34
Anni, FondATore nel
2009
di
“edizioni
dellA
SerA” — 2. AndreA Bongiorni, 33
Anni, nel
2012
15 APRILE 2014
hA CreATo
“WepuB” — 3. vAlenTinA pArASeColo, 29
Anni, due Anni FA hA dATo viTA A
“il BureAu”
imprenditori della cultura, malgrado tutto
Tre storie di giovani che hanno avviato progetti editoriali dimostrando che, anche di questi tempi, attraverso i libri si può vivere
«L
eggere buoni libri è come dialogare
con gli uomini migliori», diceva Cartesio nel Discorso sul metodo. Si può essere giovani, affacciarsi all’odierna società del rischio
in cui la conquista di una dignitosa sopravvivenza è spesso considerata il bene primario, eppure
non voler spezzare il filo di questo dialogo, puntare anzi a farne la cifra della propria esistenza.
Nello scenario desolante dell’impresa in Italia, investire sull’editoria è molto più che un azzardo.
Alcuni ci provano, solo in pochi ci riescono. Si
tratta, spesso, di persone che dei libri non possono fare a meno. È questo profondo bisogno a
creare un valore aggiunto fatto di passione e
sfrontatezza. Sentimenti a cui deve abbinarsi la ragione: conoscenza del mercato, solide capacità
imprenditoriali. Se tutti i pezzi del puzzle sono al
loro posto, compresa quella dose di fortuna sempre necessaria nelle faccende umane, anche vivere con la cultura può non essere un’utopia.
Stefano Giovinazzo, romano, quando nel
2009 fondò la casa editrice “Edizioni della Sera”,
di anni ne aveva appena 29. Lo spirito di iniziativa non gli è mai mancato: ha iniziato creando
due testate online, una di notizie e una di cultura. «È stato in quel periodo che ho avuto la possibilità di scrutare il mondo editoriale, entrare in
contatto con gli esperti del settore, “rubare con
gli occhi”. Di base però c’era un’idea fissa: arrivare. A qualsiasi costo. Ma soprattutto, creando
il binomio lavoro-passione. È una convinzione
che si era formata già negli anni dell’università,
quando tra un part time in un fast food e un lavoro di segreteria in mezzo alle scartoffie, si è sedimentata questa folle passione letteraria». Una
passione a cui si è aggiunto il talento, che gli ha
permesso di pubblicare tre raccolte di poesie.
Ma lo scrittore-imprenditore deve sdoppiarsi per necessità, perché il velo di malinconia che
ispira le sue opere va lasciato da parte quando
in ballo c’è la gestione di un’azienda, con tutta
la dose di pragmatismo ed efficienza che questo
comporta. «Siamo in Italia, un Paese in cui si legge poco e in cui la crisi si fa ancora sentire. Nel
mio settore, sono i grandi gruppi a controllare
il mercato. Per un editore emergente è una lotta
quotidiana. Di tempo libero i primi anni non ne
avevo proprio. Ci sono però diversi aspetti che ti
ripagano della fatica: poter lavorare facendo valere la forza delle proprie idee è il principale».
“Edizioni della Sera” pubblica prevalentemente narrativa e saggistica, ma ultimamente ha
allargato il suo raggio a testi con un mercato potenzialmente maggiore, dando vita ad una collana che racconta la storia dei derby calcistici in
Italia: «Si tratta di prodotti di grande qualità, con
ricerche di archivio e scrittura originale. È chiaro che il mercato va conquistato. In quest’ottica
più l’offerta è ampia e diversificata, più sono i riscontri che si possono avere». Stefano, in ogni
caso, con la cultura riesce a vivere. In parte proprio perché, per lui, è un modo di vivere.
Se però un editore tradizionale, per riuscire,
dev’essere un po’ anima maledetta e un po’ moderno businessman, un po’ apocalittico e un po’
MAngiAre
Andrea coltiva anche lui il bifrontismo dell’editore del terzo millennio, in bilico tra ideali e
necessità pratiche. «Operare nel digitale non significa che non ci sia un controllo sulla qualità,
anzi. Il mio obiettivo principale è dare voce a testi meritevoli che non trovano spazio nel cartaceo. La selezione che effettuiamo è rigorosa. Sono orgoglioso di aver creato WePub, e non l’ho
fatto solo per guadagnarci».
E tuttavia, del proprio lavoro bisogna pur vi-
Con un’iMpreSA ediToriAle: unA SFidA SeMpre più diFFiCile, MA Con i preSuppoSTi giuSTi non iMpoSSiBile
integrato, c’è anche chi ha scelto subito di puntare tutto sul legame tra cultura e nuove tecnologie.
