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www.gazzetta.it giovedì 15 maggio 2014 1,30 €
REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 - TEL. 0262821 - REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 - TEL. 06688281
POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO
ITALIA
anno 118 - Numero
numero 113
Anno
italia: 51575158585149
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PANCA
REVOLUT ON
?
CONTE-JUVE E IL DOPO SEEDORF,
CON MONTELLA, SPALLETTI
E DONADONI IN ATTESA:
SI PARTE DA QUI, MA A BALLARE
È ADDIRITTURA MEZZA SERIE A
AGNELLI CHIEDE UNA
RISPOSTA IN TEMPI
RAPIDI. OGGI
SPALLETTI A MILANO:
INCONTRERÀ
GALLIANI?
INTER: LA PARTITA
CON MAZZARRI
RIGUARDA I
PROGRAMMI
IL TIFOSO FERITO
Nella stanza di Ciro
«Guardate come
mi hanno ridotto»
In Rianimazione al Gemelli
col ragazzo napoletano.
I timori della mamma:
«Non muove le gambe,
non le sente proprio»
3 Ciro Esposito, 29 anni
CATAPANO A PAGINA 13
EUROPA LEAGUE
Il Siviglia sorride
solo dopo i rigori
È dominio Spagna
Aspettando Real-Atletico in Champions
assegnato il primo trofeo continentale
Maledizione Benfica: ottava finale persa
3 I giocatori del Siviglia festeggiano il successo ACTION IMAGES
ARCHETTI, DI FEO PAG. 17, COMMENTO DE CALO’ PAG. 19
NAZIONALE 1 IL CANNONIERE DEL VERONA
Toni e le scelte di Prandelli
«Sorpreso dal taglio del Gila»
BREGA A PAGINA 14
NAZIONALE 2 LA PUNTA DEL TORO E IL MERCATO
Immobile chiede serenità
«In Brasile col futuro deciso»
BRAMARDO A PAGINA 14
3 Da sinistra: Roberto Donadoni (Parma), Luciano Spalletti (ex Zenit), Walter Mazzarri (Inter), Vincenzo Montella (Fiorentina), Antonio Conte (Juve) e Clarence Seedorf (Milan)
Fiorentina in ansia per il suo tecnico. Samp e Mihajlovic potrebbero annunciare il nuovo
accordo. La Lazio deve decidere se andare avanti con Reja. Udinese: rebus Guidolin.
Chievo e Sassuolo trattano le conferme di Corini e Di Francesco. Il Bologna pensa a Zeman
IL CASO PER IL FURTO DEL TELEFONINO
Balotelli, altra lite notturna
Ma stava inseguendo un ladro
BOCCI A PAGINA 8
DI CHIARA, GRIMALDI, LAUDISA, LONGHI, TOSI DA PAGINA 2 A PAGINA 5
CICLISMO A VIGGIANO STOCCATA DEL LIVORNESE SU EVANS. MATTHEWS IN ROSA
Ulissi, finalmente Italia al Giro
Il vincitore: «Sì, l’avevo studiata». Cassani: «Diego mi
ricorda Argentin». Oggi arrivo in salita a Montecassino
F.1 IL TEST FATTO DA ROSBERG
TENNIS GLI INTERNAZIONALI
ALLIEVI, PERNA PAGINE 19-31
DA PAGINA 36 A PAGINA 40
Sempre in contatto
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Un nuovo scarico Schiavone, Errani
per fare più rumore e Pennetta ci sono
ma è già bocciato Federer, ciao Roma
3 Diego Ulissi, 24 anni BETTINI
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DA PAGINA 22 A PAGINA 29
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DI GENE GNOCCHI
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Ilaria D’Amico raggiante
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2
LA GAZZETTA DELLO SPORT
PRIMO PIANO
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
italia: 51575158585149
ATALANTA
la situazione
Chi va, chi resta, chi aspetta
Via al balletto delle panchine
Mancano solo 90 minuti alla fine del
=
campionato ma per le società è già tempo di
fare i conti con la prossima stagione. In
questo grafico abbiamo riassunto la
situazione delle 20 panchine dell’attuale
Serie A (comprese Bologna, Catania e
Livorno, già retrocesse in Serie B) con
l’aggiunta del Palermo, che ha conquistato
la promozione matematica nella massima
serie con cinque giornate di anticipo.
Al momento sono solo sette le certezze: gli
allenatori che hanno la sicurezza di
rimanere al loro posto sono Colantuono
(Atalanta), Gasperini (Genoa), Benitez
(Napoli), Iachini (neopromosso col Palermo
dalla B), Garcia (Roma), Ventura (Torino) e
Mandorlini (Verona).
Altri invece sono a un passo dal rinnovo,
come ad esempio Mihajlovic con la
Sampdoria (oggi è attesa l’ufficialità) e Reja
con la Lazio.
Per tutti gli altri, per i tecnici che hanno
contratti lunghi e ancora validi, o hanno
ricevuto la fiducia dai rispettivi club, o
ancora hanno dichiarato amore eterno alla
propria società, i giochi sono assolutamente
aperti. Un intreccio che coinvolge molte
delle big del campionato (Juventus, Inter,
Milan su tutte), una trama fluida e destinata
ad arricchirsi col passare delle ore di
numerosi colpi di scena.
BOLOGNA
Colantuono
100%
CAGLIARI
Drago
Pioli
10%
35%
Altri
15%
Zeman
D.Rossi
Maran
Corini
50%
40%
30%
20%
!
?
COLANTUONO
?
BALLARDINI
PULGA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il grande
CARLO LAUDISA
@carlolaudisa
MILANO
Sono i giorni dei misteri. Intorno alle
maggiori panchine italiane c’è un’aria più
frizzante del solito e tutti gli interrogativi partono da Torino, dalla contesa tra Antonio
Conte e la sua Juventus. Andrea Agnelli sa
bene che questa pagina va girata in fretta,
per non lasciare aperte ferite che in prospettiva rischiano di diventare pericolose.
Così l’incertezza di queste ore dà implicito
spazio alle mille voci sul suo eventuale
successore.
Gli intrecci In tal modo al romanzo
del campionato che verrà s’aggiunge
un capitolo nel tipico stile del giallo.
Cosa c’è dietro le lamentazioni di
Vincenzo Montella? I primi indizi portavano ad un interesse del Milan, ma s’è ben
presto capito che il club di Berlusconi non ha
mai avuto l’idea di pagare la clausola di 6 milioni necessaria per strapparlo alla Fiorenti-
tà a dare all’allenatore le garanzie tecniche
per un’altra stagione ambiziosa. Resta, però,
un alone di indeterminatezza. E l’attesa cresce, magari aspettando una presa di posizione
del club. Visto dal versante del Milan questo
finale di stagione non è meno complicato.
Il verdetto Tra Arcore e Milanello s’è consumato un divorzio rumoroso. Silvio Berlusconi
in poco più di tre mesi ha sconfessato la sua
scelta di fine gennaio e ha deciso di congedare
l’autarchico Clarence Seedorf. Le bordate del
presidente valgono più di una lettera di licenziamento. E Adriano Galliani s’è già mosso
per scegliere l’erede. L’emergente Pippo Inzaghi è stato il primo candidato, ma la proprietà
non vuole dargli eccessive responsabilità nell’immediato. Ragion per cui sta prevalendo
l’idea di affidarsi a un tecnico esperto. Nell’identikit c’è spazio per Roberto Donadoni,
affidabile ex rossonero. Ma molti indizi portano a Luciano Spalletti che sta trattando la risoluzione con lo Zenit. Oggi il tecnico di Certaldo rientra in Italia, è previsto anche un suo
blitz a Milano. Gli interessati, però, smentiscono che ci sia un appuntamento. Staremo a
vedere. È più importante capire che l’aggancio è possibile
solo se ci saranno i termini
per un’intesa economica. Il
Milan ha problemi di budget,
visto che Seedorf è a libro paga per altre due stagioni. E se
il club russo non compartecipa all’uscita di Spalletti... E
ciò spiega perché in via Aldo
Rossi non hanno fretta di dare annunci. Servono settimane per sistemare queste faccende: sia in entrata sia in
uscita.
TUTTO PARTE DAL
REBUS CONTE
MONTELLA:
FIRENZE IN ANSIA
MILAN-SPALLETTI
SERVE TEMPO
Incertezza per
molti tecnici. Per i
rossoneri è in
corsa Donadoni
E anche l’Inter
deve rassicurare
Mazzarri
na. Allontanatosi il nuvolone rossonero, ora è
la volta di quello bianconero. Forse ancor più
pericoloso se è vero che il presidente juventino ha messo il tecnico viola in cima alla sua hit
per l’eventuale dopo-Conte.
La strettoia Ma anche questa strada è stretta: quanto meno nei tempi. Giorno più, giorno meno, la finestra per l’Aeroplanino si chiuderà entro una decina di giorni. E non è semplice chiudere una pratica del genere così velocemente. Senza sottovalutare gli effetti
politici tra due società da sempre rivali. Tutte
insidie che in corso Galileo Ferraris conoscono bene. Anche per questo motivo la famiglia
Della Valle vive con relativa tranquillità questo delicato frangente. Non manca certo l’elettricità in casa viola, ma c’è tutta la disponibili-
Interrogativi Anche Erick
Thohir ha i suoi pensieri. L’Inter chiuderà con una qualificazione in Europa League che
soddisfa l’ambiente, ma ora
c’è da disegnare il futuro. E
anche Walter Mazzarri ha
detto chiaro e tondo che vuole rassicurazioni
adeguate. Sia in termini tecnici che di contratto. L’appuntamento con il presidente indonesiano è a fine mese. Il barometro nerazzurro
tende al sereno, ma il rischio è che le prossime
settimane portino delle tensioni che ora si avvertono appena. La prova è che per la panchina interista non si registrano sussurri sui nomi di eventuali sostituti. Tuttavia la dialettica
sarà utile per sviscerare in tempo i problemi
ed evitare pericolosi colpi di coda. La considerazione vale per tutti. Perché il mercato dei
calciatori è ormai all’orizzonte e le difficoltà
maggiori (per tutti) arriveranno più avanti.
Quando si toccheranno con mano tutte le criticità di un’estate ricca di aspettative e povera
di denari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
I NUMERI
6
i milioni
della clausula
di rescissione
da pagare alla
Fiorentina per
strapparle
Vincenzo
Montella.
IL GI
AL
CONTE
IA
IL G
L’allenatore della
Primavera rossonera
aspetta la chiamata
del Milan per sapere
cosa accadrà nelle
prossime settimane
LO A
LLE
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ALL
LLO
ENA
TOR
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304
3
PPO
F I L IA G H I
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INZAGHI
IL GI
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N AT O
ANTO
C O N TN I O
E
Il tecnico è dubbioso
sul suo futuro, ma la
Juve stringe i tempi
e cerca di raggiungere
un accordo entro la
prossima settimana
2,5
milioni di
euro netti
all’anno: è lo
stipendio che
prende
attualmente al
Milan Clarence
Seedorf, il cui
contratto
scade il 30
giugno 2016.
LO A
LLE
N AT O
RI
3043
WA
M A Z LT E R
ZARR
I
MAZZARRI
Ha un altro anno di contratto,
ma vuole fare chiarezza con
l’Inter: a fine mese incontrerà
il presidente Thohir
IL G
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
3
LA GAZZETTA DELLO SPORT
italia: 51575158585149
CATANIA
CHIEVO
Nicola
FIORENTINA
GENOA
INTER
5%
Pioli
35%
Di Carlo
Corini
10%
70%
Pellegrino
Stramaccioni
35%
Montella
70%
Donadoni
15%
?
?
PELLEGRINO
CORINI
Altri
10%
30%
Rastelli
30%
JUVENTUS
Altri
20%
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Gasperini
Mazzarri
Conte
Montella
100%
80%
60%
30%
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?
MONTELLA
GASPERINI
MAZZARRI
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CONTE
GDS
Mistero
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30
3043
GI
IL
L
AL
MONTELLA
Le sue esternazioni
hanno creato
scompiglio
nell’ambiente viola.
Agnelli lo segue:
la clausola di
rescissione
sta per scadere
304
IA
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43
DAL NOSTRO INVIATO
SPALLETTI
RI
E’ legato per un altro anno
con lo Zenit e sta
lavorando per liberarsi.
Il Milan lo segue da tempo,
piace anche alla Juve
O
A NT T I
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A
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IL GI
ALLO
ALLE
N AT O
RI
MIRKO GRAZIANO
TORINO
Siamo alle mosse decisive nella partita a
scacchi fra Conte e la Juventus. La pazienza va
esaurendosi in corso Galileo Ferraris, dove il
silenzio di Andrea Agnelli comincia oltretutto a
farsi assordante. Tempo scaduto: ora il club
pretende che il tecnico leccese chiarisca le proprie intenzioni non oltre lunedì sera, «quando
di fatto daremo il via alla stagione 2014-2015»,
trapela dalla sede bianconera. Nel frattempo,
va detto, Conte resta convinto di essere lui creditore di una risposta.
Lo scossone Ma nelle ultime ore lo scossone
lo avrebbe in effetti dato la Juventus, con l’intenzione di «stanare» definitivamente il tecnico. Chiaramente impraticabile la strada di un
mercato da 120 milioni per azzerare il gap con
le corazzate europee, Marotta ha di fatto bocciato per quest’anno anche la linea del ribaltone (ricambio di 10-12 giocatori, con molti giovani in gruppo), ritenendola poco conveniente, a maggior ragione alla luce dei conti inter-
3043
VINC
MON ENZO
TELL
A
Diceva il leccese: «Ho esternato i miei pensieri
sotto ogni punto di vista. Il club, dunque, non
è impreparato, ha potuto metabolizzare la situazione. I cicli vincenti durano al massimo
tre anni, poi bisogna ripartire con un nuovo
progetto. Dopo un periodo così straordinario,
in cui porti a casa sempre lo scudetto, anche
solo per una questione statistica può capitare
di bucare una stagione, e io non vorrei passare
in poco tempo da eroe a stupido. Pensate a cosa è successo dopo il Benfica: ho subito un vero e proprio massacro mediatico. Qui l’asticella si è alzata, l’anno prossimo la gente ci chiederà la Champions, e noi non siamo pronti con
questa rosa».
Distensione allo Juve stadium? I giochi restano
apertissimi, ma ormai siamo davvero al dentro
o fuori: in corso Galileo Ferraris si aspettano un
sì o le dimissioni da parte di Antonio Conte. I
contatti sono comunque continui, la diplomazia (in particolare l’amministratore delegato
Beppe Marotta) è al lavoro da qualche giorno,
anche per ricucire gli inevitabili piccoli strappi
delle ultime settimane. In questo senso, appare
però confortante il tono amichevole con il quale Agnelli e Conte hanno
chiacchierato ieri sera allo Juventus Stadium, durante la finale di Europa League. Una
specie di summit a favore di
telecamere, sicuramente un
segnale di distensione importante, abbastanza significativo.
INTRIGO-JUVE
ALLO STADIUM
PRIME PROVE
D’INTESA
TRA IL TECNICO E
AGNELLI
3
I
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R O BA D O N
DON
DONADONI
Sta facendo molto bene
al Parma ed è tra i candidati
per il dopo Seedorf, ma ora
tutto dipende da Berlusconi
Sono ancora
molti i problemi
da risolvere,
soprattutto per i
rinforzi. Il club ha
fretta, attende una
risposta per lunedì
medi approvati martedì sera dal CdA: in
pratica, l’esercizio al 30 giugno potrebbe chiudere con un deficit di 35-40 milioni, mica noccioline. Detto questo, la Juve vuole fortemente continuare con il leccese, ed è pronta a proporre un rinnovo del contratto fino al 2017:
ingaggio annuo da 4 milioni più bonus a stagione. A livello di mercato, verrà fatto il meglio possibile, seguendo la strategia della
scorsa estate, con un paio di innesti di qualità
all’interno di una rosa considerata comunque
ancora competitiva. La «rivoluzione» potrà
avere invece luogo solo a partire dal 2015,
quando ci sarà un incremento del fatturato,
con l’ingresso del nuovo sponsor tecnico e il
nuovo ciclo dei diritti tv. In questo momento
storico della società, di più non possono offrire in corso Galileo Ferraris. Basterà a Conte?
Terremoto Già, perché le
esternazioni post Roma di
Conte non avevano lasciato
del tutto indifferente il presidente bianconero. Quelle parole, in effetti, hanno scatenato un piccolo terremoto nel
pianeta Juve: dai classici bar
al mondo del web, inizia a
farsi consistente la «pericolosa» contrapposizione fra chi
sta con il tecnico e chi invece spinge il club a
voltare pagina. Due partiti che indirettamente rischiano di rovinare
la festa-scudetto di domenica
pomeriggio. Più in generale, in
ogni modo, alla società dà fastidio che il clima creatosi in
seguito allo sfogo del Mou italiano abbia finito per offuscare sui vari media il terzo scudetto consecutivo, straordinaria impresa riuscita solo negli Anni 30 ai bianconeri. Potenziali
alternative a Conte? Zero contatti
ufficiali, ma crescono le azioni di
Montella, con Mancini, Spalletti e
Allegri a ruota: più indietro Zidane ed Emery.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
I NUMERI
5
i trofei vinti
da allenatore da
Antonio Conte,
tutti con la
Juventus: 3
scudetti (201112, 2012-13 e
2013-14) e due
Supercoppe
italiane (2012
e 2013).
4
le squadre
allenate dal
tecnico leccese
prima di
arrivare alla
Juve: Arezzo,
Bari, Atalanta
e Siena.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
PRIMO PIANO
LAZIO
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LIVORNO
MILAN
Montella
Mihajlovic
10%
5%
Inzaghi
NAPOLI
PALERMO
PARMA
Inzaghi
30%
20%
Reja
Yakin
Lucarelli
80%
15%
50%
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REJA
Zavettieri
50%
Spalletti
50%
?
NICOLA
Donadoni
Benitez
Iachini
Donadoni
20%
100%
100%
70%
?
Lotito ripensa al vecchio pallino Yakin, già contattato
lo scorso anno. L’Udinese è in attesa delle decisioni di Guidolin
FILIPPO DI CHIARA
FILIPPO GRIMALDI
Un nuovo capitolo L’accordo
stipulato il 20 novembre scorso fra il presidente Garrone e
l’ex tecnico della nazionale
serba prevedeva il rinnovo automatico del contratto in caso
di salvezza dei blucerchiati.
Sinisa è riuscito nell’impresa
(e con largo anticipo), a dispetto di una situazione ini-
Sinisa Mihajlovic, 45 anni, prima stagione alla Sampdoria LAPRESSE
Al Sassuolo la
posizione di
Di Francesco è
da valutare: piace
anche Pioli
!
SEEDORF
Mihajlovic e la Samp:
oggi arriva l’accordo
Lazio-Reja: si decide
Il mosaico delle panchine per il campionato che verrà
inizia a prendere forma. Oggi,
salvo clamorosi colpi di scena,
dovrebbe andare a posto il tassello sampdoriano, con la riconferma di Sinisa Mihajlovic
anche per la prossima stagione. Nelle ultime ore, a Corte
Lambruschini sono passati da
qualche ragionevole dubbio
alle mezze certezze. La fumata bianca è attesa per oggi pomeriggio, visto che in mattinata il tecnico guiderà l’allenamento. Mihajlovic aveva assicurato che avrebbe sciolto
ogni riserva entro oggi, visto
che fra l’altro domani la squadra partirà per Udine.
!
ziale preoccupante. Ma, perché il matrimonio fra le parti
fosse ufficialmente valido serviva anche il sì del tecnico.
L’idea di Mihajlovic era chiara:
mantenendo la Sampdoria in
A, aveva saldato una sorta di
debito d’onore con il club che
nel ‘94, in uno dei momenti
più difficili della sua vita (e
della sua carriera) lo accolse
in Italia. Per l’anno venturo,
però, voleva qualche garanzia
in più, soprattutto che gli permettesse di alzare il livello
?
BENITEZ
qualitativo della squadra (in
attesa, un giorno, di approdare all’Inter o alla Lazio, i suoi
sogni per il futuro. Ed evidentemente, adesso, Sinisa ha
avuto le certezze che si aspettava.
Punto Lazio All’interno della
società è in atto una riflessione per decidere se aprire un
nuovo ciclo con Reja (sotto
contratto fino al 2015) o se
voltare pagina e puntare su un
altro allenatore. In tal caso i
candidati sarebbe innanzitutto lo svizzero Yakin (Basilea),
già contattato lo scorso inverno, mentre ha preso quota la
candidatura Mihajlovic, la cui
imminente firma per la Samp
vanifica però ogni discorso. E
comunque la sensazione è che
Lotito non abbia alcuna intenzione di scaricare Reja, con cui
ha un legame fortissimo.
Le altre Al Sassuolo la posizione di Eusebio Di Francesco
nonostante la salvezza è da
valutare: nei prossimi giorni
la società e l’allenatore si incontreranno, Pioli è un profilo
che piace. A Udine tutto è legato al rebus Guidolin: il club
di Pozzo in attesa che l’attuale
tecnico sciolga le riserve sul
futuro e sta iniziando a pensare a delle alternative. A Verona, sponda Hellas, per il rinnovo di Mandorlini ormai
manca solamente l’ufficialità: presto è attesa la
fumata bianca con un
rinnovo annuale. Infine il Parma, in
caso di addio a
Donadoni, potrebbe puntare
su Pippo Inzaghi.
© RIPRODUZIONE
RISERVATA
sede ufficiale
ritiro estivo
f.c. internazionale
IACHINI
4
LA
SCHEDA
S
L’ultima sua
squadra
E’ stata
la Roma
Zdenek Zeman è
nato a Praga il
12 maggio 1947.
In Italia ha
allenato
numerose
squadre, l’ultima
è stata la Roma
dalla quale è
stato esonerato
nel febbraio
2013
DONADONI
BOLOGNA LA RETROCESSA
Guaraldi, che idea
Prendere Zeman
e non vendere
ANDREA TOSI
BOLOGNA
Dopo la retrocessione, le scuse e l’apertura di Albano Guaraldi al socio-nemico Massimo
Zanetti, sono cominciate le grandi manovre
per costruire il Bologna in serie B. A breve i
conti del club saranno setacciati da Luca Baraldi e Stefano Trombetti, gli uomini fidati di Mister Segafredo, mentre l’altro ieri Guaraldi ha
incontrato a Roma il suo candidato per la panchina, ovvero Zdenek Zeman. L’attuale presidente rossoblù punta sul tecnico boemo per rilanciare la squadra, questa ipotesi sarebbe funzionale alla permanenza di Guaraldi che col
gioco spumeggiante di Zeman vorrebbe riconquistare la piazza. I piani per il futuro sono due.
Il piano A è quello del cambio di proprietà nelle
mani di Zanetti. Ieri il re del caffè, sponsor della Nazionale, è volato in Asia per motivi di
lavoro, al suo ritorno confida di conoscere i
numeri del Bologna. Guaraldi sarebbe
pronto a passare la mano a fronte di un aumento di capitale, stimato sui 10 milioni,
interamente sottoscritto da Zanetti (c’è già
stato un contatto tra i due) che, con Baraldi d.g., potrebbe riportare Fabrizio
Salvatori come d.s., invece per la
panchina piacciono Delio Rossi
e Massimo Drago del Crotone.
Il piano B è quello di Guaraldi
con Zeman che verrebbe a Bologna insieme all’avvocato
napoletano Filippo Fusco nel
ruolo di uomo mercato. Fusco è un profondo conoscitore del calcio sudamericano e
ha lavorato per portare Llorente e Osvaldo alla Juve,
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
5
italia: 51575158585149
ROMA
SAMPDORIA
SASSUOLO
UDINESE Stramaccioni Di Francesco
TORINO
Pioli
Di Carlo
10%
10%
15%
5%
VERONA
Reja
10%
Garcia
Mihajlovic
Di Francesco
100%
90%
70%
!
?
GARCIA
MIHAJLOVIC
Pioli
Ventura
Guidolin
20%
100%
60%
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Maran
10%
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DI FRANCESCO
VENTURA
Mandorlini
100%
!
GUIDOLIN
MANDORLINI
GDS
d
l’intervista
EUGENIO CORINI
HA
DETTO
Dopo la seconda impresa di fila, pensa a un futuro meno
faticoso: «Vorrei cominciare a lavorare dal ritiro». «Non è
vero che giochiamo male, ma a volte conta più l’equilibrio»
Battuto il Cagliari e conquistata la salvezza,
ha detto: «Non era il momento di fare un calcio
spensierato». Spazzati via i residui sensi di colpa,
ora Eugenio Corini non ci sta a passare per l’allenatore che pensa solo al risultato e fa giocare male gli
altri.
Il Chievo ha dato spettacolo?
«In certi momenti, sì. Col Livorno e col Bologna,
per esempio. Oppure a Firenze dove abbiamo perso
senza sfigurare. Perché le nostre sconfitte non sono
mai state pesanti. E poi andate a rivedervi il gol di
Thereau al Torino: un’azione cominciata dalla nostra area, 6-7 passaggi di prima. Straordinario».
Il Sassuolo zemaniano, il Chievo che cerca
l’equilibrio: due modi diversi per arrivare allo stesso obiettivo.
«Vero, ma attenzione a non generalizzare, le situazioni vanno sempre contestualizzate. Di Francesco ha una squadra che cresciuta con il 4-3-3, ha
SASSUOLO
Hetemaj finto trequartista.
«Lui farebbe bene anche il terzino».
Thereau finto centravanti.
«Un giocatore di grande intelligenza, ha capito
come muoversi in certe partite».
Specialista in emergenze
«Il Chievo mi chiama
io lo faccio restare in A»
GUGLIELMO LONGHI
stiche dei singoli alle mie idee».
potuto lavorare con gli stessi giocatori per due anni
interi».
E invece cosa è successo a Corini?
«E’ subentrato per due campionati di fila e ha
centrato l’obiettivo. Per questo non si può fare un
paragone con il Sassuolo».
Si aspettava la salvezza con una giornata
d’anticipo?
«No, le tre sconfitte di fila pesavano moltissimo anche se col Sassuolo non meritavamo, con la Samp eravamo salvi a 9 minuti
dalla fine e col Toro ci ha penalizzato un
autogol».
La difficoltà di arrivare a campionato in corso
per la seconda volta consecutiva?
«Bisogna ottimizzare i tempi e capire dove
intervenire. La squadra era partita malissimo
facendo 6 punti in 12 partite, era stata costruita da un altro allenatore e secondo un
altro tipo di gioco (il 4-4-2 di Sannino,
ndr), io ho cercato di adattare le caratteri-
Ma cosa fa il finto centravanti?
S
Sul futuro
«Ho avuto il
contratto
prolungato,
parlerò con la
società (nella
foto il d.s.
Sartori): mi
piace sempre
condividere un
porgetto»
«Non è l’attaccante classico, alla Gilardino o Toni. Lui entra ed esce dall’area, attacca la profondità, viene incontro al pallone».
Pellissier è rimasto ai margini...
«E’ stato comunque importante: è vero, ha giocato poche partite da titolare, ma è sempre un punto di riferimento».
Perché la quota salvezza è crollata?
«La colpa è di Torino e Parma che hanno fatto
molti punti provocando una frattura con la parte
bassa della classifica. Ma ogni campionato fa storia
a sé: chi parte per salvarsi, deve avere comunque
l’imperativo dei 40 punti».
La partita più importante?
Eugenio
Corini, 43 anni
LAPRESSE
«Quella del mio debutto di novembre: il derby
dell’andata, la prima di 3 vittorie di fila»
Il Verona è stata la grande sorpresa.
«Una neopromossa che sfiora l’Europa: Mandorlini ha fatto un ottimo lavoro».
Lei ha sempre detto: “A Chievo mi sento a casa”. Quindi resta…
«La prossima settimana mi incontrerò con la società».
Ha qualche dubbio?
«No, con la salvezza è arrivato il
prolungamento del contratto, ma io
cerco sempre di condividere un
progetto».
L’anno scorso non andò così:
niente accordo dopo la salvezza.
«L’anno scorso non c’era il contratto».
Cosa servirà per soffrire di meno?
«Una cosa semplice: cominciare a lavorare con la squadra fin dal ritiro».
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Premio salvezza
anche al Male
con 5 k.o. su 5
SASSUOLO (a.to) Il
premio salvezza all’allenatore
esonerato. Così il Sassuolo
gratifica Alberto Malesani,
subentrato e licenziato dopo 5
k.o. in cinque partite. «Il
premio salvezza è una clausola
contrattuale che abbiamo
stipulato con tutti i nostri
tecnici e giocatori - spiega il
d.g, Bonato - e pertanto spetta
anche a Malesani che ha avuto
la sfortuna di subentrare
mentre ribaltavamo la squadra
sul mercato davanti ad un
calendario durissimo. Alberto
non è riuscito a ribaltare il
trend negativo». Da parte sua
Malesani ringrazia: «Il Sassuolo
è un club straordinario per
correttezza ed organizzazione.
Con questo gesto molto raro,
dimostra di avere riconosciuto
il mio lavoro anche se non ho
portato punti . Sono arrivato
con tanti nuovi da inserire che
avevano bisogno di mettere
minuti nelle gambe, li ho
mandati in campo rischiando
sulla mia pelle e i risultati mi
hanno penalizzato ma ho il
piccolo merito di avere
consegnato all’ottimo Di
Francesco una squadra viva.
Sono contento che il Sassuolo
si sia salvato. Voglio smentire
la voce di un mio cattivo
rapporto con Berardi. Lo
considero un campioncino ma
in quel momento non era in
grande forma e perciò ho
dovuto chiamarlo in panchina»
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6
LA GAZZETTA DELLO SPORT
SERIE A
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
italia: 51575158585149
4 Lulic-Juve quasi ok
QUEL GOL
ALLA ROMA
S
1986
Nasce a
Mostar
Senad Lulic
nasce a Mostar
(attuale Bosnia)
il 18 gennaio ’86
2003
Il debutto
da pro
Nel 2003-04
debutta in
Svizzera con il
Coira. Poi passa
al Bellinzona
(2006-08), al
Grasshoppers
(2008-10) e
Young Boys
(2010-11)
2011
L’arrivo
in Italia
Sbarca in Italia
nell’estate 2011.
Il 26 maggio
2013: segna il
gol decisivo
nella finale di
Coppa Italia
contro la Roma
Per la Lazio pronti
Isla e Quagliarella
In Bosnia assicurano che le visite saranno lunedì
Le due società lavorano per trovare un’intesa rapida
STEFANO CIERI
ROMA
Lulic alla Juve. In Bosnia
la danno per fatta. In Italia
frenano i diretti interessati
(l’entourage del calciatore, la
Lazio, la Juve), ma la sensazione è che l’affare sia in dirittura d’arrivo e dalla prossima
stagione Lulic indosserà la
maglia bianconera.
Tutto fatto? Il fulmine (non
a ciel sereno, perché di Lulic
in orbita Juve si parla da settimane) arriva nel pomeriggio
di ieri. Quando il sito bosniaco Sport.ba annuncia che il
passaggio dell’esterno della
Lazio alla Juve è un affare fatto. Con tanto di cifre: 15 milioni al club romano e un contratto di quattro anni a 2 milioni netti a stagione per il giocatore. Il sito bosniaco va
oltre, rivelando che lunedì Lulic sarà a Torino per le visite
mediche e che per questo motivo raggiungerà il ritiro della
nazionale solo mercoledì
prossimo. Una circostanza,
Lotito valuta 15
milioni l’esterno
ed è interessato
anche a Ogbonna
e Giovinco
quest’ultima, che pare in effetti essere un’indiretta conferma che qualcosa tra lunedì
e martedì potrebbe accadere.
Il c.t. bosniaco Susic, infatti,
aveva chiesto alla Lazio di poter avere a disposizione Lulic
già in questi giorni (il ritiro
pre-mondiale della Bosnia
inizia oggi). Il club romano si
era detto possibilista nel caso
in cui non fosse stato più in
corsa per l’Europa League. Situazione che si è poi verificata, ma ciò nonostante di un
permesso a Lulic non si è più
parlato, tanto che il giocatore
sarà in campo domenica nel
match col Bologna. E raggiungerà i compagni di nazionale
soltanto mercoledì.
Lavori in corso Tutto fatto,
quindi? No, a sentire Vinovo e
Buffon e la Seredova
Gigi e Alena insieme allo stadio
Siedono lontani, poi lei va via
Quasi a voler mettere a tacere le voci
riguardanti la rottura, ieri sera Gigi Buffon e
Alena Seredova erano con i figli a vedere la
finale di Europa League allo Juventus Stadium.
Ma i due siedono distanti e la Seredova a un
certo punto si alza e se ne va... LIVERANI
Formello, ossia i quartier generali dei due club interessati.
Tanto alla Juve quanto alla lazio smentiscono che l’affare
sia stato chiuso e ancor di più
che il giocatore sarà a Torino
per le visite mediche. Nessuno
nega però che Lulic è un obiettivo dei bianconeri (a prescindere dalla permanenza di
Conte) e che la Lazio consideri cedibile il giocatore. Tra
l’entourage di Lulic e la Juve,
peraltro, c’è già stato qualcosa
di molto più concreto di un
contatto, che ha portato a
un’intesa di massima su quello che sarà il contratto del giocatore quando l’affare andrà
in porto (e in questo senso i 2
milioni a stagione per quattro
anni sono un’ipotesi molto
concreta). Meno spedita procede invece la trattativa tra i
due club, anche se contatti ci
sono già stati, l’ultimo proprio
ieri a Torino dove Lotito ha incontrato Agnelli a margine
della finale di Europa League.
Scambi in arrivo E’ verosimile che possa esserci stata
un’accelerata nella trattativa,
difficile però credere che la
chiusura arrivi con le modalità indicate dal sito bosniaco:
15 milioni cash. I due club, infatti, trattano sulla base di
una contropartita in parte
economica e in parte tecnica.
La Lazio ha indicato quattro
giocatori: Quagliarella, Isla,
Ogbonna e Giovinco. Difficili
gli ultimi due, possibili i primi. Uno tra Quagliarella e
Isla, magari in comproprietà,
potrebbe quindi abbassare la
valutazione di Lulic che, per
la Lazio, si attesta in effetti sui
15 milioni di euro. Se ne parlerà. Ma la sensazione è che,
anche se non sarà la prossima
settimana, molto presto Lulic
sarà un giocatore della Juve.
FESTA SCUDETTO
Tutto pronto
per la sfilata
di domenica
ALBERTO MAURO
VINOVO (Torino)
È tutto pronto per la
festa scudetto di domenica, il
pullman scoperto è stato tirato
a lucido per la terza passerella
negli ultimi tre anni. La novità è
che a bordo, oltre a tutti i
giocatori (ad eccezione di
Vidal, che andrà oggi in Cile per
proseguire le cure in seguito
all’operazione al menisco) ci
saranno i tre trofei degli ultimi
tre scudetti. Un triplete tutto
italiano per la gioia dei tifosi,
molti dei quali si ritroveranno
alle 10 di mattina all’Air Palace
di Leinì (dove sarà in ritiro la
squadra) per un sit-in e una
manifestazione a favore di
Antonio Conte. Le incertezze
sul futuro dell’allenatore non
dovrebbero avere ripercussioni
sulla festa. Il percorso della
sfilata è leggermente ridotto
rispetto agli anni scorsi, e
anche l’affluenza dei tifosi
bianconeri nelle vie del centro
cittadino dovrebbe essere
minore rispetto all’anno scorso
e soprattutto rispetto al primo
scudetto targato Conte.
Partenza dalla centralissima
Piazza Castello, poi passerella
in via Po fino al capolinea in
Piazza Vittorio Veneto. In
serata brinderanno e
festeggeranno i giocatori. Oggi
ripresa degli allenamenti dopo
tre giorni di riposo, alle 15
sgambata a Vinovo contro il
Vicenza (Lega Pro Prima
Divisione).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
7
LA GAZZETTA DELLO SPORT
italia: 51575158585149
4
Platini punge Agnelli
Riecco Del Piero
«Per dargli una coppa 289 «Sono sorpreso
dal caso Conte»
devo restare a lungo»
IL CAPITANO E’ TORNATO IN ITALIA
I NUMERI
Il presidente dell’Uefa ha visitato il Museo del Grande Torino
Collina: «La tripla sanzione è ingiusta: basterebbe un giallo»
FRANCESCO BRAMARDO
TORINO
Una battuta sulla Juve rivolta ad Andrea Agnelli, una
punzecchiatura a Blatter: Michel Platini non perde la verve, l’ironia. «Se ci vorrà ancora
molto tempo perché io possa
premiare la Juventus? Può
darsi che io debba fare qualche mandato in più. L’ho detto
ad Andrea Agnelli: lui mi vuole all’Uefa, dunque non vuole
vincere». A proposito dei mondiali, ormai alle porte, Platini
si augura in una rivincita dei
transalpini. «Speriamo che il
livello delle partite sia alto, il
Mondiale è sempre una bella
festa del calcio. Quattro anni
fa noi francesi siamo rimasti
un po’ male, ma adesso la
squadra di Didier Deschamps
è difficile da superare».In precedenza Platini si era soffermato sui temi arbitrali, in particolare sull’entrata in vigore
dei due assistenti di porta: «Il
sistema adottato da 35 delle
54 federazioni presenti in Europa funziona. Ho combattuto
a lungo per ottenere gli arbitri
addizionali di porta, prima per
farla accettare agli arbitri poi
perché se l’idea non è della Fi-
i gol
realizzati da
Alessandro Del
Piero con la
maglia della
Juve
705
le presenze
dell’ex capitano
con la maglia
bianconera
Michel Platini e Felipe di Spagna ieri sera allo Juventus Stadium EPA
fa è sempre difficile approvarla. Il sistema dei cinque arbitri
non è perfetto ma più occhi
aiutano a sfiorare la perfezione. Non ritengo corretto utilizzare la tecnologia per un fuorigioco, sarebbe impossibile da
gestire». Platini nel pomeriggio ha fatto visita al Museo del
Grande Torino ed è stato accolto da Carla Maroso, vedova
di Virgilio, il terzino del Grande Torino, e da Antonio Comi,
un tempo avversario di Platini
sul terreno di gioco, oggi direttore generale del Torino.
Collina Intanto Pierluigi Collina ha tracciato un bilancio da
designatore arbitrale Uefa sull’applicazione del “sistema”,
oa
così chiamato l’allargamento
5 arbitri: «Con dieci occhii
tutta la zona di campo dove si svolge l’azione è coperta. La tripla sanzione, riaè
gore, espulsione e squalifica
nte
ingiusta, sarebbe sufficiente
tra
un cartellino giallo. Un’altra
orstortura si ha in caso di infortunio di un giocatore. Chi
mcommette un fallo grave, amunmonito o meno, resta comuncaque in campo mentre il giocauatore infortunato lascia la squadra in dieci. E’ giusto se mai
che esca dal campo anche chi
il fallo lo commette fino al
rientro del giocatore che sii è
do
sottoposto alle cure a bordo
campo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ATA
G.B. OLIVERO
MILANO
Il fuso è stato smaltito in fretta, ormai
Alessandro Del Piero è abituato. E’ sbarcato tre
giorni fa in Italia di rientro da Sydney e dopo
una breve vacanza a Los Angeles. Un giro lungo
per chiudere un’avventura durata due anni. Ieri Del Piero era a Milano, in Piazza Affari, per
partecipare all’appuntamento organizzato dalla Banca Generali nell’ambito della Giornata
nazionale della previdenza. Vista la particolare
location ha parlato di investimenti («Serve trovare la persona giusta per gestire i soldi guadagnati») e poi ha provato a dribblare le domande
sul suo futuro concedendo solo qualcosa alla
curiosità dei presenti: «Giocherò ancora e di sicuro non in Italia: non indosserò altre maglie
che non siano quella della Juve. Mi piacerebbe
un’esperienza negli Stati Uniti, ma anche il
Giappone costituirebbe uno scenario interessant La mia scelta sarà determinata dall’amsante.
piez del progetto: non deciderò solo in base
piezza
p
al pallone».
