18_7_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
18 luglio 2014
RASSEGNASTAMPA
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ANNO 14 - N. 197 - e 1,20
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Venerdì 18 luglio 2014
VENTO DEL SUD Oggi gli interrogatori di garanzia dal gip
Appalti per ditte “prestanome”
e controspionaggio fai da te in Regione
Le intercettazioni dell’economo e dell’amico imprenditore
Gli affari sono continuati anche dopo la scoperta dell’inchiesta
AMATO alle pagine 10 e 11
Intervista a Luca Braia, candidato più votato alla segreteria Pd
«Il risultato ha premiato chi da più di un anno propone il cambiamento»
«Delegittimare
le Primarie
sarebbe
pericoloso»
L’INTERVISTA Leonardo Cuoco
IL REPORTAGE
Tra i migranti
di Venosa
L’accoglienza
e le polemiche
ROSA alle pagine 12 e 13
Dipinge
le etichette dei vini
Amato all’estero
qui non compreso
MARTINO a pagina 15
“Le Sirene”
riaprono dopo
il disastro
di fango
a pagina 20
AGATA a pagina 25
LABANCA, LORUSSO e SANTORO alle pagine 6, 7, 8, 9 e 14
SPORT
CALCIO LEGA PRO E SERIE D
Melfi vicino a Costanzo
Matera, in arrivo il bomber
Nasce il Potenza: sei firme
Peppe Lolaico
VOLLEY A2 E B1 UOMINI
La Domar prende Cernic
Virtus iscritta al campionato
Lagonegro apre a nuovi soci
40718
617259
Le condizioni
della piscina
“La Giara”
ESTRAZIONI
771974
Massimo
Basile
POTENZA
Trionfo lucano
Anche i petrolieri contro Renzi:
«Scarso il coinvolgimento dei territori» con Moliterni
9
Una capanna
con i cartoni
LA STORIA
«Questo partito va riorganizzato quanto prima
per sostenere Marcello nella sua azione di governo»
E intanto la Commissione nazionale del Psi caccia
dal partito Vita, Annale e Adamo
«Così recuperiamo i fondi europei
e restituiamo centralità a Potenza»
VI SEGNALIAMO:
Matej Cernic
Roberto
Moliterni
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TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
Venerdì 18 luglio 2014
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
DELLE
Quotidiano fondato nel 1887
PUGLIE
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 195
Aereo giù, aria di guerra «Gli hanno permesso
tra la Russia e l’Ucraina di uccidere l’ingegnere»
INDAGINE «VENTO DEL SUD»
Potenza, primarie Pd
e voto di scambio
L’inchiesta si allarga
AMENDOLARA A PAGINA 9 E IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >>
VOTI Indaga la Squadra mobile [foto T. Vece]
STRAGE NEI
CIELI
I resti del
Boeing della
Malaysia
colpito e
caduto in
Ucraina: 295
morti
UCCISO
L’ing. Cataldo
Pignatale, 43
anni, ucciso
due settimane
fa nel Tarantino
da un balordo a
caccia di soldi
per la droga
SERVIZIO A PAGINA 12 >>
LETTERA-DENUNCIA A PAGINA 16 >>
ECONOMIA PADOAN ESCLUDE NUOVE TASSE, MA AVVERTE: CRESCITA IN RITARDO, STRETTI I MARGINI PER AGIRE. DEFINITIVI GLI 80 EURO BILANCIO LA REGIONE VARA LA MANOVRA: ASSUNZIONI POSSIBILI
per gli appalti
Il fantasma della manovra Puglia,
una centrale unica
Riforme, prove di disgelo tra Pd e grillini. Apertura da Renzi
Nuovo Senato, sindaci all’attacco: sono pochi 21 colleghi
NON BASTA
UN SELFIE
Ruby, il giorno
PER
CONQUISTARE
più lungo
L’EUROPA
di LINO PATRUNO
di SERGIO LORUSSO
per Berlusconi
S
SEGUE A PAGINA 17 >>
Via libera alla struttura
nell’assestamento
di bilancio. Approvati a
Roma i conti delle Asl;
ok a duemila assunzioni
OGGI LA SENTENZA
CERCANSI
PARADISI
DIETRO
AI TANTI «NO»
ono 117 gli investimenti al Sud bloccati. Ostaggio della
burocrazia e a volte
del malaffare, ma soprattutto
delle comunità locali. Alle
quali il presidente Matteo
Renzi l’ha rinfacciato papale
papale: mi vergogno di andare in Europa a parlare sapendo che potrei raddoppiare
la percentuale del petrolio e
del gas in Italia e non lo si
può fare “per paura di tre,
quattro comitatini”. Perché i
“no” riguardano soprattutto
l’energia. E chi ha una qualsiasi attività, sa cosa significhi un costo del trenta per
cento superiore alla concorrenza estera, produrre a 100
mentre gli altri lo fanno a 70.
A parte che gli imprenditori
stranieri non arrivano più
anche per questo. No nucleare, no petrolio, no carbone, no
gas.
Vi faranno capo le Asl e i Comuni non
capoluogo. Opererà per i fondi Ue
RIFORME Il ministro Boschi
l È attesa per oggi la sentenza di appello per il cosiddetto
processo Ruby, che vede imputato Silvio Berlusconi. Se la condanna a 7 anni di carcere inflitta
in pèrimo grado dovesse diventare definitiva, l’ex presidente
del Consiglio potrebbe scontare
fino a 10 anni di domiciliari.
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3 , 4 E 5 >>
A PAGINA 6 >>
E
così il presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, dopo una
lunga e serrata serie di vittorie, ha incassato la
sua prima sconfitta, consumatasi in Europa: perché di
sconfitta si tratta, pur se rimediabile.
SEGUE A PAGINA 15 >>
SERVIZI E MINACCE
SCAGLIARINI A PAGINA 8 >>
TAP INTENDE PREMIARE IL MERITO
MA VUOLE SOPRATTUTTO DIALOGARE
Gallipoli
azzerata
la mafia
dei lidi
SERVIZIO A PAGINA 10 >>
REGIONE PUGLIA La presidenza
l Potrebbe gestire procedure
per 14 miliardi di euro la nuova
centrale di committenza unica
che la Regione Puglia si prepara
a varare con l’assestamento di
bilancio. Alla nuova struttura
verranno affidati gli appalti delle Asl e quelli finanziati dall’Ue,
ma servirà anche ai Comuni.
di GIAMPAOLO RUSSO
AMMINISTRATORE DELEGATO TAP ITALIA
C
GALLIPOLI Una panoramica. Quindici arresti nella mafia delle spiagge
VIA AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA
40 ANNI DI CULTURA-CULTURA
di EGIDIO PANI
S
i inaugura stasera il Festival della Valle d’Itria,
manifestazione internazionale, vanto per la
Puglia. I suoi 40 anni cadono in un
momento difficile della cultura
regionale. La Regione ha sempre dedicato
attenzione alla cultura: la prima legge
regionale sullo spettacolo è pugliese. Era
del gennaio 1975, pochi mesi prima del
debutto del Festival che, nella Regione ha
trovato sempre eccezionale sostegno. Il
Festival nacque dall’idea geniale di un
musicologo martinese, Alessandro Caroli.
SEGUE A PAGINA 17 >>
aro direttore, l'articolo di ieri di Tonio Tondo sulla
campagna di Tap a sostegno dell'estate Salentina, ha
innanzitutto il merito di elevare il tono di una discussione che spesso è scaduta in polemiche di basso
livello e in episodi di vera aggressione verso chi ha scelto di
dialogare con noi, anche solo a proposito di "luminarie e eventi".
SEGUE A PAGINA 8 >>
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Venerdì 18 luglio 2014
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
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DAR LA BENZINA
AGLI AFFAMATI
ASPETTANDO
IL SUMMIT AL MISE
di MIMMO SAMMARTINO
N
on avete da mangiare?
Nessun problema. Stato e Regione vi regalano il pieno di carburante. È lo scenario che ci è di
fronte. La situazione nella quale
6mila, delle 15mila famiglie lucane più povere, si troveranno nelle
prossime settimane. Dal 31 luglio
almeno tremila persone non percepiranno più i pochi euro del programma Copes. Altri tremila il 31
agosto, alla luce del decreto Poletti, non potranno più fruire del
sussidio legato agli ammortizzatori sociali in deroga. Si parla di
retribuzioni di 300/400 euro. Poco,
ma meglio che niente.
Il 23 luglio torneranno a riunirsi, presso il Mise, Stato e Regione Basilicata per ridefinire la
questione contropartite per le
estrazioni petrolifere. Ha sapore
polemico e lascia intravedere il
timore che si continui a cincischiare, senza offrire risposte alla
disperazione sociale, alla Basilicata e ai lucani, la decisione di
Cgil, Cisl, Uil di non tornare a
sedersi a quel tavolo. Da novembre
2013 gli incontri sono stati sette. Si
è chiesto di modificare, anche tramite decreto, la destinazione del
tesoretto della carta carburante
per fronteggiare interventi di inclusione sociale per le fasce più
disagiate e avviare piani di lavoro;
di cambiare il famigerato articolo
16 del Memorandum, senza ulteriori perforazioni sul territorio,
eliminando il tetto dei miseri 50
milioni per 20 anni, destinando
risorse più adeguate a infrastrutture, ad ambiente e territorio, al
sostegno delle imprese più innovative. Per creare occupazione ed
escludere le royalty dal cappio
stretto del patto di stabilità.
I sindacati non saranno a Roma
perché, spiegano, ora la responsabilità della risposta spetta alla
classe politica: Governo e Regione. Ma cresce il sospetto che la
montagna (di proposte) possa partorire uno striminzito topolino.
Declino di una politica che si risolve sovente in spot. Ma chi glielo
spiega a quelli che non hanno il
pane che devono consolarsi con un
pieno di gasolio? La sorte dei nuovi poveri: digiuni ma motorizzati.
VENTO DEL SUD DAGLI ATTI DELL’INCHIESTA SPUNTA IL SOSTEGNO ELETTORALE DI UNO DEGLI IMPRENDITORI INDAGATI IN CAMBIO DI FAVORI
Ipotesi voto di scambio
sulle Parlamentarie del Pd
COMUNE POTENZA
Le intercettazioni dell’ex assessore comunale Luciano De Rosa
Oggi gli indagati agli
arresti domiciliari verrano
interrogati dal gip del
Tribunale di Potenza
«Cuomo c’è»
assicura
De Luca
ma i conti no
TRASPORTI SOSTITUTIVI DELLE FAL
l La avevano definite «parlamentarie», perché - come per
le primarie - sarebbero stati gli
iscritti del Partito democratico
a scegliere i candidati al parlamento. L’ex assessore del Comune di Potenza Luciano De
Rosa - accusato di aver accettato favori sessuali da ragazze
compiacenti mandate da lui da
imprenditori senza scrupoli
che in cambio ottenevano «aiutini» e favori - sosteneva il candidato, poi eletto, Salvatore
Margiotta. E le preferenze le
chiedeva proprio tra gli imprenditori accusati di corruzione nell’inchiesta «Vento del
Sud». L’ipotesi: «Voto di scambio».
l L’assessore Cuomo,
pensionato, resta in Giunta senza stipendio. De Luca sgonfia la polemica. Più
difficile è la sfida dei conti
per evitare il dissesto.
SERVIZIO A PAGINA III >>
ROTONDA
Muore operaio
di origine rumena
nel Salernitano
AMENDOLARA A PAGINA II >>
SERVIZIO A PAGINA VII >>
POTENZA
POTENZA
Provincia-Onu
progetto contro
le catastrofi
l Sostenibilità ambientale,
rischio catastrofi e cambiamenti climatici: sono queste le
tre sfide sulle quali si gioca il
futuro delle comunità locali. E
per vincerle bisogna stare uniti. Lo ha compreso bene la Provincia di Potenza che ha aderito alla campagna Onu «Città
resilienti».
CdC: imprese sociali
del terzo settore
più protagoniste
SERVIZIO A PAGINA V >>
Autobus in fiamme a Piani del Mattino
Paura sulla linea Genzano-Potenza. Una ragazza finisce in ospedale
Forse il motore surriscaldato, o un corto
circuito o qualcos’altro difficile da accertare (perchè il mezzo è andato completamente distrutto) sono all’origine dell’incen-
dio che si è sviluppato e incenerito l’autobus
sostituivo delle Fal (Ferrovie Appulo-Lucane) in servizio sulla linea Genzano-Potenza.
LAGUARDIA A PAGINA V >>
GENZANO ORE DI LAVORO PER I VIGILI DEL FUOCO
CRIMINALITÀ INTERVENTO DI CANI MOLECOLARI
MASSARO A PAGINA VII >>
LATRONICO
Annunciato un piano
per rilanciare
le Terme «La Calda»
SERVIZIO A PAGINA VI >>
POTENZA PNEUMATICI ED ETERNIT LASCIATI ACCANTO AI CASSONETTI
Brucia un’abitazione
Sventato ingresso di droga Sos rifiuti a Dragonara
in pieno centro cittadino nel carcere di Potenza
Le denunce dei cittadini
INCENDIO
Ore di lavoro
per i vigili
del fuoco in
pieno centro
a Genzano,
dove ieri
un’abitazione
è stata
avvolta dalle
fiamme
.
SERVIZIO A PAGINA VII >>
DROGA Carcere [foto Tony Vece]
l Aveva nascosto qualche
grammo di hashish nei calzini, per poter eludere i controlli e passare la droga al fratello, detenuto nel carcere di
Potenza: ma è “incappato” nelle unità cinofile del distaccamento di Trani della Polizia
penitenziaria, impegnate in
verifiche di routine, che hanno scoperto l’involucro. La vicenda è stata resa nota dal segretario lucano del Sappe.
SERVIZIO A PAGINA IV >>
RIFIUTI Eternit e pneumatici abbandonati in contrada Dragonara
SERVIZIO A PAGINA 00 >>
RASSEGNASTAMPA
Come non si può
spegnere il fuoco
con il fuoco,
né asciugare l’acqua
con l’acqua,
così non si può eliminare
la violenza
con la violenza. Leone Tolstoj
1,30
Anno 91 n. 188
Venerdì 18 Luglio 2014
L’universo
puro della
matematica
Emmer pag. 15
Shorter-Hancock
il duetto perfetto
Johnny Winter
addio gigante
del blues
Gianolio pag. 16
Amenta pag. 16
U:
Ucraina, strage di guerra
●
●
Boeing malese partito da Amsterdam abbattuto da un missile al confine russo-ucraino: 295 vittime
Tra Mosca e Kiev duro scambio di accuse ● Telefonata Putin-Obama mentre scattano sanzioni Ue
Un Boeing 777 della Malaysia Airlines,
partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur, è stato abbattuto da un missile, al confine tra l'Ucraina e la Russia,
a 80 km da Donetsk. A bordo 295 persone: tutti morti. Tanti erano ragazzi.
ARDUINI GONNELLI MONGIELLO
A PAG. 2-3
Il nostro debito
verso quei morti
PAOLO SOLDINI
●
NON SAPPIAMO CHE COS’È DAVVERO
ACCADUTO NEL CIELO SOPRA IL CONFINETRA L’UCRAINA e la Russia. Chi e co-
me ha ammazzato 295 esseri umani
che il destino ha sorpreso in una delle
tante parti del mondo in cui la guerra
uccide non solo gli uomini e le donne
innocenti, ma anche le certezze che
avremmo il diritto di considerare ovvie. Come quella di salire su un aereo
per tornare a casa, andare a lavorare,
oppure in vacanza.
SEGUE A PAG. 3
Ai lettori
I resti del Boeing 777 della Malaysia Airlines abbattuto nella regione di Donetsk FOTO DI MAXIM ZMEYEV/REUTERS
Pd-grillini, ora è disgelo sulle riforme
● Due ore di confronto
(e aperture) in streaming
su Italicum e modifiche
costituzionali ● Forza
Italia e l’incognita Ruby:
oggi la sentenza d’Appello
Staino
Come garantire
la partecipazione
IL COMMENTO
MASSIMO LUCIANI
Ha fatto molto bene il ministro
Boschi a precisare, in una
dichiarazione ad Avvenire, che il
tema del presidenzialismo non è
all’ordine del giorno e che porlo
oggi significa mettere a rischio
la riforma del bicameralismo.
«Tra di noi non c’è il Rio delle Amazzoni, ma un ruscello», commenta Matteo
Renzi dopo quasi due ore di confronto
con la delegazione 5 Stelle. «Passi avanti» sulla legge elettorale, il Titolo V, l’immunità. Ma l’incognita è Berlusconi oggi alle prese con la sentenza Ruby.
SEGUE A PAG. 5
FANTOZZIFUSANILOMBARDOAPAG.4
Scelte chiare
per la ripresa
SILVANO ANDRIANI
Mario Draghi ha avanzato la
proposta di un governo europeo
delle politiche strutturali dopo
l’annuncio che la Bce si prepara
a fornire mille miliardi di
liquidità al sistema bancario.
L’economia reale, tuttavia, non
ha avuto modo di gioire di
questo annuncio: gli ultimi dati
sono negativi.
SEGUE A PAG. 6
MORTI SUL LAVORO
FRONTE DEL VIDEO
Sicilia,
tre operai
travolti
da un treno
Autogol nella rete del M5S
sione è utile. Peccato solo che i grillini sia●
seguire in diretta l’incon- no arrivati dopo oltre un anno all’appuntro tra le delegazioni del Pd e del M5S tamento con la democrazia. E chi arriva
● L’incidente mentre
lavoravano sui binari della
linea Gela-Licata
A PAG. 12
MARIA NOVELLA OPPO
GRAZIE A RAINEWS E SKY ABBIAMO
POTUTO
sulla legge elettorale. Inquadratura fissa,
che vedeva i partecipanti collocati di
sguincio come nei geroglifici egizi. E abbastanza difficili da decriptare erano infatti gli argomenti, molto tecnici, tali da
far pensare che, forse, ci vorrebbe anche
in politica una sorta di Stele di Rosetta
per tradurre le varie lingue. Quello che
abbiamo capito noi umani è che non
mancano punti trattabili e che la discus-
con un anno di ritardo, non può accusare
gli altri di essere «bradipi» e pretendere
di ricominciare tutto da capo, magari
con lo scopo di far perdere un altro anno.
Però il M5S ha rinunciato alla proposta
dellepreferenze negative, che avrebbero
consentito a chiunque di cancellare i voti
altrui. Una norma votata dalla rete, che
evidentemente può essere mandata affanculo, come un avversario qualsiasi.
Nella vertenza de l’Unità c’è qualcuno che sta giocando con la vita di
un’ottantina di dipendenti. Il piano
di chi vorrebbe acquisire la testata a
poco prezzo, cancellando qualsiasi
impegno con i lavoratori non è sventato. Anzi, si materializza con la fretta imposta dalle procedure che i liquidatori ci hanno prospettato e con la
sarabanda di illazioni che si affastellano sui mass media. Noi lo ripetiamo da settimane: chi volesse salvare
l’Unità con una procedura concorsuale che non garantisce il lavoro ai suoi
attuali dipendenti sarebbe solo uno
speculatore. Non è colpa dei giornalisti se si è perso tempo. I giornalisti
hanno fatto il loro dovere, ora chiedono di poter valutare le offerte che arriveranno ai liquidatori con un tempo congruo. Non bastano gli 11 giorni
di tempo prospettati nella tabella di
IL CDR
marcia della liquidazione.
Chi ospiterebbe
più il dissenso?
ENRICO PALANDRI
A PAG.13
Il sabato,
approfondire
sarà più semplice
l’Unità
left
a soli
2,30 €
www.left.it
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Venerdì 18 luglio 2014
PARTITI E GOVERNO
VERSO LA RESA DEI CONTI
Il presidente del Consiglio: nonostante
tutto, il ddl Boschi avrà il suo primo
placet a Palazzo Madama entro 15 giorni
Ostruzionismo e «ingorghi»
sulla strada delle riforme
La protesta Anci sul nuovo Senato: pochi 21 sindaci. Da lunedì si vota
Annunciato un nuovo giro di
consultazioni da qui al 1°
agosto con il coinvolgimento
di tutte le forze politiche
l ROMA. Frenata dall’ostruzionismo e
con il rischio ingorgo in Aula, si complica la
corsa del treno delle riforme. Da lunedì
pomeriggio, formalmente, si potrà votare
sugli emendamenti ma le certezze sui tempi
rapidi dell’approvazione continuano a vacillare anche se il premier Matteo Renzi
torna a porre dei paletti ben saldi, affermando che, nonostante l’ostruzionismo di
opposizione e dissidenti interni, il ddl Boschi avrà il suo primo placet al Senato entro
15 giorni. Nel frattempo, alla ricerca dell’ultimo sprint anche sulla legge elettorale,
Renzi allarga il il raggio di dialogo e cerca
un maggiore coinvolgimento del M5S,
aprendo su preferenze e immunità ma incassando, a stretto giro, il warning di Silvio
Berlusconi, preoccupato dalla prospettiva
di un «Patto del Nazareno» con i pentastellati.
I giochi, insomma, sono tutt'altro che
conclusi tanto che è lo stesso Renzi, nel suo
faccia a faccia con i 5 Stelle e, soprattutto,
con il vicepresidente della Camera Luigi Di
Maio, ad annunciare un nuovo giro di consultazioni da qui al 1 agosto, con la prospettiva che, nel frattempo, il ddl Boschi
abbia già incassato il primo sì del Senato. La
novità della giornata, resta, comunque, il
secondo e lungo round tra la delegazione
Democrat e quella 5 Stelle su legge elettorale e riforme. Ed è sul secondo tema, che
Renzi tenta i 'grillini. «Quali sono i punti
intoccabili? Ce li mandate? Non credo che
siamo così lontani».
I due temi – riforme e legge elettorale –
sono insomma più che mai intersecati, anche per lo stesso Renzi, consapevole che, per
affrontare l’ultima tappa al meglio, occorre
anche blandire i piccoli. Da qui l’apertura
sulle preferenze comunicata ai 5 Stelle e a
tutti coloro che assistono alla diretta streaming dell’incontro. Sul doppio turno di lista
Renzi si mostra invece prudente, rimandando ad una riflessione con i contraenti
del Patto del Nazareno e avvertendo che i
partiti minori saranno di certo contrari.
Del resto, il gioco di equilibri nel quale si
deve muovere il premier, è fragile e mutevole.
E tocca anche a Piero Fassino, presidente
Anci, alzare la voce, affermando che 21 sindaci nel nuovo Senato sono pochi mentre a
Palazzo Grazioli le aperture renziane al Movimento fanno subito scattare l’allarme. I
patti vanno rispettati, se Renzi apre alle
preferenze, il banco salta, su legge elettorale e riforme, è il ragionamento di un
Berlusconi sul quale non si allentano le
pressioni dei frondisti FI. Frondisti che, a
Palazzo Madama, fanno ormai da sponda ai
dissidenti Pd, con entrambi i gruppi che
appaiono ben lungi da arretrare. Anche
oggi in Aula non sono mancati gli interventi
contrari al ddl Boschi, da quello di Walter
Tocci a quello della leghista Bisinella, mentre nessuno, finora, ha manifestato la volontà di ridurre i quasi 8mila emendamenti
che frenano il percorso del testo in Aula.
Aula che, come deciso dalla capigruppo,
comincerà a votare gli emendamenti formalmente da lunedì pomeriggio anche se,
precisa Roberto Calderoli, difficilmente si
potrà votare in giornata. Finora, inoltre
non è stato previsto alcun contingentamento dei tempi ma un interrogativo, tuttavia,
avanza con il trascorrere delle ore: il governo, se da un lato è disposto a discutere,
nel merito, alcune modifiche proposte,
dall’altro, di fronte ad un ostinato ostru-
zionismo, potrebbe in qualche modo davvero usare la «ghigliottina».
Anche perchè l'obiettivo resta chiudere
entro la pausa estiva, ovvero l’8 agosto. Intanto, l’ingorgo di provvedimenti in Parlamento (5 i decreti in ballo) produce un
primo effetto: la proroga dell’attuale Csm
oltre la sua scadenza naturale, fino al 2
settembre, dopo le 'fumate nerè dei giorni
scorsi nell’elezione degli 8 componenti laici.
Sul nuovo Senato - come detto - la protesta
dell’Anci: «Sono pochi 21 sindaci, anche
perchè i comuni italiani sono oltre 8 mila»:
lo ha detto a chiare lettere al termine
dell’Ufficio di presidenza dell’Associazione
dei comuni italiani, il presidente Piero Fassino. Che non si è fermato qui: il metodo di
elezione dei 21 sindaci che diventano senatori «affidato ai Consigli regionali, non è
corretto: la nostra fonte di legittimazione
deve arrivare dagli amministratori locali,
non dai Consigli regionali». E il presidente
della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino non si è mostrato contrario all’ampliamento della platea dei sindaci nel futuro Senato, anzi. «Io non vedrei male anche
un riequilibrio a favore dei sindaci purchè
resti un Senato che sia il luogo politico»
dove si affrontino «le questioni del rapporto
fra le autonomie locali, le Regioni e lo Stato.
Questo secondo me sarebbe il grande senso» della riforma, ha affermato.
Michele Esposito
LE CINQUE PRIORITÀ
Una corsia di emergenza
per «salvare»
i provvedimenti pesanti
l ROMA. Sulla strada delle riforme e, soprattutto, sulla loro tabella di marcia, si frappone un classico «ingorgo» estivo di provvedimenti, tutti in attesa di approvazione.
Sono decreti «pesanti» che si contendono l'attenzione del Parlamento e l’approdo in Aula
tanto quanto il ddl di Riforma. Eccoli nel
dettaglio.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - il dl è
all’esame della commissione Affari Costituzionali della Camera.
È atteso in Aula, in prima lettura, la prossima settimana, ma dopo il dl carceri. Il dl va
convertito entro il 24 agosto.
Il ddl, approvato in Cdm giovedì scorso, non
comincerà il suo iter prima di settembre.
LA STRATEGIA Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. In
alto, Matteo Renzi defilato al vertice di ieri con i 5Stelle
COMPETITIVITÀ - il dl per le imprese è
all’esame delle commissioni Industria e Ambiente del Senato.
CENTRODESTRA SI TEME «IL DOPPIO FORNO» CON L’APERTURA AI PENTASTELLATI. LA SMENTITA DI ROMANI: «IO FEDELE A BERLUSCONI»
Tensione alle stelle in Forza Italia
Il Cav attende la sentenza Ruby e avverte i «frondisti» e Matteo: giù le mani dal «Nazareno»
l ROMA. Prima di fare rientro ad
Arcore, Silvio Berlusconi trascorre la
giornata chiuso a palazzo Grazioli con i
suoi avvocati. Oggi infatti i giudici di
Milano entreranno in camera di consiglio per decidere (al massimo entro
lunedì) se confermare o meno la sentenza di primo grado del processo Ruby
che lo vede condannato a sette anni di
reclusione con l’interdizione perpetua
dai pubblici uffici.
L'umore è nero e Berlusconi non lo
nasconde ai suoi uomini che provano a
mettere sul tavolo anche l’ipotesi (ma in
pochi ci credono veramente) di una riduzione della pena: vedrete che non c'è
da aspettarsi nulla – avrebbe osservato
l’ex capo di governo - fosse per il tribunale di Milano dovrei essere già in
galera.
Berlusconi non crede che l’atteggiamento responsabile sulle riforme e l’impegno a non tradire il patto del Nazareno
possa influire sulle decisioni dei magistrati.
Con i suoi fedelissimi però il Cavaliere
ha voluto ribadire quanto già detto al suo
partito: ho dato la mia parola a Renzi. Le
riforme vanno approvate con il nostro
contributo. Ecco perchè, prima di lasciare la Capitale, l’ex premier è tornato
«all’attacco» chiedendo loro di riallinearsi alla maggioranza del partito: Ma
come – sarebbe stato in sintesi il ragionamento fatto con diversi senatori –
proprio in un momento così delicato
della mia vita, vuoi tradirmi in questo
modo? E sarà forse proprio per l'arrivo
della sentenza di appello che l’ala «eretica» ha deciso di «sospendere» la rappresaglia.
Poche dichiarazioni da parte dei dissidenti e silenzio tombale per Raffaele
Fitto, l’uomo più in vista in questo
momento tra i critici. La decisione di
sospendere la battaglia non vuol dire che
l’atteggiamento sulle riforme possa cambiare.
In vista del voto a palazzo Madama i
malpancisti confermano il loro dissenso
che però, per evitare spaccature definitive, potrebbe tradursi per molti di
loro in un’uscita dall’Aula. Il pensiero
dell’ex capo del governo, però, va oltre il
voto sulle riforme e guarda al rischio di
uno smarcamento sempre maggiore dei
suoi parlamentari di fronte alla conferma anche in appello della condanna
per il processo Ruby. Ed è forse proprio
per serrare i ranghi che l’ex capo del
governo ha tenuto sotto stretta osservazione l’incontro tra Matteo Renzi e gli
esponenti del Movimento Cinque Stelle.
Berlusconi con gli uomini di fiducia
continua a dirsi sicuro che anche Renzi
rispetterà gli accordi sulle riforme così
come sulla legge elettorale.
Ma il passaggio sibillino del premier
sulla possibilità di aprire una trattativa
sulle preferenze, gradite ai grillini, ha
fatto suonare l’allarme a palazzo Grazioli: i patti vanno rispettati da entrambe
le parti - continua a ripetere l’ex capo del
governo – e se Renzi apre alle preferenze
allora il banco salta. Un ragionamento
che non vale solo per la legge elettorale
ma anche sulle riforme: dall’atteggiamento del presidente del Consiglio, e non
dai miei processi, dipende il cammino
delle riforme.
Sul fronte dei frondisti anche la netta
presa di posizione di Saverio Romani:
«Apprendo stamane (ieri, ndr) dalla lettura di un quotidiano tra i più autorevoli
del Paese che sarei tra coloro che spingerebbero per abbandonare l’ex Cavaliere e che lavorerei ad una scissione
dentro Forza Italia. Mi preme informare
l'autore del retroscena giornalistico che
tra i miei progetti vi è anche quello di
correre la maratona di New York in
meno di due ore e di svelare quanto
prima la vera identità del mostro di Loch
Ness. Ovviamente questi due ultimi miei
progetti sono più verosimili del primo»,
afferma e aggiunge: «Informo i lettori del
suggestivo articolo che non mi sogno
nemmeno di abbandonare Silvio Berlusconi, che per me, a differenza del
giornalista, è il Cavaliere, non l’ex Cavaliere».
Yasmin Inangiray
I TIMORI
Silvio Berlusconi è
rientrato ad Arcore
dove con ogni
probabilità attenderà
la sentenza d’Appello
del processo Ruby.
Sul fronte dei
dissensi interni a
Forza Italia ieri ha
nuovamente avvertito
i «frondisti» sulla
necessità di
rispettare il patto del
Nazareno sulle
riforme
.
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Venerdì 18 luglio 2014
Il premier: «Fatti passi avanti ma dovete
anche capire che talvolta si è un po’
scettici sulla vostra reale volontà»
LA DIRETTA
Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 17
Prove di disgelo M5s-Pd
è quasi un patto-bis
Legge elettorale, i «grillini»: preferenze e doppio turno. Renzi: ragioniamo con tutti
È in calendario in Aula dal 21 luglio ma
potrebbe slittare alla fine della settimana o alla
successiva per l’impegno sulle riforme. È in
prima lettura e deve essere convertito entro il
22 agosto.
LAVORO - per la delega che completa il Jobs
act il governo puntava a un primo voto del
Senato entro luglio. Il ddl è all’esame della
commissione Lavoro che ha votato tutti gli
emendamenti tranne quelli sull'articolo 18. Il
testo, se si trovasse uno «slot», potrebbe andare
in Aula già l’ultima settimana di luglio ma
potrebbe essere rimandato a settembre.
DELEGA FISCALE - il governo ha varato i
primi due decreti delegati sul 730 precompilato
e altre semplificazioni e sul catasto, con le
indicazioni per le commissioni censuarie. I
testi sono stati trasmessi per i pareri alle
commissioni competenti, che hanno tempo
fino a fine luglio per esprimersi.
SBLOCCA ITALIA - all’esame del Parlamento potrebbe arrivare prima della pausa
estiva anche il decreto per sbloccare i cantieri.
Il governo l’ha annunciato, ma il testo non è
ancora passato sul tavolo del Consiglio dei
ministri.
Silvia Gasparetto
l ROMA. Qualche battuta al vetriolo, un paio di attacchi diretti e lo scambio reciproco di accuse ma alla fine
Matteo Renzi e Luigi Di Maio sembrano parlare la stessa lingua: Pd e
M5S possono trovare un’intesa sulla
legge elettorale. E magari allargarla
anche al nodo delle riforme. Almeno
queste appaiono le intenzioni del premier che, a sorpresa, riconosce «i passi avanti» dei pentastellati e non esclude un nuovo patto sulla legge elettorale: «un giro ufficiale» di consultazioni – come lo definisce lui stesso «con tutte le altre forze politiche che
stanno consentendo di fare una riforma costituzionale ed elettorale». In
particolare, si tratta di una apertura al
confronto sulle preferenze che i cinquestelle chiedono, aprendo a loro volta sul doppio turno.
L'incontro alla Camera tra le delegazioni dem e cinquestelle (a parte
le difficoltà di trasmissione in streaming) «è andato bene», per ammissione degli stessi protagonisti. I grillini - guidati da Di Maio, sempre più a
suo agio nei panni di numero tre del
Movimento – arrivano al tavolo sulla
legge elettorale con una proposta
scritta. Si tratta di cinque punti: voti
di preferenza; stop ai condannati in
Parlamento; no alle candidature plurime; nessuno sbarramento; e infine
LA DIRETTA
L’incontro a
porte chiuse
tra gli
esponenti del
Partito
democratico
accompagnati
dal premier
Matteo Renzi e
i rappresentanti
del Movimento
5 Stelle è stato
trasmesso in
streaming
.
doppio turno di lista. Sintetizzando,
l’offerta pentastellata è un primo turno proporzionale senza sbarramento
e un eventuale secondo turno con un
premio di maggioranza al 52%.
Renzi segue la prima parte dell’incontro in disparte per dare spazio al
resto della delegazione Dem (Speranza, Serracchiani, Bressa e Moretti). Il
Pd non boccia le proposte della controparte pur ponendo paletti all’esuberanza 5S. È lo stesso premier a sottolinearlo: «E' oggettivo che si sono
fatti passi avanti – dice – ma dovete
IL PROVVEDIMENTO PASSO IN AVANTI VERSO L’ADOZIONE DEL NUOVO CODICE DELLA STRADA
C’è il primo ok dalla commissione
al reato di «omicidio stradale»
Oltre alle conseguenze penali anche il ritiro della patente a vita
l ROMA. Più prudenza alla guida. E' l'obiettivo del e della inibizione alla guida sul territorio nazionale a
nuovo Codice della strada che, tra le novità prin- tempo indeterminato». Un sorta di daspo a vita per il
cipali, apre le porte al reato di «omicidio stradale». guidatore.
Oltre alle conseguenze di tipo penale, la violazione
Gli incidenti stradali mortali, a causa della guida
delle regole potrà causare il ritiro per sempre della scorretta, spesso condizionata dall’uso di alcol e
patente. La Commissione Trasporti della Camera ha droghe, sono d’altronde tantissimi. L’Osservatorio il
dato il suo ok alla legge delega per la riforma. L’in- Centauro-Asaps ha censito per il 2013 973 episodi di
troduzione del nuovo reato nel codice penale sarà pirateria stradale con 114 morti e 1.168 feriti. Il 55,8%
possibile proprio grazie ad
degli autori è stato scoperto,
un emendamento approvama il 44,2% è rimasto ignoto.
to oggi in Commissione.
Più alta, 59,7%, la percen«E' una giornata importuale dei pirati a cui era statante, la aspettavo da temto dato un nome nel 2012. Sul
po. Per la prima volta un
totale delle inchieste, 543
passo in avanti per sancire
hanno portato all’identificala presenza del reato di
zione del responsabile, aromicidio stradale nel corestato in 146 occasioni
dice», commenta il vicemi(26,9%) e denunciato in 397
nistro delle Infrastrutture
(73,1%).
e Trasporti, Riccardo NenOra per il vice ministro
cini, che parla di «ergastoNencini «non c'è più tempo
lo della patente».
da perdere. Ci sono questioUna fattispecie attesa,
ni urgenti che non possono
quella dell’omicidio straessere rimandate. Questioni
dale, cara anche al premier
che stanno nel cuore degli
Matteo Renzi. Sono d’alitaliani e di quelle famiglie
tronde 114 i morti nel solo
che hanno perso un parente
2013 caduti sulle strade per
a causa di persone che si
la guida spericolata dei co- TRASPORTI Il viceministro Nencini
sono messe alla guida viosiddetti pirati della strada.
lando le norme del codice
In realtà quello di ieri è solo «un passo in avanti», della strada. Abbiamo previsto l’ergastolo della pacome rilevato dal sottosegretario, perchè le modi- tente. Non guidi più».
fiche dovranno poi essere apportate al Codice penale.
Il nuovo Codice della strada prevede la delega al
«Nel caso in cui il conducente cagioni la morte di una governo per adottare una serie ampia di misure che
persona con violazione delle norme sulla disciplina hanno l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza
della circolazione stradale» anche «in coerenza con sulle strade, dalla revisione dei limiti di velocità alle
eventuali modifiche del codice penale che introdu- norme sulla guida in particolari condizioni atmocano il reato di omicidio stradale» – precisa l'e- sferiche, dalla maggiore riconoscibilità della segnamendamento approvato dalla Commissione di Mon- letica stradale alla maggiore attenzione per i soggetti
tecitorio – sarà possibile comminare «le sanzioni vulnerabili, come i pedoni, i ciclisti e i disabili in
amministrative accessorie della revoca della patente carrozzella.
anche capire che talvolta si è un pò
scettici sulla vostra reale volontà. Il
punto vero - sottolinea – è capire se
sulle preferenze riusciamo a trovare
un punto di caduta o meno».
Il presidente del Consiglio, in particolare, guarda con interesse alla
«idea di Toninelli di dare il premio» di
maggioranza «alla lista». «Ma capisco
– aggiunge – che alcuni partiti possano avere dei dubbi: Fi può essere
intenzionata a dire di sì, più difficile
che lo siano Italia Popolare o Sel». Ed è
proprio questa la novità: riaprire il
dibattito sulla legge elettorale. «Da qui
al primo agosto o comunque al momento in cui la riforma costituzionale
sarà approvata al Senato – rimarca facciamo un giro ufficiale» di consultazioni con tutte le altre forze politiche». È una apertura di credito al
M5S. D’altronde, «tra la nostra proposta e la vostra non c'è il Rio della
Amazzoni – prosegue – c'è un ruscello
che non è detto che riusciremo a colmare. Capiremo se nei testi, potremo
trovare un punto di equilibrio».
Il M5S, al di là dei soliti toni ruvidi,
non chiude. «Con i nostri e vostri voti –
risponde Di Maio – possono diventare
legge le preferenze e l’intervento sull'immunità parlamentare". Quanto alle riforme, «dopo la legge elettorale, se
volete ne parliamo»". Poi precisa.
«Non siamo assolutamente d’accordo
sul Senato non elettivo ma ciò non
vuol dire che non possiamo votare
insieme l’abolizione dell’immunità
parlamentare. Vediamo – scrive su facebook dopo l’incontro – se tengono
fede agli impegni di fine tavolo».
L'apertura del Pd al M5S appare un
avviso agli alleati. Allo stesso tempo
Renzi mette in difficoltà il Movimento.
I grillini sono spaccati: molti non gradiscono il protagonismo di Di Maio e
gli «accordi con i partiti del sistema».
Teodoro Fulgione
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Venerdì 18 luglio 2014
CAOS A BRUXELLES
LA BATTUTA
«Ci hanno chiamato qui ma l’accordo non
era, bastava mandarci un sms e
LA CORSA ALLE POLTRONE «PESANTI» c'risparmiavamo
anche i solidi del volo di Stato»
Renzi sfida l’Europa
e «blinda» la Mogherini
Il pasticcio delle nomine. Ma tutto è rinviato a fine agosto
l ROMA. Matteo Renzi torna a Roma da
Bruxelles con la valigia vuota: quella nomina
di Federica Mogherini a Lady Pesc che pensava
di portare a casa non c'è.
Ma lui si mostra sicuro e non molla la presa:
va avanti per la sua strada. Non apre a nuove
ipotesi, non commenta e non vuole commentare le parole del consigliere della Merkel, Elmar Brok, che da Bruxelles ha detto in chiaro
quello che ha tenuto banco nei corridoi del
vertice: c'era un’ipotesi Enrico Letta al Consiglio Ue, su cui poteva esserci un ampio consenso.
Ieri Palazzo Chigi ha lasciato cadere l’intervista di Brok. Preferendo il low profile ed
evitando di accendere micce. Perchè – è il ragionamento – la partita è lunga e tutta da
giocare. Con un punto fermo: il premier va
avanti sulla sua strada. «Il posto di Lady Pesc
spetta al Pse e la candidatura è italiana», ribadiva Renzi mentre lasciava il Justus Lipsius,
sede del Consiglio Ue, parlando di una «sintesi», di un accordo con Hollande e la Merkel
sul capitolo.
Apparentemente quasi incurante della cronaca di una giornata che certamente non ha
raccontato di una partita vinta per Roma e
anche per il suo ruolo di presidente di turno Ue:
il rinvio del pacchetto nomine, di fatto, inficia
l’attività di parte del semestre, ha fatto notare
ieri Romano Prodi.
Che qualcosa si sia inceppato è indubbio. E
non solo, forse, per quella fronda anti-Mogherini che Renzi continua a ignorare: «Non ho
registrato obiezioni, commenti negativi», tornava a ribadire non dando peso neanche a chi
riferisce che secondo Van Rompuy sul nome
del ministro italiano la maggioranza non c'è.
Ora c'è da capire e scoprire quali giochi si
nascondono dietro quel mancato incastro delle
tessere che doveva essere solo sancito – e a
fronte del quale il premier aveva dato anche il
via libera a Juncker – ma su cui invece l'intesa
era in alto mare: «Ci hanno chiamato qui ma
l’accordo non c'era, bastava mandarci un sms e
risparmiavamo anche i solidi del volo di Stato»,
NULLA DI
FATTO In alto,
il presidente
del consiglio
Matteo Renzi
e la
cancelliera
Angela
Merkel al
vertice di
Bruxelles. A
sinistra, il
ministro degli
esteri
Federica
Mogherini
proposta
dall’Italia per
la carica di
ministro degli
esteri dell’Ue,
perciò «lady
Pesc»
.
si è lamentato.
E tra le letture, forse quelle più malevole,
emergono ipotesi di doppi giochi che potrebbero veder coinvolta anche la cancelleria tedesca. Ipotesi, nulla di più. Forse supportate
anche dalle dichiarazioni di Brok. E se tra le
tesi più benevole c'è quella di chi pensa che
Berlino non si possa mettere contro quell'est
che sembra guidare la fronda anti-Mogherini,
c'è anche chi si spinge – tra gli osservatori - a
riesumare la vecchia «battaglia» sull'altra posta in gioco, quella più alta, che riguarda l’uso
maggiore possibile della flessibilità che Renzi
ha spuntato sulla carta ma tutta da verificare
nei fatti.
La fumata nera per la Mogherini potrebbe
rappresentare anche un segnale al giovane premier, forte di essere il leader del partito che ha
preso più voti in Europa, sconfiggendo l’euroscetticismo. Molte delegazioni hanno parlato di un approccio «rigido», lasciando in-
tendere un atteggiamento intransigente del
premier, fermo sulla sua posizione e non disposto – si dice a Bruxelles – a un compromesso.
Ma c'è anche da dire che per lui non è facile
fidarsi ancora, dando un nome di un commissario italiano (che dovrebbe essere fornito
entro fine mese) senza avere la certezza del
ruolo che andrà a ricoprire. Rischiando, tra
l’altro, nel caso della Mogherini, di dover poi
affrontare un rimpasto di governo senza aver
raggiunto il suo obiettivo, se quel nome fosse
abbinato ad una poltrona diversa da lady Pesc.
Lui va avanti per la sua strada e non mostra
tentennamenti. E se anche gli stesse balenando
un piano B per la mente, non sembra assolutamente intenzionato a svelarlo. Ha 45 giorni
per provare a convincere i partner sulla sua
candidata o studiare un’alternativa.
Marina Perna
IL TEDESCO ELMAR BROK, ESPONETE CDU: PECCATO, IL VOSTRO PREMIER NON L’HA SOSTENUTO»
Il consigliere della Merkel
«Letta aveva possibilità»
l BRUXELLES. «Tutti sapevano da settimane che Letta avrebbe avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto» alla presidenza del Consiglio europeo. «Non so se
Letta ha ancora possibilità, ma le avrebbe
avute. Ma Renzi non lo ha voluto proporre e
non è stato proposto». È il tedesco Elmar
Brok, 68 anni, a raccontare quale sia la visione dalla Germania sul caso Letta. Entrato
al Parlamento europeo nel 1980, membro di
spicco della Cdu, consigliere politico della Cancelliera Angela Merkel,
due settimane fa Brok è
stato riconfermato presidente della Commissione
Esteri
dell’Europarlamento.
