Marzo 2009 - Sunshine Gospel Choir

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GIOVEDÌ
2 APRILE
2009
ANNO VIII - N. 78
REDAZIONE: Via Carlo Cattaneo, 26 - 37121 Verona - Tel 045 - 8067994 - Fax 045 - 8030137 E-mail: [email protected]
Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente
DOPO L’ALLARME DEI COMMERCIANTI
Cinghiali, lepri e uccelli: la lista degli abusi contestati. Un agente ai domiciliari. Avviso di garanzia al comandante
LA PARABOLA
DELL’ARANCIATA
«Decapitata» la Polizia provinciale
di FAUSTO PEZZATO
Un arresto e diciassette indagati. Nei guai anche quattro volontari della Lipu
N
on siamo un Paese, siamo
un’escrescenza
geografica bizzarramente abitata, un insieme di individui che
non sono mai riusciti veramente a diventare un popolo, una democrazia surreale, «la Penisola che
non c’è». Diversamente,
come sarebbero possibili
certe cose? Esempio. Ieri,
questo giornale, riferendo
un discorso pronunciato a
Padova di Carlo Sangalli,
presidente nazionale della
Confcommercio, così titolava: «La contraffazione dilaga e accentua la crisi delle aziende venete». «Una
vera e propria piaga», «un
giro d’affari in Italia pari a
7,5 miliardi di euro». L’arte di contraffare è talmente diffusa che non ci fidiamo più nemmeno dei nostri connotati. Che cosa
stiamo facendo, qui e altrove, per evitare la gigantesca manipolazione dei
nostri prodotti, dal cibo ai
giocattoli? Interventi delle
forze dell’ordine a parte,
nulla o quasi. E pazienza.
Ma poche ore prima della
diffusione giornalistica di
questo allarme, l’Unione
europea aveva varato un
provvedimento che autorizza la produzione e la
commercializzazione di
aranciata senza arance:
nessuna componente della nuova bibita contiene
percentuali sia pure irrisorie del frutto. Nemmeno
l’odore, soltanto una botta
di colore artificiale. Che
rapporto c’è, allora, tra le
due notizie? Nessuno. La
vita quotidiana non sa
quello che bolle nella pentola politica, e viceversa.
Le lobbies vanno per le loro strade, curano i loro interessi. Noi, i consumatori, prendiamo senza aprire
bocca ciò che ci viene rifilato. Allora mi domando
perché l’esercito leghista
che avanza verso il Potere
e tenta di gestirne le leve
regionali per regalarci la
vera autonomia, ecco, mi
domando perché, ad esempio, non entra nelle stanze
dei bottoni e non scende
nelle strade per risparmiare ai veneti almeno la beffa (presumibilmente dannosa per la salute) dell’aranciata virtuale? Lanciata alla faccia della Sicilia e
dei bambini che si sciacqueranno le budella con la
bevanda contraffatta alla
luce del sole. La novità è
talmente odiosa, in quello
che fino a pochi decenni
fa era il Giardino d’Europa, da suonare persino oltraggiosa, anzi malvagia
perché, se approvata definitivamente, rappresenterebbe un forte incoraggiamento a tutti coloro che in
Europa stanno cercando,
tramite appositi marchingegni legislativi, di snaturare le nostre peculiarità,
di sottrarci la genuinità di
cibi pregiati, come il Parmigiano-Reggiano. Per tornare a quello che ha detto
Sangalli, e che è stato ribadito da Fernando Zilio dell’Ascom di Padova, non solo «il commercio illegale
rischia di tagliarci le gambe», ma sarà bene osservare con maggiore attenzione quello che combinano
al riguardo gli «amici» parlamentari della Comunità
europea. Dove i gruppi di
pressione certamente non
mancano.
Le reazioni
Il comandante
Zeli: «Non s’intacca
l’integrità del corpo»
A PAGINA 2
La Provincia
Mosele: «Fiducia
nella magistratura»
VERONA — A volte il periodo di caccia va
ben oltre il calendario venatorio. E a volte per
essere un buon cacciatore non è tanto questione di mira. Ma di attesa. Ha riempito il carniere della procura e svuotato quello della polizia
provinciale, l’indagine condotta dal reparto
operativo dei carabinieri, coordinata dal pubblico ministero Carlo Villani. E se quella di cui
si parlava già a maggio sembrava una bufera,
ieri mattina alle 8 in stradone San Giacomo dove ha sede il corpo di polizia provinciale, è
arrivato uno tsunami giudiziario. E’ stato in
quegli uffici che i carabinieri hanno notificato
un ordine di arresto ai domiciliari per l’ufficiale Daniele Ferrais, 55 anni e 17 avvisi di garanzia ad altri componenti del corpo, a partire dal
comandante, Davide Zeli. Altri quattro sono
andati ad altrettanti volontari della Lipu, tra
cui il delegato regionale Francesco Di Grazia.
A PAGINA 2 Arosio
La presunte mazzette
«Segreto violato», obbligo di firma
per l’ex vicecapo dei vigili Pasini
VERONA — Per loro la procura aveva chiesto la
custodia cautelare in carcere con l’accusa di
associazione a delinquere finalizzata alla
rivelazione di segreti d'ufficio e alla corruzione;
il gip Scotto di Luzio, invece, ha ritenuto
sussistere gravi indizi per il solo reato di
rivelazione di segreti d'ufficio, e ha quindi
imposto l'obbligo di firma a carico dell’ex
vicecomandante dei vigili urbani di Verona, Eliano Pasini, e
dell’imprenditore Stefano Nicotra.
ALLE PAGINE 2 e 3 Petronio
A PAGINA 5 Tedesco
Al via la kermesse
Delitto di Mozzecane Attolini al gip: «Mi dispiace, non volevo uccidere»
Vinitaly, oggi si stappa
La moglie del killer ai carabinieri:
mi disse «ho sparato, siamo finiti»
VERONA — La grande kermesse è ai nastri di partenza. Vinitaly
2009 questa mattina prende ufficialmente il via, pronto ad
accogliere una folla imponente.
VERONA - «Domenica pomeriggio mio marito ha voluto uscire da solo. Poi, quando è tornato a casa, mi ha detto "ho perso la testa, ho ceduto alle loro provocazioni e ho
sparato". E ha aggiunto "ti
chiedo scusa, ma adesso siamo rovinati. Sto andando a
costituirmi dai carabinieri"».
Eccolo, dal verbale della deposizione resa ai carabinieri
dalla moglie a titolo di «sommarie informazioni», il racconto degli ultimi istanti di libertà del pizzaiolo di Villafranca diventato - da un giorno all’altro - il killer di Mozzecane.
ALLE PAGINE 7 E 22
Dopo il crollo Al via il check-up di tutti gli edifici. L’appello del sindaco
L’incidente
L’auto si ribalta nel fossato
Muore arbitro di 24 anni
VERONA — Un ragazzo veronese di
24 anni, Francesco Simeoni, è morto sul
colpo uscendo di strada. Lo schianto è
avvenuto ieri mattina poco dopo le 7, in
località Stanghella, lungo la A13. Dai primi rilievi della polstrada sembra che la
sbandata violenta dell’auto, che non ha
coinvolto altri mezzi, sia stata causata
da un colpo di sonno o da un malore.
A PAGINA 5 Gottardo
A PAGINA 5
Enti Vertice di maggioranza fissato per il 10 aprile. Sul tappeto anche la fiera
«Circoscrizioni, segnalate le scuole a rischio» Bergamo o Venezia: summit sull’aeroporto
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VERONA — Controlli
d’urgenza, la macchina
comunale per il controllo della sicurezza delle
scuole veronesi si è
messa in moto. E di
buonora: ieri mattina infatti è partita una ricognizione alla volta degli
edifici scolastici con
problemi di infiltrazioni. Scopo: evitare il ripetersi di fatti come quello della scuola materna
Contrada Polese di Santa Lucia la scuola materna cui lunedì mattina è
crollato il controsoffitto. «La relazione sarà
pronta entro martedì,
mercoledì prossimo»,
fa sapere il sindaco Flavio Tosi.
A PAGINA 6 Martellato
Chievo
Il concerto
CAMPIONE JELLATO
GOSPEL
La «Foca»
si rompe
il menisco
Sunshine,
il coro
di solidarietà
A PAGINA 16 Sorio
A PAGINA 22
VERONA — Riunioni? Non risulta. E la cosa
è quanto meno strana.
Perché da Roma avevano chiesto di «chiudere» sulle candidature
provinciali entro sabato. Ma il ritmo è improvvisamente calato. E adesso si rischia di slittare a
dopo Pasqua. L’unico a
muoversi è Flavio Tosi.
Che ha cenato con Galan e che ha convocato
per venerdì 10 alle 16
(doveva essere ieri ma è
stato rinviato) un vertice del centrodestra sull'aeroporto Catullo: all'ordine del giorno, l'aumento di capitale e le
strategie delle alleanze
con Bergamo o Venezia.
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2
VR
Primo Piano
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
L’inchiesta Polizia provinciale
Il «capo» della Lipu: «Non capisco
la procura convalidò quel sequestro»
Il comandante Zeli: «Non va intaccata la professionalità del Corpo»
I colleghi estranei all’inchiesta:
«In tutti questi mesi dicevano che
era si trattava di una bolla di
sapone... Adesso però la bolla
è scoppiata»
VERONA — E pensare che le vacanze uno le
vede come una benedizione. C’è da scommettere che lui, dalla scorsa estate in poi, prima di
prendersele ci penserà due volte.
«Le avevo pianificate da tempo», aveva detto
ad agosto scorso, quando la bufera giudiziaria
si è abbattuta sul corpo di cui è comandante.
«Non mi sembra sia accaduto nulla di straordinario. Del resto fino al giudizio in terzo grado
uno è innocente». Lui, Davide Zeli, non si era
fatto scomporre neanche dal solleone. Pensava
- probabilmente - che bastasse fare il risiko delle assegnazioni, per mettere tutto a posto. «Sono tre mesi che s’indaga», disse sempre ad agosto. «Abbiamo aperto un’indagine interna», disse. «Chissà, magari ci sono degli asti. Del resto
le guardie sanzionano e magari a qualcuno la cosa non è andata giù», disse. «Visto che le indagini della procura sono ancora in corso, abbiamo
ritenuto più prudente non sottoporre i nostri
agenti a situazioni di eventuale disagio», disse.
Gli agenti vennero spostati. Non cambiarono
mansione, sia ben chiaro. Cambiarono solo «ambito», vale a dire le zone di caccia in cui è suddivisa la provincia, in cui operare.
E’ passata l’estate, l’autunno. E pure l’inverno, per il comandante Zeli, nonostante la richiesta di dimissioni da parte del Pd in consiglio
provinciale. «Richieste - disse allora - che non
hanno nessun fondamento tecnico, ma hanno
un unico valore politico e mediatico». Chissà cosa pensava ieri mattina nel suo ufficio, il comandante Zeli. Chissà se ha pensato a cosa hanno
portato le «indagini interne per indagare su procedure, comportamenti e modalità operative
per capire se ci sono abusi se non addirittura
violazioni penale», come disse il 18 dicembre
2008. Perchè ieri il comandante Zeli si è limitato
a un comunicato stampa. «Esprimo piena fiducia nell'operato della magistratura e degli inquirenti», ha detto. «Allo stesso tempo ricordo però che i fatti di oggi (ieri per chi legge, ndr),
non devono intaccare la credibilità dell'intero
corpo, al cui interno c'è un alto grado di professionalità dei dipendenti. I fatti di cui si parla
rientrano nell'ambito delle indagini già note,
per le quali stiamo collaborando dall'estate scorsa con il nucleo operativo dei Carabinieri». Che
questa collaborazione sia in corso, stride con
l’inchiesta, visto che il comandante è indagato
per «omessa denuncia all’autorità giudiziaria».
Ma tant’è. Gli avvisi non sono per conclusione
delle indagini e quindi è ancora tutto da stabilire.
«Abbiamo anche adottato accorgimenti organizzativi e logistici che possono migliorare
l'operatività del settore», ha sempre detto il comandante. Quando mesi fa aveva detto che lo
faceva per tutelare i suoi uomini. «Sono comunque pronto a riferire al magistrato tutto quanto
si renderà necessario per fare chiarezza». Su
questo non c’è alcun dubbio, visto che volente
o nolente dal magistrato dovrà andarci.
Tra i nomi «noti» dell’inchiesta c’è anche
quello di Francesco Di Grazia, delegato regionale della Lipu, la lega italiana per la protezione
degli uccelli. Di Grazia è un agente della polizia
municipale di Verona. Ma questa attività non ha
nulla a che fare - nonostante l’avviso di garanzia gli sia stato «recapitato» al comando di via
Pallone - con il suo volontariato. Il delegato della Lipu entra nell’inchiesta per l’operazione di
«bracconaggio» fatta a dicembre dalla provinciale. Quella che avrebbe dovuto scoperchiare un
giro di milioni di euro legati all’allevamento di
uccellini. E con lui sono coinvolti altri tre volontari.
«Di essere coinvolti nell’inchiesta - ha dichiarato - lo sappiamo solo oggi (ieri per chi legge,
ndr). Siamo stupiti e addolorati e ci siamo rivolti ai nostri avvocati». La vicenda dei volontari
Lipu ruota attorno alle «competenze» che gli
vengono riconosciute. La Cassazione ha stabili-
to che non hanno alcuna funzione di ufficiali di
polizia giudiziaria. Quindi nin possono effettuare perquisizioni. cosa che sarebbe invece avvenuta in occasione dell’«operazione» di dicembre. «Quelle funzioni - spiega Di Grazia - ci sono state riconosciute e poi disconosciute. Da
quando la Cassazione ha stabilito che quelle funzioni non le abbiamo più, non abbiamo fatto
nulla. Io e gli altri volontari abbiamo agito come
"ausiliari" di polizia giudiziaria. Vale a dire che
eravamo a disposizione di chi poteva intervenire. Facevamo quello che ci veniva detto. Nulla
di più. Sono assolutamente sicuro di essermi
comportato bene. Come gli altri. Uno dei volontari che ha ricevuto l’avviso di garanzia durante
la perquisizione di dicembre aveva solo il compito di scrivere. E questo ha fatto. In ogni caso
se la procura mi convalida un sequestro, penso
di avere operato bene. Altrimenti perchè lo convalida?».
A dicembre, infatti, lo stesso pm Claudio Villani che conduce l’inchiesta, il sequestro ai «bracconieri» della Valpolicella lo ha «invalidato»,
tanto che tutto è tornato ai legittimi proprietari.
«Non capisco - conclude Di Grazia - perchè l’avviso di garanzia mi sia stato notificato sul posto
di lavoro. E’ una questione privata, avrebbero
dovuto venire a casa mia». Eppure, secondo le
accuse, erano loro ad andare a casa degli altri
senza averne le motivazioni. «Non è un fatto da
enfatizzare - ha precisato il procuratore capo
Mario Giulio Shinaia - anche gli arresti domiciliari sono la misura cautelare giusta, per la por-
Zeli
❜❜
Stiamo
collaborando
dall’estate
scorsa
con il nucleo
operativo
dei
carabinieri
Schinaia
❜❜
Gli arresti
domiciliari
sono la
misura
cautelare
giusta per la
portata dei
reati
tata dei reati. Si tratta di atti dovuti, sulla base
di denunce e di querele che abbiamo ricevuto e
che abbiamo approfondito. Cosa che faremo se
ne arriveranno altre». «Mi sembra un gran polverone - ha detto Di Grazia - sollevato su poco,
almeno per il caso che ci riguarda. Io parlo per
quello che ho visto e per le situazioni a cui sono
stato predente. Del resto non so nulla». Gli rispondono, a distanza, quegli agenti della provinciale che non sono coinvolti nell’inchiesta.
«In questi mesi dicevano che era tutta una bolla
di sapone. Adesso la bolla è scoppiata...».
An. Pe.
21
Il totale degli indagati nell’inchiesta della procura scaligera.
Diciassette sono della polizia provinciale, quattro della Lipu
Le reazioni La Provincia
Mosele: «Sapevo
dell’inchiesta
Piena fiducia»
VERONA — «Dallo scorso giugno, è stato
avviato un processo interno di revisione dell’organizzazione del corpo di polizia, attivando anche alcuni provvedimenti disciplinari».
Lo ha dichiarato ieri il presidente della Provincia, Elio Mosele, in seguito alla notifica degli avvisi di garanzia agli agenti di Polizia provinciale. «Sofisticati sistemi di controllo sono da tempo già in uso - spiega l'ex rettore -,
per il resto restiamo in attesa dell'esito delle
indagini. Ripongo la più completa fiducia nell'operato della magistratura, ma è giusto sottolineare che la polizia ha una lunga storia di
impegno e di dedizione per la salvaguardia
del territorio. Confido quindi che si faccia
presto chiarezza».
Laconico l'assessore all'Ambiente e alla
Caccia, Luca Coletto, che si limita a dire:
«Concordo con le dichiarazioni del presidente. Bisogna aspettare con fiducia gli esiti dell'operato della magistratura, non c'è niente
da aggiungere».
A voler precisare qualcosa è invece Michele Bertucco che, dalla sede di Legambiente,
denuncia «l'assenza della politica» e si dichiara «preoccupato».
«La polizia provinciale non esercita solo
una funzione di sorveglianza sulla caccia, ma
anche sull'ambiente e sul territorio - ricorda
-. Nei mesi scorsi, dato che c'era un'indagine
in corso, è stata rilevata una carenza di controlli e questo fatto è allarmante. Ci saremmo
aspettati un assetto diverso per quanto riguarda la polizia da parte della Provincia,
considerato che non sono stati garantiti i
compiti istituzionali previsti dalla legge. E
tutto ciò non fa altro che minare la fiducia
dei cittadini nelle istituzioni».
Dello stesso avviso è Lorenzo Albi, presidente provinciale dell'associazione ambientalista. «La vicenda è complessa - riferisce -. In
effetti sono calati i controlli e sono aumentate le deroghe. Nell'ultimo periodo si è notata
una tendenza alla liberalizzazione della caccia, ci sono meno regole. Comunque l'indagine chiarirà se sussistono lobby di cacciatori
che stanno esercitando una pressione indebi-
Primo Piano
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
3
VR
L’indagine sospetta L’avvio dell’inchiesta è scattata grazie a tre cacciatori e un
allevatore, dipinti come «bracconieri» dalla Polizia provinciale. I quattro, una volta
sentiti dai magistrati, hanno fatto emergere alcune «stranezze» nell’operazione
condotta dagli agenti
Le perquisizioni
A far partire le indagini della procura
scaligera e del reparto operativo dei
carabinieri alcune operazioni «anomale»
della provinciale. Alcune riguardavano gli
uccellini
L’inchiesta
A sinistra la
notizia delle
indagini, ad
agosto scorso.
A destra il
comandante
del nucleo
operativo Dal
Monte lascia
la sede della
provinciale
Polizia provinciale: un arresto e 17 indagati
Cinghiali, lepri e uccelli: la lunga lista di abusi contestata agli agenti. Nei guai anche quattro volontari della Lipu
VERONA — A volte - e questa è
una di quelle volte - il periodo di caccia va ben oltre il calendario venatorio. E a volte per essere un buon cacciatore non è tanto questione di mira. Ma di attesa. Ha riempito il carniere della procura e svuotato quello della polizia provinciale, l’indagine condotta dal reparto operativo
dei carabinieri e coordinata dal pubblico ministero Carlo Villani. E se
quella di cui si parlava già a maggio
scorso sembrava una bufera, ieri
mattina alle 8 in stradone San Giacomo - dove ha sede il corpo di polizia
provinciale, è arrivato uno tsunami
giudiziario.
La sede Auto della provinciale in via San Giacomo
ta sulla polizia».
Ieri, in apertura del consiglio provinciale,
l'unico a prendere la parola sulla faccenda è
stato il consigliere del Pd, Luciano Sterzi. Ha
messo il dito nella piaga, lui, mentre in Loggia Fra' Giocondo è calato il silenzio. Gli amministratori hanno preferito tacere. «Che fine ha fatto la politica?», ha chiesto perplesso
in aula. Nel suo intervento, Sterzi si è scagliato contro i vertici dei Palazzi Scaligeri. «Questo è l'ennesimo segnale che la funzione della Provincia in materia venatoria non è stata
assolta - sostiene -. Quasi metà dell'organico
della polizia è indagato, compreso il comandante: sono preoccupato per l'immagine dell'ente nei confronti della cittadinanza. All'inizio di questa amministrazione i vertici provinciali avevano fatto annunci roboanti, mentre alla fine del mandato ci ritroviamo con un
corpo di polizia squassato da pesanti indagini in materie di propria competenza».
Fuori dall'aula consiliare, il capogruppo
del Pd, Sergio Ruzzenente, rammenta: «Da
più di un anno ho presentato interrogazioni
sull'operato della polizia, ma non ho mai ricevuto risposte soddisfacenti, né da parte del
comandante Zeli né da parte dell'assessore
Coletto. La maggioranza in Provincia ha scelto Zeli e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questo finale di amministrazione è deludente, non c'è stata programmazione né dedizione. C'è sempre stata una gran confusione».
«La polizia provinciale dovrebbe fare solo
il proprio lavoro e non occuparsi di strade e
di sicurezza - considera Luigi Tosoni del
Gruppo misto -. Deve portare avanti solo il
compito per il quale è stata all'origine nominata, evitando così di rischiare di fare male
tutto».
Paola Arosio
L’arresto e gli avvisi
E’ stato in quegli uffici che i carabinieri coordinati dal colonnello Sergio Del Monte hanno notificato un
ordine di arresto ai domiciliari per
l’ufficiale Daniele Ferrais, 55 anni,
che deve rispondere, tra l’altro, del
reato di corruzione «per atti contrari
ai doveri d’ufficio». Ed è sempre lì
che gli uomini dell’Arma hanno consegnato altri 17 avvisi di garanzia ad
altri componenti del corpo, a partire
dal comandante, Davide Zeli. Quasi
metà della polizia provinciale - composta da 36 operatori - è coinvolta
nell’inchiesta. Due avvisi di garanzia
sono stati consegnati invece nella sede della polizia municipale a Francesco di Grazia, nella sua veste di guardia venatoria della Lipu - la lega italiana protezione uccelli di cui è delegato regionale - e l’agente Camilla
Sorsoli che all’epoca dei fatti era dipendente del corpo provinciale. Altri avvisi riguardano altri due volontari emiliani della Lipu, che nel Veronese avevano partecipato ad alcune perquisizioni della provinciale.
