RASSEGNASTAMPA - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
15 maggio 2014
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 15 maggio 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 131 e 1,20
Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466
RIMBORSI AI GRUPPI CONSILIARI
IL GIRO D’ITALIA IN BASILICATA
Il conflitto sui controlli
La Corte sul ricorso
«Applichiamo la legge»
a pagina 10
La festa per Pozzovivo
che non tradisce l’attesa
e finisce tra i migliori
alle pagine 16, 17 e 40
La Corte dei Conti
VI SEGNALIAMO:
Interviene il capogruppo regionale del Pd, Cifarelli
Il congresso della discordia
«Basta guerra, ritroviamo l’unità»
ACQUEDOTTO LUCANO
SANTORO alle pagine 6 e 7
I volti di #POTENZA2014
L’inchiesta
«Tema copiato»
Avvisi di garanzia
a tre presidi
Giovanna D’Amato
«Le mie idee
per la città
dei saperi»
«Meritocrazia
e un pizzico
di allegria»
Tutti candidati
ma in liste diverse
Padre, figlia
e genero
AMATO a pagina 11
IL CASO Di Bello era stato condannato
Il radicale Bolognetti
alle pagine 8, 9 e 14
FENOMENO STRAORDINARIO
Capodogli
a poche miglia
dalla costa jonica
Guarda il video sul nostro sito
D’ALESSANDRO a pagina 35
40515
771128
a pagina 15
022007
La sede di
Acquedotto
LAVELLO
Ai domiciliari
la mamma
mostro
e il suo amico
a pagina 28
Uno spettacolo
teatrale
per aiutare
le famiglie povere
MENONNA a pagina 23
Carabinieri
al lavoro
La conferenza
stampa
MELFI
Gestione dei rifiuti
incontrollata
Sequestrata
un’area alla Sata
a pagina 28
La Guardia
Forestale
POTENZA
La truffa arriva
con il corriere
Comuni al voto
Nel mirino
Oggi Rotonda
domani Laurenzana negozi di telefonia
PANETTIERI a pagina 15
9
Statuto modificato
dall’assemblea
C’è l’amministratore
unico
POTENZA
Sasà di Mykonos
Chiuse le indagini sul concorsone per dirigenti. Elaborati
“ispirati” ai manuali, più un vocabolario “imbottito”
all’esame. Avvisi alla commissione e ai vertici del Levi
di Tricarico, del Pasolini e del Milani di Potenza
Rivelazioni sul Pertusillo
Bolognetti assolto
Striscione per Pozzovivo
a pagina 24
Un corriere
espresso
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Giovedì 15 maggio 2014
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
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Quotidiano fondato nel 1887
PUGLIE
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 132
Anche brave ragazze
Voto alla Bcc di Otranto
per lo spaccio a Bisceglie un faro di Bankitalia
CAMPAGNA ELETTORALE SENZA LIMITI
Potenza, in chiesa
omelia al vetriolo
contro il candidato
BISCEGLIE
13 ARRESTI
Spaccio in
pieno centro
con le ragazze
pusher
[riproduzione
Calvaresi]
BCC DI
TERRA
D’OTRANTO
Il presidente
Dino Mazzotta:
«Non ho
alcuna
intenzione di
lasciare»
.
BRANCATI IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA V >>
CANDIDATO Gianluigi Laguardia
AURORA A PAGINA 23 >>
TONDO A PAGINA 28 >>
GOVERNO S’ALLARGA LA PLATEA DEI BENEFICIARI IRPEF: AUMENTI ANCHE PER I CASSINTEGRATI, BENEFÌCI AGLI EREDI IN CASO DI MORTE
CLIMA SPIETATO LA PIOGGIA NON SI FERMA: SETTORE KO
Renzi nel Sud: escludere dal Patto di Stabilità gli euro-investimenti
Vendola: ma se aspettiamo il via libera dall’Europa, siamo spacciati
In Puglia perso il 70% della varietà
Bigarreaux, si teme per la «Ferrovia»
un calvario
Ottanta euro ai disoccupati Ciliegie,
Spaccate dall’acqua
«FU LUI A SCEGLIERE DI LASCIARE»
UGUAGLIANZA
E OPPORTUNITÀ
LA LEZIONE
DEGLI ANNI ‘50
Napolitano: nessuna
trama anti-Berlusconi
Il Cav: se lo attacco, rischio il carcere
di GIUSEPPE DE TOMASO
P
ù ricchi o più uguali?
L’economista
francese Thomas Piketty, autore del best-seller planetario Il Capitale
del ventunesimo secolo presentato da alcuni frettolosi recensori come il Capitale di
Karl Marx (1818-1883) riveduto
e corretto, sostiene che c’è un
solo modo per far ripartire
l’ascensore sociale: contrarre
un bel matrimonio d’interesse. Non è una grande scoperta, visto che per secoli una
raccomandazione non scritta
ricordava agli uomini (e alle
donne) che solo col matrimonio si fa patrimonio. Ma
Piketty è andato oltre. Per
colpa - scrive - delle disuguaglianze in continuo aumento, nemmeno la carriera
professionale più florida potrà mai garantire i guadagni o
i benefìci di una cospicua eredità familiare.
l L’ex Cav continua a dichiararsi vittima di un «colpo di
Stato», ma il giorno dopo le rivelazioni dell’ex ministro del
Tesoro Usa, Timothy Geithner, è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a ricordare che nell’autunno
del 2011, «le dimissioni di Berlusconi vennero motivate ad
eventi politico-parlamentari italiani» e che comunque lui
non seppe nulla di «pressioni» e tanto meno di complotti.
L’ex Cav, però, non si rassegna e dice di rischiare il carcere
se attacca Napolitano e la magistratura.
DEL MONACO E SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >>
GRANDINE In Puglia in fumo il 70% di ciliegie Bigarreaux
SERVIZIO A PAGINA 6 >>
IL PM RICORRE CONTRO DECARO. IL CANDIDATO: IO GIÀ ASSOLTO
I grillini
a Emiliano
«Vieni con noi»
«Io? No, mai!»
MANGANO A PAGINA 13 >>
MANFREDONIA, LA BESTIA ERA LUI
NON QUEL POVERO CANE
di ANTONIO BIASI
D. D’AMBROSIO A PAGINA 9 >> LA SFIDA Michele Emiliano e Beppe Grillo
SEGUE A PAGINA 33 >>
D
ev’essere stato suggestionato da qualche vecchio film western un anziano e sciagurato allevatore di Manfredonia.
Volendo liberarsi di un cane che, a suo dire, infastidiva il
bestiame di proprietà, invece di cercare qualcuno cui donare il cucciolone, un meticcio di 4 mesi, ha pensato di legarlo al gancio
di traino dell’auto, dopodichè è partito sulla Manfredonia-Zapponeta.
A PAGINA 33 >>
UNA CITTÀ TUTTA NEL PALLONE
«COMPRATE LA BARI PER FAVORE»
di GAETANO CAMPIONE
È
un fenomeno di massa, una febbre popolare
contagiosa.
«Comprate la Bari»,
la pagina Facebook creata dal
paragnosta satirico Pinuccio è
qualcosa di più di un semplcie
tormentone. Ha disintegrato il
muro dei 12mila «mi piace» e
sta oscurando la politica e la
campagna elettorale per l’elezione del sindaco nella città di
San Nicola
SEGUE A PAGINA 33 >>
IN CAMPO Emilio Solfrizzi, attore
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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
Giovedì 15 maggio 2014
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Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri
SOS AMBIENTE IL LEADER LUCANO DEI RADICALI DENUNCIÒ CHE LA DIGA DEL PERTUSILLO ERA INQUINATA E PER QUESTO FINÌ SOTTO PROCESSO POTENZA AL VOTO DURANTE L’OMELIA L’AFFONDO DEL PRETE
elettorale
Inquinamento senza segreti Campagna
all’insegna dei veleni
Assoluzione per Bolognetti Dal pulpito attacco
al candidato Laguardia
Per l’accusa rivelò atti secretati. I giudici: «Non costituisce reato»
CHI DENUNCIA
UN PERICOLO
PER LA SALUTE
VA PROTETTO
di MASSIMO BRANCATI
Il suo commento dopo
quattro anni di processo
«C’è un giudice
a Berlino»
l «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era di
interesse pubblico far sapere alla popolazione che la diga era inquinata».
Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali, giornalista, aveva ragione. È
stato accusato inutilmente di rivelazione del segreto d’ufficio. Ieri i
giudici del Tribunale di Potenza l’hanno assolto con questa motivazione: «Il fatto non costituisce reato». Poteva divulgare quei dati.
AMENDOLARA A PAGINA III >>
Il parroco si scusa: «È
stato ingenuo il
sacerdote». Polemiche tra
M5S e Film commission
IL CROLLO DI VICO PIAVE A MATERA: LETTERA APERTA AL CAPO DELLO STATO
l Chiesa di Macchia Romana.
Durante l’omelia il sacerdote attacca il candidato consigliere Gianluigi Laguardia che aveva scritto
una lettera critica sulla gestione
dei soldi alla Diocesi.
BRANCATI A PAGINA IV >>
SCUOLA
U
na sentenza che fa
scuola. E che libera
l’informazione dalle catene del «segreto d’ufficio». Quando si
tratta di notizie che riguardano la salute e l’ambiente
non c’è vincolo o veto che
tenga. I cittadini hanno diritto di sapere, anche a costo
di rischiare l’onda d’urto
dell’allar mismo.
L’assoluzione di Maurizio
Bolognetti, che aveva diffuso
dati secretati sull’inquinamento degli invasi lucani, va
nella direzione di quanto sostenuto dalla convenzione di
Aarhus, finalmente riconosciuta anche dalla giustizia
italiana. Un precedente che
dovrebbe contribuire a rendere più trasparente la gestione di certe informazioni,
evitando - com’è accaduto nel
recente passato - il deposito di
dati in casseforti inespugnabili. Dati che certificano un
pericolo,
l’inquinamento,
l’avvelenamento del territorio.
Ma la decisione del tribunale di Potenza se da un lato
risolve un caso (tra una quarantina di giorni conosceremo le motivazioni della sentenza), dall’altro semina dubbi sulla coerenza e sull’uniformità di giudizio del sistema giudiziario. Bolognetti
non era solo in questa operazione-verità sulle dighe lucane. È stato il tenente della
polizia provinciale, Giuseppe
Di Bello, a inviargli i dati
sull’inquinamento. Anche lui
è finito sotto inchiesta per
rivelazione di «segreto d’ufficio», ma l’epilogo è stato
diverso. Ne è uscito con le
ossa rotte, rimediando una
condanna di tre mesi e l’interdizione dai pubblici uffici.
Di Bello, oggi candidato sindaco di Potenza per «Liberiamo la Basilicata», avrebbe
agito fuori dall’orario di lavoro e con strumenti privati
di rilevazione. I giudici non
gli hanno creduto. La sentenza di ieri alimenta la sua
tesi del complotto politico e
della discriminazione. E genera un interrogativo: può un
pubblico ufficiale, da privato
cittadino, denunciare un pericolo per la salute senza rischiare di finire in galera?
Concorso
per presidi
indagate
nove persone
SERVIZIO A PAGINA VI >>
GOVERNANCE
Amministratore unico
per Acquedotto lucano
SERVIZIO A PAGINA VI >>
Abbandonato
dopo la tragedia
l Il marito di Antonella Dina
Favale, una delle due vittime del
crollo di vico Piave, a Matera,
rompe il silenzio e scrive una
lettera aperta al presidente della
Repubblica accusando Comune e
Regione: «Ci hanno lasciati soli.
Da quel tragico, maledetto, sventurato, triste giorno sono passati 4
mesi. Trovarmi solo, senza più
nulla, con solo quella divisa da
lavoro indossata quella mattina
alle 7, è devastante».
IL TESTO DELLA LETTERA A PAG. XI >>
ROTONDELLA APPALTI «PILOTATI» CICLISMO TAPPA LUCANA DEL GIRO D’ITALIA. VINCE ULISSI
Scandalo Expo
risulta coinvolta
anche la Sogin
Entusiasmo in Val d’Agri
per la carovana «rosa»
l Echi metapontini dell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti
all’Expo di Milano. Dagli atti risulta essere coinvolta la Sogin, la
spa di proprietà al 100% del ministero del tesoro che deve dismettere il sito atomico Itrec della Trisaia, il bubbone nucleare lucano.
Espressi dubbi sulla revoca
all’Ansaldo dell’appalto 2011 per la
realizzazione in loco dell’impianto per il trattamento dei rifiuti
radioattivi.
TRAGUARDO
Diego Ulissi
vincitore della
tappa lucana
del Giro
d’Italia
MELE A PAGINA XII >>
SERVIZI NELLE PAGINE XIV E XV >>
.
AMBIENTE
Bonifica «da sballo»
per Valbasento e Tito
MIOLLA A PAGINA II >>
RASSEGNASTAMPA
Gli italiani e gli europei
tutti devono rispondere a
una domanda: i migranti
sono esseri umani?
Allora vanno salvati
con ogni mezzo. Ogni
parola in più è superflua.
Cecile Kyenge
1,30 Anno 91 n. 127
Giovedì 15 Maggio 2014
U:
Il Colle sbugiarda Berlusconi
Cannes, Nicole
nei panni
di Grace
Crespi pag. 19
Togliatti, all’asta
la lettera sui giovani
Gravagnuolo pag. 17
Ulissi, il Giro
finalmente
parla italiano
Astolfi pag. 23
Napolitano ferma ogni polemica sulle frasi di Geithner: mai informato, il premier si dimise per motivi
politici e parlamentari ● L’ex Cavaliere insiste sul complotto: siamo disgustati. Nuovi attacchi ai giudici
●
Napolitano dice stop a ogni polemica
sul presunto complotto contro Berlusconi. Mai informato di questo, dice, il
premier si dimise liberamente per motivi politici. Ma l’ex Cav rincara la dose:
siamo disgustati, toghe pericolose. Intervista a Roberto Gualtieri.
IL CASO
La faccia sporca
di un’altra realtà
CIARNELLI FANTOZZI A PAG. 2-3
BRUNO UGOLINI
La vera storia
di un fallimento
PAOLO SOLDINI
●
«PRESSIONI E COARTAZIONI» PER
CACCIARE SILVIO BERLUSCONI da
Palazzo Chigi? Ma di che cosa stiamo
parlando? Giorgio Napolitano, tirato
in ballo per l’ennesima volta, per l’ennesima volta è stato costretto a rimettere i fatti sui piedi: le dimissioni
dell’ex cavaliere nel novembre del
2011 furono rassegnate «liberamente e
responsabilmente». Tant’è che Berlusconi stesso con il presidente fece cenno a null’altro che ai suoi guai domestici.
SEGUE A PAG. 3
L’Europa
dimenticata
IL COMMENTO
MASSIMO ADINOLFI
E anche questa campagna per le
europee se ne va tra polemiche e
veleni. Ma soprattutto in un
orizzonte di temi e problemi che
con l’Unione europea c’entra
poco o punto. In verità va così
dal 1979, o quasi, cioè da quando
gli europei hanno cominciato a
votare per il Parlamento di
Strasburgo. Questa volta, però,
vi sarebbe stata, eccome,
materia.
SEGUE A PAG. 15
L’INTERVISTA
Sabahi:
«L’Egitto
non tornerà
indietro»
● Parla lo sfidante laico
di al-Sissi alle elezioni
DE GIOVANNANGELI A PAG. 11
Morire di lavoro intrappolati sotto terra
Turchia, strage nella miniera: più di 200 morti, molti operai prigionieri. Tra le vittime un ragazzo di 15 anni
MONTEFORTE A PAG. 12
Polemiche sulla sicurezza. I parenti assaltano l’auto di Erdogan, scontri nelle città
Guardo queste foto allucinanti di
operai che portano in braccio altri
operai. Uno per volta. Oltre 200
volte. Sono minatori. In Turchia.
Non è un film in bianco e nero. Non
siamo nel 1800. Non siamo
nemmeno nel 1956 a Marcinelle, in
Belgio, quando toccò a 262 minatori
in gran parte italiani, lasciarci la
pelle. Siamo nel maggio del 2014.
Guardo e non posso non pensare a
quanti disquisiscono sulla fine del
lavoro manuale, sulla fine del
lavoro umile e malpagato. Nonché
sull’epoca nuova, ormai affermata,
dove tutti stanno in camice bianco
manovrando infinite, lucenti
tecnologie.
SEGUE A PAG. 12
80 euro anche a cassintegrati e disoccupati
● Circolare dell’Agenzia
delle entrate sulle modalità
del bonus ● Renzi al Sud:
sfruttare i fondi strutturali.
E sfida Grillo: «La piazza
è casa nostra»
Staino
DROGHE
Sì al decreto:
Fini-Giovanardi
non c’è più
Mentre l’Agenzia delle entrate detta le
regole di applicazione del credito fiscale, il premier Renzi pone nel suo tour
nel Sud la questione dei fondi europei:
«È imbarazzante la quota che non viene spesa». E rilancia la sfida a Grillo:
«La piazza - ricorda - è casa nostra».
● Dal Senato via libera
definitivo a distinzione tra
droghe leggere e pesanti
BUFALINI A PAG. 10
DI GIOVANNI FRULLETTI A PAG. 5-6
IL CASO
Genovese, scontro Pd-5 Stelle
● Dai dem sì all’arresto,
ma i grillini speculano sui
tempi. E tendono trappole
Con ogni probabilità slitterà a dopo le
elezioni europee il voto della Camera
sull’arresto di Francantonio Genovese. La decisione sarà presa oggi dopo il
sì finale sul Dl Lavoro. Il Pd si è espresso per il sì già in giunta ma teme una
trappola dei deputati grillini.
ZEGARELLI A PAG. 7
FRONTE DEL VIDEO
MARIA NOVELLA OPPO
Arsenico e vecchi complotti
ta la canea editoriale di famiglia al segui●
che sia, di- to (Dio mio, di nuovo Belpietro e Sallusti
venta veleno elettorale. E, anche se a in- in tv!), ora cavalca il complotto, alias terIN ITALIA, QUANDO SI VOTA, OGNI
NOTIZIA, VERA O FALSA
combere, stavolta, sono elezioni europee,che (piaccia o non piaccia al fu comicoGrillo), non eleggerannoun nuovo governo, lo scontro tende sempre al micidiale, classico derby municipale tra guelfi e ghibellini. Ora, Berlusconi sembra
tagliato fuori dall’ennesimo scontro a
due e dal (virtuale) ballottaggio, che infatti vuole cancellare anche dalla futura
legge elettorale. Perciò, l’ex cav, con tut-
zo o quarto colpo di Stato, che lo avrebbe cacciato dal governo nel 2011. Accidenti. Strano che il vecchio non ricordi
come, a presentare le dimissioni, sia stato lui e sempre lui a votare per il congiurato Monti. Ma solo dopo aver sottoscritto le più inique condizioni europee, firmate proprio acausa deldiscredito umanoe politico di cui godeva e di cui il popolo italiano paga ancora i costi altissimi.
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2 PRIMO PIANO
Giovedì 15 maggio 2014
LA CRISI ECONOMICA
Circolare di chiarimenti emessa dall’Agenzia
delle Entrate. E intanto al Senato
arrivano quasi ottocento emendamenti
GOVERNO E CONTI PUBBLICI
Decreto Irpef, gli 80 euro anche
a disoccupati e cassintegrati
Aumenti pure per i lavoratori in mobilità. Nel calcolo anche la cedolare secca
l ROMA. Il bonus Irpef arriverà automatico anche per cassaintegrati e disoccupati. È il
chiarimento fornito dall’Agenzia
delle Entrate, che allarga così la
platea dei beneficiari anche alle
categorie (lavoratori in cig, in
mobilità e con sussidio di disoccupazione) sulle quali erano
emersi dubbi interpretativi.
Il credito Irpef – spiega l’Agenzia nella seconda circolare dedicata al dl all’esame del Senato –
scatta anche per i lavoratori che
percepiscono somme indirizzate
a sostegno del reddito, come la
cassa integrazione guadagni,
l’indennità di mobilità e di disoccupazione. Il diritto al bonus,
infatti, come chiarisce la circolare, è da considerarsi "automatico", perchè le somme percepite costituiscono proventi comunque conseguiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente, quindi assimilabili alla stessa categoria di quelli sostituiti.
Tra le novità anche il fatto che
le somme percepite come incremento della produttività, tassate
al 10%, non concorrono ai fini del
bonus. I redditi soggetti all’imposta sostitutiva per l'incremento di produttività, spiegano le
Entrate, non rientrano infatti nel
calcolo della soglia di reddito di
26mila euro, che fa perdere il
diritto al bonus. Il credito spetta
anche ai lavoratori part-time a
quelli deceduti in rapporto al
loro periodo di lavoro nel 2014.
Infine, la circolare stabilisce che
con l’obiettivo di verificare il
limite di 26mila euro, oltre il
quale il lavoratore non ha diritto
al bonus, si deve tenere conto
anche dei redditi provenienti
dall’affitto di immobili assogget-
MARINO (PD) Comm.ne Finanze
Niente acqua, luce e gas per chi occupa abusivamente
Decreto casa approvato in aula dal Senato ma cambia il testo
per alcune misure non c’erano le coperture economiche
.
I contenuti
Dl casa, emergenza abitativa
Vendita appartamenti
Iacp solo ad inquilini
Bonus mobili svincolato
da ristrutturazioni
Cedolare secca al 10%
anche in Comuni colpiti
da calamità
25 milioni di euro
per Expo
Lotta agli abusivi
COME HANNO VOTATO AL SENATO
A FAVORE
CONTRO
Pd
Ncd
M5S
Lega
Sc
Popolari
Fi
Gal
Autonomie
SOSTEGNO DEL REDDITO
Lavoratori che percepiscono somme
a sostegno del reddito come
Cassa integrazione guadagni
Indennità di mobilità
Indennità di disoccupazione
Il credito va calcolato in riferimento alle erogazioni
effettuate nel 2014, tenendo anche conto dei giorni
che danno diritto alle indennità
SALARIO DI PRODUTTIVITÀ
Lavoratori che percepiscono salari
di produttività non superiori a 3.000 euro
lordi nel 2014
Queste somme non rientrano nel calcolo della soglia
di reddito di 26.000 euro che fa perdere il diritto al bonu
EREDI
Lavoratori deceduti, relativamente
al loro periodo di lavoro nel 2014
Il bonus sarà calcolato nella dichiarazione dei redditi
del lavoratore deceduto presentata da uno degli eredi
l’intenzione potrebbe essere
quella di un esame più approfondito proprio al Senato, dove
potrebbero essere concentrate le
modifiche più corpose, con un
iter accelerato invece alla Camera.
Dal Pd sono arrivati 135 emendamenti tra i quali quelli del
presidente della Commissione
Finanze Mauro Marino per «salvare» i conti correnti e i depositi
sotto i 25.000 euro dall’aumento
dell’aliquota al 26% e per riaprire la rateazione delle cartelle
Equitalia ai contribuenti decaduti. Le altre proposte di modifica riguardano la Rai, le centrali acquisti, le agevolazioni alle
rinnovabili (sulle quali potrebbe
esserci una convergenza con
Ncd). Il Nuovo centro destra insiste sull'ampliamento del taglio
Irap a favore delle pmi e su un
allargamento del bonus alle famiglie monoreddito e con figli a
carico, ma per il Pd, pur non
contrario in principio, non è
questa la sede per un simile
intervento.
Reddito di cittadinanza, taglio
dell’Irap per aziende sotto i 5 e 10
dipendenti, abolizione di Equitalia, limiti alle pensioni d’oro,
aumento della tassazione per
l’indennità dei parlamentari (dal
16% al 27%) sono invece alcune
delle proposte arrivate dai 5 Stelle.
Mila Onder
tati a cedolare secca.
Fin
qui
i
chiarimenti
dell’Agenzia, mentre al Senato
sono stati conteggiati 789 emendamenti al provvedimento, cifra
inferiore a quella riportata da
alcuni organi di stampa ma comunque imponente per un dl. In
realtà, visto lo slittamento dei
tempi annunciato ieri con l’approdo in Aula tra il 3 e il 5 giugno,
Il Senato approva il decreto Casa con
133 sì 99 no. Ma il provvedimento cambia rispetto al testo licenziato dalle commissioni
di palazzo Madama. Per molte delle misure
introdotte, infatti, sarebbe mancata la copertura. Così sono saltate, tra le altre, le norme
che prevedevano il rincaro delle accise sul
carburante; quella sull'Imu al 4X1000 per i
contratti agevolati; il censimento degli immobili pubblici consultabile anche online.
Queste alcune delle novità più importanti:
- AFFITTI E MOROSITA': Si incrementano
gli stanziamenti al Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione
ed al Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.
- PROROGATI BENEFICI PER INQUILINI
CHE DENUNCIANO NERO – Gli inquilini
che hanno denunciato di pagare in nero l’affitto potranno dormire sonni tranquilli fino al
31 dicembre 2015. Nonostante la sentenza
della Consulta che vanificava gli effetti della
legge che li aveva spinti alla denuncia, con il
decreto Casa vengono fatti salvi i diritti acquisiti (di pagare meno e restare nell’abitazione) fino alla fine del 2015.
- LOTTA AGLI ABUSIVI: È forse una delle
norme più contestate del provvedimento.
Chiunque occuperà una casa, anche se vuota e anche se spinti da reale bisogno, non
potrà vedersi allacciati nè acqua, nè gas, nè
luce. In più, per almeno 5 anni non potrà venir iscritto nella lista per le aggiudicazioni
delle case popolari.
- CEDOLARE SECCA AL 10% PER CANONI CONCORDATI: Potrà usufruire della
cedolare secca scontata al 10% per i canoni
concordati anche chi ha un contratto di locazione stipulato nei comuni per i quali sia stato deliberato, negli ultimi 5 anni, lo stato di
calamità.
- BONUS "ARREDI" SVINCOLATO DA
IMPORTO SPESE RISTRUTTURAZIO-
A chi spetta il bonus di 80 euro
Sel
ANSA
NE: Si svincola il bonus di 10mila euro per
l’acquisto di mobili ed elettrodomestici dalla
cifra che si spende per ristrutturare l'abitazione.
- VENDERE APPARTAMENTI IACP SOLO A INQUILINI: Si potranno vendere appartamenti Iacp solo agli inquilini, ma le risorse dovranno essere destinate solo ad aumentare il patrimonio abitativo.
Tasi, verso lo slittamento
della prima rata a luglio
I Comuni in ritardo su aliquote e ripartizioni
l ROMA. Il rischio di un nuovo pasticcio sulla Tasi è fortissimo. La maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato
l’aliquota per il pagamento della
prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta delle prime
case tra proprietari e inquilini.
L’ipotesi di un rinvio del pagamento, per gli immobili dei comuni che non hanno ancora scelto, appare sempre più probabile.
L’ipotesi che sembra prendere
piede è quella di un mini-rinvio a
luglio.
Il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti, ha aperto ad
un possibile slittamento al 16 settembre, subordinato però ad un
accordo con i comuni che rimarrebbero a corto di liquidità. Ma
l'ipotesi più concreta sarebbe
proprio quella di un rinvio di un
mese, che dia tempo ai Comuni
di deliberare prima della fine di
giugno e ai contribuenti di pagare a luglio, con un solo mese di
ritardo.
Il nodo è chiaro. I comuni dovrebbero fissare entro il 23 maggio le aliquote della «nuova» Tasi
e pubblicarle entro il 31 del mese.
Se questo non avviene è previsto,
in automatico, che il pagamento
dell’imposta sulle prime case
possa essere spostato a dicembre. Il nodo rimane per le seconde case, per le quali i comuni
dovrebbero anche fissare la quota di pagamento che spetta agli
inquilini, che può arrivare fino
al 30% dell’intera imposta. La
scadenza per fissare l’entità del
prelievo arriva proprio a ridosso
della scadenza elettorale delle
elezioni europee e, chiaramente,
nessun partito vuole 'manovrarè
le aliquote della nuova tassa sul
territorio. Così è più che probabile che la scadenza per definire gli importi da pagare non
sarà rispettata, creando grandi
difficoltà sia ai contribuenti, sia
ai Caf e ai professionisti che li
aiutano.
La discussione è arrivata in
Parlamento dove, in commissione Finanze della Camera, il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti ha aperto al pressing
politico sostenendo che per il pagamento della Tasi, «sia per la
prima sia per le seconde case, è
una soluzione ragionevole lo slit-
tamento al 16 settembre». Ovviamente è necessario trovare una
soluzione – ha spiegato il sottosegretario – per i problemi di
cassa che avrebbero i comuni e
«trovare la quadra con l’Anci».
Il governo, ufficialmente, frena. Il Sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, spiega
di essere contrario a modifiche,
anche se il Parlamento deciderà.
Tanto che più cauta è la risposta
data dallo stesso Zanetti, a nome
del governo, in commissione.
Parlando della richiesta di proroga, ha spiegato che «il dipartimento delle Finanze sta compiendo gli opportuni approfondimenti in merito alla problematica affrontata». Una risposta
alla quale il presidente della
commissione, Francesco Boccia
ha risposto deciso: "Non si possono far pagare e pagare le tasse
a forfait e dunque la Tasi va rinviata al 16 settembre. I burocrati
si adeguino anche se stanno al
governo». Ma la diplomazia governo-parlamento-Anci è al lavoro e la soluzione potrebbe arrivare a breve.
Corrado Chiominto
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Giovedì 15 maggio 2014
COME CALCOLARLO
GIORNI DI PAGA
La ripartizione del credito potrà avvenire
tenendo conto del numero di giorni lavorati
in ciascun periodo di paga
PERIODO DI LAVORO EFFETTIVO
Nel caso di contribuenti che hanno lavorato
solo una parte dell’anno, il datore di lavoro
deve calcolare il credito sulla base del periodo
di lavoro effettivo
s
Dopo aver individuato l’importo, questo dovrà
poi essere posto nella ripartizione
del bonus nelle varie buste paga da maggio
in poi
CEDOLARE SECCA
I redditi provenienti dall’affitto di immobili
assoggettati a cedolare secca vengono
conteggiati per verificare il tetto
dei 26mila euro
ANSA
BUSTA PAGA Una
busta paga con
evidenziato il bonus
di 80 euro varato
dal governo,
mostrato dal
premier Renzi su
Twitter nei giorni
scorsi
.
LA DIRETTA
Rilevazione statistica di Bankitalia: su ogni
italiano, bambini compresi, grava un debito
medio di 35mila euro. Entrate tributarie +5,8%
Segui aggiornamenti e notizie sul
tuo telefonino. Istruzioni a pag. 33
Debito pubblico, nuovo record
Avanti con le privatizzazioni
A marzo 2.120 miliardi. Domani il decreto sulle dismissioni, a cominciare da Poste
l ROMA. Vola ad un nuovo
massimo storico il debito pubblico italiano a marzo mentre le
entrate tributarie sono state solo lievemente superiori rispetto all’anno scorso. E con l’obiettivo di far cassa, il Consiglio dei
Ministri di domani dovrebbe
approvare in via definitiva il
decreto che darà il via libera
alle privatizzazioni, fra cui
quella di Poste.
Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato a
marzo di 12,8 miliardi, raggiungendo il record di 2.120 miliardi
di euro da 2.107,2 miliardi di
febbraio,secondo quanto riportato dal supplemento al bollettino statistico di Bankitalia. Gli
italiani quindi, compresi i
bambini, hanno un debito ciascuno di oltre 35 mila euro.
E a fronte del debito che scala
nuovi picchi, le entrate tributarie nello stesso mese sono aumentate su base annua di appena il 5,8%, a 27,6 miliardi da
26 miliardi di marzo 2013.
«La politica delle tasse e degli
interventi lacrime e sangue, attuata dagli ultimi governi, non
è servita e non ha prodotto alcun risultato utile sul fronte del
debito», afferma il Codacons,
sottolineando quindi il fallimento dell’austerity. Alla luce
del nuovo record del debito, Federconsumatori ed Adusbef
chiedono di vendere le riserve
auree di Bankitalia, disboscare
la giungla di Authority, favorire
la concorrenza, combattere la
corruzione e «ridare così fiato
all’economia e speranze ai giovani disoccupati e precari».
Nel dettaglio, spiega Via Nazionale, l’incremento del debito
è stato inferiore al fabbisogno
delle Amministrazioni pubbliche (17,8 miliardi), per effetto
principalmente del decremento di 2,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari
a fine marzo a 62,1 miliardi; 45,9
a marzo del 2013); l’emissione
di titoli sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti
della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione (Btpi)
hanno complessivamente contenuto l’incremento del debito
per 2,3 miliardi. Mentre con
riferimento alla ripartizione
IL CASO L’OBIETTIVO È RENDERE CERTA LA TRACCIABILITÀ DEL METALLO ACQUISTATO E RIVENDUTO. NUOVE NORME SU SOCIETÀ, PREZZI E PUBBLICITÀ
Stretta sui compro-oro, pronto un disegno di legge al Senato
l ROMA. Arriva la stretta sui "compro-oro". Spuntati come funghi su tutto il territorio italiano in questi anni di crisi, i negozi che acquistano oro da cittadini in difficoltà economica sono spesso la facciata
dietro la quale si nascondono attività di ricettazione e
riciclaggio. Per non parlare del rischio truffe, sempre
presente in questo genere di affari. Per stroncare il
fenomeno, la commissione giustizia del Senato ha
preso in mano il dossier e ha deciso di intervenire.
Come testo base è stato scelto il disegno di legge
presentato dal Pd (prima firmataria la senatrice Mattesini), che nei prossimi giorni sarà esaminato e votato.
Si calcola (cifre fornite nella relazione allegata al
disegno di legge) che i "compro oro" in Italia siano
arrivati a una cifra compresa tra i 5mila e gli 8mila:
di questi solo il 30-40 per cento sono "imprese di tutto
rispetto, trasparenti e fondate sulla serietà professionale". La maggioranza è invece implicata nel "mercato occulto" legato al traffico di oro e pietre preziose.
Per mettere un freno all’illegalità, il disegno di
legge obbliga i titolari dei "compro oro" a darsi la
forma di società a responsabilità limitata o di società
cooperativa. Viene poi istituito un registro presso le
Camere di commercio che raccoglierà tutti gli operatori del settore: i criteri per essere inseriti nel nuovo albo saranno definiti dal ministero dello Sviluppo
Economico insieme a quello dell’Interno.
Il disegno di legge mira a rendere certa la tracciabilità dell’oro acquistato e rivenduto: i negozianti
saranno obbligati a registrare il nome di chi vende,
allegando la foto dell’oggetto prezioso acquistato e
indicando il prezzo pattuito. Stessa procedura quando i "compro oro" rivendono la merce alle fonderie.
Previsto anche un portale Internet nazionale nel quale sarà conservata una banca dati degli oggetti preziosi scambiati. La legge si preoccupa anche della
tutela del cittadino che decide di vendere i propri
"gioielli di famiglia": oltre ad alcune norme contro la
pubblicità ingannevole, il disegno di legge dispone
che le bilance usate dal negoziante siano messe bene
in vista, in modo che sia possibile controllare il piatto
prima, durante e dopo la pesata. Inoltre viene istituito presso le Camere di commercio un borsino
dell’oro usato aggiornato quotidianamente, dove chi
decide di vendere può farsi un idea dei prezzi di mercato.
Marco dell’Omo
per sottosettori, aggiunge Bankitalia, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi e quello
degli Enti di previdenza è aumentato di 0,1 miliardi.
Intanto, secondo indiscrezioni de Il Messaggero, il governo
starebbe studiando un Piano B
nel caso in cui dovesse slittare
la quotazione di Poste in Borsa
quest’anno: una quota potrebbe essere venduta a Cassa Depositi e Prestiti «lasciando poi a
quest’ultima, in una fase successiva, il compito di collocare
in Borsa il pacchetto». Sembra
però un’ipotesi lontana, con
l'intenzione forte dell’esecutivo
di procedere spedito con la quotazione di una quota di minoranza di Poste pari al 40% del
capitale. Il dpcm dovrebbe approdare sul tavolo del prossimo
consiglio, in vista per venerdì
prossimo.
Buone notizie per il governo
e le casse del Tesoro arrivano
però dal fronte dei titoli di Stato. Per il nuovo Btp a 15 anni
con scadenza marzo 2030, sono
stati infatti raccolti ordini superiori ai 20 miliardi di euro,
per un collocamento che porterà sul mercato 7 miliardi di
euro di nuovi titoli di Stato, con
un tasso di interesse del 3,5%.
Alfonso Abagnale
LA POLEMICA STRASCICHI DOPO L’INTERVISTA ALLA TRASMISSIONE DI RAI3 «BALLARÒ»
STATALI UIL: «LA VERA RIVOLUZIONE? IL CONTRATTO»
Renzi minaccia: «Il futuro
arriverà anche alla Rai»
Cda e Usigrai: ricorso al Tar contro i tagli
Riforma della P.a.
oltre 13mila mail
al ministro Madia
in vista del Ddl
l ROMA. C'è preoccupazione, ma anche
la speranza che dopo il 25 maggio la
musica cambi, che l'atteggiamento del
governo si ammorbidisca dopo la campagna elettorale e che arrivino nuove
risorse grazie alle misure antievasione.
All’indomani dell’intervista di Renzi a
Ballarò e l'acceso botta e risposta con
Floris sul taglio di 150 milioni deciso dal
governo, il clima tra i dipendenti Rai si fa
ancora più teso. Il premier ha fatto capire
che quel decreto è solo l’antipasto e che –
come ha twittato subito dopo l'apparizione televisiva – "il futuro arriverà anche
alla Rai".
Rassicurazione o minaccia? Ieri da Napoli Renzi ha rincarato la dose. "La Rai –
avverte – non è nè dei conduttori televisivi
nè dei sindacalisti dell’Usigrai, appartiene ai cittadini. Se chiediamo sacrifici ai
cittadini, alle banche, è giusto che li faccia
anche la Rai". Insomma, il segretario Pd
rivendica il diritto ad intervenire sull'azienda pubblica, anche se i sindacati
alzano la voce come nelle ultime settimane, a partire dall’Usigrai. "Ha ragione
Renzi – replica il segretario Vittorio di
Trapani -: la Rai non è dei conduttori e non
è dell’Usigrai. Ma non è neanche del capo
del governo. Che invece vuole decidere
cosa la Rai deve vendere o chiudere".
Quotazione di una parte minoritaria di
l Oltre 13mila mail all’indirizzo [email protected] per riformare la Pa. La consultazione, in
vista del ddl che andrà in Consiglio dei ministri il 13
giugno, lanciata a fine aprile per raccogliere idee e
proposte va avanti e a fornire un aggiornamento è lo
stesso ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ieri in serata twitta l'ulteriore
traguardo. A giorni arriverà anche il primo report.
Prima del Cdm, comunque, fa sapere il ministro, ci
sarà un confronto diretto con i sindacati ("vorrei
incontrarli tutti", dice). I sindacati del pubblico impiego preparano le proprie proposte rispetto ai 44
punti della riforma indicati dal premier Matteo Renzi e dal ministro Madia. E dalle tre categorie della Uil
arriva, intanto, una iniziativa per "una prima risposta al Governo": con una lettera ai dipendenti pubblici da parte di Uil-Pa, Uil-Fpl (enti locali) e Uil-Rua
(ricerca e università) si invita ad inviare una mail a
[email protected] con la frase "la vera rivoluzione è lo sblocco dei contratti del pubblico impiego",
fermi dal 2009. "Il messaggio al premier ed al ministro è uno soltanto: il rinnovo dei contratti deve
avere la priorità e non può essere barattato con null'altro. Senza il rinnovo non è assolutamente ipotizzabile parlare di riforma", avverte il segretario
generale della Uil-Pa, Benedetto Attili. Sul fronte del
pubblico impiego un’altra "rivoluzione" ma nella organizzazione sindacale arriva dalla Cisl, con la nascita del sindacato unico del Lavoro pubblico, che
unificherà le sei sigle Cisl scuola, Cisl Funzione pubblica, Fns Cisl (sicurezza), Cisl medici, Cisl università, Cisl innovazione e ricerca.
Raiway e taglio degli sprechi nelle sedi
regionali, sono questi gli interventi a cui
punta il governo e che Renzi ha ribadito,
scatenando alla sua uscita dallo studio la
reazione di alcuni tecnici, che lo hanno
salutato – come raccontano i loro colleghi
su Facebook – con un non ben augurante
“Stai sereno”. Il timore è che si arrivi a
tagli del personale, nonostante le rassicurazioni del premier e del dg Luigi
Gubitosi che tenta, invano, di gettare acqua sul fuoco. "Stiamo valutando tutte le
azioni possibili per adeguarci agli impegni previsti nel decreto nel modo più
ordinato possibile", spiega il presidente
Anna Maria Tarantola.
I sindacati accusano il vertice di essere
stato troppo morbido nei confronti del
governo, soprattutto per la scelta di rimandare la decisione sul possibile ricorso
contro il decreto. Oggi il parere dell’ufficio legale dovrebbe arrivare in consiglio
di amministrazione e non è escluso che
anche il cda, dopo l’Usigrai, decida di
rivolgersi al Tar. All’ordine del giorno ci
saranno anche la riprevisione del piano
fiction e i palinsesti autunnali, che il mese
prossimo dovranno essere presentati agli
investitori. Nel piano che il dg sta studiando potrebbero esserci tagli alla fiction, oltre che al cinema, e il timore è la
sforbiciata indebolisca l’offerta della tv
pubblica.
"Non teme che si favorisca Mediaset?",
ha chiesto ieri Floris al premier. E la
stessa domanda pone chi critica i rapporti
dell’ex sindaco con Berlusconi. Come il
presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico, secondo il quale si
finirà con lo svendere Raiway, scoprendo
così magari "quale è stato l’accordo del
Nazareno". Maurizio Gasparri di Forza
Italia sfida Renzi a tagliare il canone,
"cosa che evidentemente non vuole fare",
mentre il Pd difende il premier. "I toni
dell’Usigrai sono inaccettabili – dice il
sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli -, deve scegliere da che
parte stare: se difendere l’esistente o accettare la sfida del cambiamento".
Michele Cassano
DOPO
«BALLARÒ»
«La Rai non è
né dei
conduttori
televisivi né
dell’Usigrai»,
ha detto il
premier dopo
l’annuncio del
taglio di 150
milioni ribadito
nell’intervista
di Giovani
Floris. «Non è
neanche del
premier», ha
ribadito il
sindacato
.
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
LA CRISI ECONOMICA
I VINCOLI SUI BILANCI PUBBLICI
Giovedì 15 maggio 2014
Il premier a Napoli e Palermo: «Il Sud non è
spacciato ma è ora che mettiamo da parte
gli alibi e ci assumiamo le responsabilità»
Renzi: «Investimenti Ue
fuori dal patto di stabilità»
Il premier promette di aiutare il Sud facendo pressione sull’Europa
l NAPOLI. Matteo Renzi lascia per un giorno i molti fronti
di guerra aperti a Roma, dalla
Rai allo scontro con M5S su
Francantonio Genovese, per attraversare il fu Regno delle due
Sicilie, da Napoli a Palermo. "Il
sud non è spacciato ma è ora che
tutti mettiamo da parte gli alibi
e ci assumiamo le responsabilità", chiede il premier promuovendo un miglior uso dei fondi
Ue, uno spreco da 180 miliardi
negli ultimi anni, a partire dalle elezioni europee, "uno spartiacque" per la rotta dell’Europa ma anche, Renzi sa, per la
forza del Pd e del governo.
Napoli, Reggio Calabria, Palermo sono le tre frontiere, piegate dalla crisi e dalla disoc-
SPRECO DA 180 MLD
In Campania chiede
un uso più corretto
dei fondi europei
cupazione, che Renzi sceglie di
percorrere in un solo giorno.
Con la promessa di tornarci
ogni tre mesi per fare il punto
sull'uso dei fondi europei ma
anche per tastare il polso della
crisi. Impegni perchè "se il governo perde al sud perde la sfida paese" ma anche un richiamo severo a fare ognuno la propria parte. "Noi vogliamo
smontare le tesi che l'Italia sia il
problema della Ue ed il sud il
problema dell’Italia ma il mancato uso dei finanziamenti comunitari grida vendetta", sostiene il premier avvertendo le
istituzioni locali che se non sapranno sfruttare le risorse che
"ci sono", il governo interverrà
direttamente.
La parola assistenzialismo fa
venire l’orticaria al presidente
del consiglio, che dei tagli alla
spesa pubblica ha fatto una cro-
SFIDA ELETTORALE
In Sicilia chiede il voto
per il Pd pronto a battersi
per nuove regole contabili
ciata. Sono il rispetto delle regole e l’impegno collettivo la via
che il presidente del consiglio
indica, a partire dall’incontro
con gli alunni della scuola "Parini" di Secondigliano, per far
rialzare la testa all’Italia e al
sud. Una missione istituzionale, anche per promuovere l’uso
di 1,7 miliardi della Garanzia
Giovani in un’area dove "i dati
della disoccupazione giovanile
sono sconvolgenti".
Solo a fine giornata, a Palermo, in una gremita piazza Politeama, dove Beppe Grillo ha
fatto un comizio la settimana
scorsa, Renzi dismette i panni
del premier per chiamare alla
sfida elettorale, convinto che
stavolta "il Pd vince e scala il
podio" in cima al quale, alle politiche, salì Beppe Grillo. Tutto,
alla fine, si lega perchè, per il
leader dem, solo se il Pd vince le
europee potrà "rinnovare la linea politica della commissione
Ue". E spingere perchè i fondi di
coesione e di cofinanziamento
escano dal patto di stabilità. "Se
noi decidiamo che tutti i fondi
che vanno in investimenti per
la scuola o la rete a banda a
larga sono fuori dai patti di stabilità è una bella boccata di ossigeno".
Per Renzi le elezioni del 25
maggio sono un "referendum",
un ballottaggio tra chi urla, come Grillo e Berlusconi, "tornati
sempre uguali a sè stessi", e chi,
come il Pd, spera nell’Italia e
attraverso il governo "è in campo contro la disoccupazione e
gli sfascismi". Il premier sa che
è impopolare in questo momento stare al governo e mette in
conto qualche fischio e cartello
di protesta, a Reggio Calabria
come a Palermo. "Ma noi non ci
fermiamo, non arretreremo di
un passo sulle riforme perchè
noi stiamo creando lavoro e noi
apriremo 10mila cantieri nelle
scuole", va avanti "a viso aperto" e "senza paura" il premier.
Che negli ultimi giorni andrà
da nord a sud, alternando i panni istituzionali con i toni elettorali, per convincere indecisi e
astenuti.
Cristina Ferrulli
RENZI A Palermo e a Napoli (foto in basso) per una visita al Sud
GENITORI E DIRIGENTI SCOLASTICI RACCONTANO LA DIFFICILE REALTÀ
Costituzione e Inno di Mameli
con i bambini di Secondigliano
Applausi e qualche fischio nella scuola di periferia
l Per il suo viaggio nelle scuole italiane, il premier Matteo Renzi sceglie un
istituto della periferia del disagio. A Secondigliano, periferia Nord della città,
alla scuola elementare e materna "Parini" lo accolgono un centinaio di persone
con fischi ed applausi. I primi vengono da un gruppo di aderenti al "Comitato
Vele Scampia". Striscione, cartelli e slogan anni '70, gridano: "vogliamo tutto".
Ad applaudirlo, è un gruppetto di madri del quartiere. "Sta facendo qualcosa per
i nostri figli, come aveva promesso", dice una di loro. L’Istituto "Parini", circa 750
alunni, è stato costruito con i fondi europei, ed era una scuola all’avanguardia.
"Era il fiore all’occhiello, ma adesso – dice al premier il dirigente scolastico Adele
Rispoli – cade a pezzi". Sono inagibili la palestra ed il refettorio, è chiuso il teatro,
è danneggiato il tetto. "Dobbiamo quotarci con 5 euro per volta anche per
comprare la carta igienica", dice una della madri pro-Renzi. Evitando giornalisti
e fotografi, lasciati all’esterno dell’ edificio scolastico, il premier punta diretto ai
bambini. "Siete mai stati a Roma ?" , esordisce Renzi. La risposta arriva subito, di
sapore calcistico : "Sì, abbiamo vinto 3 a 1". Ma Renzi non si scompone. "Sono a
Palazzo Chigi, venite a trovarmi se le cose non vanno bene". Poi entra nell’edificio e sale a piedi i due piani. Regala una copia della Costituzione con la sua
firma al dirigente scolastico e con i bambini canta l’inno di Mameli.
2007-2013 A RISCHIO L’UTILIZZO DELLE QUOTE RESIDUE
Corsa contro il tempo
per non perdere i soldi
l E' una corsa contro il tempo in Italia per rimodulare la
destinazione di alcuni miliardi dei fondi delle politiche di coesione europea della programmazione 2007-2013 per accelerarne e
facilitarne la spesa ed evitare il rischio di perderli. Entro il 31
dicembre 2015, l’Italia dovrà spendere 12,5 miliardi di Fondi Ue (il
dato è privo della quota di cofinanziamento nazionale) per le
politiche di coesione tra Fondo di sviluppo regionale (Fesr) 10,357
mld, e Fondo sociale europeo (Fse) 2,343 mld, secondo dati della
Commissione Ue aggiornati ad oggi. Intanto i tecnici della dg
Regio stanno esaminando l’Accordo di partenariato inviato
dall’Italia, che ripartisce i 33 miliardi di fondi europei per il
periodo 2014-2020. La valutazione finale dovrebbe partire da Bruxelles intorno a metà giugno. Secondo fonti di Bruxelles, le risorse che si stanno rimodulando dovrebbero essere destinate al
recupero ed efficienza energetica dell’edilizia scolastica, infrastrutture stradali e riqualificazione urbana. La riallocazione dovrà poi ottenere il via libera dell’esecutivo Ue. Per l’ok, si guarderà al rispetto dell’impianto e strategia originaria del programma, alla rapida cantierabilità dei progetti, e che le risorse non
siano spese a pioggia. La ridistribuzione delle risorse è stata
decisa durante l'informale dei ministri delle Politiche di coesione
di fine aprile ad Atene, in una bilaterale tra il sottosegretario
Graziano Delrio ed il commissario Ue Johannes Hahn. Proprio
per sollevare l’Italia dalla pressione del cofinanziamento e permetterle di spendere più velocemente, tra il 2012 ed il 2013, attraverso quattro riprogrammazioni (col ministro Fabrizio Barca
prima, e Carlo Trigila poi) la Commissione Ue ha dato l’ok ad una
riduzione della quota italiana, liberando 12,1 mld di euro (confluiti nel Piano nazionale d’azione per la coesione). Questo attraverso una progressiva riduzione delle aliquote, che Bruxelles
ha fatto salire al 75% e l’Italia ha ridotto al 25%. Con una conseguente diminuzione del numero di progetti.
Vendola: Ma siamo spacciati
se aspettiamo che decida l’Ue
l «Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Matteo
Renzi, sulla necessità di escludere dal Patto di Stabilità le
quote di cofinanziamento della
spesa comunitaria sono una
buona notizia, anche perchè
dimostrano che le nostre
preoccupazioni sono raccolte
al massimo livello istituzionale». Lo scrive in una nota il
presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
«E, tuttavia, l’impegno del
Governo non può essere declinato ancora una volta al
futuro e rinviato ai prossimi
assetti istituzionali europei. Se
è vero – spiega Vendola nella
nota – che il tema dovrebbe
essere d’interesse dell’Unione
prima che degli Stati membri,
devo però ricordare un fatto
preciso. All’indomani del suo
insediamento, il sottosegretario Delrio ha assicurato che il
Governo italiano sarebbe intervenuto subito per aumentare gli spazi esclusi dal Patto,
aumentando per il 2014 la quota già nettizzata da Fabrizio
Barca con un ulteriore mi-
liardo e 700 milioni euro. E
quindi con un intervento che
non ha bisogno di passare
dall’approvazione di Bruxelles».
«Vorrei dire al presidente
del Consiglio che – sottolinea
Vendola - , se attendiamo l’Europa rischiamo di essere fuori
tempo massimo. Anzi, forse
già lo siamo. Se non si interviene immediatamente per
aumentare gli spazi di net-
Per la pubblicità su
BARI: 080/5485111 - BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982 - POTENZA: 0971/418536
tizzazione, i Programmi Comunitari vanno a sicuro disimpegno già nel 2014. E questa è una certezza drammatica
per i Programmi come quello
pugliese che spendono di più e
dunque sentono maggiormente il vincolo di Patto. Ed ai
quali – conclude – , l’ultima
finanziaria ha tolto inspiegabilmente anche la possibilità
di ricorrere allo sforamento
controllato».
RASSEGNASTAMPA
Giovedì 15 maggio 2014
PRIMO PIANO 5
LA CRISI ECONOMICA
In Campania un generale dei Carabinieri si L’Unione europea indica nella incapacità
è dimesso dall’incarico di vigilanza sui fondi amministrativa la vera causa della
GLI INVESTIMENTI NEL MERIDIONE perché non messo in condizioni di lavorare mancata spesa dei fondi comunitari
Fondi Ue, i numeri di Renzi
Sono 113 i miliardi da spendere derivanti dai fondi strutturali europei e non 183: sommati
erroneamente anche i fondi nazionali la cui spesa dipende esclusivamente dal Governo
di ANDREA DEL MONACO *
grammi cofinanziati dai fondi europei tato da Marco Demarco su Il Corriere vuto avere il massimo delle risorse a le misure concrete per garantire nelle
e i programmi finanziati dal FAS (Fon- della Sera del 12 maggio 2014, il Ge- disposizione. Al contrario riporta a regioni meridionali le competenze per
enzi dà i numeri inesatti sui do Aree Sottoutilizzate) fondo intera- nerale ha "deciso per la risoluzione del Demarco di non aver visto "una carta, usare i fondi con efficacia e traspafondi europei; il Generale mente italiano, ora rinominato FSC contratto" perché "è fin troppo chiaro un fascicolo, un faldone, un dato" e renza (p. 43). Poichè l'esperienza del
dei carabinieri Scoppa si di- (Fondo per lo Sviluppo la Coesione). che non vogliono che io lavori". Ciò è addebita il trattamento ricevuto alle generale Scoppa è una diretta consemette da esperto con com- Tale fondo è programmato parallela- tanto più grave poiché le risorse della seguenti cause: " l'insofferenza della guenza dell'incapacità amministratipiti di vigilanza sui fondi europei della mente ai fondi europei ma non deve Regione Campania sono ingenti e so- Pubblica Amministrazione verso ogni va rilevata dalla Commissione, poichè
Regione Campania persorta di controllo", "quel la Commissione ci chiede di cambiare
chè non è stato messo nelmix di inefficienza e in- le autorità di gestione inadeguate,
IPOTESI DOTAZIONE 2014-2020 PER L’ITALIA DEI PROGRAMMI
le condizioni di vigilare.
capacità in cui annega la Renzi dovrebbe sostituire chi ha speso
COFINANZIATI DAI FONDI EUROPEI SECONDO BOZZA ACCORDO DI
Che Paese è il nostro? "Il
burocrazia, che più peri- poco e male. Le responsabilità di tale
PARTENARIATO CON BRUXELLES
mancato uso dei fondi UE
ferica è, peggio si compor- situazione non sono ovviamente solo
grida vendetta" ha detto
ta".
di chi governa: i fondi europei avrebRenzi ieri. Anche le inebero meritato un dibattito parlamensattezze gridano vendetta.
PER BRUXELLES LA tare adeguato più della frettolosa auSi pongono domande cruP.A. È INADEGUATA A dizione di Delrio nelle Commissioni
ciali:
SPENDERE BENE I FON- riunite Bilancio-Politiche Europee
DI UE: RENZI LA CAM- della Camera del 9 aprile. Alla camera
RENZI DARÀ I DATI
BIERÀ? Di Maio (5 stelle), Brunetta (Forza ItaPRECISI SUI FONDI EULe Osservazioni di Bru- lia), Migliore (SEL), Giorgetti (Lega)
ROPEI? xelles gridano vendetta potrebbero chiedere al Governo due
"Abbiamo 183 miliardi
perchè sottolineano l'inca- cose: un dibattito d'aula dove illustrada spendere" tra fondi eupacità amministrativa, re il proprio progetto sul paese e la
ropei vecchi e nuovi. Così
vera causa della mancata pubblicazione completa dei dati di
Renzi martedì a Ballarò
spesa. Affinché l'Italia avanzamento di ogni progetto relativo
alle 23,15 su Rai Tre. Il prepossa spendere i fondi, la ai 28,8 miliardi non spesi del 2007-2013
mier ha dato un'informaCommissione Europea de- (inclusi i beneficiari e il cosa fa ogni
zione inesatta. Ha ripetuve approvare il documen- progetto). Così si integrerebbe in moto altre due volte la cifra
to di programmazione: do completo il bel sito OpenCoesione.
errata di 180 miliardi. In
l'Accordo di Partenariato.
Gran Bretagna il premier inglese Ca- essere confuso con essi. Il residuo del no costituite da due canali. Primo: i Il Governo Letta ne ha inviato una
CITTÀ METROPOLITANE E COmeron avrebbe avuto uno staff in gra- FAS 2007-2013 è di circa 13,5 miliardi. Il rimanenti 4282,8 milioni di euro dei prima versione a Bruxelles il 9 dicem- MUNI AVRANNO UNA DOTE ADEdo di preparagli i dati con la cifra FSC per il 2014-2020 sarà di 54,8 mi- programmi cofinanziati dai fondi co- bre 2013. Il documento era generico e GUATA DI FONDI UE? precisa per un'intervista alla BBC. In liardi ma tale cifra nella Legge di Sta- munitari del ciclo 2007-2013. Secondo i così il 10 marzo la Commissione EuNelle Osservazioni Bruxelles entra
un Paese normale Giovanni Floris bilità vale solo per competenza. Infatti dati della spesa certificata dall'ex Mi- ropea ha inviato le sue Osservazioni a indirettamente nel merito del DDL
avrebbe avuto una scheda preparata per Cassa la dotazione è la seguente: 50 nistero della Coesione Territoriale e Palazzo Chigi, criticando la proposta Delrio che abolisce le Province e istidalla redazione e avrebbe contestato milioni per il 2014, 500 milioni per il dal Ministero delle Politiche Agricole, italiana in 45 pagine. Nelle sue Os- tuisce le Città Metropolitane: "consil'inesattezza ripetuta tre volte. Ancora 2015, 1 miliardo per il 2016. Quindi dei al 31 dicembre
ieri mattina a Secondigliano Renzi ha 54,8 miliardi di FSC vi è la sola cassa di 2013 rimanevano
TOTALE PROGRAMMI COFINANZIATI DAI FONDI EUROPEI CHE L’ITALIA DEVE
dato prima la cifra di 183 miliardi, poi 1,55 miliardi fino al 2016. Vediamo co- ancora da spenSPENDERE ENTRO IL 2015
quella di 162 miliardi come quantità me si arriva alla cifra di 113 miliardi di dere: 1) 3121,9 mi(Dati pubblicati sui siti dei ministeri della coesione territoriale e delle politiche
dei fondi UE da spendere. Per onore di programmi cofinanziati dai fondi UE. lioni del POR FEag ricole).
cronaca il Presidente successivamen- Fino al 2015 si sommeranno due canali SR; 2) 428,5 miliote ha letto in modo preciso le quote di finanziari. Primo: i 28,89 miliardi di ni di POR FSE; 3)
contributo comunitario del ciclo euro non spesi del ciclo 2007-2013 al 31 732,4 milioni di
2014-2020. La cancelliera tedesca Mer- dicembre 2013 (secondo il monitorag- PSR FEASR. La
kel, a settembre, sottolineò che nella gio della spesa certificata sui siti del- Regione Campaspesa dei fondi UE il primo paese pro- l'ex Ministero della Coesione Terri- nia entro il diblematico fosse l'Italia: così ipotizzò toriale e del Ministero delle Politiche cembre 2015 deve
una task force a Bruxelles sui fondi Agricole) così suddivisi: a) i rimanenti spendere 4282,8
europei con poteri sostitutivi nei con- 22,89 miliardi dei programmi nazio- milioni di euro se
fronti degli Stati membri inefficienti. nali (PON) e regionali (POR) cofinan- non vuole restiSperiamo che quando presiederà il ziati dal FESR (Fondo Europeo di Svi- tuire a Bruxelles
Consiglio UE il presidente Renzi sia luppo Regionale) e dal FSE (Fondo So- il contributo coadeguatamente informato, altrimenti ciale Europeo); b) i rimanenti 6 mi- munitario. Secome potremo essere credibili di fron- liardi di euro dei piani regionali co- condo: i futuri
te alla Cancelliera Merkel? Vediamo finanziati dal FEASR (Fondo Europeo 14.486 milioni del ciclo 2014-2020: in- servazioni, poiché "manca completa- derando che le Città Metropolitane...
alcuni nodi dirimenti.
Agricolo di Sviluppo Rurale); Secon- fatti secondo l'Accordo di Partenaria- mente l'analisi della capacità ammi- ancora non esistono, non è chiaro"
do: gli 84,2 miliardi di euro del ciclo to in discussione con Bruxelles la do- nistrativa", la Commissione ci chiede come possa essere attuato il Program113 MILIARDI DI PROGRAMMI 2014-2020: circa 63,37 miliardi di euro tazione campana dei programmi co- "personale sufficiente e qualificato" in ma a loro dedicato (p. 3). Le città MeCOFINANZIATI DAI FONDI EURO- dei programmi cofinanziati da FESR e finanziati da FSE e FESR è di 12.650 materia di audit e controllo, un "ade- tropolitane non sono centri di proPEI. NON 183 MILIARDI. IL VEC- FSE; circa 20,85 miliardi dei program- milioni, di cui circa 5147 gestiti dal guato sistema informativo" e l'elabo- grammazione autonoma dei fondi euCHIO FAS È UN FONDO ITALIANO. mi cofinanziati dal FEASR.
Governo tramite i PON. Inoltre il pia- razione tempestiva della "manualisti- ropei. Al contrario, Roma Capitale, le
no FEASR campano ammonta a 1836 ca". Inoltre poiché le autorità italiane Città Metropolitane e i Comuni di memilioni. E allora di gestione devono avere personale dia grandezza potrebbero gestire diin una Regione competente e adeguato, Bruxelles rettamente il 30% delle risorse: con un
PROGRAMMI 2007-2013 GESTITI DIRETTAMENTE
dove si devono chiede al Governo una "procedura di accordo politico istituzionale potrebDALLA REGIONE CAMPANIA
gestire oltre 18 verifica" del loro personale: qualora la bero divenire Organismo Intermedio
miliardi fino al verifica fosse negativa, il Governo do- di Gestione (secondo l'art. 2 e l'art. 123,
2020 è grave che il vrebbe attuare un piano di migliora- comma 7, del Regolamento UE
generale Scoppa mento oppure sostituire l'autorità pre- n.1303/2013) sia nei programmi naziosi sia dimesso posta. La Commissione chiede di ga- nali, sia nei programmi regionali. Poiperchè "non mi rantire la trasparenza sulle date pre- ché la regione Campania dovrà spenhanno dato nulla viste per la pubblicazione dei bandi, dere fino al 2020 oltre 18 miliardi, 6
di quello che oc- sui loro risultati e sui loro dati di avan- miliardi potrebbero essere gestiti da
correva per fare zamento fisico e finanziario (p. 5). Leg- Napoli: il Comune avrebbe i fondi per
il mio lavoro". In gendo le Osservazioni il cittadino do- la raccolta differenziata dei rifiuti, per
particolare gli è vrebbe porsi alcune domande sui fon- l'edilizia scolastica, per i pulmini e gli
stato dato l'uffi- di UE. Il personale che controlla è suf- assistenti educativo-culturali per gli
cio "dopo 4 mesi e ficiente e qualificato? Il sistema in- alunni disabili. Napoli non dovrebbe
infinite insisten- formativo attuale è adeguato? Perché i scrivere i progetti per partecipare ai
ze"; il telefono era manuali non sono stati elaborati in bandi della Regione o di un Ministero
"staccato. Senza tempo? Il personale che gestisce i fondi ma redigerebbe essa stessa i bandi:
Il premier Renzi ha dato la cifra di
18 MILIARDI IN CAMPANIA FINO linea". Il computer era il suo "portato UE è competente e adeguato? E qua- passerebbe dalla condizione di bene183 miliardi sommando fondi italiani AL 2020: RENZI CONVINCERÀ LA da casa". Il Generale riporta di non lora non fosse competente, verrebbe ficiario di un bando a quella di centro
la cui spesa dipende solo dal Governo REGIONE A RIPRENDERE IL DIMIS- aver "mai avuto una segretaria o uno sostituito? I bandi e i loro dati di avan- di programmazione. Anche Bari, fuitaliano e fondi europei che possono SIONARIO GENERALE SCOPPA staff, figuriamoci un addetto al pro- zamento fisico e finanziario sono tra- tura Città Metropolitana potrebbe
essere spesi solo con l'approvazione di DANDOGLI MEZZI ADEGUATI? tocollo". Scoppa avrebbe dovuto vigi- sparenti? Sul monitoraggio indipen- avere il suo centro autonomo di piaBruxelles. Occorre una precisazione.
Il generale Scoppa aveva avuto un lare sulla correttezza delle gare di ap- dente Bruxelles chiede quale percen- nificazione.
[email protected]
La programmazione delle politiche di incarico dalla regione Campania co- palto, sulla scelta dei progetti, sull'a- tuale di progetti sarà "oggetto di una
* [esperto fondi strutturali europei, già consviluppo si serve di due tipi di stru- me esperto in legalità e sicurezza con pertura dei cantieri e sull'esecuzione visita almeno una volta durante l'ementi programmati insieme: i pro- focus sui fondi europei. Come ripor- dei lavori. Di conseguenza avrebbe do- secuzione" (p. 42) e giudica non chiare sulente del secondo governo Prodi]
R
RASSEGNASTAMPA
6 PRIMO PIANO
Giovedì 15 maggio 2014
VERSO IL VOTO
GOVERNO E PARTITI
DOPO LE RIVELAZIONI DI GEITHNER
Berlusconi aveva definito «gravissimo» il fatto che
le più alte cariche dello Stato fossero rimaste in
silenzio. Da qui la replica di Napolitano
Complotto, il Colle gela il Cav
«Mai informato di pressioni»
La Merkel: Berlino collabora in modo amichevole con tutti i governi italiani
l ROMA. Nel 2011 «sono
stato vittima di un colpo di
Stato» ed è «gravissimo» che le
più Alte Cariche dello Stato
restino in silenzio. Silvio Berlusconi va all’attacco sin dal
primo mattino e torna a puntare il dito contro Giorgio Napolitano e Matteo Renzi colpevoli, dice, di non aver detto
nulla su quanto rivelato dall’ex
ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner. Un duro attacco a cui il Quirinale decide
di replicare, rompendo il silenzio con una lunga e dettagliata nota in cui si ripercorre quello che accadde nel
novembre 2011: «Le dimissioni
di Berlusconi vennero motivate ad eventi politico-parlamentari italiani», mette in
chiaro il Capo dello Stato precisando poi che gli episodi
citati dall’ex ministro statunitense «sono relativi a riunioni tenutesi nell’autunno del
2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente
italiano – al pari degli altri
Capi di Stato non dotati di
poteri esecutivi – non aveva
titolo a partecipare e non partecipò».
Il Capo dello Stato evita di
replicare direttamente all’ex
capo del governo, ma nel lungo
comunicato fa trasparire l'irritazione per essere chiamato
in causa su vicende che non lo
riguardano: Il Quirinale non
sapeva nulla di «pressioni e
coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente
evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato».
Un argomento sul quale è intervenuta ieri la cancelleria di
Berlino chiarendo che La Germania collabora «in modo amichevole e cooperativo con tutti
i governi italiani».
Parole però che non bastano
al Cavaliere. Approfittando di
una manifestazione di Forza
Italia con Antonio Tajani, Berlusconi torna a calcare la mano definendo la «situazione attuale peggio di quella del 1992»,
facendo riferimento a Mani
Pulite. E non esita a definirsi
«deluso, disgustato ma anche
furioso» non solo «per quanto
fatto da Renzi ma anche per
quello che è accaduto ieri». Ed
è proprio per questo che l’ex
capo del governo torna a parlare di «Colpo di Stato. Ne
abbiamo subiti quattro – dice –
partendo dalla sua discesa in
campo». Il Cavaliere è un fiume in piena, torna a chiedere
l’elezione diretta del Capo dello Stato: «basta con queste elezioni di presidenti della Repubblica che avvengono di not-
te dopo che a scegliere sono i
soliti 4 segretari dei partiti».
Berlusconi non risparmia accuse nemmeno alla magistratura: «dopo 20 anni mi ritrovo
a non essere più un uomo
libero». Ed in particolare se la
prende con Md che ha avuto
come «regalo» la possibilità di
poter usare «la polizia giudiziaria come un proprio strumento che agisce con segretezza, senza che nessuno, nemmeno i nostri servizi segreti,
possano sapere quello che fa».
Accuse pesanti, quelle di Berlusconi, che solo per un attimo
sembra fermarsi precisando di
non poter «attaccare la magistratura e nemmeno il Capo
dello Stato» altrimenti - sottolinea - il rischio è quello di
«dover andare ai domiciliari o
di finire nel carcere di San
Vittore». L’ex premier si sente
perseguitato e vittima di un
complotto di cui fa parte anche
la sinistra che da «20 anni
prova a togliermi di mezzo».
L’esempio che cita è quello
della legge sulla par condicio:
«fatta contro di me» così come
quella sul finanziamento al
partito. «Il Pd – accusa – ha le
feste per finanziarsi e le cooperative, l’unico che aveva Forza Italia era il signor Silvio
Berlusconi». Il Cavaliere invita
quindi a donare fondi al partito: «siamo senza un soldo» ed
io «mi ritrovo con una fidejussione di 87 milioni di euro».
Yasmin Inangiray
AI FERRI
CORTI
Il presidente
della
Repubblica,
Giorgio
Napolitano,
e l’ex premier,
Silvio
Berlusconi
.
LA SORTE DEL DEPUTATO VERRÀ CON TUTTA PROBABILITÀ DECISA DOPO LE ELEZIONI. LA CAMERA HA SOLO IL TEMPO DI APPROVARE IL DECRETO CASA CHE SCADE IL 27 MAGGIO
Slitta il voto sull’arresto di Genovese. Scontro Pd-M5S
Grillo sul blog: «Attenzione! C’è un potenziale latitante che si aggira per l’Italia. Non lasciatelo fuggire!»
l ROMA. Il voto della Camera sulla richiesta di
arresto del deputato Pd Francantonio Genovese arriverà dopo le elezioni europee: il dato appare ormai
una certezza dopo una giornata a Montecitorio di
scaramucce tra i democrat e i Cinque Stelle e dopo le
bordate di Beppe Grillo contro il parlamentare indagato
per associazione a delinquere, peculato e truffa. Il leader
M5s accusa infatti il «soccorso rosso» del Pd e lo stesso
Renzi di tramare contro la richiesta di arresto. E, dal suo
blog, si appella alle forze
dell’ordine: «Attenzione! C’è
GENOVESE Ieri in Aula
un potenziale latitante che si
aggira per l’Italia. Si chiama
Francantonio Genovese. Non lasciatelo fuggire!». Segnali, per il Pd, che i Cinque Stelle intendono giocarsi
la carta del voto sull’arresto del deputato siciliano in
campagna elettorale. E Renzi non intende cadere nel
tranello. Il Pd vuole infatti votare per l’arresto ma
teme che, con il voto segreto, sia parte dello stesso
M5s a votare contro per addossare poi la colpa ai
democrat. Saldando i voti grillini agli inevitabili No
che il Pd mette in conto anche dentro il suo schieramento. Un ostacolo che potrebbe essere ovviato con
il voto palese, su cui sia il Pd sia il M5s si dicono
favorevoli. Ma c’è FI che, in ossequio alla sua linea
garantista, ha già annunciato di voler chiedere il voto
segreto e siccome servono solo 30 voti per ottenerlo, il
voto palese sarà escluso. Meglio rinviare, quindi.
«Non ci faremo fregare» si orecchia infatti in Transatlantico tra i deputati Pd a cui è stato sufficiente
vedere come si è mosso il M5s sul decreto lavoro,
arrivato al voto finale. «Hanno deciso di non fare
ostruzionismo su un decreto che hanno sempre osteggiato» dicono i democrat. Esattamente il contrario di
quanto imputa invece il M5s che accusa a sua volta Sel
di fare da «stampella» al Pd, facendo ostruzionismo
su un decreto che, dicono, non hanno mai ostacolato
in Commissione. Fatto sta che il decreto ieri non è
stato votato: slitta a domani. Poi, dopo la votazione, si
terrà una riunione della capigruppo sul calendario
dei lavori: la previsione è che vengano inseriti, prima
del voto su Genovese altri decreti come quello sulla
casa oppure quello sugli ospedali psichiatrici che
tuttavia non sarebbero a rischio di decadenza immediata. Il decreto Casa è stato approvato ieri al
Senato ed era in calendario già per ieri sera in commissione alla Camera e scadrebbe il 27 maggio.
Considerato che i deputati hanno già chiesto e
ottenuto di non fare sedute nella settimana prima del
voto europeo il decreto va dunque approvato entro la
settimana. Lo slittamento sarebbe a questo punto
assicurato. Ma il rischio di una reazione M5s sarebbe
a quel punto scontato.