L’altro ieri ha partecipato al pre-vertice dei leader Ppe. Parlando del summit rinviato senza
decisioni dice: «Ci sono state molte resistenze contro Federica Mogherini a causa
della mancanza di esperienza, per il suo
atteggiamento verso la Russia e perchè il
programma della presidenza è totalmente
neutrale e acritico verso la Russia». Dal Ppe è
stato riferito che Herman Van Rompuy aveva riportato ai leader Popolari che non c'era
maggioranza qualificata a favore della candidatura italiana. Ed era stato ventilato che
una possibile soluzione di compromesso, per
evitare lo stallo nel processo delle nomine o
la bocciatura della Mogherini, sarebbe potuta essere quella di proporre Enrico Letta,
gradito a tutti compresa la Merkel. «Questo
nome non è stato discusso e non è stato citato
– dice Brok – Ma tutti sapevano da settimane
che Letta avrebbe avuto buone possibilità se
Renzi lo avesse proposto».
Cosa intende con «tutti
sapevanò? Era pubblico.
Non so se avrebbe ancora
buone possibilità. Avrebbe avuto buone possibilità, però Renzi non ha voluto... E non è stato proposto, per qualsiasi ragione. Ma non posso parlare
per la Cancelliera».
Argomentando sulla questione della presunta mancanza di esperienza del ministro
Mogherini, Brok osserva: «E' ministro degli
esteri da così pochi mesi... Dovreste saperlo». E precisa: «Non ho mai detto che la
Germania è contro Mogherini: è una mia
opinione, non posso parlare per la Germania. Ma in Parlamento Juncker ha detto che
LE ALTERNATIVE
«Il Pse non può avere
presidente del Consiglio
e Alto rappresentante»
EX PREMIER
Enrico Letta.
Secondo il
rappresentante
del Cdu, il
suo nome
non è mai
stato
proposto
dall’Italia
vorrebbe avere una personalità di alta esperienza. E alcuni dei paesi dell’est Europa
dicono “abbiamo un problema con lei a causa della sua posizione sulla questione Russia-Ucraina"».
Chi potrebbe essere quella persona di «largo consenso» e con la "vocazione ad unire" da
nominare per il Consiglio di cui ha parlato il
presidente Hollande? Può essere socialista o
deve essere un popolare? «Spero che nelle
prossime quattro settimane i socialisti abbiano tempo per dibatterne tra loro. Ma non
è importante che sia socialista o popolare,
credo che i socialisti non debbano avere entrambe le posizioni di Presidente del Consiglio e Alto Rappresentante».
Marco Galdi
Ma per «Lady Pesc»
una partita difficile
Candidata italiana sulla graticola
l BRUXELLES. Mentre la tragedia del Boeing
della Malaysian abbattuto in Ucraina alza l’allarme
per le guerre alle porte dell’Europa, il flop del
vertice per le nomine europee mette a rischio il
rispetto dei tempi per la costruzione del nuovo
governo europeo. Lo stallo tra i 28 sulla candidatura
italiana di Federica Mogherini per la poltrona di
ministro degli esteri europeo, il replay del tentativo
di accordo sull'intera squadra del nuovo eurogoverno rinviato al nuovo summit convocato per il 30
agosto: saranno sei settimane difficili le prossime
per Jean Claude Juncker, ma anche per l'Italia.
I socialisti per bocca del capogruppo Gianni Pittella hanno ribadito che per loro c'è solo una candidatura per i top jobs: appunto Federica Mogherini. Intanto dalla Francia si viene a sapere che la
candidatura ufficiale di Moscovici per la poltrona
di Commissario per l’economia dovrebbe essere
ufficializzata a breve. Ma resta il problema di trovare una figura di consenso e con la capacità di
«unire» – così come è stata descritta dal presidente
Hollande – per il posto di presidente del Consiglio.
Non sembra che a Roma ci siano piani B e si
continua a puntare su Federica Mogherini, che è,
era e resta la candidata ufficiale del Pse.
Nella notte di Bruxelles, constatata l’impossibilità di trovare un accordo sul suo nome, il presidente del Consiglio uscente – e negoziatore in
prima battuta per conto dei governi - Herman Van
Rompuy ha definito «spiacevole ma assolutamente
non drammatica» la battuta d’arresto. Ma il nuovo
presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, subito dopo l’elezione di martedì scorso
spiegava di puntare a comporre la squadra entro la
fine di luglio o i primi di agosto. A questo punto iI
peso degli eurocritici si farà sentire.
Marco Galdi
TRIBUNALE DI FOGGIA
Volontaria Giurisdizione
Richiesta di dichiarazione di morte presunta
Il Tribunale di Foggia, con provvedimento n. 869/2014
V.G. del 19.05.2014, ordina le pubblicazioni per la richiesta di morte presunta di Montani Pasquale Luciano,
nato a Monte S. Angelo (Fg) il 22.08.1964 e scomparso
dal 23.12.2001 dal suo ultimo domicilio sito in Macchia, frazione di Monte Sant’Angelo, in località Gravaglione, con l’invito a chiunque ne abbia notizie di farle
pervenire al Tribunale di Foggia entro sei mesi dall’ultima pubblicazione.
sig.ra Giuseppina Montani
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BARI: 080/5485111
BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500
LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982
POTENZA: 0971/418536
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Venerdì 18 luglio 2014
IL FANTASMA TASSE
OPPOSIZIONE SCETTICA
Per il capogruppo di Forza Italia Brunetta
stata «una relazione esoterica e
PARLA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA èomissiva
e ci attende un autunno tragico»
IL MINISTRO MADIA
«Non ci sarà manovra
e 80 euro permanenti»
Padoan alla Camera: la crescita arriverà attraverso le riforme
l ROMA. «Semplicemente»
nessuna manovra in arrivo.
Certo, la ripresa tarda ad
arrivare e il governo avrà
«margini più stretti» per agire, ma questo non vuol dire
che ci sarà bisogno di una
correzione dei conti in corso
d’anno. A ribadirlo è Pier
Carlo Padoan, dopo che la
settimana scorsa lo stesso
premier Matteo Renzi aveva
escluso una manovra bis.
E,
anzi,
il
ministro
dell’Economia assicura in
Aula alla Camera che con la
legge di stabilità gli 80 euro
del bonus Irpef diventeranno
«permanenti» così come promesso. E sottolinea che «non
ci sono scorciatoie» per la
crescita che va perseguita
con le riforme che faranno
fare al Paese «il salto di qualità di cui ha bisogno». E i
pilastri che l’Italia indicherà
anche in Europa sono tre:
«Più apertura di mercato, riforme strutturali, più investimenti per lo sviluppo».
Il chiarimento sulla manovra arriva con un tweet
che Padoan scrive di suo pugno (firmato PCP) dopo che il
«no comment» rilasciato ai
cronisti al termine dell’informativa sugli esiti dell’Ecofin aveva scatenato le perplessità della politica. «Ma si chiede il ministro - “no
comment” non significa soltanto “non ho nulla da aggiungere”? Non c'è nessuna
"manovra" in arrivo, semplicemente», twitta infine Padoan. Una risposta che per il
capogruppo di Fi Renato Brunetta, «è una toppa peggio del
buco». Peraltro per Brunetta
l’intera relazione del ministro è stata «esoterica e omissiva» perché per evitare una
manovra servirebbe «un miracolo» e in realtà «ci attende
un autunno tragico».
Che qualche preoccupazione ci sia, per il «ritardo nel
ritorno a una crescita so-
Gli 80 euro in busta paga
risposta definitiva della Ue.
Bruxelles, ricorda il ministro, ha comunque riconosciuto «il preciso e serrato
cronoprogramma con cui il
governo ha definito la sua
strategia». Programma che
da maggio
intero
in parte è già stato dispiegato
a dicembre
anno
Beneficiari
e i cui progressi saranno
«dettagliati» con l’aggior nacontribuenti
mento del Def di settembre.
con reddito
Già avviate le riforme del
da 8.000
960
lavoro, della giustizia e della
640
a 24.000 euro
euro
euro
pubblica amministrazione,
(sono esclusi
senza contare che «l'impatto
gli incapienti)
economico delle riforme isticosto previsto
costo previsto
tuzionali è estremamente ri(coperture)
(coperture)
levante e purtroppo spesso
sottovalutato». E poi si sta
procedendo spediti con l’attuazione della delega fiscale,
da 24.000
così come chiesto dall’Euro6,9
14
a 26.000 euro
pa, e dopo i primi due decreti
miliardi
miliardi
il bonus decresce
(730 precompilato e catasto)
di euro
di euro
fino ad azzerarsi
«a breve saranno presentati
ANSA
quelli sull'abuso del diritto, il
riordino dell’imstenuta» è indubbio. Ma inposizione
sul
tanto bisogna attendere che
reddito d’impresiano confermati, e il primo
sa e la revisione
appuntamento sarà il 6 agodelle detrazioni e
sto, quando l’Istat certifichedelle deduzioni
rà l’andamento del Pil del
fiscali in chiave
secondo trimestre, stimato al
di revisione della
momento al ribasso rispetto
spesa». Capitolo,
alle attese con una forchetta
quest’ultimo, detra -0,1% e +0,4%.
licatissimo e rinE poi c'è il percorso di
viato più volte
riforme che il governo ha
dai
precedenti
avviato e che Padoan ha digoverni. Perché
feso in Parlamento ricordanse è vero che
do che le previsioni di pril’elenco delle tax
mavera della Commissione
expenditures stieuropea si fanno «a politiche
lato a suo tempo
invariate» e che nelle rac- RASSICURA Il ministro Pier Carlo Padoan
dalla commissiocomandazioni i commissari
ne presieduta da
uscenti non hanno conside- incerto» delineano uno sce- Vieri Ceriani aveva indivirato né le misure di con- nario «in linea con i requisiti duato oltre 720 voci che valsolidamento introdotte con la di riduzione del debito e un gono oltre 250 miliardi, molte
legge di stabilità per il 2014 sentiero compatibile con i sono intoccabili, come le denè «le minori spese piani- parametri europei».
trazioni da lavoro dipendente
ficate» dall’attuale governo e
Il ministro ribadisce anche o per i carichi familiari. La
neppure i «maggiori introiti, che il governo si è impegnato scelta di cosa «depennare» è
come quelli attesi dalle pri- «a garantire la piena con- tutta politica e probabilmenvatizzazioni».
vergenza verso l’obiettivo di te avrà bisogno ancora di
Gli impegni, insomma, an- medio periodo nel 2016», an- tutto agosto per essere «meche se «siamo in un contesto che se su questo rinvio di un ditata».
Silvia Gasparetto
di crescita ancora debole e anno ancora si attende una
2014
2015
ATTENZIONE PER LE MAMME Il ministro Marianna Madia
«Dipendenti pubblici
ci sarà la mobilità
ma tutela alle mamme»
l ROMA. «L'impianto» della mobilità obbligatoria, entro i 50
chilometri, «resta» confermato nelle sue fondamenta. A chiarirlo è il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna
Madia, che sta seguendo da vicino i lavori sul dl Pa alla
Camera. Il decreto legge, su cui pendono circa 1.500 emendamenti, è infatti al vaglio della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Su alcune delle proposte di
modifica il ministro però non chiude, anzi, spiega «che
saranno tante» e «in positivo».
Alcuni spiragli si potrebbero aprire anche per la stessa
mobilità: Madia ha sottolineato che potranno essere presi in
considerazione degli aggiustamenti, in modo da rendere meno
gravoso il trasferimento per i dipendenti che usufruiscono
della legge 104, o per le lavoratici con bambini piccoli. Per
entrare nel vivo della revisione bisognerà aspettare la prossima settimana, quando arriverà anche un pacchetto di emendamenti a firma del Governo. Per ora la commissione ha votato
gli emendamenti relativi agli articoli più «pacifici», con alcune
correzioni tecniche riguardanti il processo telematico.
D’altra parte c'è ancora tempo, visto che è di fatto slittato, per
la seconda volta, l’approdo del provvedimento in Aula, impegnata su altri fronti. Il presidente della commissione Affari
Costituzionali, Francesco Paolo Sisto (Fi), adesso punta a
completare il lavoro per martedì o mercoledì, in modo che tutto
sia pronto per portare il testo nell’emiciclo di Montecitorio
giovedì e così completare il primo passaggio.
Diversi sono i punti caldi del decreto, dall’abolizione del
trattenimento in servizio al dimezzamento dell’importo dovuto dalle imprese alle Camere di Commercio, fino ad arrivare
alla mobilità, nodo quest’ultimo su cui il ministro ha mostrato
delle aperture.
Di certo sulla questione non mancano emendamenti e la
stessa Madia ha citato due casi. Uno fa riferimento alle
proposte avanzate da Scelta Civica per l’Italia a favore delle
madri con figli sotto i tre anni: prima di procedere al trasferimento l’amministrazione dovrebbe chiedere il loro consenso e male che va dovrebbe riconoscergli un voucher per
l'acquisto dei servizi di baby-sitting. L’altra situazione menzionata dal ministro si ritrova invece in un emendamento
siglato da deputati dei Movimento Cinque Stelle, che fa salvi i
genitori con figli disabili.
La riforma della P.a. però non finisce con il dl, c'è anche il ddl
delega, che dovrebbe a breve essere presentato in uno dei due
rami del Parlamento.
Marianna Berti
RASSEGNASTAMPA
Venerdì 18 luglio 2014
13
ECONOMIA&FINANZA
IL TEMPO STRINGE IL 25 È FISSATA L’ASSEMBLEA DELLA COMPAGNIA. TRA I NODI C’È IL NUOVO IMPEGNO DI POSTE, CHE «FRENA»
Alitalia, sindacati spaccati
anche sul contratto di settore
Dopo l’intesa esuberi firmata senza la Cgil, arriva il «no» di Uil e Ugl
l ROMA. Arriva un altro tassello per l’operazione
Alitalia-Etihad. Ma senza l’accordo unitario. Dopo
l’intesa sugli esuberi firmata senza la Cgil, i sindacati si sono nuovamente spaccati su contratto di
settore e risparmi con il no di Uil e Ugl che parlano di
dubbi sulla legittimità. Ma l’ad di Alitalia Gabriele
Del Torchio è fiducioso: «Sono convinto che nei
prossimi giorni questa situazione con senso di responsabilità verrà risolta perché sui due temi c’è
unità di visione».
La decisione dei sindacati è arrivata ieri sera dopo
una notte di trattative al termine della quale i testi
dei due accordi erano pronti per la firma. Restava
però da sciogliere il nodo della rappresentatività:
tanto che ieri in mattinata è partita la convocazione
del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per un ultimo
tentativo di mediazione che però si è risolto in un
nulla di fatto, dal momento che la Uil è rimasta sulla
propria posizione così sintetizzata dal numero uno
del sindacato: «Allo stato attuale non è stata trovata
un’intesa, secondo noi il testo del contratto viola
molti diritti e con questo testo non firmiamo».
Promessa poi mantenuta all’appuntamento del 17,
quando i segretari generali di categoria si sono
recati al ministero per firmare: contratto di settore e
accordo sui 31 milioni di risparmi per i prossimi 5
LA FONTE UNA RIVISTA TEDESCA
«VW compra Fiat»
i rumors fanno volare
il Lingotto in Borsa
Poi arriva la smentita
l TORINO. Del «sogno» di Volkswagen di comprare l’Alfa Romeo si è parlato tante volte, ma le
voci di interesse della casa tedesca
per l’acquisizione di quote totali o
parziali di Fiat Chrysler Automobiles sono una novità assoluta. Arrivano dal periodico tedesco Manager Magazin, secondo il quale ci
sarebbero trattative fra Ferdinand Piech, principale azionista
di Volkswagen e le famiglie Elkann e Agnelli. «Non si è tenuta
alcuna discussione in merito a
una fusione di Fiat con Volkswagen», smentiscono sia il Lingotto
sia Exor, la società della famiglia
Agnelli che detiene la percentuale
di maggioranza delle azioni Fiat.
«Nell’agenda di Volkswagen non
ci sono al momento progetti di
fusione o acquisizione», dichiara
la casa di Wolfsburg.
Il titolo del Lingotto vola in Borsa quando si diffondono le voci con
rialzi fino al 5%, ma l’entusiasmo
si affievolisce dopo le smentite: la
chiusura è comunque in controtendenza rispetto al listino in aumento dell’1,38% a 7,7 euro. Piatta
Exor: -0,2% a 29,6 euro.
Il periodico tedesco, che cita
fonti interne Volkswagen, sostiene che il gruppo Fiat Chrysler Automobiles punterebbe a concentrarsi sul marchio Ferrari, ritirandosi quasi completamente
dall’impegno nel settore dell’auto.
La società tedesca sarebbe invece
soprattutto interessata al marchio
Chrysler, una mossa che rientrerebbe nella strategia di rilancio
negli Stati Uniti, confermata nei
giorni scorsi dai vertici del gruppo, sfruttando la rete di distribuzione e il successo dei modelli
Chrysler sul mercato statunitense.
mesi sono stati sottoscritti solo da Filt-Cgil e Fit-Cisl,
mentre Uil-Trasporti e Ugl-Trasporti hanno lasciato
il tavolo senza firmare. «Ci sono seri problemi di
legittimità su quello che stanno firmando - ha detto
in serata il numero uno dei trasporti Uil, Claudio
Tarlazzi - non mi pare ci sia il 50% più uno. Noi
proporremo il referendum».
Per la Uil questo accordo non era tra le condizioni
DEL TORCHIO È FIDUCIOSO
L’ad: «Sono convinto che nei prossimi
giorni questa situazione con senso di
responsabilità verrà risolta»
di Etihad, condizione che è invece stata confermata
da alcune fonti vicine al dossier. A sorpresa, però, al
no della Uil si è aggiunto anche quello dell’Ugl, anche
se con una motivazione diversa. Più che il contratto,
quel che non va è la mancanza di unità sindacale,
hanno lamentato i rappresentati del sindacato autonomo. «Noi siamo stati pronti ad una mediazione
sul punto che divide i sindacati, ma qualcuno non ha
voluto la mediazione e ha spaccato il tavolo», dice
GLI ACCORDI Saranno sottoposti al referendum dei lavoratori
Gildo Rossi che su un tema così oneroso si attendeva la condivisione di tutti.
I sindacati che hanno firmato hanno difeso la loro
scelta di coerenza, ma hanno anche lamentato le
«beghe» tra sindacati. Nessuno può avere potere di
veto, ha detto il segretario Cisl, Raffaele Bonanni:
«Ha deciso la maggioranza, perché ci possono essere
pareri discordanti ma è importante avere una base
di maggioranza che garantisce l’accordo ed il contratto nazionale». La Cgil, che ha firmato, ha comunque ricordato il suo dissenso sull’accordo degli
esuberi, che l’ha vista all’opposizione. «Trovo grave ha detto il leader Susanna Camusso - che l’azienda
si sia presa la responsabilità di decidere che ci sono
dei licenziamenti, anziché lavorare per la Cig e i
ricollocamenti».
Adesso gli accordi saranno comunque sottoposti
al referendum dei lavoratori. Il tempo però stringe
perché il 25 è fissata l’assemblea di Alitalia. Tra i
nodi rimane anche quello del nuovo impegno finanziario che vede le Poste in posizione di frenata.
«Su questo stiamo aspettando notizie», ha detto l’ad
di Alitalia, Gabriele Del Torchio che in ieri mattinata non aveva usato toni allegri. «Alitalia sta
morendo - aveva detto uscendo dal ministero dei
Trasporti - Mentre a Roma si discute, Sagunto veniva espugnata».
I PILOTI Lamentano danni di rappresentatività
INDAGINE A GENOVA LE ACCUSE, A VARIO TITOLO, VANNO DAL RICICLAGGIO ALL’EVASIONE FISCALE, FINO AL FAVOREGGIAMENTO
IL DOSSIER ONDS I DATI DEL 2013
Nei guai il vertice della controllata «Centro Fiduciario Spa»
«Emergenza poveri
nelle stazioni
di tutta Italia
A Bari 1.035 utenti»
Carige, nuovi arresti
l GENOVA. Una «scatola» per convogliare
un flusso di denaro di provenienza illecita
verso i paradisi fiscali o comunque un rassicurante conto svizzero. A questo serviva
secondo gli inquirenti genovesi il Centro
fiduciario Spa, controllata di Banca Carige,
un grande «crocevia» della gestione di pratiche finanziarie affatto trasparenti operate
su capitali che non avrebbero sempre avuto
origini lecite. Operazioni che quando arrivarono gli ispettori di Bankitalia, vennero
manipolate e nascoste loro.
Tutto questo ha portato all’emissione di
cinque ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del tribunale di Genova Adriana Petri su richiesta dei pubblici ministeri
Nicola Piacente e Silvio Franz, gli stessi
le altre notizie
magistrati che avevano ottenuto qualche mese fa le custodie cautelari dell’ex padre padrone di Banca Carige Giovanni Berneschi, di sua nuora Francesca Amisano e di
altre quattro persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e riciclaggio.
Berneschi e Amisano (per loro i «domiciliari» come per la precedente inchiesta)
sono finiti anche in questa tranche dell’inchiesta assieme al direttore generale del
Centro fiduciario Antonio Cipollina (lo
stesso al quale telefonò la moglie di Berneschi su suggerimento del marito mentre si
trovava ai domiciliari), il vicedirettore del
centro Gian Marco Grosso, il procuratore
finanziario Marcello Senarega. Per loro a
vario titolo sono scattate le accuse di ri-
ciclaggio, evasione fiscale per il solo Berneschi, favoreggiamento per il solo Senarega. Per loro la misura cautelare è in carcere.
Nell’inchiesta con l’accusa di riciclaggio è
indagata anche la moglie di Berneschi, Umberta Rotondo. Secondo quanto appreso, tra
le operazioni che vennero nascoste agli ispettori di Bankitalia ci sarebbero quelle relative
ai rapporti fiduciari accesi a nome di Berneschi e della sua famiglia in cui sono confluiti gli oltre 13 milioni di euro «passati» su
conti in Svizzera, e riferibili all’ex presidente
di Carige in aperta violazione delle norme
fiscali. Capitali non scudati, fatti poi rientrare in Italia dopo un cambio di riferimento
da Berneschi alla moglie Umberta Rotondo.
le altre notizie
TELEFONIA
FINANZA
A CASA MEZZO ORGANICO NOKIA
PROPORRÀ IL VICE PRESIDENTE
n NEW YORK - Microsoft taglia
18.000 posti lavoro, il 14% della
sua forza complessiva, in quella che è la più drastica cura dimagrante della sua storia.
Obiettivo cambiare cultura e
diventare più agile in linea con
la nuova filosofia dell’amministratore delegato, Satya Nadella, che vuole Microsoft più
orientata in avanti al mobile e
al cloud. I tagli riguarderanno
soprattutto Nokia, dove saranno eliminati 12.500 posti, la metà dei dipendenti Nokia assorbiti da Microsoft. La riduzione,
superiore alle attese, avverrà
in un anno e costerà a Microsoft 1,1-1,6 miliardi di dollari.
n MILANO - Vincent Bollorè sale
ancora in Mediobanca, raggiunge il 7%, e al prossimo rinnovo del Cda in ottobre si appresta a proporre uno dei due
vice presidenti. Il patto di sindacato che governa la banca ha
modificato ieri l’accordo come
da attese, sfoltendo le regole del
sindacato e abolendone la suddivisione in tre gruppi (banche, soci industriali ed esteri).
Scomparsi i gruppi, i candidati
designati nella lista verranno
decisi seguendo lo statuto della
banca e «accogliendo in linea di
principio le indicazioni dei partecipanti su base proporzionale» alle rispettive quote.
Microsoft taglia
18.000 posti lavoro
Bolloré sale al 7%
in Mediobanca
l ROMA. È emergenza poveri
ed emarginati nelle stazioni italiane, spesso uno dei pochi punti
di riferimento per i senza fissa
dimora nelle città. Fanno preoccupare, infatti, i dati del rapporto
annuale dell’Onds, l’Osservatorio
Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane promosso dalle Ferrovie dello Stato
italiane e dall’Anci, giunto alla
decima edizione e presentato ieri:
nel 2013 sono stati 215mila gli interventi di assistenza effettuati
dagli Help center dislocati nelle
stazioni italiane, a beneficio di
25mila persone emarginate. Di
queste, ben la metà rappresentano
«nuovi utenti», soggetti cioè che
proprio nel corso del 2013 si sono
rivolti per la prima volta a uno dei
14 sportelli/antenna della rete di
solidarietà cittadina concessi in
comodato d’uso gratuito (per un
totale di 18mila metri quadri e un
valore immobiliare di più di 120
milioni di euro) dalle ferrovie dello Stato italiane e finanziati dagli
enti locali e dal Terzo settore.
Complessivamente il 70% degli
utenti è rappresentato da stranieri anche se, si fa sapere, la percentuale degli italiani sta progressivamente aumentando. Significativo poi anche il dato secondo
cui le porte degli help center si
aprono in media 725 volte al giorno, accogliendo 6 persone primi
utenti ogni ora.
Alla stazione Termini di Roma
si è concentrato il picco delle richieste di aiuto, quasi 37mila. A
Bari sono stati 10.890 gli accessi e
1.035 gli utenti, dei quali 903 uomini, 87 donne e 33 transgender;
anche in questo caso gli stranieri,
695, superano del doppio i 330 italiani.
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 17
Venerdì 18 luglio 2014
PATRUNO
Cercansi paradisi dietro ai «no»
>> CONTINUA DALLA PRIMA
A
l presidente del Consiglio hanno sùbito risposto i “comitatini” pugliesi: siamo migliaia
di persone, altro che. E molte di
loro ti hanno anche votato. Insomma:
Matteo, ascolta i cittadini. Puglia in prima
linea nei “no”. Ora “no” al gasdotto che
porterebbe il gas dall’Azerbaigian. E alle
trivellazioni per cercare il petrolio in
Adriatico. E al progetto di ampliamento
dell’Eni a Taranto. No Tap, no Triv, no
Tempa Rossa. Ma prima, “no” al rigassificatore di Brindisi. E “no” anche di
altro genere: dalla superstrada Maglie-Leuca, al porto turistico di Otranto, a
Marisabella nel porto di Bari. Dodici “no”
principali in tutta la Puglia.
Materia incandescente, e minacce, come sa chi ne scrive. Frutto di un ambientalismo che divide il mondo in buoni
e cattivi. Che il Sud sia stato devastato da
scelte fatte in passato sulla sua pelle, non
ci sono dubbi. Basta vedere l’Ilva di
Taranto. E basta vedere la Terra dei
fuochi in Campania, il grande immondezzaio in cui la signora Italia industriale
del Nord ha sepolto tutti i suoi veleni con
la complicità della camorra e la disattenzione dello Stato. Ferite aperte, che
fanno capire la rabbia e la paura di
ricaderci.
Ma c’è pure frustrazione ed esasperazione di fronte ai 127mila posti di lavoro
persi in Puglia negli ultimi tre anni, ai
giovani che emigrano, al miliardo di
investimenti per la Tap e alle migliaia di
nuovi posti cui si potrebbe rinunciare
(dopo gli 800 milioni volatilizzati a Brindisi). Anche per aver capito cosa significa
un’Ilva spenta, Taranto è spaccata in due.
E anche per averlo capito, i Vendola sono
sotto processo. Vendola che pure è capo di
un partito che ha l’Ecologia nel nome.
Sotto processo è la convinzione che sia
folle rinunciare all’industria, il grande
nemico di un’ideologia senza “se” e senza
“ma”.
Ma non è la stessa cosa in tutto il Sud. Il
sindaco di Taranto dice “no” al progetto
Eni di due nuovi grandi serbatoi nel porto
per stoccare una quantità maggiore di
petrolio della Basilicata: investimento 300
milioni, lavoro, aumento dell’esportazione
(e il recupero di una quantità di greggio
quasi pari a quello fino a poco fa assicurato dalla Libia in fiamme). Ma in
Sicilia il governatore Crocetta ha dichiarato immediatamente guerra al progetto
dello stesso Eni di chiudere la raffineria di
Gela: la difenderò sino alla fine “a costo di
apparire come l’ultimo giapponese del
secondo conflitto mondiale”. Soprattutto
perché sono in gioco migliaia di posti. E
con lui sono gli stessi lavoratori che non si
fanno alcuno scrupolo ambientale.
In Puglia è in attesa da sei anni anche il
progetto tedesco di pale eoliche in mare:
“sì” dei ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente, “no” del ministero dei Beni culturali. A parte la riffa dei ministeri che si
devono pronunciare, può un progetto
aspettare tanto? E non si dovrebbe una
volta per tutte capire cosa voglia dire “al
largo”, anche perché qui si parla di Gargano? E più che “no” e “sì”, non si
potrebbe dire che c’è un problema, quindi
affrontiamolo? E poi farsi ricompensare,
foss’anche con meno tasse?
Ci sono i Paesi del “sì” e i Paesi del “no”.
Quelli che di fronte a una proposta dicono
parliamone, quelli che dicono non se ne
parla nemmeno. I Paesi positivi, i Paesi
negativi. Perciò i “no” dei tacciati “comitatini” sono tanto più decisi quanto
indecisi sono i loro “sì” alternativi. Piacerebbe a tutti che a Taranto non ci fosse
più l’Ilva. Ma non si capisce se il buco nero
sarebbe riempito da un paradiso terrestre
o da un’altra Bagnoli che da decenni non
solo è chiusa e arrugginita, ma neanche
bonificata. Ed è vero che la Puglia ha già
dato con l’energia (compresa quella pulita), ma è anche vero che al momento non
ci sono alternative alla porta.
Molesto, questo realismo. Non riscalda
le piazze né le teste. Piace a tutti l’Italia
vista come la vede il turista globale, un
borgo con la piazza e i bar. La foto del Sud.
E piace a tutti ascoltare il fotografo-blogger americano Scott Schuman dire che in
Puglia ha trovato l’eleganza, dire che è
nella gentilezza dei gesti antichi». Piace a
tutti ma purtroppo non basta. Cercasi
comitato del “no” che ci ragioni su. E
comitato del “sì” che si faccia vivo.
Lino Patruno
SERGIO LORUSSO
Non basta un selfie per l’Europa
E
così Matteo Renzi ha incassato la sua prima sconfitta, consumatasi in Europa: perché di sconfitta si
tratta, pur se rimediabile. Il rinvio a data da
destinarsi (probabilmente alla fine d’agosto) della
nomina dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la
politica di sicurezza costituisce infatti uno stop improvviso e
imprevisto alla sua marcia trionfale; un segno, al contempo,
dello scarso peso e della limitata considerazione di cui gode il
nostro Paese nell’Unione europea, nonostante il nuovo corso
renziano inaugurato a colpi di selfie un paio di settimane fa.
Se l’Europa, nel discorso pronunciato dal Premier lo scorso 2
luglio (con a fianco Federica Mogherini), si presenta con il
volto della stanchezza e in alcuni casi della rassegnazione, o
ancora per usare un’espressione sintetica con quello della
noia, bisogna dire che l’Italia in quell’autoscatto appare
tristemente relegata sullo sfondo, sfocata ed ignorata da
tutti.
Se si considera che la nomina dell’Alto Rappresentante
avviene da parte del Consiglio europeo (l’insieme dei capi di
Stato o di governo dei Paesi membri dell’UE coordinato dal
suo Presidente) di concerto con il Presidente della Commissione europea (l’esecutivo dell’UE), su indicazione univoca dello Stato membro cui si ritiene di attribuire l’incarico,
lo smacco non è da poco. Tanto che un Renzi insolitamente
dimesso – e visibilmente contrariato – adesso «chiede solo
rispetto» all’Europa, pur senza perdere il gusto della battuta
(«Ci hanno fatto venire qui per un accordo che poi non c’era
[…] bastava un sms e risparmiavamo anche i costi dei voli di
Stato»).
Il nostro Premier ha mostrato scarsa dimestichezza con le
logiche assai contorte che guidano i centri del potere europeo;
e, soprattutto, ha pensato che bastasse presentarsi al Vecchio
Continente, forte dell’enorme consenso ricevuto alle Europee,
con spirito guascone per sovvertire equilibri consolidati e
rapporti di forza duraturi, per cambiare l’Europa così come
ha promesso di cambiare l’Italia. È accaduto, invece, che la
candidatura della Mogherini ha suscitato perplessità in molti
Paesi, che l’hanno bollata come inesperta e faziosa, additandola di essere filorussa: una delegittimazione sul piano
personale, tanto più grave se si considera che si tratta del
Ministro degli Esteri in carica dello Stato proponente.
Probabilmente ci sono precise strategie dietro l’atteggiamento di alcuni Stati dell’ex blocco sovietico, ma anche
della Svezia, della Danimarca, dell’Ungheria, della Gran
Bretagna e dell’Irlanda (gli ultimi due pongono l’accento sulla
poca esperienza della candidata per un ruolo così importante), o forse il nostro Governo non ha fatto la scelta
giusta quando ha deciso di puntare su tale incarico. Eppure
l’investitura della Mogherini era stata data per certa da (forse
troppo avventate) dichiarazioni del Premier che sembravano
anticipare una decisione ormai scontata da parte dell’organismo europeo.
Ed è proprio su uno dei requisiti indicati come caratterizzanti della candidatura dal Premier – un politico
giovane e donna – che l’iniziativa italiana si è arenata. Poiché
la politica per slogan e immagini fatta propria da Renzi in
perfetto stile post-berlusconiano non si addice alla vecchia
Europa. Vecchia sì, ma emancipata dalle ideologie vecchie e
nuove a differenza dell’Italia, sempre pronta a sostituire
quelle obsolete con altre “usa e getta”: come quella del
“giovane è bello”, figlia (illegittima?) della rottamazione.
Anche a costo di tirarci addosso commenti come quello
impietoso dell’editorialista del Wall Street Journal Sohrab
Ahmari, secondo il quale la Mogherini «ha frequentato le
scuole giuste, ha seguito i corsi di laurea giusti, ha fatto gli
stage giusti, è stata membro dei giusti gruppi socialisti
giovanili, tuttavia non c’è niente nel suo curriculum che possa
essere letto come una prova di leadership»; rilevando poi
ironicamente che «l’amore per i viaggi calorosamente espresso da Mogherini è un segnale di apertura, una qualità utile
per un diplomatico. Tuttavia, la politica estera europea di oggi
richiede, oltre che apertura, una leadership salda».
Non basta un selfie per conquistare l’Europa. E le tecniche
di comunicazione usate con successo dal nostro Presidente del
Consiglio in un Paese facile a improvvise infatuazioni e ad
altrettanto repentine retromarce, vanno evidentemente rimodulate nel confronto internazionale, privilegiando la sostanza rispetto alla forma, i contenuti rispetto alla retorica.
SE PER L’ACQUEDOTTO
AVESSIMO FATTO COME
PER LA TAP, POVERI NOI...
di FABIANO AMATI
S
e per l’Acquedotto avessimo ragionato come per la
Tap, saremmo ancora assetati e nel colera. La maggior parte dei "no" per la Tap, come per la maggior
parte delle opere pubbliche italiane, si fondano sulla necessità di conservare l'ambiente e il paesaggio esistenti. Anche a dispetto dei pareri tecnici, soprattutto quando divergono dal "no". Conservare l'ambiente e il paesaggio
esistente è però una suggestione. Ben divulgata, ma pur
sempre una suggestione. L'ambiente e il paesaggio attualmente visibili ci sono stati tramandati dopo abbondanti
trasformazioni e "devastazioni". Ciò che ammiriamo, provando incanto, è generalmente frutto di precedenti interventi umani, compiuti per migliorare le condizioni di vita
dell’uomo e anche mutando l'equilibrio naturale. Un bosco,
una foresta, un paesaggio agreste o un arenile dorato, sono
il frutto di una selezione "genetica" - si faccia passare l'espressione - compiuta dall'uomo. Cioè un continuo distinguere, modificare, sdradicare e distruggere per ammansire
il creato, vivere meglio e soprattutto per non morire troppo
presto.
Il caso dell'Acquedotto pugliese è emblematico. Andare
oggi a piedi, di corsa o in bicicletta sul canale principale
dell’acquedotto, ci fa molto ambientalisti e salutisti. Ed è un
bene. C'è addirittura chi ne chiede la tutela e la conservazione come se fosse un prodotto della creazione, magari
plasmato nell'ultima ora del sesto giorno. Ma i fatti non
andarono precisamente così. Ogni secolo ha i suoi bisogni
da appagare. Ieri come oggi. La costruzione del canale servì
ad appagare quello dell’acqua. Quando finalmente la politica stanziò i soldi e i tecnici pensarono di possedere gli
strumenti tecnologici per sfidare la natura, si decise che
era giunta l'ora. Eravamo alla fine del lontano ‘800.
FIUME -A Caposele sorgeva un fiume, il Sele, che sfociava
nel mar Tirreno. Ai piedi delle sue sorgenti c'era un piccolo
lago. Lì si bagnavano in tanti per ritrovare la salute; per
questo le sorgenti furono dedicate a Santa Maria della Sanità. Oggi diremmo, senza sbagliare, che a Caposele si era
sviluppata una "paleo" versione del turismo religioso e grazie all'abbondanza d’acqua il paese era produttivamente
molto avanzato, costellato di numerosi mulini e tintorie.
Per dissetare la Puglia, il sistema idrogeologico e ambientale di Caposele fu radicalmente trasformato e così il “polo”
produttivo chiuse i battenti e il turismo religioso sfiorì.
Pure il Tempio, dedicato alla Vergine, non fu risparmiato
dall’anastilosi. Lo smontarono e ricostruirono a qualche
centinaia di metri, lasciando a ricordo nel luogo originario
solo il vecchio campanile. L'acqua del Sele cambiò strada,
non più verso il Tirreno ma verso l'Adriatico, incamiciata
in un canale di duecentoquaranta chilometri, tra perforazioni di monti (gallerie) e scavi in trincea, costruzione di
immensi ponti-canale e mastodontici serbatoi di diramazione. Quando ai primi duecentoquaranta chilometri si aggiunsero gli altri centocinquanta del sifone leccese, si celebrò la memorabile impresa costruendo un monumento
sull’ultimo lembo del capo di Leuca, modificando l’aspetto
di uno splendido dirupo. Quando dal basso guardo la corona dello strapiombo, immaginando com’era prima
dell’acquedotto e del monumento celebrativo, può sembrare
il trampolino di Leandro per raggiungere la sua amata Ero
a Sesto. Si resta senza fiato nel guardare la bellezza della
nostra immensa Opera idraulica. E finanche il suo monumento-scalinata di Santa Maria di Leuca. La costruzione
dell’Acquedotto pugliese modificò profondamente ambiente, paesaggio e economia, aiutandoci a superare una
pre-esistenza di privazioni, impossibili da curare con il rimedio delle cisterne di raccolta delle acque piovane. A pensarci bene, il rimedio delle cisterne per evitare la costruzione dell’acquedotto è molto somigliante a quello del pannello solare sul tetto per appagare le notevoli esigenze energetiche della modernità. L'ambiente e il paesaggio che oggi
ammiriamo con la rifrangenza del più grande acquedotto
del mondo, non ha quasi niente di naturale. E ciò vale
sempre e per quasi ogni lembo della Terra. Il nostro compito è solo stabilire, ora come allora, se un'opera serve
all'uomo e ai suoi bisogni, e qual è il luogo, o il percorso,
dove il suo insediamento porterà minori modificazioni e
rischi. E tutta qui la questione, per la Tap e per ogni altra
opera ingegneristica.
Se non siamo diventati nemici dell'uomo e delle sue esigenze vecchie e nuove, non è concepibile l’immodificabilità
per “ideologia” dell’ambiente e del paesaggio, giunti peraltro a noi già ampiamente modificati. La nostra “vecchia” sete e il colera sono in grado di raccontare al meglio
questo dato di fatto.
Un passaggio da Caposele sarebbe consigliabile. Per apprezzare la memoria di una città che subì e accettò una
trasfigurazione per dissetare i pugliesi.
RASSEGNASTAMPA
2
venerdì 18 luglio 2014
STRAGE DI GUERRA
Cade Boeing malese
«È stato abbattuto»
L’aereo con 280 passeggeri a bordo e 15
dell’equipaggio colpito nelle regioni filorusse
dell’Est Ucraina ● Accuse tra Kiev e Mosca
● I ribelli: «Noi non abbiamo armi così potenti»
●
RACHELE GONNELLI
ROMA
La coda di fumo nero indica la zona
dell’impatto del Boing 777 della compagnia aerea malese abbattuto ieri mentre
transitava tranquillo nei cieli più pericolosi e contesi d’Europa, la zona del confine «morbido» e frastagliato che separa le
Repubbliche separatiste ribelli a Kiev e il
territorio ucraino. I 280 passeggeri e i 15
membri di equipaggio del volo MH17 della Malaysia Airlines era appena partito
da Amsterdam alla volta di Kuala Lumpur e stava attraversando lo spazio aereo
ucraino quando il radar dell’aeroporto
olandese ha percepito la sua posizione
per l’ultima volta prima di perderne le
tracce.
Questo è l’unico dato certo, riferito direttamente dalla compagnia aerea malese, la stessa che ha perso un altro Boing
777 - identico modello - solo quattro mesi fa con altre 239 persone a bordo, aereo
in quel caso svanito nel nulla mentre andava da Kuala Lumpur a Pechino sorvolando l’Oceano indiano. Il primo ministro malese Najib Razak di fronte a
quest’altra sciagura aerea si è detto
«scioccato» con un tweet ma in questo
caso gli elementi del mistero sono molto
più concreti: chi ha sparato e con quale
obice, essenzialmente si fermano a questo. E su questo si accendono roventi accuse reciproche tra le due sponde del
conflitto. I separatisti filorussi si proclamano innocenti, dicono di non avere in
dotazione alcuna attrezzatura militare
atta a colpire un aereo che volava a 10mila metri di altezza, sostengono che casomai può essere stato colpito da un caccia
ucraino, un Sukhoi 25, vecchio aereo da
combattimento che era in dotazione a
tutti i Paesi del Patto di Varsavia e che è
ora tra gli armamenti rimasti a Kiev oltre che a Mosca. «Al massimo arriviamo
a colpire a tre mila metri», ha riferito un
portavoce militare della autoproclamata
Repubblica del Donetsk all’agenzia Associated Press. Come contraltare, l’ex magnate del cioccolato e nuovo presidente
ucraino Petro Poroshenko afferma inve-
ce che «non è da escludere che l'aereo sia
stato abbattuto e possiamo confermare
che le forze armate ucraine non sparano
a nessun obiettivo in cielo». «Negli ultimi
giorni - fa notare - questo è il terzo tragico caso, dopo l'abbattimento di un cargo
militare An-29 e di un caccia Su-25 e le
nostre forze armate non hanno realizzato alcuna azione per colpire obiettivi in
aria». La prima versione dopo il disastro,
è che si sia trattato di un missile terra-aria, tipo un BM21 meglio noto come
«Grad», magari sparato da un camion
lanciamissili mimetizzato e nascosto direttamente in territorio russo, come ipotizza una rivista di studi strategici americana. Un mezzo della contraerea del vecchio sistema missilistico sovietico Buk,
che essendo dotato di radar intercettori
in questo caso avrebbe evidentemente
sbagliato bersaglio. Ma l’ambasciatore
russo all’Onu da New York ha subito respinto l’insinuazione: «Noi non lo abbiamo fatto», ha tagliato corto. Aggiungendo: «È un’ipotesi assurda come del resto
tutte le accuse fin qui mosse da Kiev alla
Russia». Secondo quanto lasciano trapelare fonti filo-russe però una divisione di
mezzi del sistema Buk rimasta in dotazione alle forze armate ucraine era stata trasferita al distretto di Donetsk proprio poco prima dello schianto del Boeing malese. Mentre, sempre a sentire l’agenzia Interfax, un altro battaglione dotato degli
stessi missili terra-aria era diretto alla
volta di Kahrkhiv. E in effetti questi tipi
di missile che la Nato chiama «Gadfly»
cioè Tafano, trasportati da lanciatori a
quattro missili montati su cingolati, possono arrivare a colpire a 14 chilometri di
distanza.
L’ogiva tuttavia resta di incerta attribuzione. Due inchieste sono già partite
per cercare la verità: una l’ha annunciata
il presidente ucraino Poroshenko e l’altra, probabilmente più attendibile, è stata avviata dal governo della Malesia. Altro elemento non così sicuro è il luogo in
cui la carlinga si è schiantata al suolo. Si
tratta di un terreno agricolo nei pressi
del villaggio di Grabovo, in territorio controllato dai filorussi, a circa quaranta chilometri dalla frontiera russa. Nelle foto
scattate sul posto non si vede una vera e
propria carcassa, ma tanti pezzi anneriti
e sparsi in un raggio di una quindicina di
chilometri. In quest’area sono stati rinvenuti i primi cento corpi delle vittime. Vladimir, un contadino della zona intervistato dall’agenzia Reuters ha reso questa testimonianza: «Stavo lavorando nel campo sul mio trattore, ho sentito il rumore
di un aereo poi un botto e dei colpi. Ho
visto l’aereo a terra diviso in due, c’era
un fumo nero denso». Ma secondo ciò
che scrive sul suo sito ufficiale l’altra Repubblica separatista, quella della regione confinante del Luhansk esisterebbero «testimoni oculari che hanno visto il
Boeing 777 attaccato da un caccia ucraino che lo ha spezzato in due» e la carcassa si troverebbe non tra nel Donetsk ma
nel Luhansk, appunto. E così si può dire
solo che l’aereo passeggeri è stato colpito in volo mentre viaggiava da ovest verso est. Tutto il resto, se mai sarà chiarito
in mezzo ai venti di guerra, per ora rimane sotto una spessa coltre di fumo nero.
.. .
Kuala Lumpur annuncia
un’indagine governativa
per appurare
responsabilità della strage
«I corpi disseminati
per 15 chilometri»
VIRGINIA LORI
[email protected]
Un inferno sparso sul terreno. Come dopo un’esplosione o un bombardamento. È questa l’impressione che suscita il luogo in cui l’aereo
della Malaysia Airlines si è schiantato. I soccorritori giunti sul posto parlano di un panorama agghiacciante.
