nuovi arrivi - collaborazione pastorale volpaghese

Giornale locale ROC
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Anno CXXIII numero 16
27 aprile 2014
Contiene I.R.
Euro 1,20
SETTIMANALE D’INFORMAZIONE E DI APPROFONDIMENTO DELLA DIOCESI DI TREVISO
Visita pastorale
Il Vescovo in visita alle
parrocchie di Volpago
rosegue la visita pastorale del Vescovo nel vicariato di Nervesa.
P
Mons. Gianfranco Agostino Gardin
sarà, a partire da mercoledì 30 aprile,
nelle quattro parrocchie della collaborazione pastorale di Volpago del Montello. Si tratta di Volpago, Venegazzù,
Selva del Montello e Santa Maria della
Vittoria. (Inserto da pagina 15)
27 APRILE
Due giganti della
storia, due testimoni
del Vangelo in questa
domenica vengono
proclamati santi
della Chiesa universale:
Giovanni XXIII, che
aprì il Concilio ridando
speranza alla Chiesa
e al mondo, e Giovanni
Paolo II, che ha
attraversato la guerra
fredda e la
globalizzazione, morto
appena nove anni fa.
Da loro, esempi di
santità, arriva l’invito
a coltivare la pace,
a non avere paura
di questo tempo
difficile, a spalancare le
porte a Cristo andando
incontro ai fratelli
con amore e umiltà
All’interno
Osservare le stelle
dal Collegio Pio X
6
La banda larga è
un lusso di pochi
21
Dai banchi di scuola
all’Etiopia
25
DOSSIER A PAG.
PAESI&CITTA’ A PAG.
CASTELLANA A PAG.
Festa
di santità
SERVIZI ALLE PAGINE
Il lavoro ancora
non si vede
11
Attività preziosa
al centro d’ascolto
22
Festa di sguardi:
Europa al centro
26
ECONOMIA A PAG.
DA TREVISO A PAG.
MIRANESE A PAG.
Editoriale
Segni di risurrezione
di Lucio Bonomo
N
ell’omelia tenuta il giorno di Pasqua il
vescovo Gardin, commentando il brano
evangelico di Giovanni, diceva che i segni
della tomba vuota, dei teli e del sudario,
da soli non sono stati sufficienti a suscitare
nei discepoli la fede nella risurrezione di
Gesù. Maria di Magdala, infatti, concluse
subito che avevano portato via il corpo del
Signore mentre Pietro, visto il sepolcro
aperto e le bende per terra, rimase in
silenzio. Solo l’apostolo Giovanni, mosso e
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illuminato dall’amore, al vedere quei segni
“vide e credette”. Sarà però la comprensione
delle Scritture ad aprire gli occhi ai discepoli.
La fede, che nasce dall’udire la Parola, ha
sempre bisogno dell’amore, dei segni o delle
opere della carità. In questo è molto chiaro
l’apostolo Giacomo: la fede senza le opere è
morta. E’ noto che nel capitolo 2 della sua
lettera si riferisce alle opere di misericordia e
al privilegiato amore per i poveri.
Come discepoli di Gesù risorto siamo
chiamati ad essere suoi testimoni con la fede,
sostenuta dalla speranza e resa visibile e
credibile dalla carità.
5
Segue
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2
PRIMOPIANO
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
Ci fece riscoprire
lacollegialità
P
apa Francesco? “È figlio del Concilio,
è figlio di Giovanni XXIII. Come Giovanni Paolo II”. Parola di Alberto Melloni, ordinario di storia del cristianesimo all’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore della Fondazione Giovanni XXIII, che,
a proposito della doppia canonizzazione del
27 aprile ricorda un precedente illustre montiniano. E a proposito di Roncalli, lancia a
Papa Francesco una proposta precisa e suggestiva: che scelga, come nome del nuovo
santo, “San Giovanni del Concilio”.
Professore, cominciamo con la doppia
canonizzazione di due Papi. Un evento
senza precedenti, nella storia della
Chiesa?
In verità un precedente per la doppia canonizzazione esiste, e risale al 19 marzo 1965,
quando Paolo VI rifiutò le richieste fatte da
alcuni vescovi, della Polonia in particolare, di
una canonizzazione conciliare di Roncalli e
rifiutò nel contempo la minaccia di altri vescovi di reagire tramite una canonizzazione
a furor di popolo di Pio XII. Paolo VI optò per
due processi ordinari, uno per Pio XII e uno
per Roncalli. Quando nel 1993 papa Wojtyla sbloccò la causa di Roncalli, scelse di vincolarla a quella di Pio XII. E, successivamente, fissò la beatificazione di papa Roncalli insieme a quella di Pio IX. La stessa cosa, ma alla rovescia, l’ha fatta Papa Francesco: davanti
alle pressioni per una canonizzazione superrapida di Giovanni Paolo II, ha ripreso l’iter
della beatificazione di Roncalli e lo ha fatto
procedere in via straordinaria, saltando le
ulteriori fasi del processo di canonizzazione.
Hanno denominato questa procedura “pro
gratia”, ma in realtà si tratta di una pratica
antica come il mondo: fa parte delle prerogative del Papa e della sua infallibilità scegliere i candidati alla canonizzazione e indicarli al culto della Chiesa universale. E può
farlo anche saltando i passaggi intermedi.
Se dovesse indicare la cifra e l’eredità di
Giovanni XXIII, da dove partirebbe?
Giovanni XXIII è stato il Papa del Concilio:
come c’è stato un san Giovanni della Croce,
c’è stato un “san Giovanni del Concilio”. Sa-
LA VIGNETTA
Francesco e Benedetto di fronte
alle immagini di san Giovanni XXIII
e san Giovanni Paolo II
rebbe bello che Papa Francesco scegliesse
questo nome per il nuovo Santo... E’ questa
la cifra di Papa Roncalli a cui fare riferimento, come ha riconosciuto Giovanni Paolo II
quando ha parlato del Concilio come “la
grande grazia del secolo ventesimo”. Una
grazia che è passata dalla santa obbedienza
di Giovanni XXIII. Roncalli ha sempre rifiutato, per la Chiesa, l’idea della “cultura del
progetto”: l’immagine, cioè, della riforma
della Chiesa come corrispondente a un disegno architettonico che va rispettato modulandosi ad esso piano piano. Giovanni XXIII
ha accettato la condizione peregrinante della Chiesa, e ha voluto rimettere l’umanità su
quella lunghezza d’onda.
Ha senso oggi parlare di Concilio Vaticano II, quando c’è chi a più riprese chiede
un “Vaticano III”?
Nel 1909, quando Roncalli era prete da soli
cinque anni, l’enciclopedia cattolica più in
voga all’epoca, “Catholicisme”, alla fine sentenziava che non ci sarebbe stato più bisogno di Concili nella Chiesa, perché il Papa aveva ormai acquisito l’infallibilità e la giurisdizione universale. Poco dopo, nello stesso
anno, Bonomelli chiese il Concilio. Ai tempi
del Concilio Vaticano II c’era l’idea che avrebbe dovuto risolvere molto presto i problemi, mentre l’idea del Concilio Vaticano III
è nata grazie a chi - come il cardinale Martini nel 1999 - sosteneva che c’era bisogno di
un altro Concilio per andare oltre. Bisogna
considerare il Concilio non tanto come exploit, ma come espressione della sinodalità
nella vita della Chiesa. Il Concilio non è una
macchina che prende decisioni: paradossalmente, il Vaticano II ha funzionato proprio
perché la sua impostazione è fallita.
Quale “lezione” ha voluto dare Giovanni
XXIII convocando il Concilio?
Ha voluto far vivere alla Chiesa l’esperienza
della collegialità: una lezione attuale ancora oggi. Il nuovo Concilio dovrà porsi di più
il tema del rapporto con le altre Chiese. Nel
2016 è stato convocato il Concilio panortodosso: è la risposta a una seminagione, e paradossalmente viene dalle Chiese orientali.
Chiamiamo papa Roncalli “San
Giovanni del Concilio”: la proposta
di Alberto Melloni, ordinario di
storia del cristianesimo e direttore
della Fondazione Giovanni XXIII
E’ stato il cattolicesimo romano a insegnare
loro a trovare la fiducia nella “conciliarità”.
Papa Francesco sta già percorrendo questa
strada: il Consiglio degli otto, ad esempio,
non è un organo consultivo ma una realtà
collegiale che risponde all’idea di una Chiesa non come democrazia, ma come pneumatologia. L’unità tra le Chiese, il primato
della liturgia, il profondissimo radicamento
nella tradizione: questi altri tratti caratteristici del Concilio. Per Roncalli la tradizione
non era la “valigia della nostalgia”, ma il
lunghissimo fluire della Chiesa nel tempo,
che insegna a gioire del presente come occasione e non come minaccia.
Cosa risponde a chi tende ad accostare
Giovanni XXIII e Francesco, nel loro tratto pastorale?
Ci abbiamo messo 50 anni a liberarci dalla
vulgata di Roncalli come “il Papa buono”!
L’eloquenza del papato è solo l’eloquenza
del Vangelo: tutto il resto sono trappole da
leader di partito. Di Giovanni XXIII come
di Francesco, la gente apprezza l’autenticità, la coerenza tra ciò che dice e ciò che vive. Parafrasando Paolo VI, possiamo dire
che il nostro tempo ha bisogno di maestri
che siano anche testimoni. Per aiutarci a
scoprire e leggere, da cristiani, i segni dei
tempi. (M. Michela Nicolais)
DA PATRIARCA ORDINO’ DODICI PRETI DI TREVISO
P
rima dell’ingresso in diocesi di mons. Mistrorigo,
il 29 giugno 1958 fu il patriarca di Venezia Angelo Roncalli
ad ordinare i dodici sacerdoti
novelli della nostra diocesi,
nel duomo di Castelfranco Ve-
neto, in ricordo del centenario
dell’ordinazione sacerdotale
di Giuseppe Sarto in quella
stessa chiesa. Tra di loro anche don Antonio Marangon,
don Mario Beltrame, don Felice Boffo, don Franco Zanon,
don Renato Comin, don Angelo Santinon. Appena Roncalli fu eletto Papa, i neosacerdoti gli fecero visita in Vaticano insieme al vescovo Mistrorigo (eccoli nella foto con
Giovanni XXIII).
PRIMOPIANO
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
“S
anto subito”,
gridò la piazza
nel 2005 al
momento della sua morte. Fu
dunque il popolo ad
acclamare “santo” Giovanni
Paolo II. E Papa Ratzinger
sentì la voce di quella piazza e
avviò immediatamente il
processo per la sua
canonizzazione. Giovanni
Paolo II: non basteranno i
libri di storia per afferrarne
tutte le dimensioni. Troppo
ampia la sua azione, troppo
complesso il tempo in cui ha
vissuto. Per questo uno
storico del calibro di Andrea
Riccardi ha deciso di
accettare la sfida e scrivere
un libro “Giovanni Paolo II
santo. La biografia” (edito
da San Paolo).
Perché professore?
Ho conosciuto Giovanni
Paolo II, ho vissuto il suo
pontificato ma mi sono posto
il problema di capire il suo
ruolo storico e la sua
complessità. Mi sono messo a
studiarlo e ho scritto un libro
che ora è uscito. È una
ricostruzione storica della sua
figura. Perché? Perché
Giovanni Paolo II ha
cambiato la storia del suo
tempo, la storia dei credenti,
dei cattolici, facendoli uscire
dalla paura. Ha aiutato a
realizzare una rivoluzione
senza spargimento di sangue
nel 1989. Ha dilatato la
Chiesa sulla dimensione
globale. Quest’uomo
spirituale è stato anche un
grande personaggio storico.
Quella di Giovanni Paolo II è
stata una personalità dalle
molte dimensioni.
Quando un personaggio
della storia diventa
Santo?
La figura di Giovanni Paolo II
è impastata della dimensione
della santità, della
dimensione pastorale e
religiosa, del senso storico e
politico, del senso del popolo,
della dimensione mistica.
Giovanni Paolo II è un uomo
dalle molte dimensioni ma è
stato soprattutto un uomo di
Dio. Questo è il cuore della
sua figura. Quando lo
abbiamo visto spogliato di
tutte le sue capacità umane,
alla fine della vita, l’abbiamo
visto uomo di Dio.
Era quindi necessario
renderlo pubblicamente
3
Con lui cristiani
senza paura
WOJTYLA
A TREVISO E A RIESE
Lo storico Andrea
Riccardi ha appena
pubblicato il libro
“Giovanni Paolo II
santo. La biografia”,
in cui emerge che
“ha cambiato la
storia del suo tempo,
la storia dei credenti,
dei cattolici,
facendoli uscire
dalla paura... perché
sapeva che Dio è con
gli uomini. Questo è
il cuore della sua
santità. Anche in
momenti durissimi
come quelli sotto
il comunismo”. E poi
“guardava lontano,
era un uomo
di visione”
Nel 1985 la visita nella
terra natale di S. Pio X
Santo? Non bastava
questa testimonianza per
ricordarlo nella storia?
È una scelta che è stata fatta
con altri Papi. È stata fatta
con Pio X, con Giovanni XXIII.
È stato soprattutto il popolo
di Dio nel 2005 al momento
della sua morte, a sentirlo
Santo. La gente percepiva che
era morto un Santo. Non che
era morto un politico. Era
morto un Santo. E Papa
Ratzinger volle
immediatamente dare
seguito a questo senso del
popolo di Dio.
È un fatto inedito nella
storia questa
acclamazione di popolo?
Nei tempi contemporanei è
Direttore
responsabile
Ferruccio Lucio
Bonomo
Editore
Opera San Pio X
Piazza Duomo, 2
31100 Treviso
In redazione
Alessandra Cecchin
Bruno Desidera
Lucia Gottardello
Pierluigi Guidolin
Testata che fruisce
di contributi di cui
all’art. 3 comma 3
della legge 250
del 7/8/1990
I
l 15 e il 16 giugno 1985 Giovanni Paolo II volle visitare
la nostra diocesi in omaggio a papa Pio X nel 150° anniversario della nascita. Una visita che il vescovo Mistrorigo ricordava con grande gioia (“Ci portò il suo cuore aperto alla stima, all’affetto, alla speranza”). Prima a Riese (eccolo, nella foto in alto, inginocchiato nella casa natale di papa Sarto) e poi a Treviso, furono numerose le occasioni, per
papa Wojtyla, di rivolgere un saluto alla nostra diocesi. Ben
undici i discorsi, che costituiscono davvero un dono prezioso del suo magistero. Particolarmente suggestivo l’incontro
con i giovani, la sera di sabato 15 giugno, in piazza Duomo.
A loro consegnò come esempio “il giovane Liberale, che in
tempi di pericoli si convertì e mise a repentaglio la propria
vita per il Vangelo. Non temo di essere esigente con voi, Cristo lo è prima di me” disse.
Ben sei, poi, le estati durante le quali Giovanni Paolo II volle trascorrere le sue vacanze a Lorenzago di Cadore, ospite
della casetta del Seminario di Treviso. Lo accolsero prima il
vescovo Antonio Mistrorigo, poi il vescovo Paolo Magnani.
Lunedì 4 aprile 2005, due giorni dopo la sua morte, alla
messa di suffragio in Cattedrale, presieduta dal vescovo
Mazzocato, parteciparono migliaia di fedeli, gran parte dei
quali seguirono la messa da piazza Duomo.
un fatto inedito. Ma è
rivelatore di un altro aspetto:
Giovanni Paolo II ha
convocato i cristiani come
popolo e ne ha fatto un
popolo. In una condizione un
po’ di dispersione dei cristiani
qual era, ne ha fatto un
popolo in mezzo ai popoli
del mondo.
Ci sono state critiche a
questa canonizzazione.
Alcuni ritengono che il
pontificato di Giovanni
Paolo II abbia valorizzato
troppo i movimenti. Altri
che abbia trascurato le
Chiese locali. Da storico,
le letture critiche sulla
storia di un personaggio
cosa indicano?
Sede
Direzione, redazione,
amministrazione
31100 Treviso - Via Longhin, 7
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Sono state fatte queste
critiche ma anche critiche
peggiori rispetto a quelle
adesso elencate. È ovvio che
siano state fatte delle critiche.
In un pontificato lunghissimo
come quello di Giovanni
Paolo II, durato 28 anni,
pieno di problemi, è chiaro
che quest’uomo possa aver
fatto degli errori. Non è che
il suo sia stato un pontificato
senza errori o senza
omissioni. Ma lo storico
guarda la realtà complessiva
e da questo punto di vista non
può che emergere un grande
pontificato.
Che tipo di santità,
allora, ha vissuto
Giovanni Paolo II?
Registrazione
al Tribunale
di Treviso
n° 10 del 21.9.1948
Iscr. al ROC
n° 7337
del 30/11/2001
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Resto del mondo
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Centro Servizi
Editoriali srl
Via del Lavoro, 18
Grisignano di Zocco
(Vicenza)
Era un uomo che non aveva
paura perché sapeva che Dio
è con gli uomini. Questo, mi
sembra, è il cuore della sua
santità, vissuta anche in
momenti di abbandono come
quelli della sua giovinezza, in
momenti durissimi come
quelli della sua vita polacca
sotto il comunismo. In questo
senso è un uomo che ha
riscoperto il valore del
martirio. Lui stesso ha
rischiato di essere martire
esponendosi dopo il suo
attentato. La storia del suo
attentato è una storia molto
importante perché questo
uomo andò a Istanbul nel
1979 nonostante le minacce.
E quando dopo l’attentato,
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volevano prendere maggiori
misure di sicurezza, lui disse:
no, continuiamo come prima.
Cosa lascia in eredità agli
uomini del nostro tempo?
Lascia per sempre il
messaggio: “Non abbiate
paura e confidate in Gesù”.
E lo lascia in un tempo di
grigiore, in cui si fa fatica
a guardare lontano. Ecco
un’altra caratteristica di
Giovanni Paolo II: era un
uomo che guardava
lontano, un uomo di
visione. Non per nulla in un
verso di poesia scritto negli
anni di Cracovia diceva:
l’uomo soffre soprattutto
per mancanza di visione.
(Maria Chiara Biagioni)
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&
4
PAROLA VITA
Domenica 27 aprile 2014
II DOM. DEL TEMPO PASQUALE . Solo Lui ci restituisce alla Vita vera
LA PAROLA
Il Risorto è sempre con noi
Dal Vangelo
secondo Giovanni
L
a sera di quello stesso
giorno, la domenica di
Pasqua, cosa abita il
cuore dei discepoli?
Certamente timore e paura,
l’evangelista Giovanni lo
dice, e poi forse anche
confusione: il ricordo dei
recenti avvenimenti, della
condanna e della morte di
Gesù, è ancora vivo; per
questo il gruppo dei
discepoli è riunito in un
luogo chiuso, quasi protetto.
Il timore però si trasforma
presto in gioia all’arrivo di
Gesù risorto! È la gioia di chi
ritrova un amico, un
fratello, un figlio dopo una
situazione difficile, di
tensione e di sofferenza; è la
gioia di chi ritrova la
persona amata dopo un
tempo di separazione. È la
gioia profonda che i
discepoli vivono nel
ritrovarsi ancora una volta
insieme a Gesù che
pensavano morto!
Ancora di fronte a questo
Vangelo possiamo chiederci:
cosa c’è invece nel cuore di
Gesù? Cosa lo muove a
ritornare dai suoi?
Gesù sa che i discepoli
hanno bisogno di ritrovare
la pace, quella pace che è
dono suo! È la pace del
cuore, frutto della
consapevolezza che Gesù è
ancora con loro, non li ha
abbandonati e continua ad
essere presente, da risorto,
nella loro vita. Gesù torna
per inviarli nel mondo:
vuole che i suoi siano
missionari, annunciatori di
una buona notizia di amore,
di perdono per gli uomini e
le donne di ogni tempo...
Gesù li fa uscire dalla
situazione di non speranza,
li invia ad amare e a portare
l’amore di Dio nel mondo!
Non da soli: ora avranno la
forza dallo Spirito santo, che
è spirito di misericordia.
Il Vangelo di questa
domenica ci ricorda che il
Signore risorto è sempre con
noi, cammina insieme a noi
e ci accompagna nella vita
quotidiana. Se lo
accogliamo e lo facciamo
DIO PARLA ANCORA
DOMENICA 27
MERCOLEDI 30
Ottava di Pasqua o
«della Divina Misericordia»
San Pio V
At 2,42-47; Sal 117
1 Pt 1,3-9; Gv 20,19-31
LUNEDI 28
San Liberale - San Luigi Maria
At 16,25-34; Sal 33
1 Gv 5,1.4-5.13.20; Gv 20,24-31
At 5,17-26; Gv 3,16-21
GIOVEDI 1° maggio
San Giuseppe lavoratore
At 5,27-33; Gv 3,31-36
VENERDI 2
Sant’Atanasio
MARTEDI 29
At 5,34-42; Gv 6,1-15
SABATO 3
Santa Caterina da Siena
Santi Filippo e Giacomo
1 Gv 1,5-2,2; Mt 11,25-30
entrare nelle situazioni di
fatica, di sofferenza, di
ripiegamento possiamo
anche noi passare dalla
paura e dal timore alla
gioia! È questa la gioia
cristiana ed evangelica; essa
ci spinge a non restare chiusi
in noi stessi, ma ad uscire
verso gli altri, a condividere
la Buona notizia. È la nostra
vocazione di battezzati,
quella di ogni credente.
Quando Gesù appare la sera
di Pasqua, non trova tutti i
discepoli: manca Tommaso.
Otto giorni dopo Gesù
ritorna per portare anche a
lui il dono della pace, per
incontrarlo nella sua
incredulità e nel suo
bisogno di vedere e toccare:
Gesù conosce, infatti, il suo
cuore, conosce la sua fatica
a credere e non vuole
lascialo così. Il Vangelo ci
mostra come la pedagogia
di Gesù, sia contraria a ogni
nostra logica umana. Il testo
di Giovanni ci propone la
logica della gratuità, della
pazienza,
dell’accompagnamento
nelle relazioni personali.
Sorprende la passione di
Gesù per i discepoli e in
particolare per quanti fra
loro fanno più fatica nel
cammino di fede. Sorprende
la pazienza di Gesù verso
Tommaso! È per lui che
Gesù torna, per
accompagnare e sostenere il
cammino di fede di un solo
uomo! E Gesù fa così con
tutti, anche con noi! A
1 Cor 15,1-8a; Gv 14,6-14
Tommaso è concesso di
cominciare un nuovo
cammino di fede perché
Gesù lo vuole prima di lui. E
il discepolo incredulo
aderisce con libertà, con
“Chiedilo a loro”: basta
una firma per fare la differenza
T
estimoni autentici, non testimonial. Sono i protagonisti veri, non verosimili, della nuova
campagna di comunicazione 8xmille della Chiesa cattolica. Hanno
15 secondi e poche immagini per
guardarci negli occhi e dirci che
qualcosa, insieme, si può fare. Perché l’entusiasmo è molto, ma i fondi sono sempre troppo pochi per
soddisfare i bisogni delle periferie
dell’Italia e del mondo. Un lamento crescente si leva dalle periferie
esistenziali delle nostre città. Chi si
trova nelle strettoie della vita, affrontandole con grande dignità,
spesso non sa cosa fare e a chi rivolgersi senza sentirsi umiliato
perché ultimo, respinto perché
mendicante, emarginato perché escluso. C’è però qualcuno che sente e coglie e che non si tira indietro, qualcuno che porge la mano e
l’ascolto, qualcuno che scalda in egual misura cuori e minestre. Ciascuno di noi ne conosce qualcuno
e può raccontarne la storia e le gesta, non eroiche ma quotidiane.
Testimoni autentici, uomini e donne, laici e consacrati che si impe-
dre, maestro e pastore dal
1961 al 2003, dapprima come cappellano, poi come parroco. Negli ultimi anni, in accordo con i suoi successori, ha
continuato a servire la sua
gente visitando le famiglie
per la benedizione e per incontrare nelle case i malati.
Discreto, semplice, umile,
quando entrò don Paolo Magoga, nel 2003, preferì ritirarsi per alcuni mesi a Pero.
Ritornato a Breda, offrì la sua
disponibilità alla parrocchia
e a tante altre del circondario.
“Don Bruno ha svolto il suo
compito di pastore non solo
volentieri, ma con una vera
passione sacerdotale” ha ricordato il Vescovo durante il
funerale. La chiesa di Breda il
giorno delle esequie non è
stata capace di contenere fedeli e amici venuti a dargli
gnano a utilizzare ciò che viene loro donato, convogliandolo in opere di bene.
Angela, a Trieste nel centro “La
madre”, alloggia, ospita, protegge,
le madri in difficoltà. Finora sono
passate dalla casa protetta circa
270 donne con i loro figli, in fuga
da emergenze familiari di vario
genere innescate dalla crisi e da
nuove povertà. Trovano riparo qui
grazie all’impegno inesausto dei
volontari, ma grazie soprattutto a
un contributo di circa 80mila euro
per allestire e condurre tre strutture d’alloggio, il centro ascolto, la
mensa, le docce, l’emporio. Anche
a Matera esiste un tetto per chi non
ha più sicurezze. Si chiama “La
tenda” e accoglie temporaneamente chi è in difficoltà e si trova
da un giorno all’altro nella scomoda situazione di “nuovi poveri”: famiglie sfrattate e padri separati.
Per don Alberto D’Urso, sacerdote
a Bari, il prossimo è colui che è caduto nelle spire dell’usura e dell’azzardo, in un Paese, il nostro,
che oggi è il primo mercato del
gioco in Europa e il terzo al mon-
ANNIVERSARI
L’ultimosalutodellacomunità
adonBrunoTorresan
enerdì 11 aprile si è spento don Bruno Torresan,
per 53 anni pastore a Breda
di Piave. Nel silenzio della cameretta alla Casa del clero,
assistito con amore dal personale della Casa, dai familiari e
da tanti suoi parrocchiani nei
giorni terminali della malattia, ha saputo trasmettere a
tutti quella lezione di vita per
la quale ha speso e si è speso
con tutto se stesso: essere uomo e prete fino in fondo, anche nella dimensione della
sofferenza, quando il male lo
stava erodendo. “Don Bruno
come va”? «Bene» è stata la
risposta fino all’ultimo. Ma
chi lo visitava capiva quali
sofferenze stesse patendo
questa bella figura di sacerdote che si stava preparando
all’incontro col suo Signore.
Breda lo ha avuto come pa-
Sorella Giuliana
Discepole del Vangelo
L
a sera di quel giorno, mentre erano chiuse le porte del luogo
dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù (...) e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le
mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro (...). Gli
dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli
disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo
in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila
nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose
Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai
veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che
non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti
perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
8 PER MILLE
BREDA DI PIAVE
V
umiltà e semplicità
all’amore di Dio per lui e
diventa credente, “Mio
Signore, Mio Dio”.
Il Vangelo di Tommaso è un
bel racconto d’incontro:
troviamo da una parte la
tenerezza Dio e dall’altra il
bisogno dell’uomo di
sentirsi amato e salvato. È la
nostra storia fatta di
resistenze, di chiusure e di
peccato che si intreccia con
la pazienza e la misericordia
infinita di Dio.
Da questa relazione
profonda nasce la fede in
Gesù Cristo figlio di Dio, e
solo questa fede è capace di
ridonarci la gioia e di
restituirci alla Vita vera!
CONSCIO
l’ultimo saluto. Una cinquantina i confratelli che hanno
concelebrato, per dire grazie
a quest’uomo che ha saputo
dialogare con tutti, che ha saputo aiutare tantissime persone, che ha vissuto nella povertà con il sorriso di chi crede nella Provvidenza. Toccanti le parole pronunciate
dal Vescovo che ha delineato
la figura di don Bruno con
semplici, significativi passaggi, sottolineando come egli
abbia saputo davvero mantenere fede al programma che
si era dato il giorno dell’ingresso a Breda, quel 6 marzo
1967: “Mi spenderò per la vostra salvezza, dovesse costarmi la vita!”. (R.C.)
Giampaolo
Donati
do. Un’immensa macchina di produzione della miseria, oltre che
anticamera dell’usura. Per questo
ha fondato la Consulta nazionale
antiusura che finora ha accompagnato fuori dal buio oltre 150mila
famiglie. “Per me sacerdote - dice
don Alberto - questa missione significa non essere passato senza
fermarmi accanto a chi è stato depredato, come il levita della parabola del buon samaritano”.
Nella parrocchia di sant’Antonio di
Savena (Bologna), un altro sacerdote, don Mario Zacchini, scende
in strada sulle orme di don Benzi e
si fa incontro alle donne sfruttate
e piegate alla schiavitù sessuale
per portarle a “Casa Magdala”.
Basta solo una firma per fare la differenza tra una porta chiusa e una
aperta. Chiedilo a chi lo sa. (Eleonora Aquitani)
SCORZE’
Vicario
generale
La prossima
settimana il Vicario
generale, mons.
Giuseppe Rizzo,
riceve nei giorni
di martedì 29,
mercoledì 30,
venerdì 2 maggio,
nel suo ufficio di
Curia, con il
consueto orario,
dalle ore 9
alle ore 12.
