T - Dipartimento di Fisica

Lezione 29 del 16/12/2014
Onde E-M
Abbiamo visto che campi elettrici e magnetici sono tra loro correlati.
•  Le cariche in movimento (correnti) creano campi magnetici
•  I campi magnetici variabili creano correnti elettriche
La loro correlazione è molto più forte, la luce è un’onda di natura
elettromagnetica
•  propagazione anche nel vuoto, velocità c = λf =3*108 m/s
•  perturbazione sono i campi elettrici e magnetici
•  E e B sempre perpendicolari tra loro
•  onde trasversali
•  Trasportano energia, le ampiezze dei campi
Trasporto
Le onde E-M possono
viaggiare sia nel vuoto che
nei metalli. Nei cavi
coassiali vengono trasmessi
suoni e immagini della
televisione,
preventivamente trasformati
in onde E-M.
Il microfono o l’altoparlante
sono dei trasduttori,
trasformano onde sonore in
onde E-M e viceversa. Gabbia di Faraday
A un concerto sente prima una
persona in fondo al palco o una
persona che lo ascolta alla radio? Assorbimento
L’onda che investe un materiale deposita parte della propria energia
eccitando le particelle cariche (campi elettrici e manetici), come
l’esempio dell’onda che viaggia sulla corda e raggiunge il capo
opposto.
Spettro elettromagnetico
Intervallo di frequenze di
onde con sorgenti non
naturali
(TV, satelliti, telefonia,
radio)
Spettro solare
"MAX
0.2897(cmK)
=
T(K)
Legge di Wien:
Picco di emissione di un corpo nero alla temperatura T
!
Irradiazione
"MAX
0.2897(cmK)
=
T(K)
Si calcoli la lunghezza d’onda λmax di un corpo che emette a una
temperatura di 37 oC
! la lunghezza d’onda λmax di un corpo che emette a una
Si calcoli
temperatura di 1000 oC
Si ricavi dal grafico dello spettro solare λmax e si ricavi la
temperatura teorica del sole.
Corpo nero
!MAX
0.2897(cmK )
=
! 550nm
5780K
Natura corpuscolare luce
Le onde E-M hanno anche una natura corpuscolare.
La luce che colpisce la materia viene assorbita a pacchetti di
energia, detti fotoni.
Ogni fotone ha un’energia E=hν, dove h è la costante di Planck
(6.626*10-34 Js)
Non è importante solo la quantità di energia che viene inviata su
un materiale ma anche la frequenza della luce che compone il
fascio, cioè l’energia di ciascun fotone
Esempio
Si calcoli l’energia di un fotone di frequenza 1 MHz (h=6.626*10-34 Js)
E=6.626*10-34 Js*106/s=6.626*10-28 J
E=6.626*10-28/1.6*10-19 eV=4*10-9 eV
Si calcoli l’energia di un fotone di frequenza 1014 Hz
E=6.626*10-34 Js*1014/s=6.626*10-20 J
E=6.626*10-20/1.6*10-19 eV=0.4 eV
Fotone con λ=1 Å => v=νλ => ν=v/λ=3*108 m/s /10-10 m=3*1018 Hz
E=6.626*10-34 Js*3*1018/s=2*10-15 J
E=2*10-15/1.6*10-19 eV=1.2*104 eV
λ compresa tra 1 mm e 0.7 µm
Si ottengono per emissione termica
I "T
4
Infrarosso
"MAX
0.2897(cmK)
=
T(K)
Quale è la temperatura a cui un corpo emette la radiazione infrarossa
massima λ=0.7 µm?
T(K)=0.2897 cm K/0.7 µm= 0.2897 104 µmK/0.7 µm=4138 K
Calcolare la lunghezza d’onda massima di una radiazione emessa alla
temperatura di 1200 !
K.
λ=0.2897 cmK/1200 K=1.96 10-4 cm=2.41µm
Infrarosso
Sole (lampada a 5800 K): potente sorgente infrarossa
λ =0.7 µm
penetrazione qualche centimetro
λ =1.4 µm
assorbimento nell’epidermide
Per usare infrarossi in terapia occorre usare infrarossi con λ piccola
Lampade ad alta temperatura (T=3000 K).