Per tutti, a vario titolo,
le accuse vanno dall’abuso d’ufficio, al falso, all’omissione e anche la
calunnia.
cartellini da timbrare - ai suoi ambiti di competenza, vale a dire caccia,
pesca, flora e fauna. E se le indagini
sono ancora aperte su vari fronti,
l’operazione di ieri riguarda in particolare quel settore venatorio che, solo nel Veronese, coinvolge 12mila
cacciatori. E alla base di quei reati
che vengono contestati non ci sarebbe solo una questione d’interessi.
Ma anche di «visibilità» del corpo.
Operazioni, perquisizioni e sequestri in qualche modo «gonfiati» per
dare «lustro» alla provinciale.
Gli uccellini e il topolino
La prima pietra dell’inchiesta è
stata la storia del «topolino». Andrea Pasini, presidente del comprensorio alpino di caccia di Brentino Belluno, avrebbe dovuto rispondere di
reati gravi, nell’ambito venatorio. Il
14 maggio 2007 la polizia provinciale verbalizzò gli «spari dall’auto con
l’utilizzo di fari, nelle vicinanze di
un abitato e in periodo di caccia vietata». A dicembre l’udienza penale,
in cui il pm Villani disse che gli agen-
ti che dovevano testimoniare erano
indagati proprio per quell’episodio.
Accuse: calunnia, violazione di domicilio, falso in atto pubblico. Gli
agenti sono Daniele Ferrais, Alessandra Recchia, Anselmo Furlani e Maurisio Ferrari. Un altro «ambito» in
cui l’azione della provinciale è finito
sotto inchiesta è quello degli allevamenti d’uccellini. A dicembre 2007
venne indetta una conferenza stampa, per annunciare la scoperta di un
«inquietante» traffico di uccellini,
giocato su perquisizioni e denunce
che si basano sui famosi anellini che
ogni piccolo pennuto deve, per legge, avere. Che la cosa fosse alquanto
ingigantita se n'è accorto lo stesso
pm Villani che in un primo tempo
aveva dato il suo benestare all’operazione.
I cinghiali
Altro «ambito» su cui le indagini
si sono soffermate - almeno in questa fase - è quello della caccia ai cinghiali. Che nel Veronese si riproducono alquanto velocemente, tanto
da aver portato alla stesura di un piano di «eradicazione». Vale a dire di
abbattimento. Ma non è che tutti
possano fare il «tiro al cinghiale». I
cacciatori devono fare un corso specifico che li qualifica come «coadiutori abilitati». E seguire delle regole
ben precise - compresa la comunicazione delle uscite previo permesso
della polizia provinciale. Dalle indagini della procura e dei carabinieri
emergerebbero diverse irregolarità,
tanto che ai primi di agosto la Provincia ha sospeso il piano di «eradicazione» nelle zone dell'Est veronese e del Sud della Lessinia. In sostanza in un anno e mezzo sarebbero stati eliminati circa 120 animali, dai 30
ai 120 chili. E la maggior parte sarebbe stata uccisa non dai cacciatori
muniti di regolare permesso, ma
proprio da agenti della polizia provinciale che stando alle norme, invece, potrebbero intervenire solo in casi ben determinati. Inoltre sarebbe
stato chiuso un occhio su «tecniche» non previste per l'abbattimento. Per «richiamare» il cinghiale è
L’avvio dell’indagine Tutto iniziò da tre cacciatori e un allevatore
Da «bracconieri» a «giustizieri»
VERONA — Da «bracconieri» a «giustizieri». E’
durata dieci mesi la loro parabola. Quella che prima
li ha visto nel fango di un’inchiesta finita in una bolla di sapone. E che poi li ha portati ad essere dall’altra parte della barricata. Vale a dire da accusati ad
accusatori. E che le loro denunce
non erano campate in aria - come
sembra invece fossero quelle a loro carico - lo dimostra il blitz di ieri alla polizia provinciale.
Tre cacciatori e un allevatore di
uccellini. Un pensionato della
Mondadori, un ex carabiniere e un
perito elettrotecnico.
Quattro «trafficanti», erano stati definiti quando venne resa nota
una «vasta operazione contro il
Le indagini
Perquisiti Signorini e Bonazzi bracconaggio».
Giancarlo Signorini e Giuseppe
In quegli uffici i caraBonazzi il 21 dicembre del 2007 hanno subìto una
binieri del nucleo operativo ci bazziperquisizione da personale della polizia provinciale,
cano da dieci mesi. Al setaccio è finiaccompagnato da alcune guardie della Lipu. L’accuto ogni foglio di carta, dai verbali desa, per loro, era bracconaggio. I due vennero sentiti
gli ufficiali a quelli degli agenti. Daldai carabinieri del nucleo operativo che indagavano
la gestione del corpo - uso dell’auto,
sul corpo di agenti. Ed emersero alcune «stranezze».
Ad esempio il fatto che per la casa e le proprietà del
Bonazzi non c’era mandato di perquisizione. Ma la
«visita» venne fatta lo stesso, adducendo che il Signorini teneva nella sua voliera gli uccellini. «Visita» alquanto sui genersi, visto che più agenti si muovevano contemporaneamente in varie stanze, contravvenendo a quanto vuole la legge, vale a dire la
presenza del diretto interessato in ogni luogo dove
avviene la perquisizione. Il tutto senza la presenza di
un avvocato. Venne sequestrato vario materiale, tra
cui alcuni uccellini morti e conservati in un freezer.
Risultarono essere dei «poveri« fringuelli, non di
certo specie protetta. Anche delle corna di daino,
che in Veneto è assolutamente cacciabile. Tutto,
compreso anelli, fascetti e pinze vennerestituito ai
prorpietari dal pm Villani.
«Spero - ha detto ieri Giancarlo Signorini quando
ha saputo dell’operazione dei carabinieri - che quelle persone abbiano provato quello che abbiamo provato io e mia moglie la mattina della perquisizione».
E al «bracconiere» da giro milionario di uccellini di
frodo, viene ancora da piangere.
An. Pe.
prevista una sorta di «pastura» che
attira l'animale. Dovrebbe essere in
un raggio limitato dal casotto di appostamento. E composta da soli vegetali. Invece più di una volta sono
state utilizzate carcasse di animali,
sparse anche in fondi ben distanti
dal punto di caccia. E il tutto per un
motivo più che semplice. La normativa provinciale prevede che se ad
abbattere il cinghiale sia un cacciatore, metà bestia spetti a lui e metà
spetti al proprietario del fondo. Se
ad abbatterlo è un agente, il tutto deve essere donato a enti assistenziali.
Cosa che, stando alle indagini, non
sembrerebbe sia stata effettuata. E
visto che un cinghiale sul mercato
della macellazione vale qualche centinaio di euro, l'arcano è presto svelato.
Le lepri
Non l’unica selvaggina «apprezzata» da alcuni agenti, quella di cinghiale. Che stando alle indagini non
disdegnavano neanche le lepri. Del
resto una coppia arriva a valere anche 350 euro. Come nel caso di quelle che si riproducono vicino alla base aerea di Sanguinetto. Nella zona
che circonda la caserma e che viene
definita «sedime» la Provincia ha dato il suo benestare a un allevamento. All’appello mancavano diversi
animali. Le lepri, stando alle legge,
quando si riproducono in maniera
esagerata come a Sanguinetto, dovrebbero essere catturate e rimesse
in territorio libero. Che a gennaio
scorso le lepri siano state catturate,
è provato. Non altrettanto che siano
state liberate. Sarebbero finite in bagagliai dai quali non sono più uscite.
Le omissioni
Un sistema che coinvolgeva la
metà di un corpo sostanzialmente
sano. E di cui, stando alle accuse, in
molti sapevano. Per questo alcuni
degli indagati, compreso il comandante Davide Zeli devono rispondere di «omessa denuncia all’autorità
giudiziaria». Ieri mattina, in quegli
uffici, c’erano anche gli agenti che
non sono coinvolti dalle indagini.
«E’ stata la fine di un incubo», hanno detto. Ma quando l’«incubo» finirà sarà la procura, a deciderlo.
Angiola Petronio
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VR
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
Cronaca Verona
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
Delitto di Mozzecane Contro il killer spuntano due testimoni oculari albanesi: abbiamo visto tutto. L’assassino al giudice: «Mi dispiace, non volevo uccidere»
La moglie: mi disse «ho sparato, siamo finiti»
Attolini, la deposizione della consorte ai carabinieri. Il gip: se esce dalla cella può far del male anche alla propria famiglia
«No» del magistrato agli
arresti domiciliari: «E’ una
persona pericolosa, ha
fatto fuoco con freddezza,
aveva premeditato tutto»
VERONA - «Domenica pomeriggio mio marito ha voluto uscire da solo. Poi, quando
è tornato a casa, mi ha detto
"ho perso la testa, ho ceduto
alle loro provocazioni e ho
sparato". E ha aggiunto "ti
chiedo scusa, ma adesso siamo rovinati. Sto andando a
costituirmi dai carabinieri"».
Eccolo, dal verbale della deposizione resa ai carabinieri
dalla moglie a titolo di «sommarie informazioni», il racconto degli ultimi istanti di libertà del pizzaiolo di Villafranca diventato - da un giorno all’altro - il killer di Mozzecane.
Omicidio volontario premeditato della 25enne romena Andreea Sutik, tentato
omicidio del marito Tiberio e
porto abusivo d’arma: era un
capo d’imputazione pesante
come un macigno quello di
cui era chiamato a rispondere
ieri mattina Giacomo Attolini
all’udienza di convalida.
«Mi dispiace che Andreea
sia morta, non volevo uccidere nessuno. Io non avevo intenzione di sparare», ha detto
al gip Guido Taramelli prima
di avvalersi della facoltà di
non rispondere.
Un’udienza-lampo, a cui
ha fatto sèguito da parte del
giudice un provvedimento di
rigetto della richiesta di arresti domiciliari (presso la moglie che si era dichiarata disponibile a riaccoglierlo in casa) dai toni inequivocabili.
Parla di «elevatissima gravità del fatto», il gip, di «gravi esigenze cautelari», di «ferocia ed efferatezza del crimine compiuto». Secondo il magistrato «Attolini ha agito
con una strategia preordinata»: non si sarebbe quindi
trattato di un «dolo d’impeto» ma di un progetto omicida prestabilito, con il pizzaiolo che «ha sparato con freddezza». Ma il passaggio forse
più duro del provvedimento
del gip riguarda l’«estrema
pericolosità sociale dell’omicida» che - a parere del magistrato - «non si può escludere, al cospetto di una simile
personalità, che, dopo una
progressiva presa di coscienza del proprio gesto e delle
conseguenze anche economiche che avrà, possa, se rimesso in libertà, compiere ulteriori spropositi anche nei confronti della propria famiglia».
Sarebbero addirittura gli stessi moglie e figli del pizzaiolo,
quindi, a rischiare la vita se
l’uomo dovesse uscire dalla
cella.
Tre pagine, quelle poste nero su bianco dal gip, che tra i
gravissimi elementi di prova
in mano al pm Marco Zenatelli chiamano in causa anche
due testimoni oculari albanesi che, ai carabinieri, hanno
dichiarato di aver «visto tutto», compreso Attolini che
«si allontanava salendo nella
propria Audi e lasciando a terra la donna esanime e il marito ferito». Ma i due testi hanno reso dichiarazioni univoche anche dal punto di vista
uditivo: «Non parlava nessuno, abbiamo sentito due spari, poi un attimo di silenzio e
infine un uomo (Tiberio,
ndr) chiedere aiuto».
Si fa sempre più complicata, quindi, la posizione del
pizzaiolo di Villafranca e starà al suo avvocato Guido Beghini, una volta visionati gli
atti, decidere se rivolgersi o
meno ai giudici del Riesame:
«A mio avviso - rimarca il legale - non sussistono concreti indizi di reiterazione del reato. Sollecitando la concessione dei domiciliari al mio assistito, mi rendo conto di aver
chiesto al giudice un atto di
coraggio che avrebbe potuto
attirargli contro gli strali dell’opinione pubblica». Un rischio escluso da tre pagine di
fuoco.
Laura Tedesco
La difesa
L’avvocato Beghini:
«Nessun rischio di
reiterazione, al gip avevo
chiesto un atto di coraggio»
La vittima Andreea Sutik
Il marito Tiberio Sutik
L’assassino Giacomo Attolini all’arrivo in tribunale per l’interrogatorio dal gip (FotoSartori)
L’inchiesta Il caso delle presunte mazzette. Stessa misura per l’imprenditore Nicotra
«Concorso in rivelazione di segreti d’ufficio»
Obbligo di firma per l’ex vicecapo dei vigili
Il Riesame
«Zio-stupratore»
Cella confermata
VERONA - Deve restare in
cella G. M., l’operaio
arrestato per violenza
sessuale nei confronti
della nipotina di dieci
anni. Ieri, infatti, il
Tribunale del Riesame ha
rigettato la richiesta di
alleggerimento della
misura cautelare avanzata
per l’indagato
dall’avvocato Davide
Adami, che ha anche
sollevato questione di
legittimità costituzionale
sul decreto sicurezza.
Intanto il pm Zanotti ha
chiesto la perizia
psichiatrica con la formula
dell’incidente probatorio.
L’incidente
VERONA - Per loro la procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla
rivelazione di segreti d'ufficio e alla corruzione; il gip Scotto di Luzio, invece, ha ritenuto
sussistere gravi indizi per il solo reato di rivelazione di segreti d'ufficio, e ha quindi imposto l'obbligo di firma a carico dell’ex vicecomandante dei vigili urbani di Verona, Eliano
Pasini, e dell’imprenditore Stefano Nicotra,
38 anni, domiciliato a Torri ma lavorativamente operativo in città. Per tre giorni alla
settimana, dovranno entrambi recarsi a firmare dalla polizia giudiziaria e ambedue, nei
prossimi giorni, verranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia. Nessun provvedimento, invece, nei confronti della terza persona
iscritta nel registro degli indagati, ovvero Patrizia Ghedini, 46 anni, segretaria dello stesso
Nicotra.
Identiche le accuse contestate ai tre nell’inchiesta aperta dal pm Pier Umberto Vallerin:
in concorso, infatti, risultano tutti indagati
per i reati di corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Un fascicolo avviato
a marzo 2008 quando, prima per iscritto con
un esposto-denuncia e successivamente di
persona dopo essere stato convocato in pro-
cura, il sindaco Flavio Tosi aveva segnalato ai
magistrati la «sempre maggiore insistenza di
voci circa l’aggiustamento e l’andamento poco chiaro e trasparente» nell’effettuazione di
alcuni controlli di ordine amministrativo a carico di locali pubblici del centro. Tra le contestazioni, risulterebbero «visite» di vigili di
cui alcuni esercenti (non solo di bar ma anche di qualche ristorante-trattoria-osteria) sarebbero stati avvertiti in anticipo su orari e
contenuto degli accertamenti stessi; multe talvolta evitate mentre in alcuni casi, nonostante la «rassicurazione da parte di chi di dovere» che l’ispezione si sarebbe conclusa senza
sanzioni, le contravvenzioni erano poi state
spiccate davvero. Mandando su tutte le furie i
titolari dei locali «colpiti». Quanto bastava, insomma, per alimentare in città lamentele,
confronti, paragoni, chiacchiericci. Fino a
giungere al primo cittadino e, tramite lui, alla
procura. Inizialmente, l’unico raccordo tra i
vari episodi finiti nel mirino degli inquirenti
era proprio quel commissario Pasini a cui secondo l’accusa sarebbero andate le presunte
mazzette pagate da alcuni esercenti; in fase di
indagini, erano però emersi anche i nomi di
Nicotra e della segretaria di quest’ultimo.
La. Ted.
Il dramma
Schianto fatale
Francesco Simeoni
ha perso la vita ieri
sulla A13, verso
Padova, all’altezza
di Stanghella
l’urto contro il guardrail».
L’assenza di frenata dopo lo sbandamento iniziale del mezzo non fa
escludere agli uomini della polizia
stradale anche l’eventualità di una
rottura del semiasse sinistro anteriore dell’auto, che avrebbe reso il mezzo del tutto ingovernabile. Per fare
luce sulla causa dell’incidente, il magistrato di turno della procura di Padova disporrà oggi l’autopsia sul corpo del giovane ed una perizia approfondita su ciò che resta dell’auto di
Francesco Simeoni. Sembra comunque che l’auto non stesse procedendo ad una velocità superiore ai 130
chilometri orari.
Simeoni era noto in città per gli
impegni, oltre allo studio all’università, anche nella locale sezione arbitri. Fino allo scorso anno aveva arbitrato gli allievi regionali e le partite
domenicali della terza categoria. Dopo l’autopsia che potrebbe tenersi
già oggi pomeriggio, sarà possibile
per la famiglia del ragazzo fissare il
funerale che dovrebbe potersi tenere sabato mattina.
Alberto Gottardo
Suicidio
Un 38enne
residente nella
bassa veronese si è
tolto la vita nel suo
negozio di Padova
VR
Dal tribunale
Molestie
Stalking, terzo arresto
Ex marito nei guai
VERONA - E tre. E’
toccato a un ex marito
(di cui omettiamo le
iniziali per non rendere
in alcun modo
riconoscibile la vittima,
ndr) vedersi stringere le
manette ai polsi per
«stalking». Per aver reso
- secondo la vittima letteralmente la vita
impossibile alla donna,
per averla seguita,
pedinata, per averle
cercata e averle
telefonato a tutte le ore
del giorno e della notte.
A innescare la gelosia
irrefrenabile dell’uomo,
sarebbe stato soprattutto
un sms sul telefonino
della donna e dal
contenuto
«equivocabile». Ieri
mattina, l’ex marito è
comparso davanti al gup
Laura Donati per
l’interrogatorio di
garanzia: è stato liberato
ma gli è stato imposto
l’obbligo di tenersi
lontano dai luoghi
frequentati dalla ex.
Rapinatori in cella
Spray irritante
e «fuga» in quadriciclo
VERONA - In cella per
rapina due giovani di
Legnago. Si tratta di
Marco Borasca, classe
’79, e Andrea Bazzani,
classe ’78, che ieri
mattina sono comparsi
con rito direttissimo
davanti al Tribunale
collegiale presieduto dal
giudice Paola Vacca per
l’udienza di convalida al
termine della quale il
primo ha ottenuto
l’obbligo di dimora, il
secondo la libertà piena.
Secondo le accuse,
mentre il secondo
avrebbe funto da palo
restando all’esterno alla
guida di un quadriciclo
per la «fuga», Borasca
con un passamontagna
avrebbe asportato
trecento euro dalla cassa
di un edicolante a cui
avrebbe provocato tre
giorni di prognosi per
una congiuntivite
spruzzandigli contro
dello spray urticante. Un
colpo finito male.
La nomina
L’auto si ribalta nel fossato Lei lo lascia, lui la fa finita
Muore un arbitro di 24 anni impiccandosi nel sexy shop
VERONA — Un colpo di sonno o
un malore. L’auto che sbanda contro
il guard rail e viene rimbalzata verso
la corsia di destra fino a finire nel fossato che costeggia la carreggiata. La
parte anteriore del veicolo si scontra
con il terrapieno e quella posteriore
si solleva, prima di ricadere pesantemente ruote all’aria, schiacciando
l’abitacolo.
È la scena alla quale ha assistito
un automobilista che seguiva la vettura guidata da un ragazzo di 24 anni, Francesco Simeoni, residente a
Verona, morto sul colpo uscendo di
strada. Lo schianto è avvenuto ieri
mattina poco dopo le 7, in località
Stanghella, sul tratto della A13, l’auostrada che collega la città del Santo a
Bologna. Dai primi rilievi della
polstrada sembra che la sbandata
violenta dell’auto, che non ha coinvolto altri mezzi, sia stata causata da
un colpo di sonno o da un malore.
«E’ stata una scena orrenda – ha
testimoniato alla polstrada di Rovigo l’autista del mezzo che seguiva Simeoni – la vettura non ha fenato, è
stata scaraventata fuori strada dal-
5
VERONA — «Mi ammazzo. Non
posso più vivere senza di te». Un
messaggio inequivocabile ricevuto
dal cellulare dell’ex fidanzata che è
diventato l’epitafio elettronico di
accompagnamento ad una lettera
scritta a mano trovata nel negozio
di un 38enne residente nella bassa
veronese, che si è tolto la vita ieri
pomeriggio all’interno del proprio
negozio in zona stazione a Padova.
A scoprire l’amico e socio impiccatosi alla meglio nel bagno del
sexy shop «Europa» di via Buonarroti sono stati due coetanei, che lo
aspettavano per un appuntamento
di lavoro a Milano. A quell’appuntamento però il commerciante non
si è mai presentato. Dopo aver sbrigato alcune faccende in negozio ha
deciso di farla finita: ha scritto tutta la sua disperazione prima su un
foglio di carta e poi l’ha sintetizzata
pigiando pochi caratteri sulla tastiera indirizzando l’sms a quella
che fino a qualche giorno prima
era la donna della sua vita e che la
fine della storia d’amore ha tramutato nel pretesto per darsi la morte.
La ragazza, impressionata e spaventata dal contenuto dell’sms ha
raggiunto telefonicamente i soci
che aspettavano l’ex fidanzato a Milano. I due veronesi dopo aver cercato inutilmente di mettersi in contatto telefonicamente con l’uomo,
hanno preso l’auto e sono corsi fino a Padova. Entrati nel negozio
hanno chiamato il socio senza ricevere risposta. Il silenzio nel punto
vendita era rotto solo da un rantolo che proveniva dal bagno. Il cappio infatti non aveva rotto il collo
dell’uomo, che è stato strangolato
lentamente dalla corda, che il
38enne si è fatto passare attorno alla testa prima di ammanettarsi con
le mani dietro la schiena.
Un’agonia durata almeno due
ore e che è finita un’ora dopo i primi soccorsi all’ospedale di Padova.
L’asfissia prolungata ha compromesso l’attività respiratoria e l’ossigenazione al cervello spegnendo il
dolore che aveva reso per un attimo preferibile la morte ad una vita
di solitudine.
A.G.
Barbaglio è il nuovo
procuratore aggiunto
VERONA - Con tredici
voti a favore, Angela
Barbaglio è stata
nominata dal plenum
del Csm nuovo
procuratore aggiunto al
tribunale di Verona.
Un ruolo, quest’ultimo,
ricoperto fino a pochi
mesi fa dal dottor Mario
Giulio Schinaia, prima
di essere promosso a
nuovo procuratore di
Verona. Cinquantasette
anni, specializzata in
reati fallimentari e
societari, Barbaglio a
Verona aveva già
ricoperto l’incarico di
pm.
Davanti al Csm, si era
candidata anche per il
ruolo di procuratore
aggiunto a Venezia: un
incarico che però la
Suprema corte ha
assegnato a Carlo
Nordio.
Barbaglio potrebbe
entrare in servizio a
Verona entro poche
settimane.