Del Piero, che durante il pranzo
avev raccontato ai commensali che da piccolo
aveva
era stato vicino a un trasferimento all’Inter,
spa dal Mondiale («L’Italia ha fatto un ottispazia
m girone di qualificazione, vedremo cosa
mo
ac
accadrà
in Brasile ricordandoci che ci sono
sem
sempre
gli outsider che sorprendono») all’Austral («Un’esperienza splendida sotto tutti i
stralia
punt di vista»), dal primo figlio Tobias («Gioca
punti
ca
a calcio,
ma ha le idee confuse: vuole stare in
atta
attacco
e in porta, come capitava a me alla sua
età
età») alla situazione della Juve: «Mi ha sorpreso sapere che ci sono dei problemi tra la soc
cietà
e Conte. Magari tutto si risolverà come l’anno scorso. Faccio un grande in bocca al lupo a lui, alla Juve e anche a tutto il
calcio italiano in generale. Mi sembra che
ne a
abbia bisogno...». Proprio tanto bisogno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CLASSIFICA
SQUADRE
PUNTI
JUVENTUS
99
ROMA
85
NAPOLI
75
FIORENTINA 64
INTER
60
TORINO
56
PARMA
55
MILAN
54
VERONA
54
LAZIO
53
ATALANTA
50
SAMPDORIA 44
UDINESE
43
GENOA
41
CAGLIARI
39
SASSUOLO
34
CHIEVO
33
CATANIA
29
BOLOGNA
29
LIVORNO
25
G
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
37
PARTITE
V N
32 3
26 7
22 9
19 7
15 15
15 11
14 13
15 9
16 6
14 11
15 5
12 8
12 7
10 11
9 12
9 7
9 6
7 8
5 14
6 7
P
2
4
6
11
7
11
10
13
15
12
17
17
18
16
16
21
22
22
18
24
RETI
F S
77 23
72 24
72 38
63 42
61 37
56 46
56 46
55 48
61 63
53 54
42 49
45 59
43 54
40 50
34 50
42 70
32 53
32 65
28 57
39 75
CHAMPIONS PRELIMINARI CHAMPIONS
EUROPA LEAGUE RETROCESSIONE
PROSSIMO TURNO
Sabato 17 maggio
UDINESE-SAMPDORIA
(0-3)
Domenica 18 maggio, ore 20.45
GENOA-ROMA ore 15
(0-4)
JUVENTUS-CAGLIARI ore 15
(4-1)
CATANIA-ATALANTA ore 15
(1-2)
CHIEVO-INTER
(1-1)
FIORENTINA-TORINO
(0-0)
LAZIO-BOLOGNA
(0-0)
MILAN-SASSUOLO
(3-4)
NAPOLI-VERONA
(3-0)
PARMA-LIVORNO
(3-0)
MARCATORI
22 RETI Immobile (Torino).
20 RETI Toni (3, Verona).
19 RETI Tevez (1, Juventus).
17 RETI Palacio (Inter);
Higuain (5, Napoli).
16 RETI Berardi (6, Sassuolo).
15 RETI Rossi (5, Fiorentina); Llorente
(Juventus); Paulinho (3, Livorno).
14 RETI Gilardino (4, Genoa); Balotelli
(3, Milan); Callejon (Napoli).
13 RETI Denis (2, Atalanta); Paloschi
(4, Chievo); Destro (Roma);
Cerci (5, Torino); Di Natale (4, Udinese).
8
LA GAZZETTA DELLO SPORT
SERIE A
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
italia: 51575158585149
PRIME MOSSE DI MERCATO IN VIA ALDO ROSSI
LA NUOVA SEDE
arrivato anche Mino Raiola,
il super-agente che ha nel
suo portfolio tanti milanisti,
da Balotelli a Niang. Il motivo ufficiale della visita era la
firma del primo contratto da
professionista del terzino
Cosimo La Ferrara, classe
1998. Si è parlato però anche
del rinnovo di Ignazio Abate,
dato fra i più inquieti nell’ultimo periodo, anche a causa
del rapporto non eccezionale con Seedorf e del Mondiale che stava per sfumare (per
ora Abate è nella lista azzurra). Fra i giocatori della scuderia Raiola in scadenza c’è
anche Emanuelson, che spera di prolungare con i rossoneri, ma come altri colleghi
dovrà attendere la fine della
stagione. Solo dal 20 maggio
in poi (il 19 sarà dedicato alla celebrazioni per la nuova
casa Milan) si penserà a tempo pieno al mercato. E non
saranno giorni facili.
Via all’operazione Rami:
l’offerta è di 3,5 milioni
Bronzetti va a
convincere il
Valencia. Con
Raiola si è parlato
del futuro di Abate
MILANO
Il Milan cercherà di riscattare Adil Rami, ma non al
prezzo richiesto dal Valencia, e ieri nella sede del club
in via Aldo Rossi si è parlato a
lungo della strategia da seguire per tenere il difensore
franco-marocchino a un
prezzo accettabile per le casse rossonere.
Offerta L’amministratore
delegato Adriano Galliani ha
incontrato nel suo ufficio l’uomo che ha portato Rami in Italia, Ernesto Bronzetti, con il
suo collaboratore Fabrizio De
Vecchi. La chiacchierata con
Bronzetti, uomo di molti contatti in Spagna, è stata lunga e
amichevole, e all’agente e intermediario internazionale è
stato dato il compito di portare nel fine settimana un’offerta al Valencia: tre milioni e
mezzo per il riscatto di Rami.
Il Milan potrà esercitare il diritto di riscatto entro il 19, per
questo Bronzetti agirà prima
di lunedì. Non sarà facile avere una risposta positiva, visto
che nelle aspettative del club
spagnolo c’era una cifra prati-
camente doppia, ma Galliani
aspetterà: sa che in questi casi
soltanto la pazienza aiuta ad
ottenere buoni risultati. Ancora incerto invece il riscatto
dell’attaccante Taarabt, grande amico di Rami, arrivato
dall’Inghilterra. Anche in questo caso si cercherà di chiudere l’affare per una cifra molto
più bassa di quella immaginata dal Qpr, il club proprietario
del cartellino del marocchino.
La strategia del Milan comunque è chiara: Rami ha la priorità su Taarabt perché ha dimostrato, secondo i vertici
rossoneri, di meritarsi una
conferma in un settore difensivo che dovrà rinforzarsi.
al.bo.
Giovanissimi Ieri in sede è
Adil Rami, 28 anni FORTE
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Mario, ci risiamo
Balotelli, caccia al ladro
E finisce ancora in rissa...
L’attaccante, derubato del telefonino, sarebbe stato
protagonista di una notte agitata dopo l’ultimo derby
ALESSANDRA BOCCI
MILANO
Rissoso, irascibile come
Braccio di Ferro. E carissimo,
aggiungerebbe probabilmente Silvio Berlusconi pensando
al suo ingaggio. Ma anche bravissimo, bisogna ricordarlo,
centro di gravità permanente
dell’attacco del Milan. Una
marea di aggettivi tutti giusti
per Mario Balotelli, giocatore
ridondante nel talento, nel fisico e negli atteggiamenti. C’è
che il ragazzo è incline alle reazioni, ormai più fuori che in
campo per la verità, e secondo
il settimanale Diva e Donna si
sarebbe trovato coinvolto
un’altra volta in una rissa nella notte del dopo-derby. Stavolta non per festeggiare in un
privé, ma per rincorrere un la-
dro. E poi una cosa, si sa, tira
l’altra.
Furto Dunque, secondo la ricostruzione della rivista Balotelli stava uscendo con l’inseparabile Enoch, fresco convocato per il Mondiale alternativo con la Padania. Erano stati
in discoteca, e mentre saliva in
automobile Mario si è accorto
di essere stato derubato del telefonino. Da lì sarebbe partita
una caccia al ladro notturna
finita con la classica scazzottata. Prima è stato Enoch a
rincorrere il colpevole, un ragazzo di colore, poi i due sono
stati raggiunti da Mario e via
con i pugni. Qualcuno, racconta ancora il giornale, ha
provato a fermare i duellanti,
e sarebbe arrivata anche
un’ambulanza: la ricostruzione è di alcuni clienti che stava-
dio, quindi il Milan non ha
commentato. D’altra parte, alle disavventure notturne di
Balotelli ormai si sono abituati: Mario viene regolarmente
segnalato qua e là, a discutere
con la polizia o a picchiarsi
magari per difendere Enoch.
C’è chi attribuisce a questi
comportamenti la volontà del
Milan di cedere il giocatore a
fine stagione, ma per la verità
le ultime dichiarazioni ufficiali del club sulla sua stella sono
sempre state rassicuranti.
La solitudine della punta Che
Mario Balotelli, 23 anni, seconda stagione con la maglia del Milan REUTERS
Lunga serata per
festeggiare, poi
l’inconveniente
che ha ritardato
il ritorno a casa
no uscendo dall’Hollywood, la
discoteca, dove Mario e i suoi
avrebbero passato la serata.
No comment Gli addetti alla
sicurezza del Milan, che sono
sempre con Balotelli come con
altri giocatori rossoneri, non
erano a conoscenza dell’episo-
Mario debba cercare di tenere
un comportamento più lineare e di avere reazioni meno focose è stato detto spesso, però
non sembra un motivo sufficiente per privarsi del suo talento. Non ancora, almeno.
Persino Berlusconi, che secondo una scuola di pensiero diffusa sarebbe il suo principale
accusatore, giorni fa si è limitato a ricordare a Mario alcuni
fondamentali del centravanti.
«Bisogna che gli spieghi dove
stare in campo, deve stare più
vicino alla porta». Quando lo
vedrà, magari gli spiegherà
anche che il telefonino, come
fanno certi ricchi, è meglio lasciarlo ai collaboratori. Che
poi, furti o non furti, è una seccatura in meno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A casa Milan
lunedì ci sarà
anche Donadoni
Dalla mattina alla sera,
festeggiamenti a Casa Milan per
l’inaugurazione ufficiale della
nuova sede del club in via Aldo
Rossi. Al pomeriggio (ore 17) ci
sarà il taglio del nastro nella
piazza, con schierati Barbara
Berlusconi, Adriano Galliani, le
autorità di Milano, la squadra e
l’allenatore Seedorf. La sera,
cena riservata agli ospiti di
riguardo, fra i quali i grandi ex
del Milan. Sono stati invitati una
trentina dei campioni che hanno
partecipato alle pagine più
emozionanti della storia
rossonera. Arriveranno anche
Van Basten, Shevchenko e
Roberto Donadoni, l’allenatore
del Parma del quale tanto si
parla in questi giorni per il
futuro rossonero. Non ci sarà
invece Silvio Berlusconi: a
Barbara il compito di
rappresentare la famiglia.
CURVE BOLLENTI
La banana lanciata a Constant
Ora l’Atalanta
presenta ricorso:
niente razzismo
nei buu per Mexes
BERGAMO (m.spini)
L’Atalanta ha preannunciato
che presenterà reclamo. A
quarantotto ore di distanza
dalle sentenze del giudice
sportivo riguardanti la partita
di domenica contro il Milan, il
club nerazzurro ha deciso di
procedere con il ricorso, che
avverrà nei prossimi giorni.
Non è ancora chiaro se sarà
contestata soltanto la
chiusura (pena sospesa)
della Curva Nord,
conseguenza dei buu razzisti,
oppure anche la multa di
quarantamila euro, collegata
al lancio della banana: il
primo aspetto è senz’altro più
aperto, ipotizzando che gli
ululati fossero rivolti a
Philippe Mexes e quindi non
avessero matrice razzista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
SERIE A
9
italia: 51575158585149
4
ilPersonaggio
VERSO IL DEBUTTO
BABY
IN SERIE A
S
Mastour
domenica può
entrare nella
classifica dei più
giovani
esordienti in A
(15 anni, 11 mesi
e 3 giorni). Ecco
i primi 10:
1 Amadei
(Roma) 15 anni 9
mesi 6 giorni
2 Rivera
(Alessandria)
15 anni 9 mesi
15 giorni
3 Rossi A. II
(Cremonese)
15 anni 9 mesi
21 giorni
4 Campione
(Bologna) a 15
anni 9 mesi 25
giorni
5 Bojinov
(Lecce)
15 anni 11 mesi
12 giorni
6 Viviani
(Pro Livorno) 16
anni 1 giorno
7 Pirlo
(Brescia)
16 anni 2 giorni
8 El
Shaarawy
(Genoa)
16 anni 1 mese
24 giorni
9 Diena
(Juventus)
16 anni 2 mesi
28 giorni
10 Tassi
(Brescia)
16 anni 3 mesi
10 giorni
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Atteso
Hachim
Mastour, 15,
a Milanello
con Kakà
A
ALTRI
GIOVANI
BUZZI
Milan pazzo
per Mastour
Sul web è già
un fenomeno
S
Andrea
Petagna,
18 anni, punta, da
gennaio fa la spola
tra Primavera e
prima squadra
S
Bryan
Cristante, 19,
centrocampista, ha
esordito in
Champions
a 16 anni
C’è attesa per il 15enne, che ieri
ha segnato in partitella: ha più di
390 mila Mi piace su facebook
e 35 mila follower su twitter
FABIANA DELLA VALLE
MILANO
Il secondo giorno è arrivato il gol, un rasoterra preciso
nella partitella 8 contro 8. Hachim Mastour non ha ancora
esordito con i grandi ma ha già
creato una grande attesa intorno a sé. Tutti adesso s’aspettano
di vederlo giocare almeno un
po’ domenica contro il Sassuolo, per poter avere conferma di
tutto il bene che si dice di lui.
Hachim ha 15 anni e 11 mesi, se
esordirà diventerà il più giovane milanista di sempre ad aver
giocato in A (batterebbe il record di Paolo Maldini, 16 anni,
6 mesi e 25 giorni). E’ arrivato a
Milano due estati fa. All’inizio
viveva in convitto, adesso è stato raggiunto dai genitori e dalla
sorella più grande (studentessa
universitaria) e vive a Varese
con loro. E’ marocchino d’origine ma italiano a tutti gli effetti:
è nato a Reggio Emilia e ha sempre vissuto in Italia, per questo
non ha mai ceduto alle lusinghe
del Marocco e ha scelto di giocare con l’Italia.
Spopola sul web E’ molto giovane, però mediaticamente è
già un fenomeno. Basta andare
a guardare sui social network
per averne conferma. Il ragazzino ha un blog frequentatissimo,
instagram (fantasyhachi), una
pagina facebook con più di 395
mila mi piace e su twitter
(@fantasyhachi) è seguito da
più di 35 mila persone. Mastour
sul web parla di calcio, posta i
video dei suoi numeri e sfida chi
lo segue a freestyle, una delle
sue due passioni. L’altra è il joga
bonito. Per questo ha scelto la
Red Bull e la Nike (che gli ha già
fatto firmare un contratto di 10
anni), due sponsor in cui si
identifica. Ha una visione del
calcio molto brasiliana: gli piace divertirsi e far divertire chi lo
guarda, non a caso i suoi giocatori preferiti sono Neymar, Ronaldinho e Kakà. Con il primo
ha avuto la possibilità di palleg-
questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/
S
Cosimo
La Ferrara, 16,
centrocampista,
ieri ha firmato il
primo contratto da
pro (2017)
giare a Salisburgo nel dicembre
scorso, con l’ultimo ha legato
subito a Milanello. In questi primi giorni di prima squadra è
stato sempre con Binho e Kakà.
Il calcio è la sua vita: a casa sua
ci sono palloni ovunque e lui segue tutti i campionati.
Dribbling col ciuffo Nuota per
rinforzare i muscoli, nel tempo
libero ascolta musica (soprattutto rap e pop) e gioca alla
Playstation. Piatto preferito: le
lasagne di mamma. Anche il
look non passa inosservato:
ciuffo biondo (il taglio è opera
di Sebastian, parrucchiere varesino che ha sistemato le teste
di El Shaarawy, Boateng e Robinho) e occhiali da intellettuale. Al Milan è arrivato grazie alla lungimiranza dello staff del
settore giovanile rossonero
(che a 14 anni l’ha fatto firmare
nella sala dei trofei, soffiandolo
all’Inter), ai consigli di Dario
Paolillo, l’amico-fratello maggiore che cura la sua immagine,
ma soprattutto per sua volontà:
l’ha scelto perché apprezza la
mentalità vincente del club rossonero. Adesso aspetta il primo
contratto da professionista, che
non potrà arrivare prima del 15
giugno (giorno del suo sedicesimo compleanno). Trequartista,
quest’anno ha giocato con gli
Allievi e solo due partite con la
Primavera di Inzaghi (che comunque lo aveva già avuto l’anno scorso negli Allievi). E’ cresciuto molto, soprattutto in altezza (178 cm per 70 kg), ha
qualità tecniche superiori alla
media ma deve ancora irrobustirsi. Le sue specialità sono il
controllo di palla e il dribbling,
deve migliorare dal punto di vista tattico. Forse la cosa più difficile però sarà gestire la pressione mediatica. Hachim è abituato, ma ha pur sempre 15 anni e ha bisogno di crescere con
calma.
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10
LA GAZZETTA DELLO SPORT
SERIE A
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
italia: 51575158585149
Terra di mezzo
Inter, c’è l’idea Lucas Leiva
Ma il preferito è Javi Garcia
Nella missione a Londra, sondato il centrocampista dei Reds
Ieri, summit di mercato. A ore il rinnovo o l’addio di Cambiasso
MATTEO DALLA VITE
LUCA TAIDELLI
MILANO
Il blitz londinese di Erick
Thohir e del d.t. Piero Ausilio
è stato sì (per quel che riguarda ET) dedicato alle banche
ma soprattutto a sondaggi, incontri e valutazioni delle possibilità future di mercato. Il
numero uno interista e l’uomo-mercato hanno visto un
match del QPR e anche questa
occasione è stata pretesto per
allacciare contatti e far coincidere appuntamenti.
Mezzo italiano Uno di questi
rendéz-vous porta alla luce un
interesse antico, anche se non
facile: quello per Lucas Pezzini Leiva, centrale di centrocampo brasiliano del Liverpool. Il contatto con l’entourage
di LL ci sarebbe stato e la base
principale dell’operazione è
un particolare importante, oltre all’apprezzamento verso il
calciatore: l’interno centrale
dei Reds ha anche il passaporto italiano. Ventisette anni,
chiamato da Scolari come riserva per il Mondiale in arrivo, Lucas Leiva è al Liverpool
dal 2007 e il suo valore raggiunge i 13 milioni, cifra ritenuta comunque esosa da parte
del club nerazzurro. Le parti
torneranno eventualmente a
incontrarsi, Lucas è un’idea e
verrà ripresa in considerazione, ma è certo che anche lui è
entrato nella lista-Inter.
Sale Javi Garcia E in quella lista ci sono sempre Valon
Behrami (fermo restando la
richiesta che avanzerà De Laurentiis e l’eventuale rinnovo di
Cambiasso) più un altro mediano centrale che - al momento - vedrebbe in Javi Garcia l’identikit preferito. Se da
una parte scendono le quotazioni di Obi Mikel e restano
stabili quelle di Casemiro,
Xhaka, William Carvalho (costosissimo) e Sandro (Tot-
Lucas Pezzini Leiva, 27 anni, Liverpool AP
Il brasiliano del
Liverpool ha pure
il passaporto
italiano, ma costa
oltre 10 milioni
Ranocchia: «Il
rinnovo? Ne
parleremo a fine
stagione, probabile
che rimanga»
Javi Garcia, 27 anni, centrocampista del Man. City AFP
tenham), ecco che lo spagnolo
del Manchester City scala posizioni per caratteristiche tecniche e ipotesi di prestito: il
giocatore, però, guadagna oltre 4 milioni di euro, ed è chiaro che ci vorrebbero strategie
convincenti per agganciarlo.
L’arrivo più che probabile di
Fernando (Porto) al City, potrebbe però diventare una leva per l’uscita dello spagnolo.
Summit e Cambiasso Nel
frattempo, ieri, Mazzarri, Ausilio e il dg Fassone si sono incontrati ad Appiano per parlare di questioni organizzative
ma anche di facce da mercato.
E’ stato stabilito che, nel giro
di poche ore, verrà risolta la
questione legata a Esteban
Cambiasso: al Cuchu verrà
proposto un rinnovo annuale
a 1,2 milioni (più bonus) per
abbattere l’attuale ingaggio
che si attesta sui 4,5 milioni.
Dal suo eventuale rinnovo dipenderà anche la strategia abbinata al centrocampista centrale.
Erkin e Ranocchia Per il resto, Caner Erkin resta sempre
in attesa: l’Inter deve semplicemente valutare se spendere
subito il bonus da extracomunitario oppure no. Quanto a
Ranocchia, ci sono conferme
sull’imminente incontro per
allungare il contratto in scadenza nel 2015. «Rinnovo?
Ancora non lo so - ha detto a
Sportal.it -, parlerò con la società solamente a stagione finita, ma credo che resterò all’Inter anche il prossimo anno». Chiosa per Milito. «Con
Diego - dice Saja, portiere e
capitano del Racing - siamo
sempre in contatto: è entusiasta all’idea di vestire nuovamente la nostra maglia».
4
IL «MURO» SALTA L’ULTIMA CON L’INTER
AGENDA
ESTIVA
S
Negli Usa
dal 23 luglio
Raduno il 7
ad Appiano
Con la certezza
del quinto posto
che la proietta
ai playoff di
Europa League,
l’Inter sta
definendo il
programma
estivo
7 luglio
Raduno ad
Appiano Gentile
per due giorni di
test atletici
9-20 luglio
Ritiro a Pinzolo
(Trento) dove
presumibilmente
verranno
giocate tre
amichevoli
23 luglio
Partenza alla
volta degli Stati
Uniti per
partecipare alla
Guinness Cup
26 luglio
Inter-Real
Madrid, ore 22
italiane a San
Francisco
29 luglio
InterManchester
United, all’1 di
notte a
Washington
2 agosto
Inter-Roma, ore
19 a
Philadelphia
10 agosto
Amichevole
internazionale,
avversario da
definire
21 agosto
Andata playoff
di Europa
League
28 agosto
Ritorno playoff
di Europa
League
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Samuel, 36 anni: 236 gare e 17 gol con l’Inter LAPRESSE
Samuel va k.o.
Hernanes: «Non
mi do più di un 6»
DAL NOSTRO INVIATO
APPIANO GENTILE (Como)
La carriera in nerazzurro di Walter Samuel
potrebbe essersi chiusa con un turno d’anticipo a
quota 236 presenze e 17 gol. Il 36enne difensore
infatti ieri ha lasciato in anticipo l’allenamento
per un affaticamento muscolare accusato durante
un esercizio di possesso palla e la sua presenza
per l’epilogo di domenica in casa del Chievo è in
forte dubbio. Mazzarri comunque stava già pensando di dare spazio a chi ha giocato meno durante l’anno. Ora che è entrato nella pre lista di Prandelli, potrebbe riposare a scopo precauzionale
anche Ranocchia.
Icardi ed Hernanes Titolare sicuro invece Icardi, che a Interchannel ha risposto alle domande
dei tifosi. «Voglio essere giudicato per quello che
faccio in campo, non fuori - ha detto Mauro -. Devo rispettare le scelte del c.t. dell’Argentina Sabella, sono ancora in tempo a fare due Mondiali. Il
difensore più duro per fortuna ora gioca con me.
Juan Jesus ha tutto: fisico, tecnica, grinta. Per rosa e storia, l’Inter ora deve puntare alla Champions. A scuola prendevo sempre bei voti, ma alla
mia stagione ne do un basso perché sono stato
fuori troppo tempo. Per fortuna ho fatto qualche
gol. Al Bologna quello più bello, alla Juve quello
più importante. Devo migliorare nel difendere il
pallone e fare salire la squadra. Kovacic? Nessuno
porta palla come lui, ora ci capiamo al volo». Belle
parole per il croato anche da Hernanes a Sky: «Sta
mostrando tutto il suo valore. Alla stagione mia e
dell’Inter non posso dare più di 6, ma spero che
Mazzarri resti. Può fare tanto per l’Inter».
Programmazione Ieri il tecnico ha fatto il punto
col d.g. Fassone e il d.t. Ausilio sulle date dell’estate nerazzurra. Manca solo la conferma, ma
la squadra si ritroverà il 7 luglio ad Appiano e salirà a Pinzolo dal 9 al 20 luglio. Dopo due giorni di
sosta, partenza per San Francisco il 23. La tournée Usa si chiuderà il 2 o il 4 agosto (a seconda
che l’Inter vada o meno in finale). Il 10 agosto
probabile test internazionale. L’ultima amichevole prima dell’andata del playoff di Europa League. Ritorno fissato per il 28.
lu.tai.
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SALUTO E PROGETTO IL FONDATORE DI EMERGENCY FRA INIZIATIVE, PARTITA DI BENEFICENZA E FEDE INTERISTA
Gino Strada abbraccia Zanetti: «Grazie, grande uomo»
«Il capitano, vero esempio
per tutti» Il 19 maggio c’è la
partita del cuore a Firenze
GABRIELLA MANCINI
Vent’anni nei luoghi più disastrati del
mondo, dove albergano povertà, dolore e la
vita è appesa un filo. Gino Strada è partito con
il primo ospedale di Emergency in Afghanistan, nel ’94, si è battuto per estirpare le mine
antiuomo e non si è più fermato. Un’associazione italiana che costruisce ospedali per le
popolazioni vessate dalle guerre che diventano il centro nevralgico per tutti i malati. Come
l’unico centro di chirurgia in Africa, a Khartum, in Sudan: parte dell’incasso della Partita
del Cuore, tra Nazionale Cantanti e Team
Emergency il 19 maggio a Firenze, andrà a potenziare il reparto pediatrico cardiologico. E
altri fondi andranno all’avviamento di un poliambulatorio a Castelvolturno. «Quando abbiamo cominciato non avevamo idea della dimensione internazionale che avrebbe preso il
nostro lavoro - dice Gino Strada dal Sudan -.
Non finirò mai di ringraziare quelli che ci sostengono: l’8 per mille incide per il 30, 35 per
cento, grazie a questo introito vanno avanti
50 progetti di Emergency».
Come si può combattere l’aggressività di alcune frange ultrà?
«Non è mia competenza, ma io investirei su
istruzione e cultura, anche se purtroppo non mi
sembra questa la tendenza nel mondo. Ho notato che c’è troppa indulgenza verso certi ultrà. In
questo senso la Partita del Cuore restituisce il
senso di un incontro di calcio. Sono contento che
tanti amici abbiano voluto partecipare, in campo
e sugli spalti, da Baggio a Zanetti».
Da interista, che cosa vuol dire a Zanetti?
E il ventennale, che cade il 15 maggio, lo festeggerete con la Nazionale Cantanti…
«Quando ci hanno interpellato siamo stati felici: sarà l’occasione (e il timbro diventa ironico,
ndr) per ricordare ai nostri concittadini che c’è
un’organizzazione italiana che non ruba, ma va
in giro per il mondo a curare gli ammalati. E in
questa ricorrenza ci tengo a ricordare Candido
Cannavò, che ci ha sostenuto sin dall’inizio».
Gino Strada, 66 anni, con la Champions vinta
dall’Inter nel 2010. Chirurgo, con la moglie Teresa
Sarti ha fondato nel 1994 l’Ong Emergency IPP
«Un abbraccio e un grazie. Per molti interisti
sarà sempre un esempio, non solo professionalmente, ma perché è una persona pulita. E ringrazio tutti gli amici che partecipano, spesso il mondo è sordo ma nei nostri confronti c’è sempre stata grande attenzione». Il numero solidale è il
45503.
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
11
SERIE A L’INTERVISTA
italia: 51575158585149
v
identiKit
& CARRIERA
Roberto Pereyra
IL PEZZO PREGIATO
«Basta guardare
la Champions in tv
Ora voglio giocarla»
ROBERTO
PEREYRA
Nato il
7/1/1991
a San Miguel
de Tucuman
(Argentina)
La mezzala argentina dell’Udinese piace a Juve e Roma.
Ma pure all’Atletico Madrid. «Con Guidolin sono migliorato
negli inserimenti, Sono pronto per una grande squadra»
Quale città le si addice?
DAL NOSTRO INVIATO
Ma lei
l cerca di far segnare Di Natale, altrimenti le
urla di tutto in campo....
«Napoli è simile alla mia terra. Ma questo non
significa che voglia andare al Napoli».
FRANCESCO VELLUZZI
UDINE
La boutique Udinese ha ufficialmente riaperto. Premessa: non ci sono saldi, nè sconti. Il
pezzo più pregiato della collezione bianconera primavera-estate è l’argentino Roberto Pereyra, tucumano, 23 anni, mezzala di ruolo, ma adattabile in
tutti i ruoli offensivi Due pretendenti ci sono: Juve
e Roma. Con Entrambe l’Udinese può costruire
una maxi operazione . Più defilato l’Atletico Madrid. Con tutta probabilità Pereyra sabato giocherà l’ultima partita con la maglia numero 37 bianconera friulana.
«Urlare urla, Ma faccio finta di non sentire.
«Url
Scherzi a parte, parliamo di un campione incredibiScherz
le. La cosa che più mi colpisce è che la palla più
difficil
difficile te la fa facile. Ha una tecnica da assoluto
numer
numero uno».
Anche perché i primi passi li ha mossi
ssi la Juventus. Conte le piace?
«Giocano bene, Conte mi sembra uno
no che vuole
sempre vincere».
Lei è amicissimo di Muriel, il vero flop di questa
Udines Che gli è successo?
Udinese.
Dovesse scegliere tra A e Liga?
«L’Atletico Madrid ha espresso il miglior
iglior calorrei giocio. Ma le dico Champions League. Vorrei
care la coppa più importante. La sceltaa evenuso in
tuale è quella. Io sono uno che sta chiuso
casa a guardare tante partite di calcio. An».
che quelle del campionato argentino».
«Effettivamente questo doveva essere il suo an«E
no. Gli auguro di rifarsi al Mondiale. Deve crede
derci di più e allenarsi con maggior convinzione».
ne
Ecco il Mondiale: la sua Argentina?
«
La scelta vorrei indirizzarla
in quel senso. Vivo di calcio
e ne guardo tanto. Conte mi
piace, vuole vincere sempre.
L’Atletico gioca meglio di tutti
ROBERTO PEREYRA
SUL FUTURO
creato e giocato di squadra. Sono tranquillo. Vedremo che succederà».
Ma si sente pronto per una big?
«Sì. Mi sento pronto. In questi tre anni penso di
essere migliorato. Ho lavorato tanto e continuo a
farlo».
I meriti?
Malato del River...
«Eh sì. Una fede. L’emozione dellaa
Bombonera è indescrivibile. Il tifoo
n
pazzesco. lì è normale litigare con
uno del Boca, anche per me. Mi insultano e rispondo. Ma le liti sono
tra tifosi, non sj attacca la polizia come in Italia».
«
Ama l’Argentina: l’infanzia a Tucuuman?
I suoi tre anni a Udine: è vero che non era contento della città?
Lei ffa parte di un gruppo, quello dei bravi Under
20 che non è stato neppure preso in considerazione. Si aspettava
a
qualcosa?
«Sabella ha preferito puntare sull’esperienza. I
«Sab
giocano ancora ad alti livelli».
big gio
Chi sono i suoi amici tra i calciatori argentini qui
in Italia?
Itali
«Ma si figuri. Sto bene. Non è Buenos Aires dove
c’è più vita.. E’ tranquilla. Il clima è freddo. Ma c’è il
rispetto della gente che è eccezionale. In Argentina
non è così. E poi ho imparato ad amare pizza e pasta. Ora la pasta la mangio sempre».
«Ci
«Cirigliano e Iturbe. Credetemi: è un fenomeno.
Iturbe è impressionante, non lo fermi».
«Lo sa che non ho uno sponsor tecnico?».
cnico?».
Ma dai... Il pezzo pregiato dell’Udinese
dinese valutato
18 milioni... Innanzitutto, si presenti ai suoi acquirenti. Che giocatore è?
«Una mezzala. Uso prevalentemente
nte il piede destro, ma posso giocare a destra e a sinistra.
nistra. Amo tan».
to giocare a pallone, vivo per questo».
In cosa deve ancora migliorare?
«Devo tirare di più. Anche Guidolin
olin me lo dice,
re»
così come mi dice di inserirmi sempre».
Ero poverissimo. Avevo
un solo paio di scarpe.
E giocavo anche scalzo.
O
Ora va meglio, ho comprato la
c
casa ai miei che aiuto in tutto
R
ROBERTO
PEREYRA
SULL’INFANZIA IN ARGENTINA
S
«Male. E’ stata dura. Ero poverissimo.
mo. Papà lavodano all’estero.
ra in un’azienda di limoni. Li mandano
ina che è incinSiamo 4 figli, tre maschi e una femmina
ta. Uno dei miei fratelli gioca a calcioo nelle serie minori. Da ragazzino avevo un solo paioo di scarpe, gioola a 14 anni. A
cavo spesso scalzo. Ho lasciato la scuola
a, a 17 al River.
15 anni sono andato a Mar Del Plata,
Ora le cose sono migliorate, aiuto i miei. Ho preso
una casa che è più bella di quella in cui siamo cresciuti. I miei sono venuti due volte a Udine».
Ora di scarpe ne ha tante...
«Di Guidolin. Mi ha migliorato nell’atletica, nella
tecnica, nella tattica. Dopo 6 mesi mi ha dato fiducia. Mi ha spronato a dare il massimo e fatto crescere negli inserimenti».
Pereyra, l’intervista è finita. Può andare in pace e
Pe
in vacanza.
va
A proposito: mete?
Roberto Pereyra
23 anni da tre
anni a Udine.
Sopra scherza
con Totò
Di Natale
«Prima dalla mia famiglia a casa, poi con la mia
«P
ragazza che ha 25 anni. Forse in Europa. Qui da voi
raga
c’è un
u bel mare eh».
Visto che ce l’ha fatta a fare un’intervista?
V
««In effetti è peggio con la tv».
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PETRUSSI
DIRITTI TV
IL CASO
TRATTATIVA FALLITA
Taccuino
L’Antitrust dà l’ok alla Lega
Domani il varo dei pacchetti
Parma «sereno»
sulla licenza Uefa
in vista dell’appello
Il Livorno se lo tiene Spinelli
salta l’affare con Bandecchi
L’INIZIATIVA
(m.iar.) L’Antitrust ha dato
un sostanziale via libera alla Lega
per la vendita dei diritti tv del
triennio 2015-18. Ciò significa
che nell’assemblea di domani,
anticipata da una commissione
tecnica, le società di Serie A
potranno deliberare il varo dei
pacchetti sulle dirette
domestiche del campionato, che
saranno comunque al vaglio
dell’Autorità garante della
concorrenza e del mercato una
volta che verranno pubblicati. I
chiarimenti forniti da Lega e
Infront sui criteri di vendita sono
stati ritenuti sufficienti ed hanno
vinto le iniziali perplessità
dell’Antitrust. La predisposizione
di un pacchetto per Internet, per
esempio, va nella direzione di
una maggiore apertura al
mercato, tenendo conto
dell’avanzare delle nuove
tecnologie; così come l’equilibrio
tra pacchetti per piattaforma e
prodotti in esclusiva e
l’allungamento dei termini (da 7 a
un minimo di 15 giorni) entro cui
gli operatori interessati dovranno
formulare le loro offerte. Mai
come quest’anno, la vigilia
dell’asta è animata da una certa
vivacità, con Sky e Mediaset
pronte a darsi battaglia, Fox
intenzionata a recitare da terzo
incomodo (salvo poi smentire), e
uno scenario internazionale fatto
di integrazioni tra Paesi (sponda
Murdoch) e alleanze con colossi
tipo Al Jazeera o Canal+ (sponda
Berlusconi).
Il Parma «confida
serenamente nell’accertamento
da parte della Commissione di
secondo grado del proprio
sostanziale adempimento alla
normativa sulle licenze Uefa».
Così spiega il club emiliano in
un comunicato dopo che il
disco rosso ricevuto in primo
grado. Il ricorso verrà discusso
la prossima settimana e ci
sono buone probabilità che
venga accolto. La società
presieduta da Tommaso
Ghirardi, comunque,
«comunica di aver adempiuto
agli oneri gestionali nel rispetto
delle finalità che il sistema delle
licenze si prefigge e che sono
state pienamente attuate».
Udinese
2011-2014
Presenze 83
Gol 8
«Tra le favorite. Oltre a Messi, adoro Aguero e Di Maria».
Pereyra come saluterà il Friuli?
«Sto solo pensando a vincere con la Samp. E’ stato un anno un po’ così, alcune volte non abbiamo
Ruolo
Mezzala
Altezza
182 cm
Peso
80 kg
Le sue
squadre
River
Plate
2008-2011
Presenze 43
Gol 0
LIVORNO Niente da fare, il
Livorno resta ad Aldo Spinelli.
Almeno per ora. I rappresentanti
del presidente amaranto e
quelli del gruppo di Stefano
Bandecchi, potenziale
acquirente e fondatore
dell’Università «Niccolò
Cusano», si sono infatti
incontrati ieri, con avvocati e
commercialisti, per capire se ci
fossero le possibilità di portare
a termine l’operazione che fino
al giorno prima sembrava vicina.
Dopo ore di discussione la
fumata è stata nera. Spinelli per
il club aveva chiesto 12 milioni di
euro, cartellini compresi, e ieri
sarebbero dovute arrivare
garanzie per almeno una parte
di questi soldi. Per il resto poi
avrebbe accettato anche un
pagamento rateizzato negli anni
successivi. In tarda serata il
comunicato del gruppo
Bandecchi che toglie ogni
dubbio e definisce la trattativa
«conclusa negativamente per
motivi indipendenti dalle parti in
causa». «Problemi burocratici —
ha ribadito Spinelli —. Gli
avvocati per adesso hanno visto
che non si può fare. Non
sussistono le condizioni giuste. Il
futuro? Altri acquirenti non ci
sono, andremo avanti in
autogestione. Abbiamo solidità e
lo possiamo fare». E sul
mercato ci sono i pezzi pregiati:
dalla punta Paulihno al difensore
Ceccherini I più richiesti
Paolo Biagioni
Media World lancia
«E tu quanto ci credi»
A poche settimane dal Mondiale, Media World rilancia una
promozione legata al cammino degli azzurri: «E tu quanto ci credi?».
E’ il quesito rivolto ai tifosi che in
base alla risposta e al pronostico
possono ottenere buoni acquisto.
Per info www.mediaworld.it.
BENEFICENZA
Di Natale, 5 mila euro
per la «10» di Platini
Totò Di Natale che cuore.
Martedì sera a Pradamano all’asta
«Un calcio di rigore a favore della
solidarietà», in memoria di Paola
Leonarduzzi, l’attaccante dell’Udinese con l’amico Vincenzo Pisacane, ha speso 5 mila euro per aggiudicarsi la «10» della Juve di Platini.
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
13
LA STORIA IL TIFOSO NAPOLETANO FERITO NEGLI SCONTRI DI COPPA ITALIA
italia: 51575158585149
Nella stanza di Ciro
«Guardate come mi hanno ridotto...»
Dentro il Centro Rianimazione del Gemelli tra speranza e paura: «Io non c’entro, credetemi»
IMMAGINI DI UN DRAMMA
1
3
2
1 La porta della sala rianimazione dell’ospedale Policlinico Gemelli di Roma dove è
tuttora ricoverato Ciro Esposito dopo ben tre operazioni (una al colon e due al
torace) 2 Lo striscione di sostegno esposto sulla recinzione del cantiere della
metropolitana di Piazza Municipio a Napoli dopo gli scontri di Roma ANSA 3 Una
foto recente di un Ciro Esposito sorridente con la sua fidanzata Simona ANSA
ALESSANDRO CATAPANO
ROMA
«Figlio mio, ti prego, stai tranquillo. Non
vogliono farti del male...». Antonella fatica a
trattenere le lacrime. Ciro ha appena chiesto:
«Dov’è mia madre?». È seduta alla sua sinistra.