Le stufe, che lavorano a T<1200 oC, riscaldano il corpo per
conduzione dagli strati esterni.
Fotografia all’infrarosso: una regione infiammata presenta una T>Tc,
poco usata oggi per presenza troppe variabili e rumore di fondo
Ultravioletto
λ  compresa tra 0.4 µm (400 nm) e 100 nm Fotoni di energia tra 3eV e 12eV
Si ottengono per emissione termica ad altissima temperatura
Lampade a incandescenza o a fluorescenza con gas di mercurio, tubi a
scarica
UVA 400-315 nm lampade a fluorescenza
UVB 315-280 nm
UVC 280-100 nm fermati dall’atmosfera, tramite ossigeno e ozono
Ultravioletto
Provocano modificazioni chimiche -- legame C-C 4 eV
Nella pelle UVB 280 nm formazione vitamina D
Abbronzatura: pigmento che assorbendo UV protegge strati sottostanti
Retina protetta da cornea e umor acqueo e cristallino
Azione battericida tramite modificazioni chimiche
Struttura atomi
Gli atomi presentano delle
periodicità nelle dimensioni
e nelle energie di
ionizzazione.
Atomi con tanti elettroni
sembrano non troppo
diversi da quelli con pochi
elettroni.
Struttura atomi
Nella fisica moderna non è
possibile individuare la
posizione degli elettroni rispetto
al nucleo ma si parla di
probabilità di stare a una certa
distanza
Struttura atomi
Gli elettroni sono organizzati a livelli con
delle precise simmetrie.
Ciascun livello elettronico corrisponde a un
energia ben definita. I passaggi tra livelli
sono associati a emissione/assorbimento di
fotoni di energia corrispondente alla
differenza di energia tra i livelli in questione.
Lezione (30) del 18/12/2011
Struttura atomi
Dalla eccitazione/diseccitazione di atomi
possiamo produrre onde e-m: se riscaldiamo
termicamente un atomo o facciamo urtare
atomi tra loro possiamo indurre transizioni tra
gli stati elettronici.
Questo fenomeno però interessa solo i livelli
elettronici più esterni, quelli che coinvolgono
gli elettroni di valenza. E le onde e-m, o i
fotoni emessi, si trovano nella regione al
massimo dell’ultravioletto (qualche eV di
energia). Basti pensare che per eccitare
termicamente un elettrone con energia di
legame di 1 eV ci vorrebbero 11594 K!
1eV=1.6*10-19j=kBT
Raggi X
I raggi X sono onde e-m di lunghezza d’onda
molto piccola (λ≈10-10-3 Å) e quindi frequenze
elevate (1017-1021 Hz) o da 102 a 106 eV.
Sono pertanto assenti da emissioni termiche o
emissioni ottenute con scariche elettriche e
lampade gas.
Occorre eccitare gli elettroni più interni degli
atomi e questo viene fatto bombardando un
metallo con elettroni liberi e con un’energia
cinetica molto alta.
Quando particelle cariche vengono frenate
bruscamente si ha emissione di fotoni, si parla di
radiazione di frenamento (bremsstrahlung)!!!
Tubo a raggi X
Dispositivo che accelera
elettroni contro una placca
metallica.
Circuito primario a basso
potenziale per scaldare il
catodo, effetto Joule, creo
elettroni liberi.
Circuito secondario ad alto
potenziale per accelerare
gli elettroni usciti.
All’anodo escono
radiazioni X.
Spettro
Spettro tipico di un
tubo a raggi X.
Viene data l’intensità
del fascio in funzione
dell’energia dei fotoni
Lo spettro è costituito
dalla sovrapposizione
di una curva continua
più alcuni picchi.
Lo spettro rispecchia la struttura dell’atomo
Quando gli elettroni
accelerati colpiscono
il metallo
interagiscono
direttamente con
ciascun atomo.
Vengono deflessi più
o meno dall’atomo e
perdono energia
emettendo raggi X.
