5° Rapporto sulle attività di prevenzione collettiva e di

Dipartimento di Prevenzione Medica
5° Rapporto sulle attività di prevenzione
collettiva e di promozione della salute
ANNO
2013
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Presentazione
È con piacere che presento il 5° Rapporto sulle attività di prevenzione che, ormai virtuosa consuetudine,
mette a disposizione degli operatori sanitari e di tutti i portatori di interesse i dati di attività ed i risultati
ottenuti dalle azioni compiute nel campo della prevenzione presso l’ASL di Lecco.
Come noto la prevenzione costituisce lo strumento essenziale per la promozione e la tutela della salute ed
è un’ opportunità concreta di tutti i soggetti, singoli ed associati, che responsabilmente vogliono essere
artefici della loro qualità di vita.
In Lombardia la governance di molte azioni di prevenzione è affidata al Dipartimento di Prevenzione
Medica che le programma ed attua in sinergia con tutti gli altri attori interni ed esterni all’ ASL.
In primis, data l’attuale esigenza di controllare responsabilmente la crescita della spesa sanitaria dovuta
all’aumento delle patologie croniche, la prevenzione rappresenta un investimento necessario per rendere
sostenibili i costi della sanità attraverso il miglioramento della qualità di vita della persona.
Insomma è proprio vero : “prevenire è meglio che curare!”
Infine ringrazio quanti hanno contribuito a raggiungere i risultati ottenuti, ben illustrati nelle pagine che
seguono, frutto non solo dell’impegno degli operatori della nostra Azienda ma anche delle sinergie in
essere sul nostro territorio e della sempre maggior convinto coinvolgimento dei cittadini.
Il Direttore Generale
Dott. Enzo Lucchini
2
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
INDICE
INTRODUZIONE
1.0
ANALISI DI CONTESTO
1.1
Il territorio e la popolazione
1.2
Il quadro demografico
1.3
Il contesto socio occupazionale
1.4
Le Principali cause di mortalità
1.5
Le patologie cronico-degenerative - la banca dati assistiti (BDA)
pag. 7
2.0
INFORMATIZZAZIONE E SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE
pag. 15
3.0
LE SINERGIE NEL SISTEMA LECCHESE DELLA PREVENZIONE
pag. 17
4.0
LE AREE DI INTERVENTO
4 .1 AZIONI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO:
strumenti, pianificazioni, risultati
4.1.1
L’attività di vigilanza e controllo
4.1.2
Gli infortuni sul lavoro
4.1.3
Le malattie professionali
4.1.4
L’idoneo collocamento al lavoro nelle disabilità psicofisiche
4.1.5
Il sostegno alla formazione dei lavoratori e degli stakeholder della prevenzione
negli ambienti di lavoro
4.1.6
I controlli sui lavoratori per la determinazione di assenza di tossicodipendenza
4.1.7
La gestione del rischio amianto
4.1.8
Verifiche periodiche su attrezzature e impianti su richiesta dei datori di lavoro
pag. 20
4.2
LA QUALITÀ NEGLI AMBIENTI DI VITA
4.2.1 Ambiente e salute
4.2.2. La qualità dell’aria outdoor
4.2.3
La qualità dell’aria negli ambienti indoor e la ricerca di legionella
4.2.4
Lotta agli agenti infestanti – Ambrosia
4.2.5
Gli ambienti della persona dall’infanzia alla vecchiaia – vivibilità e sicurezza
4.2.6
Verifiche su impianti termici ed elevatori
4.2.7 Balneazione
4.2.8 Come arredare e vivere la nostra città ed il nostro ambiente
pag. 32
4.3
4.3.1
4.3.2
4.3.3
4.3.4
4.3.5
4.3.6
4.4
4.4.1
4.4.2
4.4.3
4.4.4
4.4.5
4.4.6
4.4.7
pag. 21
LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE SUL TERRITORIO
pag. 38
La segnalazione delle malattie infettive
Gli interventi per la prevenzione di casi secondari
L’attività di prevenzione e controllo dell’infezione da HIV e della malattia tubercolare
L’offerta di vaccinazioni in età pediatrica
La campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale
L’attività di prevenzione delle malattie legate ai viaggi
L’IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI
Le tossinfezioni alimentari
Sicurezza alimentare
Il sistema di allerta alimentare
Il servizio di riconoscimento dei funghi
Campionamento di alimenti
Qualità delle acque destinate al consumo umano
Case dell’acqua
3
pag. 42
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.5
4.5.1
4.5.2
4.5.3
A COSA SERVONO LE ANALISI DEL LABORATORIO DELL'ASL?
I dati analitici a supporto delle attività di prevenzione
Le aree di attività del Laboratorio di Prevenzione
Prospettive future
pag. 47
4.6
4.6.1
4.6.2
4.6.3
LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
In cammino per la salute
La prevenzione nutrizionale
Promozione della sicurezza stradale
pag. 51
4.7
4.7.1
4.7.2
4.7.3
LE CAMPAGNE DI SCREENING PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI
Lo screening del cancro della mammella
Lo screening del cancro del colon-retto
Lo screening del cancro del collo dell’utero
pag. 58
5.0
CONCLUSIONI
pag. 62
4
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
INTRODUZIONE
Il rapporto annuale sulle attività di prevenzione medica qui illustrato ha lo scopo di rendere visibili e
trasparenti ai cittadini e a tutti i soggetti, istituzionali e non, della società civile le azioni di prevenzione
messe in campo nel 2013 e i risultati conseguiti per la tutela e la promozione della salute del singolo
cittadino e della collettività.
Contemporaneamente la diffusione del rapporto diviene un modo per comunicare informazioni e
conoscenze che possano accrescere la cultura della prevenzione, per fornire alla collettività e ai singoli
strumenti per scelte e decisioni consapevoli volti al miglioramento della qualità degli ambienti di vita e di
lavoro.
“La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove
si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo
capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita...” dalla 1^ Conferenza
internazionale per la promozione della salute: Carta di Ottawa, 1986.
Ai nostri giorni le strategie di prevenzione per migliorare le condizioni di salute della popolazione
richiedono interventi atti a promuovere e tutelare la salute delle persone e della collettività sia favorendo
comportamenti individuali sani che intervenendo sui rischi negli ambienti di vita e di lavoro attraverso
azioni efficaci, integrate e sinergiche con tutti i soggetti che, anche al di fuori della sanità, possono
contribuire a migliorare le condizioni di salute e benessere della popolazione.
Un moderno sistema di prevenzione deve peraltro tener conto della costante evoluzione degli scenari
socioeconomici, scientifici e sanitari adeguando continuativamente le proprie strategie d’intervento tese a:
 cogliere gli elementi di cambiamento e dotarsi di strumenti per analizzare i contesti territoriali, nella
loro peculiarità e dinamicità, programmando di conseguenza risposte adeguate ai bisogni di salute
della popolazione;
 responsabilizzare e coinvolgere il cittadino per favorire scelte e stili di vita salutari;
 tradurre lo spirito delle direttive europee in materia di controlli, che esalta la responsabilità del
datore di lavoro e l'autocontrollo dell'impresa, per permettere una prevenzione universale "diffusa",
alla quale partecipano non solo gli operatori sanitari;
 produrre un'evoluzione dei servizi di prevenzione, che passino dall'autoreferenzialità e dalla
perpetuazione di prassi consolidate, alla trasparenza delle scelte che determinano la
programmazione della attività, con un approccio integrato, che ottimizzi le risorse disponibili e
aumenti l'efficacia delle azioni di tutela delle singole persone, dei lavoratori e della comunità intera.
In Lombardia, da alcuni anni, le indicazioni della D.G Salute hanno orientato la programmazione delle
attività dei Dipartimenti di Prevenzione secondo criteri di appropriatezza e di efficacia sanitaria (Evidence
Based Medicine - Evidence Based Prevention), sulla base di studi epidemiologici aggiornati e integrati con i
dati del contesto locale, perseguendo obiettivi di semplificazione e promuovendo strategie di integrazione
che, attraverso un moderno sistema di prevenzione, coinvolgano tutti i portatori d’interesse,
amministrazioni, istituzioni, associazioni, cittadini, a vario titolo impegnati nel raggiungimento di comuni
obiettivi di salute.
A livello locale gli interventi di prevenzione e di promozione della salute realizzati nel 2013 sono
conseguenti agli obiettivi specifici definiti nell’ambito del sistema di prevenzione regionale nelle Regole di
esercizio D.G.R. IX / 4334 del 26/10/2012 e nel documento di programmazione aziendale approvato con
Delibera n°49 del 08/02/2013 e trovano coerenza con le indicazioni nazionali e regionali sopra delineate.
Nelle pagine seguenti il Rapporto sulle attività di prevenzione descrive, dopo una breve analisi del contesto
in cui sono presentati e commentati alcuni indici demografici, epidemiologici, socio-occupazionali ed
ambientali:
5
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
-
-
l’importanza del sistema informativo quale strumento indispensabile a supporto delle attività di
prevenzione;
la rilevanza strategica delle sinergie in atto nel sistema lecchese della prevenzione
la promozione di scelte e stili di vita sani realizzata con progetti mirati ad incrementare l’attività
motoria dei cittadini e il controllo dell’alimentazione.
l’efficacia delle azioni di prevenzione e controllo indirizzate verso situazioni a maggior rischio per la
salute dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori e i risultati ottenuti anche in termini di guadagno
di salute;
il sistema di sorveglianza delle malattie infettive e l’attività vaccinale
gli screening oncologici per la ricerca dei tumori alla mammella e al colon
Nelle specifiche aree di intervento illustrate nel presente Rapporto sono indicati i risultati, in termini di
guadagno di salute e/o di riduzione dei rischi per la popolazione.
Tra gli argomenti trattati vengono qui riassunti alcuni risultati conseguenti alle azioni di prevenzione messe
in atto:
 Incremento della diffusione dell’attività fisica nella popolazione adulta con presenza di 57 Gruppi di
Cammino attivi in 49 comuni della Provincia che hanno coinvolto 2.409 adulti. Inoltre, attraverso
l’iniziativa “Pillole di salute” si è consentito che 1.645 persone accedessero ad almeno 1 prova gratuita di
attività fisica e sport.
 Incremento della diffusione dell’attività fisica nella popolazione scolare con presenza di 145 linee
“Piedibus” attive in 41 comuni della provincia che hanno coinvolto 3110 bambini pari al 20,9 % degli
alunni della scuola primaria.
 Gli interventi di educazione e vigilanza nutrizionale volti in particolare a diminuire la percentuale di
bambini in eccesso di peso
 Consolidamento del trend di riduzione della mortalità da incidente stradale, evidente nell’ultimo
decennio.
 Elevata adesione agli screening che permette la diagnosi precoce in un numero consistente di persone,
con conseguente avvio precoce di percorsi terapeutici e contributo alla riduzione della mortalità.
 Riduzione dell’incidenza degli infortuni sul lavoro denunciati a INAIL, che nella nostra provincia è passata
nell’ultimo decennio da 56,6 infortuni/1000 addetti nel 2001 a 38,3 nel 2012. Di particolare evidenza la
riduzione nel comparto delle costruzioni edili, nel quale il tasso di incidenza si è ridotto da 58,01 nel 2001
a 28,9 nel 2012.
 Contenimento dell’esposizione a fibre di amianto per incremento degli interventi di bonifica. Rispetto al
2012, si registra un aumento del 52% nel numero di Piani di Lavoro valutati, e del 5% nel numero di mq
complessivamente rimossi. Si rammenta che la stima riportata in letteratura sull’entità media di rilascio
in atmosfera di fibre di amianto dalle coperture in cemento amianto è di 3g/mq/anno, e pertanto il
quantitativo bonificato nel 2013 darebbe nell’anno un “risparmio” del valore di 945 Kg di fibra di
amianto rilasciata nell’atmosfera della Provincia di Lecco.
 La continuazione dei controlli negli ambienti di vita aperti e confinati ha permesso un progressivo
miglioramento degli standard igienico sanitari e di sicurezza per tutti i cittadini ed in particolare la tutela
della popolazione “fragile” attraverso la verifica degli standard gestionali delle strutture sanitarie e socio
sanitarie.
 Contenimento dell’incidenza delle malattie infettive, con azzeramento delle puntate epidemiche per le
patologie prevenibili a mezzo vaccinazioni, e mitigazione degli effetti delle patologie non prevenibili
mediante azioni di contrasto.
 Contenimento delle malattie legate al consumo degli alimenti e dell’acqua potabile, mediante l’attività
di controllo presso gli operatori del settore alimentare e gli Enti gestori delle reti acquedottistiche.
6
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
1.0 ANALISI DI CONTESTO
Per comprendere i bisogni di salute della popolazione e quindi stabilire le priorità e programmare
gli interventi di prevenzione è necessario conoscere e utilizzare sistematicamente le informazioni di
natura demografica, sanitaria, epidemiologica, economica, sociale, ambientale e scientifica che consentono
di contestualizzare la realtà della nostra Provincia rispetto ai trend regionali e nazionali.
Per quel che concerne le evidenze di contesto vengono di seguito brevemente descritti alcuni indici
considerati relativi a:
caratteristiche del territorio e della popolazione;
condizioni socio-occupazionali;
stato di salute.
1.1
Il territorio e la popolazione
La provincia di Lecco si estende su una superficie di 814,59 Km2 caratterizzata da una predominante
componente montuosa e collinare con la presenza del Lario, di altri laghi minori e
di diversi corsi d’acqua tra cui il principale è il fiume Adda.
Grazie alla sua conformazione orografica ed alla presenza di numerosi siti di
interesse naturalistico, la provincia di Lecco ha una spiccata valenza turistica;
circa un terzo dell'intera superficie provinciale, è interessato dal "Sistema
delle Aree Protette Lombarde" istituito dalla Regione Lombardia nel 1983
che comprende Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale,
Parchi Regionali, parchi locali di interesse sovracomunale, riserve naturali, aree
di equilibrio ecologico che trovano nelle reti ecologiche il riferimento per la
realizzazione di una trama di connessioni tra spazi naturali e seminaturali
connotati da un'apprezzabile biodiversità.
Amministrativamente la Provincia di Lecco è suddivisa in 89 Comuni, 51 dei quali
localizzati in aree montane e 38 in aree collinari, che si caratterizzano per una
differente ampiezza demografica: 19 comuni non raggiungono i 1.000 abitanti, 54 non superano la soglia
dei 5.000 abitanti, 15 hanno una popolazione residente compresa tra 5.000 e 15.000, solo il capoluogo con
47.240 abitanti conta una popolazione superiore.
Suddivisione dei Comuni in base all'ampiezza demografica
Numero Comuni
Popolazione residente
fino a 999 abitanti
19
8.243
da 1.000 a 4.999 abitanti
54
149.752
da 5.000 a 15.000 abitanti
15
133.190
da 15.000 a 49.000 abitanti
1
47.240
89
338.425
Totale
Elaborazione dati ISTAT al 01/01/2013
Il territorio provinciale presenta al 1 gennaio 2013 una densità media di 415 abitanti/Km2, valore
paragonabile a quello medio regionale di 410 ma superiore a quello nazionale che si attesta a 198 abitanti
per km2. Considerando i tre ambiti distrettuali dell’ASL la densità abitativa in rapporto all’estensione del
territorio è maggiore nei comuni del meratese con quasi 1.000 abitanti per km2 , è di poco inferiore nel
distretto di Lecco mentre si riduce significativamente nel Distretto di Bellano con punte minime di circa 60
abitanti per Km2 in Valsassina.
Superficie
Ambito distrettuale
popolazione
residente
%
Bellano
458,17
56,2
53.585
15,8
116,95
Merate
129,70
15,9
119.846
35,4
924,02
Lecco
226,72
27,8
164.994
48,8
Totale
814,59
338.425
Elaborazione dati ISTAT al 01/01/2013
7
%
densità abitativa
kmq
n. abitanti/Kmq
727,74
415,45
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
1.2
Il quadro demografico
Al 31/12/2012 la provincia di Lecco ha una popolazione di ai 338.425 abitanti residenti e rappresenta il
3,5% di quella lombarda. La popolazione femminile è leggermente superiore rispetto a quella maschile
(52%) e la differenza aumenta all'aumentare dell'età.
Negli ultimi 10 anni si è avuta un costante crescita con una variazione % media annua dal 2004 al 2013 del
+0,91 a fronte di una variazione % media annua dal 2007 al 2011 del +0,85.
In provincia di Lecco, come in molte altre Province lombarde, da diversi anni si sta assistendo ad una
sensibile riduzione delle nascite (linea verde nel grafico a fianco) a fronte di un incremento delle morti
(linea arancione del grafico); la tendenza si conferma anche per il 2013.
Vi è di conseguenza una progressiva tendenza all’invecchiamento: nel 2013 l’età media della popolazione è
salita a 43,4 anni e l’indice di vecchiaia, ossia il numero di anziani ogni 100 giovani è ulteriormente
aumentato rispetto all’anno precedente ed è pari a 144,3.
La quota di popolazione straniera presente sul territorio provinciale bilancia la tendenza
all’invecchiamento e alla riduzione della natalità sopra descritto in quanto i residenti stranieri di
sesso maschile hanno un’età media di 38 anni , mentre per quelli di sesso femminile l’età media è
di 37 anni.
Dall’analisi degli indicatori demografici risulta evidente che l’incremento demografico è prevalentemente
legato alla popolazione migrante. Il grafico seguente riporta il flusso migratorio da e verso la Provincia di
Lecco. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe dei comuni della
provincia. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni,
quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).
Il grafico sottostante descrive la piramide dell’età della provincia di Lecco nel 2013.
La popolazione è suddivisa in classi quinquennali di età sull'asse verticale, mentre sull'asse orizzontale sono
riportati due grafici a barre speculari con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori
evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.
Se si osserva la distribuzione della popolazione per età, sesso e stato civile della popolazione residente in
provincia di Lecco si può notare tra l’altro:
- la netta diminuzione delle nascite rispetto agli anni 60 evidenziata dal restringimento della base della
piramide;
8
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
-
il prevalere della popolazione femminile con l’avanzare dell’età determinato da una maggiore
longevità.
Anche la struttura delle famiglie conferma i dati demografici sopra descritti; le famiglie sono
sempre più numerose, ma di dimensioni progressivamente più ridotte: nel 2012 in provincia si
contano oltre 140.500 famiglie, l’8% in più rispetto a fine 2005. La dimensione media delle famiglie
scende leggermente, da 2,5 a 2,4 componenti rispetto al 2005, mantenendosi comunque su valori
superiori alla media regionale.
1.3
Il contesto socio occupazionale
L’analisi di contesto socio occupazionale qui proposta tende a sottolineare gli elementi di rilievo sulle
strategie di pianificazione delle azioni preventive a tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.
L’attuale crisi finanziaria, infatti, determina la necessità di valutare con attenzione l’impatto delle azioni
preventive sul territorio e non ultimo, conoscere l’assetto occupazionale del territorio consente di
modellare le competenze del personale addetto alla vigilanza e controllo negli ambienti di lavoro verso le
reali emergenze preventive.
Per un esteso rapporto sul contesto occupazionale si rimanda al documento Lecco 1993-2013: dinamiche
economiche, società e territorio in 100 grafici redatto dalla camera di commercio di Lecco e rinvenibile al
seguente link: http://www.lc.camcom.gov.it/P42A0C123S118/Pubblicazioni.htm
Nello specifico bisogna considerare gli elementi legati al lavoro determinanti i nuovi “contesti di rischio”,
quali quelli esaminati nel Piano Regionale a Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro 2014-2018 –
DGR 1104/2013 – ovvero:






la terziarizzazione dell’impiego;
il lavoro parasubordinato;
il lavoro notturno;
la femminilizzazione del lavoro e le differenze di genere;
l’invecchiamento della popolazione lavorativa e la disabilità;
le nuove tecnologie.
Viene evidenziato in tabella n. 1 il rapporto di dipendenza in relazione all’età (rapporto tra le persone di
età compresa tra 15 e 64 anni e quelle con età 0-14 e oltre i 65 anni) confronto Italia – Lombardia –
provincia di Lecco, aggiornato al 2010 (anno più recente ai fini del confronto territoriale proposto), che
9
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
mostra come l’invecchiamento della popolazione generale abbia due tipologie di ripercussione sulla
popolazione lavorativa:
1. progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa medesima con implicazioni sull’idoneità
specifica a mansione soprattutto per esposizione a rischi fisici (sovraccarico biomeccanico
dell’apparato muscolo scheletrico);
2. aumento del carico di lavoro domestico, con verosimile interessamento specifico del genere
femminile, per la cura dei soggetti disabili, in età geriatrica, data la bassa natalità.
Questi elementi di contesto sono fondamentali, per esempio, nelle valutazioni mediche per l’attribuzione
del nesso di causalità nelle malattie lavoro correlate da sovraccarico biomeccanico (vedi capitolo 5.1.3)
dato il concorso di più cause, anche extralavorative appunto, nello sviluppo della malattia.
Tabella 1
OCCUPAZIONE, 2010
Italia
Lombardia
Lecco
51.995.000
8.522.000
287.000 1
51,90%
51,40%
22.899.000
4.280.000
147.700 2
Tasso di occupazione femminile
40,70%
41,90%
41,6% 2
Tasso di attività 15-64 anni
63,70%
70%
Popolazione potenzialmente attiva > 15 anni
Tasso popolazione femminile potenzialmente attiva
Occupati
Tasso di attività 15-64 anni femminile
ISTAT www.demo.istat.it;
69%
1
2
77,8% 2
Tasso di attività 15-64 anni maschile
1
51,2 %
53,50%
61,40%
59,8%
2
2
Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro
I dati rappresentati in tabella n. 1 mostrano un tasso occupazionale femminile locale in linea con il dato
regionale ed eccedente il dato nazionale. Con riferimento al rapporto di dipendenza in relazione all’età,
ovvero al tasso di attività 15-64 anni, si osserva che il dato locale relativo al sesso femminile, in linea con il
dato regionale, eccede quello nazionale a significare un numero maggiore relativo di donne potenzialmente
attive sul numero di donne non attive.
In tabella 2 viene rappresentata la distribuzione di frequenza delle imprese attive, delle unità locali attive e
degli addetti alle unità locali per settore produttivo in provincia di Lecco – fonte dati Osservatorio
Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco. Il dato è utile alla programmazione dei controlli, in quanto tra
gli elementi guida della graduazione del rischio anche la numerosità della popolazione lavorativa per
settore produttivo assume uno specifico peso.
Tabella 2
SETTORI PRODUTTIVI, LECCO, 2012
Industria
Servizi
Commercio
Costruzioni
Agricoltura
Totale
Imprese attive
4.877
8.315
6.413
4.749
1.127
25.481
UL attive
5.778
9.717
7.388
5.221
1.174
29.278
Addetti alle UL
47.781
28.304
17.266
11.717
1.682
106.750
I dati rappresentati in tabella n. 2 mostrano che il settore industriale, comprensivo del
metalmeccanico/siderurgico e manifatturiero, continua a ricoprire un ruolo di rilievo a livello locale, con
particolare riferimento al numero di lavoratori addetti.
Posizione di rilievo, nella graduazione del rischio, assume sicuramente la presenza di lavoratori stranieri,
data anche la disposizione normativa ai sensi della quale le imprese debbano addivenire ad una valutazione
dei rischi tenendo conto, tra l’altro, delle differenze di provenienza. Il 10% circa della forza lavoro locale è di
provenienza straniera, con provenienza importante dal continente africano. In grafico n. 1 viene
rappresentata la distribuzione di frequenza della forza lavoro locale straniera per Paese di provenienza 10
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco. Si osserva che quasi il 10% della forza
lavoro locale è di provenienza straniera, con provenienza importante dal continente africano.
