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RASSEGNA STAMPA
del 21 gennaio 2015
Il Sole 24 ORE
Agevolazioni
Casa recuperata senza bonus mobili
Luca De Stefani pag. 36
Chi acquista un’abitazione interamente ristrutturata, beneficiando della detrazione Irpef del 50%, sembrerebbe
non poter più arredarla usufruendo del bonus mobili e grandi elettrodomestici. Una faq apparsa ieri nel sito delle Entrate, infatti, nell’elencare i lavori edili propedeutici al bonus mobili, si è dimenticata di elencare l’acquisto
di case ristrutturate dell’art.16-bis, co.3 Tuir. Sicuramente si tratta di una dimenticanza, che però crea incertezza
a quei contribuenti che, ignorando i vari gradi di importanza delle fonti giuridiche, potrebbero focalizzarsi solo
su questa interpretazione più recente, letta nel sito delle Entrate, tralasciando, invece, tutte le altre circolari e
risoluzioni sul tema. In contrasto con la prassi delle Entrate, poi, c’è anche la risposta che consente la detrazione
Irpef al familiare, che sostiene le spese di ristrutturazione, anche se la convivenza nella casa da ristrutturare si
concretizza solo alla fine dei lavori.
L’articolo prosegue con l’analisi delle altre faq apparse sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Crisi e risanamento
Il garante non sta nel procedimento
pag. 41
Nel concordato preventivo, il garante può opporsi alla pronuncia di risoluzione, in base agli articoli 18 e 186
della legge fallimentare, ma non è parte del procedimento in senso formale. Quindi, tanto meno si può considerare un litisconsorte necessario, in quanto gli effetti della sentenza dichiarativa di fallimento nei confronti del
fideiussore sono diversi da quelli per l’imprenditore in stato di insolvenza, consistendo nel rendere permanente
la garanzia offerta per l’ammissione al concordato (Corte di Cassazione, Sezione I civile, sentenza n.586 del 15
gennaio 2015).
Investment compact
Newco salva aziende con garanzia statale
Carmine Fotina e Marco Mobili pag. 2
Il CdM approva in versione “light” il decreto sull’Investment compact. Ottengono il via libera, tra l’altro, la Spa
per il rilancio delle imprese industriali, il regime speciale per le Pmi innovative, i finanziamenti alle imprese
da parte della Sace e di fondi istituzionali esteri, il rafforzamento della defiscalizzazione per brevetti e marchi,
un’estensione delle agevolazioni della “Sabatini bis”. Ma saltano alcune norme che nelle settimane scorse erano state elaborate come possibili pilastri del provvedimento: gli “Industrial bond”, il rifinanziamento degli aiuti
fiscali alle reti di impresa e le misure “acchiappa talenti”. Nel decreto spunta anche una norma che corregge
l’attuale sistema dei finanziamenti agevolati previsti dalla cosiddetta “Sabatini bis” per l’acquisto o il leasing di
beni strumentali. In pratica, i contributi dello Stato che consentono alle imprese di abbattere il tasso di interesse
potranno essere riconosciuti alle Pmi anche al di fuori del plafond della Cassa depositi e prestiti. I contributi scatteranno anche per finanziamenti erogati dalle banche direttamente e non passando per la provvista della Cdp.
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Rassegna stampa del 21/01/15
Alle Pmi innovative gli aiuti “startup”
Carmine Fotina pag.2
Il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri istituisce la categoria delle Pmi innovative, che potranno
accedere a buona parte delle semplificazioni e agevolazioni oggi riservate alle «startup» create da non più di
quattro anni. Si estendono, in particolare, alcune norme del decreto crescita 2.0 varato nel 2012: la riduzione
degli oneri per l’avvio d’impresa, le forme alternative di remunerazione come stock option e work for equity, la
possibilità di raccogliere capitali su portali online con il cosiddetto crowdfunding. L’estensione riguarda anche gli
incentivi fiscali per le società e le persone fisiche che investono in startup innovative, ma in questo caso potranno beneficiare della misura solo le piccole e medie imprese costituite fino a sette anni dall’inizio dell’attività o
dall’iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese. Resteranno, invece, appannaggio esclusivo delle
startup le agevolazioni che il decreto crescita 2.0 aveva previsto in materia di lavoro. Il pacchetto innovazione
che era stato predisposto nelle settimane scorse perde però altri pezzi, come la norma “acchiappa talenti” che
avrebbe dovuto favorire l’attrazione di capitale umano qualificato dall’estero. Un’occasione mancata proprio
nel giorno in cui l’indice di competitività di Insead sui talenti colloca l’Italia solo al 36esimo posto su 93 Paesi.
