Rassegna Stampa 11 marzo 2014

martedì 11 marzo 2014
INDICE RASSEGNA STAMPA
martedì 11 marzo 2014
Economia e imprese locali
Sole 24 Ore Rapporti 24 /
Territori
11/03/2014
p. 43
L'export mostra un'altra faccia: quella del turismo
Cesare Peruzzi
1
Sole 24 Ore Rapporti 24 /
Territori
11/03/2014
p. 44
Manifatturiero ancora fragile
Silvia Pieraccini
3
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 18
«Reti d'impresa»Se ne parla agli Industriali
4
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. V
Oggi il convegno della Bnl dedicato alle reti di impresa
5
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 11
«Sca Hygiene Products», l'imprenditore Biemmi lascia e va in Antonio Piscitelli
pensione
6
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. VIII
Il "Novecento inquieto" in mostra al museo Lu.C.C.A.
Rossella Lucchesi
7
Ilaria Bonuccelli
9
Edilizia & Territorio
Tirreno
11/03/2014
p. 2
Le buche croniche delle nostre strade
Tirreno
11/03/2014
p. 2
Quei tappeti sopra le voragini
Tirreno
11/03/2014
p. 3
Mancano i controlli: benvenuti alla sagra del subappalto
Ilaria Bonuccelli
13
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. I
Una rotonda davanti a Porta Elisa
Duccio Casini
14
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 2
Tra due mesi esatti scatterà l'avvio del San Luca
Paolo Mandoli
15
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. III
Nuovo ospedale S. Luca, è la volta buona
Fabrizio Tonelli
18
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 7
Anas, un progetto da rivedere
19
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. IV
La Provincia all'Anas: nuovi studi sul traffico
20
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 7
Altri 15 0 20 giorni di traffico caos a Monte San Quirico
21
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 13
Nuova vita per rocche e fortificazioni Arriva un milione di euro Dino Magistrelli
per i lavori
22
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. XIII
Una "via delle rocche" nella Valle
24
Nazione Lucca
11/03/2014
p. 13
Da Mont'Alfonso al Bargiglio: ecco in cosa consistono le opere
di riqualificazione
25
Tirreno Lucca
11/03/2014
p. XIII
A Mont'Alfonso si consolidano le mura
26
Nazione Viareggio
11/03/2014
p. 11
Frana alla Ices, sfiorata la strage
Tirreno Viareggio
11/03/2014
p. IX
Camaiore. Campi sportivi, al via i lavori sui terreni
28
Tirreno Viareggio
11/03/2014
p. XI
Urbanistica, ecco le nuove norme per Stazzema
29
Indice Rassegna Stampa
12
Luca Dini
Daniele
Masseglia
27
Pagina I
L e-A-UOrt mostra
9
un altra
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facci lo
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quella
del turismo
Nella regione che continua a crescere per vendite oltrefrontiera
le presenze estere hanno superato quelle italiane (sono il 54,2%)
Pil stimato quest'anno a +1%, ma restano le preoccupazioni
di Cesare Peruzzi
1 turismo è l'altra faccia dell'export toscano. Nel momento più delicato di
questa lunga crisi, quando a tutti appare chiara lanecessità di un colpo di
reni per uscire dal pantano in cui l'Italia rischia di restare imprigionata, mercati
e viaggiatori internazionali si confermano
i motori dell'economia regionale, a cui affidare la prospettiva di una ripresa in grado
di creare anche posti di lavoro.
«Sentiamo gli effetti della recessione, in
termini di flessione del Pil e di calo dell'occupazione, ma la Toscana sta reagendo
meglio di altre aree del Paese, come dimostrano i risultati delle esportazioni», dice
il presidente della Regione, Enrico Rossi.
«Questa tenuta del nostro sistema è legata
in parte all'arretramento registrato nel primo decennio del secolo - aggiunge-ma soprattutto alle buone performance di quelle aziende che hanno saputo conquistare i
mercati esteri, nella moda come nel settore cartario e della meccanica, insieme al
forte traino del turismo».
Dal 20o8 a oggi, la Toscana ha perso circa 5 punti e mezzo di Pil (-1,3%io la flessione
nel 2013) e 74mila occupati (8,7%, il tasso
di disoccupazione medio dell'anno scorso), in base alle ultime stime dell'Irpet,
l'Istituto regionale di programmazione
economica che ha però individuato sul
territorio 3.300 imprese manifatturiere,
circa il50o del totale, in grado di fare innovazione e di competere a livello mondiale. Queste aziende hanno spinto l'export
toscano (+16,6% nel periodo 2008-2013),
che anche quest'anno dovrebbe crescere
Economia e imprese locali
in maniera importante (+4,7%io l'attesa, in
linea con il 2013).
«La diversificazione dell'economia regionale è stata un buon salvagente contro
la crisi - commenta Simone Bettini, imprenditore del settore meccanico (gruppo Rosss) e presidente di Confindustria
Firenze (oltre che vice presidente nazionale di Federmeccanica) -. Ma i consumi
interni sono fermi e il progressivo esaurimento degli ammortizzatori sociali preoccupa, nonostante le stime di leggera ripresa del Pil nel 2014 (+1%, a livello regionale, n.d.r.)».
Anche per Vasco Galgani, leader di
Unioncamere Toscana (e della Camera di
commercio di Firenze), il «tunnel non è finito,benché si percepiscan o i primi segnali di un'aspettativa positiva. La situazione
è a macchia di leopardo: chi lavora sui mercati internazionali va bene, mentre soffrono tutti gli altri. E sono troppi - dice Galgani -. Le aziende pagano in molti casi un eccesso di vocazione immobiliare, che in passato ha frenato gli investimenti».
La prudenza è condivisa dal fronte sindacale: «Purtroppo la crisi c'è ancora e
non sono ottimista sulle prospettive», sottolinea Riccardo Cerza, segretario generale della Cisl toscana. «Deve ripartire la domanda interna - aggiunge - e la ripresa potrà arrivare solo dalbinomio eccellenza-innovazione e da un modo diverso di consumare». Bettini parla di «tavolo regionale
per ridisegnare una strategia di crescita»
che necessariamente deve puntare su «po-
Pagina 1
che priorità, tra cui il manifatturiero, le in- na (30 milioni di costo), anticipando 8o mifrastrutture e il turismo».
lioni di fondi Ue per non interrompere i fiTra le carte a disposizione della Tosca- nanziamenti alle imprese, o con lo sportelna, ora c'è anche la visibilità legata al ruolo lo unico a disposizione di chi vuole investinazionale di Matteo Renzi (e della sua re. Sono un regionalista temperato e ho fisquadra di Governo). Sarà un caso, ma l'ap- ducia nel governo Renzi - conclude -: creprodo a Palazzo Chigi dell'ex sindaco ha do che una promozione dell'immagine
coinciso con lo sbarco nel capitale degli ae- dell'Italia più coordinata a livello nazionaroporti di Pisa e Firenze del gruppo argen- le sarà importante».
tino di Eduardo Eurnekian, conla prospetCon 12,2 milioni di arrivi e 43,2 milioni di
tiva di arrivare all'integrazione dei due sca- pernottamenti, rispettivamente +o,8°o e
li: obiettivo atteso da tempo e fondamenta- +o,5°io l'anno scorso, il turismo toscano eresee(+12,1%dal2007lepresenze) permerile per l'economia della regione.
«Lanascita del polo aeroportuale tosca- to degli stranieri e ormai come comparto
no, che penso si realizzerà nel 2014, è un allargato rappresenta l'8° del Pil della reasset strategico in vista della crescita del gione (circa 8 miliardi), con un impatto del
400io dei flussi turistici prevista da qui al 12%io sui consumi. Oltre la metà delle pre2030 - dice il governatore Rossi -. La Tosca- seme(54,20io)nonèitalianaelapercentuanaèunmarchioelaRegioneèimpegnataa le continua a crescere (+4,30,o le presenze
sostenere l'attrattività del territorio, come straniere nel2o13contro -3,7°odiquelle naabbiamo fatto rilanciandola Via Francige- zionali). Anche in questo campo, dunque,
il vento della ripresa arriva dall'estero.
«Stiamo registrando un buon ritorno di
turisti americani e tedeschi, oltre all'arrivo di nuova clientela dall'Asia e dai Paesi
emergenti», dice Andrea Giannetti, presidente della commissione Turismo di Confindustria Toscana. «Il lavoro tiene, in terL'Istituto regionale di programmazione mini di arrivi-aggiunge-ma si riducono i
economica ha individuato sul territorio margini». Per Francesco Bechi, presidente fiorentino di Federalberghi, il comparto
3.300impresemanifatturiere
«deve fare i conti con la flessione delle tain grado di fare innovazione
riffe e l'aumento dei costi, oltre che con la
pressione fiscale elevata. Il momento però
e di competere a livello mondiale
è interessante e, se saremo sostenuti in un
quadro di scelte strategiche,ancheinvista
Bettini (Confindustria Firenze):
dell'Expo 2015 a Milano - aggiunge - possia-
i consumi interni sono fermi e preoccupa
il progressivo esaurimento
degli ammortizzatori sociali, nonostante
mo dare un contributo importante all'economia toscana». Anche Giannetti è convinto che il turismo abbia «spazi di cresci-
ta ulteriore, a patto di organizzare meglio
le stime di leggera ripresa del Pil nel2014 la gestione dell'incoming», per «veicolare
....................................................................................................
l'offertanel mondo, destagionalizzare l'attività e sostenere le zone meno sfruttate,
come Garfagnana e Mugello».
La messa a punto di «un sistema d'accoglienza più professionale», di cui parla anche Rossi, è tangibile nel piano di rilancio
delle Terme di Chianciano, il cui presidente Fabio Cassi sottolinea il «potenziamento dell'offerta» (attraverso una partnership internazionale) e la «creazione
del consorzio Chiancia-Si per il marketing territoriale», che mette insieme Terme e operatori economici locali. L'economia guarda ai mercati mondiali e il turismo non fa eccezione.
O RIPROOOZION E RLERVATA
Economia e imprese locali
Pagina 2
Manifatturiero ancora fragile
Alcuni segnali fanno sperare nel cambio di rotta ma restano incertezze - Export e filiere punti di forza
di Silvia Pieraccini
stato il "grande malato" degli ultimi anni e per questo oggetto delle
maggiori attenzioni e promesse di
cure. Ora, finalmente, per il maniatturiero toscano sembra avvicinarsi l'uscita dalla crisi, anche se le previsioni di economisti e operatori restano caute:
la ripresa è lenta, faticosa e incerta.
