scarica - Unità Pastorale Giovanni Paolo II

NUMERO 14 - DICEMBRE 2014
Periodico dell’Unità Pastorale delle parrocchie di
Sant’Alberto di Gerusalemme - San Francesco da Paola - San Maurizio
I NOSTRI SACERDOTI RIFLETTONO CON NOI
don Pietro, don Sergio, don Antonio, don Giuseppe
ORATORIO “GIOVANNI PAOLO II”
le news fino a maggio 2015
LE SCUOLE DELLA NOSTRA UP
don Primo Carretti, Elisa LAri, Rolando Rivi
Direttore responsabile: Don Pietro Adani
Redazione: Silvia Cocchi, Silvia Guglielmi
Impaginazione: Barbara Nicoli, Cecilia Dainese, Silvia Bagnacani
NUMERO 14 - DICEMBRE 2014
Periodico dell’Unità Pastorale delle parrocchie di
Sant’Alberto di Gerusalemme - San Francesco da Paola - San Maurizio
Sulla copertina di “Aprite le porte!” di questo mese:
le decorazioni delle nostre scuole dell’infanzia a cura dei genitori; il Coro al completo per il Concerto di Natale svoltosi
domenica 14 dicembre; “La nascita di Cristo, Figlio di Dio”, Paul Gauguin
AUGURI DI NATALE editoriale di don Pietro Adanipag. 2
NATALE, VITA LUCE E OMBRE di don Sergio Billi
pag. 3
LA LUCE DEL DONO di don Antonio Crispino
DONO DELLO SPIRITO - Cresima 2014 di don Giuseppe Zanichelli 25 ANNI DI DON PIETRO MARGINI
pag. 4
pag. 6
pag. 7
PAUL GAUGUIN. La nascita di Cristo, Figlio di Dio di Giuseppe Landinipag. 8
ESSERE MADRI di Tina Ferrarapag. 9
COMUNITÀ GIOVANNI PIETRO GIOIA PIENA a San Mauriziopag. 10
IN VIAGGIO VERSO IL MONTE ARARAT che in lingua armena significa “Creazione di Dio”
pag. 11
ORATORIO “GIOVANNI PAOLO II”
pag. 13
SCUOLA DELL’INFANZIA don Primo Carretti pag. 15
SCUOLA DELL’INFANZIA Elisa Lari pag. 16
ROLANDO RIVI istruzione secondaria di primo grado a Reggio Emilia pag. 17
WEEKEND DA BRIVIDO 2015pag. 18
ORARI DELLE SS. MESSE NEL PERIODO NATALIZIO
ORARI DELLE CONFESSIONI pag. 19
pag. 19
AUGURI DI NATALE
Come è bello l’anno liturgico! Porta con sé il dono
di cominciare ancora, il dono di sentire nuovamente
la gioia di essere attesi da Lui e di poterlo attendere
nella nostra vita, riconoscerlo presente. Ravviviamo
la speranza di essere cercati dal Signore non per dei
risultati, delle prestazioni, dei numeri…ma cercati
perché preziosi ai suoi occhi, cercati perché suoi figli.
Davvero ogni giorno può essere Natale per ciascuno,
se lo desideriamo, se affidandoci lasciamo abitarci
da Lui. Il Signore nasce in me, l’eterno, l’onnipotente
si fa infinitamente piccolo e nasce in me, in ogni
uomo che lo attende. Attendere Lui nella nostra vita è
amarlo perché gli facciamo il dono di potersi donare.
Questo desidera Dio! Questo è il Dio di Gesù Cristo
nello Spirito Santo fuoco d’amore: Lui eternamente
ama e rimane fedele a se stesso. Non può salvarci dai
tradimenti ma entra in essi con noi, non ci protegge
dalla sofferenza ma vive con noi la sofferenza, non ci
toglie le croci ma con noi sale su di esse.
pag. 2
Allora per ciascuno di noi, il regalo più bello in questo
Natale sarà riscoprire la bellezza della nostra vita
perché prima di tutto riconosce di essere abitata da
Lui, da Gesù.
Dona Gesù misericordioso a noi l’audacia, il coraggio
e la creatività di amarti e lasciarci amare da te come
hanno fatto san Giuseppe e Maria Santissima.
don Pietro Adani
NATALE, VITA LUCE E OMBRE
In questi giorni di Natale si presenta ancora una volta
con tutta la sua forza la domanda centrale: chi è quel
bimbo di cui nel mondo, pur in tutte le contraddizioni,
si festeggia il giorno natale? chi è quell’uomo che è
chiamato Gesù?
Che pretesa straordinaria quella cristiana! La questione
della verità si impone: ti interessa sapere se c’è stato
un uomo che non era semplicemente uomo, ma che
prima di essere uomo, era Dio, il Figlio Unigenito ed
eterno di Dio, che ad un certo punto è per così dire
sceso nella nostra umanità al punto tale da essere
proprio Lui quel singolo uomo? ti interessa? … e se
fosse proprio vero? Oltre le nostre abitudini, oltre le
cose che abbiamo sentito dire: se davvero credessi che
quell’uomo sia Dio, come guarderesti a Lui, come Gli
staresti davanti, come ascolteresti le Sue parole, come
riceveresti la vita che ha iniziato nella Sua famiglia, la
Sua Chiesa?
Eppure non raramente siamo addormentati dalle
tante cose che viviamo, che riteniamo non si possano
fare diversamente, che ci riempiono, ci agitano, ci
annoiano … Tutto il tempo di Avvento è risuonato
questo annuncio: «svegliatevi, prestare attenzione!».
E’ vero o non è vero quello che viene celebrato nella
notte di Natale? Quel bimbo è Dio? Di fronte a questa
domanda non posso non espormi. Se non è Dio, allora
tutto rimane lo stesso, bello o brutto che sia, è quello
e nient’altro. Se è Dio, allora conoscerLo e stare con
Lui diventa la priorità della mia vita, il mio interesse
principale, allora sono «cristiano», di Cristo, e tutto il
resto, tutto, viene dopo. Perché rischiamo sempre di
addormentarci sulla cosa più importante della nostra
vita?
Mi ha colpito in questi giorni leggere la conclusione
di un articolo di Ratzinger – Benedetto XVI. E’ un
contributo del 1972 sulle questioni matrimoniali, che
anche in questi mesi si stanno discutendo nella Chiesa
attraverso il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. Nella
pubblicazione della sua Opera Omnia, Benedetto XVI,
riprendendo questo suo studio, ha voluto cambiare ed
ampliare le conclusioni. Non voglio qui richiamare le
questioni specifiche sul matrimonio, ma la semplice
considerazione che mi interroga enormemente come
cristiano e sacerdote, e che interroga oggi la Chiesa.
Una traduzione italiana suona così: «attualmente ci
sono sempre più pagani battezzati, vale a dire persone
diventate cristiane per mezzo del battesimo, ma che
non credono e che non hanno mai conosciuto la fede.