Rinviato a un successivo provvedimento, o alla conversione in legge di questo decreto, anche l’articolo che
riguarda in modo più specifico le startup innovative (la platea sarebbe allargata alle imprese costituite da non
più di cinque anni mentre il limite attuale è di 48 mesi). In extremis è uscito dal decreto anche il progetto dell’
“Industrial bond”, una speciale obbligazione che verrebbe emessa dalle reti di impresa per una serie di finalità
inclusi progetti di innovazione industriale.
Patent box, detassazione per tutti i marchi
Luca Gaiani pag. 2
I marchi commerciali entrano nel patent box. La bozza di decreto sul sostegno agli investimenti estende a tutti i
marchi le agevolazioni fiscali per i redditi dei beni immateriali introdotte dalla legge di stabilità. Rivisti anche i criteri
di determinazione della quota di reddito agevolabile in funzione delle spese di ricerca sostenute nell’esercizio. Il
regime agevolato per i brevetti e gli altri intangibles introdotto dai commi 38 e seguenti della L. n.190/14 (cosiddetto patent box) subisce le prime modifiche ad opera dell’investment compact approvato ieri dal Governo. La novità
più rilevante riguarda i marchi commerciali. La normativa attuale stabilisce una detassazione parziale (fino al 50%,
percentuale ridotta al 30% per il 2015 e al 40% per il 2016) per i redditi derivanti dall’utilizzo, diretto o indiretto, di
brevetti, opere dell’ingegno e know how, nonché per i marchi d’impresa che siano funzionalmente equivalenti ai
brevetti. Quest’ultima limitazione, il cui esatto contenuto avrebbe dovuto essere esplicitato dall’emanando decreto ministeriale di attuazione, viene cancellata dal decreto sugli incentivi agli investimenti: tutti i marchi, compresi
quelli puramente commerciali, potranno dunque usufruire della detassazione prevista per gli altri beni immateriali.
Modificati anche i requisiti richiesti per l’accesso alla norma, che vengono resi meno stringenti.
Irpef
Cedolare bloccata per le foresterie
Saverio Fossati pag. 36
L’Agenzia delle Entrate non ci sta. E respinge al mittente (neppure troppo indirettamente), con le faq pubblicate
ieri sul sito, il principio espresso dalla Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia sulla possibilità di
applicare la cedolare secca sugli affitti alle locazioni uso foresteria, cioè quelle in cui il conduttore è una persona
non fisica (società o ditta individuale) che prende in locazione una casa perché vi abitino i suoi dipendenti. La
pronuncia (n. 470/03/14, depositata il 4 novembre 2014) veniva dalla CTP di Reggio Emilia (sezione III, presidente ed estensore Montanari), che richiamandosi semplicemente alla legge aveva imposto il riconoscimento
della tassa a forfait anche quando l’inquilino dell’immobile è un’impresa, che lo affitta per ospitarvi i dipendenti.
Iva
Reverse charge anche se a demolire è l’appaltatore
Gian Paolo Tosoni pag. 36
La demolizione e il completamento di edifici sono operazioni soggette al regime Iva dell’inversione contabile,
anche se sono svolte direttamente dall’appaltatore. In effetti le nuove ipotesi di applicazione del reverse charge
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Rassegna stampa del 21/01/15
generano incertezze nel mondo dell’edilizia in quanto si sovrappongono e possono rientrare contemporaneamente nelle due voci specifiche previste nell’art.17, co.6 d.P.R. n.633/72. A seguito della approvazione della Legge di stabilità 2015 (n.190/14) le operazioni effettuate nel settore della edilizia rientrano nelle seguenti voci; a)
prestazioni di servizi, manodopera compresa, rese nel settore edile da soggetti subappaltatori nei confronti delle
imprese che svolgono l’attività di costruzione o ristrutturazione di immobili diverse da quelle indicate nella voce
a ter); a ter) le prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento
relative ad edifici. La differenza tra le due categorie di operazioni consiste nel fatto che le prime sono soggette
all’inversione contabile solo se svolte da subappaltatori, mentre le seconde lo sono in ogni caso. Quindi, per le
fatture emesse dal 1° gennaio 2015, le prestazioni di elettricisti, idraulici e simili, aventi per oggetto l’installazione di impianti si applica comunque la inversione contabile, anche da parte del primo appaltatore quando sono
rese nei confronti delle imprese. Vi è poi il problema del completamento e cioè il raggiungimento del punto
finale degli edifici che si ottiene eseguendo opere edili; come fare a distinguere quindi la costruzione principale
che rientra solo nella lettera a) dell’articolo 17, con reverse charge solo per le prestazioni dei subappaltatori,
dalle opere finali per le quali il meccanismo si applica in ogni caso. Le prestazioni di completamento potrebbero
essere l’imbiancatura, la recinzione, la messa a punto del giardino e simili.