La spia che fa sperare nell'inversione del
ciclo si è accesanel terzo trimestre 2013: arresto della caduta della produzione industriale in atto da due anni (-o,1% rispetto allo stesso periodo del 2012, secondo l'indagine congiunturale Unioncamere-ConfindustriaToscana) e ripresa dell'occupazione dopo 14
trimestri consecutivi di calo (+7% rispetto a
luglio-settembre 2012 secondo Cgil-Ires, pari a 2omila posti di lavoro in più che fanno
salire il totale degli occupati nell'industria
toscana a 305.852).11livello è ancora lontano
da quello pre-crisi (368mila occupati), ma
segnala un'inversione di tendenza importante anche se il quadro viene da tutti definito «complessivamente fragile».
La fragilità è legata, sul fronte occupazionale, ai nuovi contratti che dimagriscono
(-9,8% gli avviamenti nell'industria nel terzo trimestre 2013) e all'esplosione della cassa integrazione, che ha raggiunto il record
di sempre: 55,6 milioni di ore autorizzate
dall'Inps nell'intero 2013, senza contare i 7,7
milioni di ore di Cig in deroga non ancora
autorizzate per mancanza di fondi. Segno di
una dicotomia sempre più forte nel tessuto
imprenditoriale toscano , con un nucleo di
aziende che corre e agganciala ripresa internazionale - l'Irpet ne ha individuate 3.300
manifatturiere, pari al 5,3% del totale - e una
larga fetta che continua a soffrire e cerca
strumenti per arginare la crisi.
E per questo che il presidente degli industriali toscani, Pierfrancesco Pacini, predica cautela («È ancora presto per capire se
abbiamo di fronte una reale inversione del
ciclo o solo una tregua insidiosa») e sollecita politiche industriali a sostegno della ri-
presa: «Va rilanciata la crescita industriale,
perché è l'unica in grado di sbloccare il Pil».
La convinzione degli imprenditori è che la
risalita sarà comunque difficoltosa, non solo perché la crisi habruciato ricchezza e posti di lavoro, ma anche per i «cambiamenti
irreversibili in atto negli assetti e nella capacità produttiva», che si sommano agli ostacoli legati alla restrizione del credito e al super euro, e soprattutto alle difficoltà del
mercato interno che non accenna a ripartire «complice un caos fiscale pro-ciclico e
vessatorio». Sulla stessa lunghezza d'onda i
sindacati: «Sono necessari interventi pesanti su credito e consumi e sulle politiche
industriali per attivare un nuovo moltiplicatore degli investimenti», sostiene la Cgil
Toscana.
L'ancora di salvezza della manifattura toscana, in questi annidi crisi, è statala capacità di esportare, legata alla presenza di settori industriali diversificati, dalla moda (con
il boom della pelletteria, ma anche concia,
calzature, tessile e abbigliamento) all'oreficeria, dalla meccanica alla farmaceutica e alla carta, dal vino all'olio alle piante, fino ai
prodotti chimici e agli apparecchi elettrici.
Al punto che oggi le filiere tradizionali della
Toscana brillano in Europa: «I dati del terzo trimestre 2013 - si legge nell'ultimo Monitor dei distretti di IntesaSanpaolo - confermano come le filiere tradizionali della Toscana mostrino tassi di sviluppo significativamente più elevati rispetto a quanto registrato non solo dalle altre aree distrettuali
italiane, ma anche dal manifatturiero di
Francia e, soprattutto, Germania».
Eppure, nonostante queste performance,
la Toscana manifatturiera esce dalle crisi
con le ossa rotte. Negli ultimi sei anni il peso del manifatturiero sulPilregionale è passato dal 21,4% del 2o08 al 17,5% di oggi (dati
Istat-Irpet), con la perdita di quasi quattro
punti percentuali e di 63mila posti di lavoro. Soprattutto, si sono rivelate decisamente più difficili del previsto le operazioni di
reindustrializzazione, su cui la Regione aveva scommesso all'inizio della legislatura.
Vincoli territoriali e proteste locali hanno,
nella maggior parte dei casi, affossato o ritardato molte delle "rinascite" industriali. E
così sono ancora al palo la reindustrializzazione dell'ex Eaton di Massa; quella dell'ex
zuccherificio Sadam di Castiglion Fiorentino (Arezzo); quella dell'area ex Radicifil di
Pistoia. Sul tavolo, da sciogliere proprio in
queste settimane, ci sono i nodi delle Acciaierie di Piombino e dell'abbigliamento Mabro di Grosseto. Tra i salvataggi di aziende
in crisi riusciti in questi anni spiccano le porcellane Richard Ginori, comprate dalla Gucci del gruppo francese Kering; i filati pratesi
Lineapiù,rilevati dall'amministrazione straordinaria dall'imprenditore della moda
Alessandro Bastagli; i Nuovi CantieriApuania, passati dalnvitalia (ministero dello Sviluppo economico) alla Admiral Tecnomar
di Giovanni Costantino.
0 RI PRO DD ZIONE RISERVATA
Settore moda.
Nella foto un
allestimento di
Pitti Immagine
Uomo alla
Fortezza da Basso,
a Firenze.
Il comparto moda
è uno dei settori
più importanti
del manifatturiero
toscano
«E ancora presto per capire
se abbiamo di fronte una reale
inversione del ciclo o soltanto
una tregua insidiosa»
Pierfrancesco Pacini , Confindustria Toscana
Economia e imprese locali
Pagina 3
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OGGI alle 16 a Palazzo Bernardini
convegno «Internazionalizzazione e reti d'impresa: quali opportunità» organizzato da BnL Gruppo
Bnp Paribas, con Assindustria e
Retimpresa.
Economia e imprese locali
Pagina 4
ASSINDUSTRIA
CIL
uggí. convegno della Bnl
defficato alle r tl ® impre sa
1 LUCCA
Bnl Gruppo Bnp Paribas, in
collaborazione con Assindustria Lucca e Retimpresa Oorganizza per oggi il convegno
"Internazionalizzazione e reti
d'impresa: quali opportunità" che si terrà alle 16 nella sede di Assindustria Lucca, in
piazza Bernardini - proseguendo così nell'organizzazione di momenti di incontro
e formazione sui temi
dell'economia e della finanza,
destinati alle aziende del territorio.
L'iniziativa rientra nell'am -
Economia e imprese locali
bito degli incontri "EduCare
Bnl" che la banca, fin dal
2008, dedica all'educazione
economico-finanziaria di privati, famiglie ed imprenditori,
con eventi in tutta Italia, gratuiti e senza finalità commerciali.
Per il mondo corporate,
partecipano agli appuntamenti EduCare proprietari
d'azienda, manager e loro collaboratori per approfondire
temi ed opportunità legati
all'attività e allo sviluppo imprenditoriale, tanto a livello
nazionale quanto sui mercati
esteri.
Pagina 5
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Hyg í ene P roducts», ' I
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pens í one
ERMANNO Biemmi (nella
foto) lascia, per raggiunti limiti
di età Sca Hygiene Products.
Dirigente cartario di lungo
corso, formatosi alla scuola di
Mario Carrara, grandissimo
imprenditore pistoiese; Biemmi
è stato per moltissimi anni il
direttore dello stabilimento Sca
di Collodi. A lui si devono
lacune trovate tecniche geniali,
come il recupero del colore blu
nella produzione di carta
colorata per tovaglioli, prodotto
con una certificazione ad hoc.
Brillante anche dal punto di
vista commerciale, avendo
introdotto all'interno di una
multinazionale che
commercializzava solo prodotto
finito, anche la
commercializzazione della carta
in bobine. Proprio per questa
sua idea innovativa Sca gli
aveva dato la responsabilità
della commercializzazione delle
bobine in tutta l'Europa. Nato e
residente a Pescia, anni indietro
aveva avuto anche una breve
esperienza politica nel suo
comune.
Antonio Piscitelli
Economia e imprese locali
Pagina 6
Il "Novecento
inquieto" in mostra
al museo Lu,C.C,A,
di Rossella Lucchesi
1 LUCCA
Bilancio in positivo per i primi
cinque anni di attività del
Lu.C.C. A. (Lucca Center of
Contemporary Art). Nato il 9
maggio 2009 quasi per scommessa dall ' intuizione di privati, il museo di arte moderna ha
invece raggiunto risultati sorprendenti che, dichiara il direttore generale Maurizio Vanni
«costituiscono un forte stimolo per proseguire con i progetti
e migliorarsi . Non era infatti
scontato un successo di tali dimensioni, ma la passione e lo
spirito di sacrificio di uno staff
competente , ci hanno permesso di far fronte alle molteplici
difficoltà e portare avanti una
missione coraggiosa che ci fa
ben sperare per il futuro».
I numeri parlano chiaro. Oltre 250mila i visitatori ad oggi,
sia per le esposizioni che per le
attività collaterali legate alla
cultura e all ' arte, di cui circa
55mila (3000 bambini) solo
nel 2013 a conferma del successo di un progetto che guarda lontano , con l'obiettivo, afferma il sindaco Alessandro
Tambellini « di rendere viva
l'arte contemporanea che nulla ha da invidiare ai capolavori
Economia e imprese locali
Al via la stagione
della struttura
diretta da Maurizio Vanni
Che, a cinque anni
dalla sua creazione,
può dire di aver vinto
la sua scommessa
e si dà nuovi obiettivi
del passato , proponendo un
linguaggio e uno stile moderni
che ci permettono di stare al
passo con le trasformazioni di
un mondo sempre in movimento che deve adeguarsi alle
novità e a nuovi modi di pensare». Un sogno che sembra
trasformato in realtà in una città tipicamente tradizionale come la nostra . L'impatto del
Lu.C.C.A. con la città ha infatti
da subito sortito effetti positivi, richiamando molti residenti, ma anche tanti turisti che
hanno apprezzato le mostre e
le innumerevoli proposte artistiche come quelle più recenti
di Antonio Ligabue e di Henri
Cartier-Bresson che hanno en-
tusiasmato il pubblico di tutto
il mondo . «il merito , aggiunge
Vanni, va in parte a un'équipe
di professionisti e a un gruppo
di lavoro che in precedenza
aveva operato con successo a
Mosca e Shanghai , ma anche
a una solida partnership tra
pubblico e privato che ha permesso la nascita di una rete di
sistema che sta producendo
ottimi frutti ». Un museo che
col tempo ha preso consistenza, trasformandosi in un luogo
vivace, dove trascorrere momenti di relax e magari consumare una cena deliziosa nel ristorante interno con i piatti sopraffini dello chef Cristiano
Tornei . «Nostro obiettivo, prosegue è riuscire a penetrare
sempre di più il museo nel tessuto cittadino , creando dinamismo e attrattive turistiche. E
forse, se oggi all' estero Lucca
comincia ad essere conosciuta
nella propria individualità e
non come città vicina a Firenze, un piccolo contributo è arrivato anche da noi».
