Anno XIV Numero 1-2 Vita Associativa 12 maggio

notizie dal collegio
Anno XIV Numero 1-2
Vita Associativa
Formazione
News
Approfondimento
12 maggio, un giorno
come tanti altri, ma per
noi speciale. È la giornata internazionale dell’infermiere. Figura preziosa
che operosamente cura,
assiste, educa ...
Eventi culturali e corsi
ECM del 1° semestre
Il giorno 7 marzo 2013 alle
ore 13.00, si è svolta in
seconda istanza,
l’Assemblea Annuale
Ordinaria degli iscritti
L’infermiere oltre che un
operatore di assistenza è
un educatore, la prevenzione a volte può essere
molto importante per la
prevenzione di malattie
croniche.
Calendario degli eventi
formativi
del 2° semestre
1
Collegio I.P.A.S.V.I. Vicenza Viale Trieste 29/c, 36100 Vicenza Tel. 0444 303313 Fax. 0444 514311 email: [email protected] PEC: [email protected]
Collegio I.P.A.S.V.I. Vicenza Viale Trieste 29/c, 36100 Vicenza Tel. e fax: 0444 303313 email: [email protected] PEC: [email protected]
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Infermieri Informati pubblica aggiornamenti, comunicazioni brevi, note di attualità, rassegne il cui
contenuto sia di chiaro interesse professionale-scientifico infermieristico. Verranno presi in considerazione solo lavori originali (non pubblicati in precedenza) e che non verranno successivamente
pubblicati altrove. La responsabilità del contenuto scientifico è esclusivamente degli Autori. La
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I lavori originali vanno scritti con interlinea 1,5, su una sola facciata, con pagine numerate progressivamente.
Nella prima pagina saranno indicati: il titolo, il nome (per esteso), il cognome degli autori, qualifiche
professionali ed Ente di appartenenza. Sempre nella prima pagina dovrà comparire il recapito
dell’autore (preferibile l’indirizzo di posta elettronica).
In particolare per la sezione “Approfondimenti” è consigliabile la presenza di un riassunto in italiano
e preferibilmente anche in inglese con relative parole chiave. Eventuali ringraziamenti saranno
posti alla fine dell’articolo prima della bibliografia. Le tabelle andranno citate in extenso nel testo e
con numeri arabi (ad es. tabella 1, figura 1, tutto minuscolo). Se si usano parole straniere è bene
ricordare che non si declina mai (ad es. caregiver e non caregivers).
La Bibliografia, secondo Vancouver Style, va inserita nell’ultima pagina e va numerata nell’ordine
con cui le singole voci vengono citate nel testo.
I richiami, nell’articolo, vanno in numerazione araba.
Per le riviste: Autori (cognome e iniziale del nome). Titolo dell’articolo. Titolo della rivista; anno e
dopo il punto e virgola (;) il volume. A seguito due punti (:) pagine. Non è obbligatorio indicare il
numero del fascicolo.
Ad esempio:
Storti M, Dal Santo P, Zanolin ME. A comparison study between two pain assessment scales for
hospitalized and cognitively impaired patients with advanced dementia. Prof Inferm 2008; 61:
210-5.
Per i libri: Autori (cognome e iniziale del nome). Titolo. Editore, città di edizione e anno di edizione.
2
EDITORIALE
VITA ASSOCIATIVA
EVENTI CULTURALI
FORMAZIONE
EVENTI ISTITUZIONALI
LIBRERIA
L’ ANGOLO GIURIDICO
RASSEGNA STAMPA
CONTRIBUTI
APPROFONDIMENTI
ISSN 1721-2456
Quadrimestrale,
Anno XIV Numero 1-2
Direttore responsabile
Gianmaria Fanchin
Redazione
Storti Matteo, Dal Degan Sonia,
Pegoraro Federico
c/o Collegio IPASVI di Vicenza
Responsabile editoriale
Collegio IPASVI di Vicenza
Viale Trieste 29/c – 36100 Vicenza
Tel. 0444 303313 Fax. 0444514311
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Archivio Ipasvi Vicenza
Formazione di base: quale futuro?
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È speciale essere infermieri
5
Giornata internazionale dell’infermiere
6
Eventi culturali e corsi ecm del 1° semestre 2013
11
Piano formativo 2° semestre
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Assemblea annuale
19
Fresco di lettura
25
Quesiti degli infermieri : Il consenso informato - la privacy
26
Rassegna stampa
28
Il cittadino scrive...
33
L’intervista: l’infermiere visto dai neolaureati
34
Questionnaire satisfaction customer
37
Riepilogo corsi
39
3
EDITORIALE
Formazione di base: quale futuro?
Cara/o collega,
in questo mio editoriale volevo cercare
di condividere alcune riflessioni rispetto
a quanto sta avvenendo a livello nazionale e che ricade ad effetto domino nella
nostra Regione che, come molte altre
cose, se non adeguatamente monitorato
e per quanto possibile gestito potrebbe
portare a delle conseguenze difficili da
recuperare.
Come probabilmente avrete appreso
dalla stampa locale alla fine di maggio,
l’Università degli Studi di Padova sembrava avesse deciso di non attivare per
l’AA 2013/2014 il primo anno del corso
di laurea in Infermieristica presso le sedi
staccate di Montecchio Precalcino e Portogruaro (prevedendone progressivamente la chiusura), sospendendo anche,
per un AA, l’attivazione del percorso nelle sedi di Conegliano e Feltre.
A seguito della presa di conoscenza del
fatto, è iniziata da subito un’azione di
analisi e intervento da parte del Coordinamento Regionale dei Collegi IPASVI
del Veneto, per cercare di comprendere
le motivazioni che stavano alla base di
tale scelta.
Tutto nasce dal recente Decreto Ministriale 47/2013 “di autovalutazione, accreditamento iniziale e periodico delle
sedi di studio e valutazione periodica”,
dove per inciso si fissano i requisiti minimi di qualità che le Università devono
rispettare per garantire attivi i percorsi di
studio; beninteso che è noto a tutti che
il cambiamento all’interno di una professione non lo si ottiene esclusivamente
con le modifiche della normativa, che
tuttavia rappresenta un binario entro il
quale il passaggio è obbligato.
Leggendo il Decreto Ministeriale alcuni
potrebbero trovare in questo la risposta
alla preoccupazione poc’anzi sollevata,
di ridefinizione dei requisiti minimi di qualità…in realtà non è proprio così.
Sempre secondo quanto emerso dalla stampa locale, risulterebbero alcune
ferme posizioni di docenti universitari
strutturati non più interessati a spostarsi nel territorio per funzioni didattiche, in
quanto non ben riconosciute le spese di
viaggio.
Di conseguenza, la mancata garanzia di
una certa numerosità di tali docenti nei
percorsi paralleli di laurea minerebbe la
loro stessa esistenza.
Semplice, quasi paradossalmente banale.
Su questo primo aspetto si innescano ulteriori riflessioni.
Come ormai noto, il nuovo PSSR Veneto colloca e valorizza la figura infermieristica in un contesto di cambiamento
epocale, indicando la necessità di progettazione ed implementazione di modelli organizzativi dell’assistenza che
non sono ancora stati pensati né tantomeno sperimentati (visti i tempi recenti
tempi di adozione del PPSR); pertanto
non è possibile prevedere, ad oggi, se
una potenziale riduzione di 225 posti/
anno (questo corrisponde al numero
complessivo per le 4 sedi didattiche) potrebbe rappresentare una scelta consapevole ma soprattutto sensata, alla luce
di un “sistema assistenza” che gioca le
sue ultime carte in un tavolo verde, dove
a rivestire la figura del croupier è esclusivamente il Decreto Ministeriale 47/2013.
Ancora, per non apparire completamente avulsi dalla realtà, tutti noi siamo consapevoli che oggi più che mai la situazione economica del mercato del lavoro ha
portato ad una carenza delle assunzioni
conseguente ad una forte riduzione (se
non blocco) del turn-over del personale in servizio presso tutte le tipologie di
struttre sanitarie e socio-sanitarie; infatti,
parecchi colleghi infermieri che hanno
terminato il percorso di studio negli ultimi
due anni sono in attesa ancor oggi di una
collocazione lavorativa).
Da tutto ciò premesso ne consegue
quindi che in presenza di un Decreto
Ministeriale, di un PSSR Veneto (in cui
tra l’altro si dà spazio al valore della formazione continua e avanzata in particolare per l’infermiere) e in presenza del
“blocco assunzioni”, ci porta inevitabilmente e necessariamente ad un urgente
confronto.Un confronto per perseguire
ad una mediazione che deve nascere
spontanea tra gli attori interessati, quali
l’Università, la Regione del Veneto e gli
Ordini di rappresentanza professionale.
Tutti verso un’unica stessa direzione: la
garanzia di un modello assistenziale efficace ed efficiente, garantito da professionisti preparati da strutture formative
di qualità, per il bene ultimo dei nostri
pazienti.
Alcuni piccoli risultati che mi pongono
fiducioso per il futuro sono già stati raggiunti: a seguito di immediate reazioni
alla notizia di sospensione/chiusura delle sedi effettuate dal Coordinamento Regionale IPASVI del Veneto (interrogazioni sia a livello di V^ Commissione presso
la Regione Veneto che a livello nazionale
mediante interrogazioni parlamentari), è
giunta formale notizia che verrà attivato il
primo anno di corso presso tutte le sedi
afferenti all’Università di Padova per il
2013/2014.
Questo non significa abbassare il livello di
guardia, anzi; la strategia necessaria da
sostenere è ESCLUSIVAMENTE quella
dell’attivazione in tempi rapidissimi di un
tavolo di lavoro composto da Università,
Regione Veneto e Rappresentanza Professionale degli infermieri, per una giusta
risoluzione della questione.
Confido in un costante sostegno, anche
da parte tua.
Un caro saluto.
a cura di
Federico Pegoraro
Presidente
4
È speciale essere infermieri.
12 maggio 2013 Giornata internazionale dell’infermiere.
gli operatori inseriti nel sistema
- la qualità sostenibile della risposta sanitaria
- il consenso dei cittadini.
Tra questi risulta importante la Qualità
della risposta sanitaria che deve essere
garantita con l’azione di migliaia di infermieri e attraverso una relazione umana e
professionale.
In questa logica diventa importante mantenere, sviluppare e incrementare le conoscenze, le competenze e la performance
ricorrendo all’attività formativa continua
in cui vengono utilizzati direttamente per
l’apprendimento i contesti, le occasioni di
lavoro e le competenze degli operatori impegnati nelle attività assistenziali.
12 maggio, un giorno come tanti altri, ma
per noi speciale. È la giornata internazionale dell’infermiere. Figura preziosa che
operosamente cura, assiste, educa, si relaziona e porta benessere con un sorriso
a tantissima gente, ogni giorno e in ogni
parte del mondo.
Ma siamo invisibili o meglio: decisamente
meno visibili rispetto ad altre figure sanitarie.
Eppure, senza il costante impegno degli infermieri, il diritto alla salute per ogni
cittadino sarebbe limitato. Verrebbe a
mancare la componente assistenziale
della cura intesa come “prendersi cura” .
Perché la prescrizione della terapia deve
essere accompagnata anche dalla mano,
ma soprattutto dal cuore e dalla testa di
chi la somministra e partecipa così attivamente al processo di guarigione. Una
figura assolutamente indispensabile.
Sono previsti grandi cambiamenti dal recente piano socio sanitario: gli ospedali
diverranno sempre più piccoli, le persone
proveranno nuove forme di assistenza
sanitaria nelle loro case, nei distretti, negli ambulatori distribuiti nel territorio e si
avvarranno sempre più degli infermieri.
Diventerà un rapporto sempre più stretto
volto a coniugare scienza e coscienza.
Nel contesto del servizio sanitario nazionale e, in modo più estensivo nell’assistenza alla persona, si sta assistendo ad
una significativa evoluzione delle componenti sia organizzative che assistenziali.
Ciò accade conseguentemente all’aumento dell’età media della popolazione
con fragilità e all’aumento delle malattie
cronico-degenerative, a cui si associa la
costante e profonda evoluzione scientifica
e tecnologica.
La professione infermieristica da tempo
ha dato vita ad un profondo processo di
rinnovamento, a partire dalla formazione,
per adeguarsi alle esigenze dello sviluppo
sociale, scientifico e tecnologico. Il tutto
attraverso definiti percorsi universitari che
prevedono il raggiungimento di una laurea
triennale, quinquennale e master di specializzazione.
La giornata dell’infermiere diviene così
un’occasione per incontrare il cittadino e
condividere i comuni obiettivi.
L’alleanza con il cittadino è l’elemento che
caratterizza il nostro agire quotidiano, nella consapevolezza che questa unione sia
determinante per consentire al sistema
sanitario italiano di continuare a garantire
prestazioni e servizi.
Il nostro è, e deve essere, un impegno
fondato su solidi valori deontologici e su
una diffusa assunzione di responsabilità,
a cui è doveroso che corrispondano un
adeguato riconoscimento professionale
e la valorizzazione dell’immagine sociale-
Per i cittadini
Domenica 12 maggio abbiamo scelto di
stare tra la gente in Piazza Montevecchio
a Bassano del Grappa, dalle ore 15.00
– 19.00 per farci conoscere come professionisti, ma soprattutto per cercare un
rapporto di maggior vicinanza con la popolazione attraverso interventi, informazione ed educazione su aspetti importanti
legati alla salute come:
- L’angolo dei bambini per la promozione
della corretta alimentazione;
- L’angolo dell’adulto per la prevenzione
delle patologie croniche;
- L’angolo dell’emergenza per spiegare
il corretto utilizzo del Servizio 118 e del
Pronto Soccorso.
Si è voluto pensare anche ad un momento
“divertente” con i nostri assistiti più piccini.
Un momento di simpatica riflessione su
come veniamo visti attraverso i loro occhi.
Gli abbiamo quindi chiesto di disegnare
un infermiere, fornendo carta e colori.
Raccolti tutti i disegni ne sono stati scelti
tre tra i più carini premiandone i rispettivi
autori.
Per gli infermieri
Pensando alle prossime sfide che dovranno essere affrontate, nell’immediato
futuro, dal Sistema sanitario (sostenibilità,
equità, appropriatezza, efficacia, efficienza, consenso) per gli infermieri di Vicenza
abbiamo deciso di affrontare alcuni nodi
problematici per concorrere al raggiungimento di tali obiettivi:
- la valorizzazione dei professionisti e de-
5
Pur considerando i vincoli espressi dalla
Commissione Nazionale ECM che ha
reso obbligatoria la formazione continua,
il collegio IPASVI di Vicenza ha da sempre posto un grande valore alla formazione e aggiornamento.
Per tal fine è stato proposto un corso residenziale teorico-pratico per apprendere
come fare formazione a distanza FAD e
potersi aggiornare direttamente da casa,
senza costi per il partecipante.
Sabato 11 maggio a Bassano del Grappa,
presso la sede dell’ULSS 3, si è svolta la
prima edizione del corso. Qui i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere
come accedere al sistema Fad sul portale della Federazione IPASVI attivando la
registrazione (account: ID e password) in
modo poi da poter individuare e scegliere le proposte formative FAD e rendersi
autonomi nel raggiungimento del proprio
aggiornamento professionale.
(visita il sito www.vicenzaipasvi.it )
a
cura di
Gianmaria Fanchin
Vice Presidente
VITA ASSOCIATIVA
GIORNATA INTERNAZIONALE
DELL’INFERMIERE
Il 12 maggio 2013
a Bassano del Grappa in pizza
Montevecchio un gruppo di infermieri neolaureati, senior, consiglieri
e molti studenti del corso di laurea
infermieristica per festeggiare la
giornata internazionale dell’infermiere sono stati tra la gente per
promuovere la salute.
Tre sono state le proposte di salute
ed educazione sanitaria al cittadino
e una proposta ricreativa per i più
piccoli.
a cura di Sonia Dal Degan
Tesoriere
L’ANGOLO DELL’EMERGENZA
Tre infermieri delle Unità operative di Urgenza ed emergenza hanno presentato alla cittadinanza il soccorso in
un arresto cardiaco e il soccorso ad un bambino con ostruzione completa delle vie aeree.
5 colpi interscapolari
6
7
L’ANGOLO DEL BAMBINO
e la promozione della CORRETTA ALIMENTAZIONE
8
9
L’ANGOLO DELL’ ADULTO
LA PREVENZIONE e la CURA delle PATOLOGIE CRONICHE
EVENTI CULTURALI
Corsi ECM del 1°semestre 2013
a cura di Sonia Dal Degan
Tesoriere
Parlare di invecchiamento significa non solo ridurre quei fattori che ne accelerano il processo, ma considerare
l’importanza che assume la qualità della vita. E’ essenziale invecchiare bene pertanto diventa opportuno considerare le seguenti “Cinque regole fondamentali”
Mangiare cibi sani (favorire la dieta
mediterranea, aumentare il consumo
di frutta, verdura e cereali che
contengono acqua, sali minerali,
vitamine e antiossidanti).
Fare attività fisica perché aiuta a
controllare il peso, riducendo i rischi
per l’obesità (sarebbe auspicabile
fare 30 minuti di passeggiata
giornaliera).
Garantire un sufficiente riposo
giornaliero (è importante garantire
qualità al riposo assicurando di
dormire almeno 7-8 ore al giorno).
è importante condividere queste
regole con il proprio medico in
quanto rappresentano azioni
generali che dovranno essere
adattate ad ogni singola persona.
Il nuovo Piano Socio Sanitario della Regione Veneto 2012-2016
In occasione della consueta Assemblea Annuale degli iscritti Ipasvi di Vicenza tenutasi il 7 marzo
2013 presso il Polo Universitario
di Montecchio Precalcino, Luigino Schiavon Presidente del Coordinamento dei Collegi IPASVI
del Veneto, ha presentato:
il nuovo Piano Socio Sanitario
della Regione Veneto
2012-2016
Per la sintesi dei corsi effettuati nel 2012 e 2013 sul nuovo
PSSR, visitate il materiale presente all’interno del sito:
www.vicenzaipasvi.it
1° semestre
Mantenere attivi il corpo e la mente
(coltivare i propri hobby, interessi,
leggere, ecc.).