Lavoro e previdenza
Operativo il fondo politiche attive
Gianni Bocchieri pag. 39
Il 15 gennaio è stato pubblicato il decreto ministeriale del 14 novembre 2014 con cui sono state individuate le
iniziative, anche sperimentali, finanziabili con il Fondo per le politiche attive (Fpa) istituito dalla legge di stabilità
dell’anno scorso (art.1, co.215 L. n.147/13). Con la pubblicazione del decreto, il Fondo per le politiche attive è
ora operativo per favorire il reinserimento lavorativo dei fruitori di ammortizzatori sociali anche in deroga e dei
lavoratori in stato di disoccupazione attraverso il potenziamento delle politiche attive del lavoro.
Ruba vino low cost: non è licenziabile
Giampiero Falasca pag. 39
Il dipendente del supermercato che ruba vino dagli scaffali per ubriacarsi durante il lavoro non può essere licenziato se il vino ha un valore economico basso e il lavoratore attraversa un difficile momento personale. Queste
le sorprendenti conclusioni cui giunge la sentenza della Cassazione n.854/15, depositata ieri.
Milleproroghe
Minimi, più chance per il 5%
Marco Mobili e Giovanni Parente pag. 37
Più chance per il regime dei minimi del 5 per cento. Da un lato, è stato formalizzato l’emendamento di che punta
a estendere le “vecchie” regole a tutto il 2015. Dall’altro arriva la conferma dell’Agenzia delle Entrate che la tassazione al 5% può essere ancora scelta da chi ha avviato l’attività entro gli ultimissimi giorni del 2014. In pratica,
chi si è messo in proprio il 31 dicembre scorso avrà tempo fino al prossimo 30 gennaio per optare ancora per
il vecchio regime, che ha lasciato il posto a quello forfetario previsto dalla Legge di stabilità a partire dal 2015.
Reati tributari
Uso di fatture false con l’aggravante “transnazionalità”
Antonio Iorio pag. 37
All’associazione per delinquere dedita all’emissione e all’uso di false fatture in Italia che costituisce e mantiene
rapporti con società estere amministrate da persone compiacenti può essere contestato il carattere transnazionale delle violazione con il conseguente aggravamento della pena. A chiarirlo è la Corte di Cassazione, sezione
III penale, con la sentenza n.2458 depositata ieri.
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Sanzioni
Il market abuse alla Consulta
Giovanni Negri pag. 35
Il market abuse, con il suo doppio binario sanzionatorio amministrativo-penale, finisce alla Corte Costituzionale.
E, nel caso la disciplina dovesse essere promossa, sotto esame dovrebbe finire il Codice di procedura penale. Gli
effetti della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo Grande Stevens e altri, diventata irrevocabile il 7
luglio del 2014, si fanno sentire ad ampio raggio, sino a promuovere adesso l’intervento della Corte di Cassazione che, con l’ordinanza n. 1782 della Quinta sezione penale del 15 gennaio 2015, ha sollevato due diverse, ma
collegate, questioni di legittimità costituzionale. Al centro di entrambe, alla fine, c’è la violazione del principio
del ne bis in idem, quando la sanzione applicata dalla Consob in materia di abusi di mercato, al termine del procedimento amministrativo, ha una natura sostanzialmente penale.
Troppa inerzia, scelta obbligata
Marina Castellaneta pag. 35
Il messaggio trasmesso all’Italia nella sentenza Grande Stevens depositata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 4 marzo 2014 era chiaro: eliminare il sistema del doppio binario sanzionatorio per gli abusi di mercato
previsto dalla legislazione italiana. Nulla sul piano legislativo è stato fatto, con la conseguenza che, la Corte di
Cassazione, con ordinanza del 15 gennaio, ha deciso di rimettere la questione alla Consulta. Per la Suprema Corte, alle prese con un nuovo caso di abusi di mercato e diffusione di informazioni privilegiate e l’applicazione di
sanzioni penali e amministrative, spetta alla Corte Costituzionale verificare se l’art.187-bis del Testo unico sulla
finanza e, in via subordinata, l’articolo 649 c.p.p., siano contrari all’art.117 della Costituzione il cui contenuto, in
quest’occasione, è costituito dall’articolo 4 del Protocollo n. 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo
che assicura il diritto a non essere giudicati due volte per lo stesso reato e che funge da norma interposta, idonea
a definire il parametro di costituzionalità.
