La domanda è ovvia - Italia Motor Web

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Accendiamo i motori
L
a domanda è ovvia che serve a noi per rodare
e scontata: “perché la nostra macchina e a voi
l’ennesimo media sul per iniziare a conoscerci.
Abbiamo scelto di premondo dell’auto”?
miare con la copertina il
La risposta è semplice e coraggio di Maserati che
diretta. Avevamo voglia di con la Ghibli ha rubato l’atproporvi qualcosa di nuo- tenzione degli americani
vo, che superasse il con- nella mitica notte del Sucetto di “sito”.
perbowl con un bellissimo
Partendo da un media di- spot. Maserati rappresenta
gitale ci siamo proposti di gran parte dell’Italia che ci
creare qualcosa che des- piace: piccola ma aggresse le stesse sensazioni dei siva, elegante e raffinamensili cartacei che sfo- ta. L’Italia che vorremmo.
gliamo da sempre. Qualco- Troverete anche un articosa da scaricare nel proprio lo sulla nuovissima LamTablet e da leggere como- borghini Huracán che sta
damente.
registrando record di prevendita con 600 pre-ordini
Ed ecco l’idea di una ri- in un mese.
vista virtuale da sfogliare su ogni tipo di device:
Non mi resta che auguPc, Tablet, Smartphone ed rarvi una piacevole lettuebook-reader.
ra!
Un mensile dedicato soprattutto al mondo del
prodotto ma che approfondirà, di volta in volta,
tematiche sportive, storiche, tecniche, amministrative. Il tutto con una veste
grafica moderna ed accattivante.
Operativamente il gruppo
che è alla base di questo
progetto ha fatto tesoro
delle precedenti esperienze motoristiche. Cercheremo di informare in modo
semplice e chiaro sulle novità del mercato.
E’ un progetto in divenire
che è destinato a cambiare
ed arricchirsi pagina dopo
pagina, numero dopo numero. E siamo pronti a recepire i vostri suggerimenti cercando di migliorare il
nostro giornale.
Parliamo ora di questo
primo numero: è una sorta di numero zero. Poco
più di un numero di prova
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Sommario
4 Maserati Ghibli
8 Gruppo FCA
10 Le Mans 2014
12 F1 2014
14 Gruppo FCA
18 BMW Serie 2 Coupé
19 Nissan Qashqai
20 Peugeot 308
21 FIAT 500 L Trekking
22 Calendario Marzo
Gino Allegritti
Coordinamento:
Gino Allegritti
Scrivono per noi:
Roberto Argenti
Giuliano Alù
Andrea Fiaschetti
Matteo Lupi
Marzio Mozzetti
Progetto Grafico:
CDM Servizi S.r.l.
www.italiamotorweb.it
[email protected]
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E adesso
attacchiamo!
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febbraio 2014.
Al MetLife Stadium di
East Rutherford, in
New Jersey, i Denver Broncos, vincitori dell’American
Football Conference, e i Seattle Seahawks, campioni
della National Football Conference si affrontano nella
finale che assegna il titolo di
campione della National Football League (NFL), la lega
professionistica statunitense
di football americano, il Superbowl.
Ogni americano che si rispetti assiste a questo che
rappresenta il più importante evento sportivo dell’anno;
sono più di centoventi milioni
gli sportivi incollati al video.
E proprio durante il primo
quarto della partita tra i vari
spot televisivi, gli spettatori si
trovano a guardare una bimba di colore che parla degli
ostacoli che tutti noi ci troviamo ad affrontare nella vita di
tutti i giorni, piccoli o grandi
problemi che vediamo come
dei giganti insormontabili. La
bimba però dice che impegnandoci e mettendocela tutta, con passione, dedizione e
soprattutto con il cuore, ciascuno può realizzare i propri
obiettivi, superando qualsiasi
avversità. Le immagini intanto mostrano uomini e donne
che lavorano che si impegnano, e quando la bimba pronuncia l’esortazione che ci
spinge a reagire agli eventi
negativi sul video appare una
4
Maserati Ghibli che corre in
una notte scura. Il suono del
motore è coinvolgente, emozionante, le immagini sono
veloci, si riescono solo a percepire dei dettagli sfuggenti
della vettura: la lancetta del
contagiri che s’impenna, la
griglia del radiatore col tridente che sembra mordere
l’asfalto, i fanali posteriori che illuminano di rosso la
notte… e alla fine quando torna il buio appare il messaggio: “Siamo pronti. E adesso
attacchiamo!”.
È la prima volta nella storia
che un’auto ideata, progettata e costruita in Italia incanta gli spettatori americani in
uno spot del Superbowl.
Qualche settimana prima
della messa in onda, Sergio
Marchionne AD della FIAT
annunciava in una conferenza stampa, la nascita di
un nuovo gruppo del settore automobilistico, un gruppo internazionale con le sedi
amministrative divise tra
l’Europa e gli Stati Uniti: la
FCA - FIAT Chrysler Automobiles.