Testimoni oculari hanno riferito la
scoperta di diverse decine di cadaveri dei passeggeri dell’aereo.
L’area è nei pressi del villaggio di
Snezhnoe, nella regione di Donetsk. Per un’ampiezza di almeno
un chilometro quadrato. I separati-
sti filorussi hanno riferito di aver già
rinvenuto nel luogo dove è caduto il
Boeing malese, in una zona verde
dell’Ucraina dell’est, decine di corpi,
tra cui molti di bambini. Tra le vittime,
secondo fonti statunitensi, ci sarebbero anche 23 cittadini Usa. Anche l’unità di crisi della Farnesina ha affermato
di essere in contatto con la rete diplomatica consolare per verificare l’eventuale presenza di italiani a bordo. Andrei Purghin, primo vicepremier
dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, ha promesso che le scatole nere,
appena verranno ritrovate, saranno
consegnate alle autorità russe «per
una indagine obiettiva».
La rabbia di Mosca per le nuove sanzioni occidentali
L
e sanzioni contro la Russia
«saranno un boomerang».
Così ha risposto il presidente russo Vladimir Putin al
nuovo round di misure restrittive decise dagli Stati
Uniti e annunciate dall’Unione europea, prima della notizia dell’abbattimento dell’aereo di linea malese. Dopo mesi
di avvertimenti e misure poco più che
simboliche questa volta il presidente statunitense Barack Obama ha deciso di
colpire al cuore degli interessi economici di Mosca annunciando sanzioni contro banche, aziende energetiche e industrie della difesa. In particolare sono stati presi di mira i quattro colossi del Paese: l’azienda petrolifera di Stato Rosneft, la banca Gazprombank, l'azienda
del gas Novatek e la banca russa per lo
sviluppo economico Vnesheconombank. Sono stati anche congelati i vincoli finanziari di diversi fabbricanti di armi, tra cui Kalashnikov. In totale sono
15 le aziende colpite dalle misure americane. Non toccata dalle sanzioni Gazprom, la compagnia petrolifera numero
uno che esporta energia all’Europa.
Inoltre, sono state annunciate misu-
L’ANALISI
MARCO MONGIELLO
BRUXELLES
Le norme varate
«saranno un boomerang»
Washington contro
banche e aziende russe
Anche i Paesi europei
verso nuove restrizioni
re contro la Repubblica popolare di Lugansk e la Repubblica popolare di Donetsk, e contro Aleksandr Borodai, primo ministro di Donetsk. Alla lista dei 21
funzionari russi sanzionati a marzo, ne
sono stati aggiunti altri otto. Nell’elenco
c’è anche Sergey Besesda, capo del Servizio del Fsb, i servizi segreti eredi del
Kgb. A convincere Washington a fare
questo nuovo passo sono state le notizie
arrivate dalle regioni orientali
dell’Ucraina dove i separatisti filorussi
continuano a ricevere il sostegno
dell’esercito di Mosca.
Diversi video hanno documentato il
passaggio di convogli di armamenti russi diretti verso le roccaforti dei ribelli
dell'Ucraina orientale. Il Cremlino però
continua a negare ogni coinvolgimento.
Le sanzioni, ha detto Putin ai giornalisti
convocati in conferenza stampa, «spingeranno le relazioni tra Stati Uniti e Russia in un vicolo cieco e sono certo che
danneggeranno gli interessi statunitensi a lungo termine».
Le nuove tensioni hanno spinto al ribasso le borse mondiali, spaventate ulteriormente dalle temute conseguenze
dell’abbattimento dell’aereo di linea ma-
lese. A subire le conseguenze più pesanti sui mercati è l’economia russa, a partire dal crollo del rublo. L’indice della borsa di Mosca ha perso il 2,5%, mentre Rosneft ha chiuso la giornata con un meno
4,3%. Secondo il premier russo Dmitry
Medvedev però queste sanzioni «non
metteranno in ginocchio nessuno».
SI DISCUTE A BRUXELLES
Da parte loro i leader dei 28 Stati membri dell’Ue, riuniti mercoledì sera a Bruxelles, hanno deciso di varare nuove sanzioni contro la Russia, che però dovranno essere concordate entro la fine del
mese. «Purtroppo non sono stati fatti
progressi sull’attuazione delle nostre richieste – ha spiegato la Cancelliera tedesca Angela Merkel - e per questo faremo
nuove sanzioni perché riteniamo che il
contributo della Russia sull’Ucraina
non sia ancora sufficiente». Secondo il
presidente uscente del Consiglio Ue,
Herman Van Rompuy, «il flusso di armi
e personale sul confine è ininterrotto e
la violenza continua». Il Consiglio europeo ha quindi deciso di stilare una nuova lista di «entità e persone, anche provenienti dalla Federazione Russa, che
stanno materialmente o finanziariamente supportando le azioni contro l’Ucraina», di sospendere le nuove operazioni
finanziarie della Banca europea per gli
investimenti in Russia e di «rivalutare e
potenzialmente sospendere» l’applicazione dei programmi di cooperazione
tra Russia e Ue. Si è deciso anche di restringere gli investimenti in Crimea
chiedendo alle istituzioni finanziarie internazionali di fare lo stesso.
Secondo il ministero degli Esteri russo l’Ue «ha ceduto al ricatto americano
e, andando contro i propri interessi, ha
seguito la strada delle sanzioni». Ma per
il premier ucraino Arseny Yatseniuk il
coordinamento tra Bruxelles e Washington sul nuovo round di sanzioni è il segno che «tutti i tentativi della Russia di
dividere l’Ue e di impedire un accordo
tra Ue e Usa sono destinati al fallimento». Soddisfatto anche il presidente russo Petro Poroshenko, secondo cui «il
Consiglio europeo ha fatto un passo importante in sostegno della sovranità, della integrità territoriale e dell’indipendenza dell’Ucraina». Ora, ha concluso
Poroshenko, «aspettiamo la risoluzione
del Parlamento europeo».
RASSEGNASTAMPA
3
venerdì 18 luglio 2014
Squilla il telefono rosso:
Vladimir Putin avverte Obama
È
I soccorsi sul luogo
dello schianto del Boeing 777
della Malaysia Airlines
FOTO DI MAXIM ZMEYEV/REUTERS
Testimoni dell’agenzia di stampa
Reuters, che hanno raggiunto il luogo
dello schianto dal vicino paese di Grabovo hanno riferito di decine di corpi
disseminati tra i resti fumanti dell’aereo in una zona di campagna. Un altro
soccorritore ha detto che finora sono
stati contati circia cento corpi e che i
frammenti dell’aereo sono disseminati in un’area di circa 15 chilometri.
Nel Consiglio di Sicurezza delle autorità separatiste di Donetsk hanno riferito che sono rimasti feriti anche i
residenti locali. Infatti, abitanti locali
sarebbe rimasti coinvolti dallo schianto, che si è protratto per diversi chilometri. Altri testimoni oculari hanno riferito la notizia del rinvenimento di
rottami del Boeing 777 in fiamme e di
parti dei cadaveri dei passeggeri e dei
loro effetti personali sparse all’interno
del paesino di Grabovo.
In serata è giunta la ricostruzione
del sito ufficiale della Repubblica di
Lugansk, in mano ai separatisti filorussi. La comunicazione si basa su testi-
monaze oculari e si può leggere che:
«dei testimoni hanno visto il Boeing
777 attaccato da un caccia ucraino.
Il Boeing si è spaccato in due ed è
caduto nel territorio della repubblica di Lugansk. Dopo l’attacco il caccia è stato abbattuto ed è caduto sullo stesso territorio».
Da parte ucraina è emersa l’ipotesi che il volo fosse stato abbattuto
da un sistema missilistico Buk. Il
Consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina Anton Gerashchenko che ha scritto sulla sua
pagina Facebook, che lo schianto di
un aereo malese ha ucciso quasi
300 persone. Secondo lui, l’aereo
stava volando ad un’altitudine di
10mila metri ed è stato abbattuto
dal sistema missilistico anti-aereo
«Buk». Una divisione Buk era appena stata mandata da Kiev a Donetsk. Le milizie filorusse hanno
detto di non avere armi in grado di
abbattere un aereo passeggeri ad
un’altitudine di 10mila metri.
stato lo stesso presidente
russo Vladimir Putin ad
avvertire il presidente degli Stati Uniti Barack
Obama del disastro aereo avvenuto in Ucraina
attraverso il cosiddetto «Telefono Rosso», la linea di comunicazione diretta
tra la Casa Bianca e il Cremlino.
Secondo il Cremlino nel corso di
una telefonata preventivamente concordata, «il leader russo ha informato
il presidente degli Stati Uniti che gli
era arrivato poco prima della telefonata un messaggio dal controllo del traffico aereo locale che lo avvertiva dello
schianto di un aereo malese sul territorio dell’Ucraina». I due presidenti hanno anche discusso nel dettaglio la grave crisi in Ucraina. Putin aveva - secondo il Cremlino - ribadito la necessità
della cessazione immediata e incondizionata delle ostilità da entrambe le
parti nel sud-est dell’Ucraina, che ha
provocato numerosi morti e costretto
centinaia di migliaia di ucraini a cercare rifugio in Russia. Putin ha posto l’accento sul fatto che Mosca non può più
accettare i cecchini ucraini che sparano aldilà del confine in territorio russo,
che hanno causato numerose vittime.
È stata anche l’occasione per parlare delle nuove sanzioni imposte dagli
Usa. Putin ha, infatti, espresso grave
disappunto per la decisione di un’altra
tranche da Washington di sanzioni, capaci di «danneggiare le relazioni bilaterali». Obama ha avvertito il collega russo che «ulteriori passi sono allo studio»
se la Russia non cambia strada
sull’Ucraina, secondo quanto ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Josh
Earnest, sottolineando che la telefonata è avvenuta su richiesta di Mosca dopo il varo di ulteriori misure che hanno
colpito alcune grandi banche e aziende
dell’energia e della difesa. Nel corso
della conversazione, Obama ha ribadito la priorità del rispetto dell’integrità
territoriale dei Paesi, sottolineando
«chiaramente che la comunità internazionale, gli Stati Uniti e i nostri alleati
europei sono pronti a prendere iniziative e imporre costi economici sulla Russia se non si rispettano queste norme
basilari», ha aggiunto Earnest.
Tuttavia Earnest ha aggiunto di non
sapere se la discussione sia avvenuta
prima o dopo che Obama ricevesse notizia che il volo potrebbe essere stato
abbattuto. Earnest ha puntualizzato
che Putin ha chiamato Obama per discutere soprattutto delle nuove sanzioni imposte da Washington sulla Rus-
IL DOSSIER
ROBERTO ARDUINI
[email protected]
«Il leader russo
ha informato il presidente
degli Usa del messaggio
giunto dal controllo
del traffico aereo locale
che riferiva dello schianto»
VITTIME
«Moltissimi cittadini
di Paesi occidentali
erano a bordo»
Mentre l’unità di crisi della Farnesina
sta verificando l’eventuale presenza
di italiani, ci sarebbero moltissimi
cittadini di Paesi occidentali che
viaggiavano sull’aereo precipitato in
Ucraina. Nove i cittadini britannici e
«numerosi» quelli olandesi. Il ministro
degli Esteri francese Laurent Fabius
ha affermato che ci sono «almeno»
quattro cittadini francesi. «Stiamo
provando a verificare la presenza di
cittadini statunitensi», ha detto
Barack Obama, appena giunto in
visita nel Delaware. La portavoce del
dipartimento di Stato, Jen Psaki, non
ha potuto confermare la voce che sul
volo ci fossero 23 cittadini Usa.
Il nostro debito verso quei morti
IL COMMENTO
PAOLO SOLDINI
SEGUE DALLA PRIMA
Forse non lo sapremo mai, perché
la logica dei conflitti moderni rifiuta
e disprezza l’obbligo della verità e
della trasparenza. Sia stata una
mostruosa provocazione o un
errore, è anche possibile che
nessuno potrà mai dare ai parenti e
agli amici di quei morti la
consolazione, minima ma dovuta, di
sapere perché è toccato proprio a
loro.
Una cosa però la sappiamo. Quello
che accade in quella parte d’Europa
riguarda tutta l’Europa. Quella
guerra è intollerabile e lo era anche
prima che sacrificasse i 295
sventurati che avevano preso
quell’aereo ad Amsterdam, una
delle nostre capitali. Non c’è
rivendicazione di identità, non c’è
diritto di sentirsi appartenente a
una etnìa, a una lingua, a una
religione, a una nazione che
giustifichi la scelta di prendere le
armi e sparare. Non c’è in nessuna
parte del mondo, ma crediamo di
poter dire che c’è meno che mai in
Europa, perché questo è il
continente cui la Storia ha buttato
in faccia le estreme conseguenze cui
porta l’odio tra le nazioni e tra i
popoli. Ha visto il Grande Macello
di due guerre totali, ha visto
Auschwitz. E poi - ed è cronaca più
che storia - ha visto i massacri delle
guerre balcaniche. Ha visto
Srebenica.
E allora, se sull’onda della tristezza
e della pietà per quei 295 innocenti
sacrificati c’è una riflessione da fare,
essa riguarda le nostre
incompiutezze, le nostre
insufficienze, le nostre ipocrisie e
reclama un’autocritica onesta.
L’Europa, si dice, vive in pace da
quasi settant’anni e questo non era
mai successo prima. Ha imparato le
durissime lezioni della propria
storia e ha ingabbiato nazionalismi
e intolleranze in un sistema
politico-istituzionale maturo e
democratico che è cresciuto dalla
Comunità Europea del Carbone e
dell’Acciaio all’Unione di oggi,
attraversata da mille tensioni e da
mille particolarismi, certo, ma che
ha relegato l’idea stessa di un
conflitto armato tra le nazioni tra gli
eventi impossibili. Fantasmi che non
ci spaventano più. E però
attenzione. Ai margini di questa
Europa ce n’è una che vive ancora
in un altro pianeta, in cui la guerra
non è un evento impossibile, ma una
possibilità, una prospettiva, una
paura per moltissimi, ma un
desiderio, una tentazione, un gioco
.. .
Va ripreso il filo
del negoziato, di tutti
i negoziati, per tornare
finalmente alla ragione
della politica per altri. E spesso per
quelli che hanno il potere di farla, la
guerra.
L’abbiamo visto nei Balcani. Lo
stiamo vedendo in Ucraina e, in
dimensioni ancor più tragiche, nel
Medio Oriente, che dall’Europa è
separato da un piccolo mare che è il
più frequentato del mondo.
Dobbiamo sentirci in colpa, per
quest’altra Europa. Perché non
siamo stati capaci di offrire
speranza alla sua gente, perché non
abbiamo fatto abbastanza per
mediare, per negoziare, per aiutare
le forze che la guerra la rifiutano e
cercano le vie d’un compromesso.
Perché siamo venuti noi, a
compromesso, con i nostri interessi,
con le nostre compiacenze verso
élites che non vogliono la pace.
Dobbiamo riprendere il filo del
negoziato, di tutti i negoziati che
possono allentare le tensioni e
portare verso la ragione. È il debito
che abbiamo, anche noi, verso quei
295 morti.
sia. Obama, ha affermato ancora la Casa Bianca, ha dato direttive al proprio
staff di tenersi in costante contatto con
il governo ucraino.
LINEA MORBIDA
Le sanzioni volute da Washington
prendono di mira l’economia russa,
compresa l’industria della difesa, ma
pare evidente che non esiste ancora la
volontà di provocare danni consistenti
alla Russia, un passo che fonti dell’amministrazione Usa fanno capire sarà
preso solo in caso di un’invasione a largo raggio dell’Ucraina ordinata da Putin. Le sanzioni non sono una sorpresa,
dati i vari incontri organizzati a tal scopo tra i vari leader europei e Obama.
Negli ultimi mesi la Russia è stata ripetutamente accusata di interferire nella
situazione Ucraina, fornendo supporto
militare e logistico ai dissidenti filorussi e violando continuamente i confini
del Paese. L’immediata cessazione di
ogni azione volta a minare l’integrità
territoriale dell’Ucraina, attraverso
uno stop al flusso di armi e combattenti russi che ogni giorno ne attraversano
la frontiera, sono il pre-requisito necessario affinché si possa giungere ad un
alleggerimento delle sanzioni.
Da Washington per adesso vengono
prese di mira grandi banche e aziende
dei settori della difesa e dell’energia,
tra cui alcuni dei colossi russi più potenti. Obama ha annunciato che la sua amministrazione imporrà sanzioni anche
ad altre otto aziende del settore difesa
e spazio e contro alcuni individui, tra
cui quattro funzionari del governo di
Mosca, compresi un consulente di Putin e un alto manager del Federal Security Service.
«Abbiamo detto da tempo che la
mancanza da parte di Mosca di intraprendere passi per allentare la tensione in Ucraina mette la Russia a rischio
di un maggiore isolamento e di maggiori conseguenze economiche», ha voluto precisare di nuovo ieri il portavoce
della Casa Bianca Josh Earnest dopo
aver riferito della telefonata tra Obama e Putin. Le misure adottate dagli
Usa, scrive il New York Times, non arrivano a tagliare fuori interi settori
dell’economia russa, come minacciato
in passato, ma rappresentano un significativo passo avanti rispetto alle restrizioni ai visti e alle attività finanziarie
imposte finora ad una serie di personalità politiche e del mondo della finanza
di Mosca. Un aspetto sottolineato anche da funzionari della amministrazione Obama.
Malaysia,
in quattro mesi
due sciagure
Anno nero per la Malaysia Airlines,
la compagnia di bandiera del Paese
del sud-est asiatico che in quattro
mesi ha perso due Boeing 777 che
volavano con centinaia di persone a
bordo. L’8 marzo il volo MH730, un
Boeing 777-200ER, è scomparso nel
nulla con 239 persone a bordo mentre era diretto a Pechino da Kuala
Lumpur. Mesi di ricerche, con centinaia di uomini e mezzi impegnati a
scandagliare un tratto vastissimo
dell’Oceano Pacifico meridionale,
non hanno permesso finora di spiegare cosa sia successo e dove sia finito. L'ipotesi più credibile è che sia
stato il pilota a cambiare rotta con
un folle gesto di cui ancora non sono
note le motivazioni. Ora la seconda
tragedia accaduta al volo MH17, con
un identico modello di aereo caduto
con 295 persone a bordo nella regione orientale ucraina di Donetsk mentre era in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur.
RASSEGNASTAMPA
4
venerdì 18 luglio 2014
LE RIFORME
Incontro Pd-M5S
nuove prove di dialogo
● Renzi partecipa anche al secondo round, due
ore di botta e risposta soprattutto con Di Maio
● I grillini disponibili al doppio turno di lista
il premier apprezza e non chiude sulle preferenze
NATALIA LOMBARDO
@NataliaLombard2
Alla fine del secondo match tra Pd e
Cinque Stelle le porte restano aperte,
le distanze sono variabili ma Matteo
Renzi le vede più vicine, sia sulla legge
elettorale che, anche se non erano sul
tavolo, sulle riforme costituzionali:
«Mi pare che fra le nostre proposte e le
vostre non ci sia il Rio delle Amazzoni,
ma un ruscello, scriviamo cosa resta in
piedi e cosa no». Il doppio turno tra
liste e non fra coalizioni, le preferenze,
l’immunità, sono i possibili punti di
contatto da ridiscutere «entro 15 giorni, il 1 agosto», promette Renzi, «dopo
l’approvazione delle riforme in Senato». Da parte dei Cinque stelle una delusione di facciata per «non avere avuto risposte precise», ma anche la soddisfazione per l’apertura sulle preferenze e sull’immunità, di cui Renzi fa notare di non godere in quanto non eletto.
Quasi due ore di faccia a faccia nella
sala del Cavaliere al primo piano di
Montecitorio, in una diretta streaming, con singhiozzi tecnici. Renzi
non solo ha deciso di partecipare, chiedendo un rinvio alle tre, ma ha tenuto
le redini dell’incontro, prima un po’ defilato e rilassato in jeans e camicia
bianca, poi con piglio deciso e giacca
infilata («mi è arrivato un sms.
“quanto ti sei ingrassato”») comincia
un duetto con Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera che capeggia la delegazione 5 Stelle.
Da una parte del tavolo con il premier ci sono Gianclaudio Bressa, una
Bibbia vivente in fatto di legge elettorale, la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani, Alessandra Moretti e il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza. Di fronte, i grillini: con Di Maio, Danilo Toninelli e i capigruppo Paola Carinelli e Vito Petrocelli, pressoché silenti. Di Maio è il fautore della nuova
linea dialogante del M5S condivisa
con Casaleggio ma alla quale ora Beppe Grillo fa buon viso a cattivo gioco:
«Sto seguendo la diretta streaming
dell'incontro M5S Pd. I nostri ragazzi
come sempre sono fantastici e competenti», commenta Grillo su Facebook.
Da parte sua Renzi è «contento», apprezza i «passi avanti» e le aperture
ma si chiede se Di Maio «se li porta tutti, il problema è cosa succede al loro
interno». In Rete è già leader «for president», ma il dialogo col Pd non è ben
visto.
I 5 stelle hanno messo sul tavolo cinque proposte: sul ballottaggio, sulle
preferenze, su immunità e stop ai condanni in Parlamento, no a candidature
in più circoscrizioni. La prima apertura che incoraggia Renzi è quella sul
doppio turno con voto di lista. L’idea
M5s è un primo turno proporzionale
senza sbarramento e, se nessuno raggiunge il 50%, un doppio turno di lista
.. .
Il premier: «Passo avanti
speriamo che tutti
seguano Di Maio». Grillo:
«Nostri ragazzi fantastici»
(tra i partiti e non fra la coalizione),
con premio di maggioranza al 52%. E
diritto di tribuna per i piccoli partiti.
Sulle preferenze non chiude invece
Renzi, «vediamo dove si trova il punto
di caduta» anche con gli altri. A tratti il
match prende i toni del talk show, Di
Maio vuole incassare dei risultati sulla
legge elettorale, il premier vuole andare avanti sul dialogo e ferma Moretti e
Serracchiani quando rimproverano le
precedenti chiusure; ma non fa passare a Toninelli una battuta su «deve
chiedere a Arcore?»: «Battuta simpatica», ribatte Renzi, «ma tradisce il tentativo di fare polemiche», poi con Speranza chiede il rispetto e i toni non insultanti, «perché per me dire che sono
un pidduista è un insulto, non so per
voi..». Renzi saggia il terreno sulle riforme costituzionali: «Quali sono i vostri no?». «La non elettività del Senato,
le troppe firme per i referendum», risponde Di Maio, che accusa Renzi di
aver temporeggiato e di non essersi
confrontato con gli altri partiti: «Se voi
dite a me che sono un bradipo per averci messo una settimana, voi che ci avete messo sei mesi a rispondere cosa siete?», ribatte il premier che assicura:
«15 giorni e si chiude». Ma contrattacca alla toscana: «Io sono un pericoloso
e autoritario bradipo, ma voi siete pericolosamente vicino… e potete diventare autoritari come noi se vi sforzate soltanto un pimpirimpillino...».
Altra richiesta M5S, il «vaglio preventivo di costituzionalità» della legge
elettorale sul ballottaggio, poi la diminuzione dei parlamentari e dell’indennità. Il premier è tranchant: «Portiamo i parlamentari da 945 a 615, calano
anche le indennità, è meglio un uovo
oggi che una presunta gallina domani...». Però concede ai 5 Stelle di andare a vedere i loro emendamenti sulla
Sanità nel Titolo V.
Insomma, la porta del dialogo è
aperta. Di Maio, dopo l’incontro la
apre anche ai giornalisti: «Io ho iniziato il conto alla rovescia, ne parlino
all’interno del Pd e nel governo ma ci
diano una risposta il prima possibile»
L’M5S resta all’opposizione ma «se
Renzi non riesce a portare una sintesi,
allora dovremmo guardare da un’altra
parte, anche con i micropartiti». Come
Forza Italia, che tanto «micro» non è.
Ma un confronto a Arcore? «Mai», conclude Di Maio.
Maroni, le indagini
sui viaggi per Expo
U
no dei due contratti di
consulenza costati
l’iscrizione di Roberto
Maroni nel registro degli indagati della procura di Busto Arsizio, Varese, è quello di Maria Grazia Paturzo,
già collaboratrice della portavoce
dell’ex ministro dell’Interno.
Secondo la procura bustocca, Maroni
e il capo della sua segreteria Giacomo
Ciriello avrebbero fatto pressioni affinché la società Expo 2015 assumesse Paturzo per fare da trait d’union tra Expo e
la Regione, e organizzare eventi come il
«World Expo Tour» e il tour delle province lombarde. Ed è proprio lì che i pm
Eugenio Fusco e Pasquale Addesso stanno guardando per verificare, prima di
tutto, che il contratto della professionista non fosse fittizio. Nel farlo si sono
IL CASO
GIUSEPPE VESPO
twitter@iusve
Fonti vicine all’inchiesta:
«Trasferte in stile Prima
Repubblica». La Procura
mette nel mirino anche
l’assunzione
di una collaboratrice
imbattuti in uno degli ultimi viaggi del
tour promozionale dell’Esposizione,
quello che a giugno ha portato a Tokyo
una delegazione della Regione guidata
dal vicepresidente Mario Mantovani. Se-
Tra aperture e trattative, difficile soddisfare Fi e 5stelle
M
ani libere per trattare fino in
fondo, con chiunque, fino all’ultimo giorno, che sarà «dopo la
riforma del Senato e alla vigilia di quando andremo in aula per votare la nuova
legge elettorale». Le quasi due ore in diretta streaming del duello Renzi-Di Maio
e rispettive squadre certo non dipanano
la matassa delle riforme e delle relative
alleanze. Anzi, certificano che Italicum,
monocameralismo e riforma del Titolo
V sono pagine della stessa intricatissima storia e che tutte le alleanze, e maggioranze, sono e saranno possibili «purché si facciano le riforme». Com’era prevedibile, Renzi non chiude con nessuno
e solletica una volta di qua e una volta di
là. A seconda di chi gli dà di più. E in
questo momento ha bisogno di tutti, dai
5 Stelle a Forza Italia, con circa 7.850
emendamenti (è il numero fascicolato
dagli uffici di palazzo Madama) che incombono sulla riforma costituzionale.
«La dobbiamo approvare in due settimane» è il nuovo cronoprogramma di
palazzo Chigi. «Noi abbiamo presentato solo 200 emendamenti, guardi piuttosto dalle sue parti Presidente» gli ha
ricordato Di Maio riferendosi ai seimila
IL RETROSCENA
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Un’intesa su preferenze
e ballottaggio di lista
farebbe saltare il patto
del Nazareno. Il premier
tiene aperti tutti i forni
E ammicca a ogni
maggioranza
emendamenti presentati da Sel su cui i
margini di trattativa sono quasi inesistenti.
Tenere aperti i famosi forni significa
fare le aperture giuste al momento giusto, una volta sta sulle spine Forza Italia, un’altra volta Ncd, e d’ora in poi vanno contati anche i Cinque stelle. Sulla
legge elettorale, ad esempio, il premier
apre alle preferenze e al secondo turno
di ballottaggio tra liste, però, e non tra
coalizioni.
Ripetendo ogni volta il mantra «le riforme devono essere fatte con tutti quelli che ci stanno e più siamo e meglio è»,
il presidente del Consiglio ammette che
«sulle preferenze non può essere così
difficile trovare un punto di caduta». Sarebbe come stracciare in coriandoli il
patto del Nazareno stretto con Berlusconi e Verdini che vedono le preferenze
come il diavolo. E sarebbe invece un invito a nozze per Ncd, centristi e una buona fetta di Pd che pone come condizione imprescindibile «il voto di preferenza o i collegi uninominali». Di Maio boccia le pluricandidature (concessione
questa a Berlusconi e Alfano) ma dà il
via libera anche alle primarie per legge.
Il Pd già le fa. Su questo si spaccherebbe
la destra: il niet di Berlusconi è categorico e Alfano (Ncd) e Meloni (Fratelli
d’Italia) ci hanno entrambi sbattuto la
fronte un paio d’anni fa. La sintesi, «il
punto di caduta che può essere trovato», resta sospeso ma è ciò di cui si parla: capolista indicati dai partiti, gli altri
eletti con preferenze. Quando si dice
mediare.
«Governabilità», ripete Renzi. «Rap-
presentanza» incalza Di Maio. Il secondo turno con ballottaggio strappato con
fatica a Berlusconi, al tavolo Pd-M5S
cambia colorazione: doppio turno di lista e non di coalizione, una formula che
lascia vivi i partiti, anche più piccoli, e
uccide i sogni di bipolarismi netti. «Premio al partito e non alla coalizione» aggiunge Renzi. Anche questo non c’è nel
patto del Nazareno. E sarà difficile introdurlo.
È un momento preciso dell’incontro
quello in cui il premier cambia partita e
dalla legge elettorale passa alla riforma
costituzionale. «Siete d’accordo sul monocameralismo e sulla semplificazione
delle funzioni, non mi pare siate così lontani da noi» dice Renzi che avrebbe tanto bisogno a palazzo Madama dei voti
M5S per togliere peso ai dissidenti, in
casa e fuori. Di Maio e Toninelli ricordano che per loro è «decisivo e dirimente
che il Senato sia elettivo» e che i deputati «siano ridotti a 470». Opzione non negoziabile per palazzo Chigi anche se potrebbe avrebbe una maggioranza larga,
i famosi 2/3 antireferendum. Inutile insistere, adesso. Meglio andare a vedere
altro. L’immunità, ad esempio. I Cin-
que stelle vogliono toglierla. Anche il governo voleva, salvo poi ritrovarla scritta
nel passaggio in Commissione. È un tasto su cui Forza Italia, ma non solo, può
far saltare i tavoli. «Noi siamo disposti a
cambiare se sono tutti d’accordo» avverte il presidente del Consiglio. «Dovete
andare ad Arcore a chiedere il permesso?» provoca Toninelli. Renzi accusa il
colpo: «Io l’immunità non ce l’ho contrariamente a voi che siete parlamentari».
Quando si sfiora il Titolo V, la divisione dei poteri tra Stato e Regione, tra
Renzi e Di Maio scoppia quasi l’amore. I
Cinque stelle chiedono di portare la sanità tra le competenze esclusive dello
Stato: «Basta con venti sanità diverse,
una per ogni regione». Miele per il premier che, fosse stato per lui, i poteri alle
regioni li avrebbe tolti tutti. Ma s’è messo per traverso Calderoli. «Guai a chi leva poteri alle regioni» ha avvertito il relatore leghista che potrebbe fare saltare
il banco fino all’ultimo emendamento.
Lunedì (ore 16) si comincia a votare a
palazzo Madama. E su ogni emendamento, ogni maggioranza sarà possibile. Che poi è il senso reale dell’incontro
di ieri.
RASSEGNASTAMPA
5
venerdì 18 luglio 2014
Forza Italia sotto coperta
in attesa della sentenza Ruby
Oggi la Corte
d’Appello in camera
di consiglio. I ribelli
frenano. Polverini:
«Pausa di riflessione»
●
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
L’incontro di ieri fra il Pd
e i 5 Stelle in diretta
streaming dalla sala
del Cavaliere a Montecitorio
condo fonti vicine alle indagini citate
dall’Ansa, quello nella capitale giapponese sarebbe stato un viaggio in stile «prima Repubblica». Un modo per dire che
non si sarebbe badato a spese. La procura sta sentendo in questi giorni diversi
funzionari regionali e di Expo, e non è
escluso che possa aprirsi un nuovo filone d’indagine sui viaggi del «World
Expo Tour».
UN MILIONE PER GIRARE IL MONDO
Intanto Maroni si difende dicendo che
da quando c’è lui alla guida della Lombardia i costi delle missioni istituzionali
si sono ridotti: «Controllate pure». A
questo proposito, la Regione ha fatto sapere che «la delegazione» spedita in
Giappone «era composta solo da quattro persone compreso lo stesso Mantovani, e ha avuto un costo totale inferiore a
25mila euro: numero di partecipanti e
costi infinitamente inferiori a qualunque altra missione svoltasi durante la cosiddetta Prima repubblica e anche negli
anni più recenti». Ma le opposizioni al
Pirellone chiedono i dettagli, vogliono
avere conto di tutti i viaggi effettuati in
nome di «World Expo Tour». Mentre in
cosa consista il progetto lo dice l’accor-
do di programma «per lo sviluppo del sistema lombardo 2010-2015», riportato
nella delibera di Giunta di marzo, numero 1479. Si tratta di «una serie di eventi e
missioni internazionali volte a promuovere l’Esposizione Universale, accrescere la partecipazione e consolidare i rapporti economici e istituzionali con l’estero». Costo previsto per le casse regionali, un milione e 350 mila euro. Le missioni già concluse sono quelle di Barcellona, Parigi, Dublino, Berlino, Tokyo, ma
in agenda ce ne sono molte altre.
L’inchiesta della procura di Busto è
appena cominciata. Maroni e il suo collaboratore Ciriello, sono indagati per induzione indebita: non potendo assumere
consulenti nello staff del governatore,
per timore di eventuali rilievi della Corte dei Conti, secondo gli investigatori
avrebbero fatto pressioni su funzionari
di Expo 2015 per mettere sotto contratto Paturzo per una consulenza da oltre 5
mila euro al mese. Mentre l’altra ex collaboratrice di Maroni all’epoca del Viminale, Maria Carluccio, avrebbe avuto un
contratto da 29 mila euro annui con Euopolis, l’istituto regionale di ricerca e statistica. Anche qui, la procura vuole vederci meglio.
L’occhio del ciclone - ovvero la calma
innaturale intorno a cui si scatena la
tempesta - durerà presumibilmente fino a stasera. Quando è attesa la sentenza d’appello a carico di Silvio Berlusconi per il processo Ruby dopo la
condanna in primo grado a 7 anni per
concussione e prostituzione minorile. I giudici milanesi entreranno stamattina in camera di consiglio, mentre l’ex Cavaliere si recherà come
ogni venerdì dagli ospiti di Cesano Boscone.
Fino a quel momento, toni bassi e
dossier rinviati: le riforme istituzionali come anche il deficit di democrazia
interna che i ribelli di Raffaele Fitto
vorrebbero colmare «dal basso».
Niente cene di autoconvocati, niente
riunioni, conciliaboli con il numero
massimo di tre persone, e silenzio
con i media. «Evitare provocazioni e
inasprimento dei toni» ha Perché, come al solito e soprattutto negli ultimi
due anni, il futuro è appeso a una decisione non politica bensì giudiziaria.
A Milano, il procuratore generale
ha chiesto la conferma dei 7 anni. Gli
avvocati dell’ex premier, Franco Coppi e Filippo Dinacci, nelle rispettive
lunghe arringhe hanno invece «reclamato» l’assoluzione. Sostenendo che
per quanto riguarda i rapporti con Karima El Mahroug, sebbene le cene ad
Arcore siano state effettivamente più
«scollacciate» che eleganti, mancherebbe l’effettiva prova del sesso a pagamento con l’allora minorenne marocchina. Mentre per quanto riguarda la concussione realizzatasi con la
telefonata al capo di gabinetto della
questura Piero Ostuni, non c’erano
violenza né minaccia, dunque non era
un ordine, e può avere al massimo ingenerato timore reverenziale nel funzionario.
Adesso si vedrà cosa deciderà la
Corte d’Appello. Il punto è che per il
primo dei due reati Berlusconi è stato
condannato a un anno e per il secon-
do a sei anni. Ebbene, anche in caso
di assoluzione da uno dei due, basterebbe comunque una condanna con
pena superiore ai due anni per revocare i benefici dell’indulto e far scattare
i tre anni della sentenza definitiva per
frode fiscale sulla vicenda Mediaset,
finora condonati (l’anno residuo è
quello che sta scontando ai servizi sociali).
Si capisce, dunque, la fibrillazione
che regna tra Arcore e Palazzo Grazioli. Chi conosce il leader, sa che
prenderebbe molto male la conferma
del marchio di reati così gravi proprio
mentre siede al tavolo delle riforme
«per cambiare e modernizzare finalmente questo Paese». E che in quel
caso Denis Verdini e Paolo Romani
avrebbero parecchie difficoltà in più
nel riuscire a tenere in piedi il patto
del Nazareno. Viceversa, magari i
“reprobi” Fitto e Minzolini, come il
bellicoso capogruppo alla Camera
Brunetta tornerebbero nelle grazie di
Silvio.
Anche se, al di là degli inevitabili
contraccolpi, pochi pensano davvero
che Berlusconi farebbe saltare l’asse
con Renzi. «È stato furbo il premier
ad aprire proprio adesso il forno con
.. .
In primo grado condanna
a 7 anni. Ora ne bastano
più di due per la revoca
dell’indulto all’ex Cav
il M5S...» sussurra un azzurro trattativista. La possibile maggioranza alternativa con i grillini, infatti, è una pistola puntata alla tempia dell’ex Cavaliere. Che sa benissimo che la partita si
gioca nel medio periodo. Per diventare esclusiva, infatti, la sentenza dovrà
arrivare in Cassazione. E secondo
un’indiscrezione, ufficiosa ma non
smentita, la Suprema Corte affronterà l’argomento l’estate prossima, tra
giugno e luglio 2015. Dunque, anche
una mezza assoluzione o una riduzione della condanna potrebbe essere
una buona notizia nell’immediato.
ACQUATTATI
Nell’attesa dell’ora X, i frondisti stanno acquattati. Anche perché la brutalità con cui Berlusconi ha stroncato il
dibattito all’assemblea dei gruppi ha
scosso molti. Minzolini (che continua
a terrorizzare gli altri con il pronostico delle elezioni in primavera e secondo i maligni punta a ricollocarsi nella
Rai renziana) e D’Anna, capofila dei
cosentiniani, vanno avanti nel no alla
riforma. Ma il fornte non è così determinato. Renata Polverini ha invocato
una «pausa di riflessione»: «In un momento così drammatico, non intendo
mettere il mio nome a disposizione di
persone che magari pensano di intraprendere una via nella quale non mi
riconoscerei». Un altolà netto a propositi di scissione, che forse i cosentiniani coltivano, e che potrebbero essere cavalcati da Alfano alle prese con
la preparazione dei nuovi gruppi parlamentari di Costituente Popolare insieme a Udc e centristi sparsi. Continua l’ex governatrice del Lazio: «Oggi sarà una giornata molto delicata
non per il percorso delle riforme del
Paese, ma per la vita politica e istituzionale di Berlusconi e di Forza Italia». Come a sottolineare che Forza
Italia è unita nel non mettere i bastoni tra le ruote a Berlusconi almeno il
giorno della sentenza.
Per ora, al Senato aspettano quasi
8mila emendamenti. Renzi vuole
chiudere in 15 giorni, Calderoli si è aggiunto alle altre opposizioni nell’avvertire che contingentare il dibattito
sarebbe una dichiarazione di guerra.
I verdiniani si dicono certi che, alla
fine, i voti contrari dentro Fi saranno
una decina. Il vero nemico di Renzi a
questo punto è il tempo. E non è detto
che la minaccia di far saltare le ferie
ai parlamentari sia sufficiente a spianare la strada al nuovo Senato.
La strada per conciliare partecipazione e rappresentanza
IL COMMENTO
MASSIMO LUCIANI
SEGUE DALLA PRIMA
Lasciamo stare ogni valutazione di
merito su quella forma di governo
o anche sul semipresidenzialismo
(che - comunque - non sono certo
le soluzioni delle quali il Paese ha
bisogno): quel che conta, adesso, è
che la riforma del bicameralismo
non richiede affatto l’abbandono
della forma di governo
parlamentare e che il solo
ipotizzarlo può avere effetti così
divisivi nella maggioranza che
sostiene le riforme da poterne
causare il fallimento.
Nel pacchetto delle riforme in
discussione, insomma, non tutto
può essere infilato. Eppure,
cambiare la struttura del
Parlamento non significa solo
modificare la composizione del
Senato, regolare diversamente i
rapporti fra le due camere o
cambiare - magari con attenzione
- il regime delle immunità. La
discussione che si è svolta in
questi mesi ha mostrato a
sufficienza che, visto che tutto si
tiene, se si tocca una tessera del
mosaico istituzionale bisogna
valutarne appieno le conseguenze.
Basta pensare alla questione della
composizione del collegio
elettorale chiamato a scegliere il
presidente della Repubblica o
all’elezione di organi come il Csm
o la Corte costituzionale: se
cambiano le norme sul
Parlamento devono cambiare
anche quelle che presupponevano
la vecchia disciplina.
Fra le norme costituzionali che
occorre ripensare entro la cornice
della riforma del bicameralismo ci
sono anche quelle sugli istituti di
partecipazione popolare. Si sa che
il nostro è uno dei pochi
ordinamenti che li vede con
favore, prevedendo, in particolare,
un inusuale referendum legislativo
di livello nazionale. Ma si sa anche
che quel referendum è solo
abrogativo e che proprio questa
limitazione ha determinato molte
distorsioni, impedendo alla
volontà popolare di raccordarsi
con quella rappresentativa nel
modo più efficace.
Ora, il cambiamento delle norme
sull’iniziativa delle leggi (reso
necessario dalla riduzione delle
competenze del Senato) e la
prospettiva di un sistema
elettorale capace di garantire
maggioranze forti aggravano la
situazione e suggeriscono un
potenziamento dell’iniziativa del
corpo elettorale.
Il rafforzamento delle istituzioni
costituzionali, infatti, purché fatto
con criterio, è un bene, ma
richiede una sapiente
compensazione, che permetta alle
domande che vengono dal basso di
arrivare al livello decisionale
centrale.
Si deve fare attenzione: il
potenziamento degli istituti di
partecipazione popolare non è un
interesse solo di chi sta “in basso”,
ma anche di chi sta “in alto”,
perché il giuoco del consenso e del
dissenso politico e sociale è
complesso e non è mai opportuno
comprimere eccessivamente le
domande indirizzate al sistema
politico-partitico, che devono
avere un canale di trasmissione
istituzionale se non si vuole che
diventino preda del ribellismo e
del populismo.
Tra gli emendamenti alla riforma
costituzionale in discussione ve ne
sono alcuni che puntano
all’introduzione del cosiddetto
.. .
Il cosiddetto referendum
propositivo può stabilire
un dialogo virtuoso tra
cittadini e istituzioni
referendum propositivo e che
meritano attenzione. La
denominazione è sbagliata (è più
corretto parlare di iniziativa
popolare qualificata), ma la
sostanza è giusta.
Si tratta, infatti, di consentire a un
numero adeguato di elettori di
proporre al Parlamento un testo
di legge e di avere il diritto di dare
al corpo elettorale l’ultima parola,
se la proposta è respinta o è
cambiata nella sua intima
sostanza dalle camere. Un
adeguato sistema di controlli
impedirebbe un abuso dello
strumento e permetterebbe la
maturazione di quel dialogo
virtuoso tra democrazia
partecipativa e democrazia
rappresentativa che sembra essere
la prospettiva migliore verso la
quale possono orientarsi i sistemi
politici maturi, che riconoscono la
sovranità popolare, ma allo stesso
tempo accolgono il principio
rappresentativo.
RASSEGNASTAMPA
6
venerdì 18 luglio 2014
POLITICA
Padoan: crescita bassa
Tensione sui conti
● Il ministro riferisce
in Parlamento
sull’esito dell’Ecofin
● Manovra correttiva
in arrivo? «No comment»
dice. Poi chiarisce
che «non c’è». Ma torna
la polemica sul rigore
● 80 euro «Dal 2015
diverranno strutturali»
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Il ritardo della crescita rende più stretti i
margini di manovra del governo. Pier
Carlo Padoan ammette davanti ai parlamentari quello che ormai da giorni gli
esperti avevano segnalato, non senza
preoccupazione per i conti italiani. Le voci di una manovra correttiva si fanno
sempre più pressanti. Tanto più dopo il
«no comment» che Padoan ha risposto a
chi gli chiedeva lumi in proposito. Una
risposta che non esclude la stretta in arrivo. Anche se fonti vicine al ministro escludono questa eventualità. «Inimmaginabile che l’Italia faccia una manovra restrittiva - dicono - proprio durante il semestre
di presidenza che vogliamo orientato alla crescita e all’occupazione». Fa di più lo
stesso Padoan che poco più tardi affida a
Twitter la sua precisazione: «Ma “no
comment” non significa soltanto “non
ho nulla da aggiungere”? - scrive - Non
c'è nessuna “manovra” in arrivo, semplicemente».
Resta il fatto che sui conti italiani i riflettori sono accesi. E che se quest’anno
non dovesse esseri una manovra, la correzione arriverà l’anno prossimo per rispettare il sentiero di consolidamento richiesto da Bruxelles. Circa 8 miliardi tra
reperire assieme alle altre voci che Matteo Renzi ha promesso. Primo: il taglio
del cuneo fiscale strutturale. In altre pa-
role, gli 80 euro in busta paga e la riduzione dell’Irap per le imprese. Padoan ha
rassicurato: «Il taglio del cuneo fiscale sarà reso permanente con la legge di Stabilità». Un’affermazione che gli ha fatto
guadagnare il plauso di Confindustria, di
solito piuttosto fredda nei confronti
dell’esecutivo.
Ma su tutto il resto lo scenario è grigio
cupo. Il fatto è che il rallentamento
dell’economia sta colpendo tutto il Vecchio continente, sulla scia della fine della
politica espansiva della Fed (il cosiddetto
«tapering») che raffredda le aspettative
dei mercati e rende meno gestibili i conti
pubblici, già imbrigliati nella fitta rete del
fiscal compact. Intervenendo a Montecitorio per comunicazioni sull’ultimo Ecofin, il ministro ha preso in rassegna le raccomandazioni mosse all’Italia dalla Commissione uscente, a cominciare dal «rafforzamento delle misure di bilancio per il
2014 a causa dell'emergere di uno scarto
basato sulle previsioni di primavera 2014
della Commissione europea rispetto allo
sforzo fiscale necessario a garantire il rispetto della regola di riduzione del debito». L’Europa continua a chiedere rigore.