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VR
Cronaca Verona
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
Edilizia scolastica Dopo il crollo alla materna Contrada Polese
La vendita
Verifiche in tutte le scuole
Il sindaco alle circoscrizioni
«Segnalate ogni rischio»
Palazzo Forti
Disaccordo
sulla stima
Partiti i controlli. Lettera a tutti i presidenti
Al Consiglio di Stato
Ex Cartiere,
centrosinistra
contro il Tar
VERONA — Non è finita la
telenovela giudiziaria
attorno alle ex Cartiere.
Contro il progetto della
giunta comunale per la
realizzazione del grande
isolato (uffici, centro
commerciale, cinema e
parco) il centrosinistra
aveva fatto ricorso al Tar,
chiedendo il blocco dei
lavori. Ricorso respinto.
Ma adesso, Stefania Sartori
e gli altri consiglieri hanno
presentato ricorso al
Consiglio di Stato.
Quaranta pagine preparate
dagli avvocati Lambertini,
Sandulli e Maccarrone,
contro il Comune e la
società Verona Porta Sud,
rappresentata dagli
avvocati Carlo Fratta
Pasini, Luigi Annunziata e
Giorgio Pinello. Pagine in
cui si sostiene che alla
minoranza non è stato
concesso di discutere i
propri emendamenti,
presentati in aula ma
dichiarati «inammissibili».
Il Tar aveva replicato che
comunque la discussione
c’era stata, con «la
possibilità di esprimere il
dissenso». Ma il
centrosinistra ribatte che
«i consiglieri comunali
non sono componenti di
una giuria che si limita a
diure sì o no». Di qui la
richiesta di annullare la
prima sentenza e di
sospendere la delibera del
consiglio comunale di
ottobre, bloccando i lavori
perché altrimenti, dicono i
ricorrenti, la decisione nel
merito della validità della
delibera potrebbe arrivare
quando «l’area sarà ormai
edificata» e sarebbe allora
ovviamente «inutile
riportare la delibera».
L.A.
Alberto Bozza
(Seconda): «Giusto, ma
finora nessuno di noi
ha sottovalutato la
situazione»
VERONA — Controlli d’urgenza, la macchina comunale
per il controllo della sicurezza delle scuole veronesi si è
messa in moto. E di buonora:
ieri mattina infatti è partita
una ricognizione alla volta degli edifici scolastici con problemi di infiltrazioni. Scopo:
evitare il ripetersi di fatti come quello della scuola materna Contrada Polese di Santa
Lucia la scuola materna cui lunedì mattina è crollato il controsoffitto.
«La relazione sarà pronta
entro martedì, mercoledì
prossimo», fa sapere il sindaco Flavio Tosi, che già martedì sera aveva annunciato la disposizione di un controllo rapido e urgente per verificare
se altri edifici presentano infiltrazioni d’acqua o situazioni analoghe a quelle di Contrada Polese. Non solo. Dall’ufficio del sindaco ieri è stata inviata una «tirata d’orecchie» a tutte le circoscrizioni;
una lettera, in cui si sollecitava a segnalare tutti i casi riguardanti le scuole di cui sono a conoscenza. «Assolutamente doveroso da parte del
sindaco. Ma non ci coglie impreparati - afferma il presidente della seconda circoscrizione, Alberto Bozza -. Non è
che finora non si sia considerato con serietà il problema:
io stesso fisso delle riunioni
annuali con i dirigenti scolastici e i tecnici per decidere
con loro le priorità da effettuare nell’anno in corso, a seconda del budget disponibile. Nel 2009, con i tagli in generale e la crisi siamo più in
difficoltà: per questo penso si
dovrebbe fare più spesso degli aggiornamenti tra circoscrizioni e gli assessorati competenti, al fine di coordinare
meglio gli interventi».
A proposito di segnalazioni, è proprio Fabio Venturi,
presidente Quinta circoscrizione, a mettere in luce una
nuova gatta da pelare che sta
riguardando già oggi, e ri-
guarderà ancora di più in futuro, le scuole veronesi. «Giusto che sindaco faccia ricognizione delle situazioni, anche
se il nostro ufficio tecnico lavora bene e tutti i casi sono
sempre stati segnalati. Oggi il
vero problema riguarda gli
ampliamenti. C’è una sempre
maggiore domanda da parte
delle giovani famiglie, spesso
straniere, un aumento di insediamenti abitativi. Quindi, ci
sono anche più bambini. La
programmazione pianificata
nel passato sugli ampliamenti strutturali nelle scuole è insufficiente. Stiamo perdendo
aule per laboratori o altre attività per recuperare aule per
l’attività scolastica».
Crollo
Il cedimento
alla scuola
materna
Contrada
Polese di
Santa Lucia.
Il sindaco ieri
ha inviato
una lettera ai
president dei
parlamentini
di zona
chiedendo di
segnalare
ogni rischio
Anna Martellato
Enti Vertice di maggioranza fissato per il 10 aprile. Sul tappeto anche la fiera
Il Catullo tra Bergamo e Venezia
Tosi convoca il summit sull’aeroporto
Colpo doppio
Due rapine in 15 minuti
nella zona di Borgo Roma
VERONA — Due colpi sono stati
messi a segno l’altra sera a distanza
di un quarto d’ora l’uno dall’altro,
nella zona di Borgo Roma. Erano
circa le 20.30, quando due
malviventi col viso coperto da un
casco integrale sono entrati nella
gelateria Alaska: dopo aver
minacciato la cassiera con una
pistola sono fuggiti con un bottino
di circa sessanta euro.
Un magro bottino, tanto che
secondo la polizia i due potrebbero
essere gli autori anche della rapina
portata a termine poco più tardi
all’interno della pizzeria al taglio
Girasole, in via Belfiore, dove i
malviventi hanno portato via circa
350 euro.
Sul posto sono intervenuti gli
agenti delle volanti, quelli della
squadra mobile e della polizia
scientifica.
Al. Men.
VERONA — Riunioni? Non risulta. E
la cosa è quanto meno strana. Perché da
Roma avevano chiesto di «chiudere» sulle candidature provinciali entro sabato.
Ma il ritmo è improvvisamente calato. E
adesso si rischia di slittare a dopo Pasqua. L’unico a muoversi (e molto) al
momento è Flavio Tosi. Che ha cenato
l’altra sera con Galan e che forse non per
semplice coincidenza, ha convocato per
venerdì 10 alle 16 (doveva essere ieri
ma è stato rinviato) un vertice del centrodestra sull'aeroporto Catullo: all'ordine del giorno, l'aumento di capitale e le
strategie delle alleanze (con Bergamo o
Venezia?). Temi di cui forse si è discusso l'altra sera al ristorante di Giovanni
Rana. Assieme (dicono i bene informati) alla questione Fiera, al nuovo vicesindaco (Galan punta su Giacino), al traforo delle Torricelle (finanziamenti in arrivo?), allo sblocco dei fondi per la cultura e alle elezioni provinciali. L'unica cosa certa di quella cena, peraltro, è il
menù: rigorosamente bipartisan all'inizio (uova e asparagi e ravioli con bruscansi, innaffiati da Valpolicella superiore Roccolo Grassi) poi divaricatosi tra
una tartare di manzo, piatto prediletto
del sindaco, e la burrata scelta da Galan.
Tornando alle questioni politiche, per
la presidenza della Fiera (da decidere en-
tro il 20 aprile) c'è l'ipotesi del prorettore, Bettina Campedelli e c'è quella di Ettore Riello (al momento impegnato nella sua battaglia interna a Confindustria)
che potrebbe essere sostenuto da Alberto Giorgetti. Perché, altra cosa sicura, da
An tengono a sottolineare che il nome
del successore di Castelletti lo decideranno loro, e nessun altro. E per la presidenza della Provincia? Qui davvero «grande
è la confusione». Ogni gruppo del Pdl
sembra essere asserragliato nel suo
bunker. E il fatto che non sia ancora arrivata né la nomina ufficiale di Alberto
Giorgetti a coordinatore regionale, né
quella dei coordinatori provinciale e cittadino (in lizza Giancarlo Conta e Massimo Giorgetti) non aiuta a chiarire le cose. Domani ad Affi si riuniranno i seguaci di Aldo Brancher. Che confermeranno
il sostegno ad Antonio Pastorello.
L’ipotesi di slittamento a dopo Pasqua si rafforza: anche se potrebbe provocare un ingorgo politico col candidato presidente della Provincia da decidere tra il 14 e il 18, il presidente della Fiera da scegliere entro il 20, i dirigenti del
Pdl da nominare nella stessa settimana,
le liste dei candidati alle europee da presentare entro il 29 e quelle per le provinciali entro il 9 maggio.
Lillo Aldegheri
VERONA — Sette milioni di
euro in meno. La cifra è
quanto la Fondazione
Cariverona avrebbe valutato
al ribasso la stima fatta dal
Comune su palazzo Forti,
pari a 39,5 milioni.
Sembrava che l’accordo per
la permuta dell’area dell’ex
Mercato ortofrutticolo
(valutata poco meno di 40
milioni di euro) con la sede
della Galleria d’arte
moderna fosse ormai cosa
fatta. E che si fosse trovata
la quadra sui valori dei due
beni da scambiare. Invece
potrebbe crearsi
un’empasse di natura
economica. La Fondazione,
proprietaria (insieme a
Banco Popolare e Cattolica)
dell’area di fronte alla Fiera,
per palazzo Forti non
sarebbe disponibile, infatti,
a pagare più di 32 milioni di
euro. Puntando a portare a
casa qualcosa in più oltre
all’edificio storico, magari
denaro contante per le
proprie casse. Per
scambiare l’intero capitale
della Polo Finanziario Spa
(in pratica l’ex Mercato
ortofrutticolo) con il
palazzo, la Fondazione
avrebbe quindi chiesto al
Comune di colmare la
differenza tra le due stime.
Resterebbero scoperti circa
7 milioni di euro: tanto
quanto l’amministrazione
comunale dovrebbe poi
saldare a margine della
permuta dell’isolato Forti. A
palazzo Barbieri, bocche
cucite sulla questione.
Eppure, a margine della
giunta di ieri mattina, c’è
stato un incontro tra i
vertici della Fondazione
Cariverona, il sindaco
Flavio Tosi e l’assessore al
Patrimonio Daniele Polato.
Ufficialmente per valutare le
ultime adempienze
amministrative per
chiudere l’operazione.
Ufficiosamente, invece,
potrebbe essere stata
l’occasione per mettere sul
piatto la nuova richiesta
della Fondazione. Anche se
l’assessore Polato smentisce
chiaramente quest’ultima
possibilità: «Nell’incontro –
spiega – si è discusso solo
delle ultime formalità
burocratiche da sbrigare e
non si è nemmeno sfiorato
l’argomento stime. Per
quanto ne so la nostra
posizione e quella della
Fondazione sono rimaste le
stesse».
Francesco Marchi
Cronaca Verona
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
Vinitaly Oggi l’inaugurazione in Fiera, si stimano 160mila visitatori
Il riconoscimento
Al via la kermesse del vino
«La crisi? Il Valpolicella
non può lamentarsi»
Il Bugiardo,
premio
alla scaltrezza
Sartori, presidente di Uiv: «Il prodotto classico resiste»
VERONA — La grande kermesse è ai nastri di partenza. Vinitaly 2009 questa mattina
prende ufficialmente il via,
pronto ad accogliere una folla
imponente (si stimano 160 mila visitatori sino a lunedì, giorno di chiusura). Crisi dei mercati, sostegno alla qualità, promozione del biologico, tutela dell’ambiente, impegno nel diffondere una cultura del bere tra i
giovani saranno tra i temi al
centro della rassegna che è anche occasione buona per verificare lo stato di salute dei vini
veronesi. L’analisi è affidata ad
Andrea Sartori, presidente della UIV, l’Unione Italiana Vini.
«Chi non può lamentarsi –
afferma – è la zona del Valpolicella nel suo insieme. Amarone
e Ripasso tengono piuttosto bene, il prodotto classico cerca di
resistere. Sul versante opposto
si registra qualche difficoltà
per il Soave che soffre la concorrenza del Pinot Grigio, oggi
probabilmente il bianco italiano di maggior successo in assoluto. Il Lugana, per metà nostro e per metà bresciano, sta
ottenendo buoni risultati specie nel sud della Germania
mentre il Custoza resta un prodotto tipicamente locale e non
riesce a sfondare all’estero ma
questo è un vecchio discorso».
La maggior criticità del comparto scaligero però è un’altra:
«Parliamo di un Bardolino in
sofferenza. Non è una questione di qualità, forse di momenti, di mode. Certo chi ha voluto
trasformare un Bardolino tradi-
zionale, vino fresco, giovane,
di facile beva, in una sorta di
Valpolicella ha sbagliato strategia. Fortunatamente c’è il Chiaretto che permette di recuperare posizioni grazie alla riscoperta generale dei rosati. Un successo, quest’ultimo, destinato
a durare nel tempo, sia sui prodotti fermi sia sui mossi». E intanto proprio il Consorzio di
Tutela del Bardolino farà partire a Vinitaly una raccolta di firme allo scopo di opporsi al progetto comunitario che prevede
in futuro la realizzazione di rosati «miscelati» tra vini bianchi
e rossi.
Il Soave invece avanza a piccoli passi nonostante i numerosi premi raccolti nelle guide
specializzate del 2009: «Negli
ultimi dieci anni – osserva Sartori – si è assistito ad una rinascita di questo prodotto, superiore per qualità al Pinot Grigio, ma il consenso di massa lo
si raggiunge soltanto attraverso una comunicazione più incisiva».
Chi non deve farsi conoscere è l’Amarone: «Se ne produce
troppo, è vero, ma il mercato risponde e quindi i risultati danno ragione alle aziende. Piuttosto è il Valpolicella che in prospettiva rischia di restare
schiacciato dalla forza di Amarone e Ripasso e di perdere le
sue posizioni. Un fatto che mi
preoccupa parecchio».
Allargando l’orizzonte al territorio regionale il presidente
della Uiv si dice fiducioso: «Le
difficoltà non mancano ma il
Veneto, sul piano vinicolo, sta
meglio di tanti altri, penso ad
esempio a grandi come Piemonte e Toscana. Merito delle
nostre eccellenze: il Prosecco,
forte di 50 milioni di bottiglie
vendute nel 2008, il Pinot Grigio e il blocco dei vini veronesi, un must dell’enologia nazionale. E poi il Veneto lo scorso
anno è stata la regione più produttiva e vanta un tessuto imprenditoriale di altissimo livello».
Stefano Alfonsi
In Fiera
Oggi
l’inaugurazione della
43esima
edizione di
Vinitaly.
Ieri sera
l’anteprima
con il Gran
Galà al
teatro
Filarmonico
Il piano del traffico
Migliaia di visitatori: scattano i semafori intelligenti
VERONA — Al via da oggi la 43esima edizione del Vinitaly.
In cinque giorni di manifestazione, sono attesi in Fiera
almeno 158mila visitatori. E per ridurre al minimo i disagi
alla circolazione, il Comune da quest’anno ha varato una
serie di nuove iniziative, concordate con VeronaFiere. La più
importante prevede il posticipo di mezzora degli orari di
apertura e chiusura che saranno, quindi, 9.30 e 18.30. Questo
per evitare che il traffico portato dai visitatori si sommi a
quello generato dall’inizio delle scuole e dal rientro a casa
dei lavoratori. Sempre per evitare il caos sulle strade, per la
prima volta, i pannelli a messaggio variabile distribuiti nelle
vie di accesso alla città daranno informazioni aggiornate
sullo stato dei posti disponibili nei singoli parcheggi di
Verona. Ad aiutare la viabilità anche i nuovi semafori
«intelligenti» centralizzati: la durata del rosso e del verde
sarà regolata in tempo reale dal Centro di controllo del
traffico. In soccorso dei pedoni, invece, la nuova passerella
sospesa che, da quest’anno, collega il parcheggio all’ex
Mercato ortofrutticolo con la Fiera, scavalcando il trafficato
viale del Lavoro. Potenziato anche il sistema dei parcheggi,
7
con altri 2mila posti ricavati agli ex Magazzini generali che
portano il totale a oltre 17mila. Il collegamento con il
quartiere fieristico sarà garantito da bus navetta in servizio
sui principali percorsi verso parcheggi (alle ex Officine Adige
e allo Stadio), centro città, stazione ferroviaria e aeroporto
Catullo. Per i pullman turistici diretti ai posteggi della Fiera,
poi, il Comune ha stabilito l’esenzione dal ticket di ingresso
da 30 euro, con un’apposita ordinanza. Nelle ore di maggior
traffico (previste per il mattino) le auto in uscita dal casello
di Verona sud verranno indirizzate verso i parcheggi con
itinerari alternativi e deviazioni. Il percorso principale
rimane comunque quello di via Flavio Gioia-via del
Commercio. Chi utilizzerà la tangenziale sud, invece, arriverà
al park multipiano da strada dell'Alpo e via Roveggia.
Durante l’evento saranno in servizio fino a 130 vigili. Oltre
che regolare il traffico, contrasteranno anche il parcheggio
abusivo e altri fenomeni illegali, quali la presenza di
bagarini, campanellari e l’utilizzo improprio di permessi per
disabili.
F.M.
VERONA — Una cena di
beneficenza per presentare
i prodotti e le iniziative
della Cantina Buglioni al
Vinitaly e mostrare i
risultati di una ricerca
sull’uva Molinara. Martedì
sera, all’interno di un
salone dell’azienda
agricola Buglioni, a San
Pietro in Cariano, il titolare
della Cantina Mariano
Buglioni ha raccontato:
«Quello che vivremo sarà
un Vinitaly speciale.
Quest’anno lanciamo la
prima edizione del premio
"Il Bugiardo". Un
riconoscimento all’ironia,
all’intelligenza, alla
furbizia e alla scaltrezza. E
in veronese "el busiardo",
è inteso come furbo e
scaltro, dove la bugia non
è una mera menzogna ma
una "finzione" intelligente
per raggiungere uno scopo
di grande livello».
La proposta 2009 della
Cantina al Vinitaly sarà "Lo
Zingaro", un vino rosso
veronese Igt. Durante la
serata, inoltre, è stata
bandita un’asta con cinque
bottiglioni da cinque litri
di Bugiardo. Il ricavato è
andato all’Agave,
Associazione genitori e
amici di bambini autistici
veronesi. Il professor
Roberto Ferrarini, infine,
docente nel dipartimento
di Scienze, tecnologie e
mercati della vite e del
vino dell’Ateneo veronese,
ha illustrato i risultati della
ricerca sull’uva Molinara.
«Un’uva da salvare – ha
affermato – perché si tratta
di un vitigno autoctono
della Valpolicella». (d.g.)
VR
8
VR
Regione Attualità
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
I servizi Enti e istituzioni
Volontari
di nuovo
in servizio
Il questore Luigi Savina: «Il giuramento di servire
Il Siulp Silvano Filippi: «La novità non ci piace,
il Paese non decade con la pensione, quindi ho
accolto la disponibilità di sei ex poliziotti ad aiutarci
per ridurre i tempi di attesa allo sportello»
nemmeno come cittadini: non ci sta bene
che colleghi a riposo, quindi non più vincolati
al segreto professionale, trattino dati sensibili»
Pensionati in questura
per snellire le pratiche
Il caso I medici di base scrivono a Sacconi
Padova, faranno passaporti e licenze. Insorge il Siulp
PADOVA — Ma come, il governo taglia a destra e a manca e non si accorge
di un enorme spreco che si consuma sotto il suo naso da quattro anni? Lo ha scoperto Lorenzo Adami, nuovo segretario
regionale della Fimmg (medici di base),
che ha scritto ai ministri Giulio Tremonti, Renato Brunetta e Maurizio Sacconi
per segnalare l’inutilità di milioni di etichette adesive da piazzare sulle ricette
per nascondere il nome del paziente se
lo richiede. «E’ una conseguenza della
legge sulla privacy emanata nel 2005 —
spiega Adami — da allora, insieme alle
ricette rosse ad ogni medico arrivano le
relative etichette, stampate dal Poligrafico dello Stato. Ma che nessuno usa, nonostante negli ultimi quattro anni siano
costate 6 milioni di euro (600 mila solo
per il Veneto, ndr)». Vanno al macero, anche perchè quasi nessun paziente sa di
poter «oscurare» il nome, che comunque basterebbe non scrivere sulla ricetta.
Il segretario chiede ai tre ministri di
sospendere la stampa delle etichette e destinarne l’importo (che raddoppia se si
considerano anche le impegnative per visite, esami e ricoveri ospedalieri) al Fondo per la medicina generale. Per assumere segretarie e infermieri, sempre carenti
negli ambulatori. La Fimmg bacchetta
anche la Regione, che «travasa» i soldi risparmiati dai medici di famiglia per la
farmaceutica territoriale alla rete ospedaliera, invece «in rosso». «Dal gennaio all’ottobre 2008 abbiamo ridotto la spesa
di 126,585 milioni di euro, arrivando al
10,8% del budget, contro il 13% di tetto
massimo — dice Adami —. Gli ospedali
hanno sforato di 136,363 milioni, evidentemente ripianati con il nostro risparmio, che abbiamo proposto alla Regione
di indirizzare a un nuovo Fondo di appropriatezza. Servirebbe a pagare servizi
logistici ora senza budget, a causa del sot-
PADOVA — Capaci, addestrati, affidabili e a costo zero.
In questo periodo di crisi e di
tagli al comparto sicurezza, i
poliziotti in pensione vanno
per la maggiore. Tutti li vogliono: i centri commerciali
per la vigilanza, il ministro Roberto Maroni per le ronde e
ora anche le questure, per affiancare il personale degli uffici. Il primo questore veneto a
ricorrervi è quello di Padova,
Siulp Silvano Filippi
Luigi Savina, che nei giorni
scorsi ha sottoscritto una convenzione con il presidente
provinciale dell’Associazione
nazionale polizia di Stato,
Pierpaolo Menini, per poter
utilizzare i volontari a supporto dell’attività di rilascio di
passaporti, licenze per armi e
pubblici esercizi.
«Il giuramento di servire il
Paese non decade con la pensione — spiega Savina — perciò ho deciso di accogliere la
disponibilità manifestata da
sei ex agenti e ispettori a darci una mano, con l’unico
obiettivo di migliorare il servizio al cittadino. E ridurre ulteriormente i tempi di attesa.
Dal 30 marzo i volontari sollevano i colleghi in servizio da
piccole mansioni, come fornire informazioni all’utente,
mettere le foto sui passaporti,
assolvere a compiti di mediazione. Un domani potranno
anche tenere lezioni di sicurezza agli anziani — aggiunge
il questore — o distribuire
opuscoli per evitare truffe. Lavorano alcuni giorni alla settimana per qualche ora, a seconda della loro disponibilità, e fanno risparmiare tempo
allo sportello. Niente di più
impegnativo».