E’ comunque
consigliabile
telefonare in
segreteria della
Curia al numero
0422 416718
TREVISO
don Giovanni
Zorzetto
Bruno
Rasera
+ 1.5.2013
+ 2.5.2005
+ 19.4.2012
E’ già passato un anno da
quando non sei più tra noi,
ma tu vivi ogni giorno nei nostri
pensieri, nei nostri gesti, nella
nostra vita. Grazie perché da
lassù continui a sostenerci e a
consolarci. Ti ricordiamo con una
messa il 1° maggio alle ore 19
a Conscio. Carolina, Margaret,
Massimiliano e familiari tutti
Gli anni passano in fretta,
ma il ricordo di te è sempre
vivo nei nostri cuori, perché
ci hai dato l'insegnamento
più grande, quello dell'amore.
Ti ricordiamo nella preghiera
assieme ai fratelli Amedeo
e Gelindo e alla sorella
Teresa nel 1° anniversario.
I tuoi fratelli e cognate
Ciao Bruno,
sono già trascorsi due anni
da quando ci hai lasciati,
ti sentiamo però accanto
a noi, sempre pronto a
sorreggerci e a sorriderci.
Ti pensiamo vicino a Dio
e ti diciamo arrivederci.
I tuoi cari
CHIESA
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
SACERDOTI
Alla Messa del Crisma
il richiamo del Vescovo
alla gioia del Vangelo
“S
5
Ciò che riempie la vita
iamo qui a riaffermare la nostra
fiducia nel Signore e ad esprimere l’Evangelii gaudium, la nostra gioia del Vangelo che riempie il cuore
e la vita intera di coloro che si incontrano
con Gesù”. Si esprimeva così il Vescovo al
termine dell’omelia nella Messa del Crisma,
il Giovedì santo. Una concelebrazione corale, con tutti i presbiteri, diocesani e religiosi, nel giorno in cui si ricorda l’istituzione del ministero sacerdotale. Il Vescovo, salutando il vescovo emerito Magnani, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose e i
laici, ha voluto rivolgere un saluto caloroso
ai 41 sacerdoti che celebrano quest’anno il
giubileo dell’ordinazione. “Il Signore conosce tutto il bene compiuto, che forse in gran
parte sfugge al nostro sguardo - ha detto rivolto ai sacerdoti -. La Chiesa oggi vi dice un
grande, corale grazie”.
Insieme, i sacerdoti hanno rinnovato le loro promesse, fatte al momento dell’ordinazione, “impegni che abbracciano tutta intera la vostra persona e la vostra vita” che
dev’essere una vita “distinta” dal popolo,
ma allo stesso tempo immersa in quella
stessa vita, ha ricordato mons. Gardin citando il Decreto conciliare Pesbyterorum Ordinis sulla vita e sul ministero del sacerdote. “E’ duplice nel Decreto il riferimento a
colui che consacra e a coloro ai quali si è
mandati - ha sottolineato il Vescovo -. E’ la
trama della vita quotidiana del prete. L’immagine del prete fra la gente è familiare
nelle nostre comunità, sapendo però che tra
AL TERMINE DELLA MESSA DEL CRISMA IL VESCOVO CON I SACERDOTI CHE CELEBRANO IL GIUBILEO DI ORDINAZIONE
la gente non basta esserci. Il prete è portatore di Colui che lo invia e, in particolare ai
poveri, può dire “Le tue domande trovano
in Cristo la risposta vera, lui che è l’alfa e l’omega, che porta a compimento tutte le promesse di Dio”. Una presenza del prete tra la
gente che non è solo di un momento, ha ricordato mons. Gardin, e nemmeno solo dei
momenti felici e gioiosi. Si tratta, infatti, di
PAPA FRANCESCO
Lo stupore di Pasqua
“Cristòs anèsti! - Alethòs anèsti!”, “Cristo è risorto! - E’ veramente risorto! E’ fra noi qui, in piazza”. Rinnovando gli auguri di
Pasqua, lunedì 21 aprile papa Francesco, in occasione del Regina Cæli, ha sottolineato che “in questa settimana possiamo
continuare a scambiarci l’augurio pasquale, come se fosse un unico giorno. E’ il grande giorno che ha fatto il Signore”. “Il sentimento dominante che traspare dai racconti evangelici della Risurrezione - ha fatto notare - è la gioia piena di stupore; ma uno
stupore grande, la gioia che viene da dentro, e nella Liturgia noi
riviviamo lo stato d’animo dei discepoli per la notizia che le donne avevano portato: Gesù è risorto! Noi l’abbiamo visto”. Di qui
l’invito: “Lasciamo che questa esperienza, impressa nel Vangelo,
s’imprima anche nei nostri cuori e traspaia nella nostra vita. Lasciamo che lo stupore gioioso della Domenica di Pasqua si irradi nei pensieri, negli sguardi, negli atteggiamenti, nei gesti e nelle parole... magari siamo così luminosi”. Ma, ha avvertito, “questo non è un maquillage! Viene da dentro, da un cuore immerso nella fonte di questa gioia, come quello di Maria Maddalena,
che pianse per la perdita del suo Signore e non credeva ai suoi
occhi vedendolo risorto. Chi fa questa esperienza diventa testimone della Risurrezione, perché in un certo senso è risorto lui
stesso”. “Allora - ha proseguito il Santo Padre - è capace di portare un ‘raggio’ della luce del Risorto nelle diverse situazioni: in
quelle felici, rendendole più belle e preservandole dall’egoismo;
in quelle dolorose, portando serenità e speranza”. Per Francesco,
“in questa settimana ci farà bene prendere il libro del Vangelo e
leggere quei capitoli che parlano della Risurrezione di Gesù”. Anche “ci farà bene, in questa settimana, pensare alla gioia di Maria, la Madre di Gesù. Passato attraverso l’esperienza di morte e
risurrezione del suo Figlio, viste, nella fede, come l’espressione
suprema dell’amore di Dio, il cuore di Maria è diventato una sorgente di pace, di consolazione, di speranza, di misericordia”.
Dunque, “tutte le prerogative della nostra Madre derivano da qui,
dalla sua partecipazione alla Pasqua di Gesù. Dal venerdì al mattino di domenica, Lei non ha perso la speranza. Lei è la Madre
di tutti i discepoli, la Madre della Chiesa e Madre di speranza”.
“essere accanto anche a chi soffre, a chi dubita, a chi è ferito o si allontana, a chi esprime riserve nei confronti di una Chiesa
che non sempre è trasparenza dell’Evangelo. Per il prete si tratta non solo di essere
accanto agli altri, ma per gli altri, come Gesù Buon Pastore”. Il Vescovo ha poi ricordato che i ruoli diversi che ciascuno svolge
nella Chiesa non sono per se stessi o per la
SEGNI DI RISURREZIONE
Di solito noi siamo bravi a farlo con le parole e anche compiendo gesti o ponendo segni
forti in difesa dei valori cristiani. Per essi, corriamo pure
il rischio di essere un po’ intransigenti, dimentichi che ogni parola della fede deve
sempre accompagnarsi con
l’amore, la misericordia e il
dialogo. Se c’è qualcosa invece nella quale dovremmo essere più rigorosi e intransigenti, verso noi stessi e non
tanto verso gli altri, è di essere e vivere nella carità, ossia
come testimoni dell’amore.
Certamente verso Dio, ma
non di meno nei confronti del
prossimo perché, scrive Paolo, “tutta la legge infatti trova
la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo
come te stesso” (Gal 5,14). Su
questo versante siamo tutti
sempre in difetto, anche perché per sua natura la carità
non ha limiti e, quindi, non
rassicura mai completamente
chi la compie.
Tanti segni di carità. Dobbiamo riconoscere che, nonostante molti nostri ritardi e
negligenze, delle quali dovremo rendere conto al buon
Dio, le comunità cristiane e
tante singole persone, sentono forte e coinvolgente l’appello alla carità e cercano di
carriera, ma un servizio alla Chiesa, come
insegna “il Signore che contempliamo questa sera chinato a lavare i piedi ai discepoli”. E in questa ottica vanno compresi e vissuti anche gli avvicendamenti che avvengono tra i sacerdoti nei diversi compiti e responsabilità, ha ricordato il Vescovo. “Noi
tutti viviamo con apprensione quanto succede nelle nostre comunità, con i ragazzi
che si allontanano nel dopo Cresima, i tanti giovani e adulti indifferenti, sentiamo
crescere la necessità di un’evangelizzazione
e di una formazione cristiana, avvertiamo
l’esigenza di trovare strade nuove per annunciare Cristo, per essere una Chiesa in uscita, missionaria, come ci ricorda papa
Francesco”. Un compito del quale si avverte anche la difficoltà, la sproporzione tra le
necessità e le forze, come sottolinearono i
discepoli a Gesù di fronte alla folla affamata. “Ma noi siamo qui a riaffermare la nostra fiducia nel Signore e la nostra gioia nel
Vangelo - ha ribadito il Vescovo -. Siamo qui
per ridire la nostra adesione a Cristo perché Colui che ci ha chiamato non cessa di
stupirci e perché siamo disposti, per quanto deboli a rimboccarci le maniche lì dove la
Chiesa ci chiede di operare perché il Cristo
che abbiamo incontrato non smette, di darci forza e di sostenere la sua Chiesa della
quale vogliamo essere servi laboriosi e fedeli senza sentirci indispensabili. Questi
giorni ci aiutino a riscoprire gratitudine e amore a Cristo crocifisso e risorto che è la
vera buona notizia”. (A.C.)
segue dalla prima pagina
rendere più efficace la loro risposta anche attraverso organismi come la Caritas e altri
gruppi e associazioni di volontariato. Basta guardarsi
intorno per vedere, pur tra
tanti segni di chiusura e di egoismo, tantissimi altri di amore e di servizio ai poveri.
Di solito non trovano eco nei
media, ma ci sono. Non fanno il rumore degli scandali,
ma contribuiscono, gesto dopo gesto, giorno dopo giorno, a umanizzare questa nostra società, soprattutto se
sono accompagnati dall’impegno per la giustizia.
Penso ad esempio a quella comunità religiosa che cerca di
essere fedele al suo carisma
dando ogni giorno da mangiare e da vestire ai poveri che
sempre più numerosi bussano alla porta del convento. Di
sicuro, come congregazione,
hanno compiuto anche opere
maggiori, ma questo quotidiano segno “pasquale” non è
affatto trascurabile e richiede
anche una certa organizzazione. Infatti, un’ora al giorno
la Madre e alcune sorelle stanno in cucina ad attendere i loro amici poveri, distribuendo
quanto hanno di pronto e cucinando quanto occorre. Lo
fanno con la pazienza e la trepidazione che richiede ogni
attesa di un ospite e con la
gioia e l’affetto di chi sa che il
Signore, attraverso il povero
e l’indigente, non mancherà
mai di far dono della sua visita alla loro comunità. Penso
che quel momento, insieme
alla preghiera comune, costituisca per quelle donne uno
dei due appuntamenti più importanti della giornata. Gli esempi non mancherebbero,
ma non sempre sono noti e
pubblicizzati perché chi fa la
carità ha sempre un certo pudore nel parlarne e non vuole
che la destra sappia quello
che fa la sinistra.
Cercare le cose di lassù.
Quando Paolo ci sollecita, in
quanto risorti, a cercare le cose di lassù, non intende certo
invitarci a lasciar perdere
l’impegno temporale per rifugiarci in esperienze spiritualistiche o disincarnate.
L’esercizio della carità c’entra
con questo mondo perché il
prossimo da amare e servire
vive qui e non altrove. Qui e
non nell’altra vita siamo chiamati a vivere da risorti e a
porre segni inequivocabili di
vita e di risurrezione, gli unici che possono renderci credibili agli occhi degli uomini
e farci meritare e contemplare le cose di lassù, dove Cristo
è seduto alla destra di Dio.
G
IMPEGNLII
DEL
VESCOV
O
LUNEDI’ 28
Ore 10.00 Cattedrale: partecipa
alla Cel. eucaristica nella solennità
di S. Liberale, presieduta da
S. Ecc. mons. Paolo Magnani.
Ore 17.00 Cattedrale: presiede
la Celebrazione dei Vespri.
MARTEDI’ 29
Ore 18.30 Seminario: incontra
i seminaristi della Comunità
Giovanile e presiede la
Cel. eucaristica con loro.
MERCOLEDI’ 30
Ore 20.30 Selva del Montello:
presiede la Celebrazione
di apertura della Visita pastorale.
GIOVEDI’ 1° maggio
Ore 9.15 San Nicolò: presiede
la Cel. eucaristica con i
chierichetti della diocesi.
SABATO 3
Ore 17 S. Martino di L.: presiede
la Cel. eucaristica con l’Ordinazione
diaconale di sei seminaristi.
DOMENICA 4
Ore 9 Selva: presiede la Cel.
eucaristica in occasione della Visita.
Ore 11.00 Venegazzù: presiede
la Cel. euc. per la Visita pastorale.
6
DOSSIER
TREVISO
Compie 40 anni
l’avventura del Collegio
Pio X con l’Osservatorio
A
ppassionati e studiosi,
ragazzi e adulti arrivano da ogni parte del
Nordest per infilarsi sotto la
cupola azzurra del Planetario
del Collegio Pio X, una frequenza che, iniziata lontano
nel tempo, non accusa crisi.
Era il 1974: quarant’anni fa.
La foto in bianco e nero, uscita dagli archivi dell’associazione Astrofili Trevigiani, ci
racconta l’inaugurazione dell’Osservatorio astronomico
sulla torre del Collegio Pio X
in Borgo Cavour a Treviso.
Un’idea di sicuro originale,
ma senza futuro, pensò qualcuno: quello spiazzo sui tetti
del collegio aperto verso il cielo non sarebbe diventato un
luogo interessante. E invece
fin da subito suscitò un’attrattiva tale da farlo popolare di
molte persone incredule di
poter osservare stelle, luna e
costellazioni da un terrazzo
della città. Quella che era apparsa come un’eccentricità di
pochi appassionati è diventa-
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
A guardar le stelle
ta da subito una dotazione
culturale in più per Treviso,
tenuta a disposizione da numerosi volontari e avviata con
la strumentazione donata dal
prof. Romano. Ma l’energia
della passione per la scienza
non ha freni ed ecco che nel
1979 in una grande aula del
pianterreno è iniziata quell’emozione che si ripete ancor
oggi: il Planetario è diventato
realtà, luogo in cui il mistero
celeste si offre alla conoscenza. Sul tetto l’Osservatorio, al
piano terra il Planetario: le
porte della scuola si aprono
per diffondere cultura. In
quell’anno il Planetario del
Pio X era il terzo in Italia tra
quelli aperti al pubblico, dopo quello di Milano (1930) e
di Firenze (1978). Su una cupola emisferica, che rappresenta la volta celeste, si possono proiettare le immagini di
tutte le 88 costellazioni dando la perfetta sensazione di
osservare una splendida notte stellata con il cielo limpido,
Un vero e proprio polo di attrazione di studenti
da tutto il Nordest, di appassionati e di curiosi:
l’Osservatorio del collegio Pio X di Treviso, nel
cuore della città, compie 40 anni. Sulla cupola
in vetroresina del planetario, di 6 metri di
diametro, uno strumento della Galileo proietta
un migliaio di stelle fino alla magnitudine 4.75
e un proiettore permette di illustrare con
diapositive, ottenute con sofisticati strumenti,
le caratteristiche dei corpi celesti
pulito e non disturbato dall’inquinamento luminoso.
Uno strumento didattico di
grandi prestazioni. Permette
di simulare in pochi minuti
l’alba ed il tramonto, il moto
diurno del Sole, della Luna,
delle stelle e dei pianeti; fa vedere il cammino percorso apparentemente dal Sole nel
corso dell’anno attraverso le
costellazioni dello Zodiaco, il
moto e le fasi della Luna e le
diverse posizioni dei pianeti.
È possibile vedere il cielo co-
Al Collegio Pio X si studia
il tedesco divertendosi
E
bbene sì, il tedesco non è
più così difficile e inaccessibile! Al Collegio Pio X infatti ragazzi dai 10 ai 18 anni
hanno la possibilità di apprendere questa lingua straniera divertendosi. Imparare
il tedesco significa poter comunicare con oltre 100 milioni di persone nella loro lingua materna. Il tedesco è - dopo l’inglese - la lingua di comunicazione più usata nel
nostro continente: complessivamente parla infatti tedesco (madrelingua e non) il
32% dei cittadini europei!
Grazie all’utilizzo della Lim
(Lavagna Multimediale) e a
nuove tecniche didattiche
proposte dal Goethe Institut,
con cui i docenti collaborano
da tempo, i ragazzi vengono
coinvolti mente e corpo con
giochi, canzoni, musica, teatro. La passione degli insegnanti, alcuni dei quali possiedono la certificazione di bilinguismo, e l’uso di queste
metodologie innovative, portano la curiosità e la motivazione degli studenti ad essere
stimolate, in modo da rende-
re l’apprendimento immediato e spontaneo. La Lavagna
Interattiva Multimediale, di
cui tutte le classi sono provviste, è uno strumento in grado
di trasformare computer e
proiettore in un potente oggetto didattico su cui è possibile scrivere, proiettare filmati, spostare immagini e altri
oggetti multimediali con le
mani o con apposite penne
digitali, salvare le lezioni
svolte sul computer per poterle riutilizzare in seguito o
metterle a disposizione degli
alunni. La Lim è quindi, uno
strumento tecnologico che
permette di mantenere la didattica classica centrata sulla
lavagna tradizionale, potenziandola con la multimedialità e la possibilità di usare il
software didattico in modo
condiviso, anche da parte di
alunni con qualche difficoltà.
Il Collegio Pio X è infatti
molto sensibile al tema della
didattica per l’inclusione.
(Simonetta Codogno)
me appare a Treviso nei giorni dell’anno e anche nei più
diversi tempi e luoghi di ogni
latitudine. Suggestivo è il moto della volta celeste al Polo
Nord, dove d’estate c’è il Sole
anche a mezzanotte, o all’equatore, dove si possono osservare costellazioni, come la
Croce del Sud, invisibili alle
nostre latitudini. Argomenti
difficili, come quelli delle
coordinate celesti, il Planetario li rende di facile comprensione e affascinanti a persone
di ogni età, ma soprattutto
aiuta, come nessun altro luogo, gli studenti a capire la
scienza degli astri. In questa
cupola in vetroresina di 6 metri di diametro, che può ospitare circa 60 persone, uno
strumento della Galileo
proietta circa un migliaio di
stelle fino alla magnitudine
4.75 e un proiettore permette
di illustrare con diapositive,
ottenute con i più sofisticati
strumenti moderni, le caratteristiche dei vari corpi celesti. L’efficacia didattica di questo planetario è riconosciuta
dalle scuole di tutto il Nordest. Intere scolaresche arrivano infatti anche da Trieste, Udine e Gorizia. Nella prima
parte dell’anno scolastico sono in genere le classi della
scuola primaria a frequentarlo, più avanti, nei mesi primaverili, arrivano gli studenti
delle superiori, in particolare
quelli dell’ultimo anno. Il Planetario si rivela infatti uno
strumento didattico molto u-
tile per una preparazione dell’esame di maturità. I ragazzi,
dentro la cupola celeste, riconoscono con facilità astri e
pianeti, e assimilano i movimenti dei corpi celesti. Il Planetario non è corpo isolato dai
valori e dai principi didattici
degli istituti del Collegio, dal
Classico allo Scientifico, dal
Linguistico all’International,
dalla Primaria alla maturità.
Il Collegio mette a disposizione della didattica (e non solo
dei ‘propri’ studenti) le attrezzature di quell’Osservatorio astronomico inaugurato 40 anni fa e che ha sottolineato l’apertura della scuola alla città,
un Osservatorio di tutto rispetto con il telescopio riflettore di 30 cm di specchio, il
celostato per l’osservazione
dello spettro e delle macchie
solari, la stazione meteorologica con il suo ricevitore video Meteosat, che fornisce in
tempo reale i dati aggiornati
della meteorologia di Treviso. (Roberto Maria Rigo)
TRE MOTIVI CONDUCONO I GIOVANI AL COLLEGIO
U
na famiglia che pensa
di indirizzare un
domani il proprio figlio o
figlia all’università
dovrebbe prendere in
considerazione l’offerta
formativa del Collegio Pio
X. “Un dato come
premessa: la nostra società
si presenta sempre più
come ‘società della
conoscenza’ e ‘pluralista’,
alle prese con grandi sfide
innanzitutto culturali
inerenti la globalizzazione , le tecnologie e
la cittadinanza. Quindi la prospettiva
intellettuale di un giovane si fa da una parte
drammatica e dall’altra affascinante. Alla
luce di questa premessa, mi sembra di
individuare almeno tre motivi per la scelta:
culturale, sociale e cristiano”, ha detto don
Edmondo Lanciarotta, direttore dell’Ufficio
Scuola, Educazione, Università della
Diocesi di Treviso.
“Primo motivo, culturale. Il Pio X offre un
percorso di formazione e di istruzione di
alta qualità scientifica e culturale con una
grande varietà di proposte finalizzate
all’assunzione di criteri interpretativi e di
lettura della società contemporanea,
attraverso saperi non meramente
intellettualistici,
ma densi di una visione complessiva ed
organica dell’uomo come persona.
Secondo motivo, sociale. Il Pio X ha una
lunga storia locale, una lunga tradizione
sociale, un ricco patrimonio pedagogico
accumulato dalla memoria
collettiva,
che costantemente si
rinnova all’interno della
stessa comunità scolastica.
In essa, infatti, sono state
formate intere generazioni
di giovani trevigiani.
Frequentare la scuola del
Collegio Pio X significa
inserirsi responsabilmente
in tutta questa storia
e dimensione sociale e
vivere un’osmosi, un
dialogo fecondo tra generazioni.
Terzo motivo, religioso. Il Pio X è un
‘collegio vescovile’, cioè una scuola ad
ispirazione cristiana, espressione diretta
della chiesa locale con il coinvolgimento
diretto anche del vescovo. La fecondità di
questo dovrebbe consistere nel vivere la
sfida di un vangelo che può essere
interpretato, compreso e vissuto nella vita
attraverso la mediazione culturale e
specifica della scuola. C’è la possibilità
di operare una sintesi tra fede e vita
attraverso la mediazione culturale, dei
saperi in modo specifico. Una fede che non
diventa cultura non è una fede ben vissuta,
né bene offerta.
Mi sembra di poter concludere che il
ragazzo di oggi che frequenta il Collegio Pio
X possa vivere il tempo dell’università
serenamente alla ricerca appassionata
della verità di un nuovo umanesimo con un
equipaggiamento culturale,
sociale e religioso adeguato”. (R.M.R.)
ATTUALITA’
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
“VITA ONLINE”
Arriva la nostra
“app” da scaricare!
F
inalmente è disponibile nel “Play
Store” di Google l’applicazione del
settimanale “La vita del popolo”
da installare negli smartphone e nei
tablet che usano il sistema “Android”.
L’applicazione si può quindi scaricare
dallo store di Google cercando “La vita
del popolo” nel motore di ricerca.
L’installazione dell’applicazione è
gratuita. All’apertura si visualizza la
parte online dell’informazione
collegata direttamente con il sito
internet. Infatti, accedendo alle sezioni
Italia, Mondo, Chiesa, Paesi&Città,
Società e Cultura, Sport, Opinioni e
Commenti verranno visualizzati tutti
gli ultimi articoli e cliccando sull’icona
di fianco al titolo si potrà visualizzare
l’intero articolo, come nel sito.
L’Edicola invece è accessibile solo
agli abbonati, che potranno sfogliare
l’intero giornale cartaceo. Gli abbonati,
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inserendo la medesima email con la
quale si sono iscritti nel sito del
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richiesta dal messaggio mail che
sarà loro inviato, potranno scaricare le
edizioni digitali messe a disposizione
entro il giovedì di ogni settimana.
L’applicazione sarà a disposizione
anche per i dispositivi Apple
(Iphone, Ipad, Ipod) a partire
dai prossimi giorni.
UCRAINA. Fragile accordo a Ginevra e tante incognite
Un paese in bilico
L’
Ucraina prova a
rendere operativo il
fragile accordo raggiunto a Ginevra assieme a
Stati Uniti, Europa e Russia.
Il documento svizzero prevede una serie di “passi concreti”, come il disarmo di tutti i
gruppi armati illegali, la restituzione di tutti gli edifici
occupati, l’amnistia per quanti accetteranno tali condizioni, tranne quelli accusati di
reati gravi. Insomma, un “disarmo bilanciato”, sorvegliato
e coadiuvato dagli osservatori dell’Osce. C’è anche l’impegno ad una riforma costituzionale. Ma la situazione continua ad essere tesa, soprattutto dopo la rottura della
“tregua” pasquale, con la sparatoria ad un posto di blocco
eretto da militanti filorussi vicino a Slaviansk, nell’Ucraina
orientale, dove sono morte
quattro persone.
“Invitiamo osservatori dei
Paesi europei a venire in Ucraina per analizzare sul campo la situazione e trarne le
proprie e autonome conclusioni su quanto realmente sta
succedendo nel Paese”, dice
Myroslav Marynovych, vicerettore dell’Università Cattolica di Leopoli. Anche in riferimento ai colloqui di Ginevra
c’è il rischio - spiega l’intellettuale ucraino - che passi la
versione russa sullo stato della situazione. “Questo è il vero pericolo: perché questa visione è falsa”. Le notizie, intanto, che giungono dall’Ucraina parlano di un clima di
tensione sempre più alto con
l’avvio da parte del governo
di Kiev dell’operazione “antiterrorismo” a Nord della regione di Donetsk, in Ucraina
orientale, dove i filorussi hanno occupato numerosi edifici
pubblici.
Professore, è guerra civile
in Ucraina?
No, assolutamente. Ci sono
sicuramente delle frizioni tra
le diverse regioni del Paese.
Sicuramente ci sono delle insoddisfazioni rispetto all’azione del governo centrale.
Non è dunque una guerra civile: è piuttosto la Russia che
sta cercando di convincere il
resto dell’Europa che si tratti
di una guerra civile e che la
Russia sta svolgendo un nobile ruolo di peacemaker in Ucraina. Quanto sta realmente
avvenendo è invece esattamente il contrario: è la Russia che sta inviando truppe in
Dice Myroslav Marynovych,
vicerettore dell’Università Cattolica
di Leopoli: “C’è il rischio che passi
la versione russa sulla situazione”
Ucraina e sta cercando di organizzare violenze per giustificare un’invasione.
Lei ha parlato d’insoddisfazioni della popolazione
verso il governo centrale.
Quali sono?
Tra le questioni che sono considerate più problematiche
c’è sicuramente l’uso della lingua russa. Una questione
molto sensibile e complessa,
già affrontata in passato anche a livello europeo e che richiede oggi una discussione
nazionale alla quale devono
essere invitati tutti i segmenti della società, di tutte le origini per trovare una soluzione
bilanciata e armoniosa.
Sta dicendo che la gente
scende in piazza per la difesa della lingua russa? E’
difficile da capire.
Certamente. La Russia vuole
in sostanza sopprimere l’indipendenza dell’Ucraina. Questo è il punto chiave della questione. La Russia sta cercando solo dei pretesti per questo. E la lingua è uno dei pretesti usati.
Chi sta protestando ora
nell’Est?
Ci sono diversi segmenti. Il
più importante e il più violento è composto da soldati
russi vestiti di verde. Usano
armi e con molta evidenza
appartengono alle truppe militari russe. Sono stati man-
dati in Ucraina per organizzare provocazioni. L’altro segmento è composto da persone che non sono soddisfatte
dal governo ucraino. Molti di
loro sono stati soldati delle
forze speciali, berkut. Dimessi dopo le manifestazioni in
piazza Maidan a Kiev, sono
arrabbiati perché hanno perso stipendi molto alti, e sono
stati ora assoldati dalla Russia. Ci sono tra i manifestanti
anche veri e propri criminali.
E infine ci sono cittadini che
sinceramente credono e lottano perché l’Ucraina sia di
nuovo parte del grande Stato
della Russia. Sono soprattutto persone di una certa età,
sincere nelle loro aspirazioni
che, però, sono strumentalizzate.
Ma se non è guerra civile,
c’è il pericolo di un conflitto armato tra Ucraina e
Russia?
Ma sta già avvenendo, con
una strategia del tutto nuova.
Non è la guerra in stile Hitler
con truppe schierate che entrano in un Paese. E’ una
guerra per così dire pulita, nel
senso che le truppe vengono
fatte entrare in maniera segreta nel Paese e le fanno lavorare dal di dentro. I nostri
servizi segreti hanno decriptato le conversazioni tra ufficiali e sono lampanti. (Maria
Chiara Biagioni)
7
NIGERIA
Nessuna notizia
delle studentesse rapite
dai terroristi
L’
incapacità del governo e il dilagare della corruzione stanno rendendo la Nigeria sempre più insicura:
lo dice all’agenzia Misna monsignor Oliver Dashe
Doeme, il vescovo di Maiduguri, la diocesi dove nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 aprile sono state sequestrate
circa centoventi ragazze della scuola di Chibok, anche se,
a detta dei famigliari delle ragazze, il numero sarebbe molto più alto. Alcune di loro sono state liberate dall’esercito
il giorno successivo, altre sarebbero riuscite a fuggire. Indiscrezioni indicano che le ragazze sarebbero state portate dal gruppo nelle foreste vicino al confine con il Camerun.
