www.gazzetta.it giovedì 15 maggio 2014 1,30 € REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 - TEL. 0262821 - REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 - TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO ITALIA anno 118 - Numero numero 113 Anno italia: 51575158585149 Assicurazioni & Previdenza Soluzioni semplici per proteggere bene la salute, la casa e il tenore di vita! e Vieni a scoprir su tri prodotti i nos p.it www.uniqagrou UNIQA Assicurazioni SpA - Milano - Aut. D.M. 5716 18/08/1966 (G.U. 217 01/09/1966) PANCA REVOLUT ON ? CONTE-JUVE E IL DOPO SEEDORF, CON MONTELLA, SPALLETTI E DONADONI IN ATTESA: SI PARTE DA QUI, MA A BALLARE È ADDIRITTURA MEZZA SERIE A AGNELLI CHIEDE UNA RISPOSTA IN TEMPI RAPIDI. OGGI SPALLETTI A MILANO: INCONTRERÀ GALLIANI? INTER: LA PARTITA CON MAZZARRI RIGUARDA I PROGRAMMI IL TIFOSO FERITO Nella stanza di Ciro «Guardate come mi hanno ridotto» In Rianimazione al Gemelli col ragazzo napoletano. I timori della mamma: «Non muove le gambe, non le sente proprio» 3 Ciro Esposito, 29 anni CATAPANO A PAGINA 13 EUROPA LEAGUE Il Siviglia sorride solo dopo i rigori È dominio Spagna Aspettando Real-Atletico in Champions assegnato il primo trofeo continentale Maledizione Benfica: ottava finale persa 3 I giocatori del Siviglia festeggiano il successo ACTION IMAGES ARCHETTI, DI FEO PAG. 17, COMMENTO DE CALO’ PAG. 19 NAZIONALE 1 IL CANNONIERE DEL VERONA Toni e le scelte di Prandelli «Sorpreso dal taglio del Gila» BREGA A PAGINA 14 NAZIONALE 2 LA PUNTA DEL TORO E IL MERCATO Immobile chiede serenità «In Brasile col futuro deciso» BRAMARDO A PAGINA 14 3 Da sinistra: Roberto Donadoni (Parma), Luciano Spalletti (ex Zenit), Walter Mazzarri (Inter), Vincenzo Montella (Fiorentina), Antonio Conte (Juve) e Clarence Seedorf (Milan) Fiorentina in ansia per il suo tecnico. Samp e Mihajlovic potrebbero annunciare il nuovo accordo. La Lazio deve decidere se andare avanti con Reja. Udinese: rebus Guidolin. Chievo e Sassuolo trattano le conferme di Corini e Di Francesco. Il Bologna pensa a Zeman IL CASO PER IL FURTO DEL TELEFONINO Balotelli, altra lite notturna Ma stava inseguendo un ladro BOCCI A PAGINA 8 DI CHIARA, GRIMALDI, LAUDISA, LONGHI, TOSI DA PAGINA 2 A PAGINA 5 CICLISMO A VIGGIANO STOCCATA DEL LIVORNESE SU EVANS. MATTHEWS IN ROSA Ulissi, finalmente Italia al Giro Il vincitore: «Sì, l’avevo studiata». Cassani: «Diego mi ricorda Argentin». Oggi arrivo in salita a Montecassino F.1 IL TEST FATTO DA ROSBERG TENNIS GLI INTERNAZIONALI ALLIEVI, PERNA PAGINE 19-31 DA PAGINA 36 A PAGINA 40 Sempre in contatto con la tua energia 40 5 1 5> Un nuovo scarico Schiavone, Errani per fare più rumore e Pennetta ci sono ma è già bocciato Federer, ciao Roma 3 Diego Ulissi, 24 anni BETTINI 9 771120 506000 DA PAGINA 22 A PAGINA 29 IL ROMPI PALLONE DI GENE GNOCCHI w Ilaria D’Amico raggiante dopo la notte con Buffon: «Ci siamo scambiati i decoder di fidanzamento». Con Axpo tieni sotto controllo i tuoi consumi di luce e gas. 3 Nico Rosberg, 28 anni AFP 3 Roger Federer, 32 anni AFP Attiva il contatto su axpo.com 2 LA GAZZETTA DELLO SPORT PRIMO PIANO GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 italia: 51575158585149 ATALANTA la situazione Chi va, chi resta, chi aspetta Via al balletto delle panchine Mancano solo 90 minuti alla fine del = campionato ma per le società è già tempo di fare i conti con la prossima stagione. In questo grafico abbiamo riassunto la situazione delle 20 panchine dell’attuale Serie A (comprese Bologna, Catania e Livorno, già retrocesse in Serie B) con l’aggiunta del Palermo, che ha conquistato la promozione matematica nella massima serie con cinque giornate di anticipo. Al momento sono solo sette le certezze: gli allenatori che hanno la sicurezza di rimanere al loro posto sono Colantuono (Atalanta), Gasperini (Genoa), Benitez (Napoli), Iachini (neopromosso col Palermo dalla B), Garcia (Roma), Ventura (Torino) e Mandorlini (Verona). Altri invece sono a un passo dal rinnovo, come ad esempio Mihajlovic con la Sampdoria (oggi è attesa l’ufficialità) e Reja con la Lazio. Per tutti gli altri, per i tecnici che hanno contratti lunghi e ancora validi, o hanno ricevuto la fiducia dai rispettivi club, o ancora hanno dichiarato amore eterno alla propria società, i giochi sono assolutamente aperti. Un intreccio che coinvolge molte delle big del campionato (Juventus, Inter, Milan su tutte), una trama fluida e destinata ad arricchirsi col passare delle ore di numerosi colpi di scena. BOLOGNA Colantuono 100% CAGLIARI Drago Pioli 10% 35% Altri 15% Zeman D.Rossi Maran Corini 50% 40% 30% 20% ! ? COLANTUONO ? BALLARDINI PULGA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il grande CARLO LAUDISA @carlolaudisa MILANO Sono i giorni dei misteri. Intorno alle maggiori panchine italiane c’è un’aria più frizzante del solito e tutti gli interrogativi partono da Torino, dalla contesa tra Antonio Conte e la sua Juventus. Andrea Agnelli sa bene che questa pagina va girata in fretta, per non lasciare aperte ferite che in prospettiva rischiano di diventare pericolose. Così l’incertezza di queste ore dà implicito spazio alle mille voci sul suo eventuale successore. Gli intrecci In tal modo al romanzo del campionato che verrà s’aggiunge un capitolo nel tipico stile del giallo. Cosa c’è dietro le lamentazioni di Vincenzo Montella? I primi indizi portavano ad un interesse del Milan, ma s’è ben presto capito che il club di Berlusconi non ha mai avuto l’idea di pagare la clausola di 6 milioni necessaria per strapparlo alla Fiorenti- tà a dare all’allenatore le garanzie tecniche per un’altra stagione ambiziosa. Resta, però, un alone di indeterminatezza. E l’attesa cresce, magari aspettando una presa di posizione del club. Visto dal versante del Milan questo finale di stagione non è meno complicato. Il verdetto Tra Arcore e Milanello s’è consumato un divorzio rumoroso. Silvio Berlusconi in poco più di tre mesi ha sconfessato la sua scelta di fine gennaio e ha deciso di congedare l’autarchico Clarence Seedorf. Le bordate del presidente valgono più di una lettera di licenziamento. E Adriano Galliani s’è già mosso per scegliere l’erede. L’emergente Pippo Inzaghi è stato il primo candidato, ma la proprietà non vuole dargli eccessive responsabilità nell’immediato. Ragion per cui sta prevalendo l’idea di affidarsi a un tecnico esperto. Nell’identikit c’è spazio per Roberto Donadoni, affidabile ex rossonero. Ma molti indizi portano a Luciano Spalletti che sta trattando la risoluzione con lo Zenit. Oggi il tecnico di Certaldo rientra in Italia, è previsto anche un suo blitz a Milano. Gli interessati, però, smentiscono che ci sia un appuntamento. Staremo a vedere. È più importante capire che l’aggancio è possibile solo se ci saranno i termini per un’intesa economica. Il Milan ha problemi di budget, visto che Seedorf è a libro paga per altre due stagioni. E se il club russo non compartecipa all’uscita di Spalletti... E ciò spiega perché in via Aldo Rossi non hanno fretta di dare annunci. Servono settimane per sistemare queste faccende: sia in entrata sia in uscita. TUTTO PARTE DAL REBUS CONTE MONTELLA: FIRENZE IN ANSIA MILAN-SPALLETTI SERVE TEMPO Incertezza per molti tecnici. Per i rossoneri è in corsa Donadoni E anche l’Inter deve rassicurare Mazzarri na. Allontanatosi il nuvolone rossonero, ora è la volta di quello bianconero. Forse ancor più pericoloso se è vero che il presidente juventino ha messo il tecnico viola in cima alla sua hit per l’eventuale dopo-Conte. La strettoia Ma anche questa strada è stretta: quanto meno nei tempi. Giorno più, giorno meno, la finestra per l’Aeroplanino si chiuderà entro una decina di giorni. E non è semplice chiudere una pratica del genere così velocemente. Senza sottovalutare gli effetti politici tra due società da sempre rivali. Tutte insidie che in corso Galileo Ferraris conoscono bene. Anche per questo motivo la famiglia Della Valle vive con relativa tranquillità questo delicato frangente. Non manca certo l’elettricità in casa viola, ma c’è tutta la disponibili- Interrogativi Anche Erick Thohir ha i suoi pensieri. L’Inter chiuderà con una qualificazione in Europa League che soddisfa l’ambiente, ma ora c’è da disegnare il futuro. E anche Walter Mazzarri ha detto chiaro e tondo che vuole rassicurazioni adeguate. Sia in termini tecnici che di contratto. L’appuntamento con il presidente indonesiano è a fine mese. Il barometro nerazzurro tende al sereno, ma il rischio è che le prossime settimane portino delle tensioni che ora si avvertono appena. La prova è che per la panchina interista non si registrano sussurri sui nomi di eventuali sostituti. Tuttavia la dialettica sarà utile per sviscerare in tempo i problemi ed evitare pericolosi colpi di coda. La considerazione vale per tutti. Perché il mercato dei calciatori è ormai all’orizzonte e le difficoltà maggiori (per tutti) arriveranno più avanti. Quando si toccheranno con mano tutte le criticità di un’estate ricca di aspettative e povera di denari. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 I NUMERI 6 i milioni della clausula di rescissione da pagare alla Fiorentina per strapparle Vincenzo Montella. IL GI AL CONTE IA IL G L’allenatore della Primavera rossonera aspetta la chiamata del Milan per sapere cosa accadrà nelle prossime settimane LO A LLE RI ALL LLO ENA TOR I 304 3 PPO F I L IA G H I INZ INZAGHI IL GI AL N AT O ANTO C O N TN I O E Il tecnico è dubbioso sul suo futuro, ma la Juve stringe i tempi e cerca di raggiungere un accordo entro la prossima settimana 2,5 milioni di euro netti all’anno: è lo stipendio che prende attualmente al Milan Clarence Seedorf, il cui contratto scade il 30 giugno 2016. LO A LLE N AT O RI 3043 WA M A Z LT E R ZARR I MAZZARRI Ha un altro anno di contratto, ma vuole fare chiarezza con l’Inter: a fine mese incontrerà il presidente Thohir IL G GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 3 LA GAZZETTA DELLO SPORT italia: 51575158585149 CATANIA CHIEVO Nicola FIORENTINA GENOA INTER 5% Pioli 35% Di Carlo Corini 10% 70% Pellegrino Stramaccioni 35% Montella 70% Donadoni 15% ? ? PELLEGRINO CORINI Altri 10% 30% Rastelli 30% JUVENTUS Altri 20% ? Gasperini Mazzarri Conte Montella 100% 80% 60% 30% ! ? MONTELLA GASPERINI MAZZARRI ? CONTE GDS Mistero ? 30 3043 GI IL L AL MONTELLA Le sue esternazioni hanno creato scompiglio nell’ambiente viola. Agnelli lo segue: la clausola di rescissione sta per scadere 304 IA ALL LLO ENA TOR O AL LE N O AT 43 DAL NOSTRO INVIATO SPALLETTI RI E’ legato per un altro anno con lo Zenit e sta lavorando per liberarsi. Il Milan lo segue da tempo, piace anche alla Juve O A NT T I CI LU LLE A SP IL GI ALLO ALLE N AT O RI MIRKO GRAZIANO TORINO Siamo alle mosse decisive nella partita a scacchi fra Conte e la Juventus. La pazienza va esaurendosi in corso Galileo Ferraris, dove il silenzio di Andrea Agnelli comincia oltretutto a farsi assordante. Tempo scaduto: ora il club pretende che il tecnico leccese chiarisca le proprie intenzioni non oltre lunedì sera, «quando di fatto daremo il via alla stagione 2014-2015», trapela dalla sede bianconera. Nel frattempo, va detto, Conte resta convinto di essere lui creditore di una risposta. Lo scossone Ma nelle ultime ore lo scossone lo avrebbe in effetti dato la Juventus, con l’intenzione di «stanare» definitivamente il tecnico. Chiaramente impraticabile la strada di un mercato da 120 milioni per azzerare il gap con le corazzate europee, Marotta ha di fatto bocciato per quest’anno anche la linea del ribaltone (ricambio di 10-12 giocatori, con molti giovani in gruppo), ritenendola poco conveniente, a maggior ragione alla luce dei conti inter- 3043 VINC MON ENZO TELL A Diceva il leccese: «Ho esternato i miei pensieri sotto ogni punto di vista. Il club, dunque, non è impreparato, ha potuto metabolizzare la situazione. I cicli vincenti durano al massimo tre anni, poi bisogna ripartire con un nuovo progetto. Dopo un periodo così straordinario, in cui porti a casa sempre lo scudetto, anche solo per una questione statistica può capitare di bucare una stagione, e io non vorrei passare in poco tempo da eroe a stupido. Pensate a cosa è successo dopo il Benfica: ho subito un vero e proprio massacro mediatico. Qui l’asticella si è alzata, l’anno prossimo la gente ci chiederà la Champions, e noi non siamo pronti con questa rosa». Distensione allo Juve stadium? I giochi restano apertissimi, ma ormai siamo davvero al dentro o fuori: in corso Galileo Ferraris si aspettano un sì o le dimissioni da parte di Antonio Conte. I contatti sono comunque continui, la diplomazia (in particolare l’amministratore delegato Beppe Marotta) è al lavoro da qualche giorno, anche per ricucire gli inevitabili piccoli strappi delle ultime settimane. In questo senso, appare però confortante il tono amichevole con il quale Agnelli e Conte hanno chiacchierato ieri sera allo Juventus Stadium, durante la finale di Europa League. Una specie di summit a favore di telecamere, sicuramente un segnale di distensione importante, abbastanza significativo. INTRIGO-JUVE ALLO STADIUM PRIME PROVE D’INTESA TRA IL TECNICO E AGNELLI 3 I O ERT I R O BA D O N DON DONADONI Sta facendo molto bene al Parma ed è tra i candidati per il dopo Seedorf, ma ora tutto dipende da Berlusconi Sono ancora molti i problemi da risolvere, soprattutto per i rinforzi. Il club ha fretta, attende una risposta per lunedì medi approvati martedì sera dal CdA: in pratica, l’esercizio al 30 giugno potrebbe chiudere con un deficit di 35-40 milioni, mica noccioline. Detto questo, la Juve vuole fortemente continuare con il leccese, ed è pronta a proporre un rinnovo del contratto fino al 2017: ingaggio annuo da 4 milioni più bonus a stagione. A livello di mercato, verrà fatto il meglio possibile, seguendo la strategia della scorsa estate, con un paio di innesti di qualità all’interno di una rosa considerata comunque ancora competitiva. La «rivoluzione» potrà avere invece luogo solo a partire dal 2015, quando ci sarà un incremento del fatturato, con l’ingresso del nuovo sponsor tecnico e il nuovo ciclo dei diritti tv. In questo momento storico della società, di più non possono offrire in corso Galileo Ferraris. Basterà a Conte? Terremoto Già, perché le esternazioni post Roma di Conte non avevano lasciato del tutto indifferente il presidente bianconero. Quelle parole, in effetti, hanno scatenato un piccolo terremoto nel pianeta Juve: dai classici bar al mondo del web, inizia a farsi consistente la «pericolosa» contrapposizione fra chi sta con il tecnico e chi invece spinge il club a voltare pagina. Due partiti che indirettamente rischiano di rovinare la festa-scudetto di domenica pomeriggio. Più in generale, in ogni modo, alla società dà fastidio che il clima creatosi in seguito allo sfogo del Mou italiano abbia finito per offuscare sui vari media il terzo scudetto consecutivo, straordinaria impresa riuscita solo negli Anni 30 ai bianconeri. Potenziali alternative a Conte? Zero contatti ufficiali, ma crescono le azioni di Montella, con Mancini, Spalletti e Allegri a ruota: più indietro Zidane ed Emery. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 I NUMERI 5 i trofei vinti da allenatore da Antonio Conte, tutti con la Juventus: 3 scudetti (201112, 2012-13 e 2013-14) e due Supercoppe italiane (2012 e 2013). 4 le squadre allenate dal tecnico leccese prima di arrivare alla Juve: Arezzo, Bari, Atalanta e Siena. 4 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 PRIMO PIANO LAZIO italia: 51575158585149 LIVORNO MILAN Montella Mihajlovic 10% 5% Inzaghi NAPOLI PALERMO PARMA Inzaghi 30% 20% Reja Yakin Lucarelli 80% 15% 50% ? REJA Zavettieri 50% Spalletti 50% ? NICOLA Donadoni Benitez Iachini Donadoni 20% 100% 100% 70% ? Lotito ripensa al vecchio pallino Yakin, già contattato lo scorso anno. L’Udinese è in attesa delle decisioni di Guidolin FILIPPO DI CHIARA FILIPPO GRIMALDI Un nuovo capitolo L’accordo stipulato il 20 novembre scorso fra il presidente Garrone e l’ex tecnico della nazionale serba prevedeva il rinnovo automatico del contratto in caso di salvezza dei blucerchiati. Sinisa è riuscito nell’impresa (e con largo anticipo), a dispetto di una situazione ini- Sinisa Mihajlovic, 45 anni, prima stagione alla Sampdoria LAPRESSE Al Sassuolo la posizione di Di Francesco è da valutare: piace anche Pioli ! SEEDORF Mihajlovic e la Samp: oggi arriva l’accordo Lazio-Reja: si decide Il mosaico delle panchine per il campionato che verrà inizia a prendere forma. Oggi, salvo clamorosi colpi di scena, dovrebbe andare a posto il tassello sampdoriano, con la riconferma di Sinisa Mihajlovic anche per la prossima stagione. Nelle ultime ore, a Corte Lambruschini sono passati da qualche ragionevole dubbio alle mezze certezze. La fumata bianca è attesa per oggi pomeriggio, visto che in mattinata il tecnico guiderà l’allenamento. Mihajlovic aveva assicurato che avrebbe sciolto ogni riserva entro oggi, visto che fra l’altro domani la squadra partirà per Udine. ! ziale preoccupante. Ma, perché il matrimonio fra le parti fosse ufficialmente valido serviva anche il sì del tecnico. L’idea di Mihajlovic era chiara: mantenendo la Sampdoria in A, aveva saldato una sorta di debito d’onore con il club che nel ‘94, in uno dei momenti più difficili della sua vita (e della sua carriera) lo accolse in Italia. Per l’anno venturo, però, voleva qualche garanzia in più, soprattutto che gli permettesse di alzare il livello ? BENITEZ qualitativo della squadra (in attesa, un giorno, di approdare all’Inter o alla Lazio, i suoi sogni per il futuro. Ed evidentemente, adesso, Sinisa ha avuto le certezze che si aspettava. Punto Lazio All’interno della società è in atto una riflessione per decidere se aprire un nuovo ciclo con Reja (sotto contratto fino al 2015) o se voltare pagina e puntare su un altro allenatore. In tal caso i candidati sarebbe innanzitutto lo svizzero Yakin (Basilea), già contattato lo scorso inverno, mentre ha preso quota la candidatura Mihajlovic, la cui imminente firma per la Samp vanifica però ogni discorso. E comunque la sensazione è che Lotito non abbia alcuna intenzione di scaricare Reja, con cui ha un legame fortissimo. Le altre Al Sassuolo la posizione di Eusebio Di Francesco nonostante la salvezza è da valutare: nei prossimi giorni la società e l’allenatore si incontreranno, Pioli è un profilo che piace. A Udine tutto è legato al rebus Guidolin: il club di Pozzo in attesa che l’attuale tecnico sciolga le riserve sul futuro e sta iniziando a pensare a delle alternative. A Verona, sponda Hellas, per il rinnovo di Mandorlini ormai manca solamente l’ufficialità: presto è attesa la fumata bianca con un rinnovo annuale. Infine il Parma, in caso di addio a Donadoni, potrebbe puntare su Pippo Inzaghi. © RIPRODUZIONE RISERVATA sede ufficiale ritiro estivo f.c. internazionale IACHINI 4 LA SCHEDA S L’ultima sua squadra E’ stata la Roma Zdenek Zeman è nato a Praga il 12 maggio 1947. In Italia ha allenato numerose squadre, l’ultima è stata la Roma dalla quale è stato esonerato nel febbraio 2013 DONADONI BOLOGNA LA RETROCESSA Guaraldi, che idea Prendere Zeman e non vendere ANDREA TOSI BOLOGNA Dopo la retrocessione, le scuse e l’apertura di Albano Guaraldi al socio-nemico Massimo Zanetti, sono cominciate le grandi manovre per costruire il Bologna in serie B. A breve i conti del club saranno setacciati da Luca Baraldi e Stefano Trombetti, gli uomini fidati di Mister Segafredo, mentre l’altro ieri Guaraldi ha incontrato a Roma il suo candidato per la panchina, ovvero Zdenek Zeman. L’attuale presidente rossoblù punta sul tecnico boemo per rilanciare la squadra, questa ipotesi sarebbe funzionale alla permanenza di Guaraldi che col gioco spumeggiante di Zeman vorrebbe riconquistare la piazza. I piani per il futuro sono due. Il piano A è quello del cambio di proprietà nelle mani di Zanetti. Ieri il re del caffè, sponsor della Nazionale, è volato in Asia per motivi di lavoro, al suo ritorno confida di conoscere i numeri del Bologna. Guaraldi sarebbe pronto a passare la mano a fronte di un aumento di capitale, stimato sui 10 milioni, interamente sottoscritto da Zanetti (c’è già stato un contatto tra i due) che, con Baraldi d.g., potrebbe riportare Fabrizio Salvatori come d.s., invece per la panchina piacciono Delio Rossi e Massimo Drago del Crotone. Il piano B è quello di Guaraldi con Zeman che verrebbe a Bologna insieme all’avvocato napoletano Filippo Fusco nel ruolo di uomo mercato. Fusco è un profondo conoscitore del calcio sudamericano e ha lavorato per portare Llorente e Osvaldo alla Juve, © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 5 italia: 51575158585149 ROMA SAMPDORIA SASSUOLO UDINESE Stramaccioni Di Francesco TORINO Pioli Di Carlo 10% 10% 15% 5% VERONA Reja 10% Garcia Mihajlovic Di Francesco 100% 90% 70% ! ? GARCIA MIHAJLOVIC Pioli Ventura Guidolin 20% 100% 60% ? Maran 10% ! ? DI FRANCESCO VENTURA Mandorlini 100% ! GUIDOLIN MANDORLINI GDS d l’intervista EUGENIO CORINI HA DETTO Dopo la seconda impresa di fila, pensa a un futuro meno faticoso: «Vorrei cominciare a lavorare dal ritiro». «Non è vero che giochiamo male, ma a volte conta più l’equilibrio» Battuto il Cagliari e conquistata la salvezza, ha detto: «Non era il momento di fare un calcio spensierato». Spazzati via i residui sensi di colpa, ora Eugenio Corini non ci sta a passare per l’allenatore che pensa solo al risultato e fa giocare male gli altri. Il Chievo ha dato spettacolo? «In certi momenti, sì. Col Livorno e col Bologna, per esempio. Oppure a Firenze dove abbiamo perso senza sfigurare. Perché le nostre sconfitte non sono mai state pesanti. E poi andate a rivedervi il gol di Thereau al Torino: un’azione cominciata dalla nostra area, 6-7 passaggi di prima. Straordinario». Il Sassuolo zemaniano, il Chievo che cerca l’equilibrio: due modi diversi per arrivare allo stesso obiettivo. «Vero, ma attenzione a non generalizzare, le situazioni vanno sempre contestualizzate. Di Francesco ha una squadra che cresciuta con il 4-3-3, ha SASSUOLO Hetemaj finto trequartista. «Lui farebbe bene anche il terzino». Thereau finto centravanti. «Un giocatore di grande intelligenza, ha capito come muoversi in certe partite». Specialista in emergenze «Il Chievo mi chiama io lo faccio restare in A» GUGLIELMO LONGHI stiche dei singoli alle mie idee». potuto lavorare con gli stessi giocatori per due anni interi». E invece cosa è successo a Corini? «E’ subentrato per due campionati di fila e ha centrato l’obiettivo. Per questo non si può fare un paragone con il Sassuolo». Si aspettava la salvezza con una giornata d’anticipo? «No, le tre sconfitte di fila pesavano moltissimo anche se col Sassuolo non meritavamo, con la Samp eravamo salvi a 9 minuti dalla fine e col Toro ci ha penalizzato un autogol». La difficoltà di arrivare a campionato in corso per la seconda volta consecutiva? «Bisogna ottimizzare i tempi e capire dove intervenire. La squadra era partita malissimo facendo 6 punti in 12 partite, era stata costruita da un altro allenatore e secondo un altro tipo di gioco (il 4-4-2 di Sannino, ndr), io ho cercato di adattare le caratteri- Ma cosa fa il finto centravanti? S Sul futuro «Ho avuto il contratto prolungato, parlerò con la società (nella foto il d.s. Sartori): mi piace sempre condividere un porgetto» «Non è l’attaccante classico, alla Gilardino o Toni. Lui entra ed esce dall’area, attacca la profondità, viene incontro al pallone». Pellissier è rimasto ai margini... «E’ stato comunque importante: è vero, ha giocato poche partite da titolare, ma è sempre un punto di riferimento». Perché la quota salvezza è crollata? «La colpa è di Torino e Parma che hanno fatto molti punti provocando una frattura con la parte bassa della classifica. Ma ogni campionato fa storia a sé: chi parte per salvarsi, deve avere comunque l’imperativo dei 40 punti». La partita più importante? Eugenio Corini, 43 anni LAPRESSE «Quella del mio debutto di novembre: il derby dell’andata, la prima di 3 vittorie di fila» Il Verona è stata la grande sorpresa. «Una neopromossa che sfiora l’Europa: Mandorlini ha fatto un ottimo lavoro». Lei ha sempre detto: “A Chievo mi sento a casa”. Quindi resta… «La prossima settimana mi incontrerò con la società». Ha qualche dubbio? «No, con la salvezza è arrivato il prolungamento del contratto, ma io cerco sempre di condividere un progetto». L’anno scorso non andò così: niente accordo dopo la salvezza. «L’anno scorso non c’era il contratto». Cosa servirà per soffrire di meno? «Una cosa semplice: cominciare a lavorare con la squadra fin dal ritiro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Premio salvezza anche al Male con 5 k.o. su 5 SASSUOLO (a.to) Il premio salvezza all’allenatore esonerato. Così il Sassuolo gratifica Alberto Malesani, subentrato e licenziato dopo 5 k.o. in cinque partite. «Il premio salvezza è una clausola contrattuale che abbiamo stipulato con tutti i nostri tecnici e giocatori - spiega il d.g, Bonato - e pertanto spetta anche a Malesani che ha avuto la sfortuna di subentrare mentre ribaltavamo la squadra sul mercato davanti ad un calendario durissimo. Alberto non è riuscito a ribaltare il trend negativo». Da parte sua Malesani ringrazia: «Il Sassuolo è un club straordinario per correttezza ed organizzazione. Con questo gesto molto raro, dimostra di avere riconosciuto il mio lavoro anche se non ho portato punti . Sono arrivato con tanti nuovi da inserire che avevano bisogno di mettere minuti nelle gambe, li ho mandati in campo rischiando sulla mia pelle e i risultati mi hanno penalizzato ma ho il piccolo merito di avere consegnato all’ottimo Di Francesco una squadra viva. Sono contento che il Sassuolo si sia salvato. Voglio smentire la voce di un mio cattivo rapporto con Berardi. Lo considero un campioncino ma in quel momento non era in grande forma e perciò ho dovuto chiamarlo in panchina» © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 italia: 51575158585149 4 Lulic-Juve quasi ok QUEL GOL ALLA ROMA S 1986 Nasce a Mostar Senad Lulic nasce a Mostar (attuale Bosnia) il 18 gennaio ’86 2003 Il debutto da pro Nel 2003-04 debutta in Svizzera con il Coira. Poi passa al Bellinzona (2006-08), al Grasshoppers (2008-10) e Young Boys (2010-11) 2011 L’arrivo in Italia Sbarca in Italia nell’estate 2011. Il 26 maggio 2013: segna il gol decisivo nella finale di Coppa Italia contro la Roma Per la Lazio pronti Isla e Quagliarella In Bosnia assicurano che le visite saranno lunedì Le due società lavorano per trovare un’intesa rapida STEFANO CIERI ROMA Lulic alla Juve. In Bosnia la danno per fatta. In Italia frenano i diretti interessati (l’entourage del calciatore, la Lazio, la Juve), ma la sensazione è che l’affare sia in dirittura d’arrivo e dalla prossima stagione Lulic indosserà la maglia bianconera. Tutto fatto? Il fulmine (non a ciel sereno, perché di Lulic in orbita Juve si parla da settimane) arriva nel pomeriggio di ieri. Quando il sito bosniaco Sport.ba annuncia che il passaggio dell’esterno della Lazio alla Juve è un affare fatto. Con tanto di cifre: 15 milioni al club romano e un contratto di quattro anni a 2 milioni netti a stagione per il giocatore. Il sito bosniaco va oltre, rivelando che lunedì Lulic sarà a Torino per le visite mediche e che per questo motivo raggiungerà il ritiro della nazionale solo mercoledì prossimo. Una circostanza, Lotito valuta 15 milioni l’esterno ed è interessato anche a Ogbonna e Giovinco quest’ultima, che pare in effetti essere un’indiretta conferma che qualcosa tra lunedì e martedì potrebbe accadere. Il c.t. bosniaco Susic, infatti, aveva chiesto alla Lazio di poter avere a disposizione Lulic già in questi giorni (il ritiro pre-mondiale della Bosnia inizia oggi). Il club romano si era detto possibilista nel caso in cui non fosse stato più in corsa per l’Europa League. Situazione che si è poi verificata, ma ciò nonostante di un permesso a Lulic non si è più parlato, tanto che il giocatore sarà in campo domenica nel match col Bologna. E raggiungerà i compagni di nazionale soltanto mercoledì. Lavori in corso Tutto fatto, quindi? No, a sentire Vinovo e Buffon e la Seredova Gigi e Alena insieme allo stadio Siedono lontani, poi lei va via Quasi a voler mettere a tacere le voci riguardanti la rottura, ieri sera Gigi Buffon e Alena Seredova erano con i figli a vedere la finale di Europa League allo Juventus Stadium. Ma i due siedono distanti e la Seredova a un certo punto si alza e se ne va... LIVERANI Formello, ossia i quartier generali dei due club interessati. Tanto alla Juve quanto alla lazio smentiscono che l’affare sia stato chiuso e ancor di più che il giocatore sarà a Torino per le visite mediche. Nessuno nega però che Lulic è un obiettivo dei bianconeri (a prescindere dalla permanenza di Conte) e che la Lazio consideri cedibile il giocatore. Tra l’entourage di Lulic e la Juve, peraltro, c’è già stato qualcosa di molto più concreto di un contatto, che ha portato a un’intesa di massima su quello che sarà il contratto del giocatore quando l’affare andrà in porto (e in questo senso i 2 milioni a stagione per quattro anni sono un’ipotesi molto concreta). Meno spedita procede invece la trattativa tra i due club, anche se contatti ci sono già stati, l’ultimo proprio ieri a Torino dove Lotito ha incontrato Agnelli a margine della finale di Europa League. Scambi in arrivo E’ verosimile che possa esserci stata un’accelerata nella trattativa, difficile però credere che la chiusura arrivi con le modalità indicate dal sito bosniaco: 15 milioni cash. I due club, infatti, trattano sulla base di una contropartita in parte economica e in parte tecnica. La Lazio ha indicato quattro giocatori: Quagliarella, Isla, Ogbonna e Giovinco. Difficili gli ultimi due, possibili i primi. Uno tra Quagliarella e Isla, magari in comproprietà, potrebbe quindi abbassare la valutazione di Lulic che, per la Lazio, si attesta in effetti sui 15 milioni di euro. Se ne parlerà. Ma la sensazione è che, anche se non sarà la prossima settimana, molto presto Lulic sarà un giocatore della Juve. FESTA SCUDETTO Tutto pronto per la sfilata di domenica ALBERTO MAURO VINOVO (Torino) È tutto pronto per la festa scudetto di domenica, il pullman scoperto è stato tirato a lucido per la terza passerella negli ultimi tre anni. La novità è che a bordo, oltre a tutti i giocatori (ad eccezione di Vidal, che andrà oggi in Cile per proseguire le cure in seguito all’operazione al menisco) ci saranno i tre trofei degli ultimi tre scudetti. Un triplete tutto italiano per la gioia dei tifosi, molti dei quali si ritroveranno alle 10 di mattina all’Air Palace di Leinì (dove sarà in ritiro la squadra) per un sit-in e una manifestazione a favore di Antonio Conte. Le incertezze sul futuro dell’allenatore non dovrebbero avere ripercussioni sulla festa. Il percorso della sfilata è leggermente ridotto rispetto agli anni scorsi, e anche l’affluenza dei tifosi bianconeri nelle vie del centro cittadino dovrebbe essere minore rispetto all’anno scorso e soprattutto rispetto al primo scudetto targato Conte. Partenza dalla centralissima Piazza Castello, poi passerella in via Po fino al capolinea in Piazza Vittorio Veneto. In serata brinderanno e festeggeranno i giocatori. Oggi ripresa degli allenamenti dopo tre giorni di riposo, alle 15 sgambata a Vinovo contro il Vicenza (Lega Pro Prima Divisione). © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta valida per immatricolazioni fino al 31/05/2014 per Ford Fiesta 3 porte 1.4 GPL 92CV a fronte di rottamazione o permuta di una vettura immatricolata entro il 31/12/2004 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei Ford Partner. 