L’iniziativa sta prendendo
piede, a macchia di leopardo,
anche nel resto d’Italia, un po’
sulla falsariga dell’esperienza
maturata nel tempo da altri
ex appartenenti a corpi dello
Stato, come gli alpini e i carabinieri. Ma il Siulp storce il naso. «I pensionati rientrano
nell’organizzazione del lavoro
e nessuno avverte il personale in servizio e i sindacati? —
si chiede il segretario regionale Silvano Filippi — Se la questura di Padova intende riavvalersi di loro, deve disciplinarne l’attività in modo corretto e dopo una concertazione con i rappresentanti dei la-
Sprechi in sanità, sei milioni
in etichette finite al macero
«Oscurano il nome del malato»
Primo in Veneto
Luigi Savina, questore di
Padova, è il primo del Veneto
ad avviare un’iniziativa
diffusa nel resto d’Italia
Al via La
questura
di Padova
da martedì
affianca
poliziotti
in pensione
al personale
degli Uffici
passaporti
e rilascio
licenze
voratori. Come si devono rapportare con i volontari? La novità non ci piace nemmeno come cittadini, non ci sta bene
che poliziotti ormai a riposo,
quindi non più vincolati a rapporti gerarchici nè al segreto
professionale, possano trattare dati sensibili». E c’è un altro rospo difficile da mandare
giù, per Filippi: «Se la polizia
è costretta a richiamare in servizio i pensionati, significa
che è arrivata alla frutta».
Qualche perplessità la
esprime anche Graziano Candeo, segretario provinciale
del Siulp, che si è accorto della novità quando ha visto in
ufficio colleghi in pensione.
«Siamo certi della buona fede
e della buona volontà dei nostri capi — dichiara — ma ci
chiediamo: chi è il responsabile amministrativo per una pratica trattata dai volontari? E la
privacy? E ancora: un assistente in servizio può dare disposizioni ad un ex ispettore in
quiescenza e viceversa? Facciamo sempre più fatica a destreggiarci in questo caos organizzativo».
Michela Nicolussi Moro
tofinanziamento della sanità territoriale».
Dal 2000, le risorse per tale settore sono scese dal 6,1% al 4,1% del fondo sanitario regionale, nonostante il progetto di
affidare la gestione del paziente cronico
alla rete territoriale, per liberare i letti
ospedalieri. Soprattutto in previsione di
un ulteriore taglio di 300 posti per acuti
e dell’aggiunta di altri 2071 per post acuti. I medici di base vorrebbero che la metà di questi ultimi fosse attivata nelle case di riposo e affidata al loro controllo. In
compenso rinuncerebbero ad altre Utap,
gli ambulatori territoriali resi obbligatori
in ogni Usl dalla Regione per smaltire i
codici bianchi al Pronto soccorso. Ci la-
Lorenzo Adami con le etichette (Gobbi)
vorano medici, pedriatri di base e Guardie mediche e costano il 2,6 per mille dei
7,6 miliardi di euro del fondo regionale
sanitario. «Ora sono 28, ma quando saranno a regime, cioè 40, serviranno 480
mila veneti, il 10% — rileva Adami —. Sarebbe più utile mettere in rete i medici di
famiglia tra loro e con gli ospedali, per
garantire il continuo scambio di dati tra
le varie strutture che si occupano di tutti
i cittadini e permettere agli stessi di trovare sempre un dottore disponibile nel
quartiere di residenza, anche quando il
loro è in ferie».
M.N.M.
9
Regione Attualità
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
La Politica Le leggi
Avviato
il progetto
di riforma
VR
Mara Bizzotto (Lega Nord)
«Una mediazione accettabile ma che ci soddisfa
solo parzialmente: il nostro obiettivo
rimane sempre l’abolizione totale di questi enti»
Dimezzati Consorzi di bonifica e poltrone
Il consiglio regionale vota la riduzione da 21 a 10 e il dimagrimento dei consigli di amministrazione
La critica di Gerolimetto
(Fi): «Un errore
accorpare i tre Consorzi
trevigiani, sono territori
troppo diversi tra loro»
La riforma
VENEZIA — Dimezzati,
con un colpo solo. Il sistema
dei Consorzi di bonifica del
Veneto, eredi (non amatissimi, per la verità) della storica
epopea delle terre strappate
alle paludi e al capriccio delle
acque, uscirà completamente stravolto dal processo di riforma che sta avanzando in
consiglio regionale. Il provvedimento non è ancora legge
(il voto finale potrebbe arrivare oggi, anche se i potenziali intoppi e le divergenze di
opinione non mancano) ma
il nucleo della rivoluzione è
contenuto in un articolo, il
numero 2, che è già stato votato dall’aula: mettendo insieme le diverse proposte, anche dell’opposizione, avanzate nel corso del dibattito, la
giunta regionale ha messo a
punto e fatto approvare un
emendamento che taglia drasticamente il numero dei
Consorzi da 21 a 10.
Taglio netto
La legge di riforma dei
Consorzi di bonifica, in
discussione in consiglio
regionale, è arrivata a un
punto di svolta: l’aula ha
approvato l’articolo più
«pesante», quello che prevede
il dimezzamento (da 21 a 10)
del numero dei Consorzi,
ottenuto accorpando tra loro
quelli esistenti. Il
provvedimento è il risultato di
una mediazione tra le
posizioni più radicali, come
quelle della Lega (favorevole
alla totale eliminazione dei
Consorzi, con passaggio delle
competenze alle Province) e il
progetto originario, che
riduceva il numero dei
Consorzi a quattordici.
Dimagrimento
Oltre alla riduzione del
numero complessivo, i
consorzi superstiti
risulteranno dimagriti negli
organi dirigenti: i consigli di
amministrazione scenderanno
da 7 a 5 componenti, mentre
le assemblee consortili d’ora
in avanti saranno composte
da 20 rappresentanti anziché
30.
I superstiti
Lo stesso articolo individua anche la mappa dei nuovi Consorzi, frutto degli accorpamenti tra quelli esistenti: 1) Adige-Garda, Agro Veronese, Tartaro, Tione, Valli
Grandi e Medio Veronese; 2)
Padana Polesana, Polesine,
Adige-Canal Bianco; 3) Delta
Po-Adige; 4) Riviera Berica,
Zerpano, Adige Guà, Medio
Astico, Bacchiglione; 5) Pede-
Questa mattina
S’inaugura il Vinitaly
Consiglio a rischio
Epopea La sala macchine delle idrovore al Museo della bonifica di Porto Tolle, nel delta del Po
montano Brenta; 6) Adige
Bacchiglione, Euganeo; 7)
Bacchiglione Brenta; 8) Dese
Sile, Sinistra Medio Brenta;
9) Destra Piave Pedemontano, Brentella di Pederobba,
Pedemontano Sinistra Piave;
10) Basso Piave Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento.
L’opera di dimagrimento
dei Consorzi è completata
dal taglio dei consigli di amministrazione, che scenderanno da 7 a 5 componenti, e
dalla riduzione delle assemblee consortili, che d’ora in
avanti saranno composte da
20 rappresentanti anziché
30.
Favorevoli e contrari
Mara Bizzotto, la pasionaria della Lega Nord che ha dichiarato ai Consorzi di bonifica una guerra senza quartiere, ha messo in chiaro: «Questo dimezzamento è una mediazione accettabile ma ci
soddisfa solo parzialmente. Il
nostro obiettivo - ha insistito la consigliera vicentina - rimane sempre l’abolizione to-
tale di questi enti, ma purtroppo non la pensano così
le altre forze di maggioranza
né il Pd, che non ci hanno voluti seguire sulla strada della
radicale cancellazione».
Le opinioni divergono in
maniera ancora più netta
quando si scende nel particolare.
Amedeo Gerolimetto, consigliere trevigiano di Forza
Italia, ha voluto mettere a verbale tutta la sua contrarietà
per la creazione di un unico
Consorzio nella Marca, figlio
VENEZIA — Il vino contro l’acqua in
consiglio regionale. I Consorzi di
bonifica? Non sono così urgenti da
rinunciare all’inaugurazione del Vinitaly,
la grande manifestazione enologica che
apre questa mattina nei padiglioni della
Fiera di Verona. Sembra proprio che
diversi consiglieri di maggioranza, oltre
ad alcuni assessori, siano fermamente
intenzionati ad essere presenti questa
mattina allo stand della Regione Veneto al
Vinitaly, che sarà inaugurato alle 12 e 30
dal governatore Galan e dal vice Manzato,
alla presenza del ministro trevigiano per
le Politiche agricole, Zaia. Perciò non
potranno essere in consiglio, convocato a
Venezia alle 10 e 30 per proseguire le
votazioni sulla riforma dei Consorzi di
bonifica. La previsione, a questo punto, è
facile: vuoi scommettere che stamattina
non ci sarà il numero legale per iniziare i
lavori? Rimane il pomeriggio, tasso
alcolico dei presenti permettendo.
della fusione fra i tre esistenti: «Per molti anni sono stato
consigliere del Brentella - ha
premesso - e quindi conosco
bene la realtà della bonifica.
L’accorpamento di territori
così diversi dal punto di vista idraulico, comporterà
grandi difficoltà nella gestione delle strutture consortili e
non consentirà di risolvere i
problemi idraulici esistenti».
Gli intoppi
La strada che porta all’approvazione finale del provve-
dimento, in ogni caso, rimane irta di ostacoli. Ieri pomeriggio, per esempio, la Lega è
andata per conto suo sulla
norma che regola le fasce di
rappresentanza degli utenti
nei Consorzi, votando contro
(l’articolo è stato comunque
approvato).
Subito dopo, come immediata conseguenza, è saltato
il numero legale e la seduta è
stata tolta. Dispettucci fra alleati, che costano tempo e fatica per ricucire.
A.Z.
Il caso Il dirigente regionale sostenuto da un fronte che va dal Pdl al Pd
Quella legge bipartisan
per riconfermare Vernizzi
Sul Passante
Silvano Vernizzi
(secondo da destra)
con l’assessore Renato
Chisso, il governatore
Giancarlo Galan e il
presidente della
Provincia di Treviso,
Leonardo Muraro
Veneto Strade, in commissione ok alla norma che consente il terzo mandato
Al Consiglio di Stato
Attesa per la Pedemontana
Il vincitore potrebbe cambiare
Il tracciato
Cittadini
visionano il
percorso della
futura
Pedemontana
Veneta
ROMA – Le parti hanno atteso
trepidanti fino a tarda serata, ma dopo
l’udienza di martedì il dispositivo non è
ancora stato notificato. Come sempre
succede a Roma, però, le voci si
rincorrono e sarebbero clamorose: dopo
la decisione di dicembre di sospendere
l’assegnazione dell’appalto della
Pedemontana Veneta all’associazione di
imprese guidata da Impregilo, i giudici
della V sezione del Consiglio di Stato
avrebbero confermato che la gara
avrebbe dovuto essere vinta dai loro
concorrenti, cioè gli spagnoli del
consorzio Sis. In attesa delle conferme
ufficiali, un simile esito costringerebbe
la Regione Veneto, che nelle cause
amministrative si era schierata al fianco
dell’Impregilo, ad assegnare a Sis la
costruzione dell’autostrada di 90
chilometri da Spresiano a Montecchio
Maggiore, a meno di non cancellare la
gara, con tutti i rischi connessi.
A.Zo.
VENEZIA — Che si tratti di
uno bravo, è opinione diffusa
al punto da sfiorare l’unanimità. Caso mai il problema, se di
problema si tratta, è che Silvano Vernizzi - l’uomo del Passante di Mestre, per intenderci
- è talmente bravo che non se
ne può fare a meno. Anche
quando le leggi obbligherebbero a congedarlo per raggiunto
limite dei mandati.
Il punto è proprio questo.
L’ingegner Vernizzi, dirigente
regionale al massimo livello, è
già stato nominato per due volte consecutive (dal 2001 a oggi) alla carica di amministratore delegato di «Veneto Strade», la società pubblica per la
gestione e manutenzione della
rete stradale costituita da Regione (30 per cento), Province
(50 per cento) e concessionarie autostradali (20 per cento).
A rigor di norma - anche se
l’interpretazione del caso specifico presenta elementi controversi -, non potrebbe concorrere per un terzo mandato: su
questo, la legge del 1997 che
regola le nomine e le designazioni agli incarichi pubblici
parla chiaro, in ossequio al
principio generale del ricambio. Ciò non di meno, Vernizzi
ha ripresentato la sua candidatura e la politica regionale ha
risposto con un’iniziativa di rara trasversalità: consiglieri di
maggioranza (Sernagiotto, Degani, De Boni, Cortelazzo, Grazia, Laroni, Bertipaglia, Piccolo e Tesserin) e di minoranza
(Marchese del Pd, che addirittura è il primo firmatario e relatore del provvedimento, Frigo, Gallo, Foggiato, Rossato,
Covi e Cancian) hanno sottoscritto una proposta di legge
per «correggere» la normativa
sulle nomine. Tutti per Vernizzi, insomma, con una significativa eccezione: quando la commissione Affari istituzionali, il
24 marzo, ha licenziato la pratica per l’aula, la Lega Nord si è
astenuta.
All’atto pratico, la «correzione» che si vuole introdurre è
persino banale: nel conteggio
totale, non si tiene conto del
primo mandato effettuato dall’amministratore delegato di
«Veneto Strade». Questo perché - è spiegato nella breve relazione che accompagna il
provvedimento - la legge isti-
tutiva di «Veneto Strade» prevedeva che, in sede di avvio
della nuova società creata nel
2001, la nomina degli amministratori fosse attribuita in via
straordinaria al presidente della Regione (anziché al consiglio regionale), consentendogli di utilizzare dirigenti regionali esperti e di fiducia dell’amministrazione - come Silvano
Vernizzi - in modo da garanti-
re l’immediato avvio operativo della società. In sostanza:
quel primo mandato era un caso eccezionale e non va computato.
In Regione, però, hanno
messo a fuoco il problema soltanto una volta che il bando
per le nuove nomine in «Veneto Strade» era stato lanciato.
Tanto che agli uffici del consiglio regionale sono arrivate,
entro i termini previsti, ben
centocinquanta candidature,
tra gli aspiranti a un posto da
semplice consigliere d’amministrazione e i pretendenti al ruolo di amministratore delegato
(il presidente, per la cronaca,
viene scelto tra gli amministratori indicati dalle Province). Di
fronte al dilemma rappresentato dal caso di Vernizzi, la politica è corsa precipitosamente ai
ripari: le nomine e il relativo
bando sono stati temporaneamente congelati, in attesa di
trovare una soluzione che mettesse al riparo la procedura di
designazione da eventuali ricorsi dei candidati esclusi.
L’unico modo sicuro, evidentemente, era cambiare la
normativa, scomputando per
legge quel primo mandato
«straordinario». Dovrà essere
il consiglio regionale a stabilirlo ma, nel passaggio in commissione, questa via d’uscita
ha registrato il consenso assolutamente bipartisan di Forza
Italia, An, Udc, Nuovo Psi, Partito Democratico, Italia dei Valori, Rete civica. Un’autentica
rarità.
Alessandro Zuin
10 Regione Attualità
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
VR
Il lavoro Le distorsioni
VENEZIA — Riduzione in schiavitù, buste
paga anomale, finte assunzioni, ferie camuffate, società apri e chiudi, contratti capestro.
La procura di Venezia ha puntato i riflettori
sui capannoni della Fincantieri, leader mondiale della cantieristica navale e ultimo colosso interamente statale (100% proprietà di Fintecna,
finanziaria del Tesoro) per tentare di scoperchiare il pentolone che sta cambiando radicalmente il mondo del lavoro: quello dell’esternalizzazione alle ditte d’appalto e dei mutanti rapporti fra classe operaia e
queste ultime. Sotto gli
azzurri capannoni della
più grande azienda pubblica italiana, dalla quale sta uscendo l’ultima
regina dei mari della Costa crociere, la Luminosa, gli inquirenti stanno
infatti scandagliando alcune sospette relazioni
industriali. Si occupano
cioè dei nuovi Cipputi:
più timorosi, meno tutelati, pedine importanti
di quest’epoca già ribattezzata post-fordista.
I nuovi Cipputi
L’esercito dei dipendenti delle piccole ditte
d’appalto della Fincantieri di Porto Marghera
(la sede del gruppo è a
Trieste), soprattutto extracomunitari con l’esigenza di avere un contratto per rimanere in
Italia, ha ormai di gran
lunga superato quello dei dipendenti diretti
dell’azienda pubblica: 2.600 contro 1.200. Tutti assunti da un numero impressionante di piccole società, oltre 500, che frammentano l’attività del cantiere in centinaia di cellule operative riducendo ai minimi termini i diritti sindacali dei lavoratori. I quali stanno contribuendo
in modo decisivo a sfornare navi mercantili e
passeggeri che nel 2008, a fronte di una sensibile riduzione degli ordini (dai 4,5 miliardi del
2007 ai 2,5 dello scorso anno), hanno portato i
ricavi al record storico di 2,9 miliardi per un
utile netto di 10 milioni.
L’ipotesi
La polizia giudiziaria è partita da un sospetto: che alcune ditte paghino i loro dipendenti
solo in parte. Cioè, sulla busta paga figura il
minimo sindacale, 1.200 euro o giù di lì, ma la
società versa al lavoratore appena 7-8-900 euro. Una condizione di sfruttamento sulla quale
giocherebbe un ruolo importante l’aspetto psicologico della minaccia: accettazione o licenziamento che, nel caso degli extracomunitari,
significherebbe anche rimpatrio. In una denuncia pervenuta in procura si ipotizzano situazioni paradossali. E’ il caso di una società
di allestimenti navali che ha fatto arrivare dall’estero, in un anno, un numero di lavoratori
asiatici decisamente superiore al proprio organico. Domanda: dov’è finita l’eccedenza? Quali
sono gli interessi che si celano dietro un’operazione del genere?
Altro capitolo riguarda la proprietà di una
Indagine
della procura
di Venezia
I nuovi Cipputi
Lo sfruttamento
Ci sarebbe un sottoproletariato, composto da
stranieri, che pur di non perdere posto e permesso
di soggiorno, lavorerebbe in condizioni disumane
Sospetti su buste paga anomale, finte assunzioni,
ferie camuffate, società apri e chiudi, contratti
capestro
Fincantieri, inchiesta
sugli operai «schiavi»
nata di un amministratore italiano di origini
meridionali con quella di uno straniero.
Nel mirino le micro imprese vincitrici di appalti e subappalti
L’indagine dopo un esposto: paghe «finte», nessuna regola
Un esercito ai margini
Il numero delle ditte che ruotano
attorno a Fincantieri ha superato
di gran lunga quello dei dipendenti
diretti: 2.600 contro 1.200
miriade d’imprese. Sono tutti titolari reali o si
nasconde qualche testa di legno che copre interessi superiori?
I sindacati puntano il dito sulla condizione
di decine di operai costretti di fatto a lavorare
in nero attraverso il sistema della cosiddetta
«paga globale» che monetizza e forfettizza tut-
500
Sono le micro imprese che lavorano per
Fincantieri e che avrebbero al loro interno
un sistema di regole completamente diverso
da quello dell’azienda madre e dei suoi 1200
operai regolarmente assunti
to: straordinari, salute, sicurezza, ferie. Una
buona parte legata a ditte sotto i 15 dipendenti
e quindi senza rappresentanze sindacali né delegati alla sicurezza, condizione di debolezza
che consiglia di evitare la denuncia della loro
condizione per non rischiare il posto.
Esercito di riserva
Alcuni arrivano a fare 250 ore al mese e il
loro lavoro è strettamente connesso alle esigenze del momento della piccola struttura la
cui dimensione non consente elasticità di orari e di assunzioni. E’ in questo quadro che si
inserisce il cosiddetto «esercito di riserva», gli
ultimi degli ultimi, cioè alcune centinaia di
operai che vivono ai margini della fabbrica e
che vengono chiamati alla bisogna.
Fenomeno nel fenomeno è quello della doppia proprietà. Ci sono aziende che vengono
amministrate insieme da uno o più italiani e
da un extracomunitario, il quale serve alla società per agganciare i suoi connazionali da portare in Italia (spesso via Genova), molti dei
quali arrivano in azienda grazie a lui. Si sta affermando anche una stranezza: la regia combi-
Cantieri navali
Fincantieri, leader mondiale
della cantieristica navale e
ultimo colosso interamente
statale (100% proprietà di
Fintecna, finanziaria del
Tesoro) ha chiuso il 2008 con
oltre due miliardi di euro di
ricavi e un utile di dieci
milioni di euro.
La procura ha posato la lente
d’ingrandimento sulle
condizioni di lavoro
all’interno dei cantieri
Aziende miste
La società Rocx, per esempio, specializzata
in lavori di carpenteria e saldatura navale, trenta dipendenti, ha sede nel Veneziano e risulta
guidata da tale Osman Hossain, un trentottenne del Bangladesh residente a Mestre. E’ stato
nominato al vertice della società l’11 febbraio
di quest’anno. Prima c’erano anche il sessantasettenne Giuseppe Ruggi di Taranto e un suo
corregionale, il trentatreenne di Lentini Daniele
Cassarino. Quest’ultimo
risulta attualmente amministratore unico di
un’altra società, la Eurotecnica, specializzata nel
montaggio di impianti
navali, anche questa con
30 dipendenti. Eurotecnica era in precedenza
amministrata da un uomo proveniente dalle
terre asiatiche: Hazari
Saiful Islam, un trentasettenne bengalese di
Comilla che ha tenuto il
timone fino all’aprile dello scorso anno. Gestioni
miste, insomma, che investono quasi esclusivamente su un capitale
umano in arrivo da
Oriente, a basso costo e
molto produttivo. Rock
ed Eurotecnica sono solo due esempi.
La paura
Ce ne sono altre che
operano con il Maghreb,
in particolare la Tunisia.
Altre ancora più semplicemente con operai italiani inquadrati con il sistema della paga globale. Come Giovanni, un siciliano di Siracusa
stoppato sabato scorso all’ingresso dei cantieri dal picchetto protestatario di Stefano Castigliego della Fiom. Giovanni sintetizza così la
sua odissea: «Se non lavoro non mi pagano...Ho cambiato tre ditte in pochi anni, tutte
dentro la Fincatieri. Due sono fallite e una alla
fine non mi ha neppure versato lo stipendio...
