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Marte Costa-Compagnia Necèssita Virtù
c/o Associazione Lab Voce, via Carlo Alberto 5, 10123 Torino
011 883138 - 328 8487186
[email protected]
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Marte Costa (in brevissimo)
E' il regista, attore cantante ed autore di tutti i testi, compositore di tutte le musiche e gli arrangiamenti,
ideatore dei movimenti coreografici e degli spettacoli nella totalità. Sorta di moderno capocomico -e tragico,
e lirico- allestisce in austera essenzialissima produzione e piena indipendenza, originali variegati spettacoli di
forma e contenuto: benché ambiscano ad esser pregni, han ritmo incalzante e vivace, fruibili così a più
livelli di lettura; lontani dal lento prosopopeico sussiego di molta sedicente «ricerca», senza mai però
rinunciare all'Urgenza della doverosa propria.
Gli spettacoli vanno in scena tra gli altri: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Festival TIP, Chico Bum Festival,
Teatro Gobetti Torino, Teatro Ariberto Milano, Giardini Reali, Suoneria Auditorium, Premio Grinzane Cavour, Teatro
Caos, Rassegna Rigenerazione-Teatro Stabile Torino, Teatro Juvarra, Festival Avignon Off, Unione Culturale, Museo
Borgogna Vercelli-Rassegna “l’arte si fa sentire”, Teatro Politeama Saluzzo, Festival Eccentrico, Piazza San Carlo, Teatro
Cantalupa, Teatro della Caduta, Eikon Teatro, Parco della Tesoriera, Hiroshima mon Amour, Teatro del Lavoro,
Accademia Belle Arti, Università degli studi di Torino, Fonderie Teatrali Limone.
La Compagnia, giacché lo stare in compagnia, maiuscola o minuscola che sia, necèssita di molteplici virtù
appunto, varia secondo le diverse esigenze -e possibilità- artistiche-tecniche e produttive. Ne sono
attualmente preziosa componente Valeria Bugni, Elena Sannino, Manuela Sollo, Karin Ransberger,
Cinzia Fornero, Valeria Persechino e Davide Manassero, e con la collaborazione di Merceria
Barbagli -teatro d'ombre.
Laboratorio cangiante permanente teatro musicale di tradizione ed innovazione:
I Musicàl Spettacól
Scritti diretti ed interpretati da Marte Costa ambiscono ad assolvere l’ineluttabile compito di ogni autore:
creare uno stile. Partono dall’appassionato stralunato pretesto narrativo di solidi classici della letteratura
(anziché le consuete vicenduole di poco costrutto di tanti musical) e con composizioni e liriche inedite, per
un ricercar cantando di una lettura autorale doverosamente originale e non ascrivibile a nessun “genere”,
hanno solo disparati variegati riferimenti, dalla grande tradizione dell’operà comique alla commedia
musicale italiana, suoni e tempi che riecheggiano colonne sonore (Nino Rota?), musiche per il teatro italiano
(Fiorenzo Carpi?) echi di canzonette da vaudeville e varietà (Macario? Rascel? Nino Taranto?).
Non mancano arditi ambiziosi riferimenti alle avanguardie ed alla musica per il teatro del novecento europeo
(Stravinskij, Prokofiev, Satie?) pur senza rinunciare ad una divertita apparente immediatezza
dell’esecuzione. Arrangiamenti e vena compositiva incurante del pop radiofonico, e non ascrivibile al classico
stile musical-Webber, ma struggendosi lirico si dà delle vere e proprie arie, oltre ad un passionale tocco
“latino” nella scelta di tempi ternari di valzer, habanera, tango, bolero, zoppicanti cha cha cha e
italianissime tarantelle rossiniane, poi tempi dispari, irregolari marcette, passerelle a singhiozzo da
avanspettacolo, ritmi spezzati o giocosamente sincopati su trame e armonie jazzistiche.
È ricerca di colori e timbri sia nella recitazione, antinaturalistica ed espressionista, surreale, sia nell’aspetto
melodico-vocale dei brani, con temi impreziositi dall’emanciparsi di dissonanze e, mai gratuiti, virtuosismi,
parti a cappella e stravaganti armonizzazioni a più voci.