«Ci piacerebbe sapere cosa dirà il Pd ai cittadini,
come giustificherà queste manovre di palazzo, di
fronte al gravissimo caso Genovese, in un momento il
cui il Paese è ripiombato negli scandali politici»
dicono i Cinque Stelle che annunciano battaglia.
Grillo incalza Renzi: «faccia uno sforzo in più e pulisca i panni del suo partito in Arno prima di chiedere
sforzi agli altri».
Francesca Chiri
VIA LIBERA DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA IN VISTA DELL’APPRODO IN AULA IL 26 MAGGIO. GASSANI: «LA SEPARAZIONE VA ABROGATA TOUT COURT»
Primo sì al «divorzio breve»
Scontato il no dei vescovi. Ma c’è anche quello degli avvocati matrimonialisti
PIÙ FACILE Sciogliere vincolo matrimoniale
l ROMA. Accordo «trasversale» tra le forze politiche
al disegno di legge sul cosiddetto «divorzio breve», licenziato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera.
Ma il provvedimento non piace, per motivi opposti, ai
vescovi e alle associazioni che da anni si battono contro i
tempi lunghi per ottenere in Italia la fine giuridica del
matrimonio. Il ddl, che andrà per il parere alle altre
commissioni in vista dell’approdo in aula il 26 maggio,
prevede una riduzione dei tempi della separazione a 12
mesi, in caso di contenzioso, o a sei mesi, quando l’addio
è consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Se la separazione è giudiziale, il termine
decorre dalla notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell’udienza. La comunione dei beni si scioglie
quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o
al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.
Il «divorzio breve» sarà operativo anche per i procedimenti ancora pendenti.
Un bel passo avanti, dunque, rispetto ai tre anni di
separazione legale che attualmente sono necessari per
sciogliere definitivamente il vincolo coniugale. Non è
abbastanza, però, per l’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani: «la separazione va abrogata tout
court o al massimo resa facoltativa» commenta il presidente Gian Ettore Gassani. Perché «lo Stato non ha il
diritto di interferire sulle coscienze della gente in modo
paternalistico, imponendo tempi di riflessione per decisioni intime e personali, siano essi di 2 anni, 3 anni o 5
minuti». La Lega Italiana per il Divorzio Breve parla
addirittura di «truffa» perché «il testo uscito dalla Commissione Giustizia è stato definito “divorzio breve” solo
per ingannare gli italiani» ma «in realtà questa riforma
tocca solo i tempi della separazione e dunque si dovrebbe
parlare più correttamente di “separazione breve”». Anche per la Lega, insomma, si può fare di più riconoscendo il diritto per le coppie di divorziare senza passare
attraverso un periodo di separazione legale «proprio
come avviene in quasi tutti i Paesi europei ed extraeuropei».
Soddisfatto invece il relatore, Luca D’Alessandro (F.I.),
che parla di «mediazione tra varie parti politiche che
non soggiace alla logica maggioranza-opposizione, ma
alle coscienze». E proprio frutto di mediazione, il ddl non
poteva contemplare il divorzio «diretto» che pure era
previsto da un emendamento presentato da alcuni esponenti del gruppo misto e del Pd.
Scontato il niet dei vescovi: «Anticipare i tempi per
disfare la famiglia» non solo è un attacco a questa
istituzione, ma una via che porta «a disgregare la stessa
società che sulle famiglie si regge» commenta don Paolo
Gentili, direttore dell’ufficio Cei per la Pastorale della
Famiglia. «Speriamo - aggiunge - in un passo indietro,
anzi in un passo avanti. Abbiamo ancora la speranza che
sulla famiglia si possa investire di più. C’è un vuoto per
quanto riguarda il sostegno alla famiglia e ancora di più
quando si vive la separazione. Manca l’aiuto, il sostegno,
la mediazione con competenze specifiche». «Sono tanti conclude - i casi di coppie che, dopo anni di separazione,
sostenute e aiutate, tornavano insieme con un maggiore
benessere per loro stessi e per i figli».
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 7
Giovedì 15 maggio 2014
REGGIO CALABRIA
VERTICE IN PROCURA
LA CORSA ALLA CANDIDATURA
L’ex ministro era «l’interlocutore destinato, in
caso di elezione alle Europee, ad operare» nella
gestione e destinazione dei «finanziamenti»
Scajola, l’indagine cerca
la ‘ndrangheta invisibile
All’ombra di Matacena, «ambienti decisionali di altissimo livello»
l REGGIO CALABRIA. Una
‘ndrangheta invisibile, un secondo livello composto da «ambienti
decisionali di altissimo» profilo in
Italia e all’estero, ben al di sopra
dei boss delle cosche, che rappresenterebbero i veri «capi» della
più potente organizzazione criminale presente nel nostro Paese.
L’indagine della Dda di Reggio Calabria e della Dia che ha portato in
carcere Claudio Scajola, potrebbe
svelare quello che finora è stato
solo ipotizzato in decine di inchieste e che i magistrati sono convinti
di aver individuato. Anche di questo si è parlato nel vertice operativo che si è tenuto per tutta la
mattinata nella sede della Dia di
Reggio Calabria e al quale hanno
partecipato il procuratore Federico Cafiero De Raho e il sostituto
Giuseppe Lombardo. Fonti qualificate non confermano e non
smentiscono l’iscrizione di alcuni
personaggi, come i figli di Fanfani
o la sorella di Scajola, ma sottolineano che in ogni caso si tratta di
personaggi di «secondo piano».
Altro discorso affrontato è quello relativo alla vicenda della scorta usata dall’ex ministro per sbrigare, secondo l’accusa, faccende
della moglie di Matacena. Gli uomini della scorta, intanto, sono
stati riassegnati ad altri uffici.
Ma nella riunione non ci si è
limitati ad una semplice suddivisione dei compiti per analizzare
l’enorme mole di documenti sequestrati sia nella cantina di Scajola sia in quella della segretaria
di Amedeo Matacena, ma si è messa a punto la strategia investigativa da tenere nel prosieguo
dell’inchiesta. Anche perché l’operazione che ha portato agli arresti
dell’altro giorno è solo uno dei filoni di un’indagine ben più ampia
che per diverse tranche è ancora
coperta da segreto.
Ed il primo passo per avere conferme alla tesi è proprio l’analisi
dei documenti sequestrati a Scajola – che ieri ha ricevuto in car-
cere la visita della moglie e dei
figli dicendosi «sereno e fiducioso
di poter spiegare tutto» – e a Matacena: una «impressionante» miniera in cui cercare, sottolinea un
investigatore, quei collegamenti
con il livello superiore. Ma anche
«gli interessi» che hanno spinto
l’ex ministro a «sostenere, agevolare e rafforzare consapevolmente» Matacena. Si tratta solo di interessi economici o c’è dell’altro?
Nella sua richiesta d’arresto, il pm
ha scritto che dalle risultanze investigative emerge «uno spaccato
di drammatica portata, in grado di
enfatizzare la gravità “politica”
del comportamento penalmente
rilevante consumato da Claudio
Scajola». Un comportamento il cui
«disvalore aumenta a dismisura
proprio nel momento in cui lo si
mette in correlazione al delitto di
concorso esterno in associazione
di tipo mafioso posto in essere dal
Matacena».
Tanto più che l’imprenditore,
per la Dda reggina ha un ruolo
«ben più significativo di quello del
mero concorrente esterno»: da
quando nel 1991 un pentito lo vide
al santuario di Polsi partecipare
ad un summit mafioso, Matacena
sarebbe diventato «la stabile interfaccia della ‘ndrangheta, nel
processo di espansione» verso
«ambiti decisionali di altissimo livello». E dunque, dicono i magistrati: «se da una parte la elevata
collocazione imprenditoriale di
Matacena ha garantito e garantisce la necessaria “invisibilità”
nelle relazioni privilegiate con
soggetti politici operanti in am-
bito nazionale ed europeo»,
dall’altra lo stesso imprenditore è
«il perno» - assieme ad altre «componenti soggettive» che non rientrano in questo filone - attorno al
quale «ruota la fitta ragnatela relazionale che caratterizza il mondo imprenditoriale, economico e
finanziario, nazionale ed internazionale, funzionalmente collegata
in uno perverso rapporto di prestazioni corrispettive con le più
evolute manifestazioni della
‘ndrangheta».
Ed è proprio in questo contesto
che, secondo l’accusa, si inserisce
Scajola che diviene, vista l’impossibilità di Matacena di candidarsi
alle europee, «l’interlocutore destinato, in caso di elezione, ad operare» nella gestione e destinazione
dei «finanziamenti».
«Basta!... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi»
Mistero sulla lite. fra l’ex ministro e lady Matacena
REGGIO CALABRIA – Ad agosto scorso, Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, piangeva al telefono chiedendo a
Claudio Scajola di raggiungerla immediatamente nel Principato di Monaco e poi, a
distanza di pochi mesi, nel gennaio scorso, quando l’ex ministro le intima di fare
«delle scelte», i due litigano ed il politico
ligure le dice «senti figliola, basta balle e
sotterfugi». E sullo sfondo del rapporto
«come tra padre e figlia», come lo ha definito Matacena durante una delle sue interviste, ci sono sempre gli interessi per le
aziende e la latitanza dell’imprenditore
reggino. Dalle centinaia di telefonate intercettate, emerge un quadro che non
sempre è stato costellato di «rose e fiori».
In qualche caso, ci sono state anche le
spine e le incomprensioni. L’ex ministro,
però, memore della sua esperienza a capo del Viminale e del Copasir, resta sempre in allerta e, temendo di essere intercettato, usa un linguaggio in codice oppure avverte la Rizzo che «siamo al telefono,
siamo al telefono», in modo da non fare riferimenti espliciti e diretti all’argomento
di cui si stava parlando. Il 28 agosto 2013,
a poche ore dall’arresto di Amedeo Mata-
cena a Dubai, dove gli hanno ritirato il
passaporto ed il documento di ex parlamentare italiano, Chiara Rizzo è in lacrime
e chiama Scajola esortandolo a raggiungerla: «Devi venire da me...subito se
puoi». E l’ex ministro non esita a dirle: «Va
bene, senti ti chiamo dopo e faccio in modo di raggiungerti». L’ottimo feeling tra i
due, però, si infrange il 18 gennaio scorso
quando Scajola le chide di fare delle scelte e lei gli risponde: «E qual è questa scelta?». Risposta: «Dobbiamo rendere conciliabile questa scelta con le altre cose, tutto
qua! L’hai già fatto no, non è che devono
essere...fare degli intrugli...». Chiara allora
insiste: «Che c’entra la mia scelta...». E
l’ex ministro: «basta!... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi, su ... uno dice le cose com’è, ognuno ha il coraggio delle sue
posizioni nella vita, no ... nella vita...». A
questo punto la conversazione si conclude con la Rizzo che riattacca e tronca la telefonata. E così resta il mistero di quali
fossero le «scelte» cui tiene tanto Scajola.
E tra le lacrime ed una lite si innesta anche
la vicenda del blocco di un conto corrente
bancario di cui era beneficiaria Chiara Rizzo.
12 ANNI FA L’OMICIDIO DEL GIUSLAVORISTA SCAJOLA DI LUI DISSE: «ERA UN ROMPICOGLIONI»
Bologna, riaperte le indagini
sulla mancata scorta a Biagi
l BOLOGNA. Le indagini sulla revoca della
scorta a Marco Biagi, il giuslavorista ucciso
dalle nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002, sono
state riaperte. A dodici anni dall’omicidio la
procura di Bologna è tornata sui fatti che portarono alla scelta di togliere la scorta al professore, poi preso di mira dai terroristi. Il fascicolo è conoscitivo, senza cioè indagati né
ipotesi di reato. A chiedere la riapertura delle
indagini è stato il pm Antonello Gustapane,
dopo che la procura di Roma ha trasmesso a
Bologna i documenti sequestrati alcuni mesi fa
nel corso di un’inchiesta.
Le carte che hanno portato all’apertura del
fascicolo sarebbero state in possesso di Luciano Zocchi, ex segretario di Claudio Scajola.
Proprio Scajola, ministro dell’Interno all’epoca dell’assassinio del giuslavorista, fu costretto
alle dimissioni dopo un’esternazione fatta a tre
mesi dall’omicidio del giuslavorista: «Biagi era
un rompicoglioni che voleva il rinnovo del
contratto di consulenza».
Il pm titolare del fascicolo è lo stesso che nel
2003 aveva chiesto l’archiviazione dall’accusa
di cooperazione colposa in omicidio per gli
accusati: l’allora direttore dell’Ucigos, Carlo
De Stefano, il suo vice Stefano Berrettoni, il
questore Romano Argenio e il prefetto Sergio
Iovino. Le Br - fu la conclusione del gip che
archiviò l’inchiesta, Gabriella Castore – scelsero di colpire il professor Biagi anche perché
gli fu tolta la protezione, per una serie di errori
sia a livello centrale che periferico, che però
non avevano rilievo penale.
Per questa nuova indagine, la procura avrebbe sentito lo stesso Zocchi e anche la moglie
dell’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi,
all’epoca vicino a Biagi. Potrebbero inoltre avere interesse per i magistrati bolognesi i documenti trovati un anno fa nel corso di una
perquisizione negli studi di Roma e di Imperia
di Scajola, materiali coperti da segreto relativi
al G8 di Genova e allo stesso Biagi, per la cui
detenzione Scajola è indagato dalla procura di
Roma. Non si esclude, inoltre, che documenti di
interesse potrebbero esserci anche nell’inchiesta della procura di Reggio Calabria – che ha
portato all’arresto di Scajola – in merito alla
protezione della latitanza di Amedeo Matacena.
Bocche cucite in procura. Traspare però irritazione per la fuga di notizie. «Indagheremo
per vedere come è uscita la notizia», ha detto il
procuratore capo Roberto Alfonso. Per l’avvocato Guido Magnisi, legale della famiglia
Biagi, «è prematuro fare qualsiasi valutazione
non avendo nessun elemento di conoscenza.
Ovviamente c’è la disponibilità della famiglia,
se convocata, a dare un suo eventuale contributo».
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 33
Giovedì 15 maggio 2014
CAMPIONE
«Comprate la Bari, per favore»
>> CONTINUA DALLA PRIMA
B
ari ha la testa nel pallone.
Ormai da tempo, grazie alla leggendaria cavalcata
della squadra biancorossa.
Ai risultati ottenuti sul campo, però,
non corrisponde l’interesse concreto
di chi (per ora solo a parole) manifesta interesse per l’acquisto della
società dichiarata fallita. Le aste in
tribunale finiscono deserte, senza offerte, il baratro si avvicina. La città
ha prima assistito distaccata alla fine
dell’era Matarrese, poi è ritornata
allo stadio. In massa. Cifre da sballo
per la serie B, abituata ad una media
di 5mila spettatori a partita. Al San
Nicola i record sono stati demoliti
uno dopo l’altro. Dagli 800 paganti
siamo arrivati a 25mila. Quasi 100mila persone nelle ultime quattro partite interne.
I numeri, però, non bastano a convincere russi, indiani, inglesi, italiani, americani a rilevare la società.
Così si passa al contagio social.
L’idea di Pinuccio, all’anagrafe Giuseppe Giannone, si trasforma in uno
Tsunami biancorosso. Oltre quattromila immagini inserite, dopo quella
della squadra che chiedeva una mano d’aiuto. «Comprate la Bari» c’era
scritto sui pezzi di cartone retti dalle
mani dei giocatori-clochard.
La gente si diverte, ride, lavora di
fantasia. Tantissimi i fakes, i falsi
d’autore, cioè le immagini dei personaggi famosi ritoccate con Photoshop per costringerli a esibire il
cartello con la frase-tormentone:
Obama, il Papa, Maradona, Grillo,
Tonino Matarrese. Ce n’è per tutti i
gusti.
Ma quello che colpisce di più è la
dilagante mania di chi, invece, vuole
diventare protagonista, pubblicando
selfie, l’autoscatto digitale, a volontà,
con una buona dose di ironia e tanta
fantasia.
Gli illustri sconosciuti (non mancano nonne, cani e gatti di famiglia,
baresi con lo sfondo dei grattacieli,
scolaresche intere, immigrati del
Bangladesh, fornai) sono stati piano
piano affiancati dai vip. «Comprate
la Bari» si è trasformato in un ritornello infinito. Uno degli ultimi a
di GIUSEPPE DE TOMASO
>> SEGUE DALLA PRIMA
S
AUTOSCATTI E FALSI
D’AUTORE Alcune delle
immagini sul sito Facebook
«Comprate la Bari»
fare capolino è stato il porno attore
Rocco Siffredi. Uomo senza mezze
misure che ha preso a cuore il destino
della squadra biancorossa minacciando severe punizioni hard in caso
di inadempienze contrattuali. C’è un
video che non ammette equivoci.
Gli appelli fotografici di Checco
Zalone e Emilio Solfrizzi, rappresentano un cult del web. La rete è in
ebollizione. In punta di piedi è en-
trato anche Fiorello (ha svolto nel
capoluogo pugliese il servizio militare) con un post.
Da citare il selfie del matrimonio
all’uscita dalla Basilica di San Nicola
con sposi e testimoni sorridenti
nell’esibire le lettere di «Compratevi
la Bari».
Non fateci soffrire ancora. Compratevi questa Bari.
Gaetano Campione
ANTONIO BIASI
La bestia era lui, non il cane
D
DISUGUAGLIANZA
E OPPORTUNITÀ
LEZIONE DAGLI ANNI ‘50
ev’essere stato suggestionato da qualche vecchio film western un anziano e sciagurato allevatore di Manfredonia.
Volendo liberarsi di un cane che, a suo dire, infastidiva il
bestiame di proprietà, invece di cercare qualcuno al quale
donare il cucciolone, un meticcio di quattro mesi, ha pensato di legarlo
al gancio di traino dell’auto, dopodichè ha messo in moto ed è partito
lungo la provinciale Manfredonia-Zapponeta. La povera bestiola per un
po’ è riuscita a correre a perdifiato dietro l’auto poi, quando l’allevatore
ha schiacciato l’acceleratore, è crollata, ed è stata orribilmente trascinata. Per sua fortuna, il cucciolone, che non a caso è stato poi
ribattezzato Lucky dai volontari dell’Enpa che l’hanno soccorso, è stato
notato da due passanti che hanno fatto fermare l’auto dell’anziano
aguzzino. L’uomo prima ha protestato contro chi aveva osato interrompere la sua sadica «passeggiata» poi ha slegato il cane gravemente
ferito e l’ha lanciato a bordo strada, fra le erbacce. Fatto ciò, si è
dileguato. Nel frattempo sono arrivati i poliziotti allertati dai due
passanti. Il cane è stato soccorso e trasferito in una struttura veterinaria che si occupa delle bestie del canile municipale di Manfredonia. Secondo i volontari della Protezione animale Lucky, pur se in
gravi condizioni, dovrebbe salvarsi.
Per quanto riguarda l’ignobile torturatore è stato rintracciato dagli
agenti: ora rischia una condanna dai quattro mesi ai due anni di
reclusione. Sappiamo però tutti molto bene che non farà mai un giorno
di carcere, questo a prescindere dalla sua età. Certo, è importante che ci
sia una legge per punire chi maltratta gli animali, ma purtroppo non
sarà quella, almeno a breve, a fermare questi sconsiderati. Trasformare
la mentalità delle persone richiede un percorso lunghissimo e faticoso
e, comunque, nessuno potrà mai modificare i comportamenti di persone senza cuore come il protagonista della vicenda di Manfredonia.
A beneficio di Lucky e di tutte le altre bestie, però, l’amore per gli
animali è molto più diffuso della crudeltà che alcuni dimostrano di
avere. A fronte di un episodio brutto come questo ve ne sono tanti di
persone che raccolgono dalla strada cani, gatti, e anche altri animali, e
li portano in famiglia offrendo e ricevendo affetto. Ma in genere questo
accade nel silenzio perché, il bene, da tradizione, fa meno notizia del
male.
Da parte nostra lanciamo un appello per cercare qualcuno che sia
disposto a ospitare Lucky in modo da concludere il circuito virtuoso che
una vicenda così brutta ha messo in moto. Due passanti invece di girare
la testa dall’altra parte sono intervenuti fermando l’allevatore e allertando la polizia. Gli agenti, dal canto loro, sono prontamente intervenuti e hanno rintracciato il crudele uomo. I volontari dell’Enpa si
sono subito prodigati per curare la bestiola. E il canile ha messo a
disposizione le strutture per dare ospitalità al cucciolone. Ora manca
solo l’ultimo passo: una casa.
Grazie, anche a nome di Lucky. Sperando che guarisca presto.
e l’ascensore sociale una volta assicurato dal merito, e dal
lavoro, si è bloccato in Europa, figuriamoci in Italia, i cui
ragazzi più studiosi sperano proprio nella mobilità e nella
competitività dei Paesi stranieri per migliorare la propria condizione di vita. Qui, da noi, l’ascensore non si muove
neppure di un millimetro. A meno che non si provi, insieme con le
nozze sostanziose, con l’altro jolly vincente: la politica. L’attività
politica, specie se accompagnata da sicuri scatti di carriera, rappresenta l’unica vera chance per avanzare di posto nell’hit parade
della ricchezza e del potere. Che sia così, lo conferma la corsa a
perdifiato verso le candidature elettorali, una corsa sempre più
affollata ogni anno che passa.
Anche la criminalità considera la politica un’occasione da non
perdere. Se in passato, i vari pezzi da novanta del malaffare preferivano non esporre il proprio nome di famiglia (decidendo di
affidarsi a signori al di sopra di ogni sospetto), ora non è più così.
Parenti e amici scendono in pista in prima persona, segno che lo
status del politico, nonostante la cattiva reputazione che accompagna negli ultimi tempi la categoria, rimane più affascinante di
Lady Matacena.
Ma se tutti vogliono darsi alla politica anziché alle libere attività, significa che una nazione nuota in cattive acque. Che sviluppo potrà mai sorridere a un Paese che costringe i più intraprendenti a scegliere tra due opzioni: o emigrare o candidarsi
alle elezioni (in questo secondo caso insieme a larghe fasce di
opportunisti)? Niente di niente.
Ma torniamo a Piketty. Sostiene il giovane economista che le
disuguaglianze nel mondo crescono alla velocità della luce. Può
darsi, anche se le cifre dicono che, rispetto alla popolazione mondiale complessiva, il numero degli affamati tende a ridursi con
progressione costante. Può darsi che le distanze tra ricchi e poveri
si allunghino, anche se i crolli dei valori immobiliari e finanziari
negli ultimi lustri contrastano con la teoria dell’incremento senza
freni delle disparità sociali. Se le case e gli investimenti finanziari
rendono meno di ieri, non si capisce - fatta eccezione per le paghe
dei manager alla Sergio Marchionne o degli sportivi alla Cristiano
Ronaldo - in quali altri settori i dislivelli economici possano raggiungere proporzioni, o soproporzioni, da infarto. Comunque.
DEMOCRAZIA -Presa per buona la tesi, quasi un atto di fede,
che le disuguaglianze crescono, e cresceranno all’infinito fino a
mettere in pericolo la stessa credibilità di una democrazia, Piketty
suggerisce che l’unico rimedio alla spaccatura sociale verticale si
chiama tassazione a go-go. Altro che patrimoniale una tantum . Il
42enne studioso francese propone un’aliquota annuale dell’80%
per i redditi medio-alti, una sorta di esproprio a rate sulla falsariga dell’alternativa che già prefigurava Friedrich Engels
(1820-1895) in caso di insuccesso della rivoluzione proletaria: un
ininterrotto aumento-choc del prelievo fiscale.
Ora. Di sicuro un’aliquota fiscale all’80% produrrebbe effetti
egualitari. Di sicuro, però, non genererebbe effetti meritocratici:
non solo l’ascensore sociale rimarrebbe più immobile di una piramide egizia, ma complessivamente il tasso di benessere generale precipiterebbe a valle come una valanga alpina, visto che
crollerebbero gli incentivi a lavorare e guadagnare di più. Forse si
salverebbero solo i politici, che avrebbero modo di preservare le
proprie indennità dalla lama fiscale, dissotterrando privilegi un
tempo riservati ai feudatari delle monarchie assolute. Ma non è
detto che la Casta riuscirebbe a salvare i propri benefit , visto che
la cosa potrebbe scatenare l’inferno.
Allora? Non sappiamo quale sarà l’accoglienza che il pubblico
italiano tributerà al libro di Piketty (finora solo in edizione inglese), di imminente pubblicazione sul nostro suolo. Non vorremmo che la classe politica ne approfittasse (ogni pretesto è buono)
per una nuova stangata tassaiòla, in nome stavolta di un aspirante
imitatore di Marx, pensatore di ben più elevato lignaggio. Sappiamo solo che Piketty dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso:
o la mobilità sociale, o l’uguaglianza, o meglio l’egualitarismo.
Non c’è una via di mezzo. Una tassazione all’80% costituisce, di
per sé, l’antitesi della meritocrazia, del premio ai più bravi.
Stupisce l’attenzione finora assegnata al Piketty-pensiero anche
perché solo un aspirante suicida potrebbe sognare di contrastare
la concorrenza dei prodotti asiatici attraverso un ulteriore balzo
del carico impositivo in Europa. Nell’era della globalizzazione,
una misura del genere si trasformerebbe nel regalo più sontuoso
mai ricevuto da uno Stato.
Uguaglianza, meritocrazia, uguaglianza, meritocrazia. S’è vissuto un periodo storico, parliamo dell’Italia, che ha visto ridursi le
disuguaglianze sociali e aumentare il tasso di sviluppo: accadeva
negli anni Cinquanta e Sessanta. Ecco. Bisognerebbe tornare a
quella stagione, alle lezioni di quei leader. Altro che fenomeno
Piketty, la cui vera abilità presto si riscontrerà sul suo conto
corrente: diritti d’autore stratosferici grazie a un’idea che, se realizzata, prosciugherebbe i portafogli di tutti gli altri.
Giuseppe De Tomaso
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
2
giovedì 15 maggio 2014
LE BUGIE DELL’EX CAV
«Nel 2011 lasciò
liberamente». Il Colle
smentisce Berlusconi
● Nota del Quirinale
dopo la campagna
dell’ex Cav sulle parole
dello statunitense
Geithner
● «Mai informato
di pressioni. Dimissioni
del premier motivate
da eventi politici
e parlamentari italiani»
MARCELLA CIARNELLI
@marciarnelli
Nessuna rivelazione perché tutto è stato chiarito nei modi e nei tempi dovuti.
Men che mai la condivisione di una qualunque responsabilità nelle forme e nel
merito. Dal Quirinale, mentre i berlusconiani più ortodossi si appassionavano al “silenzio rumoroso” del Colle, è
stata diffusa una nota ufficiale che con
nettezza ha replicato alle ipotesi, rinfocolate da quanto scritto dall’ex segretario di Stato al Tesoro americano Timothy Geithner, del “complotto” ordito ai danni di Berlusconi andato poi a
buon fine tanto che l’ex Cavaliere sul finire del 2011 fu costretto alle dimissioni. Un complotto cui per i berlusconiani
non sarebbe stato estraneo il presidente della Repubblica che già nell’estate
dello stesso anno, stando a quanto affermato nel libro di Alan Friedman, avrebbe lavorato all’incarico a Palazzo Chigi
per Mario Monti, un altro accadimento
a cui, nello scorso febbraio, non è mancata l’autentica lettura fornita dal Quirinale. Che nulla ha a che vedere con le
ipotesi di complotti che di tanto in tanto
vengono evocati.
La nota ha puntualizzato che «sulle
vicende che condussero alle dimissioni
dell’onorevole Berlusconi nel novembre del 2011, e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del
governo Monti, il presidente della Repubblica - dopo averne già dato conto
via via nel corso degli sviluppi della crisi
- fornì un’ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto
il 20 dicembre 2011 in occasione della
Cerimonia di scambio degli auguri con i
rappresentanti delle istituzioni e delle
forze politiche in Quirinale». Fu proprio «in quel discorso, così come nel
messaggio televisivo del 31 dicembre,
che possono ritrovarsi tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a
problemi di fondo del Paese come quelli
della crisi finanziaria ed economica che
l'Italia stava attraversando nel contesto
europeo».
LA MEMORIA CORTA
Chi ha scelto di sostenere la tesi del complotto ha evidentemente memoria corta. O preferisce dimenticare i drammatici mesi in cui l’economia italiana si trovò sull’orlo di un baratro senza ritorno
in un susseguirsi di eventi andati molto
al di là di semplici sollecitazioni o messa
sull’avviso, fino all’esplicita bocciatura
in ottobre da parte del Parlamento del
rendiconto generale dello Stato segnata dal non voto dello stesso ministro
dell’Economia, Giulio Tremonti.
Le due occasioni ufficiali in cui Napolitano ripercorse l’itinerario della situazione politica che lo aveva portato alla
decisione di nominare un governo tecnico guidato da Mario Monti, erano state
anche precedute da un’altra puntualizzazione, diventata indispensabile davanti al cadere della fiducia nel consesso internazionale nei confronti del governo italiano. ll presidente della Repubblica, viene ancora ricordato nella
nota diffusa ieri, stigmatizzò il 25 ottobre 2011, «le inopportune e sgradevoli
espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo)
di scarsa fiducia negli impegni assunti
dall'Italia”».
Il 20 dicembre il presidente non mancò di ricordare che «la maggioranza di
governo scaturita dal voto del 2008 e
dal meccanismo elettorale maggioritario era stata già da tempo segnata da
una rottura pubblica e aveva nel tempo
ridursi la sua coesione e stabilità e quindi accrescersi le sue difficoltà di decisione e iniziativa. E quanto più appariva
necessaria un’ampia convergenza attorno a scelte difficili e impegnative, tanto
più risultava penalizzante il clima aspramente divisivo radicatosi nei rapporti
politici. La sostenibilità anche internazionale di tale stato di cose era giunta a
un punto limite. A me toccava solo registrare e seguire imparzialmente le reazioni delle forze in campo. Fino a quando il presidente del Consiglio, prendendo atto di una situazione così critica, dopo l’esito negativo di una votazione significativa in Parlamento, si è risolto,
con senso di responsabilità, a rassegnare le dimissioni».
Un concetto ribadito ancora ieri. Senza nulla aggiungere perché tutto era stato chiarito nel tempo. Per il resto bisogna avere ben chiaro che «null'altro di
pressioni e coartazioni subite dal Presidente del Consiglio nei momenti e nei
luoghi di recente evocati fu mai portato
a conoscenza del Capo dello Stato. Le
dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011
dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l'8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani».
Scontata l’insoddisfazione dei berlusconiani alle parole di Napolitano. «Nessun complotto contro Berlusconi, è venuta meno la sua maggioranza» ha condiviso Massimo D'Alema, a margine della presentazione del suo ultimo libro.
«Che poi in Europa ci fossero capi di Stato o di governo che pensassero che Berlusconi fosse un danno per l'Unione Europea è comprensibile, perché in effetti
era così: ma non c'è stato nessun colpo
di Stato con i carri armati».
I GIORNI CALDI DEL 2011
Dalla lettera della Bce al vertice del G20
a Cannes. Tutte le tappe del declino
27 LUGLIO
Confindustria, Associazione delle
banche italiane e sindacati presentano
in una conferenza stampa un
documento condiviso in cui chiedono
«discontinuità».
5 AGOSTO
La Banca centrale europea invia al
governo italiano una lettera riservata
con la quale detta un piano di austerity
per mantenere i parametri europei,
chiedendo tagli di spesa e la riforma
delle pensioni.
26 SETTEMBRE
Il presidente della Conferenza
episcopale italiana, Angelo Bagnasco,
interviene contro lo stile di vita dei
politici. È una chiara allusione al
premier Berlusconi. Bagnasco invoca
«gesti nobili e responsabili».
11 OTTOBRE
Manca un voto e il governo va sotto
sul rendiconto generale dello Stato. Lo
stesso ministro Giulio Tremonti non ha
votato.
20 OTTOBRE
Telefonata tra Angela Merkel e il
Quirinale. Secondo il Wall Street
Journal la Cancelliera tedesca chiede
al presidente Napolitano di sostituire
Berlusconi con un altro premier. Il
Quirinale smentisce questa
«Quale complotto? Cadde per la crisi della maggioranza»
MARIA ZEGARELLI
ROMA
«Un complotto? Non scherziamo, Silvio Berlusconi si è dimesso per i problemi interni alla sua maggioranza e per
la grave crisi economica del Paese, non
certo per complotti internazionali». Roberto Gualtieri risponde al telefono durante una pausa del suo tour elettorale
nel centro Italia in vista delle elezioni
europee che lo vedono in lista nella circoscrizione Centro per il Pd.
Lei c’era in Europa. Cosa ricorda di quei
giorni drammatici per l’Italia che precedettero le dimissioni di Berlusconi?
«È platealmente strumentale questa
tardiva scoperta di Berlusconi di un
complotto ai suoi danni, oltre che contraddittorio. Il complotto, stando a Geithner, sarebbe fallito ma Berlusconi si
dimise ugualmente. Quello che avvenne è abbastanza chiaro oggi come allora: Berlusconi era assolutamente screditato in Europa e la sua caduta avvenne per una crisi politica interna come
ricorda anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il fatto
che ci fosse preoccupazione in Europa
per l’inettitudine del governo italiano
era evidente a tutti ma fu il precipitare
della crisi del Paese a determinare la
L’INTERVISTA
Roberto Gualtieri
Il candidato democratico:
«Non è vero che l’ex
cavaliere abbia resistito
alle politiche di rigore
Ora solo il Pd può cambiare
i rapporti con l’Europa»
fine dell’esecutivo».
Unafinechearrivòperòdopounanegoziazione che Berlusconi fece in Europa e che
oggi condiziona pesantemente l’Italia...
«Berlusconi, in piena crisi politica del
suo governo, era reduce da una pessima performance in Europa: aveva appena malamente negoziato la revisione del patto di stabilità accettando
quell’equiparazione tra regola del debito e regola del deficit e la famosa clausola di riduzione del debito del 20° di
quota eccedente il 60% del Pil l’anno.
Una regola che colpisce in modo asimmetrico proprio un Paese come l’Italia
costringendoci a stare al di sotto dei parametri del deficit. Quindi, la sua tesi
che sia stato rovesciato perché avrebbe
resistito, per difendere gli interessi nazionali, alle politiche di austerità è una
tesi ridicola che cozza contro i dati di
fatto della realtà. Fu di fatto docile, incapace di negoziare seriamente i provvedimenti decisi e che sarebbero stati
alla base delle politiche di austerità e
contemporaneamente non credibile
nella gestione di una politica di bilancio responsabile».
Gualtieri, la campagna elettorale per le
europeeèdiventatacentraleperildibattito politico, proprio mentre i populismi
avanzano.C’èil rischio diuna vittoriadei
partiti che non vogliono l’Europa?
«Il Pd ha impostato la propria campagna elettorale presentandosi come la
forza che può concretamente determinare un cambiamento delle politiche
europee. Siamo l’unica forza che può
farlo credibilmente e questa spinta al
cambiamento dell’Europa è la migliora risposta alla propaganda euroscettica e populista. Quello che stiamo facendo emergere con chiarezza è che l’Europa dell’austerità e dell’egoismo è
l’Europa dei conservatori che sono stati maggioranza in questi anni nel Consiglio e nel Parlamento e che con Berlusconi in testa hanno affrontato la crisi
in modo sbagliato. Quanto al M5S, i
suoi deputati saranno irrilevanti a Bruxelles perché confluiranno nel gruppo
misto, essendo un partito incoalizzabile. L’unico voto che cambierà qualcosa
è quello del Pd perché può concorrere
a far vincere il Pse e a far eleggere un
presidente della Commissione progressista e non conservatore».
CambiareversoinEuropavuoldirecambiarele politicheeuropee.Dadovesiinizia?
«Noi abbiamo contenuti concreti e ambiziosi nel nostro programma: il cambio di rotta deve avvenire, ad esempio,
attraverso l’utilizzo da subito dei margini di flessibità del patto di stabilità at-
traverso lo scorporo del cofinanziamento dei programmi europei dal calcolo del deficit e in prospettiva attraverso una riforma dello stesso patto di stabilità; con la costruzione di una dimensione sociale dell’Europa che metta al
centro il lavoro e i diritti e, infine, portando a compimento di una costruzione europea che oggi è incompleta e rende l’Europa fragile».
Grillosidicesicurodivincere.Quantotemete l’ondata di protesta?
«Grillo non sa di cosa parla. Cosa significa vincere quando vai in Europa e
non fai parte di alcun partito europeo e
nessuno ti vuole? Il M5S sarà minoritario nel prossimo Parlamento europeo,
prenderà la parola dopo tutti i partiti,
non avrà rilevanza e questo Grillo lo sa
benissimo. Mente e inganna i cittadini,
promettendo sfaceli che fortunamente
non sarà in grado di effettuare».
Crede che questo voto avrà ripercussioni anche sul governo?
«Io sono sicuro che il Pd avrà un ottimo
risultato che rafforzerà il governo ma
ritengo un errore considerare le elezioni europee come una sorta di mega sondaggio sulla politica interna. Il voto del
25 maggio è un voto sull’Europa e noi
avremo vinto se saremo la prima delegazione del primo partito europeo».
RASSEGNASTAMPA
3
giovedì 15 maggio 2014
L’ex premier: «Disgustati»
Nel mirino anche le toghe
D
Il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
nel suo studio al Quirinale
FOTO AP
ricostruzione e precisa che Merkel
«non pose alcuna questione di politica
interna italiana».
2 NOVEMBRE
Durante il G20 in corso a Cannes racconta l’ex segretario di Stato del
tesoro americano Geithner - dei
funzionari dell’Ue chiedono aiuto agli
Usa per far cadere Berlusconi.
«Volevano che noi rifiutassimo di
sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia,
fino a quando non se ne fosse
andato».
8 NOVEMBRE
Va di nuovo al voto il rendiconto dello
Stato: il documento passa ma il
governo non ha più la maggioranza
assoluta. Subito dopo il voto
Berlusconi sale al Quirinale per
rimettere il mandato.
isgustati, furiosi, delusi». Silvio Berlusconi
sintetizza così lo stato
d’animo del suo partito (e, spera, dei suoi
elettori in vista del voto per le Europee tra dieci giorni). La
delusione deriva dall’operato dei primi cento giorni del governo, con il quale l’ex Cavaliere rompe sul fronte delle
riforme istituzionali e della legge elettorale. Il disgusto, invece, deriva dalle
rivelazioni dell’ex segretario Usa al Tesoro Tim Geithner sul «piano» di alcuni «funzionari» europei per farlo dimettere nell’autunno 2011.
«È una notizia gravissima - si è lamentato l’ex premier - E Capo dello
Stato, presidenti di Senato e Camera e
presidente del Consiglio non hanno ritenuto di fare alcuna dichiarazione».
Poco dopo è intervenuto il comunicato del Colle in cui dichiara di non aver
saputo nulla di «pressioni e coartazioni» che lo abbiano spinto al passo indietro. Napolitano però, e non da oggi
ma dal momento della decadenza e
delle aspettative deluse di un provvedimento di grazia, è nel mirino di Berlusconi.
Che, partecipando in un hotel romano a un’iniziativa elettorale del suo capolista nella circostrizione Centro, Antonio Tajani, si sfoga: «Non sono più
un uomo libero. Non ho più il passaporto. E non posso attaccare la magistratura né il Quirinale perché basterebbe un passo falso per finire ai domiciliari o a San Vittore». Tornando anche ad attaccare la corrente dell’Anm
Magistratura Democratica: «Nel ‘68
sposò le tesi estreme delle Br, poi lavorò per conquistare il potere nella magistratura, nell'89 si fecero regalare un
loro corpo di polizia, la polizia giudiziaria che opera nella massima segretezza, senza che nemmeno i servizi segreti sappiano cosa fanno».
IL RETROSCENA
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
Lo sfogo del leader di Fi
«Dagli Usa notizie
gravissime. Se parlo
su Colle e pm finisco
in carcere...». E rompe su
riforme e legge elettorale
«inaccettabile». Berlusconi si smarca
in maniera netta dal percorso condiviso: «Renzi si faccia le riforme, è inutile
prendere accordi prima se poi non vengono mantenuti, anzi vengono cambiati». A rischio anche il già ballerino Italicum: «Il ballottaggio è la nostra morte
perché i voti del M5S andrebbero alla
sinistra. Quindi la legge elettorale è
tutta da discutere».
Ennesima giravolta dell’ondivago
Silvio? Può darsi, ma al momento è la
linea da tenere, confermata dal consigliere politico Giovanni Toti in un’intervista al Giornale: «Queste riforme
non le votiamo. Il testo del governo sul
Senato non va bene. E Renzi ha peggiorato l’Italicum». Anche se, tra i dirigenti azzurri, spunta una tesi suggestiva
sui reali rapporti tra premier e leader
forzista: «Questa legge elettorale, con
Grillo così forte, non va bene per primo a Renzi. Il Pd non sa come uscire
da questo vicolo cieco, ma la verità è
che andare al voto in autunno, nonostante il semestre europeo in corso, toglierebbe la castagne dal fuoco anche
al governo...».
L’ex Cavaliere parla con un occhio
ai sondaggi ma anche in preda all’ira
per come sono state accolte dai vertici
istituzionali le rivelazioni del politico
statunistense Geithner sulla «trama»
organizzata da ambienti europei per
farlo dimettere. La proposta all’amministrazione Obama era di non sostenere i prestiti del Fmi all’Italia come forma di pressione per cambiare il governo. «Dissi al presidente di rifutare,
non potevamo avere il suo sangue sulle nostre mani» conclude Geithner.
Nonostante fonti istituzionali
dell’Unione Europea - interpellate
dall’Ansa - abbiano smentito qualsiasi
coinvolgimento. E l’ex segretario di
Stato John Kerry abbia detto, a sua volta, di non saperne nulla.
TEMPESTA SPREAD
Adesso Forza Italia alza la voce, pretende chiarimenti, vuole che il premier venga a riferire in Parlamento. Il
capogruppo a Montecitorio Renato
Brunetta ha presentato la proposta
per l’istituzione di una Commissione
parlamentare di inchiesta (che Alfano
«non esclude») sulle vicende di quel periodo. Quando, in mezzo alla tempesta dello spread con Berlusconi debolissimo e l’Italia a un passo dal default,
si arriva al vertice G20 di Cannes in
cui il premier rifiuta l’offerta di Merkel e Sarkozy di ricevere aiuti dal
Fmi. È il momento conclusivo di un
percorso di crescente sfiducia verso
Roma delle istituzioni europee, compresa la Bce di Mario Draghi, e dell’asse Berlino-Parigi guidata dal tandem
«Merkozy». Ma è anche la fine dell’altalenante sodalizio con il suo superministro dell’Economia Giulio Tremonti
che in quelle stesse ore gli suggerì di
dimettersi.
ADDIO ITALICUM E SENATO
Ma nel momento in cui l’esecutivo ricorreva di nuovo al voto di fiducia in
Senato per il provvedimento sulla droga, il dato politico è lo stop all’asse fiduciario con il premier. Sepolto il patto
sulle riforme. Dopo due faccia a faccia
(finiti bene) e il voto favorevole in commissione, la legge per cambiare il Senato diventa «un vero pasticcio» ed è
La vera storia del fallimento di un governo inaffidabile
L’ANALISI
PAOLO SOLDINI
SEGUE DALLA PRIMA
Basterà per porre fine alla nuova
sceneggiatura della teoria del
«complotto»? Dovrebbe bastare, se si
rimanesse ai fatti. Che sono semplici: un
ex Segretario al Tesoro americano ha
scritto che «funzionari europei»
nell’autunno del 2011 chiesero
all’amministrazione Obama di fare
pressioni perché Berlusconi se ne
andasse; i presidenti della Commissione e
del Consiglio Ue ribattono che no,
semmai fu il contrario: furono gli
americani a chiedere agli europei di darsi
da fare per l’allontanamento del reprobo
facendone una condizione per l’assenso
di Washington a un prestito di 80
miliardi all’Italia da parte del Fmi.
Prestito che poi, com’è noto, non ci fu
perché il governo italiano non lo chiese.
Che abbia ragione Tim Geithner oppure
dicano il vero José Manuel Barroso e
Herman Van Rompuy non cambia in
alcun modo la sostanza di quel che
accadde davvero in quell’autunno: che il
governo guidato da Silvio Berlusconi con
Giulio Tremonti ministro fosse giudicato
tanto a Bruxelles che a Washington una
jattura da superare il più presto possibile
era ampiamente risaputo e che il modo
perché l’auspicato superamento
avvenisse, e al più presto, fosse oggetto
dei contatti tra i leader dei governi tra
loro e con le istituzioni dell’Unione ne era
la logica e naturalissima conseguenza. Lo
scandalo che ne menano in queste ore
l’ex cavaliere e i suoi amici gridando per
l’ennesima volta al complotto altro non è
che il frutto di una grave incomprensione
sulla natura dell’Unione europea.
L’equivoco consiste nel fatto di porre la
questione in termini di sovranità violata.
Berlusconi e i suoi sostengono che
americani ed europei, con la complicità –
va da sé – di Napolitano, avrebbero fatto
violenza alla volontà del popolo italiano
che quel governo se l’era scelto e votato.
Si soprassiede sul fatto che le cancellerie
e le istituzioni di Bruxelles in quel
momento ritenevano che Berlusconi e
Tremonti con le scelte che facevano e
quelle che non facevano stessero
mettendo in pericolo non solo l’Italia ma
tutta l’Unione. Allora era dato per
scontato il fatto che se l’Italia fosse
arrivata al default, come era nell’ordine
delle cose senza una svolta radicale, tutto
il sistema europeo sarebbe saltato e le
conseguenze sarebbero state gravissime
per tutti: la dissoluzione non solo
dell’euro, ma forse anche dell’Unione
stessa. Il cambio di governo a Roma era
considerato ineludibile se si voleva
scongiurare il disastro: favorirlo non era
un’ingerenza, ma una forma di
autodifesa. La questione investe il
fondamento stesso dell’Unione europea,
che intanto esiste in quanto si basa sulla
cessione di quote di sovranità da parte
degli stati che ne fanno parte. Può
sembrare un richiamo ovvio, ma nei
momenti di tensione e di difficoltà
l’ovvietà tende a non essere più tale.
Basta guardare agli slogan che dominano
larga parte della campagna elettorale di
questi giorni, non solo (ma soprattutto)
in Italia per rendersene
abbondantemente conto: un coro di
«riprendiamoci la nostra sovranità» che
va da Marine Le Pen ai nemici dell’euro
tedeschi e scandinavi e, nel loro piccolo,
da Giorgia Meloni a Grillo passando per
Salvini, senza che nessuno spieghi mai
che cosa se ne debba poi fare di questa
sovranità riconquistata. C’è una evidente
rinazionalizzazione della politica
europea, in Europa e sull’Europa, che
tende inevitabilmente a riaccendere, con
nuovi egoismi, vecchi nazionalismi.
Chi vuole evitare che ciò avvenga sempre
più deve dedicarsi a chiarire il Grande
Equivoco: non è la cessione di sovranità il
torto che viene consumato ai danni dei
cittadini degli stati europei ma è,
piuttosto, la mancanza di democrazia
nell’apparato istituzionale dell’Unione, la
sua incompiutezza democratica.
L’iniquità delle trojke e di tutti gli altri
strumenti di commissariamento delle
economie degli stati in nome della
disciplina di bilancio non sta nell’essere
imposta dall’esterno, dall’alto e da
lontano, ma nell’essere imposta da
organismi e istituzioni che non sono stati
votati e che non rispondono ad alcun
parlamento. La cosa più grave che
avvenne al vertice del G20 a Cannes nel
novembre del 2011 non fu la messa in
mora del «legittimo governo italiano»,
condita con gli offensivi sorrisetti di
Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, ma
l’odiosa imposizione a George Papandreu
di annullare il referendum con cui i
cittadini greci sarebbero stati chiamati a
votare sui provvedimenti della trojka. La
sinistra europea sbagliò allora a non
ribellarsi a quella prepotenza e lo fece
perché tardava, e tarda ancora in una
certa sua deleteria attitudine a
uniformarsi al pensiero unico economico
della destra, a comprendere il nesso
strettissimo che esiste tra il monetarismo
e il neoliberismo che hanno ispirato tutta
la strategia europea contro la crisi del
debito e dell’euro e il modo autoritario,
antidemocratico, con cui quelle scelte
sono state imposte: «affare» di Bruxelles,
della Banca centrale europea, del Fmi e
delle cancellerie che contano. E partiti,
sindacati e cittadini non ci mettano
bocca. Il voto ormai vicino per il
Parlamento europeo può essere
un’occasione per riaprire, dentro le
istituzioni dell’Unione, il capitolo della
democrazia che manca. Il fatto che i
cittadini siano invitati a votare, con il
partito, il candidato alla presidenza della
Commissione Ue, la cui scelta che fino
all’attuale Barroso è stata gelosissima
prerogativa dei governi, è un passo
avanti. Ma se non sarà accompagnato,
non solo ma soprattutto a sinistra, da una
presa di coscienza sull’urgenza di
superare il deficit di democrazia
dell’Unione potrebbe servire a poco.
RASSEGNASTAMPA
4
giovedì 15 maggio 2014
POLITICA
Renzi torna in piazza
per battere Grillo
«Questa è casa nostra»
Il premier: «Il 25
maggio? Un referendum
che il Pd vincerà»
● Comizi in giro
per l’Italia per gli ultimi
dieci giorni «chiave»
● In agenda piazza
del Popolo il 22
poi la chiusura
tra Prato e Firenze
●
VLADIMIRO FRULLETTI
[email protected]
«Questa volta il Pd vince». La previsione ovviamente è di parte, visto che arriva da una fonte direttamente interessata. Tuttavia, pur epurandola da una inevitabile dose di training autogeno (che
in campagna elettorale serve sempre),
mostra un Renzi particolarmente ottimista. Pronto non solo a sfidare la scaramanzia proprio a Napoli, ma anche a
togliere un po’ di preoccupazione che
si sta aggirando fra i suoi. «Vogliono
fare delle europee un sondaggio sul governo? Bene, lo vinceremo. Sarà un ballottaggio fra chi insulta e chi spera, fra
chi offende e chi costruisce, ma lo vinceremo noi» grida dal palco in serata a
Palermo.
I sondaggi del Nazareno raccontavano di una forbice di almeno 10 punti fra
un Pd che sta sopra il 34% e i 5 Stelle.
Ma si tratta delle rilevazioni della scorsa settimana. Quelle nuove arriveranno oggi e molti fra i democratici temono che il «fango e la polvere» sollevati
dall’inchiesta di Milano sull’Expo possano portare carburante alla macchina
di Grillo. «L’anno scorso arrivò primo
il M5s, secondo il Pd di Bersani e terzo
il Pdl. Questa volta il podio sarà diverso» ribadisce il premier. Insomma il Pd
certamente starà sopra il 25% e rotti
preso lo scorso anno alle politiche. Renzi prevede non solo che tutte e 5 le ca-
polista democratiche saranno elette:
con quante preferenze non conta, avverte, né conterà quante preferenze
prenderanno i candidati delle varie
aree del Pd per rideterminare le «dinamiche interne» perché il congresso»
non si riaprirà. Anche perché c’è la possibilità che il Pd possa «essere il primo
o fra i primi gruppi del Pse» nel nuovo
Parlamento europeo, il che cambierebbe davvero l’Europa. Insomma il 25
maggio Renzi s’aspetta di vedere parecchi segnali positivi.
È per questo che Renzi, che la sfida
a viso aperto (slogan datato ma mai accantonato) a Grillo l’ha già accettata,
ma da ieri, quando al voto oramai mancano una decina di giorni («quelli chiave» sottolinea), ha deciso di alzarla di
livello. Lo dimostra l’affondo sulla Rai
(poco abituata a essere attaccata da un
premier di sinistra), ma soprattutto la
scelta di rispondere, anche visivamente a Grillo, fra la gente, nelle piazze.
Cioè sul terreno che il comico genovese in questi anni s’era preso sottraendolo all’egemonia della sinistra. «Noi siamo in piazza, perché la piazza è casa
nostra e non ve la lasciamo» è l’avviso
che da Palermo Renzi manda a Grillo.
Perché Renzi ieri ha voluto chiudere la
propria trasferta istituzionale da premier in Meridione (Napoli, Reggio Calabria e Palermo), con un comizio in
piazza nel capoluogo siciliano. «Perché
non abbiamo paura di mostrarci fra la
gente con la nostra faccia» sintetizza
dal palco il segretario siciliano Fausto
Raciti. Che Renzi cerchi il contatto con
la gente è evidente. Ieri a Napoli ha voluto raggiungere a piedi fra la gente la
scuola di Secondigliano, «nel cuore della guerra alla Camorra», per parlare
con studenti e maestre che sono il simbolo che «l’Italia ha un futuro». Come
premier negli incontri con le istituzioni locali Renzi affronta però soprattut-
.. .
Ieri il giro istituzionale
da Napoli a Palermo
«Le Europee? Una sfida
tra chi insulta e chi spera»
to il nodo dei fondi Ue: oltre 180 miliardi che sarebbe un delitto di autolesionismo, soprattutto per il Sud, non sfruttare appieno. «Se avessimo fatto come i
polacchi, non avremmo il deficit infrastrutturale nel Mezzogiorno» ragiona.
Fin qui non è successo e si sono perse
grandi occasioni, spiega mettendo nel
mirino le Regioni e promettendo che
in caso di inadempienze questa volta il
governo interverrà direttamente. Anche se ammette che la prossima battaglia in Europa sarà far togliere i fondi
di co-finanziamento statali e regionali
dal conteggio del tetto del 3% del rapporto debito/pil.
Poi, appunto, la piazza di Palermo
dove ha affrontato anche un po’ di contestazioni di alcuni precari e gruppi No
Muos. «Mi avevano detto che vi sarebbero stati fischi, ma io ho una notizia
per voi: non ci fermeremo. Noi ci riprendiamo la piazza, senza paura» risponde. E nelle piazze saranno le iniziative di Renzi a partire da questo fine
settimana fino alla chiusura della campagna elettorale venerdì 23 maggio
quando parlerà assieme al candidato
sindaco di Firenze Dario Nardella in
piazza della Signoria, luogo dei comizi
storici del Pci fiorentino. Lunedì sera
Renzi così tornerà a Napoli, in piazza
Sanità che da anni i politici oramai disertavano. Non la piazza «di Grillo» come gli fa notare un cronista durante il
forum nella redazione del Mattino, ma
quella «dei napoletani». E venerdì sarà
nella piazza di Pesaro al pomeriggio e
Cesena la sera, poi sabato a Forlì (comizio in piazza nella tarda mattinata) Sassuolo, Modena e Reggio Emilia (altre
due piazze rispettivamente alle 18 e alle 21).
Nello stesso fine settimana in cui i
circoli del Pd apriranno 10mila banchetti in tutti i Comuni della penisola
per distribuire 4 milioni di depliant sul
voto per europee e amministrative. E
in piazza Renzi sarà anche a Bari la sera del 20, mentre la mattina andrà prima a Milano e poi a Bergamo da Giorgio Gori. E infine, prima del finale fra
Prato (a sostegno di Matteo Biffoni) e
Firenze, giovedì 22 il Pd tornerà a Piazza del Popolo a Roma.
Matteo Renzi in visita alla scuola elementare G. Parini a Secondigliano FOTO LAPRESSE
PAROLE POVERE
Dal rogo al presidio dei salotti tv
TONI JOP
● Si presenti o no nel salotto di Vespa,
Grillo ha già commesso una infrazione che
lo condanna alla gogna dei traditori del
senso di umanità. Le motivazioni di
questa “sentenza” stanno in una banale
considerazione: non si bruciano donne e
uomini colpevoli di aver infranto etiche
volatili allestite esclusivamente per
garantirsi il controllo. Grillo ha dato
fuoco a Federica Salsi perché aveva
contraddetto un suo diktat: nessuno dei
suoi, secondo il padrone dei Cinque Stelle,
avrebbe dovuto affacciarsi in un salotto
tv, e non in base a un criterio tecnico che
sconsigliava l'esposizione di portavoce
ancora inesperti. Questo criterio avrebbe
comportato una scadenza esplicita del
divieto e insieme che una sua violazione
non avrebbe fatto precipitare sul
trasgressore una montagna di disprezzo
morale. Lui, invece, infierì sulla dignità di
Federica Salsi eccitando gli animi dei suoi
aguzzini nel web. Non si limitò ad
espellerla, la denunciò perché posseduta
da un “punto G” troppo sensibile al
fascino dell'inferno. Ora, i suoi fedeli, coda
tra le gambe, infestano l'inferno dei talk
show e di tempo, da quel rogo, ne è
passato pochissimo. Per Grillo, la dignità
vale meno di un'etica ipocrita e di servizio.
L’austerity ha frenato i fondi Ue, ora la sfida è ripartire
S
pendere i fondi europei: è un ritornello che si ripete ormai da diversi anni in Italia. Ieri Matteo
Renzi ha usato toni durissimi. «È imbarazzante la quota che non viene spesa: i
denari che il Paese non sta spendendo o
spende male gridano vendetta - ha detto - Se sfruttassimo i fondi europei come hanno fatto i polacchi non ci sarebbe gap tra il sud e il resto del Paese».
Gli ultimi due esecutivi hanno messo
in campo armi «non convenzionali» per
riuscire a iniettare linfa nella macchina
della spesa locale, riuscendo a utilizzare
circa 25 miliardi nel biennio. Oggi ne
resterebbero una ventina ancora da
spendere relativi alla vecchia programmazione 2007-2013, che sarebbero ancora recuperabili. Eppure nel periodo
2000-2006 l’Italia non aveva mancato
un colpo: risorse spese in tempo, piani
realizzati. Cosa è successo negli anni
«orribili» 2007-13? Questa è la domanda da porsi. Cosa è cambiato dal periodo precedente? Vale la pena individuare
le differenze per superare il problema
nel futuro.
Per i prossimi sette anni ci sono in
IL DOSSIER
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Tra il 2000 e il 2006 tutte
le risorse furono utilizzate
poi negli ultimi sette anni
il tracollo. La strategia
del governo per superare
i vincoli del patto
di stabilità interno
ballo 58 miliardi di fondi comunitari (articolati in Fondo sociale europeo e Fondo europeo di sviluppo regionale), di
cui la metà circa da Bruxelles e il resto
dallo Stato italiano. Queste risorse sono
legate a un Accordo di partenariato
2014-2020 (in Europa si procede sempre per settenni), ovvero un piano che
descrive le macro azioni necessarie e, in
alcuni casi, le misure specifiche sulle
quali deve concentrarsi l’impegno del
nostro Paese per colmare le distanze
delle aree meno sviluppate. Oltre a questo ci sarebbero altri 40 miliardi dei fondi di Sviluppo e coesione, che sono tutti
italiani (ma programmati secondo le
scadenze europee). Il condizionale però
è d’obbligo, perché per ora si tratta solo
di impegni: in cassa non c’è ancora nulla. L’intero «pacchetto» di 98 miliardi
per ora non è spendibile. I fondi comunitari infatti saranno spendibili solo dopo
che Bruxelles avrà approvato l’Accordo
di partenariato presentato dall’Italia.
La scommessa per il nostro Paese è
farsi trovare pronti al momento del via
libera, con piani e gruppi di attuazione
già individuati. In questo modo si potrà
partire già da gennaio prossimo. In ogni
caso in questa corsa alla spesa futura
l’Italia per ora è con tutti gli altri partner europei. Si ricomincia daccapo.
Tornando al ritardo accumulato
nell’ultimo settennio, vanno sottolineate due particolarità, che rendono quel
periodo diverso da quello precedente.
In primo luogo la pesante crisi economica, che ha messo sotto pressione il bilancio pubblico italiano. Si dirà: appunto
per questo valeva la pena spendere qui
soldi. Difatti è così, ma le regole del patto di stabilità interno hanno imposto
una tagliola sulla possibilità di spesa delle amministrazioni locali. Per rispettare
quelle regole, le Regioni hanno evitato
di spendere, lasciando incompleti i programmi. Sempre per seguire l’austerity
imposta dalla crisi, si sono tagliate le risorse del cofinanziamento italiano. Tra
il 2008 e il 2012 la spesa per investimenti è diminuita del 22% in Italia, anche
per via di questo «bavaglio» imposto alle Regioni sui fondi Ue. Non è un caso
che le amministrazioni più virtuose sono quelle che hanno un bilancio più solido: quelle potevano spendere e non subi-
vano restrizioni. Le altre dovevano seguire la dieta rigorista. Nel centronord
la maglia nera va a Lazio e Friuli. A Sud
sono andate meglio Puglia, Basilicata,
Sardegna, Molise e Abruzzo, restano indietro Sicilia, Campania e Calabria. La
Puglia si è ribellata alle regole di «Maastricht interno» attivando le spese per
investimenti fuori dal patto: ma il prezzo per chi sgarra in questo caso è molto
alto.
L’altra differenza dell’ultimo settennio rispetto al periodo precedente risiede nel fatto che le politiche di coesione
hanno perso un forte controllo a livello
centrale, passando dal ministero
dell’Economia a quello dello Sviluppo
(la decisione fu di Prodi). L’esperienza
ha mostrato che un monitoraggio centrale funziona. Fabrizio Barca, ad esempio, ha selezionato i programmi più efficienti ed vi ha dirottato le risorse, riuscendo così a recuperare parecchi miliardi. E non solo: ha anche spinto per il
varo di un’agenzia che monitori l’attuazione dei programmi. Sulla carta c’è
già: ora tocca a Renzi attuarla. Le sue
parole di ieri fanno ben sperare.
RASSEGNASTAMPA
5
giovedì 15 maggio 2014
Arresto per Genovese, è scontro
S
litterà a dopo le elezioni europee il voto della Camera
su Francantonio Genovese, deputato Pd sul quale
pende la richiesta di arresto della Procura di Messina. La decisione sarà quasi sicuramente
formalizzata oggi, quando, dopo il voto
finale sul Dl Lavoro, si riunirà la capigruppo per decidere il calendario dei lavori.
Slitterà perché c’è un’altra emergenza: il
Dl Lupi sulla casa, approvato in Senato e
in scadenza il 28 maggio, sul quale con
ogni probabilità oggi la ministra Maria
Elena Boschi porrà la fiducia, considerato che la prossima settimana il Parlamento sospende i lavori in vista delle elezioni
europee.
Di fatto è stato un lungo braccio di ferro per evitare un voto che per il Pd poteva
essere devastante: dietro a tutto il sospetto di un trappolone del M5S. «Dovremmo dire qui in Aula quello che sta accadendo: il Pd ha chiesto il voto palese
sull’arresto perché la nostra posizione è
chiara, come si è già visto in Commissione - dice Walter Verini - ma c’è chi ha già
fatto sapere che chiederà il voto segreto.
Il M5S non aspetta altro che tendere la
trappola, votare per il no all’arresto e poi
addossare a noi la responsabilità». È questo il fantasma che ha aleggiato tutto il
giorno sulla testa dei democratici, la consapevolezza che qualche vuoto di coscienza nel Pd - «pochi, semmai dovessero esserci», racconta un deputato renziano andasse a saldarsi con quelli più corposi
dei pentastellati dietro il voto segreto. Il
capogruppo Roberto Speranza è stato in
contatto costante con gli stati generali
del Pd sapendo che il voto su Genovese
IL CASO
MARIA ZEGARELLI
ROMA
Il voto in aula potrebbe
slittare a dopo le Europee
M5S all’attacco del Pd
Ma i democratici, che si
sono già espressi per il sì
temono una trappola
sarebbe diventato materia di campagna
elettorale. Beppe Grillo d’altra parte non
ne fa mistero e in questi giorni l’attacco al
Pd si è intensificato. Al Nazareno non sottovalutano affatto il M5s e in alcune regioni il rischio che possa superare il Pd c’è.
Lo sa Renzi e lo sa Grillo, per questo la
battaglia è durissima. «Non so se fidarmi
del voto di Movimento 5 stelle e Forza
Italia: qualche dubbio qualcuno potrebbe
anche averlo», dice non a caso la vicesegretaria Debora Serracchiani parlando
ad Agorà.
«Dobbiamo capire qual è il male minore, se rinviare il voto a dopo le elezioni
sapendo che il M5S strumentalizzerà oppure votare adesso sapendo che hanno la
trappola pronta», ragionava a voce alta
un altro deputato. Tanto che l’ostruzionismo di Sel sul Dl lavoro è stato visto dal
Pd come una boccata d’ossigeno perché
nel frattempo si è lavorato per lo slittamento a dopo il 25 maggio. Tentativo ben
chiaro al M5s che a quel punto ha iniziato
a mollare con gli interventi fiume proprio
per accelerare il voto sul decreto e passare direttamente a quello su Genovese. Il
capogruppo movimentista Giuseppe Brescia quando ha capito che si sarebbe andati avanti fino a stamattina con il voto finale e gli ordini del giorno, ha chiesto di rinviare ad altra seduta il dl Lavoro e passare direttamente al punto dell’ordine del
giorno su Genovese. Richiesta respinta
con uno scarto di 122 voti di differenza e
un’improvvisa impennata della polemica
politica. Respinta anche la richiesta di
una seduta fiume per finire entro la notte
appena trascorsa il voto sul lavoro.
Malumori in Sel per la seconda fiducia
che questa settimana la Camera sta per
essere chiamata a votare. «Noi siamo
pronti a votare adesso per l’arresto di Genovese, ci rendiamo conto che il Pd teme
l’imboscata del M5S - dice Giorgio Airaudo - ma questo è un loro problema». In
Aula Gennaro Migliore è durissimo con il
M5S che aveva definito con parole non
proprio lusinghiere Genovese. «Noi voteremo per concedere il via libero all’arresto - è stato il ragionamento di Migliore ma è la magistratura a dover decidere se
è innocente o colpevole, non possiamo
trasformare questa Aula in un tribunale». Clima infuocato, diventato rovente
quando di fatto era evidente che il voto
sarebbe slittato a dopo le elezioni.
«Con l’adesione alla richiesta della Lega Nord e di Sel - ha commentato Ettore
Rosato - è chiaro l’intento ostruzionistico
delle opposizione che non vogliono convertire questo così come tutti gli altri decreti, noi invece questi decreti li vogliamo
convertire e quindi andremo avanti».
Beppe Grillo sul suo blog si rivolge direttamente alle forze dell’ordine, «non lasciate fuggire Genovese, tenetelo d’occhio», dice definendo il deputato «potenziale latitante che si aggira per l’Italia».
Accusa il Pd di avergli «già dato due mesi
per inquinare le prove e per reiterare il
reato e ora vuole rinviare il voto sul suo
arresto a dopo le elezioni europee».
«Il Pd è nudo. Stanno provando a rinviare ulteriormente la votazione sulla richiesta di arresto», il leit motiv del M5S
andato avanti per tutto il giorno. «Il Pd
sull’arresto di Genovese è stato chiaro, io
mi fido del Pd - commenta Matteo Richetti - non mi fido del M5s».
Alla fine è arrivato il dl Lupi a dettare i
tempi.
Scajola, aperta un’inchiesta
sulla mancata scorta a Biagi
Tensioni Rai-governo
sulla spending review
hiara Rizzo, la moglie di
Amedeo Matacena arrestata lunedì all’aeroporto di Nizza di rientro dal
Dubai dove aveva fatto
visita al marito latitante
per un mandato di cattura in seguito
alla sua condanna a cinque anni per
concorso esterno in associazione mafiosa, potrebbe rientrare in Italia già
domani. La Corte d’Appello di Aix en
Provence, hanno fatto sapere ieri i suoi
legali, ha infatti accolto la richiesta di
estradizione nei confronti della donna
arrestata per il suo coinvolgimento
nell’inchiesta «Breakfast» condotta dalla procura di Reggio Calabria che ha
portato in carcere anche l’ex ministro
dell’Interno Claudio Scajola.
«I tempi dell’estradizione - ha spiegato l’avvocato Carlo Biondi, legale della Rizzo - dovrebbero essere di 7-10
giorni, ma abbiamo la ragionevole speranza di poter far rientrare la signora
già entro la fine di questa settimana.
La Rizzo lascerà il carcere di Marsiglia
e arriverà in Italia dalla frontiera di
Ventimiglia. La donna - ha concluso
l’avvocato - sarà così consegnata alle
autorità italiane che potranno decidere se trasferirla nel primo carcere
femmminile oltreconfine, che è quello
di Genova Pontedecimo, o condurla direttamente a Roma».
Nel frattempo, in attesa dell’interrogatorio che si svolgerà domani mattina
nel carcere romano di Regina Coeli, la
questione scorte potrebbe causare nuovi guai all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola. La procura di Bologna, infatti, ha aperto un nuovo fascicolo sulla
mancata concessione della scorta a
Marco Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse il 19 marzo 2002 quando Scajola era
ministro dell’Interno (fu poi costretto
alle dimissioni per aver dato del «rompicoglioni» al giuslavorista dopo il suo
omicidio). La procura bolognese ha
aperto un fascicolo senza indagati né
ipotesi reato, ma dagli uffici del tribu-
● Floris criticato
dal Pd. Il premier:
«Tv pubblica mai più
di governo e partiti»
● I sindacati: sciopero
C
L’INDAGINE
VINCENZO RICCIARELLI
ROMA
Il fascicolo informativo
in procura a Bologna
Concessa l’estradizione
per Chiara Rizzo, lady
Matacena forse trasferita
in Italia già domani
.. .
nale nessuno ha voluto commentare la
notizia anticipata da un quotidiano locale. Secondo le prime indiscrezioni, a
12 anni dalla morte di Biagi, il fascicolo
conoscitivo sarebbe stato aperto per verificare i motivi che avevano spinto il
ministero dell’Interno, guidato da Claudio Scajola, a non concedere una protezione all’allora collaboratore del ministero del Lavoro, bolognese d’origine
ma docente all’università di economia
di Modena. L’inchiesta venne archiviata nel 2003 dal pm Antonello Gustapane, e sarebbe proprio lui ad aver chiesto nelle ultime ore di riaprire l’indagine. «Su questo non ho proprio nulla da
commentare», ha detto il procuratore
Alfonso. «Abbiamo talmente pochi elementi che è prematuro qualsiasi commento - si è limitato a dire Guido Magnisi, difensore della moglie di Biagi
Marina Orlandi - Se dovesse essere sentita è a disposizione, ma al momento
non è stata convocata. Non abbiamo
elementi di valutazione».
Ad Imperia, intanto, prosegue il lavoro del questore Raul Carnevale inviato dal Viminale per condurre l’inchiesta interna sull’uso («improprio» secondo il gip di Reggio Calabria che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare) che Scajola avrebbe fatto della propria scorta usandola spesso per accompagnare Chiara Rizzo nei suoi incontri
organizzati per proteggere la fuga di
Matacena.
Secondo quanto emerso in Questura gli uomini che componevano la scorta del politico sono appena stati trasferiti ad altro incarico: una decisione, si
sottolinea, che non avrebbe a che vedere con un provvedimento disciplinare
ma soltanto con una razionalizzazione
delle forze visto che il servizio con
Scajola, al momento, è evidentemente
sospeso. Ieri, intanto, si è svolto un
summit alla sede della Dia di Reggio
Calabria in cui si è cominciata ad organizzare l’analisi dei circa cento faldoni
di materiale sequestrato a Scajola.
NATALIA LOMBARDO
@NataliaLombard2
Più che un botta e risposta è una polemica che rivela le tensioni fra la Rai e il
governo, dopo la richiesta del taglio di
150 milioni di euro per la spending review. Così sono scoccate scintille martedì sera a Ballarò durante l’intervista
di Giovanni Floris al presidente del
Consiglio Matteo Renzi. Il conduttore
ha incalzato il premier chiedendo se
non si rischia di favorire Mediaset; Renzi ha risposto «lo so che fa confusione
dopo dieci anni di Berlusconi, ma le comunico che Mediaset appartiene a Berlusconi, la Rai allo Stato italiano» e deve fare la sua parte come gli altri, o vendendo quote di RaiWay (gli impianti di
trasmissione), come fu proposto nel
2001 e poi bloccato dall’ex ministro Gasparri (quando per la Rai le condizioni
erano più favorevoli, ndr) o chiudendo
alcune delle 20 sedi regionali, come ha
indicato Cottarelli. Insomma: «Caro
Floris mi dispiace ma tocca anche a
voi».
Come intermezzo uno scambio di
battute puntute, con Floris che scherza su possibili epurazioni di un signore
che lo ha applaudito. Renzi non scherza affatto: «No, il presidente del Consiglio che cacciava quelli della Rai l’abbiamo già avuto», mentre lui non ha
«mai incontrato il presidente della Rai
o l’amministratore delegato della Rai»
e rivendica di «non mettere bocca nei
palinsesti o su conduttori e direttori».
Alle 8 di mattina il tweet del premier:
«Niente paura. Il futuro arriverà anche
alla Rai. Senza ordine dei partiti #cambiaverso#italiariparte». E ieri a Palermo Renzi ha detto, parlando da «segretario del Pd e da presidente del Consiglio: la Rai non è dei partiti, la Rai non
è del governo e non lo sarà mai più».