Può incrociarne lo sguardo, sentirne il respiro,
ma ora non la riconosce. «Ciro, sono qui...». Lo
accarezza, gli tiene la mano. Cerca di calmarlo.
L’effetto dei sedativi va e viene senza una logica. Ora Ciro ci guarda. I nostri occhi si incontrano per una frazione di secondo. E tanto basta
perché ricominci a dimenarsi. Gira la testa dall’altra parte, agita le braccia, fugge il nostro
sguardo. Come se volesse scappare via. Come
se il nostro volto estraneo gli ricordasse il suo
aggressore. Ora gli occhi di Ciro sono pieni di
paura. Si rivolge alla madre: «Perché mi vogliono arrestare?». Torna a incrociare il nostro
sguardo: «Guardate come mi hanno ridotto...».
Incubi Da dodici giorni il mondo di Ciro è una
stanza due metri per tre del centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli. Entriamo da una
porta rossa. Aspettiamo in un piccolo ingresso.
Sulla parete celeste è appeso un ritratto di Giovanni Paolo II. Sorride. Si apre una porta più
piccola, si gira a destra, ancora un paio di passi.
Eccoci. La stanza di Ciro è la seconda a sinistra,
numero 8. Le visite sono ammesse in due fasce
orarie, dalle 13 e dalle 18. I genitori hanno una
certa libertà, gli altri cari possono entrare due
alla volta ma non devono trattenersi troppo.
Ciro non va stressato. Ad ogni sussulto emotivo
può corrispondere uno sbalzo dei valori. Le
condizioni migliorano molto lentamente, da
due giorni non è più intubato, ha cominciato a
respirare con l’aiuto di una mascherina, e ieri i
medici hanno provato a sospendergli la dialisi.
Riuscire a fare pipì sarà un altro piccolo passo
verso la normalità. Ma la prognosi resta riservata. È un cammino lungo, faticoso, molto doloroso. E dalle prospettive ancora incertissime.
Lui non lo sa, Antonella invece se ne rende conto benissimo. «Ciro non muove le gambe. Non
le sente proprio». Male al cuore. Dolore. Rabbia. Un ragazzone di 29 anni pieno di vita e
muscoli ridotto a pelle e ossa. Lo alimentano
con un sondino. Ha ematomi dappertutto e il
petto mostra un groviglio di fili che per giorni
lo hanno tenuto attaccato alla vita e ora che il
peggio, se Dio vuole, è passato, mantengono i
suoi valori stabili. L’anima no. È in panne, da
giorni, e chissà come reagirà quando torneranno in superficie tutti i ricordi. «Le sue giornate
ora sono piene di incubi — ci racconta Antonel-
LE INDAGINI
Chiesto incidente
probatorio pure
dai magistrati
(a. cat.) Dopo i legali di
Daniele De Santis, anche i pm
Albamonte e Di Maio hanno
presentato al gip la richiesta
di incidente probatorio. Politi
e D’Urso, gli avvocati
dell’indagato per tentato
omicidio, intendono
cristallizzare l’esame dello
stub sulla pistola (solo
parzialmente positivo), i
magistrati. invece, la
testimonianza di Raffaele
Puzone, il tifoso del Napoli
che ha indicato in De Santis
l’autore della sparatoria di Tor
di Quinto. Le indagini, intanto,
proseguono: si fa strada
l’ipotesi che Gastone
indossasse dei guanti.
la —. E quando affiorano, lui cerca di difendersi. Ogni tanto sembra vivere stati di allucinazione, i medici hanno detto che è normale. Come se vedesse nemici dappertutto. Forse è per
questo che dice tante parolacce, anche a noi».
Un sorriso Poi, d’improvviso, un momento di
lucidità, anche se disperato. Di nuovo rivolto
alla madre: «Io non ho fatto niente, io non c’entro. Mamma, tu mi credi?». Antonella lo rassicura. Riprende ad accarezzarlo. In questi casi
calmarlo è l’unica cosa da fare. Dall’altra parte
del letto, c’è Angela Tibullo del Centro Dike, un
pool di professionisti che offre consulenze cliniche e forensi. Angela è una criminologa ed
esperta in comunicazione non verbale. La famiglia Esposito si è affidata a lei in questo momento tanto delicato, per la sopravvivenza e la
guarigione di Ciro e lo sviluppo delle indagini.
Quando Ciro si agita, Angela sa cosa dirgli. Con
un guizzo: «Guarda la cravatta del dottore, è
bianca e azzurra...». E Ciro, come se quei due
colori avessero improvvisamente diradato la
scena, illuminato le zone d’ombra: «Voglio la
maglia del Napoli...». Anche Simona, la fidanzata, sorride. Come tante mogli, compagne,
amiche, sa di aver perso la sua partita con il
calcio. Certo, dopo quello che è successo... «Ne
parleremo, ma se lo conosco un poco non riuscirò a trattenerlo a casa. In trasferta no, basta.
E a Roma, di sicuro, non ci torneremo. Nemmeno per prendere un aereo».
Tante domande Roma, i romanisti. Quelli che
domenica hanno scritto «forza Daniele» e «napoletano infame». Quelli che il 3 maggio erano
con Gastone. Chi? Quanti? Perché? Domande
che continuano ad assillare Giovanni. «Vorrei
che almeno mi spiegassero la logica di quello
che è accaduto. Perché non ci dicono nulla?
Perché non escono fuori tutti i nomi? C’è qualcuno di importante da coprire? E poi perché è
passato tanto tempo prima che arrivasse l’ambulanza? Come starebbe mio figlio se i soccorsi
fossero stati tempestivi?». Anche Ciro prima o
poi vorrà sapere. Ieri mattina ha chiesto a Giovanni: «Papà, tu dove mi hai trovato?». E con la
mano — ci hanno raccontato — ha indicato il
punto del torace in cui è entrata la pallottola
artigianale sparata dalla Benelli 7.65 con matricola abrasa. Una di quelle pallottole incise
sulla punta, in modo da esplodere all’interno
del corpo, per fare più danni. Giovanni scuote
la testa. «Ditemi voi come dovrei definire chi ha
ridotto così questo povero ragazzo. Un ultrà?
Un fascista? Un delinquente? No, per me Daniele De Santis e i suoi compagni sono stati dei
terroristi. Gli hanno teso un’imboscata. Ciro e i
suoi amici camminavano dall’altra parte della
strada, quello li ha richiamati, insultandoli, loro si sono avvicinati e da quel maledetto vivaio
ne sono spuntati tanti altri, coperti dai caschi
integrali. Se non è stato un agguato, come devo
chiamarlo?». Infine, una preghiera: «Aiutateci
a scoprire la verità. Non dimenticatevi di Ciro
Esposito». Ora Ciro dorme. Sembra sereno.
4
LE TAPPE
DEL CASO
S
3 maggio
Tifosi feriti
A Tor di Quinto,
prima della
finale di coppa
Italia, tre tifosi
napoletani
vengono feriti
da colpi di arma
da fuoco.
Gravissimo Ciro
Esposito
S
4 maggio
Ciro
operato
Esposito, che
comunque è in
stato d’arresto
per rissa
aggravata, è
grave e viene
operato al
torace al
Gemelli di Roma
per estrarre il
proiettile. Per i
medici
l’intervento è
riuscito
S
6 maggio
In fin di vita
Si aggravano
improvvisamente
le condizionidi
Esposito che
viene operato
all’addome. Lotta
tra la vita
e la morte
S
7 maggio
Migliora
Ciro Esposito
resta in
prognosi
riservata, ma
dal 7 maggio fa
progressi. Ora
respira da solo
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MERCATO IL DIFENSORE MAROCCHINO È SEGUITO DA CHELSEA, BAYERN E MANCHESTER UNITED, CHE OFFRONO INGAGGI PIÙ ALTI
PARLA MATTIA DESTRO
Benatia chiede l’aumento: la Roma ci pensa
«La mia squalifica?
Era un gesto come
se ne vedono tanti»
Garcia deciso:
«Il prossimo anno
voglio almeno un
titolo. Muriel? È
una bella sfida»
sono soddisfatto di questa Roma, però il prossimo anno dobbiamo vincere almeno un titolo. E’ il nostro obiettivo, faremo
una grande squadra».
MASSIMO CECCHINI
ROMA
Le metafore raccontano
una verità inequivocabile: la
fame non è ancora sazia. Per
questo Rudi Garcia – pur a stagione virtualmente conclusa –
ringhia ancora al futuro che
verrà. «Sono il capobranco dei
miei lupi – ha detto ieri -.Perciò
Mehdi Benatia, 27 anni 1 alla Roma ANSA
Caso Benatia Proposito eccellente, soprattutto se detto in
un giorno in cui rimbalzano le
voci riguardo a Benatia. Il difensore marocchino, infatti, è
seguito da tante grandi, prime
fra tutti Chelsea, Bayern e ManUnited. Il contratto lo blinda,
ma l’ingaggio assai meno, visto
che guadagna circa 1,2 milioni
a stagione e vorrebbe invece
2,8 più bonus. D’altronde, come in modo lungimirante la dirigenza giallorossa temeva, il
rinnovo del contratto di Pjanic
a circa 4 milioni (premi compresi) sta per provocare un effetto domino che coinvolgerà
di sicuro non solo Florenzi (che
guadagna poco), ma anche
Gervinho, Castan, Strootman e
ovviamente lo stesso Garcia,
quando rinnoverà (assai presto). A proposito dell’olandese,
restano sempre le voci che vogliono sempre lo United sulle
sue tracce. Ovvio che, nel caso,
occorrerebbe trovare un sostituto all’altezza. Quale? Voci di
Trigoria danno il d.s. Sabatini
sempre invaghito di Paulinho
(Tottenham), ma in altra parte
di questo giornale leggete pure
dell’interesse per Pereyra (Udinese), obiettivo di sicuro economicamente più alla portata
almeno come ingaggio.
Sfida Muriel Restando sul
fronte friulano, c’è da segnalare il modo in cui Garcia ha risposto su Muriel: «E’ una domanda un po’ fuori convegno,
ma è una bella sfida». Come
quella che James Pallotta (ripartito ieri) ha intenzione di
portare ai violenti nel calcio.
Non è sfuggito infatti il gesto di
domenica del presidente che,
venuto a conoscenza del fatto
che Agnelli e Marotta fossero
stati insultati in tribuna, è sceso negli spogliatoi della Juve
per complimentarsi con i giocatori bianconeri. Un gesto che
vale come un titolo.
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(ma.cec.) «Prima delle
convocazioni ho avuto un po’
d’ansia, ma adesso sono
felice». Parole e musica di
Mattia Destro (al Tg1), che così
parla dell’attualità. «L’infortunio
e’ stato brutto, ma la
consapevolezza nelle mie
capacità è stata fondamentale.
La manata di Cagliari? È un
episodio come se ne vedono
tanti durante una partita. Un
furore agonistico nell’andare a
conquistare la palla per
garantire alla squadra un
successo. Un gesto vigliacco?
Assolutamente no. Sono
contrario alla moviola in campo,
penso che ci siano abbastanza
arbitri per giudicare».
14
LA GAZZETTA DELLO SPORT
NAZIONALE
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
italia: 51575158585149
PUNZECCHIATA L’ATTACCANTE ANDRA’ LO STESSO IN SUDAMERICA PER DELLE AMICHEVOLI CON L’HELLAS
Toni e le scelte di Prandelli
«Sorpreso dal taglio del Gila»
«Lo sapevo che
non sarei andato
in Brasile». E sul
rinnovo: «Verona
o mi ritiro...»
DAL NOSTRO INVIATO
MATTEO BREGA
PESCHIERA DEL GARDA (Verona)
Quel primo giorno
d’estate resterà l’ultimo tinto
di azzurro. Luca Toni non andrà al Mondiale brasiliano e
così il 21 giugno 2009 rimarrà
la sua ultima presenza con
l’Italia. Si giocava a Pretoria,
Confederations Cup in Sudafrica. Marcello Lippi in panchina e 8 undicesimi del Mon-
diale tedesco erano in campo a
prendere tre schiaffoni dal Brasile. Toni segna più di 5 anni fa
(allora 15 gol in 35 gare con il
Bayern Monaco, quest’anno 21
e stesse partite con l’Hellas),
ma Cesare Prandelli ha scelto
diversamente.
Stupore «Ma io ero certo che
non sarei andato al Mondiale –
ha ribadito ieri in conferenza
stampa -. Semmai sono sorpreso di altre scelte, come quella
di vedere escluso uno come Gilardino. Ha puntato su giocatori impiegati meno in campionato». Toni, 37 anni il prossimo
26 maggio, un pensierino al
Brasile lo aveva fatto. Anche se
non lo ammette e forse ci vorrà
un po’ di tempo prima che lo
ammetta a se stesso. Intanto ti-
Luca Toni, 37 anni tra pochi giorni, il 26 maggio
ferà per l’Italia dalle vacanze
anche se «non basterà più il bel
calcio, bisognerà vincerlo questo Mondiale per essere davvero protagonisti. Io comunque
in Brasile potrei andarci lo stesso, con il Verona che ha richieste per una tournée. Essere voluti significa aver fatto un campionato eccezionale».
Giacca e cravatta Il futuro
prossimo a cui guardare è quindi il proprio, quello dipinto di
giallo e blu, eventualmente.
«Mandorlini scherza quando
dice che aspetta il mio rinnovo
prima di prolungare a sua volta
– spiega l’attaccante -. Siamo
entrambi vicini alla firma, io
devo ancora discuterne a casa
con la famiglia. E poi vorrei capire le intenzioni della società». Un anno o due? «Ci mancherebbe, non so se prolungo
di una stagione figurarsi se firmo un biennale. Il ruolo dirigenziale però lo escludo. Non
metterò la giacca e la cravatta
qui a Verona. Anche perché se
vado avanti a giocare, lo faccio
4
I NUMERI
20
i gol segnati da
Toni nell’attuale
campionato di
Serie A col
Verona (tre su
rigore)
16
le reti di Toni in
Nazionale (47 le
presenze). Il
centravanti ha
vinto il Mondiale
2006. L’ultima
partita il 21
giugno 2009
nella
Confederations
in Sudafrica,
Italia-Brasile 0-3
all’Hellas. Altrimenti smetto».
Programmi Ciò che preme a
Toni è però sapere i progetti
societari. «Dopo una stagione
eccezionale sarebbe brutto
tornare indietro. Voglio chiudere in crescendo». Come in
crescendo vorrebbe chiudere
la stagione a Napoli, magari
con una doppietta che significherebbe aggancio a Immobile (squalificato) a quota 22.
«Sarà triste però giocare a
porte chiuse, in un San Paolo
desolante. E’ una sconfitta per
tutti». L’avversario, più che il
Napoli, sarà Immobile. «Con
Ciro ho effettuato la preparazione stiva alla Juventus: è un
grande talento». Ma il futuro
del ruolo di prima punta?
«Non vanno più di moda le
prime punte forse – sorride -.
Anche io se avessi uno come
Messi lascerei in panchina Toni... Eppure in Italia c’è una
buona scuola, mi piacciono
Zaza e Gabbiadini per esempio». A scuola da zio Toni...
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questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/
4 Insigne no limits
Toro e Juve,
prove d’intesa
per Immobile
HA
DETTO
Presto un vertice tra le due società per trovare una
soluzione condivisa. Cairo spinge per una mediazione
si sono mai sbilanciati in merito,
ma una decisione il Toro l’ha
presa, e l’ha ribadita martedì sera nel faccia a faccia PetrachiSommella (l’agente del giocatore), con Immobile spettatore interessato. Petrachi ha fatto presente all’agente del giocatore di
aver agito in tempi e modi sbagliati. Il cartellino è al 50 per
cento del Torino, il che non significa che se il ragazzo non
vuole rimanere non verrà accontentato, ma che sarà la società a decidere destinazione e cifra.
L’intervento Nel pomeriggio,
FRANCESCO BRAMARDO
TORINO
Ad un passo dallo strappo
la Juve e il Torino provano ad
evitare lo scontro frontale per
Ciro Immobile. Se fino ad un
mese fa correvano buoni rapporti di vicinato tra i due club,
comproprietari del cartellino
del capo-cannoniere del campionato, la mossa juventina, con
il blitz del Borussia Dortmund
nella sede bianconera per la cessione del giocatore, ha raffreddato i rapporti. Chiare le parole
del presidente Cairo: «Non sono
stato avvertito, nessuna comunicazione ufficiale da parte della Juventus».
Alta tensione E’ salita la tensione dopo il vertice a Milano tra
lo stesso Cairo ed il d.s. Gianluca
Petrachi. Nell’eventualità estrema si andrà alle buste il 20 giugno. Il Toro e il d.s. Petrachi non
S
Ciro Immobile,
24 anni,
capocannoniere
del campionato
con 22 gol:
salterà però
l’ultima giornata
per squalifica. In
Nazionale vanta
un’unica
presenza, nel
marzo scorso in
amichevole con
la Spagna, ma
andrà in Brasile
però, il presidente granata ha
stabilito che la vicenda deve essere risolta senza ulteriori scossoni. L’intenzione è quella di sedersi attorno a un tavolo e di trovare l’intesa per una linea comune. La prossima settimana è in
programma un incontro chiarificatore con il club bianconero.
L’interesse comune è quello di
dare ad Immobile le prospettive
migliori. Il Torino è ben disposto
a riscattare il suo bomber ma
non chiude le porte a soluzioni
condivise che possano giungere
strada facendo. magari dopo il
Mondiale, visto che Immobile
ha la grande opportunità di
mettersi in mostra e di accrescere il valore.
Il giocatore Raggiante per la
convocazione in Nazionale e
l’imminente matrimonio, Ciro si
chiude a riccio sul futuro: «C’è
tempo fino al 20 giugno anche
se preferirei partire per il Brasile
con una certa serenità». A chi gli
chiede lumi sui viaggi di Sommella, Immobile taglia corto:
«Lui ha parenti in Germania».
Una sola certezza: «Non parlo il
tedesco, non andrò alla Juve,
ma un giorno giocherei per il
Napoli, la squadra della mia città». Da Madrid intanto giungono conferme sull’interessamento dell’Atletico. Le caratteristiche di Immobile si adattano e
non poco al gioco di Simeone...
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S
«Non parlo il
tedesco, non
credo che
andrò alla Juve,
ma un giorno
giocherei nel
Napoli, che è la
squadra della
mia città. Ora
però devo
convincere
Prandelli a
portarmi nei 23»
«Io al Mondiale
e Napoli scudetto»
«Ora devo convincere Prandelli a inserirmi nei 23
Nella prossima stagione giocheremo per il titolo»
nario della Canottieri Napoli.
Fiducia Lui ci crede in questa
convocazione. Sa bene che potrebbe essere l’occasione della
vita. «E’ stata una grande stagione, nonostante abbia segnato poco. Ho sempre dato il
massimo per il Napoli e non ho
mai discusso le decisioni di Benitez. So che Prandelli non valuta gli attaccanti soltanto per i
gol segnati, ma anche in base
alla partecipazione al gioco.
Ce la metterò tutta per convincerlo».
S
«E’ vero, a
Torino vivo in
affitto in una
casa di
Chiellini.
Vorrà dire che
se andrò alla
Juve me la darà
gratis. Siamo
compagni di
squadra,
almeno in
Nazionale...»
Napoli La Nazionale è l’unico
MIMMO MALFITANO
NAPOLI
Saranno i dieci giorni più
lunghi della sua giovane esistenza. Li vivrà intensamente,
concentrandosi sul lavoro in
modo che Cesare Prandelli si
convinca e lo inserisca nella lista dei 23 che porterà in Brasile. Da lunedì, Lorenzo Insigne
parteciperà al pre ritiro delle
Nazionale in programma a Coverciano, al termine del quale
il c.t. diramerà l’elenco dei 23
convocati per il prossimo Mondiale. «Andare in Brasile è il
sogno di tutti. So che vivrò
questi giorni combattendo con
l’ansia che già mi ha assalito.
Prandelli mi ha inserito in questa lista e sono felice, ma in
questi giorni dovrò convincerlo a non tagliarmi», ha detto
l’attaccante del Napoli intervenendo alla manifestazione organizzata dall’Ussi per il cente-
S
Lorenzo
Insigne,
22 anni,
cresciuto nel
Napoli, ha deciso
l’ultima finale di
Coppa Italia con
una doppietta.
Prandelli lo ha
inserito nella
pre-lista dei 30
per il Mondiale,
ma per lui sarà
dura strappare
un posto nei 23
pensiero del momento, ma
l’attaccante napoletano parla
anche dei risultati ottenuti
quest’anno dal Napoli. «La stagione è stata più che positiva,
abbiamo ottenuto risultati importanti. Certo, ci aspettavamo qualcosina in più. Abbiamo dato il massimo, però, per
vincere lo scudetto, non ci siamo riusciti, perché la Juve è
stata straripante, ma abbiamo
confermato la Champions League. E non svaluterei la Coppa
Italia. E’ stato importante vincerla, ma il prossimo anno partiremo per vincere lo scudetto.
Cavani ed Higuain? Sono diversi, il primo viveva per il gol,
mentre il Pipita gioca più per la
squadra», ha concluso Insigne.
Offerta per Ayew La nostra
anticipazione è stata confermata dallo stesso André Ayew.
«Sì, c’è stata un’offerta del Napoli», ha detto l’attaccante del
Marsiglia
al
portale
Football411.com. «E’ chiaro
che non sarò io a decidere il
mio futuro. E’ ancora presto
per dire se l’OM accetterà o
meno l’offerta del Napoli o di
qualche altro club per la prossima stagione. In questo momento sono concentrato solo
sul Marsiglia e sulla mia Nazionale, il Ghana che parteciperà
al Mondiale».
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4
HA
DETTO
S
«Cavani ed
Higuain sono
attaccanti
diversi: il primo
vive per il gol,
mentre il Pipita
gioca più per la
squadra. Là
davanti ci
divertiamo:
siamo un
attacco giovane
e affiatato»
S
«Non ho mai
discusso le
decisioni di
Benitez. La
stagione è stata
più che positiva,
abbiamo
ottenuto risultati
importanti.
Certo, ci
aspettavamo
qualcosina
in più...»
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
Ecco Rooney
«L’Italia?
Temo di più
Suarez...»
L’attaccante si sta curando dal fastidio
all’inguine: «Sarò al 100% al Mondiale,
la mia Inghilterra sarà la sorpresa»
gnato 38 gol, ma non ha vinto
nulla. Wayne ha 28 anni, l’età
giusta per vivere un mondiale
da protagonista: «In Brasile
possiamo essere la sorpresa –
dice il centravanti -. Abbiamo i
giocatori in grado di portarci
lontano e di entusiasmare i tifosi. Guardate Sterling: è un
fenomeno. Ha un talento incredibile. Barkley è un artista.
Sturridge ha vissuto un’annata straordinaria a Liverpool.
Lallana non è più un ragazzino, ma è diventato un calciatore importante. La nostra squadra è un bel mix di giovani ed
esperienza. Ho visto Hodgson
molto carico. Un bel segnale».
Wayne Rooney, 28 anni AP
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
STEFANO BOLDRINI
LONDRA
C’è molto Manchester
United sparso nel mondo e nei
giornali inglesi. Ryan Giggs è
stato avvistato ieri in un albergo di Noordwijk, in Olanda,
dove ha incontrato Louis Van
Gaal, prossimo manager dei
Red Devils. Van Gaal avrebbe
chiesto al gallese di far parte
del suo staff. Sui quotidiani, è
stato dato spazio ad un presunto litigio tra il prossimo interista Vidic e il francese Evra,
dopo il ko dello United con il
Liverpool. Il Daily Mail ha intercettato il centravanti Wayne Rooney, durante le riprese
di uno spot. Il bomber dello
United sta trascorrendo al sole
del Portogallo la settimana di
vacanza che precede l’operazione-mondiale, ma con lui ci
sono due fisioterapisti che
stanno curando il fastidio all’inguine accusato a fine stagione.
Protagonista Rooney, dopo
le delusioni ai mondiali di
Germania e Sudafrica, in cui
pagò problemi fisici, stavolta
non vuole sbagliare. In Nazionale ha giocato 89 gare e se-
15
italia: 51575158585149
Suarez Rooney ammette
che giocare e segnare tanto
conta ben poco, se non arrivano i trofei: «Rappresentare il
proprio Paese è un onore, ma
indossare la maglia centocinquanta volte e non vincere, significa che non hai combinato
nulla. Io sono contento perché
stavolta parto senza problemi
fisici. I due fisioterapisti mi
stanno aiutando a presentarmi in ritiro in condizioni perfette. In Brasile voglio essere
al cento per cento. L’atmosfera
mi sembra più rilassata rispetto a quattro anni fa. Prima di
partire per il Sudafrica, ci fu
un lungo stage in Austria. Una
noia mortale. I giorni non passavano mai. Capello ci proibiva tante cose: in albergo eravamo costretti a stare sempre
in camera. Con Hodgson c’è
più serenità. Il fatto che siamo
tutti inglesi, staff compreso, ci
aiuta. Il nostro ct è un grande.
Si prende cura di ciascuno di
noi. S’informa su come vanno
le cose a casa, è sempre pronto
al dialogo. L’esordio con l’Italia? Il primo match è sempre
quello più importante, ma per
me l’avversario più pericoloso
che incontreremo è Suarez.
Ha disputato una stagione
fantastica, è un fuoriclasse».
Tradotto: Rooney teme più
l’Uruguay dell’Italia.
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d Ahi ahi Barça
lafrase
DEL GIORNO
MONDO
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Dopo il
quarto posto
del 2010,
l’Uruguay ha
buone
chance al
Mondiale in
Brasile.
Con Italia e
Inghilterra
siamo nel
gruppo della
morte,
quello più
difficile.
Favoriti per
il titolo?
Il Brasile
perché oltre
a essere il
solito buon
team gioca
in casa. Poi
l’Argentina
perché ha
Messi e nelle
qualificazioni
è andata alla
grande. E la
Spagna che
gioca il
solito gran
calcio ed è
campione in
carica. Ma
poi ci sono
l’Italia,
l’Inghilterra,
la Germania.
LUIS SUAREZ
ATTACCANTE
URUGUAY
Neymar
non ce la fa
per l’Atletico
Martino recupera Piqué e Jordi Alba
nello scontro che assegna la Liga
Thiago Alcantara: Brasile più lontano
di sabato. Ma è lo stesso Scolari a smentire, attraverso un comunicato della Cbf, la Confederazione brasiliana: «Non solo voglio che Neymar e gli altri
brasiliani del Barça giochino
contro l’Atletico, ma spero pure che vincano. Farebbe bene
al loro morale in vista del
Mondiale. Chi dice il contrario, dice una bugia». Anche il
medico Runco ci mette bocca.
«Spetta solo al Barcellona decidere l’impiego o meno del
giocatore. Di sicuro noi non
avremo paura se scenderà in
campo». Evitato il caso diplomatico, insomma.
Il brasiliano Neymar, 22 anni AFP
MARCO GUIDI
L’acquisto più costoso
della storia blaugrana, almeno
stando alle cifre diffuse dalla
stampa spagnola (95 milioni
di euro), potrebbe saltare la
partita dell’anno. Neymar si è
allenato anche ieri a parte e il
suo recupero in vista di Barcellona-Atletico Madrid è sempre
più complicato. I catalani con
una vittoria sarebbero campioni di Spagna, mentre con qualsiasi altro risultato i colchoneros farebbero loro la Liga. Ma
Neymar rischia di non avere
voce in capitolo in questa sorta
di finale. Pare che il brasiliano
non riesca ancora a infilare gli
scarpini. Tutta colpa dell’edema al piede sinistro che lo tormenta da metà aprile.
Il Mondiale L’infortunio di
Neymar ha chiaramente fatto
preoccupare anche i medici
del Brasile. Il Mondiale è vicino e Felipe Scolari tiene d’occhio ognuno dei 23 convocati
della Seleçao, attraverso il parere medico del dottor Runco.
I maligni sussurrano che il c.t.
verdeoro abbia fatto pressioni sul Barcellona per non rischiare Neymar nella partita
Piqué e Jordi Alba sì Se Neymar è praticamente fuori dai
giochi, con l’Atletico il Barcellona recupererà sia Gerard Piqué che Jordi Alba. Il centrale
è ai box proprio dalla sfida con
i colchoneros nell’andata dei
quarti di Champions, mentre il
terzino manca dalla finale di
Coppa del Re col Real Madrid.
I due si sono allenati col resto
del gruppo, probabile che il
«Tata» Martino decida di impiegarli già dal 1’.
Ahi Thiago Dalla Germania
giungono, invece, brutte notizie per la Spagna. Thiago Alcantara non sarà convocato
per la finale di coppa sabato
tra Bayern e Borussia Dortenmund. Il centrocampista rieneletra nella lista dei 30 pre-selezionati dal c.t. della Roja Del
uo
Bosque per il Brasile, ma il suo
piano di recupero dal grave inio
fortunio rimediato a inizio
aaprile procede a rilento. Thiagago soffrì la lesione del legaio
mento laterale del ginocchio
destro, fu sottoposto a inter-vento chirurgico e lo stafff
nto
delle Furie Rosse era convinto
ne
di poterlo avere a disposizione
o si
per giugno. Secondo quanto
llo
scrive in Spagna, però, quello
oche Del Bosque considera il sostituto naturale di Xavi non ce
ta
la farà. Un altro protagonista
in meno al Mondiale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TA
4 Appunti
IL PUNTO
IN LIGA Il c.t. del Brasile
La Liga si
decide all’ultima
giornata con lo
scontro diretto
tra Barcellona e
Atletico Madrid,
sabato alle 18.
Alla squadra di
Simeone, oltre
alla vittoria,
basta il pari per
conquistare il
titolo; con un
k.o. trionfo per i
catalani in virtù
degli scontri
diretti (0-0
all’andata).
S
Classifica
Atl. Madrid 89;
Barcellona 86;
Real Madrid 84;
Ath.Bilbao 69;
Siviglia 60;
R. Sociedad 59;
Villarreal 56;
Celta Vigo 49;
Levante 48;
Valencia 46;
Rayo 43;
Espanyol e
Malaga 42;
Elche 40;
Almeria e
Getafe 39;
Granada 38;
Osasuna e
Valladolid 36;
Betis 25.
Evasi 7 milioni
Scolari indagato
Il c.t. del Brasile Felipe
Scolari è indagato per evasione
fiscale in Portogallo. L’accusa è di
non aver dichiarato al fisco redditi
per 7,4 milioni di euro, relativi alla
fase in cui era commissario
tecnico della nazionale
portoghese, tra il 2003 e il 2008.
In particolare, si tratterebbe della
somma percepita da Scolari per
la cessione dei diritti d’immagine
alla federazione portoghese. Il
tecnico che portò in finale il
Portogallo all’Europeo 2004, ora
si difende: «In tutti i paesi in cui
ho lavorato ho sempre dichiarato
tutti i miei guadagni, la giustizia
verifichi tutto, ma io sono
assolutamente convinto che non
ci sono errori».
Ok della Fifa
Il figlio di Mourinho
firma col Fulham
José Mourinho junior, il figlio
quattordicenne dell’allenatore del
Chelsea, ha firmato il contratto
col Fulham. In realtà, il portierino
si è allenato con la squadra
giovanile del club di Premier
League per tutta la stagione ma
aspettava il placet della Fifa per il
tesseramento definitivo. Che,
appunto, è arrivato nei giorni
scorsi. Negli anni in cui il papà ha
allenato il Real Madrid, Josè junior
ha vestito i colori del Canillas,
squadra satellite delle merengues.
In estate il ritorno a Londra ed
ecco il derby in famiglia. Il
ragazzo, comunque, non manca
mai alle partite casalinghe del
Chelsea: è il talismano dello
Special One.
La risposta del Bayern
Multa e lavori utili
ai tifosi anti-gay
I quattro giovani tifosi
altoatesini del Bayern Monaco,
che durante la partita di
Champions contro l’Arsenal
avevano esposto uno striscione
anti-gay, dovranno versare alla
loro squadra un’ammenda di 2.000
euro ciascuno e svolgere 10 ore di
lavori socialmente utili. L’Uefa
aveva imposto al Bayern una
multa di 10.000 euro e la chiusura
di un settore dell’Allianz Arena
nella partita seguente contro il
Manchester United. È stato il
Bayern ad avvertire i genitori che i
quattro ragazzi. L’obiettivo è
lanciare un avvertimento agli altri
tifosi che questo tipo di
comportamenti non sono tollerati.
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
17
EUROPA LEAGUE LA FINALE
italia: 51575158585149
le Pagelle
DI FRANCESCO BRAMARDO
RAKITIC, GUIDA
DA VERO LEADER
RODRIGO, TROPPA
IMPRECISIONE
Il portiere Beto, 32 anni ACTION
SIVIGLIA 6
h
IL MIGLIORE
8 BETO
Fa gli straordinari nella ripresa e
vince la Coppa ai rigori.
COKE 6 Se la cava con mestiere
con un osso duro come Siqueira.
PAREJA 6 Falloso su Gaitan, salva
con il corpo sulla botta sicura di
Lima.
FAZIO 6 Giallo dopo 12’, salva palla
sulla linea e spazzola l’area
MORENO 5,5 Cartellino arancione
dopo 13’ per un fallaccio su
Sulejmani, intervento da rigore su
Lima.
MBIA 6,5 Recupera una montagna
di palloni, cala nella ripresa.
CARRICO 6 Combattente senza
sosta, regala troppe ripartenze.
REYES 6 Dovrebbe allargare
l’azione ma finisce imbottigliato.
Tiro non irresistibile. (MARIN S.V.,
GAMEIRO S.V.).
RAKITIC 6,5 Prova a dare la
scossa. Alterna suggerimenti per i
compagni a sgroppate solitarie.
VITOLO 5,5 Prestazione
impalpabile alle costole di Maxi
Pereira, sbaglia l’ultimo appoggio.
(FIGUEIRAS S.V.).
BACCA 5,5 Davanti all’area
quando trova palla la mira è
sbilenca, freddo sul penalty.
ALL. EMERY 6 Spinge e tiene viva
dalla panchina una squadra
intimidita dalle ripartenze degli
avversari.
BENFICA 6
OBLAK 6 Tiri telefonati e ordinaria
amministrazione.
MIGLIORE
h 6,5 ILMAXI
PEREIRA
Gioca e bene fuori ruolo.
Occasione d’oro nel finale di tempo
ma Beto salva
LUISAO 6 Rude ma efficace in
area, non sempre preciso quando
avanza.
GARAY 6 Fa buona guardia su
Reyes. Più brillante quando
attacca.
SIQUEIRA 6 Ammonito dopo
mezz’ora deve frenare gli ardori
(CARDOZO 5 si fa parare il rigore).
SULEJMANI 6,5 Ci vogliono due
cartellini gialli per fermarlo. Esce
per infortunio.
ALMEIDA 5,5 Altra pasta rispetto
a Sulejmani. Spinge poco,
ammonito nei supplementari.
GOMES 6 Lavoro oscuro, cuce le
trame a centrocampo, prova a
velocizzare.
AMORIM 6 Scodella una palla gol
per Maxi Pereira, meglio quando
offende.
GAITAN 6 Dovrebbe far male tra le
linee, fermato all’ultimo in un paio
di occasioni (CAVALEIRO S.V.)
LIMA 6 Si scuote nella ripresa ma
Beto per tre volte dice no.
RODRIGO 5,5 Veloce ma
impreciso si fa parare il rigore ai
supplementari.
ALL. JESUS 5,5 Senza i giocatori
faro si affida alle ripartenze con
poca fortuna.
GLI ARBITRI BRYCH 5,5 Non
azzarda il rosso dopo 14’ per
un fallo di Moreno. Non fischia
il rigore su Lima, ma il
collaboratore di porta non lo
aiuta. Borsch 6-Lupp 6;
Welz 5-Dankert 6
4
ALBO
D’ORO
S
Comanda
l’Italia
Inter e Juve:
tre successi
Il Siviglia
raggiunge Inter,
Juve e Liverpool
con tre vittorie
in Coppa
Uefa/Europa
League. Tra le
nazioni, l’Italia è
in testa con
nove successi.
Coppa Uefa
1972
Tottenham
1973
Liverpool
1974
Feyenoord
1975
Borussia M.
1976
Liverpool
1977
Juventus
1978
Psv
1979
Borussia M.
1980
Eintracht
1981
Ipswich
1982
Goteborg
1983
Anderlecht
1984
Tottenham
1985
Real Madrid
1986
Real Madrid
1987
Goteborg
1988
Leverkusen
1989
Napoli
1990
Juventus
1991
Inter
1992
Ajax
1993
Juventus
1994
Inter
1995
Parma
1996
Bayern
1997
Schalke
1998
Inter
1999
Parma
2000
Galatasaray
2001
Liverpool
2002
Feyenoord
2003
Porto
2004
Valencia
2005
Cska Mosca
2006
Siviglia
2007
Siviglia
2008
Zenit
2009
Shakhtar
Europa
League
2010
Atletico Madrid
2011
Porto
2012
Atletico Madrid
2013
Chelsea
2014
Siviglia
SIVIGLIA
BENFICA
D.C.R. 4
2
la Moviola
DI MARCO GUIDI
AL 120’ 0-0
SEQUENZA RIGORI Lima (B) gol, Bacca (S)
gol, Cardozo (B) parato, Mbia (S) gol, Rodrigo (B) parato, Coke (S) gol, Luisao (B)
gol, Gameiro (S) gol.
Moreno su Lima
Ci stava il rigore
per i portoghesi
SIVIGLIA (4-2-3-1)
Beto; Coke, Pareja, Fazio, Moreno; Mbia,
Carriço; Reyes (dal 33’ s.t. Marin, dal 14’
p.t.s. Gameiro), Rakitic, Vitolo (dal 5’s.t.s
Figueiras); Bacca.
PANCHINA Javi Varas, Navarro, Trochowski, Iborra.
ALLENATORE Emery.
ESPULSI nessuno
AMMONITI Fazio, Moreno, Coke per gioco
scorretto
Partita dura, con diversi
interventi oltre il limite e
qualche protesta, soprattutto
da parte portoghese. Tre gli
episodi da prendere in esame.
Moreno stende Sulejmani al 14’:
Brych sventola il giallo, ma il
rosso non sarebbe stato uno
scandalo. Il Benfica chiede il
rigore al 47’ per un contatto tra
Fazio e Gaitan, ma l’arbitro fa
bene a lasciare correre. Il
difensore tocca il pallone, resta
da capire perché non venga
concesso il corner. Il penalty ci
starebbe invece al 12’ della
ripresa, quando Moreno entra
da dietro su Lima, toccandolo
sul piede d’appoggio. Brych non
fischia e fa imbestialire Jesus.
BENFICA (4-4-2)
Oblak; M. Pereira, Luisao, Garay, Siqueira (dal 9’ p.t.s. Cardozo); Sulejmani (dal
25’ p.t. Almeida), Gomes, Amorim, Gaitan
(dal 14’ s.t.s. Cavaleiro); Lima, Rodrigo.
PANCHINA Artur, Jardel, Vitoria, Djuricic.
ALLENATORE Jesus.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Siqueira, Almeida per gioco
scorretto.
ARBITRO Brych (Germania).
NOTE spettatori 33.120, incasso non comunicato. Tiri in porta 5-7. Tiri fuori 4-8.
In fuorigioco 5-1. Angoli 5-5. Recuperi:
p.t. 2’, s.t. 2’; p.t.s. 1’, s.t.s 2’.