Versi dei brani che parlano di tutto il serio con il massimo del faceto possibile e viceversa, velocissimamente
scoppiettanti o distesi su lunghe note, mai banalmente descrittivi, articolati su giochi sintattici e fonetici o
invenzioni linguistiche, spesso con un lessico inusitato nella forma della canzone, e talvolta spiazzante,
lambiccato o ludicamente ampolloso.
I personaggi sono caratterizzati a sapide pennellate, poiché gli spettacoli si snodano attraverso i soli
passaggi salienti, con rutilante alternarsi di tempi e guizzi surreali, evitando farraginose didascalie, recitativi,
o prolisse ripetitive introduzioni. Spettacoli per quadri aforismatici, sintetici e pregnanti, serrati in un ritmo
incalzante, vorticosamente alternandosi tra brani talvolta di pochi secondi, lasciando poi magari più spazio
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alle arie ed ai concertati dei personaggi, alla rappresentazione del piano emotivo e metaforico della
narrazione. Ma sempre in spettacoli relativamente brevi, evitando lungaggini auto-compiaciute, con
sintetiche pregne parti recitate-letterarie… a prova di tristo telecomandodipendente!
I movimenti coreografici, essenziali, sono schizzati con tratti scarni e geometrici, con paradosso di gesto
(filippotommaso) marionettistico, ma anche con improvvisi slanci, e fanno da contrappunto al recitar
cantando, non sono mai solo decorativi.
La scena quasi sempre nuda, i costumi inventati con un nonnulla, e gli oggetti sempre utilizzati con ironica
enfasi, recuperati in cantine solai e cassonetti (necessità, solo qui con l'accento sulla à, virtù...), o a volte
forme tagliate nel cartone grezzo (i cartoni anima- tu), il canto tutto dal vivo e senza l’ausilio di microfoni, i
paradossi di un umorismo provocatorio, ma anche sociale e polisemanticamente politico, avvicinano gli
spettacoli più che al musical, forse al cabaret tedesco alla Kurt Weill dell’Opera da tre soldi, o Piscator
perfino, ma come italianizzato alla fiamma della verve di Petrolini...
Diversa la squadra dei molti interpreti per ogni spettacolo, in una giocosa girandola di voci e volti di ogni età
e (s)formazione, poiché la compagnia, necèssita, di virtù (e quanta!) e si compone e scompone quindi di
continuo,
in
un
kolossal-dilett-avanspett-corrid-variet-animazvillagvacanz,
l’ambiziosissima
Gesamtkunstwerk (!) del marziano poetinomelodettoreietto e solitario.
(la leggenda de) il favoloso cavaliere
DON CHISCIOTTE senza plancia
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
con Compagnia Necèssita Virtù
regia: Marte Costa- musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
Ispirato alle vicende narrate da Miguel De Cervantes... e molte altre
di oggidì!
MarTE CoSTA scrive interpreta e dirige al solito tutto solo soletto, il suo
avanspett-variet-corrid-musical-karaok-animazvillaggvacanz,
musiche testi e regia di una nuova commedia musicale al miele e al fiele,
ambiziosamente ispirata ad un classico tra i classici, rivisitato e riattualizzato
tra i mulini a vAnto dei nostri tempi. Avvalendosi della sempre cangiante
Compagnia Necèssita Virtù perlopiù formata da ardimentosi nuovi
interpeti (talvolta addirittura variabili di replica in replica!), snocciola 15 nuovi brani e liriche originali, per
un agile spettacolo che concentra ben 1200 pagine di romanzo in due rutilanti fulminei atti di poco più di
mezz’ora ciascuno. Marte-Don Chisciotte senza plancia cantando in alto e in basso, zompettando
avanti e indietro, e recitando sotto sopra i suoi versi appassionati, inforca un’ecologicissima bici con rotelle,
Ronzipedalante, con cui vorrebbe attraversare, per portare la Bellezza, il mondo intero… ma che purtroppo
però non percorrerà neanche un centimetro! Tutte le nostre belle fanciulle in-carnano, l’inarrivabile Idea, di
Dulcinea, danzando comme il faut una habanera alla Bizet, la donna dei sogni che <su un calendario/ su
mediaset o rai/ o altro bestiario/ tu non troverai!>
