La flexicurity - ees

La flexicurity
in una prospettiva regionale:
verso un modello di analisi
Federico Lucidi
Fondazione Giacomo Brodolini
Il ruolo delle regioni in una
prospettiva di flexicurity
La governance delle politiche del lavoro in Italia attribuisce un ruolo
fondamentale alle Regioni nella programmazione ed attuazione delle
politiche attive del lavoro e delle politiche di formazione
Il decreto legislativo 469/1997 ha conferito a regioni e province
funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro, in particolare:
• Competenze relative ai Centri per l’Impiego (CPI);
• Iniziative per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro;
• Iniziative volte a favorire l’occupazione degli iscritti ai CPI;
• Iniziative finalizzate al reimpiego dei lavoratori posti in mobilità e
all’inserimento lavorativo di categorie svantaggiate
Il ruolo delle regioni in una
prospettiva di flexicurity
Il modello italiano prevede in sostanza:
• Regolamentazione su contratti di lavoro e ammortizzatori
sociali (salvo interventi in deroga) decisa a livello nazionale
• Politiche attive del lavoro e politiche di formazione attribuite
invece a Regioni e Province
Cosa comporta questo modello per la flexicurity?
• Rischi di scarso coordinamento tra politiche attive e passive
• Rischi di scarsa integrazione tra i diversi livelli di governance
• Rischi di disomogeneità territoriali nella qualità degli
interventi
Il ruolo delle regioni in una
prospettiva di flexicurity
Cosa significa parlare di flexicurity in ambito regionale?
• I principi comuni della flexicurity indicano interventi
sincronici e deliberati per incrementare flessibilità,
sicurezza nelle transizioni e occupabilità della forza lavoro …
• … ma in Italia l’incremento della flessibilità è esogeno
rispetto all’intervento locale!
• Allo stesso modo, il sistema di base degli ammortizzatori
sociali è deciso al livello centrale
Il ruolo delle regioni in una
prospettiva di flexicurity
Ha senso parlare di regioni più o meno “flessibili”?
• No, la normativa è la medesima …
• … ma in base allo specifico contesto locale, essa conduce a
risultati diversi in termini di intensità di utilizzo dei contratti
di lavoro atipici ed altri indicatori di “instabilità” lavorativa:
9 Diverso grado di “tensione” nel mercato del lavoro;
9 Diversa struttura del sistema produttivo
• Alcuni dati di contesto…
Nord-Ovest
Fonte: ISTAT, RCFL
Nord-Est
Centro
Sud e Isole
Italia
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Molise
Abruzzo
Lazio
Marche
Umbria
Toscana
Emilia-Romagna
Liguria
Friuli-Venezia
Giulia
Veneto
Trentino-Alto
Adige
Lombardia
Valle d'Aosta
Piemonte
Dipendenti a termine in percentuale del
totale dei dipendenti nel 2004 e nel 2007
30.0
2004
2007
25.0
20.0
15.0
10.0
5.0
0.0
Italia
Dipendenti a termine in percentuale del
totale dei dipendenti nel 2004 e nel 2007
Calabria
Quota dipendenti a termine su totale dipendenti nel 2007
25.0
20.0
Sicilia
Puglia
Sardegna
Trento
Umbria
Molise
Basilicata
Trentino-Alto
Marche
Campania Adige
Abruzzo
Bolzano-Bozen
Liguria
Valle
d'Aosta
Lazio
Emilia-Romagna
Toscana
Friuli-Venezia Giulia
Veneto
15.0
retta bisettrice
Piemonte
10.0
Lombardia
5.0
5.0
10.0
15.0
20.0
Quota dipendenti a termine su totale dipendenti nel 2004
Fonte: ISTAT, RCFL
25.0
Quota dipendenti a termine e tasso di
disoccupazione nel 2007
30.0
Percentuale dipendenti a termine su totale dipendenti, 2007
y = 0.7388x + 9.9151
2
R = 0.5194
Calabria
25.0
20.0
Puglia
Trento
Umbria
Marche
2.0
Bolzano-Bozen4.0
Liguria
Valle d'Aosta
Emilia-Romagna
Toscana
Friuli-Venezia Giulia
Veneto
Piemonte
Molise
15.0
6.0
8.0
Lazio
10.0
Lombardia
5.0
Tasso di disoccupazione, 2007
Fonte: ISTAT, RCFL
Sardegna
Basilicata
Abruzzo
Sicilia
10.0
Campania
12.0
14.0
Tasso di variazione dell’occupazione
totale e a termine, 2004-2007
Tasso di variazione dell'occupazione dipendente a termine, 2004-2007
45.0
y = 2.1259x + 12.135
2
R = 0.3124
40.0
Friuli-Venezia Giulia
35.0
Umbria
Veneto
Trento
30.0
Lazio
Liguria
25.0
Piemonte
Marche
Molise
20.0
Emilia-Romagna
Lombardia
Abruzzo
Bolzano-Bozen
15.0
Calabria
Campania
10.0
Valle d'Aosta
Toscana
Sicilia
Puglia
Sardegna
5.0
Basilicata
0.0
-4.0
-2.0