Il progetto 2014 è in fase di
decollo e consiste anzitutto in
tre mostre importanti , realizzate con il patrocinio di Comune e Provincia di Lucca, Regione Toscana, Opera delle Mura,
Camera di Commercio, Assindustria, Confesercenti e Confcommercio e con il supporto
delle fondazioni Banca del
Monte e Cassa di Risparmio e
di Gesam Gas. Le illustra Angelo Parpinelli, presidente della
fondazione Lu.C.C.A. Museum che si propone l'obiettivo di "esportare" il museo nel
mondo e di "importare" tem-
poraneamente i migliori artisti
internazionali. "Inquieto Novecento. Vedova, Vasarely,
Christo, Cattelan, Hirst e la genesi del terzo millennio" inaugurerà sabato 15 marzo la stagione con una mostra che si
protrarrà fino al 22 giugno. Dal
28 giugno al 2 novembre in collaborazione con Magnum Photo, ci sarà la retrospettiva Robert Capa. "I Macchiaioli. Fattori, Signorini, Lega e i capolavori della collezione Mario Taragoni" saranno invece esposti dal 15 novembre al 6 aprile
2015. Contemporaneamente
alle iniziative si svolgeranno
esposizioni parallele di artisti
contemporanei, mentre lo spazio video- room ospiterà due
kermesse di livello mondiale.
Sarà inoltre potenziata l'offerta per i bambini con nuovi format nell'area Lop Lop, mentre
per gli studenti ci saranno
workshop legati a fotografia,
pittura, video arte, scultura e
design. Spazio anche agli universitari con il master in eco-
nomia e gestione della comunicazione e dei media in collaborazione con l'università di
Tor Vergata.
Pagina 7
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A destra
il museo Lu .C.C.A.
Sotto , il direttore
generale
Maurizio Vanni
Economia e imprese locali
Pagina 8
Le buche croniche
dell e nostre strade
Progetti sbagliati e i soli sono finiti: la Toscana delle toppe
Pontedera l'asfalto si e sgretolato dopo poche settimane
di Ilaria Bonuccelli
Lunga e (quasi) diritta corre la
strada. Lisciano. Sulla carreggiata della circonvallazione che collega la zona industriale di Gello
alla Fi-Pi-Li ci sono "ragnatele"
e buche. Va avanti così da dicembre. Da quando la strada è
stata inaugurata. Qualche settimana di pioggia e l'asfalto ha cominciato a sgretolarsi. Il Comune l'ha pagato per buono. Quasi
un milione per 825 metri. Ma si è
ritrovato in mano una patacca.
Da 44 a 21 milioni di bitume. Il
sindaco Simone Millozzi si china e sfiora il manto d'usura: in
alcuni punti, probabilmente,
non c'è neppure lo spessore previsto dal capitolato d'appalto.
Accade a Pontedera, ma non
solo. In Toscana sono centinaia
le strade con fondi sconnessi.
Con problemi di sicurezza, velocità ridotta o circolazione alternata. Intanto per scarsa manutenzione. A Fucecchio il sindaco,
Claudio Toni, il 20 febbraio ha ricevuto dal comando di polizia
municipale il suggerimento di
chiudere tratti di strade provinciali che attraversano il suo territorio perché sono così piene di
buche da non essere più sicure.
Mancano i soldi per i lavori, si lamentano le amministrazioni
pubbliche. Che per carenza di
fondi cedono, spesso, alla tentazione di riparazioni scadenti e
tecnicamente inadeguate; bandiscono gare al massimo ribas-
so, incappano in lavori non realizzati a regola d'arte per assenza di controlli durante l'esecuzione o per capitolati «obsoleti».
Via difettosa, saldo bloccato.Anche a Pontedera, durante i lavori
alla circonvallazione - la "strada
di Patto" - nessuno si è accorto
dei possibili difetti. E l'intervento non è stato stoppato. Probabilmente l'attenzione era concentrata su portare a termine
l'opera, partita nel 2008 e bloccata nel 2009 per il fallimento della
prima ditta appaltatrice. Ora, però, il Comune ha fermato i pagamenti: gli ultimi 150mila euro
non sono stati liquidati alla ditta
che si è aggiudicata il completamento della strada. Ed, è stata
aperta una contestazione formale. Al momento il contenzioso si
sviluppa fuori dal tribunale «ma
non esiteremo anche ad andare
per vie legali, se necessario», assicura Millozzi. Se, insomma, la
strada non verrà riparata o rifatta a spese dell'impresa. 0 se l'impresa non pagherà eventuali penali che le verranno inflitte. La
sanzione dipenderà dall'esito
degli accertamenti affidati alla
facoltà di ingegneria di Pisa.
Buche sul 25% del tracciato. Ma,
al di là delle questioni legali, alla
gente non sfugge la beffa: a meno di un mese dall'inaugurazione di un collegamento viario
fondamentale per l'economia di
un comprensorio ad alta vocazione produttiva, la strada è piena di toppe. E dove le buche non
sono
ancora
riparate,
la
"ragnatela" - le particolari crepe
del manto di usura" - rivelano
che il danno non è superficiale.
Interessa la struttura profonda
del tracciato. «Almeno - si consola Millozzi - finora la ditta non è
sparita e si è dimostrata molto
collaborativa». Ha rattoppato i
circa 200 metri di asfalto - il 25%
dell'intervento - che si è sciupato subito. E forse questo è anche
dovuto al fatto che il Comune
non ha liquidato gli ultimi due
stati di avanzamento lavori, sospendendo il collaudo, non svincolando le fidejussioni a garanzia dell'opera.
Quadruplicate le fidejussioni. Il
Comune di Pistoia ha capito che
questo è l'unico modo per difendersi dai lavori male eseguiti. E
ha aumentato in modo esponenziale le cauzioni a garanzia della
corretta esecuzione degli interventi: «Quando ci siamo insediati,afine 2012 - conferma l'assessore ai lavori pubblici, Mario Tuci, abbiamo trovato le strade in
condizioni disastrose. Ci siamo
domandati: perché questo avviene? La risposta immediata è stata: perché per le aziende è meno
costoso perdere le cauzioni che
eseguire i lavori a regola d'arte. E
noi abbiamo ribaltato il concetto». Con due mosse. La prima:
coordinando a gennaio i piani
degli interventi di tutte le società
dei servizi (acqua, gas, fognature, comunicazioni, luce) in modo che nessuno spaccasse due
volte la stessa strada a distanza
di pochi mesi, soprattutto se appena asfaltata; la seconda aumentando le cauzioni per ottenere l'autorizzazione a effettuare gli scavi.
1000 euro per 5 metri. La fidejussione è a garanzia che l'asfalto
sarà ripristinato in modo corretto. Ed è talmente alta che rinunciare allo svincolo del denaro
bloccato è più doloroso che realizzare i lavori a regola d'arte. Infatti, per i primi cinque metri di
strada asfaltata da spaccare, Pistoia chiede una cauzione di 600
euro, contro i 310 euro previsti
in precedenza; la cauzione arriva a 1000 euro peri primi cinque
metri (contro 516 euro precedenti) per la strada lastricata.
Perciò i conti sono sempre di inigliaia di euro.
Non è ancora tutto: chi ha
spaccato, deve garantire l'asfalto per un anno, assicurandone
la manutenzionee provvedendo
a «tutte le riparazioni che dovessero occorrere, rinnovando i
manti di copertura superficiale
e le pavimentazioni che per imperfetta esecuzione dei lavori
manifestassero cedimenti o rot-
tanram i rnntrolli:
Le buche croniche
delle nostre strade
Edilizia & Territorio
unasagra
Pagina 9
ture». Se al termine del periodo,
venissero trovati difetti, l'obbligo di manutenzione verrebbe
protratto di altri 6 mesi. Al termine dei quali le cauzioni vengono
svincolate solo se i lavori risultano eseguiti regola d'arte.
Niente lavori, strada chiusa. Al
contrario, nel territorio del circondario empolese - denuncia
Claudio Toni, il sindaco di Fucecchio - non solo non si effettuano lavori di manutenzione
straordinaria da mesi, ma ormai
non c'è un vero intervento da
anni «Nei nostri territori passano circa 300 chilometri di strade
provinciali e regionali, rovinate
da gelo, neve e acqua che non ci
hanno dato tregua dal 2011. Ma
la provincia di Firenze non ha
speso quasi nulla per metterle in
sicurezza. E ora siamo nei guai».
Veri. Il comando di polizia municipale sollecita «un intervento
urgenze a salvaguardia dell'incolumità delle persone sulle strade
provinciali Pisana per Fucecchio, Romana Lucchese e sulla
regionale 436 ricadenti nel territorio di Fucecchio e caratterizzate da numerose buche e avallamenti anche profondi che causano giornalmente incidenti stradali». In caso di mancato intervento «si consiglia la chiusura
della strada perché si declina
ogni responsabilità civile e penale». La resa dello Stato. Quella
che il presidente della provincia
di Prato, Lamberto Gestri, vorrebbe evitare. Con una lettera al
Capo dello Stato. Un appello accorato a Giorgio Napolitano. Per
«non lasciare intentata alcuna
iniziativa per salvaguardare la
comunità». Migliaia di cittadini
senza strade. 0 con strade pericolose.
Accade anche che i vigili
minaccino gli enti
di chiudere una via
per eccesso di pericolo
--I PRODUZIONE RISERVATA
Strada disintegrata a Cartone (Fi}
SP 160 Amiatina in provincia di Grosseto
SP 18 Lizzanese in provincia di Pistoia
Edilizia & Territorio
Pagina 10
N
il l tonnellate
Produzione
di conglomerato
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in Toscana nel 2007
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SP 53 a Tatti in provincia di Arezzo
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in Toscana nel 2012
SP 12 a Chiusi (foto Fuivia Bonifazi Martinozzi)
Edilizia & Territorio
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Quei tappeti sopra le vora
II costruttore: Comuni e province ci fanno lavorare nel modo sbagliato
L'INTERVISTA
b VIAREGGIO
Pochi soldi, tante buche. Enti
che non fanno manutenzione.
E che nella progettazione delle
«pavimentazioni» non tengono conto del carico che le strade devono sopportare. L'equazione è di Stefano Varia, titolare di una delle più importanti
imprese di lavori stradali del
centro Italia, ex presidente regionale di Ance, l'associazione
che riunisce costruttori edili e
ditte di lavori pubblici.
Varia è solo a causa del maltempo che le strade comunali
sono invase dalle buche?