Chisciotte innamorato pazzo sarà costretto in una camicia di forza, e urlando più di Orlando diventerà
anche un burattino, nella foggia di fiero pupo siciliano. Senza scudo alcuno, si batterà a singolar tenzone
con sornione cialtrone pecore e capre scambiate per indomiti eserciti [vedi ultimo film di Pasolini], libera
dopo terribile scontro ingrati galeotti oberati da enalotti e carcerati ipotecati ai redditi, assiste perplesso alla
scintillante preparazione del miracoloso elisir di Fierobraccio con ingredienti che nessun Dulcamara mai
avrebbe immaginato, il tutto tra una continua gragnuola di botte botte botte per don Chisciotte ricevute da
tutto e da tutti… ma senza naturalmente arrendersi mai! Il deuteragonista Sancio, impossibile compagno
di viaggio da trovarsi ahinoi, è stata la figura più difficile da identificare con qualcuno o qualcosa che possa
ancora esistere: oggidì veste griffato taroccato (o peggio, originale) ed ha perduto ogni possibile
ingenuità/saggezza popolare. Ma si promette un lietissimo fine, con sorprendente chisciottizzazione di
Sancio che addirittura saprà veleggiare leggiadro, dove Chisciotte senza plancia aveva solo arrancato, fino
a concludere col pindarico crescendo del gran concertato conclusivo con tutte le voci in contrappunto:
Immaginata bene/ ed agìta l’illusione/ è un azione immaginare/ altra realtà!
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(fu Mattia) PASCAL MUSICAL
ispirato alle vicende narrate da Luigi Pirandello
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
con Compagnia Necèssita Virtù
regia: Marte Costa- musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
Opera da due… lire?
Nell’aprile del 1904 Mattia Pascal, forse il primo anti-eroe del romanzo
contemporaneo italiano, inetto bibliotecario di un paese totalmente privo di
lettori, uomo senza qualità in balia delle proprie crisi esistenziali e novello
stralunato Ulisse alla ricerca della propria identità, scrive e lascia le memorie della sua vita raminga e
solitaria nella polverosa biblioteca di un paese ligure, con l’indicazione che nessuno però le possa leggere se
non 100 anni dopo la sua definitiva scomparsa. Il manoscritto viene ritrovato appunto nel 2004, ma da un
imprevedibile gruppo di turisti in gita, poiché nel frattempo il piccolo paese ligure è diventato un noto centro
balneare di una multinazionale del turismo. Essi cominciano a leggerlo ed a rappresentare le vicende
autobiografiche di Mattia, immedesimandosi di volta in volta nei personaggi e nelle situazioni descritte, in
uno spettacolo finto improvvisato, sullo falsariga dei tanti buffi allestimenti serali abituali nei villaggi turistici.
Le vicende autobiografiche dello sfaccendato bibliotecario Mattia, uomo senza qualità alla ricerca di
un’identità certa, impossibile comunque, raccontate quindi attraverso la musica e il canto e sghembi
movimenti coreografici.
I personaggi sono caratterizzati a sapide pennellate, mentre lo spettacolo si snoda attraverso i soli passaggi
salienti, evitando farraginose didascalie o prolisse ripetitive introduzioni.
Sono ben 25 i brani che serrano il ritmo incalzante dello spettacolo, vorticosamente alternandosi tra i 9
secondi ed i 4 minuti massimo, per una durata totale di poco più di un’ora e mezza, con uno dei cantattori a
turno ad introdurre in sintesi i diversi quadri.
Tutti i brani e gli arrangiamenti sono originali, scritti e realizzati direttamente dall’autore. Due talentuosi
musicisti lo affiancano dal vivo, direttamente in scena, eseguendo le ouvertures introduttive ai vari temi
musical, ed improvvisando sugli stessi. Il protagonista suona inoltre la sua orchestrina da guitto composta
da strumenti improbabili: trombette giocattolo, metallofoni, coperchi, paperette, scacciapensieri,
sturalavandini, pompe di bicicletta… Gli altri sono appositamente registrati per sopperire alla necessità di un
maggiore e più vario organico, mentre anche il coro fa suonare pettini, mattarelli, i propri denti o le proprie
natiche!