Venezia, venerdì 6 luglio 2012
Quarta edizione di A Spasso con …. “Tesi”
Secondo quanto contenuto nelle
Linee guida per la prova finale dei
Corsi di Laurea afferenti alle classi delle professioni sanitarie (DIM
19 febbraio 2009) avente valore
di esame di Stato abilitante all’esercizio professionale approvate
dalla Giunta delle Conferenze CL/
CLM lauree sanitarie, a Portonovo il 13 settembre 2012, la Commissione per la prova finale deve
essere composta da non meno di
7 e non più di 11 membri, nominati
dal Magnifico Rettore su proposta
del Consiglio di Corso di laurea
e comprende almeno 2 membri
designati dal Collegio professionale. I componenti del Consiglio
IPASVI sono infatti chiamati quali
Commissari d’Esame di Laurea
ed ogni edizione si assiste alla
dissertazione della tesi, elaborati
sempre moplto interessanti che il
Collegio IPASVI far conoscere a
tutti gli iscritti attraverso il progetto
10
REPUBBLICA ITALIANA
BOLLETTINO UFFICIALE
REGIONE VENETO
A spasso con …. “Tesi” che anche quest’anno ha visto premiati
2 elaborati:
- Il massaggio infantile:
benefici nel neonato prematuro
e nel bambino nato a termine
di Fiorentin Lara
- Identificare gli eventi avversi
aon Global Trigger Tool:
l’esperienza dell’Azienda Sanitaria ULSS 3 di Bassano
del Grappa di Tovo Michela
Per il prossimo bando e per il regolamento visitate il sito del Collegio www.vicenzaipasvi.it nell’area Pubblicazioni – Tesi, potrete
trovare anche i testi delle tesi premiate; in sede del Collegio sono
disponibili i testi di alcune tesi discusse negli anni accademici
11
”DAY SURGERY”
coordinare senza prevaricare
1 MARZO 2013 VICENZA
In collaborazione con Coordinamento Nazionale Caposala e
Coordinatori di Vicenza il 1
marzo 2013 è stato proposto un
evento formativo che ha coinvolto
diverse figure sanitarie con fun-
1° semestre
PREMESSA
Riflettere sul ruolo del Coordinatore,
ricercare un equilibrio sostenibile tra l’efficienza e l’efficacia
non è sempre facile.
Costruire modalità di approccio
che consentano di raggiungere
gli obiettivi e di mantenere relazioni significative e positive
rappresenta la finalità di questo
momento formativo.
E’ importante fornire stimoli e
confrontare strategie comuni
per costruire insieme una progettualità all’insegna della appropriatezza.
OBIETTIVI
• Sostenere la coesione del
gruppo di lavoro, valorizzando
le individualità e mantenendo
l’equità
• Orientare e confrontare strategie che consentano di conciliare gli interessi aziendali e
quelli personali e del gruppo,
con riferimento al sistema valoriale
• Migliorare la relazione interpersonale nell’ottica di una
soddisfacente collaborazione
zioni di Coordinatore delle Professioni sanitarie. Una tematica
interessante che ha riguardato il
sapere dire no dei coordinatori;
hanno partecipato attivamente diversi profili di Coordinatore come
PROGRAMMA
Ore 8,00
Registrazione dei partecipanti
Ore 8,30
Saluto delle autorità
Apertura dei lavori
A.F.D I.I.D De Togni Maria Gabriella
Presidente CNC Nazionale
Dott. Meggiolaro Maria Margherita
Presidente CNC Vicenza
Dott. Pegoraro Federico
Presidente Collegio IPASVI Vicenza
Ore 9.00 SAPER DIRE NO:
AGIRE UN POTERE/RESPONSABILITÀ
AVENDO CURA DELLE RELAZIONI
Ore 9,30 ESERCITAZIONE
i Fisioterapisti, i Tecnici di Radiologia, i Tecnici di Laboratorio, le
Ostetriche e lo scambio è stato
utile e proficuo.
Il 25 maggio 2013 a Noventa Vicentina è stato patrocinato il Corso di aggiornamento Day Surgery
Day – “Da un ospedale senza dolore a una casa senza dolore” alcuni consiglieri hanno contribuito
alla realizzazione del corso relazionando sulla tematica dell’assistenza domiciliare post-operatoria.
Il Dolore acuto dopo un intervento chirurgico rappresenta ancora
il principale problema da risolvere per la Day Surgery.
Numerose
evidenze dimostrano come oltre il
50% dei pazienti trattati chirurgicamente definiscono l’esperienza
chirurgica dolorosa, in particolare
1° semestre
“SAPER DIRE NO E SALVARE IL GRUPPO”
si
evince che anche procedure
chirurgiche poco invasive possono causare dolori
di intensità
elevata e prolungata.
Scopo di
questo evento formativo è cercare di trovare risposte al problema
sopraesposto che si avvantaggerà non solo di terapie farmacologiche multimodali, ma anche
da un approccio multidisciplinare e culturale che vede coinvolte
più figure professionali.
Un altro
obiettivo del corso “Day Surgery
Day” è anche quello di mettere a
confronto alcune tra le tecniche
chirurgiche più diffuse, per il trattamento delle
emorroidi e delle
varici.
L’obiettivo è arrivare ad un
Ore 10,00 VIDEOPROIEZIONE
Ore 10.30 DISCUSSIONE
0re 11.00 coffee - break
Ore 11.30 STRATEGIE PER: CREARE,
CAMBIARE, PROTEGGERSI
Ore 12.00 ESERCITAZIONE
Ore 13.00 DIBATTITO
Compilazione questionari ECM
Conclusione dei lavori
Ore 14.00 Ligth – lunch
RELATORE
DOTT. GIOSUE’ DE CARLI:
formatore nell’area dello sviluppo delle risorse umane professional coach
12
13
nuovo concetto:
Da un “Ospedale
senza dolore” a una “Casa senza
dolore”
FORMAZIONE
“Appropriatezza delle cure”
“Strategie per lo sviluppo delle
competenze educative e relazionali”
Ministero della Salute in collaborazione con IPASVI e
FNOMCeO
Il buon funzionamento dei sistemi sanitari tradotto in termini di
efficacia, efficienza e equità e la loro tenuta, sempre più spesso, si rapporta alla capacità di determinare e identificare le
cure necessarie, minimizzando fenomeni di inappropriatezza.
La responsabilità di tutelare il Ssn, pone, infatti, la necessità di
focalizzare alcune priorità tra cui la valutazione dell’efficacia,
la riorganizzazione delle modalità e dei setting di erogazione
delle cure, la realizzazione di meccanismi di integrazione e
coordinamento ai vari livelli del sistema, nonché la continua
interazione con la collettività e la partecipazione attiva dei pazienti. L’aumento dei costi sanitari, inoltre, contestualmente
all’esigenza di promuovere qualità e sicurezza, colloca la valutazione dell’appropriatezza al centro delle politiche sanitarie.
Il presente corso si pone come supporto agli operatori sanitari
per approfondire le proprie conoscenze sul tema dell’appropriatezza clinica ed organizzativa.
10,5 crediti ECM
Validità del corso dal 15 Aprile 2013 al
15 Aprile 2014
Corso accreditato per Infermieri
Infermieri Pediatrici – Assistenti Sanitari
2°
2°semestre
semestre
PRESENTAZIONE
Il corso, elaborato in collaborazione con il Collegio IPASVI di
Rovigo, sarà gratuito per gli iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza, grazie alla compartecipazione economica garantita dal
Collegio stesso.
Il ruolo educativo e relazionale dell’infermiere si propone di
aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia ed il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del
proprio stato di salute e a conservare e migliorare la propria
qualità di vita.
L’infermiere è un professionista che svolge un ruolo chiave
nel processo educativo – assistenziale; infatti nel profilo professionale (D.M. 739/94) si cita testualmente, al comma 2
dell’Art. 1: “L’assistenza infermieristica preventiva, curativa,
palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie,
l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria”.
In molte realtà il ruolo educativo dell’infermiere è spesso sottovalutato, perché viene dato maggiore risalto all’aspetto “tecnicistico”. Spesso la carenza di risorse sia umane, economiche
e i carichi di lavoro sono tali da obbligare a lavorare con tempi
ristretti, tralasciando la componente informativa e formativa.
Validità fino al 30 settembre 2013
CORSO GRATUITO crediti ECM 15
Come accedere al corso
Chi non si fosse ancora registrato alla piattaforma per accedere al corso deve farlo, passando prima dal sito dell’IPASVI
www.ipasvi.it/fnomceo ; quindi si riceverà una password per
accedere direttamente alla piattaforma FadInMed.
Chi avesse già affrontato il corso sull’RCA o sull’Audit clinico
può accedere al nuovo corso collegandosi direttamente alla
piattaforma (www.fadinmed.it).
Il presente corso di formazione si propone di:
- far acquisire conoscenze sul ruolo educativo e relazionale
dell’infermiere in alcuni contesti operativi
- fare conoscere le principali strategie che contribuiscono
allo sviluppo di competenze educative e relazionali in un ottica
di presa in carico del paziente e miglioramento dell’assistenza
infermieristica
iscrizioni attraverso www.ipasvirovigo.it
PROPOSTE DALLA FNC
Piano formativo
PREMESSA
Le sfide che dovranno essere affrontate
nell’immediato futuro dal Sistema sanitario (sostenibilità, equità, appropriatezza,
efficacia, efficienza, consenso) inducono
ad affrontare alcuni nodi problematici al
fine di contemperare il raggiungimento
degli obiettivi di sistema indicati nel PSN
quali: la valorizzazione dei professionisti
e degli operatori inseriti nel sistema, la
qualità sostenibile della risposta sanitaria
e il consenso dei cittadini.
Uno dei più significativi determinanti del
buon andamento/qualità dei servizi sanitari e socio sanitari è costituito dall’insieme dei professionisti sanitari che rappresentano non solo l’interfaccia tra il
sistema e i cittadini ma anche l’elemento
di realizzazione della qualità della risposta, dell’efficienza/appropriatezza dei
processi e dei percorsi di cura ed assistenza, dell’efficacia della relazione umana e professionale.
In questa logica Il processo finalizzato a
sviluppare e incrementare le conoscenze,
le competenze e la performance dei professionisti della Sanità ricorre all’attività
formativa continua in cui vengono utilizzati direttamente per l’apprendimento i
contesti, le occasioni di lavoro e le competenze degli operatori impegnati nelle
attività assistenziali.
La Commissione Nazionale ECM stabilisce che nel triennio 2011 – 2013 devono
essere raggiunti da parte dei professionisti sanitari 150 crediti formativi (ECM),
con un minimo di 25 e un massimo di 75
per anno e di riportare dal precedente
triennio, 2008 – 2010, fino ad un massimo di 45 crediti.
Tra le diverse possibilità di aggiornamento il sistema di formazione a distanza, denominato FAD, offre la possibilità di poter-
14
2° semestre 2013
Governo clinico: l’aggiornamento professionale mediante metodologie innovative (FAD)
per la garanzia della qualità dell’assistenza
2° semestre
Opportunità formative gratuite
si aggiornare e quindi di maturare i crediti
ECM, accedendo a corsi di on-line con
un PC direttamente da casa ogni qualvolta vi sia la possibilità di tempo e senza
costi per il partecipante. Recentemente
la FNC Ipasvi ha ottenuto l’eliminazione
del criterio che vincolava gli infermieri ad
acquisire non oltre il 60% del monte dei
crediti triennali ottenibili attraverso percorsi FAD.
NUMERO TOTALE PARTECIPANTI
max 100 partecipanti per edizione.
Obiettivi educativi
al termine del corso il discente deve essere in grado di:
Dott. Federico Pegoraro,
Presidente Collegio IPASVI Vicenza
1. Conoscere come accedere al sistema
Fad sul portale della Federazione IPASVI
e attivare la registrazione (account: ID e
password)
2. Individuare e scegliere le proposte formative FAD
3. Acquisire il materiale didattico disponibile on - line
4. Conoscere i contenuti teorici previsti
per il corso FAD: Governo clinico: innovazioni, monitoraggio performance cliniche,
formazione,
5. Rispondere ai quesiti previsti per il
corso FAD: Governo clinico: innovazioni,
monitoraggio performance cliniche, formazione,
6. Utilizzare in autonomia il sistema FAD
per il proprio aggiornamento professionale.
Relatori e docente
DOCENTI
Dott. Gianmaria Fanchin,
VicePresidente Collegio IPASVI Vicenza
Dott.ssa Stefania Rossi,
Consigliere Collegio IPASVI Vicenza
Dott.ssa Sonia Dal Degan,
Tesoriere Collegio IPASVI Vicenza
Dott.ssa Sonia Cappozzo,
Consigliere Collegio IPASVI Vicenza
OBIETTIVO FORMATIVO NAZIONALE
ED AREE DI RIFERIMENTO.
Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie
STRUMENTI PER LA VERIFICA
DELL’APPRENDIMENTO
Questionario
MATERIALE DIDATTICO
Copia cartacea o su CD con delle diapositive delle relazioni
DESTINATARI
Infermieri, Infermieri Pediatrici e Assistenti Sanitari.
SEDE
DATA
ORARIO
Montecchio Precalcino Polo Universitario
12 ottobre 2013
8.30 - 14.00
Vicenza Aula Onza Polo Didattico
26 ottobre 2013
8.30 -14.00
Montecchio Sala Civica Corte delle Filande
9 novembre 2013
8.30 -14.00
15
Durata, date e sedi
Durata: 4 ore
Per le date e sedi vedi calendario pubblicato in www.vicenzaipasvi.it e
www.sinergiaesviluppo.it
Responsabile scientifico
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
www.sinergiaesviluppo.it
MODALITA’ PER LA VERIFICA DELLA
PRESENZA
Firma all’ingresso ed all’uscita + modulo
nominativo di valutazione dell’evento
COSTI
10€ per gli iscritti al Collegio IPASVI di
Vicenza, 20€ per i non iscritti
a cura di
Sonia Dal Degan
Tesoriere
visita il sito
www.vicenzaipasvi.it
e per le iscrizioni
www.sinergiaesviluppo.it
Corso base
sull’evidence-based practice (EBP)
Obiettivi formativi
L’evento è coerente con il seguente obiettivo formativo nazionale di Educazione
Continua in Medicina: “Applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle
procedure dell’evidence-based practice
(EBM, EBN, EBP)”.
Obiettivi formativi specifici
• Acquisire conoscenze teoriche in merito
alla filosofia EBP.
• Acquisire le basi necessarie per costruire una strategia di ricerca nella letteratura
biomedica disponibile in rete.
• Acquisire le conoscenze sulla struttura
di una pubblicazione scientifica.
• Condurre una breve ricerca sulle banche dati di PubMed e
CINAHL.
Responsabile scientifico
Federico Pegoraro, Presidente del
Collegio IPASVI di Vicenza.
Docenti.
Cappozzo Sonia, infermiera ULSS 3
“Bassano del Grappa”
Barreto Leila, infermiera ULSS 5
“Ovest Vicentino”
Maron Lucia, infermiera ULSS 6
“Vicenza”
Storti Matteo, infermiere ULSS 5
“Ovest Vicentino”
Durata del corso.
Ogni edizione si svolge in
4 ore e 30 minuti.
Materiale didattico.
Copia cartacea o su CD con sintesi delle
relazioni.
Numero dei partecipanti.
100 massimo.
Destinatari.
Professionisti sanitari iscritti al Collegio
IPASVI di Vicenza.
L’Associazione Aikido Wago Dojo
Costi
10 euro ad ogni iscritto del
Collegio IPASVI di Vicenza.
Per i partecipanti non iscritti al
Collegio IPASVI di Vicenza
il costo è di 20 euro.
Valutazione
La valutazione sarà effettuata attraverso
una prova scritta.
Programma:
Ore 13.30 : Introduzione dell’EBP, ge-
rarchie delle evidenze, competenze
nell’identificazione dei problemi fino
alla formulazione di un quesito clinico. Gli operatori booleani
Ore 16.15 : Sezioni fondamentali di un
articolo scientifico ed utilizzo di strumenti di valutazione critica.
Ore 17.00 : Presentazione delle banche dati PubMed e CINAHL (tramite
sito della Federazione IPASVI).
per le iscrizioni visita il sito
www.vicenzaipasvi.it
a cura di Matteo Storti
Consigliere
Calendario.
N. edizione
giorno
orario
sede
Ed. 0
Venerdì 04/10/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 1
Venerdì 25/10/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 2
Venerdì 15/11/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 3
Venerdì 29/11/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 4
Venerdì 13/12/2013
13:30-18:00
Da individuare
16
La nostra associazione denominata
A.S.D. Wago Dojo che pratica e sviluppa
l’arte marziale dell’Aikido,sta creando un
evento presso il Comune di Cornedo dedicato allo scomparso Maestro Giampietro
Savegnago. In concomitanza con lo stesso evento, abbiamo deciso assieme ad
altre importanti associazioni di volontari,
di organizzare alcune giornate itineranti
allo scopo di diffondere la cultura della
donazione del sangue, degli organi, del
midollo osseo, e in generale quella della salute. Il Maestro di Aikido Giampietro
Savegnago, famoso in tutto il mondo,subì
qualche anno fa un grave incidente stradale, in conseguenza a questo fatto diventò molto sensibile a problemi concernenti la salute pubblica,tanto che accettò
di fare da testimonial per gruppi di donatori di sangue,tra i quali quello della Polonia.Questo è il motivo che ci ha spinto
come associazione ad abbinare il nostro
evento sportivo con alcune iniziative atte
a sviluppare la cultura della salute pubblica. Nelle giornate del 23-25-27 luglio,
2°2°semestre
semestre
2° semestre
Premessa
Nel corso degli ultimi anni, la comunità scientifica internazionale ha assistito
all’affermazione rapida dell’Evicence-based practice per rispondere sia ai propri
quesiti clinici sia all’appropriatezza e la
qualità delle decisioni professionali. Ad
oggi è riconosciuto che gli strumenti ed
i metodi della EBP (ricerca delle informazioni scientifiche, la loro valutazione
critica ed integrazione nelle decisioni
clinico-assistenziali) devono essere parte
integrante del “sapere” di ogni professionista.
Allo stesso tempo l’accessibilità alle informazioni diffuse da internet richiedono
competenze specifiche e costantemente
aggiornate nella selezione dei documenti
scientifici. Per tale motivo la Federazione Nazionale IPASVI offre a tutti i propri
iscritti la possibilità di consultare gratuitamente CINAHL PLUS with Full Text, strumento fondamentale per la formazione, la
ricerca e l’aggiornamento degli infermieri.
Grazie a questa iniziativa nasce l’esigenza di diffondere, fra i professionisti, una
base essenziale della metodologia EBP.
con il patrocinio di:
un autobus appartenente all’associazione dei donatori di sangue della Polonia
(Krewniacy) sarà parcheggiato nelle
piazze di Cereda di Cornedo, di Recoaro
Terme e Cornedo Vicentino,allo scopo di
sensibilizzare le persone a questi importanti temi. l’autobus dei donatori di sangue polacchi è una struttura avveniristica
costruita come un vero e proprio ambulatorio viaggiante attrezzato per la donazione. Il Maestro Savegnago fu legato da
una lunga amicizia al presidente della sudetta associazione,Marcin Velinov ,che
è egli stesso un importante Maestro di
aikido,ed è grazie a questa comunanza
di interessi e valori che abbiamo deciso
di collaborare tutti insieme per sostenere
questa iniziativa. Il bus ospiterà un gruppo di infermieri del Collegio IPASVI di Vicenza, i quali saranno a disposizione per
la rilevazione gratuita di alcuni parametri
come la Pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la Glicemia, la saturazione
del sangue.
Aikido summer camp
”Sensei Piero Savegnago”
22/28 luglio, Piazza Sant Andrea, Cereda
(Cornedo Vicentino)
L’Associazione Aikido Wago Dojo e l’Associazione Aikido Kobayashi Ryu ,con il patrocinio
del Comune di Cornedo Vicentino, hanno deciso di organizzare un campo estivo nella bella
cornice collinare della località di Cereda.Questo incontro di una settimana sarà l’occasione
per poter condividere le nostre esperienze,
ma anche per consolidare o allacciare nuove
amicizie. Come tutti sappiamo il Maestro Savegnago amava molto insegnare,e dopo la
pratica dell’Aikido si intratteneva volentieri con
tutti noi in indimenticabili momenti conviviali.