Grafico 1
Altro elemento di rilievo nella pesatura del rischio è legato alle classi dimensionali delle imprese del
territorio. In tabella n. 3 è rappresentata la distribuzione di frequenza relativa (%) delle imprese attive, delle
unità locali attive e degli addetti alle unità locali per classi dimensionali in provincia di Lecco – fonte dati
Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco, si osserva che le micro – piccole – medie imprese
costituiscono il 70% della realtà produttiva locale. Il dato ha un forte impatto anche in relazione
all’obiettivo strategico regionale di supporto alle imprese mediante l’induzione all’applicazione delle Linee
Guida, Atti di indirizzo decretati da Regione Lombardia ai fini sia dell’agevolazione tariffaria derivante
dall’accesso al MODELLO INAIL OT24, sia dell’eventuale riconoscimento a Buona Prassi secondo la
Commissione Consultiva permanente ex art. 6 D. Lgs 81/08 e s.m.i..
Tabella 3
CLASSI DIMENSIONALI, LECCO, 2012
1-9 addetti
10-49 addetti
50+ addetti
Totale
Imprese attive %
93
6
1
100
UL attive %
94
5
1
100
Addetti alle UL %
48
26
26
100
La consapevolezza della prevalenza delle micro imprese che insistono sul territorio, sarà oggetto di
riflessioni strategiche, per i prossimi anni, nell’ambito dei lavori del Comitato Provinciale ex art. 7 D. Lgs
81/08 e s.m.i., la cui trattazione è rimandata al capitolo 4.
1.4
Principali cause di mortalità
L’andamento delle cause di mortalità va considerato separatamente sul lungo periodo (decenni) e sul breve
periodo (anni). Osservando il trend della mortalità in Italia nel XX secolo, riportato nel seguente grafico ci si
rende conto degli importanti cambiamenti intervenuti e si possono cogliere le diverse priorità che oggi
devono essere affrontate per rispondere con efficacia e appropriatezza ai nuovi bisogni di tutela e
promozione della salute.
11
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Mortalità per i principali gruppi di malattie, anni 1887-2007 (per 100.000 ab.)
Fonte ISTAT
Sul lungo periodo i fenomeni evidenti sono:
 la diminuzione della mortalità per malattie infettive e dell’apparato respiratorio, grazie alle migliorate
condizioni di vita e alla scoperta di vaccini, sulfamidici, antibiotici;
 l’incremento della mortalità per malattie del sistema circolatorio, oggi prima causa di morte per gli
italiani, e per tumori, seconda principale causa di morte, rispetto alle quali assumono importanza sia il
prolungamento della vita media con conseguente invecchiamento della popolazione sia fattori
comportamentali e ambientali.
Nel breve periodo, per monitorare il quadro evolutivo della mortalità, il Dipartimento di Prevenzione
Medica gestisce il Registro provinciale delle cause di morte che rileva sistematicamente le notifiche delle
cause di morte effettuate su modello ISTAT dai medici curanti. In linea con le indicazioni della Direzione
Generale Sanità, l’ASL di Lecco dal 1° gennaio 2010 ha adottato il sistema internazionale ICD10 di codifica
delle cause di morte, con conseguenti profonde modifiche nelle modalità di classificazione dei quadri
patologici. Per tale motivo, i dati precedenti l’anno 2010 devono essere considerati puramente indicativi e
descrittivi, non utilizzabili per confronti approfonditi di carattere statistico.
Nel periodo di elaborazione del presente documento i dati 2013, pervenuti ed aggiornati a settembre 2013,
non risultano ancora rappresentativi dell’intera annualità e pertanto è prematura qualsiasi valutazione di
confronto. La tabella seguente riporta l’andamento della mortalità per cause principali nel periodo 2004–
2012 sulla base dei dati consolidati derivanti dal registro
Nell’ASL della Provincia di Lecco si registrano circa 3.000 decessi/anno, secondo l’elaborazione definitiva dei
dati 2012, il tasso di mortalità del 2012 nella provincia di Lecco è l’8,9‰, dato in incremento negli ultimi 10
anni (rispetto all’8,6‰ del 2002), ma comunque inferiore sia a quello regionale (9,1‰) che a quello
nazionale (9,7‰).
La tabella seguente riporta l’andamento della mortalità per cause principali nel periodo dal 2004 al 2012
sulla base dei dati consolidati derivanti dal registro di mortalità.
12
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
N. ASSOLUTO RESIDENTI DECEDUTI OGNI ANNO SUDDIVISI PER GRANDI GRUPPI DI CAUSE
GRUPPI DI GRANDI CAUSE
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
SISTEMA CIRCOLATORIO
1.087
1.128
1.049
1.015
1.059
1.078
1.028
1.053
1.072
TUMORI
1.050
981
1.002
991
936
1.015
1.052
983
974
APPARATO RESPIRATORIO
169
204
191
176
189
228
195
192
210
APPARATO DIGERENTE
119
101
137
123
107
119
111
113
105
TRAUMATISMI ED AVVELENAMENTI
99
96
109
106
118
121
134
131
138
GHIAND.ENDOCRINE NUTRIZ. METABOLIS.
84
84
80
103
89
100
116
111
117
SISTEMA NERVOSO E ORGANI SENSO
60
76
63
69
82
94
100
116
114
DISTURBI PSICHICI
57
52
56
77
105
93
86
86
91
STATI MORBOSI MAL DEFINITI
42
34
31
43
38
34
31
37
39
APPARATO GENITOURINARIO
23
38
39
39
48
67
51
56
56
SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI
8
6
9
18
16
11
18
14
14
MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE
5
10
11
13
20
38
50
67
72
SIST. OSTEOMUSCOL./TESS.CONNETTIVO
8
9
13
15
18
19
25
13
17
MALFORMAZIONI CONGENITE
6
11
6
12
10
7
6
3
9
PELLE E TESSUTO SOTTOCUTANEO
1
2
0
3
4
5
3
4
3
COND. MORBOSE ORIGINE PERINATALE
6
4
5
2
2
7
4
10
4
GRAVIDANZA,PARTO E PUERPERIO
0
0
0
0
0
0
0
1
1
10
16
7
16
9
12
11
20
15
2.834
2.852
2.808
2.821
2.850
3.048
3.021
3.010
3.051
CAUSA DI MORTE NON PERVENTA
TOTALE
Nel 2012 nella ASL di Lecco le principali cause di morte sono le patologie del sistema circolatorio che
rappresentano il 35,1% dei decessi seguite da quelle tumorali con 31,9% dei decessi e dell’apparato
respiratorio con il 6,9% .
Analizzando le principali cause di morte nel breve periodo (2004-2012), si osserva una sostanziale
stabilizzazione, peraltro in lieve decremento, delle cause principali di morte: sistema circolatorio e tumori.
Merita ulteriori approfondimenti, anche in considerazione delle diverse modalità di classificazione
intervenute, il tendenziale incremento dei casi appartenenti ai gruppi: disturbi psichici”; “sistema nervoso
e organi di senso” “malattie infettive e parassitarie” (il cui incremento è dovuto prevalentemente a
setticemie negli over 75 anni e ad una differente classificazione dei casi di epatiti).
Per quanto concerne la mortalità per tumori nella popolazione della provincia di Lecco, nel 2012 sono stati
registrati 974 decessi, dei quali 536 nella popolazione maschile e 438 nella popolazione femminile.
I due grafici seguenti riportano il numero assoluto delle prime 7 cause di morte per tumori nei maschi
(corrispondenti a 344 casi sui 536 totali) e delle prime 7 cause di morte nelle femmine (corrispondenti a
259 casi sui 438 totali).
Prime 7 cause di mortalità per tumore nei maschi - anno 2012
140
Prime 7 cause di mortalità per tumori nelle femmine - anno 2012
140
128
120
120
100
100
80
80
57
60
68
60
43
41
40
36
51
37
40
36
24
20
30
22
15
15
20
0
0
polmone
colonretto
prostata
pancreas
stomaco
fegato
vescica
mammella
Fonte: Registro mortalità ASL
13
polmone
colonretto
stomaco
pancreas
ovaio
fegato
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Nella popolazione maschile il cancro del polmone è la prima causa di morte con 128 casi, pari al 23,9%
del totale del totale, seguono in ordine: colon retto (10,6%), prostata (8%), pancreas (7,6%), stomaco
(6,7%), fegato (4,5%), vescica (2,8%), altri (35,8%).
Nella popolazione femminile il tumore alla mammella rimane la principale causa di morte con 68 casi pari
al 15,5% del totale, seguono in ordine: polmone (11,6%), colon retto (8,4%), stomaco (8,2%), pancreas
(6,8%), ovaio (5%), fegato (3,4%), altri (40,9%).
Per quanto riguarda la morbilità da tumori, presso l’ASL è attivo dal 2008 il Registro Provinciale Tumori per
la valutazione dell’andamento delle patologie oncologiche sia in termini di incidenza che di sopravvivenza,
e per la valutazione d’efficacia delle attività di screening.
In collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, si è iniziato a raccogliere i dati clinici dei casi con
diagnosi istologica di neoplasia dal 2003., elaborando oltre 15.000 record di casi per il quinquennio 20032007. Il registro nel 2011 è stato accreditato dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ( IARC).
Per approfondimenti i dati di incidenza standardizzati sono esaminabili sul sito
http://eco.iarc.fr/EUREG/AnalysisT.aspx con possibilità di confronto con i dati nazionali ed europei di
altri Registri accreditati.
1.5
Le patologie cronico-degenerative - la banca dati assistiti (BDA)
La banca dati assistiti, di cui viene riportato un quadro di sintesi, costituisce uno strumento consolidato di
lettura dei bisogni di salute della popolazione residente in termini di prevalenza di pazienti con patologie
croniche di lunga durata.
Questo strumento esprime la storia clinica del singolo paziente e consente quindi analisi dettagliate sul
consumo di prestazioni sanitarie, sui percorsi diagnostico terapeutici riferiti a specifiche condizioni cliniche,
e sui modelli assistenziali integrati di raccordo tra i soggetti erogatori della rete territoriale.
Pertanto, l’incremento nel tempo dei valori di prevalenza osservato nei singoli gruppi di categoria
diagnostica esprime la maggiore sopravvivenza dei pazienti affetti dalle specifiche patologie.
Recenti analisi condotte da parte dei servizi aziendali hanno dimostrato la positiva interazione tra i servizi
ospedalieri ed i servizi territoriali nel miglioramento della qualità delle cure in termini di continuità e
appropriatezza dell’assistenza.
CATEGORIA DIAGNOSTICA
01 − Deceduti
02 − Trapiantati
03 − Insufficienti renali cronici
04 − HIV Positivo e AIDS conclamato
05 − Neoplastici
06 − Diabetici
07 − Cardiovasculopatici
08 − Broncopneumopatici
09 − Gastroenteropatici
10 − Neuropatici
11 − Malattie autoimmuni
12 − Malattie endocrine e metaboliche
13 − Parto
14 − Consumatore senza patologie
15 − NON Consumatore
TOTALE
ASSISTITI 2008 ASSISTITI 2009 ASSISTITI 2010 ASSISTITI 2011 ASSISTITI 2012
3.008
2.945
3.049
2.847
3.031
249
282
290
230
238
1.018
1.076
1.130
815
940
912
953
1.003
826
867
12.546
13.502
14.174
11.302
11.811
12.642
13.014
13.786
11.619
12.163
47.282
48.585
64.414
45.597
46.733
4.057
4.156
20.886
3.683
3.982
5.820
5.649
14.172
5.236
5.646
3.843
3.923
2.771
3.329
3.561
1.235
1.467
1.251
934
1.060
4.978
5.095
4.972
5.074
4.808
2.926
2.725
1.924
3.012
2.923
184.511
182.973
142.468
185.568
186.455
58.433
57.784
59.062
57.445
56.425
337.517
340.643
14
343.460
344.129
345.352
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
2 INFORMATIZZAZIONE E SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE
Il sistema informativo è uno strumento che mette a disposizione dei Dipartimenti di Prevenzione le
informazioni basilari per esercitare efficacemente le funzioni di programmazione e controllo, valutazione
dei risultati, scelta tra alternative, assunzione di decisioni e, al tempo stesso, può condizionarne lo stile di
governance e la sua evoluzione verso forme di maggiore coinvolgimento e partecipazione di altri soggetti
operanti con finalità di prevenzione e sicurezza (ad esempio Direzioni Provinciali del lavoro, INAIL,
Organismi paritetici, ARPA, Comuni, ecc).
Il Sistema Informativo della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.) è costituito da un insieme di
informazioni standardizzate e organizzate secondo flussi definiti e disponibili in continuo. Sono identificabili
otto principali flussi informativi dedicati alla prevenzione di cui sei sono attinenti alle informazioni sanitarie
sul singolo cittadino e due sono relativi alle aziende.
Nel primo gruppo sono presenti i flussi delle malattie infettive, delle vaccinazioni, delle malattie
professionali e degli infortuni, dell’assistenza ai malati di aids, degli screening. In questo gruppo è
ricompreso anche il flusso relativo alla promozione della salute per il quale le informazioni sono presenti a
livello di progetto di promozione della salute e non per individuo.
Nel secondo gruppo sono presenti i flussi Impresa (anagrafe attività produttive, controlli, notifiche
apertura cantieri) e il flusso relativo agli esiti dei campionamenti.
Il sistema informativo aziendale si è pertanto progressivamente allineato per fornire i dati necessari per
alimentare i flussi definiti e per usufruire dei conseguenti vantaggi attingendo le informazioni
standardizzate messe a disposizione dai vari sistemi informativi, tra cui:
 PORTALEBI per i dati relativi all’area dei servizi alla persona in particolare notifiche e inchieste
epidemiologiche di malattie infettive e vaccinazioni somministrate e, dal 2010, è operativo il flusso
informativo per l’attività dei programmi di screening oncologici;
 DHW Screening che consente il calcolo dei tassi di adesione/esito degli screening e di tutte le altre
informazioni che possono migliorare i servizi offerti;
 MAINF sistema informativo delle malattie infettive on line per la registrazione dei dati raccolti con
l’inchiesta epidemiologica sui casi di malattie infettive che consente elaborazioni di incidenza per
patologia, ecc;
 SOFIA: per la gestione dei soggetti con infezione da HIV che consente la verifica delle prestazioni di
assistenza e di accesso in comunità di alloggio e Hospice e delle relative tariffe e oneri a carico dell’ASL;
 OPEN REGISTRY: per la gestione e il record linkage dei casi inseriti nel Registro Provinciale Tumori,
accreditato IARC dal dicembre 2011. Realizzato dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano, il programma è
utilizzato da alcune ASL Lombarde e consente l’elaborazione dei dati di incidenza, prevalenza e
sopravvivenza per macroaree;
 il sistema informativo gestionale PERSON@ implementato nel 2011 per consentire attraverso
l’elaborazione dei dati sanitari dei cittadini/lavoratori, la sorveglianza epidemiologica su patologie
diagnosticate da strutture sanitarie specialistiche (in particolare reparti ospedalieri di pneumologia,
chirurgia toracica, urologia, otorinolaringoiatria, anatomia patologica..) per ricercare la correlazione con
l’esposizione lavorativa e la presenza di eventuali cluster. Nel 2014 si intende consolidare l’uso dello
strumento gestionale MaPI per la registrazione dei casi di malattie professionali e Infortuni;
 il database regionale BDProSal relativo alle attività di promozione della salute che consente dal 2011 la
rendicontazione secondo una griglia strutturata degli interventi effettuati per: gruppi di cammino,
piedibus, pillole di salute, contrasto all’obesità, minimal advice antitabagico, rete Scuole che
promuovono salute, reta aziende che promuovono salute, sicurezza stradale, ecc.;
 il sistema I.M.PRE.S@ (Sistema Informatizzazione Monitoraggio Prevenzione Sanitaria) avviato dal 2009
che si caratterizza come una banca dati alimentata da diverse anagrafiche comprendenti le attività
economiche e di servizio (industrie, attività commerciali e di servizio, strutture sanitarie e socio-sanitarie,
cantieri edili, strutture scolastiche, RSA, Comuni,ecc) nella quale confluiscono per ciascuna
impresa/struttura i dati relativi a:
15
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
 controlli effettuati dalle ASL (ispezioni, campionamenti, misurazioni, verifiche documentali,
inchieste infortuni…) a tutela del cittadino, del consumatore e del lavoratore;
 infortuni eventualmente occorsi ai lavoratori (fonte INAIL)
 analisi dei singoli parametri relativi ai vari campionamenti di matrici alimentari e acque (potabili,
di piscina, di balneazione) svolti dalle ASL
 provvedimenti e sanzioni derivanti dall’attività di controllo svolta.
 ALLERTE ALIMENTARI per la gestione dei flussi informativi delle notifiche di allerta inerenti alimenti e
mangimi che possono provenire dalla Commissione UE tramite il sistema RASFF (Rapid Alert System for
Food and Feed), dagli uffici periferici ministeriali (PIF-USMAF e UVAC), dalle altre Regioni e dalle A.S.L.
della Lombardia.
La registrazione informatizzata dei dati relativi alle attività di prevenzione e controllo, oltre che assolvere il
debito informativo verso la Regione, assume rilevanza strategica a livello aziendale per attuare un moderno
sistema di prevenzione e per la condivisione delle informazioni.
In quest’ottica la nostra Azienda ha acquistato un apposito applicativo gestionale per le attività di controllo
e vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro, igiene e sanità pubblica, sicurezza alimentare e acque
destinate al consumo umano. Analogamente, nel 2012, è stato acquistato un nuovo applicativo per il
Laboratorio di Prevenzione dedicato alla completa informatizzazione di tutti i dati analitici che, tra l’altro,
consente di rendicontare al sistema Impres@ le analisi dei singoli parametri correlate ai controlli e ai
campionamenti di matrici alimentari, acque destinate al consumo umano, acque di piscina e di
balneazione.
Il Laboratorio di Prevenzione, utilizza inoltre:
il portale Enter-net Italia per la sorveglianza delle malattie a trasmissione alimentare,
il “Portale acque” del Ministero della Salute per l’inserimento dei dati microbiologici delle acque di
balneazione,
l’applicativo screening web per la trasmissione degli esiti di primo livello degli screening del colon.
Sono altresì utilizzati dalle varie articolazioni organizzative aziendali afferenti al Dipartimento di
Prevenzione Medica altri applicativi che consentono la trasmissione dei dati e/o l’interfacciamento con i
portali dedicati come ad esempio quelli per:
- la Gestione dell’attività Vaccinale (Ge.V) che consente il calcolo dei tassi di copertura vaccinale;
- il registro tumori e il registro mesoteliomi;
- il censimento amianto;
- l’applicativo telematico per le notifiche dei cantieri;
- il monitoraggio dei dati microbiologici delle acque di balneazione;
- il monitoraggio dei cianobatteri potenzialmente tossici sulle acque di balneazione;
- gli interventi vigilanza e ispezione in materia di sicurezza sul lavoro, igiene e sanità pubblica,
sicurezza alimentare e acque destinate al consumo umano;
- l’accesso alle pratiche SCIA notificate tramite PEC.
Inoltre, dal primo aprile 2014 è attivo per le imprese un nuovo applicativo per la trasmissione telematica
dei Piani di lavoro e delle notifiche per la bonifica dei manufatti contenenti amianto.
Entro il primo semestre 2014, per le attività di accertamento dell’invalidità civile sarà attivo un software di
collegamento in modalità di cooperazione applicativa con la procedura INPS che permetterà di
implementare il volume e la qualità dei dati per rispondere alle esigenze di semplificazione amministrativa
e riduzione dei tempi di attesa per l’utente e consentire una migliore valutazione dei dati quali-quantitativi
delle prestazioni svolte.
L’implementazione di tutti questi sistemi informativi dedicati alla prevenzione rende disponibili le
informazioni utili per migliorare la programmazione delle attività di prevenzione indirizzandola verso
situazioni di maggiore rischio e, oltretutto, consente una valutazione sempre più appropriata degli
interventi messi in atto e delle possibili ricadute sulla salute della popolazione in un’ottica di Evidence
Based Medicine - Evidence Based Prevention.
16
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
3 LE SINERGIE NEL SISTEMA LECCHESE DELLA PREVENZIONE
Uno degli elementi fondamentali che governa le strategie della prevenzione è la consapevolezza che le
condizioni del vivere e del benessere dei cittadini sono il risultato della fattiva collaborazione tra tutte le
varie componenti della società che, anche al di fuori della sanità, contribuiscono a migliorare le condizioni
di salute della popolazione.
Le collaborazioni instaurate dalla ASL di Lecco con gli altri attori del territorio hanno permesso, in molti casi,
il raggiungimento di obiettivi che altrimenti non sarebbero stati realizzati.
La promozione della salute, ad esempio, prevede il concorso di tutti i soggetti che a vario titolo si occupano
del benessere della popolazione. L’ASL di Lecco quindi, oltre ad una costante pianificazione aziendale
integrata sanitaria e sociale, ha costruito e mantenuto negli anni una rete solida d’integrazione e
progettazione partecipata con Amministrazioni, Enti, Istituzioni ed Associazioni locali. In particolare, la
collaborazione con gli Assessorati Provinciali, le Amministrazioni comunali, la Prefettura, l’Ufficio Scolastico
Territoriale e le Direzioni scolastiche, le associazioni di volontariato e gli esponenti delle categorie
professionali hanno permesso di analizzare congiuntamente e discutere le proposte, sulla base di comuni
interessi e nel segno della condivisione delle risorse disponibili. Grazie a tale approccio si sono sviluppati dei
progetti di Rete che prevedono fin dalla fase progettuale la partecipazione di Amministrazioni locali (
Gruppi di Cammino e Piedibus), Prefettura, Polizia Locale e FF.O, ACI ( Consulta della Sicurezza Stradale),
Istituti scolastici e Ufficio Scolastico Territoriale (Rete delle Scuole che promuovono Salute e LSTP), Azienda
Ospedaliera e strutture sanitarie, MMG e PdF, Federfarma( Health Promoting Hospital & Health Services,
couselling antitabagico e stili di vita), Amm.ne Provinciale, Delegazione CONI, Ass.ne Giretto, Società
sportive( Pillole di Salute). In collaborazione con le componenti istituzionali, imprenditoriali e sindacali del
Comitato provinciale di Coordinamento ex art. 7/81 nel 2013 è stato sviluppato il progetto WHP, attivando
la Rete delle aziende che promuovono la salute. Numerose associazioni di volontariato offrono la loro
collaborazione e sostegno ai progetti. Tale patrimonio umano viene valorizzato attraverso azioni di
potenziamento delle conoscenze di salute (empowerment), al fine di garantire la sostenibilità stessa dei
progetti e l’azione di testimonial di salute nella comunità, perché le scelte di salute non siano opportunità
temporanee, ma strutturalmente sostenute, ove ruolo dell’ASL diviene la sistematica manutenzione.