Penso che il proprietario sia lo stesso». Castigliego, che è un metalmeccanico dipendente
diretto di Fincatieri, cioè un privilegiato a paga non globale, si scalda: «E devi denunciarle
queste cose!.. Lo so lo so, c’è il timore di rimanere a casa ma se non le dite queste cose non
si potrà mai fare nulla». Il siciliano avrà una
cinquantina d’anni. Prima lo fulmina con gli
occhi, poi si controlla: «Sì, e poi vengo a casa
tua a mangiare, michia». Teme ripercussioni
padronali perché ha famiglia, figli, bisogno.
Non è un metalmeccanico come Castigliego. E
se gli chiedi il cognome ti guarda e scuote la
testa sorridendo. Mentre il sindacalista, naturalmente, può dirlo: «Io? Stefano Castigliego,
con la g». Lui, invece, sospira: «Eh, tu puoi».
Andrea Pasqualetto
La manifestazione Appuntamento sabato al Circo Massimo. Viafora: «Veneto a rischio sociale. Superati i 2 milioni di ore di Cig»
Cgil, la carica dei 12mila a Roma contro l’accordo separato
MESTRE — «Saremo in
12mila per dire no all’accordo separato»: la Cgil Veneto
prepara lo sbarco a Roma,
per la manifestazione in programma sabato 4 aprile al Circo Massimo. Il segretario regionale Emilio Viafora snocciola i dati delle oltre 4.000
consultazioni organizzate tra
febbraio e marzo tra i lavoratori e i pensionati. «Il no all’accordo separato sul modello contrattuale ha stravinto,
con il 94,25% delle preferenze. E non si tratta solo di voti
della Cgil, perché in moltissime aziende hanno votato anche gli iscritti agli altri sindacati». La percentuale più alta
si è registrata nella provincia
di Venezia (95,96%), seguono Padova (95,29) e Rovigo
(94,77): oltre 160mila i voti
raccolti in tutta la regione.
Un risultato pressoché plebiscitario, frutto senza dubbio
della crisi. «Ma alcuni indicatori evidenziano che siamo alle porte di un peggioramento
della situazione, con l’aggravante che l’esaurimento di alcuni elementi che finora hanno in qualche modo permesso di assorbire le ricadute, rischi ora di fare esplodere un
pesante problema sociale».
Viafora analizza settore per
settore il quadro: «Il metalmeccanico è quello che soffre di più, e le politiche del
governo sono inutili. A cosa
serve la rottamazione se c’è
un calo così drastico dei consumi? Non ci sono più soldi». Crisi gravissima anche
nel settore chimico, con il caso più eclatante di Porto Mar-
2.331.000
Sono le ore di cassa
integrazione di febbraio nel
Veneto. 1.676.000 di
ordinaria, 655mila di
straordinaria contro le 795mila
ore totali del febbraio 2008
ghera e con il 70% delle aziende di Murano che è interessato da chiusure o ricorso agli
ammortizzatori sociali. «Pesanti - aggiunge il sindacali-
sta — sono le difficoltà nel
calzaturiero e nell’occhialeria, così come in tutto il comparto edilizio (dove si registra un calo del fatturato del
70%
Sono le aziende di Murano in
difficoltà. Segnali negativi in
tutti i settori, compreso il
turismo. Pasqua sarà magra,
secondo gli operatori,
soprattutto a Venezia
In piazza Un corteo della Cgil. A Roma 12mila veneti
30%), nel settore del mobile
e del legno in generale, del
marmo (a Verona) e dei manufatti in cemento (Bassa padovana e Treviso)». Pasqua,
secondo la Cgil, sarà magra
per il turismo, soprattutto
nei centri storici (Venezia in
testa), con un consistente calo delle prenotazioni. E nel
commercio continua la chiusura dei piccoli negozi, mentre i grandi centri commerciali hanno già da tempo iniziato a ridurre gli organici all’osso. «Questi problemi si stanno facendo sentire in modo
diffuso anche nelle agenzie
di lavoro — dice Viafora —
sono ben 17 quelle che in
queste settimane hanno richiesto riduzione di organico, perché il crollo nell’utilizzo del lavoro somministrato
(-30% in Veneto) si ripercuote proprio sulle agenzie». E
poi c’è tutto il capitolo dei tagli di organico nel pubblico
impiego e nella scuola, che
secondo la Cgil porteranno a
una riduzione di 2.237 docenti e 1.109 non docenti nella
nostra regione. Un quadro a
tinte foschissime.
«Lo dimostrano — conferma Viafora — gli ultimi dati
sulle ore di cassa integrazione autorizzate: nel febbraio
2009 sono state 2.331.000
(1.676.000 di ordinaria,
655mila di straordinaria),
contro le 795mila ore totali
del febbraio 2008: siamo ormai a più del triplo». Tutti
motivi che hanno portato alla mobilitazione del 4 aprile.
«Ci stiamo organizzando con
treni e pullman, saremo almeno 12mila, dal Veneto, a
protestare: tutti i governi si
mobilitano mentre quello italiano pensa ad altro».
Giuliano Gargano
11
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
Le Città Impresa
Il programma
Un festival contro la crisi
Innovazione e creatività: oggi prende il via la kermesse che toccherà
cinque zone del Nord Est. A confronto imprenditori, professori e politici
C
inque capitali della periferia
nordestina, cinque temi di
fondo che esplorano la relazione fra il superamento della crisi e
l’innovazione necessaria, questa volta non per forza solo tecnologica. Il
percorso del secondo Festival delle
Città Impresa, da oggi al 5 aprile, organizzato e promosso da Nordesteuropa.it e dal Corriere della Sera, torna a cercare risposte su ciò che siamo e che potremo diventare collegando zone delle tre regioni, tra esse
anche piuttosto lontane, con una ragnatela di 50 incontri intitolata, quest’anno, «Innovare per vincere la crisi. Idee e strategie per persone, aziende e territori».
L’articolazione scelta assegna dei
«settori d’indagine» a ciascuna delle
aree che ospiteranno le tavole rotonde, e vede Rovereto occuparsi di
«Una nuova spinta dall’energia»,
Schio affrontare il tema «La formazione creativa. I talenti del futuro» e
i comuni del Camposampierese quello definito «Urbi et archi. Lo sviluppo della città policentrica». Fra Montebelluna ed Asolo, quindi, gli esperti si soffermeranno su «Innovare per
vocazione» mentre a Maniago il campo di indagine è «La qualità dell’impresa. Che c’è di nuovo nella competizione». Fra le molte decine di relatori, scelti fra ricercatori, docenti universitari, scienziati, imprenditori,
giornalisti ed amministratori, è prevista la presenza di un nutrito gruppo di politici veneti e non.
«Lo scorso anno il Festival è stato
una start-up, con connotazioni piuttosto sperimentali – spiega l’organizzatore, Filiberto Zovico, editore di
Nordesteuropa.it – mentre questa
edizione assomiglia molto di più a
ciò che ci proponevamo di fare all’inizio. La chiave è quella di conferire al Nordest un’immagine metropolitana, un’area vasta che riesce a portare all’estero l’insegna dell’Innovation Valley, vale a dire il sistema di
di GIANNI FAVERO
realtà imprenditoriali distribuite
grosso modo sull’area pedemontana
e che si è trasformato dalla galassia
di piccole imprese della subfornitura che lo ha reso famoso negli anni
’80 e ’90 al fenomeno internazionale
che oggi si confronta con il mondo
in modo molto diverso ed evoluto».
«Una manifestazione policentrica
– si accoda Enzo Rullani, presidente
del Comitato scientifico del Festival
– realizzata in quella che con disprezzo viene detta periferia. Periferia nella quale si crea la vera innovazione,
periferia che nutre il centro e lo sostiene, periferia fatta di imprese, certo, ma soprattutto di persone in stretto rapporto con il territorio». Per accennare al programma, nel cartello-
Nord Est metropolitano
Il festival, organizzato da Nordesteuropa.it, si concluderà il 5
aprile. Collegherà tre regioni con 50 incontri. Titolo: «Innovare
per vincere la crisi. Idee e strategie per persone,
aziende e territori». Riflessioni su un territorio policentrico
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ne di Rovereto, focalizzato sui temi
dell’energia, vanno posti in evidenza
in particolare gli appuntamenti di oggi. In tema di nuove tecnologie per
l’ambiente interverrà il vice presidente di Confindustria, Antonio Costato, mentre in serata è atteso
Jeremy Rifkin, l’economista americano famoso per i suoi studi sull’impatto dei cambiamenti scientifici sull’economia globale.
A Schio si parlerà in contemporanea di «Acquisti verdi e nuove tecnologie» e dell’«Uomo nell’età della tecnica», con il filosofo Umberto Galimberti. L’indomani i riflettori saranno
puntati sulle «Nuove frontiere della
formazione superiore» e sulla «Scuola d’innovazione», con la partecipazione del professor Vincenzo Milanesi, rettore dell’Università di Padova,
il professor Pier Francesco Ghetti,
rettore di Ca’ Foscari, e Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Vicenza.
Da Schio ai comuni dell’area di
Camposampiero, dove domani si affronterà un tema più che mai caro all’imprenditoria, vale a dire quello
del «Semplificare per competere».
Successivamente, a Piazzola sul Brenta, è previsto un dibattito sulla «Ripresa in chiave micro» mentre domenica 5, ancora a Borgoricco, le riflessioni saranno concentrate sul
passaggio «Dal capannone alla città
diffusa».
A Montebelluna oggi è in programma il debutto dello spettacolo
teatrale «Canto
per la metropoli
Nordest», di Pino
Costalunga su testo di Gigi Copiello, ed il giorno dopo, ad Asolo, il governatore veneto,
Giancarlo Galan,
parlerà sul tema
del «Costruire la
vocazione dei territori». Luca Zaia è atteso per l’indomani, a Montebelluna, con un intervento sul rapporto fra territorio e cultura locale. L’evento forse centrale
nella quattro giorni di Maniago, infine, è la tavola rotonda intitolata
«Più attrattivi, più competitivi», le
cui conclusioni sono affidate al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
La manifestazione di apertura del
festival si tiene oggi alle 17.30 a
Rovereto alla presenza di
Piergaetano Marchetti (nella foto
piccola), presidente della Rcs. Uno
dei primi nomi illustri nel
programma di Schio è quello del
filosofo Umberto Galimberti, stasera
al teatro Astra, che si soffermerà su
«L’uomo nell’età della tecnica».
Domani, a partire dalle 17.30, allo
spazio Lanificio Conte, spicca il
confronto fra i rettori delle
università di Padova e Venezia.
Subito dopo parlamentari, banchieri
e industriali, fra i quali Massimo
Calearo e Fabio Gava, si
confronteranno su «Il nuovo
equilibrio dopo la crisi». Ancora
domani, ma al teatro «Aldo Rossi»
di Borgoricco, il tema del mattino
sarà «Semplificare per competere»,
tavola rotonda fra imprenditori,
sindacalisti, amministratori pubblici
e parlamentari: interverranno
Francesco Peghin (Confindustria
Padova) e il senatore Maurizio
Castro. Nel pomeriggio, a Piazzola
sul Brenta, l’argomento da
affrontare è quello della «Ripresa in
chiave micro», evento al quale
parteciperanno, fra gli altri, la
presidente di Veneto Sviluppo, Irene
Gemmo, il presidente di
Unioncamere Veneto, Federico
Tessari, e il segretario confederale
Cisl Giorgio Santini. Di nuovo a
Borgoricco, domenica mattina, la
tavola rotonda avrà come titolo «Dal
capannone alla città diffusa», fra
sociologi, industriali, giornalisti e
docenti universitari. Il presidente
della Regione Veneto, Giancarlo
Galan, è atteso per il pomeriggio di
venerdì alla Fondazione Fornace, ad
Asolo, per intervenire sul tema
«Costruire la vocazione dei territori»
mentre la sera, alla biblioteca di
Montebelluna, scrittori, musicisti ed
editori svilupperanno
la questione di come
poter oggi raccontare
il Nordest. Stessa
sede, l’indomani, alle
11, per un dibattito
su «Territorio e
cultura locale: radici
e futuro nell’era della
globalizzazione».
Convention di artisti,
alle 15, alla
Fondazione Fornace, per «Periferia
creativa. Giovani artisti a Nordest»,
mentre domenica 5, a conclusione
della quattro giorni del Festival nel
montebellunese, nella biblioteca
Sandro Buzzatti interpreterà «Filò»,
di Andrea Zanzotto.
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Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
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Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
VR
Il Festival delle Città Impresa
Comunicare
L’architetto
e le origini
Le piccole
e medie
imprese
Il nome di Palladio, al pari di marchi come Diesel
o Benetton, è diventato così un marchio globale.
La grandezza dell’architetto vicentino è legata
al suo essere stato uno straordinario comunicatore
Dalla villa all’azienda
Nascono le «piccole capitali»
U
L’incontro
«Capannone Andrea
Palladio» è il titolo
provocatorio dell’incontro al
quale parteciperà Guido
Beltramini e che si svolgerà
stasera (ore 20.30) a Villa
Contarini a Piazzola sul
Brenta, in provincia di
Padova (nella foto), presso la
sede della fondazione G.E.
Ghirardi. Il tema del dibattito
è «Come e perché le ville di
Palladio erano i centri
produttivi della sua epoca».
Oltre al direttore del Centro
Studi Andrea Palladio,
prenderanno parte alla
discussione l'architetto Aldo
Cibic e l'economista
dell'università di Verona
Edoardo Demo. Modera
Alessandra Carini, mentre
l'intervento introduttivo è
affidato alla presidente del
Cisa e parlamentare europeo
Amalia Sartori.
spazio veniva dato ai luoghi e
alle funzioni dell’agricoltura:
a queste erano generalmente
dedicate le ali, che con i portici contenevano gli spazi dove
ricoverare i cavalli, le stalle;
non mancava il fienile orientato a sud, l’orto e il brolo, ovvero un piccolo giardino interno per gli alberi da frutto.
Le ville risaltavano nella
campagna circostante, come
una sorta di «grandi astronavi bianche con gli stemmi della famiglia in evidenza sul
timpano». «Ancora per tutto
il ’400 il territorio veneto era
selvaggio e la scommessa delle grandi famiglie veneziane,
come i Grimani o i Corner,
era di essere protagoniste della trasformazione di paludi e
boschi in nuovi campi fertili». Una rivalutazione del territorio divenuta centrale dopo
la scoperta delle Americhe,
che rese improvvisamente periferico il Mediterraneo per le
grandi rotte del commercio
mondiale, relegando la Serenissima in un vicolo cieco della storia e dell’economia globale.
«In Lombardia una proprietà agricola poteva annoverare
anche 10mila campi, mentre
in Veneto ogni Villa faceva riferimento - nota Beltramini ad una proprietà di 500 o 800
campi al massimo: ecco perché nella nostra regione nascerà un tessuto di piccole e
medie imprese, mentre la
grande industria è sorto nell’Italia nord-occidentale». Da
questa configurazione dipenderanno gli esiti dell’industrializzazione del territorio.
«È questa la radice antica sottolinea il direttore del Cisa
- del policentrismo e dei tanti
distretti del Veneto».
Tra il Veneto del Palladio e
quello attuale c’é «una similitudine e una mostruosa differenza». La somiglianza è che
❜❜
«Questo territorio è un laboratorio di nuovi assetti
produttivi, nuove forme di lavoro e di trasformazioni
sociali. Di sicuro ciò con cui avevamo a che
fare è scomparso e il nuovo ancora non si mostra»
Parla lo scrittore padovano Bugaro
«C
La centrale di teleriscaldamento a Chiusa e, nella foto piccola, la Rotonda, una delle più famose ville palladiane
Palladio rappresenta un
classico «self-made man»,
come molti imprenditori veneti
Una società
tra nuovo
e vecchio
«Una transizione
che sta cambiando
le nostre abitudini»
Le origini del policentrismo e dei tanti distretti veneti
na sintesi magistrale
tra le esigenze della logistica e quelle della
bellezza. Le ville venete erano
capannoni industriali ante litteram e, allo stesso tempo,
una sorta di «capitali della
campagna». Lo afferma Guido Beltramini, direttore del Cisa-Centro Studi Andrea Palladio, anticipando i contenuti
dell’incontro promosso dal
centro nell’ambito del «Festival delle Città Impresa». «Siamo abituati a vedere le ville
venete come dei meri luoghi
di villeggiatura, quando in realtà - spiega Beltramini - nel
’500 esse nascono come vere
e proprie "macchine" per
l’agricoltura». Tra i più chiari
esempi Villa Emo a Fanzolo di
Vedelago, Villa Barbaro a Maser, Villa Badoer a Fratta Polesine, Villa Saraceno a Finale
di Agugliaro. «Andrea Palladio riesce a fare di queste fattorie di campagna degli esempi di grande architettura, trasformandole - aggiunge Beltramini - in una sorta di capitali della campagna, che erano centri del potere politico
locale, centri di credito informale ai quali si rivolgevano
gli abitanti dei borghi circostanti e, naturalmente, centri
di produzione».
Il Palladio dedicava la prima fase della progettazione
agli aspetti della logistica, perno per il lavoro che si svolgeva attorno alla villa. Grande
In Lombardia una proprietà agricola poteva annoverare
anche 10mila campi, mentre in Veneto ogni villa
aveva 500 campi. Ecco perché nella nostra regione
è nato un tessuto di piccole e medie imprese
«oggi come allora i centri di
produzione sono - afferma
Beltramini - disseminati in
tutto il territorio», d’altro canto però «se le Ville oltre ad essere utili e funzionali erano
anche belle, lo stesso non si
può dire - nota il direttore del
Cisa - degli attuali luoghi di
produzione». Ma non mancano le eccezioni: «Nel Veneto
si trovano diverse realtà industriali architettonicamente di
qualità, come la fabbrica Benetton firmata da Tobia Scarpa, la fabbrica Lowara fatta
da Renzo Piano, o ancora il
grande "cubo" della Dainese».
Nella propria crescita da
umile scalpellino e tagliapietra a grande architetto, il Palladio rappresenta un classico
«self-made man», delineando un percorso simile a quello di molti imprenditori veneti. «La grandezza dell’architet-
to vicentino è legata al suo essere stato uno straordinario
comunicatore: Palladio è stato il primo che si rese conto
che, oltre a produrre, era necessario comunicare, pubblicando in quattro libri la propria opera. Il suo nome d’arte,
al pari di marchi come Diesel
o a Benetton, è diventato così
- conclude Beltramini - un
marchio globale».
Massimo Favaro
i si sveglia la mattina con un sottile
senso di angoscia,
quella di non riuscire più ad
avere in mano il governo della nostra vita». Accade un po’
ovunque, in Italia come probabilmente in tutto l’Occidente.
Accade forse di più a Nordest.
Ne è sicuro Romolo Bugaro,
avvocato padovano con il mestiere parallelo della scrittura
e di investigatore dei nuovi
sentimenti, uno fra i sei relatori – gli altri sono Isabella Bossi Fedrigotti, Mauro Covacich, Cesare De Michelis, Giovanni Montanaro e Vitaliano
Trevisan - della tavola rotonda in programma domani alla
biblioteca comunale di Montebelluna, nell’ambito degli incontri del secondo Festival
delle Città Impresa. «Quando
un territorio è un laboratorio
di nuovi assetti produttivi,
nuove forme di lavoro e di trasformazioni sociali – spiega inevitabilmente quel territorio diventa anche un laboratorio di nuovi assetti dell’interiorità».
Vuole dire, in sostanza,
che noi a Nordest ci siamo
svegliati una mattina sco-
prendo di non essere improvvisamente più quelli di ieri?
«Diciamo che stiamo realizzando di essere nel mezzo di
una transizione. Di sicuro ciò
con cui avevamo a che fare è
scomparso ed il nuovo ancora
non si mostra».
C’è il modo di far vedere
Lo scrittore Romolo Bugaro
una specie di corrispondenza fra quello che accade al di
fuori e ciò che invece riguarda il nostro privato?
«Prendiamo la dimensione
più universale e comune,
quella dell’amore. Da millenni ne scrivono letterati e musicisti, per la cinematografia è
un argomento inesauribile.
Ecco, quella che oggi viene
messa in discussione è la stabilità, vale a dire quella com-
ponente sognata da sempre
come una costante. Le parole
che si dicono in amore, le promesse, sono crisalidi vuote».
E questo è legato alla variabilità di tutto il resto
«La stabilità nel lavoro non
c’è più, il precariato dilagante
fa venir meno, tra gli altri, il
valore dell’insegnamento, della trasmissione del sapere. Come si può fare formazione a
vantaggio di persone che fra
qualche giorno non ci saranno più? Così la perdita di stabilità si propaga a cascata su tutti gli altri ambiti dell’esistenza, privato compreso. Siamo
rassegnati all’idea che nulla e
nessuno potrà mai fornirci
delle garanzie personali, neppure a 60 anni».
Dimensione professionale
a parte, dov’è che è saltato il
vecchio modo di coltivare le
relazioni fra le persone?
«Pensiamo alla tecnologia.
Nel momento in cui un individuo è costantemente connesso con una molteplicità di altri individui, quando è sempre raggiungibile, automaticamente il senso dell’attesa, così gravido di cose e di sentimenti, scompare dalla vita
Un’azienda veneta: la flessibilità è stata la ricetta del successo
contemporanea. Questa è
un’esperienza di tutti ed è
una distorsione che contribuisce a non farci più riconoscere rispetto a come eravamo appena pochi anni fa. Il mondo
del fare ed il mondo dell’emotività sono correlati in modo
stretto».
In questo scenario quali
sono i mutamenti più evidenti nella vita delle persone?
«In senso generale direi
La forza competitiva di CBLADE
nel mondo è:
• l’innovazione nel metodo,
che si muovono fra i due estremi dell’iperattività e della depressione. Di casi probabilmente ne abbiamo sotto gli
occhi tutti quanti. Ci sono
quelli che reagiscono all’angoscia mattutina accendendo i
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Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
VR
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Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
Economia
Porto Tolle, blitz alla Camera
Il carbone arriva per decreto
Norma su misura inserita in
un maxi-emendamento:
«Possibile derogare a leggi
nazionali e regionali». Così
la Via avrà la strada spianata
ROVIGO — Tra le quote latte e
gli incentivi al settore auto ed elettrodomestici, arriva anche la norma su misura per la riconversione
a carbone della centrale Enel di
Porto Tolle. Il «blitz» è contenuto
nel maxi-emendamento inserito
nel decreto legge incentivi, che oggi pomeriggio approderà alla Camera con la fiducia richiesta dal
governo proprio ieri (il voto finale è previsto lunedì). L’approvazione, quindi, è praticamente garantita. La nuova norma prevede che
per centrali elettriche come quella
polesana si potranno superare le
leggi nazionali e regionali, a patto
che la trasformazione garantisca
un dimezzamento delle emissioni. «Per la riconversione degli impianti di produzione di energia
elettrica alimentati ad olio combustibile - si legge nel testo - in esercizio alla data di entrata in vigore
della legge di conversione del presente decreto, al fine di consentirne l’alimentazione a carbone o altro combustibile solido, si procede in deroga alle vigenti disposizioni di leggi nazionali e regionali
che prevedono limiti di localizzazione territoriale». Con una sola
discriminante, ossia che «la ricon-
2.000
Milioni
gli investimenti Enel
per la riconversione
della centrale
versione assicuri l’abbattimento
delle loro emissioni di almeno il
50% rispetto ai limiti previsti per i
grandi impianti di combustione».
