UN CAVALLO TUTTO MIO Capitolo 1 Che Alyssa fosse un

UN CAVALLO TUTTO MIO
Capitolo 1
Che Alyssa fosse un’ eccellente cavallerizza, con schiena dritta e rilassata, nessuno lo
negava, ma che fosse la più antipatica del campo… Con la sua “Trottatrice
Spagnola”, che suo padre le aveva regalato quando aveva sette anni, diventava
elegante e nello stesso tempo invidiosa delle altre ragazze a cui la nostra allenatrice,
Maura, faceva i complimenti. Visto che lei era la ragazzina più ricca del campo, i suoi
genitori le compravano tutto quello che chiedeva. Io ero Jessica, adoravo il campo
estivo “Star of Horse”, avevo tredici anni, vivevo vicino a Torino. Ancora una
settimana e avrei iniziato il campo estivo.
Capitolo 2
Ero appena arrivata alla scuderia, quando vidi la cavalla che cavalcavo da cinque
anni: Tempesta! Io adoravo Tempesta, ero molto affezionata a lei, e certe volte
sognavo che fosse mia. Purtroppo la mia famiglia non aveva abbastanza soldi per
comprare un cavallo, li avevano spesi quasi tutti per mandare mia sorella Maria all’
università di Roma. Andai subito a salutare Tempesta, dandole due carote, come
ogni giorno. Pochi minuti dopo arrivò Maura, che mi disse: – Ciao Jessica! - Poi, con
un sorriso sussurrò: - Per oggi puoi montarla… - Davvero??? - Risposi stupita.
Purtroppo da un paio di mesi Maura non mi faceva più cavalcare Tempesta, perché
diceva che “ci conoscevamo troppo bene”. Appena fui su Tempesta, Maura mi
ordinò prima di fare il percorso a ostacoli, poi di fare cinque minuti di passo e di
trotto e di percorrere lo slalom al galoppo. Finita la lezione, avrei dovuto tornare a
casa (che era a dieci minuti dal maneggio), ma andai a trovare la mia migliore amica,
Emily. Anche lei andava da cinque anni in quel maneggio, e… anche secondo lei
Alyssa era molto antipatica! Verso le sei feci rientro a casa, trovando mio padre
arrabbiatissimo e molto preoccupato. – Dove sei stata??? Cosa ti è successo??? Urlò. -…Scusa…- Risposi timidamente. – Vai in camera tua!!!!!!!! Ma prima dimmi
dove sei stata!- -A casa di Emily…- -Senza avvisare?!?- -Sbrigati! Stasera a letto
senza cena!!!- -Caro, non esagerare!- disse la mamma.
Capitolo 3
Allora andai in camera mia, lessi un capitolo del libro “Non ci vogliono supereroi per
aiutare gli emarginati” e cercai di pensare alla mia vita con un cavallo tutto mio.
Sarebbe stato bellissimo… Ma a me bastava l’ unica e insostituibile: Tempesta. Il
giorno dopo corsi al maneggio: saremmo partiti per un campo estivo speciale e
molto strano, il campo estivo “Star of Horse”: due settimane al mare (quell’ anno a
Diano Marina), portando i cavalli e allenandosi lì.
siiii che bello il mare!!!!!!!!