Il nuovo gruppo ha grandi
idee e un progetto ben preciso che punta a migliorare ed
ingrandire il gruppo che è già
tra i primi cinque al mondo.
Il piano industriale sarà rivelato solo a Maggio, ma
questo spot svela uno dei primi obiettivi di questo piano:
lo sbarco massiccio sul mercato americano del marchio
modenese puntando proprio
sulla nuova berlina sportiva.
La Ghibli è per la casa del
tridente un modello chiave,
che arriva in un momento
molto positivo: nel 2013 Maserati ha consegnato 15.400
di Andrea Fiaschetti
“È la prima volta nella
storia che un’auto ideata,
progettata e costruita
in Italia incanta
gli spettatori americani in
uno spot del Superbowl.”
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veicoli, registrando un incremento del 148% rispetto al 2012.
Di fatto quello americano rappresenta per Maserati il primo
mercato al mondo con 6900 vetture vendute nell’ultimo anno,
ma l’obbiettivo più completo è
quello di entrare anche negli altri
mercati emergenti, come quello
asiatico, dove la richiesta di vetture premium di segmento E sta
aumentando.
Ghibli: un nome evocativo, un
nome che fu assegnato in passato ad altri due modelli: una coupè
nel 1967 e una berlina sportiva
nel 1992 derivata dalla mitica Biturbo. Oggi il nome del vento che
soffia nel deserto africano viene
affidato per la prima volta ad una
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berlina quattro porte che affianca
il modello che incarna il vero rilancio della Maserati nel mondo:
la Quattroporte.
Le similitudini con la Quattroporte si limitano però al solo numero di ingressi nell’abitacolo,
la Ghibli infatti è più compatta,
leggera ed economica rispetto
alla sorella maggiore. I propulsori che la equipaggeranno sono
due, molto diversi tra loro. Il primo, progettato e costruito a Maranello dalla Ferrari, ha 6 cilindri
ed una cilindrata di 2979 cc con
due step di potenza: 410 e 330
cv, quest’ultimo viene montato
anche sulla Quattroporte ma solo
per il mercato cinese. Il secondo
propulsore è una vera e propria
novità per la casa modenese: sviluppato in collaborazione con la
VM Motori di Cento (FE) è alimentato a gasolio ed è sovralimentato
da una turbina a geometria variabile in grado di erogare 275 cv,
anche se per problemi fiscali in
Italia sarà montata una versione
depotenziata a 250 cv.
Tutti i motori sono abbinati ad
un cambio ZF automatico-sequenziale con 8 rapporti e la versione con motore benzina da 410
CV può essere equipaggiata con
la trazione integrale denominata
Q4, simile a quella adottata da
qualche modello Alfa Romeo.
Il telaio deriva dalla sorella maggiore e seppur accorciato mantiene un passo di quasi 3 metri.
In Maserati dichiarano che grazie alla mole ridotta, al cambio a
otto rapporti e alle sospensioni
anteriori a doppio braccio oscillante e a quelle posteriori allo
stato dell’arte a 5 bracci, la Ghibli
ottiene un handling straordinario
e una dinamicità ragguardevole
per una berlina di questa classe.
Stilisticamente la linea s’ispira
vagamente ai volumi di quella che
fu un grande classico della Maserati: la Biturbo. Il corpo vettura è
compatto e vicino ad una vettura
gran turismo, lo spazio lasciato
al cofano anteriore è abbastanza
lungo, il padiglione è arretrato,
e il terzo volume ha uno sbalzo
piuttosto contenuto. I dettagli
che segnano la continuità con la
tradizione sono ben evidenti, la
calandra ricorda volutamente la
mitica Maserati A6GCS/53 degli anni ‘50, sul passaruota sono
presenti le ormai immancabili tre
feritoie e sul montate posteriore campeggia il tridente simbolo
della casa emiliana. In pratica la
Ghibli s’inserisce alla perfezione
nella gamma Maserati, coniugando il lusso e la prestigiosità della
Quattroporte alla Sportività senza
compromessi della Granturismo.
Gli interni della nuova Ghibli
sono caratterizzati dalla pulizia
delle linee e dal contrasto cromatico tra la plancia e il sottoplancia
che riprende il colore della selleria. Il cruscotto è dominato dallo schermo touchscreen di ampie
dimensioni(8,4”) che consente di
gestire l’impianto stereo sviluppato da Bower & Wilkins ed è in
grado di proiettare le immagini riprese dalla telecamera posteriore
che si attiva inserendo la retromarcia. Sopra lo schermo i puristi
del marchio possono riconoscere
l’orologio analogico di forma ovale che è stato per decenni un elemento distintivo delle vetture della casa del Tridente. I sedili sono
rivestiti di pregiatissima pelle da
Poltrona Frau e gli spazi risultano
ampi e lussuosi pur mantenendo
uno stile fresco e giovanile, proprio quello che ci si aspetta da
una Maserati.