Societario
Modelli “231” con autoriciclaggio
Rosanna Acierno pag. 41
L’introduzione nel nostro ordinamento giuridico, dal 1° gennaio 2015, del nuovo reato di autoriciclaggio (L.
n.186/14 )impone alle società di adeguare i propri modelli organizzativi. Questa nuova fattispecie di reato, infatti, è stata inclusa nel cosiddetto “catalogo” dei reati previsti dal D.Lgs. n.231/01, determinando così una possibile
responsabilità amministrativa in capo all’ente che lo commette. Pertanto, in caso di reati tributari eventualmente consumati dalla società, o dall’ente in genere, è molto probabile incorrere anche nel nuovo delitto di
autoriciclaggio qualora, ad esempio, i proventi derivanti dall’evasione fiscale (o il risparmio di imposta generato
da dichiarazioni infedeli) siano impiegati in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative. L’adeguamento del modello dovrà avvenire, stante l’importanza che lo stesso ricopre come circostanza esimente
dell’eventuale configurazione di responsabilità, in tempi brevi e in maniera puntuale, soprattutto in presenza di
reati tributari commessi in passato.
Il socio moroso non può votare
pag. 41
Non può esercitare il diritto di voto in assemblea il socio che non esegue il pagamento della quota nel termine
prescritto (ovvero il socio in mora), indipendentemente sia da uno specifico atto di costituzione in mora sia
dall’intimazione di una diffida a eseguire il pagamento nel termine di trenta giorni, la quale va indirizzata al socio
moroso al solo fine di dare inizio alla procedura di vendita in danno dell’intera quota sottoscritta, salva restando
la decadenza dall’esercizio del diritto di voto (Corte di Cassazione, Sezione I civile, sentenza n.585 del 15 gennaio
2015).
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Rassegna stampa del 21/01/15
Tributi locali
Imu agricola, oggi il verdetto del Tar
Gianni Trovati pag. 38
Il “d-day” per l’Imu dei terreni ex montani è oggi, con la camera di consiglio del Tar Lazio che deciderà se confermare o meno la sospensiva stabilita per decreto dal presidente del Tribunale amministrativo all’antivigilia di
Natale. Il Governo, infatti, conferma l’intenzione di rivedere i parametri con i quali distribuire l’esenzione dall’imposta, ma solo a partire dal 2015, mentre la scadenza per i versamenti in programma lunedì prossimo riguarda
ancora il 2014. Parlando in commissione Finanze alla Camera, il direttore del dipartimento Finanze Fabrizia
Lapecorella ha spiegato che per stoppare il pagamento non è sufficiente cambiare il regolamento ma bisogna
intervenire sulla legge (la manovra 2015 ha assorbito tra l’altro il decreto che ha prorogato il termine al 26 gennaio), operazione impossibile da fare sia per ragioni di calendario sia perché i 350 milioni (359 in verità) tagliati ai
Comuni in cambio del nuovo gettito Imu dai terreni che perdono l’esenzione è già stato speso per finanziare una
piccola quota dei bonus Irpef da 80 euro riconosciuti a 10 milioni di lavoratori dipendenti già dallo scorso anno.
Voluntary disclosure
Accordo con le black list, verso sanzioni ridotte
Valerio Vallefuoco pag. 37
Appena presentato un emendamento alla Camera tra gli oltre mille depositati che tenta di riallineare i termini di
accertamento per l’applicazione delle sanzioni da monitoraggio fiscale a quelli ordinari quinquennali rendendo
più appetibile il rientro dei capitali provenienti da Paesi black list che abbiano sottoscritto accordi sullo scambio
di informazioni con l’Italia.
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Rassegna stampa del 21/01/15
RASSEGNA STAMPA
del 21 gennaio 2015
Italia Oggi
Accertamento
Verifiche a tavolino alle Sezioni Unite
Claudia Marinozzi pag. 30
Le verifiche a tavolino sotto la lente della Corte di Cassazione. In particolare l’esame delle Sezioni Unite si concentrerà sulla possibilità di riconoscere un principio generale del contraddittorio endoprocedimentale, con quali
modalità dovrebbe essere attuato dall’Amministrazione finanziaria e la violazione di tale principio quali conseguenze produrrebbe. Tali sono le questioni rinviate alle Sezioni Unite della Cassazione dalla sezione tributaria
della Corte con l’ordinanza n.527 del 14 gennaio scorso.