Coperti da anonimato, alcuni abitanti di Chibok hanno raccontato che le ragazze rapite la scorsa settimana erano attese da un esame annuale che dà accesso a un diploma comune a molti paesi dell’Africa anglofona, il Waec. Il gruppo islamico Boko Haram, il cui nome significa ‘l’educazione occidentale è un peccato” in lingua haussa, ha spesso
preso di mira istituzioni scolastiche.
“Prima l’attentato alla stazione degli autobus di Abuja –
sottolinea mons. Dashe Doeme – poi il rapimento delle studentesse: la Nigeria sta pagando il prezzo dell’estremismo,
ma anche della corruzione che impedisce al governo e all’esercito di contrastare con efficacia Boko Haram”. Il vescovo fa riferimento a episodi che si sono susseguiti a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Lunedì 14 aprile l’esplosione di un’autobomba alla periferia di Abuja ha provocato più di 70 morti, per lo più pendolari appena arrivati
nella capitale per lavorare. La notte successiva, nello Stato nord-orientale di Borno, presunti militanti del gruppo islamista hanno sequestrato le ragazze. Il governatore di
Borno, Kashim Shettima, ha anche promesso una ricompensa equivalente a 308.000 dollari a chiunque fosse in
grado di offrire informazioni utili a rintracciare e trarre in
salvo le ragazze.
“Nello Stato di Borno – afferma Timothy Cosmas, responsabile della Commissione giustizia e pace della diocesi di
Maiduguri – i rapimenti di studentesse nell’ultimo anno erano stati almeno tre; militanti di Boko Haram avevano ucciso gli uomini, incendiato le case e portato via le ragazze”.
Padre Timothy fa riferimento a incursioni condotte da presunti esponenti del gruppo islamista nelle cittadine di Konduga, due settimane fa, di Pulka, a febbraio, e di Bama, a
maggio dell’anno scorso. Da allora, sottolinea il responsabile della Commissione giustizia e pace, delle giovani non
si è saputo più nulla. “Non è stato chiesto alcun riscatto –
dice padre Timothy – ed è probabile che le ragazze siano
state portate via per essere sfruttate come schiave”.
8
SOCIALI
IMMIGRATI
Africani penalizzati dai
costi di trasferimento
del denaro
R
icchi o poveri che siano, gli emigrati africani nel mondo pagano una “supertassa” di dimensioni enormi per mandare i soldi ai loro cari rimasti
in patria: circa un miliardo e
300 milioni di euro all’anno.
La denuncia del costo spropositato per le commissioni
applicate alle rimesse in denaro, utilizzando i colossi del
money transfer, viene dalla
ong britannica Overseas Development Institute (Odi),
che in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi calcola il
costo della supertassa in una
somma oscillante tra 1,4 e
2,3 miliardi di dollari (che
tradotto in euro porta appunto a un valore medio di 1,3
miliardi): un anno di sacrifici
di milioni di emigrati che e-
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
La tassa sulle rimesse
vapora, in buona parte, a causa delle sole spese di spedizione troppo elevate. “Nonostante l’Africa subsahariana
sia l’area più povera del mondo – spiega l’Odi – subisce le
spese di commissione più elevate: in media il 12% sui
trasferimenti da 200 dollari
americani, praticamente il
doppio rispetto alla media
mondiale”. Il motivo di questa situazione è individuato
dall’organizzazione non governativa e nell’assenza di
concorrenza, in quanto operano sull’Africa quasi solo i
due operatori maggiori, Western Union e MoneyGram,
che secondo stime definite
abbastanza prudenti intascherebbero da questo modus
operandi un surplus pari a
due terzi della supertassa ap-
INIZIATIVA
Fondazione Zanetti e Bottega
Grafica dell’Ipm insieme
per i bambini dell’Honduras
Nei giorni scorsi è stata inaugurata ufficialmente una nuova
scuola a Marcala, cittadina a sud ovest dell’Honduras, voluta
dalla comunità locale e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Zanetti onlus, una fondazione trevigiana nata nel 2007
per sostenere progetti a favore dei minori in difficoltà. La nuova scuola, in grado di accogliere circa un centinaio di bambini tra i 6 e i 12 anni, sostituirà quella precedente che era in
pessime condizioni. In occasione della festa di inaugurazione,
sono state consegnate ai bambini che la frequenteranno delle magliette con il logo ideato appositamente dai ragazzi della “Bottega Grafica” - corso di operatore multimediale - detenuti all’interno dell’Istituto Penale per Minori di Treviso (Ipm).
La “Bottega Grafica” ha il fine di dare ai minori reclusi un’opportunità in più di formazione ed educazione utile non solo durante il periodo di detenzione, ma soprattutto quando avviene il reinserimento nella società e nel mercato del lavoro. La
“Bottega Grafica”, coordinata dalla prof.ssa Christine Gaiotti
dell’Engim Veneto, realizza gratuitamente progetti di comunicazione per Enti Pubblici e organizzazioni no profit e, proprio
per questo, ha ideato anche il logo per la scuola onduregna.
Il logo riproduce in modo stilizzato e originale la nuova scuola e contiene la dicitura “Nueva Escuela de Marcala”.
“Ci fa molto piacere sapere che bambini della scuola costruita a Marcala indosseranno una t-shirt con il logo realizzato dai
minori reclusi nella nostra città. Pensiamo che fare rete tra diverse realtà che hanno uno stesso fine sia importante per unire energie e competenze e dare vita ad iniziative solidali costruttive” afferma la dott. Teresa Calabrigo direttrice della Fondazione Zanetti, che sostiene i progetti dell’Ipm anche con alcune “borse lavoro”.
plicando le tariffe delle commissioni maggiorate rispetto
a quelle considerate eque a livello mondiale (5-7 per cento). Molto duro il commento
di Kevin Watkins, direttore
dell’Odi: “Questa tassa eccessiva sottrae risorse alle famiglie, che potrebbero investirle in educazione e assistenza
sanitaria, e rende sempre più
fragile il legame tra i pochi
che ce l’hanno fatta e le centinaia di migliaia di loro famiglie che potrebbero meglio
beneficiarne”.
Nel 2013 i trasferimenti verso
l’Africa valevano complessivamente 32 miliardi di dollari, circa il 2% del Pil del continente, e le stime per il 2016
parlano di 41 miliardi di dollari. Ma potrebbero essere
molti di più: basti pensare che
nel 2012 5 miliardi arrivavano solamente dal Regno Unito, che se da solo abbassasse
al 5% il costo del transfer farebbe salire il totale di circa
230 milioni di dollari. Soldi
non spediti, che farebbero
molto comodo alla regione
più povera del pianeta.
Un dato su tutti aiuta a capire quanto: il rapporto, pubblicato dall’associazione britannica, ha calcolato che l’allineamento delle spese per il
continente africano a quelle
applicate per il resto del
mondo sarebbe sufficiente a
finanziare la scolarizzazione
di circa 14 milioni di bambini. Non solo, l’adeguamento
della percentuale garantirebbe l’acqua potabile a 21
milioni di persone. (Giuseppe
Baselice)
CON LA CRISI MENO SOLDI A CASA
Secondo i ricercatori della Fondazione Leone
Moressa “nel 2013 la crisi continua a incidere
sulle rimesse verso l’estero degli immigrati
residenti in Italia. Rispetto all’anno precedente, le
rimesse si sono ridotte di 1,3 miliardi di euro. In
particolare, calano bruscamente le rimesse inviate
in Cina (-60%). Un segnale che dimostra l’impatto
della crisi sugli immigrati, specie nelle grandi città”.
In termini macro economici - spiega una nota
della Fondazione -, le rimesse dei migranti
costituiscono un importante fattore di sviluppo e
di cooperazione internazionale, in quanto possono
contribuire alla crescita delle economie più
arretrate e hanno un impatto molto più immediato
di altre iniziative, considerato il fatto che arrivano
direttamente nelle mani delle famiglie.
Aumentando, infatti, il potere di acquisto di queste
famiglie e lasciando a loro decidere le modalità di
FISH
COLLEGIO PIO X
Superamento
dell’handicap: Falabella
nuovo presidente
Imparare il tedesco
con il rap di Uwe Kind
E’
D
Vincenzo Falabella il
nuovo presidente della
Federazione italiana per il superamento dell’handicap, eletto dalla nuova Giunta nazionale. L’organo della Federazione è stato rinnovato durante il congresso del 29 marzo. Falabella, pugliese ma attivo a Roma dove svolge la
professione di avvocato, vanta una consolidata esperienza
in ambito associativo: è presidente dalla Federazione
delle associazioni italiane para e tetraplegici dal 2011.
La Giunta ha provveduto ad
eleggere le altre cariche e ad
attribuire deleghe di coordinamento dei gruppi di lavoro
sulle tematiche di maggior rilievo. Info: www.fishonlus.it.
ivertimento puro in lingua tedesca, assicura Uwe Kind. L’insegnamento del tedesco viene proposto ai giovani tra musiche,
parole, pantomime e movimento. Il concerto-laboratorio interattivo ha occupato due
mattinate al Collegio Pio X, lunedì 14 aprile
per la Scuola Media e martedì 15 aprile per i
Licei. Sul palco Uwe Kind, insegnante-performer di lingua tedesca che gira il mondo per
insegnare il tedesco a modo suo. Scappato
nel 1960 dalla ex-DDR, egli ha lavorato come docente di lingua tedesca a New York
City. Si è successivamente laureato presso la
Harvard University. Negli anni ha sviluppato
una tecnica di apprendimento linguistico definita «SingLing» e ha pubblicato quattro libri
tradotti in vari paesi. Da anni si esibisce in
tutto il mondo e riesce a trasmettere con entusiasmo a studenti e insegnanti la passione
per la lingua. L’artista combina la musica rap
e techno con semplici espressioni in tedesco
e con i movimenti più diversi. In tal modo i
Fondazione Moressa
impiego di queste somme si ottiene una forma di
intervento sicuramente più efficace dei tradizionali
aiuti umanitari. Inoltre, su larga scala, l’afflusso
delle rimesse rafforza la bilancia nazionale dei
pagamenti e riduce la percentuale di debito da
esportare. Secondo alcune stime della Banca
mondiale le rimesse ammontano a più del
doppio del totale degli aiuti pubblici allo
sviluppo e sono seconde solo agli Investimenti
diretti all’Estero. Mediamente nel 2013 ciascun
cittadino straniero ha inviato in patria 1.254
euro, il 25,1% in meno rispetto all’anno
precedente. Rispetto al 2007, anno di inizio
della crisi, la somma inviata in patria da ciascun
cittadino straniero si è ridotta mediamente di
800 euro. Per quanto riguarda il Veneto, dal
2012 al 2013 le rimesse, che ammontavano a
414.721 euro, sono diminuite del 2 per cento.
ragazzi apprendono la lingua molto più facilmente e al tempo stesso si divertono. Uwe
Kind è stato in tournée in quasi tutti i Paesi
del mondo, spesso in collaborazione con il
Goethe-Institut. Per due giorni è stato a Treviso davanti a studenti sia del Collegio Pio X
che di altre scuole. Lunedì erano presenti la
Media Martini di Treviso e la Media di Crocetta del Montello. Martedì era il turno delle Superiori:oltre agli studenti del ‘Pio’ hanno partecipato un centinaio di ragazzi del Liceo linguistico Canova e classi dell’Itis Riccati-Luzzati di Treviso e dell’Itscg Martini di
Castelfranco.
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ANNO I I I - N ° 5 - MAGGIO 2014
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Il Fascino dei TRAPEZISTI
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ECONOMIA
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
11
CISL. Qualche lieve segnale di ripresa dal mercato interno e dalla produzione
Ma il lavoro ancora non si vede
P
arlare di ripresa è ancora presto e sicuramente poco prudente, ma i segnali che oggi arrivano dal mercato trevigiano farebbero ben sperare. E’
quanto emerge dal Rapporto presentato dall’Ufficio
Studi della Cisl Belluno Treviso sul mercato del lavoro
e occupazione nella Marca.
Sulle prime i dati sembrerebbero ancora sconfortanti: 1.676 aziende chiuse nel
2013, edilizia e manifatturiero i settori più penalizzati, crollo dei contratti a tempo indeterminato (-36% in
tre anni) e di apprendistato
(-44%) con rapporti di lavoro sempre più precari. D’altro canto regge però l’export, si hanno segnali positivi anche dal mercato interno e inizia la ripresa della
produzione: “Dopo tanti segnali negativi – spiega Alfio
Calvagna della Segreteria
Cisl Belluno Treviso – abbiamo chiuso il 2013 con un segno positivo e, seppure siamo prudenti, c’è la speran-
za di voltare pagina. L’occupazione, prima in caduta libera, ora comincia tenere.
Ci sono segnali che farebbero, dunque, ben sperare, ma
restiamo in attesa. Anche
nel 2012 ci fu un momento
positivo, ma poi si rivelò un
picco al quale seguì un nuovo crollo. Bisogna attendere
l’estate per capire se si tratta di una tendenza o meno”.
Positivo, dunque, l’andamento dei servizi alle imprese che guadagnano 143
imprese, così come i servizi
alle persone che portano a
casa 327 unità nei comparti
dell’istruzione, la sanità, le
attività artistiche, sportive
di intrattenimento e divertimento. L’export trevigiano,
a sua volta, da buoni segnali, con quasi il 63% da vendite in Paesi intra-Ue28 e
per il rimanente 37% da
vendite nei Paesi extraUe28 (Brasile, Russia, Cina,
India), i “nuovi ricchi con i
quali confrontarsi”, sottolinea Calvagna. Treviso si posiziona anche al primo po-
sto in Veneto per avvio a tirocini formativi: 5.725 nel
2013 su un totale regionale
di quasi 25 mila attivazioni,
cui seguono Padova e Vicenza. “Solitamente - spiega
Calvagna - il 50% di queste
esperienze si trasforma in
un contratto di lavoro. Affermare, però, che il tirocinio stia sostituendo l’apprendistato, è ancora un azzardo”. Dal canto suo la produzione industriale conferma il lieve recupero tendenziale e si porta al + 2,5%
rispetto a dicembre 2012.
Contribuisce al risultato positivo il buon andamento del
settore abbigliamento-calzaturiero della classe 10/49
addetti e del settore dei
macchinari della classe 50
addetti e più. Il recupero è
ancora una volta sostenuto
dal contributo del fatturato
estero che evidenzia un +
4,4%. Treviso risulta la seconda provincia per migliore variazione rispetto al
2012, preceduta solo da Vicenza con un +4,6%. Picco-
lo nei numeri ma grande
nelle esportazioni anche il
settore agro alimentare,
mentre Treviso pur nella crisi si colloca al primo posto
per avviamento e collocamento obbligatorio dei lavoratori diversabili. La novità più significativa, però, è
la raccolta ordini sul mercato interno che dopo nove trimestri negativi diventa un
segno positivo, recuperando
di fatto un +1,6% rispetto
all’anno precedente.
Risultato positivo per il Consorzio
agrario di Treviso e Belluno
I
l Consorzio Agrario di Treviso e Belluno chiude il
2013 con un bilancio positivo, nel segno della continuità di una gestione aziendale solida e costante nei
risultati. L’assemblea dei soci, radunata nella sede di
Castagnole di Paese, ha approvato il bilancio dell’anno concluso, che ha registrato un fatturato complessivo consolidato di oltre 103 milioni di euro, con un utile al netto delle imposte di quasi 1,2 milioni di euro.
“Il risultato positivo conferma la funzione e la solidità
della nostra azienda e la leadership nei mercati di riferimento – afferma il presidente del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, Fulvio Brunetta – Risultato
ancor più brillante se si considera che la Marca Trevigiana nel comparto ha registrato un incremento dell’export di oltre il 10%, segnando così la seconda migliore performance a livello nazionale: il Consorzio Agrario è un partner importante di questa filiera, fornitore di beni e servizi”. Il Consorzio Agrario è un punto
di riferimento non solo per i circa 2.500 soci, ma per
l’agricoltura in generale, cui si propone con un’offerta
di molteplici prodotti e servizi. Per la vendita dei prodotti commerciali (dagli articoli per la campagna, al
garden, al pet-food, ai mezzi agricoli), il Consorzio si
avvale di una rete di 41 agenzie dislocate nelle due
province, cui si aggiungono 5 centri per la distribuzione di prodotti petroliferi; per i servizi di post vendita, nella fattispecie per assistenza tecnica e riparazione dei mezzi agricoli, sono presenti 10 officine e un
magazzino ricambi; per la raccolta dei cereali, il Consorzio mette a disposizione 30 centri di raccolta e 3
“Dai primi dati, ancora ufficiosi, del primo trimestre di
quest’anno possiamo dire
che la tendenza all’incremento del mercato del lavoro si fa ulteriormente vivace, non è ingessato, anche
se tra entrate e uscite dal
luogo di lavoro il saldo è ancora negativo”, sottolinea
prudentemente Calvagna e
lancia un appello a tutta l’Italia per il rifinanziamento
della Cassa in deroga: “Bisogna reperire un ulteriore
miliardo di euro per dare
piena copertura al fabbisogno dello scorso anno (solo
il 40% delle domandi Cig
2013 è stato evaso) e per le
ulteriori richieste già avanzate per il 2014, pena il
blocco da parte delle Regioni di nuove autorizzazioni
sia per cassa integrazione
che per mobilità in deroga.
Ci sono molte persone che
da sei mesi non percepiscono una lira. Serve chiarezza”. (Paola Fantin)
NOTIZIE IN BREVE
Bonaldi in Giunta Confagricoltura
l Il 15 aprile si è tenuta l’assemblea per il rinnovo delle cari-
che ed il trevigiano Giangiacomo Bonaldi è entrato a far parte della Giunta esecutiva di Confagricoltura nazionale, a capo della
quale è stato confermato Mario Guidi. Bonaldi, già presidente di
Confagricoltura Treviso, attuale presidente di Confagricoltura Veneto e agricoltore di Ponte di Piave, affiancherà Guidi per i prossimi tre anni, collaborando al cambiamento che l’associazione
ha intrapreso dal 2011, sia a livello organizzattivo che politicosindacale. Bonaldi è un grande esperto del settore cerealicolo per
il quale, da pochi mesi, riveste anche la carica di Presidente di
Anb (Associazione nazionale bieticoltori).
Io sono originale: no contraffazione
magazzini con una capacità di stoccaggio di 600mila
quintali; la fase produttiva e di trasformazione, invece, è curata da 2 enopoli, 2 essiccatoi per cereali e soia,
un mangimificio a Bibano; infine, l’offerta di prodotti
assicurativi, previdenziali e di credito agevolato è gestita attraverso la società Assicap, dalla quale dipendono 9 sub-agenzie operative tra Treviso e Belluno.
Assemblea
dei soci del
Consorzio
agrario
l Una vera e propria piattaforma nazionale anticontraffazione
quella che è stata presentata domani in conferenza stampa al
Park Hotel “Ai Pini” a Mestre da Federconsumatori. Si tratta di un
progetto dal titolo “Io sono originale”, finanziato dal Ministero
dello Sviluppo Economico, nel quadro delle “Iniziative di sensibilizzazione dei cittadini sulla tutela della proprietà industriale e
sulla prevenzione e contrasto del fenomeno contraffattivo”. Di
durata biennale (2014 e 2015), punta alla massima diffusione
di messaggi mediante i più efficaci strumenti e le più coinvolgenti
modalità di comunicazione: indagini conoscitive, osservatorio
nazionale, piattaforma digitale online, pagina facebook, newsletter, app, concorso a premi, sportello informativo virtuale per
chi privilegia gli acquisti tramite internet, grandi eventi, materiale divulgativo e informativo, 14 dvd multimediali illustranti i contenuti di altrettanti vademecum riferiti alle categorie merceologiche maggiormente colpite dal tarocco. Sei sportelli territoriali
(Venezia, Torino, Roma, Napoli, Bari, Catania), offriranno un servizio di informazione e consulenza anche legale.
12
CULTURA
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
TREVISO. Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ai giovani imprenditori
Un unico brand tricolore
S
i è parlato di giovani,
di cibo, ma
soprattutto di
corraggio all’incontro con
Oscar Farinetti, tenutosi lo
scorso 16 aprile nel Palazzo
dei Trecento a Treviso.
Promotori dell’incontro i
giovani imprenditori e
professionisti della
Conferenza SuperG, in
collaborazione con
Fondazione La Fornace
dell’Innovazione e
fondazione Bcc-Cra della
provincia di Treviso;
all’evento, patrocinato dal
Comune di Treviso, ha dato
il suo contributo anche la
Camera di Commercio.
Sono intervenuti, oltre ad
Oscar Farinetti, fondatore e
presidente di Eataly
(che in precedenza aveva
partecipato alla festa di
laurea di 42 studenti di
Ca’ Foscari in piazza dei
Signori), il sindaco di
Treviso Giovanni Manildo e
il presidente di SuperG
Philipp Breitenberger.
Partendo da una concezione
nuova del settore
agroalimentare, settore che
nel nostro paese avrebbe
ancora importanti margini
di espansione, si è giunti a
confrontarsi su innovazione,
creatività, marketing e
comunicazione: fattori
determinanti per la buona
riuscita di un’impresa.
L’incontro con Farinetti,
ambasciatore del cibo made
in Italy nel mondo, si
configura più che mai
importante in una città
come Treviso (al 31
dicembre 2013, le aziende
del settore alimentare
rappresentano nel
capoluogo della Marca il
16,6% del totale il 4% delle
quali sono a tutti gli effetti
aziende giovanili),
ricchissima di prodotti
agroalimentari tipici già ben
conosciuti all’estero come il
radicchio, il prosecco o il
famoso dolce tiramisù, ma
sul quale brand è possibile
lavorare per una
promozione sempre più
incisiva. Per molti giovani
presenti in sala questo
evento è stata un’occasione
per ascoltare e confrontarsi
con le storie di chi ha già
percorso con successo
queste strade e può, con il
proprio esempio, incentivare
ed infondere coraggio alle
loro idee.
Proprio il termine coraggio,
assieme ad innovazione, ed
etica del rispetto sono le
parole chiave, la ricetta per
un’impresa vincente e
competitiva. Il primo appare
come fondamentale per
distinguere gli uomini da
quelle che Farinetti definisce
scimmie: incapaci di
prendere decisioni e di
assumersi le proprie
responsabilità. E’ una qualità
che secondo l’imprenditore
si può apprendere durante il
percorso, e si configura
come attittudine volta a
migliorare la vita; tuttavia
non è l’unico elemento
necessario al successo.
“Indispensabile è
l’innovazione – spiega
l’ideatore di Eataly che forse
aprirà anche a Treviso – che
va fatta, come diceva Tonino
Guerra, guardandosi
indietro per trovare la strada
giusta nella quale proseguire
in avanti. Le idee migliori
inoltre vengono dal dialogo,
dal confronto e dalla sintesi
di più proposte;
l’individualismo, la
proprietà intellettuale fine a
se stessa, rendono i concetti
pù sterili; la condivisione dei
propri progetti dà di gran
lunga risultati migliori”.
Infine secondo Farinetti
occorre andare verso
un’economia dagli obiettivi
nobili: “Il buono lo abbiamo
già, oggi occorre il pulito, la
sostenibilità ambientale che
deve essere presentata come
trendy, accattivante”.
“Quello che manca all’Italia,
e che ferma le nostre
esportazioni, è la capacità di
narrare, di costruire
suggestioni, di proporre
storie vere, ma poetiche, che
rendano cool i nostri
prodotti; se aggiungessimo
alla nostra ineguagliabile
biodiversità la capacità di
raccontarci non avremmo
più rivali nel settore”.
A questo proposito Oscar
Farinetti propone un brand
“Italia”, che porti i colori
della nostra bandiera e che
sia identificativo di tutti i
prodotti agroalimentari
nazionali nel mondo.
Attraverso l’educazione
della ricerca di tale marchio
nell’acquisto di un prodotto
di alta qualità questo settore
potrebbe diminuire le
imitazioni e promuovere le
nostre esportazioni che
vanno così bene nell’alta
moda, ma non altrettanto
nel settore alimentare.
Ai neodottori in Commercio
Estero, Mediazione
linguistica e culturale e
Statistica e Sistemi
Informativi Aziendali,
Oscar Farinetti ha tracciato,
invece, sette punti, sette
auspici: “Siate imperfetti
perché significa che cercate
il meglio, individuate le
priorità, mixate velocità e
leggerezza, pensate locale e
agite globale, siate bravi a
narrare, a raccontare ciò che
fate, spostate il valore del
rispetto dal senso del dovere
al senso del piacere.
Non arrendetevi mai”.
Manuela Mazzariol
LAUREE
Una cerimonia riuscita,
sotto un caldo sole d’aprile, mercoledì 16 in Piazza
dei Signori, per festeggiare
i 42 neodottori della sede
di Treviso dell’Università
Ca’Foscari Venezia. A introdurre la cerimonia, Carlo
Carraro, rettore Università
Ca’ Foscari Venezia: “Il
Campus di Treviso è capitale umano con competenze economiche linguistiche
giuridiche aperte al mondo. Per questo vogliamo
aumentare la qualità della
presenza a Treviso e della
formazione migliorando la
nostra reputazione in collaborazione con le migliori
business school francesi,
americane e tedesche che
ne faranno una realtà universitaria di altissimo livello”. Al termine il lancio del
tòcco al cielo.
LA VITA DEL POPOLO
Destinazione oratorio
Giovani di Vallà sul palcoscenico
Qualche settimana
fa si è conclusa la X
Rassegna di Teatro
Amatoriale a Scorzè
organizzata da NOI
Treviso Associazione. L’ultimo spettacolo è stato offerto
dalla Compagnia
del Circolo NOI di
Vallà di Riese Pio X
composto esclusivamente da giovani.
Intervistiamo alcuni
ragazzi per parlarci
della loro realtà
oratoriale.
Cari ragazzi, prima di tutto un po’ di storia
del vostro oratorio...
Il Circolo Giovanni XXIII è nato a Vallà di Riese
Pio X quasi 25 anni fa, quando si era ancora Anspi, da un gruppo di giovani adulti che volevano impegnarsi per offrire una proposta formativa e ricreativa “alternativa” ai tanti ragazzi
che allora giravano per le strade del paese. Una
realtà quasi pionieristica, a quei tempi, basata
sul volontariato e la collaborazione di tutta la
comunità parrocchiale.
Quali sono le principali iniziative proposte?
Nel tempo si è contribuito a dare forma al nostro oratorio, arricchendolo di stanze sempre
più funzionali, un bar per ragazzi, adulti ed anziani alla domenica, dopo la messa, un tendone
nel campo sportivo (il nostro “campo del prete”), che può essere utilizzato per ritrovi e feste.
Una grossa mancanza del nostro circolo è proprio l’assenza di spazi all’aperto adiacenti ai locali chiusi. Il “campo del prete” si trova, infatti,
alla periferia del paese, mentre il NOI è a fianco
della chiesa parrocchiale e dispone di un cortile
interno molto limitato e limitante per far giocare i ragazzi all’aperto. Le attività principali del
Circolo si concretizzano in tre appuntamenti: la
festa di carnevale in piazza, una o due gite in
bicicletta per tutti durante il periodo estivo, la
gimkana autunnale con castagnata e mercatino. Quest’ultimo appuntamento è nato anni fa
come mercatino missionario dei bambini ed
ogni anno si impegna a raccogliere fondi da
destinare a progetti legati ai
missionari di Vallà. Da alcuni anni è anche attivo
un “oratorio” il
sabato pomeriggio per bambini
che coinvolge alcuni giovani animatori.
Come è nata la
vostra realtà teatrale e come avete coinvolto i giovani?
Certo: veniamo ai fantastici ragazzi del teatro. L’attività attesa da tutti nel periodo
estivo è ovviamente il GrEst che riesce a
coinvolgere l’intera parrocchia. Due anni fa,
una buona parte degli animatori del Grest
dimostrarono di apprezzare molto l’esperienza teatrale e così si organizzò per loro
un mini-corso di teatro durante la sera. E’
da questa realtà che nasce, quasi per gioco,
la compagnia “Jojoba” che si è esibita nel
teatro di Scorzè qualche settimana fa.
Avete scelto di rappresentare un’opera classica…
Sì. Bisogna dire, anzitutto, che, finito il corso,
questo gruppo di amici continua a trovarsi rimuginando la possibilità di fare qualcosa di più
serio. L’estate scorsa i ragazzi avevano chiesto al
parroco la possibilità di ritrovarsi per “fare un
po’ di teatro” una sera alla settimana e, sorprendentemente, hanno deciso, autonomamente, di mettere in scena “Gli Innamorati” di
Goldoni.
Poi vi siete candidati a partecipare alla Rassegna e…
Quando siamo venuti a sapere di essere stati
accettati come oratorio, abbiamo sentito un
po’ di emozione: fino ad allora non avevano
che provato il primo atto della Commedia!
Diversi genitori ci hanno dato una mano nella preparazione dei costumi, scenografie e
nella logistica, ma la recitazione, la regia e la
musica sono frutto del nostro entusiasmo. Per
fortuna, però, abbiamo potuto contare anche su Rita, responsabile “adulto” dell’oratorio, che, con la sua pazienza e la sua capacità
di entrare in punta di piedi nel consigliarci, è
riuscita a darci qualche consiglio pratico nella
preparazione dello spettacolo.