0.0
2.0
4.0
Tasso di variazione dell'occupazione totale, 2004-2007
Fonte: ISTAT, RCFL
6.0
8.0
10.0
Tasso di variazione dell’occupazione (20042007) e tasso di occupazione nel 2004
10.0
Tasso di variazione degli occupati totali tra il 2004 e il 2007
y = 0.151x - 5.3138
2
R = 0.2413
8.0
Umbria
Lazio
6.0
Emilia-Romagna
Abruzzo
4.0
Puglia
40.0
Sicilia
45.0
50.0
Sardegna
Molise
55.0
60.0
2.0
Basilicata
0.0
-2.0
Campania
Calabria
-4.0
Tasso di occupazione nel 2004
Fonte: ISTAT, RCFL
Liguria
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Veneto
Piemonte
Lombardia
Bolzano-Bozen
Marche Trento
65.0
70.0
Valle d'Aosta
Nord
Fonte: ISFOL Plus, 2005
Centro
Sud e Isole
Sardegna
60%
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Abruzzo
Molise
Lazio
Umbria
Marche
Toscana
Emilia-Romagna
Liguria
Friuli-Venezia
Giulia
Veneto
Trentino-Alto
Adige
Lombardia
Piemonte e Valle
d'Aosta
Percezione di conversione dei contratti a
termine in permanenti, 2005
70%
Italia
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Nord
Fonte: ISFOL Plus, 2005
Centro
Sud e Isole
Italia
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Abruzzo
Molise
Lazio
Umbria
Marche
Toscana
Emilia Romagna
Friuli Venezia
Giulia
Veneto
Trentino Alto
Adige
Lombardia
9%
Liguria
Piemonte e Valle
d'Aosta
Percentuale di mesi non lavorati da quando
l'occupazione è diventata l'attività prevalente
10%
Totale
15-29 anni
8%
7%
6%
5%
4%
3%
2%
1%
0%
Italia
Nord
Fonte: ISFOL Plus, 2005
Centro
Sud e Isole
Italia
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Abruzzo
Molise
Lazio
Umbria
Marche
Toscana
Emilia Romagna
Friuli Venezia
Giulia
Veneto
Trentino Alto
Adige
Lombardia
Liguria
Piemonte e Valle
d'Aosta
Durata media della disoccupazione in mesi
18.00
16.00
14.00
12.00
10.00
8.00
6.00
4.00
2.00
0.00
Italia
Il ruolo delle regioni in una
prospettiva di flexicurity
In base alle condizioni di partenza, il ruolo delle regioni in una
strategia di flexicurity consiste dunque nella possibilità di
contrastare i possibili effetti negativi della flessibilità
del lavoro (sia a livello individuale che collettivo) con gli
strumenti a propria disposizione:
9 Attività dei Centri per l’Impiego (orientamento, consulenza,
bilancio delle competenze, etc.);
9 Politiche per il reinserimento (outplacement, piani di
inserimento professionale, etc.);
9 Formazione permanente e continua.
• Importanza di interventi coordinati e non sporadici
I tre casi studio regionali
La ricerca si è concentrata in questa fase su tre casi studio regionali
(Campania, Lazio e Veneto) con la collaborazione delle Agenzie
per il Lavoro.
Analisi degli interventi messi in atto a livello locale in una
prospettiva di flexicurity:
9 Il progetto PARI;
9 I patti formativi territoriali e il progetto “ISOLA” (Campania);
9 Gli incentivi all’auto-imprenditorialità per gli iscritti alle liste di
mobilità e il progetto “Perseo” (Lazio);
9 Il masterplan dei Servizi per l’Impiego, il progetto “politiche
attive” e il ricollocamento dei lavoratori in mobilità (Veneto)
I tre casi studio regionali
Le tre esperienze regionali hanno messo in luce situazioni e
problematiche differenti:
• Il Veneto, con un tasso di disoccupazione al 3,3%, appare un
terreno favorevole per sperimentazioni legate alla flexicurity
(specificità del sistema produttivo, problemi di skills mismatch,
ricollocazione lavoratori espulsi)…
• …in Campania, nonostante gli sforzi messi in atto, si osserva
una difficoltà delle politiche locali ad “aggredire” fenomeni diffusi
di disoccupazione e sottoccupazione, nonché elevati tassi di uscita
dai programmi di reinserimento per abbandono;
• Nel Lazio si rileva il peso delle politiche orientate alla
“stabilizzazione” dei lavoratori flessibili (prevalentemente nella
pubblica amministrazione)
Verso un modello di analisi:
il ruolo del FSE
La FGB sta sviluppando uno strumento di analisi della
dimensione regionale della flexicurity. Scopo:
1. verificare se la programmazione regionale risponda alle
indicazioni provenienti dal contesto (e sia in grado di
“correggere” situazioni sfavorevoli) in un’ottica di
flexicurity;
2. valutare gli effetti delle politiche implementate sul mercato
del lavoro regionale.