Contrattualistica
Attività professionali doc
Andrea Mascolini pag. 29 Le società commerciali, a eccezione delle società operanti nel settore legale e dell’ingegneria, non possono svolgere attività professionali; l’unica forma generalmente ammessa per svolgere attività professionale in forma di
impresa è infatti quella delle società tra professionisti ex L. n.183/11. Lo afferma il Consiglio di stato, VI sezione,
con sentenza n.103 del 16/1/2015, in riferimento ad una gara per l’affidamento del servizio di elaborazione buste paga, gestione documenti, consulenza sul personale.
Investment compact
Cambio conto, paga la banca
Beatrice Migliorini pag. 27
Spostamento del conto corrente entro dodici giorni e a costo zero per i clienti. L’onere, infatti, sarà tutto a carico delle banche. Addio al credito bancario come unica forma di finanziamento per le imprese. Per le attività
scendono in campo anche le assicurazioni o i fondi di credito. Entra, inoltre, di diritto nell’ordinamento italiano
la figura della Piccola e media impresa innovativa e il Patent box abbraccerà anche i marchi commerciali. Queste
alcune delle misure approvate dal governo nel corso del Consiglio dei ministri che si è svolto ieri e illustrate dal
Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan e dal Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi.
Irpef
Nuovi minimi, una deduzione
Antonio Mastroberti pag. 32
Una sola deduzione per i nuovi minimi. Salvo le perdite pregresse a regime, l’unico abbattimento consentito
dal forfait è costituito dai contributi previdenziali. Per le start up, inoltre, dopo aver scomputato i contributi, si
applicherà la riduzione di 1/3 del reddito rimanente. Il nuovo regime agevolato per le piccole imprese ed i professionisti introdotto dalla legge di stabilità 2015, presenta alcuni aspetti da approfondire in relazione al forfait
e alla riduzione del reddito di 1/3 per le start up. Il reddito si determina in modo molto semplificato, applicando
una percentuale sui ricavi o sui compensi che varia a seconda della tipologia di attività (tab. Ateco). L’unica deduzione prevista è costituita dai contributi previdenziali, ma anche le perdite pre adozione del regime agevolato
possono essere scomputate dal reddito determinato a forfait. Qualche dubbio potrebbe comunque maturare in
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Rassegna stampa del 21/01/15
ordine alla sorte delle deduzione da Irap nel primo anno di attuazione del regime di favore e versata a saldo in
relazione all’annualità precedente (regime ordinario e quindi con il versamento dell’Irap). Per altri versi, anche
la posizione del contribuente che detiene partecipazioni in una società di capitali (non in regime di trasparenza) e percepisce gli utili in regime di impresa, desta qualche perplessità. Si potrebbe sostenere che le suddette
partecipazioni non rilevano ai fini dell’applicazione del forfait, che concerne solo i ricavi, ma appare illogico che
a fronte dei «frutti» di questi beni produttivi di reddito, di per se non collegati direttamente all’azienda, non
emerga una corrispondente tassazione.
Iva
Iva, regime forfetario standard
Franco Ricca pag. 31
Il regime di franchigia Iva si allinea alle regole Ue: nell’ultima edizione, rappresentata dal regime forfetario introdotto dalla L. n.190/14, sono state infatti rimosse talune incongruenze nella disciplina dei rapporti con l’estero,
prevedendo in particolare la non tassabilità degli acquisti intracomunitari fino a 10.000 euro annui e l’applicazione, agli scambi di servizi, delle regole comuni in materia di territorialità.
L’autore prosegue approfondendo il regime Iva delle operazioni con l’estero poste in essere dai nuovi minimi.
Lavoro e previdenza
Inail, certificati dovuti
Daniele Cirioli pag. 37
Sanzionato il mancato/tardato invio del certificato medico all’Inail. Il datore di lavoro che non soddisfi nei termini la richiesta dell’istituto di avere copia del referto medico, infatti, va punito con la sanzione amministrativa
dell’importo tra 1.291 e 7.747 euro. Lo precisa il ministero del lavoro nella nota prot. n. 295/2015, equiparando
il mancato/ritardato invio del certificato alle medesime violazioni dell’obbligo di denuncia d’infortunio o malattia professionale.
Pensione anticipata per intero
Leonardo Comegna pag. 37
Stop alla penalizzazione a chi si pensiona anticipatamente. Fino al 31 dicembre 2017, infatti, chi accede alla
pensione prima dei 62 anni d’età non subirà la penalizzazione Fornero che prevede che sulla quota di pensione
«retributiva» sia applicata una riduzione dell’1% per ogni anno di anticipo della pensione rispetto ai 62 anni di
età e una riduzione del 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto ai 60 anni. È quanto prevede la L. n.190/14
(Stabilità per il 2015) tra le novità in materia di previdenza. Novità ripresa nel messaggio n.417/2015 dell’Inps.
Milleproroghe
Regime dei minimi Ipotesi di proroga
Cristina Bartelli pag. 30
Regime dei minimi prorogato per il 2015. Arriva con un emendamento in commissione finanze Camera, al decreto legge milleproroghe (ieri scadevano i termini per la presentazione delle correzioni in commissione e sono
state presentate 1100 proposte di modifiche), una ciambella di salvataggio alle partite Iva penalizzate dalle nuove regole in vigore da gennaio 2015. In deroga alle disposizioni della finanziaria, scrive, in sintesi, nell’emendamento il regime vigente prima della riforma resta operativo e applicabile con l’esercizio dell’opzione per il 2015.
Quindi chi ha i requisiti e decide di avvalersene può esercitare l’opzione per l’anno 2015.
Societario
Il crowdfunding fa la start-up
Cinzia De Stefanis pag. 36
Può essere qualificata start-up innovativa la creazione di un apposito portale web, cosiddetto «civic crowdfunding», cioè del crowdfunding non finalizzato alla partecipazione nel capitale di soggetti imprenditoriali ma, piut-
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tosto, alla raccolta di fondi per finanziare iniziative non imprenditoriali, siano queste svolte da soggetti privati.
Il progetto di utilizzare uno strumento tipico della new economy (il portale web) per promuovere iniziative di
pubblico interesse, in particolare attraverso la raccolta di fondi, sembra configurare start-up a vocazione sociale
che potrebbe, in via astratta, risultare riconducibile alla previsione di cui all’art.25, co.4 D.L. n.179/12. Ciò, anche
alla luce della considerazione che le «attività editoriali» appaiono presenti in modo percentualmente preponderante o comunque rilevante tra quelle svolte da tale tipologia di start-up a vocazione sociale. Pertanto la start-up
ma vocazione sociale va iscritta nella sezione speciale del registro delle imprese. Queste le importanti indicazioni
contenute nella circolare del 19 gennaio 2015 prot 6059 del ministero dello sviluppo economico, divisione VI,
registro delle imprese, professioni ausiliarie del commercio e artigiane e riconoscimento titoli professionali.
La delibera di revoca dei sindaci delle Srl va approvata dal tribunale
Marco Ottaviano pag. 36
Necessario il decreto di approvazione del tribunale per la delibera di revoca per giusta causa dei sindaci della
società a responsabilità limitata con deposito al registro imprese. Al contrario basta la sola delibera assembleare
con deposito all’istituto camerale per la revoca per giusta causa del revisore legale dei conti. Queste le indicazioni del Ministero dello sviluppo economico che la circolare 19 gennaio 2015 n. 6100 riporta il parere del ministero
della giustizia in merito alla revoca per giusta causa dell’organo di controllo o del revisore legale dei conti.
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Rassegna stampa del 21/01/15
L’INFORMAZIONE
QUOTIDIANA DA
PROFESSIONISTA A
PROFESSIONISTA
NEWS
Direttori:
SERGIO PELLEGRINO e GIOVANNI VALCARENGHI
21 GENNAIO 2015
Bacheca
Tutti i chiarimenti su reverse charge e split payment – seminario di mezza giornata a cura di Euroconference Centro Studi Tributari
Contenzioso
Non detrae l’Iva chi non poteva non essere a conoscenza dell’evasione di Luigi Ferrajoli
Crisi di impresa
L’attestatore, il punto (triste) sulla responsabilità penale di Claudio Ceradini
Diritto societario
Inopponibile alla società la simulazione del conferimento di Fabio Landuzzi
FIsco internazionale
Voluntary disclosure: i benefici dell’imminente accordo con la Svizzera di Nicola Fasano
Iva
Commercio elettronico indiretto da parte di operatori in franchigia di Marco Peirolo
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