«I1 primo problema è stato dimezzato l'investimento in manutenzioni. Fino a 6 anni fa, in
Italia si producevano 44 milioni
di conglomerato bituminoso
che veniva steso ogni anno sulle strade; nel 2013 siamo scesi a
20-21 milioni. Dal 2008, inoltre,
quando è iniziata la crisi anche
in Toscana è stato dimezzato
l'importo investito in appalti
pubblici».
Questo che significa?
Stefano Varia
La strada prov€nc€aled€ Val Iegana in località Treg€lo a£oreg€la In iáted€a Valle del Serchlo
«Che ci sono amrninistrazioni che, fra patto di stabilità e tagli alle entrate, la manutenzione alle strade non la fanno proprio. E questo aggrava la situazione».
Perché?
«Perché se tu ripari una strada quando si sta rovinando il
tappetino di usura (lo strato superficiale) spendi poco; se fai
trascorrere anni e lasci che si
"ammalori" anche il sottofondo, la spesa aumenta: la manutenzione da ordinaria diventa
straordinaria. Nell'asfalto si formano le "ragnatele" e allora
non basta stendere solo l'asfalto o tappare le buche. Se il binder (lo strato sottostante) o la
massacciata sono rovinata il
tappetino non dura».
Ma la ditta che ottiene l'appalto non informa il Comune
che il solo rifacimento
dell'asfalto è uno spreco di denaro pubblico?
«Spesso facciamo presente
agli enti che il lavoro richiesto
non è adeguato a risolvere il
problema. Una ditta di lunga
esperienza come la nostra si
permette di consigliare interventi più radicali, ma quasi
sempre per esigenze di cassa, le
amministrazioni ci ordinano di
eseguire interventi diversi, di
solo rifacimento del tappetino
di usura».
Come dovrebbe essere eseguito il lavoro per durare?
Se il danno è esteso alla base
e al binder, la strada deve essere
"scarificata" (grattata anche la
parte sottostante all'asfaltatura, ndr) e poi deve essere steso
l'asfalto, a caldo, con macchinari idonei che lo compattano.
Questo avviene ancora sulle autostrade, a volte sulle strade
Anas, quasi mai sulle strade comunali e provinciali. Inoltre,
dovrebbero essere utilizzati
conglomerati bituminosi (ghiaia, sabbia e bitume) confezionati con prodotti certificati CE».
A volte, però, si verificano
cedimenti anche su strade
Stefano Varia:
«Spesso
le progettazioni
non sono corrette,
il fondo stradale
è talmente rovinato
che lo strato superiore
finisce per cedere subito»
nuove. 0 asfaltate secondo
procedure corrette. Dov'è il
problema, in quel caso?
«Alla base di certi problemi
nelle asfaltature, c'è la mancanza della giusta progettazione degli spessori di conglomerato in
funzione del carico che deve
sopportare la strada».
Insomma, non c'è una progettazione corretta?
«Se progetti una strada di città, sai che può bastare uno spessore di 10-12 centimetri fra binder e tappetino di usura che, in
media, misura 3 centimetri. Ma
se realizzi un sottopasso
all'uscita di un'autostrada lo
spessore deve essere lo stesso
dell'autostrada: 22 centimetri
perché da lì è certo che passerà
traffico pesante, anche se la rete poi diventa urbana. Chi progetta e controlla lo deve sapere».
Invece, spesso i difetti emergono a lavori ultimati.
«Esatto. Ma a volte i difetti
non sono dovuti alla negligenza
dell'impresa».
E a che cosa allora?
«A quello che dicevamo: il lavoro commissionato non è idoneo a risolvere completamente
il problema. L'impresa fornisce
un tappetino di usura eseguito
a regola d'arte, ma se è steso su
un fondo danneggiato non potrà reggere»
(i.b.)
Le buche croniche
delle nostre strade
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Mancano i c ontrolli:
benvenuti alla sagra
del subappalto
Dal 2007 le gare pubbliche si sono dimezzate
L'esperto: servono più verifiche su materiali e procedure
FIRENZE
Ci sono «enti che non eseguono
bene gli interventi». E ci sono
Comuni che tralasciano i controlli: in fase di direzione lavori e
perfino «di collaudo». Oppure
che affidano le verifiche «a persone con competenze non adeguate». Poco capaci, insomma,
di capire se c'è qualche cosa che
non va nell'asfaltatura. Non sono solo un problema di risorse le
buche nelle strade. Certo, si possono spiegare con i tagli ai bilanci delle amministrazioni. In Toscana, ad esempio, dal 2007 al
2012 gli appalti pubblici si sono
dimezzati: da 1.368 sono diventati 629. Un crollo verticale, anche negli importi.
Ma i numeri non spiegano tutto. Non spiegano i lavori eseguiti
male, gli asfalti che si sfaldano a
pochi mesi dalla stesura, gli interventi non contestati in corso
d'opera, le cauzioni svincolate
dopo collaudi approssimativi.
«Non spiegano neppure - ammette Michele Moramarco, diri -
gente tecnico di Siteb, l'associazione italiana bitume asfalto
strade - i capitolati per le gare
d'appalto che in molte circostanze ancora vengono redatti
in base a normative superate, soprattutto avendo a riferimento
prezzari avulsi dalla realtà». L'errore all'origine. Che crea problemi non indifferenti in sede di gara «soprattutto considerando
che molte aggiudicazioni avvengono ancora in base al criterio
del massimo ribasso: chi pratica
lo sconto più alto. E ci sono ditte
che pur di lavorare propongono
ribassi anche del 30-40%».
Con queste percentuali, poi ci
può essere la tentazione di recuperare un po' di risorse in corso
d'opera. «E naturale - osserva
Riccardo Baracco , ex dirigente
regionale e attuale consulente
per i lavori pubblici di Anci Toscana, l'associazione dei Comuni - che le imprese ricerchino il
proprio interesse e provino a risparmiare durante l'esecuzione
dei lavori. È compito delle amministrazioni comunali verificare la corretta esecuzione degli interventi». E se c'è «un giusto controllo da parte degli enti - rincara Moramarco - i lavori vengono
eseguiti in modo corretto. Ma
certo che se un ente spende i
propri soldi e poi non va a controllare la realizzazione, poi non
può criminalizzare le imprese.
Anche perché all'interno del panorama italiano esistono molte
eccellenze».
Eppure, resta il fatto che spesso strade riparate nel giro di un
anno, a volte anche meno, presentano di nuovo problemi. Secondo gli esperti le spiegazioni
sono almeno due. «La prima sottolinea Morarnarco - è che
per partecipare alle gare per i lavori di asfaltatura non è richiesta l'appartenenza a una categoria specialistica. Così spesso i lavori di rifacimento dei manti
stradali vengano messi in gara
con altri interventi e siano assegnati a ditte con competenze in
altri settori, ad esempio nella
pubblica illuminazione, ma che
non hanno né mezzi, né maestranze né esperienza nel rifacimento delle strade. Allora subappaltano e non sempre al meglio che c'è su piazza».
La seconda spiegazione - ammette Baracco - è che spesso si
interviene «su infrastrutture che
hanno problemi. Magari su strade comunali che non hanno il
sottofondo, che sono realizzate
su terreni argillosi e sono soggette a costanti assestamenti naturali: per evitarli sarebbero neces-
sari interventi strutturali, molto
costosi. Per questo non possono
essere risolutivi i manti d'usura,
anche se vengono stesi in modo
corretto e lungo tutto il tracciato. Se il progetto non tiene conto
della natura del terreno su cui la
strada insiste, i cedimenti rischiano di essere inevitabili».
Progettare in modo corretto,
secondo capitolati adeguati e assicurare un controllo costante in
corso d'opera, possono ridurre i
rischi di ammaloramento precoce delle asfaltature. «Importante
- conclude Baracco - è anche la
verifica, attraverso carotaggi,
della corrispondenza dei materiali impiegati a quelli previsti
nel capitolato e al metodo di stesura. Questo consente di applicare le sanzioni alle ditte che
sbaglino: dall'applicazioni di penali, nel caso in cui si discostino
leggermente da quello che è stato richiesto, fino al rifacimento
del tappetino di usura o anche
del binder, lo strato sottostante
se non eseguito aregola d'arte».
Ilaria Bonuccelli
LI RI PRODDZIONE RISERVATA
Per partecipare
alle selezioni
non è necessario essere
imprese qualificate
„ • , i Ab .
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La strada provinciale del Tollero (Gr)
L'architetto Ricarrdo Baracco
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Una rotonda davanti a Porta Elisa
II Comune chiede 400mila euro alla Regione e pensa a istituire il senso unico in via Barbantini
1 LUCCA
L'incartamento (voluminoso)
è già a Firenze. Sui tavoli della
Regione Toscana, a cui il Comune chiede un finanziamento di 400mila euro per realizzare una grande rotonda davanti
a Porta Elisa, all'incrocio tra la
circonvallazione Pacini e viale
Cadorna, ma con inevitabili ripercussioni in viale Castracani.
«Ci auguriamo che da Firenze arrivino al più presto buone
notizie. Insomma, che ci diano
i soldi» dice Francesca Pierotti,
assessore ai lavori pubblici e
mobilità da tempo convinta di
dover intervenire in uno dei
punti nevralgici del traffico.
L'area individuata perla realizzazione di una rotatoria è infatti percorsa ogni giorno da un
considerevole numero di mezzi (anche pesanti, vista la tragica situazione della viabilità lucchese) e le code - provocate dai
semafori - non fanno altro che
peggiorare la situazione. Con
un considerevole aumento dello smog, peraltro non registrato perché in zona non esiste
una centralina di rilevazione
dei dati sull'inquinamento atmosferico.
«L'eventuale rondò - spiega
l'assessore Pierotti - comporterebbe una sostanziale modifica della viabilità nelle strade vicine. Ci stiamo lavorando. Per
il momento in Regione abbiamo inviato un iniziale progetto. Certamente tra i punti caldi
c'è via Barbantini, dove è in
funzione il semaforo che di fatto blocca il flusso di traffico
proveniente dal sottopasso. Resta quindi in piedi l'ipotesi di
istituire il senso unico in via
Barban tini con direzione Campo di Marte. Un provvedimento del genere comporterebbe
la conseguente eliminazione
dell'impianto semaforico».
L'iter per la rotonda davanti
a Porta Elisa sarà lungo. L'assessore non lo nasconde. Ma
bisogna pur iniziare il percorso
se davvero la volontà è rendere
più snella la circolazione.
Frattanto il Comune sta mo-
nitorando la nuova disposizione del traffico nel tratto di via
Elisa tra via S. Chiara e via del
Fosso. Da pochi giorni è stato
messo il senso unico con direzione porta San Gervasio.