Ivan Rakitic, 26 anni, capitano del Siviglia, solleva la coppa nella notte di Torino EPA
Coppa di Spagna
Trionfa il Siviglia
Benfica maledetto
In attesa della Champions, l’Europa League va a una
spagnola. Rigori decisivi: 8a finale persa dai portoghesi
DAL NOSTRO INVIATO
PIERFRANCESCO ARCHETTI
TORINO
Anche se non può consegnare il boccale argentato all’amata signora bianconera,
nello stadio ricoperto all’interno con sue foto e frasi celebri di quando era calciatore,
Michel Platini sfoggia l’occhietto furbo del vincitore. Il
successo del Siviglia, meritato
ai rigori ma non prima, non
sarà uno spot per la bellezza
del calcio ma farà una rilevante pubblicità alle regole del fair play finanziario, di chi taglia
e sgomita ma riesce a star dentro ai parametri voluti dal presidente Uefa: trionfa, seppur
dopo una sfida povera, una
squadra che non doveva nemmeno partecipare al torneo,
dopo il nono posto nella scorsa Liga. Ma il Malaga è stato
escluso, causa irregolarità fi-
nanziarie, e il Rayo Vallecano
non era a posto con la licenza
europea. Quindi avanti il Siviglia ed ecco l’altra lezione, stavolta a società e tecnici italiani, sempre sfibrati dalla coppa
del giovedì. I rossi hanno iniziato il torneo il primo agosto
scorso e sono arrivati alla terza baldoria in otto anni dopo
19 gare. Non hanno i mezzi
per competere con Madrid o
Barcellona, scavano la felicità
nell’Europa League e magari
proveranno a sistemare la capitale nella Supercoppa d’agosto, altro derby spagnolo, come successe nel 2006 quando
stesero in agosto il Barça.
Lacrime Non è soltanto la
maledizione di Guttmann a
far inginocchiare il Benfica. Lo
spirito del tecnico che lanciò
l’anatema nel ’62 (mai più vittorie nelle coppe, e questa è
l’ottava eurofinale persa) non
ha colpa se Cardozo e Rodrigo
passeggiano e si fermano impauriti nella rincorsa dei penalty decisivi, gli unici sbagliati e parati da Beto, il migliore. I rossi dovevano chiuderla prima, nel lungo
preludio alla sentenza che non
è palpitante come l’epilogo.
Sei palle gol contro tre, compreso un salvataggio sulla linea, ma attaccanti spesso soffocati dai difensori oppure ansiosi nelle conclusioni. E la punizione
arriva
verso
mezzanotte.
Le mosse Il Siviglia è disegnato con un 4-2-3-1 nel quale
il trio che sostiene Bacca
scambia le posizioni ma non
riesce a saltare dietro la difesa. Rakitic, trequartista di corsa e idee, arretra per non finire schiacciato, così il sistema
più usato per avvicinarsi a
Oblak è il lancio obliquo da un
4
IL NUMERO
3
i trionfi
per il Siviglia tra
Coppa Uefa ed
Europa League:
due consecutivi,
nel 2006 (4-0 in
finale al
Middlesbrough)
e nel 2007 (5-3
dopo i calci di
rigori nella
finale tutta
spagnola con
l’Espanyol). Ieri
il terzo
successo
sempre ai rigori
col Benfica
esterno al suo opposto. Quando il capitano riesce a imporsi
di più al centro, la banda di
Emery dà più coraggio ai suoi
tifosi, ma il colpo letale non è
nelle gambe di Reyes (due errori sotto porta) e Vitolo, che
sbaglia spesso l’ultimo passaggio. Bacca perde palloni facili,
non è in forma mondiale. E nei
supplementari manda in faccia ai tifosi la palla della gloria. Jesus sta peggio, con tre
squalificati: Markovic, Salvio
(esterni) e Perez (mediano);
dentro Sulejmani a destra,
Gomes affianca Amorim ma
non è statico; sale sulla trequarti nell’inizio dell’azione
spagnola, scende sulla linea
dell’area quando i bianchi superano la metà campo. Di base
è un 4-4-2 con Rodrigo libero
di non allinearsi e provare
l’imboscata a sinistra. Quando
Sulejmani deve essere cambiato dopo aver guadagnato
due ammonizioni in un quarto
d’ora, tocca così a Maxi Pereira alzarsi a esterno offensivo,
con Almeida a coprirgli la
schiena. L’ex difensore, tra i
più positivi, non ha sangue
freddo davanti a Beto, mentre
Lima e Gaitan, per qualità dovrebbero fare meglio. Niente:
Pareja salva sulla linea, Fazio
mette i piedoni sui due tiri a
colpo sicuro. Bela Guttmann
continua a sorridere dall’alto.
E Platini dalla tribuna.
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DOPO LA FINALE RESISTE L’ANATEMA LANCIATO DA BELA GUTTMANN CONTRO IL BENFICA
Beto, il portiere-eroe nato a Lisbona
Il numero 1 del Siviglia, mai
troppo amato in Portogallo,
si prende la grande rivincita
DAL NOSTRO INVIATO
GIULIO DI FEO
@fantedipicche
TORINO
Gli avevano pure fatto una statua al Da Luz,
a Guttmann, quest’inverno. Come a dire: ti riportiamo a casa, però con ‘sta storia della maledizione basta. E invece no, Bela non perdona. L’Aquila
perde l’ottava finale europea, il «non vincerete per
altri cent’anni» resiste (si riferiva alla Coppa dei
Campioni, ma è estensibile al resto dell’argenteria
continentale) e così l’Europa League la alza il Siviglia. Con fatica, fortuna, ma alla fine è quella che
ti porta avanti. E pensare che nemmeno doveva
andarci: sul campo lo spot europeo l’aveva conquistato il Rayo Vallecano, che poi è stato costretto a
cederlo agli andalusi per problemi finanziari. Ma
la squadra è combattiva e ben assortita, ha in
Rakitic un leader-creatore di gioco coi fiocchi e ottimi finalizzatori: hanno bloccato le madrilene in
campionato e ora alzano una coppa che fa un ideale e meritato tris con le due vinte da Juande Ramos nel 2006 e nel 2007.
Mani al cielo E poi c’è Emery, un signor allenatore di una famiglia a tutto calcio: nonno Antonio
e papà Juan sono stati portieri di ottimo livello, lui
ha rotto la tradizione facendo il terzino sinistro e
ha iniziato ad allenare a 34 anni, quando ancora
giocava, nel mito di Guardiola. Al Valencia ha fatto miracoli centrando sempre qualificazioni europee difficili, per entrare nel novero dei big gli
mancava una vittoria e ora ha centrato anche
quella.
Fischi e parate Ah, pure i tifosi portoghesi dico-
no le parolacce al portiere avversario quando rinvia. E oggi non era uno particolare. Cioè Beto, nato e vissuto a Lisbona, gattone cresciuto nello
Sporting e mai troppo considerato in patria: in
biancoverde lo mandarono a scadenza, al Porto
era la riserva di Helton e se ne andò fino a Cluj per
giocare, a Siviglia ha dovuto aspettare che vendessero Diego Lopez e che si infortunasse Palop per
prendersi i pali. Ieri ha messo toppe da campione
vero anche prima dei rigori, confermando la bontà della scelta del c.t. Bento che se lo porta in Brasile. La curva dei rossi l’ha beccato e se la serie dei
rigori avesse avuto luogo lì probabilmente sarebbe stato un macello. Invece sotto la torcida che l’ha
adottato, Beto si esalta nella sua notte da re. Fa
stretching alla Van Damme, gambe larghissime,
mentre è in porta Oblak. E quando è il suo turno si
fa beffe delle esitazioni di Cardozo e Rodrigo. Poi
Gameiro molla la stoccata finale, e tutti ad abbracciare l’eroe di Lisbona. Di nascita, s’intende.
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
caso Suono
italia: 51575158585149
e l’immaginate il Freccia Rossa
(o Italo, per stare in tema) con
V
una ciminiera che sbuffa vapore bianco e fa «ciuf ciuf», pur filando a 300
all’ora? Farebbe ridere. Così come
fanno ridere i terminali di scarico aggiunti ai motori di F.1 solo per ricreare
il rombo di un anno fa. Ossia del passato. Perché la F.1 rimpiange ciò che
non è più, senza andare alle radici del
problema (costi, incapacità di comunicare, personaggi poco credibili o
magari discutibili, ect.) ma fermandosi in superficie, prendendo il pretesto
delle cose inutili. Come il rumore.
Nico Rosberg, 28 COLOMBO
EuropaLeague
gevano la mano davanti all’arbitro inglese Arthur Holland, che guardava dritto nella camera
del fotografo. La foto ha una definizione magnifica, sembra scattata ieri, e invece è vecchia
di cinquantuno anni. Una vita. La famosa maledizione lanciata dall’allenatore Bela Guttmann
(“il Benfica non vincerà più una coppa europea
per cent’anni”) comincia a prendere corpo quel
pomeriggio – nello storico Wembley – dove il
povero Coluna finirà azzoppato e Maldini alzerà al cielo la prima delle sette Coppe Campioni
conquistate dal Milan. Era il 22 maggio 1963, il
sortilegio del tecnico ungherese era stato lanciato dopo che il club di Lisbona, prediletto dalla dittatura salazarista, non gli aveva rinnovato
il contratto nonostante i successi nelle due finali precedenti contro il Barcellona di Kubala
(1961) e il Real Madrid di Di Stefano (1962). I
colossi di allora continuano a essere quelli di
oggi. Cambiano i protagonisti, resta intatto
La delusione del Benfica: 8a finale europea persa!
Siamo d’accordo che le F.1 moderne non emanino più l’inebriante urlo
dei 12 cilindri. Ma quell’urlo apparteneva a un’epoca in cui c’era anche il
«tic tic» delle macchine per scrivere
invece del morbido battito di tasti del
computer. Per non parlare del fruscio
della puntina del giradischi. Proviamo nostalgia per i suoni dell’infanzia?
Sì, ma la qualità della nostra vita è migliorata proprio perché alcune scomodità sono lontane.
Il bisbiglio delle attuali F.1, che
piaccia o meno, è il sound di un futuro
che già ci avvolge. Dalle strade è
laVignetta
BENFICA, L’OTTAVA FINALE PERSA
E LA MALEDIZIONE DI GUTTMANN
l sole, ancora abbastanza alto, disegnava
ombre scure sull’erba verdissima e corta
Imentre
Cesare Maldini e Mario Coluna si strin-
l’incanto di una liturgia che si ripete, rimangono quasi identici i colori di quelle maglie, capaci di navigare impermeabili nel tempo.
I sortilegi nascono per essere frantumati,
prima o poi, ma questo di Guttmann ha una
scorza durissima. Resiste ancora. Nello stadio
della Juve, il Benfica ha perso la sua ottava finale europea consecutiva, dopo quelle di Coppa Campioni con Milan (due volte), Inter, Manchester United, Psv e quelle Uefa/Europa League con Anderlecht e Chelsea. Un record, da
non credere. Come altre volte i campioni portoghesi non meritavano di perdere, anzi. I quindici-sedici tiri in porta rispetto ai cinque-sei del
Siviglia testimoniano di una leggera superiorità che avrebbe potuto trasformarsi in risultato
sul campo se l’arbitro avesse fischiato un rigore
che c’era, a favore del Benfica. Invece, alla fine,
sono stati fatali i rigori tirati in fondo ai tempi
supplementari. Qui il successo del Siviglia ha
preso una linea di tendenza chiara e proporzioni nette, grazie soprattutto alle parate di Beto,
portoghese cresciuto nello Sporting, l’altra
squadra di Lisbona.
L’anno scorso Jorge Jesus aveva perso sul
traguardo il campionato, la coppa portoghese e
l’Europa League nella finale contro il Chelsea
di Rafa Benitez. Sembrava fosse arrivato il momento buono per spezzare la maledizione, visto che in questa stagione il Benfica ha già vinto
campionato, coppa di Lega e deve giocarsi la
finale portoghese domenica prossima. A noi va
bene sul piano del ranking Uefa. Respiriamo
un po’, anche se il quadro generale non è fantastico. Alla Juve resta il rimpianto di non aver
giocato la finale nel suo stadio. A noi quello di
essere spettatori dell’egemonia della Spagna.
Una coppa se la sono portati a casa col Siviglia
— tre finali giocate, tutte e tre vinte — l’altra
verrà assegnata nel derby di Madrid. Difficile
non invidiare questa Spagna del calcio.
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ibabyFenomeni
derselo dopo aver letto di Hachim Mastour, 15
anni e 11 mesi: trequartista degli Allievi del Milan, aggregato alla prima squadra, presentato in
pompa magna da Adriano Galliani all’interno
dello spogliatoio e in odore di debutto in Serie A,
domenica contro il Sassuolo. Se ciò avvenisse sarebbe il più giovane rossonero ad esordire in A.
Di lui dicono un gran bene, parlano di un campioncino, si sbilanciano e azzardano giudizi tecnici: è velocissimo, molto tecnico, abile negli
spazi stretti. Mamma mia, sembra il ritratto di
Messi da giovane... Su internet, luogo dell’anima di un calcio che è uno sport sempre più virtuale e sempre meno reale, spopola un video dove il ragazzino palleggia con tutto, ciliegie e
arance comprese. Bastasse questo per trasformare un talento in fuoriclasse...
Detto che, se Seedorf dovesse far debuttare il
giovane Mastour, saremo in tribuna ad applaudirlo e a incoraggiarlo, perché questo si deve fare con chi inizia un’avventura, restano alcuni
dubbi: perché, se si tratta di un campioncino,
metterlo nella mischia soltanto all’ultima giornata? E poi: siamo sicuri che un debutto tanto
precoce faccia bene a chi deve ancora imparare
tantissimo? Non è che si monterà la testa e che
questo «lancio» possa risultare controproducente? E’ vero che il ritornello di oggi è «nel calcio
Il calcio ha bisogno di cambiare, ma il
presidente Fifa è deciso a ricandidarsi
TwitTwit
IL CINGUETTIO DEL GIORNO
CHRISTIAN VIERI
Ex calciatore
Complimenti eusebio di
Francesco per il tuo
grandissimo lavoro.
I tuoi dirigenti dovrebbero
dare le dimissioni .. Scarsi.
Bravo
@vieri_bobo
WINBLEDON
Joseph Blatter, 78 anni, alla guida della Fifa dal 1998 ANSA
Master di tennis
usby convocò McGuinness al suo co«B
spetto. “Wilf, Wilf: non so co-
Un lieto ritorno ieri a
Wimbledon di Rod Laver
Azzurro di rugby
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laRovesciata
Mister Blatter
e la dottrina
di Pangloss
MASTOUR PREPARA IL DEBUTTO IN A
MA PIANO CON I GIUDIZI PRECIPITOSI
a domanda è tanto legittima quanto provocatoria: ma davvero in Italia c’era un fenoL
meno e nessuno se n’era accorto? Viene da chie-
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di ROBERTO BECCANTINI
http://www.beckisback.it/
MARTIN CASTRO
italiano mancano i giovani», ma non esageriamo: in certi casi la miglior medicina è l’equilibrio.
Altra perplessità: quanti ragazzi abbiamo visto debuttare, anche nel Milan, e sono poi spariti
dai radar? Stiamo pensando, tanto per restare in
casa rossonera, a Petagna e a Cristante. Se ne
parlava come di certezze per il futuro e invece
non li hanno nemmeno presi in considerazione
per il presente. Il rischio di bruciarsi, e quindi di
farsi male, c’è. La speranza è che qualcuno spieghi tutto ciò a Hachim Mastour e che non lo si
lasci solo in mezzo a San Siro: perdersi è un attimo. E il calcio italiano è specializzato nel generare fenomeni, lanciarli e poi dimenticarseli in
qualche spogliatoio di provincia. Quante volte,
al primo gol o al primo dribbling di un ragazzino, lustrandoci gli occhi, abbiamo esclamato:
«Questo diventa un campione»? E quante volte
quello stesso ragazzino non si è trasformato in
ciò che speravamo? Ecco, l’augurio è che il debutto (se ci sarà) di Mastour non sia soltanto una
comparsata, ma l’inizio di una carriera da sogno.
Una cosa è certa, al netto delle qualità tecniche e fisiche del ragazzino: non bastano dieci o
venti palleggi con le arance ripresi da una telecamera e fatti girare su internet per dire che ci
troviamo di fronte a un potenziale fenomeno.
Non diremo, con Francesco De Gregori, che un
calciatore si vede dal coraggio, dall’altruismo e
della fantasia, ma nemmeno dai «numeri da foca»...
scomparso il borbottio asmatico della
Balilla o della Fiat 600 per lasciarci al
silenzio totale delle vetture elettriche.
Comprendiamo chi rimpiange gli
acuti dei motori da corsa di ieri, però
siamo in un altro secolo, in un’altra dimensione. Il rumore, un po’ cafonesco, non fa più parte di questa realtà.
Siamo diversi noi, sono diverse le auto. Occorre guardare avanti. Certe nostalgie appartengono a chi vive di lifting fisici e mentali e non accetta che
il tempo ci trasformi. Spesso anche in
meglio, com’è accaduto a questa F.1.
DI VALERIO MARINI
@Wimbledon
di ANDREA SCHIANCHI
19
LA F.1 SBAGLIA A INSEGUIRE IL PASSATO
IL SUO «SILENZIO» E’ IN LINEA COI TEMPI
di PINO ALLIEVI
di ALESSANDRO DE CALÒ
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Aiutiamo questa iniziativa,
più siamo meglio è.
L’associazione
@AsAndreaTudisco ha
bisogno di noi
@castrito81
ARIANNA ERRIGO
Campionessa di scherma
Esame passato! Sono
piccolissimi passi...ma sono
comunque passi avanti...
Prima o poi finirò
#Studio #impegno
@aryerri
DANILO GALLINARI
Cestita Nba con Denver
Eccomi insieme a @Palets_8
per svolgere insieme un po’
di lavoro
@gallinari8888
me potremo fare senza di te...
ma lo scopriremo”». E’ un brano tratto da «La mia vita rovinata dal Manchester United»,
romanzo di Colin Schindler, tifoso viscerale del City. Potremo mai dirlo, un giorno, di
Sepp Blatter? Busby era, naturalmente, Matt Busby: scampato al rogo aereo di Monaco
di Baviera, raccolse i resti dello
United e li portò in cima all’Europa. Wilf McGuinness era il
manager che Busby in persona
aveva scelto come successore.
Le cose non funzionarono, da
qui il colpo di scena e l’esonero, sotto forma di perfido indovinello.
Joseph «Sepp» Blatter ha 78
anni e governa la Fifa dal 1998.
Non più tardi di venerdì scorso
ha deciso di ricandidarsi: «La
mia missione non è ancora finita». Proprio così. Ha parlato
di «missione». Per un certo periodo, e fino a un certo punto,
aveva meditato di farsi da parte. Ha cambiato idea, senza
cambiare ideologia.
Gli scandali lo eccitano: dall’opacità dei voti che, a Parigi,
gli fruttarono il trono di Joao
Havelange, alla bancarotta
dell’Isl, società di marketing
sportivo che avrebbe pagato
tangenti ad alti papaveri della
Fifa, tra i quali lo stesso Havelange. E poi, in ordine sparso: i
veleni sulla scheda, una sola,
che separò la Germania dal
Sud Africa nella caccia ai Mondiali del 2006; il braccio di ferro con Mohamed Bin Hammam, pezzo grosso del Qatar,
avversario nel safari elettivo
del 2011, suggellato da sportellate etiche e squalifiche revocate; l’assegnazione del
Mondiale 2018 alla Russia e
dell’edizione 2022 al Qatar,
con relativa e tardiva scoperta
che d’estate, nell’emirato, si
brucia dal caldo.
La diletta Svizzera, con i
suoi segreti bancari e le sue
leggi premurose, gli ha permesso di schivare cannonate,
non solo pallottole. Nessun regime più del calcio avrebbe bisogno di cambiare aria e, soprattutto, di farla cambiare all’amministratore. Come ha denunciato Pippo Russo nella sua
ultima opera - «Gol di rapina/il
lato oscuro del calcio globale»,
Edizioni Clichy - la sfida del
terzo millennio andrà lanciata
contro la piovra dell’economia
parallela, incarnata da quei
fondi di investimento che hanno preso in ostaggio giocatori e
società. Urgono dirigenti-sceriffi, più che broker-dirigenti.
Un altro mandato, il quinto,
costituirebbe
l’ennesimo
schiaffo al concetto di alternanza. Blatter ha adottato e
adattato la dottrina voltairiana di Pangloss, precettore del
giovane Candido, al «migliore
dei presidenti possibili»: lui. Si
è arreso alla tecnologia esclusivamente perché costrettovi
dagli sponsor, stanchi di affiancare le proprie aziende e i
propri dollari a scempi come il
gol fantasma di Frank Lampard in Germania-Inghilterra
del 2010.
Jérome Champagne, 56 anni a giugno, francese come Michel Platini, è l’unico candidato ufficiale. Il grande capo dell’Uefa, prigioniero del fair play
finanziario, non ha sciolto il
nodo. I 209 membri della Fifa
andranno alle urne nel maggio
del 2015. Blatter aveva garantito un passo indietro. Al cuore
non si comanda. E allora: cameriere, Champagne.
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20
LA GAZZETTA DELLO SPORT
CALCIO A 5
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
italia: 51575158585149
sare anche che una vittoria ci
darebbe la finale scudetto
(che la Lazio, allora Lazio Nepi, non conquista dal 2007,
ndr) — dice il presidente Antonio Mennella —. Siamo felici e orgogliosi di essere arrivati così in alto, sia con la prima
squadra che con l’Under 21: a
prescindere da come andrà, i
nostri ragazzi meritano già un
plauso per ciò che hanno costruito». Per i più giovani, c’è il
doppio impegno: Javier «Cholito» Salas, Angelo Schininà
(domenica squalificato con
l’Under) e Giuseppe Mentasti
si dividono tra i più grandi e i
coetanei. Un vantaggio non da
poco per l’Under 21, che può
contare su un giocatore (Mentasti) che nel 2012 era al Mondiale di Thailandia con Menichelli, e segnò pure un gol.
Universo Lazio
Missione scudetto
per uomini e donne
Via alle semifinali : stasera la formazione maschile,
domenica le ragazze con la Luciléia, stella mondiale
MARCO CALABRESI
Di padre in figlio, di fratelli in cugine. Lunedì sera, allo stadio Olimpico, tutta la famiglia della Lazio si è riunita
per celebrare il 40° anniversario dello scudetto del 1974: a
guidare la sfilata di tutte le sezioni della Polisportiva, c’era
Luciléia Renner Minuzzo, la
giocatrice di calcio a 5 più forte del mondo. Ora la brasiliana gioca nella Lazio, ma lo
scorso anno guidò le sarde del
Sinnai alla conquista della
Coppa Italia, e domenica se le
ritroverà di fronte, per le semifinali scudetto della Serie A
femminile. Semifinali a cui la
Lazio arriva a piene forze, sognando di fare il Grande Slam
tra uomini e donne: stasera, la
prima squadra maschile sfida
l’Acqua&Sapone Emmegross
in gara-1, domenica toccherà
all’Under 21 affrontare il Barletta.
Due anime Lazio calcio a 5
maschile e femminile hanno
presidenti e dirigenti diversi,
ma un rapporto che tutti defi-
niscono «ottimo»: giocano
nello stesso impianto (il PalaGems di Tor di Quinto, anche
se il prossimo anno le donne
potrebbero spostarsi), alla Final Eight di Coppa Italia erano
nello stesso hotel, gli uomini
vanno a vedere le donne, e viceversa. La Lazio femminile,
la Coppa Italia l’ha vinta (in finale sulla Ternana), quella
maschile l’ha persa in finale
proprio contro l’Acqua&Sapone, che lo scorso anno eliminò
i biancocelesti anche dai
playoff. «Vogliamo riscattare
la sconfitta in finale, ma pen-
S
Le squadre della
Lazio femminile
e maschile lunedì
sul terreno
dell’Olimpico,
con le altre
formazioni della
Polisportiva, per
i 40 anni dallo
scudetto del ’74
CASSELLA
Donne super La Lazio, nel
maschile, è l’unica non testa
di serie ad aver raggiunto le
semifinali (dopo aver eliminato il Kaos Futsal, terzo nella
stagione regolare), dopo un
avvio di stagione disastroso
che aveva messo a rischio anche la partecipazione alla Final Eight di Coppa Italia. Nel
femminile, invece, non vedere
la Lazio campione d’Italia sarebbe una sorpresa: 26 vittorie su 26 nella regular season,
Coppa Italia già in bacheca,
17 gol tra andata e ritorno alle
campionesse d’Italia dell’Az
Gold Chieti nei quarti. Non solo Luciléia, ma anche l’altra
brasiliana Gayardo (le due, ieri, erano al Foro Italico per gli
Internazionali), l’argentina
Blanco, le sorelle americane
Melissa e Brenda Cary, tre calabresi (Violi, Presto e Siclari), una super tifosa della Lazio (il portiere Sara Giustiniani) e anche una romanista
(Pamela Guercio). Stasera,
parecchie tiferanno Lazio: di
sicuro, non Nanà, fidanzata
con l’allenatore della squadra
avversaria, Massimiliano Bellarte. I colleghi maschi la perdoneranno.
4
LA
SITUAZIONE
S
Playoff
scudetto
Semifinali
Gara-1
(oggi):
Alter Ego
Luparense-Asti
(ore 20.30,
diretta RaiSport
2), LazioAcqua&Sapone
Emmegross
(20, diretta
streaming
sul sito
della Divisione)
Gara-2
(martedì
20):
Asti-Alter Ego
Luparense (ore
20, diretta
streaming sul
sito della Div.),
Acqua&Sapone
EmmegrossLazio (20.30,
diretta RaiSport
2)
Ev. gara-3: 22
maggio (in casa
di Asti e
Acqua&Sapone
Emmegross)
Finale:
28 maggio, 2-4ev.9-ev. 11
giugno
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GLI AVVERSARI
Luparense,
Acqua&Sapone
e Asti pronti
all’assalto
Un anno fa, proprio al
PalaGems (che allora si chiamava Futsal Arena), l’Acqua&Sapone Emmegross raggiunse la prima semifinale scudetto della sua storia. Una scalata continua, quella del club
abruzzese: quarti nel 2012, semifinale nel 2013, Coppa Italia
vinta due mesi fa. Con la possibilità, rispetto alla sfida dell’anno scorso persa contro la
Luparense, di giocare la seconda ed eventualmente anche la
terza gara della serie in casa.
Fattore che, unito alla stanchezza del Pescara, ha deciso il
derby nei quarti (la «bella» è finita 7-2, dopo due pareggi).
Sfida stellare L’altra semifinale è Alter Ego LuparenseAsti, con gli Orange che tornano a Bassano dove hanno vinto
la Winter Cup a fine marzo, ma
nello stesso palazzetto dove
nel 2012 persero una Supercoppa ai rigori. I Lupi cercano
la sesta finale nelle ultime otto
stagioni. «Ma il coefficiente di
difficoltà di questa partita è
dieci — ammette il tecnico Fulvio Colini —. L’Asti è la squadra più forte del campionato,
ma abbiamo lavorato per trovare il sistema per batterli».
Tanti i pericoli: dagli ex Fortino e Vampeta (quattro scudetti
con la Luparense) al capitano
dell’Italia campione d’Europa,
Gabriel Lima. Campione in
campo quanto fuori: per domenica 18, ad Asti, ha organizzato una cena di beneficenza,
con ricavato devoluto alla sua
fondazione.
m.cal.
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UNA REGIONE ALLA RIBALTA UN GIORNALISTA E UN AVVOCATO PROTAGONISTI DI POGGIBONSESE E ISOLOTTO
questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/
Riecco la Toscana con due portieri in carriera
Il calcio a 5, in Toscana,
sembrava essersi fermato al
2003, quando il Prato di Velasco vinse il secondo scudetto di
fila. E invece rieccolo, 11 staioni dopo: l’EstraForum, dopo
anni di Serie B, si è riempito di
nuovo a dicembre, per l’arrivo
della Nazionale, ma chissà che
non si possa riempire sabato
per il derby tra Prato e Poggibonsese, che mette in palio un
posto nella finale dei playoff
per la promozione in A2. Di si-
curo, a Firenze, si riempirà domenica 25 il PalaIsolotto, per il
ritorno della semifinale femminile tra l’Isolotto e la Ternana.
Portiere-giornalista
Nel
grande Prato del 2003, c’era
anche Nicola Giannattasio,
che oggi ha 33 anni e gioca nella Poggibonsese. Vive a Prato,
fa il portiere e, di mestiere, il
giornalista. In questi giorni,
nella trasmissione che condu-
ce su Radio Insieme, si parla
tantissimo del derby. «Devo far
vivere alla gente di Prato l’attesa per una partita in cui il Prato
dovrò batterlo. Una cosa abbastanza strana, ma vissuta con
gran serenità: il futsal è più
umano, nel calcio una cosa del
genere non potrebbe succedere». Le critiche al portiere dei
colleghi giornalisti, però, come si affrontano? «È capitato
di non essere d’accordo, ma
non me la sono mai presa: si
accettano, sapendo che sono
fatte in buona fede. Differenze? Il calciatore si emoziona in
campo, il giornalista si emoziona raccontando».
Portiere-avvocato A trascinare l’Isolotto in finale dovrà
pensarci Anna Piras: sarda,
professione avvocato. «Mi occupo di diritto civile, ma la mia
aspirazione è specializzarmi in
diritto sportivo — dice la
33enne cagliaritana, alla pri-
ma stagione in Toscana —. Sono già fiduciaria dell’Assocalciatori, e avendo lo studio con
mia sorella riesco a gestire il lavoro da Firenze. Ma in campo
faccio il portiere: al massimo,
le mie compagne, mi chiedono
consigli su svincoli o accordi
economici». L’Isolotto sogna.
«Abbiamo fatto grandi cose,
ma vogliamo proseguire, anche se sappiamo che ora quello
che verrà sarà tutto di guadagnato. Quando gioca la Fiorentina la città si ferma, ma ultimamente c’è grande seguito».
m.cal.
Anna Piras, 33 anni CASSELLA
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
21
SERIE B SI RIAPRONO I GIOCHI IN TESTA
italia: 51575158585149
VOLATA UNA PROMOSSA SUBITO, IN 6 AGLI SPAREGGI
40
Massimo Maccarone, 34 LAPRESSE
Federico Viviani, 22 anni LAPRESSE
Emmanuel Cascione, 30 LIVERANI
a
a
41
a
42
Pescara
EMPOLI
65
Novara
CITTADELLA
LATINA
64
Siena
CESENA
Spezia
CESENA
62
REGGINA
Latina
MODENA
MODENA
59
Avellino
PESCARA
Cesena
CROTONE
58
JUVE STABIA
Trapani
PALERMO
LATINA
SPEZIA
57
LANCIANO
Bari
BARI (-4)
57
Cittadella
SPEZIA
Novara
LANCIANO
57
Spezia
CARPI
Cittadella
AVELLINO
56
MODENA
Reggina
PADOVA
SIENA (-8)
55
LATINA
Padova
VARESE
TRAPANI
54
Ternana
CROTONE
Brescia
IN MAIUSCOLO LE GARE IN TRASFERTA, PALERMO GIA’ PROMOSSO IN A
ALLE 12 L’ASSEMBLEA
Impiego dei giovani
e salary cap: oggi
modifiche in Lega
MILANO Oggi alle 12
assemblea di Lega. La B si
riunisce per discutere delle
date dei playoff e per alcune
modifiche statutarie. Due i
punti nuovi su cui si lavorerà.
Uno riguarderà il minutaggio
dei giovani: si lavorerà per farlo
crescere. E poi si potrebbe
ritoccare un criterio del salary
cap. Nella parte variabile
dedicata ai singoli giocatori, si
rifletterà se inserire una parte
destinata ai punti conquistati
dalla propria squadra e non più
legata soltanto alle presenze.
GDS
Ora la Serie A è un ballo per tre
Empoli, Latina e Cesena: qualità e difetti nella corsa al 2° posto a 270’ dalla fine
ROBERTO PELUCCHI
Poteva essere la grande
notte dell’Empoli, è diventata
la notte dei misteri: chi seguirà
il Palermo in Serie A? I giochi si
sono clamorosamente riaperti
e potrebbero chiudersi soltanto all’ultima giornata. Al secondo posto puntano in tre:
l’Empoli che lo occupa attualmente, il Latina che insegue a
un punto (ma è in svantaggio
negli scontri diretti con i toscani) e il Cesena distanziato di
tre lunghezze (ma comanda
nelle sfide dirette con l’Empoli
e alla penultima ospita la squadra di Breda, 0-0 all’andata).
Subito dopo c’è il Modena, a 59
punti, la squadra più in forma
tra quelle di testa (tredici risultati utili), ma è fantacalcio
pensare che Novellino possa
agguantare il secondo posto,
anche vincendole tutte. Ad appena 270 minuti dalla conclusione, dunque, vediamo che
cosa va e che cosa non va nelle
tre squadre in lotta.
EMPOLI
LATINA
Che cosa va Sarri sta davanti
e resta favorito: vincendo le restanti tre partite andrebbe in A.
Inoltre, tra marzo e aprile ogni
volta che ha perso fuori casa si
è poi riscattato al Castellani.
L’Empoli è squadra organizzata, di carattere, e in attacco ha
la coppia Maccarone-Tavano
che fa spesso la differenza. In
più, ha un calendario sulla carta più facile: affronterà due
squadre in lotta per evitare il
playout (Novara e Cittadella) e
all’ultima giornata ospiterà il
Pescara, ormai fuori dai giochi.
Che cosa non va A Cesena è
Che cosa va Breda ha la forza
dei risultati dalla sua parte:
nelle ultime otto partite ne ha
vinte sei; ha perso soltanto con
il Palermo, di un altro pianeta,
e l’unico vero scivolone dell’ultimo periodo è stato quello di
Castellammare (1-1 con la Juve Stabia). La squadra è solida
e sta mostrando anche una certa duttilità tattica, ossia riesce
a cambiare pelle modificando
gli interpreti, ma mantenendo
inalterato il modulo (il 3-5-2
d’ordinanza). E, in questo quadro felice, Viviani è un giocatore del quale Breda proprio non
può fare a meno.
stata decisiva l’espulsione di
Hysaj, non c’è stato un crollo fisico o di gioco. Però si è avuta
la conferma che quando gli avversari montano una gabbia attorno a Valdifiori, il faro di Sarri, tutto il gioco poi ne risente.
Maccarone è stato sostituito
perché in non perfette condizioni fisiche, e nella volata finale i toscani non possono permettersi di non averlo.
Che cosa non va Il calendario
non è favorevole: il Latina si
gioca tutto nei tre scontri diretti contro Siena, Cesena e Spezia. Resta un grande punto di
domanda sulle possibilità di
recupero dell’infortunato
Crimi, mentre Jonathas dovrà
saltare 4 partite a causa della
sciocca espulsione di Crotone
(mani addosso all’arbitro).
CESENA
Che cosa va Dopo tre sconfitte di fila senza segnare, i romagnoli hanno ribaltato le prospettive vincendo tre partite
senza subire gol. Cascione è il
giocatore che, più di altri, sposta gli equilibri: con lui in campo il ritmo è da promozione,
senza da retrocessione. Anche
la condizione fisica è buona.
Che cosa non va Bisoli deve
fare i conti con una emergenza
continua, che si prolunga da
tempo e che ha sicuramente
pesato su prestazioni e risultati. Se contro l’Empoli c’erano
tre squalificati e un centrocampo decimato, a Reggio Calabria
mancheranno due uomini offensivi in grado di essere decisivi (Marilungo e D’Alessandro), un centrocampista (Coppola) e un difensore (Volta),
oltre agli infortunati Belingheri e Consolini. Il calendario
non è per niente agevole: ci sono due scontri diretti nelle ultime due partite.
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Appello ironico
Anche Zalone col Bari
BARI (f.c.) Anche Checco
Zalone su Facebook lancia un
appello ironico per l’acquisto
del Bari: «Comprate il Capurso
(il club del suo paese, ndr),
in omaggio vi diamo il Bari».
E Rocco Siffredi ha fatto un
video-appello. La squadra,
intanto, ieri è tornata da Carpi
in treno e alla stazione ha
trovato ad accoglierla 1.500
tifosi festanti. Canti e ovazioni
hanno coinvolto i giocatori.
Il giudice
Jonathas fermato
per quattro giornate
Due turni a Corvia
MILANO Costa cara a Jonathas la
spintarella all’arbitro con insulto annesso: il giudice sportivo ha squalificato l’attaccante del Latina per 4
giornate. Per 2 è stato fermato Corvia del Brescia, per una Contini e Mezavilla (Juve Stabia), D’Alessandro,
Marilungo e Volta (Cesena), Hysaj
(Empoli), Rea (Varese), Salviato (Pescara), Pettinari (Crotone), Baldanzeddu (Spezia), Fabbro (Avellino),
Grossi (Brescia), Perticone (Novara),
Pirrone (Trapani), Pisano (Palermo),
Schiavone (Siena). Tecnici: una giornata a Loseto, collaboratore tecnico
del Bari. Ammende: 6.000 euro al
Brescia, 5.000 all’Avellino, 4.000 al
Pescara, 3.000 a Cesena e Crotone.
LA SITUAZIONE La classifica dopo
39 giornate: Palermo p. 82; Empoli
65; Latina 64; Cesena 62; Modena 59;
Crotone 58; Spezia, Bari (-4) e Lanciano 57; Avellino 56; Siena (-8) 55;
Trapani 54; Carpi 52; Pescara 51;
Brescia 50; Ternana 48; Cittadella 45;
Varese e Novara 43; Padova 35; Reggina (-3) 26; Juve Stabia 18. Così sabato ore 15: Empoli-Novara (1-0); Juve Stabia-Crotone (1-1); LancianoSpezia (0-2); Modena-Avellino (1-2);
Padova-Pescara (0-1); Palermo-Carpi (0-1); Reggina-Cesena (1-3); Trapani-Ternana (2-0); Varese-Brescia
(2-4). Così lunedì ore 19: Bari-Cittadella (1-1); ore 21: Latina-Siena (0-1).
PRIMA DIVISIONE LA STORIA
Savona, il sogno iniziato con un euro
Il club fu comprato
all’asta, ora gioca
per la prima volta i
playoff per la B che
manca da 47 anni
MATTEO BREGA
C’erano una volta Valerio
Bacigalupo, Eugenio Fascetti,
Beppe Furino, Pierino Prati,
Marcello Lippi, Carlo Petrini e
Walter Zenga. La Serie B a Savona manca da 47 anni, ma il
calcio ha sempre attirato nomi
eccellenti. Ora che per la prima
volta (unica esordiente delle
otto squadre che sono rimaste
in corsa) partecipa ai playoff
per tornare al secondo piano
del calcio italiano, il polmone
cittadino a forma di pallone
torna a respirare al massimo.
Grazie al lavoro di Ninni Corda, Giovanni Mattu e Roberto
Pruzzo. Tre figure di uno staff
che sotto la presidenza di Aldo
Dellepiane hanno consentito
al Savona di passare dal rischio di scomparire alla promozione in Prima divisione e
adesso addirittura ai playoff
per la Serie B.
Ungheresi di Savona L’alba
del calcio in città attira tecnici
ungheresi nella prima metà del
secolo scorso. Jeno Karoly, poi
Layos Dimeni per arrivare a
Imre Payer, Gyorgy Orth e Arpad Hajos. Tra il 1940 e il 1947
il Savona visse in B, mentre per
tornarci dovettero trascorrere
altri vent’anni (1965-66). Ma
bastò solo un anno per retrocedere nonostante giocassero Fascetti, Prati e Furino. Nel 2010
il ritorno tra i professionisti.