Si tratta di una situazione paradossale: il battesimo
rende la persona cristiana, ma senza fede essa rimane
comunque solo un pagano battezzato». Chi sono i
pagani? In una spiegazione sommaria, ma che serve
alla scopo della comprensione delle parole che
abbiamo riportato, possiamo dire che i pagani all’inizio
del cristianesimo, erano le persone che vivevano fuori
dalla città, in villaggio, pagus, e che non avevano
ancora conosciuto e accolto la fede in Gesù, perché
la Chiesa si era insediata soprattutto nei centri abitati
cittadini. I pagani erano non cristiani.
C’è in queste parole di Benedetto XVI il suo solito
amore per la verità, nella convinzione che non sono i
nostri concordismi a salvare, ma che è Dio a salvare,
nella Sua infinita misericordia, nella Sua luminosa
verità, nella Sua perfetta giustizia, insomma nel Suo
immenso amore, così ricco di sfumature, eppure
sempre lo stesso, stabile, forte, dolce.
Con molta convinzione e con una certa frustrazione mi
pare di poter dire che la questione prima della Chiesa
oggi non sia un tema singolo per quanto importante:
la questione della famiglia ad esempio, o quella delle
vocazioni sacerdotali, oppure quella della situazione
difficile della catechesi, o quella della configurazione
delle comunità ecclesiali nelle nostre terre, o altre
questioni ancora.
Mi pare che neanche si possa semplicemente dire
che la questione centrale sia l’incontro personale con
Cristo: questo è verissimo e fuori di dubbio, è vero in
ogni tempo della storia della Chiesa e il cambiamento
principale è sempre proprio la conversione del cuore,
del mio cuore, nell’incontro sempre nuovo con Cristo
Gesù.
Ma come può il cuore, nella confusione di tante cose,
convertirsi, aprirsi a Dio e con ciò anche alla pienezza
della vera umanità, se continuamente si trova in una
situazione confusa, che raramente lo interroga e lo
tocca sul vivo, e trova concretamente nella vita delle
comunità ecclesiali un clima ovattato, morbido al
punto da rendere indistinguibile ogni cosa?
Facciamo qualche esempio per capire di cosa stiamo
parlando: si dà il battesimo ma praticamente non si
chiede la vita di fede; si dà l’eucaristia, ma non si
pag. 3
richiede la partecipazione alla Messa della domenica;
si parla di perdono, ma pochi si confessano; si celebra
il matrimonio, ma in tanti dubitano fortemente che tanti
novelli sposi credano realmente alla sua indissolubilità;
ci si dice cristiani, ma ci si ritiene svincolati da ciò che
la Chiesa insegna, cristiani ma non praticanti … Come
può in un clima così confuso crescere la fede come
risposta libera e responsabile?
Mi pare che oggi questo punto che Benedetto XVI
mette in evidenza, questa che è una falsificazione, al
di là delle intenzioni, sia il punto di conversione della
Chiesa e in piccolo delle nostre comunità ecclesiali:
è impossibile muoversi in qualunque direzione se
non si parte da dove siamo, cioè da una valutazione
trasparente, aderente alla realtà, fatta insieme con
tanta verità e tanto rispetto, ed aiutando seriamente
ciascuno a porsi davanti al proprio cammino, anche
con autorevolezza. Saper dire con chiarezza: «essere
cristiani, essere discepoli di Gesù significa questo,
implica quest’altra cosa, richiede di vivere quest’aspetto,
di provarci seriamente; diversamente non sei cristiano,
eventualmente sei un «pagano battezzato»».
Non mi si dica che sogno una Chiesa di puri perché la
Chiesa di puri è un’eresia, e io comunque sarei il primo
ad esserne escluso. La Chiesa è fatta di peccatori; ciò
non toglie che la Chiesa è il luogo della luce, anche
sul nostro male. E neppure si dica che questa sarebbe
chiusura, è piuttosto questione di camminare e di
aiutare a camminare nella verità.
La pretesa cristiana che quel bimbo, poi ragazzo,
giovane, uomo, sia Dio, e che da Lui dipenda il
destino, la salvezza di ciascuno e di tutta l’umanità,
brilla luminosa nei confini sfuocati della nostra vita e
chiede di portare luce, anche se può costare fatica e
a volte incomprensione, nella vita reale di ciascuno e
nella vita quotidiana della Chiesa.
Che le feste di Natale siano pegno di vera e benefica
luce!
don Sergio Billi
LA LUCE DEL DONO
“Proprio questo mi costringe a riflettere sull’amore
umano. Non esiste nulla che più dell’amore occupi
sulla superficie della vita umana più spazio, e non
esiste nulla che più dell’amore sia sconosciuto e
misterioso. Divergenza tra quello che si trova sulla
superficie e quello che è il mistero dell’amore ecco
la fonte del dramma. Questo è uno dei più grandi
drammi dell’esistenza umana. La superficie dell’amore
ha una sua corrente, corrente rapida, sfavillante, facile
al mutamento”
Karol Wojtyla, La bottega dell’orefice, II, in Karol
Wojtyla – Tutte le opere letterarie, Bompiani, p. 821
Questa lunga citazione appartiene ad un’opera
teatrale, intitolata La bottega dell’orefice e l’autore è
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San Giovanni Paolo II, all’epoca vescovo di Cracovia
(nel 1960). È nota la passione di Karol Wojtyla per il
teatro come la sua profonda e lungimirante riflessione
sull’amore umano, presente nel suo impegno fin dai
primi anni di sacerdozio e raccolta in diverse opere
teologiche e filosofiche.
In quest’occasione, bastano queste poche righe, rispetto
al tutto della sua notevole riflessione in merito, perché
lo scopo del presente contributo è semplice: offrire un
punto sintetico come prospettiva, da cui considerare la
bellezza e l’importanza dell’amore umano.
Il loro pregio consiste nella loro essenziale veridicità,
poiché esprimono bene la situazione di ogni persona
nei confronti del termine “amore”: un desiderio
profondo e originario, per il quale solo una misura
piena e totale è capace di esaudirlo. Eppure questa
risposta alla chiamata dell’amore porta con sé delle
difficoltà, perché chiede di diventare scelta per la vita.
La pienezza è offerta in forma di promessa e ridesta
ed interpella la parte più nobile dell’uomo: può
riconoscersi bisognoso di un cammino di maturazione
personale, per gustarne sempre di più la sua profonda
ricchezza.
Perché l’amore chiede un cammino?
Perché al luogo dell’amore si giunge imparando a
camminare seguendo i suoi passi. Lungo la traiettoria
di questa intima ispirazione, non di rado avviene per
l’uomo di incontrare una voce nitida nel suo intimo
che lo invita a uscire da sé, riconoscendo nella sua
sete di verità e di comunione come due mani a lui
rivolte benevolmente per accompagnarlo alla maturità.
Ponendo fiducia nella bontà di questo invito interiore,
entra nell’educazione del cuore. Educare significa
letteralmente “condurre fuori”, verso la realtà concreta
e viva per una pienezza di senso.