I mezzi che percorrono via
del Fosso dalla Madonna dello
Stellare non possono più svoltare a sinistra in via Elisa, ma
devono proseguire in direzione corso Garibaldi, oppure utilizzare via del Calcio o via del
Giardino Botanico per dirigersi verso via Santa Chiara. Ma
non è esclusa una modifica. Ai
veicoli dei residenti provenienti dallo Stellare potrebbe essere permesso di girare a sinistra
per imboccare (subito dopo a
destra) via del Fosso e dirigersi
verso via del Calcio o via del
Giardino Botanico. Una scorciatoia chiesta al Comune da
svariati cittadini: palazzo Orsetti sta valutando la situazione. «Decideremo a breve» assicura l'assessore Pierotti.
Duccio Casini
'ORIPRODIPIONF RISERVATA
La vasta zona davanti a Porta Elisa dove il Comune intende realizzare la rotatoria per rendere più fluida la circolazione
Via Barbantini
potrà
diventare
a senso unico
con direzione
Campo di Marte
A destra
lo slargo
davanti
a Porta
S. Gervasio
dove
potrebbe
essere
cambiato
il traffico
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Pronto soccorso e sale operatorie attive dal 8 di Yna '
di PAOLO MANDOLI
ADESSO C'E' ANCHE l'«ora
X», il momento di reale attivazione del nuovo ospedale «San Luca». Scatterà alle ore 8 di domenica 11 maggio prossimo. In realtà i
primi degenti del nuovo ospedale
saranno già nelle nuove camerette o, per usare il termine di moda
oggi, nei «setting» da circa 24 ore.
Il trasferimento dei degenti inizierà infatti sabato 10 maggio e dovrebbe completarsi entro la sera
dello stesso giorno. Ma l'attivazione ufficiale del nuovo ospedale, il
momento cruciale, è legato
all'apertura del pronto soccorso e
con esso delle sale operatorie
dell'emergenza e della sala parto.
Sarà sicuramente una giornata
storica per Lucca quella dell'11
maggio prossimo e, inevitabilmente, anche una giornata che si
annuncia ricca di incognite e di
possibili problemi.
PROPRIO PER questo motivo
l'Azienda Usl ha deciso di seguire
un'attivazione e uno scambio progressivo. Insomma l'apertura del
pronto soccorso al «San Luca»
non coinciderà con la chiusura
del pronto soccorso a «Campo di
Marte». Ci saranno anzi ben 12
ore di sovrapposizione, con la città che sarà dunque dotata di ben
due ospedali fra le ore 8 e le 20 di
domenica 11 maggio. Ovviamente il personale delle ambulanze saprà bene dove andare, dunque
non ci saranno dubbi in caso di incidenti o di trasporti sanitari.
Qualche problema potranno averlo, invece, coloro che accedono
privatamente all'ospedale, magari
provenienti da paesi o città più
lontane. Proprio per loro è previsto lo sdoppiamento di pronto soccorso, sale operatorie e sale parto.
Esattamente a due mesi dalla data
di donu}nifa 11 nuzggi.o. Per 12 ore ci sar
di attivazione del «San Luca» ieri
mattina il direttore generale
dell'Azienda Usl, Antonio D'urso, ha convocato i cronisti per dare un primo scadenziario del cambio di ospedale.
QUELLA DI IERI è stata la prima di una serie di conferenze
stampa che accompagneranno la
fase di avvicinamento alla data e
all'«ora X». «Sono confermate è stato detto - le date cardine del
percorso di entrata in esercizio
del nuovo ospedale di Lucca: dalla conclusione dei collaudi, entro
il mese di marzo 2014 in base a
quanto dichiarato dal concessionario, inizierà una fase propedeutica all'apertura, in cui sono previsti l'allestimento della struttura e
il completamento dei percorsi formativi sul campo per il personale.
Intanto è confermato che sabato 5
aprile il "San Luca" verrà ufficialmente inaugurato, alla presenza
delle maggiori autorità locali e regionali». Per la cerimonia inaugurale non c'è ancora l'ora esatta. Si
attende la conferma della disponibilità del governatore regionale
Enrico Rossi che ha garantito la
sua presenza ma non ha finora fatto sapere se potrà esserci al mattino oppure al pomeriggio.
NELLE SETTIMANE successive al 5 aprile all'interno del nuovo ospedale verranno progressivamente attivate alcune attività sanitarie, non strettamente collegate
alla degenza, mentre il trasferi-
due sedi
mento dei pazienti ricoverati al
«Campo di Marte» avverrà nelle
giornate di sabato 10 e domenica
11 maggio 2014. Questa serie di
punti fermi per l'attivazione del
«San Luca» è stata evidenziata dallo stesso direttore generale
dell'Azienda Usl, Antonio D'Urso, dal direttore sanitario aziendale Joseph Polimeni, dal responsabile della macrostruttura ospedaliera e della task force per il nuovo
ospedale Luca Lavazza, dal direttore del dipartimento di emergen-
I PRIMI PAZIENTI
Glia ambulatori per gli esterni
saranno in funzione un paio
di settimane prima dello start
za urgenza e responsabile del trasferimento Ferdinando Celiai, dal
direttore dello staff di direzione
aziendale Franco Bocchi e dalla
dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche
Luciana Traballoni.
DUNQUE NON ci sarà una sola
data ma una serie di attivazioni
progressive. I primi operatori sanitari inizieranno a lavorare stabilmente al «San Luca» già dall'inizio del prossimo mese, 40 giorni
prima l'«ora X» come ha spiegato
Luca Lavazza. Di fatto dalla fine
I
AZIOI .
Sono programmati tempì
differenziati che arriveranno
abbracciare oltre un mese
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di aprile e per un paio di settimane prima del week end cruciale il
nuovo ospedale avrà in funzione i
primi ambulatori riservati esclusivamente agli esterni, la banca delle cornee che ha valenza regionale
e le attività di laboratorio, che nella prima fase di avvio saranno di
fatto un duplicato rispetto a quelle presenti al «Campo di Marte».
Possibile, ma non ancora certa,
l'attivazione in anticipo anche dalla dialisi al «San Luca». Sicuramente la dialisi sarà comunque
nella nuova sede fin da lunedì 12
maggio. Sono invece programmati alcuni «black out» di attività sanitarie in coincidenza con il trasloco. In particolare quello dell'emodinamica che non sarà attiva né al
«Campo di Marte» né al «San Luca» fra le ore 8 di domenica 11 e le
ore 8 di lunedì 12 maggio. Tale interruzione sostanzialmente non è
diversa da quelle periodiche che
avvengono ogni volta che l'angiografo va in manutenzione. In tali
casi viene fatto ricorso ad altri
ospedali vicini. Anche il trasferimento di alcuni macchinari complessi coma la tac richiedererà alcuni giorni per lo smontaggio al
«Campo di Marte», il rimontaggio
al «San Luca» e soprattutto la fase
di taratura prima del riavvio.
5'7')TTCs ES1 2 La struttura di vertice delP fenda Usi sta
valutando ogni possibile problema per evitare disagi fra due mesi
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PO ' D I
M/ R
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CONFERMATI i 410 po h
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l'osservazione breve
intensiva e altri 38 posfl
riservati ai diaUzzah
NEL BLOCCO chiru,,,.-ffico
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aggiungono altre sesM e
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L'AREA riservata, &,
sosta delle auto dis pone
di mille posti di cui cftca il.
60 per cento; per i
visitatori e circa il 40 per
cento per il personal e c he
lavora netta struttura
L ,/'>ì SCO PERTA Dal mese di ottobre scorso e fino a ieri oltre 1.200
persone hanno potuto verificare di personale caratteristiche dei
«San Luca». Le visite guidate continuano per tutto questo mese
I al
CONFERMATA LA GIORNATA DEL 5 APRILE MA NON
C'E' ANCORA L'ORA PRECISA. BUS NAVETTA
PER FAVORE LA PARTECIPAZIONE DEI CI TTADINI
I
CHI HA AVUTO UNA DATA PER UNA VISITA 0 UN ESAME
NEI NUOVI LOCALI E' STATO RICONTATTATO DALL'USL
IN CASO DI DUBBIO CHIAMARE IL NUMERO 3401388000
NEL MESE DI APRILE CI SARA' LA PROVA DEFINITIVA,
CON «ATTORI» CHE SIMULERANNO I PAZIENTI
IN BARELLA.DATA DA DECIDERE CON LE ASSOCIAZIONI
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Nuovo ospedale S. Luca, è la volta buona
L'Asl conferma l'inaugurazione per sabato 5 aprile, il trasferimento dei pazienti nel weekend dei 10 e 11 maggio
di Fabrizio TOnelli
1 LUCCA
Siamo vicini al D-Day. Il direttore generale dell'Asl 2 Antonio D'Urso, confermando l'anticipazione del Tirreno, ha ufficializzato la data di inaugurazione del nuovo ospedale, sabato 5 aprile, quando arriverà
anche il governatore Enrico
Rossi. E ha ribadito che il trasferimento dei pazienti avverrà nei giorni del 10-11 maggio,
durante i quali la città vedrà attivi due pronto soccorso e due
sale parto in entrambi gli ospedali, quello vecchio e quello
nuovo.
Ormai ci siamo e un ulteriore rinvio non sarebbe tollerabile. Anche per rispetto del personale, che negli ultimi mesi è
stato e si è sottoposto a un vero
e proprio tour de force per prepararsi a un passaggio epocale,
a fare lo stesso lavoro che ha
sempre fatto in una struttura e
in un ambiente completamente nuovi. Dove ha fatto prove,
si è esercitato, ha simulato, ma
dove effettivamente deve ancora iniziare a lavorare, a stretto
contatto con i pazienti, per i
quali non dovrà cambiare niente. Anzi.
11 vero collaudo. Si va verso i
giorni della verità, del collaudo
che stavolta non sarà fatto dai
tecnici specializzati, ma dagli
operatori stessi, dai dipendenti, dai malati e dai loro familiari. Tutto accadrà in poche ore,
dalle 8 della mattina di sabato
10 maggio, quando la prima colonna di ambulanze trasferirà
al San Luca il primo gruppo di
malati, quelli meno gravi, che
arriveranno dai reparti di medicina, da malattie infettive, dalla cardiologia.
Allora le simulazioni (dopo
quella di sabato, cene saranno
altre due, il 22 marzo e ad aprile in data da stabilire) lasceran-
no il passo alla realtà, alla barelle con i pazienti veri, ai letti,
ai primi servizi, gli esami. Ed è
allora che si verificherà se i cateteri sono dove dovrebbero essere, se le sonde, gli ecografi, i
cerotti, i farmaci e tutte le attrezzature che comunemente
si usano durante la giornata saranno ognuno al proprio posto, come da manuale, il grande manuale di utilizzo del nuovo ospedale.