Il sogno Il Savona è anche
l’unica del girone A ad aver ribaltato il fattore campo eliminando il Vicenza. Solo 6 squadre sono riuscite a centrare la
B al primo playoff. Aresti in
porta e Virdis in attacco sono
gli estremi di un filo che Corda
tiene teso. Il proprietario Dellepiane è caratterialmente
l’opposto del suo tecnico: imprenditore capace, ma riservato e silenzioso. Il 13 marzo
2012 ha rilevato la società partecipando all’asta. Nella busta,
oltre ai 5 mila euro per le garanzie, c’era un euro. Nello studio del curatore Marchese erano presenti Dellepiane e... Corda. E il loro patto nacque su
una moneta da un euro.
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clic
PER CREMONESE, PISA E
BENEVENTO 5° PLAYOFF
Tra le otto semifinaliste
Cremonese, Pisa e Benevento
sono le squadre che hanno
collezionato il maggior
numero di partecipazioni ai
playoff: 5 (e una promozione
per tutte e tre). Segue il
Frosinone con 3 (e una
promozione), Alto Adige,
Lecce e Pro Vercelli con 2
(ma promossi soltanto i
piemontesi).
Ninni Corda, 40 anni LAPRESSE
Il programma
Domenica alle 16 ospiterà la Pro Vercelli
Domenica sono in programma le partite di andata delle semifinali dei playoff
di Prima e Seconda divisione (ore 16).
Le partite di ritorno domenica 25.
PRIMA DIVISIONE
GIRONE A Savona-Pro Vercelli; Cremonese-Alto Adige.
GIRONE B Pisa-Frosinone (ore 18); Benevento-Lecce (ore 21). Entrambe le
partite saranno trasmesse in diretta
su Rai Sport 1.
SECONDA DIVISIONE
GIRONE A Torres-Forlì; Cuneo-Porto
Tolle.
GIRONE B Arzanese-Sorrento; Normanna-Tuttocuoio.
SUPERCOPPA
Domenica alle 15 si gioca anche il ritorno della Supercoppa di Seconda,
Messina-Bassano (andata 0-2).
ORE 21 IN DIRETTA TV
Perugia-Entella:
stasera si assegna
la Supercoppa
Alle 21 Perugia-Entella per la
Supercoppa di Prima (andata 1-1).
Qui Perugia La gara sarà
preceduta dalla festa per la
promozione con la presenza di
tanti ex del passato. Squalificati
Comotto, Rossi, Nicco e Fabinho,
infortunati Koprivec, Massoni,
Barison, Carcione, Franco,
Vitofrancesco e Mazzeo. Attesi 8
mila spettatori. Domani incontro
Santopadre-Camplone per il
rinnovo del contratto.
Qui Entella Prina recupera Troiano,
ma deve rinunciare a Guazzo e
Iacoponi. Ricchiuti, al massimo,
andrà in panchina.
Così alle 21 (tv Rai Sport 1)
PERUGIA (3-5-2) Stillo; Conti,
Scognamiglio, Sini; Sprocati,
Moscati, Filipe, Sanseverino,
Insigne; Eusepi, Henty.
(Esposito, Marconi, Bura,
Locchi, Lamcaj, Bordo, De
Costanzo). All. Camplone.
ENTELLA (4-3-1-2) Zanotti;
Ballardini, Cesar, Russo,
Cecchini; Staiti, Troiano, Botta;
Sarno; Torromino, Moreo
(Paroni, Nossa, Volpe, Pedrelli,
Raggio Garibaldi, Ricchiuti,
Marchi). All. Prina.
ARBITRO Serra di Torino (Colì-Villa).
Serie D
Playoff, Taranto ok:
basta l’1-1 davanti
a 4.200 spettatori
Si sono giocate ieri le gare della seconda fase dei playoff. A Taranto, nonostante la chiusura della curva nord
e il divieto del prefetto alla presenza
dei tifosi ospiti, oltre 4.200 spettatori.
GIR. A Borgosesia-Lavagnese 4-0
GIR. B Olginatese-Seregno 1-0
GIR. C Marano-Sacilese 1-3
GIR. D Correggese-Massese 4-0
GIR. E Foligno-Pianese 2-0
GIR. F Matelica-Termoli 3-3 d.t.s.
GIR. G Terracina-San Cesareo 1-2
GIR. H Taranto-Monospolis 1-1 d.t.s.
GIR. I Akragas-Agropoli 3-1 d.t.s.
Le vincenti (Borgosesia, Olginatese,
Sacilese, Correggese, Foligno, Matelica, San Cesareo, Taranto, Akragas) si
sfidano domenica nella terza fase: a
loro si aggiunge l’Arezzo, miglior semifinalista di Coppa. La quarta fase domenica 25: si aggiunge il Pontisola, finalista di Coppa. Le semifinali domenica 1 giugno, con le 3 vincenti più il
Pomigliano vincitore di Coppa. La finale é domenica 8 giugno.
PRO PIACENZA L’esposto contro il
Pro Piacenza (che ha chiuso a +9 sulla
seconda), basato sul fatto che Luca
Santi non aveva scontato la squalifica
di una giornata rimediata nella seconda fase dei playoff 2013 contro la Pistoiese, non dovrebbe inficiare la promozione, anche se un’ammenda,
un’ulteriore squalifica di Santi e forse
uno o più punti di penalizzazione (magari nella prossima stagione) sono
ipotizzabili. La società é difesa all’avvocato Grassani.
22
LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
97° GIRO D’ITALIA LA QUINTA TAPPA
italia: 51575158585149
FINALE SPETTACOLARE A VIGGIANO E PRIMO SQUILLO TRICOLORE: OGGI SI SALE A MONTECASSINO
Ulissi, colpo
da campione
Finalmente
l’Italia si sblocca
identiKit
& CARRIERA
LA MAGIA
DI DIEGO
v
DIEGO
ULISSI
Nato il
15/7/1989
a Cecina
(Livorno)
Italia
Squadra
Lampre
Merida
Da junior
2
ori mondiali
(2006-2007)
Vittorie
da pro’
16
DAL NOSTRO INVIATO
LUCA GIALANELLA
VIGGIANO (Potenza)
Il vento della nuova Italia spazza il Giro, anche dalle
polemiche. Nella Basilicata
più vera, in una giornata da
Nord con bufere di pioggia alternate a sprazzi di sole e raffiche a 60 all’ora, la magia di
Diego fa capire che le fondamenta della ricostruzione ci
sono. Certo, non abbiamo la
continuità e i mezzi di altre
nazioni, nei grandi giri è rimasto solo Nibali, però la nostra
caparbietà è quella dei marinai che ogni giorno sfidano il
mare per un’avventura nuova.
E Diego Ulissi è cresciuto in riva al Tirreno, a Cecina.
Mai teneri Possiamo dirlo, e
non ce ne vergogniamo: siamo innamorati di Diego perché è il simbolo della classe.
Non fa mai nulla di banale.
Nel bene e anche nel male,
con il fallimento nelle classiche delle Ardenne, per esempio. E non siamo mai stati teneri con lui perché non lo accetterebbe. I fuoriclasse vanno giudicati come tali. Ulissi,
24 anni, è il nostro miglior talento nelle gare di un giorno:
se l’Italia ha vinto 4 corse World Tour nel 2014, due le ha
centrate lui. Il segnale era già
arrivato in Australia, a gennaio: primo davanti a Gerrans ed
Evans, e vincere al Down Under, per un europeo, vuol dire
2010
2011
2012
bastanza brillanti.
clic
QUEL SUCCESSO
A TAVOLINO
NEL 2011 A TIRANO
2013
2014
Successi
principali
2 tappe
al Giro d’Italia
Grande stoccata del toscano
poi Evans (che guadagna 6”),
Arredondo e tutti i migliori.
Matthews resta in rosa
pedalare davvero. Ieri il Giro
ha ammirato un’altra meraviglia. Tre anni fa a Tirano l’ingresso sul palcoscenico di un
predestinato, dopo due titoli
mondiali juniores. Adesso la
stoccata di Viggiano: le braccia aperte, quel voltarsi indietro a cercare gli avversari, l’urlo di gioia sul podio vogliono
dire «questo è il mio posto».
Durezza Doveva essere un
assaggio di difficoltà, l’ascesa
a Viggiano, in Val d’Agri, pae-
se dedicato alla Madonna: 5
km al 4%, 1 km al 7%. Si trasforma in una classica per il
vento che flagella i corridori
dal via di Taranto e le condizioni meteo durissime. I 203
km ne valgono almeno cinquanta di più, e la conferma la
trovate dai primi 12 dell’arrivo: da Ulissi a Scarponi, il meno nobile è Kelderman, che a
23 anni è il futuro del ciclismo
olandese. I dati dicono che i
corridori hanno consumato
5000-5500 calorie, almeno
1 tappa
al Giro di
Polonia (2013)
1 tappa
al Down Under
(2014)
Maglie
azzurre
2
(2012-2013)
Prima di ieri, Diego Ulissi
aveva già vinto una tappa al
Giro: il 25 maggio 2011, a
Tirano. Ma si trattò di un
successo a tavolino arrivato
per squalifica di Visconti
(scorretto in volata). Quello
era stato anche l’ultimo
successo Lampre al Giro.
1000 più del previsto, come
all’Amstel per esempio. Nel finale c’è il meglio del Giro: la
maglia rosa Michael Matthews, che dimostra di avere
un’evoluzione da finisseur e
conserva il primato; tutti i big,
da Evans a Uran, da Quintana
a Rodriguez e Basso. Saltano il
tricolore Santaromita, tagliato fuori dalla caduta ai 15 km,
e Moser e Battaglin che restano nel secondo gruppo per il
capitombolo di Gasparotto,
ma non appaiono ancora ab-
Finale C’è spazio per tutti.
Per Elia Viviani, che va in fuga
per prendersi la maglia rossa a
punti; per il tedesco Bjorn
Thurau, figlio di uno dei rivali
storici di Moser, ultimo degli
11 fuggitivi a cedere a 15 km
dall’arrivo; per il vicentino
Gianluca Brambilla, che accende i 10 km finali con una
discesa da motociclista sul bagnato, ha 29”, viene raggiunto
ai 1300 mt. La picchiata, con i
tornanti, ricorda quella del
Poggio alla Sanremo: il gruppo si spezza, la Bmc di Evans e
la Katusha di Rodriguez alzano il ritmo, si arriva con l’acido lattico che ribolle sulla salita finale. Purito mette davanti
la «guardia reale» con Vicioso
e Moreno, e tirano, caspita.
Una prova di fiducia, lo spagnolo esce dal tunnel di un Giro finora da incubo. E lì davanti c’è Quintana, protetto
dai suoi: il Giro non è il Tour,
l’Italia non è la Francia, qui
ogni curva è un’insidia (ricordate Wiggins?). Ai 1200 metri
gli salta anche la catena, ma
recupera. Ulissi esce ai 150
metri dalla ruota di Evans,
non ha rivali. Cadel è secondo
a 1”, terzo il colombiano Arredondo, che sta scoprendo il ciclismo adesso. E oggi si replica, arrivo in salita ancora più
duro: Montecassino, l’Abbazia. Dopo una tappa di 257
km.
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4
NUMERO
4
I successi
italiani nel World
Tour in questa
stagione. Ulissi
ne ha firmati
due, il 50%: una
tappa al Down
Under e la
tappa di ieri del
Giro d’Italia. Gli
altri due sono di
Matteo
Pelucchi (in
volata) e
Adriano Malori
(crono),
entrambi alla
TirrenoAdriatico
S
Diego Ulissi,
24 anni:
a sinistra sul
podio baciato
dalle miss; in
alto l’esultanza
all’arrivo; a
destra la foto di
famiglia con la
moglie Arianna
e la figlia Lia
BETTINILAPRESSE
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
23
italia: 51575158585149
sentisse la sua vocazione, come se leggesse il
futuro. Obiettivi, traguardi, mete. Giorno dopo
giorno, anno dopo anno. Una volta Paolo Bettini – e non sarà un caso che tutti e due siano
livornesi – disse di avere visto Ulissi, che allora
era giovanissimo, forse ancora junior, fare dietro moto durante le vacanze di Natale. Poteva
sembrare un’esagerazione, addirittura un’ossessione. Invece era metodo, disciplina. E a
Viggiano si è visto.
Mappa «La sera della vigilia, quando ho
spento la luce, ho cominciato a pensare alla
corsa. Avevo studiato la mappa: mi piaceva la
distanza, 200 chilometri e più, mi piaceva il
profilo, su e giù, mi piaceva il finale, all’insù. Ci
tenevo. La mattina ho letto i giornali e guardato i siti Internet: mi davano favorito. In gara
non mi sono fatto prendere dall’emozione né
dall’aspettativa. Ai -17, quando c’è stata una
caduta e ho dovuto mettere i piedi a terra, non
mi sono fatto prendere dalla rabbia, e i compagni sono stati pronti a riportarmi dentro. E all’ultimo chilometro non mi sono fatto prendere
dalla frenesia, quando si è creato un buco. Il
mio compagno Niemiec ha fatto un enorme lavoro per ricucire lo strappo, io ero alla ruota di
«A volte parto e mi sento
già battuto: è il mio limite
Sono cresciuto negli ultimi
due anni grazie a Bartoli
Ho 16 vittorie: pensavo peggio»
il personaggio
DIEGO ULISSI
«Sì, l’avevo studiata
E pensare che a volte
ci credo poco»
Il livornese: «Su questo arrivo ero favorito e non ho
o sentito
ra 25 anni»
la pressione. Ho fallito le classiche, ma non ho ancora
DAL NOSTRO INVIATO
MARCO PASTONESI
VIGGIANO (Potenza)
Testa di c. Dove la c non è l’iniziale di
campione, e non è neppure l’iniziale di capitano. È proprio l’iniziale di quella parola che state immaginando. Ma si trattava di un giudizio
personale, di un momento di autocoscienza o
di un atto di autocertificazione, pronunciata
da lui – sorridendo - nel giorno di un trionfo.
C’era affetto, comprensione e quel minimo di
complicità che coinvolge vincitore e giornalisti
durante la conferenza-stampa dopo la corsa.
Maradona Diego Ulissi non è una testa di c.
Non è uno con la testa sulle nuvole,
uvole, ma con la
testa sul collo. Non ha grilli perr la testa, ma
deve sbattere la testa prima di capire.
he di rapa,
Non è una testa matta e neanche
ma ha la testa del corridore fin da quando era un bambino. Sfuggito al calcio
(il padre gli ha imposto il nomee Diego
g
Armando: Diego per Maradona,
na,, Armando per il nonno e casualmente
mente
ancora per Maradona) e convertito
ertito
al ciclismo (ma anche qui c’è in
n eredità la passione del padre), Ulissi
idori,
ha sempre preso corse e corridori,
on un
allenamenti e gare, quasi con
me se
senso di predestinazione. Come
me se
conoscesse la sua natura, come
Matthews, ai 150 metri sono uscito e credo di
avere fatto una gran bella volata». Una volata
per la figlioletta Lia («Una bellezza»), una volata per tutta la famiglia («Che mi sopporta»),
una volata per i Galbusera patron della Lampre
(«Che credono in me fin da quando sono passato professionista»). Una volata anche per sé:
«Perché il mio limite è non credere abbastanza
in me stesso. Negli ultimi due anni sono migliorato, mi segue Michele Bartoli, che è preparatore e motivatore, bravissimo. Spesso parto e mi sento già battuto. Alle classiche del
nord sono arrivato imballato dal lavoro, e questo mi ha tolto fiducia e sicurezza».
Obiettivi Ulissi, che ha cominciato su una biciclettina con le ruotine, e ci andava così tanto
che le ha consumate, e forse è a quel punto che
ha potuto farne a meno. Ulissi, che dai sei anni
in su ha corso in tutte le categorie. Ulissi, che il
primo anno da professionista stringeva i denti
per arrivare al traguardo, e se pensa alla polvere delle Strade Bianche e alla pioggia del Giro
di Svizzera si sente ancora male. Ulissi, che
tre anni fa ha vinto una ttappa al Giro batq
tendo Visconti, anche se questa
ha un altro
profumo. «Riguardan
«Riguardando la mia storia,
pensavo di essere m
molto più indietro.
Ho vinto 16 corse, fra cui due gare
del World Tour, non ho ne2 anni, posso ananche 25
m
cora migliorare.
Le mie
s
corse sono
le classiche,
davant ho molti camdavanti
pio
pioni ma non più
gio
giovani.
Amstel,
Fre
Freccia
e Liegi sono i
mie obiettivi, prima
miei
p ci riuscirò».
o poi
Ulissi, che testa
di c. Dove c sta per
corag
coraggio,
coscienza,
convin
convinzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
3
motivi della
QUINTA
TAPPA
DI LUCA GIALANELLA
Una piccola
classica
Tutti i big
hanno tenuto
1 Che cosa significa la vittoria di Ulissi?
È stata una giornata durissima: vento forte, raffiche a 60
all’ora nel finale, bufera di
pioggia, cadute, sole. Diego
Ulissi (Lampre), 24 anni, è il
miglior corridore italiano per
le gare di un giorno, è il futuro.
Batte nettamente l’australiano
Evans e il colombiano Arredondo; tutti i big nei primi 10.
Non è stata una tappetta, ma
una piccola classica.
2 Come si sono comportati
i big?
In crescita Purito Rodriguez,
che ha fatto lavorare a fondo i
gregari fedelissimi, come Vicioso e Moreno. La sua Katusha
ha fatto il ritmo nel circuito finale. Molto bene anche Evans,
circondato da compagni molto
forti: il finale (5 km al 4%, 1
km al 7%) era troppo facile per
lui, ma Cadel ha dimostrato di
avere un’ottima forma. In agguato Uran (Petacchi gregario
in testa al gruppo), zitto zitto
Quintana c’è. Evitando i grandi
pericoli, come la cadute.
3 Oggi che cosa ci aspettiamo da Montecassino?
Sesta tappa, Sassano-Montecassino, km 257 (allungata di
10 km), la più lunga del Giro.
Secondo arrivo in salita, decisamente più impegnativo. La
corsa rosa non è mai arrivata
all’Abbazia benedettina, della
quale ricorrono i 70 anni del
bombardamento alleato. Salita finale di 8,650 km, dislivello
447 metri, pendenza media
5,1% e punte del 10% all’inizio. Test probante: attenzione
all’emergente colombiano Arredondo, ieri terzo.
Gazzetta.it
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24
LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
97° GIRO D’ITALIA L’INTERVISTA
italia: 51575158585149
L’ANALISI DEL SELEZIONATORE ROMAGNOLO
4
L’ITALIA
DI ULISSI
S
Due ori
da junior
Ulissi ha
sempre avuto
una predilezione
speciale per la
maglia azzurra
e da junior
è riuscito
in un’impresa
unica negli
ultimi 20 anni:
vincere due
volte di fila
il Mondiale.
È stato oro
nel 2006 a Spa
(Belgio)
e nel 2007 ad
Aguascalientes
(Messico)
S
Due
presenze
da pro’
Il livornese,
che ora vive a
Lugano, è stato
titolare tra i pro’
negli ultimi due
Mondiali:
2012
a Valkenburg
(85° a 2’53”
da Gilbert)
e nel 2013
a Firenze
(ritirato).
«Mi ha fatto godere
Diego è un gioiellino:
mi ricorda Argentin»
CLAUDIO GREGORI
VIGGIANO (Potenza)
Il nuovo commissario tecnico azzurro
Davide Cassani esulta. «Sinceramente ho fatto
un sobbalzo sul divano quando ho visto sbucare Ulissi con autorità davanti a un ventaglio di
campioni — dice —. Ho goduto». Cassani deve
ricostruire la squadra. La stupenda vittoria di
Diego Ulissi alimenta, con le speranze di rinascita del ciclismo italiano, la fiducia di poter
realizzare il suo progetto.
È stata una vittoria d’autore. Non trova?
«Un bel gesto davvero. Ha vinto di classe e
battendo Rodriguez, Evans, Quintana. Campioni. Anche in Australia era andato bene. Ma
in questo arrivo è stato esplosivo. Mentre tutti
gli altri aspettavano, ha fatto la differenza con
grande facilità. Sembrava di vedere Kittel, però in salita».
Che cosa le piace di Ulissi?
Può fare il bis a Montecassino?
«Può dire la sua. Ma attenti: una vittoria al
Giro è un elisir forte per un giovane. Può fare il
bis solo se assorbe lo stress della vittoria».
Ha trovato l’elemento-base della nuova Nazionale?
S
BETTINI
«
Lavoro su una rosa di 20
corridori. Ho visto bene
Nizzolo. Viviani è sempre
lì. Di giovani ne abbiamo
tanti, alcuni fioriranno
DAVIDE CASSANI
LA NAZIONALE DEL FUTURO
«È ancora un po’ presto per dirlo. Non faccio
la squadra a maggio con il Mondiale a settembre. Ulissi è veramente un gioiellino. Il più interessante che abbiamo. Ma ne abbiamo altri.
Qualcuno deve magari essere un po’ lucidato.
In ogni caso non voglio fare la Nazionale su un
corridore, voglio costruirla su un progetto».
Spa Francorchamps, 13 agosto
2006: è campione del mondo
juniores. Si ripeterà l’anno dopo
ad Aguascalientes AP
Quando raggiungerà l’acme?
La prima da pro’
Il 19 settembre 2010, alla prima
stagione da pro’, vince il Gp
Industria e Commercio di Prato
su Scarponi e Proni BETTINI
A quale corridore potrebbe paragonarlo?
«È un piccolo Argentin. Le caratteristiche sono quelle».
«Più che quest’anno, penso a quello dell’anno prossimo a Richmond, negli Stati Uniti, che
mi pare più adatto alle sue caratteristiche. In
ogni caso, un Ulissi così può farmi comodo
sempre».
Che cosa vorrebbe da lui?
«Penso di sì. È in crescita ed è un corridore
molto freddo. Non dimentichiamoci che è stato capace di vincere due Mondiali juniores
consecutivi. E questo è un test probante che
autorizza ottimismo».
«Penso che possa raggiungere la maturità
tra due anni».
Lo vede competitivo nel prossimo Mondiale
a Ponferrada?
«Sulla distanza. Il fondo deve dimostrare di
averlo. Poi deve progredire anche nella capacità di raggiungere gli obiettivi: quest’anno andava fortissimo in Australia, poi è mancato
nelle classiche. Deve trovare l’equilibrio».
È un obiettivo possibile?
E il suo compagno Cunego
10 anni fa si vestiva di rosa
Oggi, 10 anni fa. Damiano Cunego che è compagno di Diego Ulissi alla Lampre aveva già cominciato alla grande il Giro
d’Italia 2004, vincendo a Pontremoli. Ma il 15
maggio fu davvero un giorno speciale
per il veronese: bis in salita a Montevergine
di Mercogliano e prima maglia rosa della
carriera. In un Giro che poi vinse INFOPHOTO
Ulissi, dunque, è migliorabile. In che cosa?
«Che sia protagonista nelle corse di 250 chilometri. Che sia in grado di vincere la Liegi-Bastogne-Liegi, la Freccia Vallone, il Giro di Lombardia e anche la Sanremo, se nel percorso entra la salita nuova, la Pompeiana».
l’anniversario
Iridato juniores
«Ulissi ha vinto di classe. Sembrava quasi di vedere Kittel,
ma in salita. La Nazionale? Uno come lui fa comodo sempre.
Intelligenza tattica fuori dal comune, tra 2 anni sarà maturo»
«Sbaglia poco. Ha un’intelligenza tattica
fuori dal comune. Nel vivo della corsa è sempre molto lucido. Poi, umanamente, è simpatico. Da livornese è pronto alla battuta ed è benvoluto dai compagni. Ma è anche determinato,
è malizioso nella tattica. Ha poco da imparare».
A destra il c.t.
azzurro Davide
Cassani, 53
anni, con Diego
Ulissi, 24,
all’ultima
TirrenoAdriatico
Momenti
memorabili
il c.t. azzurro
DAVIDE CASSANI
Ha parlato con lui?
Il colpo in Australia
Il 22 gennaio 2014, al Tour Down
Under, batte Simon Gerrans,
prossimo re della Liegi, e Cadel
Evans SIROTTI
«Verrò sabato al Giro e parlerò con lui e molti altri corridori».
Il Giro le ha dato buone indicazioni?
«Ho visto bene Nizzolo. Viviani è sempre lì
Poi c’è stata questa bella vittoria di Diego. Di
giovani ne abbiamo tanti e sono convinto che
alcuni fioriranno».
Può fare i nomi?
«Posso dire che lavoro su una rosa di venti
corridori. Prima del campionato italiano faremo due giorni di ritiro in Trentino. Ho già
un’idea».
Proviamo noi a fare i nomi. Oltre a Ulissi, Viviani e Nizzolo, terrà in considerazione Felline,
Moreno Moser, Ratto, Gatto, Santaromita, Modolo, Trentin, Colbrelli, Battaglin, anche Brambilla, che ieri ha fatto un bel numero, Oss, Puccio, De Marchi e, naturalmente, Pozzato. Paolini, invece, ha chiuso con l’azzurro.
«Luca mi è stato utilissimo, anche adesso nella ricognizione del percorso del
Mondiale», dichiara grato il commissario tecnico.
In ogni caso sarà la strada a scegliere i titolari e magari a proporre
altri nomi. Intanto Ulissi ha acceso
il cielo di Cassani con un lampo di
luce, che apre l’orizzonte alla speranza.
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
25
97° GIRO D’ITALIA LA SORPRESA
italia: 51575158585149
QUARTO GIORNO DA LEADER DELLA CLASSIFICA
Matthews va
oltre se stesso
«Italia, mi ispiri»
le Pagelle DI LUCA GIALANELLA
ULISSI, CHE SALTO DI QUALITÀ
EVANS IN GRANDE CONDIZIONE
9
h
ULISSI
Il suo colpo migliore è la stoccata,
e il modo in cui il livornese è uscito
dalla ruota di Evans fa capire che il
salto di qualità è proprio arrivato.
La vittoria più importante, a 24
anni: ha messo in fila il meglio del
Giro. Giusto che sia esigente con
se stesso, ma non deve farsi
prendere dalla tensione e dalla
paura di non essere sempre all’altezza. Lui vince anche non al top.
L’australiano e il poker rosa: «Adoro
il vostro Paese, mi sposerò a Firenze»
DAL NOSTRO INVIATO
MARCO PASTONESI
VIGGIANO (Potenza)
L’ha difesa, l’ha sudata,
l’ha onorata. L’ha – valorosamente – valorizzata. La maglia rosa. La sua quarta maglia
rosa. Record, nella storia del
Giro d’Italia, per un australiano.
Fantastico Michael Matthews era annunciato velocista svelto, si sta rivelando corridore vero. «Da giovane pista,
crono, strada. Poi sprint di
gruppo. Qui al Giro la grande
opportunità della maglia rosa.
L’ultimo giorno in Irlanda e il
primo in Italia non sono andati bene come me li aspettavo.
Stavolta il grande obiettivo
personale era riuscire a tenere
la maglia rosa. La squadra ha
fatto un lavoro fantastico, tenendo la fuga a portata, poi
portandomi davanti al gruppo. Nel finale toccava a me. Mi
sono trovato in testa con gli
scalatori. All’ultimo chilome-
4
I NUMERI
13
le maglie
rosa
australiane
indossate da 6
corridori. Il
primo fu Cadel
Evans (1 nel
2002 e 1 nel
2010), poi
Bradley
McGee (2 nel
2004), Brett
Lancaster (1
nel 2005),
Robbie
McEwen (1 nel
2005), Richie
Porte (3 nel
2010) e 4
Michael
Matthews
(2014)
tro ero ancora lì. Stavo alla
ruota di Quintana, quando lui
ha avuto un problema meccanico e si è creato un buco. Non
mi sono guardato intorno:
spettava a me, come maglia
rosa, chiuderlo. Ce l’ho fatta,
ma poi, al momento della volata, ero stanco. Comunque
sesto. Missione compiuta».
Ventitré anni, «Aussie» di
Canberra (che in lingua aborigena significa «la città degli
incontri»), che sta all’Australia come Washington agli Stati
Uniti (sede del governo) e
Brasilia al Brasile (non solo sede del governo, ma anche città
costruita dal niente, e inaugurata 102 anni fa), la casa dei
Brumbies (rugby) e dei Capitals (basket), sede dell’Australian Institute of Sports (dal
1981), Matthews ha studiato
sport al college, «lo stesso frequentato da Michael Rogers e
Matthew Hayman». Ma quasi
tutti i suoi compagni giocavano a rugby, «e sono quasi tutti
diventati nazionali, cioè Wallabies».
7.5
Arredondo
Michael Matthews, terza maglia rosa più giovane degli ultimi 27 anni BETTINI
«
Grande squadra,
poi nel finale
toccava a me. Ma
non ci voleva il
buco di Quintana
MICHAEL MATTHEWS
ORICA, 23 ANNI
Sgargiante «Bling» – il suo
soprannome: significa vistoso, sgargiante – è un corridore
più forte e completo di quanto
forse lui stesso potesse immaginare: «So di tenere sulle salite brevi, ma mai su quelle lunghe. Pensavo di indossare la
maglia rosa fino a Bari, spera-
questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/
Vivi l’emozione dell’ultimo chilometro!
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vo di continuare fino a Viggiano, a questo punto oso ipotizzare di difenderla anche a
Montecassino. Vado avanti
giorno per giorno, poi si vedrà. Arriveranno tappe più
dure, e lì non avrò certezze».
Matthews era un campioncino: iridato Under 23 a Melbourne nel 2010. Qui, adesso,
sta esplorando nuove frontiere personali: «L’Italia m’ispira.
Ho passato tre anni con la Nazionale australiana nel centro
di Gavirate, vicino a Varese.
Mi piace la cultura e l’arte dell’Italia. E con la mia fidanzata
abbiamo deciso dove sposarci
il prossimo anno: a Firenze».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
7.5
8
Evans
Ha un gruppo di
compagni
granitici, che non
lo mollano mai e
si butterebbero
nel fuoco per lui.
Si vede anche da
come corre che
ha una grande
condizione.
7
Matthews
Rodriguez
Impressionante
sull’arrivo, che
tirava al 7%:
è stato lui a
chiudere quando
Quintana ha avuto
il salto di catena.
A conferma che
non è solo un
velocista.
Dopo un inizio
balbettante, è
tornata l’orchestra
di Purito. La forma
non è ancora al
top, altrimenti lo
spagnolo
avrebbe vinto, ma
è il segnale che
cercava.
7
6.5
5
Brambilla
Quintana
Moser
Discesa perfetta
sul bagnato. Ha
attaccato ai -10
km, ha avuto 32”
di vantaggio,
l’hanno ripreso
ai 1300 metri:
bravo. Stesso
voto a Elia
Viviani: fuga e
maglia rossa.
Un’altra giornata
positiva. Impatto
non facile con il
tracciato del
Giro, molto più
nervoso del
Tour. Un salto di
catena l’ha messo in difficoltà ai
1200 m: ha recuperato bene.
Che cos’ha Moreno? Perché in
una tappa adatta a
a lui chiude a 1’27”,
senza mai farsi
vedere, se non
come gregario?
E dov’erano
Battaglin e
Gatto, arrivati a
1’42”?
Sta scoprendo
adesso il ciclismo
ed è la scommessa
della Trek di
Guercilena. Ieri
terzo: scalatore
tascabile, in
Argentina ha
battuto due volte
Quintana.
26
LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
97° GIRO D’ITALIA I FAVORITI
italia: 51575158585149
DOPO LE SCARAMUCCE DI IERI ARRIVA LA PRIMA SALITA VERA
Definirlo «oggetto misterioso» sarebbe
fargli un torto, non riconoscere la grandezza
del campione. Cadel Evans ha vinto un Mondiale e un Tour. Ma dalla maglia gialla sono
passati praticamente tre anni e, visto che non è
più un ragazzino ma ha 37 anni, questo dato
conta. Il meglio, l’australiano della Bmc, lo ha
già fatto vedere.
S
Parabola Dopo il trionfo francese, infatti, la
sua parabola nei grandi giri è andata cadendo:
7° al Tour 2012, 3° al Giro e 39° in Francia lo
scorso anno. Però la sua forma, 7° ai Baschi e
vittoria al Trentino, è in crescita. Evans pare
stia attraversando una seconda giovinezza e la
domanda viene spontanea: fin dove può arrivare? Fino allo scorso anno, c’erano dei canoni
legati all’età, dopo la vittoria di Horner alla
Vuelta questi canoni potrebbero essere cambiati. Intanto ieri Cadel ha fatto lavorare la squadra e ha chiuso al 2° posto una tappa non facile
(6” di abbuono), segno di una buona condizione. «Tra vento, pioggia e la discesa finale bagnata è stata una tappa difficile – spiega -. C’era
poca visibilità e le strade erano scivolose. Un
po’ tutti gli uomini di classifica, Purito a parte,
non avevano compagni nel finale. Io sono rimasto un po’ chiuso all’ultimo chilometro, sono
riuscito a recuperare ma non abbastanza per
vincere la tappa. Comunque la gamba è buona
e io sono contento del mio piazzamento».
Nairo freme
Ma che fatica
la Movistar
«Sto imparando molto rapidamente e per
giunta senza perdere tempo. Non posso che essere super-contento». Non si può dire che Nairo
Quintana abbia passato una brutta giornata,
ma neppure tanto bella. Alla fine il risultato
(10°) è stato buono, ma ancora più importante
è stato il sospiro di sollievo tirato all’arrivo.
«Sul primo gran premio della montagna ho
avuto molto freddo — racconta —. La pioggia e
il vento mi hanno dato fastidio e in cima ero
mezzo congelato, un po’ suonato dal freddo».
RODRIGUEZ
Cadel c’è
E ora andrà
all’attacco
QUINTANA
EVANS
Cominciano le scintille
trionfi ci sono giornate così, all’apparenza normali ma in realtà difficili. Magari un giorno
scopriremo che questa è stata una di quelle.
Una sensazione di disagio, quella del colombiano, rimasta addosso tutta la tappa. «Nel finale
avevo ancora le gambe fredde, non potevo scattare per fare meglio». Ma c’è un’altra situazione, che lo rende felice. «Io, a differenza di corridori come Evans, Scarponi e Rodriguez, non ho
mai corso su questo tipo di strade piene di trappole e insidie — aggiunge —. Loro sono molto
esperti e si sanno muovere alla perfezione. Per
questo posso dire che devo e che sto imparando. Rapidamente e senza danni, per fortuna».
Cadel
Evans,
37 anni,
è al quarto Giro
d’Italia:
l’australiano del
Team Bmc è
terzo in
classifica a 15”
da Michael
Matthews
Allegria Rigoberto Uran, 4° al traguardo, forse è il più allegro del gruppo. «E come faccio a
non esserlo – dice con il sorriso sulle labbra -.
Sto bene e corro in una squadra fortissima che
mi mette sempre nelle migliori condizioni per
fare bene. Per ora, però, la corsa ha detto poco.
Io questo non lo considero neanche un arrivo in
salita visto che davanti c’era anche Matthews
che è un velocista».
Nairo
Quintana,
24 anni, è alla
prima presenza
al Giro: il
colombiano del
Team Movistar
è 14° in
classifica a 1’09”
dalla maglia
rosa
BETTINI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BETTINI
Squadra La sua conclusione è in prospettiva:
«Ognuno dei favoriti ha cominciato a mettere
le carte in tavola. Mi sembra che la situazione
sia interessante». Quello che di sicuro non lo
farà restare molto allegro è la prestazione della
Movistar, ieri non all’altezza: Herrada 30° a
19”, Gorka Izaguirre 59° a 1’20”, Amador 120°
a 9’18”. Capecchi è arrivato al traguardo dopo i
velocisti, a quasi 12 minuti. Se vanno così sulle
altre montagne, per Nairo sarà più dura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SERVIZI DEL NOSTRO INVIATO
CLAUDIO GHISALBERTI
Alla prima salita del Giro si sono sprecati
i commenti di molti: lavoro fantastico, straordinario… Un’esagerazione. L’ascesa che porta
a Viggiano è dolce, non ha certo le pendenze e
la lunghezza per fare chissà cosa. I dati del resto parlano chiaro: i migliori hanno percorso
gli ultimi 5 km in 9’03”, ovvero a oltre 33 orari
con una Vam di 1.856 che preannuncia velocità
altissime sulle salite che decideranno il vincitore del Giro.
Riferimento Resta il fatto che quello che ha
fatto vedere la Katusha di Purito Rodriguez è
un segnale importante. In montagna la squadra di riferimento sarà la sua. Ieri, quando davanti erano rimasti una trentina di corridori,
cinque avevano la maglia rossa e bianca. C’era
da aspettarselo e Purito, già alla vigilia, non ne
aveva fatto mistero: «Ogni tappa bisogna provare a fare qualcosa. Anche se sono in ritardo in
classifica, quello messo peggio tra i big, il mio
modo di correre non cambia. Io mi sento il più
forte e non lascerò mai niente a nessuno». Un
grido di battaglia forte e chiaro.
Esperti Nella storia dei grandi e dei grandi
S
Purito sicuro
«Il più forte
resto io»
Joaquin
Rodriguez,
35 anni, è al
settimo Giro
d’Italia.
Lo spagnolo
della Katusha, a
causa di una
cattiva
cronosquadre,
è 40° a 1’47”
Missione fallita E proprio per non lasciare
niente a nessuno, neppure gli abbuoni, lo spagnolo ha provato a vincere la tappa. Missione
fallita e Joaquin spiega perché: «Ma il finale si
è fatto più duro di quello che pensavo – spiega
-. Credevo di stare meglio e forse sono partito
troppo presto. Fatto sta che quasi agli ultimi 50
metri non arrivo. Però l’importante è provarci
ogni giorno e, poco a poco, migliorare sia la
condizione, sia la classifica».
Ma visto da dentro il gruppo, chi sta meglio
tra i big? «È presto per dirlo, difficile capire le
reali condizioni su una salita così. C’è salita anche domani (oggi, ndr) ma credo che il primo
vero scontro sarà sabato. Quello sarà una traguardo duro per tutti».
AFP
© RIPRODUZIONE RISERVATA
S
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
27
97° GIRO D’ITALIA LA STORIA
italia: 51575158585149
TEST PER I FAVORITI IN UN LUOGO-SIMBOLO
Che sfida tra i big
a Montecassino
abbazia del dolore
Fondata nel 529, fu distrutta dai bombardieri Usa
70 anni fa. Il Giro passò nel 1949 e ispirò Buzzati
CLAUDIO GREGORI
VIGGIANO (Potenza)
Oggi Rodriguez, Quintana, Evans, con Ulissi nelle vesti
di D’Artagnan, si sfidano a
Montecassino, nella tappa più
lunga del Giro, 257 km, con
una salita finale di 8,5 km col
5% di pendenza media e una
punta del 10%. Montecassino
non è un monte, ma un santuario. Lì, il 15 febbraio di 70 anni
fa, 256 bombardieri americani
distrussero l’abbazia, fondata
da San Benedetto da Norcia
nel 529. Come avevano fatto i
Longobardi, i Saraceni, il terremoto. Walter Michael Miller
jr, allora 21 anni, cannoniere
di coda, partecipò alla missione. Quella distruzione lo impressionò a tal punto che ispirò
il suo «Cantico per Leibowitz»
(1959), capolavoro di fantascienza post-apocalittica. Il Giro sale per la prima volta su
questo monte, abitato dal dolore e dal sapere. Montecassino era un favoloso forziere, do-
ve monaci devoti custodirono,
trascrissero e tramandarono
documenti fondamentali del
sapere. Lì Paolo Diacono scrisse la stupenda «Historia Langobardorum».
Capolavoro Lì, il 27 maggio
1949, il Giro regalò un capolavoro assoluto. Passava ai piedi
del monte nella sesta tappa
Napoli-Roma e Dino Buzzati
scrisse un articolo titolato «Ridestati per il Giro i fantasmi
della vecchia Cassino», che il
giorno dopo uscì sulla terza
pagina del Corriere della Sera
di taglio basso: l’apertura era
di Eugenio Montale e la spalla,
sul terzo matrimonio di Rita
Hayworth, di Orio Vergani.