L’energia che
perdono è l’energia
dei fotoni X.
Modello atomo
La radiazione da frenamento spiega la curva continua della spettro
Se acceleriamo un
elettrone, questo
acquisterà energia
cinetica pari a:
1 2
mv = e!V
2
In formula
Se TUTTA l’energia
cinetica (migliaia di
eV) viene persa per
frenamento, il fotone
uscirà con energia: E = hfmax = e!V
La frequenza massima dipende dal potenziale acceleratore. La
lunghezza d’onda minima sarà quindi:
hc 1238
!min =
=
Volt " nm
e!V !V
Spettro a linee
Cosa succede se invece di
rallentare gli elettroni del
fascio accelerato scalzano gli
elettroni del metallo?
Uno dei livelli elettronici si
svuota, e un elettrone più
esterno può cambiare livello
emettendo un fotone X
L’energia del fotone X è la
differenza di energia tra i due
livelli elettronici. Questo processo spiega le linee dello spettro a raggi X
Spettro totale
Il tipo di metallo che compone l’anodo del tubo a raggi X caratterizza
lo spettro totale, sia la parte continua che quella a linee.
Spettro raggi X
Ci sono due maniere di
modificare lo spettro di
emissione di un tubo a
raggi X.
1) Si agisce sul circuito
secondario.
2) Si agisce sul circuito
primario.
Mentre il secondario fissa
la massima energia dei
fotoni (conservazione
energia), il primario fissa
l’intensità totale.
1
2
Riassunto
Se si agisce sul circuito
secondario si cambia il
potenziale acceleratore. Un
aumento del potenziale crea
elettroni più energetici e
quindi raggi X più energetici
Se si agisce sul circuito
primario si aumenta il
numero di elettroni che
escono dal metallo per
effetto Joule. L’intensità
cambia ma non l’energia di
ciascun fotone X. Assorbimento
I raggi X, come tutte le radiazioni e-m,
vengono assorbiti dai materiali/tessuti.
La legge di assorbimento è quella che
abbiamo già visto: la variazione di
energia depositata dipende dall’energia
iniziale e da un coefficiente di
assorbimento.
dI
! = µ I(x)
dx
!µ x
I(x) = I 0 e
Assorbimento
L’assorbimento dei raggi X da parte degli atomi del materiale irraggiato
dipende da diversi meccanismi:
diffusione, effetto fotoelettrico, effetto Compton e produzione di coppie
elettrone-positrone
Nella diffusione (figura a lato)
i fotoni incidenti vengono
deviati dagli atomi in tutte le
direzioni senza variazione di
energia, e il fascio uscente si
estingue mentre la differenza
di intensità si distribuisce in
maniera uniforme: radiazione
diffusa che crea rumore di
fondo negli studi radiologici. Assorbimento
Nell’effetto fotoelettrico i raggi X vengono assorbiti con rilascio di un
elettrone (detto fotoelettrone). Questo assorbimento dipende fortemente
dal numero Z degli atomi che costituiscono il materiale:
4
Z
µ = Cn d 3
E
Nell’effetto Compton si ha
contemporaneamente emissione
di un elettrone (di valenza) e
deviazione del fotone
originario. Questo assorbimento
non dipende da Z.
d
µ!
E
Assorbimento
La produzione di
coppie si ha con
un’energia di soglia,
circa 1 MeV, cioè per
energie molto alte.
Dalla relazione di
Einstein si può
ricavare l’energia
necessaria a creare un
elettrone (positrone):
E=mc2=0.51 Mev
Assorbimento
L’assorbimento totale è dato
dalla somma dei vari
meccanismi. Come si vede in
figura questi possono essere
preponderanti in alcune
regione. µ = µ + µ + µ
!
"
#
Per le radiografie si utilizza
fondamentalmente il
meccanismo di assorbimento
per effetto fotoelettrico per la
sua forte dipendenza da Z!
Principio
radiografia
I(x) = I0e" µx
µ # Z4
Assorbimento
Immagine radiologica
Il differente assorbimento dei raggi X nei tessuti viene usato per
produrre immagini radiologiche.