Come si può educare l’uomo? In che modo è possibile
offrire al suo cuore motivi capaci di aprirlo serenamente
a questa luce?
È proprio del suo destino nutrire desideri di verità e
di amore, eppure queste due perle preziose non può
in alcun modo “fabbricarle” da sé. Possiamo ritenerci
autonomi in diversi ambiti del nostro vivere, ma quanto
concerne queste due esigenze fondamentali, per esse
siamo radicalmente chiamati a uscire dalla nostra
presunta autonomia.
Entrambe queste perle preziose, per la loro intima
tessitura, sono “luoghi di trascendenza”, cioè
dimensioni di vita che coinvolgono le altre persone e
con esse, introducono al Mistero di Dio, Comunione
di Persone. Il cammino verso l’amore autentico è
intrinsecamente anche un percorso della propria
disponibilità a credere, in un senso di verità in cui
siamo stati creati e vuole accoglierci.
Desiderare verità e amore è “trascendenza”: è andare
oltre, oltre se stessi. Prendere le proprie opinioni e
verificarle, cioè saggiarne la loro corrispondenza
al vero, approfondendo e meditando ciò che è
autenticamente umano, in riferimento a se stessi e
all’idea di amore.
In questo modo il nostro sguardo acconsente
progressivamente ad abbracciare sempre meglio tutta
l’ampiezza e la profondità del reale. Si vuole riflettere
maggiormente, si vuole imparare. Come ci ha appena
ricordato Giovanni Paolo II, l’autenticità dell’amore è
oltre la superficie, sulla quale si sviluppa una corrente
rapida e facile al mutamento. L’educazione del cuore
chiede di investire serenamente tempo ed energie, per
comprendere i significati dei sentimenti e con essi di
noi stessi.
“La fonte del dramma”, così la definisce il nostro
Santo, è la divergenza fra ciò che si può esperire in
superficie e questa Bellezza che si intuisce stando sulla
soglia del Bell’Amore. La parola “divergenza” reca con
sé l’immagine di un bivio, di un’opportunità di scelta
che diviene tangibile: continuare in modo autonomo
oppure accogliere l’invito intimo di Colui che chiama
all’Amore vero?
La libertà percepisce questa divergenza e nella misura
in cui si lascia aiutare dalla sincerità del cuore,
riconosce come quella ferita originaria, che ciascuno
porta con sé, tenda ad offuscare la bontà dell’invito
interiore nel suo vivere quotidiano. Eppure non può
non desiderare la pienezza. La sua esperienza la porta
a riconoscere che non necessariamente la sua prima
visione del bene è quella più adeguata: ecco oltre la
superficie si scorgono i primi lineamenti del cammino.
Il monito “non è bene che l’uomo sia solo” (Gn 2,18)
risuona da tempo immemorabile nel succedersi delle
generazioni, custodendo al suo interno la verità della
persona: la sua natura comunionale. Ogni uomo si
ritrova pienamente solo nel dono sincero di sé. E non
esiste dono compiuto senza un’altra persona che lo
accolga.
La libertà per donarsi integralmente invoca una Bellezza
stabile, capace di suggerire la bontà di una promessa
di vita non egoistica. E non è sola nelle sue domande:
la Grazia dello Spirito Santo ispira interiormente il
cuore semplice a scegliere ciò che è il meglio, per sé e
per la comunione.
Educandosi in questa direzione, al cuore dell’uomo
è possibile scegliere bene, in verità. La scelta diviene
progressivamente espressione armoniosa della volontà,
la quale si fortifica di volta in volta grazie alla bontà
intima del bene scelto. Anche la fiducia cresce, la
pienezza intravista si lascia gustare passo dopo passo,
così voler amare bene diviene il desiderio eletto e luce
per discernere.
Allora non può bastare la superficie dell’amore
quando nel cuore si riflette, seppur fugacemente, la
sua bellezza profonda.
don Antonio Crispino
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DONO DELLO SPIRITO
Cresima 2014
Il 23 novembre scorso i nostri ragazzi del 2001 hanno
ricevuto la Cresima per le amni del Vescovo Paolo
Rabitti.
È stato un momento di grazia, i ragazzi erano preparati,
il vescovo è stato attento a creare un dialogo con loro
già nell’omelia e poi nel momento i cui ognuno di loro
riceveva il sacramento per le sue mani.
Quel giorno guardando dall’altare i ragazzi, i catechisti,
il coro, l’assemblea e le tante persone dell’Unità
Pastorale che erano presenti e facevano servizio ho
avuto la percezione di qualcosa di estremamente vitale
e bello. I ragazzi si erano preparati bene grazie alla
generosità dei catechisti, bene era stata preparata la
liturgia con il coro e il gruppo dei ministranti: era la
bellezza della Chiesa ricca di tante persone che con i
loro doni e la loro presenza ci manifestano qualcosa
del volto di Dio.
Che cosa è la Cresima: la conclusione di un cammino,
l’inizio di un altro, una tappa nella nostra vita,
certamente è tutto questo, ma è Dio che compie la
sua opera che conferma il dono dello Spirito Santo.
Dio opera con noi, certo dipende sempre anche da
quanto “noi operiamo con Lui” e corrispondiamo
alla sua grazia. È questo il motivo per cui se vogliamo
capire qualcosa di più della Chiesa e quindi anche
dell’Unità pastorale non possiamo tralasciare la parte
più bella e più importante: Dio è all’opera con noi per
costruire il suo regno. Come ha detto Papa Francesco
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« quando parliamo della realtà visibile della Chiesa,
non dobbiamo pensare solamente al Papa, ai Vescovi,
ai preti, alle suore e a tutte le persone consacrate. La
realtà visibile della Chiesa è costituita dai tanti fratelli
e sorelle battezzati che nel mondo credono, sperano e
amano. Ma tante volte sentiamo dire: “Ma, la Chiesa
non fa questo, la Chiesa non fa qualcos’altro…” – “Ma,
dimmi, chi è la Chiesa?” – “Sono i preti, i vescovi, il
Papa…” – La Chiesa siamo tutti, noi! Tutti i battezzati
siamo la Chiesa, la Chiesa di Gesù. Da tutti coloro che
seguono il Signore Gesù e che, nel suo nome, si fanno
vicini agli ultimi e ai sofferenti, cercando di offrire
un po’ di sollievo, di conforto e di pace. Tutti coloro
che fanno ciò che il Signore ci ha comandato sono
la Chiesa. Comprendiamo, allora, che anche la realtà
visibile della Chiesa non è misurabile, non è conoscibile
in tutta la sua pienezza: come si fa a conoscere tutto
il bene che viene fatto? Tante opere di amore, tante
fedeltà nelle famiglie, tanto lavoro per educare i figli,
per trasmettere la fede, tanta sofferenza nei malati
che offrono le loro sofferenze al Signore… Ma questo
non si può misurare ed è tanto grande! Come si fa a
conoscere tutte le meraviglie che, attraverso di noi,
Cristo riesce ad operare nel cuore e nella vita di ogni
persona? Vedete: anche la realtà visibile della Chiesa
va oltre il nostro controllo, va oltre le nostre forze, ed
è una realtà misteriosa, perché viene da Dio » (papa
Francesco, udienza generale 29.10.2014).
