RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 15 maggio 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 131 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 RIMBORSI AI GRUPPI CONSILIARI IL GIRO D’ITALIA IN BASILICATA Il conflitto sui controlli La Corte sul ricorso «Applichiamo la legge» a pagina 10 La festa per Pozzovivo che non tradisce l’attesa e finisce tra i migliori alle pagine 16, 17 e 40 La Corte dei Conti VI SEGNALIAMO: Interviene il capogruppo regionale del Pd, Cifarelli Il congresso della discordia «Basta guerra, ritroviamo l’unità» ACQUEDOTTO LUCANO SANTORO alle pagine 6 e 7 I volti di #POTENZA2014 L’inchiesta «Tema copiato» Avvisi di garanzia a tre presidi Giovanna D’Amato «Le mie idee per la città dei saperi» «Meritocrazia e un pizzico di allegria» Tutti candidati ma in liste diverse Padre, figlia e genero AMATO a pagina 11 IL CASO Di Bello era stato condannato Il radicale Bolognetti alle pagine 8, 9 e 14 FENOMENO STRAORDINARIO Capodogli a poche miglia dalla costa jonica Guarda il video sul nostro sito D’ALESSANDRO a pagina 35 40515 771128 a pagina 15 022007 La sede di Acquedotto LAVELLO Ai domiciliari la mamma mostro e il suo amico a pagina 28 Uno spettacolo teatrale per aiutare le famiglie povere MENONNA a pagina 23 Carabinieri al lavoro La conferenza stampa MELFI Gestione dei rifiuti incontrollata Sequestrata un’area alla Sata a pagina 28 La Guardia Forestale POTENZA La truffa arriva con il corriere Comuni al voto Nel mirino Oggi Rotonda domani Laurenzana negozi di telefonia PANETTIERI a pagina 15 9 Statuto modificato dall’assemblea C’è l’amministratore unico POTENZA Sasà di Mykonos Chiuse le indagini sul concorsone per dirigenti. Elaborati “ispirati” ai manuali, più un vocabolario “imbottito” all’esame. Avvisi alla commissione e ai vertici del Levi di Tricarico, del Pasolini e del Milani di Potenza Rivelazioni sul Pertusillo Bolognetti assolto Striscione per Pozzovivo a pagina 24 Un corriere espresso RASSEGNASTAMPA Giovedì 15 maggio 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronaca di Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) - Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) - Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]). Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 132 Anche brave ragazze Voto alla Bcc di Otranto per lo spaccio a Bisceglie un faro di Bankitalia CAMPAGNA ELETTORALE SENZA LIMITI Potenza, in chiesa omelia al vetriolo contro il candidato BISCEGLIE 13 ARRESTI Spaccio in pieno centro con le ragazze pusher [riproduzione Calvaresi] BCC DI TERRA D’OTRANTO Il presidente Dino Mazzotta: «Non ho alcuna intenzione di lasciare» . BRANCATI IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA V >> CANDIDATO Gianluigi Laguardia AURORA A PAGINA 23 >> TONDO A PAGINA 28 >> GOVERNO S’ALLARGA LA PLATEA DEI BENEFICIARI IRPEF: AUMENTI ANCHE PER I CASSINTEGRATI, BENEFÌCI AGLI EREDI IN CASO DI MORTE CLIMA SPIETATO LA PIOGGIA NON SI FERMA: SETTORE KO Renzi nel Sud: escludere dal Patto di Stabilità gli euro-investimenti Vendola: ma se aspettiamo il via libera dall’Europa, siamo spacciati In Puglia perso il 70% della varietà Bigarreaux, si teme per la «Ferrovia» un calvario Ottanta euro ai disoccupati Ciliegie, Spaccate dall’acqua «FU LUI A SCEGLIERE DI LASCIARE» UGUAGLIANZA E OPPORTUNITÀ LA LEZIONE DEGLI ANNI ‘50 Napolitano: nessuna trama anti-Berlusconi Il Cav: se lo attacco, rischio il carcere di GIUSEPPE DE TOMASO P ù ricchi o più uguali? L’economista francese Thomas Piketty, autore del best-seller planetario Il Capitale del ventunesimo secolo presentato da alcuni frettolosi recensori come il Capitale di Karl Marx (1818-1883) riveduto e corretto, sostiene che c’è un solo modo per far ripartire l’ascensore sociale: contrarre un bel matrimonio d’interesse. Non è una grande scoperta, visto che per secoli una raccomandazione non scritta ricordava agli uomini (e alle donne) che solo col matrimonio si fa patrimonio. Ma Piketty è andato oltre. Per colpa - scrive - delle disuguaglianze in continuo aumento, nemmeno la carriera professionale più florida potrà mai garantire i guadagni o i benefìci di una cospicua eredità familiare. l L’ex Cav continua a dichiararsi vittima di un «colpo di Stato», ma il giorno dopo le rivelazioni dell’ex ministro del Tesoro Usa, Timothy Geithner, è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a ricordare che nell’autunno del 2011, «le dimissioni di Berlusconi vennero motivate ad eventi politico-parlamentari italiani» e che comunque lui non seppe nulla di «pressioni» e tanto meno di complotti. L’ex Cav, però, non si rassegna e dice di rischiare il carcere se attacca Napolitano e la magistratura. DEL MONACO E SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >> GRANDINE In Puglia in fumo il 70% di ciliegie Bigarreaux SERVIZIO A PAGINA 6 >> IL PM RICORRE CONTRO DECARO. IL CANDIDATO: IO GIÀ ASSOLTO I grillini a Emiliano «Vieni con noi» «Io? No, mai!» MANGANO A PAGINA 13 >> MANFREDONIA, LA BESTIA ERA LUI NON QUEL POVERO CANE di ANTONIO BIASI D. D’AMBROSIO A PAGINA 9 >> LA SFIDA Michele Emiliano e Beppe Grillo SEGUE A PAGINA 33 >> D ev’essere stato suggestionato da qualche vecchio film western un anziano e sciagurato allevatore di Manfredonia. Volendo liberarsi di un cane che, a suo dire, infastidiva il bestiame di proprietà, invece di cercare qualcuno cui donare il cucciolone, un meticcio di 4 mesi, ha pensato di legarlo al gancio di traino dell’auto, dopodichè è partito sulla Manfredonia-Zapponeta. A PAGINA 33 >> UNA CITTÀ TUTTA NEL PALLONE «COMPRATE LA BARI PER FAVORE» di GAETANO CAMPIONE È un fenomeno di massa, una febbre popolare contagiosa. «Comprate la Bari», la pagina Facebook creata dal paragnosta satirico Pinuccio è qualcosa di più di un semplcie tormentone. Ha disintegrato il muro dei 12mila «mi piace» e sta oscurando la politica e la campagna elettorale per l’elezione del sindaco nella città di San Nicola SEGUE A PAGINA 33 >> IN CAMPO Emilio Solfrizzi, attore RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Giovedì 15 maggio 2014 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Siamo presenti a: Anzi, Brienza, Calvello, Corleto Perticara, Francavilla in Sinni Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina, Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri SOS AMBIENTE IL LEADER LUCANO DEI RADICALI DENUNCIÒ CHE LA DIGA DEL PERTUSILLO ERA INQUINATA E PER QUESTO FINÌ SOTTO PROCESSO POTENZA AL VOTO DURANTE L’OMELIA L’AFFONDO DEL PRETE elettorale Inquinamento senza segreti Campagna all’insegna dei veleni Assoluzione per Bolognetti Dal pulpito attacco al candidato Laguardia Per l’accusa rivelò atti secretati. I giudici: «Non costituisce reato» CHI DENUNCIA UN PERICOLO PER LA SALUTE VA PROTETTO di MASSIMO BRANCATI Il suo commento dopo quattro anni di processo «C’è un giudice a Berlino» l «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era di interesse pubblico far sapere alla popolazione che la diga era inquinata». Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali, giornalista, aveva ragione. È stato accusato inutilmente di rivelazione del segreto d’ufficio. Ieri i giudici del Tribunale di Potenza l’hanno assolto con questa motivazione: «Il fatto non costituisce reato». Poteva divulgare quei dati. AMENDOLARA A PAGINA III >> Il parroco si scusa: «È stato ingenuo il sacerdote». Polemiche tra M5S e Film commission IL CROLLO DI VICO PIAVE A MATERA: LETTERA APERTA AL CAPO DELLO STATO l Chiesa di Macchia Romana. Durante l’omelia il sacerdote attacca il candidato consigliere Gianluigi Laguardia che aveva scritto una lettera critica sulla gestione dei soldi alla Diocesi. BRANCATI A PAGINA IV >> SCUOLA U na sentenza che fa scuola. E che libera l’informazione dalle catene del «segreto d’ufficio». Quando si tratta di notizie che riguardano la salute e l’ambiente non c’è vincolo o veto che tenga. I cittadini hanno diritto di sapere, anche a costo di rischiare l’onda d’urto dell’allar mismo. L’assoluzione di Maurizio Bolognetti, che aveva diffuso dati secretati sull’inquinamento degli invasi lucani, va nella direzione di quanto sostenuto dalla convenzione di Aarhus, finalmente riconosciuta anche dalla giustizia italiana. Un precedente che dovrebbe contribuire a rendere più trasparente la gestione di certe informazioni, evitando - com’è accaduto nel recente passato - il deposito di dati in casseforti inespugnabili. Dati che certificano un pericolo, l’inquinamento, l’avvelenamento del territorio. Ma la decisione del tribunale di Potenza se da un lato risolve un caso (tra una quarantina di giorni conosceremo le motivazioni della sentenza), dall’altro semina dubbi sulla coerenza e sull’uniformità di giudizio del sistema giudiziario. Bolognetti non era solo in questa operazione-verità sulle dighe lucane. È stato il tenente della polizia provinciale, Giuseppe Di Bello, a inviargli i dati sull’inquinamento. Anche lui è finito sotto inchiesta per rivelazione di «segreto d’ufficio», ma l’epilogo è stato diverso. Ne è uscito con le ossa rotte, rimediando una condanna di tre mesi e l’interdizione dai pubblici uffici. Di Bello, oggi candidato sindaco di Potenza per «Liberiamo la Basilicata», avrebbe agito fuori dall’orario di lavoro e con strumenti privati di rilevazione. I giudici non gli hanno creduto. La sentenza di ieri alimenta la sua tesi del complotto politico e della discriminazione. E genera un interrogativo: può un pubblico ufficiale, da privato cittadino, denunciare un pericolo per la salute senza rischiare di finire in galera? Concorso per presidi indagate nove persone SERVIZIO A PAGINA VI >> GOVERNANCE Amministratore unico per Acquedotto lucano SERVIZIO A PAGINA VI >> Abbandonato dopo la tragedia l Il marito di Antonella Dina Favale, una delle due vittime del crollo di vico Piave, a Matera, rompe il silenzio e scrive una lettera aperta al presidente della Repubblica accusando Comune e Regione: «Ci hanno lasciati soli. Da quel tragico, maledetto, sventurato, triste giorno sono passati 4 mesi. Trovarmi solo, senza più nulla, con solo quella divisa da lavoro indossata quella mattina alle 7, è devastante». IL TESTO DELLA LETTERA A PAG. XI >> ROTONDELLA APPALTI «PILOTATI» CICLISMO TAPPA LUCANA DEL GIRO D’ITALIA. VINCE ULISSI Scandalo Expo risulta coinvolta anche la Sogin Entusiasmo in Val d’Agri per la carovana «rosa» l Echi metapontini dell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti all’Expo di Milano. Dagli atti risulta essere coinvolta la Sogin, la spa di proprietà al 100% del ministero del tesoro che deve dismettere il sito atomico Itrec della Trisaia, il bubbone nucleare lucano. Espressi dubbi sulla revoca all’Ansaldo dell’appalto 2011 per la realizzazione in loco dell’impianto per il trattamento dei rifiuti radioattivi. TRAGUARDO Diego Ulissi vincitore della tappa lucana del Giro d’Italia MELE A PAGINA XII >> SERVIZI NELLE PAGINE XIV E XV >> . AMBIENTE Bonifica «da sballo» per Valbasento e Tito MIOLLA A PAGINA II >> RASSEGNASTAMPA Gli italiani e gli europei tutti devono rispondere a una domanda: i migranti sono esseri umani? Allora vanno salvati con ogni mezzo. Ogni parola in più è superflua. Cecile Kyenge 1,30 Anno 91 n. 127 Giovedì 15 Maggio 2014 U: Il Colle sbugiarda Berlusconi Cannes, Nicole nei panni di Grace Crespi pag. 19 Togliatti, all’asta la lettera sui giovani Gravagnuolo pag. 17 Ulissi, il Giro finalmente parla italiano Astolfi pag. 23 Napolitano ferma ogni polemica sulle frasi di Geithner: mai informato, il premier si dimise per motivi politici e parlamentari ● L’ex Cavaliere insiste sul complotto: siamo disgustati. Nuovi attacchi ai giudici ● Napolitano dice stop a ogni polemica sul presunto complotto contro Berlusconi. Mai informato di questo, dice, il premier si dimise liberamente per motivi politici. Ma l’ex Cav rincara la dose: siamo disgustati, toghe pericolose. Intervista a Roberto Gualtieri. IL CASO La faccia sporca di un’altra realtà CIARNELLI FANTOZZI A PAG. 2-3 BRUNO UGOLINI La vera storia di un fallimento PAOLO SOLDINI ● «PRESSIONI E COARTAZIONI» PER CACCIARE SILVIO BERLUSCONI da Palazzo Chigi? Ma di che cosa stiamo parlando? Giorgio Napolitano, tirato in ballo per l’ennesima volta, per l’ennesima volta è stato costretto a rimettere i fatti sui piedi: le dimissioni dell’ex cavaliere nel novembre del 2011 furono rassegnate «liberamente e responsabilmente». Tant’è che Berlusconi stesso con il presidente fece cenno a null’altro che ai suoi guai domestici. SEGUE A PAG. 3 L’Europa dimenticata IL COMMENTO MASSIMO ADINOLFI E anche questa campagna per le europee se ne va tra polemiche e veleni. Ma soprattutto in un orizzonte di temi e problemi che con l’Unione europea c’entra poco o punto. In verità va così dal 1979, o quasi, cioè da quando gli europei hanno cominciato a votare per il Parlamento di Strasburgo. Questa volta, però, vi sarebbe stata, eccome, materia. SEGUE A PAG. 15 L’INTERVISTA Sabahi: «L’Egitto non tornerà indietro» ● Parla lo sfidante laico di al-Sissi alle elezioni DE GIOVANNANGELI A PAG. 11 Morire di lavoro intrappolati sotto terra Turchia, strage nella miniera: più di 200 morti, molti operai prigionieri. Tra le vittime un ragazzo di 15 anni MONTEFORTE A PAG. 12 Polemiche sulla sicurezza. I parenti assaltano l’auto di Erdogan, scontri nelle città Guardo queste foto allucinanti di operai che portano in braccio altri operai. Uno per volta. Oltre 200 volte. Sono minatori. In Turchia. Non è un film in bianco e nero. Non siamo nel 1800. Non siamo nemmeno nel 1956 a Marcinelle, in Belgio, quando toccò a 262 minatori in gran parte italiani, lasciarci la pelle. Siamo nel maggio del 2014. Guardo e non posso non pensare a quanti disquisiscono sulla fine del lavoro manuale, sulla fine del lavoro umile e malpagato. Nonché sull’epoca nuova, ormai affermata, dove tutti stanno in camice bianco manovrando infinite, lucenti tecnologie. SEGUE A PAG. 12 80 euro anche a cassintegrati e disoccupati ● Circolare dell’Agenzia delle entrate sulle modalità del bonus ● Renzi al Sud: sfruttare i fondi strutturali. E sfida Grillo: «La piazza è casa nostra» Staino DROGHE Sì al decreto: Fini-Giovanardi non c’è più Mentre l’Agenzia delle entrate detta le regole di applicazione del credito fiscale, il premier Renzi pone nel suo tour nel Sud la questione dei fondi europei: «È imbarazzante la quota che non viene spesa». E rilancia la sfida a Grillo: «La piazza - ricorda - è casa nostra». ● Dal Senato via libera definitivo a distinzione tra droghe leggere e pesanti BUFALINI A PAG. 10 DI GIOVANNI FRULLETTI A PAG. 5-6 IL CASO Genovese, scontro Pd-5 Stelle ● Dai dem sì all’arresto, ma i grillini speculano sui tempi. E tendono trappole Con ogni probabilità slitterà a dopo le elezioni europee il voto della Camera sull’arresto di Francantonio Genovese. La decisione sarà presa oggi dopo il sì finale sul Dl Lavoro. Il Pd si è espresso per il sì già in giunta ma teme una trappola dei deputati grillini. ZEGARELLI A PAG. 7 FRONTE DEL VIDEO MARIA NOVELLA OPPO Arsenico e vecchi complotti ta la canea editoriale di famiglia al segui● che sia, di- to (Dio mio, di nuovo Belpietro e Sallusti venta veleno elettorale. E, anche se a in- in tv!), ora cavalca il complotto, alias terIN ITALIA, QUANDO SI VOTA, OGNI NOTIZIA, VERA O FALSA combere, stavolta, sono elezioni europee,che (piaccia o non piaccia al fu comicoGrillo), non eleggerannoun nuovo governo, lo scontro tende sempre al micidiale, classico derby municipale tra guelfi e ghibellini. Ora, Berlusconi sembra tagliato fuori dall’ennesimo scontro a due e dal (virtuale) ballottaggio, che infatti vuole cancellare anche dalla futura legge elettorale. Perciò, l’ex cav, con tut- zo o quarto colpo di Stato, che lo avrebbe cacciato dal governo nel 2011. Accidenti. Strano che il vecchio non ricordi come, a presentare le dimissioni, sia stato lui e sempre lui a votare per il congiurato Monti. Ma solo dopo aver sottoscritto le più inique condizioni europee, firmate proprio acausa deldiscredito umanoe politico di cui godeva e di cui il popolo italiano paga ancora i costi altissimi. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Giovedì 15 maggio 2014 LA CRISI ECONOMICA Circolare di chiarimenti emessa dall’Agenzia delle Entrate. E intanto al Senato arrivano quasi ottocento emendamenti GOVERNO E CONTI PUBBLICI Decreto Irpef, gli 80 euro anche a disoccupati e cassintegrati Aumenti pure per i lavoratori in mobilità. Nel calcolo anche la cedolare secca l ROMA. Il bonus Irpef arriverà automatico anche per cassaintegrati e disoccupati. È il chiarimento fornito dall’Agenzia delle Entrate, che allarga così la platea dei beneficiari anche alle categorie (lavoratori in cig, in mobilità e con sussidio di disoccupazione) sulle quali erano emersi dubbi interpretativi. Il credito Irpef – spiega l’Agenzia nella seconda circolare dedicata al dl all’esame del Senato – scatta anche per i lavoratori che percepiscono somme indirizzate a sostegno del reddito, come la cassa integrazione guadagni, l’indennità di mobilità e di disoccupazione. Il diritto al bonus, infatti, come chiarisce la circolare, è da considerarsi "automatico", perchè le somme percepite costituiscono proventi comunque conseguiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente, quindi assimilabili alla stessa categoria di quelli sostituiti. Tra le novità anche il fatto che le somme percepite come incremento della produttività, tassate al 10%, non concorrono ai fini del bonus. I redditi soggetti all’imposta sostitutiva per l'incremento di produttività, spiegano le Entrate, non rientrano infatti nel calcolo della soglia di reddito di 26mila euro, che fa perdere il diritto al bonus. Il credito spetta anche ai lavoratori part-time a quelli deceduti in rapporto al loro periodo di lavoro nel 2014. Infine, la circolare stabilisce che con l’obiettivo di verificare il limite di 26mila euro, oltre il quale il lavoratore non ha diritto al bonus, si deve tenere conto anche dei redditi provenienti dall’affitto di immobili assogget- MARINO (PD) Comm.ne Finanze Niente acqua, luce e gas per chi occupa abusivamente Decreto casa approvato in aula dal Senato ma cambia il testo per alcune misure non c’erano le coperture economiche . I contenuti Dl casa, emergenza abitativa Vendita appartamenti Iacp solo ad inquilini Bonus mobili svincolato da ristrutturazioni Cedolare secca al 10% anche in Comuni colpiti da calamità 25 milioni di euro per Expo Lotta agli abusivi COME HANNO VOTATO AL SENATO A FAVORE CONTRO Pd Ncd M5S Lega Sc Popolari Fi Gal Autonomie SOSTEGNO DEL REDDITO Lavoratori che percepiscono somme a sostegno del reddito come Cassa integrazione guadagni Indennità di mobilità Indennità di disoccupazione Il credito va calcolato in riferimento alle erogazioni effettuate nel 2014, tenendo anche conto dei giorni che danno diritto alle indennità SALARIO DI PRODUTTIVITÀ Lavoratori che percepiscono salari di produttività non superiori a 3.000 euro lordi nel 2014 Queste somme non rientrano nel calcolo della soglia di reddito di 26.000 euro che fa perdere il diritto al bonu EREDI Lavoratori deceduti, relativamente al loro periodo di lavoro nel 2014 Il bonus sarà calcolato nella dichiarazione dei redditi del lavoratore deceduto presentata da uno degli eredi l’intenzione potrebbe essere quella di un esame più approfondito proprio al Senato, dove potrebbero essere concentrate le modifiche più corpose, con un iter accelerato invece alla Camera. Dal Pd sono arrivati 135 emendamenti tra i quali quelli del presidente della Commissione Finanze Mauro Marino per «salvare» i conti correnti e i depositi sotto i 25.000 euro dall’aumento dell’aliquota al 26% e per riaprire la rateazione delle cartelle Equitalia ai contribuenti decaduti. Le altre proposte di modifica riguardano la Rai, le centrali acquisti, le agevolazioni alle rinnovabili (sulle quali potrebbe esserci una convergenza con Ncd). Il Nuovo centro destra insiste sull'ampliamento del taglio Irap a favore delle pmi e su un allargamento del bonus alle famiglie monoreddito e con figli a carico, ma per il Pd, pur non contrario in principio, non è questa la sede per un simile intervento. Reddito di cittadinanza, taglio dell’Irap per aziende sotto i 5 e 10 dipendenti, abolizione di Equitalia, limiti alle pensioni d’oro, aumento della tassazione per l’indennità dei parlamentari (dal 16% al 27%) sono invece alcune delle proposte arrivate dai 5 Stelle. Mila Onder tati a cedolare secca. Fin qui i chiarimenti dell’Agenzia, mentre al Senato sono stati conteggiati 789 emendamenti al provvedimento, cifra inferiore a quella riportata da alcuni organi di stampa ma comunque imponente per un dl. In realtà, visto lo slittamento dei tempi annunciato ieri con l’approdo in Aula tra il 3 e il 5 giugno, Il Senato approva il decreto Casa con 133 sì 99 no. Ma il provvedimento cambia rispetto al testo licenziato dalle commissioni di palazzo Madama. Per molte delle misure introdotte, infatti, sarebbe mancata la copertura. Così sono saltate, tra le altre, le norme che prevedevano il rincaro delle accise sul carburante; quella sull'Imu al 4X1000 per i contratti agevolati; il censimento degli immobili pubblici consultabile anche online. Queste alcune delle novità più importanti: - AFFITTI E MOROSITA': Si incrementano gli stanziamenti al Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione ed al Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. - PROROGATI BENEFICI PER INQUILINI CHE DENUNCIANO NERO – Gli inquilini che hanno denunciato di pagare in nero l’affitto potranno dormire sonni tranquilli fino al 31 dicembre 2015. Nonostante la sentenza della Consulta che vanificava gli effetti della legge che li aveva spinti alla denuncia, con il decreto Casa vengono fatti salvi i diritti acquisiti (di pagare meno e restare nell’abitazione) fino alla fine del 2015. - LOTTA AGLI ABUSIVI: È forse una delle norme più contestate del provvedimento. Chiunque occuperà una casa, anche se vuota e anche se spinti da reale bisogno, non potrà vedersi allacciati nè acqua, nè gas, nè luce. In più, per almeno 5 anni non potrà venir iscritto nella lista per le aggiudicazioni delle case popolari. - CEDOLARE SECCA AL 10% PER CANONI CONCORDATI: Potrà usufruire della cedolare secca scontata al 10% per i canoni concordati anche chi ha un contratto di locazione stipulato nei comuni per i quali sia stato deliberato, negli ultimi 5 anni, lo stato di calamità. - BONUS "ARREDI" SVINCOLATO DA IMPORTO SPESE RISTRUTTURAZIO- A chi spetta il bonus di 80 euro Sel ANSA NE: Si svincola il bonus di 10mila euro per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici dalla cifra che si spende per ristrutturare l'abitazione. - VENDERE APPARTAMENTI IACP SOLO A INQUILINI: Si potranno vendere appartamenti Iacp solo agli inquilini, ma le risorse dovranno essere destinate solo ad aumentare il patrimonio abitativo. Tasi, verso lo slittamento della prima rata a luglio I Comuni in ritardo su aliquote e ripartizioni l ROMA. Il rischio di un nuovo pasticcio sulla Tasi è fortissimo. La maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato l’aliquota per il pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta delle prime case tra proprietari e inquilini. L’ipotesi di un rinvio del pagamento, per gli immobili dei comuni che non hanno ancora scelto, appare sempre più probabile. L’ipotesi che sembra prendere piede è quella di un mini-rinvio a luglio. Il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti, ha aperto ad un possibile slittamento al 16 settembre, subordinato però ad un accordo con i comuni che rimarrebbero a corto di liquidità. Ma l'ipotesi più concreta sarebbe proprio quella di un rinvio di un mese, che dia tempo ai Comuni di deliberare prima della fine di giugno e ai contribuenti di pagare a luglio, con un solo mese di ritardo. Il nodo è chiaro. I comuni dovrebbero fissare entro il 23 maggio le aliquote della «nuova» Tasi e pubblicarle entro il 31 del mese. Se questo non avviene è previsto, in automatico, che il pagamento dell’imposta sulle prime case possa essere spostato a dicembre. Il nodo rimane per le seconde case, per le quali i comuni dovrebbero anche fissare la quota di pagamento che spetta agli inquilini, che può arrivare fino al 30% dell’intera imposta. La scadenza per fissare l’entità del prelievo arriva proprio a ridosso della scadenza elettorale delle elezioni europee e, chiaramente, nessun partito vuole 'manovrarè le aliquote della nuova tassa sul territorio. Così è più che probabile che la scadenza per definire gli importi da pagare non sarà rispettata, creando grandi difficoltà sia ai contribuenti, sia ai Caf e ai professionisti che li aiutano. La discussione è arrivata in Parlamento dove, in commissione Finanze della Camera, il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti ha aperto al pressing politico sostenendo che per il pagamento della Tasi, «sia per la prima sia per le seconde case, è una soluzione ragionevole lo slit- tamento al 16 settembre». Ovviamente è necessario trovare una soluzione – ha spiegato il sottosegretario – per i problemi di cassa che avrebbero i comuni e «trovare la quadra con l’Anci». Il governo, ufficialmente, frena. Il Sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, spiega di essere contrario a modifiche, anche se il Parlamento deciderà. Tanto che più cauta è la risposta data dallo stesso Zanetti, a nome del governo, in commissione. Parlando della richiesta di proroga, ha spiegato che «il dipartimento delle Finanze sta compiendo gli opportuni approfondimenti in merito alla problematica affrontata». Una risposta alla quale il presidente della commissione, Francesco Boccia ha risposto deciso: "Non si possono far pagare e pagare le tasse a forfait e dunque la Tasi va rinviata al 16 settembre. I burocrati si adeguino anche se stanno al governo». Ma la diplomazia governo-parlamento-Anci è al lavoro e la soluzione potrebbe arrivare a breve. Corrado Chiominto RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Giovedì 15 maggio 2014 COME CALCOLARLO GIORNI DI PAGA La ripartizione del credito potrà avvenire tenendo conto del numero di giorni lavorati in ciascun periodo di paga PERIODO DI LAVORO EFFETTIVO Nel caso di contribuenti che hanno lavorato solo una parte dell’anno, il datore di lavoro deve calcolare il credito sulla base del periodo di lavoro effettivo s Dopo aver individuato l’importo, questo dovrà poi essere posto nella ripartizione del bonus nelle varie buste paga da maggio in poi CEDOLARE SECCA I redditi provenienti dall’affitto di immobili assoggettati a cedolare secca vengono conteggiati per verificare il tetto dei 26mila euro ANSA BUSTA PAGA Una busta paga con evidenziato il bonus di 80 euro varato dal governo, mostrato dal premier Renzi su Twitter nei giorni scorsi . LA DIRETTA Rilevazione statistica di Bankitalia: su ogni italiano, bambini compresi, grava un debito medio di 35mila euro. Entrate tributarie +5,8% Segui aggiornamenti e notizie sul tuo telefonino. Istruzioni a pag. 33 Debito pubblico, nuovo record Avanti con le privatizzazioni A marzo 2.120 miliardi. Domani il decreto sulle dismissioni, a cominciare da Poste l ROMA. Vola ad un nuovo massimo storico il debito pubblico italiano a marzo mentre le entrate tributarie sono state solo lievemente superiori rispetto all’anno scorso. E con l’obiettivo di far cassa, il Consiglio dei Ministri di domani dovrebbe approvare in via definitiva il decreto che darà il via libera alle privatizzazioni, fra cui quella di Poste. Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato a marzo di 12,8 miliardi, raggiungendo il record di 2.120 miliardi di euro da 2.107,2 miliardi di febbraio,secondo quanto riportato dal supplemento al bollettino statistico di Bankitalia. Gli italiani quindi, compresi i bambini, hanno un debito ciascuno di oltre 35 mila euro. E a fronte del debito che scala nuovi picchi, le entrate tributarie nello stesso mese sono aumentate su base annua di appena il 5,8%, a 27,6 miliardi da 26 miliardi di marzo 2013. «La politica delle tasse e degli interventi lacrime e sangue, attuata dagli ultimi governi, non è servita e non ha prodotto alcun risultato utile sul fronte del debito», afferma il Codacons, sottolineando quindi il fallimento dell’austerity. Alla luce del nuovo record del debito, Federconsumatori ed Adusbef chiedono di vendere le riserve auree di Bankitalia, disboscare la giungla di Authority, favorire la concorrenza, combattere la corruzione e «ridare così fiato all’economia e speranze ai giovani disoccupati e precari». Nel dettaglio, spiega Via Nazionale, l’incremento del debito è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (17,8 miliardi), per effetto principalmente del decremento di 2,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine marzo a 62,1 miliardi; 45,9 a marzo del 2013); l’emissione di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione (Btpi) hanno complessivamente contenuto l’incremento del debito per 2,3 miliardi. Mentre con riferimento alla ripartizione IL CASO L’OBIETTIVO È RENDERE CERTA LA TRACCIABILITÀ DEL METALLO ACQUISTATO E RIVENDUTO. NUOVE NORME SU SOCIETÀ, PREZZI E PUBBLICITÀ Stretta sui compro-oro, pronto un disegno di legge al Senato l ROMA. Arriva la stretta sui "compro-oro". Spuntati come funghi su tutto il territorio italiano in questi anni di crisi, i negozi che acquistano oro da cittadini in difficoltà economica sono spesso la facciata dietro la quale si nascondono attività di ricettazione e riciclaggio. Per non parlare del rischio truffe, sempre presente in questo genere di affari. Per stroncare il fenomeno, la commissione giustizia del Senato ha preso in mano il dossier e ha deciso di intervenire. Come testo base è stato scelto il disegno di legge presentato dal Pd (prima firmataria la senatrice Mattesini), che nei prossimi giorni sarà esaminato e votato. Si calcola (cifre fornite nella relazione allegata al disegno di legge) che i "compro oro" in Italia siano arrivati a una cifra compresa tra i 5mila e gli 8mila: di questi solo il 30-40 per cento sono "imprese di tutto rispetto, trasparenti e fondate sulla serietà professionale". La maggioranza è invece implicata nel "mercato occulto" legato al traffico di oro e pietre preziose. Per mettere un freno all’illegalità, il disegno di legge obbliga i titolari dei "compro oro" a darsi la forma di società a responsabilità limitata o di società cooperativa. Viene poi istituito un registro presso le Camere di commercio che raccoglierà tutti gli operatori del settore: i criteri per essere inseriti nel nuovo albo saranno definiti dal ministero dello Sviluppo Economico insieme a quello dell’Interno. Il disegno di legge mira a rendere certa la tracciabilità dell’oro acquistato e rivenduto: i negozianti saranno obbligati a registrare il nome di chi vende, allegando la foto dell’oggetto prezioso acquistato e indicando il prezzo pattuito. Stessa procedura quando i "compro oro" rivendono la merce alle fonderie. Previsto anche un portale Internet nazionale nel quale sarà conservata una banca dati degli oggetti preziosi scambiati. La legge si preoccupa anche della tutela del cittadino che decide di vendere i propri "gioielli di famiglia": oltre ad alcune norme contro la pubblicità ingannevole, il disegno di legge dispone che le bilance usate dal negoziante siano messe bene in vista, in modo che sia possibile controllare il piatto prima, durante e dopo la pesata. Inoltre viene istituito presso le Camere di commercio un borsino dell’oro usato aggiornato quotidianamente, dove chi decide di vendere può farsi un idea dei prezzi di mercato. Marco dell’Omo per sottosettori, aggiunge Bankitalia, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi e quello degli Enti di previdenza è aumentato di 0,1 miliardi. Intanto, secondo indiscrezioni de Il Messaggero, il governo starebbe studiando un Piano B nel caso in cui dovesse slittare la quotazione di Poste in Borsa quest’anno: una quota potrebbe essere venduta a Cassa Depositi e Prestiti «lasciando poi a quest’ultima, in una fase successiva, il compito di collocare in Borsa il pacchetto». Sembra però un’ipotesi lontana, con l'intenzione forte dell’esecutivo di procedere spedito con la quotazione di una quota di minoranza di Poste pari al 40% del capitale. Il dpcm dovrebbe approdare sul tavolo del prossimo consiglio, in vista per venerdì prossimo. Buone notizie per il governo e le casse del Tesoro arrivano però dal fronte dei titoli di Stato. Per il nuovo Btp a 15 anni con scadenza marzo 2030, sono stati infatti raccolti ordini superiori ai 20 miliardi di euro, per un collocamento che porterà sul mercato 7 miliardi di euro di nuovi titoli di Stato, con un tasso di interesse del 3,5%. Alfonso Abagnale LA POLEMICA STRASCICHI DOPO L’INTERVISTA ALLA TRASMISSIONE DI RAI3 «BALLARÒ» STATALI UIL: «LA VERA RIVOLUZIONE? IL CONTRATTO» Renzi minaccia: «Il futuro arriverà anche alla Rai» Cda e Usigrai: ricorso al Tar contro i tagli Riforma della P.a. oltre 13mila mail al ministro Madia in vista del Ddl l ROMA. C'è preoccupazione, ma anche la speranza che dopo il 25 maggio la musica cambi, che l'atteggiamento del governo si ammorbidisca dopo la campagna elettorale e che arrivino nuove risorse grazie alle misure antievasione. All’indomani dell’intervista di Renzi a Ballarò e l'acceso botta e risposta con Floris sul taglio di 150 milioni deciso dal governo, il clima tra i dipendenti Rai si fa ancora più teso. Il premier ha fatto capire che quel decreto è solo l’antipasto e che – come ha twittato subito dopo l'apparizione televisiva – "il futuro arriverà anche alla Rai". Rassicurazione o minaccia? Ieri da Napoli Renzi ha rincarato la dose. "La Rai – avverte – non è nè dei conduttori televisivi nè dei sindacalisti dell’Usigrai, appartiene ai cittadini. Se chiediamo sacrifici ai cittadini, alle banche, è giusto che li faccia anche la Rai". Insomma, il segretario Pd rivendica il diritto ad intervenire sull'azienda pubblica, anche se i sindacati alzano la voce come nelle ultime settimane, a partire dall’Usigrai. "Ha ragione Renzi – replica il segretario Vittorio di Trapani -: la Rai non è dei conduttori e non è dell’Usigrai. Ma non è neanche del capo del governo. Che invece vuole decidere cosa la Rai deve vendere o chiudere". Quotazione di una parte minoritaria di l Oltre 13mila mail all’indirizzo [email protected] per riformare la Pa. La consultazione, in vista del ddl che andrà in Consiglio dei ministri il 13 giugno, lanciata a fine aprile per raccogliere idee e proposte va avanti e a fornire un aggiornamento è lo stesso ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ieri in serata twitta l'ulteriore traguardo. A giorni arriverà anche il primo report. Prima del Cdm, comunque, fa sapere il ministro, ci sarà un confronto diretto con i sindacati ("vorrei incontrarli tutti", dice). I sindacati del pubblico impiego preparano le proprie proposte rispetto ai 44 punti della riforma indicati dal premier Matteo Renzi e dal ministro Madia. E dalle tre categorie della Uil arriva, intanto, una iniziativa per "una prima risposta al Governo": con una lettera ai dipendenti pubblici da parte di Uil-Pa, Uil-Fpl (enti locali) e Uil-Rua (ricerca e università) si invita ad inviare una mail a [email protected] con la frase "la vera rivoluzione è lo sblocco dei contratti del pubblico impiego", fermi dal 2009. "Il messaggio al premier ed al ministro è uno soltanto: il rinnovo dei contratti deve avere la priorità e non può essere barattato con null'altro. Senza il rinnovo non è assolutamente ipotizzabile parlare di riforma", avverte il segretario generale della Uil-Pa, Benedetto Attili. Sul fronte del pubblico impiego un’altra "rivoluzione" ma nella organizzazione sindacale arriva dalla Cisl, con la nascita del sindacato unico del Lavoro pubblico, che unificherà le sei sigle Cisl scuola, Cisl Funzione pubblica, Fns Cisl (sicurezza), Cisl medici, Cisl università, Cisl innovazione e ricerca. Raiway e taglio degli sprechi nelle sedi regionali, sono questi gli interventi a cui punta il governo e che Renzi ha ribadito, scatenando alla sua uscita dallo studio la reazione di alcuni tecnici, che lo hanno salutato – come raccontano i loro colleghi su Facebook – con un non ben augurante “Stai sereno”. Il timore è che si arrivi a tagli del personale, nonostante le rassicurazioni del premier e del dg Luigi Gubitosi che tenta, invano, di gettare acqua sul fuoco. "Stiamo valutando tutte le azioni possibili per adeguarci agli impegni previsti nel decreto nel modo più ordinato possibile", spiega il presidente Anna Maria Tarantola. I sindacati accusano il vertice di essere stato troppo morbido nei confronti del governo, soprattutto per la scelta di rimandare la decisione sul possibile ricorso contro il decreto. Oggi il parere dell’ufficio legale dovrebbe arrivare in consiglio di amministrazione e non è escluso che anche il cda, dopo l’Usigrai, decida di rivolgersi al Tar. All’ordine del giorno ci saranno anche la riprevisione del piano fiction e i palinsesti autunnali, che il mese prossimo dovranno essere presentati agli investitori. Nel piano che il dg sta studiando potrebbero esserci tagli alla fiction, oltre che al cinema, e il timore è la sforbiciata indebolisca l’offerta della tv pubblica. "Non teme che si favorisca Mediaset?", ha chiesto ieri Floris al premier. E la stessa domanda pone chi critica i rapporti dell’ex sindaco con Berlusconi. Come il presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico, secondo il quale si finirà con lo svendere Raiway, scoprendo così magari "quale è stato l’accordo del Nazareno". Maurizio Gasparri di Forza Italia sfida Renzi a tagliare il canone, "cosa che evidentemente non vuole fare", mentre il Pd difende il premier. "I toni dell’Usigrai sono inaccettabili – dice il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli -, deve scegliere da che parte stare: se difendere l’esistente o accettare la sfida del cambiamento". Michele Cassano DOPO «BALLARÒ» «La Rai non è né dei conduttori televisivi né dell’Usigrai», ha detto il premier dopo l’annuncio del taglio di 150 milioni ribadito nell’intervista di Giovani Floris. «Non è neanche del premier», ha ribadito il sindacato . RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO LA CRISI ECONOMICA I VINCOLI SUI BILANCI PUBBLICI Giovedì 15 maggio 2014 Il premier a Napoli e Palermo: «Il Sud non è spacciato ma è ora che mettiamo da parte gli alibi e ci assumiamo le responsabilità» Renzi: «Investimenti Ue fuori dal patto di stabilità» Il premier promette di aiutare il Sud facendo pressione sull’Europa l NAPOLI. Matteo Renzi lascia per un giorno i molti fronti di guerra aperti a Roma, dalla Rai allo scontro con M5S su Francantonio Genovese, per attraversare il fu Regno delle due Sicilie, da Napoli a Palermo. "Il sud non è spacciato ma è ora che tutti mettiamo da parte gli alibi e ci assumiamo le responsabilità", chiede il premier promuovendo un miglior uso dei fondi Ue, uno spreco da 180 miliardi negli ultimi anni, a partire dalle elezioni europee, "uno spartiacque" per la rotta dell’Europa ma anche, Renzi sa, per la forza del Pd e del governo. Napoli, Reggio Calabria, Palermo sono le tre frontiere, piegate dalla crisi e dalla disoc- SPRECO DA 180 MLD In Campania chiede un uso più corretto dei fondi europei cupazione, che Renzi sceglie di percorrere in un solo giorno. Con la promessa di tornarci ogni tre mesi per fare il punto sull'uso dei fondi europei ma anche per tastare il polso della crisi. Impegni perchè "se il governo perde al sud perde la sfida paese" ma anche un richiamo severo a fare ognuno la propria parte. "Noi vogliamo smontare le tesi che l'Italia sia il problema della Ue ed il sud il problema dell’Italia ma il mancato uso dei finanziamenti comunitari grida vendetta", sostiene il premier avvertendo le istituzioni locali che se non sapranno sfruttare le risorse che "ci sono", il governo interverrà direttamente. La parola assistenzialismo fa venire l’orticaria al presidente del consiglio, che dei tagli alla spesa pubblica ha fatto una cro- SFIDA ELETTORALE In Sicilia chiede il voto per il Pd pronto a battersi per nuove regole contabili ciata. Sono il rispetto delle regole e l’impegno collettivo la via che il presidente del consiglio indica, a partire dall’incontro con gli alunni della scuola "Parini" di Secondigliano, per far rialzare la testa all’Italia e al sud. Una missione istituzionale, anche per promuovere l’uso di 1,7 miliardi della Garanzia Giovani in un’area dove "i dati della disoccupazione giovanile sono sconvolgenti". Solo a fine giornata, a Palermo, in una gremita piazza Politeama, dove Beppe Grillo ha fatto un comizio la settimana scorsa, Renzi dismette i panni del premier per chiamare alla sfida elettorale, convinto che stavolta "il Pd vince e scala il podio" in cima al quale, alle politiche, salì Beppe Grillo. Tutto, alla fine, si lega perchè, per il leader dem, solo se il Pd vince le europee potrà "rinnovare la linea politica della commissione Ue". E spingere perchè i fondi di coesione e di cofinanziamento escano dal patto di stabilità. "Se noi decidiamo che tutti i fondi che vanno in investimenti per la scuola o la rete a banda a larga sono fuori dai patti di stabilità è una bella boccata di ossigeno". Per Renzi le elezioni del 25 maggio sono un "referendum", un ballottaggio tra chi urla, come Grillo e Berlusconi, "tornati sempre uguali a sè stessi", e chi, come il Pd, spera nell’Italia e attraverso il governo "è in campo contro la disoccupazione e gli sfascismi". Il premier sa che è impopolare in questo momento stare al governo e mette in conto qualche fischio e cartello di protesta, a Reggio Calabria come a Palermo. "Ma noi non ci fermiamo, non arretreremo di un passo sulle riforme perchè noi stiamo creando lavoro e noi apriremo 10mila cantieri nelle scuole", va avanti "a viso aperto" e "senza paura" il premier. Che negli ultimi giorni andrà da nord a sud, alternando i panni istituzionali con i toni elettorali, per convincere indecisi e astenuti. Cristina Ferrulli RENZI A Palermo e a Napoli (foto in basso) per una visita al Sud GENITORI E DIRIGENTI SCOLASTICI RACCONTANO LA DIFFICILE REALTÀ Costituzione e Inno di Mameli con i bambini di Secondigliano Applausi e qualche fischio nella scuola di periferia l Per il suo viaggio nelle scuole italiane, il premier Matteo Renzi sceglie un istituto della periferia del disagio. A Secondigliano, periferia Nord della città, alla scuola elementare e materna "Parini" lo accolgono un centinaio di persone con fischi ed applausi. I primi vengono da un gruppo di aderenti al "Comitato Vele Scampia". Striscione, cartelli e slogan anni '70, gridano: "vogliamo tutto". Ad applaudirlo, è un gruppetto di madri del quartiere. "Sta facendo qualcosa per i nostri figli, come aveva promesso", dice una di loro. L’Istituto "Parini", circa 750 alunni, è stato costruito con i fondi europei, ed era una scuola all’avanguardia. "Era il fiore all’occhiello, ma adesso – dice al premier il dirigente scolastico Adele Rispoli – cade a pezzi". Sono inagibili la palestra ed il refettorio, è chiuso il teatro, è danneggiato il tetto. "Dobbiamo quotarci con 5 euro per volta anche per comprare la carta igienica", dice una della madri pro-Renzi. Evitando giornalisti e fotografi, lasciati all’esterno dell’ edificio scolastico, il premier punta diretto ai bambini. "Siete mai stati a Roma ?" , esordisce Renzi. La risposta arriva subito, di sapore calcistico : "Sì, abbiamo vinto 3 a 1". Ma Renzi non si scompone. "Sono a Palazzo Chigi, venite a trovarmi se le cose non vanno bene". Poi entra nell’edificio e sale a piedi i due piani. Regala una copia della Costituzione con la sua firma al dirigente scolastico e con i bambini canta l’inno di Mameli. 2007-2013 A RISCHIO L’UTILIZZO DELLE QUOTE RESIDUE Corsa contro il tempo per non perdere i soldi l E' una corsa contro il tempo in Italia per rimodulare la destinazione di alcuni miliardi dei fondi delle politiche di coesione europea della programmazione 2007-2013 per accelerarne e facilitarne la spesa ed evitare il rischio di perderli. Entro il 31 dicembre 2015, l’Italia dovrà spendere 12,5 miliardi di Fondi Ue (il dato è privo della quota di cofinanziamento nazionale) per le politiche di coesione tra Fondo di sviluppo regionale (Fesr) 10,357 mld, e Fondo sociale europeo (Fse) 2,343 mld, secondo dati della Commissione Ue aggiornati ad oggi. Intanto i tecnici della dg Regio stanno esaminando l’Accordo di partenariato inviato dall’Italia, che ripartisce i 33 miliardi di fondi europei per il periodo 2014-2020. La valutazione finale dovrebbe partire da Bruxelles intorno a metà giugno. Secondo fonti di Bruxelles, le risorse che si stanno rimodulando dovrebbero essere destinate al recupero ed efficienza energetica dell’edilizia scolastica, infrastrutture stradali e riqualificazione urbana. La riallocazione dovrà poi ottenere il via libera dell’esecutivo Ue. Per l’ok, si guarderà al rispetto dell’impianto e strategia originaria del programma, alla rapida cantierabilità dei progetti, e che le risorse non siano spese a pioggia. La ridistribuzione delle risorse è stata decisa durante l'informale dei ministri delle Politiche di coesione di fine aprile ad Atene, in una bilaterale tra il sottosegretario Graziano Delrio ed il commissario Ue Johannes Hahn. Proprio per sollevare l’Italia dalla pressione del cofinanziamento e permetterle di spendere più velocemente, tra il 2012 ed il 2013, attraverso quattro riprogrammazioni (col ministro Fabrizio Barca prima, e Carlo Trigila poi) la Commissione Ue ha dato l’ok ad una riduzione della quota italiana, liberando 12,1 mld di euro (confluiti nel Piano nazionale d’azione per la coesione). Questo attraverso una progressiva riduzione delle aliquote, che Bruxelles ha fatto salire al 75% e l’Italia ha ridotto al 25%. Con una conseguente diminuzione del numero di progetti. Vendola: Ma siamo spacciati se aspettiamo che decida l’Ue l «Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla necessità di escludere dal Patto di Stabilità le quote di cofinanziamento della spesa comunitaria sono una buona notizia, anche perchè dimostrano che le nostre preoccupazioni sono raccolte al massimo livello istituzionale». Lo scrive in una nota il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. «E, tuttavia, l’impegno del Governo non può essere declinato ancora una volta al futuro e rinviato ai prossimi assetti istituzionali europei. Se è vero – spiega Vendola nella nota – che il tema dovrebbe essere d’interesse dell’Unione prima che degli Stati membri, devo però ricordare un fatto preciso. All’indomani del suo insediamento, il sottosegretario Delrio ha assicurato che il Governo italiano sarebbe intervenuto subito per aumentare gli spazi esclusi dal Patto, aumentando per il 2014 la quota già nettizzata da Fabrizio Barca con un ulteriore mi- liardo e 700 milioni euro. E quindi con un intervento che non ha bisogno di passare dall’approvazione di Bruxelles». «Vorrei dire al presidente del Consiglio che – sottolinea Vendola - , se attendiamo l’Europa rischiamo di essere fuori tempo massimo. Anzi, forse già lo siamo. Se non si interviene immediatamente per aumentare gli spazi di net- Per la pubblicità su BARI: 080/5485111 - BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 - POTENZA: 0971/418536 tizzazione, i Programmi Comunitari vanno a sicuro disimpegno già nel 2014. E questa è una certezza drammatica per i Programmi come quello pugliese che spendono di più e dunque sentono maggiormente il vincolo di Patto. Ed ai quali – conclude – , l’ultima finanziaria ha tolto inspiegabilmente anche la possibilità di ricorrere allo sforamento controllato». RASSEGNASTAMPA Giovedì 15 maggio 2014 PRIMO PIANO 5 LA CRISI ECONOMICA In Campania un generale dei Carabinieri si L’Unione europea indica nella incapacità è dimesso dall’incarico di vigilanza sui fondi amministrativa la vera causa della GLI INVESTIMENTI NEL MERIDIONE perché non messo in condizioni di lavorare mancata spesa dei fondi comunitari Fondi Ue, i numeri di Renzi Sono 113 i miliardi da spendere derivanti dai fondi strutturali europei e non 183: sommati erroneamente anche i fondi nazionali la cui spesa dipende esclusivamente dal Governo di ANDREA DEL MONACO * grammi cofinanziati dai fondi europei tato da Marco Demarco su Il Corriere vuto avere il massimo delle risorse a le misure concrete per garantire nelle e i programmi finanziati dal FAS (Fon- della Sera del 12 maggio 2014, il Ge- disposizione. Al contrario riporta a regioni meridionali le competenze per enzi dà i numeri inesatti sui do Aree Sottoutilizzate) fondo intera- nerale ha "deciso per la risoluzione del Demarco di non aver visto "una carta, usare i fondi con efficacia e traspafondi europei; il Generale mente italiano, ora rinominato FSC contratto" perché "è fin troppo chiaro un fascicolo, un faldone, un dato" e renza (p. 43). Poichè l'esperienza del dei carabinieri Scoppa si di- (Fondo per lo Sviluppo la Coesione). che non vogliono che io lavori". Ciò è addebita il trattamento ricevuto alle generale Scoppa è una diretta consemette da esperto con com- Tale fondo è programmato parallela- tanto più grave poiché le risorse della seguenti cause: " l'insofferenza della guenza dell'incapacità amministratipiti di vigilanza sui fondi europei della mente ai fondi europei ma non deve Regione Campania sono ingenti e so- Pubblica Amministrazione verso ogni va rilevata dalla Commissione, poichè Regione Campania persorta di controllo", "quel la Commissione ci chiede di cambiare chè non è stato messo nelmix di inefficienza e in- le autorità di gestione inadeguate, IPOTESI DOTAZIONE 2014-2020 PER L’ITALIA DEI PROGRAMMI le condizioni di vigilare. capacità in cui annega la Renzi dovrebbe sostituire chi ha speso COFINANZIATI DAI FONDI EUROPEI SECONDO BOZZA ACCORDO DI Che Paese è il nostro? "Il burocrazia, che più peri- poco e male. Le responsabilità di tale PARTENARIATO CON BRUXELLES mancato uso dei fondi UE ferica è, peggio si compor- situazione non sono ovviamente solo grida vendetta" ha detto ta". di chi governa: i fondi europei avrebRenzi ieri. Anche le inebero meritato un dibattito parlamensattezze gridano vendetta. PER BRUXELLES LA tare adeguato più della frettolosa auSi pongono domande cruP.A. È INADEGUATA A dizione di Delrio nelle Commissioni ciali: SPENDERE BENE I FON- riunite Bilancio-Politiche Europee DI UE: RENZI LA CAM- della Camera del 9 aprile. Alla camera RENZI DARÀ I DATI BIERÀ? Di Maio (5 stelle), Brunetta (Forza ItaPRECISI SUI FONDI EULe Osservazioni di Bru- lia), Migliore (SEL), Giorgetti (Lega) ROPEI? xelles gridano vendetta potrebbero chiedere al Governo due "Abbiamo 183 miliardi perchè sottolineano l'inca- cose: un dibattito d'aula dove illustrada spendere" tra fondi eupacità amministrativa, re il proprio progetto sul paese e la ropei vecchi e nuovi. Così vera causa della mancata pubblicazione completa dei dati di Renzi martedì a Ballarò spesa. Affinché l'Italia avanzamento di ogni progetto relativo alle 23,15 su Rai Tre. Il prepossa spendere i fondi, la ai 28,8 miliardi non spesi del 2007-2013 mier ha dato un'informaCommissione Europea de- (inclusi i beneficiari e il cosa fa ogni zione inesatta. Ha ripetuve approvare il documen- progetto). Così si integrerebbe in moto altre due volte la cifra to di programmazione: do completo il bel sito OpenCoesione. errata di 180 miliardi. In l'Accordo di Partenariato. Gran Bretagna il premier inglese Ca- essere confuso con essi. Il residuo del no costituite da due canali. Primo: i Il Governo Letta ne ha inviato una CITTÀ METROPOLITANE E COmeron avrebbe avuto uno staff in gra- FAS 2007-2013 è di circa 13,5 miliardi. Il rimanenti 4282,8 milioni di euro dei prima versione a Bruxelles il 9 dicem- MUNI AVRANNO UNA DOTE ADEdo di preparagli i dati con la cifra FSC per il 2014-2020 sarà di 54,8 mi- programmi cofinanziati dai fondi co- bre 2013. Il documento era generico e GUATA DI FONDI UE? precisa per un'intervista alla BBC. In liardi ma tale cifra nella Legge di Sta- munitari del ciclo 2007-2013. Secondo i così il 10 marzo la Commissione EuNelle Osservazioni Bruxelles entra un Paese normale Giovanni Floris bilità vale solo per competenza. Infatti dati della spesa certificata dall'ex Mi- ropea ha inviato le sue Osservazioni a indirettamente nel merito del DDL avrebbe avuto una scheda preparata per Cassa la dotazione è la seguente: 50 nistero della Coesione Territoriale e Palazzo Chigi, criticando la proposta Delrio che abolisce le Province e istidalla redazione e avrebbe contestato milioni per il 2014, 500 milioni per il dal Ministero delle Politiche Agricole, italiana in 45 pagine. Nelle sue Os- tuisce le Città Metropolitane: "consil'inesattezza ripetuta tre volte. Ancora 2015, 1 miliardo per il 2016. Quindi dei al 31 dicembre ieri mattina a Secondigliano Renzi ha 54,8 miliardi di FSC vi è la sola cassa di 2013 rimanevano TOTALE PROGRAMMI COFINANZIATI DAI FONDI EUROPEI CHE L’ITALIA DEVE dato prima la cifra di 183 miliardi, poi 1,55 miliardi fino al 2016. Vediamo co- ancora da spenSPENDERE ENTRO IL 2015 quella di 162 miliardi come quantità me si arriva alla cifra di 113 miliardi di dere: 1) 3121,9 mi(Dati pubblicati sui siti dei ministeri della coesione territoriale e delle politiche dei fondi UE da spendere. Per onore di programmi cofinanziati dai fondi UE. lioni del POR FEag ricole). cronaca il Presidente successivamen- Fino al 2015 si sommeranno due canali SR; 2) 428,5 miliote ha letto in modo preciso le quote di finanziari. Primo: i 28,89 miliardi di ni di POR FSE; 3) contributo comunitario del ciclo euro non spesi del ciclo 2007-2013 al 31 732,4 milioni di 2014-2020. La cancelliera tedesca Mer- dicembre 2013 (secondo il monitorag- PSR FEASR. La kel, a settembre, sottolineò che nella gio della spesa certificata sui siti del- Regione Campaspesa dei fondi UE il primo paese pro- l'ex Ministero della Coesione Terri- nia entro il diblematico fosse l'Italia: così ipotizzò toriale e del Ministero delle Politiche cembre 2015 deve una task force a Bruxelles sui fondi Agricole) così suddivisi: a) i rimanenti spendere 4282,8 europei con poteri sostitutivi nei con- 22,89 miliardi dei programmi nazio- milioni di euro se fronti degli Stati membri inefficienti. nali (PON) e regionali (POR) cofinan- non vuole restiSperiamo che quando presiederà il ziati dal FESR (Fondo Europeo di Svi- tuire a Bruxelles Consiglio UE il presidente Renzi sia luppo Regionale) e dal FSE (Fondo So- il contributo coadeguatamente informato, altrimenti ciale Europeo); b) i rimanenti 6 mi- munitario. Secome potremo essere credibili di fron- liardi di euro dei piani regionali co- condo: i futuri te alla Cancelliera Merkel? Vediamo finanziati dal FEASR (Fondo Europeo 14.486 milioni del ciclo 2014-2020: in- servazioni, poiché "manca completa- derando che le Città Metropolitane... alcuni nodi dirimenti. Agricolo di Sviluppo Rurale); Secon- fatti secondo l'Accordo di Partenaria- mente l'analisi della capacità ammi- ancora non esistono, non è chiaro" do: gli 84,2 miliardi di euro del ciclo to in discussione con Bruxelles la do- nistrativa", la Commissione ci chiede come possa essere attuato il Program113 MILIARDI DI PROGRAMMI 2014-2020: circa 63,37 miliardi di euro tazione campana dei programmi co- "personale sufficiente e qualificato" in ma a loro dedicato (p. 3). Le città MeCOFINANZIATI DAI FONDI EURO- dei programmi cofinanziati da FESR e finanziati da FSE e FESR è di 12.650 materia di audit e controllo, un "ade- tropolitane non sono centri di proPEI. NON 183 MILIARDI. IL VEC- FSE; circa 20,85 miliardi dei program- milioni, di cui circa 5147 gestiti dal guato sistema informativo" e l'elabo- grammazione autonoma dei fondi euCHIO FAS È UN FONDO ITALIANO. mi cofinanziati dal FEASR. Governo tramite i PON. Inoltre il pia- razione tempestiva della "manualisti- ropei. Al contrario, Roma Capitale, le no FEASR campano ammonta a 1836 ca". Inoltre poiché le autorità italiane Città Metropolitane e i Comuni di memilioni. E allora di gestione devono avere personale dia grandezza potrebbero gestire diin una Regione competente e adeguato, Bruxelles rettamente il 30% delle risorse: con un PROGRAMMI 2007-2013 GESTITI DIRETTAMENTE dove si devono chiede al Governo una "procedura di accordo politico istituzionale potrebDALLA REGIONE CAMPANIA gestire oltre 18 verifica" del loro personale: qualora la bero divenire Organismo Intermedio miliardi fino al verifica fosse negativa, il Governo do- di Gestione (secondo l'art. 2 e l'art. 123, 2020 è grave che il vrebbe attuare un piano di migliora- comma 7, del Regolamento UE generale Scoppa mento oppure sostituire l'autorità pre- n.1303/2013) sia nei programmi naziosi sia dimesso posta. La Commissione chiede di ga- nali, sia nei programmi regionali. Poiperchè "non mi rantire la trasparenza sulle date pre- ché la regione Campania dovrà spenhanno dato nulla viste per la pubblicazione dei bandi, dere fino al 2020 oltre 18 miliardi, 6 di quello che oc- sui loro risultati e sui loro dati di avan- miliardi potrebbero essere gestiti da correva per fare zamento fisico e finanziario (p. 5). Leg- Napoli: il Comune avrebbe i fondi per il mio lavoro". In gendo le Osservazioni il cittadino do- la raccolta differenziata dei rifiuti, per particolare gli è vrebbe porsi alcune domande sui fon- l'edilizia scolastica, per i pulmini e gli stato dato l'uffi- di UE. Il personale che controlla è suf- assistenti educativo-culturali per gli cio "dopo 4 mesi e ficiente e qualificato? Il sistema in- alunni disabili. Napoli non dovrebbe infinite insisten- formativo attuale è adeguato? Perché i scrivere i progetti per partecipare ai ze"; il telefono era manuali non sono stati elaborati in bandi della Regione o di un Ministero "staccato. Senza tempo? Il personale che gestisce i fondi ma redigerebbe essa stessa i bandi: Il premier Renzi ha dato la cifra di 18 MILIARDI IN CAMPANIA FINO linea". Il computer era il suo "portato UE è competente e adeguato? E qua- passerebbe dalla condizione di bene183 miliardi sommando fondi italiani AL 2020: RENZI CONVINCERÀ LA da casa". Il Generale riporta di non lora non fosse competente, verrebbe ficiario di un bando a quella di centro la cui spesa dipende solo dal Governo REGIONE A RIPRENDERE IL DIMIS- aver "mai avuto una segretaria o uno sostituito? I bandi e i loro dati di avan- di programmazione. Anche Bari, fuitaliano e fondi europei che possono SIONARIO GENERALE SCOPPA staff, figuriamoci un addetto al pro- zamento fisico e finanziario sono tra- tura Città Metropolitana potrebbe essere spesi solo con l'approvazione di DANDOGLI MEZZI ADEGUATI? tocollo". Scoppa avrebbe dovuto vigi- sparenti? Sul monitoraggio indipen- avere il suo centro autonomo di piaBruxelles. Occorre una precisazione. Il generale Scoppa aveva avuto un lare sulla correttezza delle gare di ap- dente Bruxelles chiede quale percen- nificazione. [email protected] La programmazione delle politiche di incarico dalla regione Campania co- palto, sulla scelta dei progetti, sull'a- tuale di progetti sarà "oggetto di una * [esperto fondi strutturali europei, già consviluppo si serve di due tipi di stru- me esperto in legalità e sicurezza con pertura dei cantieri e sull'esecuzione visita almeno una volta durante l'ementi programmati insieme: i pro- focus sui fondi europei. Come ripor- dei lavori. Di conseguenza avrebbe do- secuzione" (p. 42) e giudica non chiare sulente del secondo governo Prodi] R RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO Giovedì 15 maggio 2014 VERSO IL VOTO GOVERNO E PARTITI DOPO LE RIVELAZIONI DI GEITHNER Berlusconi aveva definito «gravissimo» il fatto che le più alte cariche dello Stato fossero rimaste in silenzio. Da qui la replica di Napolitano Complotto, il Colle gela il Cav «Mai informato di pressioni» La Merkel: Berlino collabora in modo amichevole con tutti i governi italiani l ROMA. Nel 2011 «sono stato vittima di un colpo di Stato» ed è «gravissimo» che le più Alte Cariche dello Stato restino in silenzio. Silvio Berlusconi va all’attacco sin dal primo mattino e torna a puntare il dito contro Giorgio Napolitano e Matteo Renzi colpevoli, dice, di non aver detto nulla su quanto rivelato dall’ex ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner. Un duro attacco a cui il Quirinale decide di replicare, rompendo il silenzio con una lunga e dettagliata nota in cui si ripercorre quello che accadde nel novembre 2011: «Le dimissioni di Berlusconi vennero motivate ad eventi politico-parlamentari italiani», mette in chiaro il Capo dello Stato precisando poi che gli episodi citati dall’ex ministro statunitense «sono relativi a riunioni tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente italiano – al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi – non aveva titolo a partecipare e non partecipò». Il Capo dello Stato evita di replicare direttamente all’ex capo del governo, ma nel lungo comunicato fa trasparire l'irritazione per essere chiamato in causa su vicende che non lo riguardano: Il Quirinale non sapeva nulla di «pressioni e coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato». Un argomento sul quale è intervenuta ieri la cancelleria di Berlino chiarendo che La Germania collabora «in modo amichevole e cooperativo con tutti i governi italiani». Parole però che non bastano al Cavaliere. Approfittando di una manifestazione di Forza Italia con Antonio Tajani, Berlusconi torna a calcare la mano definendo la «situazione attuale peggio di quella del 1992», facendo riferimento a Mani Pulite. E non esita a definirsi «deluso, disgustato ma anche furioso» non solo «per quanto fatto da Renzi ma anche per quello che è accaduto ieri». Ed è proprio per questo che l’ex capo del governo torna a parlare di «Colpo di Stato. Ne abbiamo subiti quattro – dice – partendo dalla sua discesa in campo». Il Cavaliere è un fiume in piena, torna a chiedere l’elezione diretta del Capo dello Stato: «basta con queste elezioni di presidenti della Repubblica che avvengono di not- te dopo che a scegliere sono i soliti 4 segretari dei partiti». Berlusconi non risparmia accuse nemmeno alla magistratura: «dopo 20 anni mi ritrovo a non essere più un uomo libero». Ed in particolare se la prende con Md che ha avuto come «regalo» la possibilità di poter usare «la polizia giudiziaria come un proprio strumento che agisce con segretezza, senza che nessuno, nemmeno i nostri servizi segreti, possano sapere quello che fa». Accuse pesanti, quelle di Berlusconi, che solo per un attimo sembra fermarsi precisando di non poter «attaccare la magistratura e nemmeno il Capo dello Stato» altrimenti - sottolinea - il rischio è quello di «dover andare ai domiciliari o di finire nel carcere di San Vittore». L’ex premier si sente perseguitato e vittima di un complotto di cui fa parte anche la sinistra che da «20 anni prova a togliermi di mezzo». L’esempio che cita è quello della legge sulla par condicio: «fatta contro di me» così come quella sul finanziamento al partito. «Il Pd – accusa – ha le feste per finanziarsi e le cooperative, l’unico che aveva Forza Italia era il signor Silvio Berlusconi». Il Cavaliere invita quindi a donare fondi al partito: «siamo senza un soldo» ed io «mi ritrovo con una fidejussione di 87 milioni di euro». Yasmin Inangiray AI FERRI CORTI Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l’ex premier, Silvio Berlusconi . LA SORTE DEL DEPUTATO VERRÀ CON TUTTA PROBABILITÀ DECISA DOPO LE ELEZIONI. LA CAMERA HA SOLO IL TEMPO DI APPROVARE IL DECRETO CASA CHE SCADE IL 27 MAGGIO Slitta il voto sull’arresto di Genovese. Scontro Pd-M5S Grillo sul blog: «Attenzione! C’è un potenziale latitante che si aggira per l’Italia. Non lasciatelo fuggire!» l ROMA. Il voto della Camera sulla richiesta di arresto del deputato Pd Francantonio Genovese arriverà dopo le elezioni europee: il dato appare ormai una certezza dopo una giornata a Montecitorio di scaramucce tra i democrat e i Cinque Stelle e dopo le bordate di Beppe Grillo contro il parlamentare indagato per associazione a delinquere, peculato e truffa. Il leader M5s accusa infatti il «soccorso rosso» del Pd e lo stesso Renzi di tramare contro la richiesta di arresto. E, dal suo blog, si appella alle forze dell’ordine: «Attenzione! C’è GENOVESE Ieri in Aula un potenziale latitante che si aggira per l’Italia. Si chiama Francantonio Genovese. Non lasciatelo fuggire!». Segnali, per il Pd, che i Cinque Stelle intendono giocarsi la carta del voto sull’arresto del deputato siciliano in campagna elettorale. E Renzi non intende cadere nel tranello. Il Pd vuole infatti votare per l’arresto ma teme che, con il voto segreto, sia parte dello stesso M5s a votare contro per addossare poi la colpa ai democrat. Saldando i voti grillini agli inevitabili No che il Pd mette in conto anche dentro il suo schieramento. Un ostacolo che potrebbe essere ovviato con il voto palese, su cui sia il Pd sia il M5s si dicono favorevoli. Ma c’è FI che, in ossequio alla sua linea garantista, ha già annunciato di voler chiedere il voto segreto e siccome servono solo 30 voti per ottenerlo, il voto palese sarà escluso. Meglio rinviare, quindi. «Non ci faremo fregare» si orecchia infatti in Transatlantico tra i deputati Pd a cui è stato sufficiente vedere come si è mosso il M5s sul decreto lavoro, arrivato al voto finale. «Hanno deciso di non fare ostruzionismo su un decreto che hanno sempre osteggiato» dicono i democrat. Esattamente il contrario di quanto imputa invece il M5s che accusa a sua volta Sel di fare da «stampella» al Pd, facendo ostruzionismo su un decreto che, dicono, non hanno mai ostacolato in Commissione. Fatto sta che il decreto ieri non è stato votato: slitta a domani. Poi, dopo la votazione, si terrà una riunione della capigruppo sul calendario dei lavori: la previsione è che vengano inseriti, prima del voto su Genovese altri decreti come quello sulla casa oppure quello sugli ospedali psichiatrici che tuttavia non sarebbero a rischio di decadenza immediata. Il decreto Casa è stato approvato ieri al Senato ed era in calendario già per ieri sera in commissione alla Camera e scadrebbe il 27 maggio. Considerato che i deputati hanno già chiesto e ottenuto di non fare sedute nella settimana prima del voto europeo il decreto va dunque approvato entro la settimana. Lo slittamento sarebbe a questo punto assicurato. Ma il rischio di una reazione M5s sarebbe a quel punto scontato. «Ci piacerebbe sapere cosa dirà il Pd ai cittadini, come giustificherà queste manovre di palazzo, di fronte al gravissimo caso Genovese, in un momento il cui il Paese è ripiombato negli scandali politici» dicono i Cinque Stelle che annunciano battaglia. Grillo incalza Renzi: «faccia uno sforzo in più e pulisca i panni del suo partito in Arno prima di chiedere sforzi agli altri». Francesca Chiri VIA LIBERA DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA IN VISTA DELL’APPRODO IN AULA IL 26 MAGGIO. GASSANI: «LA SEPARAZIONE VA ABROGATA TOUT COURT» Primo sì al «divorzio breve» Scontato il no dei vescovi. Ma c’è anche quello degli avvocati matrimonialisti PIÙ FACILE Sciogliere vincolo matrimoniale l ROMA. Accordo «trasversale» tra le forze politiche al disegno di legge sul cosiddetto «divorzio breve», licenziato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera. Ma il provvedimento non piace, per motivi opposti, ai vescovi e alle associazioni che da anni si battono contro i tempi lunghi per ottenere in Italia la fine giuridica del matrimonio. Il ddl, che andrà per il parere alle altre commissioni in vista dell’approdo in aula il 26 maggio, prevede una riduzione dei tempi della separazione a 12 mesi, in caso di contenzioso, o a sei mesi, quando l’addio è consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Se la separazione è giudiziale, il termine decorre dalla notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell’udienza. La comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. Il «divorzio breve» sarà operativo anche per i procedimenti ancora pendenti. Un bel passo avanti, dunque, rispetto ai tre anni di separazione legale che attualmente sono necessari per sciogliere definitivamente il vincolo coniugale. Non è abbastanza, però, per l’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani: «la separazione va abrogata tout court o al massimo resa facoltativa» commenta il presidente Gian Ettore Gassani. Perché «lo Stato non ha il diritto di interferire sulle coscienze della gente in modo paternalistico, imponendo tempi di riflessione per decisioni intime e personali, siano essi di 2 anni, 3 anni o 5 minuti». La Lega Italiana per il Divorzio Breve parla addirittura di «truffa» perché «il testo uscito dalla Commissione Giustizia è stato definito “divorzio breve” solo per ingannare gli italiani» ma «in realtà questa riforma tocca solo i tempi della separazione e dunque si dovrebbe parlare più correttamente di “separazione breve”». Anche per la Lega, insomma, si può fare di più riconoscendo il diritto per le coppie di divorziare senza passare attraverso un periodo di separazione legale «proprio come avviene in quasi tutti i Paesi europei ed extraeuropei». Soddisfatto invece il relatore, Luca D’Alessandro (F.I.), che parla di «mediazione tra varie parti politiche che non soggiace alla logica maggioranza-opposizione, ma alle coscienze». E proprio frutto di mediazione, il ddl non poteva contemplare il divorzio «diretto» che pure era previsto da un emendamento presentato da alcuni esponenti del gruppo misto e del Pd. Scontato il niet dei vescovi: «Anticipare i tempi per disfare la famiglia» non solo è un attacco a questa istituzione, ma una via che porta «a disgregare la stessa società che sulle famiglie si regge» commenta don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio Cei per la Pastorale della Famiglia. «Speriamo - aggiunge - in un passo indietro, anzi in un passo avanti. Abbiamo ancora la speranza che sulla famiglia si possa investire di più. C’è un vuoto per quanto riguarda il sostegno alla famiglia e ancora di più quando si vive la separazione. Manca l’aiuto, il sostegno, la mediazione con competenze specifiche». «Sono tanti conclude - i casi di coppie che, dopo anni di separazione, sostenute e aiutate, tornavano insieme con un maggiore benessere per loro stessi e per i figli». RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 7 Giovedì 15 maggio 2014 REGGIO CALABRIA VERTICE IN PROCURA LA CORSA ALLA CANDIDATURA L’ex ministro era «l’interlocutore destinato, in caso di elezione alle Europee, ad operare» nella gestione e destinazione dei «finanziamenti» Scajola, l’indagine cerca la ‘ndrangheta invisibile All’ombra di Matacena, «ambienti decisionali di altissimo livello» l REGGIO CALABRIA. Una ‘ndrangheta invisibile, un secondo livello composto da «ambienti decisionali di altissimo» profilo in Italia e all’estero, ben al di sopra dei boss delle cosche, che rappresenterebbero i veri «capi» della più potente organizzazione criminale presente nel nostro Paese. L’indagine della Dda di Reggio Calabria e della Dia che ha portato in carcere Claudio Scajola, potrebbe svelare quello che finora è stato solo ipotizzato in decine di inchieste e che i magistrati sono convinti di aver individuato. Anche di questo si è parlato nel vertice operativo che si è tenuto per tutta la mattinata nella sede della Dia di Reggio Calabria e al quale hanno partecipato il procuratore Federico Cafiero De Raho e il sostituto Giuseppe Lombardo. Fonti qualificate non confermano e non smentiscono l’iscrizione di alcuni personaggi, come i figli di Fanfani o la sorella di Scajola, ma sottolineano che in ogni caso si tratta di personaggi di «secondo piano». Altro discorso affrontato è quello relativo alla vicenda della scorta usata dall’ex ministro per sbrigare, secondo l’accusa, faccende della moglie di Matacena. Gli uomini della scorta, intanto, sono stati riassegnati ad altri uffici. Ma nella riunione non ci si è limitati ad una semplice suddivisione dei compiti per analizzare l’enorme mole di documenti sequestrati sia nella cantina di Scajola sia in quella della segretaria di Amedeo Matacena, ma si è messa a punto la strategia investigativa da tenere nel prosieguo dell’inchiesta. Anche perché l’operazione che ha portato agli arresti dell’altro giorno è solo uno dei filoni di un’indagine ben più ampia che per diverse tranche è ancora coperta da segreto. Ed il primo passo per avere conferme alla tesi è proprio l’analisi dei documenti sequestrati a Scajola – che ieri ha ricevuto in car- cere la visita della moglie e dei figli dicendosi «sereno e fiducioso di poter spiegare tutto» – e a Matacena: una «impressionante» miniera in cui cercare, sottolinea un investigatore, quei collegamenti con il livello superiore. Ma anche «gli interessi» che hanno spinto l’ex ministro a «sostenere, agevolare e rafforzare consapevolmente» Matacena. Si tratta solo di interessi economici o c’è dell’altro? Nella sua richiesta d’arresto, il pm ha scritto che dalle risultanze investigative emerge «uno spaccato di drammatica portata, in grado di enfatizzare la gravità “politica” del comportamento penalmente rilevante consumato da Claudio Scajola». Un comportamento il cui «disvalore aumenta a dismisura proprio nel momento in cui lo si mette in correlazione al delitto di concorso esterno in associazione di tipo mafioso posto in essere dal Matacena». Tanto più che l’imprenditore, per la Dda reggina ha un ruolo «ben più significativo di quello del mero concorrente esterno»: da quando nel 1991 un pentito lo vide al santuario di Polsi partecipare ad un summit mafioso, Matacena sarebbe diventato «la stabile interfaccia della ‘ndrangheta, nel processo di espansione» verso «ambiti decisionali di altissimo livello». E dunque, dicono i magistrati: «se da una parte la elevata collocazione imprenditoriale di Matacena ha garantito e garantisce la necessaria “invisibilità” nelle relazioni privilegiate con soggetti politici operanti in am- bito nazionale ed europeo», dall’altra lo stesso imprenditore è «il perno» - assieme ad altre «componenti soggettive» che non rientrano in questo filone - attorno al quale «ruota la fitta ragnatela relazionale che caratterizza il mondo imprenditoriale, economico e finanziario, nazionale ed internazionale, funzionalmente collegata in uno perverso rapporto di prestazioni corrispettive con le più evolute manifestazioni della ‘ndrangheta». Ed è proprio in questo contesto che, secondo l’accusa, si inserisce Scajola che diviene, vista l’impossibilità di Matacena di candidarsi alle europee, «l’interlocutore destinato, in caso di elezione, ad operare» nella gestione e destinazione dei «finanziamenti». «Basta!... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi» Mistero sulla lite. fra l’ex ministro e lady Matacena REGGIO CALABRIA – Ad agosto scorso, Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, piangeva al telefono chiedendo a Claudio Scajola di raggiungerla immediatamente nel Principato di Monaco e poi, a distanza di pochi mesi, nel gennaio scorso, quando l’ex ministro le intima di fare «delle scelte», i due litigano ed il politico ligure le dice «senti figliola, basta balle e sotterfugi». E sullo sfondo del rapporto «come tra padre e figlia», come lo ha definito Matacena durante una delle sue interviste, ci sono sempre gli interessi per le aziende e la latitanza dell’imprenditore reggino. Dalle centinaia di telefonate intercettate, emerge un quadro che non sempre è stato costellato di «rose e fiori». In qualche caso, ci sono state anche le spine e le incomprensioni. L’ex ministro, però, memore della sua esperienza a capo del Viminale e del Copasir, resta sempre in allerta e, temendo di essere intercettato, usa un linguaggio in codice oppure avverte la Rizzo che «siamo al telefono, siamo al telefono», in modo da non fare riferimenti espliciti e diretti all’argomento di cui si stava parlando. Il 28 agosto 2013, a poche ore dall’arresto di Amedeo Mata- cena a Dubai, dove gli hanno ritirato il passaporto ed il documento di ex parlamentare italiano, Chiara Rizzo è in lacrime e chiama Scajola esortandolo a raggiungerla: «Devi venire da me...subito se puoi». E l’ex ministro non esita a dirle: «Va bene, senti ti chiamo dopo e faccio in modo di raggiungerti». L’ottimo feeling tra i due, però, si infrange il 18 gennaio scorso quando Scajola le chide di fare delle scelte e lei gli risponde: «E qual è questa scelta?». Risposta: «Dobbiamo rendere conciliabile questa scelta con le altre cose, tutto qua! L’hai già fatto no, non è che devono essere...fare degli intrugli...». Chiara allora insiste: «Che c’entra la mia scelta...». E l’ex ministro: «basta!... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi, su ... uno dice le cose com’è, ognuno ha il coraggio delle sue posizioni nella vita, no ... nella vita...». A questo punto la conversazione si conclude con la Rizzo che riattacca e tronca la telefonata. E così resta il mistero di quali fossero le «scelte» cui tiene tanto Scajola. E tra le lacrime ed una lite si innesta anche la vicenda del blocco di un conto corrente bancario di cui era beneficiaria Chiara Rizzo. 12 ANNI FA L’OMICIDIO DEL GIUSLAVORISTA SCAJOLA DI LUI DISSE: «ERA UN ROMPICOGLIONI» Bologna, riaperte le indagini sulla mancata scorta a Biagi l BOLOGNA. Le indagini sulla revoca della scorta a Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002, sono state riaperte. A dodici anni dall’omicidio la procura di Bologna è tornata sui fatti che portarono alla scelta di togliere la scorta al professore, poi preso di mira dai terroristi. Il fascicolo è conoscitivo, senza cioè indagati né ipotesi di reato. A chiedere la riapertura delle indagini è stato il pm Antonello Gustapane, dopo che la procura di Roma ha trasmesso a Bologna i documenti sequestrati alcuni mesi fa nel corso di un’inchiesta. Le carte che hanno portato all’apertura del fascicolo sarebbero state in possesso di Luciano Zocchi, ex segretario di Claudio Scajola. Proprio Scajola, ministro dell’Interno all’epoca dell’assassinio del giuslavorista, fu costretto alle dimissioni dopo un’esternazione fatta a tre mesi dall’omicidio del giuslavorista: «Biagi era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza». Il pm titolare del fascicolo è lo stesso che nel 2003 aveva chiesto l’archiviazione dall’accusa di cooperazione colposa in omicidio per gli accusati: l’allora direttore dell’Ucigos, Carlo De Stefano, il suo vice Stefano Berrettoni, il questore Romano Argenio e il prefetto Sergio Iovino. Le Br - fu la conclusione del gip che archiviò l’inchiesta, Gabriella Castore – scelsero di colpire il professor Biagi anche perché gli fu tolta la protezione, per una serie di errori sia a livello centrale che periferico, che però non avevano rilievo penale. Per questa nuova indagine, la procura avrebbe sentito lo stesso Zocchi e anche la moglie dell’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, all’epoca vicino a Biagi. Potrebbero inoltre avere interesse per i magistrati bolognesi i documenti trovati un anno fa nel corso di una perquisizione negli studi di Roma e di Imperia di Scajola, materiali coperti da segreto relativi al G8 di Genova e allo stesso Biagi, per la cui detenzione Scajola è indagato dalla procura di Roma. Non si esclude, inoltre, che documenti di interesse potrebbero esserci anche nell’inchiesta della procura di Reggio Calabria – che ha portato all’arresto di Scajola – in merito alla protezione della latitanza di Amedeo Matacena. Bocche cucite in procura. Traspare però irritazione per la fuga di notizie. «Indagheremo per vedere come è uscita la notizia», ha detto il procuratore capo Roberto Alfonso. Per l’avvocato Guido Magnisi, legale della famiglia Biagi, «è prematuro fare qualsiasi valutazione non avendo nessun elemento di conoscenza. Ovviamente c’è la disponibilità della famiglia, se convocata, a dare un suo eventuale contributo». RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 33 Giovedì 15 maggio 2014 CAMPIONE «Comprate la Bari, per favore» >> CONTINUA DALLA PRIMA B ari ha la testa nel pallone. Ormai da tempo, grazie alla leggendaria cavalcata della squadra biancorossa. Ai risultati ottenuti sul campo, però, non corrisponde l’interesse concreto di chi (per ora solo a parole) manifesta interesse per l’acquisto della società dichiarata fallita. Le aste in tribunale finiscono deserte, senza offerte, il baratro si avvicina. La città ha prima assistito distaccata alla fine dell’era Matarrese, poi è ritornata allo stadio. In massa. Cifre da sballo per la serie B, abituata ad una media di 5mila spettatori a partita. Al San Nicola i record sono stati demoliti uno dopo l’altro. Dagli 800 paganti siamo arrivati a 25mila. Quasi 100mila persone nelle ultime quattro partite interne. I numeri, però, non bastano a convincere russi, indiani, inglesi, italiani, americani a rilevare la società. Così si passa al contagio social. L’idea di Pinuccio, all’anagrafe Giuseppe Giannone, si trasforma in uno Tsunami biancorosso. Oltre quattromila immagini inserite, dopo quella della squadra che chiedeva una mano d’aiuto. «Comprate la Bari» c’era scritto sui pezzi di cartone retti dalle mani dei giocatori-clochard. La gente si diverte, ride, lavora di fantasia. Tantissimi i fakes, i falsi d’autore, cioè le immagini dei personaggi famosi ritoccate con Photoshop per costringerli a esibire il cartello con la frase-tormentone: Obama, il Papa, Maradona, Grillo, Tonino Matarrese. Ce n’è per tutti i gusti. Ma quello che colpisce di più è la dilagante mania di chi, invece, vuole diventare protagonista, pubblicando selfie, l’autoscatto digitale, a volontà, con una buona dose di ironia e tanta fantasia. Gli illustri sconosciuti (non mancano nonne, cani e gatti di famiglia, baresi con lo sfondo dei grattacieli, scolaresche intere, immigrati del Bangladesh, fornai) sono stati piano piano affiancati dai vip. «Comprate la Bari» si è trasformato in un ritornello infinito. Uno degli ultimi a di GIUSEPPE DE TOMASO >> SEGUE DALLA PRIMA S AUTOSCATTI E FALSI D’AUTORE Alcune delle immagini sul sito Facebook «Comprate la Bari» fare capolino è stato il porno attore Rocco Siffredi. Uomo senza mezze misure che ha preso a cuore il destino della squadra biancorossa minacciando severe punizioni hard in caso di inadempienze contrattuali. C’è un video che non ammette equivoci. Gli appelli fotografici di Checco Zalone e Emilio Solfrizzi, rappresentano un cult del web. La rete è in ebollizione. In punta di piedi è en- trato anche Fiorello (ha svolto nel capoluogo pugliese il servizio militare) con un post. Da citare il selfie del matrimonio all’uscita dalla Basilica di San Nicola con sposi e testimoni sorridenti nell’esibire le lettere di «Compratevi la Bari». Non fateci soffrire ancora. Compratevi questa Bari. Gaetano Campione ANTONIO BIASI La bestia era lui, non il cane D DISUGUAGLIANZA E OPPORTUNITÀ LEZIONE DAGLI ANNI ‘50 ev’essere stato suggestionato da qualche vecchio film western un anziano e sciagurato allevatore di Manfredonia. Volendo liberarsi di un cane che, a suo dire, infastidiva il bestiame di proprietà, invece di cercare qualcuno al quale donare il cucciolone, un meticcio di quattro mesi, ha pensato di legarlo al gancio di traino dell’auto, dopodichè ha messo in moto ed è partito lungo la provinciale Manfredonia-Zapponeta. La povera bestiola per un po’ è riuscita a correre a perdifiato dietro l’auto poi, quando l’allevatore ha schiacciato l’acceleratore, è crollata, ed è stata orribilmente trascinata. Per sua fortuna, il cucciolone, che non a caso è stato poi ribattezzato Lucky dai volontari dell’Enpa che l’hanno soccorso, è stato notato da due passanti che hanno fatto fermare l’auto dell’anziano aguzzino. L’uomo prima ha protestato contro chi aveva osato interrompere la sua sadica «passeggiata» poi ha slegato il cane gravemente ferito e l’ha lanciato a bordo strada, fra le erbacce. Fatto ciò, si è dileguato. Nel frattempo sono arrivati i poliziotti allertati dai due passanti. Il cane è stato soccorso e trasferito in una struttura veterinaria che si occupa delle bestie del canile municipale di Manfredonia. Secondo i volontari della Protezione animale Lucky, pur se in gravi condizioni, dovrebbe salvarsi. Per quanto riguarda l’ignobile torturatore è stato rintracciato dagli agenti: ora rischia una condanna dai quattro mesi ai due anni di reclusione. Sappiamo però tutti molto bene che non farà mai un giorno di carcere, questo a prescindere dalla sua età. Certo, è importante che ci sia una legge per punire chi maltratta gli animali, ma purtroppo non sarà quella, almeno a breve, a fermare questi sconsiderati. Trasformare la mentalità delle persone richiede un percorso lunghissimo e faticoso e, comunque, nessuno potrà mai modificare i comportamenti di persone senza cuore come il protagonista della vicenda di Manfredonia. A beneficio di Lucky e di tutte le altre bestie, però, l’amore per gli animali è molto più diffuso della crudeltà che alcuni dimostrano di avere. A fronte di un episodio brutto come questo ve ne sono tanti di persone che raccolgono dalla strada cani, gatti, e anche altri animali, e li portano in famiglia offrendo e ricevendo affetto. Ma in genere questo accade nel silenzio perché, il bene, da tradizione, fa meno notizia del male. Da parte nostra lanciamo un appello per cercare qualcuno che sia disposto a ospitare Lucky in modo da concludere il circuito virtuoso che una vicenda così brutta ha messo in moto. Due passanti invece di girare la testa dall’altra parte sono intervenuti fermando l’allevatore e allertando la polizia. Gli agenti, dal canto loro, sono prontamente intervenuti e hanno rintracciato il crudele uomo. I volontari dell’Enpa si sono subito prodigati per curare la bestiola. E il canile ha messo a disposizione le strutture per dare ospitalità al cucciolone. Ora manca solo l’ultimo passo: una casa. Grazie, anche a nome di Lucky. Sperando che guarisca presto. e l’ascensore sociale una volta assicurato dal merito, e dal lavoro, si è bloccato in Europa, figuriamoci in Italia, i cui ragazzi più studiosi sperano proprio nella mobilità e nella competitività dei Paesi stranieri per migliorare la propria condizione di vita. Qui, da noi, l’ascensore non si muove neppure di un millimetro. A meno che non si provi, insieme con le nozze sostanziose, con l’altro jolly vincente: la politica. L’attività politica, specie se accompagnata da sicuri scatti di carriera, rappresenta l’unica vera chance per avanzare di posto nell’hit parade della ricchezza e del potere. Che sia così, lo conferma la corsa a perdifiato verso le candidature elettorali, una corsa sempre più affollata ogni anno che passa. Anche la criminalità considera la politica un’occasione da non perdere. Se in passato, i vari pezzi da novanta del malaffare preferivano non esporre il proprio nome di famiglia (decidendo di affidarsi a signori al di sopra di ogni sospetto), ora non è più così. Parenti e amici scendono in pista in prima persona, segno che lo status del politico, nonostante la cattiva reputazione che accompagna negli ultimi tempi la categoria, rimane più affascinante di Lady Matacena. Ma se tutti vogliono darsi alla politica anziché alle libere attività, significa che una nazione nuota in cattive acque. Che sviluppo potrà mai sorridere a un Paese che costringe i più intraprendenti a scegliere tra due opzioni: o emigrare o candidarsi alle elezioni (in questo secondo caso insieme a larghe fasce di opportunisti)? Niente di niente. Ma torniamo a Piketty. Sostiene il giovane economista che le disuguaglianze nel mondo crescono alla velocità della luce. Può darsi, anche se le cifre dicono che, rispetto alla popolazione mondiale complessiva, il numero degli affamati tende a ridursi con progressione costante. Può darsi che le distanze tra ricchi e poveri si allunghino, anche se i crolli dei valori immobiliari e finanziari negli ultimi lustri contrastano con la teoria dell’incremento senza freni delle disparità sociali. Se le case e gli investimenti finanziari rendono meno di ieri, non si capisce - fatta eccezione per le paghe dei manager alla Sergio Marchionne o degli sportivi alla Cristiano Ronaldo - in quali altri settori i dislivelli economici possano raggiungere proporzioni, o soproporzioni, da infarto. Comunque. DEMOCRAZIA -Presa per buona la tesi, quasi un atto di fede, che le disuguaglianze crescono, e cresceranno all’infinito fino a mettere in pericolo la stessa credibilità di una democrazia, Piketty suggerisce che l’unico rimedio alla spaccatura sociale verticale si chiama tassazione a go-go. Altro che patrimoniale una tantum . Il 42enne studioso francese propone un’aliquota annuale dell’80% per i redditi medio-alti, una sorta di esproprio a rate sulla falsariga dell’alternativa che già prefigurava Friedrich Engels (1820-1895) in caso di insuccesso della rivoluzione proletaria: un ininterrotto aumento-choc del prelievo fiscale. Ora. Di sicuro un’aliquota fiscale all’80% produrrebbe effetti egualitari. Di sicuro, però, non genererebbe effetti meritocratici: non solo l’ascensore sociale rimarrebbe più immobile di una piramide egizia, ma complessivamente il tasso di benessere generale precipiterebbe a valle come una valanga alpina, visto che crollerebbero gli incentivi a lavorare e guadagnare di più. Forse si salverebbero solo i politici, che avrebbero modo di preservare le proprie indennità dalla lama fiscale, dissotterrando privilegi un tempo riservati ai feudatari delle monarchie assolute. Ma non è detto che la Casta riuscirebbe a salvare i propri benefit , visto che la cosa potrebbe scatenare l’inferno. Allora? Non sappiamo quale sarà l’accoglienza che il pubblico italiano tributerà al libro di Piketty (finora solo in edizione inglese), di imminente pubblicazione sul nostro suolo. Non vorremmo che la classe politica ne approfittasse (ogni pretesto è buono) per una nuova stangata tassaiòla, in nome stavolta di un aspirante imitatore di Marx, pensatore di ben più elevato lignaggio. Sappiamo solo che Piketty dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso: o la mobilità sociale, o l’uguaglianza, o meglio l’egualitarismo. Non c’è una via di mezzo. Una tassazione all’80% costituisce, di per sé, l’antitesi della meritocrazia, del premio ai più bravi. Stupisce l’attenzione finora assegnata al Piketty-pensiero anche perché solo un aspirante suicida potrebbe sognare di contrastare la concorrenza dei prodotti asiatici attraverso un ulteriore balzo del carico impositivo in Europa. Nell’era della globalizzazione, una misura del genere si trasformerebbe nel regalo più sontuoso mai ricevuto da uno Stato. Uguaglianza, meritocrazia, uguaglianza, meritocrazia. S’è vissuto un periodo storico, parliamo dell’Italia, che ha visto ridursi le disuguaglianze sociali e aumentare il tasso di sviluppo: accadeva negli anni Cinquanta e Sessanta. Ecco. Bisognerebbe tornare a quella stagione, alle lezioni di quei leader. Altro che fenomeno Piketty, la cui vera abilità presto si riscontrerà sul suo conto corrente: diritti d’autore stratosferici grazie a un’idea che, se realizzata, prosciugherebbe i portafogli di tutti gli altri. Giuseppe De Tomaso [email protected] RASSEGNASTAMPA 2 giovedì 15 maggio 2014 LE BUGIE DELL’EX CAV «Nel 2011 lasciò liberamente». Il Colle smentisce Berlusconi ● Nota del Quirinale dopo la campagna dell’ex Cav sulle parole dello statunitense Geithner ● «Mai informato di pressioni. Dimissioni del premier motivate da eventi politici e parlamentari italiani» MARCELLA CIARNELLI @marciarnelli Nessuna rivelazione perché tutto è stato chiarito nei modi e nei tempi dovuti. Men che mai la condivisione di una qualunque responsabilità nelle forme e nel merito. Dal Quirinale, mentre i berlusconiani più ortodossi si appassionavano al “silenzio rumoroso” del Colle, è stata diffusa una nota ufficiale che con nettezza ha replicato alle ipotesi, rinfocolate da quanto scritto dall’ex segretario di Stato al Tesoro americano Timothy Geithner, del “complotto” ordito ai danni di Berlusconi andato poi a buon fine tanto che l’ex Cavaliere sul finire del 2011 fu costretto alle dimissioni. Un complotto cui per i berlusconiani non sarebbe stato estraneo il presidente della Repubblica che già nell’estate dello stesso anno, stando a quanto affermato nel libro di Alan Friedman, avrebbe lavorato all’incarico a Palazzo Chigi per Mario Monti, un altro accadimento a cui, nello scorso febbraio, non è mancata l’autentica lettura fornita dal Quirinale. Che nulla ha a che vedere con le ipotesi di complotti che di tanto in tanto vengono evocati. La nota ha puntualizzato che «sulle vicende che condussero alle dimissioni dell’onorevole Berlusconi nel novembre del 2011, e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del governo Monti, il presidente della Repubblica - dopo averne già dato conto via via nel corso degli sviluppi della crisi - fornì un’ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011 in occasione della Cerimonia di scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche in Quirinale». Fu proprio «in quel discorso, così come nel messaggio televisivo del 31 dicembre, che possono ritrovarsi tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a problemi di fondo del Paese come quelli della crisi finanziaria ed economica che l'Italia stava attraversando nel contesto europeo». LA MEMORIA CORTA Chi ha scelto di sostenere la tesi del complotto ha evidentemente memoria corta. O preferisce dimenticare i drammatici mesi in cui l’economia italiana si trovò sull’orlo di un baratro senza ritorno in un susseguirsi di eventi andati molto al di là di semplici sollecitazioni o messa sull’avviso, fino all’esplicita bocciatura in ottobre da parte del Parlamento del rendiconto generale dello Stato segnata dal non voto dello stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Le due occasioni ufficiali in cui Napolitano ripercorse l’itinerario della situazione politica che lo aveva portato alla decisione di nominare un governo tecnico guidato da Mario Monti, erano state anche precedute da un’altra puntualizzazione, diventata indispensabile davanti al cadere della fiducia nel consesso internazionale nei confronti del governo italiano. ll presidente della Repubblica, viene ancora ricordato nella nota diffusa ieri, stigmatizzò il 25 ottobre 2011, «le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia”». Il 20 dicembre il presidente non mancò di ricordare che «la maggioranza di governo scaturita dal voto del 2008 e dal meccanismo elettorale maggioritario era stata già da tempo segnata da una rottura pubblica e aveva nel tempo ridursi la sua coesione e stabilità e quindi accrescersi le sue difficoltà di decisione e iniziativa. E quanto più appariva necessaria un’ampia convergenza attorno a scelte difficili e impegnative, tanto più risultava penalizzante il clima aspramente divisivo radicatosi nei rapporti politici. La sostenibilità anche internazionale di tale stato di cose era giunta a un punto limite. A me toccava solo registrare e seguire imparzialmente le reazioni delle forze in campo. Fino a quando il presidente del Consiglio, prendendo atto di una situazione così critica, dopo l’esito negativo di una votazione significativa in Parlamento, si è risolto, con senso di responsabilità, a rassegnare le dimissioni». Un concetto ribadito ancora ieri. Senza nulla aggiungere perché tutto era stato chiarito nel tempo. Per il resto bisogna avere ben chiaro che «null'altro di pressioni e coartazioni subite dal Presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato. Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l'8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani». Scontata l’insoddisfazione dei berlusconiani alle parole di Napolitano. «Nessun complotto contro Berlusconi, è venuta meno la sua maggioranza» ha condiviso Massimo D'Alema, a margine della presentazione del suo ultimo libro. «Che poi in Europa ci fossero capi di Stato o di governo che pensassero che Berlusconi fosse un danno per l'Unione Europea è comprensibile, perché in effetti era così: ma non c'è stato nessun colpo di Stato con i carri armati». I GIORNI CALDI DEL 2011 Dalla lettera della Bce al vertice del G20 a Cannes. Tutte le tappe del declino 27 LUGLIO Confindustria, Associazione delle banche italiane e sindacati presentano in una conferenza stampa un documento condiviso in cui chiedono «discontinuità». 5 AGOSTO La Banca centrale europea invia al governo italiano una lettera riservata con la quale detta un piano di austerity per mantenere i parametri europei, chiedendo tagli di spesa e la riforma delle pensioni. 26 SETTEMBRE Il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, interviene contro lo stile di vita dei politici. È una chiara allusione al premier Berlusconi. Bagnasco invoca «gesti nobili e responsabili». 11 OTTOBRE Manca un voto e il governo va sotto sul rendiconto generale dello Stato. Lo stesso ministro Giulio Tremonti non ha votato. 20 OTTOBRE Telefonata tra Angela Merkel e il Quirinale. Secondo il Wall Street Journal la Cancelliera tedesca chiede al presidente Napolitano di sostituire Berlusconi con un altro premier. Il Quirinale smentisce questa «Quale complotto? Cadde per la crisi della maggioranza» MARIA ZEGARELLI ROMA «Un complotto? Non scherziamo, Silvio Berlusconi si è dimesso per i problemi interni alla sua maggioranza e per la grave crisi economica del Paese, non certo per complotti internazionali». Roberto Gualtieri risponde al telefono durante una pausa del suo tour elettorale nel centro Italia in vista delle elezioni europee che lo vedono in lista nella circoscrizione Centro per il Pd. Lei c’era in Europa. Cosa ricorda di quei giorni drammatici per l’Italia che precedettero le dimissioni di Berlusconi? «È platealmente strumentale questa tardiva scoperta di Berlusconi di un complotto ai suoi danni, oltre che contraddittorio. Il complotto, stando a Geithner, sarebbe fallito ma Berlusconi si dimise ugualmente. Quello che avvenne è abbastanza chiaro oggi come allora: Berlusconi era assolutamente screditato in Europa e la sua caduta avvenne per una crisi politica interna come ricorda anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il fatto che ci fosse preoccupazione in Europa per l’inettitudine del governo italiano era evidente a tutti ma fu il precipitare della crisi del Paese a determinare la L’INTERVISTA Roberto Gualtieri Il candidato democratico: «Non è vero che l’ex cavaliere abbia resistito alle politiche di rigore Ora solo il Pd può cambiare i rapporti con l’Europa» fine dell’esecutivo». Unafinechearrivòperòdopounanegoziazione che Berlusconi fece in Europa e che oggi condiziona pesantemente l’Italia... «Berlusconi, in piena crisi politica del suo governo, era reduce da una pessima performance in Europa: aveva appena malamente negoziato la revisione del patto di stabilità accettando quell’equiparazione tra regola del debito e regola del deficit e la famosa clausola di riduzione del debito del 20° di quota eccedente il 60% del Pil l’anno. Una regola che colpisce in modo asimmetrico proprio un Paese come l’Italia costringendoci a stare al di sotto dei parametri del deficit. Quindi, la sua tesi che sia stato rovesciato perché avrebbe resistito, per difendere gli interessi nazionali, alle politiche di austerità è una tesi ridicola che cozza contro i dati di fatto della realtà. Fu di fatto docile, incapace di negoziare seriamente i provvedimenti decisi e che sarebbero stati alla base delle politiche di austerità e contemporaneamente non credibile nella gestione di una politica di bilancio responsabile». Gualtieri, la campagna elettorale per le europeeèdiventatacentraleperildibattito politico, proprio mentre i populismi avanzano.C’èil rischio diuna vittoriadei partiti che non vogliono l’Europa? «Il Pd ha impostato la propria campagna elettorale presentandosi come la forza che può concretamente determinare un cambiamento delle politiche europee. Siamo l’unica forza che può farlo credibilmente e questa spinta al cambiamento dell’Europa è la migliora risposta alla propaganda euroscettica e populista. Quello che stiamo facendo emergere con chiarezza è che l’Europa dell’austerità e dell’egoismo è l’Europa dei conservatori che sono stati maggioranza in questi anni nel Consiglio e nel Parlamento e che con Berlusconi in testa hanno affrontato la crisi in modo sbagliato. Quanto al M5S, i suoi deputati saranno irrilevanti a Bruxelles perché confluiranno nel gruppo misto, essendo un partito incoalizzabile. L’unico voto che cambierà qualcosa è quello del Pd perché può concorrere a far vincere il Pse e a far eleggere un presidente della Commissione progressista e non conservatore». CambiareversoinEuropavuoldirecambiarele politicheeuropee.Dadovesiinizia? «Noi abbiamo contenuti concreti e ambiziosi nel nostro programma: il cambio di rotta deve avvenire, ad esempio, attraverso l’utilizzo da subito dei margini di flessibità del patto di stabilità at- traverso lo scorporo del cofinanziamento dei programmi europei dal calcolo del deficit e in prospettiva attraverso una riforma dello stesso patto di stabilità; con la costruzione di una dimensione sociale dell’Europa che metta al centro il lavoro e i diritti e, infine, portando a compimento di una costruzione europea che oggi è incompleta e rende l’Europa fragile». Grillosidicesicurodivincere.Quantotemete l’ondata di protesta? «Grillo non sa di cosa parla. Cosa significa vincere quando vai in Europa e non fai parte di alcun partito europeo e nessuno ti vuole? Il M5S sarà minoritario nel prossimo Parlamento europeo, prenderà la parola dopo tutti i partiti, non avrà rilevanza e questo Grillo lo sa benissimo. Mente e inganna i cittadini, promettendo sfaceli che fortunamente non sarà in grado di effettuare». Crede che questo voto avrà ripercussioni anche sul governo? «Io sono sicuro che il Pd avrà un ottimo risultato che rafforzerà il governo ma ritengo un errore considerare le elezioni europee come una sorta di mega sondaggio sulla politica interna. Il voto del 25 maggio è un voto sull’Europa e noi avremo vinto se saremo la prima delegazione del primo partito europeo». RASSEGNASTAMPA 3 giovedì 15 maggio 2014 L’ex premier: «Disgustati» Nel mirino anche le toghe D Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo studio al Quirinale FOTO AP ricostruzione e precisa che Merkel «non pose alcuna questione di politica interna italiana». 2 NOVEMBRE Durante il G20 in corso a Cannes racconta l’ex segretario di Stato del tesoro americano Geithner - dei funzionari dell’Ue chiedono aiuto agli Usa per far cadere Berlusconi. «Volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato». 8 NOVEMBRE Va di nuovo al voto il rendiconto dello Stato: il documento passa ma il governo non ha più la maggioranza assoluta. Subito dopo il voto Berlusconi sale al Quirinale per rimettere il mandato. isgustati, furiosi, delusi». Silvio Berlusconi sintetizza così lo stato d’animo del suo partito (e, spera, dei suoi elettori in vista del voto per le Europee tra dieci giorni). La delusione deriva dall’operato dei primi cento giorni del governo, con il quale l’ex Cavaliere rompe sul fronte delle riforme istituzionali e della legge elettorale. Il disgusto, invece, deriva dalle rivelazioni dell’ex segretario Usa al Tesoro Tim Geithner sul «piano» di alcuni «funzionari» europei per farlo dimettere nell’autunno 2011. «È una notizia gravissima - si è lamentato l’ex premier - E Capo dello Stato, presidenti di Senato e Camera e presidente del Consiglio non hanno ritenuto di fare alcuna dichiarazione». Poco dopo è intervenuto il comunicato del Colle in cui dichiara di non aver saputo nulla di «pressioni e coartazioni» che lo abbiano spinto al passo indietro. Napolitano però, e non da oggi ma dal momento della decadenza e delle aspettative deluse di un provvedimento di grazia, è nel mirino di Berlusconi. Che, partecipando in un hotel romano a un’iniziativa elettorale del suo capolista nella circostrizione Centro, Antonio Tajani, si sfoga: «Non sono più un uomo libero. Non ho più il passaporto. E non posso attaccare la magistratura né il Quirinale perché basterebbe un passo falso per finire ai domiciliari o a San Vittore». Tornando anche ad attaccare la corrente dell’Anm Magistratura Democratica: «Nel ‘68 sposò le tesi estreme delle Br, poi lavorò per conquistare il potere nella magistratura, nell'89 si fecero regalare un loro corpo di polizia, la polizia giudiziaria che opera nella massima segretezza, senza che nemmeno i servizi segreti sappiano cosa fanno». IL RETROSCENA FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan Lo sfogo del leader di Fi «Dagli Usa notizie gravissime. Se parlo su Colle e pm finisco in carcere...». E rompe su riforme e legge elettorale «inaccettabile». Berlusconi si smarca in maniera netta dal percorso condiviso: «Renzi si faccia le riforme, è inutile prendere accordi prima se poi non vengono mantenuti, anzi vengono cambiati». A rischio anche il già ballerino Italicum: «Il ballottaggio è la nostra morte perché i voti del M5S andrebbero alla sinistra. Quindi la legge elettorale è tutta da discutere». Ennesima giravolta dell’ondivago Silvio? Può darsi, ma al momento è la linea da tenere, confermata dal consigliere politico Giovanni Toti in un’intervista al Giornale: «Queste riforme non le votiamo. Il testo del governo sul Senato non va bene. E Renzi ha peggiorato l’Italicum». Anche se, tra i dirigenti azzurri, spunta una tesi suggestiva sui reali rapporti tra premier e leader forzista: «Questa legge elettorale, con Grillo così forte, non va bene per primo a Renzi. Il Pd non sa come uscire da questo vicolo cieco, ma la verità è che andare al voto in autunno, nonostante il semestre europeo in corso, toglierebbe la castagne dal fuoco anche al governo...». L’ex Cavaliere parla con un occhio ai sondaggi ma anche in preda all’ira per come sono state accolte dai vertici istituzionali le rivelazioni del politico statunistense Geithner sulla «trama» organizzata da ambienti europei per farlo dimettere. La proposta all’amministrazione Obama era di non sostenere i prestiti del Fmi all’Italia come forma di pressione per cambiare il governo. «Dissi al presidente di rifutare, non potevamo avere il suo sangue sulle nostre mani» conclude Geithner. Nonostante fonti istituzionali dell’Unione Europea - interpellate dall’Ansa - abbiano smentito qualsiasi coinvolgimento. E l’ex segretario di Stato John Kerry abbia detto, a sua volta, di non saperne nulla. TEMPESTA SPREAD Adesso Forza Italia alza la voce, pretende chiarimenti, vuole che il premier venga a riferire in Parlamento. Il capogruppo a Montecitorio Renato Brunetta ha presentato la proposta per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta (che Alfano «non esclude») sulle vicende di quel periodo. Quando, in mezzo alla tempesta dello spread con Berlusconi debolissimo e l’Italia a un passo dal default, si arriva al vertice G20 di Cannes in cui il premier rifiuta l’offerta di Merkel e Sarkozy di ricevere aiuti dal Fmi. È il momento conclusivo di un percorso di crescente sfiducia verso Roma delle istituzioni europee, compresa la Bce di Mario Draghi, e dell’asse Berlino-Parigi guidata dal tandem «Merkozy». Ma è anche la fine dell’altalenante sodalizio con il suo superministro dell’Economia Giulio Tremonti che in quelle stesse ore gli suggerì di dimettersi. ADDIO ITALICUM E SENATO Ma nel momento in cui l’esecutivo ricorreva di nuovo al voto di fiducia in Senato per il provvedimento sulla droga, il dato politico è lo stop all’asse fiduciario con il premier. Sepolto il patto sulle riforme. Dopo due faccia a faccia (finiti bene) e il voto favorevole in commissione, la legge per cambiare il Senato diventa «un vero pasticcio» ed è La vera storia del fallimento di un governo inaffidabile L’ANALISI PAOLO SOLDINI SEGUE DALLA PRIMA Basterà per porre fine alla nuova sceneggiatura della teoria del «complotto»? Dovrebbe bastare, se si rimanesse ai fatti. Che sono semplici: un ex Segretario al Tesoro americano ha scritto che «funzionari europei» nell’autunno del 2011 chiesero all’amministrazione Obama di fare pressioni perché Berlusconi se ne andasse; i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue ribattono che no, semmai fu il contrario: furono gli americani a chiedere agli europei di darsi da fare per l’allontanamento del reprobo facendone una condizione per l’assenso di Washington a un prestito di 80 miliardi all’Italia da parte del Fmi. Prestito che poi, com’è noto, non ci fu perché il governo italiano non lo chiese. Che abbia ragione Tim Geithner oppure dicano il vero José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy non cambia in alcun modo la sostanza di quel che accadde davvero in quell’autunno: che il governo guidato da Silvio Berlusconi con Giulio Tremonti ministro fosse giudicato tanto a Bruxelles che a Washington una jattura da superare il più presto possibile era ampiamente risaputo e che il modo perché l’auspicato superamento avvenisse, e al più presto, fosse oggetto dei contatti tra i leader dei governi tra loro e con le istituzioni dell’Unione ne era la logica e naturalissima conseguenza. Lo scandalo che ne menano in queste ore l’ex cavaliere e i suoi amici gridando per l’ennesima volta al complotto altro non è che il frutto di una grave incomprensione sulla natura dell’Unione europea. L’equivoco consiste nel fatto di porre la questione in termini di sovranità violata. Berlusconi e i suoi sostengono che americani ed europei, con la complicità – va da sé – di Napolitano, avrebbero fatto violenza alla volontà del popolo italiano che quel governo se l’era scelto e votato. Si soprassiede sul fatto che le cancellerie e le istituzioni di Bruxelles in quel momento ritenevano che Berlusconi e Tremonti con le scelte che facevano e quelle che non facevano stessero mettendo in pericolo non solo l’Italia ma tutta l’Unione. Allora era dato per scontato il fatto che se l’Italia fosse arrivata al default, come era nell’ordine delle cose senza una svolta radicale, tutto il sistema europeo sarebbe saltato e le conseguenze sarebbero state gravissime per tutti: la dissoluzione non solo dell’euro, ma forse anche dell’Unione stessa. Il cambio di governo a Roma era considerato ineludibile se si voleva scongiurare il disastro: favorirlo non era un’ingerenza, ma una forma di autodifesa. La questione investe il fondamento stesso dell’Unione europea, che intanto esiste in quanto si basa sulla cessione di quote di sovranità da parte degli stati che ne fanno parte. Può sembrare un richiamo ovvio, ma nei momenti di tensione e di difficoltà l’ovvietà tende a non essere più tale. Basta guardare agli slogan che dominano larga parte della campagna elettorale di questi giorni, non solo (ma soprattutto) in Italia per rendersene abbondantemente conto: un coro di «riprendiamoci la nostra sovranità» che va da Marine Le Pen ai nemici dell’euro tedeschi e scandinavi e, nel loro piccolo, da Giorgia Meloni a Grillo passando per Salvini, senza che nessuno spieghi mai che cosa se ne debba poi fare di questa sovranità riconquistata. C’è una evidente rinazionalizzazione della politica europea, in Europa e sull’Europa, che tende inevitabilmente a riaccendere, con nuovi egoismi, vecchi nazionalismi. Chi vuole evitare che ciò avvenga sempre più deve dedicarsi a chiarire il Grande Equivoco: non è la cessione di sovranità il torto che viene consumato ai danni dei cittadini degli stati europei ma è, piuttosto, la mancanza di democrazia nell’apparato istituzionale dell’Unione, la sua incompiutezza democratica. L’iniquità delle trojke e di tutti gli altri strumenti di commissariamento delle economie degli stati in nome della disciplina di bilancio non sta nell’essere imposta dall’esterno, dall’alto e da lontano, ma nell’essere imposta da organismi e istituzioni che non sono stati votati e che non rispondono ad alcun parlamento. La cosa più grave che avvenne al vertice del G20 a Cannes nel novembre del 2011 non fu la messa in mora del «legittimo governo italiano», condita con gli offensivi sorrisetti di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, ma l’odiosa imposizione a George Papandreu di annullare il referendum con cui i cittadini greci sarebbero stati chiamati a votare sui provvedimenti della trojka. La sinistra europea sbagliò allora a non ribellarsi a quella prepotenza e lo fece perché tardava, e tarda ancora in una certa sua deleteria attitudine a uniformarsi al pensiero unico economico della destra, a comprendere il nesso strettissimo che esiste tra il monetarismo e il neoliberismo che hanno ispirato tutta la strategia europea contro la crisi del debito e dell’euro e il modo autoritario, antidemocratico, con cui quelle scelte sono state imposte: «affare» di Bruxelles, della Banca centrale europea, del Fmi e delle cancellerie che contano. E partiti, sindacati e cittadini non ci mettano bocca. Il voto ormai vicino per il Parlamento europeo può essere un’occasione per riaprire, dentro le istituzioni dell’Unione, il capitolo della democrazia che manca. Il fatto che i cittadini siano invitati a votare, con il partito, il candidato alla presidenza della Commissione Ue, la cui scelta che fino all’attuale Barroso è stata gelosissima prerogativa dei governi, è un passo avanti. Ma se non sarà accompagnato, non solo ma soprattutto a sinistra, da una presa di coscienza sull’urgenza di superare il deficit di democrazia dell’Unione potrebbe servire a poco. RASSEGNASTAMPA 4 giovedì 15 maggio 2014 POLITICA Renzi torna in piazza per battere Grillo «Questa è casa nostra» Il premier: «Il 25 maggio? Un referendum che il Pd vincerà» ● Comizi in giro per l’Italia per gli ultimi dieci giorni «chiave» ● In agenda piazza del Popolo il 22 poi la chiusura tra Prato e Firenze ● VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] «Questa volta il Pd vince». La previsione ovviamente è di parte, visto che arriva da una fonte direttamente interessata. Tuttavia, pur epurandola da una inevitabile dose di training autogeno (che in campagna elettorale serve sempre), mostra un Renzi particolarmente ottimista. Pronto non solo a sfidare la scaramanzia proprio a Napoli, ma anche a togliere un po’ di preoccupazione che si sta aggirando fra i suoi. «Vogliono fare delle europee un sondaggio sul governo? Bene, lo vinceremo. Sarà un ballottaggio fra chi insulta e chi spera, fra chi offende e chi costruisce, ma lo vinceremo noi» grida dal palco in serata a Palermo. I sondaggi del Nazareno raccontavano di una forbice di almeno 10 punti fra un Pd che sta sopra il 34% e i 5 Stelle. Ma si tratta delle rilevazioni della scorsa settimana. Quelle nuove arriveranno oggi e molti fra i democratici temono che il «fango e la polvere» sollevati dall’inchiesta di Milano sull’Expo possano portare carburante alla macchina di Grillo. «L’anno scorso arrivò primo il M5s, secondo il Pd di Bersani e terzo il Pdl. Questa volta il podio sarà diverso» ribadisce il premier. Insomma il Pd certamente starà sopra il 25% e rotti preso lo scorso anno alle politiche. Renzi prevede non solo che tutte e 5 le ca- polista democratiche saranno elette: con quante preferenze non conta, avverte, né conterà quante preferenze prenderanno i candidati delle varie aree del Pd per rideterminare le «dinamiche interne» perché il congresso» non si riaprirà. Anche perché c’è la possibilità che il Pd possa «essere il primo o fra i primi gruppi del Pse» nel nuovo Parlamento europeo, il che cambierebbe davvero l’Europa. Insomma il 25 maggio Renzi s’aspetta di vedere parecchi segnali positivi. È per questo che Renzi, che la sfida a viso aperto (slogan datato ma mai accantonato) a Grillo l’ha già accettata, ma da ieri, quando al voto oramai mancano una decina di giorni («quelli chiave» sottolinea), ha deciso di alzarla di livello. Lo dimostra l’affondo sulla Rai (poco abituata a essere attaccata da un premier di sinistra), ma soprattutto la scelta di rispondere, anche visivamente a Grillo, fra la gente, nelle piazze. Cioè sul terreno che il comico genovese in questi anni s’era preso sottraendolo all’egemonia della sinistra. «Noi siamo in piazza, perché la piazza è casa nostra e non ve la lasciamo» è l’avviso che da Palermo Renzi manda a Grillo. Perché Renzi ieri ha voluto chiudere la propria trasferta istituzionale da premier in Meridione (Napoli, Reggio Calabria e Palermo), con un comizio in piazza nel capoluogo siciliano. «Perché non abbiamo paura di mostrarci fra la gente con la nostra faccia» sintetizza dal palco il segretario siciliano Fausto Raciti. Che Renzi cerchi il contatto con la gente è evidente. Ieri a Napoli ha voluto raggiungere a piedi fra la gente la scuola di Secondigliano, «nel cuore della guerra alla Camorra», per parlare con studenti e maestre che sono il simbolo che «l’Italia ha un futuro». Come premier negli incontri con le istituzioni locali Renzi affronta però soprattut- .. . Ieri il giro istituzionale da Napoli a Palermo «Le Europee? Una sfida tra chi insulta e chi spera» to il nodo dei fondi Ue: oltre 180 miliardi che sarebbe un delitto di autolesionismo, soprattutto per il Sud, non sfruttare appieno. «Se avessimo fatto come i polacchi, non avremmo il deficit infrastrutturale nel Mezzogiorno» ragiona. Fin qui non è successo e si sono perse grandi occasioni, spiega mettendo nel mirino le Regioni e promettendo che in caso di inadempienze questa volta il governo interverrà direttamente. Anche se ammette che la prossima battaglia in Europa sarà far togliere i fondi di co-finanziamento statali e regionali dal conteggio del tetto del 3% del rapporto debito/pil. Poi, appunto, la piazza di Palermo dove ha affrontato anche un po’ di contestazioni di alcuni precari e gruppi No Muos. «Mi avevano detto che vi sarebbero stati fischi, ma io ho una notizia per voi: non ci fermeremo. Noi ci riprendiamo la piazza, senza paura» risponde. E nelle piazze saranno le iniziative di Renzi a partire da questo fine settimana fino alla chiusura della campagna elettorale venerdì 23 maggio quando parlerà assieme al candidato sindaco di Firenze Dario Nardella in piazza della Signoria, luogo dei comizi storici del Pci fiorentino. Lunedì sera Renzi così tornerà a Napoli, in piazza Sanità che da anni i politici oramai disertavano. Non la piazza «di Grillo» come gli fa notare un cronista durante il forum nella redazione del Mattino, ma quella «dei napoletani». E venerdì sarà nella piazza di Pesaro al pomeriggio e Cesena la sera, poi sabato a Forlì (comizio in piazza nella tarda mattinata) Sassuolo, Modena e Reggio Emilia (altre due piazze rispettivamente alle 18 e alle 21). Nello stesso fine settimana in cui i circoli del Pd apriranno 10mila banchetti in tutti i Comuni della penisola per distribuire 4 milioni di depliant sul voto per europee e amministrative. E in piazza Renzi sarà anche a Bari la sera del 20, mentre la mattina andrà prima a Milano e poi a Bergamo da Giorgio Gori. E infine, prima del finale fra Prato (a sostegno di Matteo Biffoni) e Firenze, giovedì 22 il Pd tornerà a Piazza del Popolo a Roma. Matteo Renzi in visita alla scuola elementare G. Parini a Secondigliano FOTO LAPRESSE PAROLE POVERE Dal rogo al presidio dei salotti tv TONI JOP ● Si presenti o no nel salotto di Vespa, Grillo ha già commesso una infrazione che lo condanna alla gogna dei traditori del senso di umanità. Le motivazioni di questa “sentenza” stanno in una banale considerazione: non si bruciano donne e uomini colpevoli di aver infranto etiche volatili allestite esclusivamente per garantirsi il controllo. Grillo ha dato fuoco a Federica Salsi perché aveva contraddetto un suo diktat: nessuno dei suoi, secondo il padrone dei Cinque Stelle, avrebbe dovuto affacciarsi in un salotto tv, e non in base a un criterio tecnico che sconsigliava l'esposizione di portavoce ancora inesperti. Questo criterio avrebbe comportato una scadenza esplicita del divieto e insieme che una sua violazione non avrebbe fatto precipitare sul trasgressore una montagna di disprezzo morale. Lui, invece, infierì sulla dignità di Federica Salsi eccitando gli animi dei suoi aguzzini nel web. Non si limitò ad espellerla, la denunciò perché posseduta da un “punto G” troppo sensibile al fascino dell'inferno. Ora, i suoi fedeli, coda tra le gambe, infestano l'inferno dei talk show e di tempo, da quel rogo, ne è passato pochissimo. Per Grillo, la dignità vale meno di un'etica ipocrita e di servizio. L’austerity ha frenato i fondi Ue, ora la sfida è ripartire S pendere i fondi europei: è un ritornello che si ripete ormai da diversi anni in Italia. Ieri Matteo Renzi ha usato toni durissimi. «È imbarazzante la quota che non viene spesa: i denari che il Paese non sta spendendo o spende male gridano vendetta - ha detto - Se sfruttassimo i fondi europei come hanno fatto i polacchi non ci sarebbe gap tra il sud e il resto del Paese». Gli ultimi due esecutivi hanno messo in campo armi «non convenzionali» per riuscire a iniettare linfa nella macchina della spesa locale, riuscendo a utilizzare circa 25 miliardi nel biennio. Oggi ne resterebbero una ventina ancora da spendere relativi alla vecchia programmazione 2007-2013, che sarebbero ancora recuperabili. Eppure nel periodo 2000-2006 l’Italia non aveva mancato un colpo: risorse spese in tempo, piani realizzati. Cosa è successo negli anni «orribili» 2007-13? Questa è la domanda da porsi. Cosa è cambiato dal periodo precedente? Vale la pena individuare le differenze per superare il problema nel futuro. Per i prossimi sette anni ci sono in IL DOSSIER BIANCA DI GIOVANNI ROMA Tra il 2000 e il 2006 tutte le risorse furono utilizzate poi negli ultimi sette anni il tracollo. La strategia del governo per superare i vincoli del patto di stabilità interno ballo 58 miliardi di fondi comunitari (articolati in Fondo sociale europeo e Fondo europeo di sviluppo regionale), di cui la metà circa da Bruxelles e il resto dallo Stato italiano. Queste risorse sono legate a un Accordo di partenariato 2014-2020 (in Europa si procede sempre per settenni), ovvero un piano che descrive le macro azioni necessarie e, in alcuni casi, le misure specifiche sulle quali deve concentrarsi l’impegno del nostro Paese per colmare le distanze delle aree meno sviluppate. Oltre a questo ci sarebbero altri 40 miliardi dei fondi di Sviluppo e coesione, che sono tutti italiani (ma programmati secondo le scadenze europee). Il condizionale però è d’obbligo, perché per ora si tratta solo di impegni: in cassa non c’è ancora nulla. L’intero «pacchetto» di 98 miliardi per ora non è spendibile. I fondi comunitari infatti saranno spendibili solo dopo che Bruxelles avrà approvato l’Accordo di partenariato presentato dall’Italia. La scommessa per il nostro Paese è farsi trovare pronti al momento del via libera, con piani e gruppi di attuazione già individuati. In questo modo si potrà partire già da gennaio prossimo. In ogni caso in questa corsa alla spesa futura l’Italia per ora è con tutti gli altri partner europei. Si ricomincia daccapo. Tornando al ritardo accumulato nell’ultimo settennio, vanno sottolineate due particolarità, che rendono quel periodo diverso da quello precedente. In primo luogo la pesante crisi economica, che ha messo sotto pressione il bilancio pubblico italiano. Si dirà: appunto per questo valeva la pena spendere qui soldi. Difatti è così, ma le regole del patto di stabilità interno hanno imposto una tagliola sulla possibilità di spesa delle amministrazioni locali. Per rispettare quelle regole, le Regioni hanno evitato di spendere, lasciando incompleti i programmi. Sempre per seguire l’austerity imposta dalla crisi, si sono tagliate le risorse del cofinanziamento italiano. Tra il 2008 e il 2012 la spesa per investimenti è diminuita del 22% in Italia, anche per via di questo «bavaglio» imposto alle Regioni sui fondi Ue. Non è un caso che le amministrazioni più virtuose sono quelle che hanno un bilancio più solido: quelle potevano spendere e non subi- vano restrizioni. Le altre dovevano seguire la dieta rigorista. Nel centronord la maglia nera va a Lazio e Friuli. A Sud sono andate meglio Puglia, Basilicata, Sardegna, Molise e Abruzzo, restano indietro Sicilia, Campania e Calabria. La Puglia si è ribellata alle regole di «Maastricht interno» attivando le spese per investimenti fuori dal patto: ma il prezzo per chi sgarra in questo caso è molto alto. L’altra differenza dell’ultimo settennio rispetto al periodo precedente risiede nel fatto che le politiche di coesione hanno perso un forte controllo a livello centrale, passando dal ministero dell’Economia a quello dello Sviluppo (la decisione fu di Prodi). L’esperienza ha mostrato che un monitoraggio centrale funziona. Fabrizio Barca, ad esempio, ha selezionato i programmi più efficienti ed vi ha dirottato le risorse, riuscendo così a recuperare parecchi miliardi. E non solo: ha anche spinto per il varo di un’agenzia che monitori l’attuazione dei programmi. Sulla carta c’è già: ora tocca a Renzi attuarla. Le sue parole di ieri fanno ben sperare. RASSEGNASTAMPA 5 giovedì 15 maggio 2014 Arresto per Genovese, è scontro S litterà a dopo le elezioni europee il voto della Camera su Francantonio Genovese, deputato Pd sul quale pende la richiesta di arresto della Procura di Messina. La decisione sarà quasi sicuramente formalizzata oggi, quando, dopo il voto finale sul Dl Lavoro, si riunirà la capigruppo per decidere il calendario dei lavori. Slitterà perché c’è un’altra emergenza: il Dl Lupi sulla casa, approvato in Senato e in scadenza il 28 maggio, sul quale con ogni probabilità oggi la ministra Maria Elena Boschi porrà la fiducia, considerato che la prossima settimana il Parlamento sospende i lavori in vista delle elezioni europee. Di fatto è stato un lungo braccio di ferro per evitare un voto che per il Pd poteva essere devastante: dietro a tutto il sospetto di un trappolone del M5S. «Dovremmo dire qui in Aula quello che sta accadendo: il Pd ha chiesto il voto palese sull’arresto perché la nostra posizione è chiara, come si è già visto in Commissione - dice Walter Verini - ma c’è chi ha già fatto sapere che chiederà il voto segreto. Il M5S non aspetta altro che tendere la trappola, votare per il no all’arresto e poi addossare a noi la responsabilità». È questo il fantasma che ha aleggiato tutto il giorno sulla testa dei democratici, la consapevolezza che qualche vuoto di coscienza nel Pd - «pochi, semmai dovessero esserci», racconta un deputato renziano andasse a saldarsi con quelli più corposi dei pentastellati dietro il voto segreto. Il capogruppo Roberto Speranza è stato in contatto costante con gli stati generali del Pd sapendo che il voto su Genovese IL CASO MARIA ZEGARELLI ROMA Il voto in aula potrebbe slittare a dopo le Europee M5S all’attacco del Pd Ma i democratici, che si sono già espressi per il sì temono una trappola sarebbe diventato materia di campagna elettorale. Beppe Grillo d’altra parte non ne fa mistero e in questi giorni l’attacco al Pd si è intensificato. Al Nazareno non sottovalutano affatto il M5s e in alcune regioni il rischio che possa superare il Pd c’è. Lo sa Renzi e lo sa Grillo, per questo la battaglia è durissima. «Non so se fidarmi del voto di Movimento 5 stelle e Forza Italia: qualche dubbio qualcuno potrebbe anche averlo», dice non a caso la vicesegretaria Debora Serracchiani parlando ad Agorà. «Dobbiamo capire qual è il male minore, se rinviare il voto a dopo le elezioni sapendo che il M5S strumentalizzerà oppure votare adesso sapendo che hanno la trappola pronta», ragionava a voce alta un altro deputato. Tanto che l’ostruzionismo di Sel sul Dl lavoro è stato visto dal Pd come una boccata d’ossigeno perché nel frattempo si è lavorato per lo slittamento a dopo il 25 maggio. Tentativo ben chiaro al M5s che a quel punto ha iniziato a mollare con gli interventi fiume proprio per accelerare il voto sul decreto e passare direttamente a quello su Genovese. Il capogruppo movimentista Giuseppe Brescia quando ha capito che si sarebbe andati avanti fino a stamattina con il voto finale e gli ordini del giorno, ha chiesto di rinviare ad altra seduta il dl Lavoro e passare direttamente al punto dell’ordine del giorno su Genovese. Richiesta respinta con uno scarto di 122 voti di differenza e un’improvvisa impennata della polemica politica. Respinta anche la richiesta di una seduta fiume per finire entro la notte appena trascorsa il voto sul lavoro. Malumori in Sel per la seconda fiducia che questa settimana la Camera sta per essere chiamata a votare. «Noi siamo pronti a votare adesso per l’arresto di Genovese, ci rendiamo conto che il Pd teme l’imboscata del M5S - dice Giorgio Airaudo - ma questo è un loro problema». In Aula Gennaro Migliore è durissimo con il M5S che aveva definito con parole non proprio lusinghiere Genovese. «Noi voteremo per concedere il via libero all’arresto - è stato il ragionamento di Migliore ma è la magistratura a dover decidere se è innocente o colpevole, non possiamo trasformare questa Aula in un tribunale». Clima infuocato, diventato rovente quando di fatto era evidente che il voto sarebbe slittato a dopo le elezioni. «Con l’adesione alla richiesta della Lega Nord e di Sel - ha commentato Ettore Rosato - è chiaro l’intento ostruzionistico delle opposizione che non vogliono convertire questo così come tutti gli altri decreti, noi invece questi decreti li vogliamo convertire e quindi andremo avanti». Beppe Grillo sul suo blog si rivolge direttamente alle forze dell’ordine, «non lasciate fuggire Genovese, tenetelo d’occhio», dice definendo il deputato «potenziale latitante che si aggira per l’Italia». Accusa il Pd di avergli «già dato due mesi per inquinare le prove e per reiterare il reato e ora vuole rinviare il voto sul suo arresto a dopo le elezioni europee». «Il Pd è nudo. Stanno provando a rinviare ulteriormente la votazione sulla richiesta di arresto», il leit motiv del M5S andato avanti per tutto il giorno. «Il Pd sull’arresto di Genovese è stato chiaro, io mi fido del Pd - commenta Matteo Richetti - non mi fido del M5s». Alla fine è arrivato il dl Lupi a dettare i tempi. Scajola, aperta un’inchiesta sulla mancata scorta a Biagi Tensioni Rai-governo sulla spending review hiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena arrestata lunedì all’aeroporto di Nizza di rientro dal Dubai dove aveva fatto visita al marito latitante per un mandato di cattura in seguito alla sua condanna a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa, potrebbe rientrare in Italia già domani. La Corte d’Appello di Aix en Provence, hanno fatto sapere ieri i suoi legali, ha infatti accolto la richiesta di estradizione nei confronti della donna arrestata per il suo coinvolgimento nell’inchiesta «Breakfast» condotta dalla procura di Reggio Calabria che ha portato in carcere anche l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. «I tempi dell’estradizione - ha spiegato l’avvocato Carlo Biondi, legale della Rizzo - dovrebbero essere di 7-10 giorni, ma abbiamo la ragionevole speranza di poter far rientrare la signora già entro la fine di questa settimana. La Rizzo lascerà il carcere di Marsiglia e arriverà in Italia dalla frontiera di Ventimiglia. La donna - ha concluso l’avvocato - sarà così consegnata alle autorità italiane che potranno decidere se trasferirla nel primo carcere femmminile oltreconfine, che è quello di Genova Pontedecimo, o condurla direttamente a Roma». Nel frattempo, in attesa dell’interrogatorio che si svolgerà domani mattina nel carcere romano di Regina Coeli, la questione scorte potrebbe causare nuovi guai all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. La procura di Bologna, infatti, ha aperto un nuovo fascicolo sulla mancata concessione della scorta a Marco Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse il 19 marzo 2002 quando Scajola era ministro dell’Interno (fu poi costretto alle dimissioni per aver dato del «rompicoglioni» al giuslavorista dopo il suo omicidio). La procura bolognese ha aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi reato, ma dagli uffici del tribu- ● Floris criticato dal Pd. Il premier: «Tv pubblica mai più di governo e partiti» ● I sindacati: sciopero C L’INDAGINE VINCENZO RICCIARELLI ROMA Il fascicolo informativo in procura a Bologna Concessa l’estradizione per Chiara Rizzo, lady Matacena forse trasferita in Italia già domani .. . nale nessuno ha voluto commentare la notizia anticipata da un quotidiano locale. Secondo le prime indiscrezioni, a 12 anni dalla morte di Biagi, il fascicolo conoscitivo sarebbe stato aperto per verificare i motivi che avevano spinto il ministero dell’Interno, guidato da Claudio Scajola, a non concedere una protezione all’allora collaboratore del ministero del Lavoro, bolognese d’origine ma docente all’università di economia di Modena. L’inchiesta venne archiviata nel 2003 dal pm Antonello Gustapane, e sarebbe proprio lui ad aver chiesto nelle ultime ore di riaprire l’indagine. «Su questo non ho proprio nulla da commentare», ha detto il procuratore Alfonso. «Abbiamo talmente pochi elementi che è prematuro qualsiasi commento - si è limitato a dire Guido Magnisi, difensore della moglie di Biagi Marina Orlandi - Se dovesse essere sentita è a disposizione, ma al momento non è stata convocata. Non abbiamo elementi di valutazione». Ad Imperia, intanto, prosegue il lavoro del questore Raul Carnevale inviato dal Viminale per condurre l’inchiesta interna sull’uso («improprio» secondo il gip di Reggio Calabria che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare) che Scajola avrebbe fatto della propria scorta usandola spesso per accompagnare Chiara Rizzo nei suoi incontri organizzati per proteggere la fuga di Matacena. Secondo quanto emerso in Questura gli uomini che componevano la scorta del politico sono appena stati trasferiti ad altro incarico: una decisione, si sottolinea, che non avrebbe a che vedere con un provvedimento disciplinare ma soltanto con una razionalizzazione delle forze visto che il servizio con Scajola, al momento, è evidentemente sospeso. Ieri, intanto, si è svolto un summit alla sede della Dia di Reggio Calabria in cui si è cominciata ad organizzare l’analisi dei circa cento faldoni di materiale sequestrato a Scajola. NATALIA LOMBARDO @NataliaLombard2 Più che un botta e risposta è una polemica che rivela le tensioni fra la Rai e il governo, dopo la richiesta del taglio di 150 milioni di euro per la spending review. Così sono scoccate scintille martedì sera a Ballarò durante l’intervista di Giovanni Floris al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il conduttore ha incalzato il premier chiedendo se non si rischia di favorire Mediaset; Renzi ha risposto «lo so che fa confusione dopo dieci anni di Berlusconi, ma le comunico che Mediaset appartiene a Berlusconi, la Rai allo Stato italiano» e deve fare la sua parte come gli altri, o vendendo quote di RaiWay (gli impianti di trasmissione), come fu proposto nel 2001 e poi bloccato dall’ex ministro Gasparri (quando per la Rai le condizioni erano più favorevoli, ndr) o chiudendo alcune delle 20 sedi regionali, come ha indicato Cottarelli. Insomma: «Caro Floris mi dispiace ma tocca anche a voi». Come intermezzo uno scambio di battute puntute, con Floris che scherza su possibili epurazioni di un signore che lo ha applaudito. Renzi non scherza affatto: «No, il presidente del Consiglio che cacciava quelli della Rai l’abbiamo già avuto», mentre lui non ha «mai incontrato il presidente della Rai o l’amministratore delegato della Rai» e rivendica di «non mettere bocca nei palinsesti o su conduttori e direttori». Alle 8 di mattina il tweet del premier: «Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordine dei partiti #cambiaverso#italiariparte». E ieri a Palermo Renzi ha detto, parlando da «segretario del Pd e da presidente del Consiglio: la Rai non è dei partiti, la Rai non è del governo e non lo sarà mai più». Ieri la deputata Pd in commissione di Vigilanza, Lorenza Bonaccorsi, ha criticato quello che definisce «l’utilizzo del programma politico di maggiore ascolto per attaccare il presidente del Consiglio» sulla spending. Il presidente della Vigilanza, il grillino Roberto Fico critica la richiesta del «prelievo di 150 milioni dopo che era stato presentato il bilancio». La polemica è continuata tra Renzi e l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai che ha indetto uno sciopero generale con le sigle dei lavoratori. Il segretario Vittorio Di Trapani accusa Renzi di togliere «soldi» a chi paga il canone e non fare nulla contro l’evasione, «peggio della vecchia partitocrazia. Dice che non si vuole occupare di Rai, ma poi indica anche quali pezzi vendere». Renzi ribatte: «L’azienda non è dei conduttori tv o dell’Usigrai» ma dei «cittadini» che la pagano. Giusto, risponde l’Usigrai, «ma non è neanche del capo del governo». Massimo Cestaro, segretario dello Slc Cgil, ritiene la vendita della rete Rai «un colpo mortale all’assetto industriale della principale azienda di informazione e di produzione culturale» e invita il Cda a dimettersi. A viale Mazzini si vive un clima di forte preoccupazione. La presidente, Anna Maria Tarantola, che ieri ha siglato un accordo col ministero dell’Istruzione, assicura che la Rai sta valutando cosa fare, ma ricorda che «ha già tagliato circa 200 milioni negli ultimi due anni». Oggi si riunisce il Cda, il Dg Gubitosi presenterà il piano industriale tra circa un mese e mezzo. Allo studio c’è la quotazione in Borsa del 40% di RaiWay (forse però dovrà affittare gli impianti appena venduti), l’accorpamento di canali digitali o di testate. RASSEGNASTAMPA 6 giovedì 15 maggio 2014 LE INCHIESTE Maltauro illustra il sistema mazzette ● Il costruttore ammette le sue responsabilità nella «cupola degli appalti» per l’Expo ● Il post-it del «corriere» Cattozzo, ex Udc, con le cifre delle tangenti ● Greganti respinge tutte le accuse dei magistrati GIUSEPPE VESPO MILANO Il post-it con le cifre e la presunta contabilità da una parte, il «sistema» raccontato (e confermato) dall’imprenditore dall’altra. Due facce di una stessa medaglia, quella della presunta «cupola degli appalti», raccontante negli interrogatori che si sono tenuti ieri in procura a Milano. Davanti ai magistrati si sono trovati due dei sette protagonisti dello scandalo che ha gettato ombre anche sull’Expo 2015: il costruttore Enrico Maltauro, sentito dal pm Claudio Gittardi, e l’ex segretario dell’Udc ligure, Sergio Cattozzo, che ha risposto alle domande del pm Antonio D’Alessio. Come avevano già fatto davanti al gip Fabio Antezza nell’interrogatorio di garanzia, entrambi hanno risposto alle domande dei magistrati. Il pm D’Alessio ha interrogato Sergio Cattozzo, ritenuto il «corriere» delle