Nessun aspetto è stato lasciato
in secondo piano, grazie anche
all’introduzione d’innovativi sistemi elettronici di sicurezza che
esordiscono di fatto con questo
modello, la Ghibli ha ottenuto cinque stelle al crash test EuroNCAP,
con un punteggio del 95%, Per
questo la vettura è stata scelta
dall’EuroNCAP come testimonial
per spiegare i passi effettuati in
campo automobilistico dalle diverse case europee.
Tornando allo spot del Superbowl, anche Maserati ha i suoi
“giganti da combattere”: Il segmento che andrà ad occupare è
già il regno delle berline tedesche
di Audi, Mercedes e BMW, anche
se la Ghibli a causa della fascia
di prezzo leggermente più alta,
avrà come concorrenti dirette le
vetture della Jaguar. Il compito è
arduo e a Modena lo sanno bene,
ma… “Se teniamo la testa bassa,
Se lavoriamo sodo, Allora saremo
pronti, Aspettiamo che si addormentino, Aspettiamo che diventino talmente grossi da potersi
appena muovere, E poi usciamo
dall’ombra, Usciamo lentamente
dall’oscurità, E andiamo all’attacco… Siamo pronti. E adesso attacchiamo!“
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fuga dall’Italia non c’è stata.
FIAT + CHRYSLER
costruttori globali
E
alla fine il topolino si è
mangiato il gatto.
Questa frase potrebbe
facilmente riassumere la vicenda Fiat-Chrysler.
Il gruppo italiano (approfondiremo più avanti la questione
del cambio di residenza fiscale)
ha completato l’acquisto delle ultime quote (41,46%) della
controllata americana che erano
ancora in mano al fondo VEBA
(una sorta di cooperativa sindacale che ha tutelato i dipendenti
durante e dopo il Chapter 5).
Per alcuni versi, nell’immobilismo che regna in questo
momento storico nel mondo
dell’automobile è davvero un
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fatto epocale. Lo stesso Marchionne ha definito l’operazione
“degna dei libri di storia”.
Il costo totale dell’acquisto è
di 4,350 miliardi di dollari, cifra
decisamente inferiore alle previsioni della vigilia. Di fatto Fiat
ha sborsato solo 1,75 miliardi di
dollari, cifra che ha consentito
l’acquisto senza aumenti di capitale.
Il nuovo gruppo costituito (FCA
– Fiat Chrysler Automobiles) ha
sede in Olanda, sarà soggetto a
fiscalità inglese e verrà quotato
a New York e a Milano.
Da queste scelte è scaturita
una grande polemica sul fatto
di Gino Allegritti
che la Fiat (che ha beneficiato
per decenni di aiuti di stato) abbandoni l’Italia in un momento
così delicato.
La gran parte di queste polemiche è basata su poco più di niente. Fiat ha scelto l’Olanda per un
complicato sistema di normative atto a favorire il controllo da
parte di EXOR (holding della famiglia Agnelli) e degli azionisti di
lungo corso, mentre la residenza fiscale inglese garantisce solo
una riduzione di tasse sui dividendi. Fiat (come ogni altra attività multinazionale) continuerà
a pagare le tasse nei paesi dove
produce. Esattamente come avviene ora. La tanto sbandierata
Fino a questo punto abbiamo
analizzato soprattutto il lato
economico e finanziario. Ma
cosa succederà dopo questa giravolta di cifre?
Da sempre Sergio Marchionne
ha analizzato il mercato mondiale dell’automobile sostenendo che i piccoli costruttori isolati
sarebbero stati spazzati via. E di
conseguenza ha lavorato sempre
cercando di creare un costruttore globale in grado di avere i
numeri necessari per giocare un
ruolo importante nel mercato.
Benché non siano stati ancora
raggiunti i target voluti dal CEO
(6 milioni di auto vendute ogni
anno), FCA sta ponendo delle
basi solide per uno sviluppo futuro e per altre acquisizioni.
In concreto cosa cambierà ora?
Come utenti quasi non ci accorgeremo di nulla. Le strategie di sviluppo e di vendita erano già panificate da tempo. Nel
prossimo futuro vedremo una
più stretta collaborazione tra i
due lati dell’oceano finalizzata allo sviluppo delle vendite di
quei marchi che, al momento,
non rendono come dovrebbero.
In questo quadro due sono i
marchi “Made in Italy” destinati
a fare la differenza: Alfa Romeo
e Maserati.
Alfa Romeo è destinata a ritagliarsi la sua fetta di mercato all’insegna della tradizione di
sportività e italianità. La 4C è un
piccolo antipasto di quello che
sarà.
Il marchio (a lungo oggetto di
interesse di Volkswagen) rimarrà nel ricco portafoglio di FCA e
subirà un notevole sviluppo di
gamma (sono attese Giulia ed
un SUV) e di qualità. Negli USA,
nonostante l’assenza durata
anni, il marchio ha ancora un
grande appeal ed è destinato a
fare grandi cose.
Discorso simile per Maserati che è pronta ad uno scontro
frontale con i marchi tedeschi
puntando tutto su esclusività,
artigianalità passando per quel
tocco di emozionalità di cui difettano le berline teutoniche.
