neve, pane e parola - Parrocchia Cascina Gatti

Domenica 08 FEBBRAIO 2015
Via C. Marx 450, 20099 Sesto San Giovanni (MI)
tel. 02 22477662
www.parrocchiacascinagatti.it
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ORARIO Ss. MESSE FESTIVE
ORARIO Ss. MESSE FERIALI
ore 08.30 Chiesa Santa Maria Nascente
in quaresima e avvento
ore 18.30
Chiesa B. G. Mazzucconi
***
Tutti i primi venerdì del mese (da Ottobre a Giugno):
ore 21.00 Chiesa Santa Maria Nascente.
Tutti i giovedì del mese di maggio e ottobre
ore 16.00
Santuario Madonna del Bosco
ore 18.00
ore 8.00
ore 10.00
ore 11.30
ore 16.00
ore 18.00
(della vigilia) Chiesa B. G. Mazzucconi
Chiesa Santa Maria Nascente
Chiesa B. Giovanni Mazzucconi
Chiesa B. Giovanni Mazzucconi
Santuario Madonna del Bosco
Chiesa Santa Maria Nascente
ore 18.00
Chiesa Santa Maria Nascente
SEGRETERIA PARROCCHIALE dal Lunedì al Venerdì dalle 16.30 alle 18.15 CENTRO DI ASCOLTO Tutti i Lunedì e Giovedì dalle 16.00 alle 18.00
ORATORIO Via Molino Tuono, 19 - 20099 Sesto S. Giovanni tel. 02.2482782 www.osds.it / [email protected]
Carissimi,
mentre stavo completando questo numero del nostro Notiziario Parrocchiale, sono stato sorpreso dalla abbondante nevicata di questi giorni che mi ha ispirato una riflessione che vi propongo.
A noi, ormai gente di città, la neve è immediatamente motivo di preoccupazione per i disagi che crea alla circolazione e
per i danni che può arrecare quando è copiosa.
A chi invece è proveniente dalla campagna la neve arriva
come una benedizione espressa bene nei proverbi popolari
che si possono riassumere nel detto: “Sotto la neve c’è il pane”.
A me ha richiamato diversi passi della Bibbia dove la neve
è un evento ricco di valenze simboliche capace di descrivere
la realtà religiosa, le azioni divine, gli atteggiamenti di fede.
Il testo che più conosciamo, anche perché a volte lo cantiamo nelle nostre celebrazioni liturgiche, è un passo del
profeta Isaia: “Così dice il Signore: Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo, e non vi ritornano senza
aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà la parola uscita dalla mia bocca”. Questo testo ci presenta Dio come il supremo agricoltore che
irriga le campagne per assicurare il frumento agli uomini come recita anche il Salmo 65.
Nel testo di Isaia la neve, unita all’acqua, “diventa un segno della Parola di Dio senza la quale l’esistenza umana si
tramuta in un deserto sterile. Ciò che il profeta vuole marcare è soprattutto la fecondità e l’efficacia di questa parola, comparata al tipico processo naturale della neve-pioggia, dell’evaporazione, delle nubi e della nuova pioggia.
E’ un ciclo vitale che trasforma la nostra vicenda da umana quasi in una parola divina capace, a sua volta, di rendere fertili altri ambiti della storia.
Soprattutto si insiste sul vigore che ha in sé la parola di Dio: essa “non ritorna a me”, dice il Signore, “senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata”. Come è evidente, l’immagine idrica trascolora e trapassa in quella di un messaggero celeste che ritorna dal suo re dopo aver compiuto la sua
missione”. (Card. Ravasi).
Per la neve, che è pane e parola, benediciamo il Signore con le parole del cantico biblico del libro di Daniele: “Per
la pioggia e per la neve, benediciamo il Signore: a lui onore e gloria nei secoli!
don Tarcisio
Domenica 8 febbraio Giornata della solidarietà
condividere per moltiplicare
Quale solidarietà per un’ecologia umana?
Quest’anno la giornata della solidarietà vuole essere un’occasione per prepararsi all’imminente appuntamento di
Expo 2015.
Questione ecologica e rispetto dell’ambiente sono stati temi molto cari a Benedetto XVI.
Nell’enciclica Caritas in veritate s’invoca un ruolo pubblico della Chiesa per far valere questa responsabilità per il
creato: difendere la terra, l’acqua, l’aria come doni della creazione, appartenenti a tutti; e soprattutto difendere
contro la distruzione di se stesso (CV51).
il mondo nel quale abitiamo richiede un “discorso sulla casa” (eco-logia) da leggere nello stesso “libro della natura”, in tutto ciò che costituisce la nostra stoffa, in tutto ciò che serve per vivere e far vivere, in tutto ciò che gustiamo con il piacere degli occhi, della bocca, del corpo intero: tutto è più di una risorsa di materiali. Tutto è parola
creata rivoltaci dal Creatore.