Alle otto di mattina arrivò il pullman. Io ero vicino a Emily. Purtroppo dietro di noi c’
erano Alyssa e la sua amica Anna (snob e arrogante quasi quanto Alyssa!), quindi
sentimmo tutto quello che si dicevano: del pessimo cibo a scuola, dell’ aumento del
prezzo degli abiti firmati, dei loro cavalli…
Verso le undici arrivammo a Diano Marina, avviandoci per i camper. Già. In quel
campo si faceva così… Ogni coppia aveva un camper (naturalmente i camper erano
uno vicino all’ altro) e si doveva arrangiare coi soldi che aveva. Le coppie per il
camper le decideva il computer, a caso. Erano così:
Emily
Alyssa
Melissa
Carlotta
Anna
Jessica
Tania
Serena
Quando Maura mise il cartello con le coppie, tutte andammo a vedere. Si sentì un
urlo nella confusione. Pochi secondi dopo Alyssa svenne. Dopo aver chiamato l’
ambulanza e avvisato i genitori, Alyssa si riprese. Ma Maura aveva già cambiato le
coppie:
Emily
Alyssa
Melissa
Serena
Jessica
Anna
Carlotta
Tania
Molto meglio! Serena e Tania erano super-smorfiose ma amiche per la pelle, Melissa
e Carlotta non erano molto simpatiche, ma almeno odiavano Alyssa e Anna, Alyssa e
Anna… Ve l’ ho già detto, ed io e Emily… Perfette!!! Ma appena arrivai nel camper…
Maura mi fece cenno di seguirla fuori. Non avevo idea del perché. Con voce molto
triste, mi disse che, per dispetto e per gelosia, Alyssa aveva fatto comprare ai suoi
genitori Tempesta. Io ero SENZA PAROLE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ma perché faceva
così? Cosa le avevo fatto io? Lo sanno tutti che lei era cattiva e invidiosa, ma non
pensavo che sarebbe arrivata a farmi questo!!!!!! Dopo la notizia, scoppiai in un
lunghissimo e spaventoso pianto. Alyssa e Anna erano dietro di me, che ridevano a
crepapelle. Allora non riuscii a trattenermi e diedi ad Alyssa due schiaffi, e ad Anna
un calcio sulla coscia. Credo che piangessero anche più di me. Ormai tutti sapevano
la notizia, quindi Emily si precipitò da me. Maura, le ragazze e Joey, il figlio di Maura,
avevano assistito alla scena del pianto e dei calci. Tutti mi dissero che avevo fatto
bene, ma Emily mi fece subito entrare nel nostro camper. Mi tranquillizzò, e mi
disse: - Ho già un’ idea, uno scherzo per quelle stupide Alyssa e Anna. Anche Melissa
e Carlotta sono d’ accordo -. Il giorno dopo, mentre Emily andò a fare la spesa in un
supermercato lì vicino, arrivò Joey. Per Joey, io ero come una sorella. Quando c’era
qualcosa che non andava, lui veniva da me per farsi consolare. Questa volta era
venuto lui a consolare me. Mi disse che avrei comunque rivisto Tempesta, ma non l’
avrei più montata. Visto che io continuavo a piangere, Joey (non sapevo proprio
perché!) mi baciò. Io lo amavo, lui mi amava… Per fortuna qualcuno aveva fatto la
prima mossa!!! Da quel giorno diventammo “fidanzati ufficiali”. Mentre ci stavamo
baciando, però, entrò nel camper Emily, che per la sorpresa…. fece cadere per terra
la spesa!! Per fortuna non si era rotto niente.
Capitolo 4
Quella sera Emily mi disse il piano che aveva in mente: visto che Alyssa amava Joey…
Sarebbe stata gelosissima!!! Quindi l’indomani avremmo (io e Joey) dovuto
passeggiare baciandoci davanti ad Alyssa e ad Anna (anche ad Anna Joey sembrava
molto carino!).
Il giorno seguente, dopo aver messo in atto il piano e aver fatto ingelosire Alyssa e
Anna per bene, andammo tutte da Maura, che ci aveva chiamate. Iniziò a parlare del
comportamento scorretto di Alyssa, che fece la faccina “Io non ho fatto
niente…”, poi ci spiegò che eravamo troppo numerose per passare tutte nel
gruppo “esperti”, quindi ci avrebbe divise in A1 e A2. Quelle del gruppo “A1”, le più
brave, avrebbero fatto lezioni più faticose. Quelle del gruppo ”A2“ , avrebbero fatto
lezioni più semplici e con orari diversi. Maura ci informò che l’ indomani mattina,
alle otto in punto, avrebbe attaccato il cartello sulla porta del maneggio. Quella sera,
dopo aver mangiato, verso le dieci io e Emily decidemmo di fare un “giretto senza
dire niente a nessuno”, perché lì volevano che si andasse a dormire alle dieci. Che