Il ministro replica che quelle osservazioni non tengono conto delle misure di contenimento delle legge di Stabilità e del
piano di privatizzazioni, dunque sarebbero superate. Ma per l’anno prossimo i tagli dovranno arrivare. Si dovranno reperire almeno 8 miliardi solo per correggere
il deficit strutturale di mezzo punto. Poi
ci sono i 12 miliardi di taglio Irap e Irpef, e
infine tutte le spese incomprimibili. Il tutto con un Pil in ristagno. Tanto che Stefano Fassina torna a parlare di una manovra da 23 miliardi, che «sarebbe insostenibile» dichiara il deputato della sinistra
Pd. Secondo Fassina l’«obiettivo pur flessibilizzato, del fiscal compact è impossibile, perché irrealistico».
Non la pensa così il titolare dell’Econo-
.. .
Il titolare dell’Economia:
«Sviluppo e occupazione
siano le stelle polari
dell’Europa»
mia, che punta a sottolineare il valore
economico delle riforme messe in campo dall’esecutivo Renzi. Il ritardo della ripresa «non indebolisce la prospettiva di
medio termine - spiega Padoan - indispensabile per quel salto di qualità e di
cui il Paese ha bisogno tramite una decisa azione di riforma. Questa prospettiva
è anche necessaria per il mantenimento
difficile tra consolidamento dei conti pubblici e il sostegno alla crescita e all'occupazione che il governo è determinato a
preservare». Il ministro ammette che «la
disoccupazione è ancora alta», ma questo problema attanaglia non solo il Belpaese, ma tutta l’Europa. Per questo motivo l'Ue «ha messo al centro la crescita e
l'occupazione - spiega - obiettivi che devono guidare l'azione dell'Ue, comunque,
non solo per il semestre italiano ma per
tutto il ciclo del nuovo Parlamento».
I PILASTRI
Le politiche per la crescita saranno realizzate mantenendo ferma l’attenzione
ai conti. Maggiori risorse verranno «reperite da specifici provvedimenti senza aggravio sui saldi di finanza pubblica», continua Padoan. Ogni progresso sarà dettagliato in modo particolareggiato nell'aggiornamento del Def di settembre. «La
strategia del governo - aggiunge il ministro - è convergente con le raccomandazioni della Commissione che coniuga
azione strutturale con il sostegno alle famiglie, per esempio attraverso il bonus
fiscale, e alle imprese, con misure diverse, tra cui il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione, attualmente in
corso di ulteriore rafforzamento». E la
strategia che il governo intende portare
avanti in Europa e in Italia per rilanciare
la crescita e creare nuova occupazione,
spiega Padoan, dal momento che «non
esistono scorciatoie», si fonda su tre pilastri. «Più apertura di mercato interno e
globale - elenca - le riforme strutturali
che devono interessare tutti i Paesi, perché la grande crisi da cui fatichiamo a
uscire è anche il frutto di un ritardo accumulato molto prima che la crisi finanziaria si sviluppasse. E infine più investimenti per la crescita attivati con strumenti diversi, pubblici e privati».
TRATTATIVA STATO-MAFIA
La Procura di Palermo torna a chiedere
la testimonianza del presidente Napolitano
La Corte d'Assise di Palermo,
presieduta da Alfredo Montalto,
scioglierà il 25 settembre, alla ripresa
del processo sulla trattativa
Stato-mafia, la riserva in ordine alla
richiesta di sentire il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. È
stato annunciato al termine della
deposizione di Vitaliano Esposito,
dopo che il procuratore aggiunto
Vittorio Teresi aveva manifestato
«l’opportunità di dare corso alle
necessarie attività per la
testimonianza del presidente
Napolitano».
A quel punto la Corte - «prendendo
atto che il pm ritiene ancora utile la
testimonianza del presidente della
Repubblica» - ha annunciato che
scioglierà «la riserva che è stata
formulata il 28 novembre 2013 sulla
sollecitazione rivolta da talune parti
alla Corte affinché rivaluti il
provvedimento di ammissione della
testimonianza di Napolitano».
Teresi ha altresì comunicato che
alla ripresa dei lavori citerà come teste
l’ex segretario Dc Ciriaco De Mita. Il
procuratore aggiunto, Nino Di Matteo,
ha infine comunicato il deposito, a
partire dal 21 luglio, di attività
integrativa di indagine.
Fuori dall’austerità, scelte chiare per invertire la rotta
L’ANALISI
SILVANO ANDRIANI
SEGUE DALLA PRIMA
Lo sono per tutti i paesi europei, compresa la Germania, sollevano dubbi
sulla ripresa ed aumentano i timori
di una possibile deflazione. Le stesse
preoccupazioni ha espresso ieri, a
proposito dell’Italia, anche il ministro Padoan. L’idea di coordinare e
controllare a livello europeo le politiche strutturali può avere qualche riflesso positivo ma, in generale, appare come un tentativo di razionalizzare la linea esistente che è già fallita
rispetto all’obbiettivo di rilanciare
l’economia reale in Europa. Innanzitutto è noto che le politiche strutturali producono i loro effetti in tempi medio-lunghi; bisognerebbe inoltre definirle in modo assai diverso da come
lo furono nella famosa lettera della
Bce al governo Italiano di qualche anno fa che riduceva tutto alla
“flessibilità” del mercato del lavoro
ed alle pensioni. Livello dell’evasione
fiscale e della corruzione, funzionamento della macchina statale, dotazione di infrastrutture, squilibri territoriali e politiche strutturali per supe-
rarli e per adeguare i sistemi economici alla sfida del passaggio ad un
nuovo modello di sviluppo, questi dovrebbero essere i temi verso i quali
orientare un governo europeo delle
riforme strutturali.
Il principale problema strutturale
è di dimensione europea ed è la crescente divergenza tra i diversi paesi
dell’Unione che è aumentata dall’entrata in funzione dell’euro e aumenta
ancora in seguito alle politiche di austerità per quanto riguarda soprattutto i tassi di crescita e di occupazione e
l’andamento del debito pubblico. Sarebbero necessarie politiche di dimensione europea dirette a ridurre
le divergenze e rilanciare la crescita e
che comporterebbero anche un rilancio della domanda interna nell’area.
Questo è il problema assente nella
proposta di Draghi. D’altro canto
l’area europea, in seguito alle politiche di austerità - cioè a prezzo di un
aumento straordinario della disoccupazione e di una riduzione delle retribuzioni e del tenore di vita - ha accumulato un robusto attivo della bilancia dei pagamenti, perciò ha ora tutto
lo spazio per un rilancio della domanda interna: avere 26 milioni di disoccupati e mantenere un attivo consistente della bilancia dei pagamenti
sarebbe più che un errore un crimine.
L’aumento della domanda interna
europea può avvenire attraverso due
leve. Innanzitutto una formidabile
strategia di investimenti: il passato
trentennio ha conosciuto nei paesi
avanzati il più basso livello di investimenti, soprattutto di quelli pubblici,
della storia del capitalismo e tale livello è letteralmente collassato dall’inizio delle politiche di austerità. Si è accumulato un enorme fabbisogno di
investimenti in beni pubblici, infrastrutture e nelle imprese anche allo
scopo di adattare la struttura economica ad un nuovo modello di sviluppo anche più sostenibile dal punto di
vista ambientale. L’altra leva può essere l’aumento delle retribuzioni e
quindi dei consumi a partire dai paesi
con forti attivi della bilancia dei pagamenti ciò che consentirebbe simultaneamente di aumentare la domanda
interna europea e ridurre le divergenze di competitività derivanti dal costo del lavoro. Segnali in questa direzione vengono dal discorso di insediamento di Juncker e dalla decisione
del governo tedesco si stabilire un salario minimo che potrebbe far lievitare il livello complessivo delle retribuzioni.
Una grande strategia di investimenti può essere finanziata anche
dalla politica monetaria, se, alla fine,
la Bce si decidesse ad operare più direttamente verso l’economia reale come fatto dalla Fed e dalla Banca giapponese. Potrebbe essere finanziata
attraverso il bilancio dell’Unione, anche attraverso l’indebitamento, aumentando fortemente le dotazione
della Bei e dei Fondi specializzati di
investimento per infrastrutture esistenti o da costituire; può essere finanziata con la mobilitazione di risparmio privato: bassissimo livello
degli investimenti e politiche monetarie costantemente espansive hanno
generato una enorme massa di risparmio che in mancanza di nuovo investimenti si riversa sugli asset esistenti
con effetti speculativi. Il rilancio degli investimenti andrebbe realizzato,
naturalmente, anche a livello nazionale per questo è di importanza decisiva sottrarre dal calcolo del deficit
pubblico le spese per investimenti.
Ma non meno importante è che lo Stato si doti di una capacità di programmazione strategica degli investimenti e di orientare il loro finanziamento.
Su questo tema si sta discutendo in
molti paesi: in Inghilterra sono state
costituite già due banche pubbliche e
si discute, su proposta della London
School of Economy, di una banca
pubblica di affari e di una banca delle
infrastrutture; anche negli Usa si discute di una banca della infrastrutture ed Obama ha proposto la creazione di istituti di ricerca pubblici per i
settori ritenuti strategici per lo sviluppo futuro; la Germania ha una enorme banca pubblica, la Kwf, con funzioni di politica industriale e di sostegno al bilancio pubblico; Il Cile ha costituito un Sistema Nazionale per gli
Investimenti Pubblici, Australia e Canada vanno nella stessa direzione.
L’Italia, durante la prima Repubblica, aveva il più complesso sistema
di intervento pubblico nell’economia
di un paese capitalistico: quel sistema fu liquidato, ma al suo posto non
ne è stato costruito un altro. In Italia
vi è circa un trilione di miliardi di euro di risparmio gestito e alcune associazioni di investitori istituzionali,
quali Ania, hanno manifestato la disponibilità a dialogare col Governo
sul tema degli investimenti. Sarebbe
urgente concentrare l’attenzione sugli strumenti attraverso i quali il governo intende dotarsi della capacità
di influire sulle strategie di investimento ed orientare verso di esse parte delle risorse finanziarie esistenti.
RASSEGNASTAMPA
7
venerdì 18 luglio 2014
I primi scogli di Renzi
«Ma vado avanti, su tutto»
N
Il premier Matteo Renzi
con il ministro dell’Economia
Pier Carlo Padoan
FOTO DI FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE
EMILIA-ROMAGNA
Nuovi consiglieri
nel mirino
per rimborsi del 2012
Non solo ai capigruppo, ma anche ai
singoli consiglieri regionali stanno
arrivando in questi giorni gli inviti a
dedurre dalla Procura della Corte dei
Conti dell’Emilia-Romagna, che
accusa gli eletti in viale Aldo Moro di
spese irregolari e cattiva gestione dei
fondi pubblici. Nell’elenco appaiono
gli ex capigruppo di Pd e Pdl, ovvero
Marco Monari e Luigi Giuseppe
Villani, i numeri uno di Sel, Idv, Fds e
Udc, e assieme a loro diversi
consiglieri regionali del Pd, tra cui
spicca il segretario regionale uscente
Stefano Bonaccini.
on molla la presa su
Mogherini, rimane convinto che l’appuntamento «storico» sulle riforme istituzionali non
verrà mancato e ribadisce che non ci saranno aumenti delle tasse. Certo, poi, i problemi non mancano
e la strada per Renzi non appare in discesa. Il premier se ne è reso conto mercoledì notte a Bruxelles. Lo dicono i tempi lunghi della discussione in Senato sulla riforma costituzionale. Nell’agenda
Renzi a questo punto il primo sì al disegno di legge costituzionale doveva già
esserci stato, invece si comincerà a votare lunedì. L’ipotesi è che ci vogliano almeno 15 giorni per smaltire i quasi 8mila emendamenti.
E lo ha fatto capire anche il ministro
Padoan ieri parlando di «margini stretti» per poter toccare con mano una stabile crescita dell’economia italiana. Padoan aveva anche scelto un «no comment» alla domanda sulla possibilità di
una manovra correttiva. Una risposta
che aveva scatenato illazioni e commenti al vetriolo visto che è noto come Renzi
non abbia nessuna intenzione di mettere mano a una manovra aggiuntiva e
tanto meno a un aumento della pressione fiscale. Tanto che poi è stato lo stesso
ministro a chiudere ogni polemica spiegando in un tweet che «non c’è nessuna
manovra in arrivo». Una precisazione
ben gradita a Palazzo Chigi dove l’obiettivo di fondo rimane quello di non aumentare la pressione fiscale, ma semmai di rendere stabili e strutturali riduzioni di tasse come nel caso degli 80 euro a chi guadagna meno di 1500 euro e
del taglio dell’Irap. Sugli 80 euro c’è anche l’impegno formale di Padoan preso
ieri in Parlamento. Ma non sarà semplice anche perché nelle intenzioni politiche c’era la volontà di allargare il bonus
Irpef anche ai pensionati, alle partite
Iva e ai redditi più bassi degli incapienti.
In attesa che in Europa venga tradotta concretamente (in miliardi) la flessibilità al patto di stabilità (magari non
conteggiando più nei tetti i cofinanziamenti italiani ai fondi comunitari), l’alternativa alle tasse sono i tagli della spesa pubblica, ma il governo dovrà essere
chirurgico per non comprimere ulte-
IL RETROSCENA
VLADIMIRO FRULLETTI
ROMA
Il premier incassa
la rettifica di via XX
Settembre sulla manovra
E sulla partita di Mogherini
in Europa dice: «È un
pareggio fuori casa»
riormente la domanda interna già parecchio anemica. Insomma i percorsi sono accidentati (più di quanto inizialmente prevedibile).
La stessa vicenda della candidatura
della ministra degli Esteri al ruolo di Ms
Pesc che molti leggono come uno stop
al decisionismo renziano non è vista da
Palazzo Chigi come una bocciatura. «È
un pareggio fuori casa», scherza Renzi
coi suoi. Ma il dato oggettivo è che il nome della Mogherini non è stato tolto dal
tavolo e rimane, al momento, l’unico su
cui punta l’Italia. Forse si tratta solo di
tattica (presentarsi con piani B alle trattative significa aver già preso in considerazione l’impraticabilità del piano A) e
però è anche vero che altri nomi (Enrico Letta o Mario Monti), garantisce il
premier, non ne sono stati fatti («li ho
letti sui giornali italiani») e che sulla ministra italiana non c’è alcun veto o «messaggi negativi». Ma al contrario, fa notare lo stesso Renzi, il sostegno unanime
di tutto il Pse.
Per Palazzo Chigi il punto irrinunciabile è che quel posto di Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione spetti ai socialisti in base all’accordo
fatto coi popolari che ha portato Junc-
La ministra degli Esteri Federica Mogherini FOTO AP-LAPRESSE
ker alla presidenza della Commissione,
e che il Pse ha deciso unanimemente
che lo debba indicare l’Italia, o meglio il
Pd. Senza dimenticare poi che per rispondere al necessario equilibrio di genere della futura Commissione quel ruolo dovrà spettare a una donna. «L’Italia
è in campo per l’Alto rappresentante»,
dice il premier che invita la Ue a «dotarsi presto di una squadra competitiva in
cui siano presenti freschezza ed esperienza». Il 30 agosto comunque si vedrà.
Prima però Renzi che da domani e
fino a lunedì sarà in Mozambico, Congo-Brazzaville e Angola (l’aveva promesso che la sua prima missione da presidente del semestre europeo sarebbe
stata in Africa) dovrà veder sciolto un
po’ il nodo delle riforme. Anche ieri il
ministro Padoan ha ricordato quanto
siano indispensabili per la crescita le riforme strutturali. E come la condizione
di partenza siano proprio le riforme istituzionali, il cui «impatto economico»,
ha spiegato Padoan ai deputati «è estremamente rilevante e purtroppo spesso
sottovalutato». Certo non da Renzi che
anche ieri ha cercato di dare una scossa
sedendosi personalmente all’incontro
coi cinquestelle (e poi bloccando i parlamentari Pd che volevano rispondere polemicamente a Di Maio) nel tentativo di
vedere se il fronte favorevole alle riforme può essere allargato. Operazione
riuscita a metà. I grillini hanno aperto
(ballottaggio e premio di maggioranza)
sulla legge elettorale («è un oggettivo
passo in avanti» riconosce Renzi) e il Pd
non ha chiuso sulle preferenze. Ma i cinquestelle si mantengono molto cauti sulla riforma della Costituzione. Dove forse come dice il premier la distanza è si
«un ruscello e non il Rio delle Amazzoni», ma gli scogli ci sono a cominciare
dall’elezione indiretta dei senatori che,
al momento, pare inaccettabile ai grillini. Tanto che alla fine Renzi pur soddisfatto si chiede anche su quanti parlamentari grillini potrà mai contare Di
Maio se pure l’intesa andasse a buon fine. Anche perché Renzi non pare avere
alcuna intenzione di ritrovarsi senza
qualche contraente del patto del Nazareno (ad esempio Ncd che direbbe di no
al premio di maggioranza al partito, o
Forza Italia contraria alle preferenze)
per allargare ai cinquestelle, visto che
quell’intesa con Berlusconi e Alfano sta
garantendo un pacchetto completo fatto di riforme costituzionali e Italicum.
Anche se per Renzi resta l’elemento positivo del confronto finalmente aperto
(e da tenere aperto) con l’ala dialogante
dei cinquestelle. «Le differenze che ci
dividono ci sono, ma sono marginali» annota Renzi.
«Per il ruolo di Alto rappresentante c’è un solo nome»
V. FRU.
ROMA
«I candidati del Pse li sceglie il Pse e
all’interno di una nazionalità li sceglie il
governo di quella nazione». Così Sandro
Gozi, sottosegretario alle politiche europee, spiega perché quella della ministra
degli esteri Federica Mogherini è l’unica candidatura possibile al ruolo di Alto
Commissario per la politica estera della
Ue. Altre ipotesi «non esistono» taglia
corto spiegando che gli altri nomi italiani sono frutto di suggestioni mediatiche
e politiche di casa nostra che a Bruxelles
non hanno casa. «C’è un solo nome e
non per l’Italia, ma per tutti i socialisti e
democratici europei», puntualizza.
OnorevoleGoziilrinviodelledecisionisullenomineal vertice diBruxellesnonèuno
stop alla candidatura italiana della ministra Mogherini?
«No. Probabilmente il vertice doveva essere preparato meglio e di più. È vero
che la riunione era stata formalmente
convocata per la nomina dell’Alto rappresentante. Ma è anche evidente che
questa nomina andava legata politicamente alle altre nomine da fare e all’elezione di Juncker a presidente della Commissione europea. Forse a volte dovremmo abituarci, quando sì è in Europa, a
uscire dal microcosmo politico e mediatico romano e entrare un po’ di più nel
macrocosmo europeo».
L’INTERVISTA
Sandro Gozi
«L’unica candidatura
in campo è quella
di Mogherini. E non solo
per l’Italia, ma per tutti
i socialisti europei. Altre
ipotesi non esistono»
Che vuol dire?
«Che i fattori e le variabili che entrano
in campo sono tanti, soprattutto in una
fase come questa in cui si sta avviando
un nuovo ciclo di politiche europee e
quindi anche le nomine devono essere
conseguenti. Questa è la linea che sta seguendo il governo italiano anche nella
sua veste di presidente di turno del semestre europeo».
A che fattori si riferisce?
«Innanzi tutto all’accordo raggiunto dalle grandi famiglie politiche europee che
ha portato Juncker alla presidenza della
Commissione. Lì s’è fatta la scelta di rafforzare la democrazia europea. Perché,
in una sfida elettorale che ha visto il Pd
come il partito più votato in Europa con
11 milioni di voti e come prima forza nel
gruppo Pse, ai cittadini europei è stato
detto che avrebbero scelto non solo da
chi essere rappresentati, ma anche da
chi sarebbero stati guidati nella Commissione».
Il candidato del Ppe Juncker non ha vinto
le elezioni.
«Certo, ma ha avuto la maggioranza relativa. E infatti è stato eletto grazie a un
accordo col Pse che ha come base alcune priorità programmatiche. Proposte
avanzate soprattutto dall’Italia e che sono diventate parte dell’agenda strategica della Ue per i prossimi cinque anni, e
su cui Juncker s’è impegnato davanti al
Parlamento europeo che su quelle basi
l’ha votato».
Insomma per lei fin qui l’Italia ha ottenuto
buoni risultati?
«È così. La democrazia europea è uscita
rafforzata e in più Juncker s’è impegnato a realizzare priorità chieste dall’Italia. Ha garantito un piano di investimenti pubblici e privati di 300 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al bilancio comunitario. Ha accettato di attuare le norme
del patto di stabilità e crescita sfruttando a pieno la flessibilità. Ha posto al centro della sua azione il tema dei nuovi diritti fondamentali ipotizzando anche la
figura di un commissario ad hoc. E s’è
impegnato per una vera politica europea sull’immigrazione e l’asilo non solo
col rafforzamento di Frontex ma menzionando anche la prospettiva di un comune corpo di forza per le frontiere europee. È dunque attorno a questi elementi politici che va vista tutta la questione delle nomine».
Èquestochelafasentireottimistasullanomina di Mogherini?
«Juncker è stato eletto grazie ai voti del
Pse, quindi è ovvio che il numero due
della Commissione europea deve essere
della famiglia dei socialisti e democratici. Questa è stata la decisione unanime
del Pse che ha candidato Federica Mogherini. Candidatura poi confermata al
tavolo del Consiglio europeo».
Nessun dubbio da nessuno?
«Nessuno ha sollevato obiezioni, avanza-
to critiche o posto veti sulla ministra Mogherini. Del resto l’Italia non pone veti,
ma neppure li accetta».
E i dubbi se non proprio i no dei Paesi
dell’Est?
«Nelle nomine ovviamente vanno tenuti
presente anche gli equlibri geografici.
Fra nord e sud e fra vecchi Stati membri
e nuovi Paesi dell’Europa centrale e
orientale che è legittimo che in una unione di 28 Stati rivendichino una posizione di rilievo, uno dei top-job. Così come
andrà valutata anche la richiesta dei liberaldemocratici che fanno parte della
maggioranza che ha eletto Juncker».
Un’obiezione è che Mogherini sia poco
esperta.
«Quando diciamo che va aperta una nuova stagione poi dobbiamo essere conseguenti e promuovere una nuova classe
dirigente. Non possiamo avere tutti uomini con alle spalle 20 anni di esperienza politica europea. Serve competenza,
ma anche rinnovamento ed equilibrio di
genere. Il quadro va composto da qui al
30 agosto».
Epervoiinquelquadroresteràla ministra
Mogherini?
«Per il ruolo di Alto rappresentante c’è
un solo nome, non per Italia, ma per il
Pse».
E gli altri nomi italiani usciti in questi giorni?
«Frutto della stampa italiana e di qualche parlamentare italiano del Ppe».
RASSEGNASTAMPA
13
venerdì 18 luglio 2014
COMUNITÀ
Lettera aperta a Franceschini
l’Unità in lotta
Ministro, non mischi beni culturali e turismo
Chi ospiterebbe il dissenso
se non ci fosse questo giornale?
Vittorio
Emiliani
●
GENTILE MINISTRO FRANCESCHINI, LA SUA
IDEA DI RIDURRE IL POTERE DELLE DIREZIONI
GENERALI REGIONALI per i Beni culturali va certo
nella giusta direzione: semplificare la catena di comando e il rapporto diretto centro-soprintendenze. Mi lasciano invece perplesso altre idee, soprattutto una: quella di una più stretta integrazione fra
turismo e beni culturali e paesaggistici. Il primo
sembra, da quanto si è letto, prevalere sui secondi
assoggettandoli a naturali, ovvie logiche economico-promozionali. Ciò discende dalla convinzione da lei ribadita nei giorni scorsi - che i nostri grandi
musei siano «miniere d’oro» non sfruttate a dovere, cioè potenziali «macchine da soldi». Non so da
dove si tragga questa convinzione, tutta italiana.
Non dalle maggiori esperienze straniere: il Louvre infatti, coi suoi 180.000 mq di superfici espositive e coi suoi quasi 9 milioni di ingressi è passivo
al 50% (ci pensa lo Stato) e analoga è la situazione
del Metropolitan di New York. I grandi musei inglesi, come lei ben sa, sono gratuiti (tranne le mostre) e contano proprio così di attrarre più turisti.
Il che è vero secondo le loro statistiche ufficiali: +
50% di turisti a Londra.
Ecco uno dei punti nodali: i beni culturali e paesaggistici sono, oggettivamente, la «materia prima», il patrimonio da tutelare, da conservare, in
sé e per sé, maggiore o minore che sia, mentre il
turismo è un suo «indotto economico» che può
ben essere potenziato se ben organizzato. E purtroppo in Italia esso è più disorganizzato e più caro che nel resto d’Europa. Nonché spesso di qualità più scadente.
Nel suo progetto (per quel che se ne sa) siprevede, in una visione che privilegia l’economia, il profitto rispetto alla tutela complessiva del patrimonio, di separare i grandi musei dal territorio, dalle
città,dal contesto storico in cui sono nati - da donazioni multiple di grandi famiglie, da chiusure di
chiese e conventi, da collezioni o gallerie patrizie cioè dalle Soprintendenze. Popolate secondo la
vulgata corrente o di studiosi troppo raffinati o di
ottusi burocrati. Essi verrebbero affidati in completa autonomia a direttori anche stranieri, comunque non provenienti dai Beni Culturali. Un
bello schiaffo alle nuove leve degli storici dell’arte
italiani, dopo quello dell’accorpamento (deciso in
astratto, sulla carta) delle Soprintendenze ai Beni
Artistici e storici a quella per i Beni architettonici.
Con in più qualche pericolo «politico». Chi nominerà quei venti mega-direttori e con quali criteri, il
ministro? Prevarranno criteri «politici» o meritocratici? Essi potranno essere anche stranieri. Lei
osserva che se vi sono italiani (per lo più, mi lasci
dire, storici dell’arte) chiamati a dirigere musei
vecchi e nuovi all’estero, vi potranno ben essere
L’intervento
Usa e Europa, buona
e cattiva economia
Fabio
Sdogati
●
che
la buona teoria economica esiste e viene usata, neNON È VERO CHE L’ECONOMIA SIA UNA SCIENZA TRISTE. TRISTE È TOCCARE CON MANO
gli Stati Uniti, per la crescita, l’occupazione e il benessere nello stesso momento in cui altrove, in Europa, a scanso di equivoci, essa viene ignorata.
Ignorata a favore di una ideologia chiamata volta
a volta austerità, riforme strutturali, flessibilità
del mercatodel lavoro. E viaingannando. La presidente della banca centrale statunitense ha presen-
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
stranieri validi…
Per l’arte contemporanea è molto probabile.
Per quella antica e per l’archeologia i dubbi non
sono pochi. Nei maggiori teatri lirici nazionali non
è che i Sovrintendenti stranieri abbiano dato prova strepitosa di sé. In ogni caso si è già visto con
Mario Resca come inserire manager nel corpo di
un ministero «di patrimonio» abbia creato solo
una gran confusione, per esempio per il «vitello
d’oro» tutto o quasi privato delle società di servizi
museali aggiuntivi. Ancora da sbrogliare, se non
erro. Queste mega-direzioni esternalizzate sono
un primo passo per privatizzare (vecchio progetto-Urbani) i maggiori musei? Retrospettivamente, anche ridurre in passato il Mibac alla canna del
gas aveva probabilmente questo fine ultimo. La
polpa ai privati, l’osso allo Stato. E come la si mette coi musei civici che spesso, nel Centro-Nord, sono i più grandi e prestigiosi di quelli statali? A Brescia o a Pavia, per esempio, è tutto civico.
Accenno al paesaggio italiano. Un giorno stavo
assistendo alla telecronaca del Giro d’Italia e mi
stupii nel vedere ripresi dall’elicottero paesaggi intatti, verdi, coltivi ordinati, nessuna periferia cenciosa. Corsi a vedere dove stessero correndo: purtroppo il Giro era sconfinato in Austria… Tutto
questo avviene da noi per colpa delle Soprintendenze? Al contrario, per colpa di una sottocultura
molto italiana - alla quale il berlusconismo ha dato
un propellente formidabile - che intende il paesaggio come qualcosa di privato, in cui «ciascuno è
padrone acasa sua». Leiha costituitoun precedente pericoloso con la creazione di una commissione
per il ricorso contro i pareri emessi dalla Soprintendenze ai beni architettonici. Lei sa meglio di
me che gli organici di quelle Soprintendenze sono
ancor più carenti degli altri a fronte di una marea
di richieste di concessioni edilizie, di autorizzazio-
ni a costruire ovunque, a ristrutturare in fretta e
furia. Per cui ogni architetto dovrebbe affrontare
in ogni giorno lavorativo almeno 4-5 pratiche ediliziee urbanistiche ognuna delle qualirichiede spesso anche una quarantina di giorni di istruttoria.
Come si rimedia? Col potenziamento degli organici, ovvio. No, col richiedere, di fatto, un silenzio/assenso, sapendo che silenzio sarà, vista la incredibilemole di lavoro e la non meno incredibile pochezza di mezzi e di uomini. Le Soprintendenze vengonoaccusate di essere «organi monocratici». È difficilepensareche non losia unorgano tecnico-scientifico: non si decide a maggioranza come fare un
restauro o, in campo medico, un’operazione a cuore aperto. Prima dello sciagurato Titolo V esisteva
un ufficio centrale ben dotato che, nel 1998, compì
oltre 135.000 istruttorie progettuali annullando
3.092 progetti, neanche tanti, però maxi-progetti,
«mostri», in tempi rapidi, mediamente 42 giorni.
Ma quell’utilissimo Ufficio centrale era stato dotato di mezzi e di personale tecnico adeguato. Noi ci
auguravamo che accadesse per la co-pianificazione Regioni-Ministero prevista dal Codice per il
Paesaggio. Dov’è finita invece, Toscana a parte?
In conclusione mi sembra, signor ministro, che
mescolarela materia prima«patrimonio» el’indotto «turismo» anteponendo per giunta il primo al
secondo, oltre a smontare, di fatto, una tradizione,
centenaria ormai, di buona tutela (nonostante gli
italiani), rischi di non giovare per primo al turismo
che avrebbe bisogno, quello sì, di manager, di specialisti, di promoter e di obiettivi adeguati ai
48.738.575 stranieri che sono arrivati da noi nel
2012. Oggila politica turistica la fannoi touroperator, come più conviene loro. E sul paesaggio comandano speculatori, abusivi, padroni e padroncini.
Sinceri saluti
Maramotti
tato al Committee for Banking, Housing and Urban Affairs del Senato del Congresso degli Stati
Uniti il proprio rapporto semestrale sulla politica
monetaria. Normale. Normale la scadenza, normale il contenuto. Quello stesso contenuto che insegniamo nelle università, niente di trascendentale. Alcuni esempi (traduzione mia, chi non la ritiene fatta in buona fede perché austero, vada a leggersi l’originale). 1) Dice il presidente della banca
centrale tedesca: i tassi di interesse sono troppo
bassi.Dicela presidente della bancacentrale statunitense: «Anche quando riterremo che sia arrivato il momento di alzare I tassi di interesse, pensiamo che passerà un lasso di tempo considerevole
primache noili si riporti a livelli storicamente normali». Traduzione: va bene così, sono bassi, ma ad
alzarli non ci pensiamo neanche, per ora.
2) Dicono i profeti dell’austerità (salariale, ovviamente): occorre procedere ulteriormente sulla
via della riforma del mercato del lavoro. Dice la
presidente della banca centrale statunitense:
«Non siamo ancora neanche al punto in cui i salari
stanno crescendo ad un tasso che potrebbe generare inflazione. Di fatto, i salari reali sono venuti
crescendo meno della produttività; ciò che abbiamo visto, piuttosto, è una redistribuzione del red-
dito a sfavore del lavoro e a favore del capitale».
Basta con le citazioni.
Noi, oggi, in Europa, siamo di fronte a questo
problema drammatico: abbiamo un tasso di disoccupazione mai visto prima; abbiamo una dinamica
degli investimenti che non potrà garantire alla
prossima generazione una base produttiva industriale adeguata a consentire livelli di qualità della
vitadignitosi;abbiamo un debitopubblicoin crescita, in assoluto, non solo in rapporto al Pil! E questi
sono i risultati delle politiche di austerità. Non
dell’Europa, come si sente dire, ma delle politiche
volute dagli austeri. Non dall’Europa. E oggi, senza neanche dover far ricorso alla buona teoria economica, al moltiplicatore keynesiano della spesa,
alla propensione marginale al consumo, senza
neanche far ricorso a questi concetti elementari,
possiamo dire agli austeri: ma siete almeno capaci
di copiare, di guardare dall’altra parte dell’Atlantico? La risposta, ovviamente, è che sarebbero capaci di copiare. Ma non vogliono. Punto. E in questa
valle di lacrime ci rasserenano un poco, solo un
poco,le parole di Junker: i membri dell’Unione Europea non sono 28, 28 Stati, come sembrerebbe.
Sono 29. Il ventinovesimo? La disoccupazione. 25
milioni di disoccupati sono uno Stato.
La tiratura del 17 luglio 2014
è stata di 58.861 copie
Enrico
Palandri
Scrittore
●
NON È FACILE DISTINGUERE LE IDEOLOGIE DALLA STORIA, PERCHÉ SI NUTRONO L'UNA DELL'ALTRA. L'UNITÀ È
STATA il megafono del Pci. Finito il Pci, perché dovrebbe
sopravvivergli?
La ragione principale è che il giornale non è mai stato
solo un megafono e che il Pci ha avuto molto potere, ma
non è mai stato al potere. Fosse arrivato a guidare la società
italiana saremmo finiti come le altre repubbliche dell'Europa dell'Est, che ancora oggi pagano il prezzo di quella catastrofe. Questo probabilmente era chiaro già alla fine della
guerra e fa parte di una difficile storia che si articolò all'interno della Nato, con poteri locali invece di potere nazionale eccetera eccetera, storia complicata, che qui non interessa. Il giornale ha spesso riflesso queste ambiguità, ma ha
inevitabilmente, proprio per la contraddittorietà di questo
processo, ospitato dissenso. Da Gramsci a Calvino, gli intellettuali che hanno scritto sul giornale sono state sempre
voci dissonanti, critiche, difficili, che rimandavano a un utopica alleanza che si realizzava in un progetto, e questo ha
fatto sì che la storia del giornale e quello che il giornale è
ancora oggi sia più interessante del Pci, almeno per me.
Anche qui ci sarebbero tanti altri capitoli da aprire: esiste ancora l'area sociale a cui si riferiva e se esiste, vuole
davvero leggere l'Unità? Ha avuto in questo mondo molto
più influenza Berlusconi, Mediaset, il Milan e le sue coppe
dei campioni, i quiz dedicati ai prezzi delle lavatrici. Sono
loro che hanno parlato alla classe operaia negli ultimi vent'
anni e non certo Lecittàinvisibili o Ilbaronerampante.
Allora cosa ha significato cercare di interpretare una voce popolare e trasformarla in una proposta per tutta la società?Come appunto hanno fattoGramsci a Calvino e continuano a fare tanti di noi oggi, senza un partito e senza neppure un orizzonte internazionale o una proposta di società?
Io non sono e non sono stato comunista neppure negli
anni 70. Anzi, proprio in quegli anni il conflitto tra la mia
generazione cresciuta con Bob Dylan e Joan Baez, i Beatles, R.D Laing, D. Cooper, il femminismo, e quella del vecchio Pci è stato più violento. A Bologna e poi ovunque la
tradizione della Resistenza portasse ancora i valori della
guerra (ora fredda, ora di classe, ora anti-americana, ora
anti-borghese). Loro erano contro il rock, contro i capelli
lunghi, contro le diverse soggettività che si affermavano
con la pace. L'obiezione principale della mia generazione
alla loro, che ho poi verificato nei Paesi dell'Europa dell'Est
o in quello che ho visto in Cina, era che l'idealizzazione dello Stato non poteva non produrre stati di polizia. Una critica che non può non risalire da Marx a Hegel e che porterebbe troppo lontani per questo piccolo appello. C'era per me
qualcosa di inaccettabile, per dirla con Leopardi, una tendenzaaspiritualizzare le cose umane. Ma certamente Antonio Gramsci, morto in prigione per un altro stato di polizia,
lo sento come un mio magnifico antenato. Come Pavese,
Calvino, Moravia, Pasolini, Elsa Morante, come tutto quello che si oppose al fascismo italiano. E qui la storia si separa
dall'ideologia, resta fatta di eventi concreti, biografie, idiosincrasie. Un fatto, un giornale che ha raccolto dissidenza e
non regime, che ascolta una parte della società difficile e
non per vendergli una lavatrice, ma perché sa che lì ci sono
esseri umani. Un giornale per cui scrivo da una ventina
d'anni per una strana fedeltà a questa linea che ho descritto, che ha sempre vissuto del dissidio tra una dirigenza politica che faticosamente emergeva, che secondo me si è spesso sbagliata, e lo penso contro la grana di questo giornale
soprattutto a proposito di Berlinguer, che mandò il capo
della Cgil Luciano Lama a parlare con gli studenti romani
nel 77 e ci definì tutti untorelli. La storia che è attorno al
giornale è da sempre più grande anche di questo, più ampia e capace di interloquire. Gramsci più grande del Pci,
Calvino più grande di chi accettò l'invasione dell'Ungheria,
gli intellettuali più interessanti dei politici, anche se ovviamente meno potenti. Se un giornale può contribuire a traghettare l'Italia confusa e smarrita di questi decenni, stordita da consumi che non si possono più fare, da una tradizione cattolica da sempre impermeabile al secolo, secondo me
èpiù oggi l'Unitàche con la sua storiaidiosincratica e scomoda continua a essere fuori dalla ricerca di consensi che cerca al centro, dove c'è solo conformismo, il proprio sentiero.
Quest'anima dissidente, che è nel Dna del giornale non porta grandi vendite, ma un'enorme influenza perfino in chi,
come ho raccontato, si è trovato spesso contrapposto al Pci,
ed è così forte che io credo resisterebbe a qualunque proprietà, perché ascolta voci che altri faticano ad ascoltare e
le elabora in un discorso che da sempre è piuttosto scomodo e diverso. Le difficoltà del giornale sono in fondo il segno
di una virtù che non è nata ieri.
RASSEGNASTAMPA
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4
Primo piano
Venerdì 18 luglio 2014
[email protected]
VERTICE UE E RIFORME
Il tentativo di accordo sull’intera squadra è stato
rinviato al nuovo summit convocato per il 30 agosto
Nomine: per l’Italia
partita più difficile
Il flop del vertice di Bruxelles mette a rischio il rispetto
dei tempi per la costruzione del nuovo governo europeo
di MARCO GALDI
BRUXELLES - Mentre la tragedia del Boeing della Malaysian
abbattuto in Ucraina alza l’allarme per le guerre alle porte dell’Europa, il flop del vertice per le
nomine europee mette a rischio
il rispetto dei tempi per la costruzione del nuovo governo europeo. Lo stallo tra i 28 sulla
candidatura italiana di Federica
Mogherini per la poltrona di ministro degli esteri europeo, il replay del tentativo di accordo sull’intera squadra del nuovo eurogoverno rinviato al nuovo summit convocato per il 30 agosto:
saranno sei settimane difficili le
prossime per Jean Claude Juncker, ma anche per l’Italia.
I socialisti per bocca del capogruppo Gianni Pittella hanno
ribadito che per loro c’è solo una
candidatura per i “top jobs”: appunto Federica Mogherini. Intanto dalla Francia si viene a sapere che la candidatura ufficiale
di Moscovici per la poltrona di
Commissario per l’economia dovrebbe essere ufficializzata a
breve. Ma resta il problema di
trovare una figura «di consenso» e con la capacità di «unire» così come è stata descritta dal
presidente Hollande - per il posto di presidente del Consiglio.
Il tedesco Elmar Brok, consigliere di Angela Merkel, presidente della Commissione esteri
e pezzo da novanta della Cdu, ha
ribadito che «Enrico Letta
avrebbe avuto buone chance, ma
Renzi non lo ha proposto». Ma
non sembra che ci siano piani B,
Roma continua a puntare su Federica Mogherini, che è, era e resta la candidata ufficiale del
Pse.
Nella notte di Bruxelles, constatata l’impossibilità di trovare
un accordo sul suo nome, il presidente del Consiglio uscente - e
negoziatore in prima battuta
per conto dei governi - Herman
Van Rompuy ha definito «spiacevole ma assolutamente non
drammatica» la battuta d’arresto. Ma il nuovo presidente della
Commissione europea, Jean
Claude Juncker, subito dopo l’elezione di martedì scorso spiegava di puntare a comporre la
squadra entro la fine di luglio o i
primi di agosto «per dare il tempo ai Commissari nominati di
prepararsi» per le audizioni davanti al Parlamento europeo che
si dovrebbero tenere a settembre
per rispettare i tempi e arrivare
all’approvazione finale in plenaria a ottobre. Audizioni che non
saranno solo di routine. Il peso
degli eurocritici (il gruppo Ecr
guidato dai Tories, terza forza
dopo Ppe e S&D) e degli euroscettici si farà sentire. E le
scelte traballanti potrebbero ri-
schiare la bocciatura. Il precedente c’è e ci riguarda, visto che
Rocco Buttiglione nel 2004 fu
bocciato come Commissario per
la Giustizia a causa di dichiarazioni non gradite sui gay.
La consegna ai governi dopo il
vertice è stata quella di presentare le proposte, possibilmente
più di una e rispettando la parità di genere, per consentire a
Jean Claude Juncker di costruire la sua squadra di governo in
modo di rispettare le tante condizioni richieste. Come sintetizzato dal premier finlandese
Alex Stubb, uno che Bruxelles la
frequenta dal 1997, si tratta di
trovare equilibrio «tra grandi e
piccoli paesi, tra nord e sud, tra
vecchi e nuovi paesi, tra paesi
dell’euro e non».
Insomma, fino a mercoledì
scorso «20 criteri per soli tre nomi». Allargare la platea dovrebbe, almeno sul piano teorico,riuscire a facilitare un compito non
certo facile.
Matteo Renzi in diretta streaming
durante l'incontro tra Pd e M5S
|
L’INTERVISTA
|
«Letta aveva delle chance
ma Matteo non ha voluto»
di MARCO GALDI
BRUXELLES - «Tutti sapevano
da settimane che Letta avrebbe
avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto» alla Presidenza del Consiglio europeo.
«Non so se Letta ha ancora possibilità, ma le avrebbe avute. Ma
Renzi non lo ha voluto proporre
L’ex premier Enrico Letta
e non è stato proposto». E’ il tedesco Elmar Brok, 68 anni, a
raccontare quale sia la visione
dalla Germania sul caso Letta.
Entrato al Parlamento europeo
nel 1980, membro di spicco della Cdu, consigliere politico della Cancelliera Angela Merkel,
due settimane fa Brok è stato riconfermato (per la sesta volta
dal 1999, con una sola interruzione tra settembre 2009 e gennaio 2012) presidente della
Commissione Esteri dell’Europarlamento.
Mercoledì ha partecipato al
pre-vertice dei leader Ppe. Parlando del summit rinviato senza decisioni dice: «Ci sono state
molte resistenze contro Federica Mogherini a causa della
mancanza di esperienza, per il
suo atteggiamento verso la
Russia e perché il programma
della presidenza è totalmente
neutrale e acritico verso la Russia». Dal Ppe è stato riferito che
Herman Van Rompuy aveva riportato ai leader Popolari che
non c’era maggioranza qualifi-
cata a favore della candidatura
italiana. Ed era stato ventilato
che una possibile soluzione di
compromesso, per evitare lo
stallo nel processo delle nomine
o la bocciatura della Mogherini,
sarebbe potuta essere quella di
proporre Enrico Letta, gradito
a tutti compresa la Merkel.
«Questo nome non è stato discusso e non è stato citato - dice
Brok - Ma tutti sapevano da settimane che Letta avrebbe avuto
buone possibilità se Renzi lo
avesse proposto».
Argomentando sulla questione della presunta mancanza di
esperienza del ministro Mogherini, Brok osserva: «E’ ministro
degli esteri da così pochi mesi...
Dovreste saperlo». E precisa:
«Non ho mai detto che la Germania è contro Mogherini: è
una mia opinione, non posso
parlare per la Germania. Ma in
Parlamento Juncker ha detto
che vorrebbe avere una personalità di alta esperienza. E alcuni dei paesi dell’est Europa non
vogliono la Mogherini».
LA DICHIARAZIONE Sotto accusa per le sue ipotetiche simpatie “filorusse”
Mogherini: «La partita non è su di me ma sull’Italia»
Il ministro che si trova in missione in Medio
Oriente si dichiara serena: «Penso solo al lavoro»
di PAOLA TAMBORLINI
ROMA- «Continuo a fare il mio lavoro che è molto impegnativo, importante e anche molto bello. Questo è quello che mi impegna in questi giorni». Federica Mogherini è a
Betlemme, per una delicata missione in Medio Oriente, ma l’attenzione è inevitabilmente sull’esito del
vertice europeo sulle nomine, che
la vedeva in corsa per la poltrona di
alto rappresentante per gli esteri e
si è concluso con un nulla di fatto.