Avete un ringraziamento speciale da fare?
Sì a tutti gli attori: grazie Christian, borioso
zio, Stefano, geloso innamorato, Sara, puntigliosa amante, Elena, saggia sorella, Federico, fedele amico, Giovanni, conte nobilissimo,
Maddalena, servetta e nobildonna, Stefano,
servo fedele, Roberto, “gnornò, gnorsì” e Rita, dietro alle quinte.
Promozione sociale
Volontari e minori, chiarimenti
Il D.Lgs. 39 del 4 marzo 2014, ha creato non
poco allarme e preoccupazione nel mondo non
profit dell’associazionismo che ha a che fare
con i minori.
Il provvedimento, entrato in vigore il 7 aprile,
è composto di soli 5 articoli, che modificano
sostanzialmente il Codice di Procedura Penale.
L’art. 2 del decreto dichiara “Il certificato
penale del casellario giudiziale deve essere
richiesto dal soggetto che intenda
impiegare al lavoro una persona per
lo svolgimento di attività professionali
o attività volontarie organizzate, che
comportino contatti diretti e regolari
con minori […]”.
Da una prima lettura sembrava che anche le
associazioni non profit, che svolgono attività
istituzionali verso minori, fossero costrette a
chiedere ad animatori e volontari il casellario
giudiziario.
Seppur comprensibile (ed encomiabile)
il principio ispiratore del legislatore,
la novità avrebbe comportato un aggravio
di spese amministrative ed un carico
gestionale-burocratico di difficile gestione
da parte delle realtà non profit più piccole,
come molti dei Circoli-oratori NOI.
Fortunatamente il 4 aprile è uscita una nota
esplicativa da parte del Ministero che recita
“Non è rispondente al contenuto precettivo
delle nuove disposizioni, l’affermazione per la
quale l’obbligo di richiedere il certificato del
casellario giudiziale gravi su enti e associazioni
di volontariato pur quando intendano
avvalersi dell’opera di volontari; costoro,
infatti, esplicano un’attività che, all’evidenza,
resta estranea ai confini del rapporto di
lavoro”.
Quindi la novità non coinvolge i volontari che
prestano servizio gratuito nelle Associazioni
ed in parrocchia. L’obbligo, invece, permane
anche nell’associazionismo non profit se per
la formazione ed animazione ci si serve
di persone retribuite, attraverso la
formalizzazione di un contratto di lavoro; e,
comunque, il casellario giudiziale va richiesto
solo per le nuove “assunzioni”, non per quelle
già in essere.
Radio
Internet
Giornale
Associazione
Grazie...
WWW.NOITREVISO.IT • TEL. E FAX 0422 419538
Ringraziamo l’Amministrazione
Comunale di Scorzè per la
concessione del Teatro Elios Aldò
e tutte le compagnie che si sono
esibite nella X Rassegna di Teatro
Amatoriale: I Rabaltai di Castello di Godego,
Rattatuie di Trevignano, Ramonteaconta di
Ramon di Loria, Dalle Stalle alle… di Conscio,
Compagnia Teatrale di Salvatronda,
I Distratti di Scorzè e Jojoba di Vallà di Riese.
Auguri
di don Bernardo Marconato
Pillole di saggezza...
Domenica 27 aprile 2014
L’alleluia Pasquale risuonerà nei nostri Circoli-Oratori, canto che va innalzato pensando pure alle cose belle che si realizzano per mezzo vostro.
Ma accanto a queste troviamo anche
le fatiche: a volte perché non ci si capisce subito al volo, altre volte perché non troviamo corrispondenza, o
ancora perché donare energie, tempo, ed essere generosi, costa realmente fatica.
Ma proprio di buon mattino Gesù ci
rincuora e dice: “Non temere!”.
Non temere di operare per il bene, di
spenderti per far crescere i nostri ragazzi, per aiutare la parrocchia a gestire bene l’Oratorio; non temere di
mettere i tuoi talenti a servizio del
prossimo e non temere di percorrere
la strada dell’impegno in parrocchia,
perché non sei solo, Gesù è là, sulla
strada, che ti attende e desidera
camminare con te.
Animatori, educatori: Buona Pasqua
di Risurrezione! Il Risorto infonda in
voi la sua forza che è energia di vita,
per operare e agire da creature nuove, e come diceva don Bosco, possiate costruire un Circolo-Oratorio che
dia ai ragazzi, come allora anche oggi, “un cortile per stare allegri, una
scuola per crescere nella vita, una
Chiesa per maturare nella fede”.
Non indugiate a donare ai nostri
Oratori, con impegno e generosità,
questa vita da risorti, perché sempre
in essi si canti l’alleluia Pasquale!
Auguri!
Mario e la sua matita
Gesù, un sacrificio
che dà luce!
14
CULTURA
TREVISO
Una ricerca
per aggiornare
la cartografia
F
ino a 70 anni fa, prima che Treviso fosse
colpita a morte dall’inutile e irresponsabile bombardamento degli Alleati,
la città era nota sin dall’Età
comunale come la “Urbs
picta”, ovvero la “città dipinta”. Un vero gioiello che
faceva scrivere e parlare di
sé, ma di cui oggi rimangono purtroppo poche tracce,
complici anche l’incuria,
l’inquinamento e le difficoltà economiche. Merita
dunque un plauso l’importante iniziativa di Fondazione Benetton che, accolta la proposta della ricercatrice e storica dell’arte Chiara Voltarel, ha dato
il via nel 2012 al progetto
di ricerca “Treviso Urbs
Picta”.
La ricerca, condotta da un
gruppo di lavoro multidisciplinare sotto la supervisione dello storico dell’arte
Lionello Puppi, ha esaminato le catalogazioni già disponibili (in particolare il
Catalogo delle cose d’arte e
di antichità d’Italia: Treviso, di Luigi Coletti, 1935, e
il Catalogo elettronico dei
beni artistici e storici del
Veneto, della fine degli anni Ottanta), per poterle così aggiornare in vista della
costruzione di una nuova
cartografia della città affrescata, in una prospettiva
che tenga conto delle diverse fasi storiche, fino alla
condizione attuale e a nuove ipotesi e proposte di salvaguardia, restauro e valorizzazione.
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
Ecco la città dipinta
La prima fase del progetto
è stata presentata ad inizio
aprile, proprio a ridosso del
70° anniversario del bombardamento di Treviso del
7 aprile 1944. “Abbiamo
messo a punto un metodo
che ci permetterà di dare il
via a un lavoro di ricerca sistematico – ha spiegato
Marco Tamaro, direttore di
Fondazione Benetton – e lo
proponiamo alla comunità
locale affinché decida di assumersela come scommessa per riscoprire il bello che
c’è in città”.
“Dopo il bombardamento
del 1944 – ha aggiunto
l’assessore comunale alla
cultura Luciano Franchin –
la città fu largamente distrutta, sotto ogni punto di
vista. Questo progetto, per
il quale la città si è sentita
onorata a esserne coinvolta, ci permette una riflessione non solo attorno alla
ricostruzione fisica di
quello che fu il volto della
città, ma anche sul recupero della nostra identità spirituale”.
Le facciate affrescate ebbero una larga diffusione tra
Gotico e Rinascimento, sia
in Italia che in Europa, ma
l’alto numero di testimonianze giunte fino ai nostri
giorni, fa di Treviso un vero
punto di riferimento che si
sviluppa nel tempo.
“Luigi Coletti scriveva che
questa prassi trasformava
letteralmente le strade di
Treviso in una mostra d’arte perenne e viva – spiega la
storica dell’arte Chiara Vol-
Scuole Infanzia e Primaria
Carmen Frova
Maria Bambina
Pio X - Zanotti
Scuola Secondaria I grado
di ordinamento
English Plus
Liceo Classico
Liceo Linguistico Europeo
CASA ROBEGAN A TREVISO
tarel –. Le prime testimonianze si ritrovano già tra il
XII e il XIII secolo, quando
Treviso divenne libero Comune e la città si trasformò
in un cantiere edilizio. Con
un decreto comunale si stabilì infatti che le casette di
legno con i tetti in paglia
che la caratterizzavano venissero sostituiti da laterizio e coppi, per evitare gli
incendi”.
Dapprima si utilizzò l’intonaco bianco omogeneo.
Poi, si decise di ripassare i
mattoni con colori rossi, ai
quali si alternarono anche
mattoni bianchi, che movimentavano la superficie.
“La città era famosa sin dal
Medioevo per le feste, i tornei e le giostre - aggiunge
Chiara Voltarel -, colorati
dai numerosi drappi e tappeti colorati che pendevano
dalle finestre. Da qui agli
affreschi sulle facciate il
passaggio fu breve”.
La vicina Venezia era ric-
chissima, vi giungevano
marmi e tessuti pregiati,
Treviso si arrangiò come
poté col suo laterizio e la
sua argilla, utilizzando colori dipinti.
“Losanghe, rombi e fasce
decorative contornavano le
finestre e ci si imbizzarriva
con elementi naturali, bestiari e geometrie varie.
Una nuova svolta avviene
in epoca umanistica, nel
1400, quando la cultura
dell’antiquariato – che aveva il suo polo a Padova –
portò un nuovo stile. A Treviso giunse il Pittore Vagabondo, formatosi nella bottega dello Squarcione, amico del Mantegna. Treviso
divenne una vera pinacoteca all’aperto: temi mitologici, classici che ancora si
scorgono tra le vie della
città, come la famosa Casa
del Giudizio di Paride in via
S. Agostino e la Giustizia di
Traiano in via Riccati, la Casa Robegan mentre non vi è
più traccia della Casa Rossa
in Piazza Duomo, all’incrocio con Via Cornarotta, colpita in pieno il 7 aprile
1944, né della Ca’ Meraviglia. Fu un tripudio di colori e sperimentazioni fino a
quando, nel periodo Neoclassico, si ritornò al bianco. Scomparve l’interesse
per motivi figurativi, finché
nell’Ottocento non apparve
sulla scena l’Abate Bailo
che, chiamati a sé Girolamo
Botter e il Carlini, chiese un
censimento di ciò che c’era
in città. Luigi Coletti e Mario Botter proseguirono il
loro grande lavoro. Il Coletti, nel 1935, affermò che a
Treviso erano ben 116 le
case ed edifici monumentali su cui sussistevano affreschi o resti di decorazioni esterne. Nel 1982 furono ripresi gli studi interrotti –
ricorda Chiara Voltarel –
ma poi per trenta anni non
se ne fece più nulla. Oggi,
noi siamo qui, con nuovi
studi, nuovi mezzi, nuove
intenzioni”.
Negli anni Ottanta vennero
censiti 216 edifici, “oggi,
campionata mezza città –
ha spiegato Rossella Riscica, architetto – ne abbiamo
rilevati già 136. In trent’anni ne abbiamo persi otto ma
abbiamo individuato 46
nuovi edifici. La situazione
a oggi è sconfortante e
il degrado preoccupante.
Stiamo perdendo importantissime testimonianze
della Città Dipinta, come
l’affresco del Tiziano alla
Scuola del Santissimo che
oggi non esiste più. Di recente, ci siamo accorti di
ponteggi fissati sugli affreschi di un edificio, per sistemare il tetto. La popolazione deve divenire consapevole, se vogliamo attuare
politiche mirate. Il database che abbiamo creato con
schede ad hoc che raccontano la storia degli edifici,
il loro stato attuale, la loro
storia ci permetterà di monitorare correttamente l’esistente e programmare con
lungimiranza il da farsi”.
Paola Fantin
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Visita Pastorale
15
Domenica
27 aprile 2014
Speciale
Il vescovo
Gianfranco Agostino
Gardin giunge nelle
quattro parrocchie
della collaborazione
pastorale di Volpago
del Montello
L
a collaborazione pastorale di Volpago del
Montello comprende quattro parrocchie,
tutte nello stesso comune. Don Massimo
Lazzari è parroco di Volpago e Venegazzù,
mentre don Luigi Dal Bello guida le comunità
di Selva e Santa Maria della Vittoria. Già istituita ufficialmente lo scorso anno, sorge sul percorso iniziato da anni come “unità pastorale”
da Volpago e Venegazzù.
Il primo passo - ci racconta don Dal Bello - per
fare comunità tra le quattro parrocchie è stato
quello di unificare alcune celebrazioni liturgiche, come le Ceneri che si tengono alternativamente a Selva e a Venegazzù, oppure il Corpus Domini e da quest’anno la veglia di Pentecoste che si terrà a Santa Maria della Vittoria.
Anche la celebrazione del mercoledì si tiene in
un’unica parrocchia, con la richiesta di celebrare la messa a turno in una delle chiese, mentre l’adorazione eucaristica si tiene per tutta la
collaborazione ogni sabato mattina nella chiesa di Volpago del Montello. Certo, la collaborazione è favorita dalle ridotte distanze tra le
quattro chiese anche se il “cammino“ più complicato non è certo quello che si deve fare per
spostarsi.
Don Massimo Lazzari spiega: “Il Consiglio della collaborazione lavora certamente bene ed è
capace di dare orientamenti, diventa anche un
consiglio direttivo, in qualche modo. Non è
sempre così semplice che le comunità abbiano
consapevolezza di quello che sta capitando. Venegazzù, ad esempio, ha un po’ subito questa
collaborazione, tante cose sono da far ripartire e non sempre c’è il necessario entusiasmo.
Possiamo dire che la Collaborazione in questo
momento è un po’ di élite, nel senso che fun-
SCHEDA
Condivisione
da maturare
COLLABORAZIONE PASTORALE DI VOLPAGO DEL MONTELLO
VOLPAGO DEL MONTELLO
10.085 abitanti (dati sull’intero Comune)
+61% aumento popolazione 1871-1921
+25,5% aumento popolazione 1921-2011
+102,9% aumento popolazione 1871-2011
Il passo successivo - ed è l’auspicio dei due parroci - è che all’organizzazione segua una reale
condivisione delle diverse realtà. Per far questo
occorre lavorare molto mettendo a fuoco le motivazioni, dalla pura necessità, alle motivazioni spirituali, al credere alla fraternità, alla comunione, aprendo i propri confini.
“Conta molto - aggiungono i due parroci - che
noi sacerdoti siamo convinti di quanto stiamo
facendo, per far passare il messaggio e cambiare la mentalità di comunità che sono ancora legate al loro pastore. Siamo chiamati a traghettare queste comunità verso la collaborazione nella maniera più attiva possibile”.
Le comunità saranno impegnate in questi mesi nel progetto dell’evangelizzazione. Le famiglie in particolare sono invitate a partecipare
concretamente a questo mandato missionario
nei luoghi di lavoro, in famiglia e negli ambienti
di vita. Saranno organizzati degli incontri di
formazione per maturare la consapevolezza
che la “Chiesa deve essere pensata come fede,
dono da dare, non da tenere per sé”. Una proposta che non verrà fatta a gruppi famigliari
specifici, ma a tutte le famiglie perché nella
consapevolezza della grazia del matrimonio
partecipino alla grazia più grande che è quella
dell’amore di Gesù per la sua Chiesa.
di Paola Bolzonello
I
Lucia Gottardello
BONUSMOBI
L
I
famiglie
stranieri residenti: valore assoluto
stranieri resid.: % su popolazione totale
parroco: don Luigi Dal Bello
parroco: don Massimo Lazzari
ziona dal punto di vista organizzativo e per alcuni settori soltanto come la catechesi, la Caritas, le liturgie. Mentre i gruppi giovanili sono
ancora divisi tra le parrocchie e in un certo modo anche la pastorale famigliare”.
età media
Selva del Montello
e S. Maria della Vittoria
Venegazzù
e Volpago del Montello
l comune di Volpago copre una superficie di 44,7 km2. Tre sono le frazioni: Santa Maria
della Vittoria, Selva del Montello e Venegazzù. L’origine del toponimo deriverebbe da
Bolpagus, nome con cui un tempo sarebbe stato chiamato il paese: bol corrisponde a
terra rossa e pagus indica un piccolo villaggio; il significato generale assunto sarebbe
quindi quello di “paese della terra rossa”, caratteristica geologica effettiva del terreno.
I volpaghesi residenti al 31 dicembre 2012 sono risultati 10.085. Sono state conteggiate
3.934 famiglie di dimensione media pari a 2,6 componenti. L’età media, pari a 42 anni,
si è rivelata inferiore di 3 anni per i maschi (40,5) rispetto alle femmine (43,5). Il 6,1%
della popolazione, 614 unità, è rappresentato da stranieri. Percentuali del 7% e dell’1,5%
sono costituite rispettivamente da vedovi e divorziati, in entrambi i casi prevalentemente
donne (86,8% le vedove e 53,4% le divorziate). La crescita demografica dal 1871 al 2011
evidenzia un trend crescente, seppure non costante. Dopo un primo rapido aumento della
popolazione dal 1871 al 1921 (+61,6%), gli abitanti sono scesi nei due decenni successivi
oltrepassando nuovamente quota 8 mila nel 1951; sono quindi calati per vent’anni
tornando a crescere nel 1981, censimento a partire dal quale sono stati rilevati solo
incrementi. In particolare un importante accrescimento si è avuto nel 2011 quando
l’aumento demografico rispetto al 2001 è stato del 10,6%. Nel totale del periodo in esame
la popolazione è poco più che raddoppiata; dopo il primo significativo periodo di crescita,
dal 1921 la popolazione è incrementata del 25,5%.
42 anni
3.934
614
6,1%
PROGRAMMA
Mercoledì 30 aprile, ore 20.30, a Selva
del Montello, celebrazione di apertura (interventi operatori: past. giovanile, past. familiare-adulti, carità, catechesi).
Domenica 4 maggio, ore 9, Selva del
Montello, celebrazione eucaristica (presenti operatori della catechesi e Comitati
scuole materne).
Domenica 4 maggio, ore 11, Venegazzù,
celebrazione eucaristica (presenti operatori della Pastorale famigliare).
Mercoledì 7 maggio, ore 20.30, Volpago
del Montello, celebrazione eucaristica
(presenti operatori della Pastorale giovanile).
Lunedì 12 maggio, ore 20.30, Santa Maria della Vittoria, celebrazione eucaristica
(presenti operatori della carità e ministri
della Comunione).
Sabato 17 maggio, ore 15-18 a Volpago,
Assemblea per tutta la collaborazione.
16
C
specialeVISITA PASTORALE
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
Una grande famiglia
on la nascita della
Collaborazione
pastorale e dopo la
riflessione avviata dai
parroci e dai Consigli
pastorali sulle indicazioni
diocesane, le nostre 4
comunità hanno deciso di
rivedere il percorso che i
genitori facevano in
preparazione del Battesimo
del proprio figlio.
Roberto e Mara sono una
delle coppie di sposi che si
sono messe a disposizione
per questo rinnovato
impegno di evangelizzazione
degli adulti. “Fino a quel
momento era compito dei
sacerdoti incontrare
personalmente tutte le
famiglie, che poi
partecipavano ad una serata
di catechesi con il diacono
Beniamino Bonesso e la
moglie Ornella. Questo
percorso è stato rivisto, con
l’attenzione a facilitare
l’accoglienza delle famiglie
proprio a partire da altre
famiglie. Così nel corso
dell’ultimo anno un gruppo
di coppie della
Collaborazione si è ritrovato
periodicamente per formarsi
e crescere nelle competenze
richieste”.
Come avete strutturato
questo nuovo percorso?
I genitori che desiderino
battezzare sono invitati ad
un primo incontro di
accoglienza e conoscenza
delle famiglie. L’incontro è
gestito dalle coppie di
animatori e si svolge nella
propria parrocchia (in
canonica o in oratorio) di
domenica mattina dalle
10 alle 12. Le prossime date
sono 27 aprile, 22 giugno,
28 settembre, 30 novembre.
Durante questo primo
incontro si raccolgono dati
sulla famiglia, sul bambino e
si presenta l’itinerario degli
incontri che prepareranno
alla celebrazione. Il secondo
incontro consiste in una
catechesi tenuta dai parroci,
in cui vengono presentati i
temi della fede, del
sacramento del Battesimo e
viene spiegato il rito della
celebrazione. A questo
incontro sono invitati a
partecipare i genitori, i
padrini e le madrine. Segue
poi un momento di visita e
incontro in casa da parte
delle coppie animatrici. E’
un’occasione di dialogo, di
amicizia e di condivisione su
ciò che è stato ascoltato
durante la catechesi. Il
quarto momento è la
celebrazione del battesimo
che generalmente viene
celebrato durante la messa
della domenica, in date
Le quattro
comunità
hanno
deciso
di rivedere
il percorso
che i genitori
facevano in
preparazione
del Battesimo
del proprio
figlio
significative e prestabilite dai
parroci a inizio dell’anno
pastorale. E’ in questo
momento che il bimbo viene
presentato alla comunità
parrocchiale, diventandone
parte essenziale con il
sacramento del Battesimo.
Quali aspettative avete
per questo impegno
comunitario?
Ci auguriamo che questo
percorso possa essere utile
alle famiglie e favorire il
sentirsi un po’ più parte della
comunità. Il nostro compito
è quello di accompagnare
con serenità e gioia i genitori
che chiedono il battesimo
per i propri figli.
Ringraziamo di cuore
Beniamino e Ornella che
per molti anni con spirito di
servizio, competenza e
gratuità hanno
accompagnato tante coppie
in questo importante
cammino.
Mirco Cavallin
SELVA DEL MONTELLO. I giovanissimi di Ac si presentano
Il sano protagonismo
I
l gruppo giovanissimi dell’Azione cattolica riunisce i ragazzi tra i 14 e i 17 anni di
Selva del Montello e Santi Angeli. In totale
siamo circa 15 (vivaci) ragazzi e due (non
meno vivaci) educatori. Ci incontriamo settimanalmente al giovedì e alterniamo la sede
dell’incontro tra i due paesi. Tutto ciò è possibile grazie alla squisita disponibilità dei genitori dei ragazzi che, immancabilmente, si
offrono per “scarrozzare” le giovani pesti per
le impervie stradine del Montello.
Durante gli incontri le attività spaziano dal
mero e spassosissimo gioco, al confronto serrato su argomenti attuali e “scottanti”. La programmazione delle attività è iniziata chiedendo innanzitutto ai ragazzi quali fossero
gli argomenti e le tematiche a loro più vicine.
Dopodiché abbiamo impostato il nostro percorso educativo integrando le loro proposte
con il tema suggerito quest’anno dall’Ac nazionale: la fede è anche testimonianza e coinvolgimento del prossimo, “Nessuno escluso”
(lettura di riferimento: Mt 22, 1-14). Questo
modo di procedere è per noi essenziale, perché siamo convinti che per essere efficaci nel
nostro educare, i ragazzi devono sempre essere al centro della nostra proposta. E la proposta sarà sempre e solo ispirata dalla Parola di Gesù. E’ un po’ come dire che: i nostri
giovani sono il cuore ed il senso di quello che
facciamo, ma il “cuore del cuore” è l’insegnamento dell’unico Maestro, perché è il senso
del nostro vivere.
Il momento in cui i ragazzi fanno le loro proposte è uno dei più importanti e delicati dell’anno. Qualunque adulto che ha a che fare
con adolescenti sa quanto siano tendenzialmente schivi e restii ad esprimere il loro pensiero, ed avere l’occasione di ascoltarli è da
considerarsi un grande privilegio. E’ dunque
anche estremamente importante che siamo
noi educatori a seguire ciò che loro ci indicano. Infatti, spesso, dietro a proposte che possono sembrare lì per lì sciocche o superficiali, vi sono grida di aiuto o bisogni molto
profondi. Se un ragazzo propone come attività di andare al mare, non è detto che sia solo per nuotare al sole. E’ possibile che sia espressione di un bisogno di andare in un po-
L’accoglienza delle famiglie
avviene a partire
da altre famiglie. Così
nel corso dell’ultimo anno
un gruppo di coppie
della Collaborazione si è
formato per questo servizio
VOLPAGO DEL MONTELLO
Personaggi illustri
Francesco di Vanozzo, poeta del XIV secolo, rappresenta una delle figure più illustri di Volpago, nel campo dell’arte. In merito alla sua origine volpaghese, si pronuncia con certezza lo studioso
Augusto Serena. Sono incerte le date di nascita e di morte, ma
molto probabilmente la sua vita si svolse fra i primi decenni e la
fine del 1300. Le sue rime sono raccolte in un codice del quattordicesimo secolo che si trova presso il seminario di Padova e
contiene 3 canzoni, 4 frottole, 17 ballate e 150 sonetti.
Luigi Pastro, nacque a Selva il 22 ottobre 1822. Notato per la
sua pronta intelligenza, fu scelto da don Luigi Sernagiotto per gli
studi ginnasiali, compiuti i quali, completò gli studi liceali a Treviso. Nel 1847 terminò gli studi di medicina e iniziò la sua condotta in paesi di campagna. L’anno successivo, formatasi la Repubblica Veneta di Manin, si arruolò nella Compagnia dei Cacciatori del Sile. Nel marzo 1851 ricevette da Mazzini l’incarico di
costituire un Comitato rivoluzionario a Treviso: Luigi Pastro venne
arrestato dalla polizia austriaca e condotto a Venezia nella prigione di S. Severo. Passò dalle carceri di Mantova, Venezia e Trieste, infine fu trasferito a Theresienstaad. Di questa dura esperienza il Pastro ci ha lasciato memoria nei “Ricordi di prigione”.
Don Giovanni Saccardo, parroco di Selva. Approfittando delle opportunità del periodo di dismissioni di edifici religiosi, in seguito
alle soppressioni napoleoniche, seppe radunare nella sua parrocchiale un inestimabile patrimonio artistico.
Fondamentale il ruolo
degli
animatori
nei gruppi
di giovani
sto dove sentirsi libero perché nel quotidiano
(tra scuola, sport e impegni familiari) è tenuto molto sotto pressione e non ha uno spazio dove esprimersi e/o muoversi in maniera
spontanea. Dopo averli ascoltati è nostro
compito arricchire l’attività di significato; nell’esempio della gita al mare si potrebbe preparare un’attività collaterale di ringraziamento per le bellezze naturali o di eco-sensibilizzazione o abbinare alla gita la visita presso un ente benefico per far volontariato o tutte le cose insieme.
Non sono mancate attività con le altre parrocchie della Collaborazione pastorale volpaghese, convinti (come gli altri educatori Ac
della Collaborazione) che queste esperienze
siano un ulteriore modo per far vivere ai ragazzi uno dei principi base della comunità
cristiana: tutti sono invitati alla festa.
Inoltre, il confronto con le realtà delle altre
parrocchie è sempre molto istruttivo anche
per noi educatori, che cogliamo l’occasione
per condividere le nostre esperienze e migliorarci l’un l’altro. Questo è essenziale anche perché gli educatori non sono molti e in
certe realtà vi sono gruppi tenuti da un solo
educatore. E’ difficile portare avanti un
gruppo di adolescenti da soli, è quasi eroico
pensare e preparare ogni settimana attività
degne dell’interesse di un ragazzo senza il
sostegno pratico, logistico e morale di un’altra persona.
Per queste ragioni a Selva stiamo studiando
l’opportunità di promuovere in qualche modo l’attività di educatore; magari iniziando a
proporre delle esperienze in tal senso ai ra-
gazzi più grandi, chiedendo loro di affiancarci nella preparazione di alcune attività per
gli altri appartenenti al gruppo. In questo modo speriamo di “aiutarne la vocazionalità”
mentre facciamo loro provare la bella esperienza del mettersi al servizio del prossimo.
Concludendo, avremmo piacere di dire due
cose. La prima è un appello ai genitori: usate
gli educatori! Cercateli e parlate con loro. Il
vostro è il servizio più difficile che ci sia e gli
educatori spesso hanno la fortuna di osservare i vostri ragazzi da un punto di vista privilegiato: sono adulti (ma non troppo) che li
vivono nel magico momento in cui sono con
i loro amici. Potreste scoprire lati dei vostri
figli meravigliosi e sorprendenti e trovare ulteriori motivi per amarli.
La seconda e più importante è ringraziare:
ringraziamo il Signore per il suo sostegno e
senso dell’umorismo nell’aver pensato a noi
come educatori, per averci concesso di conoscere e amare i ragazzi e di aver chiamato al
suo servizio persone come i nostri parroci e
diaconi che sono sempre incredibilmente disponibili e pazienti. (Daniele & Luigi)
specialeVISITA PASTORALE
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
17
Insieme per
fare oratorio
Venegazzù è divenuto punto
di riferimento per i giovani
di tutta la collaborazione
L’
oratorio di
Venegazzù è
divenuto punto di
riferimento per i giovani di
tutta la collaborazione
pastorale. La sua storia
inizia qualche decennio fa.
Infatti, nel 1966 don Gino
De Marchi, appena
nominato parroco di
Venegazzù invitò tutti i
capifamiglia ad una
assemblea nella quale si
deliberò di costituire un
gruppo di persone disposte
a collaborare in modo
permanente col parroco nei
problemi pastorali della
parrocchia.