Ed è proprio per ricordare questi bei momenti
passati assieme ma anche per ringraziarlo per
gli importanti insegnamenti ricevuti che abbiamo scelto di dare il suo nome all’Aikido Camp.
Grazie Maestro
per info visita il sito
www.vicenzaipasvi.it
Settembre il Mese Mondiale Alzheimer
con il patrocinio di:
21 settembre 2013 XX Giornata Mondiale Alzheimer
Alzheimer: una strada da fare insieme
“Ognuno di noi cambia e cresce continuamente, ma se scegliamo di restare in
contatto con gli altri mentre ciò avviene
durante il viaggio della malattia impareremo tutti qualcosa su noi stessi, sulle relazioni e anche sul significato della vita.”
John Zeisel
Proposte culturali, eventi, esperienze, riflessioni, dibattiti, percorsi
VICENZA –– BARBARANO VICENTINO
–– BOLZANO VICENTINO –– CALDOGNO
CAMISANO VICENTINO –– CREAZZO
–– SOSSANO –– NOVENTA VICENTINA
7 settembre – 4 ottobre
Presentazione
Con l’obiettivo di fornire le risposte necessarie per la presa in carico del malato
di Alzheimer e della sua famiglia, a partire dal 2006 è stato possibile attivare, prima nella città di Vicenza e poi dal 2011 su
tutto il territorio dell’Azienda ULSS n° 6
“Vicenza” il Progetto “Polo Assistenziale
Alzheimer” reso possibile dalla collaborazione tra l’Azienda ULSS n° 6, il Comune
di Vicenza e l’IPAB di Vicenza e soste-
nuto da un generoso finanziamento della
Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona1
Base del progetto è l’idea dell’integrazione, da realizzarsi a tutti i livelli di presa
in carico e di intervento; solo attraverso
il lavorare insieme, operatori dei servizi
socio- sanitari di diversi servizi, realtà
associative e volontariato, è possibile
avvicinarsi alla complessità della malattia
e fornire al malato e al caregiver l’attivazione di tutti i soggetti di ”supporto” di cui
hanno bisogno.
Tuttavia, accanto all’attività di supporto
e di sostegno ai servizi ed agli operatori
rese possibili con il Progetto Alzheimer, a
partire dallo scorso anno abbiamo compreso l’importanza di promuovere iniziative ed eventi di sensibilizzazione e di
informazione rivolti alla cittadinanza.
Infatti, come riporta il Rapporto Mondiale
Alzheimer annuale, lo stigma e l’esclusione sociale sono i principali ostacoli per le
persone con demenza e coloro che le
assistono:
- quasi una persona con demenza su
quattro nasconde la propria diagnosi a
causa dello stigma che circonda la ma-
17
lattia;
- il 40% dei malati riferisce di non sentirsi
accettato nella vita di tutti i giorni;
- sia i malati sia i familiari ammettono di
aver rinunciato a stringere relazioni sociali a causa delle difficoltà incontrate;
- istruzione, informazione e sensibilizzazione sono priorità per ridurre lo stigma
legato alla demenza.
Pertanto, in occasione delle celebrazioni
per il 2° Mese Alzheimer e la 20° giornata Mondiale dell’Alzheimer, siamo lieti di
presentare la seguente ricca programmazione di eventi, di occasioni e di momenti per avvicinare i cittadini, facilitare
la trasmissione delle informazioni utili e
cercare di ridurre quella distanza sociorelazionale che aggrava ulteriormente la
situazione – già di per sé difficile – vissuta dal malato e dalla sua famiglia.
L’intento è quello di promuovere e favorire una comunità che sia in grado di
comprendere questo vasto fenomeno per
essere di aiuto, accanto ai servizi sociali
e sanitari e rendere migliore la qualità di
vita dei malati e delle loro famiglie.
EVENTI ISTUTIZIONALI
11 Congresso Nazionale dei Caposala Coordinatori Infermieristici
L’incertezza è la caratteristica che contraddistingue la contemporaneità e le
organizzazioni diventano esse stesse
fonti generative di ansia: ai coordinatori vengono richieste nuove modalità di
pensarsi, di vivere, di agire e di elaborare l’incertezza all’interno di processi relazionali di apprendimento continuo.
Sulla base di tali considerazioni, il Congresso intende affrontare la tematica del
cambiamento con duplice sguardo: da
un lato, i cambiamenti che sono già in
atto, quelli che si stanno realizzando con
grande rapidità nel mondo della salute,
e il bisogno, da parte dei Coordinatori,
di comprenderne la direzione e le dinamiche; dall’altro, l’inquietudine che provoca il nuovo e particolarmente il non
conosciuto, e le competenze personali
e collettive che possono consentire ai
Coordinatori di attivarsi per gestire e per
incidere positivamente sul cambiamento
affinché sia realmente mirato all’efficacia
assistenziale.
OBIETTIVI
• Identificare le caratteristiche degli attuali contesti della cura che interrogano
il Coordinatore rispetto all’evoluzione del
suo ruolo;
• Individuare gli aspetti del reale che consentono uno sguardo nuovo e di attivare
risorse personali e collettive per rispondere in modo professionale e contestualizzato;
• Riconoscere le responsabilità del Coordinatore nel promuovere l’efficacia assistenziale nelle sue diverse dimensioni;
• Acquisire consapevolezza che il contesto attuale richiede al Coordinatore,
molto più di ieri, una partecipazione attiva ai diversi livelli per garantire esiti assistenziali migliori possibili e motivazione
professionale;
• Riconoscere e superare la comprensibile preoccupazione a fronte di cambiamenti epocali che comportano approcci
difficili, complessi e rischiosi attivando
relazioni positive con collaboratori e istituzioni.
degli ISCRITTI IPASVI di Vicenza 2013
Il giorno 7 marzo 2013 alle ore 13.00, presso il Centro Servizi di Montecchio Precalcino (VI), si è svolta in seconda istanza,
in ottemperanza al D.P.R. n. 221 del 5
aprile 1950, l’Assemblea Annuale Ordinaria degli iscritti per presentare il bilancio
consuntivo 2012, il bilancio di previsione
per l’anno 2013 ed esporre i progetti, gli
obiettivi e le attività svolte dal Collegio
IPASVI di Vicenza. La scelta della sede è
stata fatta per dare modo ai colleghi sparsi nella provincia di Vicenza di partecipare
e dare maggiore capillarità alla presenza
del collegio nel territorio di competenza,
Sono iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza
circa 5200 infermieri, l’assemblea aperta
a tutti, ha visto coinvolto il Consiglio Direttivo quasi al completo, 13 consiglieri
ed i revisori dei conti, il cui presidente,
Giampietro Dal Cengio, ha presentato
il rapporto dei relativi bilanci sulla scorta
delle osservazioni scaturite dalla riunione
del consiglio dei revisori tenutosi lo scorso febbraio 2013. L’attività istituzionale
nell’anno 2012 è consistita in 21 Consigli
Direttivi, 10 convocazioni del Coordinamento Regionale e 6 Consigli Nazionali.
Il tema trasversale del Collegio IPASVI di
Vicenza è stato quello di dare massima
condivisione fra tutti i consiglieri alle attività che coinvolgono il Collegio, nel rispetto
dei ruoli delle cariche istituzionali previste
per legge.
Con l’ausilio di audiovisivi, il Presidente
Federico Pegoraro, ha presentato all’assemblea le attività svolte dal collegio definendo gli obiettivi a breve e a lungo termine che il Consiglio Direttivo si è proposto
di raggiungere.
2° semestre
Lo scenario su cui si collocano le organizzazioni sanitarie attuali, si caratterizza
per alcuni elementi che richiedono nuovi
strumenti di lettura e una profonda revisione culturale.
In un ambiente esterno relativamente
stabile e con la chiara formalizzazione
dei modelli e delle regole di funzionamento, l’esercizio del ruolo di coordinamento era connotato da maggior certezza: razionalità delle scelte, pianificazione
a lungo termine, linearità dell’azione, relativa semplicità ed efficacia dei meccanismi di controllo, contribuivano al senso
di efficacia professionale.
Oggi, alla maggior libertà individuale,
apparentemente consentita ai singoli, si
accompagna ambiguità ed una diffusa
insicurezza.
ASSEMBLEA ANNUALE
18
OBBIETTIVI 2013
Il presidente ha presentato all’assemblea
le attività previste per l’anno 2013.
L’attenzione per quest’anno è incentrata sulla riorganizzazione della segreteria
del collegio con un concorso pubblico per
l’assunzione di personale amministrativo
per potenziare l’attività di segreteria che
stiamo organizzando in tutta la sua complessità con l’aiuto di un professionista
esperto nel settore del pubblico impiego
per dare seguito alla procedura di concorso.
Recentemente è stato istituito un gruppo
di lavoro designato a promuovere l’immagine dell’infermiere e a collaborare con
l’Università di Verona sulla costruzione
dell’esame finale al Corso di Laurea Infermieristica, sulla base di quanto previsto
dalla normativa sul ruolo dei rappresentanti dei collegio in sede di esame.
Sono in previsione degli incontri con i nuovi Direttori Generali delle Aziende ULSS
recentemente insediati, che mira a instaurare una rete per favorire la valorizzazione
della risorsa infermieristica nelle aziende.
Un altro obiettivo sarà quello di consolidare e rinforzare la comunicazione con
l’esterno e verso gli iscritti ed un foglio notizie sull’esito del sondaggio sull’informazione on-line con contenuti più snelli ma
capillari. La collaborazione con un giornalista è oramai considerata una priorità che
vedremo di realizzare in questo biennio
di mandato istituzionale per dare visibilità
alle attività svolte dal collegio attraverso il
sito Internet istituzionale, la rivista “Infermieri Informati” e la gestione della comunicazione con la cittadinanza per mezzo
dei quotidiani.
Un altro obiettivo, considerato sempre
più importante e previsto fra i compiti del
collegio, è stato quello di fornire all’iscritto
risposte ai quesiti legali legati all’esercizio
della professione: siamo stati interpellati
per 36 tematiche, quesiti ai quali è stata
data risposta con il supporto di consulenti legali; ci sono stati alcuni incontri in cui
ci si è confrontati direttamente anche con
l’iscritto.
Sarà anche opportuno lavorare per trovare sistemi di contatto differenziati con gli
iscritti per divulgare le informazioni e le
novità del Collegio in modo più capillarmente.
Il 12 maggio, giornata nazionale dell’infermiere, sarà un evento importante sul
quale stiamo attualmente lavorando per
garantire la stessa offerta dello scorso
anno agli iscritti. La giornata nazionale
dell’infermiere del 12 maggio 2012 ci ha
visti presenti fra la popolazione di Vicenza
anche con corsi sulla rianimazione pediatrica rivolti alla popolazione. L’organizzazione della giornata dell’infermiere 2012
ha richiesto notevole dispendio di energie
ampiamente ripagate dall’ottima riuscita
dell’evento.
Sulla formazione ECM, abbiamo deciso
come Collegio di non diventare provider per trovare invece dei gestori privati
di accreditamento, come le ASL, che ci
consentirebbero di allargare la rete in tutto il territorio vicentino. Il Collegio tratterà
prevalentemente una formazione di livello informativo. Anche l’obbligatorietà dei
crediti ECM (50 crediti/anno), ora ottenibili
anche solamente in forma FAD, rappresenta per il collegio un obiettivo primario
da sostenere attraverso la promozione e
la promulgazione di corsi di qualità offerti
agli iscritti a prezzi concorrenziali o gratuitamente in modo da consentire a ciascuno di maturare i requisiti previsti per
norma.
Lo scorso anno il collegio ha organizzato 9 corsi residenziali rivolti anche ai coordinatori, per un numero totale di 2681
crediti formativi complessivi erogati. Per
diffondere la cultura infermieristica e dare
rilevanza ai lavori che sono prodotti dagli
infermieri neo laureati e da coloro che acquisiscono titoli di formazione universitaria di secondo livello e masters, è alla sua
terza edizione il concorso “A spasso con
Tesi”.
Sono state valutate le domande di iscrizione all’albo di 19 colleghi extracomunitari
che anno dato prova della conoscenza
della lingua italiana per poter essere iscritti.Una collega esperta, libera professionista, Elena Vanzo, collabora da anni con
19
il Collegio IPASVI di Vicenza per fornire
supporto e consulenza ai liberi professionisti, garantire l’apertura dello sportello
per consulenze in collegio una volta al
mese e reperibilità telefonica in giorni e
orari definiti e mantenere rapporti con ENPAPI.
Nel corso del 2012 è stato utilizzato il
fondo di solidarietà per una somma pari
a € 1.881,60 per aderire all’iniziativa di
solidarietà promossa dalla Federazione
Nazionale dei Collegi IPASVI per l’Emilia
Romagna colpita dal terremoto.
La tesoriera Sonia Dal Degan presenta il
bilancio consuntivo del 2012 con l’utilizzo
di audiovisivi ne descrive i dettagli.
a cura di
Sonia Dal Degan
Tesoriere
e Barbara Pozza
Segretario
USCITE
I valori riferiti ai macroaggregati delle uscite del bilancio risultano essere i seguenti:
Relazione del
Bilancio Consuntivo del 2012
pegnate (pagate e da pagare) nel corso
dell’esercizio finanziario confrontandole
con quelle contenute nel bilancio di previsione (per competenza e per cassa) dello
stesso anno, riportandone, altresì, gli scostamenti.
Il conto economico, che rileva i proventi
ed i costi dell’esercizio secondo il principio
della competenza economica, evidenzia
un disavanzo economico d’esercizio di
Euro 33.337,44.
Per effetto delle entrate accertate, delle
uscite impegnate e della gestione dei residui attivi (riscossi e da riscuotere) e passivi (pagati e da pagare), riportati nella situazione amministrativa al 31.12.2012, si
evidenzia che l’avanzo di amministrazione
finale ammonta ad Euro 122.995,89.
I dati succitati dimostrano che la gestione del Collegio IPASVI dell’anno 2012 è
stata caratterizzata dall’incremento delle
spese effettuate per attività istituzionali,
programmati a preventivo 2012, e sostenute al fine di promuovere e incrementare
i progetti a favore degli iscritti.
I prospetti succitati sono strettamente
correlati tra loro e rappresentano unitariamente la situazione del Collegio IPASVI
sotto il profilo finanziario, patrimoniale ed
economico dell’anno 2012.
Il fondo cassa al 31.12.2012 ammonta
complessivamente ad Euro 157.729,70
rilevando un lieve aumento della sua consistenza, rispetto all’anno 2011, e pari a
complessivi Euro 3.750,08 (2,44% circa).
CONTENUTI DEL
RENDICONTO FINANZIARIO
DELL’ANNO 2012
Il rendiconto finanziario fornisce il risultato
della gestione in conto competenza che
presenta un utilizzo dell’avanzo di amministrazione iniziale di Euro 23.969,63. Tale
documento evidenzia, inoltre, per capitolo
di bilancio, le somme effettivamente accertate (riscosse e da riscuotere) ed im-
La situazione patrimoniale, che rappresenta tutte le attività (disponibilità liquide,
immobilizzazioni, crediti, ecc…) e le passività (debiti, fondi, ecc…) del Collegio,
evidenzia, rispetto all’anno 2011, una riduzione di patrimonio, pari al disavanzo
economico d’esercizio, di Euro 33.337,44.
PREMESSA
Il rendiconto generale dell’anno 2012 si
compone dei seguenti documenti contabili:
1. rendiconto finanziario:
entrate ed uscite finanziarie in conto
competenza;
2. il conto economico;
3. lo stato patrimoniale;
4.la situazione amministrativa al
31.12.2012.
ENTRATE
I valori riferiti ai macroaggregati delle
entrate del bilancio risultano essere i
seguenti:
Contributi ordinari
Le entrate accertate per contributi ordinari, che risultano leggermente aumentate rispetto all’esercizio precedente, ammontano complessivamente ad Euro 244.772,00
e rappresentano circa l’89% del totale entrate del Collegio IPASVI. Nell’anno 2011
le entrate accertate in questo capitolo
sono state pari ad Euro 238.750,00.
Nel merito si segnala che nel corso dell’anno 2012 è proseguita l’attività di recupero
dei contributi ordinari non versati negli
anni precedenti da parte degli iscritti al
Collegio IPASVI messi in mora. Tali azioni sono risultate efficaci nel 2012, come
nell’anno precedente, ed hanno permesso
il recupero di quote per Euro 5.980,00.
Si è provveduto, inoltre, a regolarizzare
l’iscrizione all’Ente dei soggetti che hanno
versato tutte le annualità dovute.
Altre entrate
Le altre entrate accertate (riscosse e da
riscuotere) al netto delle entrate per partite di giro ammontano complessivamente a circa Euro 14.508 e rappresentano il
5,60% del totale entrate.
ENTRATE
SOMME
Nel seguito della presente relazione si
rappresenteranno, in forma sintetica, le
motivazioni che hanno portato la consistenza finale dei più significativi capitoli
relativi alle entrate ed alle uscite del rendiconto finanziario di cui trattasi.
RISCOSSE
DA RISCUOTERE
ACCERTATE
DIFFERENZE SULLE
PREVISIONI
Titolo 1^
Entrate correnti
259.279,79
250.023,17
9.256,62
+ 5.511,79
Titolo 2^
Entrate in c / capitale
0
0
0
0
Titolo 3^
Entrate per partite di giro
14.328,63
14.318,73
9,90
- 19.671,37
Totale entrate
273.608,42
264.341,90
9.266,52
- 14.159,58
In dette poste finanziarie rilevano per entità le seguenti entrate:
- le tasse prima iscr. all’albo degli Infer.
stranieri: Euro 6.670,00;
- i proventi per i corsi tenuti dal Collegio:
Euro 4.130,00;
- diritti di segreteria Euro 870,00;
- gli interessi attivi su depositi e c/c postali
e bancari: Euro 332,29;
- i recuperi ed i rimborsi: Euro 2.505,50.
Altre entrate per partite di giro
Queste entrate sono pari ad Euro
14.328,63 e si riferiscono, principalmente, a somme trattenute a titolo di ritenuta
sui compensi dei collaboratori del Collegio IPASVI (contratti di collaborazione o
prestazioni di lavoro autonomo) relative a
contributi previdenziali ed imposte erariali
(IRPEF).
20
Dette somme, dato lo specifico funzionamento delle poste finanziarie iscritte nelle
partite di giro, sono state contemporaneamente iscritte, per pari importo come debiti verso l’Erario e gli Istituti Previdenziali
nel corrispondente titolo delle uscite.
La gestione dei residui attivi
I residui attivi rappresentano, sostanzialmente, i crediti che il Collegio vanta nei
confronti di soggetti terzi. Tale gestione
prende in esame i residui di tutte le entrate accertate al 31.12.2012 che saranno
oggetto di incasso negli anni successivi.
I residui attivi, al 31.12.2012, ammontano
ad Euro 14.188,52 con un lieve aumento
rispetto all’anno precedente; si precisa
che Euro 4.922,00 sono relativi agli anni
precedenti.
I residui attivi sono riferiti, quasi esclusivamente, ai crediti vantati dal Collegio nei
confronti degli iscritti che non hanno pagato la propria quota. Detti residui sono stati
implementati con le quote non incassate
nell’anno 2012 per un valore pari ad Euro
9.266,52.