Proprio su Maserati (seppur su
cifre ancora piccole è il marchio
che è cresciuto di più in USA
nello scorso Gennaio, +230%)
è partita la battaglia già con un
aggressivo spot della Ghibli (di
questa auto potete leggere un
approfondito articolo a pagina 4
) andato in onda durante l’ultimo Super Bowl.
Il testo recitato nello spot sembra riassumere quanto successo
tra Fiat e Chrysler: “eravamo
piccoli ma veloci ricordate? […]
e poi usciamo lentamente dall’oscurità e andiamo all’attacco:
siamo pronti ed adesso attacchiamo”.
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Le Mans 2014
sfida a tre
di Matteo Lupi
N
on sarà l’edizione con il
maggior numero di vetture iscritte alla classe
top, ma la 24 Ore di Le Mans
2014 avrà tantissimi spunti
di interesse. Mancano ancora
diversi mesi all’appuntamento
della Sarthe e l’attesa è già
alle stelle con la sfida tecnologica dell’ibrido che per la
prima volta vedrà coinvolti tre
colossi del mercato mondiale
dell’auto: alle confermate Audi
e Toyota si aggiungerà infatti la
Porsche, pronta a scendere in
pista con un know-how di livello assoluto ed equipaggi stellari
nei quali figurano specialisti del
calibro di Romain Dumas, Timo
Bernhard, Neel Jani, Brendon
Hartley e Marc Lieb a cui si
unirà il talento indiscusso di
Mark Webber. La casa di Weissach ha studiato il territorio
e sta preparando l’ingresso
nella classe regina con una
meticolosa serie di test, dando
l’impressione di essere già ad
un livello superiore rispetto a
quello che vide il debutto della
Toyota due stagioni fa. L’architettura scelta per il propulsore è quella di un V4 Turbo da
2000 cc.
L’Audi, dal canto suo, si appresta a mettere in campo il
consueto, disarmante, spiegamento di forze, in grado di garantirle 12 trionfi nelle ultime
14 edizioni. Con il ritiro di Allan
McNish, della formazione originale è rimasto il solo Tom Kristensen ma, nel corso del tempo, il boss Wolfgang Ullirch è
stato in grado di forgiare nuovi
talenti da inserire progressivamente in squadra, come
dimostrato dalle prestazioni di
Mike Rockenfeller, Andrè Lotterer e Loic Duval: quest’anno ci
sarà spazio anche per il nostro
Marco Bonanomi, pronto a tornare protagonista dopo il terzo
posto del 2012 ed una stagione
trascorsa a macinare chilometri
in qualità di tester.
Ai tre colossi con motorizza-
zioni ibride si aggiungeranno
la Lotus T129 motorizzata AER
del team tedesco Kodewa,
al debutto in Lmp1, e le due
R-One costruite ex-novo dal
fortissimo Rebellion Racing in
collaborazione con Oreca, motorizzate Toyota.
La Lmp2 sarà la classe più numerosa e spettacolare con ben
17 vetture iscritte e 5 riserve:
sei i costruttori diversi e tre le
motorizzazioni disponibili. La
Strakka Racing sarà della partita con la nuova Dome S103
motorizzata Nissan che fornirà
la stragrande maggioranza delle
vetture, lasciando alla Judd
l’Oreca 03 del Race Performance e la Morgan del Newblood by
Morand Racing, mentre l’Oak
Racing affiancherà alla sua
Morgan Nissan la Ligier JS P2
motorizzata HPD del Team Asia.
Sfida stellare in GT con 5
mostri sacri a darsi battaglia.
La Ferrari sarà rappresentata
da 3 equipaggi in GTE-Pro con
le due 458 Italia della AF-Corse
affidate a Gimmi Bruni e Davide
Rigon e quella della RAM Racing per Matt Griffin. Tre saranno anche le Aston Martin
del team interno, portate in
gara da Stefan Mucke, Darren Turner e Bruno Senna,
mentre il Team Manthey, diventato emanazione ufficiale
e proprietà della Porsche,
risponderà con due 911 RSR.
A completare il quadro ci saranno le americane Corvette
C7 del Corvette Racing e
Viper GTS-R della SRT Motorsport.
Discorso simile in GTE-Am
dove le Ferrari saranno addirittura 8, 4 delle quali gestite
dalla AF-Corse, mentre il
nostro Andrea Bertolini sarà
sulla n.72 della compagnie
russa SMP Racing. Da tenere
d’occhio le 3 Aston ufficiali a
cui si aggiungerà l’esemplare della Craft Racing, team
di Hong Kong. Si rinnoverà
l’impegno dell’attore americano
Patrick Dempsey, al via con una
Porsche 911 RSR gestita in collaborazione con il Team Proton
che metterà in campo anche un
esemplare gemello affidandolo a Cristian Ried. Gli altri due
team con le vetture tedesche
saranno il francese IMSA Matmut Performance ed il belga
Prospeed Competition. Mentre
una menzione particolare merita la Nissan ZEOD Rc del Nissan
Motorsports Global, vettura
iscritta alla categoria New Technologies: l’originale biposto è
basata sul progetto Delta Wing
originariamente sviluppato per
l’IRL ed accolto dall’ACO come
vettura sperimentale già nel
corso del 2012. Ora si ripresenta in versione chiusa e dotata di
un propulsore elettrico abbinato
al motore termico da 1500 cc
per una potenza dichiarata di
circa 400 CV.