Lei non si sottrae e spiega che continua a lavorare come sempre, che i
dossier da affrontare sono importanti e delicati e non intende lasciarsi distrarre. La sua missione
prosegue con una tappa in Giordania, poi in Egitto.
Quella di mercoledì è stata indubbiamente una giornata lunghissima, tra l’incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, la tregua saltata sul terreno e le notizie che arrivavano da
Bruxelles. L’ultima a tarda notte,
con una telefonata del premier
Matteo Renzi, che la aggiornava
sull’esito del vertice. Nel mezzo importanti apprezzamenti, come
quello del Pse che ha deciso ufficialmente di indicarla come candidata
al ruolo di Lady Pesc, ma anche diverse critiche, da quella di essere
troppo giovane, fino al presunto atteggiamento filorusso. Accuse chenon l’hanno particolarmente scossa, nella consapevolezza che «la
partita non è in favore o contro Federica Mogherini ma sul ruolo dell’Italia». Certo la notizia del nulla di
fatto «l’ha colta di sorpresa, come
ha sorpreso tutti», ma quello che il
ministro ripete è che «l’obiettivo è
far vincere l’Italia», non Federica
Mogherini. In quest’ottica anche le
voci sul nome di Letta non l’hanno
sorpresa. All’ex premier il ministro
è legata da un ottimo rapporto personale.
Il ministro Federica Mogherini
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Venerdì 18 luglio 2014
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PROVE DI INTESA Si parla di Nazareno 2
Dopo battute e accuse
tra Renzi e Di Maio
scoppia il feeling
di TEODORO FULGIONE
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
|
LE RIFORME
|
L’ostruzionismo frena
ma il premier è fiducioso
di MICHELE ESPOSITO
ROMA - Frenata dall’ostruzionismo e con il rischio ingorgo in
Aula, si complica la corsa del treno delle riforme. Da lunedì pomeriggio, formalmente, si potrà
votare sugli emendamenti ma le
certezze sui tempi rapidi dell’approvazione continuano a vacillare anche se il premier Matteo
Renzi torna a porre dei paletti
ben saldi, affermando che, nonostante l’ostruzionismo di opposizione e dissidenti interni, il ddl
Boschi avrà il suo primo placet
al Senato entro 15 giorni. Nel
frattempo, alla ricerca dell’ultimo sprint anche sulla legge elettorale, Renzi allarga il il raggio
di dialogo e cerca un maggiore
coinvolgimento del M5S, aprendo su preferenze e immunità ma
incassando, a stretto giro, il
warning di Silvio Berlusconi,
preoccupato dalla prospettiva di
un “Patto del Nazareno II” con i
pentastellati.
I giochi, insomma, sono tutt’altro che conclusi tanto che è lo
di SILVIA GASPARETTO
Piero Fassino
stesso Renzi, nel suo faccia a faccia con i 5 Stelle e, soprattutto,
con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ad annunciare
un nuovo giro di consultazioni
da qui al 1 agosto, con la prospettiva che, nel frattempo, il ddl
Boschi abbia già incassato il primo sì del Senato.
Del resto, il gioco di equilibri
nel quale si deve muovere il premier, è fragile e mutevole. Ieri è
toccato a Piero Fassino, presidente Anci, alzare la voce, affermando che 21 sindaci nel nuovo
Senato sono pochi mentre a Pa-
lazzo Grazioli le aperture renziane al Movimento fanno subito
scattare l’allarme. I patti vanno
rispettati, se Renzi apre alle preferenze, il banco salta, su legge
elettorale e riforme, è il ragionamento di un Berlusconi sul quale non si allentano le pressioni
dei frondisti FI. Frondisti che, a
Palazzo Madama,
fanno ormai da
sponda ai dissidenti Pd, con entrambi
i gruppi che appaiono ben lungi da
arretrare. Anche
ieri in Aula non sono mancati gli interventi contrari al
ddl Boschi, da quello di Walter Tocci a
quello della leghista Bisinella, mentre nessuno,
finora, ha manifestato la volontà di ridurre i quasi 8mila emendamenti che frenano il percorso
del testo in Aula. Aula che, come
deciso dalla capigruppo, comincerà a votare gli emendamenti
lunedì pomeriggio.
Fassino
«Se Renzi
apre
salta
il banco»
è capire se sulle preferenze riusciamo a trovare un punto di caduROMA - Qualche battuta al vetrio- ta o meno».
lo, un paio di attacchi diretti e lo
Il presidente del Consiglio, in
scambio reciproco di accuse ma al- particolare, guarda con interesse
la fine Matteo Renzi e Luigi Di alla «idea di Toninelli di dare il preMaio sembrano parlare la stessa mio» di maggioranza «alla lista».
lingua: Pd e M5S possono trovare «Ma capisco - aggiunge - che alcuun’intesa sulla legge elettorale. E ni partiti possano avere dei dubbi:
magari allargarla anche al nodo Fi può essere intenzionata a dire di
delle riforme. Almeno queste ap- sì, più difficile che lo siano Italia
paiono le intenzioni del premier Popolare o Sel». Ed è proprio queche, a sorpresa, riconosce «i passi sta la novità: riaprire il dibattito
avanti» dei pentastellati e non sulla legge elettorale. «Da qui al
esclude un nuovo patto sulla legge primo agosto o comunque al moelettorale: «un giro ufficiale» di mento in cui la riforma costituzioconsultazioni nale sarà approcome lo definisce
vata al Senato - rilui stesso - «con
marca - facciamo
tutte le altre forze
un giro ufficiale»
politiche
che
di consultazioni
stanno consenanche «con tutte
tendo di fare una
le altre forze poliriforma costitutiche». E’ una
zionale ed elettoapertura di credirale». In particoto al M5S. D’allare, si tratta di
tronde, «tra la nouna apertura al
stra proposta e la
confronto sulle
vostra non c’è il
preferenze che i
Rio della Amazcinquestelle chiezoni - prosegue dono, aprendo a
c’è un ruscello
loro volta sul dopche non è detto
Toninelli, Baldelli e Luigi Di Maio
pio turno.
che riusciremo a
L’incontro alla
colmare. CapireCamera tra le delegazioni demo- mo se nei testi, potremo trovare un
cratiche e cinquestelle (a parte le punto di equilibrio».
difficoltà di trasmissione in streaIl M5S, al di là dei soliti toni ruviming) «è andato bene», per ammis- di, non chiude. «Con i nostri e vosione degli stessi protagonisti. I stri voti - risponde Di Maio - possogrillini - guidati da Di Maio, sem- no diventare legge le preferenze e
pre più a suo agio nei panni di nu- l’intervento sull’immunità parlamero tre del Movimento - arrivano mentare». Quanto alle riforme,
al tavolo sulla legge elettorale con «dopo la legge elettorale, se volete
una proposta scritta. Si tratta di ne parliamo». Poi precisa. «Non
cinque punti: voti di preferenza; siamo assolutamente d’accordo
stop ai condannati in Parlamento; sul Senato non elettivo» ma «ciò
no alle candidature plurime; nes- non vuol dire che non possiamo
suno sbarramento e infine doppio votare insieme l’abolizione dell’imturno di lista. Sintetizzando, l’of- munità parlamentare». “Vediamo
ferta pentastellata è un primo tur- - scrive su facebook dopo l’inconno proporzionale senza sbarra- tro - se tengono fede agli impegni
mento e un eventuale secondo tur- di fine tavolo».
no con un premio di maggioranza
L’apertura del Pd al M5S appare
al 52%.
un avviso agli alleati in vista delle
Renzi segue la prima parte del- votazioni sulle riforme costituziol’incontro un pò in disparte per da- nali: è la logica del «doppio forno».
re spazio al resto della delegazione Allo stesso tempo, però, Renzi
Democratica (Speranza, Serrac- mette in difficoltà il Movimento
chiani, Bressa e Moretti). Il Pd non Cinque Stelle. I grillini, infatti, soboccia le proposte della contropar- no spaccati al loro interno: molti
te pur ponendo paletti all’esube- non gradiscono il protagonismo
ranza 5S. E’ lo stesso premier a sot- di Di Maio e l’ipotesi di «accordi
tolinearlo: «E’ oggettivo che si so- con i partiti del sistema». Renzi lo
no fatti passi avanti - dice - ma do- sa: «E’ andata molto bene - dice a fivete anche capire che talvolta si è ne incontro - Il problema è se Di
un pò scettici sulla vostra reale vo- Maio li porta tutti. Vediamo che
lontà». «Il punto vero - sottolinea - succede al loro interno».
L’ANALISI Non sono previste manovre ma resta il problema della crescita
si attende una risposta
definitiva della Ue.
Bruxelles, ricorda il
ministro, ha comunque
riconosciuto «il preciso e
serrato cronoprogramma con cui il governo ha
definito la sua strategia». Programma che è già stato dispiegato e i cui progressi saranno
«dettagliati» con l’aggiornamento
del Def di settembre. Già avviate le
riforme del lavoro, della giustizia e
della pubblica amministrazione,
senza contare che «l’impatto economico delle riforme istituzionali è
estremamente rilevante e purtroppo spesso sottovalutato». E poi si
sta procedendo spediti con l’attuazione della delega fiscale, così come
chiesto dall’Europa, e dopo i primi
due decreti (730 precompilato e catasto) «a breve saranno presentati
quelli sull’abuso del diritto, il riordino dell’imposizione sul reddito
d’impresa e la revisione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali».
Padoan: «Gli 80 euro saranno permanenti»
ROMA - «Semplicemente» nessuna manovra in
arrivo. Certo, la ripresa
tarda ad arrivare e il governo avrà «margini più
stretti» per agire, ma
questo non vuol dire che ci sarà bisogno di una correzione dei conti in
corso d’anno. A ribadirlo è Pier Carlo Padoan, dopo che la settimana
scorsa lo stesso premier Matteo
Renzi aveva escluso una manovra
bis. E, anzi, il ministro dell’Economia assicura in Aula alla Camera
che con la legge di stabilità gli 80
euro del bonus Irpef diventeranno
«permanenti» così come promesso.
E sottolinea che «non ci sono scorciatoie» per la crescita che va perseguita con le riforme che faranno fare al Paese «il salto di qualità di cui
ha bisogno». E i pilastri che l’Italia
indicherà anche in Europa sono
tre: «Più apertura di mercato, riforme strutturali, più investimenti
per lo sviluppo».
Il chiarimento sulla manovra arriva con un tweet che Padoan scrive
di suo pugno (firmato PCP) dopo
che il «no comment», rilasciato ai
cronisti al termine dell’informativa sugli esiti dell’Ecofin aveva scatenato le perplessità della politica.
«Ma - si chiede il ministro - “no comment” non significa soltanto “non
ho nulla da aggiungere”. Non c’è
nessuna «manovra» in arrivo, semplicemente» twitta infine Padoan.
Una risposta che per il capogruppo
di Fi Renato Brunetta, «è una toppa
peggio del buco». Peraltro per Brunetta l’intera relazione del ministro
è stata «esoterica e omissiva» perché per evitare una manovra servi-
rebbe «un miracolo» e in realtà «ci
attende un autunno tragico».
Che qualche preoccupazione ci
sia, per il «ritardo nel ritorno a una
crescita sostenuta» è indubbio. Ma
intanto bisogna attendere che siano confermati, e il primo appuntamento sarà il 6 agosto, quando l’Istat certificherà l’andamento del
Pil del secondo trimestre, stimato
al momento al ribasso rispetto alle
attese con una forchetta tra -0,1% e
+0,4%. E poi c’è il percorso di riforme che il governo ha avviato e che
Padoan ha difeso in Parlamento ricordando che le previsioni di primavera della Commissione europea si fanno «a politiche invariate»
e che nelle raccomandazioni i com-
missari uscenti non hanno considerato né le misure di consolidamento introdotte con la legge di
stabilità per il 2014 né «le minori
spese pianificate» dall’attuale governo e neppure i «maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni». Gli impegni, insomma,
anche se “siamo in un contesto di
crescita ancora debole e incerto“
delineano uno scenario «in linea
con i requisiti di riduzione del debito e un sentiero compatibile con i
parametri europei». Il ministro ribadisce anche che il governo si è
impegnato «a garantire la piena
convergenza verso l’obiettivo di
medio periodo nel 2016» anche se
su questo rinvio di un anno ancora
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Venerdì 18 luglio 2014
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POLITICA
Luca Braia alle Primarie
del Partito democratico
di Basilicata
Congresso Pd: parla
Luca Braia che da più
votato sabato scorso
rilancia la voglia
di cambiamento lucano
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Luca Braia non si sposta di un
millimetro: ha voluto più di tutti il congresso subito e ora insiste sul valore delle
primarie dei 55 mila che hanno scelto un
candidato su tutti. E’ risultato il primo
dalle urne di sabato scorso - anche se non
ha superato il 50 per cento - l’ex assessore
regionale e per questo chiede di essere riconosciuto nuovo segretario regionale
del Partito democratico cdi Basilicata: «I
lucani hanno scelto di partecipare alle
primarie. I 55 mila rappresentano un segno della validità dello strumento delle
primarie. Poi questa grande partecipazione dimostra, a mio modo di vedere. che era
giusto fare subito le primarie. La scelta è
stata corretta: nonostante fosse sabato 12
luglio la risposta è stata importante».
Ma ora che accade?
«L’esito che è emerso da questa partecipazione popolare deve essere legittimato e
riconosciuto da tutti. Questo anche a salvaguardia dello stesso strumento delle
primarie che offre al popolo la possibilità
di decidere. Poi il regolamento del Pd prevede che sia l’assemblea a decidere. Questo verrà da parte mia rispettato ma è ovvio che ciascuno ha la propria coscienza».
Ma è possibile immaginare un accordo politico tra classi dirigenti con Braia
non segretario?
«Io ritengo che dietro questo risultato ci
sia la volontà esplicità da parte degli elettori di volere un cambiamento. Abbiamo
da tempo, e cioè dalle primarie di Marcello
Pittella, messo un campo un progetto di
rinnovamento radicale dei comportamenti e dei metodi. E’ un percorso di cambiamento che è stato confermato da allora ad
oggi. Abbiamo creato un’alleanza a questo scopo. Per cui anche grazie al modello
renziano che abbiamo sostenuto fortemente e che si è ritrovato intorno al sottoscritto sabato c’è stato un riscontro notevolissimo. Quell’esigenza di cambiamento che anche in questa sfida congressuale
non solo è stata rappresentata da me, ma
anche da Dino Paradiso che ha espresso il
cambiamento con una sensibilità politica
diversa, oggi dimostra a tutto il Pd lucano
l’esigenza di cambiare fase e passo. In fondo stiamo parlando di una voglia di cambiamento in Basilicata che si attesta al 60
per cento circa».
Luongo all’angolo?
«Quella politica ancora ancorata ai modelli
che hanno caratterizzato la Basilicata degli ultimi anni ha avuto un riscontro importante e
credo che chi sarà il segretario regionale del
Pd dovrà riconoscere tale risultato. E’ una sensibilità importante che
non può essere ignorata
ma il risultato del congresso mi pare inappellabile».
Quindi Braia segretario magari in sintonia con Paradiso ma di
certo non Luongo segretario. Intende questo?
«Credo che noi dobbiamo lavorare fino
all’ultimo minuto per cercare di trovare e
proporre l’unitarietà del partito. Speriamo di incrociare in tal senso una consapevolezza da parte di tutti. Bisogna aiutare
questo percorso. Da parte mia io sono
pronto, qualora diventassi segretario, a
farmi carico di tutte le sensibilità del Partito democratico e sostenere lealmente il
governo regionale nel processo riformatore di cui la Basilicata ha bisogno e che
tutti noi abbiamo chiesto di realizzare.
Spero che si possa lavorare fino all’ultimo
per questo obiettivo esaltando le caratteristiche e le qualità di ognuno come la freschezza di Paradiso con le sue proposte
Disconoscere le Primarie
sarebbe molto pericoloso
Il candidato segretario materano assicura: «Sono pronto a farmi
carico delle sensibilità e delle qualità di Luongo e Paradiso»
come il riconoscimento dei diritti civili o
come il limite dei mandati da declinare in
maniera adeguata. Sono tutte tematiche
che è giusto che il Pd se ne faccia carico.
Allo stesso modo va valorizzata l’esperienza di Luongo che ritengo possano essere utili al Pd lucano. Sono dei valori che
devono essere considerati imprenscindibili dentro però un percorso di cambiamento che è voluto dal popolo.
Non riconoscere comunque il
risultato delle primarie sarebbe molto pericoloso e dannoso
per il nostro partito».
Riconoscere la vittoria delle primarie ma senza mortificare gli altri...
«Assolutamente no. Se fosse
così sbaglierei anche se avessi
conquistato il 51 per cento come qualcuno pensava».
Ha introdotto il tema dei
numeri e delle aspettative.
Cosa pensa di quel 43 per cento?
«Io sono contentissimo del risultato raggiunto. Su Matera e
su Matera provincia innanzitutto. Credo che a differenza di
quanto sostenuto da qualcuno
io a Matera ho vinto ampiamente. Ho ottenuto nella città il 54 per cento dei consensi prendendo 700 voti più di Luongo e 500
in più di Luongo e Paradiso insieme. Questo da solo».
Come da solo?
«Nel senso che al netto del sostegno che
mi ha potuto dare Viti o lo stesso Pittella
con i loro riferimenti territoriali, tutti gli
altri stavano dall’altro lato».
E sulla Provincia?
«Ancora di più. In provincia di Matera il
sostegno di Pittella, come di Viti o Margiotta, Polese e Robortella è oggettivamente marginale. Loro sono molto presenti e forti sul territorio potentino ma
molto meno in quello materano. Insom-
«Sbaglia chi dice che
a Matera e provincia
sono andato male. Ho
vinto combattendo
quasi da solo mentre
con Luongo c’era
gran parte
del governo
del territorio»
ma mi sento di dire che l’alleanza che si è
stretta intorno a Luongo nel Materano
governa tantissime amministrazioni locali: da Stigliano a Tricarico, da Matera a
Scanzano fino a Montescaglioso, Novasiri, Rotondella. Pisticci tutta l’ammistrazione con in più Benedetto. Quindi tutto il
governo del territorio e la sua gestione
era riferimento di altri».
Come giudica, invece,
il voto nel Potentino?
«Sicuramente abbiamo
retto. Io non sono Marcello Pittella come penetrazione del territorio. In più
credo che chi governa in
questo momento, non essendo più in campagna
elettorale sconti direttamente il fatto di essere a
capo del governo delle
questioni. Questa è una
difficoltà oggettiva: anche quella spinta che magari Marcello poteva mettere in campo non ha trovato terreno fertile. Tanto
più che intorno a Pittella
in questi mesi c’è stata la
colpevole assenza del Pd
lucano. Anche per questo motivo abbiamo
la necessità di rilanciare e organizzare il
Pd per mettere meglio insieme i territori e
sostenere con forza l’azione riformatrice
messa in campo dal presidente della Regione».
Ma parlando di primarie in Basilicata
c’è sempre il tema delle polemiche relative agli elettori di centrodestra che si
intromettono...
«Sfido chiunque ad assegnare questa
dinamica a uno dei tre candidati. Detto
questo io dico che le Primarie aperte sono
la risposta al partito delle tessere che dobbiamo assolutamente superare. Bisogna
superare quella logica delle filiere e del Pd
proprietà di qualcuno. Ovviamente le pri-
marie aperte che sono la risposta più democratica a un partito volutamente chiuso hanno al loro interno questo rischio.
Potrebbe essere utile creare un albo di chi
partecipa alle primarie ma con la regola
attuale la partecipazione dei cittadini che
sono elettori non può essere limitata. Ad
ogni modo nessuno può dire che i voti di
chi magari ha votato in passato il centrodestra siano andati solo a un
candidato. Di certo hanno votato».
E ora la prima assemblea
elettiva per scegliere il segretario regionale quando
dovrebbe svolgersi?
«Mi auguro che al termine
della riunione della Commissione di garanzia del congresso regionale venga ufficializzata una data. Data che
dovrebbe essere fissata entro
10 giorni. Può essere il 25, il
26 o il 27 luglio e cioè o sabato
o domenica o lunedì prossimi. Questo per me è il tempo
giusto. Far scattare anche il
mese di agosto sarebbe sbagliato».
E a chi propone addirittura di svolgere la prima assemblea a settembre cosa risponde?
«Io ritengo che la partita vada chiusa
subito. Abbiamo voluto le primarie prima
della fase estiva perchè dobbiamo rilanciare da subito l’azione del partito. Chiudere i giochi per la scelta del segretario in
maniera immediata credo sia la migliore
soluzione. Questa è la mia posizione. Poi
se altri dovessero presentare motivazioni
plausibili che però non siano sempre le
stesse ragioni e cioè dibattito pubblico
ascolterò. Ma credo sia arrivato il momento di essere coerenti e di fare le cose senza
più tergiversare».
[email protected]
«Marcello paga
l’assenza colpevole
del Pd. Per questo il
partito va organizzato
quanto prima
per sostenerlo nella
sua azione di governo
L’assemblea si svolga
entro 10 giorni»
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Lo ha deciso la Commissione nazionale del Psi per i fatti delle regionali
Vita, Annale e Adamo espulsi
Insieme a loro cacciati dal partito anche D’Auria, Scarano e Cutro
Un incontro dell’associazione riformisti e socialisti lucani
con Annale, Vita e Cutro
|
UFFICIALIZZAZIONE ELETTI
|
Prosegue a oltranza la riunione della Commissione
Assemblea il 28 per l’elezione
del successore di De Filippo
Plichi di schede elettorali del Pd
POTENZA - Si terrà il 28 l’assemblea regione del Pd per l’elezione
del nuovo segretario.
Così si è deciso al termine dell’ennesima riunione fiume nella
sede regionale dem. Sul tavolo
della Commissione regionale di
garanzia per il congresso ieri pomeriggio tutte le questioni in ballo: dai tre ricorsi presentati dal
candidato segretario Dino Paradiso
in merito ai
casi accaduti
nei Comuni
di
Campomaggiore,
Salandra e
Lagonegro
fino alla verifica
degli
eletti e alla
divisione dei
seggi con il
metodo decimale tra le tre liste di
candidati di ciascun aspirante segretario regionale. E ci sarebbe
anche un altro caso posto all’attenzione della Commissione di
garanzia che parla di irregolarità nella votazione di sabato anche
Difficile da sciogliere
tutti i nodi tra i ricorsi,
le verifiche degli eletti
e la divisione
matematica dei seggi
tra le tre liste
a Cersosimo.
Insomma tanti i nodi da sciogliere con tutta la pressione che
evidentemente esiste da parte di
ciascuna fazione congressuale.
Ad ogni modo per l’assegnazione
dei seggi si partiva dalla divisione ufficiosa che attribuiva 42
seggi a Luca Braia, 41 ad Antonio Luongo e 17 a Dino Paradiso.
Ad ogni modo ieri sera alle 23
la riunione ancora proseguiva
con i cellulari dei componenti
della Commissione blindati e con
la porta della sezione chiusa. Impossibile escludere che la certificazione degli eletti possa essere
continuato fino a tarda notte. In
ogni caso nel pomeriggio erano
trapelate alcune informazioni riguardo la possibile esclusione di
qualche eletto nelle liste per non
aver corrisposto il pagamento
della tessera del Pd. Si parlava
anche di big di primo piano. Ma
sui nomi massimo riserbo fino alla chiusura della riunione vista
la delicatezza delle questioni.
Comunque a 5 giorni dalle primarie in piazza il Partito democratico di Basilicata dimostra di
avere i tempi di un elefante.
POTENZA - Rocco Vita,
Franco Adamo, Donato Cutro, Antonio Annale, Felice
Scarano e Pasquale D’Auria non fanno più parte del
Psi. Da ieri è ufficiale la loro
espulsione dal Partito socialista italiano. Lo ha decisione la Commissione nazionale di garanzia che di
fatto ha avallato la decisione dello stesso organismo
regionale.
Non è un lampo a ciel sereno. In fondo Vita, Cutro,
Adamo, Annale, Scarano e
D’Auria erano in rotta con il
Psi lucano e con il segretario regionale Livio Valvano
già da un anno circa. Allor
quando gli stessi sei espulsi
diedero vita all’associazione autonoma “Socialisti e
riformisti” assumendo una
posizione politica differente dal Psi ufficiale rispetto
alle scorse elezioni regionali del 2013 che videro la vittoria finale di Marcello Pittella e del centrosinistra ma
con Antonio Annale candidato nella lista del presidente e non con quella del
Psi. Si ricorda che all’epoca
dei fatti Rocco Vita faceva
parte della segreteria nazionale del Psi, mentre Donato Cutro era il segretario
provinciale socialista prima di essere commissariato
per gli stessi fatti.
I sei sono stati espulsi per
aver infranto delle norme
statutarie del Psi nazionale.
Quindi nessuna forzatura
dal punto di vista regolamentare. Ma si tratta comunque di uomini che hanno militato per anni nel Psi
lucano e nazionale. Restano socialisti. Ma non del
Psi.
Ovviamente non possono
mancare le polemiche. Il
più duro è Antonio Annale
che appreso della decisione
di espulsione anche nei propri confronti scrive: «Tutto
per essermi candidato alle
elezioni regionali nel centrosinistra con Marcello
Pittella, cosa che rifarei. Ma
il tema è: può considerasi
un partito come il Psi non
più una libera associazione
democratica ma uno strumento nelle mani di un despota che pensa solo a distruggere e non a costruire, o meglio pensa a come
costruirsi una propria car-
Rocco Vita
Franco Adamo
Antonio Annale
Felice Scarano
Donato Cutro
riera politica». Non lo cita
Annale ma è evidente il riferimento al segretario regionale del Psi, Livio Valvano.
Il quale contattato non entra nel merito della decisione assunta dalla Commissione ma replica telegraficamente ad Annale: «Essere definito despota da Annale non fa che confermare
il mio corretto comportamento etico».
Per tornare alle parole di
Annale comunque c’è anche la promessa: «Continuerò a fare politica perchè
non è la tessera che mi da la
patente di essere socialista,
io lo sono e continuerò ad
esserlo in qualunque contesto mi troverò, per le idee
che esprimo.
Infatti, prendendo esempio da altri Comuni, ho presentato una proposta alla
Pasquale D’Auria
Giunta comunale di Lavello
per inserire negli appalti
delle opere pubbliche la cosiddetta "clausola sociale".
La clausola prevede che chi
vince una gara per una opera pubblica o la fornitura di
servizi nel nostro comune
si impegna a reperire prioritariamente manodopera e
maestranze locali in particolare disoccupati e soggetti in cerca di prima occupazione che versano in condizioni di disagio economico
in misura del 50 per cento
del personale totale da assumere. Una azione che potrebbe dare risposte concrete a tanti giovani e meno
giovani di Lavello. Spero
che la Giunta Comunale
prenda in seria considerazione la mia proposta».
sal.san.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A gonfie vele il nuovo partito di Giuseppe Moles
Rivolta l’Italia, già mille adesioni
POTENZA - In un solo giorno sono arrivate già mille adesione per il progetto politico “Rivolta l’Italia” del deputato forzista lucano, Giuseppe Moles.
Mentre Forza Italia rischia di uscire
a pezzi dalla prova delle riforme, con
Silvio Berlusconi che, per tenere i frondisti, minaccia di deferire al collegio
dei probiviri chi non rispetterà il patto
del Nazareno, nel centrodestra qualcosa si muove. C’è chi sta provando a
cambiare le cose. L'appello lanciato da
Giuseppe Moles, esponente storico di
FI, che vede cofirmatario Antonio Martino (tessera numero 2 di FI) e altri
esponenti della societàcivile (professori universitari, imprenditori, giornali-
sti), in un solo giorno pare abbia superato addirittura le mille adesioni. Una
chiamata alle armi, dal titolo eloquente "Rivolta
l'Italia", «per chi
crede a un'Italia
piu' libera e meno
statalista,
piu' spazio per le
libere scelte personali, meno fisco, meno burocrazia, meno divieti, meno re- Giuseppe Moles
strizioni e meno
sprechi».
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Primo piano
Venerdì 18 luglio 2014
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PETROLIO
Marsiglia: «Riforma
del Titolo V
è sbagliata
Gli enti locali
vanno ascoltati»
di MARIATERESA LABANCA
E’ UNA posizione inaspettata quella assunta da Federpetroli, la federazione internazionale del settore petrolifero, indipendente e non sindacale, sul tema caldo
degli ultimi giorni: le recenti dichiarazioni di Renzi sullo sfruttamento del sottosuolo, ruolo dello Stato e resistenze dei
territori. Se era abbastanza scontata la dura reazione delle associazioni ambientaliste che lo stesso premier - dalle colonne del
Corriere della Sera - aveva definito “quattro comitatini” che tengono “in ostaggio”
il Paese rispetto al pieno utilizzo delle fonti fossili, nessuno poteva prevedere che
anche i petrolieri si scagliassero contro la
linea del Primo ministro. «I veri problemi
dello sviluppo energetico in Italia non sono quelli che il Presidente chiama “quattro comitatini”. Quanto il poco potere che
si dà a Regioni, Provincie e Comuni». Tuona così il presidente della Federazione,
Michele Marsiglia. Che si scaglia anche
contro quella riforma del Titolo V della
Costituzione che prevede l’esproprio delle
competenze energetiche alle Regioni per
riportarle allo Stato. Modifiche che Renzi
spera di riuscire a far approvare entro la
fine del mese e che tanto ha animato il dibattito lucano. Con la Basilicata che prova
a difendere le proprie prerogative nei processi decisionali, che la proposta di modifica mette duramente a rischio.
Per il presidente di Federparchi la sfruttamento delle fonti fossili trova i principali ostacoli non tanto negli enti locali o nelle battaglie ambientaliste di chi tenta di difendersi dalle trivellazioni, ma nel mancato coinvolgimento dei territori e in una inadeguata burocrazia dello Stato. «I diversi progetti del nostro indotto, parlo di piattaforme,
pozzi, oleodotti o altre semplici modifiche strutturali
ad un cantiere - spiega il
presidente - sono bloccati
non per chissà quale problematica ambientale ma
perchè le Amministrazioni
locali non vengono rispettate e coinvolte e, non hanno voce in capitolo».
E nel caso in cui dovesse passare la linea
del Governo che vuole accentrare le competenze, «assisteremo - aggiunge Marsiglia - al blocco di gran parte dei nostri progetti. Avremo problemi anche per un semplice impianto di carburante. E poi veramente potrà chiamarsi piano blocca Italia».
Poi la dice ancora più chiaramente: «Il
vero problema che abbiamo in Italia è che
non esiste una legge o un iter autorizzativo corretto ed efficiente in materia energetica. E’ di questo - aggiunge - che dovrebbe vergognarsi il premier in Europa». Certo, l’improvvisa presa posizione di
Marsiglia suona abbastanza anomala. In
fondo Renzi non si è inventato nulla di
nuovo. Il tentativo di riportare ai livelli
istituzionali romani le scelte che attengono al petrolio è ben sancito dalle linee di
quella strategia energetica nazionale a
cui stava già lavorando il ministro del Governo Monti, Corrado Passera. Ma per
Marsiglia il più grande problema sta proprio in questo: nella mancanza di una vera strategia energetica. «Il ministero dello Sviluppo Economico - spiega il presidente della Federazione - rilascia una licenza/concessione e poi sul territorio si
viene abbandonati e ci troviamo che un
pozzo finito è fermo da dodici anni». I dicasteri competenti - suggerisce - dovrebbero
curare l’iter sino a piena funzionalità.
«Ma questo non succede e vengono incolpati i Comitati cittadini e gli ambientalisti». E insiste: «I comitati cittadini, le forme di protesta e, quanto altro esiste, vanno ascoltati in una politica di dialogo. Non
possiamo dire ad un Comune di 1.000 abi-
«Dal primo
ministro
parole
senza
senso»
Anche i petrolieri
contro Renzi
Il presidente di Federpetroli: «Il problema non sono i “comitatini”
ma assenza di coinvolgimento dei territori e inadeguata burocrazia»
tanti: vengo lì, faccio un pozzo e me ne vado. In Italia esistono piccole società petrolifere (Indipendent Oil Companies) i cui
nomi non si conoscono perchè non hanno
rete carburanti, non sono pubblicizzate e
non sono tra le major di bandiera. Ma hanno investito milioni e milioni per lo sfruttamento delle risorse nel nostro Paese e
stanno subendo grosse perdite economi-
che ed occupazionali per una burocrazia
che è inverosimile e, questo non dipende
da 'quattro comitatini'. Bisogna conferire
più potere alle Amministrazioni locali e
coinvolgerle».
Marsiglia conclude: «Bisogna rendersi
conto delle banalità che vengono dette negli ultimi tempi: vogliamo le piattaforme
per estrarre gas e petrolio e dall'altra par-
te si vogliono chiudere le raffinerie. Ci lamentiamo che gli impianti di carburante
chiudono, non offrono servizi e la benzina
è alle stelle. Solo contraddizioni, basta con
le prese in giro». Infine, l’appello: «Avanti
con un ridefinizione di una nuova e mirata Politica Energetica Nazionale e basta
con dichiarazioni prive di senso».
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IL COMMENTO
L’ottimismo del premier deve fare i conti con il mancato sviluppo del passato
Pochi nati, molti disoccupati, formazione zero
di VITTORIO PRINZI
SULLE esternazioni del Presidente
del Consiglio Renzi circa la necessità di un raddoppio dell’attività
estrattiva per un aumento, a suo dire, vertiginoso dei posti di lavoro, occorre riflettere molto e, intanto, mi
viene con preoccupazione da pensare, mettendo in relazione alcuni fatti
e cifre apparsi sulla stampa locale di
questi ultimi giorni: la chiusura del
punto nascite presso l’Ospedale di
Villa d’Agri per mancanza di numero, decine e decine di disoccupati, organizzati e non, che chiedono all’Eni
e al suo indotto tre turni di 8 ore in
un mese, anzichè due turni da 12 ore
per quindici giorni, per una evidente ricaduta sull’occupazione, i fondi
regionali per la formazione ancora
da spendere e puntualmente in ritardo, e l’accredito alla Regione Basilicata delle royalties per l’anno
2013 (159 milioni di euro), grazie al
petrolio della Val d’Agri.
Pochi nati, molti disoccupati, formazione zero, neanche l’ombra della
crescita, a fronte di milioni e milioni
di euro che affluiscono ogni anno
nelle casse della Regione e dei Comuni, direttamente interessati dalle attività estrattive, e non da oggi. I conti, dunque, non tornano e la Val d’Agri sembra fare i passi del gambero!
Tuttavia, l’abolizione dell’attività di
parto nell’Ospedale di Villa d’Agri
non ha suscitato nessun clamore e
alcuna reazione da parte dei sindaci
e della politica in Val d’Agri; è vero
che si è trattato di una morte annunciata e che già due anni fa si riuscì ad
ottenere solo una deroga da parte
del Ministero della Sanità. Se poi si
pensa che secondo i dati diffusi dal
Ministero dello Sviluppo Economico, solo nell’arco degli anni 20082013 sono state pagate per complessivi 815 milioni di euro, e di contro
alla relazione del 2014 della Banca
d’Italia sull’economia della Basilicata ci si rende conto che siamo di fron-
te a numeri impietosi, che ancora
una volta inducono a prendere atto,
con rincrescimento, che le royalties,
quelle poche spese in Val d’Agri, sono finite in un colabrodo e tutte le altre sono rimaste bloccate a Potenza,
utilizzate come bancomat dalla Regione. E’ questo lo sviluppo che ci si
aspettava solo 20 anni fa? No, di certo, se addirittura si sopprimono servizi sanitari che trenta anni si erano
ottenuti con tanta lotta e dopo lunga
attesa. Ma tutto passa nell’indifferenza generale, senza che le istituzioni locali muovano un dito, quanto
meno per impedire che questo processo di spoliazione continui. Con le
risorse che la Val d’Agri ha è possibile innescare una tendenza in positivo. E’ che si continua a non far nulla,
ad affidare “le magnifiche sorti e
progressive” solo al petrolio, quando esso dev’essere considerato solo
lo strumento per uno sviluppo integrato, che metta a profitto tutte le risorse del territorio.
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Venerdì 18 luglio 2014
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L’emendamento al Senato che piace molto agli ambientalisti |
Se oltre all’Energia
ci tolgono anche l’Ambiente
Il presidente dei Federpetroli,
Michele Marsiglia
CONTRO la quasi inevitabile riforma
del Titolo V, la Basilicata - che, in virtù del ricco patrimonio del suo sottosuolo si trova a dover combattere una
battaglia quasi esclusivamente propria - si era appellata almeno a una
cosa: se proprio devono portarci via
la competenza in materia energetica,
almeno ci lascino quella relativa all’ambiente. L’ultimo baluardo per la
difesa del territorio: conservare il diritto di decidere al livello locale cosa
fare in tema ambientale, il che potrebbe essere un utile scudo per tutelarsi
dagli interessi delle multinazionali
del petrolio. Ma ora anche questa
competenza è a rischio. Al Senato il
presidente della Commissione ambiente, ha presentato un emendamento per fare in modo che l’Ambiente - che nella iniziale proposta di riforma del Titolo V non era contemplato
tra le materie da spostare a Roma - ritorni di esclusiva competenza dello
Stato. Le associazioni ambientaliste,
La proposta dell’assessore Mancini
Estrazioni, la Calabria
«Lavoriamo in sinergia
con la Basilicata»
E L’ASSESSORE al Bilancio e alla Programmazione
nazionale e comunitaria
della Regione Calabria Giacomo Mancini in materia
energetica cerca una sinergia con la Basilicata. Più
volte in occasione della presentazione del documento
di orientamento strategico
(Dos) in vista della nuova
programmazione dei fondi
Ue 2014-2020, lo ha ribadito: «Quando decliniamo la
sfida delle nuove fonti energetiche dobbiamo pensare
ad un lavoro in comune con
la Basilicata per quanto riguarda le politiche estrattive». In un’ottica di progetti
condivisi con le restanti regioni del Mezzogiorno - ne-
L’assessore Mancini
cessità sulla quale sta spingendo anche il governatore
Pittella - l’assessore della
Regione che condivide con
la Basilicata le istanze di ricerca che riguardano il
mar Jonio, invita alla stategia comune.
NON basta utilizzarli, bisogna saperlo fare bene. Sintetizzerei in questa frase la mia idea di programmazione comunitaria e utilizzo dei fondi comunitari.
Se ne parla ampiamente negli ultimi giorni: c’è chi punta il dito contro un utilizzo sbagliato dei fondi
collegati alla precedente programmazione e chi fa della futura un proprio cavallo di battaglia. Quello che
è certo è che le risorse disponibili
per la prossima programmazione
noi le paghiamo attraverso forme
di contribuzione che vanno nelle
casse europee. E quindi, alla luce di
questo, farei un’analisi diversa dell'utilizzo dei fondi regionali: non
più una specie di contributo a fondo
perduto da dare senza scopo e senza
giusta programmazione, ma un vero e proprio investimento che lo Stato sta facendo per noi e per la crescita della nostra Regione. Di recente è
stata pubblicata un'analisi interessante sull'impiego dei fondi UE in
Italia (Perrotti – Teoldi): analizza in
modo capillare gli errori nell'utilizzo da parte delle Regioni dei fondi
regionali, la difficoltà nel valutare i
risultati e lo spreco che spesso deri-
tuzionale e ai ministri per le riforme
Boschi e dell’Ambiente Galletti.
Questo per evitare - spiegano gli
ambientalisti - un incremento del
conflitto tra Stato e Regioni. Chiaramente, per la Basilicata, i risvolti potrebbero essere tutt’altro che positivi.
Conferenza di Verdi e Green Italy a piazza Montecitorio
Trivelle selvagge
«Renzi non faccia il texano»
GREEN Italy e Verdi si sono dati appuntamento
questa mattina, a partire
dalle 11 in Piazza Montecitorio (di fronte all'Obelisco) per la conferenza
stampa sul programma
energetico del governo
che prevede “trivelle selvagge” nei mari e sul territorio italiano. Gli ambientalisti chiedono al premier
Renzi di non indossare i
panni del petroliere texano e di virare su politiche
energetiche in linea con i
programmi della Germania e dell'Europa che prevedono investimenti su
rinnovabili e efficienza
energetica.
«Pensare di accreditarsi
|
di ANDREINA ROMANO*
Lavori al Senato
non solo sono d’accordo, ma spingono perché l’emendamento venga approvato. Diciannove sigle - tra cui anche Amici della Terra, Federazione
Pro Natura, Inu, Italia Nostra, Legambiente e Wwf), hanno presentato
uno specifico appello ai due relatori
del disegno di legge di riforma costi-
L’INTERVENTO
Protesta contro le trivelle
in Europa - si legge nella
nota stampa - giocando la
carta dell’estrazione degli
idrocarburi in Italia, sbandierando dati su un possibile aumento dell’occupazione forniti da Assomineraria, proprio quando l’E-
|
Fondi comunitari 2014-2020
Non basta utilizzarli
Bisogna farlo al meglio
va da una sbagliata programmazione.
Non amo essere disfattista quindi di questa analisi vorrei prendere
quello che di positivo c'è e si può
creare. Il professor Perrotti, a valle
di questa sua analisi, fa una grande
provocazione: si rinunci ai fondi diminuendo così la contribuzione nazionale e parallelamente il cofinanziamento collegato alle singole
azioni. Un’analisi che per conti e visioni potrebbe essere giusta, ma
non tiene conto del potenziale ampio che questi fondi hanno per il
mezzogiorno. Io direi, invece: questi fondi continuiamo a mantenerli
ma iniziamo ad utilizzarli nel modo
migliore. E’ da questa considerazione che dovrebbe iniziare il lavoro di
programmazione regionale: gli
obiettivi sono di spessore ma spesso
le azioni non hanno la stessa forza.
ni si avvia a dismettere la
propria raffineria di Gela,
conseguenza inevitabile
delle mutate condizioni del
mercato mondiale è un errore non solo dal punto di
vista ambientale ma anche
da quello economico».
Penso al numero di fondi dati per
azioni uguali se non identiche, penso agli innumerevoli percorsi di
formazione che spesso sono stati
semplicemente un assegno di disoccupazione senza continuità.
E' giusto investire nelle menti e
nelle persone ma bisogna farlo nel
modo corretto.
La mente e la conoscenza può essere il modo per arricchire un territorio. Sono tante le eccellenze in regione e ancora di più sono quelle
che potremmo richiamare nel territorio. Perchè una regione inclusiva
è anche quella che da spazio ai suoi
giovani ma richiama anche gli
esterni: questo per crescere e imparare.
Le professionalità sono cambiate:
la società si è aperta a nuovi lavori e
nuove competenze che spesso non
sono classificabili o collegabili a ca-
tegorie porfessionali. I giovani
viaggiano, studiano fuori, si formano in altre nazioni e fanno percorsi diversi da quelli a cui eravamo
abituati. Sono questi i giovani che
potrebbero aiutare la crescita della
regione. Long list, bandi chiusi e
procedure burocratiche interminabili non fanno che allontanare sempre di più dall'obiettivo di una società della conoscenza che sia inlcusiva, globale e partecipata. Mi occupo
di ricerca e nei miei percorsi e progetti aiuto le imprese a comprendere come innovarsi e crescere. Nella
programmazione Horizon 2020 sono tanti i sostegni e gli aiuti che le
PMI potrebbero ricevere direttamente dall'UE, ma in pochi conoscono questa realtà. In pochi sanno
che esistono realtà in Basilicata che
aiutano gli imprenditori ad innovarsi, inserendoli in cordate europee per progetti comunitari. Ecco,
immagino una programmazione
che possa dare spazio a reti di ricerca locale che siano la base per programmare meglio e farlo con coscienza.
Perchè un futuro per questa regione c'è, va solo inquadrato negli
obiettivi giusti.
*Presidente Elle e ricercatrice Exo
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NAPOLI (FI)
Corte dei Conti
Derivati:
«Regione non
metta la testa
sotto la sabbia»
«LA relazione della
Corte dei Conti che registra perdite per 26
milioni di euro dall’operazione dei cosiddetti “derivati” che risale
al 2006 attraverso la
sottoscrizione di contratti di “interest rate
swap” con un indebitamento nei confronti di
diversi istituti di credito certifica la mia denuncia politica e tenace
battaglia
sostenuta,
purtroppo con il solo
sostegno dei miei colleghi dell’ex Pdl, in Consiglio Regionale nella
precedente legislatura». E’ il commento del
capogruppo di Forza
Italia Michele Napoli
ricordando, tra gli atti
presentati, una mozione che risale al 2011 riguardante due contratti in derivati stipulati dalla Regione nel
2006 con le Banche Dexia Credito e UBS Investment, sulla base di un
sottostante rapporto
contrattuale di mutuo
stipulato nel 2000, del
valore finanziario complessivo di 218 mln di
euro, avente periodicità semestrale e scadenza al 31/12/2019.
«E’ da considerare,
tra l’altro, – ha sottolineato Napoli – che nel
corso del 2011 si è registrato l’esodo generalizzato degli enti locali
dai contratti in derivati
precedentemente sottoscritti, grazie ad una
sentenza della Quinta
Sezione del Consiglio
di Stato che, chiamato a
pronunciarsi in merito
al contenzioso fra la
Provincia di Pisa e le
banche Dexia e Depla,
ha sancito che il potere
di autotela della p.a.
comporta automaticamente la caducazione
dei sottostanti derivati
quando venga dimostrato che gli atti amministrativi sulla base
dei quali i derivati erano stati disposti violano la normativa o sono
contrari all’interesse
pubblico. Purtroppo,
in più occasioni – continua – abbiamo chiesto
di fare chiarezza su
questa operazione finanziaria iniqua che
ha prodotto epiloghi
decisamente negativi e
perdite che vanno ad
incidere sul bilancio regionale. Abbiamo anche sollecitato la Giunta a sottoporre i due
contratti in derivati, attualmente in corso, a
perizia tecnica che ne
individui eventuali violazioni di legge o anomalie e commissioni
non comunicate alla
Regione. L’auspicio –
conclude il capogruppo di Fi – è che adesso la
nuova Giunta non metta la testa sotto la sabbia come hanno fatto le
giunte De Filippo che
l’ha preceduta».