Si è proseguito nel percorso metodologico per lo sviluppo di progetti basati sulle evidenze di efficacia
teorica, laddove disponibili, e sull’efficacia pratica correlata alle “best practice”, per garantire il metodo
scientifico negli interventi, ricercando attraverso indicatori di efficienza ed efficacia un ulteriore e
fondamentale supporto sia in fase di costruzione progettuale che di valutazione di esito. Il momento storico
ed economico impone sempre maggiore rigore in ambito preventivo nella sistematica ricerca di indicatori di
esito di salute (“guadagno di salute”). Si sono utilizzate metodologie d’intervento consolidate, quali la
formazione dei formatori, la peer education, il counselling, ma anche modalità emergenti di provata
efficacia quali le life skills, l’approccio del minimal advice in ambito sanitario opportunistico. L’ASL di Lecco
è di riferimento per il marketing sociale, una metodologia di non ordinario uso in ambito sanitario,
sperimentata con la maglietta della salute, la borsa della salute, pillole di salute, progetto quest’ultimo
d’interesse regionale e nazionale ( CCM).
Anche i programmi di screening, oltre alla collaborazione di tutti i soggetti erogatori, trovano concreto
sostegno nelle Amministrazioni locali e nelle Associazioni di volontariato, con cui si condividono le azioni di
miglioramento delle adesioni e gli esiti delle campagne.
Nel 2013 la progressiva applicazione di economie secondo i principi della spending review, ha interessato in
modo significativo la partita dell’integrazione locale tra enti ed istituzione, con importanti cambiamenti
amministrativi locali (chiusura della Sez. Provinciali del CONI divenuta Delegazione, limitazione della
programmazione dell’Amm.ne Provinciale, riorganizzazione delle risorse nelle Prefetture), con evidente
ricaduta sulle partnership in atto, di cui l’ASL deve tener conto. Anche le Associazioni non sono sempre in
grado di far fronte alle pregresse collaborazioni in considerazione dell’aumentata richiesta di contributi da
parte delle Amministrazioni.
17
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Per la prevenzione delle malattie infettive, in attuazione del Piano di Organizzazione Aziendale, è stata
attivata una specifica struttura che, nell’ambito degli interventi di profilassi vaccinale, pratica una costante
collaborazione con i Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta, in particolare nella
realizzazione delle campagne annuali di vaccinazione antinfluenzale.
Sono altresì in corso iniziative mirate verso fasce di popolazione a particolare fragilità quale quella dei
migranti ed è in atto la costruzione di una rete di collaborazione che coinvolge Istituzioni, Prefettura,
Provincia e mondo associativo e della mediazione culturale.
Per la prevenzione negli ambienti di vita sono in atto collaborazioni con la Prefettura e le Amministrazioni
Comunali per le Commissioni di Vigilanza sul pubblico spettacolo, congiuntamente a Prefettura, VV.F ARPA
sono stati redatti i protocolli sulle radiazioni ionizzanti e la relativa gestione delle emergenze; in sinergia
con l’Amministrazione Provinciale, l’ARPA e con le Amministrazioni Comunali vengono garantiti gli
interventi e la partecipazione alle conferenze di Servizi per Piani di Governo del Territorio, Valutazioni di
Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e bonifica di siti contaminati.
Per la prevenzione del rischio di esposizione al gas Radon sono state attuate iniziative congiunte con
l’Amministrazione Provinciale finalizzate ad informare le Amministrazioni Comunali e ad introdurre nel
Regolamento Locale di Igiene le relative norme di prevenzione.
Esiste una forte attenzione alla balneazione per la valenza strategica legata alla salute e all’economia locale
in particolare riguardo al turismo. Il Laboratorio di Prevenzione è stato classificato come centro di
riferimento regionale per la determinazione dei cianobatteri nelle acque ed inoltre è coinvolto nella
costruzione della rete regionale dei Laboratori di Prevenzione.
L’ASL partecipa inoltre alla Cabina di Regia coordinata dalla Camera di Commercio Provinciale in materia di
semplificazione amministrativa ed applicazione coordinata delle norme in materia di SCIA.
Un ambito di attività che coinvolge sia la sicurezza della popolazione generale che quella dei lavoratori è
costituito dalla vigilanza e controllo dell’applicazione del Regolamento della Comunità Europea REACH-CLP
in quanto detto Regolamento riguarda la corretta gestione delle sostanze chimiche lungo l’intera filiera che
comprende produzione, importazione e commercializzazione.
Le principali Amministrazioni che oltre all’ASL operano nel campo della sicurezza sul lavoro sono INAIL,
Direzione Provinciale del Lavoro (DPL), Vigili del Fuoco, Prefettura. Sul territorio lecchese la sinergia fra
queste Istituzioni ed anche con le Parti Sociali è attiva da anni, ed ha consentito di realizzare progetti ed
iniziative destinate a migliorare le condizioni di “sicurezza sul lavoro” nella nostra Provincia, e
conseguentemente a prevenire e ridurre il rischio di infortuni e di malattie professionali. In questo contesto
si inserisce anche l’attività analitica, effettuata per i Medici competenti, su lavoratori che, svolgendo
mansioni a rischio, devono dimostrare l’assenza di assunzione di sostanze stupefacenti.
Con INAIL è stato costituito un “Osservatorio Provinciale Infortuni e Malattie Professionali” per la
valutazione dell’andamento dei danni da lavoro; con DPL vi è sistematico scambio di informazioni, e
vengono programmate correntemente ispezioni congiunte sulla base di un protocollo specificatamente
sottoscritto; con VVF vi è collaborazione costante nella gestione delle problematiche relative ai gas tossici,
vengono condotte congiuntamente inchieste giudiziarie su eventi infortunistici con particolari dinamiche
incidentali, nonché interventi volti al miglioramento delle condizioni di sicurezza negli ambienti di vita e di
lavoro con particolare riferimento alle strutture sanitarie e socio sanitarie.
Con l’Ufficio Scolastico Provinciale sono state realizzate importanti iniziative in materia di alternanza scuola
– lavoro.
Infine, tutte le iniziative inerenti l’igiene e la sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro vengono approvate
e condivise nell’ambito del Comitato Provinciale di Coordinamento ex art. 7 D. Lgs. 81/08 che si riunisce di
norma con frequenza mensile dove tutte le Istituzioni ed Associazioni hanno sempre assicurato una fattiva
collaborazione con una presenza tanto costante quanto attiva.
Nel campo della sicurezza alimentare sono garantiti gli interventi per la tutela della salute del consumatore
in coordinamento e collaborazione con il Dipartimento Prevenzione Veterinario. I principali interventi
consistono in:
18
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
-
controlli per la verifica della sicurezza igienica degli alimenti di origine non animale nelle fasi di
produzione, trasformazione e distribuzione;
campionamenti di alimenti;
controlli e campionamenti acqua destinata al consumo umano.
Sono in atto collaborazioni con diverse associazioni di categoria oltre che con le Amministrazioni del
territorio per la promozione di una corretta alimentazione, in particolare per la promozione del consumo di
pane a ridotto contenuto di sale. Con i Pediatri di Libera Scelta è in atto la collaborazione per un lavoro di
sorveglianza nutrizionale sui dati auxologici dei loro assistiti. Sempre per la promozione di corretti stili di
vita è in corso un progetto che coinvolge anche lo SPSAL, su dipendenti di struttura produttive/di servizio
del territorio.
Nell’ambito della medicina legale sono in atto fattive collaborazioni con l’Ispettorato della Motorizzazione
in materia di rilascio e rinnovo patenti di guida e con l’INPS per quanto riguarda le pratiche di invalidità
civile.
Nel 2013 l’ASL ha pianificato l’avvio di un progetto strategico “Burocrazia NO grazie: semplificazione e
trasparenza nelle attività di prevenzione” che, attraverso fasi successive, porterà entro tre anni alla
costituzione e al funzionamento di almeno 4 tavoli tecnici permanenti di confronto fattivo con tutti gli
attori istituzionali, sociali ed associativi interessati a condividere e programmare gli interventi prevenzione
negli ambiti della sicurezza alimentare, della tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di vita, della
sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive, della promozione della salute e per le problematiche di
invalidità civile.
19
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4
LE AREE DI INTERVENTO
L’assetto organizzativo e la disponibilità di risorse professionali adeguate sono i cardini per il buon
funzionamento di qualsiasi programma sanitario. Il Piano di Organizzazione Aziendale ha
configurato il Dipartimento di Prevenzione Medica valorizzando l’aspetto specialistico dei Servizi
nei quali è articolato, e all’interno degli stessi, le competenze professionali che trovano
ricomposizione e collegialità attraverso un continuo confronto con la direzione e l’organo di
coordinamento dipartimentale, consentendo di utilizzare al meglio e in modo integrato le risorse
ed evitare duplicazioni di interventi e sovrapposizioni, favorendo al tempo stesso il dialogo
interdisciplinare.
Nella ASL di Lecco il Dipartimento di Prevenzione Medica si caratterizza come macro struttura
gestionale delle articolazioni organizzative complesse e semplici che vi afferiscono secondo gli
specifici ambiti di competenza.
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICA
Ambito
Articolazioni Organizzative Responsabili
Sanità Pubblica
 Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
 Servizio Prevenzione Malattie Infettive
 Servizio Igiene e Sanità Pubblica
Salute e Sicurezza del Lavoro
 Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
 Servizio Sicurezza e Impiantistica
Supporto analitico
 Laboratorio di Prevenzione
Promozione della salute e screening oncologici  Servizio Medicina Preventiva di Comunità
Certificazioni e accertamenti medico legali
 Servizio Medicina Legale
L’attuazione delle strategie e dei programmi di prevenzione sono assicurati da operatori
professionalmente qualificati: medici igienisti, medici del lavoro, biologi, tecnici della prevenzione,
infermieri, assistenti sanitari, ingegneri, architetti, tecnici di laboratorio, amministrativi che
svolgono le loro attività nei diversi ambiti di intervento attraverso un approccio integrato
multidisciplinare secondo le linee di indirizzo del Dipartimento e delle direzioni dei Servizi di
Prevenzione. A tutti gli operatori viene assicurata la formazione professionale ed il continuo
aggiornamento. Nel 2013 è stata data rilevanza particolare a temi quali: la salute e sicurezza di
pazienti e lavoratori nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie; gli interventi del servizio sanitario a
seguito dei flussi migratori; il rischio di caduta dall’alto negli edifici civili, industriali e nei cantieri
edili;, il nuovo regime delle verifiche periodiche degli impianti; il rischio da agenti chimici e
cancerogeni per i lavoratori e la popolazione; il controllo della qualità delle acque di balneazione e
il monitoraggio algale, la gestione dell’attività vaccinale e dell’emergenza post vaccinale, la
promozione di corretti stili di vita.
In coerenza con le indicazioni nazionali e regionali l’attività di controllo dei Servizi del Dipartimento di
Prevenzione Medica si fonda sui seguenti principi di carattere generale:
Eliminazione dei controlli non necessari alla tutela degli interessi pubblici, e loro pianificazione al
fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni.
Limitazione delle verifiche di tipo formale
Prevalenza delle valutazioni di adeguatezza delle misure di autocontrollo adottate dai titolari delle
attività oggetto di vigilanza, rispetto alla formale e letterale conformità a requisiti standard
Focalizzazione sulle verifiche di risultato in termini di incremento della sicurezza effettiva,
riconoscendo anche l’efficacia di soluzioni tecniche innovative.
La programmazione e l’attuazione degli interventi di prevenzione e di controllo secondo i principi
sopra delineati è diventata patrimonio comune applicata da parte di tutti i Servizi del
Dipartimento, ognuno dei quali sviluppa in termini specialistici il concetto di graduazione del
rischio per la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e dei consumatori.
20
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.1
AZIONI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO:
strumenti, pianificazioni, risultati
4.1.1 L’attività di vigilanza e controllo
Nel 2013 per la Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro sono stati realizzati complessivamente
2214 controlli. I controlli, così come definiti dal Sistema Regionale della Prevenzione, ricomprendono
differenti tipologie, dall’ispezione, all’audit, all’analisi documentale, e una singola impresa, mediamente,
può subire, nel corso di un accertamento completo, più di un controllo di diversa tipologia.
Le 2214 verifiche hanno sortito il controllo effettivo di 936 imprese del territorio. Dal livello ministeriale
viene posto in capo alle Regioni l’obiettivo di controllare ogni anno il 5% delle unità locali attive. L’obiettivo
viene declinato su ogni singola ASL e la definizione di unità locale attiva condivisa sul territorio nazionale, ai
fini della verifica del raggiungimento dell’obiettivo, è quella fornita da INAIL, ovvero Posizione Assicurativa
Territoriale con almeno un dipendente (o addetto speciale) oppure almeno due artigiani. Proprio INAIL
aveva indicato in 17.118 il numero di unità locali in provincia di Lecco.
Le 936 imprese sono il 5,47% del totale e, pertanto, nel 2013 il Servizio ha pienamente raggiunto l’obiettivo
posto dal Ministero.
Un affondo sui controlli di tipo ispettivo mostra che il 70% delle ispezioni condotte è avvenuto su
programmazione; seguono le ispezioni su richiesta di altre autorità/enti e su richiesta di soggetti non
istituzionali.
I settori prevalentemente controllati in occasione di controllo di tipo ispettivo sono stati il settore delle
costruzioni, il settore metalmeccanico e quello manifatturiero. In grafico n. 1 (*) è rappresentata la
distribuzione di frequenza in percentuale dei controlli per settore merceologico di impresa (ATECO 2007), il
dato è coerente con il contesto occupazionale locale e con la graduazione del rischio operata.
Grafico 1
21
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Gli elementi prevalentemente oggetto di controllo nel corso delle verifiche ispettive sono stati le
attrezzature, i macchinari e gli impianti in genere, secondi ad essi i processi/sistemi di gestione della
sicurezza aziendale.
E’ utile riportare in questa sede che è stato dato adempimento all’obiettivo regionale di favorire
l’applicazione di almeno una linea guida/atto di indirizzo decretato dalla Direzione Generale Salute in
almeno una delle aziende del territorio, attuando il Decreto 14219 Direzione Generale Sanità del
21.12.2009 VADEMECUM PER IL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE NELLO STAMPAGGIO
DI PLASTICA, con particolare riferimento al punto 7.0 “misure tecniche di prevenzione del rischio chimico e
cancerogeno” in modo mirato al contenimento dell’esposizione a formaldeide presso una grande ditta (più
di 50 addetti) del territorio. L’attuazione della linea guida ha determinato l’abbattimento dei valori di
concentrazione di formaldeide in ambiente di lavoro da livelli espositivi in una fascia di rischio non sicura, a
valori di 4 volte inferiori rispetto al limite, e pertanto con livello espositivo in una fascia di rischio
accettabile. Il percorso di applicazione della buona pratica è stato riportato a livello Regionale, ai fini di un
suo trasferimento in Commissione Consultiva Permanente ex art. 6 D. Lgs 81/08 e s.m.i. Il Servizio
persegue per i prossimi anni l’obiettivo di sostenere le imprese, mediante il supporto tecnico utile
all’applicazione delle Buone Pratiche, di cui agli indirizzi decretati dalla Direzione Generale Salute,
ricorrendo alle sinergie in seno al Comitato Provinciale di Coordinamento ex art. 7 D. Lgs 81/08 e s.m.i., la
cui trattazione è rimandata al capitolo 3.
Per il 2014 sono stati pianificati controlli e interventi specifici in settori di “nuovo” interesse:
1. grande distribuzione organizzata;
2. banche e alberghi;
3. trasporti e logistica;
4. strutture sanitarie e socio sanitarie;
5. cantieri boschivi.
Il razionale alla base della scelta risiede nell’emergenza del rischio organizzativo con le note conseguenze
sia sullo sviluppo di disturbi lavoro correlati, con particolare riferimento ai disordini da sovraccarico
biomeccanico, che sullo sviluppo di eventi infortunistici.
L’interesse per i “nuovi” settori rimane affiancato ai controlli programmati per il settore delle costruzioni e
per il settore metalmeccanico.
4.1.2 Gli infortuni sul lavoro
analisi statistica
Gli elementi determinanti l’indice infortunistico in una determinata area geografica sono molteplici e di non
univoca interpretazione, tuttavia risulta interessante il confronto del tasso standardizzato di infortunio
(infortuni riconosciuti da INAIL su 1000 addetti) per territorio Nazionale – Regionale – Provinciale, media
triennio 2009-2011, fonte dati INAIL Flussi alle ASL (grafico n. 1), dal quale emerge il consolidamento del
trend in riduzione negli anni su tutti i livelli geografici e con indici costantemente inferiori a livello locale.
22
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Grafico 1
Di seguito vengono forniti alcuni dati interessanti circa l’analisi del fenomeno infortunistico nel territorio
provinciale.
In tabella n. 1 viene rappresentata la distribuzione di frequenza (numeri assoluti e valori % medi sul
quadriennio) degli infortuni lavorativi propriamente detti (occorsi in occasione di lavoro in ambiente di
lavoro ordinario) per tipo di definizione.
Tabella 1
Infortuni in occasione di lavoro, definiti positivamente,
esclusi Colf, Studenti, Sportivi: Tipo definizione per anno
evento
Regione: Lombardia
ASL: Lecco
Tipo definizione
2009
2010
2011
PROGNOSI TEMPORANEA 2496
PROGNOSI PERMANENTE 172
MORTE
3
Totali
2671
2600
162
2
2764
2410 2046
150 118
2
2
2562 2166
valore medio % sul
quadriennio
2012
94,0
5,9
0,1
100,0
Nei grafici n. 2 e 3 è rappresentato rispettivamente il numero assoluto degli infortuni denunciati a INAIL,
anni 2001-2012 il numero assoluto di addetti nei medesimi anni. L’accostamento dei due grafici evidenzia
una proporzionalità tra il numero degli addetti e il numero di infortuni denunciati a INAIL, sebbene il
decremento percentuale degli infortuni - 2012 su 2001 - sia superiore al decremento percentuale degli
addetti (-37,2 il decremento percentuale degli infortuni contro una riduzione percentuale degli addetti pari
a -7,2).
23
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Grafico 2
Grafico 3
Numero di infortuni
Numero di Addetti
6.000
110.000
5.750
5.500
105.000
5.250
5.000
100.000
4.750
4.500
95.000
4.250
4.000
90.000
3.750
3.500
85.000
3.250
3.000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
80.000
2012
2001 2002 2003 2004
2005 2006 2007
2008 2009 2010 2011
2012
Il grafico n. 4 mostra l’incidenza degli infortuni denunciati a INAIL 2001-2012 per tutte le gestioni, confronto
Italia/ Lombardia/ Lecco, e nel grafico n. 5 per la Lombardia viene esclusa la provincia di Milano che assorbe
la quasi totalità del settore terziario. Generalmente si osserva una riduzione dell’incidenza del fenomeno
per tutte le gestioni e il paragone Italia/ Lombardia/ Lecco, tolto l’ambito geografico metropolitano, mostra
che Lecco si attesta su valori di incidenza mediamente inferiori rispetto al territorio nazionale e regionale,
in particolare, nel 2012 l’incidenza su 1000 addetti è di 38,3 a fronte di 39,2 in Regione Lombardia.
Descrivendo dati di incidenza, occorre tenere debitamente in conto la particolarità del ciclo economico,
caratterizzato da un forte incremento, a partire dal 2008, del ricorso alla cassa integrazione.
Grafico 4
Grafico 5
Un focus sul dato di incidenza disaggregato per settori (manifatturiero/costruzioni/commercio), grafico n.
6, mostra un trend in decremento negli anni e un progressivo avvicinamento delle linee. Questo dato
appare di particolare interesse, in quanto potrebbe significare che una sempre più puntuale e adeguata
applicazione delle misure e dei sistemi preventivi porta al superamento del cosiddetto “rischio intrinseco”,
concetto legato alla passiva accettazione della ”naturale” pericolosità di determinati comparti o
lavorazioni. La stessa tendenza è confermata sia sul territorio regionale (grafico n. 7) che sul territorio
nazionale (grafico n. 8).
24
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Grafico 6
Grafico 7
Grafico 8
In tutti gli ambiti territoriali è evidente il forte decremento del tasso di incidenza nelle costruzioni edili, e
per quanto riguarda il territorio lecchese tale decremento ha portato l’edilizia a valori inferiori rispetto al
manifatturiero.
(*) fonte dati Impres@ - Sistema Integrato della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.)
(**) fonte dati INAIL Flussi Informativi alle ASL
(***) fonte dati INAIL banca dati statistiche
Le indagini sugli infortuni
Nel 2013 sono state effettuate 129 inchieste giudiziarie per infortunio sul lavoro. Gli interventi di controllo
per inchieste di infortunio sul lavoro, finalizzati sia all’individuazione delle cause determinanti l’evento, con
conseguente individuazione di eventuali responsabilità penali, che alla prescrizione di misure atte
all’eliminazione/contenimento dei rischi residui, sono stati determinati prevalentemente dall’attivazione
autonoma per programmazione o per emergenza (infortuni gravi/gravissimi comportanti l’attivazione
d’ufficio).
In armonia con i dati INAIL Flussi alle ASL – Infortuni Gravi – il settore in prevalenza controllato è stato il
settore metalmeccanico/manifatturiero.
Gli elementi prevalentemente oggetto di controllo in corso di indagine sono stati le attrezzature di lavoro,
le macchine, gli impianti, gli apparecchi, gli utensili e, certamente, i processi/sistemi di gestione aziendali,
nonché i Dispositivi di Protezione Individuale. Con riferimento ai processi/sistemi di gestione aziendali si
25
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
precisa che questi ricomprendono tutti gli elementi propri della gestione della sicurezza aziendale (risorse
umane e loro gestione ai fini della sicurezza, formazione generale e specifica di lavoratori, dirigenti e
preposti ai fini della sicurezza, formazione degli addetti ai compiti speciali, formazione abilitante all’uso di
determinate attrezzature di lavoro).
Gli esiti dell’attività di indagine sono anche utilizzati per la programmazione dell’attività di vigilanza.
4.1.3 Le malattie professionali
Il registro locale (MALPROF) annovera nel biennio 2011-2012 312 segnalazioni di sospetta malattia
professionale. Il 79% dei casi è di sesso maschile e la fascia di età prevalentemente interessata –
uomini/donne – è compresa tra i 45 e 55 anni di età. In provincia di Lecco si sta progressivamente
assistendo al fenomeno, ben più consolidato sul territorio regionale e nazionale, di prevalenza delle
segnalazioni per patologie a carico del sistema muscolo scheletrico sulle note ipoacusie da rumore. Dato di
rilievo risulta essere quello relativo all’emersione dei tumori di sospetta origine professionale, non segnalati
fino a pochi anni fa e ora al terzo posto nella classificazione delle segnalazioni pervenute per categoria di
diagnosi. In grafico n. 1 è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale nel biennio dei casi di
sospetta malattia professionale per categoria di diagnosi (*).
Grafico 1
Segue la rappresentazione grafica (grafico n. 2) del confronto territoriale Regione/provincia di Lecco
relativo alle segnalazioni di sospetta malattia professionale pervenute ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza
negli Ambienti di Lavoro delle ASL e contenute nel registro MALPROF.
26
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Grafico 2
Un focus locale sulle patologie a carico del sistema muscolo scheletrico mette in evidenza che il 29% di
queste è rappresentato da patologie a carico della colonna vertebrale, ovvero discopatie erniarie
prevalentemente del tratto lombo sacrale, e il 71% da patologie degli arti superiori. In grafico n. 3 è
rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale delle patologie a carico del sistema muscolo
scheletrico per specifico gruppo diagnostico (*).
Grafico 3
Il focus locale sui tumori a sospetta origine professionale mette in evidenza che i mesoteliomi e i tumori
polmonari rappresentano insieme il 72% delle segnalazioni pervenute nel biennio 2011-2012 (grafico n. 4)
(*).