pizza! Quindi, quando tutti erano nel proprio camper a cercare di addormentarsi, noi
scappammo con cinque euro a testa in tasca. Dopo aver percorso circa trecento
metri, trovammo un signore che vendeva caramelle, le mie preferite. Decisi di
comprarne…. solo una trentina!!!… E poi costavano dieci centesimi l’ una, la metà di
quanto le pagavo nel bar sotto casa mia! Dopo altri cento metri circa, Emily non
esitò a comprare un maxi gelato, con stracciatella e nocciola, con i cinque euro che
aveva portato. Verso le undici decidemmo di tornare al maneggio dove erano tutti
gli altri. Ma ci trovammo in una pessima condizione: io avevo vomitato dopo aver
mangiato circa una decina di quelle caramelle, ed Emily stava svenendo. Quindi…
Chiamai Joey, che venne a soccorrerci col suo motorino (aveva appena preso il
patentino). Quando Emily si risvegliò erano le undici e trenta. Joey promise di non
raccontare niente a nessuno, ed Emily pure. Il giorno dopo la sveglia non suonò, ma
venne a svegliarci Joey, alle otto meno dieci. Per fortuna!!! Appena vestite e lavate,
ci precipitammo a vedere il cartello che divideva l’ A1 dall’ A2…. Siiiiiiiiiiiiiii!!!!Ero
nell’ A1!!! Però Emily era nell’ A2…
A1
Alyssa
Jessica
A2
Emily
Melissa
Anna
Serena
Tania
Carlotta
Peccato! Beh, almeno io ed Emily eravamo in camper insieme. Però… Ero nel
gruppo delle smorfiose snob!!! Quel giorno, alle quindici, il gruppo A1 iniziò la prima
lezione. Dovevamo percorrere lo slalom al trotto. Anna l’ aveva sbagliato, Serena l’
aveva sbagliato, io l’ avevo fatto giusto e Alyssa l’ aveva sbagliato. Maura mi fece i
complimenti, e Alyssa si innervosì. Maura mi premiò facendomi fare per prima la
doccia (la nostra doccia era molto strana: per i primi dieci minuti, l’ acqua era calda,
poi diventava tiepida e poi freddissima! Quindi le ultime dovevano decidere se fare
la doccia dopo un’ ora, o farla con l’ acqua freddissima).
Capitolo 5
Verso le sei, quando Emily finì la lezione, le andai incontro. Era arrabbiata, si vedeva
dalla faccia. Quando le chiesi qual era il problema, lei mi rispose : -A me non va giù
che Alyssa abbia comprato Tempesta solo per gelosia e per farti un dispetto. Tu la
monti da cinque anni, sai cosa le piace, capisci quando è triste o quando ha fame, sai
parlarle…- A me scese qualche lacrimuccia, ci pensai su e dissi: -Hai ragione Emily.
Non avrei mai dovuto farti scappare con me quella sera, solo per sfogarmi della
rabbia contro Alyssa. Me la sarei dovuta prendere con lei. E ti ho fatto anche
svenire…Mi dispiace…-Non ti preoccupare Jessica. I genitori di Alyssa, anche se viziano la propria figlia così,
non sono tanto cattivi. Prova a parlare con loro!- Mi rassicurò Emily. Io annuii e li
chiamai. Spiegai loro la situazione. Non sapevano che la loro figlia si era fatta
comprare un cavallo che una ragazza montava da cinque anni. Rimasero sconvolti.
Con vergogna e con incredibilità, mi REGALARONO Tempesta. Li ringraziai
tantissimo, tanto da mandare i miei genitori a prendere subito la cavalla. Evviva!!!
Corsi subito da Emily a darle la splendida notizia, poi lo dissi anche agli altri. I
genitori di Alyssa l’ avevano obbligata a chiedermi scusa davanti a tutti, cosa che lei
fece con una rabbia indescrivibile. Io e Emily l’ andammo a sbirciare di nascosto
mentre si confidava con Anna. Diceva: -Stupida Jessica!! E la sua stupidissima amica
Emily!! Perché?? Perché?? Voglio vendicarmi!!! Racconterò una bugia ai genitori di
Jessica, facendo loro credere che Jessica mi ha rubato la cavalla Tempesta!- - Ottima
idea Alyssa!!! Io sono con te!!!- disse Anna. Fortunatamente avevamo la
videocamera di Emily con noi, e registrammo tutto. Alla fine di queste parole,
sconvolte, ci precipitammo da Maura a farle vedere il filmato. Lei si infuriò
tantissimo. Infatti chiamò i genitori di Anna e di Alyssa dicendo loro che entrambe
erano state sospese dal corso per comportamento scorretto. Che bello!!! Ora
Tempesta era mia, Alyssa e Anna erano SCOMPARSE dalla mia vita….Che cosa
volevo più di così??? Dopo due settimane al campo, tornammo tutte a casa.