Nel mese di agosto dello
stesso anno fu tenuta la
prima riunione del nuovo
Comitato ed essendo la
parrocchia priva di aule per
la dottrina, per le riunioni e
per le attività dei giovani, si
decise di dar vita ad
un’opera che rispondesse a
queste finalità.
Si decise anche di non
gravare con la spesa sulle
famiglie della parrocchia
ma di provvedere con
iniziative paesane per
finanziare l’opera. Ecco
allora la “sagra
dell’Addolorata”, concorsi di
canto, corse podistiche...
Iniziative che coinvolsero
con successo e con buoni
risultati non solo economici,
ma anche morali per
l’unione e l’affiatamento di
adulti e giovani verso un
solo scopo, quello di avere
un luogo di aggregazione
comune in paese.
Il progetto, approvato nel
1969, vide realizzato
dapprima il salone nel 1973
e successivamente, nel 1978
si completava il progetto
iniziale realizzando un
corpo a due piani con delle
aule da destinare al
catechismo e all’attività di
gruppi presenti in
parrocchia.
Il 15 maggio 2009 il vescovo
Andrea Bruno Mazzocato
scopre una targa di
“dedicazione” della Casa del
Giovane al suo fondatore
Don Gino De Marchi.
L’oratorio, inoltre, ha come
pertinenze un ampio
piazzale e un campo
sportivo. Le strutture hanno
quindi una loro
imprescindibile importanza,
ma ancor di più il paese ha
sempre avuto nei suoi
parroci e nei tanti volontari
che hanno prestato la loro
presenza, servizio e
testimonianza, il vero cuore
dell’azione e quindi della
vita comunitaria di
Venegazzù.
Di oratorio e del perché fare
oratorio troviamo tanto
materiale didattico e
informativo, ma guardando
il nostro possiamo dire che
in questi ultimi anni
l’oratorio è pensato e
frequentato da ragazzi in
età scolare dalle elementari
alle medie, con presenze
saltuarie o di finto distacco
da parte degli adolescenti
delle superiori.
In quest’ultima età
riconosciamo ancora un
tratto che da sempre
caratterizza il nostro paese,
la netta maggioranza della
presenza maschile.
L’oratorio funge in primis
quindi come luogo di
aggregazione dei bambini:
giocano spesso assieme,
imparano a convivere,
condividere. E’ evidente che
i bambini con una palla
fraternizzano velocemente,
possono anche litigare, ma
almeno la presenza di un
adulto stimola le positività e
modera le manifestazioni
estreme.
E con i bambini, si
costringono i genitori,
anche solo di “passaggio”
per portare e prendere i
figli, a fermarsi e fare
quattro chiacchiere, ecco
nascere nuove relazioni,
capire che il paese pulsa
dentro le mura dell’oratorio,
nascono rapporti fra le
persone adulte,
successivamente i genitori
più sensibili capiscono
l’importanza e diventano
naturalmente nuovi
volontari a servizio dei loro
stessi figli e amici.
Il modo di incontrarsi in
oratorio permette di non
creare barriere dovute al
credo o alle convinzioni che
ognuno di noi porta in
cuore in quanto il traguardo
di stare assieme supera
questi presunti blocchi. I
volontari adulti incaricati
del servizio ricevono
personalmente stimoli e
input sulle realtà odierne. Si
scopre che i bambini
richiedono agli adulti dei sì
e dei no, e coerenza nei
comportamenti per tutti i
volontari; il bambino infatti
richiede spesso le stesse
cose per verificare la
coerenza del sistema
“oratorio”. La sorveglianza
è indispensabile nei
comportamenti dei
gruppetti “strani”, dei sorrisi
e delle sane prese in giro per
riportare a normale tutto
quello che i bambini
SELVA NOSTRA. L’associazione promuove la conoscenza della storia del paese
Il millennio da ricordare
L’
associazione Selva Nostra è nata sui
banchi di scuola nel novembre del 1992
con un concertino eseguito da bambini di otto, nove anni che davano prova della loro applicazione sugli xilofoni. Questo, diventato un
punto di partenza era a sua volta il traguardo
di un lavoro di ricerca fatto per conoscere i
giochi di una volta, i passatempi, le espressioni dialettali. Da lì il discorso si ampliò. Il fatto
straordinario fu che tanti genitori e con essi le
famiglie, i nonni, gli amici e conoscenti si appassionarono a quanto si stava facendo a
scuola e così nacquero il gruppo teatrale, le
manifestazioni in costumi medioevali e rinascimentali che fino ad un paio di anni fa hanno animato il paese. Solo per citarne una: el
Spacaszoc, rinomato in tutta la provincia ed
anche nella regione per quelle magnifiche sfilate, nelle ultime edizioni si oltrepassavano i
400 figuranti con l’intervento di gruppi musicali, sbandieratori, giochi di strada e quant’altro rendeva spettacolare quell’appuntamento. Ancor oggi, da allora, nella scuola primaria di Selva, nell’ultimo giorno di febbraio, si
riprende la plurimillenaria tradizione del Batar Marzh e il 6 dicembre arriva S. Nicolò, che
portava pochi doni prima dell’invasione del
dilagante babbo natale.
Attualmente l’associazione è ritornata alle sue
origini, alla sua missione culturale che può essere ripartita in tre filoni operativi: le attività
per promuovere la conoscenza della storia del
paese; il restauro e ripristino del patrimonio
storico-artistico, gli appuntamenti conviviali.
Ed è così operando che in questi anni l’associazione è stata in grado di riconsegnare ad
essere pienamente godibili: il Pilastro delle
Cinque Croci, un manufatto altomedioevale,
el capitel de Lavaio, riportando alla luce affreschi cinque-seicenteschi del tutto ignorati
sotto strati di calce, la Vergine degli Angeli,
affresco su casa Corrà, l’altare di raro onice
rosa della Madonna della Salute. Nella chiesa parrocchiale ha sostenuto il restauro del di-
pinto “Pellegrinaggio di Selva a Follina”, di
una delle due cattedre marmoree provenienti dalla distrutta Certosa del Montello, opere
di Giorgio Massari, ha contribuito al ripristino dell’ultimo dipinto: Vergine Immacolata.
Nell’ambito storico, dal 2006 continua il Progetto Luigi Pastro, un lavoro di ricerca archivistica condotto sui carteggi, documenti, corrispondenze che formano il lascito del noto eroe risorgimentale. Queste ricerche sfociano
in un volume pubblicato ogni anno. Quelli
prodotti sono già otto. Il progetto si concluderà nel gennaio prossimo quando ricorrerà il
centenario della morte del senatore Pastro.
Questi giorni di aprile sono frenetici per l’associazione che sta mettendo a punto gli ultimi aspetti organizzativi di quello che è certamente un evento più unico che raro: mille anni dalla fondazione del castello di Selva. Un’altra attività sono i tre concertini “Del risonante bosco” che hanno luogo, a giugno, nell’oratorio della Purità, una chiesetta
settecentesca dotata di un’acustica eccezionale, dove piccoli strumenti come flauto, liuto o altri non frequentemente ascoltati come
oboe ed arpa sviluppano tutto il loro fascino
sonoro. Numerose sono le pubblicazioni stampate in questi anni: testi, opuscoli, fascicoli,
album storici, stampe tutti incentrati su temi
specifici della storia di Selva. Tanti i progetti
ancora in programma tra cui quello di riavere le nove tele dell’antica chiesa ancora custodite dalla Sovrintendenza di Venezia.
vogliono provare ad
esagerare.
L’immagine o il motto di
questo oratorio potrebbe
essere così raffigurato:
l’oratorio è di tutti perché
per storia e competenze
tanti vi hanno contribuito e
partecipato (aspetto
comunitario), ma ognuno
ha vissuto un suo modo,
ha prestato una sua opera o
competenza ha arricchito
il suo bagaglio di rapporti
umani (aspetto personale),
ecco le colonne che
sorreggono una casa più
grande del solito per una
famiglia composta di
famiglie.
In definitiva, l’intravedere
una grande famiglia che
valorizza ogni suo
componente mi ricorda un
messaggio scritto sul Libro
per eccellenza che parla
del sogno-progetto di Dio
per la sua famiglia chiamata
umanità. (Francesco
Bonesso, vice presidente
dell’oratorio)
MILLENARIO
Selva 1014-2014
Mille anni
della nostra storia,
28 aprile-3 maggio
Lunedì 28 aprile, serata inaugurale, ore 21,
auditorium comunale di Volpago del Montello: Scoprimento del plastico, ricostruzione ideale, del castello di Selva. Saluto
delle autorità ed esposizione della attività.
Relazione storica a cura della dott.ssa: Elena Pasin.
Martedì 29 aprile, Mille anni d’arte, ore 21,
chiesa parrocchiale di Selva, relazione artistica sui dipinti presenti in chiesa a cura
del prof. Sergio Favotto. Intermezzi musicali all’organo, esegue Alberto Girardi.
Mercoledì 30 aprile, ore 23, Sei da Selva
se... aspetti il millennio con noi! Ore
24.00, brindisi al nuovo millennio.
Giovedì 1° maggio, ore 18.30, ritrovo piattaforma polifunzionale (vicino alla chiesa)
partenza percorso animato, per grandi e
piccoli, verso il sito dove sorgeva il castello a cura del gruppo “Gli apprendisti castellani”; ore 21, spettacolo col fuoco a cura del gruppo “I Cavalieri del Drago” di Castelfranco.
Venerdì 2 maggio, A tavola con i Vidoti, ore
20.00, ex trattoria La Paesana, Cena medievale.
Per il programma completo: www.selvanostra.it, info mail: [email protected].
18
specialeVISITA PASTORALE
S. MARIA DELLA V.
Santuario voluto dal vescovo
Longhin per ringraziare
la Madonna per la protezione
L
a parrocchia-santuario di Santa Maria
della Vittoria non ha ancora raggiunto il
secolo di vita, eppure la sua storia è
quanto meno originale. I primi abitanti raggiunsero questa zona del Montello tra la fine
dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ma dovranno aspettare il 1923 per avere un luogo
proprio in cui andare a pregare: sono due baracche dismesse dall’esercito, dedicate alla
Beata Vergine del Rosario e poste sul punto
più alto del sacro colle, punto nel quale tra il
1935 e il 1936 verrà costruita l’attuale chiesa
progettata dall’architetto Fausto Scudo e unica del suo genere in tutta la diocesi.
Questa parrocchia e la sua chiesa furono volute fortemente dal beato vescovo Longhin sia
per rispondere alle esigenze spirituali della
popolazione e sia per ringraziare la Madonna
della sua protezione sulla diocesi di Treviso
durante la Prima guerra mondiale. Non si sarebbero, però, realizzate se non ci fosse stata
da una parte la volontà della popolazione di
diventare comunità e dall’altra la guida dei
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
Un luogo che favorisce
preghiera e meditazione
parroci succedutisi nel tempo, a partire da don
Angelo Fraccaro, promotore convinto per 28
anni di un corretto culto mariano, quasi anticipando le dichiarazioni del Concilio nella Lumen gentium ai n. 66-67. Don Angelo, infatti,
prete umile, oltre a dare tutto se stesso per costruire la chiesa-santuario con il sostegno determinante di mons. Chimenton, ha saputo
anche infondere nelle persone a lui affidate
l’amore per la liturgia, partendo dal suo centro, l’eucaristia. Sono rimaste incise nella memoria le varie celebrazioni da lui organizzate.
Solo per citarne alcune: la consacrazione della chiesa nel 1939; l’incoronazione nel 1946
della Madonna, dipinta da Gino Borsato; l’inaugurazione nel 1948 del monumento a san
Giuseppe, statua in marmo realizzata, come la
Via Crucis in ceramica, dallo scultore Francesco Rebesco; ed infine l’elevazione della chiesa nel 1949 a santuario mariano.
Quest’ultimo avvenimento è quanto meno
singolare: a Santa Maria della Vittoria non ci
sono state apparizioni, né sono avvenuti par-
ticolari miracoli, ma il Vescovo motiva la sua
decisione con il fatto che la chiesa è meta di
continui pellegrinaggi di parrocchie anche
extradiocesane, di persone singole, dell’Azione cattolica… e che la devozione a Santa
Maria della Vittoria è aumentata specialmente dopo l’incoronazione della sua immagine. E don Angelo nel Registro delle messe
ha raccolto la testimonianza di oltre una
trentina di grazie ricevute.
Anche oggi vale la pena di salire sulla cima del
Montello. Qui, oltre ad ammirare la splendida
corona delle Prealpi venete e partire alla scoperta delle tracce della Grande guerra, si trova soprattutto un santuario sempre accogliente e ben curato, durante la settimana immerso in un silenzio che favorisce la preghiera a Maria e la meditazione personale. Le ampie strutture parrocchiali, realizzate dai successori di don Angelo, offrono inoltre la
possibilità di incontro e di ritiro per gruppi
giovanili o meno, specialmente durante la
buona stagione. (Giuseppe Pagotto)
Accogliente comunità
per persone con disagio
S
i chiama “Fulvia Salzani”
ed è una Comunità alloggio per persone con disagio
mentale. E’ stata aperta il 12
maggio 2012 presso il Centro
Servizi “Guizzo Marseille” di
Volpago del Montello e il suo
nome lo deve alla dirigente
dell’Ulss di Asolo, che, per anni, ha contribuito allo sviluppo dei servizi territoriali
dell’Ulss 8. Persona dalle eccezionali doti di etica professionale, scomparsa prematuramente il 24 aprile del 2009,
la dottoressa Salzani ben rappresenta gli obiettivi di etica
del servizio che stanno alla
base della Comunità: il rispetto per la dignità della persona e per i suoi diritti inviolabili.
La Comunità completa l’insieme dei servizi di aiuto al disagio mentale attivati nell’Ulss 8 e collabora con il Dipartimento di salute mentale
che ha in carico gli ospiti e
che ne definisce i percorsi di
continuità assistenziale. E’
possibile trovare accoglienza
sia attraverso i servizi preposti dell’Ulss 8, sia con accesso
privato.
La Comunità, collocata al primo piano di un nuovo padiglione, è immersa nel verde
del Parco secolare posto ai
piedi del Montello, per il quale la “Guizzo Marseille” è nota. L’interno è organizzato in
tre appartamenti. In ciascuno
si trovano 8 posti letto distribuiti in 4 camere. In ogni appartamento ci sono una cuci-
na, una zona pranzo, il soggiorno e alcuni locali di servizio. Gli spazi interni, gli arredi e le attrezzature, sono il
frutto di un lungo studio sugli
effetti della luminosità, dei
colori, della protezione di
spazi di privacy per gli ospiti,
che la “Guizzo Marseille” ha
effettuato in fase di progettazione della Comunità. Il personale è stato selezionato sulla base di percorsi di specializzazione attivati in collaborazione con il Dipartimento
di salute mentale. Attual-
mente sono aperti due appartamenti per un totale di 16 ospiti. Il terzo appartamento
non è stato ancora aperto per
carenza dei previsti finanziamenti dell’Ulss 8. Nell’attesa,
il Centro Servizi accetta accessi privati e da altre Ulss.
specialeVISITA PASTORALE
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
P
ercorrendo verso nord
la strada Feltrina si arriva a Venegazzù attraverso i vigneti di via Cal
Trevigiana, incrociando l’antico capitello dedicato a S. Eurosia. Dopo circa 1 km si arriva alla chiesa parrocchiale
dedicata a S. Andrea; l’attuale edificio fu terminato nel
1794, dopo quasi 30 anni di
instancabile lavoro. Il progetto per la sostituzione della
chiesa vecchia fu affidato all’architetto Giovanni Ricatti e
il 16 ottobre 1825 fu consacrata dal vescovo Grasser. Il
campanile, invece, iniziato
nel 1865 su volere del parroco don Giuseppe Durante nativo di Venegazzù, fu portato
a termine nel 1883.
La chiesa, a navata unica, è
un tipico esempio di architettura neoclassica palladiana,
nello stile della vicinissima
Villa Spineda-Gasparini, oggi
di proprietà di una banca del
territorio.
Sull’altare maggiore spicca la
pala raffigurante “Il martirio
di S. Andrea apostolo” della
fine del XVI sec. di autore anonimo; ai lati due tele di
Giacomo Lauro Trivigiano allievo di Paolo Veronese raffiguranti: a destra “Il giudizio
di Salomone” (andato distrutto in fase di restauro), a
sinistra “Ester e Assuero”.
Sul soffitto della navata campeggia l’affresco raffigurante
“Martirio e Gloria di Sant’Andrea Apostolo” di Giuseppe
Bernardino Bison, in parte caduto il 15 agosto 1975 e ricostruito dal pittore Sergio Favotto nel 1996.
Ricchi di opere anche gli altari laterali: a sinistra pala raffigurante “L’Addolorata che
scende dal Calvario” di Ascanio Spineda, insieme alla statua lignea policroma raffigurante “La Pietà” del XIX sec. A
destra si trova “La Madonna
del Rosario coi Santi Domenico, Francesco e Liberale” di
Palma il Giovane.
Sopra il portale d’ingresso
“Le beatitudini” di Sergio Favotto e sulle pareti nord e
sud 6 grandi tele raffiguranti il ciclo mariano: “La natività di Maria” di Antonio Triva; “La presentazione al
tempio” di Francesco Minorello; “L’Annunciazione” di
Gio Batta Pellizzari; “L’Assunta” di Nadal Plaque.
Nel battistero la colonna che
sostiene la vasca settecentesca è una stele pagana del VI
o VII sec. a.C.; sulla parete
un bassorilievo ligneo rappresenta “Il Battesimo”, opera dello scultore Lino Fiorentin di Venegazzù. Le stazioni della via Crucis e il
grande Crocifisso sono opere in legno scolpite dal mae-
Tesori
da scoprire
stro Dalla Vecchia.
Dirigendosi verso il Montello
lungo via Spineda sul lato est
della Villa si arriva allo “stradone del bosco” a metà tra la
Presa 14 e la presa 13, lì dove
inizia la strada militare che
conduce alla dismessa area di
deposito munizioni. Seguendo la corrente del canale
Brentella si entra a Volpago
e salendo lungo la ripida Presa 12, ritmata da una Via Crucis a ricordo delle vittime di
incidenti stradali, si arriva alla chiesetta dedicata a S. Martino, che risale al 1895, dopo
che edificio anticamente adibito al culto era andato distrutto dall’incuria.
Scendendo verso il centro del
paese lungo via San Carlo si
incontra l’omonimo capitello
risalente agli inizi del secolo
scorso e legato anche alle vicende belliche del 1915-18 e
alla commemorazione annuale dei caduti.
La chiesa parrocchiale dedicata a S. Maria Maddalena è
stata ricostruita e ampliata
sopra la precedente non più
sufficiente per la popolazione
della metà dell’800. E’ l’unica
tra le chiese della Collaborazione ad essere “orientata”,
cioè col tabernacolo verso est.
Ha la singolare caratteristica
di avere il campanile inglobato nel corpo dell’edificio: si
tratta in realtà di un’antica
torre di avvistamento risalente all’epoca degli Ezzelini
(sec. XIII).
Sul fondo del presbiterio spicca la Pala d’altare di Pietro
Damini (prima metà sec. XVII) raffigurante la Madonna
con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista, Pietro, Giuseppe, Paolo, Carlo Borromeo, Maria Maddalena e Antonio Abate. Numerosi elementi dell’altare maggiore
provengono dalla storica Certosa del Montello.
Domina il soffitto il “Giudizio
Universale” di Eugenio Moretti Larese (1840). Sugli altari laterali le tele raffigurano
S. Martino, la Madonna della
Salute, S. Antonio di Padova,
il Sacro Cuore di Gesù, mentre la pale distribuite tra presbiterio e navata raffigurano
gli Evangelisti, S. Pietro, S.
Paolo, S. Giovanni Crisostomo e S. Girolamo.
Da segnalare la cappella feriale dedicata alla Madonna
del Perpetuo Soccorso, con
una copia dell’icona conservata dai Padri Redentoristi,
congregazione che ha accolto
negli anni diverse vocazioni
religiose dalla comunità
Dirigendosi verso sud per circa 4 km lungo via S. Pio X e
via Madonna della Mercede
si arriva alla chiesa della località di Belvedere; la comunità di famiglie lì residenti
nel dopoguerra ottenne il
permesso di costruire un edificio di culto che fino al
2001 è stato utilizzato per la
messa festiva.
Attraversando la campagna
verso est si arriva a Selva, dove si possono notare lungo le
strade diversi oratori pubblici e semipubblici: quello di
Campagna dedicato alla Madonna del Carmine e a S. Rocco, l’ex cappella di villa Priuli
(non agibile); l’oratorio di
Maria Ausiliatrice (famiglia
Campeol, anche questo non
agibile) con piccolo altare ligneo seicentesco; l’oratorio
della Purità (famiglia Girardi) con una pregevole pala
settecentesca ed altri dipinti;
il “capitel de Lavaio” ampiamente ricoperto di affreschi
popolari cinque-seicenteschi;
La “Grotta” della Madonna di
Lourdes, (famiglia Gastaldo)
costruito con le classiche
“crode” del Montello. Infine
la cappella della Casa di Riposo e l’oratorio di Piazza dedicato Madonna della Salute
con tre statue di Orazio Marinali (inizio sec. XVIII) ed un
raro altare di onice rosa.
A poca distanza, sul lato nord
della Schiavonesca sorge la
possente e capiente chiesa dedicata a S. Silvestro Papa,
19
La chiesa
di Selva
sventrata da
una tromba
d’aria nel
1930; a dx
Altare della
Madonna a
S. Maria della
Vittoria
(articolo
a parte); sotto,
a Volpago,
Madonna con
Gesù Bambino
In alto,
Venegazzù,
Assunzione
della
Madonna;
sotto a sx,
Selva,
Crocifissione
di Gesù
Cristo, di
Tintoretto
completata in soli 9 mesi nel
1932 su disegno dell’arch.
Fausto Scudo. Due anni prima, il 24 luglio 1930, una devastante tromba d’aria aveva
completamente squarciato la
vecchia chiesa, collocata alle
pendici del Montello, e più
volte ampliata e rimaneggiata nel corso dei secoli.
Quell’edificio era dotato di
uno splendido patrimonio di
opere artistiche, manufatti
marmorei e dipinti, radunate nella prima metà dell’800
dall’allora parroco don Giovanni Saccardo. Fortunatamente molti capolavori artistici si sono potuti ricollocare nella nuova chiesa: l’altar
maggiore, composto dall’alzato (opera di Giorgio Massari, 1740 c.) proveniente
dalla distrutta Certosa del
Montello e dalla mensa con
l’impareggiabile
ciborio
(Giovanni M. Morlaiter, prima metà sec. XVIII), già nella distrutta chiesa veneziana
di S. Secondo.
Fra i dipinti si segnalano la
Madonna con Bambino, opera di Paolo Veneziano; la Crocifissione, opera giovanile di
Tintoretto; un’ottima riproduzione settecentesca di un
dipinto di Tiziano, ora andato distrutto, Uccisione di S.
Pietro da Verona; sei grandi
teleri di oltre 4 metri quadri
con le Storie di Mosè, di Francesco e Gianantonio Guardi e
Francesco Fontebasso. Molte
altre opere sono ancora depositate alla Soprintendenza
di Venezia. La parrocchia di
Selva fu costituita il 14 ottobre 1341, quando sperimentò
forse profeticamente la condivisione di un solo parroco
tra più comunità: Selva con la
chiesa di S. Silvestro, Lavaio
con la chiesa di S. Cecilia e Arson con la chiesa di S. Nicolò.
L’Esaltazione della S. Croce, il
14 settembre, divenne la festa unica del paese. (Massimo
Visentin – Mirco Cavallin)
8xmille alla Chiesa cattolica
LA TUA FIRMA CONTRO
L’INDIVIDUALISMO AL SERVIZIO
DELLA SOLIDARIETÀ
n una campagna di comunicazione fondata sulla trasparenza, come Chiediloaloro, è doveroso presentare storie
vere. Le persone coinvolte sono autentiche e hanno realmente trovato risposte concrete ai propri bisogni nelle
strutture realizzate con i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica.
Il volontario, il sacerdote o la religiosa è ben consapevole che ogni atto di solidarietà che offre, l’ascolto, un pasto
caldo, il sostegno spirituale, non rappresenta solo un servizio sociale, ma rende visibile l’amore di Dio e la tenerezza
della Chiesa verso quel “prossimo” che bisogna amare come se stessi. Coloro che testimoniano con i propri volti
questo sostegno non sono, dunque, dei “personaggi pubblicitari” ma sono quel “mio prossimo” al cui servizio la
Chiesa deve potersi mettere con amore. E quei visi ora possono esprimere serenità e gratitudine. Le risorse che provengono dall’8xmille concorrono a raggiungere questo obiettivo grazie ad un gesto semplice ma importante. Tutto si
gioca sulla motivazione.
Chi firma ogni anno in modo consapevole non fa l’elemosina, ma provvede corresponsabilmente ad attuare una solidarietà vera, permanente ed efficace. Destinare l’8xmille è un appuntamento con l’altruismo e contro l’individualismo.
Non deve essere mancato perché renderà più dignitosa la vita di tante persone. Anche questo può essere un modo,
certo non l’unico, per “prenderci cura dei più fragili della Terra” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n.209).
I
MARIA GRAZIA BAMBINO
L
a Conferenza Episcopale Italiana è impegnata da anni in un
grande progetto di trasparenza: la mappa 8xmille attraverso la
quale si possono localizzare e visionare le opere sostenute da questi
fondi nelle diocesi italiane. Unica e innovativa, in continuo
aggiornamento, essa permette di consultare migliaia d’interventi
anche attraverso un’app gratuita su iPhone, iPad, iPod Touch e su
sistema Android e scoprire cosa è stato realizzato lontano o proprio
vicino a noi (www.8xmille.it).
NELLA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE TELEVISIVA 2014 CHIEDILOALORO SONO STATE RACCONTATE ALCUNE DI QUESTE OPERE.
IN ITALIA
A Lamezia Terme don Giacomo Panizza,
uno dei 36 mila sacerdoti diocesani,
da anni s’impegna in progetti per
l’integrazione di disabili, immigrati
e donne in difficoltà utilizzando per
le sue attività beni confiscati alle mafie.
Nel quartiere Archi, nella periferia di
Reggio Calabria, un gruppo di suore
cerca di riscattare i giovani attraverso
l’animazione di strada. Sport, giochi
e sostegno scolastico per educare e dare
nuove prospettive ai ragazzi.
A Bari la Fondazione antiusura lotta contro
il gioco d’azzardo che, con la crisi
economica, coinvolge sempre più persone.
Operatori e volontari sostengono non solo
finanziariamente ma soprattutto
psicologicamente “i giocatori” che spesso,
finendo nelle mani degli usurai, perdono
tutto.
A Matera La Tenda ospita il centro ascolto
della Caritas diocesana ed è una casa
aperta per le famiglie in difficoltà,
ex-detenuti con percorsi di integrazione,
immigrati e senza fissa dimora.
A Trieste il centro La Madre della Caritas
diocesana prevede l’accoglienza di donne,
gestanti, mamme e bambini. Qui hanno
la possibilità di rimanere fino ad un anno
ritrovando le forze necessarie per una
nuova vita.
A Bologna l’Associazione L’Albero di
Cirene, di don Mario Zacchini, tra le tante
attività gestisce il progetto Non sei sola.
Operatori e volontari entrano, attraverso
l’unità di strada, in contatto con donne
vittime della tratta per liberarle dalla
schiavitù.
Ad Alessandria la Caritas tiene aperta
tutti i giorni una mensa, distribuisce vestiti
e gestisce due dormitori. È punto
di riferimento per i nuovi poveri.
ALL’ESTERO
Nelle Filippine, a Roxas, nell’isola di
Panay colpita dal tifone Hayan, la Caritas
italiana in collaborazione con la Caritas
locale, dopo aver distribuito aiuti di prima
e seconda necessità, è in prima linea
per la ricostruzione.
8XMILLE: ISTRUZIONI PER L’USO
ANCHE QUEST’ANNO PER DESTINARE L’8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA
SI PUÒ USARE:
• la scheda 8xmille allegata al modello CUD che può essere consegnata entro il 30 settembre ad un
intermediario fiscale, agli operatori degli uffici postali in busta chiusa oppure trasmessa direttamente via
internet. Anche chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi, in prevalenza pensionati
e lavoratori dipendenti senza altri redditi né oneri deducibili, può comunque destinare l’8xmille attraverso
la scheda allegata al CUD oppure con quella allegata alle istruzioni del modello Unico (fascicolo 1);
• il modello Unico da inviare entro il 30 settembre tramite internet oppure l’intermediario fiscale. Dal 2
maggio al 30 giugno invece, per chi non è obbligato all’invio telematico, può usufruire degli uffici
postali;
• il modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare fino al 31 maggio per chi si rivolge ai Centri
di Assistenza Fiscale (CAF).
In Etiopia, ad Addis Abeba, le suore
della Consolata gestiscono una scuola
per bambini in un quartiere estremamente
disagiato nella zona dei malati di lebbra.
Più di 200 fanciulli hanno potuto seguire
percorsi formativi gratuitamente.
Paesi&Città
21
Domenica 27 aprile 2014
La tua Terra, la tua Gente
BANDA LARGA
Si allarga il gap con il resto d’Europa.