Toyota non ha ancora svelato la sua
vettura: diffuso solo
qualche teaser
“L’Audi, dal canto suo, si appresta a mettere in
campo il consueto, disarmante, spiegamento di forze”
“la Porsche, pronta a scendere in pista con un
know-how di livello assoluto ed equipaggi stellari”
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La F1 riparte
dal Turbo
Ormai ci siamo: il futuro
della F.1 è già il presente.
Il 2014 sembrava un orizzonte temporale lontanis- di Matteo Lupi
simo ed invece in nuovi V6
turbo da
1600
centimetri
rmai
ci siamo:
il
golamenti che hanno impocubici sono
futurodiventati
della F.1 reè già
sto l’abolizione degli scariil presente.
2014
chi soffianti (in luogo di un
altà, animando
le Il
prime
sembravadiun
orizzonte
unico scarico centrale nella
giornate
test.
È camtemporale
lontanissimo
ed
parte terminale del cofano
biato tanto, forse tutto: è
invece
in
nuovi
V6
turbo
da
motore) e l’adozione di mucambiato il modo di parla1600
centimetri
cubici
sono
setti
più bassi per questioni
re, il modo di pensare alle
diventati
realtà,
animando
di
sicurezza.
Il risultato è la
gare
ed è cambiato persino
le prime giornate di test. È
nascita di monoposto senilcambiato
modo ditanto,
seguirle.
forse tutto:
sibilmente diverse da quelle
Non
si
tratta
solo didiun
è cambiato il modo
parche hanno chiuso la stagiocambio
regolamentare
che
lare, il modo
di pensare alle
ne 2013: leggermente più
ha
portato
a tagliare
due
gare
ed è cambiato
persino
voluminose nel posteriore e
cilindri
aggiungere un
il modoediad
seguirle.
decisamente sgraziate, sepNon compressore,
si tratta solo di ma
un la
pur con soluzioni diversifiturbo
cambio
regolamentare
che
cate, nella zona anteriore.
F.1
del 2014
vivrà su ritmi
ha
portato
a
tagliare
due
Solo il tempo ci dirà se gli
e schemi completamente
cilindri
e
ad
aggiungere
un
obiettivi
della vigilia sono
differenti. Innanzi tutto
O
turbo compressore, ma la
F.1 del 2014 vivrà su ritmi
e schemi completamente
differenti. Innanzi tutto dovremo abbandonare il concetto di “motore” sposando
quello più esotico di “power
unit”: al motore termico V6
1,6 di cilindrata (acronimo
di riferimento: ICE) saranno
abbinati il turbocompressore (TC), il sistema di recupero dell’energia cinetica
(MGU-K), il sistema di recupero dell’energia termica
(MGU-H), l’accumulatore di
energia (ES) e l’elettronica di controllo (CE). Tutto
in nome del downsizing e
della svolta ecologica che
ha coinvolto i costruttori di
auto in gran parte del pianeta. La FIA non ha voluto
essere da meno e, tre anni
fa, ha approvato la svolta
che, ora, sembra essere destinata a cambiare gli equilibri del Mondiale: tutti sono
stati costretti a ripartire dal
foglio bianco, ridisegnando le vetture in funzione
delle necessità delle nuove
power-unit e dei nuovi re-
12
stati raggiunti: guardando le monoposto la prima
impressione è che il regolamento sia stato scritto,
come al solito, in modo
macchinoso e lacunoso. I
musetti sono sì più bassi
ma le “proboscidi” utilizzate per rientrare nelle
misure imposte, rischiano
di tramutarsi in pericolosissimi “rostri” in grado di
aggravare i danni in caso di
urto perpendicolare, senza considerare la concreta
possibilità che, in caso di
tamponamento, la vettura
che segue s’infili sotto il
diffusore di quella davanti.
La questione è stata sottolineata anche dal genio della
Red Bull, Adrian Newey, ma
viene da chiedersi perchè i
dubbi siano sorti solo ora a
“danno” ormai fatto e non
prima quando forse si sarebbe potuto ovviare.