Inoltre, se approvato, il decreto sarebbe applicabile anche ai procedimenti in corso alla data di entrata
in vigore della legge. È proprio un
salvagente per la trasformazione
Venerdì
Il Mondo
in edicola
con
il Corriere
del Veneto
Venerdì 3 aprile in edicola con il Corriere del
Veneto/Corriere della Sera sarà abbinato Il Mondo
al solo prezzo del quotidiano. La storia di copertina
è un’inchiesta che parte proprio dal Veneto e che
racconta come le regioni italiane stanno
affrontando la crisi. La prima puntata, firmata da
Gianfrancesco Turano, racconta la regione
attraverso sette storie aziendali che hanno fatto
fronte alla crisi in modo diverso e originale.
In questo numero Il Mondo ha dedicato molto altro
spazio al Veneto: da segnalare, tra gli altri servizi, 8
pagine dedicate al Vinitaly attraverso la classifica
dei 63 maggiori produttori italiani con dati inediti
su fatturato e utili di tutte le grandi case vinicole
con volumi superiori ai 10 milioni di euro.
Sfida a Confindustria,
l’Api rinasce
a Treviso e Belluno
Con i lavoratori Stefania Prestigiacomo
della centrale Enel di Porto Tolle.
La Commissione Via nazionale,
chiamata a dire l’ultima parola sul
progetto, si era arenata nelle scorse settimane su due scogli: la compatibilità con la legge istitutiva
del Parco del Delta veneto, che all’articolo 30 prevede solo impianti
a metano o di pari o minore impatto ambientale, e soprattutto l’inchiesta aperta dalla Procura di Rovigo per accertare la regolarità del
progetto. Proprio sulla compatibilità della centrale con il Parco la
Commissione Via aveva recentemente cercato di trovare risposte
dalle istituzioni, in un vertice fallito per l’assenza della Regione Veneto.
Con il decreto legge, la Commissione Via vedrà sparire la spada di
Damocle dell’articolo 30. Proprio
sabato il ministro dell’Ambiente,
Stefania Prestigiacomo, aveva promesso di trovare una soluzione al
più presto per autorizzare la riconversione. Ma tra gli addetti ai lavori c’è ancora prudenza. Antonio
Costato, vicepresidente di Confindustria con delega all’energia, accoglie sornione la notizia di quello che definisce «un decreto tailor
made», ma evita di commentare:
«Staremo a vedere cosa succederà».
Banco Popolare
Saviotti:
«Niente tagli
nella rete»
VERONA — Al momento il
Banco Popolare non varerà
un nuovo piano
industriale. Lo ha
annunciato il consigliere
delegato Pier Francesco
Saviotti nel corso del
vertice con i sindacati ieri
a Roma. Saviotti ha
ribadito che le banche del
gruppo «sono sane e
producono reddito» e
annunciato lo stop del
progetto di fusione delle
controllate Popolare di
Crema, Popolare di
Cremona e Banca Caripe
nella Popolare di Lodi,
varato dal precedente ad
Fabio innocenzi. Escluse
infine cessioni di sportelli
o nuovi swap infragruppo
e, soprattutto, tagli nella
rete che «potrà incontrare
al massimo qualche
limitata razionalizzazione».
Francesco Casoni
TREVISO — Si completa oggi, con la presentazione ufficiale
di Confapi Treviso e Belluno (ci sarà il leader nazionale Paolo
Galassi), il puzzle che sancisce la totale rifondazione su base veneta dell’Associazione delle Piccole Imprese, sigla che nella Marca era scomparsa nel 1995. Allora fu Nicola Tognana a traghettare l’Associazione degli industriali e l’Api nella fusione che portò
alla creazione di Unindustria Treviso, processo poi emulato in
altri territori. Ora, con una forza iniziale di 135 imprese di più
settori, l’Api si riprende un proprio spazio
aggregando Treviso e Belluno e articolando la propria presenza con mandamenti a
Oderzo, Pieve di Soligo ed il capoluogo
montano.
Un’operazione che Mario Pozza, presidente di Confartigianato della Marca, osserva con un certo scetticismo. «I soggetti associativi oggi sono anche troppi – sostiene
– e la frammentazione va nel senso contrario rispetto alla ricerca di sinergie che tutti
Leader
stiamo perseguendo. Un’associazione deve
Paolo Galassi,
essere in grado di fornire servizi, assistenpresidente
nazionale Confapi za contrattuale, sindacale, al credito, occorrono uffici e le spese non sono poche. Senoggi a Treviso
nò si rischia di diventare poco più di una
bocciofila». Diverso il punto di vista di Monica Galvanin, ex presidente di Confapi Veneto, oggi membro
del consiglio nazionale e rappresentante per l’Italia di Ueapme,
associazione europea delle piccole e medie imprese. «Se ci sono
titolari d’azienda che lasciano la Confartigianato o le associazioni degli industriali – dice – è perché da queste non hanno probabilmente ottenuto le risposte che cercavano». Il problema delle
realtà di rappresentanza di grandi dimensioni, per Galvanin, è
che la complessità della struttura fa a pugni con la necessità di
aver e avanti interlocutori agili e rapidi nel loro operare. «Il nostro modo di parlare magari sarà meno forbito di quello che si
usa fra i confindustriali ma è sicuramente più diretto».
Gianni Favero
DON GIL E TOM TAILOR HANNO TROVATO CASA DA IERI AL CENTRO COMMERCIALE
“Aria di primavera” al Designer Outlet Brennero
Calzatura Lanciata la nuova linea di scarpe da golf
Polegato sfida la recessione
«Geox rallenta ma cresce»
MONTEBELLUNA — È sull’erba rasata dei campi da golf che
Geox muove il suo secondo passo nel mondo della calzatura
sportiva. Dopo le scarpe da running, la casa di Mario Moretti Polegato (nella foto) lancia una linea dedicata, di fascia medio-alta, il cui prezzo è compreso fra i 130 ed i 180 euro. È
un progetto avviato già oltre un anno fa, quando Geox decise di affrontare anche il mercato della calzatura tecnica che nel mondo rappresenta un mercato potenziale di 22 milioni
di paia.
Altrettante, secondo le
stime dell’azienda, dovrebbero essere quelle assorbite da chi pratica discipline
sportive definite ed è in
quest’area che dunque il
gruppo di Montebelluna
cerca evidentemente di
compensare la crisi di consumi che non sta risparmiando nessuno. «Cresceremo anche nel 2009 - assicura
comunque Moretti Polegato,
che ieri ha incassato il premio
dell’ufficio studi di Mediobanca
per il bilancio 2008, chiuso con
un +17% nei ricavi - anche se le
proiezioni per il primo semestre
riducono ad una la doppia cifra
di incremento del fatturato dello
scorso anno». Alla fine dell’anno
in corso saranno anche meno,
cioè non oltre le 140 unità contro i 240 del 2008, i nuovi negozi
monomarca aperti nel pianeta.
La scarpa da golf, in ogni caso, avrà da subito un canale riservato, vale a dire i pro shop,
L’iniziativa
Secondo passo
dell’azienda nel mondo
dello sport. «Venderemo
in 68 Paesi del mondo»
REGIONE VENETO
AZIENDA ULSS N. 15 - “ALTA PADOVANA”
ESTRATTO BANDO DI GARA
Si rende noto che l’Azienda ULSS N. 15 “ALTA PADOVANA”
indice gara, mediante Procedura Aperta, per la fornitura di
“Sistemi, sacche e dispositivi accessori per la raccolta, la lavorazione e la produzione di emocomponenti e dispositivi da trasfusione per sacche per il Dipartimento Interaziendale di
Medicina Trasfusionale (DIMT) della Provincia di Padova”, per
una valore stimato, comprensivo di tutti i lotti e le opzioni, di
E. 4.052.667,00=, IVA esclusa. Le offerte, formulate secondo
quanto previsto nel Disciplinare di Gara e corredate da quanto
nello stesso richiesto, dovranno pervenire entro le ore 12.00
del 14.05.2009, all’U.O.Affari Generali e Legali dell’Azienda
Ulss N. 15 “Alta Padovana”, via Casa di Ricovero, n. 40 35013 CITTADELLA (PD), con le modalità nello stesso
Disciplinare previste. Per ulteriori informazioni telefonare
all’U.O.Approvvigionamenti - sede di Camposampiero - tel. n.
049 9324798. Il testo integrale del Bando di gara, che è stato
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europa in
data 21.03.2009 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana in data 30.03.2009 è disponibile, unitamente al
Disciplinare di Gara, al Capitolato d’Oneri ed al Capitolato
Tecnico, sul sito aziendale www.ulss15.pd.it.
Cittadella, lì 30.03.2009.
IL DIRETTORE GENERALE - Dott. Francesco Benazzi
cioè gli spazi vendita presenti
nei golf club, che entro il prossimo dicembre saranno 500 distribuiti in 68 paesi del mondo. Sostanzialmente il cuore della nuova creatura avrà, come da tradizione della scarpa che respira,
una soluzione tecnologica tale
da permettere l’espulsione
dalla tomaia attraverso la
suola dei vapori dovuti alla sudorazione del piede e,
allo stesso tempo, l’impermeabilità rispetto all’acqua allo stato liquido. Effetto ottenuto, anche in
questo caso, da una membrana particolare partorita
da un progetto di ricerca
chiamato «Net System»
che di fatto sostituisce la
suola tradizionale. Il prodotto viene declinato in
più modelli, da uomo e da
donna, classificati in prima battuta in una sezione
Pro Tech, cioè rivolta ai
professionisti, ed in una Linea Fusion, più confortevole ed utilizzabile anche al di
fuori dei campi di gara. Per la prima volta, infine, ai fini della promozione di un prodotto, Geox
sfrutterà l’immagine di un testimonial esterno, ancora mantenuto segreto.
Nel 2008 le paia di scarpe Geox da running vendute nel mondo sono state circa 300 mila.
Una briciola rispetto ai 20 milioni complessivi, ma che promette bene, tanto da far annunciare
il prossimo ingresso nel mercato di un modello estremamente
tecnico.
G.F.
La primavera si fa attendere? Non al Designer Outlet
Brennero dove l'aria frizzante della bella stagione è già
arrivata portando con sé piacevoli novità. Ieri 1° aprile,
infatti, hanno trovato casa al DOB due prestigiose marche
internazionali che hanno aperto, nella modernissima
struttura di Brennero, i loro nuovi punti vendita. Curiosità
ed interesse hanno portato dunque ieri molti a far visita al
DOB per conoscere i due nuovi ospiti: Don Gil e Tom Tailor.
Don Gil è una firma internazionale famosa per la sua
moda/business di qualità ma anche per capi d'abbigliamento comodi e funzionali adatti al tempo libero, uno
stile appropriato per tutti coloro che vogliono sempre
sentirsi a proprio agio in ogni situazione. Tom Tailor è una
marca leader del lifestyle internazionale, l'ottima qualità e
la disinvoltura della sua linea d'abbigliamento Casual e gli
innovativi accessori per donna, uomo e bambino conquistano per la loro originalità. La presentazione di Tom Tailor
al DOB è avvenuta sotto i migliori auspici, l'azienda infatti
per farsi conoscere dall'attenta clientela dell'Outlet, in
occasione di queste prime settimane di apertura, offre
alcuni articoli della sua collezione in promozione con un
ribasso del -70% sul prezzo originale. Con l'apertura di
questi due nuovi punti vendita di prestigiose marche
internazionali avvenuta ieri, il Designer Outlet Brennero
rafforza la sua posizione di leader dello shopping e si propone per 360 giorni all'anno come la meta di una gita per
tutta la famiglia, anche per i più piccoli. Per loro infatti c'è
il Kiddyland, un'area pensata per le esigenze dei bambini
dove possono disegnare, creare, giocare e fare molto altro
ancora, mentre i genitori hanno la possibilità di sostare
nei negozi e nei ristoranti con tranquillità. L'orario d'apertura del Kiddyland va da venerdì dalle 14 alle 18, il sabato
e la domenica dalle 11 alle 18. Il DOB con una superficie
di 10.000 mq e 40 negozi offre la possibilità di acquistare
a prezzi ridotti famose marche internazionali. La degustazione delle proposte gastronomiche, il servizio di assistenza per i bambini e un immenso parcheggio con 1200 posti
per auto e bus gratuiti direttamente adiacenti alla A22 ed
alla A13, rendono lo shopping al DOB un'esperienza piacevole e confortevole. Il DOB è anche facilmente raggiungibile con il treno, la stazione è a 5 minuti a piedi dal centro outlet.
Per essere sempre informati sulle novità del DOB abbonatevi alle Newsletter sul sito: www.dob-brenner.com
Orario d'apertura: lunedì-domenica 9.00 - 19.00 | Domenica e lunedì di Pasqua aperto tutto il giorno!
informazione pubblicitaria
La riconversione della centrale inserita nel dl incentivi
Associazioni
16
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
VR
Sport
In breve
Marmi Lanza
I giocatori diventano
donatori di sangue
Parolo, passione e fantasia
«Mi manca un po’ di malizia»
VERONA – Il campionato
della Marmi Lanza si è
chiuso due domeniche fa,
con la salvezza e la mancata
qualificazione ai playoff.
Non si sono fermati, però,
gli impegni nel sociale della
Verona del volley. Frank
Dehne e Daniele Sottile,
assieme al condirettore
generale Stefano Filippi, si
sono infatti recati presso il
Centro trasfusionale
dell’ospedale di Borgo
Trento per effettuare il
prelievo necessario per
diventare donatori di
sangue, all’interno di
un’iniziativa coordinata
dalla Fidas.
Il trequartista dell’Hellas si racconta: «Il mio idolo? Gerrard»
Prima del Portogruaro,
l’Hellas aveva sempre
vinto quando lui segnava.
«Tre punti buttati.
Ma nulla è perduto»
VERONA — Non gli è riuscito di incassare la cambiale, stavolta. Dicono: Parolo
segna, l’Hellas vince. A far
saltare per aria la tradizione
– tra Novara, Monza e Reggiana, un percorso netto –,
la toccatina del portogruarese Cunico, oltre il 90’ di una
partita bislacca, cielo grigio
su, ombre gialloblù giù:
«Una leggerezza e addio tre
punti. Ma nulla è perduto»,
taglia corto, il «nostro caro
Marco». Lui, il numero primo del Verona remondiniano, l’«uno» tra i tre di centrocampo e i due in attacco,
che viene da terra insubre,
Gallarate, tra la Lombardia
e la Svizzera. Le chiavi della
fantasia in mano. Ciak, motore, azione.
Parolo, quali i pregi dell’Hellas?
«Che siamo quadrati, non
molliamo mai e, anche nelle
giornate meno brillanti, ab-
biamo le qualità per vincere».
E i difetti?
«Perdiamo tranquillità
quando si tratta di gestire il
risultato. Com’è successo
col Portogruaro, ma non è
neppure stata una novità».
Lei e il gol: quello che sogna di fare qual è?
«Me l’immagino così:
uno scambio in velocità con
i compagni di squadra, io
che salto il portiere e che deposito il pallone in rete. Boato, esultanza».
L’emozione per Parolo è
questo?
«Vinci e fai festa con il
tuo pubblico. La magia del
calcio. Brividi veri».
Fuori dal campo che hobbies coltiva?
«Seguo altri sport. Il tennis, la pallacanestro, il ciclismo».
Il campione che ammira?
«Roger Federer. E LeBron
James, il fuoriclasse Nba dei
Cleveland Cavaliers».
E nel calcio che stima di
più?
«Steven Gerrard del Liverpool».
L’idolo da bambino?
«Nasco milanista, per cui
i miei miti erano gli olandesi di Arrigo Sacchi: Van Basten, Gullit e Rijkaard».
Parolo e gli studi?
«Sono diplomato: maturità scientifica. Poi l’iscrizione alla facoltà di economia
di Varese, ma il calcio mi ha
fermato».
❜❜
I difetti dell’Hellas
❜❜
Gli inizi
Perdiamo tranquillità
quando si tratta di
gestire il risultato, come
successo domenica
Ho avuto tanti
maestri, come
Silvano Fontolan
e Roberto Galia
Numero primo
Nello schema di Remondina,
Parolo è il raccordo tra il
centrocampo e l’attacco; in
mano le chiavi della fantasia
Parolo e l’amore?
«Caterina, con cui sto da
quattro anni. Studia lingue
a Milano».
Da grande come si vede?
«Come un padre di famiglia. Sul piano professionale, a fine carriera, il mio desiderio è quello di restare
nel calcio, per allenare i ragazzini. I grandi? No, grazie: troppo stress».
Come ha iniziato con il
pallone?
«Con il Como. Tanti maestri, tra cui Silvano Fontolan e Roberto Galia, che a
Verona sono ben noti perché hanno fatti grandi cose
con l’Hellas, negli anni ‘80».
Il suo rapporto con Verona?
«Una città in cui vivo bene. Passeggio per il centro,
sono andato anche a vedere
il concerto di Jovanotti in
Arena. E mi gusto qualche
M.F.
Sambonifacese
Biglietti scontati
per la sfida al vertice
cena».
Piatto preferito?
«Premetto che ho un nonno altoatesino, così vado
matto per i pizzoccheri. Ma
qui ho imparato ad apprezzare il risotto all’amarone. Il
vino? Un bicchiere ogni tanto non guasta».
In cosa vorrebbe migliorare Marco Parolo?
«Forse sono troppo buo-
no. Un po’ di malizia in più
non mi dispiacerebbe avercela».
Detto così, ricorda il Verona…
«Già: si vede che ci somigliamo proprio. E allora dovremo cercare di essere tutti più “cattivi”. Perché non
ci stiamo a restare belli e incompiuti».
SAN BONIFACIO —
Biglietti scontati per il
rush finale. Ai playoff la
Sambonifacese ci crede e
chiede il supporto dei
tifosi in vista della
prossima decisiva sfida
con la capolista Varese
allo stadio Tizian,
domenica (calcio d’inizio
alle 15).
Questi i i prezzi dei
biglietti: Intero a 10 Euro;
ridotto a 5 Euro (donne,
over 60: nati prima
1/7/48, under 18: nati
dopo 1/7/90). Da 0 a A 10
anni ingresso gratuito se
accompagnato da un
adulto.
Matteo Fontana
Chievo Stagione chiusa per il talento brasiliano a causa dell’ennesimo infortunio. In campo si è visto pochissimo
La jella del fenomeno: menisco rotto per la «Foca»
Fragile Talentuoso e sfortunato, Kerlon Foquina
VERONA — Il colpo è di quelli che stendono.
Come quello che gli rifilò, nel settembre 2007, un
difensore dell’Atletico Mineiro. Si era incollato il
pallone alla testa, Foquinha, e nessuno riusciva a
toglierglielo. Coelho non fece complimenti: la spallata da boxer, con cui sbatté a terra il folletto d’Ipatinga, gli valse l’espulsione e una squalifica di due
mesi. L’ultima (si spera) entrataccia è firmata dalla
sfortuna: Kerlon si è rotto il menisco del ginocchio sinistro e domani sarà operato dal dottor Bernazzo alla clinica San Matteo di Pavia. I tempi di
recupero si prospettano lunghi, visti i due precedenti infortuni ai legamenti crociati.
Sembra un curriculum clinico di fine carriera.
E’ invece quello di un talentuoso attaccante di 21
anni sul quale Mimmo Di Carlo puntava per il rush finale. Ancora presto, per capire se l’appuntamento con la «foca» sia solo rinviato all’anno prossimo. Tesserato alla fine del mercato estivo dal
club della Diga, Kerlon è nelle mani dell’Inter, con
la quale il direttore sportivo Giovanni Sartori discuterà a giugno del suo futuro. Semplice l’accordo: in caso di exploit in questa prima stagione italiana, i nerazzurri lo avrebbero richiamato alla base. I numeri sono poco allegri: Foquinha è sceso in
campo tre volte - contro Lazio (all’andata), Napoli
e Torino - giocando appena 44 minuti. L’ambiente
clivense l’ha atteso a lungo come il Godot di Beckett e ancora si domanda quale effetto avrebbe
avuto il suo talento sulla corsa salvezza dei gialloblù.
«Ogni notte sogno il mio primo gol in Italia»,
confidava il brasiliano qualche settimana fa. L’arrivo dal Cruzeiro su segnalazione del suo agente, Mino Raiola, lo stesso di Zlatan Ibrahimovic. Poi la
preparazione atletica, a settembre, nelle palestre
del Centro Bernstein, comprensiva di un piccolo
show di fotbol bailado improvvisato una mattina
davanti allo sguardo incantato di alcuni bambini.
«E’ un fenomeno – assicurava il dottor Giorgio Pa-
setto che lo seguiva ogni giorno – Se gli danno spazio diventa un campione». Non a caso, Kerlon era
stato nominato miglior giocatore ai Mondiali under 17 del 2005, in Perù, dove incastonò 8 perle in
7 partite tra punizioni, pallonetti e dribbling ubriacanti. A ottobre l’ingresso nel gruppo: «Trequartista o seconda punta? A me basta giocare», rispondeva impaziente a Veronello. Nel turno infrasettimanale del 29, contro la Lazio, il debutto in serie
A. «Lo inseriremo senza forzare i tempi», le parole
di Beppe Iachini. A metà novembre l’infortunio
muscolare che l’ha visto chiudere il 2008 ai box. Il
pensiero di Di Carlo è sempre stato chiaro: ha classe ma deve andare al doppio degli altri se vuole
conquistare il posto. In tempi in cui servono certezze, uno come Foquinha, bisognoso di tempo
per maturare, ha vita difficile. E se di mezzo ci si
mette pure la malasorte, anche la più agognata delle avventure può diventare un calvario.
Matteo Sorio
L’altro ko
Frey si stira
Salterà la Juve
VERONA – Stop per
Nicolas Frey. Il terzino
francese, 25 anni, si è
bloccato a causa di uno
stiramento e domenica
salterà la trasferta di
Torino in casa Juve. Frey,
fratello di Sebastian,
portiere della Fiorentina,
era tra i più in forma
nell’undici titolare del
Chievo. (m.s.)