Via libera verso il San Luca. Quei
giorni, quel 10 e 11 maggio,
noti sarà un problema per le
ambulanze del volontariato
raggiungere il San Luca con i
malati prelevati al Campo di
Marte. Via Barbantini sarà a
senso unico, con i vigili che
bloccheranno le auto per far
passare le colonne di mezzi; è
probabile che venga richiesta
perfino la chiusura dell'Iti, nel
giorno di sabato, per evitare
che l'entrata e l'uscita degli studenti possa creare intralci alla
circolazione. E anche il Comune farà la sua parte, installando
qualche minuto prima delle 8,
la nuova segnaletica che indirizzerà verso l'ospedale San Luca.
Dove qualche paziente sarà
però già entrato nei giorni precedenti. L'Asl punta infatti ad
avviare a San Filippo alcune attività ambulatoriali già nella seconda metà di aprile, probabilmente dopo Pasqua e a collocare al San Luca alcuni servizi
quali la banca delle cornee e i
laboratori. Forse anche la dialisi, se si riuscirà a organizzare
perbene le attività.
E più o meno in contemporanea ci sarà il trasferimento di
alcune grandi tecnologie, che
vanno smontate, ricollocate e
messe a punto per essere pronte a funzionare.
mento sarà attiva anche una
equipe chirurgica pronta a intervenire in caso di emergenza. Ma per 12 ore, fino alle 20
della domenica, resterà in funzione anche il pronto soccorso
del Campo di Marte, per smaltire le situazioni ancora aperte
e per fronteggiare le richieste
di chi si autopresenterà al triage. Non per le ambulanze, perché i mezzi di soccorso dalle 8
si recheranno esclusivamente
al San Luca. Dalle 20, si abbasserà la saracinesca sul pronto
soccorso del Campo di Marte e
i cittadini che dovessero ancora presentarsi a questa struttura saranno presi in carico da
SABATO 5 APRILE
INAUGURAZIONE LIFFICIALE DEL NUOVO
OSPEDALE SAN LUCA PRESENTE IL
GOVERNATORE ENRICO ROSSI
SABATO 10 MAGGIO
TRASFERIMENTO DEI PAZIENTI
DELL'AREA MEDICA E CHIRURGICA
DALCAMPO DI MARTEAL SAN LUCA
una ambulanza e trasportati al
San Luca. Nelle giornate di sabato e domenica il Campo di
Marte sarà sempre in grado di
fronteggiare anche l'arrivo di
donne in gravidanza che giungano in ospedale sul punto di
partorire.
Insomma la macchina organizzativa, rifinita dal dottor Luca Lavazza e dal dottor Ferdinando Cellai, o-vvero le figure
che hanno ricevuto l'eredità
del dottor Lisandro Fava, andato in pensione all'inizio di febbraio, sembra essere stata messa a punto nel migliore dei modi.
'ORIPRO01JZ10NF RISERVATA
IL DIRETTORE
D'URSO
II pronto
soccorso in funzione
dalla domenica, fino
alle 20 le emergenze
verranno trattate anche
al Campo di Marte
DOMENICA 11 MAGGIO
APERTURA DEL NUOVO PRONTO
SOCCORSID, TRASFERIMENTO DEI
PAZIENTI DELLA RIANIMAZIONE
I1 nuovo pronto soccorso. Il giorno clou sarà però la domenica
11 maggio. Alle 8 aprirà il nuovo e più grande pronto soccorso del San Luca e da quel mo-
11 nuovo ospedale San Luca : sari inaugurato il 5 aprile ed entrerà in funzione 1110 maggio (Vip)
Edilizia & Territorio
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ia
PROVI NC IA CH I EDE I T
s,
SONO NECESSARIE alcune
modifiche al progetto del nuovo sistema tangenziale di Lucca con il collegamento nordsud (tra Ponte a Moriano e i caselli dell'Al l e di Lucca est) e
est-ovest della Piana di Lucca
(tra il Frizzane ed Altopascio).
Le ha chieste la Provincia di
Lucca e devono rispondere ad
alcuni problemi quali i flussi
di traffico; le emissioni dei gas
di scarico delle auto; l'impatto
sulle falde acquifere e sul reticolo idraulico; l'occupazione di
suolo; l'impatto paesaggistico.
Si tratta, in concreto, di dare risposta a pareri e osservazioni
pervenute da cittadini, associazioni e soggetti interessati.
COSÌ PALAZZO Ducale ha
chiesto ad Anas una serie di migliorie al progetto perchè questo sia di maggiore sostenibilità ambientale. L'intento
dell'amministrazione provinciale è quello di arrivare a rea
lizzare un'opera «su misura» rispetto al territorio, capace di garantire un sistema efficiente di
mobilità e, al contempo, di rispettare gli insediamenti resi-
denziali e produttivi, le eccellenze ambientali e paesaggisti-
//r,,..
ogetto
ION I A TUTELA DELL'AMBI ENTE
.
If
umide attraversate e uno studio dettagliato sul paesaggio e
sugli elementi culturali presen
ti lungo il tracciato degli assi.
Per quanto riguarda i flussi di
traffico, i tecnici di Palazzo Ducale hanno richiesto una ricer
ca più approfondita e delle simulazioni che tengano conto
anche di alcune importanti infrastrutture in corso di progettazione e attuazione, come il
ponte sul Serchio e la viabilità
legata al nuovo ospedale. Opere che, una volta realizzate, influiranno sui volumi di traffico
dell'intero sistema locale.
ST( Uno dei viadotti previsti dal progetto Anas.
Provincia frena su opere con elevato impatto ambientale
OBIETTIVO PRECISO
« ReaUzzare un'opera
su m isura rispettando
ft territorio della Piana»
che e il sistema di mobilità esistente. Ora l'Anas ha a disposizione 45 giorni, eventualmente
prorogabili di altri 45, per integrare il suo studio di impatto
ambientale. La relazione tecnica della Provincia evidenzia,
tra le altre cose, l'esigenza di
un progetto accurato per la raccolta e il trattamento delle acque piovane provenienti dalla
sede stradale e la necessità di
maggiori dettagli sulla realizzazione delle barriere acustiche.
SONO richieste analisi approfondite dell'impatto ambientale sugli ecosistemi e sulle zone
LA RICHIESTA di integrazioni inviata dalla Provincia ribadisce inoltre un punto sostanziale
per
l'intervento:
un'adeguata integrazione con
il territorio attraversato che è
fortemente edificato. In primo
luogo, la necessità di riallinearsi alle previsioni urbanistiche
dei Comuni di Lucca e di Capannori, in particolare per il
tratto compreso fra la via del
Brennero e la via delle Ville dove è stato richiesto a Anas di
presentare una nuova soluzione che tenga conto delle abitazioni di recente costruzione.
AVVISO AI M700I
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Edilizia & Territorio
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La Provincia all'Anas:
nuovi studi sul traffico
Palazzo Ducale chiede delle modifiche al progetto del sistema tangenziale
Nel mirino soprattutto la parte dell'asse nord-sud fra il Brennero e via delle Ville
1 LUCCA
Anche la Provincia dice la sua
sul progetto degli Assi viari. E
lo fa chiedendo ad Anas una
serie di integrazioni allo studio
di impatto ambientale che, in
questo periodo, è nella fase di
valutazione di impatto ambientale. Richieste che riecheggian o quelle di cittadini ed enti, a partire dal Comune di Lucca, il parere del quale abbiamo
riportato nel giornale ieri in
edicola.
Dopo aver raccolto pareri e
osservazioni pervenute da cittadini, associazioni e soggetti
interessati, Palazzo Ducale ha
richiesto ad Anas una serie di
migliorie al progetto perché
questo sia di maggiore sostenibilità ambientale. L'intento
dell'amministrazione provinciale, si spiega in una nota, è
quello di arrivare a realizzare
un'opera "su misura" rispetto
al territorio, capace di garantire un sistema efficiente di %nobilità e, al contempo, di rispettare gli insediamenti residenziali e produttivi, le eccellenze
ambientali e paesaggistiche e
il sistema di mobilità esistente. Anas ha oraa disposizione
45 giorni, eventualmente prorogabili di altri 45, per integrare il suo Studio di impatto anibientale.
La relazione tecnica della
Provincia evidenzia, tra le altre
cose, l'esigenza di un progetto
accurato per la raccolta e il
trattamento delle acque piovane provenienti dalla sede stradale e la necessità di maggiori
dettagli sulla realizzazione delle barriere acustiche. Sono richieste analisi approfondite
dell'impatto ambientale sugli
ecosistemi e sulle zone umide
attraversate e uno studio dettagliato sul paesaggio e sugli elementi culturali presenti lungo
il tracciato degli assi.
Edilizia & Territorio
Per quanto riguarda i flussi
di traffico, i tecnici di Palazzo
Ducale hanno richiesto una ricerca più approfondita e delle
simulazioni che tengano conto anche di alcune importanti
infrastrutture in corso di progettazione e attuazione, come
il ponte sul Serchio e la viabilità legata al nuovo ospedale.
Opere che, una volta realizzate, influiranno sui volumi di
traffico dell'intero sistema locale.
La richiesta di integrazioni
inviata dalla Provincia ribadisce inoltre un punto sostanziale per l'intervento, probabilmente il più delicato e controverso: un'adeguata integrazione con il territorio attraversato
che è fortemente edificato.
In primo luogo, la necessità
di riallinearsi alle previsioni urbanistiche dei Comuni di Lucca e di Capannori, in particolare per il tratto compreso fra la
via del Brennero e la via delle
Ville dove è stato richiesto a
Anas di presentare una nuova
soluzione che tenga conto delle abitazioni di recente costruzione. D'altra parte non è la
prima volta che la Provincia
avanza richieste di questo tipo: lo aveva già fatto durante
la procedura di localizzazione
davanti al Ministero, quando
aveva chiesto - analogamente
al Comune di Lucca - di trasformare in sottopasso il viadotto sulla ferrovia Lucca-Aulla lungo l'asse nord-sud.
Palazzo Ducale richiede
inoltre un'articolazione del
progetto in lotti distinti, ognuno con il proprio cronoprogramma e con l'analisi dell'impatto del cantiere sul contesto
territoriale. Questo per mitigare i disagi per i cittadini e gestire meglio eventuali ritardi nella realizzazione dell'opera che
Anas ritiene possa essere conclusa con due armi di lavori.
