Il commercio estero nella provincia di Pisa: I semestre 2014

Il commercio estero della provincia di Pisa
I semestre 2014
Pisa, 26 settembre 2014. I dati dell’istituto di ricerca olandese CPB relativi
al primo semestre 2014 (+3,1%), segnalano un lieve rallentamento della
domanda mondiale di importazioni rispetto al secondo semestre 2013
(+3,7%). Tra le diverse aree geo-economiche, i primi sei mesi dell’anno
evidenziano una decelerazione delle importazioni delle economie emergenti
che dal +6,7% del secondo semestre 2013 sono passate al +4,0%. Alla base
di queste dinamiche sta l’avvio dell’exit strategy da parte della Fed che ha
portato ad un deterioramento delle condizioni finanziarie dei paesi
emergenti contribuendo in questo modo al rallentamento delle importazioni.
Per contro, le economie avanzate hanno continuato ad accelerare passando
da un +0,8% ad un +2,3%. In questa partita un ruolo di rilievo lo sta
giocando, oltre agli Usa, anche l’area Euro (+2,1%) che, dopo aver
affrontato un periodo di difficoltà, sembra aver rialzato la testa allineandosi
all’andamento delle economie avanzate.
Il quadro generale
Indice della domanda mondiale di importazioni
Var. % tendenziali
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Redazione
Alberto Susini
Fonte: elaborazioni su dati CPB Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis (CPB)
A Pisa il rallentamento della domanda mondiale è alla base della battuta
d’arresto delle esportazioni. Nei primi sei mesi del 2014 le vendite pisane
all’estero scendono infatti dell’1,9% rispetto al medesimo periodo del 2013
mentre in Toscana (+0,8%) e soprattutto in Italia (+1,3%) si conferma il
segno positivo.
Se in questa prima metà del 2014 le esportazioni pisane arretrano, lo
devono tanto alla filiera delle pelli (calzature e cuoio grezzo) quanto alla
meccanica che, insieme, pesano per -4,9 punti sulla dinamica complessiva
dell’export pisano. Sul versante geografico è l’Europa, con in testa la
Germania, a fornire il contributo peggiore, segno di come le difficoltà delle
nostre esportazioni non siano per il momento legate all’apprezzamento della
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moneta unica europea. A spiegare la forte differenza tra la dinamica
esportativa pisana e quella regionale sono le vendite di prodotti della
meccanica provenienti dalla provincia di Massa Carrara e del sistema moda
da Prato, Firenze ed Arezzo.
Andamento semestrale delle esportazioni in Italia, Toscana e provincia di Pisa
Var. % tendenziali
Sul fronte delle importazioni, Pisa compie invece un’ulteriore passo in
avanti (+7,6%) mentre gli acquisti dall’estero tanto regionali (-2,1%)
quanto nazionali (-1,7%) registrano una contrazione. Il risultato pisano,
come messo in luce nelle precedenti edizioni di questa nota, sembrano
ancora una volta frutto dell’aumento delle quotazioni dei pellami piuttosto
che da una ripresa dell’attività produttiva.
Andamento semestrale delle importazioni in Italia, Toscana e provincia di Pisa
Var. % tendenziali
Nei primi sei mesi del 2014 sono le calzature ad “affondare” le esportazioni
pisane. Con una caduta del 28,9% rispetto al medesimo periodo del 2013,
pesano infatti per 3,33 punti percentuali sul risultato complessivo della
provincia (-1,85) a causa delle pesanti contrazioni in Europa (Regno Unito,
Francia e Germania) alle quali la ripresa registrata negli Stati Uniti non è
riuscita ad “opporsi”. Oltre alle calzature vanno male le vendite del pellame
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Le esportazioni
settoriali
grezzo1 (-36,6%, -0,85 il contributo) ed anche la meccanica contribuisce
negativamente all’andamento dell’export pisano (-5,8%, -0,73 il contributo
alla crescita). Tra gli altri settori, arretrano i mobili (-10,3%, -0,28 punti il
contributo). Si tratta di un’evoluzione, quella dei mobili, spiegata in buona
parte dall’esacerbarsi della crisi Russo-Ucraina.