La celebrazione della Cresima dei nostri ragazzi è
stato per me un momento di grande gioia, perché ho
visto, ho toccato con mano qualcosa dell’opera di
Dio. Ora il cammino continua ed è un bel cammino
nella nostra belle Unità Pastorale, dove il Signore ci
chiama ad essere insieme un segno del suo amore.
Accompagnano i cresimati con la nostra preghiera, il
buon esempio, chiediamo a loro di essere generosi per
corrispondere al dono di Dio che ci chiama a costruire
il suo Regno, ma con le nostre mani, la nostra voce, la
nostra vita. Siamo invitati ad una festa.
don Giuseppe Zanichelli
25 anni di don pietro margini
primaria di primo grado “Lola Sacchetti” e quattro di
quella di secondo grado, intitolata a “Mariachiara” ,
facenti parte a loro volta di “Immaginache”, l’insieme
che raggruppa tutte le scuole familiari e il Liceo
paritario, tra Sant’Ilario e Reggio;
giovedì 8 gennaio 2015
nel giorno dell’anniversario, la messa di suffragio sarà
celebrata a Sant’Ilario, nella palestra dell’oratorio
parrocchiale, alle 19. Seguiranno un piccolo rinfresco
e un momento di festa nei locali dell’oratorio;
Si compirà nel gennaio 2015 il 25° anniversario della
salita al cielo di don Pietro Margini, fondatore del
Movimento “Familiaris Consortio”.
Don Pietro Margini (1917- 1990) è stato per oltre
trent’anni parroco di Sant’Ilario d’Enza e dal carisma di
quel “povero parroco di campagna”, in questo quarto
di secolo, ha avuto origine un nuovo movimento
ecclesiale, Familiaris Consortio, che riunisce famiglie,
giovani, sacerdoti e consacrati animati dal desiderio
di vivere e testimoniare la Chiesa come Comunione e
come “famiglia di Dio”. A Don Pietro viene riconosciuta
una grande capacità di accogliere nella confessione e
nella direzione spirituale ed una straordinaria paternità.
sabato 10 gennaio 2015
nella Cattedrale di Reggio Emilia, conferenza
dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra,
alle 17, seguita dall’Eucarestia alle 18.30 presieduta
dal card. Caffarra e concelebrata dal vescovo
Camisasca. Durante la conferenza, bambini e ragazzi
si raduneranno nel teatro di San Prospero per assistere
a una rappresentazione teatrale tratta da un testo
scritto da Henry Van Dyke e interpretata dai ragazzi
delle scuole “Rolando Rivi” di Reggio e “Mariachiara
“ di Sant’Ilario. I giovani del movimento, invece, per
tutta la giornata del 10 gennaio parteciperanno a un
pellegrinaggio sui luoghi di don Pietro, tra Correggio e
Sant’Ilario, che si concluderà pure con la conferenza
del cardinale e l’Eucarestia da lui presieduta in
cattedrale. Seguirà un momento di rinfresco presso i
locali del seminario.
Numerose le iniziative aperte a tutti in programma per
questo anniversario:
sabato 20 dicembre
alle ore 12 a Sant’Ilario il vescovo Massimo Camisasca
inaugurerà il nuovo Palazzo degli Studi: un sogno
espresso da don Pietro già una trentina d’anni fa. Il nuovo
edificio ospita cinque classi dell’istruzione familiare
pag. 7
PAUL GAUGUIN
LA NASCITA DI CRISTO, FIGLIO DI DIO
E’ una Natività dai tratti singolari “Te tamari no Atua”,
il dipinto del pittore post impressionista Paul Gauguin,
devoto credente. L’artista materializza nel quadro il
sogno della ragazza dormiente in primo piano, sua
compagna e in attesa di un figlio: una sacra famiglia
in secondo piano e sullo sfondo un presepe classico.
Povertà, semplicità, gioia: i grandi messaggi del Natale
sono qui racchiusi, ma con un’enfasi sempre più
sbiadita andando verso il limitare della scena, dove il
bue e l’asinello si perdono tra tinte scure e chiare. Per
Gauguin, che teorizzava una pittura della memoria, la
visione di un ricordo non può che essere imprecisa,
sfumata, povera di particolari. Le uniche cose vere
sono la modella, il letto dagli splendidi colori vivi e il
totem in primo piano, che simboleggia l’universalità
del mistero della Natività: “Cristo, da ricco che era, si
fece povero per noi, per farsi simile a noi, per amore
nostro e soprattutto per amore dei poveri.”, scrive il
Cardinal Martini. In effetti nel quadro tutto appare
povero, semplice e umile. Tuttavia, tra il volto della
futura madre dormiente e quello della Madre Celeste,
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uniti da una linea retta con il viso di San Giuseppe,
si trova la testa del bambino al quale, nell’idea del
pittore, appartiene il Regno dei Cieli: questo bimbo è
un Re a prescindere dalle condizioni di nascita e dalla
fede professata. All’interno del quadro si percepisce
pure una gioia sopita, sintomo del presagio di un
incerto futuro. Lo s’intuisce dall’uso di tinte scure nella
descrizione del sogno e dal titolo dell’opera. Il pittore
collega Cristo figlio di Maria, venuto al mondo il giorno
di Natale e poi morto sulla Croce, a ciò che accadrà
alla bambina nata dalla compagna, il cui destino sarà
di morire giovanissima. Per Gauguin il messaggio del
Natale esce dal sogno e si rivela solo quando nella vita
reale, le grandi cose di Dio sono vissute con la giusta
Fede che le fa accettare con dolcezza. Il quadro quindi
raffigura un Natale umanizzato, dove i vividi colori del
lenzuolo, del fiore e della dormiente, simbolo della
speranza, non soccombono ai colori complementari
dello sbiadito sogno.
Giuseppe Landini
ESSERE MADRI
La maternità è il più dolce, amorevole, generoso e
coinvolgente Atto d’Amore che una donna possa
esprimere nei confronti della vita e della continuazione
del genere umano.
Ogni madre porta con sé come un’aureola di tenerezza
e di comprensione che la contraddistingue.
“ Quando si diventa madri si è più belle!” sentivo dire
spesso quando ero ragazza.
“Mah!” - mi dicevo - “che sciocchezze!”.
Ero un po’ scettica perché nel vedere tante mamme a
me non sembrava fosse così…
Quando poi sono diventata anch’io una madre ho
capito che quella bellezza di cui mi dicevano era una
bellezza dell’anima, dello spirito, che puoi vedere più
che mai nello sguardo di una madre, nella spontaneità
del suo sorriso, nella sua comprensione illimitata e nella
dolcezza presente anche in quelle donne dal carattere
più forte e quindi poco incline alle manifestazioni
affettuose.
del parto, ma che è proprio dalla loro venuta al mondo
che inizia la grande avventura di una madre.