Dovremo abituarci anche
a nuovi macchinosi regolamenti con penalità composte in caso di più che probabili guasti e sostituzioni
anticipate: non basterà
ricordarsi che ogni pilota
ha a disposizione 5 motori a stagione, per seguire
attivamente il Mondiale
2014 saranno necessari carta e penna con cui
appuntarsi cosa effettivamente i meccanici abbiano
sostituto. Già perchè, se la
sostituzione della power-unit completa comporterà
l’obbligo di prendere il via
dalla pit-lane, l’impiego
del sesto esemplare di una
delle sei componenti (per
esempio il TC) farà scattare
una penalizzazione di dieci
posizioni in griglia che si
ridurranno a cinque se in
precedenza fosse già stato
utilizzato un sesto esemplare di un’altra componente
(per esempio l’ES): facile, no?! No, perchè se, al
termine delle qualifiche, il
pilota penalizzato dovesse
essere talmente indietro
da non subire alcun danno
dal provvedimento, o se il
provvedimento stesso non
dovesse trovare completa
applicazione, la sanzione
verrà applicata anche nei
weekend successivi.
A margine di tutto ciò
vivremo una stagione con
interrogativi sportivi interessanti: riuscirà Sebastian
Vettel a prolungare il suo
regno eguagliando il record
di 5 Titoli consecutivi di sua
maestà Schumy o toccherà
alla nuova coppia ferrarista
formata da Raikkonen ed
Alonso? Sarà finalmente
vera gloria per la Mercedes
o assisteremo alla rinascita
della Mclaren? Tutto, ovviamente, power-unit permettendo...
“per seguire
attivamente
il Mondiale
2014
saranno
necessari
carta e penna
con cui
appuntarsi
cosa
effettivamente
i meccanici
abbiano
sostituto”
13
Indomita,
Imbattibile
U
n sibilo nel vento, un
fruscìo di foglie secche
e poi, all’improvviso, la
potenza dirompente della bellezza fatta automobile. Posare
lo sguardo sulla Huracán per
la prima volta non è un’azione qualsiasi: è un’esperienza
multidimensionale. Affascina
ed inquieta al tempo stesso. Sinuosa come una vipera
e possente come un toro, la
nuova arrivata in casa Lamborghini da l’impressione di poter
comparire alle tue spalle come
di Matteo Lupi
“Sinuosa come una vipera e possente come un toro,
la nuova arrivata in casa Lamborghini da l’impressione
di poter comparire alle tue spalle come il più abile dei
predatori senza nemmeno dartene l’impressione....”
14
il più abile dei predatori senza
nemmeno dartene l’impressione.
Il frontale trasmette un’aggressività mai vista prima, per
quanto fosse estrema nemmeno con la Veneno era stato osato tanto: i gruppi ottici
si innestano all’interno delle
nervature che caratterizzano
il muso, ricordando gli occhi
di un rettile pronto a sferrare
l’attacco alla sua preda, mentre il disegno della presa d’aria anteriore, all’interno della
quale trovano collocazione due
elementi aerodinamici obliqui,
sembra la bocca spalancata di
uno squalo. La Huracàn romba
anche da spenta.
Il corpo vettura è disegnato
dal vento, un capolavoro della
ricerca aerodinamica votata
alla massima efficienza dei
flussi: il frontale spiovente si
raccorda al posteriore con un
unico arco di curva senza spigoli vivi se non all’altezza delle
prese dinamiche poste davanti
ai passaruota posteriori, ma
anche in questo caso non si
tratta di elementi di rottura, il
richiamo delle linee è costante.
Come è normale che sia la
Huracàn basa le sue radici sul
progresso tecnologico fondendo in un’unica struttura
elementi di alluminio e fibra di
carbonio. Al telaio è abbinata
la nuova versione del V10 5.2
in grado di sprigionare 610 CV
al regime di 8.250 giri, 50 CV
in più rispetto alla Gallardo LP
560-4. L’impianto di alimentazione è ad iniezione diretta
stratificata e prevede iniettori in camera di scoppio e nei
condotti d’aspirazione, permettendo di ottenere un eccellente bilanciamento tra potenza,
fluidità e consumi. Con un
peso dichiarato di 1.422 Kg
i tecnici della Lamborghini
hanno raggiunto un rapporto
peso potenza di 2,33 Kg/CV e
sulla base di questi dati non è
difficile immaginare prestazioni
di altissimo livello: 3,2 secondi
per bruciare i 100 Km/h sullo scatto da fermo e 9,9 per
toccare quota 200, mentre la
velocità massima dovrebbe essere vicina ai 330 Km/h. Condizioni che non hanno impedito
“La Huracàn romba
anche da spenta”
15
una considerevole riduzione
dei consumi e delle emissioni:
grazie all’impiego dello Stop&Start sul ciclo combinato saranno sufficienti 12,5 litri ogni
100 Km generando 290 g/Km
di CO2. Ma come sarà possibile controllare tanta potenza?
L’equipaggiamento di serie
prevede un impianto frenante
carboceramico e il Lamborghini
Dynamic Steering, il sistema di
taratura dello sterzo in grado
di variare la risposta in base
alla velocità, destinato a lavorare in stretta sintonia con
le sospensioni magnetoreologiche: tre le tarature possibili
“Strada”, “Sport” e “Corsa”. Le
diverse configurazioni agiscono anche sulla trasmissione a
16
sette rapporti che per la prima
volta impiega a doppia frizione: tramite il comando posto
sul volante il pilota può modificare la velocità delle cambiate,
la ripartizione della trazione
integrale sui due assi, il grado
di invasività del controllo di
trazione e perfino il sound del
propulsore.