Ieri la deputata Pd in commissione
di Vigilanza, Lorenza Bonaccorsi, ha
criticato quello che definisce «l’utilizzo
del programma politico di maggiore
ascolto per attaccare il presidente del
Consiglio» sulla spending. Il presidente della Vigilanza, il grillino Roberto Fico critica la richiesta del «prelievo di
150 milioni dopo che era stato presentato il bilancio».
La polemica è continuata tra Renzi
e l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti
Rai che ha indetto uno sciopero generale con le sigle dei lavoratori. Il segretario Vittorio Di Trapani accusa Renzi di
togliere «soldi» a chi paga il canone e
non fare nulla contro l’evasione, «peggio della vecchia partitocrazia. Dice
che non si vuole occupare di Rai, ma
poi indica anche quali pezzi vendere».
Renzi ribatte: «L’azienda non è dei conduttori tv o dell’Usigrai» ma dei «cittadini» che la pagano. Giusto, risponde
l’Usigrai, «ma non è neanche del capo
del governo». Massimo Cestaro, segretario dello Slc Cgil, ritiene la vendita
della rete Rai «un colpo mortale all’assetto industriale della principale azienda di informazione e di produzione culturale» e invita il Cda a dimettersi.
A viale Mazzini si vive un clima di
forte preoccupazione. La presidente,
Anna Maria Tarantola, che ieri ha siglato un accordo col ministero dell’Istruzione, assicura che la Rai sta valutando
cosa fare, ma ricorda che «ha già tagliato circa 200 milioni negli ultimi due anni». Oggi si riunisce il Cda, il Dg Gubitosi presenterà il piano industriale tra circa un mese e mezzo. Allo studio c’è la
quotazione in Borsa del 40% di
RaiWay (forse però dovrà affittare gli
impianti appena venduti), l’accorpamento di canali digitali o di testate.
RASSEGNASTAMPA
6
giovedì 15 maggio 2014
LE INCHIESTE
Maltauro illustra
il sistema mazzette
● Il costruttore
ammette le sue
responsabilità nella
«cupola degli appalti»
per l’Expo ● Il post-it
del «corriere» Cattozzo,
ex Udc, con le cifre delle
tangenti ● Greganti
respinge tutte le accuse
dei magistrati
GIUSEPPE VESPO
MILANO
Il post-it con le cifre e la presunta contabilità da una parte, il «sistema» raccontato (e confermato) dall’imprenditore dall’altra. Due facce di una stessa
medaglia, quella della presunta «cupola degli appalti», raccontante negli interrogatori che si sono tenuti ieri in
procura a Milano.
Davanti ai magistrati si sono trovati
due dei sette protagonisti dello scandalo che ha gettato ombre anche
sull’Expo 2015: il costruttore Enrico
Maltauro, sentito dal pm Claudio Gittardi, e l’ex segretario dell’Udc ligure,
Sergio Cattozzo, che ha risposto alle
domande del pm Antonio D’Alessio.
Come avevano già fatto davanti al gip
Fabio Antezza nell’interrogatorio di
garanzia, entrambi hanno risposto alle domande dei magistrati.
Il pm D’Alessio ha interrogato Sergio Cattozzo, ritenuto il «corriere» delle tangenti, colui che avrebbe portato
il denaro versato da Maltauro al trio
Frigerio Greganti Grillo, ovvero Gianstefano Frigerio, il presunto dominus
della «cupola» e ai due sodali, l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo e
l’ex «compagno G» Primo Greganti,
che secondo le accuse fornivano
.. .
Il costruttore vicentino
ha detto di aver versato
o promesso 1,2 milioni
Interrogatorio secretato
«“copertura” e “protezione” politica
in favore sia degli imprenditori di riferimento del sodalizio sia dei pubblici
ufficiali investiti di poteri decisionali
in seno alle stazioni appaltanti».
Cattozzo ha «chiarito dando giustificazioni congruenti e fornendo le indicazioni che gli sono state richieste»,
ha detto uno dei suoi legali, l’avvocato
Rodolfo Senes. «Ha risposto alle domande» e ha chiarito il contenuto del
pizzino, un post-it che ha tentato di nascondere ai finanzieri che lo arrestavano. Date e percentuali, e numeri che
indurrebbero a pensare alle presunte
«stecche» versate da Maltauro nel
2013 e quest’anno. «Ha chiarito il significato delle cifre», si è limitato a dire il suo avvocato, ma «non voglio entrare nel merito perché ci sono indagini in corso». Cattozzo, che ha tenuto
un atteggiamento «collaborativo e a risposto ad ogni domanda», tornerà presto a parlare ai pm di «altre circostanze da affrontare». L’ex politico «vuole
chiarire l’intera vicenda».
Sembra lo stesso proposito di Maltauro, che anche ieri come già è avvenuto davanti al gip Antezza, ha parlato del sistema che secondo le accuse la
SENATO
«Non ci sono
accrediti a favore
di Greganti»
«Quanto ad articoli di stampa relativi
alla presenza del signor Greganti in
Senato, non risultano accrediti a suo
nome». Lo fa sapere il Senato in un
comunicato, dedicato a spiegare il
black-out del sistema informatico di
Palazzo Madama che secondo alcuni
avrebbe cancellato l’ingresso del
faccendiere ora agli arresti a Milano. Il
movimento 5 Stelle ha detto che « è
successo un fatto gravissimo. Dopo
che un senatore aveva richiesto di
conoscere gli accessi di Greganti agli
uffici del Senato, il sistema
informatico si è improvvisamente
bloccato ed è rimasto fuori servizio
per mezza giornata. Quando ha
ripreso a funzionare, non risultavano
tracce di ingressi di Greganti».
«cupola» avrebbe gestito. Il titolare
della omonima impresa di costruzioni
vicentina, nell’ordinanza di custodia
«emerge quale sodale in forza della frequenza dei contatti e l’opera incessante dei concorrenti diretta a favorire
l’aggiudicazione in suo favore di importanti lavori pubblici», compresi
quelli legati all’Expo.
CONFRONTO SECRETATO
Già lunedì davanti al giudice, il costruttore ha ammesso i fatti «nella sua materialità» - come aveva spiegato la sua
difesa - parlando di soldi, dati o promessi, per 1,2 milioni in relazione ad
appalti Expo e Sogin, ma ha negato di
aver fatto parte dell’associazione per
delinquere. Accusa che ha respinto anche ieri. Per il resto, «sta chiarendo
punto su punto e c’è da parte sua la
massima disponibilità nel chiarire tutto», ha detto l’avvocato Giovanni Maria Dedola, in una pausa del lungo interrogatorio durato nove ore. Il faccia
a faccia col magistrato è stato secretato.
Non è la prima volta che Maltauro
si trova a vivere un’esperienza di questo tipo. Durante Mani Pulite l’imprenditore venne coinvolto in una indagine e, anche in quel caso, collaborò quasi subito con i magistrati e aiutò i pubblici ministeri a ricostruire le loro ipotesi di accusa.
Chi finora ha respinto ogni addebito è Primo Greganti. Il compagno G ai
tempi di Tangentopoli, ha fatto sapere
attraverso il suo legale - Roberto Macchia - che depositerà prima o contemporaneamente al suo interrogatorio
un «memoriale» per difendersi «dalle
accuse, dalle contestazioni» e per uscire dal carcere di Opera dove sta vivendo quella che definisce «una ingiusta
detenzione». Per quanto riguarda Frigerio invece, l’ex politico Dc poi Forza
Italia aspetta l’esito delle visite richieste per ottenere gli arresti domiciliari,
più consoni - secondo la sua difesa all’età e allo stato di salute dell’ex politico.
.. .
L’ex compagno G vuole
scrivere un memoriale
e uscire dalla detenzione
che ritiene ingiusta
Uno dei cantieri Milano Expo 2015 FOTO LAPRESSE
Robledo scrive al Csm: Bruti Liberati dice il falso
H
a intralciato le indagini».
IL CASO
«Non è vero, mente».
La lite del quarto piano continua a scuotere la procura di Milano. G. VES.
Lo scontro al vertice dell’ufficio inqui- MILANO
rente si arricchisce di una nuova nota. Dopo quella inviata al Csm dal pro- Lo scontro tra magistrati
curatore capo Edmondo Bruti Libe- diventa ogni giorno più
rati, arriva la risposta del procuratoacuto e mette in
re aggiunto Alfredo Robledo.
I due litigano - formalmente - da discussione la credibilità
marzo, da quando Robledo, il coordi- della Procura. Il ministro e il
natore del pool che si occupa di reati
contro la pubblica amministrazione Csm valutano e attendono
ha accusato, con un esposto al Csm, il
capo dei pm milanesi, Bruti Liberati,
di scorrettezze nell’assegnazione dei
fascicoli di indagine. In particolare, il
riferimento è ad alcune inchieste come quella Ruby, quella sulle cliniche
Maugeri, che vede a processo Formigoni, e anche l’ultimo scandalo che
ha investito Expo. Indagini che, secondo Robledo, sarebbero spettate al
suo dipartimento e che invece il procuratore ha preferito assegnare ad altri capi dipartimento, come Ilda Boccassini - antimafia - e Francesco Greco, reati finanziari.
Dopo le audizioni da parte dell’organo di autogoverno della magistratura di Boccassini, Greco, Pomarici
e di altri magistrati milanesi, tre giorni fa Bruti Liberati ha inviato una nota alle due commissioni che devono
dirimere la diatriba, a corredo delle
dichiarazioni rese dallo stesso procuratore capo quando è stato ascoltato
a palazzo dei Marescialli.
«DIGNITÀ LESA»
Nel documento Bruti Liberati ha accusato Robledo di aver «determinato un reiterato intralcio alle indagini» sull’Expo, in particolare quando
«pur essendo costantemente informato del fatto che era in corso una
attività di pedinamento e controllo
su uno degli indagati», svolta da
«personale della sezione di polizia
giudiziaria», ha «disposto analogo
servizio delegando ad altra struttura
della stessa Guardia di finanza». Solo «la reciproca conoscenza del personale Gdf che si è incontrato sul terreno - ha rilevato BrutiLibertai - ha
consentito di evitare gravi danni alle
indagini».
Accuse che ieri hanno trovato la
secca replica del procuratore aggiunto, che ha chiesto al Csm di essere
ascoltato nuovamente. Robledo contrattacca definendo «inveritiere le affermazioni del procuratore» sul presunto doppio pedinamento dei finanzieri che indagano su Expo: «Tale
episodio non è mai avvenuto», dice il
magistrato, che nella sua lettera alle
commissioni del Csm allega anche
una nota della Guardia di finanza di
Milano. Quelle di Bruti Liberati, si
legge, sono parole che «appaiono altamente lesive della dignità della
funzione di procuratore aggiunto,
coordinatore del dipartimento dei
reati contro la pubblica amministrazione che attualmente svolgo, e turba il regolare svolgimento della funzione».
Per questo Robledo chiede di poter vedere la nota con la quale Bruti
Liberati lo accusa e gli allegati forniti dal procuratore capo a supporto
delle sue accuse: «Per poter fornire
gli indispensabili chiarimenti» al
Csm. «Fin da ora - conclude Robledo
- chiedo che a tal fine venga disposta
la mia audizione a riguardo».
Il clima è teso al quarto piano del
palazzo di Giustizia, dice chi lo frequenta. E siamo ben lontani dall’auspicato ritorno alla normalità. Ieri,
sollecitato sul tema, è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha partecipato al
plenum del Consiglio superiore della
magistratura.
Il guardasigilli si è limitato a dire
di attendere il lavoro delle commissioni e di non ritenere comunque
compromessa l’imparzialità della
procura milanese. C’è però chi, come
il togato di Magistratura Indipendente, Antonello Racanelli lo ha invitato
a valutare l’invio degli ispettori «per
restituire serenità a un fondamentale ufficio giudiziario». Mentre il vicepresidente del Csm Michele Vietti, si
augura che le commissioni competenti «concludano rapidissimamente» la loro istruttoria, in modo che si
possa arrivare presto in plenum a
una «conclusione definitiva». «Di tutto ha bisogno il sistema giudiziario dice Vietti - tranne che di delegittimazione».
RASSEGNASTAMPA
7
giovedì 15 maggio 2014
Ubi Banca, indagati Bazoli e Pesenti
● Il presidente di
Intesa risulta coinvolto
per un patto parasociale
occulto ● Il numero
uno di Italcementi è
accusato di truffa
LUIGINA VENTURELLI
MILANO
È un’inchiesta complessa quella che ieri ha scosso Ubi Banca e Ubi Leasing,
finite nel mirino della procura di Bergamo per una pluralità di presunti illeciti
che vanno dall’ostacolo alle funzioni di
vigilanza, alla truffa aggravata, fino al
riciclaggio. Ipotesi di reato che hanno
portato gli uomini della Guardia di Finanza ad effettuare venti perquisizioni
in diverse città d’Italia e a notificare
una decina di avvisi di garanzia ad altrettanti indagati. Tra di essi ci sono
banchieri ed imprenditori, tra i quali
anche due delle personalità più note e
di più lungo corso della finanza nazionale - del vecchio salotto buono come
si diceva prima che la globalizzazione
spazzasse via le abitudini desuete - quali il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni
Bazoli, e il numero uno di Italcementi e
di Italmobiliare, Giampiero Pesenti.
Certo, complesse possono definirsi
tutte le inchieste che a vario titolo hanno riguardato in questi anni alcune tra
le più importante banche italiane. Ma
quest’ultima, coordinata dal pubblico
ministero di Bergamo Fabio Pelosi,
spicca per le circostanze molto disparate (rispetto, ad esempio, a gravi crisi
finanziarie dovute a malversazioni manageriali) che hanno sollecitato l’attenzione dei magistrati nei confronti del
quinto gruppo creditizio italiano, nato
nel 2007 dalla fusione fra Banche Popolari Unite e Banca Lombarda.
Da quelle tipiche dei colletti bianchi,
come il patto parasociale occulto addebitato a Bazoli, a quelle più pittoresche, come la vendita sottocosto di
yacht e di aerei personali in cui è incappato Pesenti nel ruolo di acquirente in-
.. .
La Procura di Bergamo
ha disposto una ventina di
perquisizioni. La banca si
difende: tutto già chiarito
Gianpiero Pesenti FOTO LAPRESSE
Giovanni Bazoli FOTO LAPRESSE
giustamente privilegiato.
LE ACCUSE A BAZOLI E PESENTI
Il banchiere bresciano che presiede Intesa Sanpaolo, in particolare, risulta indagato per ostacolo alle funzioni di vigilanza in qualità della carica di presidente di un gruppo di azionisti di Ubi, l’Associazione banca lombarda e piemontese, che insieme all’Associazione Amici
di Ubi avrebbe messo in campo un sistema di regole tale da predeterminare le
decisioni dei vertici della banca. Ovviamente - questa è l’accusa - senza rispettare le procedure di un normale patto
di sindacato e dunque senza che le autorità di vigilanza ne avessero compiuta
conoscenza. Così gli agenti delle Fiamme Gialle hanno perquisito gli uffici di
Giovanni Bazoli (che poi ha precisato
come gli accordi nell’istituto di credito
siano stati «tutti recepiti negli statuti e
in atti ufficiali»), nonchè quelli del presidente del comitato di gestione di Ubi
Banca, Franco Polotti, e del presidente
del comitato di sorveglianza, Andrea
Moltrasio. Entrambi i manager, infatti, risultano indagati con lo stesso capo
d’accusa di ostacolo alle attività di vigilanza, insieme al vicepresidente Mario
Cera, all’amministratore delegato
Victor Massiah e all’ex presidente della Banca Popolare di Bergamo Emilio
Zanetti.
Alle ipotesi di truffa e riciclaggio, invece, si legano i nomi del consigliere
Italo Lucchini, dell’ex amministratore
delegato di Ubi Leasing, Giampiero
Bertoli, dell’ex vicedirettore generale
vicario Alessandro Maggi, e dell’ex responsabile del recupero e vendita beni
Guido Cominotti. In questo filone di indagine, nel quale è chiamato in causa
anche Pesenti, la magistratura ipotizza
gravi irregolarità nella compravendita
di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni
e aeromobili. Tali beni - sempre secondo le ipotesi degli inquirenti - venivano
ceduti in leasing a persone fisiche e società e, di fronte alle prime difficoltà di
pagamento delle rate concordate, venivano sottratti a coloro che avevano sottoscritto il contratto di leasing e subito
ceduti, a un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale, a persone vicine a
Ubi Leasing. Una sorte toccata, ad
esempio, all’ex velivolo Cessna di Lele
Mora, già agente dei vip nonchè grande presenzialista dell’ambiente da
avanspettacolo e delle cronache giudiziarie. Oppure allo yacht di lusso del
valore di 12 milioni di euro appartenuto all’imprenditore Massimo Crespi e
poi venduto a soli tre milioni e mezzo,
nonostante le offerte superiori pervenute nel frattempo, a una società battente bandiera cipriota riconducibile
all’Italcementi di Pesenti (che peraltro
si è detto fiducioso che nel corso dell’indagine emerga «la totale congruità e
correttezza della transazione»).
Il faro sull’attività della controllata
di Ubi attiva nel settore del leasing, del
resto, era già stato posto da Bankitalia,
la prima ad esprimere dubbi sulla gestione dell’istituto e ad avviare
nell’estate nel 2012 ispezioni che poi si
sono concluse con una sanzione da
360mila euro a vecchi e nuovi manager, sindaci inclusi.
E proprio agli accertamenti effettuati in passato si riferisce la nota ufficiale
diffusa ieri dal gruppo dopo l’avvio delle perquisizioni: «Si precisa che le stesse avvengono a seguito di esposti datati 2012 e di un esposto datato luglio
2013» ha precisato Ubi Banca. Assicurando la «massima collaborazione» fornita alla Guardia di Finanza e ricordando di aver «già fornito a suo tempo varie risposte e chiarimenti ai competenti organi di vigilanza», rispetto alle quali «non vi sono ad oggi novità o aggiornamenti ulteriori da fornire».
Ma inevitabili sono state le ripercussioni dell’inchiesta in Borsa, dove il titolo della banca, che pure ieri ha presentato i conti del primo trimestre 2014
che vedono un raddoppio dell’utile rispetto all’anno precedente a 58,1 milioni, è andato a picco lasciando sul terreno il 3,7%.
.. .
Beni di lusso in leasing
venivano ritirati e poi
ceduti ad amici sottocosto
Il Cessna di Lele Mora
Ragionieri, medici, giornalisti vittime dei Magnoni
● Una truffa da 79 milioni almeno, altri 300
ancora in una delle società della Sopaf
ADRIANA COMASCHI
[email protected]
Cinquantadue milioni sottratti solo alla cassa previdenziale dei ragionieri, altri 300 - dicasi trecento - ancora vincolati in una società che ha investito senza l’autorizzazione del committente.
Soldi destinati a pensioni, in parte recuperati anche grazie all’intervento della
magistratura. Sono da brivido, le cifre
su cui ancora si cerca di fare chiarezza
a giorni di distanza dall’arresto a Milano dei fratelli Magnoni per il crac
dell’agenzia di investimento Sopaf.
Dunque non solo appalti di grandi
opere, Expo in testa. Non solo mazzette a nomi che sono ancora quelli di Tangentopoli, un tuffo in un passato mai
diventato tale: il ‘sottobosco’ dei reati
finanziari è ben più ampio e radicato in
ogni aspetto della vita quotidiana, come dimostra la truffa che la Sopaf
avrebbe perpetrato ai danni di tre gran-
di casse di previdenza, appunto quella
dei ragionieri, dei medici e dei giornalisti. Con un volume d’affari superiore a
quello di inchieste ben più famose. Senza considerare che i 79 milioni presi alle tre casse interessano solo poche delle 156 pagine di contestazioni alla società dei Magnoni (i fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio e il figlio di quest'ultimo,
Luca). Accusati anche di bancarotta
fraudolenta, frode fiscale e appropriazione indebita.
Alla Cassa Nazionale di Previdenza
dei Ragionieri ci hanno messo mesi per
ricostruire i movimenti del proprio denaro per mano della holding lussemburghese Adenium Sicav, controllata
da Sopaf. «Quei soldi hanno girato metà del pianeta - spiega l’avvocato Alessandro Diddi, incaricato di tutelare Cnpr -: avevamo indici di anomalie, così
nel 2013 abbiamo fatto due esposti alla
magistratura, consegnando memorie
giunte alle stesse conclusioni del Pm».
Giorgio Magnoni
.. .
I fondi previdenziali usati
per pagare lo stipendio di
Toschi, ex Arner Bank
Le contromosse degli enti
Ovvero che i 52 milioni, messi da Cnpr
su due fondi in altrettanti comparti di
Sicav erano stati investiti «senza l’autorizzazione della Cassa - ribadisce Diddi
-, e usati tra l’altro per pagare uno stipendio da 250 mila euro a Toschi (Ad
di Adenium nonché ex presidente della
Arner Bank, banca di famiglia di Berlusconi, ndr) e pagare i debiti di altre società». E dire che il conferimento iniziale della Cnpr a Sicav era stato nel 2012
di ben 600 milioni, ora per metà «riportati a casa» assicura il presidente Paolo
Saltarelli. Ma per metà ancora in due
dei comparti della Sicav, appunto perché vincolti a una scadenza, su fondi
che però «gli esperti ci dicono non danno particolari problemi», ricorda il legale della Cassa.
Nei confronti di Enpam e Inpgi, Sopaf avrebbe agito in modo più articolato. La truffa a loro carico (per 20 milioni alla cassa dei medici, per 7 a quella
dei giornalisti) verteva secondo l’accusa sulla vendita di quote Fip (Fondo immobili pubblici), perfezionata dopo un
lasso di tempo e con un prezzo tale da
garantire una plusvalenza di oltre 23
milioni. Un meccanismo che pure
l’Enpam aveva ritenuto di controllare,
con un contratto che avrebbe dovuto
tutelarla. Una vera scottatura per la
Cassa di medici e odontoiatri, dopo il
rinvio a giudizio pochi giorni fa dell’ex
presidente Eolo Parodi per alcuni investimenti, vicenda per cui Enpam si è
costruita parte civile. La cassa dei camici bianchi mostra però di avere preso le
sue contromisure. L’attuale presidente Alberto Olivi, eletto nel 2010 con un
programma di riforma della governance degli investimenti, precisa che
«Enpam acquistò quote del Fip a un
prezzo scontato rispetto al valore ufficiale del tempo (Nav)», e che «quest’investimento ha reso il 9,34% annuo. In
ogni caso, se venisse proposto oggi non
verrebbe fatto con quelle modalità»,
proprio per la riforma varata nel 2011.
Cnpr e Inpgi hanno discusso della vicenda proprio ieri in Commissione parlamentare di controllo sulla previdenza complementare. La Commissione
conclude: «Delegare a gestori finanziari la titolarità delle operazioni di investimento riflette una concezione volta
solo al profitto, che ha mostrato tutti i
suoi limiti con la crisi finanziaria».
RASSEGNASTAMPA
9
giovedì 15 maggio 2014
ECONOMIA
Electrolux,
25 milioni
da governo
e Regioni
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Il bonus di 80 euro al mese dovrà essere corrisposto anche a cassintegrati e
lavoratori che godono il sussidio di disoccupazione o che si trovano in mobilità. A indicare la platea dei beneficiari è
l’ultima circolare dell’agenzia delle entrate, pochi giorni prima dell’erogazione del beneficio.
Il testo ricorda che il bonus è destinato a lavoratori dipendenti che guadagnano fino 26mila euro annui, con un
beneficio pieno (640 euro per 8 mesi
del 2014) fino a 24mila, e poi un decalage. Non concorrono al superamento
del limite di 26 mila euro previsto dal
bonus le somme percepite a titolo di incremento della produttività che godono di una imposta sostitutiva del 10%
(per il 2014 questa quota agevolata non
può superare i 3mila euro). Una decisione che incassa il plauso della Cgil.
«È un bene che quelle somme non siano conteggiate», si legge in una nota.
Vanno conteggiate invece le somme
provenienti dall'affitto di immobili assoggettati a cedolare secca. Tra le novità annunciate dall’Amministrazione
c’è anche il fatto che il credito spetta
anche ai lavoratori deceduti in relazione al loro periodo di lavoro nel 2014, e
sarà calcolato nella dichiarazione dei
redditi del lavoratore deceduto presentata da uno degli eredi, secondo le modalità che saranno specificate nel relativo modello.
APPLICAZIONE
La circolare sottolinea che nel caso di
contribuenti che hanno lavorato solo
una parte dell'anno il sostituto d'imposta deve calcolare il credito sulla base
del periodo di lavoro effettivo. Ad esempio, un lavoratore il cui reddito complessivo è di 22 mila euro e che ha svolto 120 giorni di lavoro nel 2014 avrà diritto a un credito pari a 210,41 euro
(640:365 x 120). Dopo aver individuato
l'importo complessivo del credito spettante, particolare attenzione dovrà poi
essere posta nella ripartizione del bonus nelle varie buste paga da maggio in
poi. Infatti, l'importo da erogare nel
mese andrà parametrato in base ai giorni di cui è composto il singolo mese di
retribuzione. Per semplicità di applicazione, è comunque possibile utilizzare
anche altri criteri, purché oggettivi e
costanti, ferma restando la ripartizione dell'intero importo del credito spettante tra le retribuzioni dell'anno 2014.
Ad esempio, per i rapporti di lavoro
che si protraggono per l'intero anno
2014 l'importo del credito di 640 euro
su base annua potrà essere erogato per
un importo pari a 80 euro al mese per
ciascuno degli 8 mesi che vanno da
maggio a dicembre 2014. Se si vuole recuperare il credito erogato attraverso
il modello F24, nel caso del bonus non
si è soggetti al limite annuale di 700mila euro previsto dalle norme vigenti.
Le disposizioni arrivano mentre il
decreto è all’esame del Parlamento. Ieri la commissione Finanze alla Camera
ha votato all’unanimità una risoluzione (Ribaudo, Pd) che chiede di stabilire
«un termine certo di sei mesi entro il
quale l'Agenzie delle entrate potrà
MASSIMO FRANCHI
ROMA
Disoccupati e cassintegrati
hanno il bonus di 80 euro
●
●
L’Agenzia delle Entrate detta le regole di applicazione del credito fiscale
Il Pd: abbassare al 20% l’aliquota sui conti correnti sotto i 25mila euro
provvedere al rimborso delle somme
dovute ai cittadini che, avendo presentato il modello 730, ne abbiano diritto». Intanto in Senato piovono sul decreto circa 800 emendamenti. Di questi dal Pd è arrivato un pacchetto di circa 135 proposte di modifica. Tra questi,
a firma del presidente della commissio-
ne Finanze, Mauro Maria Marino,
spunta la proposta di esentare dall'aumento dell'aliquota dal 20% al 26% prevista per le rendite finanziarie, i depositi e conti correnti che hanno una giacenza media non superiore a 25mila euro. Altra proposta a prima firma Marino prevede la riapertura dal beneficio
della rateazione dei debiti fiscali per i
contribuenti che erano decaduti da questa possibilità prima del 22 giugno scorso. La richiesta dovrà essere presentata entro il 31 luglio prossimo. Chi ne
usufruisce non potrà saltare più di due
rate consecutive per non perdere il beneficio.
I GRILLINI
DEBITO PUBBLICO
Nuova crescita a marzo: 2120 miliardi
Continua a crescere il debito pubblico
italiano. A marzo, secondo il
Supplemento al Bollettino statistico
«Finanza pubblica, fabbisogno e
debito» di Bankitalia, il debito delle
Amministrazioni pubbliche è
aumentato di 12,8 miliardi al nuovo
massimo a 2.120 miliardi.
L`incremento è stato inferiore al
fabbisogno delle Amministrazioni
pubbliche (17,8 miliardi), per effetto,
spiega Bankitalia, principalmente del
decremento di 2,7 miliardi delle
disponibilità liquide del Tesoro (pari a
fine marzo a 62,1 miliardi; 45,9 a marzo
del 2013); l`emissione di titoli sopra la
pari, l`apprezzamento dell`euro e gli
effetti della rivalutazione dei BTP
indicizzati all`inflazione (BTPi) hanno
complessivamente contenuto
l`incremento del debito per 2,3
miliardi. Il debito delle
Amministrazioni centrali è aumentato
di 13,6 miliardi.
I 5 Stelle presenteranno una pregiudiziale di costituzionalità «in quanto le
pensioni, anch'esse equiparate a reddito da lavoratore dipendente dal Tuir
che è corroborato dalle sentenze della
Consulta, sono state irresponsabilmente dimenticate». Così in una nota i gruppi di M5S alla Camera e al Senato in cui
rilevano come derivi dal testo del provvedimento il fatto che a fruire del bonus Irpef saranno anche cassintegrati
e titolari di indennità di disoccupazione i cui redditi sono equiparati a quelli
da lavoro dipendente. «Al tempo stesso
- concludono i parlamentari - il Movimento 5 Stelle ritiene spudorata la disattenzione nei riguardi di incapienti e
disoccupati senza sostegn».
La firma è arrivata. Oggi - alle 15,30 - ci
sarà la passerella a palazzo Chigi. La
vertenza Electrolux si è chiusa con un
accordo che salvaguardia produzioni,
posti di lavoro e salario. E che ora sarà
al vaglio dei 5mila lavoratori coinvolti
che giovedì prossimo voteranno. Non
senza qualchemal di pancia,specie nello stabilimento di Susegana per la parte della velocizzazione dei ritmi in linea.
L’ultimo ostacolo superato ieri è la
quantificazione dei fondi statali e regionali che aiutano la multinazionale svedese ad ottenere la condizione posta
per non delocalizzare le produzioni:
un taglio del costo del lavoro di 2 euro
l’ora. Ecco allora arrivare - oltre ai circa 5 milioni di decontribuzione per i
contratti di solidarietà, pari ad 1,1 euro
l’ora nel caso che i contratti si applichino a tutti i 5 mila dipendenti coinvolti anche circa 25 milioni ripartiti tra fondi di Innovazione e ricerca del ministero dello Sviluppo e fondi regionali, specie del Friuli Venezia Giulia. Il tutto però necessita di un accordo di programma triangolare. L’altra novità dell’accordo è il Tavolo di monitoraggio
sull’accordo chiesto dai sindacati.
Per il ministro Federica Guidi l’accordo «dimostra che in questo Paese è
possibile continuare a investire, a produrre, a fare investimenti in innovazione e ricerca e soprattutto, che è una
cosa che credo sia un dovere morale
per ciascuno di noi, cercare di mantenere al massimo i livelli occupazionali». La vicenda Electrolux dimostra
che«ci sono lecondizioni per fare industria in Italia», ha affermato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia,
Debora Serracchiani. L’accordo deve
insegnare che «i soldi pubblici si danno
alle aziendeche non licenziano, non delocalizzano ma investono nel nostro
Paese», commenta il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, il
quale si è detto convinto che è stato fatto «un buon lavoro» grazie anche alle
150 ore di sciopero. Il modello Electrolux è replicabile laddove redistribuisce
orari e lavoro. «Si sperimenta anche lo
scaglionamento delle ferie - ha aggiunto - che nel settore è una novità». «Ci
hanno chiestoun contributodei lavoratorie la riduzione dei permessi sindacali è stata una mediazione possibile».
«Un accordo difensivo, ma di straordinario valore se pensiamo da dove eravamopartiti», commenta Gianluca Ficco della Uilm. «Oggi si chiude una fase
- ha commentato il segretario Fim Cisl
Beppe Farina - ma deve aprirsene
un’altra in cui il governo non intervenga più in termini emergenziali ma offra un piano di sviluppo».
Statali, Madia: «Entro il 2018 possibili 10mila uscite»
LAURA MATTEUCCI
[email protected]
Non si tratterà di esuberi, dunque non
ci saranno licenziamenti. Ma la ministra Marianna Madia, in audizione alla
Camera davanti alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro, parla di
«10mila posti nella pubblica amministrazione» che «potrebbero venire liberati da qui al 2018». Numeri che sono
«stime prudenziali», aggiunge. «Io le
chiamo uscite non traumatiche, non
esuberi - spiega - e con l’inserimento di
giovani. E non sono misure che non tengono conto del problema degli esodati,
che rimangono sempre in cima all’attenzione del governo. La nostra P.a.
non ha troppe persone, ma chi ci lavora
ha un’età troppo elevata. Inoltre, certamente non c’è una buona distribuzione
del personale». Motivo per il quale pensa a percorsi di mobilità interna: «La
mobilità volontaria non riesce a funzionare - sottolinea Madia - Credo che la
mobilità obbligatoria con alcune garanzie per i lavoratori, e non punitiva, debba essere valorizzata e attuata». Le uscite, dice, possono avvenire innanzitutto
con l’abrogazione del trattenimento in
servizio, cioé della possibilità di rimanere oltre la pensione. Non ci saranno baby pensionati, ma l’idea è di anticipare
le uscite di 6 mesi o un anno. La ministra, prima di varare la riforma della
P.a. nel Consiglio dei ministri del 13 giugno vedrà anche i sindacati (non sa ancora se singolarmente o tutti insieme),
così come vaglierà le proposte che stanno arrivando via mail dopo la consultazione lanciata dal governo, ma alcune
linee guida sono già chiare.
Per il presidente della Commissione
Lavoro, Cesare Damiano, «una buona
notizia»: «Parte di quei 10mila posi potrebbe essere utilmente destinata all'occupazione dei giovani». I sindacati attendono la convocazione e sono disponibili al dialogo. «Di mobilità si discute
da anni, e non abbiamo alcun problema
a riprendere il discorso - dice la segretaria della Cgil Funzione pubblica, Rossana Dettori - Se siamo in grado di distribuire meglio i servizi, bene. Quanto ai
10mila di cui parla la ministra, ci aspet-
.. .
«Anticipare le uscite,
far entrare dei giovani
e distribuire meglio
il personale»
tiamo che ci spieghi i meccanismi di
uscita».
Madia continua: «È vero, in media ci
sono troppi dirigenti, la riflessione che
faremo partirà dai fabbisogni e dagli
obiettivi di ogni singola amministrazione, è questo il cuore della riforma. Dobbiamo mettere mano alle direzioni generali che hanno un solo dirigente, abolirle o fare alcuni accorpamenti».
Nell’ambito della staffetta generazionale nel pubblico impiego auspicata dalla
ministra, il «rapporto 1 a 3» di cui si è
tanto parlato «è un rapporto assolutamente variabile a seconda delle esigenze e delle competenze» di cui avranno
bisogno le diverse amministrazioni perché «non ci sarà una proporzione fissa
tra entrate e uscite». Questo varrà «certamente per le amministrazioni centrali», spiega Madia, mentre sono in corso
5 tavoli tecnici sui principali temi delle
riforma dai quali arriverà il 29 maggio
una risposta da parte degli enti locali
sulla possibilità di «allargare anche a loro» l’applicazione della riforma. «Non
vogliamo fare un ragionamento rigido ribadisce la ministra - ma vogliamo intendere l’amministrazione come un
unicum», tuttavia si tratta «di mettere
le persone giuste al posto giusto nel momento giusto». Ad ogni modo, «ci sarà
una regia forte centrale», conclude Madia perché, in particolare la mobilità,
«finora non ha funzionato perché è
mancato proprio questo».
Nel frattempo, sono già arrivate oltre 12mila mail per la consultazione
pubblica sulla riforma lanciata dal governo. «In settimana - dice Madia - diffonderemo un primo report». La consultazione si concluderà a fine mese.
RASSEGNASTAMPA
11
giovedì 15 maggio 2014
ITALIA
RAZZISMO
SALVATORE MARIA RIGHI
Twitter@SalvatoreMRrighi
C’è chi getta benzina sul fuoco, come Maroni, che rispolvera il repertorio leghista
e agita lo spettro delle epidemie, pur sapendo - o facendo finta di non sapere che il cordone sanitario nel Mediterraneo è capillare e rigoroso: «Sono preoccupato per un rischio epidemia a causa
dei diffusi focolai di poliomielite che ci
sono in Siria. E siccome molti (degli immigrati, ndr) sono siriani...». E c’è chi,
sul tema immigrazione tornato tragicamente di attualità, fornisce numeri e stastiche che raccontano di un esodo ormai
biblico.
Così Frontex che parla di un aumento
record del 823% degli sbarchi sulle nostre coste rispetto allo scorso anno.
Un’impennata impressionante. Numeri
record per i flussi di migranti diretti alle
coste sud dell'Europa nei primi mesi del
2014: secondo le rilevazioni di Frontex,
da gennaio ad aprile sono stati localizzati in totale circa 42.000 migranti, il triplo rispetto ai 12.400 dello stesso periodo del 2013. Di questi, oltre la metà erano diretti in Italia, con un fortissimo aumento rispetto all'anno precedente.
L'aumento dei controlli sulle imbarcazioni cariche di immigrati clandestini dirette verso le coste mediterranee dell'Europa ha portato a registrare una crescita
enorme dei numeri di quelli che si sono
diretti verso le coste del Mediterraneo
centrale, ovvero Italia e Malta. Secondo i
dati diffusi da Frontex, infatti, gli immigrati clandestini arrivati in Italia sono
passati, dai 2.780 dei primi quattro mesi
del 2013 a 25.650 rilevati da gennaio ad
aprile di quest'anno, con altri 660 sbarcati in Puglia e Calabria. Si tratta di un aumento dell'823%. Come riferiscono i tecnici di Frontex, non soltanto c'è stato un
aumento effettivo dei flussi migratori,
ma l'agenzia ha aumentato i controlli e i
rilevamenti. Inoltre, sottolineano al
Frontex, i dati dell'anno scorso erano stati particolarmente bassi.
FLUSSO IN AUMENTO
Presentando i dati raccolti dall'agenzia
Ue sul controllo delle frontiere esterne
dell'Unione nei primi mesi dell'anno, il
vicedirettore Gill Arias ha sottolineato
che non è compito di Frontex aiutare
l'Italia nell'accoglienza dei migranti poichè si tratta di uno strumento di rilevazione e controllo, non di gestione delle
richieste di asilo. L'aumento dei migranti rilevati da Frontex nei primi mesi, ha
riferito Arias, può ricondursi sia a un aumento del flusso sia anche all'aumento
di controlli e quindi legato anche alla rafforzata attività di Frontex. Tali numeri
non si vedevano da cinque anni, ad eccezione del 2011, quando le migrazioni erano aumentate per via della Primavera
araba. «C'è da aspettarsi un aumento delle rilevazioni di migranti durante l'estate
quando le traversate sono più facili», ha
confermato. L'aumento provocato anche dalle modifiche delle leggi sull'immigrazione in Israele. Ciò «porta i migranti
provenienti dal corno d'Africa a scegliere soprattutto l'Europa come luogo di arrivo». Secondo le testimonianze dei migranti siriani e sub sahariani, riferisce
Arias, ci sarebbero già molte persone in
L’importanza
di quel portale
integrazione
per gli stranieri
LUIGI MANCONI
VALENTINA CALDERONE
VALENTINA BRINIS
[email protected]
D
L'arrivo al porto di Catania della nave Grecale con a bordo i migranti superstiti FOTO DI ANDREA DI GRAZIA/LAPRESSE
Migranti, numeri boom
In Italia sbarchi a +823%
I dati dell’agenzia Forex: nei primi quattro mesi del 2014 arrivi balzati
a 25.650 ● Renzi: «La Ue decide sulla pesca, ma ci gira le spalle su questo»
●
Libia pronti a fare la traversata. Cresce
anche il numero delle richieste di asilo
avanzate in Svezia, Olanda e Bulgaria e
Germania, che da sola registra un + 41%.
Diminuiscono i rifiuti di accesso nel confine Polonia-Ucraina e fra Russia, Polonia e Finlandia. Le attività di Frontex sono supportate da un bilancio di 89 milio-
ni di euro nel 2014, che potrebbero diminuire in futuro, dei quali 55,3 destinati
alle attività operative, soprattutto per
Eurosur (13,5) e operazioni congiunte
(42 milioni). Di questi, 21,5 milioni dedicati al controllo del mare. «Il controllo
delle frontiere è solo un piccolo tassello
del puzzle, non è la soluzione. Per miglio-
LE INDAGINI
In carcere due scafisti sospettati per la tragedia
Due uomini, un tunisino e un
marocchino, sono stati fermati dagli
agenti della Squadra mobile e della
Questura di Catania, con l'accusa di
essere stati gli scafisti del barcone
naufragato due giorni fa nel Canale di
Sicilia causando la morte di 17 migranti,
tra i quali una donna incinta. Per i due,
le accuse della Procura etnea sono di
favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina, omicidio plurimo e
naufragio. Secondo gli investigatori
catanesi, i due avrebbero determinato
deliberatamente un'avaria
all'imbarcazione, facendo imbarcare
acqua al natante che è andato
velocemente a fondo. I fermati sono
Haj Hammouda Radouan, tunisino, e
Hamid Bouchab, marocchino,
entrambi di 23 anni. Sono stati trasferiti
nel carcere di Piazza Lanza. Secondo
gli inquirenti, il primo pilotava il
barcone in legno di di 20-25 metri su
cui viaggiavano oltre 200 migranti,
mentre l'altro lo assisteva. Intanto,
nell'obitorio del cimitero di Catania
sono in corso le procedure
d'identificazione delle vittime.
rare la situazione servono soprattutto accordi bilaterali più stringenti fra le nazioni e politiche più incisive contro i trafficanti». Per quanto riguarda i centri di accoglienza «non è compito di Frontex gestire l'arrivo dei migranti nei centri di accoglienza».
Sul tema non sono mancate altre scintille politiche. Il premier Renzi, in visita
a Reggio Calabria, si è rivolto all’Europa
dopo le polemiche del giorno precedente, alimentate soprattutto da Alfano. «Ci
danno direttive sul pesce spada, ma ci
girano le spalle quando si tratta di raccogliere persone che affondano in mare».
Dopo le critiche all'Unione Europea, di
cui aveva stigmatizzato il disimpegno
sul tema dell'emergenza immigrazione
che investe il Paese, Renzi è tornato ieri
sull'argomento. Lo spunto per un nuovo
affondo glielo hanno dato i pescatori calabresi. A Reggio, fra due o trecento lavoratori che lo attendevano davanti alla
prefettura, c'erano anche loro. «Mi hanno spiegato che vivono una crisi dovuta
al fatto che l'Ue impedisce loro di pescare il pesce spada. Ci danno direttive su
queste cose ma ci girano le spalle quando si tratta di raccogliere persone che affondano in mare».
Privatizzazioni e beni comuni, sabato il corteo
RACHELE GONNELLI
ROMA
Si annuncia per sabato prossimo una grande manifestazione a Roma «per i beni comuni e contro le privatizzazioni», organizzata da Arci e Forum dell’Acqua pubblica
con l’adesione di centinaia di associazioni e
comitati. C’è però ancora un braccio di ferro tra organizzatori da una parte e questura e prefettura dall’altra sul percorso del
corteo, corteo per altro già autorizzato.
Ieri, per ribadire la volontà dei manifestanti di passare sotto il ministero dell’Economia in via XX settembre e sotto la vicina
sede della Cassa depositi e prestiti, indicata
come collettore delle privatizzazioni che si
annunciano,, una cinquantina di attivisti
hanno inscenato una protesta, o meglio un
«flashmob», proprio davanti a uno dei due
luoghi-simbolo negati al corteo: la Cassa
depositi e prestiti appunto, in via Goito.
«Abbiamo dato tutte le assicurazioni possibilisul fatto chela manifestazione saràradicale nei contenuti ma assolutamentepacifica nelle modalità, sullo stile creativo e plurale che contraddistingue da sempre il movimento per l’acqua pubblica - dice Paolo
Carsetti, portavoce del Forum - e a questo
punto denunciamoanche un restringimento inaccettabile degli spazi democratici. È
chiaro - aggiunge - che è il ministro Alfano
chechiamiamo in causa e che vogliamo rassicurare di nuovo: non c’è alcun timore di
scontri o contestazioni violente».
La lista delle adesioni alla manifestazione per i beni comuni è molto lunga e composita, si va dai comitati Stop Biocidio della
Terra dei Fuochi in Campania a quelli No
Grandi Navi del Veneto passando per No
Tav, No Muos, No Ttpi fino alla nuova sigla
deiNo Triv,gli ambientalistiche, in partico-
larein Basilicata, si battono contro le trivellazioni a caccia di giacimenti di gas e petrolio. Parteciperanno anche, quasi al completo, i movimenti per il diritto all’abitare protagonisti delle ultime manifestazioni a Roma, da Action alla costituenda Coalizione
per il patrimonio comune che ha lanciato
la raccolta di firme per delibere di iniziativa popolare in Campidoglio. Più molti centri sociali, la rete dei teatri occupati a partire dal Valle, i giovani studenti e precari della Rete della Conoscenza, Legambiente
con una propria piattaforma. Le parole
.. .
Organizzata da Arci e
Forum dell’Acqua pubblica
con l’adesione di centinaia
di associazioni e comitati
d’ordine saranno contro il decreto Poletti
sul lavoro e il Jobs Act, contro i tagli alla
cultura, per più risorse alla sanità e alla
scuola pubblica oltre che controle privatizzazioni. Essendo l’ultimo sabato pre-elettorale, ci saranno anche numerosi candidati
alle europee, soprattutto della lista Tsipras. Il concentramento è alle 14 a piazza
della Repubblica mentre la fine del corteo
è prevista a piazza del Popolo. Il percorso
per ora è ancora un punto interrogativo.
Gli organizzatori nei prossimi giorni torneranno a incontrarsi con questura e prefettura, che al momento non vorrebbero
neanche che il corteo sfilasse per piazza
Barberini, dove il 12 aprile scorso c’è stata
una violenta carica dei carabinieri, e insistono per un percorso molto breve e quasi
tutto all’interno del parco del Pincio.
Appelli, adesioni e modalità organizzative sono sul sito 17maggio.noblogs.org.
a qualche anno il ministero
del Lavoro ha attivato il Portale Integrazione Migranti
in cui è disponibile l’elenco dei servizi attivi sul territorio a favore di persone straniere. L’intento del Portale, infatti, è proprio quello di agevolare l’accesso a tali servizi assicurando una corretta informazione come
presupposto per facilitare l’integrazione nella società italiana. Nel Portale ci sono diverse sezioni tematiche: dall’educazione al lavoro,
dall’alloggio alle istituzioni territoriali, dai minori alle seconde generazioni. Vengono, inoltre, messe in evidenza le più importanti novità sul
piano della normativa, delle iniziative istituzionali e delle attività intraprese a livello nazionale, regionale
e locale. Il materiale disponibile nel
sito è tradotto in dieci lingue.
È attiva anche una «Linea Amica
Immigrazione» a cui l’operatore,
tra le altre cose, risponde a quesiti
inerenti alla normativa in materia
di immigrazione. Il servizio è composto da un’equipe di operatori specializzati di Front Office che rispondono in italiano, inglese, francese e
spagnolo. Quando l’istanza è più
complessa, viene trasmessa in tempo reale a un team di esperti che
prendono in carico il problema.
Negli ultimi tre mesi a usufruire
di questo servizio non sono stati solo gli stranieri. Risulta infatti dalla
rielaborazione dei dati raccolti dal
ministero che il 48% delle telefonate sia giunta da cittadini italiani, che
hanno posto quesiti per conto di un
loro familiare o di un loro dipendente immigrato. Il restante 52% è suddiviso per lo più tra persone provenienti da un paese africano, dal Sud
America e da uno stato dell’Asia. E
le richieste hanno riguardato i permessi di soggiorno (oltre il 48%), la
possibilità di studio e di lavoro in Italia (oltre 25%), la cittadinanza
(16,07%), il ricongiungimento familiare (8,61%) e il matrimonio
(1,32%).
Questi dati confermano l’importanza del servizio messo a disposizione del ministero dettata anche
dalla sua versatilità nelle modalità
di utilizzo. Il fatto di non limitarsi a
dare delle risposte standardizzate a
richieste comuni in un’area del sito,
è indice del vero interesse a essere
un servizio prima di tutto utile all’integrazione delle persone straniere
in Italia. Perché questo processo, reso sempre più complicato dalle normative in materia, per essere realizzato ha bisogno di essere fondato su
valide informazioni. Ed è su questo
aspetto che dovrebbe basarsi l’accoglienza di persone appena arrivate
in Italia: fornire giuste indicazioni
su cosa fare e come fare per ottenere un titolo di soggiorno, la tessera
sanitaria, un posto in un centro di
accoglienza e molto altro. Oltre a
questo, però, bisogna che sia garantito un accesso semplice alle procedure da effettuare per vivere in Italia. Un passaggio che sarebbe sicuramente facilitato se venissero apportati dei cambiamenti all’attuale normativa sull’immigrazione. Senza
questo, sarà sicuramente complicato portare a compimento un percorso che si concluda con l’integrazione.
RASSEGNASTAMPA
15
giovedì 15 maggio 2014
COMUNITÀ
Il commento
Il commento
La corsa al voto con l’Europa dimenticata
Basta decreti: più forza
al governo parlamentare
Massimo
Adinolfi
SEGUE DALLA PRIMA
Per decidere la rappresentanza parlamentare in Europa in forza delle posizioni espresse su questioni di formato
europeo: il futuro presidente della Commissione indicato dai cittadini attraverso il voto; la riforma dei Trattati; la crisi
dell’area Euro, il fiscal compact e le politiche di austerity; i fondi europei e la
loro destinazione nel Mezzogiorno; le
politiche per l’immigrazione. E sono solo alcuni dei capitoli su cui c’è bisogno
di una consapevolezza e dell’esercizio
di una cittadinanza finalmente europea.
E invece progressivamente questi temi sono impalliditi, dell’Unione ci è rimasto quasi soltanto lo spauracchio a
uso di una certa retorica populista, dopodiché le prossime elezioni hanno preso a funzionare come una verifica del
consenso ai partiti, per finalità quasi
esclusivamente interne. O come un’elezione di metà mandato, per testare la
salute del governo. D’altra parte i sondaggi, quelli pubblicati prima dello stop
elettorale e quelli che circolano riservatamente, continuano a rispondere a domande tutte italiane: quanto peserà sul
voto lo scandalo dell’Expo? Gonfierà ancora il consenso a Grillo e all’antipolitica oppure non inciderà più di tanto? E
Scajola, e Dell’Utri, e Berlusconi ai servizi sociali: non sarà che le parole
dell’ex-ministro Geithner offrono un’insperata ciambella di salvataggio al Cavaliere, a corto di argomenti e di uomini?
Ma possono divenire gli appalti milanesi, oppure l’ignominiosa caduta del governo Berlusconi, nel 2011, gli argomenti su cui si decide l’esito del voto del 25
maggio?
L’Unione europea non ha una politica estera degna di questo nome, e intanto l’Ucraina è sull’orlo della guerra civile. Nessun partito politico italiano sem-
bra però minimamente attraversato dalla questione. Né prova a prendere voti
sul destino di Kiev o sui rapporti con Mosca. Quanto al bilancio del Parlamento
europeo, esso rappresenta l’1% del bilancio dell’Unione e solo un quinto della spesa amministrativa complessiva
delle istituzioni europee. Eppure è l’unico luogo vero in cui, nel voto, si mescolano effettivamente le identità nazionali,
il che per forza di cose non accade fra
capi di governo. E però la crisi ha rafforzato robustamente il metodo intergovernativo, per cui l’Europa è divenuta
sempre più l’Europa di primi ministri,
presidenti e cancellieri. Ma anche questo, anche la qualità e l’intensità dei processi democratici dell’Unione sembra
non avere alcuna rilevanza nella campagna elettorale.
La quale si va giocando dapprima sulla burrascosa finale di Coppa Italia, poi
sulla coppia indecente formata da Primo Greganti e da Gianstefano Frigerio,
poi sull’approvazione del decreto lavoro: il profilo di un programma per l’Europa bisogna cercarlo fra le pieghe di
un discorso, a margine di una conferenza stampa, in qualche comunicato scritto per gli addetti ai lavori, ma in nessun
modo là dove lo si dovrebbe trovare, e
giudicare: nel dibattito delle idee,
nell’opinione pubblica, e infine (e so-
prattutto), nel sentimento popolare.
Cui prodest? A chi giova? Forse non
ad uno solo ma a tutti. Perché Berlusconi quali argomenti avrebbe, quale idea
di Europa coltiva? Vallo a sapere. E Grillo? Ha ragione il premier, quando sottolinea che non si ricorda il nome di un
solo candidato a Cinque Stelle. Grillo,
d’altronde, li manda a Bruxelles non
perché abbiano chissà quale visione
dell’Europa, ma solo perché facciano
pulizia negli uffici. Al futuro del continente ci si penserà dopo, magari con
qualche sbrigativa consultazione on line. E poi l’Italia offre un molto più pescoso mare di polemiche. Renzi, infine,
ha tutto l’interesse ad incassare un voto
che capitalizzi la luna di miele con il Paese, che lo rafforzi alla guida del governo
e della maggioranza, che gli dia una più
piena legittimazione.
Al tirar delle somme, dunque, Parigi
val bene una messa, e così Roma o Berlino, ma Bruxelles o Strasburgo pare proprio di no.
...
Una campagna elettorale
nella quale si discute di altro
e non si affrontano i veri
temi della sfida europea
Maramotti
.. .
Dal caso Expo al finto
complotto: si preferisce
misurare la propria forza
per motivi interni
L’analisi
Mare Nostrum,
operazione di civiltà
Nicola
Cacace
●
CON L’OPERAZIONE DI CIVILTÀ MARE
NOSTRUM L’ITALIA SI CONQUISTA LA
GRATITUDINE ETERNA DI UN MILIARDO di
africani e levantini e potrà andare a Bruxelles a testa alta per chiedere una europeizzazione del fenomeno migratorio.
L’emigrazione è un fenomeno in crescita nel mondo, come la globalizzazione. Nel 2012 sono emigrati 232 milioni di
persone, il 3,5% della popolazione mondiale che diventeranno 400 milioni tra
20 anni.
L’Italia, con un movimento immigratorio annuo di 300mila unità, pari al 5%
della popolazione, è sopra questa media,
perché ha una denatalità nettamente superiore alla media mondiale. Il primo fattore di attrazione dei flussi migratori è la
domanda di lavoro. Italia e Spagna, Paesi a più bassa natalità nel mondo, sono i
Paesi europei maggiormente investiti dagli immigrati dal 2000 ad oggi, pur es-
sendo Paesi ad alta disoccupazione. Perché ci sono due mercati del lavoro, quello delle badanti, dei contadini, dei pastori, degli edili, della pulizia, attrattivi quasi solo per gli immigrati ed il resto dei
lavori cui concorrono i nativi.
Una seconda verità poco conosciuta è
che gli sbarchi hanno inciso molto poco
sui flussi migratori. Sino al 2013 gli sbarchi sono stati di circa 20mila l’anno contro un immigrazione di 350mila l’anno e
ciononostante gli sbarchi sono tacciati
di «invasione» per speculazione ignorante dalla destra, cui non sa replicare la sinistra. Gli sbarchi hanno superato la quota dei 20mila solo nel 2011 per la guerra
in Libia e la primavera araba e quest’anno, essendo stati 22mila nei primi 4 mesi. Sono molti? Sicuramente si, rispetto
al passato, perché sono agevolati
dall’operazione Mare nostrum, ma non
rispetto all’immigrazione totale, che continua, sia pure con flussi inferiori.
Le speculazioni elettorali contro l’«invasione dei neri» si possono capire, certe
esternazioni di responsabili governativi
e di alti funzionari un po’ meno! Come si
fa a prevedere una invasione di 600mila
cittadini dal mare, come il ministro Alfano? Gli sbarchi sono sicuramente accele-
.. .
L’Italia potrà andare
a Bruxelles a testa alta per
chiedere che la Ue affronti
il fenomeno migratorio
rati dall’operazione Mare nostrum, che
rimarrà un esempio di cui l’Italia potrà
gloriarsi in eterno, un’operazione di civiltà dopo le migliaia di morti in mare,
ma incideranno poco sull’immigrazione
economica, essendo la maggioranza degli sbarchi di richiedenti asilo e di persone che vengono in Italia solo di passaggio.
Bisogna che l’Europa dia una validazione, anche economica, europea all’operazione Mare nostrum, abolendo la regola del fifthy-fifthy di divisione dei costi,
bisognerà ridurre dagli attuali 18 mesi a
6 mesi il periodo di detenzione nei Cie,
centri di identificazione ed accoglienza e
bisognerà abolire, a Bruxelles, la ingiusta norma di Dublino, che obbliga ogni
richiedente asilo a permanere nel paese
d’ingresso.
Per quanto riguarda la sistemazione
dei rifugiati, 20mila-30mila circa l’anno
non possono essere un problema per un
Paese di 60 milioni come il nostro, Paesi
come Germania, Francia e Gran Bretagna ne accolgono molte volte di più. Basterebbe guardare alle esperienze positive già fatte. In Italia ci sono Comuni in
via di spopolamento, con case vuote e
mestieri scomparsi che hanno accolto
con vantaggi reciproci famiglie di rifugiati, sarti, calzolai, elettricisti, come in passato fu fatto con greci ed albanesi. Con
un po’ di fantasia e di organizzazione, la
sistemazione dei rifugiati in piccoli centri potrebbe essere realizzata molto meglio delle attuali scandalose concentrazioni nelle grandi città.
Claudio
Sardo
●
LACAMERAHAAPPENAVOTATOLAFIDUCIASULDECRETOLAVOROE,PROBABILMENTE,ILGOVERNOPORRÀOGGI DI NUOVO LA QUESTIONE DI FIDUCIA SUL DECRETO PER
L’EMERGENZA CASA. Il decreto-legge è ormai la modalità
ordinaria per legiferare e il voto di fiducia è la procedura
standard per superare gli ostacoli parlamentari e assicurare così la conversione entro i 60 giorni previsti dalla Costituzione. La prassi viene da lontano, oggi però siamo davanti a una regola assoluta. Totalitaria. E non si può negare
che rappresenti uno stravolgimento dei principi a cui si era
ispirato il costituente.
A ben guardare, qualcosa è cambiato in questa legislatura: la fiducia viene posta prevalentemente alla Camera (il
decreto Poletti è stato finora la sola eccezione), dove la
maggioranza è più solida. E qualcosa è cambiato pure dopo la recente sentenza della Consulta, che ha vietato i decreti omnibus, contenenti al loro interno le materie più
svariate: il governo Renzi ha risposto al divieto sfornando
decreti-legge più corti e sicuramente più omogenei (salvo
il decreto sulla finanza locale). Comunque, da quando il
nuovo esecutivo è in carica, le Camere non hanno approvato altro che leggi di conversione dei decreti.
I leggeri correttivi, insomma, tendono a perfezionare la
procedura, a stabilizzarla. Anche i mostruosi maxi-emendamenti di un tempo sono stati di molto ridimensionati,
dopo i ripetuti e molto severi intervenuti del presidente
della Repubblica. Ma il problema non è stilare la classifica
dei governi che, nella stortura, si sono comportati meglio.
Il problema è come raddrizzare la stortura. I decreti non
possono diventare la sola via legislativa praticabile. Il Parlamento verrebbe ucciso e la qualità delle leggi, come si è
visto in questi anni, peggiorerebbe ancor di più. Al tempo
stesso, però, non sarebbe una risposta accettabile per il
Paese un’indebolimento dei poteri di indirizzo del governo. Per ricondurre i decreti ai soli casi eccezionali di necessità e di urgenza, bisogna consentire al governo di percorrere la strada principale della legislazione, quella voluta
dalla Costituzione ma oggi ostruita da vari fattori, regolamentari e politici.
Nel progetto di riforma del Senato si introduce il voto a
data certa sui disegni di legge che il governo considera più
importanti. E’ un buon punto di partenza. Che va sviluppato con una riforma dei regolamenti parlamentari, soprattutto della Camera. La presidente Laura Boldrini ha già
messo al lavoro la giunta per il regolamento e, a quel che si
sa, l’impostazione è promettente. Il governo deve poter disporre di una corsia preferenziale per ottenere il voto finale su alcuni disegni di legge entro 30 giorni dalla presentazione. Non solo. Occorre spostare in commissione il grosso
del lavoro sugli emendamenti, selezionando le votazioni in
aula e riducendole alle questioni più qualificanti. Non può
essere l’ostruzionismo, o comunque il potere di ritardare
le decisioni, l’arma più forte a disposizione del Parlamento.
Abbiamo bisogno di una democrazia decidente. E di rafforzare il contenuto democratico delle decisioni. Non è vero che da noi il governo non ha poteri. Dobbiamo evitare
che questo potere si fondi su torsioni del sistema. Perché si
può rafforzare il governo, rafforzando al tempo stesso il
Parlamento. Ad esempio, se in un bimestre il governo porta in votazione tre sue leggi con procedura accelerata, si
può riconoscere alle opposizioni il diritto di sottoporre al
voto almeno una loro proposta. Con analoghe garanzie e
procedure. E così le leggi di iniziativa popolare, finora le
grandi dimenticate nel nostro sistema, devono essere portare al giudizio dell’assemblea entro un termine stabilito.
Per rafforzare il Parlamento bisogna soprattutto far funzionare i contrappesi (e ovviamente il primo dei contrappesi è
recuperare il legame degli eletti con il territorio e i cittadini: basta liste bloccate!).
Ce la faremo a costruire una democrazia più matura e
decidente? Le riforme non sono il vezzo di qualcuno. Sono
ciò che manca da tempo. Anche perché in assenza di riforme pensate, abbiamo avuto strappi e mutamenti di fatto. Il
punto è se vogliamo ricostruire un sistema parlamentare
razionalizzato, aggiornando i principi dei costituenti, oppure se vogliamo fuggire altrove, inseguendo populismi e demagogie. In Europa i sistemi flessibili sono quelli che stanno dando le prove migliori. Speriamo di restare su questa
strada. Ma ce n’è un'altra: quella del presidenzialismo e di
una maggiore rigidità del sistema. L’illusione è che l’uomo
forte basti a rendere più forti le istituzioni. E’ un’illusione
che può aprire la porta alle avventure.
Comunque, per difendere i valori della nostra Costituzione bisogna avere il coraggio di cambiare. Nella paralisi
attuale Berlusconi può aumentare i suoi ricatti e Grillo può
continuare a giocare allo sfascio, facendo leva sull’ostruzionismo ad oltranza. Un governo più forte in un Parlamento
più forte, comunque, sarà possibile solo se i partiti e i gruppi parlamentari torneranno ad essere sintesi di politica e di
interessi sociali: proprio la loro crisi è una delle cause del
deterioramento istituzionale. Non ci sarà mai un Parlamento più forte, qualunque regolamento si adotti, se i deputati saranno ridotti alla corte di un capo e se si continuerà ad ascoltare la sirena della democrazia senza partiti.
RASSEGNASTAMPA
16
giovedì 15 maggio 2014
COMUNITÀ
Dialoghi
L’Expo di Milano
e lo sciacallaggio
di Beppe Grillo
In un programma televisivo Grillo
scatenato ha detto di essere un Grillo
cattivo un po’ contro tutti, come del
resto l’ho sempre sentito, da quando ha
smesso di fare il pagliaccio ed è entrato
in politica. A me che ho più di 100 anni,
con i suoi fanatici discorsi, purtroppo mi
porta alla memoria un altro salvatore
della Patria, Benito Mussolini.
LEONE SACCHI
Luigi
Cancrini
psichiatra
e psicoterapeuta
L’analisi
Decreto casa, le misure
per l’emergenza
Franco
Mirabelli
Senatore Pd
●
IL DECRETO SULL'EMERGENZA ABITATIVA CHE ABBIAMO APPROVATO IERI AL
SENATO, DOPO UN IMPORTANTE lavoro che
ne ha migliorato il testo, raccogliendo
proposte ed osservazioni venute da tutte
le associazioni che rappresentano inquilini, imprese e proprietari, è un segnale
concreto di cambiamento. Si tratta di un
provvedimento innovativo che sui media
rischia di essere travolto dalla campagna
elettorale e che merita invece di essere
valorizzato, perché dà risposte concrete
al dramma sociale di chi è senza casa. Per
la prima volta dopo oltre 15 anni, si mettono in campo politiche pubbliche per l'abitare che guardano al futuro e si decidono
una serie di interventi, con la consapevolezza che la risposta garantita fino al
1998 dalla costruzione dei grandi quartie-
L’intervento
Terzo settore, investire
sul capitale umano
Paolo
Beni
Presidente
nazionale dell’Arci
e deputato Pd
●
SARÀ LA VOLTA BUONA PER DARE FINALMENTE AL TERZO SETTORE QUELLE
RIFORMECHEDAANNICHIEDE ottenendo so-
lo promesse? È quanto auspicano migliaia di organizzazioni sociali dopo la
presentazione da parte del presidente
del Consiglio delle linee guida per una
legge delega sul terzo settore. Ma stavolta sembra prevalere l’ottimismo, visto il
consenso registrato dal documento, che
delinea un ambizioso progetto di revisione complessiva delle norme sugli enti
non profit. Una messa a punto resa tanto più opportuna dal peso crescente di
un terzo settore che si sta dimostrando
attore decisivo per reagire alla crisi economica, sociale, culturale che attraversa il paese. Associazioni, cooperative sociali, gruppi di volontariato sono spesso
nelle nostre comunità un argine alla
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
Utilizzare il lavoro dei magistrati che hanno
rivelato una trama di corruzione per
mandare al diavolo l'Expo di Milano,
1'impresa in cui sono stati impegnati per
anni uomini e donne perbene ed in cui sono
stati investiti capitali importanti dal punto
di vista finanziario, professionale ed
umano, è un modo di buttare il bambino
con l'acqua sporca ma è soprattutto un
modo disonesto di cavalcare gli stati
d'animo della gente. Quello che si dovrebbe
fare ragionando in questo modo è chiudere
i ministeri in cui qualcuno si fa corrompere,
le fabbriche in cui ci sono degli incidenti, le
strade dove ci sono delle buche, gli ospedali
dove qualche medico sbaglia, le scuole in
cui un professore fa delle prepotenze ai
ragazzi, le banche su cui a qualsiasi titolo si
svolgono delle indagini, i campionati
sportivi, a partire dal calcio, in cui episodi di
corruzione vengono segnalati e soprattutto
i partiti (degli altri) in cui sono state trovate
delle mele marce. Ciò che resterebbe, dopo
questa rivoluzione «totale» portata avanti
da un Grillo «cattivo contro tutti», è il suo
ricciolo bianco sul faccione eternamente
insoddisfatto o francamente «incazzato» e il
rotolare dei suoi insulti a tutto e a tutti. Uno
«sfascismo» come quello di Grillo dove il
«vaffa» è il degno erede del «me ne frego»
andrebbe fatalmente, anche io lo penso,
verso questo tipo di epilogo se il voto degli
italiani non lo fermerà.
ri popolari con i fondi Gescal non è più
proponibile. Innanzitutto, con questa legge si investono risorse pubbliche significative su tre filoni di intervento. Primo: si
rifinanziano il Fondo a sostegno degli affitti e il Fondo per la morosità incolpevole, che diventa permanente proprio per
consentire a Regioni e Comuni non solo
di sostenere economicamente le famiglie, ma soprattutto di favorire soluzioni
abitative sostenibili. Secondo, vengono
stanziati oltre 500 milioni nel 2014 con
l'obbligo di utilizzarli subito per ristrutturare le migliaia di alloggi pubblici vuoti
(perché bisognosi di interventi che Comuni e Iacp non possono affrontare), in modo che possano essere assegnati a chi ne
ha bisogno. Terzo, si interviene sul tema
delle vendite degli appartamenti pubblici, garantendo che possano essere ceduti
solo agli inquilini e che tutti i profitti siano spesi per realizzare nuova edilizia sociale e non per fare cassa. Si finanzia con
oltre cento milioni un fondo per abbattere di almeno un punto percentuale i mutui accesi dalle famiglie per questa finalità.
Accanto a questi interventi si incentiva, per la prima volta in modo significativo in un Paese in cui quando si pensa alla
casa si pensa solo alla proprietà, l'affitto a
canoni accessibili per le famiglie. L'abbattimento della cedolare secca dal 15 al 10%
per chi affitta a canone concordato va in
questa direzione, rende conveniente la lo-
cazione ed è un invito ai proprietari a non
lasciare sfitti gli appartamenti.
Inoltre, come é giusto che sia, a fronte
di un impegno per aumentare l'offerta
abitativa a canoni accessibili per le famiglie, si interviene sul tema dell'abusivismo per affermare un principio di legalità e giustizia. Chi occupa abusivamente
toglie un diritto al legittimo proprietario
dell'appartamento o a chi, nel pubblico, è
in lista di attesa e si vede scavalcato da chi
non rispetta le regole e le leggi. Su questo
non si può essere ambigui ed è giusto prevedere, come si fa con la norma, l'impossibilità per chi occupa di ottenere in quell'
alloggio allacciamenti e residenza e, in caso di appartamento pubblico, per 5 anni
di essere inseriti nella graduatoria per
l'assegnazione degli alloggi. Un altro punto qualificante della legge riguarda l'insieme di norme che promuovono interventi
per realizzare alloggi sociali con il contributo di aziende cooperative e private in
rapporto con gli enti locali, creando un
sistema di incentivi che renda conveniente investire in questi progetti che non devono consumare ulteriore suolo, devono
promuovere riuso, ricostruzioni e ristrutturazioni e garantire efficienza e risparmio energetici. C'è anche altro nel testo
approvato al Senato, ma già queste cose
danno il senso di una normativa che avrà
effetti importanti e concreti e che soprattutto dà valore al lavoro di questo governo e di questo Parlamento.
frammentazione sociale, protagonisti
della tenuta e dell’innovazione del welfare pubblico, volano di sviluppo e di nuova occupazione, palestra di civismo e
presidio di democrazia partecipativa.
Ma è proprio la rilevanza del terzo settore che impone l’esigenza di monitorarne l’evoluzione nel contesto dei mutamenti sociali e aggiornare il quadro normativo di riferimento, tanto allo scopo
di tutelare l’identità, l’autonomia e la
trasparenza delle formazioni sociali,
quanto con l’obbiettivo di incentivarne
l’azione con idonei strumenti di accreditamento e sostegno. Una legge per il terzo settore non è un provvedimento corporativo a favore di una categoria, ma
un investimento nel capitale umano del
paese, per valorizzare le sue energie migliori: la libera iniziativa dei cittadini
che si associano per contribuire al bene
comune.
Serve un riordino del corposo insieme di leggi di settore che oggi norma la
pluralità di forme organizzative del terzo settore ma che presenta anche il limite di essere stato prodotto in tempi diversi e per «compartimenti stagno». Da
qui la necessità - ferma restando l'articolazione dei diversi soggetti - di aggiornare le leggi di settore alla luce di nuove
esigenze o vecchie lacune, armonizzare
i singoli provvedimenti e verificarne la
coerenza con l’evoluzione delle normative europee. Opportunamente le linee
guida prevedono la revisione del Libro I
del Codice Civile per dare più flessibilità all’attuale disciplina codicistica, semplificare le procedure di riconoscimento della personalità giuridica, favorire
l’autonomia statutaria degli enti e definirne al tempo stesso i criteri per la gestione economica e i requisiti sostanziali in relazione alla responsabilità verso
terzi.
Fondamentale per la sostenibilità di
molte attività non profit è l’intento di
rafforzare il sostegno al terzo settore
col riordino della fiscalità di vantaggio,
l’armonizzazione delle agevolazioni fiscali fra le diverse categorie di enti e il
potenziamento del 5 per 1000. Una
grande opportunità è il rilancio del servizio civile volontario, destinato a coinvolgere fino a 100.000 giovani. Soprattutto, alla semplificazione del quadro
normativo si accompagna la conferma
della dimensione democratica e partecipativa e dei valori peculiari del non profit italiano: la sussidiarietà, l’economia
sociale, un modello di welfare universalistico e inclusivo.
Senza dubbio un buon inizio, anche
grazie alla scelta del governo di coinvolgere nella elaborazione del progetto un
gruppo di parlamentari espressione diretta del mondo del terzo settore. Ora,
via alla consultazione ([email protected]) di associazioni e cittadini. Fino al 13 giugno, poi si
procederà alla stesura definitiva della
legge.
La tiratura del 14 maggio 2014
è stata di 65.415 copie
La lettera
Università e valutazione,
i compiti dell’Anvur
Stefano
Fantoni
Presidente Anvur
●
L’ARTICOLOINTITOLATO«ILDELIRIOBUROCRATICOCHEUCCIDE
L'UNIVERSITÀ» PUBBLICATO SU L’UNITÀ DI LUNEDÌ 12 MAGGIO
LANCIA l’ennesimo allarme sul sistema accademico, ma rischia di
confondere le idee su quali siano i motivi di reali difficoltà degli
atenei, in larga parte legati alla riduzione delle risorse, come documentato dal recente Rapporto Anvur.
Nell’articolo, infatti, si dipinge il processo di valutazione del sistema universitario, adottato dal nostro Paese con notevole ritardo
rispetto alle altre realtà europee, come un freno alla buona riuscita
delle attività accademiche. Inoltre, si lascia intendere che l’Anvur
abbia travalicato i suoi compiti istituzionali e sarebbe colpevole di
«burocratizzare» la vita universitaria.