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FAHRE! (Celsius 232) (liberamente tratto da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury)
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
con Compagnia Necèssita Virtù -musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
Il music-All per non confondere liberta con comodità
La sorprendente attualità del testo scritto nel lontano 1953, la sua
incredibile preveggenza, la raffinatezza letteraria insieme alla sua
relativa popolarità, e la grande forza simbolica e strenua difesa di
valori che dovrebbero essere fondanti della nostra società, hanno motivato e suscitato la
nostra scelta ed il nostro entusiasmo.
Anche per questo spettacolo è difficile coniare una definizione. C’è un canto, in brevi ma
dense esposizioni dei tanti temi melodici ed armonici, subito concepito per la scena, non
tanto per illustrare banalmente le vicende narrate, quanto per coglierne ed interpretarne
il senso e il sentimento. Continua ad essere orgogliosa caratteristica lo slancio lirico di
molte liriche, appunto!, che pur non rinunciando a divertimento ed immediatezza, si
articolano ancora in un vero e proprio piccolo "libretto" d'opera.
Sono le guizzanti parole del romanzo di Bradbury a snodare i passaggi essenziali della
vicenda, in una partecipe lettura drammatica ad alta voce, quasi richiesta dall'autore. I
pochi ma essenziali oggetti e costumi di recupero per mettere in scena addirittura una
storia di fantascienza, genere caratterizzato solitamente da sfarzosi allestimenti, valorizza
il piano metaforico e poetico del romanzo.
I movimenti coreografici non si limitano a mimare scontate didascalie ai testi, ma
aggiungono il gioco del moto, il ritmo del controtempo e la tensione fisica alle note ed alle
parole.
VENTIMILA LEGHE SOTTO (i mari)
l’immaginifico tragicomico “musical” degli abissi tutti
(ispirato al classico di Jules Verne)
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
con Compagnia Necèssita Virtù
regia: Marte Costa- musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
Il metaforico immaginifico fantasmallegorico "musical" degli
abissi tutti!
Il classicissimo romanzo di Jules Verne, scrittore della geografia del
fantastico, e di ardite e temerarie esplorazioni, si presta particolarmente
all'attitudine allegorica ed alla poetica di vivide metafore musicali e
liriche già collaudate nei precedenti lavori nella creazione di un’originale forma di teatro musicale, dove la
musica è composizione autentica e mai scontata, i testi ambiscano a forma poetica autonoma, e lo
spettacolo, il frutto di idee vere, e non di meri effetti tecnici… (che, ammettiamo, nomen omen, non
avremmo comunque!)
Mentre molti dei luoghi che Verne aveva esplorato solo con la fantasia, sono ora [mis]conosciuti (o
addirittura turistici!), gli qui lambiti abissi oceanici sono quelli reconditi della coscienza civica, i mostri
marini incarnano ben altre attuali mostruosità terrestri, i colori delle creature marine di ogni latitudine si
mescolano alle mille cangianti sfaccettature dell'animo umano e dei suoi discontinui rapporti con gli altri.
L'esplorazione di un mondo sommerso, puro, regno dell'incanto e dell'emozione, ma anche caleidoscopico
specchio nel quale si rifrangono tutte le luci e le ombre di quello ufficiale: buffi pesci sono parodia di vezzi
e grossolanità umane, mentre altre leggiadre forme di vita subacquea incarnano speranze e nobiltà in
via d'estinzione. Nello snodarsi delle arie dei personaggi principali ed i numerosi consueti intrecci corali e
contrappuntistici, la vicenda percorre le sole tappe più significative del viaggio nel quale ci guiderà il
misterioso e solitario capitano Nemo: dalla perfetta macchina sottomarina del Nautilus al mitico regno di
Atlantide, dal Mediterraneo alle acque del polo sud, dalle foreste sottomarine al Mar dei Sargassi, e via via
la terribile piovra gigante Kraken, le leggendarie sirene ed il loro malinconico canto, il “famelico” squalo,
“merluzzi stoccafissi e baccalà”, "cozze" con ambizioni da soubrettes, spugne, conchiglie, coralli, stelle e
cavallucci marini, dove ogni cantante-attore interpreta una delle "fantasmallegoriche" creature.