tangenti, colui che avrebbe portato il denaro versato da Maltauro al trio Frigerio Greganti Grillo, ovvero Gianstefano Frigerio, il presunto dominus della «cupola» e ai due sodali, l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo e l’ex «compagno G» Primo Greganti, che secondo le accuse fornivano .. . Il costruttore vicentino ha detto di aver versato o promesso 1,2 milioni Interrogatorio secretato «“copertura” e “protezione” politica in favore sia degli imprenditori di riferimento del sodalizio sia dei pubblici ufficiali investiti di poteri decisionali in seno alle stazioni appaltanti». Cattozzo ha «chiarito dando giustificazioni congruenti e fornendo le indicazioni che gli sono state richieste», ha detto uno dei suoi legali, l’avvocato Rodolfo Senes. «Ha risposto alle domande» e ha chiarito il contenuto del pizzino, un post-it che ha tentato di nascondere ai finanzieri che lo arrestavano. Date e percentuali, e numeri che indurrebbero a pensare alle presunte «stecche» versate da Maltauro nel 2013 e quest’anno. «Ha chiarito il significato delle cifre», si è limitato a dire il suo avvocato, ma «non voglio entrare nel merito perché ci sono indagini in corso». Cattozzo, che ha tenuto un atteggiamento «collaborativo e a risposto ad ogni domanda», tornerà presto a parlare ai pm di «altre circostanze da affrontare». L’ex politico «vuole chiarire l’intera vicenda». Sembra lo stesso proposito di Maltauro, che anche ieri come già è avvenuto davanti al gip Antezza, ha parlato del sistema che secondo le accuse la SENATO «Non ci sono accrediti a favore di Greganti» «Quanto ad articoli di stampa relativi alla presenza del signor Greganti in Senato, non risultano accrediti a suo nome». Lo fa sapere il Senato in un comunicato, dedicato a spiegare il black-out del sistema informatico di Palazzo Madama che secondo alcuni avrebbe cancellato l’ingresso del faccendiere ora agli arresti a Milano. Il movimento 5 Stelle ha detto che « è successo un fatto gravissimo. Dopo che un senatore aveva richiesto di conoscere gli accessi di Greganti agli uffici del Senato, il sistema informatico si è improvvisamente bloccato ed è rimasto fuori servizio per mezza giornata. Quando ha ripreso a funzionare, non risultavano tracce di ingressi di Greganti». «cupola» avrebbe gestito. Il titolare della omonima impresa di costruzioni vicentina, nell’ordinanza di custodia «emerge quale sodale in forza della frequenza dei contatti e l’opera incessante dei concorrenti diretta a favorire l’aggiudicazione in suo favore di importanti lavori pubblici», compresi quelli legati all’Expo. CONFRONTO SECRETATO Già lunedì davanti al giudice, il costruttore ha ammesso i fatti «nella sua materialità» - come aveva spiegato la sua difesa - parlando di soldi, dati o promessi, per 1,2 milioni in relazione ad appalti Expo e Sogin, ma ha negato di aver fatto parte dell’associazione per delinquere. Accusa che ha respinto anche ieri. Per il resto, «sta chiarendo punto su punto e c’è da parte sua la massima disponibilità nel chiarire tutto», ha detto l’avvocato Giovanni Maria Dedola, in una pausa del lungo interrogatorio durato nove ore. Il faccia a faccia col magistrato è stato secretato. Non è la prima volta che Maltauro si trova a vivere un’esperienza di questo tipo. Durante Mani Pulite l’imprenditore venne coinvolto in una indagine e, anche in quel caso, collaborò quasi subito con i magistrati e aiutò i pubblici ministeri a ricostruire le loro ipotesi di accusa. Chi finora ha respinto ogni addebito è Primo Greganti. Il compagno G ai tempi di Tangentopoli, ha fatto sapere attraverso il suo legale - Roberto Macchia - che depositerà prima o contemporaneamente al suo interrogatorio un «memoriale» per difendersi «dalle accuse, dalle contestazioni» e per uscire dal carcere di Opera dove sta vivendo quella che definisce «una ingiusta detenzione». Per quanto riguarda Frigerio invece, l’ex politico Dc poi Forza Italia aspetta l’esito delle visite richieste per ottenere gli arresti domiciliari, più consoni - secondo la sua difesa all’età e allo stato di salute dell’ex politico. .. . L’ex compagno G vuole scrivere un memoriale e uscire dalla detenzione che ritiene ingiusta Uno dei cantieri Milano Expo 2015 FOTO LAPRESSE Robledo scrive al Csm: Bruti Liberati dice il falso H a intralciato le indagini». IL CASO «Non è vero, mente». La lite del quarto piano continua a scuotere la procura di Milano. G. VES. Lo scontro al vertice dell’ufficio inqui- MILANO rente si arricchisce di una nuova nota. Dopo quella inviata al Csm dal pro- Lo scontro tra magistrati curatore capo Edmondo Bruti Libe- diventa ogni giorno più rati, arriva la risposta del procuratoacuto e mette in re aggiunto Alfredo Robledo. I due litigano - formalmente - da discussione la credibilità marzo, da quando Robledo, il coordi- della Procura. Il ministro e il natore del pool che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione Csm valutano e attendono ha accusato, con un esposto al Csm, il capo dei pm milanesi, Bruti Liberati, di scorrettezze nell’assegnazione dei fascicoli di indagine. In particolare, il riferimento è ad alcune inchieste come quella Ruby, quella sulle cliniche Maugeri, che vede a processo Formigoni, e anche l’ultimo scandalo che ha investito Expo. Indagini che, secondo Robledo, sarebbero spettate al suo dipartimento e che invece il procuratore ha preferito assegnare ad altri capi dipartimento, come Ilda Boccassini - antimafia - e Francesco Greco, reati finanziari. Dopo le audizioni da parte dell’organo di autogoverno della magistratura di Boccassini, Greco, Pomarici e di altri magistrati milanesi, tre giorni fa Bruti Liberati ha inviato una nota alle due commissioni che devono dirimere la diatriba, a corredo delle dichiarazioni rese dallo stesso procuratore capo quando è stato ascoltato a palazzo dei Marescialli. «DIGNITÀ LESA» Nel documento Bruti Liberati ha accusato Robledo di aver «determinato un reiterato intralcio alle indagini» sull’Expo, in particolare quando «pur essendo costantemente informato del fatto che era in corso una attività di pedinamento e controllo su uno degli indagati», svolta da «personale della sezione di polizia giudiziaria», ha «disposto analogo servizio delegando ad altra struttura della stessa Guardia di finanza». Solo «la reciproca conoscenza del personale Gdf che si è incontrato sul terreno - ha rilevato BrutiLibertai - ha consentito di evitare gravi danni alle indagini». Accuse che ieri hanno trovato la secca replica del procuratore aggiunto, che ha chiesto al Csm di essere ascoltato nuovamente. Robledo contrattacca definendo «inveritiere le affermazioni del procuratore» sul presunto doppio pedinamento dei finanzieri che indagano su Expo: «Tale episodio non è mai avvenuto», dice il magistrato, che nella sua lettera alle commissioni del Csm allega anche una nota della Guardia di finanza di Milano. Quelle di Bruti Liberati, si legge, sono parole che «appaiono altamente lesive della dignità della funzione di procuratore aggiunto, coordinatore del dipartimento dei reati contro la pubblica amministrazione che attualmente svolgo, e turba il regolare svolgimento della funzione». Per questo Robledo chiede di poter vedere la nota con la quale Bruti Liberati lo accusa e gli allegati forniti dal procuratore capo a supporto delle sue accuse: «Per poter fornire gli indispensabili chiarimenti» al Csm. «Fin da ora - conclude Robledo - chiedo che a tal fine venga disposta la mia audizione a riguardo». Il clima è teso al quarto piano del palazzo di Giustizia, dice chi lo frequenta. E siamo ben lontani dall’auspicato ritorno alla normalità. Ieri, sollecitato sul tema, è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha partecipato al plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il guardasigilli si è limitato a dire di attendere il lavoro delle commissioni e di non ritenere comunque compromessa l’imparzialità della procura milanese. C’è però chi, come il togato di Magistratura Indipendente, Antonello Racanelli lo ha invitato a valutare l’invio degli ispettori «per restituire serenità a un fondamentale ufficio giudiziario». Mentre il vicepresidente del Csm Michele Vietti, si augura che le commissioni competenti «concludano rapidissimamente» la loro istruttoria, in modo che si possa arrivare presto in plenum a una «conclusione definitiva». «Di tutto ha bisogno il sistema giudiziario dice Vietti - tranne che di delegittimazione». RASSEGNASTAMPA 7 giovedì 15 maggio 2014 Ubi Banca, indagati Bazoli e Pesenti ● Il presidente di Intesa risulta coinvolto per un patto parasociale occulto ● Il numero uno di Italcementi è accusato di truffa LUIGINA VENTURELLI MILANO È un’inchiesta complessa quella che ieri ha scosso Ubi Banca e Ubi Leasing, finite nel mirino della procura di Bergamo per una pluralità di presunti illeciti che vanno dall’ostacolo alle funzioni di vigilanza, alla truffa aggravata, fino al riciclaggio. Ipotesi di reato che hanno portato gli uomini della Guardia di Finanza ad effettuare venti perquisizioni in diverse città d’Italia e a notificare una decina di avvisi di garanzia ad altrettanti indagati. Tra di essi ci sono banchieri ed imprenditori, tra i quali anche due delle personalità più note e di più lungo corso della finanza nazionale - del vecchio salotto buono come si diceva prima che la globalizzazione spazzasse via le abitudini desuete - quali il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, e il numero uno di Italcementi e di Italmobiliare, Giampiero Pesenti. Certo, complesse possono definirsi tutte le inchieste che a vario titolo hanno riguardato in questi anni alcune tra le più importante banche italiane. Ma quest’ultima, coordinata dal pubblico ministero di Bergamo Fabio Pelosi, spicca per le circostanze molto disparate (rispetto, ad esempio, a gravi crisi finanziarie dovute a malversazioni manageriali) che hanno sollecitato l’attenzione dei magistrati nei confronti del quinto gruppo creditizio italiano, nato nel 2007 dalla fusione fra Banche Popolari Unite e Banca Lombarda. Da quelle tipiche dei colletti bianchi, come il patto parasociale occulto addebitato a Bazoli, a quelle più pittoresche, come la vendita sottocosto di yacht e di aerei personali in cui è incappato Pesenti nel ruolo di acquirente in- .. . La Procura di Bergamo ha disposto una ventina di perquisizioni. La banca si difende: tutto già chiarito Gianpiero Pesenti FOTO LAPRESSE Giovanni Bazoli FOTO LAPRESSE giustamente privilegiato. LE ACCUSE A BAZOLI E PESENTI Il banchiere bresciano che presiede Intesa Sanpaolo, in particolare, risulta indagato per ostacolo alle funzioni di vigilanza in qualità della carica di presidente di un gruppo di azionisti di Ubi, l’Associazione banca lombarda e piemontese, che insieme all’Associazione Amici di Ubi avrebbe messo in campo un sistema di regole tale da predeterminare le decisioni dei vertici della banca. Ovviamente - questa è l’accusa - senza rispettare le procedure di un normale patto di sindacato e dunque senza che le autorità di vigilanza ne avessero compiuta conoscenza. Così gli agenti delle Fiamme Gialle hanno perquisito gli uffici di Giovanni Bazoli (che poi ha precisato come gli accordi nell’istituto di credito siano stati «tutti recepiti negli statuti e in atti ufficiali»), nonchè quelli del presidente del comitato di gestione di Ubi Banca, Franco Polotti, e del presidente del comitato di sorveglianza, Andrea Moltrasio. Entrambi i manager, infatti, risultano indagati con lo stesso capo d’accusa di ostacolo alle attività di vigilanza, insieme al vicepresidente Mario Cera, all’amministratore delegato Victor Massiah e all’ex presidente della Banca Popolare di Bergamo Emilio Zanetti. Alle ipotesi di truffa e riciclaggio, invece, si legano i nomi del consigliere Italo Lucchini, dell’ex amministratore delegato di Ubi Leasing, Giampiero Bertoli, dell’ex vicedirettore generale vicario Alessandro Maggi, e dell’ex responsabile del recupero e vendita beni Guido Cominotti. In questo filone di indagine, nel quale è chiamato in causa anche Pesenti, la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aeromobili. Tali beni - sempre secondo le ipotesi degli inquirenti - venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società e, di fronte alle prime difficoltà di pagamento delle rate concordate, venivano sottratti a coloro che avevano sottoscritto il contratto di leasing e subito ceduti, a un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale, a persone vicine a Ubi Leasing. Una sorte toccata, ad esempio, all’ex velivolo Cessna di Lele Mora, già agente dei vip nonchè grande presenzialista dell’ambiente da avanspettacolo e delle cronache giudiziarie. Oppure allo yacht di lusso del valore di 12 milioni di euro appartenuto all’imprenditore Massimo Crespi e poi venduto a soli tre milioni e mezzo, nonostante le offerte superiori pervenute nel frattempo, a una società battente bandiera cipriota riconducibile all’Italcementi di Pesenti (che peraltro si è detto fiducioso che nel corso dell’indagine emerga «la totale congruità e correttezza della transazione»). Il faro sull’attività della controllata di Ubi attiva nel settore del leasing, del resto, era già stato posto da Bankitalia, la prima ad esprimere dubbi sulla gestione dell’istituto e ad avviare nell’estate nel 2012 ispezioni che poi si sono concluse con una sanzione da 360mila euro a vecchi e nuovi manager, sindaci inclusi. E proprio agli accertamenti effettuati in passato si riferisce la nota ufficiale diffusa ieri dal gruppo dopo l’avvio delle perquisizioni: «Si precisa che le stesse avvengono a seguito di esposti datati 2012 e di un esposto datato luglio 2013» ha precisato Ubi Banca. Assicurando la «massima collaborazione» fornita alla Guardia di Finanza e ricordando di aver «già fornito a suo tempo varie risposte e chiarimenti ai competenti organi di vigilanza», rispetto alle quali «non vi sono ad oggi novità o aggiornamenti ulteriori da fornire». Ma inevitabili sono state le ripercussioni dell’inchiesta in Borsa, dove il titolo della banca, che pure ieri ha presentato i conti del primo trimestre 2014 che vedono un raddoppio dell’utile rispetto all’anno precedente a 58,1 milioni, è andato a picco lasciando sul terreno il 3,7%. .. . Beni di lusso in leasing venivano ritirati e poi ceduti ad amici sottocosto Il Cessna di Lele Mora Ragionieri, medici, giornalisti vittime dei Magnoni ● Una truffa da 79 milioni almeno, altri 300 ancora in una delle società della Sopaf ADRIANA COMASCHI [email protected] Cinquantadue milioni sottratti solo alla cassa previdenziale dei ragionieri, altri 300 - dicasi trecento - ancora vincolati in una società che ha investito senza l’autorizzazione del committente. Soldi destinati a pensioni, in parte recuperati anche grazie all’intervento della magistratura. Sono da brivido, le cifre su cui ancora si cerca di fare chiarezza a giorni di distanza dall’arresto a Milano dei fratelli Magnoni per il crac dell’agenzia di investimento Sopaf. Dunque non solo appalti di grandi opere, Expo in testa. Non solo mazzette a nomi che sono ancora quelli di Tangentopoli, un tuffo in un passato mai diventato tale: il ‘sottobosco’ dei reati finanziari è ben più ampio e radicato in ogni aspetto della vita quotidiana, come dimostra la truffa che la Sopaf avrebbe perpetrato ai danni di tre gran- di casse di previdenza, appunto quella dei ragionieri, dei medici e dei giornalisti. Con un volume d’affari superiore a quello di inchieste ben più famose. Senza considerare che i 79 milioni presi alle tre casse interessano solo poche delle 156 pagine di contestazioni alla società dei Magnoni (i fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio e il figlio di quest'ultimo, Luca). Accusati anche di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e appropriazione indebita. Alla Cassa Nazionale di Previdenza dei Ragionieri ci hanno messo mesi per ricostruire i movimenti del proprio denaro per mano della holding lussemburghese Adenium Sicav, controllata da Sopaf. «Quei soldi hanno girato metà del pianeta - spiega l’avvocato Alessandro Diddi, incaricato di tutelare Cnpr -: avevamo indici di anomalie, così nel 2013 abbiamo fatto due esposti alla magistratura, consegnando memorie giunte alle stesse conclusioni del Pm». Giorgio Magnoni .. . I fondi previdenziali usati per pagare lo stipendio di Toschi, ex Arner Bank Le contromosse degli enti Ovvero che i 52 milioni, messi da Cnpr su due fondi in altrettanti comparti di Sicav erano stati investiti «senza l’autorizzazione della Cassa - ribadisce Diddi -, e usati tra l’altro per pagare uno stipendio da 250 mila euro a Toschi (Ad di Adenium nonché ex presidente della Arner Bank, banca di famiglia di Berlusconi, ndr) e pagare i debiti di altre società». E dire che il conferimento iniziale della Cnpr a Sicav era stato nel 2012 di ben 600 milioni, ora per metà «riportati a casa» assicura il presidente Paolo Saltarelli. Ma per metà ancora in due dei comparti della Sicav, appunto perché vincolti a una scadenza, su fondi che però «gli esperti ci dicono non danno particolari problemi», ricorda il legale della Cassa. Nei confronti di Enpam e Inpgi, Sopaf avrebbe agito in modo più articolato. La truffa a loro carico (per 20 milioni alla cassa dei medici, per 7 a quella dei giornalisti) verteva secondo l’accusa sulla vendita di quote Fip (Fondo immobili pubblici), perfezionata dopo un lasso di tempo e con un prezzo tale da garantire una plusvalenza di oltre 23 milioni. Un meccanismo che pure l’Enpam aveva ritenuto di controllare, con un contratto che avrebbe dovuto tutelarla. Una vera scottatura per la Cassa di medici e odontoiatri, dopo il rinvio a giudizio pochi giorni fa dell’ex presidente Eolo Parodi per alcuni investimenti, vicenda per cui Enpam si è costruita parte civile. La cassa dei camici bianchi mostra però di avere preso le sue contromisure. L’attuale presidente Alberto Olivi, eletto nel 2010 con un programma di riforma della governance degli investimenti, precisa che «Enpam acquistò quote del Fip a un prezzo scontato rispetto al valore ufficiale del tempo (Nav)», e che «quest’investimento ha reso il 9,34% annuo. In ogni caso, se venisse proposto oggi non verrebbe fatto con quelle modalità», proprio per la riforma varata nel 2011. Cnpr e Inpgi hanno discusso della vicenda proprio ieri in Commissione parlamentare di controllo sulla previdenza complementare. La Commissione conclude: «Delegare a gestori finanziari la titolarità delle operazioni di investimento riflette una concezione volta solo al profitto, che ha mostrato tutti i suoi limiti con la crisi finanziaria». RASSEGNASTAMPA 9 giovedì 15 maggio 2014 ECONOMIA Electrolux, 25 milioni da governo e Regioni BIANCA DI GIOVANNI ROMA Il bonus di 80 euro al mese dovrà essere corrisposto anche a cassintegrati e lavoratori che godono il sussidio di disoccupazione o che si trovano in mobilità. A indicare la platea dei beneficiari è l’ultima circolare dell’agenzia delle entrate, pochi giorni prima dell’erogazione del beneficio. Il testo ricorda che il bonus è destinato a lavoratori dipendenti che guadagnano fino 26mila euro annui, con un beneficio pieno (640 euro per 8 mesi del 2014) fino a 24mila, e poi un decalage. Non concorrono al superamento del limite di 26 mila euro previsto dal bonus le somme percepite a titolo di incremento della produttività che godono di una imposta sostitutiva del 10% (per il 2014 questa quota agevolata non può superare i 3mila euro). Una decisione che incassa il plauso della Cgil. «È un bene che quelle somme non siano conteggiate», si legge in una nota. Vanno conteggiate invece le somme provenienti dall'affitto di immobili assoggettati a cedolare secca. Tra le novità annunciate dall’Amministrazione c’è anche il fatto che il credito spetta anche ai lavoratori deceduti in relazione al loro periodo di lavoro nel 2014, e sarà calcolato nella dichiarazione dei redditi del lavoratore deceduto presentata da uno degli eredi, secondo le modalità che saranno specificate nel relativo modello. APPLICAZIONE La circolare sottolinea che nel caso di contribuenti che hanno lavorato solo una parte dell'anno il sostituto d'imposta deve calcolare il credito sulla base del periodo di lavoro effettivo. Ad esempio, un lavoratore il cui reddito complessivo è di 22 mila euro e che ha svolto 120 giorni di lavoro nel 2014 avrà diritto a un credito pari a 210,41 euro (640:365 x 120). Dopo aver individuato l'importo complessivo del credito spettante, particolare attenzione dovrà poi essere posta nella ripartizione del bonus nelle varie buste paga da maggio in poi. Infatti, l'importo da erogare nel mese andrà parametrato in base ai giorni di cui è composto il singolo mese di retribuzione. Per semplicità di applicazione, è comunque possibile utilizzare anche altri criteri, purché oggettivi e costanti, ferma restando la ripartizione dell'intero importo del credito spettante tra le retribuzioni dell'anno 2014. Ad esempio, per i rapporti di lavoro che si protraggono per l'intero anno 2014 l'importo del credito di 640 euro su base annua potrà essere erogato per un importo pari a 80 euro al mese per ciascuno degli 8 mesi che vanno da maggio a dicembre 2014. Se si vuole recuperare il credito erogato attraverso il modello F24, nel caso del bonus non si è soggetti al limite annuale di 700mila euro previsto dalle norme vigenti. Le disposizioni arrivano mentre il decreto è all’esame del Parlamento. Ieri la commissione Finanze alla Camera ha votato all’unanimità una risoluzione (Ribaudo, Pd) che chiede di stabilire «un termine certo di sei mesi entro il quale l'Agenzie delle entrate potrà MASSIMO FRANCHI ROMA Disoccupati e cassintegrati hanno il bonus di 80 euro ● ● L’Agenzia delle Entrate detta le regole di applicazione del credito fiscale Il Pd: abbassare al 20% l’aliquota sui conti correnti sotto i 25mila euro provvedere al rimborso delle somme dovute ai cittadini che, avendo presentato il modello 730, ne abbiano diritto». Intanto in Senato piovono sul decreto circa 800 emendamenti. Di questi dal Pd è arrivato un pacchetto di circa 135 proposte di modifica. Tra questi, a firma del presidente della commissio- ne Finanze, Mauro Maria Marino, spunta la proposta di esentare dall'aumento dell'aliquota dal 20% al 26% prevista per le rendite finanziarie, i depositi e conti correnti che hanno una giacenza media non superiore a 25mila euro. Altra proposta a prima firma Marino prevede la riapertura dal beneficio della rateazione dei debiti fiscali per i contribuenti che erano decaduti da questa possibilità prima del 22 giugno scorso. La richiesta dovrà essere presentata entro il 31 luglio prossimo. Chi ne usufruisce non potrà saltare più di due rate consecutive per non perdere il beneficio. I GRILLINI DEBITO PUBBLICO Nuova crescita a marzo: 2120 miliardi Continua a crescere il debito pubblico italiano. A marzo, secondo il Supplemento al Bollettino statistico «Finanza pubblica, fabbisogno e debito» di Bankitalia, il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 12,8 miliardi al nuovo massimo a 2.120 miliardi. L`incremento è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (17,8 miliardi), per effetto, spiega Bankitalia, principalmente del decremento di 2,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine marzo a 62,1 miliardi; 45,9 a marzo del 2013); l`emissione di titoli sopra la pari, l`apprezzamento dell`euro e gli effetti della rivalutazione dei BTP indicizzati all`inflazione (BTPi) hanno complessivamente contenuto l`incremento del debito per 2,3 miliardi. Il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,6 miliardi. I 5 Stelle presenteranno una pregiudiziale di costituzionalità «in quanto le pensioni, anch'esse equiparate a reddito da lavoratore dipendente dal Tuir che è corroborato dalle sentenze della Consulta, sono state irresponsabilmente dimenticate». Così in una nota i gruppi di M5S alla Camera e al Senato in cui rilevano come derivi dal testo del provvedimento il fatto che a fruire del bonus Irpef saranno anche cassintegrati e titolari di indennità di disoccupazione i cui redditi sono equiparati a quelli da lavoro dipendente. «Al tempo stesso - concludono i parlamentari - il Movimento 5 Stelle ritiene spudorata la disattenzione nei riguardi di incapienti e disoccupati senza sostegn». La firma è arrivata. Oggi - alle 15,30 - ci sarà la passerella a palazzo Chigi. La vertenza Electrolux si è chiusa con un accordo che salvaguardia produzioni, posti di lavoro e salario. E che ora sarà al vaglio dei 5mila lavoratori coinvolti che giovedì prossimo voteranno. Non senza qualchemal di pancia,specie nello stabilimento di Susegana per la parte della velocizzazione dei ritmi in linea. L’ultimo ostacolo superato ieri è la quantificazione dei fondi statali e regionali che aiutano la multinazionale svedese ad ottenere la condizione posta per non delocalizzare le produzioni: un taglio del costo del lavoro di 2 euro l’ora. Ecco allora arrivare - oltre ai circa 5 milioni di decontribuzione per i contratti di solidarietà, pari ad 1,1 euro l’ora nel caso che i contratti si applichino a tutti i 5 mila dipendenti coinvolti anche circa 25 milioni ripartiti tra fondi di Innovazione e ricerca del ministero dello Sviluppo e fondi regionali, specie del Friuli Venezia Giulia. Il tutto però necessita di un accordo di programma triangolare. L’altra novità dell’accordo è il Tavolo di monitoraggio sull’accordo chiesto dai sindacati. Per il ministro Federica Guidi l’accordo «dimostra che in questo Paese è possibile continuare a investire, a produrre, a fare investimenti in innovazione e ricerca e soprattutto, che è una cosa che credo sia un dovere morale per ciascuno di noi, cercare di mantenere al massimo i livelli occupazionali». La vicenda Electrolux dimostra che«ci sono lecondizioni per fare industria in Italia», ha affermato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. L’accordo deve insegnare che «i soldi pubblici si danno alle aziendeche non licenziano, non delocalizzano ma investono nel nostro Paese», commenta il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, il quale si è detto convinto che è stato fatto «un buon lavoro» grazie anche alle 150 ore di sciopero. Il modello Electrolux è replicabile laddove redistribuisce orari e lavoro. «Si sperimenta anche lo scaglionamento delle ferie - ha aggiunto - che nel settore è una novità». «Ci hanno chiestoun contributodei lavoratorie la riduzione dei permessi sindacali è stata una mediazione possibile». «Un accordo difensivo, ma di straordinario valore se pensiamo da dove eravamopartiti», commenta Gianluca Ficco della Uilm. «Oggi si chiude una fase - ha commentato il segretario Fim Cisl Beppe Farina - ma deve aprirsene un’altra in cui il governo non intervenga più in termini emergenziali ma offra un piano di sviluppo». Statali, Madia: «Entro il 2018 possibili 10mila uscite» LAURA MATTEUCCI [email protected] Non si tratterà di esuberi, dunque non ci saranno licenziamenti. Ma la ministra Marianna Madia, in audizione alla Camera davanti alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro, parla di «10mila posti nella pubblica amministrazione» che «potrebbero venire liberati da qui al 2018». Numeri che sono «stime prudenziali», aggiunge. «Io le chiamo uscite non traumatiche, non esuberi - spiega - e con l’inserimento di giovani. E non sono misure che non tengono conto del problema degli esodati, che rimangono sempre in cima all’attenzione del governo. La nostra P.a. non ha troppe persone, ma chi ci lavora ha un’età troppo elevata. Inoltre, certamente non c’è una buona distribuzione del personale». Motivo per il quale pensa a percorsi di mobilità interna: «La mobilità volontaria non riesce a funzionare - sottolinea Madia - Credo che la mobilità obbligatoria con alcune garanzie per i lavoratori, e non punitiva, debba essere valorizzata e attuata». Le uscite, dice, possono avvenire innanzitutto con l’abrogazione del trattenimento in servizio, cioé della possibilità di rimanere oltre la pensione. Non ci saranno baby pensionati, ma l’idea è di anticipare le uscite di 6 mesi o un anno. La ministra, prima di varare la riforma della P.a. nel Consiglio dei ministri del 13 giugno vedrà anche i sindacati (non sa ancora se singolarmente o tutti insieme), così come vaglierà le proposte che stanno arrivando via mail dopo la consultazione lanciata dal governo, ma alcune linee guida sono già chiare. Per il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, «una buona notizia»: «Parte di quei 10mila posi potrebbe essere utilmente destinata all'occupazione dei giovani». I sindacati attendono la convocazione e sono disponibili al dialogo. «Di mobilità si discute da anni, e non abbiamo alcun problema a riprendere il discorso - dice la segretaria della Cgil Funzione pubblica, Rossana Dettori - Se siamo in grado di distribuire meglio i servizi, bene. Quanto ai 10mila di cui parla la ministra, ci aspet- .. . «Anticipare le uscite, far entrare dei giovani e distribuire meglio il personale» tiamo che ci spieghi i meccanismi di uscita». Madia continua: «È vero, in media ci sono troppi dirigenti, la riflessione che faremo partirà dai fabbisogni e dagli obiettivi di ogni singola amministrazione, è questo il cuore della riforma. Dobbiamo mettere mano alle direzioni generali che hanno un solo dirigente, abolirle o fare alcuni accorpamenti». Nell’ambito della staffetta generazionale nel pubblico impiego auspicata dalla ministra, il «rapporto 1 a 3» di cui si è tanto parlato «è un rapporto assolutamente variabile a seconda delle esigenze e delle competenze» di cui avranno bisogno le diverse amministrazioni perché «non ci sarà una proporzione fissa tra entrate e uscite». Questo varrà «certamente per le amministrazioni centrali», spiega Madia, mentre sono in corso 5 tavoli tecnici sui principali temi delle riforma dai quali arriverà il 29 maggio una risposta da parte degli enti locali sulla possibilità di «allargare anche a loro» l’applicazione della riforma. «Non vogliamo fare un ragionamento rigido ribadisce la ministra - ma vogliamo intendere l’amministrazione come un unicum», tuttavia si tratta «di mettere le persone giuste al posto giusto nel momento giusto». Ad ogni modo, «ci sarà una regia forte centrale», conclude Madia perché, in particolare la mobilità, «finora non ha funzionato perché è mancato proprio questo». Nel frattempo, sono già arrivate oltre 12mila mail per la consultazione pubblica sulla riforma lanciata dal governo. «In settimana - dice Madia - diffonderemo un primo report». La consultazione si concluderà a fine mese. RASSEGNASTAMPA 11 giovedì 15 maggio 2014 ITALIA RAZZISMO SALVATORE MARIA RIGHI Twitter@SalvatoreMRrighi C’è chi getta benzina sul fuoco, come Maroni, che rispolvera il repertorio leghista e agita lo spettro delle epidemie, pur sapendo - o facendo finta di non sapere che il cordone sanitario nel Mediterraneo è capillare e rigoroso: «Sono preoccupato per un rischio epidemia a causa dei diffusi focolai di poliomielite che ci sono in Siria. E siccome molti (degli immigrati, ndr) sono siriani...». E c’è chi, sul tema immigrazione tornato tragicamente di attualità, fornisce numeri e stastiche che raccontano di un esodo ormai biblico. Così Frontex che parla di un aumento record del 823% degli sbarchi sulle nostre coste rispetto allo scorso anno. Un’impennata impressionante. Numeri record per i flussi di migranti diretti alle coste sud dell'Europa nei primi mesi del 2014: secondo le rilevazioni di Frontex, da gennaio ad aprile sono stati localizzati in totale circa 42.000 migranti, il triplo rispetto ai 12.400 dello stesso periodo del 2013. Di questi, oltre la metà erano diretti in Italia, con un fortissimo aumento rispetto all'anno precedente. L'aumento dei controlli sulle imbarcazioni cariche di immigrati clandestini dirette verso le coste mediterranee dell'Europa ha portato a registrare una crescita enorme dei numeri di quelli che si sono diretti verso le coste del Mediterraneo centrale, ovvero Italia e Malta. Secondo i dati diffusi da Frontex, infatti, gli immigrati clandestini arrivati in Italia sono passati, dai 2.780 dei primi quattro mesi del 2013 a 25.650 rilevati da gennaio ad aprile di quest'anno, con altri 660 sbarcati in Puglia e Calabria. Si tratta di un aumento dell'823%. Come riferiscono i tecnici di Frontex, non soltanto c'è stato un aumento effettivo dei flussi migratori, ma l'agenzia ha aumentato i controlli e i rilevamenti. Inoltre, sottolineano al Frontex, i dati dell'anno scorso erano stati particolarmente bassi. FLUSSO IN AUMENTO Presentando i dati raccolti dall'agenzia Ue sul controllo delle frontiere esterne dell'Unione nei primi mesi dell'anno, il vicedirettore Gill Arias ha sottolineato che non è compito di Frontex aiutare l'Italia nell'accoglienza dei migranti poichè si tratta di uno strumento di rilevazione e controllo, non di gestione delle richieste di asilo. L'aumento dei migranti rilevati da Frontex nei primi mesi, ha riferito Arias, può ricondursi sia a un aumento del flusso sia anche all'aumento di controlli e quindi legato anche alla rafforzata attività di Frontex. Tali numeri non si vedevano da cinque anni, ad eccezione del 2011, quando le migrazioni erano aumentate per via della Primavera araba. «C'è da aspettarsi un aumento delle rilevazioni di migranti durante l'estate quando le traversate sono più facili», ha confermato. L'aumento provocato anche dalle modifiche delle leggi sull'immigrazione in Israele. Ciò «porta i migranti provenienti dal corno d'Africa a scegliere soprattutto l'Europa come luogo di arrivo». Secondo le testimonianze dei migranti siriani e sub sahariani, riferisce Arias, ci sarebbero già molte persone in L’importanza di quel portale integrazione per gli stranieri LUIGI MANCONI VALENTINA CALDERONE VALENTINA BRINIS [email protected] D L'arrivo al porto di Catania della nave Grecale con a bordo i migranti superstiti FOTO DI ANDREA DI GRAZIA/LAPRESSE Migranti, numeri boom In Italia sbarchi a +823% I dati dell’agenzia Forex: nei primi quattro mesi del 2014 arrivi balzati a 25.650 ● Renzi: «La Ue decide sulla pesca, ma ci gira le spalle su questo» ● Libia pronti a fare la traversata. Cresce anche il numero delle richieste di asilo avanzate in Svezia, Olanda e Bulgaria e Germania, che da sola registra un + 41%. Diminuiscono i rifiuti di accesso nel confine Polonia-Ucraina e fra Russia, Polonia e Finlandia. Le attività di Frontex sono supportate da un bilancio di 89 milio- ni di euro nel 2014, che potrebbero diminuire in futuro, dei quali 55,3 destinati alle attività operative, soprattutto per Eurosur (13,5) e operazioni congiunte (42 milioni). Di questi, 21,5 milioni dedicati al controllo del mare. «Il controllo delle frontiere è solo un piccolo tassello del puzzle, non è la soluzione. Per miglio- LE INDAGINI In carcere due scafisti sospettati per la tragedia Due uomini, un tunisino e un marocchino, sono stati fermati dagli agenti della Squadra mobile e della Questura di Catania, con l'accusa di essere stati gli scafisti del barcone naufragato due giorni fa nel Canale di Sicilia causando la morte di 17 migranti, tra i quali una donna incinta. Per i due, le accuse della Procura etnea sono di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, omicidio plurimo e naufragio. Secondo gli investigatori catanesi, i due avrebbero determinato deliberatamente un'avaria all'imbarcazione, facendo imbarcare acqua al natante che è andato velocemente a fondo. I fermati sono Haj Hammouda Radouan, tunisino, e Hamid Bouchab, marocchino, entrambi di 23 anni. Sono stati trasferiti nel carcere di Piazza Lanza. Secondo gli inquirenti, il primo pilotava il barcone in legno di di 20-25 metri su cui viaggiavano oltre 200 migranti, mentre l'altro lo assisteva. Intanto, nell'obitorio del cimitero di Catania sono in corso le procedure d'identificazione delle vittime. rare la situazione servono soprattutto accordi bilaterali più stringenti fra le nazioni e politiche più incisive contro i trafficanti». Per quanto riguarda i centri di accoglienza «non è compito di Frontex gestire l'arrivo dei migranti nei centri di accoglienza». Sul tema non sono mancate altre scintille politiche. Il premier Renzi, in visita a Reggio Calabria, si è rivolto all’Europa dopo le polemiche del giorno precedente, alimentate soprattutto da Alfano. «Ci danno direttive sul pesce spada, ma ci girano le spalle quando si tratta di raccogliere persone che affondano in mare». Dopo le critiche all'Unione Europea, di cui aveva stigmatizzato il disimpegno sul tema dell'emergenza immigrazione che investe il Paese, Renzi è tornato ieri sull'argomento. Lo spunto per un nuovo affondo glielo hanno dato i pescatori calabresi. A Reggio, fra due o trecento lavoratori che lo attendevano davanti alla prefettura, c'erano anche loro. «Mi hanno spiegato che vivono una crisi dovuta al fatto che l'Ue impedisce loro di pescare il pesce spada. Ci danno direttive su queste cose ma ci girano le spalle quando si tratta di raccogliere persone che affondano in mare». Privatizzazioni e beni comuni, sabato il corteo RACHELE GONNELLI ROMA Si annuncia per sabato prossimo una grande manifestazione a Roma «per i beni comuni e contro le privatizzazioni», organizzata da Arci e Forum dell’Acqua pubblica con l’adesione di centinaia di associazioni e comitati. C’è però ancora un braccio di ferro tra organizzatori da una parte e questura e prefettura dall’altra sul percorso del corteo, corteo per altro già autorizzato. Ieri, per ribadire la volontà dei manifestanti di passare sotto il ministero dell’Economia in via XX settembre e sotto la vicina sede della Cassa depositi e prestiti, indicata come collettore delle privatizzazioni che si annunciano,, una cinquantina di attivisti hanno inscenato una protesta, o meglio un «flashmob», proprio davanti a uno dei due luoghi-simbolo negati al corteo: la Cassa depositi e prestiti appunto, in via Goito. «Abbiamo dato tutte le assicurazioni possibilisul fatto chela manifestazione saràradicale nei contenuti ma assolutamentepacifica nelle modalità, sullo stile creativo e plurale che contraddistingue da sempre il movimento per l’acqua pubblica - dice Paolo Carsetti, portavoce del Forum - e a questo punto denunciamoanche un restringimento inaccettabile degli spazi democratici. È chiaro - aggiunge - che è il ministro Alfano chechiamiamo in causa e che vogliamo rassicurare di nuovo: non c’è alcun timore di scontri o contestazioni violente». La lista delle adesioni alla manifestazione per i beni comuni è molto lunga e composita, si va dai comitati Stop Biocidio della Terra dei Fuochi in Campania a quelli No Grandi Navi del Veneto passando per No Tav, No Muos, No Ttpi fino alla nuova sigla deiNo Triv,gli ambientalistiche, in partico- larein Basilicata, si battono contro le trivellazioni a caccia di giacimenti di gas e petrolio. Parteciperanno anche, quasi al completo, i movimenti per il diritto all’abitare protagonisti delle ultime manifestazioni a Roma, da Action alla costituenda Coalizione per il patrimonio comune che ha lanciato la raccolta di firme per delibere di iniziativa popolare in Campidoglio. Più molti centri sociali, la rete dei teatri occupati a partire dal Valle, i giovani studenti e precari della Rete della Conoscenza, Legambiente con una propria piattaforma. Le parole .. . Organizzata da Arci e Forum dell’Acqua pubblica con l’adesione di centinaia di associazioni e comitati d’ordine saranno contro il decreto Poletti sul lavoro e il Jobs Act, contro i tagli alla cultura, per più risorse alla sanità e alla scuola pubblica oltre che controle privatizzazioni. Essendo l’ultimo sabato pre-elettorale, ci saranno anche numerosi candidati alle europee, soprattutto della lista Tsipras. Il concentramento è alle 14 a piazza della Repubblica mentre la fine del corteo è prevista a piazza del Popolo. Il percorso per ora è ancora un punto interrogativo. Gli organizzatori nei prossimi giorni torneranno a incontrarsi con questura e prefettura, che al momento non vorrebbero neanche che il corteo sfilasse per piazza Barberini, dove il 12 aprile scorso c’è stata una violenta carica dei carabinieri, e insistono per un percorso molto breve e quasi tutto all’interno del parco del Pincio. Appelli, adesioni e modalità organizzative sono sul sito 17maggio.noblogs.org. a qualche anno il ministero del Lavoro ha attivato il Portale Integrazione Migranti in cui è disponibile l’elenco dei servizi attivi sul territorio a favore di persone straniere. L’intento del Portale, infatti, è proprio quello di agevolare l’accesso a tali servizi assicurando una corretta informazione come presupposto per facilitare l’integrazione nella società italiana. Nel Portale ci sono diverse sezioni tematiche: dall’educazione al lavoro, dall’alloggio alle istituzioni territoriali, dai minori alle seconde generazioni. Vengono, inoltre, messe in evidenza le più importanti novità sul piano della normativa, delle iniziative istituzionali e delle attività intraprese a livello nazionale, regionale e locale. Il materiale disponibile nel sito è tradotto in dieci lingue. È attiva anche una «Linea Amica Immigrazione» a cui l’operatore, tra le altre cose, risponde a quesiti inerenti alla normativa in materia di immigrazione. Il servizio è composto da un’equipe di operatori specializzati di Front Office che rispondono in italiano, inglese, francese e spagnolo. Quando l’istanza è più complessa, viene trasmessa in tempo reale a un team di esperti che prendono in carico il problema. Negli ultimi tre mesi a usufruire di questo servizio non sono stati solo gli stranieri. Risulta infatti dalla rielaborazione dei dati raccolti dal ministero che il 48% delle telefonate sia giunta da cittadini italiani, che hanno posto quesiti per conto di un loro familiare o di un loro dipendente immigrato. Il restante 52% è suddiviso per lo più tra persone provenienti da un paese africano, dal Sud America e da uno stato dell’Asia. E le richieste hanno riguardato i permessi di soggiorno (oltre il 48%), la possibilità di studio e di lavoro in Italia (oltre 25%), la cittadinanza (16,07%), il ricongiungimento familiare (8,61%) e il matrimonio (1,32%). Questi dati confermano l’importanza del servizio messo a disposizione del ministero dettata anche dalla sua versatilità nelle modalità di utilizzo. Il fatto di non limitarsi a dare delle risposte standardizzate a richieste comuni in un’area del sito, è indice del vero interesse a essere un servizio prima di tutto utile all’integrazione delle persone straniere in Italia. Perché questo processo, reso sempre più complicato dalle normative in materia, per essere realizzato ha bisogno di essere fondato su valide informazioni. Ed è su questo aspetto che dovrebbe basarsi l’accoglienza di persone appena arrivate in Italia: fornire giuste indicazioni su cosa fare e come fare per ottenere un titolo di soggiorno, la tessera sanitaria, un posto in un centro di accoglienza e molto altro. Oltre a questo, però, bisogna che sia garantito un accesso semplice alle procedure da effettuare per vivere in Italia. Un passaggio che sarebbe sicuramente facilitato se venissero apportati dei cambiamenti all’attuale normativa sull’immigrazione. Senza questo, sarà sicuramente complicato portare a compimento un percorso che si concluda con l’integrazione. RASSEGNASTAMPA 15 giovedì 15 maggio 2014 COMUNITÀ Il commento Il commento La corsa al voto con l’Europa dimenticata Basta decreti: più forza al governo parlamentare Massimo Adinolfi SEGUE DALLA PRIMA Per decidere la rappresentanza parlamentare in Europa in forza delle posizioni espresse su questioni di formato europeo: il futuro presidente della Commissione indicato dai cittadini attraverso il voto; la riforma dei Trattati; la crisi dell’area Euro, il fiscal compact e le politiche di austerity; i fondi europei e la loro destinazione nel Mezzogiorno; le politiche per l’immigrazione. E sono solo alcuni dei capitoli su cui c’è bisogno di una consapevolezza e dell’esercizio di una cittadinanza finalmente europea. E invece progressivamente questi temi sono impalliditi, dell’Unione ci è rimasto quasi soltanto lo spauracchio a uso di una certa retorica populista, dopodiché le prossime elezioni hanno preso a funzionare come una verifica del consenso ai partiti, per finalità quasi esclusivamente interne. O come un’elezione di metà mandato, per testare la salute del governo. D’altra parte i sondaggi, quelli pubblicati prima dello stop elettorale e quelli che circolano riservatamente, continuano a rispondere a domande tutte italiane: quanto peserà sul voto lo scandalo dell’Expo? Gonfierà ancora il consenso a Grillo e all’antipolitica oppure non inciderà più di tanto? E Scajola, e Dell’Utri, e Berlusconi ai servizi sociali: non sarà che le parole dell’ex-ministro Geithner offrono un’insperata ciambella di salvataggio al Cavaliere, a corto di argomenti e di uomini? Ma possono divenire gli appalti milanesi, oppure l’ignominiosa caduta del governo Berlusconi, nel 2011, gli argomenti su cui si decide l’esito del voto del 25 maggio? L’Unione europea non ha una politica estera degna di questo nome, e intanto l’Ucraina è sull’orlo della guerra civile. Nessun partito politico italiano sem- bra però minimamente attraversato dalla questione. Né prova a prendere voti sul destino di Kiev o sui rapporti con Mosca. Quanto al bilancio del Parlamento europeo, esso rappresenta l’1% del bilancio dell’Unione e solo un quinto della spesa amministrativa complessiva delle istituzioni europee. Eppure è l’unico luogo vero in cui, nel voto, si mescolano effettivamente le identità nazionali, il che per forza di cose non accade fra capi di governo. E però la crisi ha rafforzato robustamente il metodo intergovernativo, per cui l’Europa è divenuta sempre più l’Europa di primi ministri, presidenti e cancellieri. Ma anche questo, anche la qualità e l’intensità dei processi democratici dell’Unione sembra non avere alcuna rilevanza nella campagna elettorale. La quale si va giocando dapprima sulla burrascosa finale di Coppa Italia, poi sulla coppia indecente formata da Primo Greganti e da Gianstefano Frigerio, poi sull’approvazione del decreto lavoro: il profilo di un programma per l’Europa bisogna cercarlo fra le pieghe di un discorso, a margine di una conferenza stampa, in qualche comunicato scritto per gli addetti ai lavori, ma in nessun modo là dove lo si dovrebbe trovare, e giudicare: nel dibattito delle idee, nell’opinione pubblica, e infine (e so- prattutto), nel sentimento popolare. Cui prodest? A chi giova? Forse non ad uno solo ma a tutti. Perché Berlusconi quali argomenti avrebbe, quale idea di Europa coltiva? Vallo a sapere. E Grillo? Ha ragione il premier, quando sottolinea che non si ricorda il nome di un solo candidato a Cinque Stelle. Grillo, d’altronde, li manda a Bruxelles non perché abbiano chissà quale visione dell’Europa, ma solo perché facciano pulizia negli uffici. Al futuro del continente ci si penserà dopo, magari con qualche sbrigativa consultazione on line. E poi l’Italia offre un molto più pescoso mare di polemiche. Renzi, infine, ha tutto l’interesse ad incassare un voto che capitalizzi la luna di miele con il Paese, che lo rafforzi alla guida del governo e della maggioranza, che gli dia una più piena legittimazione. Al tirar delle somme, dunque, Parigi val bene una messa, e così Roma o Berlino, ma Bruxelles o Strasburgo pare proprio di no. ... Una campagna elettorale nella quale si discute di altro e non si affrontano i veri temi della sfida europea Maramotti .. . Dal caso Expo al finto complotto: si preferisce misurare la propria forza per motivi interni L’analisi Mare Nostrum, operazione di civiltà Nicola Cacace ● CON L’OPERAZIONE DI CIVILTÀ MARE NOSTRUM L’ITALIA SI CONQUISTA LA GRATITUDINE ETERNA DI UN MILIARDO di africani e levantini e potrà andare a Bruxelles a testa alta per chiedere una europeizzazione del fenomeno migratorio. L’emigrazione è un fenomeno in crescita nel mondo, come la globalizzazione. Nel 2012 sono emigrati 232 milioni di persone, il 3,5% della popolazione mondiale che diventeranno 400 milioni tra 20 anni. L’Italia, con un movimento immigratorio annuo di 300mila unità, pari al 5% della popolazione, è sopra questa media, perché ha una denatalità nettamente superiore alla media mondiale. Il primo fattore di attrazione dei flussi migratori è la domanda di lavoro. Italia e Spagna, Paesi a più bassa natalità nel mondo, sono i Paesi europei maggiormente investiti dagli immigrati dal 2000 ad oggi, pur es- sendo Paesi ad alta disoccupazione. Perché ci sono due mercati del lavoro, quello delle badanti, dei contadini, dei pastori, degli edili, della pulizia, attrattivi quasi solo per gli immigrati ed il resto dei lavori cui concorrono i nativi. Una seconda verità poco conosciuta è che gli sbarchi hanno inciso molto poco sui flussi migratori. Sino al 2013 gli sbarchi sono stati di circa 20mila l’anno contro un immigrazione di 350mila l’anno e ciononostante gli sbarchi sono tacciati di «invasione» per speculazione ignorante dalla destra, cui non sa replicare la sinistra. Gli sbarchi hanno superato la quota dei 20mila solo nel 2011 per la guerra in Libia e la primavera araba e quest’anno, essendo stati 22mila nei primi 4 mesi. Sono molti? Sicuramente si, rispetto al passato, perché sono agevolati dall’operazione Mare nostrum, ma non rispetto all’immigrazione totale, che continua, sia pure con flussi inferiori. Le speculazioni elettorali contro l’«invasione dei neri» si possono capire, certe esternazioni di responsabili governativi e di alti funzionari un po’ meno! Come si fa a prevedere una invasione di 600mila cittadini dal mare, come il ministro Alfano? Gli sbarchi sono sicuramente accele- .. . L’Italia potrà andare a Bruxelles a testa alta per chiedere che la Ue affronti il fenomeno migratorio rati dall’operazione Mare nostrum, che rimarrà un esempio di cui l’Italia potrà gloriarsi in eterno, un’operazione di civiltà dopo le migliaia di morti in mare, ma incideranno poco sull’immigrazione economica, essendo la maggioranza degli sbarchi di richiedenti asilo e di persone che vengono in Italia solo di passaggio. Bisogna che l’Europa dia una validazione, anche economica, europea all’operazione Mare nostrum, abolendo la regola del fifthy-fifthy di divisione dei costi, bisognerà ridurre dagli attuali 18 mesi a 6 mesi il periodo di detenzione nei Cie, centri di identificazione ed accoglienza e bisognerà abolire, a Bruxelles, la ingiusta norma di Dublino, che obbliga ogni richiedente asilo a permanere nel paese d’ingresso. Per quanto riguarda la sistemazione dei rifugiati, 20mila-30mila circa l’anno non possono essere un problema per un Paese di 60 milioni come il nostro, Paesi come Germania, Francia e Gran Bretagna ne accolgono molte volte di più. Basterebbe guardare alle esperienze positive già fatte. In Italia ci sono Comuni in via di spopolamento, con case vuote e mestieri scomparsi che hanno accolto con vantaggi reciproci famiglie di rifugiati, sarti, calzolai, elettricisti, come in passato fu fatto con greci ed albanesi. Con un po’ di fantasia e di organizzazione, la sistemazione dei rifugiati in piccoli centri potrebbe essere realizzata molto meglio delle attuali scandalose concentrazioni nelle grandi città. Claudio Sardo ● LACAMERAHAAPPENAVOTATOLAFIDUCIASULDECRETOLAVOROE,PROBABILMENTE,ILGOVERNOPORRÀOGGI DI NUOVO LA QUESTIONE DI FIDUCIA SUL DECRETO PER L’EMERGENZA CASA. Il decreto-legge è ormai la modalità ordinaria per legiferare e il voto di fiducia è la procedura standard per superare gli ostacoli parlamentari e assicurare così la conversione entro i 60 giorni previsti dalla Costituzione. La prassi viene da lontano, oggi però siamo davanti a una regola assoluta. Totalitaria. E non si può negare che rappresenti uno stravolgimento dei principi a cui si era ispirato il costituente. A ben guardare, qualcosa è cambiato in questa legislatura: la fiducia viene posta prevalentemente alla Camera (il decreto Poletti è stato finora la sola eccezione), dove la maggioranza è più solida. E qualcosa è cambiato pure dopo la recente sentenza della Consulta, che ha vietato i decreti omnibus, contenenti al loro interno le materie più svariate: il governo Renzi ha risposto al divieto sfornando decreti-legge più corti e sicuramente più omogenei (salvo il decreto sulla finanza locale). Comunque, da quando il nuovo esecutivo è in carica, le Camere non hanno approvato altro che leggi di conversione dei decreti. I leggeri correttivi, insomma, tendono a perfezionare la procedura, a stabilizzarla. Anche i mostruosi maxi-emendamenti di un tempo sono stati di molto ridimensionati, dopo i ripetuti e molto severi intervenuti del presidente della Repubblica. Ma il problema non è stilare la classifica dei governi che, nella stortura, si sono comportati meglio. Il problema è come raddrizzare la stortura. I decreti non possono diventare la sola via legislativa praticabile. Il Parlamento verrebbe ucciso e la qualità delle leggi, come si è visto in questi anni, peggiorerebbe ancor di più. Al tempo stesso, però, non sarebbe una risposta accettabile per il Paese un’indebolimento dei poteri di indirizzo del governo. Per ricondurre i decreti ai soli casi eccezionali di necessità e di urgenza, bisogna consentire al governo di percorrere la strada principale della legislazione, quella voluta dalla Costituzione ma oggi ostruita da vari fattori, regolamentari e politici. Nel progetto di riforma del Senato si introduce il voto a data certa sui disegni di legge che il governo considera più importanti. E’ un buon punto di partenza. Che va sviluppato con una riforma dei regolamenti parlamentari, soprattutto della Camera. La presidente Laura Boldrini ha già messo al lavoro la giunta per il regolamento e, a quel che si sa, l’impostazione è promettente. Il governo deve poter disporre di una corsia preferenziale per ottenere il voto finale su alcuni disegni di legge entro 30 giorni dalla presentazione. Non solo. Occorre spostare in commissione il grosso del lavoro sugli emendamenti, selezionando le votazioni in aula e riducendole alle questioni più qualificanti. Non può essere l’ostruzionismo, o comunque il potere di ritardare le decisioni, l’arma più forte a disposizione del Parlamento. Abbiamo bisogno di una democrazia decidente. E di rafforzare il contenuto democratico delle decisioni. Non è vero che da noi il governo non ha poteri. Dobbiamo evitare che questo potere si fondi su torsioni del sistema. Perché si può rafforzare il governo, rafforzando al tempo stesso il Parlamento. Ad esempio, se in un bimestre il governo porta in votazione tre sue leggi con procedura accelerata, si può riconoscere alle opposizioni il diritto di sottoporre al voto almeno una loro proposta. Con analoghe garanzie e procedure. E così le leggi di iniziativa popolare, finora le grandi dimenticate nel nostro sistema, devono essere portare al giudizio dell’assemblea entro un termine stabilito. Per rafforzare il Parlamento bisogna soprattutto far funzionare i contrappesi (e ovviamente il primo dei contrappesi è recuperare il legame degli eletti con il territorio e i cittadini: basta liste bloccate!). Ce la faremo a costruire una democrazia più matura e decidente? Le riforme non sono il vezzo di qualcuno. Sono ciò che manca da tempo. Anche perché in assenza di riforme pensate, abbiamo avuto strappi e mutamenti di fatto. Il punto è se vogliamo ricostruire un sistema parlamentare razionalizzato, aggiornando i principi dei costituenti, oppure se vogliamo fuggire altrove, inseguendo populismi e demagogie. In Europa i sistemi flessibili sono quelli che stanno dando le prove migliori. Speriamo di restare su questa strada. Ma ce n’è un'altra: quella del presidenzialismo e di una maggiore rigidità del sistema. L’illusione è che l’uomo forte basti a rendere più forti le istituzioni. E’ un’illusione che può aprire la porta alle avventure. Comunque, per difendere i valori della nostra Costituzione bisogna avere il coraggio di cambiare. Nella paralisi attuale Berlusconi può aumentare i suoi ricatti e Grillo può continuare a giocare allo sfascio, facendo leva sull’ostruzionismo ad oltranza. Un governo più forte in un Parlamento più forte, comunque, sarà possibile solo se i partiti e i gruppi parlamentari torneranno ad essere sintesi di politica e di interessi sociali: proprio la loro crisi è una delle cause del deterioramento istituzionale. Non ci sarà mai un Parlamento più forte, qualunque regolamento si adotti, se i deputati saranno ridotti alla corte di un capo e se si continuerà ad ascoltare la sirena della democrazia senza partiti. RASSEGNASTAMPA 16 giovedì 15 maggio 2014 COMUNITÀ Dialoghi L’Expo di Milano e lo sciacallaggio di Beppe Grillo In un programma televisivo Grillo scatenato ha detto di essere un Grillo cattivo un po’ contro tutti, come del resto l’ho sempre sentito, da quando ha smesso di fare il pagliaccio ed è entrato in politica. A me che ho più di 100 anni, con i suoi fanatici discorsi, purtroppo mi porta alla memoria un altro salvatore della Patria, Benito Mussolini. LEONE SACCHI Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta L’analisi Decreto casa, le misure per l’emergenza Franco Mirabelli Senatore Pd ● IL DECRETO SULL'EMERGENZA ABITATIVA CHE ABBIAMO APPROVATO IERI AL SENATO, DOPO UN IMPORTANTE lavoro che ne ha migliorato il testo, raccogliendo proposte ed osservazioni venute da tutte le associazioni che rappresentano inquilini, imprese e proprietari, è un segnale concreto di cambiamento. Si tratta di un provvedimento innovativo che sui media rischia di essere travolto dalla campagna elettorale e che merita invece di essere valorizzato, perché dà risposte concrete al dramma sociale di chi è senza casa. Per la prima volta dopo oltre 15 anni, si mettono in campo politiche pubbliche per l'abitare che guardano al futuro e si decidono una serie di interventi, con la consapevolezza che la risposta garantita fino al 1998 dalla costruzione dei grandi quartie- L’intervento Terzo settore, investire sul capitale umano Paolo Beni Presidente nazionale dell’Arci e deputato Pd ● SARÀ LA VOLTA BUONA PER DARE FINALMENTE AL TERZO SETTORE QUELLE RIFORMECHEDAANNICHIEDE ottenendo so- lo promesse? È quanto auspicano migliaia di organizzazioni sociali dopo la presentazione da parte del presidente del Consiglio delle linee guida per una legge delega sul terzo settore. Ma stavolta sembra prevalere l’ottimismo, visto il consenso registrato dal documento, che delinea un ambizioso progetto di revisione complessiva delle norme sugli enti non profit. Una messa a punto resa tanto più opportuna dal peso crescente di un terzo settore che si sta dimostrando attore decisivo per reagire alla crisi economica, sociale, culturale che attraversa il paese. Associazioni, cooperative sociali, gruppi di volontariato sono spesso nelle nostre comunità un argine alla Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 Utilizzare il lavoro dei magistrati che hanno rivelato una trama di corruzione per mandare al diavolo l'Expo di Milano, 1'impresa in cui sono stati impegnati per anni uomini e donne perbene ed in cui sono stati investiti capitali importanti dal punto di vista finanziario, professionale ed umano, è un modo di buttare il bambino con l'acqua sporca ma è soprattutto un modo disonesto di cavalcare gli stati d'animo della gente. Quello che si dovrebbe fare ragionando in questo modo è chiudere i ministeri in cui qualcuno si fa corrompere, le fabbriche in cui ci sono degli incidenti, le strade dove ci sono delle buche, gli ospedali dove qualche medico sbaglia, le scuole in cui un professore fa delle prepotenze ai ragazzi, le banche su cui a qualsiasi titolo si svolgono delle indagini, i campionati sportivi, a partire dal calcio, in cui episodi di corruzione vengono segnalati e soprattutto i partiti (degli altri) in cui sono state trovate delle mele marce. Ciò che resterebbe, dopo questa rivoluzione «totale» portata avanti da un Grillo «cattivo contro tutti», è il suo ricciolo bianco sul faccione eternamente insoddisfatto o francamente «incazzato» e il rotolare dei suoi insulti a tutto e a tutti. Uno «sfascismo» come quello di Grillo dove il «vaffa» è il degno erede del «me ne frego» andrebbe fatalmente, anche io lo penso, verso questo tipo di epilogo se il voto degli italiani non lo fermerà. ri popolari con i fondi Gescal non è più proponibile. Innanzitutto, con questa legge si investono risorse pubbliche significative su tre filoni di intervento. Primo: si rifinanziano il Fondo a sostegno degli affitti e il Fondo per la morosità incolpevole, che diventa permanente proprio per consentire a Regioni e Comuni non solo di sostenere economicamente le famiglie, ma soprattutto di favorire soluzioni abitative sostenibili. Secondo, vengono stanziati oltre 500 milioni nel 2014 con l'obbligo di utilizzarli subito per ristrutturare le migliaia di alloggi pubblici vuoti (perché bisognosi di interventi che Comuni e Iacp non possono affrontare), in modo che possano essere assegnati a chi ne ha bisogno. Terzo, si interviene sul tema delle vendite degli appartamenti pubblici, garantendo che possano essere ceduti solo agli inquilini e che tutti i profitti siano spesi per realizzare nuova edilizia sociale e non per fare cassa. Si finanzia con oltre cento milioni un fondo per abbattere di almeno un punto percentuale i mutui accesi dalle famiglie per questa finalità. Accanto a questi interventi si incentiva, per la prima volta in modo significativo in un Paese in cui quando si pensa alla casa si pensa solo alla proprietà, l'affitto a canoni accessibili per le famiglie. L'abbattimento della cedolare secca dal 15 al 10% per chi affitta a canone concordato va in questa direzione, rende conveniente la lo- cazione ed è un invito ai proprietari a non lasciare sfitti gli appartamenti. Inoltre, come é giusto che sia, a fronte di un impegno per aumentare l'offerta abitativa a canoni accessibili per le famiglie, si interviene sul tema dell'abusivismo per affermare un principio di legalità e giustizia. Chi occupa abusivamente toglie un diritto al legittimo proprietario dell'appartamento o a chi, nel pubblico, è in lista di attesa e si vede scavalcato da chi non rispetta le regole e le leggi. Su questo non si può essere ambigui ed è giusto prevedere, come si fa con la norma, l'impossibilità per chi occupa di ottenere in quell' alloggio allacciamenti e residenza e, in caso di appartamento pubblico, per 5 anni di essere inseriti nella graduatoria per l'assegnazione degli alloggi. Un altro punto qualificante della legge riguarda l'insieme di norme che promuovono interventi per realizzare alloggi sociali con il contributo di aziende cooperative e private in rapporto con gli enti locali, creando un sistema di incentivi che renda conveniente investire in questi progetti che non devono consumare ulteriore suolo, devono promuovere riuso, ricostruzioni e ristrutturazioni e garantire efficienza e risparmio energetici. C'è anche altro nel testo approvato al Senato, ma già queste cose danno il senso di una normativa che avrà effetti importanti e concreti e che soprattutto dà valore al lavoro di questo governo e di questo Parlamento. frammentazione sociale, protagonisti della tenuta e dell’innovazione del welfare pubblico, volano di sviluppo e di nuova occupazione, palestra di civismo e presidio di democrazia partecipativa. Ma è proprio la rilevanza del terzo settore che impone l’esigenza di monitorarne l’evoluzione nel contesto dei mutamenti sociali e aggiornare il quadro normativo di riferimento, tanto allo scopo di tutelare l’identità, l’autonomia e la trasparenza delle formazioni sociali, quanto con l’obbiettivo di incentivarne l’azione con idonei strumenti di accreditamento e sostegno. Una legge per il terzo settore non è un provvedimento corporativo a favore di una categoria, ma un investimento nel capitale umano del paese, per valorizzare le sue energie migliori: la libera iniziativa dei cittadini che si associano per contribuire al bene comune. Serve un riordino del corposo insieme di leggi di settore che oggi norma la pluralità di forme organizzative del terzo settore ma che presenta anche il limite di essere stato prodotto in tempi diversi e per «compartimenti stagno». Da qui la necessità - ferma restando l'articolazione dei diversi soggetti - di aggiornare le leggi di settore alla luce di nuove esigenze o vecchie lacune, armonizzare i singoli provvedimenti e verificarne la coerenza con l’evoluzione delle normative europee. Opportunamente le linee guida prevedono la revisione del Libro I del Codice Civile per dare più flessibilità all’attuale disciplina codicistica, semplificare le procedure di riconoscimento della personalità giuridica, favorire l’autonomia statutaria degli enti e definirne al tempo stesso i criteri per la gestione economica e i requisiti sostanziali in relazione alla responsabilità verso terzi. Fondamentale per la sostenibilità di molte attività non profit è l’intento di rafforzare il sostegno al terzo settore col riordino della fiscalità di vantaggio, l’armonizzazione delle agevolazioni fiscali fra le diverse categorie di enti e il potenziamento del 5 per 1000. Una grande opportunità è il rilancio del servizio civile volontario, destinato a coinvolgere fino a 100.000 giovani. Soprattutto, alla semplificazione del quadro normativo si accompagna la conferma della dimensione democratica e partecipativa e dei valori peculiari del non profit italiano: la sussidiarietà, l’economia sociale, un modello di welfare universalistico e inclusivo. Senza dubbio un buon inizio, anche grazie alla scelta del governo di coinvolgere nella elaborazione del progetto un gruppo di parlamentari espressione diretta del mondo del terzo settore. Ora, via alla consultazione ([email protected]) di associazioni e cittadini. Fino al 13 giugno, poi si procederà alla stesura definitiva della legge. La tiratura del 14 maggio 2014 è stata di 65.415 copie La lettera Università e valutazione, i compiti dell’Anvur Stefano Fantoni Presidente Anvur ● L’ARTICOLOINTITOLATO«ILDELIRIOBUROCRATICOCHEUCCIDE L'UNIVERSITÀ» PUBBLICATO SU L’UNITÀ DI LUNEDÌ 12 MAGGIO LANCIA l’ennesimo allarme sul sistema accademico, ma rischia di confondere le idee su quali siano i motivi di reali difficoltà degli atenei, in larga parte legati alla riduzione delle risorse, come documentato dal recente Rapporto Anvur. Nell’articolo, infatti, si dipinge il processo di valutazione del sistema universitario, adottato dal nostro Paese con notevole ritardo rispetto alle altre realtà europee, come un freno alla buona riuscita delle attività accademiche. Inoltre, si lascia intendere che l’Anvur abbia travalicato i suoi compiti istituzionali e sarebbe colpevole di «burocratizzare» la vita universitaria. Si tratta di una visione non corretta da diversi punti di vista. Il modello di accreditamento e valutazione degli atenei, che si sta adottando finalmente anche in Italia, è frutto di una scelta delle autorità politiche: con il decreto legislativo 19/2012 l’Anvur è stata incaricata di realizzare un sistema di valutazione basato sulle linee guida europee che i ministri dell’Istruzione dei Paesi aderenti del processo di Bologna hanno adottato nell’incontro di Bergen del 2005. Queste linee guida, elaborate dall’Enqa, il network europeo che raggruppa le agenzie nazionali di valutazione e accreditamento (a cui l’Anvur è affiliata), sono alla base di tutti i sistemi di valutazione dei processi formativi europei. Attualmente, su 28 Paesi dell’Unione Europea solo sette non hanno sistemi di valutazione pienamente certificati: Cipro, Grecia, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Slovacchia, oltre all’Italia che si sta finalmente adeguando. Le linee guida prevedono che gli atenei si dotino di sistemi di assicurazione della qualità verificabili periodicamente da agenzie indipendenti dai ministeri. Lo strumento chiave del processo di valutazione sono le visite in loco presso gli atenei da parte di commissioni composte in larga parte dagli stessi docenti universitari: il Dlgs 19/2012 prevede che l’Anvur adotti un programma quinquennale di visite presso tutti gli atenei. Nei giorni scorsi l’Anvur ha pubblicato un documento tecnico destinato agli esperti delle commissioni di valutazione, e non agli atenei come scritto nell’articolo. L’Anvur, in omaggio a una logica di trasparenza, ha ritenuto opportuno pubblicarlo, nonostante il suo carattere tecnico lo renda non di facile lettura. In questo modo le università hanno la possibilità di conoscere in anticipo come le commissioni lavoreranno e quali siano i limiti del loro mandato. È importante ricordare come la definizione di queste linee guida sia il frutto di un lungo lavoro di dialogo tra l’Anvur e le università italiane: negli ultimi due anni si sono tenute decine d’incontri presso gli atenei per condividere il modello di Autovalutazione, Valutazione, Accreditamento (Ava). L’obiettivo, infatti, non è certo di «burocratizzare» la vita degli atenei ma quello di aiutare le università a seguire un nuovo percorso verso l’Assicurazione della Qualità che certifichi e migliori l’offerta formativa italiana. Il recente rapporto Anvur, infatti, ha messo in luce come in questo sistema permangano notevoli criticità, a partire dal basso tasso di successo degli studenti e l’eccessiva durata dei percorsi di studio. Conoscendo le difficoltà che potrebbero incontrare gli atenei, l’Anvur ha ritardato l’introduzione di Ava e ha deciso quest’anno di avviare una fase sperimentale con 4-5 visite in atenei che si auto-candideranno. Ciò consentirà di affinare insieme alle università le metodologie da adottare a regime. Inoltre, diversamente da quanto avviene in altri Paesi europei, il sistema di valutazione non richiede oneri addizionali per gli atenei legati alle visite, come ad esempio la redazione di estesi rapporti. L’Autorità politica che ha partecipato alla elaborazione delle direttive europee, scritto le leggi che hanno introdotto il sistema Ava nel nostro Paese e i decreti attuativi che ne dettano l’applicazione, potrebbe decidere di non procedere alla messa a regime di Ava, o di ritardarne ulteriormente l’introduzione, sollevando Anvur dai suoi obblighi istituzionali. Bisogna però essere consapevoli della conseguenza di una scelta che emarginerebbe il nostro Paese dalla costruzione dello spazio universitario europeo, e in prospettiva all’indebolimento dei titoli di studio rilasciati da università e dei corsi di studio non accreditati con procedure condivise a livello europeo. Qualora si decidesse in tal senso, Anvur sarebbe comunque disponibile a partecipare a questa riflessione. Ma oggi non può ignorare i suoi obblighi istituzionali e le sue responsabilità di fronte al riconoscimento a livello europeo della qualità del sistema universitario italiano. L'interventodelprofessorFantonièuna rispostaimportante,nontanto almioarticolo,quantoallaprotestachestadilagandonegliateneiitaliani.Si tratta di temi molto seri, benché contengano complicate tecnicalità. Posso solo testimoniare che dopo l'uscita del mio articolo su l'Unità, ho ricevuto moltetelefonatediconsensodapartedidocentiuniversitari,chechiedevano difareilpossibileperportareall'attenzionedellapoliticaglieccessiburocraticichestannocomprimendoillorolavoro.Nessunohacontestatol'importanzadellavalutazione,nélanecessitàdipartecipareadunospaziouniversitario europeo. Non posso che augurarmi che il confronto continui. Anche sul (C.S.) nostrogiornale RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL PIANO RENZI Speciali task force per la Campania, la Sicilia e la Calabria con il compito di aiutarle nella spesa Fondi: corsa per la rimodulazione Sono dodici i miliardi di euro di arretrati europei da spendere entro il 2015 di PATRIZIA ANTONINI BRUXELLES - E’ una corsa contro il tempo in Italia per rimodulare la destinazione di alcuni miliardi dei fondi delle politiche di coesione europea della programmazione 2007-2013 per accelerarne e facilitarne la spesa ed evitare il rischio di perderli. Entro il 31 dicembre 2015, l’Italia dovrà spendere 12,5 miliardi di Fondi Ue (il dato è privo della quota di cofinanziamento nazionale) per le politiche di coesione tra Fondo di sviluppo regionale (Fesr) 10,357 mld, e Fondo sociale europeo (Fse) 2,343 mld, secondo dati della Commissione Ue aggiornati ad oggi. Intanto i tecnici della dg Regio stanno esaminando l’Accordo di partenariato inviato dall’Italia, che ripartisce i 33 miliardi di fondi europei per il periodo 20142020. La valutazione finale dovrebbe partire da Bruxelles intorno a metà giugno. Secondo fonti di Bruxelles, le risorse che si stanno rimodulando dovrebbero essere destinate al recupero ed efficienza energetica dell’edilizia scolastica, infrastrutture stradali e riqualificazione urbana. La riallocazione dovrà poi ottenere il via libera dell’esecutivo Ue. Per l’ok, si guarderà al rispetto dell’impianto e strategia originaria del programma, alla rapida cantierabilità dei progetti, e che le risorse non siano spese a pioggia. La ridistribuzione delle risorse è stata decisa durante l’informale dei ministri delle Politiche di coesione di fine aprile ad Atene, in una bilaterale tra il sottosegretario Graziano Delrio ed il commissario Ue Johannes Hahn. Proprio per sollevare l’Italia dalla pressione del cofinanziamento e permetterle di spendere più velocemente, tra il 2012 ed il 2013, attraverso quattro riprogrammazioni (col ministro Fabrizio Barca prima, e Carlo Trigila poi) la Commissione Ue ha dato l’ok ad una riduzione della quota italiana, liberando 12,1 mld di euro (confluiti nel Piano nazionale d’azione per la coesione). Questo attraverso una progressiva riduzione delle aliquote, che Bruxelles ha fatto salire al 75% e l’Italia ha ridotto al 25%. Con una conseguente diminuzione del numero di progetti. In particolare, nell’ultimo anno la riprogrammazione è stata applicata all’allocazione dei Programmi operativi regionali (Por) di Sicilia, Campania e Calabria. Tre Regioni che, tra l’altro, sono supportate da speciali task force a guida italiana, (Campania e Sicilia dal 2012, mentre la Calabria, solo dallo scorso anno) per aiutarle nella spesa. TOUR Renzi nel Regno delle Due Sicilie Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e il commissario europeo Johannes Hahn | IL BONUS | Gli 80 euro anche a disoccupati e cig L’Agenzia delle Entrate allarga la platea dei beneficiari di MILA ONDER ROMA - Il bonus Irpef arriverà automatico anche per cassaintegrati e disoccupati. E’ il chiarimento fornito dall’Agenzia delle Entrate, che allarga così la platea dei beneficiari anche alle categorie (lavoratori in cig, in mobilità e con sussidio di disoccupazione) sulle quali erano emersi dubbi interpretativi. Il credito Irpef - spiega l’Agenzia nella seconda circolare dedicata al dl all’esame del Senato scatta anche per i lavoratori che per- Il credito spetta anche ai lavoratori part-time cepiscono somme indirizzate a sostegno del reddito, come la cassa integrazione guadagni, l’indennità di mobilità e di disoccupazione. Il diritto al bonus, infatti, come chiarisce la circolare, è da considerarsi «automatico», perché le somme percepite costituiscono proventi comunque conseguiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente, quindi assimilabili alla stessa categoria di quelli sostituiti. Tra le novità anche il fatto che le somme percepite come incremento della produttività, tassate al 10%, non concorrono ai fini del bonus. I redditi soggetti all’imposta sostitutiva per l’incremento di produttività, spiegano le Entrate, non rientra- no infatti nel calcolo della soglia di reddito di 26mila euro, che fa perdere il diritto al bonus. Il credito spetta anche ai lavoratori part-time a quelli deceduti in rapporto al loro periodo di lavoro nel 2014. Infine, la circolare stabilisce che con l’obiettivo di verificare il limite di 26mila euro, oltre il quale il lavoratore non ha diritto al bonus, si deve tenere conto anche dei redditi provenienti dall’affitto di immobili assoggettati a cedolare secca. Fin qui i chiarimenti dell’Agenzia, mentre al Senato sono stati conteggiati 789 emendamenti al provvedimento, cifra inferiore a quella riportata da alcuni organi di stampa ma comunque imponente per un dl. NAPOLI - Matteo Renzi lascia per un giorno i molti fronti di guerra aperti a Roma, dalla Rai allo scontro con M5S su Francantonio Genovese, per attraversare il fu Regno delle due Sicilie, da Napoli a Palermo. «Il sud non è spacciato ma è ora che tutti mettiamo da parte gli alibi e ci assumiamo le responsabilità». Napoli, Reggio Calabria, Palermo sono le tre frontiere, piegate dalla crisi e dalla disoccupazione, che Renzi sceglie di percorrere in un solo giorno. Con la promessa di tornarci ogni tre mesi per fare il punto sull’uso dei fondi europei ma anche per tastare il polso della crisi. Impegni perchè «se il governo perde al sud perde la sfida paese» ma anche un richiamo severo a fare ognuno la propria parte. «Noi vogliamo smontare le tesi che l’Italia sia il problema della Ue ed il sud il problema dell’Italia ma il mancato uso dei finanziamenti comunitari grida vendetta». TASI Sul tavolo c’è l’ipotesi di un rinvio e il Governo è pronto a fare la sua parte I Comuni non hanno deliberato: si teme un pasticcio di CORRADO CHIOMINTO ROMA - Il rischio di un nuovo pasticcio sulla Tasi è fortissimo. La maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato l’aliquota per il pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta delle prime case tra proprietari e inquilini. Sul tavolo c’è l’ipotesi di un rinvio e il governo è pronto a fare la sua parte. Una decisione sarà presa a breve, ma ovviamente in stretto contatto con i Comuni che, nell’ipotesi di una proroga delle dati, avrebbero problemi di liquidità. Proprio per questo al momento, per gli immobili dei Comuni che non hanno ancora scelto, appare sempre più probabile l’idea di un mini-rinvio, molto probabilmente a luglio. Il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti, nel pomeriggio aveva aperto ad un possibile slittamento al 16 settembre, spiegando proprio l’esigenza di sentire l’Anci, l’associazione dei comuni. Il confronto tro il 31 del mese. Se questo non avviene è previsto, in automatico, che il pagamento dell’imposta sulle prime case possa essere spostato a dicembre. Il nodo rimane per le seconde case, per le quali i comuni dovrebbero anche fissare la quota di pagamento che spetta agli inquilini, che può arrivare fino al 30% dell’intera imposta. La scadenza per Il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti fissare l’entità del presarebbe in pratica aperto. Ma l’idea lievo arriva proprio a ridosso della più concreta sarebbe proprio quella scadenza elettorale delle elezioni eudi un rinvio di un mese, che dia tem- ropee e, chiaramente, nessun partito po ai Comuni di deliberare prima vuole manovrare le aliquote della della fine di giugno e ai contribuen- nuova tassa sul territorio. Così è più ti di pagare a luglio, con un solo me- che probabile che la scadenza per dese di ritardo. finire gli importi da pagare non sarà Il nodo è chiaro. I comuni dovrebbe- rispettata, creando grandi difficoltà ro fissare entro il 23 maggio le aliquo- sia ai contribuenti, sia ai Caf e ai prote della «nuova» Tasi e pubblicarle en- fessionisti che li aiutano. La discussione è arrivata in Parlamento dove, in commissione Finanze della Camera, il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti ha aperto al pressing politico sostenendo che per il pagamento della Tasi, «sia per la prima sia per le seconde case, è una soluzione ragionevole lo slittamento al 16 settembre». Ovviamente è necessario trovare una soluzione - ha spiegato il sottosegretario - per i problemi di cassa che avrebbero i comuni e «trovare la quadra con l’Anci». Il governo, ufficialmente, frena. Il Sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, spiega di essere contrario a modifiche, anche se il Parlamento deciderà. Tanto che più cauta è la risposta data dallo stesso Zanetti, a nome del governo, in commissione. Parlando della richiesta di proroga, ha spiegato che «il dipartimento delle Finanze sta compiendo gli opportuni approfondimenti in merito alla problematica affrontata». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 5 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL CASO SCAJOLA E’ iniziata a Reggio la ricognizione del materiale sequestrato in casa e in ufficio dopo l’arresto La Dia esamina l’archivio La Procura cerca elementi utili all’inchiesta, al vaglio documenti cartacei e informatici | di GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA – E’ iniziata ieri mattina la ricognizione ordinata dalla Procura della Repubblica sui materiali sequestrati durante le perquisizioni di giovedì scorso. A spacchettare gli scatoloni relativi all’inchiesta che ha portato all’arresto di Claudio Scajola sono stati gli uomini della Dia di Reggio Calabria alla presenza dei magistrati. Le operazioni sonio iniziate ieri mattina alle 10 alla INTELLIGENCE Dia di via Calamizzi e si prevede un lavoro lungo e per nulla semplice. Gli inquirenti cercano elementi utili, e magari nuovi, relaROMA - Il 4 giugno Marco Min- tivi all’inchiesta che nei niti, autorità delegata per la si- giorni scorsi ha portato alcurezza della Repubblica, sarà l’arresto dell’ex ministro in audizione al Copasir. Nel suo accusato di aver favorito confronto con il Comitato pre- la latitanza di Amedeo Masieduto da Giacomo Stucchi, tacena e di aver progettato secondo quanto riferiscono il suo trasferimento da fonti qualificate di Palazzo San Dubai a Beirut. Ma non è Macuto, il sottosegretario con detto che dall’archivio di delega ai Servizi nello stile di Scajola non possa affiorapuntuale collaborazione trac- re altro. Documenti che cerà un punto sulla sicurezza evidentemente non rinazionale e dovrebbe riferire guardano Reggio, ma che anche in merito ai presunti do- sarà la Procura a trasmetcumenti Intelligence che sa- tere agli uffici competenrebbero in possesso dell’ex mi- ti. nistro Scajola. Si tratterebbe di Ieri negli uffici della Didocumenti prelevati quando rezione Investigativa Anl’esponente di Forza Italia era timafia c’erano quasi tutpresidente del Copaco, poi di- ti, a partire dal Procuratovenuto Copasir, tra il 2006 e il re di Reggio, Federico Ca2008. fiero de Raho e dal sostituE’ confermata al Copasir to della Dda Giuseppe l'audizione del ministro Angeli- Lombardo. Con loro il cano Alfano il 29 maggio a San po della Dia dello stretto Macuto. Il 3 giugno toccherà in- Gianfranco Ardizzone, il vece Nicola Gratteri, procura- responsabile del Reparto tore aggiunto della Repubblica investigazioni giudiziarie presso il Tribunale di Reggio. e alcuni funzionari e ufficiali della direzione centrale di Roma giunti a Reggio su disposizione del direttore della Dia Arturo De Felice. Al vaglio degli investigatori ci sono i numerosi documenti cartacei e informatici acquisiti durante le perquisizioni effettuate agli otto arrestati e ad alcuni soggetti “di interesse investigativo”. Tra i primi faldoni analizzati proprio quelli scoperti a casa e negli uffici di Scajola. Un priorità decisa anche in virtù dell'interrogatorio a cui l'ex ministro sarà sottoposto venerdì prossimo. Copasir, audizione per Marco Minniti GLI SCENARI | Lady Matacena, sì all’estradizione Sarà in Italia forse già domani Abbracci e lacrime con la figlia: «Perdonami». Sarà condotta in carcere in Liguria, poi il trasferimento a Reggio di CHIARA CARENINI GENOVA - A vederla così, con i jeans e una camicetta alla coreana chiara, stretta in un cardigan di cotone, senza un filo di trucco né un bijou, con gli occhi rossi e gonfi di notti senza sonno e di prigione, quasi non la si riconosce. “Madame Champagne” non c’è più, resta Chiara Rizzo in Matacena, 44 anni, seduta davanti ai giudici della Corte d’appello del Parquet di Aix en Provence che devono decidere della richiesta di estradizione avanzata dal giudice di Reggio. Ai giudici francesi Chiara Rizzo ha ripetuto ancora una volta che il suo desiderio più forte è quello «di tornare in Italia per chiarire tutto» e l’ha detto guardando il presidente con gli occhi pieni di lacrime. Le perplessità di natura tecnico-formale sollevate dallo stesso presidente sono state superate da questa volontà espressa già lunedì scorso durante l’udienza di convalida dell’arresto. Ma se non ci fosse stata estradizione, la difesa di Chiara Rizzo era pronta a chiedere i domiciliari «anche con il braccialetto elettronico». A guardare da lontano la madre c’è Francesca, la figlia ventunenne di Chiara Rizzo. Identica alla mamma, i lunghi capelli chiari raccolti, anche lei con una camicetta bianca. Aspetta la fine dell’udienza. Appena arrivata da Montecarlo, s’era precipitata in place Verdoun a Palace Mon- clar. Nello stesso palazzo dove stamani si è aperta l’udienza per l’estradizione di sua madre, che adesso è soprattutto la moglie di Amedeo Matacena, accusata di aver cercato di organizzare il trasferimento in Libano del marito e arrestata lunedì a Nizza. Occhi sgranati la ragazza, occhi pieni di pianto la madre che ascolta i giudici parlare e impallidisce ancor di più quando sente rammentare «le blanchiment de l’argent», il riciclaggio. Un’udienza che è durata il tempo necessario per ratificare l’intendimento del Parquet già reso noto ieri: estradizione in tempi brevi. Dopo la pronuncia, Chiara Rizzo ha potuto vedere la figlia. E’ scoppiata a piangere e l’ha abbracciata forte. «Ti prego, perdonami» ha detto a Francesca. E c’è chi dice che ha aggiunto piano: «Sei bellissima». Nell’attesa di essere estradata, Chiara Rizzo è tornata nel carcere delle Baumettes, a Marsiglia dove sta ormai da due giorni, dove non riesce a dormire, dove conta le ore che la separano da un altro carcere, ma questa volta italiano dove sarà più facile forse vedere Francesca ma anche suo fratello Athos, 15 anni. Chiara Rizzo tornerà in Italia presto: se non domani al massimo lunedì varcherà la frontiera di Pont Saint-Ludovic a Ventimiglia dove sarà presa in carico dagli uomini della Dia. Da qui sarà portata in carcere a Imperia o a Genova Pontedecimo in attesa di essere trasferita a Reggio Calabria a disposizione degli inquirenti che l’aspettano. Chiara Matacena LE INTERCETTAZIONI Lacrime e liti nelle telefonate tra l’ex ministro e la modella Claudio a Chiara: «Ora devi fare una scelta» di MASSIMO LAPENDA REGGIO CALABRIA - Ad agosto scorso, Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, piangeva al telefono chiedendo a Claudio Scajola di raggiungerla immediatamente nel Principato di Monaco e poi, a distanza di pochi mesi, nel gennaio scorso, quando l’ex ministro le intima di fare «delle scelte», i due litigano ed il politico ligure le dice «senti figliola, basta balle e sotterfugi». E sullo sfondo del rapporto «come tra padre e figlia», come lo ha definito Matacena in un’intervista, ci sono sempre gli interessi per le aziende e la latitanza dell’imprenditore reggino. Dalle centinaia di telefonate tra Chiara Rizzo e Claudio Scajola, intercettate dagli investigatori della Dia di Reggio Calabria, emerge un quadro che non sempre è stato costellato di “rose e fiori”. In qualche caso, infatti, ci sono state anche le spine e le incomprensioni. L’ex ministro, però, memore della sua esperienza a capo del Viminale e del Copasir, resta sempre in allerta e, temendo di essere intercettato, usa un linguaggio in codice La vicenda del conto corrente bancario creato da Matacena per la moglie durante una presunta crisi matrimoniale oppure avverte la Rizzo che «siamo al telefono, siamo al telefono», in modo da non fare riferimenti espliciti e diretti all’argomento di cui si stava parlando. Il 28 agosto 2013, a poche ore dall’arresto di Amedeo Matacena a Dubai, dove gli hanno ritirato il passaporto ed il documento di ex parlamentare italiano, Chiara Rizzo è in lacrime e chiama Scajola esortandolo a raggiungerla. «Devi venire da me... subito se puoi», dice la donna. E l’ex ministro non esita a dirle che «va bene, senti ti chiamo dopo e faccio in modo di raggiungerti». L’ottimo feeling tra i due, però, si infrange il 18 gennaio scorso quando Scajola dice alla moglie di Matacena di fare delle scelte e lei gli risponde: «E qual è questa scelta?». Scajola allora replica dicendo che «dobbiamo rendere conciliabile questa scelta con le altre cose, tutto qua! L’hai già fatto no, non è che devono essere... fare degli intrugli...». Chiara allora insiste sostenendo «che c’entra la mia scelta...». A questo punto l’ex ministro mette un punto fermo e dice alla Rizzo «basta!... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi, su ... uno dice le cose com’è, ognuno ha il coraggio delle sue posizioni nella vita, no ... nella vita...». A questo punto la conversazione si conclude con la Rizzo che riattacca. Dalle frasi contenute nella telefonata si intuisce che tra i due c’è una visibile concitazione, anche se resta ancora avvolto nel mistero quali fossero le «scelte» che avrebbe dovuto fare Chiara Rizzo ed a cui tiene tanto Scajola. Tra le lacrime ed una lite si innesta anche la vicenda del blocco di un conto corrente bancario di cui era beneficiaria Rizzo. Il 23 settembre 2013, infatti, il factotum di Matacena, Martino Politi, contatta la mamma e la moglie dell’imprenditore reggino per comunicarle che alla sede centrale di Siena del Monte dei Paschi sono «saltati sulla sedia» quando Qui sopra hanno visto il nome di Chiara Rizzo. A l’ex ministro quel punto le due donne si chiedono il Claudio perché e Politi spiega che «stanno facen- Scajola do un’indagine interna per avere certezza che lei sia la beneficiaria del conto della società, in quanto è stata nominata tale da Amedeo. L’indagine nasce anche dal fatto che, da più di quattro anni, Amedeo aveva detto che non andava più d’accordo con lei e che si stavano lasciando». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano #POTENZA2014 Il capogruppo dem irrompe sul congresso Elettorale Cirielli a Bernalda Il deputato di FdI - An oggi è a Bernalda in un appuntamento elettorale in vista delle prossime comunali alle 18 e 30 in corso Umberto. La Lega nord a Montemurro Oggi alle 18 a Montemurro, nell’ex Monastero di San Domenico, si terrà il convegno: “Basta Euro”. Tra i partecipanti il senatore della lega candidato alle europee Gian Marco Centinaio. Giuzio in comizio Domani a piazza Mario Pagano alle 18 e 30 è previsto il comizio pubblico di Giuseppe Giuzio, candidato al consiglio comunale di Potenza nella lista FdI - An a sostegno di De Luca. Sileo in piazza Domani alle 19 e 30 il candidato consigliere comunale di Potenza a sostegno di Petrone, Duego Sileo svolgerà il comizio pubblico a via Tirreno. Sabato con Carfagna, Fitto e Silvio in video per Cannizzaro Sabato, al cineteatro “Due Torri” di Potenza, con inizio alle 19 e 30, la convention elettorale organizzata da Forza Italia in vista delle elezioni europee e delle amministrative, alla quale interverrà in diretta, in videoconferenza, il presidente Silvio Berlusconi. Alla manifestazione prenderanno parte anche Raffaele Fitto, Mara Carfagna, e il candidato sindaco del centrodestra al Comune di Potenza, Michele Cannizzaro. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it Mirella Liuzzi: «Abbiamo chiesto una semplice inversione: votiamo prima arresto Genovese, poi il Decreto sul Lavoro (vergognoso!) #fuorigenovese». Pd: la scossa di Cifarelli «Il gruppo democratico alla Regione ha mostrato lealtà ma ora serve un partito più coeso e forte» di Salvatore Santoro POTENZA - Finalmente. Oltre a Braia e Margiotta prende la parola su tutta la vicenda del congresso regionale un altro big del Partito democratico. Parla il capogruppo del Pd alla Regione, Roberto Cifarelli. Parla (finalmente) un non diretto interessato del congresso regionale come Luca Braia e anche come Salvatore Margiotta. E parla un non renziano (finalmente). Uno il punto di partenza: Cifarelli ricorda che il guppo Pd alla Regione è stato responsabile finora ma ora chiede chiarezza a tutto il Pd. Presidente della giunta compreso. E’ evidente. Poi chiedo un ulteriore sforzo verso l’unità (di fatto chiede un superamento della rigidità delle tre candidature alla segreteria già ufficializzate) e infine parla di un congresso da fare alla fine dell’estate. Commissariamento permettendo. Questi alcuni passaggi della nota del capogruppo democratico: «L’approvazione della manovra finanziaria 2014 ha rappresentato la priorità assoluta. In questa settimane il gruppo del Partito democratico, spina dorsale della maggioranza di centrosinistra, ha con lealtà portato il proprio contributo per definire e rafforzare il profilo riformista messo in campo dal Presidente Marcello Pittella». “A Cesare quel che è di Cesare” insomma. Cifarelli però avverte: «In questi giorni ho incontrato e discusso con ciascun consigliere del gruppo Pd e condivi- Chiede ai candidati segretari uno sforzo di unità e propone un appuntamento congressuale da farsi Il chiarimento dell’Idv dopo la “gaffe” dopo le feste estive Cantisani “sottolinea” «Stiamo con Falotico» POTENZA - La “gaffe” c’è stata. Non c’è dubbio. La nota della segretaria dell’Idv, Maria Luisa Cantisani rappresenta una sorta di dietrofront. Martedì annunciando la propria adesione alla campagna “Senza corruzione riparte il futuro” promossa da “Libera” e “Gruppo Abele”, Cantisani aveva dichiarato: «Le ultime vicende di corruzione che abbiamo battezzato Tangentopoli al pari degli sviluppi giudiziari legati alla Rimborsopoli lucana rendono ancor più inammissibile che ci siano ombre su chi si candida ad amministrare Municipi». Ieri il “chiarimento politico”. Nella nota dell’Idv infatti si legge: «La squadra di candidati dell’Idv al Comune di Potenza condivide le idee programmatiche di Roberto Falotico finalizzate innanzitutto al rilancio della funzione produttiva ed occupazionale della città attraverso il miglioramento di qualità ed efficienza dei servizi erogati all’intera utenza regionale. In particolare i valori di solidarietà, qualità della vita in quartieri e contrade, condivisione di un modello di un’altra città possibile, che fanno parte del “dna” di IdV, trovano spazio nel progetto di cambiamento a base della coalizione. La nostra è una lista variegata per esperienze civili e sensibilità, accomunata dalla voglia di cambiare e di migliorare questa città, condividendo l'amore per la propria città e l'aspettativa di migliorarla. L’obiettivo centrale è dare un contributo a Falotico per rinnovare il volto a Potenza, capoluogo di regione, ruolo troppo spesso decantato, ma che non rispecchia la realtà. L’entusiasmo e la passione civica sono le armi migliori per riaffermare il valore della politica, riavvicinare la gente, specie giovani e donne, superare il clima di contrapposizione personale e confrontarsi sui programmi senza, forzatamente, spostare l’attenzione con attacchi personali oppure attraverso polemiche strumentali costruite appositamente con l’intento, destinato a fallire, di sfiancare il coraggio che serve ad una città che sta collassando». Nulla sulla vicenda rimborsopoli e sulle parole a sostegno di “Senza corruzione riparte il futuro”. Ma il sostegno senza se e senza ma a Falotico il giorno dopo ha il colore di una toppa. Roberto Speranza: «Eppure io Francesco Totti in Nazionale lo avrei portato. #Brasil2014». Roberto Cifarelli, capogruppo Pd alla Regione diamo il pensiero che la fase così che l’esito finale, rappresentato difficile per la vita della comuni- dal voto alle primarie, diventi tà regionale richiede un suppor- patrimonio condiviso del popoto all’attività di governo che solo lo democratico, riconosciuto coun Pd più forte, più autorevole e me il risultato di un vero conpiù coeso, può garantire». fronto tra piattaforme proInsomma il “caos” nel Pd non grammatiche diverse». può continuare a lungo. Non Da qui anche la proposta sui per il bene dell’attività del gover- tempi: «Le feste democratiche, no regionale. In sintesi Cifarelli che usualmente si tengono nel chiede che si muova qualcosa. periodo estivo, possono rappreNon c’è più da attendere. sentare le comuni occasioni di E quindi “mette” i piedi nel fecondo dibattito e di reale parpiatto: «Per queste ragioni ri- tecipazione per far emergere le tengo che vada superata rapida- singole tesi congressuali. Sono mente l’empasse legata al rinno- fiducioso che il Pd di Basilicata vo dei vertici regionali attraver- saprà anche in questa circoso la elezione del nuovo segreta- stanza dare prova di lungimirio e della nuova direzione re- ranza e, soprattutto, di tenere in gionale. E’ necessario che i can- unica alta considerazione il dedidati alla carica di segretario stino dei lucani più di quello dei regionale provino insieme, con singoli e auspico che i candidati senso di responsabilità, a pro- alla carica di segretario regioporre alla Direzione regionale nale, cui riconosco grandi doti in carica da tenersi nella prima politiche oltre che di buon sendata utile dopo le imminenti ele- so, recuperino lo spirito vero zioni europee, anteponendo alle delle primarie, contribuendo in legittime aspirazioni il senso di modo decisivo a segnare positiunità, un percorso congressua- vamente l’apertura di una nuole tale da garantire un reale con- va fase politica». fronto democratico e la parteciIl dibattito è appena iniziato. pazione di iscritti, simpatizzan- Ma promette scintille. © RIPRODUZIONE RISERVATA ti, elettori, cittadini in modo tale Disagio e fruibilità della città Candidati sindaci a confronto POTENZA - I candidati sindaci a confronto sulle tematiche che attengono al disagio sociale e non solo, nell’incontro organizzato ieri pomeriggio presso la biblioteca nazionale dal Centro di ascolto per il disagio. Gli aspiranti primi cittadini hanno risposto alle domande che venivano poste dai presente, toccando anche altre tematiche che riguardano la città: dalla mancanza di spazi di aggregazione, alla carenza dei luoghi fruibili dalle famiglie e in particolare dai più piccoli, passando per la condizione in cui versano le strade, spesso non munite nemmeno di marciapiedi. E ancora, l’edilizia “selvaggia” in una città in cui si continua a costruire, nonostante le case vuote siano tante. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it Salvatore Margiotta: «#opensenato riunione notturna per approvazione dl 66 su emergenza abitativa...» Paolo Galante: «Renzi e la sua epopea, ho qualche sospetto, qualcosa non funziona. Sarà una mega sola? #cambiaverso la rivoluzione democratica è possibile». 7 Mario Guarente: «Agevolazioni fiscali e affidamento locali del centro storico a chi vuole fare impresa. Questo immagino per #Potenza2014 @michecannizzaro». M5S contro la proiezione del film di Veltroni Sopra la locandina dell’evento Incontro all’Hotel Vittoria a Potenza tra Petrone e le associazioni di categoria Prima l’ascolto delle necessità e delle urgenze e poi le proposte POTENZA - Faccia a faccia con i sindacati e le associazioni di cateria: prima Falotico al Grande Albergo e poi Luigi Petrone all’Hotel Vittoria di Potenza. I due candidati sindaco del centrosinistra si marcano anche sul campo degli incontri. Ieri (mentre Falotico dava vita alla seconda giornata di incontri sindacali) l’aspirante sindaco della coalizione guidata dal Pd, Luigi Petrone ha ascoltato i dirigenti delle varie associazioni lucane che operano nei vari settori strategici dell’industria, del commercio e delle cooperative. E’ stato un incontro quello di Petrone in cui per un paio di ore ha ascoltato le esigenze che gli sono state palesate dalle associazioni che aderiscono al manifesto “Pensiamo Basilicata” al quale aderiscono varie associazioni datoriali: Aci (Lega Coop, Confcooperative, Agci) Confesercenti, Confartigianato, Confapi. Oltre a loro all’iniziativa ha preso parte anche Confindustria Basilicata con il presidente Michele Somma. La modalità dell’incontro è stato quella di una sorta di tavolo di lavoro con ogni associazione che ha preso posto al fianco di Petrone e ha spiegato le proprie idee per il rilancio di Potenza. Petrone ha ascoltato tutti prendendo nota. Alla fine ha preso la Sopra i dirigenti delle associazioni datoriali che hanno incontrato ieri il candidato sindaco del Pd. A lato Petrone con Cassino (Confesercenti) parola e ha sottolineato: «In una fase di crisi come questa è necessario che la macchina amministrativa diventi più rapida ed efficiente, vicina al mondo dell’impresa, del lavoro e ai cittadini. Lo sviluppo economico e sociale di Potenza va messo al centro delle politiche di rilancio della comunità cittadina». «L’amministrazione, in tal senso, - ha quindi aggiunto Petronedeve cercare la massima partecipazione e condivisione con i sog- getti sociali e le associazioni datoriali». Petrone quindi ha spiegato le proprie priorità: servizi tecnologici di alto profilo come la banda larga e la wifi gratuita ma anche affrontare i disagi di «chi vive a Pallareta nonostante non ci sia l’accquedotto e la fognatura». Petrone quindi ha affrontato il tema dei trasporti e del rilancio del centro storico. sal.san. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il candidato sindaco Cannizzaro rilancia il tema dell’inclusione sociale Risolvere i problemi degli anziani POTENZA - «Questa campagna elettorale offre una grande possibilità: il contatto diretto con la realtà cittadina, con i volti delle persone che appartengono alla nostra comunità, spesso emarginati, disaggregati e soli». Lo dichiara il candidato sindaco del centrodestra (FI, Udc, Ndc), Michele Cannizzaro che lancia una proposta di inclusione a sociale: «Il benessere di una città dipende dallo stato di felicità e di serenità di chi ci circonda e con noi completa la cellula della società: la famiglia, i nostri figli, gli anziani. Ab- biamo a cuore il loro stato, la loro salute, il loro benessere. La prima azione che metteremo in campo, “Nonni a spasso”, prevederà servizi rivolti alla persona tra cui: servizio navetta o macchine messe disposizione dal Comune e gestiti da Cooperative per assicurare il trasporto verso strutture ospedaliere e laboratori analisi, luoghi e centri di aggregazione; spesa a domicilio e ritiro ricette mediche e medicine; registro comunale badanti per offrire servizi di qualità e controllo Il candidato sindaco Michele Cannizzaro dell'amministrazione». I 5 stelle polemizzano con l’iniziativa culturale che ci sarà a Potenza lunedì prossimo a Potenza al Cinema Due Torri “La politica ai tempi di Berlinguer”. La polemica è mossa da Piernicola Pedicini e Savino Giannizzari: «Il Pd utilizza anche la Lucana Film Commission per fare campagna elettorale. Lunedì prossimo al Cinema 2 Torri i potentini potranno vedere gratis il film di prima visione su Enrico Berlinguer e assistere a un’intervista con l’ex leader del Pd Veltroni. L’iniziativa è organizzata dalla Lucana Film Commission, dalla Fondazione Basilicata Futuro e dall’Associazione Basilicata 1799. Tutto normale se la Lucana Film Commission non fosse un organismo pubblico pagato dalla Regione Basilicata. Quindi alcune domande sorgono spontanee: chi paga la manifestazione? Perché la Lucana Film Commission partecipa all’organizzazione di un’iniziativa in piena campagna elettorale dove il Pd è protagonista? A che titolo Paride Leporace intervista Walter Veltroni. Il M5S apprezza e sostiene iniziative culturali come queste, ma non può accettare che il Pd lucano, senza porsi nessun problema e con spavalderia e arroganza, utilizzi a pochi giorni dal voto per le Europee e per il Comune di Potenza, il sostegno di organismi pubblici per fare una manifestazione di chiaro stampo elettoralistico. Il M5S chiede che l’iniziativa venga annullata e rinviata a dopo le elezioni. La replica di Lucana Film Commission. Associazione Basilicata 1799. Basilicata Futuro: «I candidati M5S, Piernicola Pedicini e Savino Giannizzari chiedono l’annullamento della proiezione del film “Quando c’era Berlinguer” sostenendo che con soldi pubblici si sostenga la campagna elettorale del Pd. Invitiamo gli amici pentastellati a considerare i fatti non avendo interpellato gli organizzatori della manifestazione. All’uscita del film “Quando c’era Berlinguer” lo scorso marzo le Fondazioni “Lucana Film Commission”; “Basilicata futuro” e l’Associazione Basilicata 1799 ritenevano opportuno e interessante promuovere una proiezione di un’opera di largo dibattito alla presenza del regista Walter Veltroni che potesse vertere sulla sua prima esperienza di autore coniugata ad un’esperienza politica del suo passato giovanile. Non è stato possibile agganciare la presenza del regista all’uscita in sala considerata la fitta agenda di impegni dell’autore nelle principali città italiane. La produzione ha dato una disponibilità nel mese di aprile per il 19 maggio. “Lucana Film Commission”, “Basilicata Futuro” e “Basilicata 1799” di comune accordo hanno stabilito che le spese vive di realizzazione e promozione venissero ripartite in parti uguali decidendo la formula dell’ingresso libero per favorire una maggiore afflusso di spettatori in una logica di ripopolamento delle sale di cui c’è forte bisogno in Basilicata per sostenere i duri sacrifici degli esercenti. Inoltre, constatando la coincidenza delle scadenza elettorali si stabiliva senza problemi che nessun cappello partitico venisse posto alla manifestazione che vuole avere una valenza di tipo esclusivamente culturale senza incidere sull’autonomia di pensiero degli organizzatori. A manifestazione annunciata, il Pd locale, senza chiedere nulla agli organizzatori, ha ritenuto opportuno approfittare della presenza di Veltroni a Potenza, per organizzare prima della proiezione una manifestazione elettorale in piazza che nulla ha a vedere con quella che si terrà al Cinema Due Torri. Questi i fatti. Riteniamo di aver avuto un comportamento corretto che non merita censura. “Quando c’era Berlinguer” non è un film di propaganda di nessun partito ma solo un documentario che si rivolge ad una vasta area di cittadini di ogni estrazione. Parlarne con il regista che ovviamente esprime un suo punto di vista ci sembra un normale esercizio di lavoro culturale. Invitiamo gli amici pentastellati ad assistere alla proiezione del “Due torri” per verificare la nostra buona fede. Tanto dovevamo ai candidati Cinque stelle e alla comunità lucana». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it #POTENZA2014 Dalla candidatura al capoluogo che vorrebbe: Giovanna D’Amato si racconta di MARIATERESA LABANCA LA prima reazione alla proposta, giunta al rientro dal suo viaggio in Corea, direttamente dal candidato sindaco Petrone, era stata molto titubante. «Veramente non ci pensavo proprio - spiega oggi - La politica mi è sempre piaciuta Ho avuto anche altre esperienze elettorali. Ma se avessi dovuto pensare a un coinvolgimento più diretto, avrei immaginato di correre alle Europee o alle regionali. Poi, però, Luigi mi ha convinto. O meglio, a convincermi è stata la sua motivazione: la necessità di avere una mano da parte di chi, come lui, non rappresenta la politica strutturata, ma che può dare un contributo alla crescita dell città». Giovanna D’Amato, violoncellista, presidente di Ateneo musica Basilicata, e componente del Cda della Film commission, candidata nella lista civica per Petrone sindaco, intende portare il suo contributo soprattutto nel campo della cultura e dei saperi. Chi la conosce la definisce un “vulcano di idee”. Lei - che chiarisce «non ho alcuna intenzione di essere autoreferenziale» - più che interprete, preferisce considerarsi un “interruttore” con il mondo che rappresenta. Arte e politica spesso non vanno a braccetto. Ed è abbastanza inconsueto che un’artista scelga di fare politica. Cosa l’ha spinta a scendere in campo? Questo spesso è vero. Ma per quanto riguarda me devo dire che sono stata sempre impegnata, più che politicamente, concretamente. Dieci anni fa ero stata già candidata. Ma la campagna venne interrotta dal lutto per la perdita di mio padre. Una figura a cui sono stata legata da un rapporto straordinario. Anni fa fu lui il fondatore dei centri Aias, l’associazione di promozione sociale a favore dei disabili. E proprio da questo ho evidentemente ereditato l’impegno a favore della comunità. Mi è sempre piaciuto molto stare tra la gente. Da ragazzina facevo parte del collettivo femminista, ma non ho mai avuto una tessera di partito. Però posso dire che oggi è proprio chi è impegnato nella società a fare la politica reale. Sta lavorando per diventare assessore alla cultura? Aspetti. Non corriamo. Io metto a disposizione il mio contributo e prima di tutto mi auguro di ripagare la fiducia che gli altri hanno riposto in me. Ma ancora c’è tutta la campagna elettorale. E bisogna prima vedere come andrà a finire. Certo è che, al di là dei risultati, quello che chiediamo, a chiunque sia il sindaco eletto, è di portare avanti un piano di rilancio del settore attraverso il contributo diretto degli operatori. La cultura è una delle poche voci del Pil ancora in positivo. Ma c’è bisogno di investire di più, attraverso progetti veri. E voi ce lo avete? Sì, si tratta delle proposte emerse dal tavolo di confronto che si è riunito in queste settimane e che andrà ben oltre il voto del 25. Sabato prossimo il documento che abbiamo elaborato sarà oggetto del confronto con il candidato sindaco Petrone, nell’incontro che si terrà alle 15 e 30 nel suo comitato elettorale. Abbiamo in mente una sorta di consorzio di artisti, creativi intellettuali ma anche giovani, aperto a chiunque abbia voglia di fornire il proprio contributo. Una consulta della cultura, una cabina di regia che elabori le proposte di proposte. Con luogo fisico individuato nel teatro Stabile, che ha necessità di riconquistare il suo profilo storico. Ma con progetti che vadano ben oltre i confini del teatro, del centro storico e anche della stessa città. Penso a un’idea di cultura diffusa e pervasiva, che invada il centro come la periferia e veda coinvolti più comuni in rete, per avere maggiore facilità di accesso ai finanziamenti europei. Ma se dovesse dare un giudizio su quello che fino ad ora è stato fatto per il settore in questa città? Giovanna D’Amato con il padre Vincenzo, fondatore dei centri Aias, in una foto di qualche anno fa «Il mio contributo per la città dei saperi» La sfida della città: essere più accogliente. La proposta per la cultura: una consulta e un progetto di rete Beh..il fatto stesso che in questi anni sia mancato un assessorato alla cultura, a mio avviso, è stato fortemente penalizzante. E per quanto ci siano state persone sensibili al tema, non si può pensare di esaurire così tutte le competenze. C’è da aggiungere, poi, che, a mio avviso, è davvero necessario invertire la rotta per quel che riguarda il modo di intendere le cosiddette relazioni corte. La cultura rappresenta un ambito di grosso consenso politico. Ma c’è bisogno di una visione di più ampio respiro, partendo proprio dallo scardinare i particolarismi attraverso un’offerta aperta, diversificata, in grado di raggiungere tutte le fasce sociali. Ma devo dire che per fare tutto questo è necessario che anche la Regione intraprenda un preciso processo normativo. Ma non si corre il rischio che la candi- | IL CASO/1 datura di Matera a capitale della cultura 2019 offuschi il progetto culturale per Potenza? Io credo che sarebbe fortemente sbagliato accentrare tutte le opportunità che possono derivare da questa candidatura nella sola città dei Sassi. Mi auguro, invece, che il suo protagonismo si riverberi su tutto il territorio. Credo che Potenza abbia le potenzialità per puntare a essere la città dei | La denuncia di Laguardia: «Io vittima di intimidazioni. Clima di delegittimazione» Scrisse al Papa sugli sperperi della Diocesi «Denigrato dal prete durante la Messa» POTENZA - Una storia alla don Camillo e Peppone. «Solo che, in questo caso, Peppone è un ultra credente. Ed è questo quello che mi indigna di più». Gianluigi Laguardia, candidato nella lista di Forza Italia per il rinnovo del Consiglio comunale di Potenza, parla di «gravi fatti e incursioni intimidatorie, da parte di un autorevole rappresentante della Diocesi di Potenza», che durante l’Omelia della santa Messa lo avrebbe attaccato creando un clima denigratorio. I dettagli delle denuncia annunciata ieri nei confronti del prelato, Laguardia, li fornirà solo nel corso della conferenza stampa annunciata per domani mattina. Ma da quello che è stato possibile ricostruire fino a ora le cose sarebbero andate così: durante la Messa, il parroco avrebbe fatto riferimento a una lettera aperta che di recente il candidato ha inviato al Santo Padre. Una missiva in cui Laguardia denunciava «gli sperperi» dalla Diocesi di Potenza, «per sostentare millantatori e loschi figuri, piuttosto che i tanti poveri e le famiglie bisognose che continuano a crescere anche tra le Parrocchie della nostra Basilicata». Riferendosi alle parole del candidato, il parroco celebrante avrebbe - secondo quanto riferisce lo stesso Laguardia, che non era presente alla celebrazione, che ne avrebbe appreso i contenuti grazie a quanto riportato da alcuni amici che erano presenti - invitato i fedeli a guardarsi bene da lui, “dipingendolo” con parole poco lusinghiere. «C’è un limite a tutto», tuona Laguardia, che aggiunge: «Si tratta di fatti gravissimi». E fa sapere: «In attesa dell’incontro con i giornalisti con i giornalisti, ho deciso di sospendere le iniziative elettorali al fine di valutare serenamente con i massimi dirigenti regionali e nazionali del partito e con il candidato sindaco che sostengo Michele Cannizzaro, le eventuali iniziative da assumere, onde evitare ingiustificate strumentalizzazioni a loro danno». [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 9 Parole d’ordine: cambiamento e meritocrazia. «Fermi a 50 anni fa» Sasà, il re di Mykonos che vuole governare Potenza Curiosità e notizie Arminio chiede il voto alle pecore saperi. E questo passa dalla valorizzazione di tutti i contesti in cui essi si trovano, a partire dall’Università. Dobbiamo puntare a essere una città più accogliente. Non ci sono altri obiettivi. Ed è su questo che si deve lavorare. Non sono tra quelli che demonizzano la fuga dei cervelli. Mia figlia studia a Londra. E lo considero un bene. La questione è che, a fronte di un flusso di persone che vanno via (che possono rientrare o meno), Potenza dovrebbe riuscire ad attrarre altrettanti studenti che scelgono di venire qui. Deve essere sempre più una città dei servizi. Puntando su un’offerta formativa adeguata. Perché non farlo a partire dalle nostre specialità, come quelle del San Carlo. Per quanto riguarda la soddisfazione bisogni culturali, invece, sarebbe un bene tenere presente che si tratta di bisogni primari. Come vorrebbe che fosse la nuova Giunta? Ho già rimarcato l’importanza di avere uno specifico assessorato alla cultura. Ma c’è un’altra questione che mi sta cuore. Vorrei sollecitare gli elettori a cogliere l’opportunità della doppia preferenza di genere. Mi auguro proprio che nel nuovo esecutivo ci sia una forte presenza femminile. Forse, questa sarebbe la garanzia migliore per una città maggiormente all’ascolto delle istanze dei suoi cittadini. [email protected] Franco Arminio, scrittore lucano, poeta molto apprezzato (Roberto Saviano ha letto delle sue poesie sul terremoto su Raitre), ora candidato con la lista L’Altra Europa con Tsipras alle europee nel collegio sud. Paesologo, dice. Eccentrico, sicuramente. Sul suo canale youtube si riprende durante comizi particolari, a galline, pecore («carissime pecore del Gargano è il vostro momento. Viva il formaggio, viva le pecore, viva il Gargano!»), cani. A pescatori in ben altro impegnati, a una pozzanghera, ad albero. Ad una mucca dice «carissima vacca il 25 maggio è il tuo giorno». A delle pastiere appena cotte dice «porteremo in Europa la vostra dolcezza, il sapore del mediterraneo». Pittella risponde a Renzi Il presidente della Regione, Marcello Pittella risponde a un tweet del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sui fondi europei. Il premier ieri ha attraversato il Sud: Napoli, Palermo e Reggio | IL CASO/2 | Marito, moglie e suocero schierati in liste diverse Tutta la famiglia candidata al Comune di Potenza A CASA Giardino - Greco le amministrative 2014 non saranno elezioni normali. Un voto all’insegna della partecipazione. Così diretta che qualcosa del genere non si era mai vista. A scendere in campo, non uno, ma ben due candidati. Non la stessa lista e nemmeno per la medesima coalizione. Uno schierato per il candidato sindaco Petrone. L’altra per l’aspirante primo cittadino di Bello. Il dottor Antonio Giardino, anestesista presso l’ospedale San Carlo di Potenza è candidato nella lista dei Socialisti e democratici, quella di Polese, per intenderci. Sua moglie, la pedagoga Gabriella Greco, è invece aspirante consigliere della lista “Liberiamo la Basilicata”. Inutile chiedersi come abbiano pensato di regolarsi per la campagna elettorale e soprattutto come abbiano deciso di comportar- si amici e parenti. Per loro il 25 maggio sarà il giorno del dubbio amletico: votare per l’uno o per l’altro. Ma gli “affari” di famiglia non finiscono qui. Nello stesso nucleo c’è un altro componente che non è rimasto a guardare. Il suocero di Antonio, padre di Gabriella, Eros Greco ha deciso anche lui di misurarsi con il voto. Questa volta, nella stessa lista della figlia, per Di Bello sindaco. Di loro, l’ex tenente di Polizia provinciale dice: «Li abbiamo voluti nella stessa squadra perché entrambi animati da un grande spirito ambientalista». Nulla da ribattere. Anche perché di casi di due componenti della stessa famiglia candidati per le stesse elezioni se ne sono già visti. Ma certo, per queste amministrative di Potenza, la famiglia Giardino Greco ha voluto proprio strafare. [email protected] di ANNA MARTINO “Di lui si è detto, sentito, scritto e visto quasi tutto. E’ lui l’anima più profonda di Mykonos, un personaggio proveniente dalla lontana e rinnegata Lucania, diventato nel corso degli ultimi anni una vera icona, il rappresentante più illuminato di un modo di essere e di concepire la vita”. Sasà di Mykonos si presenta così ai tanti che arrivano all’isola greca, dove dal 2002 ha cominciato la fortunata carriera di animatore e organizzatore di eventi. Tutti conoscono Sasà di Mykonos. A Potenza, in Basilicata, in Italia, all’estero. Gente comune e big del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica. Oggi “the king of Mykonos”, come è chiamato nella sua fanpage di Facebook, lascia lo scettro greco e si rimette in gioco. Questa volta nella Sasà di Mikonos con il giocatore Verratti sua città. Salvatore Carlucci, questo il nome di battesimo, è infatti candidato alle prossime elezioni comunali nella città di Potenza nella lista Liberiamo la città a sostegno di Michele Cannizzaro sindaco. «Così come nel 2002, perso il lavoro in Polizia, decisi di reinventarmi e di trovarmi una nuova occupazione, ora decido di misurami nella mia città», racconta a Il Quotidiano della Basilicata. Perché aspettare proprio le elezioni e non prima? «Perché voglio cambiare questa città – dice – e il cambiamento parte prima da noi. Parlo con tanti giovani che si alzano la mattina già depressi, lamentandosi di non avere un lavoro. Sasà di Mikonos nella redazione del Quotidiano della Basilicata Io so cosa significa. Ho sofferto quando per un’ingiustizia nel 2002 ho perso il la- «ma la pazzia – dice – per me è un’ecvoro in Polizia ma a quel punto cosa cellenza». avrei dovuto fare? ». E l’eccellenza ha anche un altro noDa qui comincia l’avventura di me per Salvatore Carlucci ed è “meriMykonos. Un’avventura che richiede tocrazia”. «Basta con questo clientelicoraggio, ma anche un po’ di pazzia smo. Io ho girato il mondo ed è questo il segreto. Oltre al fatto di essere delle brave persone. E’ il motivo per il quale mi sono schierato con Cannizzaro: è una brava persona e lo stimo tantissimo». C’è poi una questione personale che lo lega alla sua città: «Io non voglio uscire – afferma – voglio capire, però, chi mi stima davvero e non solo a parole». E’ quindi una sfida, personale, ma anche una provocazione verso una città «perbenista, rimasta ferma, purtroppo, a 50 anni fa». Chi è che sarà votato dagli elettori che lo sceglieranno, dunque? Il personaggio Sasà di Mykonos o Salvatore Carlucci? «Il Salvatore Carlucci di via Mantova – risponde – il Salvatore ultras, il Antonio Giardina e in basso Salvatore che per tre anni da bambino Eros Greco ha fatto San Gerardo alla sfilata dei turchi, il Salvatore arbitro, il Salvatore poliziotto. Io sono uno di voi». E si presenta alla città quindi privo di quel costume che fino a oggi l’ha caratterizzato ma senza rinnegarlo, ironizzandoci anche su e distribuendo oltre ai più classici santini, immagini che lo ritraggono a lavoro nella più classica delle vesti con cui i suoi fans sono abituati a vederlo. Se dovesse racchiudere in un motto la sua candidatura, sarebbe sicuramente questo: «Ogni cosa ha il suo tempo, basta saper aspettare». E per Salvatore oggi, per la città e per se stesso, è il momento di cambiare. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it RIMBORSOPOLI Il conflitto d’attribuzione sulle verifiche ai gruppi Dalla Corte dei conti si chiarisce la questione «Applichiamo soltanto la legge» Teti: «Molte meno anomalie che nel 2012, ma sui collaboratori violate le norme regionali» | di LEO AMATO POTENZA - «Applichiamo solo la legge e a dire il vero rispetto all’anno scorso abbiamo segnalato molte meno anomalie. Ma sui collaboratori dei gruppi si è andati oltre le norme che la stessa Regione Basilicata si era data». Giuseppe Teti è uno dei magistrati che anche quest’anno si sono occupati delle spese dei gruppi consiliari. Assieme ai bilanci di numerosi enti e un caso particolare come l’indagine sull’utilizzo delle royalties petrolifere in dieci anni, dall’inizio delle estrazioni in Val d’Agri. Il giorno dopo la decisione della Regione di aprire un conflitto d’attribuzione sull’operato della sezione regionale di controllo della Corte dei conti, di cui fa parte, non scende nel merito d i quella scelta. Né potrebbe farlo. Ma interpellato dal Quotidiano sulla portata delle delibere con cui 6 su 10 dei rendiconti sulle spese dei gruppi consiliari del 2013 sono stati giudicati «irregolari» chiarisce alcuni concetti. A partire dal caso dei 31 collaboratori “abusivi” per cui andrebbero restituiti nelle casse del parlamentino lucano tutti i compensi elagiti. «C’era e c’è ancora una norma regionale per cui dev’esserci un rapporto tra i consiglieri iscritti al gruppo e i dipendenti che quest’ultimo può assumere. Nel 2013 erano in vigore una normativa temporanea e noi l’abbiamo applicate. Ma anche quella approvata più di recente mantiene questo criterio anche se ne modifica i termini». Quanto al tema dell’autonomia dei consigli regionali, rispetto alla legge che nel 2012 ha introdotto i controlli sulla contabilità dei gruppi, Teti fa notare che nelle delibere al centro della discussione si fa riferi- L’INTERVENTO | «Estendere i controlli anche agli appalti» Frammartino annuncia una raccolta firme di OTTAVIO FRAMMARTINO L’ingresso della Corte dei conti di Potenza, sotto il Quotidiano di ieri mento a una pronuncia della Corte costituzionale in materia, che a febbraio ne ha riconosciuto la legittimità. Perdipiù sui ricorsi presentati da alcune regioni a statuto speciale. Un dato che lascia presagire che ne sarà di quelli avanzati da altre regioni a statuto ordinario ben prima della Basilicata. Ma se così fosse chi dovrà restituire i soldi al Consiglio re- gionale? In fondo si tratta di poco meno di 200mila euro se si considera una retribuzione di poco superiore ai 500 euro al mese per ognuno di quei 31 collaboratori in più. I capigruppo, ricorda il magistrato. Anche quelli che nel frattempo sono rimasti fuori dal Consiglio. Un credito che da via Verrastro nessuno sembra aver voglia di esigere. LA decisione presa a maggioranza (contrari solo 5 stelle) del consiglio Regionale di presentare un ricorso alla Corte costituzionale “per conflitto di attribuzione della Sezione regionaledicontrollo perlaBasilicata sui rendiconti dei Gruppi consiliari per l’esercizio 2013”. è il tentativo di questo consiglio, nato sullo scandalo di rimborsopoli e presi ancora una volta con le mani nella marmellata,di cercareunaplausibile giustificazione difronte all’opinione pubblica pubblica, ormai sconcertata per la disinvoltura con cui la casta cucana utilizza il denaro pubblico. Tale sospetto nasce anche dell’impossibilità da parte dei cittadini di conoscere nel merito la mozione presentata e votata in consiglio, visto che ne nei comunicati ne sui resoconti pubblicati nel sito Regionale non vi è nessuna traccia sul merito del ricorso, se non una generica accusa che le deliberazioni della Corte dei Conti sui rendiconti dei gruppi consiliari relativi all’anno 2013 siano lesive dell’autonomia e delle competenze costituzionali della Regione. Tale iniziativa non solo imprudente ma scandalosa segue quella di una legge ad hoc varata al primo consiglio Regionale per salvare le poltrone dalla decadenza per la costituzione di parte civile della regione nello scandalo rimborsopoli, dove appena l’altro ieri sono stati rinviati a giudizio il presidente della Regione e ben quattro consiglieri Regionali ancora in carica. Questa proposta vergognosa- mente come quella precedente è stata presentata da un consigliere Regionale, recidivo, già condannato in primo grado per truffa per aver indebitamente percepito rimborsi kilometrici. Solo questo dovrebbe darel’idea da chisiamo amministrati. Eppure è evidente l’inutilità di tale iniziativa, tenendo conto che già la suprema corte si era espressa con la sentenza numero 39/2014, ha preliminarmente chiarito che «non è possibile […] considerare estesa ai consigli regionali la deroga, rispetto alla generale sottoposizione alla giurisdizione contabile, che si è ritenuto operare, per ragioni storiche e di salvaguardia della piena autonomia costituzionale degli organi supremi, nei confronti delle Camere parlamentari, della Presidenza della Repubblica e della Corte costituzionale». O siamo nel disperato tentativo attraverso i codicini di trovare una via di uscita a salvaguardia dei privilegi di una casta i cui vizi sono duri a Morire. Noi non staremo a guardare, avvieremo una raccolta di firme insieme alle associazione dei cittadini, a sostegno non solo della Corte dei conti, che non ne ha bisogno, ma per chiedere al governo ed al presidenti di Camera e Senato, non solo di rafforzare le competenze di controllo della giurisdizione contabili per frenare i gratta gratta regionali, ma di estendere tali poteri anche alla gestione degli appalti, vera prateria di spreco e corruzione come le cronache di questi giorni abbondantemente ci raccontano. Portavoce Policoro è Tua Leggieri e Perrino attaccano Pittella e i consiglieri regionali rinviati a giudizio «Adesso i “fantastici 5” si dimettano» «CARI “fantastici 5”, una volta tanto, dimostrate lo spessore umano e politico caratteristica dei politici di livello e caratura “europei”: liberate la Basilicata e dimettetevi! Ora!» E’ una richiesta senza appello quella rivolta dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Gianni Leggieri e Gianni Perrino, ai colleghi dell’assise di via Verrastro coinvolti nell’inchiesta sulla gestione dei rimborsi per cui il gup ha appena disposto il rinvio a giudizio. «Antipatico dire che forse avevamo ragione, che c’avevamo visto giusto». Spiegano i due consiglieri. «A metà aprile scorso, al momento del voto per la convalida dei 20 consiglieri regionali di Basilicata (più il “governatore” Pittella), il M5S aveva reiterato la richiesta di prendere preventiva visione dei certificati penali e dei carichi pendenti di tutti i consiglieri regionali». «Facevamo bene a non fidarci delle autocertificazioni?» Si domandano in I grillini: «Dimostrate lo spessore umano e politico caratteristico di politici di livello e caratura europei come l’ex ministro inglese» maniera retorica. «Probabilmente sì. Il 12 maggio scorso i “Fantastici 5” - ovvero il fratello di Gianni Pittella, oggi “governatore” della Regione Basilicata, Francesco Mollica (Udc), Nicola Benedetto (Centro Democratico, ex IdV), Paolo Castelluccio e Michele Napoli (Forza Italia) - sono stati rinviati a giudizio per “Rimborsopoli”- insieme all’ex governatore De Filippo, a Luca Braia (candidato alla segreteria regionale del Pd), Roberto Falotico (candidato primo cittadino di Potenza) e ad altri 28 tra consiglieri regionali, ex consiglieri ed ex assessori esterni. Secondo la Procura di Potenza hanno speso “allegramente”per finalità esclusivamente personali soldi della Regione che dovevano servire solo per fini istituzionali». «Già salvatisi dalla decadenza grazie ad una leggina (a firma di Cifarelli) ap- provata in fretta e furia il 15 gennaio scorso già nella seconda seduta ufficiale del consiglio regionale - ricordano Perrino e Leggieri - ora i “Fantastici 5” hanno definitivamente acquisito la qualità di “imputati” in un procedimento penale nel quale si è costituita parte civile la stessa Regione Basilicata. Tutti dovranno rispondere di peculato, reato per il quale è già stato condannato a 1 anno e 6 mesi (in primo grado, giudizio abbreviato) l’ex assessore alla sanità lucana Martorano. Nel caso in cui siano riconosciuti colpevoli - come è già stato nel caso di Martorano per fatti del tutto simili a quelli contestati ai nostri “eroi”, senza lo “sconto” di pena previsto per il rito abbreviato, le pene per i “Fantastici 5” sarebbero superiori ai due anni previsti dalla legge Severino e scatterebbe la decadenza automatica dalle cariche Una elettive e la conseguente incompatibili- manifestazione tà e incandidabilità!» del M5S «Il M5S di Basilicata rivolge, quindi, in Regione un appello ai “Fantastici 5”: fate come l’ex ministro dell'Energia britannico, il liberaldemocratico Chris Huhne, che, nel febbraio 2012, si dimise per quello che in Basilicata viene considerata davvero “fesseria”: era venuto a galla che Huhne aveva cercato di perdere (non lapsus, ndr)punti sulla patente attribuendo a sua moglie una multa per eccesso di velocità. Altro che l’imputazione per peculato!» RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL CASO 11 Chiuse le indagini sul concorsone per dirigenti scolastici Avvisi di garanzia per i vertici di 3 istituti tra Potenza e Tricarico Presidi indagati per aver copiato Sotto accusa le analogie tra gli elaborati e con i manuali, più un vocabolario “imbottito” di LEO AMATO POTENZA - In 5 avrebbero copiato, ma hanno passato l’esame comunque. E in 3 sono già in servizio come presidi in altrettanti istituti scolastici di Potenza e Tricarico. Anche chi si è fatto scoprire col vocabolario imbottito di “pizzini”. A impedire che i ragazzi facciano lo stesso. Sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso e plagio i 9 destinatari dell’avviso di chiusura delle indagini della procura di Potenza sul concorsone per dirigenti bandito nel 2008. Si tratta in primis dei membri della commissione d’esame composta dal presidente Antonio Sergio De Franchi, professore Unibas e direttore del dipartimento di scienze dei sistemi colturali, forestali e dell’ambiente, più un dirigente tecnico dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Fasolino, e il preside dell’Istituto tecnico Da Vinci di Potenza, Adele Trotta. Assistiti da Marcello Marino come segretario. Poi ci sono i presunti “copioni”: Rosanna Papapietro, Rocco Garramone, Carmela Cafasso, Giovanni Latrofa e Giosuè Ferruzzi. Marino è accusato di aver scoperto Rosanna Papapietro, con «un vocabolario contenente all’interno fascico- letti dattiloscritti» durante la prova scritta che si è tenuta a dicembre del 2011. A quel punto avrebbe dovuto escluderla, invece si è limitato a sequestrarle quei foglietti, così da settembre del 2012 dirige l’Istituto d’istruzione superiore “Carlo Levi” di Tricarico. Con De Franchi e gli altri membri della commissione Marino è accusato anche di falso per aver messo a verbale l’8 marzo del 2012 «l’elaborazione della griglia di valuta- Gli articoli del Quotidiano dedicati nei mesi scorsi all’inchiesta sul concorsone per dirigenti scolastici zione della seconda prova scritta» che era già sul sito dell’ufficio scolastico regionale da due settimane. Per loro si ipotizza anche il reato di abuso d’ufficio in concorso perché in pratica avrebbero fatto finta di non vedere alcune evidenti scopiazzature negli elaborati della Papapietro, sempre lei, della Cafasso, che da settem- bre del 2012 dirige l’istituto comprensivo Milani di Potenza e di Giovanni Latrofa, nominato preside del liceo scientifico Pasolini solo quest’anno grazie a uno scorri- mento di graduatoria. Come pure di altri due idonei rimasti fuori sia dai 22 immessi subito nel ruolo che dai 15 immessi in seguito, ma che sperano ancora in un ripescaggio: Giosuè Ferruzzi e Rocco Garramone, 42simo e 62simo su 62. Gli investigatori hanno evidenziato brani interi negli elaborati della Papapietro e di Ferruzzi ripresi da due diversi manuali di preparazione all’esame. Più altri ricorrenti in quelli di Latrofa, Garramone e della Cafasso che sarebbero stati mutuati «da una fonte comune non citata». Le indagini sono state condotte dal pm Gerardo Salvia, che ha coordinato il lavoro dei militari della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Potenza. COMUNICATO PREVENTIVO RELATIVO ALLE ELEZIONI EUROPEE ed AMMINISTRATIVE 2014 INDETTE PER IL GIORNO 25 MAGGIO 2014 E PER L’EVENTUALE BALLOTTAGGIO DELL’8 GIUGNO Ai sensi e per gli effetti della delibera n. Delibera n. 138/14/CONS e Delibera n. 139/14/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Tariffe al netto dell’IVA (4%) per l’accesso agli spazi dei messaggi elettorali: � Non sono previsti sconti di quantità nè provvigioni di agenzia. � Il pagamento dovrà essere effettuato contestualmente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione. � Le richieste di inserzioni con gli specifici dettagli relativi a data di pubblicazione, consegna dei materiali per la stampa, eventuale posizione di rigore, soggetto richiedente ecc. dovranno pervenire agli uffici Publifast srl almeno due giorni prima della data richiesta per la pubblicazione. � I messaggi politici elettorali devono recare l’indicazione del committente e la dicitura “messaggio elettorale” con l’indicazione del soggetto politico. � La pubblicazione è consentita fino al 23 MAGGIO 2014 compreso e 6 GIUGNO 2014 compreso per gli eventuali successivi ballottaggi Prezzi relativi ad altri formati € 50,00 € 30,00 € 30,00 di prima pagina colore colore colore mm84x88 mm260x406 mm15x200 mm522x406 Pagina interna colore Pagina interna b/n Finestrella di cronaca 1/4 di pagina b/n 1/4 di pagina colore Mezza pagina colore Mezza pagina b/n mm260x406 mm260x406 € 60,00 € 35,00 € 35,00 € 500,00 € 2.200,00 € 350,00 € 4.000,00 € 2.000,00 € 1.800,00 mm84x95 mm128x195 mm128x195 mm260x169 mm260x169 TARIFFE ELETTORALI SUL SITO WEB Box Colonna 2/3 - 300x250 rotazione 33% al giorno € 600,00 € 800,00 € 1.200,00 € 1.000,00 € 1.650,00 € 200,00 € 450,00 € 600,00 € 1.000,00 € 850,00 € 25,00 0971/69309 - E-Mail: [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA Si avvicina la scelta per il Parlamento europeo in una campagna elettorale dai toni molto bassi Due degli appuntamenti principali degli ultimi giorni con Vendola, Pittella e Picierno che testimoniano la freddezza che accoglie queste elezioni europee L’Europa che non sentiamo nostra Un voto senza appèal acuisce le distanze: i cittadini sempre più lontani da Strasburgo di PIERO QUARTO MATERA - Quanto è lontana l’Europa. Il rush finale della campagna elettorale si avvicina con questa consapevolezza che sembra farsi sempre più spazio e che non conosce, almeno apparentemente, i colori politici o la provenienza ma che trova radici nello scarso appeal che l’Europa continua ad avere verso i cittadini. Un dato quest’ultimo che già oggi risulta amplificato dalla lontananza complessiva verso la politica e gli appuntamenti elettorali ma che le elezioni europee sembrano ingigantire a dismisura. L’Europa non viene sentita come qualcosa di vicino al cittadino, non sembra un organismo essenziale e necessario per la crescita ma più che altro un peso. Una camicia di forza dalla quale non si riesce ad uscire. Una percezione evidente da cui scaturiscono probabilmente politiche antieuropee come quelle che, in particolare sull’euro, stanno emergendo anche in questa campagna elettorale. Matera e la Basilicata in questo senso non fanno eccezione, accoglienza fredde e nella migliore delle circostanze tiepide per le presenze più illustri. Un cinema comunale pieno ma non gremito per i vertici del Partito Democratico da Gianni Pittella vice presidente del parlamento europeo e Pina Picierno capolista per la circoscrizione Sud. Una piazza di fedelissimi anche per Niki Vendola venuto a sottolineare l’importanza di una scelta per Tsipras così come nei giorni scorsi alle presenze di Raffaele Fitto. Ormai i bagni di folla della politica non esistono più ma l’Europa non colpisce e non sfonda più di qualsiasi altra cosa e su questo bisognerebbe interrogarsi e provare a darsi delle risposte. Magari cercare di capire perchè questa percezione di lontananza esiste. Il problema è che oggi, certamente, l’Europa appare come un’incompiuta che non riesce ad avere quel ruolo guida complessivo che avrebbe dovuto avere nella sua genesi. La politica, stavolta non solo italiana, manifesta tutti i suoi limiti e ci si ritrova in una realtà in cui i forti restano forti ed i deboli diventano sempre più deboli. Emerge la forte mancanza di condivisione La piazza diradata nelle presenze per Vendola Vendola qualche giorno fa era a Matera la piazza ascolta ma senza gremirsi Il rischio è di vedere i frutti di questa lontananza dalla politica nel risultato elettorale, nei numeri della partecipazione al voto. Forse è il caso che questi dieci giorni di campagna elettorale che restano servano davvero per spiegare perchè è importante partecipare e votare per il Parlamento europeo. Un concetto che non appare molto chiaro anche perchè in molti casi dei rappresentanti e del lavoro che viene svolto oltre i confini nazionali non si hanno riscntri concreti. La freddezza verso l’Europa, verso queste elezioni che sembrano davvero interessare poco e a pochi è un dato che emerge evidente da Matera e dall’intera Basilicata con una lontananza che risulta preoccupante e per certi versi anche inquietantema a cui non ci si può rassegnare. Eppure esiste la spinta di momenti di grande interesse e di diversa partecipazione come le tante elezioni amministrative che a partire da Potenza, coinvolgono molti Comuni della regione. Ma delle Europee si parla davvero poco. Ci riguardano? Ci interessano? Ci coinvolgono? Sembrerebbe proprio di no. L’Europa, oltre a dettare tante regole, dovrebbe preoccuparsi anche di questo. Del motivo per il quale non esiste un sentimento europeo, una politica europea sui diversi aspetti della vita quotidiana. Un’europa che non contribuisce ad oggi a ridurre le differenze. Un’Europa essenziale per la crescita Al Comunale niente pienone per Pittella e Picierno L’evento principale voluto dal Pd conferma la freddezza verso le Europee economica di ciascuno Stato, un’Europa di cui oggi è impossibile fare a meno. Ma che non sentiamo nostra. Per niente. Realtà verissime ma di cui bisogna avere una diversa consapevolezza. La campagna elettorale soporifera delle Europee avrebbe dovuto provare a spiegare proprio questo. In realtà però l’Europa | rimane distante dai cittadini. Un errore ed un autogol a cui non si riesce a porre rimedio. Dieci giorni ancora di campagna elettorale per provare ad invertire la rotta. Ma qualcuno ci dovrebbe spiegare che se davvero un’Europa forte è davvero interesse di tutti. [email protected] IL PROGRAMMA | Sabato arriva anche Arlacchi Comincia l’ultima settimana Poco più di sette giorni alla conclusione della campagna elettorale per le Elezioni europee. Gli ultimi arrivi saranno nei momenti decisivi a pochi giorni dal voto per poter cercare di scuotere, proprio nei giorni finali, un appuntamento che al momento non sembra scuotere l’attenzione e le coscienze dei cittadini. Intanto in queste ore il prossimo appuntamento che viene annunciato è quello di Pino Arlacchi, l’ex magistrato del Partito Democratico che sarà a Matera, con una conferenza stampa nella quale parlerà del Mezzogiorno e sui suoi esempi di buon governo così come si tratterà delle questioni principali riguardanti l’utilizzo soprattutto nelle regioni del Sud dei fondi europei che spesso non sono riusciti a dare i risultati sperati. L’europarlamentare proverà ad affrontare quelli che sono i temi caldi della campagna elettorale nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Partito Democratico nel primo pomeriggio. Si tratterà probabilmente del primo di una serie di arrivi che andrà a caratterizzare l’ultima settimana prima del voto. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it EUROPEE PRECISAZIONE Intervista con il candidato di Fratelli d'ItaliaAlleanza Nazionale: «Nel Mezzogiorno abbiamo un bacino elettorale del 10 per cento» Giuseppe Gargani, 79 anni ma non li dimostra GIUSEPPE Gargani, candidato alle Europee per la lista Ncd-Udc, può essere considerato il decano degli europarlamentari italiani essendo stato eletto a Strasburgo, per la prima volta, nel 1999. Ma nel presentarlo ai lettori del Quotidiano - – suggestionati da una storia politica che lo vede protagonista fin dagli anni Cinquanta - abbiamo esagerato: attribuendogli 89 anni, esattamente dieci di più di quanti ne ha compiuti meno di un mese fa, e qualificandolo come il più anziano parlamentare italiano (che invece è il suo conterraneo Ciriaco De Mita) Un lapsus che tra origine dalla leggenda sulla presunta immortalità di un partito, la Dc, che per vie oscure continua ad alimentare la vita politica italiana (dal Pd a Forza Italia, sono ancora numerosi i protagonisti cresciuti all'ombra dello Scudo crociato). Ce ne scusiamo con l'interessato. di ANTONELLO GRASSI “Sì all'Europa, no all'euro”. Potrebbe sembrare uno slogan della Lega, e invece è il programma di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale che, al pari del partito di Matteo Salvini, vuol farsi interprete del diffuso malcontento nei confronti della moneta unica. Ma basterà a far sì che alle prossime Europee la formazione guidata da Giorgia Meloni superi la soglia elettorale del 4 per cento (a meno di un improbabile eliminazione per via giudiziaria dello sbarramento)? Luigi Rispoli, portavoce campano di Fratelli d'Italia, e candidato nella circoscrizione Sud, è ottimista: “Il nostro è un partito giovane – afferma - ma ha già una significativa presenza sul territorio ”. “E tuttavia – continua – non possiamo nasconderci che tira una brutta aria. La gente è stanca, ogni giorno dobbiamo rompere un muro di indifferenza”. Indifferenza, dice? I media presentano questo voto come un appassionante derby tra Renzi e Grillo... Io constato soltanto che l'atteggiamento prevalente nelle piazze è quello della diffidenza. Una diffidenza nei confronti della politica che può tradursi in astensionismo o in un voto di protesta fine a se stesso”. Si riferisce a Grillo, immagino. E voi che cosa fate, qui al Sud, per convincere gli elettori a votarvi? Abbiamo mobilitato tutti i nostri militanti. Cerchiamo di essere presenti in tutti i comuni, di stare tra la gente. Si tratta di intercettare il voto di un'area non piccola di elettori potenziali, circa il 10 per cento. Ma perché chi contesta il sistema dovrebbe scegliere voi e non, per l'appunto, il Movimento 5 Stelle? Perché Grillo non è credibile. Vede, quella dei 5 Stelle è una storia non nuova nel nostro Paese. Si ricorda dell'Uomo Qualunque di Giannini? Oppure degli exploit di movimenti di cui ora non s'è persa traccia? E' protesta, non proposta. Un movimento pronto a franare alla prima prova dei fatti. E voi, invece? A differenza loro abbiamo un obiettivo chiaro: andare a Strasburgo per cambiare le regole dell'Unione europea che, così come è stata concepita, non va. E perché, secondo voi? Perché ha messo in moto meccanismi diabolici in virtù dei quali, ogni anno che passa, diciamo addio a un pezzo della nostra sovranità nazionale. Siamo ormai uno Stato eterodiretto: come dimostra il fatto che in materia di politica economica siamo di fatto commissariati. Mentre i Paesi che hanno un'economia forte continuano ad arricchirsi. O qualcuno è in grado di dimostrarmi il contrario?. E Grillo non dice le stesse cose? Lei lo ha capito? Io no. Sull'Europa è ondivago, come su tutto il resto. Non mi sembra che abbia espresso idee significative nemmeno rispetto ai problemi del nostro Paese. Eppure la forza non gli mancherebbe. Ha dietro di sé un quarto dell'elettora- Grillo non è credibile La sua è protesta, non proposta Petrolio? Decidete voi Intollerabile non avere vantaggi 13 «In piazza contro la diffidenza» Luigi Rispoli, Rispoli: «Spieghiamo al Sud perché l'euro ci ha rovinati» to, centinaia di parlamentari. Ma per farci cosa? Quali proposte utili al Paese hanno fatto?. Senta, ma davvero l'Europa è un problema così sentito dalla gente? No, è questo il punto. Il nostro sforzo sta nel far capire che le scelte di Bruxelles ci riguardano molto da vicino, che da quelle decisioni dipende la vita delle nostre famiglie. Spieghiamo perché è necessario rivedere il fiscal compact o il patto di stabilità. E come questi trattati entrano nella nostra vita. E insomma che se non recuperiamo la nostra autonomia in campo economico siamo destinati a fare la fine della Grecia. Quale sarà il vostro primo atto nell'europarlamento? Nella prima seduta proporremo l'uscita dal sistema euro. Che cosa vi ha fatto di male l'euro? Bisognerebbe chiedersi che cosa ha fatto di male l'euro alle famiglie italiane. Glielo dico subito. Lo sa che dal 2002 a oggi queste famiglie hanno perso il 7 per cento del loro potere d'acquisto? Ebbene tutto questo è successo mentre in altri Paesi (che hanno conservato la loro moneta senza uscire dall'Unione europea) accadeva il contrario. In Gran Bretagna ad esempio. E le imprese? Ne vogliamo parlare? Non è stata forse la rigidità della moneta a minarne la competitività? A tutto vantaggio delle aziende tedesche che hanno colonizzato gran parte del mercato europeo?. Unione europea significa anche fondi strutturali. Neanche quelli vanno bene? Si fermi. Quelli non funzionano, ma l'Europa non c'entra. Il problema è nella nostra incapacità a spenderli. La responsabilità ricade in primo luogo sui governi succedutisi alla guida del Paese. Tranne che con il ministro Barca (e i risultati cominciavano a vedersi), una politica di coesione territoriale qui non si è mai fatta. E cosa bisognerebbe fare? Prima di tutto: semplificare. E' nei meandri della burocrazia, una burocrazia che invade tutto, che si inceppa la spesa. E poi c'è il fatto che i soldi passano attraverso le Regioni. E sa questo che vuol dire, no? Che quei fondi, come sanno anche i bambini, vengono gestiti per creare consenso, non nell'interesse generale. Che cosa pensate dei problemi dell'ambiente? E dell'estrazione di petrolio in Basilicata? Quanto al petrolio, credo che spetti ai lucani decidere una buona volta che fare dei giacimenti. Quel che è intollerabile è che da quelle estrazioni non traggano alcun beneficio. Quanto all'energia penso che l'Italia dovrebbe diventare autosufficiente, anche utilizzando fonti alternative. Oggi è totalmente dipendente dai paesi stranieri. Ma il nostro è il Paese delle contraddizioni: diciamo no al nucleare e poi lo importiamo dalle centrali che stanno ai nostri confini. Il fatto è che manca una politica energetica. Sappiamo fare solo pale eoliche, assecondando la speculazione e distruggendo il nostro paesaggio. Io sto girando in lungo e in largo il Sud, e vedo pale dappertutto. Si tollera senza fiatare questo scempio e poi si mandano i carabinieri ai soprintendenti che spostano una pietra. Che cosa ci dice delle iniziative giudiziarie di questi giorni? Incideranno sul voto? Un altro colpo alla fiducia nella politica e nelle istituzioni. Penso che queste iniziative daranno un contributo alla crescita dell'astensione. Eppure i segnali di allarme a Milano c'erano da un pezzo. Ma si preferisce sempre parlare degli intrecci politica, criminalità al Sud. Problemi come quello emerso per l'Expo si risolvono soltanto mettendo a punto meccanismi che garantiscano una maggiore trasparenza. Tutte le norme fatte fin qui sono servite solo a scoraggiare gli investimenti, non certo, come si è visto, a mettere al riparo la spesa pubblica dai Greganti e dai Frigerio Bisognerebbe fermare i lavori, come dice Grillo? No, bisogna andare avanti perché l'Expo rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. Sarebbe ridicolo se, dopo che sono stati soldi spesi, si fermasse tutto. Criminalità e immigrazione, due mali del Sud. Che cosa può fare l'Europa? Il problema è che al Sud viviamo a stretto contatto con la criminalità. Anche quando non ce ne rendiamo conto. Ogni giorno ognuno di noi è chiamato a una scelta tra la legalità e illegalità. Comprare una borsa griffata falsa, per esempio, è un piccolo atto di illegalità. Si tratta dunque di un problema che ci investe tutti e che non pouò essere semplicemente delegato allo Stato. Quanto all'immigrazione, è un problema europeo, e Bruxelles non può lavarsene le mani. Lo sa che ogni immigrato ci costa 30 euro al giorno? Sono 900 euro al mese: il doppio di quello che lo Stato riesce a dare a un proprio pensionato sociale. Le sembra che in una situazione di disagio sociale come quella nella quale ci troviamo sia una cosa sostenibile? Noi siamo la porta Sud dell'Europa. Gli immigrati sbarcano qui per poi raggiungere i Paesi del Nord Europa. E' assurdo che soltanto noi dobbiamo farcene carico. E questa sarebbe l'Unione europea? © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it ROTONDA AL VOTO Lavoro, Regolamento urbanistico e turismo tra le priorità da affrontare del nuovo sindaco Sfida tutta interna al centrosinistra Dopo il “dominio” decennale di Pandolfi, in tre cercano di prendere il suo posto di FABIO FALABELLA Sopra il municipio di Rotonda ROTONDA - Dopo dieci anni di governo di Giovanni Pandolfi nel comune di Rotonda la partita per le amministrative si giocherà tra la continuità, rappresentata dal vice-sindaco uscente Rocco Bruno a capo della lista “Uniti per Rotonda”, e il rinnovamento invocato dagli sfidanti Domenico La Valle e Angela Pina De Cristofaro, candidati a sindaco rispettivamente con le civiche “Ricostruiamo il nostro futuro” e “Impegno per la nostra gente”. Sarà una sfida tutta interna al centro-sinistra, spalmato a varie gradazioni nelle tre compagini in gara, con la presenza di candidati vicini al consigliere regionale Mario Polese, al candidato sindaco di Potenza Roberto Falotico e ai Robortella, in un paese che alle scorse elezioni regionali si è espresso con un plebiscito in favore del presidente Marcello Pittella, risultando primo di tutta la Basilicata in termini percentuali di suffragi favorevoli, dopo i capoluoghi Potenza e Matera. La maggioranza del Pd ha sottoscritto un documento a sostegno di Rocco Bruno, che vanta una stretta amicizia con il Governatore, nonostante i suoi passati trascorsi di centro-destra, e che tra le sue fila schiera il segretario del circolo locale di Prima Persona, l’associazione fondata dall’europarlamentare Gianni Pittella che sta giocando un ruolo importante sia dietro le quinte che ufficialmente in tutti i paesi chiamati al voto; ma Pina De Cristofaro sostiene di avere l’unico tesserato dem nella sua lista e di «rappresentare il nucleo storico del Pd di Rotonda, che purtroppo alle scorse primarie è stato messo in minoranza a causa di un allargamento improvviso e curioso del numero degli iscritti, nonostante anche noi fossimo dei pittelliani convinti». Al netto delle rispettive asserzioni di cambiamento e delle reciproche rivendicazioni di ortodossia, la campagna per il voto si sta svolgendo con toni pacati. Domenico La Valle ha chiesto agli altri due competitor «un dibattito pubblico, da tenersi magari dopo i singoli comizi, per confrontarsi apertamente sui problemi del comune e presentare progetti e candidati in consiglio» ma è in attesa di una risposta formale; intanto le questioni più importanti e sulle quali lavorare nella prossima amministrazione sono quelle della «convocazione della conferenza per l’approvazione del regolamento urbanistico, del mantenimento della titolarità della gestione del servizio idrico integrato e della promozione dei prodotti Dop come il fagiolo bianco e la melanzana rossa» per Rocco Bruno. Mentre secondo La Valle «la priorità è il lavoro e il Parco del Pollino dovrebbe e potrebbe fungere da macro-attrattore in tal senso, ma c’è bisogno di una politica che dia valore al merito e alla trasparenza»; Pina De Cristofaro invece sostiene che «si devono sfruttare al meglio i fondi europei previsti dall’Obiettivo 2014-2020 cominciando a ridare fiato all’edilizia che è il settore più in crisi e che potrebbe rimettere in moto l’economia». | ANGELA PINA DE CRISTOFARO | | ROCCO BRUNO | «Tornare a essere «Abbiamo ripianato protagonisti» il deficit comunale» ULTIMA formazione a scendere in campo, con la lista presentata allo scadere dei termini consentiti dalla legge, è stata “Impegno per la nostra gente” che propone come candidato a sindaco Pina De Cristofaro, 47 anni, sindacalista della CGIL, che ha rinunciato agli incarichi svolti in segreteria regionale e «fatto un passo indietro – come afferma lei stessa - per essere al servizio della comunità e senza alcun interesse». Un programma elettorale imperniato sul verbo fare il suo, interamente basato sulla volontà di assicurare la massima trasparenza e legalità nelle scelte politiche, cercando di rendere tutti i cittadini più consapevoli e vicini all’azione amministrativa e alla gestione della cosa pubblica. «Vogliamo che il nostro paese torni ad essere protagonista del suo destino ed esca dall’isolamento politico ed economico nel quale è piombato in questi ultimi anni - continua la De Cristofaro – attraverso la costruzione di una rete con i comuni vicini ed altri enti pubblici e privati per rilanciare il ruolo della valle del Mercure e del Parco del Pollino, superare le piccole questioni locali e sviluppare strategie sinergiche in grado di valorizzare le nostre risorse e dare nuovo impulso alla crescita materiale e sociale di Rotonda. Sarà nostro impegno cercare di diminuire il carico fiscale e tributario sopportato dai concittadini e reperire risorse che non gravino sul bilancio, operando in ogni caso nel rispetto rigoroso della tenuta dei conti pubblici; guarderemo ai problemi dei Rotondesi e cercheremo soluzioni utili, concrete e realizzabili perché questo è il paese che vogliamo». fa. fa. | IN UNA campagna elettorale densa di sorprese e colpi di scena, che mette in discussione schieramenti passati e criteri di rappresentanza, è lui, paradossalmente, l’emblema del passato che le altre due liste vorrebbero rottamare, utilizzando il termine coniato dal presidente Renzi: 30 anni giovanissimo, laureato in economia ed impiegato in un’azienda di famiglia, Rocco Bruno è stato il delfino del primo cittadino Pandolfi, di cui rivendica storia e risultati, e si presenta agli elettori dopo aver ricoperto per cinque anni la carica di vice-sindaco nell’amministrazione uscente, con deleghe a Mobilità e Trasporti pubblici locali, Politiche Scolastiche e Bilancio. «L’obiettivo più importante che abbiamo raggiunto negli anni scorsi è stato quello di ripianare il grave deficit che aveva il comune, pari a più di 1 milione di euro, attuando un processo di risanamento molto responsabile che ci ha permesso di recuperare circa 800.000 euro senza aumentare i tributi locali; certo sono stati penalizzati i servizi e nelle case che stiamo visitando si avverte la sfiducia delle famiglie nei confronti delle istituzioni, soprattutto per la mancanza di lavoro e la crisi economica generale. Oltre al malcontento e alla preoccupazione vedo però anche tanti attestati di stima nei confronti della mia lista: perciò continueremo il giro casa per casa, secondo la linea seguita anche nelle elezioni passate, e concluderemo la campagna elettorale con un comizio solo il 23 maggio senza nessuna iniziativa intermedia, anche per non approfittare della nostra posizione di vantaggio ai nastri di partenza». f. f. DOMENICO LA VALLE | «Fiducioso che passi il nostro messaggio di cambiamento, trasparenza e legalità» Una lista nel segno della parità di genere QUARANT’ANNI, ingegnere residente a Rotonda con la passione per la politica, Domenico La Valle sarebbe in teoria l’outsider in una sfida che vede gli altri due contendenti dividersi il PD quasi a metà e tirarsi dietro un bel po’ di centro-sinistra; ma lui appare ben determinato a giocarsi la partita rivendicando la assoluta novità della sua lista in cui «la parità di genere è una pratica vissuta a prescindere dalle disposizioni legislative in materia di quote rosa, come abbiamo dimostrato al comizio di domenica scorsa quando sul palco sono intervenute le nostre candidate in consiglio Aurora De Cunto, Stefania Di Sanzo e Paola Sassone, tre donne capaci e motivate, che hanno spiegato il programma ai cittadini». «C’è disaffezione e apatia tra gli elettori, - ha continuato - che si concretizza in una distanza marcata dalla politica e dalle istituzioni, ma io sono fiducioso che stia passando il nostro messaggio di cambiamento, di trasparenza, legalità e meritocrazia e che i cittadini stiano apprezzando la nostra sensibilità sui problemi che riguardano la qualità dei servizi pubblici: molto spesso sono gli stessi abitanti a poter offrire soluzioni concrete, a cominciare dalle criticità della viabilità e del trasporto per continuare con le indicazioni al piano urbanistico regolatore, strumento ormai indispensabile che richiediamo da tempo e che la passata amministrazione non è stata in grado di approvare in via definitiva. Bisogna agire in maniera circostanziata, utilizzando con parsimonia le poche risorse a disposizione e individuando degli indici di priorità sulle questioni da affrontare: a nostro avviso non servono grandi opere ma concretezza per un investimento strutturale nel Parco del Pollino capace di stimolare il settore turistico e fare da volano al rilancio dell’occupazione e delle attività economiche del territorio». f. f. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 15 LA SENTENZA Il segretario dei radicali pubblicando i dati sull’inquinamento dell’invaso non ha commesso reato di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, è stato assolto dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio “perché il fatto non costituisce reato”, in merito alla vicenda delle analisi sulle acque della diga del Pertusillo e le analisi indipendenti del tenente della polizia provinciale Giuseppe Di Bello. E qui sta la prima discrepanza: Giuseppe Di Belli, attualmente candidato sindaco a Potenza, scelse il rito abbreviato, ieri invece si è concluso lo stralcio di processo relativo al ruolo di Bolognetti. E mentre per Di Bello arrivò una condanna a due mesi e venti giorni per Bolognetti è arrivata l’assoluzione. La cosa non è passata inosservata. Il tenente Di bello, ex grillino fatto fuori un secondo prima delle Primarie per il candidato presidente alle scorse regionali del Movimento 5 Stelle e proprio a causa della sua condanna, si sfoga su facebook: Il pubblico ministero invece, durante il dibattimento finale del processo a Bolognetti, aveva chiesto due anni. «Sapete quando si parla di giustizia da comprendere - scrive Di Bello - rispetto alle sentenze che emette? Bene al sottoscritto sulla vicenda inquinamento delle acque del Pertusillo, per aver informato i cittadini fuori dall'orario di lavoro con propri mezzi e manco un centesimo di danaro pubblico: condannato. La persona con la quale avrei in concorso diffuso le notizie: assolto. Qualcuno mi spieghi l'alchimia». In pratica Di bello avrebbe consegnato nelle mani di Bolognetti i risultati delle analisi sulle acque del Pertusillo, dati che sarebbero stati sottoposti a segreto. Stando ai giudici che hanno condannato il tenente infatti Di Bello, in qualità di ufficiale giudiziario, avrebbe informato Bolognetti delle indagini in corso sulla vicenda della diga. Quei dati in pratica sarebbero elementi di investigazioni compiute dalla polizia provinciale per conto del pubblico ministero sulla vicenda inquinamento del Pertusillo. Alla fine è arrivata l’assoluzione per almeno uno dei due protagonisti della Di Bello era stato condannato a 2 mesi e 20 giorni Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, ad una manifestazione Caso Pertusillo Assoluzione per Bolognetti vicenda. Ma perché Bolognetti assolto e Di Bello condannato? Difficile dirlo al momento, in attesa delle motivazioni delal sentenza, fatto sta però che il legale di Bolognetti, Vincenzo Montagna, una delle tre tesi esposte in sede dibattimentale potrebbe essere quella giusta. In primo luogo è stata sostenuta l’ipotesi dell’assenza di danno. In effetti la divulgazione dei dati sull’inquinamento del Pertusillo non ha provocato un vero e proprio danno, neanche probabile. In secondo luogo il difensore, così come Bolognetti, si sono appellati all’articolo 3 del codice dell’Ambiente e alla convenzione di Aarhus, che definiscono le priorità in caso di divulgazione di dati. Un ultimo aspetto invece va osservato nel ruolo stesso di Giuseppe Di Bello, ovvero quello di pubblico ufficiale. Il tenente infatti non avrebbe consegnato le carte nelle mani di Bolognetti su insistenza, ma di sua spontanea volontà. «Questa volta posso scriverlo senza punto interrogativo: c'è un giudice a Berlino», sono le parole di Bolognetti dopo la sentenza». Per il Tribunale di Potenza, per il collegio giudicante presieduto dal dottore Gubitosi, non ci fu rivelazione di segreto in relazione alla divulgazione di dati ambientali inerenti la diga del Pertusillo. A mente fredda avró modo di tornare su una vicenda che mi ha tenuto sulla corda per oltre 4 anni, ma oggi voglio solo ribadire che ho onorato la legge e il diritto. Di certo, il diritto dei cittadini lucani a poter conoscere per deliberare. Non poteva esserci rivelazione di segreto su analisi Arpab mai diffuse, e a maggior ragione, su analisi da me commissionate e pagate. Giustizia è fatta. Oggi dico grazie al dottore Gubitosi, al mio avvocato Vincenzo Montagna, a chi si è indignato e a chi mi ha sostenuto e mi sta manifestando stima e affetto. Nelle prossime ore, sarà il caso di ricostruirla questa storia, fatta di accuse infami, che mi sono state indirizzate da chi di mestiere fa il portavoce di non so chi e non so cosa, e di palesi incompatibilità ambientali. In attesa di leggere le motivazioni, dico che questa sentenza rappresenta un importante precedente. Sì, c’è un giudice a Berlino». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’assemblea dei soci ha modificato lo statuto dell’ente Acquedotto lucano verso l’amministratore unico La sede dell’Acuqedotto Lucano a Potenza POTENZA - Acquedotto lucano và verso la formazione a socio unico. Ieri infatti l’assemblea dei soci di Acquedotto lucano ha approvato alcune modifiche allo statuto della società che introducono, quale organo amministrativo, la figura dell’amministratore unico in alternativa al consiglio di amministrazione. In caso di amministratore unico, secondo quanto scritto in una nota, lo statuto prevede che «la nomina ha luogo tra la candidature dei nominativi previamente individuati da un numero di soci che rappresentino almeno il 4,5 per cento del capitale sociale». Sarà eletto chi «avrà riportato la percentuale maggiore di voto comunque non inferiore al 32 per cento delle quote sociali computate sul quorum deliberativo». «La Regione Basilicata intende offrire ad Acquedotto Lucano la possibilità di essere rappresentato anche da un amministratore unico. Ciò significa recuperare la volontà diffusa anche in regione di portare a sintesi l’articolazione di molte funzioni che rischiano di essere a volte anche confliggenti». Lo ha reso noto, attraverso l’ufficio stampa della giunta, la Regione Basilicata: «Quanto si sta facendo per Acquedotto Lucano - è scritto in una nota - è in linea anche con un più ampio orientamento nazionale, teso a ridefinire i costi delle varie articolazioni istituzionali presenti in regione, nel segno di una nuova e particolare necessità di «sobrietà istituzionale» che in questo momento si avverte. La Regione Basilicata ha trovato in Acquedotto Lucano un interlocutore attento e disponibile nell’assecondare questa parte di un più vasto programma di riforma. La Regione si configurerà in futuro sempre più come organo di programmazione e sempre meno come ente di gestione. Anche il tema della ri- Introdotta una nuova figura amministrativa forma degli enti di governo del sistema idrico sarà portato in Consiglio regionale, al fine di pervenire ad una sintesi efficace sulle modalità di riorganizzazione». «Bisogna dare l’esempio che i cittadini si attendono anche in tema di retribuzioni e di risparmi per recuperarne la fiducia». Così si esprimeva qualche mese fa Marcello Pittella sulle sfide per la ricostruzione del sistema pubblico lucano. Una delle prerogative riguardava proprio al spending review all’interno degli enti pubblici. E a questo proposito la decisione di ieri sembra andare per la strada giusta. Chissà cosa ne pensano i compagni di partito di Pittella. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it GIRO D’ITALIA Pozzovivo protagonista della corsa e ai microfoni «Grazie Basilicata: ovunque c’era gente che tifava» Una comunità in festa per il Giro Tutta la Val d’Agri ha accolto la carovana rosa con entusiasmo e trepidazione nonostante la pioggia di BIAGIO BIANCULLI L'EVENTO sportivo più importante della Basilicata per l'annata 2014 si è tenuto sicuramente ieri a Viggiano. La ridente cittadina della Val d'Agri ha visto i veloci corridori sotto gli occhi per ben due volte, considerato che la tappa prevedeva una prima salita di tutto il paese e una seconda dallo svincolo della ex 276 fino al'inizio di Papa Giovanni. Prima che arrivassero gli scalatori del Giro d'Italia, abbiamo attraversato tutto il corso Vittorio Emanuele. per constatare di persona come si fosse preparata la cittadinanza. Iniziando dagli stand allestiti dagli organizzatori della manifestazione che hanno occupato ogni singolo posto disponibile, con gli sponsor dell'Estathè, Balocco, Rio Mare, Banca Mediolanum, Fratelli Orsero, Algida, Gdf Svez, Selle Italia, Pitta Rosso e Dolomia. Continuando a salire verso il paese è l'attività commerciale Coiro Sport con un manifesto in rosa a promuovere i suoi prodotti con uno sconto, per poi passare al Ristorante Pizzeria Le Tre Torri che saluta con uno striscione il Giro d'Italia e lungo il viale si notano altri slogan che hanno dato il benvenuto alla carovana. E' stata una giornata che si era aperta sotto il sole, proseguita con il forte vento e addirittura conclusasi sotto la pioggia che ha visto ad una manciata di chilometri dall'arrivo le cadute sul suolo di alcuni ciclisti. Le avverse condizioni meteorologiche non hanno fermato però i curiosi e gli sportivi, che sotto le abbondanti precipitazioni, soprattutto qualche minuto prima dell'arrivo a Viggiano, hanno voluto seguire imperterriti la corsa ciclistica. Non sono mancati i commenti che abbiamo raccolto nel LA PASSIONE NON HA ETA’ Piccoli tifosi crescono SCORRENDO sul gruppo Facebook dedicato a Domenico Pozzovivo ci si imbatte in questa foto. Che dire. Se già da così piccoli si tifa per il campione della propria città da grandi certamente la passione per le due ruote e per i propri beniamini non potrà che essere massima. E che il tifo per Pozzovivo sia ai massimi livelli lo si capisce dai messaggi che sono fioccati su questo gruppo. La frase più ricorrente è: «Pozzovivo orgoglio lucano». E quindi non sono mancati anche i ringraziamenti da parte della famiglia del campione di Montalbano. Il passaggio dei “girini” per la cittadina di Viggiano corso della giornata a partire dall'associazione Okfom Italia tramite il suo portavoce Andrea Cioncolini che ha promosso la lotta contro la violenza delle donne con questo commento: «L'organizzazione è composta da giovani che sviluppa la promozione della donna come valore etico e sociale, che acquisisce un ruolo predominante delle donne, che portano le risorse agroalimentari nei paesi del Sud del Mondo. Questo permette l'accesso al credito, terra e istruzione e qualificazione della produzione agricola. L'appello è inviare un sms solidale al 45501 entro il primo giugno quando il Giro d'Italia avrà raggiunto Trieste». Di questo evento ne abbiamo parlato anche con il Commissario Capo della Polizia di Stato di Milano, la dottoressa Antonella Di Pinto, che ha voluto sottolineare il ruolo dello staff del pullman: «Con i miei colleghi abbiamo la finalità di formare, comunicare e dedicare ai bambini della scuola pri- Ribalta nazionale ed internazionale per la cittadina della Madonna Nera La frase più semplice e più significativa di Viggiano maria in collaborazione con RCS di impartigli l'educazione stradale attraverso la sicurezza, legalità e fair play. Il progetto scuola prevede la possibilità a questi bambini di formare degli elaborati creativi attraverso la loro fantasia». Alla fine della corsa riusciamo in extremis ad intervistare Pozzovivo, prima che vada via con il suo staff che attesta: «Sono in ogni caso soddisfatto e contento per la festa preparata a Montalbano Jonico dai tifosi. Ringrazio i miei concittadini e tutta la Basilicata visto che dappertutto c'era gente che inneggiava al mio nome. Quindi non posso che essere felice per questo. Speriamo che smetta di piovere e non scelgo quale tappa preferisco per vincere». Resta dunque una giornata di festa e che verrà ricordata in eterno da chi ha vissuto in prima persona questa quinta tappa del Giro d'Italia a Viggiano. Dopo questa promozione culturale e sociale nella città dei Sassi nella passata edizione, anche la cittadina della Madonna Nera ha risposto in maniera significativa a questa kermesse. L’entusiasmo dei più grandi CONSEGNA RIMANDATA Qualche noia di troppo Il premio a fine Giro IL SINDACO di Montalbano Jonico, Enzo Devincenzis assieme al primo tifoso di Domenico Pozzovivo, “fan club Domenico Pozzovivo, Vittorio Camardi, avrebbe dovuto consegnare, a fine tappa, il cavallino rampante come premio al campione di Montalbano Jonico. Noie post tappa hanno fatto slittare questa premiazione, ma l’appuntamento è solo rimandato. Pozzovivo riceverà l’affetto dei suoi concittadini e il premio alla fine del Giro. La gioia dei più piccoli RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Il bagno di folla attorno alla carovana del giro. Sotto a destra uno striscione per Pozzovivo. A sinistra nel riquadro il ciclista di Montalbano Montalbano ha celebrato il suo campione Pozzovivo di ANNA CARONE MONTALBANO - Intensi giorni di preparazione, a Montalbano Jonico, per accogliere degnamente il figlio diletto Domenico Pozzovivo nello storico passaggio del Giro d’Italia. Un paese tirato a festa, con il coinvolgimento del comune ma anche di tanti liberi cittadini e delle associazioni più significative e rappresentative del territorio, fra queste il “fan club Domenico Pozzovivo”. La mattinata, iniziata prestissimo, è stata tutto un fermento e un coinvolgimento di piccoli e adulti; alunni delle scuole elementari con fiocchi e pon pon; il gruppo folk “Terravecchia” della Pro Loco, la banda cittadina dell’Associazione “Padre Mario Frizzera”, tutti, hanno dato un fattivo contributo quale attestazione di riconoscimento. «Siamo qui - ha dichiarato il maestro della banda cittadina, Giovanni La Colla - per dare onore ad un nostro concittadino che ci rende onore con la sua carriera; frutto di sacrifici, di rinunce e di costante impegno. Montalbano è sotto ai riflettori grazie a lui e noi lo accogliamo a Il postino della Val d’Agri 17 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it I cugini salutano Domenico Pozzovivo modo nostro come meglio sappiamo fare». Emozionante l’arrivo e la sfilata della carovana del Giro d’Italia lungo le vie principali del paese, immensa gioia per i bambini che hanno ricevuto gadget e ricordini. Il sindaco, Enzo Devincenzis e l’assessore allo sport, Marcello Maffia, hanno presentato ai tantissimi cittadini presenti il trofeo con cui Montalbano omaggerà il suo beniamino nel panorama del ciclismo italiano. Un cavallo rampante che poggia sul colle, come da gonfalone, interamente laminato in oro. Una maglia rosa, per l’occasione l’ha guadagnata Montalbano che ha dimostrato che anche interventi straordinari possono essere realizzati in brevissimo tempo. Una realtà che se da un lato, nella città di Pozzovivo, ha trovato il favore della stragrande maggioranza dei cittadini, dall’altra non sono mancati, anche sui social network, i detrattori che avrebbero voluto vedere questo impegno profuso per tutto il paese e, soprattutto, non solo per questa occasione, ma alle necessità, sempre. Ma è prevalsa la festa e, questo particolare evento, resterà, davvero, fra le pagine di storia più belle del comune di Montalbano. Il selfie con Cipollini a San Chirico Raparo | VISTA DALLE ISTITUZIONI | Coro unanime «Viggiano promossa a pieni voti» L'ARRIVO del Giro d'Italia è stato sicuramente un evento straordinario per la Basilicata intera. Ed anche per la parte politica aggiungiamo. A prendere parola per prima è sicuramente l'Assessore allo Sport di Viggiano Nunzia Donnoli che afferma: «L'arrivo della tappa rappresenta un grande evento che è un atto finale che abbiamo pianificato da cinque anni. Ci scusiamo - rimarca la Donnoli - se dovesse difettare qualche macchina, ma ci tengo a dire che c'è l'abbiamo messa tutta e lasciamo un'eredità come atto di iniziazione. Viggiano deve capire che a livello sportivo diventa importante per i grandi eventi oltre alla Madonna Nera. Voglio prendere spunto - dichiara l'Assessore allo sport viggianese - dallo spot del Giro d'Italia che "tutto il petrolio del mondo non vale una goccia del mio sudore". Ribadisco infine l'impegno dei volontari per far sì che il buon nome del paese venga portato sui circuiti». A seguire il presidente del Consiglio Regionale Pietro Lacorazza che asserisce: «E' una grande festa dello sport e una grande promozione per il territorio che ancora una volta si presente tra i più belli del Paese - sottolinea orgoglioso l'ex presidente della Provincia di Potenza - Essendo a maggio all'inizio della stagione turistica è un ottimo biglietto da visita per visita- re il paesaggio della Val d'Agri, che non deve essere solo ricordato per l'estrazione petrolifera. Qui esiste anche il culto mariano della Madonna Nera e lo spettacolo della natura va valorizzato fino in fondo. Il passaggio del Giro d'Italia mi auspico si ripeta e c'è bisogno di lavorare in questa direzione per investire nei prossimi anni. I tanti ragazzi presenti vivono dell'esperienza che gli appartiene riguardo al ciclismo». Di poche parole ma non ha lesinando nell'intervento il consigliere Vincenzo Robortella che attesta: «E' un'ottima occasione per la Basilicata, per la bellezza dei nostri paesaggi e che sia un trampolino di lancio per coloro i quali hanno visto questi meravigliosi luoghi che speriamo vengano a visitare. E' un'occasione anche per chi vive fuori dall'Italia di visitare questi luoghi in cui sono vissuti». Conclude il "giro" delle interviste il sindaco uscente Giuseppe Alberti: «Credo che la comunità di Viggiano ricorderà a lungo questo evento sportivo. L'anno scorso è stato sede dell'arrivo del Giro di Basilicata e consideriamo che lo scorso evento dovesse precedere quello più importante. - continua il primo cittadino viggianese - Non ritengo che il petrolio sia in correlazione con lo sport e penso che sia solo una giornata di sport». b.b. Le scritte sull’asfalto: “Pozzo orgohlio lucano” RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 18 Primo piano Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it AMBIENTE Interrogazione sui subappalti della Tecnimont per il centro oli affidati a ditte non lucane POTENZA - Questione assunzioni nella filiera Total, Gianni Rosa interroga la Giunta sulle ultime decisioni del colosso francese. «Le imprese petrolifere - scrive Rosa - che fanno i soldi sfruttando le nostre risorse, ci prendono anche in giro». Stando a quanto scrive il consigliere regionale la “Maire Tecnimont Group spa”, aggiudicataria della gara per i lavori a Tempa Rossa, controlla una società di servizi la Mst spa (ad esempio mensa, pulizie ecc.) che normalmente li subappalta ad altre ditte. Per prendere in subappalto dalla Mst e diventare, quindi, fornitori della Tecnimont bisognava essere inseriti, attraverso una procedura complicatissima, in uno speciale elenco. Procedura illustrata in un incontro, tenuto dai funzionari della Tecnimont presso la Camera di Commercio di Potenza, a tutte le imprese lucane operanti nell’ambito dei servizi. «Dopo tutta la trafila - continua Rosa - in attesa di essere chiamate per presentare un’offerta, le imprese lucane scoprono il “pacco”: i servizi sono già stati quasi tutti assegnati a imprese di fuori Regione, tra cui la Cascina. Com’è stato possibile? La Mst spa ha affisso, ritendo di adempiere al dovere di pubblicità, qualche volantino nei paesi limitrofi al cantiere di tempa rossa, invitando a fare un’offerta per la fornitura dei servizi. Come le imprese con sedi fuori la Regione abbiano saputo dell’invito mentre le nostre ne sono rimaste all’oscuro, resta un mistero. Quello che è chiaro, invece, è che l’elenco delle imprese idonee a prestare forniture alla Tecnimont è stato il solito specchietto per le allodole. Si tengono buone le imprese locali facendo finta di creare un data base da cui attingere i futuri fornitori ma poi si fa tutto in dispregio delle regole. Per questi motivi abbiamo presentato un’interpellanza urgente al Presidente della Giunta Pittella, che non può fare come al solito urlando ai quattro venti che lui è con i lucani e nei fatti dopo un “bel intervento pubblico” nasconde la testa sotto la sabbia. È ora che la Regione Basilicata tuteli le sue imprese e dica a Totale e Eni che la nostra terra è dei lucani e loro sono solo ospiti. Gli ospiti se non si comportano bene dopo tre giorni puzzano». L’INTERROGAZIONE - Nell’interrogazione Rosa parte dalla convocazione alla Camera di Commercio di Potenza, per partecipare ad un incontro informativo sulle procedure telematiche di accreditamento come fornitori di servizi alla Multinazionale “Maire Tecnimont Group spa”, la quale si è aggiudicata la gara per i lavori a Tempa Rossa, incontro al quale intervenivano anche Silvio Pietro Monticelli, per la Tecnimont, e Federica Tegolini. «La Maire Tecnimont - continua il testo - controlla la società Mst spa, che si occupa di servizi ma appalta tutto a ditte esterne; alcune imprese lucane si sono iscritte nell’elenco dei for- «La terra è nostra i petrolieri sono solo degli ospiti» Una trivella nell’area di Corleto, dove sta sorgendo il centro oli Total “Tempa Rossa” Tempa Rossa Rosa chiede lumi a Pittella nitori; abbiamo appreso che la Mst ha proceduto a subappaltare la maggior parte dei servizi senza invitare le imprese inserite nell’elenco delle ditte accreditate come fornitori; contestualmente siamo venuti a conoscenza che la Mst ha semplicemente affisso nei paesi limitrofi al cantiere Tempa Rossa delle locandine in cui si chiedeva una manifestazione di interesse a divenire fornitori di servizi della “Maire Tecnimont Group spa”; tra le ditte che hanno ricevuto appalti di servizi risultano esservi imprese aventi sede fuori Regione tra cui anche la Cascina, con sede a Roma e Bari». E poi il commento: «appare incomprensibile come imprese che non hanno sedi nel territorio regionale siano venute a conoscenza dell’affissione delle locandine con l’invito a manifestare l’interesse, mentre quelle locali ne erano all’oscu- ro; la predisposizione dell’elenco fornitori garantiva, alle imprese in esso inserite, di essere invitate alla presentazione dell’offerta per l’appalto dei vari servizi; la stessa “Maire Tecnimont Group spa” era presente all’incontro, presso la C.C.I.A.A. di Potenza, organizzato per presentare e spiegare la procedura di inserimento nell’elenco fornitori; procedura, peraltro, voluta dalla Tecnimont». Per questo si chiede a Pittella di conoscere «quale azione intende intraprendere per la tutela delle imprese lucane che, dopo aver partecipato ad una complessa procedura di accredito, la quale, a questo punto, si configura come un beffa in danno delle stesse, non sono state messe in grado di partecipare alla selezione e di presentare un preventivo, partecipando così allo sviluppo di questa regione». In un documento si svela il rapporto tra incremento dei tumori e zone altamente inquinate Aree Sin, M5S alla Lorenzin: «Non nascondere le carte» Il ministro Lorenzin «CI RISIAMO. Il governo nasconde le carte nel cassetto per non parlare prima delle elezioni degli argomenti scottanti, anche se questi argomenti riguardano la salute di milioni di persone. E i dati sulla mortalità di decine dei siti di interesse nazionale (Sin) vengono ignorati. Questo il senso della risposta all’interrogazione presetata per il question time al ministro della Salute Beatrice Lorenzin dalle Commissioni Salute e Ambiente del Movimento 5 Stelle», evidenzia una nota. «Tale volontà omissiva da parte del Governo - aggiunge il M5S - è esemplificata dal progetto Sentieri, studio sulla condizione di salute dei cittadini che vivono nelle aree più inquinate d’Italia, commissionato dal ministero della Salute e pronto da mesi, ma tenuto nascosto. Di fronte alla sordità del dicastero guidato da Lorenzin, i tecnici che lo hanno realizzato hanno preso direttamente l’iniziativa, pubblicandolo sulla rivista di epidemiologia e prevenzione. Si tratta di un documento scottante che rileva eccessi anche del 90% della mortalità nelle aree Sin. Ma lo studio 'dimenticà 39 Sin: dalla Valle del Sacco a Massa Carrara, da Pioltello a Napoli est, sono siti studiati nella prima versione di Sentieri ma spariti da quest’ultimo documento». «Altro macigno evidenziato dallo studio - riporta la nota - è quello che riguarda è quello relativo i bambini: un milione vive nei Sin, con una mortalità, si legge nel Sentieri, del 5% superiore rispetto a quella di altre zone d’Italia. Di fronte a questa emergenza sarebbe stato necessario avviare uno studio, come richiesto dagli epidemiologi, dal costo di poche decine di migliaia di euro. La risposta del ministero è stata una porta sbattuta in faccia». «Noi vogliamo sapere - hanno detto al ministro i deputati pentastellati - se il ministero intenda davvero continuare a indagare in queste zone dimenticate dai decreti, con particolare riferimento alla popolazione pediatrica e, soprattutto, se il governo intenda, una volta preso atto dell’ecatombe in corso, accelerare le bonifiche dei Sin, anche per non aumentare l’esborso per la spesa sanitaria che ammonta a oltre 110 miliardi. L’INIZIATIVA Due poliziotti in servizio Un programma educativo contro i reati ambientali UN programma educativo per prevenire e reprimere i reati ambientali, dedicato alla formazione delle forze di Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri e altre forze dell’ordine. E' il “Progetto Europeo Recupero Legalità Ambientale”, promosso dal Corpo forestale dello Stato e finanziato con i fondi comunitari Pon Fesr, che sarà lanciato il 21 maggio, a Castel Volturno, in un convegno alla presenza del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina. Il programma, che si estende a tutte le regioni dell’Italia meridionale si legge in una nota della Forestale prevede seminari, moduli didattici e corsi e-learning. In questo modo si cerca di rafforzare la capacità delle forze dell’ordine di indagare sui reati ambientali. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Economia Italia / Mondo Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 BUFERA GIUDIZIARIA Giampiero Pesenti accusato di truffa aggravata e riciclaggio Nei guai i vertici di Ubi Banca Ostacolo all’attività di vigilanza è l’ipotesi di reato contestata a Giovanni Bazoli di ENZO QUARATINO ROMA - Un ciclone giudiziario si abbatte su Ubi Banca proprio nel giorno della conference call e colpisce i manager della banca, la controllata Ubi Leasing e anche nomi eccellenti del mondo della finanza e dell’impresa, dal presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli al presidente di Italcementi Giampiero Pesenti. Ostacolo all’attività di vigilanza è l’ipotesi di reato a carico dei vertici di Ubi banca, tra i principali gruppi bancari italiani, e di Bazoli; truffa aggravata e riciclaggio sono le accuse per tre ex dirigenti di Ubi Leasing e per Pesenti. Dalla Banca (che in borsa ha chiuso la giornata cedendo 1,8%) arrivano assicurazioni di «massima collaborazione»: «tutto si sistemerà», ha detto il consigliere delegato Victor Massiah. E mentre Bazoli, tramite il suo legale, esclude l’esistenza di patti parasociali occulti, Pesenti fa sapere di essere estraneo a Ubi Banca e di essere coinvolto nell’inchiesta solo per l’acquisto di un’imbarcazione, operazione che definisce regolare. Il blitz di circa cento finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria parte all’orario di apertura della banca. I militari danno esecuzione a un decreto emesso dalla Procura di Bergamo che prevede una ventina di perquisizioni in varie città: «visitano» gli uffici del presidente del comitato di gestione di Ubi Banca Franco Polotti e del presidente del comitato di sorveglianza Andrea Moltrasio. Altri finanzieri perquisiscono gli uffici del vice- presidente del Comitato di Sorveglianza della banca Mario Cera, del consigliere delegato Massiah e dell’altro consigliere Italo Lucchini; altri ancora entrano negli uffici di Bazoli. Quasi contemporaneamente si sviluppa l’attività investigativa che coinvolge Ubi Leasing: vengono perquisiti la Direzione Credito Anomalo e gli uffici del Servizio Recupero e Vendita Beni e gli uffici di Giampiero Bertoli, ex amministratore delegato della società, di Alessandro Maggi, ex direttore generale, e di Guido Cominotti, ex responsabile del servizio Recupero e Vendita Beni di Ubi-Leasing. Infine la perquisizione nell’ufficio di Pesenti. I filoni investigativi sviluppati dalla Procura di Bergamo sono due: il reato di ostacolo all’attività di vigilanza si riferisce a presunte gravi anomalie nella modalità di comunicazione delle indicazioni dei vertici di UbiBanca. Secondo l’accusa, due gruppi di azionisti - l’Associazione Amici di Ubi e l’Associazione Banca Lombarda e Piemontese, quest’ultima presieduta da Bazoli - avrebbero messo in campo, senza che la vigilanza ne avesse compiuta conoscenza, un sistema di regole - patti parasociali occulti, secondo l’accusa - tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca. Quanto ai reati di truffa e riciclaggio contestati agli ex dirigenti di Ubi-Leasing - filone nel quale è chiamato in causa anche Giampiero Pesenti - la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aerei. FOCUS Tutto ruota all’interno dell’alta borghesia della città Un patto occulto per il controllo sotto il faro dei magistrati di Bergamo MILANO - Un patto di sindacato occulto per decidere gli assetti di controllo di Ubi Banca, a partire dalla nomina dei vertici. Con protagonista Giovanni Bazoli, chiamato in causa dalla magi- stratura non in qualità di presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo ma quale punto di riferimento dell’anima bresciana di Ubi Banca, l’istituto nato nel 2007 dalla fusione tra la bergamasca Bpu e la bresciana Banca Lombarda. Sull’ipotesi di un accordo nascosto al mercato tra gli storici gruppi di azionisti che governavano le due banche indaga la magistratura di Bergamo. Sotto il faro del pm Fabio Pelosi sono finite presunte anomalie nella indicazione dei vertici e i rapporti tra le due associazioni. La prima, l’associazione Amici di Ubi Banca, è stata fondata da Emilio Zanetti (non indagato), per quasi tre decenni alla presidenza della Popolare di Bergamo e fino all’addio lo scorso anno punto di riferimento indiscusso della banca, forte di un consenso trasversale che andava dalle grandi famiglie imprendito- riali alla Curia di Bergamo. La seconda, presieduta da Giovanni Bazoli, che proprio in virtù di questo incarico è indagato con l’ipotesi di ostacolo all’attività di vigilanza, ha raccolto il testimone del vecchio patto di sindacato di Banca Lombarda, composto da esponenti dell’alta borghesia bresciana di matrice cattolica e liberale, da industriali e da alcune fondazioni bancarie. Proprio Zanetti e Bazoli, in quanto registi degli equilibri di Bpu e Banca Lombarda (di cui il professore bresciano è stato a lungo vicepresidente), sono stati i promotori della nascita di Ubi Banca. E le due associazioni hanno sempre votato insieme per la nomina del consiglio di sorveglianza, sostenendo la lista presentata dal consiglio uscente, che ha assicurato un’equa rappresentanza ad esponenti di area bresciana e bergamasca (peraltro il principio della «pariteticità» delle due banche costituenti era contenuto nello statuto fino a sabato scorso, quando è stato cancellato dall’assemblea). Il legale di Giovanni Bazoli ha respinto tutte le accuse, che coinvolgono anche esponenti di vertice della banca (tra cui il ceo Victor Massiah e il presidente della sorveglianza Andrea Moltrasio). «Gli accordi che hanno dato vita a Ubi» e «tutti i successivi sono stati recepiti negli statuti e in atti ufficiali debitamente comunicati» ha scritto in una nota. FINMECCANICA Inizia oggi l’era Moretti e parte la corsa per le Ferrovie ROMA - Inizia l’era Moretti in Finmeccanica. L’assemblea di oggi in piazzale Montegrappa sancirà infatti l’arrivo dell’a.d. delle Ferrovie alla guida del gruppo aerospaziale. E darà il via al rush finale per la sua sostituzione alle Ferrovie, con un nome che appare decisamente in pole position e un altro che rimane fino all’ultimo un candidato forte: il primo è quello di Michele Mario Elia, soluzione interna in quanto a.d. di Rfi e il secondo è quello di Domenico Arcuri, a.d. di Invitalia. La mattinata di oggi sarà dunque calda sia in Finmeccanica che in Piazzale della Croce Rossa. L’assise dei soci Finmeccanica dovrà infatti prendere atto dei nuovi consiglieri, fra cui Moretti che poi dovrebbe essere nominato capo azienda nella riunione del consiglio di amministrazione che si svolgerà dopo l’assemblea. Intanto, in Ferrovie, l’a.d. dovrà rassegnare le dimissioni dal suo incarico. Per questo, come ha sottolineato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, il Governo è al lavoro, con tempi strettissimi, alla successione. Il nome - ha spiegato il ministro - «può esserci oppure no». In poco meno di 8 anni di gestione (era settembre 2006) Moretti ha ottenuto risultati importanti, ha ovviamente subito critiche pesanti e non si è mai tirato indietro di fronte a scontri e polemiche: da quelle con il neo- competitor Ntv fino all’ultima con il premier Renzi sull’abbassamento del suo compenso. Ma sono sicuramente i risultati industriali ad averlo portato alla designazione da parte del Tesoro per guidare Finmeccanica: un utile 2013 di 460 milioni (al suo arrivo il rosso era di 2,1 miliardi) e un Ebitda che per la prima volta supera i 2 miliardi; la realizzazione di 1.000 km di rete ad alta velocità-capacità; le stazioni per l’alta velocità di Torino Porta Susa, Bologna Centrale e Reggio Emilia; il lancio delle ammiraglie Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca cui si aggiunge la commessa del nuovissimo Frecciarossa 1000. Proprio l’attenzione dedicata allo sviluppo della rete più veloce è stato il motivo di più aspra critica che ha caratterizzato il suo mandato: tante risolse sull’alta velocità e poca attenzione al trasporto ‘minorè, a cominciare da quello destinato ai pendolari. Ora, nella Finmeccanica appena uscita dalle bufere giudiziarie, Moretti troverà un gruppo che nel 2013 è tornato all’utile (74 milioni) dopo 2 anni di rosso e con un ultimo trimestre negativo per 12 milioni. Ma soprattutto, dopo il lavoro fatto da Alessandro Pansa in termini di stabilità del gruppo e regole di governance, Moretti dovrà confermare la focalizzazione nei settori difesa ed aerospazio. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 20 Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it TANGENTOPOLI E DINTORNI BUBBONE ANTICO CASO LANCELLOTTI UNA GIUSTIZIA IMPARI di MIMMO MASTRANGELO di EMANUELE VERNAVÀ E’ IL PENSIERO del nuovo Commissario dell’Expo 2015, Raffaele Cantone. Tutti ne siamo consapevoli, che la corruzione sia un “bubbone” antico. E “antico”, forse lo intende, Raffaele Cantone, come qualcosa che nasce qualche decennio fa, diciamo con la nascita della Repubblica, da Noi. Ma una volta che tutti abbiamo preso coscienza del fenomeno, un “morbo” maligno e metastizzato, non è che abbiamo risolto alcunché o dato un contributo alla sua soluzione. Intanto bisognerebbe aggiungere che dobbiamo sapere che il fenomeno è diffuso a livello mondiale e, nel tempo, scende, tanto per fissare un limite storico, fino a Verre della Res publica Romanorum o a Demostene per il tesoro di Arpalo. Ne facemmo cenno qualche anno fa sempre su questo quotidiano. E questo nella nostra storia, quella della civiltà occidentale. E senza fare torto a chi non si sentisse investito di responsabilità. Ovviamente, parlo, di Paesi diversi dall’Italia. Mi ha colpito quello che dice S.Agostino già nel secolo V dell’Impero Romano, il periodo della “decadenza”, quando anche la carica di imperatore veniva assegnata dalla suburra a chi garantiva più ricompensa. Roba da “Basso Impero”, come gira nella letteratura. Ma bisognerebbe ammettere che il fenomeno del “familismo amorale”, ma anche immorale e illegale, varia per misura e “visibilità” in maniera diseguale a seconda di due sistemi politici, la “dittatura” e la “democrazia”. Per la dittatura facciamo riferimento non solo a quelle formali, come fu per il fascismo, il comunismo, ecc, ma a quel modello sociale nel quale il potere è gestito da personalità e gruppi, sindacati,partiti, lobbyes, ecc. che , come in Italia, spesse volte determinano situazioni insostenibili e pericolose a livello di reazione popolare. Quello su cui possiamo essere, dunque, tutti d’accordo è che la corruzione è veramente “antica” e che sia anche un bubbone di manzoniana memoria, il segno di una peste che porterà al lazzaretto Don Rodrigo, ma anche Fra’Cristoforo. I masss-media, stampa ,televisione e tutti i mezzi di comunicazione, ogni giorno fanno il bollettino degli arrestati, “avvisati”, ecc. In carcere non va nessuno, ma solo agli arresti domiciliari o ai servizi sociali. Dietro le sbarre vanno i delinquenti comuni, il pollo, la droga, lo scippo e qualcosa di ancora più grosso. Dell’Utri sta chiedendo che anche per lui vengano decisi i servizi sociali, per “par condicio”con Berlusconi. Signore mio, non ne possiamo più . E’ a questo punto che andrebbe fatta una riflessione: come risolvere o ridurre drasticamente il problema della corruzione o, diciamolo con il termine preciso, dell’illegalità? Ci sono nella società due strumenti risolutivi: l’educazione e la repressione. In Italia si pensa, da parte dei grandi pensatori ed educatori, che lo strumento sufficiente a chiudere il problema è l’educazione. Ed io potrei essere d’accordo, se educazione significasse far sì che ognuno di noi prenda coscienza di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto, dove il giusto è non prendere dall’altro più di quanto mi spetti per il mio lavoro e ingiusto tutto ciò che prendo senza che mi spetti e che comunque sottraggo agli altri qualcosa di quello che spetta loro. E se questi derubati sono pure dei minchioni, lasciano fare e vengono ammaliati dai giochi di prestigio e dalle lodi della volpe. Salvo, nel tempo e quando è ormai troppo tardi, accorgersi della fregatura e tentare di reagire, ma difficilmente potranno liberarsi dalla glassa del potere corrotto. Dunque l’educazione come comunemente la intendiamo non basta, ci vuole anche un po’ di repressione, essere un pochino pratici, come nella cultura anglosassone, dove la repressione è l’altro strumento che ha fatto di quelle società il modello di democrazia migliore realizzato. Ma la repressione dovrebbe essere praticata dagli strumenti dello Stato, cosa che in Italia ormai non avviene da anni, e già dal 1977 Tanassi, condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per corruzione per la questione Lockheed, scontò in carcere solo quattro mesi, perché fu affidato ai servizi sociali dopo essersi pentito. Per il pentimento bastava dichiarare di essere pentito, e non sempre era richiesta la restituzione del malloppo. Per Berlusconi non è stato necessario neppure che si dichiarasse pentito per avere i servizi sociali, e la minaccia di metterlo agli arresti domiciliari nel caso continuasse ad attaccare la magistratura è soltanto teorica, come mostrano i fatti. Dunque, educazione ma anche repressione con pena certa, da scontare, però, in carcere a misura d’uomo e non in ambienti come le antiche galere, nella cui fortuna erano coinvolti i condannati ai remi inchiodati ai banchi da pesanti catene ventiquattro ore su ventiquattro. LA TRAVERSIA giudiziaria di Canio Lancellotti - il difensore della Polisportiva Moliterno che da qualche mese è agli arresti domiciliari in quanto accusato di “sequestro di persona” – chi la ricorda? La domanda, naturalmente, andrebbe posta principalmente a quei cronisti senza scrupoli che, al fermo imposto dal magistrato a Lancellotti, si buttarono sulla notizia come degli avvoltoi, consapevoli la vicenda del “calciatore sequestratore” avrebbe fatto scalpore. Consumata (e pure in tempi brevissimi) la notizia del fermo di Lancellotti non se n’é più parlato. Tant’è che non si sa quali possano essere a breve o a tempi più lunghi le ulteriori decisioni del giudice. Intanto la detenzione domiciliare di Lancellotti, ci sbatte crudamente in faccia il funzionamento di una giustizia che non appare tanto giusta, orientata più a far da scudo per i ceti forti che per quelli deboli. Una giustizia, che per quanto vada rispettata nelle sue “deposizioni”, la si può (per grazia di Dio) ancora interpretare o liberamente soppesare. Chi scrive, in sostanza, non si sente per nulla un millantatore nei confronti della magistratura se deve affermare (ancora una volta) che quella detenzione a Lancellotti appare esagerata, anzi ingiusta . Lancellotti non è un sequestratore, non è un malvivente matricolato, non sta nel suo dna il delinquere, si è solo ritrovato implicato (magari senza saperne spiegare nemmeno lui stesso le ragioni) con personaggi equivoci in una storia dai contorni non chiari. Ma nei suoi giorni di detenzione viene a specchiarsi una stramberia tutta di casa nostra: il giocatore del Moliterno è oggi agli arresti preventivi e chissà per quanto tempo ancora dovrà rimanerci, invece uno come Silvio Berlusconi, nonostante una condanna definitiva (per un reato piuttosto grave), la magistratura gli si riconosce ogni riverenza politica, televisiva e di piazza, lasciando così intendere, senza timidezza, che lui davanti alla legge è più uguale di un qualsiasi Lancellotti. In Italia il gallo di Arcore è per la giustizia manifestamente più uguale degli altri. QUELLA VIOLENZA SOCIALE CALCISTICA E POLITICA di don CAMILLO PERRONE E' chiaro che quello successo a Roma, prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, è stato un episodio che sporca lo sport. Diciamo allora che urge escogitare strategie adeguate che contrastino la spirale della violenza calcistica, adottando una linea dura, un giro di vite fortissimo, onde evitare che si verifichino detestabili episodi da oggi in poi. Notizie sempre più gravi e allarmanti ci lasciano ogni volta più sconvolti. Ma di là da quella che è una pura reazione emotiva, il nostro sdegno,i1 nostro sgomento richiedono di tradursi in un impegno personale concreto, in un atto di coscienza che ci permetta di scoprire se per caso non abbiamo anche noi una parte di colpa in quanto succede. Se è vero che alla radice di tutto questo ci sono le ingiustizie e le violenze di una società fortemente aggressiva e competitiva, che conosce solo la legge del successo e del benessere personale, anche noi ne siamo responsabili nella misura in cui, facendo parte di questo tipo di società, non sappiamo operare concretamente per renderla migliore, impegnandoci a dire no alle ingiustizie sociali, alla sfrenata bramosia del potere, alle speculazioni indebite, al prevalere dell'egoismo. Quanto al problema più specificamente sociale, è dovere di tutti di migliorare se stesso. E' indispensabile la presa di coscienza che siamo tutti "attori" e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha influsso sugli altri. Purtroppo, la nostra vita sociale è divenuta troppo superficiale e non riusciamo a percepire la profondità delle dinamiche collettive, per cui le persone sono solo degli "altri", corpi senza anima o oggetti senza volto, scambiabili e consumabili. Necessita spezzare la logica di un sistema culturale univoco e perverso, di cui si subiscono tutte le contraddizioni e le perversioni, proponendo un'alternativa credibile che riaffermi i valori evangelici della fraternità, della carità, della comprensione e del dialogo. In campo politico gli italiani si augurano di aspettarsi nell'immediato futuro: la fine del confuso agitarsi di personalismi mediatici al vertice del sistema che minaccia di trasformarsi in crisi della democrazia... Ci sono politici quindi da cui dovrebbero giungere ai cittadini "buoni esempi" di civiltà, correttezza, lealtà, confronto rispettoso, sia pure, acceso, con chi ha un pensiero diverso. Ora, purtroppo, si è superato ogni limite. Accendere la miccia, oggi, non è ciò di cui ha bisogno il Paese, in un momento di grave crisi economica e di tensioni sociali. I problemi seri riguardano il lavoro, la scuola, la famiglia e il futuro dei giovani, che meriterebbero ben altra attenzione, con il concorso di tutte le forze politiche. II malessere che c'è nel Paese, sta diventando pericoloso. Praticamente si rischia di fomentare l'antipolitica e l'astensionismo: si pensi quindi alle elezioni del 25 maggio prossimo. Parimenti il gioco aspro dentro e tra i partiti non può ricevere regola da qualche sparuta pattuglia di uomini virtuosi e disinteressati. Occorre allora una mobilitazione delle intelligenze e delle coscienze di milioni di cittadini. E' necessario che l'esercizio del diritto politico per eccellenza, il suffragio elettorale, sia non la captazione del consenso attraverso la propaganda, il vincolo clientelare, o confessionale, o di classe, ma giudizio maturo dei governati finalmente giudici dei governanti, scelta consapevole e informata di candidati, di coalizioni di parti, di programmi. La gente deve riflettere, deve poter capire dove e come la storia umana si muove, e quanto essa dipenda dalla nostra ragione e dalla nostra volontà. La storia umana va defatalizzata. L'educazione alla politica e al senso civico-sociale serve a questo: a rimettere il timone della storia nelle mani degli uomini. *Parroco emerito di San Severino Lucano RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 21 Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it L’azienda di Atella in trattative con un colosso dei componenti marini di Pechino Cmd, i motori che trainano i cinesi Know how e trasferimento di parte della produzione. In ballo anche un centro di ricerca POTENZA - La Cmd di Atella sta per metterne a segno un’altra. L’azienda del Vulture che produce testate dei motori diesel per Maserati Ghibl e Jeep, con un ramo dedicato completamente al settore marino, sta per chiudere un importante accordo con la cinese Tzichai, tra i colossi di Pechino nella produzione di motori marini. Una accordo commerciale che passa anche dalla Regione Basilicata, dove lunedì scorso si è tenuto un incontro: in ballo, infatti, c’è anche la realizzazione di un centro di ricerca in Basilicata a sostegno della produzione lucano-cinese. La Repubblica di Xi Jinping si appresta a forti investimenti nel settore, stimando una domanda pubblica per i prossimi anni di circa 50.000 pezzi. La Tzichai, che aspira a conquistare un’importante fetta di mercato, per essere più competitiva ha bisogno di rafforzare la componente tecnologica dei suoi prodotti, soprattutto per quanto riguarda le emissioni. E per il trasferimento di Know how si è rivolta proprio all’azienda lucana, che in Cina ha un proprio stabilimento e che si è fatta conoscere per gli elevati standard tecnologici In breve DIFFAMÒ WOODCOCK Storace condannato La Regione “pronta a fare la sua parte” La delegazione cinese con il presidente Pittella e l’assessore Liberali di produzione. Ma l’accordo non si limita a questo e per la Cmd potrebbe avere risvolti produttivi molto importanti. La cinese che guarda con interesse anche alle possibilità di approdare sul mercato europeo, sarebbe ben disposta anche a trasferire parte della fabbricazione dei componenti nello stabilimento di Atella. L’incontro interlocutorio dello scorso lunedì si è chiu- so positivamente, con l’impegno della Regione, rappresentata dal presidente Pittella e dall’assessore Liberali, a fare la propria parte per sostenere la parte del progetto che riguarda la realizzazione del Centro di ricerca. La trattativa va avanti con ottime possibilità di riuscita e gli importanti risvolti economoci che ne conseguirebbero per il territorio. L’ex senatore Francesco Storace è stato condannato al pagamento di una multa di 300 euro per aver diffamato il pm Henry John Woodcock in una intervista del giugno 2006 al quotidiano La Repubblica. Lo ha stabilito il giudice monocratico di Roma, Roberto Polella. Storace è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno a Woodcock, che nel processo si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Bruno Larosa. Nella vicenda era intervenuta anche la Corte Costituzionale, che aveva risolto un conflitto tra poteri escludendo l’insindacabilità delle opinioni espresse dall’ex senatore. LA STRANA FIGURA Cane a sei zampe a Vaglio E’ solo land art: Eni estranea «NO, NON SIAMO STAI NOI». No, non c’è Eni dietro il disegno che ha marchiato le colline lucane e che da ieri è visibile a chi percorre la strada statale da Potenza a Vaglio Scalo. Il cane a sei zampe, simbolo dell'azienda fondata da Mattei, spicca in grigio sul terreno collinare. Ci è voluto poco perché la curiosità si diffondesse. Operazione di marketing o gesto di protesta? Arte urbana o incursione ambientalista? Eni non ne sapeva nulla, per cui non resta che parlare di Land Art (o Earth Works): non può che trattarsi di questo. Quel cane a sei zampe impresso come un tatuaggio sulle colline di Vaglio, fotografato da Giovanni Allegretti rimanda a un artista, o più artisti, con mano ferma e idee precise. Troppe coincidenze portano a pensare che chi ha inciso (uno o più persone non si sa) con estrema precisione quella lingua di fuoco e quel cane sia ancora un volta un lucano. In una terra come la nostra, con più di 120 pozzi petroliferi sparsi su tutto il territorio e richieste di altre perforazioni, malcotento e rabbia sempre più crescente verso l’oro nero, un’azione come quella di tatuare il cane Eni su una vallata ancora vergine porta dritto a pensare ad una vero e propria atto di denuncia e riappropriazione del territorio. Università: il rettore Fiorentino rinuncia alla proroga del mandato POTENZA - Il Rettore dell’Università degli studi della Basilicata, Mauro Fiorentino, ha rinunciato alla possibilità di proroga di due anni dell’attuale mandato, prevista da una legge del 2010: lo ha comunicato lo stesso Fiorentino in una nota inviata ai componenti del Senato Accademico, del cda e ai docenti che hanno presentato la candidatura per il sessennio 20142020, precisando che si tratta di una «decisione, personale e irrevocabile», e di «non aver posto personalmente la questione dell’applicabilità» della proroga. La prima votazione per l’elezione del nuovo Rettore si svolgerà il prossimo 28 maggio. «Non avevo mai pensato di dover gestire, al termine del mio mandato, una situazione come questa - ha detto Fiorentino - per di più in un contesto generale e locale che ha mostrato ancora una volta come sia possibile che, improvvisamente, si concretizzino situazioni la cui soluzione diventa di esclusiva responsabilità del Rettore, con chiavi di lettura del suo operato che si alimentano più nella superficialità e nella faziosità che nel tentativo di condividerne il peso in un’analisi rigorosa e accademicamente laica». ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI POTENZA A tutti gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza LORO SEDE ASSEMBLEA ORDINARIA DEGLI ISCRITTI Ai sensi dell’art. 27 del R.D. 23/10/25 n. 2537 e del vigente Regolamento, è convocata l’Assemblea ordinaria degli Iscritti in prima convocazione per il giorno 29 maggio 2014 alle ore 9.00 ed in: SECONDA CONVOCAZIONE Martedì 3 Giugno 2014 ore 09.00 con il seguente ordine del giorno: • Approvazione Bilancio Consuntivo anno 2013; • Approvazione Bilancio Preventivo anno 2014; • Modifica Regolamento delle Attività di Consiglio; • Varie ed eventuali. Le Assemblee in I^ e II^ convocazione si terranno presso la sede dell’Ordine alla Via Di Giura (Centro Direzionale) – Potenza – La presente convocazione è pubblicata per esteso sul sito dell’Ordine www.ordingpz.it . IL PRESIDENTE Dott.ing. Egidio COMODO RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] I dati della Caritas di Bucaletto. E sabato uno spettacolo: si pagherà con generi alimentari Troppe famiglie povere in città «Attualmente accogliamo 440 nuclei in crisi, li aiutiamo anche con le bollette» IO speriamo che me la cavo. E’ questo il titolo del recital realizzato dai ragazzi del centro di aggregazione A Casa di Leo, gestito dalla Caritas diocesana di Potenza che ha sede nella cittadella di Bucaletto. Il recital è stato presentato ieri mattina nella sede di Bucaletto, durante una conferenza stampa alla presenza dei responsabili della Caritas, Marina Buoncristiano, Giorgia Russo e Michele Basanisi, del presidente dell’Acli di Potenza, Michele Muscio e del presidente delle associazioni Il Sentiero e Spine nel fianco, Marco Pali. La Caritas con questo recital intende raccontare la povertà che sempre più attanaglia le famiglie. E sabato alle 20, i ragazzi del centro di aggregazione gestiti da Giorgia Russo e Roberto Lorusso saranno i protagonisti di un recital che intende raccontare la città sulle questioni relative al welfare state e alla povertà. Gli spettatori presenti sabato non pagheranno un biglietto, ma dovranno consegnare viveri e beni di prima necessità ai responsabili presenti al Teatro Francesco Stabile. Michele Basanisi ha rimarcato l’importanza del recital: «Solo lavorando insieme e con il sorriso è possibile alleviare i problemi delle famiglie presenti in città. Bisogna costruire la La conferenza (Mattiacci) speranza puntando sulla voglia di aiuto reciproco tra giovani e famiglie in difficoltà». Marina Buoncristiano ha sottolineato il lavoro dei ragazzi: «I nostri giovani sono stati impagabili accogliendo l’idea e facendo ben presto quadrato tra loro. Abbiamo lavorato congiuntamente consapevoli delle enormi difficoltà in cui versano le famiglie». E’ toccato invece a Giorgia Russo dare i numeri della povertà in città: «Da noi sono arrivate duecentocinquanta famiglie nel corso del 2013. Il numero nel primo trimestre è cresciuto di quarantasette unità. Abbiamo consentito alle famiglie in difficoltà e con reddito inferiore ai cinquecento euro di poter pagare le bollette, evitando le sanzioni di Equitalia. A mio avviso va rimarcato lo studio elaborato dall’Università di Reggio Emilia che ha inteso sottolineare le difficoltà delle famiglie meno abbienti. Attualmente accogliamo 440 famiglie in crisi». Grazie a questo percorso i ragazzi stessi durante la proiezione del film “Io speriamo che me la cavo” si sono fatti promotori dell’idea di poterlo mettere in scena avendo trovato tante assonanze tra il contesto dei più famosi alunni del maestro d’Orta e quello in cui loro stessi vivono. Il 4 gennaio scorso sono andati in scena all’Auditorium dell’Immacolata presso il Seminario Minore, e successivamente proseguendo nel loro itinerario educativo hanno messo a disposizione degli altri il loro saper fare esprimendo con un gesto concreto di solidarietà, ovvero raccogliere beni alimentari non reperibili. Tutti a teatro, per capire, comprendere e collaborare. Io speriamo che me la cavo è anche questo. Francesco Menonna [email protected] | SOLIDARIETA’ | Una colletta per aiutare Alì A POTENZA lo conoscono in tanti Ngom Sarr. Ma nessuno, in realtà lo conosce con il suo nome. Per i potentini è semplicemente Alì, uno dei commercianti ambulanti del centro che, con il suo sorriso, è riuscito a farsi voler bene da tutti. Ora Alì è ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza, dopo aver subito un intervento chirurgico molto delicato al cuore. Così tutti quelli che lo conoscono hanno deciso di mobilitarsi. In particolare, a chiedere una colletta per sostenere Alì e la sua numerosa famiglia è la parrocchia di Santa Cecilia a Poggio Tre Galli. «Abbia- mo deciso di fare una colletta, almeno per il fitto e per alcune cose più importanti per far fronte alle difficoltà derivanti da questa situazione, per aiutare la sua famiglia». L’intera famiglia infatti si sostiene grazie al lavoro di Alì che ovviamente però in questo momento non può farcela. Tutti coloro che vogliono aderire possono farlo direttamente andando a trovare la famiglia in Largo Rosica a Potenza oppure possono fare riferimento al gruppo missionario di solidarietà presso la parrocchia di santa Cecilia in piazza Adriatico i lunedì e i giovedì dalle 19 alle 20,30. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 24 Potenza Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it Allarme lanciato da alcuni commercianti: la merce viene data a un ladro travestito La truffa arriva con il corriere Presi di mira soprattutto i negozi di elettronica e telefonia: «Un errore, ci dia il pacco» QUANDO un fornitore li ha avvisati, tramite sms, della truffa che sta mietendo vittime in tutta Italia, nessuno di loro ci ha creduto: «Siamo a Potenza, qui c’è gente tranquilla, non succedono queste cose». E invece, nel giro di pochi giorni, lo stesso “trattamento” è stato riservato a molti commercianti del capoluogo (casi segnalati anche a Melfi) che, infatti, hanno voluto segnalare la truffa anche ai giornali per evitare la brutta sorpresa ad altri colleghi. I casi segnalati riguardano soprattutto i negozi di telefonia o elettronica. In pratica, come è sempre accaduto, un corriere arriva in negozio a consegnare un pacco. «Da noi spiega uno di loro - arrivano pacchi di continuo. Magari è l’azienda che ci invia i nuovi telefoni». E i pacchi possono essere anche molto consistenti, perchè all’interno ci può essere merce per diverse migliaia di euro. Il commerciante - o una commessa - prende il pacco e firma la bolla di accompagnamento. Tutto normale fin qui, è sempre accaduto. Solo che poi, appena uscito il corriere “ufficiale”, nel negozio ne entra un secondo. Gli ignari commercianti non si possono accorgere della differenza: stessa divisa, stessa azienda. «Ci siamo sbagliati - dicono - vi abbiamo consegnato non il vostro pacco ma un altro». Oppure: «Per errore non vi abbiamo portato tutta la merce». Per rendere più credibile la loro storia, annotano anche la mancata consegna della merce sulla copia della bolla di accompagnamento in possesso del commerciante, a cui chiedono anche di apporre una firma. E così ingenuamente in molti hanno consegnato al ladro il pacco appena ricevuto. «Fra un po’ vi portiamo il vostro», dicono. E invece è una truffa bella e buona, nessuno si ripresenta e, soprattutto, nessuno porta un nuovo pacco. Il ladro sparisce con i pacchi e con il documento. E per il commerciante è davvero un dramma, perchè la bolla di accompagnamento intanto è stata firmata. Quindi non si può dire che non è arrivato nulla. Al commerciante, quindi, non resta che pagare, considerato che in realtà la consegna è stata regolare e che il vero corriere è comunque in possesso dell’originale della bolla che attesta l’avvenuta consegna. E poi al danno la beffa, perchè magari in quel pacco c’era della merce che il cliente si aspettava di ricevere. E’ chairo che i truffatori sono molto “professionali”: sanno chi sono i corrieri - quando entrano nel negozio indossano regolari divise - e conoscono bene gli orari. Entrano nei negozi, infatti, pochi minuti dopo l’uscita del corriere vero. E spesso approfittano della confusione che ci può essere in un negozio, facendosi consegnare i pacchi dalle povere commesse impegnate con i clienti. Quindi attenzione: se vi viene consegnato un pacco tenetelo stretto. E magari chiamate la polizia per fare il “contropaccotto” al truffatore. [email protected] CASO CLAPS Falso in perizia per Pascali Udienza a Salerno rinviata al prossimo 17 settembre SI è conclusa con un rinvio al prossimo 17 settembre l’udienza del processo che vede imputato Vincenzo Pascali per falso in perizia. L’udienza si è tenuta ieri al Tribunale di Salerno. Pascali, ordinario di Medicina legale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, fu il primo ad analizzare i vestiti di Elisa Claps dopo il ritrovamento del cadavere nel sottotetto della chiesa della Trinità. La sua perizia, che ha escluso la presenza di Dna di Restivo, è stata però bocciata dai pm che indagano sull’omicidio, Rosa Volpe e Luigi D’Alessio. In aula ieri anche Filomena Iemma, la mamma di Elisa. A lei è stato chiesto di elencare nei particolari come fosse vestita la sedicenne il giorno della scomparsa. E’ stato sentito poi anche Francesco Introna, l’anatomopatologo che ha eseguito l’autopsia sul cadavere della studentessa potentina. In aula anche Eva Sacchi, paleontologa che era stata incaricata dalla Procura di analizzare i tagli sugli abiti che Elisa Claps indossava il giorno in cui è stata assassinata. L’avvocato di Pascali, Michele Gentiloni, ha confermato la consulenza e le conclusioni alle quali il medico legale è giunto. Attenzione al “secondo” corriere: di solito è un truffatore La risposta del San Carlo alla figlia di una degente Pneumologia sovraffollata «Aumento di accessi al Ps» SUL Quotidiano di ieri abbiamo pubblicato la lettera-denuncia della figlia di una donna ricoverata nel reparto di Pneumologia del San Carlo di Potenza. La donna denunciava un sovraffollamento delle stanze. Riceviamo e pubblichiamo la risposta del San Carlo. Il caso sollevato dalla lettera di una familiare riguardo i ricoverati in Pneumologia in una stanza sovraffollata, afferisce a una situazione particolare di afflusso in Pronto soccorso e di conseguenti ricoveri in reparto. Nella giornata del 12 maggio si sono infatti verificati 203 accessi (a fronte di una media di 130 accessi giornalieri in Pronto soccorso) con 41 ricoveri in reparto e 17 in osser- vazione breve. Lo stesso giorno erano ricoverate in Pneumologia 24 persone su una dotazione di 20 posti letto, situazione che si sta rapidamente normalizzando: oggi i ricoverati sono 21. Il dato di lunedì scorso comunque va ricondotto a un trend di forte crescita degli accessi e dei ricoveri da pronto soccorso nel corso del 2014. Nel primo quadrimestre di quest’anno ci sono stati 17056 accessi a fronte dei 15778 dello scorso anno (con un aumento dell’8.1%) mentre i ricoveri da pronto soccorso sono passati da 3818 a 4173 (+9.3%). Ancor più consistente l’incremento dei pazienti transitati in osservazione breve e poi ricoverati. Mentre all’Obi si è passato da 1440 a 1753 presenze (+21.74), i ricoverati sono aumentati da 376 a 501 (+33.24). «Il san Carlo – spiega il direttore sanitario Bruno Mandarino – ha a cuore, oltre che la migliore qualità delle cure anche uno standard di confort e di umanità. Ma ci sono condizioni e momenti nei quali occorre operare delle scelte. Da subito la Direzione si è attivata. Permane sullo sfondo una questione strutturale delle attività del San Carlo che è inserito in una rete regionale anche per le prestazioni di Pronto Soccorso. I dati sulle prestazioni erogate richiedono una verifica approfondita della funzionalità di questo modello. Lo stiamo facendo e lo faremo con ancor più convinzione». L’ospedale San Carlo di Potenza con un reparto affollato Dati dell’Ispra e Legambiente: «Non abbandonare il centro. Troppi i costi ambientali e di servizi» Tante case e tutte vuote. Ecco la città da salvare TANTE casette di cartone. Vuote. Come sono vuoti molti degli appartamenti sfitti in città. Ciò nonostante si continua a costruire, in modo caotico e disordinato. La chiamano la “Potenza del cemento”i cittadini. Una Potenza che a quanto pare non riesce a fermarsi. Sul sito stopalconsumodisuolo.crowdmap.com, lanciato in questi giorni da Legambiente e che raccoglie le segnalazioni di aree in pericolo con informazioni, foto, video relativi al consumo di suolo nel nostro Paese in modo da realizzare una mappa condivisa e sempre aggiornata dell’Italia da salvare, c’è anche Potenza. Tra le 100 segnalazioni raccolte sul sito troviamo le seguenti zone: Epitaffio, Sant’Antonio La Macchia, Rossellino, Poggio Cavallo, via dell’Unicef, via Lisbona, Macchia Giocoli, via Grippo. Sono le aree a rischio individuate dopo un’accurata ricerca dal Circolo Legambiente di Potenza, secondo il quale sarebbero così cementificati nei prossimi anni ben 717.379 metri quadrati (71,5 ettari) di superficie. Altro dato importante sulla città di Potenza è il così detto sprawl urbano, ovvero l’indice di dispersione urbana che esprime il rapporto tra la superficie urbanizzata discontinua e la superficie urbanizzata totale e che rappresenta la rapida e disordinata crescita di una città. Il numero è esorbitante: 95%, tra i più alti d’Italia. A dirlo è l’ultimo rapporto Ispra 2014 sul consumo di suolo in Italia. Da qui l’iniziati- va del Circolo Legambiente di Potenza che ha organizzato un blitz in via del Gallitello occupando l’aiuola alla rotatoria verso via Isca del Pioppo. E non a caso è stata scelta via del Gallitello: «Qui – hanno spiegato i volontari – è evidente la presenza di una forte edificazione, tra l’altro nei pressi di un fiume, con le conseguenze che ne derivano dal punto di vista del dissesto idrogeologico». La situazione di Potenza si inserisce inoltre in quadro regionale abbastanza preoccupante. La Basilicata, insieme a Molise e Valle d’Aosta, presenta valori al di sotto del 2% per quanto riguarda la superficie artificiale contro una media italiana del 7,10%. Ciò non significa che sia esente dal fenomeno del consumo di suolo. Anzi. Se si guarda all’arco temporale 1989 - 2008 la superficie artificiale ha subi- to un incremento del 55,40% con aumento annuo del 2,92%, senza contare le infrastrutture con cui la superficie artificiale sale a 23.452 ettari (2,35% del totale). Rapportando questi dati con la bassa densità abitativa della regione, emerge chiaramente come il consumo di suolo aumenta con un trend coerente con quello nazionale. «Entrambi i dati dimostrano la rapida e disordinata crescita di una città continua ad investire in nuova edilizia residenziale – afferma il presidente del Circolo Legambiente di Potenza Alessandro Ferri - Serve una nuova politica di rigenerazione urbana che porti i cittadini a vivere il centro e a non “fuggire” in campagna, con conseguenti costi ambientali in termini di servizi, mobilità e perdita di produzione agricola». Anna Martino RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 Ultima tappa nel capoluogo della marcia della Fedelissima di Michele Maddalena L’eroismo di Orazio Petruccelli Cerimonia davanti alla targa. Ricordato anche il centenario della sua nascita POTENZA - Ieri ultima tappa, proprio nel capoluogo, della “Marcia della Fedelissima”. L’azzurro Michele Maddalena, dell’Istituto del Nastro Azzurro di Latina, partito da Bella, ha raggiunto Potenza, altro luogo tra i più significativi della storia dell’Arma dei carabinieri. Qui sono stati resi gli onori, con la deposizione di una corona d’alloro, al tenente medaglia d’oro al valor militare Orazio Petruccelli, per riportare alla memoria il suo grande eroismo. L’ufficiale, infatti, ha sacrificato la propria vita nell’adempimento del dovere. E’ stato inoltre commemorato il Centenario della sua nascita. Il tenente Orazio Petruccelli nacque a Potenza il 19 aprile 1914, in via Pretoria da antica famiglia benestante. Venne trucidato durante la tragedia di Cefalonia. Nell’isola greca, l’8 settembre 1943, all’atto dell’armistizio italiano con gli Alleati, erano schierati, con i reparti della Divisione “Acqui”, la seconda Compagnia del VII Battaglione Carabinieri Mobilitato, e la 27a Sezione Carabinieri Mista. Subito dopo l’annuncio dell’armistizio, i tedeschi intimarono di cedere le armi. Il Comando della Divisione reagì risolutamente. Si accese così, tra i reparti italiani e le truppe tedesche, un accanito scontro, A sinistra la cerimonia di commemorazione. Accanto Orazio Petruccelli alimentato da cruenti com- la loro presenza nell’epica schi presenti, ammainò la battimenti che si protrasse- lotta compiendo numerosi bandiera nazista issata nelro in tutta l’isola con alterni atti di valore. la piazza di Argostoli e invicende per otto giorni. I caIl sottotenente Orazio Pe- nalzò nuovamente quella rabinieri caratterizzarono truccelli, sfidando i tede- italiana. Poi, col suo ploto- ne attaccò con decisione una formazione nazista travolgendola. Il dramma si concluse con barbare fucilazioni in massa. Vennero uccisi crudelmente, insieme ai commilitoni delle altre Armi, 3 ufficiali e 18 carabinieri. La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco reggente Pietro Campagna, del comandante della Legione carabinieri “Basilicata” generale di Brigata Vincenzo Procacci e del nipote del decorato Orazio Petruccelli. All’evento hanno partecipato rappresentanti dell’associazione nazionale Carabinieri, dell’istituto del Nastro Azzurro e del Lions Club. Successivamente è stato effettuato lo scambio dei saluti e la consegna di una pergamena al comandante della locale Stazione Carabinieri, Luogotenente Domenico Buonomo. AD ACERENZA Fare il giornale nelle scuole: premiato il “Mons. Cavalla” ACERENZA – Nella nostra regione, scuola e società interagiscono in maniera sempre più intensa e costruttiva. L’ultimo esempio emerge dall’Istitituto comprensivo “Mons. Cavalla” di Acerenza. La sua scuola è, infatti, fra le vincitrici di un diploma di merito, con annessa medaglia, alla undicesima edizione del concorso nazionale “Fare il giornale nelle scuole” (anno scolastico 2012-13, premio 2014), come spiegato dalla dirigente Carolina Bruscella. «La cerimonia di premiazione - ha detto - si è svolta a Benevento, presso il cinema San Marco, alla presenza del sindaco della città campana e di Enzo Jacopino (presidente dell’Ordine dei giornalisti). È seguito un momento conviviale presso il Chiostro di San Francesco». «La scuola media di Acerenza è impegnata con continuità nella produzione di “giornalismo scolastico” attraverso un periodico che ha per titolo “Da noi… a voi”: una sorta di notiziario che permette di valorizzare gli studenti più propensi al confronto e alla discussione». La dirigente conclude mettendo in evidenza come il giornalismo scolastico sia «una vera palestra di idee, che richiede creatività, accettazione consapevole dei ruoli nonché senso del limite; ma anche un mezzo che permette di scoprire nuovi talenti, utile dunque al ricambio generazionale». Referente del progetto è stata la professoressa Caterina Adurno. Gianrocco Guerriero La scuola media RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 28 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] LAVELLO Stessa misura cautelare per il presunto complice. Parla Di Ciommo, il loro avvocato Ai domiciliari la mamma sfruttatrice Secondo l’accusa la donna in concorso avrebbe fatto prostituire la figlia LAVELLO - Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Potenza, Luigi Spina, ha disposto gli arresti domiciliari per la donna di 51 anni di Lavello e per un suo conoscente accusati a vario titolo di violenza sessuale, sfruttamento, induzione e agevolazione della prostituzione continuati in concorso fra di loro, reati aggravati dall’aver abusato delle condizioni di inferiorità psichica della vittima. La decisione è stata presa ieri mattina dopo l’interrogatorio di garanzia. Secondo l’accusa la donna avrebbe costretto la figlia disabile psichica, a prostituirsi numerose volte e insieme all’uomo suo presunto complice avrebbe diviso il denaro avuto dagli uomini, soprattutto anziani, che avevano rapporti sessuali con la figlia. La donna, insieme all’uomo, sono stati arrestati lo scorso venerdì dai carabinieri della compagnia di Venosa. Un’indagine assai complessa quella dei militari dell’Arma partita circa tre anni fa a seguito di alcune segnalazioni. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la donna avrebbe indotto la figlia, che presenta una condizione di inferiorità psichica, ad avere rapporti sessuali occasionali con diverse persone di Lavello dietro un compenso che si aggirava dai 5 ai 20 euro. Gli incontri sarebbero avvenuti nelle case dei “clienti”, in luoghi appartati come la villa comunale, o in aperta campagna. La donna, secondo quanto ricostruito dagli stessi carabinieri, alcune volte avrebbe “assistito” a poca distanza, aspettando che il “rapporto” tra la figlia e il cliente di turno, fosse consumato. Insieme alla mamma della ragazza è ai domiciliari anche un uomo, conoscente della donna. L’uomo di origine pugliese, avrebbe approfittato sotto minaccia della ragazzi e in più avrebbe partecipato alla spartizione dei proventi. Una posizione ancora tutta da chiarire quella dell’uomo. Pare infatti che l’uomo e la donna non si vedessero da almeno due anni. In fase di accertamento, infine, il ruolo dei “clienti”. Sono circa una trentina, quasi tutti ultrasessantenni e non è escluso che per ognuno di loro possano esserci novità sul piano giudiziario. L’avvocato dei due indagati ai domiciliari, Fabio Di Ciommo, si è detto «molto soddisfatto della auspicabile e condivisibile decisione del gip. Entrambi i miei assistiti, che ho raggiunto solo telefonicamente - ha aggiunto Di Ciommo - sono ancora scossi dall’arresto di cinque giorni fa e dal notevole clamore mediatico suscitato dalla vicenda, ma di certo più sereni e tranquilli all’esito della odierna scarcerazione. E’ un fascicolo corposissimo quello che li riguarda - ha concluso - e merita il giusto approfondimento». gierre I GIUDICI VOGLIONO VEDERCI CHIARO Sequestrata area nella Sata L’ipotesi di reato è «gestione incontrollata di rifiuti» MELFI - Un’area ampia circa quattromila metri quadrati, situata all’interno dello stabilimento di Melfi della Sata e «utilizzata come deposito di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dalle demolizioni e dagli scavi regolarmente effettuati presso lo stabilimento», è stata posto sotto sequestro dal Corpo forestale dello Stato. Nell’area è presente «un accumulo indistinto di circa 14 mila metri cubi di rifiuti consistenti in terre e rocce da scavo, scorie di cemento, metalli misti derivanti dalle armature metalliche degli elementi strutturali demoliti, miscele bituminose, legno di bancali, imballaggi, materiale plastico, pneumatici fuori uso e apparecchiature elettriche dismesse». L’atto di sequestro è stato convalidato dal Tribunale di Potenza: secondo quanto si è appreso, «i responsabili del settore ambiente e sicurezza dello stabilimento dovranno rispondere di gestione incontrollata di rifiuti». In base agli Agenti del Corpo forestale dello Stato accertamenti degli agenti forestali, «l'accumulo indifferenziato dei rifiuti, resti dei lavori eseguiti da più di un anno, non configurerebbe un depo- ATELLA Gli atleti si cimenteranno nel campionato di “tiro da campagna” Una squadra verso il titolo nazionale Il team lucano pronto a riconfermarsi campione per la quarta volta RIONERO - Con le selezioni regionali del 18 maggio parte il campionato nazionale di tiro da campagna 2014. Una competizione agguerrita che nelle ultime tre edizioni ha visto la supremazia delle squadra lucana. Un primato senza eguali nella storia del campionato, istituito dieci anni fa dalla Federazione Italiana Discipline Armi Sportive da Caccia, che ha visto soltanto per due anni consecutivi la vittoria della squadra del Piemonte. Giuseppe Casolino, Rocco Di Stefano, Donato Sarli e Giuseppe Colangelo della squadra Monticchio di Bagni sono i vincitori in carica e detentori della medaglia d’oro. Tutti di Atella scendono in campo anche quest’anno per difendere il titolo dopo le vittorie nazionali conseguite in Friuli, in Basilicata nel 2012, e in Campania lo scorso anno. La quarta vittoria nazionale sarebbe un risultato ancor più schiacciante che aprirebbe le porte per i quattro lucani alla competizione europea. Infatti questo è il primo anno in cui la Fidasc in accordo con le altre federazioni operanti nelle altre nazioni ha deciso di istituire il campionato europeo. Le date Nella foto la premiazione con la medaglia d’oro 2013 sono già decise. Dal primo al tre una partecipazione di circa una agosto la competizione si di- ventina di tiratori provenienti sputerà in Italia, soltanto la se- da tutta la regione e in particode è ancora da definire. E sareb- lar modo da Potenza e Pignola. Dopo queste prime selezioni be davvero una grande soddisfazione poter vedere i nostri le squadre vincitrici di ogni regione prenderanno parte alla atleti prendervi parte. Inoltre, secondo alcune indi- gara nazionale che si terrà il 31 screzioni, parrebbe che sia vici- maggio e l’1 giugno a Rieti. Oltre alla partecipazione alla no il momento dell’elevazione del tiro di campagna a discipli- competizione nazionale i tirana olimpica essendo uno sport tori atellani quest’anno tentemolto praticato e molto sentito ranno un altro colpo. Cerchein diverse nazioni europee. Do- ranno di rubare il titolo ai piemenica prossima si riparte con montesi anche nel tiro al camole selezioni regionali che si ter- scio che si terrà il 17 e il 18 giuranno come di consuetudine gno a Longarone in provincia presso il campo di tiro Montic- di Belluno. Si tratta di una dichio di Bagni. Si prevede già sciplina simile al tiro di campa- gna. E’ sempre una disciplina federale di diretta derivazione venatoria, si utilizza una carabina con ottica, ma si spara in appoggio e il bersaglio, una sagoma su cui è raffigurato un camoscio, invece che a 100 metri è posto a 200 metri. Una difficoltà notevole considerata la scarsa dimensione del bersaglio e la definizione cromatica della sagoma che essendo molto scura non consente di distinguere il centro da colpire. Inoltre essendo una disciplina che si svolge in campi da tiro all’aperto rende ancora più difficile il raggiungimento dell’obiettivo da parte di chi non è del luogo, in quanto influiscono molto le condizioni climatiche come vento e sole. Non resta che fare un grande in bocca al lupo alla squadra di Monticchio di Bagni che va avanti e riesce in tutte queste imprese dando lustro alla Basilicata anche senza ricevere in cambio nemmeno un elogio o una maglietta dalle istituzioni regionali a differenza di quello che accade nelle altre regioni. Infatti, le divise utilizzate nelle competizioni nazionali con il logo regionale sono state pagate dallo sponsor commerciale, Carriero Infissi di Atella. Lucia Nardiello sito temporaneo di rifiuti destinato alle successive operazioni di recupero e smaltimento così come previsto dal Testo Unico dell’Ambiente». Eseguita la sentenza di Cassazione Ordine di arresto per Cassotta e Martucci SQUADRA MOBILE, sezione criminalità organizzata, e Commissariato di Melfi, ha dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Salerno nei confronti di Alessandro Cassotta di Melfi e Riccardo Martucci di Venosa, entrambi già giudicati, unitamente ad altri soggetti, con sentenza emessa dalla Corte di Assise d’Appello di Potenza il 13 luglio 2011, nell’ambito dell’operazione denominata “fox” e risalente al 2009, divenuta definitiva lo scorso 8 maggio a seguito di pronunciamento della Cassazione. I due sono stati entrambi condannati in via definitiva alla pena di 8 anni di reclusione in relazione al delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso, per aver preso parte al “clan Cassotta” di Melfi (si tratta del primo pronunciamento definitivo di riconoscimento del predetto clan), ovvero per aver commesso, al fine del conseguimento delle finalità dell'associazione medesima, numerosi estorsioni ai danni di imprenditori ed operatori economici delle zone di Melfi, Rionero e Venosa. Il clan era riuscito ad acquisire autorizzazioni amministrative, contributi e agevolazioni finanziarie, ad aggiudicarsi appalti e servizi pubblici realizzati mediante strutture aziendali di pertinenza del clan medesimo e dei singoli associati, ed ancora ad acquisire e detenere armi da sparo anche clandestine e munizioni utilizzate per il raggiungimento delle finalità associative. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] Concluso il primo step. Accolte 9 domande per un totale di 51 posti LAGONEGRO Sorpresi con 61 chili della droga Marsico Nuovo si trasforma Corrieri Il gip convalida in un suggestivo “Borgo Albergo” l’arresto in carcere MARSICO NUOVO - Sono 9 le proposte ammesse con una potenzialità di 51 posti letto nel progetto denominato “Borgo Albergo”. Il primo step dell’iniziativa è terminata nei giorni scorsi. Il sindaco di Marsico Nuovo, Domenico Vita, esprimendo grande soddisfazione per questo risultato, conseguito anche grazie alla sensibilità ed alla attenzione dei cittadini e dei tecnici che li hanno supportati, ha dichiarato : «Questo dato, che va ben oltre le migliori aspettative, ci conforta circa le concrete prospettive di sviluppo della iniziativa e conferma il crono programma a base della stessa : presumibilmente, sarà rispettata la scadenza della prima metà del 2015, quando si prevede la piena operatività del primo sistema di ospitalità diffusa della Val d’Agri». Il progetto, avviato a gennaio scorso, sta dando vita ad una struttura ricettiva a bassissimo impatto ambientale e ad alto standard qualitativo, appetibile al mercato L’ultima riunione internazionale per la sua unicità fisica, storica ed ambientale. Appetibilità ed interesse confermato anche dagli esperti e dai giornalisti provenienti da tutta Italia e presenti al “Press Tour” - organizzato con il concorso del Gal Akiris, del Parco dell’Appennino Lucano e della Val d’Agri e della Fondazione Mattei - e che lo scorso fine settimana hanno visitato, tra l’altro, Marsico Nuovo e incontrato la Amministrazione Comunale e la società che assicura la assistenza tecnica (il Cat Confesercenti Basilicata srl) proprio per assumere maggiori informazioni sul progetto “borgo albergo”. Con alloggi dislocati nel centro storico – a regime si prevedono circa settanta ca- mere in circa quindici dimore - in prevalenza in immobili di notevole valore architettonico, il borgo albergo di Marsico Nuovo proporrà agli ospiti non solo offerte di alloggio differenziate per varietà di spazi interni, realizzati all’insegna delle tecnologie più avanzate (impianti elettrici con segnali a bassa tensione e comandi remoti, impianti per il recupero dell’acqua, impianti di teleriscaldamento e tele gestione con sistema radiante, reti intranet, internet e satellitari, etc.) e di rigorose scelte di arredi e di corredi in stile, ma anche servizi alberghieri personalizzati, con la ambizione di divenire uno dei migliori esempi di turismo sostenibile della regione. «L’offerta di ospitalità che si sta concretizzando a Marsico Nuovo è potenzialmente rivolta ad un turismo consapevole, quello dei viaggiatori che vivono la loro vacanza in un’ottica meno consumistica e legata più alla scoperta e meno al divertimento fine a sé stesso». LAGONEGRO – Corrieri della droga, il giudice convalida e dispone la detenzione in carcere. Si è svolta presso la casa circondariale di Sala Consilina l’udienza di convalida da parte del Gip, Del Sorbo del Tribunale di Lagonegro, nei confronti di Giuseppe Giannetto, 43 anni, di Palermo e Vito Ferdico, 49 anni, palermitano residente in provincia di Lodi, entrambi con precedenti di polizia, arrestati sull’Autostrada A/3 dalle fiamme gialle di Lauria con 1 kg di cocaina e circa 60 kg di hashish di ottima qualità per un valore di 700mila euro. La sostanza è risultata essere del massimo grado di purezza e una volta lavorata avrebbe consentito di ottenere circa 370 mila dosi di cui 54mila di cocaina e 311mila di l’hashish che, immesse sul mercato illecito siciliano, avrebbero fruttato diverse migliaia di euro. Sui panetti di hashish era impressa un’immagine e una sigla alfanumerica utilizzata dai Il tribunale di Lagonegro trafficanti, presumibilmente, per attribuire certezza della provenienza e quindi della qualità della droga. Sono state effettuate perquisizioni in Lombardia ed in Sicilia e sembrerebbe che, presso il domicilio, sia stato trovato un elevato quantitativo di marijuana e denaro contante di elevata entità. Emilia Manco Il sindaco è partito. L’obiettivo è creare flussi turistici verso la Basilicata Le terme di Latronico pronte allo sbarco nella Federazione russa LATRONICO - A metà aprile con una conferenza stampa tenuta nell'ufficio del Sindaco Fausto De Maria era stata presentata l'associazione “Casa Russa – Russky Dom – in Basilicata”, nata con l'intento di promuovere la collaborazione tra la Regione e la Federazione Russa in ambito turistico, artistico-culturale, storico-religioso, economico e commerciale. Emblema di questa presenza, divenuta assidua e costante, sono proprio le terme di Latronico, costituite da un complesso alberghiero annesso alla spa vera e propria, rilevato interamente da imprenditori russi che insieme all’amministrazione comunale vogliono realizzare il pro- getto della “città del benessere”. Da stanotte il primo cittadino, insieme al professor Antonio Venturelli e alla dottoressa Viktoria Petrova, presidente e anima dell’associazione, è in viaggio alla volta di Mosca e San Pietroburgo per «un tour di promozione finalizzato alla raccolta di flussi turistici e investimenti economici nel nostro territorio – ha dichiarato De Maria, dicendosi assolutamente consapevole che – si tratta di un’occasione unica per lo sviluppo e la crescita della nostra comunità, dell’area sud della regione e di tutta la Basilicata; in questo viaggio ci giochiamo molto e perciò speriamo di fare cose buone e portare a casa qualche risultato importante». Il programma è molto intenso e prevede visite istituzionali e incontri con il mondo della cultura e dell’imprenditoria: si comincia domattina, quando alle ore 10 presso la Camera di commercio di San Pietroburgo ci sarà la presentazione di tutti i progetti di investimento in Basilicata e si prosegue nel pomeriggio all’Università Popolare del Patriarcato di Russia dove, alla presenza di operatori turistici nel settore artistico-culturale e religioso, si terrà la conferenza dal titolo “Greco-Bizantini nell’area del Pollino, tra Basilicata e Calabria”. Dopo una tappa alla Scuola Superiore Statale di San Pietroburgo Nevskiy, ge- PATERNO L’Oipa li ha regalati al Comune L’ultimo incontro a Latronico mellata con l’Istituto Comprensivo B. Croce di Latronico, è previsto un incontro ufficiale con i rappresentanti del Parlamento regionale a Mosca, alle ore 14 di sabato 17 maggio e, sempre nella capitale, lunedì 19 la delegazione lucana si recherà presso la Residenza del Patriarcato Ortodosso e l’Accademia di Teologia, dove si discuterà delle possibilità di collaborazione e della realizzazione di percorsi storico- antropologici e verranno definiti i dettagli della visita in Basilicata di un gruppo di studio guidato dall’Igumeno Cipriano a fine maggio. «Tante opportunità da sfruttare al meglio dunque, perché – ribadisce il presidente Venturelli - i russi amano l’Italia ma conoscono pochissimo la Basilicata, eppure tutti quelli che ci vengono ne restano entusiasti ed affascinati». Fabio Falabella LATRONICO Avviso di conclusione indagini Microchip per identificare i cani Bancarotta per un’azienda PATERNO - All’indomani della convenzione stipulata tra il Sindaco del Comune di Paterno Michele Grieco e le guardie eco-zoofile Oipa Italia Onlus – Sezione Provinciale di Potenza, l’Organizzazione ha donato al Comando della Polizia Municipale un lettore microchip per l’identificazioni di animali. La convenzione è operativa da novembre 2013 e ha come obiettivo la tutela e il benessere degli animali nonché la protezione dell’ambiente dall’abbandono di rifiuti; il Kit è stato acquistato grazie alle donazioni ricevute da cittadini della provincia di Potenza. «Microchippare un cane - spiega una nota - è estremamente importante poiché consente di riconsegnare al legittimo proprietario l’animale smarrito, ma soprattutto è un valido deterrente contro il fenomeno dell’abbandono che alimenta il randagismo. Tutelare la salute e la dignità degli animali è una priorità e l’utilizzo di questo dispositivo consentirà di verificare se i cani sono dotati di microchip come quanto disposto dall’ordinanza 6 agosto 2008 del Ministero della salute (la cui inosservanza, comporta anche sanzione amministrativa come previsto dall’art.26 della Legge Regionale n. 6/93). Scopo della disposizione è rendere obbligatorie l'identificazione e la registrazione dei cani, nel secondo mese di vita, mediante l'applicazione di un apposito circuito elettronico microscopico che viene iniettato sotto la cute dell’animale con ago monouso sterile». LATRONICO – Emesso avviso conclusione indagini nei confronti di una società di Latronico. La struttura agrituristic dava lavoro a oltre cinquanta dipendenti e produceva prodotti tipici del posto come sottolio, confetture, prodotti Bio ed altro. L’azienda era formata da giovani imprenditori agricoli del posto che dopo poco tempo si sono trovati implicati nel fallimento. L’azienda con i suoi circa ottomila mq. di coperto, cinquemila mq. di piscine e piazzali vari, agriturismo e maneggio, due linee di lavorazione secondo una perizia nel 2008 valeva circa 14.000.000 di euro. A un socio dell’azienda unitamente ad altre tre persone (due di Latronico e una di Francavilla) viene contestata la bancarotta fraudolenta e fatti di bancarotta fraudolenta. Il primo come amministratore di una società e gli altri tre nella qualità di membri del consiglio di amministrazione. I fatti contestati sarebbero stati commessi nel Comune di Latronico sino al 31 marzo 2009. Ora gli indagati hanno venti giorni di tempo per produrre memorie, documenti o quant’altro ed al termine di tali giorni canonici l’autorità giudiziaria potrebbe chiedere al Gup una eventuale richiesta di rinvio a giudizio per reati sulla disciplina del fallimento. e. m. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Mancusi scrive ad Adduce: «Assessore e consiglieri non ci rappresentano più» Comune, scoppia il caso dell’Udc La risposta di Perniola: «Non cambia nulla, non possono decidere su Matera» UN VERTICE di maggioranza per modificare l giunta Adduce e la sorpresa di una novità che potrebbe complicare ancor di più la situazione. Di certo il confronto nella maggioranza che sostiene il sindaco appare ancora molto vivace, diversi i punti da chiarire e le questioni da risolvere. Lontana al momento l’ipotesi di un azzeramento che i Socialisti pure avevano chiesto a gran voce. Ma la riunione si è snodata e sviluppata nel corso della serata anche se non parevano ancora, ieri dopo pochi minuti dall’avvio, esserci i presupposti per una chiusura immediata. Intanto è esplosa la questione dell’Udc con Mancusi che taglia fuori assessore e consiglieri comunali e la risposta non si fa attendere. Un botta e risposta che avrebbe potuto, ma difficilmente sarà così, avere anche qualche ripercussione a livello materano ma che può anche esaurirsi in una semplice scoria da campagna elettorale come pure ieri veniva suggerito a mezza bocca. Nel primo pomeriggio Agatino Mancusi coordinatore regionale dell’Udc ha scritto una lettera al Sindaco di Matera, Salvatore Adduce in cui chiarisce alcune posizioni all’interno del Partito. «A seguito della nomina di coordinatore regionale del partito ricevuta dal segretario nazionale Lorenzo Cesa, e dall’incarico di riorganizzare l’UDC in Basilicata e rivedere i rapporti politici nelle varie istituzioni», Mancusi specifica che a seguito di «atteggiamenti e comportamenti personali e politici assunti nei confronti del partito, nonché per aver agito contrariamente a quanto previsto dalle norme statutarie del partito UDC, i signori Cappella (assessore), Caputo (consigliere) e Perniola (Consigliere) non rappresentano più l’UDC in Consiglio Comunale a Matera e pertanto agli stessi non è più consentito parlare e rappresentare il partito nella città di Matera e in questa Regione». Parole che mettono in dubbio la rappresentanza Udc nella giunta e nello stesso Consiglio comunale e che diventerebbero argomento di grande attualità in un momento come quello attuale di rivisitazione della giunta. Ma dai protagonisti sono arrivate prese di posizione precise. L’assessore Cappella si è limitato a dire che «queste cose hanno necessità di una serie di passaggi che sono previsti dalle regole non si fanno dalla sera alla mattina con un comunicato». Più ferma la posizione del capogruppo Tommaso Perniola che ha spiegato: «non capisco come si possano prendere queste posizioni senza neanche un minimo di confronto. Io non ho mai parlato direttamente con queste persone. Per me non cambia nulla, noi andiamo avanti per la nostra strada e non capisco proprio perchè si debba venire a Matera a dare ordini su cosa si deve o non deve fare. Noi andiamo avanti sulla strada intrapresa». Difficile pensare che il problema, tutto politico ed interno all’Udc, possa contribuire a determinare una qualche ferita all’interno della maggioranza e nella giunta. Le questioni di attualità e i nuovi equilibri politici andranno verificati nelle prossime ore quando si capirà se e come nascerà la nuova giunta a sostegno del primo cittadino. E se davvero la posizione di Mancusi cambierà qualcosa. Piero Quarto [email protected] Si attendono novità dalla maggioranza per la nuova Giunta Lontana l’ipotesi di arrivare a un azzeramento dell’esecutivo Tenta lo scippo ad un’avvocatessa Arrestato un 22enne di Modugno Il coordinatore regionale dell’Udc Agatino Mancusi Nuove iniziative multimediali con il progetto Comenius UN canale You Tube «Comenius web.tv», che ha raccolto 80 video con interviste, lezioni su temi diversi, una web radio, un giornalino «The voice of teen», l'utilizzo di Facebook con gruppi ristretti di studio e l’avvio una piattaforma multimediale, «E_twinning», che consentirà di lavorare a distanza per progetti e percorsi didattici tra istituti medi superiori europei: sono le iniziative di «buone pratiche» realizzate dal progetto biennale «Comenius» sul tema "Cooperative Learning Using New Media». Il dato è stato fornito dal dirigente dell’Istituto superiore «G.B Pentasuglia», Antonio Epifania, nel corso del meeting conclusivo del progetto biennale, che ha visto la partecipazione di 70 docenti e studenti provenienti da Austria, Bulga- ria, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Turchia ed Ungheria. Il progetto, del quale l’Iis di Matera è capofila, è stato finanziato dall’Unione europea per complessivi 240 mila euro. "La gran mole di lavoro prodotto - ha detto Epifania - ha consentito a studenti di vari Paesi europei di utilizzare al meglio le nuove tecnologie, creando redazioni e gruppi di lavoro di diverse nazioni. Ora ai progetti Comenius subentreranno i progetti Erasmus. Il nostro Istituto, insieme ad altre realtà di Francia e Bulgaria ha candidato a finanziamento un progetto triennale dell’importo di 200 mila euro per la progettazione di un’auto elettrica». STAVA passeggiando tranquillamente in via Moro quando un uomo ha tentato di scipparle la borsetta. La disavventura è capitata ad un’avvocatessa che ha fatto in tempo ad avvisare la Polizia, descrivere l’uomo ed i diversi particolari e permettere alle forze dell’ordine di riuscire in tempi brevi a rintracciarlo ed arrestarlo nella vicina piazza Mulino. Il fatto è quello che è avvenuto nella giornata di ieri. Ad essere arrestato è stato un 22enne pugliese, con residenza a Modugno e precedenti per furto, Francesco Liantonio che è stato fermato dalla Polizia di Matera nel corso della giornata di ieri poco dopo che il tentato scippo era avvenuto. L'uomo ha tentato di prendersi la borsa in via Moro ma l'avvocatessa ha resistito allo scippo ed ha bloccato la borsa con la mano costringendo l'uomo a dover fuggire senza prendere il bottino avvistato. Dopo qualche minuto la donna ha segnalato l'accaduto ad una pattuglia della Polizia che transitava lì ed ha descritto il malvivente, la squadra mobile della Questura e la squadra antiscippo si sono attivati e grazie alle informazioni ottenute hanno bloccato il giovane in piazza Mulino. Ora Liantonio è detenuto presso la casa circondariale di Matera. L'episodio è stato comunicato dal Questore Schimera nel corso del seminario sulla violenza contro le donne che si è svolto presso il Palazzo di Giustizia. VILLA LONGO I medici della Fimmg incontrano Adduce. Il sindaco: «Faremo il possibile» Più sicurezza per la continuità assistenziale LA MESSA in sicurezza della sede del servizio di continuità assistenziale nel rione Villa Longo. E’ la richiesta avanzata dalla Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale al sindaco Adduce nei giorni scorsi che è stata oggetto di un incontro ieri mattina in Municipio. Il segretario provinciale della Fimmg di Matera, Michele Campanaro, e il responsabile del settore continuità assistenziale, Giovanni Bottarini, avevano segnalato alcuni ripetuti episodi di atti vandalici e furti durante l’orario di servizio, dalle ore 20 alle ore 8 e in presenza di personale medico. I rappresentanti sindacali, durante l’incontro svoltosi in municipio, hanno evidenziato l’urgente necessità Il sindaco Adduce incontra i medici di medicina generale di mettere in sicurezza la sede al fine di assicurare serenità sia al personale medico che agli assistiti. In particolare, hanno chiesto di migliorare la chiusura delle porte di accesso alla sede dove attualmente non funziona neanche il citofono e di dotare la sede di un dispositivo di telesorveglianza esterno ed interno. Al termine dell’incontro, il sindaco non solo in quanto responsabile della pubblica incolumità, ma anche nella sua qualità di presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asm si è impegnato a sollecitare un immediato intervento dell’Azienda sanitaria sia per la sistemazione di una porta di accesso più sicura, sia per la dotazione di un videocitofono, sia per la realizzazione di un sistema di videosorveglianza collegato alle forze dell’ordine, sia per assicurare la sicurezza dei medici quando, nelle ore notturne, sono chiamati a visitare i loro assistiti. “Abbiamo la necessità – ha detto il sindaco Adduce – di mettere in sicurezza questo servizio molto importante non solo per i cittadini, ma anche per i sempre più numerosi turisti che si fermano nella nostra città. Da parte sua l’Amministrazione comunale, laddove è possibile, si farà carico di intervenire a proprie spese per garantire le condizioni di massima sicurezza ai lavoratori e agli utenti del servizio”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 «L’intervento non è più rinviabile per interrompere la penalizzazione di quelle aree» «Urgenti le complanari sulla ss 99» Venti aziende chiedono una soluzione immediata, Confapi si rivolge al Prefetto Un grido d’allarme per arrivare ad avere le complanari lungo la statale 99. Sono venti le aziende del Materano che si sono rivolte alla Confapi per chiedere di intervenire anche attraverso le istituzioni ed affrontare di petto una questione che rischia di ingigantire una situazione già complicata sotto il profilo economico per la contingenza che si sta vivendo. L’esigenza è quella di arrivare ad una soluzione che favorisca la possibilità di crescita e di investimento per queste aziende del territorio. Le aziende in questione sono di vari settori, ubicate lungo la S.S. 99 Matera – Altamura, attraverso una raccolta di firme hanno conferito a Confapi la delega a rappresentare le proprie istanze presso le istituzioni competenti. Il motivo della protesta, non nuovo, sta nell’assenza lungo l’asse viario delle complanari che garantiscano un agevole accesso alle attività economiche. Infatti, con l’approvazione, da parte del Comune di Matera, della variante urbanistica per la realizzazione dell’asse commerciale Matera – Altamura sulla S.S. 99, si sono create le condizioni per favorire investimenti sulle aree interessate. Nel contempo, tuttavia, la realizzazione dell’adeguamento della strada statale ha eliminato l’accesso diretto ai fondi confinanti impedendo, in tal modo, l’insediamento Idv: «Più imprese giovanili ma serve sostegno al credito» Il presidente della Confapi, Enzo Acito e lo sviluppo delle attività commerciali ed artigianali sulla S.S. 99, penalizzando notevolmente le aziende esistenti e pregiudicando lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. Con una viabilità parallela alla S.S. 99, inadeguata ed incompleta, si determinano condizioni di aggravamento della crisi produttiva delle aziende insediate, generando condizioni di crisi non imputabili al mercato. «Pertanto, al fine di consentire condizioni che inneschino lo sviluppo delle aree interessate ed in- terrompano la penalizzazione per le aziende già insediate, si rende indispensabile e non più procrastinabile la realizzazione delle complanari che potrebbero consentire la ripresa economica delle attività produttive» spiega la Confa pi a nome delle aziende. «Con la raccolta di firme delle aziende interessate», il presidente di Confapi Matera Enzo Acito ha inviato una richiesta d’incontro al prefetto di Matera Luigi Pizzi, finalizzata a trovare finanziamenti specifici per la realizzazione, in tempi brevi, delle complanari alla S.S. 99. “Il tasso di crescita in provincia di Matera delle imprese under 35, vicino al 10% annuo, con un peso delle stesse imprese giovanili che sfiora il 12% sul totale delle imprese, tra il più consistente tra le province italiane, è un incoraggiamento per i giovani a credere nell’autoimprenditoria come opportunità per superare la condizione di disoccupazione. Ma attenzione: le 2.575 imprese under 35 iscritte alla Cciaa di Matera hanno bisogno di sostegni per il credito, la consulenza nei settori del marketing e dei mercati, servizi di accompagnamento, altrimenti le difficoltà di reggere alla crisi potrebbero diventare insopportabili”. A sostenerlo, in una nota congiunta, il dirigente regionale di Italia dei Valori, nonché assessore provinciale di Matera (con delega ai Centri per l’Impiego) Michele Grieco e la segretaria regionale Maria Luisa Cantisani. “Dopo la firma da parte della giunta regionale della convenzione con il ministero del Lavo- ro e delle Politiche sociali sul Programma ''Garanzia Giovani'' ed avviare l’impiego di 17milioni di euro –aggiungono i dirigenti di IdV – è sempre più urgente adeguare i servizi di orientamento offerti dai Centri per l’Impiego della regione. L’European Youth Guarantee e' un'opportunita' importantissima non solo per le giovani generazioni in cerca di prima occupazione, ma per quanti hanno perso il lavoro e – continuano Grieco e Cantisani - se non si potenziano i servizi per l'impiego, che sono i centri operativi di tutto il sistema, si rischia di non dare alcuna possibilità agli sforzi che si stanno realizzando anche a livello regionale. Per questa ragione – ricorda l’assessore Grieco – ho sollecitato da tempo un’attenzione politico-istituzionale adeguata ad invertire la tendenza che fino ad oggi ha condizionato il buon funzionamento dei Centri per l'impiego e cominciare ad investire in strumenti e risorse umane”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 33 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI [email protected] POMARICO E’ la sua prima volta in politica, qualcuno potrebbe aver visto Gomme tagliate a un candidato Brutta sorpresa per Alessandro Scandiffio vittima di un atto vandalico POMARICO - Il regalo per la prima volta alle elezioni al candidato Alessandro Scandiffio: quattro gomme tagliate. Aveva da poco incontrato la cittadinanza, nei pressi della scuola elementare "Caggiani", dove con la lista di cui fa parte avevano svolto un comizio di quartiere, il giovane musicista e insegnante di musica, Alessandro Scandiffio, quando ha dovuto interrompere una riunione serale della sua coalizione, nella sede del Pd di via Roma, perché gli era arrivato un avviso tramite sms: “E' tua l'auto in via Roma con le gomme bucate?”. In realtà la Toyota Auris aveva tutte e quattro le gomme tagliate, manco forate con un banale chiodo. Per un'ora circa, sconvolto e stupito, tranquillo ma arrabbiato, Scandiffio ha dovuto attendere con i suoi compagni d'avventura l'intervento dei carabinieri, che lentamente stava per avverarsi. Militari che, tra l'altro, pare abbiano riscontrato un altro evento simile, però in un altro punto dell'abitato. Comunque qualcuno potrebbe aver visto. Dato che l'atto di teppismo si è consumato in una delle zone centrali del paese. Tra le altre cose, nonostante tra le 21 e le 22 a via Roma non ci fosse tanto traffico, qualcuno avrebbe, o ha potuto facilmente inciampare nell'accadimento delittuoso. Avvenuto sotto a diversi palazzi, tra l'altro abitati da molte famiglie. Si aggiunga, senza che sia un di più, l'omaggio al giovane Alessandro Scandiffio, che per la prima volta in assoluto ha deciso di partecipare a una competizione elettorale prendendo quindi parte alla sfida per il rinnovo del consiglio comunale cittadino, è stato portato mentre Alessando, insieme a una ventina di persone, si trovava proprio a pochi passi dalla sua utilitaria. Perché, appunto, l'automobile di Scandiffio era parcheggiata a pochi metri di distanza dalla sede dell'incontro al quale il giovane stava partecipando. Qualcuno, va ribadito, potrebbe aver visto. Certamente, la solidarietà arriverà. Si tratti o non si tratti di un fatto di matrice politica. Il vile gesto, comunque, sarà veramente condannato se chi eventualmente ha assistito all'agguato vorrà testimoniare. Non è più tempo d'omertà. Il più semplice degli impegni civici potrà esser ottimo esempio. Antonio Corrado [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Alessandro Scandiffio Una delle gomme tagliate alla Toyota Auris di Scandiffio Una variazione importante per facilitare la distribuzione meccanizzata Poste, nuovi Cap a Pisticci Cambiati i codici di avviamento postale per lo Scalo e Marconia Logo delle Poste PISTICCI - Poste Italiane informa in una nota che dal 12 maggio sono operativi i nuovi Codici di avviamento postale di Marconia e di Pisticci Scalo per le quali il nuovo Cap diventa 75015. «I cambiamenti dei Cap -spiegano le Poste- sono finalizzati al miglioramento del trattamento automatico della corrispondenza nella fase di smistamento e di recapito. I vecchi Cap (75020 per Marconia e 75010 per Pisticci Scalo) resteranno comunque in vigore per i prossimi sei mesi. Il Cap, da scrivere in modo corretto su ogni tipo di invio, è un elemento fondamen- tale per la lavorazione della corrispondenza, consentendone il trattamento automatizzato sia nella fase di smistamento che nella consegna finale da parte del portalettere. I Codici di Avviamento Postale sono stati introdotti in Italia nel 1967, e sono stati progressivamente modificati ed aggiornati a seconda delle nuove provincie o comuni che venivano istituiti nel corso degli anni». Per conoscere i nuovi Cap della propria zona ci si può rivolgere all’Ufficio Postale, contattare il Call Center di Poste Italiane al numero gratuito 803.160 o consultare il sito www.poste. TINCHI Incontro con il dg Maglietta che ha garantito la consegna del Progetto di stabilità «L’ospedale va sempre più a rotoli» Il Comitato civico denuncia le presunte inadempienze del direttore sanitario Annese TINCHI - E' da ottobre 2013 che è stata adottata la delibera che istituisce l'Ambulatorio chirurgico per il Trattamento del Piede Diabetico. E' stato poi approvato il protocollo, ma tutto resta solo sulla carta. A denunciarlo è il Comitato civico per la difesa dell’ospedale di Tinchi, sottolineando che «le funzioni dell'Ambulatorio non vengono ancora attivate e le attrezzature non vengono fornite. Sono arrivati solo i lettini dopo mesi di denunce e di battaglie del Comitato. Sono passati più di 16 mesi dalla delibera per la manifestazione di interesse per la gestione della riabilitazione cardiopolmonare. A ogni incontro ci sentiamo ripetere che è quasi pronto il bando. Anche per il nuovo reparto di Dialisi a ogni incontro ci sentiamo ripetere che è quasi pronto il bando per il nuovo reparto. -proseguonoSulla vicenda del Terzo Piano a ogni incontro ci sentiamo ripetere: “Entro la fine del mese avremo la rela- «Buchi nei corridoi e guano di piccioni» L’ospedale di Tinchi di Pisticci zione dell'Università di Basilicata”. Che non arriva mai. Da tempo stiamo denunciando che nelle scale dell'ospedale le pareti mostrano ancora i buchi e ampi pezzi di muro senza intonaco lasciati dai carotaggi e dai test sulla presunta instabilità del terzo piano. Piccioni e guano sono dappertutto, i volatili entrano addirittura sui balconi e vi dimorano, e prolificano. Ci sono piccioni morti nelle tubature e il fetore si sente dappertutto. Non c'è alcun rispetto del protocollo e il degrado architettonico degli ambienti e dei locali dovrebbe davvero far correre il direttore sanitario, ma tutto tace e tutto continua come prima. C'è mancanza di organizzazione negli ambulatori, un utilizzo anarchico del personale infermieristico, l'assenza evidente di una figura di riferimento in direzione sanitaria. L'Ospedale è in uno stato di totale abbandono e disinteresse, è diventato terra di nessuno. Le richieste di attrezzature e suppellettili per la dignità degli ambienti rimangono inascoltate. Non si fa manutenzione ordinaria, non si svolgono i normali compiti di gestione di un ospedale (che è cosa pubblica e non privata), non si gestisce al meglio il personale e non lo si organizza». Secondo il Comitato, ci sono responsabilità precise, «e sono del Direttore sanitario Annese. Questo è stato detto al Dg Maglietta nell'incontro di lunedì scorso. Abbiamo chiesto le dimissioni di quanti sono responsabili di questo disastro. Abbiamo ottenuto solo l'assicurazione che la relazione sulla stabilità sarà consegnata il 31 maggio. Sempre a fine mese come le altre volte. Quello di lunedì è stato il più brutto incontro tra Comitato e Direzione cenerale, un incontro funestato dall'arrivo (senza invito) della referente del Tdm, Maria Antonietta Tarsia, che si è sempre distinta nel sostegno allo smantellamento dell'ospedale». PISTICCI Denunce per furto di energia PISTICCI - I carabinieri della Compagnia di Pisticci, hanno denunciato dieci persone per furto aggravato di energia elettrica. Teatro della vicenda è la località Centro agricolo di Pisticci, ex-colonia di confinati politici, dove il Comune ha ristrutturato anni addietro 14 siti abitativi di proprietà, i quali ad ultimazione dei lavori, tramite graduatoria pubblica, dovevano essere assegnati a famiglie residenti. Allo stato attuale gli alloggi sono stati occupati abusivamente e regolarmente abitati. I militari della Stazione di Marconia hanno avviato una serie di accertamenti inerenti gli appartamenti occupati abusivamente, già segnalati all’autorità giudiriaria competente per l’occupazione abusiva da parte del comando della polizia municipale di pisticci. i carabinieri approfondivano ulteriormente la vicenda ed appuravano che gli abusivi si rifornivano direttamente della rete elettrica dell’Enel gli allacci abusivi da parte degli occupanti degli alloggi, sono stati eseguiti senza alcuna norma sulla sicurezza. tra i denunciati vi sono anche un extracomunitario regolarmente in possesso di permesso di soggiorno e di una straniera della Comunità europea. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 34 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] TRICARICO Malvinni: «Si perdono posti di lavoro per far arrivare i pasti da Acerenza» Ospedale, la mensa interna non piace Preoccupa il progetto della Fondazione “Don Gnocchi” di internalizzare il servizio TRICARICO - Il servizio mensa all’ospedale di Tricarico verso l’internalizzazione, con il rischio concreto per sette posti di lavoro, tutti del luogo. A denunciarlo è la consigliera di opposizione Maria Rosaria Malvinni, che pone l’accento sulla necessità di evitare che la Fondazione “Don Gnocchi”, gestore del nosocomio, prosegua su questa strada, che inficerebbe, tra l’altro anche la qualità dei pasti somministrati, perchè arriverebbbero da Acerenza, mentre finora era preparati in loco. «Il servizio mensa e la cucina dell’ospedale di Tricarico, attualmente è gestita dalla Cooperativa Multiservice di Potenza. -spiega Malvinni- La coop si avvale di sette unità residenti a Tricarico, e somministra pasti sia sia alla Don Gnocchi, per un totale di circa cento pasti al giorno. La Don Gnocchi ha, però, richiesto all’Asm di Matera la disponibilità di un locale, adiacente all’attuale cucina, al fine di poter gestire in proprio la mensa e la cucina. L’intenzione della Don Gnocchi è quella di far pervenire i singoli pasti da Acerenza, laddove saranno cucinati e poi trasportati a Tricarico. A questo punto, mi chiedo quale sarà la qualità dei pasti che arriveranno a Tricarico, soprattutto nel periodo invernale, durante il quale è elevato il rischio di interruzioni del servizio di trasporto pasti a causa delle impervie condizioni climatiche e grandi nevicate. Il locale -prosegue Malvinni- che sembra sia stato concesso dall’Asm di Matera alla Don Gnocchi, richiede una immediata ristrutturazione. L’Asm offre il locale a condizione che la ristrutturazione sia posta a carico della Don Gnocchi. Se tale concessione venisse accordata, e i locali venisMaria R. Malvinni sero adibiti alla gestione autonoma della cucina, avremmo come conseguenza inevitabile la perdita dei sette posti di lavoro attualmente impiegati dalla cooperativa, poiché la Don Gnocchi non si avvarrebbe oltre dei servizi dalla stessa oggi somministrati. Non solo, l’autonomizzazione della cucina da parte della Don Gnocchi, recherebbe seri problemi al servizio di somministrazione dei pasti per la lunga degenza e per i dipendenti Asm (circa venti pasti al giorno), che prestano il loro servizio a Tricarico. Non comprendo come mai l’amministrazione locale -spiega ancora Malvinni- composta addirittura da un consigliere di maggioranza che è dipendente della cooperativa, e che quindi a maggior ragione dovrebbe manifestare interesse nei confronti della vicenda, non stia impedendo la inevitabile perdita di sette posti di lavoro. Se tale progetto venisse portato a completa realizzazione, vi sarebbe il concreto rischio che Tricarico, già amaramente isolata per la continua perdita di strutture e servizi (si veda anche la gestione della lavanderia del comparto ospedaliero, che ha avuto come conseguenza la inevitabile riduzione dei posti di lavoro), si avvierebbe inesorabile all’ulteriore stato di isolamento». Sulla questione il Quotidiano ha interpellato il sindaco, Lina Marchisella, che ha garantito massimo impegno dell’Amministrazione. «Stiamo seguendo la vicenda -ha detto il sindaco- e cerchermo una soluzione condivisa a tutela del lavoro e del servizio». Antonio Corrado La coop Multiservice oggi prepara tutti i pasti in loco © RIPRODUZIONE RISERVATA VIABILITÀ Riaperte due Provinciali IL presidente della provincia di matera, Franco Stella, ha ordinato la riapertura al transito delle Provinciali Accettura-Gallipoli-ponte Balzano e fondovalle Salandrella. Il provvedimento è stato emesso alla luce dell’articolo 5 comma 3° e l’art. 6 comma 4°, nonché l’art.6 comma 4 lettera a) del Nuovo Codice della Strada (D.L. 30 aprile 1992 n.285) e s.m.i. «Visto il Regolamento di attuazione Dpr n. 495 del 16.12.1992 e s.m.i. -si legge nel provvedimento- vista l’ordinanza numero 18/2013 del 13 dicembre 2013, con la quale a causa di vari problemi conseguenziali agli eventi atmosferici di tipo alluvionale del periodo, le strade venivano chiuse al traffico». Sono cessati i motivi dell’interruzione, a seguito dell’avvenuta esecuzione di interventi e posa in opera di idonea segnaletica, finalizzati alla messa in sicurezza. L’ingresso della Don Gnocchi a Tricarico IRSINA Oltre 150 centauri arrivati da tutto il meridione Quaranta nuovi donatori Al primo Emo-motoraduno IRSINA - Un grande successo e record di presenze, per l’evento emo-motociclistico, organizzato ad Irsina nella emozionante cornice offerta dal centro storico di Irsina – sempre più protagonista, con la complicità, di una bella giornata di sole, che ha fatto brillare i numerosissimi caschi presenti ad Irsina. Le moto accreditate all'organizzazione sono state ben centocinquanta; le persone iscritte alla manifestazione sono state centonovanta, di cui oltre centoventi si sono fermate per pranzare nei ristoranti cittadini. Ad Irsina sono arrivati centauri provenienti da tutto il Meridione: Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Salerno, Potenza e Matera. Alla manifestazione hanno partecipato anche due centauri arrivati da Monza e da Milano. Ma il record non interessato solo la presenza della moto, anche sul fronte dona- zioni c’è da registrare con motivata soddisfazione, ben quaranta donazioni di sangue effettuate, e l’impossibilità da parte di altri donatori, che non hanno potuto effettuare la donazione a causa della mancanza di tempo utile - i prelievi erano stati previsti solonella mattinata. L’evento è stato organizzato dalla Pro loco e dall'Avis Di Irsina, insieme ai gruppi di motociclisti organizzati, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale di Irsina. La presidente della Pro loco, Lina Gurrado, esprime la piena soddisfazione per il risultato raggiunto: «Davvero una bella mattinata esordisce– grazie alla collaborazione di tutti i soggetti impegnati, abbiamo centrato tutti gli obiettivi prefissati, la donazione del sangue; la promozione del territorio attraverso visite guidate nel centro storico di Irsina – risultato chia- ramente molto apprezzato dai visitatori - e la promozione della gastronomia locale. A fine mattinata è stata effettuata la cerimonia della benedizione dei caschi, effettuata dall'emerito Rocco Favale, il saluto del sindaco del Presidente dell'Avis regionale e la consegna delle targhe ricordo della manifestazione ai gruppi dei motociclisti. Particolarmente emozionante –racconta Lina Gurrado- è stata la consegna della targa di ringraziamento al nostro concittadino, un infermiere in pensione, Michele Coniglio, per il suo impegno nel sociale e per l'assistenza infermieristicagratuita che ogni giorno lui offre ai più bisognosi giornalmente. Mimmo Donvito Un’immagine del primo Emo motoraduno di domenica TRICARICO Oggi la cerimonia per il decimo anniversario della consacrazione Concelebrazione solenne per Orofino TRICARICO - Una solenne concelebrazione eucaristica si svolgerà oggi, in occasione del decimo anniversario della consacrazione episcopale e dell’inizio del ministero pastorale di Sua Eccellenza monsignor Vincenzo Orofino, settantaquattresimo vescovo di Tricarico. «La Chiesa diocesana, che da dieci anni è confortata dal suo prezioso ministero Episcopale -si legge in una nota- celebra la ricorrenza con particolare solennità e rende lode al Signore per il dono del Pastore e Maestro, invoca su di lui l’aiuto di Gesù Sommo Sacerdote e gli esprime gratitudine e riconoscenza. Alle ore 18.00, nella Cattedrale, il vescovo con tutti i sacerdoti della diocesi, le suore, gli amministratori e i fedeli si troveranno per pregare per e con il loro pastore». Dieci anni che hanno visto la presenza costante di monsignor Orofino in tutti gli ambiti e ambienti della Diocesi attraverso molteplici iniziative: tre lettere pastorali; visita pastorale in tutta la Diocesi, risiedendo per almeno una settimana in ogni comunità parrocchiale visitata; Monsignor Carmine Orofino convegni diocesani; messaggi in occasione della Quaresima e lettere alle famiglie, ai giovani, ai cresimandi, ai bambini di prima comunione, alle associazioni. Ha ordinato 10 sacerdoti; ha partecipato a tutte le vacanze estive e sulla neve dedicate ai giovani e alle famiglie; ha conosciuto i bisogni di ogni uomo e di ogni donna che gli è stato affidato rispondendo sempre in maniera ottimale a ognuno. Di questo la comunità diocesana dice di cuore grazie al suo vescovo, per quanto fatto fino a ora e per quanto farà ancora. «Grazie perché ci sentiamo amati, guidati e custoditi», conclude la nota. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 35 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 BERNALDA [email protected] Entusiasmo degli appassionati che li hanno filmati, chiedono l’istituzione del santuario dei cetacei I capodogli scorazzano nello Jonio Avvistamento eccezionale di due esemplari a nove miglia dalla costa DUE capodogli nello Jonio lucano per un avvistamento inatteso, rarissimo, del tutto eccezionale a conferma, ove ve ne fosse ancora bisogno (e ce n’è davvero bisogno) che la biodiversità del nostro mare è una ricchezza dal valore inestimabile e che la sua tutela è assolutamente prioritaria. I due cetacei sono stati avvistati a meno di dieci miglia dalla costa lucana, nella mattinata di sabato. Almeno due gli incontri di cui si ha notizia certa, favoriti dalle spettacoli evoluzioni di questi mammiferi. In un caso, Luca Fusco, un appassionato del mare di Policoro, è riuscito a filmare i capodogli, facendo circolare in rete una video testimonianza di grande valore naturalistico. Fusco, uscito in barca con l’amico Salvatore Dattolo, ha fatto l’inatteso incontro a 9 miglia dalla spiaggia di Policoro, su circa 500 metri di acqua, intorno alle 10.30 del mattino. Successivamente un altro incontro con naviganti amatori di Marconia si è verificato al largo del fiume Cavone, tra Pisticci e Scanzano, ad una distanza e ad una batimetrica simili. «E’ un avvistamento dalla valenza spettacolare, perché è rarissimo che i capodogli si avvicinino così tanto alla costa», spiega Carmelo Fanizza, presidente della “Jonian Dolphin Conservation”, associazione di ricerca scientifica con sede a Taranto che conduce progetti autofinanziati finalizzati allo studio ed alla tutela dei ce- Un frame del filmato di Fusco che riprende un capodoglio tacei nello Jonio settentrio- Dolphin aveva avuto confernale. me pochi anni fa, quando al«Il nostro mare sa rega- cuni esemplari vennero avlarci ancora queste emozio- vistati a poche miglia dal ni. Con la Jonian Dolphin golfo di Taranto. «Ma la ba–aggiunge Fanizza- siamo lenottera comune –aggiunpassati proprio in quelle zo- ge Fanizza– si nutre di krill, ne, di recente, nell’ambito i piccoli crostacei che comdella nostra spedizione, fi- pongono lo zooplancton di nalizzata al monitoraggio cui proprio lo Jonio, da queldei cetacei ed alla ricerca le parti, è ricco, per la predella balenottera comune». senza dei fiumi e per alcune La campagna, condotta a caratteristiche dei fondali. bordo del catamarano “Ta- Il capodoglio, invece, è un ras”, a cavallo fra Puglia, predatore ed ha un altro tipo Basilicata e Calabria, ha per- di alimentazione, per quemesso l’individuazione di sto è ancora più raro che si diverse specie di delfino, co- avvicini così tanto alla come stenella, tursiope (stan- sta. E’ stato un avvistamenziali in questi mari), gram- to eccezionale». po (stagionale), fino al rarisLe informazioni finora simo delfino comune. Nes- raccolte segnalavano la presun avvistamento di bale- senza di questo grande cetanottera comune, anche se la ceo molto più a sud, a grandi tesi sostenuta dalla Jonian distanze, in mare aperto. La frequentazione delle zone costiere dello Jonio settentrionale rappresenta una ulteriore conferma di quanto ricca sia la biodiversità di un’area sulla quale l’associazione tarantina chiede l’istituzione di un Santuario dei cetacei, una zona marina protetta, giustificata dalla presenza di numerose specie che oltre a frequentare questo mare, lo scelgono per la riproduzione. Il capodoglio, peraltro, è il più grande mammifero dotato di denti; la balenottera comune è il secondo più grande anomale del Pianeta dopo la balenottera azzurra. La prospettiva di Jonian Dolphin è diametralmente opposta a quella destinazione che l’area imboccherebbe in caso di trivellazioni petrolifere. Gli approfondimenti dell’associazione, infatti, hanno riscontrato che I piani di mitigazione negli studi di impatto ambientale connessi alle richieste di ricerca idrocarburi sono inesistenti o inadeguati e non tengono conto del principio di precauzione. La sfida è come sempre culturale: occorre, innanzitutto, far conoscere le ricchezze e le particolari e rare caratteristiche dello Jonio, perché non si può proteggere qualcuno o qualcosa di cui s’ignora l’esistenza. Ed in tanti ignorano del tutto i pregi e le rarità naturalistiche di questo bacino che ancora riesce ad ospitare specie nate 55 milioni di anni fa. Roberto D’Alessandro BERNALDA Programmi copiaincolla Carbone (La Svolta) «Il nostro è un progetto concepito nel 2009» BERNALDA - «L'elaborazione del programma della lista "Svolta di Centrodestra" nasce nel 2009, quando l'allora nascente Popolo della Libertà, costituitosi a Roma a marzo 2009, si delineava a livello bernaldese nella composizione di una lista unitaria detta "Patto per la Svolta", che vedeva tra gli attori principali Forza Italia, rappresentata da Franco Prisco, e Alleanza Nazionale, rappresentata dall'allora segretario cittadino Franco Carbone, attuale candidato sindaco». E’ la precisazione di Carbone, dopo l’articolo del Quotidiano che evidenziava tante similitudini con “Taviano Libera”, lista presentata nel 2011 per il comune leccese. «Su quel programma spiega Carbone- tutto il centrodestra bernaldese aveva trovato un accordo, tradottosi poi nella proposizione alla cittadinanza bernaldese di una lista, che vedeva Prisco candidato sindaco e Carbone candidato sia alla carica di consigliere comunale della Lista "Patto per la Svolta" che alla carica di consigliere provinciale nel collegio 1 Bernalda e Metaponto. La ricusazione delle liste di centrodestra e centrosinistra cambiò il corso della storia a Bernalda com’è ben noto a tutti. Quel programma, che il centrodestra bernaldese non ha mai avuto modo di attuare, è rimasto tale; seppur con gli opportuni aggiornamenti, a dimostrazione che quanto proposto ai bernaldesi dal centrodestra è attuale e, purtroppo, di tutta evidenza che in questo paese nulla è cambiato ad opera dell'amministrazione di centrosinistra decaduta il 23 maggio 2014. Su quel programma hanno trovato l'intesa anche coloro che erano del Popolo della Libertà e che oggi si sono rifugiati nelle liste di centrosinistra, così come oggi le forze politiche di centrodestra riunite nella lista Svolta di Centrodestra, che orgogliosamente rappresentano l'unico elemento di novità e di autenticità della campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione comunale di Bernalda e Metaponto». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA BERNALDA Due giovani ubriachi Il piano prevede la realizzazione di un edificio a basso consumo energetico Sarà una chiesa hi-tech Fermati per controlli Aggrediscono i militari Approvata in giunta comunale la convenzione per Rotondella Due BERNALDA - I carabinieri della Stazione di bernalda e del Nucleo radiomobile di Pisticci hanno arrestato due giovani del luogo a seguito di un normale e banale controllo alla circolazione stradale. La pattuglia dell’Arma ha sorpreso i due in uno stato di alterazione psicofica per abuso di alcolici. I due prima hanno minacciato i militari e successivamente li hanno aggrediti, procurando loro lesioni guaribili in 3 giorni. Il tempestivo intervento del Radiomobile di Pisticci ha posto fine, con la messa in sicurezza degli aggressori, alla vicenda con l’arresto dei due, che comunque tentavano ancora di esercitare violenza e minaccia anche all’interno degli uffici della caserma. L’operazione si è conclusa ROTONDELLA - E’ stato approvato dalla Giunta lo schema di convenzione che regolerà i rapporti tra il Comune di Rotondella e la Parrocchia di San’Antonio di Padova, per la gestione degli adempimenti connessi alla realizzazione della chiesa a Rotondella Due, la cui costruzione era stata prevista, insieme alla realizzazione di una piazza, nel Regolamento urbanistico del Comune approvato in consiglio comunale il 27 aprile del 2011 a seguito della Conferenza di Pianificazione di qualche mese prima. Già nel maggio del 2008, l’Amministrazione comunale, attraverso un atto di indirizzo, aveva destinato 500mila euro per “Azioni ed interventi per lo sviluppo urbano di Rotondella Due”, provenienti dal Piano di utilizzazione compensativa dei rifiuti radioattivi (relativi al triennio 2004-05-06) ridotte poi a 442.000euri con due successive delibere di GC (nn. 90 e 100). Nel febbraio del 2009 l’Amministrazione comunale procedeva ad una individuazione più dettagliata delle aree di intervento prevedendo il “Cofinanziamento I carabinieri con la traduzione degli arrestati ai domiciliari, su disposizione del sostituto procuratore della repubblica di matera dot.ssa Rosanna DeFraia. Successiva la convalida e la condanna con rito direttissimo e patteggiamento dei due alla reclusione di tre mesi. [email protected] Rotondella Due per la realizzazione di una chiesa ed annessi locali di Ministero Pastorale e relativi spazi pubblici”, per un importo di 250mila euri, intervento riconfermato in toto dall’Amministrazione Francomano a fronte di un importo complessivo rideterminato ad oggi in 535mila euri circa. Il progetto esecutivo, consegnato al Comune di Rotondella e validato dal Rup della Diocesi di Tursi Lagonegro, prevede l’utilizzo di materiali e impianti di ultima generazione, nonché una tipologia edilizia che richiede consumi energetici minimi. «Si tratta -ha sottolineato il sindaco Francomano- dell’inizio di un intervento importante per Rotondella Due, che ha l’obiettivo di riqualificare dal punto di vista ambientale ed urbanistico Rotondella Due, senza dimenticare, ed è questo l’aspetto più importante, la funzione sociale e culturale di una chiesa e di una piazza». Lo stralcio del progetto prevede l’acquisizione delle aree dove sorgeranno piazza e chiesa, nonché la realizzazione delle opere di urbanizzazione. Alla Parrocchia di Sant’Antonio di Padova (titolare del progetto) retta da don Mario Lutrelli ed alla Diocesi di Tursi-Lagonegro toccherà finanziare con fondi propri le “opere necessarie al completamento dell’intervento, nonché le opere di arredo liturgico della chiesa”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 15 maggio 2014 www.ilquotidianoweb.it 36 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] NOVA SIRI Ha preferito parlare alla pancia degli elettori presentandosi come l’alternativa Simonetti dal palco contro tutti Il candidato sindaco della lista “Civica civica” ha attaccato gli avversari NOVA SIRI - Lui dice di non stare nè da una parte, nè dall'altra, nè con il centrosinistra e nè con il centrodestra. Nè con Carlo Chiurazzi e nè con Cosimo Latronico, li ha attaccati dicendo che «hanno stabilito signorie in questo paese». É questo il filo conduttore della campagna elettorale di Tommaso Simonetti, sessant'anni, esponente di Comunione e liberazione e anche cugino dell'onorevole di Forza Italia, Cosimo Latronico; maestro elementare della scuola "Settembrini", sposato e padre di cinque figli, candidato con la lista "Civica civica". Una lista presentata lunedì scorso, nella piazza Troisi di Nova Siri scalo, con un comizio che ha fatto seguito a quello di soli pochi giorni prima a Nova Siri centro. Prima dell'inizio Simonetti ha chiesto alla piazza un minuto di silenzio per la scomparsa del padre del candidato Carmine Rubolino, di una delle liste avversarie, quella di centrodestra. «Nonostante siano le 21.30 -ha esordito Simonetti- siete qui in tanti, eppure fa freschino, in molti avete il giubbotto come il sottoscritto. Noi -ha detto il candidato sindaco rivolgendosi a mo' di esempio alla sua candidata consigliera Carmen Arcuri- non abbiamo candidato le persone in base ai voti che portano. Non siamo andati in cerca di voti, non sappiamo quanti amici ha Carmen, quanti clienti e quanti pazienti ha Carmen. Ci basta il profilo della candidata». Simonetti ha avuto per tutta la durata del comizio, al pari dei suoi candidati, un tono polemico e volutamen- La piazza Troisi gremita e il palco di Simonetti te poco propositivo. Ha inteso parlare alla pancia dei novasiresi, facendo leva sul sensazionalismo e l'antipolitica. Poi, alludendo al candidato consigliere Carlo Oriolo della lista “Nova Siri Risale”, capeggiata da Eugenio Lucio Stigliano, ha aggiunto: «Non ci interessa se ha preso 250 voti o 300 alle scorse Regionali nella lista dell'Udc, piuttosto che del Pdl, queste cose non ci fregano per nulla». Poi, dimenticando di essere stato l'unico candidato sindaco su quattro ad essere stato intervistato, ha rivolto un attacco al nostro giornale: «Il Quotidiano ha due inviati, uno per il centrodestra, uno per il centrosinistra». Poi, dopo aver fatto parlare alcuni candidati, in conclusione Simonetti ha detto: «Siamo attrezzati, siamo soprattutto autonomi e indipendenti. Non è vero che siamo d'accordo con il centrodestra, come dicono quelli della sinistra, che sono maestri in menzogna. Hanno pensato che noi non presentavamo la lista; forse anche per questo hanno fatto tutta un'operazione di maquillage». Infine un ulteriore appello al pubblico: «Se votate noi sapete che qualcosa cambia, se votate loro (centrodestra e centrosinistra, ndr) sapete già come va a finire la storia». Pierantonio Lutrelli [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA POLICORO Degustazione e studio sulla produzione della fragola Candonga Il lido riapre con le scuole Stagione anticipata a “La Duna” con una giornata per gli studenti POLICORO – In una soleggiata mattinata di marzo ha aperto i battenti il Lido “La Duna”, lato destro del lungomare centrale. La struttura ricettiva fa parte del complesso “Circolo velico lucano”, che da circa metà marzo ha iniziato le attività sportive-marine-ambientali con l’ospitalità di studenti provenienti da varie zone d’Italia in quelli che si chiamano campi scuola settimanali, con i ragazzi impegnati per cinque giorni. E’ stata, però, una giornata speciale non tanto per l’apertura del lido, visto che sono già iniziate le attività, ma perché c’è stato il binomio: agricoltura-turismo. Infatti, all’interno dello stabilimento balneare, c’è stata dalle prime ore della giornata, 9 e fino alle 17, la degustazione della fragola, prodotto tipico locale, marchio Candonga in vari modi: torta, frullato o semplicemente assoluta. L’evento ha trovato l’apprezzamento dei frequentatori del lungomare che nella mattinata si sono soffermati sia per assaporare la flagranza del frutto pregiato che per godersi il sole quasi estivo, che ha “baciato” Policoro durante l’intera giornata. Presente all’appuntamento culinario/turistico sia Sigismondo Mangialardi, presidente del Cvl, che Carmela Suriano, Direttore generale dell’impresa di famiglia, Planitalia Srl, e ideatrice del club Candonga, ormai un brand della città jonica. Gabriele Elia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il lido di Policoro MONTALBANO Grande partecipazione di ragazzi al convegno di Acli e Parrocchia Sport e alimentazione, i consigli degli esperti MONTALBANO JONICO L’appuntamento per il convegno, organizzato dalla società sportiva Fcd Montalbano in collaborazione con l’Asm di Matera, l’Acli e la Parrocchia guidata da don Vincenzo Sozzo, è al salone di Santa Maria delle Grazie. Bello il colpo d’occhio della sala, per la presenza di tanti ragazzi in tuta rossa affiancati dai genitori. Tema del rendez vous: “L’importanza dell’alimentazione per il giovane sportivo”. Ouverture affidata al dirigente della società Giancarmine Miraglia, che ha fatto subito luce: «Abbiamo fortemente voluto questo incontro con gli specialisti dell’Asm di Matera, perché riteniamo che una corretta alimentazione, coniugata con la pratica sportiva, sia fondamentale per la sana cre- Una gara sportiva scita del giovane atleta. Un incontro che, sicuramente, innalza l’aspetto qualitativo della nostra scuola calcio». Pasquale Calbi ha puntato a dare consapevolezza del problema ai presenti portandoli alla conoscenza di dati interessanti. Dati su cui riflettere, quali la realtà del 40% dei bambini sovrappeso e obesi, il negativo quinto posto della Basilicata in Italia in questa speciale classifica. Una graduatoria in cui si vede primeggiare le regioni mediterranee, quelle dall’economia più povera. Può sembrare un paradosso ma non lo è. Il motivo è d’ordine culturale: un retaggio atavico da superare riducendo la sedentarietà (si pensi che il 43% dei ragazzi trascorre cinque ore mediamente davanti a un video), e attraverso il maggior consumo di frutta e verdura. E l’Expo 2015 contribuirà in tal senso con il suo marchio “nutrire il pianeta, energia per la vita: importante è la conoscenza della qualità dei cibi”. Indicazioni tecniche sono venute da Daniela Del- la Rosa, che si è soffermata sulla formula del benessere fisio-psico-sociale: sport più alimentazione. In sostanza lo sport inizia a tavola, si comincia da lì a costruire l’atleta attraverso l’ingerimento in giuste dosi di proteine, carboidrati e lipidi, tenendo in debita considerazione il necessario equilibrio tra alimenti ingeriti e consumo di energie. Insomma non c’è atleta, non c’è ragazzo sano senza uno stile di vita che poggi le sue basi su cibi sani e movimento. L’invito alle mamme è perentorio: educare i figli sin dalla piccola età a consumare frutta e verdura ogni giorno. E nelle indicazioni comportamentali si è soffermata Mary Lista. I suoi consigli? Tanta acqua (in condizioni normali da 6-8 bicchieri al giorno), tè, latte, spre- mute, bevande idrosaline solo per gli sportivi adulti, evitare le bevande gassate; cinque momenti nutritivi al giorno, metà pranzo fatto di vegetali, mai fare sport a digiuno, o subito dopo il pasto. Al termine visibilmente soddisfatti genitori e ragazzi, così come i mister della Scuola calcio Giuseppe Iacovino, Mimmo Diazenna e Vincenzo Castellano e la chiosa del dirigente Miraglia con la personale soddisfazione, i ringraziamenti di rito a chi ha collaborato all’iniziativa e la promessa: «E’ nostra intenzione organizzare altri incontri con altri esperti: penso al primo soccorso, all’igiene dei luoghi». Promessa da mantenere. Antonio Romano [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA MONTALBANO Mantovano «La famiglia sotto attacco delle leggi» MONTALBANO JONICO - Si è tenuto nella sala “Giovanni Paolo II” della parrocchia di S. Rocco a Montalbano Jonico, un incontro-seminario sul tema “Sos Famiglia”, organizzato dall’associazione “Alleanza Cattolica” e dal Circolo Culturale “L’Arco”. Sono intervenuti Giuseppe Pergola, referente del Forum regionale delle Associazioni sì alla famiglia e ha tracciato un sintetico bilancio dell’attività del Forum ed ha prospettato un programma di iniziative per i mesi futuri. Leonardo Giordano, preside del Liceo “Fermi” di Policoro, il quale si è occupatori recensire il romanzo utopistico di Aldous Huxley “Il Mondo Nuovo”, svelando le tante quasi esatte e geometriche previsioni fatte dallo scrittore inglese nel 1933 allorchè il romanzo fu pubblicato. In particolare ha fatto risaltare come in quella società futuristica disegnata da Huxley la famiglia fosse del tutto eliminata dall’orizzonte sociale e come proprio l’apparire di una sorta di “famiglia residuata” mettesse in crisi questo mondo. E’ intervenuto, inoltre, Alfredo Mantovano, già sottosegretario all’Interno e Magistrato della Corte di Appello di Roma. Mantovano ha passato in rassegna i tanti “attacchi”alla famiglia, che si stanno registrando nella legislazione, nelle normative ministeriali, nelle pratiche degli enti locali. Si configurerebbe un vero e proprio assalto a questo istituto fondamentale della compagine sociale e del diritto naturale. «Sarebbe il caso -ha rimarcato Mantovanoche i tantissimi italiani che credono nel ruolo fondamentale di questo istituto comincino a mobilitarsi, come nel 2007 con il Family Day perché laddove esiste questa mobilitazione, c’è controllo sociale dal basso e questa deriva antropologica può essere frenata ed arrestata». [email protected] RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO SOS AMBIENTE COME «PURIFICARE» LE AREE SIN Giovedì 15 maggio 2014 INVESTIMENTO Paralisi produttiva per gli agricoltori che cercano nuove strade per riemergere. Una coltura per «riparare» l’ambiente Una bonifica «da sballo» la canapa anti-inquinanti CUMULI Ammasso di amianto in Valbasento Dopo Acerra e Caivano potrebbe toccare a Valbasento e Tito PIERO MIOLLA l Una bonifica «da sballo»: è quella che offrirebbe la canapa se solo la si prendesse in considerazione per ripulire i due Sin (Siti d’Interesse Nazionale) lucani di Tito e Valbasento. Per alcuni potrebbe essere una provocazione, visto che parliamo della ma- ni scorsi 27 ettari di terreno che si trovano a metà strada tra la centrale Enel di Cerano ed il petrolchimico, all’interno del parco regionale «Saline» di punta della Contessa, sono stati seminati e saranno coltivati con la canapa. L’idea è di alcuni soggetti privati che, considerate le difficoltà produttive della zona, dovute anche all’impatto ambientale dei vicini stabilimenti industriali, hanno deciso di investire in una tipologia di coltura che consente una riparazione ambientale e può essere impiegata nel settore della bioedilizia, del consumo alimentare, tessile o farmaceutico. Una situazione che è molto simile a quella due Sin lucani. In Valbasento, ad esempio, gli imprenditori agricoli fiaccati dall’inquinamento della zona sono in una situazione drammatica: la loro autodenuncia, concretizzatasi anche nei prelievi privati fatti commissionare di recente, li ha praticamente portati alla paralisi produttiva. Hanno invano chiesto alla Regione Basilicata di accertare se i loro terreni (anche quelli non rientranti nel Sin) siano food, cioè possano ospitare coltivazioni commestibili, o no food. In questo caso la soluzione potrebbe proprio essere la con- versione della produzione. La canapa, dunque, potrebbe aiutarli, così come potrebbe aiutare in generale nella bonifica dei terreni del perimetro del Sito d’Interesse Nazionale. Cosa ne pensano in Basilicata? Nella terra dei «petrolieri», nella regione dove è vietato anche solo pensare di ipotizzare che qualcuno ha inquinato o continua ad inquinare, la bonifica ha in dotazione circa 23 milioni di euro. La torta è già pronta per essere «aggredita», con il rischio che la bonifica, che dovrebbe dare un futuro, anche non immediato, alla valle, si trasformi in un semplice passaggio di carte funzionale alla ripartizione dei soldi. A chi sta conducendo le danze in merito, ma anche a tutti quei soggetti privati che «soffrono»” l’inquinamento, giova ricordare che la piantagione di canapa a ridosso di insediamenti industriali che hanno una forte storia di impatto ambientale ha anche un significato di riqualificazione dei terreni. Inoltre, potrebbe essere fonte di buona economia. In buona sostanza, l’investimento tornerebbe utile per ripulire la terra e dare ricchezza: con una sola azione, dunque, si otterrebbero due risultati positivi. Forse, però, per una regione pesantemente condizionata da fattori esterni, quasi sempre predominanti, tutto questo potrebbe essere troppo. INTUIZIONE L’idea è di alcuni soggetti privati per fronteggiare i «veleni» nel terreno rijuana che di solito viene utilizzata per altri scopi, ma non è così: la coltura, infatti, consente anche una sorta di fitobonifica dei terreni inquinati. Sul punto gli esperti non hanno dubbi e l’esperimento non è nuovo: è già stato tentato ad Acerra, Brindisi e Caivano. Proprio nella città salentina nei gior- Il «fitorimedio», tecniche di pulitura di suoli e acqua In Basilicata, come detto, ci sono due aree pesantemente compromesse come quella di Tito e della Valbasento: per esse sono disponibili complessivamente 46 milioni di euro e, di recente, la Regione ha anche approvato il cronoprogramma definitivo. Al momento, non conoscendo ancora i progetti, non è possibile dire in che modo, concretamente, la bonifica verrà fatta: il timore, però, è che si risolva in un semplice movimento terra da un luogo ad un altro in ossequio alla tendenza tutta italiana che esalta le emergenze, senza prevedere sbocchi risolutivi. Le due aree, invece, necessitano di un piano di bonifica che sia effettivo e risolutivo: c’è bisogno di dare una nuova speranza a quelle terre, non solo per garantire nuovamente ai residenti quel diritto alla salute ormai totalmente disatteso, ma anche per garantire un nuovo sviluppo economico. [p.miol.] ERBA Coltivazione di canapa a ridosso di fabbriche Gli esperti «Vantaggi e risparmio idrico» Un sistema che comincia a diffondersi in Italia l Non c’è solo la canapa: il problema dell’inquinamento ambientale può essere affrontato, in alternativa o in combinazione con le tecnologie tradizionali di bonifica, con una serie di tecnologie efficaci, economiche e, soprattutto, a basso impatto ambientale, che vanno sotto il nome di fitorimedio. Si tratta di tecniche che prevedono l’utilizzo di piante per la rimozione o la degradazione delle sostanze inquinanti presenti nei suoli e nelle acque. Il sistema è stato messo a punto negli Stati Uniti e sperimentato con ottimi risultati per la produzione di biomassa, a partire dal 2001. Ora, però, inizia a fare capolino anche in Italia. I tecnici e gli studiosi, in tema di bonifica ambientale, rilevano che troppo spesso il problema dell’inquinamento viene affrontato solo nei casi di conclamata emergenza e senza l’utilizzo di un approccio risolutivo: la maggior parte delle volte, infatti, per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque ma, soprattutto, dei suoli si fa ricorso semplicemente alla rimozione degli stessi dal sito ed al loro conferimento in discariche speciali o in impianti di trattamento. Un approccio, questo, che sposta semplicemente il problema in un altro sito, generando altresì, enormi costi sia economici che ambientali a carico della società. Perché, dunque, non invertire la tendenza e puntare in modo deciso verso il fitorimedio? Sono centinaia le piante che si prestano a svolgere l’operazione di bonifica: le felci, per la capacità di accumulo dei metalli, la comune canna di fiume, utilizzabile in un secondo tempo anche come biocombustibile. Un esempio perfetto, poi, è il pioppo: oltre a crescere in fretta, infatti, ha un costo molto contenuto. INQUINAMENTO Schiuma nel Basento AREA La zona industriale della Valbasento L’utilizzo della canapa, oltre a bonificare i siti inquinati, secondo gli esperti del settore avrebbe anche altri vantaggi. Quali? In primo luogo creerebbe un nuovo rapporto tra agricoltura ed industria. Favorirebbe, poi, anche lo sviluppo sostenibile e quello occupazionale per nuove attività di trasformazione e commercio. Porterebbe ad un risparmio idrico in agricoltura ed al contrasto alla deforestazione ed alla desertificazione. Con la canapa, inoltre, verrebbero prodotti beni senza problemi di riciclo perché provenienti da fonte biologica. Importante sarebbe anche la produzione di materiali necessari al risparmio energetico ed alla riqualificazione degli edifici. Vi sarebbe un’azione di sequestro di anidride carbonica. Ovviamente la coltivazione della canapa sui terreni, sia ad inquinamento acclarato che ad inquinamento dubbio, eviterebbe di sicuro la coltivazione di prodotti food su di essi. Infine, una precisazione da parte di alcuni biotecnologi: con la canapa i metalli pesanti non verrebbero degradati ma, al più, accumulati nella pianta. Per questo la canapa viene definita un iperaccumulatore. Gli inquinanti che possono essere degradati, invece, sono solo quelli organici che per qualche motivo entrano nei cicli catabolici della pianta, ovvero ne diventano nutrimento: dalla loro degradazione la pianta accumula energia. L’Italia è il secondo produttore mondiale di canapa per quantità ed il primo per qualità: il 40% della produzione nazionale viene coltivata in Campania. [p.miol.] La scheda . Una tecnica innovativa e a basso costo L’utilizzo della Canapa (Cannabis sativa) per la bonifica dei suoli inquinati, è possibile attraverso una tecnica innovativa, eco-compatibile ed a basso costo, chiamata phytoremediation. In pratica, tale tecnica prevede lo sfruttamento delle capacità proprie di alcuni vegetali di assorbire, degradare o stabilizzare gli inquinanti del suolo risanandolo e/o evitando l’inquinamento delle falde. La canapa si presta ad essere utilizzata nella bonifica dei terreni in quanto è facilmente coltivabile, si adatta bene a molti tipi di terreni e di climi e produce un’alta biomassa utilizzabile nell’industria non alimentare. Per questo motivo negli ultimi anni sono partite numerose sperimentazioni al fine di saggiare la reale capacità rimediatrice della canapa industriale, ultima in ordine di tempo quella di Brindisi. Attualmente si hanno però solo dati sperimentali che, in ogni caso, incoraggiano l’uso della canapa per la bonifica di suoli contaminati da metalli pesanti, come i due Sin lucani. Gli esperti sostengono, prudentemente, che sarebbe necessario allargare la sperimentazione per ottenere dati definitivi sul suo possibile impiego nel recupero di suoli contaminati sia da inquinanti inorganici (metalli pesanti, appunto) che organici. [p. miol.] RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Giovedì 15 maggio 2014 SOS AMBIENTE IL PERTUSILLO «MALATO» FABIO AMENDOLARA «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era di interesse pubblico far sapere alla popolazione che la diga era inquinata». Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali, giornalista, aveva ragione. È stato accusato per anni inutilmente di rivelazione del segreto d’ufficio. Ieri mattina i giudici del Tribunale di Potenza l’hanno assolto con questa motivazione: «Il fatto non costituisce reato». Poteva divulgare quei dati. Anche se erano coperti dal segreto d’ufficio. C’era un interesse superiore. Il diritto dei cittadini a essere informati. Nonostante ciò la Procura l’accusa era rappresentata in aula dal pubblico ministero Daniela Pannone - aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione. Perché? Bolognetti aveva ricevuto una mail e reso pubblico l’inquinamento del lago Pertusillo, svolgendo la sua funzione di giornalista. Ma per la Procura «in questo caso l’inquinamento non c’entra. In questo processo - aveva detto ai giudici nel corso della scorsa udienza il pm Renato Arminio - bisogna riportare l’attenzione sulla violazione del segreto istruttorio». Ma Bolognetti, difeso dall’avvocato Vincenzo Montagna, sapeva L’ACCUSA Diffuse i dati contenuti in un’informativa della Polizia provinciale. Per la Procura era una «rivelazione del segreto d’ufficio» LA CONVENZIONE DI «AARHUS» «In caso di minaccia per la salute siano diffuse immediatamente tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche» Inquinamento senza segreti I giudici assolvono Bolognetti Il fatto non costituisce reato. Il radicale commenta: «C’è un giudice a Berlino» tamente. Ma si è «beccato» un bel procedimento penale. Ieri mattina è arrivata l’assoluzione. Il presidente del collegio penale del Tribunale di Potenza Aldo Gubitosi ha letto in aula il dispositivo: «Assolto». «Questa volta posso scriverlo senza punto interrogativo: c’è un giudice a Berlino». È stato il commento di Bolognetti. Un lungo sfogo inviato nel pomeriggio alle redazioni dei giornali riassume i quattro anni trascorsi dalla denuncia all’assoluzione: «Per il Tribunale di Potenza, per il collegio giudicante presieduto da Gubitosi, non ci fu rivelazione di segreto in relazione alla divulgazione di dati ambientali inerenti la diga del Pertusillo. A mente fredda avró modo di tornare su una vicenda che mi ha tenuto sulla corda per oltre quattro anni, ma oggi voglio solo LE ANALISI LE CONFERME L’Arpab ha poi confermato che il sito era inquinato. Così come denunciato dal radicale Per le analisi, non fidandosi dei laboratori pubblici, si affidò a un laboratorio privato che con quei dati il tenente della polizia provinciale Giuseppe Di Bello avrebbe poi preparato un’informativa per la Procura? Per Bolognetti far sapere alla comunità che il Pertusillo - come successivamente ha confermato l’Arpab - era inquinato era una priorità. La Procura però gli contesta di aver violato il segreto istruttorio. La battaglia di Bolognetti - prima ambientale e poi giudiziaria - mirava a dimostrare che l’interesse pubblico per la pubblicazione dei dati sull’inquinamento è prevalente rispetto al segreto d’ufficio per l’indagine che poi è scaturita dall’informativa del tenente. Il tenente, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, è stato condannato a due mesi e 20 giorni e a tre mesi in secondo grado (la pena è sospesa e il tenente aspetta la Cassazione). Il tutto per aver denunciato. «Un ribadire che ho onorato la legge e il diritto. Di certo, il diritto dei cittadini lucani a poter conoscere per deliberare. Non poteva esserci rivelazione di segreto su analisi Arpab mai diffuse, e a maggior ragione, su analisi da me commissionate e pagate». Giustizia è fatta. «Oggi - sostiene Bolognetti - dico grazie al presidente Gubitosi, al mio avvocato Vincenzo Montagna, a chi si è indignato e a chi mi ha sostenuto e mi sta manifestando stima e affetto. Nelle prossime ore, sarà il caso di ricostruirla questa storia, fatta di accuse infami, che mi sono state indirizzate da chi di mestiere fa il portavoce di non do chi e non so cosa, e di palesi incompatibilità ambientali. In attesa di leggere le motivazioni, dico che questa sentenza rappresenta un importante precedente. Sì, c’è un giudice a Berlino». TRIBUNALE Maurizio Bolognetti con l’avv. Vincenzo Montagna paradosso», lo ha definito a più riprese l’esponente dei radicali. I due, che avevano sollevato dubbi sulla qualità delle acque del Pertusillo, per le analisi, non fidandosi dei laboratori pubblici, le avevano affidate a un privato. I dati emersi erano preoccupanti. Per questo motivo Bolognetti li ha resi pubblici, onorando la convenzione di Aarhus che, all’articolo cinque, comma “C” recita: «In caso di minaccia imminente per la salute umana o per l’ambiente, imputabile ad attività umane o dovuta a cause naturali, siano diffuse immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia». Bolognetti lo ha fatto immedia- CASO CLAPS IN AULA IL RACCONTO DI FILOMENA IEMMA «non recavano tracce o altro» che facessero presupporre la natura biologica. Solo da questi reperti non è stato prelevato alcun campione. Per il resto, il genetista dell’Università Cattolica di Roma, autore della perizia genetica che la Procura definisce «flop», riteneva di aver fatto proprio tutto il possibile. Ma gli è andata male. I carabinieri del Ris, a cui successivamente è stato affidato l’incarico, il dna l’hanno trovato. Eppure Pascali ha analizzato 150 campioni. «Solo alcuni - spiega in un documento - hanno restituito la positiva prova evidenziaria di essere un tessuto Insieme a Bolognetti fu il primo a lanciare l’allarme sull’inquinamento del lago del Pertusillo. Ma per quella coraggiosa denuncia invece di ricevere un premio ha ottenuto una condanna: tre mesi di reclusione e tre mesi di interdizione dai pubblici uffici (pena sospesa). Più di quanto avevano stabilito i giudici di primo grado (due mesi e 20 giorni e nessuna pena accessoria, a seguito di rito abbreviato). Il tenente della polizia provinciale Giuseppe Di Bello è stato condannato anche in appello. E ora attende la decisione della Corte di cassazione. La richiesta del sostituto procuratore generale Modestino Roca era ancora più pesante: tre mesi di reclusione e un anno di interdizione. L’accusa: rivelazione del segreto d’ufficio per aver divulgato i dati sull’inquinamento delle dighe. Per quell’azione il tenente Di Bello è stato anche sospeso dal servizio per due mesi. Maurizio Bolognetti, leader dei radicali lucani, invece, scelse il rito ordinario. Fu lui a diffondere i dati che gli aveva fornito Di Bello. All’udienza preliminare i due imputati si divisero. E per Di Bello la giustizia ha avuto una marcia in più. Nel giro di un anno arrivò la sentenza di primo grado. E in quattro anni è arrivato in Cassazione. Il tenente è stato condannato perché ritenuto un pubblico ufficiale e in quanto tale, secondo l’accusa, avrebbe dovuto tenere quei dati sotto chiave. MAFIA SENTENZA IN GIUDICATO Processo al prof. Pascali Parla la mamma di Elisa l Il professor Vincenzo Pascali dovrà spiegare ai giudici del Tribunale di Salerno perché ha scartato la maglia che indossava Elisa Claps il giorno dell’omicidio. E con molta probabilità, quindi, dovrà farlo proprio davanti ai familiari di Elisa. Davanti a mamma Filomena che quella maglia l’aveva intrecciata ai ferri qualche settimana prima del delitto. E ieri in udienza ha parlato proprio la mamma di Elisa. Mamma Filomena ha raccontato i 20 anni del caso Claps. Il medico legale sostiene di aver considerato tutti i reperti. E che solo alcuni, una dozzina, Processi incrociati Ma per il tenente arrivò la condanna Cassotta condannati dalla Cassazione Due ordini di cattura GENETISTA Vincenzo Pascali umano». Pascali sostiene che «tutti i campioni prelevati sono stati comunque sottoposti all’estrazione di Dna, senza riguardo per la positività o negatività esibita all’esame di tessuto umano». l Due appartenenti al clan Cassotta sono stati arrestati: A. C. classe 1987 di Melfi e R. M. classe 1950 di Venosa, entrambi già giudicati, unitamente ad altri soggetti, con sentenza emessa dalla corte di assise d’appello di potenza in data 13.07.2011, nell’ambito dell’operazione denominata Fox (2009), divenuta definitiva lo scorso 8 maggio 2014 a seguito di pronunciamento della corte suprema di cassazione. I due sono stati entrambi condannati in via definitiva alla pena di anni otto di reclusione in relazione al delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso, per aver preso parte al “clan Cassotta” di Melfi. PER LA PUBBLICITÀ SU BARI: 080/5485111 BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 POTENZA: 0971/418536 RASSEGNASTAMPA IV I POTENZA CITTÀ Giovedì 15 maggio 2014 POTENZA AL VOTO LA CAMPAGNA ELETTORALE CAPOLUOGO SOLIDALE Disabili, giovani, terza età, tre temi molto «gettonati» soprattutto nei periodi a ridosso delle votazioni. Ci sono proposte concrete? Candidati sindaco a confronto sulla città del disagio diffuso Giovani, anziani e disabili: come favorire integrazione e aggregazione EMANUELA FERRARA l I candidati sindaco della città di Potenza affrontano il disagio accettando l'invito del Cad (centro ascolto disagio) che li ha chiamati a raccolta presso la Biblioteca Nazionale. Affrontare questa tematica non è cosa semplice, non fosse altro che la parola «disagio» ha in sé innumerevoli sfumature. Ed è proprio di questo che il Cad si vuole occupare. Far aprire gli occhi su quelle realtà spesso lasciate ai margini. Dimenticate e non considerate da chi ha il compito ed il dovere di amministrare i propri cittadini, anche quelli con le più svariate problematiche. Si è parlato di giovani, di anziani e disabili. Tre categorie che, maggiormente rispetto alle altre, si sentono lasciate al proprio destino. Ognuno dei sei candidati (Michele Cannizzaro, Dario De Luca, Giuseppe Di Bello, Roberto Falotico e Savino Giannizzari, Luigi Petrone), ha all'interno del suo programma elettorale qualche riferimento a suddette categorie. Per non parlare poi dell'abusatissima parola «integrazione», riferita alle minoranze extracomunitarie, pur presenti in maniera massiccia sul territorio, ed a tutti coloro che vivono momenti di alta drammaticità. Tante le parole spese e soprattutto tante le domande da parte dei componenti del Centro Ascol- to. «Una città che non accetta i disabili è indegna - ha affermato Savino Giannizzari di Movimento Cinque Stelle - e Potenza su questo deve fare ancora molta strada». È forse questo uno dei disagi maggiori del capoluogo di regione: la totale incapacità di mettersi a servizio dei diversamente abili. Non ci sono isole pedonali o strumenti adeguati per far fruire tutti del servizio di trasporto pubblico. Esattamente come mancano, ed è solo un esempio, rampe di accesso per il teatro Stabile. «I diversamente abili chiude Giannizzari - dovrebbero essere parte attiva nei collaudi delle strutture. Unico modo per garantire una perfetta realizzazione di queste». Ma disagio è anche e soprattutto il male di vivere, ben presente in questa città considerata la più triste di Italia. È la cronica mancanza di lavoro, con la conseguente precipitazione dell'individuo che non riesce più a sentirsi utile per se stesso e per la sua famiglia, prima forma associativa. È il non riuscire a sentirsi parte di una comunità perché chi sta ai vertici bada solo ai suoi interessi. Ed allora diventa indispensabile, come sottolinea Di Bello di Lucania Libera, creare un canale comunicativo con tutte le associazioni che operano sul territorio affinché si possano capire le reali esigenze di tutte le cate- Carretta (Pd) Via alle procedure di sospensione dal partito «Ora Messina e Pesarini si dimettano» Il segretario cittadino del Pd, Giampiero Iudicello, ha avviato le procedure di sospensione o di espulsione dal Pd di Ciriello, Pesarini e Messina. Nel renderlo noto, il capogruppo uscente del partito al Comune di Potenza, Giampaolo Carretta, sostiene come Messina, Pesarini e Ciriello (questi ultimi due candidati nella lista che appoggia Roberto Falotico) «non rappresentino più politicamente nella Giunta comunale il gruppo del Pd, nel quale sono stati eletti. Il regolamento delle Commissioni di garanzia del Pd - aggiunge - indica chiaramente l'esclusione dall’Anagrafe degli iscritti di coloro che si candidano in liste alternative a quelle del Pd e di quanti si rendano responsabili di grave danno all’immagine del partito. Dato il gravissimo comportamento adottato sul piano della coerenza politica e dell'adesione agli ideali del Pd e dell'intera coalizione di centro-sinistra, decidendo di sostenere un candidato sindaco, consigliere regionale uscente, eletto nelle liste di centro-destra, è evidente che i suddetti consiglieri abbiano contravvenuto al regolamento e dunque farebbero bene, per coerenza e dignità politica, a rassegnare le proprie dimissioni, dal momento che stanno svolgendo, uno direttamente, l'altro indirettamente, la campagna elettorale da Assessori in carica contro la Giunta e la coalizione di cui fanno parte. Si auspica che anche il sindaco pro tempore Pietro Campagna - conclude Carretta - prenda atto di tale incresciosa situazione». . gorie e mettere in pratica politiche degne di una società civile. Società civile che ha come pilastri portanti due elementi: anziani e famiglia. Centro dei discorsi di Michele Cannizzaro e Dario De Luca. «Il benessere di una città - ha dichiarato Cannizzaro - dipende dallo stato di felicità e di serenità di chi ci cir- conda e con noi completa la cellula della società: la famiglia, i nostri figli, gli anziani. Abbiamo a cuore il loro stato, la loro salute, il loro benessere». A volte sono le piccole azioni a rendere grande una città e dunque si può guardare di buon occhio «Nonni a spasso», un'iniziativa che prevederà tra gli altri servizi navetta messi a disposizione dal Comune e gestiti da Cooperative per assicurare il trasporto verso strutture ospedaliere e ambulatori medici, luoghi e centri di aggregazione e spesa a domicilio e ritiro ricette mediche. Senza contare che, così facendo, si garantirebbe lavoro - secondo il candidato Cannizzaro - a ben 10mila OSS pre- LE PRIORITÀ DOPO LE FORZE DATORIALI IL CONFRONTO SI ESTENDE ALLE PARTI SOCIALI CHE CONDIVIDONO IL METODO DELLA PARTECIPAZIONE Una «mission» da disegnare insieme Falotico a sindacati: «Lavoro e welfare» LUIGIA IERACE l Dopo le forze datoriali è la volta dei sindacati con i quali il candidato sindaco dell’altro Centro sinistra, Roberto Falotico allarga il confronto. «Non è un vero programma quello che vi presento - esordisce davanti ai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl - ma solo le mie opinioni che andranno ad arricchirsi con i contributi di tutti». Insomma una nuova mission da condividere per la città capoluogo partendo da una riflessione comune nella consapevolenza che Potenza «deve riappropriarsi del suo ruolo. Non credo - ha detto Falotico - che sia giusto andare ogni anno dalla Regione a chiedere il “salva Potenza”. Vanno individuate le priorità e la città deve tornare a parlare di lavoro. Una tematica un po’ tralasciata perché si pensa che Potenza sia solo una città di servizi. Invece si fa anche lavoro». Un «lavoro che non si crea con decreto» hanno detto i sindacati, ma per questo «occorrono scelte che la politica deve necessariamente fare». E il dito delle forze sindacali va sui Fondi Ue e sulla nuova programmazione. «È un’importante opportunità, ma possiamo giocare una buona partita solo se riusciamo ad abbattere la logica della programmazione a pioggia». Il tema della partecipazione diventa quindi centrale. Ma il confronto, hanno rilevato i sindacati, deve spostarsi anche nella fase attuativa dei programmi. La- INCONTRO Alcuni momenti del forum che si è svolto ieri con i candidati sindaco di Potenza. L’evento è stato organizzato dal Cad [foto Tony Vece] ELEZIONI Roberto Falotico, candidato sindaco a Potenza per l’altro Centro Sinistra [foto Tony Vece] voro e welfare in una visione della città e del territorio più allargata. E se si parte sempre dal bilancio e dalla ridda di numeri del debito, una delle priorità sulle quali investire la Regione è il tema dei rifiuti, sui quali occorre avviare una conferenza di servizi. Poi il tema del lavoro che non può prescindere dalla semplificazione. «È fondamentale dare certezze ai cittadini. I tempi per avere un’autorizzazione o una certificazione non possono essere legati a un punto interrogativo». E poi le sfide per rendere attrattiva la città e la sua università incentivando i giovani a restare. E poi uno sguardo all’ambiente. «Il 38% della Basilicata è coperto da boschi, perché non passare da una forestazione assistita a una produttiva utilizzando le biomasse vegetali?». E il tema della mobilità: una spesa di ben 14 milioni di euro. «Ma c’è un utile di impresa?», ha chiesto Falotico. «E questo vale per Cotrab. Un tempo c’erano le municipalizzate: dai trasporti ai rifiuti. Funzionavano meglio? Chissà, certo è che in questo senso occorrono scelte coraggiose». senti sul territorio. E poi ben venga anche la riapertura, proposta da Falotico, dell'ente comunale di assistenza, in grado di gestire le più disparate criticità. Belle proposte certo, da parte di tutti, nessuno dei sei escluso. Bisognerà vedere, però, quanto sapranno attuare una volta al «potere». le altre notizie SEGRETERIA REGIONALE DEL PD Cifarelli: subito i nuovi vertici del partito n Superare l’empasse legata al rinnovo dei vertici regionali attraverso l’elezione del nuovo segretario e della nuova direzione regionale. È l’appello lanciato dal capogruppo regionale del Pd, Roberto Cifarelli, che ricorda come siano trascorsi poco più di 100 giorni dall’avvio della decima legislatura: «L’approvazione della manovra finanziaria 2014 ha rappresentato la priorità assoluta soprattutto per gli aspetti che riguardano la solidarietà sociale, la spending review e le misure per il sostegno allo sviluppo della Basilicata. In questa settimane il gruppo del Pd, spina dorsale della maggioranza di centrosinistra, ha con lealtà portato il proprio contributo per definire e rafforzare il profilo riformista messo in campo dal Presidente Marcello Pittella. In questi giorni ho incontrato e discusso con ciascun consigliere del gruppo Pd e condividiamo il pensiero che la fase così difficile per la vita della comunità regionale richiede un supporto all’attività di governo che solo un Partito Democratico più forte, più autorevole e più coeso, può garantire». Cifarelli invita i candidati alla carica di segretario regionale «a proporre alla Direzione regionale in carica da tenersi nella prima data utile dopo le imminenti elezioni europee, anteponendo alle legittime aspirazioni il senso di unità, un percorso congressuale tale da garantire un reale confronto democratico e la partecipazione di iscritti, simpatizzanti, elettori, cittadini in modo tale che l’esito finale, rappresentato dal voto alle primarie, diventi patrimonio condiviso del popolo democratico, riconosciuto come il risultato di un vero confronto tra piattaforme programmatiche diverse. Le feste democratiche, che usualmente si tengono nel periodo estivo, possono rappresentare le comuni occasioni di fecondo dibattito e di reale partecipazione per far emergere le singole tesi congressuali». Cifarelli si dice fiducioso che il Pd di Basilicata «saprà anche in questa circostanza dare prova di lungimiranza e, soprattutto, di tenere in unica alta considerazione il destino dei lucani più di quello dei singoli e auspico che i candidati alla carica di segretario regionale, cui riconosco grandi doti politiche oltre che di buon senso, recuperino lo spirito vero delle primarie, contribuendo in modo decisivo a segnare positivamente l’apertura di una nuova fase politica». RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Giovedì 15 maggio 2014 CHIESA DI MACCHIA ROMANA Durante la messa di domenica scorsa il sacerdote ha attaccato Laguardia: «Ha umiliato il clero» IL RIMPROVERO Il parroco don Aldo: «L’ho subito ripreso. Non si parla di politica, soprattutto in campagna elettorale» Dal pulpito un attacco al candidato Laguardia «Ha umiliato i preti» Omelia a sfondo politico di don Giuseppe. Il parroco don Aldo: «È stato ingenuo. Chiediamo scusa a tutti» LETTERA Nella foto Gianluigi Laguardia candidato consigliere comunale di Forza Italia. È autore di una lettera di critica nei confronti della Diocesi per come gestisce i soldi. Il riferimento è alla storia del prestito all’avvocato Lapenna MASSIMO BRANCATI . CENTROSINISTRA IL CANDIDATO SINDACO INCONTRA IL MANIFESTO «PENSIAMO BASILICATA», CONFINDUSTRIA E RAPPRESENTANTI DI IMPRESE SOCIALI Petrone e il mondo imprenditoriale «Così la città può aiutare le aziende» l Il candidato sindaco per il centrosinistra, Luigi Petrone, ha incontrato ieri, all’Hotel Vittoria di Potenza, il manifesto «Pensiamo Basilicata» al quale aderiscono varie associazioni datoriali: Aci (Lega Coop, Confcooperative, Agci) Confesercenti, Confartigianato, Confapi e alcuni rappresentanti di imprese sociali. All’iniziativa ha preso parte anche Confindustria con il suo presidente Michele Somma. «In una fase di crisi come questa – ha affermato Petrone - è necessario che la macchina amministrativa diventi più rapida ed efficiente, vicina al mondo dell’impresa, del lavoro e ai cittadini. Lo sviluppo economico e sociale di Potenza va messo al centro delle politiche di rilancio della comunità cittadina. L’amministrazione, in tal senso, - ha aggiunto Petrone - deve cercare la massima partecipazione e condivisione con i soggetti sociali e le associazioni datoriali. Gli imprenditori hanno posto l’accento su diverse problematiche chiamando in causa il ruolo della città: «Una città - ha detto Petrone - che deve essere di servizi, in grado di soddisfare le esigenze del mondo delle imprese». Occhi puntati, in particolare, sui trasporti urbani «che sicuramente - ha aggiunto Petrone - vanno rivisti e coordinati». Altro tema «gettonato» quello dei rifiuti: a tal proposito il candidato sindaco del centrosinistra ha annunciato che per quanto riguarda la raccolta differenziata, grazie al protocollo Conai e Acta, tutto dovrebbe cominciare, in via sperimentale, entro autunno in via sperimentale dall’autunno, partendo dalle aree Il caso Veltroni a Potenza polemica tra grillini e Lfc CENTROSINISTRA Il candidato sindaco Luigi Petrone [foto Tony Vece] rurali del capoluogo. «Sarebbe - ha aggiunto - un buon inizio per poi coinvolgere tutta la città». Si è parlato anche della necessità di rivitalizzare il centro storico migliorando il suo rapporto con l’Università: «Sarebbe opportuno - ha sottolinea Petrone - creare strutture come sale studio e mediateche in modo da invogliare gli studenti a venire in centro per fare la loro attività di studio e ricerca. Sono favorevole anche al trasferimento in centro di una facoltà, ad esempio Lettere, nel quadro di un’integrazione con gli altri contenitori culturali già presenti nella zona, da palazzo Loffredo a palazzo d’Errico nel quale si potrebbe insediare un polo culturale». Ma come può il Comune rispondere alle necessità del mondo imprenditoriale? «Intanto - ha spiegato Petrone - si potrebbe migliorare la macchina comunale. Spesso anche l’imprenditoria è un po’ attardata e ostacolata dalla burocrazia e se già riuscissimo a snellire i tempi burocratici per poter insediare un’azienda credo che ci sarebbero buoni effetti. In tale ottica andrebbe potenziato il Suap, lo sportello unico per le imprese». Petrone ha anche annunciato il proprio impegno a individuare una zona da destinare ad area artigianale. Affondo del Movimento 5 Stelle sulla Lucana Film Commission (Lfc) e sul Pd. Lunedì prossimo, al cinema Due Torri di Potenza, ingresso gratis al film su Enrico Berlinguer seguito da un’intervista con l’ex leader del Pd Walter Veltroni. L’iniziativa è organizzata dalla Lucana Film Commission, dalla Fondazione Basilicata Futuro e dall’Associazione Basilicata 1799. Savino Giannizzari, candidato sindaco del M5S e Piernicola Pedicini, candidato alle Europee, chiedono di annullare l’iniziativa ricordando che la Lfc «è un organismo pubblico pagato dalla Regione. Quindi alcune domande sorgono spontanee: chi paga la manifestazione? Perché la Lfc partecipa all’organizzazione di un’iniziativa in piena campagna elettorale dove il Pd è protagonista? A che titolo Paride Leporace che è direttore pagato dalla Lcf intervista Walter Veltroni? Leporace spiega che tutto l’evento era stato organizzato tempo fa d’intesa tra Lucana Film Commission, Basilicata Futuro e Basilicata 1799, stabilendo che le spese vive di realizzazione e promozione venissero ripartite in parti uguali decidendo la formula dell’ingresso libero: «Non è stato possibile agganciare la presenza del regista all’uscita in sala considerata la fitta agenda di impegni dell’autore nelle principali città italiane. La produzione ha dato una disponibilità nel mese di aprile per il 19 maggio. A manifestazione annunciata, il Pd locale, senza chiedere nulla agli organizzatori, ha ritenuto opportuno approfittare della presenza di Veltroni a Potenza, per organizzare una manifestazione elettorale in piazza che nulla ha a vedere con quella che si terrà al Cinema Due Torri. Nessun cappello partitico è stato posto su questa iniziativa». l Non è la prima incursione del mondo ecclesiastico in campagna elettorale. E non sarà l’ultima. Ma andare così diretto contro un candidato forse è troppo. Anche per gli stessi parrocchiani che non hanno nascosto, a prescindere dalle proprie convinzioni politiche, il disappunto di fronte a quelle parole al vetriolo inserite in un contesto che dovrebbe essere solo di preghiera e di riflessione. Attacco dal pulpito al candidato Gianluigi Laguardia (Forza Italia). Durante l’omelia di domenica scorsa nella chiesa di Macchia Romana, a Potenza, il sacerdote, don Giuseppe, avrebbe lanciato accuse proprio all’indirizzo di Laguardia sulla scia, a quanto pare, di una sua lettera al Papa (pubblicata anche dalla Gazzetta) in cui l’esponente «azzurro» si diceva deluso di come gestisce i soldi la Diocesi di Potenza (il riferimento è alla vicenda del prestito all’avvocato Lapenna). Don Giuseppe avrebbe riferito della lettera «su cui il giornalista Gianluigi Laguardia ha scritto cose cattive su di noi, sui preti», accusandolo di aver umiliato tutto il clero. E avrebbe chiuso il discorso dicendo che dopo le elezioni ci sarebbe stata una risposta ufficiale da parte della Diocesi. Il discorso del sacerdote non è piaciuto neppure ai suoi superiori. Don Aldo, parroco della chiesa, esprime il proprio disappunto: «L’ho ripreso immediatamente. Come si fa a dire certe cose durante l’omelia? È stato imprudente aggiunge don Aldo - e ha dimostrato di non avere una grande esperienza. Non posso che porgere le nostre scuse al candidato per una gaffe davvero imbarazzante». Il parroco ricorda che il vescovo mons. Agostino Superbo ha sempre detto di non fare politica in chiesa, a maggior ragione durante la campagna elettorale: «Don Giuseppe - sottolinea don Aldo - è scivolato sulla classica buccia di banana. Ha dimostrato di essere davvero troppo ingenuo. Ho appreso delle sue parole per il tramite di qualche parrocchiano che giustamente, alla fine della celebrazione della messa, ha espresso le proprie perplessità di fronte a questa uscita. Ho detto allo stesso don Giuseppe di chiedere scusa». Ma la frittata è stata fatta in una sorta di riedizione di Peppone e don Camillo. Domani mattina, alle 10.30, Laguardia terrà una conferenza stampa nella sede dell’Assostampa per spiegare, nel dettaglio, cos’è accaduto. Il candidato di Forza Italia, da sempre cattolico praticante, parla di gravità dei fatti accaduti e annuncerà «le iniziative a tutela della dignità della persona e della libertà di critica e di informazione». Nel frattempo, per evitare possibili contraccolpi elettorali, Laguardia rende noto che, in attesa dell'incontro con i giornalisti, ha sospeso le iniziative elettorali «al fine di valutare serenamente con i massimi dirigenti regionali e nazionali del partito e con il candidato sindaco che sostengo Michele Cannizzaro, le eventuali iniziative da assumere, onde evitare ingiustificate strumentalizzazioni a loro danno». RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Giovedì 15 maggio 2014 LA CITTÀ GLOBALE EXTRACOMUNITARI NEL CAPOLUOGO Solidarietà Alì ricoverato al San Carlo una colletta per la famiglia È un commerciante ambulante molto conosciuto in città. Sotto i porticati di piazza Mario Pagano, a Potenza, è di casa, ma da alcuni giorni non si fa vedere. Si chiama Ngom Sarr ma tutti lo chiamano «Alì». È ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza dove ha subito un delicato intervento chirurgico per l’impianto di tre by pass al cuore. Per aiutare la sua numerosa famiglia, a cui viene a mancare il suo supporto, il gruppo missionario di solidarietà presso la parrocchia di santa Cecilia organizza una colletta con l’obiettivo di coprire almeno i costi del fitto e delle cose più importanti come gli alimenti. Tutti coloro che vogliono aderire possono farlo direttamente andando a trovare la famiglia in Largo Rosica a Potenza oppure possono fare riferimento allo stesso gruppo missionario di solidarietà i lunedì e i giovedì dalle 19 alle 20.30. COMPITI FOTOCOPIA E BROGLI Concorso presidi La commissione e cinque candidati indagati a Potenza Gli immigrati a Potenza «Si fa poco per l’integrazione» L’associazione «Vita» creata da marocchini, senegalesi e pakistani l Gli immigrati a Potenza rivendicano maggiore attenzione e risposte da parte dell’amministrazione comunale. Risposte che in questi ultimi dieci anni, per la verità, non sono arrivate. La comunità degli immigrati extracomunitari nel capoluogo lucano è più vasta di quanto si possa immaginare: dal 2000 ad oggi c’è stata una crescita esponenziale di stranieri che si sono fermati a vivere in città con un regolare permesso di soggiorno. In tanti hanno messo radici, si sono sposati, hanno creato una famiglia con figli e, giustamente, si sentono cittadini a tutti gli effetti. C’è un’associazione, «Vita», composta per la maggior parte da marocchini, senegalesi e pakistani, che si occupa di svolgere attività d'integrazione e scambi interculturali con la città di Potenza. O meglio, c’è un’associazione, nata nel 1992, che vorrebbe occuparsi di tutto questo. Sono arrivati in Italia nel corso degli anni. Alcuni da soli, altri con famiglia al seguito. Un approdo in città alla ricerca di 'fortuna', di un lavoro che potesse strapparli alle brutture della loro amata terra. Sono per la maggioranza commercianti ambulanti ma alcuni di loro hanno trovato un impiego meno precario. Si dichiarano tutti perfettamente integrati in questa nuova «casa» anche se i problemi non mancano. «Ci domandiamo cosa sia per i politici locali l’integrazione», lamentano Abdel Malek, ex presidente dell’associazione, e Sabar, il suo successore, recentemente eletto. «In questa campagna elettorale si sente tanto pronunciare questa parola ma nel concreto nessuno ha mai fatto niente per noi. Non siamo stati mai nemmeno ascoltati». Fanno riferimento alle innumerevoli domande, presentate alle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, per l’assegnazione di una sede. «Abbiamo chiesto - spiega Abdel Malek - un locale dove poterci riunire, pregare e svolgere vere e proprie attività d'integrazione. Non lo cercavamo gratuito, ma ad un prezzo consono alle nostre possibilità». «Abbiamo molte idee che ci piacerebbe realizzare nella città dove viviamo. Penso ad esempio ad incontri con le associazioni culturali del capoluogo ed agli scambi che con queste si potrebbero effettuare». Tutte richieste protocollate e certificate. Mai una sola risposta pervenuta. «Da marzo scorso - conclude Abdel - ci è, finalmente, stato assegnato un locale in concessione gratuita da un imprenditore locale, Angelo Galgano. Se un privato cittadino può fare qualcosa per noi, crediamo che l’amministrazione possa provare a fare altrettanto, perchè ormai è qui che risiediamo, lavoriamo, paghiamo le tasse. Si parla tanto d'integrazione, anche durante questa campagna elettorale; invece, nella sostanza, dobbiamo affidarci al buon cuore dei privati». GOVERNANCE L’ASSEMBLEA DEI SOCI HA MODIFICATO LO STATUTO, «SUPERANDO» IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Svolta in Acquedotto Lucano si va verso l’amministratore unico È di fatto un provvedimento che sa di sfiducia nei confronti del presidente Rosa Gentile l È stato compiuto il passaggio burocratico che porta all’azzeramento del Cda e all’istituzione di un amministratore unico in Acquedotto Lucano. Un passaggio che aveva anticipato Giovanni Mussuto, componente del consiglio di amministrazione dimissionario, in aperto contrasto con la gestione della presidente Gentile. L'assemblea dei soci ha approvato alcune modifiche allo statuto della società, che introducono, quale organo amministrativo, la figura dell’amministratore in alternativa al consiglio di amministrazione. In caso di amministratore unico lo statuto prevede che «la nomina ha luogo tra la candidature dei nominativi previamente in- EVENTO L’assemblea dei soci di Acquedotto Lucano dividuati da un numero di soci che rappresentino almeno il 4,5 per cento del capitale sociale. Sarà eletto chi «avrà riportato la percentuale maggiore di voto comunque non inferiore al 32 per cento delle quote sociali computate sul quorum deliberativo». Si tratta di un atto che, di fatto, sfiducia la presidente Rosa Gentile, caldeggiandone le dimissioni, ma per ora Gentile resta ancorata alla sua poltrona. Nel commentare gli esiti dell’assemblea, la Regione Basilicata, maggiore azionista di Acquedotto Lucano, sottolinea che il provvedimento s’inserisce nel solco della volontà di portare a sintesi l’articolazione di molte funzioni che rischiano di essere a volte anche confliggenti. «Quanto si sta facendo per Acquedotto Lucano – spiega la Giunta in una nota diffusa dall’ufficio stampa – è in linea anche con un più ampio orientamento nazionale, teso a ridefinire i costi delle varie articolazioni istituzionali presenti in regione, nel segno di una nuova e particolare necessità di «sobretà istituzionale» che in questo momento si avverte. La Regione Basilicata ha trovato in Acquedotto Lucano un interlocutore attento e disponibile nell’assecondare questa parte di un più vasto programma di riforma. La Regione si configurerà in futuro sempre più come organo di programmazione e sempre meno come ente di gestione. Anche il tema della riforma degli enti di governo del sistema idrico sarà portato in Consiglio regionale, al fine di pervenire ad una sintesi efficace sulle modalità di riorganizzazione». PROTESTA La prof. Rosa Gruosso davanti al tribunale [foto T. Vece] l Al centro della vicenda il concorso per dirigenti scolastici sulla cui prova sono stati sollevati dubbi di trasparenza. Come del resto accaduto in altre zone d’Italia. Ricorsi e controricorsi fino alla denuncia alla Procura e alla nuova correzione degli scritti da parte di una commissione altamente qualificata. La magistratura ha inviato avvisi di conclusione indagini all’intera commissione giudicatrice composta da Sergio Antonio De Franchi (presidente), Francesco Fasolino, Maria Adele Trotta e Marcello Marino. Per loro l’accusa è falso ideologico, abuso d’atto d’ufficio e concorso di reato. Indagati anche alcuni candidati promossi accusati di plagio, la gran parte dei quali già svolge l’incarico di dirigente. Si tratta di Rosanna Papapietro, Rocco Garramone, Carmela Cafasso, Giovanni Latrofa e Giosué Ferruzzi. Sui compiti di tre di loro sono stati trovati interi pezzi «fotocopia», altri invece hanno riportato pari pari stralci tratti da libri. A questo punto, sulla scia dell’inchiesta, resta da capire quale sarà il destino lavorativo degli indagati, molti dei quali, come dicevamo, occupano un ruolo di dirigente in istituti scolastici della provincia. Tutta la vicenda è partita nel 2008 quando è stato pubblicato il bando che in tutta Italia avrebbe dovuto portare al reclutamento di circa 2.300 presidi tra un esercito di 150mila candidati. I lucani che hanno presentato domanda sono stati quasi 700, ma solo in 140 hanno superato la prima prova preselettiva, a ottobre del 2011. Alla seconda prova scritta sono cominciati i problemi a cominciare dall’attribuzione dei voti agli elaborati per stilare l’elenco degli ammessi a sostenere la successiva prova orale. In questa fase è scattata, tra le altre, la denuncia della professoressa Rosa Gruosso, docente del liceo Classico «Quinto Orazio Flacco» di Potenza, che ha sentito puzza di bruciato. Ha sempre invocato la verità sulla valutazione delle prove, ha invocato il ripristino della legalità, impedendo che chi ha ottenuto un beneficio in modo ingiusto (promosso pur avendo copiato o grazie al canale preferenziale della commissione) possa trarne ulteriori vantaggi. Per due anni ha portato avanti la sua «battaglia» sollecitando risposte senza ottenerle. Ad aprile scorso ha dato vita ad una protesta davanti al tribunale di Potenza (nella foto in alto) per chiedere di fare luce su questa storia che, comunque vada a finire, non fa onore alla scuola e a chi la rappresenta. La docente - promossa al concorso dalla consulenza tecnica messa in piedi dalla magistratura - ha motivato così le ragioni della sua protesta: «Dopo le sollecitazione fatte - ha detto Gruosso - non c’è stata alcuna risposta. Mi era stato riferito che, già da un anno e mezzo, si sarebbe potuto procedere d’ufficio. I fatti che mi risultano sono i seguenti: dopo la consulenza tecnica di altissimo livello scientifico, sarebbero stati bocciati diversi nuovi dirigenti che invece erano risultati vincitori di concorso. Mi chiedo: perché non stati assunti provvedimenti? Non è spreco di denaro pubblico il fatto di stipendiare dirigenti che dovevano essere bocciati? Peraltro, prossimamente questi stessi presidi (che dovevano essere bocciati) saranno presidenti nelle commissioni degli esami di Stato. Inoltre la graduatoria degli idonei continuerà a scorrere: è giusto che le cose debbano andare in questo modo? Chiedo di conoscere la valutazione relativa alle mie prove d’esame così come è emerso dalla nuova correzione da parte della commissione d’alto profilo. Tutto ciò che domando è una soluzione con risposta immediata». La professoressa Rosa Gruosso ne ha fatto una questione di principio. Dopo tanto penare, dopo le pressioni, le vessazioni, gli insulti e le offese, finalmente la docente ha avuto almeno una prima risposta dal punto di vista giudiziario. MAGISTRATURA Avvisi di conclusione indagini da parte della Procura potentina RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA CITTÀ LA CITTÀ VIVIBILE SHOPPING E SVILUPPO Giovedì 15 maggio 2014 FIDELIZZAZIONE La Pretoria Card permette di accumulare il 4,5% sugli acquisti e spenderlo nei negozi convenzionati Centro storico, arriva la card dei fedelissimi Iniziativa di valorizzazione di un consorzio di commercianti l La crisi continua a galoppare, il centro storico si svuota, le saracinesche dei negozi si abbassano. Come porre un freno a tutto questo? La ricetta del Consorzio Centro Storico di Potenza è semplice: mettersi insieme per fidelizzare il cliente. È questa l’dea alla base della «Pretoria Card», che sarà presentata questa mattina alle ore 11,30 nella sede del Circolo Culturale «Potenza partecipa» in via Santa Lucia 31 (Palazzo Marsico). Si tratta, in pratica, di una tessera attraverso la quale chi deciderà di fare shopping in via Pretoria potrà accumulare punti spendibili in uno qualsiasi dei negozi che aderiscono al Consorzio Centro Storico. In tutto sedici negozi di ab- bigliamento, due di calzature, quattro di oggettistica, quattro alimentari, quattro gioiellerie, un ottico e una profumeria. La Pretoria Card permette di accumulare il 4,5% su ogni acquisto e di spenderlo nei negozi convenzionati. In pratica, il consumatore sin dal suo primo utilizzo accumula un «credito» ad ogni spesa effettuata presso uno qualsiasi degli esercenti convenzionati, tale credito aggiornato ad ogni acquisto diviene il «salvadanaio del consumatore» spendibile a proprio piacimento nell’esercente scelto tra quelli aderenti all’iniziativa e senza vincoli di acquisto, di importo o di scelta del prodotto. In sostanza, i commercianti del centro storico provano a far concorrenza ai grandi centri commerciali della periferia rilanciando l’idea di «centro commerciale naturale». «L'impetuoso sviluppo di nuove forme commerciali aggregate - spiega il presidente del Consorzio Giancarlo Fusco - rappresentate prevalentemente dai grandi centri commerciali "artificiali", rischiano di introdurre modificazioni tali da desertificare e snaturare il concetto di "vissuto" dei centri storici e delle strade del nostro territorio: un deciso impoverimento e degrado dei sistemi città. I "centri commerciali naturali" come è del resto il centro storico della città di Potenza rappresentano quindi l'occasione per innescare proces- . CENTRO STORICO Via Pretoria si di inversione di questa tendenza si sostanziano, di volta in volta, in diversi progetti orientati a cogliere o riscoprire la vocazione di uno specifico territorio con l’obiettivo di riportare i cittadini a riscoprire e vivere i loro spazi. I "centri commerciali naturali" e quindi il Centro Storico della città di Potenza, nella nostra visione di “Consorzio”, sono lo strumento capace di innescare processi di una trasformazione progressiva, in grado di coniugare marketing urbano, proprio delle Amministrazioni Locali, con il marketing imprenditoriale promosso dai privati, costruendo, su questa base, azioni di marketing territoriale quali sintesi utile e proficua di una rinnovata convergenza tra attori pubblici e privati». Insomma, tutti insieme appassionatamente per «coccolare» il cittadino-consumatore e per fargli ritrovare l’entusiasmo per il tradizionale «struscio» in via pretoria e per lo shopping in centro attraverso un’offerta condivvisa. «Crediamo - conclude Fusco - che con la Pretoria Card si sia fatto un enorme passo verso una fidelizzazione vera, sincera e reale dove la percezione che il consumatore avrà sarà quella di fare la spesa in un centro naturale dove le sue esigenze ed il suo benessere sono al centro della nostra attenzione». [g.lag.] POTENZA ATENEO LUCANO AL VOTO A PARTIRE DAL 28 MAGGIO PROSSIMO. 4 PER ORA I CANDIDATI POTENZA LA CGIL FA UN APPELLO PER UNA VELOCE APPROVAZIONE Unibas, il rettore Fiorentino non chiederà la proroga Lotta al lavoro nero disegno di legge regionale l Il Rettore Mauro Fiorentino si prepara a salutare» l’Università degli Studi di Basilicata. Fiorentino, infatti, ha rinunciato alla possibilità di proroga di due anni (prevista dalla legge 240 del 2010) dell’attuale mandato: lo ha comunicato in una nota inviata ai componenti del Senato Accademico, del cda e ai docenti che hanno presentato la candidatura per il sessennio 2014-2020, precisando che si tratta di una “«decisione, personale e irrevocabile», e di «non aver posto personalmente la questione dell’applicabilità» della proroga. Fiorentino ha poi voluto aggiungere di aver assunto «questa decisione come inequivocabile gesto di servizio alla comunità accademica e ai territori più direttamente interessati, con la motivazione principale che essa mi sembra l’unica scelta che possa consentire, oggi e nell’immediato futuro, un governo della nostra Università sereno ed efficace; in quel clima di pacificazione interna, o almeno di grande rispetto tra le parti, che la stragrande mag- l . Lotta al lavoro nero: la giunta regionale ha adottato un disegno di legge, ora all’esame del Consiglio. Si tratta, in realtà, di una riproposizione: nel 2011 il governo regionale si era già pronunciato positivamente sull’impianto normativo, dando attuazione a un impegno assunto con gli imprenditori e i sindacati firmatari del Patto di sistema - Obiettivo Basilicata. Il ddl non si limita ad affrontare la tematica specifica del sommerso ma allarga il suo raggio di azione alle questioni della sicurezza ed igiene sul posto di lavoro. Il disegno di legge istituisce l’Osservatorio regionale per il contrasto al lavoro irregolare. Il ddl prevede la segnalazioni di difformità e il vincolo dell’applicazione dei contratti di categoria per la concessione di benefici accordata, a qualsiasi titolo, dalla Regione Basilicata al datore di lavoro. Previsto anche un sistema di premialità. La Cgil nel copmmentare positivamemte l’adozione del disegno di legge, fa appello ai consiglieri regionali per una rapida approvazione. «Il lavoro irregolare - copmmenta il segretario regionale UNIVERSITÀ Il rettore Fiorentino gioranza dell’Ateneo riconosce essersi raggiunto, forse per la prima volta da almeno venti anni a questa parte, con il mio rettorato». La prima votazione si svolgerà il 28 maggio, dalle ore 9 alle ore 18. Nel caso in cui non si raggiunga la partecipazione al voto della maggioranza assoluta degli aventi diritto, o se nessuno dei candidati abbia ottenuto almeno la maggioran- za assoluta delle preferenze nelle prime tre date (28 maggio, 10 giugno e 24 giugno) alla quarta convocazione (25 giugno) i due candidati con il maggior numero di voti saranno ammessi al ballottaggio (26 giugno). Sono candidati fino a questo momento i docenti Antonio Sergio De Franchi, Giovanni Carlo Di Renzo, Carmine Serio (Scuola di Ingegneria) e Aurelia Sole. Prevista l’istituzione dell’osservatorio REGIONE La Giunta Alessandro Genovesi - è una grave piaga nel nostro sistema produttivo e sociale» e «colpisce le tante imprese oneste che, soprattutto al Sud, vogliono competere rispettando leggi e contratti collettivi». La Cgil chiede anche alla Giunta Regionale di individuare «una dote economica significativa, anche ricorrendo in tutto o in parte alle risorse del Fondo Sociale Europeo». n Si terrà venerdì 16 maggio 2014, alle ore 8.30, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi della Basilicata di Rione Francioso, il convegno «Il mercato dei servizi di ingegneria in italia». L’evento è organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Potenza e dalla Fondazione Ingegneri di Potenza, col patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. I lavori prenderanno l’avvio con gli interventi di presentazione di. Egidio Comodo, presidente dell’ordine degli Ingegneri di Potenza. n Per gli alunni delle classi terze medie che scelgono l’istituto tecnico, settore tecnologico a indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, un concorso individuale che mette in palio 110 borse di studio, una per ogni area provinciale d’Italia. Il concorso Io, Geometra 2.0 è promosso dalla Fondazione Geometri Italiani e si rivolge agli studenti di terza media della provincia di Potenza che si iscriveranno a un istituto tecnico, settore tecnologico a indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio per il 2014/15. COMUNICAZIONE Vaccaro (Uil): «La Rai regionale va difesa» Due progetti innovativi illustrati alla rassegna Xylexpo di Milanol di ricerca per l'utilizzo industriale di risorse forestali locali, mediante l'utilizzo della tecnologia del termotrattamento». Con il progetto CerrRov è stato studiato un trattamento sui legnami di cerro e roverella per renderli idonei alla realizzazione di prototipi di infissi, porte, pavimentazioni per esterni e complementi di arredo per interni, competitivi da un punto di vista di costi industriali (data la facilità di reperimento del legname). I risultati sono stati poi «trasferiti» sui legnami di faggio, castagno, pioppo e pini. Ingegneri, il mercato dei servizi Borse di studio per il Geometra La ricetta lucana per il legno di qualità Basilicata, illustrerà i due progetti realizzati da Basilicata Innovazione sul termotrattamento, CerrRov (cerro e roverella) e TW.Lucania (legno lucano termotrattato - ThermoWood). Entrambi i progetti (il primo concluso nel 2012 e l’altro in corso) vedono il coinvolgimento di 14 aziende lucane ed hanno l’obiettivo di valorizzare le specie arboree diffuse in Basilicata. «Da diversi anni - afferma Luigi Todaro - è attiva una collaborazione tra Basilicata Innovazione, Unibas e imprenditori lucani che sta rendendo possibili importanti attività LAVORO SCUOLA POTENZA BASILICATA INNOVAZIONE E UNIVERSITÀ INSIEME PER VALORIZZARE LE RISORSE DEL TERRITORIO l Basilicata all’avanguardia nelle tecniche di lavorazione del legno: lo dimostra la presenza di imprese lucane con Basilicata Innovazione alla 24esima edizione di Xylexpo, rassegna internazionale sulle tecnologie per la lavorazione del legno, in programma a Milano, presso il quartiere fieristico Rho, dal 13 al 17 maggio. Questa mattina, durante il convegno organizzato da Conlegno e FederLegnoArredo e dal titolo «Termotrattamento e l’utilizzo di risorse locali come opportunità», Luigi Todaro dell’Università degli Studi della le altre notizie MACCHINARIO L’interno del termovuoto n «La scelta del Governo di tagliare i trasferimenti dovuti alla Rai va contro tutte le logiche economiche e contro gli interessi generali del Paese. Da noi in Basilicata rinunciare alla sede regionale della Rai sarebbe un duro colpo all’infor mazione e alla cultura». È quanto sostiene il segretario regionale della UIL Basilicata Carmine Vaccaro, per il quale “anche i sindacati devono far sentire forte e chiara la propria contrarietà». RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I IX Giovedì 15 maggio 2014 MELFI L’AREA DI CIRCA 4 MILA METRI QUADRI È STATA SEQUESTRATA DAL CORPO FORESTALE DELLO STATO Un deposito di rifiuti speciali vicino allo stabilimento Fiat Accumuli di 14 mila metri cubi di scorie e metalli misti L’AREA INDUSTRIALE Vicino alla Sata di Melfi un deposito di rifiuti Gli scarti speciali non pericolosi I responsabili del settore le altre notizie derivano da demolizioni e da ambiente e sicurezza della RIONERO scavi regolarmente effettuati Sata dovranno rispondere di DA OGGI presso la fabbrica gestione incontrollata di rifiuti Torneo di lettura l SAN NICOLA DI MELFI. Ci risiamo con il deposito indiscriminato di rifiuti a cielo aperto. Stavolta presso lo stabilimento della Sata di San Nicola di Melfi. E si tratta di materiale indifferenziato riveniente dagli stessi lavori di ristrutturazione effettuati presso lo stabilimento Fiat lucano. Rifiuti derivanti da operazioni di demolizioni e dagli scavi regolarmente effettuati presso la grande fabbrica. Tutto il materiale era accumulato su un’area da circa un anno. La scoperta è stata ad opera del Comando provinciale di Potenza del Corpo Forestale dello Stato che ha posto sotto sequestro un'area di circa 4000 metri quadri presso la Sata di Melfi. La zona era utilizzata come deposito di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dalle demolizioni e dagli scavi regolarmente effettuati presso lo stabilimento lucano. Va detto che nella giornata di ieri il sequestro, operato dalla Forestale, è stato convalidato dal Tribunale di Potenza, pertanto i responsabili del settore ambiente e sicurezza dello stabilimento dovranno rispondere di gestione incontrollata di rifiuti. L'accumulo indifferenziato dei rifiuti, resti dei lavori eseguiti da più di un anno, non configurerebbe un deposito temporaneo di rifiuti destinato alle successive operazioni di recupero e smaltimento così come pre- LAVELLO PER L’IRRIGAZIONE DELL’AREA. LAVORI PREVISTI A FINE MAGGIO VENOSA UNA 51ENNE «Il rilancio dell’agricoltura passa per il ripristino della diga del Rendina» l La necessità di migliorare le infrastrutture e di risanare il consorzio di bonifica; le esigenze dei produttori - anche dal punto di vista della semplificazione delle procedure amministrative - ed il bisogno di migliorare la competitività puntando sulla biodiversità e sulla tutela della sostenibilità. Sono alcuni dei temi, al centro di un incontro che si è tenuto a Lavello, organizzato dall’amministrazione comunale e dal titolo «Rilanciamo l’agricoltura nell’area Nord della Basilicata». Ospiti d’onore, l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Ottati ed il commissario unico dei consorzi di bonifica lucani, Giuseppe Musacchio. Nel pomeriggio, l’assessore Ottati ha visitato alcune aziende agricole ed agroalimentari della zona, mentre in serata ha partecipato alla manifestazionenel centro sociale «Di Gilio», alla quale erano presenti numerosi agricoltori, rappresentanti delle organizzazioni di categoria e lavoratori del comparto agricolo. «Nella visita alle aziende con l’assessore - ha detto il vicesindaco Raffaele Pettorruso - sono emersi numerosi problemi del settore, da prendere in considerazione nella programmazione 2014-2020. Gli operatori agricoli chiedono formazione per affrontare i mercati, ma anche il miglioramento infrastrutturale e politiche che favoriscano il ricambio generazionale. E’ fondamentale anche evitare i ritardi, snellire le procedure e risanare al più presto il Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano». «La mission che mi è stata affidata dalla giunta regionale - ha commentato il commissario dei consorzi Musacchio - è quella di capire i problemi strutturali dei singoli consorzi. Sono in carica da due mesi, e tra le prime notizie importanti c’è quella dell’avvio, entro maggio, dei lavori per il visto dal Testo Unico dell’Ambiente. L'intervento del Corpo Forestale dello Stato ha permesso di accertare un accumulo indistinto di circa 14.500 metri cubi di rifiuti consistenti in terre e rocce da scavo, scorie di cemento, metalli misti derivanti dalle armature metalliche degli elementi strutturali demoliti, miscele bituminose, legno di bancali, imballaggi, materiale plastico, pneumatici fuori uso e apparecchiature elettriche dismesse. L’attività si inquadra nella costante opera di tutela dell’ambiente da parte del Corpo Forestale dello Stato nella provincia di Potenza, che mira alla salvaguardia della salute dei cittadini. Faceva prostituire la figlia disabile Da ieri la donna è ai domiciliari ripristino della diga del Rendina». Il sindaco Sabino Altobello, ha ricordato che «Lavello è tra i 51 Comuni che hanno sottoscritto ad Avellino il documento del bacino idrografico dell’Ofanto: una dimensione di area vasta - ha evidenziato - è la condizione ottimale per fare filiera e per creare uno sviluppo incentrato sulla tutela ambientale e sull’agricoltura». L’assessore Ottati - dopo aver ascoltato gli interventi degli imprenditori e delle associazioni, che hanno sollevato alcune criticità riguardanti la filiera, la sostenibilità ambientale, le infrastrutture ma anche le lungaggini della giustizia civile - ha spiegato che «la strada da intraprendere per il rilancio del settore è quella di puntare su un’agricoltura che diventi europea e che abbandoni l’individualismo, orientandosi invece sulla promozione delle organiz[f.rus.] zazioni di produttori». l La donna di 51 anni del venosino che ha costretto la figlia disabile psichica a prostituirsi numerose volte – arrestata venerdì scorso dai Carabinieri – è da ieri agli arresti domiciliari insieme all’uomo suo presunto complice (anch’egli arrestato) e con il quale divideva il denaro avuto dagli uomini, soprattutto anziani, che avevano rapporto sessuali con la figlia. La decisione è stata presa dal gip del Tribunale di Potenza, Luigi Spina, dopo l’interrogatorio di garanzia dei due. L'avvocato degli indagati, Fabio Di Ciommo, si è detto «molto soddisfatto della, auspicabile e condivisibile, decisione del gip. Entrambi i miei assistiti, che ho raggiunto solo telefonicamente – ha aggiunto Di Ciommo – sono ancora scossi dall’arresto di cinque giorni fa e dal notevole clamore mediatico suscitato dalla vicenda, ma di certo più sereni e tranquilli all’esito della odierna scarcerazione». I due sono accusati di violenza sessuale, sfruttamento, induzione e agevolazione della prostituzione continuati in concorso fra di loro, reati aggravati dall’aver abusato delle condizioni di inferiorità psichica della vittima. con «scuole in rete» n Al via da oggi la VII edizione del torneo di lettura «Scuole in rete per la promozione della lettura». Sono coinvolti Barile-Bella-Muro Lucano, Liceo scientifico e Istituto comprensivo-Pescopagano Ipias e scuola media- Potenza Ite Nitti-Falcone- RioneroSan Fele. Oggi dalla 9 alle 13 il via da Rionero Liceo classico, domani a Muro Lucano e il 17 maggio a Potenza. MELFI DOMANI PALAZZO VESCOVILE «Vernice» del libro di padre Rocco Rizzo n Domani ore 17.30, presso la Sala degli Stemmi del Palazzo Vescovile di Melfi, verrà presentato il volume «Un giardino di delizie per il Signore. Il monastero di Ripacandida e la madre priora suor Maria di Gesù». Oltre all'autore, padre Rocco Rizzo (Rettore del Collegio dei Penitenzieri Vaticani) interverranno tra gli altri il vescovo di Melfi mons. Gianfranco Todisco e la prof.ssa Marcella Campanelli. POTENZA IL 20 MAGGIO Futuro biblioteche un dibattito aperto n Martedì 20 maggio alle ore 17 presso la sala convegni della Biblioteca Provinciale di Potenza (via Maestri del Lavoro, 13) è in programma un dibattito sul futuro delle biblioteche e la presentazione del primo e-book realizzato dalla Biblioteca Provinciale di Potenza. A darne notizia è il direttore della Biblioteca Provinciale di Potenza, Angela Costabile. POTENZA IL SOLITARIO MICHELE MADDALENA SU INIZIATIVA DEL NASTRO AZZURRO «Fedelissima» la marcia ha raggiunto il capoluogo di regione POTENZA NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE «Sì» al programma di indirizzo forestale per il Comune l E' giunta ieri a Potenza la tappa della Marcia della Fedelissima condotta «in solitaria» da Michele Maddalena per iniziativa del Nastro Azzurro. Sono stati resi gli onori, con la deposizione di una corona d’alloro, al Tenente Medaglia d’Oro al Valor Militare Orazio Petruccelli, per riportare alla memoria il suo grande eroismo, l’ufficiale che ha sacrificato la propria vita nell’adempimento del dovere. E’ stato inoltre commemorato il Centenario della sua nascita: Petruccelli nacque a Potenza il 19 aprile 1914, in Via Pretoria n. 12, da antica famiglia benestante di origini lucane. L’eroe è tra coloro che vennero trucidati durante la tragedia di Cefalonia. Nell’isola greca, l’8 settembre 1943, all’atto dell’armistizio italiano con gli Alleati, vi erano schierati, con i reparti della Divisione "Acqui", la 2a Compagnia del VII Battaglione Carabinieri Mobilitato, l Il consiglio provinciale ha approvato il programma di indirizzo forestale (Pif) della Provincia per il Comune di Potenza anno 2014, dell'importo di 701.922,38 euro, di cui 668.497,50 euro per lavori e 33.424,88 euro per spese di funzionamento e gestione dell' ente. Per queste opere verrà utilizzata l'esclusiva manodopera di 74 addetti al settore forestale iscritti nelle liste speciali al 31 gennaio 2014, di cui 69 (vecchi addetti) che conseguiranno 112 giornate contributive procapite e 5 nuove unità che manterranno i livelli occupazionali raggiunti nel 2013. Il programma è finanziato dalla Regione Basilicata con i Fondi sviluppo e coesione (Fsc) di forestazione per la lotta attiva, la prevenzione e difesa contro gli incendi boschivi e investimenti per il ripristino di habitat forestali di particolare pregio compromessi da azioni di degrado e con fondi regionali (347.203,13 euro) per ONORI La deposizione della corona e la 27a Sezione Carabinieri Mista. Subito dopo l'annuncio dell’armistizio, i tedeschi intimarono di cedere le armi. Il Comando della Divisione reagì risolutamente. Si accese così, tra i reparti italiani e le truppe tedesche, un accanito scontro, alimentato da cruenti combattimenti che si protrassero in tutta l’isola con alterni vicende per otto giorni. INCENDI BOSCHIVI Si punta alla prevenzione la gestione dei rimboschimenti e cure colturali, la lotta al dissesto idrogeologico, la tutela della diversificazione della struttura dei soprassuoli forestali e la gestione delle aree verdi urbane e periurbane. Approvata anche una variazione al bilancio di previsione 2014 per l'ammodernamento della superstrada Noce Rivello-Colla Maratea. RASSEGNASTAMPA X I POTENZA E PROVINCIA Giovedì 15 maggio 2014 MARATEA SONO ALLA GUIDA DI TRE LISTE CIVICHE DI CENTROSINISTRA. DAL CENTRODESTRA NESSUNA CANDIDATURA Corsa a 3 per la carica di sindaco L’obiettivo: rilancio economico Si sfidano Mario Di Trani, Francesco Ambrosio e Domenico Cipolla LOTTA TRE PER LA POLTRONA DI SINDACO A MARATEA In alto una veduta della cittadina tirrenica. Da sinistra i candidati per ricoprire il posto di primo cittadino: il sindaco uscente Mario Di Trani, Franco Ambrosio e Domenico Cipolla. Amministrative quanto mai incerte PINO PERCIANTE l MARATEA. Le elezioni comunali sono alle porte. Domenica 25 maggio si vota anche a Maratea. Gli elettori della cittadina tirrenica potranno decidere fra tre candidati: il primo cittadino uscente Mario Di Trani, Domenico Cipolla e Francesco Ambrosio. Il primo, 70 anni, del Pd, ragioniere, tenta il bis del 2009 dopo aver retto il comune anche dal ‘73 al ‘75 e dal ‘97 al 2001. Cipolla, 46 anni, poliziotto, è membro del coordinamento regionale area Renzi ma come precisa lui stesso non è iscritto al Partito democratico. Francesco Ambrosio, 65 anni, architetto, anche lui del Pd, ha retto il municipio della «perla del Tirreno» dal 2005 al 2008. In origine i candidati erano quattro ma la lista del Movimento 5 stelle, guidata da Gabriele Accardi, dopo essere stata esclusa non è stata riammessa anche dopo il ricorso al Tar. I grillini hanno poi deciso di non presentare appello al Consiglio di Stato. E così in corsa sono rimasti soltanto il sindaco uscente Mario Di Trani a capo della lista «Per Maratea», Domenico Cipolla alla guida di «Maratea viva» e Francesco Ambrosio per la lista «Maratea unita», tutti e tre di centro-sinistra, mentre il centro-destra non ha presentato nessuna candidatura non essendo riuscito, dopo alcuni tentativi, a fare sintesi sul nome del candidato. Le sezioni elettorali saranno sette: cinque nella scuola media di Piazza Europa e le altre due dislocate nelle frazioni di Massa (che comprende anche Brefaro e Santa Caterina) e Acquafredda. Tutte e tre le liste sono civiche e con alternanza uomo donna. In quella di Di Trani la parità è perfetta. La lista, infatti, è composta da sei uomini e sei donne. Lo slogan del sindaco uscente è: tutela della natura e sviluppo del territorio. Di Trani vuole succedere a se stesso e punta sull’ «esperienza, la continuità e il consolidamento del rapporto con il governatore regionale Marcello Pittella che ha già fatto tanto per Maratea, non ultimo il finanziamento di 500 mila euro per la spiaggia del nastro». Domenico Cipolla punta sulla compartecipazione dei cittadini. «La nostra lista – dice - è aperta a tutti». Come primo obiettivo il candidato sindaco di “Maratea viva” si pone lo sblocco degli strumenti urbanistici per rilanciare l’economia di Maratea. Rilanciare il centro tirrenico dal punto di vista socio economico è anche l’obiettivo di Franco Ambrosio. «Puntiamo, inoltre, a rimettere il cittadino al centro di tutta l’azione amministrativa – aggiunge il candidato sindaco di Maratea unita -. Nei nostri progetti c’è anche quello di dare spazio alla cultura e alla tutela dell’ambiente e del paesaggio». POTENZA LA QUARANTAQUATTRENNE, CHE HA PERDUTO IL BIMBO CHE PORTAVA IN GREMBO, È RICOVERATA AL SAN CARLO Stabile la donna caduta dal cavalcavia Il dramma è avvenuto sulla statale Potenza- Melfi nella notte tra lunedì e martedì scorsi l Sono stabili le condizioni della donna precipitata nella notte tra il 12 e il 13 maggio scorsi da un cavalcavia della Potenza - Melfi, tra le uscite di Lagopesole e Filiano. La donna, una quarantaquattrenne di Brindisi di Montagna che al momento dell’incidente era in avanzato stato di gravidanza, ha purtroppo perduto il bambino che portava in grembo a causa dell’incidente. Al suo arrivo in ospedale i sanitari del San Carlo hanno tentato la procedura del taglio cesareo di emergenza, ma non c’è stato nulla da fare. La donna, dopo aver trascorso la prima notte nel nosocomio potentino in terapia intensiva, si trova attualmente ricoverata nel reparto di ginecologia ed è assistita dai suoi familiari. La donna era stata trovata da una pattuglia dei Carabinieri dopo la segnalazione della presenza di un’automobile appoggiata contro il guard rail ed era stata recuperata e portata INCIDENTE L’auto della donna subito dopo l’incidente, avvenuto nella notte fra lunedì e martedì scorsi . in ospedale grazie ad una pattuglia del Corpo Forestale dello Stato, intervenuta per raggiungere la zona, piuttosto impervia e disagevole, dove la donna era caduta. Intanto ci si interroga sulle possibili cause del dramma: incidente o gesto volontario. le altre notizie DA OGGI A DOMENICA A Rionero il circo di Marina Orfei n Uno dei rami della generazione della famiglia circense degli Orfei, di scena nella città fortunatiana, da oggi a domenica 18 maggio 2014, con due spettacoli pomeridiani nei giorni feriali ed anche uno di mattina domenica 18. Si tratta della direttrice artistica Marina Orfei, figlia del commendatore Paolo Orfei per la Monti Production. Oltre agli spettacoli, che si svolgeranno sotto il tendone allocato a Rione San Francesco, visitabile anche lo zoo viaggiante con interessan[ddl] ti animali esotici. POTENZA IL DIRETTORE SANITARIO MANDARINO DOPO IL CASO IN PNEUMOLOGIA MARSICO NUOVO PROGETTO BORGO ALBERGO MARATEA IERI «Reparti San Carlo strapieni? Forte crescita dei ricoveri» Ospitalità diffusa in Val d’Agri conclusa la prima fase Gli alloggi sono dislocati nel centro storico Scompare Brando era titolare di farmacia storica del centro tirrenico l «Il caso sollevato dalla lettera di una familiare riguardo i ricoverati in Pneumologia in una stanza sovraffollata, afferisce a una situazione particolare di afflusso in Pronto soccorso e di conseguenti ricoveri in reparto. Nella giornata del 12 maggio si sono infatti verificati 203 accessi (a fronte di una media di 130 accessi giornalieri in Pronto soccorso) con 41 ricoveri in reparto e 17 in osservazione breve». A precisare i fatti è il direttore sanitario del San Carlo. «Lo stesso giorno prosegue Bruno Mandarino - erano ricoverate in Pneumologia 24 persone su una dotazione di 20 posti letto, situazione che si sta rapidamente normalizzando: oggi i ricoverati sono 21. Il dato di lunedì scorso comunque va ricondotto a un trend di forte crescita degli accessi e dei ricoveri da pronto soccorso nel corso del 2014. Nel primo quadrimestre di quest’anno ci sono stati 17.056 accessi a fronte dei 15.778 dello scorso anno (con un aumento dell’8.1%) mentre i ricoveri da pronto soccorso sono passati da 3.818 a 4.173 (+9.3%). Ancor più consistente l’incremento dei pazienti transitati in osservazione breve e poi ricoverati. Mentre all’Obi si è passato da 1440 a 1753 presenze (+21.74), i ricoverati sono aumentati da 376 a 501 (+33.24)». «Questi semplici dati – spiega Mandarino – sono eloquenti. Il San Carlo ha a cuore, oltre che la migliore qualità delle cure, anche uno standard di l Si è conclusa la prima fase del progetto «Borgo Albergo» promosso e sostenuto dal Comune di Marsico Nuovo. Scaduto il bando - che sollecitava la messa in disponibilità di immobili liberi, da ristrutturare, quale primo passo per la realizzazione del programma di valorizzazione turistica del territorio marsicano - la Commissione insediata dall’ amministrazione comunale per la valutazione delle candidature, informa che sono 9 le proposte ammesse con una potenzialità di 51 posti letto. Il sindaco di Marsico Nuovo, Domenico Vita, esprimendo grande soddisfazione per questo risultato, conseguito anche grazie alla sensibilità ed alla attenzione dei cittadini e dei tecnici che li hanno supportati, ha detto: «Questo dato, che va ben oltre le migliori aspettative, ci conforta circa le concrete prospettive di sviluppo della iniziativa e conferma il crono programma a base della stessa: presumibilmente, sarà rispettata la scadenza della prima metà del 2015, quando si prevede la piena operatività del pri- l MARATEA. Si è accasciato a terra mentre stava lavorando nella sua farmacia. Probabilmente stroncato da un malore improvviso. E’ morto così ieri mattina Domenico Brando 60 anni, titolare di una storica farmacia a Maratea, ereditata dal padre. Sul posto è intervenuta immediatamente l’ambulanza del «118» ma per il farmacista non c’è stato nulla da fare. Lo avrebbe stroncato un infarto. Lascia la moglie e tre figli, di cui due farmacisti che ora porteranno avanti l’attività. Una famiglia conosciuta e stimata. Brando era anche consigliere uscente di minoranza. La notizia della sua morte si è subito diffusa nella cittadina tirrenica provocando grande dolore in tutti coloro che lo conoscevano bene e lo stimavano. [p.perc.] OSPEDALE Il San Carlo di Potenza confort e di umanità per i nostri ospiti. Ma ci sono condizioni e momenti nei quali occorre operare delle scelte. Quella che ha comportato il disagio dei pazienti riferiti nella puntuale nota trasmessa dal Tribunale dei diritti del malato alla direzione è una di quelle occasioni nelle quali un afflusso particolare di pazienti ricoverati ha determinato situazioni di stress, per altro temporanee e gestite al meglio». «Da subito, infatti – conclude il direttore sanitario del San Carlo – la Direzione si è attivata per ridurre al minimo questo problema». mo sistema di ospitalità diffusa della Val d’Agri». Il progetto, avviato a gennaio scorso, sta dando vita ad una struttura ricettiva a bassissimo impatto ambientale e ad alto standard qualitativo, appetibile al mercato internazionale per la sua unicità fisica, storica ed ambientale. Appetibilità ed interesse confermato anche dagli esperti e dai giornalisti provenienti da tutta Italia e presenti al «Press Tour»- organizzato con il concorso del GAL Akiris, del Parco dell’Appennino Lucano e della Val d’Agri e della Fondazione Mattei - e che lo scorso fine settimana hanno visitato, tra l’altro, Marsico Nuovo e incontrato l’ amministrazione comunale e la società che assicura la assistenza tecnica (il CAT Confesercenti Basilicata srl) proprio per assumere maggiori informazioni sul progetto “borgo albergo”. Con alloggi dislocati nel centro storico – a regime si prevedono circa settanta camere in circa quindici dimore - in prevalenza in immobili di notevole valore architettonico. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I XI Giovedì 15 maggio 2014 VICO PIAVE L’AMAREZZA «Mi hanno dato l’illusione che di fronte ad tragedia del genere finalmente le istiQUATTRO MESI DOPO LA TRAGEDIA una tuzioni stavano svolgendo il loro dovere» L’ACCUSA Un richiamo alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura che confermerebbe il disinteresse per quanto accaduto «Vi scrivo perché evitiate l’oblio» Una lettera aperta di Francesco Calculli a Napolitano e alle altre cariche più alte FERITA APERTA PER LA CITTÀ I vigili del fuoco e i primi soccorritori tra le macerie subito dopo il crollo delle due palazzine in vico Piave l’11 gennaio scorso [foto Genovese] EMILIO OLIVA l Il suo lungo silenzio ha parlato per tutti questi mesi come l’immagine devastante delle due palazzine squarciate dal crollo di vico Piave. Una storia di lutti e di vite distrutte, di uomini che hanno perso gli affetti più cari, ma anche il loro passato e il loro presente, di famiglie che sono nella precarietà più estrema e che sotto quelle macerie stanno perdendo poco a poco anche la speranza e i progetti del futuro. Oggi però Francesco Nunzio Calculli, 30 anni, scampato alla tragedia per essere uscito di casa pochi minuti prima, dovendo recarsi al lavoro, trova la forza per parlare, per piangere senza versare una lacrima, per esprimere tutto il suo disappunto, anche a nome delle vittime e dei superstiti della tragedia. Lo fa per loro, e prima di tutto per sua moglie Antonella Favale. «Dina», come la chiamavano familiari e amici, una delle due vittime del crollo, con una lettera aperta inviata a Giorgio Napolitano, a Matteo Renzi, ai presidenti di Camera e Senato e per conoscenza al prefetto. Attraverso la Gazzetta, che la propone ai lettori pubblicandola quasi integralmente, chiede alle più alte cariche dello Stato di evitare che la tragedia scivoli nell’oblìo. Non c’è rabbia nelle parole di Calculli, ma tanta dignità e anche tanta delusione, per aver visto scemare, fino a scomparire del tutto, il ruolo delle isti- tuzioni pochi giorni dopo il crollo. Ha perso tutto Francesco Calculli in quel disastro, compreso quello che non voleva assolutamente, sua moglie, ma ha perso la fiducia nelle istituzioni e in quei rappresentanti che dopo le pacche sulla spalla, gli abbracci e le lacrime delle prime ore sono usciti di scena. «Mi hanno dato l’illusione che veramente, di fronte ad una tragedia del genere, una ferita aperta nel cuore della città, ferita fisica e morale indelebile, finalmente le istituzioni stavano svolgendo il loro dovere», scrive Calculli che a margine della lettera, indicando il suo recapito, ha riportato significativamente l’indirizzo di vico Piave 26, il luogo della sua abitazione, del tetto coniugale, il luogo dove nel bene e nel male è ancorata la sua vita. E doloroso è anche il suo richiamo all’obiettivo della candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019 attraverso il quale il disinteresse delle istituzioni locali verso quanto è accaduto in vico Piave è stato confermato. Anzichè essere valutata esclusivamente per il possibile danno di immagine, la tragedia avrebbe potuto diventare un punto di forza del dossier di candidatura, l’occa- sione per mostrare come la città riuscisse a risollevarsi da una disgrazia simile, un terremoto circoscritto in pochi isolati, e tradurre la cultura della solidarietà e dell’abitare, del vicinato e dell’edilizia sicura, delle buone pratiche in urbanistica e nell’assistenza in un modello da proporre in un momento di confronto con altre città dell’Europa che hanno vissuto esperienze analoghe. Uno dei motivi di delusione e di amarezza di Francesco Calculli, anche se traspare appena nella sua lettera, è legato a queste riflessioni e a questo enorme vuoto che accompagna la candidatura. SCUOLA UN PROGETTO TRANSNAZIONALE HA VISTO COME CAPOFILA L’ITIS PENTASUGLIA. IERI IN CITTÀ LE DELEGAZIONI DEI VARI PAESI Studenti di tutta Europa «in rete» per diventare cittadini del mondo CARMELA COSENTINO pervisione dei docenti, tra questi la profes- avuto la possibilità di trascorrere un periodo soressa Maristella Saponaro, coordinatrice all’estero, ospitati dalle famiglie dei ragazzi l L’Europa non è mai stata così vicina. del progetto, e il professore Antonio Soran- coinvolti nel progetto, di conoscere tradizioni Nessuna barriera linguistica, nessun pregiu- no che hanno seguito l’attività verificando la e culture differenti, in uno scambio proficuo dizio, nessun ostacolo, solo la volontà di con- valenza delle collaborazioni internazionali. per la loro formazione umana e personale, dividere insieme esperienze e culture diverse, «I ragazzi – ha spiegato il dirigente sco- come è accaduto in questi giorni a Matera con per crescere, scambiarsi idee e progetti, di- lastico a margine della presentazione – hanno i ragazzi e i docenti stranieri che da lunedì ventando veri cittadini del mondo. Ed è pro- lavorato sperimentando nuovi linguaggi e uti- sono nostri ospiti. Un modo per rafforzare i prio questo che hanno fatto i ragazzi dell’Isti- lizzato le nuove tecnologie, strumenti che legami e scambiarsi pareri differenti anche tuto industriale “G.B. Pentasusul mondo della scuola». glia”. Punto di partenza il ProTra i ragazzi che hanno vissuto getto biennale Comenius - Cooun’esperienza all’estero, Pieranperative Learning Using New gelo Licciardello, Anna Maria Media, inserito nel Programma Sarra e Ilenia Azzone, protagoLlp (Lifelong Learning Pronista di uno scambio culturale in gram), che ha coinvolto più di 70 Lituania, «un’esperienza – dice – studenti e docenti di Austria, Bulche mi ha fatto comprendere molgaria, Grecia, Lituania, Polonia, te cose sotto il profilo culturale. Portogallo, Slovacchia, Spagna, Ho imparato che le distanze e le Svezia, Turchia, Ungheria e Itabarriere non esistono, sono relia guidati dall’istituto materano lative, siamo ragazzi, siamo in diretto da Antonio Epifania. grado di scambiarci tutto quello Avviato nel 2008, il progetto, che abbiamo, di non pensare finanziato con 240 mila euro e all’essere diversi ma ad essere presentato ieri mattina nella sala tutti ragazzi, tutti uguali e felici Levi di Palazzo Lanfranchi in pre- OMAGGIO MUSICALE Un momento dell’incontro [foto Genovese] di stare insieme. È un’esperienza senza delle delegazioni straniere che rifarei». di docenti e studenti, ha portato alla creazione hanno permesso di creare una comunicazioLa manifestazione, seguita dal presidente una web radio e di una web tv entrambe dotate ne originale, interattiva e multilingue, non a della Provincia, Franco Stella, dall’assessodi una redazione multinazionale e visionabili caso i video caricati sul nostro canale you tube re comunale alla cultura Alberto Giordano e sul sito www.itismt.it sono in lingua originale ma con i sottotitoli in da Aldo Chietera, presidente del Consiglio Il lavoro realizzato in rete presenta con- inglese per permettere una maggiore com- provinciale, è stata arricchita dagli intermeztenuti di vario genere che spaziano dai re- prensione. Altro aspetto da sottolineare è zi musicali offerti dagli studenti Antonello portage, ai programmi musicali e di intrat- quello dello scambio culturale che ha portato Cifarelli, Giuseppe Benedetto e Massimo tenimento realizzati dagli studenti con la su- alla crescita dei ragazzi, molti di loro hanno Gagliardi. IL TESTO DEL MESSAGGIO «Pacche sulla spalla e lacrime solo un’illusione» l Egregi Presidenti, chi Vi scrive è un cittadino della città di Matera. Mi chiamo Francesco Nunzio Calculli, ho 30 anni e pongo alla Vostra attenzione il mio caso. Il giorno 11 gennaio 2014 lo stabile in cui vivevo da 6 anni assieme alla mia consorte Dina Antonella Favale, è stato attinto da crollo, episodio tragico in cui ho perso tutto, ma soprattutto quello che non volevo assolutamente perdere: mia moglie, donna di soli 30 anni. Da quel tragico, maledetto, sventurato, triste giorno sono passati solo e già 4 mesi. Trovarmi solo, senza più nulla, con solo quella divisa da lavoro indossata quella mattina alle 7, ritornare senza volerlo nel letto di casa di mia zia, donna che si è assunta quando avevo solo 12 gg i doveri di una mamma morta per darmi alla luce, sottraendomi a un destino potenzialmente triste, è devastante. Sentire quel letto stretto stretto, ma allo stesso tempo vuoto, vedere un armadio pieno di cose vecchie, lasciate quel giorno felice del mio matrimonio, ritrovare in quell’armadio il vestito da sposa di mia moglie perché in quello acquistato per arredare la nostra piccola casa non c’era spazio a sufficienza, riempirlo di cose nuove con il relativo onere economico, ricomprarmi perfino lo spazzolino da denti, accollarmi con onore tutte le responsabilità, dalla chiusura conto al riconoscimento di mia moglie, lasciata in quel giorno mentre dormiva con il suo pigiama pulito e ritrovandola su quel lettino con solo un telo a coprirla è qualcosa di inaccettabile e troppo difficile da sopportare. Fortunatamente tutto l’amore seminato da me e lei in precedenza l’ho raccolto sin dalle prime ore del dramma e sta continuando a sorreggermi. Amore mostratomi dai miei cari amici e familiari, persone che mi accompagnano ora per ora, istante per istante in questo duro cammino. La loro vicinanza, il loro interesse alla vicenda, la loro premura, il soffrire assieme sono tutte cose divenute fondamentali adesso. Altrettanto non posso assolutamente dire a riguardo delle istituzioni locali: Comune di Matera e Regione Basilicata. Dopo un’iniziale forma di interesse, dopo le espressioni di commiato del caso, la loro presenza e vicinanza è andata sempre più scemando. L’affetto delle istituzioni di quel giorno, le loro pacche sulla spalla, i loro abbracci, le loro lacrime mi hanno dato l’illusione che veramente di fronte ad una tragedia del genere, una ferita aperta nel cuore della città, ferita fisica e morale indelebile, finalmente le istituzioni stavano svolgendo il loro dovere. Ma purtroppo è stata solo un’illusione, amara e cocente. Recarmi di mia spontanea volontà in Comune anziché essere convocato da chi aveva il dovere di farlo, di assistermi, di informarsi sulle esigenze della mia persona solo perché in maniera informale erano venuti a conoscenza di una mia temporanea sistemazione è inaccettabile. Ritrovarsi a quattro mesi di fronte a delibere comunali propagandate attraverso gli organi di stampa e mai realizzate, aspettare che si trovino in una città di 60.000 abitanti 9 alloggi in cui sistemare cittadini onesti, apprendere che l’assistenza doverosa debba essere normata e quindi destinata a lungaggini burocratiche, toccare con mano l’impreparazione e la mancanza di idee che la straordinarietà del caso impone della macchina istituzionale e soprattutto il mancato rigore morale che la situazione richiede per quanto sia di massima serietà, ascoltare personalmente considerazioni inadeguate e anche inopportune riconducibili al procedimento giudiziario in corso da parte di esponenti politici dell’amministrazione comunale, considerazioni che ledono soprattutto la memoria, l’intelligenza e la dignità di mia moglie mi fa sentire totalmente abbandonato e deluso. Disinnamorarmi della mia città per colpa di tutto questo è eticamente inaccettabile. Pensare che questa città si interessi a concorrere per un obbiettivo culturale a livello europeo, cercando di diventare capitale europea della cultura disinteressandosi della ferita aperta nel suo senso di civiltà è qualcosa che dovrebbe portare ad un serio esame della coscienza di una comunità a tutti i livelli, sia locale che nazionale. Faccio appello alle Istituzioni da Voi rappresentate affinché sia desta l’attenzione su un caso di estrema serietà che rischia di cadere nell’oblio. Possa il Vostro interesse alla vicenda essere di sprone all’immediata e sensata risposta che le istituzioni locali devono dare a cittadini che si ritrovano a doversi ricostruire un’esistenza con la paura di farlo da soli e vedendosi non riconosciuti i propri diritti. Francesco Nunzio Calculli RASSEGNASTAMPA XII I MATERA CITTÀ Giovedì 15 maggio 2014 VIOLENZA SULLE DONNE ALLA RADICE Un seminario dell’Associazione italiana di giuridica rimarca l’importanza di COME COMBATTERE IL FEMMINICIDIO psicologia un approccio multidisciplinare al problema Servono norme incisive cultura e tanto coraggio Quei silenzi tra le mura domestiche e la difficoltà a denunciare L’AMORE NON VERO Molestie, abusi sessuali e violenze sulle donne crescono in maniera esponenziale. Di qui l’esigenza di fare rete per contrastare il fenomeno [foto Genovese] DONATO MASTRANGELO l Un approccio multidisciplinare partendo dal presupposto che il problema da contrastare è di natura strutturale. È quanto emerso dal seminario di studi “Se è amore...La violenza omicida sulle donne” promosso ieri nell’aula dell’Ordine degli Avvocati del Palazzo di Giustizia dall’Aipg, l’Associazione italiana di psicologia giuridica. Un focus, moderato nella prima parte da Rosa Maria Urga, presidente dell’associazione Cammino e nella seconda da Paolo Capri, professore straordinario di Psicologia giuridica e criminologia presso l’Università Europea di Roma, affrontato da diverse angolazioni ma con un comune denominatore: individuare, rimuovere e prevenire le cause del “femminicidio”. A partire da quello che Pietro Ferrara, professore di pediatria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Campus Biomedico di Roma, ha definito «il dolore dell’anima», con riferimento alle bambine abusate e maltrattate «che saranno le mamme di domani. È fondamentale individuare nei minori i segnali di sospetti casi di maltrattamento: dai comportamenti regressivi alle malattie psicosomatiche. In Italia ci sono 1500 bambini le cui mamme sono state vittime di femminicidio. Occorre sensibilizzare, informare e formare». Contributi al dibattito sono stati portati dal presidente del Tribunale, Giuseppe Attimonelli, il quale si è soffermato sulla necessità di affermare compiutamente la parità tra uomo e donna, dal questore Stanislao Schimera, il quale ha evidenziato che nell’ultimo anno a Matera ci sono stati dieci ammonimenti per stalking di cui uno giunto a procedimento penale. Nella gran parte dei casi, lo ha rimarcato il vice questore aggiunto Barbara Strappato «è all’interno delle mura domestiche che si consumano abusi e violenze. Polizia e Carabinieri hanno istituito apposite sezioni per trattare questo tipo di reati. Tanto è stato fatto sul piano legislativo, basti pensare alla 612 bis sugli atti persecutori o alla 660 sulle molestie e disturbo alle persone ma giudico aberrante la norma sull’incesto perseguibile soltanto quando deriva pubblico scandalo». «In Italia - ha detto Lucia Maffei, presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine Avvocato di Matera sono ancora basse le percentuali di denunce rispetto ai Paesi del Nord Europa così come si è in ritardo sui Centri di intervento e le Case di aiuto per le donne vittime di violenza». «La violenza sulle donne non è un fenomeno ma una condotta - ha dichiarato Francesca Scarfoglio di Assolei. Serve un buon utilizzo delle norme ma anche tanta sensibilità e cultura». Sugli stereotipi di genere nell’istruzione e nei media si è soffermata Barbara Felcini, esperta in Pari Opportunità e studi di genere, mentre sulla protezione della donna vittima nella legge n. 119 del 15 ottobre 2013 ha concentrato il suo intervento, l’avvocato Cristiana Coviello, esperta in materia di famiglia e minori. In molti casi, come ha rilevato il vice questore aggiunto della Polizia Luisa Fasano, anche denunciare fa paura. «Si parla spesso di aiuto alla vittima delle violenze ma spesso il blocco a denunciare è la famiglia, il perbenismo, il salvare la faccia. È quanto si riscontra soprattutto nelle nostre piccole realtà. È sempre più VIA MORO L’UOMO CON PRECEDENTI PER FURTO BLOCCATO IN PIAZZA MULINO frequente, inoltre, l’incapacità anche di uomini di cultura elevata di tollerare una compagna di pari livello. Spesso la denuncia è strumentale ad altro, come l’affido dei figli o sviluppi economici più favorevoli nel caso del divorzio. L’ammonimento sta fungendo da deterrente ma nei nostri contesti occorre fare i conti anche con il chiacchiericcio e le attenzioni morbose». Sui disturbi di personalità nelle relazioni d’amore si è soffermata la psicologa forense Assunta Basentini, mentre Maria Benevento, pisicologa e psicoterapeuta ha affrontato la questione della vittima che è anche mamma e della vulnerabilità dei bambini nei contesti di violenza. Un ruolo prezioso lo rivestono anche gli organi di informazione che, come ha sottolineato la giornalista Antonella Ciervo dovrebbero raccontare i fatti e non spettacolarizzare le notizie, applicando la deontologia, aspetto questo evidenziato anche dall’avv. Emilio Nicola Buccico, il quale ha relazionato sull’analisi delle condotte criminose, citando il brigante “Chitarrid” Eustachio Chita i cui resti su richiesta del prof. Raffaele Sarra, furono riesumati per essere inviati al museo di antropologia criminale di Torino, diretto dal prof. Cesare Lombroso. CARABINIERI CELEBRAZIONI le altre notizie NEI PRESSI DELLA CAMERA DI COMMERCIO Selezione di start up con dPixel unica tappa lucana del Barcamper n A pochi mesi dalla conclusione della business plan competition Start Cup Basilicata promossa da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata con la collaborazione di dPixel, fa tappa a Matera, l’unica in regione, il Barcamper (metodologia per lo scouting e la selezione di startup ad alto potenziale di cui è proprietario dPixel) con il progetto Startup Revoutionary Road Tour, promosso da Microsoft e Fondazione Cariplo e coordinato da Fondazione Filarete. Appuntamento nei pressi della Camera di commercio, in via Lucana 82, per salire sul camper e catturare, con la presentazione della propria idea, l’interesse del team di dPixel. Per partecipare, è necessario prenotare un colloquio sul sito barcamper.it (voce di menù “On the road” e click su “Startup Revolutionary Road Tour 2014”), selezionando la fascia oraria di preferenza (10-13 o 14-18) e inserendo una breve descrizione dell’idea. L’«OASI» AL MADONNA DELLE GRAZIE I clown portano un sorriso nei reparti dell’ospedale n Invasione festosa e rumorosa, oggi, dei clown dell’associazione Oasi del sorriso nelle corsie e nei reparti dell’ospedale Madonna delle Grazie. Dalle 10, i finti nasi rossi dei volontari materani somministreranno ai ricoverati, in particolare a quelli in età pediatrica, dosi massicce di musicoterapia e clownterapia. Il loro obiettivo è quello di portare il sorriso dove c'è tristezza. I clown dell’Oasi, infatti, offrono in modo solidale ai [fi.me.] degenti la loro allegria. LEGALITÀ INIZIATIVA DEL GS DEL CORPO FORESTALE E DELL’ASSOCIAZIONE LIBERA in città La campagna «Libera la natura» Giovane tenta lo scippo Arriva la marcia con gli studenti del Materano la Polizia lo arresta Fedelissima Gli incontri sul territorio della iniziativa nazionale l Era già una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, nonostante la giovane età, per via dei precedenti per furto. Ieri, Francesco Liantonio, 22 anni, residente a Modugno (Bari), è stato arrestato con l’accusa di aver tentato uno scippo a una donna in via Moro. Decisiva si sono rivelati l’opposizione della vittima del tentato scippo, una avvocatessa che ha resistito con tenacia e coraggio all’azione delittuosa costringendo alla fuga l’uomo e, appena pochi minuti dopo, il passaggio di una Volante che transitava lungo la strada. L’episodio è accaduto attorno alle 9.15 nei pressi dello sportello bancario Unicredit. È la stessa donna, Maria Morelli, a raccontare la sua testimonianza. «Mi accingevo ad andare al Palazzo di Giustizia - ha detto qualche ora dopo aver verbalizzato i fatti e riconosciuto lo scippatore in Questura quando all’improvviso mi sono sentita strattonare da dietro con il chiaro tentativo che qualcuno volesse portarmi via la borsa. Sono stata aiutata dal fatto di avere una borsa voluminosa e non leggera e questo ha complicato i piani del giovane. Ho resistito riuscendo a far desistere l’uomo dal suo intento, mettendolo in fuga e memorizzando gli indumenti e il suo aspetto fisico: aveva un giubbetto rosso. Sono stati attimi di panico durante i quali ho temuto per la mia incolumità. Dopo qualche minuto è transitata una pattuglia della Polizia. Ho raccontato loro l’episodio descrivendo le caratteristiche di chi mi aveva aggredito». Gli agenti della Volante insieme ai colleghi in borghese della Squadra Mobile, in servizio di pattuglia antiscippo, si sono messi immediatamente sulle tracce di Liantonio, il quale forse pensava di averla fatta franca. Dopo cinque, sei minuti dal tentato scippo l’uomo è stato rintracciato e bloccato nei pressi di piazza Mulino. Il giovane è stato rinchiuso nel carcere di via Cererie a disposizione dell’Autorità giudiziaria. È stato lo stesso questore dott. Stanislao Schimera, nel seminario di studi sul femminicidio organizzato dall’Ordine degli Avvocati nel Palazzo di Giustizia a dare notizia dell’arresto dell’uomo. [d.mas.] DONNA TENACE Voleva sottrarre la borsa ad una avvocatessa che ha resistito e dato l’allarme l L’Istituto nazionale del Nastro Azzurro, in occasione dell’anniversario del secondo secolo della costituzione dell’Arma dei Carabinieri a Benemerita ha organizzato “La marcia della Fedelissima” con la quale il maratoneta azzurro Michele Maddalena, classe 1940, sta percorrendo tutta l’Italia per recarsi in visita nelle città che hanno dato i natali alle Medaglie d’Oro al valor militare all’Arma dei Carabinieri. Matera è una delle tappe che raggiungerà l’atleta: qui ricorderà il pluridecorato di tre guerre maggiore Rocco Lazazzera, Maggiore Rocco Lazazzera, caduto sul fronte greco nella 2ª Guerra mondiale, e a a cui è intitolata la Caserma del Comando provinciale. La cerimonia commemorativa è oggi alle 17, nella sala “Mandela” del Municipio. Qui Maddalena giungerà dopo aver fatto prima tappa alle 11,30 a Miglionico, al Monumento ai Caduti. A Matera passerà prima dalla sede del Comando provinciale prima di arrivare in Comune. PARTITO DA SCANZANO Un momento dell’incontro che ha dato il via alla tappa lucana dell’iniziativa . l Ha preso il via a Scanzano Jonico la tappa lucana del circuito nazionale intitolato “Libera la natura”. L’iniziativa è promossa dal Gruppo sportivo (Gs) del Corpo Forestale dello Stato e dall’associazione antimafia Libera. Ieri due incontri. In mattinata, nella sala consiliare del Comune, gli atleti Guido Vianello, campione italiano supermassimi di pugilato, Flavia Arcioni, velocista ostacolista, medaglia d’oro ai campionati mondiali militari nella staffetta 4 x 400 metri, presenti Flavia Montini e Chicca D’Alessandro, di Libera, e Maurizio De Marco, del Gs Forestale, hanno parlato di sport e legalità ai ragazzi degli Istituti comprensivi (Ic) di Scanzano e Nova Siri. Alle 18, invece, a Matera, nel salone della parrocchia di San Rocco, in via Lucana, altro incontro su “Libera lo sport pulito”. Oggi sono in programma altre due iniziative. Alle 9.30, a Policoro, confronto nell’Ic “Giovanni Paolo II” con gli alunni delle scuole “Don Milani” e “Giovanni Paolo II” del centro jonico, di quelle di Craco, e dell’Istituto comprensivo “Padre Pio da Pietralcina” di Pisticci. Alle 18, infine, gli ambasciatori dello sport pulito saranno a Tursi, nell’Istituto comprensivo “Albino Pierro”, in via Roma. [fi.me.] RASSEGNASTAMPA MATERA PROVINCIA I XIII Giovedì 15 maggio 2014 ROTONDELLA GLI INQUIRENTI SEGUONO UNA PISTA CHE PORTA NEL METAPONTINO PER UNA REVOCA DI UN APPALTO ALL’ANSALDO C’è pure la «tangente radioattiva» tra le nuove forme di corruzione La Sogin rientrerebbe nell’inchiesta sull’Expo 2015 per alcuni appalti FILIPPO MELE l ROTONDELLA. Echi metapontini dell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti all’Expo di Milano. Dagli atti risulta essere coinvolta la Sogin, la Spa di proprietà al 100 per cento del ministero del Tesoro che deve dismettere il sito atomico Itrec della Trisaia, il bubbone nucleare lucano. Espressi dubbi sulla revoca all’Ansaldo dell’appalto 2011 per la realizzazione in loco dell’impianto per il trattamento dei rifiuti radioattivi. Ed aumentano le preoccupazioni sui ritardi del programma di dismissione mentre viene richiesta trasparenza in appalti ed assunzioni. Ma andiamo con ordine. Da Milano i magistrati inquirenti hanno indicato quella che secondo loro è la nuova frontiera della corruzione italiana, la “tangente radioattiva”. Nel “mirino” alcuni appalti Sogin. E c'è stato chi, come il fisico nucleare antinuclearista romano Giorgio Ferrari, ha sollevato dubbi su un appalto di Rotondella prima aggiudicato e poi revocato all’Ansaldo Energia. Così Ferrari: «Perchè nel 2011 Sogin va alla risoluzione del contratto con Ansaldo, vincitore della gara per la realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti della Trisaia e poi emette un nuovo bando di gara? Quest’impianto doveva essere già in stato di avanzata costruzione e invece è fermo non per le controdeduzioni tecniche che io stesso presentai in sede di Commissione di Valutazione di impatto ambientale, quasi tutte respinte, ma per (a questo punto) sospette procedure di assegnazione che lasciano inevase le richieste delle popolazioni locali in tema di sicurezza. Porrà rimedio a tutto questo il nuovo amministratore delegato, Riccardo Casale?». Dalla Spa nessuna risposta in merito nonostante, nella giornata di ieri, abbiamo tentato di avere una interlocuzione in merito attraverso il suo ufficio stampa. Ed il ciclone che ha investito Sogin, dato il suo rilevante ruolo in sede locale, ha sollevato preoccupazioni. Il sindaco di Rotondella, Enzo Francomano, ha auspicato il rispetto del cronoprogramma di dismissione dell’Itrec mentre Felice Santarcangelo, di Noscorie Trisaia, ha chiesto alla Regione di convocare nel Metapontino il Tavolo della trasparenza: «Non possiamo venire a conoscenza di questo genere di situazioni dalla stampa. La Sogin deve relazionare alle istituzioni ogni tre mesi su appalti e lavori». Trasparenza sui criteri di assunzione, infine, è stata chiesta da Angelo Vaccaro, della Filctem Cgil. Al tavolo regionale era assente la Sogin Resta in alto mare la vertenza dei lavoratori esternalizzati . ROTONDELLA. Nulla di fatto nella vertenza dei 45 lavoratori esternalizzati del centro Enea-Sogin della Trisaia. Mancavano al tavolo convocato in Regione, a Potenza, proprio i dirigenti della Sogin, la spa pubblica che deve riportare a prato verde il sito dell’impianto atomico dismesso Itrec. Così, all’assessore regionale alle Attività produttive, Raffaele Liberali, alla presenza del sindaco, Enzo Francomano, non è rimasto che fissa- re una data per il nuovo incontro, il 4 giugno prossimo. La Sogin, infatti, è divenuta la parte preponderante del “core business” della Trisaia con gli ingenti fondi statali che deve gestire e che, proprio per questo, è stata chiamata da Cgil, Cisl e Uil, a dare risposte alle professionalità esternalizzate da anni alle prese con forti riduzioni del contenuto della già magra busta paga. Una storia che si ripete ad ogni rinnovo di appalto. [fi.me.] SCORIE Le barre di Elk River nella piscina dell’Itrec PISTICCI IL CASO A CENTRO AGRICOLO BERNALDA FIOCCANO INSULTI E FACILI IRONIE E ARRIVANO GLI ESPOSTI DENUNCIA Denunciati in dieci Campagna elettorale dai toni alti dai carabinieri per furto di energia elettrica è guerra pure sui social network l PISTICCI. È di dieci denunce per furto aggravato di energia elettrica il bilancio di un’attività di controllo mirata da parte dei carabinieri della Compagnia di Pisticci e della Stazione di Marconia. Teatro della vicenda la frazione di Centro Agricolo, già colonia confinaria per chi aveva idee diverse dal quelle del duce all’epoca del ventennio, dove il Comune di Pisticci ha ristrutturato 14 abitazioni di sua proprietà, nell’ambito di un progetto di edilizia popolare peraltro ancora non del tutto completato. Nei 14 siti già realizzati ormai da tempo, però, vivono abusivamente numerosi nuclei abitativi: quelle case, dunque, benché non ancora assegnate sono regolarmente abitate. Proprio per questo i militari della Stazione di Marconia hanno da tempo avviato una serie di accertamenti sugli appartamenti occupati abusivamente: fatti già segnalati all’autorità giudiziaria competente per occupazione abusiva da parte del Comando della Polizia municipale di Pisticci. Le indagini dei carabinieri hanno appurato che gli abusivi si rifornivano direttamente della rete elettrica dell’Enel con allacci abusivi, tra l’altro, eseguiti senza il rispetto di alcuna norma sulla sicurezza. Tra i denunciati ci sono anche un extracomunitario regolarmente in possesso di permesso di soggiorno ed una straniera proveniente dall’area della [p.miol.] Comunità europea. ANGELO MORIZZI l BERNALDA. Si alzano i toni della campagna elettorale. Fioccano gli insulti e perfino gli esposti denuncia. Le diverse liste in lizza per la poltrona di sindaco si rimpallano l’accusa di aver copiato i rispettivi programmi elettorali, mentre su internet, le pagine Facebook ironizzano sulle parentele presenti tra candidati sindaci e consiglieri. Bersaglio privilegiato dei palchi elettorali è divenuto il consigliere regionale, candidato alle comunali e alle europee, Nicola Benedetto. Il leader del centrosinistra Gennaro Collocola, definisce Benedetto con l’appellativo di «imprenditore, che corre ormai dappertutto, comunali, regionali, europee», e lo invita, ironicamente, a candidarsi anche «come amministratore di condominio». Poi la stoccata fe- roce: «La lista ideata dall’imprenditore “Bernalda e Metaponto al Centro” è una lista macedonia, tutt'altro che una lista civica, nata soprattutto per contarsi e farsi spazio a livello regionale». Il riferimento è alla presenza tra i sostenitori della civica, dell’ex sindaco Leonardo Chiruzzi, dell’ex presidente del Consiglio comunale, Giuliana Troiano, entrambi Pd, di Giambattista Mazzei, ex Idv, ma anche di Vincenzo Grippo e Nicola Caputi, ex Pdl. Non meno poderose le bordate che arrivano da “Svolta di centrodestra”, in cui si rimprovera a Benedetto «di spacciare la sua bernaldesità, pur non essendo del luogo, e di essere stato relegato in un cantuccio alla Regione, rispetto ai tanti proclami fatti in campagna elettorale». Il candidato sindaco Franco Carbone invita i bernaldesi «a non farsi ingannare dalla dizione lista BERNALDA AVEVANO BEVUTO TROPPO TRICARICO CON INIZIO ALLE 18 C’È LA CONCELEBRAZIONE SOLENNE Avevano aggredito i carabinieri Religiosi e fedeli oggi in Cattedrale dopo un controllo stradale per festeggiare monsignor Orofino due giovani patteggiano la pena Si celebrano il suo decennale alla guida nella Diocesi PIERO MIOLLA l PISTICCI. Hanno patteggiato una condanna a tre mesi di reclusione per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale due giovani di Bernalda che, fermati dai carabinieri per un normale controllo alla circolazione stradale, avevano aggredito i militari. Il fatto è avvenuto qualche giorno orsono nella cittadina bernaldese dove i carabinieri della locale Stazione, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Pisticci, hanno arrestato i due rei. I giovani, fermati per un banale controllo, sono stati sorpresi dai carabinieri di Bernalda in uno stato di alterazione psicofica, dovuta ad un abuso di alcolici. Dopo essere stati fermati, però, gli arrestati si sono resi protagonisti dapprima di alcune minacce ai militari e sono passati, successivamente, ad una vera e propria aggressione che ha procurato ai rappresentanti dell’Arma alcune lesioni giudicate dai sanitari guaribili in tre giorni. A quel punto tempestivo è risultato l’intervento di una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Pisticci che, una volta sul posto, ha fortunatamente messo fine alla vicenda con la messa in sicurezza degli aggressori ed il successivo loro arresto. I due, però, hanno comunque tentato di esercitare violenza e minaccia nei confronti dei carabinieri pure all’interno della caserma di Bernalda. L’operazione, in buona sostanza, si è poi conclusa con la traduzione dei due agli arresti domiciliari, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Matera, Rosanna De Fraia. Successivamente, è giunta anche la convalida del provvedimento di arresto e la condanna dei due con rito direttissimo e relativo patteggiamento ad una reclusione di tre mesi. l TRICARICO. Dieci anni fa faceva l’ingresso a Tricarico mons. Vincenzo Carmine Orofino, mandato dal sommo Pontefice a guidare la diocesi . Oggi si ricorda l’evento con un cerimonia particolarmente solenne. Alle 18, infatti, è prevista la concelebrazione nella Cattedrale tricaricese con la partecipazione dei sacerdoti della diocesi, le suore, gli amministratori e i fedeli. Nei dieci anni trascorsi nei luoghi a lui assegnati, mons. Orofino, originario di San Severino Lucano, ha fatto rilevare una presenza costante in tutti gli ambiti e gli ambienti della diocesi attraverso contatti personali e molteplici iniziative. Ricordiamo tre lettere pastorali, la visita pastorale in tutti i paesi della diocesi, numerosi convegni ai quali anche la partecipazione dei laici è stata sempre altissima. Uomo di elevato livello culturale, ha dispensato messaggi in occasio- civica, giacchè a Bernalda, quest’anno, corrono ben due liste di centrosinistra, contrapposte tra loro». In un comizio del suo candidato sindaco Domenico Tataranno, Benedetto ha rintuzzato le accuse: «Vivo e opero a Bernalda – dice – dal 1969, da quando frequentavo il Liceo scientifico. In pochi mesi da assessore regionale all’Agricoltura, ho fatto arrivare a Bernalda un milione e 500 mila euro per i danni dell’alluvione, metà dei quali sono colpevolmente fermi nei cassetti della burocrazia comunale, sia facendo rimborsare agli agricoltori le cartelle esattoriali del Consorzio di bonifica. Ho poi trovato i fondi che sono serviti per ristrutturare la chiesetta di San Donato. Se non fosse stato per me – ha concluso – il basket a Bernalda sarebbe morto da tempo e molte persone sarebbero ancora senza lavoro». le altre notizie BERNALDA LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA Si sospende l’erogazione dell’acqua dalle 10 alle 17 di oggi n Mancherà l’acqua per alcune ore, nella giornata odierna, a Metaponto ed in alcune contrade vicine. Per eseguire i lavori di manutenzione straordinaria sulla condotta adduttrice in contrada Mercuragno, la società Acquedotto Lucano spa ha comunicato che si è reso necessario sospendere l’erogazione idrica nell’abitato di Metaponto borgo e nelle contrade San Marco, Demanio, Mercuragno, Spineto e Serra Marina dalle 10 alle 17, salvo [p.miol.] imprevisti. POLICORO INTERVENTI DI ESPERTI E TESTIMONIANZE Si discute di legalità al liceo «Fermi» con gli studenti del biennio ne di tutte le feste di importanza rilevante e della Quaresima, oltre che lettere alle famiglie, ai giovani, ai cresimandi, ai bambini di prima comunione, alle associazioni. Ha ordinato dieci sacerdoti ed ha avvicinato i giovani e le famiglie organizzando vacanze estive e sulla neve. Di tutto questo i diocesani gli sono grati. [v.d.l.] IL PRESULE Monsignor Vincenzo Carmine Orofino è originario di San Severino Lucano . n Si svolgerà oggi a Policoro, dalle 11, nell’aula magna del Liceo scientifico Fermi, una conferenza sulla legalità riservata alle prime e seconde classi dell’istituto. Parteciperanno all’iniziativa, presentati dal dirigente scolastico Leonardo Giordano, Tania Pisani Pezzuto, vedova del carabiniere Claudio Pezzuto, ucciso il 12 febbraio 1992, ed il brigadiere capo dell’Arma in congedo Nicola Latronico, rimasto seriamente infortunato in una azione di servizio. Parteciperà all’incontro anche il comandante della Compagnia di Policoro, Michelangelo Lobuono. [fi.me.] RASSEGNASTAMPA corriere.it Complotto ai danni di Berlusconi, il Colle: «Dimissioni furono libere» Il capogruppo Brunetta chiede una commissione d’inchiesta. La replica del Quirinale: «Nessuna pressione». Berlusconi: «Merkel e Sarkozy tentarono di colonizzare l’Italia» di Redazione Online Dopo gli attacchi di Forza Italia al Colle per le rivelazioni dell’ex segretario al Tesoro Usa Geithner su una presunta trama europea per far cadere Berlusconi e dopo l’intervista dell’ex premier a Corriere.it, il Colle replica alle accuse di Berlusconi. «Le dimissioni di Berlusconi furono libere e responsabili», spiega il Colle. Napolitano ha anche fatto sapere di non aver mai saputo di pressioni subite dal premier. Poi Berlusconi, intervenuto in una conferenza stampa a Roma, ha puntato nuovamente il dito: « Ieri un ministro della prima amministrazione di Obama ha fatto affermazioni, che lasciano pochi dubbi, in cui ha raccontato come nel G20 di Cannes per due volte Merkel e Sarkozy convocarono una riunione che aveva una finalità e cioè far sì che nostro paese fosse colonizzato e con la sospensione del potere del governo lasciato alla Troika». Diritto ad eleggere il Capo dello Stato Il numero uno di Forza Italia ha poi aggiunto: «Sono venuto qui per farmi tirare su di morale da voi, perché non abbiamo particolari motivi per essere sereni e tranquilli, ma abbiamo molti, molti motivi per essere delusi, disgustati, forse qualcuno rassegnato, furiosi ed esasperati». E ancora: «Il capo dello Stato, dopo tutti questi anni che abbiamo sofferto presidenti scelti dai capi di partito, abbiamo il diritto di sceglierlo noi». La nota del Colle Le accuse al Colle arrivano da tutta Forza Italia, in testa Renato Brunetta che chiede una commissione d’inchiesta, fino al senatore Maurizio Gasparri che attacca:«Al Quirinale li leggono i giornali? Il Presidente della Repubblica deve garantire la libertà della nostra Nazione. C’è stato o no un complotto europeo con sponde in varie parti del mondo? Si deve difendere la libertà, la dignità, l’autonomia del nostro Paese o no? O il silenzio nasconde una complicità, come molti hanno detto in questi mesi?». Tutte parole con cui il presidente della Repubblica replica con una lunga nota in cui si legge:«Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l’8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani». E ancora: «Gli episodi “rivelati” dall’ex Segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana - al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo», aggiunge, «Tuttavia, a proposito di quanto, per qualche aspetto, era trapelato pubblicamente, il Presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, «le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia». RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA
© Copyright 2024 Paperzz