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Primo piano
Venerdì 18 luglio 2014
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VENTO DEL SUD
Le intercettazioni tra l’economo di via Verrastro
e l’amico imprenditore sui trucchi per vincere le gare
Appalti per ditte
“prestanome”
L’assillo della turnazione e il rimedio di facciata:
«Facciamo mettere un’altra persona, te li do io i nomi»
di LEO AMATO
POTENZA - «Ah, un’altra cosa.
Noi dobbiamo fare l’impianto dell’aria condizionata a... a Matera
(...) Solo che a nome tuo non lo
puoi fare (...) Come possiamo
“mastriare”?»
A parlare in questo modo con
l’amico imprenditore Leonardo
Mecca
sarebbe
stato l’economo
della
Regione
Dionigi “Dino”
Pastore, l’8 aprile
dell’anno scorso.
Proprio nel suo
ufficio di via Verrastro.
Si tratta di una
delle tante intercettazioni che sostengono l’accusa di corruzione e
turbativa d’asta
per cui entrambi
sono agli arresti
domiciliari
da
martedì. Intercettazioni che rivelano trucchi e
stratagemmi per
preparare gli appalti in modo da
riuscire ad assegnarli alla ditta
prescelta e a rendere “le carte”
inattaccabili, sistemandole alla
perfezione. Così nessuno, né una
ditta esclusa né il migliore degli
investigatori sarebbe mai riuscito a cavarne nulla.
Lo spezzattamento è uno di
questi: «Devi fare... una unica
vuoi fare? O lo facciamo spezzato?... No, dico, la gara d’appalto
vuoi fare tutto una volta o diviso,
è meglio o peggio? Va be’... devi
invitare 10 imprese poi...»
Chi parla qui è Leonardo Mecca che subito dopo viene rassicurato da Pastore: «Ma none, non
dobbiamo invitare nessuno... fino a 40mila (...) Facciamo un paio
alla volta... Vediamo se ci vuole
una macchina, due quello che vi
vuole... E poi un’altra botta la facciamo un’altra volta... per far
campare un altro».
Per il gip «appare evidente
da tutta la conversazione che
la tecnica adottata dai due indagati consistesse nel ricorrere a un
frazionamento
dei lavori e degli importi volutamente
mantenuti al di
sotto dei 40mila euro sì da poter procedere
con affidamenti diretti ed evitare le ordinarie procedutre
legali di partecipazione che
prevedono ex
lege forme di concorrenza tra i
sindoli partecipanti, rimettendo
la decisione dell’aggiudicazione
dell’opera a criteri imparziali e
trasparenti».
Ma Leonardo Mecca in tasca
sembra avere anche un’altra soluzione, perché oltre a incassare
la commessa il problema è non
fare apparire il suo nome, e l’idea
di spezzettare il lavoro «per far
campare un altro» non lo entusiasmano più di tanto. Per questo chiede a Pastore di chiarire le
L’impianto
a nome tuo
non lo puoi fare
Come possiamo
“mastriare”?
sue intenzioni: «Quindi allora
possiamo fare un lavoro buono,
possiamo fare un piano e qualche
altro piano, come abbiamo fatto
prima...». E poi rilancia per il futuro con l’amico funzionario, a
cui aveva appena fatto anche alcuni lavoretti nel suo nuovo lussuoso appartamento nell’antica
torre medioevale dietro il Municipio del capoluogo: «Tanto teniamo sempre aperto il rapporto».
Infine c’è il problema di non fare figurare la sua ditta, Edil Termotecnica srl, che pochi mesi
prima si era già aggiudicata l’appalto da un milioni di euro in 3
anni per la manutenzione degli
impianti termici della Regione, a
Potenza, soffiandolo a una ditta
come quella dei De Vico, che queli impianti in parte li avevano costruiti e comunque li gestivano
da 20 anni.
«Facciamo mettere un’altra
persona». Spiega allora l’imprenditore
Il prescelto sarebbe stato
un’imprenditore di Rotondella,
che sembra essere subito di gradimento di Pastore («Questo di
Rotondella è buono»), forse per la
sua “diversità” geografica, che
avrebbe preservato al meglio le
apparenze.
«Sì Rotondella è magnifico...
Poi lui stesso ci dà altri... Quello
mò... lui lavora ai 24 alloggi
qua». Spiega ancora Mecca all’economo che «ben consapevole del
gioco delle parti», così scrive il
gip, gli chiede se tra loro si scambiano «favori». «Sì, sì, sì. E’ una
persona tranquilla... Quello (...)
Gli dobbiamo dare quello che gli
dobbiamo dare».
D’altronde è sempre d’affari
che si tratta.
DIONIGI PASTORE
Era lui il riferimento
del “cartello”
NON ha avuto esitazioni Leonardo Mecca
quando ha saputo di essere sotto inchiesta
ed è andato subito a riferirlo all’amico funzionario. Ma anche Dionigi Pastore si sarebbe mosso non appena messo sull’avviso giudicando «pericoloso questo fatto», e
offrendosi di indagare per scoprire chi li
aveva presi di mira: «Dobbiamo stare attenti, qualche scherzetto... lo faranno». Era lui
il riferimento di Mecca e di altri imprenditori
che per l’accusa avrebbero composto un
vero e proprio “cartello”.
LEONARDO MECCA
Per il pm contava
le mazzette in auto
A PARLARE di lui è stato per primo un altro
imprenditore, finito sotto controllo dopo che
un ignoto motociclista ha scaricato una pistola sull’auto del padre, in un cantiere di
Potenza. Ma i guai veri per lui sono arrivati
quando gli investigatori hanno piazzato una
cimice nella sua auto e lo hanno sentito
contare prima di entrare in Regione:
«1.600»; «1.200» e in un caso «20», che
per il pm sarebbero banconote da 100 euro
destinate all’economo Dionigi Pastore.
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Venerdì 18 luglio 2014
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Così cercavano di eludere le microspie in Regione
Controspionaggio fai da te
“bonifiche” e stratagemmi
Oggi la sfilata in Tribunale dei 7 indagati raggiunti da misure
Al via gli interrogatori
Intanto gli avvocati già preparano i ricorsi al Riesame
Priore.
«Uno dei temi di solito ricorrenti
nel corso delle indagini – annota Rosa Larocca – è la sistematica e ossessiva paura di essere sottoposti a controlli investigativi da parte degli indagati».
Così si spiegano i rapporti col colonnello Mario Zarrillo, a cui Mecca
aveva chiesto di controllare la targa
dell’auto civetta della polizia individuata dal figlio. O la consegna di un
telefono “pulito” a Pastore sempre
da parte dell’imprenditore potentino. O l’avvertimento al “collega” Priore, raccolto in un’altra intercettazione
ambientale, sulle
precauzioni
da
adottare per incontrare Pastore «senza destare sospetti».
«E’ meglio che
non chiami, stai a
sentire a Leonardo
(…) Se vai casa a trovarlo fanno le fotografie. Non vale la
pena.
Se no dopo associazione. Capito? E'
pericoloso. Senti,
mò ti devi stare un
po’ attento. Non
chiamare».
Molto meglio sarebbe stato ad esempio, «farsi notare da Pastore, e poi portarsi direttamente al bar vicino alla Regione, dove il funzionario era solito consumare un panino durante la pausa
pranzo». Proprio come in un film di
spie.
E niente telefonini, perché secondo Mecca «attraverso delle sofisticate apparecchiature sarebbe stato
possibile intercettare le conversazioni tra presenti anche se il telefono si trovava a dieci metri di distanza».
Ma troncare i rapporti no. Questo
a detta dei due imprenditori non sarebbe stato da prendere nemmeno
in considerazione, anche con il fiato
della polizia sul collo. Come per il
funzionario dell'ufficio economato.
«Pure lui... Pure lui va trovando
un po’ di moneta. Vedi che devi fare,
vedi che devi fare che quello è stato... ti ha aiutato a te, a tutti ha aiutato. Mò piglia e tutti si allontanano...»
D’altronde gli amici si vedono proprio nel momento del bisogno.
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Gli affari
sono proseguiti
anche dopo
la scoperta
dell’inchiesta
Il Tribunale di Potenza
INIZIERANNO questa mattina alle 10 e mezza gli interrogatori di garanzia per i 7 indagati nell’ultimo filone dell’inchiesta Vento
del sud che sono stati raggiunti martedì mattina dall’ordinanza del gip Rosa Larocca su
richiesta del pm Francesco Basentini.
I primi a comparire davanti al magistrato
saranno i 4 sottoposti agli arresti domiciliari: Dionigi Pastore, il funzionario dell’ufficio
economato della Regione, l'imprenditore potentino Leonardo Mecca e i colleghi di Ruoti
Gerardo Priore e Giovanni Sileo. Poi verrà il
turno del funzionario del Comune di Potenza
Giuseppe Schifone, e degli imprenditori Vito
Zaccagnino, di Potenza e Vincenzo Battafarano, di Rotondella.
Oltre ai 7 raggiunti dall’ordinanza del gip
Larocca risultano indagati a piede libero l’ex
assessore del Comune di Potenza Luciano De
Rosa, Antonio Mecca (figlio di Leonardo), gli
imprenditori Antonio Passavanti, Nazzareno Summa, il capo dell’ufficio legale della Regione Antonio Pasquale Golia e Damarida
Romaniello.
A marzo Mecca era stato già raggiunto da
un’altra ordinanza di misure cautelari, l’obbligo di firma, disposta dallo stesso gip nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta
Vento del sud, per accesso abusivo al sistema
informatico delle fiamme gialle in concorso
con colonnello Mario Zarrillo, a cui aveva
chiesto di sapere chi era che pedinava il figlio
(in realtà si trattava di poliziotti, ndr). In
quell’occasione durante l’interrogatorio di
garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Sempre nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta risulta già indagato per traffico di
influenze illecite anche Vito Zaccagnino, di
POTENZA - Era almeno dagli inizi
di gennaio dell’anno scorso che Leonardo Mecca sapeva di essere nel
mirino degli investigatori. Dopo
che il figlio si era accorto di essere
pedinato, e lui si è presentato in Regione per avvisare Dionigi Pastore,
l’amico funzionario dell’economato.
Di qui l’idea di effettuare una bonifica del suo ufficio dalla presenza di
eventuali cimici. Un‘'’operazione registrata da microfoni e telecamere
piazzate dagli agenti della mobile di
Potenza.
C’è anche un capitolo dedicato al
controspionaggio
nell’inchiesta su
mazzette, appalti
truccati e sesso
per amministratori compiacenti tra
la Regione e il Comune di Potenza.
«Nell’intercettazione captata il 26
gennaio del 2013
all'interno degli
uffici di Pastore –
scrive il gip Rosa
Larocca – si registrava l’affannosa
ricerca dei due indagati intenti a
scoprire eventuali
microspie installate dalla polizia
giudiziaria».
«Devi
trova...
dobbiamo trovare il punto giusto,
così. Vedi... vai. L’hai fatto partire?
Ma comunque non c’è un cazzo, perché se no l'avrebbe segnalato subito... Mò mi sento ancora tranquillo».
Queste sarebbero state le parole di
Mecca, a cui il funzionario avrebbe
replicato indirizzando la ricerca:
«Nella luce, nei quadri, in questi armadi».
Fallita la ricerca i due non si sarebbero tranquillizzati che per pochi giorni, e avrebbero ripetuto il
tentativo di “bonifica” prendendo in
prestito le apparecchiature necessarie da un tecnico di Potenza, Giovanni Mussari, per cui «a differenza di
quanto valutato dalla polizia giudiziaria, il pm non ha ritenuto di rinvenire (…) gli elementi indiziari del
favoreggiamento personale».
Fino a quando - a forza di cercare le cimici non sono saltate fuori sul
serio. Ma a quel punto gli investigatori avevano già raccolto una serie
di elementi per cui martedì scorso il
gip ha disposto gli arresti domiciliari per entrambi più due imprenditori di Ruoti: Giovanni Sileo e Gerardo
Il pm Francesco Basentini e il gip Rosa Larocca
nuovo in concorso con Zarrillo, per cui invece la richiesta di misure cautelari era stata
respinta. In pratica l’imprenditore avrebbe
provato a sbloccare la pratica di un suo finanziamento al Ministero attraverso l’amico colonnello, che per il suo interessamento gli
avrebbe chiesto anche un lauto compenso:
per sè e per «ungere le ruote» a Roma.
Di recente gli atti del secondo filone dell’inchiesta sono stati inviati per competenza nella capitale, dal momento che gli accessi abusivi al sistema informatico delle Fiamme
gialle, che rappresentano il reato più grave
sono avvenuti sui server che fisicamente si
trovano lì.
Resta invece a Potenza ed approderà a dibattimento il 17 ottobre il primo filone dell’inchiesta che ha preso di mira altri appalti e
altri imprenditori tra Potenza, Pietragalla,
Avigliano e Brienza. Per questo risultano indagati in 19.
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12
Primo piano
Venerdì 18 luglio 2014
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NUOVE REALTÀ
Sono circa 200 gli extracomunitari che occupano
i casolari nella zona nord della regione
L’accoglienza
possibile
Ecco come vivono i migranti dell’Alto Bradano
in attesa dell’apertura dei centri
di GIOVANNI ROSA
no subire questo “status quo” perchè vivono di
quella speranza: alzarsi la mattina e trovare un
SONO circa 200. Non di più. 140 stanziano nei “ingaggio”. Rino della Caritas della diocesi di
pressi di Boreano; una trentina nel cosiddetto pa- Melfi-Venosa-Rapolla lo sa bene. Sono anni che
lazzo Saraceno. Altri in un capannone nelle cam- con i volontari della struttura religiosa percorre
pagne di Montemilone in contrada Stregaprete. “le vie del pomodoro”. Raccolgono beni di prima
Sono tutti africani. Di donne se ne vedono poche. necessità e poi, quasi tutti i giorni e da diverse
Di bambini nemmeno l'ombra.
estati, vanno in quei luoghi dove il tempo sembra
Quelli che incontriamo hanno sentito parlare essersi fermato da decenni.
dei centri di accoglienza che la Regione sta orgaArriviamo a Boreano. Incontriamo “Nanni” e
nizzando.
Amado. Ci salutano con “calore”. Sono del BurkiQualche volontario nei giorni scorsi ha cercato na Faso. Gli chiediamo se sanno dei campi di accodi spiegargli che da quest'anno, potranno avere glienza che da metà agosto saranno aperti. «Sì,
un letto e un alloggio degno di questo nome. Ci sì...Venosa» risponde il primo anche se presto
proviamo anche noi.
avanza una legittima richiesta: «scarpa...46»
Ma al momento sembrano non pensarci immer- continua a ripetere. Rino appunta e passa ad
si come sono in una quotidianità fatta dalla sola Amado. Lui ha subito un incidente. Rino gli dice
speranza di poter essere “ingaggiato” e guada- che nella giornata di domani (oggi per chi legge)
gnare - quando va bene - una trentina di euro.
un medico lo visiterà al piede.
La campagna del pomodoRiprendiamo il cammino.
ro sta per partire. Alcuni già
Percorriamo la strada disselavorano in quei campi dove
stata ai cui lati sono dissemi“l’oro rosso” è maturato. Alnate le case abbandonate. Intri raccolgono frutta al concontriamo Abdul.
fine con la Puglia. La magInsieme a un suo amico
gior parte invece, aspettano.
sta costruendo una capanAspettano il caporale di turna.
no che la mattina presto fa la
«Tutto occupato...per queconta della manodopera che
sto costruire» ci dice.
serve in quel determinato
Quando passiamo noi, ha
campo. Sperano di essere
quasi finito. I muri di cartoscelti e di poter lavorare e
ne sono stati già posizionati,
guadagnare quel poco che
manca solo il tetto.
al netto di tutte le spese
Di queste costruzioni ce
(viaggio, pranzo, cena), può
ne sono già una decina in cui
rendergli la vita meno dolotrovano ristoro una cinrosa.
quantina di migranti. BoUna parte - piccola al moreano è anche questo.
mento - viene ingaggiata.
Quando ce ne andiamo ci
Gli altri invece tornano mesalutano con lo stesso calostamente nei “loro” tuguri Uno dei casolari occupati dai migranti
re.
senza energia e senza acqua,
Nel ritornare a Venosa li
nella speranza che domani possa essere un gior- vediamo questi campi di pomodoro. Sterminati.
no migliore.
Sono ancora pochi i migranti che vi ci lavorano.
Il nostro tour incomincia proprio da quelle zone Del resto la “manodopera” è richiesta in caso di
di confine in cui il “centro” ideale è il “non luogo” pioggia. E ieri sul Vulture Alto Bradano c’era un
di Boreano.
sole che spaccava le pietre. Un problema in più
Una capitale decaduta come quei casolari anco- per i migranti. Senza luce, senza gas e a volte
ra aperti (altri invece sono stati murati per evitare nemmeno senza un po’ di acqua per dissetarsi.
che gli extracomunitari possano trovarvi rifugio) Chi ha la possibilità potrà comprarla, altri invece
dove, loro malgrado, i migranti trovano un tetto. dovranno fare chilometri sotto il sole, per poter
E non importa se non c’è energia o acqua potabile riempire la propria tanica che servirà non solo
corrente. Non importa se il caporale si fa pagare, per bere, ma anche per lavarsi.
con l’ausilio di un generatore elettrico, anche la
Anche questa è Basilicata; persa in una zona di
ricarica del cellulare (pare che il prezzo sia 50 cen- confine, dove pure il tempo sembra essersi fermatesimi per mezz’ora). A loro non importa. Sembra- to.
Molti lamentano la difficoltà
di accedere all’acqua
Abdul alle prese con la costruzione di una capanna
|
LA CURIOSITÀ
|
Difficile integrazione
con i proprietari
LA FOTO che pubblichiamo la
dice lunga. E’ posta su una porta di un casolare di Boreano. Uno
dei pochi a
non essere
stato occupato.
La
scritta, in un
italiano
stentato
è
eloquente.
Recita
testualmente:
“Divieto di
entrare. Altrimando venire i carabinieri”. E’ il simbolo
di una difficile integrazione. I
migranti non fanno del male a
una mosca, ma qualche proprietario terriero lì non li vuole.
E piuttosto
che spalancare le porte
di questi casolari pericolani preferiscono apporre scritte
di questo tipo quando
va bene. Nella stragrande maggioranza dei casi murano le
finestre. In
alcuni casi e lì a Boreano ne abbiamo visti almeno due, preferiscono demolirli.
LE TESTIMONIANZE Una piccola Burkina Faso nelle campagne venosine
Quelle storie di confine tra Abdullah e Bruno
Abdullah insieme a Rino della Caritas
LO TROVIAMO mentre cucina. Ha appena
appena decapitato una gallina. Abdullah Ha
venticinque anni e viene come la stragrande
maggioranza dei migranti stanziati a Boreano, dal Burkina Faso. In un primo momento
ci guarda con circospezione. Poi capisce le
nostre buone intenzioni e si avvicina al furgone. Parla un italiano stentato ma si fa capire. Come molti a cui lo abbiamo chiesto attende che vengano aperti i centri di accoglienza.
Poi prende il suo portafogli e ci fa vedere il
suo permesso di soggiorno. «Tutto regolare,
posso lavorare» ci dice. Poi ci racconta un po’
della sua vita. «Non come altri per mare - dice
- sono venuto in Italia con aereo». Abdullah
parla delle condizioni di vita di Boreano. Non
si lamenta. Avanza una sola richiesta: «Qui
non c’è acqua - dice - ne abbiamo bisogno».
Poco distante dall’abitazione di Abdullah c’è
un bar fatto di cartone. Quando passiamo è
chiuso. Per attirare clienti, il gestore (sempre un migrante originario del Burkina Faso) dava la possibilità di vedere i campionati
del mondo di calcio. Non sappiamo come sono andati gli affari, ma la scritta - in italiano campeggia ancora su tutto il lato del bar.
Quando stiamo per andarcene incontriamo
Bruno. E’ molto giovane. Rispetto agli altri,
lui è oramai “venosino” visto che ci vive anche d’inverno. Nei giorni scorsi - dice - ha irrigato i campi di pomodoro. Poi aggiunge:
«Quest’anno ho coltivato pomodori miei.
Biologici». Pare che uno dei proprietari gli
abbia affidato un piccolo appezzamento di
terreno e lui ha trovato il modo per farlo fruttificare. Li venderà ai suoi connazionali. Un
modo per sentirsi protagonisti. Un modo per
sentirsi vivo.
g. r.
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IL FILM
PALAZZO SAN GERVASIO
IL COMPLESSO dell’ex Tabacchificio ha una superficie di 2.000 metri quadrati. La struttura da anni oramai
è in disuso. Qualche anno fa è stata fatta una bonifica
per rimuovere il tetto in amianto
LAVELLO
Emerse alcune criticità: dalla questione vitto, al permesso di soggiorno
E’ CHIUSO da circa 6 anni e si vede. Dalle stanze dell’ex
albergo “San Barbato” infatti sono stati asportati anche le
ringhiere dei balconi. Pare che l’unico spazio utilizzato sia
quello della piscina.
Venosa: polemica sul web
Diversi cittadini non vedono di buon occhio la soluzione dell’ex liceo
ospiti dei campi inoltre
VENOSA - Qualcuno ha
dovranno “responsabilizstorto il naso. E lo ha detzarsi”. E’ previsto - ancora
to anche a chiare lettere.
non certo - il pagamento
N è nata una polemica che
simbolico di una somma
da “Facebook” si è riverdi denaro divisa tra il lasata anche per le strade e
voratore e il datore di laper le piazze. Il progetto
voro, chiamato anch’egli
di accogliere i migranti
a dare il proprio contribunell’ex liceo, al centro del
to. Per quest’ultimo, oltre
paese, non è piaciuto a
a rimanere nell’ambito
tutti, soprattuto a chi vedella legalità è previsto il
de nell’arrivo dei migrancosiddetto “bollino etico”
ti una difficile integraziouna sorta di certificazione. Sono diversi giorni
ne a cura del Dipartimenoramai che su alcune pato Agricoltura, rilasciata
gine del social network
alle aziende della filiera
non si parla d’altro. Un
agricola che dimostreweb diviso tra chi non ci
ranno di non aver fatto rivede nessun problema e
corso al lavoro nero e di
altri che avrebbero voluto
aver partecipato alle iniquantomeno che la popoziative della Regione per
lazione ne fosse stata in- Il palazzo “Saraceno” dove sono stanziati una trentina di extracomunitari
assicurare il rispetto delformata. Per adesso la polemica resta “virtuale” anche se alcu- cesso e per il soggiorno. Le strutture la legalità e della qualità del prodotni si stanno muovendo per far sentire possono essere utilizzate dai lavorato- to.
Nell’ultima riunione della task forla propria voce. «Non siamo razzisti - ri di entrambi i sessi che siano o sascrive sul suo profilo facebook uno ranno impegnati nella campagna del ce sono emerse alcune criticità.
La prima riguarda il vitto. Molte codei promotori - Abbiamo incontrato pomodoro. Ogni stagionale dovrà esnumerosi cittadini che hanno mani- sere munito di regolare permesso di munità di migranti preferisce cucifestato forte preoccupazione per l'ar- soggiorno e devono aver provveduto narsi in proprio attraverso anche
rivo degli extracomunitari». La strut- ad effettuare la prenotazione presso i particolari rituali previsti dalla protura individuata dal Comune per far centri per l’impiego o direttamente al pria religione. L’altra riguarda la
fronte all’emergenza è l’ex liceo clas- campo. I comuni della zona (Palazzo compartecipazione alle spese. Non
sico. Uno stabile di proprietà di un San Gervasio, Venosa, Lavello e Mon- tutti sono d’accordo e potrebbe rapprivato che avrebbe tutte le caratteri- temilone) sono i titolari della “funzio- presentare un deterrente.
Infine ed è forse la più importante
stiche per dare una degna accoglien- ne” dell’accoglienza e della gestione
delle strutture sotto la diretta sorve- questione da affrontare, è rappresenza ai circa 200 migranti.
Quella di Venosa è solo una delle tre glianza della Protezione civile, la Cro- tato dal permesso di soggiorno. Molti
zone in cui verranno stanziati gli ce Rossa, le parti sociali e le associa- infatti sono i migranti a cui è scaduto.
extracomunitari. Oltre all’ex liceo zioni del volontariato e del terzo setto- E se possederne uno valido è la “conclassico è stato individuato l’ex tabac- re. Entro pochi giorni - almeno si spe- ditio sine qua non” per accedere ai
chificio di Palazzo e l’ex albergo San ra - saranno costituiti comitati di ge- centri, allora ci potrebbe essere il ristione con l’individuazione dei ruoli schio concreto che queste strutture
Barbato di Lavello.
Nei tre centri di accoglienza indivi- che ogni attore dovrà ricoprire per- possano rimanere vuote.
duati ci saranno regole ferree per l’ac- chè il tutto vada per verso giusto. Gli
g. r.
VENOSA
DELLE strutture individuate dai comuni è quella più
idonea e funzionale. La struttura dell’ex liceo classico
che sorge a pochi passi dal centro storico ed è dotata
di energia elettrica e di acqua
LA CAMPAGNA DEL POMODORO
SIAMO ancora al periodo propedeutico. Il frutto è
ancora verde e molti migranti sono impegnati a irrigare i campi. La campagna partirà a metà agosto e
dovrebbe concludersi per la fine di settembre
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Primo piano
POLITICA
Venerdì 18 luglio 2014
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Potenza e il rapporto con Regione, hinterland e territorio
Così l’assessore Cuoco (programmazione) spiega il salto
Il futuro è una città funzionale
Progettare il capoluogo attraverso un’Agenda Urbana: che cos’è e dove guarda
gocita il territorio.
«Davvero, la polemica va riconsiderata.
POTENZA - Il capovolgimento, spiega, è La città di Potenza è stata sempre un cu«di prospettiva». Passare dalla città geo- neo, seppur in fasi diverse, nel territorio
grafica alla «città funzionale» è il salto regionale. In alcuni periodi ha frenato l’eche l’amministrazione De Luca sta pro- migrazione, in altri, come accade oggi,
vando a fare e che ha affidato alla visione restituisce, spostando popolazione nelle
di Leonardo Cuoco, economista di lungo aree limitrofe».
corso, che in esecutivo (a titolo gratuito) Ma sembra non ci sia mai equilibrio tra
si è visto affidare le deleghe
Potenza e il resto della
a Programmazione e «Abbiamo già
Regione.
Agenda Urbana.
«È questo il dilemma. Oggi
Delega insolita: che cosa consegnato
a livello di idea diffusa non
al presidente Pittella
significa?
sappiamo bene che tipo di
«Il “cosa” coincide con il la proposta
città siamo. Allora bisogna
“perché” e nasce in un quachiedersi: che strategia apdro normativo che guarda per determinare
plicare? restituiamo a Poalla città come territorio la programmazione
tenza il ruolo di città motoprivilegiato. C’è una nuova
re? oppure puntiamo sulle
letteratura normativa che dei fondi europei
aree laterali? Potremmo
recupera studi antichi e 2014-2020. Per Potenza anche scegliere questa seconsapevolezze non per chiediamo il ruolo
conda ipotesi, ma con un
forza recentissime, che per
riequilibrio debole sarebbe
un po’ sono solo state mes- di Autorità urbana
inutile: non ci sarebbe crese da parte».
scita».
Va bene, ma in questo
Quindi puntare sull’area
quadro che cosa significa “città”?
urbana?
«La città diventa uno strumento di unifi- «Se Potenza cresce, cresce tutta la Regiocazione. Funziona persino come immagi- ne. Con questa consapevolezza abbiamo
ne esplicativa, in fondo, se pensiamo al costruito l’Agenda: è un insieme di obietruolo di città di servizi in un territorio re- tivi programmatici e politici, in cui si ingionale. Se un capoluogo perde questo serisce il rapporto con la regione».
ruolo, è l’intero territorio a subire la cadu- E il rapporto con Matera?
ta».
«Matera è già struttura urbana, ma ha
Sta qui il passaggio di visione da città una forma diversa, più laterale, spinta
geografica a città funzionale?
verso il poligono che ha in Altamura un
«Partiamo dalla vertice. La relazione con le aree interne è
consapevolezza
per vocazione e posizione destinata a esseche della città so- re retta da Potenza».
no utilizzatori Alla città spetta il ruolo di collante?
non solo i suoi «Significa immaginare una programmaabitanti, ma an- zione e un’azione quotidiana in grado di
che coloro che ne affidare a Potenza la capacità di tenere
utilizzano i ser- unite varie parti della regione, soprattutvizi: a Potenza to quelle di confine. Sono proprio queste
significa 40.000 zone che oggi spingono verso aree urbautenti in più ne esterne alla Basilicata perché non troogni
giorno. vano nella propria regione una città inUna cifra calco- terna competitiva».
lata, sulla base Fin qui il quadro generale, poi cifre e
della mobilità si- tempistica. Il 22 luglio scade la prostematica (stu- grammazione dei fondi europei in Redio e lavoro, ndr) gione. E il capoluogo che posto avrà?
e non sistemati- «Ci siamo trovati nell’incrocio di più occa (servizi sanitari, per esempio). È tutta correnze. Ad aprile è stato approvato l’acla Basilicata ad aver bisogno di disporre cordo di parternariato (lo strumento di
di una città realmente funzionale, localiz- programmazione nazionale dei fondi
zata all’interno, che sia reale motore di strutturali e di investimento europei,
sviluppo, centro di produzione e diffusio- ndr), pochi mesi dopo si è insediata la
ne di innovazione».
giunta De Luca che ha subito dovuto penRiportare il principio generale su Po- sare a questa scadenza. Ci siamo detti che
tenza significa, però, recuperare le non potevamo perdere l’opportunità ofeterne polemiche sul capoluogo che fa- ferta dall’accordo in cui sono chiamate in
di SARA LORUSSO
|
di GIANNI ROSA e CANIO SINISI
Assistiamo in questi giorni a
un dibattito ampio sulla “Garanzia Giovani”, piano lanciato
dall’Unione Europea, per combattere il fenomeno della disoccupazione
giovanile.
Siamo ormai
oltre la metà
del mese di luglio e l’unico
dato evidente
è il ritardo
della Regione
Basilicata
Canio Sinisi
nell’attuazione del Piano
Esecutivo e
nella promozione dell’iniziativa. Ancora non è stato predisposto il portale regionale che
lo “Sblocca Potenza”?
«Dopo una ricognizione delle
risorse impegnate sui vecchi programmi (compreso il
Por 2007-2013, ndr) capiremo dove bisogna spendere
subito per non perdere fondi, dove è il caso di rimodulare, dove invece si può cercare
nuova linea economica,
anche a livello di finanziamenti ordinari».
causa le città medie. In quella programmazione si inserirà l’Agenda Urbana di Potenza, per questo abbiamo inviato una bozza
delle nostre proposte alla Regione perché le valuti e le inserisca nei propri piani».
Che cosa contiene la proposta?
«Abbiamo strutturato la proposta
su più fasi, sapendo che bisogna
guardare al passato per
una ricognizione e al futuro, che però è già in
corso. Il sessennio di
programmazione, in
fondo, è già in atto».
Ce cosa avete in programma?
«Pensiamo a operazioni di breve periodo,
centrate sul risanamento del bilancio e
sulla razionalizzazione delle gestioni
dei servizi. E nel
frattempo operazioni che abbiamo racchiuso in
un pacchetto
“Sblocca Potenza”.
Che cosa è
|
|
Ecco che cosa c’è nell’Agenda
IN PILLOLE
LA proposta “Agenda Urbana Potenza
2014-2020, fanno sapere da Palazzo di
Città, è solo «un primo passo», riassunto in alcune linee guida per rispondere alla tempistica urgente della
programmazione dei fondi comunitari (la Regione deve presentare il piano
al Ministero entro il prossimo 22 luglio) e non lasciare, così, Potenza fuori
da quel contesto. È uno schema di
obiettivi, azioni e risultati da realizzare nel sessennio di programmazione
2014-2020.
Tra quegli obiettivi ci sono servizi
urbani moderni per residenti e non;
«diffusione di pratiche e progettazione per l’inclusione sociale»; più forza a
quei pezzi di produzione di alta, altissima qualità innestati nel tessuto urbano; realizzazione dell’Agenda digitale; tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali; «prevenzione dei rischi ambientali, tra i quali
L’INTERVENTO
al riduzione del rischio sismico».
Questo elenco di punti va però - fanno ancora sapere - condiviso con tutti
gli attori istituzionali e civici che hanno «diritto a essere protagonisti» nella
definizione della città di domani. Ne
dovranno discutere commissioni consiliari e consiglio, ma anche soggetti
privati, agenzie pubbliche, chiunque
sia capace, secondo la regolamentazione europea, dare un’impronta positiva
alla città che verrà. Con un punto fermo sul ruolo che spetta a Potenza.
Nel trasmettere al presidente della
Regione Marcello Pittella la proposta,
il sindaco Dario De Luca ha richiesto
di riconoscere al Comune di Potenza il
ruolo di «autorità urbana» nell’ambito
del POR della Regione Basilicata. La
città dovrebbe così avere competenze
specifiche nella spesa e nella progettazione territoriale.
sa.lo.
|
Garanzia Giovani
«Questa volta si cambi»
consente ai giovani interessati
di aderire al programma.
Gioventù Nazionale, rappresentata da Canio Sinisi, ha partecipato al tavolo promosso dal
Forum Giovani della Basilicata
su “Garanzia Giovani” mettendo in evidenza i fallimenti prodotti in passato da azioni come
il “Reddito Ponte” e “Work
Experience”.
Per il momento, di certo c’è
solo una cosa, dei 17 milioni di
euro, assegnate alle diverse misure offerte dalla Regione Basilicata la parte più consistente,
circa 13 milioni di euro, è destinata, a vario titolo, alla formazione.
Quindi, ancora una volta, sarà foraggiato il fallimentare sistema formativo, pubblico e
privato, lucano e sarà, dunque,
impossibile aspettarsi risultati
diversi rispetto alle iniziative
già adottate negli anni scorsi.
Passato, presente e futuro sono
la medesima cosa. Nulla cambia.
È necessario, secondo noi, invertire la rotta: la disponibilità
finanziaria andrebbe indirizzata verso meccanismi di autoimprenditorialità e verso esperienze lavorative in azienda dirette ad accrescere le conoscenze e le competenze dei giovani
partecipanti. Sarebbe utile selezionare le aziende da includere
nel progetto scegliendo quelle
in grado di trasferire knowhow, conoscenze manageriali,
competenze ai partecipanti, e
capaci di assumere.
I “ponti” pubblicizzati dalle
precedenti
giunte, collegate “all’innovazione
continua”, si
sono rivelati
poi
ponti
verso il nulla. Non vorremmo che
anche la “ga- Gianni Rosa
ranzia”
si
trasformi in
mera illusione. Vorremmo che
la rivoluzione, per una volta,
portasse al lavoro. Vero.
*Fratelli d’Italia
RASSEGNASTAMPA
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Venerdì 18 luglio 2014
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IL PERSONAGGIO
15
Massimo Basile dal 29 al 31 luglio sarà a Pechino
alla Beijing International Wine Exhibition
L’arte delle etichette dipinte
Partito da Cancellara, ora è un artista riconosciuto. E qui nessuno ha creduto in lui
di ANNA MARTINO
LA bottiglia che diventa essa
stessa un’opera d’arte, una tela
su cui incidere un cuore dalle
forme nitide, lineari, precise,
preziose come gli Swarosvski
che lo incorniciano e lo rendono
gioiello.
E’ la Wine Art dell’artista lucano Massimo Basile, in arte Maxtin, originario di Cancellara,
che dal 29 al 31 luglio prossimi
sarà a Pechino alla Beijing International Wine Exhibition (Esposizione Internazionale del vino)
per realizzare dal vivo, in tempo
reale e davanti a un pubblico di
decine di migliaia di spettatori ,
le sue bottiglie gioiello.
E pensare che Massimo, artista già affermato, aveva esposto
questo ambizioso progetto alle
più importanti cantine lucane
prima di spinarsi la strada altrove.
«Volevo fare qualcosa per la
mia terra – dice – che io adoro, infatti quando posso cerco sempre
di tornare. Volevo esportare la
Basilicata attraverso qualcosa di
originale e unico che fosse nato
in Lucania per mano di un lucano».
Peccato nessuno gliene abbia
dato la possibilità. Forse Massimo è apparso un visionario, un
sognatore, un artista un po’ troppo stravagante ma con i piedi ben
piantati a terra. “Ero consapevole che di artisti ce ne sono tanti.
Per sfondare avevo bisogno di
proporre qualcosa di originale».
Da qui l’idea della bottiglia
opera
d’arte.
«Avevo notato
che sempre più
spesso venivano
apprezzate bottiglie di vino sulle
quali erano semplicemente appiccicate etichette che riproducevano quadri famosi. A quel
punto ho pensato che si potesse
andare oltre e
rendere la bottiglia stessa opera
d’arte, lavorando
direttamente sul
vetro. Ovviamente mi sono documentato, mi sono messo a studiare anche con l’aiuto di bravi vetrai, ed ecco qui il risultato».
Il primo arriva nel giugno del
2013, quando alcuni dei 100
esemplari della collezione Wine
Art dell’artista lucano vengono
esposti per la prima volta all’International Art Exibition, presso
il Carrousel du Louvre de Paris.
E’ uno dei 350 artisti provenienti da tutto il mondo. La prima conferma la aveva avuta già
quando Fiorucci notò una delle
sue bottiglie a un’importante
mostra a Milano e decise di acquistarla. Pechino è la vera e propria consacrazione della sua arte
nel mondo. Una consacrazione
che certamente non è arrivata
per caso, come Massimo tiene a
precisare, ma che ha richiesto
tanto spirito di sacrificio e flessibilità.
Maxtin è un autodidatta. A 22
anni lascia Cancellara per andare a studiare a Londra, dove comincia la sua carriera come
Sopra una delle bottiglie dipinte da Massimo Basile, in arte Maxtin,
originario di Cancellara ma oggi cittadino del mondo. Nelle altre foto
Basile con alcuni suoi disegni
La bottiglia
di vino
diventa
un pezzo
unico
Ma solo
all’estero
hanno investito
ispettore di casinò. Con la sua
azienda gira mezza Europa, dalla Francia - a Strasburgo - alla
Spagna. Da 12 anni vive a Lugano.
L’arte da passione si è trasformata in lavoro con il prestigioso
concorso internazionale Ferrari
per l’arte protomoteca, in cui su
800 artisti arrivano alla fine solo
in 40. Da lì poi è tutto in discesa,
un susseguirsi di mostre importanti in Italia e all’estero e di collaborazioni con Mercedes e il
marchio di lusso Bang & Olufsen.
Ciò nonostante Maxtin non ha
perso la sua solare lucanità, che
preserva bene nella propria personalità e nelle sua Geomart: è
così che Maxtin ama racchiudere
e definire le caratteristiche della
sua arte. Geometrie lineari e brillanti, per forme solide e tridimensionali, sembrano trasformare le tele, i quadri, in opere
scultoree e rendono il suo stile
unico, inconfondibile e semplicemente inequivocabile.
La perfetta fusione delle forme
geometriche e dei colori caldi
sembrano “animare l’ acrilico
smaltato ” e dar vita ai soggetti
delle pitture che l ‘artista attinge,
attraverso una rielaborazione
personale e dunque originale degli stessi, dal mondo della mitologia classica (“Zeus ed Hera” ),
della natura ( “Butterfly” ), dello
sport ( “Regata” ) dei sentimenti (
“Heart in a Cage” ), dell’ arte medesima ( “Tribute to wesselmann” ), rispecchiando la visione della realtà, gli stati d’animo e
gli interessi molteplici della mano che ha dato loro forma e li ha
resi vivi.
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17
Venerdì 18 luglio 2014
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LA Basilicata occupa la quinta
posizione nella graduatoria dell’indice della “sofferenza occupazionale” con una perdita di posti
di lavoro tra il 2008 e il 2013 pari
a meno 13,6%. Sono dati del Rapporto curato dal Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro della
UIL denominato “NO PIL? NO
JOB”, che mostra come e con quale intensità la crisi abbia creato
un “cratere” nel nostro tessuto
sociale e produttivo, mettendo a
confronto i dati del 2008 e del
2013 relativi al mercato del lavoro, agli ammortizzatori sociali e
al reddito dei lavoratori dipendenti e assimilati. Nello specifico
l’indice della “sofferenza occupazionale” è stato misurato analizzando il tasso percentuale di 3 in-
BASILICATA QUINTA PER
SOFFERENZA OCCUPAZIONALE
dicatori (a loro volta articolati in 9
parametri): mercato del lavoro (6
parametri: tasso occupazione,
tasso disoccupazione, tasso disoccupazione 15-29 anni, tasso
ricerca lavoro, tasso inattività,
tasso di flessibilità); ammortizzatori sociali (2 parametri: rapporto
lavoratori in CIG su totale lavoratori dipendente, rapporto domande di Aspi su totale lavoratori di-
pendenti) e reddito medio dichiarato dal lavoro dipendente e assimilato (1 parametro: media dei
redditi dichiarati). Ognuno di
questi indici è stato calcolato rapportandolo alla media nazionale
riparametrata su “base 100”. Il
punteggio attribuito alla Basilicata è di 127,8 (guida la classifica
la Calabria con 135,7).
Tra gli altri dati più significati-
vi del Rapporto: 1 persona su 3 in
età lavorativa, nel 2013, ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale.
Nell’insieme di questi 6 anni di
crisi, è sparito 1 milione di posti
di lavoro, di cui più della metà riguarda l’occupazione dipendente; il tasso di disoccupazione passa dal 6,7% del 2008 al 12,2% nel
2013, quello giovanile dal 21,3%
del 2008 al 40% nel 2013 (quasi
raddoppiato).
La sofferenza, tuttavia, non si
misura soltanto con la quantità
ma, anche, con la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Anche il
reddito medio da lavoro dipendente e assimilato segna il passo
in questo periodo, ed è un ulteriore parametro indicativo dello stato di salute del nostro sistema
produttivo.
Si è passati dagli oltre 21,1 milioni di contribuenti del 2008 ai
20,8 milioni del 2013; il reddito
medio imponibile è passato dai
19.640 euro del 2008 ai 20.282
euro del 2013, crescendo molto al
di sotto dell’indice dei prezzi al
consumo.
UIL
GIORGIO NAPOLITANO SGUARDO TECNICO
E L’ANTIMILITARISMO DA CALCIO MONDIALE
di FRANCESCO BOCHICCHIO
NAPOLITANO ha espresso la necessità
di forte attenzione prima di provvedere
alla riduzione di spese militari, ciò senza cedere a pulsioni antimilitariste anacronistiche, ed ha inoltre espresso l’orgoglio per i due marò detenuti in India
per l’uccisione di alcuni pescatori, i
quali secondo Napolitano tengono alto
l’onore dell’Italia. I due discorsi sono separati e vanno affrontati in modo separato. La sinistra radicale, invece di
provvedere ad affrontarli separatamente, li affronta in maniera unitaria,
cadendo così nel tranello magistralmente preparato da Napolitano. Così su
“Il Manifesto” non ci si è limitati alla critica dell’attacco sull’antimilitarismo,
che tutto è tranne che anacronistico,
ma si è criticato il riferimento elogiativo ai due marò, che non sarebbe giustificato in quanto i due sono coinvolti nell’uccisione di pescatori mentre erano in
un’azione militare a protezione di navi
mercantili. Su tale ultimo punto la critica è surreale: certamente, la posizione a
favore completo dell’azione condotta è
tutt’altro che scontata, e ciò viene rilevato da un commentatore al di sopra di
ogni sospetto come Sergio Romano,
certamente non sospetto di antimilitarismo. Ma il rischio che dietro i pescatori vi fosse un’azione di pirateria è forte e
non facilmente controvertibile: in ogni
caso i militari hanno agito nell’ambito
di ordini e sulla base del pericolo che ragionevolmente appariva. Ma non solo,
da quando sono detenuti, e la detenzione è in eclatante violazione del diritto
internazionale, si stanno comportando
con grandissima dignità nonostante
molte leggerezze dell’Italia nella prima
fase. Essere antimilitarista non vuol dire essere contro i militari che fanno il
loro dovere, salvo che negli atti di violenza gratuita. Negare tale differenza
vuol dire non solo comportarsi in modo
non giustificato e ledere la sfera di persone degne (certamente senza arrivare
alla posizione incredibile di chi negli
anni passati applaudiva all’uccisione di
militari italiani nel Medio-Oriente), ma
anche regalare i militari al militarismo
e creare le condizioni per una contrapposizione politica non per contenuti ma
per blocchi, e quindi intorpidendo e comunque inficiando la linearità della posizione dell’antimilitarismo. Napolitano andava criticato in modo fermo ed
intransigente per l’attacco dell’antimilitarismo che ha una dignità politica
che il garante della Costituzione, privo
di poteri di indirizzo politico, con mancanza di rispetto che presenta non pochi punti di dileggio, non può assolutamente permettersi di mettere in discussione. Del resto, la Costituzione presen-
ta molti spunti in direzione di un “pacifismo anacronistico”. Nel merito, la riduzione delle spese militari, con riferimento anche agli F35, richiede certo
approfondimenti, in quanto l’antimilitarismo “senza se e senza ma” è nobile
ma disarmato, e il problema di una efficace difesa nazionale non può essere
messo da parte. Ma è da evidenziare che
l’approfondimento è evitato da Napolitano che si trincera dietro gli accordi
Nato, come se questi potessero impedire il sacrificio della sovranità nazionale: una ridiscussione degli accordi è
sempre possibile ed anzi doveroso. Angelo Panebianco, su “Il Corriere della
Sera”, sviluppa la critica di Napolitano
(non citandolo mai e si tratta di convergenza silente molto significativa) evidenziando che non si può prescindere
da un’efficace difesa militare nell’ambito della Nato. La folle politica estera
americana, che lo stesso Obama non
può permettersi di mettere in discussione se non in modo limitato, il che
avrebbe provocato una guerra folle e rovinosa in Siria e forse in Iraq senza l’intervento di Papa Bergoglio che ha ammonito che esigenze umanitarie erano
del tutto assenti alla prospettata guerra, richiesta da esigenze dell’industria
degli armamenti. Gli F35 rispondono a
quale criterio di politica difensiva nel
Medio-Oriente? E’ evidente che si tratta
di politica difensiva imperialista e che
legittima la violazione del diritto internazionale in Palestina. Obama nel colloquio con Renzi ha dichiarato legittima
la pretesa dell’Italia di egemonia nel
Medio-Oriente, ma è evidente che Obama fa riferimento ad un’egemonia apparente o comunque esercitata su
istruzioni stringenti ed imperative dell’America con l’Italia che nella Nato
svolge un ruolo satellite. Panebianco,
sapientemente, nel suo articolo, collega
tale argomento a quello dei due marò,
collocandosi implicitamente nella sciagurata scia della sinistra radicale, che
unisce i due argomenti, senza accorgersi che fa il gioco degli avversari. A
Panebianco (ed anche a Taino che sempre sull’autorevolissima testata ha molto sviluppato l’argomento) è da chiedere sommessamente: l’India, nella questione dei marò, ci tratta senza riguardo perché non siamo forti militarmente
e non mandiamo gli F35 a bombardare
Bombay e Calcutta o perché nella Nato
siamo un Paese satellite e senza autonomia e autorevolezza. E tale mancanza di
autonomia ed autorevolezza è militare o
politica? Come diceva il sommo Poeta,
ai posteri l’ardua sentenza. Parafrasando Bobbio, un dubbio irriverente: ma la
sentenza è veramente così ardua?
di DINO DE ANGELIS
IL calcio è sempre il calcio, e anche se
non sono stato mai un grande competente nè un grande tifoso, pur avendo
avuto un passato di calciatore (come la
maggior parte degli italiani, specie
della mia generazione), non mi posso
certo definire un addetto ai lavori.