Quel giorno Buzzati, invece di
Coppi o Bartali, intervistò i caduti di Cassino. «”The Giro?
What’s that?” domandava allora, risvegliato dal clangore dei
clacson e dallo strepito delle
biciclette, Martin J. Collins, già
soldato, addetto al rifornimento munizioni e ora per lui fantasma esangue qui stabilitosi
per sempre (ci fu una bianca
vampata, un polverone, uno
schianto fortissimo e del bellissimo giovane non si trovò più
nulla, neppure l’elmo, polvere
insomma anche lui, ricordo
astratto). E con fatica, dalla
sua rustica tomba fatta di sassi
e vento e sole, solleva la testa
sonnolente. “Was ist los?” domanda allora, a un metro da
qui, il già Feldwebel Friedrich
Gestern, pur lui trasformato in
pura rimembranza da un colpo
magistrale. Dormiva, si è svegliato al fracasso delle macchine, si strofina, per vedere meglio, gli occhi stanchi. E anche
altri si svegliano, invisibili a
noi, lungo le prode ridiventate
verdi, nelle vallette che oggi al
sole di maggio posson sembrare altrettanti paradisi e cinque
anni fa brulicavano di morti».
Oggi quei fantasmi si sveglieranno di nuovo al frastuono
della battaglia dei cavalieri del
Giro, che salgono il monte a ricordare al mondo un’apocalisse di 70 anni fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INIZIATIVA
Itinerario storico
sulle battaglie
con Autostrade
Oggi il Giro arriva a
Montecassino: Autostrade per
l’Italia, sponsor dei traguardi
volanti, presenta «Area di
Servizio Teano est experience: Montecassino»,
itinerario storico sulle battaglie
dell’inverno 1943/1944 per
l’avanzata verso Roma degli
Alleati. Al Parco della Memoria
di S.Pietro Infine (Caserta)
allestimento di Carlo Rambaldi.
L’abbazia di Montecassino, in provincia di Frosinone, bombardata nel 1944
La corsa ai raggi X
DATA
TAPPA
1a BELFAST-BELFAST (cronosquadre)
9/5
KM
21,7
ARRIVO
ORICA
MAGLIA ROSA
TUFT
ROSSA
-
AZZURRA
-
BIANCA
DURBRIDGE
10/5
2 BELFAST-BELFAST
219
KITTEL
MATTHEWS
KITTEL
TJALLINGII
MATTHEWS
11/5
3a ARMAGH-DUBLINO
187
KITTEL
MATTHEWS
KITTEL
TJALLINGII
MATTHEWS
12/5
TRASFERIMENTO E RIPOSO a Bari
13/5
4a GIOVINAZZO-BARI
103,7
BOUHANNI
MATTHEWS
BOUHANNI
TJALLINGII
MATTHEWS
Ieri
5a TARANTO-VIGGIANO
203
ULISSI
MATTHEWS
VIVIANI
TJALLINGII
MATTHEWS
a
DATA
TAPPA
Oggi
6a SASSANO-MONTECASSINO
KM
257
Domani 7a FROSINONE-FOLIGNO
211
***
Tappa mossa sugli Appennini, non grandi difficoltà. Da attaccanti
17/5
8a FOLIGNO-MONTECOPIOLO
179
****
Senza respiro, primi distacchi. Il Carpegna è 6 km al 10%, salita finale 18 km al 6,3%
18/5
9a LUGO-SESTOLA
172
***
La montagna di Tomba per chiudere il trittico appenninico: 16 km al 5%
19/5
RIPOSO a Modena
20/5
10 MODENA-SALSOMAGGIORE TERME
173
*
21/5
11a COLLECCHIO-SAVONA
249
***
22/5
12 BARBARESCO-BAROLO (cronometro)
41,9
*****
23/5
13a FOSSANO-RIVAROLO CANAVESE
157
*
24/5
14a AGLIÈ-OROPA
164
****
Nel ricordo di Pantani, un arrivo tosto: salita finale di 11,8 km, media 6%, max 13%
25/5
15a VALDENGO-PLAN DI MONTECAMPIONE
225
*****
Qui Pantani-Tonkov 1998: salita di 19,3 km al 7,6%, max 12%
26/5
RIPOSO a Ponte di Legno (Brescia)
27/5
16 PONTE DI LEGNO-VAL MARTELLO
139
*****
Gavia, Stelvio-Cima Coppi, Val Martello: solo 20 km di pianura
28/5
17a SARNONICO-VITTORIO VENETO
208
**
Tappa da attaccanti; da velocisti se passano il Ca’ del Poggio
29/5
18 BELLUNO-RIFUGIO PANAROTTA
171
****
Arrivo in salita impegnativo: 15,8 km, media 7,9%, max 14%
30/5
19a BASSANO-CIMA GRAPPA (cronoscalata) 26,8
*****
Sette km di pianura, 19 di salita sempre al 9-10%, max 14%
31/5
20a MANIAGO-MONTE ZONCOLAN
167
*****
La salita più dura d’Europa per il re: 10,1 km, media 11,9%, max 22%
01/6
21a GEMONA-TRIESTE
172
*
a
a
a
a
DIFFICOLTÀ
GIUDIZIO GAZZETTA
Si ricorda il bombardamento del 1944. Arrivo in salita: 8,5 km al 5%
***
Si riparte con una giornata facile per velocisti. Occhio ai 3 km finali
La seconda tappa più lunga con il Naso di Gatto (7 km all’8%) ai -30 km
Primo round per la classifica: si sale al 3% per 12 km, e finale all’insù
Tappa facile con finale in circuito per attaccanti e velocisti
Parata finale in piazza dell’Unità d’Italia: circuito di 7 km, 8 giri
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28
LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
97° GIRO D’ITALIA LA STORIA
italia: 51575158585149
CORRE PER LA NERI SOTTOLI DI SCINTO
Favola Carretero
E Ramon il piccolo
corona il sogno
di nonno e papà
Le prime
volte
Forte dei Marmi ‘73
Il colombiano Martin Rodriguez,
primo americano a vincere una
tappa del Giro, nel 1973
Entrambi volevano partecipare al Giro: adesso
ci è riuscito lui, primo panamense della storia
«L’arrivo in Europa fu un trauma, ma poi...»
DAL NOSTRO INVIATO
MARCO PASTONESI
VIGGIANO (Potenza)
Questa non è una storia,
ma una favola. Che comincia
con Ramon Carretero, il primo, o il nonno. Che continua
con Ramon Carretero, il secondo, o il papà. E che arriva a
Ramon Carretero, il terzo, o il
figlio. Tre Ramon Carretero legati dallo stesso sogno: partecipare al Giro d’Italia. Come se
Ramon il primo avesse trasferito a Ramon il secondo, oltre
al nome, anche il sogno, come
se Ramon il secondo avesse lasciato la stessa eredità a Ramon il terzo. E il bello è che
Ramon il terzo ce l’ha fatta.
Maglia gialla fluo Neri Sottoli,
dorsale 133. Il primo panamense nella storia del Giro.
È l’ultimo
in classifica:
«Una lotta con il
tempo massimo»
Passione Ramon il terzo ha
il ciclismo nel cognome: «carretera» è la strada, «carretero»
è il carrettiere o il camionista,
comunque ruote, chilometri,
tappe. Bici nel sangue e fra le
gambe: «La prima a due anni,
una Giant nana, verde, tipo
mountain bike». La prima corsa a 10 anni: «Ad Aguadulce,
20 bambini, arrivai ultimo».
Ma la passione lo faceva già
fremere: «Attaccante a calcio,
battitore a baseball, stile libero
a nuoto, ma volevo fare il corridore, disputare Giro o Tour.
Davanti alla tv ammiravo Pantani e Cipollini. Ma correre, a
Panama, non è facile: non ci
sono corse. Per correre bisogna andare in Colombia. Una
fregatura: tutte salite».
Per Ramon il terzo, la prima corsa in Europa è stata
uno shock: «In Belgio. Vento,
pioggia, freddo. Tre gradi. Ero
abituato ai 40°. E poi il ritmo.
Così prima battevo i denti, poi
li ho stretti, ma sono arrivato
in fondo. Una vittoria». Di vittorie vere, in Europa, zero. In
patria, molte: 5 titoli nazionali su strada, 4 a crono. «La
concorrenza non è altissima.
Io sono una specie di eroe nazionale». Un eroe di 23 anni,
alto 1,76 per 65, maturità
scientifica, religione cattolica
(«Prego per me e per i miei
compagni»).
Ramon Carretero, 23 anni, è alla seconda stagione tra i pro’ BETTINI
Pesaro ‘79
Il sudafricano Alan Van
Heerden, primo africano a
vincere al Giro, nel 1979
Marostica ‘94
L’uzbeco Diamolidine
Abdujaparov, primo asiatico a
segno in una tappa della corsa
rosa, nel 1994
Felicità Il Giro d’Italia è un
sogno più duro dei soliti: «Il
mio compito è aiutare. Però,
nel finale, posso tirare il fiato e
proseguire al traguardo tranquillo». Non troppo. «In montagna rischio di finire fuori
tempo massimo». Qui Ramon
il terzo è accompagnato da Ramon il secondo e dalla mamma Vielka. «Volevano partecipare al sogno diventato realtà.
Hanno tirato giù la saracinesca
del negozio di bici, attaccato il
cartello ‘chiuso per Giro’ e preso l’aereo. Felici».
Felici anche perché, ieri, Ramon il terzo ce l’ha fatta: 193°
all’arrivo, a 26’12” da Ulissi, e
195° in classifica, a 50’27” da
Matthews. Ultimo. O primo, a
cominciare dal basso. Punti di
vista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
clic
IL CENTRAMERICA
HA GIÀ VINTO: 2 ANNI FA
CON AMADOR
Il Centramerica ha già
lasciato il segno al Giro, con il
suo corridore più famoso. Due
anni fa Andrey Amador,
costaricense della Movistar,
che sta correndo anche
quest’anno, il 19 maggio vinse
la 14a tappa, CherascoCervinia. Ad oggi le nazioni che
hanno vinto tappe al Giro, Italia
a parte, sono 29. In testa c’è il
Belgio con 154 successi. La
prima fu la Francia, nel 1910,
con Jean-Baptiste Dortignacq.
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
29
97° GIRO D’ITALIA LA GUIDA
italia: 51575158585149
OGGI SI VA DALLA CAMPANIA AL LAZIO
POS CORRIDORE
km 203 in 5h12’39”, media 38,957 km/h
27 KRUIJSWIJK (OLA)
54 PANTANO (COL)
82 CARDOSO (POR)
28 WELLENS (BEL)
55 SANCHEZ (SPA)
83 ANACONA (COL)
56 ROGERS (AUS)
84 TORRES (COL)
29
BOASSON HAGEN
(NOR)
2
EVANS (AUS)
57 ROSA (ITA)
a 1'19"
85 AGNOLI (ITA)
3
ARREDONDO (COL)
30 HERRADA (SPA)
a 19"
58 PAUWELS (BEL)
a 1'20"
86 EIJSSEN (BEL)
a 3'52"
4
URAN (COL)
31 LUDVIGSSON (SVE)
a 23"
59 IZAGUIRRE (SPA)
87 WYSS (SVI)
a 4'59"
5
MAJKA (POL)
32 KISERLOVSKI (CRO)
6
MATTHEWS (AUS)
33 GESCHKE (GER)
7
RODRIGUEZ (SPA)
34 MORABITO (SVI)
8
KELDERMAN (OLA)
35 MALACARNE (ITA)
9
POZZOVIVO (ITA)
36 BRAJKOVIC (SLO)
a 34"
64 CANOLA (ITA)
10 QUINTANA (COL)
37 MORENO (SPA)
a 38"
65 POELS (OLA)
11 ROLLAND (FRA)
38 SICARD (FRA)
66 POLANC (SLO)
12 SCARPONI (ITA)
39 VUILLERMOZ (FRA)
67 GATTO (ITA)
95 LONGO BORGHINI (ITA)
13 CATALDO (ITA)
40 COLBRELLI (ITA)
a 40"
68 SORENSEN (DAN)
96 DE GENDT (BEL)
14 NIEMIEC (POL)
41 DUARTE (COL)
a 48"
69 BATTAGLIN (ITA)
a 1'57"
97 VANENDERT (BEL)
15 ROCHE (IRL)
42 BRAMBILLA (ITA)
a 49"
70 CARUSO (ITA)
a 2'10"
98 ARMEE (BEL)
16 PREIDLER (AUT)
43 HENAO (COL)
a 51"
71 PUCCIO (ITA)
a 2'23"
99 LANDA (SPA)
17 RABOTTINI (ITA)
44 POLJANSKI (POL)
a 56"
72 VICIOSO (SPA)
18 BOUET (FRA)
45 ROVNY (RUS)
a 58"
73 BONGIORNO (ITA)
a 2'41"
101 PICHON (FRA)
19 ARU (ITA)
46 GENIEZ (FRA)
74 LOSADA (SPA)
a 2'57"
102 ROMERO (COL)
20 PELLIZOTTI (ITA)
47 DUPONT (FRA)
21 MONFORT (BEL)
48 THURAU (GER)
22 MOUREY (FRA)
49 SERRY (BEL)
23 WEENING (OLA)
50 SANTAROMITA (ITA)
24 BASSO (ITA)
51 PIRAZZI (ITA)
25 HESJEDAL (CAN)
52 SIUTSOU (BIE)
80 HERMANS (BEL)
a 3'29"
108 BERARD (FRA)
26 CUNEGO (ITA)
53 FINETTO (ITA)
81 ZARDINI (ITA)
a 3'33"
109 MONSALVE (VEN)
a 1"
132 QUINZIATO (ITA)
a 13'02"
67
BATTAGLIN (ITA)
a 3'17"
133 CAPECCHI (ITA)
a 13'05"
a 15"
a 19"
5
MAJKA (POL)
a 26"
6
BOASSON HAGEN (NOR)
a 35"
7
ROCHE (IRL)
a 37"
8
SCARPONI (ITA)
a 41"
9
CATALDO (ITA)
a 49"
10
ARU (ITA)
a 52"
11
MORABITO (SVI)
12
BASSO (ITA)
13
BRAMBILLA (ITA)
14
QUINTANA (COL)
a 1'09"
15
PREIDLER (AUT)
a 1'10"
16
ARREDONDO (COL)
17
KELDERMAN (OLA)
18
BOUET (FRA)
19
POZZOVIVO (ITA)
20
KRUIJSWIJK (OLA)
a 1'07"
a 1'12"
a 1'15"
21
RABOTTINI (ITA)
22
ULISSI (ITA)
23
SANTAROMITA (ITA)
a 1'24"
24
KISERLOVSKI (CRO)
a 1'25"
25
BRAJKOVIC (SLO)
26
PELLIZOTTI (ITA)
a 1'28"
27
SERRY (BEL)
a 1'29"
28
LUDVIGSSON (SVE)
a 1'32"
29
POLJANSKI (POL)
30
MOUREY (FRA)
31
CUNEGO (ITA)
a 1'23"
a 1'34"
131 ARASHIRO (GIAP)
68
MEDEREL (FRA)
a 3'28"
134 FLENS (OLA)
69
HESJEDAL (CAN)
a 3'40"
135 QUEMENEUR (FRA)
a 13'29"
70
POLANC (SLO)
a 3'46"
136 VORGANOV (RUS)
a 13'33"
BONGIORNO (ITA)
a 4'01"
137 ANTON (SPA)
a 13'43"
VICIOSO (SPA)
a 4'09"
138 NIZZOLO (ITA)
a 13'44"
73
EIJSSEN (BEL)
a 4'14"
139 BAK (DAN)
74
AGNOLI (ITA)
a 4'19"
140 VENTOSO (SPA)
a 13'52"
75
MONTAGUTI (ITA)
a 4'36"
141 RATTO (ITA)
a 13'55"
76
MORENO (SPA)
a 4'47"
142 MARANGONI (ITA)
a 13'58"
77
ZARDINI (ITA)
a 4'53"
143 RUBIANO (COL)
a 14'06"
78
ANACONA (COL)
a 5'06"
144 CHALAPUD (COL)
a 14'08"
79
OSS (ITA)
a 5'08"
80
GUSEV (RUS)
145 BELKOV (RUS)
a 14'19"
a 5'11"
146 VAN POPPEL (OLA)
a 14'25"
WYSS (SVI)
a 5'19"
147 VEELERS (OLA)
82
VILLELLA (ITA)
a 5'20"
148 KEIZER (OLA)
a 14'38"
83
HERMANS (BEL)
a 6'26"
149 FRAPPORTI (ITA)
a 14'55"
84
FELLINE (ITA)
a 6'29"
150 CASTROVIEJO (SPA) a 15'15"
85
DE GENDT (BEL)
a 6'47"
151 TANNER (AUS)
81
a 14'32"
a 15'19"
86
LOSADA (SPA)
a 6'51"
152 JUUL JENSEN (DAN)
a 15'24"
87
GASPAROTTO (ITA)
a 7'03"
153 BOZIC (SLO)
a 15'28"
154 FISCHER (BRA)
a 15'31"
88
LANDA (SPA)
89
TORRES (COL)
a 7'05"
155 VIVIANI (ITA)
a 15'34"
90
BEPPU (GIAP)
a 7'14"
156 VAN BAARLE (OLA)
a 15'36"
91
BARBIN (ITA)
a 7'22"
157 CHICCHI (ITA)
a 15'48"
92
MONSALVE (VEN)
a 7'26"
158 APPOLLONIO (ITA)
a 15'52"
93
GODOY (VEN)
a 7'27"
159 RUFFONI (ITA)
a 15'54"
94
RODRIGUEZ (VEN)
a 7'29"
160 BOUHANNI (FRA)
a 15'59"
95
LONGO BORGHINI (ITA)
a 7'31"
161 FERRARI (ITA)
a 16'07"
96
CARUSO (ITA)
a 7'38"
162 BOEM (ITA)
a 16'08"
97
HOOGERLAND (OLA)
a 7'39"
163 AVILA (COL)
a 16'10"
a 7'43"
164 DE BACKER (BEL)
32
ROVNY (RUS)
98
PICHON (FRA)
33
NIEMIEC (POL)
99
LE BON (FRA)
34
SANCHEZ (SPA)
a 1'35"
100 DUQUE (COL)
a 7'52"
166 PETROV (RUS)
35
GESCHKE (GER)
a 1'36"
101 TIMMER (OLA)
a 8'04"
167 ALAFACI (ITA)
a 16'16"
36
MONFORT (BEL)
a 1'37"
102 CATTANEO (ITA)
a 8'38"
168 HUREL (FRA)
a 16'35"
37
PAUWELS (BEL)
a 1'38"
103 BONO (ITA)
a 8'46"
169 MEZGEC (SLO)
a 16'36"
HENAO (COL)
a 1'39"
104 DOMONT (FRA)
a 9'36"
170 FEDI (ITA)
a 16'38"
COLBRELLI (ITA)
a 1'46"
105 CARDOSO (POR)
a 9'43"
171 TUFT (CAN)
a 16'45"
40
RODRIGUEZ (SPA)
a 1'47"
106 PAOLINI (ITA)
a 9'51"
172 KEISSE (BEL)
a 16'48"
WELLENS (BEL)
a 1'48"
107 PONZI (ITA)
a 10'03"
173 BANDIERA (ITA)
a 16'49"
42
VUILLERMOZ (FRA)
a 1'49"
108 DEIGNAN (IRL)
a 10'06"
174 SELLA (ITA)
a 16'50"
43
ROGERS (AUS)
a 1'51"
109 KOCH (GER)
a 10'24"
175 GOOS (OLA)
a 16'53"
44
HERRADA (SPA)
a 2'01"
110 AMADOR (C.RICA)
a 10'26"
176 MORI (ITA)
a 17'05"
45
ROLLAND (FRA)
a 2'02"
111 PETACCHI (ITA)
a 10'40"
177 BELLETTI (ITA)
a 17'15"
46
SIUTSOU (BIE)
a 2'03"
112 BERARD (FRA)
47
DUPONT (FRA)
a 2'09"
113 ARMEE (BEL)
a 10'41"
179 COLLI (ITA)
a 17'18"
48
POELS (OLA)
a 2'11"
114 VANENDERT (BEL)
a 10'43"
180 FARRAR (USA)
a 18'12"
49
SORENSEN (DAN)
a 2'18"
115 VERMOTE (BEL)
a 10'51"
181 WEGMANN (GER)
a 18'27"
50
TIRALONGO (ITA)
116 TULIK (FRA)
a 11'00"
182 DOCKX (BEL)
a 19'17"
178 BOOKWALTER (USA) a 17'17"
a 2'24"
117 DEKKER (OLA)
a 11'26"
183 CHAVANEL (FRA)
52
IZAGUIRRE (SPA)
a 2'28"
118 TJALLINGII (OLA)
a 11'43"
184 EISEL (AUT)
a 19'53"
53
FINETTO (ITA)
a 2'29"
119 GRETSCH (GER)
a 11'44"
185 DE HAES (BEL)
a 20'22"
54
GENIEZ (FRA)
120 HONDO (GER)
a 11'46"
186 CECCHINEL (ITA)
a 20'36"
55
MOSER (ITA)
121 ROMERO (COL)
a 11'57"
187 DOCKER (AUS)
a 22'22"
56
MALACARNE (ITA)
122 VEIKKANEN (FIN)
a 12'04"
188 HAAS (AUS)
a 23'41"
57
PIRAZZI (ITA)
a 2'35"
123 MALORI (ITA)
a 12'12"
189 BOL (OLA)
a 25'26"
58
ZOIDL (AUT)
a 2'37"
124 VAN DER SANDE (BEL) a 12'17"
190 ZEITS (KAZ)
a 26'16"
59
SICARD (FRA)
a 2'39"
125 HANSEN (AUS)
a 12'20"
191 MEYER (AUS)
a 30'13"
60
ROSA (ITA)
a 2'46"
126 LANCASTER (AUS)
a 12'21"
192 COURTEILLE (FRA)
61
PANTANO (COL)
a 2'51"
127 SWIFT (GB)
a 12'22"
193 STAMSNIJDER (OLA) a 35'53"
62
CANOLA (ITA)
a 2'56"
128 QUINTERO (COL)
a 12'24"
194 HEPBURN (AUS)
a 36'05"
63
THURAU (GER)
a 2'59"
129 MCCARTHY (AUS)
a 12'33"
195 CARRETERO (PAN)
a 50'27"
64
DURBRIDGE (AUS)
a 3'10"
130 VAN EMDAN (OLA)
a 12'34"
DUARTE (COL)
a 2'33"
91 RODRIGUEZ (VEN)
a 6'02"
92 BARBIN (ITA)
93 GODOY (VEN)
a 1'42"
94 TULIK (FRA)
100 GASPAROTTO (ITA)
75 DURBRIDGE (AUS)
103 PONZI (ITA)
76 VILLELLA (ITA)
a 1'11"
77 MONTAGUTI (ITA)
105 BEPPU (GIAP)
78 BONO (ITA)
106 DOMONT (FRA)
79 GUSEV (RUS)
107 CATTANEO (ITA)
a 1'15"
a 6'12"
a 3'25"
104 LE BON (FRA)
km
20
Montecassino
484 m
TV
GPM
4
53
78
105113
147
168176
a 19'24"
a 33'59"
139 MORI (ITA)
a 11'54"
140 VAN BAARLE (OLA)
a 11'57"
141 ALAFACI (ITA)
142 MARANGONI (ITA)
143 VAN POPPEL (OLA)
144 MCCARTHY (AUS)
a 9'18"
145 BAK (DAN)
146 PETROV (RUS)
147 CAPECCHI (ITA)
148 VEELERS (OLA)
149 VENTOSO (SPA)
150 DE BACKER (BEL)
a 10'33"
151 QUINZIATO (ITA)
152 SWIFT (GBR)
153 BOOKWALTER (USA)
154 ZEITS (KAZ)
155 FISCHER (BRA)
156 CASTROVIEJO (SPA)
157 LANCASTER (AUS)
158 SUTTON (AUS)
159 RUBIANO (COL)
160 BELKOV (RUS)
a 12'49"
161 NIZZOLO (ITA)
162 RATTO (ITA)
163 FRAPPORTI (ITA)
a 14'48"
164 JUUL JENSEN (DAN)
165 BANDIERA (ITA)
166 VIVIANI (ITA)
167 KEISSE (BEL)
168 COLLI (ITA)
169 FEDI (ITA)
170 CHICCHI (ITA)
171 BELLETTI (ITA)
172 FARRAR (USA)
173 BOZIC (SLO)
174 MEZGEC (SLO)
175 CHAVANEL (FRA)
176 WEGMANN (GER)
177 BOUHANNI (FRA)
178 BOEM (ITA)
179 RUFFONI (ITA)
180 FERRARI (ITA)
181 EISEL (AUT)
182 AVILA (COL)
183 BOL (OLA)
184 DE HAES (BEL)
185 HUREL (FRA)
186 CECCHINEL (ITA)
187 APPOLLONIO (ITA)
188 TUFT (CAN)
189 DOCKER (AUS)
190 HEPBURN (AUS)
191 MEYER (AUS)
192 HAAS (AUS)
193 CARRETERO (PAN)
194 COURTEILLE (FRA)
195 STAMSNIJDER (OLA)
a 14'55"
a 16'32"
a 17'31"
a 26'12"
RESTANO 195 CORRIDORI DI 22 SQUADRE
GPM
2
215 236 248257
Allungata di 10 chilometri, la sesta frazione da Sassano a
Montecassino diventa con i suoi 257 la più lunga del Giro d’Italia.
Il ritrovo di partenza è stato anticipato alle 9.10, il via volante alle
10.45. Il traguardo volante ad abbuoni (3”, 2” e 1”) è a Maddaloni, in
provincia di Caserta. Al traguardo, 10”, 6” e 4”. C’é un Gpm di quarta
categoria a Cava de’ Tirreni. La salita finale è un Gpm di seconda
categoria, il più impegnativo affrontato dal Giro finora: 8,5 km
di salita finale con una pendenza media del 5%, massima del 9%.
TV: RaiSport 2 alle 14, Rai3 alle 15.10, Eurosport alle 14.30.
METEO: Temperature intorno ai 20 gradi, non è da escludere la
possibilità di rovesci a carattere temporalesco.
VERSO MILANO 2015
a 6'30"
a 7'47"
a 8'05"
così in gruppo
PRIMA DEL GRUPPO
ASTANA PRO TEAM
D.S. Martinelli
1
SCARPONI
2
AGNOLI
3
ARU
4
BRAJKOVIC
5
GASPAROTTO
6
BOZIC
7
LANDA MEANA
8
TIRALONGO
9
ZEITS
Ita
Ita
Ita
Slo
Ita
Slo
Spa
Ita
Kaz
AG2R LA MONDIALE
D.S. Biondi
11
POZZOVIVO
12 APPOLLONIO
13 BERARD
14 BOUET
15 DOMONT
16 DUPONT
17 GRETSCH
18 MONTAGUTI
19 VUILLERMOZ
Ita
Ita
Fra
Fra
Fra
Fra
Ger
Ita
Fra
ANDRONI GIOCATTOLI VENEZUELA
D.S. Savio
21 PELLIZOTTI
22 BELLETTI
23 FRAPPORTI
24 GODOY
25 HOOGERLAND
26 BANDIERA
27 RODRIGUEZ
28 ROSA
29 SELLA
Ita
Ita
Ita
Ven
Ola
Ita
Ven
Ita
Ita
BARDIANI CSF
D.S. Reverberi
31 PIRAZZI
32 BATTAGLIN
33 BOEM
34 BONGIORNO
35 CANOLA
36 COLBRELLI
37 BARBIN
38 RUFFONI
39 ZARDINI
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
BELKIN - PRO CYCLING TEAM
D.S. Boven
41 KELDERMAN
Ola
42 BOL
Ola
43 FLENS
Ola
44 GOOS
Ola
45 KEIZER
Ola
46 KRUIJSWIJK
Ola
47 TANNER
Aus
48 TJALLINGII
Ola
49 VAN EMDEN
Ola
a 16'11"
39
51
63 MOSER (ITA)
165 SUTTON (AUS)
38
41
a 5'27"
a 1'09"
a 13'18"
72
71
90 FELLINE (ITA)
78 - San Cataldo
41 - Cassino
a 3'11"
EVANS (AUS)
62 MEDEREL (FRA)
150 - Vairano Scalo
PUCCIO (ITA)
URAN (COL)
a 32"
55 - Maddaloni
65 - Caserta
66
4
89 TIMMER (OLA)
37 - Nola
GATTO (ITA)
3
a 1'27"
5 - Salerno
196 - Cava De’ Tirreni
65
a 14"
61 TIRALONGO (ITA)
Sassano
469 m
TEMPO
1
MATTHEWS (AUS) in 17h41’23”
km 734,4 in 17.41’23”, media 41.515 km/h
WEENING (OLA)
a 27"
La tappa modificata
diventa la più lunga
WEENING 2° A 14”. IL SARDO ARU DECIMO A 52”
2
88 OSS (ITA)
DA 247 A 257 KM ARRIVO INTORNO ALLE 17
classifica generale
POS. CORRIDORE
a 1'24"
a 1'36"
110 GOOS (OLA)
111 HOOGERLAND (OLA)
112 DUQUE (COL)
113 DEKKER (OLA)
114 PAOLINI (ITA)
115 VORGANOV (RUS)
116 CHALAPUD (COL)
117 QUINTERO (COL)
118 KOCH (GER)
119 DEIGNAN (IRL)
120 AMADOR (C.RICA)
121 ANTON (SPA)
122 SELLA (ITA)
123 KEIZER (OLA)
124 TJALLINGII (OLA)
125 GRETSCH (GER)
126 VAN DER SANDE (BEL)
127 DOCKX (BEL)
128 PETACCHI (ITA)
129 HONDO (GER)
130 VERMOTE (BEL)
131 FLENS (OLA)
132 HANSEN (AUS)
133 VAN EMDAN (OLA)
134 TANNER (AUS)
135 MALORI (ITA)
136 VEIKKANEN (FIN)
137 QUEMENEUR (FRA)
138 ARASHIRO (GIAP)
a 3'39"
60 ZOIDL (AUT)
101 - Eboli
Domenico Pozzovivo, 31 BETTINI
TEMPO
ULISSI (ITA)
473 - Scorzo
Pozzovivo nono
Santaromita
perde 1’11”
1
463 - Polla
ordine d’arrivo
Salute e sport
L’Expo al Giro
Oggi Motta
Carovana:
a Cassino
dalle 15.20
Alimentazione, salute e
benessere. Expo Milano 2015
accompagnerà il Giro d’Italia
per sensibilizzare soprattutto i
giovani sui temi e le sfide del
tema «Nutrire il Pianeta,
Energia per la Vita», scelto per
l’edizione che si aprirà il
prossimo primo maggio. Ogni
giorno saranno ospiti di Expo
2015 personaggi della cultura e
dello sport: oggi c’è Gianni
Motta, re del Giro nel 1966.
Anticipa il Giro d’Italia e
porta gioia in ogni paese, in
ogni città: è la Carovana
pubblicitaria della corsa rosa.
C’è anche su Facebook la
pagina «la Carovana del Giro»,
interattiva con la gente sul
percorso.
Le soste di oggi sul percorso
sono: 9.15 Sassano, 9.30 Polla,
11.40 Salerno, 13.10 Maddaloni,
13.45 Capua, 14.30 Vairano
Scalo, 15.20 Cassino.
BMC RACING TEAM
D.S. Baldato
51 EVANS
52 BOOKWALTER
53 EIJSSEN
54 HERMANS
55 MORABITO
56 OSS
57 QUINZIATO
58 SANCHEZ
59 WYSS
Aus
Usa
Bel
Bel
Svi
Ita
Ita
Spa
Svi
CANNONDALE
D.S. Zanatta
61 BASSO
62 GATTO
63 KOCH
64 LONGO BORGHINI
65 MARANGONI
66 MOSER
67 RATTO
68 VILLELLA
69 VIVIANI
Ita
Ita
Ger
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
Ita
COLOMBIA
D.S. Tebaldi
71 DUARTE
72 TORRES
Col
Col
73
74
75
76
77
78
79
AVILA
CHALAPUD
DUQUE
PANTANO
QUINTERO
ROMERO
RUBIANO
Col
Col
Col
Col
Col
Col
Col
FDJ.FR
D.S. Gayant
81 BOUHANNI
82 CHAVANEL Se.
83 COURTEILLE
84 FISCHER
85 GENIEZ
86 LE BON
87 MOUREY
88 PICHON
89 VEIKKANEN
Fra
Fra
Fra
Bra
Fra
Fra
Fra
Fra
Fin
GARMIN SHARP
D.S. Wegelius
91 HESJEDAL
92 CARDOSO
93 DEKKER
94 FARRAR
95 FERNANDEZ
96 HAAS
97 MARTIN D.
98 VAN BAARLE
99 WEGMANN
Can
Por
Ola
Usa
Spa
Aus
Irl
Ola
Ger
LAMPRE - MERIDA
D.S. Maini
100 CUNEGO
101 ANACONA
102 BONO
103 CATTANEO
104 FERRARI
105 MORI
106 NIEMIEC
107 POLANC
109 ULISSI
LOTTO BELISOL
D.S. Leysen
111 MONFORT
112 BAK
113 DE HAES
114 DOCKX
115 HANSEN
116 ARMEE
117 VAN DER SANDE
118 WELLENS
119 VANENDERT
MOVISTAR TEAM
D.S. Arrieta
121 QUINTANA
122 AMADOR
123 ANTON
124 CAPECCHI
125 CASTROVIEJO
126 HERRADA
127 IZAGUIRRE
128 VENTOSO
129 MALORI
Ita
Col
Ita
Ita
Ita
Ita
Pol
Slo
Ita
Bel
Dan
Bel
Bel
Aus
Bel
Bel
Bel
Bel
Col
C. Rica
Spa
Ita
Spa
Spa
Spa
Spa
Ita
NERI SOTTOLI
D.S. Scinto
131 RABOTTINI
132 CECCHINEL
133 CARRETERO
134 CHICCHI
135 COLLI
136 FEDI
137 FINETTO
138 MONSALVE
139 PONZI
Ita
Ita
Pan
Ita
Ita
Ita
Ita
Ven
Ita
OMEGA PHARMA QUICK-STEP
D.S. Bramati
141 URAN
142 BRAMBILLA
143 DE GENDT
144 KEISSE
145 PAUWELS
Col
Ita
Bel
Bel
Bel
146
147
148
149
PETACCHI
POELS
SERRY
VERMOTE
Ita
Ola
Bel
Bel
ORICA GREENEDGE
D.S. White
151 SANTAROMITA
152 DURBRIDGE
153 HEPBURN
154 LANCASTER
155 MATTHEWS
156 MEYER
157 DOCKER
158 TUFT
159 WEENING
Ita
Aus
Aus
Aus
Aus
Aus
Aus
Can
Ola
TEAM EUROPCAR
D.S. Arnould
161 ROLLAND
162 ARASHIRO
163 TULIK
164 HUREL
165 MALACARNE
166 MEDEREL
167 QUEMENEUR
168 SICARD
169 THURAU
Fra
Jap
Fra
Fra
Ita
Fra
Fra
Fra
Ger
TEAM GIANT SHIMANO
D.S. Engels
171 KITTEL
172 DE BACKER
173 GESCHKE
174 LUDVIGSSON
175 MEZGEC
176 PREIDLER
177 STAMSNIJDER
178 TIMMER
179 VEELERS
Ger
Bel
Ger
Sve
Slo
Aut
Ola
Ola
Ola
TEAM KATUSHA
D.S. Azevedo
181 RODRIGUEZ
182 BELKOV
183 CARUSO
184 GUSEV
185 LOSADA
186 MORENO
187 PAOLINI
188 VICIOSO
189 VORGANOV
Spa
Rus
Ita
Rus
Spa
Spa
Ita
Spa
Rus
TEAM SKY
D.S. Cioni
191 CATALDO
192 BOASSON HAGEN
193 DEIGNAN
194 EISEL
195 HENAO
196 SUTTON
197 PUCCIO
198 SIUTSOU
199 SWIFT
Ita
Nor
Irl
Aut
Col
Aus
Ita
Bie
Gb
TINKOFF SAXO
D.S. Michaelsen
201 ROCHE
202 JUUL JENSEN
203 MAJKA
204 PETROV
205 POLJANSKI
206 ROVNY
207 SÖRENSEN
208 ROGERS
209 MCCARTHY
Irl
Dan
Pol
Rus
Pol
Rus
Dan
Aus
Aus
TREK FACTORY RACING
D.S. Baffi
211 KISERLOVSKI
212 ALAFACI
213 ARREDONDO
214 FELLINE
215 HONDO
216 NIZZOLO
217 VAN POPPEL
218 BEPPU
219 ZOIDL
Cro
Ita
Col
Ita
Ger
Ita
Ola
Giap
Aut
A punti
Montagna
Giovani
Team a tempi
Team a punti
Energia
CLASSIFICA DI TAPPA
1. Diego ULISSI (Lampre-Merida) 25
punti; 2. Evans (Aus) 22; 3.
Arredondo (Col) 20; 4. Uran (Col) 18;
5. Majka (Pol) 16.
CLASSIFICA GENERALE
1. Marten TJALLINGII (Ola, Belkin) 12
punti; 2. Rubiano (Col) 9; 3. Monsalve
(Ven) 4; 4. Ulissi 3; 5. Vicioso (Spa) 3;
6. Fedi 3; 7. Evans (Aus) 2; 8.
Rodriguez (Spa) 2; 9. Godoy (Ven) 2;
10. Romero (Col) 2; 11. Wegmann
(Ger) 2; 12. Dockx (Bel); 13. Scarponi
1; 14. Arredondo (Col) 1; 15. Thurau
(Ger) 1; 16. Armee (Bel).
CLASSIFICA GENERALE
1. Michael MATTHEWS (Aus, Orica)
17.41’23”; 2. Majka (Pol) a 26”; 3. Aru a
52”; 4. Quintana (Col) a 1’09”; 5.
Preidler (Aut) a 1’10”; 6. Kelderman
(Ola) a 1’12”; 7. Ulissi a 1’23”; 8.
Ludvigsson (Sve) a 1’32”; 9. Poljanski
(Pol) a 1’32”; 10. Henao (Col) a 1’39”;
11. Colbrelli a 1’46”; 12. Wellens (Bel) a
1’48”; 13. Moser a 2’33”; 14. Rosa a
2’46”; 15. Durbridge (Aus) a 3’10”.
CLASSIFICA DI TAPPA
1. LAMPRE-MERIDA 15.37’59”; 2.
Astana a 34”; 3. Ag2r a 38”; 4. Giant a
49”; 5. Sky a 51”; 6. Tinkoff-Saxo a
56”; 7. Europcar a 1’09”.
CLASSIFICA DI TAPPA
1. LAMPRE-MERIDA 32 punti; 2.
Tinkoff-Saxo 22; 3. Bmc 20; 4. Trek
18; 5. Omega-Quick Step 17.
CLASSIFICA DI TAPPA
1. Diego ULISSI (Lampre-Merida) 4
punti; 2. Uran (Col) 2;
3. Evans (Aus) 1.
CLASSIFICA GENERALE
1. GIANT-SHIMANO 110 punti; 2. Trek
90; 3. Lampre-Merida 87; 4. Sky 84;
5. Cannondale 83; 6. Fdj.fr 72; 7. Ag2r
70; 8. Neri 66; 9. Orica 58: 10.
Androni 49: 11. Omega-Quick Step 43.
CLASSIFICA GENERALE
1. Nacer BOUHANNI (Fra, Fdj) 10
punti; 2. Ulissi e Swift 4; 4. Uran
(Col), Nizzolo e Avila (Col) 2; 7. Evans
(Aus), Duque (Col), Veelers (Ola)
e Appollonio 1.