Grafico 4
27
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
A fronte delle segnalazioni viene individuato un pool di casi meritevoli di inchiesta giudiziaria per sospetta
malattia professionale. I criteri di selezione riguardano la gravità del danno biologico (i casi di tumore
vengono indagati al 100%), la tipologia nosologica della malattia segnalata (è stata data priorità alle
patologie da sovraccarico biomeccanico e ai disturbi da stress lavoro-correlato) e la presenza di particolare
numerosità di casi nella medesima azienda.
I controlli per inchiesta di sospetta malattia professionale nel 2013 sono stati 44 per un totale di 25 unità
produttive locali ispezionate.
La quota prevalente di indagini è avvenuta per programmazione, a seguire, una quota non residuale su
delega dell’Autorità Giudiziaria.
In grafico n. 5 (*) è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale dei controlli per settore
merceologico (classificazione ATECO 2007) delle unità produttive controllate. Si osserva che i settori
prevalentemente controllati sono stati il metalmeccanico, il sanitario e sociosanitario e il settore delle
costruzioni.
Grafico 5
Gli elementi prioritariamente oggetto di controllo sono stati i piani di sorveglianza sanitaria redatti dai
Medici Competenti aziendali e le idoneità specifiche a mansione per le categorie esposte ai rischi specifici.
(*) fonte dati MALPROF
(**) fonte dati Impres@ - Sistema Integrato della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.)
Il registro locale delle malattie professionali (MALPROF) in Regione Lombardia è stato sostituito a giugno
2013 con il sistema informativo gestionale Malattie Professionali e Infortuni (Ma.P.I.), modulo integrato di
Person@, datawarehouse contente l’anagrafica dei lavoratori controllati dai Servizi di Prevenzione e
Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, e da gennaio 2014 il sistema informativo Ma.P.I. è stato consegnato alle
Strutture Complesse Ospedaliere di Medicina del Lavoro al fine di incrementare l’emersione dei casi di
malattia professionale. Pertanto, si è ritenuto opportuno individuare quale obiettivo prioritario la
condivisione di un protocollo operativo con la Struttura Ospedaliera a favore di una emersione qualiquantitativa dei casi, con riferimento anche alla definizione di criteri, fondati su presupposti scientifici,
condivisi per favorire le denunce di malattia professionale da parte dei medici del territorio, in particolare
28
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
dei Medici Competenti aziendali, ai sensi dell’art.139 del DPR 1124/65. L’intesa ha l’ambizione di
coinvolgere anche INAIL per la ricomposizione sul territorio del registro unico delle malattie professionali
(ASL/INAIL).
4.1.4 L’idoneo collocamento al lavoro nelle disabilità psicofisiche
Viene dato un contributo, in sede di Commissione Invalidi Civili, alla valutazione specialistica dei soggetti
portatori di disabilità psicofisiche per l’attribuzione del grado di invalidità e per la formulazione del giudizio
utile alla Provincia – Ufficio Collocamento Obbligatorio – per l’adeguato inserimento di queste categorie di
lavoratori nelle imprese, anche a soli fini risocializzanti e non lucrativi. Nel 2013 sono stati esaminati dal
Servizio 997 soggetti, ai sensi della Legge 68/99.
Nell’ambito delle attività valutative di lavoratori inidonei o parzialmente idonei a specifiche mansioni a
rischio, prende un certo rilievo l’attività svolta (20 casi esaminati), sempre collegialmente con il Servizio di
Medicina Legale, per la definizione dell’idoneità specifica a mansione ai sensi dell’art. 41 comma 9 del D.
Lgs 81/08 e s.m.i. (ricorso avverso il giudizio del Medico Competente) e per le valutazioni di idoneità
generica al lavoro ai sensi dell’articolo 5 Legge 300/70 (il datore di lavoro ha facoltà di far controllare
l’idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici ed istituti specializzati di diritto pubblico), applicabile
nei casi in cui i lavoratori non siano esposti a rischio secondo il D. Lgs 81/08 e s.m.i..
In un caso è stato avviato un percorso di disassuefazione dal consumo di alcool con successo, mediante la
collaborazione con il Servizio Nuove Dipendenze, di un lavoratore che ha mantenuto il proprio posto di
lavoro e che, a seguito della diagnosi di “superata dipendenza”, è stato ricollocato a mansione in coerenza
con le indicazioni formulate.
Si persegue l’obiettivo, per il 2014, di avviare un processo di sistematizzazione delle informazioni utili
(eventi sentinella) per la programmazione delle attività di vigilanza e controllo aziendali.
4.1.5 Il sostegno alla formazione dei lavoratori e degli stakeholder della prevenzione negli
ambienti di lavoro
A seguito dell’emanazione dei recenti Accordi Stato-Regioni è stato avviato un percorso di confronto con le
Parti Sociali e gli Enti componenti il Comitato Provinciale ex art. 7 D. Lgs 81/08 sugli aspetti applicativi delle
norme, sino a costituire un tavolo permanente, consolidatosi nel 2013, denominato Gruppo di Lavoro
Formazione. La configurazione del Gruppo di Lavoro coordinato dall’ASL è la seguente:
Associazione Italiana fra gli addetti alla Sicurezza
Associazione Nazionale Costruttori Edili
Associazione Piccole Imprese
CGIL
CISL
Confartigianato Impresa Lecco
Confederazione Italiana Agricoltori
Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa
Confindustria Lecco
Direzione Territoriale del Lavoro
INAIL
Provincia
Scuola Edile di Lecco
Ufficio Scolastico Territoriale
UIL.
L’esito dei lavori condotti dal Gruppo di Lavoro Formazione è confluito nella predisposizione di una
specifica sezione sul sito web aziendale contenente differenti moduli informativi per le aziende e gli
stakeholder della prevenzione sul territorio, relativamente a:
1. normativa nazionale e circolari regionali di recepimento degli Accordi Stato Regioni, con riferimento
alla varia tipologia formativa;
29
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
2. sviluppi operativi locali delle circolari regionali emanate in materia;
3. documento FAQ, in continuo aggiornamento, relativo alle criticità interpretative della normativa
nazionale.
Per comodità di lettura si fornisce il link al sito web:
http://www.asl.lecco.it/Templ_cont.asp?IDLivello1=53&IDlivello2=457
Nel 2013 sono stati rilasciati dall’ASL 162 attestati di formazione e sono stati registrati nel registro
informatizzato locale 131 lavoratori abilitati all’uso di determinate attrezzature di lavoro.
Nel 2014 prosegue il percorso intrapreso ed è stata pianificata la seguente progettazione di qualità:
1. favorire il riconoscimento e la corretta erogazione della formazione generale e specifica dei
lavoratori agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado in alternanza scuola-lavoro;
2. affiancare ai controlli documentali controlli ispettivi a campione durante l’erogazione della
formazione da parte degli enti formatori sul territorio.
Con riferimento all’obiettivo regionale di introduzione nei curricula scolastici della materia salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro, il Servizio si impegna a seguire le fasi operative che via, via verranno indicate
da Regione Lombardia.
4.1.6 controlli sui lavoratori per la determinazione di assenza di tossicodipendenza
Per obbligo di legge, a cura del Laboratorio di Prevenzione vengono condotte annualmente determinazioni
per la verifica di assenza di tossicodipendenza su lavoratori con mansioni che comportano particolari rischi
per la sicurezza, l’incolumità e la salute propria e di terzi, quali ad esempio gli addetti nel comparto delle
costruzioni edili, dei trasporti, la movimentazione delle merci, la manipolazione dei gas tossici.
Il grafico seguente riporta l’andamento dei tassi di positività nel periodo 2009-2013, mentre la tabella
dettaglia le sostanze rilevate.
Descrizione positività
Anno
2009
2010
2011
2012
2013
Oppiacei
1
1
1
0
0
Cocaina Cannabinoidi
3
17
3
8
3
4
4
7
2
2
Amfetamine
0
0
0
0
1
Il controllo sui lavoratori sembra rappresentare un “deterrente” all’uso di sostanze illecite in soggetti che
non hanno sviluppato una dipendenza. Resta da valutare se il controllo “a tappeto”, in accordo alla
normativa vigente, rappresenti la modalità migliore in termini di costo/beneficio o se invece potrebbe
essere più efficace la strategia di effettuare controlli mirati sui lavoratori che dall’indagine anamnestica e
dalla visita clinica presentino fattori di rischio.
30
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.1.7 La gestione del rischio amianto
Nell’ambito della prevenzione sanitaria sono da considerarsi prioritarie le attività relative alla gestione del
“rischio amianto”, che come noto riguardano sia i lavoratori professionalmente esposti, oggi riconducibili
agli addetti alle attività di bonifica, che la popolazione generale.
Proprio rispetto alla esposizione della popolazione generale, è in atto nel DPM un processo di progressiva
acquisizione di conoscenze tecniche e metodologiche da parte del Servizio ISP, allo scopo di garantire
interventi integrati sui siti contaminati, nonché nei cantieri di bonifica dove può realizzarsi una esposizione
indebita per la popolazione.
Come già più volte considerato, per quanto riguarda gli effetti patologici della esposizione ad amianto la
latenza è pluridecennale, e pertanto ogni possibile stima sul guadagno di salute prodotto dalle iniziative di
prevenzione di questo rischio non può che essere fondata sull’indicatore indiretto dei quantitativi di
amianto bonificati.
I dati indicano buoni risultatati soprattutto per quanto attiene alla promozione delle iniziative di bonifica, in
quanto dall’inizio dell’attuazione del PRAL il numero di “Piani di Lavoro” valutati è progressivamente
aumentato, e nel 2013 sono stati valutati 1.189 piani di lavoro/notifiche, relativi alla rimozione sia di
amianto in matrice friabile da coibentazioni, guarnizioni ecc. che di coperture in cemento-amianto per circa
315.000 mq.
Nei grafici seguenti è illustrato l’andamento nel tempo del numero piani di lavoro presentati in provincia di
Lecco, e dei mq di copertura rimossi.
Numero di Piani di Lavoro
metri quadri smaltiti in Provincia di LC
1200
400.000
1100
350.000
1000
300.000
900
250.000
800
200.000
700
150.000
600
100.000
500
50.000
400
0
300
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2.006
2013
2.007
2.008
2.009
2.010
2.011
2.012
2.013
Rispetto al 2012, si registra un aumento del 52% nel numero di Piani di Lavoro valutati, e del 5% nel
numero di mq complessivamente rimossi, a riprova che l’attitudine alla bonifica che inizialmente
interessava prevalentemente le imprese e quindi le coperture di grande estensione sta progressivamente
interessando anche i singoli cittadini e pertanto le piccole superfici.
Sostanzialmente, nell’ultimo triennio la media si è stabilizzata a circa 300.000 mq/anno di superficie
rimossa, pari a quasi 900 mq/1000 abitanti.
Rammentiamo che la stima riportata in letteratura sull’entità media di rilascio in atmosfera di fibre di
amianto dalle coperture in cemento amianto è di 3g/mq/anno, e pertanto il quantitativo bonificato nel
2013 darebbe nell’anno un “risparmio” del valore di 945 Kg di fibra di amianto rilasciata nell’atmosfera
della Provincia di Lecco.
4.1.8 Verifiche periodiche su attrezzature e impianti su richiesta dei datori di lavoro
L’attività di verifica periodica di attrezzature e impianti nei luoghi di lavoro è regolamentata dal titolo III del
D. Lgs. 81/08 e s.m.i. ed in particolare per quanto riguarda gli apparecchi di sollevamento e le attrezzature
che lavorano in pressione dal Decreto Interministeriale del 4 aprile 2011, mentre per quanto riguarda la
verifica degli impianti elettrici e di messa a terra, dei dispositivi di protezione contro le scariche
atmosferiche e degli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione dal DPR 462/01.
31
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
L’attività interessa i datori di lavoro che devono adempiere agli obblighi legislativi, garantendo ai propri
lavoratori dipendenti e in generale a tutti i soggetti che vengono a interferire con l’uso
dell’attrezzatura/impianto la sicurezza d’uso.
L’obiettivo è di assicurare interventi di vigilanza su attrezzature e impianti nel rispetto della legislazione
vigente, garantendone l’uso sicuro da parte dei lavoratori rispetto ai rischi intrinseci delle
attrezzature/impianti.
L’attività di verifica periodica svolta dall’ASL avviene su richiesta dei datori di lavoro. In particolare, sugli
apparecchi di sollevamento e sulle attrezzature in pressione è possibile individuare un soggetto diverso
abilitato a livello ministeriale per l’effettuazione del controllo.
Per l’effettuazione delle verifiche, vengono utilizzate le procedure imposte dalla legislazione (decreto
Interministeriale 4 aprile 2011) per quanto riguarda gli apparecchi di sollevamento e le attrezzature in
pressione. Le prove che riguardano la verifica degli impianti elettrici di messa a terra, dei dispositivi di
protezione contro le scariche atmosferiche e gli impianti con pericolo di esplosione sono invece regolati da
normativa specifica del Comitato Elettrotecnico Italiano.
I controlli pianificati nel piano controlli 2013, sono stati eseguiti nell’arco dell’anno. In totale sono stati
effettuati 1800 verifiche.
L’anno 2013 rappresenta lo spartiacque tra la vecchia concezione e la nuova dettata dal DI 11 aprile 2011
che prevede la copertura totale del fabbisogno di richieste di verifica su attrezzature di lavoro di cui
all’allegato VII del D. Lgs. 81/08. L’entrata in scena di Soggetti Abilitati a livello ministeriale permette ai
datori di lavoro di ottenere risposte in tempi certi rispetto al passato quando la copertura avrebbe dovuto
essere garantita esclusivamente dall’Ente pubblico.
Le prospettive future si traducono:
- nel mantenimento di quota parte di attività di verifica periodica, indirizzando la stessa secondo il principio
di graduazione del rischio, e di conseguenza nella realtà lecchese i comparti maggiormente interessati sono
stati: cantieri, metalmeccanica, chimica.
- nel costituire un punto di riferimento per i datori di lavoro, cittadini, installatori, nella risoluzione di
problematiche normative/legislative inerenti gli impianti anche nei confronti di altri Soggetti coinvolti nel
processo produttivo.
4.2
LA QUALITA’ DEGLI AMBIENTI DI VITA
Le attività di prevenzione e controllo in questo settore sono volte ad assicurare la salubrità e la sicurezza
degli ambienti di vita confinati e non, e a garantire una corretta gestione delle attività finalizzate alla tutela
della salute dei cittadini.
In base alla programmazione predisposta ed alle richieste pervenute, sono stati effettuati controlli presso
ambienti di vita privati e ad uso collettivo, strutture sanitarie e sociosanitarie, attività di servizio alla
persona e ambienti di vita aperti per verificare la presenza di rischi per la salute e promuoverne
l’eliminazione o mitigazione.
Nel caso di segnalazioni ed esposti dei cittadini viene applicato il Protocollo sulle modalità di gestione delle
segnalazioni/denunce/esposti da parte di utenti privati inerenti la sicurezza dei cittadini, dei consumatori
e dei lavoratori , pubblicato sul sito aziendale www.asl.lecco.it che definisce i criteri da utilizzarsi per
valutare le segnalazioni limitando gli interventi a quelle situazioni che presentano effettivamente
problematiche di salute e sicurezza e non semplicemente molestia, disagio o contenziosi tra privati.
32
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.2.1 Ambiente e salute
Il rapporto con l’ambiente è uno dei determinanti fondamentali che influenza lo stato di salute della
popolazione incidendo nei diversi stati di benessere o di malattia.
L’ambiente può influire indirettamente o direttamente sulla salute. Può infatti favorire la circolazione di
agenti patogeni e altri fattori biologici, come ad esempio i pollini e altri allergeni, che colpiscono, quando
presenti, la popolazione suscettibile. Può però anche agire per mezzo di fattori non biologici, come la
presenza di contaminanti chimici e fisici: in questo caso, è più difficile determinare una relazione causaeffetto e gli studi epidemiologici cercano di descrivere e quantificare i danni da esposizione, sia acuta che
cronica, a diverse sostanze. Infine, l’ambiente può essere origine di incidenti e invalidità quando, sul lavoro
come sulla strada o nell’ambiente urbano, non vengano osservate adeguate misure di sicurezza e
protezione delle persone.
4.2.2 La qualità dell’aria outdoor
Gli inquinanti presenti nell’aria degli ambienti outdoor possono pesantemente condizionare la qualità della
vita dei cittadini sia in termini di perdita di salute che di fruibilità degli spazi aperti. ARPA monitora
costantemente i livelli di inquinanti pericolosi attraverso il dislocamento sul territorio di stazioni di
monitoraggio. Il continuo miglioramento delle prestazioni dei veicoli, la trasformazione degli impianti
termici e il trasferimento delle industrie hanno portato nel corso degli ultimi 10 anni ad una netta riduzione
di inquinanti quali biossido di azoto e di zolfo e monossido di carbonio; restano tuttavia critici i valori di
ozono (un gas utile nell’alta atmosfera per filtrare i raggi UV ma altamente irritante se inalato),
specialmente in estate e di polveri sottili (es. PM10 ).
La conformazione orografica della provincia influenza anche la diffusione degli inquinanti atmosferici, è
pertanto possibile distinguere tre aree territoriali con problematiche diverse:
la Brianza, con una situazione molto critica praticamente sovrapponibile ai comuni dell’hinterland
milanese, nei quali l’inquinante più problematico è rappresentato dalle polveri sottili (PM10);
Lecco e circondario, dove grazie alla maggior ventilazione si registra una situazione leggermente
migliore con un numero di superamenti annui inferiori: infatti nel 2013 a Lecco il valore soglia di 50
µg/m3 è stato superato 32 volte contro le 35 ammesse dalla normativa e non si sono verificati
superamenti dei valori limite.
Lago e Valsassina, con una situazione decisamente migliore, fatto salvo il problema dell’ozono nelle
giornate calde della stagione estiva, problema presente su tutto l’arco delle Prealpi e anche
dell’Appennino, originato da precursori chimici immessi nell’atmosfera anche a molti chilometri di
distanza.
4.2.3 La qualità dell’aria negli ambienti indoor e la ricerca di legionella
La qualità dell’aria indoor rappresenta un problema di sanità pubblica decisamente rilevante per due ordini
di problemi: mediamente le persone trascorrono il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi e le
caratteristiche strutturali degli ambienti spesso portano ad avere concentrazioni di sostanze inquinanti
decisamente più rilevanti di quelle misurate all’aperto.
La natura degli inquinanti indoor è notevolmente differente rispetto a quella esterna, infatti negli ambienti
chiusi, oltre a sostanze chimiche rilasciate da arredi o da particolari attrezzature, si possono avere accumuli
di bioareosol ossia di microrganismi di differente natura (allergeni, batteri, muffe, virus).
La qualità dell’aria indoor, infatti, viene modificata da una serie di inquinanti che si formano negli ambienti
causati da alcuni problemi strutturali degli edifici:
- la non corretta gestione dei ricambi d’aria facilitata anche dalla presenza di serramenti a perfetta tenuta,
favorisce la formazione di condensa e muffe;
- l’assenza di manutenzione degli impianti idrico e/o di condizionamento che è alla base dell’inquinamento
microbiologico ivi compresa la legionella, batterio che se colonizza gli impianti può poi diffondersi nell’aria
ed essere responsabile di gravi forme di polmonite.
Nel 2013 i casi di legionellosi segnalati nella nostra provincia sono stati 13. A seguito di inchiesta
epidemiologica, volta a verificare la possibile fonte d’infezione nei due casi verificatisi presso strutture
turistico-ricettive, sono stati effettuati 14 campionamenti per la ricerca di legionella. In un caso è stata
33
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
rilevata la presenza del batterio e pertanto è stata prescritta la bonifica immediata.
4.2.4 Lotta agli agenti infestanti – ambrosia
Le allergie causate da pollini costituiscono un rilevante problema di sanità
pubblica. Fra queste, la principale nel territorio lombardo è l’allergopatia da
ambrosia, pianta infestante che è presente anche sul nostro territorio provinciale
e che è causa di gravi forme di asma allergica.
La presenza di Ambrosia è stata segnalata da vari comuni situati in diverse zone
della Provincia.
L’ASL ha collaborato con le Amministrazioni Comunali perchè facciano opera di
sensibilizzazione alla popolazione fornendo loro indicazioni sulle modalità di
eradicazione dell’Ambrosia anche mediante l’emissione di idonee ordinanze.
I metodi e le tecniche specifiche applicabili per la prevenzione delle allergopatie
da
Ambrosia
sono
ANDAMENTO POLLINI AMBROSIA spp.
Media quadrimestri da Giugno a Settembre nel periodo dal 2003 al 2013
pubblicate in dettaglio sul
sito ASL www.asl.lecco.it
20
18
16
n°pollini / mc aria
Il Laboratorio di Prevenzione dell’ASL di Lecco da più
di 10 anni effettua il monitoraggio dei pollini in
atmosfera ed emette settimanalmente un bollettino
che raggiunge l’utenza attraverso diversi canali di
comunicazione (sito ASL Lecco, farmacie, medici
allergologi, etc).
Nel periodo di fioritura dell’ambrosia viene quindi
costantemente monitorata la concentrazione di questi pollini e ne viene data tempestiva informazione agli
interessati che possono attuare misure preventive in termini di terapie e comportamento. Nel grafico
seguente è riportato l’andamento delle concentrazione dei pollini di ambrosia degli ultimi 10 anni; si può
osservare che vi è stato un lento ma costante incremento di questi pollini nell’arco di tempo preso in
considerazione con una netta diminuzione nel 2012 e nel 2013.
14
12
10
8
6
4
2
0
concentraz.
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
8,18
13,53
7,63
11,16
10,94
10,33
10,96
14,36
17,35
4,06
6,37
Altro problema è la presenza di zanzara tigre in diverse aree del territorio provinciale che può esporre a
rischio di trasmissione di malattie virali di cui l’insetto può essere un vettore. Sono pervenute segnalazioni
della sua presenza sia in comuni appartenenti all’area del Meratese che della zona del lago, ma si presume
che la zanzara sia presente in tutte le zone pianeggianti. Anche in questo caso si è data la collaborazione
alle Amministrazioni perchè facciano opera di sensibilizzazione alla popolazione dando indicazioni sulle
modalità di disinfestazione mediante l’emissione di idonee ordinanze.
4.2.5 Gli ambienti della persona dall’infanzia alla vecchiaia – vivibilità e sicurezza
Gli interventi del Servizio Igiene e Sanità Pubblica nell’ambito degli spazi abitativi e non, programmati sulla
base della graduazione dei rischi, hanno riguardato: strutture con accesso pubblico, abitazioni private ed
ambienti aperti quali i lidi e le acque di balneazione lacustri.
L’obiettivo perseguito è tutelare la salute del cittadino garantendo una corretta fruibilità degli spazi
abitativi a partire dagli asili nido fino alle residenze sanitarie assistenziali (RSA) passando attraverso
ospedali, studi medici, palestre , piscine e strutture ricettive.
L’attività di controllo si è svolta attraverso differenti modalità: ispezioni, campionamenti, verifiche
documentali su Segnalazioni Certificate di Inizio Attività relative a pratiche per nuove aperture, cessazioni,
modifiche attività e subingressi per un totale di 1.159 controlli di cui circa 400 di verifiche documentali.