Immagini
Schermo fluorescente vs pellicola fotografica
Immagini positive e negative
Nella radioscopia si
produce luce visibile
proporzionale
all’intensità dei raggi
X uscenti: per le ossa
si ha quasi assenza di
luce.
Nella radiografia si
usa invece una
pellicola che diventa
scura per un’intensità
elevata di raggi X,
cioè qui le ossa sono
chiare.
Radiazioni ionizzanti,
dosi e danni biologici
Si ringraziano Prof. P. Randaccio
Dott.ssa A. Bernardini
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione
Dipartimento di Fisica, Unica
Decadimenti Radioattivi
La materia in se non è stabile per sempre ma è soggetta a
trasformazioni spontanee e casuali, dette decadimenti
Naturalmente valgono i principi di conservazione di energia e massa,
ovvero si ha trasformazione con produzione di qualcosa d’altro sotto
forma di altra energia e massa (particelle), dette radiazioni
Il decadimento radioattivo è un fenomeno naturale!!!
Nucleo(A, Z) è Nucleo(A-4, Z-2) + α + (γ)
n è p + β- + (γ)
p è n + β+ + (γ)
Mentre la particella α è un “frammento” del nucleo, quelle β
NON sono costituenti del nucleo. Da dove provengono?
La
vitamedia
media di alcune
Vita
particelle e atomi
Š n (neutrone)
Š p (protone)
Š e (elettrone)
Š P (muone)
Š U 238
Š U 235
W= 15 minuti
W> 1032 anni
W= infinito
W = 2.19 10-6 s
W= 4.5 109 anni
W= 7.1 108 anni
Prof. Paolo Randaccio –– [email protected]
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione –– Università di Cagliari
Nuclei
La forza forte, con un azione molto breve, tiene insieme i protoni nel
nucleo, che si respingerebbero per l’azione della forza elettrostatica, il
cui raggio di azione è infinito. I neutroni, per cui non esiste forza
elettrostatica, sono il collante dei nuclei: per i nuclei con alto Z i
neutroni sono più dei protoni, come si vede dalla figura.
Neutroni
Protoni
Non tutti i nuclei sono
stabili ma decadono, per
un eccesso di neutroni o
protoni, verso nuclei
stabili (pallini neri in
figura). Questi
decadimenti fanno
cambiare il numero di
protoni e neutroni.
Lezione 31 del 20/12/2014
Decadimento
•  Il decadimento è un fenomeno probabilistico
•  λ = probabilità che una particella decada in un secondo. Di
solito è un numero molto piccolo
•  Essendo un fenomeno probabilistico non possiamo dire
esattamente quando decadrà
•  Ma se abbiamo un numero molto grande N di particelle,
possiamo dire che in un secondo decadono λN particelle
•  Detto N(t) il numero di particelle all’istante t si ha:
dN(t) = !! N(t)dt
Legge decadimento
dN(t)
= !! N(t)
dt
La soluzione di questa equazione differenziale l’abbiamo già trovata
nella carica/scarica dei condensatori, detto N0 il numero di particelle
all’istante t=0 abbiamo:
N(t) = N 0 e
! !t
Tempo di dimezzamento
N(t) = N 0 e
! !t
Misura radioattività
N(t) = N 0 e
! !t
La radioattività si quantifica usando l’Attività. Questa grandezza
misura il numero di decadimenti al secondo ed è quindi definita come:
A(t) = ! N(t) = ! N 0 e
! !t
= A0 e
! !t
Ha lo stesso andamento nel tempo del numero di nuclei N(t).
L’attività diminuisce esponenzialmente nel tempo!