CLASSIFICA GENERALE
1. Elia VIVIANI (Cannondale) 119 punti;
2. Bouhanni (Fra) 115; 3. Nizzolo 106;
4. Ferrari 96; 5. Swift (Gb) 86; 6.
Appollonio 44; 7. Matthews (Aus) 37.
CLASSIFICA GENERALE
1. ASTANA 52.16’05”; 2. Orica a 7”; 3.
Sky a 19”; 4. Lampre-Merida a 27”; 5.
Tinkoff-Saxo a 29”; 6. Giant a 41”; 7.
Ag2r a 43”; 8. Bmc a 1’03”.
30
LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
MOTOMONDIALE VERSO IL GP FRANCIA
italia: 51575158585149
L’ANNUNCIO LA HRC ANTICIPA I TEMPI E BLINDA IL FENOMENO. I DUBBI DI PEDROSA: ACCETTARE DI ESSERE LA SECONDA GUIDA, ANDARE IN SUZUKI O RITIRARSI?
4
Marquez, altri due anni in Honda da Paperone
DOMENICA
LE MANS
Marc potrebbe
guadagnare oltre
10 milioni l’anno
Pronto il rinnovo
con lo sponsor
Domenica a Le
Mans (4.185 m)
si corre il GP
Francia, 5a
prova (su 18) del
Motomondiale.
Tutto in diretta
su Sky Sport
MotoGP HD
(f.f.) Le Mans sta diventando il crocevia per il motomercato della Honda. Due
anni fa in pieno campionato,
Casey Stoner annunciò il suo
ritiro dalle competizioni a soli
27 anni. Ieri, alla vigilia della
quinta gara dell’anno, che po-
trebbe lanciarlo ancora di più
nella stratosfera della storia,
con 5 vittorie su 5, il suo successore Marc Marquez ha annunciato il rinnovo per altri
due anni con la Hrc.
Anticipo Mossa assolutamente certa, che però entrambe le parti hanno voluto anticipare per archiviare l’unico possibile disturbo in questa stagione che si annuncia
nuovamente trionfale. Il campione bambino sa che è impossibile trovare una moto migliore di questa, la Honda che lo
samenti. Forse con pochi
scossoni. La Honda vuole ancora Pedrosa come secondo,
ma pagandolo appunto come
scudiero e Dani potrebbe essere stanco di prenderle da un
compagno di squadra, decidendo di cambiare (Suzuki?)
o di ritirarsi. Impossibile che
in Honda arrivi Lorenzo: inutile andare a disturbare il conducente e i soldi che chiede
Jorge può darglieli solo la Ducati o (meno) la Yamaha, che
vuole tenersi anche Valentino. Avanti con i giochi.
spagnolo è un fenomeno. Un
affare per due.
Rinnovo A cui si aggiungerà
sicuramente lo sponsor Repsol: a Jerez era presente lo stato maggiore del petroliere spagnolo e tutto fa credere che si
sia trovato l’accordo per dare a
Marquez il sontuoso ingaggio
che merita, probabilmente tra i
10 e i 12 milioni di euro a stagione, più premi.
Coppia Come è normale che
sia, sistemato il numero 1 a cascata ci saranno gli altri acca-
Marc Marquez, 21 anni, iridato e leader mondiale MILAGRO
La strana coppia
«La mia nuova missione:
ridare fiducia a Valentino»
Il capotecnico Galbusera e la ritrovata verve di Rossi: «Lui racconta
le sue impressioni, noi ci diamo da fare. E miglioriamo sempre un po’...»
PAOLO IANIERI
È la scommessa vinta,
l’armonia ritrovata, o se vogliamo dirla alla Masterchef,
l’ingrediente che ha consentito a tutti gli altri di amalgamarsi al meglio aggiungendo
carattere e sapore alla pietanza. «O forse sono solo stato
fortunato» se la ride invece
Silvano Galbusera, il 56enne
che da quattro gare come lavoro fa il capotecnico di Valentino Rossi. Carattere schivo,
tono pacato, c’è molto di questo signore lombardo dietro
alla rinascita di Valentino.
Che lo scorso anno nel dare il
via alla «Operazione riscatto»
decise di dare il benservito a
Jeremy Burgess, l’australiano
con il quale aveva diviso il box
fin dal suo approdo in 500 nel
2000 ma con il quale il feeling
ormai si era rotto, per puntare
sull’ex tecnico di Marco Melandri, conosciuto durante il
test di Brno del 2010, quando
in sella a una Yamaha Superbike il Dottore cercava di capire se era pronto a rientrare in
pista dopo la frattura alla tibia
del Mugello.
Galbusera, cos’è cambiato
da pochi mesi a questa parte
nella testa di Valentino?
«Non so cosa ci sia di diverso, io non c’ero prima. Ma se
vogliamo parlare del nostro
rapporto, lui mi racconta le
sue impressioni e noi tecnici ci
diamo da fare. E miglioriamo
un po’ a ogni turno».
«L’obiettivo fin dall’inizio è
stato quello di dargli una moto
che gli desse fiducia e che lui
riuscisse a sfruttare al massimo. Abbiamo lavorato molto
sulla frenata e sul ritmo con le
gomme nuove e adesso Valentino sente molto più sua questa moto».
Al punto che inizia a prendere strade tecniche differenti da Lorenzo: a Jerez ha usato
il telaio nuovo portato dalla
Yamaha e ha scelto di correre
con la gomma anteriore dura.
«In Yamaha non ci sono differenze di trattamento tra i
due piloti, il materiale che arriva è a disposizione di tutti e
due i piloti, poi ognuno indirizza il lavoro come meglio
crede. L’impiego della gomma
dura è stata una logica conseguenza dopo il disastro di Austin e Valentino ha fatto un ottimo lavoro nello sfruttarla al
meglio. Lui è uno a cui serve
un avantreno più stabile, con
quella gomma sai che all’inizio perdi quei 2-3 decimi al giro, ma poi il comportamento
diventa più costante».
«Marc, purtroppo per noi,
in questo momento ha a disposizione un’ottima moto: la
Honda ha un’elettronica leggermente migliore. Ma noi lavoriamo duro per avvicinarci.
Non guardo tanto lontano su
quello che potrà arrivare dalla
Yamaha per riuscirci, cerco di
concentrarmi a breve su quello che abbiamo a disposizione
e che non riusciamo ancora a
sfruttare al limite. Ci manca
ancora qualcosa per capire bene questa moto. Ma possiamo
farcela».
«Speravo in una gara così.
Marquez in questo momento
ha un passo diverso, ma Valentino è sempre stato molto
vicino agli altri».
E quando le condizioni sono
Marc in questo
momento ha
una moto con
un’elettronica
migliore
ideali…
Rossi è l’unico che in questo
avvio di stagione ha lottato
con Marquez. Ma uno così lo si
può battere?
Si è divertito sul muretto
box due domeniche fa a
Jerez?
«
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Silvano Galbusera, 56 anni, nel box Yamaha insieme a Valentino Rossi, 35 LAPRESSE
questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/
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Domani
Libere 1:
9-9.40
Moto3;
9.55-10.40
MotoGP;
10.55-11.40
Moto2
Libere 2:
13.10-13.50
Moto3;
14.05-14.50
MotoGP;
15.05-15.50
Moto2
Sabato
Libere 3:
9-9.40
Moto3;
9.55-10.40
MotoGP;
10.55-11.40
Moto2
Qualifiche
Moto3:
12.35-13.15
Libere 4
MotoGP:
13.30-14
Qualifiche 1
MotoGP:
14.10-14.25
Qualifiche 2
MotoGP:
14.35-14.50
Qual. Moto2:
15.05-15.50.
Sintesi delle
qualifiche delle
tre classi dalle
17 su Cielo
Domenica
Gare: alle 11
la Moto3 (24
giri, 100,4 km);
alle 12.20 la
Moto2 (26 giri,
108,8 km); alle
14 la MotoGP
(28 giri,
117,2 km).
Differita delle tre
gare dalle 15.10
su Cielo
Classifiche
MotoGP:
1. Marquez 100
2. Pedrosa 72
3. Rossi 61
Moto2:
1. Rabat 83
Moto3:
1. Miller 79
2. Fenati 74
L’ENERGIA DELL’ITALIA.
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
31
LA GAZZETTA DELLO SPORT
FORMULA 1 TEST AL MONTMELÒ
italia: 51575158585149
1
2
4
KIMI
TERZO
Così nella
seconda
e ultima
giornata di test
sul tracciato
spagnolo
di Montmelò
(4.655 m)
Non solo...vuvuzela
1. La trombetta allo scarico della W05; 2. Nuovo
cofano motore Mercedes; 3. Raikkonen COLOMBO
S
3
Nota stonata
Il suono resta basso
Tromba da rivedere
Rosberg prova la nuova soluzione: «Ma non va bene»
Ferrari ancora nervosa. Vettel frenato dal cambio
DAL NOSTRO INVIATO
LUIGI PERNA
MONTMELÒ (Spagna)
Le battute si sprecano.
Qualcuno l’ha chiamata tromba, trombetta, trombone, megafono, vuvuzela. Il risultato
non cambia. C’è il rischio di
confondersi, pensando di essere finiti a un concerto anziché sul circuito del Montmelò,
nel mezzo dei test del dopo
gran premio. Comprensibile,
guardando il nuovo scarico
studiato per aumentare il volume di queste F.1 dell’era turbo, che fanno discutere da inizio anno per il suono soffocato
dei loro 6 cilindri rispetto a
quello assordante dei V8 aspirati che si usavano fino al
2013. La soluzione di ripiego,
dopo il grido d’allarme raccolto dalla Fia, è infatti una specie di tromba del diametro di
circa 20 centimetri (!) applica-
ta allo scarico originale delle
vetture.
Ironia L’ha provata ieri mat-
tina la Mercedes di Nico Rosberg appena scesa in pista. E
il risultato ha scioccato più per
l’estetica che per l’impatto sull’udito in termini di decibel,
generando stupore e ilarità.
Sul web si sono scatenati i
commenti. C’è chi ha tirato
fuori slogan tipo «la Mercedes
riparte in tromba», chi ha riso
con accostamenti boccacceschi fra questo nuovo lato B e i
musi a proboscide delle monoposto («si rischiano gravidanze non volute») e chi ha
esclamato: «Oh mio Dio, le F.1
ora saranno brutte dietro come lo sono davanti». Qualcuno ha perfino fatto circolare
un fotomontaggio in cui si vede il grande Louis Armstrong
suonare… dallo scarico della
Mercedes.
Bocciatura In fondo, è im-
possibile che i motori delle
nuove Formula 1 abbiano un
timbro paragonabile a quello
da brividi delle monoposto
precedenti. Si parla di 6 cilindri contro otto, di una cilindrata di 1600 cmc anziché
2400, di un regime di rotazione massimo di 12.500 giri
anziché 18.000, e del turbo
che assorbe parte dell’energia
degli scarichi. In compenso, c’è tanta potenza ibrida dai motori elettrici.
Resta però lo scetticismo sull’appendice
vista ieri. L’aumento
di volume rispetto
allo scarico originale
infatti sembra minimo. «Era un esperimento, ma questa soluzione non va bene.
Dobbiamo trovarne
un’altra. Dicevano che
al banco il suono fosse
Kimi Raikkonen
34 anni
iridato 2007
COLOMBO
molto più forte», ha ammesso
Rosberg.
Sviluppi Il tedesco comunque è passato varie volte sul
rettilineo a diverse andature,
per permettere ai due tecnici
dell’azienda italiana che ha
condotto le ricerche per conto
della Fia di fare le opportune
rilevazioni e comparazioni
con la soluzione tradizionale.
Poi la Mercedes ha smontato
quasi subito il «sound box»
(questo il termine tecnico) ed
è tornata sugli sviluppi della
sua W05 Hybrid in vista di
Montecarlo e del Canada, provando anche una carrozzeria
con la parte finale delle fiancate più larga.
Resistenza La Ferrari ha ritrovato affidabilità, dopo la
rottura del motore, ma è sembrata ancora nervosa nelle reazioni e nell’erogazione della
potenza. Mentre la Red Bull si
è trascinata i problemi al cambio del primo giorno, costringendo Vettel a un programma ridotto. «Il ritorno al
vecchio telaio è stata la
strada giusta. L’altro non
era piegato, ma aveva dei
problemi», ha spiegato Seb.
In quanto all’amplificatore
per lo scarico, dovrà essere
provato anche dagli altri team nei test di Silverstone,
prima di poter essere approvato. Sempre che la novità,
su cui ha spinto Ecclestone
per favorire lo spettacolo,
non venga bocciata prima.
1. Maldonado
Ven-Lotus
1’24”871
(102 giri)
2. Rosberg
Ger-Mercedes
1’25”805 (102)
3. Raikkonen
Fin-Ferrari
1’26”480 (94)
4. Gutierrez
Mes-Sauber
1’26”972 (85)
5. Wolff
GB-Williams
1’27”280 (55)
6. Bianchi
Fra-Marussia
1’27”718 (55)
7. Vettel
Ger-Red Bull
1’27”973 (72)
8. Juncadella
Spa-Force India
1’28”278 (91)
9. Vandoorne
Bel-McLaren
1’28”441 (136)
10. Kvyat
Rus-Toro Rosso
1’28”910 (21)
S
Prossima
gara
25 maggio
GP Monaco
S
Prossimi
i test
8 e 9 luglio
Silverstone
25 e 26
novembre
Abu Dhabi
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L’OPINIONE
di PINO ALLIEVI
a pagina 19
&
PROCESSO ECCLESTONE
«Bluewater
offriva più
della Cvc!»
Colpo di scena al processo contro Bernie Ecclestone a
Monaco di Baviera (Germania): il giudice, Peter Noll, ha
letto in aula una mail della società di investimento statunitense Bluewater che contraddice la versione, secondo la quale
il fondo Cvc aveva presentato
la miglior offerta per acquisire
il 47% della F.1. Nella mail
Bluewater si offriva di pagare
un miliardo di euro per il pacchetto di maggioranza delle
azioni o di migliorare comunque del 10% qualunque altra
offerta.
Replica Una tesi questa però
negata da Gerhard Gribkowsky
secondo il quale è vero che Ecclestone gli diede 44 milioni di
dollari (32 milioni di euro) per
favorire la vendita dei diritti alla Cvc ma non respinse mai
un’offerta superiore agli 850
milioni di dollari (620 milioni
di euro) pagati dal medesimo
fondo alla BayernLB-Vorstand.
«Inoltre — ha aggiunto l’ex
banchiere, che sta scontando 8
anni di reclusione per corruzione e frode fiscale — mi sembra poco professionale subordinare la propria sorte all’offerta di un rivale».
Appuntamento I legali di Ecclestone potranno contro interrogare Gribkowsky il 30 luglio.
«Ho la sensazione che la difesa
abbia diverse domande da fare», ha detto al proposito Noll.
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PRIMA TAPPA
Mille Miglia al via
Si arriva a Padova
Scatta oggi dal
tradizionale scenario di viale
Venezia a Brescia la Mille
Miglia edizione 2014. Ma per la
prima volta la corsa farà tappa
a Padova e i 430 equipaggi
faranno sosta nella notte ad
Abano Terme. Il tracciato
resterà invariato sino a
Vicenza per poi puntare a nord
in direzione Marostica e
Bassano del Grappa. La gara,
che è una prova di regolarità
per auto storiche (la media
imposta non supera i 50 km/h),
si concluderà domenica a
Brescia dopo i tradizionali
1.600 km (Brescia-Roma e
ritorno).
IL TEST ROSA LA MOGLIE DI TOTO WOLFF HA PROVATO LA WILLIAMS
Susie più veloce di Seb: «Io nei GP? Chissà»
Sul casco la stella
della de Villota:
«Conservo ancora
un suo biglietto di
incoraggiamento»
MONTMELÒ
mento privatissimo a Capri.
Per Susie Stoddart, 31 anni,
pilota e moglie dell’amministratore delegato Mercedes
nelle corse, quello di ieri sarà
comunque un giorno da ricordare. Non tanto per essere stata abbastanza veloce da non
sfigurare (anzi!), ma per la tenacia e la costanza dimostrate
al volante della Williams.
L’elenco dei tempi col
suo nome davanti a quello di
Sebastian Vettel potrebbe
stamparlo e metterselo in casa. Magari accanto alla foto
che la ritrae con il marito Toto
Wolff il giorno delle nozze, a
ottobre 2011, con un ricevi-
Con Frank Nessun errore, a
parte un testacoda «per la coppia enorme di queste vetture
che mi ha tradito all’inizio», e
55 giri col 5o tempo, centrato
su gomme soft. «Ma non è che
stessi guardando la classifica
— racconta la signora Wolff,
per 7 stagioni nel Dtm —. Bat-
DAL NOSTRO INVIATO
tere Vettel e altri non era
l’obiettivo. Dovevo lavorare al
meglio per la squadra». Nel
box, a guardarla, c’era nientemeno che patron Frank Williams. Ma Susie, assunta l’anno scorso come collaudatrice
nel team di cui il marito conserva una quota azionaria, è
rimasta fredda e attenta.
«Questa macchina è meno fisica di quella guidata nei test
2013, ma più difficile da guidare. L’anno scorso c’era tanta
aderenza e potevi spingere a
piacere. Ora per andare forte
bisogna usare il cervello».
Per Maria Sul casco aveva
una stella, il simbolo di Maria
de Villota, la pilota spagnola
morta a ottobre 2013 per i
danni neurologici subiti nell’incidente dell’anno prima in
test privati a Duxford con la
Marussia. «Un modo per ricordarla. Qui l’anno scorso abbiamo pranzato assieme, tre giorni prima che morisse. Mi aveva portato un biglietto di incoraggiamento che conservo».
Anche Susie, come lo era Maria con la Fia, è coinvolta nei
programmi sociali di educazione alla sicurezza stradale
promossi dalla Williams. Torneremo un giorno a vedere
una donna al via di un GP?
«Per la direzione che ha preso
la F.1, ho la sensazione di sì.
Ma in questo mondo, con così
pochi posti disponibili, è difficile tanto per un uomo quanto
per una donna».
lu.pe.
Susie Wolff, 31 anni, è moglie di Toto, n.1 Mercedes e azionista Williams COLOMBO
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36
LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA CURIOSITÀ
1990
italia: 51575158585149
Barazzutti e il doppio
allo stand Gazzetta
(m.cal.) Sulle tribune del
campo n°1, quando Simone Bolelli
e Fabio Fognini sono scesi il
campo per il doppio contro Haase
Quattro agli ottavi
L’unica volta nell’era Open che abbiamo avuto 4 italiane
agli ottavi (Reggi, Cecchini, Golarsa e Caversazio) (lu.mar.)
l’Analisi
4
I NUMERI
DI PAOLO BERTOLUCCI
Francesca
sa ancora
insegnare
Il tennis italiano vive da
diverso tempo sulle imprese e
i successi del movimento
femminile. Anche in questa
edizione del Foro Italico
restiamo aggrappati alle
solide spalle delle nostre
ragazze tra le quali spiccano
la veterana Francesca
Schiavone e l’emergente
Camila Giorgi. Francesca, n.
61 della classifica WTA, dopo
una prima parte di stagione
vissuta tra gli inciampi e le
cadute, è finalmente tornata
a ruggire. Difficilmente potrà
tornare a frequentare i piani
alti della classifica a causa
della lunga e logorante
carriera, ma quella vista sui
campi romani è la miglior
versione di Francesca da
diverso tempo a questa
parte.La milanese, sorretta da
un carattere indomito e da un
cuore immenso, tra un back
di rovescio, un top di dritto,
una improvvisa discesa a
rete e una perfida smorzata,
impartisce severe lezioni
tattiche come quella rifilata
alla spagnola Muguruza e in
generale alle giovani leve
che propongono solo schemi
monotematici. In una
giornata guastata dal forte
vento cade invece la teenager
Camila Giorgi.Con il suo
tennis a tutto gas, giocato in
apnea e percorso sul filo del
rasoio, si esalta nelle prove
di un giorno ma fatica
ancora a trovare la continuità
di rendimento. Il suo pressing
ossessivo le permette nelle
giornate di grazia di superare
avversarie di livello assoluto,
ma spesso,in assenza di un
piano tattico alternativo
lascia strada a tenniste meno
qualificate. Le basi della
giovane marchigiana sono
solide, dovrà acquisire la
necessaria esperienza ma il
futuro con le istruzioni per un
piano tattico B appare roseo.
L’avversaria
ROMA
Agnieszka Radwanska, oggi incrocia Francesca Schiavone.
Che sfida sarà?
«Sarà una bella sfida, qui nella sua Italia. Lei sta giocando bene ed ha vinto due belle partite,
sarà un match duro».
Roma non sarà così magica.
«E’ la mia città ideale: anch’io
sono alla mano, rilassata, senza
pressioni. Adoro il Colosseo,
piazza di Spagna, le tante stradine. Anche se pretendo che tutto
sia organizzato al meglio».
28
I mesi
trascorsi
dall’ultima
vittoria di
Francesca
Schiavone
contro una top
10 (Samantha
Stosur a
Sydney, gennaio
2012). Oggi
affronta negli
ottavi Agnieszka
Radwanska (n.
3).
9
I precedenti
tra
Schiavone
e Radwanska: il
bilanco è 5-4
per la polacca.
Francesca ha
vinto le prime 4
sfide Agnieszka
le ultime 5
(2011-2014).
4
Le volte
che Francesca
Schiavone ha
raggiunto i
quarti a Roma:
2001 (Martinez),
2004
(Zvonareva),
2005
(Zvonareva) e
2011 (Stosur).
1
le finali
dello slam
giocate da
Radwanska
(Wimbledon
2012 contro S.
Williams).
Francesca ne ha
giocate 2 al
Roland Garros
(2010 vinta, 2011
persa contro Li)
(lu.mar)
e Lopez, non c’era un posto.
Neanche per il c.t. azzurro
Barazzutti e per gli allenatori dei
due giocatori, Rianna e Perlas,
che hanno visto il match dallo
stand Gazzetta nel Villaggio
Ospitalità, che affaccia sul
campo. Il grande pubblico non è
bastato: azzurri sconfitti 6-3 6-2.
Schiavone
da favola
«Sono ripartita
da mamma, papà
e tanto lavoro»
Gambe, colpi e adrenalina, ciao Muguruza: «Vivo
alla giornata e sono felice» Ora la Radwanska
VINCENZO MARTUCCI
ROMA
Rieccola. Un quinto di vento di tramontana
(che ha stravolto il Foro Italico), un quinto di sorteggio (che le ha proposto le ventenni Eugenie
Bouchard e Garbine Muguruza), un quinto di
esperienza (34 anni da compiere il 23 giugno),
un quinto di qualità da terra rossa (trionfo al Roland Garros 2010 e finale 2011) e un quinto di
vera Francesca Schiavone. E quindi condizione
atletica, voglia, concentrazione, determinazione
e irrefrenabili scariche d’adrenalina. E perciò
cocktail di tutti i colpi del repertorio tennistico,
con un affascinante tira e molla che abbatte anche la grande speranza di Spagna, Muguruza,
dopo due set a senso unico, e un terzo equilibratissimo, e poi un tie-break in trance agonistica come ai tempi belli, con Franci» che salta come una
rana, felice, e il pubblico impazzito. Così nostra
signora dello Slam, l’unica azzurra capace di entrare nell’albo d’oro di singolare dei Majors e fino
al numero 4 della classifica mondiale (il 31 gennaio 2011), riappare all’improvviso, da numero
61, sulla massima scena, agli Internazionali Bnl
d’Italia, qualificandosi agli ottavi, dove incrocia
la prima avversaria davvero difficile, Agnieszka
Radwanska (3 della classifica), partendo dalle
ultime 5 sconfitte consecutive nei testa a testa - e
senza vincere un set - che segnano un solco chiarissimo con le prime 4 vittorie di fila della «Schiavo». Ombra Un’ombra che oscura solo per un attimo il sorriso raggiante della Schiavone: «Lei è
molto molto solida. E ha le capacità, come Martina Hingis, di leggere la palla molto in anticipo,
specialmente negli angoli, non a caso è 3 del
La Schiavone con la sua allenatrice Laura Golarsa
46 anni, milanese, numero 39 del mondo nel 1990,
ora anche telecronista Sky LAPRESSE
Agli ottavi c’è la Radwanska
«E’ fortissima, per batterla
bisogna essere in condizioni
ottime, ma sono felice di
giocare un altro match qui»
mondo. Ha un timing incredibile, ci ho giocato su
una superificie velocissima in Polonia, e so che
per batterla bisogna essere veramente in condizione. Sarà difficilissimo però sono stracontenta
di avere la possibilità di giocare un altro match
qui a Roma».
Segreti Quando gambe e cervello sono sincronizzate Francesca è un portento, ma finora aveva 9
ko al primo turno in 12 tornei: «Ho lavorato, sono
qua, sto cercando di dare il massimo, sono salita
un pochino di livello, faccio andare la palla un po’
di più, alla fine non è che ci siano segreti. Tutti
sanno benissimo che si può migliorare con lavoro,
disciplina, attenzione a quello che fai e cercare di
restare concentrato». Il tempo riporta indietro, come Siddharta, e Francesca è tornata alla natìa Milano, da dove era partita per tentare la via argentina, poi quella spagnola, quindi per quella italiana
(con Renzo Furlan prima e con Corrado Barazzutti
poi): ora s’allena con l’ex azzurra, Laura Golarsa
«Che crede in me e pensa che io abbia ancora molto da esprimere, e anche un nuovo preparatore atletico. E poi sono tornata a casa mia, ritrovando il
calore dei miei genitori. Mi sento coccolata e protetta. Più tranquilla. Lo definirei un nuovo inizio».
Oggi e domani Francesca si guarda indietro:
«Sicuramente non sono la persona di 2, 4, 8, 10
anni fa. Quando cresci con gli anni sei molto più
consapevole, fai delle scelte ragionate, o le fai tu
o non le fa nessun altro. In questo periodo sto
cercando di fare le scelte migliori per me, per il
mio tennis, per restare a galla in una situazione
che oggi mi è favorevole. Vivo giorno per giorno
e questo vale anche per la vita dove puoi incontrare delle difficoltà ma anche delle discese. Questo è un momento favorevole e oggi mi godo questo momento». Francesca si cerca in un’altra
Schiavone: «Tra le nuove, mi piace molto la Garcia, ha tutti I colpi, è molto attenta, con quegli
occhi ben aperti, mi ci rivedo un po’. Anche se è
molto più avanti di quanto fossi io all’età sua».
Francesca, oggi, contro Aga Radwanska, ha bisogno della vecchia Francesca.
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La bella Aga innamorata della Città Eterna
«Amo il Colosseo e questi campi, ma l’erba...»
molto bene i grandi tornei, come
gli Slam, e Serena ha talmente
tanti punti che è impossibile riprenderla. Non sono lontana, ma
la strada è lunga».
La polacca al Colosseo
Che cosa deve fare per salire
ancora?
«Tante cose insieme, ogni torneo e ogni match sono diversi, e
tutte le componenti, dalla tecnica al fisico devono essere a posto».
Che rapporto ha con la Polonia?
«Sono nata lì, quella è casa,
appena ho tempo ci torno. La Polonia non è un posto dove ci sono
tanti giocatori di tennis, sono
molto contenta di far parte della
storia dello sport del mio paese.
Se ora ci sono più giovani che
giocano a tennis, magari è anche
grazie a me».
Qual è il colpo che le piace di
più di Aga Radwanska?
«La smorzata: è qualcosa di
diverso, per mescolare un po’ il
gioco. A me piace creare».
Ma perché, col suo talento
tennistico, non è la numero 1 del
mondo?
«E’ un sistema per finire i punti più in fretta».
«Perché ci sono un altro paio
di ragazze che giocano meglio,
per essere la prima devi giocare
Nella vita, è sveglia come in
campo?
«Penso di sì. Sto studiando Turismo all’università dello sport, a
Cracovia, quando posso vado lì e
faccio esami con mia sorella, ma
non ho scadenze, mi mancano
due esami per andare al terzo
anno».
Lei va anche spesso a rete.
La semifinale a Wimbledon
2013 con Lisicki è stata la sconfitta più dura?
Agnieszka Radwanska, 25 anni, in posa davanti al Colosseo. La numero 3 del
mondo vola agli ottavi dopo aver battuto l’argentina Ormaechea FIORAVANTI
«Sicuramente è stata la più
grande occasione per vincere
uno Slam: ero abbastanza mor-
ta, al quarto terzo set di fila, sull’erba, che è stancante anche più
del cemento, due punti ancora e
avrei vinto il match... Ma la settimana scorsa a Madrid ero 6-3
sotto nel tie-break, ed ho vinto.
Così è il tennis, vinci o perdi per
poco».
Ma il suo primo Slam dove sogna di vincerlo?
«L’erba o ti piace o non ti piace, e a me è sempre piaciuta fin
dal titolo juniores a Wimbledon
2005, la prima volta che ci ho
giocato».
Invece la terra le riesce più
difficile.
«Ci sono cresciuta, ci ho giocato la maggior parte del tempo,
ho avuto successo anche su questa superficie. Ma l’erba è l’erba».
v.m.
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
37
#
EVENTO GAZZETTA
Domani potrete
sfidare i campioni
L’appuntamento è per
domani alle 16.30, sul campo 7 del
Foro Italico, davanti al Bar del
Tennis. Si chiama «Game, set,
Gazzetta & Moet» ed è uno degli
italia: 51575158585149
eventi glamour
degli Internazionali:
al torneo di mini-tennis
parteciperanno campioni dello
sport (tra gli altri, lo sciatore
Christof Innerhofer, il pugile
Clemente Russo, la velista
Alessandra Sensini, la
schermitrice Arianna Errigo e la
4
ginnasta Carlotta Ferlito), ex
calciatori (tra cui Bernardo
Corradi) e personaggi dello
spettacolo. Nel tabellone ci sarà
spazio anche per i lettori della
Gazzetta: i primi dieci che
invieranno una mail a
[email protected], potranno
sfidare i vip.
Solo sul nostro sito gli
Internazionali d’Italia sono in
tempo reale, con risultati, video e
curiosità dal Foro Italico. Se vi
siete persi il k.o. a sorpresa di
Roger Federer, ecco l’intervista.
Per rivivere i successi di
Schiavone, Errani e Pennetta non
perdetevi gli highlights.
Gazzetta.it
FEDERER È GIÀ FUORI
L’INTERVISTA
SUL NOSTRO SITO
IL BILANCIO DELLE ALTRE ITALIANE
1
I NUMERI
2
3
Le volte
negli ultimi
20 anni, che
abbiamo avuto
3 azzurre agli
ottavi: 2004
(Pennetta,
Schiavone e
Farina), 2006
(Pennetta,
Schiavone e
Oprandi) e 2014
(Pennetta,
Schiavone ed
Errani).
5
Francesca Schiavone, 33 anni,
numero 61 del mondo, esulta dopo
il successo sulla Muguruza ANSA
clic
IN USCITA A LUGLIO
IL LIBRO DI SARA
I RICAVI IN BENEFICENZA
Le volte
che Flavia
Pennetta ha
raggiunto gli
ottavi a Roma:
2004
(Smashnova),
2006 (quarti
Hingis), 2009
(Kuznetsova),
2012 (quarti
Serena
Williams) e
2014.
3
Si chiama «Excalibur, il
mio tennis sul tetto del
mondo» il libro su Sara Errani
che uscirà per Mondadori il 1°
luglio. Lo ha scritto Roberto
Commentucci (prefazione di
Federico Ferrero), sulla spinta
dei successi ottenuti da Sarita
nel biennio 2012-13. Excalibur
è la racchetta che ha cambiato
la vita, tennistica e no,
dell’azzurra finalista al Roland
Garros. Sara donerà tutto il
ricavato in beneficenza.
Gli ottavi
di Sara
Errani
a Roma: 2008
(Serena
Williams), 2013
(semifinale
Azarenka) e
2014
1
Le chance
di Sara
Errani
di tornare tra le
top 10 alla fine
del torneo:
l’unica è vincere
il torneo.
(lu.mar.)
3
1 Sara Errani, 27 anni, numero 11 del mondo, esulta durante il
match con Ekaterina Makarova 2 Flavia Pennetta, 32 anni e
numero 12 del ranking, regola alla distanza la diciassettenne
svizzera Belinda Bencic 3 Camila Giorgi invece esce di scena
sconfitta da Christina McHale LAPRESSE ANSA
Errani, lezioni di tattica
«Non ho sbagliato nulla»
Sara affonda la Makarova, Pennetta ok con baby Bencic e lancia frecciate: «Il
pubblico dovrebbe sostenere l’atleta di casa. Sempre». Giorgi k.o. con McHale
ROMA
Brava. Sara Errani è talmente brava che Camila Giorgi
dovrebbe chiederle ripetizioni
di tattica. La piccola romagnola rotea come una scimitarra la
famosa «Excalibur», la racchetta miracolosa, più lunga di un
centimetro che l’ha portata alla
finale del Roland Garros e al 5
del mondo (oggi è 11). E insiste
sul dritto di Ekaterina Makarova perché non vuole fare la fine
dell’amica e compagna di doppio Roberta Vinci, che ci ha
perso il giorno prima: «Sono
stata particolarmente brava
con il mio coach (lo spagnolo
Pablo Lozano, ndr) a leggere la
partita: giocarle sul dritto, non
uscire sulla diagonale del mio
rovescio sul suo dritto, anche
se non era semplice per il vento, cercando qualche volta di
uscire dallo scambio con le
smorzate». Saretta è soddisfatta: «Ho perso solo 11 punti sul
servizio, non m’era mai successo, prima del torneo abbiamo
fatto una piccola modifica partendo con il braccio su invece
di fare tutto il movimento e
questo mi aiuta a non scoordinarmi troppo e a dare un po’
più di rotazione».
Contro Petra Cetkovska dovrà evitarsi altre crisi di panico,
e di respirazione, come martedì: «E’ la mia bestia nera, ci ho
perso due volte e con matchpoint per me, può essere molto
fastidiosa. A Palermo mi faceva
delle smorzate che non riuscivo a vedere. Devo tenerla lon-
A
LA RIVALE
DI SARA
S
Petra
Cetkovska,
29 anni,
numero 69
del mondo
affronterà Sara
Errani. Il
bilancio è 2-0
per la ceca
la guida
Halep, vittoria e ritiro: «Problema agli addominali». Atleti dal Papa
Simona Halep vince e si ritira. La romena, testa di serie numero 4, sul campo
ha sconfitto in tre set la statunitense
Madison Keys, ma poi ha annunciato
l’addio al Foro Italico per un problema
ai muscoli addominali: «Sono molto triste — il suo commento —, ma mi era impossibile continuare il torneo. Ho grandi ricordi di Roma, qui l’anno scorso ho
raggiunto la semifinale. Ora torno a
Bucarest, comincerò subito le cure,
spero di essere pronta per il Roland
Garros». Del suo ritiro si giova la spagnola Suarez Navarro, che accede direttamente ai quarti di finale, dovrà affronterà la vincente di Ivanovic-Sharapova, in programma oggi. Intanto nella
giornata di ieri è stato registrato il record assoluto di spettatori: superato il
tetto delle 30 mila presenze, per la
precisione 30.026 biglietti venduti,
21.333 per la sessione pomeridiana e
8.693 per quella serale. Il record precedente del Foro Italico era di 27.672
spettatori.
Calciatori al Foro: dopo l’esibizione di
paddle di lunedì, è tornato Francesco
Totti, stavolta in compagnia della moglie Ilary Blasi, per vedere Nadal. Con
lui, anche l’altro giallorosso Alessandro Florenzi e il ceo Italo Zanzi (nel pomeriggio, si era affacciato anche il d.g.
Mauro Baldissoni). Ieri mattina udienza in Vaticano a cui hanno partecipato
alcuni tennisti, tra cui l’argentino Juan
Monaco e la canadese Eugenie Bouchard, che ha scattato un «selfie» con
Papa Francesco alle spalle.
RISULTATI
Secondo turno uomini: Murray (Gbr) b.
Granollers (Spa) 6-2 7-5; Chardy (Fra)
b. Federer (Svi) 1-6 6-3 7-6 (6); Tsonga
(Fra) b. Anderson (S.Af.) 7-6 (14) 7-5
(5); Dimitrov (Bul) b. Karlovic (Cro) 7-6
(3) 6-4; Haas (Ger) b. Sijsling (Ola) 7-6
(6) 6-1; Gulbis (Let) b. Robert (Fra) 6-7
(1) 6-4 6-3; Melzer (Aut) b. Cilic (Cro)
6-2 6-7 (5) 6-3; Dodig (Cro) b. Rosol
(Cec) 6-1 6-2; Youzhny (Rus) b. Golubev (Kaz) 7-5 4-1 rit.; Berdych (Cec) b.
Tursunov (Rus) 6-4 6-3; Nadal (Spa) b.
Simon (Fra) 7-6 (1) 6-7 (4) 6-2.
Secondo turno donne: S. Williams (Usa)
b. Petkovic (Ger) 6-2 6-2; SCHIAVONE
b. Muguruza (Spa) 3-6 6-1 7-6 (5); Sharapova (Rus) b. Puig (P.Rico) 6-3 7-5;
Mchale (Usa) b. GIORGI 1-6 6-3 6-1; ERRANI b. Makarova (Rus) 6-2 6-3; PENNETTA b. Bencic (Svi) 6-2 2-6 6-3;
Radwanska (Pol) b. Ormaechea (Arg)
6-3 6-2; Suarez Navarro (Spa) b. V.
Williams (Usa) 6-4 6-2; Halep (Rom) b.
Keys (Usa) 5-7 6-0 6-1; Ivanovic (Ser)
b. Cornet (Fra) 7-6 (1) 7-5; Stosur (Aus)
b. Vesnina (Rus) 6-2 6-3; Lepchenko
(Usa) b. Stephens (Usa) 6-2 6-2;
Jankovic (Ser) c. Kuznetsova (Rus) .
Doppio maschile, primo turno: Haase/
Lopez (Ola-Spa) b. FOGNINI/BOLELLI
6-3 6-2.
OGGI
Campo Centrale, dalle 12: Wawrinka
(Svi) c. Haas (Ger), a seguire Ivanovic
(Ser) c. Sharapova (Rus), Nadal (Spa)
c. Youzhny (Rus). Dalle 19.30 S.Williams (Usa) c. Lepchenko (Usa). Dalle
21 Kohlschreiber (Ger) c. Djokovic
(Ser).
SuperTennis Arena, dalle 11: Stosur
(Aus) c. Li (Cin), a seguire Raonic (Can)
c. Tsonga (Fra), Melzer (Aut) c. Murray
(Gbr), Jankovic (Ser)/Kuznetsova (Rus)
c. PENNETTA. Dalle 19 Ferrer (Spa) c.
Gulbis (Let).
Pietrangeli, dalle 11: Cetkovska (Cec) c.
ERRANI, a seguire SCHIAVONE c. Radwanska (Pol), Dodig (Cro) c. Chardy
(Fra), Dimitrov (Bul) c. Berdych (Cec),
Mladenovic/PENNETTA (Fra-Ita) c.
Erakovic/Parra Santonja (Nze-Spa).
Campo 1, dalle 11: Goerges/Groenefeld
(Ger-Ger) c. Huber/Raymond (UsaUsa), a seguire Bryan/Bryan (UsaUsa) c. Bopanna/Qureshi (Ind-Pak),
Jurak/Moulton-Levy (Cro-Usa) c. ERRANI/VINCI, Haas/Stepanek (Ger-Cec)
c. Kubot/Linstedt (Pol-Sve).
Campo 2, dalle 12: Hsieh/Peng (Tai-Cin)
c. Medina Garrigues/Shvedova (SpaKaz), a seguire Huey/Inglot (Fil-Gbr) c.