Una volta ricevute le integra-
zioni, i tecnici avranno a disposizione 45 giorni per esprimere il parere definitivo sul progetto che sarà elaborato anche
tenendo conto dei risultati
dell'Inchiesta Pubblica che si
svolgerà in questo periodo e
consentirà un confronto fra il
del progetto
proponente
(Anas) e i cittadini che hanno
presentato le osservazioni. Il
parere finale sarà trasmesso al
Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti che, a sua volta,
lo inoltrerà al Cipe per l'approvazione del finanziamento
dell'opera.
(l.c.)
II rendering del viadotto dell'asse nord -sud all 'altezza dei laghetti di Lammari
f a 14o,fnda au'•1ima:
nuo, i sluAi enl traffico
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CAMBIA L'ORARIO DEL CANTIERE PER
COSTRUZIONE DELLE NUOVE FOGNATURE
i di traffico caos a Monte San Quirico
UN'ORA e mezzo in più al giorno per il
cantiere (e per le code di automobili) per le
nuove fognature lungo la via di Camaiore.
Il nuovo orario che rende operative le ruspe, e con esse anche il semaforo sul ponte
di Monte S.Quirico, via di Camaiore e via
di S.Alessio, si anticipa la mattina di mezzora e ritarda il pomeriggio di un'ora: da
oggi sarà dalle 9 alle 18 con estensione al
sabato mattina dalle 8,30 alle 14,30. Dunque in questi orari resterà in vigore il senso unico alternato regolato da semaforo a
tre fasi comandato manualmente da un
operatore. «AI fine di verificare la possibilità di emettere un'ordinanza in deroga per
lavori notturni - spiega una nota di Palazzo Orsetti - vista la valutazione dell'impatto acustico dei lavori Geal su via per Camaiore, si è reso necessario, in accordo con
la Provincia, per le valutazione sul traffico,
di prorogare il cantiere di un'altra settimana, cioè fino al 17 marzo. Inoltre, per accelerare il completamento delle opere di posa delle condutture fognarie, si è deciso di
prolungare gli orari rispetto alle precedenti ordinanze, dalle 9 alle 18, con estensione
al sabato mattina fino alle 14.30». Finalmente c'è anche un'idea indicativa della fine dei lavori, una risposta più volte sollecitata dai commercianti della zona anche in
occasione di un recente incontro con l'as-
sessore Pierotti. «I lavori di scavo e posa
della condotta - si spiega - sono attualmente a metà della loro realizzazione». Il
traguardo per liberare il traffico della zona
è quindi più in là di altri 15, 20 giorni.
AVVISO AI M700I
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SIGLATA L'INTESA TRA ENTI, ARCU S E FONDAZ ION E C RL
1
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Ar
di DINO AAAGISTRELLI
LA SECONDA fase del progetto
«Bacino culturale Valle del Serchio sistema delle rocche e delle fortificazioni» porterà un milione e 109mila euro destinati al ripristino e recupero del borgo di Bergiola di
Minucciano (170mila euro), Borgo Isola Santa di Careggine
(144mila), Mont'Alfonso di Castelnuovo (95), Rocca del Bargiglio di Borgo a Mozzano (200),
Forte di Coreglia (295), Ponti medievali di Fabbriche di Vallico
(195). La convenzione è stata firmata ieri mattina in Mont'Alfonso, al termine di una visita guidata alla Fortezza per i ragazzi delle
scuole e l'inaugurazione del Centro didattico per la documentazione delle fortificazioni in Garfagnana. Sono seguiti gli interventi dei
presidenti delle due Unioni dei
Comuni Mario Puppa e Nicola
Boggi, della Provincia Stefano
Baccelli, della Fondazione Cassa
di Risparmio di Lucca Arturo
Lattanzi, del dottor Ettore Pietrabissa, direttore generale Arcus
(Arte cultura e spettacolo) spa,
del senatore Andrea Marcucci,
presidente della VII Commissione del Senato.
noni (armi antiche) e Piero Celli
(proiezioni ed evocazioni ). L'onorevole Mariani ha inviato un messaggio di partecipazione. Tra i
presenti il consigliere regionale
Remaschi, i sindaci Gaddi (Castel-
I MPEGNO
Con questa seconda tranche
sarà possibile co m pletare
n umerose opere
nuovo), Bonim (Barga), Fantoni
(Piazza al Serchio), Amidei (Coreglia), poi Sandro Bianchini (Fondazione Crl), Andrea Tagliasacchi, a cui, come presidente della
Provincia di allora, si deve la coraggiosa impresa di dare inizio ai
lavori del recupero e valorizzazione di Mont'Alfonso, insieme a
tanti altri amministratori, politici, autorità militari, rappresentanti di associazioni.
IL PRESIDENTE Lattanzi ha ribadito l'impegno della Fondazione Crl per la valle e l'importanza
di lavorare in rete. Il direttore di
Arcus Pietrabissa ha ricordato come tali interventi di recupero devono diventare risorse (leggi turismo di nuove zone) per la crescita
economica del territorio. Puppa,
Baccelli e Marcucci hanno poi
suggerito la proposta di uno stretto legame nell'immediato tra le
Mura di Lucca e Mont'Alfonso:
il passato da avversari che diventa
fonte di crescita oggi.
MOLTO applaudito ed apprezzato un filmato di promozione sui
22 interventi effettuati (6 milioni
di euro) finora su Rocche e fortificazioni, illustrato e commentato
dall'architetto Pietro Luigi Biagioni, che ha ringraziato per la collaborazione tecnica Bruno Gian-
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MERAVIGLI E A sinistra
dall'alto, il ponte a Fabbriche
e la fortezza delle Verrucole.
A Iato, il momento dei taglio
del nastrto ieri mattina. Qui
sopra, la rocca dei Bargiglio
(foto Borghesi)
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Una "via delle rocche" nella Valle
Firmatala convenzione perla seconda fase del restauro delle fortificazioni, da Minucciano a Borgo a Mozzano
di Luca Dini
1 CASTELNUOVO
Al via la seconda fase di restauro per le rocche della Valle del
Serchio. Ieri mattina è stata firmata la nuova convenzione
per l'inizio dei nuovi lavori nel
progetto finanziato da Arcus
Spa e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca per un totale
delle due tranche da sei milioni di euro. Gli interventi di questa fase interesseranno Isola
Santa (Careggine), Bergiola
(Minucciano), la Fortezza di
Monte'Alfonso a Castelnuovo,
la Rocca del Bargiglio, a Borgo
a Mozzano, ed ancora dei borghi di Coreglia e Ghivizzano e i
ponti di Fabbriche di Vallico.
La seconda fase prevede interventi, per 450mila euro, illustrati nella Fortezza di Castelnuovo dal senatore Andrea
Marcucci, presidente della
commissione cultura del Senato e dal direttore generale di
Arcus Spa, Ettore Pietrabissa.
Nell'occasione è stata firmata
la nuova convenzione tra Arcus Spa (Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo costituita nel
2004 con atto del Ministro per
i Beni e le Attività Culturali),
l'Unione dei comuni della Mediavalle e Garfagnana, la Pro-
vincia di Lucca e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
L'obiettivo è realizzare una
via delle Rocche, collegando
tutte le varie fortificazioni in
un percorso unico: 17 i comuni coinvolti, 20 antiche fortez-
ze militari, 6 i milioni di euro
investiti. «Si tratta di interventi
con un alto valore storico-culturale, nia che rappresentano
anche una spinta in termini
economici e sociali - ha esordito il senatore Marcucci - si comincia col Bargiglio a Borgo a
Mozzano, si entra nella Valle
col Ponte del Diavolo e si arriva fino alla Torre rotonda di
Minucciano e a quella di San
Pellegrino in Alpe. Oggi si
aprono nuove prospettive:
mettere insieme tutte queste
tracce che a questo punto sono ben visibili e fruibili da
chiunque per rilanciare la zona dal punto di vista turistico e
promozionale. La seconda fase appena iniziata ci chiederà
un impegno maggiore e sarà
una sfida fondanientale per il
futuro delle nostre terre».
"Bacino Culturale Valle del
Serchio - Sistema delle Rocche e delle fortificazioni": questo il nome del progetto, forte-
mente voluto dalle amministrazioni coinvolte e dalle istituzioni locali per riportare in
vita una rete monumentale
molto diffusa su tutto il territorio.Concetd ribaditi negli interventi del presidente della
Provincia, Stefano Baccelli,
dei presidenti dell'Unione dei
comuni della Garfagnana, Mario Puppa, Mediavalle, Nicola
Boggi, dell'architetto Piero Biagioni, che ha ripercorso le vicende storiche delle comunità
e delle rocche della Valle e del
presidente della Fondazione
Crl, Arturo Lattanzi.
«Questa operazione - ha
spiegato Puppa - rappresenta
un'ottima occasione per tutta
la Valle, soprattutto in termini
turistici e occupazionali. In
questo momento di difficoltà
economica generale sviluppare sinergie che consentono opportunità di crescita e sviluppo del territorio rappresenta
un punto qualificante dell'
azione della giunta dei comuni della Garfagnana. Si tratta di
un elenco cospicuo di lavori,
auspichiamo cene possa essere uno conclusivo andando a
trovare la parte di finanziamento che doveva essere coperta dalla Fondazione Monte
dei Paschi di Siena e che oggi è
venuta a mancare. Gli edifici
recuperati e restaurati andranno a far parte di un sistema di
grande risonanza dal punto di
vista culturale». «L'obiettivo di
questo progetto - ha ricordato
il direttore generale di Arcus è di rendere fruibile un patrimonio di cultura "minore" rispetto a quello presente nei
principali poli culturali toscani, ma diversamente godibile
perché immerso in un contesto territoriale che va dal paesaggio all'ambiente, alla cultura, alle produzioni tipiche, ai
modi di vita e al lavoro».
Due delle fortificazioni che saranno interessate dai lavori : a sinistra Mont'Alfonso, nella foto di destra la rocca del Bargiglio
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Mont'Alfonso al
ar i li
ecco ín
consìstono le opere i ríqualfficaAone
ECCO in cosa consisteranno i vari interventi. La Fortezza di Mont'Aifonso attende il
recupero di una porzione sul lato NordOvest oltre alla rimozione di vegetazione infestante in una porzione a Sud-Est. Via alla
bonifica delle aree in rovina, consolidamento delle murature con l'inserimento di elementi lapidei mancanti e il reintegro delle
parti murarie. Rocca dei Ba `glio: completamento del progetto di recupero. In più deve essere resa fruibile l'area per la sua valorizzazione didattica ed artistica . Borgo di
Isola Santa : recupero della chiesa di San Jacopo, come edificio per esposizioni, eventi,
congressi, riunioni e manifestazioni religiose. Bergiola : oggi restano tratti delle mura,
quattro muri di una casa, due volte, un pozzo e unica struttura coperta, seppure fatiscente, una piccola chiesa settecentesca ormai spoglia. Ma Bergiola rappresenta oggi
una memoria importante per la storia umana del territorio. Coreglia Anteiminelli e
Ghivizzano Castello: l'obiettivo è quello di
realizzare un polo culturale ed espositivo
nei due centri del comune, oltre a ricavare
spazi dedicati alle attività di carattere musicale. I ponti di Fabbriche di Vallico: il più
significativo e importante è quello della Dogana, ma gli interventi porteranno al ripristino anche degli attraversamenti situati in
località Gnocconi e in località Molini. Prevista pulizia del sito e restauro di paramenti e
selciato, oltre il consolidamento delle superfici murarie.