La linea internet veloce continua
a mancare in molti nostri paesi.
Eppure sarebbe una grande
opportunità per imprese,
Enti locali e scuola
Lusso per pochi
P
iù che una banda larga in Italia c’è
un bel collo di bottiglia dove si
pigiano e si spingono milioni di
internauti. Pur sgomitando e pagando
profumatamente i gestori dei servizi di
connessione internet, fatichiamo a
superare il “digital divide” ossia il divario
tecnologico con il resto d’Europa.
Oltre il 40° posto nel mondo
Il rapporto Akamai, azienda mondiale che
si occupa di tecnologia per la trasmissione
in rete di dati, uscito a fine 2013, ci mette
al nono posto in Europa per la disponibilità
di connessioni a banda larga: appena
sopra la Turchia, lontanissimi dalla prima
della classe, la Svizzera. Per connessioni
superiori a 4 megabit per secondo siamo al
46° posto nel mondo, molto meglio di noi
fanno Portogallo, Spagna, Belgio e tanti
altri paesi europei. Per le connessioni
ultraveloci superiori a 10 megabit al
secondo siamo 41esimi, lontani una decina
LA STORIA
Molti gli
interrogativi
E
ppure il pubblico ci ha
provato a portare la fibra e l’alta velocità ai cittadini. Non si può dire che a
Treviso la politica e gli amministratori non siano stati
sensibili a questi temi. Anche loro però sono caduti
in una rete, non in quella di
internet, ma quella delle aziende che hanno in mano
le infrastrutture strategiche, le dorsali internet ovvero le autostrade virtuali
dei dati possedute da grandi aziende come la Telecom, e di quelle che localmente poi distribuiscono
come provider il segnale
dati.
Una delle avventure più significative è stata quella
vissuta con Ascotlc azienda
di Pieve di Soligo, controllata da Asco Holding e leader nei servizi di telecomunicazioni. La Asco è controllata da 32 comuni del
trevigiano ognuno dei quali ha circa il 2 per cento del
capitale. Chi meglio di questa azienda, nata da investimenti dei comuni ovvero
di posizioni dai paesi dell’Unione Europea.
Un fattore di crescita
Al di là delle complesse questioni dei
numeri, delle velocità, sono esperienze
comuni all’utente medio le lunghe attese
davanti e una pagina internet che non si
carica, di un documento che viene inviato
con una lentezza snervante. La banda
larga non è certo un capriccio o la
possibilità di guardare i film sul proprio
computer, questa è solo una vulgata e un
chiacchiericcio da bar; la banda larga
invece è in grado di aumentare il pil di un
paese, è un fattore di crescita economica e
occupazionale di un paese. Telelavoro,
telemedicina, teleconferenza,
videochiamata, operatività a distanza sono
tutti servizi che richiedono la banda larga.
In molte zone del Veneto, in particolare
nell’area dell’Ulss 8 di Treviso, la
telemedicina è tecnicamente possibile e
operativa, ma alcune volte trova ostacoli
proprio perché ci sono aree non coperte da
velocità di connessione insufficienti.
La scuola online per studenti che non
possono temporaneamente recarsi in aula
è tecnicamente possibile, ma spesso e
volentieri a casa dell’allievo arrivano le
immagini sgranate del docente che sta
spiegando ai compagni, con tanti
quadratini sconnessi o con la voce
terribilmente distorta. Semplici ricerche in
internet, che richiederebbero allo studente
pochi minuti per avere le informazioni
necessarie e aggiornate, si trasformano in
una vera e propria corsa ad ostacoli, tra
connessione che cade, velocità
insufficiente e costi che corrono per la
famiglia dati i tempi di connessione
necessari. Così si corre alla biblioteca
comunale sperando che ci sia una
postazione libera e sperando di non dover
pagare troppo per l’uso del pc perché i
Comuni, anche temendo abusi, non
offrono gratuitamente questo servizio, la
famiglia intanto paga due volte: la
connessione a casa e quella in biblioteca.
I costi sono il vero tasto dolente di tutta la
telenovela della banda larga italiana:
infatti la velocità non è un servizio da
estendere, ma un privilegio da pagare. Gli
utenti sono sommersi da pubblicità poco
chiare e da aziende che propongono
mirabolanti collegamenti a prezzi
stracciati. In realtà la regola è molto più
semplice: tanto meno spendo per farti
arrivare i dati, tanto più sconto ti posso
concedere.
A macchia di leopardo
La situazione trevigiana è a macchia di
leopardo. La fibra, ovvero il cavo in grado
di portare nelle case dei cittadini, la vera e
autentica banda larga, è presente in poche
aree, in genere almeno per le aziende e
quasi mai per i cittadini: per trovarla
direttamente nelle case occorre andare a
Venezia o a Mestre. Chi è un po’ più
fortunato ha qualcosa che si avvicina alla
banda larga ovvero l’adsl, là dove Telecom
ha, bontà sua, ritenuto conveniente
adeguare le centraline. Ma anche qui la
situazione è assai variegata e mutevole,
dal momento che le centraline hanno una
capacità teorica in genere di 150 clienti,
ma spesso si affollano nella stessa oltre
250 clienti. Per gli altri stanno sempre più
prendendo piede soluzioni attraverso le
onde elettromagnetiche, il cui potenziale
inquinamento dell’etere è tutto da
valutare. Si va da collegamenti punto a
punto a bassissimo impatto ambientale
alle diaboliche scatolette che sfruttano il
segnale dei cellulari e che portano nelle
case una quantità di onde
elettromagnetiche comparabile a quella di
un cellulare sempre in funzione. Chi ha
disponibile vicino casa una centralina
adeguata all’adsl o un collegamento punto
a punto può pagare tariffe veramente
convenienti, 18 euro al mese e anche
meno, chi, sfortunato non ha
infrastruttura vicine, viaggia
tranquillamente sopra i 30 euro al mese
senza aver garantita la banda larga.
Così internet diventa un lusso e
soprattuto aumenta il ritardo tecnologico
della nostra area.
ASCO TLC: UNA GRANDE
OCCASIONE SPRECATA?
con i soldi dei cittadini, poteva garantire un accesso a
internet veloce e a costi favorevoli per i cittadini? Soprattutto poteva migliorare
quel colabrodo rappresentato da centraline di proprietà Telecom che non potevano garantire nemmeno
l’adsl a tutta la provincia.
Costi sopra la media
Purtroppo le cose non sono
andate in questo modo e
nonostante l’uso di fondi
pubblici Ascotlc offre collegamenti a internet a costi
sopra la media di mercato.
La tariffa family base scende fino a 23 euro al mese se
collegata a un’utenza telefonica Telecom, altrimenti per una linea dati superveloce si arriva a 31 euro
mensili. Preoccupante il
fatto che il Comune capoluogo, Treviso, abbia deciso di sfilarsi da Asco Tlc, ha
messo in vendita la sua partecipazione di 120 mila azioni ordinarie e dovrebbe
ricavarne almeno 50mila
euro. Una partecipazione
del genere non è certo strategica, ma l’uscita viene
giustificata anche dal fatto
che per legge i comuni devono uscire dalle partecipate quando per tre anni
consecutivi l’azienda sia in
passivo. Asco Tlc è in perdita: nel 2011 ha perso 5
milioni di euro e nel 2012
quasi 2 milioni di euro.
La società era nata nel
2001 per realizzare una rete di telecomunicazioni a
larga banda su fibra ottica
in grado di offrire l’accesso
a piattaforme informatiche
di ultima generazione. Su
questo progetto aveva trovato il sostegno di molti
Comuni, tanto che una decina d’anni fa aveva potuto
realizzare, sfruttando i cavidotti comunali della illuminazione pubblica, un anello in fibra ottica che va
da Montebelluna a Borso
del Grappa, la premessa
per il superamento del digital divide in tutta l’area
trevigiana e in particolare
nella Pedemontana e nel
Montello. Nell’ottobre del
2006 la Regione gira 1,1
milioni di euro alla comunità Montana del Grappa
che aggiunge 390.000 euro del soggetto attuatore,
Ascotlc, per realizzare la
rete in fibra ottica. Il soggetto attuatore usa la cifra
complessiva 1,4 milioni di
euro per posare la fibra e
nel 2008 annuncia in una
serie di assemblee pubbliche che la rete è pronta e aperta a tutti i cittadini tramite un ultimo miglio in
wireless. Non accade nulla,
non si avvia la raccolta delle utenze e il sogno della fibra ottica vicino casa è rimasto tale.
Nel 2010 quella fibra viene
rimessa in gioco per le utenze private grazie ad un
accordo tra Ascotlc e Telecom Italia: l’azienda di Pieve di Soligo avrebbe portato nelle centraline Telecom, prive di adsl, la fibra e
così nelle case dei cittadini
sarebbe arrivata la banda
larga attraverso il doppino
telefonico. In quell’occasione altri 30mila euro usciro-
no dalle casse dei Comuni
delle zone interessate, ovviamente con l’intendo di
favorire i cittadini. Il progetto in molte parti è andato in porto, ma all’utente finale questo tipo di connessione attraverso Ascotlc costa quasi il doppio di quello sottoscrivibile con aziende che usano la tecnologia
molto più semplice delle
onde radio attraverso antennine poste sui tetti delle
case.
Da qualche mese stiamo
cercando di sapere il perché, nonostante siano stati
utilizzati finanziamenti
pubblici il cittadino poi alla fine non ne abbia tratto
giovamento. Nonostante si
legga nel sito di Ascotlc che
“la soluzione tecnologica di
Asco Tlc rappresenta un
modello di eccellenza rispetto al panorama nazionale che pochi altri soggetti, sia pubblici che privati,
sono in grado di offrire e
realizzare” l’azienda, con 6
milioni di capitale sociale,
non può permettersi un ad-
Mariano Montagnin
detto stampa che possa
spiegare o comunicare la
ragione di queste difficoltà.
Incognite sul futuro
Nel 2011 è stato nominato
presidente Giovanni Zoppas, dopo un duro scontro
dentro il consiglio di amministrazione. Il manager
ha sostituito lo storico presidente Egidio Cadamuro.
Zoppas ha avviato un processo di razionalizzazione
che però non ha ancora
mostrato chiaramente cosa
farà Ascotlc dei 2000 chilometri di fibra che oggi possiede. Il mese scorso la direzione di Ascotlc è stata
convocata dai sindaci della
Pedemontana che hanno
ribadito la necessità di mettere a frutto l’investimento
fatto nel 2006 e negli anni
successivi, dando costi più
accessibili ai cittadini e un
servizio che si possa realmente chiamare banda larga. Cosa faranno poi Provincia di Treviso e Camera
di Commercio di Treviso
che restano gli ultimi soci istituzionali dopo l’uscita di
Treviso? Il silenzio in cui si
è chiusa l’azienda prelude
all’annuncio di grandi progetti per la banda larga nel
trevigiano o più prosaicamente la società si trova in
un grave empasse? (M.M.)
22
&
TREVISO MOGLIANESE
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
7 APRILE 1944
SANTA MARIA DEL ROVERE. L’attività preziosa del centro d’ascolto
In aiuto a 180 persone
D
a quattro anni il
centro d’ascolto
Caritas della
parrocchia di Santa Maria
del Rovere aiuta ogni mese
40 famiglie e una decina di
persone single. La squadra
di volontari è composta da
una dozzina di donne e due
uomini che ogni martedì si
ritrovano all’oratorio Don
Bosco per sistemare
alimenti ed oggetti e
consegnarli alle persone in
difficoltà che ne fanno
richiesta: Eliana, Adriana,
Sandra, Antonietta,
Imperia, Marta, Manuela,
Anna, Edda, Stefania e suor
Immacolata sono i loro
nomi.
“Una volta al mese, il quarto
giovedì – racconta Eliana
Romeo, segretaria del
centro d’ascolto Caritas
parrocchiale – andiamo a
Pasiano di Udine con un
furgone prestato dalla casa
Regina Mundi a fare
rifornimento presso il Banco
Alimentare. Inoltre ogni
seconda domenica del mese
c’è la raccolta di viveri in
chiesa. Al Banco alimentare
ci danno quello che hanno
ed a volte anche frutta e
verdura. Due volte l’anno ci
finanziamo con un
mercatino di cose fatte a
mano e con un mercatino di
piante”.
“Durante la festa di chiusura
del catechismo – aggiunge
Edda, una delle volontarie –
ogni bambino porta
qualcosa per la Caritas e
facciamo una bella
raccolta”. A dicembre 2013,
inoltre, il centro d’ascolto
ha, per la prima volta,
effettuato una raccolta di
viveri in collaborazione con
il supermercato Cadoro di
via Cal di Breda.
“Prepariamo le borse in
base al numero di
L
Il gruppo è composto da una dozzina
di volontari, che rendono visibile la vicinanza
della comunità ai più sfortunati
componenti della famiglia riprende Eliana Romeo - le
borse sono ben fornite. A chi
arriva per il ritiro chiediamo
di esibire la tesserina
Caritas. Dopo sei mesi di
sostegno (tempo di validità
della tessera) dobbiamo
valutare se continuare o
meno con l’aiuto. A volte
capita che vengano persone
che non hanno bisogno
oppure che il servizio venga
sospeso perché la persona
lavora o ha trovato qualche
altra risorsa”.
A rivolgersi al centro
d’ascolto sono per lo più
famiglie e persone
immigrate; non mancano
tuttavia anche gli italiani
che sono circa una decina:
“In tutto sono 40 famiglie di
4 o 5 persone che vengono a
ritirare le borse della spesa
ogni quindici giorni specifica Manuela, un’altra
volontaria - vengono in
modo alternato: 20 famiglie
un martedì e 20 il
successivo. Le offerte che
ogni tanto arrivano vanno
ad integrare i viveri raccolti
al Banco ed in chiesa”. Per
ogni persona che si rivolge
al centro d’ascolto Caritas
viene preparata una scheda
dati di tutta la famiglia che
consente di avere un’idea
abbastanza chiara della
condizione sociale (lavoro,
affitto, numero componenti,
bambini).
“Nelle borse - spiega
Imperia, altra volontaria - ci
sono pasta, pelati, tonno,
riso, biscotti, farina,
cioccolata, dadi, carne in
scatola, formaggio e quando
ne abbiamo anche latte e
caffè. Una volta al mese
consegniamo olio e
zucchero. Tutto dipende da
quello che arriva”.
Secondo le volontarie va
migliorato il coordinamento
tra tutte le realtà che si
occupano di consegna dei
viveri ai bisognosi.
Infine il centro d’ascolto ha
attivato un piccolo servizio
di ripetizioni per i bambini:
CONCORSO: GIOVANI,
FUORI LE IDEE!
T
Dalle bombe alla
difficile ricostruzione
reviso apre ai giovani, ai loro progetti, alle loro priorità: grazie al concorso SediciTrenta indetto dal Progetto Giovani del Comune di Treviso, col supporto tecnico della
Cooperativa Insieme si può, chi ha un’idea
da realizzare (in gruppo) ora ha una chance
importante. Unici requisiti richiesti sono l’avere tra i 16 e i 30 anni (per questo il progetto si chiama SediciTrenta), presentarsi in
gruppo e essere residenti nel Comune di Treviso o iscritti a un istituto superiore o facoltà
universitaria della città (quest’ultima condizione deve valere per almeno il 50% dei componenti del gruppo).
Sono ammesse iniziative, realizzabili sia in
forma di evento o spettacolo che di workshop
o laboratorio, di qualsiasi genere: dallo sport,
all’arte, cultura, musica, teatro, fotografia,
architettura, nuove tecnologie, interculturalità, riciclo, sostenibilità ambientale, ecc. Essenziale è che si tratti di iniziative senza fini
di lucro, da realizzarsi tra luglio e settembre
2014 in uno spazio, chiuso o aperto, messo a
disposizione dal Comune di Treviso (auditorium, palestre, sale espositive, piazze, ecc.).
Gli spazi non saranno solamente quelli del
centro storico, ma anche quelli esistenti nei
quartieri fuori mura, per valorizzare la città
nella sua interezza.
Tuttavia, non di semplice concorso si tratta:
fino alla scadenza del bando (iscrizioni on line attraverso un format predisposto dall’organizzazione presente nel sito progettogiova-
nitv.it entro e non oltre il 14 giugno 2014), i
partecipanti potranno avvalersi della consulenza degli operatori del Progetto Giovani, che
offriranno un supporto e le competenze per la
realizzazione di un vero e proprio business
plan. “Sono felice che questo concorso possa
trovare realizzazione – dichiara l’assessore alle Politiche sociali Liana Manfio – Penso infatti che le iniziative pensate per i ragazzi non
possano essere calate dall’alto ma, al contrario, debbano crescere dal basso, pensate dai
giovani per i giovani”.
“E se qualche iniziativa dovesse rivelare lo
spessore per diventare qualcosa di più per la
città, - ha aggiunto Paola Pagotto, presidente
della Cooperativa Insieme si può - la sosterremo. I ragazzi sanno essere creativi e innovativi, utilizzano linguaggi differenti: ci auguriamo che la gente sappia cogliere il nuovo che
essi rappresenteranno con i propri progetti”.
Giovedì 26 giugno in assemblea plenaria con
i partecipanti, a seguito della presentazione
dei punti di forza e debolezza di tutti i lavori
presentati, verrà reso noto l’esito del concorso e i progetti vincitori. Le iniziative approvate saranno realizzate tra il 1 luglio e il 30 settembre 2014 e ciascun progetto potrà avere
una durata che va da un minimo di uno ad un
massimo di quindici giorni (laboratori, tornei
sportivi, mostre, rassegne, ecc.), previo accordo con l’organizzazione e la disponibilità
delle sedi indicate. Ulteriori informazioni sul
sito www.progettogiovanitv.it.
“A rivolgersi a noi sono in
particolare gli stranieri spiega Edda -. Adesso
seguiamo tre bambini:
due bambine di prima
elementare e uno un po’ più
grande. Ci piacerebbe
ingrandire il servizio e
stiamo pensando ad un
progetto strutturato ma
purtroppo al momento più
di così facciamo fatica”.
“Sono donne con grande
cuore - afferma don Adelino
Bortoluzzi, parroco di Santa
Maria del Rovere - e hanno
la sensibilità tipica delle
nonne che vorrebbero dare
sempre di più. Ci tengo
molto a questo gruppo
perché è un grande segno di
sensibilità. La solidarietà
continua pur con le fatiche
del periodo e con la scarsità
di risorse economiche ma
mantenere questo servizio è
una dimensione
fondamentale per la
Chiesa”.
Cristina Tronchin
a terza giornata di studio inserita nel percorso “Treviso, dopo il 7 aprile 1944: la vita riconquistata, la memoria ritrovata” a Palazzo dei Trecento ha toccato il tema della “pianificazione della ricostruzione e sua realizzazione” portando al tavolo degli esperti un nutrito gruppo di
professionisti come l’urbanista Berto Zandigiacomi, l’ingegnere Ciro Perusini, Gaetano Di Benedetto progettista del
Piano regolatore di Treviso dal 1984 al 1988, l’architetto
Alfonso Cendron, e lo storico dell’urbanistica Richard Ingersoll.
“Nel 1940 – spiega Zandigiacomi – Treviso non ha alcun
strumento urbanistico valido. Esisteva solo un concorso, indetto nel 1936, per il risanamento del quartiere più degradato della città, San Nicolò, che peraltro partiva da un punto di vista sociale e non urbanistico: spostare i suoi abitanti
all’esterno delle mura, per abbattere certi palazzi e ricostruirne di nuovi”.
Il bombardamento divenne l’occasione per dotare Treviso di
un Piano Regolatore. Il piano, adottato nel 1945 dalla giunta popolare, prevedeva: la realizzazione di due strade esterne alla città che confluissero a Sant’Artemio secondo la
direttrice sud nord e una strada ad ovest (Viale della Repubblica), un’area sportiva a nord della città, la realizzazione di un porto fluviale sul Sile; l’abbattimento di strade
e stradine interne alla città con la realizzazione della via dei
Colli da ponte San Martino a porta Carlo Alberto (mai realizzata compiutamente).
Nel marzo 1945 un decreto luogotenenziale costrinse tutti
i comuni italiani bombardati a dotarsi, entro breve, di un
Piano di Ricostruzione. Nel frattempo viene concessa al Comune la possibilità di concedere deroghe per ragioni di interesse artistico. Deroghe che una volta concesse cambiano
completamente il volto di Treviso in quanto si costruisce ben
oltre le altezze massime fissate.
“La legge urbanistica del 1942 è frutto di un grande periodo di fermento per l’architettura europea – afferma Ciro Perusini – e contiene precise disposizioni sui piani regolatori.
La legge tuttavia è stata applicata, anche a Treviso, senza il
rigore che sarebbe stato necessario e questo portò all’edificazione ovunque: sul verde dei parchi urbani, sui bastioni
delle mura e via dicendo”.
“Il Piano Amati del ’74 - riprende Gaetano Di Benedetto - aveva due anomalie di fondo: la prima consisteva nella realizzazione di una strada sopraelevata dalla strada Santa Bona Vecchia fino a San Giuseppe; la seconda era la costruzione di un centro direzionale per le attività economiche e
finanziare in stile americano con torri e grattacieli al di fuori di Santi Quaranta. Tuttavia questa era un’idea di città contraria alla tradizione europea. Inoltre, per quanto riguarda
il centro storico, il Comune rinviò ad un piano particolareggiato il regolamento della disciplina urbanistica”.
Successivamente “il Comune dichiarò tutto il centro storico
zona di recupero. Ciò consentì di recuperare in pochi anni
il centro storico arrivando così agli anni delle grandi mostre
e dando una nuova vitalità al turismo”. (C.T.)
Educazione
stradale fin dalle
scuole materne
NOTIZIE IN BREVE
No alla contraffazione
l Andrà in scena lunedì 28 aprile alle ore
20.45 al teatro Eden di Treviso lo spettacolo
“Tutto quello che sto per dirvi è falso”, una pièce dedicata alla promozione della cultura della legalità che pone l’accento, in maniera non
convenzionale e per nulla tradizionale, sul danno economico generato da un fenomeno, quale la contraffazione, che impatta sulla comunità a molteplici livelli. L’evento è promosso da
Unindustria Treviso, Confartigianato Marca Trevigiana, Cna, Confesercenti e Unascom-Confcommercio. La contraffazione pesa per circa 7
miliardi di euro, sottrae 110 mila posti di lavoro
regolari all’anno e, nel mondo, costringe 115
milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare.
Giornata di festa a Casale
N
elle scuole materne di Treviso è stato riproposto dall’associazione Uvesit il progetto di Educazione stradale organizzato in
collaborazione con la città di Treviso e l’Aci.
Partendo dalle scuola materna “Fra’ Claudio” della chiesa Votiva è iniziata la consegna dei patentini ai bambini dell’ultimo anno di scuola materna da parte del vicesindaco Roberto Grigoletto, del vicecomandante della polizia locale Roberto Mazzon,
del Direttore Aci e del responsabile del progetto Gianni di Chiara. Il corso, attraverso
giochi, diapositive e drammatizzazioni ha
coinvolto i bambini, che hanno appreso le
norme stradali e hanno imparato a riconoscere i principali segnali. Di Chiara ha coinvolto anche i genitori, che hanno partecipato ad un incontro informativo.
l La parrocchia di Casale sul Sile e il Grup-
po parrocchiale festeggiamenti promuovono
domenica 4 maggio la Festa dello sport, della cultura e del sociale, con le associazioni presenti nel territorio. Dalle 10 alle 19.30 si alterneranno iniziative sportive e ricreative. Il programma su www.gpfcasalesulsile.it.
Mostra sul Sile
l Il gruppo Mens civica promuove a Casale
sul Sile la mostra multidisciplinare “Sile, il tuo
fiume... a Casale e dintorni”. Inaugurata giovedì
24 aprile in Villa Bembo-Caliàri, l’esposizione
è aperta dal 25 aprile al 4 maggio. Scolaresche dal 5 al 18 maggio, previa prenotazione
al 340 2454789 oppure 339 1875653.
&
MEDIOPIAVE POSTUMIA
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
PAESE
Collaborazione
pastorale: bilancio
incoraggiante
LA PARROCCHIE
CAMMINANO INSIEME
S
tanno ormai interessando tutta la Diocesi le Collaborazioni pastorali. Qualcuna, come quella di Paese, può già
vantare un certo percorso, un’esperienza
che viene percepita in modo significativo da
sacerdoti e laici. C’è chi la sottolinea come
ottima opportunità di crescita comunitaria e
spirituale. E’ il caso di Raffaella Zanatta di
Padernello, ma la stessa impressione viene
pure da don Claudio Bosa, parroco di Postioma e Porcellengo, che la vede come segno dei tempi e progetto per il futuro sia dei
fedeli, sia degli operatori pastorali o comunque di coloro che partecipano regolarmente alla vita delle parrocchie.
Diverso è per coloro che, pur frequentando la
messa domenicale, preferiscono fare da spettatori distratti e poco coinvolti. Come preti già
si condivide il pranzo, l’ascolto della Parola il
giovedì, ma anche la programmazione liturgica annuale, per poter condividere le sinergie
nei tempi forti (Avvento e Quaresima): confessioni, ritiri, catechismo, formazione dei genitori delle scuole dell’infanzia, catechesi per
gli adulti, incontri di Azione cattolica, coordinamento del Grest, campi estivi per i giovani
della prima e seconda superiore, itinerario fidanzati e quello di catecumenato per adulti.
Vanta poi una lunga storia insieme il Centro di
ascolto della Caritas e da una decina d’anni la
celebrazione del patrono comunale. “Certo
collaborare richiede più impegno e lavoro - dice don Claudio -, ma ci si mette in sintonia con
il tempo che stiamo vivendo, caratterizzato
dalla scomparsa progressiva dei confini e dei
muri, anche se non mancano le diffidenze, le
differenze e i rallentamenti sia tra noi preti
che tra i laici. C’è soprattutto la possibilità di
servire meglio la gente, di condividere le ricchezze ed essere autentici testimoni dentro il
mondo in cui viviamo in stile di comunione e
collaborazione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda don Giuseppe
Tosin, parroco di Paese, che della Collaborazione è il coordinatore: “Siamo partiti senza
forzare niente, cercando piuttosto di valorizzare ciò che già le nostre parrocchie facevano
insieme. Un’opportunità, certo, che arricchisce perché ai preti è chiesto anche l’impegno
della vita in comune e la condivisione di alcuni momenti di vita spirituale”. Presto partiranno i lavori di ristrutturazione della canonica di Paese per adeguarla ad abitazione di
tutti i sacerdoti. Anche questa è una notevole
sfida.
NOTIZIE IN BREVE
E i laici, come la percepiscono? Per Dario Tola di Padernello, operatore della Caritas,
c’è ancora strada da fare. Egli
si aspetta ulteriore iniziativa
da parte dei parroci, più confronto sulla possibilità di operare assieme, anche in altri
ambiti, non solo sulla Carità.
Del tutto positiva invece la visione di Angelo Martorana di
Paese, membro del Consiglio
della Collaborazione, che giudica ben impostato il cammino fin qui percorso, pur non
nascondendosi le difficoltà
date da scarsa conoscenza reciproca, da abitudini e stili diversi. “Che la dimensione della collaborazione stia prendendo piede è dimostrato dal
fatto che anche i singoli gruppi spontaneamente si muovono in questa direzione - afferma Martorana -, ad esempio
l’Ac, che organizza gli incontri formativi per
adulti a rotazione nelle diverse parrocchie, e
anche le corali hanno iniziato ad incontrarsi”.
Per Chiara Pian dell’Ac di Postioma la partenza è stata buona grazie ai parroci che hanno
creato occasioni di incontro senza forzature.
Molto valida la forma di collaborazione giovanile per un percorso comune. Si tratta quindi di una grande risorsa sia per i singoli sia per
le comunità. Pure Lucio Biondo vede la Collaborazione in modo propositivo e fecondo, soprattutto per le scelte comunitarie in ambito
catechistico e giovanile.
Mariano Berti
l Anche i residenti nel comune di Monastier di Treviso saranno
fra gli esentati dal pagamento del pedaggio sulla Treviso Mare a
pagamento, come già gli abitanti di Treviso, Silea, San Biagio di
Callalta ed altri comuni che si affacciano sulla futura autostrada
che collegherà la A4 con il litorale di Jesolo. La comunicazione è
arrivata dall’assessore regionale alla Mobilità ed Infrastrutture,
Renato Chisso, il quale ha fatto sapere che nella gara di concessione per la costruzione e gestione della Via del Mare sarà assegnato un punteggio superiore a chi inserirà fra i comuni esentati dal pedaggio anche i residenti nel territorio di Monastier, che
in un primo momento erano stati esclusi.
Orti urbani a Carbonera
l Sono 44, ciascuno delle dimensioni di 50 mq, gli orti urbani
inaugurati dall’Amministrazione di Carbonera, 2 dei quali destinati a scopi sociali,1 a scopi didattici e gli altri assegnati tramite uno specifico bando pubblico ai residenti nel comune. Le assegnazioni avranno una durata di 4 anni. In concomitanza con
l’evento, è stato anche inaugurata la nuova passerella sul Rio Rul,
realizzata con l’intento di collegare due parti del territorio comunale interessate da attività di carattere sociale e ricreativo.