L’unità di misura dovrebbe essere Hertz (s-1) ma per associarla al
processo fisico di decadimento si usa un’unità di misura ad hoc, il
Bequerel (Bq) Particelle alfa (α)
Particelle beta (β)
Radiazione gamma (γ)
Il carbonio
Le famiglie radioattive
La famiglia dell’Uranio 238
Condizione di Equilibrio Dinamico
Le condizioni di equilibrio nella famiglia
radioattiva
U238
N1
dN 1
dt
O1 N 1
ŠLa velocità di svuotamento (-dN/dt) dipende dal
livello nel serbatoio (N) e dalle dimensioni della
valvola di scarico (O)
Th234
N2
dN
2
dt
ŠPossiamo immaginare la famiglia radioattiva come
una serie di serbatoi ciascuno dei quali si svuota
riempiendo il successivo
ŠQuando si raggiungono le condizioni di equilibrio le
velocità di svuotamento di tutti i serbatoi sono uguali
O2 N 2
Pa234
N3
dN 3
dt
O3 N 3
ŠLa velocità di decadimento di un radioisotopo
(analoga alla velocità di svuotamento del serbatoio) è
chiamata Attività e dipende dalla costante di
decadimento O
ŠIn condizioni di equilibrio le Attività di tutti i
radioisotopi della famiglia sono uguali
Prof. Paolo Randaccio –– [email protected]
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione –– Università di Cagliari
Energie del decadimento U238
Segnali radioisotopi
Uno spettro J in condizioni di equilibrio : roccia
dei fondali del mare de La Maddalena
Spettro gamma - Roccia campione 1
1120 keV : Bi214
1462 keV : K40
968 keV : Ac228 (Th)
609 keV : Bi214
352 keV : Pb214
Si notano anche le righe dei discendenti del
Th232 e la presenza del K40
911 keV :Ac228 (Th)
1000
583 keV : Tl208 (Th)
2000
511 keV : Tl208 (Th)
3000
186 keV : Ra226
77 keV : Pb214
4000
93 keV : Th234
Conteggi
5000
Nello spettro sono presenti le righe tipiche
dei discendenti dell’’U238 nelle proporzioni
corrispondenti alle condizioni di equilibrio
338 keV Ac228 (Th)
6000
295 keV : Pb214
242 keV : Bi214
7000
0
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
Energia (keV)
Prof. Paolo Randaccio –– [email protected]
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione –– Università di Cagliari
1600
1800
Una strana anomalia : un eccesso di Th234 in un
campione di alghe rosse
Spettro gamma - Alghe - Prima misura
10000
La concentrazione di Th234 è molto più alta
di quanto ci si aspetta in condizioni di
equilibrio
93 keV : Th234
9000
8000
Si nota anche la presenza del Pa 234m che è
il discendente del Th234
7000
1120 keV : Bi214
1001 keV : Pa234m
766 keV : Pa234m
609 keV : Bi214
583 keV : Tl208
481 keV : Pa234
1000
352 keV : Pb214
2000
242 keV : Bi214
3000
186 keV : Ra226
4000
113 keV : Th234
5000
63 keV : Th234
Conteggi
6000
1462 keV : K40
0
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
Energia (keV)
Prof. Paolo Randaccio –– [email protected]
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione –– Università di Cagliari
1600
1800
Radioisotopi
naturali
Radioisotopi
artificiali
I-131 8 giorni
Miscele di isotopi
Stimare quanti atomi di K40 si trovano nel nostro corpo e la sua attività
Un altro radioisotopo mitico
Tc 99 metastabile
Š Il Mo99 decade in Tc99* con un tempo
di dimezzamento di circa 6 giorni
Š Il Tc99* rimane in uno stato eccitato
(metastabile) per un tempo T = 6 h.
Š Questo tipo di decadimento è chiamato
transizione isomerica (isomero: stesso
Z, stesso A)
Mo 99
E
Tc 99 *
J
Tc 99
••
In pratica si acquista settimanalmente il radioisotopo Mo99
••
All’’atto della preparazione del radiofarmaco si separa chimicamente il Tc
dal Mo, dato che Tc e Mo hanno comportamenti chimici molto diversi
••
Al paziente si somministra il Tc99* che va incontro a decadimento
isomerico emettendo solo radiazione J
Prof. Paolo Randaccio –– [email protected]
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione –– Università di Cagliari
Impiego di radioisotopi in
medicina nucleare
Un sistema di diagnosi per immagini in medicina nucleare consiste in:
•• un particolare radiofarmaco che viene metabolizzato dall'organismo e si
concentra nell’’organo di interesse;
•• un rivelatore di radiazioni ( Gammacamera = macchina fotografica per
raggi gamma) che fornisce una distribuzione spaziale del radioisotopo
all’’interno del corpo del paziente.