17
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
a cura di
DA
OGGI AL
6
APRILE LA
43ESIMA
EDIZIONE
Il 2009 tra business
e brindisi
43a Edizione
Verona
2 - 6 Aprile
Sotto il segno del “mondo che amiamo” apre oggi i battenti Vinitaly 2009, il
Salone Internazionale del Vino e dei Distillati. Fino al 6 aprile l’universo del vino
s’incontra alla Fiera di Verona, puntando, secondo il motto “The World We
Love”, al vino, ma anche al territorio, alla qualità, all’ambiente, alla sua tutela,
alle persone, alle storie e alle avventure che in questo mondo si intrecciano.
Business innanzitutto, declinato in incontri, migliaia di operatori ed espositori,
giornate di brindisi, degustazioni, premiazioni, successi consolidati e produzioni emergenti. “Vinitaly è un sistema integrato per la promozione commerciale - spiegano gli organizzatori - meta prescelta da buyer, grossisti, importatori/esportatori, agenti, grande distribuzione, vendita al dettaglio e canale horeca: operatori provenienti da tutto il mondo”. La
passata edizione ha visto la presenza di oltre 57 mila operatori, il 42%
dei quali stranieri e di ben 20 mila i buyer, con un incremento del 25%
degli operatori stranieri. Insomma affari, numeri, contatti, ma anche
la consueta atmosfera di festa, con il bicchiere in mano, ma i piedi
ben piantati a terra, a fare il bilancio dell’annata in corso, a tracciare prospettive, soluzioni alla crisi, cogliendo occasioni e ammaliando, come di consueto, operatori provenienti da ogni angolo del
mondo. Il cartellone delle degustazioni è infinito e curato in ogni
dettaglio. Nel calice rarità e annate imperdibili, ma anche inediti vini
che saranno i successi di domani. Tantissimi anche gli appuntamenti con la buona tavola, i concorsi di fama internazionale, gli
eventi fuori salone e la presenza di grandi nomi dell’universo enologico. Accanto a Vinitaly vengono inaugurati anche “Sol”,
“Enolitech” e “Agrifood”, creando una sinergia tra i settori della più
pregiate produzioni mondiali. Come di consueto la manifestazione
conferma la sua vocazione di termometro del settore, fotografato
quest’anno, dal Centro Studi Vinitaly – Veronafiere nel convegno sul
tema “La Crescita continua” in programma oggi alle 15.15 in Sala
Stampa. Il Veneto del vino si incontra invece ai padiglioni 4 e 5 dove
lo stand istituzionale viene inaugurato oggi alle ore 12.30 dal
Presidente del Veneto Giancarlo Galan e del vicepresidente Franco
Manzato, alla presenza di Ministro delle Politiche Agricole Luca
Zaia. Alle 14 si parlerà di “La Vigna in Rosa”, il progetto esclusivo
di Donna Sommelier, con la prima ricerca nazionale relativa all’imprenditoria femminile in ambito vitivinicolo, mentre alle ore 14.30,
per il “Galateo del vino” giungono le “veline” Elisabetta Canalis e
Maddalena Corvaglia, per un veloce corso di Galateo del vino in
chiave veneta. La prima lezione è dedicata alla sciabolatura e spetta alla medaglia d’oro olimpica di spada Matteo Tagliariol fare da
suggeritore e da padrone di casa.
18
Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
Curiosità
VR
I numeri
La produzione
Il mondo del vino muove nel Belpaese un giro
d’affari di 8mila milioni di euro, l’intero patrimonio
della filiera vitivinicola sfiora i 50 miliardi di euro,
mentre sono 1,2 milioni gli occupati riconducibili al
vino, compresa la fase della distribuzione. La
produzione italiana rappresenta il 21% della
produzione mondiale e il 34% di quella dell’Unione
Europea.
La vendemmia 2008 è stata di 44,5 milioni di
ettolitri. La produzione di vino in Italia conta 476
denominazioni, delle quali 40 Docg, 316 Doc e 120
Igt. Le aziende vitivinicole sono 800.000 e le aziende
imbottigliatrici sono 30.000. La superficie vitata e in
produzione in Italia è di 679.090 ettari. Il vitigno più
diffuso è il Sangiovese. I due terzi delle aziende hanno
una superficie vitata inferiore ad un ettaro.
DEGUSTAZIONE
E BENEFICENZA
I 150 Anni di Gaja
Tra gli appuntamenti principali della 43esima annata di
Vinitaly va segnalata la festa per “150 anni di Gaja”. La
degustazione, che è in calendario sabato 4 aprile alle
10.30 nella Sala Argento del Pala Expo di Veronafiere, è
solo a pagamento (150 Euro) e il biglietto si acquista online sul sito di www.vinitaly.com. Il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Nuovo Ospedale Alba – Bra
Onlus. Verranno celebrati i 150 anni di impegno vinicolo
della famiglia Gaia, a partire dalla fondazione della cantina
avvenuta a Barbaresco nel 1859. Il wine tasting, che sarà
preceduto da un’intervista ai protagonisti a cura, come la
degustazione, di Jancis Robinson, massima esperta mondiale di vini e famosa scrittrice, giornalista e presentatrice
Tv, prevede l’assaggio di Gaia&Rey 1994, Darmagi 1997,
Conteisa 1996, Sperss 1989, Sorì San Lorenzo 1988 e
Barbaresco 1964. «Si tratta di un evento che conferma il
ruolo di Vinitaly in Italia e nel mondo – sottolinea Giovanni
Mantovani, direttore generale di Veronafiere - Oggi, la rassegna è il più importante appuntamento internazionale del
settore, sia per il business sia per la cultura e la promozione con i suoi 4.300 espositori e 100 mila operatori professionali, di cui la metà provenienti da 110 Paesi».
LA
RASSEGNA DAI MILLE VOLTI
Molto più di un salone
T
anti eventi dentro un evento!
Vinitaly esce sempre dai confini fieristici e abbraccia l’intera
città e la provincia, che non si
lasciano scappare l’occasione
per brindare. Ad affiancare il
Salone del Vino e dei Distillati, ci
sono gli appuntamenti di “Vinitaly
for you” che da oggi a domenica
portano buon vino e degustazioni al palazzo della Gran Guardia,
nel centro storico della città scaligera. Accanto a Vinitaly è ai
nastri di partenza anche “Sol”, il
Salone internazionale dell’olio
extravergine di oliva di qualità,
che giunto alla 15esima edizione,
cresce in sodalizio con Agrifood.
Sempre nelle stesse giornate è di
scena “Enolotech”, il Salone
internazionale delle tecniche per
la viticoltura, l’enologia e delle
tecnologie olivicole e olearie, che
mai come quest’anno punterà
sull’innovazione
anti-crisi.
Ovviamente infinito il programma
dei convegni, dei focus internazionali, delle grandi anteprime e
delle riflessioni sul mercato. Le
degustazioni rappresentano il
cuore pulsante della manifestazione, occasione per gli operato-
ri di scoprire davvero l’eccellenza
enologica mondiale. Il cartellone
propone “Taste Italy”, l’iniziativa
dedicata agli operatori stranieri,
con 8mila buyer invitati direttamente quest’anno, che partecipano a una degustazione assistita da sommelier professionali,
ma libera nei tempi grazie a un
sistema automatico di distribuzione, di una selezione di vini
delle migliori aziende italiane.
Sempre molto atteso il viaggio
nel mondo del vino proposto da
“Tasting ex…press”, degustazioni guidate, ricche di contenuti
tecnici e culturali, in collaborazione con le testate più importanti
del settore a livello internazionale.
Quest’anno il “viaggio” parte
dalla Nuova Zelanda e passando
da Germania, California e Italia
torna nell’emisfero australe per
chiudersi in Australia, con focus
su Sauvignon, Pinot Nero,
Riesling, Soave e Amarone. Altro
evento è “Taste and Dream”,
grandi verticali di vini italiani scelti con il criterio dell’eccellenza.
Luca Maroni coordina “Trendy
oggi, Big domani”, una selezione
dei vini delle aziende emergenti
capaci di presentarsi sul mercato con prodotti dall’interessante rapporto qualità/prezzo.
Il Gambero Rosso mette in
campo una straordinaria
degustazione
chiamata
“Bentornato Brunello con l’annata 2004”, mentre “Dodici
bianchi immortali” sono al centro della degustazione a cura di
Civiltà del bere, con dodici leggendari vini bianchi italiani da
invecchiamento. Grande festa
per la degustazione-evento
con “I 150 anni di Gaja”: la
ricorrenza viene celebrata in
esclusiva a Vinitaly con una
degustazione guidata da
Jancis Robinson, nota wine
writer britannica. La partecipazione, che si annuncia come
l’evento dell’anno a livello
mondiale, è a pagamento e
tutto il ricavato sarà devoluto a
scopo benefico. Da segnalare
anche le degustazioni guidate
di Ais e Aspi, Il Salotto dei vini
by Enoteca Italiana e il Grappa
& C. Tasting, alla quale è associato il Vinitaly Grappa Tasting
Award, realizzato con il Centro
Studi Assaggiatori.
19
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
BRINDISI,
La sfida
Nuove frontiere
Il Concorso Enologico Internazionale è la competizione
più partecipata e selettiva al mondo, con una percentuale
media di premiati del 3%. Quest’anno vi hanno preso
parte oltre 3.500 vini provenienti da 34 Paesi di tutti e
cinque i continenti. Il concorso ha ampliato inoltre le
sezioni all’esame dei giudici, accogliendo per la prima
volta i vini frizzanti.
L’Italia del vino migliora, malgrado la crisi, le sue
performance all’estero. È quanto emerge dai dati
elaborati dal Centro Studi Vinitaly che dedicherà
in questi giorni una serie di Seminari Focus
centrati su tendenze, potenzialità e opportunità
offerte dalle nuove frontiere del vino. E che
lasciano prospettare grandi cambiamenti per il
prossimo futuro.
TUTTI
VELINE E CAMPIONI DELLO SPORT
Il Veneto nel calice
I
Informazioni
VINITALY 2009
43ESIMA EDIZIONE
DOVE:
VERONA - VERONAFIERE
V.LE DEL LAVORO, 8
QUANDO:
DA GIOVEDÌ 2 APRILE
A LUNEDÌ 6 APRILE
ORARIO:
DALLE 9.30 ALLE 18.30
INGRESSO RISERVATO
AGLI OPERATORI
BIGLIETTI:
GIORNALIERO 40 EURO
ABBONAMENTO 5 GIORNATE:
(VALIDITÀ DI UN INGRESSO AL GIORNO PER CIASCUN GIORNO) 80 EURO
TEL. 045/8298854
WWW.VINITALY.COM
Veneto Agricoltura che, assieme al CRA
(Centro di Ricerca per Viticoltura del
Ministero) di Conegliano, hanno scovato e recuperato dei vecchi vitigni di
varietà oramai quasi scomparse, le
hanno coltivate e poi vinificate con successo, dando vita a vini preziosi che
verranno presentati nelle giornate del
salone. Nel calice gli antichi profumi e
sapori di due varietà a bacca nera vinificate in purezza: la Corbina, scovata
sui colli Euganei padovani, e la
Turchetta, proveniente dalle campagne
rodigine. Da segnare anche l’arrivo
nella giornata di sabato degli sportivi
Federica Pellegrini, Pietro Piller Cottrer
e Rossano Galtarossa per un confronto
con il pubblico e la stampa sulla fertilità
della terra veneta nella “produzione” di
campioni dello sport. Domenica 5 aprile, alle 11,30, ci sarà la “Presentazione
degli itinerari georeferenziati delle strade del vino venete”: percorsi tra le strade del vino con il GPS, attraverso itinerari georeferenziati scaricabili da internet e utilizzabili sui navigatori satellitari,
completi di tutti i Punti di Interesse legati al settore vitivinicolo. Per scoprire l’intero calendario degli eventi e delle
degustazioni consortili basta consultare
il sito: www.regione.veneto.it www.vinitaly.com.
Gli appuntamenti
per gourmet
U
no degli irrinunciabili sodalizi di
Vinitaly è ovviamente quello con la
buona tavola. La vicinanza con Sol, il
salone dedicato all’olio d’oliva di qualità e da quest’anno con Agrifood, vetrina dell’eccellenza italiana, rendono
ancor più varia l’offerta della manifestazione dedicata alla tavola. In cartellone
laboratori gastronomici, grandi chef,
piatti da degustare in fretta tra un
appuntamento e l’altro o comodamente seduti. Il tutto rigorosamente basato
su ingredienti della migliore tradizione
gastronomica italiana. Vinitaly 2009
propone il “Ristorante d’autore”, che
permette la degustazione durante tutta
la durata della manifestazione di piatti
preparati dagli alcuni degli chef dell’alta ristorazione italiana, poi il “Ristorante
dei Signori”, curato invece dagli chef
italiani dell’associazione Jeunes
Restaurateurs d’Europe, che ogni giorno al primo piano della Galleria dei
Signori, dalle 12.30 alle 15.00, realizzeranno un menu composto da antipasto,
secondo, dessert, piccola pasticceria,
vino, acqua e caffè. Alla “Cittadella
della Gastronomia” si scopre invece lo
spazio dedicato alla qualità e alle caratteristiche della cucina regionale realiz-
zata con ingredienti DOP e IGP in abbinamento con i migliori vini.Qui si trovano all’opera sette chef socie
dell’Associazione Nazionale delle
Donne del Vino, mentre al “Ristorante
Sol Goloso” ai fornelli ci sono gli chef
dei laboratori dell’olio extra vergine di
oliva di Sol.
Fotografo Rania Alessandro ADVERTEINSTEIN
l vigneto veneto schiera un ricco cartellone di degustazioni e appuntamenti che i visitatori potranno scoprire ai
padiglioni 4 e 5. Qui s’incontra anche lo
stand istituzionale della Regione che
sarà per tutta la durata della manifestazione punto d’incontro, di informazione
per gli operatori, oltre che banco di
degustazioni libere con abbinamento a
prodotti DOP e IGT regionali.
All’inaugurazione, nella giornata di oggi,
saranno
presenti
il
Ministro
dell’Agricoltura Luca Zaia con il
Presidente della Regione Veneto
Giancarlo Galan ed il Vice Presidente
Franco Manzato. Alle ore 14 si parla di
“La Vigna in Rosa”, la più completa elaborazione statistica delle aziende vitivinicole nazionali femminili, mentre alle
ore 14.30 per il “Galateo del vino” arrivano le bellissime “veline” Elisabetta
Canalis e Maddalena Corvaglia, per un
veloce corso di Galateo del vino in chiave veneta. Nella prima lezione dedicata
alla sciabolatura è la medaglia d’oro
olimpica di spada Matteo Tagliariol a
fare da padrone di casa. Tra gli appuntamenti proposti va segnalata domani
alle ore 10 una degustazione guidata di
vini ottenuti da storiche varietà di vitigni
del territorio. Il merito di questa straordinaria riscoperta spetta ai tecnici di
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Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
VR
Informazione Pubblicitaria
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Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
Cultura
&Tempo libero
Venezia
Libro e cellulare
Domani
la notte del Ruyi
Un cellulare e un libro bastano per passare
una notte alla ricerca dello scettro di Marco Polo. Domani scatterà la «Notte del
Ruyi» che legherà due città, Roma e Venezia, nella prima caccia al tesoro tra leggende e nuove tecnologie. Il ritrovo è fissato alle 21.30 in campo San Polo (piazza Navona per Roma) e basterà avere con sé il libro
guida di Alberto Toso Fei The Ruyi e un cellulare, organizzarsi in piccole squadre e
lanciarsi alla ricerca del fantomatico Ruyi,
il leggendario scettro che Marco Polo portò
con sé dalla Cina, scoprendo nel percorso
misteri e leggende sulla città di Venezia.
Domani sera in Campo San Polo a Venezia parte il gioco del
Ruyi
Al via saranno consegnati ai capigruppo
delle squadre i codici per accedere al gioco
che potrà essere seguito anche da casa navigando su www.whaiwhai.com. Si giocherà utilizzando le centoventi storie individuate dallo scrittore veneziano Alberto Toso Fei nel «Quaderno whaiwhai di Venezia», inviando e ricevendo un sms dal cellulare. I gruppi che risolveranno l’enigma dell’ultima tappa, avranno vinto la «Notte
del Ruyi» e, come premio, potranno misurarsi nella gara nell’altra città «gemellata».
F.Ver.
Nella «Gloria del mais» di Luigi Messedaglia le vicende di un cibo-simbolo delle tradizioni rurali
Guide d’autore
Formenton o sorgo
turco, la pannocchia
che salvò i veneti
Venezia sconosciuta
Torna il saggio
di Predrag Matvejevic
La nostra regione fu la prima a coltivare
su larga scala il prezioso cereale
Il libro
La polenta è, da
secoli,
l’alimento-simbolo
dei contadini veneti:
tracciare, dunque,
la storia della
coltivazione del
mais, significa
scrivere la storia
stessa del popolo
veneto. A
occuparsene fu,
nella prima metà
del ’900, il
veronese Luigi
Messedaglia,
massimo storico
dell’alimentazione
italiana: i suoi saggi
sono raccolti nel
volume «La gloria
del mais e altri
scritti
sull'alimentazione
veneta» (375
pagine, 40 euro),
edito da Angelo
Colla per la
Fondazione «Giorgio
Cini» e la Regione
del Veneto, a cura
di Corrado Barberie
e Ulderico Bernardi.
L
a gloria del mais e altri scritti
sull’alimentazione veneta di
Luigi Messedaglia è uno di
quei libri che non si scrivono più. E,
quel che è peggio, che forse non si
leggono quasi più. Peccato, perché
in queste quasi quattrocento pagine
- ripubblicate ora dalla Fondazione
«Giorgio Cini» e dalla Regione del
Veneto per i tipi di Angelo Colla e a
cura di Corrado Barberis e Ulderico
Bernardi - c’è un’idea della cultura
che ci siamo, forse, dimenticati.
Il veronese Luigi Messedaglia, nato nel 1874 e morto nel 1953, è uno
studioso difficile da catalogare: laureato in medicina, egli fu storico dell’alimentazione, della cultura, della
letteratura e, non marginalmente,
anche della lingua. E in tutti questi
campi del sapere, oggi rigorosamente separati da
barriere disciplinari
più minacciose del
filo spinato, dimostrò una capacità di
adunare fatti e di
trarne informazioni al tempo stesso
banale e prodigiosa.
L’erudizione è una forma di sublime artigianato che consiste nell’adunare
faticosamente e pazientemente notizie isolate e di per sé insignificanti
combinandole in un solido quadro
storico che dalla somma di tante vacuità ricava l’unica forma di conoscenza degna di non perire e di non
essere col tempo contraddetta o superata.
Nei casi più fortunati, ciò consente di rimuovere pregiudizi, di cancellare false convinzioni e di restituire dignità e completezza alla memoria di un popolo. Tutto ciò accade,
puntualmente, nei saggi che Messe-
daglia dedicò a una pianta, il mais,
importata dall’America durante il Rinascimento e divenuta, in pochi secoli, protagonista non solo dell’agricoltura, ma anche dell’immaginario
culturale e persino delle fiabe popolari dei Veneti: prima popolazione
europea - lo studioso lo dimostra ad aver avviato la coltivazione a tappeto di questo cereale capace di
scongiurare carestie, di rallentare la
decadenza della Repubblica di Venezia, di celebrare un «trionfo corale»
dei contadini delle nostre terre.
Oltre che, naturalmente, di procurar loro nuove sventure. Dopo aver
indagato la diffusione e gli usi del
mais nelle antiche Americhe e nelle
varie regioni d’Italia, Messedaglia
dedica ampio spazio alla piaga della
pellagra, malattia che per secoli afflisse una popolazione che pagava in tal modo i violenti scompensi alimentari cui la costringevano i nuovi
assetti agricoli fondati sul formenton. Ossia sul sorgo turco,
sulla zalla, sul zallonzin, sullo strepolin: per
citare solo alcuni fra le decine di nomi popolari del
mais che Messedaglia colleziona in
uno dei saggi più belli di questo libro. Pagine che deliziano il linguista e lo studioso di tradizioni popolari, ma che naturalmente possono
incuriosire anche il lettore del tutto
digiuno d’interessi specialistici.
Altro grande - e perduto - pregio
dell’erduzione primonovecentesca
era di porgere i risultati delle proprie ricerche in una forma al tempo
stesso rigorosissima e per nulla esoterica. Scientificamente solida ma
accessibile ad un pubblico indistin-
Scienza e vita Una stampa del mais. A sinistra, contadini al lavoro
to. Piacevole, addirittura, a differenza degl’indigeribili scritti di tanti
specialisti dei nostri giorni. Così, il
saggio in cui Messedaglia parte da
un passo poco noto di un poeta macaronico della fine del Quattrocento, il padovano Tifi Odasi, per indagare sul nome di due misteriosi alimenti, schienale e morona, è a tal
punto gradevole da leggere che si
può citare in un giornale.
Quanti studiosi di oggi saprebbero fare altrettanto ammonticchiando dati, e non divagando con le loro
fantasticherie? «Certo è, che gli italiani, anche in materia di gusti più
raffinati degli stranieri, non vollero
mai saperne - scrive Messedaglia in
quel saggio - del delfino in cucina: il
che era noto già ad Alberto Magno.
A Venezia, si noti, era proibito tagliare il delfino (dolfin) in pesche-
ria: così il Cecchetti. Tutt’al più, del
delfino, ancora oggi, vien mangiata
la lingua, che dicesi eccellente. A
proposito poi del delfino salato, un
competente, testimonio de visu, il
conte Emilio Ninni, mi informa, che
sul mercato di Costantinopoli il delfino, pur essendo abbondante nel
Mar Nero (dove non gli danno la caccia), non compare mai». E via indagando, ricostruendo, collezionando
schede.
Ci stupirà scoprire che un uomo
tanto curioso fu anche autore di saggi sull’ornitologia (per i quali partiva dalla sua concreta esperienza di
appassionato cacciatore) e persino
di una ricerca storica sulla danta nota col nome di pavana, di cui rivendicò l’origine al Veneto, strappandola alla Spagna?