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Quattro anni fa noi francesi siamo rimasti un po’ male, ma adesso la squadra di Didier Deschamps è difficile da superare».In precedenza Platini si era soffermato sui temi arbitrali, in particolare sull’entrata in vigore dei due assistenti di porta: «Il sistema adottato da 35 delle 54 federazioni presenti in Europa funziona. Ho combattuto a lungo per ottenere gli arbitri addizionali di porta, prima per farla accettare agli arbitri poi perché se l’idea non è della Fi- i gol realizzati da Alessandro Del Piero con la maglia della Juve 705 le presenze dell’ex capitano con la maglia bianconera Michel Platini e Felipe di Spagna ieri sera allo Juventus Stadium EPA fa è sempre difficile approvarla. Il sistema dei cinque arbitri non è perfetto ma più occhi aiutano a sfiorare la perfezione. Non ritengo corretto utilizzare la tecnologia per un fuorigioco, sarebbe impossibile da gestire». Platini nel pomeriggio ha fatto visita al Museo del Grande Torino ed è stato accolto da Carla Maroso, vedova di Virgilio, il terzino del Grande Torino, e da Antonio Comi, un tempo avversario di Platini sul terreno di gioco, oggi direttore generale del Torino. Collina Intanto Pierluigi Collina ha tracciato un bilancio da designatore arbitrale Uefa sull’applicazione del “sistema”, oa così chiamato l’allargamento 5 arbitri: «Con dieci occhii tutta la zona di campo dove si svolge l’azione è coperta. La tripla sanzione, riaè gore, espulsione e squalifica nte ingiusta, sarebbe sufficiente tra un cartellino giallo. Un’altra orstortura si ha in caso di infortunio di un giocatore. Chi mcommette un fallo grave, amunmonito o meno, resta comuncaque in campo mentre il giocauatore infortunato lascia la squadra in dieci. E’ giusto se mai che esca dal campo anche chi il fallo lo commette fino al rientro del giocatore che sii è do sottoposto alle cure a bordo campo». © RIPRODUZIONE RISERVATA ATA G.B. OLIVERO MILANO Il fuso è stato smaltito in fretta, ormai Alessandro Del Piero è abituato. E’ sbarcato tre giorni fa in Italia di rientro da Sydney e dopo una breve vacanza a Los Angeles. Un giro lungo per chiudere un’avventura durata due anni. Ieri Del Piero era a Milano, in Piazza Affari, per partecipare all’appuntamento organizzato dalla Banca Generali nell’ambito della Giornata nazionale della previdenza. Vista la particolare location ha parlato di investimenti («Serve trovare la persona giusta per gestire i soldi guadagnati») e poi ha provato a dribblare le domande sul suo futuro concedendo solo qualcosa alla curiosità dei presenti: «Giocherò ancora e di sicuro non in Italia: non indosserò altre maglie che non siano quella della Juve. Mi piacerebbe un’esperienza negli Stati Uniti, ma anche il Giappone costituirebbe uno scenario interessant La mia scelta sarà determinata dall’amsante. piez del progetto: non deciderò solo in base piezza p al pallone». Del Piero, che durante il pranzo avev raccontato ai commensali che da piccolo aveva era stato vicino a un trasferimento all’Inter, spa dal Mondiale («L’Italia ha fatto un ottispazia m girone di qualificazione, vedremo cosa mo ac accadrà in Brasile ricordandoci che ci sono sem sempre gli outsider che sorprendono») all’Austral («Un’esperienza splendida sotto tutti i stralia punt di vista»), dal primo figlio Tobias («Gioca punti ca a calcio, ma ha le idee confuse: vuole stare in atta attacco e in porta, come capitava a me alla sua età età») alla situazione della Juve: «Mi ha sorpreso sapere che ci sono dei problemi tra la soc cietà e Conte. Magari tutto si risolverà come l’anno scorso. Faccio un grande in bocca al lupo a lui, alla Juve e anche a tutto il calcio italiano in generale. Mi sembra che ne a abbia bisogno...». Proprio tanto bisogno. © RIPRODUZIONE RISERVATA CLASSIFICA SQUADRE PUNTI JUVENTUS 99 ROMA 85 NAPOLI 75 FIORENTINA 64 INTER 60 TORINO 56 PARMA 55 MILAN 54 VERONA 54 LAZIO 53 ATALANTA 50 SAMPDORIA 44 UDINESE 43 GENOA 41 CAGLIARI 39 SASSUOLO 34 CHIEVO 33 CATANIA 29 BOLOGNA 29 LIVORNO 25 G 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 PARTITE V N 32 3 26 7 22 9 19 7 15 15 15 11 14 13 15 9 16 6 14 11 15 5 12 8 12 7 10 11 9 12 9 7 9 6 7 8 5 14 6 7 P 2 4 6 11 7 11 10 13 15 12 17 17 18 16 16 21 22 22 18 24 RETI F S 77 23 72 24 72 38 63 42 61 37 56 46 56 46 55 48 61 63 53 54 42 49 45 59 43 54 40 50 34 50 42 70 32 53 32 65 28 57 39 75 CHAMPIONS PRELIMINARI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONE PROSSIMO TURNO Sabato 17 maggio UDINESE-SAMPDORIA (0-3) Domenica 18 maggio, ore 20.45 GENOA-ROMA ore 15 (0-4) JUVENTUS-CAGLIARI ore 15 (4-1) CATANIA-ATALANTA ore 15 (1-2) CHIEVO-INTER (1-1) FIORENTINA-TORINO (0-0) LAZIO-BOLOGNA (0-0) MILAN-SASSUOLO (3-4) NAPOLI-VERONA (3-0) PARMA-LIVORNO (3-0) MARCATORI 22 RETI Immobile (Torino). 20 RETI Toni (3, Verona). 19 RETI Tevez (1, Juventus). 17 RETI Palacio (Inter); Higuain (5, Napoli). 16 RETI Berardi (6, Sassuolo). 15 RETI Rossi (5, Fiorentina); Llorente (Juventus); Paulinho (3, Livorno). 14 RETI Gilardino (4, Genoa); Balotelli (3, Milan); Callejon (Napoli). 13 RETI Denis (2, Atalanta); Paloschi (4, Chievo); Destro (Roma); Cerci (5, Torino); Di Natale (4, Udinese). 8 LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 italia: 51575158585149 PRIME MOSSE DI MERCATO IN VIA ALDO ROSSI LA NUOVA SEDE arrivato anche Mino Raiola, il super-agente che ha nel suo portfolio tanti milanisti, da Balotelli a Niang. Il motivo ufficiale della visita era la firma del primo contratto da professionista del terzino Cosimo La Ferrara, classe 1998. Si è parlato però anche del rinnovo di Ignazio Abate, dato fra i più inquieti nell’ultimo periodo, anche a causa del rapporto non eccezionale con Seedorf e del Mondiale che stava per sfumare (per ora Abate è nella lista azzurra). Fra i giocatori della scuderia Raiola in scadenza c’è anche Emanuelson, che spera di prolungare con i rossoneri, ma come altri colleghi dovrà attendere la fine della stagione. Solo dal 20 maggio in poi (il 19 sarà dedicato alla celebrazioni per la nuova casa Milan) si penserà a tempo pieno al mercato. E non saranno giorni facili. Via all’operazione Rami: l’offerta è di 3,5 milioni Bronzetti va a convincere il Valencia. Con Raiola si è parlato del futuro di Abate MILANO Il Milan cercherà di riscattare Adil Rami, ma non al prezzo richiesto dal Valencia, e ieri nella sede del club in via Aldo Rossi si è parlato a lungo della strategia da seguire per tenere il difensore franco-marocchino a un prezzo accettabile per le casse rossonere. Offerta L’amministratore delegato Adriano Galliani ha incontrato nel suo ufficio l’uomo che ha portato Rami in Italia, Ernesto Bronzetti, con il suo collaboratore Fabrizio De Vecchi. La chiacchierata con Bronzetti, uomo di molti contatti in Spagna, è stata lunga e amichevole, e all’agente e intermediario internazionale è stato dato il compito di portare nel fine settimana un’offerta al Valencia: tre milioni e mezzo per il riscatto di Rami. Il Milan potrà esercitare il diritto di riscatto entro il 19, per questo Bronzetti agirà prima di lunedì. Non sarà facile avere una risposta positiva, visto che nelle aspettative del club spagnolo c’era una cifra prati- camente doppia, ma Galliani aspetterà: sa che in questi casi soltanto la pazienza aiuta ad ottenere buoni risultati. Ancora incerto invece il riscatto dell’attaccante Taarabt, grande amico di Rami, arrivato dall’Inghilterra. Anche in questo caso si cercherà di chiudere l’affare per una cifra molto più bassa di quella immaginata dal Qpr, il club proprietario del cartellino del marocchino. La strategia del Milan comunque è chiara: Rami ha la priorità su Taarabt perché ha dimostrato, secondo i vertici rossoneri, di meritarsi una conferma in un settore difensivo che dovrà rinforzarsi. al.bo. Giovanissimi Ieri in sede è Adil Rami, 28 anni FORTE © RIPRODUZIONE RISERVATA Mario, ci risiamo Balotelli, caccia al ladro E finisce ancora in rissa... L’attaccante, derubato del telefonino, sarebbe stato protagonista di una notte agitata dopo l’ultimo derby ALESSANDRA BOCCI MILANO Rissoso, irascibile come Braccio di Ferro. E carissimo, aggiungerebbe probabilmente Silvio Berlusconi pensando al suo ingaggio. Ma anche bravissimo, bisogna ricordarlo, centro di gravità permanente dell’attacco del Milan. Una marea di aggettivi tutti giusti per Mario Balotelli, giocatore ridondante nel talento, nel fisico e negli atteggiamenti. C’è che il ragazzo è incline alle reazioni, ormai più fuori che in campo per la verità, e secondo il settimanale Diva e Donna si sarebbe trovato coinvolto un’altra volta in una rissa nella notte del dopo-derby. Stavolta non per festeggiare in un privé, ma per rincorrere un la- dro. E poi una cosa, si sa, tira l’altra. Furto Dunque, secondo la ricostruzione della rivista Balotelli stava uscendo con l’inseparabile Enoch, fresco convocato per il Mondiale alternativo con la Padania. Erano stati in discoteca, e mentre saliva in automobile Mario si è accorto di essere stato derubato del telefonino. Da lì sarebbe partita una caccia al ladro notturna finita con la classica scazzottata. Prima è stato Enoch a rincorrere il colpevole, un ragazzo di colore, poi i due sono stati raggiunti da Mario e via con i pugni. Qualcuno, racconta ancora il giornale, ha provato a fermare i duellanti, e sarebbe arrivata anche un’ambulanza: la ricostruzione è di alcuni clienti che stava- dio, quindi il Milan non ha commentato. D’altra parte, alle disavventure notturne di Balotelli ormai si sono abituati: Mario viene regolarmente segnalato qua e là, a discutere con la polizia o a picchiarsi magari per difendere Enoch. C’è chi attribuisce a questi comportamenti la volontà del Milan di cedere il giocatore a fine stagione, ma per la verità le ultime dichiarazioni ufficiali del club sulla sua stella sono sempre state rassicuranti. La solitudine della punta Che Mario Balotelli, 23 anni, seconda stagione con la maglia del Milan REUTERS Lunga serata per festeggiare, poi l’inconveniente che ha ritardato il ritorno a casa no uscendo dall’Hollywood, la discoteca, dove Mario e i suoi avrebbero passato la serata. No comment Gli addetti alla sicurezza del Milan, che sono sempre con Balotelli come con altri giocatori rossoneri, non erano a conoscenza dell’episo- Mario debba cercare di tenere un comportamento più lineare e di avere reazioni meno focose è stato detto spesso, però non sembra un motivo sufficiente per privarsi del suo talento. Non ancora, almeno. Persino Berlusconi, che secondo una scuola di pensiero diffusa sarebbe il suo principale accusatore, giorni fa si è limitato a ricordare a Mario alcuni fondamentali del centravanti. «Bisogna che gli spieghi dove stare in campo, deve stare più vicino alla porta». Quando lo vedrà, magari gli spiegherà anche che il telefonino, come fanno certi ricchi, è meglio lasciarlo ai collaboratori. Che poi, furti o non furti, è una seccatura in meno. © RIPRODUZIONE RISERVATA A casa Milan lunedì ci sarà anche Donadoni Dalla mattina alla sera, festeggiamenti a Casa Milan per l’inaugurazione ufficiale della nuova sede del club in via Aldo Rossi. Al pomeriggio (ore 17) ci sarà il taglio del nastro nella piazza, con schierati Barbara Berlusconi, Adriano Galliani, le autorità di Milano, la squadra e l’allenatore Seedorf. La sera, cena riservata agli ospiti di riguardo, fra i quali i grandi ex del Milan. Sono stati invitati una trentina dei campioni che hanno partecipato alle pagine più emozionanti della storia rossonera. Arriveranno anche Van Basten, Shevchenko e Roberto Donadoni, l’allenatore del Parma del quale tanto si parla in questi giorni per il futuro rossonero. Non ci sarà invece Silvio Berlusconi: a Barbara il compito di rappresentare la famiglia. CURVE BOLLENTI La banana lanciata a Constant Ora l’Atalanta presenta ricorso: niente razzismo nei buu per Mexes BERGAMO (m.spini) L’Atalanta ha preannunciato che presenterà reclamo. A quarantotto ore di distanza dalle sentenze del giudice sportivo riguardanti la partita di domenica contro il Milan, il club nerazzurro ha deciso di procedere con il ricorso, che avverrà nei prossimi giorni. Non è ancora chiaro se sarà contestata soltanto la chiusura (pena sospesa) della Curva Nord, conseguenza dei buu razzisti, oppure anche la multa di quarantamila euro, collegata al lancio della banana: il primo aspetto è senz’altro più aperto, ipotizzando che gli ululati fossero rivolti a Philippe Mexes e quindi non avessero matrice razzista. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 SERIE A 9 italia: 51575158585149 4 ilPersonaggio VERSO IL DEBUTTO BABY IN SERIE A S Mastour domenica può entrare nella classifica dei più giovani esordienti in A (15 anni, 11 mesi e 3 giorni). Ecco i primi 10: 1 Amadei (Roma) 15 anni 9 mesi 6 giorni 2 Rivera (Alessandria) 15 anni 9 mesi 15 giorni 3 Rossi A. II (Cremonese) 15 anni 9 mesi 21 giorni 4 Campione (Bologna) a 15 anni 9 mesi 25 giorni 5 Bojinov (Lecce) 15 anni 11 mesi 12 giorni 6 Viviani (Pro Livorno) 16 anni 1 giorno 7 Pirlo (Brescia) 16 anni 2 giorni 8 El Shaarawy (Genoa) 16 anni 1 mese 24 giorni 9 Diena (Juventus) 16 anni 2 mesi 28 giorni 10 Tassi (Brescia) 16 anni 3 mesi 10 giorni LA GAZZETTA DELLO SPORT Atteso Hachim Mastour, 15, a Milanello con Kakà A ALTRI GIOVANI BUZZI Milan pazzo per Mastour Sul web è già un fenomeno S Andrea Petagna, 18 anni, punta, da gennaio fa la spola tra Primavera e prima squadra S Bryan Cristante, 19, centrocampista, ha esordito in Champions a 16 anni C’è attesa per il 15enne, che ieri ha segnato in partitella: ha più di 390 mila Mi piace su facebook e 35 mila follower su twitter FABIANA DELLA VALLE MILANO Il secondo giorno è arrivato il gol, un rasoterra preciso nella partitella 8 contro 8. Hachim Mastour non ha ancora esordito con i grandi ma ha già creato una grande attesa intorno a sé. Tutti adesso s’aspettano di vederlo giocare almeno un po’ domenica contro il Sassuolo, per poter avere conferma di tutto il bene che si dice di lui. Hachim ha 15 anni e 11 mesi, se esordirà diventerà il più giovane milanista di sempre ad aver giocato in A (batterebbe il record di Paolo Maldini, 16 anni, 6 mesi e 25 giorni). E’ arrivato a Milano due estati fa. All’inizio viveva in convitto, adesso è stato raggiunto dai genitori e dalla sorella più grande (studentessa universitaria) e vive a Varese con loro. E’ marocchino d’origine ma italiano a tutti gli effetti: è nato a Reggio Emilia e ha sempre vissuto in Italia, per questo non ha mai ceduto alle lusinghe del Marocco e ha scelto di giocare con l’Italia. Spopola sul web E’ molto giovane, però mediaticamente è già un fenomeno. Basta andare a guardare sui social network per averne conferma. Il ragazzino ha un blog frequentatissimo, instagram (fantasyhachi), una pagina facebook con più di 395 mila mi piace e su twitter (@fantasyhachi) è seguito da più di 35 mila persone. Mastour sul web parla di calcio, posta i video dei suoi numeri e sfida chi lo segue a freestyle, una delle sue due passioni. L’altra è il joga bonito. Per questo ha scelto la Red Bull e la Nike (che gli ha già fatto firmare un contratto di 10 anni), due sponsor in cui si identifica. Ha una visione del calcio molto brasiliana: gli piace divertirsi e far divertire chi lo guarda, non a caso i suoi giocatori preferiti sono Neymar, Ronaldinho e Kakà. Con il primo ha avuto la possibilità di palleg- questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ S Cosimo La Ferrara, 16, centrocampista, ieri ha firmato il primo contratto da pro (2017) giare a Salisburgo nel dicembre scorso, con l’ultimo ha legato subito a Milanello. In questi primi giorni di prima squadra è stato sempre con Binho e Kakà. Il calcio è la sua vita: a casa sua ci sono palloni ovunque e lui segue tutti i campionati. Dribbling col ciuffo Nuota per rinforzare i muscoli, nel tempo libero ascolta musica (soprattutto rap e pop) e gioca alla Playstation. Piatto preferito: le lasagne di mamma. Anche il look non passa inosservato: ciuffo biondo (il taglio è opera di Sebastian, parrucchiere varesino che ha sistemato le teste di El Shaarawy, Boateng e Robinho) e occhiali da intellettuale. Al Milan è arrivato grazie alla lungimiranza dello staff del settore giovanile rossonero (che a 14 anni l’ha fatto firmare nella sala dei trofei, soffiandolo all’Inter), ai consigli di Dario Paolillo, l’amico-fratello maggiore che cura la sua immagine, ma soprattutto per sua volontà: l’ha scelto perché apprezza la mentalità vincente del club rossonero. Adesso aspetta il primo contratto da professionista, che non potrà arrivare prima del 15 giugno (giorno del suo sedicesimo compleanno). Trequartista, quest’anno ha giocato con gli Allievi e solo due partite con la Primavera di Inzaghi (che comunque lo aveva già avuto l’anno scorso negli Allievi). E’ cresciuto molto, soprattutto in altezza (178 cm per 70 kg), ha qualità tecniche superiori alla media ma deve ancora irrobustirsi. Le sue specialità sono il controllo di palla e il dribbling, deve migliorare dal punto di vista tattico. Forse la cosa più difficile però sarà gestire la pressione mediatica. Hachim è abituato, ma ha pur sempre 15 anni e ha bisogno di crescere con calma. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 italia: 51575158585149 Terra di mezzo Inter, c’è l’idea Lucas Leiva Ma il preferito è Javi Garcia Nella missione a Londra, sondato il centrocampista dei Reds Ieri, summit di mercato. A ore il rinnovo o l’addio di Cambiasso MATTEO DALLA VITE LUCA TAIDELLI MILANO Il blitz londinese di Erick Thohir e del d.t. Piero Ausilio è stato sì (per quel che riguarda ET) dedicato alle banche ma soprattutto a sondaggi, incontri e valutazioni delle possibilità future di mercato. Il numero uno interista e l’uomo-mercato hanno visto un match del QPR e anche questa occasione è stata pretesto per allacciare contatti e far coincidere appuntamenti. Mezzo italiano Uno di questi rendéz-vous porta alla luce un interesse antico, anche se non facile: quello per Lucas Pezzini Leiva, centrale di centrocampo brasiliano del Liverpool. Il contatto con l’entourage di LL ci sarebbe stato e la base principale dell’operazione è un particolare importante, oltre all’apprezzamento verso il calciatore: l’interno centrale dei Reds ha anche il passaporto italiano. Ventisette anni, chiamato da Scolari come riserva per il Mondiale in arrivo, Lucas Leiva è al Liverpool dal 2007 e il suo valore raggiunge i 13 milioni, cifra ritenuta comunque esosa da parte del club nerazzurro. Le parti torneranno eventualmente a incontrarsi, Lucas è un’idea e verrà ripresa in considerazione, ma è certo che anche lui è entrato nella lista-Inter. Sale Javi Garcia E in quella lista ci sono sempre Valon Behrami (fermo restando la richiesta che avanzerà De Laurentiis e l’eventuale rinnovo di Cambiasso) più un altro mediano centrale che - al momento - vedrebbe in Javi Garcia l’identikit preferito. Se da una parte scendono le quotazioni di Obi Mikel e restano stabili quelle di Casemiro, Xhaka, William Carvalho (costosissimo) e Sandro (Tot- Lucas Pezzini Leiva, 27 anni, Liverpool AP Il brasiliano del Liverpool ha pure il passaporto italiano, ma costa oltre 10 milioni Ranocchia: «Il rinnovo? Ne parleremo a fine stagione, probabile che rimanga» Javi Garcia, 27 anni, centrocampista del Man. City AFP tenham), ecco che lo spagnolo del Manchester City scala posizioni per caratteristiche tecniche e ipotesi di prestito: il giocatore, però, guadagna oltre 4 milioni di euro, ed è chiaro che ci vorrebbero strategie convincenti per agganciarlo. L’arrivo più che probabile di Fernando (Porto) al City, potrebbe però diventare una leva per l’uscita dello spagnolo. Summit e Cambiasso Nel frattempo, ieri, Mazzarri, Ausilio e il dg Fassone si sono incontrati ad Appiano per parlare di questioni organizzative ma anche di facce da mercato. E’ stato stabilito che, nel giro di poche ore, verrà risolta la questione legata a Esteban Cambiasso: al Cuchu verrà proposto un rinnovo annuale a 1,2 milioni (più bonus) per abbattere l’attuale ingaggio che si attesta sui 4,5 milioni. Dal suo eventuale rinnovo dipenderà anche la strategia abbinata al centrocampista centrale. Erkin e Ranocchia Per il resto, Caner Erkin resta sempre in attesa: l’Inter deve semplicemente valutare se spendere subito il bonus da extracomunitario oppure no. Quanto a Ranocchia, ci sono conferme sull’imminente incontro per allungare il contratto in scadenza nel 2015. «Rinnovo? Ancora non lo so - ha detto a Sportal.it -, parlerò con la società solamente a stagione finita, ma credo che resterò all’Inter anche il prossimo anno». Chiosa per Milito. «Con Diego - dice Saja, portiere e capitano del Racing - siamo sempre in contatto: è entusiasta all’idea di vestire nuovamente la nostra maglia». 4 IL «MURO» SALTA L’ULTIMA CON L’INTER AGENDA ESTIVA S Negli Usa dal 23 luglio Raduno il 7 ad Appiano Con la certezza del quinto posto che la proietta ai playoff di Europa League, l’Inter sta definendo il programma estivo 7 luglio Raduno ad Appiano Gentile per due giorni di test atletici 9-20 luglio Ritiro a Pinzolo (Trento) dove presumibilmente verranno giocate tre amichevoli 23 luglio Partenza alla volta degli Stati Uniti per partecipare alla Guinness Cup 26 luglio Inter-Real Madrid, ore 22 italiane a San Francisco 29 luglio InterManchester United, all’1 di notte a Washington 2 agosto Inter-Roma, ore 19 a Philadelphia 10 agosto Amichevole internazionale, avversario da definire 21 agosto Andata playoff di Europa League 28 agosto Ritorno playoff di Europa League © RIPRODUZIONE RISERVATA Samuel, 36 anni: 236 gare e 17 gol con l’Inter LAPRESSE Samuel va k.o. Hernanes: «Non mi do più di un 6» DAL NOSTRO INVIATO APPIANO GENTILE (Como) La carriera in nerazzurro di Walter Samuel potrebbe essersi chiusa con un turno d’anticipo a quota 236 presenze e 17 gol. Il 36enne difensore infatti ieri ha lasciato in anticipo l’allenamento per un affaticamento muscolare accusato durante un esercizio di possesso palla e la sua presenza per l’epilogo di domenica in casa del Chievo è in forte dubbio. Mazzarri comunque stava già pensando di dare spazio a chi ha giocato meno durante l’anno. Ora che è entrato nella pre lista di Prandelli, potrebbe riposare a scopo precauzionale anche Ranocchia. Icardi ed Hernanes Titolare sicuro invece Icardi, che a Interchannel ha risposto alle domande dei tifosi. «Voglio essere giudicato per quello che faccio in campo, non fuori - ha detto Mauro -. Devo rispettare le scelte del c.t. dell’Argentina Sabella, sono ancora in tempo a fare due Mondiali. Il difensore più duro per fortuna ora gioca con me. Juan Jesus ha tutto: fisico, tecnica, grinta. Per rosa e storia, l’Inter ora deve puntare alla Champions. A scuola prendevo sempre bei voti, ma alla mia stagione ne do un basso perché sono stato fuori troppo tempo. Per fortuna ho fatto qualche gol. Al Bologna quello più bello, alla Juve quello più importante. Devo migliorare nel difendere il pallone e fare salire la squadra. Kovacic? Nessuno porta palla come lui, ora ci capiamo al volo». Belle parole per il croato anche da Hernanes a Sky: «Sta mostrando tutto il suo valore. Alla stagione mia e dell’Inter non posso dare più di 6, ma spero che Mazzarri resti. Può fare tanto per l’Inter». Programmazione Ieri il tecnico ha fatto il punto col d.g. Fassone e il d.t. Ausilio sulle date dell’estate nerazzurra. Manca solo la conferma, ma la squadra si ritroverà il 7 luglio ad Appiano e salirà a Pinzolo dal 9 al 20 luglio. Dopo due giorni di sosta, partenza per San Francisco il 23. La tournée Usa si chiuderà il 2 o il 4 agosto (a seconda che l’Inter vada o meno in finale). Il 10 agosto probabile test internazionale. L’ultima amichevole prima dell’andata del playoff di Europa League. Ritorno fissato per il 28. lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA SALUTO E PROGETTO IL FONDATORE DI EMERGENCY FRA INIZIATIVE, PARTITA DI BENEFICENZA E FEDE INTERISTA Gino Strada abbraccia Zanetti: «Grazie, grande uomo» «Il capitano, vero esempio per tutti» Il 19 maggio c’è la partita del cuore a Firenze GABRIELLA MANCINI Vent’anni nei luoghi più disastrati del mondo, dove albergano povertà, dolore e la vita è appesa un filo. Gino Strada è partito con il primo ospedale di Emergency in Afghanistan, nel ’94, si è battuto per estirpare le mine antiuomo e non si è più fermato. Un’associazione italiana che costruisce ospedali per le popolazioni vessate dalle guerre che diventano il centro nevralgico per tutti i malati. Come l’unico centro di chirurgia in Africa, a Khartum, in Sudan: parte dell’incasso della Partita del Cuore, tra Nazionale Cantanti e Team Emergency il 19 maggio a Firenze, andrà a potenziare il reparto pediatrico cardiologico. E altri fondi andranno all’avviamento di un poliambulatorio a Castelvolturno. «Quando abbiamo cominciato non avevamo idea della dimensione internazionale che avrebbe preso il nostro lavoro - dice Gino Strada dal Sudan -. Non finirò mai di ringraziare quelli che ci sostengono: l’8 per mille incide per il 30, 35 per cento, grazie a questo introito vanno avanti 50 progetti di Emergency». Come si può combattere l’aggressività di alcune frange ultrà? «Non è mia competenza, ma io investirei su istruzione e cultura, anche se purtroppo non mi sembra questa la tendenza nel mondo. Ho notato che c’è troppa indulgenza verso certi ultrà. In questo senso la Partita del Cuore restituisce il senso di un incontro di calcio. Sono contento che tanti amici abbiano voluto partecipare, in campo e sugli spalti, da Baggio a Zanetti». Da interista, che cosa vuol dire a Zanetti? E il ventennale, che cade il 15 maggio, lo festeggerete con la Nazionale Cantanti… «Quando ci hanno interpellato siamo stati felici: sarà l’occasione (e il timbro diventa ironico, ndr) per ricordare ai nostri concittadini che c’è un’organizzazione italiana che non ruba, ma va in giro per il mondo a curare gli ammalati. E in questa ricorrenza ci tengo a ricordare Candido Cannavò, che ci ha sostenuto sin dall’inizio». Gino Strada, 66 anni, con la Champions vinta dall’Inter nel 2010. Chirurgo, con la moglie Teresa Sarti ha fondato nel 1994 l’Ong Emergency IPP «Un abbraccio e un grazie. Per molti interisti sarà sempre un esempio, non solo professionalmente, ma perché è una persona pulita. E ringrazio tutti gli amici che partecipano, spesso il mondo è sordo ma nei nostri confronti c’è sempre stata grande attenzione». Il numero solidale è il 45503. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 11 SERIE A L’INTERVISTA italia: 51575158585149 v identiKit & CARRIERA Roberto Pereyra IL PEZZO PREGIATO «Basta guardare la Champions in tv Ora voglio giocarla» ROBERTO PEREYRA Nato il 7/1/1991 a San Miguel de Tucuman (Argentina) La mezzala argentina dell’Udinese piace a Juve e Roma. Ma pure all’Atletico Madrid. «Con Guidolin sono migliorato negli inserimenti, Sono pronto per una grande squadra» Quale città le si addice? DAL NOSTRO INVIATO Ma lei l cerca di far segnare Di Natale, altrimenti le urla di tutto in campo.... «Napoli è simile alla mia terra. Ma questo non significa che voglia andare al Napoli». FRANCESCO VELLUZZI UDINE La boutique Udinese ha ufficialmente riaperto. Premessa: non ci sono saldi, nè sconti. Il pezzo più pregiato della collezione bianconera primavera-estate è l’argentino Roberto Pereyra, tucumano, 23 anni, mezzala di ruolo, ma adattabile in tutti i ruoli offensivi Due pretendenti ci sono: Juve e Roma. Con Entrambe l’Udinese può costruire una maxi operazione . Più defilato l’Atletico Madrid. Con tutta probabilità Pereyra sabato giocherà l’ultima partita con la maglia numero 37 bianconera friulana. «Urlare urla, Ma faccio finta di non sentire. «Url Scherzi a parte, parliamo di un campione incredibiScherz le. La cosa che più mi colpisce è che la palla più difficil difficile te la fa facile. Ha una tecnica da assoluto numer numero uno». Anche perché i primi passi li ha mossi ssi la Juventus. Conte le piace? «Giocano bene, Conte mi sembra uno no che vuole sempre vincere». Lei è amicissimo di Muriel, il vero flop di questa Udines Che gli è successo? Udinese. Dovesse scegliere tra A e Liga? «L’Atletico Madrid ha espresso il miglior iglior calorrei giocio. Ma le dico Champions League. Vorrei care la coppa più importante. La sceltaa evenuso in tuale è quella. Io sono uno che sta chiuso casa a guardare tante partite di calcio. An». che quelle del campionato argentino». «Effettivamente questo doveva essere il suo an«E no. Gli auguro di rifarsi al Mondiale. Deve crede derci di più e allenarsi con maggior convinzione». ne Ecco il Mondiale: la sua Argentina? « La scelta vorrei indirizzarla in quel senso. Vivo di calcio e ne guardo tanto. Conte mi piace, vuole vincere sempre. L’Atletico gioca meglio di tutti ROBERTO PEREYRA SUL FUTURO creato e giocato di squadra. Sono tranquillo. Vedremo che succederà». Ma si sente pronto per una big? «Sì. Mi sento pronto. In questi tre anni penso di essere migliorato. Ho lavorato tanto e continuo a farlo». I meriti? Malato del River... «Eh sì. Una fede. L’emozione dellaa Bombonera è indescrivibile. Il tifoo n pazzesco. lì è normale litigare con uno del Boca, anche per me. Mi insultano e rispondo. Ma le liti sono tra tifosi, non sj attacca la polizia come in Italia». « Ama l’Argentina: l’infanzia a Tucuuman? I suoi tre anni a Udine: è vero che non era contento della città? Lei ffa parte di un gruppo, quello dei bravi Under 20 che non è stato neppure preso in considerazione. Si aspettava a qualcosa? «Sabella ha preferito puntare sull’esperienza. I «Sab giocano ancora ad alti livelli». big gio Chi sono i suoi amici tra i calciatori argentini qui in Italia? Itali «Ma si figuri. Sto bene. Non è Buenos Aires dove c’è più vita.. E’ tranquilla. Il clima è freddo. Ma c’è il rispetto della gente che è eccezionale. In Argentina non è così. E poi ho imparato ad amare pizza e pasta. Ora la pasta la mangio sempre». «Ci «Cirigliano e Iturbe. Credetemi: è un fenomeno. Iturbe è impressionante, non lo fermi». «Lo sa che non ho uno sponsor tecnico?». cnico?». Ma dai... Il pezzo pregiato dell’Udinese dinese valutato 18 milioni... Innanzitutto, si presenti ai suoi acquirenti. Che giocatore è? «Una mezzala. Uso prevalentemente nte il piede destro, ma posso giocare a destra e a sinistra. nistra. Amo tan». to giocare a pallone, vivo per questo». In cosa deve ancora migliorare? «Devo tirare di più. Anche Guidolin olin me lo dice, re» così come mi dice di inserirmi sempre». Ero poverissimo. Avevo un solo paio di scarpe. E giocavo anche scalzo. O Ora va meglio, ho comprato la c casa ai miei che aiuto in tutto R ROBERTO PEREYRA SULL’INFANZIA IN ARGENTINA S «Male. E’ stata dura. Ero poverissimo. mo. Papà lavodano all’estero. ra in un’azienda di limoni. Li mandano ina che è incinSiamo 4 figli, tre maschi e una femmina ta. Uno dei miei fratelli gioca a calcioo nelle serie minori. Da ragazzino avevo un solo paioo di scarpe, gioola a 14 anni. A cavo spesso scalzo. Ho lasciato la scuola a, a 17 al River. 