Il primo che parlò di ecologia umana fu Paolo VI, in un udienza del 1973; gli fece eco con forza raddoppiata Giovanni Paolo II (CA 38).
Benedetto XVI ripropone questa ricchissima intuizione: l’ecologia all’ambiente è collegata a doppio filo con l’ecologia umana. Ciò significa che la radice del dissesto ambientale è per buona parte un “effetto” dello squilibrio
umano e di un uomo sempre più squilibrato. L’inquinamento della mente, del cuore, dello spirito sprigiona l’effetto avvelenante sull’aria, sull’acqua; l’amarsi degli animi devasta attraverso le armi mai neutrali; l’insaziabilità di
pochi scatena dinamiche perverse di povertà.
Papa Francesco su questa scia ha denunciato la cultura dello scarto e la globalizzazione dell’indifferenza (EG 5354)
Sabato 7 e Domenica 8 Febbraio VENDITA di PRIMULE e VIOLE!
Con questa iniziativa, desideriamo contribuire a sostenere le spese che la nostra parrocchia affronta
per gli addobbi floreali che ogni domenica vengono preparati dalle nostre volontarie per abbellire le nostre celebrazioni e rendere più accogliente la nostra chiesa.
Una parte del ricavato servirà per interventi di solidarietà.
11 febbraio GIORNATA MONDIALE DELL’AMMALATO
(Messaggio di Papa Francesco)
SAPIETIA CORDIS
«Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (Gb 29,15)
Cari fratelli e sorelle, in occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato, istituita da san Giovanni Paolo II, mi rivolgo a tutti voi che portate il
peso della malattia e siete in diversi modi uniti alla carne di Cristo sofferente; come pure a voi, professionisti e volontari nell’ambito sanitario. Il
tema di quest’anno ci invita a meditare un’espressione del Libro di Giobbe: “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15). Vorrei
farlo nella prospettiva della "sapientia cordis", la sapienza del cuore.
1. Questa sapienza non è una conoscenza teorica, astratta, frutto di ragionamenti. Essa piuttosto, come la descrive san Giacomo nella sua Lettera, è
«pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni
frutti, imparziale e sincera» (3,17). È dunque un atteggiamento infuso dallo Spirito Santo nella mente e nel cuore di chi sa aprirsi alla sofferenza dei
fratelli e riconosce in essi l’immagine di Dio. Facciamo nostra, pertanto,
l’invocazione del Salmo: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio» (Sal 90,12). In
questa sapientia cordis, che è dono di Dio, possiamo riassumere i frutti della Giornata Mondiale del Malato.
2. Sapienza del cuore è servire il fratello. Nel discorso di Giobbe che contiene le parole «io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo», si evidenzia la dimensione di servizio ai bisognosi da parte di quest’uomo giusto, che
gode di una certa autorità e ha un posto di riguardo tra gli anziani della città. La sua statura morale si manifesta nel
servizio al povero che chiede aiuto, come pure nel prendersi cura dell’orfano e della vedova (vv.12-13). Quanti
cristiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere
"occhi per il cieco" e"piedi per lo zoppo"! Persone che stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un’assistenza
continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, specialmente quando si prolunga nel
tempo, può diventare faticoso e pesante. È relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire
una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare. E tuttavia, che
grande cammino di santificazione è questo! In quei momenti si può contare in modo particolare sulla vicinanza del
Signore, e si è anche di speciale sostegno alla missione della Chiesa.
3. Sapienza del cuore è stare con il fratello. Il tempo passato accanto al malato è un tempo santo. È lode a Dio, che
ci conforma all’immagine di suo Figlio, il quale “non venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria
vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Gesù stesso ha detto: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc
22,27). Chiediamo con viva fede allo Spirito Santo che ci doni la grazia di comprendere il valore dell’accompagnamento, tante volte silenzioso, che ci porta a dedicare tempo a queste sorelle e a questi fratelli, i quali, grazie
alla nostra vicinanza e al nostro affetto, si sentono più amati e confortati. Quale grande menzogna invece si nasconde dietro certe espressioni che insistono tanto sulla "qualità della vita", per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!
4. Sapienza del cuore è uscire da sé verso il fratello. Il nostro mondo dimentica a volte il valore speciale del tempo
speso accanto al letto del malato, perché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro. In fondo, dietro questo atteggiamento
c’è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore che dice: “L’avete fatto a me” (Mt
25,40). Per questo, vorrei ricordare ancora una volta l’assoluta priorità dell’"uscita da sè verso il fratello" come
uno dei due comandamenti principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per fare discernimento sul cammino di crescita spirituale in risposta alla donazione assolutamente gratuita di Dio» (Esort. ap.