Prof. Paolo Randaccio –– [email protected]
Servizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione –– Università di Cagliari
Gli ioni nei legami chimici
„
Le radiazioni ionizzanti sono chiamate
così per la loro capacità di ionizzare gli
atomi della materia con cui interagiscono.
+
Il comportamento chimico
di uno ione è diverso rispetto
neutrone a quello di un atomo neutro e
questo altera il materiale di
cui l’’atomo ionizzato fa parte.
protone
+
elettrone Ione
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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2
Spettro elettromagnetico
••
••
••
••
Le radiazioni luminose hanno energie comprese tra 1,5 e 3 eV
I raggi ultravioletti
tra 3 e 20 eV
I raggi X usati per le radiografie
tra 20.000 e 100.000 ev (20 e 100 keV)
I raggi gamma emessi dal Cesio 137 esattamente 661.645 eV (~662 keV)
••
1 keV = 1000 eV
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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18
Potere frenante
!E
S=
!x
Il potere frenante delle particelle misura quanta energia
viene rilasciata attraverso i tessuti/materiali.
Percorsi
Penetrazione cute
Potere di penetrazione
Perché non si usano elementi “pesanti” per schermare la radiazione β?
Irraggiamento esterno vs interno
Danni biologici da radiazione 1
„
„
„
Il danno biologico, provocato dalle
radiazioni, deriva dalla ionizzazione
degli atomi che compongono le
strutture molecolari alla base delle
cellule negli organismi viventi.
Un atomo ionizzato tenderà a
produrre nuovi legami chimici
all’’interno della molecola alla quale
appartiene.
Le funzioni vitali della cellula
possono essere compromesse se la
molecola danneggiata ha una
importanza critica all’’interno della
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
cellula.
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CELLULA
3
Danni biologici da radiazione 2
„
Il danno biologico:
Molecolare
… Cellulare
… Organico
…
„
Un danno cellulare o organico è
sempre prodotto da un danno
molecolare.
„
L’’esposizione a radiazioni ionizzanti di un corpo vivente
ne può alterare il bilanciamento chimico compromettendo
la funzionalità delle cellule.
„
Se il numero delle cellule compromesse è elevato, allora
la funzionalità dell’’intero corpo potrebbe essere inibita.
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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4
Danni biologici da radiazione 3
„
Le radiazioni ionizzanti che interagiscono con le cellule
producono ionizzazioni ed eccitazioni sia nelle
macromolecole vitali (DNA) che nell’’acqua contenuta
all’’interno delle cellule.
„
Nel primo caso viene generato un danno direttamente sulle
macromolecole, nel secondo caso vengono prodotti i radicali
liberi che indirettamente causano danni alle molecole.
Azione diretta
Ionizzazioni prodotte direttamente
negli atomi delle molecole di DNA.
Possono produrre inattività o
alterazione della funzionalità
delle molecole
Azione indiretta
Effetti dovuti alla produzione di radicali
liberi a causa della idrolisi dell’’acqua.
Possono produrre la distruzione
delle macromolecole con
conseguente morte della cellula
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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5
Effetti chimici e biologici
„
„
„
Gli effetti chimici e biologici, nel tessuto umano,
dipendono dalla dose assorbita :
(dose assorbita = energia assorbita / massa);
Maggiore è l’’energia assorbita maggiore è il
numero di ionizzazioni ed eccitazioni prodotte;
A parità di dose assorbita, il danno biologico può
variare, in quanto dipende:
dalle ionizzazioni subite per unità di cammino
percorso (LET); Linear Energy Transfer
„ reazione biologica (RBE);
„ dalla presenza di ossigeno nei tessuti (OER).