Sono state effettuate tutte le 343 ispezioni previste nel Piano Controlli 2013 ed in particolare sono stati
effettuati 17 sopralluoghi presso asili nido in cui non sono state riscontrate gravi problematiche né
strutturali né gestionali, 25 sopralluoghi presso le scuole secondarie di primo grado (medie).
Le problematiche maggiori riscontrate nelle scuole sono relative alla qualità dell’aria per insufficiente
ricambio d’aria spesso in aule piccole e affollate.
34
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Le 30 ispezioni presso gli ambulatori medici hanno comportato l’emissione di 6 sanzioni relative alla parte
gestionale dell’attività.
Sono state ispezionate tutte le strutture di ricovero e cura presenti sul nostro territorio evidenziando
criticità in materia impiantistica e in merito alla gestione della sicurezza nei confronti di pazienti e
lavoratori. Tali controlli hanno portato all’irrogazione di sanzioni nei confronti di una struttura che
successivamente si è adeguata come riscontrato nel controllo di verifica.
Attenzione è stata posta anche per le attività di trattamento alla persona ( estetisti, centri benessere etc..)
sono stati effettuati 25 sopralluoghi presso estetisti, 2 presso tatuatori,e 5 in aziende produttrici di
cosmetici e 2 presso centri benessere. Nelle ispezioni presso gli estetisti sono state verificate le
apparecchiature utilizzate e sono state impartite prescrizioni sui requisiti aero-illuminanti.
Sono stati effettuati sopralluoghi presso attività ricettive prevalentemente B&B dove si è riscontrato che
l’offerta all’utenza spesso superava la possibilità data dagli spazi effettivi dell’abitazione.
Nella seguente tabella sono riassunte le ispezioni effettuate nel corso del 2013:
Tipologia attività ispezionata
Asili nido
Scuole secondarie di I° grado
Ambulatori medici
Estetisti / tatuatori
Ditte cosmetiche
Centri benessere
Totale
N° ispezioni
17
25
30
27
5
2
106
%
16
23.6
28.3
25.5
4.7
1.9
100
Sono inoltre state effettuate anche 170 ispezioni presso abitazioni private sia per presenza di inconvenienti
igienico sanitari sia per il rilascio del certificato di idoneità igienico-sanitaria dell’alloggio. Le non conformità
maggiormente rilevate sono state la mancanza del foro di ventilazione nei locali con presenza di apparecchi
a fiamma libera (cucine) e la presenza di muffe riferibili prevalentemente ad una non corretta gestione dei
ricambi d’aria e/o carenza di riscaldamento.
Impianti natatori (piscine)
Vengono effettuati controlli sugli impianti natatori, nel 2013 su 129 campionamenti abbiamo avuto il 10%
di non conformità ovvero 13 campioni sfavorevoli di cui 12 nelle vasche all’aperto.
n° esiti sfavorevoli
ANNO
n°
Totale
In n. vasche In n.° vasche
%
campionamenti
coperte
scoperte
Sfav/totale
2010
144
11
2
9
8%
2011
134
17
4
13
12 %
2012
142
20
7
13
14 %
2013
129
13
1
12
10 %
I dati sopra riportati evidenziano nel periodo 2010-2012 un peggioramento della qualità dell’acqua degli
impianti che ha comportato anche un incremento delle prescrizioni impartite, il cui effetto è stato rilevato
con una riduzione degli esiti sfavorevoli nell’ultimo anno. Anche per il 2013 i dati confermano come le
problematiche gestionali, quali verifica afflusso utenti e percorsi, controllo parametri chimico-fisici (cloro,
temperatura, ammoniaca, ecc.) siano responsabili delle non conformità analitiche riscontrate e si rilevano
più frequentemente nelle vasche scoperte anche per effetto del maggior afflusso contemporaneo di
persone.
4.2.6 Verifiche su impianti termici ed elevatori
I controlli che interessano la sicurezza negli ambienti di vita riguardano anche:
35
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
gli impianti elevatori regolamentati dal DPR 214/10 (ascensori, montacarichi e piattaforme elevatrici
per disabili);
L’attività di verifica periodica su elevatori (ascensori, piattaforme disabili, ecc.) è svolta in conformità a
quanto previsto dal DPR 214/10 e riguarda il controllo dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza a
protezione degli impianti;
Per la verifica degli elevatori, si fa riferimento all’elenco delle prove riportate in allegato alle norme
UNI EN 81. 1 e UNI EN 81.2.
gli apparecchi di combustione (impianti termici, impianti tecnologici idrico sanitari per la produzione di
acqua calda sanitaria), per quanto attiene la loro corretta utilizzazione. A tale controllo si accede in
seguito ad esposto formulato dal cittadino per lamentare problemi igienico sanitari ovvero a seguito di
eventi avversi quali episodi di intossicazioni da CO.
L’attività di vigilanza, che riguarda sostanzialmente gli apparecchi di combustione in seguito ad esposto
da parte di Enti o di cittadini, avviene in conformità al protocollo di gestione degli esposti messo a
punto nel 2012 ed è improntata a una graduale riduzione del numero di impianti a rischio di incidente
domestico attualmente installati. Tale scopo viene perseguito indirizzando, durante l’attività di
controllo per gli elevatori, l’ammodernamento degli impianti (tenendo conto anche dei principi imposti
dal codice di consumo) e al progresso tecnologico; e mediante l’utilizzo di impianti termici, impianti
tecnologici idrico sanitari per la produzione di acqua calda sanitaria in sicurezza (ai fini della
prevenzione dell’intossicazione da monossido di carbonio), a basso impatto ambientale anche nel
rispetto della legislazione relativa al risparmio energetico.
Per i controlli sugli apparecchi di combustione vengono verificati: la corretta installazione in relazione
agli ambienti, al sistema di scarico fumi e all’eventuale interferenza con altre apparecchiature. Le
valutazioni complessive vengono analizzate prendendo come riferimento le norme degli Enti federati
all’UNI (per es. il CIG nel caso del gas) e il Regolamento Locale d’Igiene.
Per entrambe le casistiche I controlli pianificati nell’anno 2013, sono stati rispettati. In particolare per
quanto riguarda gli esposti dei cittadini è in essere una procedura che permette di conseguire e produrre
risposte che tengano conto della multidisciplinarietà professionale presente all’interno del Dipartimento di
Prevenzione Medica.
Nel 2013 sono pervenuti 32 esposti, che hanno portato al risconto di non conformità in 15 casi, portando
successivamente all’emissione di proposte di ordinanza ai rispettivi Comuni.
Per il futuro si ritiene di mantenere parte di attività di verifica periodica su elevatori dando precedenza a
categorie protette e strutture pubbliche e costituire un punto di riferimento per i cittadini, installatori, volto
alla risoluzione di problematiche normative/legislative inerenti gli impianti anche nei confronti di altri
Soggetti coinvolti.
4.2.7 Balneazione
La valutazione della qualità delle acque destinate alla balneazione è un’attività di tutela della salute
pubblica.
Le acque superficiali sottoposte a controllo nella nostra ASL sono il ramo lecchese del lago di Como (17
punti) e la parte lecchese del lago di Pusiano (2 punti).
Come previsto dalla normativa in vigore e in ottemperanza alla recente normativa europea, durante la
stagione balneare, da maggio a settembre, vengono effettuati i controlli microbiologici per la ricerca degli
indicatori di contaminazione fecale (Enterococchi ed Escherichia Coli) e quelli per il monitoraggio algale
(determinazione dei cianobatteri produttori di tossine).
36
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
I 216 campionamenti effettuati nella stagione 2013, hanno
evidenziato complessivamente, un buon andamento della qualità
della acque per quanto concerne l’inquinamento microbiologico.
Oltre all’analisi microbiologica, vengono monitorati i cianobatteri
che provocano la cosiddetta fioritura algale.
Infatti in presenza di concentrazioni elevate di nutrienti,
prevalentemente fosfati derivanti da scarichi fognari o dal
rimescolamento stagionale delle acque, i cianobatteri possono
dare luogo ad intense fioriture visibili ad occhio nudo che
alterano la colorazione dell’acqua e la rendono inutilizzabile a fini
ricreativi nel periodo estivo anche per periodi medio lunghi.
Nel mese di Luglio 2013 un’ampia parte della costa (alto e medio
lago) del ramo lecchese del lago di Como, è stato interessato da
un’intensa fioritura superficiale di una
specie tossica di
cianobatteri il Dolichospermum lemmermannii che ha
determinato una visibile alterazione della colorazione dell’acqua;
fortunatamente non è stata riscontrata la presenza di tossine.
L’immagine mostra la fioritura di D.lemmermanni di Luglio
2013.
Anche nel lago di Pusiano nel mese di Luglio e di Settembre si
sono verificate fioriture di cianobatteri con presenza di
microcistine entro il valore limite previsto dalla normativa di
riferimento.
In entrambi i laghi le fioriture algali non hanno comunque dato
luogo a ordinanze di divieto della balneazione ma solo a
raccomandazioni di non immergersi in acque che presentano
colorazione anomala o torbidità.
4.2.8 Come arredare e vivere la nostra città ed il nostro ambiente
Gli spazi che circondano il nostro abitato sono determinanti rispetto alla vivibilità e qualità della vita.
In tale ambito uno dei compiti richiesti all’ASL è di valutare la ricaduta sulla salute pubblica sia intesa come
mancanza di malattia, tenendo conto prevalentemente della salute fisica, sia intesa nel significato più
ampio di qualità della vita che include nella valutazione degli interventi previsti in fase di programmazione
e progettazione degli spazi del nostro territorio anche le modificazioni indotte sui determinanti della
salute.
A tal fine il Servizio Igiene e Sanità Pubblica collabora fattivamente con gli Enti nell’ambito delle Conferenze
dei servizi per Piani di Governo del Territorio , Bonifiche , Valutazioni Impatto Ambientale, Valutazione
Ambientale Strategica.
Nel corso del 2013 sono stati espressi 170 pareri su istruttorie tecniche in sede di organismi collegiali .tali
pareri hanno preso in considerazione lo stato di fatto, cioè la situazione “ambientale” presente al momento
della previsione dell’intervento, la valutazione di quanto previsto con particolare attenzione
all’individuazione degli impatti negativi che la scelta urbanistica, progettuale potrebbe causare sulla
popolazione sia sottoforma di inquinanti che comfort ambientale.
Sono state formulate osservazioni in 12 conferenze per interventi di bonifiche che hanno interessato sia
aree industriali dismesse con valutazioni delle previsioni delle azioni da effettuare al fine di poter restituire
aree utilizzabili ai fini residenziali piuttosto che aree verdi e riqualificazioni ambientali sia per valutazioni
sull’usabilità in sicurezza di strutture già presenti (es. Bione).
37
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
In 9 occasioni siamo stati chiamati ad esprimere le nostre osservazioni su inserimento di nuovi impianti che
vanno a impattare sull’ambiente con valutazione dei recettori sensibili nelle vicinanze ed indicazioni sul
monitoraggio post opera della ricaduta sulla salute dei cittadini dando la disponibilità anche di banche dati
sanitarie presenti in ASL.
Le osservazioni su tutte le fasi di stesura dei piani di governo del territorio a partire dalla conferenza di I°
VAS fino al recepimento degli stessi hanno coinvolto gli operatori in una valutazione puntuale dando
indicazioni sulle possibili mitigazioni da effettuare in modo che anche interventi di importanza strategica
per l’Amministrazione (come possono essere nuovi tratti viari o rimodulazione degli stessi) non vadano ad
impattare negativamente sulle strutture già presenti.
Importante è anche la collaborazione con Amministrazioni e albi professionali per la gestione del rischio
radon all’interno degli edifici. Nel corso del 2013 tale collaborazione ha portato ad una condivisione di un
nuovo articolato, inserito all’interno del Regolamento Locale d’Igiene, che prevede diverse modalità di
interventi per contrastare la presenza del gas all’interno delle abitazioni anche se nel corso del 2012-2013
già 24 Amministrazioni Comunali hanno inserito nei propri Regolamenti riferimenti alle linee guida regionali
sulla prevenzione del rischio radon
4.3
LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE SUL TERRITORIO
La prevenzione ed il controllo delle malattie infettive rappresentano, ancora oggi, un obiettivo prioritario
dei sistemi sanitari a livello mondiale. Nei Paesi con maggior benessere sociale ed economico, come il
nostro, obiettivo della prevenzione è quello, da un lato, di mantenere le condizioni che hanno portato alla
riduzione della morbilità e mortalità per le singole malattie infettive ancora presenti sul territorio, dall’altro
di perfezionare la sorveglianza per l’eventuale emergere di nuove malattie.
Le principali attività di competenza della Aziende Sanitarie Locali consistono nella raccolta e registrazione
informatica dei dati relativi alle segnalazioni dei medici del territorio, nella programmazione di interventi
mirati per la prevenzione ed il contenimento delle malattie infettive nelle collettività familiari, scolastiche e
lavorative e nella somministrazione di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica e adulti, come di seguito
precisato.
4.3.1 Le malattie infettive segnalate
Nel corso del 2013 è proseguita l’attività di rilevazione dei casi di malattia segnalati da medici di Istituti di
Ricovero e Cura, da Medici di Famiglia e da Pediatri di Libera Scelta del territorio, con l’obiettivo di
alimentare il sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive stesse.
Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nell’anno ed un confronto con l’andamento registrato
negli ultimi anni. La lettura dei dati conferma, anche per il 2013, la tendenza alla progressiva riduzione
delle malattie infettive prevenibili con la vaccinazione in età pediatrica (morbillo, parotite, pertosse e
rosolia), legato all’introduzione dei programmi di offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni a livello
nazionale, che vedono nel nostro territorio una buona adesione da parte delle famiglie. Come atteso, resta
elevato il numero dei casi di varicella, per la prevenzione della quale non è ancora prevista in Regione la
vaccinazione in età pediatrica.
Per quanto riguarda le altre malattie considerate nella tabella, nel confronto con gli anni precedenti si
osservano variazioni non significative nel numero dei nuovi casi registrati nel 2013 e comunque compatibili
con la caratteristica di variabilità propria delle malattie infettive stesse, né si sono osservati focolai
epidemici di particolare rilevanza per il territorio.
38
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
2004
2005
2006
Malattie esantematiche di maggiore riscontro in età pediatrica
s ca rl a tti na
461
431
400
va ri cel l a
2.264
770
1.433
Malattie infettive dell’apparato gastro-intestinale
160
180
229
di a rree i nfetti ve
6
1
5
epa ti te vi ra l e A
0
2
0
febbre ti foi de
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
323
1.291
339
1.316
276
1.225
284
709
373
1.233
502
1.058
453
1.552
194
6
0
218
4
1
223
13
1
229
2
0
249
3
1
191
3
0
184
11
0
3
2
4
3
18
2
4
84
2
1
72
1
2
33
1
5
67
0
2
54
1
5
63
1
37
24
23
31
19
8
15
9
9
17
5
23
19
2
6
2
3
17
0
3
1
1
12
1
3
1
8
13
3
4
1
6
8
2
4
3
11
4
3
2
2
2
i nfezi oni ,tos s i nfezi oni e
n.d.
n.d.
n.d.
5
i ntos s i ca zi oni a l i menta ri
2
3
9
6
pa ra s s i tos i i ntes ti na l i
113
86
75
74
s a l monel l os i non ti foi dee
n.d.
n.d.
n.d.
1
s hi gel l os i
Malattie di interesse cutaneo
12
12
15
23
derma tofi tos i
44
22
22
16
s ca bbi a
Malattie infettive a trasmissione ematica e a trasmissione sessuale
18
19
17
18
AIDS
2
2
1
2
bl enorra gi a
10
6
6
3
epa ti te vi ra l e B
4
1
1
4
epa ti te vi ra l e C
7
4
2
6
s i fi l i de
Malattie infettive invasive e meningiti
meni ngo-encefa l i te vi ra l e
encefa l i te ba tteri ca
ma l a tti e i nva s i ve ba tteri che
Malattie dell’apparato respiratorio
l egi onel l os i
mi coba tteri os i non tubercol a re
tubercol os i pol mona re
tubercol os i extra pol mona re
tubercol os i di s s emi na ta
Malattie trasmesse da vettori
chi kungunya
l ei s hma ni os i vi s cera l e
ma l a ri a
ma l a tti a di Lyme
Altre malattie
botul i s mo
brucel l os i
epa ti te da CMV
febbre emorra gi ca
l i s teri os i
ma l a tti a di Creutzfel dt-Ja kob
mononucl eos i
morbi l l o
pa roti te epi demi ca
pertos s e
ri cketti os i
ros ol i a
teta no
toxopl a s mos i
TOTALE
2
0
9
4
0
10
2
0
5
2
0
11
7
0
18
7
0
16
3
0
19
5
1
23
1
0
24
4
0
33
4
1
15
9
n.d.
17
1
15
20
3
16
2
21
16
2
14
2
24
8
4
9
5
21
19
5
7
3
29
12
9
15
4
28
15
3
9
3
10
8
2
14
6
20
10
2
13
3
11
12
0
0
0
13
2
0
0
7
0
0
0
15
2
0
0
9
1
0
0
17
2
0
0
10
0
0
0
15
0
1
1
16
1
0
0
23
5
0
0
23
7
0
0
0
0
2
0
32
2
48
10
0
3
0
0
0
0
0
0
1
0
30
0
23
1
0
0
0
3
0
2
0
0
3
0
45
0
12
2
2
2
0
0
0
0
0
0
1
0
20
1
18
0
0
0
1
1
0
0
1
0
3
2
41
14
14
1
0
6
0
0
0
0
0
0
3
0
16
1
11
5
0
0
0
0
1
0
0
1
6
0
17
2
7
1
0
1
0
0
1
0
0
0
2
0
7
14
5
0
0
0
1
0
0
1
0
0
2
0
13
2
5
9
2
1
1
1
0
0
0
0
3
2
15
21
6
6
0
0
1
0
3.255
1.674
2.364
2.089
2.249
2.019
1.454
2.095
2.025
2.472
39
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.3.2 Gli interventi per la prevenzione di casi secondari
Nell’ambito dell’attività di controllo delle malattie, a seguito della segnalazione dei casi di malattie infettive
gli operatori della prevenzione conducono indagini epidemiologiche con l’obiettivo di osservare le modalità
con cui le malattie stesse si manifestano e verificare se vi sia un rischio di contagio per le persone che sono
state a stretto contatto con il malato. Per alcune malattie, è possibile limitare o prevenire i casi secondari di
malattia attraverso l’effettuazione di interventi mirati quali l’offerta di profilassi con vaccinazioni o con
farmaci. Nel corso del 2013 sono state condotte complessivamente n. 447 inchieste epidemiologiche a
seguito della segnalazione delle malattie infettive che possono generare casi secondari in collettività
familiari, scolastiche, lavorative, etc.: si tratta, prevalentemente, dei casi di epatite virale, legionellosi,
meningite, morbillo, scabbia e tubercolosi. Nell’ambito delle inchieste, in particolare, sono stati attivati due
interventi a seguito della segnalazione di sepsi di origine batterica, con offerta di chemioprofilassi a 75
persone in ambito familiare e lavorativo.
In particolare, sono stati attivati due interventi a seguito della segnalazione di sepsi di origine batterica, con
offerta di chemioprofilassi a 75 persone in ambito familiare e lavorativo.
Nel corso dell’anno è stato attivo il numero verde aziendale 800.512.328, per l’informazione sulle malattie
infettive e sulle attività di prevenzione offerte ai cittadini.
4.3.3 L’attività di prevenzione e controllo dell’infezione da HIV e della malattia tubercolare
Anche nel 2013 è proseguita l’attività dell’ambulatorio “Punto Salute”, che offre ai cittadini un servizio di
counselling, cioè di informazione sull’infezione da HIV e sulla malattia AIDS, con effettuazione del test di
screening gratuito.
Gli accessi all’ambulatorio sono stati in totale n. 253, con l’esecuzione, gratuita ed in anonimato, di
altrettanti n. 253 test HIV. 2 soggetti risultati positivi al test sono stati inviati allo specialista infettivologo
dell’Azienda Ospedale di Lecco.
Parallellamente è proseguita anche l’offerta delle attività promosse presso l’Ambulatorio di Prevenzione
della Tubercolosi, presente in Provincia da diversi anni.
A seguito della segnalazione di casi di malattia in soggetti residenti in Provincia, è stato offerto il test di
intradermoreazione di Mantoux alle persone venute a stretto contatto con malati, sia in ambito familiare
che in collettività. Complessivamente, nel corso dell’anno, n. 105 persone sono risultate positive al test,
cioè infettate dal germe della tubercolosi; indipendentemente dal fatto che questa positività fosse legata al
contatto con il malato o fosse già presente in precedenza, queste persone sono state sottoposte ad ulteriori
accertamenti, con attivazione di una sorveglianza sanitaria per alcuni mesi e con l’offerta, a n. 59 di loro, di
un ciclo di profilassi con farmaci, per prevenire l’evolvere dell’infezione a malattia.
Oltre all’attività nei contatti di caso di malattia, è proseguita anche l’effettuazione del test da parte di
persone appartenenti a gruppi ad alto rischio, cioè con maggiore probabilità di aver contratto l’infezione
data dal germe della tubercolosi: si tratta di adulti provenienti da Paesi ad alta endemia tubercolare, inviati
da associazioni del territorio, oppure di ragazzi del terzo anno della scuola secondaria di primo grado, figli di
persone nate in questi stessi Paesi, ai quali il test è offerto con convocazione attiva da parte del Servizio.
Complessivamente, i test di intradremoreazione di Mantoux effettuati hanno portato al riscontro di n. 83
perone positive, sottoposte successivamente ad esami e ai provvedimenti di cui sopra.
4.3.4 L’offerta di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica
In linea con le indicazioni nazionali e regionali, nel corso del 2013 sono state offerte in maniera attiva e
gratuita le vaccinazioni raccomandate secondo il calendario dell’età pediatrica per tutti i soggetti target
residenti o domiciliati in provincia di Lecco.
40
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Vaccinazione (anno di nascita 2011)
anti POLIO (3 dosi)
anti DIFTERITE (3 dosi)
anti TETANO (3 dosi)
anti PERTOSSE (3 dosi)
anti EPATITE B (3 dosi)
anti HAEMOPHILUSINFLUENZAEtipo B (3 dosi)
anti PNEUMOCOCCO (1 dose)
anti MORBILLO (1 dose)
anti MENINGOCOCCO (1 dose)
Percentuale di copertura raggiunta
97,3 %
97,2 %
97,5 %
97,0 %
97,1 %
96,9 %
92.1 %
94.7 %
82.9 %
Vaccinazione (anno di nascita 2001)
Anti Papilloma Virus
Percentuale di copertura raggiunta
82.2%
Vaccinazione (anno di nascita 2007)
anti POLIO (4 dosi)
anti DIFTERITE (4 dosi)
anti TETANO (4 dosi)
anti PERTOSSE (4 dosi)
anti MORBILLO (2 dosi)
Percentuale di copertura raggiunta
96,5 %
95,8 %
96,0 %
95,8 %
94,7 %
Vaccinazione (anno di nascita 1997)
anti DIFTERITE (5 dosi)
anti TETANO (5 dosi)
Percentuale di copertura raggiunta
87,0 %
87,5 %
La lettura della tabella sottostante mostra che anche nel 2013 sono stati raggiunti tassi elevati di
copertura per tutte le vaccinazioni raccomandate in età pediatrica, in particolare per quanto riguarda i
soggetti fino a 6 anni di età. Questo risultato positivo e uniforme su tutto il territorio provinciale depone a
favore dell’attuale organizzazione del servizio, che prevede diverse attività di recupero alla vaccinazione per
coloro che, con diversa motivazione, non rispondono alle convocazioni attive tramite lettera al domicilio.