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A Mont'Alfonso si consolidano le mura
il dettaglio degli interventi finanziati: a isola Santa è centrale il recupero della chiesa di S. Jacopo
1 CASTELNUOVO
L'intervento alla Fortezza di
Mont'Alfonso (80mila euro) prevede il recupero di una porzione sul lato Nord-Ovest oltre alla
rimozione di vegetazione infestante in una porzione a
Sud-Est. Sarà quindi effettuata
la bonifica delle aree in rovina, il
consolidamento delle murature
con l'inserimento di elementi lapidei mancanti ed il reintegro
delle parti murarie, identiche
per tipologia e forma, ripristinate secondo le tecniche originarie. Della rocca del Bargiglio, in
frazione di Cune nel comune di
Borgo a Mozzano, rimane il rudere del possente torrione, su
cui si incentrano i futuri inter-
venti orientati al completamento del progetto di recupero e in
particolare a rendere possibile
la fruibilità dell'area per la sua
valorizzazione didattica ed artistica.
L'intervento ad Isola Santa
(200mila euro, Careggine) ha come elemento centrale nel recupero della chiesa di San Jacopo,
nell'intento di restituire l'edificio alle sue funzioni di spazio
espositivo per eventi, congressi,
riunioni e manifestazioni religiose. Di Bergiola (170mila euro, Minucciano) oggi, restano
scarse vestigia: tratti delle mura
castellane, quattro muri di una
casa e pochi muri di altre case,
due volte, un pozzo e unica
struttura coperta, seppure fati-
scente, una piccola chiesa settecentesca ormai completamente
spoglia, l'ultimo centinaio di
metri di una suggestiva via pavimentata protetta da due muriccioli e due muri di sostegno di
una volta susseguenti allapresumibile porta principale. A Ghivizzano previsto il recupero della torre creando un polo culturale con il Forte. I ponti di Fabbriche di Vallico saranno puliti e
verrà effettuato il restauro di paramenti e selciato, verrà operato un consolidamento delle superfici murarie, con l'obiettivo
di garantire la sicurezza e la fruibilità di queste storiche infrastrutture.
Dal 2008 ad oggi sono già numerosi gli interventi effettuati:
oltre al restauro della Rocca
Estense di Molazzana (185mila
euro), si contano anche il recupero della Torre dell'Orologio di
Castiglione (90mila giuro), la
Rocca Estense di Camporgiano
(175mila euro), laFortezza delle
Verrucole a San Romano
(110mila euro), la Rocca Estense di Ceserana a Fosciandora
(190mila euro), il Castelvecchio
di piazza al Serchio (160mila giuro), la Torre di Minucciano
(95mila euro), i Borghi Murati di
Giuncugnano (166mila euro),
mentre sono in via di conclusione i lavori a Castiglione per
100mil a euro e l'intervento di indagine archeologica e consolidamento del castello di Verge(l.d.)
moli per 59mila euro.
La chiesa di isola Santa
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MONTAGNA
CEDUTO I DOMENICA- ASL E Cl1 E ZITTI PER G IORNI
Gíannecchíní: «Abbiamo subìto un danno da un milione e
IL ROMBO, assordante, lo hanno sentito tutti. Mamma mia che
tuono, devono aver pensato i residenti del Baccatoio e della Carraietta, ma era sabato notte e non
c'era di meglio che starsene sotto
le coperte. Ancora qualche ora, poi
è spuntata l'alba di una domenica
che a distanza di alcune settimane
continua ad essere benedetta in
quanto non era un giorno lavorativo. Benedetta soprattutto dai titolari e dai dipendenti della Ices, sulla Sarzanese (l'ex-cava Coluccini),
perché quel frastuono altro non
era che il crollo di un intero versante franato dopo gli ultimi nubifragi. Rocce enormi che si sono
staccate e hanno sepolto tutto ciò
che si trovava nel piazzale: una in
particolare, dalle dimensioni paragonabili a una casa a due piani, ha
distrutto l'impianto principale e i
quadri elettrici, zona in cui ogni
giorno lavorano almeno tre persone.
FOSSE successo un altro giorno
qualsiasi saremmo qui a parlare di
strage. E non promettono bene
neppure le lunghe crepe verticali
ancora visibili sul versante lato mare della montagna. Il Comune e la
Asl sono già intervenuti, disponen-
CREPE
'! SE
AI Com une ci metta
in condizioni di inte rvenire
il più presto possibile»
do la transennatura di tutta l'area
fagocitata da quel fiume di rocce.
Impossibile però non notare quel
disastro dalla Sarzanese e così da
giorni sembra di assistere a un replay della Concordia: la gente si
ferma, sgrana gli occhi, corre nel
piazzale e scatta una foto. Ma la
Ices, che da 25 anni, una volta
chiusa la cava, lavora gli scarti del
marmo per ricavarne sassi con cui
realizzare asfalti e calcestruzzo,
chiede un po' di rispetto e lancia
un appello al Comune affinché
consenta loro, in tempi rapidi, di
mettere in sicurezza il versante e
acquistare nuovi impianti.
«IL DANNO è stato ingente, da
1,5 milioni di curo - racconta il
titolare Luca Giannecchini - e si
somma a una situazione già difficile. Negli ultimi anni il lavoro è
crollato infatti del 90% e da 50-60
dipendenti siamo scesi a otto, con
un'altra trentina in cassa integrazione. Il crollo della montagna ci
ha privato però dell'impianto principale di lavaggio, oltre ai quadri
elettrici e ai vagli per separare il
materiale in varie dimensioni. I
nostri geologi stanno facendo i rilievi e presto presenteremo un progetto al Comune, visto che prima
va messa in sicurezza la montagna
e poi potremo acquistare nuovi impianti ridando lavoro ad altre persone. Al Comune - conclude non chiederemo un solo curo, ma
abbiamo bisogno di trovarci quanto prima nelle condizioni di intervenire». Secondo gli abitanti della
zona, tra i motivi del crollo, oltre
ai violenti nubifragi, ci sarebbe anche lo «stop» ai terrazzamenti della ex cava, effettuati quando fu dismessa: blocco deciso alla fine degli anni `80 dal Comune dopo le
pressioni di chi era contro quello
che fu definito «scempio ambientale».
Daniele Masseglia
EX CAVA COLUCCINI Tra le pietre crollate sugli impianti ci sono
massi grandi come case a due piani. li boato scambiato per un tuono
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C
pi sportivi, al via i lavori sui terreni
Al Benelli va aggiustato il sistema di drenaggio. Stop alla copertura del Tori, priorità alla pista
ì CAMAIORE
Salta, almeno momentaneamente, il progetto perla copertura delle tribune del campo Tori
di atletica. Ma in compenso entro pochi mesi potrebbero partire i lavori per sistemare la pista
di atletica e il terreno. Interventi
sono previsti anche ai campi di
Sterpi, al Magazzeno e al Benelli. Il Comune pensa anche di rivedere le convenzioni per le società sportive prevedendo forme di divisione delle spese tra
amministrazione e società per
chi utilizza terreni sintetici.
Coperturatroppo costosa.Datempo si parla della necessità di realizzare una copertura per le tribune del Tori. L'intervento servi -
rebbe anche a riparare dalla
pioggia l'area degli spogliatoi
evitando le infiltrazioni di acqua. Ma l'amministrazione, dopo un'attenta valutazione sui costi, ha deciso di bloccare l'iter avviato dalla giunta Bertola che
aveva anche stipulato un muto.
Le stime iniziali parlavano infatti di una spesa di 200mila euro.
Mai costi sarebbero invece saliti
a 320mila. «Per questo il progetto è stato rinviato - spiega l'assessore Leo - e quella somma destinata ad altro. La nostra priorità ora è intervenire per rendere
più fruibili gli impianti». Per questo i primi interventi al Tori, come assicura Leo, serviranno a riparare gli avvallamenti della pista di atletica e del terreno e a
rendere a norma tutte le attrezzature.
Nuovo campo a Sterpi. Una delle
priorità dell'amministrazione
comunale è sistemare il terreno
del campo di Sterpi in via Fonda. L'intervento sarà messo a bilancio nell'anno in corso. La società gestrice, il Camaiore Calcio, ha anche chiesto una nuova
tribunetta scoperta da 50 posti:
e presto potrebbe arrivare.
Sintetico e costi eccessivi. Il bilancio 2013 prevede la sisternazione del drenaggio sul terreno sintetico del campo Benelli sul viale Kennedy. Anche il terreno del
Cavanis avrebbe però bisogno
di un rifacimento integrale con
costi notevoli. Per questo l'amministrazione sta valutando per
il futuro, di inserire una richiesta
di contributo alle società che
hanno in gestione un campo sintetico. Questo materiale fa risparrniare infatti sulla manutenzione ordinaria (tagli dell'erba e
interventi affini) ma poi ha bisogno di interventi radicali a distanza di anni: per questo l'arnministrazione preferirebbe non
accollarsi in toto queste spese.
Spogliatoi a norma. L'assessore
Leo rassicura sulla sicurezza sui
campi sportivi del Comune. Ma
elenca altri interventi richiesti
dalle norme. Per esempio in
molte strutture dovranno essere
costruiti spogliatoi per gli arbitri
con disabilità. Il Raffaelli al Magazzeno necessità anche di
un'infermeria attrezzata.
La pista di atletica al Tori
1 a Pnrtanuova ora ì pedonale
il I,rogNrn divide i camaiure,i
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Urbanistica. ecco
le nuove norme
per Stazzema
A quattro anni dalla
approvazione dei nuovi
strumenti urbanistici del
Comune di Stazzem a,
l'amministrazione ha
predisposto la variante
normativa al Regolamento
urbanistico vigente.
L'ufficio urbanistica dei
Comune convocherà un
incontro con gli ordini
professionali a cui sarà
presentato il testo delle nuove
norme tecniche di attuazione.
L'obiettivo è adottare le nuove
norme del Regolamento
urbanistico a inizio aprile.
fcn arahcen
ffi
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lidi 1„,
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