Guardo una partita di calcio con il distacco della persona non coinvolta e
con l'occhio critico di chi, in tutte le cose – specialmente quelle a carattere
competitivo sportivo -, si sforza sempre
di pensare quale possa essere l'aspetto
da migliorare per fare in modo che la
performance del singolo giocatore, il
suo talento ed il livello di spettacolo di
una partita possa risultare maggiormente gratificante tanto per i ruoli tecnici, che, a maggior ragione, per il
pubblico.
La visione di un buon numero di partite di questi ultimi campionati mondiali mi ha posto in risalto con chiarezza lampante come il calcio sia notevolmente cambiato nel corso del tempo e
che, di questo passo, sarà sempre più
difficile che possa competere con altre
discipline che si preoccupano di aggiornare continuamente il regolamento (a esempio, il basket) ed adattarlo secondo le mutate esigenze di un pubblico che è abituato a ricercare forme di
esaltazione nello spettacolo sempre più
voraci.
Ecco, pertanto, a mio avviso, quali
debbano essere i must imprescindibili
per migliorare gli ingredienti caratteristici di una qualunque performance
sportiva:
aumentare il numero di segnature;
esaltare il talento individuale a discapito della tattica di squadra;
adeguare costantemente il regolamento di gioco all'aumento notevole
del livello di competitività fisica degli
atleti, per tutelare maggiormente la
componente spettacolare e, parallelamente, ridurre le possibilità che un
gioco troppo falloso o eccessivamente
esasperato da un punto di vista tattico
possa ridurre il puro talento (ovvero
quella cosa per la quale consistenti numeri di spettatori sono disposti a pagare il prezzo di un biglietto – o di un abbonamento tv).
Le partite dell'ultimo campionato
mondiale, nell'assecondare una tendenza che ha ormai preso piede in ogni
disciplina sportiva che sviluppa in maniera preponderante l'aspetto fisicoatletico rispetto a quello tecnico, ha evidenziato come molte partite sono finite
a reti inviolate anche dopo i tempi supplementari (8), oppure con il minimo
scarto (7), evidenziando la difficoltà
sempre maggiore, per la stragrande
maggioranza delle squadre, di realizzare con una certa continuità lo scopo
del gioco (fare goal).
La stessa nazionale campione del
mondo ha espresso un calcio non particolarmente spumeggiante dal punto di
vista dell'espressione del talento puro,
basando tutta la sua forza su un impianto collettivo assolutamente granitico, tanto sotto l'aspetto difensivo che
nella suddivisione equilibrata dei compiti offensivi, sempre meno ricadenti
solo sulle spalle di attaccanti puri (pur
nelle individualità notevoli rappresentate da Muller e in parte, da Klose) e su
una condizione atletica obiettivamente
superlativa.
Tutti fattori encomiabili, ma che non
premiano un calcio spettacolare e fantasioso.
Oggi come oggi credo sarebbe impossibile vedere un gol come quello di
Maradona che, presa la palla a centrocampo, scarta come birilli mezza squadra avversaria – portiere incluso – e fa
gol dopo una discesa di 40, 50 metri.
Se fossi un dirigente della Fifa mi interrogherei seriamente sul fatto che in
molte partite, 120 minuti di gico non
sono sufficienti a realizzare nemmeno
una segnatura, e che sempre meno sono, in generale, i goal fatti dalle squadre di tutti i campionati che si rispettano.
E siccome i numeri sono numeri, io
apporterei significative variazioni nel
regolamento, in particolare nei seguenti punti:
1. il cartellino giallo deve avere una
ricaduta immediata sulla partita (e
non su quella successiva) mettendo
fuori gioco l'autore del fallo almeno per
15 minuti (come nella pallanuoto);
2. le punizioni dirette si fanno eseguire senza barriera, ma con tutti i giocatori dietro la linea della palla (diventa cioè un tiro in porta dalla distanza
senza barriera);
3. abolizione totale del fuorigioco (le
squadre sono costrette ad allungarsi
maggiormente sul campo, esaltando
così le doti tecniche a svantaggio di
quelle meramente atletiche o tattiche).
Ci possono senz'altro essere altre misure ancora più efficaci di queste, ma
ad ogni buon conto, questo è quel poco
che riesce a concepire uno spettatore di
calcio distratto come me, per avere la
possibilità di far sì che quello che viene
definito lo sport più bello del mondo, ritorni ad esserlo sul campo e non solo in
un immaginario collettivo costretto a
ripescare dalla mente le gesta di campioni del passato per dimenticarsi di
un presente sterile e poco spettacolare.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
18
Economia
Venerdì 18 luglio 2014
[email protected]
ALITALIA Del Torchio ottimista: «C’è unità di visione. Firmeranno»
Uil e Ugl non firmano il contratto
Nuova spaccatura dei sindacati dopo il “no” della Cgil sugli esuberi
di ENRICA PIOVAN
ROMA - Arriva un altro tassello per l’operazione Alitalia-Etihad. Ma senza l’accordo unitario. Dopo l’intesa
sugli esuberi firmata senza
la Cgil, i sindacati si sono
nuovamente spaccati su
contratto di settore e risparmi con il no di Uil e Ugl che
parlano di dubbi sulla legittimità. Ma l’ad di Alitalia
Gabriele Del Torchio è fiducioso: «sono convinto che
nei prossimi giorni questa
situazione con senso di responsabilità verrà risolta
perché sui due temi c’è unità
di visione».
La decisione
dei sindacati è
arrivata ieri in
serata dopo una
notte di trattative al termine
della quale i testi
dei due accordi
erano pronti per
la firma. Restava però da
sciogliere il nodo della rappresentatività: tanto che ieri in mattinata è partita la
convocazione del ministro
dei Trasporti Maurizio Lupi
ai segretari generali di Cgil,
Cisl e Uil per un ultimo tentativo di mediazione che però si è risolto in un nulla di
fatto, dal momento che la
Uil è rimasta sulla propria
posizione così sintetizzata
dal numero uno del sindacato: «allo stato attuale non è
stata trovata un’intesa, secondo noi il testo del contratto viola molti diritti e
con questo testo non firmiamo».
Promessa poi mantenuta
all’appuntamento del 17,
quando i segretari generali
di categoria si sono recati al
ministero per firmare: contratto di settore e accordo
sui 31 milioni di risparmi
per i prossimi 5 mesi sono
stati sottoscritti solo da FiltCgil e Fit-Cisl, mentre UilTrasporti e Ugl-Trasporti
hanno lasciato il tavolo senza firmare. «Ci sono seri
problemi di legittimità su
quello che stanno firmando
- ha detto in serata il numero
uno dei trasporti Uil, Claudio Tarlazzi - non mi pare ci
sia il 50% più uno. Noi proporremo il referendum».
Per la Uil questo accordo
non era tra le condizioni di
Etihad, condizione che è invece stata confermata da alcune fonti vicine al dossier.
A sorpresa, però, al no della
Uil si è aggiunto
anche quello dell’Ugl, anche se
con una motivazione diversa.
Più che il contratto, quel che
non va è la mancanza di unità
sindacale, hanno lamentato
i rappresentati del sindacato autonomo. «Noi siamo
stati pronti ad una mediazione sul punto che divide i
sindacati, ma qualcuno non
ha voluto la mediazione e ha
spaccato il tavolo», dice Gildo Rossi che su un tema così
oneroso si attendeva la condivisione di tutti.
I sindacati che hanno firmato hanno difeso la loro
scelta di coerenza, ma hanno anche lamentato le «beghe» tra sindacati. Nessuno
può avere potere di veto, ha
detto il segretario Cisl, Raffaele Bonanni: «Ha deciso la
maggioranza, perché ci
possono essere pareri discordanti ma è importante
avere una base di maggioranza che garantisce l’accordo ed il contratto nazionale».
AUTO Fiat Chrysler Automobile fa meglio: +6,9%
La crescita del mercato non si ferma
dall’inizio dell’anno l’aumento è del 6,2%
Un giornale tedesco rivela trattative in corso (smentite)
su una fusione fra Volkswagen e il Lingotto
TORINO - La crescita del mercato
europeo dell’auto non si ferma:
per il decimo mese consecutivo le
immatricolazioni nell’Unione Europea e nei Paesi Efta (Islanda,
Norvegia e Svizzera) sono in au-
L’inghippo
su “settore
e risparmi”
Avantaggiato incontra il management e i giornalisti
Il direttore generale di Carime
in visita al Quotidiano del Sud
COSENZA - Il direttore generale di Banca CarimeGruppo Ubi Banca, Raffaele
Avantaggiato ha fatto visita ieri mattina alla redazione di Castrolibero del Quotidiano del Sud. Il nuovo giornale nato il primo luglio dalla sinergia di tre giornali regionali, il Quotidiano della
Calabria, il Quotidiano della Basilicata e il Corriere
dell’Irpinia, ha destato curiosità nel manager che da
tempo era a conoscenza dell'evoluzione del progetto.
La visita è stata l’occasione
per vedere dal vivo il cuore
pulsante del progetto, la redazione di Castrolibero con
annesso centrostampa dove
ogni notte vengono stampate le sei edizioni locali. Un'iniziativa di aggregazione di
realtà editoriali radicate sul
territorio ed animate dalla
volontà di ben rappresentare i territori del meridione
nonché di rappresentare
una voce autorevole che
Il dg Avantaggiato nel centrostampa di Castrolibero con l’ad di
Finedit Antonella Dodaro
parli a tutto il Paese.
Il dottor Avantaggiato,
ha mostrato interesse anche per la versione online
del Quotidiano essendo interessato dei fatti locali dove il gruppo bancario opera.
Il manager ha avuto modo di vedere dal vivo come si
evolve il progetto industriale del Quotidiano del Sud e
conoscere la realtà del par-
tner del progetto, la Finedit
già editrice del Quotidiano
della Calabria, società ora
fornisce i servizi di stampa e
tecnologici, - ma non solo – e
rappresenta la realtà più
importante del progetto. La
visita, è stata l’occasione per
approfondire la conoscenza
del management e della redazione centrale oltre che
delle strutture industriali e
tecnologiche.
mento del 4,3%, per un totale di
1.230.363 consegne. Dall’inizio
dell’anno raggiungono quota
6.851.552, il 6,2% in più del primo
semestre 2013. Fa meglio del mercato Fiat Chrysler Automobiles
che registra a giugno un incremento del 6,9% con la quota che
sale dal 5,9 al 6% e la 500 che si
conferma al top delle auto più vendute del suo segmento. Nei sei mesi le immatricolazioni della casa
torinese aumentano del 2,8% ma
la quota scende dal 6,4 al 6,1%.
Frenano gli entusiasmi i costruttori e gli operatori del settore. «I volumi sono ancora lontani
dai livelli pre-crisi del 2007», sostiene l’Anfia, l’associazione delle
case italiane. Anche per Filippo
Pavan Bernacchi, presidente di
Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto,
«c’è poco da stare allegri, purtroppo». Il Centro Studi Promotor parla di «importanti elementi di debolezza del mercato»: «L’incremento
mensile - rileva il presidente Gian
Primo Quagliano - è inferiore rispetto alla crescita complessiva
del semestre (+6,2%) ed evidenzia,
dunque, una frenata della ripresa». Anche per l’Unrae, l’associazione delle case estere, «ci sono segnali incoraggianti, ma una ripresa stabile non è ancora partita».
Tra i primi 5 mercati dell’Europa Occidentale, la Germania regi-
stra un calo dell’1,9% mentre la
Francia cresce del 2,5%, l’Italia
del 3,8%. Fanno meglio di tutti
Regno Unito (+6,2%) e Spagna
(+23,9%). Nei sei mesi la casa automobilistica che registra più immatricolazioni è il gruppo Volkswagen (1.717.087, +7,1%), seguito da Psa Group (753.617,
+5,2%) e dal gruppo Renault
(663.063, +19,3%).
Positivi i risultati del gruppo
Fiat. Oltre alla 500 che supera le
19 mila immatricolazioni, il
22,2% in più rispetto a un anno fa,
vanno bene anche la Panda e la
500L, prima nel suo segmento
con una quota del 23,3%, in crescita da ventiquattro mesi consecutivi. Nuovo exploit per Jeep che
continua a crescere sensibilmente
in tutti i principali mercati europei e aumenta le immatricolazioni
del 62%.
E sul mercato dell’auto europeo,
compare una clamorosa novità.
Del “sogno” di Volkswagen di
comprare l’Alfa Romeo si è parlato tante volte, ma le voci di interesse della casa tedesca per l’acquisizione di quote totali o parziali di
Fiat Chrysler Automobiles sono
una novità assoluta. Arrivano dal
periodico tedesco Manager Magazin, secondo il quale ci sarebbero
trattative fra Ferdinand Piech,
principale azionista di Volkswagen e le famiglie Elkann e Agnelli. «Non si è tenuta alcuna discussione in merito a una fusione di
Fiat con Volkswagen», smentiscono, però, sia il Lingotto sia
Exor.
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Generali Ass
Gtech
Intesa Sanpaolo
Luxottica Group
Mediaset S.p.a
Mediobanca
Mediolanum
Moncler
Pirelli E C
Prysmian
Saipem
Salvatore Ferragamo
Snam
Stmicroelectronics
Telecom Italia
Tenaris
Terna
Tod's
Ubi Banca
Unicredit
Unipolsai
World Duty Free
Yoox
0,8060
19,8800
6,5600
19,1500
0,0000
1,3250
6,5150
0,6165
12,4100
6,0000
7,1350
4,1220
2,0380
19,4800
29,6800
7,7050
7,2500
0,0000
18,8900
2,2300
40,6800
3,1800
6,7650
5,7600
11,9800
11,5200
15,9400
18,3400
20,8800
4,2940
6,7050
0,8715
16,5200
3,8900
87,1500
6,0250
5,7550
2,3580
9,2400
20,8300
-0,49%
-1,39%
-0,53%
-1,95%
-3,74%
-3,28%
-3,34%
-3,97%
0,32%
-1,07%
-0,49%
-3,01%
-1,55%
-1,96%
-0,20%
1,38%
-1,09%
-2,32%
-1,56%
-2,87%
-1,81%
-2,75%
-3,56%
-1,87%
-0,17%
-1,29%
-1,48%
-0,33%
-2,43%
-1,47%
-1,61%
-4,13%
-1,90%
-1,52%
-2,30%
-3,37%
-3,28%
-0,59%
-0,75%
3,99%
0,817
20,15
6,65
19,44
11,76
1,37
6,74
0,649
12,67
6,13
7,23
4,234
2,068
19,84
30,89
7,99
7,35
15,52
19,46
2,286
41,38
3,272
7,025
5,855
12,14
11,78
16,12
18,52
21,34
4,354
6,81
0,892
16,76
3,948
89,2
6,23
5,925
2,388
9,31
21,11
0,8005
19,76
6,455
19,15
11,33
1,325
6,505
0,6165
12,4
6
7,03
4,122
2,034
19,48
29,25
7,61
7,235
15,18
18,86
2,228
40,68
3,18
6,765
5,735
11,95
11,48
15,84
18,34
20,86
4,294
6,68
0,87
16,52
3,89
87,05
6,025
5,755
2,354
9,095
20,25
Indici
FTSE/Nome
MIB
All-Share
Mid Cap
Small Cap
Micro Cap
STAR
Valore
20.603,29
21.903,68
27.364,11
18.566,25
22.513,40
18.267,31
Var %
-2,21
-2,03
-0,61
-0,23
-0,05
+0,56
MaggioriRialzi
Nome
Yoox
Fiat
Buzzi Unicem
-----------------------------
Valore
20,83
7,705
12,41
-------------
Var %
+3,99
+1,38
+0,32
-------------
MaggioriRibassi
Nome
Telecom Italia
Banca Pop Milano
Banco Popolare
Mediobanca
Ubi Banca
Valore
0,8715
0,6165
11,33
6,765
6,025
MercatiEsteri
Var %
-4,13
-3,97
-3,74
-3,56
-3,37
* ore 21
Indice
NASDAQ 100
Dow Jones
FTSE 100
DAX 30
CAC 40
Valore
3.899,876
17.072,83
6.738,32
9.753,88
4.316,12
Cambi
aggiornato ore 21
Nome
Acquisto
Euro/Dollaro
1,35207
Euro/Sterlina
0,79069
Euro/Franco Svizzero 1,2141
Euro/Yen
136,997
Var. %
-0,83
-0,38
-0,68
-1,07
-1,21
Vendita
1,35225
0,79091
1,21418
137,019
MateriePrime
Nome
Petrolio
Oro
Argento
Valore
$ 102.58
$ 1318.4
$ 21.15
Unità di misura
Barile (158,987 Litri)
100 Troy Oz. (3,110 Kg)
5000 Oz. (155,517 Kg)
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19
Venerdì 18 luglio 2014
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La squadra cinofila di Trani della Polizia penitenziaria all’opera a Betlemme
Hashish ai detenuti, scoperti dai cani
Fermati i familiari che cercavano di introdurre la droga nell’istituto
POTENZA - Stavano andando a trovare un proprio congiunto detenuto nel
carcere di Betlemme. Solo che, invece
di portare le classiche “arance e sigarette”, hanno provato a far entrare
nelle mura del penitenziario hashish
in grosse quantità. Ma il tentativo non
è andato bene.
La Polizia Penitenziaria di Potenza ,
con l’ausilio delle unità cinofile del distaccamento di Trani , hanno rinvenuto e sequestrato la droga che era destinata ai detenuti.
A darne notizia, il sindacato autonomo di Polizia
penitenziaria
Sappe, il primo e più rappresentativo
dei “baschi
azzurri”. E il
segretario regionale della
Basilicata,
Saverio
Brienza, ha
espresso vivo
apprezzamento
sia
agli operatori di Polizia
Penitenziaria
di
Potenza
che a quelli di
Trani e soprattutto grande apprezzamento nei
confronti dei cani antidroga che, con
il loro “fiuto”, sono riusciti ancora
una volta ad evitare l’introduzione di
sostanze stupefacenti nel carcere lucano. Permettendo così alla Polizia Penitenziaria di interrompere il traffico
illegale e procedere al sequestro della
quantità rinvenuta e deferire i responsabili all’Autorità Giudiziaria.
Il distaccamento delle unità cinofile
della Polizia Penitenziaria di Trani
non solo hanno sempre raggiunto ottimi risultati durante le numerose
operazioni svolte nel tempo negli istituti penitenziari sia della Puglia che
della Basilicata - fa sapere il sindacato
- ma anche in occasione di impiego durante pubbliche manifestazioni ed ancora presso luoghi maggiormente a
rischio come le stazioni ferroviarie oppure altri luoghi “sensibili”, da sempre utilizzate dalla criminalità organizzata per lo spaccio della droga.
Il Sappe ha invitato l’amministrazione penitenziaria ad assumere un
Il carcere di Betlemme, a Potenza
ruolo di grande responsabilità e potenziare le unità cinofile della Polizia
Penitenziaria in tutto il territorio na-
centi all’interno degli Istituti Penitenziari è sempre molto elevato e sembrerebbe addirittura in crescita.
IL CASO
Il «carrozzone Ara» e i disagi agli allevatori
La denuncia di Rosa contro l’associazione che vive di soldi pubblici
Il
consigliere
regionale
Fdi,
Gianni
Rosa
IL consigliere regionale di Fratelli
d’Italia, Gianni Rosa denuncia
la situazione finanziaria
dell’associazione regionale allevatori: il solito
carozzone improduttivo che brucia risorse
pubbliche. L’ara - associazione che ha natura privata e che, nonostante tutti i contributi regionali, ha un disavanzo di bilancio consistente, «si limita - accusa Rosa - in regime di
monopolio, a fornire solo in talune
aziende assistenza tecnica adeguata, garantendo alle altre solo ed
esclusivamente la tenuta dei libri
genealogici.
«Oggi, apprendiamo - fa sapere
Ammortizzatori, iniziativa di Romaniello
IL consigliere regionale Giannino Romaniello, ha inviato una lettera all’assessore Liberali sulla delicata questione del pagamento
degli ammortizzatori in deroga.
In particolare, il
Consigliere ha posto l’accento sui
ritardi con cui il
Governo nazionale sta procedendo
alla ripartizione
delle risorse per il
pagamento degli ammortizzatori in
deroga.
Nella lettera, Romaniello ha chiesto
che l’attivazione delle procedure e con-
zionale in quanto i dati statistici fanno ben comprendere che il fenomeno
dell’introduzione di sostanze stupefa-
seguentemente la convocazione delle
parti per la stipula di accordi per la
collocazione in mobilità in deroga dei
lavoratori dipendenti delle ex aziende:
Industrie del Basento, Mahle (ex Mondial Piston), Daramic e Lucania Metalli, tutte interessate da bandi di reindustrializzazione, il cui esito appare ad
oggi incerto, ai cui lavoratori, in buona parte, è scaduta o sta per scadere la
mobilità ordinaria.
Il Capogruppo di Sel, infine, ha messo in evidenza la necessità di fare al
più presto il punto della situazione
con le parti sociali in relazione alle
aziende nelle quali il processo di reindustrializzazione non è ancora partito.
Rosa - che l’Ara ha bloccato il conto
corrente di uno dei suoi soci, Giovanni Palazzo, moroso nel versamento delle quote associative, il
quale aspettava, finalmente, l’erogazione dei fondi Pac che gli avrebbero permesso di tirare un sospiro
di sollievo. Le condizioni degli allevatori lucani sono disperate a causa
della mancanza di liquidità generata dai ritardi dei pagamenti Agea,
Arbea e a causa del crollo delle vendite di vitelli. Siamo consapevoli
che molti tra loro risultano essere
morosi nei confronti dell’Ara. Ma ci
chiediamo come mai è stato bloccato solo quel conto e non altri? O ne
sono stati bloccati altri? E se si,
quanti? Sarà forse perché l’allevatore cui è stato bloccato il conto ha
partecipato alla costituzione l'Associazione Allevatori del Parco "Briganti Custodi del territorio" di cui
ne è il Presidente? Dobbiamo credere alle posizioni di chi lamenta
un’autonomia dell’ARA che è solo
di facciata? Ma soprattutto è possibile che una struttura nata per dare
sostegno e supporto alla categoria
degli allevatori non riesce a trovare
altro modo per recuperare le quote
associative che quello di mettere
ancora più in difficoltà i propri aderenti? In parole povere - conclude
Rosa - in un momento di crisi come
quello che attraversa l’economia lucana, ci sembra che l’atteggiamento di alcune strutture, finanziate
con soldi pubblici, sia più quello di
creare problemi che di risolverli.
Acquacoltura, il bando della Giunta
La giunta regionale della Basilicata ha approvato un bando per la
concessione di finanziamenti per la
costruzione,
l’ampliamento e
l’ammodernamento di impianti di produzione
per acquacoltura: i fondi disponibili ammontano a centomila
euro.
Lo ha reso noto, in un comunicato, l’ufficio stampa della giunta. I finanziamenti
serviranno a migliorare la qualità
dei prodotti, le condizioni di lavoro
e di igiene, e ad «accentuare gli effetti positivi dei processi produttivi
sull’ambiente».
Per la realizzazione degli interventi sono previsti incentivi in forma di contributo in conto capitale.
Imprenditori singoli o associati titolari di micro, piccole o medie imprese potranno ottenere il finanziamento del 60% della spesa massima
ammissibile. Imprenditori singoli
o associati titolari di imprese che
occupano meno di 750 addetti o il
cui fatturato annuo non supera i
200 milioni di euro potranno invece ottenere il finanziamento del
30% della spesa massima ammissibile.
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La riapertura della struttura “Le sirene” è vicina. Ma si sta lavorando giorno e notte
Spunta il sereno dopo la tempesta
Una bomba d’acqua, poi lo smottamento: il fango ha coperto i sacrifici di 12 anni
ADESSO non resta altro da
fare che rialzarsi. La piscina
“Le Sirene”, dunque, riaprirà a giorni. Dopo l’ondata di
acqua e fango che circa un
mese fa ha ricoperto quasi
l’intera struttura, oggi è
pronta per un nuovo inizio.
Merito del coraggio e della
buona volontà dei suoi titolari, Marcello, Angelo e
Massimo Pesce e della spontanea catena di solidarietà
che subito si è mossa per
permettere ai tre fratelli di
riprendere il proprio progetto di vita. Perché di questo si tratta. Quando un bel
giorno quello che hai costruito in 12 anni viene seppellito nel giro di 20 minuti
è come se la terra ti crollasse
sotto i piedi. Letteralmente.
Sono da poco passate le 15
quando una bomba d’acqua
si abbatte in zona Pantano di
Pignola. Goccioloni cominciano a scendere forti e i pochi bagnanti che ci sono si
riparano al coperto. Poi il disastro.
La terra dell’area di fronte
alla struttura, dall’altra parte della strada, comincia a
scendere veloce, trascinata
dall’acqua. Attraversa il suo
regolare canale di scolo e arriva fino a quello de Le Sirene, dove esplode inondando
quasi tutto: la parte in erbetta, le due vasche, il bar. Tutto perso. Le attrezzature, gli
impianti. Le Sirene non esiste più. Solo la parte coperta
e il campetto di beach volley
si salvano. Fango e melma
arrivano fino alle ruote delle
vetture parcheggiate. Immediato l’intervento dei Vigili del fuoco, le cui squadre
si alterneranno fino alle 4
del mattino successivo, della Protezione civile e del Co-
Alcune immagini delle attuali
condizioni in cui versa la
piscina. Presto la riapertura
mune di Pignola.
Sfortuna vuole che anche
il giorno dopo un nuovo acquazzone continui a trascinare con sé fango, melma e
acqua. Questa si estende fino alle vasche al coperto. I
giochi sono fatti. Anche gli
impianti che permettono il
funzionamento della piscina al coperto sono ormai andati. E’ il 14 e 15 giugno. Il
primo week end di apertura
in attesa che la stagione estiva prenda piede. Gli investimenti sono ormai già stati
portati a termine. Dall’assunzione di personale alla
manutenzione all’acquisto
di materiale e prodotti. Tutto perso. Da quel momento è
un continuo andirivieni di
TRIBUNALE CIVILE DI POTENZA
Avviso per estratto di vendita immobiliare con incanto
Procedimento di espropriazione immobiliare n. 85/2010 R.G.E.
Giudice dell’Esecuzione: Dott.ssa Chiara Malerba
Professionista delegato: Avv. Pasquale Carlo Zanni
********
L’Avv. Pasquale Carlo Zanni, con studio in Potenza alla Piazza della Costituzione
Italiana n. 35, in qualità di professionista delegato, ai sensi dell’art. 591 bis c.p.c.,
giusta ordinanza del Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Potenza in data
31.5.2013,
RENDE NOTO
che il giorno 16 settembre 2014, alle ore 17,00 presso il proprio studio, in
Potenza alla Piazza della Costituzione Italiana n. 35, si procederà alla vendita con
incanto del seguente bene immobile:
LOTTO UNICO: diritto di piena proprietà di un appartamento per civile abitazione
sito in Potenza alla Via Verderuolo Inferiore n. 59, piano primo, int. 3 piano, di mq.
121,14, confinante da tre lati con prospetti esterni e da un lato con vano scala e
altra proprietà, distinta nel N.C.U. di detto Comune al foglio 46, particella 1022,
subalterno 11 (già sub. 3), categoria A/2, classe 3, vani 6,5, rendita catastale euro
335,70.
STATO OCCUPATIVO DELL’IMMOBILE: occupato dal debitore e dai familiari.
PREZZO BASE: € 165.000,00 (euro centosessantacinquemila/00).
AUMENTO MINIMO, in caso di eventuale gara nella vendita senza incanto e/o
in sede di vendita con incanto: € 9.000,00 (pari al 5% del prezzo base, arrotondato per eccesso al migliaio di euro più prossimo).
REGIME FISCALE: il regime fiscale da applicare dipenderà dai requisiti soggettivi del debitore, dell’aggiudicatario e dalla classificazione catastale dell’immobile
oggetto della vendita.
Le domande per la partecipazione all’asta, in bollo, dovranno essere presentate
presso lo studio dello stesso professionista delegato, previo appuntamento telefonico al n. 0971.24468, entro le ore 18.00 del giorno 15 settembre 2014, unitamente a due assegni circolari non trasferibili, intestati al professionista delegato,
per un importo complessivo pari al 10% del prezzo base d’asta a titolo di
cauzione, dei quali uno pari ad 1/10 e l’altro pari a 9/10 della cauzione stessa.
La partecipazione alla vendita presuppone la conoscenza integrale dell’ordinanza di vendita, dell’avviso di vendita e della relazione di stima, consultabili presso
lo studio del professionista delegato previo appuntamento.
Per maggiori dettagli potrà contattarsi lo studio dell’Avv. Pasquale Carlo Zanni,
delegato alla vendita e custode giudiziario, al n. 0971.24468, o consultare il sito
www.astegiudiziarie.it, ove sono pubblicati integralmente l’ordinanza di vendita,
l’avviso di vendita e la relazione di stima.
Potenza, lì 2 luglio 2014.
Il Professionista delegato
Avv. Pasquale Carlo Zanni
gente, mezzi, pale, attrezzi.
Sono gli amici, i dipendenti,
i familiari e i clienti a spalare, sistemare, fare ciò che si
può.
«Se Le Sirene oggi può
aprire – dice Marcello, con
addosso ancora gli stivali
sporchi di fango – il merito è
il loro». Ma anche di questi
tre fratelli appassionati dell’acqua e dello sport. Giovani imprenditori che il lavoro
se lo sono creato, con sacrifici e soddisfazioni. La speranza, adesso, è che la banca
gli vada incontro in qualche
modo. Così come hanno fatto i fornitori e quanti si sono
messi a disposizione comprendendo la situazione.
Perché in questi casi, tecnicamente, non si parla di calamità naturale. Eppure il
disastro c’è. Si vede. Si sente.
E allora meglio non mollare.
Qualche materiale di risulta
e si ricostruisce, a mano,
l’arredamento. L’erba viene
sostituita dal brecciolino. E
si riprende a sorridere, per
non affondare.
Anna Martino
SULLA TANGENZIALE NORD
Bus Fal in fiamme
LE cause dell’incendio sono ancora in fase di accertamento, ma il risultato è piuttosto
evidente (la foto è stata presa dal sito internet di Trm). Completamente distrutto dalle
fiamme un autobus delle Fal in transito ieri intorno alle 13 sulla Tangenziale Nord di Potenza
nei pressi dei Piani del Mattino. Per fortuna nessuno ha riportato danni, solo una ragazza
sarebbe stata trasportata al San Carlo per una lieve intossicazione. Enorme, invece, il lavoro
dei Vigili del fuoco, che hanno lavorato diverse ore per riportare la situazione alla normalità.
CONFLITTO TRA PALESTINA E ISRAELE
In piazza Prefettura per la pace
Anche in piazza Prefettura a
Potenza si è voluto dare un
segnale di vicinanza e
partecipazione al dolore delle
popolazioni civili coinvolte nel
conflitto arabo-israeliano.
L’iniziativa è stata promossa da
associazioni, movimenti politici e
organizzazioni sindacali. Chiesta
l’immediata sospensione di ogni
attività bellica e l’avvio di un reale
processo di pace per i popoli.
Raccolta differenziata
Al via le procedure
per l’acquisto di nuovi mezzi
E’ STATA avviata la procedura per l’acquisto dei nuovi mezzi che serviranno per avviare la raccolta differenziata in città. A ciò
si aggiunga «una profonda riorganizzazione dell’Acta, a cominciare dal cambio
della sede». Sono tutti i risultati che l’ex assessore all’Ambiente Nicola Lovallo rivendica come frutto della passata amministrazione.
«L’acquisto dei nuovi mezzi, l’attivazione
dell’inceneritore per quanto riguarda la
sola movimentazione e gestione a freddo
dei rifiuti, con la contestuale attivazione
della nuova area di trasferenza nell’ambito
della zona di vallone Calabrese, ancora,
l’autorizzazione per la realizzazione di ulteriori volumi nella discarica di Pallareta,
sono tutti provvedimenti di grande rilevanza per la città e per i Comuni dell’hinterland potentino che cambieranno completamente volto a questo settore, quello
dei rifiuti appunto, di fondamentale importanza per la nostra comunità. L’impegno che chiediamo alla nuova amministrazione è quello di proseguire sul percorso
intrapreso – conclude il consigliere comunale del Pd, Nicola Lovallo – per non vanificare gli sforzi compiuti».
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Potenza e provincia
Venerdì 18 luglio 2014
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Progetto presentato dalla Provincia: si punta a una pianificazione urbanistica intelligente
Il futuro sono le Città Resilienti
Raggiunta l’adesione al programma di tutti i 100 Comuni del Potentino
POTENZA - Sostenibilità ambientale, sicurezza e adattamento ai
cambiamenti climatici. Sono queste le tre macro aree al centro del
programma “Città Resilienti”
presentato, ieri mattina, a Potenza. Il piano, che il presidente della
Provincia di Potenza ha tenuto a
definire “processo e non progetto”, vede l’adesione di tutti i 100
comuni del potentino e ha come
ente coordinatore proprio la Provincia di Potenza; perché, ha
spiegato Valluzzi, «è necessario
cambiare la cultura di una intera
popolazione e il suo modo d’intendere la comunità per creare quelle che l’Onu definisce, fin dagli albori della campagna per la riduzione del rischio di catastrofi, Città Resilienti».
La Provincia di Potenza, è
emerso, «si è distinta già con l’approvazione del suo Piano strutturale provinciale nell’opera di
messa in sicurezza dei propri
centri, tanto da essere indicata,
nei documenti ufficiali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite,
come capofila di un nuovo modo
di affrontare le emergenze ed i rischi legati ai cambiamenti climatici ed alle catastrofi naturali».
Proprio per questa ragione, ha
spiegato ieri l’assessore agli Enti
Un momento della presentazione del progetto (Foto Mattiacci)
Locali Antonio Rossino, «le amministrazioni locali hanno sottoscritto un impegno formale che,
da ora in poi, dovrà essere trasformato in una serie di buone
pratiche orientate alla eco-sostenibilità e alla sicurezza. Sottoscritti i protocolli - ha detto Rossino - è giunto il tempo di reperire
le risorse economiche per iniziare ad agire concretamente. Risorse -ha concluso- che non potranno più pervenire dai soli enti pubblici ma dovranno vedere coinvolti anche soggetti economici
privati presenti sui territori».
«Siamo la prima rete a livello
mondiale - ha precisato il dirigen-
te del dipartimento di Pianificazione Territoriale e Protezione Civile, Alessandro Attolico- ad aver
aderito a questa campagna delle
Nazioni Unite. Nel resto del mondo si è assistito ad approvazioni
di singoli comuni ma non di Enti
in grado di coordinare le azioni di
un intero territorio. L’obiettivo,
ora, è quello di arrivare agli appuntamenti internazionali del
2015 con risultati tangibili». Una
comunità resiliente è un insieme
di territori con una pianificazione urbanistica intelligente ed anche con strumenti e piani d’evacuazione efficienti. Tutte caratteristiche all’apparenza ovvie ma,
spesso, tralasciate da chi opera
nel settore degli interventi strutturali. Basti pensare, ha spiegato
il presidente Valluzzi, «a quanto
accade dopo piogge abbondanti
nella città di Potenza».
«Gli interventi urbanistici fatti
nella zona del Gallitello - ha detto
il presidente della Provincia - probabilmente non hanno seguito
nessun criterio di sostenibilità
ambientale». In futuro, ha concluso Valluzzi, «bisognerà lavorare sull’accuratezza delle scelte
delle amministrazioni in materia
di urbanistica, ma anche di prevenzione ed energia». A tal fine la
Provincia ha avviato un’azione di
coordinamento territoriale proponendo di fornire supporto conoscitivo, metodologico e procedurale a tutti i Comuni per sviluppare strategie “resilienti”.
La Campagna “Rendere le Città
Resilienti”, lanciata dalla Unisdr
(United Nations International
Strategy for Disaster Reduction)
dopo l’annuncio che, per la prima
volta nella storia dell’umanità, oltre il 50 per cento della popolazione mondiale vive nelle città e nelle aree urbane, ha come obiettivo
primario «quello di fare in modo
che l’estrema urbanizzazione, nonostante un aumento dei fenome-
ni meteorologici estremi, delle
minacce rappresentate dai cambiamenti climatici e dai rischi naturali/antropici, non comporti
un aumento ulteriore dell’esposizione al rischio». In fondo, per ridurre il rischio è emerso, «basterebbe seguire 10 regole fondamentali come: organizzare e
coordinare le attività per far comprendere e ridurre i rischi da disastri; fornire incentivi per investire nella riduzione dei rischi;
rinforzare i sistemi di valutazione del rischio e utilizzarli come
base per i piani di sviluppo urbano; investire nelle infrastrutture
critiche, come ad esempio il drenaggio per proteggere da alluvioni; mettere in sicurezza tutte
le scuole e le strutture sanitarie,
aggiornando continuamente gli
interventi a seconda delle necessità; modificare, se necessario, i
regolamenti edilizi; realizzare
programmi di istruzione e formazione; proteggere gli ecosistemi e le zone naturali; installare
sistemi d’allarme rapido e gestione delle emergenze, tenere regolari esercitazioni e, infine, saper
gestire un eventuale disastro
mettendo al centro delle politiche
di ricostruzione i sopravvissuti».
Michele Russomanno
AVIGLIANO Contro “la politica delle parole”
BREVI
Il recupero delle fontane
a opera di due volontari
AVIGLIANO - Vito Guglielmi e Luciano Guappone,
due volontari che stimolano attraverso il loro lavoro
e la prestazione volontaria
della loro opera, l’amministrazione comunale a puntare sul recupero delle fontane pubbliche, un patrimonio storico e culturale
della comunità che deve essere valorizzato attraverso
un degno decoro.
Per i due volontari, recuperare una fontana non
vuol dire soltanto contribuire alla tutela del patrimonio architettonico e paesaggistico, ma anche ridare ai cittadini uno spazio
simbolo del tempo e della
storia. Ricordano la funzione delle fontane pubbliche
che un tempo erano luoghi
di aggregazione: le donne
andavano a risciacquare i
panni e il bucato e perché
no, anche a intrattenere relazioni sociali.
Sottolinea il volontario
Guglielmi: «Dimenticate fino a qualche anno fa, a
punto per alcune, come la
fontana di San Vito e il lavatoio del Pantano, da essere utilizzate come vasche
degli antiestetici bidoni
delle immondizie, ora, dopo la "nostra cura" stanno
recuperando fascino e dignità ornamentale – ma bisogna fare di più».
Va sottolineata e deve far
riflettere questa frase del
Volontario Guappone: «C’è
troppa politica “parlata”
nelle nostre vite. E pochissimi fatti».
E’ in quest’ottica che
stanno operando i due vo-
lontari e anche quei cittadini che hanno spontaneamente messo a disposizione il proprio tempo per la
buona riuscita del progetto
“ripristiniamo le “vecchie
Fonti, fontane e fontanons” anche supportati
dall’amministrazione comunale che a detta del vicesindaco Antonio Bochicchio – «ha in programmazione un intervento che
propone il restauro, la riqualificazione e la valorizzazione di fonti naturali,
fontane, abbeveratoi, lavatoi e vasche presenti sul
territorio comunale e appartenenti a epoche remote. La prima fase è iniziata
con l’individuazione dei
manufatti con la verifica
delle condizioni strutturali
ed estetiche e di pulizia da
terra, rovi e quanto nel
tempo abbia sepolto le
strutture. Saranno, poi,
eseguite le opere specifiche
di restauro, conformi al rispetto dei caratteri di autenticità dei manufatti. Per
ALLA FIREMA
Rinnovo
della rsu/rls
nell’azienda
Sopra i due volontari. A sinistra la fontana del Monastero
questo sono stati ascoltati “Tra lo sciacquio dei panni
gli anziani, i migliori con- e l'acqua delle vasche che si
servatori della memoria andava sporcando, l'area
collettiva, che con i loro ri- del “Pantano” si animava di
cordi hanno raccontato co- voci, si raccontavano espeme un tempo, intorno a rienze, si scambiavano opiquesti punti, girasse la vita nioni e tanti consigli: la visociale della nazione avi- ta non era certo facile tra le
glianese. Concludo con il due guerre, ma le difficoltà
racconto morale di un an- quotidiane e una certa rasziano longevo di Avigliano segnazione ai colpi del deche ha voluto testimoniare stino predisponevano l’anil’importanza che ha avuto mo popolare alla comprennel passato il lavatoio del sione e alla consolazione».
Enzo Claps
Pantano (raccontato in dia© RIPRODUZIONE RISERVATA
letto e tradotto in italiano):
PIETRAPERTOSA Don Francesco Nardone spiega il progetto
La Caritas a sostegno degli stagionali
PIETRAPERTOSA – La diocesi di Acerenza si fa promotrice del progetto
“Presidio” di Caritas Italiana per l’accompagnamento dei lavoratori stagionali.
Lo ha reso noto Don Francesco Paolo Nardone referente Caritas di questa
diocesi nonché parroco della Parrocchia “San Giacomo Maggiore” a Pietrapertosa: «Il progetto riguarda in
particolare i lavoratori stagionali irregolari che soprattutto con l’arrivo
della stagione estiva si riversano per
lo più nelle campagne del Sud Italia,
dove si adattano a condizioni di vita
spesso degradanti, sperimentando in
molti casi un vero e proprio sfruttamento».
«La nostra diocesi – ha continuato
don Francesco - esplicherà il Progetto
Presidio attraverso le attività coordinate dalle Parrocchie SS. Crocifisso e
San Nicola di Palazzo San Gervasio
punto nevralgico diocesano per lo
stanzio dei lavoratori stagionali immigrati. Essa si farà carico, insieme
alle altre diocesi aderenti al progetto,
dell’accoglienza, della fornitura di be-
ni di prima necessità e della presa in
carico della situazione giuridico – lavorativa – sanitaria, per contrastare la
piaga del caporalato. Obiettivo del
progetto sarà quello di garantire una
presenza costante sul territorio attraverso operatori che girando nelle campagne con dei furgoni o dei camper, riconoscibili grazie al logo del progetto,
potranno seguire, tramite anche una
banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni
luogo dove c’è un Presidio Caritas».
Rocchina Martoccia
RINNOVO della rsu/rls
alla Firema di Tito,
azienda che opera nel
settore ferroviario, che
da 4 anni è in amministrazione straordinaria.
Alle elezioni ha votato
oltre 93% dei lavoratori
aventi diritto. Questi i
risultati: la Uilm ottiene
il 40% dei consensi (1
rsu, 1 rls). Identica percentuale per la Fiom
(40%) dei consensi (1
rsu). La Fim circa il
17%. Il primo eletto è
Mario Gesualdi (UilmUil).
FESTA CARMINE
Buona riuscita
Felice Summa
LA tradizionale festa
della Madonna del Carmine è stata un successo. Lo evidenzia in una
nota il sindaco di Avigliano, Vito Summa.