Per favorire l’adesione consapevole dei genitori alla pratica vaccinale è proseguita la collaborazione con i
Pediatri di Libera Scelta del territorio e, al momento, il fenomeno del rifiuto delle vaccinazioni in età
pediatrica risulta contenuto a livello provinciale.
Il risultato positivo ottenuto nel corso del 2013 rispetto alle coperture vaccinali per le malattie prevenibili
con la vaccinazione assume particolare valore se si considera che il vantaggio ottenuto non è solo a
beneficio di coloro che hanno aderito alle vaccinazioni proposte, ma anche di tutta la popolazione locale;
infatti, per il principio noto come “immunità di gregge”, i soggetti vaccinati, non più aggredibili dai germi
che causano le malattie infettive, contribuiscono a diminuirne la circolazione sul territorio, limitando così il
rischio per la collettività intera.
4.3.5 La campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale
Con la campagna di vaccinazione antinfluenzale effettuata per la stagione 2013/2014 si è perseguito
l’obiettivo dell’offerta della vaccinazione ai soggetti appartenenti alle categorie a rischio, attraverso l’ampio
coinvolgimento dei Medici di Famiglia, capillarmente presenti su tutto il territorio provinciale. Si è anche
confermata la collaborazione delle strutture sanitarie e sociosanitarie del territorio (Istituti di Ricovero,
Cura e Riabilitazione, Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani e Istituti Educativi Assistenziali per
portatori di handicap), per la vaccinazione ai loro assistiti.
Complessivamente, sono state effettuate n. 37.177 vaccinazioni, delle quali n. 30.985 in soggetti di età
superiore ai 65 anni, target elettivo della proposta vaccinale.
41
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.3.6 L’attività di prevenzione delle malattie legate ai viaggi
Si è confermata, per tutto il 2013, l’attività dell’Ambulatorio di Prevenzione delle Malattie Legate ai Viaggi,
nelle 7 sedi di Lecco, Calolziocorte, Oggiono, Casatenovo, Cernusco Lombardone, Bellano e Introbio.
Nel corso dell’anno sono stati effettuati complessivamente n. 1.277 accessi per counselling, in soggetti
residenti in Provincia di Lecco, che hanno programmato viaggi all’estero per diversi motivi, come da tabella
sottostante.
Motivo del viaggio
turismo
rientro in Patria
volontariato
lavoro
studio
Totale
Numero viaggiatori
652
306
153
128
38
1277
%
51%
24%
12%
10%
3%
100%
In linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono state proposte e somministrate
complessivamente n. 3418 vaccinazioni per la prevenzione di malattie di maggiore riscontro neille zone di
destinazione del viaggio, quali ad esempio la febbre gialla e il tifo, mentre per la prevenzione della malaria
sono stati prescritti n. 798 cicli di profilassi con farmaci.
4.4
L’IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI
4.4.1 Le tossinfezioni alimentari
Le tossinfezioni alimentari sono quelle malattie principalmente infettive riconducibili al consumo di alimenti
contaminati. Non è facile quantificarle perché la quasi totalità dei casi non viene segnalata in quanto
spesse volte la sintomatologia è così lieve da non dover ricorrere al medico e non aver necessità di alcuna
terapia.
L’andamento delle malattie trasmesse
da alimenti è correlabile alla corretta
igiene delle preparazioni alimentari;
occorre però precisare che i casi
segnalati sono sicuramente inferiori di
quelli che in realtà si verificano e inoltre
spesso sono originati in ambito
familiare.
Come
indicatore
dell’andamento di malattie sicuramente
legate al consumo alimentare viene
monitorato il numero di salmonellosi
non tifoidee segnalate dai medici nel
corso del periodo 2009 – 2013. Come si
osserva dal grafico non è individuabile
alcuna linea di tendenza certa nell’ambito comunque di una casistica assai modesta.
Per limitare l’incidenza di queste malattie il SIAN svolge un’attività di controllo sugli Operatori del Settore
Alimentare (OSA) considerati a maggior rischio per quanto riguarda la sicurezza alimentare. I controlli
riguardano sia le strutture che i locali (pulizia dei locali, impianti ed attrezzature, manutenzione ordinaria e
straordinaria, formazione del personale ecc.); il sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari;
l’etichettatura ma soprattutto l’osservanza delle proprie procedure di autocontrollo (HACCP) che ogni OSA
è tenuto ad assicurare. L’attività di controllo comprende anche il campionamento di alimenti per valutare
la qualità igienica dei prodotti destinati al consumo e di tamponi di superficie per valutare l’efficacia delle
procedure di sanificazione.
42
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.4.2 La sicurezza alimentare
La normativa comunitaria attribuisce all’Operatore del Settore Alimentare la responsabilità di garantire la
sicurezza alimentare attraverso una verifica costante del proprio processo produttivo adottando specifiche
procedure che consentano anche la tracciabilità delle sostanze impiegate, in modo da provvedere
velocemente al richiamo o al ritiro degli alimenti eventualmente risultati non conformi ai requisiti igienico
sanitari previsti.
Il compito delle ASL è quello di organizzare un sistema di gestione dell’attività di “controllo ufficiale”
conforme a quanto previsto dal regolamento CE n.882/2004 e dagli standard del Manuale Operativo delle
Autorità Competenti Locali emanato dalla Regione Lombardia nel 2010, e che sia in grado di verificare e
valutare l’intera filiera della produzione alimentare assicurando il conseguimento dell’obiettivo generale di
un elevato livello di tutela della salute umana.
Nel 2013 le attività di controllo effettuate tramite: ispezioni, audit, campionamenti, verifiche documentali
su Segnalazioni Certificate di Inizio Attività (SCIA) riferite a pratiche per nuove aperture, cessazioni,
modifiche di attività e subingressi, hanno interessato 833 Operatori del Settore Alimentare (circa il 20% del
totale). Complessivamente sono stati effettuati n. 1.129 controlli in quanto in alcune strutture vi è stato
più di un intervento.
Il seguente grafico riporta , per ogni settore alimentare il numero dei controlli effettuati.
Le tipologie di attività maggiormente
sottoposte a controllo ufficiale sono risultate:
la ristorazione pubblica (ristoranti, pizzerie,
bar, ecc.);
la commercializzazione di alimenti;
la ristorazione collettiva (mense scolastiche,
mense di strutture sanitarie e sociosanitarie) per la tipologia di utenza.
Particolare attenzione è stata rivolta anche
alle attività di produzione e preparazione di
alimenti effettuata presso stabilimenti
industriali e artigianali. Una parte dei controlli
ufficiali comprende anche le ispezioni e i
campionamenti alle sorgenti e agli impianti di
imbottigliamento delle acque minerali.
La programmazione dei controlli ispettivi nel settore degli alimenti di origine non animale viene effettuata
sulla base delle risorse disponibili (numero operatori assegnati) e del livello di rischio che le varie tipologie
di attività rappresentano per il consumatore finale. L’individuazione degli Operatori del Settore Alimentare
da controllare viene stabilità in base ad una scala di graduazione del rischio che assegna alle singole attività
differenti coefficienti di rischio che considerano la tipologia di attività, le dimensioni della struttura, il
tempo trascorso dall’ultima ispezione, gli esiti dei campionamenti e delle ispezioni già svolte. Una parte
dell’attività programmata viene riservata alla verifica delle SCIA.
Complessivamente nel 2013 sono state effettuate 521 ispezioni presso gli OSA, comprendendo in questo
numero anche i controlli sulle attività di produzione, commercializzazione e vendita di materiale destinato a
venire in contatto con alimenti, e di prodotti fitosanitari.
Il controllo ispettivo, indirizzato a verificare l’osservanza del regolamento CE 852/04, ha riguardato
principalmente:
 l’osservanza delle procedure di autocontrollo (HACCP) che ogni OSA è tenuto ad assicurare;
 le condizioni di igiene e pulizia di locali, impianti ed attrezzature, nonché la manutenzione ordinaria e
straordinaria;
 l’igiene degli alimenti, il rispetto delle temperature di conservazione;
 la formazione e il comportamento del personale;
43
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
 il sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari;
 l’etichettatura.
In alcuni casi, durante l’attività ispettiva, si è proceduto al campionamento di alimenti per verificarne la
qualità igienica, ed all’effettuazione di tamponi ambientali sulle superfici a contatto con alimenti per
valutare l’efficacia delle procedure di sanificazione.
In 132 ispezioni, pari al 25,3% del totale sono state rilevate situazioni di non conformità, che hanno
comportato la notifica di 216 prescrizioni e di 18 sanzioni amministrative. Il 74% delle non conformità ha
riguardato il settore della ristorazione pubblica (bar e ristoranti) ed è relativo a inadeguatezze e mancanze
rispetto all’ applicazione del sistema HACCP e/o ai requisiti di igiene e strutturali stabiliti nel Regolamento
CE 852/04 che possono rappresentare situazioni di pericolo per la sicurezza alimentare.
L’andamento dell’attività di controllo, e in particolare la contestazione e la rimozione delle Non
Conformità, costituisce pertanto un indicatore di efficacia dell’azione di prevenzione svolta a tutela della
salute del consumatore.
Nel grafico a lato viene riportato l’andamento
Percentuale di ispezioni con esito negativo dal 2009 al 2013
delle non conformità riscontrate nel periodo
dal 2009 al 2013 che evidenzia un sostanziale
45%
38,7%
40%
assestamento di questo parametro dopo la
34,5%
35%
diminuzione osservata rispetto ai dati 2009 –
27,7%
30%
25,3%
2010.
25,1%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
2009
2010
2011
2012
2013
4.4.3 Il sistema di Allerta alimentare
Una parte dei controlli è stata programmata a seguito di segnalazioni pervenute dal sistema di “allerta
alimentare” per presenza sul mercato di alimenti non conformi e quindi potenzialmente pericolosi per la
salute. In questi casi gli operatori ASL controllano, a campione, gli OSA che risultano aver prodotto e/o
commercializzato tali alimenti, per verificare se hanno provveduto o meno al loro ritiro dal commercio.
Nel 2013 sono state verificate 34 segnalazioni di allerta alimentari che hanno riguardato una gamma
ampia di motivazioni e diversi prodotti alimentari tra cui si citano: presenza di muffe e di Virus Epatite A in
frutti di bosco surgelati, residui di pesticidi in prodotti fruttiferi e funghi, presenza di spore di botulino e di
muffe in pesto genovese, presenza di aflatossine in farinacei, cessione di Amilina e Toluidina in materiali
destinati al contatto con alimenti, ecc. Nella pressoché totalità dei casi gli accertamenti hanno verificato la
correttezza delle operazioni di ritiro della merce dal mercato.
4.4.4 Il servizio di riconoscimento funghi
L’ASL di Lecco mette a disposizione dell’utenza due punti per il riconoscimento dei funghi freschi raccolti:
uno presso la sede del LP di Oggiono e uno presso il Distretto di Bellano a cui è possibile rivolgersi
gratuitamente. Da 4 anni è in atto un accordo con la Comunità Montana Valsassina, che garantisce presso
la sede distrettuale di Introbio un ulteriore punto ove i cittadini possono rivolgersi.
Gli esperti micologi classificano i funghi pervenuti distinguendoli in: commestibili, velenosi e mortali.
La tabella seguente riporta i risultati dell’attività dell’ispettorato nel periodo di apertura da agosto a
novembre 2013.
Nelle tre sedi sono afferiti 87 utenti; circa il 30% della quantità dei funghi sottoposti a visita è stato
confiscato perché appartenente alle categorie velenosi o non commestibili.
44
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
In Regione Lombardia il 43% delle intossicazioni è conseguente al consumo di Armillaria mellea (chiodino)
e il 21% al consumo di Boletus spp (porcini), specie commestibili di largo consumo. Le cause che hanno
determinato queste patologie sono l’intolleranza, specialmente per i porcini, e la poca cottura
specialmente per i chiodini o la presenza di parassiti.
Tra i funghi pervenuti presso i centri micologici figura anche una Amanita Phalloides, specie considerata
mortale
Sede Ispettorato
Oggiono
Bellano - Introbio
Totale specie
64
47
%funghi commestibili
71
68,8
% funghi non commestibili
27
14,9
% funghi velenosi
2
14,9
% funghi mortali
0
2
Tutti gli anni l’ASL di Lecco provvede al campionamento di funghi e frutti di bosco per il monitoraggio della
radioattività ambientale a seguito delle normative emanate dopo l’incidente di Cernobyl del 1986. Per
l’anno 2013 è stata riscontrata la presenza di Cesio radioattivo (Cs 137) in un campione di funghi
“Armillaria mellea”.
4.4.5 Campionamenti
I campionamenti effettuati su acque e alimenti sono finalizzati a verificarne i requisiti di igiene e sicurezza
attraverso analisi microbiologiche chimiche e fisiche.
Nel corso dell’anno 2013, il Laboratorio di Prevenzione, a supporto delle attività di controllo e
campionamento, ha effettuato 2744 determinazioni microbiologiche sulle acque potabili, 536 sulle acque
minerali e 1472 su alimenti.
In particolare sono state prelevati n 245 campioni
di alimenti di varia natura (preparazioni di
gastronomia, prodotti di pasticceria, gelati, acque
minerali, funghi, ecc.) sui quali sono state
condotte, in base alle diverse matrici alimentari,
specifiche analisi per la verifica dei requisiti
microbiologici, chimici e fisici atti a garantire la
sicurezza alimentare per il consumatore.
Il grafico a lato evidenzia il numero dei campioni
prelevati e la quantità valutata non conforme.
Relativamente alle analisi condotte sulle matrici
alimentari deperibili vengono considerati
sfavorevoli i campionamenti dove si sia rilevata
presenza di batteri potenzialmente patogeni e/o indicatori di scarsa qualità igienica.
4.4.6 Qualità delle acque destinate al consumo umano
L’acqua rappresenta una risorsa molto importante ed il suo impiego riguarda gli usi potabili, industriali,
agricoli e ricreativi. L’urbanizzazione del territorio, l’industrializzazione e la diffusione delle attività agrozootecniche possono comportare un rischio per la qualità delle acque ed è pertanto necessario un costante
monitoraggio e interventi di tutela.
I sistemi acquedottistici della nostra Provincia utilizzano fonti di l’approvvigionamento idrico diverse:
- nelle zone a nord di Lecco prevale l’utilizzo di sorgenti e solo in rari casi pozzi;
- Lecco e circondario utilizzano fonti di approvvigionamento miste: pozzi, sorgenti e acqua di lago
distribuita dall’Acquedotto Brianteo;
- a sud di Lecco nella Brianza l’approvvigionamento idrico è assicurato prevalentemente dall’acquedotto
Brianteo e da pozzi.
Il lago di Lecco con oltre 200.000 abitanti serviti dall’acquedotto Brianteo nelle Provincie di Lecco e di
Monza e Brianza rappresenta la fonte di approvvigionamento idrico più importante della Provincia.
45
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
L’attività di controllo, campionamento e analisi ha riguardato prevalentemente le acque destinate al
consumo umano distribuite in tutti gli acquedotti pubblici della Provincia, e in misura minore quella
distribuita dalle “casette dell’acqua” che si stanno diffondendo in modo significativo sul territorio.
Nel 2013 sono stati effettuati 1165 campionamenti per la verifica della qualità microbiologica e chimica
dell’acqua distribuita dagli acquedotti. 47 campionamenti hanno riguardato le casette dell’acqua,
strutture in cui l’acqua trattata viene imbottigliata direttamente dall’utente.
La tabella sotto riportata, indica il numero di campionamenti effettuati nel decennio 2004 – 2013 nei punti
rete
anno
Campioni per analisi
microbiologiche
Campioni per analisi
chimiche
TOTALE
2004
2005
2006
20007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
643
695
681
656
654
649
653
604
638
617
654
671
735
645
641
635
642
536
576
548
1.297
1.366
1.416
1.301
1.295
1.284
1.295
1.140
1.214
1.165
Nel grafico a lato è riportato il confronto
tra percentuali di campioni risultati non
conformi e campioni risultati non
potabili nel periodo 2004 – 2013 negli
acquedotti della provincia di Lecco.
Per una migliore comprensione dei dati
riportati nel grafico è necessario
precisare che, secondo la normativa
vigente, qualora si osservi un
superamento dei limiti indicati per i
parametri microbiologici e chimici, il
campione d’acqua viene valutato come
non potabile se il parametro superato
comporta rischio per la salute pubblica, e
il campione viene considerato non
conforme nei casi in cui si assiste ad ogni tipo di superamento dei valori, anche quello riguardante parametri il
cui superamento del limite previsto non comporta automaticamente un rischio per la salute pubblica, essendo
comunque sempre prevista, in quest’ultimo caso, una attenta valutazione. Pertanto il valore riportato nel
grafico per i campioni non conformi comprende anche quelli giudicati non potabili.
Lo stesso grafico evidenzia che la tendenza al miglioramento della qualità dell’acqua destinata al consumo
umano, interrotta negli anni 2010 e 2011, si è confermata nel 2012 e soprattutto nel 2013, anno in cui si
osservano i migliori valori di sempre.
% campioni microbiologici
risultati non potabili nel
periodo 2004 – 2013 negli
acquedotti dei tre distretti
La percentuale di campioni
risultati non potabili per cause
di natura microbiologica sul
totale dei campioni presenta
sostanziali
differenze
sul
territorio provinciale, e pare
ormai
una
problematica
limitata agli acquedotti dei
comuni posti a nord di Lecco,
46
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
situati nel distretto di Bellano. Anche qui tuttavia si osserva nel 2013 un netto miglioramento, anche se
l’obiettivo è quello di raggiungere le percentuali osservate negli altri distretti.
Sulle acque del lago di Lecco, vengono periodicamente effettuati anche campionamenti per verificare la
presenza di ciano-batteri sia in ingresso che in uscita dall’impianto di potabilizzazione come anche
sull’acqua di rete.
Per questi parametri non sono previsti limiti di legge. Sulla base di quanto riportato nelle Linee guida dell’OMS
tuttavia, i valori riscontrati di cianobatteri e tossine non sono tali da costituire pericolo per la salute umana.
Per quanto riguarda gli aspetti chimici la situazione è meno problematica rispetto a quella microbiologica.
La percentuale di campionamenti non potabili è risultata pari a 0,1 %.
Il consistente miglioramento osservato nel 2013, anche se non conclusivo della qualità dell’acqua destinata
al consumo umano, determina una riduzione sostanziale del rischio di contrarre direttamente o
indirettamente mediante il consumo di alimenti patologie veicolate dall’acqua potabile.
Nel 2014 verrà continuata l’attività di campionamento e analisi delle acque destinate al consumo umano
secondo le frequenze e i parametri di legge definiti, in modo da poter individuare le situazioni
problematiche dove sensibilizzare e prescrivere al gestore interventi mirati.
4.4.7 Case dell’acqua
Nel corso del 2013 sono state controllate 47 case dell’acqua attraverso attività di campionamento per la
determinazione dei parametri microbiologici previsti dalla normativa per le acque destinate al consumo
umano, che ne ha evidenziato l’idoneità. Si tratta di strutture dove viene erogata a pagamento acqua
destinata al consumo umano, imbottigliata direttamente dall’utente in proprie confezioni. Le analisi. In
taluni casi le analisi hanno evidenziato la presenza di cariche batteriche, che pur non modificando il giudizio
potabilità, sono segno di una non adeguata efficienza igienica della manutenzione dei sistemi d
trattamento. Di questo aspetto sono comunque stati informati i gestori che hanno provveduto in merito,
trasmettendo in seguito l’esito analitico di campioni d’acqua che attestava la risoluzione del problema.
4.5
A COSA SERVONO LE ANALISI DEL LABORATORIO DELL’ASL
4.5.1 I dati analitici a supporto delle attività di prevenzione
Nel terzo millennio è evidente a tutti che la gran parte delle decisioni cliniche prende origine dalla
diagnostica di Laboratorio; i dati analitici sono, infatti, fondamentali per diagnosticare e verificare
l’andamento della maggior parte delle malattie come pure per monitorare l’efficacia della terapia. Molto
meno nota è ,però, l’importanza dei dati che vengono prodotti dai Laboratori di Prevenzione, il cui compito
è quello di individuare rischi per la salute umana al fine di prevenire patologie che possono colpire anche
più persone. L’attività di questi laboratori è improntata all’esclusivo perseguimento dell’interesse della
collettività con lo scopo di migliorare lo stato di salute della popolazione del proprio territorio.
Per raggiungere questo obiettivo il LP dell’ASL di Lecco ha attivato molte linee analitiche nelle quali sono
effettuate determinazioni su matrici sia umane che ambientali. Nel LP sono presenti le seguenti aree di
attività: microbiologia, per la ricerca di batteri, compresi i cianobatteri, essenzialmente in acque e alimenti
,ma anche su altre matrici ambientali; biologia molecolare, che rappresenta una tecnica diagnostica molto
evoluta che si basa sull’amplificazione di parti del genoma cellulare e può essere applicata a matrici sia
ambientali che umane; parassitologia, per la ricerca di larve di Trichine nelle carni da macello; il centro
micologico- che verifica la commestibilità di funghi freschi e conservati; aerobiologia, che valuta la qualità
dell’aria interna agli edifici ed esterna, compreso il monitoraggio dei pollini. Per ricerche su matrici umane è
attiva la tossicologia che si occupa della ricerca di droghe d’abuso in urine e capelli e la patologia clinica a
scopo preventivo che effettua lo screening di primo livello del cancro del colon retto mediante test di
ricerca del sangue occulto nelle feci.
Per garantire che i dati che produce siano attendibili, il LP ha ottenuto la conformità alla norma ISO 9001
attraverso la certificazione che il suo processo avviene secondo le regole della qualità. Inoltre, si è
accreditato secondo la norma ISO 17025 in quanto l’accreditamento, oltre ad essere un requisito
obbligatorio per legge per i laboratori che effettuano controlli ufficiali su alimenti, rappresenta il
47
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
riconoscimento formale e sostanziale della competenza tecnica del laboratorio a condurre specifiche
attività analitiche e consente l’emissione di rapporti di prova validi a livello internazionale. Di seguito
verranno descritte le attività analitiche effettuate dal LP in particolare verranno dettagliate le attività non
trattate in altri capitoli del presente report.
4.5.2 Le aree di attività del LP
Controlli per la sicurezza alimentare
Le analisi effettuate ai fini della sicurezza alimentare rappresentano un’attività molto ampia del LP in
particolare come si può vedere dal grafico seguente metà dell’attività in questo campo è volta al controllo
microbiologico delle acque potabili. Altre tipologie di analisi quali la sierotipizzazione delle Salmonelle o il
monitoraggio dei cianobatteri, pur essendo in percentuale ridotta richiedono tempi analitici e competenze
tecniche più complesse.
Le analisi a supporto dell’attività di controllo del IgAN per la sicurezza alimentare sono descritte in dettaglio
nel capitolo 4.4.
Il LP, individuato dalla Regione già da diversi anni come centro di riferimento per la provincia di Lecco,
effettua l’identificazione sierologica (sierotipizzazione ) dei ceppi di Salmonella di origine umana isolati
dall’ospedale e da altre strutture sanitarie. Tale attività ha lo scopo di monitorare la diffusione
epidemiologica dei vari ceppi del germe sul territorio. Nel 2013 sono stati sierotipizzati 104 ceppi di
salmonella e i dati sono stati inseriti nel database nazionale EnterNet e forniti al Servizio Malattie Infettive
dell’ASL.