Come da tradizione la denominazione deriva da quello
di un celebre toro e il nome
Huracàn ha segnato la storia in
due momenti diversi. La prima
volta alla fine dell’800 in Spagna dove un bovino da combattimento della razza “Conte
de La Patilla” divenne famoso
per il suo carattere indomito e l’imbattibilità, mentre la
seconda fu opera di un toro
messicano impiegato nei rodeo
e la sua vicenda in Sudamerica
è talmente celebre da essergli
valsa il titolo di “toro del secolo” per alcuni addirittura il
“miglior toro del Mondo”.
Il attesa del debutto ufficiale
programmato per il Salone di
Ginevra, la Lamborghini non
ha voluto deludere i suoi fan
lanciando un appassionante
miniserie in quattro episodi sul proprio sito internet e
visibile all’indirizzo http://huracan.lamborghini.com/#!/it/
web-series: un’opera degna di
una produzione cinematografica con cast, regista e troupe
dedicati.
17
La coupé...
è serie 2
B
MW ha deciso di dare una
connotazione personale
al concetto di guida sportiva su una coupé compatta.
La Serie 1 Coupé, sul mercato
già da qualche anno, ha riscosso grande successo di vendite
(oltre 150000 esemplari), ma la
BWM vuole andare oltre, e per
farlo ha deciso di presentare un
nuovo modello con un carattere
sportivo più spiccato.
Il risultato finale di questo
progetto è la classe 2 Coupé.
Questo nuovo modello ha un
nuovo design, una nuova gamma di motorizzazioni particolarmente potenti e soprattutto un
assetto appositamente studiato
per garantire prestazioni e sensazioni di guida dall’eccezionale
dinamicità.
“La due porte è innanzitutto
di Andrea Fiaschetti
un modello Coupé del marchio
BMW” ci tengono a precisare
dalla casa di Monaco, la scocca
“Three-Box-Design” mostra una
silhouette bassa e slanciata,
il cofano motore allungato, le
porte con cristalli laterali senza
cornice e la linea del tetto dallo
slancio dinamico che sfocia nella piccola coda.
Le differenze con la serie 1
Coupé si vedono anche nelle
dimensioni: larghezza e lunghezza sono cresciute di quasi
tre centimetri ciascuna e questo
ha favorito l’abitabilità interna,
mentre passo e carreggiate
sono state allungate di qualche
centimetro per aumentare la
tenuta di strada e la stabilità.
Infine l’altezza è stata abbassata di qualche millimetro. Questo lavoro sulle dimensioni ha
ottenuto un abbassamento del
cx a 0,29 conferendo alla Serie
2 una maggior aerodinamicità
rispetto alla Classe 1.
Quello che la scocca promette, viene mantenuto dalla tecnica. Le motorizzazioni scelte
per spingere la nuova Classe 2
Coupé sono: il quattro cilindri
da 184 CV già montato nella
BMW 220i Coupé e il sei cilindri
in linea da 326 CV entrambi alimentati a benzina, mentre sul
versante diesel viene proposto
il 4 cilindri 2 litri sovralimentato
declinato in tre step di potenza:
143, 184 e 218 cavalli.
Gli allestimenti previsti sono
tre per ciascuna motorizzazione: Sport, Modern e M-sport,
quest’ultimo è l’unico allestimento previsto dalla M235i.
Questo nuovo modello ha un nuovo design, una nuova gamma
di motorizzazioni particolarmente potenti e soprattutto un
assetto appositamente studiato per garantire prestazioni e
sensazioni di guida dall’eccezionale dinamicità.
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Rinnovare
con successo
La nuova Nissan Qashqai
di Giuliano Alù
R
innovare un mito è
sempre difficile, e immaginiamo la difficoltà
dei designer Nissan quando si
sono trovati davanti il compito
di rinnovare un’auto riuscita
come la Qashqai. Un’auto che
probabilmente ha rappresentato il primo SUV di larghissima diffusione, unendo i vantaggi di una guida rialzata (in
città e fuori, per motivi diametralmente opposti) al comfort
e ai costi di gestione di una
berlina media.
Il difficile compito è stato
eseguito dagli uomini Nissan
in modo egregio. La Qashqai è
se possibile ancora più bella della precedente, con una
linea nettamente più filante
e importante, con gli immancabili led diurni che danno un
ulteriore tocco di modernità.
Il tutto senza stravolgere la
siluette originale dell’auto.
Insomma la naturale evoluzione della specie. Dal punto
di vista dei propulsori le differenze sono meno eclatanti:
tra i diesel, che sicuramente
in Italia otterranno i numeri di
vendita più elevati, troviamo il
1.5 dci di origine Renault nella
variante da 110 cv (probabilmente uno dei migliori turbodiesel in circolazione nella
fascia di media cilindrata) e
che oggi viene montato anche
da Mercedes su Classe A e B.