A questo proposito, si è pensato di considerare l’insieme degli
interventi co-finanziati dal Fondo Sociale Europeo, come
strumento potenzialmente utilizzabile per orientare le politiche
del lavoro regionali verso la flexicurity
Verso un modello di analisi:
il ruolo del FSE
Tassonomia delle azioni FSE in ottica di flexicurity:
Azioni rivolte alle persone
• Orientamento, consulenza e informazione;
• “Work experiences” (tirocini, piani d’inserimento professionale, borse di lavoro, lavori
di pubblica utilità, etc.);
• Formazione permanente, formazione continua, formazione per il re-inserimento
lavorativo dei disoccupati;
• Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo e la creazione di impresa;
• Incentivi alle persone per la formazione, il lavoro autonomo e la mobilità geografica;
• Incentivi alle imprese per l’occupazione, l’innovazione tecnologica ed organizzativa,
la job rotation e il job sharing;
Azioni rivolte ai sistemi
• Dispositivi e strumenti a supporto dello sviluppo e della qualificazione del sistema dei
servizi all’impiego;
• Dispositivi e strumenti a supporto della qualificazione del sistema dell'offerta di
formazione.
Quota impegni FSE "politiche di flexicurity"
sul totale al 31.12.2007
100.0
91.2
88.3
90.0
80.0
67.9
67.7
70.0
61.0
59.9
66.5
61.0
59.6
60.0
53.4
51.7
53.3
50.1
47.6
50.0
50.6
49.5
49.4
43.9
41.2
38.7
40.0
33.9
31.3
30.0
20.0
10.0
Nord
Centro
Fonte: Elaborazioni Isfol su dati Mef-Igure MONITWEB.
Sud e Isole
Italia
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Molise
Abruzzo
Lazio
Marche
Umbria
Toscana
Emilia Romagna
Liguria
Friuli Venezia
Giulia
Veneto
P.A. Trento
P.A. Bolzano
Lombardia
Valle d'Aosta
Piemonte
0.0
Italia
Quota impegni flexicurity su totale FSE al
31.12.2007, per regione
100.0
Azioni di sistema per la
formazione
90.0
Azioni di sistema per i SPI
80.0
70.0
Percorsi integrati
60.0
Incentivi alle persone e
alle imprese
50.0
40.0
30.0
Formazione permanente,
continua e per il
reinserimento
20.0
Work experiences
10.0
Orientamento, consulenza
e informazione
Nord
Centro
Fonte: Elaborazioni Isfol su dati Mef-Igure MONITWEB.
Sud e Isole
Italia
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Molise
Abruzzo
Lazio
Marche
Umbria
Toscana
Emilia Romagna
Liguria
Friuli Venezia Giulia
Veneto
P.A. Trento
P.A. Bolzano
Lombardia
Valle d'Aosta
Piemonte
0.0
Italia
Quota impegni flexicurity su totale FSE al
31.12.2007, per macro-area
60.0
0.9
8.4
50.0
10.5
3.4
10.4
40.0
3.2
Azioni di sistema per i SPI
8.0
5.6
3.9
3.2
30.0
6.3
Azioni di sistema per la
formazione
Percorsi integrati
0.6
3.9
14.0
4.0
7.9
Incentivi alle persone e alle
imprese
Formazione permanente,
continua e per il reinserimento
20.0
21.1
Work experiences
13.5
23.7
19.3
Orientamento, consulenza e
informazione
10.0
2.9
4.4
2.8
0.0
1.4
2.5
6.3
5.1
4.1
Nord
Centro
Sud e Isole
Italia
Fonte: Elaborazioni Isfol su dati Mef-Igure MONITWEB.