15 anni sono andato a Mar Del Plata, Ora le cose sono migliorate, aiuto i miei. Ho preso una casa che è più bella di quella in cui siamo cresciuti. I miei sono venuti due volte a Udine». Ora di scarpe ne ha tante... «Di Guidolin. Mi ha migliorato nell’atletica, nella tecnica, nella tattica. Dopo 6 mesi mi ha dato fiducia. Mi ha spronato a dare il massimo e fatto crescere negli inserimenti». Pereyra, l’intervista è finita. Può andare in pace e Pe in vacanza. va A proposito: mete? Roberto Pereyra 23 anni da tre anni a Udine. Sopra scherza con Totò Di Natale «Prima dalla mia famiglia a casa, poi con la mia «P ragazza che ha 25 anni. Forse in Europa. Qui da voi raga c’è un u bel mare eh». Visto che ce l’ha fatta a fare un’intervista? V ««In effetti è peggio con la tv». © RIPRODUZIONE RISERVATA PETRUSSI DIRITTI TV IL CASO TRATTATIVA FALLITA Taccuino L’Antitrust dà l’ok alla Lega Domani il varo dei pacchetti Parma «sereno» sulla licenza Uefa in vista dell’appello Il Livorno se lo tiene Spinelli salta l’affare con Bandecchi L’INIZIATIVA (m.iar.) L’Antitrust ha dato un sostanziale via libera alla Lega per la vendita dei diritti tv del triennio 2015-18. Ciò significa che nell’assemblea di domani, anticipata da una commissione tecnica, le società di Serie A potranno deliberare il varo dei pacchetti sulle dirette domestiche del campionato, che saranno comunque al vaglio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato una volta che verranno pubblicati. I chiarimenti forniti da Lega e Infront sui criteri di vendita sono stati ritenuti sufficienti ed hanno vinto le iniziali perplessità dell’Antitrust. La predisposizione di un pacchetto per Internet, per esempio, va nella direzione di una maggiore apertura al mercato, tenendo conto dell’avanzare delle nuove tecnologie; così come l’equilibrio tra pacchetti per piattaforma e prodotti in esclusiva e l’allungamento dei termini (da 7 a un minimo di 15 giorni) entro cui gli operatori interessati dovranno formulare le loro offerte. Mai come quest’anno, la vigilia dell’asta è animata da una certa vivacità, con Sky e Mediaset pronte a darsi battaglia, Fox intenzionata a recitare da terzo incomodo (salvo poi smentire), e uno scenario internazionale fatto di integrazioni tra Paesi (sponda Murdoch) e alleanze con colossi tipo Al Jazeera o Canal+ (sponda Berlusconi). Il Parma «confida serenamente nell’accertamento da parte della Commissione di secondo grado del proprio sostanziale adempimento alla normativa sulle licenze Uefa». Così spiega il club emiliano in un comunicato dopo che il disco rosso ricevuto in primo grado. Il ricorso verrà discusso la prossima settimana e ci sono buone probabilità che venga accolto. La società presieduta da Tommaso Ghirardi, comunque, «comunica di aver adempiuto agli oneri gestionali nel rispetto delle finalità che il sistema delle licenze si prefigge e che sono state pienamente attuate». Udinese 2011-2014 Presenze 83 Gol 8 «Tra le favorite. Oltre a Messi, adoro Aguero e Di Maria». Pereyra come saluterà il Friuli? «Sto solo pensando a vincere con la Samp. E’ stato un anno un po’ così, alcune volte non abbiamo Ruolo Mezzala Altezza 182 cm Peso 80 kg Le sue squadre River Plate 2008-2011 Presenze 43 Gol 0 LIVORNO Niente da fare, il Livorno resta ad Aldo Spinelli. Almeno per ora. I rappresentanti del presidente amaranto e quelli del gruppo di Stefano Bandecchi, potenziale acquirente e fondatore dell’Università «Niccolò Cusano», si sono infatti incontrati ieri, con avvocati e commercialisti, per capire se ci fossero le possibilità di portare a termine l’operazione che fino al giorno prima sembrava vicina. Dopo ore di discussione la fumata è stata nera. Spinelli per il club aveva chiesto 12 milioni di euro, cartellini compresi, e ieri sarebbero dovute arrivare garanzie per almeno una parte di questi soldi. Per il resto poi avrebbe accettato anche un pagamento rateizzato negli anni successivi. In tarda serata il comunicato del gruppo Bandecchi che toglie ogni dubbio e definisce la trattativa «conclusa negativamente per motivi indipendenti dalle parti in causa». «Problemi burocratici — ha ribadito Spinelli —. Gli avvocati per adesso hanno visto che non si può fare. Non sussistono le condizioni giuste. Il futuro? Altri acquirenti non ci sono, andremo avanti in autogestione. Abbiamo solidità e lo possiamo fare». E sul mercato ci sono i pezzi pregiati: dalla punta Paulihno al difensore Ceccherini I più richiesti Paolo Biagioni Media World lancia «E tu quanto ci credi» A poche settimane dal Mondiale, Media World rilancia una promozione legata al cammino degli azzurri: «E tu quanto ci credi?». E’ il quesito rivolto ai tifosi che in base alla risposta e al pronostico possono ottenere buoni acquisto. Per info www.mediaworld.it. BENEFICENZA Di Natale, 5 mila euro per la «10» di Platini Totò Di Natale che cuore. Martedì sera a Pradamano all’asta «Un calcio di rigore a favore della solidarietà», in memoria di Paola Leonarduzzi, l’attaccante dell’Udinese con l’amico Vincenzo Pisacane, ha speso 5 mila euro per aggiudicarsi la «10» della Juve di Platini. GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 13 LA STORIA IL TIFOSO NAPOLETANO FERITO NEGLI SCONTRI DI COPPA ITALIA italia: 51575158585149 Nella stanza di Ciro «Guardate come mi hanno ridotto...» Dentro il Centro Rianimazione del Gemelli tra speranza e paura: «Io non c’entro, credetemi» IMMAGINI DI UN DRAMMA 1 3 2 1 La porta della sala rianimazione dell’ospedale Policlinico Gemelli di Roma dove è tuttora ricoverato Ciro Esposito dopo ben tre operazioni (una al colon e due al torace) 2 Lo striscione di sostegno esposto sulla recinzione del cantiere della metropolitana di Piazza Municipio a Napoli dopo gli scontri di Roma ANSA 3 Una foto recente di un Ciro Esposito sorridente con la sua fidanzata Simona ANSA ALESSANDRO CATAPANO ROMA «Figlio mio, ti prego, stai tranquillo. Non vogliono farti del male...». Antonella fatica a trattenere le lacrime. Ciro ha appena chiesto: «Dov’è mia madre?». È seduta alla sua sinistra. Può incrociarne lo sguardo, sentirne il respiro, ma ora non la riconosce. «Ciro, sono qui...». Lo accarezza, gli tiene la mano. Cerca di calmarlo. L’effetto dei sedativi va e viene senza una logica. Ora Ciro ci guarda. I nostri occhi si incontrano per una frazione di secondo. E tanto basta perché ricominci a dimenarsi. Gira la testa dall’altra parte, agita le braccia, fugge il nostro sguardo. Come se volesse scappare via. Come se il nostro volto estraneo gli ricordasse il suo aggressore. Ora gli occhi di Ciro sono pieni di paura. Si rivolge alla madre: «Perché mi vogliono arrestare?». Torna a incrociare il nostro sguardo: «Guardate come mi hanno ridotto...». Incubi Da dodici giorni il mondo di Ciro è una stanza due metri per tre del centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli. Entriamo da una porta rossa. Aspettiamo in un piccolo ingresso. Sulla parete celeste è appeso un ritratto di Giovanni Paolo II. Sorride. Si apre una porta più piccola, si gira a destra, ancora un paio di passi. Eccoci. La stanza di Ciro è la seconda a sinistra, numero 8. Le visite sono ammesse in due fasce orarie, dalle 13 e dalle 18. I genitori hanno una certa libertà, gli altri cari possono entrare due alla volta ma non devono trattenersi troppo. Ciro non va stressato. Ad ogni sussulto emotivo può corrispondere uno sbalzo dei valori. Le condizioni migliorano molto lentamente, da due giorni non è più intubato, ha cominciato a respirare con l’aiuto di una mascherina, e ieri i medici hanno provato a sospendergli la dialisi. Riuscire a fare pipì sarà un altro piccolo passo verso la normalità. Ma la prognosi resta riservata. È un cammino lungo, faticoso, molto doloroso. E dalle prospettive ancora incertissime. Lui non lo sa, Antonella invece se ne rende conto benissimo. «Ciro non muove le gambe. Non le sente proprio». Male al cuore. Dolore. Rabbia. Un ragazzone di 29 anni pieno di vita e muscoli ridotto a pelle e ossa. Lo alimentano con un sondino. Ha ematomi dappertutto e il petto mostra un groviglio di fili che per giorni lo hanno tenuto attaccato alla vita e ora che il peggio, se Dio vuole, è passato, mantengono i suoi valori stabili. L’anima no. È in panne, da giorni, e chissà come reagirà quando torneranno in superficie tutti i ricordi. «Le sue giornate ora sono piene di incubi — ci racconta Antonel- LE INDAGINI Chiesto incidente probatorio pure dai magistrati (a. cat.) Dopo i legali di Daniele De Santis, anche i pm Albamonte e Di Maio hanno presentato al gip la richiesta di incidente probatorio. Politi e D’Urso, gli avvocati dell’indagato per tentato omicidio, intendono cristallizzare l’esame dello stub sulla pistola (solo parzialmente positivo), i magistrati. invece, la testimonianza di Raffaele Puzone, il tifoso del Napoli che ha indicato in De Santis l’autore della sparatoria di Tor di Quinto. Le indagini, intanto, proseguono: si fa strada l’ipotesi che Gastone indossasse dei guanti. la —. E quando affiorano, lui cerca di difendersi. Ogni tanto sembra vivere stati di allucinazione, i medici hanno detto che è normale. Come se vedesse nemici dappertutto. Forse è per questo che dice tante parolacce, anche a noi». Un sorriso Poi, d’improvviso, un momento di lucidità, anche se disperato. Di nuovo rivolto alla madre: «Io non ho fatto niente, io non c’entro. Mamma, tu mi credi?». Antonella lo rassicura. Riprende ad accarezzarlo. In questi casi calmarlo è l’unica cosa da fare. Dall’altra parte del letto, c’è Angela Tibullo del Centro Dike, un pool di professionisti che offre consulenze cliniche e forensi. Angela è una criminologa ed esperta in comunicazione non verbale. La famiglia Esposito si è affidata a lei in questo momento tanto delicato, per la sopravvivenza e la guarigione di Ciro e lo sviluppo delle indagini. Quando Ciro si agita, Angela sa cosa dirgli. Con un guizzo: «Guarda la cravatta del dottore, è bianca e azzurra...». E Ciro, come se quei due colori avessero improvvisamente diradato la scena, illuminato le zone d’ombra: «Voglio la maglia del Napoli...». Anche Simona, la fidanzata, sorride. Come tante mogli, compagne, amiche, sa di aver perso la sua partita con il calcio. Certo, dopo quello che è successo... «Ne parleremo, ma se lo conosco un poco non riuscirò a trattenerlo a casa. In trasferta no, basta. E a Roma, di sicuro, non ci torneremo. Nemmeno per prendere un aereo». Tante domande Roma, i romanisti. Quelli che domenica hanno scritto «forza Daniele» e «napoletano infame». Quelli che il 3 maggio erano con Gastone. Chi? Quanti? Perché? Domande che continuano ad assillare Giovanni. «Vorrei che almeno mi spiegassero la logica di quello che è accaduto. Perché non ci dicono nulla? Perché non escono fuori tutti i nomi? C’è qualcuno di importante da coprire? E poi perché è passato tanto tempo prima che arrivasse l’ambulanza? Come starebbe mio figlio se i soccorsi fossero stati tempestivi?». Anche Ciro prima o poi vorrà sapere. Ieri mattina ha chiesto a Giovanni: «Papà, tu dove mi hai trovato?». E con la mano — ci hanno raccontato — ha indicato il punto del torace in cui è entrata la pallottola artigianale sparata dalla Benelli 7.65 con matricola abrasa. Una di quelle pallottole incise sulla punta, in modo da esplodere all’interno del corpo, per fare più danni. Giovanni scuote la testa. «Ditemi voi come dovrei definire chi ha ridotto così questo povero ragazzo. Un ultrà? Un fascista? Un delinquente? No, per me Daniele De Santis e i suoi compagni sono stati dei terroristi. Gli hanno teso un’imboscata. Ciro e i suoi amici camminavano dall’altra parte della strada, quello li ha richiamati, insultandoli, loro si sono avvicinati e da quel maledetto vivaio ne sono spuntati tanti altri, coperti dai caschi integrali. Se non è stato un agguato, come devo chiamarlo?». Infine, una preghiera: «Aiutateci a scoprire la verità. Non dimenticatevi di Ciro Esposito». Ora Ciro dorme. Sembra sereno. 4 LE TAPPE DEL CASO S 3 maggio Tifosi feriti A Tor di Quinto, prima della finale di coppa Italia, tre tifosi napoletani vengono feriti da colpi di arma da fuoco. Gravissimo Ciro Esposito S 4 maggio Ciro operato Esposito, che comunque è in stato d’arresto per rissa aggravata, è grave e viene operato al torace al Gemelli di Roma per estrarre il proiettile. Per i medici l’intervento è riuscito S 6 maggio In fin di vita Si aggravano improvvisamente le condizionidi Esposito che viene operato all’addome. Lotta tra la vita e la morte S 7 maggio Migliora Ciro Esposito resta in prognosi riservata, ma dal 7 maggio fa progressi. Ora respira da solo © RIPRODUZIONE RISERVATA MERCATO IL DIFENSORE MAROCCHINO È SEGUITO DA CHELSEA, BAYERN E MANCHESTER UNITED, CHE OFFRONO INGAGGI PIÙ ALTI PARLA MATTIA DESTRO Benatia chiede l’aumento: la Roma ci pensa «La mia squalifica? Era un gesto come se ne vedono tanti» Garcia deciso: «Il prossimo anno voglio almeno un titolo. Muriel? È una bella sfida» sono soddisfatto di questa Roma, però il prossimo anno dobbiamo vincere almeno un titolo. E’ il nostro obiettivo, faremo una grande squadra». MASSIMO CECCHINI ROMA Le metafore raccontano una verità inequivocabile: la fame non è ancora sazia. Per questo Rudi Garcia – pur a stagione virtualmente conclusa – ringhia ancora al futuro che verrà. «Sono il capobranco dei miei lupi – ha detto ieri -.Perciò Mehdi Benatia, 27 anni 1 alla Roma ANSA Caso Benatia Proposito eccellente, soprattutto se detto in un giorno in cui rimbalzano le voci riguardo a Benatia. Il difensore marocchino, infatti, è seguito da tante grandi, prime fra tutti Chelsea, Bayern e ManUnited. Il contratto lo blinda, ma l’ingaggio assai meno, visto che guadagna circa 1,2 milioni a stagione e vorrebbe invece 2,8 più bonus. D’altronde, come in modo lungimirante la dirigenza giallorossa temeva, il rinnovo del contratto di Pjanic a circa 4 milioni (premi compresi) sta per provocare un effetto domino che coinvolgerà di sicuro non solo Florenzi (che guadagna poco), ma anche Gervinho, Castan, Strootman e ovviamente lo stesso Garcia, quando rinnoverà (assai presto). A proposito dell’olandese, restano sempre le voci che vogliono sempre lo United sulle sue tracce. Ovvio che, nel caso, occorrerebbe trovare un sostituto all’altezza. Quale? Voci di Trigoria danno il d.s. Sabatini sempre invaghito di Paulinho (Tottenham), ma in altra parte di questo giornale leggete pure dell’interesse per Pereyra (Udinese), obiettivo di sicuro economicamente più alla portata almeno come ingaggio. Sfida Muriel Restando sul fronte friulano, c’è da segnalare il modo in cui Garcia ha risposto su Muriel: «E’ una domanda un po’ fuori convegno, ma è una bella sfida». Come quella che James Pallotta (ripartito ieri) ha intenzione di portare ai violenti nel calcio. Non è sfuggito infatti il gesto di domenica del presidente che, venuto a conoscenza del fatto che Agnelli e Marotta fossero stati insultati in tribuna, è sceso negli spogliatoi della Juve per complimentarsi con i giocatori bianconeri. Un gesto che vale come un titolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA (ma.cec.) «Prima delle convocazioni ho avuto un po’ d’ansia, ma adesso sono felice». Parole e musica di Mattia Destro (al Tg1), che così parla dell’attualità. «L’infortunio e’ stato brutto, ma la consapevolezza nelle mie capacità è stata fondamentale. La manata di Cagliari? È un episodio come se ne vedono tanti durante una partita. Un furore agonistico nell’andare a conquistare la palla per garantire alla squadra un successo. Un gesto vigliacco? Assolutamente no. Sono contrario alla moviola in campo, penso che ci siano abbastanza arbitri per giudicare». 14 LA GAZZETTA DELLO SPORT NAZIONALE GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 italia: 51575158585149 PUNZECCHIATA L’ATTACCANTE ANDRA’ LO STESSO IN SUDAMERICA PER DELLE AMICHEVOLI CON L’HELLAS Toni e le scelte di Prandelli «Sorpreso dal taglio del Gila» «Lo sapevo che non sarei andato in Brasile». E sul rinnovo: «Verona o mi ritiro...» DAL NOSTRO INVIATO MATTEO BREGA PESCHIERA DEL GARDA (Verona) Quel primo giorno d’estate resterà l’ultimo tinto di azzurro. Luca Toni non andrà al Mondiale brasiliano e così il 21 giugno 2009 rimarrà la sua ultima presenza con l’Italia. Si giocava a Pretoria, Confederations Cup in Sudafrica. Marcello Lippi in panchina e 8 undicesimi del Mon- diale tedesco erano in campo a prendere tre schiaffoni dal Brasile. Toni segna più di 5 anni fa (allora 15 gol in 35 gare con il Bayern Monaco, quest’anno 21 e stesse partite con l’Hellas), ma Cesare Prandelli ha scelto diversamente. Stupore «Ma io ero certo che non sarei andato al Mondiale – ha ribadito ieri in conferenza stampa -. Semmai sono sorpreso di altre scelte, come quella di vedere escluso uno come Gilardino. Ha puntato su giocatori impiegati meno in campionato». Toni, 37 anni il prossimo 26 maggio, un pensierino al Brasile lo aveva fatto. Anche se non lo ammette e forse ci vorrà un po’ di tempo prima che lo ammetta a se stesso. Intanto ti- Luca Toni, 37 anni tra pochi giorni, il 26 maggio ferà per l’Italia dalle vacanze anche se «non basterà più il bel calcio, bisognerà vincerlo questo Mondiale per essere davvero protagonisti. Io comunque in Brasile potrei andarci lo stesso, con il Verona che ha richieste per una tournée. Essere voluti significa aver fatto un campionato eccezionale». Giacca e cravatta Il futuro prossimo a cui guardare è quindi il proprio, quello dipinto di giallo e blu, eventualmente. «Mandorlini scherza quando dice che aspetta il mio rinnovo prima di prolungare a sua volta – spiega l’attaccante -. Siamo entrambi vicini alla firma, io devo ancora discuterne a casa con la famiglia. E poi vorrei capire le intenzioni della società». Un anno o due? «Ci mancherebbe, non so se prolungo di una stagione figurarsi se firmo un biennale. Il ruolo dirigenziale però lo escludo. Non metterò la giacca e la cravatta qui a Verona. Anche perché se vado avanti a giocare, lo faccio 4 I NUMERI 20 i gol segnati da Toni nell’attuale campionato di Serie A col Verona (tre su rigore) 16 le reti di Toni in Nazionale (47 le presenze). Il centravanti ha vinto il Mondiale 2006. L’ultima partita il 21 giugno 2009 nella Confederations in Sudafrica, Italia-Brasile 0-3 all’Hellas. Altrimenti smetto». Programmi Ciò che preme a Toni è però sapere i progetti societari. «Dopo una stagione eccezionale sarebbe brutto tornare indietro. Voglio chiudere in crescendo». Come in crescendo vorrebbe chiudere la stagione a Napoli, magari con una doppietta che significherebbe aggancio a Immobile (squalificato) a quota 22. «Sarà triste però giocare a porte chiuse, in un San Paolo desolante. E’ una sconfitta per tutti». L’avversario, più che il Napoli, sarà Immobile. «Con Ciro ho effettuato la preparazione stiva alla Juventus: è un grande talento». Ma il futuro del ruolo di prima punta? «Non vanno più di moda le prime punte forse – sorride -. Anche io se avessi uno come Messi lascerei in panchina Toni... Eppure in Italia c’è una buona scuola, mi piacciono Zaza e Gabbiadini per esempio». A scuola da zio Toni... © RIPRODUZIONE RISERVATA questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ 4 Insigne no limits Toro e Juve, prove d’intesa per Immobile HA DETTO Presto un vertice tra le due società per trovare una soluzione condivisa. Cairo spinge per una mediazione si sono mai sbilanciati in merito, ma una decisione il Toro l’ha presa, e l’ha ribadita martedì sera nel faccia a faccia PetrachiSommella (l’agente del giocatore), con Immobile spettatore interessato. Petrachi ha fatto presente all’agente del giocatore di aver agito in tempi e modi sbagliati. Il cartellino è al 50 per cento del Torino, il che non significa che se il ragazzo non vuole rimanere non verrà accontentato, ma che sarà la società a decidere destinazione e cifra. L’intervento Nel pomeriggio, FRANCESCO BRAMARDO TORINO Ad un passo dallo strappo la Juve e il Torino provano ad evitare lo scontro frontale per Ciro Immobile. Se fino ad un mese fa correvano buoni rapporti di vicinato tra i due club, comproprietari del cartellino del capo-cannoniere del campionato, la mossa juventina, con il blitz del Borussia Dortmund nella sede bianconera per la cessione del giocatore, ha raffreddato i rapporti. Chiare le parole del presidente Cairo: «Non sono stato avvertito, nessuna comunicazione ufficiale da parte della Juventus». Alta tensione E’ salita la tensione dopo il vertice a Milano tra lo stesso Cairo ed il d.s. Gianluca Petrachi. Nell’eventualità estrema si andrà alle buste il 20 giugno. Il Toro e il d.s. Petrachi non S Ciro Immobile, 24 anni, capocannoniere del campionato con 22 gol: salterà però l’ultima giornata per squalifica. In Nazionale vanta un’unica presenza, nel marzo scorso in amichevole con la Spagna, ma andrà in Brasile però, il presidente granata ha stabilito che la vicenda deve essere risolta senza ulteriori scossoni. L’intenzione è quella di sedersi attorno a un tavolo e di trovare l’intesa per una linea comune. La prossima settimana è in programma un incontro chiarificatore con il club bianconero. L’interesse comune è quello di dare ad Immobile le prospettive migliori. Il Torino è ben disposto a riscattare il suo bomber ma non chiude le porte a soluzioni condivise che possano giungere strada facendo. magari dopo il Mondiale, visto che Immobile ha la grande opportunità di mettersi in mostra e di accrescere il valore. Il giocatore Raggiante per la convocazione in Nazionale e l’imminente matrimonio, Ciro si chiude a riccio sul futuro: «C’è tempo fino al 20 giugno anche se preferirei partire per il Brasile con una certa serenità». A chi gli chiede lumi sui viaggi di Sommella, Immobile taglia corto: «Lui ha parenti in Germania». Una sola certezza: «Non parlo il tedesco, non andrò alla Juve, ma un giorno giocherei per il Napoli, la squadra della mia città». Da Madrid intanto giungono conferme sull’interessamento dell’Atletico. Le caratteristiche di Immobile si adattano e non poco al gioco di Simeone... © RIPRODUZIONE RISERVATA S «Non parlo il tedesco, non credo che andrò alla Juve, ma un giorno giocherei nel Napoli, che è la squadra della mia città. Ora però devo convincere Prandelli a portarmi nei 23» «Io al Mondiale e Napoli scudetto» «Ora devo convincere Prandelli a inserirmi nei 23 Nella prossima stagione giocheremo per il titolo» nario della Canottieri Napoli. Fiducia Lui ci crede in questa convocazione. Sa bene che potrebbe essere l’occasione della vita. «E’ stata una grande stagione, nonostante abbia segnato poco. Ho sempre dato il massimo per il Napoli e non ho mai discusso le decisioni di Benitez. So che Prandelli non valuta gli attaccanti soltanto per i gol segnati, ma anche in base alla partecipazione al gioco. Ce la metterò tutta per convincerlo». S «E’ vero, a Torino vivo in affitto in una casa di Chiellini. Vorrà dire che se andrò alla Juve me la darà gratis. Siamo compagni di squadra, almeno in Nazionale...» Napoli La Nazionale è l’unico MIMMO MALFITANO NAPOLI Saranno i dieci giorni più lunghi della sua giovane esistenza. Li vivrà intensamente, concentrandosi sul lavoro in modo che Cesare Prandelli si convinca e lo inserisca nella lista dei 23 che porterà in Brasile. Da lunedì, Lorenzo Insigne parteciperà al pre ritiro delle Nazionale in programma a Coverciano, al termine del quale il c.t. diramerà l’elenco dei 23 convocati per il prossimo Mondiale. «Andare in Brasile è il sogno di tutti. So che vivrò questi giorni combattendo con l’ansia che già mi ha assalito. Prandelli mi ha inserito in questa lista e sono felice, ma in questi giorni dovrò convincerlo a non tagliarmi», ha detto l’attaccante del Napoli intervenendo alla manifestazione organizzata dall’Ussi per il cente- S Lorenzo Insigne, 22 anni, cresciuto nel Napoli, ha deciso l’ultima finale di Coppa Italia con una doppietta. Prandelli lo ha inserito nella pre-lista dei 30 per il Mondiale, ma per lui sarà dura strappare un posto nei 23 pensiero del momento, ma l’attaccante napoletano parla anche dei risultati ottenuti quest’anno dal Napoli. «La stagione è stata più che positiva, abbiamo ottenuto risultati importanti. Certo, ci aspettavamo qualcosina in più. Abbiamo dato il massimo, però, per vincere lo scudetto, non ci siamo riusciti, perché la Juve è stata straripante, ma abbiamo confermato la Champions League. E non svaluterei la Coppa Italia. E’ stato importante vincerla, ma il prossimo anno partiremo per vincere lo scudetto. Cavani ed Higuain? Sono diversi, il primo viveva per il gol, mentre il Pipita gioca più per la squadra», ha concluso Insigne. Offerta per Ayew La nostra anticipazione è stata confermata dallo stesso André Ayew. «Sì, c’è stata un’offerta del Napoli», ha detto l’attaccante del Marsiglia al portale Football411.com. «E’ chiaro che non sarò io a decidere il mio futuro. E’ ancora presto per dire se l’OM accetterà o meno l’offerta del Napoli o di qualche altro club per la prossima stagione. In questo momento sono concentrato solo sul Marsiglia e sulla mia Nazionale, il Ghana che parteciperà al Mondiale». © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 HA DETTO S «Cavani ed Higuain sono attaccanti diversi: il primo vive per il gol, mentre il Pipita gioca più per la squadra. Là davanti ci divertiamo: siamo un attacco giovane e affiatato» S «Non ho mai discusso le decisioni di Benitez. La stagione è stata più che positiva, abbiamo ottenuto risultati importanti. Certo, ci aspettavamo qualcosina in più...» GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 Ecco Rooney «L’Italia? Temo di più Suarez...» L’attaccante si sta curando dal fastidio all’inguine: «Sarò al 100% al Mondiale, la mia Inghilterra sarà la sorpresa» gnato 38 gol, ma non ha vinto nulla. Wayne ha 28 anni, l’età giusta per vivere un mondiale da protagonista: «In Brasile possiamo essere la sorpresa – dice il centravanti -. Abbiamo i giocatori in grado di portarci lontano e di entusiasmare i tifosi. Guardate Sterling: è un fenomeno. Ha un talento incredibile. Barkley è un artista. Sturridge ha vissuto un’annata straordinaria a Liverpool. Lallana non è più un ragazzino, ma è diventato un calciatore importante. La nostra squadra è un bel mix di giovani ed esperienza. Ho visto Hodgson molto carico. Un bel segnale». Wayne Rooney, 28 anni AP DAL NOSTRO CORRISPONDENTE STEFANO BOLDRINI LONDRA C’è molto Manchester United sparso nel mondo e nei giornali inglesi. Ryan Giggs è stato avvistato ieri in un albergo di Noordwijk, in Olanda, dove ha incontrato Louis Van Gaal, prossimo manager dei Red Devils. Van Gaal avrebbe chiesto al gallese di far parte del suo staff. Sui quotidiani, è stato dato spazio ad un presunto litigio tra il prossimo interista Vidic e il francese Evra, dopo il ko dello United con il Liverpool. Il Daily Mail ha intercettato il centravanti Wayne Rooney, durante le riprese di uno spot. Il bomber dello United sta trascorrendo al sole del Portogallo la settimana di vacanza che precede l’operazione-mondiale, ma con lui ci sono due fisioterapisti che stanno curando il fastidio all’inguine accusato a fine stagione. Protagonista Rooney, dopo le delusioni ai mondiali di Germania e Sudafrica, in cui pagò problemi fisici, stavolta non vuole sbagliare. In Nazionale ha giocato 89 gare e se- 15 italia: 51575158585149 Suarez Rooney ammette che giocare e segnare tanto conta ben poco, se non arrivano i trofei: «Rappresentare il proprio Paese è un onore, ma indossare la maglia centocinquanta volte e non vincere, significa che non hai combinato nulla. Io sono contento perché stavolta parto senza problemi fisici. I due fisioterapisti mi stanno aiutando a presentarmi in ritiro in condizioni perfette. In Brasile voglio essere al cento per cento. L’atmosfera mi sembra più rilassata rispetto a quattro anni fa. Prima di partire per il Sudafrica, ci fu un lungo stage in Austria. Una noia mortale. I giorni non passavano mai. Capello ci proibiva tante cose: in albergo eravamo costretti a stare sempre in camera. Con Hodgson c’è più serenità. Il fatto che siamo tutti inglesi, staff compreso, ci aiuta. Il nostro ct è un grande. Si prende cura di ciascuno di noi. S’informa su come vanno le cose a casa, è sempre pronto al dialogo. L’esordio con l’Italia? Il primo match è sempre quello più importante, ma per me l’avversario più pericoloso che incontreremo è Suarez. Ha disputato una stagione fantastica, è un fuoriclasse». Tradotto: Rooney teme più l’Uruguay dell’Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA d Ahi ahi Barça lafrase DEL GIORNO MONDO LA GAZZETTA DELLO SPORT Dopo il quarto posto del 2010, l’Uruguay ha buone chance al Mondiale in Brasile. Con Italia e Inghilterra siamo nel gruppo della morte, quello più difficile. Favoriti per il titolo? Il Brasile perché oltre a essere il solito buon team gioca in casa. Poi l’Argentina perché ha Messi e nelle qualificazioni è andata alla grande. E la Spagna che gioca il solito gran calcio ed è campione in carica. Ma poi ci sono l’Italia, l’Inghilterra, la Germania. LUIS SUAREZ ATTACCANTE URUGUAY Neymar non ce la fa per l’Atletico Martino recupera Piqué e Jordi Alba nello scontro che assegna la Liga Thiago Alcantara: Brasile più lontano di sabato. Ma è lo stesso Scolari a smentire, attraverso un comunicato della Cbf, la Confederazione brasiliana: «Non solo voglio che Neymar e gli altri brasiliani del Barça giochino contro l’Atletico, ma spero pure che vincano. Farebbe bene al loro morale in vista del Mondiale. Chi dice il contrario, dice una bugia». Anche il medico Runco ci mette bocca. «Spetta solo al Barcellona decidere l’impiego o meno del giocatore. Di sicuro noi non avremo paura se scenderà in campo». Evitato il caso diplomatico, insomma. Il brasiliano Neymar, 22 anni AFP MARCO GUIDI L’acquisto più costoso della storia blaugrana, almeno stando alle cifre diffuse dalla stampa spagnola (95 milioni di euro), potrebbe saltare la partita dell’anno. Neymar si è allenato anche ieri a parte e il suo recupero in vista di Barcellona-Atletico Madrid è sempre più complicato. I catalani con una vittoria sarebbero campioni di Spagna, mentre con qualsiasi altro risultato i colchoneros farebbero loro la Liga. Ma Neymar rischia di non avere voce in capitolo in questa sorta di finale. Pare che il brasiliano non riesca ancora a infilare gli scarpini. Tutta colpa dell’edema al piede sinistro che lo tormenta da metà aprile. Il Mondiale L’infortunio di Neymar ha chiaramente fatto preoccupare anche i medici del Brasile. Il Mondiale è vicino e Felipe Scolari tiene d’occhio ognuno dei 23 convocati della Seleçao, attraverso il parere medico del dottor Runco. I maligni sussurrano che il c.t. verdeoro abbia fatto pressioni sul Barcellona per non rischiare Neymar nella partita Piqué e Jordi Alba sì Se Neymar è praticamente fuori dai giochi, con l’Atletico il Barcellona recupererà sia Gerard Piqué che Jordi Alba. Il centrale è ai box proprio dalla sfida con i colchoneros nell’andata dei quarti di Champions, mentre il terzino manca dalla finale di Coppa del Re col Real Madrid. I due si sono allenati col resto del gruppo, probabile che il «Tata» Martino decida di impiegarli già dal 1’. Ahi Thiago Dalla Germania giungono, invece, brutte notizie per la Spagna. Thiago Alcantara non sarà convocato per la finale di coppa sabato tra Bayern e Borussia Dortenmund. Il centrocampista rieneletra nella lista dei 30 pre-selezionati dal c.t. della Roja Del uo Bosque per il Brasile, ma il suo piano di recupero dal grave inio fortunio rimediato a inizio aaprile procede a rilento. Thiagago soffrì la lesione del legaio mento laterale del ginocchio destro, fu sottoposto a inter-vento chirurgico e lo stafff nto delle Furie Rosse era convinto ne di poterlo avere a disposizione o si per giugno. Secondo quanto llo scrive in Spagna, però, quello oche Del Bosque considera il sostituto naturale di Xavi non ce ta la farà. Un altro protagonista in meno al Mondiale. © RIPRODUZIONE RISERVATA TA 4 Appunti IL PUNTO IN LIGA Il c.t. del Brasile La Liga si decide all’ultima giornata con lo scontro diretto tra Barcellona e Atletico Madrid, sabato alle 18. Alla squadra di Simeone, oltre alla vittoria, basta il pari per conquistare il titolo; con un k.o. trionfo per i catalani in virtù degli scontri diretti (0-0 all’andata). S Classifica Atl. Madrid 89; Barcellona 86; Real Madrid 84; Ath.Bilbao 69; Siviglia 60; R. Sociedad 59; Villarreal 56; Celta Vigo 49; Levante 48; Valencia 46; Rayo 43; Espanyol e Malaga 42; Elche 40; Almeria e Getafe 39; Granada 38; Osasuna e Valladolid 36; Betis 25. Evasi 7 milioni Scolari indagato Il c.t. del Brasile Felipe Scolari è indagato per evasione fiscale in Portogallo. L’accusa è di non aver dichiarato al fisco redditi per 7,4 milioni di euro, relativi alla fase in cui era commissario tecnico della nazionale portoghese, tra il 2003 e il 2008. In particolare, si tratterebbe della somma percepita da Scolari per la cessione dei diritti d’immagine alla federazione portoghese. Il tecnico che portò in finale il Portogallo all’Europeo 2004, ora si difende: «In tutti i paesi in cui ho lavorato ho sempre dichiarato tutti i miei guadagni, la giustizia verifichi tutto, ma io sono assolutamente convinto che non ci sono errori». Ok della Fifa Il figlio di Mourinho firma col Fulham José Mourinho junior, il figlio quattordicenne dell’allenatore del Chelsea, ha firmato il contratto col Fulham. In realtà, il portierino si è allenato con la squadra giovanile del club di Premier League per tutta la stagione ma aspettava il placet della Fifa per il tesseramento definitivo. Che, appunto, è arrivato nei giorni scorsi. Negli anni in cui il papà ha allenato il Real Madrid, Josè junior ha vestito i colori del Canillas, squadra satellite delle merengues. In estate il ritorno a Londra ed ecco il derby in famiglia. Il ragazzo, comunque, non manca mai alle partite casalinghe del Chelsea: è il talismano dello Special One. La risposta del Bayern Multa e lavori utili ai tifosi anti-gay I quattro giovani tifosi altoatesini del Bayern Monaco, che durante la partita di Champions contro l’Arsenal avevano esposto uno striscione anti-gay, dovranno versare alla loro squadra un’ammenda di 2.000 euro ciascuno e svolgere 10 ore di lavori socialmente utili. L’Uefa aveva imposto al Bayern una multa di 10.000 euro e la chiusura di un settore dell’Allianz Arena nella partita seguente contro il Manchester United. È stato il Bayern ad avvertire i genitori che i quattro ragazzi. L’obiettivo è lanciare un avvertimento agli altri tifosi che questo tipo di comportamenti non sono tollerati. GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 17 EUROPA LEAGUE LA FINALE italia: 51575158585149 le Pagelle DI FRANCESCO BRAMARDO RAKITIC, GUIDA DA VERO LEADER RODRIGO, TROPPA IMPRECISIONE Il portiere Beto, 32 anni ACTION SIVIGLIA 6 h IL MIGLIORE 8 BETO Fa gli straordinari nella ripresa e vince la Coppa ai rigori. COKE 6 Se la cava con mestiere con un osso duro come Siqueira. PAREJA 6 Falloso su Gaitan, salva con il corpo sulla botta sicura di Lima. FAZIO 6 Giallo dopo 12’, salva palla sulla linea e spazzola l’area MORENO 5,5 Cartellino arancione dopo 13’ per un fallaccio su Sulejmani, intervento da rigore su Lima. MBIA 6,5 Recupera una montagna di palloni, cala nella ripresa. CARRICO 6 Combattente senza sosta, regala troppe ripartenze. REYES 6 Dovrebbe allargare l’azione ma finisce imbottigliato. Tiro non irresistibile. (MARIN S.V., GAMEIRO S.V.). RAKITIC 6,5 Prova a dare la scossa. Alterna suggerimenti per i compagni a sgroppate solitarie. VITOLO 5,5 Prestazione impalpabile alle costole di Maxi Pereira, sbaglia l’ultimo appoggio. (FIGUEIRAS S.V.). BACCA 5,5 Davanti all’area quando trova palla la mira è sbilenca, freddo sul penalty. ALL. EMERY 6 Spinge e tiene viva dalla panchina una squadra intimidita dalle ripartenze degli avversari. BENFICA 6 OBLAK 6 Tiri telefonati e ordinaria amministrazione. MIGLIORE h 6,5 ILMAXI PEREIRA Gioca e bene fuori ruolo. Occasione d’oro nel finale di tempo ma Beto salva LUISAO 6 Rude ma efficace in area, non sempre preciso quando avanza. GARAY 6 Fa buona guardia su Reyes. Più brillante quando attacca. SIQUEIRA 6 Ammonito dopo mezz’ora deve frenare gli ardori (CARDOZO 5 si fa parare il rigore). SULEJMANI 6,5 Ci vogliono due cartellini gialli per fermarlo. Esce per infortunio. ALMEIDA 5,5 Altra pasta rispetto a Sulejmani. Spinge poco, ammonito nei supplementari. GOMES 6 Lavoro oscuro, cuce le trame a centrocampo, prova a velocizzare. AMORIM 6 Scodella una palla gol per Maxi Pereira, meglio quando offende. GAITAN 6 Dovrebbe far male tra le linee, fermato all’ultimo in un paio di occasioni (CAVALEIRO S.V.) LIMA 6 Si scuote nella ripresa ma Beto per tre volte dice no. RODRIGO 5,5 Veloce ma impreciso si fa parare il rigore ai supplementari. ALL. JESUS 5,5 Senza i giocatori faro si affida alle ripartenze con poca fortuna. GLI ARBITRI BRYCH 5,5 Non azzarda il rosso dopo 14’ per un fallo di Moreno. Non fischia il rigore su Lima, ma il collaboratore di porta non lo aiuta. Borsch 6-Lupp 6; Welz 5-Dankert 6 4 ALBO D’ORO S Comanda l’Italia Inter e Juve: tre successi Il Siviglia raggiunge Inter, Juve e Liverpool con tre vittorie in Coppa Uefa/Europa League. Tra le nazioni, l’Italia è in testa con nove successi. Coppa Uefa 1972 Tottenham 1973 Liverpool 1974 Feyenoord 1975 Borussia M. 1976 Liverpool 1977 Juventus 1978 Psv 1979 Borussia M. 1980 Eintracht 1981 Ipswich 1982 Goteborg 1983 Anderlecht 1984 Tottenham 1985 Real Madrid 1986 Real Madrid 1987 Goteborg 1988 Leverkusen 1989 Napoli 1990 Juventus 1991 Inter 1992 Ajax 1993 Juventus 1994 Inter 1995 Parma 1996 Bayern 1997 Schalke 1998 Inter 1999 Parma 2000 Galatasaray 2001 Liverpool 2002 Feyenoord 2003 Porto 2004 Valencia 2005 Cska Mosca 2006 Siviglia 2007 Siviglia 2008 Zenit 2009 Shakhtar Europa League 2010 Atletico Madrid 2011 Porto 2012 Atletico Madrid 2013 Chelsea 2014 Siviglia SIVIGLIA BENFICA D.C.R. 4 2 la Moviola DI MARCO GUIDI AL 120’ 0-0 SEQUENZA RIGORI Lima (B) gol, Bacca (S) gol, Cardozo (B) parato, Mbia (S) gol, Rodrigo (B) parato, Coke (S) gol, Luisao (B) gol, Gameiro (S) gol. Moreno su Lima Ci stava il rigore per i portoghesi SIVIGLIA (4-2-3-1) Beto; Coke, Pareja, Fazio, Moreno; Mbia, Carriço; Reyes (dal 33’ s.t. Marin, dal 14’ p.t.s. Gameiro), Rakitic, Vitolo (dal 5’s.t.s Figueiras); Bacca. PANCHINA Javi Varas, Navarro, Trochowski, Iborra. ALLENATORE Emery. ESPULSI nessuno AMMONITI Fazio, Moreno, Coke per gioco scorretto Partita dura, con diversi interventi oltre il limite e qualche protesta, soprattutto da parte portoghese. Tre gli episodi da prendere in esame. Moreno stende Sulejmani al 14’: Brych sventola il giallo, ma il rosso non sarebbe stato uno scandalo. Il Benfica chiede il rigore al 47’ per un contatto tra Fazio e Gaitan, ma l’arbitro fa bene a lasciare correre. Il difensore tocca il pallone, resta da capire perché non venga concesso il corner. Il penalty ci starebbe invece al 12’ della ripresa, quando Moreno entra da dietro su Lima, toccandolo sul piede d’appoggio. Brych non fischia e fa imbestialire Jesus. BENFICA (4-4-2) Oblak; M. Pereira, Luisao, Garay, Siqueira (dal 9’ p.t.s. Cardozo); Sulejmani (dal 25’ p.t. Almeida), Gomes, Amorim, Gaitan (dal 14’ s.t.s. Cavaleiro); Lima, Rodrigo. PANCHINA Artur, Jardel, Vitoria, Djuricic. ALLENATORE Jesus. ESPULSI nessuno. AMMONITI Siqueira, Almeida per gioco scorretto. ARBITRO Brych (Germania). NOTE spettatori 33.120, incasso non comunicato. Tiri in porta 5-7. Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 5-1. Angoli 5-5. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 2’; p.t.s. 1’, s.t.s 2’. Ivan Rakitic, 26 anni, capitano del Siviglia, solleva la coppa nella notte di Torino EPA Coppa di Spagna Trionfa il Siviglia Benfica maledetto In attesa della Champions, l’Europa League va a una spagnola. Rigori decisivi: 8a finale persa dai portoghesi DAL NOSTRO INVIATO PIERFRANCESCO ARCHETTI TORINO Anche se non può consegnare il boccale argentato all’amata signora bianconera, nello stadio ricoperto all’interno con sue foto e frasi celebri di quando era calciatore, Michel Platini sfoggia l’occhietto furbo del vincitore. Il successo del Siviglia, meritato ai rigori ma non prima, non sarà uno spot per la bellezza del calcio ma farà una rilevante pubblicità alle regole del fair play finanziario, di chi taglia e sgomita ma riesce a star dentro ai parametri voluti dal presidente Uefa: trionfa, seppur dopo una sfida povera, una squadra che non doveva nemmeno partecipare al torneo, dopo il nono posto nella scorsa Liga. Ma il Malaga è stato escluso, causa irregolarità fi- nanziarie, e il Rayo Vallecano non era a posto con la licenza europea. Quindi avanti il Siviglia ed ecco l’altra lezione, stavolta a società e tecnici italiani, sempre sfibrati dalla coppa del giovedì. I rossi hanno iniziato il torneo il primo agosto scorso e sono arrivati alla terza baldoria in otto anni dopo 19 gare. Non hanno i mezzi per competere con Madrid o Barcellona, scavano la felicità nell’Europa League e magari proveranno a sistemare la capitale nella Supercoppa d’agosto, altro derby spagnolo, come successe nel 2006 quando stesero in agosto il Barça. Lacrime Non è soltanto la maledizione di Guttmann a far inginocchiare il Benfica. Lo spirito del tecnico che lanciò l’anatema nel ’62 (mai più vittorie nelle coppe, e questa è l’ottava eurofinale persa) non ha colpa se Cardozo e Rodrigo passeggiano e si fermano impauriti nella rincorsa dei penalty decisivi, gli unici sbagliati e parati da Beto, il migliore. I rossi dovevano chiuderla prima, nel lungo preludio alla sentenza che non è palpitante come l’epilogo. Sei palle gol contro tre, compreso un salvataggio sulla linea, ma attaccanti spesso soffocati dai difensori oppure ansiosi nelle conclusioni. E la punizione arriva verso mezzanotte. Le mosse Il Siviglia è disegnato con un 4-2-3-1 nel quale il trio che sostiene Bacca scambia le posizioni ma non riesce a saltare dietro la difesa. Rakitic, trequartista di corsa e idee, arretra per non finire schiacciato, così il sistema più usato per avvicinarsi a Oblak è il lancio obliquo da un 4 IL NUMERO 3 i trionfi per il Siviglia tra Coppa Uefa ed Europa League: due consecutivi, nel 2006 (4-0 in finale al Middlesbrough) e nel 2007 (5-3 dopo i calci di rigori nella finale tutta spagnola con l’Espanyol). Ieri il terzo successo sempre ai rigori col Benfica esterno al suo opposto. Quando il capitano riesce a imporsi di più al centro, la banda di Emery dà più coraggio ai suoi tifosi, ma il colpo letale non è nelle gambe di Reyes (due errori sotto porta) e Vitolo, che sbaglia spesso l’ultimo passaggio. Bacca perde palloni facili, non è in forma mondiale. E nei supplementari manda in faccia ai tifosi la palla della gloria. Jesus sta peggio, con tre squalificati: Markovic, Salvio (esterni) e Perez (mediano); dentro Sulejmani a destra, Gomes affianca Amorim ma non è statico; sale sulla trequarti nell’inizio dell’azione spagnola, scende sulla linea dell’area quando i bianchi superano la metà campo. Di base è un 4-4-2 con Rodrigo libero di non allinearsi e provare l’imboscata a sinistra. Quando Sulejmani deve essere cambiato dopo aver guadagnato due ammonizioni in un quarto d’ora, tocca così a Maxi Pereira alzarsi a esterno offensivo, con Almeida a coprirgli la schiena. L’ex difensore, tra i più positivi, non ha sangue freddo davanti a Beto, mentre Lima e Gaitan, per qualità dovrebbero fare meglio. Niente: Pareja salva sulla linea, Fazio mette i piedoni sui due tiri a colpo sicuro. Bela Guttmann continua a sorridere dall’alto. E Platini dalla tribuna. © RIPRODUZIONE RISERVATA DOPO LA FINALE RESISTE L’ANATEMA LANCIATO DA BELA GUTTMANN CONTRO IL BENFICA Beto, il portiere-eroe nato a Lisbona Il numero 1 del Siviglia, mai troppo amato in Portogallo, si prende la grande rivincita DAL NOSTRO INVIATO GIULIO DI FEO @fantedipicche TORINO Gli avevano pure fatto una statua al Da Luz, a Guttmann, quest’inverno. Come a dire: ti riportiamo a casa, però con ‘sta storia della maledizione basta. E invece no, Bela non perdona. L’Aquila perde l’ottava finale europea, il «non vincerete per altri cent’anni» resiste (si riferiva alla Coppa dei Campioni, ma è estensibile al resto dell’argenteria continentale) e così l’Europa League la alza il Siviglia. Con fatica, fortuna, ma alla fine è quella che ti porta avanti. E pensare che nemmeno doveva andarci: sul campo lo spot europeo l’aveva conquistato il Rayo Vallecano, che poi è stato costretto a cederlo agli andalusi per problemi finanziari. Ma la squadra è combattiva e ben assortita, ha in Rakitic un leader-creatore di gioco coi fiocchi e ottimi finalizzatori: hanno bloccato le madrilene in campionato e ora alzano una coppa che fa un ideale e meritato tris con le due vinte da Juande Ramos nel 2006 e nel 2007. Mani al cielo E poi c’è Emery, un signor allenatore di una famiglia a tutto calcio: nonno Antonio e papà Juan sono stati portieri di ottimo livello, lui ha rotto la tradizione facendo il terzino sinistro e ha iniziato ad allenare a 34 anni, quando ancora giocava, nel mito di Guardiola. Al Valencia ha fatto miracoli centrando sempre qualificazioni europee difficili, per entrare nel novero dei big gli mancava una vittoria e ora ha centrato anche quella. Fischi e parate Ah, pure i tifosi portoghesi dico- no le parolacce al portiere avversario quando rinvia. E oggi non era uno particolare. Cioè Beto, nato e vissuto a Lisbona, gattone cresciuto nello Sporting e mai troppo considerato in patria: in biancoverde lo mandarono a scadenza, al Porto era la riserva di Helton e se ne andò fino a Cluj per giocare, a Siviglia ha dovuto aspettare che vendessero Diego Lopez e che si infortunasse Palop per prendersi i pali. Ieri ha messo toppe da campione vero anche prima dei rigori, confermando la bontà della scelta del c.t. Bento che se lo porta in Brasile. La curva dei rossi l’ha beccato e se la serie dei rigori avesse avuto luogo lì probabilmente sarebbe stato un macello. Invece sotto la torcida che l’ha adottato, Beto si esalta nella sua notte da re. Fa stretching alla Van Damme, gambe larghissime, mentre è in porta Oblak. E quando è il suo turno si fa beffe delle esitazioni di Cardozo e Rodrigo. Poi Gameiro molla la stoccata finale, e tutti ad abbracciare l’eroe di Lisbona. Di nascita, s’intende. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 caso Suono italia: 51575158585149 e l’immaginate il Freccia Rossa (o Italo, per stare in tema) con V una ciminiera che sbuffa vapore bianco e fa «ciuf ciuf», pur filando a 300 all’ora? Farebbe ridere. Così come fanno ridere i terminali di scarico aggiunti ai motori di F.1 solo per ricreare il rombo di un anno fa. Ossia del passato. Perché la F.1 rimpiange ciò che non è più, senza andare alle radici del problema (costi, incapacità di comunicare, personaggi poco credibili o magari discutibili, ect.) ma fermandosi in superficie, prendendo il pretesto delle cose inutili. Come il rumore. Nico Rosberg, 28 COLOMBO EuropaLeague gevano la mano davanti all’arbitro inglese Arthur Holland, che guardava dritto nella camera del fotografo. La foto ha una definizione magnifica, sembra scattata ieri, e invece è vecchia di cinquantuno anni. Una vita. La famosa maledizione lanciata dall’allenatore Bela Guttmann (“il Benfica non vincerà più una coppa europea per cent’anni”) comincia a prendere corpo quel pomeriggio – nello storico Wembley – dove il povero Coluna finirà azzoppato e Maldini alzerà al cielo la prima delle sette Coppe Campioni conquistate dal Milan. Era il 22 maggio 1963, il sortilegio del tecnico ungherese era stato lanciato dopo che il club di Lisbona, prediletto dalla dittatura salazarista, non gli aveva rinnovato il contratto nonostante i successi nelle due finali precedenti contro il Barcellona di Kubala (1961) e il Real Madrid di Di Stefano (1962). I colossi di allora continuano a essere quelli di oggi. Cambiano i protagonisti, resta intatto La delusione del Benfica: 8a finale europea persa! Siamo d’accordo che le F.1 moderne non emanino più l’inebriante urlo dei 12 cilindri. Ma quell’urlo apparteneva a un’epoca in cui c’era anche il «tic tic» delle macchine per scrivere invece del morbido battito di tasti del computer. Per non parlare del fruscio della puntina del giradischi. Proviamo nostalgia per i suoni dell’infanzia? Sì, ma la qualità della nostra vita è migliorata proprio perché alcune scomodità sono lontane. Il bisbiglio delle attuali F.1, che piaccia o meno, è il sound di un futuro che già ci avvolge. Dalle strade è laVignetta BENFICA, L’OTTAVA FINALE PERSA E LA MALEDIZIONE DI GUTTMANN l sole, ancora abbastanza alto, disegnava ombre scure sull’erba verdissima e corta Imentre Cesare Maldini e Mario Coluna si strin- l’incanto di una liturgia che si ripete, rimangono quasi identici i colori di quelle maglie, capaci di navigare impermeabili nel tempo. I sortilegi nascono per essere frantumati, prima o poi, ma questo di Guttmann ha una scorza durissima. Resiste ancora. Nello stadio della Juve, il Benfica ha perso la sua ottava finale europea consecutiva, dopo quelle di Coppa Campioni con Milan (due volte), Inter, Manchester United, Psv e quelle Uefa/Europa League con Anderlecht e Chelsea. Un record, da non credere. Come altre volte i campioni portoghesi non meritavano di perdere, anzi. I quindici-sedici tiri in porta rispetto ai cinque-sei del Siviglia testimoniano di una leggera superiorità che avrebbe potuto trasformarsi in risultato sul campo se l’arbitro avesse fischiato un rigore che c’era, a favore del Benfica. Invece, alla fine, sono stati fatali i rigori tirati in fondo ai tempi supplementari. Qui il successo del Siviglia ha preso una linea di tendenza chiara e proporzioni nette, grazie soprattutto alle parate di Beto, portoghese cresciuto nello Sporting, l’altra squadra di Lisbona. L’anno scorso Jorge Jesus aveva perso sul traguardo il campionato, la coppa portoghese e l’Europa League nella finale contro il Chelsea di Rafa Benitez. Sembrava fosse arrivato il momento buono per spezzare la maledizione, visto che in questa stagione il Benfica ha già vinto campionato, coppa di Lega e deve giocarsi la finale portoghese domenica prossima. A noi va bene sul piano del ranking Uefa. Respiriamo un po’, anche se il quadro generale non è fantastico. Alla Juve resta il rimpianto di non aver giocato la finale nel suo stadio. A noi quello di essere spettatori dell’egemonia della Spagna. Una coppa se la sono portati a casa col Siviglia — tre finali giocate, tutte e tre vinte — l’altra verrà assegnata nel derby di Madrid. Difficile non invidiare questa Spagna del calcio. © RIPRODUZIONE RISERVATA ibabyFenomeni derselo dopo aver letto di Hachim Mastour, 15 anni e 11 mesi: trequartista degli Allievi del Milan, aggregato alla prima squadra, presentato in pompa magna da Adriano Galliani all’interno dello spogliatoio e in odore di debutto in Serie A, domenica contro il Sassuolo. Se ciò avvenisse sarebbe il più giovane rossonero ad esordire in A. Di lui dicono un gran bene, parlano di un campioncino, si sbilanciano e azzardano giudizi tecnici: è velocissimo, molto tecnico, abile negli spazi stretti. Mamma mia, sembra il ritratto di Messi da giovane... Su internet, luogo dell’anima di un calcio che è uno sport sempre più virtuale e sempre meno reale, spopola un video dove il ragazzino palleggia con tutto, ciliegie e arance comprese. Bastasse questo per trasformare un talento in fuoriclasse... Detto che, se Seedorf dovesse far debuttare il giovane Mastour, saremo in tribuna ad applaudirlo e a incoraggiarlo, perché questo si deve fare con chi inizia un’avventura, restano alcuni dubbi: perché, se si tratta di un campioncino, metterlo nella mischia soltanto all’ultima giornata? E poi: siamo sicuri che un debutto tanto precoce faccia bene a chi deve ancora imparare tantissimo? Non è che si monterà la testa e che questo «lancio» possa risultare controproducente? E’ vero che il ritornello di oggi è «nel calcio Il calcio ha bisogno di cambiare, ma il presidente Fifa è deciso a ricandidarsi TwitTwit IL CINGUETTIO DEL GIORNO CHRISTIAN VIERI Ex calciatore Complimenti eusebio di Francesco per il tuo grandissimo lavoro. I tuoi dirigenti dovrebbero dare le dimissioni .. Scarsi. Bravo @vieri_bobo WINBLEDON Joseph Blatter, 78 anni, alla guida della Fifa dal 1998 ANSA Master di tennis usby convocò McGuinness al suo co«B spetto. “Wilf, Wilf: non so co- Un lieto ritorno ieri a Wimbledon di Rod Laver Azzurro di rugby © RIPRODUZIONE RISERVATA laRovesciata Mister Blatter e la dottrina di Pangloss MASTOUR PREPARA IL DEBUTTO IN A MA PIANO CON I GIUDIZI PRECIPITOSI a domanda è tanto legittima quanto provocatoria: ma davvero in Italia c’era un fenoL meno e nessuno se n’era accorto? Viene da chie- © RIPRODUZIONE RISERVATA di ROBERTO BECCANTINI http://www.beckisback.it/ MARTIN CASTRO italiano mancano i giovani», ma non esageriamo: in certi casi la miglior medicina è l’equilibrio. Altra perplessità: quanti ragazzi abbiamo visto debuttare, anche nel Milan, e sono poi spariti dai radar? Stiamo pensando, tanto per restare in casa rossonera, a Petagna e a Cristante. Se ne parlava come di certezze per il futuro e invece non li hanno nemmeno presi in considerazione per il presente. Il rischio di bruciarsi, e quindi di farsi male, c’è. La speranza è che qualcuno spieghi tutto ciò a Hachim Mastour e che non lo si lasci solo in mezzo a San Siro: perdersi è un attimo. E il calcio italiano è specializzato nel generare fenomeni, lanciarli e poi dimenticarseli in qualche spogliatoio di provincia. Quante volte, al primo gol o al primo dribbling di un ragazzino, lustrandoci gli occhi, abbiamo esclamato: «Questo diventa un campione»? E quante volte quello stesso ragazzino non si è trasformato in ciò che speravamo? Ecco, l’augurio è che il debutto (se ci sarà) di Mastour non sia soltanto una comparsata, ma l’inizio di una carriera da sogno. Una cosa è certa, al netto delle qualità tecniche e fisiche del ragazzino: non bastano dieci o venti palleggi con le arance ripresi da una telecamera e fatti girare su internet per dire che ci troviamo di fronte a un potenziale fenomeno. Non diremo, con Francesco De Gregori, che un calciatore si vede dal coraggio, dall’altruismo e della fantasia, ma nemmeno dai «numeri da foca»... scomparso il borbottio asmatico della Balilla o della Fiat 600 per lasciarci al silenzio totale delle vetture elettriche. Comprendiamo chi rimpiange gli acuti dei motori da corsa di ieri, però siamo in un altro secolo, in un’altra dimensione. Il rumore, un po’ cafonesco, non fa più parte di questa realtà. Siamo diversi noi, sono diverse le auto. Occorre guardare avanti. Certe nostalgie appartengono a chi vive di lifting fisici e mentali e non accetta che il tempo ci trasformi. Spesso anche in meglio, com’è accaduto a questa F.1. DI VALERIO MARINI @Wimbledon di ANDREA SCHIANCHI 19 LA F.1 SBAGLIA A INSEGUIRE IL PASSATO IL SUO «SILENZIO» E’ IN LINEA COI TEMPI di PINO ALLIEVI di ALESSANDRO DE CALÒ LA GAZZETTA DELLO SPORT Aiutiamo questa iniziativa, più siamo meglio è. L’associazione @AsAndreaTudisco ha bisogno di noi @castrito81 ARIANNA ERRIGO Campionessa di scherma Esame passato! Sono piccolissimi passi...ma sono comunque passi avanti... Prima o poi finirò #Studio #impegno @aryerri DANILO GALLINARI Cestita Nba con Denver Eccomi insieme a @Palets_8 per svolgere insieme un po’ di lavoro @gallinari8888 me potremo fare senza di te... ma lo scopriremo”». E’ un brano tratto da «La mia vita rovinata dal Manchester United», romanzo di Colin Schindler, tifoso viscerale del City. Potremo mai dirlo, un giorno, di Sepp Blatter? Busby era, naturalmente, Matt Busby: scampato al rogo aereo di Monaco di Baviera, raccolse i resti dello United e li portò in cima all’Europa. Wilf McGuinness era il manager che Busby in persona aveva scelto come successore. Le cose non funzionarono, da qui il colpo di scena e l’esonero, sotto forma di perfido indovinello. Joseph «Sepp» Blatter ha 78 anni e governa la Fifa dal 1998. Non più tardi di venerdì scorso ha deciso di ricandidarsi: «La mia missione non è ancora finita». Proprio così. Ha parlato di «missione». Per un certo periodo, e fino a un certo punto, aveva meditato di farsi da parte. Ha cambiato idea, senza cambiare ideologia. Gli scandali lo eccitano: dall’opacità dei voti che, a Parigi, gli fruttarono il trono di Joao Havelange, alla bancarotta dell’Isl, società di marketing sportivo che avrebbe pagato tangenti ad alti papaveri della Fifa, tra i quali lo stesso Havelange. E poi, in ordine sparso: i veleni sulla scheda, una sola, che separò la Germania dal Sud Africa nella caccia ai Mondiali del 2006; il braccio di ferro con Mohamed Bin Hammam, pezzo grosso del Qatar, avversario nel safari elettivo del 2011, suggellato da sportellate etiche e squalifiche revocate; l’assegnazione del Mondiale 2018 alla Russia e dell’edizione 2022 al Qatar, con relativa e tardiva scoperta che d’estate, nell’emirato, si brucia dal caldo. La diletta Svizzera, con i suoi segreti bancari e le sue leggi premurose, gli ha permesso di schivare cannonate, non solo pallottole. Nessun regime più del calcio avrebbe bisogno di cambiare aria e, soprattutto, di farla cambiare all’amministratore. Come ha denunciato Pippo Russo nella sua ultima opera - «Gol di rapina/il lato oscuro del calcio globale», Edizioni Clichy - la sfida del terzo millennio andrà lanciata contro la piovra dell’economia parallela, incarnata da quei fondi di investimento che hanno preso in ostaggio giocatori e società. Urgono dirigenti-sceriffi, più che broker-dirigenti. Un altro mandato, il quinto, costituirebbe l’ennesimo schiaffo al concetto di alternanza. Blatter ha adottato e adattato la dottrina voltairiana di Pangloss, precettore del giovane Candido, al «migliore dei presidenti possibili»: lui. Si è arreso alla tecnologia esclusivamente perché costrettovi dagli sponsor, stanchi di affiancare le proprie aziende e i propri dollari a scempi come il gol fantasma di Frank Lampard in Germania-Inghilterra del 2010. Jérome Champagne, 56 anni a giugno, francese come Michel Platini, è l’unico candidato ufficiale. Il grande capo dell’Uefa, prigioniero del fair play finanziario, non ha sciolto il nodo. I 209 membri della Fifa andranno alle urne nel maggio del 2015. Blatter aveva garantito un passo indietro. Al cuore non si comanda. E allora: cameriere, Champagne. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 LA GAZZETTA DELLO SPORT CALCIO A 5 GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 italia: 51575158585149 sare anche che una vittoria ci darebbe la finale scudetto (che la Lazio, allora Lazio Nepi, non conquista dal 2007, ndr) — dice il presidente Antonio Mennella —. Siamo felici e orgogliosi di essere arrivati così in alto, sia con la prima squadra che con l’Under 21: a prescindere da come andrà, i nostri ragazzi meritano già un plauso per ciò che hanno costruito». Per i più giovani, c’è il doppio impegno: Javier «Cholito» Salas, Angelo Schininà (domenica squalificato con l’Under) e Giuseppe Mentasti si dividono tra i più grandi e i coetanei. Un vantaggio non da poco per l’Under 21, che può contare su un giocatore (Mentasti) che nel 2012 era al Mondiale di Thailandia con Menichelli, e segnò pure un gol. Universo Lazio Missione scudetto per uomini e donne Via alle semifinali : stasera la formazione maschile, domenica le ragazze con la Luciléia, stella mondiale MARCO CALABRESI Di padre in figlio, di fratelli in cugine. Lunedì sera, allo stadio Olimpico, tutta la famiglia della Lazio si è riunita per celebrare il 40° anniversario dello scudetto del 1974: a guidare la sfilata di tutte le sezioni della Polisportiva, c’era Luciléia Renner Minuzzo, la giocatrice di calcio a 5 più forte del mondo. Ora la brasiliana gioca nella Lazio, ma lo scorso anno guidò le sarde del Sinnai alla conquista della Coppa Italia, e domenica se le ritroverà di fronte, per le semifinali scudetto della Serie A femminile. Semifinali a cui la Lazio arriva a piene forze, sognando di fare il Grande Slam tra uomini e donne: stasera, la prima squadra maschile sfida l’Acqua&Sapone Emmegross in gara-1, domenica toccherà all’Under 21 affrontare il Barletta. Due anime Lazio calcio a 5 maschile e femminile hanno presidenti e dirigenti diversi, ma un rapporto che tutti defi- niscono «ottimo»: giocano nello stesso impianto (il PalaGems di Tor di Quinto, anche se il prossimo anno le donne potrebbero spostarsi), alla Final Eight di Coppa Italia erano nello stesso hotel, gli uomini vanno a vedere le donne, e viceversa. La Lazio femminile, la Coppa Italia l’ha vinta (in finale sulla Ternana), quella maschile l’ha persa in finale proprio contro l’Acqua&Sapone, che lo scorso anno eliminò i biancocelesti anche dai playoff. «Vogliamo riscattare la sconfitta in finale, ma pen- S Le squadre della Lazio femminile e maschile lunedì sul terreno dell’Olimpico, con le altre formazioni della Polisportiva, per i 40 anni dallo scudetto del ’74 CASSELLA Donne super La Lazio, nel maschile, è l’unica non testa di serie ad aver raggiunto le semifinali (dopo aver eliminato il Kaos Futsal, terzo nella stagione regolare), dopo un avvio di stagione disastroso che aveva messo a rischio anche la partecipazione alla Final Eight di Coppa Italia. Nel femminile, invece, non vedere la Lazio campione d’Italia sarebbe una sorpresa: 26 vittorie su 26 nella regular season, Coppa Italia già in bacheca, 17 gol tra andata e ritorno alle campionesse d’Italia dell’Az Gold Chieti nei quarti. Non solo Luciléia, ma anche l’altra brasiliana Gayardo (le due, ieri, erano al Foro Italico per gli Internazionali), l’argentina Blanco, le sorelle americane Melissa e Brenda Cary, tre calabresi (Violi, Presto e Siclari), una super tifosa della Lazio (il portiere Sara Giustiniani) e anche una romanista (Pamela Guercio). Stasera, parecchie tiferanno Lazio: di sicuro, non Nanà, fidanzata con l’allenatore della squadra avversaria, Massimiliano Bellarte. I colleghi maschi la perdoneranno. 4 LA SITUAZIONE S Playoff scudetto Semifinali Gara-1 (oggi): Alter Ego Luparense-Asti (ore 20.30, diretta RaiSport 2), LazioAcqua&Sapone Emmegross (20, diretta streaming sul sito della Divisione) Gara-2 (martedì 20): Asti-Alter Ego Luparense (ore 20, diretta streaming sul sito della Div.), Acqua&Sapone EmmegrossLazio (20.30, diretta RaiSport 2) Ev. gara-3: 22 maggio (in casa di Asti e Acqua&Sapone Emmegross) Finale: 28 maggio, 2-4ev.9-ev. 11 giugno © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI AVVERSARI Luparense, Acqua&Sapone e Asti pronti all’assalto Un anno fa, proprio al PalaGems (che allora si chiamava Futsal Arena), l’Acqua&Sapone Emmegross raggiunse la prima semifinale scudetto della sua storia. Una scalata continua, quella del club abruzzese: quarti nel 2012, semifinale nel 2013, Coppa Italia vinta due mesi fa. Con la possibilità, rispetto alla sfida dell’anno scorso persa contro la Luparense, di giocare la seconda ed eventualmente anche la terza gara della serie in casa. Fattore che, unito alla stanchezza del Pescara, ha deciso il derby nei quarti (la «bella» è finita 7-2, dopo due pareggi). Sfida stellare L’altra semifinale è Alter Ego LuparenseAsti, con gli Orange che tornano a Bassano dove hanno vinto la Winter Cup a fine marzo, ma nello stesso palazzetto dove nel 2012 persero una Supercoppa ai rigori. I Lupi cercano la sesta finale nelle ultime otto stagioni. «Ma il coefficiente di difficoltà di questa partita è dieci — ammette il tecnico Fulvio Colini —. L’Asti è la squadra più forte del campionato, ma abbiamo lavorato per trovare il sistema per batterli». Tanti i pericoli: dagli ex Fortino e Vampeta (quattro scudetti con la Luparense) al capitano dell’Italia campione d’Europa, Gabriel Lima. Campione in campo quanto fuori: per domenica 18, ad Asti, ha organizzato una cena di beneficenza, con ricavato devoluto alla sua fondazione. m.cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA REGIONE ALLA RIBALTA UN GIORNALISTA E UN AVVOCATO PROTAGONISTI DI POGGIBONSESE E ISOLOTTO questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ Riecco la Toscana con due portieri in carriera Il calcio a 5, in Toscana, sembrava essersi fermato al 2003, quando il Prato di Velasco vinse il secondo scudetto di fila. E invece rieccolo, 11 staioni dopo: l’EstraForum, dopo anni di Serie B, si è riempito di nuovo a dicembre, per l’arrivo della Nazionale, ma chissà che non si possa riempire sabato per il derby tra Prato e Poggibonsese, che mette in palio un posto nella finale dei playoff per la promozione in A2. Di si- curo, a Firenze, si riempirà domenica 25 il PalaIsolotto, per il ritorno della semifinale femminile tra l’Isolotto e la Ternana. Portiere-giornalista Nel grande Prato del 2003, c’era anche Nicola Giannattasio, che oggi ha 33 anni e gioca nella Poggibonsese. Vive a Prato, fa il portiere e, di mestiere, il giornalista. In questi giorni, nella trasmissione che condu- ce su Radio Insieme, si parla tantissimo del derby. «Devo far vivere alla gente di Prato l’attesa per una partita in cui il Prato dovrò batterlo. Una cosa abbastanza strana, ma vissuta con gran serenità: il futsal è più umano, nel calcio una cosa del genere non potrebbe succedere». Le critiche al portiere dei colleghi giornalisti, però, come si affrontano? «È capitato di non essere d’accordo, ma non me la sono mai presa: si accettano, sapendo che sono fatte in buona fede. Differenze? Il calciatore si emoziona in campo, il giornalista si emoziona raccontando». Portiere-avvocato A trascinare l’Isolotto in finale dovrà pensarci Anna Piras: sarda, professione avvocato. «Mi occupo di diritto civile, ma la mia aspirazione è specializzarmi in diritto sportivo — dice la 33enne cagliaritana, alla pri- ma stagione in Toscana —. Sono già fiduciaria dell’Assocalciatori, e avendo lo studio con mia sorella riesco a gestire il lavoro da Firenze. Ma in campo faccio il portiere: al massimo, le mie compagne, mi chiedono consigli su svincoli o accordi economici». L’Isolotto sogna. «Abbiamo fatto grandi cose, ma vogliamo proseguire, anche se sappiamo che ora quello che verrà sarà tutto di guadagnato. Quando gioca la Fiorentina la città si ferma, ma ultimamente c’è grande seguito». m.cal. Anna Piras, 33 anni CASSELLA © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 21 SERIE B SI RIAPRONO I GIOCHI IN TESTA italia: 51575158585149 VOLATA UNA PROMOSSA SUBITO, IN 6 AGLI SPAREGGI 40 Massimo Maccarone, 34 LAPRESSE Federico Viviani, 22 anni LAPRESSE Emmanuel Cascione, 30 LIVERANI a a 41 a 42 Pescara EMPOLI 65 Novara CITTADELLA LATINA 64 Siena CESENA Spezia CESENA 62 REGGINA Latina MODENA MODENA 59 Avellino PESCARA Cesena CROTONE 58 JUVE STABIA Trapani PALERMO LATINA SPEZIA 57 LANCIANO Bari BARI (-4) 57 Cittadella SPEZIA Novara LANCIANO 57 Spezia CARPI Cittadella AVELLINO 56 MODENA Reggina PADOVA SIENA (-8) 55 LATINA Padova VARESE TRAPANI 54 Ternana CROTONE Brescia IN MAIUSCOLO LE GARE IN TRASFERTA, PALERMO GIA’ PROMOSSO IN A ALLE 12 L’ASSEMBLEA Impiego dei giovani e salary cap: oggi modifiche in Lega MILANO Oggi alle 12 assemblea di Lega. La B si riunisce per discutere delle date dei playoff e per alcune modifiche statutarie. Due i punti nuovi su cui si lavorerà. Uno riguarderà il minutaggio dei giovani: si lavorerà per farlo crescere. E poi si potrebbe ritoccare un criterio del salary cap. Nella parte variabile dedicata ai singoli giocatori, si rifletterà se inserire una parte destinata ai punti conquistati dalla propria squadra e non più legata soltanto alle presenze. GDS Ora la Serie A è un ballo per tre Empoli, Latina e Cesena: qualità e difetti nella corsa al 2° posto a 270’ dalla fine ROBERTO PELUCCHI Poteva essere la grande notte dell’Empoli, è diventata la notte dei misteri: chi seguirà il Palermo in Serie A? I giochi si sono clamorosamente riaperti e potrebbero chiudersi soltanto all’ultima giornata. Al secondo posto puntano in tre: l’Empoli che lo occupa attualmente, il Latina che insegue a un punto (ma è in svantaggio negli scontri diretti con i toscani) e il Cesena distanziato di tre lunghezze (ma comanda nelle sfide dirette con l’Empoli e alla penultima ospita la squadra di Breda, 0-0 all’andata). Subito dopo c’è il Modena, a 59 punti, la squadra più in forma tra quelle di testa (tredici risultati utili), ma è fantacalcio pensare che Novellino possa agguantare il secondo posto, anche vincendole tutte. Ad appena 270 minuti dalla conclusione, dunque, vediamo che cosa va e che cosa non va nelle tre squadre in lotta. EMPOLI LATINA Che cosa va Sarri sta davanti e resta favorito: vincendo le restanti tre partite andrebbe in A. Inoltre, tra marzo e aprile ogni volta che ha perso fuori casa si è poi riscattato al Castellani. L’Empoli è squadra organizzata, di carattere, e in attacco ha la coppia Maccarone-Tavano che fa spesso la differenza. In più, ha un calendario sulla carta più facile: affronterà due squadre in lotta per evitare il playout (Novara e Cittadella) e all’ultima giornata ospiterà il Pescara, ormai fuori dai giochi. Che cosa non