Lo spettacolo, che contempla in una girandola di effetti scenici ed acustici ben 18 brani totalmente
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inediti, coniuga momenti di vivace umorismo ad altri di pathos ed incanto, è particolarmente ritmato
ed agile, corredato di inusitate coreografie, ed è adatto ad ogni tipo di pubblico (anche bambini [e adulti]
intelligenti!)
Odìsseo (dodici passi adesso)
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
con Compagnia Necèssita virtù
regia: Marte Costa -musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
«Chiamate il cantore divino, a lui in sommo grado un dio donò il canto, a darci
diletto, comunque il cuore lo spinge a cantare»
Si dice tutte le storie siano riconducibili a due sole: l’Iliade e l’Odissea. Nella
prima si svolgono prevalentemente rapporti tra personaggi, nella seconda, sviluppo
di accadimenti. Spesso abbiamo costruito i nostri spettacoli su grandi classici,
proprio per poter parlare… d’altro, ed altrove! Il nostro viaggio attraverso quello
omerico intesserà appunto accadimenti di luoghi e tempi diversi, connettendo figure e simboli ormai
intrinseche al nostro immaginario, con quelle del mondo che oggi noi viviamo, e che in qualche modo ne è
l’ultimo sviluppo (e talvolta, ahinoi, inviluppo!). Recuperando quindi la grande forza del mito, del sacro che
promana dall’intelletto e viceversa, dell’ancestrale, del simbolico, ma senza mai perdere però la vitale
energia dell’umoristico, del paradosso, dell’avvertimento del contrario, in una ambiziosa coincidenza di
(forse solo presunti) opposti.
Con il consueto impetuoso meravilluso slancio, slancio di movimenti coreografici quando disarticolati
quando leggiadri, di nuovi testi e brani sempre in toto e totalmente originali, di recitazione essenziale ma
pregna, e con guizzanti tratti antinaturalistici, e infine di -sontuosissima!- scenografia biologica ad impatto
ambientale, e costo, nullo, allestita con i soli corpi dei nostri ardimentosi cantattori, … ecco una nuova
asciutta e ritmica rilettura e facitura, lirica (arduo), ed umoristica (impervio!) della parte centrale
dell’Odissea, storia delle storie, che lo stesso Odìsseo, in dodici passi scritti ed interpretati sempre dal
"multiforme ingegno" di marTE coSTA, narra al popolo eletto dei feaci (e a sé medesimo): il FINE mondo.
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- il Reclamo della Foresta (DOGS)
Melologo e pantomima musicale originale sul romanzo di Jack London
scritto diretto ed interpretato da marte costa
con Compagnia Necèssita virtù
Si difende ciò che si ama. E si rischia, per ciò che si ama.
Il reclamo della foresta, è quello della natura di tutti martoriata da noi
tutti, che stolti distruggiamo la prima parte di noi, quella che
semplicemente ereditiamo ma non necessariamente meritiamo, e che
solo nell'essere seguita da un personale percorso di consapevolezza prende la sua forma
compiuta: il viaggio che Buck intraprende attraverso la sofferenza e la gioia per giungere alla
sua piena identità di individuo. Questo viaggio ci reclama, severo e a gran voce, quando noi
tentiamo di non intraprenderlo, ma il suo canto ancestrale e profondo ci guida, se lo
affrontiamo, come è inevitabile per vivere davvero. Dogs perché è il contrario dei patinati e
precisi Cats, qui si zoppica, si guaisce, si patisce, il freddo la fame lo scherno, e bastonate
continue ricevute da tutti e sempre e comunque. Dogs, perché il quadro di apertura dello
spettacolo, con il brano <ti faccio BAU!> è una diretta variazione sul tema di Pierino e il lupo di
Prokofiev, e come nella fantasia musicale di Prokofiev, la vicenda narrata da Jack London è
qui raccontata attraverso numerose fantasie musicali, ma anche brani con liriche che sanno
quando abbaiare di rabbia e quando ululare di felicità, interpretati insieme a bislacchi ma
evocativi movimenti registici e coreografici, oltre che dalla lettura scenica di alcuni passi salienti
riscritti per l'occasione in prima persona: è quindi direttamente Buck, il cane protagonista, a
raccontare le sua storia. Dogs appunto perché qui il solitario cane ha il dono della favella, e i
gregari uomini spesso, solo la rivoltella. Dogs, perché si viene abbandonati, sull'autostrada,
dopo che si è con tutte le proprie forze tentato di trascinare una altrui slitta sovraccarica di
orpelli che spesso quegli altri non hanno neppure davvero scelto per loro. Dogs perché randagi,
Dogs perché tutti ci faranno le pulci, Dogs perché è uno spettacoluccio bastardo, irriverente,
spurio, sdrucito e spelacchiato prima ancora di partire.