Ripartizione percentuale misure su totale
flexicurity al 31.12.2007, per macro-area
100%
1.6
6.9
7.6
90%
80%
70%
19.7
14.8
9.3
12.7
7.7
9.5
15.0
18.3
11.4
Azioni di sistema per la
formazione
Azioni di sistema per i SPI
1.2
16.0
7.3
60%
Percorsi integrati
24.7
50%
Incentivi alle persone e alle
imprese
Formazione permanente,
continua e per il reinserimento
40%
56.4
39.6
39.1
30%
Orientamento, consulenza e
informazione
20%
5.4
10%
Work experiences
23.8
3.4
11.8
6.1
7.8
5.7
8.9
8.3
Sud e Isole
Italia
0%
Nord
Centro
Fonte: Elaborazioni Isfol su dati Mef-Igure MONITWEB.
Quota impegni formazione su totale FSE al
31.12.2007, per macro-area
35.0
30.0
25.0
3.2
10.5
3.4
20.0
15.0
8.7
17.0
0.9
12.7
10.0
9.1
8.7
5.0
1.2
2.2
1.0
4.9
2.6
2.9
3.8
Centro
Sud e Isole
Italia
0.0
Nord
Formazione permanente
Formazione per reinserimento
Formazione continua e apprendistato
Fonte: Elaborazioni Isfol su dati Mef-Igure MONITWEB.
Azioni di sistema per la formazione
Un primo tentativo di classificazione
Al fine di sintetizzare l’informazione disponibile, è stata applicata un’Analisi
in Componenti Principali (ACP) su queste 11 variabili:
Percentuali di impegni sul totale FSE (al 31.12.2007) relative a:
9
9
9
9
9
9
9
9
9
Orientamento, consulenza e informazione
Work experiences
Formazione permanente
Formazione continua
Formazione per il reinserimento lavorativo
Incentivi alle persone e alle imprese
Percorsi integrati
Azioni di sistema per i SPI
Azioni di sistema per la formazione
E due variabili di contesto:
9
9
Tasso di disoccupazione regionale (2007)
Percentuale dipendenti a termine su totale dipendenti (2007)
Un primo tentativo di classificazione
Total Variance Explained
Component
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Total
2,857
2,188
1,786
1,316
,805
,797
,521
,344
,193
,147
,045
Initial Eigenvalues
% of Variance Cumulative %
25,971
25,971
19,888
45,859
16,240
62,099
11,968
74,067
7,322
81,389
7,242
88,631
4,735
93,367
3,130
96,497
1,755
98,252
1,339
99,591
,409
100,000
Extraction Sums of Squared Loadings
Total
% of Variance Cumulative %
2,857
25,971
25,971
2,188
19,888
45,859
1,786
16,240
62,099
1,316
11,968
74,067
Rotation Sums of Squared Loadings
Total
% of Variance Cumulative %
2,851
25,915
25,915
1,807
16,423
42,338
1,757
15,971
58,309
1,733
15,758
74,067
Extraction Method: Principal Component Analysis.
•
I primi 4 fattori spiegano il 74% della varianza complessiva
Un primo tentativo di classificazione
Rotated Component Matrix(a)
Component
1
Percentuale dipendenti a termine
Tasso di disoccupazione
Formazione continua e apprendistato
Azioni di sistema per la formazione
Incentivi alle persone e alle imprese
Azioni di sistema per i SPI
Formazione permanente
Work experiences
Percorsi integrati
Formazione per reinserimento lavorativo
Orientamento, consulenza
p e informazione
p
y
Rotation Method: Varimax with Kaiser Normalization.
a. Rotation converged in 6 iterations.
•
2
0.877
0.839
-0.805
0.051
0.315
0.486
-0.031
0.487
0.303
0.122
0.219
3
-0.143
-0.216
-0.176
0.817
-0.701
0.603
-0.022
-0.211
0.220
0.249
0.173
4
0.277
-0.362
-0.066
-0.056
0.043
-0.185
0.863
0.660
-0.188
0.109
-0.526
0.010
-0.063
-0.046
0.175
-0.051
-0.334
0.049
0.240
-0.758
0.716
0.660
All’analisi fattoriale è stata affiancata un’analisi cluster (metodo di Ward) sui
quattro assi fattoriali. Sono emersi quattro raggruppamenti di regioni
Un primo tentativo di classificazione
L’interpretazione dei fattori:
Primo fattore:
Condizioni del mercato del lavoro e propensione ad effettuare
formazione continua
Secondo fattore:
Azioni di sistema (+) vs. incentivi alle persone e alle imprese (-)
Terzo fattore:
Formazione permanente e work experiences (+) vs. orientamento (-)
Quarto fattore:
Percorsi integrati (+) vs. orientamento e formazione per reinserimento
(-)
Un primo tentativo di classificazione
Un primo tentativo di classificazione
Un primo tentativo di classificazione
Grazie per l’attenzione!
[email protected]