Presso il LP è operativo uno degli Ispettorati Micologici dell’ASL di Lecco dove i micologi effettuano la
valutazione della commestibilità dei funghi freschi raccolti dai cittadini che possono usufruire in modo del
tutto gratuito del servizio; vengono inoltre analizzati funghi secchi e condizionati (sott’olio e surgelati) per
valutare la qualità igienica del prodotto nell’ambito dell’attività di controllo da parte del Servizio IgAn. Nel
2013 sono stati verificati 135 campioni di funghi freschi e sono state effettuate 85 determinazioni nei
funghi secchi e condizionati, in un caso richieste dai NAS.
Il LP effettua, a supporto dell’attività di controllo del Servizio di Igiene degli alimenti di origine animale, le
analisi per la ricerca delle larve di Trichina spp nelle carni macellate di specie sensibili. La Trichina è un
parassita animale che nell’uomo che consuma carni infestate da larve, può provocare una malattia
sistemica molto grave, in alcuni casi anche mortale. Il controllo viene effettuato prima che queste vengano
lavorate o vendute per scopi alimentari garantendone così la sicurezza.
Nel corso del 2013 il LP ha effettuato l’analisi di ricerca delle larve di Trichina spp in 384 partite di carne
macellate di cui 284 di carne suina e 100 di carne equina. In nessuna caso è stata riscontrata la presenza di
larve del parassita.
A garanzia della qualità delle acque destinate al consumo umano derivanti da acque superficiali sottoposte
a potabilizzazione, oltre ai controlli microbiologici, viene effettuato il conteggio e riconoscimento dei
cianobatteri potenzialmente tossici e il dosaggio delle loro tossine sulle acque superficiali che verranno
utilizzate a fini potabili. L’attività di monitoraggio è di estrema importanza in quanto i cianobatteri sono in
grado di produrre tossine pericolose per la salute dell’uomo e degli animali. Nel caso delle acque destinate
al consumo umano il genere di cianobatteri che maggiormente rappresenta un pericolo per la qualità
dell’acqua è Planktothrix spp le cui colonie sono in grado di sopravvivere ad elevate profondità e quindi
essere aspirate dalle prese dei potabilizzatore con il rischio di moltiplicarsi e/o di diffondere in rete le
tossine prodotte da questa specie (microcistine). I controlli a monte a valle del potabilizzatore servono a
monitorare l’efficienza di funzionamento dell’impianto di trattamento. Si tratta di un’analisi complessa che
richiede personale altamente addestrato per poter fornire risultati accurati e riproducibili per questo
motivo anche l’ente gestore dell’impianto di potabilizzazione si rivolge al LP per l’esecuzione delle analisi in
autocontrollo. I controlli effettuati durante il 2013 hanno confermato che il periodo maggiormente critico
risulta essere quello estivo, quando la biomassa algale a monte del potabilizzatore aumenta e questo
mette a dura prova l’impianto di filtrazione. Tuttavia i controlli pianificati dal Servizio Igiene degli alimenti e
nutrizione quelli previsti dall’ente gestore permetto di evidenziare in maniera tempestiva eventuali
48
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
anomalie e applicare gli adeguati correttivi. Nel grafico e nella tabella seguenti sono riportate le analisi
suddivise per matrici effettuate dal LP ai fini della sicurezza alimentare.
TIPOLOGIA ANALISI
Acque potabili
Alimenti
Acque minerali
Ricerca Trichine in carne
Riconoscimento
funghi
freschi
Analisi funghi secchi e
condizionati
Tamponi ambientali
Cianobatteri in acque
dest. al consumo umano
TOTALE
N° analisi
2744
1472
536
384
%
50.3
27
9.8
7.0
135
2.5
75
1.6
72
1.3
24
0.4
5452
100
Controllo della qualità degli ambienti di vita
Le attività analitiche svolte per il controllo degli ambienti di vita sono molteplici: partendo dal monitoraggio
della balneabilità delle acque superficiali e degli impianti natatori , al controllo della presenza di Legionella
negli impianti idrici, al monitoraggio dei pollini aerodispersi (descritti in dettaglio nel capitolo 5.3), al
controllo del bioareosol. Nel grafico e nella tabella seguenti sono rappresentate le attività svolte dal LP
nell’ambito del controllo degli ambienti di vita.
Tipologia analisi
%
N° analisi
An. su acque di piscina
47,6
777
An. microb. su acque di balneazione
Mon. cianobatteri su acque di
balneazione
27,0
440
10,2
166
An. microb. acque superficiali
6,4
105
Analisi bioareosol
3,6
58
An. microb. acque reflue
3,2
53
Ricerca legionella su a. di rete
2,0
33
TOTALE
100
1632
Il controllo della qualità microbiologica dell’aria degli ambienti indoor viene effettuato attraverso la
determinazione di parametri fisici (temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria), chimici
(concentrazione di anidride carbonica) e il riconoscimento e la quantificazione del bioaerosol (batteri,
muffe ed allergeni). I dati ottenuti dai campionamenti effettuati hanno permesso di definire dei profili
igienici differenti per tipologia di ambienti di vita e di lavoro che, in assenza di limiti di legge, consentono
l’espressione di un giudizio di qualità. Nel corso del 2013 ha effettuato questo tipo di indagine presso
abitazioni private ed un istituto scolastico della provincia di Bergamo nel quale diversi studenti
manifestavano sintomatologie allergiche all’interno dell’edificio. I campionamenti effettuati hanno
consentito di identificare nell’elevata concentrazione di spore di muffe allergeniche la probabile causa delle
manifestazione allergiche e pianificare, in collaborazione con l’ASL di competenza, adeguati provvedimenti
per migliorare la qualità dell’aria indoor. Nel corso del 2013 sono stati effettuate 52 analisi per il controllo
della qualità dell’aria indoor.
A scopo più strettamente ambientale il LP effettua per conto dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente
(ARPA) analisi per la valutazione della qualità microbiologica dei corsi d’acqua superficiali della Provincia di
Lecco (105 analisi nel 2013) e la rispondenza ai limiti fissati dalla normativa vigente in campioni di acque
reflue, per la verifica dell’efficacia di trattamento dei depuratori (53 analisi nel 2013).
49
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Controlli su campioni biologici di origine umana
In laboratorio sono attive anche due aree che si occupano di analisi su campioni umani: la tossicologia e la
potologia clinica a scopo preventivo.
L’area di Tossicologia del LP effettua la ricerca di droghe d’abuso su campioni di urina e di capelli/peli. La
ricerca di metaboliti delle droghe d’abuso su queste matrici permette di identificare l’uso di sostanze in un
tempo recente (urina) o in un periodo pregresso (capelli/peli).
Le analisi possono avere un significato clinico, oppure avere finalità medico-legali. A garanzia delle persone
che si sottopongono ad analisi medico-legali, gli accertamenti vengono effettuati con procedure che
prevedono l’identificazione certa del campione, il rispetto della catena di custodia e, in caso di esito
positivo, la conferma del dato attraverso due metodi diversi sullo stesso campione. Il Laboratorio dell’ASL è
stato autorizzato dal 1995 ad effettuare analisi con valenza medico legale e nel 2009 tale autorizzazione è
stata confermata da parte di un’apposita commissione regionale, previa verifica di requisiti strutturali e di
qualità.
Analisi a scopo clinico vengono effettuate su richiesta del Servizio Prevenzione e Cura Tossicodipendenze,
allo scopo di seguire l’andamento di pazienti in cura per la disassuefazione dall’uso di sostanze. Nel corso
del 2013 sono stati analizzati 9830 campioni (su cui sono state effettuate circa 42.000 determinazioni).
Analisi a valenza medico-legale vengono effettuate nei seguenti ambiti: controlli per il rilascio/rinnovo
delle patenti di guida, valutazione dell’idoneità di lavoratori con mansioni a rischio e controlli su richiesta
dell’Autorità giudiziaria, in caso di incidente stradale (per la verifica di guida sotto l’effetto di stupefacenti)
e in caso di trattamenti alternativi al carcere (per la verifica della condotta della persona).
Controlli per rilascio/rinnovo di patenti di guida: nel 2013 sono stati inviati al laboratorio per
accertamenti 245 soggetti da cui sono stati prelevati 491 campioni di urina e 267 campioni di capelli; di
questi, 5 campioni di urina sono risultati positivi (1%): 3 per presenza di cannabinoidi, 1 di cocaina e 1
di oppiacei; 26 campioni di capelli (9,7%) sono risultati positivi, tutti per cocaina.
L’A.O. “Ospedale di Lecco” i campioni di urina prelevati da soggetti coinvolti in incidenti stradali Analisi
su richiesta dell’autorità giudiziaria. Nel corso dell’anno 2013 sono stati analizzati 292 campioni,
riportando un tasso di positività complessivo del 19% per cannabinoidi, cocaina, oppiacei e
amfetamine in ordine di prevalenza.
Nella tabella seguente sono riassunte le analisi tossicologiche effettuate nel corso del 2013.
Anche i privati cittadini possono
accedere al servizio.
Il test di screening di primo livello per lo
Analisi tossicologiche a scopo clinico
90.1
screening del tumore del colon retto
Analisi per rilascio/rinnovo patenti
7.2
783
viene effettuato attraverso la ricerca di
di guida
sangue occulto nelle feci
nella
Analisi richieste dall’ospedale
292
2.7
popolazione di età compresa tra 50 e 69
Totale
10905
100
anni.
Al fine di garantire la corretta identificazione campione il personale del laboratorio effettua dei controlli
preliminari all’accettazione del campione stesso. Questa attività rappresenta un aspetto cruciale per la
riuscita del programma di screening in quanto la non corretta associazione di paziente e campione può
comportare la convocazione ad approfondimenti diagnostici di soggetti sbagliati con conseguente ritardi
nella diagnosi per i pazienti realmente positivi e danno d’immagine per l’organizzazione . Nel corso 2013
sono stati effettuati 27.437 test. I tassi di positività e di adesione al programma sono dettagliati nel capitolo
5.7.2.
Tipologia analisi
N°
campioni
9830
%
4.5.3 Prospettive future
Fin dalla sua istituzione il LP ha posto particolare attenzione nel cogliere le spinte al cambiamento sia che
siano dovute a motivi istituzionali sia che derivino da esigenze di prevenzione non ancora inquadrate dal
punto di vista normativo o da problematiche emergenti e specifiche del territorio. Per questo ha puntato
sulla flessibilità organizzativa e su personale disposto ad acquisire nuove competenze.
50
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
In quest’ottica si propone di continuare a recepire il percorso di riorganizzazione dei Laboratori di
Prevenzione a supporto delle ASL. Questo progetto ha l’obiettivo, nell’ottica della razionalizzazione delle
risorse, di centralizzare quelle analisi che richiedono significativi investimenti (strumentali e di know-how) a
patto che rispondano agli standard stabiliti dall'Unione Europea: nel corso del 2013 il LP dell’ASL di Lecco è
stato individuato come centro di riferimento per il monitoraggio dei cianobatteri nelle acque superficiali
destinate sia ad uso potabile che per la balneazione.
Per l’anno 2014 il LP intende:
 mantenere l’accreditamento di metodi analitici già accreditati per garantire il livello di qualità
previsto tenendo conto comunque dell’aspetto economico;
 ottenere l’accreditamento di nuovi metodi di prova per rispondere a problematiche emergenti;
l’accreditamento dei metodi è considerato dalla Regione il presupposto per riconoscere un
laboratorio come centro di riferimento;
 Nel 2014 il LP intende candidarsi come centro di riferimento per due problematiche emergenti: la
ricerca di E. coli produttori di tossine negli alimenti e la valutazione dell’aria all’interno degli edifici
di vita e di lavoro.
L’importanza della ricerca di E. coli produttori di tossine negli alimenti è legato alle sempre più
frequenti epidemie che in questi ultimi anni si sono verificate in America, ma anche in Europa e in
Italia. Infatti, anche se rappresenta un comune abitante dell'intestino ci sono situazioni in cui E. coli
può provocare malattie nell'uomo e negli animali, questo in quanto alcuni ceppi possono produrre
la tossina responsabile della grave diarrea e del danno renale nei pazienti in cui l'infezione esita
nella sindrome emolitico-uremica.
Relativamente al secondo argomento, il problema ha assunto rilevanza su scala mondiale, negli
anni ’70, con l’avvio delle prime misure per il risparmio energetico che comportavano la sigillatura
dei serramenti con conseguente riduzione del ricambio naturale dell’aria degli ambienti.
L’esposizione agli inquinanti che si accumulano può essere associato ad un’ampia gamma di effetti
sulla salute: patologie infettive, tossiche ed allergiche. Il LP di Lecco è sempre stato propositivo su
questo argomento, anche in assenza di norme cogenti, tanto da essere coinvolto dall’INAIL in un
progetto di scala nazionale.
 estendere i metodi di biologia molecolare ad altri microorganismi la cui identificazione tramite
tecniche classiche di microbiologia risulta difficoltosa;
 farsi carico, ove richiesto da altre ASL, delle analisi per le quali è stato individuato come laboratorio
di riferimento regionale;
 continuare a garantire la propria collaborazione al gruppo di approfondimento tecnico regionale
per concludere il percorso di riorganizzazione dei laboratori;
 definire periodicamente concreti e misurabili obiettivi aziendali che tengano conto delle esigenze
migliorative e del raggiungimento della soddisfazione delle parti che gravitano intorno al
laboratorio;
 mantenere attivo un sistema di sinergie con gli altri laboratori della regione e con i propri clienti con
l’obiettivo di identificare le loro esigenze implicite ed esplicite, in quanto rappresentano il presente
ed il futuro della propria attività puntando sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni.
4.6 LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
La Promozione della Salute trova nella provincia di Lecco il coinvolgimento di tutti gli attori che, a vario
titolo, si occupano del benessere della comunità. Amministrazioni, istituzioni, volontariato collaborano per
la promozione di stili di vita sani e il contrasto ai principali fattori di rischio per le patologie croniche: fumo,
scorretta alimentazione, sedentarietà, abuso di alcol e sostanze, responsabili in Italia del 86% della
mortalità e del 77% delle malattie ( malattie cardiovascolari, respiratorie, dismetaboliche, tumori).
Il settore trova ogni anno strumento di progettazione e pianificazione nel Piano Integrato Locale degli
interventi di Promozione della Salute, cui si rimanda nella sezione dedicata del sito internet ASL
http://www.asl.lecco.it/ > Promozione della Salute che invitiamo a visitare.
51
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
4.6.1 In cammino per la salute
Mentre la lotta al tabagismo e la promozione di una corretta alimentazione devono confrontarsi con
resistenze al cambiamento individuali e culturali, oltre agli interessi economici e alle pressioni pubblicitarie
dei produttori, nel nostro territorio si va sempre più consolidando una cultura dell’attività fisica, intesa non
solo come pratica sportiva ma come attitudine a scegliere più volte durante la settimana un attività motoria
di grado moderato (quella che consente di parlare con chi ci sta accanto). Sono nati così il Piedibus che
festeggia i 10 anni, i Gruppi di Cammino, attivi da 7 anni e l’innovativo progetto “Pillole di Salute”
realizzatosi proprio nel 2013.
Ambiti di intervento/ destinatari degli interventi di prevenzione
La popolazione sedentaria nella provincia di Lecco è stimata in circa 100.000 persone ( 29,7%). La
sedentarietà è responsabile di 30.000 morti all’anno in Italia.
Gli ambiti d’intervento dell’ASL, in rete con amministrazioni locali, scuole, associazioni, sono:
attività motoria organizzata
- Le scuole primarie ( allievi 6-10 anni)
- Le famiglie
- La popolazione adulta-anziana
attività motoria individuale
- Ambienti favorevoli alla pratica attraverso politiche di governo del territorio che valorizzino percorsi
ciclopedonali
Obiettivo che si è voluto perseguire
Si è inteso favorire in modo organizzato la pratica motoria attraverso l’offerta di opportunità di scelta al
fine di contrastare la sedentarietà educando i giovani a muoversi a piedi, stimolando le scelte delle famiglie
ad attività ludico motoria o sportiva e mantenendo più a lungo in salute la popolazione anziana attraverso
l’abilità alla motricità. Tali politiche sono state condivise anche in ambito di estensione dei Piani di Governo
del Territorio
Descrizione sintetica dell’attività svolta e modalità di attuazione
Promozione del Piedidus nelle scuole primarie, reinsegnando ai bambini il piacere di camminare in modo
sicuro e protetto nel proprio comune.
Offerta di prove gratuite di attività fisica attraverso la ricognizione delle disponibilità nel territorio e
proposta attiva alle famiglie attraverso le Pillole di Salute, in distribuzione nelle farmacie, contenenti 35
coupon gratuiti.
Promozione di una rete di offerta di Gruppi di Cammino che consenta sia a titolo personale che su invito del
medico curante di praticare regolarmente una “ginnastica cardiovascolare” sotto soglia di sforzo.
52
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Osservazioni ai PGT segnalando l’opportunità di analisi non solo del traffico viario, ma della continuità di
una rete ciclopedonale, proponendo come indicatori di Piano l’attivazione/presenza di Piedibus e Gruppi di
Cammino.
Indicatori utilizzati
 N. di alunni aderenti al piedibus/n. alunni della scuola primaria ( misura del livello di adesione)
 N. di persone che hanno provato una attività fisica/numero di scatole di Pillole distribuite (per
valutare l’impatto dello strumento sulle famiglie)
 Popolazione residente servita da GdC nel proprio Comune/ popolazione residente provinciale
Grado di raggiungimento dell’obiettivo
Piedibus 2013: 3110 studenti delle scuole primarie, 1250 accompagnatori di 145 linee in 41 comuni.
- 3110 praticanti /14825= 21% allievi della scuola primaria
Pillole di Salute:
- 1645 persone con almeno 1 attività sportiva /9500 in possesso dell’offerta = 17,3%
- 6,1% risulta aver proseguito l’attività sportiva
Gruppi di Cammino 2013: 57 gruppi attivi in 49 Comuni; 2403 adulti partecipanti
- popolazione di 49 comuni con GdC/ popolazione provinciale= 75,7% di copertura d’offerta
provinciale di GdC
Censimento offerta piste ciclopedonali: 380 km
Guadagno di salute / risultati ottenuti
Una regolare attività fisica di grado moderato riduce del 50% il rischio di malattie cardiovascolari,
ipertensione, infarto, ictus, diabete, tumori.
Da uno studio effettuato dall’ASL sui partecipanti ai gruppi di cammino, dopo un anno di pratica si sono
misurati sia nei maschi che nelle femmine significativi risultati: un incremento della performance di
motricità con aumento della distanza percorsa nel test dei 6 minuti del 13%(da m 550 a m 620), la riduzione
della circonferenza addominale ( grasso viscerale, indice di rischio cardiovascolare) media di 3 cm,
maggiore nelle donne (da 90 a 85 cm), con riduzione dell’indice di massa corporea da 1°grado di
sovrappeso a normopeso. Ottimi risultati in pazienti diabetici ed ipertesi. Non va poi dimenticato il
benessere di stare insieme, rilevato grazie a 778 questionari motivazionali che testimoniano la percezione
del miglioramento di salute nell’85% dei partecipanti ( 9,8% ha ridotto i farmaci dopo consulto col medico)
e le positive relazioni interpersonali ( 64%) come elementi motivanti alla partecipazione.
Gli insegnanti segnalano una maggiore attenzione nella prima ora a scuola degli allievi che arrivano col
Piedibus. Alcune amministrazioni non hanno più bisogno del pulmino Scuolabus, perché tutti gli alunni
arrivano col Piedibus.
3653 adulti e 3110 bambini praticano regolare
attività motoria grazie alle strategie ASL; 1645
persone hanno provato una attività sportiva o
ludico motoria grazie all’offerta di rete
territoriale di Pillole.
Numerose persone praticano individualmente
l’attività motoria grazie alla sensibilizzazione
sull’opportunità di salute e all’offerta
ambientale delle piste ciclopedonali.
Prospettive
Proseguire le collaborazioni di rete tra scuole e amministrazioni per estendere la pratica del piedibus e dei
gruppi di cammino.
53
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
A seguito di interessamento regionale, si prevede l’estensione del progetto Pillole di salute ad altre 2
province lombarde attraverso il potenziamento del portale dedicato: http://www.pilloledisalute.giretto.it/
Favorire la pratica dell’attività motoria anche individuale attraverso politiche di Rete ( Rete delle Scuole
che promuovono salute, Rete delle Aziende che promuovono salute) e la valorizzazione dell’offerta
territoriale dei percorsi ciclopedonali, pubblicandoli sul sito internet ASL.
Per informazioni:
S. Medicina Preventiva di Comunità – tel 0341/ 482726-727 e-mail [email protected]
4.6.2 La prevenzione nutrizionale
Ambiti di intervento
Gli interventi hanno riguardato la promozione di corretti stili di vita con particolare riferimento alle
abitudini alimentari, attraverso attività di valutazione delle tabelle dietetiche in ambito scolastico, il
monitoraggio dei dati di peso ed altezza in 4 fasce di assistiti dai PLS, e attraverso controlli ispettivi
nutrizionali nella ristorazione scolastica e attraverso varie attività di sensibilizzazione della popolazione ad
una alimentazione corretta.
Obiettivo
Promuovere corretti stili di vita ed un particolare una sana alimentazione attraverso interventi mirati su
determinate fasce di popolazione e alla popolazione in generale
Descrizione sintetica attività svolta
Continua la valutazione di tabelle dietetiche e di diete speciali, specialmente in ambito di ristorazione
scolastica. La tabella di seguito riportata mostra il numero di valutazioni, operate nel corso degli ultimi
anni, riferite a diete standard (tabelle dietetiche) e a diete speciali per coloro che soffrono di allergie,
intolleranze. Nel 2011 e 2012 si è osservato un aumento delle diete speciali, rientrato comunque nel 2013
dopo informativa alle strutture scolastiche, riconducibile ad un ricorso improprio di queste valutazioni per
motivi religiosi.
E’ continuata l’iniziativa “Con meno sale
nel pane”che si pone l’obiettivo di
promuovere il consumo di pane a ridotto
contenuto di sale, in collaborazione con
le Associazioni di Categoria. I panificatori
aderenti a questa iniziativa sono passati
da 28 nel 2012 a 31 a fine 2013 e il loro
nominativo è pubblicato sul sito WEB
dell’ASL.
Iniziative
in
collaborazione
con
associazioni per la promozione di una
corretta alimentazione
Il 10 ottobre, data prevista per l’Obesity
day nazionale organizzato dalla società scientifica ADI, gli operatori dell’ASL si sono uniti a 2 gruppi di
cammino in modo di sensibilizzare gli aderenti ad integrare l’esercizio dell’attività fisica con una corretta
alimentazione.
Attività di counseling su popolazione pediatrica
E’ continuata la collaborazione con un team di Pediatri di Famiglia che riguarda l’effettuazione di colloqui
con genitori e bambini obesi o sovrappeso, segnalati dai pediatri del team al fine di contribuire alla
correzione di stili di viti.
54
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Attività di sorveglianza nutrizionale su dati auxologici e abitudini alimentari
Nel corso del 2010, è iniziato un importante lavoro di sorveglianza nutrizionale in collaborazione con i
Pediatri di Famiglia, riguardante la raccolta e la valutazione dei dati auxologici di peso altezza di bambini
dell’età di 5 -6 anni e 8-10 anni.