Haase/Lopez (Ola-Spa), Dellacqua/
Jans-Ignacik (Aus-Pol) c. Niculescu/
Zhang (Rom-Cin). Campo 4, dalle 14:
McHale (Usa) c. Zhang (Cin), a seguire
Marrero/Verdasco (Spa-Spa) c Nestor/Zimonjic (Can-Ser). Campo 6, dalle
14: Jankovic/Kleybanova (Ser-Rus) c.
Makarova/Vesnina (Rus-Rus), a seguire Cilic/Gonzalez (Cro-Mes) c. Dimitrov/Rosol (Bul-Cec).
IN TV Uomini su Sky Sport 2 dalle 12 e
su Sky Sport 3 dalle 11. Donne su SuperTennis dalle 11.
tana e farla muovere»
Esperienza Belinda Bencic
vincerà domani: a 17 anni la
svizzera, campionessa di due
Slam juniores (Roland Garros
e Wimbledon), è solida e sicura, strappa il secondo set a Flavia Pennetta perché innesta il
pilota automatico del micidiale
«corri e tira». Ma quando la
partita finisce nella bagarre,
sul 2-2, dopo un lunghissimo
scambio e un’ora e mezza di
batti e ribatti da fondo, inciampa in un doppio fallo e viene infilata dal rovescio lungolinea
della numero 12 del mondo.
Che fa pesare l’esperienza pro,
i 32 anni e una condizione fisica notevole. Così da qualificarsi agli ottavi contro Jelena
Jankovic che ha battuto Svetlana Kuznetsova per ritiro. Col
pensiero all’«amico particolare» Fognini, fischiato lunedì:
«Il pubblico è meraviglioso. Solo che, quando le cose vanno
bene ti carica molto, ma quando sei in difficoltà “muore”.
Nel secondo set, mi ha anche fischiato. Bisogna sostenere
sempre il giocatore di casa, comunque. M’è successo altrove,
ma è tipico romano, sembra di
essere gladiatori solo che invece dei leoni abbiamo le racchette. Ti fanno... su e giù».
Tramontana Invece il vento si
porta via Camila Giorgi sul 6-1
2-0, e la riporta sulla terra, eliminata 6-3 6-1. «Non giocherà
più i doppi, martedì è andata a
dormire alle 11 e mezza, e
l’hanno messa primo match il
giorno dopo», attacca papà
Sergio. «Non volevo farlo, è un
altro sport, io voglio giocare da
sola. Ma non ho scuse, mi sono
messa a pensare al match dopo, e non ci sono più stata con
la testa. Ho sbagliato di più.
Perciò ho perso», dice Camila.
Con 26 vincenti e 33 errori. Per
la felicità di Christina McHale,
più capace di sporcare la palla
e di gestire le situazioni.
v.m.
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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
39
TENNIS INTERNAZIONALI BNL DI ROMA
italia: 51575158585149
La caduta e la paura
Federer flop: nostalgia dei gemelli?
Lo svizzero cede al francese Chardy. Nadal invece fatica con Simon e non cancella i dubbi
A
1
2
3
2 MODI DI
PERDERE
S
Gilles Simon
il francese
29enne, numero
30 del mondo,
impegna Nadal
per tre ore
prima di
soccombere e
consegnare la
vittoria allo
spagnolo
1. Roger Federer, 32 anni, festeggia amaramente la
nascita dei gemellini Lenny e Leo uscendo dal
torneo 2. Il 27enne francese Jeremy Chardy, che
ha eliminato lo svizzero 3. Rafael Nadal ha rischiato
grosso contro il francese Simon TEDESCHI AFP
RICCARDO CRIVELLI
ROMA
S
Lukas
Rosol
il 28enne ceco
ha eliminato il
nostro Fabio
Fognini al primo
turno e ieri è
stato dominato
dal croato
Dodig in due set
6-1 6-2
Il cuore di un padre è un
capolavoro di natura. Perciò la
folla che ha riempito il Centrale colorandolo soltanto dei vessilli rossocrociati (se ne contano a decine) si muove a tenerezza quando vede il suo eroe
Federer spegnersi pian piano,
con la testa più rivolta alla culla di Leo e Lenny, i gemelli nati
otto giorni fa e a casa con
mamma Mirka, piuttosto che
al campo spazzato dal vento e
dalle bordate del bombardiere
Chardy.
Ritorno a casa Quella di Ro-
ger a Roma, dunque, si trasforma in una toccata e fuga, forse
prevedibile ma certo inattesa
dopo un primo set nel quale il
francese numero 47 al mondo,
comunque gran colpitore, conquista solo 9 punti sul servizio
e sembra quasi timoroso di rovinare il magic moment del di
nuovo papà. Che, con la consueta signorilità, non si aggrappa alle emozioni per giustificare la sconfitta all’esordio, come gli accadde già nel
2010 contro Gulbis: «A casa mi
ero allenato bene, in fondo il
match si è deciso su un paio di
punti e perdere non è mai piacevole, anche se con l’età impa-
4
I NUMERI
8
Le
eliminazioni
di Federer
all’esordio negli
ultimi 10 anni:
Cincinnati 2004
(Hrbaty), Indian
Wells 2007
(Canas), Dubai
2008 (Murray),
Canadian Open
2008 (Simon),
Parigi-Bercy
2009
(Benneteau),
Roma 2010
(Gulbis), Gstaad
2013 (Brands) e
Roma 2014
(Chardy).
2
Le sconfitte
di Federer a
Roma con
matchpoint a
favore: l’ultimo la
finale del 2006
contro Nadal.
ri a metabolizzarlo meglio».
Ma la scelta di correre subito in
conferenza stampa e le parole
di commiato del vincitore di 17
Slam confermano dove volasse
la mente: «Forse non sono mai
stato così felice dopo una delusione in campo, non vedo l’ora
di trovare il primo mezzo di
trasporto disponibile e tornare
dai miei figli e da mia moglie».
In verità, Federer nel terzo set
ha l’occasione (o la sventura?)
di poter prolungare il soggiorno romano e la distanza dalla
famiglia, ma sul match point
contro del 6-5 nel tie-break del
terzo set il buon Chardy esplode un passante di rovescio in-
crociato in corsa in pratica dalle ginocchia di un giudice di linea. Un bel regalo per i due gemellini.
Rafa che fatica Anche Simon
è uno dei papà del circuito ed
anzi ha spesso ricordato come
la nascita dei due figli Timothé
(nel 2010) e Valentin (nel
2013) gli abbia fatto recuperare stimoli e gioia per il tennis
dopo infortuni e cali di concentrazione. Solo che Nadal sulla
terra di Roma, domata 7 volte,
è l’avversario peggiore per scrivere una favola da raccontare
ai pargoli. Eppure il francesino
numero 30 del mondo arriva a
poche pagine da un clamoroso
successo, risalendo con coraggio e qualità dopo essere stato
sotto un set e 3-0 nel secondo.
Certo, il Rafa della prima uscita romana non dirada i dubbi
su una condizione tecnica abbastanza altalenante, come dimostrano l’incapacità, davvero
insolita per lui, di chiudere il
punto con il rivale ormai all’angolo e quel dritto ciccato che
cancella il match point a favore
nel tiebreak del 2° set. Così il
match si allunga a dismisura,
scavallando di gran lunga le 3
ore, in attesa di capire quanto
conterà la fatica della battaglia
già dall’ottavo di oggi contro
LA NOVITÀ CHE FOLLA AL SALONE TESSIER
«I miei capelli sono a
posto, che facciamo?». Boris
Becker chiede, Giuseppe Tessier
ci pensa un attimo, poi prende la
macchinetta e lavora sulla barba.
Di scene così, se ne vedono
decine, nel corridoio della
players lounge: se il giocatore
non va dal parrucchiere, è il
parrucchiere che va al Foro Italico.
Giuseppe e Carlo Tessier hanno
due saloni a Roma, ma anche la
passione per il tennis (praticato
per anni dai figli di entrambi):
«Così, sapendo che a Miami o agli
Australian Open questo servizio ha
un grande successo, abbiamo
deciso di proporlo alla
Federazione», racconta Giuseppe.
«Sono venuti quasi tutti. Il più
simpatico? Djokovic: ci passa a
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salutare ogni giorno». Non solo
tagli, prodotti liscianti o
acconciature, ma anche
manicure e pedicure: «E siccome
siamo vicini alla sala stampa,
qualcuno si fa anche truccare».
Pennetta, Schiavone e Volandri
erano già clienti, per gli stranieri
è una piacevole sorpresa: «Non
hanno tempo per la cura dei
capelli e del corpo, così sfruttano
la nostra presenza». Murray ha
provato a fare il parrucchiere di
Dimitrov, ma senza esagerare:
vorrà mica rovinare il look a
mister Sharapova.
Da Rafa a Djokovic, un ritocco
a barba e capelli e poi in campo
MARCO CALABRESI
ROMA
Youzhny. Il russo e Melzer sono
gli ostacoli a un quarto di gran
nobiltà contro Murray, apparso finalmente in eccellenti condizioni contro quel Granollers
che lo aveva eliminato l’anno
scorso. Match non facile per il
tornado che ogni tanto solleva
un turbinio di terra rossa e domato dallo scozzese con la forza del servizio e buona presenza a rete (19 punti su 25). Un
bel test, anche senza coach:
«Del resto - confessa Andy - Roma è un torneo che mi piace
molto, anche se non sopporto
come guidano in questa città».
Magari oggi verrà a piedi.
Nadal, taglio prima del match TEDESCHI
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
TENNIS INTERNAZIONALI BNL DI ROMA
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4
Serena, che show
e saluta in italiano
«Un grazie a tutti»
I NUMERI
17
I set
consecutivi
vinti da Serena
Williams a
Roma. L’ultimo
set perduto
contro Nadia
Petrova nel 2°
turno del 2012
(4-6 6-2 6-3).
La Williams stende la Petkovic: «Sto studiando
la vostra lingua». Sharapova ok con polemica
questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/
DAVIDE STOPPINI
ROMA
Serena è di parola.
Quando da Madrid diceva che
al Foro Italico non sarebbe voluta assolutamente mancare
nonostante l’infortunio agli
adduttori, non prendeva in giro nessuno. Eppure a qualcuno il dubbio era venuto. Poi
mettici che il suo match è in
programma su un Centrale
che ancora deve assorbire la
botta della disfatta di Federer.
E pure che la sorella Venus,
confinata al campo 2, ha appena lasciato strada alla spagnola Suarez Navarro (non a caso
la giocatrice che ha vinto più
partite nel 2014: 30).
Senza sconti Insomma, intorno solo fantasmi. Ma la
Williams mette in chiaro subito le cose: la Petkovic perdonerà, Serena vola 4-0 nel primo set giocando un tennis
perfetto. Il suo solito tennis:
tutto ok allora, Serena c’è. «Sì,
sono molto felice - dirà lei dopo la vittoria 6-2 6-2 -, in cam-
L’americana fuga
i dubbi sulla sua
condizione: «Sto
bene, ho avuto
buone sensazioni»
La russa fatica
con la Puig e se la
prende col fondo:
«Il campo era
pieno di buche»
po ho avuto buone sensazioni.
Sto bene, eppure prima di cominciare non potevo esserne
sicura, perché l’allenamento
non dà mai le stesse risposte
della partita vera».
Show in italiano E il match le
risposte le ha date, in tutti sensi. Serena chiude 6-2 il primo
set in 34’ e comincia anche il
secondo a mille all’ora, non
dando mai tempo di gioco alla
Petkovic. Un dato rende bene
l’idea: la tedesca nata a Sarajevo mette dentro il 74% del
primo servizio, eppure concede in tutto il match ben 12 palle break. Vuol dire che la risposta di Serena è stata perfetta. Serena esulta, lancia un
grido quando la Petkovic prova a riavvicinarsi da 0-3 a 2-3.
Ma è un’illusione, perché anche il secondo set finisce 6-2, 2
minuti in meno rispetto alla
prima partita. E poi inizia lo
show, perché alla fine Serena
saluta il Centrale sfoderando
un ottimo italiano: «Grazie
mille a tutti voi, la Petkovic era
un avversario difficile — dice
tra il boato della gente —. Sì,
sto studiando italiano - spiegherà poi in una sala stampa
insolitamente deserta, tanto
che la Williams non può non
immortalare la scena con il
suo telefono -. E’ una lingua
che mi affascina, sto provando
ad impararlo nei ritagli di tempo che il lavoro mi concede. Il
match? Non sono ancora al
100% dopo l’infortunio, ma
sento che sto crescendo e penso che andrà sempre meglio.
Ho voglia di difendere il titolo
conquistato l’anno scorso.
Amo Roma, amo l’Italia e il
suo cibo, adoro la pasta: per
me è una tortura non poterne
mangiare a volontà».
In alto: Serena Williams, 32 anni, campionessa
in carica. Sopra: Maria Sharapova, 27 anni,
numero 7 del mondo LAPRESSE/ANSA
Avanti Sharapova Chissà se
ha gli stessi problemi anche
Maria Sharapova, che scende
sulla SuperTennis Arena appena dopo il successo dell’amato Dimitrov contro Karlovic. La russa soffre, la portoricana Puig è un osso duro. Le
due si prendono letteralmente
a «pallate»: non c’è strategia,
solo la ricerca di vincenti da
bordo campo. Parte meglio la
Puig, poi la Sharapova prende
confidenza, chiude il primo
set 6-3. Ma non è finita. Perché l’avversaria ricomincia ad
azzeccare rovesci lungolinea:
Puig avanti 4-1. Maria però
gioca meglio i punti decisivi,
fa il controbreak, strappa ancora il servizio sul 5-5 e chiude
7-5. In sala stampa però si lamenta del fondo: «Il campo
era pieno di buche - dice -. Per
fortuna è andata bene». Per
oggi sarà accontentata: contro
la Ivanovic giocherà sul Centrale.
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16
Le vittorie
consecutive
di Maria
Sharapova a
Roma: la
siberiana ha
vinto le edizioni
del 2011, 2012 e
poi si è ritirata
nei quarti del
2013 prima di
scendere in
campo con la
nostra Sara
Errani.
4
La
classifica
virtuale
di Simone Halep
che 12 mesi fa
era appena
n° 64 del mondo
e giunse in
semifinale a
Roma passando
dalle
qualificazioni
(lu.mar.)
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
43
PALLANUOTO FINALE SCUDETTO
italia: 51575158585149
4
SABATO
GARA-3
S
La bella a
Sori
Gara-1, a Sori,
era terminata 76 per la Pro
Recco.
La decisiva
gara-3 si
giocherà sabato
alle 18.15 di
nuovo sul
campo ligure,
con diretta su
RaiSport 2.
Il gol di Alessandro Nora, 26 anni, a un secondo e sei decimi dalla sirena: vale il pareggio nella serie della finale scudetto con Recco BORSARELLI
All’ultimo respiro
Brescia a segno
a 1” dalla sirena
Recco alla bella
Emozioni e scintille: nella bolgia di Mompiano
il gol di Nora allo scadere allunga la sfida
DAL NOSTRO INVIATO
FRANCO CARRELLA
BRESCIA
La vera debuttante, in
fondo, era lei. E che debutto.
Alla prima finale scudetto, la
nuova piscina di Mompiano fa
la differenza: una bolgia spinge il Brescia al successo, al pareggio nella serie tricolore e
rimandando l’epilogo alla
bella di sabato. Gara-2 passa
alla storia come una delle più
vibranti, non solo perché decisa all’ultimo respiro: il sigillo è del mancino Nora, che azzecca il tiro giusto in superiorità numerica a 1 secondo e 6
decimi dalla sirena. L’ultima
sconfitta dei biancocelesti in
una finale scudetto risaliva al
2010-11, quando il Savona si
impose 11-10 in gara-2 (ci
giocavano Aicardi, Deni Fiorentini, Giacoppo e Mladjan
Janovic, ora a Recco).
Emozioni Come all’andata, i
lombardi s’affidano alla zona
mentre i campioni d’Italia privilegiano il pressing e fanno
più movimento in attacco. È il
predominio delle difese, Del
Lungo e Tempesti si esaltano
tra i pali. Gli arbitri Caputi e
Severo provano a spegnere i
bollenti spiriti sin dall’inizio
(espulsione contemporanea
di Figlioli e Di Fulvio), ma
l’aria resta elettrica. Primo
tempo in equilibrio (2-2), padroni di casa che manovrano
troppo lontano dalla porta e
spesso al limite dei 30” per abbassare il ritmo. E sbagliano
tutto il possibile con l’uomo in
più (0 su 4). Tra secondo e
terzo parziale, gli ospiti fanno
un mini break con i gol di
Giorgetti e Jokovic (2-4). E’
qui che il Brescia si accende:
con l’uomo in più vanno a segno Molina (doppietta) e il
generosissimo Bodegas, il
francese prossimo alla naturalizzazione, confezionando
il primo vantaggio bresciano
(5-4). Sono scintille: costumi
strappati, calottine slacciate,
arbitri che fischiano molti falli sugli esterni. Gravano due
penalità sulle spalle di Valentino, Di Fulvio, Figlioli (in tribuna papà e mamma arrivati
dall’Australia) e Giacoppo.
Botta e risposta Ultimo
quarto intensissimo. Ivovic fa
5-5 con l’uomo in più, Bodegas a -1’06” regala la rete più
bella della serata con una palombella, a -34” Giorgetti non
fallisce la superiorità numerica. L’ultima azione è del Brescia: lotte furiose, espulsione
di Ivovic, gol di Nora che fa
esplodere i tifosi. Il campionato n. 95 si deciderà alla bella.
«Giusto così – commenta il c.t.
Sandro Campagna –. Due sfide bellissime, uno spot per la
pallanuoto». Vorremmo vederne altre cento così. Per favore, allungate i playoff.
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BRESCIA-PRO RECCO
7-6
(2-2, 0-1, 3-1, 2-2)
MARCATORI: 1’21” Giorgetti, 1’46” Rizzo, 4’48” Figlioli s.n., 6’19” C.Presciutti; 9’57” Giorgetti s.n.;16’28” Jokovic,
17’07” e 18’22” Molina s.n., 22’39” Bodegas s.n.; 27’51” A.Ivovic s.n., 30’54”
Bodegas, 31’26” Giorgetti s.n., 31’58”
Nora s.n.
BRESCIA: Del Lungo, Valentino, C.Presciutti, Molina, Nora, Bodegas; Legrenzi, Giorgi, N.Presciutti, F.Di Fulvio, Napolitano. N.e. Dian. All. Bovo.
PRO RECCO: Tempesti, Jokovic, Figlioli, Giorgetti, Aicardi, Figari, A.Ivovic;
F.Lapenna, Felugo, Giacoppo, D.Fiorentini, N.Gitto. N.e. Pastorino. All.
Porzio.
ARBITRI: Caputi e Severo.
NOTE: sup. num. Brescia 11 (4 gol), Pro
Recco 12 (4). Usc. 3 f. Giacoppo
26’15”, F.Di Fulvio 29’39”. Amm. Pizzo
(dirigente Pro Recco) e Bovo. Spett.
1.000.
I rigori
Nelle semifinali
e nelle finali dei
playoff non vale
il pareggio, si
tirano
eventualmente i
rigori (sono
stati aboliti i
tempi
supplementari).
I precedenti
Recco e
Brescia, oltre
che nella
stagione
regolare (una
vittoria per
parte), si sono
affrontati anche
nella finale di
Coppa Italia
disputata
proprio nella
vasca
lombarda: netto
successo per la
squadra di
Porzio, 11-6.
IL DUELLO IN PANCHINA
Bovo: «Grazie
al pubblico
Ci riproveremo»
BRESCIA
Pino Porzio, che di pallanuoto ne mastica
da una vita, lo dice sempre: «Il terzo tempo è
quello della svolta». Succede anche in questa occasione, vedendo i parziali: quel 3-1 pesa sul 7-6
finale «Il pareggio sarebbe stato più giusto, ma
tant’è. Sull’ultima azione, con l’uomo in meno,
avremmo dovuto saltare davanti a Tempesti e
non l’abbiamo fatto. Questa sconfitta non deve
abbatterci, deve darci la carica per conquistare
lo scudetto davanti ai nostri tifosi», osserva l’allenatore della Pro Recco, alla 22a finale tricolore
tra vasca e panchina. «Abbiamo fatto una gran
difesa — sottolinea Sandro Bovo, oro a Barcellona ‘92 assieme a Porzio — riuscendo a evitare i
loro contropiede, come ci eravamo ripromessi
alla vigilia. A Sori, sabato, dovremo avere la
stessa grinta e la stessa attenzione. Sono felice:
era ora di spezzare la serie di sconfitte nelle finali. E mi fa piacere che sia avvenuto col sostegno
del nostro pubblico. Ci ha dato una bella spinta».
Sabato l’ultimo atto prima di immergersi nel clima europeo con la Final Six di Champions League, a Barcellona dal 29 al 31 maggio. I liguri se
la vedranno nei quarti coi serbi del Partizan, i
bresciani avranno un compito più duro con i padroni di casa del Barceloneta.
Sognando la piscina Intanto la società campione d’Italia, che spera di avere presto una casa
tutta sua per allenamenti e partite senza emigrare a Sori, ha organizzato per domani una conferenza stampa: appuntamento alle 11.30 nella
sala consiliare del Comune di Recco, si farà il
punto sui progetti per l’area ex Iml e per la gloriosa piscina di Punta Sant’Anna, con la presentazione di un plastico. Una vigilia scudetto speciale, pensando al futuro e non solo al presente.
f.c.
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Alessandro
Bovo, 45 anni
BORSARELLI
FINALINA SAVONA CEDE 10-9
Posillipo chiude al 3° posto
Giocherà la Champions
(f.si.) Nella finale di ritorno per il terzo
posto, Carisa Savona-Dooa Posillipo 9-10. In
gara-1, i napoletani si erano imposti 9-6 ai rigori e
dunque accedono alla prossima Champions
League. Savona in Euro Cup assieme
all’Acquachiara.
NAZIONALI A Ostia, fino a mercoledì 21, si
allenano otto azzurri che non sono impegnati nelle
finali dei playoff. Il c.t. Campagna ha convocato
Baraldi, Vassallo, Busilacchi, Coppoli, S.Luongo,
Bruni, E.Di Somma e Vespa. Per il Setterosa, con
il c.t. Conti si sono allenate Motta, Giachi, Tabani,
Millo e Sparano: rientrate a casa, si ritroveranno
a Ostia da lunedì con le altre azzurre che
verranno convocate.
PALLAVOLO IL NUOVO TECNICO
A PIACENZA
Il Comune tratta
ma i due club
si tirano indietro
(m.mar.) Ore convulse a
Piacenza. Prima la conferenza
del sindaco Paolo Dosi:
«Abbiamo avanzato una
proposta alla Rebecchi Nordmeccanica: nei prossimi tre
anni la società proprietaria del
PalaBanca offre le stesse
condizioni di affitto dell’ultima
stagione». In pratica quanto
chiesto dai dirigenti 24 ore
prima. Ma si parla anche di
Copra Elior: «C’è un contatto
con uno sponsor di livello
europeo interessato a dare una
mano». Dopo poche ore la
replica di Cerciello: «La proposta è arrivata troppo tardi, non
torniamo indietro». Poi Molinaroli: «Sponsor? Non so di cosa
stiamo parlando». Mezzo passo
avanti e una maratona indietro.
Perugia: Grbic dà già la carica
«Imiterò Montali e Velasco»
«Avrei giocato un
altro anno, ma non
potevo dire no»
ANTONELLO MENCONI
PERUGIA
Oltre 200 tifosi hanno atteso ed acclamato Nikola Grbic
al suo arrivo al PalaEvangelisti.
«Questo entusiasmo è già una
grande vittoria – ha detto lui –
come lo è stato l’aver portato
6500 persone sugli spalti. C’è
voglia di scudetto, ma la lotta
sarà durissima. C’è da pensare
oggi che ce lo giocheremo con
Macerata e Modena. Ma anche
in Champions vogliamo fare
molto bene». Ha ammesso che
non è stato facile decidere di
Il presidente della Sir Safety Perugia, Gino Sirci, con Nik Grbic, 40 anni
passare dal campo alla panchina.
Addio al campo «Sarei venuto
a Perugia anche se il presidente
mi avesse chiamato a fare il giocatore, perché ho appena vinto
uno scudetto in Russia ed un altro anno lo avrei fatto volentieri.
Questa piazza mi piace perché
ci sono ambizioni reali e l’idea di
iniziare ad allenare da qui è affascinante. Mi ricorda un po’ ciò
che facemmo nel 2001 a Milano,
arrivando a giocarci un’incredibile finale-scudetto con Treviso». Sa già a chi si ispirerà. “Cercherò di prendere il meglio di
Montali e Velasco, due allenatori capaci di ottenere il massimo
da ogni giocatore, anche se mi
torneranno utili pure quegli allenamenti di Silvano Prandi che
mi appuntavo nel ’97 a Cuneo».
Il presidente Gino Sirci gli ha
detto di averlo scelto «per avere
in panchina quella mente pensante che è sempre stato in campo. Ho chiamato Kovac e lui mi
ha detto che era la persona giusta e quindi mi sono buttato su
di lui». C’è poi il mercato. «Coi
giocatori da prendere parlo io,
perché se capisco che sono motivati allora possono fare al caso
nostro, altrimenti puntiamo su
altri. Mi piacerebbe far esplodere qualche giovane e sono convinto che abbiamo la diagonale
di maggior talento al mondo: De
Cecco-Atanasijevic». Ha già il
primo rammarico… «Avrei voluto che fosse rimasto anche Petric, ma l’ho chiamato ed era titubante e allora come potevo
dirgli non andare a Modena?
Ma con Vujevic che resta come
terzo sono più che tranquillo…»
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DONNE
San Casciano
è in serie A-1
Monza beffata
(m.l.) Serie A-2 donne.
Playoff. Dopo Montichiari
(promozione diretta) sale in A-1
anche San Casciano che in
gara-3 ha battuto Monza; 3-0
(25-14, 25-19, 25-23) serie 2-1.
La Toscana torna in A-1 13 anni
dopo la Romanelli Firenze.
GUIGGI, SIGNORILE
E CHIRICHELLA A NOVARA
(a.cri.) Martina Guiggi torna in
Italia, dopo una stagione in
Cina. Torna a Novara. Sempre
più ambizioso il club di suor
Giovanna Saporiti: praticamente fatta anche per altre due
azzurre: la regista Signorile e la
centrale Chirichella, da Ornavasso. Confermate Mi Na Kim,
Murphy e Lombardo, il prossimo colpo potrebbe essere la
statunitense Klineman.
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
45
BASKET UN GRANDE AZZURRO SALUTA DA VINCENTE
italia: 51575158585149
SERIE A DIRETTE OGNI SERA SU RAISPORT1
Da lunedì i quarti a Milano e Sassari
Lunedì, dopo aver lasciato il weekend libero
alle Final Four di Eurolega al Forum di Assago,
partono i playoff scudetto con i quarti di finale al
meglio delle 5 partite (semifinali e finali sulle 7).
TABELLONE Si comincia con la gara uno delle
sfide 1a-8a Milano—Pistoia e la 4a-5a SassariBrindisi, martedì tocca all’altra parte del tabellone,
2-7 Siena-Reggio Emila e 3-6 Cantù Roma. Si
gioca un giorno sì uno no, le prime due gare sul
campo della meglio classificata come l’eventuale
gara-5. Le semifinali partiranno venerdì 30
maggio, la finale scudetto si gioca dal 15 al 27
giugno.
TELEVISIONE Sono state decise le gare
trasmesse da RaiSport 1 nella prima settimana.
Gare-1: lunedì 20.30 Sassari-Brindisi, martedì ore
20.30 Cantù Roma. gare-2: mercoledì 20.30
Sassari-Brindisi, giovedì 21.05 Siena-Reggio
Emilia. Gare-3: venerdì 20.40 Pistoia-Milano,
sabato 20.30 Reggio Emilia-Siena.
PRIMI E POI? 14 volte nelle ultime 20 edizioni dei
playoff, la testa di serie n.1 ha vinto lo scudetto.
Quattro volte ha vinto la seconda, due, compresa
la scorsa stagione, la quinta.
«A Pistoia con i playoff
ho vinto un altro scudetto»
Galanda «Felice di finire la carriera qui: chiuderò contro Milano
Stacco la spina e poi vedrò cosa fare, al momento penso ai camp»
MARIO CANFORA
Lo striscione («Venti anni
da grande campione, una vita da
uomo vero»), il tricolore fatto di
cartoncini con la scritta «Gek» in
azzurro, i parenti e gli amici fatti
venire a Pistoia dalla moglie per
una sorpresa speciale: nel dubbio che quella di domenica scorsa potesse essere davvero la sua
ultima gara, a Galanda la festa è
già stata fatta. «Sono un friulano, le decisioni non si cambiano:
avevo deciso che questa sarebbe
stata l’ultima stagione, stop. Una
gara d’addio? Ma per favore...».
Una carriera chiusa a Pistoia,
dopo aver giocato in club di primo livello e aver vinto tre scudetti in tre posti diversi: Varese,
Bologna e Siena.
«Quando sono arrivato nel
2011 il progetto era già in corso,
è bello aver contribuito alla crescita del club. A Pistoia si sta bene, la società è seria, la qualità
della vita ottima. Americani e
italiani, non hanno proprio di
che lamentarsi. Siamo davvero
una grande famiglia: sarebbe la
classica frase standard, però qui
lo si mette in pratica, tutti ci diamo sempre una mano, è questa
la differenza».
Strani i casi della vita: da matricola «in sordina» Pistoia dal
è in difficoltà, le società piccole
vanno avanti a fatica, nei campionati minori ogni anno ne spariscono a decine, mentre invece
il progetto della Lnp con Gold e
Silver è interessante. Bisogna copiare quello che fa la Spagna. E
agire invece di parlare e litigare».
prossimo anno, con l’uscita di
scena di Siena dalla A, si troverà
catapultata ad essere il faro della Toscana.
«Sì, dispiace per Siena, club
con cui tra l’altro ho vinto il loro
primo scudetto della storia, ma
sarà proprio così. Bisognerà
prenderlo come stimolo per continuare a crescere a piccoli passi,
anche se fare meglio dell’ingresso nei playoff appare difficile.
Sono giunti inattesi, nessuno se
l’aspettava fino a un paio di mesi
fa, quindi direi ancora più belli:
rappresentano un po’ il nostro
scudetto e una degna chiusura
per me».
«
Ha pensato a cosa fare da
grande?
«No, ora voglio solo finire i
playoff e staccare la spina. Tornerò a vivere tra la mia Udine e
Vignola, la città di mia moglie.
Resterò sicuramente nell’ambiente, al momento mi piace fare
qualcosa per i giovani, come lavorare con i camp e organizzare
giornate per loro».
Minucci?
La cosa positiva
è che non fosse
entrato ancora
in carica in Lega
Affrontare Milano nei quarti
cosa significa?
avvenimenti, con la «crisi» in Lega e l’arresto di Minucci?
«Sfidare la più forte di tutte,
quella che probabilmente vincerà lo scudetto. Ma non sarà una
passeggiata. Dovranno fare attenzione, la pressione può giocare sempre brutti scherzi».
«La cosa positiva forse è che
Minucci non fosse ancora entrato in carica come presidente. È
stato fatto un errore, non era il
momento ideale per eleggerlo.
Bisognava e bisogna trovare
un’idea comune, evitando di fare
scelte campanilistiche. Il basket
Giacomo
Galanda,
39 anni, a inizio
carriera è stato
negli Usa con
la Pocahontas
High School
CIAMILLO
Succede anche in America...
Rivers: «Derubati dagli arbitri»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MASSIMO LOPES PEGNA
NEW YORK
Questo non è un Paese
per chi ama lamentarsi. Chi
perde deve dare spiegazioni
tecniche, al massimo è autorizzato a imprecare sulla scarsa
fortuna di quella giornata. Mai
appellarsi alle ingiustizie arbitrali: giustificazioni e alibi sono banditi dal vocabolario dello sport Usa. Da queste parti,
Mourinho e Mazzarri sarebbero personaggi poco graditi.
Premesse obbligatorie per
spiegare la straordinarietà del
«Doc Rivers furioso» andato in
onda nel post-partita di ga-
ra-5, semifinali Ovest, dei suoi
Clippers contro Oklahoma City Thunder. Sconfitta pesante
(105-104), dopo che Los Angeles era a +13 a 4’13” dalla fine
e ancora + 7 a -49”. A innescare coach Rivers è stato un errore palese degli arbitri quando
mancavano 11”3: rimessa assegnata ai Thunder dopo che il
loro play Jackson aveva buttato fuori la palla, mentre Barnes
lo colpiva sulla mano. Il fallo
però non era stato fischiato, i
direttori di gara avevano dato
la rimessa a Oklahoma City
non modificandola dopo l’instant replay perché le immagini non erano in grado di chiarire completamente l’accaduto.
Furioso Allora Rivers aveva
scaricato il suo malumore: «La
palla era nostra. Lo hanno visto tutti. Credo che la morale
sia semplice: hanno notato il
fallo (che non è una situazione
modificabile con l’instant replay, n.d.r.) e per compensare
I giocatori dei
Clippers, a
sinistra coach
Rivers,
guardano sul
maxischermo
l’azione
incriminata AP
hanno lasciato palla ai nostri
avversari. Avevamo vinto e e
siamo stati derubati». Non è da
Rivers scaldarsi così, il tecnico
che in queste ultime due settimane, dopo il caso Sterling,
era riuscito a tenere i nervi a
posto. Ma c’era stato anche il
precedente in gara-1 della serie contro Golden State: stessa
Paul L’errore dei fischietti è
l’alibi della sconfitta, ma se i
Clippers sono ora a rischio eliminazione è per le tre incredibili sciocchezze di Chris Paul
negli ultimi 13” di partita, incluso un leggero tocco sul gomito di Westbrook su tiro da
tre. «Tutto ciò che è successo è
colpa mia», diceva affranto (17
punti ma 6/16) il play dei Clippers. E aggiungeva: «E’ la cosa
peggiore che mi sia mai successa nella mia vita di giocatore». Poi Rivers, passata la turbolenza, tornava lucido: «E’
stata una chiamata orribile,
ma so che gli arbitri sono persone oneste: dobbiamo solo incolpare noi stessi».
Nando Marino, presidente Enel CIAM
La Legabasket si sta
spaccando. La triade dei club
formata da Milano, Cantù e
Sassari che aveva lanciato e
sostenuto l’elezione di Ferdinando
Minucci, ha scelto nelle ultime ore
il candidato alternativo da portare
avanti in vista dell’incontro
informale di domenica e
dell’assemblea di lunedì a Milano:
è Nando Marino, presidente di
Brindisi. Ma stavolta i 14 voti (su
16) dell’elezione di Minucci dello
scorso febbraio non sembrano
esserci. Perché ci sono società
dissidenti, a cominciare da
Avellino che porta un nome forte
di una esperienza a 360° nel
basket da più di 30 anni come
Cecco Vescovi, che a Varese s’è
occupato con successo anche di
questioni economiche e di
marketing. Attorno al suo nome,
votabile anche da Bologna e
Roma contrari all’elezione di
Minucci, si stanno coagulando
altri club medio-piccoli.
La Polisportiva
alla Procura Fip
© RIPRODUZIONE RISERVATA
situazione a parti invertite. I
Clippers avevano perso e la
Nba aveva riconosciuto che gli
arbitri avessero correttamente
assegnato la rimessa ai Warriors sul 105-107 ammettendo
però lo sbaglio nel non fischiare fallo su Paul. Rivers non ha
dimenticato: «Furono costretti
a dare il possesso a Golden State nonostante avessero visto
che era stato commesso un fallo. Please, stavolta non voglio
nessun comunicato di scuse.
Ve lo posso già fare io: hanno
preso un abbaglio».
Le 3 big per Marino
La Lega si spacca
CASO MENS SANA
«Discorso complesso, il vero
problema è che vincere è sempre più difficile. Dico solo che
l’Italia ha disputato un Europeo in Slovenia stratosferico
per le reali possibilità. Pianigiani sta lavorando bene, diamogli tempo. Di sicuro, il simbolo dovrà essere Datome,
uno che a Detroit ha solo avuto
un’annata sfortunata, perché in
Nba ci può giocare eccome: lo
dimostrerà».
NBA OKLAHOMA CITY RIMONTA 7 PUNTI DI SVANTAGGIO IN 49”
Rimessa decisiva
ai Thunder per
compensare un
fallo non fischiato: i
Clippers esplodono
S
675 partite
in serie A
Giacomo
Galanda , 39
anni, 2.10, ha
debuttato 21
anni fa in serie
A e da allora ha
disputato 675
partite
realizzando
4891 punti.
Ha vinto tre
scudetti con tre
squadre
differenti
(Varese ‘99,
Fortitudo
Bologna 2000 e
Siena ‘04), ed è
stato
protagonista
della
promozione di
Pistoia in A.
Nazionale
4 medaglie
In 215 presenze
in azzurro,
Galanda ha fatto
parte dell’ultima
grande epopea
della nostra
Nazionale
vincendo un
oro, un argento
e un bronzo agli
Europei e
l’argento
olimpico ad
Atene 2004
Con la Nazionale ha vinto tanto: oro all’Europeo del 1999, argento all’Olimpiade del 2004 e all’Europeo del 1997, bronzo all’Europeo del 2003: da allora siamo
fermi...
GIACOMO GALANDA
ALA-PIVOT PISTOIA
Che idea si è fatto degli ultimi
4 Appunti
TRE VOLTE
TRICOLORE PER LA PRESIDENZA
4
I WIZARDS
DOMINANO
S
Per
l’associazione
giocatori,
LeBron James è
tra i big disposti
a boicottare la
stagione 201415 se i Clippers
fossero ancora
di Sterling.
EST
Semifinali
gara-5:
IndianaWashington 79102 (West 17;
Gortat 33): serie
3-2 Indiana.
Nella notte:
gara-5 MiamiBrooklyn (3-1).
OVEST
Semifinali
gara-5:
Oklahoma CityLA Clippers 105104 (Westbrook
38; Griffin 24:
serie 3-2).
Nella notte:
San AntonioPortland (3-1)
Il presidente della
polisportiva Mens Sana Siena,
Piero Ricci, è stato ascoltato ieri
dalla procura Federale della Fip in
merito alla messa in liquidazione
della sezione basket. Il liquidatore
Egidio Bianchi era già stato
ascoltato nell’ambito dell’inchiesta
che la Federazione aveva istruito
dopo il crac della Mps. Intanto
l’incontro tra i tifosi e il Sindaco di
Siena, Bruno Valentini, ha portato
a un comunicato nel quale si
manifesta la volontà di «ripartire
dal basso e puliti» come opzione
possibile dalla Dnb. In realtà
Bianchi e Ricci stanno cercando
risorse per un declassamento
meno doloroso, in Gold o Silver.
ALLENATORI Avellino, dopo la
stagione difficile, riparte da Frank
Vitucci e dal g.m. Nevola. Si
interrompe, invece, il rapporto tra
Zare Markovski e la Reyer Venezia.
PLAYOFF LNP GOLD
Verona avanza
Veroli ko in volata
La Tezenis Verona è la
quarta semifinalista della Lnp
Gold. Ieri, in gara-5 dei quarti, ha
superato la Gzc Veroli 95-89 dopo
un supplementare (Boscagin 22,
Taylor 20, Smith 15; Sanders 28,
Samuels 22) vincendo la serie 32. Le semifinali tra Trento e
Manital Torino partono sabato,
oggi il calendario di Upea Capo
d’Orlando-Tezenis Verona.
ITALIANI IN CALO Un brutto
dato quello diramato ieri dalla
Giba sulla percentuale di
minutaggio dei giocatori italiani in
serie A: dopo due campionati con
le nuove regole di eleggibilità,
l’utilizzo dei nostri giocatori è
sceso al 26.7% (contro il 68.6
degli stranieri) dal 29.9 del 201213. E’ il dato più basso delle ultime
tre stagioni: sono 21 i giocatori
italiani rimasti in campo almeno
15’.