Per questo ritengo importante ricordare e sottolineare
l’Amore grande delle madri che non possono partorire
un proprio figlio ma che comunque accolgono nella
loro famiglia dei bambini da crescere ed educare.
A differenza di chi può generare , queste madri
sperimentano maggiormente nella loro vita uno “stato
di grazia” e l’esistenza di un progetto divino fatto di
gratuità e generosità.
Essere madri ha un significato più elevato di quanto
noi spesso gli attribuiamo e Maria, la mamma di Gesù,
ci ricorda che qualunque sia il modo di essere madre
ciò che conta è fare sempre e comunque la volontà di
Dio. Per questo dedico a Lei, e spero lo facciano tutte
le mamme e non solo… una delle più semplici e belle
preghiere che dovremmo sempre custodire nel nostro
cuore.
La maternità non è però solo da intendersi come
l’effusione di carezze e dolcezze, ma anche e soprattutto
come la capacità di Amare un figlio a tal punto da non
tenerlo legato a sé, ma sapere che quel figlio è un
dono di tutti e che proprio per questo è necessario che
abbia sempre la libertà di agire liberamente verso una
propria vocazione di vita.
Per la grandezza che la maternità rappresenta, la
tentazione di una madre può quindi talvolta essere
quella di voler realizzare da sola una vita secondo i
propri desideri personali, dimenticando così il progetto
che Dio ha per noi.
Ognuno di noi non è però un oggetto da possedere da
parte di nessun altro, e questo bisogna ben tenerlo a
mente soprattutto nella crescita e nell’educazione di
un individuo!
Io sono madre di 2 ragazzi (Sara,15 anni, e Fabrizio,13
anni) e come esperienza personale posso testimoniare
che l’essere madre mi ha reso una persona migliore
e mi ha fatto sentire amata da Dio più che mai. In
questi anni sono cresciuta insieme ai miei figli e loro
mi hanno insegnato più cose di quanto io avrei mai
potuto desiderare né pensare. Mi hanno insegnato
soprattutto che genitori si diventa col tempo e che il
rapporto madre-figlio non si esaurisce nel momento
Ave o Maria, piena di grazia
Il Signore è con te
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù
Santa Maria, Madre di Dio
prega per noi peccatori
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
Tina Ferrara
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COMUNITÀ GIOVANNI PIETRO GIOIA PIENA
a San Maurizio
“Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!”
É nata! E ormai ha 1 mese e mezzo di vita! Ma
la comunitá Giovanni Pietro Gioia Piena cos’é
esattamente?
Siamo 4 giovani e belle ragazze, studentesse e
lavoratrici che hanno deciso di mettersi in gioco, in
modo nuovo e intraprendente, fuggendo una vita che
rischiava di essere “banale” e “sdraiata”.
Abbiamo osato: condividere la vita non é semplice, ma
dopo tante esperienze di servizio e di crescita personale
abbiamo creduto fosse giunto il nostro tempo. Ci siamo
trovate e abbiamo iniziato a pensare, a progettare una
comunitá, che all’inizio era un semplice foglio bianco.
E noi questo foglio l’ abbiam dovuto riempire, partendo
da tre pilastri su cui abbiamo deciso di edificare la
nostra vita comune.
Primo: la preghiera, momento di riflessione quotidiana,
sia personale che comunitaria, attraverso la modalitá
delle lodi mattutine e della lectio divina, passando per
un momento di adorazione settimanale.
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Secondo: la condivisione, che vogliamo attraversi le
nostre esistenze, mezzo imprescindibile per una “bella
vita”, che moltiplica le gioie e allieva le fatiche fra tutte.
Terzo: il servizio, esercizio di caritá, palestra del
Vangelo, per cui abbiamo deciso di aprire le porte della
nostra comunitá accogliendo persone in difficoltá,
senza presunzioni, con umiltá, senza voler cambiare il
mondo ma sperando intanto di cambiare noi stesse....
Siamo consce del fatto che piú é ripida la salita, piú ci
gusteremo la gioia della vetta insieme, nonostante le
difficoltá che non mancheranno in questo cammino.
E siamo consapevoli del fatto che piú che la vetta l’
uomo di montagna sa apprezzare il tempo, la fatica,
lo scorcio rubato che solo un cammino fatto insieme
sa regalare.
Vi chiediamo di giocare con noi, di credere in questa
novitá, di accompagnarci e sosterci, vi aspettiamo!
Lucia, Sofia, Valeria, Martina
IN VIAGGIO VERSO IL MONTE ARARAT
che in lingua armena significa “Creazione di Dio”
Il pellegrinaggio di quest’anno ci ha portati ad
incontrare la Chiesa Apostolica Armena e la Chiesa
Ortodossa e ad interrogarci sui rapporti fra queste
e la Chiesa Cattolica. Così grazie agli incontri con
le persone del luogo e alle riflessioni guidate da
don Pietro, siamo tornati alle nostre case con la
consapevolezza che ciò che ci unisce è più importante
di ciò che ci divide, a scoprire che siamo prima di tutto
cristiani e in quanto cristiani fratelli e in secondo luogo
cattolici, apostolici, ortodossi ecc … Sicuramente il
cammino ecumenico è ancora lungo, ma nel momento
in cui, con estremo rispetto per le diverse tradizioni, ci
si incontra sull’essenziale, ci si ritrova uniti in Gesù,
nel suo messaggio d’amore, che passa attraverso
gesti semplici di accoglienza, come un sorriso, o di
condivisione, come una persona che ti offre un grano
d’incenso benedetto perché la tua preghiera salga a
Dio.
L’Armenia ha colpito il cuore di tutti noi, non tanto
per le sue bellezze architettoniche, monumentali o
naturali, quanto per la sua povertà, vissuta con estrema
dignità. Una povertà dalla quale non puoi distogliere
lo sguardo, perché è visibile ovunque: nelle strade
percorribili alla velocità massima di 40Km/h con i tubi
del gas a cielo aperto ai lati delle strade e nelle auto
124 “Zhiguli” multicolore, costruite negli anni ‘70 a
Togliattigrad, che le solcano, nei condomini fatiscenti
dai vetri rotti, nelle macellerie all’aperto sulle strade
impolverate, nelle molte ex-fabbriche in uno stato di
completo abbandono con tutti i problemi ambientali
connessi. Ma ti colpisce anche per ciò che non vedi:
i primi giorni infatti, ci chiedevamo dove fossero gli
anziani poiché non ne vedevamo, ma la risposta fu
molto semplice, la povertà favorisce la sussistenza
di malattie che da noi non esistono più e riduce
sensibilmente l’aspettativa di vita. In questo contesto di
povertà, abbiamo conosciuto le suore di Madre Teresa,
che a Erevan hanno aperto una casa dove accolgono
e si prendono cura di bambini affetti da Idrocefalia e
Spina bifida, provvedendo con gli aiuti che ricevono
alle cure sanitarie necessarie e nel nostro piccolo,
abbiamo sentito il dovere morale di contribuire alla
loro opera.