Le uscite totali dell’anno 2012 sono aumentate rispetto a quelle del 2011, in conseguenza principalmente dell’incremento
delle spese per prestazioni istituzionali,
oltre che dell’incremento delle uscite per
gli organi dell’ente, in particolare per i progetti operativi.
Anche per quanto concerne le uscite finanziarie si indicheranno, di seguito ed in
forma sintetica, le motivazioni che hanno
portato al consolidamento dei contenuti
dei diversi capitoli di spesa (o macroaggregati di spesa).
Uscite per gli organi dell’ente
Questo macroaggregato di spesa ammonta complessivamente ad Euro 82.417,34 e
include tra le altre le spese relative all’assicurazione dei consiglieri, i loro rimborsi
spese e gli oneri previdenziali e assistenziali.
I compensi effettivi lordi dei consiglieri
ammontano complessivamente ad Euro
66.314,77 di cui Euro 20.000,00 relativi a
compensi per la realizzazione di progetti
operativi.
Si evidenzia che nel corso dell’esercizio
sono state apportate alcune variazioni alle
previsioni relative alle uscite per gli organi
dell’ente, pari a Euro 14.000,00, prelevate
dai capitoli di spesa relative alle uscite per
acquisti di beni e servizi e per le prestazioni istituzionali.
ENTRATE
SOMME
IMPEGNATE
PAGATE
DA PAGARE
DIFFERENZE SULLE
PREVISIONI
Titolo 1^
Uscite correnti
280.013,17
232.356,84
47.656,33
- 43.535,35
Titolo 2^
Uscite in c / capitale
3.236,25
3.236,25
0
- 9.763,75
Titolo 3^
Uscite per partite di giro
14.328,63
13.062,63
1.266,00
- 19.671,37
Totale Uscite
297.578,05
248.655,72
48.922,33
- 72.970,47
La voce di spesa più importante di questo
macroaggregato riguarda il pagamento
delle quote d’iscrizione alla Federazione
Nazionale (Euro 49.548,52).
La realizzazione della rivista “Infermieri informati” ha registrato un impegno di spesa
di Euro 19.310,98, mentre le spese impegnate per la realizzazione di eventi culturali sono state pari ad Euro 17.908,80.
Uscite no classificabili in atre voci
Sono stati consegnati alla FNC 1800 euro
circa per sostenere la ricostruzione nelle
sone dell’Emilia colpite dal terremoto.
Gli oneri finanziari ammontano ad Euro
754,97 e sono riferiti esclusivamente a
spese e commissioni bancarie.
Gli oneri tributari ammontano ad Euro
4.779,39 e sono riferiti quasi esclusivamente all’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) calcolata sui compensi dei
consiglieri ed alle imposte e tasse versate
allo Stato a fronte della presentazione della dichiarazione dei redditi.
Tra le uscite in conto capitale si segnala
il sostenimento delle spese per l’acquisto
di macchine per ufficio e programmi informatici.
Per quanto concerne le uscite per partite
di giro si veda quanto illustrato nella parte
della presente relazione relativa alle entrate dello stesso titolo.
Uscite per acquisto beni consumo-servizi
La gestione dei residui passivi
Queste uscite ammontano complessivamente ad Euro 70.874,89.
I residui passivi rappresentano, sostanzialmente, i debiti che il Collegio ha nei
confronti di soggetti terzi (fornitori, consulenti) ed ammontano a Euro 48.922,33.
Tale gestione prende in esame tutte le
somme impegnate al 31.12.2012 che
saranno oggetto di pagamento nell’anno
successivo.
Le principali spese sostenute in questo
macroaggregato riguardano quelle relative
ai servizi amministrativi (Euro 44.273,35),
quelle per le consulenze fiscali, legali e
professionali (Euro 13.895,28). Occorre
sottolineare, come già detto, che, rispetto al bilancio di previsione, si registrano
variazioni diminutive di spesa rispetto al
bilancio preventivo 2012, che hanno interessato le spese professionali per consulenze e per servizi amministrativi.
Uscite per funzionamento uffici
Sono pari ad Euro 12.401,28.
Uscite per prestazioni istituzionali
Queste uscite sono state pari ad Euro
106.149,70 in aumento rispetto all’anno
precedente.
Detti residui si riferiscono per Euro
1.266,00 alle ritenute previdenziali ed
erariali effettuate sui compensi erogati ai
propri collaboratori, anche per prestazioni
di lavoro autonomo, nel mese di dicembre
2012 che sono state versate nel mese di
gennaio 2013, per Euro 37.263,78 ai compensi di spettanza degli organi dell’Ente
non ancora pagati al 31.12.2012 e per la
differenza a debiti verso fornitori per fatture pervenute al Collegio nel mese di dicembre e con scadenza di pagamento nel
2013.
Situazione amministrativa al 31.12.2012
21
La situazione amministrativa fornisce la
dimostrazione, in forma sintetica, della gestione dell’esercizio finanziario, sia in conto competenza, sia in conto residui.
La situazione amministrativa, pertanto, partendo dalla consistenza di cassa
di inizio esercizio, pone in evidenza, al
31.12.2012:
- la consistenza di cassa di fine esercizio
che ammonta ad Euro: 157.729,70;
- il risultato totale di amministrazione che
ammonta ad Euro 122.995,89.
STATO PATRIMONIALE
Lo stato patrimoniale presenta le voci delle ATTIVITA’ e delle PASSIVITA’ del collegio alla fine dell’esercizio, confrontate
con le medesime voci alla fine dell’anno
precedente.
ATTIVITÀ
Le immobilizzazioni materiali per mobili ed
immobili sono pari ad Euro 134.902,39 e
risultano diminuite per l’importo pari agli
ammortamenti dell’esercizio.
L’attivo circolante è costituito dai crediti
(non riscossi) di 14.188,52 e dalla disponibilità liquida di 157.729,70 per cassa, banche e c/c postale: per un totale di attivo
pari a 306.820,61.
PASSIVITÀ
Totale passivo è dato dal patrimonio netto pari a 257.898,28 e dai residui passivi
pari a 48.922,33 per un totale passivo di
306.820,61 in pareggio.
CONTO ECONOMICO
Il conto economico presenta le voci dei
PROVENTI e dei COSTI del collegio
dell’anno 2012.
I COSTI rappresentano la riclassificazione secondo il principio della competenza
economica delle uscite del rendiconto finanziario.
I RICAVI rappresentano la riclassificazione secondo il principio della competenza
economica delle entrate del rendiconto
finanziario.
La differenza tra i ricavi e i costi, al netto
degli oneri finanziari dell’esercizio e delle
imposte, e rettificato delle poste straordinarie di esercizio, porta ad un disavanzo
economico di gestione pari ad
Euro – 33.337,40.
Relazione del Presidente del
Collegio dei Revisori dei Conti
Gian Pietro Dal Cengio
Dopo la relazione del Presidente dei Revisori dei Conti Dal Cengio, l’assemblea generale del Collegio IPASVI di Vicenza, ha
approvato il bilancio consuntivo dell’anno
2012 con 45 voti favorevoli + 24 deleghe
pervenute, 0 astenuti e nessun contrario.
La tesoriera Sonia Dal Degan presenta
il Bilancio di
previsione per il 2013
con l’utilizzo di audiovisivi e descrive nel
dettaglio la previsione di cassa, le voci in
entrata e le uscite, i consumi per beni e
servizi.
Il giorno 21.02.2013 alle ore 16.30 si riunisce - in sezione congiunta con il Consiglio Direttivo - il Consiglio dei Revisori dei
Conti presso la Sede del Collegio Infermieri in via Trieste.
Alla riunione sono presenti tutti i Sigg Revisori.
Il presente verbale è inerente alla sola discussione del Bilancio Preventivo e Consuntivo.
Il Bilancio Preventivo era stato oggetto
di altra Riunione il 29.11 u.s ma, essendo in quella data emerse variazioni delle
somme preventivate e presentate, si era
richiesto di rivederlo con tali variazioni aggiornate.
Tali somme riguardano:
Stipendio nuova figura amministrativa
15.000 Euro, più 5.500 Euro per oneri. La
somma si riferisce a una sola Persona a
tempo pieno per sette mesi. Il contratto
per le Attuali Amministrative è stato prolungato fino a maggio del c.a.. Lo stanziamento a favore dell’Agenzia di lavoro
interinale, a cui ci siamo rivolti e scesa a
30.000 Euro
La somma preventivata attiva per iniziative culturali ammonta a 5.000 Euro. A titolo
di partecipazione spese si chiederanno 10
Euro per iscritto per i vari Corsi che il Collegio ha intenzione di organizzare.
Somma importante per il Bando di assunzione e relativo concorso nuovo collaboratore amministrativo 12.000 Euro. Ultimo
esempio conosciuto Collegio di Verona
qualche anno fa 7000 Euro. Ci si infor-
merà comunque se possibile chiedere un
contributo per esame ai candidati.
Per il rimanente le voci ricalcano quanto
già visto negli altri BilanciIl Bilancio di Previsione 2013 è stato redatto nel rispetto del regolamento di amministrazione approvato dal Consiglio Nazionale.
La tesoriera nella sua relazione ha chiarito
le motivazioni e le scelte che indurranno
a sostenere le spese per l’esercizio 2013.
Valutata da parte nostra la documentazione concernente il Bilancio Preventivo
2013 e la completezza dello stesso.
Considerato e verificato che il Bilancio di
previsione è stato redatto secondo corretti
principi di contabilità
Preso atto che le somme iscritte a bilancio appaiono attendibili e congrue ( unico
rilievo le spese telefoniche che saranno
oggetto di approfondimento per valutare
offerte più vantaggiose)
Dimostrato il pareggio di bilancio.
Il Consiglio dei Revisori esprime parere
favorevole all’ approvazione del bilancio di
previsione 2013.
1. TITOLO I ENTRATE
CORRENTI
a) Entrate Contributive a carico iscritti
La categoria in esame contiene i seguenti
due capitoli di bilancio:
- Contributi Ordinari: per il quale si prevede di accertare una somma pari ad Euro
250.056,00 (corrispondente a 5.436 iscrizioni);
- Tassa prima iscrizione Albo: per il quale
si prevede di accertare la somma di Euro
4.600,00 (corrispondente all’iscrizione di
100 nuovi iscritti),
che portano ad un totale di entrate da accertare pari ad Euro 254.656,00.
Le entrate di cassa sono state calcolate
aggiungendo alle previsioni di competenza il totale dei residui attivi da incassare
(Euro 13.018,00).
In tale ambito si segnala che le quote
non ancora incassate al 31.12.2012 sono
complessivamente n. 283, così suddivise:
- anno 2010: 24
- anno 2011: 83
- anno 2012: 176.
Per quanto concerne le altre entrate si segnala quanto segue:
Il bilancio di previsione finanziario gestionale dell’anno 2013 è stato redatto tenendo conto:
1. delle somme che si prevede di accertare od impegnare a prescindere dal loro
effettivo pagamento o dalla loro effettiva
riscossione (conto di competenza);
2. delle somme che si prevede di incassare o di pagare sia in conto competenza sia
in conto residui (conto di cassa).
Ciò posto, il presente bilancio di previsione segue il criterio della competenza
finanziaria ed annota, quindi, tutti gli impegni di spesa e gli accertamenti di entrate che si prevedono per l’anno 2013.
Mentre il bilancio preventivo di cassa segue il criterio della liquidazione monetaria
e registra, quindi, tutti gli incassi ed i pa-
gamenti che si prevede di effettuare nel
corso dell’anno 2013 per costi e ricavi di
competenza e per residui attivi e passivi
dell’esercizio 2012.
BILANCIO DI PREVISIONE ANNO 2013
Nel corso della presente relazione si rappresenteranno, in forma sintetica, le motivazioni che hanno portato alle previsioni
di competenza e di cassa dei più significativi capitoli o macroaggregati del bilancio
di previsione dell’anno 2013.
I dati del bilancio finanziario si basano sui
dati preventivi dell’esercizio 2012, approvati dal Consiglio direttivo del 29 novembre 2012, tenuto conto delle variazioni che
si sono verificate fino alla fine dell’anno
2012.
ENTRATE
Le prime voci delle entrate sono costituite
dall’Avanzo di amministrazione consuntivo alla chiusura dell’esercizio 2012, per
Euro 122.995,89, e dall’avanzo di cassa
alla stessa data, per Euro 157.729,70,
come risultano dalla tabella dimostrativa
dell’avanzo di amministrazione presunto
2012; le suddette voci sono riportate a titolo di memoria e non entrano nel computo delle entrate.
I valori riferiti ai macroaggregati delle entrate del bilancio di previsione risultano
essere i seguenti:
ENTRATE
PREVISIONI
DI COMPETENZA
RESIDUI
PREVISIONI DI CASSA
Titolo 1^
Entrate correnti
2610676,00
14.178,62
275.854,62
Titolo 2^
Entrate in c/ capitale
0
0
0
Titolo 3^
Entrate per partite di giro
36.000,00
9,90
36.009,90
Totale entrate di
competenza e di cassa
297.676,00
14.188,52
311.864,52
Utilizzo presunto dell’avanzo
d’amministrazione
108.441,64
143.175,45
406.117,64
22
22
14.188,52
455.039,97
2. TITOLO II ENTRATE
IN CONTO CAPITALE
Per tale titolo non è stata prevista alcuna
entrata.
3. TITOLO III ENTRATE PER PARTITE DI
GIRO
Le previsioni di queste entrate ammontano complessivamente ad Euro 36.000,00
e si riferiscono, principalmente, a somme
che dovranno essere trattenute e riversate
all’Erario e/o agli Enti previdenziali, a titolo
di ritenuta, sui compensi dei collaboratori
e dei dipendenti del Collegio IPASVI (contratti di collaborazione, prestazioni di lavoro autonomo e dipendenti). Dette somme,
pertanto, sono riferite, quasi esclusivamente, a contributi previdenziali (INPS,
INAIL, ecc..) ed imposte erariali (IRE).
tolo delle uscite. Le operazioni rilevate nel
titolo III non hanno rilievo economico ma
soltanto finanziario e contabile.
Utilizzo presunto dell’avanzo di amministrazione iniziale
Poiché lo stanziamento dei capitoli di spesa inclusi nel bilancio di previsione dell’anno 2013 sono superiori ai capitoli d’entrata
del medesimo bilancio, si prevede di utilizzare, in parte, l’avanzo di amministrazione accumulato negli anni precedenti per
finanziare attività dell’anno in corso. Tutto
ciò, ovviamente, nel rispetto delle norme
legislative vigenti e delle disposizioni contenute nel regolamento di contabilità del
Collegio IPASVI.
USCITE
I valori riferiti ai macroaggregati delle uscite del bilancio di previsione risultano essere i seguenti:
Le somme di cui trattasi, dato lo specifico funzionamento delle poste finanziarie
iscritte nelle partite di giro, sono state
contemporaneamente stanziate, per pari
importo, come debiti verso l’Erario e gli
Istituti Previdenziali, nel corrispondente ti-
USCITE
PREVISIONI DI
COMPETENZA
RESIDUI
PREVISIONI DI CASSA
Titolo 1^
Uscite correnti
363.617,64
47.656,33
411.273,97
Titolo 2^
Uscite in c/ capitale
6.500,00
0
6.500,00
Titolo 3^
Uscite per partite di giro
36.000,00
1.266,00
37.266,00
Totale generale uscite
406.117,64
48.922,33
455.039,97
1.TITOLO I USCITE CORRENTI
Utilizzo presunto del
Fondo di Cassa iniziale
Totale generale entrate
a) sono state previste entrate per Euro
5.000,00 a titolo di contributo da parte degli iscritti per l’organizzazione e gestione
dei seminari di aggiornamento. Come di
consueto, anche per quest’anno, al fine di
facilitare al massimo la partecipazione dei
propri iscritti ai corsi organizzati dal Collegio IPASVI, le quote di partecipazione
saranno minime;
b) i diritti di segreteria sono previsti pari ad
Euro 600,00;
c) si stima di incassare la somma di circa
Euro 350,00 per interessi attivi di competenza sui conti correnti postali e bancari
intestati al Collegio ed utilizzati per la gestione;
d) i recuperi e rimborsi stimati ammontano complessivamente ad Euro 1.050,00,
di cui Euro 1.000,00 riferiti ai contributi di
infermieri stranieri, comunitari e non, per
sostenere il prescritto esame;
e) le entrate diverse risultano di modesta
entità ammontando complessivamente ad
euro 20,00.
a) Uscite per gli organi dell’ente
Per l’anno 2013 sono state stanziate
spese per gli organi dell’ente pari a Euro
90.500,00. Nel merito, si segnala che le
previsioni di spesa relative ai compensi
lordi del Consiglio direttivo sono rimaste
invariati rispetto agli anni precedenti (Euro
35.000,00) mentre sono stati variati gli
stanziamenti per i compensi dovuti allo
stesso Consiglio direttivo per l’effettuazione di progetti operativi (Euro 28.000,00)
in considerazione del maggior numero di
progetti che il Consiglio si propone di sviluppare nell’anno in corso, a favore degli
iscritti.
Le previsioni comprendono anche le spese relative all’assicurazione dei consiglieri, i loro rimborsi spese e gli oneri previdenziali e assistenziali relativi ai compensi
riconosciuti.
Le previsioni di cassa sono state aumentate dei corrispondenti residui passivi
(Euro 37.263,78) relativi ai compensi di
competenza del 2012 e non pagati entro
fine anno.
b) Oneri personale in attività di servizio
23
E’ stata introdotta una nuova voce di bilancio relativa agli stipendi ed altri assegni fissi al personale, Oneri previdenziali
e Assistenziali e compensi incentivanti la
produttività per una figura amministrativa
che si intende assumere con selezione
concorsuale o con bando di mobilità nel
secondo semestre dell’anno. La somma stanziata totale prevista è pari a €
20.500,00.
LIBRERIA
c) Uscite per l’acquisto di beni di consumo
e di servizi
Lo stanziamento ammonta ad Euro
83.900,00 ed è rappresentato per circa il
36% (Euro 55.000,00) dalle spese riferite ai “servizi amministrativi” e circa il 30%
(Euro 25.000,00) dalle spese riferite alle
“consulenze fiscali, legali e professionali”.
Tali importi sono stati previsti in considerazione dei compensi che dovranno essere
corrisposti per la tenuta della contabilità
dell’ente e delle consulenze fiscali, legali
e professionali che si otterranno nel corso
dell’esercizio, determinanti per consentire
al Consiglio Direttivo di prendere delle decisioni e fare delle scelte ben ponderate
tenendo conto di aspetti che per competenza sono di altre figure professionali. Si
segnala che è stato previsto un nuovo capitolo di spesa relativo ai costi per servizi
da sostenere nel corso del 2013, pari a
12.000,00 per l’organizzazione del bando
di concorso pubblico per l’assunzione di
personale addetto ai servizi amministrativi
e contabili dell’Ente
Per quanto concerne il capitolo di spesa
riferito alle “competenze delle commissioni esami per gli infermieri stranieri” sono
stati preventivati Euro 800,00 (circa 10
candidati).