Ma soprattutto Dogs, perché di fede fedeli come cani, si difende ciò che si ama, e si rischia, per
ciò che si ama, qualunque cosa, fino al rischio ultimo ed estremo. Ma infine, come Buck, non ci
si lascia morire per amore reciso: si impara semmai a vivere ancora di più strenuamente, oltre
ogni perdita ed ogni sconfitta, esprimendosi nel movimento, volando esultante sotto le stelle e
sulla superficie della materia immobile.
SILLABARIO del GENTILUOMO (degli anni ’10, e oltre!)
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
con Compagnia Necèssita virtù
regia: Marte Costa -musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
Parole -e azioni-chiave per gli anni '10... e oltre!
Ambendo nientemeno a riscriverli e reinventarli a suo modo, Mar te Costa,
giusto nei suoi titoli e spunti di partenza, ha finora frequentato i classici: di
solito sono morti, non possono ribellarsi a frequentazioni indegne o
sgradite...
Epperò nei tempi bui è necessario e bello assumersi ulteriori responsabilità,
immaginarsi in proposte, esporsi ancor di più: per la prima volta dunque
scrive ex novo un essenziale testo teatrale, sempre naturalmente anche
sostanziato con brani musicali originali, ed opta per un paradossale monologo a più voci.
Spettacoluccio utile -si spera- ed economico -si certifica-. Anche qui parte dall’essenza, dall’abc: ecco
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quindi il suo abbecedario, sillabario in buon ordine alfabetico, decalogo e dizionario essenziale (appena
un poco, purtroppo non abbastanza, autobiografico), che molto sonoramente e pindaricamente
allitterando, sancisce prerequisiti e qualità del gentiluomo o gentildonna, che sarebbero a suo, umile ma
non modesto, avviso, ottimo viatico per gli anni ‘10, e, spera, oltre.
La proposta lessicale, e soprattutto rivolta al vivere quotidiano, è talvolta radicale, ma trattasi infine di un
avan, spettacolo, giacché sarete voi tutti a dare il vero spettacolo... qualora vogliate scegliere tra
queste, o migliori altre vostre, parole chiave, verbi e, minime, qualità… ed autoproclamarvi così (gentil)
uomo.
Un mattatore mattoattore, novello petroliniano Gastone, Cyrano che verseggia e vive il suo
assoluto nel quotidiano senza naso finto (che non serve), guitto saltimbanco che salta i
pasti piuttosto che perdere l’amor, proprio e altrui, ed anche ed addirittura un eroe tragico,
che desidererebbe tuttavia condividere il personale sgomento per tramutarlo così in
collettiva proposta.
Scena nuda, vestita però da una vocalità attorale dispiegata in ogni colore e sfumatura e da ampia
mimicità, dove aulica, dove buffonesca, unita a scaleni movimenti coreografici.
Come sempre poi composizioni arrangiamenti e liriche scritte appositamente dall’autore, sono momenti di
sintesi e slancio mai domo, dal fortissimo al pianissimo interpretati insieme alla leggiadria delle quattro
cantattrici.
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Readings, letture sceniche, narrazione
Da Nietzsche a Primo Levi, da Darwin a Roland Barthes, le letture e narrazioni animate, sempre corredate di
musiche originali, oltre naturalmente al grande impeto dato alla musicalità della parola stessa, sono gli
spettacoli più da camera (qualunque camera!) di Marte Costa, qui in prevalente veste di attore,
affabulatore,
istrione...
«finedicitore»!
Grandi classici, biografie, poesia contemporanea, provocazioni sull’attualità, invettive, mescolanza di,
dubbie, storie reali e di, più concrete!, immaginarie.