Si tratta di una visione non corretta da diversi punti di vista. Il
modello di accreditamento e valutazione degli atenei, che si sta adottando finalmente anche in Italia, è frutto di una scelta delle autorità
politiche: con il decreto legislativo 19/2012 l’Anvur è stata incaricata
di realizzare un sistema di valutazione basato sulle linee guida europee che i ministri dell’Istruzione dei Paesi aderenti del processo di
Bologna hanno adottato nell’incontro di Bergen del 2005.
Queste linee guida, elaborate dall’Enqa, il network europeo che
raggruppa le agenzie nazionali di valutazione e accreditamento (a
cui l’Anvur è affiliata), sono alla base di tutti i sistemi di valutazione
dei processi formativi europei. Attualmente, su 28 Paesi dell’Unione Europea solo sette non hanno sistemi di valutazione pienamente
certificati: Cipro, Grecia, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Slovacchia, oltre all’Italia che si sta finalmente adeguando. Le linee guida
prevedono che gli atenei si dotino di sistemi di assicurazione della
qualità verificabili periodicamente da agenzie indipendenti dai ministeri. Lo strumento chiave del processo di valutazione sono le visite in loco presso gli atenei da parte di commissioni composte in
larga parte dagli stessi docenti universitari: il Dlgs 19/2012 prevede
che l’Anvur adotti un programma quinquennale di visite presso tutti gli atenei. Nei giorni scorsi l’Anvur ha pubblicato un documento
tecnico destinato agli esperti delle commissioni di valutazione, e
non agli atenei come scritto nell’articolo. L’Anvur, in omaggio a una
logica di trasparenza, ha ritenuto opportuno pubblicarlo, nonostante il suo carattere tecnico lo renda non di facile lettura. In questo
modo le università hanno la possibilità di conoscere in anticipo come le commissioni lavoreranno e quali siano i limiti del loro mandato.
È importante ricordare come la definizione di queste linee guida
sia il frutto di un lungo lavoro di dialogo tra l’Anvur e le università
italiane: negli ultimi due anni si sono tenute decine d’incontri presso gli atenei per condividere il modello di Autovalutazione, Valutazione, Accreditamento (Ava). L’obiettivo, infatti, non è certo di «burocratizzare» la vita degli atenei ma quello di aiutare le università a
seguire un nuovo percorso verso l’Assicurazione della Qualità che
certifichi e migliori l’offerta formativa italiana. Il recente rapporto
Anvur, infatti, ha messo in luce come in questo sistema permangano notevoli criticità, a partire dal basso tasso di successo degli studenti e l’eccessiva durata dei percorsi di studio. Conoscendo le difficoltà che potrebbero incontrare gli atenei, l’Anvur ha ritardato l’introduzione di Ava e ha deciso quest’anno di avviare una fase sperimentale con 4-5 visite in atenei che si auto-candideranno. Ciò consentirà di affinare insieme alle università le metodologie da adottare a regime. Inoltre, diversamente da quanto avviene in altri Paesi
europei, il sistema di valutazione non richiede oneri addizionali per
gli atenei legati alle visite, come ad esempio la redazione di estesi
rapporti.
L’Autorità politica che ha partecipato alla elaborazione delle direttive europee, scritto le leggi che hanno introdotto il sistema Ava
nel nostro Paese e i decreti attuativi che ne dettano l’applicazione,
potrebbe decidere di non procedere alla messa a regime di Ava, o di
ritardarne ulteriormente l’introduzione, sollevando Anvur dai suoi
obblighi istituzionali. Bisogna però essere consapevoli della conseguenza di una scelta che emarginerebbe il nostro Paese dalla costruzione dello spazio universitario europeo, e in prospettiva all’indebolimento dei titoli di studio rilasciati da università e dei corsi di studio
non accreditati con procedure condivise a livello europeo. Qualora
si decidesse in tal senso, Anvur sarebbe comunque disponibile a
partecipare a questa riflessione. Ma oggi non può ignorare i suoi
obblighi istituzionali e le sue responsabilità di fronte al riconoscimento a livello europeo della qualità del sistema universitario italiano.
L'interventodelprofessorFantonièuna rispostaimportante,nontanto
almioarticolo,quantoallaprotestachestadilagandonegliateneiitaliani.Si
tratta di temi molto seri, benché contengano complicate tecnicalità. Posso
solo testimoniare che dopo l'uscita del mio articolo su l'Unità, ho ricevuto
moltetelefonatediconsensodapartedidocentiuniversitari,chechiedevano
difareilpossibileperportareall'attenzionedellapoliticaglieccessiburocraticichestannocomprimendoillorolavoro.Nessunohacontestatol'importanzadellavalutazione,nélanecessitàdipartecipareadunospaziouniversitario europeo. Non posso che augurarmi che il confronto continui. Anche sul
(C.S.)
nostrogiornale
RASSEGNASTAMPA
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4
Primo piano
Giovedì 15 maggio 2014
www.ilquotidianoweb.it
IL PIANO RENZI
Speciali task force per la Campania, la Sicilia
e la Calabria con il compito di aiutarle nella spesa
Fondi: corsa per la rimodulazione
Sono dodici i miliardi di euro di arretrati europei da spendere entro il 2015
di PATRIZIA ANTONINI
BRUXELLES - E’ una corsa
contro il tempo in Italia per
rimodulare la destinazione
di alcuni miliardi dei fondi
delle politiche di coesione
europea della programmazione 2007-2013 per accelerarne e facilitarne la spesa
ed evitare il rischio di perderli.
Entro il 31 dicembre 2015,
l’Italia dovrà spendere 12,5
miliardi di Fondi Ue (il dato è
privo della quota di cofinanziamento nazionale) per le
politiche di coesione tra Fondo di sviluppo regionale (Fesr) 10,357 mld, e Fondo sociale europeo (Fse) 2,343
mld, secondo dati della Commissione Ue aggiornati ad
oggi. Intanto i tecnici della
dg Regio stanno esaminando l’Accordo di partenariato
inviato dall’Italia, che ripartisce i 33 miliardi di fondi europei per il periodo 20142020. La valutazione finale
dovrebbe partire da Bruxelles intorno a metà giugno.
Secondo fonti di Bruxelles, le risorse che si stanno
rimodulando dovrebbero essere destinate al recupero ed
efficienza energetica dell’edilizia scolastica, infrastrutture stradali e riqualificazione urbana. La riallocazione dovrà poi ottenere il
via libera dell’esecutivo Ue.
Per l’ok, si guarderà al rispetto dell’impianto e strategia originaria del programma, alla rapida cantierabilità dei progetti, e che le risorse non siano spese a pioggia.
La ridistribuzione delle risorse è stata decisa durante
l’informale dei ministri delle Politiche di coesione di fine aprile ad Atene, in una bilaterale tra il sottosegretario Graziano Delrio ed il
commissario Ue Johannes
Hahn.
Proprio per sollevare l’Italia dalla pressione del cofinanziamento e permetterle
di spendere più velocemente, tra il 2012 ed il 2013, attraverso quattro riprogrammazioni (col ministro
Fabrizio Barca prima, e Carlo Trigila poi) la Commissione Ue ha dato l’ok ad una riduzione della quota italiana,
liberando 12,1 mld di euro
(confluiti nel Piano nazionale d’azione per la coesione).
Questo attraverso una progressiva riduzione delle aliquote, che Bruxelles ha fatto
salire al 75% e l’Italia ha ridotto al 25%. Con una conseguente diminuzione del numero di progetti.
In particolare, nell’ultimo
anno la riprogrammazione
è stata applicata all’allocazione dei Programmi operativi regionali (Por) di Sicilia,
Campania e Calabria. Tre
Regioni che, tra l’altro, sono
supportate da speciali task
force a guida italiana, (Campania e Sicilia dal 2012,
mentre la Calabria, solo dallo scorso anno) per aiutarle
nella spesa.
TOUR
Renzi
nel Regno
delle Due
Sicilie
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e il commissario europeo Johannes Hahn
|
IL BONUS
|
Gli 80 euro anche a disoccupati e cig
L’Agenzia delle Entrate allarga la platea dei beneficiari
di MILA ONDER
ROMA - Il bonus Irpef arriverà automatico anche per cassaintegrati e disoccupati. E’ il chiarimento fornito dall’Agenzia delle
Entrate, che allarga così
la platea dei beneficiari
anche alle categorie (lavoratori in cig, in mobilità e con sussidio di disoccupazione) sulle quali
erano emersi dubbi interpretativi.
Il credito Irpef - spiega
l’Agenzia nella seconda circolare
dedicata al dl all’esame del Senato scatta anche per i lavoratori che per-
Il credito
spetta
anche
ai lavoratori
part-time
cepiscono somme indirizzate a sostegno del reddito, come la cassa integrazione guadagni, l’indennità di
mobilità e di disoccupazione. Il diritto al bonus, infatti, come chiarisce la
circolare, è da considerarsi «automatico», perché le somme percepite
costituiscono proventi comunque
conseguiti in sostituzione di redditi
di lavoro dipendente, quindi assimilabili alla stessa categoria di quelli
sostituiti.
Tra le novità anche il fatto che le
somme percepite come incremento
della produttività, tassate al 10%,
non concorrono ai fini del bonus. I
redditi soggetti all’imposta sostitutiva per l’incremento di produttività, spiegano le Entrate, non rientra-
no infatti nel calcolo della soglia di
reddito di 26mila euro, che fa perdere il diritto al bonus. Il credito spetta
anche ai lavoratori part-time a quelli deceduti in rapporto al loro periodo di lavoro nel 2014. Infine, la circolare stabilisce che con l’obiettivo
di verificare il limite di 26mila euro,
oltre il quale il lavoratore non ha diritto al bonus, si deve tenere conto
anche dei redditi provenienti dall’affitto di immobili assoggettati a
cedolare secca.
Fin qui i chiarimenti dell’Agenzia, mentre al Senato sono stati conteggiati 789 emendamenti al provvedimento, cifra inferiore a quella
riportata da alcuni organi di stampa
ma comunque imponente per un dl.
NAPOLI - Matteo Renzi lascia per un giorno i
molti fronti di guerra
aperti a Roma, dalla
Rai allo scontro con
M5S su Francantonio
Genovese, per attraversare il fu Regno delle due Sicilie, da Napoli
a Palermo. «Il sud non
è spacciato ma è ora
che tutti mettiamo da
parte gli alibi e ci assumiamo le responsabilità».
Napoli, Reggio Calabria, Palermo sono le
tre frontiere, piegate
dalla crisi e dalla disoccupazione, che Renzi
sceglie di percorrere in
un solo giorno. Con la
promessa di tornarci
ogni tre mesi per fare il
punto sull’uso dei fondi europei ma anche
per tastare il polso della crisi. Impegni perchè «se il governo perde al sud perde la sfida
paese» ma anche un richiamo severo a fare
ognuno la propria parte. «Noi vogliamo
smontare le tesi che l’Italia sia il problema
della Ue ed il sud il problema dell’Italia ma il
mancato uso dei finanziamenti comunitari
grida vendetta».
TASI Sul tavolo c’è l’ipotesi di un rinvio e il Governo è pronto a fare la sua parte
I Comuni non hanno deliberato: si teme un pasticcio
di CORRADO CHIOMINTO
ROMA - Il rischio di un nuovo pasticcio sulla Tasi è fortissimo. La
maggioranza dei Comuni non ha
ancora deliberato l’aliquota per il
pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta
delle prime case tra proprietari e inquilini. Sul tavolo c’è l’ipotesi di un
rinvio e il governo è pronto a fare la
sua parte. Una decisione sarà presa
a breve, ma ovviamente in stretto
contatto con i Comuni che, nell’ipotesi di una proroga delle dati, avrebbero problemi di liquidità. Proprio
per questo al momento, per gli immobili dei Comuni che non hanno
ancora scelto, appare sempre più
probabile l’idea di un mini-rinvio,
molto probabilmente a luglio.
Il sottosegretario all’economia,
Enrico Zanetti, nel pomeriggio aveva aperto ad un possibile slittamento al 16 settembre, spiegando proprio l’esigenza di sentire l’Anci, l’associazione dei comuni. Il confronto
tro il 31 del mese. Se
questo non avviene è
previsto, in automatico, che il pagamento
dell’imposta sulle prime case possa essere
spostato a dicembre. Il
nodo rimane per le seconde case, per le quali i comuni dovrebbero
anche fissare la quota
di pagamento che
spetta agli inquilini,
che può arrivare fino
al 30% dell’intera imposta. La scadenza per
Il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti
fissare l’entità del presarebbe in pratica aperto. Ma l’idea lievo arriva proprio a ridosso della
più concreta sarebbe proprio quella scadenza elettorale delle elezioni eudi un rinvio di un mese, che dia tem- ropee e, chiaramente, nessun partito
po ai Comuni di deliberare prima vuole manovrare le aliquote della
della fine di giugno e ai contribuen- nuova tassa sul territorio. Così è più
ti di pagare a luglio, con un solo me- che probabile che la scadenza per dese di ritardo.
finire gli importi da pagare non sarà
Il nodo è chiaro. I comuni dovrebbe- rispettata, creando grandi difficoltà
ro fissare entro il 23 maggio le aliquo- sia ai contribuenti, sia ai Caf e ai prote della «nuova» Tasi e pubblicarle en- fessionisti che li aiutano.
La discussione è arrivata in Parlamento dove, in commissione Finanze della Camera, il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti ha
aperto al pressing politico sostenendo che per il pagamento della
Tasi, «sia per la prima sia per le seconde case, è una soluzione ragionevole lo slittamento al 16 settembre». Ovviamente è necessario trovare una soluzione - ha spiegato il
sottosegretario - per i problemi di
cassa che avrebbero i comuni e «trovare la quadra con l’Anci».
Il governo, ufficialmente, frena.
Il Sottosegretario alla Presidenza
Graziano Delrio, spiega di essere
contrario a modifiche, anche se il
Parlamento deciderà. Tanto che più
cauta è la risposta data dallo stesso
Zanetti, a nome del governo, in
commissione. Parlando della richiesta di proroga, ha spiegato che
«il dipartimento delle Finanze sta
compiendo gli opportuni approfondimenti in merito alla problematica
affrontata».
RASSEGNASTAMPA
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5
Primo piano
Giovedì 15 maggio 2014
www.ilquotidianoweb.it
IL CASO SCAJOLA
E’ iniziata a Reggio la ricognizione del materiale
sequestrato in casa e in ufficio dopo l’arresto
La Dia esamina l’archivio
La Procura cerca elementi utili all’inchiesta, al vaglio documenti cartacei e informatici
|
di GIUSEPPE BALDESSARRO
REGGIO CALABRIA – E’ iniziata ieri mattina la ricognizione ordinata dalla Procura della Repubblica sui materiali sequestrati durante le perquisizioni di giovedì scorso. A spacchettare gli scatoloni
relativi all’inchiesta che ha portato all’arresto di
Claudio Scajola sono stati gli uomini della Dia di
Reggio Calabria alla presenza dei magistrati. Le
operazioni sonio iniziate
ieri mattina alle 10 alla
INTELLIGENCE
Dia di via Calamizzi e si
prevede un lavoro lungo e
per nulla semplice. Gli inquirenti cercano elementi
utili, e magari nuovi, relaROMA - Il 4 giugno Marco Min- tivi all’inchiesta che nei
niti, autorità delegata per la si- giorni scorsi ha portato alcurezza della Repubblica, sarà l’arresto dell’ex ministro
in audizione al Copasir. Nel suo accusato di aver favorito
confronto con il Comitato pre- la latitanza di Amedeo Masieduto da Giacomo Stucchi, tacena e di aver progettato
secondo quanto riferiscono il suo trasferimento da
fonti qualificate di Palazzo San Dubai a Beirut. Ma non è
Macuto, il sottosegretario con detto che dall’archivio di
delega ai Servizi nello stile di Scajola non possa affiorapuntuale collaborazione trac- re altro. Documenti che
cerà un punto sulla sicurezza evidentemente non rinazionale e dovrebbe riferire guardano Reggio, ma che
anche in merito ai presunti do- sarà la Procura a trasmetcumenti Intelligence che sa- tere agli uffici competenrebbero in possesso dell’ex mi- ti.
nistro Scajola. Si tratterebbe di
Ieri negli uffici della Didocumenti prelevati quando rezione Investigativa Anl’esponente di Forza Italia era timafia c’erano quasi tutpresidente del Copaco, poi di- ti, a partire dal Procuratovenuto Copasir, tra il 2006 e il re di Reggio, Federico Ca2008.
fiero de Raho e dal sostituE’ confermata al Copasir to della Dda Giuseppe
l'audizione del ministro Angeli- Lombardo. Con loro il cano Alfano il 29 maggio a San po della Dia dello stretto
Macuto. Il 3 giugno toccherà in- Gianfranco Ardizzone, il
vece Nicola Gratteri, procura- responsabile del Reparto
tore aggiunto della Repubblica investigazioni giudiziarie
presso il Tribunale di Reggio.
e alcuni funzionari e ufficiali della direzione centrale di Roma giunti a
Reggio su disposizione del direttore della Dia Arturo De Felice. Al vaglio degli investigatori ci sono
i numerosi documenti cartacei e informatici acquisiti durante le perquisizioni effettuate agli otto
arrestati e ad alcuni soggetti “di interesse investigativo”. Tra i primi faldoni analizzati proprio quelli scoperti a casa e negli uffici di Scajola. Un priorità decisa anche in virtù dell'interrogatorio a cui
l'ex ministro sarà sottoposto venerdì prossimo.
Copasir, audizione
per Marco Minniti
GLI SCENARI
|
Lady Matacena, sì all’estradizione
Sarà in Italia forse già domani
Abbracci e lacrime con la figlia: «Perdonami». Sarà
condotta in carcere in Liguria, poi il trasferimento a Reggio
di CHIARA CARENINI
GENOVA - A vederla così, con i
jeans e una camicetta alla coreana
chiara, stretta in un cardigan di cotone, senza un filo di trucco né un
bijou, con gli occhi rossi e gonfi di
notti senza sonno e di prigione, quasi non la si riconosce. “Madame
Champagne” non c’è più, resta
Chiara Rizzo in Matacena, 44 anni,
seduta davanti ai giudici della Corte
d’appello del Parquet di Aix en Provence che devono decidere della richiesta di estradizione avanzata dal
giudice di Reggio.
Ai giudici francesi Chiara Rizzo
ha ripetuto ancora una volta che il
suo desiderio più forte è quello «di
tornare in Italia per chiarire tutto» e
l’ha detto guardando il
presidente con gli occhi
pieni di lacrime. Le perplessità di natura tecnico-formale sollevate dallo stesso presidente sono
state superate da questa
volontà espressa già lunedì scorso durante l’udienza di convalida dell’arresto. Ma se non ci fosse stata estradizione, la
difesa di Chiara Rizzo era
pronta a chiedere i domiciliari «anche con il braccialetto elettronico».
A guardare da lontano
la madre c’è Francesca, la
figlia ventunenne di
Chiara Rizzo. Identica alla mamma, i lunghi capelli chiari raccolti, anche lei con una camicetta
bianca. Aspetta la fine
dell’udienza. Appena arrivata da Montecarlo, s’era precipitata in place
Verdoun a Palace Mon-
clar. Nello stesso palazzo dove stamani si è aperta l’udienza per l’estradizione di sua madre, che adesso è soprattutto la moglie di Amedeo
Matacena, accusata di aver cercato
di organizzare il trasferimento in
Libano del marito e arrestata lunedì
a Nizza.
Occhi sgranati la ragazza, occhi
pieni di pianto la madre che ascolta i
giudici parlare e impallidisce ancor
di più quando sente rammentare «le
blanchiment de l’argent», il riciclaggio. Un’udienza che è durata il
tempo necessario per ratificare l’intendimento del Parquet già reso noto ieri: estradizione in tempi brevi.
Dopo la pronuncia, Chiara Rizzo ha
potuto vedere la figlia. E’ scoppiata
a piangere e l’ha abbracciata forte.
«Ti prego, perdonami» ha detto a
Francesca. E c’è chi dice che ha aggiunto piano: «Sei bellissima».
Nell’attesa di essere estradata,
Chiara Rizzo è tornata nel carcere
delle Baumettes, a Marsiglia dove
sta ormai da due giorni, dove non
riesce a dormire, dove conta le ore
che la separano da un altro carcere,
ma questa volta italiano dove sarà
più facile forse vedere Francesca
ma anche suo fratello Athos, 15 anni.
Chiara Rizzo tornerà in Italia presto: se non domani al massimo lunedì varcherà la frontiera di Pont
Saint-Ludovic a Ventimiglia dove
sarà presa in carico dagli uomini
della Dia. Da qui sarà portata in carcere a Imperia o a Genova Pontedecimo in attesa di essere trasferita a
Reggio Calabria a disposizione degli inquirenti che l’aspettano.
Chiara Matacena
LE INTERCETTAZIONI Lacrime e liti nelle telefonate tra l’ex ministro e la modella
Claudio a Chiara: «Ora devi fare una scelta»
di MASSIMO LAPENDA
REGGIO CALABRIA - Ad agosto scorso,
Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, piangeva al telefono chiedendo a
Claudio Scajola di raggiungerla immediatamente nel Principato di Monaco e
poi, a distanza di pochi mesi, nel gennaio
scorso, quando l’ex ministro le intima di
fare «delle scelte», i due litigano ed il politico ligure le dice «senti figliola, basta
balle e sotterfugi». E sullo sfondo del rapporto «come tra padre e figlia», come lo
ha definito Matacena in un’intervista, ci
sono sempre gli interessi per le aziende e
la latitanza dell’imprenditore reggino.
Dalle centinaia di telefonate tra Chiara
Rizzo e Claudio Scajola, intercettate dagli investigatori della Dia di Reggio Calabria, emerge un quadro che non sempre è stato costellato di “rose e fiori”. In
qualche caso, infatti, ci sono state anche
le spine e le incomprensioni. L’ex ministro, però, memore della sua esperienza
a capo del Viminale e del Copasir, resta
sempre in allerta e, temendo di essere intercettato, usa un linguaggio in codice
La vicenda del conto corrente bancario creato da Matacena
per la moglie durante una presunta crisi matrimoniale
oppure avverte la Rizzo che «siamo al telefono, siamo al telefono», in modo da
non fare riferimenti espliciti e diretti all’argomento di cui si stava parlando.
Il 28 agosto 2013, a poche ore dall’arresto di Amedeo Matacena a Dubai, dove gli
hanno ritirato il passaporto ed il documento di ex parlamentare italiano, Chiara Rizzo è in lacrime e chiama Scajola
esortandolo a raggiungerla. «Devi venire da me... subito se puoi», dice la donna.
E l’ex ministro non esita a dirle che «va
bene, senti ti chiamo dopo e faccio in modo di raggiungerti». L’ottimo feeling tra
i due, però, si infrange il 18 gennaio scorso quando Scajola dice alla moglie di Matacena di fare delle scelte e lei gli risponde: «E qual è questa scelta?». Scajola allora replica dicendo che «dobbiamo rendere conciliabile questa scelta con le altre
cose, tutto qua! L’hai già fatto no, non è
che devono essere... fare degli intrugli...». Chiara allora insiste sostenendo
«che c’entra la mia scelta...». A questo
punto l’ex ministro mette un punto fermo e dice alla Rizzo «basta!... Senti, figliola, basta balle e sotterfugi, su ... uno
dice le cose com’è, ognuno ha il coraggio
delle sue posizioni nella vita, no ... nella
vita...». A questo punto la conversazione
si conclude con la Rizzo che riattacca.
Dalle frasi contenute nella telefonata si
intuisce che tra i due c’è una visibile concitazione, anche se resta ancora avvolto
nel mistero quali fossero le «scelte» che
avrebbe dovuto fare Chiara Rizzo ed a cui
tiene tanto Scajola.
Tra le lacrime ed una lite si innesta anche la vicenda del blocco di un conto corrente bancario di cui era beneficiaria
Rizzo. Il 23 settembre 2013, infatti, il factotum di Matacena, Martino Politi, contatta la mamma e la moglie dell’imprenditore reggino per comunicarle che alla
sede centrale di Siena del Monte dei Paschi sono «saltati sulla sedia» quando
Qui sopra
hanno visto il nome di Chiara Rizzo. A l’ex ministro
quel punto le due donne si chiedono il Claudio
perché e Politi spiega che «stanno facen- Scajola
do un’indagine interna per avere certezza che lei sia la beneficiaria del conto della società, in quanto è stata nominata tale da Amedeo. L’indagine nasce anche
dal fatto che, da più di quattro anni,
Amedeo aveva detto che non andava più
d’accordo con lei e che si stavano lasciando».
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
#POTENZA2014
Il capogruppo dem
irrompe sul congresso
Elettorale
Cirielli a Bernalda
Il deputato di FdI - An oggi è a Bernalda in un appuntamento elettorale in vista delle prossime comunali alle 18 e 30 in corso Umberto.
La Lega nord a Montemurro
Oggi alle 18 a Montemurro, nell’ex Monastero
di San Domenico, si terrà il convegno: “Basta
Euro”. Tra i partecipanti il senatore della lega
candidato alle europee Gian Marco Centinaio.
Giuzio in comizio
Domani a piazza Mario Pagano alle 18 e 30 è previsto il comizio pubblico di Giuseppe Giuzio,
candidato al consiglio comunale di Potenza nella lista FdI - An a sostegno di De Luca.
Sileo in piazza
Domani alle 19 e 30 il candidato consigliere comunale di Potenza a sostegno di Petrone, Duego
Sileo svolgerà il comizio pubblico a via Tirreno.
Sabato con Carfagna, Fitto e
Silvio in video per Cannizzaro
Sabato, al cineteatro “Due Torri” di Potenza, con
inizio alle 19 e 30, la convention elettorale organizzata da Forza Italia in vista delle elezioni europee e delle amministrative, alla quale interverrà in diretta, in videoconferenza, il presidente Silvio Berlusconi. Alla manifestazione prenderanno parte anche Raffaele Fitto, Mara Carfagna, e il candidato sindaco del centrodestra al
Comune di Potenza, Michele Cannizzaro.
Giovedì 15 maggio 2014
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Mirella Liuzzi: «Abbiamo chiesto una semplice
inversione: votiamo prima arresto Genovese,
poi il Decreto sul Lavoro (vergognoso!) #fuorigenovese».
Pd: la scossa
di Cifarelli
«Il gruppo democratico alla Regione ha mostrato
lealtà ma ora serve un partito più coeso e forte»
di Salvatore Santoro
POTENZA - Finalmente. Oltre a
Braia e Margiotta prende la parola su tutta la vicenda del congresso regionale un altro big del
Partito democratico. Parla il capogruppo del Pd alla Regione,
Roberto Cifarelli.
Parla (finalmente) un non diretto interessato del congresso
regionale come Luca Braia e anche come Salvatore Margiotta.
E parla un non renziano (finalmente). Uno il punto di partenza: Cifarelli ricorda che il guppo
Pd alla Regione è stato responsabile finora ma ora chiede chiarezza a tutto
il Pd. Presidente della
giunta
compreso.
E’ evidente.
Poi chiedo un ulteriore sforzo
verso l’unità (di fatto
chiede un
superamento della
rigidità delle tre candidature alla segreteria già ufficializzate) e infine
parla di un congresso da fare alla fine dell’estate. Commissariamento permettendo.
Questi alcuni passaggi della
nota del capogruppo democratico: «L’approvazione della manovra finanziaria 2014 ha rappresentato la priorità assoluta. In
questa settimane il gruppo del
Partito democratico, spina dorsale della maggioranza di centrosinistra, ha con lealtà portato il proprio contributo per definire e rafforzare il profilo riformista messo in campo dal Presidente Marcello Pittella».
“A Cesare quel che è di Cesare”
insomma. Cifarelli però avverte: «In questi giorni ho incontrato e discusso con ciascun consigliere del gruppo Pd e condivi-
Chiede ai candidati
segretari uno sforzo
di unità e propone
un appuntamento
congressuale
da farsi
Il chiarimento dell’Idv dopo la “gaffe”
dopo le feste estive
Cantisani “sottolinea”
«Stiamo con Falotico»
POTENZA - La “gaffe” c’è stata. Non c’è dubbio. La nota della segretaria dell’Idv, Maria Luisa Cantisani rappresenta una sorta di dietrofront. Martedì annunciando la propria adesione alla campagna “Senza corruzione riparte il futuro” promossa da “Libera” e
“Gruppo Abele”, Cantisani aveva dichiarato: «Le ultime vicende di corruzione che abbiamo battezzato Tangentopoli al pari degli sviluppi giudiziari legati alla
Rimborsopoli lucana rendono ancor più inammissibile che ci siano ombre su chi si candida ad amministrare Municipi». Ieri il “chiarimento politico”. Nella
nota dell’Idv infatti si legge: «La squadra di candidati
dell’Idv al Comune di Potenza condivide le idee programmatiche di Roberto Falotico finalizzate innanzitutto al rilancio della funzione produttiva ed occupazionale della città attraverso il miglioramento di qualità ed efficienza dei servizi erogati all’intera utenza
regionale. In particolare i valori di solidarietà, qualità
della vita in quartieri e contrade, condivisione di un
modello di un’altra città possibile, che fanno parte del
“dna” di IdV, trovano spazio nel progetto di cambiamento a base della coalizione. La nostra è una lista variegata per esperienze civili e sensibilità, accomunata
dalla voglia di cambiare e di migliorare questa città,
condividendo l'amore per la propria città e l'aspettativa di migliorarla. L’obiettivo centrale è dare un contributo a Falotico per rinnovare il volto a Potenza, capoluogo di regione, ruolo troppo spesso decantato, ma
che non rispecchia la realtà. L’entusiasmo e la passione civica sono le armi migliori per riaffermare il valore della politica, riavvicinare la gente, specie giovani e
donne, superare il clima di contrapposizione personale e confrontarsi sui programmi senza, forzatamente,
spostare l’attenzione con attacchi personali oppure
attraverso polemiche strumentali costruite appositamente con l’intento, destinato a fallire, di sfiancare il
coraggio che serve ad una città che sta collassando».
Nulla sulla vicenda rimborsopoli e sulle parole a sostegno di “Senza corruzione riparte il futuro”. Ma il
sostegno senza se e senza ma a Falotico il giorno dopo
ha il colore di una toppa.
Roberto Speranza: «Eppure io Francesco Totti in Nazionale lo avrei portato. #Brasil2014».
Roberto Cifarelli, capogruppo Pd alla Regione
diamo il pensiero che la fase così che l’esito finale, rappresentato
difficile per la vita della comuni- dal voto alle primarie, diventi
tà regionale richiede un suppor- patrimonio condiviso del popoto all’attività di governo che solo lo democratico, riconosciuto coun Pd più forte, più autorevole e me il risultato di un vero conpiù coeso, può garantire».
fronto tra piattaforme proInsomma il “caos” nel Pd non grammatiche diverse».
può continuare a lungo. Non
Da qui anche la proposta sui
per il bene dell’attività del gover- tempi: «Le feste democratiche,
no regionale. In sintesi Cifarelli che usualmente si tengono nel
chiede che si muova qualcosa. periodo estivo, possono rappreNon c’è più da attendere.
sentare le comuni occasioni di
E quindi “mette” i piedi nel fecondo dibattito e di reale parpiatto: «Per queste ragioni ri- tecipazione per far emergere le
tengo che vada superata rapida- singole tesi congressuali. Sono
mente l’empasse legata al rinno- fiducioso che il Pd di Basilicata
vo dei vertici regionali attraver- saprà anche in questa circoso la elezione del nuovo segreta- stanza dare prova di lungimirio e della nuova direzione re- ranza e, soprattutto, di tenere in
gionale. E’ necessario che i can- unica alta considerazione il dedidati alla carica di segretario stino dei lucani più di quello dei
regionale provino insieme, con singoli e auspico che i candidati
senso di responsabilità, a pro- alla carica di segretario regioporre alla Direzione regionale nale, cui riconosco grandi doti
in carica da tenersi nella prima politiche oltre che di buon sendata utile dopo le imminenti ele- so, recuperino lo spirito vero
zioni europee, anteponendo alle delle primarie, contribuendo in
legittime aspirazioni il senso di modo decisivo a segnare positiunità, un percorso congressua- vamente l’apertura di una nuole tale da garantire un reale con- va fase politica».
fronto democratico e la parteciIl dibattito è appena iniziato.
pazione di iscritti, simpatizzan- Ma promette scintille.
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ti, elettori, cittadini in modo tale
Disagio e fruibilità della città
Candidati sindaci a confronto
POTENZA - I candidati sindaci a confronto sulle tematiche che attengono al disagio sociale e non solo, nell’incontro organizzato ieri pomeriggio presso la biblioteca nazionale dal Centro di ascolto per il disagio.
Gli aspiranti primi cittadini hanno risposto alle domande che venivano poste dai presente, toccando anche altre tematiche che riguardano la città: dalla mancanza di spazi di aggregazione, alla carenza dei luoghi
fruibili dalle famiglie e in particolare dai più piccoli,
passando per la condizione in cui versano le strade,
spesso non munite nemmeno di marciapiedi.
E ancora, l’edilizia “selvaggia” in una città in cui si
continua a costruire, nonostante le case vuote siano
tante.
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Primo piano
Giovedì 15 maggio 2014
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Salvatore Margiotta: «#opensenato riunione notturna per approvazione dl 66 su emergenza abitativa...»
Paolo Galante: «Renzi e la sua epopea, ho qualche sospetto, qualcosa non funziona. Sarà una mega sola?
#cambiaverso la rivoluzione democratica è possibile».
7
Mario Guarente: «Agevolazioni fiscali e affidamento
locali del centro storico a chi vuole fare impresa. Questo immagino per #Potenza2014 @michecannizzaro».
M5S contro la proiezione
del film di Veltroni
Sopra la locandina dell’evento
Incontro all’Hotel Vittoria a Potenza tra Petrone e le associazioni di categoria
Prima l’ascolto delle necessità
e delle urgenze e poi le proposte
POTENZA - Faccia a faccia con i
sindacati e le associazioni di cateria: prima Falotico al Grande Albergo e poi Luigi Petrone all’Hotel
Vittoria di Potenza. I due candidati sindaco del centrosinistra si
marcano anche sul campo degli
incontri.
Ieri (mentre Falotico dava vita
alla seconda giornata di incontri
sindacali) l’aspirante sindaco della coalizione guidata dal Pd, Luigi
Petrone ha ascoltato i dirigenti
delle varie associazioni lucane
che operano nei vari settori strategici dell’industria, del commercio e delle cooperative.
E’ stato un incontro quello di
Petrone in cui per un paio di ore ha
ascoltato le esigenze che gli sono
state palesate dalle associazioni
che aderiscono al manifesto “Pensiamo Basilicata” al quale aderiscono varie associazioni datoriali: Aci (Lega Coop, Confcooperative, Agci) Confesercenti, Confartigianato, Confapi. Oltre a loro all’iniziativa ha preso parte anche
Confindustria Basilicata con il
presidente Michele Somma.
La modalità dell’incontro è stato quella di una sorta di tavolo di
lavoro con ogni associazione che
ha preso posto al fianco di Petrone
e ha spiegato le proprie idee per il
rilancio di Potenza.
Petrone ha ascoltato tutti prendendo nota. Alla fine ha preso la
Sopra i dirigenti delle
associazioni datoriali
che hanno incontrato
ieri il candidato
sindaco del Pd. A lato
Petrone con Cassino
(Confesercenti)
parola e ha sottolineato: «In una
fase di crisi come questa è necessario che la macchina amministrativa diventi più rapida ed efficiente, vicina al mondo dell’impresa, del lavoro e ai cittadini. Lo
sviluppo economico e sociale di
Potenza va messo al centro delle
politiche di rilancio della comunità cittadina».
«L’amministrazione, in tal senso, - ha quindi aggiunto Petronedeve cercare la massima partecipazione e condivisione con i sog-
getti sociali e le associazioni datoriali».
Petrone quindi ha spiegato le
proprie priorità: servizi tecnologici di alto profilo come la banda
larga e la wifi gratuita ma anche
affrontare i disagi di «chi vive a
Pallareta nonostante non ci sia
l’accquedotto e la fognatura». Petrone quindi ha affrontato il tema
dei trasporti e del rilancio del centro storico.
sal.san.
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Il candidato sindaco Cannizzaro rilancia il tema dell’inclusione sociale
Risolvere i problemi degli anziani
POTENZA - «Questa campagna elettorale offre una grande possibilità: il
contatto diretto con la realtà cittadina,
con i volti delle persone che appartengono alla nostra comunità, spesso
emarginati, disaggregati e soli». Lo
dichiara il candidato sindaco del centrodestra (FI, Udc, Ndc), Michele Cannizzaro che lancia una proposta di inclusione a sociale: «Il benessere di una
città dipende dallo stato di felicità e di
serenità di chi ci circonda e con noi
completa la cellula della società: la famiglia, i nostri figli, gli anziani. Ab-
biamo a cuore il loro stato, la loro salute, il loro benessere. La prima azione
che metteremo in campo, “Nonni a
spasso”, prevederà servizi rivolti alla
persona tra cui: servizio navetta o
macchine messe disposizione dal Comune e gestiti da Cooperative per assicurare il trasporto verso strutture
ospedaliere e laboratori analisi, luoghi e centri di aggregazione; spesa a
domicilio e ritiro ricette mediche e medicine; registro comunale badanti per
offrire servizi di qualità e controllo Il candidato sindaco Michele Cannizzaro
dell'amministrazione».
I 5 stelle polemizzano con l’iniziativa culturale che ci
sarà a Potenza lunedì prossimo a Potenza al Cinema
Due Torri “La politica ai tempi di Berlinguer”. La polemica è mossa da Piernicola Pedicini e Savino Giannizzari: «Il Pd utilizza anche la Lucana Film Commission per fare campagna elettorale. Lunedì prossimo al Cinema 2 Torri i potentini potranno vedere
gratis il film di prima visione su Enrico Berlinguer e
assistere a un’intervista con l’ex leader del Pd Veltroni. L’iniziativa è organizzata dalla Lucana Film
Commission, dalla Fondazione Basilicata Futuro e
dall’Associazione Basilicata 1799. Tutto normale se
la Lucana Film Commission non fosse un organismo pubblico pagato dalla Regione Basilicata.
Quindi alcune domande sorgono spontanee: chi paga la manifestazione? Perché la Lucana Film Commission partecipa all’organizzazione di un’iniziativa in piena campagna elettorale dove il Pd è protagonista? A che titolo Paride Leporace intervista Walter
Veltroni. Il M5S apprezza e sostiene iniziative culturali come queste, ma non può accettare che il Pd lucano, senza porsi nessun problema e con spavalderia e arroganza, utilizzi a pochi giorni dal voto per le
Europee e per il Comune di Potenza, il sostegno di
organismi pubblici per fare una manifestazione di
chiaro stampo elettoralistico. Il M5S chiede che l’iniziativa venga annullata e rinviata a dopo le elezioni.
La replica di Lucana Film Commission. Associazione Basilicata 1799. Basilicata Futuro:
«I candidati M5S, Piernicola Pedicini e Savino Giannizzari chiedono l’annullamento della proiezione
del film “Quando c’era Berlinguer” sostenendo che
con soldi pubblici si sostenga la campagna elettorale del Pd. Invitiamo gli amici pentastellati a considerare i fatti non avendo interpellato gli organizzatori
della manifestazione. All’uscita del film “Quando
c’era Berlinguer” lo scorso marzo le Fondazioni
“Lucana Film Commission”; “Basilicata futuro” e
l’Associazione Basilicata 1799 ritenevano opportuno e interessante promuovere una proiezione di
un’opera di largo dibattito alla presenza del regista
Walter Veltroni che potesse vertere sulla sua prima
esperienza di autore coniugata ad un’esperienza politica del suo passato giovanile. Non è stato possibile
agganciare la presenza del regista all’uscita in sala
considerata la fitta agenda di impegni dell’autore
nelle principali città italiane. La produzione ha dato
una disponibilità nel mese di aprile per il 19 maggio.
“Lucana Film Commission”, “Basilicata Futuro” e
“Basilicata 1799” di comune accordo hanno stabilito che le spese vive di realizzazione e promozione venissero ripartite in parti uguali decidendo la formula dell’ingresso libero per favorire una maggiore afflusso di spettatori in una logica di ripopolamento
delle sale di cui c’è forte bisogno in Basilicata per sostenere i duri sacrifici degli esercenti. Inoltre, constatando la coincidenza delle scadenza elettorali si
stabiliva senza problemi che nessun cappello partitico venisse posto alla manifestazione che vuole avere una valenza di tipo esclusivamente culturale senza incidere sull’autonomia di pensiero degli organizzatori. A manifestazione annunciata, il Pd locale, senza chiedere nulla agli organizzatori, ha ritenuto opportuno approfittare della presenza di Veltroni a Potenza, per organizzare prima della proiezione una manifestazione elettorale in piazza che
nulla ha a vedere con quella che si terrà al Cinema
Due Torri.
Questi i fatti. Riteniamo di aver avuto un comportamento corretto che non merita censura. “Quando
c’era Berlinguer” non è un film di propaganda di
nessun partito ma solo un documentario che si rivolge ad una vasta area di cittadini di ogni estrazione. Parlarne con il regista che ovviamente esprime
un suo punto di vista ci sembra un normale esercizio
di lavoro culturale. Invitiamo gli amici pentastellati
ad assistere alla proiezione del “Due torri” per verificare la nostra buona fede. Tanto dovevamo ai candidati Cinque stelle e alla comunità lucana».
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Primo piano
Giovedì 15 maggio 2014
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#POTENZA2014
Dalla candidatura
al capoluogo
che vorrebbe:
Giovanna D’Amato
si racconta
di MARIATERESA LABANCA
LA prima reazione alla proposta, giunta al
rientro dal suo viaggio in Corea, direttamente dal candidato sindaco Petrone, era
stata molto titubante. «Veramente non ci
pensavo proprio - spiega oggi - La politica
mi è sempre piaciuta Ho avuto anche altre
esperienze elettorali. Ma se avessi dovuto
pensare a un coinvolgimento più diretto,
avrei immaginato di correre alle Europee
o alle regionali. Poi, però, Luigi mi ha convinto. O meglio, a convincermi è stata la
sua motivazione: la necessità di avere una
mano da parte di chi, come lui, non rappresenta la politica strutturata, ma che può
dare un contributo alla crescita dell città».
Giovanna D’Amato, violoncellista, presidente di Ateneo musica Basilicata, e componente del Cda della Film commission,
candidata nella lista civica per Petrone
sindaco, intende portare il suo contributo
soprattutto nel campo della cultura e dei
saperi. Chi la conosce la definisce un “vulcano di idee”. Lei - che chiarisce «non ho alcuna intenzione di essere autoreferenziale» - più che interprete, preferisce considerarsi un “interruttore” con il mondo che
rappresenta.
Arte e politica spesso non vanno a
braccetto. Ed è abbastanza inconsueto
che un’artista scelga di fare politica. Cosa l’ha spinta a scendere in campo?
Questo spesso è vero. Ma per quanto riguarda me devo dire che sono stata sempre impegnata, più che politicamente,
concretamente. Dieci anni fa ero stata già
candidata. Ma la campagna venne interrotta dal lutto per la perdita di mio padre.
Una figura a cui sono stata legata da un
rapporto straordinario. Anni fa fu lui il
fondatore dei centri Aias, l’associazione di
promozione sociale a favore dei disabili. E
proprio da questo ho evidentemente ereditato l’impegno a favore della comunità. Mi
è sempre piaciuto molto stare tra la gente.
Da ragazzina facevo parte del collettivo
femminista, ma non ho mai avuto una tessera di partito. Però posso dire che oggi è
proprio chi è impegnato nella società a fare la politica reale.
Sta lavorando per diventare assessore alla cultura?
Aspetti. Non corriamo. Io metto a disposizione il mio contributo e prima di tutto
mi auguro di ripagare la fiducia che gli altri hanno riposto in me. Ma ancora c’è tutta la campagna elettorale. E bisogna prima vedere come andrà a finire. Certo è che,
al di là dei risultati, quello che chiediamo,
a chiunque sia il sindaco eletto, è di portare avanti un piano di rilancio del settore attraverso il contributo diretto degli operatori. La cultura è una delle poche voci del
Pil ancora in positivo. Ma c’è bisogno di investire di più, attraverso progetti veri.
E voi ce lo avete?
Sì, si tratta delle proposte emerse dal tavolo di confronto che si è riunito in queste
settimane e che andrà ben oltre il voto del
25. Sabato prossimo il documento che abbiamo elaborato sarà oggetto del confronto con il candidato sindaco Petrone, nell’incontro che si terrà alle 15 e 30 nel suo
comitato elettorale. Abbiamo in mente
una sorta di consorzio di artisti, creativi
intellettuali ma anche giovani, aperto a
chiunque abbia voglia di fornire il proprio
contributo. Una consulta della cultura,
una cabina di regia che elabori le proposte
di proposte. Con luogo fisico individuato
nel teatro Stabile, che ha necessità di riconquistare il suo profilo storico.
Ma con progetti che vadano ben oltre i
confini del teatro, del centro storico e anche della stessa città. Penso a un’idea di
cultura diffusa e pervasiva, che invada il
centro come la periferia e veda coinvolti
più comuni in rete, per avere maggiore facilità di accesso ai finanziamenti europei.
Ma se dovesse dare un giudizio su
quello che fino ad ora è stato fatto per il
settore in questa città?
Giovanna D’Amato con il padre Vincenzo, fondatore dei centri Aias, in una foto di qualche anno fa
«Il mio contributo
per la città dei saperi»
La sfida della città: essere più accogliente. La proposta
per la cultura: una consulta e un progetto di rete
Beh..il fatto stesso che in questi anni sia
mancato un assessorato alla cultura, a
mio avviso, è stato fortemente penalizzante. E per quanto ci siano state persone sensibili al tema, non si può pensare di esaurire così tutte le competenze. C’è da aggiungere, poi, che, a mio avviso, è davvero
necessario invertire la rotta per quel che
riguarda il modo di intendere le cosiddette
relazioni corte. La cultura rappresenta un
ambito di grosso consenso politico. Ma c’è
bisogno di una visione di più ampio respiro, partendo proprio dallo scardinare i
particolarismi attraverso un’offerta aperta, diversificata, in grado di raggiungere
tutte le fasce sociali. Ma devo dire che per
fare tutto questo è necessario che anche la
Regione intraprenda un preciso processo
normativo.
Ma non si corre il rischio che la candi-
|
IL CASO/1
datura di Matera a capitale della cultura 2019 offuschi il progetto culturale
per Potenza?
Io credo che sarebbe fortemente sbagliato accentrare tutte le opportunità che possono derivare da questa candidatura nella
sola città dei Sassi. Mi auguro, invece, che
il suo protagonismo si riverberi su tutto il
territorio. Credo che Potenza abbia le potenzialità per puntare a essere la città dei
|
La denuncia di Laguardia: «Io vittima di intimidazioni. Clima di delegittimazione»
Scrisse al Papa sugli sperperi della Diocesi
«Denigrato dal prete durante la Messa»
POTENZA - Una storia alla don Camillo e Peppone. «Solo che, in questo caso,
Peppone è un ultra credente. Ed è questo quello che mi indigna di più». Gianluigi Laguardia, candidato nella lista di Forza Italia per il rinnovo del
Consiglio comunale di Potenza, parla
di «gravi fatti e incursioni intimidatorie, da parte di un autorevole rappresentante della Diocesi di Potenza», che
durante l’Omelia della santa Messa lo
avrebbe attaccato creando un clima
denigratorio. I dettagli delle denuncia
annunciata ieri nei confronti del prelato, Laguardia, li fornirà solo nel corso della conferenza stampa annunciata per domani mattina. Ma da quello
che è stato possibile ricostruire fino a
ora le cose sarebbero andate così: durante la Messa, il parroco avrebbe fatto
riferimento a una lettera aperta che di
recente il candidato ha inviato al Santo
Padre. Una missiva in cui Laguardia
denunciava «gli sperperi»
dalla Diocesi di Potenza,
«per sostentare millantatori e loschi figuri, piuttosto che i tanti poveri e le famiglie bisognose che continuano a crescere anche
tra le Parrocchie della nostra Basilicata». Riferendosi alle parole del candidato, il parroco celebrante
avrebbe - secondo quanto
riferisce lo stesso Laguardia, che non era presente alla celebrazione, che ne avrebbe appreso i contenuti grazie a quanto riportato da alcuni amici che erano presenti - invitato i
fedeli a guardarsi bene da lui, “dipingendolo” con parole poco lusinghiere.
«C’è un limite a tutto», tuona Laguardia, che aggiunge: «Si tratta di fatti gravissimi». E fa sapere: «In attesa
dell’incontro con i giornalisti con i giornalisti, ho deciso
di sospendere le iniziative
elettorali al fine di valutare
serenamente con i massimi
dirigenti regionali e nazionali del partito e con il candidato sindaco che sostengo
Michele Cannizzaro, le eventuali iniziative da assumere, onde evitare ingiustificate strumentalizzazioni a loro danno».
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Giovedì 15 maggio 2014
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Parole d’ordine: cambiamento e meritocrazia. «Fermi a 50 anni fa»
Sasà, il re di Mykonos
che vuole governare Potenza
Curiosità e notizie
Arminio chiede il voto alle pecore
saperi. E questo passa dalla valorizzazione di tutti i contesti in cui essi si trovano, a
partire dall’Università. Dobbiamo puntare a essere una città più accogliente. Non
ci sono altri obiettivi. Ed è su questo che si
deve lavorare. Non sono tra quelli che demonizzano la fuga dei cervelli. Mia figlia
studia a Londra. E lo considero un bene.
La questione è che, a fronte di un flusso di
persone che vanno via (che possono rientrare o meno), Potenza dovrebbe riuscire
ad attrarre altrettanti studenti che scelgono di venire qui. Deve essere sempre più
una città dei servizi. Puntando su un’offerta formativa adeguata. Perché non farlo a partire dalle nostre specialità, come
quelle del San Carlo. Per quanto riguarda
la soddisfazione bisogni culturali, invece,
sarebbe un bene tenere presente che si
tratta di bisogni primari.
Come vorrebbe che fosse la nuova
Giunta?
Ho già rimarcato l’importanza di avere
uno specifico assessorato alla cultura. Ma
c’è un’altra questione che mi sta cuore.
Vorrei sollecitare gli elettori a cogliere
l’opportunità della doppia preferenza di
genere. Mi auguro proprio che nel nuovo
esecutivo ci sia una forte presenza femminile. Forse, questa sarebbe la garanzia migliore per una città maggiormente all’ascolto delle istanze dei suoi cittadini.
[email protected]
Franco Arminio, scrittore lucano, poeta molto
apprezzato (Roberto Saviano ha letto delle sue poesie
sul terremoto su Raitre), ora candidato con la lista
L’Altra Europa con Tsipras alle europee nel collegio
sud. Paesologo, dice. Eccentrico, sicuramente. Sul suo
canale youtube si riprende durante comizi particolari, a
galline, pecore («carissime pecore del Gargano è il
vostro momento. Viva il formaggio, viva le pecore, viva
il Gargano!»), cani. A pescatori in ben altro impegnati, a
una pozzanghera, ad albero. Ad una mucca dice
«carissima vacca il 25 maggio è il tuo giorno». A delle
pastiere appena cotte dice «porteremo in Europa la
vostra dolcezza, il sapore del mediterraneo».
Pittella risponde a Renzi
Il presidente della Regione, Marcello Pittella
risponde a un tweet del presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, sui fondi europei. Il premier ieri ha
attraversato il Sud: Napoli, Palermo e Reggio
|
IL CASO/2
|
Marito, moglie e suocero schierati in liste diverse
Tutta la famiglia candidata
al Comune di Potenza
A CASA Giardino - Greco le amministrative 2014 non saranno elezioni normali.
Un voto all’insegna della partecipazione.
Così diretta che qualcosa del genere
non si era mai vista. A scendere in campo, non uno, ma ben due candidati. Non
la stessa lista e nemmeno per la medesima coalizione. Uno schierato per il candidato sindaco Petrone. L’altra per l’aspirante primo cittadino di Bello. Il dottor Antonio Giardino, anestesista presso l’ospedale San Carlo di Potenza è candidato nella lista dei Socialisti e democratici, quella di Polese, per intenderci.
Sua moglie, la pedagoga Gabriella Greco, è invece aspirante consigliere della lista “Liberiamo la Basilicata”. Inutile
chiedersi come abbiano pensato di regolarsi per la campagna elettorale e soprattutto come abbiano deciso di comportar-
si amici e parenti. Per loro il 25 maggio
sarà il giorno del dubbio amletico: votare
per l’uno o per l’altro. Ma gli “affari” di
famiglia non finiscono qui. Nello stesso
nucleo c’è un altro componente che non è
rimasto a guardare. Il suocero di Antonio, padre di Gabriella, Eros Greco ha deciso anche lui di misurarsi con il voto.
Questa volta, nella stessa lista della figlia, per Di Bello sindaco. Di loro, l’ex tenente di Polizia provinciale dice: «Li abbiamo voluti nella stessa squadra perché entrambi animati da un grande spirito ambientalista». Nulla da ribattere.
Anche perché di casi di due componenti
della stessa famiglia candidati per le
stesse elezioni se ne sono già visti. Ma
certo, per queste amministrative di Potenza, la famiglia Giardino Greco ha voluto proprio strafare.
[email protected]
di ANNA MARTINO
“Di lui si è detto, sentito, scritto e visto
quasi tutto. E’ lui l’anima più profonda di Mykonos, un personaggio proveniente dalla lontana e rinnegata
Lucania, diventato nel corso degli ultimi anni una vera icona, il rappresentante più illuminato di un modo di
essere e di concepire la vita”.
Sasà di Mykonos si presenta così ai
tanti che arrivano all’isola greca, dove dal 2002 ha cominciato la fortunata carriera di animatore e organizzatore di eventi. Tutti conoscono Sasà di
Mykonos.
A Potenza, in Basilicata, in Italia, all’estero. Gente comune e big del mondo dello spettacolo, dello sport e della
politica. Oggi “the king of Mykonos”,
come è chiamato nella sua fanpage di
Facebook, lascia lo scettro greco e si
rimette in gioco. Questa volta nella
Sasà di Mikonos con il giocatore Verratti
sua città.
Salvatore Carlucci, questo il nome
di battesimo, è infatti
candidato alle prossime elezioni comunali
nella città di Potenza
nella lista Liberiamo la
città a sostegno di Michele Cannizzaro sindaco.
«Così come nel 2002,
perso il lavoro in Polizia, decisi di reinventarmi e di trovarmi una
nuova occupazione, ora
decido di misurami nella mia città», racconta a
Il Quotidiano della Basilicata.
Perché aspettare proprio le elezioni e non
prima? «Perché voglio
cambiare questa città –
dice – e il cambiamento
parte prima da noi. Parlo con tanti giovani che
si alzano la mattina già
depressi, lamentandosi
di non avere un lavoro. Sasà di Mikonos nella redazione del Quotidiano della Basilicata
Io so cosa significa. Ho
sofferto quando per
un’ingiustizia nel 2002 ho perso il la- «ma la pazzia – dice – per me è un’ecvoro in Polizia ma a quel punto cosa cellenza».
avrei dovuto fare? ».
E l’eccellenza ha anche un altro noDa qui comincia l’avventura di me per Salvatore Carlucci ed è “meriMykonos. Un’avventura che richiede tocrazia”. «Basta con questo clientelicoraggio, ma anche un po’ di pazzia smo. Io ho girato il mondo ed è questo
il segreto. Oltre al fatto di essere delle
brave persone. E’ il motivo per il quale
mi sono schierato con Cannizzaro: è
una brava persona e lo stimo tantissimo».
C’è poi una questione personale che
lo lega alla sua città: «Io non voglio
uscire – afferma – voglio capire, però,
chi mi stima davvero e non solo a parole».
E’ quindi una sfida, personale, ma
anche una provocazione verso una
città «perbenista, rimasta ferma, purtroppo, a 50 anni fa». Chi è che sarà votato dagli elettori che lo sceglieranno,
dunque? Il personaggio Sasà di
Mykonos o Salvatore Carlucci?
«Il Salvatore Carlucci di via Mantova – risponde – il Salvatore ultras, il
Antonio Giardina e in basso
Salvatore che per tre anni da bambino
Eros Greco
ha fatto San Gerardo alla sfilata dei
turchi, il Salvatore arbitro, il Salvatore poliziotto. Io sono uno di voi».
E si presenta alla città quindi privo
di quel costume che fino a oggi l’ha caratterizzato ma senza rinnegarlo, ironizzandoci anche su e distribuendo
oltre ai più classici santini, immagini
che lo ritraggono a lavoro nella più
classica delle vesti con cui i suoi fans
sono abituati a vederlo.
Se dovesse racchiudere in un motto
la sua candidatura, sarebbe sicuramente questo: «Ogni cosa ha il suo
tempo, basta saper aspettare». E per
Salvatore oggi, per la città e per se
stesso, è il momento di cambiare.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Giovedì 15 maggio 2014
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RIMBORSOPOLI
Il conflitto d’attribuzione sulle verifiche ai gruppi
Dalla Corte dei conti si chiarisce la questione
«Applichiamo soltanto la legge»
Teti: «Molte meno anomalie che nel 2012, ma sui collaboratori violate le norme regionali»
|
di LEO AMATO
POTENZA - «Applichiamo solo
la legge e a dire il vero rispetto
all’anno scorso abbiamo segnalato molte meno anomalie. Ma
sui collaboratori dei gruppi si è
andati oltre le norme che la
stessa Regione Basilicata si era
data».
Giuseppe Teti è uno dei magistrati che anche quest’anno si
sono occupati delle spese dei
gruppi consiliari. Assieme ai
bilanci di numerosi enti e un caso particolare come l’indagine
sull’utilizzo delle royalties petrolifere in dieci anni, dall’inizio delle estrazioni in Val d’Agri.
Il giorno dopo la decisione
della Regione di aprire un conflitto d’attribuzione sull’operato della sezione regionale di
controllo della Corte dei conti,
di cui fa parte, non scende nel
merito d i quella scelta. Né potrebbe farlo. Ma interpellato
dal Quotidiano sulla portata
delle delibere con cui 6 su 10 dei
rendiconti sulle spese dei gruppi consiliari del 2013 sono stati
giudicati «irregolari» chiarisce alcuni concetti. A partire
dal caso dei 31 collaboratori
“abusivi” per cui andrebbero
restituiti nelle casse del parlamentino lucano tutti i compensi elagiti.
«C’era e c’è ancora una norma
regionale per cui dev’esserci
un rapporto tra i consiglieri
iscritti al gruppo e i dipendenti
che quest’ultimo può assumere. Nel 2013 erano in vigore
una normativa temporanea e
noi l’abbiamo applicate. Ma anche quella approvata più di recente mantiene questo criterio
anche se ne modifica i termini».
Quanto al tema dell’autonomia dei consigli regionali, rispetto alla legge che nel 2012
ha introdotto i controlli sulla
contabilità dei gruppi, Teti fa
notare che nelle delibere al centro della discussione si fa riferi-
L’INTERVENTO
|
«Estendere i controlli
anche agli appalti»
Frammartino annuncia una raccolta firme
di OTTAVIO FRAMMARTINO
L’ingresso della Corte dei conti di Potenza, sotto il Quotidiano di ieri
mento a una pronuncia della
Corte costituzionale in materia, che a febbraio ne ha riconosciuto la legittimità. Perdipiù
sui ricorsi presentati da alcune
regioni a statuto speciale. Un
dato che lascia presagire che ne
sarà di quelli avanzati da altre
regioni a statuto ordinario ben
prima della Basilicata.
Ma se così fosse chi dovrà restituire i soldi al Consiglio re-
gionale? In fondo si tratta di poco meno di 200mila euro se si
considera una retribuzione di
poco superiore ai 500 euro al
mese per ognuno di quei 31 collaboratori in più. I capigruppo,
ricorda il magistrato. Anche
quelli che nel frattempo sono
rimasti fuori dal Consiglio.
Un credito che da via Verrastro nessuno sembra aver voglia di esigere.
LA decisione presa a maggioranza
(contrari solo 5 stelle) del consiglio
Regionale di presentare un ricorso
alla Corte costituzionale “per conflitto di attribuzione della Sezione
regionaledicontrollo perlaBasilicata sui rendiconti dei Gruppi consiliari per l’esercizio 2013”. è il tentativo di questo consiglio, nato sullo scandalo di rimborsopoli e presi
ancora una volta con le mani nella
marmellata,di cercareunaplausibile giustificazione difronte all’opinione pubblica pubblica, ormai
sconcertata per la disinvoltura con
cui la casta cucana utilizza il denaro pubblico. Tale sospetto nasce
anche dell’impossibilità da parte
dei cittadini di conoscere nel merito la mozione presentata e votata in
consiglio, visto che ne nei comunicati ne sui resoconti pubblicati nel
sito Regionale non vi è nessuna
traccia sul merito del ricorso, se
non una generica accusa che le deliberazioni della Corte dei Conti sui
rendiconti dei gruppi consiliari relativi all’anno 2013 siano lesive
dell’autonomia e delle competenze
costituzionali della Regione. Tale
iniziativa non solo imprudente ma
scandalosa segue quella di una
legge ad hoc varata al primo consiglio Regionale per salvare le poltrone dalla decadenza per la costituzione di parte civile della regione
nello scandalo rimborsopoli, dove
appena l’altro ieri sono stati rinviati a giudizio il presidente della Regione e ben quattro consiglieri Regionali ancora in carica.
Questa proposta vergognosa-
mente come quella precedente è
stata presentata da un consigliere
Regionale, recidivo, già condannato in primo grado per truffa per
aver indebitamente percepito rimborsi kilometrici. Solo questo dovrebbe darel’idea da chisiamo amministrati. Eppure è evidente l’inutilità di tale iniziativa, tenendo
conto che già la suprema corte si
era espressa con la sentenza numero 39/2014, ha preliminarmente chiarito che «non è possibile […]
considerare estesa ai consigli regionali la deroga, rispetto alla generale sottoposizione alla giurisdizione contabile, che si è ritenuto
operare, per ragioni storiche e di
salvaguardia della piena autonomia costituzionale degli organi supremi, nei confronti delle Camere
parlamentari, della Presidenza
della Repubblica e della Corte costituzionale». O siamo nel disperato
tentativo attraverso i codicini di
trovare una via di uscita a salvaguardia dei privilegi di una casta i
cui vizi sono duri a Morire. Noi non
staremo a guardare, avvieremo
una raccolta di firme insieme alle
associazione dei cittadini, a sostegno non solo della Corte dei conti,
che non ne ha bisogno, ma per
chiedere al governo ed al presidenti di Camera e Senato, non solo di
rafforzare le competenze di controllo della giurisdizione contabili
per frenare i gratta gratta regionali, ma di estendere tali poteri anche
alla gestione degli appalti, vera
prateria di spreco e corruzione come le cronache di questi giorni abbondantemente ci raccontano.
Portavoce Policoro è Tua
Leggieri e Perrino attaccano Pittella e i consiglieri regionali rinviati a giudizio
«Adesso i “fantastici 5” si dimettano»
«CARI “fantastici 5”, una volta tanto, dimostrate lo spessore umano e politico
caratteristica dei politici di livello e caratura “europei”: liberate la Basilicata e
dimettetevi! Ora!»
E’ una richiesta senza appello quella
rivolta dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Gianni Leggieri e
Gianni Perrino, ai colleghi dell’assise di
via Verrastro coinvolti nell’inchiesta
sulla gestione dei rimborsi per cui il
gup ha appena disposto il rinvio a giudizio.
«Antipatico dire che forse avevamo
ragione, che c’avevamo visto giusto».
Spiegano i due consiglieri. «A metà
aprile scorso, al momento del voto per la
convalida dei 20 consiglieri regionali di
Basilicata (più il “governatore” Pittella), il M5S aveva reiterato la richiesta di
prendere preventiva visione dei certificati penali e dei carichi pendenti di tutti
i consiglieri regionali».
«Facevamo bene a non fidarci delle
autocertificazioni?» Si domandano in
I grillini: «Dimostrate lo spessore umano e politico caratteristico
di politici di livello e caratura europei come l’ex ministro inglese»
maniera retorica. «Probabilmente sì. Il
12 maggio scorso i “Fantastici 5” - ovvero il fratello di Gianni Pittella, oggi “governatore” della Regione Basilicata,
Francesco Mollica (Udc), Nicola Benedetto (Centro Democratico, ex IdV),
Paolo Castelluccio e Michele Napoli
(Forza Italia) - sono stati rinviati a giudizio per “Rimborsopoli”- insieme all’ex
governatore De Filippo, a Luca Braia
(candidato alla segreteria regionale del
Pd), Roberto Falotico (candidato primo
cittadino di Potenza) e ad altri 28 tra
consiglieri regionali, ex consiglieri ed
ex assessori esterni. Secondo la Procura di Potenza hanno speso “allegramente”per finalità esclusivamente personali soldi della Regione che dovevano servire solo per fini istituzionali».
«Già salvatisi dalla decadenza grazie
ad una leggina (a firma di Cifarelli) ap-
provata in fretta e furia il 15 gennaio
scorso già nella seconda seduta ufficiale del consiglio regionale - ricordano
Perrino e Leggieri - ora i “Fantastici 5”
hanno definitivamente acquisito la
qualità di “imputati” in un procedimento penale nel quale si è costituita parte
civile la stessa Regione Basilicata. Tutti
dovranno rispondere di peculato, reato
per il quale è già stato condannato a 1
anno e 6 mesi (in primo grado, giudizio
abbreviato) l’ex assessore alla sanità lucana Martorano. Nel caso in cui siano riconosciuti colpevoli - come è già stato
nel caso di Martorano per fatti del tutto
simili a quelli contestati ai nostri “eroi”, senza lo “sconto” di pena previsto per il
rito abbreviato, le pene per i “Fantastici
5” sarebbero superiori ai due anni previsti dalla legge Severino e scatterebbe
la decadenza automatica dalle cariche
Una
elettive e la conseguente incompatibili- manifestazione
tà e incandidabilità!»
del M5S
«Il M5S di Basilicata rivolge, quindi,
in Regione
un appello ai “Fantastici 5”: fate come
l’ex ministro dell'Energia britannico, il
liberaldemocratico Chris Huhne, che,
nel febbraio 2012, si dimise per quello
che in Basilicata viene considerata davvero “fesseria”: era venuto a galla che
Huhne aveva cercato di perdere (non lapsus, ndr)punti sulla patente attribuendo a sua moglie una multa per eccesso di velocità. Altro che l’imputazione per peculato!»
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Giovedì 15 maggio 2014
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IL CASO
11
Chiuse le indagini sul concorsone per dirigenti scolastici
Avvisi di garanzia per i vertici di 3 istituti tra Potenza e Tricarico
Presidi indagati per aver copiato
Sotto accusa le analogie tra gli elaborati e con i manuali, più un vocabolario “imbottito”
di LEO AMATO
POTENZA - In 5 avrebbero
copiato, ma hanno passato
l’esame comunque. E in 3 sono già in servizio come presidi in altrettanti istituti scolastici di Potenza e Tricarico.
Anche chi si è fatto scoprire
col vocabolario imbottito di
“pizzini”. A impedire che i ragazzi facciano lo stesso.
Sono accusati a vario titolo
di abuso d’ufficio, falso e plagio i 9 destinatari dell’avviso
di chiusura delle indagini
della procura di Potenza sul
concorsone per dirigenti
bandito nel 2008.
Si tratta in primis dei membri della commissione d’esame composta dal presidente
Antonio Sergio De Franchi,
professore Unibas e direttore
del dipartimento di scienze
dei sistemi colturali, forestali e dell’ambiente, più un dirigente tecnico dell’ufficio scolastico regionale, Francesco
Fasolino, e il preside dell’Istituto tecnico Da Vinci di Potenza, Adele Trotta. Assistiti
da Marcello Marino come segretario. Poi ci sono i presunti “copioni”: Rosanna Papapietro, Rocco Garramone,
Carmela Cafasso, Giovanni
Latrofa e Giosuè Ferruzzi.
Marino è accusato di aver
scoperto Rosanna Papapietro, con «un vocabolario contenente all’interno fascico-
letti dattiloscritti» durante la
prova scritta che si è tenuta a
dicembre del 2011. A quel
punto avrebbe dovuto escluderla, invece si è limitato a sequestrarle quei foglietti, così
da settembre del 2012 dirige
l’Istituto d’istruzione superiore “Carlo Levi” di Tricarico.
Con De Franchi e gli altri
membri della commissione
Marino è accusato anche di
falso per aver messo a verbale
l’8 marzo del 2012 «l’elaborazione della griglia di valuta-
Gli articoli
del Quotidiano
dedicati
nei mesi scorsi
all’inchiesta
sul concorsone
per dirigenti
scolastici
zione della seconda prova
scritta» che era già sul sito
dell’ufficio scolastico regionale da due settimane.
Per loro si ipotizza anche il
reato di abuso d’ufficio in
concorso perché in pratica
avrebbero fatto finta di non
vedere alcune evidenti scopiazzature negli elaborati
della Papapietro, sempre lei,
della Cafasso, che da settem-
bre del 2012 dirige l’istituto
comprensivo Milani di Potenza e di Giovanni Latrofa,
nominato preside del liceo
scientifico Pasolini solo quest’anno grazie a uno scorri-
mento di graduatoria. Come
pure di altri due idonei rimasti fuori sia dai 22 immessi
subito nel ruolo che dai 15 immessi in seguito, ma che sperano ancora in un ripescaggio: Giosuè Ferruzzi e Rocco
Garramone, 42simo e 62simo su 62.
Gli investigatori hanno
evidenziato brani interi negli
elaborati della Papapietro e
di Ferruzzi ripresi da due diversi manuali di preparazione all’esame. Più altri ricorrenti in quelli di Latrofa, Garramone e della Cafasso che
sarebbero stati mutuati «da
una fonte comune non citata».
Le indagini sono state condotte dal pm Gerardo Salvia,
che ha coordinato il lavoro
dei militari della sezione di
polizia giudiziaria dei carabinieri di Potenza.
COMUNICATO PREVENTIVO RELATIVO ALLE ELEZIONI EUROPEE ed AMMINISTRATIVE 2014
INDETTE PER IL GIORNO 25 MAGGIO 2014 E PER L’EVENTUALE BALLOTTAGGIO DELL’8 GIUGNO
Ai sensi e per gli effetti della delibera n. Delibera n. 138/14/CONS e Delibera n. 139/14/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Tariffe al netto dell’IVA (4%) per l’accesso agli spazi dei messaggi elettorali:
� Non sono previsti sconti di quantità nè
provvigioni di agenzia.
� Il pagamento dovrà essere effettuato contestualmente all’accettazione dell’ordine di
pubblicazione.
� Le richieste di inserzioni con gli specifici
dettagli relativi a data di pubblicazione,
consegna dei materiali per la stampa,
eventuale posizione di rigore, soggetto
richiedente ecc. dovranno pervenire agli
uffici Publifast srl almeno due giorni prima
della data richiesta per la pubblicazione.
� I messaggi politici elettorali devono recare
l’indicazione del committente e la dicitura
“messaggio elettorale” con l’indicazione del
soggetto politico.
� La pubblicazione è consentita fino al 23
MAGGIO 2014 compreso e 6 GIUGNO
2014 compreso per gli eventuali successivi
ballottaggi
Prezzi relativi ad altri formati
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Giovedì 15 maggio 2014
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POLITICA
Si avvicina la scelta
per il Parlamento
europeo in una
campagna elettorale
dai toni molto bassi
Due degli appuntamenti principali degli ultimi giorni con
Vendola, Pittella e Picierno che testimoniano la
freddezza che accoglie queste elezioni europee
L’Europa che non sentiamo nostra
Un voto senza appèal acuisce le distanze: i cittadini sempre più lontani da Strasburgo
di PIERO QUARTO
MATERA - Quanto è lontana l’Europa. Il
rush finale della campagna elettorale si
avvicina con questa consapevolezza che
sembra farsi sempre più spazio e che non
conosce, almeno apparentemente, i colori
politici o la provenienza ma che trova radici nello scarso appeal che l’Europa continua ad avere verso i cittadini. Un dato quest’ultimo che già oggi risulta amplificato
dalla lontananza complessiva verso la politica e gli appuntamenti elettorali ma che
le elezioni europee sembrano ingigantire
a dismisura. L’Europa non viene sentita
come qualcosa di vicino al cittadino, non
sembra un organismo essenziale e necessario per la crescita ma più che altro un peso. Una camicia di forza dalla quale non si
riesce ad uscire.
Una percezione evidente da cui scaturiscono probabilmente politiche antieuropee come quelle che, in particolare sull’euro, stanno emergendo anche in questa
campagna elettorale.
Matera e la Basilicata
in questo senso non
fanno eccezione, accoglienza fredde e
nella migliore delle
circostanze tiepide
per le presenze più illustri. Un cinema comunale pieno ma non gremito per i vertici
del Partito Democratico da Gianni Pittella
vice presidente del parlamento europeo e
Pina Picierno capolista per la circoscrizione Sud.
Una piazza di fedelissimi anche per Niki
Vendola venuto a sottolineare l’importanza di una scelta per Tsipras così come nei
giorni scorsi alle presenze di Raffaele Fitto.