I dati relativi al quinquennio 2009 - 2013, riportati nel grafico seguente, riguardano più di 16000 rilevazioni
di peso ed altezza trasmesse dai pediatri di famiglia, evidenziano un trend di sostanziale stabilità per
quanto riguarda l’eccesso di peso nella fascia d’eta 5-6 anni (età pre-scolare), mentre si osserva un
aumento nei bambini di 8 -10 anni (età scolare).
Il dato nazionale 2012 dell’eccesso di peso, che è la risultante della somma tra soprappeso ed obesità, nella
fascia di età 8-10 anni, è pari 32,8 %, il dato
lombardo è del 24,5% mentre il dato di Lecco
è 21,4%.
Come evidenziato nel grafico a lato il trend
dell’eccesso di peso nei bambini tra 8–10 anni
nel corso del quinquennio 2009-2013 è in
aumento raggiungendo nel 2013 il valore del
24,8%.
Si osserva anche l’aumento del divario
dell’eccesso di peso nei bambini tra 5-6 anni e
quello tra 8-10 anni: nel 2011 tale divario era
poco più di 3 punti nel 2013 è più di 9. Questo
ultimo aspetto, se confermato con i dati 2014,
merita un approfondimento circa le possibili
cause.
Nel 2011 il lavoro di sorveglianza nutrizionale è stato integrato con i dati di 2 nuove fasce di età: 2-3-anni e
11-13 anni.
Età bambini
2-3 anni
5-6 anni
8-9 anni
11-13 anni
% di bambini in eccesso di peso 2011
6
16,6
19,8
18,6
% di bambini in eccesso di peso 2012
5,3
16,5
21,4
17,1
% di bambini in eccesso di peso 2013
6,2
15,5
24,8
17,6
La tabella evidenzia le percentuali di bambini in eccesso di peso nelle 4 fasce d’età rilevate: in tutti gli anni
del periodo 2011-2013 si assiste un trend all’aumento della prevalenza dell’eccesso di peso che culmina
nella fascia di età 8-10 anni, a cui segue una riduzione nell’intervallo di 11-13 anni
Questo lavoro di sorveglianza nutrizionale fornisce importanti informazioni sullo stato di eccesso di peso
nella popolazione pediatrica residente nella provincia di Lecco, permettendo paragoni con altre realtà
locali, regionali e nazionali e soprattutto consente di verificare nel tempo importanti variazioni, come quella
osservata nel 2013 nella fascia di età 8-10 anni, al fine di analizzarne le cause.
Indicatori utilizzati
L’andamento delle attività inerenti la nutrizione viene monitorato con l’acquisizione mensile dei dati
riguardanti le valutazione delle tabelle dietetiche e diete speciali. Per quanto riguarda il lavoro di
sorveglianza nutrizionale l’indicatore è l’inserimento nel data base di tutti i dati auxologici trasmessi in
formato elettronico dai pediatri di libera scelta.
Guadagno di salute
Il dato significativo da evidenziare è quello di una situazione di eccesso di peso in età pediatrica migliore
rispetto il dato nazionale. L’eccesso di peso ed il sovrappeso in età pediatrica è correlato al mantenimento
di questa situazione anche in età adulta. Sono diversi i fattori che possono aver contribuito a questo
risultato, non ultimo anche il continuo lavoro di sensibilizzazione svolto da operatori dell’ASL in occasione
55
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
dei numerosi interventi di educazione e promozione della salute in ambito scolastico e non solo e dalle
collaborazioni in atto con i Pediatri di Famiglia.
Prospettive
Anche per il 2014 si continuerà rilevare lo stato di peso ed altezza della popolazione pediatrica. In aggiunta
verrà effettuato un ulteriore studio che prevede la misurazione diretta di circa 500 alunni della terza classe
della scuola primaria. In questo modo si verificherà con 2 modalità diverse anche l’aumento osservato in
questa fascia di età nel corso del 2013.
4.6.3 La promozione della sicurezza stradale
La prevenzione in tale settore è necessariamente frutto di sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte. L’ASL in
collaborazione con Prefettura , Amministrazioni comunali e provinciale, Scuole, Polizie Locali, FF.O., ACI,
Isp. Motorizzazione, AREU 118 e numerose associazioni di volontariato, ha sviluppato una rete per la
promozione di una cultura della sicurezza stradale che trova nel “Tavolo tecnico per la sicurezza stradale”,
previsto nell’ambito della Conferenza Permanente in Prefettura, l’occasione di coordinamento delle azioni
sia di prevenzione ch e di controllo.
L’ASL assume un ruolo di riferimento tecnico-scientifico sviluppando materiali educativi condivisi (“Questa
è la mia strada” per le scuole secondarie,“La mia amica strada” per primaria ed infanzia, i video “Bad News”
per le superiori) e supportando la progettazione locale attraverso periodiche iniziative di formazione dei
formatori (insegnanti, operatori della polizia locali, volontari delle associazioni, amministratori) secondo
moderne metodologie d’intervento. I materiali educativi dell’ASL sono stati apprezzati e utilizzati a livello
nazionale in 62 province attraverso la Rete Nazionale Educatori della Polizia Locale
(www.quellidelpegaso.it) nata proprio dalle collaborazioni tra ASL di Lecco e Comandi di P.L. in tutte le
regioni d’Italia.
Oltre a queste forme di prevenzione primaria l’ASL attua forme di prevenzione secondaria sui soggetti a
rischio: in particolare quanti sottoposti durante la guida a controllo da parte delle Forze dell’Ordine per il
sospetto di utilizzo di alcool o sostanze stupefacenti o a seguito di incidenti stradali. I medici cui compete
l’accertamento medico legale verificano che sia rispettato quanto stabilito dal contenuto dell’articolo 119
del Codice della Strada( CdS); in caso di dubbi circa l’idoneità e sicurezza alla guida del candidato, o qualora
il soggetto sia affetto da qualche patologia ricompresa tra quelle dell’articolo 320 del CdS, il medico dovrà
rinviare il candidato alla valutazione di un organo tecnico collegiale denominato Commissione Medica
Locale (CML), ufficialmente costituito in ogni provincia. Nel grafici successivi, sono riportati alcuni dati
sull’attività della Commissione Medica Locale relativi alle idoneità (o non idoneità) alla guida di persone
inviate a seguito di riscontro di guida in stato di ebbrezza (ex art. 186 Codice della Strada) o sotto l’uso di
sostanze stupefacenti (ex art. 187 Codice della Strada) o in seguito ad incidente stradale grave per il quale
sorgano dubbi circa l’idoneità alla guida del conducente (ex art. 128 Codice della Strada).
Nel primo grafico sono indicati il numero di visite eseguite dall’anno 2007 all’anno 2012 per abuso di alcool.
Si può notare come vi è stato un aumento progressivo nel numero complessivo delle visite eseguite (da
1473 nel 2007 a 1975 nel 2012, con un calo nel 2013). Si può certamente ipotizzare che l’aumento
progressivo delle visite trovi motivazione non solo nell’aumento dell’uso di bevande alcoliche, in particolare
tra i giovani, ma anche nella maggior azione di controllo e verifica esercitata dalle Forze dell’Ordine a fronte
di norme più severe previste dal Codice della Strada.
Il grafico seguente mette in evidenza il rapporto tra i soggetti risultati idonei alla visita medica in CML ed i
soggetti risultati non idonei (quando gli esami di laboratorio evidenziano un’assunzione di alcolici
patologica).
56
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Nel corso degli anni si nota un progressivo e sensibile calo dei casi di non idoneità, anche se nel 2012 il
numero dei non idonei è aumentato dal 23% al 28%; nel
2013 il dato è stato del 27% quindi in lieve calo.
I dati relativi alle visite per guida sotto l’effetto di
stupefacenti rilevano invece una complessiva stabilità
del numero degli invii in quest’ultimo quadriennio,
anche se è presente un costante, lieve incremento. Nel
2013 sono stati inviati al Laboratorio di prevenzione per
accertamenti 245 soggetti da cui sono stati prelevati 491
campioni di urina e 267 campioni di capelli; di questi, 5
campioni di urina sono risultati positivi (1%): 3 per
presenza di cannabinoidi, 1 di cocaina e 1 di oppiacei; 26
campioni di capelli (9,7%) sono risultati positivi, tutti per
cocaina. Il Laboratorio di Prevenzione, inoltre, esegue analisi su campioni di urina richiesti dall’autorità
giudiziaria in seguito ad incidenti stradali e prelevati dall’Azienda Ospedaliera di Lecco. Nel corso
dell’anno 2013 sono stati analizzati 292 campioni, riportando un tasso di positività complessivo del 19%
per cannabinoidi, cocaina, oppiacei e amfetamine in ordine di prevalenza.
Da rilevare il maggior numero dei non idonei tra le persone esaminate per uso di stupefacenti (14% di
media nei 7 anni) rispetto alla non idoneità per abuso di alcol (4% di media nei 7 anni). Continua la
collaborazione tra Commissione Medica Locale Patenti e Servizio Alcologia al fine di fornire agli utenti
complessi una risposta psicoeducativa multidisciplinare, grazie all’offerta di idonei corsi di informazioneformazione, propedeutici al rinnovo della patente per i soggetti inviati alla CMLP per tasso di alcolemia
oltre i limiti di legge. Nel corso dal 2011 al 2013 hanno partecipato agli incontri informativi “Alcol e
sicurezza alla guida” 1538 persone.
57
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Mortalità da traffico residenti prov. Lecco
60
50
46
51
43 41
42
36
38 35
40
33
31 32
31
27
30
27 27 30
26
30
23
20
17
17 19
9
10
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
0
Grazie alle attività di prevenzione e controllo coordinate nella provincia di Lecco, si registra nell’ultimo
decennio un trend di costante riduzione della mortalità, legata anche all’utilizzo dei sistemi di sicurezza
attiva e passiva e alla standardizzazione delle tecniche di pronto intervento.
Guadagno di salute
Per quanto riguarda i dati di mortalità attribuibili ad incidenti stradali , nei primi anni ’90 si era registrata
una media nel quinquennio 1990-1994 pari a 43 morti/anno (valore superiore all’atteso di 35,2). In
coerenza con l’andamento nazionale, si è registrata una progressiva diminuzione del dato con una riduzione
cumulativa del 53,5% dal 1990 al 2011. Il miglioramento è sensibile negli ultimi 10 anni: esaminando infatti
il dato dell’ultimo quinquennio 2008-2012, si rileva una media di 17 morti/anno. (negli ultimi 2 anni è 13 ).
nell’ultimo decennio, a fronte dell’obiettivo europeo di riduzione della mortalità per incidenti stradali del
50%, anche nella nostra provincia si è raggiunta questa significativa riduzione di mortalità.
4.7 LE CAMPAGNE DI SCREENING PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI
Nell’ASL sono attivi i programmi di screening per la prevenzione del cancro della mammella e del colon
retto. Gli interventi di screening da sempre sono stati condotti in stretta collaborazione con le strutture
ospedaliere, le case di cura, le amministrazioni comunali, le associazioni di volontariato quali LILT, ANDOS,
Croce Rossa Italiana e altre associazioni presenti sul territorio.
4.7.1 Lo screening del cancro della mammella
Il carcinoma della mammella continua ad essere un tumore molto frequente fra le donne, per incidenza e
mortalità. Mentre la mortalità è in calo a partire dagli anni novanta, l’incidenza è in lieve ma costante
aumento. Lo screening mammografico è rivolto alle donne residenti in età compresa tra i 50 e i 69 anni. Le
attività di screening mammografico vengono condotte in collaborazione con le associazioni di volontariato
LILT sezione di Merate e ANDOS sezione di Lecco che ne favoriscono l’accessibilità attraverso l’attività di
call center. Nel corso dell’anno 2012 sono state invitate allo screening 21.763 donne, tra queste 12.433 ha
aderito all’invito. Considerando le mammografie di screening e le mammografie effettuate
spontaneamente dalle donne appartenenti alla stessa coorte di età, la percentuale di adesione alla
58
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
mamografia raggiunge il 73,94% (adesione corretta) un dato al di sopra della media regionale che è pari al
68%.
Tab.1 Dati di attivita screening mammografico anno 2012
Classi di età
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
Totale
Totale 50-69
Popolazione
N° donne che hanno
N° totale donne richiamate per N° donne operate con
invitata nel 2012 aderito allo screening
approfondimenti
diagnosi di benignità
6.932
3.673
302
5.219
2.915
110
5.216
3.203
140
4.396
2.642
104
163
122
9
21.926
12.555
665
21.763
12.433
656
N° donne operate con
diagnosi di malignità
13
0
1
1
0
15
15
12
11
11
13
4
54
50
Nel corso del 2013 è stato condotto in ASL il progetto di monitoraggio dei cancri intervallo, gia avviato dal
2012 per lo studio dei casi del 2008. Il progetto è stato attuato attraverso l’identificazione dei nominativi di
donne risultate negative allo screening nel corso 2009 e successivo incrocio di tali nominativi con i dati
relativi alle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) per prestazioni compatibili con la patologia ricercata. I
casi identificati sono stati verificati anche con i dati disponibili presso l’Anatomia Patologica dell’Ospedale
di Lecco. Tali azioni hanno consentito di individuare le donne che, con diagnosi negative allo screening
mammografico nel 2009, sono state operate per cancro alla mammella prima del richiamo al round
successivo ovvero prima dei due anni.
Guadagno di salute
Tra le donne aderenti nel 2012, 656 sono state richiamate per approfondimenti e 50 sono state le operate
con diagnosi di malignità (Tab.1). Delle 50 donne operate, 36 avevano un tumore invasivo di dimensioni ≤ 2
cm ed hanno ricevuto un trattamento chirurgico di tipo conservativo. Il tasso di identificazione di tumori
(detection rate), dato dal rapporto tra numero di cancri individuati e numero di donne screenate, nell’ASL
di Lecco nel corso del 2012 è stato pari a 4 ‰ , superiore al dato medio lombardo che è stato pari a 3,8 ‰.
Dall’analisi della tabella 1, si evince inoltre che 4 donne di età compresa tra i 70-74 anni (neo settantenni
nel round in corso) aderenti allo screening, sono state operate con diagnosi di malignità. Questo dato
suggerisce che nonostante la chiamata allo screening sia attiva per le fascia di età 50 - 69 anni è
importante che le donne, sentito il loro medico di fiducia, continuino a fare i controlli.
Dai dati attualmente disponibili risulta che nel 2013, tra le 12.674 donne che hanno aderito 650 sono state
richiamate per approfondimenti. Sono ancora i fase di verifica i dati relativi alle donne operate nell’anno
2013 con diagnosi di malignità
I risultati degli ultimi anni in termine di adesione ed estensione hanno posto il programma di screening
mammografico di Lecco in condizione di soddisfare i principali standard di risultato e qualità previsti. Si è
così garantito il miglior contesto per realizzare, per tutta la popolazione, l’anticipazione diagnostica utile a
ridurre i casi di malattia in stadio avanzato, favorendo i trattamenti di tipo conservativo.
4.7.2 Lo screening del cancro del colon-retto
Lo screening del cancro del colon- retto è attivo nella nostra provincia dal novembre del 2005. Il tumore del
colon-retto è una malattia “importante” in termini di salute pubblica, in quanto è la seconda neoplasia più
frequente nelle donne e la terza nei maschi. In entrambi i sessi rappresenta la seconda causa di morte per
tumore, preceduto dal cancro del polmone nei maschi e da quello della mammella nelle femmine; circa il
90% delle persone si ammala dopo i 50 anni. La ricerca del sangue occulto nelle feci è un’iniziativa di
prevenzione oncologica rivolta ad una popolazione di residenti costituita da uomini e donne in età
compresa tra i 50 e i 69 anni che ogni due anni ricevono l’invito. L’accessibilità al test è favorita dalla
collaborazione con le farmacie, che consegnano il kit e dalle associazioni di volontariato che collaborano
nella raccolta dei campioni. Nel corso del 2012 sono state invitate 34.414 persone, fra queste 20.047 hanno
aderito. L’ adesione corretta, calcolata tenendo conto anche del numero di inviti inesitati (52) e del numero
di esclusi dopo invito per segnalazione di test recente (521), è stata pari al 59,23%, nettamente al di sopra
della media regionale che risulta pari al 47.6%.
59
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Tab2 Dati di attivita screening del cancro del colon retto anno 2012
Classi di età
N°invitati anno 2012
<50
50 - 54
55 - 59
60 - 64
65 - 69
70 +
Totale
N° rispondenti anno 2012
4
9.883
8.715
8.521
7.289
2
34.414
N° persone positive
0
5.389
5.054
5.204
4.399
1
20.047
N° di persone con N° di persone N° di persone con
cancro^
con
adenoma adenoma iniziale
avanzato
0
196
176
178
204
0
754
0
4
4
4
2
0
14
0
40
27
31
31
0
129
0
25
43
40
48
0
156
Dai dati attualmente disponibili risulta che nel 2013 il numero di persone invitate è stato di 47.272, fra
queste 27.721 hanno aderito; l’adesione alla sola chiamata di screening è stata di circa il 58,64%, è ancora
in fase di consolidamento il dato relativo all’adesione corretta; il numero di soggetti risultati positivi alla
ricerca del sangue occulto nelle feci è stato di circa il 4,4 degli aderenti; è ancora in fase di consolidamento
il dato relativo al numero di persone con cancro individuate tra i positivi.
Guadagni di salute
Tra le 34.414 persone che nel corso del 2012 hanno aderito, 754 sono stati i positivi richiamati per gli
approfondimenti di secondo livello (colonscopia), successivamente fra questi 14 sono state trattate per
diagnosi di malignità, 129 per adenoma avanzato, 156 per adenoma iniziale. Il reale vantaggio del
programma di screening è dato dall’intercettazione dei tumori in stadio iniziale, in quanto l’identificazione
dei casi di malattia nella fase asintomatica permette un intervento precoce ed una prognosi migliore con
conseguente riduzione della mortalità nei soggetti con tumore colo rettale, con adenoma avanzato, con
adenoma iniziale.
4.7.3 Lo screening del cancro del collo dell’utero
L’ASL della Provincia di Lecco non ha attualmente in corso un programma di screening dei tumori della
cervice uterina con chiamata attiva, ma offre l’esame “PAP TEST” gratuitamente ogni tre anni alle donne
nelle fasce d’età compresa tra i 25 e i 64 anni. Il nostro contesto provinciale prevede come unico centro di
effettuazione degli esami citologici il Laboratorio di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Lecco, al quale
affluiscono per l’esame citologico, oltre che i PAP TEST effettuati dalla A.O. anche quelli dei consultori
dell’ASL, dei privati accreditati e dei libero professionisti. Dal 2008 viene effettuata la campagna di
vaccinazione delle giovani undicenni contro l’HPV, che registra già una buona risposta , ed al momento
della vaccinazione sono garantite attività informative rivolte alle madri per sensibilizzale sull’opportunità
dell’effettuazione periodica del pap-test. Nel 2013 sono state promosse iniziative volte alla sensibilizzazione
delle strutture accreditate per la rendicontazione completa e secondo le regole del flusso della specialistica
ambulatoriale dei PAP TEST al fine di ottenere le percentuali di copertura della popolazione.
Tab.3 dati relativi alla copertura al pap test suddiviso per fascia di età e per area territoriale di
appartenenza delle donne.
Anno
esecuzione
esame
Distretto
BELLANO
LECCO
2012
MERATE
Totale
n. assistite che hanno effettuato
almeno un paptest per fascia di
età
2535455525-64
34
44
54
64
417
605
% copertura per fascia di
età
25-34
35-44
45-54
2534
4.226
4.135
55-64
25-64
304
1.889
2.842
1.351 1.940 1.851 1.104
6.246
9.298 12.647 12.702 10.668 45.315
3.350
7.060
710 1.062
563
n. assistite residenti per fascia di età al
31.12.AP
990
588
9.707
8.840
3.490 14.693
7.930 33.537
2.478 3.607 3.404 1.996 11.485 19.200 26.580 25.677 22.088 93.545
60
3544
4554
15% 14% 14%
5564
2564
9% 13%
15% 15% 15% 10% 14%
10% 11% 11%
7% 10%
13% 14% 13%
9% 12%
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
Anche nel corso del 2013, a livello aziendale, sono state condotte iniziative per individuare e sensibilizzare
la popolazione femminile “fragile”, che meno si sottopone al pap test (Tab. 3), favorendo soprattutto
l’accesso alla prestazione alle donne in fascia di età compresa tra i 55-64 anni che meno effettua il pap
test, dando la possibilità di prenotare l’esame direttamente presso i consultori dell’ASL anche in occasione
del ritiro delle provette dello screening del colon retto. Sono state inoltre coinvolte nelle attività di
sensibilizzazione anche associazioni di volontariato presenti sul territorio, LILT, ANDOS che facilitano
l’accesso alla prestazione dando informazioni durante le attività di call center dello screening
mammografico.
61
Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013
5.0 CONCLUSIONI
Attraverso l’elaborazione del Rapporto sulle attività di prevenzione 2013 si è cercato di descrivere
e rendere noti i risultati ottenuti dalle azioni di prevenzione, vigilanza, controllo e promozione
della salute realizzate dai Servizi del Dipartimento di Prevenzione Medica. La traduzione dei
risultati ottenuti in termini di “guadagno di salute per la popolazione” non sempre risulta evidente
in quanto in diversi ambiti delle attività di prevenzione non vi è la disponibilità di indicatori
immediati e diretti che dimostrino l’efficacia sanitaria. Inoltre, nella maggior parte dei casi, gli
effetti degli interventi di prevenzione sono misurabili solo a lungo termine e non è sempre
possibile associarli univocamente ad un miglioramento delle condizioni di salute e di benessere
osservati che, come è noto, hanno origini multifattoriali.
Complessivamente, le attività svolte e i risultati conseguiti nel 2013 sono da ritenersi soddisfacenti
e confermano la necessità di continuare nel percorso intrapreso, per concretizzare e sviluppare
ulteriormente quel “guadagno di salute della popolazione”, che costituisce l’obiettivo essenziale di
ogni attività di prevenzione medica.
Il contenuto del presente rapporto fornisce una visione d’insieme di quanto realizzato e dei
risultati ottenuti e rappresenta un utile strumento di lettura per quanti, non solo all’interno
dell’ASL, vogliano partecipare al processo di continuo miglioramento delle attività di prevenzione.
In quest’ottica il Dipartimento di Prevenzione Medica programma le proprie attività sulla base di
analisi del contesto territoriale, epidemiologico, sanitario e ambientale sempre più affinate,
elaborando indicatori sempre più mirati e precisi e attraverso un confronto continuo con tutti i
soggetti interessati.
Per il 2014, nell’ambito delle attività di vigilanza e controllo,gli interventi sono stati indirizzati
verso quelle situazioni caratterizzate da un maggior rischio per la salute dei cittadini, dei
consumatori e dei lavoratori.
Gli elementi di maggior dettaglio delle scelte programmatorie e delle attività di promozione della
salute e di prevenzione, vigilanza e controllo in essere sono pubblicati sul sito internet aziendale
www.asl.lecco.it nei seguenti documenti:
-
Documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari
Piano Integrato Locale degli interventi di Promozione della Salute – anno 2014.
-
Piano integrato di prevenzione e controllo 2012-2014 - Programmazione 2014 del
Dipartimento di Prevenzione Medica.
cui si rimanda per eventuali approfondimenti.
62