va A Cesena è Che cosa va Breda ha la forza dei risultati dalla sua parte: nelle ultime otto partite ne ha vinte sei; ha perso soltanto con il Palermo, di un altro pianeta, e l’unico vero scivolone dell’ultimo periodo è stato quello di Castellammare (1-1 con la Juve Stabia). La squadra è solida e sta mostrando anche una certa duttilità tattica, ossia riesce a cambiare pelle modificando gli interpreti, ma mantenendo inalterato il modulo (il 3-5-2 d’ordinanza). E, in questo quadro felice, Viviani è un giocatore del quale Breda proprio non può fare a meno. stata decisiva l’espulsione di Hysaj, non c’è stato un crollo fisico o di gioco. Però si è avuta la conferma che quando gli avversari montano una gabbia attorno a Valdifiori, il faro di Sarri, tutto il gioco poi ne risente. Maccarone è stato sostituito perché in non perfette condizioni fisiche, e nella volata finale i toscani non possono permettersi di non averlo. Che cosa non va Il calendario non è favorevole: il Latina si gioca tutto nei tre scontri diretti contro Siena, Cesena e Spezia. Resta un grande punto di domanda sulle possibilità di recupero dell’infortunato Crimi, mentre Jonathas dovrà saltare 4 partite a causa della sciocca espulsione di Crotone (mani addosso all’arbitro). CESENA Che cosa va Dopo tre sconfitte di fila senza segnare, i romagnoli hanno ribaltato le prospettive vincendo tre partite senza subire gol. Cascione è il giocatore che, più di altri, sposta gli equilibri: con lui in campo il ritmo è da promozione, senza da retrocessione. Anche la condizione fisica è buona. Che cosa non va Bisoli deve fare i conti con una emergenza continua, che si prolunga da tempo e che ha sicuramente pesato su prestazioni e risultati. Se contro l’Empoli c’erano tre squalificati e un centrocampo decimato, a Reggio Calabria mancheranno due uomini offensivi in grado di essere decisivi (Marilungo e D’Alessandro), un centrocampista (Coppola) e un difensore (Volta), oltre agli infortunati Belingheri e Consolini. Il calendario non è per niente agevole: ci sono due scontri diretti nelle ultime due partite. © RIPRODUZIONE RISERVATA Appello ironico Anche Zalone col Bari BARI (f.c.) Anche Checco Zalone su Facebook lancia un appello ironico per l’acquisto del Bari: «Comprate il Capurso (il club del suo paese, ndr), in omaggio vi diamo il Bari». E Rocco Siffredi ha fatto un video-appello. La squadra, intanto, ieri è tornata da Carpi in treno e alla stazione ha trovato ad accoglierla 1.500 tifosi festanti. Canti e ovazioni hanno coinvolto i giocatori. Il giudice Jonathas fermato per quattro giornate Due turni a Corvia MILANO Costa cara a Jonathas la spintarella all’arbitro con insulto annesso: il giudice sportivo ha squalificato l’attaccante del Latina per 4 giornate. Per 2 è stato fermato Corvia del Brescia, per una Contini e Mezavilla (Juve Stabia), D’Alessandro, Marilungo e Volta (Cesena), Hysaj (Empoli), Rea (Varese), Salviato (Pescara), Pettinari (Crotone), Baldanzeddu (Spezia), Fabbro (Avellino), Grossi (Brescia), Perticone (Novara), Pirrone (Trapani), Pisano (Palermo), Schiavone (Siena). Tecnici: una giornata a Loseto, collaboratore tecnico del Bari. Ammende: 6.000 euro al Brescia, 5.000 all’Avellino, 4.000 al Pescara, 3.000 a Cesena e Crotone. LA SITUAZIONE La classifica dopo 39 giornate: Palermo p. 82; Empoli 65; Latina 64; Cesena 62; Modena 59; Crotone 58; Spezia, Bari (-4) e Lanciano 57; Avellino 56; Siena (-8) 55; Trapani 54; Carpi 52; Pescara 51; Brescia 50; Ternana 48; Cittadella 45; Varese e Novara 43; Padova 35; Reggina (-3) 26; Juve Stabia 18. Così sabato ore 15: Empoli-Novara (1-0); Juve Stabia-Crotone (1-1); LancianoSpezia (0-2); Modena-Avellino (1-2); Padova-Pescara (0-1); Palermo-Carpi (0-1); Reggina-Cesena (1-3); Trapani-Ternana (2-0); Varese-Brescia (2-4). Così lunedì ore 19: Bari-Cittadella (1-1); ore 21: Latina-Siena (0-1). PRIMA DIVISIONE LA STORIA Savona, il sogno iniziato con un euro Il club fu comprato all’asta, ora gioca per la prima volta i playoff per la B che manca da 47 anni MATTEO BREGA C’erano una volta Valerio Bacigalupo, Eugenio Fascetti, Beppe Furino, Pierino Prati, Marcello Lippi, Carlo Petrini e Walter Zenga. La Serie B a Savona manca da 47 anni, ma il calcio ha sempre attirato nomi eccellenti. Ora che per la prima volta (unica esordiente delle otto squadre che sono rimaste in corsa) partecipa ai playoff per tornare al secondo piano del calcio italiano, il polmone cittadino a forma di pallone torna a respirare al massimo. Grazie al lavoro di Ninni Corda, Giovanni Mattu e Roberto Pruzzo. Tre figure di uno staff che sotto la presidenza di Aldo Dellepiane hanno consentito al Savona di passare dal rischio di scomparire alla promozione in Prima divisione e adesso addirittura ai playoff per la Serie B. Ungheresi di Savona L’alba del calcio in città attira tecnici ungheresi nella prima metà del secolo scorso. Jeno Karoly, poi Layos Dimeni per arrivare a Imre Payer, Gyorgy Orth e Arpad Hajos. Tra il 1940 e il 1947 il Savona visse in B, mentre per tornarci dovettero trascorrere altri vent’anni (1965-66). Ma bastò solo un anno per retrocedere nonostante giocassero Fascetti, Prati e Furino. Nel 2010 il ritorno tra i professionisti. Il sogno Il Savona è anche l’unica del girone A ad aver ribaltato il fattore campo eliminando il Vicenza. Solo 6 squadre sono riuscite a centrare la B al primo playoff. Aresti in porta e Virdis in attacco sono gli estremi di un filo che Corda tiene teso. Il proprietario Dellepiane è caratterialmente l’opposto del suo tecnico: imprenditore capace, ma riservato e silenzioso. Il 13 marzo 2012 ha rilevato la società partecipando all’asta. Nella busta, oltre ai 5 mila euro per le garanzie, c’era un euro. Nello studio del curatore Marchese erano presenti Dellepiane e... Corda. E il loro patto nacque su una moneta da un euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA clic PER CREMONESE, PISA E BENEVENTO 5° PLAYOFF Tra le otto semifinaliste Cremonese, Pisa e Benevento sono le squadre che hanno collezionato il maggior numero di partecipazioni ai playoff: 5 (e una promozione per tutte e tre). Segue il Frosinone con 3 (e una promozione), Alto Adige, Lecce e Pro Vercelli con 2 (ma promossi soltanto i piemontesi). Ninni Corda, 40 anni LAPRESSE Il programma Domenica alle 16 ospiterà la Pro Vercelli Domenica sono in programma le partite di andata delle semifinali dei playoff di Prima e Seconda divisione (ore 16). Le partite di ritorno domenica 25. PRIMA DIVISIONE GIRONE A Savona-Pro Vercelli; Cremonese-Alto Adige. GIRONE B Pisa-Frosinone (ore 18); Benevento-Lecce (ore 21). Entrambe le partite saranno trasmesse in diretta su Rai Sport 1. SECONDA DIVISIONE GIRONE A Torres-Forlì; Cuneo-Porto Tolle. GIRONE B Arzanese-Sorrento; Normanna-Tuttocuoio. SUPERCOPPA Domenica alle 15 si gioca anche il ritorno della Supercoppa di Seconda, Messina-Bassano (andata 0-2). ORE 21 IN DIRETTA TV Perugia-Entella: stasera si assegna la Supercoppa Alle 21 Perugia-Entella per la Supercoppa di Prima (andata 1-1). Qui Perugia La gara sarà preceduta dalla festa per la promozione con la presenza di tanti ex del passato. Squalificati Comotto, Rossi, Nicco e Fabinho, infortunati Koprivec, Massoni, Barison, Carcione, Franco, Vitofrancesco e Mazzeo. Attesi 8 mila spettatori. Domani incontro Santopadre-Camplone per il rinnovo del contratto. Qui Entella Prina recupera Troiano, ma deve rinunciare a Guazzo e Iacoponi. Ricchiuti, al massimo, andrà in panchina. Così alle 21 (tv Rai Sport 1) PERUGIA (3-5-2) Stillo; Conti, Scognamiglio, Sini; Sprocati, Moscati, Filipe, Sanseverino, Insigne; Eusepi, Henty. (Esposito, Marconi, Bura, Locchi, Lamcaj, Bordo, De Costanzo). All. Camplone. ENTELLA (4-3-1-2) Zanotti; Ballardini, Cesar, Russo, Cecchini; Staiti, Troiano, Botta; Sarno; Torromino, Moreo (Paroni, Nossa, Volpe, Pedrelli, Raggio Garibaldi, Ricchiuti, Marchi). All. Prina. ARBITRO Serra di Torino (Colì-Villa). Serie D Playoff, Taranto ok: basta l’1-1 davanti a 4.200 spettatori Si sono giocate ieri le gare della seconda fase dei playoff. A Taranto, nonostante la chiusura della curva nord e il divieto del prefetto alla presenza dei tifosi ospiti, oltre 4.200 spettatori. GIR. A Borgosesia-Lavagnese 4-0 GIR. B Olginatese-Seregno 1-0 GIR. C Marano-Sacilese 1-3 GIR. D Correggese-Massese 4-0 GIR. E Foligno-Pianese 2-0 GIR. F Matelica-Termoli 3-3 d.t.s. GIR. G Terracina-San Cesareo 1-2 GIR. H Taranto-Monospolis 1-1 d.t.s. GIR. I Akragas-Agropoli 3-1 d.t.s. Le vincenti (Borgosesia, Olginatese, Sacilese, Correggese, Foligno, Matelica, San Cesareo, Taranto, Akragas) si sfidano domenica nella terza fase: a loro si aggiunge l’Arezzo, miglior semifinalista di Coppa. La quarta fase domenica 25: si aggiunge il Pontisola, finalista di Coppa. Le semifinali domenica 1 giugno, con le 3 vincenti più il Pomigliano vincitore di Coppa. La finale é domenica 8 giugno. PRO PIACENZA L’esposto contro il Pro Piacenza (che ha chiuso a +9 sulla seconda), basato sul fatto che Luca Santi non aveva scontato la squalifica di una giornata rimediata nella seconda fase dei playoff 2013 contro la Pistoiese, non dovrebbe inficiare la promozione, anche se un’ammenda, un’ulteriore squalifica di Santi e forse uno o più punti di penalizzazione (magari nella prossima stagione) sono ipotizzabili. La società é difesa all’avvocato Grassani. 22 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 97° GIRO D’ITALIA LA QUINTA TAPPA italia: 51575158585149 FINALE SPETTACOLARE A VIGGIANO E PRIMO SQUILLO TRICOLORE: OGGI SI SALE A MONTECASSINO Ulissi, colpo da campione Finalmente l’Italia si sblocca identiKit & CARRIERA LA MAGIA DI DIEGO v DIEGO ULISSI Nato il 15/7/1989 a Cecina (Livorno) Italia Squadra Lampre Merida Da junior 2 ori mondiali (2006-2007) Vittorie da pro’ 16 DAL NOSTRO INVIATO LUCA GIALANELLA VIGGIANO (Potenza) Il vento della nuova Italia spazza il Giro, anche dalle polemiche. Nella Basilicata più vera, in una giornata da Nord con bufere di pioggia alternate a sprazzi di sole e raffiche a 60 all’ora, la magia di Diego fa capire che le fondamenta della ricostruzione ci sono. Certo, non abbiamo la continuità e i mezzi di altre nazioni, nei grandi giri è rimasto solo Nibali, però la nostra caparbietà è quella dei marinai che ogni giorno sfidano il mare per un’avventura nuova. E Diego Ulissi è cresciuto in riva al Tirreno, a Cecina. Mai teneri Possiamo dirlo, e non ce ne vergogniamo: siamo innamorati di Diego perché è il simbolo della classe. Non fa mai nulla di banale. Nel bene e anche nel male, con il fallimento nelle classiche delle Ardenne, per esempio. E non siamo mai stati teneri con lui perché non lo accetterebbe. I fuoriclasse vanno giudicati come tali. Ulissi, 24 anni, è il nostro miglior talento nelle gare di un giorno: se l’Italia ha vinto 4 corse World Tour nel 2014, due le ha centrate lui. Il segnale era già arrivato in Australia, a gennaio: primo davanti a Gerrans ed Evans, e vincere al Down Under, per un europeo, vuol dire 2010 2011 2012 bastanza brillanti. clic QUEL SUCCESSO A TAVOLINO NEL 2011 A TIRANO 2013 2014 Successi principali 2 tappe al Giro d’Italia Grande stoccata del toscano poi Evans (che guadagna 6”), Arredondo e tutti i migliori. Matthews resta in rosa pedalare davvero. Ieri il Giro ha ammirato un’altra meraviglia. Tre anni fa a Tirano l’ingresso sul palcoscenico di un predestinato, dopo due titoli mondiali juniores. Adesso la stoccata di Viggiano: le braccia aperte, quel voltarsi indietro a cercare gli avversari, l’urlo di gioia sul podio vogliono dire «questo è il mio posto». Durezza Doveva essere un assaggio di difficoltà, l’ascesa a Viggiano, in Val d’Agri, pae- se dedicato alla Madonna: 5 km al 4%, 1 km al 7%. Si trasforma in una classica per il vento che flagella i corridori dal via di Taranto e le condizioni meteo durissime. I 203 km ne valgono almeno cinquanta di più, e la conferma la trovate dai primi 12 dell’arrivo: da Ulissi a Scarponi, il meno nobile è Kelderman, che a 23 anni è il futuro del ciclismo olandese. I dati dicono che i corridori hanno consumato 5000-5500 calorie, almeno 1 tappa al Giro di Polonia (2013) 1 tappa al Down Under (2014) Maglie azzurre 2 (2012-2013) Prima di ieri, Diego Ulissi aveva già vinto una tappa al Giro: il 25 maggio 2011, a Tirano. Ma si trattò di un successo a tavolino arrivato per squalifica di Visconti (scorretto in volata). Quello era stato anche l’ultimo successo Lampre al Giro. 1000 più del previsto, come all’Amstel per esempio. Nel finale c’è il meglio del Giro: la maglia rosa Michael Matthews, che dimostra di avere un’evoluzione da finisseur e conserva il primato; tutti i big, da Evans a Uran, da Quintana a Rodriguez e Basso. Saltano il tricolore Santaromita, tagliato fuori dalla caduta ai 15 km, e Moser e Battaglin che restano nel secondo gruppo per il capitombolo di Gasparotto, ma non appaiono ancora ab- Finale C’è spazio per tutti. Per Elia Viviani, che va in fuga per prendersi la maglia rossa a punti; per il tedesco Bjorn Thurau, figlio di uno dei rivali storici di Moser, ultimo degli 11 fuggitivi a cedere a 15 km dall’arrivo; per il vicentino Gianluca Brambilla, che accende i 10 km finali con una discesa da motociclista sul bagnato, ha 29”, viene raggiunto ai 1300 mt. La picchiata, con i tornanti, ricorda quella del Poggio alla Sanremo: il gruppo si spezza, la Bmc di Evans e la Katusha di Rodriguez alzano il ritmo, si arriva con l’acido lattico che ribolle sulla salita finale. Purito mette davanti la «guardia reale» con Vicioso e Moreno, e tirano, caspita. Una prova di fiducia, lo spagnolo esce dal tunnel di un Giro finora da incubo. E lì davanti c’è Quintana, protetto dai suoi: il Giro non è il Tour, l’Italia non è la Francia, qui ogni curva è un’insidia (ricordate Wiggins?). Ai 1200 metri gli salta anche la catena, ma recupera. Ulissi esce ai 150 metri dalla ruota di Evans, non ha rivali. Cadel è secondo a 1”, terzo il colombiano Arredondo, che sta scoprendo il ciclismo adesso. E oggi si replica, arrivo in salita ancora più duro: Montecassino, l’Abbazia. Dopo una tappa di 257 km. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 NUMERO 4 I successi italiani nel World Tour in questa stagione. Ulissi ne ha firmati due, il 50%: una tappa al Down Under e la tappa di ieri del Giro d’Italia. Gli altri due sono di Matteo Pelucchi (in volata) e Adriano Malori (crono), entrambi alla TirrenoAdriatico S Diego Ulissi, 24 anni: a sinistra sul podio baciato dalle miss; in alto l’esultanza all’arrivo; a destra la foto di famiglia con la moglie Arianna e la figlia Lia BETTINILAPRESSE GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 23 italia: 51575158585149 sentisse la sua vocazione, come se leggesse il futuro. Obiettivi, traguardi, mete. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Una volta Paolo Bettini – e non sarà un caso che tutti e due siano livornesi – disse di avere visto Ulissi, che allora era giovanissimo, forse ancora junior, fare dietro moto durante le vacanze di Natale. Poteva sembrare un’esagerazione, addirittura un’ossessione. Invece era metodo, disciplina. E a Viggiano si è visto. Mappa «La sera della vigilia, quando ho spento la luce, ho cominciato a pensare alla corsa. Avevo studiato la mappa: mi piaceva la distanza, 200 chilometri e più, mi piaceva il profilo, su e giù, mi piaceva il finale, all’insù. Ci tenevo. La mattina ho letto i giornali e guardato i siti Internet: mi davano favorito. In gara non mi sono fatto prendere dall’emozione né dall’aspettativa. Ai -17, quando c’è stata una caduta e ho dovuto mettere i piedi a terra, non mi sono fatto prendere dalla rabbia, e i compagni sono stati pronti a riportarmi dentro. E all’ultimo chilometro non mi sono fatto prendere dalla frenesia, quando si è creato un buco. Il mio compagno Niemiec ha fatto un enorme lavoro per ricucire lo strappo, io ero alla ruota di «A volte parto e mi sento già battuto: è il mio limite Sono cresciuto negli ultimi due anni grazie a Bartoli Ho 16 vittorie: pensavo peggio» il personaggio DIEGO ULISSI «Sì, l’avevo studiata E pensare che a volte ci credo poco» Il livornese: «Su questo arrivo ero favorito e non ho o sentito ra 25 anni» la pressione. Ho fallito le classiche, ma non ho ancora DAL NOSTRO INVIATO MARCO PASTONESI VIGGIANO (Potenza) Testa di c. Dove la c non è l’iniziale di campione, e non è neppure l’iniziale di capitano. È proprio l’iniziale di quella parola che state immaginando. Ma si trattava di un giudizio personale, di un momento di autocoscienza o di un atto di autocertificazione, pronunciata da lui – sorridendo - nel giorno di un trionfo. C’era affetto, comprensione e quel minimo di complicità che coinvolge vincitore e giornalisti durante la conferenza-stampa dopo la corsa. Maradona Diego Ulissi non è una testa di c. Non è uno con la testa sulle nuvole, uvole, ma con la testa sul collo. Non ha grilli perr la testa, ma deve sbattere la testa prima di capire. he di rapa, Non è una testa matta e neanche ma ha la testa del corridore fin da quando era un bambino. Sfuggito al calcio (il padre gli ha imposto il nomee Diego g Armando: Diego per Maradona, na,, Armando per il nonno e casualmente mente ancora per Maradona) e convertito ertito al ciclismo (ma anche qui c’è in n eredità la passione del padre), Ulissi idori, ha sempre preso corse e corridori, on un allenamenti e gare, quasi con me se senso di predestinazione. Come me se conoscesse la sua natura, come Matthews, ai 150 metri sono uscito e credo di avere fatto una gran bella volata». Una volata per la figlioletta Lia («Una bellezza»), una volata per tutta la famiglia («Che mi sopporta»), una volata per i Galbusera patron della Lampre («Che credono in me fin da quando sono passato professionista»). Una volata anche per sé: «Perché il mio limite è non credere abbastanza in me stesso. Negli ultimi due anni sono migliorato, mi segue Michele Bartoli, che è preparatore e motivatore, bravissimo. Spesso parto e mi sento già battuto. Alle classiche del nord sono arrivato imballato dal lavoro, e questo mi ha tolto fiducia e sicurezza». Obiettivi Ulissi, che ha cominciato su una biciclettina con le ruotine, e ci andava così tanto che le ha consumate, e forse è a quel punto che ha potuto farne a meno. Ulissi, che dai sei anni in su ha corso in tutte le categorie. Ulissi, che il primo anno da professionista stringeva i denti per arrivare al traguardo, e se pensa alla polvere delle Strade Bianche e alla pioggia del Giro di Svizzera si sente ancora male. Ulissi, che tre anni fa ha vinto una ttappa al Giro batq tendo Visconti, anche se questa ha un altro profumo. «Riguardan «Riguardando la mia storia, pensavo di essere m molto più indietro. Ho vinto 16 corse, fra cui due gare del World Tour, non ho ne2 anni, posso ananche 25 m cora migliorare. Le mie s corse sono le classiche, davant ho molti camdavanti pio pioni ma non più gio giovani. Amstel, Fre Freccia e Liegi sono i mie obiettivi, prima miei p ci riuscirò». o poi Ulissi, che testa di c. Dove c sta per corag coraggio, coscienza, convin convinzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 motivi della QUINTA TAPPA DI LUCA GIALANELLA Una piccola classica Tutti i big hanno tenuto 1 Che cosa significa la vittoria di Ulissi? È stata una giornata durissima: vento forte, raffiche a 60 all’ora nel finale, bufera di pioggia, cadute, sole. Diego Ulissi (Lampre), 24 anni, è il miglior corridore italiano per le gare di un giorno, è il futuro. Batte nettamente l’australiano Evans e il colombiano Arredondo; tutti i big nei primi 10. Non è stata una tappetta, ma una piccola classica. 2 Come si sono comportati i big? In crescita Purito Rodriguez, che ha fatto lavorare a fondo i gregari fedelissimi, come Vicioso e Moreno. La sua Katusha ha fatto il ritmo nel circuito finale. Molto bene anche Evans, circondato da compagni molto forti: il finale (5 km al 4%, 1 km al 7%) era troppo facile per lui, ma Cadel ha dimostrato di avere un’ottima forma. In agguato Uran (Petacchi gregario in testa al gruppo), zitto zitto Quintana c’è. Evitando i grandi pericoli, come la cadute. 3 Oggi che cosa ci aspettiamo da Montecassino? Sesta tappa, Sassano-Montecassino, km 257 (allungata di 10 km), la più lunga del Giro. Secondo arrivo in salita, decisamente più impegnativo. La corsa rosa non è mai arrivata all’Abbazia benedettina, della quale ricorrono i 70 anni del bombardamento alleato. Salita finale di 8,650 km, dislivello 447 metri, pendenza media 5,1% e punte del 10% all’inizio. Test probante: attenzione all’emergente colombiano Arredondo, ieri terzo. Gazzetta.it TAPPE IN TEMPO REALE E I «DORSALI» DEL GIRO Su Gazzetta.it lo speciale Giro, con tappe in tempo reale, interviste ai protagonisti, tutti i dettagli. E le rubriche sui corridori «Dorsali» e sul Giro dei desideri «Un Giro di parole». 24 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 97° GIRO D’ITALIA L’INTERVISTA italia: 51575158585149 L’ANALISI DEL SELEZIONATORE ROMAGNOLO 4 L’ITALIA DI ULISSI S Due ori da junior Ulissi ha sempre avuto una predilezione speciale per la maglia azzurra e da junior è riuscito in un’impresa unica negli ultimi 20 anni: vincere due volte di fila il Mondiale. È stato oro nel 2006 a Spa (Belgio) e nel 2007 ad Aguascalientes (Messico) S Due presenze da pro’ Il livornese, che ora vive a Lugano, è stato titolare tra i pro’ negli ultimi due Mondiali: 2012 a Valkenburg (85° a 2’53” da Gilbert) e nel 2013 a Firenze (ritirato). «Mi ha fatto godere Diego è un gioiellino: mi ricorda Argentin» CLAUDIO GREGORI VIGGIANO (Potenza) Il nuovo commissario tecnico azzurro Davide Cassani esulta. «Sinceramente ho fatto un sobbalzo sul divano quando ho visto sbucare Ulissi con autorità davanti a un ventaglio di campioni — dice —. Ho goduto». Cassani deve ricostruire la squadra. La stupenda vittoria di Diego Ulissi alimenta, con le speranze di rinascita del ciclismo italiano, la fiducia di poter realizzare il suo progetto. È stata una vittoria d’autore. Non trova? «Un bel gesto davvero. Ha vinto di classe e battendo Rodriguez, Evans, Quintana. Campioni. Anche in Australia era andato bene. Ma in questo arrivo è stato esplosivo. Mentre tutti gli altri aspettavano, ha fatto la differenza con grande facilità. Sembrava di vedere Kittel, però in salita». Che cosa le piace di Ulissi? Può fare il bis a Montecassino? «Può dire la sua. Ma attenti: una vittoria al Giro è un elisir forte per un giovane. Può fare il bis solo se assorbe lo stress della vittoria». Ha trovato l’elemento-base della nuova Nazionale? S BETTINI « Lavoro su una rosa di 20 corridori. Ho visto bene Nizzolo. Viviani è sempre lì. Di giovani ne abbiamo tanti, alcuni fioriranno DAVIDE CASSANI LA NAZIONALE DEL FUTURO «È ancora un po’ presto per dirlo. Non faccio la squadra a maggio con il Mondiale a settembre. Ulissi è veramente un gioiellino. Il più interessante che abbiamo. Ma ne abbiamo altri. Qualcuno deve magari essere un po’ lucidato. In ogni caso non voglio fare la Nazionale su un corridore, voglio costruirla su un progetto». Spa Francorchamps, 13 agosto 2006: è campione del mondo juniores. Si ripeterà l’anno dopo ad Aguascalientes AP Quando raggiungerà l’acme? La prima da pro’ Il 19 settembre 2010, alla prima stagione da pro’, vince il Gp Industria e Commercio di Prato su Scarponi e Proni BETTINI A quale corridore potrebbe paragonarlo? «È un piccolo Argentin. Le caratteristiche sono quelle». «Più che quest’anno, penso a quello dell’anno prossimo a Richmond, negli Stati Uniti, che mi pare più adatto alle sue caratteristiche. In ogni caso, un Ulissi così può farmi comodo sempre». Che cosa vorrebbe da lui? «Penso di sì. È in crescita ed è un corridore molto freddo. Non dimentichiamoci che è stato capace di vincere due Mondiali juniores consecutivi. E questo è un test probante che autorizza ottimismo». «Penso che possa raggiungere la maturità tra due anni». Lo vede competitivo nel prossimo Mondiale a Ponferrada? «Sulla distanza. Il fondo deve dimostrare di averlo. Poi deve progredire anche nella capacità di raggiungere gli obiettivi: quest’anno andava fortissimo in Australia, poi è mancato nelle classiche. Deve trovare l’equilibrio». È un obiettivo possibile? E il suo compagno Cunego 10 anni fa si vestiva di rosa Oggi, 10 anni fa. Damiano Cunego che è compagno di Diego Ulissi alla Lampre aveva già cominciato alla grande il Giro d’Italia 2004, vincendo a Pontremoli. Ma il 15 maggio fu davvero un giorno speciale per il veronese: bis in salita a Montevergine di Mercogliano e prima maglia rosa della carriera. In un Giro che poi vinse INFOPHOTO Ulissi, dunque, è migliorabile. In che cosa? «Che sia protagonista nelle corse di 250 chilometri. Che sia in grado di vincere la Liegi-Bastogne-Liegi, la Freccia Vallone, il Giro di Lombardia e anche la Sanremo, se nel percorso entra la salita nuova, la Pompeiana». l’anniversario Iridato juniores «Ulissi ha vinto di classe. Sembrava quasi di vedere Kittel, ma in salita. La Nazionale? Uno come lui fa comodo sempre. Intelligenza tattica fuori dal comune, tra 2 anni sarà maturo» «Sbaglia poco. Ha un’intelligenza tattica fuori dal comune. Nel vivo della corsa è sempre molto lucido. Poi, umanamente, è simpatico. Da livornese è pronto alla battuta ed è benvoluto dai compagni. Ma è anche determinato, è malizioso nella tattica. Ha poco da imparare». A destra il c.t. azzurro Davide Cassani, 53 anni, con Diego Ulissi, 24, all’ultima TirrenoAdriatico Momenti memorabili il c.t. azzurro DAVIDE CASSANI Ha parlato con lui? Il colpo in Australia Il 22 gennaio 2014, al Tour Down Under, batte Simon Gerrans, prossimo re della Liegi, e Cadel Evans SIROTTI «Verrò sabato al Giro e parlerò con lui e molti altri corridori». Il Giro le ha dato buone indicazioni? «Ho visto bene Nizzolo. Viviani è sempre lì Poi c’è stata questa bella vittoria di Diego. Di giovani ne abbiamo tanti e sono convinto che alcuni fioriranno». Può fare i nomi? «Posso dire che lavoro su una rosa di venti corridori. Prima del campionato italiano faremo due giorni di ritiro in Trentino. Ho già un’idea». Proviamo noi a fare i nomi. Oltre a Ulissi, Viviani e Nizzolo, terrà in considerazione Felline, Moreno Moser, Ratto, Gatto, Santaromita, Modolo, Trentin, Colbrelli, Battaglin, anche Brambilla, che ieri ha fatto un bel numero, Oss, Puccio, De Marchi e, naturalmente, Pozzato. Paolini, invece, ha chiuso con l’azzurro. «Luca mi è stato utilissimo, anche adesso nella ricognizione del percorso del Mondiale», dichiara grato il commissario tecnico. In ogni caso sarà la strada a scegliere i titolari e magari a proporre altri nomi. Intanto Ulissi ha acceso il cielo di Cassani con un lampo di luce, che apre l’orizzonte alla speranza. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 25 97° GIRO D’ITALIA LA SORPRESA italia: 51575158585149 QUARTO GIORNO DA LEADER DELLA CLASSIFICA Matthews va oltre se stesso «Italia, mi ispiri» le Pagelle DI LUCA GIALANELLA ULISSI, CHE SALTO DI QUALITÀ EVANS IN GRANDE CONDIZIONE 9 h ULISSI Il suo colpo migliore è la stoccata, e il modo in cui il livornese è uscito dalla ruota di Evans fa capire che il salto di qualità è proprio arrivato. La vittoria più importante, a 24 anni: ha messo in fila il meglio del Giro. Giusto che sia esigente con se stesso, ma non deve farsi prendere dalla tensione e dalla paura di non essere sempre all’altezza. Lui vince anche non al top. L’australiano e il poker rosa: «Adoro il vostro Paese, mi sposerò a Firenze» DAL NOSTRO INVIATO MARCO PASTONESI VIGGIANO (Potenza) L’ha difesa, l’ha sudata, l’ha onorata. L’ha – valorosamente – valorizzata. La maglia rosa. La sua quarta maglia rosa. Record, nella storia del Giro d’Italia, per un australiano. Fantastico Michael Matthews era annunciato velocista svelto, si sta rivelando corridore vero. «Da giovane pista, crono, strada. Poi sprint di gruppo. Qui al Giro la grande opportunità della maglia rosa. L’ultimo giorno in Irlanda e il primo in Italia non sono andati bene come me li aspettavo. Stavolta il grande obiettivo personale era riuscire a tenere la maglia rosa. La squadra ha fatto un lavoro fantastico, tenendo la fuga a portata, poi portandomi davanti al gruppo. Nel finale toccava a me. Mi sono trovato in testa con gli scalatori. All’ultimo chilome- 4 I NUMERI 13 le maglie rosa australiane indossate da 6 corridori. Il primo fu Cadel Evans (1 nel 2002 e 1 nel 2010), poi Bradley McGee (2 nel 2004), Brett Lancaster (1 nel 2005), Robbie McEwen (1 nel 2005), Richie Porte (3 nel 2010) e 4 Michael Matthews (2014) tro ero ancora lì. Stavo alla ruota di Quintana, quando lui ha avuto un problema meccanico e si è creato un buco. Non mi sono guardato intorno: spettava a me, come maglia rosa, chiuderlo. Ce l’ho fatta, ma poi, al momento della volata, ero stanco. Comunque sesto. Missione compiuta». Ventitré anni, «Aussie» di Canberra (che in lingua aborigena significa «la città degli incontri»), che sta all’Australia come Washington agli Stati Uniti (sede del governo) e Brasilia al Brasile (non solo sede del governo, ma anche città costruita dal niente, e inaugurata 102 anni fa), la casa dei Brumbies (rugby) e dei Capitals (basket), sede dell’Australian Institute of Sports (dal 1981), Matthews ha studiato sport al college, «lo stesso frequentato da Michael Rogers e Matthew Hayman». Ma quasi tutti i suoi compagni giocavano a rugby, «e sono quasi tutti diventati nazionali, cioè Wallabies». 7.5 Arredondo Michael Matthews, terza maglia rosa più giovane degli ultimi 27 anni BETTINI « Grande squadra, poi nel finale toccava a me. Ma non ci voleva il buco di Quintana MICHAEL MATTHEWS ORICA, 23 ANNI Sgargiante «Bling» – il suo soprannome: significa vistoso, sgargiante – è un corridore più forte e completo di quanto forse lui stesso potesse immaginare: «So di tenere sulle salite brevi, ma mai su quelle lunghe. Pensavo di indossare la maglia rosa fino a Bari, spera- questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ Vivi l’emozione dell’ultimo chilometro! Scopri con noi quanta energia serve per affrontare le sfide più difficili. Scegli le nostre offerte luce e gas su www.gdfsuez.it vo di continuare fino a Viggiano, a questo punto oso ipotizzare di difenderla anche a Montecassino. Vado avanti giorno per giorno, poi si vedrà. Arriveranno tappe più dure, e lì non avrò certezze». Matthews era un campioncino: iridato Under 23 a Melbourne nel 2010. Qui, adesso, sta esplorando nuove frontiere personali: «L’Italia m’ispira. Ho passato tre anni con la Nazionale australiana nel centro di Gavirate, vicino a Varese. Mi piace la cultura e l’arte dell’Italia. E con la mia fidanzata abbiamo deciso dove sposarci il prossimo anno: a Firenze». © RIPRODUZIONE RISERVATA 7.5 8 Evans Ha un gruppo di compagni granitici, che non lo mollano mai e si butterebbero nel fuoco per lui. Si vede anche da come corre che ha una grande condizione. 7 Matthews Rodriguez Impressionante sull’arrivo, che tirava al 7%: è stato lui a chiudere quando Quintana ha avuto il salto di catena. A conferma che non è solo un velocista. Dopo un inizio balbettante, è tornata l’orchestra di Purito. La forma non è ancora al top, altrimenti lo spagnolo avrebbe vinto, ma è il segnale che cercava. 7 6.5 5 Brambilla Quintana Moser Discesa perfetta sul bagnato. Ha attaccato ai -10 km, ha avuto 32” di vantaggio, l’hanno ripreso ai 1300 metri: bravo. Stesso voto a Elia Viviani: fuga e maglia rossa. Un’altra giornata positiva. Impatto non facile con il tracciato del Giro, molto più nervoso del Tour. Un salto di catena l’ha messo in difficoltà ai 1200 m: ha recuperato bene. Che cos’ha Moreno? Perché in una tappa adatta a a lui chiude a 1’27”, senza mai farsi vedere, se non come gregario? E dov’erano Battaglin e Gatto, arrivati a 1’42”? Sta scoprendo adesso il ciclismo ed è la scommessa della Trek di Guercilena. Ieri terzo: scalatore tascabile, in Argentina ha battuto due volte Quintana. 