Un altro aspetto, che ho potuto assaporare in questo
pag. 11
pellegrinaggio, è la ricerca dell’essenziale testimoniata
del popolo armeno. Questa essenzialità si coglie nelle
numerose chiese e monasteri visitati, dalle facciate
esterne sapientemente e abilmente scolpite, ma che
all’interno sono talmente sobrie da apparire spoglie
al nostro sguardo. Una sobrietà ricercata e voluta
perché nulla, all’interno della chiesa, possa distrarre
dal rapporto con Dio; nettamente in contrasto con le
chiese ortodosse visitate in Georgia, ricche di Icone
finemente decorate. Due culture vicine e diverse,
ma che con la loro diversità si pongono il medesimo
obiettivo: mantenere l’attenzione rivolta verso Dio. In
questa terra si coglie che l’essenziale è Dio, che la fede
è il bene più prezioso, custodito e protetto nel corso
degli anni dai massacri prima e dalla dominazione
sovietica poi, ora pronto a rifiorire e risplendere. Una
testimonianza di questa fede viva ci è venuta dalla
piccola chiesa vicina al nostro albergo, che a qualsiasi
ora del giorno era piena di giovani raccolti in preghiera,
in assenza di qualsiasi funzione.
Abbiamo conosciuto un popolo con una storia amara e
che ancora soffre perché questa pagina di storia non è
ancora da tutti ufficialmente riconosciuta. Il 2015 sarà
l’anno del centenario del genocidio dell’Armenia da
parte della Turchia. Eppure, questo popolo ha saputo
fare della risurrezione la sua filosofia di vita, come si
evince dai numerosi Khatchkars, le croci scolpite su
pietra, dove Gesù non è mai presente perché risorto, a
testimonianza che la sofferenza e la morte non sono il
destino e il fine dell’uomo.
pag. 12
La puntata in Georgia è stata invece più ‘turistica’.
Appena varcato il confine tra Armenia e Georgia ci
siamo subito resi conto dell’enorme diversità tra i due
Paesi che pur avendo subíto negli ultimi decenni la
stessa dominazione sovietica sembrano aver avuto un
diverso tasso di sviluppo. Guardando l’indisciplinato
traffico di auto sembrava di essere nel Sud Italia…
Tbilisi, la capitale, è una città moderna, con bei negozi,
bei viali, con diversi ristoranti molto affollati di sera
dove si cena all’aperto perché di giorno la temperatura
è andata oltre i 40 gradi! Molto interessante il Museo
di Tbilisi dove sono raccolti preziosi oggetti disseminati
dalle varie civiltà nei secoli transitate da quei luoghi.
E’ stato un pellegrinaggio ricco di scoperte ed emozioni
e voglio ringraziare tutti quelli che hanno partecipato,
perché ognuno di loro ha contribuito a renderlo
speciale, augurandomi che al prossimo appuntamento
potremo essere ancora più numerosi. Non credo sia
importante se la meta è vicina o lontana, se è un luogo
già visto o se è il sogno di una vita, quanto il desiderio
di fare un po’ di spazio a Gesù, di camminare insieme
agli altri verso di lui, aprendo la mente e il cuore alle
realtà che vorrà farci incontrare.
E’ stata dunque un’occasione per una crescita spirituale
e culturale: non è forse per questo che si viaggia?
Simona
ORATORIO “GIOVANNI PAOLO II”
le novità da ottobre 2014 fino a maggio 2015
L’Oratorio Giovanni Paolo II è attivo quotidianamente
fin dal febbraio 2008. Grazie al lavoro dei responsabili,
i sacerdoti e gli animatori si presenta come luogo
aperto ed accogliente per le famiglie e per i loro figli
facendosi portatore di una proposta educativa tesa a
crescere bravi cristiani e onesti cittadini, fedele alla sua
tradizione voluta da San Giovanni Bosco.
Le attività di sostegno allo studio, i laboratori artistici ed
espressivi, i tornei sportivi e i grandi giochi si rivolgono
a tutti i bambini e le bambine dalla III° elementare
fino ai ragazzi universitari, dal martedì al venerdì. Al
Sabato, dopo il catechismo, l’oratorio è aperto per
accogliere i bimbi e i ragazzi con giochi e laboratori.
Allo scopo di potenziare il servizio ai bambini e alle
famiglie, l’oratorio si inserisce sempre di più nella “rete
educativa” del nostro territorio, andando a collaborare
con diversi enti e realtà educative che accolgono e
riguardano i bambini dei nostri quartieri.
Cosa si fa in Oratorio?
SPAZIOCOMPITI
ogni martedì e venerdì dalle 15 alle 16.30, per i bambini
di 3°-4°-5° elementare. Alcuni giovani animatori
volontari e un educatore professionale affiancheranno
i bambini nello svolgimento dei compiti scolastici, in
un clima di collaborazione e integrazione nell’ambito
di uno stile di aiuto reciproco. Come già sperimentato
con successo negli anni passati, i compagni di classe
possono trovarsi per fare i compiti insieme e i più
grandicelli possono aiutare i più piccoli.
Al lunedì e al giovedì invece è attivo un servizio
di Doposcuola dalle 16 alle 17.30 presso i locali
della ASD Reggio United. Le iscrizioni per questo
doposcuola sono già chiuse.
stile di condivisione, aiutandosi e motivandosi
reciprocamente condividendo così le fatiche, gli sforzi
e le soddisfazioni che lo studio comporta.
GOCCIA DI SPERANZA
a San Maurizio, offre un pomeriggio di giochi per e
con i bambini “speciali” dai 3 agli 11 anni; sono
speciali perché portatori di abilità “differenti” e ci
permettono di sperimentarci in modi diversi di giocare
e di comunicare. Siamo invitati tutti (da 0 a 99 anni!) a
giocare con loro.
GIOCHI e TORNEI
Aperto dal martedì al sabato dalle 16.30 alle 18,
l’oratorio inizia le attività con un breve momento di
preghiera e per poi tuffarsi nel gioco e nello sport.
Sono previsti tornei sportivi di Pallaceltica, Quidditch e
molti momenti di gioco libero, per lasciare ai bambini
la possibilità di inventare e scegliere le proprie attività.
Ogni giovedì, dalle 17 alle 18 sarà organizzato un
megagioco in stile “oratorio estivo” in cui tutti i
bambini saranno coinvolti per imparare a divertirsi
giocando insieme!
LABORATORI
L’offerta dei laboratori è stata aumentata per offrire
delle occasioni di crescita e apprendimento, andando
incontro ai desideri di bambini e ragazzi. I laboratori
saranno divisi per fasce d’età per aumentarne l’efficacia.
Le informazioni sulle date di inizio dei vari laboratori
saranno disponibili in Oratorio.
Per l’elenco completo dei laboratori abbiamo preparato
un volantino apposito che è consultabile anche sul sito
della nostra Unità Pastorale e sulla pagina Facebook
dell’oratorio.