LA VITA DA DANDY [DECALOGO PER] recital musical letterario
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
Testi: Autori Vari
regia: Marte Costa- musiche e liriche originali scritte dall’autore
10 appassionati consigli in versi, in aforismi, in musica, in immagini, per vivere con
ineffabile stile (possibilmente senza lavorare [troppo]): dalla flâunerie di Flaiano
all'eleganza di Malaparte, dai capelli verdi di Baudelaire alle fulminanti massime di
Wilde... dal naso di Cyrano, allo specchio (sopra il letto) di Dannunzio.
Frammenti di un occorso amoroso recital musical letterario
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
letture tratte da Roland Barthes, e lettere dell'autore
regia: Marte Costa - musiche e liriche originali scritte dall’autore
Un accidentato ma vitale percorso tra i passaggi salienti dell'intramontabile livre de chevet, Frammenti di un discorso amoroso, straordinario glossario senza tempo sulle mille sfaccettature dell'amore. Episodi da romanzi, canzoni, films, opera, messe in scene e rilette alla luce del saggio del grande semiologo. Barthes avrebbe potuto, con l'appassionato acume contenuto nel materiale di questo libro, intraprendere l'Opera Somma, il romanzo definitivo d'amore, meticoloso come Proust ma senza la
proustiana pedanteria, febbricitante come Dostojevskij ma non dostojevskijianamente malato, palpitante come Goethe
ma senza quell'asmatico affanno goethiano.
«Nonostante tutto, il soggetto amoroso afferma l'amore come valore» «... paragonare la vostra storia a quella di
Werther o a un haiku giapponese; un respiro più ampio in cui emettere il vostro rantolo e, improvvisamente, la
coscienza del vostro amore si rafforzerà» Pier Vittorio Tondelli
Come si diventa ciò che si è - Nietzsche a Torino Recital musical dionisiaco per
attore-cantante, e martello
scritto diretto ed interpretato da marte costa- musiche originali scritte dall’autore, liriche
F.W.Nietzsche
<Sono molti anni, avendo scelto la mia abitazione proprio come dirimpettaio, seppur postumo, di
Nietzsche durante il suo soggiorno torinese, che spero nel passaggio in piazza Carlo Alberto di un
cavallo sufficientemente bello da potersi baciare (o un cavallo tout court!) per giustificare i miei
eccessi... > (marte costa 2006 op. cit.)
A partire dall’aprile del 1888, Nietzsche si trasferisce a Torino, dove elabora molti
dei suoi scritti più significativi (tra cui il Crepuscolo degli Idoli ovvero come si
filosofa col martello, conclude la stesura de L’Anticristo, e le poesie, i Ditirambi di
Dioniso). L’intensità del momento è sottolineata infine dall’uscita di Ecce homo.
Come si diventa ciò che si è: passi ed aforismi del sommo trasposti in musica della parola e parole per la
musica (ma in fondo semplicemente riletti con l’intrinseca loro), e guizzi e frizzi e lazzi e cotillon.
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Teatro Ragazzi - Musica - Letteratura - Movimento
Se vogliamo coltivare ancora la speranza, non possiamo che occuparci tutti insieme della costruzione di un
apparato critico, fantastico e poetico dei bambini e dei ragazzi.
le fiabe son-ora!
Spettacoli teatral-musicali per bambini e non, liberamentissimamente ispirati alla
popolare collana di fiabe
scritto diretto ed interpretato da Marte Costa
regia: Marte Costa -musiche e liriche originali scritte e dirette dall’autore
Racchiuse tra le due consuete melodie introduttiva e conclusiva e tra inedite
strofe e ritornelli (esclusivamente composizioni e testi originali di mar te costa)
fiabe sonore ispirate a quelle che si ascoltavano nei colorati "mangiadischi" a 45
giri, ma eseguite interamente cantando ballando e recitando dal vivo, e
spigolando tra le classiche di Andersen, Fratelli Grimm, Esopo, La Fontaine, Fedro,
Rodari, fino a quelle tradizionali italiane raccolte da Calvino.