Ormai i bagni di folla della politica non
esistono più ma l’Europa non colpisce e
non sfonda più di qualsiasi altra cosa e su
questo bisognerebbe interrogarsi e provare a darsi delle risposte. Magari cercare
di capire perchè questa percezione di lontananza esiste.
Il problema è che oggi, certamente, l’Europa appare come un’incompiuta che non
riesce ad avere quel ruolo guida complessivo che avrebbe dovuto avere nella sua
genesi. La politica, stavolta non solo italiana, manifesta tutti i suoi limiti e ci si ritrova in una realtà in cui i forti restano forti ed i deboli diventano sempre più deboli.
Emerge la forte
mancanza
di condivisione
La piazza diradata nelle presenze per Vendola
Vendola qualche giorno fa era a Matera
la piazza ascolta ma senza gremirsi
Il rischio è di vedere i frutti di questa
lontananza dalla politica nel risultato
elettorale, nei numeri della partecipazione al voto.
Forse è il caso che questi dieci giorni di
campagna elettorale che restano servano
davvero per spiegare perchè è importante
partecipare e votare per il Parlamento europeo.
Un concetto che non appare molto chiaro anche perchè in molti casi dei rappresentanti e del lavoro che viene svolto oltre i
confini nazionali non si hanno riscntri
concreti.
La freddezza verso l’Europa, verso queste elezioni che sembrano davvero interessare poco e a pochi è un dato che emerge evidente da Matera e dall’intera Basilicata con una lontananza che risulta
preoccupante e per certi versi anche inquietantema a cui non ci si può rassegnare. Eppure esiste la spinta di momenti di
grande interesse e di diversa partecipazione come le tante elezioni amministrative che a partire da Potenza, coinvolgono
molti Comuni della regione. Ma delle Europee si parla davvero poco. Ci riguardano? Ci interessano? Ci coinvolgono? Sembrerebbe proprio di no. L’Europa, oltre a
dettare tante regole, dovrebbe preoccuparsi anche di questo. Del motivo per il
quale non esiste un sentimento europeo,
una politica europea sui diversi aspetti
della vita quotidiana. Un’europa che non
contribuisce ad oggi a ridurre le differenze. Un’Europa essenziale per la crescita
Al Comunale niente pienone per Pittella e Picierno
L’evento principale voluto dal Pd
conferma la freddezza verso le Europee
economica di ciascuno Stato, un’Europa
di cui oggi è impossibile fare a meno. Ma
che non sentiamo nostra. Per niente.
Realtà verissime ma di cui bisogna avere
una diversa consapevolezza.
La campagna elettorale soporifera delle
Europee avrebbe dovuto provare a spiegare proprio questo. In realtà però l’Europa
|
rimane distante dai cittadini. Un errore ed
un autogol a cui non si riesce a porre rimedio. Dieci giorni ancora di campagna elettorale per provare ad invertire la rotta. Ma
qualcuno ci dovrebbe spiegare che se davvero un’Europa forte è davvero interesse
di tutti.
[email protected]
IL PROGRAMMA
|
Sabato arriva anche Arlacchi
Comincia l’ultima settimana
Poco più di sette giorni alla conclusione della campagna elettorale per le
Elezioni europee. Gli ultimi arrivi saranno nei momenti decisivi a pochi
giorni dal voto per poter cercare di
scuotere, proprio nei giorni finali, un
appuntamento che al momento non
sembra scuotere l’attenzione e le coscienze dei cittadini.
Intanto in queste ore il prossimo appuntamento che viene annunciato è
quello di Pino Arlacchi, l’ex magistrato del Partito Democratico che sarà a
Matera, con una conferenza stampa
nella quale parlerà del Mezzogiorno e
sui suoi esempi di buon governo così
come si tratterà delle questioni principali riguardanti l’utilizzo soprattutto nelle regioni del Sud dei fondi
europei che spesso non sono riusciti a
dare i risultati sperati.
L’europarlamentare proverà ad affrontare quelli che sono i temi caldi
della campagna elettorale nel corso di
una conferenza stampa presso la sede
del Partito Democratico nel primo pomeriggio. Si tratterà probabilmente
del primo di una serie di arrivi che andrà a caratterizzare l’ultima settimana prima del voto.
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 15 maggio 2014
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EUROPEE
PRECISAZIONE
Intervista
con il candidato
di Fratelli d'ItaliaAlleanza Nazionale:
«Nel Mezzogiorno
abbiamo un bacino
elettorale
del 10 per cento»
Giuseppe Gargani,
79 anni ma non
li dimostra
GIUSEPPE Gargani, candidato
alle Europee per la lista Ncd-Udc,
può essere considerato il decano
degli europarlamentari italiani essendo stato eletto a Strasburgo,
per la prima volta, nel 1999. Ma nel
presentarlo ai lettori del Quotidiano - – suggestionati da una storia
politica che lo vede protagonista
fin dagli anni Cinquanta - abbiamo
esagerato: attribuendogli 89 anni,
esattamente dieci di più di quanti
ne ha compiuti meno di un mese
fa, e qualificandolo come il più anziano parlamentare italiano (che
invece è il suo conterraneo Ciriaco
De Mita) Un lapsus che tra origine
dalla leggenda sulla presunta immortalità di un partito, la Dc, che
per vie oscure continua ad alimentare la vita politica italiana (dal Pd
a Forza Italia, sono ancora numerosi i protagonisti cresciuti all'ombra dello Scudo crociato). Ce ne
scusiamo con l'interessato.
di ANTONELLO GRASSI
“Sì all'Europa, no all'euro”. Potrebbe sembrare uno slogan della Lega, e invece è il
programma di Fratelli d'Italia-Alleanza
Nazionale che, al pari del partito di Matteo
Salvini, vuol farsi interprete del diffuso
malcontento nei confronti della moneta
unica. Ma basterà a far sì che alle prossime
Europee la formazione guidata da Giorgia
Meloni superi la soglia elettorale del 4 per
cento (a meno di un improbabile eliminazione per via giudiziaria dello sbarramento)? Luigi Rispoli, portavoce campano di
Fratelli d'Italia, e candidato nella circoscrizione Sud, è ottimista: “Il nostro è un
partito giovane – afferma - ma ha già una
significativa presenza sul territorio ”. “E
tuttavia – continua – non possiamo nasconderci che tira una brutta aria. La gente è stanca, ogni giorno dobbiamo rompere un muro di indifferenza”.
Indifferenza, dice? I media presentano
questo voto come un appassionante derby tra Renzi e Grillo...
Io constato soltanto che l'atteggiamento
prevalente nelle piazze è quello della diffidenza. Una diffidenza nei confronti della
politica che può tradursi in astensionismo
o in un voto di protesta fine a se stesso”.
Si riferisce a Grillo,
immagino. E voi che
cosa fate, qui al Sud,
per convincere gli
elettori a votarvi?
Abbiamo mobilitato
tutti i nostri militanti.
Cerchiamo di essere
presenti in tutti i comuni, di stare tra la
gente. Si tratta di intercettare il voto di
un'area non piccola di
elettori potenziali, circa il 10 per cento.
Ma perché chi contesta il sistema dovrebbe scegliere voi e non, per l'appunto, il Movimento 5 Stelle?
Perché Grillo non è credibile. Vede, quella
dei 5 Stelle è una storia non nuova nel nostro Paese. Si ricorda dell'Uomo Qualunque di Giannini? Oppure degli exploit di
movimenti di cui ora non s'è persa traccia?
E' protesta, non proposta. Un movimento
pronto a franare alla prima prova dei fatti.
E voi, invece?
A differenza loro abbiamo un obiettivo
chiaro: andare a Strasburgo per cambiare
le regole dell'Unione europea che, così come è stata concepita, non va.
E perché, secondo voi?
Perché ha messo in
moto meccanismi diabolici in virtù dei quali, ogni anno che passa, diciamo addio a un
pezzo della nostra sovranità
nazionale.
Siamo ormai uno Stato eterodiretto: come
dimostra il fatto che in
materia di politica
economica siamo di
fatto commissariati.
Mentre i Paesi che
hanno un'economia forte continuano ad
arricchirsi. O qualcuno è in grado di dimostrarmi il contrario?.
E Grillo non dice le stesse cose?
Lei lo ha capito? Io no. Sull'Europa è ondivago, come su tutto il resto. Non mi sembra che abbia espresso idee significative
nemmeno rispetto ai problemi del nostro
Paese. Eppure la forza non gli mancherebbe. Ha dietro di sé un quarto dell'elettora-
Grillo non
è credibile
La sua
è protesta,
non proposta
Petrolio?
Decidete voi
Intollerabile
non avere
vantaggi
13
«In piazza contro
la diffidenza»
Luigi Rispoli,
Rispoli: «Spieghiamo al Sud perché l'euro ci ha rovinati»
to, centinaia di parlamentari. Ma per farci
cosa? Quali proposte utili al Paese hanno
fatto?.
Senta, ma davvero l'Europa è un problema così sentito dalla gente?
No, è questo il punto. Il nostro sforzo sta
nel far capire che le scelte di Bruxelles ci riguardano molto da vicino, che da quelle
decisioni dipende la vita delle nostre famiglie. Spieghiamo perché è necessario rivedere il fiscal compact o il patto di stabilità.
E come questi trattati entrano nella nostra
vita. E insomma che se non recuperiamo la
nostra autonomia in campo economico
siamo destinati a fare la fine della Grecia.
Quale sarà il vostro primo atto nell'europarlamento?
Nella prima seduta proporremo l'uscita
dal sistema euro.
Che cosa vi ha fatto di male l'euro?
Bisognerebbe chiedersi che cosa ha fatto
di male l'euro alle famiglie italiane. Glielo
dico subito. Lo sa che dal 2002 a oggi queste famiglie hanno perso il 7 per cento del
loro potere d'acquisto? Ebbene tutto questo è successo mentre in altri Paesi (che
hanno conservato la loro moneta senza
uscire dall'Unione europea) accadeva il
contrario. In Gran Bretagna ad esempio.
E le imprese? Ne vogliamo parlare? Non è
stata forse la rigidità della moneta a minarne la competitività? A tutto vantaggio
delle aziende tedesche che hanno colonizzato gran parte del mercato europeo?.
Unione europea significa anche fondi
strutturali. Neanche quelli vanno bene?
Si fermi. Quelli non funzionano, ma l'Europa non c'entra. Il problema è nella nostra incapacità a spenderli. La responsabilità ricade in primo luogo sui governi succedutisi alla guida del Paese. Tranne che
con il ministro Barca (e i risultati cominciavano a vedersi), una politica di coesione
territoriale qui non si è mai fatta.
E cosa bisognerebbe fare?
Prima di tutto: semplificare. E' nei meandri della burocrazia, una burocrazia che
invade tutto, che si inceppa la spesa. E poi
c'è il fatto che i soldi passano attraverso le
Regioni. E sa questo che vuol dire, no? Che
quei fondi, come sanno anche i bambini,
vengono gestiti per creare consenso, non
nell'interesse generale.
Che cosa pensate dei problemi dell'ambiente? E dell'estrazione di petrolio in
Basilicata?
Quanto al petrolio, credo che spetti ai lucani decidere una buona volta che fare dei
giacimenti. Quel che è intollerabile è che
da quelle estrazioni non traggano alcun beneficio. Quanto
all'energia penso che l'Italia dovrebbe diventare autosufficiente,
anche utilizzando
fonti alternative.
Oggi è totalmente
dipendente
dai
paesi stranieri.
Ma il nostro è il
Paese delle contraddizioni: diciamo no al nucleare
e poi lo importiamo dalle centrali
che stanno ai nostri
confini. Il fatto è che
manca una politica
energetica. Sappiamo fare solo pale eoliche, assecondando la speculazione e distruggendo il nostro paesaggio. Io sto girando
in lungo e in largo il Sud, e vedo pale dappertutto. Si tollera senza fiatare questo
scempio e poi si mandano i carabinieri ai
soprintendenti che spostano una pietra.
Che cosa ci dice delle iniziative giudiziarie di questi giorni? Incideranno sul
voto?
Un altro colpo alla fiducia nella politica e
nelle istituzioni. Penso che queste iniziative daranno un contributo alla crescita dell'astensione. Eppure i segnali di allarme a
Milano c'erano da un pezzo. Ma si preferisce sempre parlare degli intrecci politica,
criminalità al Sud. Problemi come quello
emerso per l'Expo si risolvono soltanto
mettendo a punto meccanismi che garantiscano una maggiore trasparenza. Tutte
le norme fatte fin qui sono servite solo a
scoraggiare gli investimenti, non certo,
come si è visto, a mettere al riparo la spesa
pubblica dai Greganti e dai Frigerio
Bisognerebbe fermare i lavori, come dice Grillo?
No, bisogna andare avanti perché l'Expo
rappresenta una grande opportunità per
il nostro Paese. Sarebbe ridicolo se, dopo
che sono stati soldi spesi, si fermasse tutto.
Criminalità e immigrazione, due mali del Sud.
Che cosa può fare
l'Europa?
Il problema è che al
Sud viviamo a
stretto
contatto
con la criminalità.
Anche
quando
non ce ne rendiamo conto. Ogni
giorno ognuno di
noi è chiamato a
una scelta tra la legalità e illegalità.
Comprare una borsa
griffata falsa, per esempio, è un piccolo atto di illegalità. Si tratta dunque di
un problema che ci investe tutti e
che non pouò essere semplicemente delegato allo Stato. Quanto all'immigrazione,
è un problema europeo, e Bruxelles non
può lavarsene le mani. Lo sa che ogni immigrato ci costa 30 euro al giorno? Sono
900 euro al mese: il doppio di quello che lo
Stato riesce a dare a un proprio pensionato
sociale. Le sembra che in una situazione di
disagio sociale come quella nella quale ci
troviamo sia una cosa sostenibile? Noi siamo la porta Sud dell'Europa. Gli immigrati sbarcano qui per poi raggiungere i Paesi
del Nord Europa. E' assurdo che soltanto
noi dobbiamo farcene carico. E questa sarebbe l'Unione europea?
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ROTONDA AL VOTO
Lavoro, Regolamento urbanistico e turismo
tra le priorità da affrontare del nuovo sindaco
Sfida tutta interna al centrosinistra
Dopo il “dominio” decennale di Pandolfi, in tre cercano di prendere il suo posto
di FABIO FALABELLA
Sopra il
municipio di
Rotonda
ROTONDA - Dopo dieci anni di governo di Giovanni Pandolfi nel comune di Rotonda la partita per le amministrative si giocherà tra la continuità, rappresentata dal vice-sindaco uscente Rocco Bruno a capo della
lista “Uniti per Rotonda”, e il rinnovamento invocato dagli sfidanti Domenico La Valle e Angela Pina De
Cristofaro, candidati a sindaco rispettivamente con le civiche “Ricostruiamo il nostro futuro” e “Impegno per la nostra gente”. Sarà una
sfida tutta interna al centro-sinistra, spalmato a varie gradazioni
nelle tre compagini in gara, con la
presenza di candidati vicini al consigliere regionale Mario Polese, al
candidato sindaco di Potenza Roberto Falotico e ai Robortella, in un paese che alle scorse elezioni regionali si
è espresso con un plebiscito in favore
del presidente Marcello Pittella, risultando primo di tutta la Basilicata
in termini percentuali di suffragi favorevoli, dopo i capoluoghi Potenza
e Matera. La maggioranza del Pd ha
sottoscritto un documento a sostegno di Rocco Bruno, che vanta una
stretta amicizia con il Governatore,
nonostante i suoi passati trascorsi di
centro-destra, e che tra le sue fila
schiera il segretario del circolo locale di Prima Persona,
l’associazione fondata
dall’europarlamentare Gianni Pittella che sta giocando un ruolo importante sia dietro le
quinte che ufficialmente in tutti i paesi
chiamati al voto; ma
Pina De Cristofaro
sostiene di avere l’unico tesserato dem
nella sua lista e di
«rappresentare
il
nucleo storico del Pd
di Rotonda, che purtroppo alle scorse
primarie è stato messo in minoranza
a causa di un allargamento improvviso e curioso del numero degli
iscritti, nonostante anche noi fossimo dei pittelliani convinti». Al netto
delle rispettive asserzioni di cambiamento e delle reciproche rivendicazioni di ortodossia, la campagna per
il voto si sta svolgendo con toni pacati. Domenico La Valle ha chiesto agli
altri due competitor «un dibattito
pubblico, da tenersi magari dopo i
singoli comizi, per confrontarsi
apertamente sui problemi del comune e presentare progetti e candidati
in consiglio» ma è in attesa di una risposta formale; intanto le questioni
più importanti e sulle quali lavorare
nella prossima amministrazione sono quelle della «convocazione della
conferenza per l’approvazione del
regolamento urbanistico, del mantenimento della titolarità della gestione del servizio idrico integrato e
della promozione dei prodotti Dop
come il fagiolo bianco e la melanzana
rossa» per Rocco Bruno. Mentre secondo La Valle «la priorità è il lavoro
e il Parco del Pollino dovrebbe e potrebbe fungere da macro-attrattore
in tal senso, ma c’è bisogno di una politica che dia valore al merito e alla
trasparenza»; Pina De Cristofaro invece sostiene che «si devono sfruttare al meglio i fondi europei previsti
dall’Obiettivo 2014-2020 cominciando a ridare fiato all’edilizia che è
il settore più in crisi e che potrebbe rimettere in moto l’economia».
|
ANGELA PINA DE CRISTOFARO
|
|
ROCCO BRUNO
|
«Tornare a essere «Abbiamo ripianato
protagonisti»
il deficit comunale»
ULTIMA formazione a scendere in campo, con la lista
presentata allo scadere dei termini consentiti dalla
legge, è stata “Impegno per la nostra gente” che propone come candidato a sindaco Pina De Cristofaro,
47 anni, sindacalista della CGIL, che ha rinunciato
agli incarichi svolti in segreteria regionale e «fatto un passo indietro – come afferma lei stessa - per essere
al servizio della comunità e
senza alcun interesse». Un
programma elettorale imperniato sul verbo fare il
suo, interamente basato sulla volontà di assicurare la
massima trasparenza e legalità nelle scelte politiche, cercando di rendere tutti i cittadini
più consapevoli e vicini all’azione
amministrativa e alla gestione
della cosa pubblica. «Vogliamo
che il nostro paese torni ad essere protagonista del suo destino ed esca dall’isolamento politico ed economico nel
quale è piombato in questi
ultimi anni - continua la De
Cristofaro – attraverso la costruzione di una rete con i comuni vicini ed altri enti pubblici
e privati per rilanciare il ruolo della valle del Mercure e del Parco del Pollino, superare le piccole questioni locali e sviluppare
strategie sinergiche in grado di valorizzare le nostre
risorse e dare nuovo impulso alla crescita materiale e
sociale di Rotonda. Sarà nostro impegno cercare di
diminuire il carico fiscale e tributario sopportato dai
concittadini e reperire risorse che non gravino sul bilancio, operando in ogni caso nel rispetto rigoroso
della tenuta dei conti pubblici; guarderemo ai problemi dei Rotondesi e cercheremo soluzioni utili, concrete e realizzabili perché questo è il paese che vogliamo».
fa. fa.
|
IN UNA campagna elettorale densa di sorprese e
colpi di scena, che mette in discussione schieramenti passati e criteri di rappresentanza, è lui, paradossalmente, l’emblema del passato che le altre
due liste vorrebbero rottamare, utilizzando il termine coniato dal presidente Renzi: 30 anni giovanissimo, laureato in economia ed impiegato in un’azienda di famiglia,
Rocco Bruno è stato il delfino del
primo cittadino Pandolfi, di cui
rivendica storia e risultati, e si
presenta agli elettori dopo
aver ricoperto per cinque anni la carica di vice-sindaco
nell’amministrazione uscente, con deleghe a Mobilità e
Trasporti pubblici locali, Politiche Scolastiche e Bilancio. «L’obiettivo più importante che abbiamo
raggiunto negli anni scorsi è stato
quello di ripianare il grave deficit che aveva il comune, pari a
più di 1 milione di euro, attuando un processo di risanamento molto responsabile
che ci ha permesso di recuperare circa 800.000 euro senza aumentare i tributi locali;
certo sono stati penalizzati i servizi e nelle case che stiamo visitando si avverte la sfiducia delle famiglie
nei
confronti delle istituzioni, soprattutto per la mancanza di lavoro e la crisi economica generale. Oltre
al malcontento e alla preoccupazione vedo però anche tanti attestati di stima nei confronti della mia lista: perciò continueremo il giro casa per casa, secondo la linea seguita anche nelle elezioni passate,
e concluderemo la campagna elettorale con un comizio solo il 23 maggio senza nessuna iniziativa intermedia, anche per non approfittare della nostra
posizione di vantaggio ai nastri di partenza».
f. f.
DOMENICO LA VALLE
|
«Fiducioso che passi il nostro messaggio di cambiamento, trasparenza e legalità»
Una lista nel segno della parità di genere
QUARANT’ANNI, ingegnere
residente a Rotonda con la
passione per la politica,
Domenico La Valle sarebbe in teoria l’outsider in una sfida che vede gli altri due contendenti dividersi il PD
quasi a metà e tirarsi
dietro un bel po’ di centro-sinistra; ma lui appare ben determinato a giocarsi la partita rivendicando
la assoluta novità della
sua lista in cui «la parità di genere è una pratica vissuta a prescindere dalle disposizioni
legislative in materia
di quote rosa, come abbiamo dimostrato al comizio di domenica scorsa
quando sul palco sono intervenute le nostre candidate in consiglio Aurora De Cunto, Stefania Di Sanzo e Paola Sassone, tre
donne capaci e motivate, che
hanno spiegato il programma
ai cittadini».
«C’è disaffezione e apatia tra
gli elettori, - ha continuato - che
si concretizza in una distanza
marcata dalla politica e dalle
istituzioni, ma io sono fiducioso
che stia passando il nostro messaggio di cambiamento, di trasparenza, legalità e meritocrazia e che i cittadini stiano apprezzando la nostra sensibilità
sui problemi che riguardano la
qualità dei servizi pubblici: molto spesso sono gli stessi abitanti
a poter offrire soluzioni concrete, a cominciare dalle criticità
della viabilità e del trasporto per
continuare con le indicazioni al
piano urbanistico regolatore,
strumento ormai indispensabile che richiediamo da tempo e
che la passata amministrazione
non è stata in grado di approvare in via definitiva. Bisogna agire in maniera circostanziata,
utilizzando con parsimonia le
poche risorse a disposizione e
individuando degli indici di
priorità sulle questioni da affrontare: a nostro avviso non
servono grandi opere ma concretezza per un investimento
strutturale nel Parco del Pollino
capace di stimolare il settore turistico e fare da volano al rilancio dell’occupazione e delle attività economiche del territorio».
f. f.
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 15 maggio 2014
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LA SENTENZA
Il segretario dei radicali
pubblicando i dati
sull’inquinamento
dell’invaso non
ha commesso reato
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, è stato assolto
dall’accusa di rivelazione di segreto
d’ufficio “perché il fatto non costituisce
reato”, in merito alla vicenda delle analisi sulle acque della diga del Pertusillo e
le analisi indipendenti del tenente della
polizia provinciale Giuseppe Di Bello. E
qui sta la prima discrepanza: Giuseppe
Di Belli, attualmente candidato sindaco
a Potenza, scelse il rito abbreviato, ieri
invece si è concluso lo stralcio di processo relativo al ruolo di Bolognetti.
E mentre per Di Bello arrivò una condanna a due mesi e venti giorni per Bolognetti è arrivata l’assoluzione. La cosa
non è passata inosservata. Il tenente Di
bello, ex grillino fatto fuori un secondo
prima delle Primarie per il candidato
presidente alle scorse regionali del Movimento 5
Stelle e proprio a causa
della sua condanna, si sfoga su facebook: Il pubblico
ministero invece, durante
il dibattimento finale del
processo a Bolognetti,
aveva chiesto due anni.
«Sapete quando si parla di
giustizia da comprendere
- scrive Di Bello - rispetto
alle sentenze che emette?
Bene al sottoscritto sulla vicenda inquinamento delle acque del Pertusillo, per
aver informato i cittadini fuori dall'orario di lavoro con propri mezzi e manco
un centesimo di danaro pubblico: condannato.
La persona con la quale avrei in concorso diffuso le notizie: assolto. Qualcuno mi spieghi l'alchimia». In pratica Di
bello avrebbe consegnato nelle mani di
Bolognetti i risultati delle analisi sulle
acque del Pertusillo, dati che sarebbero
stati sottoposti a segreto. Stando ai giudici che hanno condannato il tenente infatti Di Bello, in qualità di ufficiale giudiziario, avrebbe informato Bolognetti
delle indagini in corso sulla vicenda della diga.
Quei dati in pratica sarebbero elementi di investigazioni compiute dalla polizia provinciale per conto del pubblico
ministero sulla vicenda inquinamento
del Pertusillo.
Alla fine è arrivata l’assoluzione per
almeno uno dei due protagonisti della
Di Bello
era stato
condannato
a 2 mesi
e 20 giorni
Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, ad una manifestazione
Caso Pertusillo
Assoluzione
per Bolognetti
vicenda. Ma perché Bolognetti assolto e
Di Bello condannato?
Difficile dirlo al momento, in attesa
delle motivazioni delal sentenza, fatto
sta però che il legale di Bolognetti, Vincenzo Montagna, una delle tre tesi esposte in sede dibattimentale potrebbe essere quella giusta. In primo luogo è stata
sostenuta l’ipotesi dell’assenza di danno. In effetti la divulgazione dei dati sull’inquinamento del Pertusillo non ha
provocato un vero e proprio danno,
neanche probabile. In secondo luogo il
difensore, così come Bolognetti, si sono
appellati all’articolo 3 del codice dell’Ambiente e alla convenzione di Aarhus, che definiscono le priorità in caso
di divulgazione di dati.
Un ultimo aspetto invece va osservato
nel ruolo stesso di Giuseppe Di Bello, ovvero quello di pubblico ufficiale. Il tenente infatti non avrebbe consegnato le carte nelle mani di Bolognetti su insistenza,
ma di sua spontanea volontà.
«Questa volta posso scriverlo senza
punto interrogativo: c'è un giudice a
Berlino», sono le parole di Bolognetti dopo la sentenza».
Per il Tribunale di Potenza, per il collegio giudicante presieduto dal dottore
Gubitosi, non ci fu rivelazione di segreto
in relazione alla divulgazione di dati ambientali inerenti la diga del Pertusillo. A
mente fredda avró modo di tornare su
una vicenda che mi ha tenuto sulla corda
per oltre 4 anni, ma oggi voglio solo ribadire che ho onorato la legge e il diritto.
Di certo, il diritto dei cittadini lucani a
poter conoscere per deliberare. Non poteva esserci rivelazione di segreto su
analisi Arpab mai diffuse, e a maggior
ragione, su analisi da me commissionate e pagate.
Giustizia è fatta. Oggi dico grazie al
dottore Gubitosi, al mio avvocato Vincenzo Montagna, a chi si è indignato e a
chi mi ha sostenuto e mi sta manifestando stima e affetto. Nelle prossime ore, sarà il caso di ricostruirla questa storia,
fatta di accuse infami, che mi sono state
indirizzate da chi di mestiere fa il portavoce di non so chi e non so cosa, e di palesi
incompatibilità ambientali. In attesa di
leggere le motivazioni, dico che questa
sentenza rappresenta un importante
precedente. Sì, c’è un giudice a Berlino».
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L’assemblea dei soci ha modificato lo statuto dell’ente
Acquedotto lucano verso
l’amministratore unico
La sede
dell’Acuqedotto
Lucano a
Potenza
POTENZA - Acquedotto lucano và verso la formazione a socio unico. Ieri infatti l’assemblea dei soci di Acquedotto lucano ha approvato alcune modifiche allo statuto della società che introducono, quale organo amministrativo, la figura dell’amministratore unico
in alternativa al consiglio di
amministrazione.
In caso di amministratore
unico, secondo quanto scritto
in una nota, lo statuto prevede
che «la nomina ha luogo tra la
candidature dei nominativi
previamente individuati da
un numero di soci che rappresentino almeno il 4,5 per cento del capitale sociale». Sarà
eletto chi «avrà riportato la
percentuale maggiore di voto
comunque non inferiore al 32
per cento delle quote sociali
computate sul quorum deliberativo».
«La Regione Basilicata intende offrire ad Acquedotto
Lucano la possibilità di essere
rappresentato anche da un
amministratore
unico. Ciò significa recuperare la
volontà diffusa anche in regione di
portare a sintesi
l’articolazione di
molte funzioni che
rischiano di essere
a volte anche confliggenti».
Lo ha reso noto, attraverso
l’ufficio stampa della giunta,
la Regione Basilicata: «Quanto si sta facendo per Acquedotto Lucano - è scritto in una
nota - è in linea anche con un
più ampio orientamento nazionale, teso a ridefinire i costi delle varie articolazioni
istituzionali presenti in regione, nel segno di una nuova
e particolare necessità di «sobrietà istituzionale» che in questo
momento si avverte.
La Regione Basilicata ha trovato in
Acquedotto Lucano
un interlocutore attento e disponibile
nell’assecondare
questa parte di un
più vasto programma di riforma. La Regione si configurerà in futuro sempre più come
organo di programmazione e
sempre meno come ente di gestione. Anche il tema della ri-
Introdotta
una nuova
figura
amministrativa
forma degli enti di governo
del sistema idrico sarà portato in Consiglio regionale, al fine di pervenire ad una sintesi
efficace sulle modalità di riorganizzazione».
«Bisogna dare l’esempio
che i cittadini si attendono anche in tema di retribuzioni e di
risparmi per recuperarne la
fiducia». Così si esprimeva
qualche mese fa Marcello Pittella sulle sfide per la ricostruzione del sistema pubblico lucano. Una delle prerogative riguardava proprio al
spending review all’interno
degli enti pubblici. E a questo
proposito la decisione di ieri
sembra andare per la strada
giusta. Chissà cosa ne pensano i compagni di partito di Pittella.
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Giovedì 15 maggio 2014
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GIRO D’ITALIA
Pozzovivo protagonista della corsa e ai microfoni
«Grazie Basilicata: ovunque c’era gente che tifava»
Una comunità
in festa per il Giro
Tutta la Val d’Agri ha accolto la carovana rosa
con entusiasmo e trepidazione nonostante la pioggia
di BIAGIO BIANCULLI
L'EVENTO sportivo più importante della Basilicata per l'annata 2014
si è tenuto sicuramente ieri a Viggiano. La ridente cittadina della Val
d'Agri ha visto i veloci corridori sotto gli occhi per ben due volte, considerato che la tappa prevedeva una
prima salita di tutto il paese e una
seconda dallo svincolo della ex 276
fino al'inizio di Papa Giovanni. Prima che arrivassero gli scalatori del
Giro d'Italia, abbiamo attraversato
tutto il corso Vittorio Emanuele.
per constatare di persona come si
fosse preparata la cittadinanza. Iniziando dagli stand allestiti dagli organizzatori della manifestazione
che hanno occupato ogni singolo
posto disponibile, con gli sponsor
dell'Estathè, Balocco, Rio Mare,
Banca Mediolanum, Fratelli Orsero, Algida, Gdf Svez, Selle Italia, Pitta Rosso e Dolomia. Continuando a
salire verso il paese è l'attività commerciale Coiro Sport con un manifesto in rosa a promuovere i suoi
prodotti con uno sconto, per poi passare al Ristorante Pizzeria Le Tre
Torri che saluta con uno striscione
il Giro d'Italia e lungo il viale si notano altri slogan che hanno dato il
benvenuto alla carovana. E' stata una giornata che si era aperta sotto
il sole, proseguita con il
forte vento e addirittura conclusasi sotto la
pioggia che ha visto ad
una manciata di chilometri dall'arrivo le cadute sul suolo di alcuni
ciclisti. Le avverse condizioni meteorologiche non hanno
fermato però i curiosi e gli sportivi,
che sotto le abbondanti precipitazioni, soprattutto qualche minuto
prima dell'arrivo a Viggiano, hanno voluto seguire imperterriti la
corsa ciclistica. Non sono mancati i
commenti che abbiamo raccolto nel
LA PASSIONE NON HA ETA’
Piccoli tifosi crescono
SCORRENDO sul gruppo Facebook dedicato a Domenico Pozzovivo ci si imbatte in questa foto. Che dire. Se già da così
piccoli si tifa per il campione della propria
città da grandi certamente la passione
per le due ruote e per i propri beniamini
non potrà che essere massima. E che il
tifo per Pozzovivo sia ai massimi livelli lo
si capisce dai messaggi che sono fioccati
su questo gruppo. La frase più ricorrente
è: «Pozzovivo orgoglio lucano». E quindi
non sono mancati anche i ringraziamenti
da parte della famiglia del campione di
Montalbano.
Il passaggio dei “girini” per la cittadina di Viggiano
corso della giornata a partire dall'associazione Okfom Italia tramite
il suo portavoce Andrea Cioncolini
che ha promosso la lotta contro la
violenza delle donne con questo
commento: «L'organizzazione è
composta da giovani che sviluppa la
promozione della donna come valore etico e sociale, che acquisisce un
ruolo predominante delle donne,
che portano le risorse agroalimentari nei paesi del Sud del
Mondo. Questo permette l'accesso al credito,
terra e istruzione e qualificazione della produzione agricola. L'appello
è inviare un sms solidale
al 45501 entro il primo
giugno quando il Giro
d'Italia avrà raggiunto
Trieste». Di questo evento ne abbiamo parlato anche con il
Commissario Capo della Polizia di
Stato di Milano, la dottoressa Antonella Di Pinto, che ha voluto sottolineare il ruolo dello staff del pullman: «Con i miei colleghi abbiamo
la finalità di formare, comunicare e
dedicare ai bambini della scuola pri-
Ribalta nazionale
ed internazionale
per la cittadina
della Madonna Nera
La frase più semplice e più significativa di Viggiano
maria in collaborazione con RCS di
impartigli l'educazione stradale attraverso la sicurezza, legalità e fair
play. Il progetto scuola prevede la
possibilità a questi bambini di formare degli elaborati creativi attraverso la loro fantasia». Alla fine della corsa riusciamo in extremis ad
intervistare Pozzovivo, prima che
vada via con il suo staff che attesta:
«Sono in ogni caso soddisfatto e
contento per la festa preparata a
Montalbano Jonico dai tifosi. Ringrazio i miei concittadini e tutta la
Basilicata visto che dappertutto c'era gente che inneggiava al mio nome. Quindi non posso che essere felice per questo. Speriamo che smetta di piovere e non scelgo quale tappa preferisco per vincere». Resta
dunque una giornata di festa e che
verrà ricordata in eterno da chi ha
vissuto in prima persona questa
quinta tappa del Giro d'Italia a Viggiano. Dopo questa promozione
culturale e sociale nella città dei
Sassi nella passata edizione, anche
la cittadina della Madonna Nera ha
risposto in maniera significativa a
questa kermesse.
L’entusiasmo dei più grandi
CONSEGNA RIMANDATA
Qualche noia di troppo
Il premio a fine Giro
IL SINDACO di Montalbano Jonico, Enzo Devincenzis assieme al primo tifoso
di Domenico Pozzovivo, “fan club Domenico Pozzovivo, Vittorio Camardi,
avrebbe dovuto consegnare, a fine tappa, il cavallino rampante come premio
al campione di Montalbano Jonico.
Noie post tappa hanno fatto slittare
questa premiazione, ma l’appuntamento è solo rimandato. Pozzovivo riceverà
l’affetto dei suoi concittadini e il premio
alla fine del Giro.
La gioia dei più piccoli
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Il bagno di folla
attorno alla
carovana del
giro. Sotto a
destra uno
striscione per
Pozzovivo. A
sinistra nel
riquadro il
ciclista di
Montalbano
Montalbano ha celebrato
il suo campione Pozzovivo
di ANNA CARONE
MONTALBANO - Intensi giorni
di preparazione, a Montalbano Jonico, per accogliere degnamente
il figlio diletto Domenico Pozzovivo nello storico passaggio del Giro
d’Italia. Un paese tirato a festa,
con il coinvolgimento del comune
ma anche di tanti liberi cittadini e
delle associazioni più significative e rappresentative del territorio,
fra queste il “fan club Domenico
Pozzovivo”. La mattinata, iniziata
prestissimo, è stata tutto un fermento e un coinvolgimento di piccoli e adulti; alunni delle scuole
elementari con fiocchi e pon pon;
il gruppo folk “Terravecchia” della Pro Loco, la banda cittadina dell’Associazione “Padre Mario Frizzera”, tutti, hanno dato un fattivo
contributo quale attestazione di
riconoscimento. «Siamo qui - ha
dichiarato il maestro della banda
cittadina, Giovanni La Colla - per
dare onore ad un nostro concittadino che ci rende onore con la sua
carriera; frutto di sacrifici, di rinunce e di costante impegno.
Montalbano è sotto ai riflettori
grazie a lui e noi lo accogliamo a
Il postino della Val d’Agri
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Primo piano
Giovedì 15 maggio 2014
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I cugini salutano Domenico Pozzovivo
modo nostro come meglio sappiamo fare». Emozionante l’arrivo e
la sfilata della carovana del Giro
d’Italia lungo le vie principali del
paese, immensa gioia per i bambini che hanno ricevuto gadget e ricordini. Il sindaco, Enzo Devincenzis e l’assessore allo sport,
Marcello Maffia, hanno presentato ai tantissimi cittadini presenti
il trofeo con cui Montalbano
omaggerà il suo beniamino nel
panorama del ciclismo italiano.
Un cavallo rampante che poggia
sul colle, come da gonfalone, interamente laminato in oro.
Una maglia rosa, per l’occasione l’ha guadagnata Montalbano
che ha dimostrato che anche interventi straordinari possono essere realizzati in brevissimo tempo. Una realtà che se da un lato,
nella città di Pozzovivo, ha trovato
il favore della stragrande maggioranza dei cittadini, dall’altra
non sono mancati, anche sui social network, i detrattori che
avrebbero voluto vedere questo
impegno profuso per tutto il paese
e, soprattutto, non solo per questa
occasione, ma alle necessità, sempre.
Ma è prevalsa la festa e, questo
particolare evento, resterà, davvero, fra le pagine di storia più belle del comune di Montalbano.
Il selfie con Cipollini a San Chirico Raparo
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VISTA DALLE ISTITUZIONI
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Coro unanime
«Viggiano promossa
a pieni voti»
L'ARRIVO del Giro d'Italia è stato sicuramente un evento
straordinario per la Basilicata
intera. Ed anche per la parte politica aggiungiamo. A prendere
parola per prima è sicuramente
l'Assessore allo Sport di Viggiano Nunzia Donnoli che afferma:
«L'arrivo della tappa rappresenta un grande evento che è un
atto finale che abbiamo pianificato da cinque anni. Ci scusiamo - rimarca la Donnoli - se dovesse difettare qualche macchina, ma ci tengo a dire che c'è l'abbiamo messa tutta e lasciamo
un'eredità come atto di iniziazione. Viggiano deve capire che
a livello sportivo diventa importante per i grandi eventi oltre alla Madonna Nera. Voglio prendere spunto - dichiara l'Assessore allo sport viggianese - dallo
spot del Giro d'Italia che "tutto il
petrolio del mondo non vale una
goccia del mio sudore". Ribadisco infine l'impegno dei volontari per far sì che il buon nome
del paese venga portato sui circuiti». A seguire il presidente
del Consiglio Regionale Pietro
Lacorazza che asserisce: «E' una
grande festa dello sport e una
grande promozione per il territorio che ancora una volta si presente tra i più belli del Paese - sottolinea orgoglioso l'ex presidente della Provincia di Potenza
- Essendo a maggio all'inizio
della stagione turistica è un ottimo biglietto da visita per visita-
re il paesaggio della Val d'Agri,
che non deve essere solo ricordato per l'estrazione petrolifera. Qui esiste anche il culto mariano della Madonna Nera e lo
spettacolo della natura va valorizzato fino in fondo. Il passaggio del Giro d'Italia mi auspico si
ripeta e c'è bisogno di lavorare
in questa direzione per investire
nei prossimi anni. I tanti ragazzi presenti vivono dell'esperienza che gli appartiene riguardo
al ciclismo». Di poche parole ma
non ha lesinando nell'intervento il consigliere Vincenzo Robortella che attesta: «E' un'ottima occasione per la Basilicata,
per la bellezza dei nostri paesaggi e che sia un trampolino di lancio per coloro i quali hanno visto
questi meravigliosi luoghi che
speriamo vengano a visitare. E'
un'occasione anche per chi vive
fuori dall'Italia di visitare questi luoghi in cui sono vissuti».
Conclude il "giro" delle interviste il sindaco uscente Giuseppe
Alberti: «Credo che la comunità
di Viggiano ricorderà a lungo
questo evento sportivo. L'anno
scorso è stato sede dell'arrivo
del Giro di Basilicata e consideriamo che lo scorso evento dovesse precedere quello più importante. - continua il primo cittadino viggianese - Non ritengo
che il petrolio sia in correlazione
con lo sport e penso che sia solo
una giornata di sport».
b.b.
Le scritte sull’asfalto: “Pozzo orgohlio lucano”
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AMBIENTE
Interrogazione
sui subappalti
della Tecnimont
per il centro oli
affidati a ditte non lucane
POTENZA - Questione assunzioni nella filiera
Total, Gianni Rosa interroga la Giunta sulle ultime decisioni del colosso francese. «Le imprese
petrolifere - scrive Rosa - che fanno i soldi sfruttando le nostre risorse, ci prendono anche in giro».
Stando a quanto scrive il consigliere regionale
la “Maire Tecnimont Group spa”, aggiudicataria
della gara per i lavori a Tempa Rossa, controlla
una società di servizi la Mst spa (ad esempio mensa, pulizie ecc.) che normalmente li subappalta
ad altre ditte. Per prendere in subappalto dalla
Mst e diventare, quindi, fornitori della Tecnimont bisognava essere inseriti, attraverso una
procedura complicatissima, in uno speciale elenco. Procedura illustrata in un incontro, tenuto
dai funzionari della Tecnimont presso la Camera
di Commercio di Potenza, a tutte le imprese lucane operanti nell’ambito dei servizi.
«Dopo tutta la trafila - continua Rosa - in attesa
di essere chiamate per presentare un’offerta, le
imprese lucane scoprono il “pacco”: i servizi sono
già stati quasi tutti assegnati a imprese di fuori
Regione, tra cui la Cascina.
Com’è stato possibile? La Mst spa ha affisso, ritendo di adempiere al dovere di pubblicità, qualche volantino nei paesi limitrofi al cantiere di
tempa rossa, invitando a fare
un’offerta per la fornitura dei servizi. Come le imprese con sedi fuori la Regione abbiano saputo dell’invito mentre le nostre ne sono rimaste all’oscuro, resta un mistero.
Quello che è chiaro, invece, è che
l’elenco delle imprese idonee a prestare forniture alla Tecnimont è
stato il solito specchietto per le allodole. Si tengono buone le imprese locali facendo finta di creare un
data base da cui attingere i futuri fornitori ma poi
si fa tutto in dispregio delle regole.
Per questi motivi abbiamo presentato un’interpellanza urgente al Presidente della Giunta Pittella, che non può fare come al solito urlando ai
quattro venti che lui è con i lucani e nei fatti dopo
un “bel intervento pubblico” nasconde la testa
sotto la sabbia. È ora che la Regione Basilicata tuteli le sue imprese e dica a Totale e Eni che la nostra terra è dei lucani e loro sono solo ospiti. Gli
ospiti se non si comportano bene dopo tre giorni
puzzano».
L’INTERROGAZIONE - Nell’interrogazione
Rosa parte dalla convocazione alla Camera di
Commercio di Potenza, per partecipare ad un incontro informativo sulle procedure telematiche
di accreditamento come fornitori di servizi alla
Multinazionale “Maire Tecnimont Group spa”, la
quale si è aggiudicata la gara per i lavori a Tempa
Rossa, incontro al quale intervenivano anche Silvio Pietro Monticelli, per la Tecnimont, e Federica Tegolini. «La Maire Tecnimont - continua il testo - controlla la società Mst spa, che si occupa di
servizi ma appalta tutto a ditte esterne; alcune
imprese lucane si sono iscritte nell’elenco dei for-
«La terra
è nostra
i petrolieri
sono solo
degli ospiti»
Una trivella nell’area di Corleto, dove sta sorgendo il centro oli Total “Tempa Rossa”
Tempa Rossa
Rosa chiede
lumi a Pittella
nitori; abbiamo appreso che la Mst ha proceduto
a subappaltare la maggior parte dei servizi senza
invitare le imprese inserite nell’elenco delle ditte
accreditate come fornitori; contestualmente siamo venuti a conoscenza che la Mst ha semplicemente affisso nei paesi limitrofi al cantiere Tempa Rossa delle locandine in cui si chiedeva una
manifestazione di interesse a divenire fornitori
di servizi della “Maire Tecnimont Group spa”; tra
le ditte che hanno ricevuto appalti di servizi risultano esservi imprese aventi sede fuori Regione tra cui anche la Cascina, con sede a Roma e Bari».
E poi il commento: «appare incomprensibile
come imprese che non hanno sedi nel territorio
regionale siano venute a conoscenza dell’affissione delle locandine con l’invito a manifestare
l’interesse, mentre quelle locali ne erano all’oscu-
ro; la predisposizione dell’elenco fornitori garantiva, alle imprese in esso inserite, di essere invitate alla presentazione dell’offerta per l’appalto
dei vari servizi; la stessa “Maire Tecnimont
Group spa” era presente all’incontro, presso la
C.C.I.A.A. di Potenza, organizzato per presentare e spiegare la procedura di inserimento nell’elenco fornitori; procedura, peraltro, voluta dalla
Tecnimont».
Per questo si chiede a Pittella di conoscere
«quale azione intende intraprendere per la tutela
delle imprese lucane che, dopo aver partecipato
ad una complessa procedura di accredito, la quale, a questo punto, si configura come un beffa in
danno delle stesse, non sono state messe in grado
di partecipare alla selezione e di presentare un
preventivo, partecipando così allo sviluppo di
questa regione».
In un documento si svela il rapporto tra incremento dei tumori e zone altamente inquinate
Aree Sin, M5S alla Lorenzin: «Non nascondere le carte»
Il ministro Lorenzin
«CI RISIAMO. Il governo nasconde
le carte nel cassetto per non parlare
prima delle elezioni degli argomenti
scottanti, anche se questi argomenti riguardano la salute di milioni di
persone. E i dati sulla mortalità di
decine dei siti di interesse nazionale
(Sin) vengono ignorati. Questo il
senso della risposta all’interrogazione presetata per il question time
al ministro della Salute Beatrice Lorenzin dalle Commissioni Salute e
Ambiente del Movimento 5 Stelle»,
evidenzia una nota.
«Tale volontà omissiva da parte
del Governo - aggiunge il M5S - è
esemplificata dal progetto Sentieri,
studio sulla condizione di salute dei
cittadini che vivono nelle aree più inquinate d’Italia, commissionato dal
ministero della Salute e pronto da
mesi, ma tenuto nascosto. Di fronte
alla sordità del dicastero guidato da
Lorenzin, i tecnici che lo hanno realizzato hanno preso direttamente l’iniziativa, pubblicandolo sulla rivista di epidemiologia e prevenzione.
Si tratta di un documento scottante
che rileva eccessi anche del 90% della mortalità nelle aree Sin. Ma lo studio 'dimenticà 39 Sin: dalla Valle del
Sacco a Massa Carrara, da Pioltello a
Napoli est, sono siti studiati nella
prima versione di Sentieri ma spariti da quest’ultimo documento».
«Altro macigno evidenziato dallo
studio - riporta la nota - è quello che
riguarda è quello relativo i bambini:
un milione vive nei Sin, con una
mortalità, si legge nel Sentieri, del
5% superiore rispetto a quella di altre zone d’Italia. Di fronte a questa
emergenza sarebbe stato necessario
avviare uno studio, come richiesto
dagli epidemiologi, dal costo di poche decine di migliaia di euro. La risposta del ministero è stata una porta sbattuta in faccia».
«Noi vogliamo sapere - hanno detto al ministro i deputati pentastellati
- se il ministero intenda davvero continuare a indagare in queste zone dimenticate dai decreti, con particolare riferimento alla popolazione pediatrica e, soprattutto, se il governo
intenda, una volta preso atto dell’ecatombe in corso, accelerare le bonifiche dei Sin, anche per non aumentare l’esborso per la spesa sanitaria
che ammonta a oltre 110 miliardi.
L’INIZIATIVA
Due poliziotti in servizio
Un
programma
educativo
contro
i reati
ambientali
UN
programma
educativo per prevenire e reprimere i
reati
ambientali,
dedicato alla formazione delle forze di Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri e altre forze dell’ordine. E' il
“Progetto Europeo
Recupero Legalità
Ambientale”, promosso dal Corpo
forestale dello Stato e finanziato con i
fondi comunitari
Pon Fesr, che sarà
lanciato il 21 maggio, a Castel Volturno, in un convegno alla presenza
del ministro delle
politiche agricole,
alimentari e forestali Maurizio Martina.
Il programma,
che si estende a
tutte le regioni dell’Italia meridionale si legge in una nota
della Forestale prevede seminari,
moduli didattici e
corsi e-learning. In
questo modo si
cerca di rafforzare
la capacità delle
forze dell’ordine di
indagare sui reati
ambientali.
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Economia Italia / Mondo
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BUFERA GIUDIZIARIA Giampiero Pesenti accusato di truffa aggravata e riciclaggio
Nei guai i vertici di Ubi Banca
Ostacolo all’attività di vigilanza è l’ipotesi di reato contestata a Giovanni Bazoli
di ENZO QUARATINO
ROMA - Un ciclone giudiziario si abbatte su Ubi Banca
proprio nel giorno della conference call e colpisce i manager della banca, la controllata Ubi Leasing e anche
nomi eccellenti del mondo
della finanza e dell’impresa,
dal presidente del consiglio
di sorveglianza di Intesa
Sanpaolo Giovanni Bazoli al
presidente di Italcementi
Giampiero Pesenti. Ostacolo
all’attività di vigilanza è l’ipotesi di reato a carico dei
vertici di Ubi banca, tra i
principali gruppi bancari
italiani, e di Bazoli; truffa
aggravata e riciclaggio sono le accuse per tre ex dirigenti di Ubi Leasing e per Pesenti. Dalla Banca (che in
borsa ha chiuso la giornata
cedendo 1,8%) arrivano assicurazioni di «massima collaborazione»: «tutto si sistemerà», ha detto il consigliere delegato Victor Massiah.
E mentre Bazoli, tramite il
suo legale, esclude l’esistenza di patti parasociali occulti, Pesenti fa sapere di essere
estraneo a Ubi Banca e di essere coinvolto nell’inchiesta
solo per l’acquisto di un’imbarcazione, operazione che
definisce regolare.
Il blitz di circa cento finanzieri del nucleo speciale di
polizia valutaria parte all’orario di apertura della banca. I militari danno esecuzione a un decreto emesso dalla
Procura di Bergamo che prevede una ventina di perquisizioni in varie città: «visitano» gli uffici del presidente
del comitato di gestione di
Ubi Banca Franco Polotti e
del presidente del comitato
di sorveglianza Andrea Moltrasio. Altri finanzieri perquisiscono gli uffici del vice-
presidente del Comitato di
Sorveglianza della banca
Mario Cera, del consigliere
delegato Massiah e dell’altro
consigliere Italo Lucchini;
altri ancora entrano negli
uffici di Bazoli. Quasi contemporaneamente si sviluppa l’attività investigativa
che coinvolge Ubi Leasing:
vengono perquisiti la Direzione Credito Anomalo e gli
uffici del Servizio Recupero
e Vendita Beni e gli uffici di
Giampiero Bertoli, ex amministratore delegato della società, di Alessandro Maggi,
ex direttore generale, e di
Guido Cominotti, ex responsabile del servizio Recupero
e Vendita Beni di Ubi-Leasing. Infine la perquisizione
nell’ufficio di Pesenti.
I filoni investigativi sviluppati dalla Procura di Bergamo sono due: il reato di
ostacolo all’attività di vigilanza si riferisce a presunte
gravi anomalie nella modalità di comunicazione delle
indicazioni dei vertici di UbiBanca.
Secondo l’accusa, due
gruppi di azionisti - l’Associazione Amici di Ubi e l’Associazione Banca Lombarda
e Piemontese, quest’ultima
presieduta da Bazoli - avrebbero messo in campo, senza
che la vigilanza ne avesse
compiuta conoscenza, un sistema di regole - patti parasociali occulti, secondo l’accusa - tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca.
Quanto ai reati di truffa e
riciclaggio contestati agli ex
dirigenti di Ubi-Leasing - filone nel quale è chiamato in
causa anche Giampiero Pesenti - la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella
compravendita di beni di
lusso, tra i quali imbarcazioni e aerei.
FOCUS Tutto ruota all’interno dell’alta borghesia della città
Un patto occulto per il controllo
sotto il faro dei magistrati di Bergamo
MILANO - Un patto di sindacato
occulto per decidere gli assetti di
controllo di Ubi Banca, a partire
dalla nomina dei vertici. Con
protagonista Giovanni Bazoli,
chiamato in causa dalla magi-
stratura non in qualità di presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo ma
quale punto di riferimento dell’anima bresciana di Ubi Banca,
l’istituto nato nel 2007 dalla fusione tra la bergamasca Bpu e la bresciana Banca Lombarda.
Sull’ipotesi di un
accordo nascosto al
mercato tra gli storici gruppi di azionisti che governavano le due banche
indaga la magistratura di Bergamo.
Sotto il faro del
pm Fabio Pelosi sono finite presunte
anomalie nella indicazione dei vertici e i rapporti tra le
due associazioni.
La prima, l’associazione Amici di Ubi
Banca, è stata fondata da Emilio Zanetti (non indagato), per quasi tre decenni alla presidenza della Popolare di
Bergamo e fino all’addio lo scorso anno punto di riferimento indiscusso
della banca, forte di
un consenso trasversale che andava dalle grandi famiglie imprendito-
riali alla Curia di Bergamo.
La seconda, presieduta da Giovanni Bazoli, che proprio in virtù di questo incarico è indagato
con l’ipotesi di ostacolo all’attività di vigilanza, ha raccolto il testimone del vecchio patto di sindacato di Banca Lombarda, composto da esponenti dell’alta borghesia bresciana di matrice cattolica e liberale, da industriali e
da alcune fondazioni bancarie.
Proprio Zanetti e Bazoli, in
quanto registi degli equilibri di
Bpu e Banca Lombarda (di cui il
professore bresciano è stato a
lungo vicepresidente), sono stati
i promotori della nascita di Ubi
Banca. E le due associazioni hanno sempre votato insieme per la
nomina del consiglio di sorveglianza, sostenendo la lista presentata dal consiglio uscente,
che ha assicurato un’equa rappresentanza ad esponenti di
area bresciana e bergamasca
(peraltro il principio della «pariteticità» delle due banche costituenti era contenuto nello statuto fino a sabato scorso, quando è
stato cancellato dall’assemblea).
Il legale di Giovanni Bazoli ha
respinto tutte le accuse, che coinvolgono anche esponenti di vertice della banca (tra cui il ceo Victor Massiah e il presidente della
sorveglianza Andrea Moltrasio).
«Gli accordi che hanno dato vita a Ubi» e «tutti i successivi sono
stati recepiti negli statuti e in atti ufficiali debitamente comunicati» ha scritto in una nota.
FINMECCANICA
Inizia oggi l’era Moretti
e parte la corsa per le Ferrovie
ROMA - Inizia l’era Moretti in Finmeccanica.
L’assemblea di oggi in piazzale Montegrappa sancirà infatti l’arrivo dell’a.d. delle Ferrovie alla guida del gruppo aerospaziale. E
darà il via al rush finale per la sua sostituzione alle Ferrovie, con un nome che appare decisamente in pole position e un altro che rimane fino all’ultimo un candidato forte: il
primo è quello di Michele Mario Elia, soluzione interna in quanto a.d. di Rfi e il secondo è
quello di Domenico Arcuri, a.d. di Invitalia.
La mattinata di oggi sarà dunque calda sia
in Finmeccanica che in Piazzale della Croce
Rossa. L’assise dei soci Finmeccanica dovrà
infatti prendere atto dei nuovi consiglieri,
fra cui Moretti che poi dovrebbe essere nominato capo azienda nella riunione del consiglio di amministrazione che si svolgerà dopo
l’assemblea. Intanto, in Ferrovie, l’a.d. dovrà
rassegnare le dimissioni dal suo incarico.
Per questo, come ha sottolineato il ministro
dei Trasporti Maurizio Lupi, il Governo è al
lavoro, con tempi strettissimi, alla successione. Il nome - ha spiegato il ministro - «può
esserci oppure no».
In poco meno di 8 anni di gestione (era settembre 2006) Moretti ha ottenuto risultati
importanti, ha ovviamente subito critiche
pesanti e non si è mai tirato indietro di fronte
a scontri e polemiche: da quelle con il neo-
competitor Ntv fino all’ultima con il premier
Renzi sull’abbassamento del suo compenso.
Ma sono sicuramente i risultati industriali
ad averlo portato alla designazione da parte
del Tesoro per guidare Finmeccanica: un
utile 2013 di 460 milioni (al suo arrivo il rosso era di 2,1 miliardi) e un Ebitda che per la
prima volta supera i 2 miliardi; la realizzazione di 1.000 km di rete ad alta velocità-capacità; le stazioni per l’alta velocità di Torino
Porta Susa, Bologna Centrale e Reggio Emilia; il lancio delle ammiraglie Frecciarossa,
Frecciargento, Frecciabianca cui si aggiunge la commessa del nuovissimo Frecciarossa 1000. Proprio l’attenzione dedicata allo
sviluppo della rete più veloce è stato il motivo
di più aspra critica che ha caratterizzato il
suo mandato: tante risolse sull’alta velocità e
poca attenzione al trasporto ‘minorè, a cominciare da quello destinato ai pendolari.
Ora, nella Finmeccanica appena uscita
dalle bufere giudiziarie, Moretti troverà un
gruppo che nel 2013 è tornato all’utile (74
milioni) dopo 2 anni di rosso e con un ultimo
trimestre negativo per 12 milioni. Ma soprattutto, dopo il lavoro fatto da Alessandro
Pansa in termini di stabilità del gruppo e regole di governance, Moretti dovrà confermare la focalizzazione nei settori difesa ed
aerospazio.
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TANGENTOPOLI
E DINTORNI
BUBBONE ANTICO
CASO LANCELLOTTI
UNA GIUSTIZIA IMPARI
di MIMMO MASTRANGELO
di EMANUELE VERNAVÀ
E’ IL PENSIERO del nuovo Commissario dell’Expo
2015, Raffaele Cantone. Tutti ne siamo consapevoli,
che la corruzione sia un “bubbone” antico. E “antico”,
forse lo intende, Raffaele Cantone, come qualcosa che
nasce qualche decennio fa, diciamo con la nascita della Repubblica, da Noi. Ma una volta che tutti abbiamo
preso coscienza del fenomeno, un “morbo” maligno e
metastizzato, non è che abbiamo risolto alcunché o
dato un contributo alla sua soluzione. Intanto bisognerebbe aggiungere che dobbiamo sapere che il fenomeno è diffuso a livello mondiale e, nel tempo, scende, tanto per fissare un limite storico, fino a Verre della Res publica Romanorum o a Demostene per il tesoro di Arpalo. Ne facemmo cenno qualche anno fa sempre su questo quotidiano. E questo nella nostra storia, quella della civiltà occidentale. E senza fare torto
a chi non si sentisse investito di responsabilità. Ovviamente, parlo, di Paesi diversi dall’Italia. Mi ha colpito
quello che dice S.Agostino già nel secolo V dell’Impero Romano, il periodo della “decadenza”, quando anche la carica di imperatore veniva assegnata dalla suburra a chi garantiva più ricompensa. Roba da “Basso
Impero”, come gira nella letteratura. Ma bisognerebbe ammettere che il fenomeno del “familismo amorale”, ma anche immorale e illegale, varia per misura e
“visibilità” in maniera diseguale a seconda di due sistemi politici, la “dittatura” e la “democrazia”. Per la
dittatura facciamo riferimento non solo a quelle formali, come fu per il fascismo, il comunismo, ecc, ma a
quel modello sociale nel quale il potere è gestito da
personalità e gruppi, sindacati,partiti, lobbyes, ecc.
che , come in Italia, spesse volte determinano situazioni insostenibili e pericolose a livello di reazione popolare. Quello su cui possiamo essere, dunque, tutti
d’accordo è che la corruzione è veramente “antica” e
che sia anche un bubbone di manzoniana memoria, il
segno di una peste che porterà al lazzaretto Don Rodrigo, ma anche Fra’Cristoforo. I masss-media, stampa ,televisione e tutti i mezzi di comunicazione, ogni
giorno fanno il bollettino degli arrestati, “avvisati”,
ecc. In carcere non va nessuno, ma solo agli arresti domiciliari o ai servizi sociali. Dietro le sbarre vanno i
delinquenti comuni, il pollo, la droga, lo scippo e qualcosa di ancora più grosso. Dell’Utri sta chiedendo che
anche per lui vengano decisi i servizi sociali, per “par
condicio”con Berlusconi. Signore mio, non ne possiamo più . E’ a questo punto che andrebbe fatta una riflessione: come risolvere o ridurre drasticamente il
problema della corruzione o, diciamolo con il termine
preciso, dell’illegalità? Ci sono nella società due strumenti risolutivi: l’educazione e la repressione. In Italia si pensa, da parte dei grandi pensatori ed educatori, che lo strumento sufficiente a chiudere il problema
è l’educazione. Ed io potrei essere d’accordo, se educazione significasse far sì che ognuno di noi prenda coscienza di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto, dove il
giusto è non prendere dall’altro più di quanto mi spetti per il mio lavoro e ingiusto tutto ciò che prendo senza che mi spetti e che comunque sottraggo agli altri
qualcosa di quello che spetta loro. E se questi derubati
sono pure dei minchioni, lasciano fare e vengono ammaliati dai giochi di prestigio e dalle lodi della volpe.
Salvo, nel tempo e quando è ormai troppo tardi, accorgersi della fregatura e tentare di reagire, ma difficilmente potranno liberarsi dalla glassa del potere corrotto. Dunque l’educazione come comunemente la intendiamo non basta, ci vuole anche un po’ di repressione, essere un pochino pratici, come nella cultura
anglosassone, dove la repressione è l’altro strumento
che ha fatto di quelle società il modello di democrazia
migliore realizzato. Ma la repressione dovrebbe essere praticata dagli strumenti dello Stato, cosa che in
Italia ormai non avviene da anni, e già dal 1977 Tanassi, condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per corruzione per la questione Lockheed, scontò in carcere solo quattro mesi, perché fu affidato ai
servizi sociali dopo essersi pentito. Per il pentimento
bastava dichiarare di essere pentito, e non sempre era
richiesta la restituzione del malloppo. Per Berlusconi
non è stato necessario neppure che si dichiarasse pentito per avere i servizi sociali, e la minaccia di metterlo
agli arresti domiciliari nel caso continuasse ad attaccare la magistratura è soltanto teorica, come mostrano i fatti. Dunque, educazione ma anche repressione
con pena certa, da scontare, però, in carcere a misura
d’uomo e non in ambienti come le antiche galere, nella
cui fortuna erano coinvolti i condannati ai remi inchiodati ai banchi da pesanti catene ventiquattro ore
su ventiquattro.
LA TRAVERSIA giudiziaria di Canio Lancellotti - il difensore della
Polisportiva Moliterno che da
qualche mese è agli arresti domiciliari in quanto accusato di “sequestro di persona” – chi la ricorda?
La domanda, naturalmente, andrebbe posta principalmente a
quei cronisti senza scrupoli che, al
fermo imposto dal magistrato a
Lancellotti, si buttarono sulla notizia come degli avvoltoi, consapevoli la vicenda del “calciatore sequestratore” avrebbe fatto scalpore.
Consumata (e pure in tempi brevissimi) la notizia del fermo di Lancellotti non se n’é più parlato. Tant’è che non si sa quali possano essere a breve o a tempi più lunghi le ulteriori decisioni del giudice.
Intanto la detenzione domiciliare di Lancellotti, ci sbatte crudamente in faccia il funzionamento
di una giustizia che non appare
tanto giusta, orientata più a far da
scudo per i ceti forti che per quelli
deboli. Una giustizia, che per
quanto vada rispettata nelle sue
“deposizioni”, la si può (per grazia
di Dio) ancora interpretare o liberamente soppesare.
Chi scrive, in sostanza, non si
sente per nulla un millantatore nei
confronti della magistratura se
deve affermare (ancora una volta)
che quella detenzione a Lancellotti
appare esagerata, anzi ingiusta
. Lancellotti non è un sequestratore, non è un malvivente matricolato, non sta nel suo dna il delinquere, si è solo ritrovato implicato
(magari senza saperne spiegare
nemmeno lui stesso le ragioni) con
personaggi equivoci in una storia
dai contorni non chiari.
Ma nei suoi giorni di detenzione
viene a specchiarsi una stramberia tutta di casa nostra: il giocatore
del Moliterno è oggi agli arresti
preventivi e chissà per quanto
tempo ancora dovrà rimanerci, invece uno come Silvio Berlusconi,
nonostante una condanna definitiva (per un reato piuttosto grave),
la magistratura gli si riconosce
ogni riverenza politica, televisiva e
di piazza, lasciando così intendere,
senza timidezza, che lui davanti alla legge è più uguale di un qualsiasi Lancellotti. In Italia il gallo di
Arcore è per la giustizia manifestamente più uguale degli altri.
QUELLA VIOLENZA SOCIALE
CALCISTICA E POLITICA
di don CAMILLO PERRONE
E' chiaro che quello successo a Roma, prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, è stato
un episodio che sporca lo sport. Diciamo allora che urge escogitare
strategie adeguate che contrastino
la spirale della violenza calcistica,
adottando una linea dura, un giro
di vite fortissimo, onde evitare che
si verifichino detestabili episodi da
oggi in poi. Notizie sempre più gravi e allarmanti ci lasciano ogni volta
più sconvolti.
Ma di là da quella che è una pura
reazione emotiva, il nostro sdegno,i1 nostro sgomento richiedono
di tradursi in un impegno personale concreto, in un atto di coscienza
che ci permetta di scoprire se per caso non abbiamo anche noi una parte
di colpa in quanto succede. Se è vero
che alla radice di tutto questo ci sono le ingiustizie e le violenze di una
società fortemente aggressiva e
competitiva, che conosce solo la legge del successo e del benessere personale, anche noi ne siamo responsabili nella misura in cui, facendo
parte di questo tipo di società, non
sappiamo operare concretamente
per renderla migliore, impegnandoci a dire no alle ingiustizie sociali,
alla sfrenata bramosia del potere,
alle speculazioni indebite, al prevalere dell'egoismo. Quanto al problema più specificamente sociale, è dovere di tutti di migliorare se stesso.
E' indispensabile la presa di coscienza che siamo tutti "attori" e, nel
male come nel bene, il nostro comportamento ha influsso sugli altri.
Purtroppo, la nostra vita sociale è
divenuta troppo superficiale e non
riusciamo a percepire la profondità
delle dinamiche collettive, per cui le
persone sono solo degli "altri", corpi
senza anima o oggetti senza volto,
scambiabili e consumabili. Necessita spezzare la logica di un sistema
culturale univoco e perverso, di cui
si subiscono tutte le contraddizioni
e le perversioni, proponendo un'alternativa credibile che riaffermi i
valori evangelici della fraternità,
della carità, della comprensione e
del dialogo.
In campo politico gli italiani si augurano di aspettarsi nell'immediato futuro: la fine del confuso agitarsi di personalismi mediatici al vertice del sistema che minaccia di trasformarsi in crisi della democrazia...
Ci sono politici quindi da cui dovrebbero giungere ai cittadini "buoni esempi" di civiltà, correttezza,
lealtà, confronto rispettoso, sia pure, acceso, con chi ha un pensiero diverso. Ora, purtroppo, si è superato
ogni limite. Accendere la miccia,
oggi, non è ciò di cui ha bisogno il
Paese, in un momento di grave crisi
economica e di tensioni sociali. I
problemi seri riguardano il lavoro,
la scuola, la famiglia e il futuro dei
giovani, che meriterebbero ben altra attenzione, con il concorso di
tutte le forze politiche. II malessere
che c'è nel Paese, sta diventando pericoloso. Praticamente si rischia di
fomentare l'antipolitica e l'astensionismo: si pensi quindi alle elezioni del 25 maggio prossimo. Parimenti il gioco aspro dentro e tra i
partiti non può ricevere regola da
qualche sparuta pattuglia di uomini virtuosi e disinteressati.
Occorre allora una mobilitazione
delle intelligenze e delle coscienze
di milioni di cittadini. E' necessario
che l'esercizio del diritto politico
per eccellenza, il suffragio elettorale, sia non la captazione del consenso attraverso la propaganda, il vincolo clientelare, o confessionale, o
di classe, ma giudizio maturo dei
governati finalmente giudici dei
governanti, scelta consapevole e informata di candidati, di coalizioni
di parti, di programmi. La gente deve riflettere, deve poter capire dove
e come la storia umana si muove, e
quanto essa dipenda dalla nostra
ragione e dalla nostra volontà. La
storia umana va defatalizzata. L'educazione alla politica e al senso civico-sociale serve a questo: a rimettere il timone della storia nelle mani
degli uomini.
*Parroco emerito
di San Severino Lucano
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 15 maggio 2014
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L’azienda di Atella in trattative con un colosso dei componenti marini di Pechino
Cmd, i motori che trainano i cinesi
Know how e trasferimento di parte della produzione. In ballo anche un centro di ricerca
POTENZA - La Cmd di Atella sta per metterne a segno un’altra. L’azienda del Vulture che produce testate dei motori diesel
per Maserati Ghibl e Jeep, con un ramo dedicato completamente al settore marino,
sta per chiudere un importante accordo
con la cinese Tzichai, tra i colossi di Pechino nella produzione di motori marini.
Una accordo commerciale
che passa anche dalla Regione Basilicata, dove lunedì scorso si è tenuto un
incontro: in ballo, infatti,
c’è anche la realizzazione
di un centro di ricerca in
Basilicata a sostegno della
produzione lucano-cinese.
La Repubblica di Xi Jinping si appresta a forti investimenti nel settore, stimando una domanda pubblica per i prossimi anni di circa 50.000 pezzi. La Tzichai, che aspira a
conquistare un’importante fetta di mercato, per essere più competitiva ha bisogno di rafforzare la componente tecnologica dei suoi prodotti, soprattutto per
quanto riguarda le emissioni. E per il trasferimento di Know how si è rivolta proprio all’azienda lucana, che in Cina ha un
proprio stabilimento e che si è fatta conoscere per gli elevati standard tecnologici
In breve
DIFFAMÒ WOODCOCK
Storace condannato
La Regione
“pronta a fare
la sua parte”
La delegazione cinese con il presidente Pittella e l’assessore Liberali
di produzione. Ma l’accordo non si limita a
questo e per la Cmd potrebbe avere risvolti
produttivi molto importanti. La cinese
che guarda con interesse anche alle possibilità di approdare sul mercato europeo,
sarebbe ben disposta anche a trasferire
parte della fabbricazione dei componenti
nello stabilimento di Atella. L’incontro interlocutorio dello scorso lunedì si è chiu-
so positivamente, con l’impegno della Regione, rappresentata dal presidente Pittella e dall’assessore Liberali, a fare la propria parte per sostenere la parte del progetto che riguarda la realizzazione del
Centro di ricerca. La trattativa va avanti
con ottime possibilità di riuscita e gli importanti risvolti economoci che ne conseguirebbero per il territorio.
L’ex senatore Francesco Storace è stato condannato al pagamento di una multa di 300
euro per aver diffamato il pm
Henry John Woodcock in
una intervista del giugno
2006 al quotidiano La Repubblica.
Lo ha stabilito il giudice
monocratico di Roma, Roberto Polella. Storace è stato condannato anche al pagamento
delle spese processuali e al risarcimento del danno a
Woodcock, che nel processo
si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Bruno
Larosa. Nella vicenda era intervenuta anche la Corte Costituzionale, che aveva risolto un conflitto tra poteri
escludendo l’insindacabilità
delle opinioni espresse dall’ex senatore.
LA STRANA FIGURA
Cane a sei zampe a Vaglio
E’ solo land art: Eni estranea
«NO, NON SIAMO STAI NOI». No, non c’è
Eni dietro il disegno che ha marchiato le
colline lucane e che da ieri è visibile a chi
percorre la strada statale da Potenza a Vaglio Scalo.
Il cane a sei zampe,
simbolo dell'azienda
fondata da Mattei,
spicca in grigio sul terreno collinare. Ci è voluto poco perché la curiosità si diffondesse.
Operazione di marketing o gesto di protesta? Arte urbana o incursione ambientalista? Eni non ne sapeva
nulla, per cui non resta che parlare di Land
Art (o Earth Works): non può che trattarsi
di questo. Quel cane a sei zampe impresso
come un tatuaggio sulle colline di Vaglio,
fotografato da Giovanni Allegretti rimanda a un artista, o più artisti, con mano ferma e idee precise. Troppe coincidenze portano a pensare che chi ha inciso (uno o più
persone non si sa) con estrema precisione
quella lingua di fuoco e
quel cane sia ancora un
volta un lucano. In una
terra come la nostra, con
più di 120 pozzi petroliferi sparsi su tutto il territorio e richieste di altre perforazioni, malcotento e rabbia sempre
più crescente verso l’oro
nero, un’azione come
quella di tatuare il cane
Eni su una vallata ancora vergine porta
dritto a pensare ad una vero e propria atto
di denuncia e riappropriazione del territorio.