AULASTUDIO
ogni mercoledì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30, per
i ragazzi delle superiori e gli universitari. Lo studio,
attento e maturo, è il primo dovere a cui sono
chiamati gli adolescenti; l’Aulastudio è un’ottima
opportunità offerta ai ragazzi per promuovere uno
Samuele Adani
pag. 13
PROGRAMMA SETTIMANALE
ORATORIO GIOVANNI PAOLO II
15.00
MARTEDÌ MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
SPAZIO
COMPITI
AULA
STUDIO
SPAZIO
COMPITI
CATECHISMO
LABORATORI
III° - V° elementare
AULA
STUDIO
superiori e universitari
superiori e universitari
III° - V° elementare
Preghiera
Preghiera e
Merendona!
Preghiera
GRANDE
GIOCO
GIOCHI e
ATTIVITÀ
16.30
17.00
Corso di
Chitarra
LABORATORIO
di CANTO
TORNEO DI
QUIDDITCH
Corso base
per tutti
Falegnameria
(Ospizio)
—————
Chitarra
(S.Alberto)
intermedio1
15.45-16.30
intermedio2
16.30-17.15
18.00
S. Messa
Tour degli oratori
Gli animatori dell’oratorio Giovanni Paolo II
in visita agli oratori della nostra diocesi!
17/11
01/12
01/12
11/12
19/01
LABoratorio
i laboratori e le attività proposte dall’Oratorio Giovanni Paolo II
dai 6 ai
13 anni
Oratorio Regina Pacis
Oratorio “San Giovanni Bosco” S.Ilario
Mercoledì dalle 17 alle 18.
FALEGNAMERIA
ATELIER E
DISEGNO
Sabato dalle 16.30 alle
18.00.
Oratorio di San Martino in Rio
dai 14 ai
25 anni
TEATRO
Mercoledì dalle 19 alle 20.30
a San Maurizio.
in arrivo ….Montecchio, S. Anselmo
San Polo, Albinea …e tanti altri!!
Iscrizioni chiuse
@oratoriogpii
#oratoriogpii
# tourdeglioratori
pag. 14
Sabato dalle 16.30 alle
18.00.
STREET ART
Primavera 2015
iscrizioni aperte!
COMPUTER…..
GRAFICA
NOVITÀ
IN ARRIVO…
INGLESE
Per info e iscrizioni:
0522-555392
www.upgp2.it
Sabato dalle 16.30 alle 18
dai 45 anni
in su
CANTO
corsi intermedi al sabato
a S.Alberto (15.45-16.30)-(16.30-17.15)
costo: 25€
Centro Giovani “Mavarta” S.Ilario
Oratorio di Mandrio
CHITARRA
corso base al martedì
a Ospizio dalle 17.15 alle 18
livello base
...da gennaio 2015
iscrizioni aperte!
@oratoriogpii
#oratoriogpii
LE SCUOLE CATTOLICHE DI U.P.GPII
Scuola dell’infanzia “Don Primo Carretti”: i bambini si preparano al Natale
Il percorso didattico affrontato quest’anno dai bambini
è incentrato sull’alimentazione.
Da sempre il cibo raccoglie intorno a sè grande
interesse e curiosità ma mai come negli ultimi anni
questo tema si è fatto tanto centrale. Riviste, libri,
trasmissioni televisive popolano le nostre case e in
molti di noi è cresciuto un sempre maggior interesse
verso la cucina e l’alimentazione.
Il nutrimento è visto anche come cura e condivisione
dei pasti, come momento familiare in cui si creano o si
consolidano sentimenti e rapporti.
Anche in questo periodo di Avvento il nostro cammino di
riflessione e preghiera ha come sfondo l’alimentazione.
Ci guida Don Antonio, uno dei sacerdoti della nostra
Unità Pastorale, che settimanalmente incontra i
bambini in un momento di condivisione e confronto.
Le parole chiave che ci accompagnano sono attenzione,
adottare uno stile di vita attento ai bisogni degli altri,
apertura al dialogo nel desiderio di spalancare le
porte delle nostre case per aprirci, gioia e ottimismo
per consolare chi è triste, missione con l’intenzione di
compiere ogni giorno una piccola missione.
Sembrano concetti difficili per i bambini ma vengono
semplificati attraverso il racconto di storie e donando
loro degli “ingredienti” a memoria delle diverse tappe.
Chicchi di caffè, sale, zucchero e lievito raccontano il
cammino svolto in maniera diversa e divertente.
Questo cammino culminerà nella festa che si terrà il
19 dicembre alle ore 18,00 nella chiesa di Sant’Alberto
di Gerusalemme.
Le insegnanti con i bambini stanno allestendo un coro,
al quale parteciperanno anche i genitori che, con il
loro prezioso contributo, rendono possibili tante nostre
iniziative.
La serata terminerà con una cena che si terrà nei locali
della scuola, addobbati a festa con elementi naturali.
Alla cena parteciperanno genitori, bambini e insegnanti
che festeggeranno insieme l’arrivo del Natale; anche i
più piccini della scuola, cioè le sezioni di due e tre
anni, avranno la loro cena con genitori e insegnanti
ma in un’altra data, il 12 dicembre, per non rendere
troppo pesante per loro la serata della festa in Chiesa.
Vi informiamo che, a partire da mercoledì 7 gennaio
2015, saranno aperte le iscrizioni per l’anno scolastico
2015/ 2016.
Per informazioni telefonare al numero 0522/550368
oppure è possibile mandare una mail all’indirizzo
[email protected]
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Scuola dell’infanzia “Elisa Lari”:
Santo Natale - una famiglia, un viaggio, un bambino che ha cambiato la storia
Il progetto-guida di quest’anno è “Tracce di me”.
Lasciare la propria traccia è sentirsi riconosciuti nella
propria unicità. Rinforza nei bambini l’autostima
e di conseguenza l’apertura alle esperienze, alla
conoscenza del mondo e alla capacità di aprirsi
all’altro.
All’interno di questo contesto abbiamo progettato
anche il percorso verso Natale con particoalre
attenzione alla famiglia e alle tradizioni di una volta.
La strada ceh ci porterà a Natale quest’anno non sarà
solo accompagnata dalla narrazione della Natività,
ma anche dal racconto di momenti, tradizioni, tempi,
lettere e poesie di quando si viveva il Natale intorno al
calore del camino.
La presenza e l’accompagnamento di don Sergio
nell’ascolto dei Vangeli dell’annunciazione, delal
pag. 16
nscita, della visita dei pastori ci faranno rivivere le
vicende di Gesù e della sua famiglia.
Il percorso si concluderà con le feste che quest’anno
saranno molto particolari.
Rivivremo con voi mamme e papà una vera cena
di Natale, come una volta, con tante sorprese, ma
soprattutto riscoprendo la bellezza di stare insieme!