26 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 97° GIRO D’ITALIA I FAVORITI italia: 51575158585149 DOPO LE SCARAMUCCE DI IERI ARRIVA LA PRIMA SALITA VERA Definirlo «oggetto misterioso» sarebbe fargli un torto, non riconoscere la grandezza del campione. Cadel Evans ha vinto un Mondiale e un Tour. Ma dalla maglia gialla sono passati praticamente tre anni e, visto che non è più un ragazzino ma ha 37 anni, questo dato conta. Il meglio, l’australiano della Bmc, lo ha già fatto vedere. S Parabola Dopo il trionfo francese, infatti, la sua parabola nei grandi giri è andata cadendo: 7° al Tour 2012, 3° al Giro e 39° in Francia lo scorso anno. Però la sua forma, 7° ai Baschi e vittoria al Trentino, è in crescita. Evans pare stia attraversando una seconda giovinezza e la domanda viene spontanea: fin dove può arrivare? Fino allo scorso anno, c’erano dei canoni legati all’età, dopo la vittoria di Horner alla Vuelta questi canoni potrebbero essere cambiati. Intanto ieri Cadel ha fatto lavorare la squadra e ha chiuso al 2° posto una tappa non facile (6” di abbuono), segno di una buona condizione. «Tra vento, pioggia e la discesa finale bagnata è stata una tappa difficile – spiega -. C’era poca visibilità e le strade erano scivolose. Un po’ tutti gli uomini di classifica, Purito a parte, non avevano compagni nel finale. Io sono rimasto un po’ chiuso all’ultimo chilometro, sono riuscito a recuperare ma non abbastanza per vincere la tappa. Comunque la gamba è buona e io sono contento del mio piazzamento». Nairo freme Ma che fatica la Movistar «Sto imparando molto rapidamente e per giunta senza perdere tempo. Non posso che essere super-contento». Non si può dire che Nairo Quintana abbia passato una brutta giornata, ma neppure tanto bella. Alla fine il risultato (10°) è stato buono, ma ancora più importante è stato il sospiro di sollievo tirato all’arrivo. «Sul primo gran premio della montagna ho avuto molto freddo — racconta —. La pioggia e il vento mi hanno dato fastidio e in cima ero mezzo congelato, un po’ suonato dal freddo». RODRIGUEZ Cadel c’è E ora andrà all’attacco QUINTANA EVANS Cominciano le scintille trionfi ci sono giornate così, all’apparenza normali ma in realtà difficili. Magari un giorno scopriremo che questa è stata una di quelle. Una sensazione di disagio, quella del colombiano, rimasta addosso tutta la tappa. «Nel finale avevo ancora le gambe fredde, non potevo scattare per fare meglio». Ma c’è un’altra situazione, che lo rende felice. «Io, a differenza di corridori come Evans, Scarponi e Rodriguez, non ho mai corso su questo tipo di strade piene di trappole e insidie — aggiunge —. Loro sono molto esperti e si sanno muovere alla perfezione. Per questo posso dire che devo e che sto imparando. Rapidamente e senza danni, per fortuna». Cadel Evans, 37 anni, è al quarto Giro d’Italia: l’australiano del Team Bmc è terzo in classifica a 15” da Michael Matthews Allegria Rigoberto Uran, 4° al traguardo, forse è il più allegro del gruppo. «E come faccio a non esserlo – dice con il sorriso sulle labbra -. Sto bene e corro in una squadra fortissima che mi mette sempre nelle migliori condizioni per fare bene. Per ora, però, la corsa ha detto poco. Io questo non lo considero neanche un arrivo in salita visto che davanti c’era anche Matthews che è un velocista». Nairo Quintana, 24 anni, è alla prima presenza al Giro: il colombiano del Team Movistar è 14° in classifica a 1’09” dalla maglia rosa BETTINI © RIPRODUZIONE RISERVATA BETTINI Squadra La sua conclusione è in prospettiva: «Ognuno dei favoriti ha cominciato a mettere le carte in tavola. Mi sembra che la situazione sia interessante». Quello che di sicuro non lo farà restare molto allegro è la prestazione della Movistar, ieri non all’altezza: Herrada 30° a 19”, Gorka Izaguirre 59° a 1’20”, Amador 120° a 9’18”. Capecchi è arrivato al traguardo dopo i velocisti, a quasi 12 minuti. Se vanno così sulle altre montagne, per Nairo sarà più dura. © RIPRODUZIONE RISERVATA SERVIZI DEL NOSTRO INVIATO CLAUDIO GHISALBERTI Alla prima salita del Giro si sono sprecati i commenti di molti: lavoro fantastico, straordinario… Un’esagerazione. L’ascesa che porta a Viggiano è dolce, non ha certo le pendenze e la lunghezza per fare chissà cosa. I dati del resto parlano chiaro: i migliori hanno percorso gli ultimi 5 km in 9’03”, ovvero a oltre 33 orari con una Vam di 1.856 che preannuncia velocità altissime sulle salite che decideranno il vincitore del Giro. Riferimento Resta il fatto che quello che ha fatto vedere la Katusha di Purito Rodriguez è un segnale importante. In montagna la squadra di riferimento sarà la sua. Ieri, quando davanti erano rimasti una trentina di corridori, cinque avevano la maglia rossa e bianca. C’era da aspettarselo e Purito, già alla vigilia, non ne aveva fatto mistero: «Ogni tappa bisogna provare a fare qualcosa. Anche se sono in ritardo in classifica, quello messo peggio tra i big, il mio modo di correre non cambia. Io mi sento il più forte e non lascerò mai niente a nessuno». Un grido di battaglia forte e chiaro. Esperti Nella storia dei grandi e dei grandi S Purito sicuro «Il più forte resto io» Joaquin Rodriguez, 35 anni, è al settimo Giro d’Italia. Lo spagnolo della Katusha, a causa di una cattiva cronosquadre, è 40° a 1’47” Missione fallita E proprio per non lasciare niente a nessuno, neppure gli abbuoni, lo spagnolo ha provato a vincere la tappa. Missione fallita e Joaquin spiega perché: «Ma il finale si è fatto più duro di quello che pensavo – spiega -. Credevo di stare meglio e forse sono partito troppo presto. Fatto sta che quasi agli ultimi 50 metri non arrivo. Però l’importante è provarci ogni giorno e, poco a poco, migliorare sia la condizione, sia la classifica». Ma visto da dentro il gruppo, chi sta meglio tra i big? «È presto per dirlo, difficile capire le reali condizioni su una salita così. C’è salita anche domani (oggi, ndr) ma credo che il primo vero scontro sarà sabato. Quello sarà una traguardo duro per tutti». AFP © RIPRODUZIONE RISERVATA S GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 27 97° GIRO D’ITALIA LA STORIA italia: 51575158585149 TEST PER I FAVORITI IN UN LUOGO-SIMBOLO Che sfida tra i big a Montecassino abbazia del dolore Fondata nel 529, fu distrutta dai bombardieri Usa 70 anni fa. Il Giro passò nel 1949 e ispirò Buzzati CLAUDIO GREGORI VIGGIANO (Potenza) Oggi Rodriguez, Quintana, Evans, con Ulissi nelle vesti di D’Artagnan, si sfidano a Montecassino, nella tappa più lunga del Giro, 257 km, con una salita finale di 8,5 km col 5% di pendenza media e una punta del 10%. Montecassino non è un monte, ma un santuario. Lì, il 15 febbraio di 70 anni fa, 256 bombardieri americani distrussero l’abbazia, fondata da San Benedetto da Norcia nel 529. Come avevano fatto i Longobardi, i Saraceni, il terremoto. Walter Michael Miller jr, allora 21 anni, cannoniere di coda, partecipò alla missione. Quella distruzione lo impressionò a tal punto che ispirò il suo «Cantico per Leibowitz» (1959), capolavoro di fantascienza post-apocalittica. Il Giro sale per la prima volta su questo monte, abitato dal dolore e dal sapere. Montecassino era un favoloso forziere, do- ve monaci devoti custodirono, trascrissero e tramandarono documenti fondamentali del sapere. Lì Paolo Diacono scrisse la stupenda «Historia Langobardorum». Capolavoro Lì, il 27 maggio 1949, il Giro regalò un capolavoro assoluto. Passava ai piedi del monte nella sesta tappa Napoli-Roma e Dino Buzzati scrisse un articolo titolato «Ridestati per il Giro i fantasmi della vecchia Cassino», che il giorno dopo uscì sulla terza pagina del Corriere della Sera di taglio basso: l’apertura era di Eugenio Montale e la spalla, sul terzo matrimonio di Rita Hayworth, di Orio Vergani. Quel giorno Buzzati, invece di Coppi o Bartali, intervistò i caduti di Cassino. «”The Giro? What’s that?” domandava allora, risvegliato dal clangore dei clacson e dallo strepito delle biciclette, Martin J. Collins, già soldato, addetto al rifornimento munizioni e ora per lui fantasma esangue qui stabilitosi per sempre (ci fu una bianca vampata, un polverone, uno schianto fortissimo e del bellissimo giovane non si trovò più nulla, neppure l’elmo, polvere insomma anche lui, ricordo astratto). E con fatica, dalla sua rustica tomba fatta di sassi e vento e sole, solleva la testa sonnolente. “Was ist los?” domanda allora, a un metro da qui, il già Feldwebel Friedrich Gestern, pur lui trasformato in pura rimembranza da un colpo magistrale. Dormiva, si è svegliato al fracasso delle macchine, si strofina, per vedere meglio, gli occhi stanchi. E anche altri si svegliano, invisibili a noi, lungo le prode ridiventate verdi, nelle vallette che oggi al sole di maggio posson sembrare altrettanti paradisi e cinque anni fa brulicavano di morti». Oggi quei fantasmi si sveglieranno di nuovo al frastuono della battaglia dei cavalieri del Giro, che salgono il monte a ricordare al mondo un’apocalisse di 70 anni fa. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INIZIATIVA Itinerario storico sulle battaglie con Autostrade Oggi il Giro arriva a Montecassino: Autostrade per l’Italia, sponsor dei traguardi volanti, presenta «Area di Servizio Teano est experience: Montecassino», itinerario storico sulle battaglie dell’inverno 1943/1944 per l’avanzata verso Roma degli Alleati. Al Parco della Memoria di S.Pietro Infine (Caserta) allestimento di Carlo Rambaldi. L’abbazia di Montecassino, in provincia di Frosinone, bombardata nel 1944 La corsa ai raggi X DATA TAPPA 1a BELFAST-BELFAST (cronosquadre) 9/5 KM 21,7 ARRIVO ORICA MAGLIA ROSA TUFT ROSSA - AZZURRA - BIANCA DURBRIDGE 10/5 2 BELFAST-BELFAST 219 KITTEL MATTHEWS KITTEL TJALLINGII MATTHEWS 11/5 3a ARMAGH-DUBLINO 187 KITTEL MATTHEWS KITTEL TJALLINGII MATTHEWS 12/5 TRASFERIMENTO E RIPOSO a Bari 13/5 4a GIOVINAZZO-BARI 103,7 BOUHANNI MATTHEWS BOUHANNI TJALLINGII MATTHEWS Ieri 5a TARANTO-VIGGIANO 203 ULISSI MATTHEWS VIVIANI TJALLINGII MATTHEWS a DATA TAPPA Oggi 6a SASSANO-MONTECASSINO KM 257 Domani 7a FROSINONE-FOLIGNO 211 *** Tappa mossa sugli Appennini, non grandi difficoltà. Da attaccanti 17/5 8a FOLIGNO-MONTECOPIOLO 179 **** Senza respiro, primi distacchi. Il Carpegna è 6 km al 10%, salita finale 18 km al 6,3% 18/5 9a LUGO-SESTOLA 172 *** La montagna di Tomba per chiudere il trittico appenninico: 16 km al 5% 19/5 RIPOSO a Modena 20/5 10 MODENA-SALSOMAGGIORE TERME 173 * 21/5 11a COLLECCHIO-SAVONA 249 *** 22/5 12 BARBARESCO-BAROLO (cronometro) 41,9 ***** 23/5 13a FOSSANO-RIVAROLO CANAVESE 157 * 24/5 14a AGLIÈ-OROPA 164 **** Nel ricordo di Pantani, un arrivo tosto: salita finale di 11,8 km, media 6%, max 13% 25/5 15a VALDENGO-PLAN DI MONTECAMPIONE 225 ***** Qui Pantani-Tonkov 1998: salita di 19,3 km al 7,6%, max 12% 26/5 RIPOSO a Ponte di Legno (Brescia) 27/5 16 PONTE DI LEGNO-VAL MARTELLO 139 ***** Gavia, Stelvio-Cima Coppi, Val Martello: solo 20 km di pianura 28/5 17a SARNONICO-VITTORIO VENETO 208 ** Tappa da attaccanti; da velocisti se passano il Ca’ del Poggio 29/5 18 BELLUNO-RIFUGIO PANAROTTA 171 **** Arrivo in salita impegnativo: 15,8 km, media 7,9%, max 14% 30/5 19a BASSANO-CIMA GRAPPA (cronoscalata) 26,8 ***** Sette km di pianura, 19 di salita sempre al 9-10%, max 14% 31/5 20a MANIAGO-MONTE ZONCOLAN 167 ***** La salita più dura d’Europa per il re: 10,1 km, media 11,9%, max 22% 01/6 21a GEMONA-TRIESTE 172 * a a a a DIFFICOLTÀ GIUDIZIO GAZZETTA Si ricorda il bombardamento del 1944. Arrivo in salita: 8,5 km al 5% *** Si riparte con una giornata facile per velocisti. Occhio ai 3 km finali La seconda tappa più lunga con il Naso di Gatto (7 km all’8%) ai -30 km Primo round per la classifica: si sale al 3% per 12 km, e finale all’insù Tappa facile con finale in circuito per attaccanti e velocisti Parata finale in piazza dell’Unità d’Italia: circuito di 7 km, 8 giri Se noleggi a Maggio partecipi all’estrazione di una bici al giorno. europcar.it Call Center 199.30.70.30 Seguici su Scarica la nostra APP " & !' $" %%% !' # Termini e condizioni: il concorso è valido per tutti i noleggi effettuati in Italia dal 1 Maggio al 31 Maggio 2014 (dai clienti residenti in Italia). Regolamento completo su europcar.it/concorso-noleggia-e-pedala. Montepremi totale 3.255 euro + IVA. 28 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 97° GIRO D’ITALIA LA STORIA italia: 51575158585149 CORRE PER LA NERI SOTTOLI DI SCINTO Favola Carretero E Ramon il piccolo corona il sogno di nonno e papà Le prime volte Forte dei Marmi ‘73 Il colombiano Martin Rodriguez, primo americano a vincere una tappa del Giro, nel 1973 Entrambi volevano partecipare al Giro: adesso ci è riuscito lui, primo panamense della storia «L’arrivo in Europa fu un trauma, ma poi...» DAL NOSTRO INVIATO MARCO PASTONESI VIGGIANO (Potenza) Questa non è una storia, ma una favola. Che comincia con Ramon Carretero, il primo, o il nonno. Che continua con Ramon Carretero, il secondo, o il papà. E che arriva a Ramon Carretero, il terzo, o il figlio. Tre Ramon Carretero legati dallo stesso sogno: partecipare al Giro d’Italia. Come se Ramon il primo avesse trasferito a Ramon il secondo, oltre al nome, anche il sogno, come se Ramon il secondo avesse lasciato la stessa eredità a Ramon il terzo. E il bello è che Ramon il terzo ce l’ha fatta. Maglia gialla fluo Neri Sottoli, dorsale 133. Il primo panamense nella storia del Giro. È l’ultimo in classifica: «Una lotta con il tempo massimo» Passione Ramon il terzo ha il ciclismo nel cognome: «carretera» è la strada, «carretero» è il carrettiere o il camionista, comunque ruote, chilometri, tappe. Bici nel sangue e fra le gambe: «La prima a due anni, una Giant nana, verde, tipo mountain bike». La prima corsa a 10 anni: «Ad Aguadulce, 20 bambini, arrivai ultimo». Ma la passione lo faceva già fremere: «Attaccante a calcio, battitore a baseball, stile libero a nuoto, ma volevo fare il corridore, disputare Giro o Tour. Davanti alla tv ammiravo Pantani e Cipollini. Ma correre, a Panama, non è facile: non ci sono corse. Per correre bisogna andare in Colombia. Una fregatura: tutte salite». Per Ramon il terzo, la prima corsa in Europa è stata uno shock: «In Belgio. Vento, pioggia, freddo. Tre gradi. Ero abituato ai 40°. E poi il ritmo. Così prima battevo i denti, poi li ho stretti, ma sono arrivato in fondo. Una vittoria». Di vittorie vere, in Europa, zero. In patria, molte: 5 titoli nazionali su strada, 4 a crono. «La concorrenza non è altissima. Io sono una specie di eroe nazionale». Un eroe di 23 anni, alto 1,76 per 65, maturità scientifica, religione cattolica («Prego per me e per i miei compagni»). Ramon Carretero, 23 anni, è alla seconda stagione tra i pro’ BETTINI Pesaro ‘79 Il sudafricano Alan Van Heerden, primo africano a vincere al Giro, nel 1979 Marostica ‘94 L’uzbeco Diamolidine Abdujaparov, primo asiatico a segno in una tappa della corsa rosa, nel 1994 Felicità Il Giro d’Italia è un sogno più duro dei soliti: «Il mio compito è aiutare. Però, nel finale, posso tirare il fiato e proseguire al traguardo tranquillo». Non troppo. «In montagna rischio di finire fuori tempo massimo». Qui Ramon il terzo è accompagnato da Ramon il secondo e dalla mamma Vielka. «Volevano partecipare al sogno diventato realtà. Hanno tirato giù la saracinesca del negozio di bici, attaccato il cartello ‘chiuso per Giro’ e preso l’aereo. Felici». Felici anche perché, ieri, Ramon il terzo ce l’ha fatta: 193° all’arrivo, a 26’12” da Ulissi, e 195° in classifica, a 50’27” da Matthews. Ultimo. O primo, a cominciare dal basso. Punti di vista. © RIPRODUZIONE RISERVATA clic IL CENTRAMERICA HA GIÀ VINTO: 2 ANNI FA CON AMADOR Il Centramerica ha già lasciato il segno al Giro, con il suo corridore più famoso. Due anni fa Andrey Amador, costaricense della Movistar, che sta correndo anche quest’anno, il 19 maggio vinse la 14a tappa, CherascoCervinia. Ad oggi le nazioni che hanno vinto tappe al Giro, Italia a parte, sono 29. In testa c’è il Belgio con 154 successi. La prima fu la Francia, nel 1910, con Jean-Baptiste Dortignacq. GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 29 97° GIRO D’ITALIA LA GUIDA italia: 51575158585149 OGGI SI VA DALLA CAMPANIA AL LAZIO POS CORRIDORE km 203 in 5h12’39”, media 38,957 km/h 27 KRUIJSWIJK (OLA) 54 PANTANO (COL) 82 CARDOSO (POR) 28 WELLENS (BEL) 55 SANCHEZ (SPA) 83 ANACONA (COL) 56 ROGERS (AUS) 84 TORRES (COL) 29 BOASSON HAGEN (NOR) 2 EVANS (AUS) 57 ROSA (ITA) a 1'19" 85 AGNOLI (ITA) 3 ARREDONDO (COL) 30 HERRADA (SPA) a 19" 58 PAUWELS (BEL) a 1'20" 86 EIJSSEN (BEL) a 3'52" 4 URAN (COL) 31 LUDVIGSSON (SVE) a 23" 59 IZAGUIRRE (SPA) 87 WYSS (SVI) a 4'59" 5 MAJKA (POL) 32 KISERLOVSKI (CRO) 6 MATTHEWS (AUS) 33 GESCHKE (GER) 7 RODRIGUEZ (SPA) 34 MORABITO (SVI) 8 KELDERMAN (OLA) 35 MALACARNE (ITA) 9 POZZOVIVO (ITA) 36 BRAJKOVIC (SLO) a 34" 64 CANOLA (ITA) 10 QUINTANA (COL) 37 MORENO (SPA) a 38" 65 POELS (OLA) 11 ROLLAND (FRA) 38 SICARD (FRA) 66 POLANC (SLO) 12 SCARPONI (ITA) 39 VUILLERMOZ (FRA) 67 GATTO (ITA) 95 LONGO BORGHINI (ITA) 13 CATALDO (ITA) 40 COLBRELLI (ITA) a 40" 68 SORENSEN (DAN) 96 DE GENDT (BEL) 14 NIEMIEC (POL) 41 DUARTE (COL) a 48" 69 BATTAGLIN (ITA) a 1'57" 97 VANENDERT (BEL) 15 ROCHE (IRL) 42 BRAMBILLA (ITA) a 49" 70 CARUSO (ITA) a 2'10" 98 ARMEE (BEL) 16 PREIDLER (AUT) 43 HENAO (COL) a 51" 71 PUCCIO (ITA) a 2'23" 99 LANDA (SPA) 17 RABOTTINI (ITA) 44 POLJANSKI (POL) a 56" 72 VICIOSO (SPA) 18 BOUET (FRA) 45 ROVNY (RUS) a 58" 73 BONGIORNO (ITA) a 2'41" 101 PICHON (FRA) 19 ARU (ITA) 46 GENIEZ (FRA) 74 LOSADA (SPA) a 2'57" 102 ROMERO (COL) 20 PELLIZOTTI (ITA) 47 DUPONT (FRA) 21 MONFORT (BEL) 48 THURAU (GER) 22 MOUREY (FRA) 49 SERRY (BEL) 23 WEENING (OLA) 50 SANTAROMITA (ITA) 24 BASSO (ITA) 51 PIRAZZI (ITA) 25 HESJEDAL (CAN) 52 SIUTSOU (BIE) 80 HERMANS (BEL) a 3'29" 108 BERARD (FRA) 26 CUNEGO (ITA) 53 FINETTO (ITA) 81 ZARDINI (ITA) a 3'33" 109 MONSALVE (VEN) a 1" 132 QUINZIATO (ITA) a 13'02" 67 BATTAGLIN (ITA) a 3'17" 133 CAPECCHI (ITA) a 13'05" a 15" a 19" 5 MAJKA (POL) a 26" 6 BOASSON HAGEN (NOR) a 35" 7 ROCHE (IRL) a 37" 8 SCARPONI (ITA) a 41" 9 CATALDO (ITA) a 49" 10 ARU (ITA) a 52" 11 MORABITO (SVI) 12 BASSO (ITA) 13 BRAMBILLA (ITA) 14 QUINTANA (COL) a 1'09" 15 PREIDLER (AUT) a 1'10" 16 ARREDONDO (COL) 17 KELDERMAN (OLA) 18 BOUET (FRA) 19 POZZOVIVO (ITA) 20 KRUIJSWIJK (OLA) a 1'07" a 1'12" a 1'15" 21 RABOTTINI (ITA) 22 ULISSI (ITA) 23 SANTAROMITA (ITA) a 1'24" 24 KISERLOVSKI (CRO) a 1'25" 25 BRAJKOVIC (SLO) 26 PELLIZOTTI (ITA) a 1'28" 27 SERRY (BEL) a 1'29" 28 LUDVIGSSON (SVE) a 1'32" 29 POLJANSKI (POL) 30 MOUREY (FRA) 31 CUNEGO (ITA) a 1'23" a 1'34" 131 ARASHIRO (GIAP) 68 MEDEREL (FRA) a 3'28" 134 FLENS (OLA) 69 HESJEDAL (CAN) a 3'40" 135 QUEMENEUR (FRA) a 13'29" 70 POLANC (SLO) a 3'46" 136 VORGANOV (RUS) a 13'33" BONGIORNO (ITA) a 4'01" 137 ANTON (SPA) a 13'43" VICIOSO (SPA) a 4'09" 138 NIZZOLO (ITA) a 13'44" 73 EIJSSEN (BEL) a 4'14" 139 BAK (DAN) 74 AGNOLI (ITA) a 4'19" 140 VENTOSO (SPA) a 13'52" 75 MONTAGUTI (ITA) a 4'36" 141 RATTO (ITA) a 13'55" 76 MORENO (SPA) a 4'47" 142 MARANGONI (ITA) a 13'58" 77 ZARDINI (ITA) a 4'53" 143 RUBIANO (COL) a 14'06" 78 ANACONA (COL) a 5'06" 144 CHALAPUD (COL) a 14'08" 79 OSS (ITA) a 5'08" 80 GUSEV (RUS) 145 BELKOV (RUS) a 14'19" a 5'11" 146 VAN POPPEL (OLA) a 14'25" WYSS (SVI) a 5'19" 147 VEELERS (OLA) 82 VILLELLA (ITA) a 5'20" 148 KEIZER (OLA) a 14'38" 83 HERMANS (BEL) a 6'26" 149 FRAPPORTI (ITA) a 14'55" 84 FELLINE (ITA) a 6'29" 150 CASTROVIEJO (SPA) a 15'15" 85 DE GENDT (BEL) a 6'47" 151 TANNER (AUS) 81 a 14'32" a 15'19" 86 LOSADA (SPA) a 6'51" 152 JUUL JENSEN (DAN) a 15'24" 87 GASPAROTTO (ITA) a 7'03" 153 BOZIC (SLO) a 15'28" 154 FISCHER (BRA) a 15'31" 88 LANDA (SPA) 89 TORRES (COL) a 7'05" 155 VIVIANI (ITA) a 15'34" 90 BEPPU (GIAP) a 7'14" 156 VAN BAARLE (OLA) a 15'36" 91 BARBIN (ITA) a 7'22" 157 CHICCHI (ITA) a 15'48" 92 MONSALVE (VEN) a 7'26" 158 APPOLLONIO (ITA) a 15'52" 93 GODOY (VEN) a 7'27" 159 RUFFONI (ITA) a 15'54" 94 RODRIGUEZ (VEN) a 7'29" 160 BOUHANNI (FRA) a 15'59" 95 LONGO BORGHINI (ITA) a 7'31" 161 FERRARI (ITA) a 16'07" 96 CARUSO (ITA) a 7'38" 162 BOEM (ITA) a 16'08" 97 HOOGERLAND (OLA) a 7'39" 163 AVILA (COL) a 16'10" a 7'43" 164 DE BACKER (BEL) 32 ROVNY (RUS) 98 PICHON (FRA) 33 NIEMIEC (POL) 99 LE BON (FRA) 34 SANCHEZ (SPA) a 1'35" 100 DUQUE (COL) a 7'52" 166 PETROV (RUS) 35 GESCHKE (GER) a 1'36" 101 TIMMER (OLA) a 8'04" 167 ALAFACI (ITA) a 16'16" 36 MONFORT (BEL) a 1'37" 102 CATTANEO (ITA) a 8'38" 168 HUREL (FRA) a 16'35" 37 PAUWELS (BEL) a 1'38" 103 BONO (ITA) a 8'46" 169 MEZGEC (SLO) a 16'36" HENAO (COL) a 1'39" 104 DOMONT (FRA) a 9'36" 170 FEDI (ITA) a 16'38" COLBRELLI (ITA) a 1'46" 105 CARDOSO (POR) a 9'43" 171 TUFT (CAN) a 16'45" 40 RODRIGUEZ (SPA) a 1'47" 106 PAOLINI (ITA) a 9'51" 172 KEISSE (BEL) a 16'48" WELLENS (BEL) a 1'48" 107 PONZI (ITA) a 10'03" 173 BANDIERA (ITA) a 16'49" 42 VUILLERMOZ (FRA) a 1'49" 108 DEIGNAN (IRL) a 10'06" 174 SELLA (ITA) a 16'50" 43 ROGERS (AUS) a 1'51" 109 KOCH (GER) a 10'24" 175 GOOS (OLA) a 16'53" 44 HERRADA (SPA) a 2'01" 110 AMADOR (C.RICA) a 10'26" 176 MORI (ITA) a 17'05" 45 ROLLAND (FRA) a 2'02" 111 PETACCHI (ITA) a 10'40" 177 BELLETTI (ITA) a 17'15" 46 SIUTSOU (BIE) a 2'03" 112 BERARD (FRA) 47 DUPONT (FRA) a 2'09" 113 ARMEE (BEL) a 10'41" 179 COLLI (ITA) a 17'18" 48 POELS (OLA) a 2'11" 114 VANENDERT (BEL) a 10'43" 180 FARRAR (USA) a 18'12" 49 SORENSEN (DAN) a 2'18" 115 VERMOTE (BEL) a 10'51" 181 WEGMANN (GER) a 18'27" 50 TIRALONGO (ITA) 116 TULIK (FRA) a 11'00" 182 DOCKX (BEL) a 19'17" 178 BOOKWALTER (USA) a 17'17" a 2'24" 117 DEKKER (OLA) a 11'26" 183 CHAVANEL (FRA) 52 IZAGUIRRE (SPA) a 2'28" 118 TJALLINGII (OLA) a 11'43" 184 EISEL (AUT) a 19'53" 53 FINETTO (ITA) a 2'29" 119 GRETSCH (GER) a 11'44" 185 DE HAES (BEL) a 20'22" 54 GENIEZ (FRA) 120 HONDO (GER) a 11'46" 186 CECCHINEL (ITA) a 20'36" 55 MOSER (ITA) 121 ROMERO (COL) a 11'57" 187 DOCKER (AUS) a 22'22" 56 MALACARNE (ITA) 122 VEIKKANEN (FIN) a 12'04" 188 HAAS (AUS) a 23'41" 57 PIRAZZI (ITA) a 2'35" 123 MALORI (ITA) a 12'12" 189 BOL (OLA) a 25'26" 58 ZOIDL (AUT) a 2'37" 124 VAN DER SANDE (BEL) a 12'17" 190 ZEITS (KAZ) a 26'16" 59 SICARD (FRA) a 2'39" 125 HANSEN (AUS) a 12'20" 191 MEYER (AUS) a 30'13" 60 ROSA (ITA) a 2'46" 126 LANCASTER (AUS) a 12'21" 192 COURTEILLE (FRA) 61 PANTANO (COL) a 2'51" 127 SWIFT (GB) a 12'22" 193 STAMSNIJDER (OLA) a 35'53" 62 CANOLA (ITA) a 2'56" 128 QUINTERO (COL) a 12'24" 194 HEPBURN (AUS) a 36'05" 63 THURAU (GER) a 2'59" 129 MCCARTHY (AUS) a 12'33" 195 CARRETERO (PAN) a 50'27" 64 DURBRIDGE (AUS) a 3'10" 130 VAN EMDAN (OLA) a 12'34" DUARTE (COL) a 2'33" 91 RODRIGUEZ (VEN) a 6'02" 92 BARBIN (ITA) 93 GODOY (VEN) a 1'42" 94 TULIK (FRA) 100 GASPAROTTO (ITA) 75 DURBRIDGE (AUS) 103 PONZI (ITA) 76 VILLELLA (ITA) a 1'11" 77 MONTAGUTI (ITA) 105 BEPPU (GIAP) 78 BONO (ITA) 106 DOMONT (FRA) 79 GUSEV (RUS) 107 CATTANEO (ITA) a 1'15" a 6'12" a 3'25" 104 LE BON (FRA) km 20 Montecassino 484 m TV GPM 4 53 78 105113 147 168176 a 19'24" a 33'59" 139 MORI (ITA) a 11'54" 140 VAN BAARLE (OLA) a 11'57" 141 ALAFACI (ITA) 142 MARANGONI (ITA) 143 VAN POPPEL (OLA) 144 MCCARTHY (AUS) a 9'18" 145 BAK (DAN) 146 PETROV (RUS) 147 CAPECCHI (ITA) 148 VEELERS (OLA) 149 VENTOSO (SPA) 150 DE BACKER (BEL) a 10'33" 151 QUINZIATO (ITA) 152 SWIFT (GBR) 153 BOOKWALTER (USA) 154 ZEITS (KAZ) 155 FISCHER (BRA) 156 CASTROVIEJO (SPA) 157 LANCASTER (AUS) 158 SUTTON (AUS) 159 RUBIANO (COL) 160 BELKOV (RUS) a 12'49" 161 NIZZOLO (ITA) 162 RATTO (ITA) 163 FRAPPORTI (ITA) a 14'48" 164 JUUL JENSEN (DAN) 165 BANDIERA (ITA) 166 VIVIANI (ITA) 167 KEISSE (BEL) 168 COLLI (ITA) 169 FEDI (ITA) 170 CHICCHI (ITA) 171 BELLETTI (ITA) 172 FARRAR (USA) 173 BOZIC (SLO) 174 MEZGEC (SLO) 175 CHAVANEL (FRA) 176 WEGMANN (GER) 177 BOUHANNI (FRA) 178 BOEM (ITA) 179 RUFFONI (ITA) 180 FERRARI (ITA) 181 EISEL (AUT) 182 AVILA (COL) 183 BOL (OLA) 184 DE HAES (BEL) 185 HUREL (FRA) 186 CECCHINEL (ITA) 187 APPOLLONIO (ITA) 188 TUFT (CAN) 189 DOCKER (AUS) 190 HEPBURN (AUS) 191 MEYER (AUS) 192 HAAS (AUS) 193 CARRETERO (PAN) 194 COURTEILLE (FRA) 195 STAMSNIJDER (OLA) a 14'55" a 16'32" a 17'31" a 26'12" RESTANO 195 CORRIDORI DI 22 SQUADRE GPM 2 215 236 248257 Allungata di 10 chilometri, la sesta frazione da Sassano a Montecassino diventa con i suoi 257 la più lunga del Giro d’Italia. Il ritrovo di partenza è stato anticipato alle 9.10, il via volante alle 10.45. Il traguardo volante ad abbuoni (3”, 2” e 1”) è a Maddaloni, in provincia di Caserta. Al traguardo, 10”, 6” e 4”. C’é un Gpm di quarta categoria a Cava de’ Tirreni. La salita finale è un Gpm di seconda categoria, il più impegnativo affrontato dal Giro finora: 8,5 km di salita finale con una pendenza media del 5%, massima del 9%. TV: RaiSport 2 alle 14, Rai3 alle 15.10, Eurosport alle 14.30. METEO: Temperature intorno ai 20 gradi, non è da escludere la possibilità di rovesci a carattere temporalesco. VERSO MILANO 2015 a 6'30" a 7'47" a 8'05" così in gruppo PRIMA DEL GRUPPO ASTANA PRO TEAM D.S. Martinelli 1 SCARPONI 2 AGNOLI 3 ARU 4 BRAJKOVIC 5 GASPAROTTO 6 BOZIC 7 LANDA MEANA 8 TIRALONGO 9 ZEITS Ita Ita Ita Slo Ita Slo Spa Ita Kaz AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 11 POZZOVIVO 12 APPOLLONIO 13 BERARD 14 BOUET 15 DOMONT 16 DUPONT 17 GRETSCH 18 MONTAGUTI 19 VUILLERMOZ Ita Ita Fra Fra Fra Fra Ger Ita Fra ANDRONI GIOCATTOLI VENEZUELA D.S. Savio 21 PELLIZOTTI 22 BELLETTI 23 FRAPPORTI 24 GODOY 25 HOOGERLAND 26 BANDIERA 27 RODRIGUEZ 28 ROSA 29 SELLA Ita Ita Ita Ven Ola Ita Ven Ita Ita BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 PIRAZZI 32 BATTAGLIN 33 BOEM 34 BONGIORNO 35 CANOLA 36 COLBRELLI 37 BARBIN 38 RUFFONI 39 ZARDINI Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita BELKIN - PRO CYCLING TEAM D.S. Boven 41 KELDERMAN Ola 42 BOL Ola 43 FLENS Ola 44 GOOS Ola 45 KEIZER Ola 46 KRUIJSWIJK Ola 47 TANNER Aus 48 TJALLINGII Ola 49 VAN EMDEN Ola a 16'11" 39 51 63 MOSER (ITA) 165 SUTTON (AUS) 38 41 a 5'27" a 1'09" a 13'18" 72 71 90 FELLINE (ITA) 78 - San Cataldo 41 - Cassino a 3'11" EVANS (AUS) 62 MEDEREL (FRA) 150 - Vairano Scalo PUCCIO (ITA) URAN (COL) a 32" 55 - Maddaloni 65 - Caserta 66 4 89 TIMMER (OLA) 37 - Nola GATTO (ITA) 3 a 1'27" 5 - Salerno 196 - Cava De’ Tirreni 65 a 14" 61 TIRALONGO (ITA) Sassano 469 m TEMPO 1 MATTHEWS (AUS) in 17h41’23” km 734,4 in 17.41’23”, media 41.515 km/h WEENING (OLA) a 27" La tappa modificata diventa la più lunga WEENING 2° A 14”. IL SARDO ARU DECIMO A 52” 2 88 OSS (ITA) DA 247 A 257 KM ARRIVO INTORNO ALLE 17 classifica generale POS. CORRIDORE a 1'24" a 1'36" 110 GOOS (OLA) 111 HOOGERLAND (OLA) 112 DUQUE (COL) 113 DEKKER (OLA) 114 PAOLINI (ITA) 115 VORGANOV (RUS) 116 CHALAPUD (COL) 117 QUINTERO (COL) 118 KOCH (GER) 119 DEIGNAN (IRL) 120 AMADOR (C.RICA) 121 ANTON (SPA) 122 SELLA (ITA) 123 KEIZER (OLA) 124 TJALLINGII (OLA) 125 GRETSCH (GER) 126 VAN DER SANDE (BEL) 127 DOCKX (BEL) 128 PETACCHI (ITA) 129 HONDO (GER) 130 VERMOTE (BEL) 131 FLENS (OLA) 132 HANSEN (AUS) 133 VAN EMDAN (OLA) 134 TANNER (AUS) 135 MALORI (ITA) 136 VEIKKANEN (FIN) 137 QUEMENEUR (FRA) 138 ARASHIRO (GIAP) a 3'39" 60 ZOIDL (AUT) 101 - Eboli Domenico Pozzovivo, 31 BETTINI TEMPO ULISSI (ITA) 473 - Scorzo Pozzovivo nono Santaromita perde 1’11” 1 463 - Polla ordine d’arrivo Salute e sport L’Expo al Giro Oggi Motta Carovana: a Cassino dalle 15.20 Alimentazione, salute e benessere. Expo Milano 2015 accompagnerà il Giro d’Italia per sensibilizzare soprattutto i giovani sui temi e le sfide del tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita», scelto per l’edizione che si aprirà il prossimo primo maggio. Ogni giorno saranno ospiti di Expo 2015 personaggi della cultura e dello sport: oggi c’è Gianni Motta, re del Giro nel 1966. Anticipa il Giro d’Italia e porta gioia in ogni paese, in ogni città: è la Carovana pubblicitaria della corsa rosa. C’è anche su Facebook la pagina «la Carovana del Giro», interattiva con la gente sul percorso. Le soste di oggi sul percorso sono: 9.15 Sassano, 9.30 Polla, 11.40 Salerno, 13.10 Maddaloni, 13.45 Capua, 14.30 Vairano Scalo, 15.20 Cassino. BMC RACING TEAM D.S. Baldato 51 EVANS 52 BOOKWALTER 53 EIJSSEN 54 HERMANS 55 MORABITO 56 OSS 57 QUINZIATO 58 SANCHEZ 59 WYSS Aus Usa Bel Bel Svi Ita Ita Spa Svi CANNONDALE D.S. Zanatta 61 BASSO 62 GATTO 63 KOCH 64 LONGO BORGHINI 65 MARANGONI 66 MOSER 67 RATTO 68 VILLELLA 69 VIVIANI Ita Ita Ger Ita Ita Ita Ita Ita Ita COLOMBIA D.S. Tebaldi 71 DUARTE 72 TORRES Col Col 73 74 75 76 77 78 79 AVILA CHALAPUD DUQUE PANTANO QUINTERO ROMERO RUBIANO Col Col Col Col Col Col Col FDJ.FR D.S. Gayant 81 BOUHANNI 82 CHAVANEL Se. 83 COURTEILLE 84 FISCHER 85 GENIEZ 86 LE BON 87 MOUREY 88 PICHON 89 VEIKKANEN Fra Fra Fra Bra Fra Fra Fra Fra Fin GARMIN SHARP D.S. Wegelius 91 HESJEDAL 92 CARDOSO 93 DEKKER 94 FARRAR 95 FERNANDEZ 96 HAAS 97 MARTIN D. 98 VAN BAARLE 99 WEGMANN Can Por Ola Usa Spa Aus Irl Ola Ger LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 100 CUNEGO 101 ANACONA 102 BONO 103 CATTANEO 104 FERRARI 105 MORI 106 NIEMIEC 107 POLANC 109 ULISSI LOTTO BELISOL D.S. Leysen 111 MONFORT 112 BAK 113 DE HAES 114 DOCKX 115 HANSEN 116 ARMEE 117 VAN DER SANDE 118 WELLENS 119 VANENDERT MOVISTAR TEAM D.S. Arrieta 121 QUINTANA 122 AMADOR 123 ANTON 124 CAPECCHI 125 CASTROVIEJO 126 HERRADA 127 IZAGUIRRE 128 VENTOSO 129 MALORI Ita Col Ita Ita Ita Ita Pol Slo Ita Bel Dan Bel Bel Aus Bel Bel Bel Bel Col C. Rica Spa Ita Spa Spa Spa Spa Ita NERI SOTTOLI D.S. Scinto 131 RABOTTINI 132 CECCHINEL 133 CARRETERO 134 CHICCHI 135 COLLI 136 FEDI 137 FINETTO 138 MONSALVE 139 PONZI Ita Ita Pan Ita Ita Ita Ita Ven Ita OMEGA PHARMA QUICK-STEP D.S. Bramati 141 URAN 142 BRAMBILLA 143 DE GENDT 144 KEISSE 145 PAUWELS Col Ita Bel Bel Bel 146 147 148 149 PETACCHI POELS SERRY VERMOTE Ita Ola Bel Bel ORICA GREENEDGE D.S. White 151 SANTAROMITA 152 DURBRIDGE 153 HEPBURN 154 LANCASTER 155 MATTHEWS 156 MEYER 157 DOCKER 158 TUFT 159 WEENING Ita Aus Aus Aus Aus Aus Aus Can Ola TEAM EUROPCAR D.S. Arnould 161 ROLLAND 162 ARASHIRO 163 TULIK 164 HUREL 165 MALACARNE 166 MEDEREL 167 QUEMENEUR 168 SICARD 169 THURAU Fra Jap Fra Fra Ita Fra Fra Fra Ger TEAM GIANT SHIMANO D.S. Engels 171 KITTEL 172 DE BACKER 173 GESCHKE 174 LUDVIGSSON 175 MEZGEC 176 PREIDLER 177 STAMSNIJDER 178 TIMMER 179 VEELERS Ger Bel Ger Sve Slo Aut Ola Ola Ola TEAM KATUSHA D.S. Azevedo 181 RODRIGUEZ 182 BELKOV 183 CARUSO 184 GUSEV 185 LOSADA 186 MORENO 187 PAOLINI 188 VICIOSO 189 VORGANOV Spa Rus Ita Rus Spa Spa Ita Spa Rus TEAM SKY D.S. Cioni 191 CATALDO 192 BOASSON HAGEN 193 DEIGNAN 194 EISEL 195 HENAO 196 SUTTON 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 SWIFT Ita Nor Irl Aut Col Aus Ita Bie Gb TINKOFF SAXO D.S. Michaelsen 201 ROCHE 202 JUUL JENSEN 203 MAJKA 204 PETROV 205 POLJANSKI 206 ROVNY 207 SÖRENSEN 208 ROGERS 209 MCCARTHY Irl Dan Pol Rus Pol Rus Dan Aus Aus TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 KISERLOVSKI 212 ALAFACI 213 ARREDONDO 214 FELLINE 215 HONDO 216 NIZZOLO 217 VAN POPPEL 218 BEPPU 219 ZOIDL Cro Ita Col Ita Ger Ita Ola Giap Aut A punti Montagna Giovani Team a tempi Team a punti Energia CLASSIFICA DI TAPPA 1. Diego ULISSI (Lampre-Merida) 25 punti; 2. Evans (Aus) 22; 3. Arredondo (Col) 20; 4. Uran (Col) 18; 5. Majka (Pol) 16. CLASSIFICA GENERALE 1. Marten TJALLINGII (Ola, Belkin) 12 punti; 2. Rubiano (Col) 9; 3. Monsalve (Ven) 4; 4. Ulissi 3; 5. Vicioso (Spa) 3; 6. Fedi 3; 7. Evans (Aus) 2; 8. Rodriguez (Spa) 2; 9. Godoy (Ven) 2; 10. Romero (Col) 2; 11. Wegmann (Ger) 2; 12. Dockx (Bel); 13. Scarponi 1; 14. Arredondo (Col) 1; 15. Thurau (Ger) 1; 16. Armee (Bel). CLASSIFICA GENERALE 1. Michael MATTHEWS (Aus, Orica) 17.41’23”; 2. Majka (Pol) a 26”; 3. Aru a 52”; 4. Quintana (Col) a 1’09”; 5. Preidler (Aut) a 1’10”; 6. Kelderman (Ola) a 1’12”; 7. Ulissi a 1’23”; 8. Ludvigsson (Sve) a 1’32”; 9. Poljanski (Pol) a 1’32”; 10. Henao (Col) a 1’39”; 11. Colbrelli a 1’46”; 12. Wellens (Bel) a 1’48”; 13. Moser a 2’33”; 14. Rosa a 2’46”; 15. Durbridge (Aus) a 3’10”. CLASSIFICA DI TAPPA 1. LAMPRE-MERIDA 15.37’59”; 2. Astana a 34”; 3. Ag2r a 38”; 4. Giant a 49”; 5. Sky a 51”; 6. Tinkoff-Saxo a 56”; 7. Europcar a 1’09”. CLASSIFICA DI TAPPA 1. LAMPRE-MERIDA 32 punti; 2. Tinkoff-Saxo 22; 3. Bmc 20; 4. Trek 18; 5. Omega-Quick Step 17. CLASSIFICA DI TAPPA 1. Diego ULISSI (Lampre-Merida) 4 punti; 2. Uran (Col) 2; 3. Evans (Aus) 1. CLASSIFICA GENERALE 1. GIANT-SHIMANO 110 punti; 2. Trek 90; 3. Lampre-Merida 87; 4. Sky 84; 5. Cannondale 83; 6. Fdj.fr 72; 7. Ag2r 70; 8. Neri 66; 9. Orica 58: 10. Androni 49: 11. Omega-Quick Step 43. CLASSIFICA GENERALE 1. Nacer BOUHANNI (Fra, Fdj) 10 punti; 2. Ulissi e Swift 4; 4. Uran (Col), Nizzolo e Avila (Col) 2; 7. Evans (Aus), Duque (Col), Veelers (Ola) e Appollonio 1. CLASSIFICA GENERALE 1. Elia VIVIANI (Cannondale) 119 punti; 2. Bouhanni (Fra) 115; 3. Nizzolo 106; 4. Ferrari 96; 5. Swift (Gb) 86; 6. Appollonio 44; 7. Matthews (Aus) 37. CLASSIFICA GENERALE 1. ASTANA 52.16’05”; 2. Orica a 7”; 3. Sky a 19”; 4. Lampre-Merida a 27”; 5. Tinkoff-Saxo a 29”; 6. Giant a 41”; 7. Ag2r a 43”; 8. Bmc a 1’03”. 30 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 MOTOMONDIALE VERSO IL GP FRANCIA italia: 51575158585149 L’ANNUNCIO LA HRC ANTICIPA I TEMPI E BLINDA IL FENOMENO. I DUBBI DI PEDROSA: ACCETTARE DI ESSERE LA SECONDA GUIDA, ANDARE IN SUZUKI O RITIRARSI? 