A fronte della pesante contrazione delle calzature, mostrano invece una
discreta crescita le vendite di prodotti in cuoio (+6,5%, +1,65 punti il
contributo) ma anche di cicli e motocicli2 (+1,7%, +0,37 il contributo alla
crescita): i settori più rilevanti in questo primo semestre. Bene anche le
vendite di materiali intermedi come i metalli (+13,4%, +0,38), il vetro
(+21,0%, +0,26 il contributo) ma anche gli utensili (+1,6%, +0,03) ed i
prodotti chimici (+1,2% i prodotti di base e +3,4% gli altri prodotti
chimici). Positiva anche l’evoluzione delle bevande (+5,8%, +0,08).
L’arretramento delle esportazioni pisane, è frutto del calo delle vendite
dirette in Europa (-4,4%) e, almeno in parte nel Continente Nero. In Europa
-4,4%, che corrisponde ad un contributo di -2,91 punti, contribuiscono sia
l’Europa non UE (-18,6%, -1,70) sia l’Europa a 28 (-2,2%, -1,22). Battuta
d’arresto anche per le vendite in Africa (-13,6%, -0,45) ed in Oceania (34,7%).
L’America e l’Asia, nonostante l’apprezzamente dell’euro, hanno invece
fornito uno spunto positivo alla crescita delle esportazioni pisane. Nello
specifico l’America, con un +10,5% contribuisce per un +0,95 mentre
l’Asia (+4,8%), porta in dote un punto percentuale di crescita più o meno
equamente ripartito tra Medio oriente (+0,33), Asia centrale (+0,38) e Asia
Orientale (+0,28).
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Si tratta del gruppo carne lavorata e conservata al cui interno si trova il pellame grezzo.
Nel gruppo dei mezzi di trasporto n.c.a. si trovano prevalentemente cicli e motocicli.
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Le esportazioni
per aree e per
paesi
Andamento delle esportazioni della provincia di Pisa per aree geografiche I sem. 2014-I sem. 2013
Var. %
L’analisi di dettaglio mostra in modo piuttosto evidente una contrazione
delle vendite pisane nei paesi dell’area tedesca: Germania (-12,4%), Austria
(-14,7%), Belgio (-9,7%) e Paesi Bassi (-14,4%). Tra questi, pesa soprattuto
la battuta d’arresto della Germania che, a causa della flessione delle vendite
di prodotti chimici, di calzature e della meccanica, spiega buona parte
dell’export provinciale. Male anche le vendite dirette in alcuni paesi
dell’Asia soprattuto in Vietnam (-47,5%, -1,13), Cina (-11,5%, -0,64 punti),
Giappone (-11,6%, -0,18) ed Hong Kong (-1,7%, -0,10). Male, in Europa,
anche le vendite dirette nel Regno Unito (-23,2%, -1,01). A controbilanciare
la situazione provano, grazie alla filiera pelli-calzature, le esportazioni
destinate in Spagna (+13,5%, +0,87 punti), in Turchia (+75,3%, +0,80
punti), Stati Uniti (+11,7%, +0,75) e Francia (+5,1%, +0,66).
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Ancora una volta, la crescita delle importazioni pisane (+7,6% tendenziale)
è frutto della crescita in valore degli acquisti di pellame grezzo. Tra i primi
quindici settori3 in termini di valore, concia e carne lavorata (comparto che
comprende il pellame grezzo) coprono infatti quasi l’intera variazione
dell’import (7,38 punti su 7,62). Si tratta, tuttavia, di una variazione
imputabile alla crescita delle quotazioni del pellame (+15,6% tendenziale le
quotazioni medie del primo semestre 20144) frutto delle politiche
protezionistiche dei paesi esportatori cui si aggiungono non solo la corsa
all’accaparramento da parte dei paesi trasformatori ma anche la recente crisi
Russo-Ucraina. Crescono, nei primi sei mesi del 2014, le vendite di un
gruppo variegato di settori quali i mezzi di trasporto n.c.a. (+16,7%, +1,11
punti percentuali), gli altri prodotti chimici (+27,4%, +0,32), le
apparecchiature per le telecomunicazioni (+35,4%, +0,31) e
l’abbigliamento (+16,2%, +0,22).