„
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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6
Dose assorbita
„
È la quantità di energia assorbita da una
massa unitaria di materiale attraversato:
D
„
dE
dm
Questa quantità non tiene conto:
„ degli effetti biologici indotti da radiazioni di
diversa qualità;
„ dalla risposta dei diversi tessuti biologici;
„ dall’’effetto di accrescimento dovuto alla eventuale
presenza di Ossigeno.
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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12
Dose Equivalente
„
È definita mediante un fattore di ponderazione
wR che tiene conto del LET della radiazione e
Valori di wR
in qualche modo anche della RBE
¦w
H
R
T
u DT , R
R
wR = fattore di ponderazione
per la radiazione R
DT,R = dose assorbita mediata
sull’’organo o tessuto T a causa
della radiazione R
Fotoni di tutte le energie
1
Elettroni e muoni di tutte le energie
1
Neutroni, energia < 10 keV
5
tra 10 keV e 100 keV
10
tra 100 keV e 2 MeV
20
tra 2 MeV e 20 MeV
10
> 20 MeV
Protoni tranne quelli di
rinculo, energia > 2 MeV
Particelle alfa, frammenti
di fissione, nuclei pesanti
Dott.Alessandra Bernardini –– [email protected]
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5
5
20
Dose Efficace
„
Nella Dose Efficace si tiene conto degli effetti
biologici probabilistici in funzione dell’’organo o
tessuto irradiato mediante il fattore di Valori di wT
Gonadi
ponderazione wT
E
¦w
T
u HT
T
wT = fattore di ponderazione
per l’’organo o tessuto T
HT = dose equivalene nel
tessuto o organo T
Midollo osseo (rosso)
Colon
Polmone
Stomaco
Vescica
Mammella
Fegato
Esofago
Tiroide
Cute
Superfici ossee
Altri tessuti
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0,20
0,12
0,12
0,12
0,12
0,05
0,05
0,05
0,05
0,05
0,01
0,01
0,05
Unità di misura
Joule
Gray (Gy ) 1
kg
dE
)
dm
„
Dose assorbita (D
„
Dose equivalente (H
¦w
R
u DT , R)
Sievert ( Sv)
>Gy @
R
„
Dose efficace ( E
¦w
T
u H T)
Sievert ( Sv)
>Gy @
T
Quando si parla di Sievert, vuol dire che si sta tenendo conto del tipo di
radiazione incidente
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15
Azione diretta e indiretta
„
„
Azione diretta: la radiazione crea
ionizzazione negli atomi che
costituiscono le macromolecole
vitali (DNA), quindi la cellula viene
danneggiata direttamente dalla
radiazione.
Azione indiretta: il danno è
prodotto dai radicali liberi dovuti
dalla ionizzazione delle molecole
d’’acqua che costituiscono circa il
80% del corpo umano.
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16
Effetti biologici delle radiazioni
I danni biologici dovuti alle radiazioni ionizzanti sono a
carico della cellula
Rottura della
membrana nucleare
Rottura di un complesso
DNA-membrana
Rottura della guaina
proteica
Rottura di un doppio
filamento di DNA
Rottura della membrana
mitocondriale
Rottura di un singolo
filamento di DNA
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18
Danno al DNA
Il danno più grave alla cellula è a carico del
materiale genetico nucleare (DNA).
„ Alterazioni del DNA possono causare:
„
Morte istantanea della cellula con conseguente
detrimento dell’’organo di appartenenza.
„ Morte riproduttiva, la cellula non è più in grado di
riprodursi.
„ Apoptosi, cioè morte programmata della cellula
„ Induzione di processo neoplastico.
„
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19
Processi di riparazione
„
Se il danno al DNA è su uno solo dei
filamenti di zuccheri e ortofosfati che
lo costituiscono, allora il danno è
riparabile.
„
Se il danno al DNA è su entrambi i
filamenti, allora si possono avere due
situazioni:
1- la cellula muore (subito o quando
tenta di riprodursi)
2 –– la cellula non muore ma la perdita di
informazione si traduce in una
mutazione che potrebbe dare inizio
ad un processo neoplastico.
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20
Effetti radiazioni
Confronto fra dosi
Dosi “naturali”