Evangelii gaudium, 179). Dalla stessa natura missionaria della Chiesa sgorgano «la carità effettiva per il prossimo,
la compassione che comprende, assiste e promuove» (ibid.).
5. Sapienza del cuore è essere solidali col fratello senza giudicarlo. La carità ha bisogno di tempo. Tempo per curare i malati e tempo per visitarli. Tempo per stare accanto a loro come fecero gli amici di Giobbe: «Poi sedettero
accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto
grande era il suo dolore» (Gb 2,13). Ma gli amici di Giobbe nascondevano dentro di sé un giudizio negativo su di
lui: pensavano che la sua sventura fosse la punizione di Dio per una sua colpa. Invece la vera carità condivisione
che non giudica, che non pretende di convertire l’altro; libera da quella falsa umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace del bene fatto. L’esperienza di Giobbe trova la sua autentica risposta solo nella Croce di Gesù, atto supremo di solidarietà di Dio con noi, totalmente gratuito, totalmente misericordioso. E questa risposta
d’amore al dramma del dolore umano, specialmente del dolore innocente, rimane per sempre impressa nel corpo di
Cristo risorto, in quelle sue piaghe gloriose, che sono scandalo per la fede ma sono anche verifica della fede (cfr
Omelia per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, 27 aprile 2014). Anche quando la malattia,
la solitudine e l’inabilità hanno il sopravvento sulla nostra vita di donazione, l’esperienza del dolore può diventare
luogo privilegiato della trasmissione della grazia e fonte per acquisire e rafforzare la sapientia cordis. Si comprende perciò come Giobbe, alla fine della sua esperienza, rivolgendosi a Dio possa affermare: «Io ti conoscevo solo
per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto» (42,5). Anche le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, possono diventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa
sofferenza, benchè l’uomo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fino in fondo.
6. Affido questa Giornata Mondiale del Malato alla protezione materna di Maria, che ha accolto nel grembo e generato la Sapienza incarnata, Gesù Cristo, nostro Signore.
O Maria, Sede della Sapienza, intercedi quale nostra Madre per tutti i malati e per coloro che se ne prendono cura.
Fa’ che, nel servizio al prossimo sofferente e attraverso la stessa esperienza del dolore, possiamo accogliere e far
crescere in noi la vera sapienza del cuore.
Preghiera per la XXIII Giornata Mondiale del Malato
Donaci, o Signore, la sapienza del cuore! Padre santo, ogni uomo è prezioso ai tuoi occhi.
Ti preghiamo: benedici i tuoi figli che fiduciosi ricorrono a Te, unica fonte di vita e di salvezza.
Tu che in Gesù Cristo, l'uomo nuovo, sei venuto in mezzo a noi per portare a tu' la gioia del Vangelo,
sos)eni il cammino di quan) sono nella prova.
Amore eterno, dona a quan) hanno l'onore di stare accanto ai mala), occhi nuovi:
sappiano scorgere il Tuo volto, e servire con delicata carità, la loro inviolabile dignità.
E tu, o Madre, sede della sapienza, intercedi per noi tuoi figli perché possiamo giungere
a vedere faccia a faccia il Volto di Dio, bellezza senza fine. Amen.
Santuario Madonna di Lourdes - Via Tevere (Pelucca)
Solennità Madonna di Lourdes
Mercoledì 11 febbraio
- ore 10.30: Santa Messa Solenne celebrata da S. Ecc. Mons. Angelo Mascheroni
- ore 17.00: Santa Messa celebrata da don Marco Recalcati per i volontari Unitalsi, Oftal e Avo
Le tragiche notizie che irrompono nella cronaca quotidiana e che raccontano le tribolazioni, le persecuzioni e il martirio di tanti nostri fratelli non possono invecchiare come le pagine dei quotidiani: noi immaginiamo volti e case, lacrime e preghiere, sogni e spaventi.
Siamo quindi all’incontro con
Sua Eminenza
il card. John Olorunfemi Onaiyekan,
Arcivescovo di Abuja (Nigeria)
che si terrà in Duomo martedì 10 febbraio
dalle ore 21 alle ore 22.30
per chi desidera sarà possibile prepararsi all’incontro con
un momento di preghiera silenziosa e di digiuno a partire dalle ore 20.15
Domenica 15 Febbraio ore 15.30
Salone Parrocchiale Via C. Marx, 450
La Compagnia teatrale degli Arciallegri di Segrate presenta
commedia divertente
di: Anna Olcese
Regia: Gianni Gomarasca
Costumi: Vita Filizzola
ingresso gratuito
al termine dello spettacolo verrà raccolta un’offerta libera per il rifacimento del tetto della chiesa
PER GLI AMICI DI UNA CERTA ETA’
mercoledì 18 Febbraio alle ore 15.00
FESTA DI CARNEVALE
nel salone parrocchiale di via Marx, 450