Con costumi e oggetti di scena realizzati con materiali di recupero (fiabe sonore
ecologiste!) e gli ormai proverbiali cartoni anima-tu! “marziani”, le immaginifiche
sagome di cartone grezzo
Recital per bambini e ragazzi scritto ed interpretato da marte costa
con la partecipazione di Martina Trezza, Elda Adriano e Valeria Bugni
Dopo una breve e colorata introduzione alla vita ed al pensiero di Charles
Darwin, ed alcuni divertenti aneddoti biografici, lo spettacolo racconta con tre
vivaci brevi storie originali di animali, narrate, interpretate e comicamente
mimate, quanto la nostra evoluzione possa essere anche il frutto di una scelta
consapevole Pappa ai pappagalli, ma stornelli ai fringuelli ; Ippo e Potama;
Arturo, il canguro puro e duro. La quarta storia, corredata di emblematiche
immagini, Gli scimmioni più zucconi (e più cafoni) purtroppo sempre attuale,
racconta invece dalla specie più dannosa per la terra, nonché spesso quella in
proporzione meno consapevole... Mentre l'ultima storia, Finalmente la specie
più evoluta! ci indica a sorpresa una via per un'evoluzione che non sia solo
nello sviluppo tecnologico o nel, presunto, benessere.
Nightmarte (before Christmas)
Regia: Marte Costa -con Compagnia Necèssita virtù
Ispirato al grande film ed alla colonna sonora di Danny
Elfman, con una narrazione tratteggiata insieme a
pennellate di melodioso quanto ritmico recitar
cantando, i consueti movimenti coreografici sghembi, e
le ormai paradigmatiche sagome di cartone grezzo (i
cartoni anima-tu!) Marte Costa ri-arrangia in forma di
teatro musicale e re-interpreta con la sua Compagnia
Necèssita Virtù, il classico di lunare animazione di Tim
Burton, forse la meno scontata fiaba natalizia di
sempre, dove il mondo cattivo delle streghe e dei
mostri è solo l'altra faccia di quello buono delle feste e dei doni... Anche in versione itinerante carro di
Tespi-carovana dei guitti, e con distribuzione di doni natalizi-oggetti di scena (in tema...) al pubblico.
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Per celebrare l'inizio o la fine della scuola (con una che non c'è andata mai... avrà fatto
bene?)
Letture animate da PIPPI CALZELUNGHE di Astrid Lingren
Pippi è una ragazzina allegra, furba e ricchissima, vive sola a Villa Villacolle e non ha
paura di niente: sta benissimo anche senza i genitori, perché così nessuno le dice
quando è ora di andare a letto o le insegna convenzionali buone maniere. Uscito nel
1944 in Svezia, questo libro ha operato un grande cambiamento nella letteratura infantile europea causando
un profondo rivolgimento di costumi e un grande scandalo tra i benpensanti. Molte ragazze che, alla fine
degli anni Sessanta parteciparono ai movimenti studenteschi, dichiararono di essersi ispirate a Pippi.
La Grammatica -e la pratica!- della Fantasia
In occasione del doppio anniversario di Gianni Rodari (2010: novant’anni dalla nascita e
trenta dalla morte) un programmatico, pratico, percorso attivo attraverso il testo,
considerato ormai un vero e proprio classico, nel quale l'autore svela i trucchi del
mestiere di inventore di storie, di immaginazione di realtà altra, ed il fondamentale
ruolo della creatività nel cammino formativo del bambino.
La costruzione di un indovinello, le fiabe al contrario, il giocattolo come personaggio, il
cosa succederebbe se, le carte di Propp, la matematica delle storie, l'insalata di favole,
il prefisso arbitrario, il binomio fantastico e molti altri spunti e impianti di narrazione: una variegatissima
esplorazione di tutte le giocose possibilità del linguaggio, dei linguaggi. La musicalità evocativa della
parola, direttamente sperimentata e suggerita dai bambini, cui sono dapprima sinteticamente spiegate
le singole regole, ma perché vengano immediatamente da loro ampliate e reinventate. Si propone inoltre
l'interpretazione teatrale di alcune filastrocche e brevi racconti tra i più evocativi dello stesso Rodari.
Il laboratorio-spettacolo prevede un minimo di quattro incontri (fino a dieci) con almeno tre giochi creativi
diversi. Ipotizzando circa un'ora e quarantacinque complessivi di attività, negli ultimi quindici minuti al
termine di ogni incontro avviene la presentazione delle storie appena inventate in forma di
minispettacolo teatrale ai genitori/pubblico, corredato anche di musica originale e movimento
coreografico.
www.martecosta.com
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