RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 22 aprile 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 110 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 Tanti turisti tra i Sassi. Adduce: «Continua il percorso verso il 2019» Le cascate di San Fele Matera non fallisce la prova Pasquetta E nel Potentino numeri da record a San Fele Castello Tramontano alle pagine 9, 10 e 11 A pochi giorni dalla presentazione delle liste, viaggio nel capoluogo tra nomi noti, vecchie conoscenze e qualche sorpresa #Potenza2014 Si delinea l’esercito dei candidati Nonostante la diminuzione del numero dei consiglieri eleggibili (da 40 a 30) si prevedono oltre 800 potentini che aspirano a uno scranno IL CASO LAPENNA L’ex amico «L’avvocato mi chiese di spostare voti verso Santarsiero» QUALCHE SPUNTO PER LA POTENZA CHE VERRA’ AMATO a pagina 8 un intervento di FLORA BAVUSI a pagina 24 e 25 LORUSSO alle pagine 6 e 7 CULTURA Intervista al capogabinetto del ministro Franceschini D’Andrea: «Dal teatro si può ripartire» Giampaolo D’Andrea a pagina 12 VI SEGNALIAMO: MATERA Mulino Alvino Il Tar annulla il permesso a costruire QUARTO a pagina 30 STIGLIANO La frana fa paura Sgomberi e tre famiglie fuori casa CIERVO a pagina 33 SPADAFINO a pagina 33 5000 euro di multa al panificatore abusivo MANCO a pagina 27 Europa L’ dalla A alla Z AMATO a pagina 18 BISCEGLIA a pagina 14 CICLISMO E Viggiano si prepara al Giro d’Italia 40422 9 771128 022007 Il paese di Grottole LAURIA Conosciamo la Bce Il lucano Pozzovivo all’assalto del Giro del Trentino Palazzi di Stigliano GROTTOLE Salta di nuovo la condotta Un paese intero senza acqua Sparatoria a Melfi: si ipotizzano anche motivi di gelosia SPORT Mulino Alvino Guardia di Finanza RASSEGNASTAMPA TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 Martedì 22 aprile 2014 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 Con i Riti della Settimana Santa A 1,70 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 110 AMMINISTRATIVE CENTINAIA DI LISTE E MIGLIAIA DI CANDIDATI IN CAMPO ADDIO ALLA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA MATTEOTTI Con le Europee di maggio in ballo anche 119 sindaci Potenza, dopo dieci anni di progetti e annunci persi i fondi per la piazza LAGUARDIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA VI >> In Puglia voto per 64 Comuni, in Basilicata per 55 Tre i capoluoghi alle urne: Bari, Foggia e Potenza PIAZZA SEDILE Lo spazio davanti al Municipio SERVIZI A PAGINA 6 >> GOVERNO RIPRENDONO LE ATTIVITÀ, IL PREMIER VA DRITTO COME UN TRENO. PARTE LA BATTAGLIA CONTRO LA BUROCRAZIA Decreto lavoro alla prova QUELLO CHE RENZI DIMENTICA SU GIORNALI E TRASPARENZA Oggi in Aula alla Camera. Dissensi da Scelta civica e Ncd di GIUSEPPE DE TOMASO I conti vanno on line stop a 1.500 filiali A PAGINA 15 >> L’Istat: oltre 1milione di famiglie in cui nessuno è occupato È antipatico parlare di se stessi, cioè del proprio lavoro. Ma quando è in ballo qualcosa che va al di là dell'interesse particolare, quando ad esempio è in ballo il futuro della libera informazione, la questione assume un rilievo generale e dirimente. Ci riferiamo al progetto del governo Renzi di far pubblicare solo su internet tutti gli annunci di gare d'appalto e aste giudiziarie da parte di enti pubblici e tribunali: una misura che, se adottata, assesterebbe un colpo micidiale, forse mortale, al mondo dei giornali che, a causa della crisi economica e della contrazione pubblicitaria, sta vivendo la fase più difficile della propria storia. Dell'iniziativa di Renzi abbiamo già scritto sabato scorso, sottolineandone la portata contraddittoria e antidemocratica: finora, infatti, solo l'1 per cento della popolazione interessata a gare d'appalto e aste giudiziarie s'informa sulla rete. Si tratta esclusivamente di imprese o di altre istituzioni altamente specializzate. Il grande pubblico preferisce la carta stampata. Perché varare una norma penalizzante per la stragrande maggioranza della popolazione? Non è questa un'iniziativa illiberale? Ecco. Non si capisce per quale ragione il presidente del Consiglio voglia fare passare per una decisione del mercato un editto che di mercato non è, visto che i numeri del mercato dicono tutt'altro. BANCHE E CRISI SERVIZI DA PAGINA 2 A 5 >> l Dopo la pausa di Pasqua, Renzi oggi torna a Roma e affronta la «patata bollente» della riforma del lavoro. Il clima è incandescente: Nuovo centrodestra e Scelta civica non ci stanno dopo le modifiche apportate in commissione. Ma il Pd non transige e il governo deciderà se porre o no la fiducia. Il premier dice che intende andare avanti come un treno e oltre alla questione lavoro mette sul tavolo la lotta alla burocrazia e la riforma della pubblica amministrazione. Sul fronte politico, Berlusconi è nella tenaglia tra servizi sociali ed elezioni europee. Intanto l’Istat fotografa la difficile situazione del Paese: in oltre un milione di famiglie nessun componente del nucleo ha un lavoro. E, secondo la Coldiretti, quattro milioni di cittadini chiedono aiuto per potere mangiare. MA SENZA BANCHE Meno sportelli BUSSOLA IN SICILIA ANCHE I TRENI SBARCHI La Lega attacca: basta DERAGLIANO con i soccorsi ai migranti di MICHELE COZZI A PAGINA 10 >> R enzi va come un treno. Anche a costo di deragliare. Il piglio decisionista piace, almeno per ora, come indicano i sondaggi, alla pancia del Paese, stanca di promesse, narrazioni, rivoluzioni liberali o riformiste, che sono sempre rimaste nel libro dei sogni. A PAGINA 2 >> IN 200MILA IN PIAZZA S. PIETRO NEL GIORNO DI PASQUA Il grido del Papa «Basta guerre e fame a causa di nostri sprechi» SICILIA Sbarchi senza sosta L’INSOPPORTABILE PESO DI CHIAMARSI VANTAGGIATO di ANTONIO BIASI C i sono cognomi che è difficile portare. Soprattutto quando la realtà nella quale si vive non è metropolitana, ma ha una dimensione provinciale. Lo hanno avvertito sulla loro pelle le figlie di Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell’attentato, compiuto il 19 maggio 2012, alla scuola brindisina «Morvillo-Falcone». SERVIZI A PAGINA 9 >> SEGUE A PAGINA 17 >> SEGUE A PAGINA 17 >> PASQUA Il papa benedice le 200mila persone in piazza San Pietro IL CASO IL PRESIDENTE LUCANO VOLEVA IL POSTO DEL COLLEGA PUGLIESE Corte dei Conti, il derby l Il presidente della sezione giurisdizionale pugliese della Corte dei Conti, Eugenio Francesco Schitzler, può restare al suo posto. Almeno per ora: il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso presentato dal collega Luciano Calamaro, che nel 2011 venne destinato a guidare la sezione della Basilicata. Nel 2012 il Tar del Lazio aveva costretto la giustizia contabile a ripetere la procedura di assegnazione delle sedi ai due magistrati. SCAGLIARINI A PAGINA 8 >> RASSEGNASTAMPA Martedì 22 aprile 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 SINISTRA, DESTRA O CENTRO LA SFIDA VERA SARÀ NELLE RISPOSTE di MIMMO SAMMARTINO S ono 55 i Comuni lucani che si apprestano a rinnovare le amministrazioni: 42 in provincia di Potenza, 13 in quella di Matera. In tre di essi (Bernalda, S. Fele e Venosa) le giunte sono state sciolte e sostituite da un commissario prefettizio. Ma da quali maggioranze si parte nei municipi da rinnovare? Nominalmente è un trionfo di liste civiche. Ma, dietro alle particolarità locali, si può provare a decodificare la situazione in base ai tradizionali riferimenti destra-sinistra-centro. Tanto per comparare questo dato con quanto verrà a determinarsi dopo il 25 maggio prossimo. In base a questo schema di «lettura», delle 55 municipalità chiamate al rinnovo, se ne possono contare 40 collegate, esplicitamente o di fatto, all'area di centrosinistra (32 nella provincia di Potenza, fra cui la città capoluogo, e 8 in provincia di Matera). Al centrodestra sono riconducibili 7 maggioranze comunali (4 in provincia di Potenza, 3 in quella di Matera). Cinque giunte uscenti sono attribuibili alle forze di centro (4 a Potenza, 1 a Matera). Altre 3 amministrazioni sono inquadrabili come liste civiche indipendenti (2 a Potenza, 1 a Matera). Ovunque, in ogni caso, i nuovi amministratori si troveranno di fronte a problemi di enorme portata. In una situazione di generale difficoltà che strangola tutti i Comuni (si pensi solo ai bilanci malconci e ai limiti imposti dal patto di stabilità). A ciò vanno aggiunte le specifiche emergenze lucane. Ma questa complessità pretende comunque risposte concrete, senza alcuna dilazione. Passata la fretta di vedere impressa la propria faccia su manifesti e «santini», superata la frenesia elettorale, i futuri amministratori si troveranno al cospetto dell’esame più difficile: i problemi di cittadini, comunità, territori. Nella burrasca chi chiede il comando può provare a condurre l’imbarcazione in porto. O può farla colare a picco. Magari scappando per primo, come ci mostrano le tristi storie della Corea e della nave Concordia. VERSO LE ELEZIONI LE CANDIDATURE DOVRANNO PERVENIRE ALLE SEGRETERIE DEI COMUNI ENTRO LE 12 DI SABATO PROSSIMO È rush finale per le liste nei 55 Comuni lucani RIQUALIFICAZIONE A Potenza lista unica per Ncd e Udc. Petrone: «Sì al rinnovamento» All’interno il quadro completo dei paesi dove si vota con i rispettivi sindaci uscenti Un bonus per liberare Monticchio da baracche IL LUNEDÌ DELL’ANGELO l Comincia la settimana decisiva per la composizione delle liste che saranno impegnate nella competizione elettorale del 25 maggio prossimo. In Basilicata sono 55 i comuni interessati al voto (42 in provincia di Potenza, compreso il capoluogo, e 13 nel Materano). Gli elenchi dei candidati dovranno essere depositati entro le 12 di sabato prossimo nelle segreterie dei Comuni. Definito il quadro degli aspiranti sindaci quasi ovunque, è corsa ad accaparrarsi candidati in grado di portare voti e consensi alle liste. A Potenza, nonostante il rinnovamento invocato da più parti, saranno molti i consiglieri che si ricandidano. l La Regione sta lavorando attorno ad un bonus da erogare a commercianti ed imprenditori che delocalizzano le baracche di Monticchio. INCISO A PAGINA II >> LAURIA Dopo trent’anni via ai lavori stradali tra la 585 e il paese SERVIZIO A PAGINA VII >> MASSARO A PAGINA VIII >> MELFI ACERENZA Oggi l’udienza di convalida per Grimolizzi l È prevista per questa mattina l’udienza di convalida del fermo di Luciano Grimolizzi, 35 anni, l’uomo che l’altro giorno, secondo gli investigatori, ha «gambizzato» Gioacchino Sergio Cassotta, 45 anni, vigilantes di un centro commerciale di Melfi, fratello maggiore dei Cassotta. La cittadinanza benemerita a Michele Di Pietro SERVIZIO A PAGINA VIII >> La Pasquetta tutta natura, pic-nic e sole Buone le presenze nelle località turistiche. A Matera afflusso di stranieri l Matera è stata la località lucana più «gettonata» nella Pasquetta 2014. In tanti a postare su Facebook le immagini ricordo dei luoghi del Golgota, le chiese ruprestri e le location scelte per i film di Mel Gibson e Pasolini. Buon afflusso di turisti anche alle cascate di San Fele (nella foto), a Maratea e sul Pollino. SERVIZIO A PAGINA IX >> POTENZA L’ANNUNCIATA RIQUALIFICAZIONE NON SI FARÀ STIGLIANO EMERGENZA NELLA ZONA VECCHIA DELL’ABITATO SERVIZI DA PAGINA III A PAGINA V >> POTENZA Con «Io Potentino» sarà un S. Gerardo di solidarietà SERVIZIO A PAGINA VI >> MUSICA LA FINALE REGIONALE DEL CONCORSO CHE LANCIA TALENTI Piazza Sedile, addio fondi Paese assediato dalla frana Arezzo Wave Basilicata un cantiere mai aperto sgomberate otto famiglie vincono i BootsDaBeat AREA Piazza Sedile (o Matteotti) a Potenza, sede del Municipio. I lavori di riqualificazione non si faranno più . LAGUARDIA A PAGINA VI >> CROLLO Frana a Stigliano l A Stigliano si allarga un fronte franoso nel centro storico: il sindaco ordina 8 sgomberi per 3 famiglie coin olte. Una settimana di «passione» per loro e per tutti i residenti della vecchia zona del castello, a partire da via Margherita. Lentamente si sta sgretolando e chi abita da quelle parte sta già pensando ad andare via per trovare un’altra si stemazione logistica. SERVIZIO A PAGINA XI >> BAND Due dei componenti dei BootsDaBeat di Matera SERVIZIO A PAGINA XVIII >> RASSEGNASTAMPA La corruzione è uno dei mali peggiori della nostra democrazia. Ed è fonte di sprechi: molto spesso il valore degli appalti lievita proprio per pagare il prezzo della corruzione. Raffaele Cantone 1,30 Anno 91 n. 109 Martedì 22 Aprile 2014 U: Camera, la battaglia del lavoro Claudio G. Fava Il cinema perde il suo critico ● Liverpool, il gran ritorno dei «reds» De Marzi pag. 23 Miliani pag. 19 Crespi pag. 20 ● Arte e Novecento La dote di Firenze Arriva in aula il decreto Poletti modificato in commissione. Tensione Pd-Ncd, opposizioni all’attacco I dati drammatici dell’Istat: oltre un milione di famiglie vive senza salario, 56% in più in due anni Mentre arrivano altri dati drammatici sulle famiglie (oltre un milione sono prive di redditi da lavoro), il decreto Poletti arriva alla Camera. Dopo le correzioni in commissione, da oggi si vota. A PAG. 2-5 Preoccupati e disoccupati ● ALLA VIGILIA DELL’APPRODO IN PARLAMENTODELDECRETOLAVORO,DOPO QUALCHE MODIFICA MIGLIORATIVA IN COMMISSIONE soprattutto per quanto ri- guarda i contratti a tempo determinato, siamo di fronte all’ennesimo dato shock sfornato dall’Istat, un milione e 130 mila famiglie vivono, meglio non vivono, senza alcun reddito da lavoro. Non è tanto il numero che colpisce chi conosce i dati sulla povertà, quanto la dinamica: +18% in un anno (tra 2012 e 2013) e addirittura + 56 % in due anni. Nessun Paese civile può ignorare dati di questa gravità. L’ANALISI CLAUDIO SARDO La Terra fa festa con un autoscatto È la giornata del pianeta. La Nasa raccoglierà tutte le immagini inviate dagli abitanti della «Biglia blu» BOLOGNAPULCINELLIPAG.15e17 Staino Per la guida è braccio di ferro sulla via Emilia ● Dopo-Poletti: è sfida tra Bologna e le altre città BONZI A PAG. 5 Faraone: «Basta dispute ideologiche la priorità è dare occupazione» FRULLETTI A PAG. 2 Potrebbe essere oggi il giorno della prima fiducia «politica» targata Renzi. In altri casi si è arrivati alla blindatura per ragioni tecniche, ma sul decreto Lavoro, su cui oggi l’aula di Montecitorio comincia a votare, il governo rischia di esporsi a un fuoco incrociato. Saraceno: i danni sociali della crisi sono enormi, servirà tanto tempo SEGUE A PAG. 2 VEENTIMIGLIA A PAG. 4 ● Reportage dal Piemonte a un mese dal voto. Sotto IMMIGRATI il governo della destra è diventato il «Sud del Nord» ● Il direttore della Caritas: esplode la rabbia sociale Partiti europei storture italiane LEGACOOP Verso la prima «vera» fiducia Ricostruire dopo Cota La sfida del «Chiampa» SEGUE A PAG. 3 SEGUE A PAG. 17 LE INTERVISTE BIANCA DI GIOVANNI NICOLA CACACE Mentre in Italia i partiti continuano a essere oggetto di campagne denigratorie - che negano loro quella funzione essenziale per la democrazia, affermata invece dalla Costituzione nell’art. 49 - il Parlamento di Strasburgo ha approvato, il 16 aprile scorso, una risoluzione legislativa con la quale si riconosce ai partiti politici europei la piena personalità giuridica nell’Unione. IL RETROSCENA Sergio Chiamparino è il super-favorito nelle elezioni regionali del Piemonte che si terranno il prossimo 25 maggio. Ma il suo compito non sarà semplice. Gli anni difficili e per molti versi scandalosi della giunta Cota - culminati nell’annullamento del voto del 2010 - hanno lasciato danni consistenti nella regione che è stata definita il «Sud del Nord». E in un’intervista il direttore della Caritas, Pier Luigi Dovis, avverte: «La rabbia sociale sta esplodendo». ZEGARELLI A PAG. 8-9 FRONTE DEL VIDEO Mille sbarchi a Pasqua E la destra perde la testa ● Lega e Fi: via Alfano, aboliamo «Mare Nostrum» ● Ma la task-force ha già salvato 20mila persone COMASCHI A PAG. 10 MARIA NOVELLA OPPO Campagna elettorale «mostruosa» sembrano ignorarlo, forse per non infierire su un vecchio pregiudica●impressionante sentita nei giorni politici to che si fa già abbastanza male da sé, SE LA TV FOSSE UNA RADIO (E IN FONDO LO È), DIREMMO CHE LA PAROLA PIÙ scorsi è stata: «mostruosa». Così Berlusconi ha definito la sentenza che, in nome del popolo italiano, lo ha condannato a una pena abbastanza dura, da scontare in maniera esageratamente morbida. Avrebbe dovuto soltanto mostrare coscienza del reato e rispetto per i giudici. Invece no: la spara sempre più grossa, per affermare il suo potere residuale di ricatto. Intanto, gli avversari almeno a giudicare dalle liste, avanzate dai casting Mediaset. Per reagire allo sprint di Renzi, Berlusconi si presenta in tv con la maglietta giro collo e il trucco sempre più pesante. Nei tg ormai non ci va più nemmeno Capezzone; il coraggio di presentarsi ce l’ha solo Renata Polverini, che, dopo la prova data alla guida della Regione Lazio, non rischia certo di perdere la faccia. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Martedì 22 aprile 2014 GOVERNO E PARTITI LE QUESTIONI SUL TAPPETO Dopo le modifiche apportate in commissione, il Pd non cede. E oggi il governo valuterà se mettere la fiducia Renzi avanti come un treno su lavoro e lotta alla burocrazia Alla Camera riparte la discussione sul job act. Ncd e Scelta civica non ci stanno IL RETROSCENISTA di MICHELE COZZI Ma senza la bussola il convoglio renziano rischia di deragliare R enzi va avanti come un treno. Anche a costo di deragliare. Il piglio decisionista piace, almeno per ora, come indicano i sondaggi, alla pancia del Paese, stanca di promesse, narrazioni, rivoluzioni liberali o riformiste, che sono sempre rimaste nel libro dei sogni. La «luna di miele» tra il giovane principe e i cittadini sembra consolidarsi. Perché tra alti e bassi, il premier promuove riforme (dalla legge elettorale, al nuovo Senato, alla fine delle Province) che potrebbero apparire lontane dal senso comune del Paese, ma che incrociato l’opinione pubblica che chiede una sorta di tabula rasa rispetto al passato. Ma in questo sorta di furore iconoclasta, il premier finisce con inciampare. Non si spiega altrimenti la decisione sull’uso esclusivo di internet per l’annuncio di gare d’appalto e aste giudiziarie di enti pubblici e tribunali. Renzi «rischiatutto»: così da un lato mantiene l’impegno del bonus ai redditi medio bassi (soldi freschi per milioni di lavoratori), nonché il taglio dell’Irap per le imprese, e dall’altro dà una bella sforciata al potere consolidato di banche, manager pubblici e stipendi di magistrati. Il tutto mentre dall’Istat arrivano dati sempre più allarmanti sulla crisi del Paese con oltre un milione di famiglie i cui componenti «attivi», cioè che cercano un lavoro, sono disoccupati. E se non bastasse, secondo la Coldiretti, oltre 4 milioni le persone che sono costrette a chiedere aiuto per potere mangiare. Sono dati da brivido che fanno ripiombare il Paese in un clima da Dopoguerra. Renzi sembra avere la consapevolezza dello stato di crisi che suscita, come scrive De Rita, uno scollamento generale. E che fa nascere una sorta di popolo-sabbia, che non riesce più a costruire «mattoni». Cioè ad avere un orizzonte per fronteggiare la crisi. In questo clima, Renzi si gioca la sua partita non solo per la vittoria immediata (con le ultime decisioni è entrato a piedi uniti nel voto delle europee e delle amministrative) ma anche per cercare di creare un «nuovo corso». Che possa durare nel tempo. Per questo ripete che si gioca tutto. E lo fa anche utilizzando la clava per cercare di «cambiare verso». E per cercare di dare una risposta al distacco crescente tra il popolo e la Casta. L’indice di gradimento dei partiti è tra i più bassi dal Dopoguerra. Per questo la «fenomenologia del renzismo» non sacralizza i partiti. E le loro liturgie, i poteri di veto, i ricatti, i totem. Lo scontro a sinistra con i «professoroni» sulla riforma del Senato ha inteso gettare nel vortice nientemeno che il rapporto tra intellettuali e partito. Gramsci si sarà rigirato nella tomba. A sinistra, nella linea discendente Pci-Pds-Ds-Pd un punto focale è sempre stato il ruolo di guida degli intellettuali e del loro «verbo». Poi, arrivano questi giovani rottamatori, da Renzi alla Boschi, che si permettono il lusso di mettere in discussione il «logos». Il principio. Non a caso, subito dopo, D’Alema e gli altri interrompono la tregua e lanciano l’offensiva per riprendersi il partito dagli usurpatori. Il renzismo ha messo nel mirino quello che è stato definito il «nannimorettismo». Cioè il ricorso salvifico alla società civile, ai suoi «santi»: intellettuali, artisti, magistrati. Sempre pronti a firmare un appello o a lanciare una fatwa. Ora dicono i renziani, si cambia «verso». E la Politica cerca di riaffermare il suo primato sulla società civile. l ROMA. Innovare, semplificare, sburocratizzare: dopo il taglio dell’Irpef, è giunta l’ora della Pubblica amministrazione. «Avanti come un treno», Matteo Renzi si prepara a portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana l’annunciata riforma della Pa e mette in cantiere interventi a sostegno delle famiglie. Ma intanto è l’approdo in Aula alla Camera del decreto Lavoro a infiammare il dibattito nella maggioranza. Ncd e Sc promettono battaglia per cancellare le modifiche apportate dal Pd al testo in commissione. Ma il Pd non cede. E oggi il governo valuterà se mettere la fiducia. I dati sull'occupazione, che in questa Pasquetta «denunciano» la presenza di 1,1 milioni di famiglie senza redditi da lavoro, «sono allarmanti: bisogna fare in fretta»", dice il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone. Ne è convinto Renzi, spiega chi ha avuto modo di parlargli: non è il momento di agitare bandierine, ma di intervenire con rapidità per condurre in porto i provvedimenti. Dunque, la questione lavoro, osserva il premier, non sta nel numero di rinnovi dei contratti a termine indicati nel decreto (erano otto, sono diventati cinque dopo le modifiche promosse dal Pd in commissione), bensì nell’intervento complessivo disegnato dal governo anche con la legge delega. E' «normale», ha detto Renzi venerdì, «che ci sia da trovare un punto di sintesi» tra Pd e Ncd. E una sintesi sarà cercata. Ma poichè il decreto, come ha detto anche il ministro Giuliano Poletti, «non è stato stravolto in commissione», l’obiettivo del Pd è adesso incassare una «rapida» approvazione in Aula alla Camera, per consentire poi la seconda lettura in Senato e la conversione del decreto entro il 20 maggio. «Attardarsi su una disputa ideologica che ha tanto il sapore elettoralistico non è utile al Paese», nota ancora Faraone. Ed è chiaro il riferimento a Ncd. Ma il partito di Angelino Alfano promette battaglia se non si cancelleranno le modifiche apportate al testo in commissione. «Sarà Nuove norme sul lavoro Principali regole del decreto (d.l. pubblicato in G.U.), che il Parlamento deve convertire in legge Apprendistato Contratti a termine Forma scritta solo per contratto e patto di prova (non per il relativo piano formativo individuale) Durata massima del rapporto a termine senza causale Assunzione nuovi apprendisti non condizionata (non più limite del 30% di nuove assunzioni prima di prendere altri apprendisti) Proroghe possibili purchè nell’ambito della stessa attività Salario per la parte di ore di formazione 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento Contributi Durc (Documento unico di regolarità contributiva) Limite sul numero di contratti a termine da 12 a 36 mesi da1 a8 20% dell’organico complessivo (es.: 1 per impresa di 5 addetti) Contratti solidarietà viene smaterializzato (supera l’attuale sistema che impone ripetuti adempimenti burocratici alle imprese) Risorse finanziarie il limite di spesa statale passa da 5,6 milioni a 15 milioni di euro Datori di lavoro beneficiari (li usano al posto di altri tipi di ammortizzatori) criteri da definire da parte del ministero del Lavoro di concerto col Tesoro ANSA scontro. E – annuncia Sergio Pizzolante – se il governo dovesse mettere la fiducia, lo scontro si sposterà al Senato, dove gli equilibri sono diversi», perchè il Pd è meno forte. Ma Renzi non perde la sua tranquillità. «Avanti come un treno sulla via del cambiamento», dice. Il decreto per il taglio dell’Irpef, il cui testo dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale, è un provvedimento concreto che mette in difficoltà, sottolineano i renziani, tutti IL PREMIER In alto Matteo Renzi, in basso un ufficio pubblico. Il premier lancia un’offensiva contro gli sprechi nella pubblica amministrazione gli avversari politici. Oggi Renzi tornerà a Roma. E, con un occhio al passaggio decisivo del decreto lavoro e al cammino delle riforme al Senato, si concentrerà sul dossier della P.a., da chiudere come promesso entro aprile. La riforma aprirà la via alla novità per cui i cittadini avranno un’identità digitale e un pin per dialogare con la Pa. Mentre sul fronte dei contratti non ci sarà alcun atteggiamento vessatorio nei confronti degli impiegati pubblici. Serenella Mattera IL CASO IL PREMIER AVVIA L’OPERAZIONE VERITÀ SU ALCUNI MOMENTI DRAMMATICI DELLA STORIA D’ITALIA Matteo apre il dossier stragi «Stop al segreto di Stato» Piazza Fontana, l’Italicus e la stazione di Bologna l ROMA. Via il segreto di Stato sui documenti relativi alle stragi. L’annuncio del presidente del consiglio Matteo Renzi apre la strada a un’operazione trasparenza che si attendeva da anni. La desecretazione, ha spiegato Renzi, è già cosa fatta: decisa venerdì scorso dal comitato per la sicurezza nazionale, su suggerimento del direttore dei servizi segreti Massolo e del sottosegretario Minniti, la glasnost riguarderà «le principali vicende che hanno colpito il nostro paese». Il premier ha citato in particolare la strage di Piazza Fontana (1969), la stage del treno Italicus (1974) e la strage della stazione di Bologna (1980). Tutti gli atti e i documenti contenenti informazioni su questi sanguinosi episodi saranno trasferiti nelle prossime settimane all’Archivio di Stato, dove potranno essere liberamente consultati. L'annuncio di Renzi, però, convince solo in parte coloro che chiedono la verità completa sulle bombe. Paolo Bolognesi, deputato del Pd e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, sostiene che per «illuminare tutte le zone grigie» non basta togliere il segreto di Stato ma bisogna anche aprire tutti gli archivi militari, dei Carabinieri e della Farnesina. Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione familiari delle vittime di Ustica, ridimensiona la portata dell’operazione trasparenza: «Credo che sia uno slogan vecchio, molto usato. Per la maggior parte delle stragi delle quali parliamo non sono stati mai apposti segreti di Stato». Stesso punto di vista nelle parole della presidente dell’associazione fra i familiari delle vittime di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli: "Sulle stragi di mafia del '93-'94 non c'è segreto di Stato, ma ci sono documenti nascosti in qualche cassetto o in qualche armadio. E soprattutto ci sono persone che non vogliono parlare». La proposta crea pareri diversi nel mondo politico. Felice Casson, parlamentare del Pd e segretario del Copasir afferma che «non c'è nessun segreto di stato sulle stragi. Non su quelle cosiddette classiche. Ma ci sono ancora una serie di atti che possono riguardare polizia o carabinieri che, se resi pubblici, possono contribuire a fare luce su fatti del passato». Il presidente del Consiglio ha citato le stragi «classiche», per dirla con Casson, da piazza Fontana a quella della stazione di Bologna. Ma su quelle stra- MILANO Un’immagine in bianco e nero della strage di piazza Fontana avvenuta il 12 dicembre 1969 . gi non esiste nessun segreto opposto alla magistratura che indaga, per tutelare persone o circostanze che non si vorrebbero rendere pubbliche. La legge non lo consente. "Ci sono atti che devono essere desecretati, secondo legge ordinaria, dall’autorità preposta e visto che si tratta di atti dei servizi è il presidente del Consiglio che può dare indicazioni", aggiunge. Sulle stragi «classiche», osserva Casson, «non ci sarà nessuna novità» ma l’intenzione espressa dal premier Renzi "è certamente positiva perchè può portare ad abbreviare i tempi di desecretazione di tutta una serie di atti dei servizi segreti, che possono riguardare anche carabinieri o polizia, utili ad accertare fatti del pas- sato». «Un’iniziativa politica che riguarda il presidente" della quale il Copasir non conosce i dettagli» afferma Ciccio Ferrara di Sel, membro del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. «Questa era la richiesta che era venuta anche da noi. Ma una cosa -argomenta Ferrara è la desecretazione degli atti e fin qui siamo tutti contenti e soddisfatti. Il segreto di Stato è una cosa che non ha più motivo di essere. Un altro conto, invece, è capire le procedure con cui avverrà questa desecretazione, i tempi in cui questo avverrà e cosa riguarderà". "Stiamo parlando degli atti su Moro? O solo di quelli sulle stragi?». RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Martedì 22 aprile 2014 Attesa su come l’ex premier intende impostare e impiegare le 4 ore settimanali con i «vecchietti» dell’istituto milanese LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Istruzioni a pagina 17 Doppia sfida per Berlusconi tra servizi sociali ed Europee Il Cav nella tenaglia di Grillo e del premier, ma punta a fare il colpo grosso l ROMA. Una doppia sfida per Silvio Berlusconi che sotto il peso dell’età che non fa sconti, si troverà impegnato a partire da lunedì 28 aprile su due fronti: l'assistenza sociale ad anziani e disabili nella struttura milanese di Cesano Boscone e l’avvio della campagna elettorale per le europee del 25 maggio. E c'è da scommettere che l’ex cavaliere, superato lo sconforto iniziale per la «umiliante» imposizione della messa in prova scaturita da una sentenza «ingiusta e mostruosa», rivolterà mediaticamente la frittata per trarne il maggior vantaggio. La missione non impossibile dell’ex Cav è infatti giocare, in funzione elettorale, la nuova inattesa carta. Quella della solidarietà e del volontariato verso anziani, malati e disabili proprio nell’era del riscatto dei buoni sentimenti sulla scia di una «cattiva» crisi economica. Si tratterà di capire come Berlusconi intenda impostare e impiegare le 4 ore settimanali con i «vecchietti» dell’istituto milanese. Di certo ci sta ragionando anche in queste ore, in vista della prima prova che con tutta probabilità avverrà a partire da lunedì 28 aprile. La sentenza del Tribunale di sorveglianza emessa il 15 aprile scorso dà infatti dieci giorni di tempo a Berlusconi per sottoscrivere la decisione dei servizi sociali. Il 25 aprile, poi, è un venerdì festivo (la Liberazione) e il tutto per forza di cose dovrebbe slittare a lunedì 28. Così da martedì a giovedì Berlu- sconi, seguendo le prescrizioni dei giudici del tribunale di sorveglianza, potrà cominciare a fare la spola con Roma e mettere la testa (e il corpo) sulla campagna elettorale più difficile della sua vita politica. Una prova, quest’ultima, che lo preoccupa più dell’obbligo assistenziale. Di fronte ha infatti dei temibili concorrenti, uno giovane e dinamico (Renzi), l’altro pirotecnico e innovatore (il leader M5s). Ma la sua spina nel fianco è soprattutto quel caterpillar di Grillo che, dicono i sondaggi, gli ha soffiato il secondo posto entrando così di diritto nei suoi incubi elettorali. Nonostante ciò Berlusconi non rinuncia a coltivare sogni come testimonia l’intervista al Tg5 di sabato scorso. L'obiettivo elettorale – ha scandito rivolgendo un incalzante appello ai moderati – è raggiungere la maggioranza assoluta, e senza alleati, per dar vita a un governo monocolore azzurro. Per Maurizio Gasparri, «Grillo spera di raccogliere qualche voto in più insultando il presidente Berlusconi. Ma quando la Corte europea riconoscerà la sua innocenza, dovrà rendere conto di tutte le infamie e gli attacchi che ha rivolto al nostro leader. È ovvio che Grillo ha bisogno di alzare i toni, per coprire un vuoto di contenuti. Ma gli italiani lo hanno capito e la bocciatura per lui arriverà il 25 maggio alle elezioni europee». Mentre il Mattinale, la nota politica redatta dallop staff di Forza Italia alla Camera, sottolinea che «anche l'Economist si è accorto LA CURIOSITÀ L’EUROPARLAMENTARE LICIA RONZULLI METTE SU TWITTER LA FOTO CON L’EX PREMIER Silvio e Francesca, uniti con l’autoscatto SELFIE La foto postata su twitter con Silvio Berlusconi, Licia Ronzulli e Francesca Pascale . l ROMA. Pasquetta tra lavoro e «selfie» per Silvio Berlusconi. Lo svela su Twitter Licia Ronzulli, europarlamentare uscente, ricandidata nelle liste di Forza Italia. «Pasquetta in famiglia! Con il grande presidente Berlusconi e Francy!»", scrive Ronzulli, che condivide sul social network un autoscatto: l’eurodeputata è in posa tra il leader di FI e la fidan- zata Francesca Pascale. Davanti a loro un uovo di cioccolata, avvolto da una carta trasparente e un fiocco verde. In un altro tweet Ronzulli immortala il solo Berlusconi seduto a un tavolo, con foglio e penna in mano. Davanti a lui un telefono e una tazzina di caffè: «Anche il giorno di Pasquetta il nostro pre«sidente è al lavoro! Non ce n'è per nessuno!», commenta Ronzulli. Bruxelles, un testa a testa tra i Popolari e i Socialisti che Renzi è solo uno che parla, parla, parla e basta. Lo ha scritto in un articolo: “Il problema più grosso di Renzi è che ha promesso una riforma al mese da qui a giugno: quella sul lavoro, sulla burocrazia e sul sistema fiscale» «Ma – prosegue Il Mattinale – non ha messo polpa nella scarna proposta per un nuovo contratto di lavoro, o sull'estensione a tutti del sussidio di disoccupazione. Ha parlato invece di un taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale (tasse sul reddito e sconti sociali), di un programma di edilizia scolastica di "diversi miliardi" come del pagamento dei debiti della PA verso le imprese, stimati in oltre 100 miliardi. Non c'è stato però nessun reale chiarimento su come Renzi intenda trovare queste risorsè. Il settimanale britannico fa a Renzi le stesse critiche che gli muoviamo noi. Quindi? Il Presidente del Consiglio bluffa. È certificato". "Il violento. Il linguaggio di Renzi ha un carattere di violenza permanente, utile a mantenere in stato di eccitazione la stampa, ma diffonde insicurezza. Usa la ruspa, rottama, asfalta, proclama una lotta "violenta". Cerca di crearsi volta per volta una maggioranza di buoni che egli si incarica di vendicare contro gli sfruttatori causa di ogni male: i burocrati, i politici, i senatori, le aziende, i risparmiatori, i proprietari di case». Giuliana Palieri STRASBURGO La visuale esterna del parlamento europeo. È partita la macchina per il rinnovo del Parlamento Gli ultimi sondaggi indicano un recupero del Ppe . l ROMA. Inversione di tendenza nei sondaggi per le europee 2014. Secondo l’ultima rilevazione di Poll Watch sul voto del 25 maggio, il Ppe è in rimonta sul Pse superandolo di una manciata di voti. Un testa a testa sul filo di lana. Al momento (il sondaggio è del 16 aprile) il Ppe si attesta sul 29,6 per cento, mentre il Pse sul 27,8. In termini di seggi siamo 222 a 209. Un dato in controtendenza rispetto alle rilevazioni di Poll Watch delle ultime settimane, che hanno sempre visto in testa il Pse. Secondo i curatori della previsione Poll Watch «questo cambiamento nel corso delle ultime due settimane è il risultato di un aumento significativo del sostegno ai partiti del Ppe in Polonia, forse legati ad insicurezza a causa della crisi in Ucraina»", si spiega. E non solo la Polonia. Il partito del candidato presidente Jean-Claude Juncker «ha guadagnato anche in Francia», mentre nel frattempo i partiti che compongono il fronte dei Socialisti e Democratici europei che sostengono la candidatura del socialdemocratico tedesco, Martin Schultz, «sono lievemente diminuiti in Austria, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Francia e Grecia». A dare linfa, in termini di consensi, al fronte Pse potrebbe toccare al Pd di Matteo Renzi che si appresta a diventare il primo partito in Ue, superando i tedeschi della Spd. Totale incertezza per la collocazione in Ue del M5S, possibile secondo partito in Italia, visto che i grillini al momento non sono collegati con altre liste. Per quanto riguarda gli altri gruppi a Strasburgo, dietro ai due principali schieramenti di Ppe e Pse, si aggiudicherebbe il terzo posto l’Alde. Sebbene il 'podiò sia insidiato dalla Sinistra (che comprende Lista Tzipras e Verdi). Secondo la previsione Poll Watch l’Alde è stimato all’8 per cento con 60 seggi e la coalizione della Sinistra è data al 7,1 con 53 seggi. Ma anche in questo caso le previsioni di Poll Watch assegnano una trend potenzialmente positivo per la Sinistra che avrebbe "una probabilità del 24% di essere più grande di Alde" e che comunque sarebbe in crescita netta rispetto al 2009 quando ottenne 35 seggi. Nel complesso, si spiega, l’equilibrio del parlamento di Strasburgo non dovrebbe cambiare in modo significativo rispetto al 2009 e «i tre gruppi politici Ppe, Pse e Alde» rappresenterebbero il 65 per cento degli eletti. Nel 2009 erano il 72 per cento. Più complicata la previsione per il fronte della destra radicale e euroscettica. Si parla del Front National di Marine Le Pen ma anche del Movimento 5 Stelle italiano. Per quanto riguarda Le Pen e il Partito della libertà olandese di Geert Wilders la previsione di Poll Watch "suggerisce che avranno abbastanza deputati provenienti da sufficienti agli Stati membri di formare un gruppo: con circa 38 deputati provenienti da 7 Stati membri. Avviso dell’avvenuto deposito del Progetto Definitivo e dello studio di Impatto Ambientale per la richiesta di espletamento della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi degli art. 21-28 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. La società “IVPC POWER 6 s.r.l.” con sede legale in Napoli, CAP 80122, al Viale A. Gramsci 22, rappresentata dall’Avv. Oreste Vigorito, nella sua qualità di Amministratore Unico, informa che ha presentato in data 10/04/2014 presso l’Assessorato Ambiente e Territorio della Provincia di Foggia, in via Telesforo, 25, 71121 Foggia, in data 14 e 15/04/2014, presso i Comuni di: - Poggio Imperiale (FG) - Corso Vittorio Veneto, 2 - 71010 - Lesina (FG) – Piazza Aldo Moro 1 – 71010 - Apricena (FG) – corso Gen. Torelli 59 – 71011 - S. Paolo Civitate – Piazza Padre Pio - 71010 Il Progetto Definitivo e lo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica costituito da n. 16 Aerogeneratori ciascuno della potenza di 3,3 MW per una potenza complessiva di 52,80 MW, da realizzarsi nel Comune di Poggio Imperiale. L’intervento comprende, oltre agli aerogeneratori, anche le opere e le infrastrutture connesse e indispensabili alla costruzione ed esercizio dell’impianto medesimo, quali: piazzole di servizio e manovra, strade e viabilità interna; elettrodotti; cabine elettriche; sottostazione elettrica MT/AT 30/150kV e tutte le altre opere di rete per la connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale di TERNA. Il Progetto Definitivo e lo Studio di Impatto Ambientale, depositati presso gli Enti sopra indicati, sono disponibili per la pubblica consultazione. Ai sensi dell’art. 24 comma 4 del D. Lgs. 152/06 e s. m. i., entro il termine di sessanta giorni chiunque abbia interesse può prendere visione del Progetto Definitivo e del relativo studio di Impatto Ambientale e presentare eventuali proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. PER LA PUBBLICITÀ SU BARI: 080/5485111 BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 POTENZA: 0971/418536 RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Martedì 22 aprile 2014 LA CRISI E I PARTITI IL PERCORSO DELLE RIFORME Il guru dei grillini in un’intervista: «Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore o lo chiudo o vado a casa» M5S, Pizzarotti a Casaleggio «Non sono io il traditore» Il sindaco: «A volte amministrare vuol dire anche non vincere alcune battaglie» Intanto, il vicepresidente della Camera, Di Maio, vorrebbe sfiduciare la presidente Laura Boldrini l ROMA. Tutto chiarito, anzi no. Federico Pizzarotti torna al centro delle polemiche nel M5S, malgrado il «ravvicinamento» con Beppe Grillo delle scorse settimane sembrava avesse chiuso il caso. Ad attaccare il sindaco di Parma, stavolta, è Gianroberto Casaleggio. Il co-fondatore del Movimento Cinque Stelle in una intervista al Fatto Quotidiano, pur senza mai citarlo, attacca Pizzarotti sulla questione dell’inceneritore della città ducale. Lo stop alla realizzazione dell’impianto, infatti, era uno dei cavalli di battaglia dei cinquestelle durante la campagna elettorale per le comunali di Parma nel 2012; ma, alla fine, l’impianto è entrato in funzione tra mille polemiche e creando non pochi malumori tra i sostenitori pentastellati. Per Casaleggio si tratta di una questione non da poco: «Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore o lo chiudo o vado a casa», taglia corto il co-leader del movimento. Da Parma, però, arriva immediata la replica del diretto interessato. «Amministrare è affrontare problemi reali e, a volte, vuol dire anche non vincere alcune battaglie. Vero – scrive sul suo profilo facebook Pizzarotti -. Ma questo non vuol dire tradire un ideale. Tutto questo significa amministrare in piena sintonia con i valori del Movimento». Il «botta e risposta» è violento. La questione del contendere non è legata solo all’apertura dell’inceneritore. Ma è di natura politica. Pizzarotti, negli ultimi mesi, ha criticato apertamente alcune decisioni prese da Grillo e Casaleggio, soprattutto in merito alla gestione del dissenso interno e delle espulsioni. La linea della fermezza non convince il sindaco ducale. Di contro, ai vertici del movimento, allo «staff», non sono piaciute alcune iniziative di Pizzarotti come quella di riunire i candidati M5S per le prossime amministrative in un «incontro preparatorio» alle porte di Parma. In quell’occasione, il primo cittadino di Parma si beccò una prima scomunica via tweet. Il timore, non confessato dal gruppo dirigente M5S, è che attorno alla figura di Pizzarotti possa aggregarsi una vasta area di dissidenti: i primi espulsi Valentino Tavolazzi, Federica Salsi e Giovanni Favia; ed i più recenti senatori Adele Gambaro e Maria Mussini. Sono tutti emiliani. Il dossier Pizzarotti crea tensioni tra i cinquestelle. A Roma temono che anche molti parlamentari possano «simpatizzare» con il sindaco parmense. «Anche i quotidiani che puntano a dividerci ora osannano Pizzarotti come un eroe, prima lo dipingevano come un incapace», riferiscono con fastidio fonti parlamentari. Una soluzione la propone il senatore Vito Crimi: la conferma del mandato da parte degli attivisti. Si tratta di una consultazione dei mi- litanti che avviene con periodicità annuale da parte dei consiglieri ma non prevista per i sindaci. «Non penso che Pizzarotti debba preoccuparsi, anche perché ha fatto un buon lavoro ed ha seguito sul territorio», spiega. L’obiettivo, al momento, è non disperdere forze in vista delle Europee. I parlamentari sono impegnati nel loro «Vinceremo noi Tour»; mentre nel Palazzo continua il lavoro di opposizione. Sotto attacco è finita la presidente della Camera Laura Boldrini. Luigi Di Maio, suo vice a Montecitorio, dice che se il regolamento lo permettesse l’avrebbero già sfiduciata: «Che ci detesti è evidente. Se ci fosse la possibilità di sfiduciarla l’avremmo già fatto. Peccato che non esiste mozione di sfiducia per presidenti. Magari potrebbe inserirla nella sua tanto decantata riforma del regolamento della Camera. Ci sta Presidente?», scrive Luigi Di Maio sul blog di Grillo. Teodoro Fulgione IL BERSANIANO GOTOR La minoranza del Pd frena sulle riforme «Difficile entro maggio» IL SINDACO DI PARMA Federico Pizzarotti. In alto (foto d’archivio), una recente manifestazione di disoccupati a Napoli l ROMA. Un impegno di «massima» a procedere con celerità, ma senza impegnarsi a un sì del Senato entro il 25 maggio. Alla vigilia della ripresa della discussione in commissione Affari Costituzionali sul ddl riforme, la minoranza Pd frena sul timing auspicato dal governo. L’obiettivo primario è quello di giungere in Aula con un testo che ottenga il maggior consenso politico possibile. Obiettivo per il quale, secondo il bersaniano Miguel Gotor, difficilmente si arriverà ad un sì dell’Aula alle riforme entro le europee. E con ciò la minoranza Dem gela le speranze del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che aveva definito «realizzabile» l’ipotesi del voto sulle riforme entro maggio. SU YOUTUBE LA «CAMERA... CAFFÈ» DEI PARLAMENTARI M5S IL COMICO «SI SONO ACCORTI CHE ANCHE CON QUESTA LEGGE AVREBBE POTUTO VINCERE IL M5S» E il blog rilancia la sit-com di deputati e senatori grillini Grillo: il pregiudicatellum è ormai morto e sepolto l ROMA. Un sorridente deputato grillino, Giorgio Sorial, brandisce vistosamente la Costituzione mentre una finta Laura Boldrini sviene alla buvette tra le risate dei commessi. È uno degli sketch di «Camera dei deputati Caffè», il format del Movimento Cinque Stelle in onda sul canale youtube «La Cosa» e rilanciato dal blog di Beppe Grillo. Si tratta di brevi video della durata di pochi minuti a cadenza settimanale (siamo arrivati all’ottavo episodio). Una telecamera fissa riprende due attori nei panni di commessi della buvette di Montecitorio che accolgono servilmente deputati e senatori cinquestelle in carne ed ossa, dando vita a dibattiti e riflessioni sull'attualità politica. Chiaramente, il nome del format cinquestelle fa riferimento a «Camera cafè», la sit-com che ha fatto la fortuna del duo comico Luca e Paolo, ma le similitudini si fermano a questo. L’originale estremizza il trash fino a farsene gioco con la complicità degli spettatori; la sit-com M5S, invece, prendendo spunto da Grillo, punta a unire comicità e «predica elettorale». Il risultato? Al di là dei giudizi sulle capacità di recitazione degli onorevoli M5s gli episodi si trasformano in tribune politiche cinquestelle dove manca l’ironia: un po’ come nello spot dell’aspirante sindaco di Bari, il pd Decaro insieme con il ministro Maria Elena Bo- LA SIT-COM Dei parlamentari M5S schi, diventato virale su youtube. Partita dall’idea di due attivisti, «Camera Dei Deputati Caffè» coinvolge alcuni dei parlamentari del M5S più conosciuti: Luigi Di Maio, Roberta Lombardi, Vito Crimi, Sergio Puglia, Paola Taverna, Mirko Busto. Ultimi in ordine di apparizione Giorgio Sorial e Michele Giarrusso. Quest’ultimo, con doti di attore sorprendenti, è il protagonista dello sketch di chiusura dell’ottavo episodio: il senatore catanese illustra il ddl sul voto di scambio politico-mafioso nell’incredulità dei suoi due interlocutori, fino al momento in cui, introdotto dal suono del marranzano, al banco della buvette della Camera arriva un mafioso con la coppola. Teodoro Fulgione l ROMA. «Il Pregiudicatellum di Renzusconi non ha visto la luce e forse non la vedrà mai. Era stato pensato per escludere il M5S dalla possibilità di andare al Governo. Una legge disegnata per far vincere Forza Italia o il Pdexmenoelle. Il tutto nel silenzio di Napolitano che dovrebbe tutelare la Costituzione. Qualcosa è però andato storto. Renzie e il pregiudicato si sono accorti che, anche con questa legge elettorale, avrebbe potuto vincere il M5S». Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. «Lo scorso gennaio (sembra un’epoca fa) i partiti e l’informazione di regime spiegavano agli italiani che senza una nuova legge elettorale il Paese sarebbe andato allo sfascio. Andava fatta subito, anzi prima, non importa con chi, anche con un pregiudicato espulso dal Parlamento come Berlusconi. Il M5S per le solite anime belle (ma dove vivono? ci sono o ci fanno?) doveva andare a vedere le carte. Sono passati quasi quattro mesi e la legge elettorale è morta e sepolta», aggiunge Grillo. «Forza Italia e Pdexmenoelle alla fine sono la stessa identica faccia dell’ipocrisia del Potere. Il Pregiudicatellum è una legge peggiore del Porcellum, più incostituzionale del Porcellum, il tutto nel silenzio di Napolitano che dovrebbe, il condizionale è più che d’obbligo nel suo caso, tutelare la Costituzione – aggiunge il leader del M5S –. Qualcosa è però andato storto. Renzie e il pregiudicato si sono accorti che il M5S ormai supera Forza Italia di parecchie lunghezze e che i due compari avrebbero potuto fare la fine dei pifferai che partirono per suonare e furono suonati». GRILLO Con Casaleggio «La voce dal sen fuggita è dell’ex ministro della Difesa (Mario Mauro, ndr): «Non è vero che è una legge contro i piccoli partiti, questa è una legge impostata contro un grande partito. È una legge nata per far fuori Grillo» che ha aggiunto «Se il secondo partito sarà quello di Grillo, l’Italicum salta. Lo dico da tempi non sospetti: quando hai una realtà tripolare e fai una legge dove alla fine si rimane in due, significa che uno lo si vuol far fuori – si legge ancora sul blog del leader cinquestelle – Ma mentre tutti pensavano che quella legge potesse servire per far fuori Grillo, adesso farebbe fuori Berlusconi e i conti non tornano». «Nel frattempo il M5S ha discusso on line con più di 100.000 iscritti e l’aiuto del professor Giannulli la sua legge elettorale che presenterà nel mese di maggio in Parlamento. Tutto il resto è noia», conclude Grillo. RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Martedì 22 aprile 2014 Solo nel Mezzogiorno sono quasi 600mila i nuclei familiari in cui nessuno dei componenti ha un reddito da lavoro Tuttavia non si può escludere che ci siano storie più fortunate, di chi può permettersi di vivere senza lavorare Salgono a più di un milione le famiglie senza busta paga L’Istat certifica che dal 2012 al 2013 c’è stato un incremento del 18,3% IL SENATORE Miguel Gotor, schierato con la minoranza del Pd . In realtà negli ultimi giorni, si apprende da fonti del governo, a Palazzo Chigi si tiene conto del fatto che in vista delle elezioni europee il dibattito sulle riforme potrebbe infiammarsi. Da parte del governo, tuttavia, resta la fiducia sul fatto che non ci saranno ostacoli reali al processo di riforme costituzionali, in ossequio a quel «buon clima» a cui accennava il premier Matteo Renzi ancora venerdì scorso. l ROMA. Le famiglie senza reddito da Senza reddito da lavoro lavoro, dove chi cerca un impiego non lo Famiglie con tutte forze disoccupate (in migliaia) trova, salgono ancora e nel 2013 arrivano a oltrepassare la soglia del milione. Dati Istat 2011 2012 2013 alla mano, la crescita nell’ultimo anno è Single 106 144 stata pari al 18,3%, con altre 175 mila finite 183 maschi nel gruppo che l’Istituto di statistica clasSingle 68 90 sifica «con tutte le forze in cerca di lavoro». 112 femmine Le situazioni più critiche potrebbero coinMonogenitore cidere con quelle delle coppie con figli, 22 30 31 maschi quasi mezzo milione, a cui si aggiungono Monogenitore più di 200 nuclei monogenitore, dove nella 120 153 183 femmine gran parte dei casi il solo capofamiglia è Coppie una donna, o meglio una mamma. 55 74 83 senza figli Si tratta quindi di case dove i membri Coppie «attivi» sul mercato, in età lavorativa, non 320 419 491 con figli hanno un posto e devono trovare le risorse necessarie per andare avanti da altre fonti Altre tipologie 31 45 48 di reddito, diverse dalla busta paga. Magari il supporto può arrivare dal componente, Totale 722 955 1.130 può essere anche più di uno, che gode di Fonte: Istat ANSA pensione. Un’altra ipotesi di sostegno potrebbe coincidere con l’indennità di disoccupazione; o ancora con rendite da capitale, varia: dagli anziani, ormai fuori dal mondo del come può accadere a coloro che hanno abi- lavoro, con un figlio disoccupato e l’altro ancora tazioni o locali in affitto. studente, alla giovane madre alla ricerca di un Sicuramente l’identikit della famiglia che impiego che deve farsi carico dei bambini senza non può fare riferimento su uno stipendio l’aiuto dell’altro genitore; dal sigle che ha perso il posto alla coppia di giovani che non riesce a trovare ancora nulla. Quasi di certo, però, dietro la maggior parte delle situazioni c'è uno stato di disagio o comunque mancano certezze. Tuttavia non si può escludere ci siano storie più fortunate, di chi può permettersi di vivere senza lavorare, contando su forti rendite, i cosiddetti rentier. A soffrire di più, ancora una volta, è il Mezzogiorno, con 598 mila famiglie, dove coloro che sono forza lavoro risultano tutti disoccupati. Seguono il Nord, che ne ha 343 mila, e il Centro, con 189 mila. Ma il fenomeno avanza dappertutto, basti pensare che a confronto con due anni prima, l’aumento è addirittura del 56,5%. E i conti non tornano, o meglio tornano quelli della crisi, se si va a guardare il numero dei nuclei in cui tutti i componenti che partecipano al mercato del lavoro hanno un’occupazione, pari a 13 milioni 691 mila, in calo di 281 mila unità (-2%). Insomma le nuove medie annue dell’Istat, intrecciando i dati su condizioni familiari e occupazionali, non fanno altro che confermare un 2013 segnato fino in fondo dalla piaga della disoccupazione. Marianna Berti ERANO 2,7 MILIONI NEL 2010, SONO SALITE A 3,3 MILIONI NEL 2011 ED HANNO RAGGIUNTO I 3,7 MILIONI NEL 2012 QUESTIONE DI FAME Nelle nostre città, in conttro come in periferia, scene come questa qui a fianco sono ormai sempre più consuete. E a certificarlo sono ora i dati diffusi dall’Istat e dalla Coldiretti . E per la Coldiretti quattro milioni di persone sono costrette a chiedere aiuto per mangiare l ROMA. Sono 4.068.250 le persone che in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10 per cento sull’anno precedente. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della relazione sul «Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013» realizzato dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), in riferimento ai dati Istat sulle famiglie senza redditi da lavoro. Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. In particolare, nel 2013 si contano 303.485 persone che hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa. Una situazione drammatica che, osserva la Coldiretti, «rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa». Secondo l’Istat, infatti, ben il 16,6% degli italiani non può neanche permettersi una pasto con un contenuto proteico adeguato almeno una volta ogni due giorni. L’effetto più eclatante della riduzione del potere di acquisto degli italiani è stato il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 30 anni. Nel 2013 i consumi alimentari sono diminuiti del 3,1% secondo l’Istat perché con il calo del potere di acquisto le famiglie italiane hanno tagliato dal pesce fresco (-20%) alla pasta (-9%), dal latte (-8%) all’olio di oliva extravergine (-6%) dall’ortofrutta (-3%) alla carne (-2%) mentre aumentano solo le uova (+2%), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi 11 mesi. RASSEGNASTAMPA 15 Martedì 22 aprile 2014 ECONOMIA&FINANZA Taglio dei costi, le banche rottamano gli sportelli Ne saranno soppressi 1.500. Gli istituti puntano sulla consulenza l ROMA. Le banche accelerano sulla rottamazione degli sportelli. Nei prossimi anni le sole grandi banche prevedono, secondo quanto risulta dai loro piani industriali, una riduzione di circa 1.500 filiali dopo che il sistema nel suo complesso, dall’inizio della crisi nel 2007, ne ha già perso 800. L’uso massiccio delle tecnologie, la crisi economica e la caduta del mercato immobiliare hanno indotto gli istituti di credito a ridurre la rete e modificare la filiale che sarà sempre meno dedicata «alla cassa» e più alla consulenza. Dal 2007 il sistema bancario italiano ha perso così circa 800 sportelli passando da circa 32.700 a 31.900 secondo i dati che si ricavano dalla Banca d’Italia che comprendono oltre 600 banche fra spa, popolari e banche di credito cooperativo. Il calo è stato più forte soprattutto per le Spa, situate per lo più nei centri urbani e che hanno fatto massiccio ricorso alle tecnologie di banca on line mentre quelle popolari o le Bcc, radicate nei piccoli centri o in quelli rurali e con una clientela più avanti negli anni stanno cercando di mantenere la rete magari riducendo gli spazi e il personale impiegato. Sono lontani i tempi nei quali le banche si contendevano le filiali dismesse dalle rivali per motivi Antitrust a colpi di offerte milionarie valutando ogni singolo sportello centinaia di migliaia di euro con l’ausilio di perizie e analisi di società di consulenza. La crisi economica, il crollo del mercato immobiliare e l’introduzione delle nuove tecnologie hanno reso quelle analisi preistoria. Analizzando i piani industriali delle grandi (Unicredit, Intesa, Mps) si ricava un cambio di rotta verso uno sportello con meno operazioni di tipo tradizionale di «cassa» e più consulenza, che resta indispensabile per siglare un mutuo o stipulare un finanziamento per un’impresa. «I clienti per le operazioni giornaliere come bonifici, estratto conto o pagamento bollette – spiega un banchiere – non sono più disposti a fare la fila e operano da casa o dall’ufficio con pc e smartphone o anche dall’Atm ma per accendere un mutuo o realizzare operazioni complesse o percepite tali vogliono ancora parlare con qualcuno. Anche le banche on line si sono dovute per questo attrezzare con qualche filiale fisica. Attaccano i sindacati: «Le strategie fin qui attuate dalle banche italiane e incentrate soltanto su un taglio lineare del costo del lavoro e degli sportelli e sull'outsourcing di attività non hanno portato a un rilancio del settore», afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi che chiede «un nuovo modello di banca, che generi profitti, creando occupazione e posti di lavoro e che rafforzi i suoi legami con le imprese del territorio». Da qui al 2017 così Intesa Sanpaolo prevede di passare da 4.100 a 3300 sportelli (erano 6.100 nel 2007), Unicredit di ridurre 500 sportelli da qui al 2018 sugli attuali 4100 e Mps 200 degli attuali 2300. Va invece a marcia lenta il Banco Popolare il cui piano prevede solo 70 sportelli in meno. Inoltre l'ondata di fusioni e acquisizioni che sta investendo le banche medie, molte delle quali commissariate o in difficoltà, potrebbe portare una ulteriore riduzione della rete. La «ritirata» delle banche si nota già nei centri urbani costellati di filiali vuote dove spicca il cartello «vendesi» o «affittasi» o riconvertite in altri esercizi commerciali. Lo scoglio per chiudere la filiale alle volte è rappresentato dagli alti costi di riconversione: togliere i vetri blindati costa infatti diverse migliaia di euro così come rimuovere il caveau, oppure dalla rescissione dei contratti di affitto. Per questo a volte si vedono negozi ed esercizi commerciali che mantengono le vetrine e i serramenti del precedente utilizzo. La filiale del «futuro» ha così meno sportelli di cassa e più uffici di consulenza. Sarà più vasta se di una banca grande e frutto dell’accorpamento di due o tre mentre più piccola ma con meno impiegati se di un istituto di minori dimensioni. Andrea D’Ortenzio LA PARTITA IL CDA DELLA COMPAGNIA ITALIANA SI RIUNISCE PER RICEVERE DALL’AD DEL TORCHIO AGGIORNAMENTI SULLA TRATTATIVA Alitalia, oggi alle 15 scatta l’«ora X» Etihad replica sulle condizioni l ROMA. I 1.900 esuberi già metabolizzati dai sindacati non bastano. Forse non saranno 3.000, ma probabilmente fra i 2.500 e i 2.700. Con le banche socie, poi, si dovrà trovare una soluzione soddisfacente in materia di ristrutturazione del debito, nonostante le ritrosia alla cancellazione e alla conversione in azioni. E il governo, oltre ad offrire sponda ai lavoratori in uscita, dovrà fare la sua parte sul «caso» Malpensa e sulla necessità di puntare sulle rotte intercontinentali, tagliando il cosiddetto medio raggio. Sono queste le principali «condizioni», poste da Etihad, sulle quali farà il punto il Consiglio di amministrazione di Alitalia oggi alle 15 a Roma. Tutti temi noti da giorni. Almeno da quando la prima lettera della compagnia emiratina è arrivata sul tavolo dell’a.d. Gabriele Del Torchio, che sono poi stati ripresi dalla risposta partita da Roma (al momento senza contro-risposta da Abu Dhabi), ma che non hanno ancora trovato una soluzione in grado di portare ad un accordo. Anzi, che ancora oggi rischiano di dividere in modo definitivo le parti. Proprio per questo l’opera di rassicurazione dell’a.d. (e il lavoro degli advisor Citi e JpMorgan) è continuata anche durante queste festività pasquali, in cui sono andati avanti i contatti telefonici fra Italia e Abu Dhabi. Per quanto riguarda gli esuberi, da tempo si parla di un taglio richiesto tra le 2.500 e le 3 mila unità, che secondo alcune indiscrezioni potrebbero essere ricollocate in aziende pubbliche (principalmente Poste, per altro coinvolta nella partita dopo l’investimento da 75 milioni di euro di qualche mese fa). Alcune ricostruzioni indicano adesso l’intenzione, da parte del management di Alitalia, di puntare a un pre-accordo con i sindacati che prevede la cassa integrazione a zero ore per 1.000-1.100 dipendenti, opzione in grado di soddisfare le esigenze di efficientamento presentate dalla compagnia araba. Quanto alle rotte, Etihad avrebbe insistito per una rior- ganizzazione radicale, con un taglio per il medio raggio, un rafforzamento dell’intercontinentale e un forte impegno sulle infrastrutture necessarie per valorizzare Fiumicino. Uno degli scogli più difficili da superare, stando alle voci, sarebbe invece quello dei debiti. La compagnia guidata da James Hogan insiste per un taglio di almeno 400 milioni di debiti verso le banche, su un miliardo circa in totale: Unicredit e IntesaSanpaolo non sarebbero però intenzionate a venire incontro alla richiesta, anche se perdere l’occasione di un rilancio della compagnia, e quindi del loro investimento, peserà non poco sulla loro posizione finale. L’ANNUNCIO DA PARTE DEL PRESIDENTE ANDREA LEONE «Fidindustria Puglia entro l’anno sarà consorzio vigilato di Bankitalia» l . «Entro l’anno diventeremo consorzio vigilato dalla Banca d’Italia». Così il presidente di Fidindustria Puglia, Andrea Leone, in carica dallo scorso 4 luglio, nell’annunciare l’assemblea ordinaria del Consorzio Fidi, fissata in prima convocazione mercoledì 30 aprile ed in seconda martedì 20 maggio. «I numeri confermano una crescita costante ed omogena. Siamo arrivati a 90 milioni di garanzie e 140 milioni di finanziamenti rilasciati alle imprese. Un trend che nel 2013 ha raggiunto il +20%. L’obiettivo di quest’anno è consolidare questi lusinghieri risultati ed implementare la campagna di affiliazione che ha portato Fidindustria a raggiungere quota 3.500 associati nelle varie categorie merceologiche», continua Leone. Tra gli obiettivi del 2014 anche il riconoscimento come consorzio vigilato dalla Banca d’Italia: «Un prestigioso ed importante risultato raggiunto in Puglia soltanto dal nostro e da un altro consorzio, a garanzia della nostra affidabilità e gestione trasparente. Un ulteriore rassicurazione importante per le numerose aziende pugliesi che già si rivolgono a noi e che anche in futuro si avvarranno del nostro supporto». All’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria convocata nella sede sociale di Bari (via Amendola 172/5) l’approvazione del bilancio al 31/12/2013, la relazione sulla gestione del Consiglio di amministrazione (dopo quella del Collegio sindacale), altre deliberazioni ed il compenso agli amministratori. «I dati del bilancio 2013 sono in linea con gli obiettivi – ha spiegato il presidente – Abbiamo provveduto ad operare robusti accantonamenti per far fronte alle criticità delle imprese e garantire una gestione serena. Ci aspetta un proseguimento di anno pieno di novità. Cercheremo di instaurare collaborazioni forti che consentano di affrontare senza problemi anche le politiche di razionalizzazione dei Consorzi». Una tendenza in linea con la storia di Fidindustria Puglia, nata dalla fusione di tutti i consorzi fidi di matrice confindustriale operanti in Puglia. Il suo obiettivo è agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese associate attraverso la prestazione di garanzie a breve e medio-lungo periodo. Fidindustria eroga, infatti, ampia assistenza in materia finanziaria e creditizia, garantendo soprattutto le per migliori condizioni per il costo del denaro. E’ presente nelle sedi di Bari, Andria e Parabita e fornisce servizi per rispondere ad ogni esigenza delle imprese: dal consolidamento agli investimenti, agli anticipi su fatture, allo sconto di portafoglio commerciale e molti altri. La struttura è costituita in prevalenza da giovani con gran voglia di fare. Sono loro la marcia in più di questo consorzio. RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 17 Martedì 22 aprile 2014 DE TOMASO Quello che Renzi dimentica >> CONTINUA DALLA PRIMA P otrebbe anche darsi che tra 20 anni il tipo di informazione legato a gare d'appalto e aste giudiziarie si trasferirà prevalentemente su internet o su altri strumenti comunicativi, ma dovrà essere il mercato a stabilirlo, non un principe o un principino a caccia di risorse pubbliche. Renzi è uno straordinario slalomista. Un giorno fa il liberista, un giorno lo statalista. Di fatto lui è un interventista. Un interventista afflitto da presunzione fatale, a cui sfuggono gli effetti perversi delle sue intenzioni: altrimenti, se cioè egli fosse davvero consapevole delle conseguenze di atti come l'ultimo, vessatorio, sui giornali, ci sarebbe da preoccuparsi della sua capacità di dirigere la nazione salvaguardando l'interesse generale e tutelando la libera informazione. Renzi dice: esportando sul web gli annunci giudiziari, io risparmio un centinaio di milioni. Ok. Ma, ammesso che il calcolo sia fondato e che, in seguito a questo capriccio, lo Stato non debba paradossalmente scucire fior di milioni a sostegno di nuovi disoccupati e cassaintegrati, rimane inevasa la questione di fondo: qui è a rischio il settore editoriale che, della democrazia, costituisce il pilastro principale, più del governo medesimo. A meno che il Rottamatore non abbia in mente uno schema diverso per il settore editoriale, sulla falsariga del modello da lui propugnato per la politica: la concentrazione. Da una misura come quella illustrata l'altro giorno per le aste giudiziarie potrebbe scaturire, infatti, una sforbiciata pazzesca alle aziende editoriali, a tutto vantaggio di quelle più disinvolte, vuoi perché ammanicate col potere vuoi perché votate a esercitare pressioni ricat- PASQUA Il premier Renzi a Firenze tatorie sul decisore politico. È questo il traguardo che si vuole raggiungere? Sarebbe un modo assai singolare (eufemismo) di concepire la democrazia. Ma Renzi, che è testardo come molti fiorentini, potrebbe insistere: dall'editoria mi servono 100 milioni. Beh. A parte la singolarità di un proposito (rectius sproposito) del genere a scapito di un settore al collasso e di dispetto delle promesse di intervenire in suo soccorso, il premier forse dimentica che ci sono fior di giornali «clandestini», tra cui molti organi di partito, che ricevono soldi pubblici senza ragione dal momento che solo formalmente vanno considerati come organi di informazione. Tutt'altra cosa è La Gazzetta del Mezzogiorno che, come riportato sotto la testata, resta tra i pochissimi quotidiani a non ricevere finanziamenti pubblici, fatto che era inspiegabilmente sfuggito a Beppe Grillo in un'intemerata lucana contro l'editoria assistita. Allora. Se proprio si deve per forza togliere qualcosa all'editoria, perché non iniziare dagli invenduti fogli di partito o di altri misteriosi centri di potere? Perlomeno si comincerebbe a bonificare qualcosa, o a ragionare in termini di mercato, come dice di voler fare il turbo-premier. Invece, no. Si agisce a casaccio, sull'onda di una battuta, di una stravaganza, o di un retropensiero restrittivo o punitivo. Concludiamo tornando al principio: alla questione democratica, cioè alla trasparenza, alla glasnost, come si diceva negli anni di Michail Gorbaciov nell'Unione Sovietica. Affidare a internet l'esclusiva in materia di annunci giudiziari, oltre a restringere in modo pazzesco la platea dei possibili interessati, significa anche o soprattutto concedere a qualcuno il potere di stabilire la durata della sopravvivenza di un annuncio giudiziario: 100 giorni, 10 giorni, o 10 ore? Prevedibile, a questo punto, la tentazione, per affari particolarmente lucrosi e fascinosi, di ridurre al minimo l'esposizione della notizia sul web, per riservarla a un ristretto club di selezionati, predestinati, o amici degli amici. Che facciamo? Vogliamo che il delicato mondo delle aste torni alle pratiche esoteriche del passato (quando gli annunci non si pubblicavano ancora sui giornali), e si giocava a nascondere le informazioni specifiche che stavano a cuore a certi acquirenti potenti e prepotenti? Vogliamo che la corruzione e le prevaricazioni rispuntino sovrane in questo specifico recinto di transazioni? Attento Renzi. A furia di correre, rischi di inciampare non solo tu. Giuseppe De Tomaso giuseppe.detomaso@gazzettamezzogior no.it BIASI L’insopportabile peso >> CONTINUA DALLA PRIMA altri. Un colpire nel mucchio, senza un obiettivo che avesse una pur minima parte nella sua vicenda personale. Un gesto ome si ricorderà, nella tremenda esplosione perse la impossibile da perdonare quello di Vantaggiato e che ha finito vita una studentessa 16enne di Mesagne, Melissa col colpire anche la propria famiglia. Un trauma che ha ferito Bassi, e altre ragazze restarono gravemente ferite. I irrimediabilmente anche le figlie che ora cercano di fuggire genitori di Melissa e le studentesse - che porteranno dal peso di un cognome che rende difficile ogni rapporto per sempre sul loro corpo i segni di quel gesto folle - non umano. dimenticheranno mai quella terri«Vantaggiato? Come quello della bile giornata. Ma anche le figlie del strage?». Domande che le due donne carnefice, Veronica 38 anni e Senon vogliono più sentirsi porre. Cerrenella (36), sia pure per ragioni cano l’oblio, non doversi più condiverse, non riusciranno a liberarsi frontare con un passato che, non per del peso del gesto compiuto dal padre, colpa loro, continuerà però a percondannato in primo grado all’erseguitarle finché campano. Perché gastolo. Nel tentativo di farlo le figlie cambiare cognome, in realtà, serve a di Vantaggiato hanno presentato poco. Aiuta a mimetizzarsi, evita lo istanza per cambiare cognome. Non sguardo indagatore dell’interlocutovogliono più portare quello ormai re che scopre improvvisamente che infamante del padre e ne hanno sei parte di una storia tragica. Ma la scelto uno che le aiuti a passare ferita è dentro, nessuno può caninosservate. cellarla. Si può imparare a conNon dev’essere facile essere adviverci, annullarla mai, come inditate come le figlie «del mostro», segnano le vicende di tanti altri anche se ovviamente le due donne congiunti di «cattivi» della storia, non hanno nessuna responsabilità costretti a portare il peso di una per quanto commesso dal padre. Una BRINDISI Le terribili immagini della strage colpa familiare per tutta la vita. di loro vive a Lecce e l’altra a CoLa scelta delle due figlie di Vanpertino, nella villetta paterna. Una taggiato può esser compresa, può villetta spettrale la definiscono tutti. I segni della presenza aiutare nelle incombenze quotidiane a evitare la curiosità umana sono quasi inesistenti. Fa di tutto per passare altrui, a volte davvero morbosa. Ma l’angoscia resta. Una inosservata la figlia di Vantaggiato, tanto che i vicini dicono ferita certamente meno grave di quella che sono costretti a che è quasi impossibile che si faccia vedere. «Quando passo di portare i familiari di Melissa e le altre ragazze colpite dalla lì mi viene spontaneo girarmi dall’altra parte», racconta del deflagrazione dell’ordigno piazzato dall’attentatore, ma pur resto una donna che abita da quelle parti. sempre una ferita. Un «danno collaterale» al quale Giuseppe Un trauma indotto, una responsabilità indiretta che però Vantaggiato nel mettere in atto il suo feroce progetto deve pesare come un macigno, tanto assurdo è stato il gesto probabilmente non aveva pensato. Dovrebbe pagare anche per commesso dal padre. Vendicarsi su delle studentesse asquesto. Antonio Biasi solutamente estranee per rivalersi di presunti torti subiti da C CHE AMBIENTE FA di GIORGIO NEBBIA Il conte con il pallino di cucine e caffettiere C he cosa c’entra una caffettiera con l’ambiente? Forse più di quello che si crede perché la stessa persona, Benjamin Thompson (1753-1814) che ha scoperto alcune leggi fondamentali che consentono oggi di «perdere» meno calore nell’ambiente e che ha inventato dispositivi per diminuire l’inquinamento, ha inventato anche nel 1806 la prima caffettiera, quella a percolazione usata negli Stati Uniti (la caffettiera «napoletana», comune da noi, è stata inventata invece dal francese Morize nel 1819). Thompson, di cui ricorre quest’anno il bicentenario della morte, fu un personaggio straordinario, davvero fuori del comune perché ebbe una vita avventurosa, fu prolifico inventore, apprezzato scienziato e partecipò intensamente agli eventi politici del suo tempo. Thompson nacque a Woburn, nel Massachusetts, uno degli stati delle colonie americane allora sotto gli inglesi; frequentò le scuole elementari del suo villaggio e a 13 anni fu assunto da un mercante di Salem, nello stesso Stato, il che gli diede l’opportunità di frequentare persone istruite e benestanti e di migliorare la propria educazione. Nel 1772, a 19 anni, la sua vita ebbe una svolta: conobbe e sposò una ricca vedova che aveva ereditato una tenuta a Rumford, alla periferia della città di Concord nel New Hampshire e che lo introdusse nell’alta borghesia. Allo scoppio della rivoluzione americana (1775-1783), la guerra dei coloni contro gli occupanti britannici, come grosso proprietario terriero Thompson si schierò con gli inglesi contro «i ibelli»; in questa occasione fece le prime osservazioni sul calore che si sviluppa nei cannoni, dall’attrito dei proiettili nella canna; intuì e spiegò che il calore era una forma dell’energia proprio come quella meccanica dell’attrito fra due corpi. Il concetto dell’equivalenza fra calore ed energia meccanica furono pubblicati in Inghilterra nel 1781 e riscossero grande attenzione; quando, alla fine della guerra, Thompson si trasferì a Londra (piantando in asso la moglie in America), era già noto ed apprezzato, partecipò all’attività delle società scientifiche e fu nominato «Sir» da re Giorgio III. La sua anima inquieta lo spinse a trasferirsi, nel 1785, in Baviera dove divenne aiutante di campo del principe Carlo Teodoro (1724-1799); qui rimase undici anni nei quali contribuì a diffondere la coltivazione della patata, studiò metodi per cuocere razionalmente il cibo consumando poco carbone e inventò una «zuppa» nutritiva a basso costo, utile per l’alimentazione delle classi povere, dei soldati e dei carcerati, una ricetta che fu utilizzata per molti decenni e che è ricordata con apprezzamento da Carlo Marx nel 22° capitolo del I libro del «Capitale». Il principe gli procurò il titolo di conte del Sacro Romano Impero e Thompson scelse il nome di Rumford, la cittadina americana da cui erano cominciate le sue fortune. Dal 1799 Thompson, ormai Conte di Rumford, visse fra Francia e Inghilterra; erano anni tempestosi, dopo la morte della moglie, quella abbandonata in America. Nel 1804 Thompson sposò la vedova del grande chimico francese Antoine Lavoisier (1743-1794), borghese rivoluzionario a cui la rivoluzione francese non risparmiò il taglio della testa. Thompson continuò a vivere tra la Francia e l’Inghilterra; partecipò alla fondazione di istituzioni scientifiche, fu eletto in varie accademie internazionali e fu anche nominato professore nell’Università di Harvard. I suoi scritti occupano cinque grossi volumi. Dal punto di vista dell’economia, dell’energia e dell’ambiente le osservazioni di Thompson anticiparono di oltre mezzo secolo gli esperimenti che consentirono a James Joule (1818-1889) di misurare esattamente, ma solo nel 1850, che una caloria equivale e 4,18 unità di lavoro meccanico, l’unità che oggi chiamiamo «joule». Ma vanno ricordate le invenzioni che consentirono la modificazione dei camini delle stufe: se si restringe il diametro del camino dal basso verso l’alto migliora il tiraggio e si disperdono nell’aria esterna i fumi nocivi e puzzolenti che prima spesso restavano all’interno delle case. Con lo stesso criterio Thompson perfezionò i forni industriali; il suo forno per la produzione della calce dalla cottura del calcare teneva separato il carbone dal calcare e in questo modo si otteneva della calce di migliore qualità, più pura, consumando anche meno energia, proprio secondo i criteri «ecologici» a cui ci si dedica oggi. Dal punto di vista dell’economia energetica Thompson studiò a lungo la trasmissione del calore e riconobbe che l’aria stazionaria è un buon isolante termico, ma pensò che tutti i gas e anche i liquidi impedissero le perdite di calore, e non è così; ma stiamo parlando di esperimenti di oltre due secoli fa. Sempre per consumare meno energia Thompson perfezionò le cucine domestiche, attento insieme agli aspetti economici, anche alle condizioni che rendevano migliore la vita delle famiglie e dei lavoratori. I suoi studi permisero di migliorare le candele di cera e le lampade ad olio; per valutare l’intensità dell’illuminazione propose come unità di misura la «candela», un nome usato ancora oggi (una lampada fluorescente da 40 watt produce una illuminazione di circa 200 «candele») e si occupò anche della misura dei colori. Insomma, il benessere della nostra vita quotidiana deve molto al conte Rumford, che da duecento anni riposa nel cimiterino di Auteuil a Parigi. Almeno un grazie. RASSEGNASTAMPA 2 martedì 22 aprile 2014 LA BATTAGLIA DEL LAVORO Tensioni sul decreto Poletti. Il governo pronto alla fiducia ● Il testo oggi in aula a Montecitorio. L’Ncd critica le modifiche decise in commissione ● I punti su cui si annuncia battaglia: apprendistato, limite dei rinnovi, capitolo maternità e cosiddetta norma Electrolux BIANCA DI GIOVANNI ROMA SEGUE DALLA PRIMA Da una parte il centrodestra e dall’altra, per ragioni opposte sinistra e 5Stelle. Le modifiche ottenute dalla sinistra Pd in commissione sono una «concessione alla Cgil» per Maurizio Sacconi e Fabrizio Cicchitto (Ncd), mentre confermano una «pericolosa deregulation» per Sel e grillini. «Il decreto non è stato stravolto, il Parlamento farà quel che vuole, ma quelle misure godono di un ampio consenso», ha detto Matteo Renzi venerdì scorso, apponendo il suo imprimatur alle modifiche introdotte. Evidentemente non è bastato per ricompattare la maggioranza. Nel Nuovo centrodestra è soprattutto Sacconi a rullare i tamburi, accusando i parlamentari di aver ricondotto il testo agli «errori della Fornero»: troppa rigidità, troppi «lacci e lacciuoli». Inutile dire che la sinistra sostiene il contrario: l’apertura ai contratti a termine senza causale è un passo epocale .. . L’ex ministro Sacconi (Ncd) si metterà di punta in commissione al Senato dove i numeri sono sul filo verso la deregulation che piace tanto alle aziende. Di qui i «paletti» introdotti. Il presidente della commissione Lavoro in Senato promette battaglia, visto che i numeri nella camera alta non sono così «rassicuranti» per la maggioranza. Sacconi gioca una partita doppia: sua personale, da ex titolare del Lavoro che ha combattuto per deregolamentare sfilare le sue materie dalle mani di (alcuni) sindacati, e naturalmente politica in vista delle elezioni europee, dove l’Ncd fatica a trovare spazio stretto nella morsa di FI. Ma Sacconi sta giocando con il fuoco, perché se davvero vorrà mettere sabbia negli ingranaggi parlamentari, rischierà di far decadere il decreto (il termine è il 19 maggio), e quindi di cancellare una delle riforme di cui il premier va più fiero anche negli incontri internazionali. Sarebbe un pericoloso stop a quell’ipotesi di scambio tra riforme e flessibilità di bilancio che Renzi e Padoan vogliono mettere al centro del dibattito europeo durante il semestre di presidenza italiano. Il decreto Poletti ha subito diverse modifiche in commissione, in gran parte sponsorizzate dalla sinistra Pd (che in quella commissione è maggioranza) e dallo stesso presidente Cesare Damiano. «Il testo votato dalla commissione Lavoro, con il parere favorevole del governo a tutti gli emendamenti approvati, è un importante punto di equilibrio ha ricordato ieri Damiano - Come ha ricordato il ministro Giuliano Poletti». Come dire: il testo è frutto di una mediazione tra tutta la maggioranza e l’esecutivo, non certo dello strappo di una frangia estrema (come vorrebbe far credere il centrodestra). Tra le modifiche più importanti, quella che stabilisce il limite massimo dei 5 rinnovi (e non più 8) per i contratti a termine (proposta Gnecchi), che restano senza causale fino a 36 mesi (qui sta il vero salto di qualità, che per la sinistra porta alla precarizzazione). Inoltre è stata introdotta la possibilità di conteggiare i mesi di maternità ai fini dei requisiti necessari per il diritto di precedenza alle assunzioni a tempo indeterminato. Si sta- bilisce poi l’assunzione automatica a tempo indeterminato per i lavoratori che sono stati assunti a termine violando il tetto del 20% (sul totale dei dipendenti) consentito dal decreto. Nel testo modificato dalla commissione compare anche una «norma Electrolux», cioè l’aumento fino al 35% dello sconto sui contributi per le imprese in contratto di solidarietà. La norma si applica a imprese individuate attraverso una serie di criteri emanati dal ministero. Infine il decreto dispone che le novità del testo sui contratti a termine e sull’apprendistato si applicano solo a quei contratti stipulati dopo l’entrata in vigore del provvedimento. DUELLO SUGLI APPRENDISTI La materia su cui il Nuovo centrodestra fa più «rumore» per la verità è quella che riguarda l’apprendistato. Il testo originario del decreto eliminava completamente l’obbligo di formazione, cosa che piaceva a Sacconi. Ma che avrebbe potuto non piacere persino all’Unione europea, visto che le aziende che fanno apprendistato godono di aiuti pubblici pari a circa 2 miliardi l’anno (di fatto vengono pagati i contributi), proprio in cambio di formazione. Così si è arrivati a una mediazione: il piano formativo è espresso in forma sintetica ma scritta nel contratto. Saranno le Regioni a dover approntare il piano: se non lo faranno nell’arco di 60 giorni a decorrere dalla firma del contratto, l’azienda sarà libera di procedere. Altro «paletto» introdotto è l’obbligo di trasformare almeno il 20% degli apprendisti in contratti a tempo indeterminato se l’azienda vuole procedere all’assunzione di altri apprendisti. La norma vale per le aziende sopra i 30 dipendenti, che occupano il 50% dell’intera platea di lavoratori. .. . Le opposizioni 5 Stelle e Forza Italia annunciano le barricate contro il testo di legge LA TABELLA DI MARCIA Riforma della Pa: spazio ai giovani senza esuberi A fine mese le «sforbiciate» alle municipalizzate Riprende la maratona del governo Renzi: varato il decreto per il bonus in busta la tabella di marcia per le prossime mosse incalza. La riforma della Pubblica amministrazione e lo «Sforbicia-Italia» entro questo mese, come ha annunciato dal premier, scadenza che dovrebbe essere rispettata. Saranno esclusi gli esuberi, indicati nel primo piano di lavoro presentato dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli, mentre le ipotesi confermate dal ministro Marianna Madia parlavano di interventi mirati e specifici. Si pensa a un programma di prepensionamenti, o meglio di uscite anticipate strettamente legate però all'ingresso di giovani disoccupati o precari, che sono il vero obiettivo della misura. Una alternativa ai tagli, anche secondo Cottarelli, potrebbe essere la mobilità, che il governo vorrebbe introdurre in modo obbligatorio ma «sano», rispettando i diritti dei lavoratori e semmai liberando la strada da ostacoli burocratici. C’è poi lo scottante capitolo degli stipendi dei dirigenti, sui quali c’è già stata la stretta con il tetto a 240.000 euro imposto con la spending review. La revisione della spesa necessaria «Basta dispute ideologiche, pensiamo a dare occupazione» V. F. [email protected] «A chi cerca lavoro le dispute ideologiche e l’esigenze di campagna elettorale non interessano». Il responsabile lavoro e welfare del Pd, Davide Faraone, smorza così le polemiche sul decreto lavoro che oggi (o più probabilmente domani col voto di fiducia) andrà all’esame finale della Camera. Un testo, spiega, che va letto in stretto legame con il disegno di legge delega sul mercato del lavoro perché «stiamo dando sì più flessibilità, ma anche più tutele e garanzie a chi mai le ha avute». QuindiperilPdiltestodeldecretoPoletti va bene così come è uscito dalla commissione? «Per me andava bene sia nella versione originaria che in quella approvata dalla commissione perché non è cambiata la natura del provvedimento». Non tutti la pensano così... «Non è che se i rinnovi sono otto il provvedimento è di destra, mentre se sono cinque è di sinistra. È una disputa ideologica, poco concreta» Cambia la quantità di flessibilità, o no? «Sì, c’è una forma contrattuale più flessi- L’INTERVISTA Davide Faraone Il responsabile Lavoro Pd: «Bene il decreto Poletti, chi critica lo fa per esigenze elettorali. Stiamo facendo una grande riforma in nome della flex security» bile che però va vista assieme alla legge delega sul mercato del lavoro. Se qua cresce la flessiblità, là aumentano le garanzie anche per chi non ne ha mai avute. Daremo sostegno e formazione a tutti i disoccupati; malattia e maternità saranno garantite anche a chi oggi, come le partita Iva, versa contributi ma non ha nulla in cambio. Stiamo facendo una grande riforma in nome della flex security. Sono cioè provvedimenti che viaggiano sullo stesso binario. Leggiamoli insieme evitando l’enfatizzazione troppo spesso motivata solo da esigenze elettorali». SiriferiscealNcd chevuole tornarealtesto originario? «Non solo a loro, ma anche alle critiche che vengono dalla segreteria nazionale della Cgil che si dice non ancora soddisfatta. L’invito vale per tutti: basta battaglie ideologiche su questioni veramente marginali. Chi usa strumentalmente questi temi non fa un favore né ai lavoratori né ai disoccupati. Il governo e il Pd vogliono risolvere i problemi non partecipare a dibattiti. E se non mettiamo in campo subito risposte nuove non facciamo un favore né a chi lavora né a chi sta cercando un lavoro. Contro la disoccupazione dobbia- mo muoverci come un Caterpillar». Servirà il voto di fiducia? «Spero che prevalgano gli interessi degli italiani e non di qualche parte. Poi se serve porre la fiducia non c’è problema. L’importante è che si approvi subito il provvedimento e che diventi immediatamente esecutivo. La politica che fa balletti lessicali e ideologici non serve a nessuno, tantomeno a dare risposte all’emergenza occupazionale». Oltre un milione di famiglie vive senza un lavoro. «È un dato allarmante ma purtroppo non imprevedibile. Sta qui la ragione profonda dei 10 miliardi a 10 milioni di italiani e del taglio delle tasse a chi crea posti di lavoro aumentando le tasse sulle rendite finanziarie. Il governo sta dando la scossa, ecco perché dibattiti sterili non sono più sopportabili». Lo stesso premier però ha riconosciuto che 80 euro a un single sono differenti da 80 dati a un padre o una madre di famiglia. «E questo è il prossimo fronte da aggredire assieme a quello dei pensionati e degli incampienti». Quando? «Presto, con la legge di stabilità. Fin qui il governo non ha mai mancato ai propri impegni». Dove prenderà le risorse? «La revisione della spesa vale più di 30 miliardi e poi c’è tutto il tema della lotta all’evasione. Ma soprattutto facendo ripartire la domanda e gli investimenti possiamo aumentare il Pil e quindi far scendere il rapporto col debito, il che significa avere più risorse. Fino a Renzi si pensava solo ad agire sulla leva del controllo e del taglio della spesa pubblica, ora si tocca anche la leva della crescita». Magari portando il rapporto debito-pil dall’attuale 2,6% verso la soglia del 3%? «È una possibilità che il governo ha, ma che per ora ha deciso di non utilizzare. È una estrema ratio. Però visto che il governo Renzi durerà fino al 2018 le leve da azionare sono tante a cominciare dalle riforme strutturali come quelle istituzionali, della giustizia, del fisco, della pubblica amministrazione. Il Paese sta riacquistando fiducia in se stesso. C’è grande speranza attorno a Renzi e al Pd. Questo aumenta le nostre responsabilità, ma non credo proprio che deluderemo». RASSEGNASTAMPA 3 martedì 22 aprile 2014 Renzi non teme sorprese e lavora ai nuovi dossier F Il ministro dell’Economia Carlo Padoan e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti FOTO LAPRESSE come copertura al bonus da 80 euro è il macro intervento entro il quale si inserirà anche la prossima operazione «Sforbicia-Italia»: probabilmente sarà una sorta di messa a fuoco delle questioni già introdotte con il decreto Irpef. Nel mirino potrebbero finire le municipalizzate (che il governo vorrebbe ridurre da 8.000 a 1.000 in un triennio), gli enti inutili o alcuni dirigenti pubblici. Interventi annunciati dallo stesso Renzi pochi giorni fa, indicando come primo passo proprio la creazione di un elenco di organismi «da cancellare subito». Fuori dal pacchetto sul bonus sembra rimasto il Pra, inserito inizialmente in alcune bozze. Le riforme che riguardano il Cnel, le Province e il Senato, secondo il premier sono «solo l’antipasto». isiologiche reazioni elettorali. Per Renzi, che oggi rientra a Roma dopo la Pasquetta passata in famiglia a Pontassieve, le perplessità dei suoi alleati di governo, Nuovo centrodestra e Scelta civica, sul decreto lavoro che oggi andrà all’esame della Camera, sono appunto da circoscrivere al clima da campagna elettorale che ovviamente avvicinandosi il 25 maggio si sta scaldando. Niente di preoccupante insomma. E comunque niente che possa impedire al provvedimento fortemente voluto da lui e dal ministro Poletti di andare in porto a Montecitorio per poi passare all’esame del Senato e essere definitivamente approvato entro la data limite del 19 maggio prossimo. Insomma la decadenza del decreto non viene assolutamente messa in conto. Anche perché come estrema ratio rimarrebbe pur sempre il voto di fiducia. Un modo non tanto per blindare la maggioranza quanto per evitare eccessivi slittamenti. Eventualità che molti parlamentari del Pd già avevano messo in conto giovedì, al momento di salutarsi per la breve pausa pasquale. Tutti sono già stati pre-avvertiti che dovranno trovarsi in aula per oggi senza eccezione alcuna. Certo se il provvedimento non è a rischio altra questione è il rapporto con gli alleati. Renzi appunto ritiene che la polemica elettorale pur comprensibile anche all’interno della maggioranza dovrebbe avere una certa misura. Nel concreto far scendere in commissione i possibili rinnovi dei contratti a termine da otto a cinque non è da considerarsi né un passo indietro né una sconfitta politica. Anzi, a suo avviso come ha spiegato anche ieri a chi ha cercato di capire se poteva esserci o no uno scontro interno alla maggioranza, si tratta di una buona mediazione. Come in ogni trattativa che si rispetti il punto di partenza iniziale era molto alto, 8 rinnovi, e consapevolemente scelto a quel livello dalgoverno e dal ministro. Essere scesi a 5 rinnovi in fase di discussione in commissione (dove, particolare non secondario, la minoranza Pd è maggioranza), è quindi stato un punto d’arrivo molto soddisfacente. «Non èstato stra- .. . Il provvedimento non è a rischio ma dagli alleati di governo non arriva un buon segnale IL RETROSCENA VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] Il premier derubrica a fisiologiche reazioni elettorali le critiche di Ncd e Sc al decreto Poletti. 25 aprile, firma per la desecretazione sulle stragi volto», infatti aveva spiegato venerdì lo stesso premier durante la conferenza stampa sul decreto Irpef a chi gli chiedeva un parere sul testo Poletti uscito dalla commissione. E sempre in quell’occasione s’era detto fiducioso che il Parlamento lo avrebbe approvato e che la distanza fra le posizioni della cosidetta sinistra Pd e Ncd non erano in realtà incociliabilmente distanti. Soprattutto perché per il premier i provvedimenti non vanno mai visti in termini assoluti, sganciati dalla realtà, ma concretamente e quindi raffrontati con la situazione che c’era prima. E prima del decreto Poletti, grazie (si fa per dire) alla riforma Fornero c’era una situazione che di fatto scoraggiava le imprese ad assumere sia col contratto a termine che con l’apprendistato. In questo caso il provvedimento del governo, pur mitigato e corretto dalla commissione lavoro della Camera garantisce alle aziende, e in particolar caso a artigiani, commercianti e pmi (cioè quel ceto medio imprenditoriale che rappresenta uno dei Il presidente del Consiglio Matteo Renzi FOTO LAPRESSE terreni su cui Renzi ha intenzione di spendere maggiormente il proprio Pd), di «non aver più paura di assumere» dei giovani. Di evitare cioè di fare un contratto a termine o di assumere un apprendista perché spaventati dall’obbligo poi di doverlo tenere per forza. Renzi è quindi consapevole che si tratti di una immissione di flessibilità nel mondo del lavoro, ma respinge la lettura fatta anche dalle opposizioni di sinistra (ma anche alcuni esponenti del Pd come Fassina) e dalla Cgil che si possa tradurre semplicemente come un lasciapassare alla precarietà. E non solo perché per il premier è comunque preferibile per un giovane avere un contratto a termine piuttosto che una collaborazione o una falsa partita Iva che non danno alcun diritto né protezione, ma soprattutto perché il decreto Poletti va visto che il tassello di un mosaico assai più ampio. È vero che è stato il primo a essere incollato, e con un atto d’urgenza come un decreto (ma era una delle richieste più impellenti delle imprese), tuttavia il vero disegno verrà fuori con la legge delega sul mercatodel lavoro. Più che al numero dei rinnovi del decreto Poletti, Renzi ha invitato i suoi a seguire da vicino il cammino di quella legge che in pratica inizia il suo viaggio domani dalla commissione lavoro del Senato con le audizioni pomeridiane dei sindacati. Perché è da quella normativa che potrà nascere un vera riforma del mercato del lavoro italiano sul modello di quella fatta da Schroeder in Germania. Si vedrà. Intanto da oggi sulla sua scrivania Renzi si troverà di fronte altri fascicoli determinanti. Tra questi la riforma della pubblica amministrazione che sarà affiancata dal cosidetto «sforbicia Italia». In questo caso non è prevista solo una robusta cura dimagrante (anche i metri quadri procapite scendono da 44 a 22 per ogni impiegato pubblico) che investirà i dirigenti pubblici e vari enti, ma anche l’introduzione di un sistema (con un pin personale) che dovrebbe consentire a ogni cittadino di by-passare un po’ di file e ostacoli burocratici. Stesso principio anche per la riforma del fisco che però, oltre che a questioni tecniche, dovrà provare a risolvere alcune ingiustizie come quelle che pesano sulle famiglie con figli. Il cosidetto quoziente familiare è una strada che Renzi ha in testa, ma su cui, visti i costi, dovrà lavorare parecchio per convincere i tecnici del ministero delle finanze. Quanto al 25 Aprile Renzi sta pensando di festeggiarlo innazitutto ponendo la firma sulla desecretazione dei materiali sulle stragi che da piazza Fontana in poi hanno insanguinato la storia dell’Italia. .. . Tra i fascicoli sulla scrivania anche Pubblica amministrazione e riforma del fisco Una prova difficile dopo quasi un decennio di recessione IL COMMENTO NICOLA CACACE SEGUE DALLA PRIMA Il governo ha cominciato a muoversi nella giusta direzione scegliendo una precisa categoria, i lavoratori dipendenti ma sa bene che non può e non deve fermarsi a questi. Dopo un primo provvedimento utile a dare un po’ d’ossigeno a dieci milioni di lavoratori dipendenti a basso reddito e quindi alla domanda interna, ricomincia una difficile navigazione per superare molti altri scogli. Ci sono ancora più di una decina di milioni di cittadini che, per la loro condizione, meritano attenzione, tra cui i pensionati con meno di 1000 euro, i lavoratori dipendenti “esentati” che hanno salari minimi, le partite Iva individuali ed i precari che la crisi ha impoverito ancor più dei dipendenti, oltre ai milioni di disoccupati ed inattivi. Di fronte a questi numeri - e alle immani sofferenze che sottendono il compito del governo Renzi non è facile dopo quasi un decennio di recessione. Si sa bene che il peso delle sofferenze non è stato distribuito in modo uniforme dalla crisi, con i poveri e la classe media che hanno dovuto pagare il conto più salato. Nel Paese a più alta diseguaglianza d’Europa, dove il 10 % delle famiglie possiede il 50 % delle ricchezze e metà delle famiglie possiede poco o niente, è bene e giusto che tra i provvedimenti annunciati non siano mancati quelli ispirati ad un abbassamento dei tetti retributivi dei top manager pubblici .. . Il governo ha cominciato a muoversi nella giusta direzione ma non può fermarsi ai dipendenti e dei dirigenti dello Stato. Perciò hanno impressionato molto sfavorevolmente certe proteste, tra cui quelle di alcuni magistrati, che non hanno resistito alla tentazione di gridare alla “lesa maestà” piuttosto che accettare con dignità, anzi plaudire, provvedimenti di riequilibrio imposti da regole economiche oltre che morali. Senza andare al «denaro sterco del diavolo» caro a papa Francesco, basterebbe scorrere gli ultimi studi sulle cause della crisi, tra cui quelli del Fondo monetario internazionale, che hanno individuato nella “diseguaglianze eccessive” le principali cause della crisi dirompente. La situazione drammatica del Paese, più che dai tassi di disoccupazione totale e giovanile, comunque alti, è descritta dal suo tasso di occupazione, di 10 punti inferiore all’Europa e di ben 20 punti inferiore al Nord Europa. Il tasso di disoccupazione è inficiato dalle procedure particolari di calcolo che spostano «un disoccupato che non ha cercato attivamente lavoro nella settimana precedente l’indagine» nella categoria degli «inattivi». È quello che succede da anni. Perciò il reale panorama economico-sociale è determinato dal tasso di occupazione, cioè la quota di occupati sulla popolazione in età da lavoro. È il dato che rende meglio la realtà. Due Paesi agli antipodi del Pil unitario, l’ultimo ed il primo, cioè Romania e Svezia, hanno tassi di disoccupazione quasi eguali intorno al 7 % ma tassi di occupazione distanti anni luce. In Romania, come in Italia, lavorano appena 55 cittadini su 100 in età da lavoro, in Svezia ne lavorano 75. ... L’Italia, per avere un livello di occupazione europeo, dovrebbe avere 4 milioni di occupati in più Che significano questi dati? Che l’Italia, per avere un livello di occupazione europeo dovrebbe avere ben 4 milioni di occupati in più e ben 8 in più per essere come gli svedesi (10 punti o 20 punti in meno, su 40 milioni di cittadini in età da lavoro). Sono vette difficili da raggiungere, ma in un decennio si potrebbero difendere, con accorte politiche industriali, i 5 milioni di occupati in agricoltura e industria manifatturiera e cercare di colmare il buco dei servizi, dove abbiamo 7 punti in meno dei Paesi industriali (il nostro terziario pesa il 68% contro il 75 % dei Paesi industriali), cioè recuperare almeno un paio di milioni di occupati che ci mancano nei settori in turismo e cultura, istruzione e ricerca, trasporti e logistica, servizi alle imprese e alle famiglie, senza contare salute e benessere. Speriamo che il governo, oltre agli 80 euro ad alcuni che ne hanno davvero bisogno, inizia a pensare sul serio anche agli altri. RASSEGNASTAMPA 4 martedì 22 aprile 2014 LA BATTAGLIA DEL LAVORO Boom delle famiglie di disoccupati: +18% Sono oltre un milione i nuclei in cui nessuno dei componenti percepisce un reddito da lavoro ● In metà dei casi si tratta di coppie con figli Aumento record solo nell’ultimo anno ● M. V. MILANO La disoccupazione e le famiglie senza reddito da lavoro sono ovviamente due facce della stessa medaglia. Ed anche nel 2013 non si è trattato di un bel vedere, come ci ha ricordato ieri l’Istat relativamente al secondo aspetto, con una fotografia sociale drammatica. L’anno scorso, infatti, è aumentata ancora l’entità dei nuclei familiari dove tutti i componenti attivi sono «in cerca di lavoro», come li definisce l’Istituto di Statistica, o con più cruda terminologia, disoccupati. Ormai oltre un milione di famiglie risultano essere senza reddito da lavoro, con un incremento percentuale di ben il 18%. In particolare, se nel 2012 si contavano 955.000 nuclei in questa condizione, soltanto dodici mesi dopo risultano essere diventati 1.130.000, quindi con un incremento numerico pari a 175.000 unità. Tra questi quasi mezzo milione (491.000) è relativo a famiglie che sono composte da coppie con figli. Invece, sono 213.000 i nuclei privi di redditi con un monogenitore, 295.000 quelli con la presenza di single e 83.000 le famiglie composte da coppie senza figli. Altro dato statistico che indica la gravità della situazione è il raffronto fra il 2013 ed il 2011, con il rialzo delle famiglie in cerca di lavoro che nel biennio supera addirittura il 50%, attestandosi al 56,5%. Ragionando in termini geografici, la maggiore situazione di difficoltà emerge ancora una volta nel Mezzogiorno, dove risultano 598mila famiglie con tutti i componenti attivi privi di un impiego. Seguono il Nord, che ha 343mila nuclei familiari in queste condizioni, e il Centro, con 189mila. Specchio fedele della situazione è la fotografia inversa, ovvero quella che riguarda le famiglie nelle quali tutti i componenti che partecipano al mercato del lavoro hanno un'occupazione. In questo caso il numero è pari a 13 milioni 691 mila, in calo di 281 mila unità (-2%). Per quanto attiene le situazioni più critiche nell’ambito delle famiglie prive di reddito, dovrebbero riguardare soprattutto le coppie con figli, quasi mezzo milione, a cui si aggiungono quelle dei nuclei monogenitore, dove nella gran parte dei casi il solo capofamiglia è una donna, o meglio una mamma. Va inoltre sottolineato che in tutte le case dove i membri attivi sul mercato del lavoro non hanno un impiego i “rimedi” per arrivare alla fine del mese possono essere di vario tipo. Ad esempio, in assenza di stipendi il supporto può arrivare dal componente, e può essere anche più di uno, che gode di un trattamento pensionistico. Un'altra ipotesi di sostegno potrebbe coincidere con il percepimento di un'indennità di disoccupazione; ed ancora con rendite da capitale, come può accadere a coloro che hanno L’INDAGINE Anche a Pasquetta si tira la cinghia: il picnic è low cost Alla Pasquetta fuori porta non si rinuncia. Ma il pasto è sempre più low cost. Nonostante il tempo incerto, quattro italiani su dieci (38 per cento) hanno scelto di organizzare un picnic, mentre solo l’8% ha scelto ristoranti e agriturismi. Cosa hanno mangiato lo spiega un’indagine Coldiretti/Ixé: avanzi del lauto pasto della domenica precedente. «La Pasquetta è stata segnata dalla maggiore attenzione ad evitare gli sprechi - si legge in una nota di Coldiretti -. Tra i piatti più gettonati si classificano polpette, frittate di pasta o di verdure, pizze farcite, ratatouille e macedonia realizzati con la cucina del giorno dopo». delle abitazioni o dei locali in affitto. IL BOOM DEI DISCOUNT Il lunedì festivo ha registrato la diffusione di un altro dato significativo, relativo questa volta all’andamento dei consumi. L’inizio del 2014 conferma il diffondersi della spesa “low cost”. Ben 5 italiani su 7 hanno provato almeno una volta i discount nel primo trimestre di quest'anno, confermando una tendenza cresciuta con la recessione e consolidatasi nel 2013. A registrarlo è un rapporto del Centro studi Unimpresa, che ha condotto un'analisi a campione tra i 18mila esercizi commerciali associati. La recessione, secondo l'associazione, «ha ormai radicalmente alterato le abitudini al supermercato: il 71,5% degli italiani fa economia e così rispetto al primo trimestre dello scorso anno sono più che raddoppiati, tra gennaio e marzo, gli acquisti relativi a offerte speciali». Unimpresa sottolinea che «dagli alimenti alle bevande, ma anche prodotti per la casa e abbigliamento, gli sconti fanno gola a tutti e sono la risposta fai-da-te delle persone alla crisi. Nel carrello della spesa degli italiani finiscono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale». Ed ancora, «gli acquisti low cost nel primo trimestre del 2014 sono cresciuti del 60%. L'attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria incetta di beni a basso costo: i cittadini ormai puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce soltanto quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Obiettivo che si raggiunge soprattutto con la lettura ormai quotidiana di volantini: gli italiani li consultano sempre di più alla ricerca di sconti e prezzi bassi». .. . Obiettivo risparmio: nel 2014, 5 italiani su 7 hanno provato almeno una volta i discount Banche, nuovi tagli: a rischio 1.500 filiali B. DI G. ROMA Drastica cura dimagrante per le banche italiane, che hanno in programma di chiudere almeno 1.500 sportelli nei prossimi anni. Il dato emerge da un’analisi di Bankitalia sul settore del credito, che per la verità ha iniziato i «tagli» già da qualche anno. Solo nel 2007 sono stati eliminati 700 sportelli, sull’onda dello sviluppo delle transazioni online. Ora Internet continua a fare «vittime», trascinando fuori dal mercato del lavoro anche migliaia di bancari (circa 7mila uscite sono stimate di qui al 2015). Stando ai numeri di Bankitalia, dal 2007 il sistema bancario italiano è sceso a 31.900 sportelli da 32.800. Il calo è stato più pesante nei grandi centri urbani, dove è più massiccio l’utilizzo di strumenti informatici. In controtendenza le Banche popolari e quelle di credito cooperativo, che puntano tutto sulla rete nei territori. Il cambiamento riflette una profonda trasformazione delle abitudini dei clienti, che non sono più disposti a fare lunghe file per effettuare semplici operazioni, come bonifici o pagamento delle bollette. Senza contare il fatto che oggi molti sono anche abituati a effettuare transazioni di titoli re- «Aumento drammatico, il tenore di vita è in picchiata» MARCO VENTIMIGLIA MILANO «Sì, ho letto questi ultimi dati diffusi dall’Istat. Si tratta, purtroppo, degli ennesimi numeri drammatici, anche se ho visto che l’enfasi maggiore viene posta sul numero di famiglie prive di reddito da lavoro che ha ormai superato il milione. Su questo occorre intendersi, poiché all’interno di questi nuclei possono anche esserci dei pensionati che in qualche modo alleviano la condizione di disagio. Piuttosto è l’aumento percentuale nell’ultimo anno a spaventare di più». Chiara Saraceno, sociologa ed esperta in problemi della famiglia, cerca subito di guardare oltre la crudezza dell’indagine statistica, peraltro ennesima fotografia di una crisi che non molla la presa. Dunque è la crescita del 18% delle famiglie senza reddito a meritare maggiore attenzione? «Sì, nel senso che rappresenta il numero che più degli altri segnala un deterioramento della situazione, una tendenza ancora molto forte nel 2013. Un dato che purtroppo non mi sorprende, e che anzi va di pari passo con il calo dei consumi e la continua crescita della di- L’INTERVISTA Chiara Saraceno La sociologa: «Anche nel caso di una ripresa dell’economia, per riparare i profondi danni sociali prodotti dalla crisi servirà molto tempo» soccupazione, specie quella giovanile. In quest’ultimo caso, poi, siamo di fronte ad un’autentica emergenza generazionale che non riguarda soltanto la fascia degli under 24, dove c’è comunque una rilevante percentuale di studenti, ma soprattutto coloro che sono compresi fra i 25 ed i 34 anni d’età, per i quali spesso non esiste alcuna prospettiva occupazionale». Maqualèilcostosocialediquestoincremento della povertà? «Occorre distinguere, a cominciare da chi si trova nello stato di disoccupazione. Se a venir meno è un reddito secondario del nucleo familiare, in Italia spesso garantito dalle donne e in misura minore dai figli rimasti ancora a casa, l’impatto è talvolta più nei comportamenti delle persone che non sul tenore di vita vero e proprio. Se invece a perdere il lavoro è il principale percettore di reddito della famiglia, allora l’emergenza è innanzitutto economica, con la conseguente grande fatica ad affrontare i problemi della quotidianità, dal carrello della spesa al sostentamento scolastico dei figli. Per fortuna, a vari anni dall’inizio della crisi, ancora sono in atto dei fenomeni che danno un po’ di sollievo alle famiglie più in difficoltà» Poi, che cosa è cambiato? «Penso al ruolo degli anziani nei nuclei familiari, che a volte può persino emergere in modo curioso a livello statistico. Mi riferisco, ad esempio, ai dati che hanno più volte segnalato una tenuta dei consumi da parte delle persone più avanti con gli anni a fronte del marcato calo complessivo. Salvo scoprire, andando nel dettaglio, alcuni acquisti singolari, come quello dei pannolini... Insomma, l’anziano si trova sempre più spesso a consumare per conto terzi». Se anche ritornasse improvvisamente il tempo sereno da un punto di vista economico,quantotemposarebbenecessario per riparare i danni sociali? A che cosa si riferisce? Fenomeni che in qualche modo confermano una convinzione diffusa, quella delle famiglie italiane più capaci di altre nel fare quadrato di fronte alla crisi. «Questo è vero fino a un certo punto. O meglio, lo abbiamo visto chiaramente nella prima fase della crisi mentre adesso la situazione è purtroppo diversa. Infatti, nei primi due/tre anni di difficoltà non si è assistito ad un aumento significativo della povertà, piuttosto a diminuire era la capacità di risparmio delle famiglie. Si metteva mano al salvadanaio nella convinzione che l’emergenza non sarebbe durata a lungo. Convinzione peraltro alimentata anche da chi governava il Paese». «È via via subentrata la consapevolezza dell’estensione temporale della crisi, mentre ad essere falcidiati sono stati sempre più i redditi principali delle famiglie piuttosto che i secondari, venuti meno nella fase iniziale. Da qui il balzo molto forte di tutti gli indicatori della povertà. Una fase che purtroppo è ancora in atto». «Molto, molto di più. E questo essenzialmente per tre ragioni. Intanto ricordiamoci che negli anni pre-crisi, prima del 2008, la crescita italiana era già asfittica, inferiore a quelle delle altre nazioni europee. Poi, c’è un motivo strutturale: in questi anni sono state distrutte delle tipologie d’impiego che comunque non ritorneranno più, indipendentemente dall’andamento del Pil, con il materializzarsi di una crescita senza occupazione. Infine, c’è un evidente problema generazionale. I giovani che così tanto stanno patendo, nel momento di una ripartenza economica rischiano di scoprirsi già vecchi, scavalcati dalle successive generazioni». RASSEGNASTAMPA 5 martedì 22 aprile 2014 Legacoop, per il dopo-Poletti braccio di ferro sulla via Emilia D ue settimane per trovare la più ampia intesa possibile. È stata spostata all’8 maggio a Roma la direzione nazionale di Legacoop che avrebbe dovuto decidere il nuovo presidente dell’associazione delle cooperative “rosse”, dopo la nomina a ministro del Lavoro di Giuliano Poletti. La decisione di spostare il vertice che formalizzerà il ricambio (oggi comunque scade il termine per la presentazione delle firme a sostegno dei candidati) è stata presa giovedì dalla presidenza nazionale: l’obiettivo è quello di arrivare a un nome il più possibile condiviso. Nelle ultime settimane, infatti, si è consumato un confronto fra diversi “campanili” - in particolare fra Bologna e il resto dell’Emilia-Romagna, “cuore” di Legacoop - come non se n’erano mai visti nella storia recente del movimento. IL CASO ANDREA BONZI @andreabonzi74 La direzione nazionale spostata all’8 maggio: dopo lo strappo con i bolognesi, il candidato Mauro Lusetti dovrà cercare di ricucire LO SCHEMA DELLE ALLEANZE DOCCIA FREDDA SU SUCCESSIONE standosene comodamente seduti in casa. Così tutti i big del sistema delc redito hanno varato profonde trasformazioni. Intesa Sanpaolo prevede di passare da 4100 a 3300 sportelli (erano 6100 nel 2007), Unicredit di ridurre 500 sportelli da qui al 2018 sulle attuali 4100 e Mps 200 degli attuali 2300. Le operazioni tuttavia non producono solo risparmi. A volte i costi per riconvertire la sede di una filiale sono davvero alti. Togliere i vetri blindati costa diverse migliaia di euro così come rimuovere il caveau, oppure dalla rescissione dei contratti di affitto. Per questo in molte vcittà a volte si vedono negozi ed esercizi commerciali che mantengono le vetrine e i serramenti del precedente utilizzo. La sforbiciata delle sedi si accompagna, come detto, alla riduzione di personale. Stando ai dati forniti dalla Fabi di qui al 2015 si contano 600 esuberi in Intesa Sanpaolo, 800 in Unicredit e altrettanti in Bpm. Oltre 4.500 uscite a Monte dei Paschi, 1550 per Bnl, 900 nel gruppo Ubi. Infine Banco Popolare e Bper, rispettivamente con 675 e 450 persone coinvolte. Per la maggior parte si tratta di uscite volontarie e incentivate, sostenute dal fondo di solidarietà autofinanziato di categoria, come pure qualche limitata assunzione o regolarizzazione di nuovi addetti. Purtroppo si tratta di esuberi che seguono anni altrettanto bui per l’occupazione in banca. Dal 2000 ad oggi si sono persi circa 50mila posti di lavoro. Ma oggi i sindacati hanno contestato i numeri, aprendo un confronto duro con la controparte. Una altro tassello di un mosaico molto complicato, per le banche italiane. le quali continuano a denunciare pesanti sofferenze iscritte nei bilanci, proprio nel momento in cui la Bce ha acceso i riflettori sul loro stato patrimoniale. In questa situazione, è arrivato il prelievo sulle quote Bankitalia, su cui la polemica è ancora fresca. La “bomba” è stata tirata all’inizio di aprile, quando Gianpiero Calzolari, numero uno di Granarolo e di Legacoop Bologna, il nome più accreditato per succedere a Poletti, ritira la propria disponibilità a candidarsi. La ragione è semplice, quanto inaspettata: le altre leghe dell’Emilia-Romagna non vogliono un presidente part-time, e impongono a Calzolari di scegliere fra l’incarico di manager del colosso del latte e quello di leader cooperativo nazionale. Calzolari, invece, puntava a un modello di presidente-imprenditore simile a quello già sperimentato a Bologna, da lui, ma anche a livello confindustriale, con Maurizio Marchesini e Alberto Vacchi che sono rispettivamente a capo degli industriali regionali e bolognesi pur restando amministratori delegati delle proprie aziende di famiglia. E, comunque, non ha alcuna intenzione di lasciare Granarolo. Ma il resto della via Emilia - Modena e Reggio in particolare -, hanno detto «no». A quel punto, in campo è rimasto Mauro Lusetti, amministratore delegato di Nordiconad, che fattura da sola più di un miliardo e mezzo di euro. A mettere nero su bianco la sua candidatura è stata proprio la direzione di Legacoop Emilia-Romagna e, successivamente, un tweet del presidente Giovanni Monti. Ma al momento del voto, i rappresentanti bolognesi sono usciti dalla stanza: la rappresentazione plasti- ca di uno sgarbo non ancora digerito da parte dei cooperatori felsinei, che è stata sottolineata dallo stesso Calzolari con un lapidario «non sono dispiaciuto». C’è uno scontro di campanili, come ha notato più di un quotidiano, ma anche di visione imprenditoriale. Fatto sta che mai nella storia della cooperazione “rossa”, un presidente era stato designato senza l’ok dei bolognesi. E la conferma di quanto pesi il territorio felsineo nel mondo della cooperazione (in Emilia-Romagna ci sono la metà delle imprese solidali italiane) arriva proprio dallo spostamento della direzione nazionale: Lusetti avrà due settimane di tempo per cercare di ampliare il più possibile l’area del consenso. Mauro Lusetti, Ad di Nordiconad Il punto, fa notare off records un esponente del mondo cooperativo, è che «col 51% si può anche vincere, ma poi bisogna governare. Il senso del rinvio della direzione sta proprio nel tentativo di abbassare la temperatura», innalzatasi nelle ultime settimane lungo i corridoi di Legacoop. Si parla di un’associazione dai numeri giganteschi: i soci di tutte le cooperative associate sono quasi 9 milioni, gli occupati oltre 490mila e il fatturato globale ammonta a quasi 79 miliardi (dati 2012). Una partita delicatissima, insomma, non ancora chiusa, sebbene in campo ci sia il solo Lusetti. Fra i suoi sponsor figurano sicuramente Coop Nord-Est e Coop Estense, oltre che la Gsi (Gruppo salumifici italiani), l’asse Modena-Reggio e parte della Romagna. Sotto le Due Torri, invece, c’è la cassaforte delle coop, Unipol, e il suo maggior azionista, Coop Adriatica. Con i bolognesi, inoltre, ci sarebbero anche diverse realtà di altre regioni. La direzione di Legacoop Puglia, ad esempio, prima di Pasqua ha emanato una nota piuttosto preoccupata, sottolineando la situazione «confusa» in questo momento di «vuoto» di potere, e chiedendo per presidente «una figura rappresentativa dell’intero movimento, carismatica e competente». Un peso decisivo, in un senso o nell’altro, lo avrà Legacoop Toscana: è la seconda associazione più influente d’Italia e, per tradizione, esprime il vicepresidente. Per ora i toscani avrebbero preferito tenersi fuori dai giochi, in attesa di vedere che tipo di sbocchi avrà la contesa. Mps, il maxi-aumento è il primo effetto dell’esame Bce L’ANALISI ANGELO DE MATTIA ● IL PRIMO CASO DI IMPATTO DELL’ASSET QUALITY REVIEW NEI CONFRONTI DELLE BANCHE EUROPEE si è verificato prima che venisse effettuata la verifica da parte degli ispettori e dei consulenti della Banca dall’Italia e della Bce. È bastata la lettura del manuale secondo il quale sarà condotta quella che è stata definita come la «valutazione approfondita» degli asset degli istituti coinvolti (15 quelli italiani) per promuovere la prima rilevante decisione: quella del Monte dei Paschi di Siena, il cui consiglio di amministrazione ha deliberato di portare a 5 miliardi l’aumento di capitale prima stabilito in 3 miliardi. Il 20 maggio prossimo si terrà, quindi, l’assemblea degli azionisti del Monte che dovrà decidere tale aumento. La decisione ha fatto discutere, ma, alla fine, è apparsa inevitabile. Chi ha voluto vedervi una risposta spiazzante nei confronti della Fondazione ha sicuramente sbagliato, mancando di considerare le ragioni per le quali si è dovuti passare alla nuova ricapitalizzazione. Lette le 290 pagine che costituiscono la guida per le verifiche in questione, il vertice dell’Istituto senese ha dovuto decidere l’ulteriore irrobustimento del patrimonio, visto, tra l’altro, come saranno trattate alcune categorie di crediti e il loro impatto sulla consistenza patrimoniale. La variazione viene a cadere in un periodo non negativo per questo tipo di operazioni. L’opzione di non rimborsare al Tesoro 3 dei 4 miliardi di Monti bond emessi dall’Istituto, insieme ai 380 milioni di interessi maturati nel decorso anno, con la conseguente trasformazione in azioni, era impraticabile per un complesso di ragioni: da ultimo, ove mai fosse stato necessario aggiungere altre a ciò che di fatto avrebbe significato il sicuro avvio della nazionalizzazione, decisiva quella del già avvenuto computo del rimborso nella tenuta dei conti pubblici. Cosa farà ora la Fondazione? Verosimilmente prenderà parte alla ricapitalizzazione con un onere, proporzionato alla sua partecipazione, di 125 milioni, rispetto ai 75 milioni previsti dall’aumento iniziale. Ovviamente, la scelta in tal senso presuppone che il patto parasociale con Fintech e Btg Pactual abbia il placet della Vigilanza e del Tesoro. Si vedrà, qualora sussista il via-libera, quale sarà a giugno il nuovo volto del Monte. Se tutto, come si spera, conseguirà i risultati prefissati, si sarà definitivamente compiuta un’operazione di salvataggio e di rilancio inevitabile: il merito sarà, innanzitutto, del vertice dell’Istituto e di coloro che vi lavorano, nonchè dell’azione della Fondazione. Entrambe le parti avranno avuto la dimostrazione, con il loro comportamento, della necessità della cooperazione. Per come si sono svolti gli avvenimenti e per il carattere degli impegni assunti, Siena non potrà non continuare a essere la sede centrale del Monte. Si può essere una banca con una maggiore e più efficiente proiezione internazionale mantenendo l’insediamento centrale in una realtà territoriale ricca di storia e di tradizioni, non certo chiusa al mondo, nella quale è sorto questo plurisecolare Istituto che ha alle spalle una vita gloriosa, negli ultimi decenni tuttavia caratterizzata da errori crescenti, fino a scelte azzardate e gravi che hanno portato a un vero dramma collettivo. Diversi altri passaggi si dovranno affrontare nel frattempo. Ma l’episodio senese è significativo degli impatti che la review della Bce può avere. Quando si affermò che, promossa questa iniziativa, sarebbe stato necessario innanzitutto ottemperare al principio ereditato dalla Scuola medica salernitana primum non nocere, era a situazioni del genere che si pensava: a evitare, cioè, che durante la diagnosi o, fuor di metafora, la verifica ispettiva,-si rendesse necessario immediatamente adottare un intervento, dovuto sì, ma che avrebbe potuto essere dispiegato, in condizioni normali, con una maggiore disponibilità di tempo. Ovviamente, non si incolpa, qui, la diagnosi del male - nel caso specifico, una metaforica prediagnosi - anzichè riflettere su quest’ultimo. Non si contesta il termometro. Del resto, l’insistenza, qualche tempo fa, di Draghi perchè si prevedessero dei «paracadute» sin da questa fase era significativa. Insomma, è necessario che durante la valutazione approfondita e i successivi stress test non si aggravino, magari pure per la fuga di notizie, eventuali condizioni di debolezza di singole banche che richiedano poi interventi di urgenza. Queste misure di analisi e i successivi test vengono adottati per stare meglio e per offrire un quadro di trasparenza, non per aggravare situazioni che fossero precarie. Se quest’ultimo fosse il solo risultato, il primo passo dell’Unione bancaria sarebbe negativo. Nel complesso, le banche italiane stanno bene. Si eviti, allora, di farsi del male: primum non nocere, appunto. RASSEGNASTAMPA 6 martedì 22 aprile 2014 POLITICA I «clown» imbracciano l’Economist contro Renzi L’ex comico e Berlusconi per colpire il premier citano il settimanale che li aveva definiti pagliacci ● I due uniti nella lotta contro il bonus Irpef da 80 euro ● Di Maio ammette: «Impossibile sfiduciare Boldrini» ● A. C. ROMA me il disastroso risultato delle elezioni in Italia minaccia il futuro dell’euro». Fatto sta che il giornale che definiva Berlusconi e Grillo due «clown» ora è diventato il libretto rosso di forzisti e grillini contro Renzi. Per di più con un numero un po’ vecchiotto, che si ferma alle dichiarazioni programmatiche di due mesi fa. Ad accomunare le critiche delle due opposizioni ci sono i dubbi sulle coperture per il bonus Irpef da 80 euro. Per Grillo si tratta di una «presa in giro», il «cavallo di Troia con cui Renzi vuole entrare in Europa per poi aprire i confini italiani all’austerity della Troika». «Gli 80 euro non riguarderanno una platea di 10 milioni di italiani. Probabilmente saranno poco più della metà a riceverli, e solo a tempo determinato», scrive ilo leader M5s. Gasparri gli fa eco: «Più tasse su casa, risparmi, agricoltura. Esclusi da bonus pensionati e autonomi. Renzi inganna l’Italia». Sulle stesse note anche Crosetto e la Russa di Fratelli d’Italia, con il secondo che paragona il premier ad Achille Lauro: «Ma quello almeno una scarpa la dava prima del voto...». Mara Carfagna invece s’incarica di esprimere le preoccupazioni per l’aggravio di tasse sulle banche deciso dal governo: «Speriamo che questa scelta non complichi ulteriormente l’accesso al credito per famiglie ed imprese...». Grillo intanto dal blog spiega «il M5S abolirà il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e vuole ridiscutere tutti i trattati che ci vincolano all' Nel bizzarro teatrino di questa campagna elettorale, succede anche questo: un articolo dell’Economist di fine febbraio, che definiva «sfilacciato, ricco di promesse ma povero di dettagli» il discorso di insediamento di Renzi in Senato, rispunta tra Pasqua e Pasquetta, e torna a cementare Grillo e forza Italia nella caccia al premier. Ma se l’ex comico commette solo un errore temporale, rispolverando una critica vecchia di quasi due mesi (come fa notare il renziano Ernesto Carbone), il «Mattinale» di Brunetta arriva a vertici di involontaria comicità. L’odiato settimane britannico, quello che nel 2001 monopolizzò il dibattito della campagna elettorale con quel faccione di Berlusconi e il titolo «Unfit to lead Italy», inadatto a guidare l’Italia, ora diventa la Bibbia per Brunetta e i suoi. E così nel Mattinale di Forza Italia di ieri si arriva a leggere: «Il settimanale britannico fa a Renzi le stesse critiche che gli muoviamo noi. Quindi? Il presidente del Consiglio bluffa. È certificato». Non c’è bisogno di ripercorrere cosa dissero gli uomini di Forza Italia nel 2001 a proposito del periodico britannico. O ancora in seguito, come quando nel 2011 titolò, sempre a proposito del Cavaliere, «L’uomo che ha fregato un intero Paese», con un editoriale su Ruby, bunga-bunga e dintorni. Per non parlare della copertina dell’Economist di inizio marzo 2013, subito dopo le politiche in Italia, con le foto di Berlusconi e Grillo e il titolo: «Entrino i clowns. Co- L’Economist del 2 marzo 2013 Europa». Secondo il leader M5S, il Pd non ha alcuna intenzione di rivedere questi vincoli assurdi che distruggeranno il tessuto sociale e imprenditoriale dell'Italia. La prima cosa che ha fatto Renzie appena nominato presidente del consiglio è stata quella di andare dalla Merkel e assicurarle che “l’Italia rispetterà il Fiscal Compact”». Di qui la scelta del M5s di lanciare sul web una parodia dei manifesti elettorali Pd, partendo dai 50 miliardi di tagli e lo slogan: «Glielo chiede Angela». Sull’Italicum, ormai la linea grillina è che «Pd e Fi l’hanno sotterrato perchè si sono accorti che al ballottaggio ci saremmo andati noi». «I due compari si sono accorti che potevano fare la fine dei pifferai», spiega Grillo, che coglie l’occasione per bastonare le «anime belle» del M5s. «Secondo loro dovevamo andare a vedere le certe? Ma dove vivono? Ci sono o ci fanno?». Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, s’incarica infine di lanciare l’ennesima bordata contro Laura Boldrini: «È inutile parlare ancora di una Presidente della Camera che non è imparziale. Ormai è un concetto assodato. Che ci detesti è evidente. Che non ci provi neanche ad essere super-partes, è assodato. Ci tocca tenercela. Se ci fosse la possibilità di sfiduciarla l’avremmo già fatto. Peccato che non esiste mozione di sfiducia per presidenti e vice-presidenti della Camera...». Dopo mesi di campagne, petizioni e raccolte di firme per sfiduciare Boldrini, alla fine se ne sono accorti. Beppe Grillo FOTO LAPRESSE PAROLE POVERE La verifica e l’eccezione TONI JOP ● Casaleggio giustizia il sindaco di Parma, in teoria una sua creatura. Dice che, fallita la promessa di staccare la spina all’inceneritore, avrebbe fatto bene a tornare a casa sua. Già Grillo, il socio, aveva bombardato preventivamente Pizzarotti, segandogli un pezzo di cognome quel tanto che bastava a renderlo commestibile come una pizza. Ma se vogliamo rintracciare la qualità delle relazioni di potere che tengono in piedi il Movimento Cinque Stelle, conviene guardare più in basso, dove non volano le aquile. Vito Crimi: «Il problema non sono i leader del Movimento ma chi si atteggia come tale», e per questo invita il povero sindaco caduto in disgrazia ad infilare la testa nella ghigliottina della «verifica» popolare. «Il Movimento – aggiunge Nicola Morra – non ha bisogno di cognomi di cui parlano tutti. Grillo e Casaleggio sono un’eccezione perché sono i nostri garanti». Pizzarotti, nel bene e nel male, affonda le sue mani nella cacca quotidiana ma deve rispondere a due scalda-poltrone celebri per il loro coraggio e per i guantini con cui servono il gintonic alla prima «eccezione» e la cioccolata con la panna alla seconda. Tuttavia, dicono la verità quando affermano che si tratta dei garanti delle loro confortevoli esistenze. No «eccezioni» no party. Pizzarotti: «Casaleggio non sa cosa vuol dire governare» F intanto che non si goverIL CASO na è difficile capire cosa vuol dire amministrare: a volte vuol dire anche non ANDREA CARUGATI vincere alcune battaglie. ROMA Ma questo non vuol dire tradire un ideale». La replica del sinda- All’attacco del guru («se co di Parma Pizzarotti al guru M5S Ca- non chiudi l’inceneritore saleggio è pacata ma netta. E riapre la telenovela con i vertici del movimento vai a casa») il sindaco che sembrava chiusa solo pochi giorni replica: «Non ho tradito fa (Pizzarotti aveva definito finita la po- gli ideali». Il suo assessore: lemica con Grillo), fino a quando Gianroberto Casaleggio non l’ha riaperta «Critiche da un tizio con una dura intervista pasquale al che non conosce Parma» “Fatto quotidiano”. Un’intervista in cui, al di là delle scaramucce a suon di citazioni canore con Beppe, il guru spiega che la scomunica al sindaco è tutta politica, e riguarda l’annosa vicenda dell’inceneritore di Parma, bandiera della campagna elettorale grillina nel 2012 ma poi regolarmente entrato in funzione regnante Pizzarotti. Casaleggio è stato perentorio: «Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore, o lo chiudo o vado a casa», aveva spiegato agli intervistatori Gomez e Barbacetto. «Tu vieni eletto per fare una cosa, se non ci riesci ne prendi atto. Non è mica detto che sia colpa tua...». E ancora: «Se gli impegni non vengono mantenuti si va a casa o quantomeno si fa una domanda. Si chiede agli elettori: dovrei andare a casa?». Il sindaco replica contrapponendo alla democrazia diretta del guru un minino di buon senso istituzionale: «Amministrare vuol dire rappresentare tutti i cittadini, anche chi non ti ha votato. Vuol dire calarsi nella politica reale, lavorare duramente...». Pizzarotti rivendica la sua idea di M5S: «Mi sento in piena sintonia con i valori del movimento. Ma senza viverle ogni giorno sulla propria pelle queste cose non si capiranno mai». La conclusione: «Parma merita rispetto, i parmigiani meritano rispetto». Il suo assessore all’Ambiente, Gabriele Folli, sempre del M5s, va giù ancora più duro: «Ho combattuto la battaglia contro l'inceneritore scrive - da molto prima di entrare nella giunta di Parma e pochi sanno quanto mi è costato non riuscire nell’impresa. Ora leggo questo tizio che pensavo fosse dalla nostra parte e che peraltro in due anni non si è mai fatto vedere a Parma, pontificare su cosa dobbiamo fare...». Et voilà, Casaleggio da guru viene ridotto a «un tizio». Lo scontro non è solo politico, ma anche culturale, in qualche modo ideologico: due idee di politica a confronto, quella vissuta e quella teorizzata dietro al monitor di un computer. È la faglia che da oltre un anno divide anche gli eletti, tra talebani e ragionevoli, e che ha portato alla sfilza di espulsioni degli ultimi mesi. Casaleggio stesso non si nasconde che la sua idea di democrazia non è esattamente normale: «Il passaggio dalla democrazia rappresentativa a quella diretta è culturale e richiedere un’adesione. Se uno è abituato a un’altra visione della democrazia il nostro modo di fare può sembrare strano...noi vogliamo il vincolo di mandato per gli eletti, e ora metteremo anche delle sanzioni economiche». Più che centralismo democratico, sembra un’organizzazione militare. E infatti aumenta il numero degli eletti che difende Pizzarotti. «Tanto di cappello a Federico, continuate così», dice la parlamentare emiliana Mara Mucci. Mentre il senatore Vito Crimi difende il gu- ru: «È giusto che Pizzarotti faccia una verifica del suo mandato con gli attivisti, come fanno i consiglieri dell’Emilia Romagna. Lui vuole essere il sindaco di tutti, ma sull’inceneritore forse serviva un’azione più forte». Poi si corregge: «Io ho un mandato e di quello mi devo occupare. Non giudico l’operato del sindaco di Parma». Maria Mussini, senatrice reggiana espulsa di recente e molto legata a Pizzarotti, la vede così: «L’inceneritore è solo un pretesto: Federico dà fastidio perché è bravo e ha consenso». Pochi giorni fa, il sindaco di Parma, ha bollato come «fantapolitica» l’ipotesi di guidare un partito dei fuoriusciti. «Io ho da fare il mio, con il decreto Delrio divento anche presidente della Provincia, eviterei altri lavori aggiuntivi...». E tuttavia il divorzio con Casaleggio ormai pare inevitabile. Resta solo da capire chi farà la prima mossa. Pizzarotti, con la sua replica di ieri su Facebook, di fatto si è già messo alla testa di quelli che, dissidenti o espulsi, non «aderiscono» all’idea di democrazia di Casaleggio. Non sono pochi, ma bisogna capire se riusciranno mai a organizzarsi. RASSEGNASTAMPA 7 martedì 22 aprile 2014 «Cercasi idee forti per europee» L’ex Cav ricomincia dagli anziani ● In settimana le prime quattro ore al centro «Sacra famiglia» ● «Sono lucidi?» chiede spesso ai suoi ● La guerra fratricida contro Alfano e Ncd CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Licia Ronzulli ha twittato il suo selfie con Silvio Berlusconi e Francesca Pascale AAA, cercasi idea disperatamente. Costretto tra i selfie di Pasquetta con la fidanzata Francesca e l’eurocandidata Licia Ronzulli e il cagnolino Dudù e gli anziani e i disabili della Sacra famiglia di Cesano Boscone che andrà ad assistere già in settimana, Silvio Berlusconi è alla ricerca del quid, di quella parola chiave da lanciare in tv e nei comizi che possa fare la differenza tra lui e gli altri in questa strana campagna elettorale che sarà un megasondaggio tra Renzi, Grillo e l’ex Cavaliere. C’è poco da fare, ammettono i parlamentari più vicini, «il Presidente non è affascinato da questi candidati né dalla competizione». Gli toccherà vedere, aggiungono, che «uno degli uomini di cui diffida di più, Raffaele Fitto, prenderà molti più voti del nuovo consigliere politico Giovanni Toti. E allora si aprirà un nuovo problema di classe dirigente». La difesa pasquale via twitter del candidato della circoscrizione nord («Toti sta facendo un ottimo lavoro e sono certo che gli elettori sapranno accordargli la fiducia che merita») è sembrata più una conferma che una smentita delle preoccupazioni dello stesso fondatore di Forza Italia. Ma più di tutto, Berlusconi teme che «Renzi vada a scippargli voti tra quell’elettorato moderato di cui lui si sente invece ancora il punto di riferi- mento». I sondaggi veri danno Forza Italia al 17 per cento, ben distante da Grillo e confinata nello scomodo ruolo di terzo polo dopo Pd e M5S. Nonostante gli sforzi del capogruppo Renato Brunetta, il tema su cosa far girare la campagna elettorale è in questo momento «il problema». Sulle riforme costituzionali Forza Italia non può retrocedere dal patto con Renzi: è il motivo che fa restare l’anziano leader ormai incandidabile seduto al gran tavolo della politica; riformare il paese fu la parola d’ordine, sempre disattesa, della discesa in campo del 1994. Ecco che i distinguo sulla riforma del Senato e il semipresidenzialismo, sanno più di bandierine che di veri obiettivi. L’Europa non può essere il tema perché l’elettorato moderato si riconosce negli stati uniti d’Europa e la revisione dei trattati (Fiscal compact e sixpack) è questione utile ma difficile tra tradurre in slogan. Se si pensa che il premier Renzi si sta intestando anche un fronte non contrario ma certo non complice con la magistratura; e che le misure per la crescita, a cominciare dagli 80 euro in più mensili per dieci milioni di italiani, non sono certo attaccabili; è comprensibile la crisi di identità, oltre che di classe dirigente, che sta attraversando Forza Italia. E l’avvio in sordina di questa campagna elettorale che pure il provvedimento del Tribunale di sorveglianza gli vivere da protagonista. In cerca di un’idea al momento non resta che attaccare Ncd. Impedire al traditore Alfano di raggiungere il 4 per cento sarebbe già, vista da Arcore, un motivo di grande soddisfazione. In questa chiave si spiegano gli attacchi sulle tasse (strumentali e infondati) veicolati dal solito Mattinale: Ncd ha ben tre ministri nella squadra di Renzi e se il governo aumenta le tasse vuol dire che anche Ncd è d’accordo. Dal suo punto di vista Ncd non può certo sopportare di vedere il jobs act del ministro Poletti corretto a sinistra come è successo la scorsa settimana in commissione. Da qui il non voto di Ncd (il testo arriva in aula senza il voto degli alfaniani). Nella chiave dell’attacco all’ex delfino traditore sono anche le dichiarazioni degli azzurri contro la politica dell’immigrazione del ministro dell’Interno. Una guerra fratricida, ecco saranno le urne del 25 maggio per le truppe del centro destra. Ecco che in tutto questo, davanti a un paese dove il ceto medio è diventato povero e - assicurano i sondaggisti - «gli anziani sono una fascia di elettorato pesante» - s’allunga in Berlusconi la parola chiave «solidarietà», e cioè «fatti concreti contro il bla bla di Renzi». In questo senso le quattro ore al centro anziani sono manna dal cielo. «Sono lucidi?» chiede spesso Berlusconi in questi giorni riferendosi alle persone alloggiate nel centro di Cesano Boscone. Comincerà il suo turno settimanale già questa settimana. Gli avvocati sono chiari: «Le telecamere potranno riprendere e intervistare il cliente in entrata e in uscita». I servizi sociali, gli anziani, i poveri, come primo obiettivo della campagna elettorale. I Club Forza Silvio sono già impegnati tra banco alimentare e buste della spesa. Quando l’economia diventa una comica. A 5 stelle o gni volta che Grillo si cimenta in articoli economici, ciò che manca, direbbero gli economisti, sono i fondamentali, i numeri da cui partire e di cui parlare. Come non ricordare che «il programma del Movimento lo ha scritto Stiglitz» noto premio nobel liberal americano, salvo poi scoprire che il professore non conosceva nemmeno Grillo, e che la lettera di appoggio - non avendo scritto il programma - altro non era che un pezzo della prefazione ad un libro commissionata dall’editore? Riepiloghiamo le «cifre sparate a caso», tra cui «il miliardo di fondi all’editoria di partito», che invece sono circa 78milioni all’editoria in generale. Debito Pubblico: «L’85% del debito non è in mano nostra è in mano alle banche! Di cui la metà straniere: francesi, inglesi, tedesche». ha detto Grillo. In realtà il debito attribuito a soggetti definibili raggiunge solo il 27,3%. A questo va sommata la quota detenuta dalla Banca d’Italia (4%), quindi il debito in mano agli istituti bancari raggiunge il 31,3% mentre la restante somma appartiene a soggetti privati. Le banche straniere detengono solo il 12,3% del nostro debito e non il 50% come sostenuto dal genovese. E ancora: «Se fallivamo noi ci portavamo dietro la Francia e la Germania quindi tutta l’Europa». Ma nel 2010 la Francia aveva in pancia il 20.93% del debito pubblico italiano, mentre la Germania solo il 7.78%, per un totale complessivo di 28.71%. Il debito complessivo nel 2010 era pari a 1.841.912 milioni di euro. «Metà del nostro debito è in mano a banche straniere - 511 miliardi ce l’hanno i francesi, 200 miliardi i tedeschi». Il dato fornito da Grillo viene smentito dal Bollettino Statistico di Bankitalia. A maggio 2012 il debito in mano a tutti i non residenti ammontava a 690 miliardi, pertanto tedeschi e francesi non potevano avere in pancia 711 miliardi di IL DOSSIER MICHELE DI SALVO Le dichiarazioni di Grillo sono contraddittorie o non supportate da dati reali: «Usciamo dall’euro... anzi no, non l’ho mai detto. Facciamo un referendum» debito. E questi Paesi non potevano avere il 50% del nostro debito visto che quello complessivo era di 1966 miliardi: quindi potevano avere solo il 35%. Uscire dall’Euro: secondo Grillo è un passo obbligato per l’Italia che potrà «svalutare la cara vecchia lira del 40-50%, e anche se ciò non risolverà tutti i problemi economici del Paese, renderà le nostre esportazioni più competitive». In realtà la svalutazione per essere competitivi con la Cina porterebbe a una riduzione del salario di un 60-70%, distruggendo il nostro potere d’acquisto. I prezzi delle materie prime e dei beni di prima necessità costerebbero di più a danno della competitività e c’è il rischio che la lira non venga accettata come moneta di scambio. Per uscire dall’euro Grillo propone un referendum, già nei 20 punti del pro- .. . Sul debito pubblico: «l’85% è in mano alle banche anche straniere» Non è così, è il 31,3% gramma 5 stelle. A Mirandola il 12 maggio 2013 ha detto: «Noi consideriamo di fare un anno di informazione e poi di indire un referendum per dire sì o no all’Euro e sì o no all’Europa». Ricordiamo che i trattati internazionali non possono essere soggetto di referendum. Almeno secondo l’Articolo 75 della Costituzione. Ciò premesso, ecco l’elenco delle dichiarazioni. 1 dicembre 2011: ci sono due posizioni opposte sull’euro, entrambe con pari dignità. Occorre referendum in proposito. 26 aprile 2012: L’euro non può essere un tabù. Si deve poter parlare di uscita dall’euro. Primavera 2012: in un’intervista di Sortino a Grillo: «Io sono per valutare una seria proposta di rimanere in Europa ma uscire dall’euro, con il minor danno possibile». Ad altri giornalisti: «90 su 100 ci riprendiamo la lira». 28 giugno 2012: «Io non sono contrario all’euro in principio. Ho detto che bisogna valutare i pro e i contro e se è ancora fattibile mantenerlo. Ma, se usciremo dall’euro, sarà solo a causa del nostro enorme debito pubblico». 27 dicembre 2012: Referendum sulla permanenza nell’euro. 9 febbraio 2013: Grillo ospita nel suo blog un intervento critico sull’euro, a cura del professor Alberto Bagnai. 22 febbraio 2013, a piazza S. Giovanni: «Io non ho mai detto di uscire dall’Europa, io non ho mai detto di togliersi dall’euro. Voglio una consultazione popolare». Fiscal Compact: «Se vinciamo le europee aboliremo il fiscal Compact». Ma il Fiscal Compact è un trattato, firmato tra 25 paesi su 28, e non è di competenza dell’europarlamento. Lira: nel post «Il Diavolo veste Merkel», Grillo pone il nostro paese di fronte ad un’alternativa secca: ristrutturazione del debito oppure ritorno alla lira. Ma fa una serie di errori. Il più clamoroso è: «Solo così l’Italia tornerà a vedere la luce. Una prova? Usciti dallo Sme nel 1992, svalutata la lira di quasi il 20% e riguadagnata la sovranità monetaria, il rapporto debito/Pil scese dal 120% del 1992 al 103% del 2003». La prova citata da Grillo è falsa. La rapida discesa del nostro indebitamento non è coincisa con la svalutazione della lira, bensì con l’ingresso dell’Italia nell’unione monetaria, formalmente nel 1993 - Trattato di Maastricht - e poi sostanzialmente il primo gennaio 1999, dopo che il nostro governo riuscì a rispettare i parametri previsti dal Patto di Stabilità e Crescita del 1997 adottato al Consiglio europeo di Amsterdam. Fino al 2006/2007 il costo del debito è sceso grazie all’euro, tanto che nessuno sapeva cosa fosse lo spread. Opere Pubbliche: Grillo ha detto in un comizio del 20 febbraio 2013 che «un terzo del Pil lo spendiamo per opere che crollano e un altro terzo per aggiustarle». Quindi il 66% del Pil sarebbe speso in opere pubbliche. Quali? In realtà si legge dal bilancio dello Stato che tale misura non raggiungeva l’11% due anni fa e il 9% attualmente. Province: nel suo post «L’oracolo della Consulta e le province eterne» l’ex comico scrive che i risparmi derivanti dall’abolizione delle province sarebbero di ben 17 miliardi di euro. Ma è così? In realtà no. O meglio, il costo delle province si aggira intorno a quella cifra (erano 14 miliardi nel 2005), poco più della metà andava in istruzione pubblica (18%), trasporti (9%) e gestione del territorio (24%). Il risparmio potrebbe essere di 2 miliardi e non 17. Slot machines: le aziende delle slot machines hanno evaso 98 miliardi. Sono anni che Grillo ripete questa storia, quindi la domanda è: evasi da quando a quando? Che siano l’evaso annuo? No, visto che tutto il gioco d’azzardo nel 2012 ha totalizzato 80 miliardi di euro. .. . «Se vinciamo le europee aboliremo il Fiscal compact». È un trattato non decide Strasburgo Si tratta in realtà della cifra delle multe calcolate al secondo per i due anni che le slot machines sono state scollegate dalla rete nazionale dei Monopoli di Stato. Infatti la Corte dei conti stabilì che l’importo reale da pagare era 2,5 miliardi. Importo che è stato pagato. Spread: «L’agenda Monti, sottoscritta con voluttà dal pdmenoelle, prevedeva un solo punto: lo spread, ma lo spread non si mangia e soprattutto non dipende da Monti, ma dalle agenzie di rating internazionali», insomma «è una variabile indipendente dal governo». È una falsità inaudita. Lo spread risente delle scelte politiche economiche di un Paese e della situazione economica della zona euro. Le agenzie di rating esprimono i loro giudizi in base a proiezioni macroeconomiche e politiche. Unione Europea: Grillo ha detto che la doppia sede del Parlamento Europeo costa 400 milioni l’anno (in realtà sono 200) e che un terzo del bilancio europeo è speso per traduzioni. Il bilancio del 2012, a essere precisi, è di 147 miliardi, e le traduzioni sono costate 330 milioni. Ha citato alcuni grattacieli in bambù che Renzo Piano avrebbe progettato in Australia, ma non esistono. Poi ha detto che la Francia ha un bilancio di 17 miliardi di euro inferiore al nostro. A essere precisi è di 300 miliardi superiore. Def: nel disperato tentativo di replicare al Def di Matteo Renzi, sul blog ha raggiunto l’apice: «Lo Stato italiano spende circa 800 miliardi di euro ogni anno. Di questi, 100 sono di interessi sul debito, senza questa zavorra avremmo un avanzo primario». La frase di Grillo è sballata: l’Italia spende circa 800 miliardi ogni anno, ed è altrettanto vero che circa 100 miliardi vengono spesi per ripagare gli interessi sul nostro corposo debito. Non è però vero che senza la zavorra degli interessi avremmo un avanzo primario. L’Italia ha già un avanzo primario, che nel 2013 è stato pari al 2,2% del Pil, quindi pari a circa 35 miliardi di euro. RASSEGNASTAMPA 14 martedì 22 aprile 2014 Europarlamento Pagina a cura del gruppo S&D-Delegazione Pd al Parlamento europeo in collaborazione con l’Unità Da Strasburgo sì al regolamento per cibi più sicuri CARLA ATTIANESE Strasburgo La sicurezza alimentare ha sempre giocato un ruolo chiave nell’azione della Ue. Una scelta di priorità che ha portato, negli anni, a un corpo di circa 70 misure legislative che ha consentito all’industria agroalimentare europea di raggiungere standard di sicurezza e qualità riconosciuti a livello internazionale. Anche nell’ultima sessione plenaria della legislatura che si chiude, l’Europarlamento si è occupato della questione, con un voto quasi all’unanimità dell’Aula sul Regolamento sui controlli ufficiali nella catena alimentare, curato dall’europarlamentare democratico Mario Pirillo, con il quale affrontiamo questo tema. Nonostante l’attenzione dell’Ue non sono mancati gli scandali sul cibo contraffatto. Cosa cambia col nuovo Regolamento? «Il nuovo Regolamento, che è una modifica della normativa già esistente, nasce proprio come risposta europea allo scandalo della carne equina nei cibi venduti da Ikea, che ha giustamente suscitato clamore e preoccupazione tra i cittadini. Con le nuove norme, che dopo questa prima lettura saranno approvate in via definitiva verosimilmente entro la fine dell’anno, tutti gli Stati europei saranno obbligati a una frequenza minima dei controlli in tutta la catena alimentare, dalla produzione al consumo». L’INTERVISTA Mario Pirillo Il parlamentare del gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo: «Più controlli a tutela dei consumatori europei» Che significa? E cosa cambia per l’Italia? «L’Italia ha già una normativa fra le più restrittive, ma finora la frequenza dei controlli era decisa dai singoli Stati, creando forti differenze all’interno della stessa Ue. Con le nuove regole si è stabilito che vi siano in tutti i settori controlli www.partitodemocratico.eu www.socialistsanddemocrats.eu regolari stabili dalla Commissione, questo contribuirà a ridare fiducia ai consumatori e ad aumentare il livello di sicurezza dei prodotti europei». E il cibo importato dai Paesi extra Ue? «I controlli riguardano anche i cibi importati, e vengono effettuati alla dogana. Vorrei ribadire che l’Ue ha la normativa più stringente e specifica nel settore dei controlli e Usa e Canada stanno guardando con crescente interesse al nostro sistema dei controlli ufficiali al quale si ispirano per le loro regole interne». A chi sono affidati i controlli? «Ogni Stato si affida a un’autorità competente. In Italia è il ministero della Salute, che li demanda alle Regioni e dunque alle Asl per verifiche non annunciate, fondamentali per verificare la conformità alla complessa normativa che regola il settore agroalimentare. Ho insistito at- traverso miei emendamenti, che hanno trovato il consenso dell’Aula, di creare centri europei di riferimento contro la frode alimentare. Inoltre, avremo maggiore trasparenza dei controlli il cui esito verrà pubblicato sui siti della autorità competenti». Le aziende ispezionate saranno soggette a tariffe sui controlli ricevuti. Come hanno accolto il nuovo Regolamento? «Sono state esentate dal pagamento delle tariffe obbligatorie le imprese agricole e le micro imprese e abbiamo corretto l’esenzione prevista dalla proposta legislativa, i cui criteri individuati erano troppo ampi e avrebbero creato un sistema insostenibile per gli Stati membri. Speriamo che il segnale che abbiamo dato possa essere ripreso e riconfermato dal Consiglio. I controlli aiutano anche le aziende, oltre che i cittadini». Denominazione d’origine Ue Una battaglia vinta Patrizia Toia vicepresidente commissione Industria, Ricerca ed Energia ● La sede della Bce a Francoforte FOTO LAPRESSE Risoluzione bancaria ok al meccanismo unico Il Parlamento europeo l’ha approvato a larghissima maggioranza I contribuenti Ue non dovranno più sostenere i costi di eventuali future crisi bancarie: a pagare saranno gli stessi istituti di credito ● ● GIUSEPPE CARUSO MILANO Si chiama meccanismo unico di risoluzione bancaria e rappresenta un ulteriore passo in avanti sulla strada dell’ Unione bancaria. Si tratta, in modo particolare, del così detto secondo “pilastro” dellUnione bancaria: il primo, il ruolo di supervisione della Bce sugli istituti di credito dell’Unione, è stato approvato alcuni mesi fa. GARANZIA Il meccanismo unico di risoluzione bancaria, approvato a larghissima maggioranza dalla’assemblea plenaria, rappresenta una garanzia per i contribuenti europei, che non dovranno più sostenere i costi di eventuali future crisi bancarie: a pagare saranno gli stessi istituti di credito, i cui contributi, obbligatori, alimenteranno il fondo. Nel caso una banca arrivi al fallimento, le perdite ricadranno su azionisti e creditori e, in ultima istanza, sui correntisti con depositi superiori ai 100mila euro (come già accaduto a Cipro). I depositi fino a 100.000 euro delle banche fallite saranno inoltre garantiti dalle banche stesse e non più dai contribuenti. Roberto Gualtieri, deputato euro- peo del Pd e capo negoziatore per il gruppo socialista sulle riforme europee, spiega che si tratta «di un tassello fondamentale per arrivare alla realizzazione finale del progetto di Unione bancaria. Due dei quattro pilastri individuati, supervisione unica e risoluzione bancaria, sono stati così raggiunti. Il prossimo passo sarà quello di arrivare ad una distinzione tra banche d’affari e banche di deposito. Il testo finale potrà anche non essere perfetto, ma è sicuramente un passo in avanti rispetto al compromesso raggiunto dagli Stati membri» «Abbiamo velocizzato» continua Gualtieri «la mutualizzazione del fondo: il 40% della capacità dei compartimenti nazionali sarà messa in comune il primo anno, il 20% nel secondo, il 10% al terzo. Questo consentirà al fondo di poter contare sul 60% delle risorse complessive già nei primi due anni. Inoltre il fondo avrà la capacità di mettere azioni sul mercato per autofinanziarsi. L'accordo prevede inoltre che il fondo salva-banche nasca più in fretta, otto anni invece di dieci, e richiede che sia stabilita una linea di credito prima che il meccanismo entri in vigore, visto che raggiungerà la sua capacità totale (55 miliardi) solo alla fine degli otto anni. Si tratta di un passaggio fonda- mentale per portarci nella nuova legislatura europea, che servirà a costruire un governo economico democratico dell’euro». Gianni Pittella, deputato europeo del Pd e vicepresidente del Parlamento di Strasburgo, ritiene si sia trattato della «decisione più importante, oserei dire di portata rivoluzionaria, presa in Europa negli ultimi dieci anni. Con il meccanismo di risoluzione gli Stati ( e quindi i contribuenti) non saranno più chiamati a rispondere dei fallimenti delle banche. Sono state date risposte fondamentali e se questi meccanismi fossero stati approvati prima della crisi finanziaria, che è arrivata dagli Stati Uniti e ci ha colto di sorpresa, ci saremmo evitati molti problemi». «Ancora una volta» continua Pittella «si è dimostrato che quando esiste una volontà politica, i problemi si superano, anche i più difficili. Pure in questa situazione c’è stato un blocco dei paesi del nord Europa che volevano minori responsabilità comuni, eppure si è riusciti a raggiungere l’obbiettivo. In questo modo l’Europa diventa amica dei cittadini e risolve alcuni importanti problemi. La prossima sfida per i socialisti sarà la separazione tra banche d’affari e banche di deposito». DAL 2008 IN EUROPA, NEL SETTORE INDUSTRIALE, SONO 4 MILIONI I LAVORATORI CHE hanno perso il proprio impiego e la produzione ha subìto un crollo del 10%. Ora il processo di ripresa è ancora timido, ma uno spiraglio si è aperto. Puntare sulla qualità e, per alcuni, anche restare su un mercato di nicchia è una delle caratteristiche principali delle imprese europee che scelgono di non emigrare all’estero. Ma questa strada, purtroppo, è ancora in salita per molte piccole e medie imprese europee.Quello che davvero potrebbe aiutare e tutelare molti imprenditori di settori a volte anche «inaspettati» (non solo, infatti, la moda o l’alimentare, ma anche il settore dei materiali edili) è l’introduzione, in Europa, di un vero marchio d’origine obbligatorio. Nell’ultima sessione plenaria di questa legislatura il Parlamento europeo ha infatti approvato il Regolamento per la Sicurezza dei Prodotti al Consumo, incluso l’attesissimo Articolo 7 che impone la denominazione di origine obbligatoria. La battaglia sul «made in» in Europa è stata lunga e ha subito più volte battute d’arresto, sia in Parlamento che in Consiglio, dove ancora oggi permane una forte opposizione di alcuni Stati, soprattutto del Nord, a fronte invece di un movimento molto ampio di cittadini e imprese che chiedono da tempo questa misura a tutela della sicurezza, della trasparenza e per inasprire la lotta alla contraffazione. Con l’ok al Regolamento sulla sicurezza dei prodotti, alla fine di questa legislatura abbiamo ottenuto un risultato importantissimo: i consumatori europei saranno più protetti e le aziende italiane che producono beni di alta qualità, con materiali di ottima fattura, saranno finalmente tutelate e, soprattutto, l’Europa riesce a compiere un primo passo per allinearsi a Cina e Stati Uniti, due giganti commerciali che da tempo utilizzano il marchio d’origine obbligatorio per i prodotti importati. Questa semplice etichetta costerà poco o nulla agli imprenditori (lo ribadiamo per sfatare alcuni falsi studi), ma garantirà dalla concorrenza sleale e dalla contraffazione, assicurando reciprocità e rispetto degli standard minimi per l’ingresso delle merci provenienti dai Paesi terzi nel mercato dell’UE. Secondo i dati diffusi dal Sole 24 Ore, l’entrata in vigore di questo provvedimento vale 110mila posti di lavoro in più e 13,7 miliardi di euro di produzione aggiuntiva. Noi del gruppo Socialisti & Democratici possiamo essere molto soddisfatti: nonostante la forte opposizione di molti Paesi del Nord Europa, grazie alla battaglia condotta dalla relatrice S&D Schaldemose e alla compattezza che il gruppo ha dimostrato in tutte le votazioni (a differenza del PPE che ha visto gli italiani uniti, ma incapaci di portare la maggioranza del gruppo sulle loro posizioni), si conclude positivamente un lungo e difficile percorso iniziato nel 2005. Ora ci auguriamo che il Consiglio europeo, fin qui incapace di prendere posizione e a cui spetta ora di adottare il testo, confermi in tempi rapidi questa decisione. Siamo certi che il governo italiano, anche durante la nostra presidenza, saprà far valere il voto del Parlamento. RASSEGNASTAMPA 9 martedì 22 aprile 2014 «La rabbia sociale «Il Pd sia un’orchestra sta esplodendo invece di dividersi Subito progetti veri» in sottocorrenti» M.ZE. INVIATA A TORINO Per capire di cosa è fatto questo nuovo mondo di povertà, di speranza sepolta, di depressione che via via lascia il posto alla rabbia, una rabbia profonda che si scaglia contro la politica, contro il palazzo, contro lo Stato, la Regione, il Comune, qualunque cosa sia e chiunque sia diretto, bisogna passare per i centri di ascolto della Caritas. È qui che il popolo di poveri malgrado le competenze, le professionalità, l’esperienza e un vita di lavoro interrotta all’improvviso, viene, si mette in fila, e poi chiede aiuto. Chiede aiuto dopo anni passati ad erodere i risparmi, e nascondere quello stato di necessità che alla fine è esploso ed è diventato palese, pubblico. Impietosamente pubblico. Parlare con Pierluigi Dovis, direttore della Caritas di Torino e coordinatore regionale delle Caritas diocesane di Piemonte e Val D’Aosta, vuol dire viaggiare dentro questo mondo che non è mai raccontato abbastanza, che spaventa eppure è lì. E aspetta risposte. menti è rimasto lo scheletro, che di sera si illumina di verde, di blu. Sotto sono nate piste sportive, sopra una passerella attraverso il vecchio parco industriale, a fianco un prato, in fondo una ciminiera rimasta intatta, memoria del luogo che fu. «Chiamparino ci ha creduto in questo progetto ed ora eccolo, l’esempio di come un luogo abbandonato, imponente, inquietante, possa diventare parte integrante del tessuto sociale della città». Percorrendo il corridoio di acciaio che accompagna lungo gli stabilimenti, si impone la costruzione di mattoni rossi, la nuova Curia, voluta dal cardinal Poletto e progettata dall’architetto svizzero Mario Botta: non c’è il campanile, al suo posto la ciminiera più alta su cui svetta una croce. «Quello che è mancato in questi anni con Roberto Cota alla Regione è stato un progetto, un’idea del territorio, di quello che doveva diventare», commenta Bragantini. Se chiedi a un qualunque torinese di portarti nel luogo dove la politica ha fallito, ti mostrano un braccialetto azzurro e ti danno un indirizzo: Collegno, provincia di Torino, Agrati Group, i più grandi produttori di viti e bulloni a livello mondiale. Il braccialetto azzurro è in segno di solidarietà con i lavoratori della Agrati per questa storia tipicamente italiana. Lo scorso gennaio i dipendenti hanno ricevuto un premio produttività per la massima qualità e impiego delle strutture. Poi hanno ricevuto una notizia: mobilità per gli 82 dipendenti. Né Cig né solidarietà. Perché? Perché il gruppo lo scorso anno con l’aiuto di Parigi ha aperto 4 stabilimenti e può ottenere ulteriori incentivi statali se potenzia gli investimenti. Così ha scelto dove è più conveniente investire. Il Movimento 5 stelle sonda le zone di sofferenza e ci salta sopra, così come cavalca gli anti Tav. In Piemonte alle politiche del 2013 il Movimento è stato il primo partito con il 29,11% dei voti alla Camera per la lista Piemonte 1, contro il 26,5% del Pd, e il 17,60% del Pdl. Nel Piemonte 2, o grillini hanno ottenuto il 25,77%, il Pd il 23,43% e il Pdl il 22,12%. Stavolta la sfida sarà tra centrosinistra e M5s. Il centrodestra è che più spaccato. Frantumato con tre candidati: Enrico Costa per il neo simbolo Ncd-Udc, Guido Crosetto per Fratelli d’Italia, Gilberto Pichetto per FI e Lega. Grillo schiera Davide Bono che ha esordito in Piazza Castello nello stesso giorno in cui Matteo Renzi apriva proprio a Torino la campagna elettorale del Pd. Chiamparino non sottovaluta l’avversario. «Macino chilometri su e giù per la Regione». L’allenamento non gli manca. L’INTERVISTA Pier Luigi Dovis Il direttore della Caritas: «Persone che hanno perso tutto, piccoli e medi imprenditori, insegnanti, da un anno e mezzo ci chiedono cibi e vestiti» Direttore, prima della crisi economica il tema era pensare a percorsi di attivazione personale o di gruppo per il reinserimento sociale dei poveri. Oggi è cambiato tutto. Il tema, adesso, quale è? «In questo momento il discorso è centrato quasi esclusivamente sulla questione del trasferimento economico alle famiglie che hanno meno risorse e sono alla disperata ricerca di un reddito. Quello che si tenta di fare prima di tutto è di ridare un reddito e questo è giusto, ma la nuove forme di povertà che la crisi ha fatto emergere non presentano necessità solo da punto di vista economico. Hanno bisogno di trovare delle opportunità attraverso le quali rimettere in moto le esigenze molto alte rispetto alle loro professionalità». Una povertà composta da professionisti, artigiani, imprenditori? «Certo. Qui in Piemonte, in modo più potente che in altre Regioni, la crisi ha cambiato i volti delle persone che vivono in situazioni di fragilità e precarietà. Sono volti di persone normali, che non vengono da una storia di povertà, insegnanti, giornalisti, piccoli e medi imprenditori, uomini e donne che nel loro lavoro avevano raggiunto livelli quasi dirigenziali. Non erano svantaggiati, per intendersi, e molti di loro avevano un buon inserimento sociale. Oggi si rivolgono a noi e ai servizi pubblici e se fino a due anni fa ci chiedevano di aiutarli a cercare lavoro, o a pagare la rata del mutuo, da un anno e mezzo, invece, ci chiedono cibo e vestiti. Questo significa che nel giro di pochi mesi una parte di loro è precipitata in una situazione di deprivazione tale da non avere neanche più da mangiare. Una situazione per loro particolarmente incisiva perché non erano abituate a questo tipo di vita, di emergenza. Molti di loro hanno nascosto la loro difficoltà per vergogna, per una reticenza interiore che li ha portati a chiudersi nella depressione e quando emergono la loro situazione è molto compromessa». Quindi negli ultimi anni non sono aumentatiipoveri,masonoaumentaticoloro che lo dichiarano? «Esattamente. Arrivano ai luoghi del sociale privato e pubblico quando capiscono che da soli non possono farce- .. . «Il reddito minimo va bene come ponte per cogliere opportunità, non come misura in sé» M. ZE. INVIATA A TORINO Le gemelline, Chiara e Vittoria, due anni, si gustano il gelato sotto il sole tiepido di Piazza San Carlo. «Da quando ci sono loro due è cambiato tutto, ogni momento libero diventa preziosissimo», racconta Davide Gariglio, 47 anni, segretario regionale del Pd piemontese da poco più di un mese e mezzo, consigliere regionale da nove anni. Mezzogiorno è passato da poco, i torinesi si concedono un aperitivo nel salotto buono della città, un gruppo di giovani musicisti suona note blues, poco lontano si corre la «tuttadritta», dieci chilometri, ovviamente c’era anche Sergio Chiamparino che non se ne perde una. Gariglio preferisce il nuoto, ma solo quando ha tempo. Stamattina per esempio fa già campagna elettorale. «Abbiamo bisogno del contributo di tutti, stavolta si cambia», ripete ogni volta che gli chiedono come va la campagna elettorale. Poi si siede e inizia a spiegare come intende riportare il Pd in vetta alla classifica dei partiti. L’INTERVISTA Davide Gariglio Il segretario regionale: «Cota ha lasciato rovine Per riprenderci possiamo solo innovare, facilitare le imprese, sburocratizzare Come avviene nel Paese» Se dovesse raccontarmi con un’immaginelo stato disalute del suo partito, in piena crisi economica e con il M5S in avanzata, cose le verrebbe in mente? «Un’immensa orchestra, con bravissimi musicisti ma nella quale ognuno suona seguendo il proprio spartito». Adessoèleiildirettored’orchestra.Come intende rimettere in sintonia gli strumenti? la perché hanno esaurito le loro riserve e non c’è stata la ripresa del tessuto economico del territorio». InPiemontenel2013cisonostati26mila disoccupati in più rispetto all’anno precedente. «È questo il punto. Molti di coloro che oggi sono poveri, in questi ultimi anni hanno cercato di trovare un nuovo lavoro in una Regione dove il lavoro diminuiva. Quando arrivano nei nostri centri non sono più vulnerabili, sono già vulnerati, dunque in una situazione di “assistenza”». Lei è critico verso il reddito minimo. Perché? «Se noi interpretiamo il reddito minimo non come misura a sé ma come ponte tra una situazione di difficoltà e delle opportunità diventa interessante e importante per moltissime famiglie. Se diventa l’unica misura non riesce a far fare quel salto di qualità di cui c’è bisogno. È necessario mettere in atto delle politiche in grado di offrire delle opportunità non per trovare lavoro ma per inventare lavoro. Si devono dare possibilità, piccole opportunità, a tutte quelle persone che hanno le competenze ma che in un territorio come il nostro non riescono a trovare un’occupazione». L’antipolitica trova terreno fertile in questo contesto. Quanto è alto il rischio che la rabbia degeneri? «Il tentativo di interlocuzione con la politica c’è stato, ma finora è mancata la volontà di creare una comune riflessione strutturale sull’indebolimento del territorio. Non si è stati in grado di andare al di là delle parole per creare una rete tra pubblico e privato per progettare insieme qualcosa di nuovo. Il Comune di Torino ha fatto questo passo e i risultati si iniziano a vedere. Bisogna intervenire perché se fino a un anno fa i nuovi poveri avevano una caratteristica comune, la depressione, adesso sta crescendo l’aspetto rivendicativo, più forte. Lo vediamo nei nostri centri d’ascolto dove i toni si alzano sempre più contro il sistema, la politica. Se la politica non dà qualche segnale concreto di voler accompagnare queste persone verso la speranza alcune di loro potrebbero far esplodere una rabbia non governabile». «Intanto bisogna iniziare a suonare tutti la stessa musica, smetterla di dividersi in correnti e sottocorrenti e puntare tutti allo stesso traguardo. Noi in Piemonte abbiamo 33 parlamentari eletti, due sottosegretari e un vice ministro. Alla Regione possiamo eleggere 18 consiglieri. Capisce di cosa parlo? Di una forza in grado di cambiare gli assetti, questo è il mio compito. Il Pd deve tornare a fare il partito, non la bocciofila come è accaduto in questi anni». Lei è un renziano convinto, Sergio Chiamparino è un renziano, vissuto in Piemontecome il premier è vissuto nel Paese. Ma la sfida è tutt’altro che decisa. Partiamo da qui, da cosa Roberto Cota, il presidente uscente, vi lascia. «Io sono sicuro che Sergio vincerà queste elezioni ma non sarà facile ritirare su la Regione. Troverà un Piemonte più povero, più triste, più disperato nel senso letterale del termine e con un bilancio economico allarmante. C’è un forte indebitamento, vicino al 90% del bilancio annuo, pari a circa 9 miliardi di euro. Le province bianche, come il cuneese, o la provincia di Novara, dove la Lega era più forte, sono diventate la culla dei movimenti di contestazione. È lì, in quelle zone, la vera sfida, dove dobbiamo contendere l’elettorato al M5s e adesso con il governo Renzi e Chiamaprino candidato, è più facile. Entrambi mandano lo stesso messaggio: c’è una sinistra che supera le proprie barriere ideologiche, i propri stereotipi e si dà il compito di cambiare le cose, davvero, con riforme istituzionali e strutturali». Lasua Regione conta oltre 200mila disoccupati, non lavora il 40% dei giovani tra i 15 e i 24 anni. Come si inverte la tendenza? «La ripartenza economica del Piemonte è legata alla ripartenza del Paese. Noi qui a costo zero possiamo fare scelte che semplificano la vita delle .. . «Nelle province bianche, culla dei movimenti, contendiamo l’elettorato ai 5 Stelle e alla Lega» imprese e che di conseguenza riducono gli oneri sopportati dal mondo economico per far fronte alla burocrazia. Il grande sforzo di semplificazione e deburocratizzazione di cui si parla a livello nazionale deve essere fatto anche a livello regionale. Meno leggi, meno procedure, meno adempimenti. Poi, dobbiamo agire con tutti gli strumenti che abbiamo creato in questi anni, ad esempio il Centro estero per l’internazionalizzazione del Piemonte, nato proprio per stimolare e incentivare l’export. Ma come nascono più posti di lavoro per i giovani? «I posti di lavoro nascono se si creano le condizioni per cui in Italia si torna a fare impresa. Oggi l’Italia è uno dei Paesi occidentali con il più alto prelievo fiscale sui redditi da lavoro, da impresa e con il più basso prelievo fiscale sui patrimoni e sulle ricchezze. È una tempesta perfetta, il modo più efficace per non favorire le imprese. Ma l’obiettivo che ci dobbiamo dare se vinciamo le elezioni è quello di introdurre la cultura della misurazione, dobbiamo cioè valutare in tempi certi gli effetti delle misure che adottiamo e se ci rendiamo conto che non sono efficaci, si cambiano». Comesiconvinconoglielettoricheoggi guardano a Grillo a votare per voi? «Quando ho avuto modo di parlare con Sergio Chiamparino di questa avventura, gli ho detto che il messaggio più forte che dobbiamo mandare è quello di una innovazione. Dobbiamo fare in Piemonte quello che Renzi sta facendo a livello nazionale: c’è una classe dirigente che da venti anni è sempre lì, negli stessi posti. È ora di cambiare, di dare la possibilità a nuove generazioni di mettersi alla prova». Come sta impostando la campagna elettorale? «Ha visto gli enormi manifesti che tappezzano Torino? Ci sono Sergio e Matteo, uno vicino all’altro e sotto il simbolo del Pd. Il senso è chiaro: in Piemonte come in Italia il Pd dà il meglio». Alle ultime elezioni il Pd era al 25%. L’obiettivo che si dà per il 25 maggio? «Il 30% e sono soddisfatto». RASSEGNASTAMPA 15 martedì 22 aprile 2014 COMUNITÀ L’analisi L’uomo e la Terra: i nuovi confini (ambientali) del mondo Gianfranco Bologna Direttore scientifico Wwf Italia ● IL 22 APRILE 1970 FU LANCIATO IL PRIMO EARTH DAY,UNAGIORNATADIMOBILITAZIONEPERLADIFESA DELLA TERRA, UNA DATA CHE VIENE CONSIDERATA UN PO’ LA NASCITA DEL MOVIMENTO AMBIENTALISTA MODERNO. Nel luglio 1969 l’uomo scese per la prima volta sulla Luna, mentre il 24 dicembre del 1968, l’astronauta Bill Anders, della missione Apollo 8, riprese il primo “sorgere” della Terra visto dalla Luna (le famose foto dell’Earthrise) che fece riflettere le nostre società sulla piccolezza della nostra Terra nell’immensità dell’Universo e la forte necessità di prendersene realmente cura. Da allora ad oggi la conoscenza scientifica del nostro meraviglioso pianeta è incrementata in maniera incredibile come anche la conoscenza approfondita dei gravissimi effetti provocati dall’impatto e dalla pressione del crescente numero di esseri umani che popolano il pianeta. Sono nato nel 1953 e nel 1959, il 25 ottobre, l’umanità ha raggiunto il suo terzo miliardo di abitanti. Oggi siamo oltre 7.2 miliardi e la previsione più attendibile delle Nazioni Unite ci dice che nel 2050 dovremo essere 9.6 miliardi di abitanti. Nell’arco della mia vita ho già assistito alla crescita della popolazione mondiale di oltre 4 miliardi di persone. Nel 2009, la prestigiosa rivista scientifica Nature, ha pubblicato un documento di grande valore frutto della collaborazione di 29 tra i maggiori scienziati delle scienze del sistema Terra e della scienza della sostenibilità, primo firmatario Johan Rockstrom, direttore dello Stockholm Resilience Centre. Il testo sottolinea come il nostro impatto sui sistemi naturali sia ormai vicino a raggiungere quei punti critici (Tipping Points), oltrepassati i quali, gli effetti a cascata che ne derivano, possono essere veramente ingovernabili e devastanti per l’umanità. Per questo motivo gli studiosi si spingono ad indicare dei “confini pianetari” (Planetary Boundaries) che l’intervento umano non può superare, pena effetti veramente negativi e drammatici per tutti i sistemi sociali. Si tratta di nove grandi problemi planetari: il cambiamento climatico, l’acidificazione degli oceani, la riduzione della fascia di ozono nella stratosfera, la modificazione del ciclo biogeochimico dell’azoto e del fosforo, l’utilizzo globale di acqua, i cambiamenti nell’utilizzo del suolo, la perdita di biodiversità, la diffusione dell’ aerosol atmosferico, l’inquinamento dovuto ai prodotti chimici antropogenici. Per tre di questi e cioè il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il ciclo dell’azoto ci troviamo già oltre il confine indicato dagli scienziati. Per il cambiamento climatico il confine proposto riguarda sia la concentrazione dell’anidri- L’analisi Partiti europei e storture italiane Claudio Sardo SEGUE DALLA PRIMA Avremo così il paradosso che i partiti europei godranno del «riconoscimento giuridico», e saranno soggetti di diritto «in ciascuno degli Stati membri», compresa l’Italia, mentre nel nostro Paese i partiti nazionali - anche quelli che partecipano ai partiti europei - continueranno a essere associazioni non riconosciute. Non è la sola contraddizione. Il Parlamento italiano ha da poco approvato una legge che abolisce il finanziamento pubblico diretto e affida per intero i bilanci dei partiti a donazioni private, oppure all’incerta previsione di un due per mille che difficilmente funzionerà. L’Europarlamento invece ha modificato e rafforzato il carattere pubblico del sostegno ai partiti europei: le singole donazioni non potranno superare i de carbonica nell’atmosfera (calcolata in parti per milione di volume – ppmv) sia la modificazione del forcing radiativo, cioè per dirla in maniera semplice, la differenza tra quanta energia “entra” e quanta “esce” dall’atmosfera (calcolata in watt per metro quadro). Per la concentrazione di anidride carbonica nel periodo pre industriale, si registrava un valore di 280 ppm, nella pubblicazione di Nature del 2009 eravamo a 387 ppm (ed oggi ci aggiriamo intorno alle 400 ppm) e dovremmo scendere, come obiettivo, al confine planetario, purtroppo già superato di 350 (immaginatevi la portata della sfida di questo limite che, tra l’altro, non è mai stato oggetto di discussione nelle Conferenze delle Parti della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici dell’Onu) . Per quanto riguarda il forcing radiativo, in era preindustriale è stato calcolato equivalente a zero, oggi secondo l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il famoso panel Onu sul clima, è di 2.3 Watt per metro quadro, mentre il confine accettabile viene indicato dagli studiosi, a 1 Watt per metro quadro. IL TASSO DI ESTINZIONE Per la perdita di biodiversità si valuta il tasso di estinzione, cioè il numero di specie per milione estinte all’anno. A livello pre industriale si ritiene che questo tasso fosse tra 0.1 e 1, oggi viene calcolato a più di 100, e deve invece rientrare, come obiettivo, nel confine ritenuto accettabile di 10. Per il ciclo dell’azoto si calcola l’ammontare di azoto rimosso dall’atmosfera per l’utilizzo umano (in milioni di tonnellate l’anno). A livello preindustriale si ritiene che tale ammontare fosse zero, oggi è calcolato in 121 milioni di tonnellate l’anno, mentre il confine accettabile, come obiettivo, viene indicato in 35 milioni di tonnellate annue. Nel 2011 due noti scienziati dei sistemi naturali, Stephen Carpenter ed Elena Bennett hanno dimostrato che il confine planetario per il fosforo, se si considerano anche i fenomeni di eutrofizzazione provocati negli ecosistemi di acqua dolce, è già sorpassato. Il grande tema dei confini planetari costituisce la base per riflettere sull’impostazione di una nuova economia che viene brillantemente tratteggiata da Johan Rockstrom e da Anders Wijkman nel nuovo rapporto al Club di Roma «Natura in bancarotta. Perché rispettare i confini del pianeta» (Edizioni Ambiente) che verrà presentato dagli autori nella «Aurelio Peccei Lecture» del 29 aprile prossimo presso la sede di Unicredit a Palazzo De Carolis a Roma. Kate Raworth, di Oxfam e docente presso l’Università di Oxford, ha precisato la definizione di uno spazio equo e sicuro per l’umanità incrociando il lavoro sui confini planetari con l’individuazione dei bisogni sociali essenziali. Complessivamente, i nove confini planetari individuati da Rockstrom e dagli altri, possono essere concepiti come parte integrante di un cerchio definendo così un vero e proprio «spazio operativo sicuro per l’umanità». Il benessere umano dipende certamente dal mantenimento dell’uso complessivo delle risorse al di sotto di soglie critiche naturali, ma dipende anche, in egual misura, dalle necessità dei singoli individui di alcune risorse per condurre una vita dignitosa e ricca di opportunità. Le norme internazionali sui diritti umani hanno sempre sostenuto per ogni individuo il diritto morale a risorse fondamentali quali cibo, acqua, assistenza sanitaria di base, istruzione, libertà di espressione, par- Maramotti 18 mila euro e in ogni caso gli apporti dei privati dovranno restare sotto il 40% del bilancio complessivo dei partiti. La ragione è resa esplicita: i partiti europei devono diventare sempre più attori delle istituzioni comunitarie, se vogliamo che l’Europa non sia affidata ai soli governi oppure alle tecnocrazie di Bruxelles. La partecipazione democratica ha nei partiti uno strumento irrinunciabile. E le prossime elezioni offrono a tutti un’opportunità: il partito europeo che otterrà più seggi a Strasburgo indicherà il presidente della Commissione. Varrà per la prima volta (pur parzialmente) un sistema competitivo su base continentale: il voto dei cittadini inciderà sull’equilibrio dell’organo esecutivo di Bruxelles. Così la Commissione non sarà più un governo meramente tecnico, ma acquisterà valenza politica (e ciò potrebbe aiutare il cambiamento delle politiche economiche di austerità). Il finanziamento pubblico - ricavato all’interno del bilancio dell’Unione - per i partiti europei è ancora limitato: 40 milioni in tutto, di cui un terzo destinato alle fondazione di studi e di ricerca, collegate con i partiti. Ma la strada potrebbe allargarsi in futuro. E potrebbe aiutarci a superare le nostre convulsioni che, se da un lato nascono da vergognosi episodi di corruzione e di malcostume, dall’altro producono effetti pericolosi per la tenuta costituzionale. Quale indipendenza possono garantire i partiti che dipendono per intero da finanziamenti lobbistici? Quale partecipazione può essere favorita da partiti che non sono tenuti a rispettare regole democratiche al loro interno e che diventano sempre più proprietà personali dei loro leader? Quale tutela avranno le minoranze se non ci saranno autorità in grado di far rispettare le norme sulle candidature, sugli organi esecutivi, sui congressi? Si tratta di questioni vitali. Tanto che la risoluzione del Parlamento europeo prescrive nel dettaglio le condizioni statutarie necessarie per ottenere il riconoscimento giuridico e il finanziamento pubblico. E istituisce un’Autority che avrà il potere di revocare il titolo pubblico del partito che contravvenga alla regola. È umiliante che, in questa vicenda, il governo italiano si sia speso per ritardare al 2017 l’entrata in vigore di questa delibera. Tutti i Paesi dell’Unione erano pronti a riconoscere la personalità giuridica dei partiti europei dal 2015, o al massimo dal 2016. È stato proprio il governo italiano a chiedere il rinvio al 2017. In questo, purtroppo, la continuità tra l’esecutivo di Letta e quello di Renzi è assoluta, anche perché a trattare è stato il ministero dell’Interno, guidato sempre da Alfano. Penosa la motivazione addotta: il nostro Paese non ha ancora uno strumento legislativo per riconoscere la personalità giuridica dei partiti italiani. Il problema è che non ha neppure in programma di crearlo. Anzi, da noi gli stessi dirigenti di partito inseguono il populismo tecipazione politica e sicurezza personale. Proprio come esiste un confine esterno all’uso delle risorse, un “tetto” oltre cui il degrado ambientale diventa inaccettabile, così esiste un confine interno al prelievo di risorse, un “livello sociale di base” sotto cui la deprivazione umana diventa inaccettabile. Certamente, un livello sociale base di questo tipo garantisce solo i bisogni umani primari. Ma se si considera l’attuale portata della povertà e dell’estrema disuguaglianza a livello globale, la garanzia di una base comune di diritti umani per tutti deve essere considerata una priorità. Dal 2000, i cosiddetti Obiettivi del Millennio (Millennium Development Goals) rappresentano un importante quadro di riferimento per le priorità sociali di sviluppo e hanno trattato varie privazioni, reddito, nutrizione, uguaglianza di genere, salute, istruzione, acqua e servizi igienico-sanitari, la cui urgenza non è stata risolta ed ai quali bisogna aggiungere importanti elementi come la resilienza, l’accesso all’energia e l’equità sociale. L’attuale dibattito internazionale sui nuovi Sustainable Development Goals che le Nazioni Unite approveranno nel settembre 2015 inevitabilmente dovrà basarsi su queste analisi incrociando livelli sociali di base con i confini planetari. OBIETTIVI GLOBALI Le iniziative volte a definire una nuova serie di obiettivi globali di sviluppo sostenibile potrebbero così portare a un consenso internazionale sulle questioni sociali prioritarie da affrontare nei prossimi decenni. Da quanto sin qui proposto emerge che una dimensione significativa delle stesse riguardano undici priorità sociali quali la privazione del cibo, l’acqua, l’assistenza sanitaria, il reddito, l’istruzione, l’energia, i posti di lavoro, il diritto di espressione, la parità di genere, l’equità sociale e la resilienza agli shock. La Raworth ha preso queste undici priorità come una base sociale esemplificativa incrociandole con i confini planetari. Si viene così a formare, tra i diritti di base e i confini planetari, una fascia a forma di ciambella che può essere definita sicura per l’ambiente e socialmente giusta per l’umanità. Questa analisi della Raworth viene comunemente definita l’economia della ciambella (Doghnut Economics). Una combinazione di confini sociali e planetari di questo tipo crea una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile. Da molto tempo i fautori dei diritti umani hanno sottolineato l’imperativo di assicurare a ogni individuo il minimo indispensabile per vivere, mentre gli economisti ecologici si sono concentrati sul bisogno di collocare l’economia globale entro i limiti ambientali. Questo spazio è una combinazione dei due, creando una zona che rispetti sia i diritti umani di base sia la sostenibilità ambientale, riconoscendo anche l’esistenza di complesse interazioni dinamiche tra i molteplici confini e al loro interno. Si tratta di un modo moderno e innovativo per avviare politiche concrete di sostenibilità e rispondere alla grande sfida posta sin dalla prima Giornata della Terra. di chi vuole demolire i partiti. Non hanno il coraggio di dire che, proprio attuando finalmente l’art. 49 della Costituzione, si potrebbero definire norme e strumenti di controllo per portare alla luce e punire sprechi, ruberie, ma anche violazioni dei diritti democratici interni. La legge che ha abolito il finanziamento pubblico (con uno scivolo ipocrita di tre anni) è stata un’occasione mancata. Anzi, è stata uno schiaffo alla Costituzione. Nel nostro Paese la cultura anti-partito ha radici antiche e andamenti carsici. Ma quando si è affermata ha prodotto macerie. Non c’è bisogno di sopprimere i partiti per perseguire chi ruba: sopprimere i partiti è l’obiettivo di chi vuole la politica al giogo dei poteri consolidati. È arrivato il momento di dare un carattere pubblico ai partiti, e lo si può fare senza privarli di quella natura volontaria, che resta la loro matrice. L’art. 49 non è stato mai attuato perché soprattutto il Pci temeva un controllo governativo sulla vita dei partiti. Temeva per la propria autonomia e la propria libertà. Ma il contesto è cambiato da qualche decennio e si è perso molto tempo. Ora la preoccupazione è opposta: senza regole pubbliche (e finanziamenti pubblici) l’autonomia e la libertà dei partiti possono svanire. L’attuazione dell’art. 49 è ciò manca al disegno delle riforme istituzionali. Bisogna correre ai ripari: guai a illudersi che si possa sfuggire alla campagna anti-partiti compiacendo chi la manovra. RASSEGNASTAMPA 16 martedì 22 aprile 2014 COMUNITÀ Dialoghi Carcere, l’isolamento e i suicidi Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta L’analisi Il referendum del 2005 e il futuro della bioetica Maurizio Mori Presidente Consulta bioteca ● ORA CHE LA CORTE COSTITUZIONALE HA IN PRATICA SMANTELLATO COMPLETAMENTE LA LEGGE 40, o Legge Berlusconi – Ruini, cancellando uno dei più importanti articoli sottoposti al referendum del 2005, possiamo tornare a riflettere con maggiore libertà su quell’evento che ha segnato la vita del Paese. Come è noto, i fautori del «doppio no» (il no al voto sulla vita, e il no alla abrogazione degli articoli) hanno esultato per il fatto che solo il 25% degli aventi diritto era andato a votare, e sottolineato che la scarsa affluenza alle urne segnava una svolta storica rispetto ai referendum sul divorzio (1974) e sull’aborto (1981). Si sono dati subito da fare per organizzare il «Family day» (2007) e altre iniziative atte a sostenere quella sorta di «neo-restaurazione morale» che avrebbe dovuto raggiungere l’apogeo con l’approvazione del ddl Calabrò sul fine vita. Dalla parte opposta, invece, si è detto che il mancato raggiungimento del quorum sarebbe dipeso da fattori contingenti come la data «quasi estiva» della consultazione, o che il fallimento sarebbe stato solo parziale, e comunque si è incassata la sconfitta stendendo un velo di silenzio che ha come rimosso il tema. Va dato merito a Lanfranco Turci (allora tesoriere e coordinatore del Comitato referendario) di aver riaperto su questo giornale (l’Unità 11 aprile) la riflessione al riguardo, osservando che «il referendum non fu affatto uno scontro fra portatori di un presunto valore umano inderogabile, quale la sacralità dell’embrione, e i propugnatori nichilisti della libertà senza limiti. Chi contestava la legge 40 lo faceva in nome di altri valori non meno eticamente difendibili, quali la difesa della salute delle donne» e altri importanti valori. Fa bene Turci a rilevare che quella indicata è una falsa alternativa, perché anche i referendari avevano valori «eticamente difendibili»: anzi, alla luce della sentenza della corte costituzionale, avrebbe anche potuto dire che quei valori risultano essere «migliori» di quelli della legge 40 (e non solo «non meno eticamente difendibili»). Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un documento sulla prevenzione dei suicidi nelle carceri in cui gli psichiatri dell'Università di Washington, Metzner e Hayes provano l’ associazione tra suicidio dei detenuti e detenzione in isolamento. Per me, che ho vissuto quattro di sei anni detentivi in isolamento, è solo una conferma di sensazioni vissute sulla pelle. GIULIO PETRILLI Il carcere così com'è organizzato oggi è un laboratorio che non serve alla riabilitazione del condannato ma alla produzione o alla moltiplicazione del disagio. Il suicidio ne è la conseguenza più conosciuta e più drammatica ma gli psichiatri e gli psicologi conoscono bene la regolarità con cui si aggravano, in carcere, i disturbi più gravi di personalità ed i comportamenti sintomatici che ad essi si collegano come la Tuttavia, è innegabile che il referendum abbia comportato «uno scontro», uno scontro duro e aspro tra due opposti paradigmi morali. La peculiarità dell’oggetto sottoposto al giudizio dell’urna, ossia un tema che era proposto e percepito come eminentemente «etico», non deve far credere che lo scontro sia stato solamente di carattere culturale. Un referendum è e resta un «atto politico» che presuppone sì una campagna culturale, ma non è riducibile ad essa. Anzi, un’eventuale sconfitta politica referendaria getta discredito sulla prospettiva culturale (o «etica») sottesa alla proposta soccombente. Se è vero questo, ci si deve chiedere se sia stato davvero saggio indire il referendum sapendo sin dall’inizio che lo si sarebbe perso per via del vincolo di un quorum tanto alto. Già si sapeva che da tempo il 30-35% dei cittadini non va a votare, per cui ai fautori del doppio no sarebbe bastato convincere un 15-20% a astenersi per far fallire l’impresa: un gioco da ragazzi, visto che si chiedeva di starsene a casa! Si può capire lo sdegno suscitato dalla legge Ruini – Berlusconi, ma di fronte alla logica dura dei numeri il moto di ripulsa avrebbe dovuto essere più disciplinato. Un’analisi più attenta avrebbe rivelato che non erano più gli anni ’70-80 in cui il «vento culturale» spirava in direzione progressista, cosicché una sparuta avanguardia era in grado di trascinare nella mischia il Partito Comunista come è avvenuto su divorzio e aborto. Non si è tenuto conto che grazie a Reagan, Thatcher e Giovanni Paolo II, dagli anni ’80 il vento culturale era cambiato e tirava verso il conservatorismo. Il crollo del muro di Berlino ha poi dissolto quel che restava dell’organizzazione creata dal Pci e la novità assoluta della fecondazione assistita ha fatto il resto: mentre divorzio e aborto erano temi a tutti noti da secoli e si trattava di «regolarizzarli», la fecondazione era questione del tutto nuova e vista con incertezza e timore. Mentre la chiesa e la destra avevano buon gioco a trovarsi unite e compatte nel riproporre i valori tradizionali e rassicuranti, il centro-sinistra era diviso e lacerato: solo le associazioni laiche e alcuni sindacati hanno sostenuto la linea con fermezza. Data l’esiguità di queste forze, si può dire che il risultato conseguito è davvero notevole, forse straordinario. Ma basta questo dato per concludere che si è fatto bene a indire il referen- .. . Occorre chiedersi se sia stato saggio indire quella consultazione, io la sostenni ma credo sia stata disastrosa tossicodipendenza al modo in cui sanno bene, gli educatori, la frequenza con cui un reato commesso in modo più o meno fortuito può trasformarsi, nel carcere, in una tendenza criminale più stabile. Saperlo, tuttavia, non aiuta perché quello che non cambia, da noi, è proprio l'universo carcerario: senza prendere in considerazione il danno che il carcere produce in persone di cui si dovrebbe riconoscere e ristabilire il diritto alle cure ed alla riabilitazione. Ha ancora un senso ripeterlo qui con un lettore che da anni attende dalla Corte europea di Strasburgo il riconoscimento di un diritto al risarcimento per quello che in carcere ha ingiustamente vissuto? Gutta cavat lapidem, dice il detto latino ed è solo per questo, in fondo, che bisogna ancora ripeterlo. Sperando che il nuovo che avanza nella politica possa occuparsi presto anche di questo. dum, nonostante fosse pressoché certo il suo fallimento? Turci crede di sì perché più che una sconfitta il referendum è stato «un investimento positivo che avrebbe dato i suoi frutti nel futuro»: a suo dire oggi vediamo che ha portato alla «maturazione di un più vasto consenso fra l’opinione pubblica», e ora le sentenze dei tribunali «stanno dando ragione a quella battaglia». Si può però anche dire che i cambiamenti circa la fecondazione assistita intervenuti in campo giudiziario e nell’opinione pubblica sono frutto di altri vettori, come la ripresa di un clima più aperto, la constatazione degli effetti positivi delle nuove tecniche riproduttive, il dovuto rispetto dei diritti sollecitato dall’Europa, l’esaurimento del patto Berlusconi-Ruini, e via dicendo. Al tempo ho sostenuto il referendum, ma ora credo che sia stato disastroso l’aver portato un problema squisitamente «etico» direttamente sul piano politico senza le dovute garanzie della vittoria (anzi, sapendo in partenza dell’inesorabile sconfitta). Lo scontro politico frontale ha portato i critici a demonizzare ancor di più sul piano culturale la fecondazione assistita, e la sconfitta referendaria ha come suggellato lo stigma di questa demonizzazione, così che oggi ci troviamo a risalire una doppia china. Se invece di promuovere un referendum perdente si fosse promossa un’efficace campagna culturale a sostegno della nuova tecnica presentata come positivo ampliamento delle capacità riproduttive (e non come mera terapia dell’infertilità), la prospettiva laica avrebbe oggi un carattere più propositivo e propulsivo. Forse potremmo già ora criticare con libertà o proporre l’abolizione degli ingiustificati divieti che ancora restano e che impediscono l’accesso alla pratica sulla scorta dell’età, dell’essere single, del genere, ecc. La sentenza della Corte costituzionale è liberatoria, ma la sconfitta referendaria pesa ancora e sul piano culturale pone i laici ancora, ahimè!, «sulle difensive». Forse lo svantaggio è dipeso dall’aver accettato di classificare i temi bioetici tra quelli «eticamente sensibili», offrendo ai conservatori il destro costituito dall’antica idea ancora diffusa nella cultura italiana che l’etica dipenda dalla religione (cattolica). Dovendo prepararci a cogliere la palla che sta rimbalzando nella direzione giusta, è forse opportuno impostare il discorso dicendo che l’etica è la base e l’alimento dei «diritti civili» e che la fecondazione assistita è questione di «diritti riproduttivi» come diritti umani. E non bisogna dimenticare che la tutela dei diritti è decisiva per la crescita sociale del Paese e garante anche di quella economica. La tiratura del 20 aprile 2014 è stata di 74.669 copie L’intervento Stragi e segreto di Stato abbiamo diritto alla verità Valter Vecellio ● HA PROMESSO, MATTEO RENZI, DI DESECRETARE TUTTO QUELLO CHE C'È A PROPOSITO DELLE STRAGI CHE HANNO INSANGUINATO IL PAESE. Speriamo accada, e so- pratutto speriamo che ci possa essere qualche elemento, qualche «notizia» per accertare come si sono svolti i fatti, i mandanti, la verità insomma. Il segreto di Stato dovrebbe servire per tutelare gli «interessi supremi da difendere con il segreto di Stato: l’integrità della Repubblica, anche in relazione ad accordi internazionali; la difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento; l’indipendenza dello Stato rispetto agli altri Stati e le relazioni con essi; la preparazione e la difesa militare dello Stato»; così almeno il decreto del 2008 a proposito del segreto di Stato; a utile integrazione possiamo aggiungere quanto poi stabilito dalla Corte Costituzionale l’anno successivo: « l’individuazione degli atti, dei fatti, delle notizie che possono compromettere la sicurezza dello Stato e che devono rimanere segreti costituisce il risultato di una valutazione ampiamente discrezionale». Tuttavia è pur vero che troppe volte il «segreto di Stato» è stato invocato e apposto non tanto per garantire la sicurezza dello Stato, quanto per impedire di conoscere le malefatte perpetrate. A tutti verrà in mente una serie di segreti di Stato che a tutto sono serviti, meno che a difendere gli interessi supremi del Paese, la Costituzione e le sue istituzioni: che la sicurezza dello Stato sia compromessa dalla conoscenza delle dinamiche del cosiddetto «golpe bianco» .. . degli anni ’70, lo si può lecitamente dubitare: Renzi anche a voler proteggeha promesso re eventuali fonti, sono ormai trascorsi cindi desecretare quant’anni. Per quel quello che c’è che riguarda la strage alla stazione di BoloBisogna fare gna, si sta parlando di piena luce 34 anni fa. Insomma, che non ci siano più zone d’ombra coperte dal segreto di Stato dovrebbe essere elementare diritto di tutti noi. Negli Stati Uniti esiste il Freedom of Information Act (Foia): una normativa che garantisce un controllo democratico sull’azione amministrativa e di governo nel suo complesso. Approvato nel 1966, consente a tutti i cittadini di richiedere l’accesso a documenti o altro materiale conservato dalle agenzie governative, senza necessità di dimostrare un personale e diretto interesse, o anche di fornire alcuna motivazione per la domanda. L’accesso può essere negato nei casi indicati dalla legge, sostanzialmente ristretti a dati particolarmente sensibili sul piano dell’ordine pubblico interno, della sicurezza nazionale e della privacy oppure di natura confidenziale; in questi casi, la decisione è appellabile: attraverso un ricorso amministrativo interno, e nel caso di fronte ad un tribunale. Analoghi Freedom of Information Act sono in vigore in Regno Unito, Svezia, Germania, e in altri paesi europei. Non che il Foia di per sé sia sufficiente a garantire conoscenza e verità, sia pure nel tempo. E su questo ci si tornerà, che la storia è di utile insegnamento e ammonimento per il presente e il futuro. In Italia, su questo terreno siamo molto in ritardo; la cosa andrebbe affermata e inserita nella «categoria» dei diritti umani, e potrebbe contribuire a risvegliare l’anima sfiduciata e rassegnata in cui sembra essere precipitata la democrazia italiana. Nella passata legislatura, i parlamentari radicali presentarono una interrogazione molto semplice, e breve: «Per sapere in quali casi e in quali date nella storia repubblicana sia stato apposto il segreto di Stato e per quali di questi è tuttora valido». Interrogazione rimasta inevasa. Si potrebbe partire da qui, ed è «curiosità» che il presidente Renzi potrebbe facilmente soddisfare: in quanti e quali casi il segreto di Stato è stato apposto, e per quale motivo resta? La risposta a queste domande potrebbe aiutare a fare luce sui tanti misteri di questo Paese, oltre che a corrispondere a un più generale diritto alla conoscenza e alla verità. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it GOVERNO E PARTITI Alfano (Ncd) promette battaglia se non si torna al decreto originario. Poletti: «Nessuno stravolgimento» «Ora subito lavoro e poi burocrazia» Renzi si prepara a portare in Consiglio dei ministri la riforma della pubblica amministrazione di SERENELLA MATTERA ROMA - Innovare, semplificare, sburocratizzare: dopo il taglio dell’Irpef, è giunta l’ora della Pubblica amministrazione. «Avanti come un treno», Matteo Renzi si prepara a portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana l’annunciata riforma della pubblica amministrazione e mette in cantiere interventi a sostegno delle famiglie. Ma intanto è l’approdo in Aula alla Camera del decreto Lavoro a infiammare il dibattito nella maggioranza. Ncd e Sc promettono battaglia per cancellare le modifiche apportate dal Pd al testo in commissione. Ma il Pd non cede. E oggi il governo valuterà se mettere la fiducia. I dati sull’occupazione, che in questa Pasquetta denunciano la presenza di 1,1 milioni di famiglie senza redditi da lavoro, “sono allarmanti: bisogna fare in fretta», dice il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone. Ne è convinto Renzi, spiega chi ha avuto modo di parlargli: non è il momento di agitare bandierine, ma di intervenire con rapidità per condurre in porto i provvedimenti. Dunque, la questione lavoro, osserva il premier, non sta nel numero di rinnovi dei contratti a termine indicati nel decreto (erano otto, sono diventati cin- Faraone «Dati allarmanti facciamo in fretta» que dopo le modifiche promosse dal Pd in commissione), bensì nell’intervento complessivo disegnato dal governo anche con la legge delega. E’ «normale», ha detto Renzi venerdì, «che ci sia da trovare un punto di sintesi» tra Pd e Ncd. E una sintesi sarà cercata. Ma poiché il decreto, come ha detto anche il ministro Giuliano Poletti, «non è stato stravolto in commissione», l’obiettivo del Pd è adesso incassare una «rapida» approvazione in Aula alla Camera, per consentire poi la seconda lettura in Senato e la conversione del decreto entro il 20 maggio. «Attardarsi su una disputa ideologica che ha tanto il sapore elettoralistico non è utile al Paese», nota ancora Faraone. Ed è chiaro il riferimento a Ncd. Ma il partito di Angelino Alfano promette battaglia se non si cancelleranno le modifiche apportate al testo in commissione. «Sarà scontro. E - annuncia Sergio Pizzolante - se il governo dovesse mettere la fiducia, lo scontro si sposterà al Senato, dove gli equilibri sono diversi», perché il Pd è meno forte. Ma Renzi non perde la sua tranquillità. «Avanti come un treno sulla via del cambiamento», dice. E ai suoi confida di avvertire un clima positivo, un incentivo a proseguire. Glielo ha confermato anche il bagno di folla di domenica, quando è andato a Firenze per la messa e per lo spettacolo dello ‘scoppio del carrò, unica uscita della Pasqua in famiglia a Pontassieve. Il decreto per il taglio dell’Ir- pef, il cui testo dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale, è un provvedimento concreto che mette in difficoltà, sottolineano i renziani, tutti gli avversari politici. La forza dell’attacco concentrico di M5S e FI, osservano, testimonia l’impatto delle misure messe in campo, da quelle sulle province all’aumento della tassazione a carico delle banche. Beppe Grillo e Renato Brunetta rispolverano un articolo dell’Economist del primo marzo a supportare la loro convinzione che quelle del governo sono solo «parole, parole, parole». Ma i renziani accolgono con ironia la provocazione: «Questi scienziati c’hanno messo due mesi a capire un articolo», osserva Ernesto Carbone. Oggi Renzi tornerà a Roma. E, con un occhio al passaggio decisivo del decreto lavoro e al cammino delle riforme al Senato, si concentrerà sul dossier della pubblica amministrazione, da chiudere come promesso entro aprile. La riforma aprirà la via alla novità per cui i cittadini avranno un’identità digitale e un pin per dialogare con la Pa. Mentre sul fronte dei contratti, spiegano a Palazzo Chigi, non ci sarà alcun atteggiamento vessatorio nei confronti degli impiegati pubblici:l’intento è semmai quello di eliminare inefficienze e sacche di privilegio. In settimana è in agenda anche il tema dell’utilizzo dei fondi europei, di cui il sottosegretario Graziano Delrio andrà a discutere il 24 aprile ad Atene. PRIMO PIANO I documenti saranno trasferiti all’Archivio di Stato Via il segreto di Stato sulle stragi di MARCO DELL’OMO ROMA - Via il segreto di Stato sui documenti relativi alle stragi. L’annuncio del presidente del consiglio Matteo Renzi a La Repubblica apre la strada a un’operazione trasparenza che si attendeva da anni. La desecretazione, ha spiegato Renzi, è già cosa fatta: decisa venerdì scorso dal comitato per la sicurezza nazionale, su suggerimento del direttore dei servizi segreti Massolo e del sottosegretario Minniti, la glasnost riguarderà «le principali vicende che hanno colpito il nostro paese». Il premier ha citato in particolare la strage di Piazza Fontana (1969), la stage del treno Italicus (1974) e la strage della stazione di Bologna (1980). Tutti gli atti e i documenti contenenti informazioni su questi sanguinosi episodi saranno trasfe- Giovanna Maggiani Chelli riti nelle prossime settimane all’Archivio di Stato, dove potranno essere liberamente consultati. L’annuncio di Renzi, però, convince solo in parte coloro che chiedono la verità completa sulle bombe. Paolo Bolognesi, deputato del Pd e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, sostiene che per “illuminare tutte le zone grigie» non basta togliere il segreto di Stato ma bisogna anche aprire tutti gli archivi militari, dei Carabinieri e della Farnesina. Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione familiari delle vittime di Ustica, ridimensiona la portata dell’operazione trasparenza: «Credo che sia uno slogan vecchio, molto usato. Per la maggior parte delle stragi delle quali parliamo non sono stati mai apposti segreti di Stato». Stesso punto di vista nelle parole della presidente dell’associazione fra i familiari delle vittime di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli: «Sulle stragi di mafia del ‘93-’94 non c’è segreto di Stato, ma ci sono documenti nascosti in qualche cassetto o in qualche armadio». | RIFORME | Minoranza Pd frena sul Senato di MICHELE ESPOSITO ROMA - Un impegno di «massima» a procedere con celerità, ma senza impegnarsi a un sì del Senato entro il 25 maggio. Alla vigilia della ripresa della discussione in commissione Affari Costituzionali sul ddl riforme, la minoranza Pd frena sul timing auspicato dal governo. L’obiettivo primario è quello di giungere in Aula con un testo che ottenga il maggior consenso politico possibile. Obiettivo per il quale, secondo il bersaniano Miguel Gotor, difficilmente si arriverà ad un sì dell’Aula alle riforme entro le europee. E con ciò la minoranza Democratica gela le speranze del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che aveva definito «realizzabile» l’ipotesi del voto sulle riforme entro maggio. In realtà negli ultimi giorni, si apprende da fonti del governo, a Palazzo Chigi si tiene conto del fatto che in vista delle elezioni europee il dibattito sulle riforme potrebbe infiammarsi. Da parte del governo, tuttavia, resta la fiducia sul fatto che non ci saranno ostacoli reali al processo di riforme costituzionali, in ossequio a quel «buon clima» a cui accennava il premier Matteo Renzi ancora venerdì scorso. Ma in commissione Affari Costituzionali - dove la relatrice Anna Finocchiaro è al lavoro per arrivare ad un testo unificato - c’è anche la consapevolezza che il testo sia ampiamente emendabile. I disegni di legge approdati in commissione sono infatti oltre cinquanta e «la stragrande maggioranza» sostengono l’elezione diretta dei senatori, non contemplata dal testo del governo, spiega il relatore di minoranza Roberto Calderoli(Ln), secondo il quale, nel corso del dibattito, dovrà prevalere «il buon senso». Tanto che Gotor, il cui intervento è previsto per oggi, parla di «apertura necessaria» da parte dell’esecutivo e di un processo di riforma che non va «vincolato a diktat». Per il senatore della minoranza Pd sono diversi gli elementi migliorabili, a partire dalla composizione e dalle funzioni da attribuire al Senato del futuro. Il punto, evidenzia Gotor, è anche accrescere le funzioni di garanzia del Senato - e il ruolo del referendum - di fronte a un «predominio» eccessivo della maggioranza che risulterebbe dall’Italicum, soprattutto in un sistema monocamerale. Proprio sull’Italicum, inoltre, si è scagliato Beppe Grillo, cavalcando un refrain che, fino a pochi giorni fa, era di Forza Italia. L’Italicum, secondo il leader del M5s, «non ha visto la luce e forse non la vedrà mai». Perché «era stato pensato per escludere il M5S dalla possibilità di andare al Governo, ma qualcosa è andato storto» quando Renzi e Berlusconi «si sono accorti che, anche con questa legge elettorale, avrebbe potuto vincere il M5S». Per Miguel Gotor l’aula sicuramente non arriverà al sì entro le europee RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 LO SCONTRO Attacco frontale per l’inceneritore Pizzarotti contro Casaleggio «Non sono un traditore» di TEODORO FULGIONE Matteo Renzi a Firenze per il tradizionale “scoppio del carro” LA CONTESTAZIONE Immigrazione: ancora sbarchi Lega, basta Mare Nostrum ROMA- Oltre ottocento li hanno salvati alla vigilia di Pasqua mentre erano alla deriva sue due barconi che rischiavano di affondare; altri 321 li ha raccolti nel corso della notte l’ammiraglia della flotta italiana nel canale di Sicilia, nave San Giorgio.Numeri che stanno mettendo ancora una volta in crisi i centri di accoglienza siciliani e che hanno spinto nuovamente la Lega, e parte di Forza Italia, ad attaccare il governo e la missione Mare Nostrum. DOPPIO IMPEGNO Da lunedì prossimo inizia il balletto ROMA - Tutto chiarito, anzi no. Federico Pizzarotti torna al centro delle polemiche nel M5S, malgrado il «ravvicinamento» con Beppe Grillo delle scorse settimane sembrava avesse chiuso il caso. Ad attaccare il sindaco di Parma, stavolta, è Gianroberto Casaleggio. Il co-fondatore del Movimento Cinque Stelle in una intervista al Fatto Quotidiano, pur senza mai citarlo, attacca Pizzarotti sulla questione dell’inceneritore della città ducale. Lo stop alla realizzazione dell’impianto, infatti, era uno dei cavalli di battaglia dei cinquestelle durante la campagna elettorale per le comunali di Parma nel 2012; ma, alla fine, l’impianto è entrato in funzione tra mille polemiche e creando non pochi malumori tra i sostenitori pentastellati. Per Casaleggio si tratta di una questione non da poco: «Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore o lo chiudo o vado a casa», taglia corto il co-leader del movimento. Da Parma, però, arriva immediata la replica del diretto interessato. “Amministrare è affrontare problemi reali e, a volte, vuol dire anche non vincere alcune battaglie. Vero scrive sul suo profilo facebook Pizzarotti -. Ma questo non vuol dire tradire un ideale. Tutto questo significa amministrare in piena sintonia con i valori del Movimento». Il «botta e risposta» è violento. La questione del contendere non è legata solo all’apertura dell’inceneritore. Ma è di natura politica. Pizzarotti, negli ultimi mesi, ha criticato apertamente alcune decisioni prese da Grillo e Casaleggio, soprattutto in merito alla gestione del dissenso interno e delle espulsioni. La linea della fermezza non convince il sindaco ducale. Di contro, ai vertici del movimento non sono piaciute allo «staff» alcune iniziative di Pizzarotti come quella di riunire i candidati M5S per le prossime amministrative in un «incontro preparatorio» alle porte di Parma. In quell’occasione, il primo cittadino di Parma si beccò una prima scomunica via tweet. Il timore, non confessato dal gruppo dirigente M5S, è che attorno alla figura di Pizzarotti possa aggregarsi una vasta area di dissidenti: i primi espulsi Valentino Tavolazzi, Federica Salsi e Giovanni Favia; ed i più recenti senatori Adele Gambaro e Maria Mussini. Sono tutti emiliani. Il dossier Pizzarotti crea tensioni tra i cinquestelle. A Roma temono che anche molti parlamentari possano «simpatizzare» con il sindaco parmense. «Anche i quotidiani che puntano a dividerci ora osannano Piazzarotti come un eroe, prima lo dipingevano come un incapace», riferiscono con fastidio fonti parlamentari. Una soluzione la propone il senatore Vito Crimi: la conferma del mandato da parte degli attivisti. Si tratta di una consultazione dei militanti che avviene con periodicità annuale da parte dei consiglieri ma non prevista per i sindaci. «Non penso che Pizzarotti debba preoccuparsi, anche perché ha fatto un buon lavoro ed ha seguito sul territorio», spiega. L’obiettivo, al momento, è non disperdere forze in vista delle Europee. I parlamentari sono impegnati nel loro «Vinceremo noi Tour»; mentre nel Palazzo continua il lavoro di opposizione. Sotto attacco è finita la presidente della Camera Laura Boldrini. Luigi Di Maio, suo vice a Montecitorio, dice che se il regolamento lo permettesse l’avrebbero già sfiduciata: «Che ci detesti è evidente. Se ci fosse la possibilità di sfiduciarla l’avremmo già fatto. Peccato che non esiste mozione di sfiducia per presidenti. Magari potrebbe inserirla nella sua tanto decantata riforma del regolamento della Camera. Ci sta Presidente?», scrive Luigi Di Maio sul blog di Grillo. Grillo teme i dissidenti alleati col sindaco di Parma COSE DA BLOG Brevi video a cadenza settimanale Berlusconi ai servizi sociali “Camera dei deputati caffè” e in campagna elettorale Arrivano gli sketch del M5S di GIULIANA PALIERI ROMA- Una doppia sfida per Silvio Berlusconi che sotto il peso dell’età che non fa sconti, si troverà impegnato a partire da lunedì 28 aprile su due fronti: l’assistenza sociale ad anziani e disabili nella struttura milanese di Cesano Boscone e l’avvio della campagna elettorale per le europee del 25 maggio. E c’è da scommettere che l’ex cavaliere, superato lo sconforto iniziale per la «umiliante« imposizione della messa in prova scaturita da una sentenza «ingiusta e mostruosa», rivolterà mediaticamente la frittata per trarne il maggior vantaggio. La missione non impossibile dell’ex Cavaliere è infatti giocare, in funzione elettorale, la nuova inattesa carta. Quella della solidarietà e del volontariato verso anziani, malati e disabili proprio nell’era del riscatto dei buoni sentimenti sulla scia di una cattiva crisi economica. Si tratterà di capire come Berlusconi intenda impostare e impiegare le 4 ore settimanali con i vecchietti dell’istituto milanese. Di certo ci sta ragionando anche in que- Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ste ore, in vista della prima prova che con tutta probabilità avverrà a partire da lunedì 28 aprile. La sentenza del Tribunale di sorveglianza emessa il 15 aprile scorso dà infatti dieci giorni di tempo a Berlusconi per sottoscrivere la decisione dei servizi sociali. Il 25 aprile, poi, è un venerdì festivo (la Liberazione) e il tutto per forza di cose dovrebbe slittare a lunedì 28. Così da martedì a giovedì Berlusconi, seguendo le prescrizioni dei giudici del tribunale di sorveglianza, potrà cominciare a fare la spola con Roma e mettere la testa (e il corpo) sulla campagna elettorale più difficile della sua vita politica. Una prova, quest’ultima, che lo preoccupa più dell’obbligo assistenziale. Di fronte ha infatti dei temibili concorrenti, uno giovane e dinamico (Renzi), l’altro pirotecnico e innovatore (il leader M5s). Ma la sua spina nel fianco è soprattutto quel caterpillar di Grillo che, dicono i sondaggi, gli ha soffiato il secondo posto entrando così di diritto nei suoi incubi elettorali. ROMA - Un sorridente deputato grillino, Giorgio Sorial, brandisce vistosamente la Costituzione mentre una finta Laura Boldrini sviene alla buvette tra le risate dei commessi. E’ uno degli sketch di «Camera dei deputati Caffè», il format del Movimento Cinque Stelle in onda sul canale youtube «La Cosa» e rilanciato dal blog di Beppe Grillo. Si tratta di brevi video della durata di pochi minuti a cadenza settimanale (siamo arrivati all’ottavo episodio). Una telecamera fissa riprende due attori nei panni di commessi della buvette di Montecitorio che accolgono servilmente deputati e senatori cinquestelle in carne ed ossa, dando vita a dibattiti e riflessioni sull’attualità politica. Chiaramente, il nome del format cinquestelle fa riferimento a «Camera cafè», la sit-com che ha fatto la fortuna del duo comico Luca e Paolo, ma le similitudini si fermano a questo. L’originale estremizza il trash fino a farsene gioco con la complicità degli spettatori; la sitcom M5S, invece, prendendo spunto da Grillo, punta a unire comicità e «predica Il deputato del Movimento 5 stelle Giorgio Sorial elettorale». Il risultato? Al di là dei giudizi sulle capacità di recitazione degli onorevoli M5s gli episodi si trasformano in tribune politiche cinquestelle dove manca l’ironia: un pò come nello spot dell’aspirante sindaco di Bari, il pd Decaro insieme con il ministro Maria Elena Boschi, diventato virale su youtube. Partita dall’idea di due attivisti, «Camera Dei Deputati Caffè» coinvolge alcuni dei parlamentari del M5S più conosciuti: Luigi Di Maio, Roberta Lombardi, Vito Crimi, Sergio Puglia, Paola Taverna, Mirko Busto. Ultimi in ordine di apparizione Giorgio Sorial e Michele Giarrusso. Quest’ultimo, con doti di attore sorprendenti, è il protagonista dello sketch di chiusura dell’ottavo episodio: il senatore catanese illustra il ddl sul voto di scambio politico-mafioso nell’incredulità dei suoi due interlocutori, fino al momento in cui, introdotto dal suono del marranzano, al banco della buvette della Camera arriva un mafioso con la coppola. t. f. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it #POTENZA2014 Si prevede una corsa con più di 800 nomi tra volti noti e qualche sorpresa di SARA LORUSSO POTENZA - In giro sui muri del capoluogo manifesti e cartelloni annunciano da qualche settimana candidature più o meno previste. Nei comitati cominciano a circolare santini, su Facebook nascono profili e si arricchiscono pagine di foto e hashtag. È la squadra dei candidati al consiglio comunale di Potenza, ancora in parte sconosciuta, di sicuro molto numerosa. Cinque anni fa i candidati all’aula consiliare furono più di settecento. Quest’anno, nonostante il numero dei consiglieri per la città di Potenza sia diminuito (passato da 40 a 30) è probabile che la cifra verrà bissata, se non addirittura superata. Ma chi c’è in questo grande elenco di volti e storie pronti a battagliare per un posto in consiglio? Tra candidature più o meno prevedibili, posizionamenti di servizio e qualche outsider dell’ultima ora (la sorpresa capita sempre), in quegli elenchi sarà raccontato un pezzo di città molto variegato. Le liste ancora non sono state depositate (la consegna è prevista per il 25 e 26 aprile), ma sono molti i nomi che già circolano o per cui è stata ufficializzata la corsa. Nulla di certo, è chiaro, fino al timbro della prefettura. Ma un quadro generale si può cominciare a comporre. Il Partito Democratico nelle prossime ore dovrà decidere sul limite del terzo mandato: sono nove i consiglieri uscenti che hanno voglia di ricandidarsi, ma sarebbero così alla quarta competizione. In attesa di chiudere questa partita, altre candidature sono state svelate. Dovrebbero essere nella lista Pd i consiglieri uscenti Gianpaolo Carretta, Antonio Smaldone, Franco Villani, Sebastiano Papa, Mario Albano. In lista col simbolo anche il segretario cittadino Gianpiero Iudicello, Loredana Albano del Corecom, la geologa Marianna Bulfaro, l’avvocato e professionista in servizio all’Arpab Vincenzo Telesca, l’avvocato Carmen Celi. Anche per la lista del candidato sindaco Luigi Petrone circola qualche nome: il direttore di Ateneo Musica Basilicata, Giovanna D’Amato dovrebbe essere la capolista; nel gruppo dovrebbe esserci anche il giovane farmacista Gianfranco Perri. Sabato scorso è stata presentata la lista che fa capo al consigliere regionale Mario Polese: nel gruppo di giovani professionisti che sosterranno Petrone ci sono l’avvocato Morena Rapolla e l’economista Andreina Romano. Nello stesso schieramento, sotto il simbolo dei Socialisti Uniti in lista l’imprenditorePiero Calò e Rocco Pepe, lavoratore della Sider, con lunga esperienza nel sindacato. Praticamente già composta la lista di Centro Democratico, in coalizione nel centrosinistra sempre con Luigi Petrone. Pietro Campagna - che ha preso il ruolo di sindaco in questo ultimo scorcio di legislatura dopo la decandenza di Vito Santarsiero - sarà il capolista. Ci saranno poi i consiglieri uscenti Tonino Vaccaro, del gruppo dei Popolari Uniti che hanno seguito il segretario cittadino Luigi Scaglione, e Fernando Picerno, che invece dice addio al Pdl. In lista anche lo storico dirigente del partito Emilio Candia, e due rappresentanti dei giovani della sigla: Fabio Dapoto, responsabile provinciale, e Antonio Tolve, responsabile cittadino. Ancora, gli avvocati Luisa Rubino e Giovanna Mulinaro, il sindacalista del settore bancario Mimmo Rosiello, il funzionario Enel Ernesto Colucci, la commerciante del centro storico Miriam Biscione, il maresciallo dell’esercito Gino Gioia, l’agronomo Soccorsa Comes, I nomi su manifesti e profili online Cresce l’esercito dei candidati A pochi giorni dalla presentazione delle liste si delineano le squadre che supporteranno gli aspiranti sindaco Antonio Lucia per le aree rurali. Al momento Dino De Angelis, il candidato sindaco di Azione Civica, movimento nato dall’esperienza del Comitato 13 Ottobre, corre sostenuto da una sola lista: «Tutta gente di città», spiega. Tra i nomi che sotto quel simbolo correranno per il consiglio comunale ci sono l’imprenditrice Ivana Papapietro e il radiologo Giuseppe Pernice. In lista anche il direttore generale della Virtus, squadra di B1 maschile di pallavolo, Piero Crichigno, e il meteorologo Gaetano Brindisi. Da Forza Italia fanno sapere che è necessario aspettare ancora qualche ora e le di SALVATORE LACERRA* Caro direttore, ho letto sul sito del suo giornale un articolo, dal titolo: “Un teatro si, ma non nuovo. L’annuncio di Pittella riaccende i campanili” nel quale Antonella Ciervo pone alcune considerazioni a seguito di un mio comunicato. La giornalista, prima di affrontare la questione di un teatro regionale, ricorda ai lettori il significato del termine “campanilismo”. Dopo una sua analisi, conclude attribuendomi un giudizio non favorevole nei confronti del progetto Matera 2019. Devo procedere ad alcune precisazioni, ma le chiedo che abbiano, per lo meno la stessa rilevanza dell’altro. Evito di ricordare il significato di alcuni termini, ma da buon socratico quanto meno cerco di evitare l’appartenenza ai sofisti ed alla loro dotta ignoranza. ultime riunioni prima di aprire la corsa dei candidati che, anche con altre sigle, sosterranno Michele Cannizzaro. Anche se il consigliere comunale uscente Nicola Becceha già da tempo tappezzato al città di manifesti. Molti invece i nomi già noti di chi correrà a sostegno di Dario De Luca, candidato sindaco per l’altro centrodestra, sostenuto da Fratelli d’Italia-An. In corsa Alessandro Galella, ex presidente dei Portatori del Santo, e il consigliere uscente di Fli, Rocco Coviello. In lista anche gli avvocati Dino Bellettieri, Nicoletta Ferri, Giuseppe Giuzio. In corsa anche l’imprenditore Sergio Carnevale. Sembra certa la ricandidatura di Anna Maria Calabrese, consigliere uscente del Pdl. In attesa di una definizione della coalizione, qualche nome circola anche per Popolari per l’Italia che schiereranno sicuramente l’avvocato Franco Morlino, il giornalista Giovanni Salvia e Mary Zirpoli da sempre impegnata nel mondo della comunicazione. Questi sono solo alcuni dei nomi hce venerdì cominceranno a riempire gli albi ufficiali. Poi, sarà definitivamente campagna elettorale. IL DIBATTITO Il teatro regionale a Matera e l’idea del rischio TRA SOCRATICI E SO La questione, come posta dalla sua redattrice è errata e nella sua stessa narrazione si evince la debolezza del progetto e dei suoi argomenti. La ipotesi di una mega struttura, la più grande del sud, da realizzare a Matera e dal costo di oltre 50 milioni di Euro, viene contestata da tanti addetti ai lavori della stessa Città, evidenziando che basterebbe riqualificare l’esistente, «strutture che di fatto esistono e garantiscono una capienza più che sufficiente per le esigenze che deriverebbero anche dalla candidatura di Matera a capitale europea della cultura nel 2019». Il progetto Matera 2019, di cui fa parte la Città di Potenza e che ho appoggiato e votato in consiglio comunale, espressamente prevede, ed è questa la sua essenza, il suo plusvalore, che il progetto valorizzi tutti i territori e li coinvolga. Nel mio comunicato, evidenzio che dal 1856 la Città di Potenza, con soldi dei cittadini e non con fondi comunitari, ha inteso realizzare il Teatro Comunale, non per prurito, mania di grandezza, o sciocco campanilismo, ma per soddisfare l’esigenza della cittadinanza, che già aveva, all’epoca, un proprio teatro divenuto insufficiente. Mi pare quindi che la mia nota non è dettata da campanilismo e mi pare ingiustificato e non onesto il volerne sminuire la portata. Anzi, proprio per rispettare la peculiarità di Mate- ra 2019 non si può continuare a fagocitare tutto a favore di Matera ed a danno del Capoluogo! Perché altrimenti sarebbe un bluff e questo non può permetterlo nessuno. Quanto alla dotta ignoranza dei sofisti, invito la sua collaboratrice a leggere la presentazione che appare sul sito della Biblioteca Provinciale di Matera ed a evitare che quella storia si ripeta, documentandosi prima e capendo il senso delle cose. Io cercherò di fare altrettanto! *consigliere comunale Mpa Al signor Lacerra, mio attento lettore, ricordo che il tema centrale resta e deve essere quello del teatro, ovvero di quel luogo RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 A ROMA Intervista di Zoggia a Europa sull’area guidata da Speranza Si presenta Area Riformista La minoranza bersaniana si riorganizza per dialogare e crescere POTENZA - Tra pochi giorni il debutto ufficiale di “Area Riformista”, il gruppo interno al Pd che raccoglie gli ex bersaniani e che sarà guidato da Roberto Speranza. Ieri è stato Davide Zoggia, fedelissimo di Pierluigi Bersani, in un’intervista a Europa a spiegare finalità e modello dell’area. È la strada scelta dalla minoranza democratica per trovare uno spazio di attività e, forse, di rigenerazione. Da un lato l’esigenza di riavviare dibattito e attività interni, fermati da un bel po’ di tempo a causa di divisioni interne. Dall’altro, però, il bisogno di costruire una nuova classe dirigente dell’area, capace di leadership senza mettere da parte nomi la cui presenza ancora aleggia forte nel partito, come Massimo D’Alema o Pierluigi Bersani. Il prossimo 28 aprile, al teatro Eliseo di Roma, questa area si è data appuntamento: facile prevedere che arriveranno nella capitale dirigenti del patito da ogni parte d’Italia. Il titolo della manifestazione sarà “L’Europa che faremo”. «Non possiamo continuare a essere semplicemente anti-renziani – ha spiegato a Europa Davide Zoggia – il congresso è finito e anche la confusa fase post-congressuale deve essere archiviata. Il nostro compito vuole essere quello di confrontarci con il premier sui temi, vogliamo rendere esplicite le nostre posizioni e sulla base di queste aggregare consenso». Riavviare il dibattito interno per formare la nuova dirigenza Roberto Speranza FORZA ITALIA «Così si rafforza la candidatura di Michele Cannizzaro» | CURIOSITÀ | Gianni Pittella in cucina: la foto da migliaia di like LA « candidatura di Michele Cannizzaro a sindaco di Potenza si rafforza non solo per l’adesione di nuovi partiti del centrodestra che hanno condiviso la scelta e il percorso politico di rinnovamento di Forza Italia ma per i crescenti consensi ed incoraggiamenti che provengono da ampi settori della società civile che hanno colto la proposta di reale cambiamento da realizzare oltre il tradizionale schieramento del centrodestra». Lo afferma il capogruppo di Fi in Consiglio Regionale Michele Napoli aggiungendo che il passo indietro fatto dagli stessi partiti da sempre in opposizione al modello di città voluto dal centrosinistra ha contribuito a liberare nuove energie culturali, sociali, associative e del mondo delle libere professioni orientandole verso la nuova prospettiva di governo cittadino che nascerà intorno a Cannizzaro. «Forse per la prima volta in città – continua Napoli – si respira aria di riscatto e di libertà dall’opprimente ragnatela di potere costruito in decenni con i risultati evidenti a tutti di un capoluogo in declino e con amministratori comunali costretti, per garantire la pura sopravvivenza della macchina municipale, a chiedere con il cappello in mano soldi alla Regione dimostrando di non avere alcuna capacità di indicare come si intende uscire dall’attuale pesante situazione finanziaria senza il ricorso continuo a finanziamenti regionali più o meno mascherati in emendamenti. Ha ragione dunque Cannizzaro quando sostiene che questa volta la competizione elettorale si gioca sulla qualità del progetto da proporre ai cittadini. Il ricorso a più liste e più candidati pur di tenere dentro tutte le componenti e i capicorrente del Pd – conclude l’esponente di Fi - è solo l’ultima spiaggia per una classe politica e dirigente che avverte il crollo dei consensi e quindi la perdita della fiducia dei potentini». campanilismo FISTI nel quale ogni cittadino possa riconoscere la sede adatta alle differenti espressioni artistiche. Alle sue osservazioni risponderò da umile ma orgogliosa cronista che ancora una volta (come è d’uso tra chi svolge la mia professione) è costretta ad annotare i fatti e i fatti mi dicono che Lei, signor Lacerra, confonde ancora una volta la vicenda in sé dal commento. Il dossier Matera 2019, che lei gentilmente mi invita a leggere, parla di valorizzazione e coinvolgimento di tutti i territori. Lo stesso principio che nel 1856 la città di Potenza “Con soldi dei cittadini e non con fondi comunitari, ha inteso realizzare il teatro Comunale, non per prurito, mania di grandez- za, o sciocco campanilismo, ma per soddisfare l’esigenza della cittadinanza che già aveva all’epoca, un proprio teatro divenuto insufficiente”? In che modo quel progetto intendeva coinvolgere i territori? La filosofia, glielo confesso signor Lacerra, non mi ha mai appassionata e ne sono colpevolmente conscia. Qualche dubbio circa la questione errata che avrei posto additandola come campanilista, però, me lo consentirà leggendo quanto lei sostiene ancora: «Proprio per rispettare la peculiarità di Matera 2019, non si può continuare a fagocitare tutto a favore di Matera e a danno del capoluogo, perchè altrimenti sarebbe un bluff e questo non possiamo permettercelo». In attesa di sedere accanto a lei a teatro, la saluto cordialmente Antonella Ciervo (ovvero a.ciervo) AUGURI, saluti e la condivisione di un auspicio: «Spero di ottenere la presidenza del Parlamento Europeo». La Pasqua di Gianni Pittella è stata casalinga, l’ha raccontata un po’con una foto pubblicata sulla propria pagina Facebook. Il vicepresidente uscente del parlamento europeo impegnato a cucinare la frittata lauriota, tradizionale appuntamento culinario nella sua Lauria. Foto della preparazione e foto del risultato. E i numeri sono quelli del consenso: 120 condivisioni e più di 3.000 like (fino a ieri sera). NEL CAPOLUOGO Comitati di quartiere, l’invito alla cittadinanza «Non disperdere quell’esperienza» «Il futuro della città deve ripartire dall’attivismo civico dei suoi residenti e, in concreto, dall’esperienza maturata negli ultimi anni, dai comitati di quartiere». Il presidente del comitato di quartiere di Poggio Tre Galli, Vincenzo Iacovino, lancia uno dei temi che forse dovrebbero animare il dibattito della campagna elettorale su Potenza città, ormai prossima alla sfida per le comunali. Quello di Iacovino è un po’ auspicio, un po’ appello. «Non sarebbe giusto archiviare frettolosamente la stagione dell’attività dei comitati di quartiere. Sia pure in maniera difforme «Abbiamo realizzato iniziative importanti» tra i quartieri e le contrade – precisa Iacovino – abbiamo realizzato iniziative importanti di cittadinanza attiva che più semplicemente vuol dire invitare i cittadini a fare cose, aderire a programmi, esserci». Seppur in maniera diversa a seconda delle aree e delle esperienze dei singoli comitati, chi si è impegnato in questa esperienza ha provato a «discutere con gli amministratori di problemi specifici, si è rimboccato le maniche, ha pulito spazi verdi». Ancora, raccolta di firme a sostegno di petizioni popolari, collaborazioni con le parrocchie per l’organizzazione di manifestazioni sportive, culturali, aggregative di giovani. «Qui, per esempio - continua Iacovino - ci siamo adoperate in prima persona per la soluzione di microproblemi che in un quartiere come Poggio Tre Galli, molto popolato da anziani e persone in difficoltà anche di mobilità, sono percepiti come macroproblemi. Non è stato facile e credo non lo sarà mai – continua – Ma la nostra esperienza, tra luci ed ombre, difficoltà oggettive legate ad un regolamento comunale troppo burocratico e in qualche modo scoraggiante la partecipazione, ha segnato una nuova fase di cittadinanza attiva: quando si decide di politiche fondamentali il punto di vista civico non può più mancare». «Sarebbe perciò un grave errore – conclude Iacovino – disperdere il patrimonio di impegno civico costruito negli ultimi anni a Potenza». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano CASO LAPENNA Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Voto di scambio: sotto la lente dei carabinieri anche le ultime amministrative nel capoluogo «Soldi per Santarsiero sindaco» L’ex amico: «Al ballottaggio con Molinari mi disse di spostare i voti sul centrosinistra» di LEO AMATO POTENZA - «Tonino mi devi fare un piacere enorme poi non ti preoccupare ti... ti... ti... faccio una promessa. Ti regalo tanti di quei soldi: 100, 150 (...) Dobbiamo fare uscire a Santarsiero, io ho fatto un patto con Santarsiero». Non ci sono solo le ultime consultazioni regionali al centro dell’inchiesta partita a novembre dalla denuncia dell’avvocato Sergio Lapenna. IL VERBALE Chi ne ha parlato con il pm che si è occupato del caso, Francesco Basentini, è stato Antonio alias “Tonino” Guglielmi, indicato da Lapenna come un violento con fare da mafioso capace di spillargli quasi un milione di euro in pochi anni. In realtà, secondo gli inquirenti, sarebbe stato soltanto un suo prestanome. Per questo hanno chiesto l’archiviazione dell’accusa di estorsione con formula dubitativa («perché gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio») e sulla base delle sue dichiarazioni si accingono a mandare entrambi a processo per voto di scambio. Mentre all’ex consigliere regionale contestano anche il millantato credito per essersi fatto consegnare 10mila euro da un imprenditore potentino, che sarebbero dovute servire per corrompere un fantomatico funzionario dell’Agenzia Peppino Molinari Vito Santarsiero delle entrate. IL «PATTO» Guglielmi è stato interrogato il 23 dicembre assieme ai suoi legali, Maria Scavone e Maurizio Spera, con tutte le avvertenze per gli indagati, inclusa la contestazione delle ipotesi dell’accusa e degli elementi raccolti a sostegno. Per due ore e mezzo si è difeso con forza e ha spiegato che i soldi e i regali ricevuti sarebbero stati parte della ricompensa pattuita per il suo sostegno elettorale. Innanzitutto alle consultazioni del 2005, quando Lapenna è stato eletto nel parlamentino lucano con Forza Italia, poi nel 2010 e nel 2013, quando ha fallito il secondo mandato. Ma anche alle comunali del capoluogo nel 2009, quando gli avrebbe chiesto di sostenere al ballottaggio Vito Santarsiero, sindaco uscente del Partito democratico appena passato a via Verrastro, contro il centro- “mobilitati” nel 2005). Perché poi me li dava... un po’ alla vota me li dava. Devo dì la verità. Rimasti così, io porto tutti ‘sti voti a Santarsiero». LA SOFFIATA Ma perché Lapenna avrebbe deciso di sostenere un sindaco di centrosinistra invece del candidato del “suo” centrodestra? Su questo Guglielmi non ha saputo fornire grandi spiegazioni, anzi ha addirittura insinuato il sospetto che quanto gli aveva riferito l’avvocato non fosse proprio vero. «Secondo me io... Perché secondo non c’erano proprio rapporti con... non lo... dotto’ la verità, dottor Basentini. Io i rapporti suoi, i movimenti suoi io non, non me li diceva». La spiegazione a cui lui sarebbe stato portato a credere era un’altra legata ai contrasti con alcuni “amici” di centrodestra, e alla soffiata ricevuta da uno degli agganci dell’avvocato nelle forze dell’ordine, gli stessi che poi Sergio Lapenna destra guidato da Peppino Molinari. Nonostante l’avviso di conclusione delle indagini menzioni solo i «650 voti» raccolti a novembre dell’anno scorso. «Scusa ma ieri... quand’è stato due o tre giorni fa ti ho visto abbraccia’ Molinari quello e quell’altro e mo mi vieni a dì che i nostri voti li dobbiamo portare a Santarsiero?» Così Guglielmi ha raccontato agli investigatori quando Lapenna gli parlò del «patto» stipulato con l’ex sindaco, durante un incontro che si sarebbe svolto «dietro al Motel Park», forse per stare al sicuro da sguardi indiscreti. «Lui mi chiamava... un milione di volte. Io lo chiamavo... sicuramente quelle cento volte. Era sempre lui che mi chiamava tutti i gior- | ni, e s’era fissato che dovevamo aiutare a Santarsiero. Porta tutti i voti, porta tutti i voti (Qui riferisce le parole dell’avvocato, ndr). Io ti do’ 150mila euro e più 100, più vabbè facciamo i conti. Poi ti compro una cosa, una cosa”». «PANE QUOTIDIANO» Da uomo di centrodestra Guglielmi ha descritto anche la sua difficoltà ad «andare dagli amici che sapevano questo fatto, che io ero simpatizzante di destra a capovolge tutto. Dice: ma tu sei un venduto». Salvo che per «il pane quotidiano» sarebbe stato disposto a questo e ad altro. «Io mi dovevo prestare a questa cosa che diceva lui. E così abbiamo pattuito che lui mi dava altri 150mila euro più la rimanenza là sui 90 (il credito insoluto per i voti L’INTERVENTO avrebbero dovuto raccomandare Guglielmi per un posto da 007 nei servizi segreti. «M’ha detto che lui ha sentito una registrazione telefonica tra Viceconte e come si chiama, uhm, l’altro politico pure importante, o Taddei o Viceconte, dove dicevano: “Dobbiamo far fuori all’avvocato Lapenna”. A livello elettorale s’intende». IL CUGINO Quanto all’esito del suo intervento Guglielmi ha minimizzato. «Io un aiuto reale l’ho dato però io de... Sono anche sincero. Era forte proprio Santarsiero. E’inutile che mo’devo di’: “Sì, i voti miei”. Cioè io ho fatto il mio (perché io dovevao fare il mio però su 100 persone tutte e cento mi dicevano Santarsiero». Tantomeno sarebbe mai andato dal sindaco, una volta rieletto a chiedergli conto di quei voti «perché io lo facevo che c’era un accordo con... con l’avvocato Lapenna». Riscontri? Agli atti dell’inchiesta ci sono solo le parole di un medico dell’ospedale San Carlo di Potenza che ricorda di essere stato avvicinato da Guglielmi durante quella campagna elettorale ma non ha saputo riferire il nome del candidato. Non un dottore qualunque, però, ma a quanto pare un cugino dello stesso Santarsiero. Ora si sa che in famiglia tutto è possibile, ma se gli avesse chiesto il voto per qualcun altro forse non l’avrebbe dimenticato tanto facilmente. | SPARTIZIONI, ACCORDI SOTTOBANCO E ALLEANZE CHE FINE HA FATTO LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA? di LUIGI PADULA ALL’indomani delle primarie per la città di Potenza, archiviate un po’ troppo frettolosamente dagli organi di comunicazione, forse senza una adeguata considerazione per quei 2400 potentini che hanno espresso, senza timori di diktat o minacce di espulsione, la propria volontà di scegliere il candidato sindaco della città, ritengo sia giusto riflettere sul significato di quelle due parole: “rivoluzione democratica” che hanno rappresentato l’icona di una svolta politica che ha portato all’elezione dell’attuale presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella. Due parole che sono state il messaggio forte della fortunata campagna elettorale di alcuni attuali e giovani consiglieri regionali; due parole di speranza, per chi come il sottoscritto ha avvertito l’urgenza di un cambiamento dei modi della politica, la necessità di un cambio di passo che permettesse di superare la fase di bassa credibilità che è sotto i nostri occhi, per ritornare al più presto al primato della politica. “Rivoluzione democratica” uguale incremento del coinvolgimento e della partecipazione dal basso, maggiori opportunità per i più deboli, che spesso purtroppo sono i più giovani, presenza attiva delle forze vive della società nelle decisioni pubbliche, ma anche rifiuto delle alchimie di palazzo, del dirigismo partitico, del trasformismo, dell’opportunismo dei politicanti. Tutte ragioni che mi hanno spinto a candidarmi alle primarie; ho scelto la via della testimonianza civile, ho affrontato un competitor ben più strutturato e organizzato di me, senza curarmi dell’alta probabilità di insuccesso, certo che avrei dato un contributo importante a quel processo di “Rivoluzione democratica” in cui credo fortemente. Le primarie per Potenza, hanno fornito molteplici ed innovative informazioni: hanno rivelato, anche nella nostra città, la presenza di una importante fascia di cittadini che chiede a gran voce di essere inclusa nei processi decisionali; hanno tracciato il profilo di un sindaco che sia vicino alle persone, scelto dal basso e quindi in grado di condividerne i problemi reali, in contrasto con una candidatura imposta dall’alto e peggio ancora decisa con un ac- cordo in una oscura segreteria di partito. Purtroppo però, nonostante questi segnali positivi, il percorso da compiere per una vera “rivoluzione democratica” è ancora lungo; lo testimonia la recentissima presentazione di liste, che strizzano l’occhio proprio a quei metodi che hanno decretato la dilagante disaffezione dalla politica: accordi sottobanco, cambio disinvolto delle alleanze per meri interessi spartitori, negazione di un confronto democratico aperto e leale. Se poi sono i giovani a piegarsi a questo modo cinico di concepire le cose, la questione diventa molto più grave e drammatica! Spero di cuore che l’ideatore del binomio lessicale “rivoluzione democratica”, un geniale concentrato espressivo di libertà e democra- Luigi Padula zia, possa ben comprendere che la cosa peggiore per quelli come me, che ci hanno creduto e continuano a crederci, è vedere il significato di quel sostantivo e di quell’aggettivo, svilito da azioni come quelle cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Sarebbe la fine dell’ultimo sogno, l’ultima speranza per tornare ad amare la politica. Movimento Nuova Repubblica Basilicata RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PASQUETTA NEL POTENTINO 9 Gongola l’associazione “U uattenniere” promotrice delle escursioni Cascate di San Fele, che record Oltre mille presenze solo nella giornata di ieri: un ottimo spot per il futuro OLTRE le più rosee aspettative. Il rammarcio è soltanto che proprio domenica di Pasqua il tempo non sia stato dei migliori. E’ bastato che l’aria si rendesse più mite e le cascate di San Fele hanno fatto registrare davvero un boom di presenze inaspettate. Con numeri percentuali che, confrontati con quelli di altri posti celebri per le gite fiori porta, regalano la leadership stagionale alle bellezze naturali di San Fele. Nel tardo pomeriggio di ieri gongolava il presidente dell’associazione “U uattenniere”, Michele Sperduto: oltre mille persone hanno fatto visita alle cascate. «Tantissima gente, tanto gradimento - ci dice Sperduto - Tutto questo a dimostrare l'oramai evidente interesse verso una bellezza naturale di primissimo piano». E certamente la grande ospitalità, oltre alla maestria nell’accoglienza e nella guida ai sentieri da parte dei responsabili dell’associazione è stato il migliore spot per ingigantire la curiosità di chi, da queste parti, non è mai arrivato. Anche i ristoratori della zona hanno registrato il tutto esaurito e il bilancio della Pasqua 2014 non può che etichettarsi come esaltante. L'Associazione nasce nel 2010 con l'obiettivo di valorizzare e promuovere il sito natu- I FLASH DEI TURISTI MONTICCHIO SOLITO bagno di folla ai laghi di Monticchio. Nonostante le nubi della mattinata, molte persone provenienti anche dalla Puglia hanno scelto l’oasi per passare una giornata all’insegna del divertimento Una serie di foto fornite dall’associazione U uattnier di San Fele VENOSA L’INCOMPIUTA, il Parco archeologico e le catacombe ebraiche sono state il biglietto da visita per i turisti che l’hanno scelta per passare la pasquetta. Venosa si conferma tra le città più visitate della regione ralistico delle Cascate di San Fele e se i risultati dopo poco più di tre ani dalla “prima volta” sono come quelli di quest’anno, c’è da stare allegri, per essere anniverato tra i grandi attratori turistici della Basilicata. Ricordiamo che questo territorio coincide con il torrente Bradano che sgorga dall'Appennino Lucano, in località Matise di San Fele per confluire nella Fiumara di Atella e poi nel Fiume Ofanto. Attraversando il territorio del Comune, il torrente è costretto a effettuare dei particolari salti di quota che danno origine alle naturali e suggestive cascate. UNA LETTERA IN REDAZIONE Che spettacoli nel vostro Vulture Gentile Direttore, Siamo venuti a visitare il Vulture durante le festività pasquali, ed abbiamo assistito alle secolari processioni del Venerdì Santo a Barile e a quella di Rionero in Vulture, che, ci dicono amici del posto, sia una tradizione secolare. Ci ha molto colpito il senso di religiosità espresso da tutta l’intera comunità. Quanto ai personaggi, quelli di Barile ci sono sembrati molto autentici, una Via Crucis arcaica e più povera. Nella Via Crucis di Rionero ci ha molto colpito la numerosa presenza delle figure della Passione, erano di tutte le età, ben articolate e molto partecipi. La scena finale della crocefissione e del pianto dell’Addolorata ci ha molto toccati ed emozionati: gli interpreti ci hanno offerto una prova di forte religiosità. Nel pomeriggio abbiamo poi visitato anche l’Abbazia di San Michele Arcangelo e Monticchio, e il Museo di storia naturale: nonostante le non buone condizioni del tempo, abbiamo avuto una impressione notevole, specie intorno ai Laghi vulcanici. Il museo è straordinario. Ne visitiamo diversi in tutta Italia e ci sembra che questo dell’Abbazia sia di una importanza didattica considerevole. Una gentile signora ci ha accompagnato nella visita guidata. Credo che altrove, per visitare un museo così interessante avremmo pagato una bella cifra per l’ingresso. Un posto da consigliare, anche per l’accoglienza e per il vino buono. Cordiali saluti Arianna Zordan (Vicenza) Rocco Rossano (Matera) MELFI IL CASTELLO federiciano, la cattedrale e la cripta di Santa Margherita sono state le mete più gettonate. Complice anche l’ubicazione la città è stata presa d’assalto da turisti provenienti dalla Puglia CASTELMEZZANO NEL POTENTINO è la meta per eccellenza. Complice il bel tempo, il piccolo paese delle Dolomiti Lucane è stato preso d’assalto da molti turisti provenienti non solo dalla B asilicata, ma anche dalle regioni limitrofe RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PASQUETTA Non tradisce la città dei Sassi nel primo giorno di una stagione turistica che si avvia di ANTONELLA CIERVO e PIERO QUARTO Una Pasquetta che non tradisce le attese. Matera è piena di turisti, a Pasqua prima ed ancor di più nel giorno successivo. L’evidenza visiva non tradisce dubbi anche se per i numeri bisognerà aspettare i prossimi giorni. Di certo tra le principali attrazioni c’è stato il Castello Tramontano con circa 1500 presenze complessive nell’intera giornata, l’organizzazione affidata ancora una volta al Fai non ha avuto punti dolenti ed i ragazzi del Liceo Classico chiamati a fare da “cicerone” che hanno spigato nel dettaglio la storia dell’antico maniero ai tanti italiani e stranieri che sono arrivati curiosi di visitare il Castello. Del resto è questo il secondo anno di apertura del Castello a Pasquetta con ancora il Fai ad occuparsene e si rende sempre più importante e necessario un intervento che permetta tutto l’anno di poter fruire di questo spettacolo. «Noi aspettiamo che ci siano le condizioni, che il Comune decida a chi affidare la gestione della struttura una volta completati i lavori e saremo pronti eventualmente anche a farcene carico se ci saranno le condizioni» ha spiegato Giuseppe De Rosa del Fai che ha sottolineato il gran numero di presenze fino alla serata: «alle 19 abbiamo ancora oltre duecento persone nel Castello che stanno completando la visita, è stata una lunga ed incessante corsa». Anche lo stesso primo cittadino Salvatore Adduce ha sottolineato via twitter: «Positivo test turismo:Pasqua #Matera piena visitatori. Continuiamo percorso cultura.Complimenti operatorixaccoglienza» a conferma della soddisfazione e dopo aver fatto il solito giro mattutino che è partito proprio dal Castello e non ha poi escluso i rioni Sassi. Non si è fatto attendere però il caso-caos dei bagni chiusi in piazza Vittorio Veneto che il consigliere comunale Augusto Toto ha puntualmente denunciato. «Ore 16.30 i bagni di P.zza V. Veneto ancora chiusi, i turisti, molti in questo lunedì di Pasquetta, delusi per il disservizio chiedono di utilizzare le toilette dei bar ubicati nel centro storico, non sempre però la risposta è positiva !!!». Poi Toto aggiunge che senza darsi per vinto: «Dopo aver chiesto scusa ad un gruppo di turisti, ho telefonato al sindaco ed uno di questi turisti ha voluto interloquire con Adduce cantandone quattro. Dopo circa un 'ora i bagni sono stati riaperti con centinaia di turisti e cittadini materani che hanno potuto usufruire nuovamente dei servizi igienici comunali. Che bella Pasquetta !!». Insomma il caso si è chiuso ma resta sempre la sensazione di un percorso ancora da completare. IL PALOMBARO - «La città ha risposto bene». E’ soddisfatto Giovanni Ricciardi, presidente dell’associazione Guide turistiche autorizzate, risponde mentre i suoi colleghi, suddivisi in turni da tre, proseguono le visite all’interno del Palombaro, l’antica cisterna che raccoglieva l’acqua della città e che da qualche anno è visitabile. L’ingresso in piazza Vittorio Veneto è particolarmente suggestivo perchè inserito negli ipogei che conducono nel cuore del Sasso Barisano. Anche ieri, nella giornata dedicata alle gite fuori porta, i visitatori non sono Il sindaco Adduce twitta soddisfatto «Molti turisti, tanti complimenti per gli operatori dell’accoglienza» Toto e il caso dei bagni chiusi «Ho dovuto chiamare il sindaco per farli riaprire E’ la solita storia» Matera ancora piena Code per il Castello Più di un migliaio le presenze nel maniero Tramontano che grazie al Fai è tornato ad aprire le proprie porte mancati. «Proseguiremo fino alle 19,30 per concludere alle 20 - spiega ancora Ricciardi per gruppi composti al massimo da 30 persone. I primi turisti erano entrati alle 10 per visite di 30 minuti l’uno». Il successo di questo luogo magico, nelle viscere della terra, in cui scoprire quanto il rapporto fra Matera e il sistema di raccolta delle acque, trovi origine lontano nella storia, è confermato anche dalle sue parole. «Rispetto allo scorso anno ho notato un segno positivo, in città c’è più movimento. Quest’anno gli italiani superano le presenze straniere e in particolare, oggi (Pasquetta) i visitatori vengono da Puglia e Campania. La stessa tendenza l’ho registrata anche nel Parco della Murgia dove ho accompagnato altri gruppi di turisti - prosegue. Il Palombaro si è confermato anche | POLICORO quest’anno tra le mete preferite dai turisti. La particolarità sta soprattutto nel meccanismo che riguarda le visite: il ricavato viene devoluto in beneficenza ogni anno dall’associazione Guide turistiche autorizzate. La cerimonia di consegna si svolge ogni anno nel periodo natalizio. I fondi sono destinati alle realtà più attive nei differenti settori della società. | Confermate le lamentele: «Si vive alla giornata, altro che destagionalizzare» Nessun miracolo nel lunedì dell’Angelo «Ci sono gli stessi dati dell’anno scorso» POLICORO – Il lunedì dell’Angelo non fa miracoli nel centro jonico e la resurrezione del turismo è rinviata al prossimo anno. Nella migliore delle ipotesi. Sul lungomare centrale nella mattinata di Pasquetta c’è un po’ di gente, che sembra arrivata qui più per le condizioni oggettive del territorio (che non per quelle soggettive dell’offerta turistica parallela di chi lo vive. E la conferma arriva dagli stessi operatori turistici il cui mantra è identico: i numeri sono gli stessi dell’anno scorso, nessuna novità. Infatti c’è chi passeggia sulla Duna di via Lido, chi occupa un tavolino nella pineta per il classico pic nic, chi si accomoda nella sala ristorante dei lidi/chioschi aperti per assaggiare un menù a base di pesce (menù mare) e c’è chi garantisce anche quello monti (a base di carne e insaccati). Nelle strutture ricettive con 25/30 eu- ro si mangia un pranzo completo. Questo il quadro a tinte fosche della scampagnata in riva allo Jonio, sponda Policoro, di lunedì. Non ci sono grandi attrattive in giro e l’unica compagnia è la tranquillità che offre la zona. All’Oro Hotel Rocco La Rocca, il direttore, ci accoglie con la solita cortesia. “Nel week end di Pasqua abbiamo lavorato con un gruppo di turisti napoletani, oggi (lunedì ndr) non c’è granchè, mentre nel ponte del 25 aprile aspettiamo un’altra delegazione di ospiti. Cerchiamo di ingegnarci per portare utenza sul territorio ma le difficoltà non mancano: i percorsi vita sono sporchi, il lungomare non viene pulito ed è uno spettacolo osceno vederlo trasformato in una baraccopoli, manca un sistema turismo integrato. Si fa turismo alla giornata altro che destagionalizzazione…”. Di fronte l’hotel residence Heraclea del geometra Calviello, anch’egli sempre disponibile: “Abbiamo avuto una quarantina di camperisti, nella nostra area privata, nel week end dell’associazione camperisti campani i quali hanno pranzato qui e poi sono andati via per altri itinerari. La giornata di oggi (sempre lunedì ndr) è come quella degli altri anni: si tira avanti tra molte difficoltà. Il quadro delle presenze è stazionario”. Qualcosa cambia a pochi metri nel Policoro Village. Lì la stagione è già partita da un mese con i campi scuola del Circolo velico lucano. Tra il 20 e 21 ha visto l’arrivo di circa 200 persone più l’aggiunta di una delegazione di giovani svizzeri che fino al 25 saranno impegnati in attività sportive di orienteering. Anche l’oasi del Wwf, località Idrovora, è stata visitata da un centinaio di persone. Gabriele Elia RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 11 Solo venerdì il maltempo non ha invogliato. Attesa e curiosità intatte Mater Sacra, un bilancio in attivo LUNEDÌ DELL’ANGELO PER IMMAGINI La rappresentazione della Mater Sacra sulla Murgia Non ha tradito le attese. E’ stata un crescendo di attenzione e curiosità che alla fine è risultata davvero ben ripagata. La Mater Sacra che ha contraddistinto le giornate pasquali dei materani e dei turisti ha raggiunto il suo obiettivo. Un buon risultato ad eccezione probabilmente dell’avvio condizionato dal maltempo. L’annullamento forzato del “Presagio” il giovedì e poi ancora una ridotta partecipazione nell’esordio freddo del venerdì. Con il cambiare del tempo è cambiato inevitabilmente anche la situazione e la curiosità di turisti e materani per vedere i suoni, le luci, i colori e la rappresentazione nel suo complesso con tanto di figuranti ha fatto ancora una volta il suo ottimo effetto. «Possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo, molta la partecipazione ed anche la curiosità che abbiamo riscontrato sabato e domenica» spiega l’assessore comunale Nico Trombetta che ha seguito l’ini- ziativa direttamente, «mi sembra che ancora una volta la manifestazione abbia trovato consensi di coloro che hanno partecipato. I risultati positivi si sono confermati, non conosco i numeri e non posso fare confronti con l’anno passato ma tranne che per i problemi legati al maltempo il riscontro c’è stato. IL KIT DEL TURISTA Avviato il lancio proprio da Matera E’ PARTITO da Matera il lancio del “kit del Turista”, l’iniziativa del Gruppo Poste Italiane che punta a creare nuove sinergie per valorizzare il “sistema Italia” in ambito turistico. I turisti che erano a Matera hanno potuto acquistare il Kit del Turista che contiene un insieme integrato di servizi per visitare la città, offre voucher che permetteranno l’ingresso nei musei e nei siti culturali, una card per fare shopping dei prodotti locali. E’ stata anche apprezzato lo spettacolo a tal punto che molti hanno voluto vederlo due volte, anche nella sua seconda performance». Non mancheranno per il futuro alcuni elementi da perfezionare, la voglia anche sulla domenica di guardare per intero lo spettacolo con i figuranti che invece è limitato, per una scelta precisa, solo alle giornate del venerdì e sabato. Aspetti che magari potranno essere analizzati ed approfonditi nel corso dei prossimi mesi per arrivare ad una nuova edizione pronti e poter dunque garantire una crescita ulteriore anche per l’anno 2013. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Bagni chiusi: la solita storia I camper annunciano presenze Il mercatino attira turisti e curiosi TRA le classiche proteste della Pasquetta in città anche la questione dei bagni pubblici, quelli di piazza Vittorio Veneto ancora chiusi nel pomeriggio di ieri mostrano un atavico problema irrisolto che genera sempre proteste e mugugni. MOLTI i i camper che hanno fatto bella mostra tra la stazione e l’ex Ospedale in questi giorni a testimonianze delle tante presenze in città che hanno preferito attraverso questo comodo sistema godersi Matera in tranquillità. NON un’eccezione ma certo una piacevole conferma in queste giornate di festa, il mercatino dell’antiquariato e di oggetti vari in bella mostra in piazza Vittorio Veneto dove materani e turisti non sono riusciti a passare senza farci una puntatina. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano L’INTERVISTA Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Giampaolo D’Andrea, capo di Gabinetto del ministro dei beni e attività culturali Dario Franceschini «Dal teatro si può ripartire» Linee guida e innovazioni della riforma della legge sullo spettacolo dal vivo di MARIANO PATURZO Rumori piuttosto fuori scena, in questi giorni per la tanto attesa riforma dello spettacolo dal vivo annunciata dal Ministro alla Cultura Franceschini. Il decreto del Mibact, ridefinisce la geografia del teatro, danza musica e attività circensi, ma soprattutto del teatro. A partire dal 2015 i criteri per il suo sostegno pubblico saranno più vicini ai modelli europei: finanziamenti triennali, nascita dei teatri nazionali, accesso facile ai contributi per i giovani artisti, contributi per la multidisciplinarietà, regole certe e più trasparenti a discapito -finalmente- della discrezionalità. Il teatro, al contrario delle altre arti, evoca nell’immaginario di noi tutti un’arte elitaria, un luogo di noia, al più di mondana routine. Vero è, a mio giudizio, frequentando da trent’anni il teatro, che questo conta su un consenso popolare molto maggiore rispetto a quello che si crede e raccoglie, valori sociali più profondi e consolidati, di quelli che appaiono anche sui giornali. Il concetto di teatro come ”servizio pubblico” è nato nel dopoguerra più o meno in coincidenza con la costituzione del Piccolo Teatro a Milano. Tanto più attuale appare oggi il programma della prima stagione del Piccolo ove si affermava che il teatro è concepito non come “un'antologia di opere memorabili del passato e di novità curiose del presente”, ma “come luogo dove una comunità ascolta una parola da accettare o da respingere”. Il teatro è luogo di memoria (da Eschilo in avanti); è luogo che svela e demistifica il reale. Il teatro, come scrisse anni fa Ugo Volli sulle pagine di Repubblica, è un luogo di “resistenza umana”. Riflettendo oggi sulle motivazioni di questa definizione, nelle sue variazioni durante quasi 70 anni e sui suoi approdi più recenti, si può probabilmente -anche al di là delle affermazioni di allora e dei suoi teorizzatori- concludere che essa atteneva a quattro elementi sostanziali: l'origine e il modo dei finanziamenti, il modo di gestione, la politica culturale, la salvaguardia della libertà di espressione. Chiediamo al professor Giampaolo D’Andrea -capo di Gabinetto del ministro Dario Franceschinigià sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, se l’attualità di questi elementi ancora rappresentano una valida base ove fondare una seria riforma del settore. Nell’ottobre del 1998 divenni sottosegretario a fianco della giovane ministro Giovanna Melandri, pochi giorni dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo (fortemente voluto dal ministro Veltroni, che ci aveva immediatamente preceduto al vertice del ministero), per effetto del quale, anche nel nome, il ministero assumeva la competenza in materia di "beni e attività culturali". Toccò a noi, in particolare, integrare sotto il profilo organizzativo, gestionale e progettuale le due realtà e avviare una fase nuova delle politiche pubbliche per la promozione e il sostegno delle attività culturali e per la tutela e la valorizzazione dello straordinario patrimonio italiano. Anche noi in queste prime settimane siamo alle prese con la compiuta integrazione delle ulteriori competenze in materia di turismo trasferite al ministero. Si tratta di passaggi che ho avuto modo di seguire da sottosegretario alla Presidenza del consiglio per i rapporti con il parlamento. Gli anni trascorsi e le mutazioni intervenute nei contesti e nelle esperienze, anche per effetto dell’applicazione delle norme medesime, hanno reso opportuno pensare a una riforma organica del settore. A cavallo tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta – giovane consigliere e poi assessore regionale- seguisti da vicino la nascita in Basilicata del primo circuito teatrale denominato ATB e fosti il precursore lucido e consapevole nell’utilizzare fondi europei, 1miliardo e mezzo di vecchie lire, per finalizzarli alla ristrutturazione di vecchi cine teatri disposti baricentricamente sul territorio lucano…… Ricordo la stagione pionieristica nella quale provammo, agendo sull’offerta, a far rinascere la domanda di teatro. Riuscimmo pienamente nell’obiettivo, nel giro di qualche anno, attraverso poche e mirate azioni di sostegno agli operatori del settore, dai gestori delle sale alle compagnie, e assecondando la nascita di un circuito regionale di distribuzione che consentiva finalmente alla nostra Basilicata di tornare a far Via a un sistema innovativo di finanziamento dallo Stato con progetti multidisciplinari capolino nei cartelloni dell’ETI, dai quali eravamo sostanzialmente scomparsi. Nel corso di incontri più o meno formali o all'interno di documenti che hanno percorso con maggiore o minore pubblicità la penisola, attori e registi e operatori del settore sembrano voler rivendicare al di là e prima di ogni concreta proposta la responsabilità dal proprio lavoro e di voler recuperare il senso vero del “fare teatro”. A livello di organizzazione del sistema teatrale, appare indiscutibile l'esigenza di recuperare le divisioni categoriali precedenti e alcuni termini sembrano ormai chiari. Sul piano produttivo, sembra farsi strada l'esigenza di distinguere tra un teatro che vive sul mercato, per il quale occorre semplificare la foresta fiscale e impositiva e rendere meno avido il credito, e un teatro d'arte che vive di tempi creativi non industriali, di canali distributivi non commerciali, di scelte culturali non competitive e che pertanto deve essere sostenuto dall'intervento pubblico. Questi concetti sono contenuti nello schema di decreto ministeriale che riforma il settore? Lo schema di decreto ministeriale fissa nuovi criteri per l'erogazione di contributi per lo spettacolo dal vivo, prospettando un sistema radicalmente innovativo di sostegno finanziario dello Stato alle attività teatrali, musicali, coreutiche e circensi, anche attraverso l'incentivazione di progetti multidisciplinari e di azioni trasversali: tournées all'estero, coproduzioni, mobilità e circolazione delle opere, residenze artistiche, strategie di comunicazioni innovative e altre azioni di sistema. Il cambiamento sarà importante anche per il pubblico che, solo per la prosa, equivale a 11 milioni di biglietti l’anno e una spesa di 201,6 milioni di euro, perché la qualità delle produzioni sarà condizionata dal riordino della grande famiglia del teatro, oggi dispersa e frastagliata in circa 600-700 soggetti tra teatri e compagnie finanziati con poco più di 62 milioni sui 411 totali del Fus, regolato finora da “temutissime circolari” e decreti. Il nuovo, nato dal lavoro del direttore generale dello Spettacolo, Salvo Nastasi avviato dal ministro Bray, adottato dal ministro Dario Franceschini, è arrivato all’ultimo step: la Conferenza unificata composta da regioni, comuni, provincie il cui parere, necessario ma non vincolante, è atteso entro 60 giorni, dopo i quali entrerà in vigore. La questione che suscita discussioni è quella dei 17 teatri stabili pubblici di oggi, ci saranno non più di «sei, sette teatri nazionali», dice il direttore Nastasi. Si parla già del Piccolo (per cui si prevederà un decreto ad hoc per farne un “teatro d’Europa”)…Ma quel che è certo è che ogni presidente di Regione vorrebbe il suo teatro nazionale, dunque è già battaglia ? Penso di no. Vengono fissati rigorosi criteri per il riconoscimento della natura di "Teatro nazionale" a organismi che svolgano attività di notevole prestigio, anche internazionale, e che si connotino per tradizione e storicità, tali da conseguire risultati di particolare rilievo. A essi dovrà essere assicurato un contributo da parte di altri enti pubblici per una somma pari a quella concessa attraverso il contributo statale. Un gradino più sotto saranno i "Teatri di rilevante interesse culturale", che svolgeranno la loro attività prevalentemente nell'ambito della regione di appartenenza, e ai quali gli enti territoriali dovranno assicurare un contributo pari al cinquanta per cento di quello concesso dallo Stato. Vengono previsti, inoltre, aiuti per imprese e centri di produzione teatrale, circuiti regionali, festival. Ricambio generazionale, giovani e giusto merito alle competenze e ai talenti, erogazione dei finanziamenti che diventano triennali e seguiranno nuovi parametri qualiquantitativi di calcolo su chi e quanto merita, per favorire i giovani e la qualità delle produzioni che sarà valutata (per il 30 per cento del finanziamento) dalla commissione ministeriale dove sparisce il direttore generale del Mibact, e entrano cinque membri, tre scelti dal ministro con bando e due dalla conferenza unificata. Tutto ciò per sottrarre alla politica la gestione e la ricerca sfrenata del consenso attraverso la cultura? Soprattutto, per allontanare il sospetto che sostegni e benefici vengano attribuiti in maniera discrezionale, senza rigorosa valutazione dei requisiti e della qualità delle proposte. A tal scopo si prevede l'adozione di severi criteri di valutazione, anche matematici, allo scopo proprio di favorire l'emersione di nuovi talenti. Lo slogan è “ognuno si scelga le sue funzioni”. Chi non è teatro nazionale, può diventare “Teatro di rilevante interesse culturale” in base a nuove linee guida, e funzioni legate al territorio? Certo. A condizione che si combinino virtuosamente più fattori: capacità organizzative, creatività, interattività, mobilitazione degli interessi di operatori, amministratori e pubblico. E' una scommessa che vinceranno i più bravi. Tutto questo sarà legato -come da più parti richiesto- alla formazione dei quadri amministrativi che saranno chiamati ad operare nel settore dello spettacolo sul territorio, preparati sul piano culturale e attrezzati su quello tecnico, in grado di stabilire non un rapporto di concorrenza artistica con l'operatore teatrale, ma di collaborazione? E' necessario che tutti i soggetti istituzionali riposizionino al centro del proprio impegno, in maniera sistematica e non solo sporadica, la promozione delle attività culturali, avendo di mira l'obiettivo di concorrere, attraverso di esse, alla crescita della comunità e alla liberazione delle energie creative. Tutti i soggetti istituzionali sistematicamente devono promuovere le attività culturali RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 13 Primo piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it MEDICINA I chiarimenti di un medico lucano dopo il servizio delle Iene delle scorse settimane di ANDREA GERARDI MOLTI ricorderanno il doppio servizio de “Le Iene”di qualche settimana fa dove è stata raccontata la storia di Antonio, un malato di tumore apparentemente guarito grazie alla dieta vegana. La vicenda merita di essere ricordata: dopo diversi anni di lotte al tumore, nel 2011 all’uomo viene diagnosticato un nuovo cancro al cervello. Dopo essersi sottoposto a radioterapia, stanco dei gravi effetti collaterali già sperimentati in passato , Antonio ha rifiutato di subire nuovamente il trattamento chemioterapico. Così, su consiglio del figlio e sotto il controllo di un’oncologa nutrizionista, l’uomo ha iniziato una dieta esclusivamente vegetale. Al successivo controllo radiografico sull’evoluzione della malattia, la massa tumorale non è stata più rilevata. Secondo alcuni il merito sarebbe proprio dell’alimentazione completamente vegana ma per gran parte dei medici interrogati (compreso l’oncologa che originariamente lo aveva in cura) la guarigione sarebbe invece connessa alla radioterapia. Sul tema ne abbiamo parlato con il Dott. Rocco Galasso, Direttore della struttura complessa di Epidemiologia Clinica, Biostatistica e Registro Tumori in servizio presso l’Irccs Crob di Rionero in Vulture. Dottor Galasso, nello specifico di cosa vi occupate? «Oltre alla redazione del registro dei tumori della Regione Basilicata, facciamo degli studi di coorte quale ad esempio Diana 5 e studiamo i fattori di rischio delle malattie neoplastiche». Che idea si è fatta del servizio mandato in onda? «Il video mostra tre diverse idee per guarire la stessa malattia. Il messaggio che però arriva allo spettatore è quello che una dieta possa sostituire le terapie mediche. Questo sicuramente non è un messaggio corretto. Che un’alimentazione corretta ad esempio ricca di frutta e verdura e povera di grassi saturi aiuti a prevenire un determinato tipo di malattie ce lo insegna Ancel Keys con i suoi studi sulla popolazione di Pioppi e le ipotesi dei benefici della dieta mediterranea per prevenire le malattie cardiovascolari. Per cui vi è la certezza che esista un legame tra ciò che mangiamo e le malattie che potremmo avere però arrivare a dire che la dieta vegana fa meglio di tante altre, mi sembra decisamente molto affrettato. Ad oggi non esiste nessuno studio che dimostri che avere un regime alimentare ricco di vegetali permetta di guarire da alcune malattie tranne alcuni casi isolati che andrebbero però studiati in maniera più approfondita». È quindi possibile che il Signor Antonio sia guarito per effetto delle terapie standard quali la radioterapia? «Per esprimere un giudizio occorrerebbe avere la cartella clinica del paziente. Quello che posso dire è che gli effetti della radioterapia non sono immediati quindi è possibile la regressione dell’edema però, ripeto, sarebbe opportuno studiare il caso clinico specifico e altri simili». Quindi Lei cosa consiglia a chi dovesse essere diagnosticata una malattia neoplastica? «Oggi si conoscono alcuni nuovi meccanismi molecolari per cui sono state approntate delle terapie che iniziano ad essere mirate e cure sempre più specifiche per ogni individuo. La chemioterapia e la radioterapia sono i trattamenti che io consiglio e, ad oggi, a queste non vedo alternative. Quotidianamente troviamo <casi strani> in letteratura come la cura Di Bella o il caso Stamina ma queste si diffondono perché la persona malata le proverebbe tutte pur di guarire. Questo accade perché spesso la comunicazione tra medico e paziente è molto scarsa. Purtroppo non riusciamo a trasferire facilmente all’ammalato i concetti, le raccomandazio- «In Regione percentuale altissima di adolescenti obesi» Sopra Rocco Galasso. A sinistra la struttura oncologica di Rionero in Vulture Tumori: tra dieta e terapie mediche Intervista a Rocco Galasso, direttore della struttura complessa di Epidemiologia Clinica, Biostatistica e Registro Tumori del Crob ni o gli effetti collaterali di una terapia. Ed è su questo che dobbiamo migliorare. Una mano devono darcela anche i mezzi d’informazione che non dovrebbero più soffermarsi a raccontare esclusivamente casi eccezionali di guarigione o gli episodi di malasanità. La sanità non è fatta né di guarigioni miracolose né soltanto di morti ma esiste una grossa quantità di persone che viene curata correttamente». La radioterapia però non dà certezza di guarigione? «Il risultato dipende sempre dal tipo di malattia. Se rispetto l’intero protocollo terapeutico, la mia probabilità di guarigione aumenta». Quali consigli si sente di dare ai cittadini? «La prevenzione è assolutamente fondamentale. È importante sia la prevenzione primaria ovvero seguire le raccomandazioni del wcfr sia la secondaria ovvero partecipare agli screening che ci danno la possibilità di fare diagnosi precoci e cambiare le probabilità di morte. In Basilicata sono tre quelli che si fanno: al seno, cervice e colon retto. Importante è anche l’alimentazione e a tal proposito mi sento di suggerire i consigli di Michael Pollan ovvero quello di non acquistare o mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. In altre parole, cibo vero, meglio se poco, e meglio ancora se verde, il tutto accompagnato da attività fisica». Com’è la situazione attuale in Basilicata? «In termini percentuali, la nostra regione ha il maggior numero di adolescenti in stato di obesità rispetto al resto dell’Italia. Dato che l’obesità è un fattore di rischio per le malattie, quando questi diventeranno cinquantenni potrebbero avere più malattie cardiovascolari o tumori rispetto ai loro coetanei». È vero che i tumori sono in aumento?«Si, i tumori in Basilicata sono in aumento ma la notizia che ci <conforta> è che aumentano seguendo il trend delle regioni vicine. Esistono dei territori con meno incidenza o con più incidenza: penso a Potenza dove il tasso di tumori riscontrato è molto alto ma a questi il Registro non riesce a legare il fattore di rischio o le cause che lo determinano. Servirebbe fare degli studi ad hoc sull’individuo e valutare i suoi livelli di esposizione di 15 anni prima». E sul registro dei tumori? Come mai siamo fermi al 2009? «Innanzitutto c’è da fare una premessa importante: la malattia neoplastica che mi si manifesta oggi, ha avuto inizio 10-15 anni fa quindi i tumori che noi oggi registriamo sono causati da un cambiamento nella capacità delle nostre cellule di funzionare regolarmente avvenuto un decennio prima. Fatta questa premessa, il Registro dei Tumori conta i nuovi casi di tumori registrati nell’anno di riferimento e per poterli contare utilizziamo diverse fonti: dalle schede di dimissione ospedaliera alle schede di morte fino ai referti di radioterapia. Per unirle e raffrontarle in maniera corretta passa del tempo perché viene verificata l’attendibilità e l’esattezza della documentazione pervenuta. Per la composizione di questo database quindi sono necessari almeno tre anni e questa cosa è assolutamente vera infatti, basta guardare i registri prodotti in Italia: solo Parma ha prodotto il registro del 2011, cinque città quello del 2010 e soltanto dieci quello del 2009 e noi siamo tra questi. Tutti gli altri sono molto più in ritardo. È un lavoro lungo perché non basta soltanto dire che ci sono circa 3500 nuovi casi ogni anno ma sul Registro vanno annotate tutta una serie di informazioni cliniche e anagrafiche e qual è il tipo di tumore registrato. Da parte nostra stiamo lavorando per pubblicare il Registro 2010 entro l’Estate». Nella zona di Potenza la malattia è in netto aumento | | FOCUS Il decalogo per una perfetta prevenzione IL DOCUMENTO è stato stilato dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (“World Cancer Research Fund”) che ha concluso nel 2007 un'opera di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto tra alimentazione e tumori. Trovate qui sotto la lista dei dieci punti principali per la prevenzione dei tumori. 1) Mantenersi snelli per tutta la vita; 2) mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni; 3) limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate; 4) basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un'ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta; 5) limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate; 6) limitare il consumo di bevande alcoliche; 7) limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe in particolare cereali e legumi; 8) assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo; 9) allattare i bambini al seno per almeno sei mesi; 10) nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Primo Piano Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it L’Europa dalla A alla Z Politiche, azioni, opportunità a cura di Nicola Bisceglia B come.... Banca Centrale Europea PROSEGUE IL nostro percorso alla scoperta dell’Europa. La B non può che essere dedicata alla Banca Centrale Europea, una delle istituzioni più criticate; proviamo a fare un po’ di chiarezza. La BCE è un’istituzione dell’Unione e la sua missione è mantenere la stabilità dei prezzi, escludendo il finanziamento monetario dei debiti pubblici, e difendere la stabilità del sistema finanziario, assicurandosi che i mercati e le istituzioni siano controllati in modo appropriato. Molti obietteranno che la pratica, almeno in Italia, è molto diversa dalla teoria. Bisogna, dunque, chiarire come nasce la BCE: nel 1999, per proteggersi dalle turbolenze internazionali, l’UE ha deciso di avviare un Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) sotto l’egida della BCE. Con un capitale proprio, BCE e SEBC sono totalmente indipendenti da qualsiasi organismo pubblico o privato. Molti Stati, però, hanno sorvolato sul fatto che E’ una delle istituzioni più criticate proviamo a fare chiarezza per far funzionare l’Unione Monetaria avrebbero dovuto gestire le loro politiche economiche in modo appropriato e coordinato, non potendo più contare sulla possibilità di coniare moneta e puntare sull’inflazione, come accadeva da noi con la Lira. I compiti della BCE spaziano dal fissare i tassi d'interesse di riferimento e controllare la massa monetaria alla gestione le riserve in valuta estera, dall’ accertarsi che le istituzioni e i mercati finanziari siano adeguatamente controllati dalle autorità nazionali all’autorizzare le banche centrali a emettere banconote in euro, fino a monitorare le tendenze dei prezzi valutando il rischio che ne deriva nell'area dell'euro. Dal primo novembre 2011 il presidente della BCE è Mario Draghi, fino ad oggi famoso per il rigore imposto agli Stati. La speranza che accomuna tutti i cittadini europei è che diventi anche l’uomo simbolo della crescita. Diamo uno sguardo, ora, alla comunicazione della Commissione Europea: la scorsa settimana l’attenzione era focalizzata sui Fondi Europei e sul bilancio; seguendo i loro social network si scoprono cose molto interessanti. Ad esempio: il bi- La Bce e il suo presidente Mario Draghi lancio per il periodo 2014/2020 sarà di 960 miliardi di euro, e “deve essere speso in maniera oculata per politiche e programmi a favore di tutti i cittadini europei”. Inoltre, il 94% del bilancio viene reinvestito a vantaggio delle imprese e dei cittadini degli Stati Membri e, come si può notare dall’infografica, l’obiettivo è quello di utilizzare i fondi al meglio. I finanziamenti dell’Unione coprono tutti i settori e sono gestiti seguendo norme rigorose per assicurare che siano spesi in modo trasparente e responsabile ed il loro utilizzo è sottoposto a uno stretto controllo. Anche da parte dei cittadini, che attraverso il sito www.opencoesione.gov.it possono monitorare le spese e sapere come vengono gestiti i fondi europei. Ci sono due tipi prin- cipali di finanziamento: le sovvenzioni e gli appalti pubblici; i beneficiari sono le imprese, le ONG, i giovani, i ricercatori e gli agricoltori. I progetti ricevono sovvenzioni attraverso vari Fondi: quello di sviluppo regionale (FESR), quello di coesione, il Fondo Sociale Europeo (FSE), quello agricolo per lo sviluppo rurale ed il fondo per gli affari marittimi e la pesca. Si possono cercare informazioni su internet, ma anche a telefono. Il numero verde nazionale è 800 67891011, e ci sono uffici sparsi in tutte le regioni, pronti a dare informazioni ed assistere cittadini interessati, giovani ed imprenditori. Basta informarsi, avere un progetto, selezionare il programma adatto e partecipare. VERSO LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE Addio al Parlamento, i decani escono di scena di MARCO GALDI Ciriaco De Mita, 86 anni BRUXELLES - Alle 12.43 di giovedì scorso, l’ultimo voto della settima legislatura del Parlamento europeo. Un larghissima maggioranza a favore di una simbolica risoluzione che chiede di allentare il cappio regolamentare e burocratico a dodici stelle stretto al collo delle Pmi. Poi, alla fine della 76/a riunione plenaria di cinque anni in cui l’Europarlamento ha approvato 970 atti legislativi e 740 tra risoluzioni, raccomandazioni e pareri, è cominciato il tempo degli abbracci, degli arrivederci e degli addii tra gli ‘uscentì. Almeno il 60% di loro non tornerà, per scelta o per trombatura, negli uffici di Bruxelles e Strasburgo. Le elezioni del 22-25 maggio disegneranno un’Eurocamera profondamente diversa da quella che ha sperimentato i nuovi poteri che le sono stati consegnati dal Trattato di Lisbona. Ci saranno i ‘grillinì (18, secondo l’ ultima previsione di PollWatch) e gli euroscettici di tutte le sfumature, i nazionalisti, i populisti e gli estremisti di destra e sinistra. Tutti insieme, 222 eurodeputati su 751. Nel frattempo, anche chi è sicuro di tornare ha dovuto vuotare le stanze, fare gli scatoloni, raccogliere poster, quadri, souvenir, foto, gagliardetti e faldoni e consegnarli ai ’traslocatorì del Parlamento. Che li hanno piazzati in un enorme deposito in attesa dell’esito del voto, ma soprattutto del mese di giugno in cui si formeranno i nuovi gruppi, decisivi per la nuova distribuzione degli spazi. Chi ha già deciso di non ripresentarsi ha invece già comunicato l’indirizzo di casa, come Ciriaco De Mita (che a 86 anni ha smesso giovedì, dopo mezzo secolo, di essere un rappresentante del popolo). O Come Luigi Berlinguer, Vittorio Prodi e Rita Borsellino tra i Pd. O come Cristiana Muscardini, la decana degli europarlamentari italiani. Voce roca da fumatrice, piglio inconfondibile, ex missina, ex pidiellina, ex finiana, arrivata in Europa nel 1989, quando ancora c’era il Muro e lei aveva una quarantina d’anni, in Europa ha sempre preferito restare, anche quando era stata eletta in Italia, e non nasconde la «malinconia» che viene quando si accorge che l’ultimo voto è passato. Ripudiati Berlusconi e Fini, la Muscardini da Cannobbio - madre di epiche battaglie per il ‘made in’ e per «gli interessi degli italiani» - negli ultimi due anni della legislatura europea ha costruito un suo movimento di ‘Conservatori e Social Riformatorì, ha lasciato il Ppe per andare con i conservatori di Cameron nell’Ecr. In Italia ha cercato di agganciarsi alla lista liberale ‘Scelta Europeà, ma è mancato l’accordo con Guy Verhofstadt che la cura personalmente. «E’difficile anche pensare che non andrò più nell’albergo in cui sono andata per 25 anni», dice, «ma c’è anche leggerezza perché ora potrò fare quello che ho sempre rimandato». Obiettivo immediato fare campagna per Marinella Colombo, la mamma simbolo della guerra contro lo ‘Jugendamt’ (l’agenzia federale per l’infanzia tedesca) e per la quale ha trovato un posto in lista d’accordo con l’ex premier belga. Del prossimo Parlamen- to non faranno comunque parte tanti altri padri e madri nobili delle ultime trequattro-cinque legislature. Addio quindi a Daniel Cohn-Bendit, che andrà ad inventarsi una carriera da regista dopo quella di leader del Maggio francese nel ‘69 e di leader dei verdi all’Europarlamento negli ultimi venti anni. E addio anche a Joseph Daul, allevatore alsaziano assurto alla poltrona di presidente del Ppe grazie alle democristiane qualità di naturale mediatore tra Parigi e Berlino dimostrate in 15 anni tra Bruxelles e Strasburgo. E saluti pure a Hannes Swoboda, l’austriaco che ha fatto da capogruppo supplente di Martin Schulz tra gli S&D dopo che il socialdemocratico ha preso la presidenza del Parlamento per poi lanciarsi nella corsa alla successione di Josè Manuel Barroso nel Berlaymont. (ANSA). RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Economia Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it CRISI Per l’Istat lo scorso anno sono aumentati del 10% 15 ALITALIA Oggi cda cruciale Cresce soprattutto al Sud il numero di famiglie dove non si lavora su Etihad Quattro milioni di poveri ROMA - Sono 4.068.250 le persone che in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10 per cento sull'anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della relazione sul Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013 realizzato dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), in riferimento ai dati Istat sulle famiglie senza redditi da lavoro. Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando - sottolinea la Coldiretti - un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. In particolare precisa la Coldiretti - nel 2013 si contano 303.485 persone che hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa. Una situazione drammatica che - continua la Coldiretti - rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa. Secondo l’Istat infatti - continua la Coldiretti - ben il 16,6 per cento degli italiani non può neanche permettersi una pasto con un contenuto proteico adeguato almeno una volta ogni due giorni. L’effetto più eclatante della riduzione del potere di acquisto degli italiani è stato il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 30 anni sui livelli minimi del 1981. Una mensa per poveri Nel 2013 i consumi alimentari sono diminuiti del 3,1 per cento secondo l'Istat perchè con il calo del potere di acquisto le famiglie italiane hanno tagliato dal pesce fresco (-20 per cento) alla pasta (9 per cento), dal latte (-8 per cento) all’olio di oliva extravergine (6 per cento) dall’ortofrutta (- 3 per cento) alla carne (-2 per cen- Pasqua, confermata l’attesa flessione dei consumi ROMA - I consumi per Pasqua hanno registrato una caduta del 13,8% e anche per lo stesso “consumo turistico“ si conferma che solamente il 7,5% delle famiglie si è mossa nel periodo di Pasqua e Pasquetta pari a 1,8 milioni di famiglie (4 milioni e 600 italiani. E’quanto sostiene una nota di Adusbef e Federconsumatori firmata dai presidenti Elio Lannutti e Rosario Trefiletti. «Il campione delle famiglie del Onf già interrogato nei giorni precedenti si legge - ha confermato a consuntivo i dati già preventivati e pubblicizzati in merito ai consumi di Pasqua. Ancora dati molto negativi che confermano il FISCO In arrivo elenchi regionali “Assalto” al 5xmille aumentano gli ammessi ROMA - E’ ancora assalto al 5xmille. Dalle grandi organizzazioni, Emergency e Medici Senza Frontiere, alle onlus che lavorano nel sociale, fino alle improbabili associazioni a difesa di cani, gatti e mestieri estinti. Aumentano le richieste e aumentano anche gli ammessi al contributo: per il 2012 sono 52.998 le domande (51.055 l’anno precedente, +4%) e 49.075 i soggetti che hanno superato la selezione (47.821 nel 2011); gli esclusi, perchè senza requisiti, sono 3.923 (erano 3.234). La somma complessiva dei contributi, inclusi anche 780mila euro destinati ai Beni culturali, ammonta a 400mln, in crescita rispetto ai 395 mln dello scorso anno. E’ quanto emerge dalla tabelle di sintesi dell’Agenzia delle Entrate, appena elaborate. Particolare attenzione viene posta dall’Agenzia delle Entrate ai controlli sulle onlus del volontariato, oltre 37mila600 domande. L’obiettivo è quello di evitare truffe o l’appropriazione indebita dei contributi. Attivato un sistema to) mentre aumentano solo le uova (+2 per cento), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi undici mesi. Un altro dato significativo della crisi giunto dall’Istat riguarda poi le famiglie senza reddito da lavoro, dove chi cerca un impiego non lo trova: il numero di queste famiglie sale ancora e nel 2013 arriva a oltrepassare la soglia del milione. La crescita nell’ultimo anno è stata pari al 18,3%, con altre 175 mila finite nel gruppo che l’Istituto di statistica classifica “con tutte le forze in cerca di lavoro”. Le situazioni più critiche potrebbero coincidere con quelle delle coppie con figli, quasi mezzo milione, a cui si aggiungono più di duecento nuclei monogenitore, dove nella gran parte dei casi il solo capofamiglia è una donna, o meglio una mamma. Si tratta quindi di case dove i membri “attivi” sul mercato, in età lavorativa, non hanno un posto e devono trovare le risorse necessarie per andare avanti da altre fonti di reddito, diverse dalla busta paga. Un’altra ipotesi di sostegno potrebbe coincidere con l’indennità di disoccupazione; o ancora con rendite da capitale, come può accadere a coloro che hanno abitazioni o locali in affitto da cui ricavare cifre fisse. A soffrire di più, ancora una volta, è il Mezzogiorno, con 598 mila famiglie dove coloro che sono forza lavoro risultano tutti disoccupati. accurato di controlli, in particolare sulle autocertificazioni che attestano i requisiti, inoltre vengono effettuati anche controlli successivi, incrociando automaticamente le banche dati per la verifica dei soggetti che sono vigenti e quelli che sono cessati o che risultano enti pubblici (e quindi non possono essere ammessi). Per il volontariato, il controllo spetta al Ministero del Lavoro, con la norma di legge che prevede l’obbligo di rendicontazione entro un anno dalla ricezione degli importi, mentre le altre categorie rispondono a Miur, ministero della Salute, Coni e Presidenza del Consiglio. All’Agenzia spetta invece il controllo per l’iscrizione all’anagrafe delle Onlus e grazie a queste verifiche si è determinata a posteriori la cancellazione di soggetti e il recupero delle somme erogate. La principale garanzia di trasparenza è proprio la pubblicazione degli elenchi che diventeranno prestissimo anche regionali «in modo che i cittadini possano verificare e vigilare direttamente». forte condizionamento che la situazione economica del paese e delle famiglie soffrono.” «La riduzione dei consumi - prosegue la nota - ha registrato una caduta del 13,8% in generale con valori che oscillano da un meno 8 per le carni ovine , drammaticamente calano uova e colombe con un meno 21,5% rispetto ai dati del 2013. Anche per lo stesso “consumo turistico” si conferma che solamente il 7,5% delle famiglie si è mossa nel periodo di Pasqua e Pasquetta pari a 1,8 milioni di famiglie (4 milioni e 600 italiani ), dati clamorosi ma certamente prevedibili». ROMA - L’appuntamento è fissato per oggi alle 15, a Fiumicino. Il cda di Alitalia si riunisce per ricevere dall’amministratore delegato Gabriele Del Torchio aggiornamenti sulla trattativa con Etihad. In particolare, il board dovrebbe esaminare una ulteriore replica di Etihad dopo lo scambio di lettere sulle dure condizioni poste dalla compagnia emiratina. Ma il condizionale è d’obbligo, perchè nonostante gli intensi contatti di queste ore tra gli advisor delle due compagnie, il governo e le banche, restano ancora da sciogliere i nodi principali: la gestione degli esuberi, quasi 3.000 secondo le richieste di Etihad, la ristrutturazione del debito con gli istituti di credito, il dossier infrastrutture, con il sostanziale disimpegno da Malpensa. Fonti vicine al dossier fanno notare che le condizioni sono sostanzialmente “prendere o lasciare” e che il percorso prospettato da Etihad «appare sostanzialmente obbligato» per la compagnia italiana. Questo, si spiega, per due ragioni fondamentali: non c’è un piano B Air France, perchè la compagnia francese «non ha nè l’intenzione nè la possibilità» di mettere sul tavolo un’alternativa credibile; a questo punto, Alitalia «non può permettersi di portare avanti a lungo il piano stand alone che la sta sostenendo in questa fase». Tra i nodi ancora da sciogliere la gestione degli esuberi BANCHE Sempre più inesorabile la “rottamazione” degli sportelli Verso taglio di 1500 filiali Le consulenze restano il servizio più richiesto, anche on line di ANDREA D’ORTENZIO ROMA - Le banche accelerano sulla “rottamazione” degli sportelli. Nei prossimi anni le sole grandi banche prevedono, secondo quanto risulta dai loro piani industriali, una riduzione di circa 1500 filiali dopo che il sistema nel suo complesso, dall’inizio della crisi nel 2007, ne ha già perso 800. L’uso massiccio delle tecnologie, la crisi economica e la caduta del mercato immobiliare hanno indotto gli istituti di credito a ridurre la rete e modificare la filiale che sarà sempre meno dedicata alla “cassa” e più alla consulenza. Dal 2007 il sistema bancario italiano ha perso così circa 800 sportelli passando da circa 32.700 a 31.900 secondo i dati che si ricavano dalla Banca d’Italia che comprendono oltre 600 banche fra spa, popolari e banche Ma chiudere le filiali ha alti costi di riconversione di credito cooperativo. Il calo è l’Atm ma per accendere un mustato più forte soprattutto per le tuo o realizzare operazioni comSpa, situate per lo più nei centri plesse o percepite tali vogliono urbani e che hanno fatto massic- ancora parlare con qualcuno. cio ricorso alle tecnologie di ban- Anche le banche on line si sono ca on line mentre quelle popolari dovute attrezzare con qualche filiale “fisica”». o le Bcc, radicate nei picDa qui al 2017 Intesa coli centri o in quelli ruSanpaolo prevede di rali e con una clientela passare da 4100 a 3300 più avanti negli anni sportelli (erano 6100 stanno cercando di nel 2007), Unicredit di mantenere la rete maridurre 500 sportelli da gari riducendo gli spazi qui al 2018 sugli attuae il personale impiegali 4100 e Mps 200 degli to. attuali 2300. Va invece Analizzando i piani a marcia lenta il Banco industriali delle grandi Sportelli bancari Popolare il cui piano (Unicredit, Intesa, Mps) si ricava un cambio di rotta verso prevede solo 70 sportelli in meuno sportello con meno operazio- no. Ma uno scoglio per chiudere la ni di tipo tradizionale di “cassa” e più consulenza, che resta indi- filiale è rappresentato dagli alti spensabile per siglare un mutuo costi di riconversione: togliere i o stipulare un finanziamento per vetri blindati costa infatti diverse un’impresa. «I clienti per le ope- migliaia di euro così come rimuorazioni giornaliere come bonifi- vere il caveau, oppure dalla reci, estratto conto o pagamento scissione dei contratti di affitto. bollette - spiega un banchiere - Per questo a volte si vedono negonon sono più disposti a fare la fila zi ed esercizi commerciali che e operano da casa o dall’ufficio mantengono le vetrine e i serracon pc e smartphone o anche dal- menti del precedente utilizzo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Basilicata Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 L’Italia dei valori sull’importanza che riveste il settore del mobile imbottito Natuzzi mantenga gli impegni Si punta al rientro nell’area murgiana delle attività delocalizzate in Romania. MATERA - L’industria del mobile e dell’arredamento rappresenta, al pari della moda, il settore con cui viene identificato nel mondo il made in Italy. Questo comparto manifatturiero vede l’Italia prima in Europa e terza nel mondo, dopo Cina e Stati Uniti, con un fatturato di 17,7 miliardi di euro, prodotto da quasi 30.000 imprese che impiegano oltre 200.000 a addetti. Ed è proprio per questo che l’Italia dei Valori ha annunciato che vigilerà affinché il Gruppo Natuzzi mantenga gli impegni assunti al tavolo del Mise con i sindacati per il rientro quanto prima nell’area murgiana di alcune attività delocalizzate da tempo in Romania. Non a caso, l’export di questo settore è in costante crescita, trainata in questi ultimi anni dalla domanda dei mercati emergenti. Ma quello del mobile è un comparto che da diversi anni sta vivendo una profonda trasformazione per arginare prima la concorrenza di paesi emergenti come Cina e Polonia, e in seguito la crisi economica. Due fattori che ne hanno accelerato le dinamiche evolutive, in una logica che taluni analisti definiscono di “distruzione creativa”, in cui le imprese e i prodotti migliori sopravvivono, mentre le imprese meno efficienti e i prodotti meno competitivi sono espulsi dal mercato. Un processo di riposizionamento competitivo che ha influenzato in maniera significativa anche i dati relativi all’occupazione, alla produzione e all’export. Per questo «noi di Italia dei Valori - so legge in una nota del segretario nazionale Ignazio Messina - riteniamo che l’occupazione nel polo murgiano del salotto si difenda – al di là del decreto sulla cigs – con la difesa del “made in Italy». Solo qualche giorno fa a Strasburgo è stato compiuto un passo importante verso la tutela della qualità e del- Lavoratori impiegati nel settore del mobile imbottito l’eccellenza del comparto zati nel mercato comunitamanifatturiero italiano. Si rio, un potente strumento tratta dell’approvazione da in favore delle imprese, ma parte del Parlamento euro- anche dei consumatori, peo del pacchetto di misure che si avvantaggeranno di che introduce l’obbligo del un mercato più trasparen“Made in” sui prodotti ma- te. «Non si sottovaluti nifatturieri commercializ- èprosegue la nota - che le produzioni di qualità del polo murgiano del salotto sono tra quelle del made in Italy più esposte alla concorrenza illegale e sleale di altri Paesi extra Ue, mentre come testimoniano i numeri del Salone del Mobile di Milano, l’export dell’arredo italiano è cresciuto nel 2013 del 2,5 per cento». E’ stata dunque una battaglia serrata quella condotta per difendere l’obbligo di indicazione di origine e il suo inserimento nel Regolamento comunitario sulla sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori. Il risultato di oggi è frutto di un intenso lavoro che l’IdV, insieme alle altre delegazioni italiane, «abbiamo portato avanti con impegno, nonostante la forte opposizione di paesi come la Germania, e questo è per l’Italia motivo di ulteriore soddisfazione. Il nostro obiettivo è garantire alle imprese manifatturiere una più equa competitività e ai consumatori la tutela del diritto a riconoscere i prodotti che acquistano». Questo comparto manifatturiero vede l’Italia prima in Europa e terza nel mondo, dopo Cina e Stati Uniti, con un fatturato di 17,7 miliardi di euro, prodotto da quasi 30mila imprese che impiegano oltre duecentomila addetti. Non a caso, l’export di questo settore è in costante crescita, trainata in questi ultimi anni dalla domanda dei mercati emergenti. Ma quello del mobile è un comparto che da diversi anni sta vivendo una profonda trasformazione per arginare prima la concorrenza di paesi emergenti come Cina e Polonia, e in seguito la crisi economica. Due fattori che ne hanno accelerato le dinamiche evolutive, in una logica che taluni analisti definiscono di “distruzione creativa”, in cui le imprese e i prodotti migliori sopravvivono, mentre le imprese meno efficienti e i prodotti meno competitivi sono espulsi dal mercato. Un processo di riposizionamento competitivo che ha influenzato in maniera significativa anche i dati relativi all’occupazione, alla produzione e all’export. Per questo «riteniamo che l’occupazione nel polo murgiano del salotto si difenda – al di là del decreto sulla cigs – con la difesa del “made in Italy”». Nell’ “Atlante della salute” la Basilicata è la regione dove si mangia meno frutta E le donne guadagnano più giorni di vita POTENZA - La Basilicata è la regione italiana dove le donne hanno guadagnato più giorni di vita in cinque anni, ma con la quota minore di persone che mangiano cinque porzioni di frutta e verdura al dì. Questo il dato che emerge dalla “mappa regionale” dei record della salute. Il primato della longevità è conquistato dalle province autonome di Trento e Bolzano e dalle Marche, mentre si vive di meno in Campania dove i valori della speranza di vita sono tra i più bassi. Questo e altro è presente ne “L’Atlante della salute”in Italia, secondo i dati del Rapporto Osservasalute 2013, con la migliore e peggiore performance Regione per Regione. Il Piemonte ha il tasso maggiore di gravidanze con procreazione assistita, ovvero un tasso di successo del 25,8%, ma anche con la più alta percentuale di donne con consumi alcolici a rischio. La Valle d’Aostaha meno fumatori ma è la Regione dove risiedono più anziani soli. La Lombardia ha il personale sanitario più giovane ma è la regione dove si verificano più incidenti stradali A Bolzano vivono i bambini e ragazzi più magri anche se è il territorio dove si continua a registrare la quota maggiore di consumatori di alcolici. A Trento vivono le donne più longeve ma ancora non si usa il web per comunicare coi pazienti. La regione con la quota minore di ricoveri in regime ordinario è il Veneto dove, però, i cittadini spendono di più di tasca propria per i farmaci. In Friuli Venezia Giulia si registra il tasso minore di ospedalizzazione per malattie cerebrovascolari (ictus). La Li- guria è la regione più in linea ma i maschi hanno guadagnato meno giorni di vita per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio. L’Emilia Romagna ha la degenza media preoperatoria più breve mentre in Toscana ci sono meno donne anziane e in salute che vivono sole. L’Umbria ha il tasso minore di aborti spontanei mentre le Marche hanno il tasso maggiore di donatori di organo utilizzati. Nel Lazio si registra il maggiore numero di pazienti curati in day hospital . In Abruzzo vivono i giovani che consumano meno alcol. In Molise gli uomini hanno ridotto di più i consumi a rischio di alcolici. La Campania, invece, si conferma la regione dove si consumano meno antidepressivi, ma con la quota maggiore di bambini e ragazzi sovrap- La frutta poco gradita ai lucani peso e obesi. In Puglia è aumentato il numero delle persone che hanno smesso du fumare. La Calabria è la regione con la minore incidenza di Hiv, ma dove si eseguono meno trapianti. In Siciliasi consumano meno alcolici mentre inSardegnacon meno persone economicamente dipendenti, ma dove si verificano più incidenti domestici. Studenti alle prese con il concorso organizzato dalla Commissione “Lucani all’estero” Un video per raccontare le “Storie di emigrazione” POTENZA – “Storie di emigrazione lucana” è il titolo del concorso video rivolto ai singoli studenti, a gruppi di studenti e alle classi delle scuole secondarie di secondo grado della Basilicata, organizzato dalla Commissione regionale dei Lucani all’estero e dal Consiglio regionale della Basilicata, in collaborazione con le Consulte studentesche di Potenza e Matera e con il Comitato per Matera capitale della cultura 2019. Prendendo spunto dal brano “Gente della Lucania” tratto da “Il ritratto di Scipione e altri racconti” di Leonardo Sinisgalli, il concorso prevede l’ideazione e la produzione di un audiovisivo (minimo 3 e massimo 7 minuti) che racconti una storia di emigrazione lucana, privile- giando le testimonianze di persone che hanno vissuto direttamente l’esperienza migratoria o che ne sono venute a conoscenza da parenti e amici. La domanda di partecipazione, compilata sul modello elettronico scaricabile dal sito internet del consiglio regionale, dovrà pervenire (tramite raccomandata postale, spedizioniere o consegna a mano), insieme a due copie del prodotto video su supporto dvd, entro le 13 del prossimo 12 maggio all’indirizzo: Commissione regionale dei Lucani all’Estero – c/o Consiglio regionale della Basilicata – Via Verrastro, 6 – 85100 Potenza. Una Commissione giudicatrice composta da esperti del settore audiovisivo, da rappresentanti del Consiglio re- gionale, delle Consulte Studentesche, dell’Ufficio Scolastico regionale e da esperti di storia dell’emigrazione sceglierà a suo insindacabile giudizio i video vincitori valutando la creatività, la qualità tecnica e narrativa e l’efficacia espressiva del video. Per la categoria “singoli studenti”, il primo classificato riceverà in premio una videocamera digitale; per la categoria “gruppi di studenti” o “classe” il premio consiste nella partecipazione a un “workshop di cinema documentario” con esperti del settore. I nomi dei vincitori saranno resi pubblici durante la cerimonia di premiazione, che si terrà il prossimo 22 maggio, alle 10.30, al teatro Duni di Matera, nell’ambito dell’incontro promos- so dal Consiglio regionale e dalla Commissione regionale dei lucani all’estero in occasione dell’assemblea annuale della Crle, l’organismo che raggruppa circa 160 associazioni e federazioni di lucani presenti in quasi tutte le Regioni Italiane ed in molti Paesi del Mondo. Saranno presenti i sindaci lucani, gli studenti che partecipano al concorso video “Storie di emigrazione lucana” e i rappresentanti delle associazioni dei lucani all’estero. «“Sarà l’occasione per stare insieme – si legge nella lettera di invito inviata ai 131 sindaci lucani – per ascoltare buona musica popolare, riflettere sulle tradizioni dei lucani e su come i ragazzi, attraverso la comunicazione visiva, in- terpretano e rendono attuale l’identità di un popolo. #Portailucani(conMatera)nel2019 è l’hashtag coniato per l’occasione. Vorremmo che ancora una volta i sindaci lucani fossero immortalati insieme in una foto da offrire alle associazioni dei lucani nel mondo come segno dell’unità e della considerazione che nutriamo nei confronti delle comunità di lucani presenti in tutto il mondo». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] La Regione possiede 1093 immobili e l’Asi cerca una sede in fitto da privati Lo spreco ai tempi della crisi Un patrimonio mai stimato e sostanzialmente lasciato nel degrado totale L’ULTIMO censimento del demanio e del patrimonio immobiliare della Regione risale al 2008. La Quinta Commissione provò a raccogliere i dati e approvò una relazione finale che certificava 1.093 case interpoderali , oltre a terreni, strade interpoderali, reti idriche e 17 chiese. Grande parte degli immobili solo allocati in provincia di Matera (815) e derivano dagli interventi dell’Ente Sviluppo, Cassa del Mezzogiorno e riforma agraria. Molti sono occupati da utenti che da anni aspettano la vendita oppure l’acquisizione tramite misure di sanatoria e di trasferimento di proprietà. Nell’ambito dell’anagrafe risultano molti uffici e strutture inutilizzate da tempo, come l’area e manufatti dell’area ex Cip-zoo, della Vivalat, l’ex Collegio di Fiumicello, l’ex Dipartimento Attività produttive e agricoltura e altre decine di immobili e persino villaggi della Riforma Agraria. Si tratta di un patrimonio mai stimato e sostanzialmente lasciato deperire o preda di furti o atti vandalici. Mentre accadeva tutto questo avanzava la pratica, molto estesa, di fittare per uso pubblico immobili privati. Nonostante le direttive del Governo Nazionale e della stessa Giunta Regionale, le leggi approvate recentemente, si continua a non utilizzare il patrimonio pubblico (si potrebbe istituire un fondo patrimoniale da usare anche per il lavoro come è accaduto in altre regioni) ricorrendo invece al fitto privato. L’ultima vicenda riguarda l’Asi che, dopo aver incassato molti milioni con la vendita alla Regione di immobili finanziati dallo stesso Ente, ha venduto anche all’Acta di Potenza la sede La sede dell’ex Dipartimento attività produttive. A destra la sede ex Asi ora Acta Una veduta dall’alto dell’area un tempo occupata dalla ex Cip zoo . A destra il capannone dell’ex Vivalat storica di via della Siderurgica, ancora non utilizzata dall’azienda ambientale in fitto da privati, e ha effettuato un bando per cercare dai 500 ai 700 m2 per uffici e archivio in area di Tito. Attualmente Asi ha sede nel complesso di Tito venduto alla Regione che ancora dispone di locali vuoti non occupati da Basilicata Innovazione. Anche Basilicata sviluppo, che non paga gli stipendi, è in fitto a privati. Non sarebbe il caso di allocare Basilicata Sviluppo, Basilicata Innovazione assieme ad Asi di Comodato? Regione potrebbe risparmiare fino a un milione al- TRIBUNALE DI POTENZA AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE SENZA INCANTO FALLIMENTO R.F. 53/00 Con ordinanza del 14/03/2014 il Giudice Delegato dr. Luigi Barrella, ha disposto che il giorno 26 GIUGNO 2014 h. 11.30, si procederà alla vendita senza incanto, in Potenza, Palazzo di Giustizia, Via N. Sauro, piano IV, stanza n. 7, alla presenza del Curatore Fallimentare dott. Pietro Pisani e del Funzionario Giudiziario, degli immobili acquisiti alla massa attiva fallimentare, ex art 572 c.p.c. e all’eventuale gara fra gli offerenti ex art. 573 cod. proc. civ.: LOTTO UNICO “Piena proprietà della quota di 1/6 dell’immobile sito nel Comune di Potenza, Via Bradano s.n.c., piano terra T-1, costituito da abitazione al primo piano della superficie utile di mq. 116,64, avente accesso tramite piazzale esterno dalla Via Bradano, e da annesso deposito al piano terra della superficie utile di mq. 38,95, avente accesso esterno dalla Via Ofanto, individuato nel N.C.E.U. del detto Comune al foglio 48, particella n. 266 sub 9, cat. A/2, cl. 8, vani 8, R.C. 950,28, e particella n. 557 sub 1 annessa; nello stato di fatto e di diritto in cui gli stessi si trovano, con tutte le eventuali pertinenze, le servitù attive e passive eventualmente esistenti con espresso rinvio alla relazione tecnica di ufficio redatta dal CTU in data 24.01.2007, 20.11.2007 e 08.01.2008. La vendita viene effettuata a corpo e non a misura. Prezzo base per la vendita senza incanto: euro 9.000,00 Rilancio minimo in caso di gara fra gli offerenti: euro 400,00 Gli interessati, dovranno depositare offerta con bollo entro le ore 12 del 25/06/2014 e potranno prendere visione dell’Ordinanza di vendita e dell’Avviso completo (essendo questa pubblicità un semplice estratto) presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Potenza- Via N.Sauro –, o avere ulteriori informazioni, anche per una eventuale visita degli immobili, presso il Curatore dr. Pietro Pisani con studio in Potenza, via della Chimica n. 9 tel. 0971-56903 , fax 0971-476198 mail: [email protected] ; oppure sul sito sito Internet www.studiocommercialistipisani.com www.astegiudiziarie.it. Il Funzionario Giudiziario Anna Colicelli l’anno solo in questa circostanza. Certamente la questione più importante è definire un piano per la tutela e l’utilizzo produttivo di tutto il patrimonio regionale sia attraverso la costituzione a partire dalla ex Vivalat, dell’area ex Cip-Zoo, del Collegio di Fiumicello, dell’ex Dipartimento Attività produttive e tutto il resto presente in Provincia di Matera. Questi interventi, collegati ASSOAVVIM Potenza Associazione Avvocati Vendite Immobiliari La segnaletica di “Basilicata innovazione” al riutilizzo dei cento capannoni vuoti o non utilizzati (altrimenti ci pensa la criminalità organizzata come è accaduto nell’area di Melfi) possono farci uscire dallo spreco in tempo di crisi per realizzare posti di lavoro e per creare reddito. Pietro Simonetti Presidente del “Centro studi e ricerche economico-sociali” © RIPRODUZIONE RISERVATA ASSOAVVIM Potenza Associazione Avvocati Vendite Immobiliari Avv.ti: Raffaella Calciano, Anna Catale, Paola Lasorella, Francesco Missanelli, Carmela Pandolfo Via Isca del Pioppo n.29 85100 Potenza P.IVA: 01748640768 TEL. 0971/470584 e-mail: [email protected] Avv.ti: Raffaella Calciano, Anna Catale, Paola Lasorella, Francesco Missanelli, Carmela Pandolfo Via Isca del Pioppo n.29 85100 Potenza P.IVA: 01748640768 TEL. 0971/470584 e-mail: [email protected] TRIBUNALE DI POTENZA PROC.ESEC.IMM. N. 125/06 R.G.E. – G.E. DOTT.SSA CHIARA MALERBA AVVISO DI VENDITA SENZA INCANTO ED IN CASO DI ESITO NEGATIVO CONTESTUALE AVVISO DI VENDITA CON INCANTO (2° AVVISO DI VENDITA). LOTTO UNICO: diritto di piena proprietà, di un appartamento uso abitazione, sito in Bella (PZ) alla Via Manzoni n. 10, piano secondo, composto da sei vani ed accessori con annessi, con una superficie utile di circa mq. 92,30, oltre due balconi di circa 25 mq. complessivi, distinto attualmente nel N.C.E.U. di detto Comune come segue: Foglio 13, particella 649, subalterno 2, categoria catastale A/2, classe 4, con annesso locale garage posto al piano terra, di mq 36 circa, distinto attualmente nel N.C.E.U. di detto Comune come segue: Foglio 13, particella 649, subalterno 4, categoria catastale C/6, classe 4. PREZZO BASE: € 90.750,00 (novantamilasettecentocinquanta/00). Prezzo ribassato di 1/4 rispetto al prezzo base d’asta in precedenza indicato. La misura dell’aumento da apportare alle offerte (sia in sede di gara a seguito di più offerte ex art. 571 c.p.c., sia in sede di incanto) non potrà essere inferiore al 5% del prezzo base, arrotondato per eccesso al migliaio di euro più prossimo ossia ad € 5.000,00 STATO DETENTIVO: beni occupati dal debitore senza titolo opponibile. Regime fiscale: la vendita è soggetta ad imposta di registro corrente. Vendita senza incanto: 18 giugno 2014, ore 17.00, presso l’ASSOAVVIM Potenza, con sede in Potenza alla Via Isca del Pioppo n.29 (nei pressi dell’IPER FUTURA) tel. 0971/470584. Termine e luogo per la presentazione delle offerte senza incanto: entro le ore 17.00 del giorno precedente la vendita per l’esame delle offerte, presso i locali di cui sopra. Eventuale vendita con incanto: 10 settembre 2014, ore 17.00, presso l’ASSOAVVIM Potenza, con sede in Potenza alla Via Isca del Pioppo n.29 (nei pressi dell’IPER FUTURA) tel. 0971/470584. Offerte per l’incanto entro le ore 17.00 del giorno precedente a quello fissato per l’incanto. Professionista delegato e custode al quale rivolgersi per maggiori informazioni: Avv. Francesco Missanelli, tel: 0971/470584 e 0971/443116, indirizzo e- mail [email protected]. Il sito dove sono pubblicate l’avviso di vendita, l’ordinanza di vendita con il successivo provvedimento di autorizzazione, e la relazione di stima sono riportati sul sito internet www. astegiudiziarie.it Potenza, 03 aprile 2014 Il professionista delegato Avv. Francesco Missanelli PROC.ESEC.IMM. N. 28/98 R.G.E. – G.E. DOTT.SSA CHIARA MALERBA AVVISO DI VENDITA SENZA INCANTO ED IN CASO DI ESITO NEGATIVO CONTESTUALE AVVISO DI VENDITA CON INCANTO (2° AVVISO DI VENDITA). LOTTO UNICO: diritto di piena proprietà di un appartamento, uso abitazione, sito in Genzano di Lucania (PZ) alla via Pasteur n. 106 (ex S.P. 22 Genzano-Banzi), piano primo, int. 2, composto da soggiorno/pranzo, cucina, tre camere da letto, bagno e disimpegno, con una superficie utile di circa mq. 90, distinto attualmente nel N.C.E.U. di detto Comune come segue: Foglio 44, particella 902, subalterno 5, attuale categoria catastale A/2, classe 3, meglio descritto nella perizia di stima a firma del Geom. Salvatore Pisani in atti. PREZZO BASE: € 71.478,75 (settantunomilaquattrocentosettantotto/75). Prezzo ribassato di 1/4 rispetto al prezzo base d’asta in precedenza indicato. La misura dell’aumento da apportare alle offerte (sia in sede di gara a seguito di più offerte ex art. 571 c.p.c., sia in sede di incanto) non potrà essere inferiore al 5% del prezzo base, arrotondato per eccesso al migliaio di euro piu’ prossimo ossia ad € 4.000,00. STATO DETENTIVO: libero Regime Fiscale. La vendita è soggetta ad imposta di registro corrente. Vendita senza incanto: 18 giugno 2014, ore 18.00, presso l’ASSOAVVIM Potenza, con sede in Potenza alla Via Isca del Pioppo n.29 (nei pressi dell’IPER FUTURA) tel. 0971/470584. Termine e luogo per la presentazione delle offerte senza incanto: entro le ore 18.00 del giorno precedente la vendita per l’esame delle offerte, presso i locali di cui sopra. Eventuale vendita con incanto: 10 settembre 2014, ore 18.00, presso l’ASSOAVVIM Potenza, con sede in Potenza alla Via Isca del Pioppo n.29 (nei pressi dell’IPER FUTURA) tel. 0971/470584. Offerte per l’incanto entro le ore 18.00 del giorno precedente a quello fissato per l’incanto. Professionista delegato e custode al quale rivolgersi per maggiori informazioni: Avv. Francesco Missanelli, tel: 0971/470584 e 0971/443116, indirizzo e- mail [email protected]. Il sito dove sono pubblicate l’avviso di vendita, l’ordinanza di vendita con il successivo provvedimento di autorizzazione, e la relazione di stima sono riportati sul sito internet www. astegiudiziarie.it Potenza, 03 aprile 2014 Il professionista delegato Avv. Francesco Missanelli TRIBUNALE DI POTENZA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 24 Potenza Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PER QUESTA MIA “Lettera al Quotidiano”, per tutta una serie di ragioni logicamente comprensibili, ho deciso di rivolgermi direttamente a chi, dalla posizione di responsabile, ne governa il diario giornaliero della confezione delle notizie, del loro assemblaggio e dell’ uscita su piazza. Per cui, scusandomi per la lunghezza…… Fra oscurità subìte e di FLORA BAVUSI Gentile Direttore Serino, non siamo ancora all’ acme, ma sicuramente conosce già punte di scientificità il grande gioco al massacro del capoluogo di regione, la cui centralità viene ormai sfacciatamente contesa dai paladini di fin troppo propagandate superiorità. Siamo ad un’ offensiva della virulenza mai raggiunta dalle sue lontane origini fino ad oggi. In maniera diretta o con il ricorso a paragoni del tutto gratuiti, che non tengono conto di diversità sancite dalla storia e perciò mai fallaci, giunge quotidiana linfa alla “Missione affossiamo Potenza”. E questo senza contare l’ ostilità più che palese di nuovi governanti e associati di via Verrastro. A colpire più nel segno è la già operante la sottrazione al maggior centro regionale di alcuni validi presìdi: gli ultimi in ordine di tempo sono quelli dell’ Azienda di Promozione Turistica e dell’ Ufficio locale INAIL. La spoliazione minaccia di proseguire, incoraggiata da una sadica dissennata tendenza a far male per il gusto di farlo, così come avvenuto per il passato con l’adozione di altri assurdi provvedimenti. Si pensi a quelli che hanno portato al decentramento di facoltà universitarie, di fatto rivelatesi un contentino da fiore all’occhiello fittizio concesso ai professionisti del vittimismo e furbescamente finalizzato a far valere presunte ragioni di giustizia, con la conseguenza nel caso specifico di ridurre ormai l’ Ateneo lucano a poco più di una scuola superiore del tipo liceo. Di fronte a questo stato di cose, ai potentini non resta che sperare in tempi migliori; di affidarsi all’ invito all’ ottimismo che sembra venire dalle benemerite attività dei tanti organismi associativi sorti per difendere l’ immagine della città da ricorrenti mortificazioni, tenerne in vita tradizioni e promuovere iniziative finalizzate a rilanciarne il ruolo; di far tesoro di manifestazioni che infondono allegra serenità per combattere il malanimo dei denigratori “in servizio permanente effettivo”. E a questo proposito, caro Direttore, sono convinta che non sia sfuggita alla sua attenzione “Happy Potenza”, il video propostoci recentemente su youtube e che, a partire dal titolo e seguendo il dettato musicale del coinvolgente brano di Pharrel Williams; crea una irresistibile voglia di partecipazione ad una sorta di rito collettivo capace di contagiare un’ intera comunità, al pari di quanto avvenuto per altre città , come Napoli, Bologna, Firenze. Accogliendo l’ invito del suo stesso autore a interpretare l’ opera, un gruppo di giovani potentini sicuramente legati all’ attuale loro ambito di vita si è dunque impegnato ad esprimere – ricorrendo al volano della “street dance” - una sorta di gioia di essere parte di quella nostra città malevolmente dipinta come “brutta e impossibile” per condurvi l’ esistenza; immersa, secondo quanto sostenuto in un suo editoriale dello scorso fine mese di marzo, nel metaforico buio dei suoi guai, dei tanti problemi che, se sono storici da una parte, dall’altra vanno ricondotti a una disastrosa situazione finanziaria in buona parte ereditata ma ascrivibile in larga misura alla so- Apt e Inail presidi sottratti per finire di affossare il capoluogo Da quello spensierato video “Happy” segnale di cambiamento Qualche spunto per la Potenza che verrà stanziale inettitudine dell’ Amministrazione Comunale che ci lasciamo alle spalle senza rimpianti. Tutto ciò malgrado, come già dicevo per altri versi, c’è da cogliere il messaggio a non disperare e a confidare in un cambiamento ancora possibile che viene da quello spensierato “Happy Potenza”; dal suo simpatico modo di cogliere tanta positività nelle pieghe della migliore architettura cittadina d’ un tempo, ma anche in testimonianze minori se non proprio minime, di posti identitari che sono approdo di aggregazione comunitaria; nei tanti riscoperti angoli di una realtà urbana ancora dignitosa pur nel minimalismo di cui è espressione. A rafforzare per altri aspetti la mia fiducia in un “Rinascimento Potentino” sono certe atmosfere che predispongono a non vedere tutto nero e tengono al momento lontano le minacciose nubi che, in senso traslato, minacciano di coprire quanto di cui vantarci a giusta stagione oggi ci resta. Con talune splendide giornale di sole, penso allora a quanto meravigliosamente il cielo è azzurro sopra Potenza ogni volta che la clemenza del tempo ci sorride e induce ad un pensare positivo anche chi, come me, è sicuramente di Potenza per nascita, vita vissuta e che onestamente non nasconde i copiosi mali della città Dopo queste riflessioni, trovo che sia conseguenziale tornare a riferirmi nuovamente, caro Direttore, al Suo editoriale su “buio” in cui saremmo inesorabilmente immersi. Provo a considerare quanto da lei sostenuto un “attestato di affetto malgrado tutto“ nei confronti di un luogo dove lei risiede solo da qualche anno e che, presumibilmente, non conosce ancora a fondo; di fronte al quale non si pone, per essere una giornalista ben attenta alle regole dell’ obiettività, con l’ infastidito insopportabile atteggiamento di coloro che qui da noi vivono, vegetano, si ingrassano e poi, con la “puzza sotto il naso”, si professano martiri di costrizioni da contrapporre magari alle gratificazioni offerte da altra già menzionata “Capitale di Luce”; da quella “Ville lumìere dei poveri”, ricca di attrattive propagandate ossessivamente e, per di più, con il ricorso a gratuiti paragoni con la nostra “povera realtà”. Quali sono le finalità di questo agire? Forse quelle di magnificare, solo ed esclusivamente, l’ unico luogo dove “La Grande Bellezza”pare sia approdata in una regione sempre più disgregata e spopolata, divisa da stupide guerre di campanile, nemiche delle più antiche ed autentiche appartenenze comunitarie, prigioniera di pregiudizi localistici duri a morire; un’ entità geografico-amministrativa che masochisticamente si vorrebbe sacrificare sull’ altare più o meno confessato di non si sa quale macroregione o di altre vagheggiate aggregazioni come quelle di chi dichiaratamente sarebbe felice di tornare all’originaria schiavitù pugliese, alla mai dimenticata “Terra d’ Otranto”? A parte questi interrogativi senza attendibili risposte, tornando al tema specifico di questo mio intervento, dico e sottolineo che nessuno si sogna di togliere alcunché a quelle che sono le reali attrattive ambientali e le dotazioni culturali di posti certamente ben dotati. Del pari, però, da potentina attenta, trovo assolutamente strumentale, finalizzata ad una chiara politica di espropri mirati e progressivi, il contrapporre queste risorse alle non poche negatività offuscanti la vista di coloro che, dal di fuori e dal di dentro, guardano alla “Città verticale” , “delle Cento Scale” e “delle Scale Mobili”, di quel che non c’è RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it incoraggianti chiarori 25 servizi di interesse cittadino, in primo luogo la nettezza urbana; per il completamento delle opere pubbliche in eterna costruzione; per una efficiente serie di interventi diretti a rendere al meglio fruibile il tanto verde di cui la città è già dotata e di quello da recuperare alle cure municipali: dai mortificati parchi di Montereale e di Sant’Antonio La Macchia a quello di recente istituzione a Macchia Romana, dalla mai completamente utilizzata Villa del Prefetto alla storica di Santa Maria, dagli altri parchi di Poggio Tre Galli e “Baden Powell” al rione Risorgimento, oltre al fluviale del Basento mai effettivamente decollato e, a finire, ad altri spazi da acquisire al patrimonio municipale quali l’ area dell’ ex “Cip Zoo”, che un intelligente progetto vorrebbe bonificata e destinata all’ alterazione e alla creazione di strutture per il tempo libero, e il “giardino del Seminario”a valle della passeggiata di Viale Dante che ,per diventare comunale, dovrebbe essere oggetto di una donazione della Curia Vescovile, magari su indicazione di Papa Francesco, ben sensibile alle istanze del sociale. A questo corposo elenco di cose da fare , di altri progetti da condurre in porto, di orientamenti da seguire, va aggiunta , non ultima certo per importanza, una seria producente politica culturale che faccia dimenticare l’ episodicità delle scelte finora sguite in materia; che ponga fine, una volta per tutte, a quel privilegiare “grandi mostre” d’arte costose quanto di “non pervenuti ritorni” e che sia, al contrario, capace di valorizzare le forze locali; come non avvenuto per “Artinomie”, già presentata quale vetrina permanente degli artisti potentini e affiancata,nelle intenzioni, da un museo virtuale telematico promesso e mai realizzato, al pari del catalogo che avrebbe dovuto documentare l’iniziativa impudentemente inserita nel bilancio comunale delle realizzazioni date per certe, quando la sua “durata per sempre” è rimasta subito lettera morta, a mortificazione sommamente ingiusta di tanti autori le cui opere date in comodato d’uso non si sa al momento dove vengono tenute dopo la brevissima apparizione negli spazi di una “Galleria Civica” che talvolta viene messa a disposizione di qualche rassegna solo se è fra quelle che incontrano i favori in apparenza non discutibili di chi, direttamente o per interposta persona, ne regola la singhiozzante vita. Alla prossima Amministrazione il compito arduo di affrontare le innumerevoli questioni che rendono difficile vivere a Potenza e dalla cui soluzione dipenderà un avvenire cittadino non più precario. Toccherà al “Sindaco che verrà” guidare questa “rivoluzione” diretta ad assicurare alla nostra città tutti gli interventi che occorrono per rilanciarne il ruolo che le spetta nella vita regionale, partendo dall’ appagamento primario delle esigenze comunitarie locali. Come ha avuto modo di affermare in questi giorni quel maestro di saggezza e grande guida spirituale che è Papa Francesco, è necessario che ogni “primo cittadino” sia sempre in mezzo alla gente; che svolga la funzione di mediatore dei bisogni dei cittadini in modo che le loro attese non vadano deluse. E allora, traendo in primo luogo da questo insegnamento la più alta parola di speranza in un domani non più nell’ oscurità, come sembra invitarci a confidare la gran luce che ci inonda nelle limpide giornate di sole che ci regalano quell’impagabile “Cielo azzurro sopra Potenza”, proviamo a ritrovare la strada in un futuro senza il buio che si è portati a dipingere e perchè la luce stia oltre la siepe delle negatività sempre in agguato. La città verticale offusca le cento cuntane e il centro più o che rischia di scomparire: la città “delle Cento Cuntane”; di quella Via Pretoria un tempo nostro simbolico riferimento di vita ed oggi strada privata dello “struscio” che l’ animava, che oggi langue nella desertificazione del centro storico svuotato delle sue tante funzioni di cuore della città dal dissennato trasferimento di attività pubbliche e private, oltre che dal pernicioso decadimento dell’originaria funzione di fulcro delle attività mercantili e dove, per ora, “eroicamente” si sforzano di tenere in vita i loro negozi i commercianti che vi sopravvivono talvolta fatti oggetto di gratuite campagne diffamatorie che hanno il solo scopo di convogliare il polo delle vendite verso una già caotica affollata periferia. A questo insieme di problemi irrisolti, ai quali si aggiungono gli altri che lascia loro in eredità un governo cittadino scadente più che scaduto, dovrà porre mano la nuova Amministrazione che ci accingiamo ad eleggere. Che Dio ce la mandi buona, caro Direttore, vista l’aria poco affidabile che tira in questi giorni con la pletora di candidature alla carica di primo cittadino, l’ orgia di grandi costosi manifesti che sono un’offesa alla pa- lese indigenza di tanta gente, certi preoccupanti intenti programmatici di chi punta al più alto scranno dell’ antica Piazza del Sedile e preannuncia il potenziamento dei trasporti pubblici “per via aerea” con collegamenti centro-periferia attraverso funivie o cabinovie che accrescerebbero il grande scempio già fatto dell’ambiente e del tessuto storico della città. Ma evitiamo, comunque, di fasciarci la testa prima del tempo, prima che si rompa. Pensiamo, allora, alla venuta del “buon governo” tanto atteso dai potentini. Sforziamoci di credere che dalle urne possa uscire una municipalità in tutto e per tutto all’ altezza dei gravosi compiti che l’ attendono , guidata da un sindaco, che sia proposto dai partiti o paracadutato da inflazionate quanto poco credibili primarie, in grado comunque di far fronte alla richiesta delle molteplici cose da fare. E qui tento di elencarne le più rispondenti, a mio modo di vedere, al disegno di un capoluogo di regione “diverso”, all’ altezza in tutto e per tutto del ruolo prioritario assegnatogli statutariamente, da esercitare con quel sostegno finora mancatogli da parte del massimo ente territoriale che appare più propenso all’ ascolto di istanze particolari, piuttosto che a dare udienza ai molteplici reali bisogni. Potenza, allora, va dotata di strumenti urbanistici affidabili e, conseguentemente, liberata da quelle inquietanti mani sulla città allungate da fin troppo tempo dalla finora invincibile lobby degli “amici del cemento” che ne hanno deturpato il volto con un’ edilizia pubblica e privata che fa leva tuttora sul moltiplicarsi di palazzoni e altre mostruose strutture, figlie di speculazioni sempre più dilaganti in assenza di adeguate responsabili attenzioni politiche. Altri impegni da prendere sono quelli più generali perché il maggiore centro regionale, fra i pochi autenticamente lucani, sia liberato dal degrado in cui l’ hanno fatto piombare le ultime compagini governative cittadine, pur con tutte le attenuanti legate alla disastrosa situazione delle finanze municipali. Mirate al raggiungimento degli obiettivi di rinascita, dovranno essere programmi per per il rifacimento della viabilità cittadina diventata da terzo mondo; per un reale funzionamento dei trasporti pubblici su gomma ora estremamente deficitari; per il regolare funzionamento di tutti gli altri Alla nuova municipalità propongo una lunga lista di interventi RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 26 Potenza e provincia Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it SANT’ANGELO LE FRATTE Lo stendardo è stato realizzato a mano da Rosalia Loisi Il Comune ha un nuovo Gonfalone Tre anni di lavoro per realizzare il manufatto simbolo della comunità SANT’ANGELO LE FRATTE – E’ ufficiale, il vecchio gonfalone va a riposo. Per le prossime cerimonie, sia civili che religiose, verrà usato il nuovo gonfalone, una copia conforme all’originale, ma realizzato a mano. Il giorno di Pasqua, in occasione della santa messa, è stato benedetto dal vicario della parrocchia don Wagno. Il sindaco, Michele Laurino, particolarmente felice, ringrazia, riconoscente, l’artista e i cittadini. Il vecchio gonfalone era ormai ridotto in condizioni pessime, scambiati i colori e le immagini, i ricami floreali rovinati, la stoffa, in più punti, sgualcita. Ora è stato rifatto ex novo imitando il vecchio e ciò è particolarmente degno di nota. E’stato La cerimonia di benedizione del nuovo Gonfalone del Comune rifatto con particolare perizia da una concittadina Loisi Rosalia che si è offerta volontaria alla realizzazione dell’opera. Ci sono voluti tre anni di certosino lavoro. Per questa ragione, l’amministrazione, anche a nome del- l’intera cittadinanza, ha pensato di riconoscere il merito e manifestarle riconoscenza, regalandole una targa ricordo. Il vecchio gonfalone sarà conservato nel municipio in una bacheca di vetro, protetto, ma visi- bile al pubblico. Eccone brevemente i caratteri: su stoffa azzurra campeggia la figura di San Michele Arcangelo, mentre ricaccia il drago nelle fiamme dell’inferno, circondato dalle linee perimetrali di uno scudo e sormontato da una corona comitale. Il tutto è circondato da motivi floreali realizzati con trapunti in filamenti d’oro. Per l’immaginario collettivo il gonfalone non è solamente un simbolo ma, proprio perché ritrae la figura di S. Michele, rappresenta l’identità storica e culturale della comunità. Gremita la chiesa per l’occasione, ripetuti gli applausi di riconoscenza; particolarmente commossa la Rosalia. Antonio Monaco © RIPRODUZIONE RISERVATA VENOSA L’associazione “Orme” promuove un contest fotografico Uno scatto per un sogno Obiettivo è quello di raccontare il futuro o esprimere un desiderio VENOSA - Raccontare il futuro, esprimere un desiderio . Questo lo spirito che anima l’iniziativa “Uno scatto per un sogno”, promossa dall’associazione di promozione sociale Orme di Venosa e dall’Agenzia Tancredi di Potenza. E’ un invito a raccontare la propria visione del domani, dando forma a quei sogni e a quei progetti custoditi in attesa che si trasformino in realtà. «Il termine “scatto” - spiegano i promotori della iniziativa - sta ad indicare, appunto, lo “scatto d’orgoglio” di chi, a dispetto delle mille difficoltà quotidiane, decide di essere propositivo, di agire fattivamente, provando a rendere possibili e concreti i sogni propri e degli altri». La partecipazione al contest è aperta a tutti ed è totalmente gratuita. Per partecipare è necessario inviare all’indirizzo email [email protected], entro e non oltre il prossimo 10 maggio, una fotografia in formato jpeg di buona qualità, a colori o in bianco e nero, che sia riferita al tema del contest. La fotografia dovrà essere corredata da titolo e da una breve descrizione, indicando nome e cognome dell’autore. Tutte le fotografie pervenute saranno caricate dall’11 maggio all’8 giugno prossimo in un apposito album sulla pagina Facebook dell’A- genzia Tancredi, per essere sottoposte al giudizio dei visitatori. All’autore dell’immagine che avrà ottenuto il maggior numero di consensi tramite la funzione “mi piace”, verrà corrisposto un buono di 100 euro da spendere alla Ubik di Potenza. Le prime 15 fotografie che otterranno il maggior numero di consensi, inclusa l’immagine vincitrice, verranno selezionate per una o più esposizioni da tenersi in location di prestigio durante i mesi estivi. Ai 20 autori selezionati, inoltre, verrà assegnato un attestato di riconoscimento. giu.orl. FILIANO La manifestazione ha tagliato i 30 anni TRIVIGNO Gli studenti della scuola media Alla scoperta del Pollino e della Magna Grecia L’Iconostatsi greco-bizantina nella chiesa madre TRIVIGNO - Gli studenti La prima tappa del della scuola secondaria viaggio è stato il Museo di primo grado di Trivi- naturalistico di Morano gno - scuola che fa parte calabro dove i ragazzi del Comprensivo di Alba- hanno potuto osservare no di Lucania - hanno vi- la riproduzione del monsitato il Parco del Pollino do animale e vegeltale del e alcune zone della Ma- comprensorio del Polligna Grecia. Il progetto è no, la videoteca, la bibliostato coordinato dal pro- teca e un bellissimo giarfessore Piero Florindo dino attrezzato per le attiGallicchio, coadiuvato vità all’aperto. Successidai docenti Giovanni Ci- vamente la comitiva è coira e Annunziata Pilo- partita per Civita, comugallo. La scolaresca - in nità italo-albanese, dove tutto 18 gli alunni - ha ha visitato il Museo etniavuto come guide il presi- co, la Chiesa madre con dente del “Centro studi Il l’Iconostatsi greco-binibbio”, Nicola Boise, Ste- zantina e i comignoli. È fania Emanuele del Mu- stata inoltre effettuata seo etnico albanese e An- un’escursione, con servina Alianelli del Museo ar- zio navetta, alla Gole del cheologico della Magna Racanello e al Ponte del Grecia. Hanno partecipa- Diavolo. Nel pomeriggio to alla gita anche Anna la delegazione si è spostaLauria, il musicista Save- ta a Metaponto dove ha virio Schettini e Antonio sitato le Tavole Palatine, Ballariti, ospite quest’an- il Parco archeologico e il no della terza edizione del Museo. progetto “Incontro con Nel pomeriggio il ritorl’autore”. no a Trivigno. © RIPRODUZIONE RISERVATA OPPIDO Undicesima edizione della rappresentazione Successo per la “Via crucis” Quelle ultime ore di Gesù FILIANO - Grande successo di pubblico per la trentesima edizione de la “Via crucis vivente” di Filiano. Gesù – interpretato magnificamente da Vito Verrastro – stanco, sfinito, tutto coperto di piaghe, non può sotto il peso della croce più reggersi in piedi, e crolla a terra. Una donna del numeroso pubblico presente all’evento, profondamente colpita dalla veridicità dell’intensa rappresentazione, con lo slancio del cuore si stacca dal pubblico e tenta di soccorrere Gesù. «In questo episodio realmente accaduto durante la rappresentazione della Via Crucis vivente di Filiano sta il significato ‘intimo’ della nostra Passione del Cristo» ha dichiara lo storico regista della manifestazione, Vito Sabia. «La Via Crucis – ha aggiunto – rappresenta un esercizio di pietà che vive in due direzioni, la prima che muove dal credente e manifesta i suoi sentimenti, l’altra che va verso il credente con chiari intenti pedagogici e di orientamento esistenziale». La Via Crucis vivente di Filiano è una delle poche Sacre Rappresentazioni lucane che si sviluppa in due giorni: il giovedì santo sera si sono svolti i momenti di rievocazione dell’ultima cena, in una piazzetta Pertini trasformata in una piccola Gerusalemme, l’agonia e cattura di Gesù nell’orto degli ulivi, nel suggestivo scenario di Villa Mancini, per terminare in piazza del Santissimo Rosario con Gesù tradito da Giuda (Leonardo Guglielmi), Gesù giu- Maria accarezza il volto di Gesù dicato nel Sinedrio da Caifa (Nicola Martinelli) e dai Sommi Sacerdoti (Paolo Colangelo, Marco Colucci e Salvatore Martinelli) e Gesù rinnegato da Pietro (Giovanni Romaniello). Nel tardo pomeriggio del venerdì santo, le fasi salienti sono state il Processo davanti a Pilato (Andrea Santarsiero) seguito dalla condanna del Cristo che, vacillante sotto il peso della pesante croce, percorre le vie del paese. Lungo il percorso si sono susseguiti l’incontro con Simone di Cirène (Vito Santarsiero), la Veronica (Francesca Pace), le Pie Donne, la Samaritana (Fabiana Bochicchio) e quello ancor più commovente con la Madonna (Silvana Pace), oltre alle tre cadute di un Cristo che, sempre più affaticato, procede verso il Calvario. OPPIDO – Splendide coreografie, ottima organizzazione, tanto pubblico e, soprattutto, tanti applausi al “Gruppo recupero tradizioni locali per aver portato in scena, per l'undicesima volta nella storia di Oppido Lucano, la sacra rappresentazione della passione di Cristo nel giorno di venerdì santo. Una Sacra rappresentazione molto fedele ai vangeli dando maggiore rilievo all'aspetto drammatico della vicenda il tutto accompagnato da brani musicali. Le condizioni atmosferiche della mattinata stavano per convincere gli organizzatori a posticipare l'evento ma, la voglia di portare in scena la rappresentazione, e la volontà di non deludere i tanti spettatori ha vinto. Alle 18 il via con l'ingresso a Gerusalemme (via Bari) e il successivo 'incontro con il cieco' nella vicina Piazza G. Marconi, teatro della quasi totalità delle scene. Subito 'l'ultima cena' con Gesù pronto a lavare i piedi agli apostoli. Il tutto condito da battute veloci e precise, musica di sottofondo a tema e, quel che contava per gli organizzatori, tanta gente ad osservare. La Sacra Rappresentazione è proseguita con 'la congiura del Sinedrio', la 'tentazione e disperazione di Giuda', 'Pianto di Pietro', e i vari processi a Caifa, Pilato ed Erode. La “preggessione”è continuata con la preghiera e la cattura di Gesù nell'orto degli ulivi; l'ingresso di Pilato con i Pretoriano ha colpito molto, come l'incontro con la Madonna e la successiva via Crucis. La prima caduta e incontro con la Veronica e la seconda caduta e incontro con il Cireneo, hanno prece- Gesù mentre inizia il suo percorso verso il Golgota duto la crocifissione avvenuta in piazza Marconi. Nonostante forte folate di vento, e una temperatura atmosferica più invernale che primaverile, gli attori hanno portato a termine la Sacra Rappresentazione tra gli applausi e i consensi della gente, occorsa numerosa all'evento che ormai, dal lontano 1979, il Gtrl sta portando in scena con continuità e apprezzamento. In effetti il Grtladerisce al progetto “prospettiva Unescu” di promozione e valorizzazione della “Passioni di Cristo in Italia e in Europa”. Un riconoscimento che premia l'impegno di un gruppo di giovani, e meno giovani, che ci mettono sempre tanto impegno e passione per questo progetto. Rocco De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] LAURIA La guardia di finanza ha sanzionato l’uomo con una multa di circa 5.000 euro Denunciato panificatore abusivo Vendeva il pane all’interno della propria abitazione senza nessuna autorizzazione LAURIA – Operazione delle fiamme gialle contro i panificatori abusivi di Lauria e dintorni. Nei giorni scorsi un venditore e diversi acquirenti di pane sorpresi nel centro urbano di Lauria da una pattuglia delle fiamme gialle in borghese che vigilava in questi giorni di festa sulla sicurezza dei cittadini. La guardia di finanza di Lauria ha così colto in flagranza, nel pieno centro cittadino di Lauria, alcuni venditori ed acquirenti di pane che veniva panificato in maniera del tutto abusiva in forni non dichiarati e privi di ogni autorizzazione sanitaria portando i militari ad estendere l’attività di controllo anche nelle zone limitrofe al centro urbano. I finanzieri, su disposizione dell’autorità giudiziaria, hanno controllato presso l’abitazione privata del panificatore abusivo, contestandogli violazioni alla normativa speciale riferite al decreto legislativo nr. 193/2007, riguardante la mancata registrazione dell’attività e l’assenza delle procedure di autocontrollo punite con sanzioni rispettivamente di 3 mila e 2 mila euro. La continua azione di controllo sul territorio alla lotta all’abusivismo dei mesi scorsi, ha portato alla luce numerose attività abusive su svariati settori, ma nonostante tutto sembra che sul territorio, l’abusivismo non smetta di esistere. La locale compagnia della guardia di finanza di Lauria al fine di non rendere vano il lavoro svolto nei giorni scorsi, a tutela della legalità e di tutte le attività commerciali in regola, continuerà incessantemente su questa strada intensificando l’attività La sede della compagnia delle Fiamme Gialle di Lauria di prevenzione e controllo. Emilia Manco RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 28 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] CHIAROMONTE La trentenne ha ufficializzato la candidatura Inaugurazione del club radicamento La figlia di Luigi Viola contenderà di IlForza Italia parte la poltrona di sindaco a Vozzi da San Costantino CHIAROMONTE - In due per contendersi la poltrona di sindaco. Si prospetta una lotta appassionante quella che si prospetta a Chiaromonte in vista delle prossime elezioni comunali. Da una parte il sindaco uscente Antonio Vozzi, dall’altra una trentenne figlia “d’arte” Valentina Viola. La giovane infatti è figlia dello consigliere provinciale scomparso Luigi Viola. Si presenterà con una lista denominata “Chiaromonte rinasce”. «Il nostro principale obiettivo, - ha detto in un’intervista rilasciata a basilicata- Da sinistra Valentina Viola (Foto dal facebook), il municipio e Vozzi notizie.net - sarà quello di un forum delle associazio- romonte. In paese si vocirinsaldare il distacco so- ni in grado di garantirne il fera anche di una terza liciale rendendo i cittadini coordinamento». La gio- sta. Ma non c’è nulla di ufpartecipi della cosa pubbli- vane avrà vita dura. vozzi ficiale. Non resta dunque ca ascoltando direttamen- infatti, raggiunto telefo- che attendere sabato, te le loro istanze per cono- nicamente promette batta- quando alla consegna delscere i bisogni quotidiani, glia. Anche lui si presente- le liste, si saprà quanti core poi stimolare i giovani fa- rà con una lista civica reranno per la carica di vorendo l’associazionismo espressione dell’attuale sindaco. attraverso l’istituzione di amministrazione di Chia- SAN COSTANTINO - C’erano tutti i big del partito. Il segno dell’importanza dell’evento. Al di là del taglio del nastro, l’inaugurazione della sede a San Costantino Albanese del Club di Forza Italia rappresenta l’inizio del radicamento sul territorio del partito di Berlusconi. L’iniziativa è stata promossa da Lazzaro Veneziano e da Maria Armentano alla presenza del consigliere regionale capo gruppo di Forza Italia, Michele Napoli, di Vito Di Lascio, Nicola Riviello, Enrico Spera e dell'on.Cosimo Latronico, coordinatore regionale del partito. «Anche questa iniziativa conferma la nostra volontà ha continuato Latronico - di radicare nel territorio regionale la presenza di luoghi di partecipazione e di responsabilità civica per contribuire alla crescita della Basilicata. Ovunque vogliamo stimolare il protagonismo delle persone per costruire una rete di responsabilità e di proposizione da cui può derivare un autentico dinamismo sociale e politico a servizio delle co- L’inaugurazione del club munità. San Costantino Albanese è l’emblema di tante piccole comunità in cui è articolato l'assetto demografico della nostra regione e proprio dalla difesa e dalla promozione dei piccoli centri si può declinare una nuova idea di sviluppo per l'intera regione e per il paese che punti sulla qualità della vita e sulle ricchezze ambientali e culturali del territorio». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] RIPACANDIDA Distribuito un volantino che punta il dito contro il sindaco Tassa sui passi carrabili L’opposizione insorge Levata di scudi contro l’amministrazione comunale da parte delle forze politiche di opposizione, Sinistra Ecologie e Libertà, Progetto per Ripacandida e Ripacandida Comune. Il paese è tappezzato di volantini nei quali queste forze politiche si lamentano per una tassa giunta nelle case di chi possiede un passo carrabile. «Di solito - è scritto nel volantino - in questo periodo di pace, per la ricorrenza delle festività della Santa Pasqua, dove serenità e pace dovrebbero regnare in ogni famiglia, la nostra amministrazione comunale, invece di fare gli auguri, bene ha pensato al regalo volendo così rovinare queste feste, recapitando non una lettera di auguri ma bensì una lettera dove chiede il versamento di una somma per la tassa sui passi carrabili, per giunta si chiede pure in un modo abbastanza soft… di provvedere alla regolazione degli anni precedenti, senza indicare la somma ma se due Uno scorcio di Ripacandida più due fa quattro, si capisce bene qual è la richiesta della lettera». L’opposizione poi si rivolge direttamente al sindaco. «Voi chiedete il versamento di una tassa per la quale sicuramente al momento non siete in grado di dare nessun servizio per tale provvedimento. Vi siete chiesti, avete valutato, come mai le precedenti amministrazioni che pur non navigavano nell’oro non hanno mai approvato quel ruolo, pur se incalzati dai vari responsabili ogni qual volta si dove- va preparare il bilancio comunale prendendosi le responsabilità di quel rifiuto, perchè è impensabile “chiedere senza dare” anche se in più occasioni è stato chiesto di provvedere al convenzionamento del servizio senza avere mai proposte serie al riguardo.Carissimi amministratori vi chiediamo se avete valutato con quali risorse umane potrete far rispettare, i diritti dei cittadini dopo aver incamerato tale tassa. Avete a vostra disposizione un solo vigile per lo più a mez- zo servizio e non parliamo della convenzione fatta col comune di Rapolla ancora non funzionante. Questo è il vostro modo di amministrare il paese, come pensate di garantire il servizio? Pensate solo ad incassare? Caro Sindaco vuoi spiegare ai cittadini cosa intenti fare con quelle pochissime somme che dovrebbero arrivare nelle casse comunali?» Da qui la proposta delle tre forze di opposizione (Sinistra Ecologie E Libertà; Progetto per Ripacandida e Ripacandida Comune) che chiedono un incontro al riguardo «per meglio capire tale problema, in modo da poter offrire un contributo. Caro Sindaco, - concludono - considerate, se non sia il caso di soprassedere, visto anche il momento contingente in cui versano le famiglie e le suggeriamo di non prendere per oro colato tutto ciò che viene detto dai tuoi responsabili». lo. zo. VENOSA Lettera al commissario Scutatori, il M5S propone di sceglierli tra i disoccupati Il comune di Venosa VENOSA- Scegliere gli scrutatori per le prossime consultazioni elettorali (amministrative ed europee) del prossimo 25 e 26 maggio tra i disoccupati e gli inoccupati del comune di Venosa. Sarebbe un modo per mostrare concretamente la vicinanza delle istituzioni ai giovani e alle persone in difficoltà soprattutto in un momento di grave crisi economica come quello che caratterizza l’attuale momento storico. Con questo spirito il Movimento 5 Stelle della cittadina orazia- na, in analogia a quanto già fatto in altri comuni della Basilicata, ha presentato una richiesta – appello rivolta al Commissario straordinario per chiederedi. «Confidiamo nell’accoglimento della nostra proposta da parte del Commissario prefettizio e speriamo – dice il candidato Sindaco Arturo Raffaele Covella che si possa dare attuazione a quanto da noi proposto nella prossima riunione della commissione elettorale». giu. orl. MASCHITO Il commosso saluto di Ernesto Miranda: «Dedichiamogli una associazione» Un pezzo di cultura che se ne va Michele Sciarrillo, animatore di tante iniziative, è morto nel giorno di Pasqua MASCHITO - Si è spento nel giorno della Pasqua, in seguito ad una lunga malattia, Michele Sciarillo, l’operatore culturale maschitano di cui più volte ci siamo occupati dalle pagine del nostro giornale. Michele, venuto a mancare all’età di soli 58 anni, negli ultimi tempi, aveva dato vita, nonostante le precarie condizioni di salute, a tutta una serie di iniziative culturali capaci di coinvolgere personaggi di primo piano della scena culturale nazionale. Mostre fotografiche, concerti, presentazioni di libri, spettacoli teatrali; e tutto questo in un paesino che non conta neppure duemila abitanti. Insom- ma, un esempio di attivismo culturale che dovrebbe far riflettere gli organizzatori di sagre paesane a buon mercato, contrabbandate come eventi culturali. Insieme all’amico Luigi Nitido, a Prato aveva costituito un’associazione di albanesi di oltre 4000 componenti. Abbiamo chiesto un ricordo di Michele al professor Ernesto Miranda che è stato suo intimo amico e collaboratore: «Ricordare l’uomo mi è impossibile. Il dolore e la nostalgia fanno velo alle parole» Ci ha risposto, «Posso provare a ricordare l’operatore di cultura; il ragazzo che, emigrato giovanissimo, ha saputo animare la vita culturale pratese per circa trent’anni, con il suo locale, situato proprio di fronte al teatro Mercadante, organizzando spettacoli e iniziative che hanno lasciato un segno nella città toscana. Senza mezzi e senza particolari finanziamenti economici, con le sue sole capacità, era riuscito a intessere rapporti di collaborazione e di amicizia con alcune tra le voci più rappresentative della cultura italiana: da Massimo Castri a Moni Ovadia, per intenderci. Michele aveva un dono che a pochi è concesso: sapeva capire gli uomini. E sapeva capire l’uomo che c’è dietro ogni artista. Due anni fa, in una sua visita a Maschito, l’amico e maestro Claudio Morganti, vincitore tra l’altro, nel 2010, del prestigioso premio intitolato a Carmelo Bene, mi ha confidato di non aver mai conosciuto una persona così ricca di umanità e di senso dell’amicizia. Ecco, Michele era questo». «Lui aveva capito che gli artisti, sono prima di tutto uomini, con le loro fragilità, le loro debolezze, senza le quali, non si vedrebbe di cosa potrebbe nutrirsi la loro arte». Da qui la proposta. «Al futuro che voglio guardare, oggi, proponendo ai tanti amici di Michele di dar vita ad una associazione Sciarrillo con Moni Ovadia culturale a lui intitolata; un’associazione che si proponga di realizzare almeno qualcuno dei suoi tanti, generosi sogni. Ciao Michele!». Lorenzo Zolfo GENZANO DI LUCANIA Sono oltre 250 i figuranti che vi partecipano Di scena la “processione dell’Oro” Un’immagine della processione GENZANO DI LUCANIA – La Processione dell’Oro, organizzata dall’ Associazione Culturale Protradizioni, che doveva svolgersi il pomeriggio del Venerdì Santo, per questioni di maltempo è stata spostata a oggi alle 15. «La tradizione risale agli inizi dello scorso secolo – ci racconta l’ex insegnante Maria Pia Potenza, una delle fondatrici dell’Associazione – : più volte interrotta e ripresa, da qualche anno a questa parte si è infiammata di nuovo entusiasmo tornando allo splendore delle origini». Sono circa 250, i figuranti che vi partecipano. Sia la Passione di Cristo che il dolore di Maria sono rappre- sentati con una intensità emotiva che si avvale delle immagini più che delle parale. Difatti, sia la numerosità dei personaggi che la cura dei dettagli (nell’abbigliamento e nella gestualità) giocano un ruolo cruciale nella resa del tutto. E la drammatizzazione, ogni volta, non manca di incantare: non solo chi goda del suo spettacolo per la prima volta, ma anche gli stessi genzanesi che accorrono in massa a lasciarsi impregna- re dell’atmosfera surreale che l’evento evoca. Il corteo scorre per le vie del paese seguendo un ordine ben preciso e terminando nel dramma della crocifissione. Fanno eccezione a tale rigoroso dipanarsi le tre zingare, le quali ostentano rispettivamente un gallo, una manciata di ceci e dei chiodi, ognuno dei quali è simbolo-chiave della crocifissione. Soltanto ulteriori ricerche potranno svelare l’origine di tali blasfeme fi- gure che percorrono a passo provocatorio, sprezzante e lesto la carovana della sofferenza per la salvezza. È sempre la signora Potenza a raccontarci che “ad esempio, della ‘zingara maledetta’, la quale commissionò a un fabbro i chiodi per la crocifissione, non si hanno altri riscontri se non quelli palesati nell’antico testo genzanese cui la tradizione si ispira. Tradizione che, per inciso, ha sempre ritenuto essere ‘maledetta’ tale figu- ra, capace di estendere il suo maleficio su tutta la popolazione ancor’oggi in gran parte raminga. I ceci, poi, compaiono in quanto rivelatisi incapaci, come pianta, di celare ai suoi nemici la figura del Cristo, e quindi, da allora, piangenti perché presi da inespiabile senso di colpa”. Ci sono infine le portatrici dei Misteri, vere protagoniste, ricoperte d’oro, che danno appunto origine al nome della rappresentazione. Una sacra rappresentazione delle Ludi e dei Misteri, dunque, che riassume tutta la storia della devozione popolare, dal basso Medioevo ad oggi. gia. gue. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Il caso rientrava nel Piano Casa 2. I giudici danno torto alla Cogem e al Comune di Matera Mulino Alvino, il Tar annulla tutto Accolto il ricorso dei residenti di via Dante: «Si doveva andare in Consiglio comunale» Il tribunale Amministrativo regionale di Basilicata riapre il caso del Mulino Alvino. Azzera le decisioni prese dal Comunee le conseguenze che ne sono scaturite annullando di fatto il permesso a costruire che è stato concesso e che ha riguardato il Mulino Alvino e in via compensativa anche l’area verde di via Dante dove è stato autorizzata la possibilità di costruire. La decisione dei giudici del Tar è arrivata in seguito al ricorso che alcuni residenti insieme alle associazioni avevano presentato rispetto a via Dante (ma i due provvedimenti con Mulino Alvino, in base a quanto sempre sostenuto sono sostanzialmente collegati) chiedendo appunto l’annullamento del permesso a costruire. Il Tar, con decisione del 19 aprile, ha sottolineato come i rappresentanti della associazioni (Michele Morelli e Marino Trizio) non avessero titolo per proporre il ricorso ma ha accettato di fatto quello dei residenti. In più è stato sottolineato nella sentenza la necessità di dover far esprimere il Consiglio comunale su una materia che come quelle di programmazione urbanistica va indicata e definita proprio dall’assemblea comunale. Anche quest’ultimo un aspetto sul quale si è aperta una lunghissima discussione ed un ampio L’intervento di abbattimento dei dibattito alsilos che c’è stato al Mulino Alvino l’interno del Consiglio, tra giunta e Consiglio e tra le varie parti dell’Amministrazione. «Con riferimento, invece, al procedimento autorizzatorio il legislatore statale, “sino all’entrata in vigore della normativa regionale”prevede l’applicazione della disciplina autorizzatoria rafforzata di cui all'articolo 14 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, che richiede la previa deliberazione del Consiglio comunale per il rilascio del “permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici generali”» si legge nella sentenza del Tar. «Tale deliberazione preliminare del Consiglio Comunale costituisce, quindi, un elemento necessario per il rilascio del permesso di costruire ai sensi dell’art.5, comma 9 e seguenti, del D.L. n.70 del 2011. Tale particolare natura del permesso di costruire rilasciato ai sensi dell’art.5, comma 9 e seguenti, del D.L. n.70 del 2011 porta quindi ad escludere che l’autorizzazione in questione possa essere rilasciata secondo il procedimento ordinario, con la conseguenza che l’assenza della previa deliberazione del Consiglio co- Il permesso a costruire riguardava l’area destinata a verde come perequazione dell’abbattimento al Mulino Alvino LA RIFLESSIONE Mercato del sabato Trasferimento vicino Ma sarà inutile senza l’ultima accelerata L’area di via Dante dove è stato dato il permesso a costruire I residenti contestavano le scelte del dirigente Ricorso del 7 dicembre 2012 ecco le richieste avanzate IL RICORSO era stato notificato il 7 pubblico, dei volumi rinvenienti daldicembre 2012 e depositato il 4 gen- la demolizione delle superfetazioni naio 2013 da Eustachio Rondinone, che hanno interessato nel tempo l’oAngela Raffaella Dragone, Maria pificio industriale Mulino Alvino, di Teresa Valentino, Marino Trizio e recente sottoposto a vincolo di tutela Michele Morelli tutti residalla Soprintendenza denti in Matera, i primi per i beni e le attività tre in Via Venezia, hanno culturali, per la costruchiesto l’annullamento zione di un complesso del permesso di costruire residenziale» hanno 8 ottobre 2012, a firma del spiegato i residenti riDirigente del servizio urcorrenti. banistica, rilasciato a «Le due aree interesEgidio Tamburrino in sate dall’intervento soqualità di legale rappreno classificate, l’una sentante delle Cogem spa (Mulino Alvino) in relativo alla realizzazione “area extraurbana a didel recupero e riqualificasciplina pregressa che zione dell’area del “Muliricade in un sito di inteno Alvino” e alla deloca- Morelli e Trizio resse comunitario e l’allizzazione dei volumi detra (Via Dante), interesmoliti in Via Dante. sata dalla localizzazioDel cambio di destinazione ad at- ne di volumi rinvenienti dalla demotrezzature di interesse generale dei lizione delle superfetazioni dell’opirimanenti volumi storici e realizza- ficio industriale Mulino Alvino per zione di un complesso residenziale la realizzazione di un complesso recon locali commerciali e sistemazio- sidenziale) classificata in gran parte ne delle aree limitrofe in via Dante. (8000 mq circa) come area a verde «Il progetto prevede la delocaliz- pubblico “Vp7”, di cui un terzo di zazione in via Dante, angolo via dei proprietà della Cogem spa, discipliBizantini su area destinata a verde nata dall’art. 35». munale sul progetto presentato dal privato vizia il procedimento stesso». Nell’ambito della richiesta avanzata ed accolta i residenti sottolineavano come vi era «incompetenza del dirigente a rilasciare il permesso di costruire che avrebbe dovuto essere rilasciato previa delibera del Consiglio comunale e che vi fosse violazione dell’art. 5, comma 14, del decreto legge 13 maggio 2011, che non consente di violare il rispetto degli standards urbanistici, quale quello a verde pubblico dell’area di via Dante sul quale invece il progetto assentito prevede la realizzazione dell’intervento edilizio con contestuale delocalizzazione del verde fuori del centro urbano». E ancora che vi fosse «violazione dell’art. 80 delle norme tecniche o di attuazione, il quale prevede che nelle aree verdi libere all’interno del tessuto “Ud/B1” è possibile realizzare parcheggi, ma solo per soddisfare le esigenze della residenza o dei servizi che ricadono nel tessuto; Violazione del vincolo di inedificabilità relativo posto dall’art. 49 del d.p.r. n. 753/1980, atteso che con riferimento all’opificio Mulino Alvino sono stati assentiti interventi di demolizione a distanza di circa 2-3 metri dalla ferrovia Appulo lucana». Piero Quarto Il mercato in via Trabaci E’ certamente una delle questioni più incerte e controverse: il trasferimento del mercato del sabato dal rione San Giacomo. L’Amministrazione comunale ha annunciato proprio prima di Pasqua un’ulteriore accelerata con il progetto definitivo per il Paip già pronto. Ma a questo punto ci sono e restano altri passaggi necessari ed urgenti, a cominciare dal ritorno del provvedimento in Consiglio comunale. La determinazione degli ultimi mesi, dopo un’impasse in avvio di legislatura lascia pensare che davvero quest’Amministrazione voglia portare avanti fino in fondo il provvedimento. Ma tocca far presto, non solo per andare incontro ai cittadini di San Giacomo ma anche per riuscire ad ottenere l’obiettivo del trasferimento prima della chiusura della legislatura e cioè entro un anno al massimo. E’ per questo che l’Amministrazione avrà la necessità di insistere e di lavorare a tamburo battente per portare a casa il risultato definitivo, quello reale ed evitare poi di rimescolare le carte in futuro. E’ per questo che la questione del mercato del sabato è ora in una fase determinante ma il risultato necessario non è stato ancora raggiunto. Del resto vedere questioni impantanarsi in Consiglio comunale è all’ordine del giorno ed allora solo quando tutti i risultati saranno stati compiuti il trasferimento potrà dirsi reale. Oggi lo scetticismo e i timori dei residenti verso una definizione della vicenda rimangono comprensibili, l’Amministrazione deve fare l’ultimo sforzo. Quello più importante e decisivo per non rendere vano il lavoro fatto. Ben vengano i passi in avanti, ma il risultato da portare a casa richiede ancora un grande sforzo. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 Affidato alle cure della Polizia e poi delle guardie ambientali dell’Oasi di San Giuliano Un bimbo salva falchetto ferito Non riusciva a volare perchè era stato colpito ad un’ala nei pressi del Pino Curati dal Cras nel 2013 175 falchi grillai Ha trovato un piccolo falco grillaio e lo ha portato in questura. Protagonista un bimbo materano che ha visto il rapace ferito e ha “costretto” il papà a fermarsi per salvarlo. L’animale era ferito ad un’ala e, pertanto, non riusciva a volare. Così dopo averlo preso tra le mani, il piccolo si è diretto in questura per affidarlo agli agenti. Un gesto che sicuramente merita di essere premiato per la sensibilità che il piccolo ha mostrato nei confronti di una specie protetta che in questo periodo dell’anno invade la città dei Sassi per nidificare. Infatti, non capita tutti i giorni di trovare un piccolo esemplare di falco grillaio sulla strada. I materani e gli appassionati sono soliti giungere nei pressi della rotonda del “Pino” per ammirare la rara specie di rapace. Infatti, il falco grillaio, è un rapace migratorio che staziona nel sud Italia du- Il grillaio ferito consegnato ad un poliziotto per “soccorrerlo” rante la sola stagione estiva, proprio per nidificare e riprodursi, prima di riprendere il volo a fine settembre verso terre più calde. Ieri invece la vicenda ha Tre giorni di seminari ad aprile alla Casa Cava con Moodzone Un incontro nell’aula studio alla Casa Cava Giovedì ancora alle 18 il Continuano gli appuntamenti di MoodZone ad Dibattito sul tema “Dipenaprile con i seminari dedi- denze da gioco e internet a cati a temi di grande attua- cura di: Ass. Sviluppo e Lelità e interesse per i ragazzi galità, CPS, Ass. Joven24 che avranno modo di se- Aprile ore 19:00- Dibattito Le ecomafie in Regione. guirli. Il processo lo facciamo Da oggi e fino a giovedì presso la Casa Cava a parti- noi a cura di: Ass. Amici re dalle ore 18 si terranno 4 del Parco, CPS, Ass. Joseminari in cui si alterne- ven. Durante questi appuntaranno argomenti e relatomenti sarà disponibile anri. Definito il calendario de- che l’accesso all’aula stugli appuntamenti: oggi al- dio, allestita in Casa Cava, le ore 18 Autoimpresa e nelle ore dalle 17 alle 20. Gli incontri rientrano programmi europei- Programmi universitari- nel progetto #giovani: Schoolraising a cura di: esperienze in movimento e Materahub, Consulta Pro- sono realizzati in collabovinciale Studenti, Ass. Jo- razione con diverse realtà e associazioni del territorio ven. Domani sempre alle ore e con la Consulta provin18 Proiezione Film: All ciale degli studenti. I seminari sono aperti al Becc. Il Senso della MetaDibattito sul tema Sport e pubblico, per informazioinclusione sociale a cura ni: Ass. Joven, tel. – indi: Matera Inter. Fict festi- 0835.346167 [email protected]. val, CPS, Ass. Joven. avuto risvolti singolari. Il rapace ferito e il salvataggio da parte di un bambino che ha pensato bene di rivolgersi alle forze dell’ordine per metterlo in “sicurezza”. Una foto ricordo e gli agenti dopo aver recuperato un nido di fortuna (una scatola di risme di carta per fotocopiatrici) hanno affidato il piccolo rapace alle guardie ambientali dell’Oasi della diga di San Giuliano. Una storia a lieto fine per il piccolo rapace che conferma come la presenza dei grilla nella città dei Sassi, sta a significare un sostanzioso miglioramento della qualità dell’aria in città. I falchi grillai, cibandosi prettamente di insetti, non nidificano giammai in aree urbane con rilevanti tassi d’inquinamento atmosferico, anche per via della difficoltà nel reperire il cibo. Non solo, il loro stazionamento nei periodi estivi rappresenterebbe un valido aiuto naturale ai nostri interventi di contenimento dei piccioni in città. Per il falco è stato un giorno fortunato, al “bimbo salvatore” l'orgoglio di averlo salvato. Michelangelo Ferrara Il lavoro di aiuto e tutela di varie specie di animali, soprattutto uccelli feriti prosegue tutto l’anno ad opera del Cras, il Centro Recupero Animali Selvatici istituito dalla Provincia di Matera nella Riserva Regionale di San Giuliano che nel solo 2013 si è dedicato in particolare alla tutela e al soccorso delle specie rare. In 12 mesi sono stati affidati al CRAS, a scopo di cura e recupero, 334 esemplari gran parte dei quali appartenenti a specie particolarmente protette dalle numerose normative nazionali ed europee.Poco più dell’87% di essi rientra nella categoria sistematica degli Uccelli, l’8,4% in quella dei Rettili e il 4,5% in quella dei Mammife- ri.Sono state trattate in tutto 38 specie animali diverse anche se un particolare rilievo è rappresentato dai Rapaci. Sono infatti complessivamente 221 i rapaci diurni e notturni curati dal CRAS e appartenenti a 10 specie diverse. In questo senso la maggiore frequenza di interventi di soccorso e cure riguarda il Falco grillaio (Falco naumanni) dovuta ad una particolare specializzazione che il CRAS ha acquisito nella cura e nel rilascio in natura di tantissimi esemplari. Nel 2013 sono stati infatti accolti e curati 175 esemplari (pari al 52,4% di tutti gli animali affidati) consegnati da cittadini, associazioni e forze dell’ordine. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Andrebbe nella direzione del risparmio. Un segnale da 60.000 euro» Giunta a sei e indennità zero E’ la proposta avanzata da Confapi per la Camera di Commercio Il Consiglio Camerale oggi dovrà eleggere la nuova Giunta, chiamata ad affiancare il Presidente Tortorelli per il prossimo quinquennio. Le associazioni imprenditoriali in questi giorni si interrogano sull’opportunità di ridurre il numero dei componenti della Giunta per evitare che l’ipotesi di ristrutturazione del sistema camerale nazionale colpisca pesantemente un ente finora virtuoso ma dimensionalmente piccolo come la Camera di Commercio di Matera. In questo senso arriva la proposta di Confapi che propone, al fine di dare a Roma un segnale forte di abbattimento dei costi, che si elegga una Giunta composta da 6 componenti (numero consentito dalla legge) con indennità zero. Anche i componenti del Consiglio Camerale, tutti imprenditori come i componenti della Giunta, non percepiscano alcuna indennità. Si tratterebbe di un ulteriore risparmio (circa 60 mila euro) che migliorerebbe i già buoni numeri dell’Ente, fortemente impegnato nel raggiungere l’equilibrio di bilancio dopo il venir meno dei 300mila euro dei fondi pere- Il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito e quello della Camera di Commercio Angelo Tortorelli nizzazioni presenti nel Con- evitare che sull’altare del quativi. Del resto, i vertici di altri siglio, tenendo sì conto del- contenimento dei costi venenti pubblici (es. Apea, Age- le esigenze di contenimento ga sacrificato il principio forma e lo stesso CESP, della spesa pubblica, senza sacrosanto della rappreAzienda Spe- tuttavia ledere il principio sentanza e del pluralismo, principio fondamentale di ciale della Ca- della rappresentatività. Secondo Confapi Matera democraticità, cioè di partemera) svolgono il loro l’obiettivo del Governo di di- cipazione democratica alla compito a ti- minuire le spese di funzio- vita economica e sociale deltolo comple- namento delle Camere di la collettività. La rinuncia al gettone, aftamente gra- Commercio può avvenire tuito, pur as- non mediante la riduzione ferma il presidente di Condel numero dei componenti fapi Matera Enzo Acito, sumendosi responsabili- degli organi di amministra- «comporterebbe un modetà di gestio- zione, bensì riducendone i sto sacrificio economico per compensi; anzi addirittura ciascuno degli imprenditone. Inoltre, la proponendo la gratuità del- ri componenti la Giunta ed il Consiglio Camerale, ma le cariche. composizioIl taglio draconiano dei avrebbe un inestimabile vane a 6 – anziinfatti, lore per l’ azione di difesa ché a 4 come rappresentanti, si paventa – compromette la rappresen- della Camera di Commercio consentirebbe di allargare tanza di associazioni e orga- di Matera rispetto al rischio la rappresentanza in Giun- nizzazioni radicate nel ter- di cancellazione prospettata delle associazioni e orga- ritorio. È necessario quindi to». La nuova giunta e il Consiglio saranno eletti oggi per sostenere il lavoro del riconfermato Angelo Tortorelli RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 33 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] Il sindaco Barisano ha già convocato per domani una conferenza di servizio La terra frana, paura a Stigliano Sgomberati 8 locali nel quartiere Carvutto. Tre famiglie fuori di casa STIGLIANO - Il sindaco Antonio Barisano ha convocato per domani una conferenza di servizio nel corso della quale fare il punto sul movimento franoso che a Pasqua lo ha costretto ad emettere un’ordinanza di sgombero di 8 locali, tre appartamenti e alcuni garage e locali disabitati in via Magenta nel rione Carvutto. Le tre famiglie rimaste momentaneamente senza casa, hanno trovato alloggio presso amici e parenti. Alcuni cittadini, sabato sera, avevano notato alcune crepe nei loro appartamenti e sentito alcuni scricchiolii. L’allarme era subito scattato e sul posto si erano recati i tecnici comunali insieme ai vigili del fuoco del comando provinciale che avevano verificato lo stato dell’arte. Ieri un secondo sopralluogo che il sindaco ha svolto anche con alcuni geologi. «La frana è in situazione di quiescienza, ma costantemente monitorata - spiega Barisano - Ho inoltrato la richiesta per la conferenza di servizio, perchè è necessario valutare bene la situazione. POMARICO La chiesa non è l’unico luogo abbandonato L’Annunziata è ancora chiusa La notte di Pasqua paura a Stigliano per un movimento franoso L’ordinanza di sgombe- renza di servizio sia imporro, ovviamente, rimane tante». confermata perchè dobbiaAllo stesso tavolo, a Stimo accertare l’entità della gliano, ci saranno Regiovicenda». ne, Prefettura e istituzioLa zona è da tempo tra ni. quelle a maggior rischio Lo sguardo, intanto, è riidrogeologico, ma come volto verso la zona che saspiega ancora il sindaco bato sera si è mossa. non è la sola. Attenzione alta ma so«Quest’anno, però - pro- prattutto valutazione di segue Barisano - le piogge tutto ciò che in futuro non così numerose hanno atti- possa far temere il peggio vato qualche movimento. in alcune zone della città. Antonella Ciervo Quest’anno si sono [email protected] vati più fronti e anche per © RIPRODUZIONE RISERVATA questo credo che la confe- POMARICO - Molti anni fa la comunità cattolica pomaricana, il 25 marzo, festeggiava la Madonna dell'Annunziata. Ma oramai la chiesa dedicata all'Annunziata non è che una porta chiusa che custodisce un luogo sacro comunque situato in uno dei punti d'ingresso più belli del centro storico di Pomarico. Ma Salita Annunziata, adesso, mostra anche erbacce e da qualche giorno anche la targa intitolativa d'una via dedicata al botanico pomaricano Giuseppe Camillo Giordano, già largo Osannale. Basterebbe comunque davvero poco, per una piccola operazione di manutenzione ambientale utile ad abbattere il problema; cosa d'altronde già sperimentata dall'amministrazione comunale in altri punti del paese. Ben più difficile ma non impossibile, invece, cercare una soluzione rispetto a situazioni più delicate. Vedi, per esempio, dalle parti stesse dell'incrocio dell'Annunziata con via Dante, l'esigenza d'un'opera L’incrocio fra salita Annunziata e via Dante, transennato di reale messa in sicurezza di abitazioni vecchie in stato praticamente d'abbandono. Perché il pericolo è concreto. Tanto che una delle costruzioni è delimitata in porzione da un piccolo settore che non può esser valicato. Intanto il passato non si dimentica. A ottobre del 2010, proprio in via Dante, un'abitazione disabitata subii un crollo dopo la probabile rottura d'una tubazione dell'acqua. Cedettero un muro por- tante e il soffitto. Il proprietario dell'abitazione utilizzava, fortunatamente per la sua incolumità, lo stabile solamente in periodo estivo dato che vive lontano da Pomarico. Un'abitazione attigua, ugualmente disabitata, fu parzialmente interessata dal crollo. L'area immediatamente prossima al crollo è ancora invalicabile. Nunzio Festa [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Problemi alle tubature a contrada Giardini di Grassano. L’allarme fu lanciato un anno fa Condotta saltata, Pasqua all’asciutto a Grottole GRASSANO - Una Pasqua da dimenticare per gli abitanti di Grottole, a causa del grande disagio dovuto alla mancata erogazione dell’ acqua per la rottura di un’ulteriore conduttura in contrada “giardini” di Grassano. Problema quasi risolto nella mattinata di domenica dopo l’intervento dell’Ente Acquedotto, ma che nel pomeriggio di ieri si è ripresentato. Dire che i cittadini sono arrabbiati è cosa di poco di conto rispetto alla rabbia espressa dal sindaco Franco Degiacomo nei confronti di Acquedotto Lucano e Regione Basilicata. «E’ un continuo scaricabarile - commenta - tra Regione Basilicata e Acquedotto Lucano. Non si tratta di una emergenza sporadica, questa è la sesta volta che si rincorrono le rotture e la nostra comunità vede interrotto il servizio. Questo problema era stato già sollevato nel 2013, quando proprio dalle colonne del Quotidiano segnalammo che il fiume Basento, deviando il suo percorso originale e continuando la sua opera di erosione, faceva cedere il terreno dove la condotta era alloggiata e circa 250 metri di tubazione si depositava sul letto del fiume in condizioni In alto immagini che risalgono al 2013 e il sindaco ieri sul luogo dell’interruzione precarie». In quell’occasione neggiate dall’evento alluvio- pericoli imminenti anche se Acquedotto Lucano così co- nale e ha provveduto a rap- la situazione è piuttosto premunicava: «Il piano di posta presentare alla Regione il caria: la condotta andrebbe di questa condotta, poggiata fabbisogno finanziario per spostata di circa 600-700 su ancoraggi di cemento nel- la messa in sicurezza. L’a- metri con un intervento che la parte della golena, è stata zienda, comunque, è già in- necessita di una copertura erosa dalle acque del fiume tervenuta con somma ur- finanziaria, al momento, Basento a seguito dell’allu- genza sulle opere maggior- non ancora assicurata». Da vione di marzo 2011 che ne mente compromesse evitan- questo momento in poi semha deviato completamente il do l’interruzione del servi- bra che non sia successo nulcorso. Acquedotto Lucano zio. Nel caso specifico di la di concreto, se non il rindopo una ricognizione, ha Grassano la condotta è co- correre, con le squadre di inserito la condotta nell’e- stantemente monitorata e emergenza, i rattoppi. La lenco delle strutture dan- ad oggi non esisterebbero tanto attesa conferenza di servizio, sollecitata proprio da Acquedotto Lucano ad aprile del 2013 al Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità e al Dipartimento Ambiente e Territorio-Ufficio Ciclo dell’Acqua della Regione Basilicata, non c’è mai stata. I tecnici di Acquedotto Lucano già all’opera da venerdì e ieri, nel giorno di Pasquetta, hanno effettuato un intervento tampone per ripristinare, nel più breve tempo possibile, l’erogazione nell’abitato a secco ormai da quattro giorni, tra l’altro festivi e con numerosi turisti e d emigrati giunti in paese per trascorrere la Pasqua. Nel contempo , Acquedotto Lucano ha cercato di garantire il servizio sostituti- vo, per alleviare la criticità, con autobotti. Il problema però rimane in tutta la sua gravità tanto che il sindaco Degiacomo nel giorno di Pasqua ha deciso di scrivere sia al Prefetto di Matera che alla locale Stazione dei Carabinieri chiedendo, a nome di tutti i cittadini , la risoluzione definitiva del problema in tempi certi, per evitare ancora disagi. Sul posto intanto domenica pomeriggio, giorno di Pasqua, anche il sindaco del comune di Grassano Francesco Sanseverino, per sostenere qualsiasi iniziativa si voglia intraprendere per dar voce al territorio. Giovanni Spadafino [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 22 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 34 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 BERNALDA [email protected] COMUNALI Accordo trovato fra Ncd, FI, FdI e An per Bernalda e Metaponto Barberio è il candidato sindaco La lista Patto per la Svolta ha scelto il nome che la rappresenterà al voto BERNALDA – Vito Barberio guiderà la lista di Patto per la Svolta per Bernalda e Metaponto. Quindi Nuovo Centrodestra, Forza Italia, Fratelli d’Italia-AN e Patto per la Svolta hanno scelto il nome del giovane bernaldese come figura chiave per la competizione elettorale del prossimo maggio. Barberio, giovane e dinamico proverà quindi la scalata verso la carica di primo cittadino. La notizia della scelta del suo nome circolava già nell’aria e la conferma dalle sue parole, con un po’ di commozione, di fatto ufficializzano l’accordo trovato tra le forze che appoggiano la lista bernaldese. Quindi, l'ultimo nome come candidato sindaco nelle trattative del patto di Centro Destra è quello di Vito Barberio, giovane trentaseienne nato il 18 maggio 1977 nella città di Matera. Barberio, solo per dover di cronistoria, costruisce la sua professionalità a contatto con le medie imprese e quelle multinazionali su tutto il territorio del sud Italia; ma è il suo passato a suscitare interesse che di fatto gli da’ l’onore dell’assegnazione del titolo di uomo di popolo. Cresce nel territorio di Spineto, piccola contrada del territorio bernaldese, terra questa, come ricorda lo stesso Barberio, ultimamente devastato dalle alluvioni. Qui nella cittadina bernaldese, Il Comune di Bernalda e nel riquadro Vito Barberio candidato sindaco per Patto per la Svolta o meglio a Spineto alimenta a lavorare per la terra che aziende del Metapontino e, il suo interesse per l'impre- gli ha dato i natali appren- collaborando altresì alla sa agricola, infatti questa dendo l’arte del potatore trasformazione dei prodotti passione lo porta, nel tempo professionista, qualità spe- base sul territorio in azienqui trascorso, ad imparare e sa poi nelle più stimate de come lo storico Mulino Marsicano e presso il frantoio dei F.lli Frisco. Intanto lo stesso consegue la maturità presso l’Itis di Ferrandina con titolo di Perito elettronico, e subito dopo approfondisce la sua conoscenza nella tecnologia industriale a Perugia perfezionandosi sulla programmazione e gestione delle grandi linee industriali a gestione Plc La sua esperienza si arricchisce ancor di più in Piemonte presso industrie tessili ed infine trova occupazione come district manager presso una multinazionale commerciale nel settore dell'impiantistica civile e industriale. Ecco, possiamo dire che Vito Barberio è un esempio, infatti non si è fermato mai, anzi ha arricchito il suo bagaglio professionale senza mai arrendersi. Sul campo politico, la passione nasce nel 1995 quando viene eletto coordinatore cittadino di azione giovani, movimento giovanile di Alleanza Nazionale, con leader nazionale Giorgia Meloni. Attualmente è padre di famiglia, sposato da dieci anni e con due bambine. Oggi Barberio coordina il partito, sempre della Meloni, Fdi-An a livello provinciale insieme a Giovanni Pasciucco. Impegnato sempre in prima linea a difesa del popolo e della fascia più disagiata, onesto, libero e con un concetto ben chiaro: «Il centro destra a Bernalda deve credere più in se stesso e come non mai questa è l'occasione migliore per capovolgere la situazione ormai ventennale di gestione del Centro Sinistra. Siamo al lavoro – continua il giovane candidato sindaco - per la compilazione delle liste e a concludere le trattative con le associazioni civili. L'accordo sottoscritto con il Ncd, FI, FdI e Patto per la Svolta, simbolo quest’ultimo che utilizzeremo per la competizione elettorale, parte da una visione condivisa sulla gestione della cosa pubblica. Il nostro primo obiettivo sarà quello di sanare il debito accumulato senza andare ad infierire sulla cittadinanza ma valorizzare il patrimonio comunale, incentivare i giovani imprenditori e rendere la nostra città più vivibile partendo dall'aspetto della sicurezza e dell'ordine pubblico. La rinascita partirà da Metaponto, fonte di innovazione turistica e agricola. Ci aspetta una campagna elettorale che organizzeremo al di fuori dei canoni, vicino ed in mezzo alla gente che – conclude il candidato alla carica di Primo cittadino per il comune di Bernalda Metaponto - non aspetta le solite promesse ma un progetto serio e realizzabile». Fabio Sirago [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA POLICORO Cittadini e commercianti possono partecipare. Scade il 30 aprile Policoro, in via Insogna torna l’incubo dei rifiuti Un concorso per i balconi fioriti più belli POLICORO – Qualche mese fa un incendio appiccato da qualche residente fece piazza pulita dei rifiuti accatastati in un’area di via “Gianni Insogna”, una perpendicolare di via Lazio proprio di fronte l’ingresso in una pizzeria/ristorante. Il tanfo era insopportabile per gli avventori e gli abitanti di quell’area commerciale che nonostante i numerosi solleciti alla ditta appaltatrice del servizio Rsu, la Tradeco, furono costretti a usare la maniere forti per ripulire lo spiazzo. Ora il problema si ripete anche se con modalità leggermente diverse, ma cambiando l’ordine degli addendi il prodotto non cambia. E ciò che appariva verso la metà di aprile sono impietose: gomme di auto, calcinacci e inerti, materiale usato per l’edilizia, di ogni tipo e quant’altro che con la pioggia battente dei giorni scorsi ha reso l’area un’ennesima discarica a cielo aperto della città. A nulla sono valse le sol- POLICORO - In occasione della seconda edizione della Mostra Mediterranea l’organizzazione con l’associazione culturale Community e la collaborazione della Pro loco di Policoro Erakleia e il patrocinio del Comune di Policoro, indicono il Concorso “Balconi fioriti”. Oggetto del concorso sarà: "il fiore", capacità straordinaria: trasformare con il colore e il profumo un balcone spoglio, una finestra disadorna, un vicolo qualsiasi. E’ da questa convinzione che nasce “Balconi fioriti“ , il concorso di allestimento floreale di balconi, davanzali, particolari architettonici, scale e claustri della cittadina di Policoro. Gli obiettivi del concorso sono essenzialmente la promozione dei valori ambientali e della cultura del verde come elemento di decoro, la valorizzazione dei balconi della cittadina e l’educazione e conoscenza dei vari accostamenti tra piante. Il concorso è aperto a tutti i residenti ed esercenti della città, i quali dovranno allestire l’esterno della loro abitazione o attività in base ai criteri stabiliti nel bando nel periodo che va dall’ 1 marzo al 30 maggio. La partecipazione al concorso è gratuita. L’iscrizione dovrà essere effettuata entro il 30 aprile 2014, entro la quale i balconi dovranno essere allestiti. Per l’iscrizione si dovrà utilizzare il modulo disponibile presso il Comune di Rifiuti bruciati lecitazioni di chi abita nel quartiere nel ripulirla e restituirla alla sua vocazione di transito pedonale o a bordo di veicoli. Sarebbe necessario solo un miracolo per vedere qualche operatore ecologico da quelle parti. Le festività pasquali illumineranno le loro menti? Gabriele Elia [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Un balcone fiorito Policoro, la biblioteca Comunale e sul sito internet mostramediterranea. La commissione giudicatrice sarà composta da cinque membri, per la valutazione finale si terrà conto della combinazione dei colori dei fiori, della sana e rigogliosa crescita degli stessi, dell’originalità della composizione, della stagionalità delle piante e dell’inserimento armonioso del verde. Ad ognuno di questi elementi di valutazione verrà attribuito un punteggio. In particolare: -per la combinazione dei colori dei fiori: da 0 a 10 punti , -per la sana e rigogliosa crescita: da 0 a 5 punti , -per l’originalità della composizione: da 0 a 10 punti, -per la stagionalità delle piante: da 0 a 5 punti -per l’inserimento armonioso del verde: da 0 a 10 punti. La commissione effettuerà il sopralluogo per valutare la cura e il mantenimento dell’allestimento: nel periodo tra il termine delle iscrizioni e due settimane prima della Mostra Mediterranea. Ogni membro della commissione attribuirà, a ciascun partecipante, un punteggio per ogni elemento di valutazione ( colori, crescita, originalità, stagionalità, inserimento armonioso). La sommatoria dei punteggi parziali fornirà il totale del punteggio assegnato al concorrente e determinerà la graduatoria dei primi dieci. Il giudizio della Commissione esaminatrice sarà inappellabile. Ai primi classificati saranno riconosciuto un attestato di partecipazione e buoni sconto presso i vivai che aderiscono all’ iniziativa: la proclamazione e premiazione dei vincitori avverrà durante la manifestazione Mostra Mediterranea gtra il 6 e l’8 giugno. [email protected] RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO REGIONE TERRITORI DA TUTELARE Martedì 22 aprile 2014 PROGETTO COMPLESSIVO Allo studio della Regione un contributo di 10mila euro per gli imprenditori della zona Monticchio, un bonus per chi delocalizza Via le baracche, si punta a costruire nuovi strutture ANTONELLA INCISO l Un progetto complessivo. Per riqualificare, per rilanciare, per favorire lo sviluppo. Un progetto complessivo che tenga dentro le sollecitazioni degli amministratori e le esigenze degli imprenditori. Il governo regionale punta sulla valorizzazione di Monticchio laghi. E lo fa con un programma articolato finalizzato alla riqualificazione complessiva della zona, che ruota attorno ad un bonus da erogare a commercianti ed imprenditori che delocalizzino le loro attività nelle aree che individuerà la Regione. Diecimila euro per ogni singolo intervento, i fondi che il governo regionale mette sul piatto per ogni anno in cui la misura è prevista (la tempistica, infatti, non è stata ancora definita, ma sicuramente sarà superiore al biennio, per favorire il maggior numero di interventi). Nello stesso tempo, però, oltre ai finanziamenti le attività di Monticchio potranno usufruire anche di una concessione pluriennale e di premi volumetrici sui fabbricati. Il che significa che non solo gli imprenditori avranno i soldi, ma nel momento in cui delocalizzano, potranno costruire strutture più ampie e su terreni che diventeranno - per un certo numero di anni - di loro proprietà. Unica condizione che le VOLUMI Previsto anche un aumento delle volumetrie dei fabbricati nuove attività vengano realizzate in aree ben precise, non eccessivamente lontane dai laghi, ma sicuramente differenti da quelle dove si trovano attualmente. Alcune di queste sono già state individuate (anche a causa degli scavi che la Soprintendenza deve effettuare nella zona), altre lo saranno nei prossimi mesi, in base al numero di richieste che riceverà la Regione. Al di là dei dettagli, in ogni caso, per Monticchio la svolta sembra vicina. Dopo anni di attesa. Certo alcuni particolari sono ancora allo studio, ma per rendere più articolato e competitivo il progetto, il governo regionale ha realizzato un tavolo interdipartimentale (a cui partecipano anche la Soprintendenza ai beni archeologici e le amministrazioni comunali dei paesi coinvolti) che deve analizzare e risolvere tutti i problemi burocratici, urbani- stici e le diverse questioni legate alla gestione. Cominciando dalla regolamentazione delle concessioni. Ad essere certi, invece, fino ad ora sono i finanziamenti: 10 milioni di euro in tutto. Soldi legati ai fondi comunitari, soldi che la Regione intende stanziare per accompagnare non solo il pro- cesso di delocalizzazione ed ammodernamento degli esercizi commerciali ma anche progetti di sviluppo turistico che tengano insieme l’Abbadia di San Michele, i laghi e l’area archeologica della Badia di Sant’Ippolito. Insomma, tutte le bellezze di un territorio che dal punto di vista turistico è di altissimo livello. L’OBIETTIVO L’idea è arrivare ad una riqualificazione complessiva del territorio VEDUTA L’area dei laghi di Monticchio con una veduta dell’abbazia di San Michele [foto Di Lucchio] . I COMMENTI L’OBIETTIVO È METTERE INSIEME LE ENERGIE PER OFFRIRE AI TURISTI LA MIGLIORE OSPITALITÀ DONATO DI LUCCHIO l Con il lunedì di Pasqua ai laghi di Monticchio, ha inizio, ufficialmente, la stagione turistica. Tutto sembra tornare a vivere. Nel contesto meraviglioso della foresta di faggi, ontani, querce, betulle che tornano a nuova vita, si distingue il perenne verde scuro di radi pacchetti di abeti. Le strutture ricettive che gli operatori turistici hanno cercato di rendere più godibili e gradevoli ai visitatori, soprattutto a quelli di ritorno, impegnati in uno scrupoloso raffronto fra il passato e il presente. «Sono già stato alcuni anni fa, qui, ai laghi di Monticchio – dice, alla Gazzetta un anziano visitatore di un centro della vicina Irpinia - e ricordo di aver fatto anche una risalita sul Vulture con la funivia che non vedo più. Un “volo” che mi è rimasto qui, davvero mozzafiato. Questo è un cambiamento che non mi aspettavo di altro vedo che non è cambiato quasi niente, in meglio, tranne la possibilità, per i miei giovani nipoti, di fare una sgroppata sui tandem attorno ai due laghi». In effetti, ai numerosi turisti presenti (intorno alle cinquemila presenze) e quelli giunti fin verso le ore 13, accuratamente ed opportunamente sistemati anche con l’ausilio delle forze dell’ordine , qualcosa in più si sarebbe potuta fare, da parte delle istitu- Per far decollare l’area e le sue bellezze nasce l’associazione degli operatori Scarsa illuminazione e buche: amministrazione sotto accusa zioni, come una bitumatura delle strade di accesso all’area e di servizio alla stessa. Gli operatori turistici, in sintesi, hanno fatto capire e lo si è constatato ascoltando le varie voci, lamentele e suggerimenti degli interessati. «L’amministrazione co- munale di Rionero in Vulture – ha sostenuto l’operatore Francesco Restaino, che ha anche rilevato un netto calo di presenze rispetto allo scorso anno – ci ignora completamente, anche nel non adeguare la pubblica illuminazione per la fruizione, PROBLEMI PRESENZE Nonostante gli sforzi, però, i problemi restano . Tra problemi e difficoltà è, comunque, boom di presenze . . . L’AREA L’area dei laghi di Monticchio [foto Di Lucchio] al meglio, dei vicini ruderi millenari dell’Abbazia di sant’Ippolito». Gli operatori turistici ce la stanno mettendo tutta per far decollare definitivamente l’area craterica di Monticchio. Non a caso è stata istituita una nuova associazione fra un gruppo di giovani volenterosi operatori turistici locali. «Siamo nati da pochi mesi – afferma, alla Gazzetta, la giovane Maria Sena Grieco, – c’è sufficiente aria di fermento, anche perché nell’associazione, che abbiamo battezzato “Ninfea”, bellissima pianta acquatica che abbellisce la superficie di alcune zone delle acque del Lago Grande, sono entrati la maggior parte degli imprenditori locali e sono interessate, altresì, le istituzioni ai vari livelli. Siamo fiduciosi e siamo fermamente intenzionati ad offrire al turista la migliore ospitalità e la miglior offerta culturale con i nostri musei, come quello originale della storia naturale del Vulture, e dell’arte del traforo con la riproduzione di famosi monumenti e cattedrali cristiane, allocate nell’Abbazia di san Michele e con le testimonianze culturali, quale l’area archeologica dei ruderi della Badia di sant’Ippolito che la Soprintendenza ha recentemente vincolato in area più vasta e la lapide eretta attorno al lago piccolo, nel maggio del 1993 per celebrare il Bimillenario oraziano» GENTE Numerosi i visitatori nel week end di Pasqua [foto Di Lucchio] RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Martedì 22 aprile 2014 IL PONTE DI PASQUA L’ARTE CATTURA Prima della visita agli antichi rioni, per moluna sosta obbligata e gradiPROVA SUPERATA POSITIVAMENTE titavisitatori al museo Ridola e a Palazzo Lanfranchi DONATO MASTRANGELO l MATERA. Musei, chiese e Sassi, oltre agli itinerari dell’habitat rupestre, presi letteralmente d’assalto nel giorno di Pasquetta. In migliaia, sin dalle prime ore della giornata hanno invaso la città per trascorrervi il lunedì dell’Angelo. Una prova, quella del ponte pasquale, superata nel complesso positivamente, con la città apparsa molto più pulita rispetto agli anni scorsi e con i servizi potenziati. Tanti gli esercenti aperti e non soltanto le attività che operano nel campo della ristorazione ma anche librerie, negozi di abbigliamento oltre alle immancabili botteghe dell’artigianato artistico. È il segno, probabilmente, che la comunità ha acquisito la giusta mentalità sotto il profilo dell’accoglienza, con l’obiettivo di soddisfare quanti visitano la città. In tanti hanno fatto rotta su quello che un tempo era conosciuto come il colle del Lapillo per approfittare dell’iniziativa del Fai, il Fondo Ambiente Italiano per visitare il castello Tramontano. «Ero stato diverse molte Matera - afferma l’astrofisico lucano Lucio Saggese, autore, tra le altre opere, del libro “Meridiane in Basilicata” - ma non avevo avuto la fortuna di poter visitare il castello. È stata una piacevole scoperta e credo che monumenti come il maniero vadano valorizzati, così come tutto il patrimonio della Ba- IL MANIERO RISCOPERTO In migliaia hanno approfittato dell’iniziativa del Fai per ammirare il castello Tramontano, eccezionalmente aperto Matera presa d’assalto Più turisti «culturali» C’è meno «mordi e fuggi» per visitare i Sassi, i musei e le chiese silicata». Tra le soste d’obbligo per molti gruppi e comitive di turisti diretti al Sasso Caveoso la fermata al museo archeologico nazionale “Ridola” e a Palazzo Lanfranchi. Nel più antico museo della Basilicata, alle 16.30 i visitatori erano già oltre un centinaio cifra destinata a salire sino all’orario di chiusura fissato per le 22. Numeri significativi anche a Palazzo Lanfranchi, sede del Museo di arte mediovale e moderna della Basilicata che ospita anche alcuni dipinti di Carlo Levi. In mattinata erano stati staccati una quarantina di tagliandi di ingresso mentre nel pomeriggio, attorno alle 16.45 avevano visitato la struttura circa 110 persone. Grande curio- STORIA E FUTURO sità hanno suscitato nell’attigua chiesa del Carmine un manufatto in cartapesta che rievoca la Festa in onore di Maria Santissima della Bruna e la Patamacchina, l’opera interattiva costruita con parti riciclate di oggetti della vita quotidiana, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici della Basilicata per Matera 2019, ideale connubio tra tradizioni e radici storiche e la dimensione futura di Matera che si esprime anche attraverso nuovi linguaggi e forme di comunicazione. Non poteva mancare la fermata a piazzetta Pascoli, con il suggestivo affaccio sui Sassi. «In visita anche un gruppo di centauri di Monopoli. «Avevo lavorato a Matera - dice Francesco Persano. È stato un bel ritorno. Un appunto lo farei sui parcheggi e sui problemi di accesso alle strutture alberghiere nei Sassi per via della Ztl. Forse, come denunciano anche le stesse strutture sarebbe opportuno potenziare il trasporto pubblico». Tra le opzioni di Pasquetta, come evidenzia Paolo Montagna, responsabile del centro Cea di Masseria Radogna, anche le escursioni a Murgia Timone con visita alla Madonna delle Tre Croci, alla Madonna delle Tre Porte, a Falcione e San Vito. «Rispetto agli scorsi scorsi aumenta anche la durata delle escursioni. Apprezzata l’offerta enogastronomica di prodotti a chilometro zero». LA NATURA Nella chiesa del Carmine tra cartapesta e «Patamacchina» A spasso su Murgia Timone si allunga la durata delle escursioni PATRIMONIO UNESCO Comitive di turisti in visita agli antichi rioni [foto Genovese] LA SPOSA IN LAMBRETTA Un originale tour nei Sassi nel giorno delle nozze [foto Genovese] CINETURISMO IL GOLGOTA A MURGIA TIMONE, NEL PARCO DELLE CHIESE RUPESTRI CAPITALI DELLA CULTURA I TURISTI SALENTINI Gettonatissimi i luoghi scelti da Pasolini e Gibson Le location dei film ammirate dai visitatori Sassi e barocco questo è il Sud che non piange l MATERA. I Sassi, ieri, sono stati invasi dai turisti. Gettonatissimi i luoghi del Golgota, a Murgia Timone nel Parco delle chiese rupestri, dove sono state installate le croci lignee che hanno contrassegnato la Passione dei film “Il Vangelo Secondo Matteo” di Pasolini, e “The Passion” di Gibson, e le rappresentazioni di “Mater Sacra”. La voglia di immortalare luoghi unici al mondo, patrimonio dell’Unesco, hanno fatto viaggiare immagini su social forum, foto e videocamere, tra le chiese rupestri, e musei e case grotte della civiltà contadina dei rioni Sassi, gli ipogei di piazza Vittorio Veneto dove sono gli antichi serbatoi d’acqua della città, fino a due presidi aperti del Fondo Ambiente italia che hanno attirato visitatori con la voglia di scoprire uno “spaccato inedito” di una città candidata a capitale europea della cultura per il 2019. Si tratta di “Casa Noha”, nella Civita, dove è possibile effettuare una viaggio virtuale alla scoperta della storia e dell’arte di luoghi millenari, e al cinquecentesco ca- l MATERA. È il volto bello del Mezzogiorno, quello virtuoso che non ha voglia di piangersi addosso bensì camminare con le proprie gambe. La Puglia, forse memore di quella che fu la Terra d’Otranto, è da sempre un bacino turistico di riferimento per Matera. C’è più del fattore che viene definito turismo di prossimità. Una interazione che ora trova rispondenza anche con la competizione tra la città dei Sassi e Lecce per il riconoscimento di capitale europea della Cultura nel 2019. Tanti i turisti salentini che ieri si sono riversati a Matera. «Abbiamo pernottato due giorni - afferma Gianluca Lubelli di Lecce, trovando eccellente il livello di accoglienza. Molto funzionale per le visite il filmato che viene proposto a Casa Noha. Credo che Matera sia un bell’esempio di come si possa promuovere il turismo. La competizione con Lecce? Sarà una bella sfida. Ben vengano, per la crescita del Sud, queste iniziative finalizzate a promuovere la crescita e lo sviluppo del territorio attraverso l’arte, la storia, i monumenti, le bellezze dei luoghi». Pugliesi “primi” anche a tavola come evidenzia il ristoratore Pino Bianchi. «Ma abbiamo lavorato bene anche con gruppi di americani e tedeschi. Rispetto all’anno scorso ci sono state più prenotazioni e meno last minute». [d.mas.] stello “Tramontano” che consente da un alto poggio di avere una visione d’insieme dell’habitat rupestre e degli antichi rioni di tufo. La presenza di turisti italiani e stranieri, fra di loro molti francesi, tedeschi, giapponesi, cinesi e spagnoli, è stata favorita dall’aumento delle temperature che hanno portato al tutto esaurito nelle strutture ricettive. Molto apprezzata la visita al mercatino delle pulci di piazza Vittorio Veneto, ai musei del piano (Musma, archeologico “D. Ridola” e di Storia Medievale e moderna dove è ospitata la mostra sulla cineteca lucana e alla sala degli stemmi dell’Arcivescovado) e dei Sassi per il sistema delle chiese rupestri e della tradizione contadina. Chiuso, a causa di difficoltà economiche, quello del cinema dell’Associazione Pier Paolo Pasolini. Tutto esaurito anche nel parco delle chiese rupestri, presso il Centro di educazione ambientale, dove sono attive una foresteria e uno spazio camping. Il tour a Matera, che continua senza sosta, si effettua in prevalenza a piedi ma anche con minicar elettriche o con ape calessino. Non sono mancate le curiosità, come una coppia di giovani materani, che ha deciso di sposarsi a Pasquetta nella chiesa di San Francesco d’Assisi, che supplisce alla disponibilità della Cattedrale, chiusa da dieci anni per restauri. Soddisfazione per la presenza turistica. per gli aspetti organizzativi e per l’efficienza dei servizi è stata espressa dal sindaco, Salvatore Adduce, che ha visitato i luoghi di maggior afflusso dei visitatori. Il ponte di Pasqua ha favorito le gite fuori porta nei centri della collina e della montagna materana e della costa jonica, presso villaggi e residence o secondo case, o ai siti archeologici. SCATTI SUGGESTIVI Immortalati luoghi unici al mondo patrimonio dell’Unesco. Le immagini viaggiano sui social forum RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO IL LUNEDÌ DELL’ANGELO LE METE PREFERITE NEL POTENTINO Martedì 22 aprile 2014 LE METE PREFERITE Il sole ha favorito le gire fuori porta: dagli agriturismi ai castelli, dai musei, alle cascate di San Fele e per chi è rimasto in città niente caffè Una Pasquetta senza caffè nel centro storico della città Ma le enormi panchine di piazza Mario Pagano invitano al sole e al relax Per il rito della «tazzulella» al bar i potentini hanno dovuto aspettare le 17 LUIGIA IERACE l Un’altra Pasquetta senza caffè nel centro storico di Potenza. Del resto non è una novità, per i giorni di festa. Non c’è da illudersi, sono sempre molto scarse le possibilità di trovare un bar aperto durante le festività per chi sceglie la passeggiata pomeridiana e conta nella «tazzulella ‘e cafè» al bar della piazza. Per loro, giovani o adulti, anziani o bambini, non è rimasta che la piazza, bella e soleggiata, con quelle enormi panchine per godersi i primi caldi. Insomma, anche questa Pasquetta è andata così, secondo un copione ormai conosciuto per una giornata di sole primaverile all’insegna per lo più di gite fuori porta e di un caffè, naturalmente non prima delle 17 nel cuore del centro storico di Potenza. Certamente, la scelta di aprire il centro storico della città, derogando alla Ztl, in questo fine settimana, ha visto un maggior numero di potentini raggiungere il cuore della città. E i risultati li hanno visti i commercianti. «Abbiamo lavorato bene in questi giorni», ha commentato Gabriele, titolare di un bar del centro. «La mancanza di Ztl si è avvertita. c’è stata una grande affluenza sabato e domenica. Il giorno di Pasquetta, invece, è andata bene la mattina. Pochi nel pomeriggio per poi riprendere in serata». Positivo il bilancio per il Museo nazionale archeologico di Palazzo Loffredo, aperto per tutta la giornata anche a Pasquetta e che nella sola giornata di ieri ha visto l’affluenza di un centinaio di visitatori, molti dei quali provenienti dalla vicina Puglia e anche qualche straniero. Porte chiuse invece per il Museo provinciale e la Pinacoteca. Un patrimonio ormai chiuso al pubblico nei giorni di festa. Un peccato per gli amanti dell’arte e della cultura che in tempi migliori, per le casse della Provincia, avevano la possibilità di visitare anche il ricco Polo della cultura di rione Santa Maria. La bella giornata ha favorito naturalmente la Pasquetta all’aria aperta. I potentini, infatti, hanno scelto di trascorrere il Lunedì dell’Angelo all’insegna della tradizione in famiglia o con gli amici nelle campagne dell’hinterland potentino. Preso d’assalto il lago di Pantano, l’oasi naturale del Wwf meta gradita per sportivi e non, per la passeggiata necessaria dopo le grandi abbuffate a tavola di Pasqua e Pasquetta. Ma anche Sellata e Rifreddo, sono state tra le mete preferite per la gita fuori porta, quella scampagnata con pranzo e barbecue in mezzo alla natura. Una piacevole scoperta dei potentini le vicine cascate di San Fele dove centinaia di turisti anche di fuori regione hanno avuto modo di apprezzare un incantevole scenario naturale. E per gli appassionati di cavalli, la giornata è stata ideale per una bella escursione in mezzo al verde. Ma il fascino della natura e quello dei motori spesso si intrecciano. Sono tanti anche i potentini che hanno optato per una corsa in go-kart. Letteralmente presa d’assalto la pista di Tito. E il sole, naturalmente, ha spinto verso la prima gita al mare, dallo Ionio al Tirreno. Insomma, una bella Pasquetta per tutti i gusti, anche per chi è rimasto in città in un centro storico tutt’altro che abbandonato, animato dal tradizionale struscio della sera e dalla felicità dei bambini per quella piazza Mario Pagano, trasformata in un inconsueto campo di calcio notturno illuminato. PASQUETTA IN CITTÀ Il sole ha favorito le gire fuori porta. Tanti turisti alle cascate di San Fele, pochi hanno scelto il Museo e per chi è rimasto in città, inutile la caccia al caffè. Bar quasi tutti chiusi in centro . ARTE E CULTURA BOOM DI PRESENZE ANCHE ALLE CASCATE DI SAN FELE E AD ATELLA DOVE SONO STATI TROVATI I FOSSILI DI UN MAMMUT Un giorno tra i castelli del Vulture Da Melfi, a Venosa, a Lagopesole per il borgo di Acerenza, tra i cinque più belli d’Italia ANTONIO PACE l MELFI. «Con i suoi paesaggi lunari tormentati dai calanchi, le foreste e le gialle distese di grano, con il mare che profuma nell'aria anche quando non si vede, questa «Palestina nel cuore del Mezzogiorno» è una meravigliosa frontiera dove riappropriarsi di pensieri e ritmi naturali». È cosi che il Touring Club definisce la nostra regione e l’area del Vulture, soprattutto, che rappresenta per le sue valenze storiche, architettoniche, paesaggistiche e naturalistiche, una realtà territoriale dalla marcata connotazione turistica. I turisti che tradizionalmente, nelle festività pasquali affollano le località di maggiore interesse storico, culturale e ambientale non hanno voluto perdere l’appuntamento con la cultura: si sono riversati numerosi nei luoghi della storia, il Vulture appunto, perché l’area del Vulture è piena di storia: Melfi, Venosa, Acerenza, Lagopesole, ma anche Atella e San Fele sono i paesi più impregnati di storia con i loro castelli, con le testimonianze architettoniche che si sono concretizzati in itinerari turistici tematici di grande suggestione. Durante le festività pasquali, le mete più visitate sono state il museo archeologico di Melfi, ubicato all'interno del castello normanno-svevo, in cui è presente l'importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture. Si tratta, in primo luogo, di corredi funerari di VII-III secolo a.C., caratterizzati, per le fasi più antiche, da raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, da armature in bronzo, da preziosi ornamenti in argento, oro e ambra e da vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca. In una torre del Castello è esposto uno straordinario sarcofago in marmo del II secolo d.C. con decorazione a rilievo, riferibile a botteghe dell'Asia minore. Sul coperchio è raffigurata la defunta «dormiente». Anche Venosa è stata interessata da una massa di visitatori che hanno invaso il complesso della SS Trinità (riconosciuto monumento nazionale dal 1897), costruito dove, in tempi remoti, CASTELLI Il maniero di Federico II di Melfi è stato uno dei luoghi preferiti per la Pasquetta esisteva un tempio pagano. Il complesso della Santissima Trinità è un'attrazione che comprende due chiese: la chiesa antica (o chiesa vecchia) che risale all'epoca paleocristiana, sebbene, in seguito, fu modificata e restaurata dai Longobardi e dai Normanni e la chiesa nuova (o chiesa incompiuta) che fu iniziata tra l'XI e il XII secolo per ampliare quella antica, sfruttando i materiali sottratti all'anfiteatro romano, ma la sua edificazione non fu mai portata a termine. Inoltre sono presenti il Castello Del Balzo, la casa di Orazio e le catacombe ebraiche. A Lagopesole, dove si trova il più grande castello fatto costruire da Federico II, il flusso turistico nel giorno pasquetta era partito sottotono, ma poi nel pomeriggio, aiutato della temperature primaverili, si è intensificato fino a raggiungere cifri accettabili. Un vero e proprio boom di presenze turistiche si sono registrate alle cascate di San Fele e nella zona del cimitero di Atella dove sono stati scoperti reperti che testimoniano la presenza di insediamenti preistorici sul territorio. Da menzionare è il fossile di un mammut vissuto probabilmente tra i 650.000 e i 550.000 anni fa. Ad Acerenza, i turisti hanno invaso la cittadina sin dalle prime ore per visitare il borgo e la sua Cattedrale ricca di storia. Dedicata a Santa Maria Assunta e a San Canio Vescovo, la Cattedrale fu costruita alle origini della diffusione del culto cristiano in Basilicata grazie al soggiorno proprio di San Pietro, facendosi spazio su di un’antica chiesa paleocristiana dedicata al pagano Ercole Acheruntino. Nei giorni scorsi si è classificata tra i primi cinque nel concorso della Rai3 «Il Borgo più bello d’Italia» durante lo speciale de «Alla Falde del Kilimangiaro» condotto da Licia Colò. RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I V Martedì 22 aprile 2014 ANDAMENTO TURISTICO In base ai sistemi di prenotazione on line, riempito solo il 61% delle camere disponibili, l’altro 39% rimasto vuoto DAL POLLINO AL SIRINO Il Paco stenta a decollare, strutture mezze vuote. È record per il turismo bianco. Tanta neve e ancora si va a sciare Austriaci e tedeschi scoprono Maratea I turisti stranieri salvano la stagione. Presenze in calo VERDE E NEVE Dall’incantevole scenario delle cascate di San Fele al monte Sirino innevato. I bellissimi contrasti di una Basilicata ancora tutta da scoprire . VIGGIANELLO GLI OPERATORI: «UN ATTRATTORE INTERNAZIONALE CHE VA SOSTENUTO DALLA REGIONE» Pernottamenti in calo ma il Pollino attira i turisti l VIGGIANELLO. Lunedi dell’Angelo sul Pollino, un grande classico che però negli ultimi tempi non fa grandi numeri ( almeno nei paesi del versante lucano), nonostante i tentativi di rilancio. Certo ci sono le eccezioni. Soprattutto i Bed & Breakfast e gli agriturismo che tengono grazie anche ai prezzi più abbordabili per le tasche dei visitatori. Le grandi strutture, invece, risentono del contesto. Non solo devono tener conto di prenotazioni in netto calo rispetto al passato, ma a questo deve aggiungersi il cambiamento delle abitudini del turista.Se prima la prenotazione tipica di Pasqua riguardava le tre notti, con il soggiorno che iniziava venerdì e terminava lunedì, di questi tempi sempre più spesso si scende a uno o al massimo due pernottamenti. A sentire gli operatori turistici la colpa è della crisi che si fa sentire soprattutto sulle famiglie. E quando viene meno la famiglia la situazione precipita. Indicativa a tal proposito è la testimonianza di Luigi Sassone, gestore di uno dei ristoranti più noti di Viggianello: il «Cantuccio». «Abbiamo registrato un calo del 50 per cento rispetto alla Pasquetta dell’anno scorso – dice -. Da qui a qualche anno se non si inverte la situazione il turismo rischia di finire». Quella descritta da Sassone è una situazione condivisa dai suoi colleghi. Marco Fiore, ad esempio, che gesti- sce, insieme con il fratello, l’hotel ristorante il Boschetto va subito al cuore del problema: «Per quanto mi riguarda arriva poca richiesta. La situazione non è delle migliori. Speriamo che il futuro sia più roseo». Pietro Cavaliere del «Miramonti» di Rotonda: «La situazione è preoccupante», dice sottolineando il fatto che «negli altri anni a Pasqua riempivamo la struttura. Quest’anno, invece, le cose sono andate diversamente anche rispetto al 2012 che è stato un anno dove alla crisi si è aggiunta anche la paura del terremoto». Meno drammatica, invece, la situazione descritta da Alfonso Managò, gestore di uno degli alberghi più grandi della zona: il «Parco Hotel Pollino»: «Non ci possiamo lamentare – dice – non abbiamo fatto registrare il tutto esaurito ma nel complesso il trend è positivo. Quello che serve, a mio avviso, è che le istituzioni regionali accompagnino di più il processo che porta a fare del Pollino un attrattore turistico dal respiro internazionale. A volte ho l’impressione come se non ci fosse la voglia di farlo riprendere». Buona la situazione descritta anche da Carmine Orofino, titolare dell’hotel «Paradiso» a San Severino Lucano: «Per quanto mi riguarda siamo andati anche meglio rispetto all’anno scorso. Sia a Pasqua sia a Pasquetta abbiamo fatto re[p.perc.] gistrare il pienone». PINO PERCIANTE l MARATEA. Pasqua e Pasquetta in chiaroscuro per la Maratea del turismo. I visitatori sono arrivati, come ormai accade da anni, ma non parlano italiano. O almeno non quelli che potrebbero fare la differenza tra una stagione in negativo e una che almeno pareggia rispetto al 2013. Sono per lo più stranieri. «Austriaci e tedeschi in testa», dice Carmine Esposito, presidente del consorzio turistico Maratea che parla di una sostanziale tenuta nel movimento turistico della «perla del Tirreno». «Malgrado la crisi e il cattivo tempo che ha causato non poche disdette – dice Esposito – abbiamo retto. Gli arrivi sono sicuramente diminuiti, ma rispetto all’anno scorso siamo più o meno in linea». Grazie agli stranieri. Sono loro in questi tempi di crisi l'ancora di salvezze delle imprese e dei servizi che a Maratea vivono di turismo. Gli italiani invece latitano. «Il mercato italiano è in sofferenza - spiega Esposito - mentre la presenza straniera è soddisfacente e compensa il crollo degli italiani». Tuttavia, nel complesso il risultato non è esaltante. Gli alberghi non si sono riempiti. «Le cose non stanno andando bene, c’è poca gente – dice Biagio Salerno, titolare dell’hotel La Tana a Castrocucco -. Un po’ la colpa è del maltempo ma ho fatto una ricognizione tra alcuni alberghi sul territorio nazionale e la situazione è difficile dappertutto. Sia gli arrivi sia le presenze sono in calo praticamente ovunque». Per quanto riguarda Maratea, secondo alcuni sistemi di prenotazione on line, avrebbe riempito solo il 61 per cento delle camere disponibili, l’altro 39 per cento di stanze sarebbe rimasto vuoto. «C’erano posti in tutti gli alberghi – dice Salerno - per non parlare degli appartamenti: chiusi a doppia mandata. Gli arrivi sono sicuramente in calo, ma non è una novità. Lo ha detto anche Unioncamere Basilicata e non può dipendere solo dalla chiusura per lavori di qualche struttura. Secondo me abbiamo fatto registrare un calo del 30 per cento». I motivi sono tanti. Secondo gli albergatori, la pioggia e il freddo hanno giocato a sfavore, ma più di tutto sta pesando la ricaduta della lunga crisi economica. Che cambia anche il modo diviaggiare dei turisti: «Negli anni passati – dice Salerno – la prenotazione tipica di Pasqua riguardava le tre notti, con il soggiorno che iniziava venerdì e terminava lunedì. Ora sempre più spesso si scende a uno o al massimo due pernottamenti. Così come sono in aumento i clienti che chiedono ulteriori sconti su tariffe già ribassate Gli italiani – continua Salerno – comprensibilmente hanno accorciato di molto le vacanze. Si fermano solo per pochi giorni. L’aumento di tedeschi e MONTE SIRINO Si continua a sciare sui monti lucani coperti da 40 centimetri di neve a valle e 2 metri in quota a 2.000 metri di altezza. Una Pasquetta all’insegna degli sport invernali sul Sirino, soprattutto per turisti calabresi e campani austriaci l’ho percepito, noi abbiamo ospitato anche una comitiva di olandesi. Ma facciamo fatica con i prezzi: ci prendono un po’ per la gola. Le nostre spiagge sono fra le più economiche, eppure non basta. C’è crisi vera. C’è paura di spendere». E le vacanze degli italiani? A casa o in un Bed&breakfast e se a Maratea il saldo totale è sostanzialmente in linea con quello dell’anno scorso lo si deve agli stranieri. Nonostante la crisi economica perdurante e le note criticità climatiche del mese di aprile, il turismo ha retto grazie ancora una volta al contributo degli stranieri: Austria e Germania in testa. Continua, però, il trend negativo per le presenze che si riflette sulla redditività delle strutture. Male gli italiani (soprattutto alla voce arrivi), bene gli stranieri (sia arrivi sia presenze). Ci stiamo quindi avviando verso una stagione difficile che deve fare i conti non solo con la situazione economica e climatica, ma che pare aver assunto cambiamenti ormai strutturali della domanda. «Non vado molto d’accordo con le statistiche – spiega Salerno – ma posso confermare che è un momento difficile per varie ragioni. Dal punto di vista meteorologico, il week end di Pasqua è da dimenticare, speriamo di recuperare con i ponti del 25 aprile e del primo maggio». Turismo bianco Sirino da record tanta la neve Fa un effetto un po’ strano di questi tempi ma in montagna si può ancora sciare. In particolare sul Sirino, dove ci sono ancora 40 centimetri di coltre bianca a valle e 2 metri in quota (2000 metri). Un evento eccezionale che ha spinto i gestori della stazione di sport invernali a tenere aperta la seggiovia nel giorno di Pasquetta. Così sono stati molti gli amanti dello sci (provenienti soprattutto da Calabria e Campania) che ieri si sono recati sulle piste del Sirino per godere della neve ancora bella e abbondante , con piste aperte e ancora tanto divertimento, anche in una Pasqua «alta» come quella di quest’anno. Il record di neve spetta al Sirino. Nessun altra località del sud Italia è stata innevata come quella di Lagonegro. La primavera meteorologica è iniziata ormai da un mese ma è solo un riferimento statistico per il Sirino. «La stagione è andata benissimo e si sta concludendo ancora meglio», ha detto Fabio Limongi, maestro della scuola di sci [p.perc.] “Monte Sirino”. RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Martedì 22 aprile 2014 CENTRO STORICO FINANZIAMENTI Sfumati i fondi regionali il Comune tenterà in extremis di convertire un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti SPAZI PEDONALI IN CITTÀ Piazza Sedile, persi i fondi Dieci anni di annunci e nessuna riqualificazione davanti al Comune GIOVANNA LAGUARDIA l Il cartello che annuncia l’imminente avvio del cantiere c’è ancora. I finanziamenti no. È il paradosso della centralissima piazza Matteotti, a Potenza. Dal Comune di Potenza, infatti, confermano che è sfumato il finanziamento regionale di 250mila euro con il quale si sarebbe dovuto mettere a punto un progetto risalente all’or mai lontano 2006 all’interno di un piano di finanziamento datato 2003. L’opera prevedeva all’inizio un finanziamento di 70 mila euro. Spulciando nell’archivio della Gazzetta scopriamo che erano addirittura stati affidati i lavori e che si prevedeva di terminarli entro il 2007. Nel 2009, però, di quel progetto di riqualificazione illustrato dal cartello posto sul marciapiede, non c’era ancora nessuna traccia. Il finanziamento, poi, è stato riconvertito ed è lievitato fino a 250 mila euro di fondi regionali. Soldi che sarebbero dovuti servire al rifacimento della pavimentazione dal palazzo del comune fino all’incrocio con via Pretoria, con basolato e cubetti di porfido (in parte ancora presenti sotto l’asfalto). Il Comune stava valutando anche la possibilità di chiedere a Bankitalia la disponibilità del piccolo giardino che affaccia sulla piazza e di sostituire con una costruzione più elegante il chiosco dell’edicola all’angolo di via Pretoria. Il progetto, però, avrebbe dovuto essere approvato e rendicontato entro gennaio di quest’anno. Cosa che non è accaduta, di conseguenza la possibilità di vedere un a piazza Matteotti ristrutturata, come è successo, invece, per piazza Prefettura, per il momento svanisce. A settembre del 2013, in una intervista rilasciata alla Gazzetta, l’allora assessore ai lavori pubblici (oggi sindaco), Pietro Campagna, dichiarava: «I tempi sono molto ristretti - conclude Campagna - comunque sono fiducioso che, sulla base di elementi concreti, sia anche possibile ottenere una proroga». Questo le altre notizie SINDACATI I pensionati lucani si mobilitano n Si terrà domani, a partire dalle 10.30, presso la sede dello Spi Cgil Basilicata, in via Bertazzoni a Potenza, la conferenza stampa di presentazione della di mobilitazione unitaria di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil dal titolo: «Caro Matteo», in cui i sindacati dei pensionati chiedono al premier delle risposte su lavoro, sviluppo, occupazione; tutela del reddito; welfare pubblico e solidale; legge sulla non autosufficienza; lotta agli sprechi; riduzione delle tasse ai pensionati. Nel corso dell’incontro verranno anche presentate le proposte unitarie con particolare riferimento anche alla situazione locale dei pensionati. In Basilicata i pensionati sono circa 160mila. Di questi, quasi la metà percepisce una pensione da fame pari a 500 euro mensili, mentre l’80% non supera i 1.000 euro mensili. I pensionati lucani, conti alla mano, sono quelli che prendono l’assegno più leggero d’Italia. In media incassano 632 euro, mentre la media nazionale si attesta attorno ai 778 euro. TERZA ETÀ Viaggi per cure termali le domande al Comune non è accaduto e, sul filo di lana, ci si sono messe pure le vicende giudiziare di alcuni dirigenti comunali e imprenditori potentini a rallentare il progetto. Che comunque, giova ricordare, risale a ben otto anni fa ed avrebbe avuto tutto il tempo di essere avviato e terminato prima di questo intoppo. Ma che fine hanno fatto i soldi del finanziamento? Lo abbiamo chiesto al sindaco Pietro Campagna. «Bisognerà chiarire - ha detto Campagna - se quei finanziamenti sono ancora disponibili per altri progetti, anche suddividendoli in più “pacchetti”, come del resto era stato già immaginato». E per quanto riguarda piazza Matteotti? «Il progetto c’è ed è definitivo ma non ancora approvato e reso esecutivo - l’obiettivo è quello di approvare a breve il progetto in Giunta per poi fare una richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti per poter riconvertire un vecchio mutuo sulla riqualificazione di piazza Matteotti». PROGETTO A sinistra il tabellone che campeggia ancora in piazza e che indica il progetto sulla riqualificazione della stessa piazza. Lavori che non ci saranno più . n Si rinnova l’appuntamento con i viaggi per le cure termali. Gli stabilimenti di Contursi Terme, Latronico e Rapolla hanno proposto alla Unità di Direzione Servizi Sociali del Comune di Potenza un servizio rivolto alla cura e alla salute della Terza età. Il progetto delle cure termali prevede i servizi aggiuntivi quali viaggio di andata e ritorno completamente gratuito nei periodi prescelti da maggio a ottobre per gruppi di 50 unità; assistenza medica durante l’intero orario di svolgimento delle cure; visita medica specialistica gratuita circa la patologia oggetto di cura; sconto del 50% sull’eventuale secondo ciclo di cura a pagamento. I modelli per la richiesta del servizio «Cure Termali» possono essere ritirati presso l’Ufficio Cortesia dell’Unità di Direzione Servizi Sociali in via Lacava, a Potenza, tel. 0971/415541/2 e dovranno pervenire entro il 14 maggio completi di copia della prescrizione medica. GLI EVENTI COLLATERALI ALLA PARATA E ALLA PROCESSIONE. IL CARTELLONE ORGANIZZATO PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO DA «IO POTENTINO» La festa di San Gerardo a Potenza sarà all’insegna della solidarietà l È scattato il conto alla rovescia per la festa di San Gerardo, patrono di Potenza. Accanto al momento clou dell’evento, la Parata dei turchi del 29 e la processione del giorno dopo, in questi ultimi anni si è sviluppato un cartellone di iniziative che contribuisce ad arricchire la festa stessa. L’associazione Io Potentino punta a creare momenti di aggregazione finalizzati alla solidarietà. Con questo spirito si conferma per il terzo anno consecutivo «Benvenuto Mi Frà» (Bmf). Si tratta di un progetto finalizzato all’acquisto di beni di prima necessità (latte, biscotti, scatolame) da donare, il 30 maggio, agli extracomunitari che affollano il centro storico nei giorni a ridosso della festa. Ma quest'anno, visto il sempre crescente numero di concittadini che vivono situazioni poco favorevoli non sarà iniziativa dedicata solo agli extracomunitari. Bmf amplierà il suo rag- gio d'azione sostenendo, seppur simbolicamente, le famiglie potentine in difficoltà donando loro pasta e sugo da consumare il giorno 30 maggio. Per finanziare questa iniziativa, l'associazione Io Potentino ha pensato a due modalità di sostegno aperte a tutti: #bmftestimonial - versando una quota di 2 euro chiunque ed in qualsiasi momento potrà essere protagonista di una foto-ritratto con il logo Bmf. Tutte le foto entreranno a far parte del «muro dell' accoglienza» che darà il benvenuto ai fratelli extracomunitari al loro arrivo in città; #bmfvideotestimonial- il giorno 7 maggio, presso il teatro Stabile, previo versamento di 3 euro, tutti potranno entrare a far parte del video ufficiale dell'iniziativa che verrà poi successivamente diffuso in rete. In entrambi i casi l'intero ricavato verrà devoluto a favore dell' iniziativa. La partecipazione sarà aper- IMPEGNO I ragazzi dell’associazione «Io Potentino» partecipano attivamente anche alla Parata dei turchi . ta a tutti: associazioni, gruppi, compagnie teatrali, scuole di ballo, artisti di ogni genere, figure pubbliche e politiche variegate. L' associazione, inoltre, fino al 7 maggio, raccoglierà le adesioni di coloro i quali vorranno collaborare volontariamente all' iniziativa attraverso i canali di comunicazione associativi (Facebook, Twitter, Po- sta elettronica) e si è fatta promotrice di una raccolta straordinaria di generi alimentari che avrà luogo il giorno 24 maggio. Sempre l’associazione Io Potentino, come ogni anno, ha rinnovato l’appuntamento con l’iniziativa della vendita di magliette appositamente create da indossare nei giorni dei festeg- giamenti in onore del santo patrono. Anche in questo caso c’è un obiettivo di solidarietà: i proventi ricavati dalla vendita delle magliette, prenotabili fino al 9 maggio sui canali social dell’associazione e sul sito internet, saranno utilizzati per l’acquisto di un service audio da donare al Centro Socio Educativo Diurno–Rotary situato a Rione Bucaletto e dedicato a persone con disabilità. Due i modelli tra i quali poter scegliere: versione verde con stampa vintage oppure modello «Walt» di colore grigio la cui stampa richiama il font Walt Disney. Entrambi saranno disponibili per uomo, donna e bambino ed avranno un costo di 10 euro. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I VII Martedì 22 aprile 2014 POLITICA IL VOTO NEI COMUNI I democrat, però, restano divisi in molti 55 comuni lucani dove si voterà per VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE dei rinnovare i municipi il 25 maggio prossimo Centrosinistra, Luongo ricompatta la coalizione Il dirigente lavora a una mediazione per evitare la frattura ANTONELLA INCISO l La presentazione delle liste si avvicina a grandi passi, ma più passano le ore, più si avverte la necessità di saldare il fronte della coalizione. I democrat ne sono consapevoli e per questo, di fronte alla tachicardia provocata dalle divisioni sulle primarie nella città capoluogo tra i partiti della coalizione, fanno scendere in campo il «padre del Centrosinistra»: Antonio Luongo, l’uomo delle mediazioni impossibili, l’uomo capace di tenere insieme le diverse anime tra e fuori i dem. È lui che - proprio nel week end di Pasqua - riesce a disinnescare l’allarmante reazione a catena che rischiava di far saltare in aria il Centrosinistra sulle elezioni a Potenza. Un pericolo che stava maturando con una spaccatura e con la possibilità di nuove ed imprevedibili alleanze delle anime dem e dei minori. Di fronte a questo scenario lui, che è considerato uno dei leader storici del Pd lucano, prova un’ultima vorticosa mediazione prima degli apparentamenti con il candidato sindaco e prima della presentazione delle liste. Il risultato è una triangolazione che riesce a tenere insieme i rigidi paletti di chi vuole il rinnovamento e le richieste sulle metodologie utilizzate, e che porta anche il partito socialista a sedersi al tavolo della coalizione che sostiene come candidato sindaco Luigi Petrone. Tra incontri, riunioni e contatti telefonici, dunque, Luongo consente al Centrosinistra di firmare una tregua e di superare le posizioni bloccate dentro il Pd e con i partiti minori. Con Petrone, dunque, ci sarà l’alleanza quasi al completo. Tutti i partiti che l’hanno composta sino a poco meno di un mese fa, ad eccezione dell’Italia dei Valori e di Realtà Italia che, invece, hanno partecipato I COMUNI AL VOTO IN BASILICATA MATERA 13 Comuni ELET(abitanti*) TORI COMUNE ELEZIONI SINDACI USCENTI Sindaco uscente Nicola Buonanova Lista Civica Calciano (796) Salvatore Auletta Lista Civica Cirigliano (361) Tommaso Antonio Romeo Lista Civica Craco (766) Giuseppe Lacicerchia Lista Civica Garaguso (1.134) Rocco Costanzo Lista Civica Gorgoglione (1.053) Giuseppe Filippo Miglionico (2.543) Angelo Buono Nova Siri (6.596) Giuseppe Santarcangelo Pomarico (4.238) Giuseppe Casolaro Rotondella (2.707) Vincenzo Francomano Accettura (1.980) Bernalda** (12.264) Sul tavolo ora la scelta tra la continuità con i progetti della vecchia amministrazione e i programmi nuovi La «vera partita» per la tenuta del Centrosinistra si giocherà lì: di fronte al bivio tra la continuità dei progetti por- CENTROSINISTRA IL CANDIDATO SINDACO RISPONDE A POLESE CENTRODESTRA INTESA TRA TADDEI, MANCUSI, MOLLICA E GALIZIA Petrone accoglie l’appello Ncd e Udc con una lista di Potenza Democratica e lo stesso simbolo «Sia vero rinnovamento» «Avanti con Cannizzaro» l Sì all’apertura verso le nuove generazioni e al rinnovamento delle classi dirigenti che dovranno guidare gli organi consiliari e di governo della città. Il candidato sindaco del centrosinistra, Luigi Petrone, s’inserisce nel solco tracciato da «Potenza Democratica», lista in cui c’è una significativa presenza di giovani, espressione dell'associazionismo potentino e della società civile cittadina. Durante la presentazione della lista è stato sottolineata la necessità di un profondo rinnovamento, necessità condivisa da Petrone a cui va l’appoggio di «Potenza Democratica», così come annunciato da Mario Polese. Petrone commenta così: «È un’esigenza - dice - da me stesso auspicata, che caratterizzerà la mia lista e già raccolta dall'intera coalizione che su tale tema ha concretamente messo in campo significative azioni, come emerso nelle prime presentazioni di candidature. In merito agli spunti programmatici - prosegue Petrone - condivido la necessità di favorire la rivitalizzazione del centro storico anche attraverso una positiva interazione con l'Universita, nonché l'opportunità di valorizzare la presenza di un'eccellenza quale è l'ospedale San Carlo. La mobilità, inoltre, rappresenta un settore strategico su cui puntare anche per meglio rafforzare le relazioni tra l'area urbana e quelle periferiche e rurali da mettere al centro dei progetti di sviluppo. Sempre più importante infine, per il futuro di Potenza mantenere un proficuo rapporto con l'ente Regione, il cui programma, anche in vista del prossimo utilizzo dei nuovi fondi europei - conclude Petrone - molto opportunamente guarda allo sviluppo ed al nuovo ruolo delle aree urbane». l Una lista unica con il simbolo che ricalca esattamente quello già presentato alle elezioni europee (Nuovo centrodestra, Alfano, Scudo crociato). Il coordinatore regionale del Ncd, Taddei, e i responsabili dell’Udc, Mancusi, Mollica e Galizia hanno raggiunto un accordo per andare insieme alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale e del sindaco di Potenza. In questo modo - hanno spiegato - si va avanti nel percorso politico di unificazione dell’area moderata, cristiana, riformista e liberale del nostro Paese, avviato, in sede nazionale. Condividiamo, fino in fondo, le ragioni, una sua pratica applicazione». Nel ribadire, dunque, che ci sarà un’unica lista con lo stesso simbolo, Taddei, Mancusi, Mollica e Galizia hanno stabilito di collegare la lista al candidato sindaco Michele Cannizzaro, «affermato e stimato professionista espressione della società civile, condividendone il suo programma amministrativo. Ci auguriamo – hanno concluso gli esponenti di Ncd e Udc – che altre forte politiche del centrodestra convergano su tale candidatura con l’obiettivo di costituire un’aggregazione ancora più forte ed ancora più credibile, in modo tale da determinare una svolta nella gestione dell’amministrazione comunale, fino ad oggi fortemente deludente e con risultati estremamente negativi per l’intera comunità». Soddisfatto il capogruppo regionale di Forza Italia, Michele Napoli: «La candidatura di Cannizzaro si rafforza non solo per l’adesione di nuovi partiti del centrodestra che hanno condiviso la scelta e il percorso politico di rinnovamento di Forza Italia ma per i crescenti consensi ed incoraggiamenti che provengono da ampi settori della società civile che hanno colto la proposta di reale cambiamento da realizzare oltre il tradizionale schieramento del centrodestra». Lista Civica Cen. Sin.(L.C.) Lista Civica Lista Civicaocratico POTENZA 42 Comuni IL BIVIO Lista Civica Gennaro Olivieri ELET(abitanti*) TORI COMUNE tati avanti dall’amministrazione Santarsiero e il rinnovamento con una nuova programmazione che tenga conto delle sollecitazioni che vengono da più parti. Insomma, nonostante l’acqua buttata sul fuoco, per il Potenza ed il Centrosinistra quelle in corso sono ore cruciali. E lo sono anche per i 55 comuni dove si voterà per rinnovare i consigli comunali. Tredici nel Materano e quarantadue nel Potentino dove a farla da padrone, in molti casi, sono state le tensioni tra i democrat che, se da un lato, incasellano la maggior parte dei candidati sindaci (tra conferme e new entry), dall’altro, in diversi comuni, sono divisi. Tanto divisi da dover presentare liste civiche. Lista Civica Cen. Sin.(L.C.) S. Giorgio Lucano (1.290) Franco Cirigliano Valsinni (1.634) alle primarie dell’Altro Centrosinistra. I «nodi», però, non sono completamente sciolti. Da mettere a fuoco resta il tema più delicato. Non quello sui nomi, ma quello sui programmi. Coalizione GIUNTE SINDACI USCENTI Sindaco uscente Coalizione GIUNTE Acerenza (2.553) Rossella Quinto Anzi (1.765) Giovanni Petruzzi Armento (679) Franco Curto Banzi (1.406) Nicola Vertone Barile (2.905) Giuseppe Mecca Lista Civica Brienza (4.082) Pasquale Scelzo Lista Civica Brindisi Montagna (925) Nicola Allegretti Lista Civica Calvera (430) Giuseppe Libertella Lista Civica Castelmezzano (852) Domenico Antonio Cavuoti Lista Civica Chiaromonte (1.954) Antonio Vozzi Lista Civica Gallicchio (894) Pasquale Sinisgalli Lista Civica Grumento Nova (1.704) Vincenzo Vertunni Lista Civica Guardia Perticara (580) Massimo Caporeale Lista Civica Laurenzana (1.944) Domenico Giovanni Urga Lista Civica Maratea (5.150) Mario Di Trani Lista Civica Marsicovetere (5.341) Sergio Claudio Cantiani Lista Civica Missanello (548) Senatro Vivoli Montemurro (1.312) Mario Di Sanzo Partito Democratico Muro Lucano (5.568) Gerardo Mariani Lista Civica Nemoli (1.512) Antonio Filardi Lista Civica Noepoli (974) Domenico Esposito Lista Civica Pescopagano (2.022) Giuseppe Araneo Picerno (6.080) Valeria Russillo Il Popolo della Libertà Pietragalla (4.267) Rocco Iacovera Partito Democratico POTENZA (66.777) Vito Santarsiero Cen. Sin.(L.C.) Rapone (1.013) Felicetta Lorenzo Rivello (2.843) Antonio Manfredelli Roccanova (1.644) Giulio Emanuele Rotonda (3.519) Giovanni Pandolfi Lista Civica S. Chirico Nuovo (1.475) Vincenzo Baldassarre Lista Civica S. Paolo Albanese (306) Anna Santamaria Lista Civica S. Severino Lucano (1.667) Saverio Carmine De Stefano Lista Civica S. Angelo Le Fratte (1.457) Michele Laurino Lista Civica Satriano di Luc. (2.406) Michele Miglionico Lista Civica Lista Civica Partito Democratico Lista Civica Cen. Sin.(L.C.) Lista Civica Lista Civica Lista Civica Lista Civica Partito Democratico S. Fele (3.168) Savoia di Lucania (1.148) Felice Cavallo Lista Civica Spinoso (1.555) Lista Civica Pasquale De Luise Terranova di Pollino (1.324) Vincenzo Golia Lista Civica Tito (7.172) Pasquale Eduardo Scavone Lista Civica Trivigno (714) Michele Carmelo Marino Lista Civica Venosa (12.167) Viggiano (3.122) Giuseppe Alberti *Censimento 2011 - ** Comune a elezioni anticipate Partito Democratico RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA PROVINCIA Martedì 22 aprile 2014 LAURIA L’ANAS HA AGGIUDICATO L’APPALTO, PER 4,8 MILIONI DI EURO, PER IL COLLEGAMENTO CON IL CENTRO ABITATO La bretella con la «585» si farà Un’attesa durata trent’anni La soddisfazione delle popolazioni locali dopo anni di lotta ATTESA FINITA Dopo 30 anni finalmente il collegamento tra la Fondovalle «585» e l’abitato di Lauria si farà. L’Anas ha aggiudicato l’appalto ANTONIO MASSARO l Trent’anni di attesa non sono pochi. Ma finalmente ci siamo. L’Anas ha aggiudicato l’appalto per il completamento della bretella di collegamento tra la statale «585», Fondovalle del Noce, e l’abitato di Lauria. Un lasso di tempo enorme contraddistino da promesse, manifestazioni, proteste della popolazione e del Comitato pro-bretella. Ora sembra che non ci siano più ostacoli. L’importo per la realizzazione dell’arteria è di oltre 4,8 milioni di euro. L’opera rientra nell’Accordo di programma quadro per la Regione Basilicata stipulato a Roma lo scorso 2 aprile tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Dipartimento per lo Sviluppo Economico, la Regione Basilicata e l'Anas, in attuazione del Piano Nazionale per il Sud, che prevede un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. Il nuovo tracciato stradale avrà uno sviluppo di 3,5 chilometri. Le opere principali previste riguardano la stabilizzazione di movimenti franosi, il completamento di gabbionate, cordoli, zanelle, rivestimenti, la realizzazione di parte della sovrastruttura stradale, segnaletica orizzontale e verticale, completamento dell’impianto di illuminazione, barriere e reti di protezione laterale e giunti in corrispondenza delle opere d’arte. I lavori sono stati aggiudicati all’impresa Ati. Lavori e Costruzione Di Giorgi, Del Prete di Alcamo in provincia di Trapani. L'esito di gara sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale. Ricostruendo la storia l’opera tanto attesa dalle popolazioni locali fu cantierizzata per la prima volta, come detto, la bellezza di trent’anni fa. Si tratta della bretella che collega l’abitato di Lauria alla Fondovalle. Negli utlimi tempi è stata pressante la pressante richiesta del Comitato pro-bretella «585», che a più riprese ha invocato la riapertura dei cantieri. «Dal 30 ottobre 2010 data della prima iniziativa pubblica del nostro comitato - ha ribadito più volte il presidente Mimmo Ricciardi - sono passati altri tre anni. Con la nostra tenacia siamo riusciti a far indire il bando di gara in attesa che arrivasse il 50% del fondo mancante» . In questo ultimo lasso di tempo non è mancato neppure l’impegno dell’assessore alle infrastrutture della Regione Basilicata, Aldo Berlinguer, che aveva affermato «presto si arriverà alla firma del contratto in quanto l’opera è inserita nel Piano per il Sud». ACERENZA IL SINDACO, ROSELLA QUINTO, SU DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE, GLI HA CONFERITO LA CITTADINANZA BENEMERITA Di Pietro, «Indiana Jones» lucano Il riconoscimento per aver saputo diffondere e custodire il patrimonio storico della città l ACERENZA. «Figura eccezionale di esperto, osservatore e collezionista, impegnato, instancabilmente, a custodire, diffondere e glorificare il patrimonio storico-culturale di Acerenza». Con questa motivazione il sindaco Rossella Quinto ha conferito, su delibera ad unanimità del Consiglio Comunale, la Cittadinanza Benemerita a Michele Di Pietro, «ribattezzato» l’Indiana Jones lucano per via delle sue tante scoperte storiche sull’origine del paese. È il riconoscimento di una lunga attività dell’ex dirigente di banca, ricercatore e «cantore» dell’Acheruntia. Sul personaggio si è soffermato anche la Gazzetta ad agosto dello scorso anno raccontando alcune delle tante scoperte di Di Pietro. Ne citiamo solo alcune: dalle origini acheruntine di papa Urbano VI al sonetto che Giambattista Vico dedicò proprio ad Acerenza, al EVENTO La consegna della cittadinanza benemerita da parte del sindaco Rossella Quinto a Michele Di Pietro . dipinto di Tiziano per la cappella del Duca di Acerenza, don Cosimo Pinelli. Scampoli di un elenco lungo di incroci tra il paese lucano e personaggi famosi, del calibro di Galileo Galilei. L’ultima clamorosa scoperta riguarda una delle fatiche di Ercole, la dodicesima, che sa- rebbe stata fatta proprio ad Acerenza. Per catturare Cerbero, il cane a tre teste, Euristeo, che voleva liberarsi dell’eroe, mandò Ercole nel mondo degli inferi il cui ingresso era situato in una caverna sotto Acherondia o Acheronzia, il nome dell’attuale Acerenza. PER L’OPPOSIZIONE Ruoti, « la più brutta parentesi politica» n «A prendere le distanze dall'amministrazione comunale e dall'ex sindaco Salinardi è ora anche un assessore: Vito De Carlo. Per noi dell'opposizione solo una tardiva presa di coscienza che imprime un'altra macchia indelebile sul Comune di Ruoti. Ci affidiamo al lavoro della magistratura contabile per chiudere la parentesi politicamente parlando più brutta per il nostro comune». Così il capogruppo di Ruoti Unita, Franco Gentilesca. PROMOTER MUSICALE Oggi a Villa d’Agri RIONERO IN VULTURE LO PRECISA IL COMUNE i funerali di Lettieri Prodotti lucani biologici in Australia e in Giappone «Nessun maltrattamento sugli animali nel canile rifugio comunale» l La Camera di Commercio di Potenza ha aderito organizzati dei B2B presso le aziende interessate ad al progetto Eatalian Bio, promosso e finanziato dal acquistare. Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato da La partecipazione al progetto è gratuita . RimanAssocamerestero con le Camere di Commercio Itagono a carico delle aziende partecipanti le spese di liane di Sydney e Tokyo. Il progetto consiste nella viaggio, soggiorno e di spedizione della merce. Le realizzazione di tour promotion di 7 tappe: 5 in Auaziende interessate devono inviare la scheda di adestralia, nelle città sede di Camere di Commercio sione allegata entro il 24 aprile 2014 all' indirizzo di italiane, e 2 in Giappone, a Toposta elettronica: fokyo e Osaka. Le tappe tra luglio [email protected]. «Il mercae ottobre 2014 coinvolgeranno to dei prodotti biologici, nonooperatori del settore (importastante la crisi, vede incrementori, distributori, ristoratori, tarsi il giro d'affari dell’export giornalisti) e pubblico. In ogni – commenta il presidente della città verrà realizzata una preCamera di Commercio di Posentazione con degustazione tenza, Pasquale Lamorte -. In di prodotti biologici inviati Australia la crescita media andalle imprese italiane. Verrannua del settore é del 15% ( rino identificati degli speaker spetto ad un trend globale del che tratteranno diverse tema2-11%) e rappresenta una delle tiche legate ai prodotti bioloprime cinque industrie a più gici, tra cui un docente unialto tasso di sviluppo, mentre versitario, un operatore di setin Giappone il 29% della potore (ristoratore, importatore, BIOLOGICI Prodotti lucani polazione adulta preferisce proprietario di negozio etc.) e comprare prodotti alimentari uno chef. Dopo la presentazione ci sarà una degubiologici. Il progetto Eatalian Bio è una concreta stazione guidata di prodotti delle aziende aderenti ed opportunità per promuovere all'estero la sostenibiuna spiegazione delle caratteristiche e degli usi degli lità, la qualità e il legame con i territori che castessi prodotti. Se le aziende parteciperanno con ratterizzano il paniere delle eccellenze agroalimenpropri responsabili, il giorno successivo saranno tari della provincia di Potenza». l RIONERO IN VULTURE. sulta alcun accertamento di Continua a far discutere la maltrattamenti, né di cani questione del canile rifugio che versano in cattive condi Rionero in Vulture. dizioni di salute, malnutriL’amministrazione comu- zione o con malattie da rinale del centro vulturino sul condurre ad una scarsa azioricovero per cani tiene a fare ne di assistenza e cura». Tutdelle precisatavia parrebzioni «circa bero vere «le le cattive sicondizioni di tuazioni di scarsa illuvita e di geminazione stione del cadegli spazi nile – rifugio deputato al comunale». ricovero not«La notizia turno degli erroneamenanimali». te circolata Intanto sodice il Comuno stati esene - è che la guiti lavori chiusura del di adeguacanile sia mento e che stata causata CANILE Polemiche a Rionero «un secondo dall’accertalotto di opere mento di maltrattamenti su- destinate alla realizzazione di biti da cani ospitati all’in- box idonei e di una struttura terno della struttura. Dal ver- che possa fungere da ambale notificato all’ammini- bulatorio e deposito alimen[d.d.l.] strazione comunale non ri- ti». POTENZA LA CAMERA DI COMMERCIO HA ADERITO AL PROGETTO EATALIAN BIO le altre notizie n Si svolgeranno oggi, ore 15, a Villa d’Agri, i funerali di salvatore Lettieri. Il mondo dello spettacolo ha perso un grande promoter musicale. Il decano degli impresari lucani della musica che fin da ragazzino ha ha promosso. Non vi è paese della Basilicata che non abbia conosciuto Salvatore. I suoi rapporti con i comitati erano di estrema e sincera collaborazione. Uno degli ultimi concerti è stato quello con l’amico di sempre Fausto Leali nella festa patronale di Armento. INAUGURATO A S. Costantino Albanese il Club Forza Italia n Inaugurato il Club di Forza Italia a San Costantino Albanese, promosso da Lazzaro Veneziano e da Maria Armentano alla presenza del consigliere regionale capo gruppo di Forza Italia, Michele Napoli, di Vito Di Lascio, Nicola Riviello, Enrico Spera e dell'on.Cosimo Latronico, coordinatore regionale del partito. «Anche questa iniziativa conferma la nostra volontà - ha continuato Latronico - di radicare nel territorio regionale la presenza di luoghi di partecipazione». RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I IX Martedì 22 aprile 2014 MELFI QUESTIONI PERSONALI DIETRO AL GESTO DI LUCIANO GRIMOLIZZI, IN STATO DI FERMO DA SABATO Cassotta «gambizzato» Oggi l’udienza di convalida Il Tribunale deciderà sull’arresto dell’uomo che ha sparato L’agguato è avvenuto sabato A dare le prime indicazioni scorso davanti all’ingresso agli investigatori è stata la del centro commerciale vittima. L’indagato incastrato in cui lavora la vittima dal video di una telecamera AGGUATO Il posto in cui Grimolizzi ha sparato contro Cassotta . l MELFI. È prevista per questa mattina l’udienza di convalida del fermo di Luciano Grimolizzi, 35 anni, l’uomo che l’altro giorno, secondo gli investigatori, ha «gambizzato» Gioacchino Sergio Cassotta, 45 anni, vigilantes di un centro commerciale di Melfi, fratello maggiore dei Cassotta (famiglia che la Procura indica come un clan mafioso). Grimolizzi, difeso dall’avvocato Michele Mastromartino, stando alla ricostruzione degli investigatori del commissariato di Melfi, avrebbe raggiunto nel centro commerciale Cassotta, si sarebbe avvicinato e avrebbe sparato con una pistola mirando alle gambe, in- curante della telecamera che lo riprendeva. Il movente, stando alle prime ricostruzioni degli investigatori, non è da ricercare nel mondo della mala. Tra i due - hanno ricostruito nell’immediatezza i poliziotti del commissariato di Melfi - nei giorni scorsi c’erano stati dei litigi legati a questioni personali. Pare per una parola considerata di troppo spesa da Cassotta sulla moglie di Grimolizzi. Grimolizzi è arrivato con la sua auto nel parcheggio del centro commerciale. È sceso e ha raggiunto Cassotta a piedi. Il passo svelto. L’arma in pugno. L’ha chiamato e ha sparato. Non si era accorto però che proprio sopra di lui c’era una telecamera. I testimoni hanno raccontato di aver sentito il rumore dei colpi e di essere scappati di corsa, cercando riparo nei negozi e nei bar del centro commerciale. Cassotta era a terra. proprio davanti all’ingresso principale del supermercato, accanto alla pensilina che protegge i carrelli per la spesa. Sulla scena del crimine sono stati repertati alcuni bossoli di pistola, tutti apparentemente dello stesso calibro: 7,65. In serata Grimolizzi è stato portato al commissariato. A dare le prime indicazioni sull’autore pare sia stato proprio Cassotta (è stato operato d’urgenza in ospedale a Melfi. Le sue condizioni sono buone). Durante una perquisizione nell’abitazione di Grimolizzi, stando alle prime indiscrezioni, sarebbero stati trovati reperti definiti «pertinenti» all’indagine. Grimolizzi era a casa e non ha opposto resistenza. Oggi l’udienza di convalida davanti al Tribunale di Potenza. ABRIOLA IL SINDACO TRIUNFO HA FATTO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE «Differenziata in crescita ambiente più sano e risparmi per i cittadini» l ABRIOLA. Una nuova filosofia e una nuova visione politica caratterizzano, oggi più che mai, i problemi dell’ ambiente. È quanto è emerso nell’incontro che il sindaco di Abriola Romano Triunfo, ha avuto con gli abitanti del piccolo centro del Potentino, dove, al pari di molti altri comuni, si avvertono gli effetti dei «tagli» dello Stato con il sindaco che assume sempre piu' la funzione di una vera e propria missione nell’espletamento dei propri e non facili compiti. Di Abriola, la città del Patrono San Valentino, ha parlato, a tutto campo, il sindaco Triunfo, mettendo in luce il gusto operativo di fare cose belle e utili per i suoi cittadini: la raccolta differenziata dei rifiuti, intrapresa sotto l’egida dell’azienda Pellicano Verde, è concreto esempio. Il primo cittadino, ha fatto un’ ampia disamina della situazione, a tre mesi della raccolta differenziata, iniziata nel mese di dicembre 2013, evidenziando, nel monitoraggio, standard di crescita che significano risparmio e qualità ambientale . L’evoluzione, nel nome attribuito e nella sostanza, della tassa dei rifiuti (Tari), è stata ampiamente sottolineata dal sindaco di Abriola, rilevando che siamo di fronte ad un servizio che, oggi, deve essere pagato essenzialmente dai cittadini, mentre la civica amministrazione si impegna a ridurre i costi, rispetto a quelli adottati negli anni 2011, 2012, 2013 e rispetto alle nuove disposizioni legislative. «È necessario - ha aggiunto Triunfo - la collaborazione di tutti, evitando di dar luogo a discariche pubbliche lungo il territorio. Fra tre mesi metteremo in campo un' altro monitoraggio per cercare di migliorare, perchè con maggiore RIFIUTI La raccolta differenziata in crescita ad Abriola . differenziata disponibile c'è un ulteriore risparmio. Inoltre, entro il prossimo mese di luglio, dovrà essere predisposto il nuovo regolamento per il pagamento della tassa Tari e si cercherà di applicare le agevolazioni possibili compatibilmente con le norme previste in materia». Oltre al tema della protezione dell'ambiente, Triunfo si è soffermato su espressione culturale e paesaggistica, due risorse importanti per Abriola, utilizzando piccole somme perche' le risorse provenienti dallo Stato non sono sufficienti. Ed è per questo motivo che si è in fiduciosa attesa per quanto riuscirà a fare la Regione Basilicata. Accennando alla gestione amministrativa del comune di Abriola, presa in carica il 7 maggio 2012, il sindaco Romano Triunfo ha parlato del suo impegno, della Giunta e del consiglio comunale per mettere a punto il risanamento dell'Ente e la riorganizzazione degli uffici, con la digitalizzazione delle pratiche, con il sistema telematico, come lo sportello unico dell'edilizia. Inoltre, è stato fatto cenno ad interventi infrastrutturali già effettuati e a nuovi interventi da fare. «Tutto ciò - ha detto - porterà miglioramento nella vita del paese». Un ampio cenno è stato anche fatto per la ristrutturazione di alcuni immobili e per il consolidamento dell'esistente, come, ad esempio, l'ampliamento del cimitero per il quale è stata già avviata la gara di appalto. Particolare attenzione è stata anche data a progetti per il sociale per creare opportunità economiche e di lavoro per i giovani di Abriola. Concludendo il suo intervento il sindaco ha fatto cenno all'impegno del Comune di Abriola per il settore turistico e lo sport. NOSCORIE TRISAIA «Vescovi lucani in silenzio su attività petrolifere» l «In piena Pasqua di resurrezione vogliamo ricordare ai vescovi lucani che più volte la chiesa è stata sollecitata a prendere una posizione su quanto accade in Basilicata in tema di sfruttamento petrolifero della regione, crescita della povertà ,inquinamento delle acque e aumento allo stesso tempo delle patologie tumorali». Così Felice Santangelo Noscorie Trisaia si interroga sul silenzio dei vescovi lucani. «Anche Papa Francesco continua - a cui sono state inviate le acque di una delle 500 sorgenti dell’Agri a metà 2013 è stato chiesto di interessarsi alla tutela del grande patrimonio idrico della Basilicata ,minacciato dall’ inquinamento e da ulteriori programmi di trivellazione petrolifera ,acqua che disseta circa 3 milioni di persone e serve per l’agricoltura ,l’allevamento e l’ industria di due regioni.(http://www.olambientalista.it/lacqua-delle-sorgentidellagri-da-papa-francesco)». «Allo stato attuale - conclude tranne qualche caso sporadico ,e a differenza di quanto accadde nel 2003 con le scorie nucleari a Scanzano ,la chiesa è rimasta solo osservatrice di quanto accade in Basilicata in tema petrolio, inquinamento delle acque e anche rifiuti. Vogliamo ricordare in merito la lettera che scrisse a i vescovi lucani la professoressa Maria Rita Dorsogna gia nel 2011 ,che fa notare proprio come in Abruzzo su questi temi che riguardano la vita ,la salute e il futuro delle popolazioni c’e’ stato un grande interessamento della Chiesa Cattolica abruzzese». GENZANO DI LUCANIA UNO SPACCATO DI OLTRE 60 ANNI DI STORIA «Viaggio nella memoria» mostra fotografica nel castello di Monteserico NOEPOLI NELLA VALLE DEL SARMENTO GRANDE FESTA ANCHE A SAN GIORGIO LUCANO Due comunità unite nella venerazione della Vergine del Pantano l GENZANO DI LUCANIA. L’obiettivo finale è la valorizzazione del castello di Monteserico, il maniero recentemente restaurato e che domina la vasta piana omonima. Stiamo parlando di una mostra di foto dall’accattivante titolo «Viaggio nella memoria» che ripercorre una sorta di «come eravamo», uno spaccato di vita paesana dall’inizio del secolo scorso fino agli anni Sessanta. C’è di tutto. Dai riti e le credenze di un tempo, a come si celebravano i matrimoni, le cresime le comunioni. I mestieri dimenticati, fino alla vita di tutti i giorni. Una sorta di tuffo nel passato, per non dimenticare. L’iniziativa con la raccolta certosina del materiale fotografico è dell’associazione «Amici del Teatro» con il supporto di Donato Nei. Ma ripetiamo oltre a rispolverare vecchi ricordi l NOEPOLI. Due comunità unite in una venerazione che non conosce confini della «Madonna del Pantano». Sono quelle di Noepoli e San Giorgio di Lucano divise da pochi chilometri. Una valle quella del Sarmento, come ha sottolineato in uno dei suoi lavori Vincenzo Carlomagno, che fa della fede Mariana uno dei suoi punti forti. Una venerazione molto sentita dalla popolazione che nella giornata di ieri ha raggiunto proprio a San Giorgio Lucano e Noepoli alti momenti di religiosità. Al rito della Vergine del Pantano hanno partecipato soprattutto giovani, guidarti da don Gianluca Bellusci, segno che il rito per Maria è forte non solo negli anziani , ma anche nelle giovani generazioni. Va ricordato che l'antichissima statua lignea della Madonna degli Angeli, conosciuta come Madonna del Pantano fu rinvenuta casualmente e prodigio- SUGGESTIONE L’antico castello di Monteserico gli organizzatori guardano alla tutela del Castello di Monteserico. Un contenitore che per la sua storia, il suo fascino, si presta ad ospitare eventi culturale di spessore. Tornando alla mostra «Viaggio nella memoria» sarà aperta per alcuni mesi tutti i giorni festivi dalle 15,30 alle 19. Anche ieri lunedì di pasquetta grande affluenza.[a.mass.] FEDE La Madonna del Pantano fortemente venerata anche ieri a Noepoli e a San Giorgio Lucano samente in una grotta. La Statua, appartenente alla popolazione di Noepoli, vi era stata nascosta dai fedeli durante l'iconoclastia dell' VIII secolo e dov'era stata venerata a lungo e poi dimenticata. Oggi in quella zona sorge un santuario, incastonato tra rupi e roccia distante in linea d'aria da Noepoli 4 chilometri [a.mass.] e da San Giorgio Lucano appena due. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ POLITICA ULTERIORE RINVIO Martedì 22 aprile 2014 SI CHIEDE CONTO DA TEMPO Tra i primi a evidenziare la necessità di rispettare i patti ci sono i socialisti che indicano la staffetta con altri partiti Nuova Giunta, non c’è nell’uovo di Pasqua Con ogni probabilità il discorso è rinviato al dopo Europee l No, dall’uovo di Pasqua non è venuta fuori la nuova Giunta. Si disse dopo Natale, dopo Carnevale e adesso, con ogni, probabilità se ne parla dopo le elezioni europee. Che forse non sono così influenti sulla vita amministrativa cittadina, ma sono imminenti. Si vota tra un mese. Inutile suscitare attriti e frizioni sulla soglia della cabina elettorale. Per quanto i patti, si pensi alle motivazioni che fanno scalpitare i socialisti, se ci sono, prima o dopo, bisogna farli rispettare. In politica, però, è facile fare accordi, dimenticarli è la regola e ciò che ieri sembrava solido e sicuro, già qualche tempo dopo, come le sabbie mobili, si può rivelare insidioso oltre che privo di consistenza. Lo stesso discorso può valere per i Popolari uniti, come per la pattuglia degli indipendenti che non guardano neppure agli assessori esterni, ovvero Urbanistica e Turismo. No, il discorso lo spostano sul fatto che anche altri assessori, è il caso di Sel, Udc e Api, non dispongono di chissà quali truppe in Consiglio. E così, a parità di numeri, la staffetta bilancerebbe - secondo questa prospettiva - attese che rispecchiano accordi di più ampio respiro, in quanto omogenei a politiche decise su scala regionale. A proposito di livello regionale, se dovesse prendere quota l’ipotesi di un commissariamento del Pd, si presume che a cascata la cosa posa interessare anche gli ambiti più periferici, a livello di segre- teria cittadina. A Matera, la cosa non è che appassioni più di tanto per la verità, pare si scattato il ricorso a valle delle ultime elezioni per il rinnovo della segreteria cittadina. È stato accolto? Si, no, ni? Non è chiaro. Ma si comprende bene che simili perplessità verrebbero di colpo disinnescate se dovesse passare la linea del commissariamento su vasta scala. All’orizzonte, intanto, non si quietano le polemiche intorno alle prossime decisioni legate a nuove possibilità di espansione urbana. Mentre si sta già lavorando in via Nicola Sole, altri 40-50 nuovi alloggi, il Consiglio potrebbe essere chiamato a decidere sui 53 ettari del progetto Matera 90 e sulle aree intorno alla parrocchia di . MUNICIPIO Un particolare della casa comunale in via Moro [foto Genovese] via Mattei, in contrada Granulari. Secondo previsioni a breve termine, si tratta di buone ragioni in più per fare in modo che la barca continui lungo il suo corso, senza accelerare inutilmente i tempi. Anche perchè, scadenze e patti a parte, chiunque ambisce a guidare un assessorato in previsioni di nuove elezioni amministrative. A proposito di elezioni amministrative, in provincia di Matera, oltre che per le elezioni Europee, si vota per il rinnovo di 13 Consigli comunali. In ordine alfabetico, si recheranno alle urne gli elettori di Accettura, Bernalda, Calciano, Cirigliano, Craco, Garaguso, Gorgoglione, Miglionico, Nova Siri, Pomarico, Rotondela, San Giorgio Lucano e Valsinni. Bernalda (do- ve si svolgerà anche l’elezione amministrativa per quantità di elettori numericamente più significativa) è l’unico Comune della provincia di Matera in cui si svolgeranno consultazioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del mandato, essendo venuta meno la maggioranza che sosteneva il sindaco eletto da una coalizione di centrosinistra. Bernalda (appuntamento elettorale per quantità di elettori numericamente più significativo) è l’unico Comune della provincia in cui si svolgeranno consultazioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del mandato, essendo venuta meno la maggioranza che sosteneva il sindaco eletto da una [p.d.] coalizione di centrosinistra. LETTERA APERTA DI UN OPERATORE STANCO MA LE SEGNALAZIONI SI RIPETONO DA TEMPO. I PERMESSI CI SONO, NON SI COMPRENDE QUANTO DEBBANO DURARE «Diciamo basta a tutti quei rifiuti» Nella zona di Porta Pistola un’arma «dis-carica» puntata contro i Sassi ormai da otto anni l Il problema che solleva con una lettera aperta Antonio Lamacchia non riguarda solo la sua persona e la sua attività di ristoro che dialoga con il piazzale sul quale sorge l’antico monastero di Santa Lucia e Agata. No, è tutta questa parte dei rioni Sassi, denominata volgarmente Porta Pistola, che deve per forza di cose dialogare con una grande discarica a cielo aperto che si trova lì dal 2006, appena coperta da una staccionata in legno. Non si contano più le segnalazioni, le interrogazioni, i servizi giornalistici e televisivi che hanno documentato, a più riprese, il disagio di una convivenza forzata. Del tutto evidente non solo agli operatori del posto, che si dicono stanchi e scoraggiati, ovviamente. Ma anche a quanti transitano in questa zona anche solo di passaggio. Passaggio obbligato, si potrebbe aggiungere, perchè collega direttamente il Sasso Barisano a quello Caveoso. Niente di abusivo, per intenderci. Sono state rilasciate regolari autorizzazioni per occupare quel suolo pubblico con una discarica di materiali iner- PORTA PISTOLA Uno scorcio di uno degli spiazzi più belli dal punto di vista del panorama sulla Murgia materana, disturbato dal 2006 dalla presenza da una discarica di inerti che, a quanto pare, è autorizzata dal Comune ti, anche se non si comprende bene se siano di natura dirigenziale o provvedimenti di Giunta. Ma, paternità a parte, non si capisce quanto durano queste autorizzazioni, specialmente se si considera la qualità del sito. Di più, c’è chi giura che non tutti quegli inerti provengono dai lavori di recupero di abitazioni che si trovano nei rioni sassi, ma anche la di fuori del loro peri- metro. Difficile verificare questo tipo di indicazioni che vengono direttamente dai residenti della zona. Non si può certamente dire, però, che quella palizzata nasconda quella robaccia periodicamente ammassata a ridosso di uno tra i più antichi monumenti della città. Basta salire le scalinate per addentrarsi lungo le stradine che anche da questa parte portano verso la Cattedrale e, rivolgendo lo sguardo verso il basso, avvertire la misura di una soluzione non adeguata per un’area così visitata e così ricca di storia. Per gli appassionati di storia cittadina, qui sorgeva una delle cinque porte d’ingresso alla città murata, la Civita. In origine era denominata porta Postergola, perchè era situata «post ter- gum», quale ultimo lembo di città affacciato sui dirupi che si tuffano nel sottostante torrente Gravina. Lo spiazzo, per comodità del monastero di Santa Lucia, fu ricavato più o meno come lo vediamo oggi nel 1632. Sbiadendosi la memoria del nome latino, lentamente, in forma dialettale, il luogo divenne porta Pistola. Pistola scarica fino al [p.d.] 2006. Ora discarica. POLITICA LA SCELTA DI UNA DONNA DELLA SOCIETÀ LUCANA NELL’ORGANISMO CENTRALE DEL NUOVO CENTRODESTRA dei Sassi. Nel comunicare la notizia, il Circolo Ncd di Matera. in una nota «manifesta viva soddisfazione e formula i migliori auguri per l'elezione di Silvana Bianculli a componente dell'Assemblea nazionale del partito, auspicando un radicamento del partito sul territorio affidato alla guida del coordinatore provinciale, Leonardo Giordano, e con l'impegno ed il sostegno dei presidenti degli altri circoli già costituiti in diversi centri del materano». Camera di commercio proposte indennità zero n Il consiglio camerale della Camera di commercio, convocato oggi, dovrà eleggere la nuova giunta, chiamata ad affiancare il presidente Angelo Tortorelli per il prossimo quinquennio. Le associazioni imprenditoriali in questi giorni si interrogano sull’opportunità di ridurre il numero dei componenti della giunta, da 6 a 4, per evitare che l’ipotesi di ristrutturazione del sistema camerale nazionale colpisca pesantemente un ente finora virtuoso, ma dimensionalmente piccolo come la Camera di commercio di Matera. Al fine di dare a Roma un segnale forte di abbattimento dei costi, Confapi Matera propone che si elegga «una giunta composta da 6 componenti (numero consentito dalla legge) con indennità zero». Confapi propone, altresì, che «anche i componenti del consiglio camerale, tutti imprenditori come i componenti della giunta, non percepiscano alcuna indennità. Si tratterebbe di un ulteriore risparmio (circa 60 mila euro) che migliorerebbe i già buoni numeri dell’ente, fortemente impegnato nel raggiungere l’equilibrio di bilancio dopo il venir meno dei 300 mila euro dei fondi perequativi». Bando di manutenzione del «portale web» L’avvocatessa materana eletta nel congresso del partito di Angelino Alfano donna, la sua presenza sul territorio cittadino e a coagulare intorno alla figura delle neo-eletta tutti gli elettori di Centrodestra che intendono aderire al progetto politico del Ncd e del suo leader nazionale». In occasione della elezione, l'avv. Bianculli ha consegnato all'on. Alfano il dossier di candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, unitamente ad un libro sulla Città ed ha invitato, anche a nome del sindaco, Salvatore Adduce, il Ministro a visitare la Città LA SFIDA DI CONFAPI PUBBLICATO DAL COMUNE Bianculli nell’assemblea nazionale Ncd l L'avvocato Silvana Bianculli, Presidente del Circolo “Insieme per Matera” è stata eletta nell'assemblea nazionale del Nuovo centrodestra (Ncd). Avvocato civilista, consigliere al Comune di Matera, sposata e madre di due figli, Bianculli è stata eletta, in occasione del congresso nazionale, tenutosi in Roma nei giorni scorsi. «Con queste elezione - evidenzai un comunicato stampa - il partito dell’on. Angelino Alfano punta ad implementare, con la scelta di una le altre notizie NCD Angelino Alfano e Silvana Bianculli n È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 39 e sul sito internet del Comune il bando per la manutenzione ed assistenza del portale web del Comune di Matera e relativi servizi. Lo rende noto l’assessore comunale alla Trasparenza e all’Innovazione, Giuseppe Tragni. L’ammontare complessivo triennale dell’appalto è di 28.500 euro. L’offerta dovrà pervenire all’Ufficio protocollo del Comune entro le 12.30 del 30 aprile. La seduta pubblica di valutazione delle offerte si terrà il 5 maggio alle 10.30 nella sede municipale. RASSEGNASTAMPA MATERA PROVINCIA I XI Martedì 22 aprile 2014 PASQUA DI PAURA INCREDULITÀ E SPAVENTO Verso le 19 di sabato hanno sentito seguiti da vistose crepe I RUMORI SINISTRI E SUBITO LE LESIONI scricchiolii apertesi nei muri di casa. Poi la fuga l STIGLIANO. È un sabato santo che non dimenticheranno facilmente le tre famiglie che verso le 19 hanno sentito rumori sinistri seguiti da crepe paurose apertesi nei muri di casa. Proprio mentre si preparavano a trascorrere una Pasqua tranquilla, in fretta e furia hanno dovuto raccogliere l’indispensabile e abbandonare le proprie abitazioni, in preda all’incredulità e alla paura. Ad accorgersi per prima che qualcosa non andava è stata Maddalena Colangelo, insospettita dagli scricchiolii che sembravano provenire dall’alto. «Ho sentito strani rumori – racconta – e non ho capito subito di cosa si trattasse. Poi i rumori sono diventati sempre più forti e ho visto alcune crepe allargarsi nei muri. Da quel momento il tempo si è fermato e solo ora comincio a realizzare ciò che è successo». D’istinto la telefonata ai Carabinieri e, in seguito al sopralluogo, l’allerta data al sindaco e ai Vigili del fuoco. Verso le 22, la decisione del primo cittadino, Antonio Barisano, di procedere allo sgombero di otto immobili abitati dalle famiglie Valentino, Romano e Sininsgallo. «Una decisione necessaria – afferma il sindaco – vista l’assoluta imprevedibilità e pericolosità della situazione». Nove le persone fuori casa la vigilia di Pasqua, tra cui due SITUAZIONE DI PERICOLOSITÀ Dopo il sopralluogo, l’allerta data al sindaco e ai Vigili del fuoco, alle 22 la decisione del sindaco di far uscire tutti Frana nel centro storico sgomberate 8 abitazioni A Stigliano nove persone, tra cui due bimbi, sono ora senza un tetto bambini piccoli figli dei coniugi Romano. L’ospitalità e la solidarietà dei parenti hanno lenito leggermente il disagio, ma ora il problema grosso è trovare una sistemazione per i prossimi mesi. E a pensarci dovrà essere il Comune. Le case interessate si trovano in corso Vittorio Emanuele, via centrale del paese, là dove il “Tragliaro” confina con il “Casale”. “Zona rossa” la definiscono i geologi, zona soggetta a frane e nota ai tecnici da tempo immemore. Proprio su una plaga franosa insistono gli immobili. Una bomba ad orologeria che le piogge invernali hanno innescato e che ora sembra esplodere sotto gli occhi I LUOGHI AREA INSTABILE Gli alloggi interessati si trovano in corso Vittorio Emanuele Una «zona rossa» che è soggetta a smottamenti UN RIONE A RISCHIO Le vistose lesioni all’interno degli immobili fatti sgomberare SI MUOVE IL TERRENO In alto lo stabile a rischio e il fronte della frana sulla strada di Acinello SCANZANO JONICO IL PROPRIETARIO DEGLI ANIMALI TROVATI MORTI DAVANTI ALLA SUA CASA le altre notizie Avvelenamento dei cani «Ora si faccia chiarezza» BERNALDA L’OPERAZIONE DELLA POLIZIA A NAPOLI Trentenne ai domiciliari dopo l’arresto per droga Giuseppe Fanelli: si deve tornare a indagare PIERO MIOLLA l SCANZANO JONICO. «Non ci diamo per vinti: chiediamo che si torni ad indagare sull’avvelenamento dei nostri cani». Giuseppe Fanelli, proprietario di due cani trovati morti nei mesi scorsi davanti alla sua casa alla periferia di Scanzano, non ci sta. Dopo la denuncia presentata, anche con altri proprietari che hanno subito la stessa sorte, ora, alla notizia che la Procura della Repubblica di Matera ha chiesto l’archiviazione per il procedimento penale nato da quelle denunce, ha deciso di opporsi. «Io e la mia compagna – precisa Fanelli – abbiamo presentato un’opposizione alla richiesta di archiviazione: so per certo che la procedura è stata regolarmente istruita presso l’ufficio del giudice per le indagini preliminari. A breve, dunque, ci sarà l’udienza in camera di consiglio dinanzi al gip». Il motivo dell’opposizione è chiaro: non si è trattato di morte accidentale. I cani, infatti, sarebbero stati avvelenati. Per questo chiedono che si appuri chi e come abbia potuto commettere questo atto efferato che, tra le altre cose, non è stato il primo: in zona, infatti, negli ultimi mesi i casi di cani trovati morti si sono perpetuati. A febbraio, dopo aver fatto la macabra scoperta, Fanelli e la sua compagna ispezionarono le aree circostanti la loro abitazione alla ricerca di cibo sospetto: trovarono vicino al cassonetto alcuni sacchetti con della carne ed una sostanza pulverulenta di colore azzurrognolo. Subito dopo, all’interno della loro proprietà rinvennero alcune polpette di provenienza ignota: prelevati i campioni di entrambe, li portarono a far analizzare all’Azienda sanitaria di Matera. Di qui la conferma: si trattò di avvelenamento da metaldeide. Un’intossicazione dolorosa, caratterizzata da una sintomatologia neurologica molto rassegnati degli stiglianesi. L’acqua che scende dal cielo, dunque, la causa di tutto anche se i proprietari delle case sgomberate lamentano da tempo perdite nelle condutture civili che, secondo loro, non sarebbero estranee all’accaduto. Solo le perizie tecniche potranno sciogliere i dubbi che prepotenti oggi affollano la mente degli sfortunati proprietari. Un paese in ginocchio Stigliano, letteralmente piegato dal dissesto idrogeologico. Sono in dirittura d’arrivo i primissimi e necessari lavori di messa in sicurezza del fronte franoso che ha interessato nei mesi scorsi la zona del Castello. Un’emergenza affrontata dal Comune con l’intervento della Regione che ha finanziato 280 mila euro. Altra ferita aperta la strada comunale di Acinello, letteralmente inghiottita da una profondissima frana che non sembra arrestarsi e che minaccia pericolosamente anche il limitrofo Centro sociale. Il problema grosso della viabilità, assicura il sindaco, dovrebbe risolversi almeno in via provvisoria entro fine settimana, grazie ad una variante attraverso cui verranno ripristinate le comunicazioni con la Val d’Agri e la Jonica. Al momento restano isolati l’unico distributore di benzina del paese e un supermercato che ha dovuto chiudere a causa dell’evento fra[d.rip.] noso. violenta, con spasmi muscolari, contrazioni tonico-cloniche, convulsioni, irrigidimento con iperestensione del capo e della colonna in un tipico atteggiamento ad arco, ipersalivazione, pupille dilatate, tachicardia, congestione o pallore delle mucose, diarrea dal tipico colore verdastro, vomito e febbre. «Ritengo che gli estremi per dare corso all’obbligatorietà dell’azione penale – ha concluso Fanelli – ai fini dell’accertamento e della individuazione degli autori del fatto e restituire, così, ai cittadini una piena situazione di stato di diritto ci siano: confido nella Procura, affinché riveda la sua decisione, e nel giudice per le indagini preliminari che dovrà ascoltare le parti in camera di consiglio e decidere». UCCISIONI A CATENA Giuseppe Fanelli, al centro. Diversi proprietari si sono visti avvelenare i cani e chiedono che si faccia luce sui motivi n Ha ottenuto i domiciliari Giuseppe Schettini, 30 anni, di Bernalda, arrestato giovedì a Napoli con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di hashish. Lo ha deciso il magistrato partenopeo che ha tenuto, alla vigilia di Pasqua, l’udienza di convalida del fermo. Il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe Rago, era stato catturato insieme ad altre tre persone nell’ambito di un’operazione portata a termine da agenti di Polizia del Commissariato napoletano di San Paolo. Fra gli arrestati un altro lucano, Nunzio Larizza, 36 anni, è rimasto in carcere insieme agli altri due soggetti, entrambi campani, finiti in manette. [p.miol.] GROTTOLE NUOVO GUASTO DELLA CONDOTTA Ritornano le autobotti a rifornire l’abitato n Nuovo guasto della condotta adduttrice Agri-Frida e disagi in arrivo a Grottole. Nonostante la riparazione effettuata domenica lungo il fiume Basento, la condotta ha nuovamente ceduto. Ora i tecnici di Aql stanno effettuando nuovi sopralluoghi per effettuare i lavori di riparazione e ripristinare l’erogazione idrica. Per questo motivo, sarà nuovamente garantito [p.miol.] il servizio sostitutivo con autobotti. RASSEGNASTAMPA XII I LETTERE E COMMENTI Martedì 22 aprile 2014 FILIPPO MASSARO * MARIO PETRONE * Le pratiche Arbea impantanate Royalties sprecate I l giorno dopo Pasquetta è sicuramente più agevole riaccendere l’attenzione sulle aree interne dove si custodiscono gelosamente le tradizioni gastronomiche più genuine, con un’ottima offerta di agriturismi, i beni storico-culturali da visitare, i parchi e le aree naturalistiche, tutte mete dei visitatori di queste festività. Ma andate via le comitive e le famiglie in cerca di emozioni e sapori per chi risiede tutti i giorni si torna ai problemi di tutti giorni. Per questo è senz’altro encomiabile lo sforzo che continua a produrre il Dipartimento Agricoltura diretto dall’assessore Michele Ottati; solo che c’è bisogno di un’accelerazione degli interventi perché il fattore tempo ha una sua rilevanza essenziale sul destino di migliaia di famiglie soprattutto agricole. Agli obiettivi del bando Misura 211 “Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle aree montane” del Piano di sviluppo rurale della Basilicata 2007-2013, noi del Csail aggiungiamo la gestione e quindi chiusura definitiva della cosid- detta «coda» di pratiche Arbea impantanate, anche da tre-quattro anni, nella palude della burocrazia. È l’atto fondamentale per sostenere il reddito dei titolari di aziende agricole e zootecniche over 60anni che tra l’altro non hanno titolo a partecipare al nuovo bando e pertanto possono contare solo sulle pratiche passate. La chiusura dell’Arbea con il passaggio delle funzioni alla Regione è un evento storico almeno per noi del Csail che, dal 2008, ci battiamo a tutela degli agricoltori delle aree interne«vessati»dalle gestioni dei commissari, direttori, politici «prestati» all’Azienda, che si sono succeduti alla guida dell’Arbea. E purtroppo nonostante il nostro grido d’allarme lo scandalo che ha coinvolto il Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) con l’inchiesta della Procura di Roma è passato inosservato in Basilicata. Ciònonostante lo stretto legame tra Arbea-Agea e Sian e quindi le conseguenze pagate anche dagli agricoltori lucani. Gli agricoltori lo conoscono molto bene, la gente comune meno. Peccato, perché costa allo Stato italiano, dunque ai contribuenti, qualcosa come 780 milioni di euro. Poi c’è l’ente preposto al pagamento, Agea (da noi sino a poco tempo fa Arbea). E i tempi? Solo quelli che riguardano la cosiddetta digitazione delle pratiche (inserire qualche codice e quindi qualche cifra) comportano anche mesi, sempre che non ci siano intoppi di natura tecnico-informatica. Pertanto lo scandalo Sian rafforza l’iniziativa meritevole dell’assessore Ottati per cambiare profondamente e velocizzare i meccanismi di erogazione degli aiuti comunitari in agricoltura. Uno sforzo che sosteniamo nell’interesse specie dei piccoli agricoltori delle aree interne che non ce la fanno più e chiedono lo sblocco delle centinaia e centinaia di pratiche inevase. Il rischio è che con un bando si danno soldi per restare nelle aree interne ma con l’altra mano si fanno fallire centinaia e centinaia di aziende rurali a carattere familiare. [* Csail Indignati lucani] MARIA LUISA CANTISANI * Un emendamento per Potenza L’ «emendamento Potenza», così come è stata battezzata la proposta di destinare 9 milioni di euro di fondi regionali alle «anemiche» casse comunali, si presta a varie valutazioni. Intanto, la concomitanza della campagna elettorale per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale «inquina» il clima del confronto che dovrebbe invece essere tenuto al di fuori da ogni strumentalizzazione. Per Italia dei Valori non è irrilevante una pregiudiziale: chi e come ha prodotto la pesantissima situazione debitoria del Comune che è destinata a condizionare le scelte della nuova Amministrazione Comunale. Solo qualche giorno fa il sindaco dello «storico» dissesto finanziario del 2003, Rocco Sampogna, ha fornito dati e cifre che nessuno ha smentito e lo stesso Sampogna ha tentato di spiegare come è stata accumulata la valanga di debiti. Non si sottovaluti in proposito che oltre al costo per i servizi erogati ai cittadini, alla manutenzione del patrimonio comunale, una voce indicata da Sampogna è quella delle numerose condanne subite dal Comune a pagare per espropri, con interessi legali maturati negli anni. E non si tratta di cifre modeste. Tutt’altro. Poi ci sono i costi del trasporto urbano con 13 milioni di spesa annuali e poco più di 300.000 euro di incassi. C’è il settore rifiuti: circa 15 milioni di euro all’Acta e entrate decisamente non sufficienti. L’operazione a cui è chiamato il Consiglio Regionale pertanto non può essere una sorta di «mettiamoci una pietra sopra» e destiniamo 9 milioni di euro al Comune di Potenza. Noi di Italia dei Valori riteniamo che l’operazione-salvataggio vada concordata con i nuovi amministratori per una concertazione più complessiva degli interventi da compiere e quindi attraverso un accordo quadro che riguardi l’intera partita dei fondi della programmazione europea 2014-2020 e soprattutto funzioni e compiti che il comune capoluogo deve svolgere nell’interesse dell’intera comunità regionale. Ma è preliminarmente necessario che nuovi sindaco, giunta e consiglio facciano chiarezza sulla reale situazione finanziaria affidando la lettura dei dati ad un gruppo di esperti esterni per avviare una nuova fase amministrativa fondata su trasparenza e legalità e per definire le proposte di adeguamento degli uffici municipali non sottovalutando l’autocritica dell’ultimo sindaco democristiano di Potenza: il clientelismo persino per un semplice certificato. [* segretaria regionale Idv] LUIGI PADULA * La vera rivoluzione democratica A ll'indomani delle primarie per la città di Potenza, archiviate un po' troppo frettolosamente dagli organi di comunicazione, forse senza una adeguata considerazione per quei 2.400 potentini che hanno espresso, senza timori di diktat o minacce di espulsione, la propria volontà di scegliere il candidato sindaco della città, ritengo sia giusto riflettere sul significato di quelle due parole: «Rivoluzione Democratica» che hanno rappresentato l'icona di una svolta politica che ha portato all'elezione dell'attuale Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella. Due parole che sono state il messaggio forte della fortunata campagna elettorale di alcuni attuali e giovani consiglieri regionali; due parole di speranza, per chi come il sottoscritto ha avvertito l'urgenza di un cambiamento dei modi della politica, la necessità di un cambio di passo che permettesse di superare la fase di bassa credibilità che è sotto i nostri occhi, per ritornare al più presto al primato della politica. «Rivoluzione Democratica» uguale incremento del coinvolgimento e della partecipazione dal basso, maggiori opportunità per i più deboli, che spesso purtroppo sono i più giovani, presenza attiva delle forze vive della società' nelle decisioni pubbliche, ma anche rifiuto delle alchimie di palazzo, del dirigismo par- IMPRENDITORE Luigi Padula titico, del trasformismo, dell'opportunismo dei politicanti. Tutte ragioni che mi hanno spinto a candidarmi alle primarie; ho scelto la via della testimonianza civile, ho affrontato un competitor ben più' strutturato e organizzato di me, senza curarmi dell'alta probabilità' di insuccesso, certo che avrei dato un contributo importante a quel processo di «Rivoluzione Democratica» in cui credo fortemente. Le primarie per Potenza, hanno fornito molteplici ed innovative informazioni: hanno rivelato, anche nella nostra città, la presenza di una importante fascia di cittadini che chiede a gran voce di essere inclusa nei processi decisionali; hanno tracciato il profilo di un sindaco che sia vicino alle persone, scelto dal basso e quindi in grado di condividerne i problemi reali, in contrasto con una candidatura imposta dall'alto e peggio ancora decisa con un accordo in una oscura segreteria di partito. Purtroppo però, nonostante questi segnali positivi, il percorso da compiere per una vera «Rivoluzione Democratica» è ancora lungo; lo testimonia la recentissima presentazione di liste, che strizzano l'occhio proprio a quei metodi che hanno decretato la dilagante disaffezione dalla politica: accordi sottobanco, cambio disinvolto delle alleanze per meri interessi spartitori, negazione di un confronto democratico aperto e leale. Se poi sono i giovani a piegarsi a questo modo cinico di concepire le cose, la questione diventa molto più grave e drammatica! Spero di cuore che l'ideatore del binomio lessicale «Rivoluzione Democratica», un geniale concentrato espressivo di libertà e democrazia, possa ben comprendere che la cosa peggiore per quelli come me, che ci hanno creduto e continuano a crederci, è vedere il significato di quel sostantivo e di quell'aggettivo, svilito da azioni come quelle cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Sarebbe la fine dell'ultimo sogno, l'ultima speranza per tornare ad amare la politica. [* Movimento Nuova Repubblica Basilicata] perché non indagare? MAGISTRATURA La Corte dei Conti di Basilicata B uoni ultimi, non ultimi i magistrati della Corte dei Conti si pronunciano sulle Royalty di questo decennio confermando che non c’è stata programmazione degli impieghi e che non c’è stato uso accorto e finalizzato delle risorse del Petrolio destinate ai Comuni. Vivaddio fiumi di sottolineature, in questi dieci anni, fatte a destra ed a manca. Ragionamenti seri o ironici o, peggio, satirici intorno ai rifacimenti degli impiantiti delle piazze di paese rifatti due,tre o più volte hanno,finalmente, trovato un serio contraltare nelle dichiarazioni della Corte e,insomma, tutti noi, che abbiamo scritto, segnalato, sfottuto, su queste pazzie, oggi abbiamo almeno la soddisfazione di vedere certificato che dicevamo il vero. Sia chiaro che non c’era bisogno della Corte dei Conti per sapere che i soldi venivano sprecati, noi comuni mortali, lo sapevamo e segnalavamo da anni ed eravamo certi di aver ragione perché nessuna querela è capitata a chiunque abbia discusso e raccontato e descritto di queste cose. Gli sprechi venivano puntualmente segnalati e, per anni, ci siamo, pubblicamente, domandato perché questi sprechi non venissero indagati dalla procura della Corte dei Conti. Ancora oggi non pare che la Procura della C.d.C. abbia aperto un’indagine conoscitiva, per esempio, sullo scempio dei tre e passa milioni sperperati per l’ascensore a Marsiconuovo. E neppure risulta aperta indagine per le troppe volte in cui le piazze o le fontane di certi paeselli sono state rifatte a vacant. Insomma per cominciare un ragionamento serio possiamo partire dal un antico proverbio che recita: “meglio tardi che mai” ed allora questo intervento comincia a mettere un punto dal quale ripartire. Ed allora non volendo entrare nel merito di cosa ci fanno i Sindaci con i soldi, perché c’è sempre un ampio margine di libertà nell’uso delle risorse, comincio a ragionare partendo da un fatto semplice: è ammissibile,per esempio, pur partendo dalla libertà di manovra ammessa, che un comune consumi 150 mila euro per pagare il concerto dei Pooh e non trovi un centesimo da impiegare per creare il lavoro o aiutare a costruirsi un lavoro a 45 paesani che per mesi sono stati davanti la Regione Basilicata a chiedere un lavoro? Ricordo a me e a voi l’esperienze dei 45 ultraquarantenni Viggianesi che chiedevano, inascoltati, di lavorare e lo chiedevano per mesi inutilmente. E ancora è accettabile che un comune impieghi oltre 3 milioni di euro per costruire un ascensore esterno panoramico multilivello per una popolazione che ormai non c’è più ? Insomma è accettabile che si sprechino questi soldi senza produrre neanche lontanamente un qualche posto di lavoro? Ma siamo sicuri che si possa e si debba accettare lo spreco come modo normale di gestire la cosa pubblica? Chiaramente qui potrebbero sempre rispondere che hanno tanti soldi da spendere e mancano loro le idee, i progetti, le fantasie, i sogni per i quali spendere. Potrebbero abbozzare,anche, una difesa del tipo : ma fatevi i pozzi e le royalty vostre e non vi preoccupate delle nostre come insegna il Crozza Razzi ogni settimana. Qui, però, è appena il caso di ricordare che pure il Cota sosteneva che le mutande verdi erano le sue e i fatti idem insomma ogni amministratore, qui o la, tende a credere nella impunità e tende a sostenere pubblicamente l’insindacabilità del suo operato mentre, in realtà, anche chi amministra i soldi del Petrolio, gli piaccia o no, amministra denari pubblici ed è obbligato a farlo nel rispetto delle leggi. Ciò detto aspettiamo di vedere se i Magistrati, dopo lo sforzo iniziale, vorranno cominciare a mettere mano alle faccende e per parte nostra continueremo a criticare le cose, tante, che non vanno bene con l’intento di far capire una cosa semplice, tutto sommato,: ogni lira spesa deve garantire un ritorno, deve produrre lavoro, deve pagare una prestazione utile a tentare di garantire un avvenire alle popolazioni di Basilicata o almeno ci si deve seriamente provare e finora così non è stato. [* lettore] RASSEGNASTAMPA repubblica.it Oltre un milione di famiglie senza redditi di lavoro: +18% in un anno Dati drammatici: in due anni sono aumentati del 50%. La maggior parte (491mila) sono coppie con figli e 213mila sono nuclei con genitori single. La Coldiretti: oltre quattro milioni di italiani chiedono aiuto per mangiare Lo leggo dopo Oltre un milione di famiglie senza redditi di lavoro: +18% in un anno APPROFONDIMENTI VIDEO Operai di Piombino, appello al Papa: “Prega per noi, qui chiude tutto” TAG redditi, istat ROMA - Oltre un milione di famiglie è senza reddito da lavoro, mentre sono più di quattro milioni gli italiani che chiedono un aiuto per riuscire a mangiare. E tutti i componenti ‘attivi’ che partecipano al mercato del lavoro sono disoccupati. E’ quanto emerge da dati Istat e Coldiretti sul 2013 che descrivono una situazione drammatica: solo un anno fa erano il 18% in meno quelli senza redditi, 955.000 nel 2012 contro i 1.130.000 attuali. Tra questi quasi mezzo milione (491.000) corrisponde a coppie con figli, mentre 213.000 sono monogenitore, 295.000 single e 83.000 coppie senza figli Il numero delle famiglie dove tutte le forze lavoro sono in cerca di occupazione risulta in crescita quindi di 175.000 unità, in termini assoluti. E nel confronto con due anni prima il rialzo supera il 50%, attestandosi precisamente al 56,5%. Si tratta quindi di ‘case’ dove non circola denaro, ovvero risorse che abbiano come fonte il lavoro. Magari possono contare su redditi da capitale, come le rendite da affitto, o da indennità di disoccupazione, o ancora da redditi da pensione, di cui beneficiano membri della famiglia ormai ritiratisi dal lavoro attivo. A soffrire di più, ancora una volta, è il Mezzogiorno, con 598.000 famiglie. Seguono il Nord, che ne ha 343.000, e il Centro, con 189.000. Ma il fenomeno avanza dappertutto rispetto a 12 mesi prima. Ai dati dell’Istat si sposano quelli, ugualmente a tinte fosche, di Coldiretti. Secondo un’analisi dell’Associazione sono 4.068.250 le persone che in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10 per cento sull’anno precedente. Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. In particolare, nel 2013 si contano 303.485 persone che hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa. Una situazione drammatica che, osserva la Coldiretti, “rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa”.
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