Università: il rettore Fiorentino
rinuncia alla proroga del mandato
POTENZA - Il Rettore dell’Università degli studi della Basilicata, Mauro Fiorentino, ha rinunciato alla possibilità di proroga di due anni dell’attuale mandato, prevista da una legge del 2010: lo ha comunicato lo stesso Fiorentino in una nota inviata ai componenti del Senato Accademico, del cda e ai docenti che hanno presentato la candidatura per il sessennio 20142020, precisando che si tratta di una «decisione, personale e irrevocabile», e di
«non aver posto personalmente la questione dell’applicabilità» della proroga.
La prima votazione per l’elezione del
nuovo Rettore si svolgerà il prossimo 28
maggio. «Non avevo mai pensato di dover
gestire, al termine del mio mandato, una
situazione come questa - ha detto Fiorentino - per di più in un contesto generale e
locale che ha mostrato ancora una volta
come sia possibile che, improvvisamente,
si concretizzino situazioni la cui soluzione diventa di esclusiva responsabilità del
Rettore, con chiavi di lettura del suo operato che si alimentano più nella superficialità e nella faziosità che nel tentativo di
condividerne il peso in un’analisi rigorosa e accademicamente laica».
ORDINE DEGLI INGEGNERI
DELLA PROVINCIA DI POTENZA
A tutti gli iscritti
all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza
LORO SEDE
ASSEMBLEA ORDINARIA DEGLI ISCRITTI
Ai sensi dell’art. 27 del R.D. 23/10/25 n. 2537 e del vigente Regolamento, è convocata
l’Assemblea ordinaria degli Iscritti in prima convocazione per il giorno 29 maggio 2014
alle ore 9.00 ed in:
SECONDA CONVOCAZIONE
Martedì 3 Giugno 2014
ore 09.00
con il seguente ordine del giorno:
• Approvazione Bilancio Consuntivo anno 2013;
• Approvazione Bilancio Preventivo anno 2014;
• Modifica Regolamento delle Attività di Consiglio;
• Varie ed eventuali.
Le Assemblee in I^ e II^ convocazione si terranno presso la sede dell’Ordine alla Via Di
Giura (Centro Direzionale) – Potenza –
La presente convocazione è pubblicata per esteso sul sito dell’Ordine www.ordingpz.it
.
IL PRESIDENTE
Dott.ing. Egidio COMODO
RASSEGNASTAMPA
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I dati della Caritas di Bucaletto. E sabato uno spettacolo: si pagherà con generi alimentari
Troppe famiglie povere in città
«Attualmente accogliamo 440 nuclei in crisi, li aiutiamo anche con le bollette»
IO speriamo che me la cavo. E’ questo il
titolo del recital realizzato dai ragazzi
del centro di aggregazione A Casa di
Leo, gestito dalla Caritas diocesana di
Potenza che ha sede nella cittadella di
Bucaletto.
Il recital è stato presentato ieri mattina nella sede di Bucaletto, durante una
conferenza stampa alla presenza dei responsabili della Caritas, Marina Buoncristiano, Giorgia Russo e Michele Basanisi, del presidente dell’Acli di Potenza, Michele Muscio e del presidente delle associazioni Il Sentiero e Spine nel
fianco, Marco Pali. La Caritas con questo recital intende raccontare la povertà che sempre più attanaglia le famiglie. E sabato alle 20, i ragazzi del centro di aggregazione gestiti da Giorgia
Russo e Roberto Lorusso saranno i protagonisti di un recital che intende raccontare la città sulle questioni relative
al welfare state e alla povertà. Gli spettatori presenti sabato non pagheranno
un biglietto, ma dovranno consegnare
viveri e beni di prima necessità ai responsabili presenti al Teatro Francesco Stabile. Michele Basanisi ha rimarcato l’importanza del recital: «Solo lavorando insieme e con il sorriso è possibile alleviare i problemi delle famiglie
presenti in città. Bisogna costruire la
La conferenza (Mattiacci)
speranza puntando sulla voglia di aiuto reciproco tra giovani e famiglie in
difficoltà».
Marina Buoncristiano ha sottolineato il lavoro dei ragazzi: «I nostri giovani
sono stati impagabili accogliendo l’idea e facendo ben presto quadrato tra
loro. Abbiamo lavorato congiuntamente consapevoli delle enormi difficoltà in
cui versano le famiglie».
E’ toccato invece a Giorgia Russo dare i numeri della povertà in città: «Da
noi sono arrivate duecentocinquanta
famiglie nel corso del 2013. Il numero
nel primo trimestre è cresciuto di quarantasette unità. Abbiamo consentito
alle famiglie in difficoltà e con reddito
inferiore ai cinquecento euro di poter
pagare le bollette, evitando le sanzioni
di Equitalia. A mio avviso va rimarcato
lo studio elaborato dall’Università di
Reggio Emilia che ha inteso sottolineare le difficoltà delle famiglie meno abbienti. Attualmente accogliamo 440 famiglie in crisi».
Grazie a questo percorso i ragazzi
stessi durante la proiezione del film “Io
speriamo che me la cavo” si sono fatti
promotori dell’idea di poterlo mettere
in scena avendo trovato tante assonanze tra il contesto dei più famosi alunni
del maestro d’Orta e quello in cui loro
stessi vivono.
Il 4 gennaio scorso sono andati in scena all’Auditorium dell’Immacolata
presso il Seminario Minore, e successivamente proseguendo nel loro itinerario educativo hanno messo a disposizione degli altri il loro saper fare esprimendo con un gesto concreto di solidarietà, ovvero raccogliere beni alimentari non reperibili. Tutti a teatro, per capire, comprendere e collaborare. Io speriamo che me la cavo è anche questo.
Francesco Menonna
[email protected]
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SOLIDARIETA’
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Una colletta
per aiutare Alì
A POTENZA lo conoscono
in tanti Ngom Sarr. Ma
nessuno, in realtà lo conosce con il suo nome. Per i
potentini è semplicemente
Alì, uno dei commercianti
ambulanti del centro che,
con il suo sorriso, è riuscito a farsi voler bene da tutti. Ora Alì è ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza, dopo aver subito un
intervento
chirurgico
molto delicato al cuore. Così tutti quelli che lo conoscono hanno deciso di mobilitarsi. In particolare, a
chiedere una colletta per
sostenere Alì e la sua numerosa famiglia è la parrocchia di Santa Cecilia a
Poggio Tre Galli. «Abbia-
mo deciso di fare una colletta, almeno per il fitto e
per alcune cose più importanti per far fronte alle difficoltà derivanti da questa
situazione, per aiutare la
sua famiglia». L’intera famiglia infatti si sostiene
grazie al lavoro di Alì che
ovviamente però in questo
momento non può farcela.
Tutti coloro che vogliono
aderire possono farlo direttamente andando a trovare la famiglia in Largo
Rosica a Potenza oppure
possono fare riferimento
al gruppo missionario di
solidarietà presso la parrocchia di santa Cecilia in
piazza Adriatico i lunedì e i
giovedì dalle 19 alle 20,30.
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Potenza
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Allarme lanciato da alcuni commercianti: la merce viene data a un ladro travestito
La truffa arriva con il corriere
Presi di mira soprattutto i negozi di elettronica e telefonia: «Un errore, ci dia il pacco»
QUANDO un fornitore li ha avvisati, tramite sms, della truffa che sta mietendo vittime
in tutta Italia, nessuno di loro ci ha creduto:
«Siamo a Potenza, qui c’è gente tranquilla,
non succedono queste cose». E invece, nel
giro di pochi giorni, lo stesso “trattamento”
è stato riservato a molti commercianti del
capoluogo (casi segnalati anche a Melfi)
che, infatti, hanno voluto segnalare la truffa anche ai giornali per evitare la brutta sorpresa ad altri colleghi.
I casi segnalati riguardano soprattutto i
negozi di telefonia o elettronica. In pratica,
come è sempre accaduto, un corriere arriva
in negozio a consegnare un pacco. «Da noi spiega uno di loro - arrivano pacchi di continuo. Magari è l’azienda che ci invia i nuovi
telefoni». E i pacchi possono essere anche
molto consistenti, perchè all’interno ci può
essere merce per diverse migliaia di euro. Il
commerciante - o una commessa - prende il
pacco e firma la bolla di accompagnamento.
Tutto normale fin qui, è sempre accaduto.
Solo che poi, appena uscito il corriere “ufficiale”, nel negozio ne entra un secondo. Gli
ignari commercianti non si possono accorgere della differenza: stessa divisa, stessa
azienda. «Ci siamo sbagliati - dicono - vi abbiamo consegnato non il vostro pacco ma
un altro». Oppure: «Per errore non vi abbiamo portato tutta la merce». Per rendere più
credibile la loro storia, annotano anche la
mancata consegna della merce sulla copia
della bolla di accompagnamento in possesso del commerciante, a cui chiedono anche
di apporre una firma. E così ingenuamente
in molti hanno consegnato al ladro il pacco
appena ricevuto. «Fra un po’ vi portiamo il
vostro», dicono. E invece è una truffa bella e
buona, nessuno si ripresenta e, soprattutto, nessuno porta un nuovo pacco. Il ladro
sparisce con i pacchi e con il documento.
E per il commerciante è davvero un dramma, perchè la bolla di accompagnamento
intanto è stata firmata. Quindi non si può
dire che non è arrivato nulla. Al commerciante, quindi, non resta che pagare, considerato che in realtà la consegna è stata regolare e che il vero corriere è comunque in
possesso dell’originale della bolla che attesta l’avvenuta consegna.
E poi al danno la beffa, perchè magari in
quel pacco c’era della merce che il cliente si
aspettava di ricevere.
E’ chairo che i truffatori sono molto “professionali”: sanno chi sono i corrieri - quando entrano nel negozio indossano regolari
divise - e conoscono bene gli orari. Entrano
nei negozi, infatti, pochi minuti dopo l’uscita del corriere vero. E spesso approfittano
della confusione che ci può essere in un negozio, facendosi consegnare i pacchi dalle
povere commesse impegnate con i clienti.
Quindi attenzione: se vi viene consegnato
un pacco tenetelo stretto. E magari chiamate la polizia per fare il “contropaccotto” al
truffatore.
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CASO CLAPS
Falso in perizia per Pascali
Udienza a Salerno rinviata
al prossimo 17 settembre
SI è conclusa con un rinvio al prossimo 17 settembre
l’udienza del processo che vede imputato Vincenzo
Pascali per falso in perizia. L’udienza si è tenuta ieri
al Tribunale di Salerno. Pascali, ordinario di Medicina legale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, fu
il primo ad analizzare i vestiti di Elisa Claps dopo il ritrovamento del cadavere
nel sottotetto della chiesa
della Trinità. La sua perizia, che ha escluso la presenza di Dna di Restivo, è
stata però bocciata dai pm
che indagano sull’omicidio, Rosa Volpe e Luigi
D’Alessio. In aula ieri anche Filomena Iemma, la
mamma di Elisa. A lei è stato chiesto di elencare nei
particolari come fosse vestita la sedicenne il giorno della scomparsa. E’ stato
sentito poi anche Francesco Introna, l’anatomopatologo che ha eseguito l’autopsia sul cadavere della studentessa potentina. In aula anche Eva Sacchi, paleontologa che era stata incaricata dalla Procura di
analizzare i tagli sugli abiti che Elisa Claps indossava
il giorno in cui è stata assassinata. L’avvocato di Pascali, Michele Gentiloni, ha confermato la consulenza e le conclusioni alle quali il medico legale è giunto.
Attenzione al “secondo” corriere: di solito è un truffatore
La risposta del San Carlo alla figlia di una degente
Pneumologia sovraffollata
«Aumento di accessi al Ps»
SUL Quotidiano di ieri abbiamo pubblicato la lettera-denuncia della figlia di una donna ricoverata nel reparto di Pneumologia del San Carlo di
Potenza. La donna denunciava un sovraffollamento delle stanze. Riceviamo e pubblichiamo la risposta del San
Carlo.
Il caso sollevato dalla lettera di una familiare riguardo i ricoverati in Pneumologia in una stanza sovraffollata, afferisce a una situazione particolare di
afflusso in Pronto soccorso e di conseguenti ricoveri in reparto. Nella giornata del 12 maggio si sono infatti verificati
203 accessi (a fronte di una media di 130
accessi giornalieri in Pronto soccorso)
con 41 ricoveri in reparto e 17 in osser-
vazione breve. Lo stesso giorno erano ricoverate in Pneumologia 24 persone su
una dotazione di 20 posti letto, situazione che si sta rapidamente normalizzando: oggi i ricoverati sono 21.
Il dato di lunedì scorso comunque va
ricondotto a un trend di forte crescita
degli accessi e dei ricoveri da pronto soccorso nel corso del 2014. Nel primo quadrimestre di quest’anno ci sono stati
17056 accessi a fronte dei 15778 dello
scorso anno (con un aumento dell’8.1%)
mentre i ricoveri da pronto soccorso sono passati da 3818 a 4173 (+9.3%). Ancor più consistente l’incremento dei pazienti transitati in osservazione breve e
poi ricoverati. Mentre all’Obi si è passato da 1440 a 1753 presenze (+21.74), i ricoverati sono aumentati da 376 a 501
(+33.24).
«Il san Carlo –
spiega il direttore
sanitario Bruno
Mandarino – ha a
cuore, oltre che la
migliore qualità delle cure anche uno
standard di confort e di umanità. Ma ci
sono condizioni e momenti nei quali occorre operare delle scelte. Da subito la
Direzione si è attivata. Permane sullo
sfondo una questione strutturale delle
attività del San Carlo che è inserito in
una rete regionale anche per le prestazioni di Pronto Soccorso. I dati sulle prestazioni erogate richiedono una verifica approfondita della funzionalità di
questo modello. Lo stiamo facendo e lo
faremo con ancor più convinzione».
L’ospedale
San Carlo
di Potenza
con un
reparto
affollato
Dati dell’Ispra e Legambiente: «Non abbandonare il centro. Troppi i costi ambientali e di servizi»
Tante case e tutte vuote. Ecco la città da salvare
TANTE casette di cartone.
Vuote. Come
sono
vuoti
molti degli appartamenti
sfitti in città. Ciò nonostante si continua a
costruire, in modo caotico e disordinato. La
chiamano la “Potenza del cemento”i cittadini. Una Potenza che a quanto pare non riesce a fermarsi. Sul sito stopalconsumodisuolo.crowdmap.com, lanciato in questi
giorni da Legambiente e che raccoglie le segnalazioni di aree in pericolo con informazioni, foto, video relativi al consumo di suolo nel nostro Paese in modo da realizzare
una mappa condivisa e sempre aggiornata
dell’Italia da salvare, c’è anche Potenza.
Tra le 100 segnalazioni raccolte sul sito
troviamo le seguenti zone: Epitaffio, Sant’Antonio La Macchia, Rossellino, Poggio
Cavallo, via dell’Unicef, via Lisbona, Macchia Giocoli, via Grippo. Sono le aree a rischio individuate dopo un’accurata ricerca
dal Circolo Legambiente di Potenza, secondo il quale sarebbero così cementificati nei
prossimi anni ben 717.379 metri quadrati
(71,5 ettari) di superficie. Altro dato importante sulla città di Potenza è il così detto
sprawl urbano, ovvero l’indice di dispersione urbana che esprime il rapporto tra la superficie urbanizzata discontinua e la superficie urbanizzata totale e che rappresenta la
rapida e disordinata crescita di una città. Il
numero è esorbitante: 95%, tra i più alti d’Italia.
A dirlo è l’ultimo rapporto Ispra 2014 sul
consumo di suolo in Italia. Da qui l’iniziati-
va del Circolo Legambiente di Potenza che
ha organizzato un blitz in via del Gallitello
occupando l’aiuola alla rotatoria verso via
Isca del Pioppo.
E non a caso è stata scelta via del Gallitello: «Qui – hanno spiegato i volontari – è evidente la presenza di una forte edificazione,
tra l’altro nei pressi di un fiume, con le conseguenze che ne derivano dal punto di vista
del dissesto idrogeologico». La situazione
di Potenza si inserisce inoltre in quadro regionale abbastanza preoccupante. La Basilicata, insieme a Molise e Valle d’Aosta, presenta valori al di sotto del 2% per quanto riguarda la superficie artificiale contro una
media italiana del 7,10%. Ciò non significa
che sia esente dal fenomeno del consumo di
suolo. Anzi. Se si guarda all’arco temporale
1989 - 2008 la superficie artificiale ha subi-
to un incremento del 55,40% con aumento
annuo del 2,92%, senza contare le infrastrutture con cui la superficie artificiale sale a 23.452 ettari (2,35% del totale). Rapportando questi dati con la bassa densità abitativa della regione, emerge chiaramente come il consumo di suolo aumenta con un
trend coerente con quello nazionale.
«Entrambi i dati dimostrano la rapida e
disordinata crescita di una città continua
ad investire in nuova edilizia residenziale –
afferma il presidente del Circolo Legambiente di Potenza Alessandro Ferri - Serve
una nuova politica di rigenerazione urbana
che porti i cittadini a vivere il centro e a non
“fuggire” in campagna, con conseguenti
costi ambientali in termini di servizi, mobilità e perdita di produzione agricola».
Anna Martino
RASSEGNASTAMPA
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Potenza e provincia
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Ultima tappa nel capoluogo della marcia della Fedelissima di Michele Maddalena
L’eroismo di Orazio Petruccelli
Cerimonia davanti alla targa. Ricordato anche il centenario della sua nascita
POTENZA - Ieri ultima tappa, proprio nel capoluogo,
della “Marcia della Fedelissima”.
L’azzurro Michele Maddalena, dell’Istituto del Nastro Azzurro di Latina, partito da Bella, ha raggiunto
Potenza, altro luogo tra i
più significativi della storia
dell’Arma dei carabinieri.
Qui sono stati resi gli
onori, con la deposizione di
una corona d’alloro, al tenente medaglia d’oro al valor militare Orazio Petruccelli, per riportare alla memoria il suo grande eroismo. L’ufficiale, infatti, ha
sacrificato la propria vita
nell’adempimento del dovere. E’ stato inoltre commemorato il Centenario della
sua nascita.
Il tenente Orazio Petruccelli nacque a Potenza il 19
aprile 1914, in via Pretoria
da antica famiglia benestante. Venne trucidato durante la tragedia di Cefalonia. Nell’isola greca, l’8 settembre 1943, all’atto dell’armistizio italiano con gli
Alleati, erano schierati, con
i reparti della Divisione
“Acqui”, la seconda Compagnia del VII Battaglione Carabinieri Mobilitato, e la
27a Sezione Carabinieri Mista. Subito dopo l’annuncio
dell’armistizio, i tedeschi
intimarono di cedere le armi. Il Comando della Divisione reagì risolutamente.
Si accese così, tra i reparti
italiani e le truppe tedesche, un accanito scontro,
A sinistra la cerimonia di commemorazione. Accanto Orazio Petruccelli
alimentato da cruenti com- la loro presenza nell’epica schi presenti, ammainò la
battimenti che si protrasse- lotta compiendo numerosi bandiera nazista issata nelro in tutta l’isola con alterni atti di valore.
la piazza di Argostoli e invicende per otto giorni. I caIl sottotenente Orazio Pe- nalzò nuovamente quella
rabinieri caratterizzarono truccelli, sfidando i tede- italiana. Poi, col suo ploto-
ne attaccò con decisione
una formazione nazista
travolgendola. Il dramma
si concluse con barbare fucilazioni in massa. Vennero
uccisi crudelmente, insieme ai commilitoni delle altre Armi, 3 ufficiali e 18 carabinieri.
La cerimonia si è svolta
alla presenza del sindaco
reggente Pietro Campagna, del comandante della
Legione carabinieri “Basilicata” generale di Brigata
Vincenzo Procacci e del nipote del decorato Orazio Petruccelli. All’evento hanno
partecipato rappresentanti
dell’associazione nazionale
Carabinieri,
dell’istituto
del Nastro Azzurro e del
Lions Club. Successivamente è stato effettuato lo
scambio dei saluti e la consegna di una pergamena al
comandante della locale
Stazione Carabinieri, Luogotenente Domenico Buonomo.
AD ACERENZA
Fare il giornale nelle scuole: premiato il “Mons. Cavalla”
ACERENZA – Nella nostra regione,
scuola e società interagiscono in
maniera sempre più intensa e costruttiva. L’ultimo esempio emerge
dall’Istitituto comprensivo “Mons.
Cavalla” di Acerenza. La sua scuola
è, infatti, fra le vincitrici di un diploma di merito, con annessa medaglia, alla undicesima edizione del
concorso nazionale “Fare il giornale nelle scuole” (anno scolastico
2012-13, premio 2014), come spiegato dalla dirigente Carolina Bruscella.
«La cerimonia di premiazione - ha
detto - si è svolta a Benevento, presso il cinema San Marco, alla presenza del sindaco della città campana e
di Enzo Jacopino (presidente dell’Ordine dei giornalisti). È seguito
un momento conviviale presso il
Chiostro di San Francesco».
«La scuola media di Acerenza è
impegnata con continuità nella
produzione di “giornalismo scolastico” attraverso un periodico che
ha per titolo “Da noi… a voi”: una
sorta di notiziario che permette di
valorizzare gli studenti più propensi al confronto e alla discussione».
La dirigente conclude mettendo in
evidenza come il giornalismo scolastico sia «una vera palestra di idee,
che richiede creatività, accettazione consapevole dei ruoli nonché
senso del limite; ma anche un mezzo
che permette di scoprire nuovi talenti, utile dunque al ricambio generazionale». Referente del progetto è stata la professoressa Caterina
Adurno.
Gianrocco Guerriero La scuola media
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LAVELLO Stessa misura cautelare per il presunto complice. Parla Di Ciommo, il loro avvocato
Ai domiciliari la mamma sfruttatrice
Secondo l’accusa la donna in concorso avrebbe fatto prostituire la figlia
LAVELLO - Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Potenza, Luigi Spina, ha disposto gli
arresti domiciliari per la donna di
51 anni di Lavello e per un suo conoscente accusati a vario titolo di
violenza sessuale, sfruttamento,
induzione e agevolazione della
prostituzione continuati in concorso fra di loro, reati aggravati
dall’aver abusato delle condizioni
di inferiorità psichica della vittima.
La decisione è stata presa ieri
mattina dopo l’interrogatorio di
garanzia. Secondo l’accusa la donna avrebbe costretto la figlia disabile psichica, a prostituirsi numerose volte e insieme all’uomo suo
presunto complice avrebbe diviso
il denaro avuto dagli uomini, soprattutto anziani, che avevano
rapporti sessuali con la figlia.
La donna, insieme all’uomo, sono stati arrestati lo scorso venerdì
dai carabinieri della compagnia di
Venosa. Un’indagine assai complessa quella dei militari dell’Arma partita circa tre anni fa a seguito di alcune segnalazioni. Secondo
quanto ricostruito dai carabinieri,
la donna avrebbe indotto la figlia,
che presenta una condizione di inferiorità psichica, ad avere rapporti sessuali occasionali con diverse
persone di Lavello dietro un compenso che si aggirava dai 5 ai 20 euro.
Gli incontri sarebbero avvenuti
nelle case dei “clienti”, in luoghi
appartati come la villa comunale, o
in aperta campagna. La donna, secondo quanto ricostruito dagli
stessi carabinieri, alcune volte
avrebbe “assistito” a poca distanza,
aspettando che il “rapporto” tra la
figlia e il cliente di turno, fosse consumato. Insieme alla mamma della
ragazza è ai domiciliari anche un
uomo, conoscente della donna.
L’uomo di origine pugliese,
avrebbe approfittato sotto minaccia della ragazzi e in più avrebbe
partecipato alla spartizione dei
proventi. Una posizione ancora
tutta da chiarire quella dell’uomo.
Pare infatti che l’uomo e la donna
non si vedessero da almeno due anni.
In fase di accertamento, infine, il
ruolo dei “clienti”. Sono circa una
trentina, quasi tutti ultrasessantenni e non è escluso che per ognuno di loro possano esserci novità
sul piano giudiziario.
L’avvocato dei due indagati ai domiciliari, Fabio Di Ciommo, si è detto «molto soddisfatto della auspicabile e condivisibile decisione del
gip. Entrambi i miei assistiti, che
ho raggiunto solo telefonicamente
- ha aggiunto Di Ciommo - sono ancora scossi dall’arresto di cinque
giorni fa e dal notevole clamore
mediatico suscitato dalla vicenda,
ma di certo più sereni e tranquilli
all’esito della odierna scarcerazione. E’ un fascicolo corposissimo
quello che li riguarda - ha concluso
- e merita il giusto approfondimento».
gierre
I GIUDICI VOGLIONO VEDERCI CHIARO
Sequestrata area nella Sata
L’ipotesi di reato è «gestione incontrollata di rifiuti»
MELFI - Un’area ampia circa
quattromila metri quadrati,
situata all’interno dello stabilimento di Melfi della Sata e
«utilizzata come deposito di rifiuti speciali non pericolosi derivanti dalle demolizioni e dagli scavi regolarmente effettuati presso lo stabilimento», è
stata posto sotto sequestro dal
Corpo forestale dello Stato.
Nell’area è presente «un accumulo indistinto di circa 14 mila metri cubi di rifiuti consistenti in terre e rocce da scavo,
scorie di cemento, metalli misti derivanti dalle armature
metalliche degli elementi
strutturali demoliti, miscele
bituminose, legno di bancali,
imballaggi, materiale plastico, pneumatici fuori uso e apparecchiature elettriche dismesse». L’atto di sequestro è
stato convalidato dal Tribunale di Potenza: secondo quanto
si è appreso, «i responsabili del
settore ambiente e sicurezza
dello stabilimento dovranno
rispondere di gestione incontrollata di rifiuti». In base agli
Agenti del Corpo forestale dello Stato
accertamenti degli agenti forestali, «l'accumulo indifferenziato dei rifiuti, resti dei lavori eseguiti da più di un anno,
non configurerebbe un depo-
ATELLA Gli atleti si cimenteranno nel campionato di “tiro da campagna”
Una squadra verso il titolo nazionale
Il team lucano pronto a riconfermarsi campione per la quarta volta
RIONERO - Con le selezioni regionali del 18 maggio parte il
campionato nazionale di tiro da
campagna 2014.
Una competizione agguerrita che nelle ultime tre edizioni
ha visto la supremazia delle
squadra lucana. Un primato
senza eguali nella storia del
campionato, istituito dieci anni
fa dalla Federazione Italiana
Discipline Armi Sportive da
Caccia, che ha visto soltanto
per due anni consecutivi la vittoria della squadra del Piemonte.
Giuseppe Casolino, Rocco Di
Stefano, Donato Sarli e Giuseppe Colangelo della squadra
Monticchio di Bagni sono i vincitori in carica e detentori della
medaglia d’oro. Tutti di Atella
scendono in campo anche quest’anno per difendere il titolo
dopo le vittorie nazionali conseguite in Friuli, in Basilicata nel
2012, e in Campania lo scorso
anno.
La quarta vittoria nazionale
sarebbe un risultato ancor più
schiacciante che aprirebbe le
porte per i quattro lucani alla
competizione europea. Infatti
questo è il primo anno in cui la
Fidasc in accordo con le altre federazioni operanti nelle altre
nazioni ha deciso di istituire il
campionato europeo. Le date
Nella foto la premiazione con la medaglia d’oro 2013
sono già decise. Dal primo al tre una partecipazione di circa una
agosto la competizione si di- ventina di tiratori provenienti
sputerà in Italia, soltanto la se- da tutta la regione e in particode è ancora da definire. E sareb- lar modo da Potenza e Pignola.
Dopo queste prime selezioni
be davvero una grande soddisfazione poter vedere i nostri le squadre vincitrici di ogni regione prenderanno parte alla
atleti prendervi parte.
Inoltre, secondo alcune indi- gara nazionale che si terrà il 31
screzioni, parrebbe che sia vici- maggio e l’1 giugno a Rieti.
Oltre alla partecipazione alla
no il momento dell’elevazione
del tiro di campagna a discipli- competizione nazionale i tirana olimpica essendo uno sport tori atellani quest’anno tentemolto praticato e molto sentito ranno un altro colpo. Cerchein diverse nazioni europee. Do- ranno di rubare il titolo ai piemenica prossima si riparte con montesi anche nel tiro al camole selezioni regionali che si ter- scio che si terrà il 17 e il 18 giuranno come di consuetudine gno a Longarone in provincia
presso il campo di tiro Montic- di Belluno. Si tratta di una dichio di Bagni. Si prevede già sciplina simile al tiro di campa-
gna. E’ sempre una disciplina
federale di diretta derivazione
venatoria, si utilizza una carabina con ottica, ma si spara in
appoggio e il bersaglio, una sagoma su cui è raffigurato un
camoscio, invece che a 100 metri è posto a 200 metri. Una difficoltà notevole considerata la
scarsa dimensione del bersaglio e la definizione cromatica
della sagoma che essendo molto scura non consente di distinguere il centro da colpire. Inoltre essendo una disciplina che
si svolge in campi da tiro all’aperto rende ancora più difficile
il raggiungimento dell’obiettivo da parte di chi non è del luogo, in quanto influiscono molto
le condizioni climatiche come
vento e sole. Non resta che fare
un grande in bocca al lupo alla
squadra di Monticchio di Bagni che va avanti e riesce in tutte queste imprese dando lustro
alla Basilicata anche senza ricevere in cambio nemmeno un
elogio o una maglietta dalle
istituzioni regionali a differenza di quello che accade nelle altre regioni. Infatti, le divise utilizzate nelle competizioni nazionali con il logo regionale sono state pagate dallo sponsor
commerciale, Carriero Infissi
di Atella.
Lucia Nardiello
sito temporaneo di rifiuti destinato alle successive operazioni di recupero e smaltimento così come previsto dal Testo
Unico dell’Ambiente».
Eseguita la sentenza di Cassazione
Ordine di arresto
per Cassotta
e Martucci
SQUADRA MOBILE, sezione criminalità organizzata, e Commissariato di Melfi, ha dato esecuzione ad un ordine di
carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte
d’Appello di Salerno nei confronti di
Alessandro Cassotta di Melfi e Riccardo
Martucci di Venosa, entrambi già giudicati, unitamente ad altri soggetti, con
sentenza emessa dalla Corte di Assise
d’Appello di Potenza il 13 luglio 2011,
nell’ambito dell’operazione denominata
“fox” e risalente al 2009, divenuta definitiva lo scorso 8 maggio a seguito di
pronunciamento della Cassazione. I due
sono stati entrambi condannati in via
definitiva alla pena di 8 anni di reclusione in relazione al delitto di associazione
a delinquere di stampo mafioso, per aver
preso parte al “clan Cassotta” di Melfi (si
tratta del primo pronunciamento definitivo di riconoscimento del predetto
clan), ovvero per aver commesso, al fine
del conseguimento delle finalità dell'associazione medesima, numerosi estorsioni ai danni di imprenditori ed operatori economici delle zone di Melfi, Rionero e Venosa. Il clan era riuscito ad acquisire autorizzazioni amministrative,
contributi e agevolazioni finanziarie, ad
aggiudicarsi appalti e servizi pubblici
realizzati mediante strutture aziendali
di pertinenza del clan medesimo e dei
singoli associati, ed ancora ad acquisire
e detenere armi da sparo anche clandestine e munizioni utilizzate per il raggiungimento delle finalità associative.
RASSEGNASTAMPA
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LAGONEGRESE
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Concluso il primo step. Accolte 9 domande per un totale di 51 posti
LAGONEGRO Sorpresi con 61 chili
della droga
Marsico Nuovo si trasforma Corrieri
Il gip convalida
in un suggestivo “Borgo Albergo” l’arresto in carcere
MARSICO NUOVO - Sono 9
le proposte ammesse con
una potenzialità di 51 posti
letto nel progetto denominato “Borgo Albergo”. Il primo
step dell’iniziativa è terminata nei giorni scorsi. Il sindaco di Marsico Nuovo, Domenico Vita, esprimendo
grande soddisfazione per
questo risultato, conseguito
anche grazie alla sensibilità
ed alla attenzione dei cittadini e dei tecnici che li hanno
supportati, ha dichiarato :
«Questo dato, che va ben oltre le migliori aspettative, ci
conforta circa le concrete
prospettive di sviluppo della
iniziativa e conferma il crono programma a base della
stessa : presumibilmente,
sarà rispettata la scadenza
della prima metà del 2015,
quando si prevede la piena
operatività del primo sistema di ospitalità diffusa della
Val d’Agri».
Il progetto, avviato a gennaio scorso, sta dando vita
ad una struttura ricettiva a
bassissimo impatto ambientale e ad alto standard qualitativo, appetibile al mercato
L’ultima riunione
internazionale per la sua
unicità fisica, storica ed ambientale.
Appetibilità ed interesse
confermato anche dagli
esperti e dai giornalisti provenienti da tutta Italia e presenti al “Press Tour” - organizzato con il concorso del
Gal Akiris, del Parco dell’Appennino Lucano e della Val
d’Agri e della Fondazione
Mattei - e che lo scorso fine
settimana hanno visitato,
tra l’altro, Marsico Nuovo e
incontrato la Amministrazione Comunale e la società
che assicura la assistenza
tecnica (il Cat Confesercenti
Basilicata srl) proprio per
assumere maggiori informazioni sul progetto “borgo
albergo”.
Con alloggi dislocati nel
centro storico – a regime si
prevedono circa settanta ca-
mere in circa quindici dimore - in prevalenza in immobili
di notevole valore architettonico, il borgo albergo di Marsico Nuovo proporrà agli
ospiti non solo offerte di alloggio differenziate per varietà di spazi interni, realizzati all’insegna delle tecnologie più avanzate (impianti
elettrici con segnali a bassa
tensione e comandi remoti,
impianti per il recupero dell’acqua, impianti di teleriscaldamento e tele gestione
con sistema radiante, reti intranet, internet e satellitari,
etc.) e di rigorose scelte di arredi e di corredi in stile, ma
anche servizi alberghieri
personalizzati, con la ambizione di divenire uno dei migliori esempi di turismo sostenibile della regione.
«L’offerta di ospitalità che
si sta concretizzando a Marsico Nuovo è potenzialmente
rivolta ad un turismo consapevole, quello dei viaggiatori che vivono la loro vacanza
in un’ottica meno consumistica e legata più alla scoperta e meno al divertimento fine a sé stesso».
LAGONEGRO – Corrieri
della droga, il giudice convalida e dispone la detenzione in carcere. Si è svolta
presso la casa circondariale
di Sala Consilina l’udienza
di convalida da parte del
Gip, Del Sorbo del Tribunale di Lagonegro, nei confronti di Giuseppe Giannetto, 43 anni, di Palermo e Vito Ferdico, 49 anni, palermitano residente in provincia di Lodi, entrambi con
precedenti di polizia, arrestati sull’Autostrada A/3
dalle fiamme gialle di Lauria con 1 kg di cocaina e circa 60 kg di hashish di ottima qualità per un valore di
700mila euro. La sostanza è
risultata essere del massimo grado di purezza e una
volta lavorata avrebbe consentito di ottenere circa 370
mila dosi di cui 54mila di
cocaina e 311mila di l’hashish che, immesse sul
mercato illecito siciliano,
avrebbero fruttato diverse
migliaia di euro. Sui panetti di hashish era impressa
un’immagine e una sigla alfanumerica utilizzata dai
Il tribunale di Lagonegro
trafficanti,
presumibilmente, per attribuire certezza della provenienza e
quindi della qualità della
droga. Sono state effettuate
perquisizioni in Lombardia ed in Sicilia e sembrerebbe che, presso il domicilio, sia stato trovato un elevato quantitativo di marijuana e denaro contante
di elevata entità.
Emilia Manco
Il sindaco è partito. L’obiettivo è creare flussi turistici verso la Basilicata
Le terme di Latronico pronte
allo sbarco nella Federazione russa
LATRONICO - A metà aprile con
una conferenza stampa tenuta nell'ufficio del Sindaco Fausto De Maria era stata presentata l'associazione “Casa Russa – Russky Dom –
in Basilicata”, nata con l'intento di
promuovere la collaborazione tra
la Regione e la Federazione Russa
in ambito turistico, artistico-culturale, storico-religioso, economico e commerciale. Emblema di questa presenza, divenuta assidua e
costante, sono proprio le terme di
Latronico, costituite da un complesso alberghiero annesso alla
spa vera e propria, rilevato interamente da imprenditori russi che
insieme all’amministrazione comunale vogliono realizzare il pro-
getto della “città del benessere”. Da
stanotte il primo cittadino, insieme al professor Antonio Venturelli e alla dottoressa Viktoria Petrova, presidente e anima dell’associazione, è in viaggio alla volta di
Mosca e San Pietroburgo per «un
tour di promozione finalizzato alla
raccolta di flussi turistici e investimenti economici nel nostro territorio – ha dichiarato De Maria, dicendosi assolutamente consapevole che – si tratta di un’occasione
unica per lo sviluppo e la crescita
della nostra comunità, dell’area
sud della regione e di tutta la Basilicata; in questo viaggio ci giochiamo molto e perciò speriamo di fare
cose buone e portare a casa qualche
risultato importante». Il programma è molto intenso e prevede visite
istituzionali e incontri con il mondo della cultura e dell’imprenditoria: si comincia domattina, quando alle ore 10 presso la Camera di
commercio di San Pietroburgo ci
sarà la presentazione di tutti i progetti di investimento in Basilicata
e si prosegue nel pomeriggio all’Università Popolare del Patriarcato
di Russia dove, alla presenza di
operatori turistici nel settore artistico-culturale e religioso, si terrà
la conferenza dal titolo “Greco-Bizantini nell’area del Pollino, tra
Basilicata e Calabria”. Dopo una
tappa alla Scuola Superiore Statale di San Pietroburgo Nevskiy, ge-
PATERNO L’Oipa li ha regalati al Comune
L’ultimo incontro a Latronico
mellata con l’Istituto Comprensivo
B. Croce di Latronico, è previsto un
incontro ufficiale con i rappresentanti del Parlamento regionale a
Mosca, alle ore 14 di sabato 17
maggio e, sempre nella capitale,
lunedì 19 la delegazione lucana si
recherà presso la Residenza del Patriarcato Ortodosso e l’Accademia
di Teologia, dove si discuterà delle
possibilità di collaborazione e della
realizzazione di percorsi storico-
antropologici e verranno definiti i
dettagli della visita in Basilicata di
un gruppo di studio guidato dall’Igumeno Cipriano a fine maggio.
«Tante opportunità da sfruttare al
meglio dunque, perché – ribadisce
il presidente Venturelli - i russi
amano l’Italia ma conoscono pochissimo la Basilicata, eppure tutti quelli che ci vengono ne restano
entusiasti ed affascinati».
Fabio Falabella
LATRONICO Avviso di conclusione indagini
Microchip per identificare i cani Bancarotta per un’azienda
PATERNO - All’indomani della convenzione
stipulata tra il Sindaco del Comune di Paterno Michele Grieco e le guardie eco-zoofile Oipa Italia Onlus – Sezione Provinciale di Potenza, l’Organizzazione ha donato al Comando della Polizia Municipale un lettore microchip per l’identificazioni di animali. La convenzione è operativa da novembre 2013 e ha
come obiettivo la tutela e il benessere degli
animali nonché la protezione dell’ambiente
dall’abbandono di rifiuti; il Kit è stato acquistato grazie alle donazioni ricevute da cittadini della provincia di Potenza. «Microchippare un cane - spiega una nota - è estremamente
importante poiché consente di riconsegnare
al legittimo proprietario l’animale smarrito,
ma soprattutto è un valido deterrente contro
il fenomeno dell’abbandono che alimenta il
randagismo. Tutelare la salute e la dignità
degli animali è una priorità e l’utilizzo di questo dispositivo consentirà di verificare se i cani sono dotati di microchip come quanto disposto dall’ordinanza 6 agosto 2008 del Ministero della salute (la cui inosservanza, comporta anche sanzione amministrativa come
previsto dall’art.26 della Legge Regionale n.
6/93). Scopo della disposizione è rendere obbligatorie l'identificazione e la registrazione
dei cani, nel secondo mese di vita, mediante
l'applicazione di un apposito circuito elettronico microscopico che viene iniettato sotto la
cute dell’animale con ago monouso sterile».
LATRONICO – Emesso avviso conclusione indagini nei confronti di una società di
Latronico.
La struttura agrituristic dava lavoro a
oltre cinquanta dipendenti e produceva
prodotti tipici del posto come sottolio,
confetture, prodotti Bio ed altro. L’azienda era formata da giovani imprenditori
agricoli del posto che dopo poco tempo si
sono trovati implicati nel fallimento. L’azienda con i suoi circa ottomila mq. di coperto, cinquemila mq. di piscine e piazzali
vari, agriturismo e maneggio, due linee
di lavorazione secondo una perizia nel
2008 valeva circa 14.000.000 di euro. A
un socio dell’azienda unitamente ad altre
tre persone (due di Latronico e una di
Francavilla) viene contestata la bancarotta fraudolenta e fatti di bancarotta fraudolenta. Il primo come amministratore di
una società e gli altri tre nella qualità di
membri del consiglio di amministrazione. I fatti contestati sarebbero stati commessi nel Comune di Latronico sino al 31
marzo 2009. Ora gli indagati hanno venti
giorni di tempo per produrre memorie,
documenti o quant’altro ed al termine di
tali giorni canonici l’autorità giudiziaria
potrebbe chiedere al Gup una eventuale
richiesta di rinvio a giudizio per reati sulla disciplina del fallimento.
e. m.
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Mancusi scrive ad Adduce: «Assessore e consiglieri non ci rappresentano più»
Comune, scoppia il caso dell’Udc
La risposta di Perniola: «Non cambia nulla, non possono decidere su Matera»
UN VERTICE di maggioranza per modificare l giunta Adduce e la sorpresa di una
novità che potrebbe complicare ancor di più
la situazione. Di certo il confronto nella
maggioranza che sostiene il sindaco appare ancora molto vivace, diversi i punti da
chiarire e le questioni da risolvere. Lontana
al momento l’ipotesi di un azzeramento che
i Socialisti pure avevano chiesto a gran voce. Ma la riunione si è snodata e sviluppata
nel corso della serata anche se non parevano ancora, ieri dopo pochi minuti dall’avvio, esserci i presupposti per una chiusura
immediata.
Intanto è esplosa la questione dell’Udc
con Mancusi che taglia fuori assessore e
consiglieri comunali e la risposta non si fa
attendere. Un botta e risposta che avrebbe
potuto, ma difficilmente sarà così, avere
anche qualche ripercussione a livello materano ma che può anche esaurirsi in una
semplice scoria da campagna elettorale come pure ieri veniva suggerito a mezza bocca.
Nel primo pomeriggio Agatino Mancusi
coordinatore regionale dell’Udc ha scritto
una lettera al Sindaco di Matera, Salvatore
Adduce in cui chiarisce alcune posizioni all’interno del Partito.
«A seguito della nomina di coordinatore
regionale del partito ricevuta dal segretario nazionale Lorenzo Cesa, e dall’incarico
di
riorganizzare
l’UDC in Basilicata e
rivedere i rapporti
politici nelle varie
istituzioni», Mancusi specifica che a seguito di «atteggiamenti e comportamenti personali e politici assunti nei confronti del partito,
nonché per aver agito contrariamente a
quanto previsto dalle
norme statutarie del
partito UDC, i signori Cappella (assessore), Caputo (consigliere) e Perniola (Consigliere) non rappresentano più l’UDC in
Consiglio Comunale a Matera e pertanto
agli stessi non è più consentito parlare e
rappresentare il partito nella città di Matera e in questa Regione».
Parole che mettono in dubbio la rappresentanza Udc nella giunta e nello stesso
Consiglio comunale e che diventerebbero
argomento di grande attualità in un momento come quello attuale di rivisitazione
della giunta. Ma dai protagonisti sono arrivate prese di posizione precise. L’assessore
Cappella si è limitato a dire che «queste cose
hanno necessità di una serie di passaggi
che sono previsti dalle regole non si fanno
dalla sera alla mattina con un comunicato».
Più ferma la posizione del capogruppo
Tommaso Perniola che ha spiegato: «non
capisco come si possano prendere queste
posizioni senza neanche un minimo di confronto. Io non ho mai parlato direttamente
con queste persone. Per me non cambia nulla, noi andiamo avanti per la nostra strada e
non capisco proprio perchè si debba venire
a Matera a dare ordini su cosa si deve o non
deve fare. Noi andiamo avanti sulla strada
intrapresa». Difficile pensare che il problema, tutto politico ed interno all’Udc, possa
contribuire a determinare una qualche ferita all’interno della maggioranza e nella
giunta. Le questioni di attualità e i nuovi
equilibri politici andranno verificati nelle
prossime ore quando si capirà se e come nascerà la nuova giunta a sostegno del primo
cittadino. E se davvero la posizione di Mancusi cambierà qualcosa.
Piero Quarto
[email protected]
Si attendono novità
dalla maggioranza
per la nuova Giunta
Lontana l’ipotesi
di arrivare
a un azzeramento
dell’esecutivo
Tenta lo scippo
ad un’avvocatessa
Arrestato un 22enne
di Modugno
Il coordinatore regionale dell’Udc Agatino Mancusi
Nuove iniziative multimediali
con il progetto Comenius
UN canale You Tube «Comenius
web.tv», che ha raccolto 80 video con interviste, lezioni su temi diversi, una web
radio, un giornalino «The voice of teen»,
l'utilizzo di Facebook con gruppi ristretti di studio e l’avvio una piattaforma
multimediale, «E_twinning», che consentirà di lavorare a distanza per progetti e percorsi didattici tra istituti medi
superiori europei: sono le iniziative di
«buone pratiche» realizzate dal progetto biennale «Comenius» sul tema "Cooperative Learning Using New Media».
Il dato è stato fornito dal dirigente dell’Istituto superiore «G.B Pentasuglia»,
Antonio Epifania, nel corso del meeting
conclusivo del progetto biennale, che ha
visto la partecipazione di 70 docenti e
studenti provenienti da Austria, Bulga-
ria, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Turchia
ed Ungheria.
Il progetto, del quale l’Iis di Matera è
capofila, è stato finanziato dall’Unione
europea per complessivi 240 mila euro.
"La gran mole di lavoro prodotto - ha
detto Epifania - ha consentito a studenti
di vari Paesi europei di utilizzare al meglio le nuove tecnologie, creando redazioni e gruppi di lavoro di diverse nazioni.
Ora ai progetti Comenius subentreranno i progetti Erasmus. Il nostro Istituto, insieme ad altre realtà di Francia e
Bulgaria ha candidato a finanziamento
un progetto triennale dell’importo di
200 mila euro per la progettazione di
un’auto elettrica».
STAVA passeggiando tranquillamente in via Moro quando un uomo
ha tentato di scipparle la borsetta.
La disavventura è capitata ad
un’avvocatessa che ha fatto in tempo
ad avvisare la Polizia, descrivere
l’uomo ed i diversi particolari e permettere alle forze dell’ordine di riuscire in tempi brevi a rintracciarlo ed
arrestarlo nella vicina piazza Mulino.
Il fatto è quello che è avvenuto nella
giornata di ieri. Ad essere arrestato è
stato un 22enne pugliese, con residenza a Modugno e precedenti per
furto, Francesco Liantonio che è stato fermato dalla Polizia di Matera nel
corso della giornata di ieri poco dopo
che il tentato scippo era avvenuto.
L'uomo ha tentato di prendersi la
borsa in via Moro ma l'avvocatessa
ha resistito allo scippo ed ha bloccato
la borsa con la mano costringendo
l'uomo a dover fuggire senza prendere il bottino avvistato.
Dopo qualche minuto la donna ha
segnalato l'accaduto ad una pattuglia della Polizia che transitava lì ed
ha descritto il malvivente, la squadra
mobile della Questura e la squadra
antiscippo si sono attivati e grazie alle informazioni ottenute hanno bloccato il giovane in piazza Mulino. Ora
Liantonio è detenuto presso la casa
circondariale di Matera.
L'episodio è stato comunicato dal
Questore Schimera nel corso del seminario sulla violenza contro le donne che si è svolto presso il Palazzo di
Giustizia.
VILLA LONGO
I medici della Fimmg incontrano Adduce. Il sindaco: «Faremo il possibile»
Più sicurezza per la continuità assistenziale
LA MESSA in sicurezza della sede del servizio di continuità assistenziale nel rione
Villa Longo. E’ la richiesta
avanzata dalla Fimmg, la
Federazione dei medici di
medicina generale al sindaco Adduce nei giorni scorsi
che è stata oggetto di un incontro ieri mattina in Municipio.
Il segretario provinciale
della Fimmg di Matera, Michele Campanaro, e il responsabile del settore continuità assistenziale, Giovanni Bottarini, avevano segnalato alcuni ripetuti episodi
di atti vandalici e furti durante l’orario di servizio,
dalle ore 20 alle ore 8 e in presenza di personale medico.
I rappresentanti sindacali, durante l’incontro svoltosi in municipio, hanno evidenziato l’urgente necessità
Il sindaco Adduce incontra i medici di medicina generale
di mettere in sicurezza la sede al fine di assicurare serenità sia al personale medico
che agli assistiti. In particolare, hanno chiesto di migliorare la chiusura delle
porte di accesso alla sede dove attualmente non funziona neanche il citofono e di
dotare la sede di un dispositivo di telesorveglianza
esterno ed interno.
Al termine dell’incontro,
il sindaco non solo in quanto
responsabile della pubblica
incolumità, ma anche nella
sua qualità di presidente
della Conferenza dei sindaci
dell’Asm si è impegnato a
sollecitare un immediato intervento dell’Azienda sanitaria sia per la sistemazione
di una porta di accesso più
sicura, sia per la dotazione
di un videocitofono, sia per
la realizzazione di un sistema di videosorveglianza collegato alle forze dell’ordine,
sia per assicurare la sicurezza dei medici quando, nelle
ore notturne, sono chiamati
a visitare i loro assistiti.
“Abbiamo la necessità – ha
detto il sindaco Adduce – di
mettere in sicurezza questo
servizio molto importante
non solo per i cittadini, ma
anche per i sempre più numerosi turisti che si fermano nella nostra città.
Da parte sua l’Amministrazione comunale, laddove è possibile, si farà carico
di intervenire a proprie spese per garantire le condizioni di massima sicurezza ai
lavoratori e agli utenti del
servizio”.
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Matera
Giovedì 15 maggio 2014
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«L’intervento non è più rinviabile per interrompere la penalizzazione di quelle aree»
«Urgenti le complanari sulla ss 99»
Venti aziende chiedono una soluzione immediata, Confapi si rivolge al Prefetto
Un grido d’allarme per arrivare ad
avere le complanari lungo la statale 99. Sono venti le aziende del Materano che si sono rivolte alla Confapi per chiedere di intervenire anche attraverso le istituzioni ed affrontare di petto una questione che
rischia di ingigantire una situazione già complicata sotto il profilo
economico per la contingenza che
si sta vivendo. L’esigenza è quella
di arrivare ad una soluzione che favorisca la possibilità di crescita e di
investimento per queste aziende
del territorio.
Le aziende in questione sono di
vari settori, ubicate lungo la S.S. 99
Matera – Altamura, attraverso una
raccolta di firme hanno conferito a
Confapi la delega a rappresentare
le proprie istanze presso le istituzioni competenti.
Il motivo della protesta, non nuovo, sta nell’assenza lungo l’asse viario delle complanari che garantiscano un agevole accesso alle attività economiche.
Infatti, con l’approvazione, da
parte del Comune di Matera, della
variante urbanistica per la realizzazione dell’asse commerciale Matera – Altamura sulla S.S. 99, si sono create le condizioni per favorire
investimenti sulle aree interessate.
Nel contempo, tuttavia, la realizzazione dell’adeguamento della
strada statale ha eliminato l’accesso diretto ai fondi confinanti impedendo, in tal modo, l’insediamento
Idv: «Più imprese giovanili
ma serve sostegno al credito»
Il presidente della Confapi, Enzo Acito
e lo sviluppo delle attività commerciali ed artigianali sulla S.S. 99, penalizzando notevolmente le aziende esistenti e pregiudicando lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali.
Con una viabilità parallela alla
S.S. 99, inadeguata ed incompleta,
si determinano condizioni di aggravamento della crisi produttiva
delle aziende insediate, generando
condizioni di crisi non imputabili
al mercato.
«Pertanto, al fine di consentire
condizioni che inneschino lo sviluppo delle aree interessate ed in-
terrompano la penalizzazione per
le aziende già insediate, si rende indispensabile e non più procrastinabile la realizzazione delle complanari che potrebbero consentire la
ripresa economica delle attività
produttive» spiega la Confa pi a nome delle aziende.
«Con la raccolta di firme delle
aziende interessate», il presidente
di Confapi Matera Enzo Acito ha inviato una richiesta d’incontro al
prefetto di Matera Luigi Pizzi, finalizzata a trovare finanziamenti specifici per la realizzazione, in tempi
brevi, delle complanari alla S.S. 99.
“Il tasso di crescita in provincia
di Matera delle imprese under
35, vicino al 10% annuo, con un
peso delle stesse imprese giovanili che sfiora il 12% sul totale
delle imprese, tra il più consistente tra le province italiane, è
un incoraggiamento per i giovani a credere nell’autoimprenditoria come opportunità per
superare la condizione di disoccupazione. Ma attenzione: le
2.575 imprese under 35 iscritte
alla Cciaa di Matera hanno bisogno di sostegni per il credito, la
consulenza nei settori del marketing e dei mercati, servizi di
accompagnamento, altrimenti
le difficoltà di reggere alla crisi
potrebbero diventare insopportabili”. A sostenerlo, in una nota congiunta, il dirigente regionale di Italia dei Valori, nonché
assessore provinciale di Matera
(con delega ai Centri per l’Impiego) Michele Grieco e la segretaria regionale Maria Luisa
Cantisani.
“Dopo la firma da parte della
giunta regionale della convenzione con il ministero del Lavo-
ro e delle Politiche sociali sul
Programma ''Garanzia Giovani'' ed avviare l’impiego di
17milioni di euro –aggiungono
i dirigenti di IdV – è sempre più
urgente adeguare i servizi di
orientamento offerti dai Centri
per l’Impiego della regione.
L’European Youth Guarantee e'
un'opportunita' importantissima non solo per le giovani generazioni in cerca di prima occupazione, ma per quanti hanno
perso il lavoro e – continuano
Grieco e Cantisani - se non si potenziano i servizi per l'impiego,
che sono i centri operativi di tutto il sistema, si rischia di non
dare alcuna possibilità agli
sforzi che si stanno realizzando
anche a livello regionale. Per
questa ragione – ricorda l’assessore Grieco – ho sollecitato
da tempo un’attenzione politico-istituzionale adeguata ad invertire la tendenza che fino ad
oggi ha condizionato il buon
funzionamento dei Centri per
l'impiego e cominciare ad investire in strumenti e risorse
umane”.
RASSEGNASTAMPA
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PISTICCI
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POMARICO E’ la sua prima volta in politica, qualcuno potrebbe aver visto
Gomme tagliate a un candidato
Brutta sorpresa per Alessandro Scandiffio vittima di un atto vandalico
POMARICO - Il regalo per
la prima volta alle elezioni
al candidato Alessandro
Scandiffio: quattro gomme tagliate.
Aveva da poco incontrato la cittadinanza, nei
pressi della scuola elementare "Caggiani", dove con
la lista di cui fa parte avevano svolto un comizio di
quartiere, il giovane musicista e insegnante di musica, Alessandro Scandiffio,
quando ha dovuto interrompere una riunione serale della sua coalizione,
nella sede del Pd di via Roma, perché gli era arrivato
un avviso tramite sms: “E'
tua l'auto in via Roma con
le gomme bucate?”. In
realtà la Toyota Auris aveva tutte e quattro le gomme tagliate, manco forate
con un banale chiodo. Per
un'ora circa, sconvolto e
stupito, tranquillo ma arrabbiato, Scandiffio ha dovuto attendere con i suoi
compagni
d'avventura
l'intervento dei carabinieri, che lentamente stava
per avverarsi.
Militari che, tra l'altro,
pare abbiano riscontrato
un altro evento simile, però in un altro punto dell'abitato.
Comunque qualcuno potrebbe aver visto. Dato che
l'atto di teppismo si è consumato in una delle zone
centrali del paese.
Tra le altre cose, nonostante tra le 21 e le 22 a via
Roma non ci fosse tanto
traffico, qualcuno avrebbe, o ha potuto facilmente
inciampare
nell'accadimento delittuoso. Avvenuto sotto a diversi palazzi,
tra l'altro abitati da molte
famiglie.
Si aggiunga, senza che
sia un di più, l'omaggio al
giovane Alessandro Scandiffio, che per la prima volta in assoluto ha deciso di
partecipare a una competizione elettorale prendendo quindi parte alla sfida
per il rinnovo del consiglio
comunale cittadino, è stato portato mentre Alessando, insieme a una ventina
di persone, si trovava proprio a pochi passi dalla sua
utilitaria.
Perché, appunto, l'automobile di Scandiffio era
parcheggiata a pochi metri di distanza dalla sede
dell'incontro al quale il
giovane stava partecipando. Qualcuno, va ribadito,
potrebbe aver visto.
Certamente, la solidarietà arriverà. Si tratti o non
si tratti di un fatto di matrice politica.
Il vile gesto, comunque,
sarà veramente condannato se chi eventualmente
ha assistito all'agguato
vorrà testimoniare. Non è
più tempo d'omertà. Il più
semplice degli impegni civici potrà esser ottimo
esempio.
Antonio Corrado
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessandro Scandiffio
Una delle gomme tagliate alla Toyota Auris di Scandiffio
Una variazione importante per facilitare la distribuzione meccanizzata
Poste, nuovi Cap a Pisticci
Cambiati i codici di avviamento postale per lo Scalo e Marconia
Logo delle Poste
PISTICCI - Poste Italiane informa in una
nota che dal 12 maggio sono operativi i
nuovi Codici di avviamento postale di Marconia e di Pisticci Scalo per le quali il nuovo
Cap diventa 75015. «I cambiamenti dei Cap
-spiegano le Poste- sono finalizzati al miglioramento del trattamento automatico
della corrispondenza nella fase di smistamento e di recapito. I vecchi Cap (75020 per
Marconia e 75010 per Pisticci Scalo) resteranno comunque in vigore per i prossimi
sei mesi.
Il Cap, da scrivere in modo corretto su
ogni tipo di invio, è un elemento fondamen-
tale per la lavorazione della corrispondenza, consentendone il trattamento automatizzato sia nella fase di smistamento che
nella consegna finale da parte del portalettere. I Codici di Avviamento Postale sono
stati introdotti in Italia nel 1967, e sono stati progressivamente modificati ed aggiornati a seconda delle nuove provincie o comuni che venivano istituiti nel corso degli
anni». Per conoscere i nuovi Cap della propria zona ci si può rivolgere all’Ufficio Postale, contattare il Call Center di Poste Italiane al numero gratuito 803.160 o consultare il sito www.poste.
TINCHI Incontro con il dg Maglietta che ha garantito la consegna del Progetto di stabilità
«L’ospedale va sempre più a rotoli»
Il Comitato civico denuncia le presunte inadempienze del direttore sanitario Annese
TINCHI - E' da ottobre 2013 che è stata adottata la delibera che istituisce
l'Ambulatorio chirurgico per il
Trattamento del Piede Diabetico. E'
stato poi approvato il protocollo, ma
tutto resta solo sulla carta.
A denunciarlo è il Comitato civico
per la difesa dell’ospedale di Tinchi, sottolineando che «le funzioni dell'Ambulatorio
non vengono ancora
attivate e le attrezzature non vengono fornite. Sono arrivati solo i
lettini dopo mesi di denunce e di battaglie del
Comitato. Sono passati più di 16 mesi dalla delibera per la
manifestazione di interesse per la
gestione della riabilitazione cardiopolmonare. A ogni incontro ci sentiamo ripetere che è quasi pronto il
bando. Anche per il nuovo reparto di
Dialisi a ogni incontro ci sentiamo
ripetere che è quasi pronto il bando
per il nuovo reparto. -proseguonoSulla vicenda del Terzo Piano a ogni
incontro ci sentiamo ripetere: “Entro la fine del mese avremo la rela-
«Buchi
nei corridoi
e guano
di piccioni»
L’ospedale di Tinchi di Pisticci
zione dell'Università di Basilicata”.
Che non arriva mai.
Da tempo stiamo denunciando
che nelle scale dell'ospedale le pareti
mostrano ancora i buchi e ampi pezzi di muro senza intonaco lasciati
dai carotaggi e dai test sulla presunta instabilità del terzo piano. Piccioni e guano sono dappertutto, i volatili entrano addirittura sui balconi e
vi dimorano, e prolificano. Ci sono
piccioni morti nelle tubature e il fetore si sente dappertutto. Non c'è alcun rispetto del protocollo e il degrado architettonico degli ambienti e
dei locali dovrebbe davvero far correre il direttore sanitario, ma tutto
tace e tutto continua come prima.
C'è mancanza di organizzazione negli ambulatori, un utilizzo anarchico del personale infermieristico,
l'assenza evidente di una figura di
riferimento in direzione sanitaria.
L'Ospedale è in uno stato di totale abbandono e disinteresse, è diventato
terra di nessuno. Le richieste di attrezzature e suppellettili per la dignità degli ambienti rimangono
inascoltate. Non si fa manutenzione
ordinaria, non si svolgono i normali
compiti di gestione di un ospedale
(che è cosa pubblica e non privata),
non si gestisce al meglio il personale
e non lo si organizza».
Secondo il Comitato, ci sono responsabilità precise, «e sono del Direttore sanitario Annese. Questo è
stato detto al Dg Maglietta nell'incontro di lunedì scorso. Abbiamo
chiesto le dimissioni di quanti sono
responsabili di questo disastro. Abbiamo ottenuto solo l'assicurazione
che la relazione sulla stabilità sarà
consegnata il 31 maggio. Sempre a
fine mese come le altre volte. Quello
di lunedì è stato il più brutto incontro tra Comitato e Direzione cenerale, un incontro funestato dall'arrivo
(senza invito) della referente del
Tdm, Maria Antonietta Tarsia, che
si è sempre distinta nel sostegno allo
smantellamento dell'ospedale».
PISTICCI
Denunce
per furto
di energia
PISTICCI - I carabinieri della Compagnia di
Pisticci, hanno denunciato dieci persone per
furto aggravato di
energia elettrica. Teatro della vicenda è la località Centro agricolo
di Pisticci, ex-colonia
di confinati politici,
dove il Comune ha ristrutturato anni addietro 14 siti abitativi
di proprietà, i quali ad
ultimazione dei lavori,
tramite graduatoria
pubblica, dovevano essere assegnati a famiglie residenti. Allo stato attuale gli alloggi
sono stati occupati
abusivamente e regolarmente abitati. I militari della Stazione di
Marconia hanno avviato una serie di accertamenti inerenti
gli appartamenti occupati abusivamente,
già segnalati all’autorità giudiriaria competente per l’occupazione abusiva da parte
del comando della polizia municipale di pisticci. i carabinieri approfondivano
ulteriormente la vicenda
ed appuravano che gli
abusivi si rifornivano
direttamente della rete elettrica dell’Enel
gli allacci abusivi da
parte degli occupanti
degli alloggi, sono stati eseguiti senza alcuna norma sulla sicurezza. tra i denunciati
vi sono anche un extracomunitario regolarmente in possesso di
permesso di soggiorno e di una straniera
della Comunità europea.
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RASSEGNASTAMPA
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TRICARICO
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TRICARICO Malvinni: «Si perdono posti di lavoro per far arrivare i pasti da Acerenza»
Ospedale, la mensa interna non piace
Preoccupa il progetto della Fondazione “Don Gnocchi” di internalizzare il servizio
TRICARICO - Il servizio mensa all’ospedale
di Tricarico verso l’internalizzazione, con
il rischio concreto per sette posti di lavoro,
tutti del luogo.
A denunciarlo è la consigliera di opposizione Maria Rosaria Malvinni, che pone
l’accento sulla necessità di evitare che la
Fondazione “Don Gnocchi”, gestore del nosocomio, prosegua su questa strada, che
inficerebbe, tra l’altro anche la qualità dei
pasti somministrati, perchè arriverebbbero da Acerenza, mentre finora era preparati in loco.
«Il servizio mensa e la cucina dell’ospedale di Tricarico, attualmente è gestita dalla
Cooperativa Multiservice di Potenza. -spiega Malvinni- La coop si avvale di sette unità
residenti a Tricarico, e somministra pasti
sia sia alla Don Gnocchi, per un totale di circa cento pasti al giorno. La Don Gnocchi
ha, però, richiesto all’Asm di Matera la disponibilità di un locale, adiacente all’attuale cucina, al fine di poter gestire in proprio
la mensa e la cucina. L’intenzione della Don
Gnocchi è quella di far pervenire i singoli
pasti da Acerenza, laddove saranno cucinati e poi trasportati a
Tricarico.
A questo punto, mi
chiedo quale sarà la
qualità dei pasti che arriveranno a Tricarico,
soprattutto nel periodo
invernale, durante il
quale è elevato il rischio
di interruzioni del servizio di trasporto pasti a
causa delle impervie
condizioni climatiche e
grandi nevicate.
Il locale -prosegue
Malvinni- che sembra
sia stato concesso dall’Asm di Matera alla
Don Gnocchi, richiede
una immediata ristrutturazione. L’Asm offre
il locale a condizione
che la ristrutturazione
sia posta a carico della
Don Gnocchi. Se tale
concessione venisse accordata, e i locali venisMaria R. Malvinni
sero adibiti alla gestione autonoma della cucina, avremmo come
conseguenza inevitabile la perdita dei sette
posti di lavoro attualmente impiegati dalla
cooperativa, poiché la Don Gnocchi non si
avvarrebbe oltre dei servizi dalla stessa oggi somministrati. Non solo, l’autonomizzazione della cucina da parte della Don
Gnocchi, recherebbe seri problemi al servizio di somministrazione dei pasti per la
lunga degenza e per i dipendenti Asm (circa venti pasti al giorno), che prestano il loro
servizio a Tricarico.
Non comprendo come mai l’amministrazione locale -spiega ancora Malvinni- composta addirittura da un consigliere di maggioranza che è dipendente della cooperativa, e che quindi a maggior ragione dovrebbe manifestare interesse nei confronti della vicenda, non stia impedendo la inevitabile perdita di sette posti di lavoro. Se tale progetto venisse portato a completa realizzazione, vi sarebbe il concreto rischio che Tricarico, già amaramente isolata per la
continua perdita di strutture e servizi (si
veda anche la gestione della lavanderia del
comparto ospedaliero, che ha avuto come
conseguenza la inevitabile riduzione dei
posti di lavoro), si avvierebbe inesorabile
all’ulteriore stato di isolamento».
Sulla questione il Quotidiano ha interpellato il sindaco, Lina Marchisella, che ha
garantito massimo impegno dell’Amministrazione. «Stiamo seguendo la vicenda -ha
detto il sindaco- e cerchermo una soluzione
condivisa a tutela del lavoro e del servizio».
Antonio Corrado
La coop
Multiservice
oggi prepara
tutti i pasti
in loco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VIABILITÀ
Riaperte
due Provinciali
IL presidente della provincia di matera, Franco Stella, ha ordinato la riapertura al transito delle Provinciali
Accettura-Gallipoli-ponte Balzano e
fondovalle Salandrella. Il provvedimento è stato emesso alla luce dell’articolo 5 comma 3° e l’art. 6 comma 4°,
nonché l’art.6 comma 4 lettera a) del
Nuovo Codice della Strada (D.L. 30
aprile 1992 n.285) e s.m.i. «Visto il Regolamento di attuazione Dpr n. 495 del
16.12.1992 e s.m.i. -si legge nel provvedimento- vista l’ordinanza numero
18/2013 del 13 dicembre 2013, con la
quale a causa di vari problemi conseguenziali agli eventi atmosferici di tipo alluvionale del periodo, le strade venivano chiuse al traffico». Sono cessati
i motivi dell’interruzione, a seguito
dell’avvenuta esecuzione di interventi
e posa in opera di idonea segnaletica,
finalizzati alla messa in sicurezza.
L’ingresso della Don Gnocchi a Tricarico
IRSINA Oltre 150 centauri arrivati da tutto il meridione
Quaranta nuovi donatori
Al primo Emo-motoraduno
IRSINA - Un grande successo e record
di presenze, per l’evento emo-motociclistico, organizzato ad Irsina nella emozionante cornice offerta dal centro storico di Irsina – sempre più protagonista, con la complicità, di una bella giornata di sole, che ha fatto brillare i numerosissimi caschi presenti ad Irsina.
Le moto accreditate all'organizzazione sono state ben centocinquanta; le
persone iscritte alla manifestazione sono state centonovanta, di cui oltre centoventi si sono fermate per pranzare nei
ristoranti cittadini. Ad Irsina sono arrivati centauri provenienti da tutto il Meridione: Bari, Brindisi, Lecce, Taranto,
Salerno, Potenza e Matera. Alla manifestazione hanno partecipato anche due
centauri arrivati da Monza e da Milano.
Ma il record non interessato solo la presenza della moto, anche sul fronte dona-
zioni c’è da registrare con motivata soddisfazione, ben quaranta donazioni di
sangue effettuate, e l’impossibilità da
parte di altri donatori, che non hanno
potuto effettuare la donazione a causa
della mancanza di tempo utile - i prelievi
erano stati previsti solonella mattinata.
L’evento è stato organizzato dalla Pro
loco e dall'Avis Di Irsina, insieme ai
gruppi di motociclisti organizzati, con
il patrocinio dell'Amministrazione comunale di Irsina. La presidente della
Pro loco, Lina Gurrado, esprime la piena soddisfazione per il risultato raggiunto: «Davvero una bella mattinata esordisce– grazie alla collaborazione di
tutti i soggetti impegnati, abbiamo centrato tutti gli obiettivi prefissati, la donazione del sangue; la promozione del
territorio attraverso visite guidate nel
centro storico di Irsina – risultato chia-
ramente molto apprezzato dai visitatori - e la promozione della gastronomia locale. A fine
mattinata è stata effettuata la cerimonia della benedizione
dei caschi, effettuata dall'emerito Rocco Favale, il saluto del sindaco del Presidente dell'Avis regionale e la consegna
delle targhe ricordo della manifestazione ai gruppi dei motociclisti. Particolarmente emozionante –racconta Lina
Gurrado- è stata la consegna della targa
di ringraziamento al nostro concittadino, un infermiere in pensione, Michele
Coniglio, per il suo impegno nel sociale
e per l'assistenza infermieristicagratuita che ogni giorno lui offre ai più bisognosi giornalmente.
Mimmo Donvito
Un’immagine del
primo Emo
motoraduno
di
domenica
TRICARICO Oggi la cerimonia per il decimo anniversario della consacrazione
Concelebrazione solenne per Orofino
TRICARICO - Una solenne concelebrazione eucaristica si svolgerà oggi, in occasione del decimo anniversario della
consacrazione episcopale e dell’inizio del
ministero pastorale
di Sua Eccellenza
monsignor Vincenzo Orofino, settantaquattresimo vescovo di Tricarico.
«La Chiesa diocesana, che da dieci anni è confortata dal
suo prezioso ministero Episcopale -si
legge in una nota-
celebra la ricorrenza con particolare solennità e rende lode al Signore per il dono
del Pastore e Maestro, invoca su di lui
l’aiuto di Gesù Sommo Sacerdote e gli
esprime gratitudine e riconoscenza. Alle
ore 18.00, nella Cattedrale, il vescovo con
tutti i sacerdoti della diocesi, le suore, gli
amministratori e i fedeli si troveranno
per pregare per e con il loro pastore». Dieci anni che hanno visto la presenza costante di monsignor Orofino in tutti gli
ambiti e ambienti della Diocesi attraverso molteplici iniziative: tre lettere pastorali; visita pastorale in tutta la Diocesi, risiedendo per almeno una settimana in
ogni comunità parrocchiale visitata;
Monsignor Carmine Orofino
convegni diocesani; messaggi in occasione della Quaresima e lettere alle famiglie, ai giovani, ai cresimandi, ai bambini
di prima comunione, alle associazioni.
Ha ordinato 10 sacerdoti; ha partecipato
a tutte le vacanze estive e sulla neve dedicate ai giovani e alle famiglie; ha conosciuto i bisogni di ogni uomo e di ogni
donna che gli è stato affidato rispondendo sempre in maniera ottimale a ognuno.
Di questo la comunità diocesana dice di
cuore grazie al suo vescovo, per quanto
fatto fino a ora e per quanto farà ancora.
«Grazie perché ci sentiamo amati, guidati e custoditi», conclude la nota.