Torna in una versione aggiornata e
con altro titolo, uno dei saggi più
originali di Predrag Matvejevic, lo
scrittore di madre croata e padre
russo: Venezia minima (Garzanti, 160
pagine, euro 14,60). La prima
edizione era apparsa nel 2003 L’altra Venezia - e si era aggiudicata
la prima edizione del premio Strega
Europeo. Lo sguardo dello scrittore
sulla città non si è soffermato sulle
basiliche e sui grandi pittori ma ha
spaziato, con una visione trasversale,
sugli angoli meno conosciuti: dalle
doratore sul legno alle vene
d’argento sui mattoni ai giardini
invisibili fino ai mestieri di una
volta. Il risultato è un cruciverba di
luoghi, immagini e suoni, la cui
definizione varia da uno stato
d’animo all’altro. «Non potevo fare a
meno di confrontarmi con una città
come Venezia, ragiona
Matvejevic - non
smetterò mai,
perché è una
delle realtà più
affascinanti tra
Oriente e
Occidente». Testo
raffinato, pensato
e scritto come un
affresco
Predrag Matvejevic
cangiante,
Venezia minima
offre anche un breve saggio di
Raffaele La Capria. Che scrive:
«Quella di Matvejevic è una Venezia
fatta di scrittura che diventa materia
e sensazione che ci restituiscono
quelle che riceviamo: sensazioni di
umido, di acqua, di marcio, di
tempo, di bellezza, di passato, di
malinconia (…) insomma
dell’indicibile Venezia». L’originalità
del saggio sta tutta qui. In una breve
ma avvincente guida d’autore agli
angoli meno battuti della città
popolata ogni anno da milioni di
turisti. Forse è un bene,
paradossalmente, che i visitatori
occasionali di Venezia non leggano
questo delizioso volume: potrebbero
trasformare in iper-affollati e
chiassosi, luoghi che fino a oggi sono
appartati e silenziosi.
Massimiliano Melilli
Lorenzo Tomasin
Teatro La rodigina Maria Paiato interprete dell’«Intervista», stasera a Mira
«La mia Ilaria, buffa e femminile»
Una commedia scritta
vent’anni fa, nel 1989, ma che
conserva intatta la sua freschezza e la sua capacità di penetrazione psicologica nell’analisi dei caratteri: L’intervista di Natalia Ginzburg torna
sulle scene nell’allestimento di
Valerio Binasco, uno dei registi e attori più affermati nel panorama teatrale italiano. Al
suo fianco, Maria Paiato, l’attrice veneta che ha saputo conquistarsi una posizione di rilievo nell’ambito dell’interpretazione di testi della drammaturgia contemporanea, e la giovane Azzurra Antonacci. Li vedremo oggi al Teatro di Villa dei
Leoni di Mira, prima tappa di
una tournée che toccherà
Schio, Asolo e Verona, rispettivamente il 3, 4 e 7 aprile. Il te-
sto che abbraccia un arco di
dieci anni, dal 1978 al 1988, si
gioca su tre personaggi: Marco
Rozzi, giovane giornalista, che
arriva in una casa di campagna per realizzare un’intervista a un importante studioso,
e Ilaria e Stella, rispettivamente la compagna e la sorella del
professor Tiraboschi. La iterata assenza del professore farà
sì che si crei un’intimità confidenziale con Ilaria, un dialogo
sincero che porta a galla le
aspirazioni e i sentimenti dei
personaggi. È felice, come sempre, Maria Paiato di lavorare in
Veneto, dove ancora ha la sua
famiglia.
Una tappa in Veneto non
manca mai per i suoi spettacoli…
«È vero, cerco sempre di tor-
nare perché sento molto forte
il richiamo della mia terra di
origine, che è una zona di confine con il territorio ferrarese.
Io sono nata a Stienta e i miei,
anche le mie giovani nipoti
Sveva ed Elsa a cui sono legatissima, vivono a Santa Maria
Maddalena, una frazione di Occhiobello.
Sono terre che erano al centro della «Maria Zanella», il
monologo sull’alluvione del
Polesine del 1951 che lei ha recitato un paio di stagioni fa…
«È stato molto importante
per me interpretare quel personaggio simbolo di un territorio affascinante, ma a rischio.
Maria Zanella porta su di sé le
stigmate di una sofferenza atavica, è icona di una popolazione abituata a confrontarsi an-
che in maniera dolorosa con
una natura fiorente e matrigna
al tempo stesso».
Dopo Félicité, protagonista di «Un Cuore Semplice»
dello scorso anno, dà vita ora
a una nuova figura femminile, Ilaria, della Ginzburg. Che
legame c’è tra queste due
donne?
«Sono donne che colpiscono per la loro straordinaria
umanità e disponibilità verso
gli altri. Ilaria è un essere che
sa conoscere la forza del dolore, del sacrificio e della dedizione. Anche lei ha "un cuore semplice": è una creatura candida,
a tratti buffa, piuttosto pigra,
ma al tempo stesso accogliente e molto femminile».
Ilaria era stata concepita
dalla Ginzburg per Giulia Laz-
zarini. Come si è differenziata da un precedente così autorevole?
«Binasco mi ha guidato nella costruzione di un personaggio statico nella sua fisicità, diverso dal dinamismo e dalla
mobilità dell’interpretazione
della Lazzarini. Nel primo tempo Ilaria sta pressoché immobile su una poltrona, come se fosse un fiore, aperto però all’incontro con gli altri».
Che progetti ha in cantiere?
«Nell’immediato una partecipazione alla fiera del libro di
Torino il prossimo maggio per
parlare del romanzo di Berto
Gavioli Il leon d’oro, la storia
di una famiglia da fine Ottocento al 1956. E poi l’interpretazione di Erodiade di Giovanni Tesori, una donna di potere, assai diversa da quelle che ho interpretato fino ad oggi».
Sul palco Valerio Binasco, Azzurra Antonacci e Maria Paiato
Caterina Barone
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Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
VR
Il concerto
Il programma di Vinitaly
Il futuro del vino
In Fiera convegni,
soubrette e politici
Fabrizio Coppola contro razzismo e paura del diverso
Impegnato in tournée da metà marzo, arriva domani sera a Verona Fabrizio
Coppola, cantautore milanese, ospite
dell’associazione culturale Majakovskij
in via Fiumicello 9, zona Porta Vescovo.
Il suo primo album «La superficie delle cose» risale al 2003, seguito due anni
dopo da «Una vita nuova», che ebbe un
ottimo successo di critica. Il suo ultimo
extended play s’intitola «La stupidità»,
che è anche il titolo del primo singolo
NOTTE
E GIORNO
[email protected]
FAX 178 279 7071
uscito. La canzone affronta una serie di
questioni scottanti del nostro paese, tra
cui il razzismo e la paura del diverso:
«L’uomo nero è uno spacciatore, un sovvertitore. Lui è un terrorista, è uno sfruttatore. Lui ti ruba il pane, lui è tutto il
male, il male, il male», recitano le prime
parole del testo. L’Ep è scaricabile gratuitamente dal sito www.myspace.com/fabriziocoppola. Il concerto inizia alle 22;
ingresso con tessera 5 euro. (a.d.r.)
Al palazzetto dello sport
In Fiera A inaugurare Vinitaly sarà il ministro Luca Zaia
Politici, convegni e starlette della tv. Dopo la serata di
gala che si è svolta ieri, con il concerto del pianista Ludovico Einaudi al Teatro Filarmonico, il programma della prima giornata di Vinitaly si preannuncia molto fitto.
Oggi alle 10, sarà il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia a inaugurare la kermesse fieristica. Presenti anche il presidente della Regione Giancarlo Galan, il sindaco di Verona Flavio Tosi e il presidente della Provincia Elio Mosele. Ma neppure questa edizione rinuncia
al connubio tra vino e bellezza, e così tra gli ospiti attesi
figurano anche le ex veline
Maddalena Corvaglia ed
Elisabetta Canalis (nela foto).
Ricca di contenuti la prima giornata di Vinitaly,
con la presentazione dello
scenario di mercato a cura
del Centro Studi Vinitaly Veronafiere sul tema «La
Crescita continua» (inizio
alle 15.15, nella sala stampa al secondo piano del PaShowgirl Elisabetta Canalis
la Expo). L’analisi è il frutto dell’elaborazione delle indagini di mercato: «Il vino
nei locali italiani di qualità» (Unicab-Axiter); «Vino, il
mercato che verrà» (Università Federico II - Edizioni
L'Informatore Agrario); «Il mercato del vino nella
Gdo» (IRI Infoscan); «Gli italiani e il vino» (Bocconi
Trovato & Partners).
Con gli Stati Uniti d’America, si apre anche il ciclo di
focus di Vinitaly sui più interessanti mercati esteri. A
seguire Russia, Cina, Giappone, India e Singapore e Paesi Scandinavi.
Enrico Presazzi
Al Teatro Filarmonico
Mozart e Bruckner
chiudono la stagione
Maestro Günter Neuhold dirige il concerto al Filarmonico
L’ultima opera di Mozart chiude la stagione sinfonica del
Teatro Filarmonico. Con le ultime pagine del grande compositore, il Concerto in La maggiore per clarinetto e orchestra realizzato nel 1791, pochi mesi prima di morire, si
apre il concerto di sabato prossimo, tutto sotto il segno
della musica austriaca: a seguire la Sinfonia n.4 «Romantica» di Bruckner. Due scelte entrambe emblematiche, un
salto di quasi un secolo per ritrovare anche con Bruckner
la maturità e la pienezza del compositore. Austriaco perfino il podio, con il maestro Günter Neuhold che ha diretto
nei più importanti teatri d’opera italiani (la Scala, Teatro
Massimo di Palermo e di Catania, i comunali di Bologna
e Genova) ed europei, da Vienna a Berlino a Dresda, Monaco, Ginevra, Zurigo, al festival di Salisburgo e alla Biennale di Venezia.
La stagione sinfonica si chiude, oltre che con Mozart e
Bruckner, anche con le opere più belle di Glinka, Dvorak
e Rachmaninov. Gli ultimi due appuntamenti saranno sabato (alle 20.30, replica domenica alle 17) e il 2 maggio
(replica domenica 3).
Il clarino solista è di Vincenzo Mariozzi che nell’interpretazione di questo concerto di Mozart, eseguito anche al
Festival Mozart Praha con l’Orchestra da Camera di
Mantova, vanta una delle sue prove più note e più apprezzate.
All’ultimo appuntamento della stagione, il 2 e 3 maggio,
la musica avrà invece i toni dell’est con le musiche di
Glinka, Dvorak e Rachmaninov, dirette questa volta da
Fabio Mastrangelo, che vedrà come violoncellista David
Geringas.
Informazioni e biglietti al Teatro (via dei Mutilati 4), oppure allo 045.8005151 e sul sito www.arena.it.
Camilla Bertoni
Il Sunshine Gospel per la solidarietà
Torna ad esibirsi nella nostra città per una buonissima causa il «Sunshine Gospel Choir», ensemble di circa 50 coristi vincitore del primo premio nel 2001 del «Gospel Jubilee Festival» di Torino e considerato uno dei migliori gruppi italiani nel genere. Sarà in concerto sabato
sera a partire dalle 20.30 al
palazzetto dello sport «Città
di Verona» in piazzale Atleti
Azzurri d'Italia. Il ricavato
dell’evento verrà devoluto alle associazioni Medici Senza
Frontiere e Gli Amici di Angal: la prima necessita di fondi per il progetto «Fondo
emergenze», attivato al fine
di finanziare interventi di
emergenza in caso di guerre,
epidemie, catastrofi naturali
ed emergenze nutrizionali.
Mentre la seconda per
l’«Operazione Proteine»,
contro la malnutrizione infantile, e per «Orfani da Ai-
ds», progetto volto a garantire il sostegno a distanza - cibo, cure mediche, vestiti,
scuola - ai bambini di Angal,
nel nord Uganda, resi orfani
da questa terribile malattia.
Attualmente l’associazione
ne segue oltre 230. I biglietti
sono disponibili on line sul sito http://www.winticket.it;
costo: platea 15 euro, gradinate 10, ridotto (5-10 anni) 5
euro.
Antonella de Robertis
Spettacoli 23
Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009
VR
Guida
ai film
CINEMA
TEATRO
TV e RADIO
DRAMMATICO
COMMEDIA
ANIMAZIONE
THRILLER
COMMEDIA
DRAMMATICO
Gran Torino
Due partite
Ponyo sulla
scogliera
Push
Racconti
Incantati
Two Lovers
Il tema del razzismo è al centro del film di Clint Eastwood,
in cui interpreta, un reduce
della Guerra. L’unica cosa
rimastagli è una Ford Gran
Torino, a cui è molto affezionato. Quando il figlio dei suoi
vicini tenta di rubargliela...
Multisala Rivoli
Trasposizione cinematografica della piece teatrale di
Cristina Comencini, con al
centro il confronto fra madri
e figlie, che si concretizza in
un confronto fra due generazioni. Protagoniste otto attrici
del nuovo cinema italiano.
Alcione
I protagonisti sono Sosuke,
un bimbo di cinque anni, e
Ponyo la pesciolina incastrata
in un barattolo di marmellata
e salvata dallo stesso Ponyo.
Una storia che si apre
all’amicizia, all’amore materno, al rispetto per la vita e
per la natura.
L’esercito americano vuole
mettere la mani su una
super-razza di uomini dotati
di poteri paranormali, così da
sfruttare per scopi militari. I
ragazzi coinvolti in questo
intrigo decidono di allearsi per
poter mettere fine alla minaccia che incombe su di loro.
Skeeter decide di fare da
baby-sitter ai figli della sorella, così da arrotondare un po’.
Per due sere racconta ai
bambini delle bellissime favole della buona notte, ma, con
sua grande sorpresa, i suoi
racconti il giorno successivo
si realizzano puntualmente.
Leonard è un giovane con
molti problemi, che decide
di tornare a vivere con i
genitori, dopo l¿ennesimo
tentativo di suicidio. Proprio
quando sembra riacquistare
una certa serenità, entrano
nella sua vita due donne,
molto diverse tra loro.
Cinema
VERONA
ALBA S. LUCIA
ISOLA DELLA SCALA
Via S. Elisabetta, 6 - Tel. 045.95.68.61
Il dubbio
20.45
Via Verdi, 20 - Tel. 045.84.00.848
Due partite
16.30-19.00-21.30
Commedia Regia di E. Monteleone, con M. Buy, I. Ferrari
AURORA
Via Rimembranza 2b - Tel. 045/7302667
21.00
Concerto
LEGNAGO
Drammatico Regia di J. P. Shanley, con M. Streep, P. S. Hoffman
ALCIONE
CINEMA TEATRO CAPITAN BOVO
Riposo
DIAMANTE
I mostri oggi
Gran Torino
Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli
19.30-22.00
17.50-20.10-22.30
Push
Via Trentino, 1 - Tel. 89.21.11
17.55-20.15-22.35
19.40-22.15
The international
19.20-22.10
Thriller Regia di T. Tykwer, con C. Owen, N. Watts
MULTISALA CRISTALLO
Corso Italia, 9 - Tel. 045.76.10.171
20.00-22.00
Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli
Lasciami entrare
21.15
Horror Regia di T. Alfredson, con K. Hedebrant, L. Leandersson
La mostra
La felicità porta fortuna
21.00
Commedia Regia di M. Leigh, con S. Hawkins, E. Marsan
Via Zecchinato, 5 - Tel. 045.50.99.11
I mostri oggi
20.00-22.00
Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli
Drammatico Regia di G. Van Sant, con S. Penn, E. Hirsch
SAN GIOVANNI LUPATOTO
Vicolo Cere, 14 - Tel. 045.80.02.050
Ti amerò sempre
SAN BONIFACIO
I mostri oggi
Regia di P. McGuigan, con D. Fanning, C. Belle
16.30-19.00-21.30
FIUME
17.30-20.00-22.20
Commedia Regia di U. Carteni, con L. Argentero, C. Gerini
21.00
Milk
19.00-21.50
21.00
Diverso da chi?
Drammatico Regia di G. Muccino, con W. Smith, R. Dawson
Via Trentino, 1 - Tel. 89.21.11
La verità è che non gli piaci abbastanza
Commedia Regia di K. Kwapis, con B. Affleck, J. Aniston
Via Brigata Aosta, 8 - Tel. 045.89.02.596
Sette anime
WARNER VILLAGE - LA GRANDE MELA
Regia di D. Frankel, con E. Dane, J. Aniston
Riposo
Comico Regia di S. Ficarra, V. Picone, G. Avellino, con S. Ficarra, V. Picone
CINEMA TEATRO SAN MASSIMO
17.45
Io & Marley
Drammatico Regia di C. Eastwood, con C. Eastwood, B. Vang
WARNER VILLAGE - LA GRANDE MELA
La matassa
Via Trentino, 1 - Tel. 89.21.11
Drammatico Regia di R. Faenza, con C. Santamaria, I. Glen
CINEMA TEATRO SALUS
LUGAGNANO DI SONA
Via Fracastoro, 17 - Tel. 045.52.00.68
WARNER VILLAGE - LA GRANDE MELA
Il caso dell’infedele Klara
15.30-18.00-20.30
UCI CINEMAS VERONA
Via Monte Amiato - Tel. 89.29.60
Drammatico Regia di P. Claudel, con S. Hazanavicius, K. Scott Thomas
I mostri oggi
KAPPA DUE
Via A. Rosmini, 1 - Tel. 045.80.05.895
Sala riservata
Watchmen VM 14
MULTISALA RIVOLI
Diverso da chi?
16.00-22.40
Two Lovers
Ponyo sulla scogliera
18.10-20.20
I Love Shopping
16.00-18.10-20.20-22.30
Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli
16.00-18.10-20.20-22.40
Two Lovers
La verità è che non gli piaci abbastanza
Via Monti, 7/c - Tel. 045.97.42.44
Avventura Regia di B. Luhrmann, con N. Kidman, H. Jackman
The international
Via Sabotino, 2/a - Tel. 045.91.35.91
15.30-18.30-21.15
Drammatico Regia di S. Daldry, con K. Winslet, R. Fiennes
Via Molinara, 23 - Tel. 045.50.83.80
The Burning Plain - Il confine della solitudine
21.00
Drammatico Regia di G. Arriaga, con C. Theron, K. Basinger
CEREA
MIGNON
Via Mons. Dario Cordoli, 2 - Tel. 0442.82450
Katyn
20.45
Regia di A. Wajda, con M. Ostaszewska, A. Zmijewski
COLOGNA VENETA
CINEMA C. FERRINI
Via Papesso, 10 - Tel. 0442.41.27.58
Riposo
17.30-20.10-22.50
Thriller Regia di T. Tykwer, con C. Owen, N. Watts
La vittoria dei partigiani «a memoria d’arte»
Racconti Incantati
18.20-20.30-22.40
Fantastico Regia di A. Shankman, con D. Goodman, A. Sandler
Il caso dell’infedele Klara
La vittoria dei partigiani sul nazifascismo, raccontata attraverso quadri e sculture. È la mostra
collettiva «A memoria d’arte», organizzata dall’8 aprile al 15 maggio, dal circolo Pink. Un modo
alternativo per ricordare la festa della Liberazione di cui, questo 25 aprile, cade il 64esimo
anniversario. «Con questa manifestazione – spiega Alice Castellani, una delle organizzatrici –
abbiamo deciso di richiamare alla memoria la resistenza per riconquistare la libertà e la
democrazia, declinandola attraverso le opere di 42 artisti, tra cui quattro partigiani che hanno
vissuto sulla propria pelle questa esperienza». Padrino della manifestazione, infatti, proprio lo
scultore e pittore partigiano Vittore Bocchetta che, a 91 anni, porterà la sua testimonianza diretta.
La mostra si terrà in nove diversi spazi della città. Si inizia l’8 aprile, con l’inaugurazione all’Osteria
ai Preti, alle 18.30. Il 10 aprile sarà la volta del circolo Malacarne, mentre il 15 toccherà alla libreria
Pagina 12. Si prosegue il 16, al Metropolis cafè, poi il 17 da Esposta e il giorno successivo ai campi
di San Felice Extra. Il programma fa tappa il 21, alla libreria Rinascita, il 23 al Fuori Corso, per finire
il 24 aprile al circolo Pink, dove interverranno i due partigiani: Bocchetta e Tonino Migali. (f.m.)
18.15-20.30-22.45
Drammatico Regia di R. Faenza, con C. Santamaria, I. Glen
Push
17.30-20.00-22.30
Regia di P. McGuigan, con D. Fanning, C. Belle
La matassa
17.30-20.00-22.30
Comico Regia di S. Ficarra, V. Picone, G. Avellino, con S. Ficarra, V. Picone
Gran Torino
17.15-20.00-22.35
Drammatico Regia di C. Eastwood, con C. Eastwood, B. Vang
SOMMACAMPAGNA
VIRTUS
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12.25
12.45
14.05
17.30
19.00
19.10
19.45
20.20
20.30
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23.10
23.30
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Commedia Regia di K. Kwapis, con B. Affleck, J. Aniston
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The Reader - A voce alta
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Sentimentale Regia di J. Gray, con J. Phoenix, G. Paltrow
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Commedia Regia di P. J. Hogan, con I. Fisher, H. Dancy
Commedia Regia di K. Kwapis, con B. Affleck, J. Aniston
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Cartoon Regia di H. Miyazaki
Sentimentale Regia di J. Gray, con J. Phoenix, G. Paltrow
La verità è che non gli piaci abbastanza
17.30-20.00-22.20
Commedia Regia di U. Carteni, con L. Argentero, C. Gerini
Drammatico Regia di C. Eastwood, con C. Eastwood, B. Vang
I mostri oggi
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Fantasy Regia di Z. Snyder, con J. D. Morgan, P. Wilson
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Gran Torino
PINDEMONTE
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Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli
Suggestioni in centro a Verona dal 2 al 5 aprile 2009
Appuntamenti selezionati in luoghi unici nel centro di Verona. Il fascino della cornice storica come luogo d’incontro
di contenuti artistici e culturali. Una rete di appuntamenti per vivere spazi pubblici urbani e valorizzarne il ruolo.
Eventi per la città, per i visitatori, per i numerosi enonauti e amanti dell’arte e della cultura enogastronomica in
continua crescita. Da giovedì 2 aprile a domenica 5 , in centro storico a Verona: Porta Palio, Arsenale, Vecchia Dogana
e altri. Ospiti: Food Editore, Neroli Records, Facoltà di Economia dell’Università di Verona, Valpolicella Photographic
Workshop, Fondazione Callas, Forme di Luce, Prandina, Scalacolore, Canoa Club Verona, Loud, Roots e altri. Assaggi
in omaggio: Etna rosso I vigneri di Salvo Foti, Amarone La Pala, Malvasia Callas Monte delle Vigne, Amarone 1964
Bolla e Barolo 1967 Oddero Old Wines, Novecento il Santo, Perdarubia e altri. Ingresso gratuito e assaggi enogastronomici in tutti gli appuntamenti. www.winecity.it [email protected] T+39 335 808 3724 T+39 347 50 23 382
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Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona
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Mabrun, Jack & Jones, Guess, CK, Grifoni Denim, Mud & Glory,
Stone Island, Murphy & Nye, Tru Trussardi, Paoloni, Manuel Ritz,
Boglioli, Canali, Corneliani, Nino Danieli, Sartoria de Petrillo,
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Domenica 5 aprile siamo aperti a Vedelago,
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tel. 041 5600555