Le previsioni di cassa sono state aumentate dei corrispondenti residui passivi
(Euro 6.419,07).
d) Uscite per funzionamento uffici
Lo stanziamento di previsione per questo
macroaggregato è pari ad Euro 15.950,00.
Tutte le previsioni di spesa sono state
mantenute in linea con quelle dell’anno
precedente.
Le previsioni di cassa sono state aumentate dei corrispondenti residui passivi
(Euro 606,65).
d) Uscite per prestazioni
istituzionali
Questa categoria rappresenta le spese istituzionali dell’Ente. Le previsioni di
spesa ammontano complessivamente ad
Euro 121.676,83, oltre ad Euro 3.366,83
di residui. In tale contesto spiccano, per
entità, gli stanziamenti dei seguenti capitoli di spesa.
- Quote spettanti alla Federazione nazionale: Euro 51.676,83;
- Rivista Infermieri informati e spese
postali relative:
Euro 17.000,00;
- Spese per eventi culturali e formazione
iscritti Euro 32.500,00:
- Spese per manutenzione-gestione Sito
Internet Euro 10.000,00:
- Spese formazione consiglieri e oneri
relativi Euro 4.000,00;
- Spese per progetti premiazioni Tesi e
ricerca Euro 3.000,00.
Come si può evincere da quanto precede,
tale previsione consentirà di affrontare le
spese che si dovranno sostenere per lo
sviluppo di progetti e per l’organizzazione
di eventi culturali e di momenti formativi ai
quali potranno partecipare gli iscritti e gli
stessi componenti del Consiglio Direttivo
del Collegio IPASVI ai fini dell’aggiornamento.
Nel merito, occorre sottolineare che il
Consiglio direttivo del Collegio prosegue
nell’intento di promuovere attività volte al
miglioramento della professionalità della
categoria degli II.PP. e dei loro rappresentanti.
e) Oneri finanziari
Tale stanziamento di bilancio è in linea
con quello de: è stato attivato nel corso
dell’esercizio precedente il servizio di Tesoreria per il Collegio gestito da un istituto
bancario, attraverso cui regolare gli importi di entrata e uscita della gestione amministrativa dell’Ente.
f) Oneri tributari
La previsione di spesa per gli oneri tributari ammonta ad Euro 16.300,00: tale voce
di spesa si riferisce, quasi esclusivamente, all’Irap (imposta regionale sulle attività
produttive – Euro 14.800,00) calcolata sui
compensi dei consiglieri del Collegio ed
alle imposte e tasse (Euro 1.500,00) che
dovranno essere versate allo Stato a fronte della presentazione della dichiarazione
dei redditi del Collegio e degli adempimenti connessi.
g) Poste correttive e compensative di entrate correnti
Lo stanziamento di bilancio si attesta ad
Euro 1.000,00.
h) Uscite non classificabili in altre voci
Detto macroaggregato contiene due fondi:
- il fondo di riserva delle spese correnti
che, in base alle disposizioni regolamentari contabili, è rapportato al 3% circa
(Euro 10.590,80) delle spese totali correnti. Tale Fondo è stato previsto per integrare eventuali stanziamenti insufficienti
di altri capitoli di spesa inclusi nello stesso
titolo o per far fronte a spese non previste
nel bilancio in questione;
- il fondo di solidarietà (Euro 2.000,00) destinato a promuovere iniziative benefiche.
2. TITOLO II USCITE IN CONTO CAPITALE
Per quanto concerne le spese in conto
capitale (totale Euro 13.000,00) sono
stati creati i seguenti stanziamenti di
bilancio:
- Manutenzione immobili: Euro 2.000,00;
- Acquisto macchine d’ufficio e attrezzature: Euro 3.000,00;
- Spese acquisto programmi informatici:
Euro 1.500,00.
Con tali fondi saranno acquisiti i beni
strumentali, di durata pluriennale, che
serviranno a rinnovare alcune macchine
ufficio e attrezzature.
3. TITOLO III USCITE PER PARTITE DI
GIRO
Per quanto concerne le uscite per partite
di giro si veda quanto illustrato nella parte
della presente relazione relativa alle entrate dello stesso titolo.
Relazione del Presidente del Collegio
dei Revisori dei Conti
Gian Pietro Dal Cengio
Dopo la presentazione del Bilancio di Previsione per il 2013, l’assemblea si è conclusa con l’approvazione dello stesso con
42 voti favorevoli + 24 deleghe pervenute
secondo norma, 9 astenuti e nessun voto
contrario.
Valutata la documentazione presentata
e la presenza delle somme, congrue e
attendibili, considerata la disponibilità finanziaria, il Collegio dei Revisori, ad unanimità di voti, resi a norma di legge, ha
approva il bilancio di previsione per l’anno
2013.
Si passa all’esame del BILANCIO CONSUNTIVO 2012.
Si parte da una somma residua di
157.729.70 .
Questo è a garanzia della non necessità di
aumentare la quota versata dagli iscrittiQuote non riscosse.
900 Euro da ULSS Alto Vicentino
8000 per iscritti morosi di cui però il Collegio deve versare la quota di pertinenza
alla Federazione Nazionale.
In altri capitoli ci sono stati sforamenti che
- a norma di regolamento - devono essere
approvati dall’assemblea degli Iscritti.
D.L. 13.09.1946 n°233 “ nell’eventualità che nel corso dell’anno si dovesse riscontare insufficiente la somma stanziata… potrà essere effettuato uno storno
….purchè sia possibile accertare che
il quest’ultimo relativo stanziamento non
sarà, alla fine dell’esercizio completamente utilizzato … e quindi la variazione
potrà essere fatta soltanto entro i limiti di
disponibilità risultante:
Competenze per indennità Riunioni dei
Consigli sforata di 12000 Euro ( Più riunioni e più presenze )Più 2000 Per oneri
relativi al capitolo.
Altri piccoli sforamenti non sono ritenuti
significativi visto le somme modeste imputate.
Viene discusso ancora sulla scarsità degli
interessi che la Banca ci riconosce.
Considerato
che c’è stato una corretta imputazione
delle spese ai pertinenti capitoli delle competenze e dei residui
che si è verificata regolarità formale e sostanziale dei singoli atti ed osservanza
delle norme che il pagamento delle spese
impegnate è stato puntuale
che c’è stata regolarità degli adempimenti
richiesti dalla vigente normativa fiscale.
che nel corso dell’anno si è proceduto al
riscontro dei dati esposti in ciascuno dei
documenti che compongono il consuntivo con le corrispondenti scritture contabili
inoltre valutato l’esito dei riscontri contabili eseguiti su cassa e movimenti fra vari
conti.
la completezza dei dati riportati nel conto
economico
i Revisori dei conti esprimono parere favorevole all’approvazione del Bilancio Consuntivo concernente l’esercizio 2012 così
come è stato sottoposto-
“Fresco di... LETTURA”
L’infermiere oltre che un operatore di assistenza è un educatore,
la prevenzione a volte può essere
molto importante per la prevenzione di malattie croniche. Per questo nella biblioteca del Collegio
IPASVI è stato inserito il volume
presentato nella nostra rubrica.
“Noi siamo ciò che mangiamo” (L.
Feuerbach), “Che il cibo sia la tua
unica medicina” (Ippocrate) sono
frasi scritte da studiosi antichi e
recenti che indicano come fondamentale il cibo per la nostra salute.
Negli ultimi 40 mila anni i nostri
geni sono cambiati poco. Erano
stati disegnati per adattare l’uomo
a vivere nelle caverne, a cibarsi di
prodotti vegetali presenti in natura
e a mangiare la carne solo quando
riusciva a cacciare. Oggi invece
la vita è cambiata moltissimo e il
progresso è riuscito ad agevolare
in maniera determinante le attività
dell’uomo facendo però insorgere
malattie in passato sconosciute.
Infatti la riduzione dell’attività fisica e l’aumentato apporto di alimenti ricchi di calorie e poveri di
fibre hanno favorito l’insorgenza di
malattie come l’obesità, l’arteriosclerosi, l’ipertensione arteriosa e
il diabete. Senza ombra di dubbio
una corretta alimentazione nella
prima infanzia riesce a prevenire
gran parte delle malattie. È impor-
tante che le persone, soprattutto
coloro che hanno il compito di educare i bambini (genitori, nonni, insegnanti) abbiano ben chiari i concetti sulla nutrizione umana e quali
siano i comportamenti alimentari
da seguire. Il volume vuole essere
un concreto aiuto per tutti coloro
che vogliono capire meglio quanto
sia importante il fattore alimentare
per vivere bene e prevenire eventuali malattie.
Il testo è di facile comprensione,
suddiviso in capitoli molto chiari
viene spiegato l’origine degli alimenti, la loro composizione, proteine, carboidrati, grassi, sali minerali, vitamine ecc.
La presenza costante di tabelle
aiuta a comprendere meglio ciò
viene spiegato, aiutano inoltre a
calcolare il peso ideale per ogni
soggetto, la giusta quantità di cibo
da introdurre in base all’età, il lavoro, lo sport e anche le malattie
presenti.
Un capitolo poi descrive le varie
tecniche di cottura spiegando nel
dettaglio quali sostanze nutritive
vengono perse a seconda del metodo usato. Tutti sappiamo che il
microonde è comodissimo perché
veloce e pulito ma non tutti sappiamo che il cibo introdotto nel microonde diventa “cibo morto” che
non porta più nessun nutrimento
a cura di
Cappozzo Sonia
Consigliere
La riunione ha termine alle ore 19.00.
24
al nostro organismo.
Il libro tratta poi del diabete, l’obesità, degli Omega 3, Omega 6, gli
antiossidanti, la malattia di Alzheimer e il cibo.
Un’ottima linea guida per un sana
alimentazione.
25
L’ANGOLO GIURIDICO
I quesiti degli infermieri
Consenso informato
Sottopongo alla Sua attenzione un quesito inerente l’acquisizione del consenso
informato alla Fluorangiografia.
Nell’U.O.C. di Oculistica di […], nell’ambito dell’attività diagnostica, viene effettuata la fluorangiografia.
Tale esame viene effettuato da personale
tecnico, ortottista, che gestisce l’utilizzo
dello strumento, e da un’infermiera.
Quest’ultima accoglie il paziente, gli sottopone il consenso informato, fornisce
informazioni inerenti l’esame e in particolare acquisisce dati clinici da parte del
paziente, mirati ad individuare condizioni di rischio legati all’infusione endovenosa del colorante previsto dall’esame
stesso.
Nello stampato del consenso informato
alla fluorangiografia (acquisito dalla SOI
- società oftalmologica italiana) è prevista anche la firma del medico. Stando alle
disposizioni del Primario tale firma va
apposta da parte del medico di reparto
a completamento della seduta programmata, quindi dopo rientro a casa del paziente.
Stando sempre alle disposizioni del Primario il medico va interpellato dall’infer-
miera prima dell’iniezione del colorante
solo se il paziente esprime dubbi e necessità di informazioni più approfondite.
Con la presente si chiede quali siano i
termini di responsabilità professionale
Egregia collega,
l’obbligo del consenso informato è oggi
uno dei principi ispiratori dell’attività sanitaria. È un obbligo che grava sul medico
che ne è responsabile. Il medico ha il dovere di informare il paziente e il paziente
ha il diritto di essere informato.
L’affermazione è consolidata sia dalla giurisprudenza in merito sia dal Codice Deontologico medico.
La Corte di Cassazione, III sez. civile, nella sentenza del 15 gennaio 1997, n. 364,
afferma che: ”La formazione del consenso
presuppone una specifica informazione
su quanto ne forma oggetto (consenso informato) che non può che provenire dallo
stesso sanitario cui è richiesta la prestazione”.
Il Consiglio Superiore di Sanità nel Documento sul consenso informato, sessione 42, Assemblea generale del 17 aprile
1996, ribadisce che, all’interno delle strutture ospedaliere, il compito di informare
può essere dato sia al Direttore dell’Unità
Operativa sia a un altro medico, in quanto
“all’interno dei presidi ospedalieri la cura
degli infermi è affidata ad un’équipe di
medici e il paziente acconsente al trattamento ben sapendo che diverse possono
essere le persone che lo eseguiranno”.
L’art. 35 del Codice di Deontologia Medica (2007) recita: “il medico non deve
intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso
esplicito e informato del paziente. Il consenso, espresso in forma scritta nei casi
previsti dalla legge, e nei casi in cui per la
particolarità delle prestazioni diagnostiche
e/o terapeutiche o per le possibili conseguenze delle stesse sulla integrità fisica,
si renda opportuna una manifestazione
documentata della volontà della persona,
è integrativo e non sostitutivo dell’informazione e della richiesta del consenso in
forma orale […]”.
Con le rispettive firme apposte sul consenso scritto, il medico attesta di aver
fornito le necessarie spiegazioni e di aver
preso atto dell’accettazione/rifiuto dell’assistito e il paziente conferma di aver ricevuto le informazioni in maniera adeguata
ed esprime il suo assenso/dissenso al
trattamento.
L’infermiere non può mai essere delegato
a sostituire il medico in questo suo specifico ambito di competenza.
L’infermiere ha una competenza informativa autonoma per quanto riguarda l’assistenza generale infermieristica.
Inoltre, egli ricopre anche la funzione di
“rinforzo/sostegno” o “accompagnamento” in caso di consenso a procedure noninfermieristiche. In tal senso, è uno specifico compito dell’infermiere contribuire alla
coerenza comunicativa dell’équipe, al fine
di rendere consapevole l’assistito delle
varie prestazioni in programma.
Oltre a vigilare affinché il medico illustri e
dell’infermiere in relazione all’acquisizione del consenso informato alla fluorangiografia, considerato che la firma dello
stesso da parte del medico avviene in un
momento successivo all’esame stesso.
il consenso è acquisito in momenti diversi
e a carico di soggetti differenti dal medico.
Non entro del merito della responsabilità
del medico rispetto all’apposizione a posteriori della sua firma a testimonianza di
un’informazione e di un consenso che non
lo hanno coinvolto direttamente. Non posso però esimermi dall’esprimere perplessità rispetto a questa prassi.
Per quanto riguarda il ruolo dell’infermiere, la responsabilità si limita a quanto di
sua competenza e cioè alla fase di raccolta e trasmissione dei dati anamnestici
e alla segnalazione al medico prescrittore
delle situazioni in cui si evidenzi un determinato livello di rischio.
Auspico, infine, che le “disposizioni del
primario” a cui fa riferimento nel quesito
siano contenute all’interno di uno specifico protocollo operativo vidimato dallo
stesso Direttore dell’U.O.
La giurisprudenza sta dimostrando che
l’autorità giudicante tiene in grande considerazione i documenti in vigore presso
i singoli contesti operativi che chiariscano
i ruoli delle singole figure professionali
coinvolte nei processi assistenziali. L’infermiere, d’altro canto, ha il diritto di esigere una documentazione chiara e ufficiale
che guidi il suo operato, specialmente in
quegli ambiti in cui è richiesta interdisciplinarietà.
Sono un’infermiera che presta servizio
presso […].
Mi servirebbe materiale o indirizzo relativo riguardo diffusione di dati sensibili,
nel momento in cui mi devo relazionare
con figure professionali quali parrucchiere ed estetiste per pedicure agli ospiti affetti da epatite, clostridium, ...
Tali figure operano all’interno della struttura stessa.
Mi sembra di ricordare che ognuno deve
usare i DPI indistintamente e senza conoscere dati personali.
Egr. collega,
il D.Lgs 30 giugno 2003, n. 196 “Codice
in materia di protezione dei dati personali”
regola la materia del trattamento dei dati
personali.
Tra i dati riconosciuti sensibili e quindi oggetto di particolare tutela vi sono i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute.
La normativa citata afferma che gli esercenti le professioni sanitarie, previa acquisizione del consenso informato del paziente, possono trattare i dati sanitari dello
stesso per finalità di tutela della sua salute
o incolumità fisica (artt. 75 e ss.).
Gli esercenti le professioni sanitarie e gli
organismi sanitari pubblici, nell’ambito
della programmazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria
trattano i dati personali idonei a rivelare lo
stato di salute:
a) con il consenso dell’interessato e anche senza l’autorizzazione del Garante,
se il trattamento riguarda dati e operazioni
indispensabili per perseguire una finalità
di tutela della salute;
b) anche senza il consenso dell’interessa-
to e previa autorizzazione del Garante, se
la finalità riguarda un terzo o la collettività.
Per diffusione di dati sensibili si intende il
darne conoscenza a soggetti indeterminati, in qualunque forma, anche mediante la
loro messa a disposizione o consultazione.
Sempre la normativa afferma che prima
ancora di procedere all’attività di cura del
paziente, qualsiasi operatore sanitario
deve fornire allo stesso una completa informativa sul trattamento dei dati personali che intende effettuare, nonché acquisire
il suo consenso anche oralmente (artt. 13
e 81 del citato Codice).
Per quanto riguarda la possibilità di comunicare dati sensibili (come la positività
a patologie infettive potenzialmente trasmissibili) a personale non direttamente
coinvolto nell’assistenza del paziente, la
giurisprudenza si è espressa negativamente.
L’esigenza di diffondere informazioni in
merito al rischio infettivo non può essere
spiegata con la necessità di attivare particolari misure di protezione per il personale
sanitario, in quanto le linee guida e la normativa sulla sicurezza dei lavoratori (Capo
II, Titolo III, D.Lgs n. 81/2008) prevedono
che, stante l’impossibilità di avere certezza sullo stato di infettività del paziente, le
misure di protezione devono essere adottate nei confronti di ogni singolo assistito.
ni sul trattamento che è proposto, sui risultati e sui rischi connessi all’esame.
Talvolta si può verificare che l’informazione, l’acquisizione del consenso e l’esecuzione dell’atto sanitario siano realizzate
funzionalmente ai tempi in cui queste attività sono effettuate e a carico di soggetti
diversi.
In tali casi, è raccomandato che l’esecutore della prestazione, se persona diversa
da chi ha fornito l’informazione, si assicuri
che l’oggetto del consenso risponda all’atto che sta per eseguire e che l’informazione sia stata data e, qualora ci siano dubbi, ripeta l’informazione o richieda nuovo
consenso scritto.
Dalla sua descrizione non sembra sia
questa la procedura seguita nel caso della
fluorangiografia, dove invece è individuato
un percorso in cui l’informativa è fornita e
Privacy
26
motivi in maniera esaustiva le sue proposte, se verifica che il malato non sia adeguatamente informato o si accorge che
non ha capito quanto gli è stato detto, ha
la facoltà di non cooperare ai procedimenti in quanto non può sostituire il medico
quando l’informazione non sia stata data.
Nell’ambito della collaborazione l’infermiere è senza dubbio tenuto a partecipare all’informazione e a verificare che il
paziente abbia effettivamente espresso il
suo consenso.
Il nostro Codice Deontologico, all’art. 23
afferma che: “l’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie
ai suoi bisogni di vita”.
Con l’art. 24 prosegue: ”l’infermiere aiuta
e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo
informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici
e adeguando la comunicazione alla sua
capacità di comprendere”.
L’acquisizione del consenso, quindi, è un
obbligo che grava sul medico, che ne è responsabile. La stessa informativa all’esame di angiografia retinica, approvata dalla
SOI nel 2003 e aggiornato lo scorso anno,
chiarisce in maniera inequivocabile quale
sia il soggetto titolare dell’acquisizione del
consenso informato.