La festa sarà:
per i Tigrotti venerdì 12 dicembre alle 19.00
per le Volpi sabato 13 dicembre alle 19.00
per i Pulcini giovedì 18 dicembre alle 18.30
per i Delfini venerdì 19 dicembre alle 19.00
per gli Orsetti sabato 20 dicembre alle 19.00
ROLANDO RIVI, l’istruzione secondaria di primo grado familiare a Reggio Emilia.
Aperte le iscrizioni per il prossimo a.s. 2015/2016
Rolando Rivi
istruzione secondaria di primo grado
familiare
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per informazioni e iscrizioni
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perché ogni ragazzo possa crescere nei suoi doni.
Proposta educativa di ispirazione cattolica, che
interpreta i contenuti cognitivi e culturali delle varie
discipline alla luce del Vangelo.
Clima di famiglia, in cui le relazioni sono al centro del
processo educativo.
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garantiscono la qualità dell’istruzione.
Famiglie, collaboratori, insegnanti, come comunità
educante, cooperano alla formazione integrale della
persona.
Progetto educativo forte dell’esperienza trentennale
delle scuole familiari gestite dalla Cooperativa don
Pietro Margini.
• percorsi interdisciplinari tra le varie materie.
• attività specifiche per acquisire un metodo di
studio efficace e personale.
• accompagnamento nell’orientamento come
piena e futura valorizzazione di sè da parte di
esperti con incontri per genitori e ragazzi.
• progetto di conoscenza di sé e di educazione
all’affettività sviluppato nell’arco dei tre anni.
• uscite didattiche, gite, visite d’istruzione,
laboratori esperienziali per promuovere una
vera conoscenza del territorio e una cittadinanza
attiva.
in più...
• SETTIMANA VERDE uscite in particolari luoghi di
interesse.
• SETTIMANA AZZURRA laboratori con maestri
d’arte.
• settimana scolastica di 6 giorni da lunedì al sabato
con 30 ore curricolari secondo le indicazioni dei
piani di studi ministeriali.
• partecipazione attiva degli studenti grazie ad un
metodo didattico collaborativo ed esperienziale.
• apertura delle attività con momento di riflessione
e preghiera.
• inglese potenziato con 5 ore settimanali di cui
una di madrelingua.
• progetti di educazione motoria.
• attenzione all’educazione interdisciplinare alle
nuove tecnologie, per promuovere un approccio
consapevole alla Rete.
• esame di idoneità alla fine di ogni anno,
opportunità di verifica degli obiettivi di periodo.
pag. 17
weekend da brivido
VAL DI FASSA PER TUTTI
giornate sulla neve
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(parrocchia Ospizio) entro 31/12/2014 tel 0522555392 [email protected] Hotel Val di Fassa Soraga (TN)
pag. 18
5-8 febbraio 2015 100 posti disponibili
da giovedì sera a domenica a pranzo pensione
completa:
- adulti 135 Euro
- bambini 4-12 anni 65 Euro
- 0-4 gratis
da venerdì sera a domenica a pranzo pensione
completa:
- adulti 105 Euro
- bambini 4-12 50 Euro
- 0-4 gratis
si organizzano gruppi con maestro di sci
ORARI SS. MESSE DURANTE IL PERIODO NATALIZIO
GIORNO
Mercoledì 24 dicembre
Vigilia
Giovedi 25 dicembre
Natale
Venerdì 26 dicembre
S. Stefano
Sabato 27 dicembre
prefestive
Domenica 28 dicembre
Sacra Famiglia
Mercoledì 31 dicembre
Te Deum
Domenica 4 gennaio
San Francesco da Paola San Maurizio martire
23.00
23.00
Lunedì 5 gennaio
prefestive
Martedì 6 gennaio
Epifania del Signore
8.00-10.00-11.30
9.00-11.30
Sant’Alberto di Gerusalemme
23.00
22.30 Ufficio di Letture
8.30-11.00-19.00
10.00
11.30
8.30
18.30
----
18.30
8.00
9.00
11.00-19.00
---
---
18.30
8.00-10.00-11.30
9.30-11.30
8.30-11.00-19.00
18.30
---
18.30
8.00-10.00-11.30
9.00-11.30
8.30-11.00-19.00
Adorazione Eucaristica: giovedì 25 dicembre e giovdì 1 gennaio dalle 12.30 alle 8.30 del giorno successivo
da Lunedì 29 dicembre a venerdì 2 gennaio: è sospesa la celebrazione della S. Messa feriale a S. Maurizio
dal 1° gennaio 2015 non sarà più celebrata la S. Messa prefestiva a San Maurizio
CONFESSIONI IN PREPARAZIONE AL SANTO NATALE 2014
Giorno
Parrocchia
Orari
Sacerdoti
Venerdì 19 dicembre
San Francesco da Paola
16.30 – 18.30
Don Luca – Don Pietro
19.00 – 20.30
Don Sergio
20.30 – 22.30
Don Luca
16.30 – 18.30
Don Giuseppe
17.00 – 18.30
Don Antonio
16.00 – 18.00
Don Giuseppe – Don Antonio
Don Pietro – Don Antonio
Don Giuseppe – Don Sergio
Sabato 20 dicembre
San Francesco da Paola
Domenica 21 dicembre San Maurizio martire
San Francesco daPaola
Lunedì 22 dicembre
- per i giovani dell’U.P. San Maurizio martire
19.00 – 22.00
16.00 – 18.00
Don Pietro – Don Antonio
Sant’Alberto di Gerusalemme
16.00 – 18.00
Don Eleuterio – Don Giuseppe
San Francesco da Paola
7.00 – 23.00
Giornata del Perdono
Mercoledì 24 dicembre San Francesco da Paola
9.30 – 12.00
Don Giuseppe
15.00 – 18.00
Don Pietro – Don Sergio
9.30 – 12.00
Don Pietro – Don Sergio
Martedì 23 dicembre
San Maurizio martire
Sant’Alberto di Gerusalemme
15.00 – 18.00
Don Antonio
16.30 – 18.00
Don Giuseppe
9.30 – 12.00
15.00 – 18.00
Don Eleuterio – Don Antonio
Don Eleuterio
pag. 19
PREGHIERA PER OTTENERE GRAZIE
per intercessione di Giovanni Paolo II
O Trinità Santa,
ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il papa
Giovanni Paolo II
e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della tua
paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore
dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella tua infinita
misericordia e nella materna intercessione di Maria,
ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore,
e ci ha indicato la santità come misura alta della vita
cristiana ordinaria quale strada per raggiungere la
comunione eterna con te.
Concedici per intercessione di San Giovanni Paolo II di
giungere a una vita santa.
Amen.
pag. 20
finito di stampare nel mese di
dicembre 2014
presso
“Tipografia San Martino snc”
S. Martino in Rio (RE)
San Maurizio
Segreteria Unità Pastorale
e-mail: [email protected]
Parrocchia San Francesco da Paola
Tel 0522 555392 - Fax 0522 396731
Parrocchia Sant’Alberto di Gerusalemme
Tel 0522 550432
Parrocchia San Maurizio
Tel e Fax 0522 552658