Scompare il 2 litri anche sulle
versioni a trazione integrale,
almeno per il momento, sulle
quali però viene montato il 1.6
da 131 cv, abbinato anche alla
sola trazione anteriore. Nel reparto benzina vediamo anche
qui manifestarsi la tendenza
del momento, ossia il downsizing: questo spiega la presenza di un motore di soli 1200 cc
dalla ragguardevole, almeno in
relazione alla cilindrata, potenza di 112 cv, che promette,
secondo i dati dichiarati dalla
casa consumi di quasi 18 km/l
nei percorsi misti, con punte
in quelli extraurbani di più di
20 km/l.
Gli interni sono curati e con
un design molto moderno e
gradevole e la dotazione di
accessori di serie è, come tradizione, sempre e comunque
piuttosto completa. Insomma,
la nuova Qashqai è pronta
per lanciare nuove sfide in un
settore in cui ha sempre avuto una certa importanza, e
probabilmente continuerà ad
averne.
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500L Trekking
di Giuliano Alù
308, nuovo corso
2
08, 2008 ed ora 308.
Il nuovo corso di Peugeot continua nella
scia della 208, innovativa
berlinetta compatta, e sulla
308 si traduce in una linea
esterna molto semplice
per la sua linearità e un
interno caratterizzato dal
di Giuliano Alù
nuovo design e dalla nuova ergonomia studiata dai
francesi. Il nuovo volante è
piccolissimo e la strumentazione rialzata si consulta
non attraverso bensì sopra
il volante. Lo schermo rigorosamente touch screen da
quasi 10 pollici sostituisce
Su strada quello che stupisce
è la silenziosità del motore
diesel e i suoi consumi,
20
tutti i comandi che normalmente troviamo sulla consolle centrale, dalla radio
alla navigazione, dal settaggio generale dell’auto alla
climatizzazione, il lettore cd
invece e disponibile solo a
richiesta. Il risultato è un
sensazione di hi-tech molto
“Apple”: semplice, ma un
po’ freddo. Il pannello risulta comunque molto intuitivo già dopo poco tempo
di utilizzo, e il suo funzionamento è sempre fluido e
scenografico. Una curiosità
legata alla strumentazione
riguarda il contagiri, un po’
spiazzante con la sua corsa
antioraria. Su strada quello
che stupisce è la silenziosità
del motore diesel e i suoi
consumi, anche se ormai
allineati con la media delle
sue concorrenti. Le prestazioni non sono certo esaltanti, ma se si cerca quel
tipo di sensazioni conviene
aspettare la nuova generazione di turbodiesel da 1.6
e 2.0 con potenze fino a
160 cv in arrivo per la fine
dell’anno. Notevole anche
la presenza di serie, sugli
allestimenti più completi,
dei fari full-led, caso unico a
meno di non salire vertigginosamente di categoria.
L
a famiglia della 500 si sta allargando, e chissà che entro
breve non diventi un brand
a se stante, come accaduto per
la Mini. É un pensiero naturale
viste le ultime novità, in particolare la 500 L Trekking. Si tratta
di una 500 L con un altezza da
terra arrivata a 15 cm e caratterizzata esteticamente dalle tipiche sembianze di un suv: aspetto
roccioso, scivoli in alluminio (con
esclusiva funzione estetica) e
pneumatici 4 stagioni M+S, utilizzabili quindi su neve o su strade
con scarsa aderenza. Come la
quasi totalità delle sue concorrenti anche la Trekking non cerca
il fuoristrada estremo, ma vuole
garantire un’ottima guidabilità
su strada e una altettanto ottima motricità su tutti quei fondi
che normalmente metterebbero
in crisi una berlina prettamente
stradale. Questo risultato è stato
ottenuto mediante 2 soluzioni:
aumentando l’altezza dal suolo
rispetto la corrspondente versione “stradale” e tramite l’ausilio
dell’elettronica. Sul tunnel centrale infatti, fa la sua comparsa un
pulsante che varia la programma-
“La Trekking non cerca il fuoristrada
estremo, ma vuole garantire un’ottima
guidabilità su strada e una altettanto
ottima motricità su tutti quei fondi che
normalmente metterebbero in crisi una
berlina prettamente stradale”
zione del controllo della trazione
su diversi livelli, fino a creare una
sorta di effetto di differenziale
autbloccante, o per meglio dire
a slittamento limitato. Ciò è più
che sufficiente per trarla d’impaccio da tutte quelle situazioni che
metterebbero in dificoltà un’altra
auto. La Trekking viene coniugata in tutte le motorizzazioni
classiche della 500 L, incluso il
1.3 m-jet da 85 cv abbinato al
cambio automatico, mentre non
manca quella che è già la motorizzazione più richiesta, ossia il
1.6 turbodiesel da 105cv.
21
Calendario Marzo
2
GT Open/F.3 Open WS - Le Castellet
6-16
Salone Auto Ginevra
16
F1 - Melbourne
12 Ore di Sebring
GT Open/F.3 Open WS - Montmelò
23
F1 - Sepang
22
23
24