Purtroppo però avevo scoperto che mia madre si era rotta una gamba. Papà mi
aveva raccontato che era caduta dalle scale. Avvisai tutte le mie amiche e Maura
dell’ incidente. Alyssa mi chiamò e “fece finta” di dispiacersi per l’ accaduto. Mio
padre, però, aveva una chiamata urgente dal lavoro, e mi disse che sarebbe dovuto
star via per un giorno intero. Io corsi in ospedale per avere notizie su mia madre.
Appena entrai nella sala, lei mi sussurrò :-Jessy!! Come va? Come è andato il
campo?- -Mamma!! Tu come stai?? - Cara, fra sei giorni tornerò a casa. Mi hanno
operata. Papà dov’ è?- -Oh, l’ hanno chiamato con urgenza al lavoro…- Le sorrisi.
Dopo pochi secondi entrò un medico alto e grassottello, che mi disse di uscire. –Ciao
mamma…- dissi con aria triste –Ciao, tesoro- mi disse sorridendo la mamma. Lei mi
tirava sempre su di morale quando ero triste. E anche quel giorno ci era riuscita…
Capitolo 6
Quella sera aspettavo Emily. Sarebbe rimasta da me a dormire. Mentre stavo
preparando la cena, sentii squillare il citofono. Andai ad aprire il cancello e… la vidi,
sorridente come sempre. Mi disse che i suoi non c’ erano, quindi aveva anticipato la
visita. Verso le nove, presi il maxi- sacco di pop corn, quello da 200g , e ce li
mangiammo guardando un film. Verso le undici a andammo a dormire. La mattina
dopo arrivò mio padre. Stava piangendo. Mi disse che… mamma era
morta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Che
coooooooooooooooosa? – Ma…Stai scherzando V..vero? – Urlai. Mi rispose che
avevano telefonato dall’ ospedale comunicandogli che a sua moglie era venuto un
infarto e non ce l’aveva fatta…. Emily se ne andò abbracciandomi, dicendo che le
dispiaceva tanto e che era meglio se ci avesse lasciati soli. Un mese dopo la morte
della mamma, la nostra vita andava avanti. Per il giorno della “Festa della Mamma”,
come ogni anno, noi ragazzi scrivevamo un pensierino sul giornale della città. La
professoressa Mora voleva non farmi scrivere nulla, ma io le risposi che mia mamma
non se ne era andata per sempre, lei c’era ancora, aveva solo cambiato posto:
abitava nel cielo. Quindi scrissi: -Mamma, per me sei unica, la più speciale del
mondo. Mi dispiace non vederti più, ma ricordati che ti penso sempre e che ti voglio
bene anche se abiti nel cielo-. Il tempo passava, io terminai gli studi, con Emily e
Joey sempre al mio fianco. A volte ero triste, la presenza della mamma mi mancava,
eccome, ma sapevo di poter contare sul loro appoggio e sull’affetto di papà.
Capitolo 7
Quando compii venticinque anni, mi trasferii con Joey in un appartamento sulle
colline torinesi. Di professione facevo l’ insegnante di equitazione con Emily, nello
stesso centro. Joey faceva il professore di educazione fisica alle medie. A ventotto
anni, rimasi incinta. La gravidanza fu lunga e faticosa, ma il tredici luglio, nacque
Sara, mia figlia. Dopo tre anni mi ritrovai ancora col pancione. Partorii un bambino,
che chiamai Giorgio. La mia vita cambiò definitivamente. E’ strano pensare che in
così “pochi” anni, succedano così tante cose. La vita è un lampo, ma non bisogna
sprecare tutto il tempo del lampo. Si fa un passo alla volta, piano piano. Certi passi
sono lunghi, certi un po’ meno, ma sono sempre passi avanti. Perché qualunque
cosa tu faccia, ti fa fare un passo, lungo o corto che sia.
Grazie per la lettura e buona continuazione.