Vi si afferma che il medico è obbligato a
mettere a disposizione tutte le informazio-
27
a cura di
Fabio Vicariotto
consigliere
RASSEGNA STAMPA
Sanità: la crisi spinge al “welfare fai da te”
20/03/2013 - Con i tagli imposti al settore,
aumentano le tasse e diminuiscono i servizi. Il ricorso alle badanti rivela la necessità di coprire “privatamente” le mancanze
del servizio pubblico. Un Rapporto FiasoBocconi.
E gli infermieri non trovano occupazione
In Italia il numero delle badanti cresce
progressivamente: attualmente sono circa
774 mila. È uno tra i segnali più evidenti
delle difficoltà che sta attraversando il nostro Servizio sanitario nazionale, stretto
tra crisi economica e spending review. Eppure, sia pro-capite sia in rapporto al Pil,
la spesa sanitaria italiana è la più bassa
d’Europa e da qui al 2015 dovrà affrontare
una “cura dimagrante” da oltre 30 miliardi
per effetto delle ultime manovre. Difficile
che tutti questi tagli non si traducano in
minore offerta di servizi ai cittadini.
Il nuovo allarme viene dal Rapporto Oasi
2012 della Bocconi, presentato martedì
19 marzo dalla Federazione di Asl e ospedali (Fiaso). Un allarme sostenuto da fatti
e cifre: lo scorso anno i ticket sui farmaci sono aumentati del 40%; il 55% degli
assistiti paga ormai da sé le visite specialistiche e gli accertamenti diagnostici,
sia per aggirare le lunghe liste d’attesa,
sia perché i ticket sono ormai così alti da
spingere verso un privato sempre più low
cost; cosicché il welfare “fai da te” è sempre più esteso, come ci fa capire, anche,
la contrazione progressiva dei dipendenti
del Ssn rispetto alla crescita di figure non
sanitarie come quelle delle badanti. Come
se tutto questo non bastasse, l’Oasi 2012
sottolinea che le Regioni, per evitare di
andare “in rosso” o di peggiorarlo, ripianano i bilanci a colpi di tasse: in due anni
i tributi locali hanno portato ben 5 miliardi
in più.
Regioni in cerca di soldi.
Maggiorazioni delle aliquote e delle addizionali Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei debiti sono gli strumenti,
singoli o associati, ai quali hanno fatto
ricorso quasi tutte le Regioni, con le eccezioni di Valle d’Aosta, Friuli, Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e Campania hanno
messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla legge. D’altronde, senza aumenti
di tasse locali - dicono i dati del ministero
della Salute - già nel 2011 ben 16 Regioni
sarebbero andate “in rosso”: le cifre del
quarto trimestre (le ultimi disponibili) evidenziano che, prima di chiedere nuovi sacrifici fiscali ai contribuenti, hanno chiuso il
bilancio con leggeri attivi solo Lombardia,
Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo.
cità del sistema economico di crescere.
«Chiedere ulteriori sacrifici a un sistema
già “parsimonioso” – sostiene l’Oasi – sta
ulteriormente aggravando il divario tra le
risorse disponibili e quelle necessarie per
rispondere in modo adeguato alle attese.
Le risorse, in altri termini, sono sempre più
insufficienti, con il rischio concreto di intaccare ulteriormente una copertura pubblica già incompleta».
Che fare? In breve, tre le possibili direttrici
indicate dal Rapporto: la ricerca di maggiore efficienza; la definizione di priorità,
con l’adozione di esplicite scelte di razionamento; la ricerca di risorse aggiuntive
(attività a pagamento, assistenza sociosanitaria, fondi integrativi).
La spesa. Secondo i confronti internazionali, però, la spesa sanitaria italiana risulta del 21% inferiore al dato complessivo
UE-15, con un tasso di crescita medio, tra
il 1990 e il 2010, di 1,4 punti percentuali minore rispetto alla media dei quindici
Paesi. Questo vale sia per la spesa procapite 2010, totale (2.964 dollari a parità
di potere d’acquisto contro 3.765 della
media UE-15) e pubblica (2.292 dollari
ppa contro 2.920), sia per l’incidenza sul
Pil della spesa, totale (9,3% contro 10,7%
nel 2010) e pubblica (7,4% contro 8,2). La
copertura pubblica della spesa sanitaria
in Italia risulta allineata al valore UE-15
(77,5% nel 2010), ma ancora inferiore a
quella di alcuni Paesi caratterizzati da un
sistema sanitario simile a quello italiano
come il Regno Unito e la Danimarca.
Non è colpa del Ssn. Tuttavia, sottolinea
il Rapporto Oasi, la scarsità di risorse
«non è responsabilità del Ssn» anche se
su di esso si ripercuote. Le cause vanno
cercate principalmente nell’alto debito
pubblico del nostro Paese e nell’incapa-
crisi
Sud Italia sempre più vecchio,
povero e privo di servizi.
Si allarga il divario con il Nord del Paese.
I dati del rapporto “La crisi sociale del Mezzogiorno” presentato a Roma.
Dal rapporto “La crisi sociale del Mezzogiorno”, realizzato dal Censis e presentato
ieri a Roma, il Sud Italia risulta sempre più
segnato dal numero di anziani, circostanza che farà aumentare inevitabilmente il
numero dei non autosufficienti.
La crisi degli ultimi anni ha allargato il
divario Nord-Sud: nel 2012, il Pil del secondo si è ridotto ulteriormente del 10% a
fronte di una flessione del 5,7% registrata
altrove.
Qui, i livelli di reddito sono più bassi che
in Grecia; dei 505mila posti di lavoro persi
in Italia dall’inizio della crisi, il 60% (più di
300mila; 39 famiglie su 100 sono a rischio
di povertà) ha riguardato il Mezzogiorno.
Inoltre, negli ultimi cinque anni il 17,1% dei
residenti al Sud si è spostato in un’altra regione per farsi curare, non fidandosi della
qualità e professionalità della propria.
Il progressivo deterioramento dei servizi
sanitari, negli ultimi cinque anni, è riferito
dal giudizio dei cittadini: lo afferma il 7,5%
al Nord-Ovest, l’8,7% al Nord-Est, il 25,6%
al Centro e addirittura il 32,1% al Sud.
Se a questo si aggiunge la forte tendenza all’aumento della longevità, si prevede
al 2030 un incremento della popolazione
anziana di oltre il 35% contro dinamiche
di crescita meno marcate nelle altre aree
geografiche. Per questo, crescerà molto
anche il numero dei non autosufficienti,
destinati a superare i 783mila.
Ma per il Censis, la recessione attuale è
solo l’ultimo tassello di una serie di criticità
che si sono stratificate nel tempo, come
si legge nel Rapporto: “Piani di governo
poco chiari, una burocrazia lenta nella gestione delle risorse pubbliche, infrastrutture scarsamente competitive, una limitata
apertura ai mercati esteri e un forte razionamento del credito hanno indebolito il
sistema-Mezzogiorno fino quasi a spezzarlo...”.
Tra i grandi sistemi dell’euro-zona, l’Italia
è il Paese con le diseguaglianze territoriali
più rilevanti: il Sud paga la parte più cospicua della crisi e si conferma come un
territorio di emarginazione di alcune categorie sociali, come i giovani e le donne.
Un terzo dei giovani, tra i 15 e i 29 anni,
non riesce a trovare un lavoro e se si è
donne, la disoccupazione sale al 40%: il
tasso di disoccupazione femminile totale è
del 19% al Sud a fronte di un valore medio
nazionale dell’11%.
Intanto, si allargano le distanze sociali: il
Mezzogiorno resta un territorio in cui le
forme di sperequazione della ricchezza
non diminuiscono, ma anzi si allargano.
Il 26% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno è materialmente povero a fronte di
una media nazionale del 15,7%. Anche
l’efficacia dei programmi attivati con i fondi
europei è discutibile.
Per il Censis, “uno dei principali fattori di
debolezza del Sud e’ ancora oggi l’incapacità del sistema educativo di accompagnare i processi di sviluppo attraverso
la formazione di un capitale umano qualificato, contribuendo cosi’ a contrastare il
disagio sociale ed economico della popolazione. La spesa pubblica per l’istruzione
e la formazione nel Mezzogiorno e’ molto
più alta che altrove, ma i livelli di apprendimento e le competenze sono decisamente peggiori.
L’UE mette in discussione il prerequisito
dei 12 anni di scolarità per la
formazione infermieristica
crisi
28
Il 23 gennaio 2013 la Commissione IMCO
(Mercato Interno e Tutela del Consumatore) del Parlamento europeo ha approvato la proposta di modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento
delle qualifiche professionali in tutta l’UE.
Allo stato attuale la direttiva prevede, ai
fini dell’esercizio professionale, un regime
di riconoscimento automatico dei titoli di
formazione solo per 7 professioni, tra cui
quella di infermiere, sulla base dell’armonizzazione dei requisiti minimi di formazione.
L’aggiornamento della direttiva mira a rimuovere gli ostacoli in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, a
far fronte alla crescente richiesta di personale altamente qualificato, a facilitare la
mobilità dei lavoratori e a migliorare l’efficienza dei mercati occupazionali.
In realtà, la nuova stesura dell’articolo 31
sulla formazione dell’infermiere responsabile dell’assistenza generale, che si basa
sui sistemi di formazione infermieristica
dei diversi Paesi UE, ribadisce alcuni elementi comuni presenti negli ordinamenti
attualmente in vigore: il numero di anni
della formazione (3 anni), il numero di ore
(4.600 ore), il rapporto tra la teoria (1/3)
e la pratica (1/2). Ma il nuovo testo introduce anche un elemento rispetto al quale
la Federazione Ipasvi esprime un profon-
29
do dissenso e una ferma opposizione: la
possibilità di accedere alla formazione
infermieristica di base, oltre che con una
scolarità di 12 anni, anche con una scolarità di 10 anni.
Tale possibilità non costituisce solo un
oggettivo svilimento della professione infermieristica, ma contrasta soprattutto con
la necessità di migliorare la qualità dell’assistenza e di garantire la sicurezza delle
cure dei cittadini dell’UE.
La richiesta di abbassare a 10 anni la
scolarità minima richiesta, è stata portata
avanti dalla Germania, con il sostegno di
Austria, Malta, Paesi Bassi e Lussemburgo. Contrariamente alla posizione della
stragrande maggioranza dei Paesi europei, infatti, le autorità tedesche non ritengono che gli infermieri debbano conseguire una formazione universitaria, poiché
secondo il loro punto di vista esercitano
attività basate più sull’empatia con il malato che su conoscenze e competenze di
livello universitario.
La Germania, inoltre, afferma che in questo periodo di crisi l’accesso dei giovani al
mondo del lavoro possa essere facilitato
da un livello basso di scolarità e che un
contenimento dei livelli stipendiali possa
essere raggiunto in area sanitaria utilizzando operatori con una qualificazione
non universitaria.
Tale posizione retrograda, potenzialmente
rischiosa per la sicurezza dei pazienti e
penalizzante per la professione infermieristica, si è imposta nonostante l’intensa attività di lobbying svolta dall’Italia, insieme
agli altri Paesi aderenti alla Fepi.
Della Fepi (Consiglio Europeo degli Enti
Regolatori della Professione Infermieristica) fanno parte Italia, Francia, Irlanda,
Grecia, Croazia, Romania, Serbia e Ungheria (con il supporto dei Presidenti degli
Ordini Infermieristici del Regno Unito, della Spagna e del Portogallo e con gli Usa e
il Canada in qualità di membri associati).
Attraverso la Fepi, associata al Ceplis
(Consiglio europeo delle professioni liberali), questi Paesi stanno esercitando da
almeno due anni forti pressioni presso
tutte le istituzioni europee a sostegno dei
12 anni di istruzione generale per l’accesso alla formazione infermieristica e di un
unico percorso formativo per gli infermieri,
fondato esclusivamente sulla formazione
universitaria.
La Presidente della Fepi, Dragica Simunec, ha inviato specifiche note a tutti i Relatori, ai Relatori Ombra e ai Membri del
Comitato del Parlamento europeo che ha
lavorato sul testo.
Per l’Italia l’appello è stato inviato agli europarlamentari Gino Trematerra, Sergio
Cofferati, Lara Comi, Tiziano Motti, Matteo
Salvini, Raffaele Baldassarre, Mario Borghezio e Pierantonio Panzeri.
A livello del Governo italiano, la Federazione Ipasvi si è fatta carico di sostenere
ripetutamente analoga ferma presa di posizione in tutte le sedi competenti e in particolare ai tavoli del Ministero della Salute.
L’approvazione dell’attuale proposta di
modifica assume, quindi, un carattere di
particolare gravità anche perché ignora le
opinioni e le richieste della maggioranza
degli organismi e delle associazioni infer-
mieristiche europee.
Il rischio determinato dall’attuale situazione è che in Europa si vengano a creare
due tipologie di infermieri (universitari e
non), lasciando ai singoli Stati la libertà di
decidere se optare per la scelta della formazione universitaria o meno.
Stessa prestazione ma costi diversi.
Fino a tre volte di più.
Le mille facce degli ospedali italiani
L’ Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari della Cattolica
ha messo a confronto 10 Aziende ospedaliere (sette sono laziali). Per curare la
stessa patologia un ospedale può arrivare
a spendere il triplo di un altro. Una prova
“indiretta” che i tagli lineari non possono
funzionare.
Troppe discrepanze nelle performance
economico-gestionali di alcuni ospedali
laziali e italiani: per curare lo stessa tipologia di paziente un ospedale può arrivare
a spendere il triplo di un altro; a parità di
caso trattato si registrano voci di spesa
molto differenti tra le diverse strutture, segno che alcune riescono meglio di altre e
con meno spesa a fornire lo stesso servizio.
Alla luce di tale variabilità, i cosiddetti tagli lineari, che colpiscono tutti alla stessa
maniera senza valutare le diverse realtà,
finiscono per penalizzare gli ospedali più
produttivi e meglio gestiti.
È quanto emerge dallo studio “Analisi di
benchmarking tra aziende sanitarie pubbliche e private selezionate nel 2010: Analisi delle performance economico-finanziarie”, realizzato dai ricercatori dell’Alta
Scuola di Economia e Management dei
Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università
Cattolica e coordinato dal direttore Prof.
Americo Cicchetti. “L’obiettivo dello studio
- spiega il professor Cicchetti -, è fornire
una metodologia per il confronto sistematico delle performance economico-finanziarie delle aziende ospedaliere: dal
confronto emerge un consistente differenziale di efficienza del Policlinico A. Gemelli
rispetto ad altre strutture ospedaliere della
Regione Lazio e del territorio nazionale”.
Dal punto di vista dell’efficienza gestionale ed economica il Policlinico A. Gemelli
si pone come punto di riferimento (benchmark) per le strutture ospedaliere di pari
complessità non solo nella Regione Lazio,
ma anche per il resto d’Italia: confrontato con altri importanti ospedali presenti
in Regione e nel resto del Paese, il Gemelli risulta il migliore per molti indicatori
di produttività come il numero di pazienti
dimessi annualmente, indicatore che dà la
misura di quanto produce un posto letto.
I ricercatori ALTEMS hanno effettuato il
confronto tra 7 aziende sanitarie del Lazio e altre 3 aziende sanitarie di rilevanza nazionale che operano a un livello di
30
complessità medio-alto, utilizzando alcuni
indicatori riguardanti l’efficienza-produttività, il personale, la struttura e l’attività. Gli
ospedali messi a confronto sono l’AO San
Andrea di Roma, l’AO San Filippo Neri di
Roma, il Policlinico Tor Vergata di Roma,
l’AO San Giovanni di Roma, l’AO San Camillo di Roma, l’AO Molinette di Torino, il
Policlinico Sant’Orsola di Bologna, l’AOU
Careggi di Firenze e il Policlinico A. Gemelli di Roma.
“Ne emerge un quadro molto variegato spiega il professor Cicchetti, direttore ALTEMS - ovvero c’è un’alta variabilità tra
strutture per molti indicatori di produttività
presi in considerazione. Questa alta variabilità tra strutture - precisa il professor Cicchetti -, suggerisce che i tagli orizzontali
previsti dalla spending review rischiano di
penalizzare le strutture più produttive”.
Gemelli (10% dei dimessi della Regione
Lazio), che rappresentano di gran lunga le
strutture con la maggiore attività assistenziale. Il Policlinico Gemelli è il maggiore
attrattore di pazienti da altre Regioni italiane (18% dei casi nel 2010), seguito dal
Policlinico Umberto I con l’11% di pazienti
non laziali trattati in ricovero ordinario e
DH. In termini di complessità, però, è l’AO
S. Camillo (1,18) a mostrare il maggior indice di case-mix, seguita dal Policlinico di
Tor Vergata (1,14). Le altre strutture considerate si attestano tra l’1,03 e l’1,07.
Indicatori di produttività - La differenza
nella produttività degli ospedali “laziali” rispetto agli ospedali usati come riferimento
non appare così marcata. L’attività di assistenza per ogni posto letto (numero di
dimessi annuo per posto letto) mostra in
pole position Tor Vergata con 69,7 dimessi per posto letto, seguito dal Gemelli con
55 dimessi. L’indicatore evidenzia che le
aziende ospedaliere universitarie della
Regione sono anche quelle con la più alta
produttività per posto letto.
Sul fronte della produttività del personale,
pesata per la complessità della casistica, si vedono invece differenze rilevanti.
In questo caso, considerando sia medici
universitari che non universitari (Fonte:
Conto Annuale, Ragioneria Generale dello stato, Anno 2010), è primo il Gemelli
(107,7 pazienti per medico in un anno)
seguito dal Sant’Andrea (105,1); entrambi
dimostrano una produttività del personale
medico sostanzialmente superiore rispetto alla media.
Le medesime differenze si osservano
anche considerando il personale infermieristico. Se infatti per ogni infermiere in
servizio al Gemelli si trattano 47 pazienti,
al San Camillo se ne trattano solo 23. I
benchmark extraregionali sono a “metà
strada”; al Careggi il rapporto dimessi/infermiere è 31,4, al S. Orsola 31,3. I dati
dei due policlinici pubblici (Tor Vergata e
Umberto I), si attestano su livelli migliori
dei benchmark. Si noti però che questi due
ospedali ricorrono in modo più massiccio
all’acquisizione di forza lavoro attraverso
cooperative, rendendo questo confronto
non facilmente interpretabile.
Indicatori economico finanziari - La situazione economico-finanziaria delle aziende
della Regione Lazio rispetto ai compara-
tori di altre Regioni appare estremamente
variegata ma chiara, almeno per quanto
attiene le strutture
pubbliche.
Le risorse per la produzione (RPI) assegnate dal sistema regionale (o acquisite
da altre fonti come i ticket) sono sistematicamente insufficienti per portare le aziende all’equilibrio economico. Il rapporto
percentuale tra costi per la produzione
(CPI) e risorse - CPI/RPI - se superiore
al 100% identifica una perdita, se inferiore
identifica un saldo positivo di bilancio. Ebbene questo rapporto al San Filippo Neri
è pari al 160%, situazione analoga per il
San Camillo (159,1%) e al San Giovanni
(155%). Più basso ma comunque negativo a Tor Vergata (141%) e all’Umberto I
(126%). Solo al Gemelli il rapporto è più
vicino al pareggio (107%). È chiaro che
la somma delle differenze di ogni azienda
contribuisce a costruire il deficit regionale.