Negrisia: Fiorenzo Roma cavaliere
l Il presidente della Repubblica Italiana, con decreto in data
27 dicembre 2013, pubblicato nel supplemento alla gazzetta
ufficiale n. 72 del 27 marzo 2014, ha conferito l’onorificienza di
Cavaliere al merito della Repubblica Italiana a Fiorenzo Roma. Al
neocavaliere, dirigente amministrativo all’Ulss 7, presidente del
circolo Acli di Negrisia e da lungo tempo collaboratore di “Vita”,
vanno le nostre felicitazioni.
ZERO BRANCO
Collaborazione
pastorale: nuovo
sito internet
I
n questi giorni le parrocchie della Collaborazione di Zero Branco hanno lanciato il nuovo sito internet www.collaborazionedizerobranco.it. Interessante è la
struttura, che privilegia la collaborazione e
non è solo una piattaforma sulla quale le
singole attività si interfacciano. Ma da dove nasce l’idea?
Partiamo da lontano... Il termine parrocchia deriva da un espressione greca paraoikia che significa letteralmente “tra le case”. La parrocchia è la presenza della Chiesa tra le case della gente, tra le pieghe della storia del mondo, dei popoli.
Il Vangelo di Gesù è chiamato ad essere
portato tra le case, nelle case per dare forza, vigore, speranza e luce; per smuovere al
bene, per porre domande di senso. Oggi
trovare il modo “nuovo” per concretizzare
questo costante invito non è facile: siamo in
un tempo di continuo cambiamento, in un
tempo dalle mille relazioni, in un tempo
ricco di centri di interesse. Molta parte della vita degli uomini di oggi abita inoltre
una piazza particolare, quella della rete.
Nasce da qui il desiderio di proporre per la
collaborazione pastorale, un sito internet,
nel quale raccogliere la vita delle tre comunità (Zero Branco, Sant’Alberto e Scandolara). Esso è anche un modo nuovo di
essere presenti nella vita della gente se è
vero che la chiesa è chiamata ad abitare lì
dove abita la gente.
Non si tratta di un blog, non è una pagina di
Facebook o di Twitter, sebbene offra una certa interazione anche con i social network. E’
però una presenza concreta nella rete e permette di velocizzare alcune informazioni e
alcuni servizi. Buona navigazione!
PONTE DI PIAVE
POESIA
Treviso Mare e Monastier
Incontro del circolo “El Sil”
con le classi di Paese
Inaugurazione
per l’atteso palasport
L
D
a poesia riempie il
cuore, anche quando si
è tristi, “una spiera de sol
che sbusa nuvoe dispetose,
na fontanea de aqua par un
cuor che crepa de sé”. Così
la poetessa Gianna Tenuta
Pillon ha spiegato ad un
nutrito gruppo di ragazzi di
Paese, il senso di mettere i
sentimenti in versi.
L’incontro degli alunni
delle classi quinte
elementari di Treforni, con
i poeti di “El Sil”, coordinati
dalla poetessa pittrice
Bruna Brazzalotto, è
avvenuto nell’ambito degli
“Incontri culturali di
Primavera” promossi dal
Comune di Paese,
avvenimento che è una
consuetudine da oltre un
ventennio.
Nella bella cornice della
sala del consiglio
comunale, si sono esibiti
alternativamente i poeti
veterani del “Circolo Amissi
de la Poesia” e gli
23
esordienti guidati dalle
maestre Paola Baradel e
Anna Maria Martini.
Tutt’altro che banali le
interpretazioni di questi
ultimi; sottolineate dalla
musica di fondo hanno
fatto breccia negli animi
dei numerosi genitori e
pubblico accorsi.
L’argomento più gettonato
è stato la primavera,
arrivata quest’anno
precocemente, ma la bella
stagione è sbocciata anche
in sala grazie alla fioritura
di giovani talenti che si
sono cimentati mettendo le
ali a sentimenti di speranza
e a valori come l’amicizia
(che resiste anche nelle
difficoltà), il volersi bene,
il rispetto per la natura,
la felicità, l’acqua, il sole,
le stelle, il tempo, nella
condivisione in versi di
sogni e desideri. Si sono
udite opere di pregevole
valore, in entrambe le
categorie. (M.B.)
opo tanta attesa anche
Ponte di Piave ha il nuovo palazzetto dello Sport. Da
anni era emersa la notevole
carenza, in tutto il vasto territorio comunale della comunità pontepiavense, di palestre, sia scolastiche che pubbliche, idonee allo svolgimento di attività agonistiche,
sportive, didattiche e ludicomotorie. Una comunità di oltre 8.000 cittadini, con una
popolazione scolastica di circa 900 allievi, un territorio in
cui svolgono le loro attività
29 associazioni sportive dei
più svariati sport, ora, finalmente, possono trovare spazi
e tempi per le loro attività
grazie alla nuova struttura,
che comprende due campi da
gioco, oltre ai vari servizi, ed
ha una capienza di 400 spettatori.
Omologato anche per accogliere atleti o spettatori diversamente abili, è stato costruito nell’area sportiva del
paese di Ponte di Piave, in zo-
La vostra garanzia è la nostra esperienza di oltre 40 anni
V.le della Repubblica 241 - TREVISO - Tel: 0422 301042 - Fax: 0422 301000
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na centrale, dotata di parcheggi, ed è parte di un progetto più ampio rispondente
sia al bisogno urgente di un
nuovo spazio capace di ospitare le società sportive che alla necessità di riqualificare il
centro del paese. In questo
luogo, infatti, gravitano i
campi sportivi, gli istituti scolastici del capoluogo, la parrocchia, il Centro servizi per
anziani, il Gruppo Insieme, la
stazione ferroviaria, in un intreccio vitalissimo di attività.
Forte l’emozione che si coglieva nel volto del sindaco
Roberto Zanchetta, sabato 5
aprile al taglio del nastro di
fronte ad un palazzetto gremito di studenti, rappresentanti delle associazioni sportive e dei cittadini intervenuti numerosi. Un evento seguito in prima persona dal prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu, dall’assessore
provinciale allo Sport, Paolo
Speranzon e dal parroco don
Gian Paolo Bano. (F.R.)
Ottica
Optometria
Centro applicazione
lenti a contatto
Consulenza
Misurazione
e controllo della vista
24
&
ASOLANO MONTEBELLUNESE
“Una vita da social”: a Pederobba
il camion multimediale
della Polizia di Stato
L’
Amministrazione Comunale di
Pederobba in stretta collaborazione
con l’istituto Comprensivo ha dato vita
all’importante iniziativa intitolata
“Una vita da social” che prevede l’arrivo
a Pederobba avvenuto il 16 aprile del
camion multimediale della Polizia
di Stato, per sensibilizzare le giovani
generazioni sui pericoli e i rischi
della rete.
L’evento, preceduto da un incontro della
polizia postale con i genitori e gli
insegnanti, è finalizzato alla prevenzione
dei rischi dei social network, delle
negative conseguenze del cyberbullismo e
di altri fenomeni quali l’adescamento e la
violazione della privacy.
“Una vita da social” fa parte di un
percorso itinerante focalizzato sulla
sensibilizzazione dei rischi e dei pericoli
della rete. Per farsi sentire più vicina alla
gente la Polizia postale ha pensato di
fornirsi di questo camion multimediale
che raggiunge diverse località d’Italia.
Il truck (camion) è un’aula multimediale
itinerante a servizio degli adolescenti. In
particolare le classi della scuola media
visitando il camion ricevono informazioni
e consigli utili per una navigazione sicura.
Gli specialisti della Polizia postale
LA VITA DEL POPOLO
illustrano ai visitatori, studenti e famiglie,
le principali insidie della Rete, fornendo
indicazioni pratiche sull’uso dei social
network.
“La campagna di educazione alla legalità
su Internet ha – ribadito il sindaco
Raffaele Baratto – diventa oggi giorno
fondamentale per lottare contro il
cyberbullismo o le forme di bullismo
esasperate che alla luce anche dei recenti
episodi di cronaca culminati con il suicidio
di alcuni adolescenti e alla diffusione di
immagini e storie sugli stessi, senza
l’autorizzazione dei «protagonisti» si è
lavorato affinché il «truck» potesse essere
presente presso la nostra comunità
montana per consentire ai ragazzi e alla
cittadinanza di poter conoscere questo
progetto al passo con i tempi, che tiene
conto delle esigenze di chi usa i social, ma
soprattutto perché, persone qualificate ed
esperte informino e aiutino a difendersi
dai pericoli della rete stessa”.
MUSSOLENTE. A Limoeiro è ancora vivo il ricordo di don Cecchin
L’opera continua nel suo nome
S
ono ormai passati 4 anni dalla scomparsa di
don Luigi Cecchin, sacerdote fidei donum in Brasile dal 1969 fino alla sua scomparsa. Il ricordo della sua opera resta particolarmente vivo nella comunità di Mussolente e di Galliera Veneta che
con l’Associazione veneta amici del Terzo mondo ne ha
seguito con passione l’opera
pastorale ed educativa.
Un prete, don Luigi, che non
si è risparmiato fin da quando
dopo un lungo viaggio in nave arrivò in anticipo alla comunità di Limoeiro nella diocesi di Nazarè in Brasile,
quando ancora tutti erano intenti a preparare la festa per il
suo arrivo. Don Luigi è stato
sempre pronto ad anticipare
i tempi, a cogliere i segni, tanto che l’attuale vescovo di Nazarè, monsignor Severino Batista de França, che lo ha conosciuto a fondo, parla di lui
come di “un prete santo, un
profeta”.
Appena avviata l’attività pastorale in Brasile, don Cecchin colse immediatamente il
tema dei più piccoli, dei bambini, e nel 1970 aprì quello
che sarà il Centro di formazione minori a Limoeiro per
bambini e adolescenti abbandonati. Oggi nel Centro affidato ai sacerdoti della Divina
provvidenza di don Calabria
assiste più di 500 bambini e
le rispettive famiglie. L’assistenza è possibile grazie agli
oltre cinquecento soci di Avatem che garantiscono le offerte necessarie per ciascun
bambino, una forma di adozione a distanza che a Mussolente ha trovato tanti sottoscrittori, come pure a Galliera
Veneta, paese d’origine di
don Luigi.
Don Luigi a Limoeiro fece tesoro anche delle sue precedenti esperienze a Cornuda
come cappellano nel 1949 e
poi agli Istituti Filippin nel
1952 come prefetto degli allievi. Fu cappellano anche a
Martellago, Vedelago e Resana e di nuovo si dedicò all’educazione di giovani tra il
1964 e il 1969 come padre
spirituale dei Seminaristi di
Treviso.
In Brasile nel 1984 viene trasferito nella parrocchia di
Cha de Alegria come parroco.
Nel 2001 ha la gioia di partecipare assieme a tutti i sacerdoti fidei donum a Quito in Equador all’inconro con l’allo-
Domenica 27 aprile 2014
MONTEBELLUNA
In arrivo la Granfondo
del Montello
S
arà presentata martedì 29 aprile alle 11,
a villa Binetti Zuccareda di Montebelluna, a cura dell’associazione Museo dello
Scarpone e dello Sport System, nell’ambito
del progetto Montello sport outdoor e Pedali di Marca, l’edizione 204 della manifestazione ciclistica Le Terre Ross - Granfondo del
Montello in programma a giugno con partenza e arrivo a Volpago del Montello.
Per iscrizioni consultare il sito www.laterrerosse.com, “Iscrizioni on-line” e compilare il modulo elettronico in ogni sua parte. Sul sito saranno periodicamente aggiornate le liste degli iscritti. Il percorso Marathon/Open e Master è di
60 km e l’Hobby di 30 km. (Giovanni Cosatti)
NOTIZIE IN BREVE
Gli Zattieri del Piave
l Martedì 6 maggio alle ore 20.30 presso villa Onigo a Trevigna-
no si parlerà degli Zattieri del Piave: una vita di stenti che diventò epopea con Franco Da Rif, conservatore del Museo degli Zattieri del
Piave e del Centro Internazionale Studi sulla zattera. L’iniziativa è promossa con il Patrocinio del Rotary International Distretto 2060 e dell’Associazione Nazionale Alpini - sez. di Treviso, in collaborazione
con la Pro loco di Trevignano, Libreria Diffusa, Trattoria Enoteca Schiavon e il sostegno di Veneto Banca.
Letture animate in biblioteca
l Proseguono gli appuntamenti organizzati dalla rete Bam (Biblioteche area Montebellunese) relativi alle Letture animate. Nella biblioteca di Vidor sabato 26 aprile ci sarà Ti presento il circo,
a cura di Serena Bisol dalle ore 10 alle 11.30, per i bambini da
7 a 11 anni, sabato 10 maggio, invece, nella Biblioteca di Crocetta del Montello verranno proposti i Laboratori Creativi della
mamma con orario 14.30-16 e 16.30-18, per i bimbi da 6 a 10
anni. Nella biblioteca di Altivole, invece, giovedì 29 maggio sarà
la volta di Gnam! Gnam! Che avventura! Letture animate a cura di Cicicì dalle 14.30 alle 15.30 per i bambini da 6 a 8 anni.
Infine venerdì 30 maggio nella biblioteca di Valdobbiadene Il
Gruppo dei lettori volontari Vocidistorie presenterà Il filò dei con
orario 17-18 per i bambini da 3 a 11 anni.
Quattro passi sul Montello
l Pro loco e associazione ornitologica di Nervesa della Battara vescovo di Treviso monsignor Paolo Magnani. Nel
2008 come collaboratore pastorale partecipa alla riedificazione della chiesa di San
Sebastiano a Limoeiro. Solo
per obbedienza al suo vescovo nel febbraio 2010 accetta
di rientrare a Mussolente per
curare una grave malattia.
Purtroppo solo dopo un me-
se il 26 marzo del 2010 si
spegnerà alla presenza del
vescovo di Nazarè. Il corpo di
don Luigi ora riposa nella
chiesa della parrocchia di
San Sebastiano in Brasile. La
sua opera continua sia attraverso il Centro di formazione
minori, che ora porta il suo
nome, sia grazie ai volontari
dell’Avatem, una storia che
costituisce un impegno e una
speranza per le comunità di
Mussolente, Galliera e di Limoeiro. Sulla vita e l’opera di
don Luigi Cecchin è stato
pubblicato un libro “Chi siete andati a vedere nel sertao?”, scritto da don Franco
Marton e pubblicato dall’editrice San Liberale. (Mariano Montagnin)
Fonte: “Expo km zero”
grande festa al Cfp
U
na grande festa per Fonte e per i paesi vicini. “Expo km zero” organizzato dalla
Fondazione opera Monte Grappa avrà momenti per valorizzare il turismo, l’enogastronomia, l’artigianato, ma anche per la famiglia
per parlare di scuola ed Europa e per presentare la prossima cronoscalasta del Giro d’Italia che da Crespano salirà fino a Cima Grappa.
Interverrà il vescovo di Treviso mons. Gianfranco Agostino Gardin e verrà lanciato il progetto di scrivere un libro a “100 mani” sul mai
dimenticato monsignor Erasmo Pilla.
Si tratta di una manifestazione che mette al
centro le relazioni tra persone, tra comunità
territoriali, istituzioni pubbliche e aziende. La
manifestazione dura due giorni con un programma di 14 iniziative tra sabato 3 maggio e
domenica 4 maggio. Si inizia sabato mattina
con l’inaugurazione dell’Expo su turismo, artigianato ed enogastronomia in collaborazione con il Settore terziario del Cfp Fonte, Consorzio marca Treviso e Coldiretti. Segue la
conferenza su “Scuola, Famiglia, Europa” con
il vicario generale mons. Giuseppe Rizzo, l’assessore Sernagiotto e il sindaco di Treviso Gio-
vanni Manildo. Quindi, insieme al presidente
della Confcommercio di Bassano e l’assessore
allo sport di Crespano, si terrà la presentazione iniziative collegate alla Cronoscalata del
Grappa, Giro d’Italia 2014 da Bassano a Crespano, il 30 maggio. Alla sera cena con il Vescovo di Treviso, i parroci delle parrocchie costituenti la Fondazione Opera Monte Grappa,
sindaci e autorità, presidenti delle associazioni di categoria. La giornata di sabato si concluderà con la conferenza su “Mons. Erasmo
Pilla: il sacerdote, l’uomo e la guida” e illustrazione del progetto per la realizzazione di
un libro partecipato a 100 mani in sua memoria. Domenica 4 maggio si inizia con il raduno
ex allievi del Cfp Fonte. Seguirà la consegna
diplomi di Qualifica e il premio al miglior allievo. Prima del pranzo a buffet curato degli
Alpini di Fonte è in programma la cerimonia
di consegna del nuovo pulmino “Socialmente
Utile” sponsorizzato da oltre 50 ditte del territorio e dal Piano disabili veneto. Nel pomeriggio “Passeggiata tra le fonti”, da Fonte ad Asolo. Per conoscere l’intero programma basta
collegarsi al sito expokmzero.com.
glia, assieme a Avis e Aido comunali e in collaborazione con il
Gruppo Pizzicamì Pizzicamé …. Raccontami una storia organizzano la manifestazione Quattro passi sul Montello giovedì 1° maggio. Il ritrovo e le iscrizioni saranno fatte alle 8.30 presso il ristorante La Panoramica e il via verrà dato alle 9. Sono programmate delle soste con ristoro e la visita alle collezioni di aerei storici
della Fondazione Jonathan Collection con il presidente G. Zanardo. L’arrivo è stimato verso le 12 – 12.30. La quota di iscrizione
è di 4 euro per gli adulti e di 2 euro per i bambini fino a 10 anni. Un omaggio sarà consegnato a tutti i bimbi. In caso di pioggia l’evento verrà annullato. Ci si può iscrivere anche utilizzando
il sito della Pro loco di Nervesa: www.proloconervesa.it.
Insieme per la vita, Pedalata ecologica
l E’ in calendario venerdì 25 aprile a Trevignano l’iniziativa Insieme per la vita, la 24ª Pedalata ecologica realizzata con il contributo del comune di Trevignano in collaborazione con Pro loco, Protezione Civile Alpini, Uc Gheller, Gc. Signoressa, dalle sezioni Avis e
Aido di Trevignano. La manifestazione ha lo scopo di sensibilizzare
l’opinione pubblica alla donazione. La gara non è competitiva e si
snoderà lungo un percorso di circa 18 km. Alle ore 8.15 è previsto
il ritrovo con le iscrizioni presso il Teatro Comunale di Falzè, mentre
la partenza verrà data alle 9. Il percorso attraverserà le strade delle
frazioni del comune e la quota di iscrizione è di euro 3. I bambini di
età inferiore a otto anni devono essere accompagnati. A tutti i partecipanti verrà consegnato un ricordo. L’arrivo avverrà al centro ricreativo Parrocchiale di Falzè. Non mancheranno il ristoro e premi
a sorteggio. In caso di maltempo, la manifestazione sarà posticipata
al giorno 27 aprile.
Corso della Lipu di Pederobba
l Un corso di acquerello naturalistico. Lo propone La Lipu Trevi-
giana e sarà condotto dall’artista Felice Feltracco nella sede Lipu
di Pederobba e lungo il sentiero dell’Oasi La Garzaia. E’ un’esperienza aperta a tutti, dove si potrà scoprire e apprezzare, anche con
pochi semplici strumenti, attraverso la pittura ad acquarello, la carica positiva che offre il contatto con la natura. Il programma prevede sabato 26 aprile alle 14.30 la presentazione del corso dove
verrà affrontato il tema del ritrarre ad acquerello uccelli ed altri animali. Quindi domenica 27 aprile alle ore 10 si terrà la lezione
sulla Pittura naturalistica all’aperto lungo il sentiero naturalistico della Garzaia, nell’ambito della Festa delle Oasi Lipu. Sabato 3 maggio, poi, l’esercitazione verterà sulla Pittura naturalistica all’aperto
nella Garzaia di Pederobba dove nidificano gli Aironi Cenerini e le
Garzette. Info 3394683136 o [email protected].
&
25
CASTELLANA PADOVANO
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
REPORTAGE. Indimenticabile esperienza per sei studenti
Dai banchi all’Etiopia
S
ilvia Martinello,
Antonio Benvegna,
Giovanni Frattin,
Francesco Forner,
Gianmarco Sarto, cinque
giovani ragazzi del 4 anno
del Liceo Giorgione
(indirizzo Classico e
Scientifico) e Alessia Zilio,
studentessa del liceo delle
scienze umane Nightingale
di Castelfranco Veneto,
sono appena tornati da una
esperienza di volontariato
in Etiopia, uno dei paesi
più poveri dell’Africa.
I sei ragazzi, con il
benestare del preside
Giuseppe Ceccon e dei loro
insegnanti, sono partiti il 1°
marzo accompagnati da
due medici di medicina
generale dell’Ulss 8 del
distretto di Castelfranco e
una pediatra di Verona,
volontari dell’Associazione
Help for life e assieme
hanno raggiunto il piccolo
e povero villaggio di Getche
(a Sud Ovest di Addis
Abeba) dove manca la
disponibilità delle cose
essenziali: acqua, cibo,
elettricità, farmaci...
Ospitati con grande
accoglienza dalle Suore
della Missione, hanno
lavorato molto senza
risparmiarsi, ma sempre
con umiltà, riuscendo a
coinvolgere anche la
popolazione locale,
costruendo due grandi tiptap(strutture in legno che
permettono alle persone di
lavarsi le mani utilizzando
anche il sapone),
dipingendo gli ambulatori
della piccola clinica,
sistemando e dipingendo la
staccionata della scuola e le
varie insegne per la clinica.
Inoltre a scuola hanno
incontrato quei bimbi così
poveri, sempre sporchi e
pieni di mosche, hanno
giocato con loro e gli hanno
insegnato alcune
canzoncine in inglese.
Hanno poi affiancato i
medici e l’infermiera nelle
visite e hanno dato il loro
aiuto nelle medicazioni,
confrontandosi con una
realtà di grande sofferenza.
Racconta Giovanni:
“Inizialmente non è stato
facile adattarsi a condizioni
in cui mancavano le cose
che noi siamo abituati a
dare per scontate; ad
esempio ci facevamo la
doccia utilizzando caraffe
di acqua fredda e mancava
quasi sempre la corrente
elettrica; ma la mancanza
di queste cose è stata presto
colmata dalla ricchezza dei
rapporti che siamo riusciti
a costruire con le persone
del luogo, abbiamo
conosciuto poi anche altri
volontari italiani che ogni
anno tornano nella
missione a lavorare
consumando le loro ferie,
come Claudia,
un’infermiera di Varese,
veramente persone
esemplari!”.
Dice Alessia: “Mi rimarrà
proprio nel cuore
quest’Africa con questi
spazi incontaminati e
persone che, anche se
povere, cercavano di offrirti
tutto quello che potevano
per dimostrarsi ospitali e
per rendere il tuo
soggiorno ed esperienza il
migliore possibile. E i
bambini, con i loro sorrisi,
teneri e dolci che appena ti
vedevano si rasserenavano!
E quante persone davvero
brave e intraprendenti
abbiamo incontrato, a
partire dalle suore dove
alloggiavamo, e poi altri
volontari. Volevo poi
raccontare una scena
veramente commovente a
cui ho assistito: un giorno
mi sono imbattuta in un
vecchio triste che si
lamentava, inizialmente
non capivamo, poi abbiamo
pensato fosse per fame,
allora io e Gianmarco
siamo andati a prendergli
subito del pane con cui
potesse cibarsi, il suo volto
si è illuminato e lui ha
cominciato a ringraziarci e
a esultare per la felicità,
non dimenticherò mai
quegli occhi pieni di gioia”.
Racconta Francesco: “E’
stato emozionante vedere
come i bambini ma anche
gli adulti abbiano
apprezzato il nostro tip-tap,
ogni volta che passavano
davanti si lavavano le mani
e ridevano, increduli che in
pochi giorni avessimo
potuto realizzare ciò che
loro non avevano mai
avuto... e qualcuno di loro
ha pensato subito di
realizzarlo fuori della sua
capanna”.
Prosegue Silvia: “Quelle
persone non avevano
davvero nulla ma ci
accoglievano e ci
sorridevano sempre, era
facile far divertire quei
bimbi, bastava fargli fare
un girotondo, prenderli in
braccio o disegnargli un
cuoricino sulla fronte”.
Dice Gianmarco: “Abbiamo
dato tutto ciò che
potevamo, ma abbiamo
ricevuto di più .Ogni
mattina quando mi sveglio
rivedo quegli occhi
sofferenti, quei sorrisi
dolci, quelle mani amiche,
quegli odori sgradevoli,
quegli spazi infiniti, quelle
capanne povere, quegli
alberi maestosi e vorrei
essere ancora lì.
Mancavano tante cose, ma
c’era il tempo per stare con
gli altri, c’erano una pace e
una serenità nei rapporti
tra le persone che da noi
spesso mancano”.
Il grande lavoro fatto dai
sei ragazzi è riuscito così
bene anche perché è stato
preparato con la loro
partecipazione costante a
numerosi incontri formativi
nei mesi precedenti; tra
l’altro in dicembre,
vendendo a scuola stelle di
Natale, i liceali, con l’aiuto
dei compagni di classe del
Liceo Giorgione avevano
raccolto dei fondi da
destinare proprio alla
formazione scolastica dei
bimbi etiopi, anticipando
così il loro viaggio.
Conclude Antonio:
“E’ stata un’esperienza
troppo importante e anche
se siamo tornati alla nostra
quotidianità non
abbandoneremo le persone
che li’ abbiamo conosciuto
ma ora da qui lavoreremo
per loro e chissà che presto
potremo tornarci anche
magari in futuro nel corso
dei nostri studi
universitari”.
(Un partecipante)
CASTELFRANCO
In 10 mila alla Festa
degli aquiloni
C
irca 10mila
persone domenica 6 aprile sono giunte
nei campi dell’azienda agricola
biologica Campoverde di Castelfranco Veneto,
per la tradizionale manifestazione
“Idee per Volare”,
giunta quest’anno
alla sua 17ª edizione. Si tratta del
più grande evento
che la cooperativa
sociale L’Incontro di Castelfranco Veneto propone al territorio in cui opera, con lo scopo di sensibilizzare lo stesso alle problematiche della salute mentale ed avvicinarlo al
mondo del volontariato. Il momento clou della festa consiste infatti nella sfida in volo degli aquiloni, che gli alunni delle scuole d’infanzia e primarie della Castellana realizzano durante l’anno, all’interno di laboratori didattici
dove i trucchi del “mestiere” sono spiegati e dimostrati dagli utenti della cooperativa L’Incontro.
Domenica 6 aprile ad allietare la giornata, bella e soleggiata, erano presenti anche molte associazioni no-profit e
cooperative sociali che hanno esposto i loro prodotti e manufatti; uno spettacolo di bolle giganti ha lasciato i bambini
a bocca aperta, mentre altri hanno partecipato ai laboratori
didattici proposti.
E’ stata una bella occasione per gli utenti che frequentano
i centri diurni ed abitativi gestiti dalla cooperativa per portare i propri familiari e condividere il pranzo assieme, un
momento di festa che, partendo dalla condivisione di situazioni difficili, fa emergere poi il meglio di ciascuno.
Ospedale d’eccellenza
nelle cure oculistiche
Ulss 8: le reti famigliari
funzionano e si allargano
U
A
CAMPOSAMPIERO
n’eccellenza che coniuga la qualità alla
quantità. E ciò determina una grande attrazione da fuori Ulss e soprattutto la crescita
e l’evoluzione di un servizio che risponde alle
esigenze dei pazienti. Questa è la fotografia
dell’oculistica dell’Ulss 15 Alta Padovana, che
vede nel presidio ospedaliero di Camposampiero una vera e proprio eccellenza. Il dato annuale del presidio di Camposampiero che tiene conto di interventi all’occhio di differenti
complessità, visite ed esami, ammonta a 40
mila prestazioni alle quali si aggiungono 817
ricoveri. Quello di Camposampiero, inoltre, è
il primo ospedale in Veneto per numero di interventi alla cataratta che nel 2013 sono stati
ben 3358. Si registra un’attrazione importante anche per gli interventi complessi alla retina che ammontano a 434 di cui 267 a pazienti fuori Ulss. I trapianti alla cornea sono stati,
invece, 45. Per la chirurgia refrattiva (Camposampiero fu la prima struttura pubblica ad
utilizzare il laser ad eccimeri per la correzione dei difetti visivi) sono stati circa 250. Sono
stati 550, inoltre, gli interventi ambulatoriali
nel presidio ospedaliero di Cittadella.
5 anni dal suo avvio, il
progetto “Famiglie in
rete” dell’Ulss 8 riceve un
pubblico riconoscimento e
viene finanziato con 400
mila euro per essere promosso a livello regionale.
“Lungimirante e necessario”, così è stato definito da
più parti perché si propone
di affiancare a famiglie in
difficoltà nella gestione dei
problemi quotidiani o nell’educazione dei figli altre
famiglie disponibili a forme
di sostegno e accoglienza.
Dal 2008 grazie alle 23 reti
avviate nel territorio dell’Ulss 8 sono state sensibilizzate 1250 famiglie; 250
quelle formate; 213 in rete;
102 attive; 186 i progetti di
accoglienza.