Andrea Bongiorni è di Verona, e dopo una
laurea in Lettere moderne e i primi lavori come
revisore di bozze e ufficio stampa, nel 2012, a 31
anni, decide assieme a sua moglie di fondare WePub, casa editrice che opera esclusivamente nel
settore degli eBooks. «Era da tempo che ragionavo sulle possibilità offerte dal digitale. Non solo per l’editore, ma anche per l’autore, che può
vedere la sua opera pubblicata in meno tempo,
saltando buona parte dei passaggi intermedi. I
costi sono ridottissimi. Quando ho fatto partire
WePub, ho dovuto investire soldi praticamente
solo nella realizzazione del sito web, appoggiandomi ad un programmatore».
verci, e quella sugli eBooks è una scommessa da
valutare in prospettiva. «Ci sono Paesi, come gli
Stati Uniti, in cui il settore eBooks ha già sfondato, e sta raggiungendo, in termini di vendite,
l’editoria tradizionale. In Italia siamo ancora
molto indietro: attualmente nessuno può vivere
solo di questo. Perché allora l’ho fatto? Perché
tra 5-10 anni il processo potrebbe arrivare a
compiersi anche da noi, e allora forse si potrà
mangiare anche con l’editoria digitale. Nel frattempo a questa attività, che mi garantisce guadagni modesti, ne affianco altre: offro alle case editrici vari servizi, dalla redazione, all’impaginazione, alla grafica. Ma sto pensando a come far crescere WePub anche nel breve periodo: un’idea,
ad esempio, è quella di aprirla alla collaborazione di blogger».
Quattro Colonne
Anno XXIII
numero 7 – 15 aprile 2014
Periodico del Centro Italiano di Studi Superiori
per la Formazione e l’Agg.to di Giornalismo Radiotelevisivo
Direttore responsabile:
Antonio Socci
In redazione
Laura Aguzzi – Cecilia Andrea Bacci – Carlotta Balena –
Antonio Maria Bonanata – Alessandra Borella – Edoardo
Cozza – Nicole Di Giulio – Giuseppe Di Matteo –
Federico Frigeri – Lorenzo Maria Grighi – Manlio
Grossi – Michela Mancini – Alessia Marzi – Nicola
Mechelli – Alessandro Orfei – Antonello Paciolla – Lucina
Meloni Paternesi – Michele Raviart – Valentina Rossini –
Giulia Sabella – Luca Serafini – Antonella Spinelli –
Sophie Tavernese – Caterina Villa
SGRT Notizie
Presidente: Nino Rizzo Nervo
Direttore: Antonio Bagnardi
Coordinatori didattici:
Luca Garosi – Dario Biocca
Redazione degli allievi della Scuola
a cura di Sandro Petrollini
Registrazione al Tribunale di Perugia
N. 7/93 del marzo 1993
Le strade per arrivare a mangiare con la cultura possono essere tortuose, in alcuni casi indirette.
Valentina Parasecolo, umbra di Todi, a 27 anni ha fondato “Il Bureau”, sito internet che alterna informazione e approfondimento culturale, e
su cui oggi, a due anni dalla nascita, scrivono 15
tra giovani giornalisti e ricercatori universitari. I
contenuti sono sempre stati d’élite, e lo si capisce già dal nome. «Scriviamo per un pubblico di
nicchia, perché la volontà è quella di realizzare
un prodotto curato, di qualità. Alcuni nostri lavori però hanno raggiunto l’informazione mainstream: un’inchiesta su un’impresa recuperata da
una cooperativa di ex lavoratori è stata ripresa
dal “Corriere della Sera”, “Agorà” e “Ballarò”,
mentre un video satirico che contrapponeva
Briatore a Formigoni è andato su “Blob” e “Striscia la notizia”. Per il resto, però, è un progetto
che nasce da una necessità esistenziale di espressione, di libertà ».
Non c’è solo questo, però. «L’altro obiettivo
è quello dell’autopromozione, e grazie anche all’eco che hanno avuto alcuni articoli l’esperimento è riuscito. Il nostro grafico Giulio Mencaroni,
cofondatore de “Il Bureau”, grazie al sito oggi
lavora molto con altre testate. Un nostro redattore di sport è stato notato da un sito specializzato durante gli Europei di calcio, e oggi scrive,
pagato, per loro. Gli esempi sono molti. Anch’io
ho tratto giovamento da questa attività. Ho lavorato alla società di pubbliche relazioni “Edelman” per alcuni mesi; conoscevano il sito, e mi
hanno chiesto di applicare per loro alcune cose
che li avevano colpiti. Lo stesso è avvenuto durante la mia esperienza all’ufficio di informazione italiana del Parlamento Europeo».
Un percorso che si è concluso, qualche mese fa, con l’assunzione a “Servizio Pubblico” di
Michele Santoro. Un esempio di come un’attività a costo zero, e promossa solo tramite i social networks, possa diventare un trampolino di
lancio. «Ma la base di tutto rimane la passione.
Vogliamo tutti continuare a scrivere sul “Bureau”, anche se molti di noi ora lavorano».
Che sia apocalittico o integrato, il giovane
che, in un’epoca come questa, vuole fare dell’editoria (cartacea o digitale) un mestiere, non deve
necessariamente imbarcarsi in progetti “ruffiani”. Alla base, però, ci sono delle prerogative imprescindibili: un fortissimo spirito di iniziativa e
una fede incrollabile, ma ragionata, nelle proprie
idee.
luCA SerAFini
Segreteria: Villa Bonucci
06077 Ponte Felcino (PG)
Tel. 075/5911211
Fax. 075/5911232
e-mail: [email protected]
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Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c
legge 662/96 Filiale di Perugia
Stampa: Graphic Masters - Perugia