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BERNALDA
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Entusiasmo degli appassionati che li hanno filmati, chiedono l’istituzione del santuario dei cetacei
I capodogli scorazzano nello Jonio
Avvistamento eccezionale di due esemplari a nove miglia dalla costa
DUE capodogli nello Jonio
lucano per un avvistamento
inatteso, rarissimo, del tutto eccezionale a conferma,
ove ve ne fosse ancora bisogno (e ce n’è davvero bisogno) che la biodiversità del
nostro mare è una ricchezza
dal valore inestimabile e che
la sua tutela è assolutamente prioritaria.
I due cetacei sono stati avvistati a meno di dieci miglia
dalla costa lucana, nella
mattinata di sabato. Almeno due gli incontri di cui si
ha notizia certa, favoriti dalle spettacoli evoluzioni di
questi mammiferi. In un caso, Luca Fusco, un appassionato del mare di Policoro,
è riuscito a filmare i capodogli, facendo circolare in rete
una video testimonianza di
grande valore naturalistico.
Fusco, uscito in barca con
l’amico Salvatore Dattolo,
ha fatto l’inatteso incontro a
9 miglia dalla spiaggia di
Policoro, su circa 500 metri
di acqua, intorno alle 10.30
del mattino. Successivamente un altro incontro con
naviganti amatori di Marconia si è verificato al largo del
fiume Cavone, tra Pisticci e
Scanzano, ad una distanza e
ad una batimetrica simili.
«E’ un avvistamento dalla
valenza spettacolare, perché è rarissimo che i capodogli si avvicinino così tanto
alla costa», spiega Carmelo
Fanizza, presidente della
“Jonian Dolphin Conservation”, associazione di ricerca scientifica con sede a Taranto che conduce progetti
autofinanziati finalizzati allo studio ed alla tutela dei ce-
Un frame del filmato di Fusco che riprende un capodoglio
tacei nello Jonio settentrio- Dolphin aveva avuto confernale.
me pochi anni fa, quando al«Il nostro mare sa rega- cuni esemplari vennero avlarci ancora queste emozio- vistati a poche miglia dal
ni. Con la Jonian Dolphin golfo di Taranto. «Ma la ba–aggiunge Fanizza- siamo lenottera comune –aggiunpassati proprio in quelle zo- ge Fanizza– si nutre di krill,
ne, di recente, nell’ambito i piccoli crostacei che comdella nostra spedizione, fi- pongono lo zooplancton di
nalizzata al monitoraggio cui proprio lo Jonio, da queldei cetacei ed alla ricerca le parti, è ricco, per la predella balenottera comune». senza dei fiumi e per alcune
La campagna, condotta a caratteristiche dei fondali.
bordo del catamarano “Ta- Il capodoglio, invece, è un
ras”, a cavallo fra Puglia, predatore ed ha un altro tipo
Basilicata e Calabria, ha per- di alimentazione, per quemesso l’individuazione di sto è ancora più raro che si
diverse specie di delfino, co- avvicini così tanto alla come stenella, tursiope (stan- sta. E’ stato un avvistamenziali in questi mari), gram- to eccezionale».
po (stagionale), fino al rarisLe informazioni finora
simo delfino comune. Nes- raccolte segnalavano la presun avvistamento di bale- senza di questo grande cetanottera comune, anche se la ceo molto più a sud, a grandi
tesi sostenuta dalla Jonian distanze, in mare aperto. La
frequentazione delle zone
costiere dello Jonio settentrionale rappresenta una
ulteriore conferma di quanto ricca sia la biodiversità di
un’area sulla quale l’associazione tarantina chiede l’istituzione di un Santuario
dei cetacei, una zona marina
protetta, giustificata dalla
presenza di numerose specie che oltre a frequentare
questo mare, lo scelgono
per la riproduzione.
Il capodoglio, peraltro, è il
più grande mammifero dotato di denti; la balenottera
comune è il secondo più
grande anomale del Pianeta
dopo la balenottera azzurra.
La prospettiva di Jonian
Dolphin è diametralmente
opposta a quella destinazione che l’area imboccherebbe
in caso di trivellazioni petrolifere. Gli approfondimenti
dell’associazione, infatti,
hanno riscontrato che I piani di mitigazione negli studi
di impatto ambientale connessi alle richieste di ricerca
idrocarburi sono inesistenti o inadeguati e non tengono conto del principio di precauzione. La sfida è come
sempre culturale: occorre,
innanzitutto, far conoscere
le ricchezze e le particolari e
rare caratteristiche dello
Jonio, perché non si può
proteggere qualcuno o
qualcosa di cui s’ignora l’esistenza. Ed in tanti ignorano del tutto i pregi e le rarità
naturalistiche di questo bacino che ancora riesce ad
ospitare specie nate 55 milioni di anni fa.
Roberto D’Alessandro
BERNALDA Programmi copiaincolla
Carbone (La Svolta)
«Il nostro è un progetto
concepito nel 2009»
BERNALDA - «L'elaborazione del programma della
lista "Svolta di Centrodestra" nasce nel 2009, quando l'allora nascente Popolo
della Libertà, costituitosi a
Roma a marzo 2009, si delineava a livello bernaldese
nella composizione di una
lista unitaria detta "Patto
per la Svolta", che vedeva
tra gli attori principali
Forza Italia, rappresentata da Franco Prisco, e Alleanza Nazionale, rappresentata dall'allora segretario cittadino Franco Carbone, attuale candidato
sindaco».
E’ la precisazione di Carbone, dopo l’articolo del
Quotidiano che evidenziava tante similitudini con
“Taviano Libera”, lista presentata nel 2011 per il comune leccese.
«Su quel programma spiega Carbone- tutto il
centrodestra bernaldese
aveva trovato un accordo,
tradottosi poi nella proposizione alla cittadinanza
bernaldese di una lista, che
vedeva Prisco candidato
sindaco e Carbone candidato sia alla carica di consigliere comunale della Lista "Patto per la Svolta" che
alla carica di consigliere
provinciale nel collegio 1
Bernalda e Metaponto. La
ricusazione delle liste di
centrodestra e centrosinistra cambiò il corso della
storia a Bernalda com’è
ben noto a tutti. Quel programma, che il centrodestra bernaldese non ha
mai avuto modo di attuare,
è rimasto tale; seppur con
gli opportuni aggiornamenti, a dimostrazione
che quanto proposto ai
bernaldesi dal centrodestra è attuale e, purtroppo,
di tutta evidenza che in
questo paese nulla è cambiato ad opera dell'amministrazione di centrosinistra decaduta il 23 maggio
2014. Su quel programma
hanno trovato l'intesa anche coloro che erano del
Popolo della Libertà e che
oggi si sono rifugiati nelle
liste di centrosinistra, così
come oggi le forze politiche di centrodestra riunite
nella lista Svolta di Centrodestra, che orgogliosamente rappresentano l'unico elemento di novità e di
autenticità della campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione
comunale di Bernalda e
Metaponto».
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BERNALDA Due giovani ubriachi Il piano prevede la realizzazione di un edificio a basso consumo energetico
Sarà una chiesa hi-tech
Fermati per controlli
Aggrediscono i militari
Approvata in giunta comunale la convenzione per Rotondella Due
BERNALDA - I carabinieri
della Stazione di bernalda e
del Nucleo radiomobile di
Pisticci hanno arrestato
due giovani del luogo a seguito di un normale e banale controllo alla circolazione stradale.
La pattuglia dell’Arma ha
sorpreso i due in uno stato
di alterazione psicofica per
abuso di alcolici.
I due prima hanno minacciato i militari e successivamente li hanno aggrediti,
procurando loro lesioni
guaribili in 3 giorni. Il tempestivo intervento del Radiomobile di Pisticci ha posto fine, con la messa in sicurezza degli aggressori,
alla vicenda con l’arresto
dei due, che comunque tentavano ancora di esercitare
violenza e minaccia anche
all’interno degli uffici della
caserma.
L’operazione si è conclusa
ROTONDELLA - E’ stato approvato
dalla Giunta lo schema di convenzione
che regolerà i rapporti tra il Comune di
Rotondella e la Parrocchia di San’Antonio di Padova, per la gestione degli
adempimenti connessi alla realizzazione della chiesa a Rotondella Due, la
cui costruzione era stata prevista, insieme alla realizzazione di una piazza,
nel Regolamento urbanistico del Comune approvato in consiglio comunale il 27 aprile del 2011 a seguito della
Conferenza di Pianificazione di qualche mese prima.
Già nel maggio del 2008, l’Amministrazione comunale, attraverso un atto di indirizzo, aveva destinato 500mila euro per “Azioni ed interventi per lo
sviluppo urbano di Rotondella Due”,
provenienti dal Piano di utilizzazione
compensativa dei rifiuti radioattivi
(relativi al triennio 2004-05-06) ridotte poi a 442.000euri con due successive delibere di GC (nn. 90 e 100). Nel febbraio del 2009 l’Amministrazione comunale procedeva ad una individuazione più dettagliata delle aree di intervento prevedendo il “Cofinanziamento
I carabinieri
con la traduzione degli arrestati ai domiciliari, su disposizione del sostituto procuratore della repubblica di
matera dot.ssa Rosanna DeFraia.
Successiva la convalida e
la condanna con rito direttissimo e patteggiamento
dei due alla reclusione di tre
mesi.
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Rotondella Due
per la realizzazione di una chiesa ed
annessi locali di Ministero Pastorale e
relativi spazi pubblici”, per un importo
di 250mila euri, intervento riconfermato in toto dall’Amministrazione
Francomano a fronte di un importo
complessivo rideterminato ad oggi in
535mila euri circa. Il progetto esecutivo, consegnato al Comune di Rotondella e validato dal Rup della Diocesi di
Tursi Lagonegro, prevede l’utilizzo di
materiali e impianti di ultima generazione, nonché
una tipologia edilizia che
richiede consumi energetici minimi. «Si tratta -ha sottolineato il sindaco Francomano- dell’inizio di un
intervento importante per
Rotondella Due, che ha l’obiettivo di riqualificare dal
punto di vista ambientale
ed urbanistico Rotondella
Due, senza dimenticare, ed
è questo l’aspetto più importante, la funzione sociale e culturale di una chiesa
e di una piazza».
Lo stralcio del progetto prevede l’acquisizione delle aree dove sorgeranno
piazza e chiesa, nonché la realizzazione delle opere di urbanizzazione. Alla
Parrocchia di Sant’Antonio di Padova
(titolare del progetto) retta da don Mario Lutrelli ed alla Diocesi di Tursi-Lagonegro toccherà finanziare con fondi
propri le “opere necessarie al completamento dell’intervento, nonché le
opere di arredo liturgico della chiesa”.
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 15 maggio 2014
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36
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POLICORO
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NOVA SIRI Ha preferito parlare alla pancia degli elettori presentandosi come l’alternativa
Simonetti dal palco contro tutti
Il candidato sindaco della lista “Civica civica” ha attaccato gli avversari
NOVA SIRI - Lui dice di non
stare nè da una parte, nè dall'altra, nè con il centrosinistra e nè con il centrodestra.
Nè con Carlo Chiurazzi e
nè con Cosimo Latronico, li
ha attaccati dicendo che
«hanno stabilito signorie in
questo paese». É questo il filo conduttore della campagna elettorale di Tommaso
Simonetti, sessant'anni,
esponente di Comunione e
liberazione e anche cugino
dell'onorevole di Forza Italia, Cosimo Latronico; maestro elementare della scuola
"Settembrini", sposato e padre di cinque figli, candidato con la lista "Civica civica".
Una lista presentata lunedì scorso, nella piazza Troisi
di Nova Siri scalo, con un comizio che ha fatto seguito a
quello di soli pochi giorni
prima a Nova Siri centro.
Prima dell'inizio Simonetti
ha chiesto alla piazza un minuto di silenzio per la scomparsa del padre del candidato Carmine Rubolino, di una
delle liste avversarie, quella
di centrodestra.
«Nonostante siano le
21.30 -ha esordito Simonetti- siete qui in tanti, eppure
fa freschino, in molti avete il
giubbotto come il sottoscritto. Noi -ha detto il candidato
sindaco rivolgendosi a mo'
di esempio alla sua candidata consigliera Carmen Arcuri- non abbiamo candidato le persone in base ai voti
che portano. Non siamo andati in cerca di voti, non sappiamo quanti amici ha Carmen, quanti clienti e quanti
pazienti ha Carmen. Ci basta il profilo della candidata».
Simonetti ha avuto per
tutta la durata del comizio,
al pari dei suoi candidati, un
tono polemico e volutamen-
La piazza Troisi gremita e il palco di Simonetti
te poco propositivo. Ha inteso parlare alla pancia dei novasiresi, facendo leva sul
sensazionalismo e l'antipolitica. Poi, alludendo al candidato consigliere Carlo
Oriolo della lista “Nova Siri
Risale”, capeggiata da Eugenio Lucio Stigliano, ha
aggiunto: «Non ci interessa
se ha preso 250 voti o 300 alle scorse Regionali nella lista dell'Udc, piuttosto che
del Pdl, queste cose non ci
fregano per nulla».
Poi, dimenticando di essere stato l'unico candidato
sindaco su quattro ad essere
stato intervistato, ha rivolto
un attacco al nostro giornale: «Il Quotidiano ha due inviati, uno per il centrodestra, uno per il centrosinistra». Poi, dopo aver fatto
parlare alcuni candidati, in
conclusione Simonetti ha
detto: «Siamo attrezzati, siamo soprattutto autonomi e
indipendenti. Non è vero
che siamo d'accordo con il
centrodestra, come dicono
quelli della sinistra, che sono maestri in menzogna.
Hanno pensato che noi non
presentavamo la lista; forse
anche per questo hanno fatto tutta un'operazione di
maquillage».
Infine un ulteriore appello al pubblico: «Se votate noi
sapete che qualcosa cambia,
se votate loro (centrodestra
e centrosinistra, ndr) sapete
già come va a finire la storia».
Pierantonio Lutrelli
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POLICORO Degustazione e studio sulla produzione della fragola Candonga
Il lido riapre con le scuole
Stagione anticipata a “La Duna” con una giornata per gli studenti
POLICORO – In una soleggiata mattinata di marzo ha aperto i battenti il Lido “La Duna”, lato destro del lungomare centrale.
La struttura ricettiva fa parte del
complesso “Circolo velico lucano”, che
da circa metà marzo ha iniziato le attività sportive-marine-ambientali con
l’ospitalità di studenti provenienti da
varie zone d’Italia in quelli che si chiamano campi scuola settimanali, con i
ragazzi impegnati per cinque giorni.
E’ stata, però, una giornata speciale
non tanto per l’apertura del lido, visto
che sono già iniziate le attività, ma perché c’è stato il binomio: agricoltura-turismo.
Infatti, all’interno dello stabilimento
balneare, c’è stata dalle prime ore della
giornata, 9 e fino alle 17, la degustazione della fragola, prodotto tipico locale,
marchio Candonga in vari modi: torta,
frullato o semplicemente assoluta. L’evento ha trovato l’apprezzamento dei
frequentatori del lungomare che nella
mattinata si sono soffermati sia per assaporare la flagranza del frutto pregiato che per godersi il sole quasi estivo, che ha “baciato” Policoro durante
l’intera giornata. Presente all’appuntamento culinario/turistico sia Sigismondo Mangialardi, presidente del
Cvl, che Carmela Suriano, Direttore
generale dell’impresa di famiglia, Planitalia Srl, e ideatrice del club Candonga, ormai un brand della città jonica.
Gabriele Elia
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Il lido di Policoro
MONTALBANO Grande partecipazione di ragazzi al convegno di Acli e Parrocchia
Sport e alimentazione, i consigli degli esperti
MONTALBANO JONICO L’appuntamento per il convegno, organizzato dalla società sportiva Fcd Montalbano in collaborazione con
l’Asm di Matera, l’Acli e la
Parrocchia guidata da don
Vincenzo Sozzo, è al salone
di Santa Maria delle Grazie.
Bello il colpo d’occhio della sala, per la presenza di
tanti ragazzi in tuta rossa
affiancati dai genitori. Tema del rendez vous: “L’importanza dell’alimentazione per il giovane sportivo”.
Ouverture affidata al dirigente della società Giancarmine Miraglia, che ha fatto
subito luce: «Abbiamo fortemente voluto questo incontro con gli specialisti dell’Asm di Matera, perché riteniamo che una corretta alimentazione, coniugata con
la pratica sportiva, sia fondamentale per la sana cre-
Una gara sportiva
scita del giovane atleta. Un
incontro che, sicuramente,
innalza l’aspetto qualitativo
della nostra scuola calcio».
Pasquale Calbi ha puntato a dare consapevolezza del
problema ai presenti portandoli alla conoscenza di
dati interessanti. Dati su cui
riflettere, quali la realtà del
40% dei bambini sovrappeso e obesi, il negativo quinto
posto della Basilicata in Italia in questa speciale classifica. Una graduatoria in cui
si vede primeggiare le regioni mediterranee, quelle
dall’economia più povera.
Può sembrare un paradosso
ma non lo è. Il motivo è d’ordine culturale: un retaggio
atavico da superare riducendo la sedentarietà (si
pensi che il 43% dei ragazzi
trascorre cinque ore mediamente davanti a un video), e
attraverso il maggior consumo di frutta e verdura. E
l’Expo 2015 contribuirà in
tal senso con il suo marchio
“nutrire il pianeta, energia
per la vita: importante è la
conoscenza della qualità dei
cibi”. Indicazioni tecniche
sono venute da Daniela Del-
la Rosa, che si è soffermata
sulla formula del benessere
fisio-psico-sociale: sport più
alimentazione. In sostanza
lo sport inizia a tavola, si comincia da lì a costruire l’atleta attraverso l’ingerimento in giuste dosi di proteine, carboidrati e lipidi, tenendo in debita considerazione il necessario equilibrio tra alimenti ingeriti e
consumo di energie. Insomma non c’è atleta, non c’è ragazzo sano senza uno stile
di vita che poggi le sue basi
su cibi sani e movimento.
L’invito alle mamme è perentorio: educare i figli sin
dalla piccola età a consumare frutta e verdura ogni
giorno. E nelle indicazioni
comportamentali si è soffermata Mary Lista. I suoi consigli? Tanta acqua (in condizioni normali da 6-8 bicchieri al giorno), tè, latte, spre-
mute, bevande idrosaline
solo per gli sportivi adulti,
evitare le bevande gassate;
cinque momenti nutritivi al
giorno, metà pranzo fatto di
vegetali, mai fare sport a digiuno, o subito dopo il pasto. Al termine visibilmente
soddisfatti genitori e ragazzi, così come i mister della
Scuola calcio Giuseppe Iacovino, Mimmo Diazenna e
Vincenzo Castellano e la
chiosa del dirigente Miraglia con la personale soddisfazione, i ringraziamenti
di rito a chi ha collaborato
all’iniziativa e la promessa:
«E’ nostra intenzione organizzare altri incontri con altri esperti: penso al primo
soccorso, all’igiene dei luoghi». Promessa da mantenere.
Antonio Romano
[email protected]
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MONTALBANO
Mantovano
«La famiglia
sotto attacco
delle leggi»
MONTALBANO JONICO - Si è tenuto nella sala “Giovanni Paolo II”
della parrocchia di S.
Rocco a Montalbano Jonico, un incontro-seminario sul tema “Sos Famiglia”, organizzato
dall’associazione “Alleanza Cattolica” e dal
Circolo Culturale “L’Arco”. Sono intervenuti
Giuseppe Pergola, referente del Forum regionale delle Associazioni
sì alla famiglia e ha tracciato un sintetico bilancio dell’attività del Forum ed ha prospettato
un programma di iniziative per i mesi futuri.
Leonardo Giordano,
preside del Liceo “Fermi” di Policoro, il quale
si è occupatori recensire il romanzo utopistico
di Aldous Huxley “Il
Mondo Nuovo”, svelando le tante quasi esatte e
geometriche previsioni
fatte dallo scrittore inglese nel 1933 allorchè
il romanzo fu pubblicato. In particolare ha fatto risaltare come in
quella società futuristica disegnata da Huxley
la famiglia fosse del tutto eliminata dall’orizzonte sociale e come
proprio l’apparire di
una sorta di “famiglia
residuata” mettesse in
crisi questo mondo. E’
intervenuto, inoltre,
Alfredo Mantovano, già
sottosegretario all’Interno e Magistrato della
Corte di Appello di Roma. Mantovano ha passato in rassegna i tanti
“attacchi”alla famiglia,
che si stanno registrando nella legislazione,
nelle normative ministeriali, nelle pratiche
degli enti locali. Si configurerebbe un vero e
proprio assalto a questo
istituto fondamentale
della compagine sociale
e del diritto naturale.
«Sarebbe il caso -ha rimarcato Mantovanoche i tantissimi italiani
che credono nel ruolo
fondamentale di questo
istituto comincino a
mobilitarsi, come nel
2007 con il Family Day
perché laddove esiste
questa mobilitazione,
c’è controllo sociale dal
basso e questa deriva
antropologica può essere frenata ed arrestata».
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
SOS AMBIENTE
COME «PURIFICARE» LE AREE SIN
Giovedì 15 maggio 2014
INVESTIMENTO
Paralisi produttiva per gli agricoltori che
cercano nuove strade per riemergere.
Una coltura per «riparare» l’ambiente
Una bonifica «da sballo»
la canapa anti-inquinanti
CUMULI Ammasso di amianto in Valbasento
Dopo Acerra e Caivano potrebbe toccare a Valbasento e Tito
PIERO MIOLLA
l Una bonifica «da sballo»: è quella che
offrirebbe la canapa se solo la si prendesse
in considerazione per ripulire i due Sin (Siti
d’Interesse Nazionale) lucani di Tito e Valbasento. Per alcuni potrebbe essere una provocazione, visto che parliamo della ma-
ni scorsi 27 ettari di terreno che si trovano a
metà strada tra la centrale Enel di Cerano
ed il petrolchimico, all’interno del parco
regionale «Saline» di punta della Contessa,
sono stati seminati e saranno coltivati con
la canapa. L’idea è di alcuni soggetti privati
che, considerate le difficoltà produttive della zona, dovute anche all’impatto ambientale dei vicini stabilimenti
industriali, hanno deciso di investire in
una tipologia di coltura che consente
una
riparazione
ambientale e può
essere impiegata
nel settore della
bioedilizia, del consumo alimentare,
tessile o farmaceutico. Una situazione
che è molto simile a quella due Sin
lucani. In Valbasento, ad esempio, gli
imprenditori agricoli fiaccati dall’inquinamento della zona sono in una
situazione drammatica: la loro autodenuncia, concretizzatasi anche nei
prelievi privati fatti commissionare
di recente, li ha praticamente portati alla
paralisi produttiva. Hanno invano chiesto
alla Regione Basilicata di accertare se i loro
terreni (anche quelli non rientranti nel Sin)
siano food, cioè possano ospitare coltivazioni commestibili, o no food. In questo caso
la soluzione potrebbe proprio essere la con-
versione della produzione. La canapa, dunque, potrebbe aiutarli, così come potrebbe
aiutare in generale nella bonifica dei terreni del perimetro del Sito d’Interesse Nazionale. Cosa ne pensano in Basilicata? Nella terra dei «petrolieri», nella regione dove è
vietato anche solo pensare di ipotizzare che
qualcuno ha inquinato o continua ad inquinare, la bonifica ha in
dotazione circa 23 milioni
di euro. La torta è già pronta per essere «aggredita»,
con il rischio che la bonifica, che dovrebbe dare
un futuro, anche non immediato, alla valle, si trasformi in un semplice passaggio di carte funzionale
alla ripartizione dei soldi. A chi sta conducendo le danze in merito, ma anche a tutti
quei soggetti privati che «soffrono»” l’inquinamento, giova ricordare che la piantagione di canapa a ridosso di insediamenti
industriali che hanno una forte storia di
impatto ambientale ha anche un significato
di riqualificazione dei terreni. Inoltre, potrebbe essere fonte di buona economia. In
buona sostanza, l’investimento tornerebbe
utile per ripulire la terra e dare ricchezza:
con una sola azione, dunque, si otterrebbero
due risultati positivi. Forse, però, per una
regione pesantemente condizionata da fattori esterni, quasi sempre predominanti,
tutto questo potrebbe essere troppo.
INTUIZIONE
L’idea è di alcuni soggetti
privati per fronteggiare i
«veleni» nel terreno
rijuana che di solito viene utilizzata per
altri scopi, ma non è così: la coltura, infatti,
consente anche una sorta di fitobonifica dei
terreni inquinati. Sul punto gli esperti non
hanno dubbi e l’esperimento non è nuovo: è
già stato tentato ad Acerra, Brindisi e Caivano. Proprio nella città salentina nei gior-
Il «fitorimedio», tecniche
di pulitura di suoli e acqua
In Basilicata, come detto, ci sono due aree
pesantemente compromesse come quella
di Tito e della Valbasento: per esse sono
disponibili complessivamente 46 milioni di
euro e, di recente, la Regione ha anche
approvato il cronoprogramma definitivo.
Al momento, non conoscendo ancora i
progetti, non è possibile dire in che modo,
concretamente, la bonifica verrà fatta: il
timore, però, è che si risolva in un semplice movimento terra da un luogo ad un
altro in ossequio alla tendenza tutta italiana che esalta le emergenze, senza prevedere sbocchi risolutivi. Le due aree,
invece, necessitano di un piano di bonifica
che sia effettivo e risolutivo: c’è bisogno di
dare una nuova speranza a quelle terre,
non solo per garantire nuovamente ai
residenti quel diritto alla salute ormai
totalmente disatteso, ma anche per garantire un nuovo sviluppo economico.
[p.miol.]
ERBA Coltivazione di canapa a ridosso di fabbriche
Gli esperti
«Vantaggi e risparmio idrico»
Un sistema che comincia a diffondersi in Italia
l Non c’è solo la canapa: il problema
dell’inquinamento ambientale può essere
affrontato, in alternativa o in combinazione con le tecnologie tradizionali di
bonifica, con una serie di tecnologie efficaci, economiche e, soprattutto, a basso
impatto ambientale, che vanno sotto il
nome di fitorimedio. Si tratta di tecniche
che prevedono l’utilizzo di piante per la
rimozione o la degradazione delle sostanze
inquinanti presenti nei suoli e nelle acque.
Il sistema è stato messo a punto negli Stati
Uniti e sperimentato con ottimi risultati
per la produzione di biomassa, a partire
dal 2001. Ora, però, inizia a fare capolino
anche in Italia. I tecnici e gli studiosi, in
tema di bonifica ambientale, rilevano che
troppo spesso il problema dell’inquinamento viene affrontato solo nei casi di
conclamata emergenza e senza l’utilizzo di
un approccio risolutivo: la maggior parte
delle volte, infatti, per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque ma,
soprattutto, dei suoli si fa ricorso semplicemente alla rimozione degli stessi dal
sito ed al loro conferimento in discariche
speciali o in impianti di trattamento. Un
approccio, questo, che sposta semplicemente il problema in un altro sito, generando altresì, enormi costi sia economici che ambientali a carico della società. Perché, dunque, non invertire la
tendenza e puntare in modo deciso verso il
fitorimedio? Sono centinaia le piante che si
prestano a svolgere l’operazione di bonifica: le felci, per la capacità di accumulo
dei metalli, la comune canna di fiume,
utilizzabile in un secondo tempo anche
come biocombustibile. Un esempio perfetto, poi, è il pioppo: oltre a crescere in
fretta, infatti, ha un costo molto contenuto.
INQUINAMENTO Schiuma nel Basento
AREA La zona industriale della Valbasento
L’utilizzo della canapa, oltre a bonificare i siti
inquinati, secondo gli esperti del settore avrebbe
anche altri vantaggi. Quali? In primo luogo creerebbe un nuovo rapporto tra agricoltura ed industria. Favorirebbe, poi, anche lo sviluppo sostenibile e quello occupazionale per nuove attività di
trasformazione e commercio. Porterebbe ad un
risparmio idrico in agricoltura ed al contrasto alla
deforestazione ed alla desertificazione. Con la canapa, inoltre, verrebbero prodotti beni senza
problemi di riciclo perché provenienti da fonte
biologica. Importante sarebbe anche la produzione di materiali necessari al risparmio energetico ed alla riqualificazione degli edifici. Vi sarebbe
un’azione di sequestro di anidride carbonica. Ovviamente la coltivazione della canapa sui terreni,
sia ad inquinamento acclarato che ad inquinamento dubbio, eviterebbe di sicuro la coltivazione di prodotti food su di essi. Infine, una precisazione da parte di alcuni biotecnologi: con la canapa i metalli pesanti non verrebbero degradati
ma, al più, accumulati nella pianta. Per questo la
canapa viene definita un iperaccumulatore. Gli
inquinanti che possono essere degradati, invece,
sono solo quelli organici che per qualche motivo
entrano nei cicli catabolici della pianta, ovvero ne
diventano nutrimento: dalla loro degradazione la
pianta accumula energia. L’Italia è il secondo
produttore mondiale di canapa per quantità ed il
primo per qualità: il 40% della produzione nazionale viene coltivata in Campania.
[p.miol.]
La scheda
. Una tecnica innovativa e a basso costo
L’utilizzo della Canapa (Cannabis sativa) per la
bonifica dei suoli inquinati, è possibile attraverso
una tecnica innovativa, eco-compatibile ed a basso costo, chiamata phytoremediation. In pratica,
tale tecnica prevede lo sfruttamento delle capacità
proprie di alcuni vegetali di assorbire, degradare o
stabilizzare gli inquinanti del suolo risanandolo e/o
evitando l’inquinamento delle falde. La canapa si
presta ad essere utilizzata nella bonifica dei terreni
in quanto è facilmente coltivabile, si adatta bene a
molti tipi di terreni e di climi e produce un’alta biomassa utilizzabile nell’industria non alimentare.
Per questo motivo negli ultimi anni sono partite
numerose sperimentazioni al fine di saggiare la
reale capacità rimediatrice della canapa industriale, ultima in ordine di tempo quella di Brindisi. Attualmente si hanno però solo dati sperimentali
che, in ogni caso, incoraggiano l’uso della canapa
per la bonifica di suoli contaminati da metalli pesanti, come i due Sin lucani. Gli esperti sostengono, prudentemente, che sarebbe necessario allargare la sperimentazione per ottenere dati definitivi
sul suo possibile impiego nel recupero di suoli
contaminati sia da inquinanti inorganici (metalli
pesanti, appunto) che organici.
[p. miol.]
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Giovedì 15 maggio 2014
SOS AMBIENTE
IL PERTUSILLO «MALATO»
FABIO AMENDOLARA
«Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era di
interesse pubblico far sapere alla
popolazione che la diga era inquinata». Maurizio Bolognetti, leader
dei Radicali, giornalista, aveva ragione. È stato accusato per anni
inutilmente di rivelazione del segreto d’ufficio. Ieri mattina i giudici
del Tribunale di Potenza l’hanno
assolto con questa motivazione: «Il
fatto non costituisce reato». Poteva
divulgare quei dati. Anche se erano
coperti dal segreto d’ufficio.
C’era un interesse superiore. Il
diritto dei cittadini a essere informati. Nonostante ciò la Procura l’accusa era rappresentata in aula
dal pubblico ministero Daniela Pannone - aveva chiesto una condanna a
due anni di reclusione.
Perché? Bolognetti aveva ricevuto
una mail e reso pubblico l’inquinamento del lago Pertusillo, svolgendo la sua funzione di giornalista.
Ma per la Procura «in questo caso
l’inquinamento non c’entra. In questo processo - aveva detto ai giudici
nel corso della scorsa udienza il pm
Renato Arminio - bisogna riportare
l’attenzione sulla violazione del segreto istruttorio».
Ma Bolognetti, difeso dall’avvocato Vincenzo Montagna, sapeva
L’ACCUSA
Diffuse i dati contenuti in un’informativa
della Polizia provinciale. Per la Procura
era una «rivelazione del segreto d’ufficio»
LA CONVENZIONE DI «AARHUS»
«In caso di minaccia per la salute siano
diffuse immediatamente tutte le informazioni
in possesso delle autorità pubbliche»
Inquinamento senza segreti
I giudici assolvono Bolognetti
Il fatto non costituisce reato. Il radicale commenta: «C’è un giudice a Berlino»
tamente. Ma si è «beccato» un bel
procedimento penale. Ieri mattina è
arrivata l’assoluzione. Il presidente
del collegio penale del Tribunale di
Potenza Aldo Gubitosi ha letto in
aula il dispositivo: «Assolto».
«Questa volta posso scriverlo senza punto interrogativo: c’è un giudice a Berlino». È stato il commento
di Bolognetti.
Un lungo sfogo inviato nel pomeriggio alle redazioni dei giornali
riassume i quattro anni trascorsi
dalla denuncia all’assoluzione: «Per
il Tribunale di Potenza, per il collegio giudicante presieduto da Gubitosi, non ci fu rivelazione di segreto in relazione alla divulgazione
di dati ambientali inerenti la diga
del Pertusillo. A mente fredda avró
modo di tornare su una vicenda che
mi ha tenuto sulla corda per oltre
quattro anni, ma oggi voglio solo
LE ANALISI
LE CONFERME
L’Arpab ha poi confermato
che il sito era inquinato. Così
come denunciato dal radicale
Per le analisi, non fidandosi
dei laboratori pubblici, si
affidò a un laboratorio privato
che con quei dati il tenente della
polizia provinciale Giuseppe Di Bello avrebbe poi preparato un’informativa per la Procura? Per Bolognetti far sapere alla comunità che
il Pertusillo - come successivamente
ha confermato l’Arpab - era inquinato era una priorità.
La Procura però gli contesta di
aver violato il segreto istruttorio. La
battaglia di Bolognetti - prima ambientale e poi giudiziaria - mirava a
dimostrare che l’interesse pubblico
per la pubblicazione dei dati sull’inquinamento è prevalente rispetto al
segreto d’ufficio per l’indagine che
poi è scaturita dall’informativa del
tenente.
Il tenente, che aveva scelto di
essere giudicato con il rito abbreviato, è stato condannato a due mesi
e 20 giorni e a tre mesi in secondo
grado (la pena è sospesa e il tenente
aspetta la Cassazione).
Il tutto per aver denunciato. «Un
ribadire che ho onorato la legge e il
diritto. Di certo, il diritto dei cittadini lucani a poter conoscere per
deliberare. Non poteva esserci rivelazione di segreto su analisi Arpab mai diffuse, e a maggior ragione, su analisi da me commissionate e pagate».
Giustizia è fatta. «Oggi - sostiene
Bolognetti - dico grazie al presidente
Gubitosi, al mio avvocato Vincenzo
Montagna, a chi si è indignato e a
chi mi ha sostenuto e mi sta manifestando stima e affetto. Nelle
prossime ore, sarà il caso di ricostruirla questa storia, fatta di
accuse infami, che mi sono state
indirizzate da chi di mestiere fa il
portavoce di non do chi e non so
cosa, e di palesi incompatibilità
ambientali. In attesa di leggere le
motivazioni, dico che questa sentenza rappresenta un importante
precedente. Sì, c’è un giudice a
Berlino».
TRIBUNALE Maurizio Bolognetti con l’avv. Vincenzo Montagna
paradosso», lo ha definito a più
riprese l’esponente dei radicali. I
due, che avevano sollevato dubbi
sulla qualità delle acque del Pertusillo, per le analisi, non fidandosi
dei laboratori pubblici, le avevano
affidate a un privato. I dati emersi
erano preoccupanti.
Per questo motivo Bolognetti li ha
resi pubblici, onorando la convenzione di Aarhus che, all’articolo
cinque, comma “C” recita: «In caso
di minaccia imminente per la salute
umana o per l’ambiente, imputabile
ad attività umane o dovuta a cause
naturali, siano diffuse immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a
chiunque possa esserne colpito di
adottare le misure atte a prevenire o
limitare i danni derivanti da tale
minaccia».
Bolognetti lo ha fatto immedia-
CASO CLAPS IN AULA IL RACCONTO DI FILOMENA IEMMA
«non recavano tracce o altro»
che facessero presupporre la
natura biologica. Solo da questi reperti non è stato prelevato alcun campione. Per il
resto, il genetista dell’Università Cattolica di Roma, autore
della perizia genetica che la
Procura definisce «flop», riteneva di aver fatto proprio
tutto il possibile. Ma gli è
andata male. I carabinieri del
Ris, a cui successivamente è
stato affidato l’incarico, il dna
l’hanno trovato. Eppure Pascali ha analizzato 150 campioni. «Solo alcuni - spiega in
un documento - hanno restituito la positiva prova evidenziaria di essere un tessuto
Insieme a Bolognetti fu
il primo a lanciare l’allarme
sull’inquinamento del lago
del Pertusillo. Ma per quella coraggiosa denuncia invece di ricevere un premio
ha ottenuto una condanna: tre mesi di reclusione e
tre mesi di interdizione dai
pubblici uffici (pena sospesa). Più di quanto avevano
stabilito i giudici di primo
grado (due mesi e 20 giorni e nessuna pena accessoria, a seguito di rito abbreviato). Il tenente della
polizia provinciale Giuseppe Di Bello è stato condannato anche in appello. E
ora attende la decisione
della Corte di cassazione.
La richiesta del sostituto
procuratore generale Modestino Roca era ancora
più pesante: tre mesi di reclusione e un anno di interdizione. L’accusa: rivelazione del segreto d’ufficio
per aver divulgato i dati
sull’inquinamento delle dighe. Per quell’azione il tenente Di Bello è stato anche sospeso dal servizio
per due mesi. Maurizio Bolognetti, leader dei radicali
lucani, invece, scelse il rito
ordinario. Fu lui a diffondere i dati che gli aveva fornito Di Bello. All’udienza preliminare i due imputati si
divisero.
E per Di Bello la giustizia
ha avuto una marcia in più.
Nel giro di un anno arrivò
la sentenza di primo grado. E in quattro anni è arrivato in Cassazione. Il tenente è stato condannato
perché ritenuto un pubblico ufficiale e in quanto tale, secondo l’accusa,
avrebbe dovuto tenere
quei dati sotto chiave.
MAFIA SENTENZA IN GIUDICATO
Processo al prof. Pascali
Parla la mamma di Elisa
l Il professor Vincenzo Pascali dovrà spiegare ai giudici
del Tribunale di Salerno perché ha scartato la maglia che
indossava Elisa Claps il giorno
dell’omicidio. E con molta probabilità, quindi, dovrà farlo
proprio davanti ai familiari di
Elisa. Davanti a mamma Filomena che quella maglia
l’aveva intrecciata ai ferri
qualche settimana prima del
delitto. E ieri in udienza ha
parlato proprio la mamma di
Elisa. Mamma Filomena ha
raccontato i 20 anni del caso
Claps.
Il medico legale sostiene di
aver considerato tutti i reperti.
E che solo alcuni, una dozzina,
Processi incrociati
Ma per il tenente
arrivò la condanna
Cassotta condannati
dalla Cassazione
Due ordini di cattura
GENETISTA Vincenzo Pascali
umano». Pascali sostiene che
«tutti i campioni prelevati sono stati comunque sottoposti
all’estrazione di Dna, senza riguardo per la positività o negatività esibita all’esame di
tessuto umano».
l Due appartenenti al clan
Cassotta sono stati arrestati: A.
C. classe 1987 di Melfi e R. M.
classe 1950 di Venosa, entrambi
già giudicati, unitamente ad altri soggetti, con sentenza emessa
dalla corte di assise d’appello di
potenza in data 13.07.2011,
nell’ambito dell’operazione denominata Fox (2009), divenuta
definitiva lo scorso 8 maggio 2014
a seguito di pronunciamento della corte suprema di cassazione. I
due sono stati entrambi condannati in via definitiva alla pena di
anni otto di reclusione in relazione al delitto di associazione a
delinquere di stampo mafioso,
per aver preso parte al “clan Cassotta” di Melfi.
PER
LA
PUBBLICITÀ
SU
BARI: 080/5485111
BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982
POTENZA: 0971/418536
RASSEGNASTAMPA
IV I POTENZA CITTÀ
Giovedì 15 maggio 2014
POTENZA AL VOTO
LA CAMPAGNA ELETTORALE
CAPOLUOGO SOLIDALE
Disabili, giovani, terza età, tre temi molto
«gettonati» soprattutto nei periodi a ridosso
delle votazioni. Ci sono proposte concrete?
Candidati sindaco a confronto
sulla città del disagio diffuso
Giovani, anziani e disabili: come favorire integrazione e aggregazione
EMANUELA FERRARA
l I candidati sindaco della città
di Potenza affrontano il disagio
accettando l'invito del Cad (centro
ascolto disagio) che li ha chiamati
a raccolta presso la Biblioteca Nazionale. Affrontare questa tematica non è cosa semplice, non fosse
altro che la parola «disagio» ha in
sé innumerevoli sfumature. Ed è
proprio di questo che il Cad si
vuole occupare. Far aprire gli occhi su quelle realtà spesso lasciate
ai margini. Dimenticate e non
considerate da chi ha il compito
ed il dovere di amministrare i propri cittadini, anche quelli con le
più svariate problematiche.
Si è parlato di giovani, di anziani e disabili. Tre categorie che,
maggiormente rispetto alle altre,
si sentono lasciate al proprio destino. Ognuno dei sei candidati
(Michele Cannizzaro, Dario De
Luca, Giuseppe Di Bello, Roberto
Falotico e Savino Giannizzari,
Luigi Petrone), ha all'interno del
suo programma elettorale qualche riferimento a suddette categorie. Per non parlare poi dell'abusatissima parola «integrazione», riferita alle minoranze extracomunitarie, pur presenti in maniera massiccia sul territorio, ed
a tutti coloro che vivono momenti
di alta drammaticità.
Tante le parole spese e soprattutto tante le domande da parte
dei componenti del Centro Ascol-
to. «Una città che non accetta i
disabili è indegna - ha affermato
Savino Giannizzari di Movimento Cinque Stelle - e Potenza su
questo deve fare ancora molta
strada». È forse questo uno dei
disagi maggiori del capoluogo di
regione: la totale incapacità di
mettersi a servizio dei diversamente abili. Non ci sono isole pedonali o strumenti adeguati per
far fruire tutti del servizio di trasporto pubblico. Esattamente come mancano, ed è solo un esempio, rampe di accesso per il teatro
Stabile. «I diversamente abili chiude Giannizzari - dovrebbero
essere parte attiva nei collaudi
delle strutture. Unico modo per
garantire una perfetta realizzazione di queste».
Ma disagio è anche e soprattutto il male di vivere, ben presente in questa città considerata
la più triste di Italia. È la cronica
mancanza di lavoro, con la conseguente precipitazione dell'individuo che non riesce più a sentirsi
utile per se stesso e per la sua
famiglia, prima forma associativa. È il non riuscire a sentirsi
parte di una comunità perché chi
sta ai vertici bada solo ai suoi
interessi. Ed allora diventa indispensabile, come sottolinea Di
Bello di Lucania Libera, creare un
canale comunicativo con tutte le
associazioni che operano sul territorio affinché si possano capire
le reali esigenze di tutte le cate-
Carretta (Pd)
Via alle procedure di sospensione dal partito
«Ora Messina e Pesarini si dimettano»
Il segretario cittadino del Pd, Giampiero Iudicello, ha avviato le
procedure di sospensione o di espulsione dal Pd di Ciriello, Pesarini
e Messina. Nel renderlo noto, il capogruppo uscente del partito al
Comune di Potenza, Giampaolo Carretta, sostiene come Messina,
Pesarini e Ciriello (questi ultimi due candidati nella lista che appoggia
Roberto Falotico) «non rappresentino più politicamente nella Giunta
comunale il gruppo del Pd, nel quale sono stati eletti. Il regolamento
delle Commissioni di garanzia del Pd - aggiunge - indica chiaramente
l'esclusione dall’Anagrafe degli iscritti di coloro che si candidano in liste alternative a quelle del Pd e di quanti si rendano responsabili di
grave danno all’immagine del partito.
Dato il gravissimo comportamento adottato sul piano della coerenza
politica e dell'adesione agli ideali del Pd e dell'intera coalizione di
centro-sinistra, decidendo di sostenere un candidato sindaco, consigliere regionale uscente, eletto nelle liste di centro-destra, è evidente
che i suddetti consiglieri abbiano contravvenuto al regolamento e
dunque farebbero bene, per coerenza e dignità politica, a rassegnare
le proprie dimissioni, dal momento che stanno svolgendo, uno direttamente, l'altro indirettamente, la campagna elettorale da Assessori
in carica contro la Giunta e la coalizione di cui fanno parte. Si auspica
che anche il sindaco pro tempore Pietro Campagna - conclude Carretta - prenda atto di tale incresciosa situazione».
.
gorie e mettere in pratica politiche degne di una società civile.
Società civile che ha come pilastri portanti due elementi: anziani e famiglia. Centro dei discorsi di Michele Cannizzaro e
Dario De Luca. «Il benessere di
una città - ha dichiarato Cannizzaro - dipende dallo stato di felicità e di serenità di chi ci cir-
conda e con noi completa la cellula della società: la famiglia, i
nostri figli, gli anziani. Abbiamo a
cuore il loro stato, la loro salute, il
loro benessere». A volte sono le
piccole azioni a rendere grande
una città e dunque si può guardare di buon occhio «Nonni a
spasso», un'iniziativa che prevederà tra gli altri servizi navetta
messi a disposizione dal Comune
e gestiti da Cooperative per assicurare il trasporto verso strutture ospedaliere e ambulatori medici, luoghi e centri di aggregazione e spesa a domicilio e ritiro
ricette mediche. Senza contare
che, così facendo, si garantirebbe
lavoro - secondo il candidato Cannizzaro - a ben 10mila OSS pre-
LE PRIORITÀ DOPO LE FORZE DATORIALI IL CONFRONTO SI ESTENDE ALLE PARTI SOCIALI CHE CONDIVIDONO IL METODO DELLA PARTECIPAZIONE
Una «mission» da disegnare insieme
Falotico a sindacati: «Lavoro e welfare»
LUIGIA IERACE
l Dopo le forze datoriali è la volta dei
sindacati con i quali il candidato sindaco
dell’altro Centro sinistra, Roberto Falotico allarga il confronto. «Non è un vero
programma quello che vi presento - esordisce davanti ai rappresentanti di Cgil,
Cisl, Uil e Ugl - ma solo le mie opinioni che
andranno ad arricchirsi con i contributi di
tutti». Insomma una nuova mission da
condividere per la città capoluogo partendo da una riflessione comune nella consapevolenza che Potenza «deve riappropriarsi del suo ruolo. Non credo - ha detto
Falotico - che sia giusto andare ogni anno
dalla Regione a chiedere il “salva Potenza”. Vanno individuate le priorità e la città
deve tornare a parlare di lavoro. Una tematica un po’ tralasciata perché si pensa
che Potenza sia solo una città di servizi.
Invece si fa anche lavoro». Un «lavoro che
non si crea con decreto» hanno detto i
sindacati, ma per questo «occorrono scelte
che la politica deve necessariamente fare».
E il dito delle forze sindacali va sui Fondi
Ue e sulla nuova programmazione. «È
un’importante opportunità, ma possiamo
giocare una buona partita solo se riusciamo ad abbattere la logica della programmazione a pioggia».
Il tema della partecipazione diventa
quindi centrale. Ma il confronto, hanno
rilevato i sindacati, deve spostarsi anche
nella fase attuativa dei programmi. La-
INCONTRO
Alcuni
momenti del
forum che si
è svolto ieri
con i
candidati
sindaco di
Potenza.
L’evento è
stato
organizzato
dal Cad
[foto Tony Vece]
ELEZIONI Roberto Falotico, candidato sindaco a Potenza per l’altro Centro Sinistra [foto Tony Vece]
voro e welfare in una visione della città e
del territorio più allargata. E se si parte
sempre dal bilancio e dalla ridda di numeri del debito, una delle priorità sulle
quali investire la Regione è il tema dei
rifiuti, sui quali occorre avviare una conferenza di servizi. Poi il tema del lavoro che
non può prescindere dalla semplificazione. «È fondamentale dare certezze ai cittadini. I tempi per avere un’autorizzazione
o una certificazione non possono essere
legati a un punto interrogativo».
E poi le sfide per rendere attrattiva la
città e la sua università incentivando i
giovani a restare. E poi uno sguardo
all’ambiente. «Il 38% della Basilicata è coperto da boschi, perché non passare da una
forestazione assistita a una produttiva utilizzando le biomasse vegetali?». E il tema
della mobilità: una spesa di ben 14 milioni
di euro. «Ma c’è un utile di impresa?», ha
chiesto Falotico. «E questo vale per Cotrab. Un tempo c’erano le municipalizzate:
dai trasporti ai rifiuti. Funzionavano meglio? Chissà, certo è che in questo senso
occorrono scelte coraggiose».
senti sul territorio. E poi ben venga anche la riapertura, proposta
da Falotico, dell'ente comunale di
assistenza, in grado di gestire le
più disparate criticità.
Belle proposte certo, da parte di
tutti, nessuno dei sei escluso. Bisognerà vedere, però, quanto sapranno attuare una volta al «potere».
le altre notizie
SEGRETERIA REGIONALE DEL PD
Cifarelli: subito i nuovi vertici del partito
n Superare l’empasse legata al rinnovo dei vertici regionali
attraverso l’elezione del nuovo segretario e della nuova
direzione regionale. È l’appello lanciato dal capogruppo
regionale del Pd, Roberto Cifarelli, che ricorda come siano trascorsi poco più di 100 giorni dall’avvio della decima
legislatura: «L’approvazione della manovra finanziaria
2014 ha rappresentato la priorità assoluta soprattutto per
gli aspetti che riguardano la solidarietà sociale, la spending review e le misure per il sostegno allo sviluppo della
Basilicata. In questa settimane il gruppo del Pd, spina
dorsale della maggioranza di centrosinistra, ha con lealtà
portato il proprio contributo per definire e rafforzare il
profilo riformista messo in campo dal Presidente Marcello Pittella. In questi giorni ho incontrato e discusso con
ciascun consigliere del gruppo Pd e condividiamo il pensiero che la fase così difficile per la vita della comunità
regionale richiede un supporto all’attività di governo che
solo un Partito Democratico più forte, più autorevole e
più coeso, può garantire».
Cifarelli invita i candidati alla carica di segretario regionale «a proporre alla Direzione regionale in carica da tenersi nella prima data utile dopo le imminenti elezioni europee, anteponendo alle legittime aspirazioni il senso di
unità, un percorso congressuale tale da garantire un reale
confronto democratico e la partecipazione di iscritti, simpatizzanti, elettori, cittadini in modo tale che l’esito finale,
rappresentato dal voto alle primarie, diventi patrimonio
condiviso del popolo democratico, riconosciuto come il risultato di un vero confronto tra piattaforme programmatiche diverse. Le feste democratiche, che usualmente si tengono nel periodo estivo, possono rappresentare le comuni
occasioni di fecondo dibattito e di reale partecipazione per
far emergere le singole tesi congressuali». Cifarelli si dice
fiducioso che il Pd di Basilicata «saprà anche in questa
circostanza dare prova di lungimiranza e, soprattutto, di
tenere in unica alta considerazione il destino dei lucani più
di quello dei singoli e auspico che i candidati alla carica di
segretario regionale, cui riconosco grandi doti politiche
oltre che di buon senso, recuperino lo spirito vero delle
primarie, contribuendo in modo decisivo a segnare positivamente l’apertura di una nuova fase politica».
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Giovedì 15 maggio 2014
CHIESA DI MACCHIA ROMANA
Durante la messa di domenica
scorsa il sacerdote ha attaccato
Laguardia: «Ha umiliato il clero»
IL RIMPROVERO
Il parroco don Aldo: «L’ho subito
ripreso. Non si parla di politica,
soprattutto in campagna elettorale»
Dal pulpito un attacco
al candidato Laguardia
«Ha umiliato i preti»
Omelia a sfondo politico di
don Giuseppe. Il parroco don
Aldo: «È stato ingenuo.
Chiediamo scusa a tutti»
LETTERA
Nella foto
Gianluigi
Laguardia
candidato
consigliere
comunale di
Forza Italia. È
autore di una
lettera di critica
nei confronti
della Diocesi per
come gestisce i
soldi. Il
riferimento è alla
storia del
prestito
all’avvocato
Lapenna
MASSIMO BRANCATI
.
CENTROSINISTRA IL CANDIDATO SINDACO INCONTRA IL MANIFESTO «PENSIAMO BASILICATA», CONFINDUSTRIA E RAPPRESENTANTI DI IMPRESE SOCIALI
Petrone e il mondo imprenditoriale
«Così la città può aiutare le aziende»
l Il candidato sindaco per il
centrosinistra, Luigi Petrone, ha
incontrato ieri, all’Hotel Vittoria
di Potenza, il manifesto «Pensiamo Basilicata» al quale aderiscono varie associazioni datoriali:
Aci (Lega Coop, Confcooperative,
Agci) Confesercenti, Confartigianato, Confapi e alcuni rappresentanti di imprese sociali. All’iniziativa ha preso parte anche Confindustria con il suo presidente
Michele Somma. «In una fase di
crisi come questa – ha affermato
Petrone - è necessario che la macchina amministrativa diventi più
rapida ed efficiente, vicina al
mondo dell’impresa, del lavoro e
ai cittadini. Lo sviluppo economico e sociale di Potenza va messo
al centro delle politiche di rilancio
della comunità cittadina. L’amministrazione, in tal senso, - ha
aggiunto Petrone - deve cercare la
massima partecipazione e condivisione con i soggetti sociali e le
associazioni datoriali.
Gli imprenditori hanno posto
l’accento su diverse problematiche chiamando in causa il ruolo
della città: «Una città - ha detto
Petrone - che deve essere di servizi, in grado di soddisfare le esigenze del mondo delle imprese».
Occhi puntati, in particolare, sui
trasporti urbani «che sicuramente - ha aggiunto Petrone - vanno
rivisti e coordinati». Altro tema
«gettonato» quello dei rifiuti: a tal
proposito il candidato sindaco del
centrosinistra ha annunciato che
per quanto riguarda la raccolta
differenziata, grazie al protocollo
Conai e Acta, tutto dovrebbe cominciare, in via sperimentale, entro autunno in via sperimentale
dall’autunno, partendo dalle aree
Il caso
Veltroni a Potenza
polemica tra grillini e Lfc
CENTROSINISTRA Il candidato sindaco Luigi Petrone [foto Tony Vece]
rurali del capoluogo. «Sarebbe - ha
aggiunto - un buon inizio per poi
coinvolgere tutta la città».
Si è parlato anche della necessità di rivitalizzare il centro storico migliorando il suo rapporto
con l’Università: «Sarebbe opportuno - ha sottolinea Petrone - creare strutture come sale studio e
mediateche in modo da invogliare
gli studenti a venire in centro per
fare la loro attività di studio e
ricerca. Sono favorevole anche al
trasferimento in centro di una
facoltà, ad esempio Lettere, nel
quadro di un’integrazione con gli
altri contenitori culturali già presenti nella zona, da palazzo Loffredo a palazzo d’Errico nel quale
si potrebbe insediare un polo culturale».
Ma come può il Comune rispondere alle necessità del mondo
imprenditoriale? «Intanto - ha
spiegato Petrone - si potrebbe migliorare la macchina comunale.
Spesso anche l’imprenditoria è un
po’ attardata e ostacolata dalla
burocrazia e se già riuscissimo a
snellire i tempi burocratici per
poter insediare un’azienda credo
che ci sarebbero buoni effetti. In
tale ottica andrebbe potenziato il
Suap, lo sportello unico per le
imprese». Petrone ha anche annunciato il proprio impegno a individuare una zona da destinare
ad area artigianale.
Affondo del Movimento 5 Stelle
sulla Lucana Film Commission (Lfc) e
sul Pd. Lunedì prossimo, al cinema Due
Torri di Potenza, ingresso gratis al film
su Enrico Berlinguer seguito da un’intervista con l’ex leader del Pd Walter
Veltroni. L’iniziativa è organizzata dalla
Lucana Film Commission, dalla Fondazione Basilicata Futuro e dall’Associazione Basilicata 1799. Savino Giannizzari, candidato sindaco del M5S e Piernicola Pedicini, candidato alle Europee,
chiedono di annullare l’iniziativa ricordando che la Lfc «è un organismo pubblico pagato dalla Regione. Quindi alcune domande sorgono spontanee:
chi paga la manifestazione? Perché la
Lfc partecipa all’organizzazione di
un’iniziativa in piena campagna elettorale dove il Pd è protagonista? A che titolo Paride Leporace che è direttore pagato dalla Lcf intervista Walter Veltroni? Leporace spiega che tutto l’evento
era stato organizzato tempo fa d’intesa
tra Lucana Film Commission, Basilicata
Futuro e Basilicata 1799, stabilendo che
le spese vive di realizzazione e promozione venissero ripartite in parti uguali
decidendo la formula dell’ingresso libero: «Non è stato possibile agganciare la presenza del regista all’uscita in
sala considerata la fitta agenda di impegni dell’autore nelle principali città italiane. La produzione ha dato una disponibilità nel mese di aprile per il 19 maggio. A manifestazione annunciata, il Pd
locale, senza chiedere nulla agli organizzatori, ha ritenuto opportuno approfittare della presenza di Veltroni a Potenza, per organizzare una manifestazione elettorale in piazza che nulla ha a
vedere con quella che si terrà al Cinema Due Torri. Nessun cappello partitico è stato posto su questa iniziativa».
l Non è la prima incursione del mondo
ecclesiastico in campagna elettorale. E
non sarà l’ultima. Ma andare così diretto
contro un candidato forse è troppo. Anche
per gli stessi parrocchiani che non hanno
nascosto, a prescindere dalle proprie convinzioni politiche, il disappunto di fronte
a quelle parole al vetriolo inserite in un
contesto che dovrebbe essere solo di preghiera e di riflessione.
Attacco dal pulpito al candidato Gianluigi Laguardia (Forza Italia). Durante
l’omelia di domenica scorsa nella chiesa
di Macchia Romana, a Potenza, il sacerdote, don Giuseppe, avrebbe lanciato
accuse proprio all’indirizzo di Laguardia
sulla scia, a quanto pare, di una sua
lettera al Papa (pubblicata anche dalla
Gazzetta) in cui l’esponente «azzurro» si
diceva deluso di come gestisce i soldi la
Diocesi di Potenza (il riferimento è alla
vicenda del prestito all’avvocato Lapenna).
Don Giuseppe avrebbe riferito della
lettera «su cui il giornalista Gianluigi
Laguardia ha scritto cose cattive su di
noi, sui preti», accusandolo di aver umiliato tutto il clero. E avrebbe chiuso il
discorso dicendo che dopo le elezioni ci
sarebbe stata una risposta ufficiale da
parte della Diocesi.
Il discorso del sacerdote non è piaciuto
neppure ai suoi superiori. Don Aldo,
parroco della chiesa, esprime il proprio
disappunto: «L’ho ripreso immediatamente. Come si fa a dire certe cose
durante l’omelia? È stato imprudente aggiunge don Aldo - e ha dimostrato di
non avere una grande esperienza. Non
posso che porgere le nostre scuse al
candidato per una gaffe davvero imbarazzante».
Il parroco ricorda che il vescovo mons.
Agostino Superbo ha sempre detto di non
fare politica in chiesa, a maggior ragione
durante la campagna elettorale: «Don
Giuseppe - sottolinea don Aldo - è scivolato sulla classica buccia di banana. Ha
dimostrato di essere davvero troppo ingenuo. Ho appreso delle sue parole per il
tramite di qualche parrocchiano che giustamente, alla fine della celebrazione della messa, ha espresso le proprie perplessità di fronte a questa uscita. Ho detto
allo stesso don Giuseppe di chiedere
scusa».
Ma la frittata è stata fatta in una sorta
di riedizione di Peppone e don Camillo.
Domani mattina, alle 10.30, Laguardia
terrà una conferenza stampa nella sede
dell’Assostampa per spiegare, nel dettaglio, cos’è accaduto.
Il candidato di Forza Italia, da sempre
cattolico praticante, parla di gravità dei
fatti accaduti e annuncerà «le iniziative a
tutela della dignità della persona e della
libertà di critica e di informazione».
Nel frattempo, per evitare possibili
contraccolpi elettorali, Laguardia rende
noto che, in attesa dell'incontro con i
giornalisti, ha sospeso le iniziative elettorali «al fine di valutare serenamente
con i massimi dirigenti regionali e nazionali del partito e con il candidato
sindaco che sostengo Michele Cannizzaro, le eventuali iniziative da assumere,
onde evitare ingiustificate strumentalizzazioni a loro danno».
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
Giovedì 15 maggio 2014
LA CITTÀ GLOBALE
EXTRACOMUNITARI NEL CAPOLUOGO
Solidarietà
Alì ricoverato al San Carlo
una colletta per la famiglia
È un commerciante ambulante
molto conosciuto in città. Sotto i porticati di piazza Mario Pagano, a Potenza,
è di casa, ma da alcuni giorni non si fa
vedere. Si chiama Ngom Sarr ma tutti
lo chiamano «Alì». È ricoverato
all’ospedale San Carlo di Potenza dove
ha subito un delicato intervento chirurgico per l’impianto di tre by pass al
cuore.
Per aiutare la sua numerosa famiglia, a
cui viene a mancare il suo supporto, il
gruppo missionario di solidarietà presso la parrocchia di santa Cecilia organizza una colletta con l’obiettivo di coprire almeno i costi del fitto e delle cose
più importanti come gli alimenti.
Tutti coloro che vogliono aderire possono farlo direttamente andando a trovare la famiglia in Largo Rosica a Potenza oppure possono fare riferimento
allo stesso gruppo missionario di solidarietà i lunedì e i giovedì dalle 19 alle
20.30.
COMPITI FOTOCOPIA E BROGLI
Concorso presidi
La commissione
e cinque candidati
indagati a Potenza
Gli immigrati a Potenza
«Si fa poco per l’integrazione»
L’associazione «Vita» creata da marocchini, senegalesi e pakistani
l Gli immigrati a Potenza rivendicano maggiore attenzione e risposte
da parte dell’amministrazione comunale. Risposte che in questi ultimi
dieci anni, per la verità, non sono
arrivate.
La comunità degli immigrati extracomunitari nel capoluogo lucano è più
vasta di quanto si possa immaginare:
dal 2000 ad oggi c’è stata una crescita
esponenziale di stranieri che si sono
fermati a vivere in città con un regolare permesso di soggiorno. In tanti
hanno messo radici, si sono sposati,
hanno creato una famiglia con figli e,
giustamente, si sentono cittadini a
tutti gli effetti.
C’è un’associazione, «Vita», composta per la maggior parte da marocchini, senegalesi e pakistani, che si
occupa di svolgere attività d'integrazione e scambi interculturali con la
città di Potenza. O meglio, c’è un’associazione, nata nel 1992, che vorrebbe
occuparsi di tutto questo. Sono arrivati in Italia nel corso degli anni.
Alcuni da soli, altri con famiglia al
seguito. Un approdo in città alla ricerca di 'fortuna', di un lavoro che
potesse strapparli alle brutture della
loro amata terra. Sono per la maggioranza commercianti ambulanti ma
alcuni di loro hanno trovato un impiego meno precario.
Si dichiarano tutti perfettamente
integrati in questa nuova «casa» anche se i problemi non mancano. «Ci
domandiamo cosa sia per i politici
locali l’integrazione», lamentano Abdel Malek, ex presidente dell’associazione, e Sabar, il suo successore,
recentemente eletto. «In questa campagna elettorale si sente tanto pronunciare questa parola ma nel concreto nessuno ha mai fatto niente per
noi. Non siamo stati mai nemmeno
ascoltati». Fanno riferimento alle innumerevoli domande, presentate alle
varie amministrazioni comunali che
si sono succedute nel tempo, per l’assegnazione di una sede. «Abbiamo
chiesto - spiega Abdel Malek - un
locale dove poterci riunire, pregare e
svolgere vere e proprie attività d'integrazione. Non lo cercavamo gratuito, ma ad un prezzo consono alle
nostre possibilità». «Abbiamo molte
idee che ci piacerebbe realizzare nella
città dove viviamo. Penso ad esempio
ad incontri con le associazioni culturali del capoluogo ed agli scambi che
con queste si potrebbero effettuare».
Tutte richieste protocollate e certificate. Mai una sola risposta pervenuta. «Da marzo scorso - conclude
Abdel - ci è, finalmente, stato assegnato un locale in concessione gratuita da un imprenditore locale, Angelo Galgano. Se un privato cittadino
può fare qualcosa per noi, crediamo
che l’amministrazione possa provare a
fare altrettanto, perchè ormai è qui
che risiediamo, lavoriamo, paghiamo
le tasse. Si parla tanto d'integrazione,
anche durante questa campagna elettorale; invece, nella sostanza, dobbiamo affidarci al buon cuore dei
privati».
GOVERNANCE L’ASSEMBLEA DEI SOCI HA MODIFICATO LO STATUTO, «SUPERANDO» IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Svolta in Acquedotto Lucano
si va verso l’amministratore unico
È di fatto un
provvedimento che sa di
sfiducia nei confronti del
presidente Rosa Gentile
l È stato compiuto il passaggio
burocratico che porta all’azzeramento del Cda e all’istituzione di
un amministratore unico in Acquedotto Lucano. Un passaggio
che aveva anticipato Giovanni
Mussuto, componente del consiglio di amministrazione dimissionario, in aperto contrasto con
la gestione della presidente Gentile. L'assemblea dei soci ha approvato alcune modifiche allo
statuto della società, che introducono, quale organo amministrativo, la figura dell’amministratore in alternativa al consiglio di amministrazione.
In caso di amministratore unico lo statuto prevede che «la nomina ha luogo tra la candidature
dei nominativi previamente in-
EVENTO L’assemblea dei soci di Acquedotto Lucano
dividuati da un numero di soci
che rappresentino almeno il 4,5
per cento del capitale sociale. Sarà eletto chi «avrà riportato la
percentuale maggiore di voto comunque non inferiore al 32 per
cento delle quote sociali computate sul quorum deliberativo».
Si tratta di un atto che, di fatto,
sfiducia la presidente Rosa Gentile, caldeggiandone le dimissioni, ma per ora Gentile resta ancorata alla sua poltrona.
Nel commentare gli esiti
dell’assemblea, la Regione Basilicata, maggiore azionista di Acquedotto Lucano, sottolinea che
il provvedimento s’inserisce nel
solco della volontà di portare a
sintesi l’articolazione di molte
funzioni che rischiano di essere a
volte anche confliggenti.
«Quanto si sta facendo per Acquedotto Lucano – spiega la
Giunta in una nota diffusa
dall’ufficio stampa – è in linea
anche con un più ampio orientamento nazionale, teso a ridefinire i costi delle varie articolazioni istituzionali presenti in
regione, nel segno di una nuova e
particolare necessità di «sobretà
istituzionale» che in questo momento si avverte. La Regione Basilicata ha trovato in Acquedotto
Lucano un interlocutore attento
e disponibile nell’assecondare
questa parte di un più vasto programma di riforma. La Regione
si configurerà in futuro sempre
più come organo di programmazione e sempre meno come ente
di gestione. Anche il tema della
riforma degli enti di governo del
sistema idrico sarà portato in
Consiglio regionale, al fine di pervenire ad una sintesi efficace sulle modalità di riorganizzazione».
PROTESTA La prof. Rosa Gruosso davanti al tribunale [foto T. Vece]
l Al centro della vicenda il concorso per dirigenti scolastici
sulla cui prova sono stati sollevati dubbi di trasparenza. Come
del resto accaduto in altre zone d’Italia. Ricorsi e controricorsi
fino alla denuncia alla Procura e alla nuova correzione degli
scritti da parte di una commissione altamente qualificata.
La magistratura ha inviato avvisi di conclusione indagini
all’intera commissione giudicatrice composta da Sergio Antonio De Franchi (presidente), Francesco Fasolino, Maria
Adele Trotta e Marcello Marino. Per loro l’accusa è falso
ideologico, abuso d’atto d’ufficio e concorso di reato.
Indagati anche alcuni candidati promossi accusati di plagio, la gran parte dei quali già svolge l’incarico di dirigente. Si
tratta di Rosanna Papapietro, Rocco Garramone, Carmela
Cafasso, Giovanni Latrofa e Giosué Ferruzzi. Sui compiti di
tre di loro sono stati trovati interi pezzi «fotocopia», altri
invece hanno riportato pari pari stralci tratti da libri.
A questo punto, sulla scia dell’inchiesta, resta da capire
quale sarà il destino lavorativo
degli indagati, molti dei quali,
come dicevamo, occupano un
ruolo di dirigente in istituti scolastici della provincia.
Tutta la vicenda è partita nel
2008 quando è stato pubblicato il
bando che in tutta Italia avrebbe
dovuto portare al reclutamento
di circa 2.300 presidi tra un esercito di 150mila candidati. I lucani che hanno presentato domanda sono stati quasi 700, ma
solo in 140 hanno superato la prima prova preselettiva, a
ottobre del 2011. Alla seconda prova scritta sono cominciati i
problemi a cominciare dall’attribuzione dei voti agli elaborati
per stilare l’elenco degli ammessi a sostenere la successiva
prova orale. In questa fase è scattata, tra le altre, la denuncia
della professoressa Rosa Gruosso, docente del liceo Classico
«Quinto Orazio Flacco» di Potenza, che ha sentito puzza di
bruciato. Ha sempre invocato la verità sulla valutazione delle
prove, ha invocato il ripristino della legalità, impedendo che
chi ha ottenuto un beneficio in modo ingiusto (promosso pur
avendo copiato o grazie al canale preferenziale della commissione) possa trarne ulteriori vantaggi.
Per due anni ha portato avanti la sua «battaglia» sollecitando risposte senza ottenerle. Ad aprile scorso ha dato vita
ad una protesta davanti al tribunale di Potenza (nella foto in
alto) per chiedere di fare luce su questa storia che, comunque
vada a finire, non fa onore alla scuola e a chi la rappresenta. La
docente - promossa al concorso dalla consulenza tecnica messa in piedi dalla magistratura - ha motivato così le ragioni
della sua protesta: «Dopo le sollecitazione fatte - ha detto
Gruosso - non c’è stata alcuna risposta.
Mi era stato riferito che, già da un anno e mezzo, si sarebbe
potuto procedere d’ufficio. I fatti che mi risultano sono i
seguenti: dopo la consulenza tecnica di altissimo livello scientifico, sarebbero stati bocciati diversi nuovi dirigenti che
invece erano risultati vincitori di concorso. Mi chiedo: perché
non stati assunti provvedimenti? Non è spreco di denaro
pubblico il fatto di stipendiare dirigenti che dovevano essere
bocciati? Peraltro, prossimamente questi stessi presidi (che
dovevano essere bocciati) saranno presidenti nelle commissioni degli esami di Stato.
Inoltre la graduatoria degli idonei continuerà a scorrere: è
giusto che le cose debbano andare in questo modo? Chiedo di
conoscere la valutazione relativa alle mie prove d’esame così
come è emerso dalla nuova correzione da parte della commissione d’alto profilo. Tutto ciò che domando è una soluzione
con risposta immediata».
La professoressa Rosa Gruosso ne ha fatto una questione di
principio. Dopo tanto penare, dopo le pressioni, le vessazioni,
gli insulti e le offese, finalmente la docente ha avuto almeno
una prima risposta dal punto di vista giudiziario.
MAGISTRATURA
Avvisi di conclusione
indagini da parte della
Procura potentina
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA CITTÀ
LA CITTÀ VIVIBILE
SHOPPING E SVILUPPO
Giovedì 15 maggio 2014
FIDELIZZAZIONE
La Pretoria Card permette di
accumulare il 4,5% sugli acquisti e
spenderlo nei negozi convenzionati
Centro storico, arriva
la card dei fedelissimi
Iniziativa di valorizzazione di un consorzio di commercianti
l La crisi continua a galoppare, il centro storico si svuota, le saracinesche dei
negozi si abbassano. Come porre un freno a tutto questo? La ricetta del Consorzio Centro Storico di Potenza è semplice: mettersi insieme per fidelizzare il
cliente. È questa l’dea alla base della
«Pretoria Card», che sarà presentata questa mattina alle ore 11,30 nella sede del
Circolo Culturale «Potenza partecipa» in
via Santa Lucia 31 (Palazzo Marsico).
Si tratta, in pratica, di una tessera
attraverso la quale chi deciderà di fare
shopping in via Pretoria potrà accumulare punti spendibili in uno qualsiasi dei
negozi che aderiscono al Consorzio Centro Storico. In tutto sedici negozi di ab-
bigliamento, due di calzature, quattro di
oggettistica, quattro alimentari, quattro
gioiellerie, un ottico e una profumeria.
La Pretoria Card permette di accumulare il 4,5% su ogni acquisto e di spenderlo nei negozi convenzionati. In pratica, il consumatore sin dal suo primo
utilizzo accumula un «credito» ad ogni
spesa effettuata presso uno qualsiasi degli esercenti convenzionati, tale credito
aggiornato ad ogni acquisto diviene il
«salvadanaio del consumatore» spendibile a proprio piacimento nell’esercente
scelto tra quelli aderenti all’iniziativa e
senza vincoli di acquisto, di importo o di
scelta del prodotto.