4 Marquez, altri due anni in Honda da Paperone DOMENICA LE MANS Marc potrebbe guadagnare oltre 10 milioni l’anno Pronto il rinnovo con lo sponsor Domenica a Le Mans (4.185 m) si corre il GP Francia, 5a prova (su 18) del Motomondiale. Tutto in diretta su Sky Sport MotoGP HD (f.f.) Le Mans sta diventando il crocevia per il motomercato della Honda. Due anni fa in pieno campionato, Casey Stoner annunciò il suo ritiro dalle competizioni a soli 27 anni. Ieri, alla vigilia della quinta gara dell’anno, che po- trebbe lanciarlo ancora di più nella stratosfera della storia, con 5 vittorie su 5, il suo successore Marc Marquez ha annunciato il rinnovo per altri due anni con la Hrc. Anticipo Mossa assolutamente certa, che però entrambe le parti hanno voluto anticipare per archiviare l’unico possibile disturbo in questa stagione che si annuncia nuovamente trionfale. Il campione bambino sa che è impossibile trovare una moto migliore di questa, la Honda che lo samenti. Forse con pochi scossoni. La Honda vuole ancora Pedrosa come secondo, ma pagandolo appunto come scudiero e Dani potrebbe essere stanco di prenderle da un compagno di squadra, decidendo di cambiare (Suzuki?) o di ritirarsi. Impossibile che in Honda arrivi Lorenzo: inutile andare a disturbare il conducente e i soldi che chiede Jorge può darglieli solo la Ducati o (meno) la Yamaha, che vuole tenersi anche Valentino. Avanti con i giochi. spagnolo è un fenomeno. Un affare per due. Rinnovo A cui si aggiungerà sicuramente lo sponsor Repsol: a Jerez era presente lo stato maggiore del petroliere spagnolo e tutto fa credere che si sia trovato l’accordo per dare a Marquez il sontuoso ingaggio che merita, probabilmente tra i 10 e i 12 milioni di euro a stagione, più premi. Coppia Come è normale che sia, sistemato il numero 1 a cascata ci saranno gli altri acca- Marc Marquez, 21 anni, iridato e leader mondiale MILAGRO La strana coppia «La mia nuova missione: ridare fiducia a Valentino» Il capotecnico Galbusera e la ritrovata verve di Rossi: «Lui racconta le sue impressioni, noi ci diamo da fare. E miglioriamo sempre un po’...» PAOLO IANIERI È la scommessa vinta, l’armonia ritrovata, o se vogliamo dirla alla Masterchef, l’ingrediente che ha consentito a tutti gli altri di amalgamarsi al meglio aggiungendo carattere e sapore alla pietanza. «O forse sono solo stato fortunato» se la ride invece Silvano Galbusera, il 56enne che da quattro gare come lavoro fa il capotecnico di Valentino Rossi. Carattere schivo, tono pacato, c’è molto di questo signore lombardo dietro alla rinascita di Valentino. Che lo scorso anno nel dare il via alla «Operazione riscatto» decise di dare il benservito a Jeremy Burgess, l’australiano con il quale aveva diviso il box fin dal suo approdo in 500 nel 2000 ma con il quale il feeling ormai si era rotto, per puntare sull’ex tecnico di Marco Melandri, conosciuto durante il test di Brno del 2010, quando in sella a una Yamaha Superbike il Dottore cercava di capire se era pronto a rientrare in pista dopo la frattura alla tibia del Mugello. Galbusera, cos’è cambiato da pochi mesi a questa parte nella testa di Valentino? «Non so cosa ci sia di diverso, io non c’ero prima. Ma se vogliamo parlare del nostro rapporto, lui mi racconta le sue impressioni e noi tecnici ci diamo da fare. E miglioriamo un po’ a ogni turno». «L’obiettivo fin dall’inizio è stato quello di dargli una moto che gli desse fiducia e che lui riuscisse a sfruttare al massimo. Abbiamo lavorato molto sulla frenata e sul ritmo con le gomme nuove e adesso Valentino sente molto più sua questa moto». Al punto che inizia a prendere strade tecniche differenti da Lorenzo: a Jerez ha usato il telaio nuovo portato dalla Yamaha e ha scelto di correre con la gomma anteriore dura. «In Yamaha non ci sono differenze di trattamento tra i due piloti, il materiale che arriva è a disposizione di tutti e due i piloti, poi ognuno indirizza il lavoro come meglio crede. L’impiego della gomma dura è stata una logica conseguenza dopo il disastro di Austin e Valentino ha fatto un ottimo lavoro nello sfruttarla al meglio. Lui è uno a cui serve un avantreno più stabile, con quella gomma sai che all’inizio perdi quei 2-3 decimi al giro, ma poi il comportamento diventa più costante». «Marc, purtroppo per noi, in questo momento ha a disposizione un’ottima moto: la Honda ha un’elettronica leggermente migliore. Ma noi lavoriamo duro per avvicinarci. Non guardo tanto lontano su quello che potrà arrivare dalla Yamaha per riuscirci, cerco di concentrarmi a breve su quello che abbiamo a disposizione e che non riusciamo ancora a sfruttare al limite. Ci manca ancora qualcosa per capire bene questa moto. Ma possiamo farcela». «Speravo in una gara così. Marquez in questo momento ha un passo diverso, ma Valentino è sempre stato molto vicino agli altri». E quando le condizioni sono Marc in questo momento ha una moto con un’elettronica migliore ideali… Rossi è l’unico che in questo avvio di stagione ha lottato con Marquez. Ma uno così lo si può battere? Si è divertito sul muretto box due domeniche fa a Jerez? « © RIPRODUZIONE RISERVATA Silvano Galbusera, 56 anni, nel box Yamaha insieme a Valentino Rossi, 35 LAPRESSE questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ © RIPRODUZIONE RISERVATA Domani Libere 1: 9-9.40 Moto3; 9.55-10.40 MotoGP; 10.55-11.40 Moto2 Libere 2: 13.10-13.50 Moto3; 14.05-14.50 MotoGP; 15.05-15.50 Moto2 Sabato Libere 3: 9-9.40 Moto3; 9.55-10.40 MotoGP; 10.55-11.40 Moto2 Qualifiche Moto3: 12.35-13.15 Libere 4 MotoGP: 13.30-14 Qualifiche 1 MotoGP: 14.10-14.25 Qualifiche 2 MotoGP: 14.35-14.50 Qual. Moto2: 15.05-15.50. Sintesi delle qualifiche delle tre classi dalle 17 su Cielo Domenica Gare: alle 11 la Moto3 (24 giri, 100,4 km); alle 12.20 la Moto2 (26 giri, 108,8 km); alle 14 la MotoGP (28 giri, 117,2 km). Differita delle tre gare dalle 15.10 su Cielo Classifiche MotoGP: 1. Marquez 100 2. Pedrosa 72 3. Rossi 61 Moto2: 1. Rabat 83 Moto3: 1. Miller 79 2. Fenati 74 L’ENERGIA DELL’ITALIA. GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 31 LA GAZZETTA DELLO SPORT FORMULA 1 TEST AL MONTMELÒ italia: 51575158585149 1 2 4 KIMI TERZO Così nella seconda e ultima giornata di test sul tracciato spagnolo di Montmelò (4.655 m) Non solo...vuvuzela 1. La trombetta allo scarico della W05; 2. Nuovo cofano motore Mercedes; 3. Raikkonen COLOMBO S 3 Nota stonata Il suono resta basso Tromba da rivedere Rosberg prova la nuova soluzione: «Ma non va bene» Ferrari ancora nervosa. Vettel frenato dal cambio DAL NOSTRO INVIATO LUIGI PERNA MONTMELÒ (Spagna) Le battute si sprecano. Qualcuno l’ha chiamata tromba, trombetta, trombone, megafono, vuvuzela. Il risultato non cambia. C’è il rischio di confondersi, pensando di essere finiti a un concerto anziché sul circuito del Montmelò, nel mezzo dei test del dopo gran premio. Comprensibile, guardando il nuovo scarico studiato per aumentare il volume di queste F.1 dell’era turbo, che fanno discutere da inizio anno per il suono soffocato dei loro 6 cilindri rispetto a quello assordante dei V8 aspirati che si usavano fino al 2013. La soluzione di ripiego, dopo il grido d’allarme raccolto dalla Fia, è infatti una specie di tromba del diametro di circa 20 centimetri (!) applica- ta allo scarico originale delle vetture. Ironia L’ha provata ieri mat- tina la Mercedes di Nico Rosberg appena scesa in pista. E il risultato ha scioccato più per l’estetica che per l’impatto sull’udito in termini di decibel, generando stupore e ilarità. Sul web si sono scatenati i commenti. C’è chi ha tirato fuori slogan tipo «la Mercedes riparte in tromba», chi ha riso con accostamenti boccacceschi fra questo nuovo lato B e i musi a proboscide delle monoposto («si rischiano gravidanze non volute») e chi ha esclamato: «Oh mio Dio, le F.1 ora saranno brutte dietro come lo sono davanti». Qualcuno ha perfino fatto circolare un fotomontaggio in cui si vede il grande Louis Armstrong suonare… dallo scarico della Mercedes. Bocciatura In fondo, è im- possibile che i motori delle nuove Formula 1 abbiano un timbro paragonabile a quello da brividi delle monoposto precedenti. Si parla di 6 cilindri contro otto, di una cilindrata di 1600 cmc anziché 2400, di un regime di rotazione massimo di 12.500 giri anziché 18.000, e del turbo che assorbe parte dell’energia degli scarichi. In compenso, c’è tanta potenza ibrida dai motori elettrici. Resta però lo scetticismo sull’appendice vista ieri. L’aumento di volume rispetto allo scarico originale infatti sembra minimo. «Era un esperimento, ma questa soluzione non va bene. Dobbiamo trovarne un’altra. Dicevano che al banco il suono fosse Kimi Raikkonen 34 anni iridato 2007 COLOMBO molto più forte», ha ammesso Rosberg. Sviluppi Il tedesco comunque è passato varie volte sul rettilineo a diverse andature, per permettere ai due tecnici dell’azienda italiana che ha condotto le ricerche per conto della Fia di fare le opportune rilevazioni e comparazioni con la soluzione tradizionale. Poi la Mercedes ha smontato quasi subito il «sound box» (questo il termine tecnico) ed è tornata sugli sviluppi della sua W05 Hybrid in vista di Montecarlo e del Canada, provando anche una carrozzeria con la parte finale delle fiancate più larga. Resistenza La Ferrari ha ritrovato affidabilità, dopo la rottura del motore, ma è sembrata ancora nervosa nelle reazioni e nell’erogazione della potenza. Mentre la Red Bull si è trascinata i problemi al cambio del primo giorno, costringendo Vettel a un programma ridotto. «Il ritorno al vecchio telaio è stata la strada giusta. L’altro non era piegato, ma aveva dei problemi», ha spiegato Seb. In quanto all’amplificatore per lo scarico, dovrà essere provato anche dagli altri team nei test di Silverstone, prima di poter essere approvato. Sempre che la novità, su cui ha spinto Ecclestone per favorire lo spettacolo, non venga bocciata prima. 1. Maldonado Ven-Lotus 1’24”871 (102 giri) 2. Rosberg Ger-Mercedes 1’25”805 (102) 3. Raikkonen Fin-Ferrari 1’26”480 (94) 4. Gutierrez Mes-Sauber 1’26”972 (85) 5. Wolff GB-Williams 1’27”280 (55) 6. Bianchi Fra-Marussia 1’27”718 (55) 7. Vettel Ger-Red Bull 1’27”973 (72) 8. Juncadella Spa-Force India 1’28”278 (91) 9. Vandoorne Bel-McLaren 1’28”441 (136) 10. Kvyat Rus-Toro Rosso 1’28”910 (21) S Prossima gara 25 maggio GP Monaco S Prossimi i test 8 e 9 luglio Silverstone 25 e 26 novembre Abu Dhabi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’OPINIONE di PINO ALLIEVI a pagina 19 & PROCESSO ECCLESTONE «Bluewater offriva più della Cvc!» Colpo di scena al processo contro Bernie Ecclestone a Monaco di Baviera (Germania): il giudice, Peter Noll, ha letto in aula una mail della società di investimento statunitense Bluewater che contraddice la versione, secondo la quale il fondo Cvc aveva presentato la miglior offerta per acquisire il 47% della F.1. Nella mail Bluewater si offriva di pagare un miliardo di euro per il pacchetto di maggioranza delle azioni o di migliorare comunque del 10% qualunque altra offerta. Replica Una tesi questa però negata da Gerhard Gribkowsky secondo il quale è vero che Ecclestone gli diede 44 milioni di dollari (32 milioni di euro) per favorire la vendita dei diritti alla Cvc ma non respinse mai un’offerta superiore agli 850 milioni di dollari (620 milioni di euro) pagati dal medesimo fondo alla BayernLB-Vorstand. «Inoltre — ha aggiunto l’ex banchiere, che sta scontando 8 anni di reclusione per corruzione e frode fiscale — mi sembra poco professionale subordinare la propria sorte all’offerta di un rivale». Appuntamento I legali di Ecclestone potranno contro interrogare Gribkowsky il 30 luglio. «Ho la sensazione che la difesa abbia diverse domande da fare», ha detto al proposito Noll. © RIPRODUZIONE RISERVATA PRIMA TAPPA Mille Miglia al via Si arriva a Padova Scatta oggi dal tradizionale scenario di viale Venezia a Brescia la Mille Miglia edizione 2014. Ma per la prima volta la corsa farà tappa a Padova e i 430 equipaggi faranno sosta nella notte ad Abano Terme. Il tracciato resterà invariato sino a Vicenza per poi puntare a nord in direzione Marostica e Bassano del Grappa. La gara, che è una prova di regolarità per auto storiche (la media imposta non supera i 50 km/h), si concluderà domenica a Brescia dopo i tradizionali 1.600 km (Brescia-Roma e ritorno). IL TEST ROSA LA MOGLIE DI TOTO WOLFF HA PROVATO LA WILLIAMS Susie più veloce di Seb: «Io nei GP? Chissà» Sul casco la stella della de Villota: «Conservo ancora un suo biglietto di incoraggiamento» MONTMELÒ mento privatissimo a Capri. Per Susie Stoddart, 31 anni, pilota e moglie dell’amministratore delegato Mercedes nelle corse, quello di ieri sarà comunque un giorno da ricordare. Non tanto per essere stata abbastanza veloce da non sfigurare (anzi!), ma per la tenacia e la costanza dimostrate al volante della Williams. L’elenco dei tempi col suo nome davanti a quello di Sebastian Vettel potrebbe stamparlo e metterselo in casa. Magari accanto alla foto che la ritrae con il marito Toto Wolff il giorno delle nozze, a ottobre 2011, con un ricevi- Con Frank Nessun errore, a parte un testacoda «per la coppia enorme di queste vetture che mi ha tradito all’inizio», e 55 giri col 5o tempo, centrato su gomme soft. «Ma non è che stessi guardando la classifica — racconta la signora Wolff, per 7 stagioni nel Dtm —. Bat- DAL NOSTRO INVIATO tere Vettel e altri non era l’obiettivo. Dovevo lavorare al meglio per la squadra». Nel box, a guardarla, c’era nientemeno che patron Frank Williams. Ma Susie, assunta l’anno scorso come collaudatrice nel team di cui il marito conserva una quota azionaria, è rimasta fredda e attenta. «Questa macchina è meno fisica di quella guidata nei test 2013, ma più difficile da guidare. L’anno scorso c’era tanta aderenza e potevi spingere a piacere. Ora per andare forte bisogna usare il cervello». Per Maria Sul casco aveva una stella, il simbolo di Maria de Villota, la pilota spagnola morta a ottobre 2013 per i danni neurologici subiti nell’incidente dell’anno prima in test privati a Duxford con la Marussia. «Un modo per ricordarla. Qui l’anno scorso abbiamo pranzato assieme, tre giorni prima che morisse. Mi aveva portato un biglietto di incoraggiamento che conservo». Anche Susie, come lo era Maria con la Fia, è coinvolta nei programmi sociali di educazione alla sicurezza stradale promossi dalla Williams. Torneremo un giorno a vedere una donna al via di un GP? «Per la direzione che ha preso la F.1, ho la sensazione di sì. Ma in questo mondo, con così pochi posti disponibili, è difficile tanto per un uomo quanto per una donna». lu.pe. Susie Wolff, 31 anni, è moglie di Toto, n.1 Mercedes e azionista Williams COLOMBO © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA CURIOSITÀ 1990 italia: 51575158585149 Barazzutti e il doppio allo stand Gazzetta (m.cal.) Sulle tribune del campo n°1, quando Simone Bolelli e Fabio Fognini sono scesi il campo per il doppio contro Haase Quattro agli ottavi L’unica volta nell’era Open che abbiamo avuto 4 italiane agli ottavi (Reggi, Cecchini, Golarsa e Caversazio) (lu.mar.) l’Analisi 4 I NUMERI DI PAOLO BERTOLUCCI Francesca sa ancora insegnare Il tennis italiano vive da diverso tempo sulle imprese e i successi del movimento femminile. Anche in questa edizione del Foro Italico restiamo aggrappati alle solide spalle delle nostre ragazze tra le quali spiccano la veterana Francesca Schiavone e l’emergente Camila Giorgi. Francesca, n. 61 della classifica WTA, dopo una prima parte di stagione vissuta tra gli inciampi e le cadute, è finalmente tornata a ruggire. Difficilmente potrà tornare a frequentare i piani alti della classifica a causa della lunga e logorante carriera, ma quella vista sui campi romani è la miglior versione di Francesca da diverso tempo a questa parte.La milanese, sorretta da un carattere indomito e da un cuore immenso, tra un back di rovescio, un top di dritto, una improvvisa discesa a rete e una perfida smorzata, impartisce severe lezioni tattiche come quella rifilata alla spagnola Muguruza e in generale alle giovani leve che propongono solo schemi monotematici. In una giornata guastata dal forte vento cade invece la teenager Camila Giorgi.Con il suo tennis a tutto gas, giocato in apnea e percorso sul filo del rasoio, si esalta nelle prove di un giorno ma fatica ancora a trovare la continuità di rendimento. Il suo pressing ossessivo le permette nelle giornate di grazia di superare avversarie di livello assoluto, ma spesso,in assenza di un piano tattico alternativo lascia strada a tenniste meno qualificate. Le basi della giovane marchigiana sono solide, dovrà acquisire la necessaria esperienza ma il futuro con le istruzioni per un piano tattico B appare roseo. L’avversaria ROMA Agnieszka Radwanska, oggi incrocia Francesca Schiavone. Che sfida sarà? «Sarà una bella sfida, qui nella sua Italia. Lei sta giocando bene ed ha vinto due belle partite, sarà un match duro». Roma non sarà così magica. «E’ la mia città ideale: anch’io sono alla mano, rilassata, senza pressioni. Adoro il Colosseo, piazza di Spagna, le tante stradine. Anche se pretendo che tutto sia organizzato al meglio». 28 I mesi trascorsi dall’ultima vittoria di Francesca Schiavone contro una top 10 (Samantha Stosur a Sydney, gennaio 2012). Oggi affronta negli ottavi Agnieszka Radwanska (n. 3). 9 I precedenti tra Schiavone e Radwanska: il bilanco è 5-4 per la polacca. Francesca ha vinto le prime 4 sfide Agnieszka le ultime 5 (2011-2014). 4 Le volte che Francesca Schiavone ha raggiunto i quarti a Roma: 2001 (Martinez), 2004 (Zvonareva), 2005 (Zvonareva) e 2011 (Stosur). 1 le finali dello slam giocate da Radwanska (Wimbledon 2012 contro S. Williams). Francesca ne ha giocate 2 al Roland Garros (2010 vinta, 2011 persa contro Li) (lu.mar) e Lopez, non c’era un posto. Neanche per il c.t. azzurro Barazzutti e per gli allenatori dei due giocatori, Rianna e Perlas, che hanno visto il match dallo stand Gazzetta nel Villaggio Ospitalità, che affaccia sul campo. Il grande pubblico non è bastato: azzurri sconfitti 6-3 6-2. Schiavone da favola «Sono ripartita da mamma, papà e tanto lavoro» Gambe, colpi e adrenalina, ciao Muguruza: «Vivo alla giornata e sono felice» Ora la Radwanska VINCENZO MARTUCCI ROMA Rieccola. Un quinto di vento di tramontana (che ha stravolto il Foro Italico), un quinto di sorteggio (che le ha proposto le ventenni Eugenie Bouchard e Garbine Muguruza), un quinto di esperienza (34 anni da compiere il 23 giugno), un quinto di qualità da terra rossa (trionfo al Roland Garros 2010 e finale 2011) e un quinto di vera Francesca Schiavone. E quindi condizione atletica, voglia, concentrazione, determinazione e irrefrenabili scariche d’adrenalina. E perciò cocktail di tutti i colpi del repertorio tennistico, con un affascinante tira e molla che abbatte anche la grande speranza di Spagna, Muguruza, dopo due set a senso unico, e un terzo equilibratissimo, e poi un tie-break in trance agonistica come ai tempi belli, con Franci» che salta come una rana, felice, e il pubblico impazzito. Così nostra signora dello Slam, l’unica azzurra capace di entrare nell’albo d’oro di singolare dei Majors e fino al numero 4 della classifica mondiale (il 31 gennaio 2011), riappare all’improvviso, da numero 61, sulla massima scena, agli Internazionali Bnl d’Italia, qualificandosi agli ottavi, dove incrocia la prima avversaria davvero difficile, Agnieszka Radwanska (3 della classifica), partendo dalle ultime 5 sconfitte consecutive nei testa a testa - e senza vincere un set - che segnano un solco chiarissimo con le prime 4 vittorie di fila della «Schiavo». Ombra Un’ombra che oscura solo per un attimo il sorriso raggiante della Schiavone: «Lei è molto molto solida. E ha le capacità, come Martina Hingis, di leggere la palla molto in anticipo, specialmente negli angoli, non a caso è 3 del La Schiavone con la sua allenatrice Laura Golarsa 46 anni, milanese, numero 39 del mondo nel 1990, ora anche telecronista Sky LAPRESSE Agli ottavi c’è la Radwanska «E’ fortissima, per batterla bisogna essere in condizioni ottime, ma sono felice di giocare un altro match qui» mondo. Ha un timing incredibile, ci ho giocato su una superificie velocissima in Polonia, e so che per batterla bisogna essere veramente in condizione. Sarà difficilissimo però sono stracontenta di avere la possibilità di giocare un altro match qui a Roma». Segreti Quando gambe e cervello sono sincronizzate Francesca è un portento, ma finora aveva 9 ko al primo turno in 12 tornei: «Ho lavorato, sono qua, sto cercando di dare il massimo, sono salita un pochino di livello, faccio andare la palla un po’ di più, alla fine non è che ci siano segreti. Tutti sanno benissimo che si può migliorare con lavoro, disciplina, attenzione a quello che fai e cercare di restare concentrato». Il tempo riporta indietro, come Siddharta, e Francesca è tornata alla natìa Milano, da dove era partita per tentare la via argentina, poi quella spagnola, quindi per quella italiana (con Renzo Furlan prima e con Corrado Barazzutti poi): ora s’allena con l’ex azzurra, Laura Golarsa «Che crede in me e pensa che io abbia ancora molto da esprimere, e anche un nuovo preparatore atletico. E poi sono tornata a casa mia, ritrovando il calore dei miei genitori. Mi sento coccolata e protetta. Più tranquilla. Lo definirei un nuovo inizio». Oggi e domani Francesca si guarda indietro: «Sicuramente non sono la persona di 2, 4, 8, 10 anni fa. Quando cresci con gli anni sei molto più consapevole, fai delle scelte ragionate, o le fai tu o non le fa nessun altro. In questo periodo sto cercando di fare le scelte migliori per me, per il mio tennis, per restare a galla in una situazione che oggi mi è favorevole. Vivo giorno per giorno e questo vale anche per la vita dove puoi incontrare delle difficoltà ma anche delle discese. Questo è un momento favorevole e oggi mi godo questo momento». Francesca si cerca in un’altra Schiavone: «Tra le nuove, mi piace molto la Garcia, ha tutti I colpi, è molto attenta, con quegli occhi ben aperti, mi ci rivedo un po’. Anche se è molto più avanti di quanto fossi io all’età sua». Francesca, oggi, contro Aga Radwanska, ha bisogno della vecchia Francesca. © RIPRODUZIONE RISERVATA La bella Aga innamorata della Città Eterna «Amo il Colosseo e questi campi, ma l’erba...» molto bene i grandi tornei, come gli Slam, e Serena ha talmente tanti punti che è impossibile riprenderla. Non sono lontana, ma la strada è lunga». La polacca al Colosseo Che cosa deve fare per salire ancora? «Tante cose insieme, ogni torneo e ogni match sono diversi, e tutte le componenti, dalla tecnica al fisico devono essere a posto». Che rapporto ha con la Polonia? «Sono nata lì, quella è casa, appena ho tempo ci torno. La Polonia non è un posto dove ci sono tanti giocatori di tennis, sono molto contenta di far parte della storia dello sport del mio paese. Se ora ci sono più giovani che giocano a tennis, magari è anche grazie a me». Qual è il colpo che le piace di più di Aga Radwanska? «La smorzata: è qualcosa di diverso, per mescolare un po’ il gioco. A me piace creare». Ma perché, col suo talento tennistico, non è la numero 1 del mondo? «E’ un sistema per finire i punti più in fretta». «Perché ci sono un altro paio di ragazze che giocano meglio, per essere la prima devi giocare Nella vita, è sveglia come in campo? «Penso di sì. Sto studiando Turismo all’università dello sport, a Cracovia, quando posso vado lì e faccio esami con mia sorella, ma non ho scadenze, mi mancano due esami per andare al terzo anno». Lei va anche spesso a rete. La semifinale a Wimbledon 2013 con Lisicki è stata la sconfitta più dura? Agnieszka Radwanska, 25 anni, in posa davanti al Colosseo. La numero 3 del mondo vola agli ottavi dopo aver battuto l’argentina Ormaechea FIORAVANTI «Sicuramente è stata la più grande occasione per vincere uno Slam: ero abbastanza mor- ta, al quarto terzo set di fila, sull’erba, che è stancante anche più del cemento, due punti ancora e avrei vinto il match... Ma la settimana scorsa a Madrid ero 6-3 sotto nel tie-break, ed ho vinto. Così è il tennis, vinci o perdi per poco». Ma il suo primo Slam dove sogna di vincerlo? «L’erba o ti piace o non ti piace, e a me è sempre piaciuta fin dal titolo juniores a Wimbledon 2005, la prima volta che ci ho giocato». Invece la terra le riesce più difficile. «Ci sono cresciuta, ci ho giocato la maggior parte del tempo, ho avuto successo anche su questa superficie. Ma l’erba è l’erba». v.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 37 # EVENTO GAZZETTA Domani potrete sfidare i campioni L’appuntamento è per domani alle 16.30, sul campo 7 del Foro Italico, davanti al Bar del Tennis. Si chiama «Game, set, Gazzetta & Moet» ed è uno degli italia: 51575158585149 eventi glamour degli Internazionali: al torneo di mini-tennis parteciperanno campioni dello sport (tra gli altri, lo sciatore Christof Innerhofer, il pugile Clemente Russo, la velista Alessandra Sensini, la schermitrice Arianna Errigo e la 4 ginnasta Carlotta Ferlito), ex calciatori (tra cui Bernardo Corradi) e personaggi dello spettacolo. Nel tabellone ci sarà spazio anche per i lettori della Gazzetta: i primi dieci che invieranno una mail a [email protected], potranno sfidare i vip. Solo sul nostro sito gli Internazionali d’Italia sono in tempo reale, con risultati, video e curiosità dal Foro Italico. Se vi siete persi il k.o. a sorpresa di Roger Federer, ecco l’intervista. Per rivivere i successi di Schiavone, Errani e Pennetta non perdetevi gli highlights. Gazzetta.it FEDERER È GIÀ FUORI L’INTERVISTA SUL NOSTRO SITO IL BILANCIO DELLE ALTRE ITALIANE 1 I NUMERI 2 3 Le volte negli ultimi 20 anni, che abbiamo avuto 3 azzurre agli ottavi: 2004 (Pennetta, Schiavone e Farina), 2006 (Pennetta, Schiavone e Oprandi) e 2014 (Pennetta, Schiavone ed Errani). 5 Francesca Schiavone, 33 anni, numero 61 del mondo, esulta dopo il successo sulla Muguruza ANSA clic IN USCITA A LUGLIO IL LIBRO DI SARA I RICAVI IN BENEFICENZA Le volte che Flavia Pennetta ha raggiunto gli ottavi a Roma: 2004 (Smashnova), 2006 (quarti Hingis), 2009 (Kuznetsova), 2012 (quarti Serena Williams) e 2014. 3 Si chiama «Excalibur, il mio tennis sul tetto del mondo» il libro su Sara Errani che uscirà per Mondadori il 1° luglio. Lo ha scritto Roberto Commentucci (prefazione di Federico Ferrero), sulla spinta dei successi ottenuti da Sarita nel biennio 2012-13. Excalibur è la racchetta che ha cambiato la vita, tennistica e no, dell’azzurra finalista al Roland Garros. Sara donerà tutto il ricavato in beneficenza. Gli ottavi di Sara Errani a Roma: 2008 (Serena Williams), 2013 (semifinale Azarenka) e 2014 1 Le chance di Sara Errani di tornare tra le top 10 alla fine del torneo: l’unica è vincere il torneo. (lu.mar.) 3 1 Sara Errani, 27 anni, numero 11 del mondo, esulta durante il match con Ekaterina Makarova 2 Flavia Pennetta, 32 anni e numero 12 del ranking, regola alla distanza la diciassettenne svizzera Belinda Bencic 3 Camila Giorgi invece esce di scena sconfitta da Christina McHale LAPRESSE ANSA Errani, lezioni di tattica «Non ho sbagliato nulla» Sara affonda la Makarova, Pennetta ok con baby Bencic e lancia frecciate: «Il pubblico dovrebbe sostenere l’atleta di casa. Sempre». Giorgi k.o. con McHale ROMA Brava. Sara Errani è talmente brava che Camila Giorgi dovrebbe chiederle ripetizioni di tattica. La piccola romagnola rotea come una scimitarra la famosa «Excalibur», la racchetta miracolosa, più lunga di un centimetro che l’ha portata alla finale del Roland Garros e al 5 del mondo (oggi è 11). E insiste sul dritto di Ekaterina Makarova perché non vuole fare la fine dell’amica e compagna di doppio Roberta Vinci, che ci ha perso il giorno prima: «Sono stata particolarmente brava con il mio coach (lo spagnolo Pablo Lozano, ndr) a leggere la partita: giocarle sul dritto, non uscire sulla diagonale del mio rovescio sul suo dritto, anche se non era semplice per il vento, cercando qualche volta di uscire dallo scambio con le smorzate». Saretta è soddisfatta: «Ho perso solo 11 punti sul servizio, non m’era mai successo, prima del torneo abbiamo fatto una piccola modifica partendo con il braccio su invece di fare tutto il movimento e questo mi aiuta a non scoordinarmi troppo e a dare un po’ più di rotazione». Contro Petra Cetkovska dovrà evitarsi altre crisi di panico, e di respirazione, come martedì: «E’ la mia bestia nera, ci ho perso due volte e con matchpoint per me, può essere molto fastidiosa. A Palermo mi faceva delle smorzate che non riuscivo a vedere. Devo tenerla lon- A LA RIVALE DI SARA S Petra Cetkovska, 29 anni, numero 69 del mondo affronterà Sara Errani. Il bilancio è 2-0 per la ceca la guida Halep, vittoria e ritiro: «Problema agli addominali». Atleti dal Papa Simona Halep vince e si ritira. La romena, testa di serie numero 4, sul campo ha sconfitto in tre set la statunitense Madison Keys, ma poi ha annunciato l’addio al Foro Italico per un problema ai muscoli addominali: «Sono molto triste — il suo commento —, ma mi era impossibile continuare il torneo. Ho grandi ricordi di Roma, qui l’anno scorso ho raggiunto la semifinale. Ora torno a Bucarest, comincerò subito le cure, spero di essere pronta per il Roland Garros». Del suo ritiro si giova la spagnola Suarez Navarro, che accede direttamente ai quarti di finale, dovrà affronterà la vincente di Ivanovic-Sharapova, in programma oggi. Intanto nella giornata di ieri è stato registrato il record assoluto di spettatori: superato il tetto delle 30 mila presenze, per la precisione 30.026 biglietti venduti, 21.333 per la sessione pomeridiana e 8.693 per quella serale. Il record precedente del Foro Italico era di 27.672 spettatori. Calciatori al Foro: dopo l’esibizione di paddle di lunedì, è tornato Francesco Totti, stavolta in compagnia della moglie Ilary Blasi, per vedere Nadal. Con lui, anche l’altro giallorosso Alessandro Florenzi e il ceo Italo Zanzi (nel pomeriggio, si era affacciato anche il d.g. Mauro Baldissoni). Ieri mattina udienza in Vaticano a cui hanno partecipato alcuni tennisti, tra cui l’argentino Juan Monaco e la canadese Eugenie Bouchard, che ha scattato un «selfie» con Papa Francesco alle spalle. RISULTATI Secondo turno uomini: Murray (Gbr) b. Granollers (Spa) 6-2 7-5; Chardy (Fra) b. Federer (Svi) 1-6 6-3 7-6 (6); Tsonga (Fra) b. Anderson (S.Af.) 7-6 (14) 7-5 (5); Dimitrov (Bul) b. Karlovic (Cro) 7-6 (3) 6-4; Haas (Ger) b. Sijsling (Ola) 7-6 (6) 6-1; Gulbis (Let) b. Robert (Fra) 6-7 (1) 6-4 6-3; Melzer (Aut) b. Cilic (Cro) 6-2 6-7 (5) 6-3; Dodig (Cro) b. Rosol (Cec) 6-1 6-2; Youzhny (Rus) b. Golubev (Kaz) 7-5 4-1 rit.; Berdych (Cec) b. Tursunov (Rus) 6-4 6-3; Nadal (Spa) b. Simon (Fra) 7-6 (1) 6-7 (4) 6-2. Secondo turno donne: S. Williams (Usa) b. Petkovic (Ger) 6-2 6-2; SCHIAVONE b. Muguruza (Spa) 3-6 6-1 7-6 (5); Sharapova (Rus) b. Puig (P.Rico) 6-3 7-5; Mchale (Usa) b. GIORGI 1-6 6-3 6-1; ERRANI b. Makarova (Rus) 6-2 6-3; PENNETTA b. Bencic (Svi) 6-2 2-6 6-3; Radwanska (Pol) b. Ormaechea (Arg) 6-3 6-2; Suarez Navarro (Spa) b. V. Williams (Usa) 6-4 6-2; Halep (Rom) b. Keys (Usa) 5-7 6-0 6-1; Ivanovic (Ser) b. Cornet (Fra) 7-6 (1) 7-5; Stosur (Aus) b. Vesnina (Rus) 6-2 6-3; Lepchenko (Usa) b. Stephens (Usa) 6-2 6-2; Jankovic (Ser) c. Kuznetsova (Rus) . Doppio maschile, primo turno: Haase/ Lopez (Ola-Spa) b. FOGNINI/BOLELLI 6-3 6-2. OGGI Campo Centrale, dalle 12: Wawrinka (Svi) c. Haas (Ger), a seguire Ivanovic (Ser) c. Sharapova (Rus), Nadal (Spa) c. Youzhny (Rus). Dalle 19.30 S.Williams (Usa) c. Lepchenko (Usa). Dalle 21 Kohlschreiber (Ger) c. Djokovic (Ser). SuperTennis Arena, dalle 11: Stosur (Aus) c. Li (Cin), a seguire Raonic (Can) c. Tsonga (Fra), Melzer (Aut) c. Murray (Gbr), Jankovic (Ser)/Kuznetsova (Rus) c. PENNETTA. Dalle 19 Ferrer (Spa) c. Gulbis (Let). Pietrangeli, dalle 11: Cetkovska (Cec) c. ERRANI, a seguire SCHIAVONE c. Radwanska (Pol), Dodig (Cro) c. Chardy (Fra), Dimitrov (Bul) c. Berdych (Cec), Mladenovic/PENNETTA (Fra-Ita) c. Erakovic/Parra Santonja (Nze-Spa). Campo 1, dalle 11: Goerges/Groenefeld (Ger-Ger) c. Huber/Raymond (UsaUsa), a seguire Bryan/Bryan (UsaUsa) c. Bopanna/Qureshi (Ind-Pak), Jurak/Moulton-Levy (Cro-Usa) c. ERRANI/VINCI, Haas/Stepanek (Ger-Cec) c. Kubot/Linstedt (Pol-Sve). Campo 2, dalle 12: Hsieh/Peng (Tai-Cin) c. Medina Garrigues/Shvedova (SpaKaz), a seguire Huey/Inglot (Fil-Gbr) c. Haase/Lopez (Ola-Spa), Dellacqua/ Jans-Ignacik (Aus-Pol) c. Niculescu/ Zhang (Rom-Cin). Campo 4, dalle 14: McHale (Usa) c. Zhang (Cin), a seguire Marrero/Verdasco (Spa-Spa) c Nestor/Zimonjic (Can-Ser). Campo 6, dalle 14: Jankovic/Kleybanova (Ser-Rus) c. Makarova/Vesnina (Rus-Rus), a seguire Cilic/Gonzalez (Cro-Mes) c. Dimitrov/Rosol (Bul-Cec). IN TV Uomini su Sky Sport 2 dalle 12 e su Sky Sport 3 dalle 11. Donne su SuperTennis dalle 11. tana e farla muovere» Esperienza Belinda Bencic vincerà domani: a 17 anni la svizzera, campionessa di due Slam juniores (Roland Garros e Wimbledon), è solida e sicura, strappa il secondo set a Flavia Pennetta perché innesta il pilota automatico del micidiale «corri e tira». Ma quando la partita finisce nella bagarre, sul 2-2, dopo un lunghissimo scambio e un’ora e mezza di batti e ribatti da fondo, inciampa in un doppio fallo e viene infilata dal rovescio lungolinea della numero 12 del mondo. Che fa pesare l’esperienza pro, i 32 anni e una condizione fisica notevole. Così da qualificarsi agli ottavi contro Jelena Jankovic che ha battuto Svetlana Kuznetsova per ritiro. Col pensiero all’«amico particolare» Fognini, fischiato lunedì: «Il pubblico è meraviglioso. Solo che, quando le cose vanno bene ti carica molto, ma quando sei in difficoltà “muore”. Nel secondo set, mi ha anche fischiato. Bisogna sostenere sempre il giocatore di casa, comunque. M’è successo altrove, ma è tipico romano, sembra di essere gladiatori solo che invece dei leoni abbiamo le racchette. Ti fanno... su e giù». Tramontana Invece il vento si porta via Camila Giorgi sul 6-1 2-0, e la riporta sulla terra, eliminata 6-3 6-1. «Non giocherà più i doppi, martedì è andata a dormire alle 11 e mezza, e l’hanno messa primo match il giorno dopo», attacca papà Sergio. «Non volevo farlo, è un altro sport, io voglio giocare da sola. Ma non ho scuse, mi sono messa a pensare al match dopo, e non ci sono più stata con la testa. Ho sbagliato di più. Perciò ho perso», dice Camila. Con 26 vincenti e 33 errori. Per la felicità di Christina McHale, più capace di sporcare la palla e di gestire le situazioni. v.