Arretrano, a causa della crisi della domanda interna, gli acquisti all’estero di
calzature (-19,9%, -0,97) ma anche dei prodotti di base per l’industria come
la chimica di base (-9,6%, -0,75) ed i metalli non ferrosi (-32,2%, -0,68).
Fermi gli acquisti di proddotti di meccanica generale.
L’import della provincia di Pisa cresce in tutte le aree sub-continentali
eccettuati i paesi europei non facenti parte della UE (-1,8%) ed il Medio
Oriente (-36,1%). Considerando i diversi continenti, è ancora l’Europa
+4,7% (+2,93 punti il contributo alla crescita) a registare il contributo più
consistente seguita da Africa (+41,1%, +1,81), America (+13,8%, +1,39) ed
Asia (+6,3%, +1,31). Meno rilevante, ma pur sempre positiva, la crescita
dell’Oceania e altri territori (+7,4%, +0,18).
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Le importazioni pisane, considerando i diversi Gruppi, risultano meno concentrate rispetto alle
esportazioni. Nel primo semestre 2014 i primi 15 settori rappresentano l’83% circa del valore totale
delle importazioni.
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Si tratta di un’elaborazione sulle quotazioni relative a “U.S., Chicago packer's heavy native steers,
over 53 lbs.,wholesale dealer's price” scaricabili dalla sezione Primary Commodity Prices del Fondo
Monetario Internazionale, www.imf.org.
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Le importazioni
settoriali
Le importazioni
per aree e per
paesi
Andamento delle importazioni della provincia di Pisa per area di mercato - I sem. 2014-I sem. 2013
Var. %
In Europa, la Francia (+15,8%) si conferma primo paese di provenienza
delle importazioni pisane, davanti ad una Germania che, invece, perde
l’1,5% a causa delle flessioni di meccanica e chimica di base. Ad avanzare,
grazie al cuoio, troviamo nazioni di diversi continenti tra le quali spiccano i
Paesi Bassi (+22,7%, +1,10 punti), gli Stati Uniti (+18,9%, +0,80), il
Bangladesh (+46,1%, +0,72) ma anche la Russia (+41,0%, +0,62). Le
importazioni dal Vietnam (+42,9%, +0,83), avanzano invece grazie al
settore delle 2-3 ruote. Tra i paesi che, invece, segnano una contrazione
troviamo il Brasile (-26,7%, -0,71) dal quel viene importato meno cuoio, il
Regno Unito (-29,8%, -0,65) da dove arrivano meno metalli, la Cina (2,4%, -0,22), a causa dei cicli e motocicli e, appunto, la Germania.
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NOTA METODOLOGICA
La presente nota è stata realizzata dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di
Commercio di Pisa elaborando le informazioni estratte dalla banca dati on-line CoewebIstat (http://www.coeweb.istat.it/) diffusi l’11 settembre 2014. Per il 2013 dati revisionati
per il 2014 dati provvisori. Per maggiori approfondimenti sui dati si consiglia di consultare
il sito dell’Istat.
Le classificazione settoriale adottata nel testo è riportata nella tabella successiva.
GLOSSARIO
Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente. In formula:
Dove X rappresenta il valore della variabile (nel caso specifico l’export o l’import del
periodo) e t il periodo temporale di riferimento.
Contributo percentuale alla crescita: contributo percentuale di un singolo settore o area
geografica alla variazione complessiva, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In
formula:
Dove Xi,t rappresenta il valore della variabile (import o export) nel settore o nell’area
geografica i al tempo t e X.,t,
è la sommatoria dei valori della variabile X per tutti gli n settori o aree geografiche al
tempo t.
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