In generale, emerge che il Policlinico “A.
Gemelli” è l’ospedale con un costo per
dimesso più basso nel campione (6.118€/
paziente). Il costo massimo si riscontra,
invece, per l’AO Molinette di Torino, proprio uno degli ospedali considerati come
punto di riferimento per le strutture regionali. Il costo per dimesso del Policlinico
Umberto I, invece, è analogo a quello di
Careggi e del S. Orsola e vicino a quello
del S. Giovanni. Meno “virtuosi”, da questo punto di vista, appaiono San Camillo e
S. Andrea a Roma.
A spiegare buona parte di queste differenze è la capacità dell’azienda di fare “economia” attraverso la funzione di acquisto
dei beni e servizi. Qui le differenze sono
notevoli anche tra le strutture del Lazio.
Un paziente che al S. Camillo “costa” in
termini di beni e servizi 5.856€ al Gemelli
ne costa 2.135 e al S. Giovanni 2.667.
Considerando la complessità dei dimessi
(attraverso l’ICM) possiamo effettuare delle comparazioni tra le strutture Regionali.
A parità di complessità del caso, il costo
per paziente più basso si riscontra ancora al Policlinico universitario “A. Gemelli”
(5.947€ per paziente), soprattutto grazie
alla maggiore capacità di acquistare beni
e servizi (il costo per questa voce ammonta a 2076€ per paziente). La situazione più
critica si registra presso l’azienda Ospedaliera S. Andrea (che ha dati analoghi a
quelli del S. Camillo e del S. Filippo Neri).
In questo ospedale il caso trattato (pesato
Lo Studio Altems
Lo studio prima di tutto mette in evidenza che le strutture ospedaliere laziali del
campione producono oltre 330.000 ricoveri (su 1.083.582 di tutta la Regione) di
cui il 20% sono pazienti dimessi dal Policlinico Umberto I (6% del totale dei dimessi nel Lazio) e il 32% dal Policlinico
31
per la complessità) costa 8.921€ con un
costo per beni e servizi che sale a 4243 €.
È come dire che un ospedale spende il
doppio di un altro per curare lo stesso paziente.
Le manovre 2011-2012 e la spending
review, in particolare, hanno richiesto
a Regioni e aziende tagli orizzontali. Se
le diverse strutture dislocate nel Paese
avessero un analogo livello di efficienza
operativa – sottolinea il professor Cicchetti
- la spending review sarebbe lo strumento
adeguato per incrementare globalmente il
livello di efficienza e, con ogni probabilità,
di efficacia del sistema”.
Ma lo studio ALTEMS evidenzia una situazione diversa: il livello di produttività ed
efficienza delle singole strutture è molto
differenziato. “Le implicazioni di ciò sono
evidenti – sottolinea il professor Cicchetti:
i tagli lineari della spending review in una
situazione come quella che caratterizza la
Regione Lazio, non consentono di “fare
efficienza”, ma esattamente l’opposto. Se
si taglia il 5% della spesa per beni e servizi al S. Camillo (che si dimostra relativamente efficiente in questa attività) e a Tor
Vergata, senza considerare le differenti
performance di queste aziende, ottengo,
così, una riduzione della produttività complessiva”.
I tagli dovrebbero ispirarsi a una nuova logica: l’indicatore considerato per decidere
l’allocazione delle risorse non può più essere la dimensione dell’offerta, ma deve
divenire la qualità, l’efficacia e l’efficienza
dell’offerta.
“La Regione Lazio – conclude Cicchetti
- deve fare i conti con la realtà di un sistema estremamente articolato: il 45% dei
pazienti in acuzie è dimesso da ospedali
non pubblici (27% da ospedali no-profit,
di ispirazione religiosa); nessuna Regione
ha una segmentazione simile nel proprio
mercato sanitario. Per questo motivo se
si vuole salvare la sanità pubblica della
Regione, bisogna investire su quello che
realmente funziona bene, sviluppando
nell’amministrazione regionale la funzione di “committenza”, e utilizzando idonei
strumenti per decidere come erogare le
risorse disponibili.
CONTRIBUTI
CONTRIBUTI
APPROFONDIMENTI
Il cittadino scrive...
a cura di
Gianmaria Fanchin
vicepresidente
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33
L’INTERVISTA
fare ed insegnare anche noi, nuovi arrivati, c’è però un velo di paura e rassegnazione per quanto riguarda le prospettive
future. Si parla di contratti a tempo determinato, lavori ad ore, collaborazioni, nulla
dato per certo o sicuro. “
aver paura di dire la propria opinione o di
esprimere disagi personali.”
debriefing, colloqui, esami, momenti di
sfogo personali, loro ci sono sempre! “
“Secondo voi cosa fa la differenza in un
Coordinatore? Esperienza, formazione,
sensibilità personale, ecc?”
consapevoli del ruolo che rivestono nei
confronti dei pazienti e dei loro famigliari e
continuano ad essere motivati nonostante
i molti anni di lavoro e che magari nel frattempo hanno anche trovato le energie per
seguire qualche specializzazione. Penso
che sia in parte una responsabilità anche
dell’azienda ospedaliera stessa, quella di
valorizzare e consapevolizzare i propri
professionisti, offrendo anche delle opportunità per la formazione di personale
sempre più qualificato.”
“Idealmente come vorreste esercitare il
vostro ruolo, vedere impiegate le vostre
competenze? Nelle vostre esperienze di
tirocinio avete trovato modelli organizzativi che si confacevano alle vostre esigenze?”
Vera “la differenza la fanno le caratteristiche caratteriali e culturali della persona: un coordinatore può anche avere
alle spalle un curriculum ricco di specializzazioni e conoscenze, ma se non le sa
trasmettere, condividere o se non riesce
a rapportarsi con le persone, pazienti o
propri collaboratori che siano, non brillerà
mai. “
“La conoscenza da parte dell’università di
aspetti personali degli studenti non legati
propriamente all’apprendimento influisce
in qualche modo sulla formazione? “
“Ho notato proprio una spaccatura tra una
parte di loro che ci credono, si specializzano, si aggiornano continuamente mentre
altri si accontentano e ritengo quest’ultimo
un grande errore. D’altra parte credo una
responsabilità sia anche delle aziende
stesse che non valorizzano i loro professionisti, ad esempio facendo un colloquio
di lavoro in Germania, come prima cosa
mi è stata presentata una brochure di corsi di aggiornamento e specializzazione in
prospettiva che mi hanno fatto capire l’enorme valore e stima che danno invece
loro alla mia preparazione e il desiderio di
farmi crescere”
Vera “In alcuni casi ho trovato modelli organizzativi ben implementati, ma questo
dipende dall’equipe, dalla sinergia che si
instaura nei vari professionisti che sono
poi quelli che fanno funzionare tutta l’ingranaggio. Penso sia d’obbligo, come è
di prassi in ogni struttura che coinvolge
il lavoro di più persone, darsi dei compiti,
degli orari, delle priorità, in modo da far
funzionare tutto nella maniera più sciolta
e sicura possibile. Tuttavia penso anche
che ogni tanto si debba essere disposti
a ridefinire certe priorità, invertire qualche ruolo, ad essere sostanzialmente più
flessibili. Come spesso succede, la realtà
delle cose si distanzia da quanto viene
proposto in letteratura… “
L’infermiere visto dai neolaureati
L’ultima analisi Istat relativa al rapporto tra
occupazione e titolo di studio mette in evidenza che a quattro anni di distanza dalla
laurea sette giovani su dieci hanno un lavoro. Secondo questo rapporto i più ricercati sono infermieri, ingegneri, architetti e
laureati in economia aziendale.
Nel 2011, precisa l’indagine, lavora il
71,5% dei laureati che hanno conseguito
il titolo nel 2007, mentre è in cerca di lavoro il 15,2%.
Rispetto all’edizione precedente dell’indagine (sui laureati del 2004), si riduce
la quota degli occupati (era il 73,2% nel
2007) e cresce quella delle persone in
cerca di lavoro (13,5%).
I dati attuali confermano una crisi che ha
investito gli infermieri che sono in difficoltà
a trovare un’occupazione. Se in passato
tra i principali motivi che inducevano un
giovane ad intraprendere questo professione era la grande possibilità di impiego
in tempi brevi, quali sono oggi le nuove
motivazioni che sottendono?
Per tali principali ragioni abbiamo intervistato due infermiere neo laureate per
indagare, attraverso la loro esperienza, il
mondo dell’Università, il percorso affrontato e le aspettative. Un dialogo aperto
con chi ha appena concluso un percorso
formativo allo scopo di cogliere elementi
preziosi per la professione e per il futuro
della stessa:
Vera Masenello e Pamela Cappeller
Pamela “io invece ho avuto modo di stare
a contatto con gli infermieri a causa di problemi personali e di conseguenza è nata
una grande stima per questo ruolo”
“Quindi si può dire che la scelta e l’idea
dell’infermiere si sia formata attraverso
un vostra esperienza vissuta all’interno
dell’ospedale o potete dire che la società
e i mezzi di comunicazione hanno avuto
qualche influenza?”
Vera “Prima di diventare infermiera non ho
mai avuto esperienze dirette con questa
figura o l’ambiente ospedaliero…mi sono
avvicinata un po’ alla volta, spinta dalla
curiosità e appunto dalla stima che provavo per questo lavoro. La consapevolezza
del ruolo che esercita l’infermiere all’interno di un reparto è cresciuta in seguito,
durante i tirocini. Nell’immaginario collettivo però sento ancora che questa figura
non viene valorizzata come meriterebbe,
le persone la apprezzano solo in seguito,
magari dopo un ricovero quando vedono,
sentono, capiscono cosa fanno e come si
attivano gli infermieri per il loro benessere
e guarigione. “
“Secondo te possono avere influito nella
tua scelta alcuni canali di comunicazione
quali le fiction in televisione?”
Vera “mah… negli ultimi anni c’è sicuramente stato il boom di fiction ambientate
in ospedale, ma dire che queste abbiano
influenzato la mia scelta, direi proprio di
no. Mi sono iscritta alla facoltà di infermieristica dopo il liceo, poi ho cambiato
percorso all’ultimo momento, scegliendo
e terminando la facoltà di lingue. Ho alle
spalle qualche anno di esperienza lavorativa in azienda, per altro molto positiva,
ma un giorno semplicemente non ce l’ho
più fatta e mi sono detta che la mia strada
era un’altra. “
“Al di là della consapevolezza sociale,
quale ritenete sia la consapevolezza all’interno della professione?”
“Che idea avevate dell’Infermiere prima di
intraprendere il percorso universitario?”
Vera “Provavo stima per la figura dell’infermiere ed ammirazione per la capacità
che hanno questi professionisti di rispondere ai diversi bisogni della persona dal
punto di vista clinico, psicologico e sociale. È un lavoro che sicuramente richiede
di confrontarsi con molte problematiche,
che richiede una particolare attitudine e
sensibilità, nonché conoscenze e capacità
tecniche, insomma una professione che è
sempre in divenire. “
Vera “forse penso che i primi a svalutare
un po’ questa professione siano gli infermieri stessi…mi spiego: alcuni colleghi
all’inizio dei nostri primi tirocini, magari
per sondare un po’ le nostre motivazioni
o convinzioni, invece di mettere in luce gli
aspetti positivi della professione, ci elencavano i vari disagi, frustrazioni, malesseri derivanti da turni, riposi troppo corti, fatiche fisiche del lavoro, lo stress e il poco
tempo che rimane da dedicare alla famiglia e a se stessi. La sensazione che percepivo era che se avessero potuto avere
la bacchetta magica ed inventarsi un nuovo lavoro, lo avrebbero fatto all’istante!
Poi per fortuna ho potuto conoscere anche colleghi che hanno avuto voglia di
crescere in questa professione, che sono
34
“Intendi dire quindi che in Italia, dal punto
di vista delle Aziende, un infermiere uscito
dall’università non è tanto considerato per
le competenze raggiunte o potenzialmente raggiungibili ma piuttosto per l’esigenza di coprire “buchi” indipendentemente
da chi sei, da cosa sei capace di fare o
cosa vorresti fare, non tenendo quindi presente l’aspetto personale. E questo forse
potrebbe giustificare la perdita di motivazione dei colleghi che hai incontrato in
reparto?”
Pamela “Si, proprio così, da una parte c’è
un modello vecchio ed opprimente di visione dell’essere infermiere che consiste
nell’adagiarsi e dall’altra invece qualcuno
che cerca di emergere e crescere ma con
fatica perché il sistema è radicato e molto
forte”
“Vi è mai capitato di incontrare nella vostra esperienza di tirocinio degli infermieri
laureati da poco ma che tuttavia vi hanno dato l’impressione di essere “vicini nel
tempo e lontani nella visione”, nel senso
che hanno già fatto propria una sorta di
auto svalutazione che magari avete visto
in infermieri con molti anni di esperienza?
Oppure ritenete che i neoassunti abbiano
il vostro entusiasmo?”
Pamela “nella maggior parte dei casi ho
notato nei neolaureati il mio stesso entusiasmo anche se tra di loro c’è stato forse
qualcuno trascinato forse dai più anziani
di servizio che dimostravano già una motivazione povera”
Vera “ho incontrato neolaureati molto entusiasti del loro nuovo lavoro, con voglia di
Pamela “in alcune realtà sono applicati
modelli organizzativi recenti ed in altre si
è fermi nel passato ovvero ad un’organizzazione per compiti/orari rigida nell’adattarsi ai bisogni del paziente”
“Quindi se non ho capito male i modelli
vanno bene ma poi nella realtà diventa
necessaria una maggiore flessibilità per
modularsi alle esigenze dei pazienti.”
Vera “ credo proprio sia cosi. Ogni tanto
capita di sforare nei tempi, o capita di invertire qualche parte ma evidentemente
c’è alla base un motivo buono per farlo,
non per questo si viene meno alla qualità
della prestazione od attività erogata. Tanto meno questo deve essere pretesto per
l’accendersi di scontri tra le varie figure,
come ogni tanto capita di assistere”
“Che ruolo esercita il Coordinatore all’interno dell’unità operativa dal vostro punto
di vista?”
Vera “il coordinatore è la figura attorno
alla quale dovrebbe ruotare tutta l’equipe. Se funziona, funziona anche tutto il
reparto. Non posso dire molto di più, in
quanto ho conosciuto questa figura solo
da studente, quello che, però, posso rilevare è che ho trovato coordinatori che,
come studenti, ci hanno accolto bene e si
sono interessati molto al nostro apprendimento, altri che si sono spesi con noi un
po’ meno, forse perché occupati da cose
di importanza maggiore. È apprezzabile
da parte loro il fatto che dedichino dei momenti di confronto con tutta l’equipe, che
ascoltino eventuali problematiche esposte dai collaboratori e cerchino soluzioni
assieme a loro. Penso che questo contribuisca sicuramente a creare in reparto
un clima di serenità che può permettere
all’infermiere di lavorare tranquillo, senza
Pamela “alcuni infatti sono concentrati nel coordinare, organizzare le risorse,
concentrando l’attenzione sul materiale
perdendo così di vista il rapporto con l’equipe, e la mancanza di tempo non può
essere una giustificazione perché deve
esserci del tempo per le persone della
tua squadra”
“Tornando alla vostra esperienza formativa, cos’ha rappresentato per voi il momento di discussione della tesi?”
Pamela “forse il raggiungimento di un
traguardo sospirato, dopo un percorso di
crescita. Il coronamento di un sogno”
Vera “Il giorno della discussione per me
è stato momento di grande soddisfazione
e sicuramente una sorta di liberazione!
Ho avuto fortuna di portare in tesi un argomento che mi piaceva e che coccolavo nei miei pensieri da un po’ di tempo,
quindi non vedevo l’ora di esporre il mio
lavoro”
“Generalizzando la vostra esperienza
possiamo allora dire che gli studenti vivono il momento di tesi con soddisfazione
per il lavoro prodotto ma anche con entusiasmo nella realizzazione al di là dell’obbligatorietà di questo elaborato previsto
dalla formazione.
Quale è stata la vostra esperienza con le
figure dei tutor proposti dall’università?”
Vera “per me è stata un’esperienza positiva, per alcuni aspetti anche produttiva,
nel senso che ho ricevuto degli input che
mi hanno permesso di fare cose nuove,
di mettermi in gioco anche in esperienze
che esulavano dalla schema consuetudinario. Sicuramente molto è dovuto al fatto
che comunque ti confronti con i tutor per
tutta la durata dei tre anni e che in questo
periodo dai modo a loro di conoscere te e
tu di conoscere loro”
“Tu Vera hai avuto esperienza di un altro percorso universitario con comunque
figure di tutoraggio, cosa ne pensi?”
Vera “i tutor nella mia precedente facoltà
non si sono mai visti, quindi non si può
fare alcun paragone. In Infermieristica
è impossibile non avere a che fare con
loro!! Sicuramente nella nostra facoltà,
volenti o nolenti abbiamo dovuto rapportarci con loro molto, tra lezioni, biefring,
35
Vera, Pamela “beh non dovrebbe influire
per niente….”
“Trovate che ci sia una certa specularità
tra studenti/tutor all’università e infermieri/coordinatore nel mondo del lavoro?”
Vera “Di fatto sì e di nuovo è l’attenzione
al rapporto personale, conoscenza e comunicazione che fa la differenza”
“Che rapporto c’è tra il mondo della formazione con tutte le conoscenze teoriche
acquisite con l’applicazione pratica e
reale nel mondo lavorativo? Trovate ci sia
coerenza?”
Vera “nella mia esperienza, la formazione
infermieristica e il mondo lavorativo sono
stati piuttosto coerenti, anche perché la
struttura del percorso formativo prevede
già di per sé l’applicazione pratica attraverso i tirocini. In particolare il punto
di incontro è nella figura dell’infermiere
tutor che ci segue nei reparti e che allo
stesso tempo ci fa formazione e poi applicazione pratica. Può succedere che la
teoria studiata durante il corso non trovi
applicazione nel reparto, ma credo sia
importante un confronto continuo con la
propria guida di tirocinio cercando di capirne le motivazioni. Può capitare a volte di trovare delle guide di tirocinio non
preparate su quelli che sono i nostri livelli
di conoscenza e competenza raggiunti,
magari perché non hanno fatto l’apposito
corso di preparazione. Quando succede
questo è un po’ spiacevole perché si crea
una situazione di disagio da ambo le parti, l’infermiere che non si sente all’altezza
di fare da guida e lo studente che non si
sente debitamente seguito. “
“Credo in questo sia determinante il ruolo del coordinatore nel saper individuare
quelle persone più adatte, predisposte,
formate nell’essere guide di tirocinio in
modo tale da integrare le esigenze dell’università con quelle dell’Azienda. Forse
dipende da una caratteristica culturale tipicamente italiana che tende ad allineare
un po’ tutti quando basterebbe fare delle
valutazioni sulle persone tenendo conto
delle singole capacità, interessi, talenti
e riuscire a valorizzarli. Ad esempio può
essere che in un reparto ci siano infermieri molto capaci nella relazione e nella
trasmissione di conoscenze e formazione
mentre altri più inclini alla ricerca personale che il coordinatore potrebbe valorizzare facendogli fare della ricerca senza
giudicare e mettere in discussione il valore e le potenzialità di ciascuno ma anzi
facendole fruttare.”