“Questo sistema di relazioni
- ha sottolineato il direttore
dei servizi sociali e della
funzione territoriale dell’Ulss 8, Francesco Gallo durante un recente convegno
sul tema - è gestito e coordinato dall’istituzione, l’ente
locale, in un’ottica di welfare community e non più di
stato sociale: è, di fatto,
un’azione trasversale che va
ben oltre il tempo e le possibilità di cui può disporre
l’assistente sociale, e che
chiede a chi partecipa delle
reti di fare «solo ciò che già
fa nella propria quotidianità» così da favorire un
processo naturale, coinvolgente e sereno per tutti”.
“L’estensione del progetto a
livello regionale rappresenta una grande soddisfazione perché sta dimostrando
che la famiglia può essere
intesa come risorsa e non
più come problema - spiega
Pasquale Borsellino, il responsabile scientifico del
progetto e direttore della
Struttura complessa Unità
operativa materno-infantile età evolutiva e famiglia . Le reti di famiglia nascevano qualche anno fa nell’Ulss 8 intorno ad una sfida
a cui siamo riusciti a dare
molteplici risposte a partire dalla consapevolezza che
la comunità locale, se sensibilizzata, si attiva per dare risposte prossimali ai bisogni della famiglie in difficoltà o che hanno iniziato
un processo di marginalizzazione”.
La Regione del Veneto ha
dunque ritenuto di finanziare la sperimentazione
delle reti di famiglia a livello regionale, individuando
l’Ulss 8 ed il Comune di Selvazzano Dentro quali capifila del progetto. L’Ulss 8
dovrà attivare un laboratorio delle buone prassi, delle
reti di solidarietà e di famiglie come luoghi di accoglienza e condivisione.
“Con l’esperienza dell’accoglienza la nostra famiglia è
cambiata - ha raccontato
una coppia di sposi, con tre
figli e da oltre dieci anni impegnata nell’affido familiare -: è mutata la scala delle
priorità ed è maturata la
consapevolezza che il «diverso», spesso visto con
paura, è una possibilità di
arricchimento”.
“Il percorso delle reti di famiglie - hanno spiegato i genitori di una bimba di 4 anni che stanno accogliendo
due fratellini di nazionalità
cinese - per noi ha rappresentato la risposta ad un desiderio che avevamo come
coppia ancor prima di essere famiglia. Ci siamo resi
conto che allenare il cuore
alla relazione fa bene ed arricchisce”. (F.G.)
&
DOVE
QUANDO
Dom. 27
A Mottinello Nuovo
6ª Biciclettata
proposta dal
Comitato genitori
scuola dell’infanzia.
Partenza ore 9.
Mart. 29
A Castello di
Godego si ricorda
l’eccidio di via
Cacciatora: marcia
della pace alle
9.30, messa
presso la stele
monumentale
alle 17. Fino al 4
maggio in villa Priuli
mostra fotografica
26
&
MIRANESE SANDONATESE
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
Fratelli d’Europa
A
100 anni dallo scoppio della Grande
Guerra, mentre viviamo uno dei momenti di crisi e di ridefinizione del processo di integrazione europeo, la Pastorale
giovanile dei Vicariati di Mirano e Noale sceglie ancora una volta la comunione e la missione tra i giovani per coltivare ciò che anche papa Francesco continua a ripetere: “Non
fatevi rubare la speranza”. Il 10 maggio prossimo per la quinta volta il settore giovani di
Ac del Miranese, la branca R/S della Zona Agesci di Scorzè, alcune associazioni di volontariato del territorio come Libera ed Emergency, i dipartimenti di Insegnamento della
religione cattolica ed altri docenti degli Istituti della Cittadella Scolastica di Mirano propongono un evento di formazione e di incontro tra i giovani, che dal 2011 è denominato “Festa di Sguardi”.
Dibattiti su Europa e Grande Guerra
Il tema del 2014 ha l’intenzione di promuovere una riflessione sull’Europa, avvertita da
più parti come una partita difficile, se non
impossibile, un peso e non di rado come un
ostacolo alla serena ripresa delle economie e
della vita sociale delle varie nazioni. Una
conferenza con il prof. Marco Impagliazzo,
presidente della Comunità di Sant’Egidio e
docente di Storia contemporanea all’Università per stranieri di Perugia, il dott. Fabio Salviato, fondatore di Banca Etica e presidente
della Federazione europea delle Banche etiche e alternative, il dott. Andrea Pin, Docente di diritto pubblico presso l’università di
Treviso, offrirà agli studenti una visione complessiva dell’attuale situazione in relazione
al sogno di un’Europa unita maturato dopo
secoli di conflitti. Un altro dibattito vedrà invece confrontarsi il dott. Matteo Rampin, autore con i fratelli Bergamasco di un libro dal
titolo “Andare avanti, guardando indietro”,
a proposito del rugby, sport divenuto assai
popolare anche in Italia, e la dott.ssa Antonella Fornari, biologa appassionata delle nostre Dolomiti e delle vicende della Grande
Guerra. Sarà quest’ultimo un confronto originale volto a raccogliere un insegnamento
FESTA DI SGUARDI
Torna l’iniziativa della Pastorale giovanile dei vicariati di Mirano e Noale all’interno
della cittadella scolastica. Per essere una Chiesa in dialogo, per la comunione e la missione.
Con una dedica speciale all’Europa
dalla storia, cogliendo il valore di fare squadra e valorizzando le posizioni delle retrovie
come quelle di punta, anziché accentuare
conflitti e particolarismi pericolosi.
Nuova evangelizzazione e confronto
“La nostra Chiesa diocesana - sottolinea don
Mario Da Ros, ideatore dell’iniziativa - mostra
attraverso questa iniziativa una sensibilità educativa e sociale all’altezza di quell’eredità
di passione pastorale e partecipazione alla costruzione del bene comune care alle maggiori figure di santità della storia più recente, come papa Pio X ed il prof. Giuseppe Toniolo.
Nel disporsi ad una nuova evangelizzazione la
Pastorale giovanile del Miranese sceglie il confronto e la collaborazione con tutti quei soggetti ecclesiali e laici impegnati nella formazione delle nuove generazioni, mettendosi
con fiducia accanto al lavoro quotidiano e generoso di educatori, docenti e volontari mai
rassegnati rispetto al mutare delle condizioni
e delle concezioni di vita diffuse tra i giovani”.
Per l’occasione nasce anche l’orchestra degli
studenti “Giovani Armonie” diretta da Pietro
Semenzato, un sicuro talento musicale del territorio, che darà il tono alla giornata con l’esecuzione dell’Inno ufficiale d’Europa “An die
Freude” di L. van Beethoven nella Piazzetta
“del Pensiero” al centro della Cittadella. Oltre
alla musica d’autore anche la rievocazione storica in costumi assolutamente fedeli da parte
dell’associazione “Sentinelle del Lagazuoi”,
che porteranno dalle trincee delle nostre montagne direttamente tra i giovani del Miranese
i soldati della Grande Guerra.
Stand delle associazioni
Le associazioni ecclesiali e laiche presenteranno alcune loro attività e progetti in appositi stands, che gli studenti avranno modo di
visitare accompagnati dai loro insegnanti. Così l’Agesci proporrà il lavoro intenso ormai in
dirittura d’arrivo per la Route Nazionale R/S,
SAN DONA’ DI PIAVE
Passeggiate ULSS 13
via la campagna
“Festa di primavera” tra fiori, per scoprire Al
contro le zanzare.
Cittadini coinvolti
il Piave
giochi e arte all’uncinetto
L
a 37ª Festa di Primavera
triplica a San Donà di
Piave. Non più un solo giorno ma tre, dal 25 al 27 aprile, iniziando con le celebrazioni per l’Anniversario della Liberazione. E insieme alle bancarelle e alla tradizionale fortajada in Golena, ospiti internazionali, giochi e
esposizioni e, dal 25 aprile
al 4 maggio, ci sarà anche il
luna park in via Pralungo.
Durante la tre giorni, il centro sarà chiuso al traffico
(Corso Silvio Trentin da via
del Campanile a via Aquileia, via Battisti e via Risorgimento) e si riempirà di
bancarelle e stand per “San
Donà fiorita”, tradizionale
mostra mercato del florovivaismo e dell’agricoltura a
km 0 e il Mercatino dell’antiquariato su via Battisti. Nel
parco della Golena, tradizionale stand enogastronomico della Pro Loco di San
Donà di Piave dalle 12 alla
sera.
“Sarà una festa sotto il segno della creatività”, ha
commentato l’assessore alla
cultura Chiara Polita.
In piazza Indipendenza e
Corte Leonardo (accanto al
centro culturale L. Da Vinci), si terrà la manifestazione Arte in Gioco organizzata dall’Associazione ludica
sandonatese Il Dado Mor-
morò. Per tutto il fine settimana si potrà giocare con
giochi da tavolo e artigianali in legno, inoltre esposizione dei lavori del concorso “Inventa un gioco” esteso
alle scuole elementari della
città, la cui premiazione avverrà domenica 27 aprile alle 17; durante il giorno ci
sarà la possibilità di giocare
anche ad un torneo di YuGi-Oh.
Sabato 26 e domenica 27,
lampioni, semafori, fioriere
della zona pedonale di corso Trentin scompariranno
sotto un diluvio di filati di
colore, decorate da un gruppo di ragazze sandonatesi a
colpi di uncinetto: è l’arte
dello Yarn bombing, proposta dall’associazione “Araba
Fenice”.
Tra i momenti clou: esposizione in anteprima di una
Cadillac del 1952 appartenuta al conte Domenico Agusta in piazza Indipendenza e di auto d’epoca al parcheggio Bergamin. In corso
Trentin, domenica 27, tra le
15 e le 18, performance dell’artista americana Magda
Sayeg, principale esponente dello yarn-bombing, che
decorerà con questa tecnica,
e donerà alla città una reinterpretazione di un elemento del vecchio Astra destinata al foyer del nuovo teatro.
D
a aprile a giugno 2014,
nell’ambito del
Progetto Salute “Scopriamo
il Piave e viviamolo in modo
salutare”, vengono
organizzati tre cicli di
passeggiate gratuite lungo il
fiume Piave finalizzate al
miglioramento generale
dello stato di salute dei
partecipanti.
Le uscite saranno
accompagnate da un
personal trainer
professionista che seguirà
i partecipanti per
massimizzare i benefici
delle attività lungo le rive
del fiume.
La partecipazione, previa
iscrizione, è gratuita e
aperta a tutte le persone
di età compresa tra i 18
e i 75 anni.
Dopo le tre uscite già
effettuate con il primo ciclo,
le tre passeggiate del
secondo ciclo si terranno nei
sabati 3, 17 e 31 maggio. Le
date del terzo ciclo saranno,
poi, i quattro sabati del mese
di giugno. Il ritrovo è fissato
alle ore 14.15 presso il Ponte
della Vittoria, a San Donà di
Piave, luogo di partenza e
arrivo della passeggiata.
Per maggiori informazioni e
per iscrizioni: Roberto Spera
al numero 327 1226990,
e-mail
[email protected].
L’
Ulss 13 lo scorso 11 aprile ha comunicato, a
seguito dei monitoraggi eseguiti, la presenza nelle caditoie stradali dei comuni
del territorio miranese di
larve di zanzara comune e
zanzara tigre in una percentuale superiore al 30%.
Ha quindi raccomandato di
programmare l’avvio della
campagna larvicida 2014 a
partire dalla metà di aprile.
Il primo intervento di disinfestazione antilarvale nelle
caditoie stradali del Comune di Spinea è stato eseguito nei giorni di 18, 19, 22 e
23 aprile. Sono inoltre in
distribuzione gratuita presso lo sportello comune le
pastiglie antilarvali per i cittadini di Spinea: trattandosi di presidi medico chirurgici se ne raccomanda l’uso
secondo le modalità e le dosi indicate nel flacone e con
l’attenzione dovuta secondo
le avvertenze riportate in etichetta. Per gli edifici condominiali il ritiro delle pastiglie deve essere fatto dall’Amministratore di condominio o da un suo delegato
o in alternativa da un condomino incaricato con lettera sottoscritta dagli altri
condomini. E’ fondamentale la collaborazione di tutti
per limitare la diffusione
delle zanzare.
l’Ac racconterà di uscite e temi del cammino
annuale vissuto nelle parrocchie, Libera ed Emergency condivideranno gli orizzonti di legalità e giustizia cui tanti uomini e donne stanno dando generoso sostegno…
“Il ringraziamento sentito da parte degli organizzatori - aggiunge don Mario - va alle Dirigenti scolastiche e alla Provincia di Venezia
per l’accoglienza e la fattiva collaborazione, a
tutti i docenti e gli educatori, i volontari e gli
amici, che hanno colto l’originale segnale di
questa manifestazione, ai pastori delle comunità cristiane dei Vicariati di Mirano e Noale
per il contributo anche economico ad un’iniziativa, che esce dagli usuali spazi pastorali,
ma entra davvero in contatto con uno degli
ambienti di vita fondamentali dei ragazzi.
Una giornata tutta da vivere per educatori,
docenti e giovani. Una festa ed un incontro,
che dell’invito di Gesù ad essere «il sale della
terra e la luce del mondo» cerca di fare concreta esperienza”.
NOTIZIE IN BREVE
Festa della decrescita a Salzano
l Si svolge a Salzano fino al 27 aprile la Festa della decresci-
ta promossa dal Movimento della Decrescita felice provinciale e
dall’Amministrazione comunale all’interno e negli spazi esterni
della trattoria Alla Botteghetta. Tre giornate all’insegna della sostenibilità e del riciclo attraverso incontri, giochi, laboratori, buffet e bancarelle. Sabato 26 alle 19 incontro-dibattito su “La semina Ogm in Italia”. Domenica 27 alle ore 10 dibattito pubblico
su “Riuso a km zero: azioni possibili a livello locale sul tema del
riutilizzo” a cui parteciperanno anche gli amministratori locali.
Nel pomeriggio giochi di una volta, musica e danze popolari.
Gruppo di lettura a Musile
l La Biblioteca comunale di Musile di Piave intende costituire
un Gruppo di Lettura. Il primo incontro è fissato per lunedì 28 aprile alle ore 20.30 presso la sede della biblioteca, in piazza XVIII Giugno. Info: Domenico Fantuz (tel. 0421 592220, [email protected]).
Noventa: una messa per i lavoratori
l Una messa per tutti i lavoratori e soprattutto per coloro che
vivono un momento di difficoltà: sarà celebrata venerdì 2 maggio alle 20.30 nella zona industriale di Noventa di Piave dal parroco don Mario Rossetto.
Festa dello sport a San Donà
l Si terrà come da tradizione il 1° maggio la Festa dello Sport
a San Donà di Piave, nel Parco fluviale della golena del Piave organizzata dall’Assessorato allo Sport. Oltre agli stand promozionali ed esibizioni sportive da parte delle associazioni durante
tutta la giornata, alle 8.30 ci sarà la partenza della Pedalata ecologica a cura dell’Ass. Sportiva G.S. Tessere. Inoltre, dalle 11,
esibizione cinofila di soccorso in acqua; dalle 14 esibizioni di canoa e kayak e animazione con il gruppo scout Agesci San Donà
1 dell’Oratorio Don Bosco e infine uno spettacolo equestre.
Nuovo assistente per il Piccolo Rifugio
l Il Vescovo di Treviso ha nominato come nuovo assistente ecclesiale della Fondazione Piccolo Rifugio don Tiziano Rossetto, vicario parrocchiale della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore.
Domenica 27 aprile 2014
Tutto
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CERTIFICATO PENALE. Ecco le direttive per le società sportive
Obbligo per i nuovi assunti
L
a motivazione è sicuramente delle più nobili
e condivisibili, la lotta
alla pedofilia, ma l’ultimo decreto legislativo che mira a
combatterla ha smosso non
poche preoccupazioni tra le
società sportive.
Il 6 aprile, infatti, è entrato
in vigore il decreto legislativo
4 marzo 2014, n. 39, emanato in attuazione della direttiva 2011/93/Ue relativa alla
lotta contro l’abuso e lo sfruttamento dei minori e la pornografia minorile.
L’articolo 2 di tale decreto ha
introdotto l’obbligo, per il datore di lavoro “che intenda
impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività
volontarie organizzate che
comportino contatti diretti e
regolari con minori”, di richiedere il certificato penale
del casellario giudiziale per
verificare l’esistenza di condanne per reati connessi all’abuso sessuale di minori e
la prostituzione minorile o di
interdizioni all’esercizio di
attività che comportino contatti diretti e regolari con minori. Per questo sono previste sanzioni amministrative
da 10.000 a 15.000.
Tra i dirigenti sportivi spesso
semplici appassionati volontari, è scattato scompiglio e
apprensione. Non certo per
scarsa sensibilità al tema,
ma per i tempi di attuazione
ristretti, per l’affrontare una
materia in più dei casi davvero sconosciuta e infine per
la complessità del testo normativo.
Alla fine, grazie anche alle
molte richieste pervenute da
tutto il mondo sportivo e
non solo, sono arrivate le
precisazioni del Ministero
che hanno chiarito la posizione dei volontari che collaborano con le associazioni
sportive.
Riportiamo di seguito le note
pervenute dal Csi nazionale:
a) L’obbligo si applica solo a
società e comitati del nostro
circuito che si apprestano ad
assumere dipendenti, collaboratori a busta paga o a fat-
tura, che hanno un incarico
di lavoro che comporti un
contatto diretto e regolare
con i minori. Sono esclusi
pertanto tutti i lavoratori dipendenti, collaboratori e
professionisti che, pur pre-
stando la loro attività presso
un comitato, una società
sportiva o un impianto sportivo, non instaurano rapporti diretti e continuativi con i
minori.
b) Sono esclusi tutti i rap-
porti di volontariato ivi comprese le attività di diretto esercizio dello sport dilettantistico (es. allenatori, giudici, arbitri, etc.) di cui all’art.
67 TUIR comma 1 lettera M,
in quanto dette prestazioni
non sono considerate rapporti di lavoro.
c) L’obbligo non riguarda i
rapporti di lavoro già in essere alla data del 6/4/2014 ma
solo quelli a seguire. Per questi ultimi il datore di lavoro
dovrà presentare alla Procura della Repubblica competente la richiesta del certificato penale del soggetto che
intende impiegare al lavoro
utilizzando il modello n.3
BIS – Casellario Giudiziale,
previo consenso del predetto
soggetto. Tenendo presente
che il rilascio del certificato
penale non è contestuale alla richiesta, il datore di lavoro può comunque procedere
all’impiego con l’acquisizione di una dichiarazione del
lavoratore che attesti l’assenza di sue condanne contro i
minori.
Convegno
sabato
3 maggio
D
alla collaborazione tra
Csi Treviso e l’Istituto
Canossiano Madonna Del
Grappa di Treviso - con il suo
Liceo sportivo, in particolare
- una nuova ed interessante
opportunità di riflessione e
formazione arriva a disposizione di dirigenti sportivi,
volontari e degli studenti interessati al mondo dello
sport nella sua visione più
completa.
Sabato 3 maggio, alle ore
9.30 presso l’aula magna dell’istituto si terrà un interessante clinic formativo sul tema: “Impresa sociale sportiva
nel Csi si può? Nuove prospettive occupazionali e di
sviluppo” a cura del formatore nazionale Beppe Basso.
5XMILLE
Una semplice firma per dare
impulso allo sport per tutti
I
l Csi Treviso ricorda a tutti gli iscritti e ai simpatizzanti
che in questo periodo di dichiarazioni dei redditi è
possibile associare a questo adempimento anche un gesto
concreto di sostegno allo sport, specie in questo momento
in cui la crisi economica ha ridotto notevolmente le risorse
pubbliche disponibili per la pratica sportiva di base.
E’ infatti possibile devolvere il cinque per mille
dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno
delle associazioni riconosciute, che operano nel settore
dello sport dilettantistico, come il nostro Comitato.
Per donare, è sufficiente apporre la firma, nel Cud, nel
730 oppure nella dichiarazione Unico, sul riquadro
dedicato alle onlus e alle Associazioni di promozione
sociale, unitamente al codice fiscale: 800 271 902 95.
E’ importante ricordare che l’operazione che non costa
nulla e che può permettere alla nostra associazione di
continuare ad offrire sport di qualità, presentando nuove
attività a favore delle famiglie, dei giovani e delle fasce
deboli della popolazione. Inoltre non esclude la scelta
dell’8 per mille da destinare allo Stato o alla propria
confessione religiosa.
Un gesto semplice, che non costa nulla, ma che permette
ad un Ente come il Csi di promuovere uno sport a misura
di ogni individuo limitando il più possibile i costi.
Ulteriori informazioni si possono ricevere alla segreteria
del Csi di Treviso.
EVENTI CSI
Nel dettaglio si approfondiranno i temi delle: prospettive formative nella scelta dell’università; le prospettive occupazionali del settore sportivo; le opportunità del Csi
per i giovani “imprenditori”
dello sport; le prospettive in
ambito sportivo ed educativo.
L’evento è aperto a chiunque.
Ulteriori informazioni possono esser richieste in segreteria di Comitato o via mail a
[email protected].
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4
MAGGIO
2014
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ISTITUTO TONIOLO
ENTE FONDATORE
DELL’UNIVERSITA`
CATTOLICA DEL SACRO CUORE
VITE DI VITA
Domenica 27 aprile 2014
LA VITA DEL POPOLO
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La pagina “Vite di Vita” ospita, in maniera gratuita, esclusivamente ricordi di persone recentemente scomparse. Per info tel. 0422 576902 e-mail [email protected]
Gianni Campigotto
Danilo Gai
Adelia Rossetto Franceschi
05.01.1957 - 24.03.2014
Cappella di Scorzè
12.10.1935 - 05.04.1914
Caerano di San Marco
01.02.1923 - 08.04.2014
Monastier
L’amore non si esaurisce con la vita.
È una ricchezza che va oltre di noi.
Non esiste un prima o un dopo per amare.
Si ama e basta.
E anche se chi amiamo non è più fra noi,
il filo non è spezzato
è solo dall’altra parte del cammino.
Prega, sorridi, pensami...
La nostra vita conserva
tutto il significato
che ha sempre avuto...
il tuo sorriso è la mia pace.
Sant’Agostino
Un caro pensiero da tutti noi.
A tutti coloro
che la conobbero e l’amarono,
perchè rimanga sempre vivo
il suo ricordo.
I suoi cari
O.F. MARSILIO & VIDALI - 041.5841252
O.F. TREVISIN RONCADE – 0422. 707280
Linda Bonaventura ved. Belia
Amelia Masiero ved. Michieletto
Vittoria Deppieri ved. Saccarola
02.11.1928 - 08.04.2014
Cappella di Scorzè
di anni 92
Olmo di Martellago
di anni 86
Maerne
Donna di forte tempra, fulgido esempio di
amore materno. La sua nobiltà d’animo sempre pronta al perdono è stata la forza che ha
ispirato la sua vita. Sapremo custodire con
cura i valori che ci ha insegnato, per la vita
che verrà. I figli Franco, Ennio, Nereo, Annalisa con le loro famiglie in segno di affetto.
Il 10 aprile Amelia è mancata all’affetto dei
suoi cari. Ne danno il doloroso annuncio il
figlio, la figlia, la nuora, il genero, i nipoti,
Violetta ed i parenti tutti.
Il 12 aprile Vittoria è mancata all’affetto
dei suoi cari. Lo annunciano con profondo
dolore le figlie, i generi, i nipoti, i pronipoti,
i fratelli, le sorelle ed i parenti tutti.
Cesare Secchi
Odilla Silvestri ved. Ceccon
Gina Meneghetti ved. Berdusco
di anni 74
Maerne
di anni 88
Castello di Godego
di anni 87
Castello di Godego
Il 12 aprile Cesare dignitosamente si è
spento. Ne danno il doloroso annuncio
la moglie Eleonora, i figli Gianpietro,
Corrado e Davide, le nuore Laura, Luciana
e Francesca, i nipoti Giacomo, Agnese,
Aurora e Giovanni, la cognata Mariangela
ed i parenti tutti.
Odilla cristianamente è mancata all’affetto
dei suoi cari. Ne danno il triste annuncio i
figli Giuseppina, Fulgenzio, Graziano e Mario, il genero, le nuore, i fratelli, la cognata,
i nipoti, i pronipoti e parenti tutti.
Gina è cristianamente manca all’affetto
dei suoi cari. Ne danno il triste annuncio
i figli Tiziana, Milena, Fernanda e Michele,
i generi, la nuora, il fratello Andrea, la sorella Cecilia, i cognati, le cognate, i nipoti, i
pronipoti e parenti tutti.
SERVIZI FUNEBRI GENERALI ag. SILVESTRI - 0423.468983
SERVIZI FUNEBRI GENERALI ag. SILVESTRI - 0423.468983
O.F. MARSILIO & VIDALI - 041.5841252
Felicita Francescato ved. Corrò
Tarcisio Zambon
Sebastiano Chiappin
di anni 93
Martellago
di anni 82
Mottinello Nuovo
di anni 87
Villarazzo di Castelfranco Veneto
Lunedì 14 aprile Felicita è mancata all’affetto dei suoi cari. Ne danno il doloroso
annuncio la figlia, il figlio, il genero, la
nuora, il nipote e i parenti tutti.
Non piangete la mia assenza,
sono beato in Dio e prego per voi.
Io vi amerò dal cielo
come vi ho amato in terra.
Lo annunciano la moglie Anna i figli Patrizia, Loris, Raffaele e Mariano , parenti e
amici tutti.
“So che in fondo alla strada il Signore mi
aspetta”. B.B. Porro
Il 14 aprile Sebastiano è mancato all’affetto
dei suoi cari. Ne danno il triste annuncio la
moglie Rosa, i figli Luciano e Franco, le nuore, il fratello, le sorelle, i cognati, le cognate, i nipoti e parenti tutti.
SERVIZI FUNEBRI GENERALI ag. VIASANTI - 0424.541157
SERVIZI FUNEBRI GENERALI ag. SILVESTRI - 0423.468983
Antonio “Gianni” Brunello
Silvio Vittorio
Anna Stragapede
16.12.1948 - 15.04.2014
Treviso S. Bartolomeo
21.04.1909 - 17.04.2014
Treviso S. Martino Urbano
Martedì 15 aprile è mancato all’affetto dei
suoi cari. Lo annunciano con profondo dolore la moglie Daniela, le sorelle Maria Antonietta e Rosanna, i cognati, le cognate, i
nipoti uniti ai parenti ed amici tutti. Si ringraziano quanti sono intervenuti alla Liturgia funebre.
18.02.1944 - 15.04.2014
Treviso S.Bona
Martedì 15 aprile è mancato all’affetto dei
suoi cari. Lo annunciano con profondo dolore la moglie Maria Luisa, le figlie Barbara e
Stefania con i generi Gianluca e Gherardo,
i nipoti Davide, Valentina, Camilla e Carolina, la sorella Elisa, uniti a tutta la famiglia.
Si ringraziano quanti sono intervenuti alla
Liturgia funebre.
O.F. GIGI TREVISIN – 0422.542863
O.F. GIGI TREVISIN – 0422.542863
Giovedì 17 aprile Anna è mancata all’affetto dei suoi cari. Addolorati ne danno il
triste annuncio i nipoti, pronipoti e parenti
tutti. Un particolare ringraziamento a tutto
il personale dell’istituto Rosa Zalivani per
l’amorevole assistenza prestata.
C.O.F. SRL - ag. PASINI - 0422. 543342
Elda Londero ved. Barbon
Marta Brambullo ved. Pranovi
Mario Margutti
m. 18.04.2014
Treviso S.M. Maggiore
07.07.1915 - 19.04.2014
Treviso S. Agnese
23.09.1949 - 19.04.2014
Treviso Duomo
Venerdì 18 aprile Elda è mancata all’affetto dei suoi cari. Ne danno l’annuncio Guido
e Liliana Petrin. Si ringraziano quanti hanno
partecipato alla Liturgia funebre.
Sabato 19 aprile Marta è mancata all’affetto dei suoi cari. Lo annunciano con profondo dolore i figli Giancarlo e Giuseppe,
le nuore, i nipoti, il fratello, la sorella, i cognati uniti ai parenti tutti. Si ringraziano
quanti hanno partecipato alla Liturgia funebre.
Sabato 19 aprile Mario è mancato all’affetto dei suoi cari. Lo annunciano con profondo dolore la moglie Rita, il figlio Luca,
la mamma, il fratello, la sorella, gli adorati nipoti uniti ai parenti tutti. Si ringraziano quanti hanno partecipato alla Liturgia
funebre.
O.F. GIGI TREVISIN - 0422.542863
O.F. GIGI TREVISIN - 0422.542863
O.F. GIGI TREVISIN - 0422.542863
Angelo Santambrogio
03.09.1937 - 20.04.2014
Onè di Fonte
Domenica 20 aprile Angelo è mancato
all’affetto dei suoi cari.
Addolorati ne danno il triste annuncio: la
moglie Luciana, i cognati, le cognate, i nipoti e tutti i suoi cari.
C.O.F. SRL - ag. PIZZOLON - 0422. 450430
via Inferiore 49/51
(vicino Duomo)
0422.542863
via Marchesan 49
(vicino Ospedale)
0422.405745
TREVISO
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