In sostanza, i commercianti del centro
storico provano a far concorrenza ai
grandi centri commerciali della periferia rilanciando l’idea di «centro commerciale naturale». «L'impetuoso sviluppo di nuove forme commerciali aggregate - spiega il presidente del Consorzio
Giancarlo Fusco - rappresentate prevalentemente dai grandi centri commerciali "artificiali", rischiano di introdurre
modificazioni tali da desertificare e snaturare il concetto di "vissuto" dei centri
storici e delle strade del nostro territorio:
un deciso impoverimento e degrado dei
sistemi città. I "centri commerciali naturali" come è del resto il centro storico
della città di Potenza rappresentano
quindi l'occasione per innescare proces-
.
CENTRO STORICO Via Pretoria
si di inversione di questa tendenza si
sostanziano, di volta in volta, in diversi
progetti orientati a cogliere o riscoprire
la vocazione di uno specifico territorio
con l’obiettivo di riportare i cittadini a
riscoprire e vivere i loro spazi. I "centri
commerciali naturali" e quindi il Centro
Storico della città di Potenza, nella nostra visione di “Consorzio”, sono lo strumento capace di innescare processi di
una trasformazione progressiva, in grado di coniugare marketing urbano, proprio delle Amministrazioni Locali, con il
marketing imprenditoriale promosso
dai privati, costruendo, su questa base,
azioni di marketing territoriale quali
sintesi utile e proficua di una rinnovata
convergenza tra attori pubblici e privati».
Insomma, tutti insieme appassionatamente per «coccolare» il cittadino-consumatore e per fargli ritrovare l’entusiasmo per il tradizionale «struscio» in
via pretoria e per lo shopping in centro
attraverso un’offerta condivvisa. «Crediamo - conclude Fusco - che con la Pretoria Card si sia fatto un enorme passo
verso una fidelizzazione vera, sincera e
reale dove la percezione che il consumatore avrà sarà quella di fare la spesa in
un centro naturale dove le sue esigenze
ed il suo benessere sono al centro della
nostra attenzione».
[g.lag.]
POTENZA ATENEO LUCANO AL VOTO A PARTIRE DAL 28 MAGGIO PROSSIMO. 4 PER ORA I CANDIDATI POTENZA LA CGIL FA UN APPELLO PER UNA VELOCE APPROVAZIONE
Unibas, il rettore Fiorentino
non chiederà la proroga
Lotta al lavoro nero
disegno di legge regionale
l Il Rettore Mauro Fiorentino si prepara a salutare»
l’Università degli Studi di Basilicata. Fiorentino, infatti, ha
rinunciato alla possibilità di
proroga di due anni (prevista
dalla legge 240 del 2010) dell’attuale mandato: lo ha comunicato in una nota inviata ai componenti del Senato Accademico, del cda e ai docenti che hanno presentato la candidatura
per il sessennio 2014-2020, precisando che si tratta di una
“«decisione, personale e irrevocabile», e di «non aver posto personalmente
la
questione
dell’applicabilità» della proroga. Fiorentino ha poi voluto aggiungere di aver assunto «questa decisione come inequivocabile gesto di servizio alla comunità accademica e ai territori più direttamente interessati, con la motivazione principale che essa mi sembra l’unica scelta che possa consentire,
oggi e nell’immediato futuro,
un governo della nostra Università sereno ed efficace; in quel
clima di pacificazione interna,
o almeno di grande rispetto tra
le parti, che la stragrande mag-
l . Lotta al lavoro nero: la giunta regionale ha adottato un disegno di legge, ora all’esame del Consiglio.
Si tratta, in realtà, di una riproposizione: nel 2011 il governo
regionale si era già pronunciato
positivamente sull’impianto normativo, dando attuazione a un impegno assunto con gli imprenditori e i sindacati firmatari del Patto di sistema - Obiettivo Basilicata.
Il ddl non si limita ad affrontare la
tematica specifica del sommerso
ma allarga il suo raggio di azione
alle questioni della sicurezza ed
igiene sul posto di lavoro. Il disegno di legge istituisce l’Osservatorio regionale per il contrasto
al lavoro irregolare. Il ddl prevede
la segnalazioni di difformità e il
vincolo dell’applicazione dei contratti di categoria per la concessione di benefici accordata, a qualsiasi titolo, dalla Regione Basilicata al datore di lavoro. Previsto
anche un sistema di premialità.
La Cgil nel copmmentare positivamemte l’adozione del disegno di
legge, fa appello ai consiglieri regionali per una rapida approvazione. «Il lavoro irregolare - copmmenta il segretario regionale
UNIVERSITÀ Il rettore Fiorentino
gioranza dell’Ateneo riconosce
essersi raggiunto, forse per la
prima volta da almeno venti anni a questa parte, con il mio
rettorato». La prima votazione
si svolgerà il 28 maggio, dalle
ore 9 alle ore 18. Nel caso in cui
non si raggiunga la partecipazione al voto della maggioranza
assoluta degli aventi diritto, o
se nessuno dei candidati abbia
ottenuto almeno la maggioran-
za assoluta delle preferenze nelle prime tre date (28 maggio, 10
giugno e 24 giugno) alla quarta
convocazione (25 giugno) i due
candidati con il maggior numero di voti saranno ammessi al
ballottaggio (26 giugno). Sono
candidati fino a questo momento i docenti Antonio Sergio De
Franchi, Giovanni Carlo Di
Renzo, Carmine Serio (Scuola
di Ingegneria) e Aurelia Sole.
Prevista l’istituzione dell’osservatorio
REGIONE La Giunta
Alessandro Genovesi - è una grave
piaga nel nostro sistema produttivo e sociale» e «colpisce le tante
imprese oneste che, soprattutto al
Sud, vogliono competere rispettando leggi e contratti collettivi».
La Cgil chiede anche alla Giunta
Regionale di individuare «una dote economica significativa, anche
ricorrendo in tutto o in parte alle
risorse del Fondo Sociale Europeo».
n Si terrà venerdì 16 maggio 2014,
alle ore 8.30, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi
della Basilicata di Rione Francioso, il convegno «Il mercato
dei servizi di ingegneria in italia». L’evento è organizzato
dall’Ordine degli Ingegneri di
Potenza e dalla Fondazione Ingegneri di Potenza, col patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. I lavori prenderanno l’avvio con gli interventi
di presentazione di. Egidio Comodo, presidente dell’ordine
degli Ingegneri di Potenza.
n Per gli alunni delle classi terze
medie che scelgono l’istituto
tecnico, settore tecnologico a
indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, un concorso individuale che mette in palio 110 borse di studio, una per
ogni area provinciale d’Italia.
Il concorso Io, Geometra 2.0 è
promosso dalla Fondazione
Geometri Italiani e si rivolge
agli studenti di terza media della provincia di Potenza che si
iscriveranno a un istituto tecnico, settore tecnologico a indirizzo Costruzioni, Ambiente e
Territorio per il 2014/15.
COMUNICAZIONE
Vaccaro (Uil): «La Rai
regionale va difesa»
Due progetti innovativi illustrati alla rassegna Xylexpo di Milanol
di ricerca per l'utilizzo industriale di
risorse forestali locali, mediante l'utilizzo della tecnologia del termotrattamento». Con il progetto CerrRov è stato
studiato un trattamento sui legnami di
cerro e roverella per renderli idonei alla realizzazione di prototipi di infissi,
porte, pavimentazioni per esterni e
complementi di arredo per interni,
competitivi da un punto di vista di costi
industriali (data la facilità di reperimento del legname). I risultati sono stati poi «trasferiti» sui legnami di faggio,
castagno, pioppo e pini.
Ingegneri, il mercato
dei servizi
Borse di studio
per il Geometra
La ricetta lucana per il legno di qualità
Basilicata, illustrerà i due progetti realizzati da Basilicata Innovazione sul termotrattamento, CerrRov (cerro e roverella) e TW.Lucania (legno lucano termotrattato - ThermoWood). Entrambi i
progetti (il primo concluso nel 2012 e
l’altro in corso) vedono il coinvolgimento di 14 aziende lucane ed hanno l’obiettivo di valorizzare le specie arboree diffuse in Basilicata. «Da diversi anni - afferma Luigi Todaro - è attiva una collaborazione tra Basilicata Innovazione,
Unibas e imprenditori lucani che sta
rendendo possibili importanti attività
LAVORO
SCUOLA
POTENZA BASILICATA INNOVAZIONE E UNIVERSITÀ INSIEME PER VALORIZZARE LE RISORSE DEL TERRITORIO
l Basilicata all’avanguardia nelle
tecniche di lavorazione del legno: lo dimostra la presenza di imprese lucane
con Basilicata Innovazione alla 24esima
edizione di Xylexpo, rassegna internazionale sulle tecnologie per la lavorazione del legno, in programma a Milano, presso il quartiere fieristico Rho,
dal 13 al 17 maggio. Questa mattina, durante il convegno organizzato da Conlegno e FederLegnoArredo e dal titolo
«Termotrattamento e l’utilizzo di risorse locali come opportunità», Luigi Todaro dell’Università degli Studi della
le altre notizie
MACCHINARIO L’interno del termovuoto
n «La scelta del Governo di tagliare i trasferimenti dovuti
alla Rai va contro tutte le logiche economiche e contro
gli interessi generali del
Paese. Da noi in Basilicata
rinunciare alla sede regionale della Rai sarebbe un
duro colpo all’infor mazione
e alla cultura». È quanto sostiene il segretario regionale della UIL Basilicata Carmine Vaccaro, per il quale
“anche i sindacati devono
far sentire forte e chiara la
propria contrarietà».
RASSEGNASTAMPA
POTENZA PROVINCIA I IX
Giovedì 15 maggio 2014
MELFI L’AREA DI CIRCA 4 MILA METRI QUADRI È STATA SEQUESTRATA DAL CORPO FORESTALE DELLO STATO
Un deposito di rifiuti speciali
vicino allo stabilimento Fiat
Accumuli di 14 mila metri cubi di scorie e metalli misti
L’AREA INDUSTRIALE Vicino alla Sata
di Melfi un deposito di rifiuti
Gli scarti speciali non pericolosi
I responsabili del settore le altre notizie
derivano da demolizioni e da
ambiente e sicurezza della RIONERO
scavi regolarmente effettuati Sata dovranno rispondere di DA OGGI
presso la fabbrica gestione incontrollata di rifiuti Torneo di lettura
l SAN NICOLA DI MELFI. Ci risiamo con
il deposito indiscriminato di rifiuti a cielo
aperto. Stavolta presso lo stabilimento della
Sata di San Nicola di Melfi. E si tratta di
materiale indifferenziato riveniente dagli
stessi lavori di ristrutturazione effettuati
presso lo stabilimento Fiat lucano.
Rifiuti derivanti da operazioni di demolizioni e dagli scavi regolarmente effettuati
presso la grande fabbrica. Tutto il materiale era accumulato su un’area da circa un
anno.
La scoperta è stata ad opera del Comando
provinciale di Potenza del Corpo Forestale
dello Stato che ha posto sotto sequestro
un'area di circa 4000 metri quadri presso la
Sata di Melfi.
La zona era utilizzata come deposito di
rifiuti speciali non pericolosi derivanti dalle demolizioni e dagli scavi regolarmente
effettuati presso lo stabilimento lucano. Va
detto che nella giornata di ieri il sequestro,
operato dalla Forestale, è stato convalidato
dal Tribunale di Potenza, pertanto i responsabili del settore ambiente e sicurezza
dello stabilimento dovranno rispondere di
gestione incontrollata di rifiuti.
L'accumulo indifferenziato dei rifiuti, resti dei lavori eseguiti da più di un anno, non
configurerebbe un deposito temporaneo di
rifiuti destinato alle successive operazioni
di recupero e smaltimento così come pre-
LAVELLO PER L’IRRIGAZIONE DELL’AREA. LAVORI PREVISTI A FINE MAGGIO
VENOSA UNA 51ENNE
«Il rilancio dell’agricoltura
passa per il ripristino
della diga del Rendina»
l La necessità di migliorare le
infrastrutture e di risanare il consorzio di bonifica; le esigenze dei
produttori - anche dal punto di vista
della semplificazione delle procedure amministrative - ed il bisogno di
migliorare la competitività puntando sulla biodiversità e sulla tutela
della sostenibilità. Sono alcuni dei
temi, al centro di un incontro che si è
tenuto a Lavello, organizzato
dall’amministrazione comunale e
dal titolo «Rilanciamo l’agricoltura
nell’area Nord della Basilicata».
Ospiti d’onore, l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Ottati
ed il commissario unico dei consorzi
di bonifica lucani, Giuseppe Musacchio. Nel pomeriggio, l’assessore Ottati ha visitato alcune aziende agricole ed agroalimentari della zona,
mentre in serata ha partecipato alla
manifestazionenel centro sociale «Di
Gilio», alla quale erano presenti numerosi agricoltori, rappresentanti
delle organizzazioni di categoria e
lavoratori del comparto agricolo.
«Nella visita alle aziende con l’assessore - ha detto il vicesindaco Raffaele Pettorruso - sono emersi numerosi problemi del settore, da prendere in considerazione nella programmazione 2014-2020. Gli operatori agricoli chiedono formazione
per affrontare i mercati, ma anche il
miglioramento infrastrutturale e politiche che favoriscano il ricambio
generazionale.
E’ fondamentale anche evitare i
ritardi, snellire le procedure e risanare al più presto il Consorzio di
bonifica Vulture Alto Bradano».
«La mission che mi è stata affidata
dalla giunta regionale - ha commentato il commissario dei consorzi Musacchio - è quella di capire i problemi
strutturali dei singoli consorzi. Sono
in carica da due mesi, e tra le prime
notizie importanti c’è quella dell’avvio, entro maggio, dei lavori per il
visto dal Testo Unico dell’Ambiente.
L'intervento del Corpo Forestale dello
Stato ha permesso di accertare un accumulo indistinto di circa 14.500 metri cubi di
rifiuti consistenti in terre e rocce da scavo,
scorie di cemento, metalli misti derivanti
dalle armature metalliche degli elementi
strutturali demoliti, miscele bituminose,
legno di bancali, imballaggi, materiale plastico, pneumatici fuori uso e apparecchiature elettriche dismesse.
L’attività si inquadra nella costante opera di tutela dell’ambiente da parte del Corpo Forestale dello Stato nella provincia di
Potenza, che mira alla salvaguardia della
salute dei cittadini.
Faceva prostituire
la figlia disabile
Da ieri la donna
è ai domiciliari
ripristino della diga del Rendina». Il
sindaco Sabino Altobello, ha ricordato che «Lavello è tra i 51 Comuni
che hanno sottoscritto ad Avellino il
documento del bacino idrografico
dell’Ofanto: una dimensione di area
vasta - ha evidenziato - è la condizione ottimale per fare filiera e per
creare uno sviluppo incentrato sulla
tutela ambientale e sull’agricoltura».
L’assessore Ottati - dopo aver
ascoltato gli interventi degli imprenditori e delle associazioni, che hanno
sollevato alcune criticità riguardanti
la filiera, la sostenibilità ambientale,
le infrastrutture ma anche le lungaggini della giustizia civile - ha
spiegato che «la strada da intraprendere per il rilancio del settore è
quella di puntare su un’agricoltura
che diventi europea e che abbandoni
l’individualismo, orientandosi invece sulla promozione delle organiz[f.rus.]
zazioni di produttori».
l La donna di 51 anni del venosino che ha
costretto la figlia disabile psichica a prostituirsi numerose volte – arrestata venerdì
scorso dai Carabinieri – è da ieri agli arresti
domiciliari insieme all’uomo suo presunto
complice (anch’egli arrestato) e con il quale
divideva il denaro avuto dagli uomini, soprattutto anziani, che avevano rapporto sessuali con la figlia. La decisione è stata presa
dal gip del Tribunale di Potenza, Luigi Spina,
dopo l’interrogatorio di garanzia dei due.
L'avvocato degli indagati, Fabio Di Ciommo,
si è detto «molto soddisfatto della, auspicabile
e condivisibile, decisione del gip. Entrambi i
miei assistiti, che ho raggiunto solo telefonicamente – ha aggiunto Di Ciommo – sono
ancora scossi dall’arresto di cinque giorni fa
e dal notevole clamore mediatico suscitato
dalla vicenda, ma di certo più sereni e tranquilli all’esito della odierna scarcerazione». I
due sono accusati di violenza sessuale, sfruttamento, induzione e agevolazione della prostituzione continuati in concorso fra di loro,
reati aggravati dall’aver abusato delle condizioni di inferiorità psichica della vittima.
con «scuole in rete»
n Al via da oggi la VII edizione
del torneo di lettura «Scuole
in rete per la promozione
della lettura». Sono coinvolti
Barile-Bella-Muro Lucano,
Liceo scientifico e Istituto
comprensivo-Pescopagano
Ipias e scuola media- Potenza Ite Nitti-Falcone- RioneroSan Fele. Oggi dalla 9 alle 13
il via da Rionero Liceo classico, domani a Muro Lucano
e il 17 maggio a Potenza.
MELFI
DOMANI PALAZZO VESCOVILE
«Vernice» del libro
di padre Rocco Rizzo
n Domani ore 17.30, presso la Sala degli Stemmi del Palazzo Vescovile di Melfi, verrà presentato il volume «Un giardino di
delizie per il Signore. Il monastero di Ripacandida e la madre priora suor Maria di Gesù». Oltre all'autore, padre Rocco Rizzo (Rettore del Collegio
dei Penitenzieri Vaticani) interverranno tra gli altri il vescovo di Melfi mons. Gianfranco Todisco e la prof.ssa Marcella Campanelli.
POTENZA
IL 20 MAGGIO
Futuro biblioteche
un dibattito aperto
n Martedì 20 maggio alle ore
17 presso la sala convegni
della Biblioteca Provinciale di Potenza (via Maestri
del Lavoro, 13) è in programma un dibattito sul futuro delle biblioteche e la
presentazione del primo
e-book realizzato dalla Biblioteca Provinciale di Potenza. A darne notizia è il
direttore della Biblioteca
Provinciale di Potenza, Angela Costabile.
POTENZA IL SOLITARIO MICHELE MADDALENA SU INIZIATIVA DEL NASTRO AZZURRO
«Fedelissima» la marcia
ha raggiunto
il capoluogo di regione
POTENZA NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
«Sì» al programma
di indirizzo forestale
per il Comune
l E' giunta ieri a Potenza la tappa della Marcia
della Fedelissima condotta «in solitaria» da Michele Maddalena per iniziativa del Nastro Azzurro.
Sono stati resi gli onori, con la deposizione di una
corona d’alloro, al Tenente Medaglia d’Oro al Valor
Militare Orazio Petruccelli, per riportare alla memoria il suo grande eroismo, l’ufficiale che ha
sacrificato la propria vita nell’adempimento del
dovere. E’ stato inoltre commemorato il Centenario
della sua nascita: Petruccelli nacque a Potenza il 19
aprile 1914, in Via Pretoria n. 12, da antica famiglia
benestante di origini lucane. L’eroe è tra coloro che
vennero trucidati durante la tragedia di Cefalonia.
Nell’isola greca, l’8 settembre 1943, all’atto dell’armistizio italiano con gli Alleati, vi erano schierati,
con i reparti della Divisione "Acqui", la 2a Compagnia del VII Battaglione Carabinieri Mobilitato,
l Il consiglio provinciale ha approvato il programma di indirizzo forestale (Pif) della Provincia
per il Comune di Potenza anno 2014, dell'importo di
701.922,38 euro, di cui 668.497,50 euro per lavori e
33.424,88 euro per spese di funzionamento e gestione
dell' ente. Per queste opere verrà utilizzata l'esclusiva
manodopera di 74 addetti al settore forestale iscritti
nelle liste speciali al 31 gennaio 2014, di cui 69 (vecchi
addetti) che conseguiranno 112 giornate contributive
procapite e 5 nuove unità che manterranno i livelli
occupazionali raggiunti nel 2013. Il programma è
finanziato dalla Regione Basilicata con i Fondi sviluppo e coesione (Fsc) di forestazione per la lotta
attiva, la prevenzione e difesa contro gli incendi
boschivi e investimenti per il ripristino di habitat
forestali di particolare pregio compromessi da azioni
di degrado e con fondi regionali (347.203,13 euro) per
ONORI La deposizione della corona
e la 27a Sezione Carabinieri Mista. Subito dopo
l'annuncio dell’armistizio, i tedeschi intimarono di
cedere le armi. Il Comando della Divisione reagì
risolutamente. Si accese così, tra i reparti italiani e
le truppe tedesche, un accanito scontro, alimentato
da cruenti combattimenti che si protrassero in
tutta l’isola con alterni vicende per otto giorni.
INCENDI BOSCHIVI Si punta alla prevenzione
la gestione dei rimboschimenti e cure colturali, la
lotta al dissesto idrogeologico, la tutela della diversificazione della struttura dei soprassuoli forestali e
la gestione delle aree verdi urbane e periurbane.
Approvata anche una variazione al bilancio di previsione 2014 per l'ammodernamento della superstrada Noce Rivello-Colla Maratea.
RASSEGNASTAMPA
X I POTENZA E PROVINCIA
Giovedì 15 maggio 2014
MARATEA SONO ALLA GUIDA DI TRE LISTE CIVICHE DI CENTROSINISTRA. DAL CENTRODESTRA NESSUNA CANDIDATURA
Corsa a 3 per la carica di sindaco
L’obiettivo: rilancio economico
Si sfidano Mario Di Trani, Francesco Ambrosio e Domenico Cipolla
LOTTA TRE PER LA
POLTRONA DI
SINDACO A
MARATEA In alto
una veduta della
cittadina tirrenica.
Da sinistra i
candidati per
ricoprire il posto di
primo cittadino: il
sindaco uscente
Mario Di Trani,
Franco Ambrosio e
Domenico Cipolla.
Amministrative
quanto mai incerte
PINO PERCIANTE
l MARATEA. Le elezioni comunali sono alle
porte. Domenica 25 maggio si vota anche a Maratea. Gli elettori della cittadina tirrenica potranno decidere fra tre candidati: il primo cittadino
uscente Mario Di Trani, Domenico Cipolla e Francesco Ambrosio. Il primo, 70 anni, del Pd, ragioniere, tenta il bis del 2009 dopo aver retto il comune
anche dal ‘73 al ‘75 e dal ‘97 al 2001. Cipolla, 46 anni,
poliziotto, è membro del coordinamento regionale
area Renzi ma come precisa lui stesso non è iscritto
al Partito democratico. Francesco Ambrosio, 65
anni, architetto, anche lui del Pd, ha retto il municipio della «perla del Tirreno» dal 2005 al 2008.
In origine i candidati erano quattro ma la lista
del Movimento 5 stelle, guidata da Gabriele Accardi, dopo essere stata esclusa non è stata riammessa anche dopo il ricorso al Tar. I grillini hanno
poi deciso di non presentare appello al Consiglio di
Stato. E così in corsa sono rimasti soltanto il sindaco uscente Mario Di Trani a capo della lista «Per
Maratea», Domenico Cipolla alla guida di «Maratea viva» e Francesco Ambrosio per la lista
«Maratea unita», tutti e tre di centro-sinistra, mentre il centro-destra non ha presentato nessuna
candidatura non essendo riuscito, dopo alcuni tentativi, a fare sintesi sul nome del candidato.
Le sezioni elettorali saranno sette: cinque nella
scuola media di Piazza Europa e le altre due dislocate nelle frazioni di Massa (che comprende
anche Brefaro e Santa Caterina) e Acquafredda.
Tutte e tre le liste sono civiche e con alternanza
uomo donna. In quella di Di Trani la parità è
perfetta. La lista, infatti, è composta da sei uomini
e sei donne. Lo slogan del sindaco uscente è: tutela
della natura e sviluppo del territorio. Di Trani
vuole succedere a se stesso e punta sull’ «esperienza, la continuità e il consolidamento del rapporto con il governatore regionale Marcello Pittella che ha già fatto tanto per Maratea, non ultimo
il finanziamento di 500 mila euro per la spiaggia
del nastro». Domenico Cipolla punta sulla compartecipazione dei cittadini. «La nostra lista – dice
- è aperta a tutti». Come primo obiettivo il candidato sindaco di “Maratea viva” si pone lo sblocco
degli strumenti urbanistici per rilanciare l’economia di Maratea. Rilanciare il centro tirrenico
dal punto di vista socio economico è anche l’obiettivo di Franco Ambrosio. «Puntiamo, inoltre, a
rimettere il cittadino al centro di tutta l’azione
amministrativa – aggiunge il candidato sindaco di
Maratea unita -. Nei nostri progetti c’è anche quello di dare spazio alla cultura e alla tutela dell’ambiente e del paesaggio».
POTENZA LA QUARANTAQUATTRENNE, CHE HA PERDUTO IL BIMBO CHE PORTAVA IN GREMBO, È RICOVERATA AL SAN CARLO
Stabile la donna caduta dal cavalcavia
Il dramma è avvenuto sulla statale Potenza- Melfi nella notte tra lunedì e martedì scorsi
l Sono stabili le condizioni della
donna precipitata nella notte tra il 12
e il 13 maggio scorsi da un cavalcavia
della Potenza - Melfi, tra le uscite di
Lagopesole e Filiano. La donna, una
quarantaquattrenne di Brindisi di
Montagna che al momento dell’incidente era in avanzato stato di gravidanza, ha purtroppo perduto il
bambino che portava in grembo a
causa dell’incidente. Al suo arrivo in
ospedale i sanitari del San Carlo
hanno tentato la procedura del taglio
cesareo di emergenza, ma non c’è
stato nulla da fare. La donna, dopo
aver trascorso la prima notte nel
nosocomio potentino in terapia intensiva, si trova attualmente ricoverata nel reparto di ginecologia ed è
assistita dai suoi familiari.
La donna era stata trovata da una
pattuglia dei Carabinieri dopo la segnalazione della presenza di un’automobile appoggiata contro il guard
rail ed era stata recuperata e portata
INCIDENTE
L’auto della
donna subito
dopo
l’incidente,
avvenuto
nella notte fra
lunedì e
martedì
scorsi
.
in ospedale grazie ad una pattuglia
del Corpo Forestale dello Stato, intervenuta per raggiungere la zona,
piuttosto impervia e disagevole, dove
la donna era caduta. Intanto ci si
interroga sulle possibili cause del
dramma: incidente o gesto volontario.
le altre notizie
DA OGGI A DOMENICA
A Rionero il circo
di Marina Orfei
n Uno dei rami della generazione della famiglia circense degli Orfei, di scena nella città
fortunatiana, da oggi a domenica 18 maggio 2014, con due
spettacoli pomeridiani nei
giorni feriali ed anche uno di
mattina domenica 18. Si tratta
della direttrice artistica Marina Orfei, figlia del commendatore Paolo Orfei per la Monti
Production. Oltre agli spettacoli, che si svolgeranno sotto il
tendone allocato a Rione San
Francesco, visitabile anche lo
zoo viaggiante con interessan[ddl]
ti animali esotici.
POTENZA IL DIRETTORE SANITARIO MANDARINO DOPO IL CASO IN PNEUMOLOGIA MARSICO NUOVO PROGETTO BORGO ALBERGO MARATEA IERI
«Reparti San Carlo strapieni?
Forte crescita dei ricoveri»
Ospitalità diffusa in Val d’Agri
conclusa la prima fase
Gli alloggi sono dislocati nel centro storico
Scompare Brando
era titolare
di farmacia storica
del centro tirrenico
l «Il caso sollevato dalla lettera di una familiare
riguardo i ricoverati in Pneumologia in una stanza sovraffollata, afferisce a una situazione particolare di afflusso in Pronto soccorso e di conseguenti ricoveri in reparto. Nella giornata del 12
maggio si sono infatti verificati 203 accessi (a
fronte di una media di 130 accessi giornalieri in
Pronto soccorso) con 41 ricoveri in reparto e 17 in
osservazione breve». A precisare i fatti è il direttore sanitario del San Carlo. «Lo stesso giorno prosegue Bruno Mandarino - erano ricoverate in
Pneumologia 24 persone su una dotazione di 20
posti letto, situazione che si sta rapidamente normalizzando: oggi i ricoverati sono 21. Il dato di
lunedì scorso comunque va ricondotto a un trend
di forte crescita degli accessi e dei ricoveri da
pronto soccorso nel corso del 2014. Nel primo
quadrimestre di quest’anno ci sono stati 17.056
accessi a fronte dei 15.778 dello scorso anno (con
un aumento dell’8.1%) mentre i ricoveri da pronto
soccorso sono passati da 3.818 a 4.173 (+9.3%).
Ancor più consistente l’incremento dei pazienti
transitati in osservazione breve e poi ricoverati.
Mentre all’Obi si è passato da 1440 a 1753 presenze
(+21.74), i ricoverati sono aumentati da 376 a 501
(+33.24)».
«Questi semplici dati – spiega Mandarino –
sono eloquenti. Il San Carlo ha a cuore, oltre che la
migliore qualità delle cure, anche uno standard di
l Si è conclusa la prima fase del
progetto «Borgo Albergo» promosso e sostenuto dal Comune di Marsico Nuovo. Scaduto il bando - che
sollecitava la messa in disponibilità
di immobili liberi, da ristrutturare,
quale primo passo per la realizzazione del programma di valorizzazione turistica del territorio marsicano - la Commissione insediata
dall’ amministrazione comunale
per la valutazione delle candidature, informa che sono 9 le proposte
ammesse con una potenzialità di 51
posti letto. Il sindaco di Marsico
Nuovo, Domenico Vita, esprimendo
grande soddisfazione per questo risultato, conseguito anche grazie alla sensibilità ed alla attenzione dei
cittadini e dei tecnici che li hanno
supportati, ha detto: «Questo dato,
che va ben oltre le migliori aspettative, ci conforta circa le concrete
prospettive di sviluppo della iniziativa e conferma il crono programma a base della stessa: presumibilmente, sarà rispettata la scadenza
della prima metà del 2015, quando si
prevede la piena operatività del pri-
l MARATEA. Si è accasciato a terra mentre stava
lavorando nella sua farmacia. Probabilmente stroncato
da un malore improvviso.
E’ morto così ieri mattina
Domenico Brando 60 anni,
titolare di una storica farmacia a Maratea, ereditata
dal padre. Sul posto è intervenuta immediatamente
l’ambulanza del «118» ma per
il farmacista non c’è stato
nulla da fare.
Lo avrebbe stroncato un
infarto. Lascia la moglie e tre
figli, di cui due farmacisti
che ora porteranno avanti
l’attività.
Una famiglia conosciuta e
stimata. Brando era anche
consigliere uscente di minoranza. La notizia della sua
morte si è subito diffusa nella
cittadina tirrenica provocando grande dolore in tutti coloro che lo conoscevano bene
e lo stimavano.
[p.perc.]
OSPEDALE Il San Carlo di Potenza
confort e di umanità per i nostri ospiti. Ma ci sono
condizioni e momenti nei quali occorre operare
delle scelte. Quella che ha comportato il disagio
dei pazienti riferiti nella puntuale nota trasmessa
dal Tribunale dei diritti del malato alla direzione è
una di quelle occasioni nelle quali un afflusso
particolare di pazienti ricoverati ha determinato
situazioni di stress, per altro temporanee e gestite
al meglio». «Da subito, infatti – conclude il direttore sanitario del San Carlo – la Direzione si è
attivata per ridurre al minimo questo problema».
mo sistema di ospitalità diffusa della Val d’Agri».
Il progetto, avviato a gennaio
scorso, sta dando vita ad una struttura ricettiva a bassissimo impatto
ambientale e ad alto standard qualitativo, appetibile al mercato internazionale per la sua unicità fisica,
storica ed ambientale. Appetibilità
ed interesse confermato anche dagli esperti e dai giornalisti provenienti da tutta Italia e presenti al
«Press Tour»- organizzato con il
concorso del GAL Akiris, del Parco
dell’Appennino Lucano e della Val
d’Agri e della Fondazione Mattei - e
che lo scorso fine settimana hanno
visitato, tra l’altro, Marsico Nuovo e
incontrato l’ amministrazione comunale e la società che assicura la
assistenza tecnica (il CAT Confesercenti Basilicata srl) proprio per
assumere maggiori informazioni
sul progetto “borgo albergo”.
Con alloggi dislocati nel centro
storico – a regime si prevedono circa settanta camere in circa quindici
dimore - in prevalenza in immobili
di notevole valore architettonico.
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I XI
Giovedì 15 maggio 2014
VICO PIAVE
L’AMAREZZA
«Mi hanno dato l’illusione che di fronte ad
tragedia del genere finalmente le istiQUATTRO MESI DOPO LA TRAGEDIA una
tuzioni stavano svolgendo il loro dovere»
L’ACCUSA
Un richiamo alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura che confermerebbe il disinteresse per quanto accaduto
«Vi scrivo perché evitiate l’oblio»
Una lettera aperta di Francesco Calculli a Napolitano e alle altre cariche più alte
FERITA APERTA PER
LA CITTÀ
I vigili del fuoco e i primi soccorritori tra le macerie subito
dopo il crollo
delle due
palazzine in
vico Piave
l’11 gennaio
scorso
[foto Genovese]
EMILIO OLIVA
l Il suo lungo silenzio ha parlato per tutti questi mesi come
l’immagine devastante delle
due palazzine squarciate dal
crollo di vico Piave. Una storia
di lutti e di vite distrutte, di
uomini che hanno perso gli affetti più cari, ma anche il loro
passato e il loro presente, di famiglie che sono nella precarietà
più estrema e che sotto quelle
macerie stanno perdendo poco
a poco anche la speranza e i
progetti del futuro. Oggi però
Francesco Nunzio Calculli,
30 anni, scampato alla tragedia
per essere uscito di casa pochi
minuti prima, dovendo recarsi
al lavoro, trova la forza per parlare, per piangere senza versare
una lacrima, per esprimere tutto il suo disappunto, anche a
nome delle vittime e dei superstiti della tragedia. Lo fa per
loro, e prima di tutto per sua
moglie Antonella Favale. «Dina», come la chiamavano familiari e amici, una delle due vittime del crollo, con una lettera
aperta inviata a Giorgio Napolitano, a Matteo Renzi, ai
presidenti di Camera e Senato e
per conoscenza al prefetto. Attraverso la Gazzetta, che la propone ai lettori pubblicandola
quasi integralmente, chiede alle più alte cariche dello Stato di
evitare che la tragedia scivoli
nell’oblìo.
Non c’è rabbia nelle parole di
Calculli, ma tanta dignità e anche tanta delusione, per aver
visto scemare, fino a scomparire del tutto, il ruolo delle isti-
tuzioni pochi giorni dopo il
crollo. Ha perso tutto Francesco
Calculli in quel disastro, compreso quello che non voleva assolutamente, sua moglie, ma ha
perso la fiducia nelle istituzioni
e in quei rappresentanti che dopo le pacche sulla spalla, gli abbracci e le lacrime delle prime
ore sono usciti di scena. «Mi
hanno dato l’illusione che veramente, di fronte ad una tragedia del genere, una ferita
aperta nel cuore della città, ferita fisica e morale indelebile,
finalmente le istituzioni stavano svolgendo il loro dovere»,
scrive Calculli che a margine
della lettera, indicando il suo
recapito, ha riportato significativamente l’indirizzo di vico
Piave 26, il luogo della sua abitazione, del tetto coniugale, il
luogo dove nel bene e nel male è
ancorata la sua vita.
E doloroso è anche il suo richiamo all’obiettivo della candidatura di Matera a capitale
europea della cultura 2019 attraverso il quale il disinteresse
delle istituzioni locali verso
quanto è accaduto in vico Piave
è stato confermato. Anzichè essere valutata esclusivamente
per il possibile danno di immagine, la tragedia avrebbe potuto
diventare un punto di forza del
dossier di candidatura, l’occa-
sione per mostrare come la città
riuscisse a risollevarsi da una
disgrazia simile, un terremoto
circoscritto in pochi isolati, e
tradurre la cultura della solidarietà e dell’abitare, del vicinato e dell’edilizia sicura, delle
buone pratiche in urbanistica e
nell’assistenza in un modello da
proporre in un momento di confronto con altre città dell’Europa che hanno vissuto esperienze analoghe. Uno dei motivi
di delusione e di amarezza di
Francesco Calculli, anche se
traspare appena nella sua lettera, è legato a queste riflessioni e a questo enorme vuoto che
accompagna la candidatura.
SCUOLA UN PROGETTO TRANSNAZIONALE HA VISTO COME CAPOFILA L’ITIS PENTASUGLIA. IERI IN CITTÀ LE DELEGAZIONI DEI VARI PAESI
Studenti di tutta Europa «in rete»
per diventare cittadini del mondo
CARMELA COSENTINO
pervisione dei docenti, tra questi la profes- avuto la possibilità di trascorrere un periodo
soressa Maristella Saponaro, coordinatrice all’estero, ospitati dalle famiglie dei ragazzi
l L’Europa non è mai stata così vicina. del progetto, e il professore Antonio Soran- coinvolti nel progetto, di conoscere tradizioni
Nessuna barriera linguistica, nessun pregiu- no che hanno seguito l’attività verificando la e culture differenti, in uno scambio proficuo
dizio, nessun ostacolo, solo la volontà di con- valenza delle collaborazioni internazionali.
per la loro formazione umana e personale,
dividere insieme esperienze e culture diverse,
«I ragazzi – ha spiegato il dirigente sco- come è accaduto in questi giorni a Matera con
per crescere, scambiarsi idee e progetti, di- lastico a margine della presentazione – hanno i ragazzi e i docenti stranieri che da lunedì
ventando veri cittadini del mondo. Ed è pro- lavorato sperimentando nuovi linguaggi e uti- sono nostri ospiti. Un modo per rafforzare i
prio questo che hanno fatto i ragazzi dell’Isti- lizzato le nuove tecnologie, strumenti che legami e scambiarsi pareri differenti anche
tuto industriale “G.B. Pentasusul mondo della scuola».
glia”. Punto di partenza il ProTra i ragazzi che hanno vissuto
getto biennale Comenius - Cooun’esperienza all’estero, Pieranperative Learning Using New
gelo Licciardello, Anna Maria
Media, inserito nel Programma
Sarra e Ilenia Azzone, protagoLlp (Lifelong Learning Pronista di uno scambio culturale in
gram), che ha coinvolto più di 70
Lituania, «un’esperienza – dice –
studenti e docenti di Austria, Bulche mi ha fatto comprendere molgaria, Grecia, Lituania, Polonia,
te cose sotto il profilo culturale.
Portogallo, Slovacchia, Spagna,
Ho imparato che le distanze e le
Svezia, Turchia, Ungheria e Itabarriere non esistono, sono relia guidati dall’istituto materano
lative, siamo ragazzi, siamo in
diretto da Antonio Epifania.
grado di scambiarci tutto quello
Avviato nel 2008, il progetto,
che abbiamo, di non pensare
finanziato con 240 mila euro e
all’essere diversi ma ad essere
presentato ieri mattina nella sala
tutti ragazzi, tutti uguali e felici
Levi di Palazzo Lanfranchi in pre- OMAGGIO MUSICALE Un momento dell’incontro [foto Genovese]
di stare insieme. È un’esperienza
senza delle delegazioni straniere
che rifarei».
di docenti e studenti, ha portato alla creazione hanno permesso di creare una comunicazioLa manifestazione, seguita dal presidente
una web radio e di una web tv entrambe dotate ne originale, interattiva e multilingue, non a della Provincia, Franco Stella, dall’assessodi una redazione multinazionale e visionabili caso i video caricati sul nostro canale you tube re comunale alla cultura Alberto Giordano e
sul sito www.itismt.it
sono in lingua originale ma con i sottotitoli in da Aldo Chietera, presidente del Consiglio
Il lavoro realizzato in rete presenta con- inglese per permettere una maggiore com- provinciale, è stata arricchita dagli intermeztenuti di vario genere che spaziano dai re- prensione. Altro aspetto da sottolineare è zi musicali offerti dagli studenti Antonello
portage, ai programmi musicali e di intrat- quello dello scambio culturale che ha portato Cifarelli, Giuseppe Benedetto e Massimo
tenimento realizzati dagli studenti con la su- alla crescita dei ragazzi, molti di loro hanno Gagliardi.
IL TESTO DEL MESSAGGIO
«Pacche sulla spalla
e lacrime
solo un’illusione»
l Egregi Presidenti,
chi Vi scrive è un cittadino della città di Matera. Mi chiamo
Francesco Nunzio Calculli, ho 30 anni e pongo alla Vostra attenzione il mio caso.
Il giorno 11 gennaio 2014 lo stabile in cui vivevo da 6 anni
assieme alla mia consorte Dina Antonella Favale, è stato attinto
da crollo, episodio tragico in cui ho perso tutto, ma soprattutto
quello che non volevo assolutamente perdere: mia moglie, donna
di soli 30 anni.
Da quel tragico, maledetto, sventurato, triste giorno sono passati solo e già 4 mesi. Trovarmi solo, senza più nulla, con solo
quella divisa da lavoro indossata quella mattina alle 7, ritornare
senza volerlo nel letto di casa di mia zia, donna che si è assunta
quando avevo solo 12 gg i doveri di una mamma morta per darmi
alla luce, sottraendomi a un destino potenzialmente triste, è
devastante.
Sentire quel letto stretto stretto, ma allo stesso tempo vuoto,
vedere un armadio pieno di cose vecchie, lasciate quel giorno
felice del mio matrimonio, ritrovare in quell’armadio il vestito
da sposa di mia moglie perché in quello acquistato per arredare
la nostra piccola casa non c’era spazio a sufficienza, riempirlo di
cose nuove con il relativo onere economico, ricomprarmi perfino
lo spazzolino da denti, accollarmi con onore tutte le responsabilità, dalla chiusura conto al riconoscimento di mia moglie,
lasciata in quel giorno mentre dormiva con il suo pigiama pulito
e ritrovandola su quel lettino con solo un telo a coprirla è qualcosa di inaccettabile e troppo difficile da sopportare.
Fortunatamente tutto l’amore seminato da me e lei in precedenza l’ho raccolto sin dalle prime ore del dramma e sta continuando a sorreggermi. Amore mostratomi dai miei cari amici
e familiari, persone che mi accompagnano ora per ora, istante
per istante in questo duro cammino. La loro vicinanza, il loro
interesse alla vicenda, la loro premura, il soffrire assieme sono
tutte cose divenute fondamentali adesso.
Altrettanto non posso assolutamente dire a riguardo delle istituzioni locali: Comune di Matera e Regione Basilicata. Dopo
un’iniziale forma di interesse, dopo le espressioni di commiato
del caso, la loro presenza e vicinanza è andata sempre più scemando. L’affetto delle istituzioni di quel giorno, le loro pacche
sulla spalla, i loro abbracci, le loro lacrime mi hanno dato l’illusione che veramente di fronte ad una tragedia del genere, una
ferita aperta nel cuore della città, ferita fisica e morale indelebile, finalmente le istituzioni stavano svolgendo il loro dovere.
Ma purtroppo è stata solo un’illusione, amara e cocente.
Recarmi di mia spontanea volontà in Comune anziché essere
convocato da chi aveva il
dovere di farlo, di assistermi, di informarsi sulle esigenze
della mia persona solo perché in maniera informale erano venuti a conoscenza di una mia temporanea sistemazione è inaccettabile.
Ritrovarsi a quattro mesi di fronte a delibere comunali propagandate attraverso gli organi di stampa e mai realizzate, aspettare che si trovino in una città di 60.000 abitanti 9 alloggi in cui
sistemare cittadini onesti, apprendere che l’assistenza doverosa
debba essere normata e quindi destinata a lungaggini burocratiche, toccare con mano l’impreparazione e la mancanza di idee
che la straordinarietà del caso impone della macchina istituzionale e soprattutto il mancato rigore morale che la situazione
richiede
per quanto sia di massima serietà, ascoltare personalmente
considerazioni inadeguate e anche inopportune riconducibili al
procedimento giudiziario in corso da parte di esponenti politici
dell’amministrazione comunale, considerazioni che ledono soprattutto la memoria, l’intelligenza e la dignità di mia moglie mi
fa sentire totalmente abbandonato e deluso.
Disinnamorarmi della mia città per colpa di tutto questo è
eticamente inaccettabile. Pensare che questa città si interessi a
concorrere per un obbiettivo culturale a livello europeo, cercando di diventare capitale europea della cultura disinteressandosi della ferita aperta nel suo senso di civiltà è qualcosa che
dovrebbe portare ad un serio esame della coscienza di una comunità a tutti i livelli, sia locale che nazionale.
Faccio appello alle Istituzioni da Voi rappresentate affinché
sia desta l’attenzione su un caso di estrema serietà che rischia di
cadere nell’oblio. Possa il Vostro interesse alla vicenda essere di
sprone all’immediata e sensata risposta che le istituzioni locali
devono dare a cittadini che si ritrovano a doversi ricostruire
un’esistenza con la paura di farlo da soli e vedendosi non riconosciuti i propri diritti.
Francesco Nunzio Calculli
RASSEGNASTAMPA
XII I MATERA CITTÀ
Giovedì 15 maggio 2014
VIOLENZA SULLE DONNE
ALLA RADICE
Un seminario dell’Associazione italiana di
giuridica rimarca l’importanza di
COME COMBATTERE IL FEMMINICIDIO psicologia
un approccio multidisciplinare al problema
Servono norme incisive
cultura e tanto coraggio
Quei silenzi tra le mura domestiche e la difficoltà a denunciare
L’AMORE
NON VERO
Molestie,
abusi sessuali e violenze sulle
donne crescono in
maniera
esponenziale. Di qui
l’esigenza
di fare rete
per contrastare il
fenomeno
[foto Genovese]
DONATO MASTRANGELO
l Un approccio multidisciplinare partendo
dal presupposto che il problema da contrastare
è di natura strutturale. È quanto emerso dal
seminario di studi “Se è amore...La violenza
omicida sulle donne” promosso ieri nell’aula
dell’Ordine degli Avvocati del Palazzo di Giustizia dall’Aipg, l’Associazione italiana di psicologia giuridica. Un focus, moderato nella
prima parte da Rosa Maria Urga, presidente
dell’associazione Cammino e nella seconda da
Paolo Capri, professore straordinario di Psicologia giuridica e criminologia presso l’Università Europea di Roma, affrontato da diverse
angolazioni ma con un comune denominatore:
individuare, rimuovere e prevenire le cause
del “femminicidio”. A partire da quello che
Pietro Ferrara, professore di pediatria presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore e del
Campus Biomedico di Roma, ha definito «il
dolore dell’anima», con riferimento alle bambine abusate e maltrattate «che saranno le
mamme di domani. È fondamentale individuare nei minori i segnali di sospetti casi di
maltrattamento: dai comportamenti regressivi alle malattie psicosomatiche. In Italia ci
sono 1500 bambini le cui mamme sono state
vittime di femminicidio. Occorre sensibilizzare, informare e formare». Contributi al dibattito sono stati portati dal presidente del
Tribunale, Giuseppe Attimonelli, il quale si
è soffermato sulla necessità di affermare compiutamente la parità tra uomo e donna, dal
questore Stanislao Schimera, il quale ha evidenziato che nell’ultimo anno a Matera ci sono
stati dieci ammonimenti per stalking di cui
uno giunto a procedimento penale. Nella gran
parte dei casi, lo ha rimarcato il vice questore
aggiunto Barbara Strappato «è all’interno
delle mura domestiche che si consumano abusi e violenze. Polizia e Carabinieri hanno istituito apposite sezioni per trattare questo tipo
di reati. Tanto è stato fatto sul piano legislativo, basti pensare alla 612 bis sugli atti
persecutori o alla 660 sulle molestie e disturbo
alle persone ma giudico aberrante la norma
sull’incesto perseguibile soltanto quando deriva pubblico scandalo». «In Italia - ha detto
Lucia Maffei, presidente del Comitato Pari
Opportunità dell’Ordine Avvocato di Matera sono ancora basse le percentuali di denunce
rispetto ai Paesi del Nord Europa così come si è
in ritardo sui Centri di intervento e le Case di
aiuto per le donne vittime di violenza». «La
violenza sulle donne non è un fenomeno ma
una condotta - ha dichiarato Francesca Scarfoglio di Assolei. Serve un buon utilizzo delle
norme ma anche tanta sensibilità e cultura».
Sugli stereotipi di genere nell’istruzione e nei
media si è soffermata Barbara Felcini, esperta in Pari Opportunità e studi di genere, mentre sulla protezione della donna vittima nella
legge n. 119 del 15 ottobre 2013 ha concentrato il
suo intervento, l’avvocato Cristiana Coviello,
esperta in materia di famiglia e minori. In
molti casi, come ha rilevato il vice questore
aggiunto della Polizia Luisa Fasano, anche
denunciare fa paura. «Si parla spesso di aiuto
alla vittima delle violenze ma spesso il blocco a
denunciare è la famiglia, il perbenismo, il salvare la faccia. È quanto si riscontra soprattutto nelle nostre piccole realtà. È sempre più
VIA MORO L’UOMO CON PRECEDENTI PER FURTO BLOCCATO IN PIAZZA MULINO
frequente, inoltre, l’incapacità anche di uomini di cultura elevata di tollerare una compagna di pari livello. Spesso la denuncia è
strumentale ad altro, come l’affido dei figli o
sviluppi economici più favorevoli nel caso del
divorzio. L’ammonimento sta fungendo da deterrente ma nei nostri contesti occorre fare i
conti anche con il chiacchiericcio e le attenzioni morbose». Sui disturbi di personalità
nelle relazioni d’amore si è soffermata la psicologa forense Assunta Basentini, mentre
Maria Benevento, pisicologa e psicoterapeuta ha affrontato la questione della vittima che è
anche mamma e della vulnerabilità dei bambini nei contesti di violenza. Un ruolo prezioso
lo rivestono anche gli organi di informazione
che, come ha sottolineato la giornalista Antonella Ciervo dovrebbero raccontare i fatti e
non spettacolarizzare le notizie, applicando la
deontologia, aspetto questo evidenziato anche
dall’avv. Emilio Nicola Buccico, il quale ha
relazionato sull’analisi delle condotte criminose, citando il brigante “Chitarrid” Eustachio Chita i cui resti su richiesta del prof.
Raffaele Sarra, furono riesumati per essere
inviati al museo di antropologia criminale di
Torino, diretto dal prof. Cesare Lombroso.
CARABINIERI CELEBRAZIONI
le altre notizie
NEI PRESSI DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Selezione di start up con dPixel
unica tappa lucana del Barcamper
n A pochi mesi dalla conclusione della business plan competition Start Cup Basilicata
promossa da Basilicata Innovazione e
Unioncamere Basilicata con la collaborazione di dPixel, fa tappa a Matera, l’unica in
regione, il Barcamper (metodologia per lo
scouting e la selezione di startup ad alto
potenziale di cui è proprietario dPixel) con il
progetto Startup Revoutionary Road Tour,
promosso da Microsoft e Fondazione Cariplo
e coordinato da Fondazione Filarete. Appuntamento nei pressi della Camera di commercio, in via Lucana 82, per salire sul camper e catturare, con la presentazione della
propria idea, l’interesse del team di dPixel.
Per partecipare, è necessario prenotare un
colloquio sul sito barcamper.it (voce di menù “On the road” e click su “Startup Revolutionary Road Tour 2014”), selezionando
la fascia oraria di preferenza (10-13 o 14-18) e
inserendo una breve descrizione dell’idea.
L’«OASI» AL MADONNA DELLE GRAZIE
I clown portano un sorriso
nei reparti dell’ospedale
n Invasione festosa e rumorosa, oggi, dei clown dell’associazione Oasi del sorriso nelle
corsie e nei reparti dell’ospedale Madonna
delle Grazie. Dalle 10, i finti nasi rossi dei
volontari materani somministreranno ai ricoverati, in particolare a quelli in età pediatrica, dosi massicce di musicoterapia e
clownterapia. Il loro obiettivo è quello di
portare il sorriso dove c'è tristezza. I clown
dell’Oasi, infatti, offrono in modo solidale ai
[fi.me.]
degenti la loro allegria.
LEGALITÀ INIZIATIVA DEL GS DEL CORPO FORESTALE E DELL’ASSOCIAZIONE LIBERA
in città La campagna «Libera la natura»
Giovane tenta lo scippo Arriva
la marcia
con gli studenti del Materano
la Polizia lo arresta
Fedelissima
Gli incontri sul territorio della iniziativa nazionale
l Era già una vecchia conoscenza delle
forze dell’ordine, nonostante la giovane età,
per via dei precedenti per furto. Ieri, Francesco Liantonio, 22 anni, residente a Modugno (Bari), è stato arrestato con l’accusa
di aver tentato uno scippo a una donna in
via Moro. Decisiva si sono rivelati l’opposizione della vittima del tentato scippo, una
avvocatessa che ha resistito con tenacia e coraggio all’azione delittuosa
costringendo alla fuga
l’uomo e, appena pochi
minuti dopo, il passaggio di una Volante che
transitava lungo la strada. L’episodio è accaduto attorno alle 9.15 nei
pressi dello sportello bancario Unicredit. È
la stessa donna, Maria Morelli, a raccontare la sua testimonianza. «Mi accingevo ad
andare al Palazzo di Giustizia - ha detto
qualche ora dopo aver verbalizzato i fatti e
riconosciuto lo scippatore in Questura quando all’improvviso mi sono sentita
strattonare da dietro con il chiaro tentativo
che qualcuno volesse portarmi via la borsa.
Sono stata aiutata dal fatto di avere una
borsa voluminosa e non leggera e questo ha
complicato i piani del giovane. Ho resistito
riuscendo a far desistere l’uomo dal suo
intento, mettendolo in fuga e memorizzando gli indumenti e il suo aspetto fisico: aveva
un giubbetto rosso. Sono stati attimi di panico durante i quali ho temuto per la mia
incolumità. Dopo qualche minuto è transitata una pattuglia della Polizia. Ho raccontato loro l’episodio
descrivendo le caratteristiche di chi mi aveva aggredito». Gli agenti della
Volante insieme ai colleghi in borghese della
Squadra Mobile, in servizio di pattuglia antiscippo, si sono messi immediatamente sulle tracce di Liantonio, il quale forse pensava di
averla fatta franca. Dopo cinque, sei minuti
dal tentato scippo l’uomo è stato rintracciato e bloccato nei pressi di piazza Mulino.
Il giovane è stato rinchiuso nel carcere di
via Cererie a disposizione dell’Autorità giudiziaria. È stato lo stesso questore dott. Stanislao Schimera, nel seminario di studi
sul femminicidio organizzato dall’Ordine
degli Avvocati nel Palazzo di Giustizia a
dare notizia dell’arresto dell’uomo. [d.mas.]
DONNA TENACE
Voleva sottrarre la borsa
ad una avvocatessa che ha
resistito e dato l’allarme
l L’Istituto nazionale del Nastro Azzurro, in occasione dell’anniversario del secondo secolo della costituzione dell’Arma dei Carabinieri a Benemerita ha organizzato “La marcia della Fedelissima” con la quale il maratoneta
azzurro Michele Maddalena,
classe 1940, sta percorrendo tutta
l’Italia per recarsi in visita nelle
città che hanno dato i natali alle
Medaglie d’Oro al valor militare
all’Arma dei Carabinieri. Matera
è una delle tappe che raggiungerà
l’atleta: qui ricorderà il pluridecorato di tre guerre maggiore Rocco Lazazzera, Maggiore Rocco Lazazzera, caduto sul fronte greco
nella 2ª Guerra mondiale, e a a cui
è intitolata la Caserma del Comando provinciale. La cerimonia
commemorativa è oggi alle 17, nella sala “Mandela” del Municipio.
Qui Maddalena giungerà dopo
aver fatto prima tappa alle 11,30 a
Miglionico, al Monumento ai Caduti. A Matera passerà prima dalla sede del Comando provinciale
prima di arrivare in Comune.
PARTITO DA
SCANZANO
Un momento
dell’incontro
che ha dato
il via alla tappa
lucana
dell’iniziativa
.
l Ha preso il via a Scanzano Jonico la tappa lucana del circuito
nazionale intitolato “Libera la natura”. L’iniziativa è promossa
dal Gruppo sportivo (Gs) del Corpo Forestale dello Stato e
dall’associazione antimafia Libera. Ieri due incontri. In mattinata, nella sala consiliare del
Comune, gli atleti Guido Vianello, campione italiano supermassimi di pugilato, Flavia
Arcioni, velocista ostacolista,
medaglia d’oro ai campionati
mondiali militari nella staffetta 4 x 400 metri, presenti Flavia
Montini e Chicca D’Alessandro, di Libera, e Maurizio De
Marco, del Gs Forestale, hanno parlato di sport e legalità ai
ragazzi degli Istituti comprensivi (Ic) di Scanzano e Nova
Siri. Alle 18, invece, a Matera,
nel salone della parrocchia di
San Rocco, in via Lucana, altro
incontro su “Libera lo sport pulito”. Oggi sono in programma
altre due iniziative. Alle 9.30, a Policoro, confronto nell’Ic
“Giovanni Paolo II” con gli alunni delle scuole “Don Milani” e
“Giovanni Paolo II” del centro jonico, di quelle di Craco, e
dell’Istituto comprensivo “Padre Pio da Pietralcina” di Pisticci.
Alle 18, infine, gli ambasciatori dello sport pulito saranno a
Tursi, nell’Istituto comprensivo “Albino Pierro”, in via Roma.
[fi.me.]
RASSEGNASTAMPA
MATERA PROVINCIA I XIII
Giovedì 15 maggio 2014
ROTONDELLA GLI INQUIRENTI SEGUONO UNA PISTA CHE PORTA NEL METAPONTINO PER UNA REVOCA DI UN APPALTO ALL’ANSALDO
C’è pure la «tangente radioattiva»
tra le nuove forme di corruzione
La Sogin rientrerebbe nell’inchiesta sull’Expo 2015 per alcuni appalti
FILIPPO MELE
l ROTONDELLA. Echi metapontini dell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti all’Expo di
Milano. Dagli atti risulta essere coinvolta la
Sogin, la Spa di proprietà al 100 per cento del
ministero del Tesoro che deve dismettere il sito
atomico Itrec della Trisaia, il bubbone nucleare
lucano. Espressi dubbi sulla revoca all’Ansaldo
dell’appalto 2011 per la realizzazione in loco
dell’impianto per il trattamento dei rifiuti radioattivi. Ed aumentano le preoccupazioni sui
ritardi del programma di dismissione mentre
viene richiesta trasparenza in appalti ed assunzioni. Ma andiamo con ordine.
Da Milano i magistrati inquirenti hanno indicato quella che secondo loro è la nuova frontiera della corruzione italiana, la “tangente radioattiva”. Nel “mirino” alcuni appalti Sogin. E
c'è stato chi, come il fisico nucleare antinuclearista romano Giorgio Ferrari, ha sollevato
dubbi su un appalto di Rotondella prima aggiudicato e poi revocato all’Ansaldo Energia.
Così Ferrari: «Perchè nel 2011 Sogin va alla
risoluzione del contratto con Ansaldo, vincitore della gara per la realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti della Trisaia e
poi emette un nuovo bando di gara? Quest’impianto doveva essere già in stato di avanzata
costruzione e invece è fermo non per le controdeduzioni tecniche che io stesso presentai in
sede di Commissione di Valutazione di impatto
ambientale, quasi tutte respinte, ma per (a questo punto) sospette procedure di assegnazione
che lasciano inevase le richieste delle popolazioni locali in tema di sicurezza. Porrà rimedio a tutto questo il nuovo amministratore
delegato, Riccardo Casale?».
Dalla Spa nessuna risposta in merito nonostante, nella giornata di ieri, abbiamo tentato di
avere una interlocuzione in merito attraverso il
suo ufficio stampa. Ed il ciclone che ha investito
Sogin, dato il suo rilevante ruolo in sede locale,
ha sollevato preoccupazioni. Il sindaco di Rotondella, Enzo Francomano, ha auspicato il
rispetto del cronoprogramma di dismissione
dell’Itrec mentre Felice Santarcangelo, di Noscorie Trisaia, ha chiesto alla Regione di convocare nel Metapontino il Tavolo della trasparenza: «Non possiamo venire a conoscenza di
questo genere di situazioni dalla stampa. La
Sogin deve relazionare alle istituzioni ogni tre
mesi su appalti e lavori». Trasparenza sui criteri di assunzione, infine, è stata chiesta da
Angelo Vaccaro, della Filctem Cgil.
Al tavolo regionale era assente la Sogin
Resta in alto mare la vertenza
dei lavoratori esternalizzati
.
ROTONDELLA. Nulla di fatto nella
vertenza dei 45 lavoratori esternalizzati
del centro Enea-Sogin della Trisaia.
Mancavano al tavolo convocato in Regione, a Potenza, proprio i dirigenti della
Sogin, la spa pubblica che deve riportare a prato verde il sito dell’impianto atomico dismesso Itrec. Così, all’assessore
regionale alle Attività produttive, Raffaele Liberali, alla presenza del sindaco, Enzo Francomano, non è rimasto che fissa-
re una data per il nuovo incontro, il 4
giugno prossimo. La Sogin, infatti, è divenuta la parte preponderante del “core
business” della Trisaia con gli ingenti
fondi statali che deve gestire e che, proprio per questo, è stata chiamata da Cgil,
Cisl e Uil, a dare risposte alle professionalità esternalizzate da anni alle prese
con forti riduzioni del contenuto della
già magra busta paga. Una storia che si
ripete ad ogni rinnovo di appalto. [fi.me.]
SCORIE Le barre di Elk River nella piscina dell’Itrec
PISTICCI IL CASO A CENTRO AGRICOLO BERNALDA FIOCCANO INSULTI E FACILI IRONIE E ARRIVANO GLI ESPOSTI DENUNCIA
Denunciati in dieci
Campagna elettorale dai toni alti
dai carabinieri per furto
di energia elettrica
è guerra pure sui social network
l PISTICCI. È di dieci denunce per furto aggravato di
energia elettrica il bilancio di un’attività di controllo
mirata da parte dei carabinieri della Compagnia di Pisticci e della Stazione di Marconia. Teatro della vicenda
la frazione di Centro Agricolo, già colonia confinaria per
chi aveva idee diverse dal quelle del duce all’epoca del
ventennio, dove il Comune di Pisticci ha ristrutturato 14
abitazioni di sua proprietà, nell’ambito di un progetto di
edilizia popolare peraltro ancora non del tutto completato. Nei 14 siti già realizzati ormai da tempo, però,
vivono abusivamente numerosi nuclei abitativi: quelle
case, dunque, benché non ancora assegnate sono regolarmente abitate. Proprio per questo i militari della
Stazione di Marconia hanno da tempo avviato una serie
di accertamenti sugli appartamenti occupati abusivamente: fatti già segnalati all’autorità giudiziaria competente per occupazione abusiva da parte del Comando
della Polizia municipale di Pisticci. Le indagini dei carabinieri hanno appurato che gli abusivi si rifornivano
direttamente della rete elettrica dell’Enel con allacci
abusivi, tra l’altro, eseguiti senza il rispetto di alcuna
norma sulla sicurezza. Tra i denunciati ci sono anche un
extracomunitario regolarmente in possesso di permesso
di soggiorno ed una straniera proveniente dall’area della
[p.miol.]
Comunità europea.
ANGELO MORIZZI
l BERNALDA. Si alzano i toni
della campagna elettorale. Fioccano gli insulti e perfino gli esposti denuncia. Le diverse liste in
lizza per la poltrona di sindaco si
rimpallano l’accusa di aver copiato i rispettivi programmi elettorali, mentre su internet, le pagine
Facebook ironizzano sulle parentele presenti tra candidati sindaci
e consiglieri. Bersaglio privilegiato dei palchi elettorali è divenuto il consigliere regionale, candidato alle comunali e alle europee, Nicola Benedetto. Il leader
del centrosinistra Gennaro Collocola, definisce Benedetto con
l’appellativo di «imprenditore,
che corre ormai dappertutto, comunali, regionali, europee», e lo
invita, ironicamente, a candidarsi anche «come amministratore di
condominio». Poi la stoccata fe-
roce: «La lista ideata dall’imprenditore “Bernalda e Metaponto al
Centro” è una lista macedonia,
tutt'altro che una lista civica, nata
soprattutto per contarsi e farsi
spazio a livello regionale». Il riferimento è alla presenza tra i sostenitori della civica, dell’ex sindaco Leonardo Chiruzzi, dell’ex
presidente del Consiglio comunale, Giuliana Troiano, entrambi
Pd, di Giambattista Mazzei, ex Idv,
ma anche di Vincenzo Grippo e
Nicola Caputi, ex Pdl. Non meno
poderose le bordate che arrivano
da “Svolta di centrodestra”, in cui
si rimprovera a Benedetto «di
spacciare la sua bernaldesità, pur
non essendo del luogo, e di essere
stato relegato in un cantuccio alla
Regione, rispetto ai tanti proclami fatti in campagna elettorale».
Il candidato sindaco Franco Carbone invita i bernaldesi «a non
farsi ingannare dalla dizione lista
BERNALDA AVEVANO BEVUTO TROPPO
TRICARICO CON INIZIO ALLE 18 C’È LA CONCELEBRAZIONE SOLENNE
Avevano aggredito i carabinieri Religiosi e fedeli oggi in Cattedrale
dopo un controllo stradale
per festeggiare monsignor Orofino
due giovani patteggiano la pena Si celebrano il suo decennale alla guida nella Diocesi
PIERO MIOLLA
l PISTICCI. Hanno patteggiato una condanna a tre mesi
di reclusione per violenza, resistenza e lesioni a pubblico
ufficiale due giovani di Bernalda che, fermati dai carabinieri per un normale controllo
alla circolazione stradale, avevano aggredito i militari. Il fatto è avvenuto qualche giorno
orsono nella cittadina bernaldese dove i carabinieri della
locale Stazione, coadiuvati dai
colleghi del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Pisticci, hanno arrestato i due rei. I
giovani, fermati per un banale
controllo, sono stati sorpresi
dai carabinieri di Bernalda in
uno stato di alterazione psicofica, dovuta ad un abuso di alcolici. Dopo essere stati fermati, però, gli arrestati si sono resi
protagonisti dapprima di alcune minacce ai militari e sono
passati, successivamente, ad
una vera e propria aggressione
che ha procurato ai rappresentanti dell’Arma alcune lesioni
giudicate dai sanitari guaribili
in tre giorni. A quel punto tempestivo è risultato l’intervento
di una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di
Pisticci che, una volta sul posto, ha fortunatamente messo
fine alla vicenda con la messa
in sicurezza degli aggressori ed
il successivo loro arresto. I due,
però, hanno comunque tentato
di esercitare violenza e minaccia nei confronti dei carabinieri pure all’interno della caserma di Bernalda. L’operazione,
in buona sostanza, si è poi conclusa con la traduzione dei due
agli arresti domiciliari, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Matera, Rosanna De Fraia. Successivamente, è giunta anche la
convalida del provvedimento
di arresto e la condanna dei due
con rito direttissimo e relativo
patteggiamento ad una reclusione di tre mesi.
l TRICARICO. Dieci anni fa
faceva l’ingresso a Tricarico
mons. Vincenzo Carmine
Orofino, mandato dal sommo
Pontefice a guidare la diocesi .
Oggi si ricorda l’evento con un
cerimonia particolarmente solenne. Alle 18, infatti, è prevista
la concelebrazione nella Cattedrale tricaricese con la partecipazione dei sacerdoti della
diocesi, le suore, gli amministratori e i fedeli. Nei dieci anni
trascorsi nei luoghi a lui assegnati, mons. Orofino, originario di San Severino Lucano,
ha fatto rilevare una presenza
costante in tutti gli ambiti e gli
ambienti della diocesi attraverso contatti personali e molteplici iniziative.
Ricordiamo tre lettere pastorali, la visita pastorale in tutti i
paesi della diocesi, numerosi
convegni ai quali anche la partecipazione dei laici è stata
sempre altissima. Uomo di elevato livello culturale, ha dispensato messaggi in occasio-
civica, giacchè a Bernalda, quest’anno, corrono ben due liste di
centrosinistra, contrapposte tra
loro». In un comizio del suo candidato sindaco Domenico Tataranno, Benedetto ha rintuzzato le
accuse: «Vivo e opero a Bernalda –
dice – dal 1969, da quando frequentavo il Liceo scientifico. In
pochi mesi da assessore regionale
all’Agricoltura, ho fatto arrivare
a Bernalda un milione e 500 mila
euro per i danni dell’alluvione,
metà dei quali sono colpevolmente fermi nei cassetti della burocrazia comunale, sia facendo rimborsare agli agricoltori le cartelle
esattoriali del Consorzio di bonifica. Ho poi trovato i fondi che
sono serviti per ristrutturare la
chiesetta di San Donato. Se non
fosse stato per me – ha concluso –
il basket a Bernalda sarebbe morto da tempo e molte persone sarebbero ancora senza lavoro».
le altre notizie
BERNALDA
LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA
Si sospende l’erogazione dell’acqua
dalle 10 alle 17 di oggi
n Mancherà l’acqua per alcune ore, nella giornata odierna, a Metaponto ed in alcune contrade vicine. Per eseguire i lavori di manutenzione straordinaria sulla condotta adduttrice in contrada Mercuragno, la società Acquedotto Lucano spa ha comunicato che si è
reso necessario sospendere l’erogazione idrica nell’abitato di Metaponto borgo e nelle
contrade San Marco, Demanio, Mercuragno,
Spineto e Serra Marina dalle 10 alle 17, salvo
[p.miol.]
imprevisti.
POLICORO
INTERVENTI DI ESPERTI E TESTIMONIANZE
Si discute di legalità al liceo «Fermi»
con gli studenti del biennio
ne di tutte le feste di importanza rilevante e della Quaresima, oltre che lettere alle famiglie, ai giovani, ai cresimandi, ai bambini di prima comunione, alle associazioni. Ha ordinato dieci sacerdoti ed ha avvicinato i giovani e le famiglie
organizzando vacanze estive e
sulla neve. Di tutto questo i
diocesani gli sono grati. [v.d.l.]
IL PRESULE
Monsignor
Vincenzo Carmine Orofino
è originario
di San
Severino
Lucano
.
n Si svolgerà oggi a Policoro, dalle 11, nell’aula magna del Liceo scientifico Fermi, una conferenza
sulla legalità riservata alle prime e seconde classi dell’istituto. Parteciperanno all’iniziativa,
presentati dal dirigente scolastico Leonardo
Giordano, Tania Pisani Pezzuto, vedova del carabiniere Claudio Pezzuto, ucciso il 12 febbraio
1992, ed il brigadiere capo dell’Arma in congedo
Nicola Latronico, rimasto seriamente infortunato in una azione di servizio. Parteciperà
all’incontro anche il comandante della Compagnia di Policoro, Michelangelo Lobuono. [fi.me.]
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
Complotto ai danni di Berlusconi,
il Colle: «Dimissioni furono libere»
Il capogruppo Brunetta chiede una commissione d’inchiesta. La replica del Quirinale: «Nessuna pressione». Berlusconi: «Merkel e Sarkozy tentarono di colonizzare l’Italia»
di Redazione Online
Dopo gli attacchi di Forza Italia al Colle per le rivelazioni dell’ex segretario al Tesoro Usa Geithner su una presunta
trama europea per far cadere Berlusconi e dopo l’intervista dell’ex premier a Corriere.it, il Colle replica alle accuse
di Berlusconi. «Le dimissioni di Berlusconi furono libere e responsabili», spiega il Colle. Napolitano ha anche fatto
sapere di non aver mai saputo di pressioni subite dal premier. Poi Berlusconi, intervenuto in una conferenza stampa a
Roma, ha puntato nuovamente il dito: « Ieri un ministro della prima amministrazione di Obama ha fatto affermazioni, che lasciano pochi dubbi, in cui ha raccontato come nel G20 di Cannes per due volte Merkel e Sarkozy convocarono una riunione che aveva una finalità e cioè far sì che nostro paese fosse colonizzato e con la sospensione del potere
del governo lasciato alla Troika».
Diritto ad eleggere il Capo dello Stato
Il numero uno di Forza Italia ha poi aggiunto: «Sono venuto qui per farmi tirare su di morale da voi, perché non abbiamo particolari motivi per essere sereni e tranquilli, ma abbiamo molti, molti motivi per essere delusi, disgustati,
forse qualcuno rassegnato, furiosi ed esasperati». E ancora: «Il capo dello Stato, dopo tutti questi anni che abbiamo
sofferto presidenti scelti dai capi di partito, abbiamo il diritto di sceglierlo noi».
La nota del Colle
Le accuse al Colle arrivano da tutta Forza Italia, in testa Renato Brunetta che chiede una commissione d’inchiesta,
fino al senatore Maurizio Gasparri che attacca:«Al Quirinale li leggono i giornali? Il Presidente della Repubblica deve
garantire la libertà della nostra Nazione. C’è stato o no un complotto europeo con sponde in varie parti del mondo? Si
deve difendere la libertà, la dignità, l’autonomia del nostro Paese o no? O il silenzio nasconde una complicità, come
molti hanno detto in questi mesi?». Tutte parole con cui il presidente della Repubblica replica con una lunga nota in
cui si legge:«Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi,
e già preannunciate l’8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi
politico-parlamentari italiani». E ancora: «Gli episodi “rivelati” dall’ex Segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti
e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente
della Repubblica italiana - al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo», aggiunge, «Tuttavia, a proposito di quanto, per qualche
aspetto, era trapelato pubblicamente, il Presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, «le inopportune
e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli
impegni assunti dall’Italia».
RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA