Novembre - Parrocchia San Giovanni Bosco

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Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Editoriale
Rispondere all’emergenza povertà
con una ‘casa della carità’ cittadina
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SOMMARIO
Caritas:
parla Pinuccio Colombo
Pagine 4-5
Caritas:
la scuola per stranieri
Pagina 6
Caritas:
la conferenza S. Vincenzo
Pagina 7
Caritas:
la fondazione
S. Bernardino
A
ll’inizio di quest’anno don Bruno Molinari, il prevosto, l’aveva detto chiaramente nell’intervista al nostro mensile: insieme alla criticità del mondo
giovanile, l’altra emergenza che si va evidenziando
sempre di più a Seregno è quella della povertà.
E questo numero viene diffuso nella domenica
dedicata dalla diocesi all’annuale Giornata Caritas
e dunque quale migliore occasione ci poteva essere
per approfondire una questione di fatto ‘sociale’ a
tutti gli effetti, che nelle scorse settimane ricerche
e rapporti di ogni genere e ad ogni livello hanno
presentato con dati e cifre sempre più allarmanti e
preoccupanti: la povertà sta crescendo in maniera
esponenziale, frutto e conseguenza di una crisi economica che non solo dura oramai da anni ma che
non molla la presa.
Da parte nostra, oltre a ‘leggere’ in profondità la
situazione a livello locale, abbiamo voluto anche
fare il punto della situazione e tracciare il quadro
delle iniziative e delle presenze che a vario titolo
e ruolo, capacità e iniziativa cercano di rispondere nel miglior modo possibile ad una domanda di
aiuto che si fa ogni giorno più impellente e al contempo più articolata.
La povertà ha infatti e oramai molte facce, talune
tra loro correlate e/o conseguenti, altre determinate da situazione particolari: il dato comune, il filo
conduttore è una sofferenza prima di tutto umana,
che si traduce spesso e volentieri in disagio sociale,
sempre più chiaramente avvertito, percepito e persino tangibile.
I ‘sensori’ o se si vuole gli ‘osservatori’ storicamente presenti e attivi, insieme a quelli di più recente costituzione, da questo punto di vista riescono a fotografare al meglio la situazione.
Il problema è la capacità di risposta in termini
anche molto concreti e, ahinoi, anche continuativi, poiché le criticità permangono e si acuiscono
rispetto a possibilità e tentativi di soluzione temporanea e/o definitiva.
Da questo punto di vista diventa evidente da un
lato la difficoltà a reggere un impegno sia di tipo
meramente materiale/economico, sia di vicinanza,
prossimità, sostegno, accompagnamento, e dall’altro lato il pericolo di un logoramento quando non
di una vera e propria frustrazione di chi pure sa di
avere compiuto quella ‘scelta preferenziale per i poveri’ che proprio San Giovanni Paolo II ha consacrato nella dottrina sociale della Chiesa e che Papa
Francesco indica ripetutamente come l’essenza
stessa, la centralità persino del Vangelo.
Sicuramente una visione più ampia e relazionata,
al pari di un coordinamento che muove da un’autentica comunione, quale sta alla base e all’origine
stessa della comunità pastorale, sono gli elementi,
anzi i pilastri nuovi o aggiuntivi della costruzione
di una sorta di ‘casa della carità’ cittadina che non
è solo ideale, ma che è nei desideri e nelle speranze
più che nei sogni di don Bruno. E credo in questo
di non svelare un segreto che vorrebbe mantenere
riservato o nascosto.
Luoghi e spazi alla bisogna in fondo non mancano, quanto invece le risorse necessarie che pure
nell’immediato servono spesso e sempre di più a
fronteggiare il bisogno quotidiano di tanta gente
che si ritrova di colpo e all’improvviso in difficoltà
che mai e pure avrebbe immaginato di incocciare.
Così come energie e forze, prima ancora spirituali
e al contempo umane nel pieno senso del termine,
ci sono fortunatamente in abbondanza ma mai al
contempo a sufficienza.
In altri termini c’è bisogno sempre di più aiuto
per aiutare, di menti, cuore e braccia così come di
materiali e quattrini. Un grande impegno dunque,
una vera impresa.
Ci sostengono e ci confortano in proposito le parole di San Paolo: <La carità è paziente, è benigna
la carità; la carità non invidia, non si vanta, non si
gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio
interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, ma si compiace della verità; tutto tollera,
tutto crede, tutto spera, tutto sopporta>.
Luigi Losa
Pagina 9
Caritas:
il centro di ascolto
Pagina 11
Il sinodo sulla famiglia:
il matrimonio
non si tocca
Pagine 12-13
Consiglio pastorale:
la prima seduta comune
Pagina 14-15
Wojtyla, 50 anni
di amicizia
Pagine 16-17
Avvento, gesto di carità
per i disabili
Pagine 18-19
Cantare in chiesa:
le corali della città
Pagine 20-21
Giornata pro orantibus
Pagine 22-23
Oratori
Pagine 24-25
Scuole paritarie
tempo di open day
Pagine 26-27
Parrocchie
Pagine 29-31-33-35-37-39
Comunità religiose
Pagine 40-41
Notizie da gruppi
ed associazioni
Pagine 43-44-45-46-47
Agenda
Pagine 48-49-50
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L’Amico della Famiglia
Intervista/Parla Pinuccio Colombo
<La Caritas è oggi più che mai il braccio operativo
della Chiesa sul fronte della carità con gesti concreti>
P
inuccio Colombo, ci
consenta di partire
da una domanda in
apparenza semplice,
ma fondamentale per capire la
prospettiva entro cui ci muoviamo: che cosa è la Caritas?
Facciamo riferimento ad un testo
ufficiale, l’articolo 1 dello Statuto
di Caritas Ambrosiana: La Caritas
Ambrosiana è l’organismo pastorale
istituito dall’Arcivescovo al fine di
promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale
diocesana e delle comunità minori,
specie parrocchiali, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista
dello sviluppo integrale dell’uomo,
della giustizia sociale e della pace,
con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. La Caritas Ambrosiana è lo
strumento ufficiale della Diocesi per
la promozione e il coordinamento
delle iniziative caritative e assistenziali, all’interno delle altre specifiche
competenze diocesane.
Già dalle prime parole, vi è una
connotazione forte e precisa: “organismo pastorale”. Si ode l’eco del
richiamo di Papa Francesco: “la
Chiesa non è una Ong”…
La Caritas è una organizzazione
interna ed organica alla Chiesa. A
tutti i livelli, è il “braccio operativo”
della Chiesa sui temi della carità.
Mi rendo conto che questo aspetto
non è sempre ben conosciuto. Più
spesso si pensa alla Caritas come
una sorta di agenzia solidaristica a
cui delegare il compito di risolvere
quei problemi sociali che il sistema
pubblico non è in grado di risolvere
o non vede. Credo che i volontari e
gli operatori delle Caritas abbiano il
compito di dare della Caritas stessa
un’immagine corretta, adeguata agli
obiettivi pastorali che essa ci pone.
Obiettivi nei quali è “prevalente” la funzione pedagogica…
Affrontare il problema e cercare
di risolverlo: è l’approccio a cui siamo orientati. Ma, nella prospettiva
di uno stile maturo di carità, questo
non è sufficiente. Occorre anche
introdurre una prospettiva in cui si
ragiona sul perché di certe povertà e
su come poter agire per rimuoverle.
Il dibattito deve essere tenuto alto e
non solo nel contesto degli “addetti ai lavori”, ma anche nell’opinione
pubblica. In questo il ruolo di Caritas è determinante.
Però non ci si deve fermare alla
dimensione pedagogica…
La dimensione pedagogica fine
a se stessa, potrebbe diventare solo
accademia. Occorrono segni concreti e visibili, che sono di volta in
volta i centri di ascolto, le mense dei
poveri, le distribuzioni di viveri e
vestiario, la partecipazione a Expo,
per ricordare che il diritto al cibo
per tutti è compito nostro, le cooperative sociali, e tanti altri che Caritas
ha attuato e sostiene. Con la consapevolezza che questi sono segni e
non il fine.
Ed il segno, per definizione, richiama a qualcosa di altro.
Il segno richiama ai valori che
hanno portato ad attuarlo. E’ un
dovere di chi fa le cose, interrogarsi
sulle ragioni che sottendono all’agire. Non si portano avanti i progetti
per i progetti. Questi si portano
avanti perché stimolino a comprendere le questioni e a risolvere i problemi. E’ lo stile della Carità come
deve svilupparsi all’interno della
Chiesa e, tramite la Caritas, nella
società. Consideriamo la tematica
dell’immigrazione straniera. A Seregno una risposta è stata la Scuola
di Italiano, un segno la messa coi
migranti che, annualmente, è stata
celebrata nelle parrocchie di Giussano e di Seregno (in alternanza)
e che voleva essere lo spunto per
diffondere la consapevolezza di una
realtà in evoluzione che ci interroga
quotidianamente.
Nella scuola
e in politica
per molti anni
Pinuccio Colombo
Pinuccio Colombo è stato per parecchi anni prima assesore e poi sindaco
di Seregno negli anni ‘80,
ma ha dedicato la sua vita
professionale alla scuola
prima come insegnante e
poi come preside di scuole
medie e superiori della città
e dei dintorni. Ha ricoperto
anche la carica di presidente di Seregn de la memortia.
E’ stato responsabile della
Caritas per il Decanato di
Seregno, che comprendeva
le parrocchie di Seregno e
di Giussano.
Il rapporto per la diocesi milanese
La conseguenza di sei anni di crisi:
il rischio di una guerra tra poveri
Come cambia la povertà dopo
sei anni di crisi. Un manuale
operativo quello offerto dall’incrocio dei dati del 13° Rapporto
Caritas sulle povertà nella Diocesi di Milano e dalla relazione
su quattro anni di intervento
delle Caritas lombarde, presentato nei giorni scorsi, e che
elabora i dati dei 324 centri di
ascolto diffusi sul territorio. Innanzitutto una regola: si incontra la crisi e si va ad ingrossare
le fila della povertà perdendo il
lavoro.
La maggioranza di chi si rivolge ai centri di ascolto lo fa per
bisogni legati all’occupazione
(57.9%); dal 2008 è aumentato del 131% il numero di chi
chiede sussidi economici. In
prospettiva preoccupa il rischio
per un’intera generazione di essere condannata ad una povertà
cronica. Sul fronte delle risposte, il quadro è altrettanto cupo.
Diminuiscono gli interventi di
welfare da parte del pubblico e
contestualmente aumentano le
richieste al privato sociale, insieme al numero di italiani che
chiedono aiuto. E qui si rischia
di creare una guerra fra poveri:
contrariamente a qualche sta-
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L’Amico della Famiglia
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<Occorre quindi coinvolgere tutte le realtà, in primo luogo quelle ecclesiali, e la società civile, su ambiti in cui la collaborazione può giovare all’azione>.
Bisogni sempre crescenti di immigrati e non solo
e
o
tistica ottimisticamente interpretata, i centri d’ascolto non
hanno rilevato un’inversione di
tendenza dei flussi migratori.
L’esperienza ormai pluriennale
di intervento nella crisi delle
-Caritas lombarde indica la neecessità di uno scatto di fantasia
anei servizi.
:Agli interventi di tipo assistenziale (prestiti a fondo perduto
per il pagamento delle utenze,
buoni alimentari) si sono affiancate forme di microcredito
e incentivi all’auto-mutuo aiuto. Caritas ambrosiana mette a
disposizione delle sinergie fra
parrocchie, associazioni e coooperative sociali, 30 progetti di
buone prassi già avviate: a Rozzano, ad esempio, i richiedenti
asilo sono impiegati nella consegna a domicilio della spesa
agli anziani. “Si chiede fiducia
per la ripresa”, ha osservato don
Roberto Davanzo (nella foto),
direttore di Caritas Ambrosiana, “si tratta di dar corpo alla
speranza cristiana: non pensare di salvarsi da soli; desiderare
il ben-essere di tutti; uscire da
una logica individualista”.
Fabio Brenna
Tra gli altri impegni, la Caritas
ha anche quello di trovare forme
consone ai tempi ed ai bisogni…
Il tempo matura bisogni ma anche le risposte. La crisi economica,
in questo senso, è una sfida notevole. Ma non solo il tempo chiede
di adeguare le risposte ai bisogni.
Anche le differenze dei territori ingenerano differenze nello sviluppo
di iniziative caritative. Guardando
le Caritas anche solo della zona pastorale di Monza, si nota che alcuni
territori sono più sensibili a certi
temi rispetto ad altri. L’esempio più
lampante è quello della pace, sviluppato soprattutto con iniziative contestualizzate con il primo gennaio,
Giornata della Pace. Vi sono zone
dove il tema è sentito e partecipato.
A Seregno, storicamente, è un tema
accolto con una certa freddezza:
tanto è vero che è stato proposto
solo in qualche occasione, senza riuscire a garantire una continuità di
interventi.
Quindi, anche nello sviluppo
delle attività di Caritas è necessario tenere conto della storia della
Chiesa locale?
Ogni realtà fa storia a sé. In città,
il nome Caritas ha iniziato a circolare con una certa assiduità agli inizi
degli anni Novanta, quando – sotto
le insegne di Caritas Ambrosiana –
un nutrito gruppo di persone si impegnò in raccolta ed invio di generi
umanitari nella Jugoslavia di allora,
martoriata dalla guerra. Poi è nato il
Centro di Ascolto. E solo dopo si è
costituita la Caritas. I percorsi particolari vanno tutti bene, poi è chiara
la responsabilità di arrivare ad un
punto in cui si cerca di promuovere
un progetto il più possibile completo. Con tutte le fatiche del caso. Ma,
qualche volta, le fatiche premiamo.
Per esempio?
Il Centro di Ascolto, che svolge una intensa attività quanto mai
preziosa e continua ed è diventato
punto di raccordo e di coordinamento con diverse realtà impegnate
nel sociale; “Giovani e Servizio”, un
progetto di raccolta di abiti usati,
da vendere per ricavare risorse da
destinare a progetti di carità. Un
progetto che richiama anche alla
valorizzazione delle risorse ed alla
riduzione degli sprechi. A Seregno,
dopo alcune edizioni piuttosto faticose, siamo riusciti a coinvolgere
appieno i giovani degli oratori: questo è stato il vero successo di “Giovani e Servizio”!
Un successo reso possibile creando collaborazioni. Perché creare collaborazioni è un altro degli
scopi di Caritas…
Caritas è lo strumento per la
promozione e il coordinamento
delle iniziative caritative; occorre
quindi coinvolgere tutte le realtà,
in primo luogo quelle ecclesiali, e
la società civile, su ambiti in cui la
collaborazione può giovare all’azione. Qualche anno fa, come Caritas Decanale, avevamo iniziato a
mettere attorno ad un tavolo tutti
i soggetti che operano sugli stessi
terreni nel contrasto delle povertà.
Abbiamo proposto a tutti di conoscersi e di capire come ci si poteva
dare una reciproca mano. Per un po’,
questa collaborazione ha dato frutti
importanti. Poi, le inevitabili fatiche
hanno un po’ allentato gli ambiti di
collaborazione. Lavorare insieme è
faticoso, richiede pazienza e a volte
ritardi, ma è la strada da percorrere
per ottenere risultati duraturi.
Anche perché è difficile sconfiggere la logica dell’ “orticello”….
La logica dell’orticello è pericolosa. Ed è pericolosa anche per la stessa Caritas. Che, proprio per questo,
deve continuare ad operare con la
massima apertura verso la comunità
ecclesiale e civile che costituiscono
il proprio orizzonte di riferimento.
Sergio Lambrugo
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L’Amico della Famiglia
Caritas/La scuola di lingua italiana per stranieri
Un’attività a tutto campo che da quindici anni
punta alla piena integrazione dei migranti
C
ulture senza frontiere - scuola di
lingua
italiana
per stranieri nasce nel 1999, per favorire l’integrazione con l’insegnamento dell’italiano. Fa parte della
Caritas parrocchiale S. Giuseppe e ha sede in via Lamarmora, dove il martedì e il giovedì, da settembre a maggio,
si svolgono i corsi, organizzati
in quattro fasce: principianti,
base/elementare, intermedio e
conversazione.
I corsisti sono divisi in base
alla loro conoscenza dell’italiano, tenendo conto anche della
loro identità etnica e sociale.
La scuola, gestita e coordinata da 27 insegnanti volontari,
col tempo ha arricchito la sua
offerta: ai corsi serali per adulti, dalle 20,30 alle 22, si sono
aggiunti dal 2004 corsi pomeridiani, dalle 14,30 alle 16,
dedicati a ragazzi in età scolare
e adulti impossibilitati a frequentare i corsi serali.
Attualmente gli iscritti
sono 192, di cui 30 ragazzi
e 162 adulti, suddivisi in 11
classi, sette di corsi pomeridiani e quattro di corsi serali.
L’iscrizione non necessita il
versamento di una tassa, ma
è indispensabile compilare il
modulo specifico in sede.
La scuola collabora con
molte realtà territoriali: l’area
minori del Comune di Seregno, a sostegno di studenti
stranieri delle scuole dell’obbligo; le scuole di alfabetizzazione di comuni limitrofi
(Desio, Giussano, Cesano
Maderno e altri); il Centro
Territoriale Permanente per
l’educazione degli adulti di
Desio, che permette ai corsisti
Un incontro della scuola stranieri
di Culture senza frontiere l’accesso a un diploma di scuola
media e di sostenere l’esame
per il rinnovo dei permessi
di soggiorno; infine il CFP “S.
Pertini” di Seregno per aiutare
ragazzi con difficoltà nella lingua italiana.
La scuola organizza incontri con le istituzioni locali,
del mondo associativo ed
economico, per consentire la
conoscenza del territorio e
manifestazioni culturali che
coinvolgano cittadini italiani
e stranieri su temi di attualità.
Elisa Pontiggia
Santa Valeria
C’è anche un laboratorio di taglio e cucito
La Caritas a S. Valeria è presente fin da quando è stato fondato il centro di ascolto di Seregno, come naturale proseguimento del gruppo
parrocchiale delle opere assistenziali, che già
seguiva i casi di bisogno sul territorio con una
azione di accompagnamento e raccoglieva fondi da destinare a tutte le necessità. Tale nuova
veste offriva una organizzazione e un supporto
più qualificato. Il gruppo parrocchiale si preoccupa principalmente di distribuire pacchi alimentari e vestiario ai casi segnalati dal Centro
di ascolto. Le persone e le famiglie da seguire
vengono individuati anche tramite i sacerdoti
o i contatti personali. Occorre tenere alta la capacità di ascoltare le diverse segnalazioni, che
aiutano a far emergere le situazioni di disagio e
individuare famiglie in difficoltà. Le problematiche che si riscontrano con più frequenza sono
la mancanza di un alloggio, uomini che rimangono soli in seguito a separazione o divorzio,
la perdita di lavoro. Per questa problematica si
lavora in sinergia con coloro che si occupano di
gestire il fondo famiglia-lavoro.
Oltre alla distribuzione periodica di alimenti e vestiario (una volta al mese) il gruppo si
preoccupa di sensibilizzare la comunità nelle
raccolte di viveri nei periodi di Avvento e di
Quaresima, sulle quali oggi ci si trova a dover
scommettere maggiormente, non potendo più
contare sul contributo del Banco alimentare.
Si desidererebbe ritornare a proporre a livello
parrocchiale Campagne della Carità ben organizzate. Il gruppo si avvale di un laboratorio
di signore che per tutto l’anno, ogni martedì, si
dedicano a lavori di taglio e cucito e a confezionare prodotti utili per la vita parrocchiale e per
allestire ogni anno una mostra natalizia, il cui
ricavato riesce ad autofinanziare il gruppo e a
sostenere opere di beneficenza. I volontari Caritas sono una trentina, tra i quali una ventina si
occupano stabilmente di portare avanti il laboratorio, mentre una decina si dedicano ai lavori
“pesanti” di allestimento, di raccolta materiale
e di trasporto. Siamo grati a queste persone generose, pronte ad adeguarsi a situazione sempre
nuove. Il gruppo partecipa ai momenti formativi proposti e cerca di valorizzare le diverse competenze, facendo in modo che ciascuno riesca a
far fruttare i propri talenti.
Paola Landra
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L’Amico della Famiglia
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Caritas/La Conferenza San Vincenzo de’ Paoli
Un ‘pronto soccorso’ dalle radici antiche
ma capace di innovarsi per ogni criticità
L
a Conferenza S.
Vincenzo de’ Paoli
è una realtà presente a Seregno da
molto tempo: la sua adesione
al Consiglio Centrale di Monza risale al 1951, ma la nascita
è sicuramente precedente.
La prima Conferenza era
costituita da un gruppo di
signore benestanti – le cosiddette “dame di S. Vincenzo”
– che provvedevano ad aiutare le famiglie estremamente
povere e numerose; col tempo
il gruppo è poi diventato parte
attiva nell’ambito della Caritas
parrocchiale S. Giuseppe.
La distribuzione di generi di prima necessità
San Giovanni Bosco al Ceredo
Visite periodiche agli ammalati tra le attività
Il gruppo della Caritas nella parrocchia
San Giovanni Bosco al Ceredo esiste da circa vent’anni. Attualmente vi sono solo quattro
volontari ma inizialmente il gruppo era più numeroso. Comunque, si riesce, nelle proposte, a
coinvolgere, in modo occasionale, un numero
più ampio di persone.
L’attività che si svolge principalmente è la
distribuzione dei pacchi di alimentari ogni
quindici giorni e si lavora in coordinamento
con il Centro di ascolto Caritas di Seregno. Si
collabora anche con gli altri gruppi Caritas, in
particolar modo con quello di S. Valeria, per la
gestione e la distribuzione dei prodotti alimentari e per scambi di informazioni sulle persone
da aiutare. Attualmente, venendo a mancare il
contributo del Banco alimentare, sarà necessario promuovere più frequentemente raccolte di
generi alimentari all’interno della parrocchia.
Si collabora molto con il gruppo missionario
e i ministri dell’Eucarestia. Insieme a loro si
propone la Campagna della Carità in Avvento
e si coinvolge l’intera comunità nella raccolta di
viveri e di generi di prima necessità. Insieme
ai ministri straordinari dell’Eucaristia si visi-
tano periodicamente gli ammalati (circa una
cinquantina), compresi quei parrocchiani che
si trovano presso strutture pubbliche e ricoveri per anziani. Questo servizio di prossimità è
molto ben organizzato e sentito dai volontari.
Il gruppo si preoccupa anche di organizzare dei
banchetti per raccogliere fondi e finanziare le
varie attività benefiche. Per quanto possibile, si
cerca di trovare dei collegamenti con le attività
oratoriane per coinvolgere i più giovani, sensibilizzandoli alla dimensione caritativa e aiutandoli a maturare atteggiamenti di gratuità e di
generosità. Il punto di riferimento del gruppo
è il vicario parrocchiale, che si preoccupa di
soddisfare le necessità del gruppo, anche di natura economica. Attualmente il gruppo sembra
avere una attività limitata ma vi è il desiderio
di coinvolgere nuovi volontari. La formazione
riveste una certa importanza e viene svolta insieme agli altri gruppi della parrocchia. Sicuramente il coordinamento cittadino saprà offrire
al gruppo nuovi spunti di riflessione e permetterà di trovare nuove strade per sensibilizzare in
modo nuovo tutta la comunità.
P. L.
Il suo compito è aiutare persone e famiglie con problemi
sociali, relazionali ed economici che necessitano di interventi mirati ed immediati.
La collaborazione costante con altre Caritas, Centro
d’Ascolto e istituzioni pubbliche le permette di operare
riducendo tempi e lungaggini
burocratiche che ne vanificherebbero gli interventi.
La Conferenza agisce con
diverse modalità. Le visite
domicilliari permettono di
conoscere i bisogni degli assistiti e di instaurare con loro
un rapporto di maggior conoscenza e fiducia.
Un’altra forma di assistenza
è il punto distribuzione all’interno dell’Istituto Pozzi, dove
gli operatori distribuiscono
generi alimentari e capi d’abbigliamento; dopo il primo
aiuto, le persone vengono indirizzate al Centro d’Ascolto
per concordare un percorso
finalizzato alla risoluzione del
problema. La Conferenza si
distingue per la gestione della
Mensa della Solidarietà di via
Lamarmora, dove vengono
offerti pasti caldi a persone
bisognose o senza fissa dimora, tutti i giorni dal lunedì al
sabato. Attualmente è formata da 16 soci, insieme ad una
quindicina di volontari che si
alternano nelle varie attività.
L’associazione si finanzia
attraverso proprie iniziative,
come il mercatino natalizio e
la vendita del Pan Tramvai, e
grazie al sostegno di benefattori, iniziative parrocchiali e
una convenzione per la mensa
con l’Amministrazione Comunale.
E. P.
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L’Amico della Famiglia
Caritas/L’attività nell’ambito <Grandi Emergenze>
Terremoti, alluvioni, profughi ed epidemie:
presenti per stare vicino a chi è in difficoltà
A
lluvioni nel Nord Italia, Ebola, profughi
dell’Irak: sono i principali fronti di impegno di Caritas Ambrosiana attualmente aperti nell’ambito “Grandi
Emergenze”. La Caritas Diocesana, in rete con Caritas Italiana e
con le altre Caritas nazionali, è un
attore importante nei processi di
contenimento delle emergenze e
di ricostruzione delle comunità.
Con programmi di intervento
calibrati secondo le emergenze
(e previo il coinvolgimento della
comunità diocesana, quando non
della Conferenza Episcopale per
maxi-emergenze nazionali come
sono stati i terremoti in Umbria
nel 1997, in Molise nel 2002 e
in Abruzzo nel 2009), le Caritas
si fanno promotrici di raccolte
straordinarie di risorse, che poi
vengono destinate alle situazioni
di emergenza secondo un preciso
stile di azione. Stare accanto alle
comunità colpite da una emergenza, nella prospettiva di azione
di Caritas, significa prima di tutto
condividere e costruire relazioni,
porsi in ascolto per affrontare
insieme le difficoltà. Tale stile si
propone di sviluppare relazioni
cooperative con la comunità e per
la comunità per uno sviluppo armonico e sostenibile, uno stile di
lavoro che promuove un cammino di recupero delle abilità, delle
risorse locali e dell’identità sociale di ciascuna comunità colpita
dall’emergenza. La cooperazione
con la comunità non ha la pretesa
di risolvere tutto e subito ma sostiene un processo sociale e culturale di “rinascita” a partire dalla
consapevolezza dei propri mezzi
limitati a causa dell’emergenza.
Uno stile di presenza che racconta la riscoperta del valore della relazione, delle emozioni e delle speranze nate dall’incontro con
l’altro. Tale stile permette, con
discrezione e rispetto, di osservare fin da subito le profonde fratture che provoca un’emergenza:
la disgregazione della comunità
sul territorio, la frantumazione
relazionale e la conseguente crisi
identitaria.
S. L.
Un intervento di emergenza in situazioni di calamità
Sant’Ambrogio
Mercatino dell’usato e trasporto anziani
Il centro Caritas S. Ambrogio è nato circa
22 anni fa per iniziativa di don Guglielmo Rigamonti. Egli ha accompagnato il gruppo con
passione e competenza per un periodo intenso,
ma purtroppo breve. La sua malattia “vissuta”
senza riserve e fino alla sua ultima benedizione
sono ancora oggi un dono prezioso per ricordare ai volontari di essere Caritas, gioiosi verso ogni persona. I sacerdoti, le suore e alcuni
ministri dell’Eucarestia si prendono cura degli
ammalati, con visite periodiche.
A oggi il gruppo Caritas è formato da 15 volontarie che due volte alla settimana (mercoledì
e venerdì) si alternano per il servizio di smistamento indumenti, per soddisfare le numerose
richieste di coloro che risiedono nel quartiere
compreso S. Carlo e Lazzaretto; si eseguono anche lavori di cucito. Tre o quattro volte all’anno
si anima il “mercatino dell’usato” con grande
risposta da parte di tanti stranieri. In stretta
collaborazione e indicazioni con il Centro di
Ascolto viene effettuata la distribuzione degli
alimenti una volta al mese a singoli e famiglie.
Altri volontari, alternandosi con particolare
attenzione e dedizione, offrono il loro servizio
ogni domenica, accompagnando gli anziani
che lo desiderano alla Messa.
Si è riusciti a coinvolgere poche volte anche
gli adolescenti in alcuni aiuti nel servizio al
prossimo, ma è stata un’esperienza importante.
Buona la collaborazione con il gruppo missionario, dal quale si riceve altrettanto aiuto quando necessita.
La risorsa indispensabile della Caritas è
quella “forza misteriosa” che chiama a essere
uniti in un gruppo e nello stesso tempo a essere prossimi, ognuno con il proprio talento per
condividere e imparare ad essere Chiesa. Mettere al centro di tutto e al primo posto la forza
misteriosa nella persona di Gesù e solo così è
possibile superare le difficoltà del cammino per
essere Caritas tra operatori e con la vita. Consapevoli che molto è ancora da fare, si ringrazia Iddio per il servizio che ogni volontario ha
portato e porta alla Chiesa. Un desiderio e una
prossima prospettiva del gruppo sarà riuscire a
poco a poco ad aggiornare una “mappatura dei
bisogni”, avvicinando e conoscendo al meglio con stretto riserbo - chi per varie motivazioni
silenziosamente soffre, cercando di donare vicinanza e solidarietà.
P. L.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
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Caritas/La Fondazione San Bernardino
Due seregnesi nella task force diocesana
per arginare la frana di debiti e mutui da crisi
U
na task-force di
bancari in pensione al servizio di chi, per
la crisi, si trova a non poter
fronteggiare i propri debiti.
E’ una risorsa allestita dalla
Fondazione San Bernardino
di Milano, diretta emanazione di Caritas Ambrosiana.
E della task-force, composta
esclusivamente da volontari, sono parte attiva anche
due seregnesi, Enrico Consonni e Antonio Colzani.
“Si rivolgono a noi persone che non riescono più
a fronteggiare i loro debiti,
Antonio Colzani
Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto
All’origine un magazzino di raccolta aiuti
La Caritas della parrocchia Beata Vergine
Addolorato al Lazzaretto è presente fin dagli
anni Novanta. Con la guerra nella ex Jugoslavia,
a causa degli enormi disagi a cui era sottoposta
quella popolazione, un gruppo di volontari ha
cominciato ad operare nell’organizzazione di un
magazzino per la raccolta di viveri ed indumenti da inviare alle persone colpite dalla guerra.
Sensibilizzati da questa forte esperienza, è nato
il desiderio di cominciare ad occuparsi anche
dei parrocchiani in difficoltà per cause sia economiche che sociali, di diversa tipologia.
Attualmente le attività Caritas al Lazzaretto
sono supportate da una decina di persone. Ci si
occupa di gestire un servizio di prossimità e di
distribuzione dei pacchi viveri a chi, residente
nel territorio parrocchiale, è stato segnalato dal
centro di ascolto Caritas di Seregno. Le attività, pertanto, vengono portate avanti in accordo con gli altri gruppi parrocchiali. Quando si
chiede la collaborazione o un sostegno per delle
iniziative, la risposta è sempre pronta ma si riscontra nei parrocchiani la difficoltà ad assumere un impegno costante nel tempo. Attualmente
i volontari sono soprattutto pensionati, perché i
servizi richiesti si svolgono durante la settima-
na in orario lavorativo e, forse anche per questo
motivo, non si riesce ad allargare il gruppo e
trovare adesioni tra i più giovani.
Si intende sensibilizzare l’intera comunità
parrocchiale, perché sia più vicina e partecipe
verso i fratelli che vivono situazioni di disagio
a causa della crisi economica, oppure per problemi di natura personale e familiare. L’attività e
l’attenzione caritativa deve essere sempre meno
delegata ad alcuni particolarmente sensibili e
con disponibilità di tempo, ma sentita come
attività fondamentale nella vita della comunità.
Sarebbe auspicabile acquisire, come gruppo Caritas, la capacità di aprirsi di più alle esigenze
di ogni persona bisognosa di un aiuto, oltrepassando il limite del semplice aiuto materiale ma
intervenendo anche con la vicinanza emotiva e
l’accompagnamento personale.
Sicuramente, la novità del nuovo coordinamento cittadino saprà portare al gruppo nuove
idee e nuovi stimoli per una azione più efficace
all’interno della comunità parrocchiale.
P. L.
magari contratti in un altro
momento della vita, quando
la loro situazione lavorativa
era migliore - spiega Antonio
Colzani -. Il nostro compito
è quello di riorganizzare la
situazione debitoria, negoziando dilazioni e transazioni
con i creditori e rinegoziando
mutui e finanziamenti con
le banche: in questo senso,
la nostra esperienza professionale ci aiuta nell’individuazione delle soluzioni più
adatte ad ogni singolo caso”.
La razionalizzazione dei
debiti è un bisogno sempre
crescente: “e, tra l’altro, un
bisogno che – se ci fosse lavoro – si risolverebbe in gran
parte da solo: tanti sono indebitati perchè hanno perso
un precedente lavoro. Certo,
incontriamo anche situazioni
debitorie derivate dalla dipendenza dal gioco d’azzardo,
ed in questo caso vengono
individuati percorsi di aiuto
particolari. Tuttavia la casistica più ricorrente con cui ci è
chiesto di misurarci è quella
di debiti contratti quando due
coniugi lavoravano, poi almeno uno dei due ha perso il lavoro. Quello che c’è di positivo, almeno in alcune persone,
è la volontà di reagire, magari
reinventandosi una professione”. L’obiettivo di questo
intervento di Caritas è cercare di aiutare le persone prima
che scivolino nelle mani degli
usurai: “anche se qualcuno tra
quanti si rivolgono a noi è già
in mano agli strozzini. In questo caso, diamo comunque
una mano, ma solo dopo che
è stata sporta regolare denuncia all’autorità giudiziaria”.
Sergio Lambrugo
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
11
Caritas/Il Centro di Ascolto di via Alfieri
Uno <sportello> al quale bussano centinaia
di persone in cerca di alloggio, lavoro e cibo
“
C’è un dato che emerge con chiarezza: in
questo momento le
risorse a disposizione per aiutare chi ha bisogno
sono, nella migliore delle
ipotesi, le stesse di qualche
anno fa. I bisogni, però, sono
rapidamente aumentati!”
Un efficace riassunto, quello con cui Davide Massaro
descrive la città di Seregno
dal punto di osservazione
(in questo caso, punto di osservazione privilegiato) del
Centro di Ascolto della Caritas, di cui è il coordinatore: “al nostro sportello di via
Alfieri bussano sempre più
persone: nel 2013, 282 persone si sono presentate per
il primo colloquio. In tutto,
abbiamo sostenuto 1600 colloqui. E tutti coloro che vengono da noi stanno facendo i
conti con perdita del lavoro,
problemi economici, perdita della casa. E, purtroppo,
sono in aumento quelli che
bussano per chiedere beni di
prima necessità (cibo e medicinali)”.
Per questi ultimi, il Centro
da un lato attiva i servizi sociali del Comune e le risorse del volontariato sociale,
dall’altro cerca di corrispondere con risorse proprie: “ma
è sempre più difficile, riusciamo solo grazie alla generosità di alcuni benefattori!”
La fascia della povertà
estrema è in espansione. E
chi deve dare risposte solidali deve fa i conti con problematiche oggettive: “per
esempio, in città non c’è un
ricovero per quelli che dormono in strada. Negli ultimi anni, ci si è appoggiati ai
Volontarie di un centro di ascolto impegnate in un colloquio
Saveriani di Desio, che ogni
anno mettono a disposizione
alcuni posti letto con grande
generosità.”
Se la povertà estrema aumenta velocemente, la fascia
dei cosiddetti equilibristi si
incrementa ancora di più:
“stiamo svolgendo un lavoro
intenso sul fronte delle persone e delle famiglie a rischio
di povertà: persone che fino
a poco tempo fa avevano una
condizione di vita più che
decorosa, ma che – per una
repentina perdita del lavoro – non riescono più a far
fronte ad impegni già presi
e consolidati. Persone che
stanno cominciando a far fatica a pagare affitto, mutuo e
bollette e per le quali non è
scontato domandare per un
aiuto”.
Sergio Lambrugo
Una decina i volontari
Un’equipe affiatata che si allena
con la pazienza ai casi più difficili
Accogliere le persone, ascoltare i bisogni, instaurare la relazione
di aiuto, indirizzare i bisogni verso chi li può soddisfare (enti
pubblici o di volontariato) ed accompagnare il percorso. Questi
i compiti di un Centro d’Ascolto. Quello seregnese, ubicato in
via Alfieri, ospite delle Suore di San Vincenzo, è reso possibile
da un’equipe di dieci volontari: “siamo un gruppo affiatato – ha
detto il coordinatore Davide Massaro - con il tempo, abbiamo
maturato non solo l’attitudine a lavorare insieme, ma anche la
capacità di sostenerci umanamente nel percorso di aiuto ed
ascolto di chi è in difficoltà, percorso che anche per gli operatori
spesso è emotivamente non facile. Il nostro è un volontariato
che richiede pazienza: occorre la capacità di ascoltare e la fermezza di accompagnare un percorso che spesso è lungo e complesso e che raramente regala risultati immediati. Però, quando
riusciamo nel percorso di aiuto (ho in mente la vicenda di un
uomo che dormiva in stazione e che oggi ha una casa e la capacità di gestirla), le soddisfazioni sono grandi”
S. L.
12
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Sinodo/Le sofferte conclusioni dell’assemblea dei vescovi
Porte spalancate della Chiesa ai casi <difficili>
ma il matrimonio non cambia i <fondamenti>
I
l frenetico e, a volte,
acceso dibattito dei
vescovi impegnati nel
sinodo sulla famiglia è
stato spesso strumentalizzato
dagli organi di stampa come
espressione di spaccatura della
Chiesa, di incomprensione, di
faziosità per giungere a sfumature che si tingono di apostasia!
Lo stesso Papa Francesco
nel discorso conclusivo dell’assemblea straordinaria pronunciato il 18 ottobre u.s. ha detto
con chiarezza che “tanti commentatori, o gente che parla,
hanno immaginato di vedere
una Chiesa in litigio dove una
parte è contro l’altra”. “Personalmente - continua il Papa
- mi sarei molto preoccupato e
rattristato se non ci fossero state queste animate discussioni”.
Il pontefice ha poi voluto
mettere in chiaro le “tentazioni” a cui sono stati sottoposti
i Padri Sinodali: la tentazione
dell’irrigidimento ostile dei
cosiddetti
“tradizionalisti”,
la tentazione del buonismo
distruttivo dei cosiddetti
“progressisti e liberalisti”, la
tentazione di utilizzare un linguaggio per dire tante cose e
non dire niente dei cosiddetti
“bizantinisti”. “Cari fratelli e
sorelle, - prosegue il Papa - le
tentazioni non ci devono nè
spaventare nè sconcertare e
nemmeno scoraggiare perché
nessun discepolo e più grande
del suo maestro”.
E allora valga il vero! Abbiamo percepito nei vescovi la
preoccupazione di padri (non
a caso sono detti “Padri Sinodali” ) che si affaticano nell’interesse e per il bene dei loro figli. Pastori che avendo davanti
L’assemblea straordinaria dei vescovi per il Sinodo sulla famiglia
Una realtà in continua crescita ed evoluzione
L’attenzione a matrimoni civili e convivenze
Nel giugno 2014 l’ISTAT ha pubblicato il report aggiornato sulla situazione di matrimoni,
divorzi e separazioni in Italia. Anno di riferimento dell’analisi è il 2012 dove si sono contati
139.000 tra divorzi e separazioni. Considerato che nello stesso anno sono stati celebrati
207.138 matrimoni, è facile comprendere che su
4 coppie che nascono 3 ne muoiono. Di fronte
a questo scenario appare ovvio che la sensibilità
dell’opinione pubblica è maggiormente orientata verso lo sguardo che la Chiesa sta ponendo
alle situazioni cd “irregolari”.
Sui divorziati nulla quaestio, anzi, sono gli
stessi vescovi che, nel definire i divorziati non
risposati “testimoni della fedeltà matrimoniale”,
li esortano a “trovare nell’Eucaristia il cibo che
li sostenga nel loro stato” (punto 50 della Relatio
Synodi). Sui divorziati risposati la questione re-
sta aperta e rinviata al prossimo Sinodo di ottobre 2015. Dei 207.138 matrimoni citati quasi la
metà sono stati celebrati con rito civile e pertanto all’orizzonte si scorge una dimensione nuova
della pastorale familiare che “consiste nel prestare attenzione alla realtà dei matrimoni civili
tra uomo e donna e, fatte le debite differenze,
anche alle convivenze” (punto 27 della Rel.Sy.) .
Si tratta di nuove frontiere verso cui muovere la pastorale familiare a partire dalla realtà
fotografata. Oggi l’asset familiare va colto nella
stabilità del vincolo, nell’affetto profondo, nella
responsabilità nei confronti della prole, nella
capacità di superare le prove, tutti semi di bene
da coltivare per far crescere un amore umano
che gradualmente può ergersi a diventare immagine della Santissima Trinità (cfr punti 15 e
16 della Rel.Sy.).
L. S.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
13
La <Relatio Synodi>
E ora anche le famiglie diventano
soggetti di pastorale familiare
Papa Francesco con una famigliola
la suprema lex della salus animarum hanno cercato di trovare una strada comune e da
percorrere in comunione. Una
strada che, partendo dal dono
della grazia del Sacramento del
Matrimonio (confermato nei
suoi fondamenti di indissolubilità, unità, fedeltà e apertura alla vita – cfr. Gaudium et
Spes, 48) giunga a “rimboccarsi le maniche per versare l’olio
e il vino sulle ferite degli uomini (cfr. Lc 10, 25-37)”.
Ed infatti separati, divorziati
risposati, situazioni irregolari
sono stati nel cuore del dibattito dei Padri, perché “la Chiesa
ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non
solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!”
Ed è alla luce di questa premura che il Sinodo ha rivolto
lo sguardo alle donne e agli
uomini con tendenze omosessuali sottolineando che “devono essere accolti con rispetto
e delicatezza”, ma senza tacere
che “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire
analogie, neppure remote, tra
le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e
la famiglia”.(p.55 della Relatio
Synodi).
Di più! I vescovi hanno acclarato che “è del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa
subiscano delle pressioni in
questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi
poveri all’introduzione di leggi
che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso
sesso”. (punto 56, votato con
il placet della quasi totalità dei
183 presenti).
Luigi Santonocito
Il 18 ottobre i padri sinodali
hanno licenziato il testo definitivo delle indicazioni sul
tema della famiglia.
Il testo prende il nome di
“Relatio Synodi” ed è composto da 61 punti più una
breve conclusione.
I 183 vescovi presenti hanno votato ciascuno dei punti
esprimendo il loro placet o
non placet.
I punti più controversi restano in materia di pastorale
verso le persone che hanno
contratto matrimonio civile,
che sono divorziati e risposati, o che semplicemente convivono, (punti 25
e 27) con circa
il 20% di “non
placet” che superano il 40% sul
punto 52 dove si
è riflettuto sulla
possibilità che i
divorziati risposati accedano ai
sacramenti della Penitenza e
dell’Eucaristia.
La questione resta pertanto
aperta ed è stata sostanzialmente rimessa al discernimento delle singole conferenze episcopali in vista
dell’Assemblea generale ordinaria che si terrà nell’ottobre 2015.
Leggendo queste indicazioni emerge nei Padri la piena
consapevolezza di una realtà
socio-economica che spesso
finisce per schiacciare le famiglie. (punto 6). Ma in questa fase di forti mutamenti
e di crisi di valori la Chiesa
guarda alle famiglie che restano fedeli agli insegnamenti del Vangelo, ringraziando-
le e incoraggiandole per la
testimonianza che offrono.
Grazie ad esse, infatti, è resa
credibile la bellezza del matrimonio indissolubile e fedele per sempre (punto 23).
I vescovi guardano con apprensione alla sfiducia di
tanti giovani verso l’impegno
coniugale (punto 26) e pertanto esortano ogni famiglia
di buona volontà ad impegnarsi nella testimonianza
dei valori evangelici. I Padri
sinodali hanno più volte sottolineato che le famiglie cattoliche in forza della grazia
del sacramento
nuziale sono
chiamate ad essere esse stesse
soggetti attivi
della pastorale
familiare (punto 30).
La precisazione
che le famiglie
cattoliche siano
i soggetti e non oggetto di
pastorale è carica di risvolti pratici non indifferenti.
Tradotto a livello locale significa che non dovranno
essere i sacerdoti ad essere
promotori di pastorale verso le famiglie, ma le famiglie
(portatrici anch’esse di un
dono sacramentale) ad essere promotrici di pastorale familiare. Diventa significativo
che il concetto di pastoralità,
fino ad oggi identificato con
il prete/pastore, oggi può
essere ricondotto anche agli
sposi. Cammino arduo, ma
avvincente!
Luigi Santonocito
14
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Consiglio pastorale/La prima seduta dopo la fusione
Realizzare la <Comunità educante> impegno
urgente ma senza pensare a <rivoluzioni>
C
on la nascita della
nuova comunità
pastorale cittadina “San Giovanni Paolo II”, si è realizzata la
fusione dei consigli pastorali
delle due comunità precedenti
(Maria Madre della Chiesa e
San Luca) in un unico consiglio di comunità che ha tenuto
la sua prima seduta ufficiale lo
scorso 21 ottobre presso la sala
card. Minoretti.
Al centro della serata il tema
della “comunità educante”, sulla base della nota pastorale che
l’arcivescovo Scola ha proposto
per quest’anno alle comunità.
L’argomento è stato introdotto da don Maurizio Tremolada, responsabile diocesano
del servizio giovani.
Don Tremolada ha sottolineato innanzitutto come la
comunità educante all’interno
della comunità cristiana non
sia un soggetto da costruire,
ma uno stile che si deve basare su quattro pilastri: l’ascolto
della Parola di Dio, la celebrazione liturgica dei misteri di
Cristo e la preghiera, la comunione fraterna, la testimonianza offerta al mondo.
Se le nostre comunità vivono
secondo questi pilastri allora
diventano comunità educanti
partendo dal vivere la comunione fraterna. E il collante
che unisce, che fa stare insieme
dentro le diversità è Cristo.
Riguardo alla comunità educante per l’iniziazione cristiana
don Tremolada ha evidenziato
il bisogno di coltivare e vivere la comunione tra le figure
educative che operano attorno
alla vita dei ragazzi, evitando il
contesto di frammentazione in
cui viviamo.
Don Bruno Molinari con don Maurizio Tremolada
Le tappe future
Elezioni anticipate a domenica
19 aprile in tutta la diocesi
Il consiglio pastorale della comunità cittadina, nato dalla fusione dei consigli delle due comunità, si avvia alla scadenza del suo
mandato. La diocesi ha infatti anticipato le elezioni dei consigli
pastorali parrocchiali e di comunità pastorale che erano previsti
per l’ottobre 2015 fissando nella data di domenica 19 aprile l’elezione dei nuovi consigli, così da essere operativi con l’inizio del
nuovo anno pastorale.
Contestualmente sarà rinnovato anche il consiglio per gli affari economici. Entrambi rappresentano strumenti preziosi per il
cammino della vita pastorale ed operanti in stretta collaborazione con il parroco e la diaconia.
Le operazioni di voto saranno espletate in tutte le parrocchie e le
chiese durante le messe festive di domenica 19 aprile e la messa
vigiliare di sabato 18 aprile. Ora per questo consiglio è invece
tempo di bilanci sul lavoro svolto in questi quattro anni.
Mons. Molinari con i membri del consiglio ha programmato per
il 19 gennaio la prossima seduta nella quale all’ordine del giorno
ci sarà la verifica del cammino fatto finora nei vari ambiti della
vita pastorale, riflessioni e proposte da lasciare al nuovo consiglio. Inoltre sarà da predisporre un cammino di preparazione
che porterà alla costituzione del nuovo consiglio pastorale di
comunità.
P.D.
“Volgendo lo sguardo alle
nostre parrocchie - ha detto
– esse sono educanti quando educano attraverso il loro
modo di vivere. E un momento qualificante della comunità
è vivere la domenica, giorno
del Signore, che ha il suo fulcro
nell’Eucarestia”.
E’ seguito un momento di
scambio di riflessioni dal quale
è emerso come il richiamo alla
comunità educante sia soprattutto per noi, se non siamo
uniti noi difficilmente riusciremo ad educare. Ma anche un
desiderio di attenzione a coloro che non partecipano alla
vita della comunità e ai ragazzi che terminata l’iniziazione
cristiana, sono fuori dalla vita
della comunità.
Una comunità è educante se
nel suo interno sa intessere relazioni tra le persone. Si parla
infatti tanto di comunità ma si
fa poco per costruire relazioni.
La comunità educante non è
il “fare”, ma dobbiamo “essere”
comunità e questo è una delle
criticità nei nostri cammini
pastorali.
Non ci può essere comunità
cristiana che non sia educante, ma è laddove noi viviamo
la vita cristiana che siamo
educanti, nel momento in cui
siamo capaci di intercettare
le domande delle persone che
incontriamo nella nostra vita,
cercando di capire cosa cerca
la gente intorno noi.
“Partiamo con realismo scrive il cardinale nella sua
nota pastorale – da ciò che c’è
e con le persone che ci sono,
prendendoci tutto il tempo che
ci vorrà”.
Patrizia Dell’Orto
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
15
I componenti del consiglio pastorale della comunità cittadina
Il bilancio dell’esperienza di due consiglieri
Tanti cambiamenti ma sempre nel segno della comunione
“In prossimità della scadenza dei
Consigli pastorali della comunità e del
decanato di cui sono membro – afferma Mauro Frigerio - è opportuno stilare una sorta di bilancio.
In questi anni sono avvenuti molteplici cambiamenti nella configurazione
della nostra chiesa locale, che sono stati
discussi in diverse riunioni di tali organismi.
Ma al di là degli argomenti trattati in
questi anni e dell’effettivo potere espresso da ciascuna di queste assemblee, ciò
che mi ha affascinato è stato soprattutto cogliere le diverse sensibilità che
compongono le comunità ecclesiali del
nostro territorio, essere cosciente della
varietà che caratterizza il Popolo di Dio
che vive nella nostra città, pur nell’unicità della fede in Gesù Cristo.
Come laico, penso che i risultati più
significativi sono quelli di aver aumentato la conoscenza dei fratelli che, altrimenti, sarebbero rimasti per lo più
“volti nella folla”; nonché di aver anche
accresciuto la stima reciproca tra laici
e sacerdoti, senza confusione di ruoli.
La spinta ad essere testimoni del
Vangelo nel mondo la si ottiene anche nella consapevolezza di avere una
Chiesa vivace alle spalle, che si preoccupa della formazione integrale delle
persone adulte.”
“Quando tre anni fa don Giovanni
Olgiati mi chiese di entrare a far parte
del Consiglio Pastorale – confida Carla
Losa - la prima cosa che pensai fu “ Perchè io?” Però accettai con gioia pensando all’opportunità che mi veniva offerta
di mettere al servizio della comunità i
“talenti “ che il Signore mi aveva donato. Il compito principale che mi veniva richiesto era quello del ‘consigliare’
a partire dalla mia identità di cristiana
. Il “consiglio” è un dono dello Spirito
Santo che mi è stato dato per aiutare i
fratelli e la comunità. Come “consigliere“ di una comunità cristiana ero chia-
mata a vivere due realtà fondamentali
della visione cristiana della vita e della
società: la comunione e la responsabilità. Ho cercato di vivere la “comunione”
con l’accoglienza e la comunicazione
come apertura d’animo nella reciprocità e questo non è stato difficile perché
ero circondata da persone davvero accoglienti. Ho vissuto la responsabilità
portando il mio contributo di consiglio mettendomi nell’ottica di chi è in
cammino verso il Signore portandogli
a mani aperte quel “talento” ricevuto e
maturato.
Non è stato un cammino semplice
anche per i numerosi cambiamenti ma
la strada tracciata ritengo vada nella direzione giusta, mantenendo ben
chiaro l’obiettivo da raggiungere: condivisione, capacità di far risplendere la
comunione, non dimenticando mai la
dimensione della missionarietà.”
P. D.
16
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Ricorrenze/Tutte le visite di Karol Wojtyla a Seregno
Quel dono delle campane che diede origine
alla lunga amicizia con il Papa diventato Santo
U
na lettera indirizzata all’arcivescovo di Milano
mons. Montini
l’11 febbraio 1958, è all’origine
del legame di amicizia tra san
Giovanni Paolo II e la città di
Seregno. Il prossimo 24 novembre saranno trascorsi 50
anni esatti dalla visita di mons.
Karol Wojtila a Seregno, durante la quale la comunità di
Cracovia ricambiò i doni fatti
dalla comunità seregnese.
La lettera giunta a Montini
riguardava infatti la realizzazione di un concerto di campane per la cattedrale di S.
Floriano a Cracovia: durante
la seconda guerra mondiale,
queste erano andate distrutte,
e la preghiera rivolta all’arcivescovo milanese era quella di un
“dono prezioso”, nuove campane per richiamare i cristiani al
loro dovere. A rispondere ad
una missiva inviata a Cracovia
dal card. Montini nell’estate
del 1962 fu proprio Wojtyla,
vicario metropolita dopo la
morte di mons. Baziak. Montini decise di avvalersi dell’aiuto
di mons. Bernardo Citterio,
prevosto di Seregno, per risolvere la questione. Citterio
commissionò le campane alla
fonderia Ottolina, e destinò
le offerte della Quaresima del
1963 a questa realizzazione.
Nel frattempo, il card. Montini
diventò papa Paolo VI, mons.
Colombo fu scelto per la cattedra di Milano e mons. Citterio fu chiamato come rettore
al Seminario di Venegono. Fu
quindi don Adolfo Masini, insieme agli altri sacerdoti seregnesi, ad accogliere a Seregno
mons. Wojtila nella sua prima visita del dicembre 1963.
Egli celebrò la Messa solenne, e nell’omelia spese parole
3 maggio 1964: Karol Wojtyla benedice a Cracovia una delle tre campane
La testimonianza di don Pino Caimi
Momenti straordinari ragione costante di gioia
Testimone delle vicende che hanno legato Seregno a san Giovanni Paolo II,
don Pino Caimi ha avuto la possibilità di
conoscere Wojtyla in prima persona, di
partecipare e prendere parte agli intenti di
pastorale spirituale condivisi con la comunità di Cracovia. “Sono convinto che non
è merito di alcuno se Seregno può vantare
questo tipo di rapporto col Papa polacco.
Va riconosciuto che Karol Wojtyla, nella
sua squisita attenzione alle persone, mai
ha mancato di manifestare la sua amicizia
alla città”.
Don Pino nel 1963 fu uno dei preti che
accolsero il monsignore polacco che era
venuto a ringraziare per il dono delle campane, ma soprattutto visse quei momenti
di intesa spirituale, a partire dall’Avvento
1970. Fu il momento in cui mons. Gandini decise di approfondire il legame storico che si era andato costituendo, con un
programma molto articolato che venne
sottoposto proprio a Wojtyla in quanto arcivescovo di Cracovia. L’occasione
per discuterne fu un incontro al Collegio
Polacco di Roma, dove fu proposta una
“piattaforma pastorale” per un concreto
scambio di valori umani e spirituali tra le
due comunità. “Non so dire se e in quale
misura quell’incontro abbia determinato il
corso degli eventi successivi”.
“Momenti straordinari” quelli vissuti da
don Pino “gli incontri con Wojtyla, divenuto pontefice, sono talmente presenti con
la ricchezza delle loro emozioni, da costituire una ragione costante di gioia”.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
17
La memoria celebrata il 22 ottobre
Una lampada perenne davanti
al ritratto di S. Giovanni Paolo II
24 novembre 1964: Wojtyla a Seregno
di gratitudine e amicizia per
i parrocchiani: “Sono venuto
per portarvi il ringraziamento del parroco e degli abitanti
della parrocchia di San Floriano per il dono che Seregno ha
fatto loro […] io pregherò per
voi, per la vostra gioventù, per
il vostro arcivescovo e per la
vostra patria”. Intanto le campane, spedite il 30 novembre
1963, erano in viaggio verso
Cracovia, dove l’arcivescovo
metropolita Wojtyla le consacrò il 3 maggio del 1964.
Nell’aprile del 1964 mons.
Luigi Gandini venne nominato Prevosto di Seregno, e fu
lui ad accogliere l’arcivescovo Wojtyla nel novembre di
quell’anno, per la sua seconda visita, che portò in dono
a Seregno un reliquiario di S.
Floriano e l’albo fotografico
della consacrazione delle campane. Accompagnato da mons.
Gandini e mons. Citterio, il
futuro papa trovò una piccola
folla festosa ad accoglierlo. In
quest’occasione nacque l’idea
del gemellaggio spirituale tra
Cracovia e Seregno, che maturò nell’Avvento del 1970, vissuto in comunione tra le due
parrocchie. Negli anni successivi i rapporti si rafforzarono,
con visite, doni e soprattutto
la ricerca di una vita spirituale comune, come ben narrato
nel volume di Franco Cajani <Le stagioni di Wojtyla in
Brianza>. Un legame forte che
è presenza ancora viva per la
nostra comunità, che ha posto
il suo nuovo cammino sotto la
protezione di quel monsignore venuto da Cracovia, san
Giovanni Paolo II.
Elisa Pontiggia
In occasione della nascita della nuova comunità pastorale cittadina, domenica 14 settembre il card. Scola ha scoperto e benedetto il ritratto di San Giovanni Paolo II, titolare della nuova
comunità. L’opera è stata realizzata da Gianluca Corona, pittore
milanese formatosi presso l’Accademia di Brera e poi con il maestro Mario Donizetti; per le sue opere si ispira all’arte dei grandi
maestri del XVI e XVII secolo, attraverso una rilettura in chiave contemporanea della natura morta e del ritratto. Il quadro è
nato in diversi mesi di lavorazione, con più incontri tra mons.
Molinari e il pittore nel suo studio di Milano; una famiglia, che
desidera restare anonima, ha voluto patrocinare l’impresa in
memoria dei suoi cari defunti. All’altare del Redentore, dove
è esposto il quadro nel giorno della memoria liturgica di san
Giovanni Paolo II, il 22 ottobre scorso, è stato posto anche un
artistico portaceri sul quale resterà sempre accesa una lampada (nella foto di Volonterio, don Bruno Molinari) che porta
la figura del santo Papa; presso questo altare è anche possibile
trovare delle belle immaginette con la preghiera a san Giovanni
Paolo II. Nella stessa giornata, durante le S. Messe, è stata esposta e baciata la reliquia che contiene una goccia del sangue di
San Giovanni Paolo II donata alla parrocchia della Basilica da
mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione
e canonizzazione, a memoria dell’antica amicizia che ha legato
Seregno a Karol Wojtyla.
E. P.
18
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Avvento/Il gesto di carità proposto a tutte le parrocchie
Aliante e Spazio Aperto, i due volti di una rete
di solidarietà con i diversamente abili della città
I
nizia domenica prossima, 16 novembre, per
la diocesi ambrosiana,
il tempo “forte” dell’Avvento, tempo di attesa e di vigilanza che prepara alla venuta
di Gesù.
Questo tempo è anche occasione privilegiata per sensibilizzare le comunità alla fraternità nel nome di Gesù che
viene e rivolge un messaggio di
pace a tutti gli uomini di buona volontà.
Le parrocchie della nostra
città invitano a vivere questa
fraternità sostenendo con gesti di solidarietà le cooperative sociali “Spazio Aperto” e
“Aliante”, due volti di una rete
di solidarietà presente da anni
sul nostro territorio con sede
in via Comina, a favore di persone diversamente abili.
“Spazio Aperto” sorta in città nel 1984, svolge in modo organizzato e senza fini di lucro
un’attività finalizzata al recupero e alla qualificazione umana, culturale e professionale di
persone colpite da handicap,
favorendo il loro inserimento
lavorativo.
Attualmente la cooperativa seregnese porta avanti due
tipologie di lavoro: un’attività
conto terzi che vede impegnati
i ragazzi nel montaggio elettrico e meccanico, nel confezionamento di molti articoli,
produzione e commercializzazione di oggettistica e componenti di arredo in vetrofusione.
Ma la crisi non risparmia
nessuno e anche questa realtà
che è stata per anni un punto
di riferimento lavorativo per
tanti ragazzi diversamente abili, è costretta a fare i conti con
una drastica diminuzione de-
Il laboratorio della cooperativa L’Aliante
gli ordinativi.
Accanto a Spazio Aperto
opera in sinergia dal 1995 la
cooperativa “Aliante” la cui
attività è volta a favorire il benessere e l’integrazione sociale
di persone diversamente abili
tramite un servizio diurno che
propone attività ricreative e
iniziative per il tempo libero e
le vacanze.
Queste preziose realtà hanno bisogno anche del nostro
aiuto!
Per maggiori informazioni è
possibile consultare i siti www.
spazio-aperto.com e
www.laliante.it
Patrizia Dell’Orto
Benedizioni e visite alle famiglie, incontri e ritiri
Sacerdoti e laici per portare la pace del Signore
Anche quest’anno, nel tempo di Avvento, sacerdoti, religiose e alcuni laici della città
visteranno le famiglie per mostrare la presenza della Chiesa
e la cura che ha per il bene comune dei fratelli portando la
pace del Signore.
Come già da alcuni anni,
accanto ai sacerdoti, ci saranno in alcune parrocchie anche
dei laici che visiteranno le famiglie. Non è una semplice
funzione di supplenza dei sacerdoti, ma è attestare anche
attraverso questo segno che i
laici sono veramente protagonisti dell’impegno missionario
della Chiesa.
Ogni parrocchia ha predisposto un calendario delle
visite che sarà visibile tramite
gli avvisi o affisso alle porte
delle chiese. Le famiglie saranno avvertite del giorno della
visita con appositi avvisi che
verranno recapitati in questi
giorni nelle case. Secondo la
disponibilità di sacerdoti e
laici, non in tutte le parrocchie verranno visitate tutte le
famiglie. Le famiglie non visitate avranno delle convocazioni comunitarie nelle chiese
per un momento di preghiera
insieme Lo Spirito Santo illumini tutti coloro che vivranno
questa grande e bella esperienza, perché è bello incontrare le
persone della comunità parrocchiale, ognuna con la sua
umanità e con la sua diversità
ed anche se qualche porta non
si aprirà, non importa, si può
sempre donare un sorriso perché ogni persona è amata da
Dio e ognuno è messaggero di
questo lieto annuncio. P.D.
BASILICA
S. GIUSEPPE
Inizio: lunedì 3 novembre
Verranno visitate tutte le famiglie della parrocchia da:
mons. Bruno Molinari, don
Gianmario Poretti, don Mauro Mascheroni, don Guido
Gregorini, don Abramo (monaco olivetano), due sacerdoti
dell’opera Don Orione.
Suor Maria Carla, suor Lucia,
suor Maria Grazia, (Ist. Pozzi),
suor Bertilla, (Ist. Ronzoni)
Ventisei laici tra cui tre coppie
di sposi.
PARROCCHIA
S. VALERIA
Inizio: lunedì 10 novembre
Verranno visitate i due terzi
delle famiglie della parrocchia
da: don Giuseppe Colombo
Sette coppie di laici
PARROCCHIA
S. GIOVANNI BOSCO
AL CEREDO
Inizio: giovedì’ 13 novembre
Verranno visitate tutte le fami-
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
19
La riflessione di don Francesco Scanziani
Desiderio, quello sguardo fisso
alle stelle che racconta l’attesa
La copertina del calendario 2015 delle parrocchie
glie della parrocchia da:
don Sergio Dell’Orto
Due coppie di laici
PARROCCHIA
S. AMBROGIO
Inizio: lunedì 10 novembre
Verranno visitate metà delle
famiglie della parrocchia da:
don Renato Bettinelli, don
Gabriele Villa, suor Delfina,
suor Massimina, suor Elisa.
PARROCCHIA
BEATA VERGINE
ADDOLORATA
AL LAZZARETTO
Verranno visitatate metà delle
famiglie della parrocchia da:
don Sergio Loforese
PARROCCHIA
S. CARLO
Inizio: lunedì 17 novembre
Verranno visitatate tutte le
famiglie della parrocchia da
don Alessandro Chiesa e dal
diacono Emiliano Drago.
RITIRO DI AVVENTO
Domenica 7 dicembre è in
programma un ritiro decanale
di Avvento per gli adulti, dalle
9.30 alle 16, presso il Centro
Pastorale di Seveso.
RITIRO
ADO DIOCESANO
Il 23 Novembre al Centro
Pastorale di Seveso sul tema
“mettiti nel mezzo”
GIOVANI
Esercizi di zona a Sovico il 17
-18 – 19 novembre, sulle Beatitudini.
PELLEGRINAGGIO
CITTADINO
18/19enni a Torino il 5-6-7 dicembre per visitare il Sermig
(struttura che ospita senzatetto, poveri, immigrati) e il
Cottolengo.
Il Desiderio: una parola bella, “calda” per dire l’attesa dell’avvento, la vigilanza che ci prepara al Natale. Forse è semplicemente
lo stile dell’avvento. La sua etimologia contiene un significato
luminoso: desiderio deriva dal latino“de-sidera”, ossia le stelle.
Per alcuni significa: “tenere lo sguardo fisso verso le stelle, in attesa ardente verso qualcosa o qualcuno”. Avvento, dunque, come
“tempo del desiderio”, dello sguardo fisso alle stelle. Affascinante, però, che in questa nostra attesa, il Vangelo ci regali una novità incredibile: Dio per primo desidera venire a noi, incontrarci,
prendere casa tra di noi. L’avvento annuncia il “desiderio di Dio”:
non anzitutto quello dell’uomo verso Lui, ma il contrario. Dio
desidera l’uomo! Splendido! Quale sarà il desiderio di Dio verso
di me, in questo avvento? Affinchè il desiderio di Dio si incontri con quello dell’uomo ci farà da guida l’intensa Parola di Dio
dell’avvento. La prima domenica, sul fondale cupo dei “disastri”
(opposto del de-siderio) di questo mondo, annuncia la speranza
cristiana: Gesù Risorto viene, nonostante tutto e tutti (Mc 13,127). Ecco la misura del desiderio di Dio. Giovanni Battista, poi,
sarà il dito puntato su Gesù per tenere il nostro sguardo fisso in
Lui: Mt 3,1-12 (II domenica); Gv 5,33-39 (III dom); Gv 1,19-27a
(V dom). I fanciulli della domenica delle palme (Mc 11,1-11; V
dom) e, in modo unico, Maria, la madre (Lc 1,26-38a; VI dom),
apriranno il nostro cuore e le nostre case ad accogliere questo
Dio che tanto desidera venire tra noi.
Troverà in noi un abbraccio accogliente?
Mentre costruiremo quest’incontro, giorno dopo giorno, ci accompagni questa intensa preghiera del card. J. H. Newman:
Guidami Tu, Luce gentile,
attraverso il buio che mi circonda,
sii Tu a condurmi!
La notte è oscura e sono lontano da casa,
sii Tu a condurmi!
Sostieni i miei piedi vacillanti:
io non chiedo di vedere
ciò che mi attende all’orizzonte,
un passo solo mi sarà sufficiente.
Non mi sono mai sentito come mi sento ora,
né ho pregato che fossi Tu a condurmi.
Amavo scegliere e scrutare il mio cammino;
ma ora sii Tu a condurmi!
Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura,
il mio cuore era schiavo dell’orgoglio;
non ricordare gli anni ormai passati.
Così a lungo la tua forza mi ha benedetto,
e certo mi condurrà ancora,
landa dopo landa, palude dopo palude,
oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà;
e con l’apparire del mattino
rivedrò il sorriso di quei volti angelici
che da tanto tempo amo
e per poco avevo perduto.
20
Novembre 2014
BASILICA SAN GIUSEPPE
La più antica e celebre nel segno
di Ettore Pozzoli e Giuseppe Mariani
Composta da 20 elementi, attualmente è diretta dal maestro
Giancarlo Buccino. Le prime notizie della presenza della cappella Santa Cecilia si hanno da manoscritti risalenti al settecento,
ma si ritiene che la seconda metà dell’Ottocento abbia segnato
l’inizio di un periodo di proficua attività per la cappella.
Con centinaia di esecuzioni e di autori proposti all’ascolto e fatti
conoscere al popolo, si rivela sempre più, non solo strumento di
pubblica preghiera, ma anche veicolo di cultura, arrivando talvolta a proporre delle vere rarità. Anche l’archivio della cappella,
ricco di oltre mille partiture, è una testimonianza del poderoso
lavoro svolto. L’attuale Cappella continua in pieno le tradizioni
del passato proponendo brani antichi e moderni come veicolo
di pubblica preghiera durante le celebrazioni liturgiche, o come
momento di elevazione dello spirito durante i concerti. Alla guida della cappella si sono susseguiti direttori di indiscussa bravura, da don Luigi Fari a don Pino Caimi, a monsignor Gianluigi
Rusconi, sino all’attuale maestro Giancarlo Buccino.
Diversi musicisti seregnesi, poi assurti a fama internazionale,
hanno inoltre collaborato con la Cappella e tra i più famosi si
ricordano Ettore Pozzoli e Giuseppe Mariani.
N.M.
L’Amico della Famiglia
S. Cecilia/Parla don Norberto Valli
Cantare in chiesa,
una preghiera dolce
Il racconto del martirio di
Santa Cecilia narra che “mentre
gli strumenti suonavano, lei cantava al suo Signore: “Il mio cuore sia immacolato perché non
resti confusa”. Da questo testo è
derivato il legame tra la santa, gli
strumenti musicali e il canto.
Il 22 novembre si ricorda il
suo martirio (le corali di tutta la
città si ritroveranno a S. Ambrogio alle 18 per la S. Messa e quindi alle 20 al Lazzaretto per una
cena insieme), e così abbiamo
pensato di chiedere a don Norberto Valli, liturgista e delegato
arcivescovile per il Pontificio
istituto ambrosiano di musica
sacra, di spiegarci l’importanza
e il senso del canto durante le
celebrazioni.
“Il documento Sacrosanctum
Concilium - ci ha detto - parla del canto sacro come ‘parte
necessaria ed integrante della liturgia’. Già il Concilio, nel
documento citato, afferma che
‘La musica sacra sarà tanto più
santa quanto più sarà strettamente unita all’azione liturgica,
sia esprimendo più dolcemente
la preghiera e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggiore solennità i riti sacri’.
Don Norberto spiega ancora:
”Fine della musica sacra è la gloria di Dio e la santificazione dei
fedeli. E qui sta il punto nevralgico del discorso, ossia attuare la
profonda intenzione conciliare
di fare del canto e della musica una preghiera dolce e soave,
PARROCCHIA SAN GIOVANNI BOSCO
Concerti in numerose basiliche
e un cd per aiutare le missioni
Fondata nel 1992, come corale parrocchiale, da un gruppo di
amici desiderosi di conferire solennità alle celebrazioni liturgiche sotto la guida del maestro Franco Cazzulani, che tutt’ora
la dirige. L’organista è Federico Peraldo. Composta da circa 50
elementi divisi nelle 4 voci, ha un repertorio di musica sacra che
spazia dal 1500 ad oggi: dalla polifonia antica (Palestrina, De
Victoria), agli autori moderni (Dubra, Molfino), attraverso il periodo barocco (Bach, Haendel, Marcello), il settecento (Mozart,
Salieri, Martini), l’ottocento (Bruckner, Perosi), dando particolare spazio a musicisti che furono maestri di cappella presso il
duomo di Milano (Grossi, Fioroni, Sarti, Quaglia, Gallotti, Spinelli, Migliavacca). Alcune date significative: nel maggio 2005
ha cantato nella basilica di San Pietro e nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Nell’aprile 2006 nella basilica di San
Francesco in Assisi e nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Per alcuni anni ha animato le celebrazioni liturgiche del 7 e 8
dicembre nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano e più volte la
liturgia della festa di Pentecoste in Duomo. Nel 2008 ha inciso
il suo primo cd, con i proventi del quale è stato realizzato un
pozzo per l’acqua potabile in Niger.
N. M.
Santa Cecilia patrona dei musicisti
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
21
PARROCCHIA SANT’AMBROGIO
Un coro fondato e intitolato
a don Luigi Fari il primo parroco
Don Norberto Valli
nella quale tutti possano riconoscersi, ritrovandosi nell’unità
dei cuori e degli intenti e dove
tutti possano riconoscere e incontrare Cristo”. E conclude: “Il
coro è parte viva dell’assemblea,
è elemento di raccordo. Troppo
spesso, però, si incontrano realtà corali che ritengono che il
massimo della solennità si ot-
LAZZARETTO
tenga eseguendo solo polifonia
e riducendo il popolo al puro
ascolto. Oppure, pur non escludendo l’assemblea, pensano che
il canto del popolo venga da sé.
Il coro invece, rassicura e tonifica, impedendo che l’assemblea
cada nell’inerzia e che il canto
illanguidisca”.
Nicoletta Maggioni
SANTA VALERIA
Con relazioni
e contatti
ospita ogni anno
cori dall’estero
Nata 60 anni fa
con don Emilio
punto fermo
della liturgia
Attualmente la corale consta
di 18 elementi ed è diretta dal
maestro Carlo Pozzoli. Il repertorio è esclusivamente liturgico, assembleare e polifonico. Si
costituisce nel 1990 e da allora
anima 25/30 funzioni l’anno. Intrattiene relazioni con altri cori,
della città e non. Con essi organizza concerti in parrocchia, in
media quattro all’anno, sempre
a carattere sacro o meditativo.
Grazie a contatti con festival
o associazioni corali straniere,
ospita annualmente cori dall’estero. E’ presente dal 2000 un
coro di bambini composto da 40
elementi dai 5 anni in su.
N.M.
Fondata circa 60 anni fa, alla
nascita del Santuario, da don
Emilio Balossi, al quale succedettero nella direzione don
Bruno Castiglioni, il maestro
Ambrogio Colciago e don
Lino Magni. Attualmente diretta da Nicoletta Colciago.
Composta da 25 membri con
un repertorio che spazia dal
1400 ai nostri giorni. Lo scopo fondamentale della corale
è quello di accompagnare le
funzioni religiose più importanti, per renderle solenni ed
aiutare i fedeli a capire l’importanza delle celebrazioni.
E’ presente anche un coro
di bambini, composto da 8
membri di età compresa fra
gli 8 e gli 11 anni.
N. M.
Fondato nel 1963 da don Luigi Fari, primo pastore della parrocchia S. Ambrogio, che, già direttore della Cappella S. Cecilia
presso la Collegiata S. Giuseppe, costituì il coro di voci bianche
“Pueri Cantores” e la “Schola Cantorum”. Dopo un trentennio
di ininterrotta attività, la conduzione del coro passò al maestro
Fabio Triulzi, poi a don Ugo Arrigoni ed infine al già organista
ed attuale direttore Lorenzo Zandonella.
Il repertorio spazia dal gregoriano al rinascimentale, al barocco,
al romantico, al novecento e allo spiritual. Attualmente è composto da 32 membri con Davide Cesana quale organista.
Il coro, oltre a svolgere un servizio liturgico, ha al suo attivo diverse esecuzioni concertistiche e rassegne tenute per conto di
varie associazioni e realtà della Brianza.
E’ presente anche un coro di bambini composto da 15 membri
di età compresa fra gli 8 e i 12 anni.
Dal 2013 è iniziata una profonda collaborazione con la Cappella
Musicale Santa Cecilia, che ha portato ad un ampliamento del
repertorio e dell’organico, con la conseguente possibilità di eseguire brani più impegnativi e qualificanti.
N. M.
PARROCCHIA SAN CARLO
Voluta da don Giuseppe Pastori,
Adriana Colciago ancora alla guida
Fondata nel 1969 per volontà dell’allora parroco don Giuseppe
Pastori sotto la direzione di Ambrogio e Adriana Colciago, la
corale è composta da una trentina di elementi divisi nelle quattro classiche voci. Ha come scopo primario il servizio liturgico.
Il coro è attualmente diretto da Adriana Colciago con accompagnamento all’organo di Chiara Arienti.
Il repertorio musicale è costituito da oltre trecento brani di musica sacra, da due fino a cinque voci, e spazia dal canto gregoriano, passando da Palestrina, Haendel, Haydn, Bach, Mozart
fino a Bruchner, Sibelius, Perosi, i seregnesi Giuseppe Mariani,
mons. Giuseppe Biella e tutti quegli autori che si sono dedicati
esclusivamente alla musica sacra come: Campodonico, Antonelli, Donini, Teruzzi ecc… Il coro, oltre al compito primario
di accompagnare la liturgia, collabora con l’orchestra da camera dell’Associazione “Brianza Musica” che opera dal 2009 prevalentemente in Brianza con lo scopo di diffondere la cultura
musicale in tutti i suoi aspetti, proponendo concerti per coro
e orchestra.
N. M
22
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Giornata Pro Orantibus/Parla suor Maria Daniela Pozzi
I monasteri di clausura come polmoni verdi:
sembrano inutili ma sono invece indispensabili
“
La presenza di un
Dio creatore sulla
Terra richiede anche
la presenza di persone che dedichino a Lui la loro
vita, questa è anche la nostra
funzione.” Così si era espressa suor Maria Daniela Pozzi,
madre federale delle Sacramentine, durante il suo intervento al convegno del bicentenario balleriniano, che ha
permesso di cogliere l’essenza
di cosa significhi oggi la vita
contemplativa, anche concretamente. “C’è un’intima connessione tra la preghiera e lo
sviluppo del regno di Dio, tra
la preghiera e la liberazione
dal male; quella di “parafulmine” è una definizione che
corrisponde al pensiero della
Chiesa a proposito dei monasteri” continua suor Daniela,
che usa anche un’altra immagine: “È quella utilizzata da
papa Benedetto: i monasteri
di clausura sono come polmoni verdi di una città, che
sembrano inutili ma in realtà
sono indispensabili, e fanno
bene anche a chi non ne fa
uso, o non ha la consapevolezza della loro importanza”.
Per Seregno una comunità consacrata alla preghiera
era una “preziosa benedizione”: così scriveva la stampa
all’arrivo della comunità delle Adoratrici nel 1920. E lo
è ancora oggi: “Abbiamo la
consapevolezza di un servizio che svolgiamo all’interno
della Chiesa, la nostra funzione è di intercessione e di
preghiera, per tutte le necessità della Chiesa e di ciascuna
persona che viene qui a chiedere il nostro aiuto. Le nostre
preghiere sono sempre ascol-
Il monastero delle sacramentine di via Stefano
Suor Daniela Pozzi
tate, spesso esaudite, anche
per la fede delle persone che
si rivolgono a noi”.
La vita all’interno del monastero ha come attività principale il culto eucaristico, con
la celebrazione della S. Messa
e l’adorazione eucaristica, che
la comunità garantisce giorno e notte. La mattina inizia
alle 5.45 con la preghiera,
personale e comunitaria, e
la S. Messa; poi il tempo del
lavoro, con le faccende domestiche e l’assistenza alle
sorelle anziane. Alle 12 una
pausa per la preghiera, il
pasto e il riposo fino alle 14;
poi si riprende il lavoro fino
alle 17.30. Anche durante il
tempo di lavoro una suora è
sempre presente all’adorazione eucaristica. Dopo la cena e
il tempo di vita comunitaria,
la giornata si conclude con la
preghiera serale della compieta, lasciando spazio all’adorazione notturna, che da
due anni è aperta anche alla
comunità cittadina: “I nostri
monasteri sono situati nella
città perché il nostro ordine
prevede la partecipazione dei
fedeli!” Ogni venerdì e sabato
la chiesa rimane aperta dalle
22 alle 5, in modo che chi lo
desidera possa unirsi all’adorazione notturna.
“La popolazione ha sempre
accolto con grande cordialità
e spirito di fede la presenza di
una comunità contemplativa
come la nostra, ce lo dice la
storia ma anche il presente;
ci sentiamo parte della chiesa
locale, al centro del mistero
della comunione ecclesiale”.
E. P.
Giornata
istituita nel ‘53
da Pio XII
Si celebra il 21 novembre l’annuale Giornata Pro
Orantibus “per ringraziare
il Signore del dono di tante
persone che, nei monasteri
e negli eremi, si dedicano
a Dio nella preghiera e nel
silenzio operoso”. Istituita
nel 1953 da Pio XII, è legata alla memoria liturgica della Presentazione di
Maria al Tempio, modello
della vita consacrata. Serve
a far conoscere le comunità monastiche sparse nel
mondo e invita alla preghiera per quelle con particolari necessità.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
23
La testimonianza
<Quando l’adorazione eucaristica ti sconvolge la vita>
Le comunità cittadina delle Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento
Scommetto che se andassimo in giro a
dire “domani alle 15 in Basilica ci sarà
Papa Francesco”, la Chiesa sarebbe piena fin dal mattino: tutti accorrerebbero
per vedere il Papa! Ma se andassimo in
giro a dire “domani alle 15 in Basilica ci
sarà Gesù Cristo”, la Chiesa non si riempirebbe eccessivamente, anche se è Colui
al quale pure papa Francesco rivolge la
genuflessione. Gesù è davvero discreto: incredibilmente discreto, al punto che la sua
presenza non è per niente ingombrante.
Nell’adorazione eucaristica ci accorgiamo
della delicatezza di Dio: una preghiera così
discreta da permetterci di esserne noi stessi
protagonisti insieme a Lui.
Ripenso a quando è stata la mia prima
volta che, davanti all’Eucarestia, ho detto:
“io credo in Dio”. Non ricordo con precisione quel giorno, tutto è iniziato spontaneamente. Ma posso dire quando questa affermazione, io credo in Dio, ha provocato
un fatto così sconvolgente da rivoluzionare
la mia vita: quando ho scelto di entrare in
seminario. Solo la certezza di credere in
Dio può dare la forza per dare una svolta
alla propria vita. Solo la preghiera davanti
all’Eucarestia può veramente sconvolgere
positivamente la propria vita al punto da
darle un colpo d’ala che fa crescere come
mai potremmo immaginare.
Quando si arriva davanti all’Eucarestia
e si inizia a pregare a volte c’è imbarazzo:
cosa faccio? Il tempo magari sembrerà
non passare più… insomma quale atteggiamento si può imparare a tenere? L’atteggiamento di chi non vuole soffocare un
qualcosa di così bello con ragionamenti
complessi: la matematica mi ha fatto capire che siamo bravi a immaginare le cose
molto più difficili e complicate di quanto
non siano solo perché non vogliamo rinunciare a sentirci intelligenti (quando si
fa un’equazione a volte si intraprende un
procedimento più complesso di quanto ci
sia effettivamente bisogno). Immaginiamo
lo schermo di un pc: se è poco luminoso
non possiamo accendere una torcia e puntargliela addosso per vedere meglio. Peggioreremmo solo le cose. Il mistero dell’Eu-
carestia è uguale: non possiamo cercare
di illuminarlo con i nostri ragionamenti,
dobbiamo starci davanti e passarci del
tempo con tenerezza e voglia di “chiacchierare” con Dio. Chiacchierare con un Dio
che nel Vangelo ci ha detto: “vi sono alcuni
tra i presenti che non morranno finché non
vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo
regno” (Mt16,24-28). E questa è davvero
una bella notizia! Gesù ci assicura che la
vita non passerà invano, non svanirà senza che proviamo il gusto di vivere davanti
a lui ogni cosa. I nostri sogni, le nostre speranze, le nostre amicizie, troveranno un
posto davanti a Lui. Troveremo la forza di
parlargli di tutto. Faremo in tempo! Con
l’atteggiamento di chi sa che lì c’è Qualcuno disposto ad aspettarci, a cercarci, a
desiderare di incontrarci. E incontrarlo
nell’adorazione ci farà esclamare: sono figlio di Dio; ho un Padre nel cielo che mi
ama e che è disposto a morire per me: merito di essere amato!
Simone Sormani
24
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Oratori/Proposte e iniziative per vivere consapevolmente l’attesa del Natale
Gesti di carità e stile di vita comunitaria:
questi i riferimenti per il tempo dell’Avvento
L
’avvento è alle porte
e negli oratori sono
pronte le iniziative
per vivere in modo
più consapevole e attento questo
periodo di avvicinamento al Natale. Continueranno, per alcuni
partiranno, gli incontri domenicali con il coinvolgimento delle
famiglie.
Oratorio S. Rocco
Ogni bambino avrà un calendario dell’avvento, che lo solleciterà a fare piccoli gesti o momenti di preghiera in famiglia.
Il Vangelo domenicale sarà collegato a un simbolo e a un impegno. Come gesto di carità durante la messa è prevista la raccolta
di materiale scolastico.
S. Giovanni Bosco
Il tema riprende quello della
comunità perché insieme nella
Chiesa i piccoli imparino a stare
con Gesù. Verrà approntato un
sussidio per la preghiera in famiglia, con associati simboli che
aiuteranno i ragazzi a compren-
didascalia
dere meglio l’avvento.
L’iniziativa di carità sarà la
stessa di tutta la comunità pastorale, oltre ad una raccolta di
generi alimentari a favore della
Caritas.
S. Ambrogio
Le iniziative di carità per i ragazzi di catechismo saranno due:
una raccolta di generi alimentari
da portare alla Messa delle 9.45
e devoluti alla Caritas; l’acqui-
sto di cartoline (con indirizzo
prestampato) su cui scrivere un
saluto, un augurio o un messaggio di solidarietà e da inviare nei
campi profughi dove trovano riparo i cristiani scappati dall’Iraq
e dalla Siria.
Beata Vergine
Addolorata
al Lazzaretto
Riprenderà in avvento alle 10
la Messa “suddivisa”, prevista
dal “Direttorio della messa dei
fanciulli”: la liturgia della parola verrà presentata ai bambini
in modo semplificato e spiegata
in un’omelia tenuta apposta per
loro. Il tutto avverrà nel salone
sotto la chiesa, poi i bambini
confluiranno in chiesa per proseguire la S. Messa con l’intera
comunità.
Sarà inoltre predisposto un
“calendario dell’avvento” per la
preghiera quotidiana in famiglia.
Mariarosa Pontiggia
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
25
San Rocco/Filippo Pirondini seminarista
Cerco ogni giorno
di dire il mio <sì>
D
Tante le inziative negli oratori per l’Avvento
Al San Rocco e al Ceredo
La notte dei ragazzi degli oratori
dedicata all’adorazione eucaristica
i
- Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre i ragazzi
i degli oratori hanno vissuto un momento di adorazione
eucaristica comunitaria. I giovani si sono raccolti seconr do le diverse fasce d’età: al San Rocco, dove i pre-adolescenti prima di mettersi davanti a Gesù hanno cenato in
i condivisione e hanno vissuto un momento di riflessione
a partire dalla provocazione di un video; al Ceredo invece, gli adolescenti e i 18/19enni hanno potuto ascoltare la
testimonianza del seminarista Filippo Pirondini prima di
n dividersi liberamente nei turni orari di adorazione proposti durante tutta la notte. Al mattino seguente, l’inizia. tiva è terminata dopo le lodi e la S.Messa alle ore 8.
a
a inizio anno, all’oratorio San Rocco presta servizio
nei week-end un
giovane seminarista, Filippo.
L’abbiamo incontrato e intervistato. Quale storia ti ha portato
qui a Seregno, Filippo? Come
hai “conosciuto” Gesù?
Sono Filippo Pirondini, seminarista al quinto anno di teologia. Ho 29 anni e prima di
entrare in aeminario ho studiato
all’istituto tecnico con indirizzo
grafico. Al termine degli studi ho
lavorato cinque anni nel campo
grafico-editoriale. Ho conosciuto il Signore grazie ai miei genitori, ai miei nonni, allo zio don
Paolo, a mia zia suor Giovanna,
missionaria; l’elenco potrebbe
essere ancora molto lungo. I miei
familiari mi hanno testimoniato
una fede semplice. Senza grandi
discorsi mi hanno aiutato a capire chi era Gesù con la loro vita,
con il loro amore, con generosa
disponibilità verso tutti.
Una persona e una Parola del
Vangelo che ti hanno guidato e
ti guidano nel cammino
Il primo prete che ho conosciuto: si chiamava don Filippo,
mi colpiva la sua bontà e la grande generosità, passava infatti
lunghe ore in confessionale e si
prendeva cura di tutti.
Facevo il chierichetto (avevo
10 anni) e don Filippo era anziano, allora dovevo portargli
la sedia vicino all’altare perché
potesse predicare da seduto e
fare meno fatica. Tutte le volte
che ritornavamo in sacrestia mi
faceva una domanda: “Filippo
vuoi bene a Gesù?”.
Non riuscivo a capire come
mai me lo richiedesse sempre.
Solo qualche anno dopo leggendo il Vangelo ho trovato una frase simile: si trattava delle parole
che Gesù dice a Pietro per tre
volte (Gv 21,15-17): “Mi ami?”.
Dopo la terza volta Gesù risponde a Pietro: “pasci le mie pecorelle”. Da qui ho capito il segreto
del bene che mi voleva don Filippo: amava Gesù e si prendeva
cura di ciascuna persona come
un pastore si prende cura di ogni
pecorella del suo gregge.
Che aspettative hai per il futuro?
Sono contento del cammino
che ho intrapreso: cerco ogni
giorno di dire il mio “sì” e di consegnare la mia vita al Signore per
poterne fare dono alle persone
che incontrerò e che mi saranno
affidate. Pregate per me!
Samuele Tagliabue
26
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Date e iniziative in cantiere in vista delle iscrizioni alle classi prime
Tempo di open day: occasione per conoscere
l’offerta formativa delle scuole parificate in città
N
ovembre è per
tradizione
dedicato agli open
day, giorni di
scuola aperta in cui i genitori
possono acquisire le informazioni relative al Piano dell’Offerta formativa, ai servizi e
ai progetti avviate nelle varie
scuole. In sintesi date e informazioni relative agli open day
delle scuole parificate.
di V faranno tappa alle medie
dove verranno proposte attività
sul mondo fantastico e reale, sul
cibo, sulla crescita e presentati progetti preparati dai ragazzi
delle medie. I genitori allestiranno un banco vendita e una merenda per tutti. Presso il teatro
s. Ambrogio si terranno riunioni di presentazione delle varie
scuole:
- Infanzia →Lunedì 24
- Primaria →Mercoledì 26
- Secondaria di I° grado →Venerdì 28
SCUOLE
DELL’INFANZIA
CABIATI: dopo l’open day
dell’8/11 serata di condivisione
del Piano dell’Offerta Formativa
della scuola, che intende potenziare la sezione primavera per i
nati nel 2013.
DE NOVA ARCHINTI:
29/11 alle 10. Presentazione di
insegnanti, struttura e attività
con proiezione di un filmato.
MARIA
IMMACOLATA:
15/11 dalle 16 alle 18.30. Per i
genitori possibilità di conoscere
persone, ambienti, organizzazione, laboratori e attività offerte;
per i bambini divertenti attività
da realizzare insieme e merenda.
OTTOLINA SILVA: 22/11
dalle 15.30 alle 17.30
RONZONI SILVA: 10/1 dal-
COLLEGIO BALLERINI
Open day all’alberghiero del Ballerini
le 15 alle 18. Per i genitori visita
della scuola e conoscenza degli
insegnanti; per i bambini pomeriggio animato da clown, laboratori di manipolazione e travaso,
merenda.
SAN CARLO: 22/11dalle 10
alle 12.30 con la partecipazione
dei bambini già frequentanti:
predisposizione di un laboratorio creativo e un piccolo rinfresco. Martedì 25 riunione di presentazione della scuola.
SCUOLA
S. AMBROGIO
22 novembre dalle 15 alle 19
INFANZIA: Filastrocche e
canti proposti dai bambini già
frequentanti. Per i piccini “giro
per l’Italia” attraverso alcuni
simpatici personaggi-veicolo.
PRIMARIA: i bambini di V
accoglieranno i futuri alunni di I
realizzando opere creative, canti
e coreografie.
SECONDARIA: gli alunni
Si terranno incontri serali alle
21 specifici per ciascun ordine di
scuola:
SCUOLA SECONDARIA DI
1° GRADO: martedì 11/11
LICEO SCIENTIFICO: mercoledì 12/11
ISTITUTO ALBERGHIERO: venerdì 14/11
E’ prevista un’intera giornata
di open day: sabato 29/11 dalle 9
alle 13 e dalle 14 alle 17: un’occasione privilegiata per visitare
l’ambiente ed avere informazioni su tutte le opportunità che
l’istituto offre, in particolare il
potenziamento dell’inglese e la
didattica digitale.
Mariarosa Pontiggia
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Parlano le presidi del Candia
Orientare aiuta i ragazzi
a guardare il mondo
L
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e
27
Susanna Mancini
Luisa Caslini
Gli appuntamenti
Al Candia anche <Ragazzi all’opera>
uno spazio proposto dagli studenti
Questi i momenti di scuola aperta in programma al Candia.
• Scuola primaria già tenuto.
• La scuola secondaria di primo grado ha proposto teatro in
lingua inglese e il 22 novembre terrà un momento di “Scuola
aperta” dalle 10 alle 12.30 per presentare la scuola con possibilità
di assistere alle lezioni.
• Nella stessa giornata al liceo linguistico sono previsti alle 8.30
attività per i ragazzi di terza media e alle 11 incontri per i genitori. Altre mattinate di scuola aperta saranno riproposte il 13
dicembre e il 7 febbraio.
Tutto l’istituto, dal nido/scuola dell’infanzia fino alle superiori,
effettuerà un open day il 24 gennaio. In particolare medie e liceo
proporranno “Ragazzi all’opera”, uno spazio in cui gli studenti
rendono visibile un tema del loro lavoro didattico tramite mostre, recite, video.
’avvicinarsi
delle
iscrizioni alle classi
prime comporta un
grande sforzo educativo dei docenti, chiamati a
guidare gli alunni delle classi terminali, soprattutto terze
medie, nelle attività di orientamento. Per capire di che si
tratta, ci siamo rivolti a Susanna Mancini e Luisa Caslini,
presidi all’istituto Candia, l’una
responsabile della primaria e
secondaria di primo grado, l’altra del liceo linguistico.
Cos’è l’orientamento?
E’un compito dei consigli di
classe, in particolare della media: è l’osservazione delle peculiarità, delle doti, anche delle
incertezze dei ragazzi; è l’accompagnamento alla scoperta
di sé, dei propri desideri e attitudini. Un’attività che attraversa tutto il percorso scolastico,
ma si fa più intensa a partire
dalla fine della seconda media.
Come la sua scuola organizza queste attività?
Accanto ad attività finalizzate, come questionari e schede
informative, proponiamo un
tutor, un docente disponibile ad affiancarsi al ragazzo, a
confrontarsi e a sostenerlo. Si
aiuta l’alunno a cogliere che
non si valuta solo in termini
di “mi piace/non mi piace”, ma
si tratta di guardare il mondo
per capire quale può essere il
proprio posto. I ragazzi ricercano il tutor, capiscono che
è un momento per crescere,
che permette alla loro libertà di esprimersi. Sosteniamo
inoltre i genitori in equilibrio
tra il rispetto della libertà del
ragazzo e l’accompagnamento,
tra il consigliarlo e il “lasciarlo
andare.”
Perché la scelta di una scuola cattolica?
C’è la possibilità di condividere un progetto, di fare un
patto insieme per ragazzo. E’
un’età in cui il figlio guarda la
realtà e la famiglia con criticità: trovare altri adulti che ne
condividono i valori diventa
una conferma, è offrire un letto e argini più sicuri in cui far
scorrere il fiume, perché possa
giungere al mare.
Mariarosa Pontiggia
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
29
Parrocchie/Basilica San Giuseppe
Corali e confraternite, ricorrenze e celebrazioni
scandiscono i tempi della vita parrocchiale
I
l mese di novembre si
presenta ricco di ricorrenze e momenti significativi per il cammino
della vita parrocchiale.
A dieci anni dalla morte di
suor Camilla Tagliabue, sabato 15 novembre sarà celebrata
alle 18 in Basilica una messa in
suo ricordo, alla quale saranno
in particolare presenti amici e
simpatizzanti del’associazione
“Auxilium India”, sorta all’indomani della sua morte per
poter continuare la preziosa
opera svolta dalla missionaria
in India.
La Confraternita del SS. Sacramento della Basilica assieme alle altre Confraternite della comunità pastorale terranno
un incontro giovedì 20 novembre all’oratorio di Sant’Ambrogio.
Come è tradizione venerdì
21 novembre alle 18 in Basilica sarà celebrata la messa in
onore della “Virgo Fedelis”
con la partecipazione di una
rappresentanza dell’Arma dei
Carabinieri.
Nella memoria di S. Cecilia, patrona della musica e del
canto, la Cappella Musicale
insieme alle altre corali della
città sarà presente sabato 22
novembre alla messa delle 18
nella parrocchia di Sant’Ambrogio, mentre il Corpo Musicale S. Cecilia onorerà la sua
patrona domenica 23 novembre alla messa delle 11.30 in
Basilica.
La messa delle 18 di sabato
28 novembre sarà solennizzata
dalla presenza del concittadino padre Roberto Nava che ricorderà il quarantacinquesimo
di sacerdozio, alla celebrazione
sono invitati i suoi coscritti.
Don Carlo Silva ha festeggiato i 40 anni di sacerdozio
I partecipanti al percorso di
preparazione al matrimonio
concluderanno il loro cammino con la messa di sabato 30
novembre alle 18, seguirà un
momento conviviale.
In preparazione alla festa
dell’Immacolata lunedì 1 dicembre inizierà la novena con
una preghiera al termine di
ogni messa. Un altro anniversario sarà quello di don Stefano Perego che ricorderà i dieci
anni di sacerdozio alla messa
delle 10 di lunedì 8 dicembre,
festa dell’Immacolata.
Patrizia Dell’Orto
Sacerdote camilliano da 45 anni
Don Roberto Nava, una vita tra i malati
Nato in città il 4 settembre 1944, don
Roberto Nava (nella foto) è stato ordinato
sacerdote camilliano a Verona, il 22 giugno
1969 dal vescovo mons. Giuseppe Carraro.
“La mia vocazione è maturata negli ambienti della parrocchia san Giuseppe, in
particolare all’oratorio San
Rocco, con sacerdoti esemplari
come don Adolfo Masini e don
Pino Caimi.”
I quarantacinque anni di
ministero pastorale don Nava
li ha vissuti sempre a Padova,
dapprima come coadiutore e
dal 1980 parroco a San Camillo.
Incarnando i principi ispiratori dell’ordine dei Camilliani,
padre Roberto ha sempre posto una particolare attenzione al malato che
lo ha portato a fondare nel 1998 la “Casa di
accoglienza San Camillo”.
La struttura ospita i familiari dei malati ricoverati presso le strutture ospedaliere
in Padova, ma anche pazienti sottoposti a
terapie mediche. Finora la casa, gestita da
una ventina di volontari, ha offerto alloggio
a circa 15mila persone provenienti da tutta
Italia.
“Come pastore ho sempre cercato di creare in parrocchia un clima di accoglienza, ponendo una particolare attenzione alla sofferenza
e alla carità.
Devo dire che sono contento
del cammino finora compiuto,
ho la gioia e l’entusiasmo come
il primo giorno che sono diventato sacerdote.
In tutto c’è un disegno di Dio
ed ho la gioia di aver potuto
esprimere la mia vocazione al
servizio dei fratelli.
Porto sempre nel cuore un bel ricordo
della mia Seregno nella quale torno sempre
con grande gioia e dove ho mantenuto bellissime relazioni che mi tengono legato alle
mie “radici”.
P. D.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
31
Parrocchie/Santa Valeria
Adulti pienamente consapevoli del valore
educativo dell’oratorio per ragazzi e famiglie
«
Non può essere soltanto
una somma di singoli,
neppure un agglomerato di competenze o
incarichi, necessari a consentire
il funzionamento della struttura, ma un insieme di persone
che dovrebbero saper esprimere
i valori e le motivazioni che li
portano ad impegnarsi in oratorio». Così Enrico si esprime
sulla comunità educante, proposta dall’arcivescovo nella sua
nota pastorale. Nella parrocchia
di Santa Valeria, infatti, l’aspetto
educativo della Chiesa è particolarmente sentito, soprattutto
nella struttura di via Wagner.
«Noi adulti presenti - prosegue
Manuela - proviamo a portare
avanti uno stile, una collaborazione che è coinvolgimento,
una fraternità basata sull’essere
insieme in cammino sulla strada
di Gesù. Non so se tutto questo
si vede; di certo si vedono la fatica e lo sconforto del “perdersi”
nelle banalità e la delusione nel
non vedere, malgrado l’impegno, l’oratorio vivo e pieno come
qualche anno fa». Nel confronto,
nato dal desiderio di approfondire e mettere in pratica le autorevoli indicazioni dell’Arcivescovo,
si è d’accordo con Carla nel dire
che «l’esperienza in oratorio è
comunque sempre positiva. Noi
adulti in genere cerchiamo di
essere disponibili e presenti e di
dare esempio di collaborazione
e di accoglienza. A volte pungoliamo i giovani a fare di più!
Quando i ragazzi, anche quelli
di età critiche come i 13/14 anni,
ci salutano dimostrando di sentirsi un po’ a casa, ci ripagano di
tutte le difficoltà che pure ci sono
nell’educare e nel trasmettere i
sani principi».
Come concretamente gli adulti accompagnano e introducono
alla vita cristiana le nuove generazioni? «Credo - risponde
Luana - che l’impegno dell’ora-
torio come comunità educante si
concretizzi soprattutto con la S.
Messa domenicale, pensata per
le famiglie e il catechismo. Importanti per fare una esperienza
di introduzione alla fede sono
anche le iniziative aggregative e
comunitarie come i pranzi condivisi, organizzati la domenica
con i bambini e i ragazzi e le loro
famiglie o anche la merenda e
il momento di preghiera insieme la domenica pomeriggio in
oratorio». Nel nostro stile e nelle nostre scelte concrete ci deve
animare lo spirito missionario.
Bisogna essere aperti a tutti. Ciò
significa essere pronti ad avvicinare giovani di ogni generazione attraverso il catechismo, lo
sport o semplicemente perché
hanno bisogno di un luogo dove
ritrovarsi in libertà. Non sottovalutiamo, però, l’importanza di
disporre di figure di riferimento
stabili e presenti per i giovani e
per gli stessi adulti. Si concorda
sul fatto che «la presenza costante di religiosi e consacrati è una
grande ricchezza e una grande
risorsa come testimonianza e
forse anche il continuo cambiamento di figure responsabili
non ha giovato all’ambiente».
Consapevoli che la comunità è
davvero educante se per primi
coloro che la compongono vivono la sequela a Cristo, occorre valorizzare tutte le occasioni
rivolte alle famiglie dei ragazzi
che frequentano il catechismo
e alle giovani coppie. Molto importante è quanto si fa, come accompagnamento, con le famiglie
che chiedono per i propri figli il
battesimo e gli altri sacramenti,
e nei percorsi di preparazione al
matrimonio cristiano. A questo
proposito, è bello segnalare la
presenza di un gruppo neo-nato all’interno della parrocchia,
di cui fanno parte famiglie con
bimbi piccoli o in arrivo.
Paola Landra
Momenti di gioco in oratorio anche per i più piccoli
Al Buffet del Pellegrino
La trippa di <Quei de la Sisal>
per aiutare i nostri missionari
Come ogni anno il gruppo “Quei de la Sisal” hanno organizzato
al Buffet del Pellegrino, sabato 25 ottobre, una serata benefica
a sostegno dei missionari di S. Valeria, operatori di pace e annunciatori del Vangelo in diverse parti del mondo. Suor Emilia Mauri in India, madre Linda Mariani e suor Paola Mauri in
Argentina, don Luciano Mariani in Madagascar, hanno bisogno
del nostro sostegno nella preghiera e nelle offerte concrete. La
serata, trascorsa nella fraternità e nell’allegria, ha permesso di
rinnovare la tradizione nel gustare la “trippa” cucinata dai coniugi Brenna e di raccogliere fondi a favore delle missioni.
Don Giuseppe ci ha esortato a portare anche noi il Vangelo “nelle periferie, cuore della missione”, come recita lo slogan delle
Giornata Missionaria 2014.
Confermati dalla testimonianza dei nostri missionari, anche noi
siamo chiamati a dare il nostro contributo alla missione della
Chiesa, nelle “periferie” della nostra vita di ogni giorno, perché
la Parola di Dio compia la sua corsa in ogni luogo. Sia nei confini
più vicini, della società in cui viviamo, sia in quelli più lontani,
nei paesi più distanti geograficamente e culturalmente.
P. L.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
33
Parrocchie/San Giovanni Bosco al Ceredo
I quattro giorni di vita comune degli adolescenti
sul rischio di mettersi in gioco, una vera sorpresa
C
osa dire di questa
proposta di vita
comune vissuta
tra il 23 e il 26 ottobre, nel contesto delle Giornate Eucaristiche?
Credo si possa affermare in tempi in cui troppo spesso
come adulti vediamo il bicchiere mezzo vuoto (evangelicamente potremmo dire l’abbondare della ‘zizzania’) – che
ancora una volta i più giovani
ci aprono gli occhi su ciò che
intanto sta accadendo: l’oratorio è abitato, è vissuto, è luogo
di incontro e intreccio, è trampolino di lancio, è occasione di
crescita umana e spirituale, è
cantiere dove si va costruendo
la trama della nostra comunità
cittadina. Pregando e riflettendo sul rischio del mettersi in
gioco, dell’amare e dell’essere
testimoni, un gruppo di 26
adolescenti (sui 41 partecipanti al gruppo del giovedì) e
5 educatori (più alcuni formidabili cuochi!) hanno vissuto
diversi momenti dentro e fuori dall’oratorio, avendo come
slogan provocatorio: io MELA
rischio (utilizzando il simbolo
del famoso frutto genesiaco
come simpatico riferimento
al forte appello alla libertà che
ogni rischio comporta). Nella
preghiera mattutina, del vespro e della sera centrate su tre
figure bibliche; nella condivisione di colazione, cena e della notte; nell’uscita al parco di
Monza per incontrare la gente,
interrogandola sul tema del
rischio, i ragazzi hanno avuto
modo di approfondire l’argomento (proposto dalla diocesi per questo primo periodo
dell’anno) da diversi punti di
vista. Culmine, il momento
Il gruppo di ragazzi ed educatori protagonisti delle 4 giornate di vita comune
cittadino dell’adorazione notturna. Essa è stata occasione
per ricordare l’importanza
della comunione entro la quale
questo cammino va coltivato (proprio come il vasetto in
cui i ragazzi hanno interrato il
bulbo del quale saranno chiamati a prendersi cura, come
del rischio che hanno deciso
di affrontare nella loro vita di
adesso).
Ma forse, più che continuare
a descrivere, vale la pena ascoltare alcuni loro commenti a
fine esperienza.
• Un’esperienza fantastica,
unica e soprattutto da ripetere,
uniti in un unico gruppo a rischiare tutti insieme. Mettersi
in gioco.
• In questi quattro giorni ho
imparato due cose: a vivere rischiando e a vivere aspettando.
• Un’esperienza stupenda,
che mi ha fatto capire che non
bisogna mai arrendersi, che bisogna sempre rischiare e mettersi sempre in gioco.
• Rischiare? Noi l’abbiamo
fatto, ora tocca a voi. E fidatevi,
ne vale veramente la pena!
• Quattro giorni che ci hanno fatto capire che rischiare è
bene e se non rischi non puoi
sapere se hai fatto bene o male
• Quattro giorni, venti persone, un unico obbiettivo: rischiare e mettersi in gioco.
• Questi giorni, per me sono
stati davvero significativi perché nella lontananza da casa
ho potuto trovare una tranquillità e una concentrazione a
me utili per capire molte cose
• Mettersi in gioco è la cosa
essenziale di questi quattro
giorni perché ho capito che
così in tutte le situazioni in cui
si sente come la vergogna si riesce a superare.
• E’ stata un’esperienza molto bella infatti in questi giorni
ho imparato a mettermi in gioco di più e a riflettere sulla fede
• Questi quattro giorni sono
stati molto significativi per me
perché mi hanno fatto riflettere molto e mi hanno fatto capire che fuori dal cancello di
casa mia ci sono persone che
mi vogliono bene e per cui vale
la pena rischiare. Rischiare è
bello, non è paura quindi non
avere paura di rischiare
• Ciao Amico della Famiglia.
Che questa grinta dei più
giovani sia davvero il lievito
delle nostre comunità educanti.
Giovanna Agostini
ausiliaria diocesana
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
35
Parrocchie/Sant’Ambrogio
Padre Ferdinando Colombo: i suoi 50 anni
di missione in Congo in una grande mostra
F
orse non tutti sanno
che nella nostra parrocchia, ormai da
due anni, è tornato
a vivere padre Ferdinando Colombo, sacerdote missionario
nativo di S. Ambrogio, che per
quasi cinquant’anni ha svolto
il suo ministero in Congo. La
sua presenza in mezzo a noi –
assolutamente discreta – è in
realtà preziosissima; ogni volta
che celebro la Messa insieme a
lui, non posso non pensare con
gratitudine agli immensi sforzi che quest’uomo ha fatto per
trasmettere a tutti la bellezza
dell’incontro con Cristo.
Per mantenere viva questa memoria – ma anche per
confrontarci seriamente su
come la sua esperienza di vita
parla anche a noi – domenica
7 dicembre, all’interno dei festeggiamenti per S. Ambrogio,
verrà allestita in oratorio una
“mostra interattiva” che prende spunto dalle sue parole e dai
suoi racconti.
La mostra – ed è una gran
bella sfida – verrà organizzata
interamente dai ragazzi delle
superiori della nostra parrocchia, e avrà quindi come filo
rosso quattro grandi temi del
loro cammino di catechesi di
quest’anno: amare gli altri,
amare il rischio, amare la vita,
amare il mondo. In ogni stanza verrà proiettato un pezzo di
un’intervista videoregistrata a
padre Colombo, mentre cartelloni, balletti, piccole scenette, mini-giochi tattili per i
piccoli e i grandi aiuteranno a
inserirsi nel tema trattato.
Nella prima stanza (amare gli altri) l’intervista verterà
sulla scelta di partire per l’Africa, abbandonando ogni umana
Padre Ferdinando Colombo
Il programma
La patronale bussa già alle porte:
tanti momenti di preghiera e non
Riportiamo, in sintesi, il programma della festa patronale di S.
Ambrogio, che si terrà dal 4 al 9 dicembre.
Giovedì 4. Ore 21: presso la chiesa delle Adoratrici Perpetue in
via Stefano da Seregno, adorazione eucaristica guidata.
Sabato 6. Ore 18: S. Messa vigiliare solenne con la presenza della
corale del Lazzaretto
Domenica 7. Ore 11.15: S. Messa solenne con la presenza del
“Coro don Luigi Fari”
Nel pomeriggio, in oratorio, “mostra interattiva” su padre Ferdinando Colombo e le missioni. In oratorio, sarà anche aperto il
mercatino della Caritas e il banchetto del Centro Aiuto alla Vita
Ore 20.30: S. Messa solenne con la presenza della corale di S.
Carlo
Lunedì 8. Al termine delle Messe della mattina, sul sagrato della
chiesa, benedizione delle auto
Ore 16.30: in chiesa, momento di preghiera per bambini e ragazzi con benedizione delle statuette di Gesù Bambino. Al termine,
sul sagrato, accensione dell’albero di Natale e merenda per tutti
Martedì 9. Ore 18.30: S. Messa in suffragio di tutti i defunti della
parrocchia. “Cristo è tutto per noi” dice una bellissima preghiera di Ambrogio; possano questi festeggiamenti aiutarci a farne
un’esperienza viva.
sicurezza. Nella seconda (amare il rischio) ci faremo raccontare un po’ gli “anni bui” della
missione di padre Colombo in
Africa: anni in cui essere cristiani significava davvero rischiare la vita ogni giorno, fino
al punto di doversi nascondere
nella foresta alcuni mesi. Nella terza stanza (amare la vita)
verranno riportate testimonianze sull’attività caritativa di
padre Ferdinando: soprattutto
contro “i bambini soldato” e
per assicurare un futuro lavorativo ai tanti giovani della sua
missione. E infine, nella quarta stanza (amare il mondo), si
metterà in luce come nel corso
degli anni è cresciuto e si è sviluppato un dialogo con le altre
religioni e – ancor più – con le
differenti confessioni cristiane.
Un’ultima sala farà un po’
“da sintesi”, riportando alcune
affermazioni degli ultimi grandi Papi sul tema della “missio
ad gentes” e insieme offrendo un contesto informale per
commentare come ciò che si è
visto e ascoltato ha fatto vibrare il proprio cuore.
Mentre scrivo, non so ancora l’esatta modalità con cui
tutto questo si concretizzerà.
So però che i ragazzi del nostro oratorio – in questo magistralmente sostenuti e accompagnati dai loro educatori
– si stanno muovendo alacremente. Se questa mostra fosse
anche solo un modo per farli
crescere e per richiamare a tutti l’importanza di essere missionari nei normali contesti
della vita, avremmo raggiunto
il nostro scopo.
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Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
37
Parrocchie/Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto
I volontari della festa patronale soddisfatti
ma sperano nel ricambio generazionale
“
Anche quest’anno ce
l’abbiamo fatta”. E’
grande il sospiro di sollievo dei volontari che
hanno contribuito a realizzare
la festa patronale.
La corsa contro il tempo per
allestire la festa secondo criteri sempre più rigidi e il tempo
meteorologico non proprio
bello, hanno tenuto tutti con
il fiato sospeso, ma alla fine,
come ogni anno, tutte le tessere
del puzzle si sono incastrate alla
perfezione. A parte la pioggia
che non ha permesso il regolare
svolgimento della processione
aux-flambeaux di lunedì sera, il
resto è filato tutto a meraviglia.
Abbiamo avuto una notevole
affluenza di persone che hanno
partecipato alle funzioni e hanno visitato poi tutti gli ambienti
della festa. Al termine del giro
è stato quasi inevitabile fare
tappa presso la nostra cucina
o gli altri punti di ristoro. I volontari intervistati hanno detto:
”Diamo una mano per la festa,
perché pensiamo di svolgere un
compito utile alla parrocchia.
E’ vero che ci si stanca molto
e si incontrano tante difficoltà, ma da questa esperienza si
ottiene molto, ci si diverte in
compagnia. Molti di noi qui
hanno stretto amicizie che continuano anche al di fuori della
festa. Un cruccio in tutto ciò ci
sarebbe, probabilmente comune anche ad altre realtà: non c’è
ricambio generazionale. Speriamo per il futuro nell’arrivo
di qualche giovane”. Qualcuno
disse: “Bussate e vi sarà aperto”,
noi possiamo solo aggiungere:
“Non siate timidi, qui la porta
è già aperta. Abbiamo bisogno
di voi”.
Nicoletta Maggioni
La festa patronale ha richiamato anche quest’anno tanta gente
Percorsi di catechesi
Il segno della croce, per incominciare
Una trentina di bambini, accompagnati
dai loro genitori, hanno iniziato il percorso
di catechesi del primo anno con la celebrazione della consegna del segno della croce.
I bambini hanno conosciuto don Sergio
(nella foto), Mariacristina e Gabriele che li
hanno guidati alla scoperta della chiesa e dei suoi elementi più
significativi, poi hanno imparato l’importanza del segno della
croce, col quale sono stati segnati sulla fronte nel giorno del
loro battesimo.
Don Sergio ha quindi invitato i genitori a ripetere questo
gesto sui loro figli. In seguito i
bambini hanno imparato a fare
il segno di croce e, per ricordarlo bene, hanno ricevuto in dono
un cartoncino. Anche ai genitori è stato consegnato un cartoncino con una breve spiegazione del significato di questo segno.
Ci auguriamo che questo bel momento sia
l’inizio di un cammino altrettanto bello per
tutti, piccoli e grandi.
Le prossime tappe di questo itinerario familiare sono le seguenti:
16 novembre, ore 15,00 - Il dono (la creazione per i bambini e la fede per i genitori)
14 dicembre, ore 15,30 - La nascita (guardiamo al Natale con gli occhi dei
pastori per i bambini - Ascolto
di Lc 2, 1-14 per i genitori)
25 gennaio, ore 15,00 - La giornata di Gesù (Mc 1, 21-39 per
genitori e bambini)
22 marzo, ore 15,00 - Commossi davanti a Gesù (Passione
di Gesù per bambini e genitori)
marzo da stabilire - Via Crucis
per le strade del quartiere
3 aprile, ore 15,00 - Venerdì
Santo - (Adorazione della croce)
19 aprile, ore 15,00 - Gesù è risorto (l’incontro con la Maddalena per i bambini Confronto sul cammino percorso per i genitori)
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
39
Parrocchie/San Carlo
Comunità cittadina e comunità educante sfide
per uscire dalla dimensione della periferia
H
o sempre immaginato l’inizio di
un nuovo anno
pastorale come la
partenza dal porto di una nave
chiamata ancora una volta a valicare i mari tra albe e tramonti
pieni di pace, notti trapuntate di
stelle che richiamano l’infinito
di Dio e mostrano la piccolezza
dell’uomo, tra tempeste e marosi che spesso, quando si è in
alto mare, rischiano di rendere
tribolato il viaggio.
Così, anche quest’anno, la
nave della parrocchia san Carlo,
ha lasciato il porto per avventurarsi in un nuovo viaggio che
sempre si compone delle gioie e
delle fatiche di un cammino comunitario.
Ma, come non mai, la partenza di quest’anno è segnata da
due grosse novità.
Innanzitutto, quella della
famiglia più grande, la nuova
Comunità pastorale cittadina
san Giovanni Paolo II. Anche
se può non sembrare una gran
novità, in realtà questa nuova
configurazione ecclesiale, intrapresa nella città di Seregno,
porta un respiro nuovo anche
alla nostra comunità. Per molti
anni la nostra parrocchia è vissuta in un “isolamento felice” rispetto alle altre realtà cittadine,
tanto che molte persone, ancora
oggi, affermano di non essere
cittadini di Seregno ma di San
Carlo. La lontananza dal centro città, la “ghettizzazione” da
parte delle istituzioni che poco
si sono prese cura del quartiere,
la mentalità troppo spesso chiusa in legami da paesello, hanno
portato la parrocchia a serrarsi
sempre più in sé stessa, nelle sue
tradizioni, nei suoi volti fatti di
ruoli ben prestabiliti. L’essere
La parrocchia come una nave che prende il largo
divenuti una comunità composta da sei parrocchie e quasi
cinquantamila abitanti, ci offre
la possibilità di respirare a pieni
polmoni un’aria nuova: la comunità cristiana non significa il
volto dei soliti noti o le piccole
desuete tradizioni; l’annuncio
del Vangelo non si svilisce in
una gara dal fiato corto. L’essere
divenuti parte di una Comunità pastorale ci aiuta a ripensarci
come ecclesìa nel senso evangelico del termine, ovvero come
comunità di fedeli che professa
e cerca di mettere in pratica l’Evangelo di Gesù. «Erano assidui
nell’ascoltare
l’insegnamento
degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e
nelle preghiere» (At 2,42). Non
è un formalismo giuridico, ma
un vero atto di fede nella Chiesa
di Cristo che chiama alla conversione del cuore e all’apertura
della mente.
La seconda grossa novità
nasce da quanto l’arcivescovo
chiede a ciascuna comunità cristiana della Diocesi: diventare
delle vere comunità educanti.
Per molti decenni l’educazione
alla fede è stata delegata a figure prestabilite: il prete, la suora,
i catechisti, gli educatori... Tutta la comunità cristiana invece,
nessuno escluso, deve sentirsi
partecipe del compito di educare alla fede educandosi alla fede;
ciò significa edificare comunità
accoglienti, capaci di legami di
fraternità vera, che non si lasciano vincere da mormorii e
pettegolezzi... insomma comunità in cui si possa veramente
respirare l’aria nuova del Vangelo e non l’odore stantio tipico di
una stanza chiusa.
Tutto cio’ mi fa quindi pensare al nuovo anno pastorale non
come una semplice e ripetuta
partenza di una nave dal porto,
quanto come il varo di una nave
completamente rinnovata, chiamata ad essere non più parrocchietta di periferia, ma Chiesa
nella città!
Ecco perché, durante la Messa
in cui è stato conferito il mandato ai catechisti e agli educatori,
ho chiesto che l’intraprendere
un nuovo anno non sia un semplice ripartire quanto piuttosto
un vero e proprio iniziare questa
nuova missione che la Chiesa ci
affida.
Buon viaggio, dunque, alla
rinnovata nave di san Carlo,
chiamata insieme a tutta la flotta della Comunità pastorale san
Giovanni Paolo II a prendere il
largo per vivere ed annunciare
la bellezza del Vangelo di Gesù
anche all’uomo di oggi.
Don Alessandro Chiesa
40
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Comunità religiose/Piccolo Cottolengo di don Orione
A Lourdes e Sotto il Monte per pregare
ad Albarola per gustare il buon vino
A
nche quest’anno alcuni gruppi di ospiti
del Piccolo Cottolengo di don Orione
si sono recati in pellegrinaggio
a Lourdes, accompagnati da volontari dell’Unitalsi, dell’Oftal e
da quelli che fanno parte della
famiglia orionina.
Al pellegrinaggio hanno partecipato sia persone disabili sia
anziane e l’entusiasmo è stato
inimmaginabile. Essere pellegrini alla Grotta della Madonna è
un dono immenso e ognuno ha
pregato per chi a casa li attendeva. I “ragazzi disabili” hanno
pensato alle loro famiglie e agli
operatori, acquistando anche
piccoli regalini che con gioia ed
entusiasmo hanno poi distribuito. Il tempo trascorso in treno è
stato altrettanto unico; un lungo,
intenso momento di relazioni e
cure dispensate e ricevute.
Il 2 ottobre alcuni ospiti della RSD, in una splendida e calda
giornata autunnale, hanno svolto una gita a Sotto il Monte, visitando i luoghi natii di Giovanni
XXIII e la chiesa dove fu battezzato. Per il pranzo il gruppo ha
potuto godere della gentile ospitalità del seminario del PIME.
La giornata è proseguita con
l’attraversamento dell’ Adda sul
traghetto leonardesco, per raggiungere il Santuario della Madonna del Bosco, dove i ragazzi
hanno partecipato alla recita del
rosario. Il 15 e il 22 ottobre, invece, altri ospiti della RSD hanno
partecipato ad una gita enogastronomica davvero speciale, ad
Albarola (PC). Sono stati ospiti
di un’azienda agricola produttrice di vini di alta qualità, dove
hanno potuto veramente godere
di una festa dei sensi: i colori
della campagna e dei vigneti, il
profumo del vino nelle antiche
botti della cantina e i sapori della
cucina tradizionale. Accolti nella
antica villa del conte, cuore della tenuta, il gruppo ha trascorso
una giornata veramente rilassante e piacevole.
Nicoletta Maggioni
Gli ospiti della RSD
Istituto Cabiati-Ronzoni
Sorpresa per il premio del Circolo:
occuparsi dei bambini è bellissimo
Domenica 9 novembre 2014 le Suore Sacramentine di Bergamo, alle quali è affidato l’Istituto Cabiati-Ronzoni, riceveranno
il premio Circolo Culturale San Giuseppe . La finalità del premio
è quella di sottolineare l’impegno di persone o gruppi legati al
territorio di Seregno, che sappiano dare una costante e concreta
testimonianza dei valori cristiani in ambito sociale, civile, culturale o religioso. Quest’anno con decisione unanime, il premio
è stato attribuito a suor Bertilla, suor Angela e suor Antonia.
Nessuna di loro si sarebbe mai aspettata di ricevere un riconoscimento e tutte insieme ci tengono a farci sapere che: “E’ una
piacevole sorpresa sapere che il nostro lavoro a beneficio dei
bambini è apprezzato, riconosciuto ed anche premiato, ma occuparsi dei bambini è già bellissimo, poiché ci danno vita, gioia,
esempi di semplicità, ricchezza spirituale, anche se a volte per la
loro vivacità e irrequietezza, ci chiedono pazienza e comprensione. Essi, con la loro spontaneità, con il loro affetto e la loro
squisita naturalezza, ci danno assai di più di quanto noi possiamo dar loro”.
Istituto Pozzi
La Madonna
della Medaglia
Miracolosa,
festa in arrivo
All’Istituto Pozzi si prepara
la festa della Madonna della
Medaglia Miracolosa. La Medaglia deve la sua origine alle
apparizioni della Santa Vergine, avvenute nella Cappella
della Rue du Bac di Parigi.
Il 27 novembre 1830, la
Vergine Immacolata apparve
a Santa Caterina Labouré e le
affidò la missione di far coniare una medaglia sul modello da Lei stessa presentato:
«Fa’ preparare una medaglia
su questo modello. Tutte
le persone che la porteranno sopra di sé sentiranno la
protezione della Vergine. Le
grazie saranno abbondanti
per coloro che la porteranno
con fiducia.» La Medaglia si
propagò immediatamente in
modo prodigioso, e per suo
mezzo si ottennero innumerevoli grazie di conversione,
di protezione, e di guarigione
tanto che la gente cominciò a
chiamarla “miracolosa”.
Il programma è il seguente:
Martedì 18 novembre
presso la Cappellina inizio
della novena di preparazione
Ore 17:45 Recita del S. Rosario
Presentazione dei simboli
della Medaglia e recita della
Novena Perpetua
Giovedì 27 novembre
Festa della Madonna della
Medaglia miracolosa nell’anniversario delle apparizioni
Ore 7 Celebrazione di Lodi
Ore 20:45 S. Messa solenne nella chiesa dell’Istituto
Distribuzione della Medaglia Miracolosa.
Rinfresco conclusivo.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
41
Comunità/Nuovi arrivi in Abbazia San Benedetto
Dom Ilario da venditore di auto a monaco
per coronare una vocazione nata a 18 anni
D
om Ilario Colucci, nato a Matera il 30 agosto
1967, è l’ultimo
dei nuovi arrivati che negli ultimi mesi hanno ingrossato le
fila del monastero olivetano di
via Stefano, contribuendo così
ad alleviare le fatiche dei più
anziani. E’ novizio dal 2012 e
nel 2013 ha emesso la prima
professione nella comunità di
Picciano, santuario della Madonna di Picciano, con l’abate
padre Michelangelo Tiribilli.
Ha scelto la via monastica da
adulto coronando un sogno
che cullava da quando aveva
18 anni, ma che ha detto: “non
ho mai potuto realizzare per
non creare un dispiacere a mio
padre che non gradiva questa
mia scelta, in quanto, secondo la sua convinzione, l’unico
figlio maschio doveva perpetrare la discendenza. Quando,
però, i miei genitori sono entrambi deceduti, due anni fa,
ho bussato alla porta del monastero e adesso sto percorrendo tutte le tappe per poter
arrivare presto al sacerdozio”.
Dom Ilario, diploma di ragioniere in tasca, per 25 anni ha
lavorato nel settore delle auto.
Dapprima come venditore e
poi, negli ultimi dieci anni,
come direttore commerciale
di una concessionaria Opel in
Puglia a Gioia del Colle. “Tra
i miei titolari - ha proseguito ho trovato delle resistenze prima di poter lasciare l’incarico”.
E’ in città dal 5 ottobre, con
lo scopo principale di seguire
i corsi di teologia al Pime di
Monza. “In questa città ho trovato molta devozione”.
PaoloVolonterio
Dom Ilario Colucci (a destra) con l’abate padre Michelangelo Tiribilli
Molte le tappe del loro cammino religioso
L’approdo seregnese di due monaci ghanesi
In abbazia san Benedetto, dopo diversi
anni, si sono ritrovati, recentemente, due
cittadini ghanesi che hanno scelto la via
monastica. Si tratta di Francis Kumi e Richard Kofi Apprey (nella foto con l’abate
Tiribilli), entrambi nati a Kumasi.
Dom Francis, è nato il 5 novembre 1973, si
trova in città, per seguire
i corsi di teologia al Pime
di Monza. Uno studio
per poter diventare fra
qualche anno sacerdote.
E’ entrato come novizio
a Bologna nel 2003, consigliato da don Emanuel
Boateng, dove è rimasto fino al 2006, quindi
è rientrato in Ghana per
l’inaugurazione del monastero avvenuta il
21 marzo 2006. Il 15 agosto 2008 ha emesso
la professione perpetua a Bologna, e subito
dopo è ritornato in Ghana come superiore
del monastero “Monte Oliveto Kumasi”, con
4 professi perpetui, 2 professi temporanei, 2
novizi e 4 postulanti. Nel 2012 era a Roma
a Sant’Anselmo per la formazione benedettina, quindi a Firenze San Miniato al Monte
e da circa un mese è in città. Dom Kumi
in Patria è stato catechista di dom Richard
Apprey, nato il 4 luglio 1980, che prima di
accostarsi alla vita monacale, essendo ragioniere, con diploma ottenuto a Cape Coast,
era impiegato al comune
di Kumasi, negli uffici di
contabilità oltre che amministratore del servizio
civile. E’ presente nel monastero di san Benedetto
dal novembre 2013, come
oblato. E’ in Italia dal 2002
e fino al 2004 ha effettuato
esperienze diverse, quindi
nel 2004 a Bologna decideva di entrare nel
monastero di Santo Stefano detto delle Sette
chiese. Nel 2007-2008 si trasferiva a Zocca
Montombrano, mentre nel 2009 decideva
di diventare oblato a Bologna.
P. V.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
43
Notizie/Circolo culturale San Giuseppe
Il premio alle suore dell’istituto Cabiati-Ronzoni
momento clou dell’annuale giornata di apertura
S
arà la giornata di
apertura del centoventisettesimo anno
sociale, in calendario domenica 9, l’appuntamento più importante per il
Circolo culturale San Giuseppe nel mese di novembre
che stiamo vivendo.
Il programma prevede alle
8,45 una santa Messa nella Basilica San Giuseppe, che sarà
celebrata dal nuovo assistente
ecclesiastico don Mauro Mascheroni, prima che alle 10 ci
si sposti nella sala cardinale
Minoretti, interna al Centro
pastorale monsignor Ratti di
via Cavour 25, per la tradizionale assemblea dei soci.
In questa occasione, oltre alla
presentazione del bilancio
dell’attività nell’ultimo anno
e di un resoconto economico, è prevista la consegna del
premio «Circolo culturale San
Giuseppe» alla comunità delle
Suore Sacramentine di Bergamo dell’Istituto Cabiati-Ronzoni, per la testimonianza dei
valori cristiani che le religiose
hanno saputo offrire, quasi nel
nascondimento, fin da quando,
nell’ormai lontano 1920, hanno cominciato ad attendere
alla struttura di via San Benedetto. Chiuderà il percorso un
pranzo al ristorante «La Nuova
Rustica» di Cantù. Mercoledì
12 novembre, alle 20,30, nel
santuario della Madonna dei
Vignoli, è in calendario una
santa Messa di suffragio per i
soci defunti, che precederà un
breve momento conviviale in
sede.
Lunedì 24 novembre, a partire alle 19.30, nuovamente in
sede, sarà organizzata una cazzuolata aperta a tutti. Le ade-
Da sinistra suor Angela, suor Bertilla e suo Antonia
Festeggiamenti
Sessant’anni di vita consacrata
per la seregnese suor Blanca
La comunità delle suore di Maria
Bambina di Milano
ha festeggiato il 60°
anniversario di vita
consacrata di Suor
Blanca Novara. Un
momento significativo di una vita donata
al Signore, che suor
Blanca, nativa di Seregno, ha vissuto per
molti anni in Spagna,
dove si è dedicata per
lungo tempo al servizio ai fratelli, secondo la sua vocazione.
sioni, al costo di 20 euro a persona, si ricevono in segreteria
(orari: il martedì ed il giovedì
dalle 14,30 alle 16, il venerdì
dalle 16 alle 18).
Sempre in segreteria occorre rivolgersi per iscriversi alla
gita natalizia ad Aosta e Bard,
che si svolgerà domenica 14
dicembre: i soci pagheranno
30 euro, i non soci 35. Tra le
iniziative culturali, ricordiamo
l’incontro sul tema «Da grande diventerai…», con Roberta
Celi e Serena Costa di Jonas
Onlus, in programma in sala
Cardinale Minoretti venerdì
14 novembre alle 21, e quello
dedicato alla pittura su tela,
ancora in sala cardinale Minoretti, che vedrà protagonista
la restauratrice Cristina Meregalli giovedì 20 novembre
alle 21.
44
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Notizie/Gruppo Solidarietà Africa
Film, conferenza e concerto per “Africa vive”,
una kermesse sempre ricca di nuovi spunti
T
orna la nuova
edizione di Africa Vive, organizzata dal Gruppo
Solidatietà Africa che propone diversi momenti di incontro e di svago. Si inizia con il
Concerto per Tanguiéta: “La
polifonia sacra attraverso i
secoli” con Discanto vocal
ensamble (nella foto) venerdì 14 novembre alle 21
presso l’Abbazia San Benedetto. Giovedì 20 novembre,
sempre alle 21, in Sala Civica Mons. Gandini l’incontro Venduti a pezzi: i nuovi
schiavi della salute globale,
a cui interverra il giornalista
Paolo Lambruschi. Sabato
29 novembre alle 16 nella
Galleria Civica Mariani verrà
inaugurata la mostra “Il frate
Gruppo Osanna
prega al Ceredo
per il Sinodo
e il califfo” una storia di amicizia oltre ogni frontiera, che
si potrà visitare fino a domenica 7 dicembre (orari: 1012 / 16-19). Infine le proposte
cinematografiche con “Bianco e nero” Rassegna del cinema africano, mercoledì 5, 19
e 26 novembre alle 21,15 al
Movie studio (via Gandhi 8):
in proiezione La Djassa a pris
feu (Costa d’Avorio, 2012),
Chroniques d’une cour de
récré (Marocco, 2012), Land
Rush (Mali, 2012) e La conchiglia (Somalia, 1992).
Azione Cattolica
<Lectio divina> sul Vangelo di Giovanni
E’ iniziata lunedì 3 novembre la proposta
di Lectio Divina “Rinascere di nuovo (dall’alto)”, per gli adulti di tutte le parrocchie di Seregno. Attraverso i personaggi del vangelo
di Giovanni che hanno cambiato la loro vita
dopo l’incontro con Gesù, capiremo come
impegnarci per costruire una vita coerente
nell’adesione al Vangelo. Il prossimo incontro sarà lunedì 1 dicembre alle 21 nel Santuario dei Vignoli. Don Mauro Mascheroni
sarà guida in questo cammino.
Mercoledì 19 novembre continua l’itinerario formativo per gli adulti sul testo “Vita
d’Autore”: alle 21 presso la sala don Giuseppe
Busnelli del Centro pastorale in via Cavour
25. E’ un forte richiamo a vivere il mandato
che Papa Francesco ci ha affidato: “rimanere
in Gesù; andare per le strade; gioire sempre
nel Signore”.
Domenica 7 dicembre, presso il Centro
pastorale ambrosiano a Seveso San Pietro, si
terrà la giornata decanale di ritiro per l’Avvento: è la prima occasione per incontrarci
con gli amici dell’Azione Cattolica delle altre
parrocchie del nostro “nuovo” decanato Seregno-Seveso.
Per il gruppo degli adolescenti sono in programma l’incontro di decanato il 15 novembre e gli esercizi spirituali il 29 novembre.
L’Azione Cattolica Studenti sta preparando la
grande iniziativa, culturale ed ecclesiale, della “4 giorni invernale” con la città di Padova.
Un modo interessante per conoscere l’Azione cattolica.
Per conoscere di più visita il sito
www.azionecattolicamilano.it
Il 12 ottobre il gruppo
Osanna ha partecipato a
Montichiari alla XXXVI
Convocazione Regionale
del Rinnovamento nello
Spirito, ispirata alla figura
di Paolo VI. Egli comprese
che il Rinnovamento nello
Spirito Santo nacque per
essere una corrente di grazia all’interno della chiesa.
Vero profeta, a volte anche
incompreso e osteggiato,
fu proprio lui che guidò la
Chiesa ad attraversare un
momento molto difficile e
ad aprirsi alle sfide ancora
più grandi che l’attendevano. Martedì 14 ottobre
nella parrocchia del Ceredo abbiamo vissuto un
momento di preghiera di
intercessione che il nostro
movimento chiama “muro
di fuoco” per la buona riuscita del Sinodo straordinario sulla famiglia. Il
Rinnovamento crede nella
famiglia, con le sue sfide
inedite e le grandi risorse,
perché con essa la Chiesa
respira a pieni polmoni
per se stessa e per tutta l’
umanità.
Per novembre abbiamo
da segnalare il ritiro nazionale per sacerdoti, diaconi e religiosi ad Assisi
da lunedì 17 a sabato 22.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
45
Notizie/Associazione Carla Crippa
La torta paesana invade il centro della città:
fette di dolce per aiutare i bambini della Bolivia
C
ome da tradizione, il mese di novembre dell’Ass.
Carla Crippa è
caratterizzato dalla “Torta paesana”, manifestazione ormai
giunta alla 15esima edizione:
sabato 22 e domenica 23 il
centro della nostra città sarà
“invaso” dal dolce brianzolo,
offerto con generosità da panettieri e pasticceri seregnesi.
Il programma della manifestazione prevede la vendita
della torta a partire da sabato
pomeriggio e per tutta la domenica. Nel pomeriggio della
domenica, inoltre, sono previsti momenti di animazione
per grandi e piccini a cura di
diverse realtà attive nel sociale: l’associazione SorridiMI,
che si occupa dell’animazione per bimbi ospedalizzati, la
compagnia teatrale Folle Idea,
l’associazione Follarthemiya,
che si occupa anche del coinvolgimento di ragazzi diversamente abili nell’arte del teatro,
e infine BM Radio, che collabora con la nostra associazione per l’organizzazione di varie
iniziative. Non mancheranno
il banchetto con l’artigianato
boliviano ed il vin brulè per
accompagnare una fetta di torta e scaldarsi un po’. Lo scopo
della manifestazione è raccogliere fondi per sostenere i nostri progetti in Bolivia, in particolare per garantire un futuro
all’Hogar de la Esperanza, che
da oltre 15 anni ospita bambini
figli di detenuti, altrimenti costretti a convivere con i genitori all’interno delle mura del
carcere di Palmasola.
Il Gen Rosso
per il Movimento
dei Focolari
La torta paesana torna il 22 e 23 novembre
Conferenza San Vincenzo
Colletta alimentare il 29 novembre
poi sotto con il mercatino natalizio
Il 24 e 25 ottobre scorso sono stati celebrati gli oltre 75
anni di apertura dell’Asilo notturno di Monza, una realtà
nata dalla collaborazione tra la S. Vincenzo e l’amministrazione comunale e diventata punto di riferimento per tutte le
Conferenze di zona.
Un appuntamento importante sarà il prossimo 29 novembre con la 18esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2014: come ogni anno, sarà possibile donare generi
alimentari di prima necessità che verranno raccolti anche
dai nostri volontari, presenti fuori dai supermercati. Un’iniziativa importante, se si considera che grazie alla raccolta
fatta in Lombardia si garantisce il 20% di quanto il banco
alimentare distribuisce durante tutto l’anno.
Dal 5 al 14 dicembre si aprirà il Mercatino natalizio, che
come lo scorso anno sarà allestito in via Volta; speriamo che
gli ottimi risultati già ottenuti con la vendita del Pan Tramvai
(210 confezioni vendute, con un guadagno di circa 800 euro
per la nostra Conferenza) e il mercatino alla festa del Lazzaretto siano di buon auspicio. Certamente sono una conferma
dell’attenzione e del sostegno che i parrocchiani riservano
alla nostra associazione di cui siamo sempre grati.
La complessità del mondo di oggi quasi ci impone
di trovare mezzi nuovi ed
adeguati per l’annuncio
della “Parola” che non si
sostituiscano ai canali tradizionali, ma che si ripromettano di portarla là dove
abitualmente non arriva.
Dentro questa ottica i complessi musicali Gen Rosso
e Gen Verde, emanazione
del Movimento dei Focolari, con il linguaggio della
musica cercano di portare
ai giovani e non solo i valori del Vangelo. In questo
mese il Gen Rosso (nella
foto) offre una possibilità ai
nostri giovani di fare un’esperienza senz’altro da provare, con una serie di eventi
al teatro Manzoni e presso
l’istituto Mapelli di Monza
dal titolo “Forti senza violenza”. Le scuole avranno
una grossa parte in questa
manifestazione: iscrivendosi presso le segreterie, i
ragazzi potranno partecipare a laboratori a stretto
contatto con gli artisti, e ne
sono previsti tre in mattinate diverse; infine il 12 e il
14 novembre presso il teatro Manzoni verrà presentato lo spettacolo musicale
“Streetlight”, aperto a tutti.
Referente per gli spettacoli serali: Giulia – cell. 347
9563916; a Seregno trovate
i biglietti da Simone - cell.
3338476979
46
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
Notizie/Consultorio Interdecanale <La Famiglia>
Dipendenza affettiva: sette incontri di gruppo,
incontri su coppia e infertilità e su Genitori 2.0
La scomparsa
di suor Nicoletta
e suor Adalia
I
l Consultorio Interdecanale “La Famiglia”
e la Fondazione per la
famiglia E. Stein onlus
propongono l’iniziativa “M’ama, non m’ama, mi amo? Donatori d’amore a senso unico”,
un percorso di gruppo per
trattare le problematiche della
dipendenza affettiva, da come
riconoscerla a come affrontarla. Il percorso prevede sette incontri di gruppo, ciascuno dedicato ad una tematica diversa;
partirà non appena raggiunto
un numero sufficiente di iscrizioni. La partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizio-
ne telefonica (0362234798) o
direttamente presso la sede del
Consultorio in via Cavour, 25.
Inoltre la Fondazione Stein
propone altri due percorsi,
con incontri che si terranno al Consultorio Familiare
CE.A.F di via Portichetto 21
a Desio: “Coppia ed infertilità: affrontiamola insieme”, il
mercoledì dal 5 novembre al
10 dicembre, e “Genitori 2.0”,
il lunedì dal 10 novembre al
9 febbraio 2015. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Consultorio CE.A.F di
Desio (0362629193).
Scuola di italiano per stranieri
La Bolivia di Massimo Pozzi
al centro di “Un’ora con... the”
Il 16 agosto scorso è venuta a mancare Suor Nicoletta
Marelli (nella foto in alto).
Nativa di Seregno, faceva
parte della comunità delle
suore di Maria Bambina. La
sua vita, trascorsa per molti
anni in Trentino, è stata dedicata al servizio dei “piccoli”, all’inizio come educatrice
di scuola materna ed elementare, e negli ultimi anni con
l’assistenza spirituale agli
anziani. Agli inizi di ottobre
è invece mancata nella casa
madre delle Piccole suore
della Sacra Famiglia a Castelletto di Brenzone in provincia di Verona, suor Adalia
Pozzi, nata a Seregno il 3 ottobre 1915. Nella sua missione si è occupata soprattutto
di orfani di guerra.
Domenica 26 ottobre dalle 15,30 alle 18, presso la sede della
scuola, insegnanti, studenti, rappresentanti di associazioni locali, amici italiani e stranieri si sono ritrovati per la terza edizione
di “Un’ora con...the”. La simpatica iniziativa ha lo scopo di accogliere i nuovi iscritti ai corsi e trascorrere insieme un pomeriggio
all’insegna della cultura e dell’amicizia con musica, conoscenza
di uno stato e degustazione di bevande tipiche accompagnate
da dolci vari. Quest’anno Massimo Pozzi, seregnese conoscitore della Bolivia, ha illustrato con dovizia di particolari questo
stato dell’America del sud con l’ausilio di immagini e aneddoti
riguardanti usi, costumi, situazione economica e politica, stile di
vita della popolazione a seconda della posizione geografica, del
reddito e dell’istruzione. Un ricco buffet multietnico preparato
da volontari e studenti ha concluso l’evento.
Unitalsi in massa
a Caravaggio
e tanti incontri
La Sottosezione di Monza dell’Unitalsi ha organizzato sabato 4 ottobre
un pellegrinaggio serale a
Caravaggio. Il nostro gruppo ha partecipato con oltre
60 persone in unione con i
comitati di altri paesi della
zona. Alla cerimonia erano
presenti circa 800 persone,
che hanno dato vita a una
fiaccolata sotto i portici del
Santuario recitando il S.
Rosario meditato, e con la
S. Messa celebrata da mons.
Pietro Cresseri, vicario episcopale della zona di Sesto
San Giovanni. Sabato 11
alle 15 abbiamo partecipato
alla S. Messa dell’ammalato
alla chiesa del Lazzaretto,
con la presenza del Movimento Terza Età. Dopo la
celebrazione c’è stato un
momento di svago con una
recita e un rinfresco. Infine
domenica 26 abbiamo programmato la consueta “castagnata”. Il mese di novembre inizierà con il consueto
incontro con i disabili <6
ruote di speranza> presso
l’Autodromo di Monza, cui
farà seguito martedì 4 il ricordo di tutti i nostri morti
con la celebrazione della S.
Messa alle 20.30 presso le
Suore Canossiane.
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
47
Notizie/Ordo Viduarum Ambrosianus
Le vedove benedette presenti anche a Seregno
gruppo nato nel 2002 con il cardinal Martini
P
oco
si
conosce
dell’”Ordo Viduarum
Ambrosianus” al quale appartengono le
vedove benedette che intendono
aderire ad una forma di vita nella
quale vivere più profondamente
la consacrazione battesimale, la
confermazione e la vocazione già
propria del matrimonio.
Dopo un biennio di preparazione, le vedove ricevono la
Solenne Benedizione dall’Arcivescovo o dal Vicario Episcopale e i loro nomi vengono iscritti
nell’apposito Albo diocesano
dell’Ordo. Mediante questo rito
liturgico, la vocazione alla consacrazione della vedova è riconosciuta e accolta come un dono
dalla Chiesa. In particolare le
vedove benedette si impegnano
nel “ministero della consolazione” per essere vicine a chi è
segnato dalla sofferenza ed aiutarlo a vivere coraggiosamente il
momento di prova alla luce della fede. Nella diocesi di Milano
l’Ordo Viduarum ha preso avvio
nel 2002 quando, all’allora cardinal Martini, si presentarono due
vedove che proponevano una
consacrazione che già esisteva
in epoca apostolica. Il cardinal
Martini accettò con gioia e successivamente anche i cardinali
Tettamanzi e Scola hanno dato
e danno grande sostegno all’Ordine. Anche a Seregno esiste un
gruppo di vedove consacrate che
mensilmente si riunisce a Milano sotto la guida di monsignor
Piantanida. Nell’ultimo incontro
si è parlato di Sinodo, visto l’impegno della Chiesa a riflettere
sulla chiesa domestica che è la
famiglia, e sono state fatte alcune
riflessioni su San Giovanni Paolo
II, San Giovanni XXIII e sul Beato Paolo VI.
Movimento Terza Età
Preghiera, giochi, conferenze
per gli incontri del giovedì
Dopo l’apertura dell’anno sociale continuiamo con vivo interesse ed entusiasmo gli incontri del giovedì dell’anziano, aperti a
tutti, con proposte di evangelizzazione e promozione umana.
Il mese di ottobre si è concluso con la bellissima visita all’Abbazia di Piona svoltasi giovedì 30 ottobre.
Ecco di seguito i prossimi appuntamenti:
Giovedì 13 novembre alle ore 15.30 presso il monastero delle
adoratrici Perpetue del SS. Sacramento di via Stefano, adorazione eucaristica. Al termine incontro in parlatorio con le suore.
Giovedì 20 novembre alle ore 15 presso il Centro Pastorale
mons. Ratti di via Cavour tombolata con ricchi premi.
Giovedì 27 novembre alle ore 15 presso il Centro Pastorale
mons. Ratti incontro sulla salute con la dott.ssa Carmen Minotti, psicologa del Consultorio Familiare.
Giovedì 4 dicembre alle ore 15 presso il Centro Pastorale mons.
Ratti incontro con testimonianze in ricordo di suor Camilla Tagliabue, missionaria in India, a dieci anni dalla sua scomparsa.
Il nostro gruppo sostiene la sua missione con un’adozione a distanza.
Granis
Iniziata la scuola di formazione
all’impegno socio-politico
L’ufficio della pastorale sociale propone a livello diocesano la
partecipazione ad un percorso annuale della Scuola di formazione all’impegno socio-politico “Date a Cesare quel che è di
Cesare” sul tema “2015: La città si apre al mondo. Per un nuovo
impegno politico”. Il primo incontro, “Il valore della buona politica”, si è svolto giovedì 23 ottobre, con una lezione introduttiva
a cura di don Walter Magnoni. Il prossimo incontro sarà giovedì 13 novembre sul tema “I fondamenti biblici del pensiero
cristiano: che cosa ancora, che cosa oggi a Cesare”: a partire da
brani biblici, si metteranno in luce i fondamenti del rapporto del
cristiano con il potere e la concezione cristiana del potere come
servizio. Tutti gli incontri si terranno presso il Centro diocesano
di via S. Antonio 5 a Milano, dalle 18,30 alle 20,15. Registriamo la possibilità di organizzare, a livello locale, momenti che
saranno coordinati dal neonato decanato di Seregno-Seveso,
commissione per l’animazione sociale. Per aggiornamenti e riflessioni: chiesadimilano.it/pastorale sociale
Maestri cattolici
presenti a fianco
di prof e famiglie
L’Aimc (Associazione italiana
maestri cattolici) è presente
con una sua sezione anche
a Seregno, e vive momenti associativi incontrandosi
periodicamente per discutere delle problematiche della
scuola e partecipando alle
attività del territorio. Ha fatto
sentire la sua presenza in occasione della Giornata mondiale dell’insegnante, il cui
tema era “Scuola inclusiva e
disabilità”. La giornata si è celebrata lo scorso 5 ottobre, e
l’Aimc ha inviato proposte di
corsi di formazione in diverse
scuole dell’obbligo della provincia di Monza.
Movimento Vita
messa il 16
a Sant’Ambrogio
In questi giorni, dal 7 al 9 novembre, si è tenuto a Montesilvano (Pescara) il convegno
annuale dei Cav italiani a cui
hanno partecipato circa 400
delegati, tra cui anche la nostra presidente Elena Galbiati. Durante il convegno sono
state fatte numerose riflessioni con approfondimenti su
vari temi culturali e di attualità inerenti la “Vita”: il tema
infatti era “Il futuro comincia
qui...”. Anche questo mese si
è celebrata, presso la chiesa
del Lazzaretto la consueta S.
Messa per la Vita; la prossima
sarà domenica 16 novembre
nella chiesa di Sant’Ambrogio
alle 11.15.
48
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI
Basilica San Giuseppe
Parrocchia Sant’Ambrogio
Mons. Bruno Molinari
Piazza Libertà 6
Tel.: 0362 231308/231347
Don Mauro Mascheroni
Tel.: 340 3859429
Don Francesco Scanziani
Tel.: 0331 867111
Don Gianfranco Redaelli
Tel.: 0362 223247
Mons. Luigi Schiatti
Tel.: 0362 235501
www.basilicasangiuseppe.it
[email protected]
[email protected]
Don Renato Bettinelli
viale Edison 64
Tel.: 0362 230810
via Piave 6
Tel.: 0362 323002
Oratorio
Istituto Pozzi – Figlie della
Carità di S. Vincenzo
de’ Paoli
Oratorio San Rocco
Resp. don Gianmario Poretti
Via Cavour 85
Tel./Fax: 0362 241756
www.oratoriosanrocco.it
[email protected]
Cine-teatro S. Rocco
via Cavour 85
Tel./Fax: 0362 230555/327352
www.teatrosanrocco.com
[email protected]
Parrocchia Santa Valeria
Don Giuseppe Colombo
via S. Anna 7
Tel.: 0362 230096
Don Lino Magni
Tel.: 0362 224143
Don Sergio Ceppi
Tel.: 340 5403243
www.parrocchiasantavaleria.it
[email protected]
[email protected]
Oratorio San Domenico Savio
Resp. Giulia Viggiani
via Wagner 85
Tel.: 0362 236128
Resp. don Gabriele Villa
via don Gnocchi 2/3
www.psase.it - [email protected]
[email protected]
Cine-teatro S. Ambrogio
viale Edison 54
Tel.: 0362 222256
Parrocchia B.V. Addolorata
al Lazzaretto
Istituto Don Gnocchi
via Alfieri 8
Tel.: 0362 231217
www.istitutopozzi.it
Istituto educativoassistenziale Cabiati Ronzoni
Suore Sacramentine di Bergamo
Don Sergio Loforese
via Vivaldi 16
Tel./Fax: 0362 239193
Don Pino Caimi
Tel./Fax: 0362 232860
[email protected]
via S. Benedetto 49
Tel.: 0362 231230
Parrocchia San Carlo
Istituto Figlie
della Carità Canossiane
Don Alessandro Chiesa
via Borromeo 13
Tel.: 0362 1650197
Don Giuseppe Pastori
Tel.: 0362 629635
www.sancarloseregno.it
[email protected]
[email protected]
Abbazia San Benedetto
via Stefano da Seregno 100
Tel.: 0362 268911/321130
Centro culturale San Benedetto
via Lazzaretto 3
Tel.: 0362 231772
Adoratrici Perpetue
del Santissimo Sacramento
Suore Sacramentine di Bergamo
via Don Gnocchi 25
Tel.: 0362 237107
via Torricelli 38
Tel.: 0362 237704
Circolo culturale S. Giuseppe
Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25
www.circolosangiuseppeseregno.com
[email protected]
Fondazione per la famiglia
E. Stein Onlus
Consultorio Interdecanale La Famiglia
Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25
Tel.: 0362 234798
via Wagner 85
Tel.: 0362 326640
via Stefano da Seregno 52
Tel.: 0362 238368
[email protected]
Orari apertura: lunedi-martedì-giovedì ore 1419 – mercoledì-venerdì ore 9-12 – sabato ore
14-17
Parrocchia San Giovanni
Bosco al Ceredo
Cappella Ospedale Trabattoni
Unitalsi
Don Paolo Morelli
via Torricelli 42 - Seregno
Tel.: 0362 239074
Cine-teatro S. Valeria
Don Sergio Dell’Orto
Oratorio
Resp. Giovanna Agostini
via Tiziano Vecellio
Tel.: 0362 238382
www.parrocchiaceredo.it
[email protected]
[email protected]
via Verdi 2
Tel.: 0362 223217
Santuario di
Maria Ausiliatrice
Piccolo Cottolengo don Orione
via Verdi 85
Tel.: 0362 22881
(delegato Silvio Agradi)
Tel.: 0362 235943
Tel.: 349 2935093
[email protected]
www.unitalsi.it
Incontro ogni mercoledì dalle ore 16 alle ore 17
presso Centro pastorale Mons. Enrico Ratti via
Cavour 25
Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
49
AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI
Movimento Terza Età
Centro Ascolto decanale
Caritas
Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25
Ritrovo ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30
alle 17
Rinnovamento
nello Spirito Santo (R.n.S.)
Gruppo Osanna
www.rns-lombardia.it/www.rns-italia.it
[email protected]
Ritrovo ogni giovedì: ore 20.30 Santa Messa
parrocchiale – segue preghiera comunitaria carismatica ore 21-22.30
Associazione dilettantistica
Polisportiva GXXIII
Circolo ACLI di Seregno
[email protected]
Gruppo Scout Seregno 1
presso parrocchia S. Valeria
[email protected] - www.seregnouno.it
AIMC sezione di Seregno
via G. Galilei 52
Cell. 3281216826
[email protected]
[email protected]
Scuola di italiano
per stranieri
“Culture senza frontiere”
Movimento dei Focolari
Seregno
presso Fumagalli Cesare
via Lamarmora 43
via Enrico Toti 38
ore
Conferenza S. Vincenzo
de’ Paoli
Mensa della Solidarietà – Segreteria
via Lamarmora 43
Cell. 334 1805818
Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore
11.30/12.30
Punto di raccolta indumenti
presso Istituto Pozzi - via Sicilia
Cell. 338 3776091
Orari di apertura: ogni lunedì, ore 15-17
Punto di distribuzione
presso Istituto Pozzi – via Sicilia
Cell. 338 3776091
Orari di apertura: ogni giovedì, ore 15-17
Movimento per la Vita/
Centro Aiuto alla Vita
presso Centro Ascolto Caritas
Istituto Pozzi – via Alfieri 6
Tel.: 0362 222397/239431
per urgenze
[email protected]
www.mpv.org
Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato
ore 10-12
[email protected]
Scuola dell’infanzia S. Carlo
presso presidente prof. Emanuele Verdura
via Lamarmora 43
Tel.: 0362 231609
via Grandi 7
Tel.: 0362 231089
[email protected]
via Carlini 11
Tel.: 0362 244047/230047
via Tiziano 2
Cell. 333 6425504
Cell. 393 0428986
via Alfieri, 6
Tel.: 0362 222397
Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12
presso Chiesa di San Giovanni Bosco
[email protected]
Orari di apertura: martedì e giovedì
14.30/16.00 - ore 20.30/22.00
Inizio corsi 2014: 23 settembre 2014
presso Istituto Pozzi
Scuola dell’infanzia O. Cabiati
[email protected]
Scuole Paritarie
Asilo Nido e scuola
dell’infanzia M. Immacolata
via Lamarmora 43
Tel.: 0362 237670
[email protected]
Scuola dell’infanzia
Ottolina Silva
via Montello 276
Tel.: 0362 320940
[email protected]
Scuola dell’infanzia
De Nova Archinti
via S. De Nova 38
Tel.: 0362 231390
www.santinodenova.altervista.org
Scuola dell’infanzia
Ronzoni Silva
via Toti 3
Tel.: 0362 238296
[email protected]
www.scuolamaternaronzonisilva.it
pagina facebook: Scuola Materna Ronzoni
Silva, via E.Toti 3, Seregno
via S. Carlo 43
Tel.: 0362 629910
Scuola parrocchiale S. Ambrogio
via Edison 54/D ang. Via Don Gnocchi
Scuola dell’infanzia Romeo e Gianna Mariani
Tel.: 0362 330220
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Tel.: 0362 234186
[email protected]
Collegio Arcivescovile Ballerini
Don Gianluigi Frova
e don Guido Gregorini
via Verdi 77
Tel.: 0362 235501-2/238788
[email protected]
www.collegioballerini.it
Istituto Europeo M. Candia
e scuola dell’infanzia S. Giuseppe
Via Torricelli 37
Tel.: 0362 230110/1570309
[email protected]
www.iemcandia.org
Auxilium India Onlus
via Carlini 15
Tel.: 0362 239431
www.auxiliumindia.it
[email protected]
Associazione Carla Crippa
Onlus
presso Circolo culturale S. Giuseppe Centro
pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25
Cell. 333 9560868 / 333 3104354
www.associazionecarlacrippa.org
[email protected]
Gruppo Solidarietà
Africa Onlus
via S. Benedetto 25
Tel.: 0362 221280
www.gsafrica.it [email protected]
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Novembre 2014
L’Amico della Famiglia
ORARIO DELLE SANTE MESSE
SS. MESSE VIGILIARI
(sabato pomeriggio e sera)
16.30
17.30
18.00
18.30
19.00
20.00
20.30
Don Gnocchi
Don Orione
Basilica
S. Ambrogio
S. Carlo
Abbazia
S. Valeria
Ceredo
Ospedale
S. Salvatore
Lazzaretto
SS. MESSE FESTIVE
(domenica e festivi)
7.00
7.30
Don Orione
S. Valeria
7.30
8.00
8.30
8.45
9.00
9.30
9.45
10.00
10.30
Basilica
S. Ambrogio
Ceredo
Abbazia
Sacramentine
Basilica
Ospedale
Istituto Pozzi
S. Valeria
Don Orione
Abbazia
S. Ambrogio
Basilica
Lazzaretto
S. Carlo
Ceredo
S. Cuore
S. Salvatore
11.00
11.15
11.30
17.00
17.30
18.00
18.30
20.30
S. Valeria
Don Orione
Abbazia
S. Ambrogio
Lazzaretto
Basilica
Don Gnocchi
Don Orione
Ceredo
Basilica
S. Carlo
Abbazia
S. Valeria
Lazzaretto
S. Ambrogio
SS. MESSE FERIALI
7.00
Sacramentine
Istituto Pozzi
Abbazia
7.30
8.00
8.30
9.00
15.30
16.30
17.30
18.00
18.30
20.30
Basilica
S. Salvatore
S. Valeria
Don Orione
Ceredo
S. Ambrogio
Lazzaretto
S. Carlo
Basilica
Cappella Ospedale
Don Gnocchi
Don Orione
Basilica
Abbazia
S. Valeria
S. Ambrogio
Vignoli (mercoledì)
Ceredo (giovedì)
STATISTICHE AGOSTO/SETTEMBRE
PARROCCHIA
SAN GIUSEPPE
BATTESIMI
Letizia Sala, Isabella
Rosa Alessi, Tommaso
Carlassara, Sara Citterio, Adele Vergani, Noemi Ruzzo, Ludovico De
Maio, Chiara Confalonieri, Sofia Bonelli, Gaia
Silvestri, Aurora Zani,
Emma Lamarmora, Beatrice Galimberti, Alice
Maesani, Emma Ortesi,
Arianna Agazzi..
Totale anno: 127
MATRIMONI
Elisa Colombo e Giacomo Pessi, Paola Stefani e
Gianluca Cantori, Roberta Rizzo e Andrea Martinelli.
Totale anno: 38
DEFUNTI
Marcello ter Smitten
(anni 50), Carlo Mariani
(anni 77), Franca Barzaghi (anni 71), Pierisa
Gagliardi (anni 81), Rosa
Teresa Colombo (anni
73), Adeniser Grassi
(anni 83) Angela Rota
(anni 96), Maria Anna
Villa (anni 84), Luigia
Bancheri (anni 83).
Totale anno: 135
PARROCCHIA
SANT’AMBROGIO
BATTESIMI
Sofia Alecci, Felisa Maria
Oboli, Maria Sole Pagano.
Totale anno: 30
MATRIMONI
Maria Antonietta Esposito e Davide Mitta, Alice
Porta e Diego Amedeo
D’Abbundo.
Totale anno: 10
DEFUNTI
Ettore Antonio Zanin
(anni 73), Angelo Molteni (anni 72), Enio Marcolini (anni 84), Carmela
Mariani (anni 91), Michelina Cariglia (anni
77), Cesira Bot (anni 86),
Rita Lo Re (anni 76), Flora Bruscagin (anni 76).
Totale anno: 60
PARROCCHIA
SANTA VALERIA
BATTESIMI
Giulia Rita Boninsegna,
Ginevra Colzani, Davide
Damonti, Nicolò Arienti.
Totale anno: 37
(anni 90), Massimo Villa (anni 51), Giancarlo
Giussani (anni 87), Savino Calloni (anni 84),
Olimpio Luigino Mariani
(anni 90).
Totale anno: 29
MATRIMONI
Elisabetta Gaiani e Matteo Trabattoni.
Totale anno: 17
PARROCCHIA
SAN GIOVANNI
BOSCO AL CEREDO
DEFUNTI
Elva Lenti (anni 83), Ezio
Viganò (anni 77), Maurizio Felice Riva (anni 48),
Madre Antonietta Trombetta Canossiana (anni
87), Luigia Mariani (anni
92), Leonardo Dragonetti (anni 66), Eugenio
Daniele Zaninello (anni
44), Diego Angelo Preda
(anni 89), Amelia Pozzi
(anni 89), Vanda Brichese (anni 68).
Totale anno: 64
DEFUNTI
Teresa Tocchio (anni
93), Mariastella Strazzeri (anni 75), Alberta
Di Vuolo (anni 78), Mariarosa Oliverti (anni
74).
Totale anno: 23
PARROCCHIA B.V.
ADDOLORATA
AL LAZZARETTO
DEFUNTI
Lidia
Santambrogio
PARROCCHIA
SAN CARLO
BATTESIMI
Gabriele Andreos, Giulia
Milan, Aurora Brustolin,
Beatrice Citterio, Edoardo Mario Porro, Umberto Gioiella.
Totale anno: 16