Vera “certo, sono d’accordo. In un mese
di tirocinio c’è l’effettiva possibilità di imparare e di crescere; se invece veniamo
affiancati ad un infermiere che per sem-
APPROFONDIMENTI
plice attitudine personale, non ha la pazienza di insegnare o di seguirci, questo
può compromettere il nostro percorso. E
poi c’è da tener presente, a mio avviso, un
altro aspetto, che spesso non viene considerato: anche noi costituiamo una risorsa
per il reparto dove veniamo mensilmente
ospitati, in quanto lavoriamo, studiamo e
ci spendiamo alla pari degli altri professionisti!”
“Che prospettive avete per il futuro?”
Pamela “io ho la speranza che prima o poi
esca qualche concorso per poter lavorare,
questo è un momento difficile per il mondo
del lavoro e davvero si è disposti a provare di tutto”
“Ma nel frattempo, cosa pensate di fare in
questa attesa?”
Vera “considerando che qui a Vicenza
per il momento non c’erano grandi prospettive, dopo la laurea sono partita per
la Bolivia, dandomi da fare con quello che
potevo come infermiera. Un po’ sapevo
che mi sarei confrontata e scontrata con
una realtà totalmente diversa dalla nostra, dove lo stesso concetto di salute è
diverso, dove l’attenzione per la sicurezza
e la percezione del rischio per gli stessi
Questionnaire satisfaction customer
professionisti è altro rispetto quanto è nel
nostro immaginario. Però sono partita lo
stesso perché a fronte di nessuna possibilità qui, lì comunque mi sarei resa utile
e avrei almeno fatto un certo tipo di esperienza. Una volta tornata a casa sono rimasta ferma una settimana e poi rendendomi conto che qui niente era cambiato,
subito mi sono attivata di nuovo per l’estero. Fa male dover lasciare la mia famiglia,
i miei amici e i miei affetti, un po’ costretta
dalla situazione socio economica che c’è
attualmente nel nostro Paese… ma al momento è semplicemente così!”
“Se può consolare una recente ricerca
dimostra che in futuro la figura infermieristica sarà tra le più ricercate. Recenti cambiamenti stanno portando l’asse
del’assistenza dagli ospedali al territorio,
attraverso gli ambulatori integrati, l’intensificarsi dell’assistenza domiciliare e la
nascita dell’infermiere di famiglia. Del resto i sintomi di un’adeguatezza del sistema ora presente sono sempre più evidenti, basti pensare alla congestione che si
crea ormai da tempo nei vari Pronti Soccorsi. Certo si parla di cambiamenti che
necessiteranno almeno di un decennio”
Vera “la cosa assurda è che la nostra
preparazione professionale all’estero è
molto stimata, siamo visti come delle risorse preziose nel panorama sanitarioassistenziale, poiché abbiamo ricevuto
una formazione professionale qualificata
ed avanzata che li ancora non è arrivata.
Chi di noi decidesse, un giorno, di “emigrare” , verrebbe accolto a braccia aperte,
almeno questo vale di sicuro per la Germania, la quale attende il 2014 per avere
i primi infermieri tedeschi con la Laurea
in Infermieristica. Di fatto le loro strutture
ospedaliere sono all’avanguardia, vantano macchinari di ultima generazione ma
poco personale qualificato ed addestrato
che li sappia utilizzare. Un nostro infermiere là farebbe il lavoro di tre infermieri
loro. E se qualcuno pensa ad una sorta
di sfruttamento, si sbaglia: l’attenzione
per l’attività e il benessere dell’infermiere
è sempre vigile, cosi come sono adottate agevolazioni per tutte le infermiere che
desiderano avere dei figli e vederli crescere…”
“In questo tuo cercare ti senti sola?”
Pamela “in realtà si, perché non so come
fare e perché sentendo l’esperienza dei
miei colleghi laureati il semestre precedente non ho grandi speranze. Qualcuno
è ancora a casa in attesa di concorsi, altri
se lo inventano aprendosi la partita iva e
vendendo prestazioni a cooperative con
molte difficoltà”
Vera “alcuni dei nostri compagni sono
stati assunti dopo apertura di partita iva,
condizione sine qua non, in casa di riposo
e messi fin da subito in prima linea a lavorare da soli e senza inserimento. Sulle
spalle la responsabilità di 150 pazienti…
adesso pur di lavorare va bene tutto, ma
forse non è chiederci un po’ troppo?”
Siamo partiti parlando di un ideale,
una figura che ammiravate e che ha
influenzato la vostra scelta proseguendo attraverso un percorso che vi ha
permesso di crescere come individui,
professionalmente ma anche personalmente fino ad arrivare al momento
della tesi, il coronamento di una competenza ormai raggiunta ed infine il
tentativo dell’inserimento nel mondo
del lavoro che è forse è l’aspetto più
dolente: la ricerca in solitudine di essere infermiere, aspettando concorsi,
diventando manager di se stessi offrendo lavoro all’estero, il tentativo di
adattarsi a situazioni inverosimili.
Pamela “io mi sono laureata da circa due
settimane e devo dire non ho ancora realizzato cosa devo fare, come devo muovermi”
a cura di
Gianmaria Fanchin
vicepresidente
e Lucia Maron
consigliere
36
INTRODUZIONE
Con il termine customer satisfacion, che
tradotto significa soddisfazione del cliente, si indica generalmente un articolato
processo volto a rilevare il grado di soddisfazione di un cliente/utente nell’ottica del
miglioramento del prodotto/servizio offerto. Il termine racchiude un insieme di tecniche e fasi di ricerca sviluppate a partire
dagli anni 90 soprattutto nell’ambito delle
imprese private.
Il concetto di soddisfazione è strettamente
collegato alle aspettative esplicite e latenti
del cliente/utente e alla percezione della
qualità del prodotto/servizio.
Rilevare la customer satisfaction per un’azienda privata o un ente pubblico, significa quindi attivare un orientamento verso
il cliente/utente e un orientamento verso
il miglioramento della qualità dei servizi/
prodotti.
La rilevazione della Qualità Percepita dai
pazienti dell’assistenza ricevuta persegue
principalmente due scopi: monitorare la
performance aziendale e stimolare i cambiamenti/miglioramenti nella qualità del
“care”, termine anglosassone per definire
“l’assistenza” e la cultura dei professionisti
ad essa dedicati. Sebbene le indagini finalizzate a rilevare l’esperienza soggettiva
del paziente ad oggi siano diffusamente
accettate come validi indicatori di performance aziendale, la loro utilità nel migliorare la qualità dell’assistenza a livello organizzativo non è ancora stata indagata
con metodi di ricerca sistematici.
Anche a livello di personale sanitario coinvolto nell’assistenza, spesso si ritrovano
giudizi discordanti sull’utilità di rilevare o
meno dati attraverso l’uso di questionari.
Vi sono professionisti con atteggiamenti positivi nei confronti della restituzione
delle rilevazioni della qualità percepita, ed
altri riportanti forti dubbi sul valore della
rilevazione. Le critiche spesso si focalizzano sul numero elevato di item presi in
considerazione nel questionario e sulla
difficoltà nel riuscire effettivamente a calcolare il vero costo-beneficio dell’utilizzo
di questo strumento.
L’art.12 del decreto legislativo n°29/1993
e la direttiva del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 27 gennaio 1994 Principi
sull’erogazione dei servizi pubblici, individuavano la partecipazione e l’ascolto
dei cittadini quali strumenti utili per valutare la qualità e l’efficacia degli interventi
della pubblica amministrazione. Più recentemente, la direttiva del Ministro della
Funzione Pubblica Direttiva sulla rilevazione della qualità percepita dai cittadini
del marzo 2004, ha fornito alle amministrazioni indicazioni più precise affinché
lo strumento della customer satisfaction
contribuisca a «definire nuove modalità d’erogazione dei servizi o interventi di
miglioramento di quelle esistenti, dimensionandone le caratteristiche tecniche
alle effettive esigenze dei cittadini e delle
imprese» e a «favorire il coinvolgimento
e la partecipazione dell’utente nelle fasi
d’accesso,di fruizione e di valutazione del
servizio, in modo da rafforzare il rapporto
di fiducia tra amministrazione e cittadino».
PERCORSO EFFETTUATO PER
L’ELABORAZIONE DI UN QUESTIONNARIE SATISFACTION CUSTOMER
ALL’INTERNO DELL’U.O. GINECOLOGIA E OSTETRICIA DELL’OSPEDALE
DI VICENZA
La costruzione di un questionario non è
tuttavia un processo semplice bensì complesso e richiede l’impegno di varie figure
professionali coinvolte.
Presso il complesso di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Vicenza l’elaborazione di tale questionario è stata possibile
in seguito ad un lavoro di gruppo che ha
visto coinvolte quattro infermiere dell’U.O.
Ginecologia, un OSS, quattro ostetriche e
il supporto delle Coordinatrici di entrambe
le U.O.
- Il primo step è stata la consultazione
bibliografica sull’argomento in questione
(inserita in allegato) e in seguito si sono
programmati degli incontri.
- Nel primo incontro si sono presentate
delle bozze ipotetiche di stesura del questionario.
- Nel secondo si sono discusse le modifiche da apporvi.
- In un ulteriore briefing si sono stabilite le
modalità di stampa e di elaborazione dati
con il consulto di un membro dell’URP.
Il complessivo totale di ore dedite alla stesura del progetto, comprensivo di revisione bibliografica è stato di 10 ore.
Il questionario che è stato elaborato indaga soprattutto le dimensioni degli aspetti
organizzativi ed interpersonali. È anonimo, autocompilato e articolato in diciassette domande inerenti la valutazione
della Qualità Percepita dell’Assistenza del
Pronto Soccorso Ostetrico Ginecologico
per quanto riguarda:
• La sede di accettazione (tempi di attesa,
pulizia di ambienti, riservatezza, segnaletica);
• la valutazione del rapporto con il Personale Medico;
37
• la valutazione del rapporto con il Personale Ostetrico.
• la valutazione del rapporto con il Personale di supporto.
• l’assistenza complessiva percepita;
Comprende anche alcune informazioni di
carattere socio-demografico (nazionalità
ed istruzione dell’intervistata).
MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE
DEI QUESTIONARI
Il questionario è stato somministrato presso l’U.O. di Pronto Soccorso Ostetrico /
Ginecologico in fase conclusiva del triage
TRIMESTRALMENTE.
Le pazienti sono state invitate a compilarlo e ad inserirlo negli appositi box che
sono stati messi a disposizione .
I dati elaborati tramite tabelle pivot e grafici verranno resi pubblici ed affissi in Pronto Soccorso.
ALCUNE CRITICITÀ NELLA
RILEVAZIONE
Le valutazioni della qualità percepita richiedono uno sforzo importante sia da
un punto di vista della pianificazione ed
ideazione del progetto sia da un punto
di vista della realizzazione ed organizzazione. Il questionario utilizzato è sintetico
e chiaro in quanto esplora alcune delle
principali dimensioni della qualità percepita, mentre risulta poco indagata la qualità della competenza professionale degli
operatori: uno degli aspetti più difficili da
indagare nonostante rappresenti uno dei
principali motivi di reclamo. Non viene tuttavia esplorata la dimensione della qualità
tecnica e dell’efficacia della cura, area di
difficile valutazione per il paziente che, in
genere, non dispone delle conoscenze
al fine di formulare un giudizio oggettivo.
Sicuramente altri strumenti di indagine
di valutazione maggiormente qualitativa,
come i focus group o le interviste telefoniche, potrebbero offrire maggiori possibilità
di far emergere un giudizio più ampio ed
articolato da parte dei pazienti sulla qualità percepita durante la degenza.
Per quanto riguarda il campione preso in
considerazione, il criterio di selezione è
stato casuale: il questionario è stato distribuito a tutte le pazienti che accedevano
al pronto soccorso ostetrico ginecologico
e sono stati analizzati tutti i questionari
ritornati compilati. In questo modo, chiaramente, non è possibile garantire la rappresentatività statistica di tale campione in
relazione alle principali variabili di stratificazione.
In generale nelle rilevazioni dei dati nel
momento in cui si somministra un questionario di gradimento si riscontra, che
la mancata restituzione di questionari
compilati, oltre ad una disomogeneità di
partecipazione, sembrano indicare una
diversa sensibilità degli operatori a distribuire i questionari o, forse, in alcuni casi
una possibile selezione implicita a monte
nella distribuzione.
CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI
FINALI
Di fronte ai risultati della rilevazione è di
fondamentale importanza che gli operatori
siano proattivi e che iniziano a porsi alcune domande come quanto segue:
- Come mai abbiamo questi risultti?
- Corrispondono alla percezione che
abbiamo del nostro servizio?
- Posso usare questi risultati per migliorare il servizio? Se sì, come?
- E noi come viviamo le note riportate?
Come vere? O no?
- Possono aiutarci a capire o migliorare il
nostro lavoro e il nostro essere personaoperatore all’interno dell’organizzazione?
Infine, tenuto in considerazione che il
comparto materno infantile di cui fa parte l’U.O. Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Vicenza è tuttavia un sistema
COMPLESSO e che per il miglioramento
della Qualità è indispensabile che le risposte a tali domande siano tradotte in
possibili azioni e che quest’ultime siano
proposte ai livelli dirigenziali. In codesta
modalità l’organizzazione diventa sempre
più una realtà sentita da tutti ed in cui tutti
possono riconoscersi ed agire; inoltre così
facendo le difficoltà che si trovano nei vari
passaggi comunicativi in più settori/livelli possono venire gestite nel miglior dei
modi e non essere più “problemi” bensì
motore propositivo di evoluzione per il sistema stesso.
Si vorrà rendere nota e pubblicata l’elaborazione di suddetto questionario e dei dati
emersi ed analizzati in tabelle e grafici non
appena ne verrà concessa l’ autorizzazione da parte del Direttore di U.O., affinchè
possa divenire spunto di stesura per altre
realtà di U.O.
Si allega bibliografia di riferimento
Riepilogo dei corsi
CORSI FAD
1) “Strategie per lo sviluppo delle competenze educative e relazionali”
CORSO GRATUITO crediti ECM 10,5
Accreditato per Infermieri – Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari
Validità dal 15 aprile 2013 al 15 aprile 2014
Iscrizioni dal sito del Collegio Ipasvi di Rovigo www.rovigoipasvi.it
2) “Appropriatezza delle cure”
Ministero della Salute in collaborazione con IPASVI e FNOMCeO
CORSO GRATUITO crediti ECM 15
Validità fino al 30 settembre 2013
Iscrizioni dal sito della FNC IPASVI www.ipasvi.it e dal sito www.vicenzaipasvi.it
3) “Governo clinico: innovazioni, monitoraggio performance cliniche, formazione”
ulteriore articolazione del percorso formativo sul “Governo clinico” promosso dal Ministero della Salute
in collaborazione con IPASVI e FNOMCeO.
Iscrizioni dal sito FNC IPASVI www.ipasvi.it e dal sito www.vicenzaipasvi.it
a cura di Arianna Saugo
Master sicurezza e
rischio clinico
CORSI RESIDENZIALI
1) “Governo clinico: l’aggiornamento professionale mediante metodologie innovative (FAD)
per la garanzia della qualità dell’assistenza”
Accreditato per Infermieri – Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari
Numero massimo di partecipanti: 100
Corso in fase di accreditamento ECM
Partecipazione di spesa: € 10,00 per iscritti di Vicenza - € 20,00 per iscritti di altri collegi.
Iscrizioni dal sito www.sinergiaesviluppo.it
BIBLIOGRAFIA
Date e sedi:
1. Beger J. R., Taylor C, Patient satisfaction in emergency medicine, tratto dal sito: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1726409/, data d’accesso agosto 2012.
2. Center of Healthcare and Quality and Safety: Safety Attitudes and Safety Climate Questionnaire: Safety Attitudes Questionnaire – Teamwork and
Safety Climate, tratto dal sito: https://med.uth.edu/chqs/products/safety-attitudes-and-safety-climate-questionnaire/, data d’accesso agosto 2012.
3. Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Questionario soddisfazione paziente in pronto soccorso, Milano 2011.
4. Master per la Gestione della Sicurezza, della Qualità e del Rischio clinico I livello: “La Just Culture”, lezioni della Dott.ssa Diana Pascu, appunti di
Arianna Saugo, Verona 2011.
5. Moiset C, Vanzetta M: La qualità nell’assistenza infermieristica: definizione , misura, analisi, valutazione e miglioramento continuo. CE McGrawHill, Milano giugno 2006.
6. Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar Verona, Questionario di soddisfazione del paziente: http://www.sacrocuoredoncalabria.it/attach/
Content/Menuii/29/o/mfr.pdf, data d’accesso luglio 2012.
7. Perugia Check up: Questionario di Valutazione della Soddisfazione del Paziente: http://www.perugiacheckup.it/data/uploads/DPz%2002%20Questionario%20Valutazione%20Soddisfazione%20Paziente%20Rev%20Swiss.pdf, data d’accesso luglio 2012.
8. recupero e riabilitazione funzionale per prestazioni ex art.26 L.833/78, tratto dal sito: http://ius.regione.toscana.it/cif/stat/pdf/str_lineeguida3.pdf,
data d’accesso agosto 2012.
9. Regione Toscana , linee guida regionali per la realizzazione di indagine di soddisfazione rivolta agli utenti di presidio ambulatoriale di
10. Studio Nicoli: Il questionario: http://www.studionicoli.com/questionari-informatizzati/img-questionari-informatizzati/Ausl-Imola-cure-ospedalierescanner.pdf, data d’accesso luglio 2012
11. URP; Comuniazione pubblica in rete, Customer satisfaction: come migliorare la qualità dei servizi attraverso la rilevazione dei bisogni e della
soddisfazione dei cittadini, tratto dal sito: http://www.urp.it/Sezione.jsp?idSezione=168, data di accesso agosto 2012
SEDE
DATA
ORARIO
Montecchio Precalcino
Polo Universitario
12 ottobre 2013
8.30 - 14.00
Vicenza
Aula Onza Polo Didattico
26 ottobre 2013
8.30 -14.00
Montecchio
Sala Civica Corte delle Filande
9 novembre 2013
8.30 -14.00
2) “Corso base sull’evidence-based practice (EBP)”
Accreditato per Infermieri – Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari
Numero massimo di partecipanti: 100
Corso accreditato ECM
Partecipazione di spesa: € 10,00 per iscritti di Vicenza - € 20,00 per iscritti di altri collegi.
In corso di accreditamento ECM
Iscrizioni dal sito www.sinergiaesviluppo.it
Date e sedi:
N. edizione
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giorno
orario
sede
Ed. 0
Venerdì 04/10/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 1
Venerdì 25/10/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 2
Venerdì 15/11/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 3
Venerdì 29/11/2013
13:30-18:00
Da individuare
Ed. 4
Venerdì 13/12/2013
13:30-18:00
Da individuare
39
Grafica | Netevolution.it
www.vicenzaipasvi.it
e-mail: [email protected]
PEC: [email protected]
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