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 39 TENNIS INTERNAZIONALI BNL DI ROMA italia: 51575158585149 La caduta e la paura Federer flop: nostalgia dei gemelli? Lo svizzero cede al francese Chardy. Nadal invece fatica con Simon e non cancella i dubbi A 1 2 3 2 MODI DI PERDERE S Gilles Simon il francese 29enne, numero 30 del mondo, impegna Nadal per tre ore prima di soccombere e consegnare la vittoria allo spagnolo 1. Roger Federer, 32 anni, festeggia amaramente la nascita dei gemellini Lenny e Leo uscendo dal torneo 2. Il 27enne francese Jeremy Chardy, che ha eliminato lo svizzero 3. Rafael Nadal ha rischiato grosso contro il francese Simon TEDESCHI AFP RICCARDO CRIVELLI ROMA S Lukas Rosol il 28enne ceco ha eliminato il nostro Fabio Fognini al primo turno e ieri è stato dominato dal croato Dodig in due set 6-1 6-2 Il cuore di un padre è un capolavoro di natura. Perciò la folla che ha riempito il Centrale colorandolo soltanto dei vessilli rossocrociati (se ne contano a decine) si muove a tenerezza quando vede il suo eroe Federer spegnersi pian piano, con la testa più rivolta alla culla di Leo e Lenny, i gemelli nati otto giorni fa e a casa con mamma Mirka, piuttosto che al campo spazzato dal vento e dalle bordate del bombardiere Chardy. Ritorno a casa Quella di Ro- ger a Roma, dunque, si trasforma in una toccata e fuga, forse prevedibile ma certo inattesa dopo un primo set nel quale il francese numero 47 al mondo, comunque gran colpitore, conquista solo 9 punti sul servizio e sembra quasi timoroso di rovinare il magic moment del di nuovo papà. Che, con la consueta signorilità, non si aggrappa alle emozioni per giustificare la sconfitta all’esordio, come gli accadde già nel 2010 contro Gulbis: «A casa mi ero allenato bene, in fondo il match si è deciso su un paio di punti e perdere non è mai piacevole, anche se con l’età impa- 4 I NUMERI 8 Le eliminazioni di Federer all’esordio negli ultimi 10 anni: Cincinnati 2004 (Hrbaty), Indian Wells 2007 (Canas), Dubai 2008 (Murray), Canadian Open 2008 (Simon), Parigi-Bercy 2009 (Benneteau), Roma 2010 (Gulbis), Gstaad 2013 (Brands) e Roma 2014 (Chardy). 2 Le sconfitte di Federer a Roma con matchpoint a favore: l’ultimo la finale del 2006 contro Nadal. ri a metabolizzarlo meglio». Ma la scelta di correre subito in conferenza stampa e le parole di commiato del vincitore di 17 Slam confermano dove volasse la mente: «Forse non sono mai stato così felice dopo una delusione in campo, non vedo l’ora di trovare il primo mezzo di trasporto disponibile e tornare dai miei figli e da mia moglie». In verità, Federer nel terzo set ha l’occasione (o la sventura?) di poter prolungare il soggiorno romano e la distanza dalla famiglia, ma sul match point contro del 6-5 nel tie-break del terzo set il buon Chardy esplode un passante di rovescio in- crociato in corsa in pratica dalle ginocchia di un giudice di linea. Un bel regalo per i due gemellini. Rafa che fatica Anche Simon è uno dei papà del circuito ed anzi ha spesso ricordato come la nascita dei due figli Timothé (nel 2010) e Valentin (nel 2013) gli abbia fatto recuperare stimoli e gioia per il tennis dopo infortuni e cali di concentrazione. Solo che Nadal sulla terra di Roma, domata 7 volte, è l’avversario peggiore per scrivere una favola da raccontare ai pargoli. Eppure il francesino numero 30 del mondo arriva a poche pagine da un clamoroso successo, risalendo con coraggio e qualità dopo essere stato sotto un set e 3-0 nel secondo. Certo, il Rafa della prima uscita romana non dirada i dubbi su una condizione tecnica abbastanza altalenante, come dimostrano l’incapacità, davvero insolita per lui, di chiudere il punto con il rivale ormai all’angolo e quel dritto ciccato che cancella il match point a favore nel tiebreak del 2° set. Così il match si allunga a dismisura, scavallando di gran lunga le 3 ore, in attesa di capire quanto conterà la fatica della battaglia già dall’ottavo di oggi contro LA NOVITÀ CHE FOLLA AL SALONE TESSIER «I miei capelli sono a posto, che facciamo?». Boris Becker chiede, Giuseppe Tessier ci pensa un attimo, poi prende la macchinetta e lavora sulla barba. Di scene così, se ne vedono decine, nel corridoio della players lounge: se il giocatore non va dal parrucchiere, è il parrucchiere che va al Foro Italico. Giuseppe e Carlo Tessier hanno due saloni a Roma, ma anche la passione per il tennis (praticato per anni dai figli di entrambi): «Così, sapendo che a Miami o agli Australian Open questo servizio ha un grande successo, abbiamo deciso di proporlo alla Federazione», racconta Giuseppe. «Sono venuti quasi tutti. Il più simpatico? Djokovic: ci passa a © RIPRODUZIONE RISERVATA salutare ogni giorno». Non solo tagli, prodotti liscianti o acconciature, ma anche manicure e pedicure: «E siccome siamo vicini alla sala stampa, qualcuno si fa anche truccare». Pennetta, Schiavone e Volandri erano già clienti, per gli stranieri è una piacevole sorpresa: «Non hanno tempo per la cura dei capelli e del corpo, così sfruttano la nostra presenza». Murray ha provato a fare il parrucchiere di Dimitrov, ma senza esagerare: vorrà mica rovinare il look a mister Sharapova. Da Rafa a Djokovic, un ritocco a barba e capelli e poi in campo MARCO CALABRESI ROMA Youzhny. Il russo e Melzer sono gli ostacoli a un quarto di gran nobiltà contro Murray, apparso finalmente in eccellenti condizioni contro quel Granollers che lo aveva eliminato l’anno scorso. Match non facile per il tornado che ogni tanto solleva un turbinio di terra rossa e domato dallo scozzese con la forza del servizio e buona presenza a rete (19 punti su 25). Un bel test, anche senza coach: «Del resto - confessa Andy - Roma è un torneo che mi piace molto, anche se non sopporto come guidano in questa città». Magari oggi verrà a piedi. Nadal, taglio prima del match TEDESCHI © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 LA GAZZETTA DELLO SPORT GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 TENNIS INTERNAZIONALI BNL DI ROMA italia: 51575158585149 4 Serena, che show e saluta in italiano «Un grazie a tutti» I NUMERI 17 I set consecutivi vinti da Serena Williams a Roma. L’ultimo set perduto contro Nadia Petrova nel 2° turno del 2012 (4-6 6-2 6-3). La Williams stende la Petkovic: «Sto studiando la vostra lingua». Sharapova ok con polemica questo e altri giornali scaricateli da qui http://quoidianes.tumblr.com/ DAVIDE STOPPINI ROMA Serena è di parola. Quando da Madrid diceva che al Foro Italico non sarebbe voluta assolutamente mancare nonostante l’infortunio agli adduttori, non prendeva in giro nessuno. Eppure a qualcuno il dubbio era venuto. Poi mettici che il suo match è in programma su un Centrale che ancora deve assorbire la botta della disfatta di Federer. E pure che la sorella Venus, confinata al campo 2, ha appena lasciato strada alla spagnola Suarez Navarro (non a caso la giocatrice che ha vinto più partite nel 2014: 30). Senza sconti Insomma, intorno solo fantasmi. Ma la Williams mette in chiaro subito le cose: la Petkovic perdonerà, Serena vola 4-0 nel primo set giocando un tennis perfetto. Il suo solito tennis: tutto ok allora, Serena c’è. «Sì, sono molto felice - dirà lei dopo la vittoria 6-2 6-2 -, in cam- L’americana fuga i dubbi sulla sua condizione: «Sto bene, ho avuto buone sensazioni» La russa fatica con la Puig e se la prende col fondo: «Il campo era pieno di buche» po ho avuto buone sensazioni. Sto bene, eppure prima di cominciare non potevo esserne sicura, perché l’allenamento non dà mai le stesse risposte della partita vera». Show in italiano E il match le risposte le ha date, in tutti sensi. Serena chiude 6-2 il primo set in 34’ e comincia anche il secondo a mille all’ora, non dando mai tempo di gioco alla Petkovic. Un dato rende bene l’idea: la tedesca nata a Sarajevo mette dentro il 74% del primo servizio, eppure concede in tutto il match ben 12 palle break. Vuol dire che la risposta di Serena è stata perfetta. Serena esulta, lancia un grido quando la Petkovic prova a riavvicinarsi da 0-3 a 2-3. Ma è un’illusione, perché anche il secondo set finisce 6-2, 2 minuti in meno rispetto alla prima partita. E poi inizia lo show, perché alla fine Serena saluta il Centrale sfoderando un ottimo italiano: «Grazie mille a tutti voi, la Petkovic era un avversario difficile — dice tra il boato della gente —. Sì, sto studiando italiano - spiegherà poi in una sala stampa insolitamente deserta, tanto che la Williams non può non immortalare la scena con il suo telefono -. E’ una lingua che mi affascina, sto provando ad impararlo nei ritagli di tempo che il lavoro mi concede. Il match? Non sono ancora al 100% dopo l’infortunio, ma sento che sto crescendo e penso che andrà sempre meglio. Ho voglia di difendere il titolo conquistato l’anno scorso. Amo Roma, amo l’Italia e il suo cibo, adoro la pasta: per me è una tortura non poterne mangiare a volontà». In alto: Serena Williams, 32 anni, campionessa in carica. Sopra: Maria Sharapova, 27 anni, numero 7 del mondo LAPRESSE/ANSA Avanti Sharapova Chissà se ha gli stessi problemi anche Maria Sharapova, che scende sulla SuperTennis Arena appena dopo il successo dell’amato Dimitrov contro Karlovic. La russa soffre, la portoricana Puig è un osso duro. Le due si prendono letteralmente a «pallate»: non c’è strategia, solo la ricerca di vincenti da bordo campo. Parte meglio la Puig, poi la Sharapova prende confidenza, chiude il primo set 6-3. Ma non è finita. Perché l’avversaria ricomincia ad azzeccare rovesci lungolinea: Puig avanti 4-1. Maria però gioca meglio i punti decisivi, fa il controbreak, strappa ancora il servizio sul 5-5 e chiude 7-5. In sala stampa però si lamenta del fondo: «Il campo era pieno di buche - dice -. Per fortuna è andata bene». Per oggi sarà accontentata: contro la Ivanovic giocherà sul Centrale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Le vittorie consecutive di Maria Sharapova a Roma: la siberiana ha vinto le edizioni del 2011, 2012 e poi si è ritirata nei quarti del 2013 prima di scendere in campo con la nostra Sara Errani. 4 La classifica virtuale di Simone Halep che 12 mesi fa era appena n° 64 del mondo e giunse in semifinale a Roma passando dalle qualificazioni (lu.mar.) GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 43 PALLANUOTO FINALE SCUDETTO italia: 51575158585149 4 SABATO GARA-3 S La bella a Sori Gara-1, a Sori, era terminata 76 per la Pro Recco. La decisiva gara-3 si giocherà sabato alle 18.15 di nuovo sul campo ligure, con diretta su RaiSport 2. Il gol di Alessandro Nora, 26 anni, a un secondo e sei decimi dalla sirena: vale il pareggio nella serie della finale scudetto con Recco BORSARELLI All’ultimo respiro Brescia a segno a 1” dalla sirena Recco alla bella Emozioni e scintille: nella bolgia di Mompiano il gol di Nora allo scadere allunga la sfida DAL NOSTRO INVIATO FRANCO CARRELLA BRESCIA La vera debuttante, in fondo, era lei. E che debutto. Alla prima finale scudetto, la nuova piscina di Mompiano fa la differenza: una bolgia spinge il Brescia al successo, al pareggio nella serie tricolore e rimandando l’epilogo alla bella di sabato. Gara-2 passa alla storia come una delle più vibranti, non solo perché decisa all’ultimo respiro: il sigillo è del mancino Nora, che azzecca il tiro giusto in superiorità numerica a 1 secondo e 6 decimi dalla sirena. L’ultima sconfitta dei biancocelesti in una finale scudetto risaliva al 2010-11, quando il Savona si impose 11-10 in gara-2 (ci giocavano Aicardi, Deni Fiorentini, Giacoppo e Mladjan Janovic, ora a Recco). Emozioni Come all’andata, i lombardi s’affidano alla zona mentre i campioni d’Italia privilegiano il pressing e fanno più movimento in attacco. È il predominio delle difese, Del Lungo e Tempesti si esaltano tra i pali. Gli arbitri Caputi e Severo provano a spegnere i bollenti spiriti sin dall’inizio (espulsione contemporanea di Figlioli e Di Fulvio), ma l’aria resta elettrica. Primo tempo in equilibrio (2-2), padroni di casa che manovrano troppo lontano dalla porta e spesso al limite dei 30” per abbassare il ritmo. E sbagliano tutto il possibile con l’uomo in più (0 su 4). Tra secondo e terzo parziale, gli ospiti fanno un mini break con i gol di Giorgetti e Jokovic (2-4). E’ qui che il Brescia si accende: con l’uomo in più vanno a segno Molina (doppietta) e il generosissimo Bodegas, il francese prossimo alla naturalizzazione, confezionando il primo vantaggio bresciano (5-4). Sono scintille: costumi strappati, calottine slacciate, arbitri che fischiano molti falli sugli esterni. Gravano due penalità sulle spalle di Valentino, Di Fulvio, Figlioli (in tribuna papà e mamma arrivati dall’Australia) e Giacoppo. Botta e risposta Ultimo quarto intensissimo. Ivovic fa 5-5 con l’uomo in più, Bodegas a -1’06” regala la rete più bella della serata con una palombella, a -34” Giorgetti non fallisce la superiorità numerica. L’ultima azione è del Brescia: lotte furiose, espulsione di Ivovic, gol di Nora che fa esplodere i tifosi. Il campionato n. 95 si deciderà alla bella. «Giusto così – commenta il c.t. Sandro Campagna –. Due sfide bellissime, uno spot per la pallanuoto». Vorremmo vederne altre cento così. Per favore, allungate i playoff. © RIPRODUZIONE RISERVATA BRESCIA-PRO RECCO 7-6 (2-2, 0-1, 3-1, 2-2) MARCATORI: 1’21” Giorgetti, 1’46” Rizzo, 4’48” Figlioli s.n., 6’19” C.Presciutti; 9’57” Giorgetti s.n.;16’28” Jokovic, 17’07” e 18’22” Molina s.n., 22’39” Bodegas s.n.; 27’51” A.Ivovic s.n., 30’54” Bodegas, 31’26” Giorgetti s.n., 31’58” Nora s.n. BRESCIA: Del Lungo, Valentino, C.Presciutti, Molina, Nora, Bodegas; Legrenzi, Giorgi, N.Presciutti, F.Di Fulvio, Napolitano. N.e. Dian. All. Bovo. PRO RECCO: Tempesti, Jokovic, Figlioli, Giorgetti, Aicardi, Figari, A.Ivovic; F.Lapenna, Felugo, Giacoppo, D.Fiorentini, N.Gitto. N.e. Pastorino. All. Porzio. ARBITRI: Caputi e Severo. NOTE: sup. num. Brescia 11 (4 gol), Pro Recco 12 (4). Usc. 3 f. Giacoppo 26’15”, F.Di Fulvio 29’39”. Amm. Pizzo (dirigente Pro Recco) e Bovo. Spett. 1.000. I rigori Nelle semifinali e nelle finali dei playoff non vale il pareggio, si tirano eventualmente i rigori (sono stati aboliti i tempi supplementari). I precedenti Recco e Brescia, oltre che nella stagione regolare (una vittoria per parte), si sono affrontati anche nella finale di Coppa Italia disputata proprio nella vasca lombarda: netto successo per la squadra di Porzio, 11-6. IL DUELLO IN PANCHINA Bovo: «Grazie al pubblico Ci riproveremo» BRESCIA Pino Porzio, che di pallanuoto ne mastica da una vita, lo dice sempre: «Il terzo tempo è quello della svolta». Succede anche in questa occasione, vedendo i parziali: quel 3-1 pesa sul 7-6 finale «Il pareggio sarebbe stato più giusto, ma tant’è. Sull’ultima azione, con l’uomo in meno, avremmo dovuto saltare davanti a Tempesti e non l’abbiamo fatto. Questa sconfitta non deve abbatterci, deve darci la carica per conquistare lo scudetto davanti ai nostri tifosi», osserva l’allenatore della Pro Recco, alla 22a finale tricolore tra vasca e panchina. «Abbiamo fatto una gran difesa — sottolinea Sandro Bovo, oro a Barcellona ‘92 assieme a Porzio — riuscendo a evitare i loro contropiede, come ci eravamo ripromessi alla vigilia. A Sori, sabato, dovremo avere la stessa grinta e la stessa attenzione. Sono felice: era ora di spezzare la serie di sconfitte nelle finali. E mi fa piacere che sia avvenuto col sostegno del nostro pubblico. Ci ha dato una bella spinta». Sabato l’ultimo atto prima di immergersi nel clima europeo con la Final Six di Champions League, a Barcellona dal 29 al 31 maggio. I liguri se la vedranno nei quarti coi serbi del Partizan, i bresciani avranno un compito più duro con i padroni di casa del Barceloneta. Sognando la piscina Intanto la società campione d’Italia, che spera di avere presto una casa tutta sua per allenamenti e partite senza emigrare a Sori, ha organizzato per domani una conferenza stampa: appuntamento alle 11.30 nella sala consiliare del Comune di Recco, si farà il punto sui progetti per l’area ex Iml e per la gloriosa piscina di Punta Sant’Anna, con la presentazione di un plastico. Una vigilia scudetto speciale, pensando al futuro e non solo al presente. f.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alessandro Bovo, 45 anni BORSARELLI FINALINA SAVONA CEDE 10-9 Posillipo chiude al 3° posto Giocherà la Champions (f.si.) Nella finale di ritorno per il terzo posto, Carisa Savona-Dooa Posillipo 9-10. In gara-1, i napoletani si erano imposti 9-6 ai rigori e dunque accedono alla prossima Champions League. Savona in Euro Cup assieme all’Acquachiara. NAZIONALI A Ostia, fino a mercoledì 21, si allenano otto azzurri che non sono impegnati nelle finali dei playoff. Il c.t. Campagna ha convocato Baraldi, Vassallo, Busilacchi, Coppoli, S.Luongo, Bruni, E.Di Somma e Vespa. Per il Setterosa, con il c.t. Conti si sono allenate Motta, Giachi, Tabani, Millo e Sparano: rientrate a casa, si ritroveranno a Ostia da lunedì con le altre azzurre che verranno convocate. PALLAVOLO IL NUOVO TECNICO A PIACENZA Il Comune tratta ma i due club si tirano indietro (m.mar.) Ore convulse a Piacenza. Prima la conferenza del sindaco Paolo Dosi: «Abbiamo avanzato una proposta alla Rebecchi Nordmeccanica: nei prossimi tre anni la società proprietaria del PalaBanca offre le stesse condizioni di affitto dell’ultima stagione». In pratica quanto chiesto dai dirigenti 24 ore prima. Ma si parla anche di Copra Elior: «C’è un contatto con uno sponsor di livello europeo interessato a dare una mano». Dopo poche ore la replica di Cerciello: «La proposta è arrivata troppo tardi, non torniamo indietro». Poi Molinaroli: «Sponsor? Non so di cosa stiamo parlando». Mezzo passo avanti e una maratona indietro. Perugia: Grbic dà già la carica «Imiterò Montali e Velasco» «Avrei giocato un altro anno, ma non potevo dire no» ANTONELLO MENCONI PERUGIA Oltre 200 tifosi hanno atteso ed acclamato Nikola Grbic al suo arrivo al PalaEvangelisti. «Questo entusiasmo è già una grande vittoria – ha detto lui – come lo è stato l’aver portato 6500 persone sugli spalti. C’è voglia di scudetto, ma la lotta sarà durissima. C’è da pensare oggi che ce lo giocheremo con Macerata e Modena. Ma anche in Champions vogliamo fare molto bene». Ha ammesso che non è stato facile decidere di Il presidente della Sir Safety Perugia, Gino Sirci, con Nik Grbic, 40 anni passare dal campo alla panchina. Addio al campo «Sarei venuto a Perugia anche se il presidente mi avesse chiamato a fare il giocatore, perché ho appena vinto uno scudetto in Russia ed un altro anno lo avrei fatto volentieri. Questa piazza mi piace perché ci sono ambizioni reali e l’idea di iniziare ad allenare da qui è affascinante. Mi ricorda un po’ ciò che facemmo nel 2001 a Milano, arrivando a giocarci un’incredibile finale-scudetto con Treviso». Sa già a chi si ispirerà. “Cercherò di prendere il meglio di Montali e Velasco, due allenatori capaci di ottenere il massimo da ogni giocatore, anche se mi torneranno utili pure quegli allenamenti di Silvano Prandi che mi appuntavo nel ’97 a Cuneo». Il presidente Gino Sirci gli ha detto di averlo scelto «per avere in panchina quella mente pensante che è sempre stato in campo. Ho chiamato Kovac e lui mi ha detto che era la persona giusta e quindi mi sono buttato su di lui». C’è poi il mercato. «Coi giocatori da prendere parlo io, perché se capisco che sono motivati allora possono fare al caso nostro, altrimenti puntiamo su altri. Mi piacerebbe far esplodere qualche giovane e sono convinto che abbiamo la diagonale di maggior talento al mondo: De Cecco-Atanasijevic». Ha già il primo rammarico… «Avrei voluto che fosse rimasto anche Petric, ma l’ho chiamato ed era titubante e allora come potevo dirgli non andare a Modena? Ma con Vujevic che resta come terzo sono più che tranquillo…» © RIPRODUZIONE RISERVATA DONNE San Casciano è in serie A-1 Monza beffata (m.l.) Serie A-2 donne. Playoff. Dopo Montichiari (promozione diretta) sale in A-1 anche San Casciano che in gara-3 ha battuto Monza; 3-0 (25-14, 25-19, 25-23) serie 2-1. La Toscana torna in A-1 13 anni dopo la Romanelli Firenze. GUIGGI, SIGNORILE E CHIRICHELLA A NOVARA (a.cri.) Martina Guiggi torna in Italia, dopo una stagione in Cina. Torna a Novara. Sempre più ambizioso il club di suor Giovanna Saporiti: praticamente fatta anche per altre due azzurre: la regista Signorile e la centrale Chirichella, da Ornavasso. Confermate Mi Na Kim, Murphy e Lombardo, il prossimo colpo potrebbe essere la statunitense Klineman. GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT 45 BASKET UN GRANDE AZZURRO SALUTA DA VINCENTE italia: 51575158585149 SERIE A DIRETTE OGNI SERA SU RAISPORT1 Da lunedì i quarti a Milano e Sassari Lunedì, dopo aver lasciato il weekend libero alle Final Four di Eurolega al Forum di Assago, partono i playoff scudetto con i quarti di finale al meglio delle 5 partite (semifinali e finali sulle 7). TABELLONE Si comincia con la gara uno delle sfide 1a-8a Milano—Pistoia e la 4a-5a SassariBrindisi, martedì tocca all’altra parte del tabellone, 2-7 Siena-Reggio Emila e 3-6 Cantù Roma. Si gioca un giorno sì uno no, le prime due gare sul campo della meglio classificata come l’eventuale gara-5. Le semifinali partiranno venerdì 30 maggio, la finale scudetto si gioca dal 15 al 27 giugno. TELEVISIONE Sono state decise le gare trasmesse da RaiSport 1 nella prima settimana. Gare-1: lunedì 20.30 Sassari-Brindisi, martedì ore 20.30 Cantù Roma. gare-2: mercoledì 20.30 Sassari-Brindisi, giovedì 21.05 Siena-Reggio Emilia. Gare-3: venerdì 20.40 Pistoia-Milano, sabato 20.30 Reggio Emilia-Siena. PRIMI E POI? 14 volte nelle ultime 20 edizioni dei playoff, la testa di serie n.1 ha vinto lo scudetto. Quattro volte ha vinto la seconda, due, compresa la scorsa stagione, la quinta. «A Pistoia con i playoff ho vinto un altro scudetto» Galanda «Felice di finire la carriera qui: chiuderò contro Milano Stacco la spina e poi vedrò cosa fare, al momento penso ai camp» MARIO CANFORA Lo striscione («Venti anni da grande campione, una vita da uomo vero»), il tricolore fatto di cartoncini con la scritta «Gek» in azzurro, i parenti e gli amici fatti venire a Pistoia dalla moglie per una sorpresa speciale: nel dubbio che quella di domenica scorsa potesse essere davvero la sua ultima gara, a Galanda la festa è già stata fatta. «Sono un friulano, le decisioni non si cambiano: avevo deciso che questa sarebbe stata l’ultima stagione, stop. Una gara d’addio? Ma per favore...». Una carriera chiusa a Pistoia, dopo aver giocato in club di primo livello e aver vinto tre scudetti in tre posti diversi: Varese, Bologna e Siena. «Quando sono arrivato nel 2011 il progetto era già in corso, è bello aver contribuito alla crescita del club. A Pistoia si sta bene, la società è seria, la qualità della vita ottima. Americani e italiani, non hanno proprio di che lamentarsi. Siamo davvero una grande famiglia: sarebbe la classica frase standard, però qui lo si mette in pratica, tutti ci diamo sempre una mano, è questa la differenza». Strani i casi della vita: da matricola «in sordina» Pistoia dal è in difficoltà, le società piccole vanno avanti a fatica, nei campionati minori ogni anno ne spariscono a decine, mentre invece il progetto della Lnp con Gold e Silver è interessante. Bisogna copiare quello che fa la Spagna. E agire invece di parlare e litigare». prossimo anno, con l’uscita di scena di Siena dalla A, si troverà catapultata ad essere il faro della Toscana. «Sì, dispiace per Siena, club con cui tra l’altro ho vinto il loro primo scudetto della storia, ma sarà proprio così. Bisognerà prenderlo come stimolo per continuare a crescere a piccoli passi, anche se fare meglio dell’ingresso nei playoff appare difficile. Sono giunti inattesi, nessuno se l’aspettava fino a un paio di mesi fa, quindi direi ancora più belli: rappresentano un po’ il nostro scudetto e una degna chiusura per me». « Ha pensato a cosa fare da grande? «No, ora voglio solo finire i playoff e staccare la spina. Tornerò a vivere tra la mia Udine e Vignola, la città di mia moglie. Resterò sicuramente nell’ambiente, al momento mi piace fare qualcosa per i giovani, come lavorare con i camp e organizzare giornate per loro». Minucci? La cosa positiva è che non fosse entrato ancora in carica in Lega Affrontare Milano nei quarti cosa significa? avvenimenti, con la «crisi» in Lega e l’arresto di Minucci? «Sfidare la più forte di tutte, quella che probabilmente vincerà lo scudetto. Ma non sarà una passeggiata. Dovranno fare attenzione, la pressione può giocare sempre brutti scherzi». «La cosa positiva forse è che Minucci non fosse ancora entrato in carica come presidente. È stato fatto un errore, non era il momento ideale per eleggerlo. Bisognava e bisogna trovare un’idea comune, evitando di fare scelte campanilistiche. Il basket Giacomo Galanda, 39 anni, a inizio carriera è stato negli Usa con la Pocahontas High School CIAMILLO Succede anche in America... Rivers: «Derubati dagli arbitri» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MASSIMO LOPES PEGNA NEW YORK Questo non è un Paese per chi ama lamentarsi. Chi perde deve dare spiegazioni tecniche, al massimo è autorizzato a imprecare sulla scarsa fortuna di quella giornata. Mai appellarsi alle ingiustizie arbitrali: giustificazioni e alibi sono banditi dal vocabolario dello sport Usa. Da queste parti, Mourinho e Mazzarri sarebbero personaggi poco graditi. Premesse obbligatorie per spiegare la straordinarietà del «Doc Rivers furioso» andato in onda nel post-partita di ga- ra-5, semifinali Ovest, dei suoi Clippers contro Oklahoma City Thunder. Sconfitta pesante (105-104), dopo che Los Angeles era a +13 a 4’13” dalla fine e ancora + 7 a -49”. A innescare coach Rivers è stato un errore palese degli arbitri quando mancavano 11”3: rimessa assegnata ai Thunder dopo che il loro play Jackson aveva buttato fuori la palla, mentre Barnes lo colpiva sulla mano. Il fallo però non era stato fischiato, i direttori di gara avevano dato la rimessa a Oklahoma City non modificandola dopo l’instant replay perché le immagini non erano in grado di chiarire completamente l’accaduto. Furioso Allora Rivers aveva scaricato il suo malumore: «La palla era nostra. Lo hanno visto tutti. Credo che la morale sia semplice: hanno notato il fallo (che non è una situazione modificabile con l’instant replay, n.d.r.) e per compensare I giocatori dei Clippers, a sinistra coach Rivers, guardano sul maxischermo l’azione incriminata AP hanno lasciato palla ai nostri avversari. Avevamo vinto e e siamo stati derubati». Non è da Rivers scaldarsi così, il tecnico che in queste ultime due settimane, dopo il caso Sterling, era riuscito a tenere i nervi a posto. Ma c’era stato anche il precedente in gara-1 della serie contro Golden State: stessa Paul L’errore dei fischietti è l’alibi della sconfitta, ma se i Clippers sono ora a rischio eliminazione è per le tre incredibili sciocchezze di Chris Paul negli ultimi 13” di partita, incluso un leggero tocco sul gomito di Westbrook su tiro da tre. «Tutto ciò che è successo è colpa mia», diceva affranto (17 punti ma 6/16) il play dei Clippers. E aggiungeva: «E’ la cosa peggiore che mi sia mai successa nella mia vita di giocatore». Poi Rivers, passata la turbolenza, tornava lucido: «E’ stata una chiamata orribile, ma so che gli arbitri sono persone oneste: dobbiamo solo incolpare noi stessi». Nando Marino, presidente Enel CIAM La Legabasket si sta spaccando. La triade dei club formata da Milano, Cantù e Sassari che aveva lanciato e sostenuto l’elezione di Ferdinando Minucci, ha scelto nelle ultime ore il candidato alternativo da portare avanti in vista dell’incontro informale di domenica e dell’assemblea di lunedì a Milano: è Nando Marino, presidente di Brindisi. Ma stavolta i 14 voti (su 16) dell’elezione di Minucci dello scorso febbraio non sembrano esserci. Perché ci sono società dissidenti, a cominciare da Avellino che porta un nome forte di una esperienza a 360° nel basket da più di 30 anni come Cecco Vescovi, che a Varese s’è occupato con successo anche di questioni economiche e di marketing. Attorno al suo nome, votabile anche da Bologna e Roma contrari all’elezione di Minucci, si stanno coagulando altri club medio-piccoli. La Polisportiva alla Procura Fip © RIPRODUZIONE RISERVATA situazione a parti invertite. I Clippers avevano perso e la Nba aveva riconosciuto che gli arbitri avessero correttamente assegnato la rimessa ai Warriors sul 105-107 ammettendo però lo sbaglio nel non fischiare fallo su Paul. Rivers non ha dimenticato: «Furono costretti a dare il possesso a Golden State nonostante avessero visto che era stato commesso un fallo. Please, stavolta non voglio nessun comunicato di scuse. Ve lo posso già fare io: hanno preso un abbaglio». Le 3 big per Marino La Lega si spacca CASO MENS SANA «Discorso complesso, il vero problema è che vincere è sempre più difficile. Dico solo che l’Italia ha disputato un Europeo in Slovenia stratosferico per le reali possibilità. Pianigiani sta lavorando bene, diamogli tempo. Di sicuro, il simbolo dovrà essere Datome, uno che a Detroit ha solo avuto un’annata sfortunata, perché in Nba ci può giocare eccome: lo dimostrerà». NBA OKLAHOMA CITY RIMONTA 7 PUNTI DI SVANTAGGIO IN 49” Rimessa decisiva ai Thunder per compensare un fallo non fischiato: i Clippers esplodono S 675 partite in serie A Giacomo Galanda , 39 anni, 2.10, ha debuttato 21 anni fa in serie A e da allora ha disputato 675 partite realizzando 4891 punti. Ha vinto tre scudetti con tre squadre differenti (Varese ‘99, Fortitudo Bologna 2000 e Siena ‘04), ed è stato protagonista della promozione di Pistoia in A. Nazionale 4 medaglie In 215 presenze in azzurro, Galanda ha fatto parte dell’ultima grande epopea della nostra Nazionale vincendo un oro, un argento e un bronzo agli Europei e l’argento olimpico ad Atene 2004 Con la Nazionale ha vinto tanto: oro all’Europeo del 1999, argento all’Olimpiade del 2004 e all’Europeo del 1997, bronzo all’Europeo del 2003: da allora siamo fermi... GIACOMO GALANDA ALA-PIVOT PISTOIA Che idea si è fatto degli ultimi 4 Appunti TRE VOLTE TRICOLORE PER LA PRESIDENZA 4 I WIZARDS DOMINANO S Per l’associazione giocatori, LeBron James è tra i big disposti a boicottare la stagione 201415 se i Clippers fossero ancora di Sterling. EST Semifinali gara-5: IndianaWashington 79102 (West 17; Gortat 33): serie 3-2 Indiana. Nella notte: gara-5 MiamiBrooklyn (3-1). OVEST Semifinali gara-5: Oklahoma CityLA Clippers 105104 (Westbrook 38; Griffin 24: serie 3-2). Nella notte: San AntonioPortland (3-1) Il presidente della polisportiva Mens Sana Siena, Piero Ricci, è stato ascoltato ieri dalla procura Federale della Fip in merito alla messa in liquidazione della sezione basket. Il liquidatore Egidio Bianchi era già stato ascoltato nell’ambito dell’inchiesta che la Federazione aveva istruito dopo il crac della Mps. Intanto l’incontro tra i tifosi e il Sindaco di Siena, Bruno Valentini, ha portato a un comunicato nel quale si manifesta la volontà di «ripartire dal basso e puliti» come opzione possibile dalla Dnb. In realtà Bianchi e Ricci stanno cercando risorse per un declassamento meno doloroso, in Gold o Silver. ALLENATORI Avellino, dopo la stagione difficile, riparte da Frank Vitucci e dal g.m. Nevola. Si interrompe, invece, il rapporto tra Zare Markovski e la Reyer Venezia. PLAYOFF LNP GOLD Verona avanza Veroli ko in volata La Tezenis Verona è la quarta semifinalista della Lnp Gold. Ieri, in gara-5 dei quarti, ha superato la Gzc Veroli 95-89 dopo un supplementare (Boscagin 22, Taylor 20, Smith 15; Sanders 28, Samuels 22) vincendo la serie 32. Le semifinali tra Trento e Manital Torino partono sabato, oggi il calendario di Upea Capo d’Orlando-Tezenis Verona. ITALIANI IN CALO Un brutto dato quello diramato ieri dalla Giba sulla percentuale di minutaggio dei giocatori italiani in serie A: dopo due campionati con le nuove regole di eleggibilità, l’utilizzo dei nostri giocatori è sceso al 26.7% (contro il 68.6 degli stranieri) dal 29.9 del 201213. E’ il dato più basso delle ultime tre stagioni: sono 21 i giocatori italiani rimasti in campo almeno 15’.
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