L’evento – aggiunge - ha
visto la partecipazione
di migliaia di pellegrini,
fedeli e turisti arrivati
da tutta la regione e non
solo. La buona riuscita
della manifestazione,
sia in termini di partecipazione che di assistenza garantita ai presenti,
è stato il risultato di un
sinergico e complesso
lavoro di collaborazione, che ha coinvolto questa amministrazione insieme a numerosi soggetti istituzionali, autorità religiose, privati,
associazioni e volontari.
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RIONERO Due dipendenti comunali e due professionisti accusati di truffa e falso
Dal gup per dei lavori a un palazzo
Si valuterà la richiesta di rinvio a giudizio, ma il Comune prende provvedimenti
RIONERO - È fissata per il 9
ottobre di quest’anno a potenza l’udienza preliminare
in relazione ad una richiesta
di rinvio a giudizio per due
dipendenti comunali di Rionero in Vulture e due liberi
professionisti, accusati in
concorso di falso ideologico
in atti pubblici e truffa. Davanti al gup dovranno esserci Giovanni Placido, di Rionero, dipendente dell’ufficio
tecnico del Comune di Rionero, Mauro Cammarelle, tecnico dell’amministrazione,
Fabrizio Verrastro, tecnico
comunale e Salvatore Ciani,
tecnico progettista e direttore dei lavori contestati.
Tutto è legato alle sorti di
un immobile, in via Gioacchino Murat, dove abita lo
stesso Giovanni Placido.
Stando all’accusa proprio
Placido in qualità di «proprietario-condomino e quale
dipendente dell’ufficio tecni-
Il tribunale di Potenza
co di quel comune, dichiarava il falso sulla richiesta del
permesso a costruire, per la
chiusura del porticato a piano terra del fabbricato, dichiarandosi - contrariamente al vero - proprietario esclu-
sivo del porticato, mentre lo
stesso era da considerarsi
pertinenza condominiale».
A testimoniare la multiproprietà ci sarebbero anche
due sentenze, una del 2005 e
una del 2009, del tribunale
di Melfi. Ma Giovanni Placido è accusato anche do aver
indotto in errore un ingegnere dell’Ufficio tecnico del
Comune, che gli ha rilasciato il permesso a costruire «illegittimo, atteso che mancavano i seguenti requisti: carenza i titolo di porprietà, volumetria richiesta eccedente
rispetto alla disponibilità e
l’atto di cessione delle superfici non corrispondente a
quanto prescritto o di proprietà altrui».
Ci sono poi le posizioni di
Mauro Cammarelle e Fabrizio Verrastro accusati il primo in qualità di tecnico incaricato dal Comune di aver attestato il falso nella relazione allegata al piano particolareggiato del progetto.
In particolare Cammarelle
avrebbe indicato che le volumetrie di alcune particelle
catastali potevano essere
trasferite sul porticato og-
getto della contesa, il tutto
«non verificando l’esistenza
del titolo di proprietà di quelle particelle in capo a Giovanni Placido». Il secondo invece, in qualità di tecnico comunale, avrebbe attestato il
falso nella pratica istruttoria del permesso a costruire
che risale al giugno del
2007, relativamente «alla
congruità dei volumi rispetto alla richiesta, non verificando che i metri cubi realizzati erano 1650 e non quelli
dichiarati in relazione e
ometteva di verificare il titolo di proprietà di Placido sulle particelle sopra indicate.
Ultima la posizione di Salvatore Ciani che, in qualità
di tecnico progettista e direttore dei lavori «attestava il
falso nel progetto, dichiarando che la particella non
era mai stata asservita ad altre richieste di concessione
edilizia, contrariamente al
vero atteso che la stessa particella era stata utilizzata ai
fini volumetrici» per un’altra concessione edilizia.
In pratica i quattro averbbeo in concorso tra loro lavorato per la modifica di questo
porticato in via Gioacchino
Murat, nonostante la struttura non fosse di proprietà
esclusiva del dipendente comunale Giovanni Placido. E
qui entrano Mauro Cammarelle e Fabrizio Verrastro
che non avrebbero effettuato
le opportune verifiche sulle
proprietà. Ora, stando al documento firmato dal gip Rosa Larocca, dovranno spiegare tutto all’udienza preliminare, dove si potrà anche
scegliere un eventuale giudizio abbreviato sulla questione. Intanto il Comune di
Rionero, costituito come
parte offesa, sta valutando le
possibili azioni disciplinari.
[email protected]
MELFI Gli interventi sono stati approvati in relazione al bilancio
Un nuovo piano triennale
delle opere pubbliche cittadine
MELFI - Il piano delle opere pubbliche, approvato con delibera di
giunta, è parte integrante del bilancio 2014 che si discuterà nel
consiglio comunale a Melfi in
programma la prossima prima
decade di agosto.
Sono diversi i progetti interessanti che potrebbero cambiare il
volto della città. Per il sindaco di
Melfi: «la giunta ha individuato le
risorse e stabilito priorità - spiega
il primo cittadino, Livio Valvano che saranno sottoposte al consiglio comunale per gli investimenti dei prossimi tre anni. Intendiamo intervenire sulla rete delle acque bianche dopo aver risolto le
emergenze in via Foggia e via
Trento.
Tre sono le maxi aree interessate da un finanziamento che ammonta a circa 550 mila euro e si
tratta di via Monteverde, via
Forlì, via Scotellaro e via Alighieri». Da anni i fabbricati delle
zone indicate, puntualmente, subiscono allagamenti dannosi in
occasione di piogge abbondanti.
Novità importanti sono previste
per il piazzale della stazione: «che
necessita di una riqualificazione
urgente - aggiunge Valvano - con
la doppia funzione di garantire
maggiore sicurezza per il traffico
sia veicolare che pedonale, oltre
che la ridefinizione della porta di
ingresso alla città».
Trecento mila euro di investimento dovrebbero dare un nuovo
volto a piazza Mancini come anticipa una simulazione già pubblicata sul sito del comune. Da oltre
venti anni, inoltre, si attende il
ponte di contrada Bicocca: «che
finalmente sarà possibile realizzare grazie all'accordo con Rfi conferma il sindaco di Melfi - che
stanzierà 2 milioni di euro per l'opera».
Altro storico ritardo struttura-
Il sindaco Valvano e la tabella con i finanziamenti 2014 di tutte le opere
le si registra nei pressi della porta Troiana: «dove è prevista la riqualificazione della casette antisismiche comunali - ribadisce
Valvano - con un progetto ambizioso che darà un nuovo volto all'intera zona. Per partire con i lavori, dopo aver incassato il parere
favorevole della Regione, attendiamo quello del Ministero alle
infrastrutture che dovrebbe arrivare a breve.
Con i 5 milioni di euro previsti
per questo investimento contiamo anche di realizzare il prioritario adeguamento sismico della
scuola Ferrara. Sono particolarmente soddisfatto di questa operazione che ci ha visto lavorare
per evitare l'abbattimento della
scuola di San Teodoro proprio rimodulando un finanziamento
con l'obiettivo di garantire la sicurezza degli edifici pubblici con
particolare attenzione per le
scuole.
Non a caso completeremo con
queste risorse anche la ristrutturazione dell'ultima ala della scuola elementare Nitti". Non viene
dimenticata nemmeno l'emergenza che vivono i residenti in zona Cn 3, 4 e 5. Cinquecentomila
euro, infatti, serviranno a realizzare urgenti opere urbanistiche
per le strade in via Einaudi, Pertini e Gronchi. Qui marciapiedi
mai completati e fossette per impianti elettrici rimaste aperte
rappresentano un pericolo costante per chiunque frequenti la
popolosa zona della città. Oltre ad
un leggero ritocco previsto anche
per piazza Abele Mancini resta il
sogno della funivia quello più caro al primo cittadino. Infatti: "come intenzione di prospettiva - ammette il sindaco, Valvano - lavo-
riamo per realizzare sul versante
del Vulture nel territorio di Melfi
una parte del piano degli investimenti insieme ai comuni di Rionero ed Atella con la Regione, per
far diventare Monticchio punto
di attrazione nazionale grazie ad
una funivia che colleghi Melfi
Vulture e Vulture Monticchio".
Vittorio Laviano
RASSEGNASTAMPA
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VULTURE
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MELFI La protesta degli operai dell’indotto Fiat in quota Fiom sul nuovo contratto
«Questo accordo va modificato»
«Ci hanno tagliato ferie e premi di produzione, serve un referendum vero»
MELFI - Un centinaio di
dipendenti dell'indotto Sata di San Nicola di Melfi
hanno aderito ieri mattina
allo sciopero organizzato
dalla Fiom Cigl di Basilicata che contesta l'ipotesi di
accordo siglato il 25 giugno scorso tra Acm e le
principali sigle sindacali
del comparto metalmeccanico lucano.
«Sono soddisfatto perché nonostante la cassa integrazione - spiega il segretario della Fiom di Basilicata, Emanuele De Nicola - gli operai hanno
scioperato per partecipare
alla nostra assemblea e
comprenderne le ragioni.
Occorre modificare questo
accordo perché così come è
stato stipulato non offre
nessuna garanzia sul piano occupazionale, salariale ma soprattutto non offre la garanzia che i lavoratori possano contrattare
migliori condizioni di lavoro. I dati del referendum
sono una farsa perché non
certificati, né i lavoratori
Gli operai durante la manifestazione
hanno firmato attraverso
le commissioni elettorali
di stabilimento, mentre
un'urna volante ha girato
nei vari stabilimenti. I lavoratori non hanno potuto
incidere sull'accordo perché questo è entrato in vigore dal primo luglio, la
consultazione e' terminata
il 15, dunque si tratta di
un’autentica presa in giro». Per il responsabile
dell'indotto di Fiom: «questo è solo la prima di una
serie di iniziative che adotteremo nei prossimi giorni - commenta il sindacali-
sta confederale, Vittorio
Cilla - perché non è stato
spiegato ai lavoratori in
maniera chiara cosa perderanno in termini di occupazione, salario e diritti
nei prossimi anni grazie
ad un accordo mai certificato». Sono stati 262 i voti
contrari, tra cui quello di
Donato Gentile: «perché
nulla ci piace di questo accordo - spiega l'operaio di
Tiberina - non il premio,
non il modello di contrattazione tra Rsu ed azienda, non lo straordinario.
Non poter contrattare più
nulla con le aziende sarà
deleterio e mi chiedo a questo punto quale possa essere la funzione del sindacato».
Per i delegati Lear, viceversa: «non tutto è sbagliato nell'accordo - ammette il sindacalista, Eliseo Filaferro - ma resta
inaccettabile che le aziende possano decidere di
cambiare la turnazione
senza confronto con la
Rsu. Da rivedere anche le
MELFI Il piano prevede una ricostruzione completa dei fabbricati
Demolizione degli alloggi di Valleverde
Consegnati i lavori alle ditte partecipanti
Consegnati i lavori di demolizione
dei 14 fabbricati, per complessivi 123
alloggi in località Valleverde, alla
ditta esecutrice ieri nel Palazzo Comunale di Melfi. Il sindaco, Livio Valvano insieme al Responsabile del
Procedimento dell’Ater hanno incontrato i Responsabili dell’impresa affidataria, cioè dell’Ati “Valori Scarl
Consorzio Stabile” e “Pace Rocco Costruzioni srl”. Per il sindaco Livio
Valvano «il risanamento del quartiere dei noti 123 alloggi è un punto importante del programma di mandato. Ringrazio la Regione Basilicata e
l’Ater di Potenza che con questo intervento manifestano un segnale importante di collaborazione a sostegno della Città di Melfi. Dopo la demolizione seguirà la realizzazione
del primo intervento di ricostruzione. E’ già stato finanziato un intervento di ricostruzione dei primi 12
alloggi».
Nei prossimi giorni si provvederà
alla pulizia ed alla delimitazione delle
aree di intervento. Le operazioni di
demolizione partiranno, invece, dalla fine del mese di luglio. In relazione
alla tipologia di intervento si specifica che è relativo alla demolizione di
ben 14 edifici costruiti tra gli anni
1978 ed il 1980 per complessivi 123
alloggi. Le operazioni di demolizione
prevedono il recupero dei materiali
metallici, del vetro ed il trasporto a
discarica di tutta la parte inerte non
recuperabile.
Per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di demolizione e la sicurezza della pubblica incolumità è stata prevista, in sede di redazione del progetto esecutivo, la
chiusura di alcune strade definendo
una viabilità alternativa che non recasse eccessivo disturbo alla cittadi-
Una parte delle planimetrie
nanza. E’ stato previsto l’istallazione
di un ponteggio con rete metallica a
protezione delle strutture limitrofe
dal rischio di accidentali cadute di
materiale dall’alto.
Il ventottenne attore sarà a Spoleto con la compagnia da lui stesso fondata
Da Melfi al mondo, l’ascesa di Bruno Monico
Nella prestigiosa cornice del
festival di Spoleto si è registrato quest'anno il debutto
del giovane attore melfitano,
Bruno Monico. Ventotto anni ad ottobre, Monico si è laureato presso la facoltà di lettere dell'università la Sapienza di Roma e parallelamente ha conseguito il diploma presso l'Accademia teatrale dell'Orologio diretta da
Riccardo Cavallo e Mario
Moretti. Trasferitosi a New
York nel 2010, l'attore melfitano ha frequentato un corso intensivo presso “HBStudio” e “Gene Frenkel Theater” mentre l'anno successivo ha conseguito il diploma
presso la London Academy
of music and dramatics arts.
In teatro Bruno Monico ha
già lavorato con attori del calibro di Gigi Proietti, Bruce
Mayer, Ugo Pagliai, Giorgio
Albertazzi, Lidya Biondi, Carolina Crescentini, Alessan-
dro Mannarino. Oggi l'attore ha una compagnia stabile:
«con cui lavoro da 5 anni spiega Monico - e abbiamo
messo in scena testi di Sheakespeare, Tardieu, Campanile e riadattato film di Tarantino e Tinto Brass prediligendo spesso una chiave
comica o ironica. Credo che
la comicità sia una forma di
comunicazione che vada oltre pregiudizi e preconcetti e
parla diritto all'anima delle
persone e noi italiani abbiamo una grande tradizione da
rispettare e sviluppare». Per
il festival di Spoleto la compagnia ha allestito uno spettacolo tratta dal testo "Gente
di Dublino" di Joyce con la regia di Giancarlo Sepe: «per
un esperienza unica - conferma Bruno Monico - dal momento che lavoriamo in uno
spazio non deputato ad una
messa in scena, una chiesa
funeraria».
120 ore di straordinario,
la mezz'ora a fine turno
mentre il calcolo del premio farà perdere soldi ai
lavoratori. Non possiamo
rischiare, infine, di diventare completamente dipendenti dal ciclo produttivo di Sata che se andasse
in crisi trascinerebbe nell'oblio tutti noi». Dalla
Commer Tgs giungono altre proteste perché: «noi
avevamo il premio più alto
- ribadisce il dipendente,
Domenico Carlucci - ma il
nuovo metodo di calcolo
sacrificherà per noi circa
1400 euro. Sarebbe come
perdere uno stipendio intero in un anno. Questo
per noi è inaccettabile.
Diminuiscono ferie, permessi personali, ci pagherebbero solo 220 giorni lavorativi. Era chiaramente
più vantaggioso per noi lavoratori il vecchio accordo». In definitiva il sindacato che non ha firmato
l'accordo chiede la modifica del testo ed un referendum certificato tra i lavo-
ratori senza rinunciare a
mettere in campo altre iniziative come lo sciopero di
ieri. La contrapposizione
tra Fiom ed il gruppo Fiat
e' evidente. Non un caso se
si contesta un presunto
finto coinvolgimento delle
maestranze. «La grigliata
di carne offerta da Fiat ed
annunciata per oggi e venerdì 25 luglio prossimo conclude il dipendente Sata ex Pcma, Principio Di
Nanni - è una vera presa in
giro. Un evento mediatico
che serve solo all'azienda
per ben figurare.
In realtà si affamano i lavoratori per tutto un anno
con cassa integrazione, di
nuovo appena annunciata, poi si saziano i disperati con la grigliata di carne.
Da noi si premiano solo alcuni lavoratori mentre arriva il capo gestore a consigliarti di partecipare alla grigliata del venerdì. Io
mi sono rifiutato di prendervi parte e ne sono fiero».
vi. la.
I sindacati sull’incidente di Ripacandida
L’ennesima morte sul lavoro
«È una ferita troppo grande
per la Basilicata»
«La notizia dell'ennesima che ci fa riflettere sulla inivittima su un cantiere in quità del sistema pensioniBasilicata lacera ancora stico vigente che colpisce
una volta una ferita pro- soprattutto i lavoratori che
fonda che colpisce la no- appartengono ad una catestra regione».
goria in cui la tipologia
È il comd'impiego è
mento di Paopesante e
licelli (Feneal
usurante.
Uil), Latorre
Questo av(Filca Cisl) e
valora
Iacovino (Filquanto prelea Cgil). «A
visto dalla
poche settipiattaformane dai trama su fisco
gici incidenti
e previdensulla Sa-Rc,
za di Cgil
che ha visto 3
Cisl e Uil
operai perdeche propore la vita sul
ne il supelavoro, la notiramento
zia dell’incidella legge
dente di RipaFornero e
Il luogo dell’incidente
candida riadelle
sue
pre con forza
iniquità.
il tema delle troppe “morti
Nei prossimi giorni si
bianche” e ci mette dinanzi terrò il tanto atteso e rivenad una sconfitta collettiva. dicato incontro alla PrefetI dati di qualche giorno tura di Potenza fortemente
fa del rapporto annuale ci voluto da Feneal, Filca e
facevano
timidamente Fillea per esaminare le diprendere un respiro di sol- namiche legate alla siculievo, ma questo ennesimo rezza all’interno dei cantieepisodio ci costringe ad ri, bisogna porre un argine
aprire una riflessione forte a questa piaga che contisul tema della sicurezza, e nua a colpire i lavoratori
ci spinge a rafforzare il del settore edile.
ruolo degli enti bilaterali e
Bisogna implementare i
dei sistemi di prevenzione. controlli ed alzare il livello
Le cause del decesso del- di guardia sui cantiere e
l'operaio sono ancora al va- implementare le politiche
glio degli inquirenti, ci di prevenzione attraverso
rammarica
apprendere l’incentivazione e il sosteche il lavoratore fosse un gno degli enti bilaterali che
sessantacinquenne; tema si occupano di sicurezza».
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LAGONEGRESE
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LAURIA L’accusa di Labanca che ha segnalato il fatto al prefetto
«Mitidieri non rispetta le quote rosa»
LAURIA – «Giunta Mitidieri bis,
al capolinea» afferma il Capogruppo “Per Lauria”, Mariano Labanca. La Prefettura di Potenza
ha dato ragione al consigliere Labanca sulla composizione della
giunta comunale, che è in contrasto con la normativa in quanto
non rispetta le quota rosa.
Il 14 aprile scorso, il sindaco di
Lauria Gaetano Mitidieri ha varato la nuova Giunta, mentre il 19
dello stesso mese, alla presenza
del Governatore della Basilicata,
la “nuova” macchina amministrativa, nella sala consiliare, si presentò alla cittadinanza, con tanto
di conferenza stampa. «Ebbene sì
– chiosa Labanca - seppur per problemi fisici abbia dovuto finanche
disertare una seduta di consiglio
comunale e diverse riunioni di
commissione, indubbiamente sto
cercando, nel mio piccolo, di controllare “l’infallibile e rinnovata”
maggioranza che guida il nostro
paesino. Peccato però che, gli amministratori locali con sindaco e
segretario comunale in prima linea non si sono “accorti” che nel
frattempo era stata varata la legge Del Rio e all’articolo 1, comma
137, dispone: “nelle Giunte dei comuni con popolazione superiore a
3.000 abitanti, nessuno dei due
sessi può essere rappresentato in
misura inferiore al 40 per cento,
con arrotondamento aritmetico».
Vista tale dimenticanza, il Capogruppo “Per Lauria”, Mariano Labanca ha dovuto adire al Prefetto
di Potenza, il quale, con nota diretta al sindaco e allo stesso Labanca ha rimarcato appunto che
la composizione della giunta è in
contrasto con la legge. «A questo
punto il sindaco – prosegue il capogruppo - o adegua la giunta al
disposto normativo, favorendo
l’ingresso in giunta, in sostituzione di un componente maschile, di
un’altra donna, oppure, dovrà
motivare la diversa composizione. Ricordo a tutti che lo Statuto
Il sindaco Mitidieri
cittadino, recita tra l’altro “garantisce parità e pari opportunità tra
uomini e donne….”, ebbene, ora
aspettiamo la decisione del sindaco e dell’intera compagine ammi-
nistrativa, però certamente posso
affermare che anche in quest’occasione hanno fatto una brutta figura».
Emilia Manco
Un operaio residente a Rotondella ha perso la vita mentre era al lavoro su un cavidotto
Folgorato da una scarica elettrica
L’uomo, 36 anni, si trovava per conto di una ditta lucana a Giffoni Vallepiana
ROTONDA - Ecco l’ennesima tragedia sul lavoro. Stavolta è toccato ad un operaio
di origine rumenta ma residente a Rotondella. L’uomo
stava effettuando dei lavori
per conto di una ditta lucana
a Giffoni Villapiana, nel salernitano. Stava lavorando
in una zona impervia, impegnato a sostituire i cavi dell’elettrodotto sul quale stava
lavorando quando una potentissima scarica elettrica
lo ha letteralmente folgorato. L’operaio è morto sul colpo, aveva 36 anni. Sul luogo
dell'incidente sono intervenuti i carabinieri della stazione di Giffoni Vallepiana,
che stanno cercando di ricostruire la dinamica dell'incidente.
Un traliccio per l’alta tensione
Ad un giorno esatto di distanza dall’altra tragica
scomparsa sul lavoro a Ripacandida ecco che lo schema
si ripete ancora una volta.
Spetterà adesso ai carabinieri capire se si è trattato dell’ennesima negligenza sulle
misure di sicurezza o di un
gesto avventato. Sta di fatto
che la questione delle morti
bianche sta diventando una
vera e propria emergenza in
Basilicata ma in tutto il sud
Italia. Poche settimane fa un
uomo ha perso la vita mentre
stava lavorando sul cantiere
dell’autostrada Salerno Reggio Calabria. Qualche mese
prima invece è toccato ad altri due operai sempre sui
cantieri dell’A3. E sempre
sull’autostrada si è consumato il terribile incidente
che è costato la vita a due giovanissimi camionisti di Maratea e Buonabitacolo, rimasti letteralmente schiacciati
in un triplo incidente avvenuto a pochi chilometri dallo
svincolo di Sicignano.
Il musicista si esibirà questa sera a Maratea assieme al Solis String Quartet
La notte napoletana di Peppe Servillo
MARATEA - Proseguono le iniziative
sulla costa marateota per la raccolta
dei fondi necessari alla ristrutturazione e al recupero funzionale della chiesa della Madonna delle Grazie. Dopo il
recital di Sergio Rubini “ La Guerra
dei Cafoni” del 5 luglio scorso per domani sera il prestigioso Seasunset Relais torna ad ospitare un altro attraente spettacolo musicale con Peppe Servillo e i “Solis String Quartet”. Il concerto è uno straordinario omaggio alla canzone e alla sana tradizione partenopea. Tutti di origine campana gli
artisti si esibiranno in un inedito
show dove l’arte e lo spessore di Servillo si fondono con la maestria degli archi. Attraverso una lettura al tempo
stesso raffinata e popolare di un repertorio di classici che spaziano da
Raffaele Viviani a E. A. Mario fino a
Renato Carosone il gruppo punta a
far conoscere gli aspetti tipici di Napoli che non tutti probabilmente hanno
avuto modo di apprezzare. In altre parole “Spassiunatamente” vuole restituire alla canzone napoletana quell’ambiente musicale e vocale fatto di
bellezza a dir poco rara. Peppe Servillo
e i “Solis String Quartet” non hanno
poi tanto bisogno di essere sponsoriz-
Peppe Servillo in visita a Matera
zati. Il loro biglietto da visita è garanzia di bravura e competenza.
Ciò che li rende unici è la peculiare
rilettura dei classici allorquando utilizzano voce e un solo quartetto d’archi. Una formula e una scelta artistica
ben precisa che spoglia di inutili orpelli questi autentici capolavori ren-
dendoli eleganti e raffinati senza sminuire la forza e l’incisività che ne hanno decretato il successo in ogni angolo del mondo. Il concerto avrà luogo
sulla meravigliosa “Terrazza dei Carrubi”. A dominare la scena non sarà
solo la bellezza di uno tra i posti più
suggestivi della costa ma anche l’accattivante idea coltivata da tempo dal
patron Angelo Calculli di trasformare
il resort in una vera e propria “Casa
dell’Arte”. Il primo appuntamento
della rassegna che prende il nome dallo scoglio a forma di cuore situato a
picco sul mare ha visto esibirsi un incredibile Sergio Rubini in “La Guerra
dei Cafoni”. Il regista di “Tutto l’amore che c’è” tornerà presto.
Il 9 agosto sarà ancora al “Seasunset” per un altro spettacolo dove interpreterà diversi successi di Eduardo
De Filippo. In cartellone anche Michele Placido, Uccio De Santis, Antonella
Genga, Pino Quartullo e Alessandro
Haber. Dopo aver trasformato la villa
di famiglia in un lussuoso relais l’avvocato Calculli ha in serbo nuovi progetti di respiro ancora più ampio: dare maggiore visibilità alla tanto amata
“Perla del Tirreno”.
Antonio Verri
LAGONEGRO
Pena sospesa
per il falsario
LAGONEGRO – Falsificazione e spedita di banconote questo il motivo per
cui è stato condannato a otto mesi con
pena sospesa. Ha patteggiato la pena il
50enne Ferdinando Carbone residente
nella Provincia di Napoli che martedì
scorso è stato trovato in possesso di
banconote false di vario taglio nell’abitato di Castelluccio
Inferiore
mentre
esercitava
la vendita
ambulante di prodotti per
la casa. Il
giudice
monocratico
del
Tribunale
di Lagonegro,
Enrichetta Cioffi,
con pubblica accusa Vpo
Alcune banconote false
Vittoria
Florimonte, lo ha condannato a otto mesi di reclusione, con sospensione della pena.
L’imputato era stato intercettato dai
carabinieri delle Stazioni di Castelluccio Inferiore e Rotonda, ed hanno trovato nella disponibilità dell’arrestato
venti banconote contraffatte di vario
taglio che sono state immediatamente
sottoposte a sequestro.
L’uomo, su disposizione del procuratore della Repubblica di Lagonegro
che ha coordinato le attività, era stato
tradotto presso la casa circondariale
di Sala Consilina.
Il giorno dopo il Giudice Cioffi ha
convalidato l’arresto e ha inflitto una
condanna a otto mesi di reclusione con
pena sospesa.
em. ma.
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Iniziativa in piazza Vittorio Veneto per esprimere lo sdegno per la guerra in atto
Matera contro la carneficina
Legambiente, Movimento per la Pace e Fucine dell’Eco col popolo palestinese
Matera è città della pace, prima ancora che
candidata al ruolo di Capitale europea della
cultura.
E la pace, in queste ore, è il tema più dibattuto, perchè ignorato ogni giorno.
I bombardamenti nella striscia di Gaza
che consegnano ogni giorno immagini raccapriccianti ai social network e alle redazioni di tutto il mondo, hanno provocato un’ondata di emozione che a Matera Legambiente
(che ne ha fatto una campagna Nazionale), il
Movimento della Pace e le Fucine dell’Eco,
hanno voluto trasformare in una iniziativa
pubblica.
In molti si sono riuniti in piazza Vittorio
veneto con alcune bandiere a sostegno del
popolo palestinese.
«Circa 100 persone si sono unite a noi,
condividendo la nostra riflessione - spiega
Pio Acito - Abbiamo parlato delle sofferenze
del popolo palestinese i cui spazi sono stati
ridotti dall’occupazione che, nei loro territori, dura dal 1947. Le scelte scellerate del popolo sionista - prosegue - sono state argomento del confronto che abbiamo tenuto».
L’iniziativa segue l’onda emotiva che si è La manifestazione organizzata da Legambiente, Movimento per la Pace e Fucine dell’Eco
creata in tutto il mondo. Le prime vittime di
questa guerra sono stati i bambini colpiti
anche mentre si trovavano su una spiaggia.
Il caso della tregua di queste ore, da cui
Hamas sembra essersi isolata, rende ancora
più difficile la situazione che registra morti
ogni giorno.
E’ di ieri, intanto, la notizia, riportata da
Net1 news che la parlamentare israeliana
Ayelet Shaked ha definito "terroristi" tutti i
palestinesi e ha sottolineato che tutte le "madri palestinesi" devono essere uccise durante un eventuale attacco via terra contro la
Striscia di Gaza.
Shaked fa parte della Casa Ebraica, un
partito politico sionista religioso in Israele.
Nonostante si autoclassifichi come partito
di destra, alcuni mezzi di comunicazione occidentali e israeliani lo hanno descritto come "partito di estrema destra".
[email protected] Tante mamme fra chi ha protestato contro la carneficina a Gaza. Accanto scene di guerra
Il 26 luglio alle 17,30 visite al castello di San Basilio
La collezione Berlingieri
apre le sue porte al Fai
Nuova iniziativa del Fai che porta a casa
uno straordinario risultato.
La famiglia Berlingieri infatti ha aperto
eccezionalmente le porte della propria residenza al Fai Giovani Basilicata per un’esclusiva visita alla loro collezione privata.
La collezione d’arte contemporanea, una
delle più importanti del nostro paese, avviata nella metà degli anni settanta, vanta
oggi opere di grandi nomi come Bruce
Nauman, Andy Warhol e Vanessa Beecroft.
L’evento si terrà sabato 26 Luglio alle
ore 17,30 presso il Castello Berlingieri a
San Basilio, Pisticci e a concludere la serata sarà offerto un aperitivo in spiaggia
presso lo stabilimento balneare “Le Capannine” di Policoro.
E’ possibile iscriversi all’evento inviando una e-mai a [email protected] , indicando nome e cognome.
In occasione dell’evento sarà applicata
speciale formula: Visita + Aperitivo +
Iscrizione Fai Giovani 12 euro dai 18 ai 25
anni, 22 euro dai 26 ai 40 anni
Per gli iscritti al Fai è previsto un contributo libero a partire da 8 euro e 12 euro per
i non iscritti.
[email protected]
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Progetto Vademecum
e commercianti sicuri
Incontro col Prefetto
Il Prefetto di Matera, Luigi Pizzi
Martedì 22 luglio prossimo, alle ore
11, il Prefetto della Provincia di Matera, Luigi Pizzi, nella sede della Prefettura, terrà una conferenza stampa per
illustrare, nel dettaglio, i contenuti del
“Vademecum per la sicurezza delle attività commerciali”.
Il Vademecum contiene informazioni generali e consigli utili sui comportamenti da tenere per evitare situazioni di pericolo e ridurre il rischio derivante dall’azione intimidatoria che
può essere perpetrata ai danni di esercizi commerciali.
L’elaborato sarà diffuso dalle associazioni provinciali della Confcommercio-Imprese per l’Italia e della Confesercenti ai rispettivi associati, anche
per via telematica.
[email protected]
OPERE PUBBLICHE
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Interventi contro i cedimenti del tratto di strada
Aia del cavallo, si lavora
I lavori in corso nella zona dell’Aia del Cavallo
Iniziati i lavori per il ripristino della viabilità dell’Aia del cavallo, il tratto di strada che porta dalla Statale 7 a Matera centro in prossimità della caserma del comando provinciale dei Vigili del fuoco.
«Si tratta – afferma l’assessore Trombetta
– di un intervento atteso da molto tempo
in considerazione dei sempre più pesanti
cedimenti di questo tratto stradale. Fra
l’altro l’Aia del Cavallo è uno dei principa-
li accessi alla città e arteria di collegamento con il borgo La Martella e la sua zona industriale. Pertanto era necessario
porre la massima attenzione per rendere
più sicura la strada e per assicurare una
migliore percorribilità”. L’investimento
complessivo è di circa 40 mila euro e il
tempo previsto per il completamento dei
lavori è di 30 giorni a partire dalla data
dell’apertura del cantiere.
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MONTESCAGLIOSO Il team è stato premiato con 25 mila euro al Working Capital Accelerator
Il genio che parla anche lucano
Il progetto Slowfunding creato da tre ragazzi del materano e una pugliese
MONTESCAGLIOSO - La
Basilicata continua ad essere la “musa ispiratrice”
di idee innovative con riconoscimenti a livello nazionale: è proprio il caso di
Slowfunding, progetto imprenditoriale di Innocenzo
Langerano di Tricarico ,
Domenico Dimichino, Felice Cifarelli di Montescaglioso e Lia Brisacani, tre
ragazzi lucani e una pugliese plurititolati - tra
laurea e dottorati - e tutti
appassionati di architettura. Il team ha partecipato
all’edizione 2014 di “Working Capital Accelerator”,
iniziativa di Telecom Italia, ed è stato selezionato
tra i 40 talenti (dei 1300
candidati) vincitori di un
grant (finanziamento) di
25 mila euro, destinati ad
affinare l’idea d’impresa,
definire il modello di business e sviluppare il prodotto.
Slowfunding è una piattaforma web che mira a valorizzare e recuperare i be-
Lia Brisacani e Anna Sileo, accanto Montescaglioso da dove
provengono gli altri due autori del progetto
ni immobiliari di prestigio la” (crowd), data l’entità
in stato di abbandono, degli investimenti richiespesso localizzati in piccoli sti, poco accessibili al sinborghi, mettendo in con- golo investitore. Prima di
tatto i proprietari con più tagliare il traguardo di
potenziali investitori pri- Working Capital, il team
vati e creando meccanismi di Slowfunding ha lavoradi acquisto basati sul cro- to sodo ed ha fatto tesoro
wdfunding, ovvero sulla dei consigli e del supporto
raccolta di fondi dalla “fol- tecnico ricevuto da Bi Cu-
be, l’incubatore di Basilicata Innovazione, per arrivare a definire un progetto
d’impresa che fosse innovativo ma anche e soprattutto fattibile. «Sicuramente l'idea sarebbe rimasta nel cassetto se non ci
fosse stato il supporto e
l’incoraggiamento di Bi
MONTESCAGLIOSO Musica, moda, teatro e sagre per allietare cittadini e turisti
Estate in città, è meglio
Cube - afferma Lia Brisacani, una delle componenti
del team - per indirizzare
un progetto che presentava all’inizio non poche
complessità. Bi Cube - continua Lia - è stato per noi,
nei mesi scorsi, un punto
di riferimento ma anche
un luogo di occasioni, per
metterci in gioco e riuscire
a confrontarci con chi non
ci conosceva ancora. La
nostra - conclude - è un'idea imprenditoriale con il
sapore del sud e, ovunque
ci porterà il futuro, è li che
vuole tornare».
L’idea è stata anche presentata durante l’edizione
2014 di Start Cup Basilicata, la business plan competition promossa da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata, e non è
passata inosservata. Ha
infatti avuto accesso alla
finalissima TechGarage, e
si è aggiudicata due “premi speciali”: quello “SiamoSoci”, che le ha permesso di essere inserita nel database della omonima piattaforma web d’incontro tra
startup e investitori, e l’altro offerto dallo studio legale “Bird&Bird”, che ha
dato accesso al team ad
una giornata di formazione specialistica in ambito
giuridico.
[email protected]
PISTICCI «Coronati anni di impegno»
L’Abbazia del Casale
potrà essere restaurata
Messo a punto il calendario delle iniziative previste a luglio e agosto la Regione ha stanziato i fondi
MONTESCAGLIOSO - Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe
Silvaggi, gli assessori Maddalena Ditaranto (Cultura) e Pietro Avena (Sport) hanno reso
noto il programma “Aspettando l’Agosto Montese…..un assaggio d’estate”, serie di iniziative che saranno aperte, venerdì 18 luglio, alle ore 21, da “Musica in Villa”, presso la Villa
Belvedere e, alle 22, da “Venerdì in Piazzetta”, in Piazzetta
Mianulli.
Sabato 19, su Corso della Repubblica, alle 21, “A tutta birra”, mentre domenica 20 luglio, nei pressi della Chiesa
Maggiore, si terrà la “Sagra del
polpo arrosto”.
Nella stessa serata, in Piazza
Cosimo Venezia (nei pressi della casa comunale), alle ore 21, a
cura della Casa editrice “Amico
Libro”, incontro con l’autore
Pape Gora Tall e intermezzo
musicale a cura di Affinora
Duo, presenterà Margherita
Lopergolo.
Giovedì 24 luglio, alle 21, in
Via Chiesa Maggiore, “Montescaglioso in Bio: Sagra del biologico”; venerdì 25, presso la
Villa Belvedere e Piazzetta Mianulli, nuove serate all’insegna
della “Musica in Villa” e “Venerdì in Piazzetta”.
Sabato 26 luglio, con sipario
alle ore 21.30, in Piazza Giovanni Paolo II, la Futura Compagnia Senz’Arte porterà in
scena “Fools”, commedia brillante in due atti di Neil Simon.
Domenica 27, nella stessa
piazza, alle ore 20.30, serata
conclusiva del “Grest – Le Cronache di Narnia”, a cura dei ra-
gazzi del Grest.
Nella stessa serata, in Corso
della Repubblica, “Bollicine e
frutta”; martedì 29, in Via
Chiesa Maggiore, “Mozzarella
e dintorni”.
L’associazione Capa Fresca,
mercoledì 30 luglio, in Viale
Giovanni XXIII, propone la sfilata “Ago e Filo”, mentre giovedì 31 luglio, in Corso della Repubblica, si terrà “Vivi il succo
dell’estate”.
Insomma, un cartellone che
invita a rimanere in città.
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La piazza di Montescaglioso. Pronto il
calendario degli eventi estivi
Gli alluvionati di Terre joniche
oggi saranno a Montescaglioso
Gianni Fabbris, portavoce del comitato
MONTESCAGLIOSO - Un gruppo di
alluvionati del Comitato TerreJoniche sarà oggi a Montescaglioso per distribuire del materiale in preparazione del Forum previsto a Bernalda fra
il 25 e il 28 luglio. Mentre il portavoce
Gianni Fabbris domattina sarà a Potenza per tenere una serie di altri incontri con la struttura della Presidenza della Regione e con l'Assessore all'gricoltura Michele Ottati, i componenti del Comitato distribuiranno un
volantone in cui all'interno è riportata
la piattaforma con le proposte avanzata alla Regione Basilicata e su cui il
Comitato si aspetta risposte dal Presidente Pittella. Sarà anche distribuito
un volantino con cui si invitano i cittadini a partecipare all'incontro pubblico della sera alle 21 in Piazza Roma.
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L’Abbazia del Casale potrà essere restaurata. La Regione
ha stanziato i fondi
PISTICCI - Con delibera di giunta regionale n.
708 del 20 giugno 2014 è stato approvato a favore del comune di Pisticci lo stanziamento
dei fondi necessari al completamento dei lavori di restauro e ricostruzione del’Abbazia
Santa Maria del Casale. L’intervento fa parte
del progetto “Completamento e rafforzamento Pacchetti turistici integrati Piot” del metapontino - basso Sinni. «Salutiamo - scrivono
dal Comune - con viva soddisfazione il provvedimento che corona un impegno di anni dell’amministrazione comunale tutta e del vicesindaco Domenico Albano in particolare il
quale, con l’impegno e la perseveranza di questi anni ha sempre sottolineato l’importanza
di restituire all’intera comunità lucana l’intero complesso costruito in stile romanico pugliese tra i secoli XI e XII, su un antico convento dei monaci dei monaci di San Basilio e
con lo stesso impegno ha sempre difeso con
forza e dedizione il culto alla Madre della Sanità. Sentiti ringraziamenti vanno all’assessore Regionale alle Attività Produttive, prima, e al Presidente della Giunta Regionale,
adesso, Marcello Pittella per la sensibilità dimostrata e l’attenzione mostrata verso la nostra Abbazia anche in occasione di una sua visita a Pisticci»
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TRICARICO
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L’onorevole Latronico (Forza Italia) chiede al ministro lo stato dell’arte
Basento-Bradano, a che punto siamo?
L’onorevole Cosimo Latronico
TRICARICO - Un’interrogazione parlamentare al
Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti è stata
presentata dall’on. Cosimo Latonico (FI) in merito
al progetto di completamento dello schema idrico
“Basento-Bradano: attrezzamento settore G”. Il deputato lucano, ricorda come sulla questione avesse
già presentato un’interrogazione a risposta in Commissione attraverso la
quale «Chiedeva quali
azioni urgenti si intendevano intraprendere per
garantire il completamento dell'infrastruttura che
garantirebbe un più efficace ed efficiente utilizzo
delle risorse idriche, contribuendo allo sviluppo
del comparto agro-industriale lucano e al rilancio
del settore edile della Basilicata e che la risposta del
Governo fu di assicurare
che entro i primi mesi del
2014 sarebbero partire
tutte le opere principali
relative allo schema idrico
Basento-Bradano.
Inoltre, nel mese di giugno - continua Latronico si apprende da organi
stampa che il governatore
lucano ha incontrato il
Governo per affrontare i
nodi irrisolti dello schema
idrico Basento-Bradano
ed un’accelerazione per la
nomina di un commissario ad acta per la gestione
del progetto “Marascione”
ed a quanto pare le risorse
venivano individuate in
un decreto Sviluppo.
L’unico provvedimento
varato dal Governo che riguarda la competitività
non ha stanziato, però,
nulla in merito».
Alla luce di tutto ciò, Latronico chiede al ministro
«Qual è l’attuale stato di
attuazione del progetto e
quali interventi urgenti
intenda adottare al fine di
Il fiume Basento
sbloccare il cantiere tronco di Acerenza – distribuzione 3° lotto diga Marascione e garantire le risor-
se finanziarie del completamento dell’intera opera».
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TRICARICO Il vice sindaco: «Tante opportunità per impegnarli nelle loro giornate»
I ragazzi alla scoperta della città
Presentato il programma del centro estivo per ragazzi dai 5 ai 16 anni
TRICARICO - Occupare le giornate estive in maniera intelligente, per i giovani e ragazzi tricaricesi, imparando cose nuove
attraverso il gioco. Con questo
spirito l’amministrazione comunale di Tricarico ha inteso voler
mettere in atto anche per quest’estate la programmazione di
un centro estivo per ragazzi.
Presente il giorno dell’inaugurazione il vice sindaco Paolo Paradiso, oltre ai responsabili della
Cooperativa La Serena, gli educatori e naturalmente i 90 utenti
dai 5 a 16 anni accompagnati dai
genitori. «Il nostro impegno questo il commento del vice sindaco - va nella direzione di voler
creare delle opportunità qualificanti per i ragazzi e di impegnare le lunghe giornate del periodo
estivo con attività ludico ricreative.
Un sincero ringraziamento va
al parroco della parrocchia Sant’Antonio di Tricarico per aver
messo a disposizione i locali, ma
anche al personale qualificato
Il centro estivo e il vice sindaco Paradiso
della Cooperativa che accompagnerà il gruppo in queste settimane tra luglio e agosto». Dopo
il saluto del vice sindaco ad illustrare il programma delle attività interne ed esterne, alcune an-
che di pomeriggio, il Presidente
della Coop. La Serena, Pancrazio
Gagliardi che ha presentato il
team di educatori e volontari della coop. La Serena, Teresa Rella,
Francesco Bianco, Paolo Fedele,
Amato Loris Sabato, Angela Gagliardi, Anna Maria Armento,
Rosanna Coppa, Alessia Rella,
Rella Valeria, Teresa Langone,
Anna Elisa Montesano, Carmela
Benevento, Maria Carmela Ada-
mo e Adriana Locuoco. Attività
di animazione, sport e divertimento , attraverso l’impiego di
educatori qualificati e volontari,
ancora gite, giornate alla riscoperta del territorio e visite escursionistiche, poi laboratori manipolativi, attività didattiche e corsi di inglese. «Questa nuova avventura è cominciata - questo il
commento degli organizzatori ogni giorno i bambini andranno
alla scoperta di un elemento:
aria: uscite- gite ed escursioni,
fuoco: incontro con le associazioni del territorio (Associazione
Amici del Cuore Onlus, della
Protezione Civile, Associazione
Elementi Dinamici, Pro Loco
Tricarico e l’Avis Tricarico), acqua: uscita all’acquapark e giornata dedicata alle bombe d’acqua, terra: giornata ecologica
differenziata e laboratorio di riciclo creativo, e tante altre novità”.
Giovanni Spadafino
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ACCETTURA Oggi alle 10,30 cerimonia nel complesso di Gallipoli-Palazzo
I forestali festeggiano il loro Patrono
ACCETTURA - Si terrà oggi
alle 10.30, presso il Complesso demaniale di Gallipoli –
Palazzo, in territorio di Accettura inserito nella splendida cornice ambientale del
Parco di “Gallipoli Cognato e
delle piccole dolomiti lucane”, una iniziativa commemorativa della figura di San
Giovanni Gualberto, Patrono dei Forestali d’Italia, con
la celebrazione della Santa
Messa in onore del Santo officiata dal Vicario generale
della Diocesi di Tricarico nella Cappella dell’antico complesso monastico clariano, di
origine Basiliane, annesso al
centro visite del Palazzo e risalente all’XI secolo d.c.
Alla manifestazione prenderanno parte autorità Isti-
tuzionali ed i rappresentanti
delle Forze di polizia e Forze
Armate della regione Basilicata.
Saranno presenti il Presidente della Regione Basilicata Pittella ed il Vice Ministro
dell’Interno Bubbico.
Giovanni, figlio di Gualberto, nacque probabilmente
a Firenze o secondo altre fonti nel castello oggi villa di
Poggio Petroio, in val di Pesa, intorno all'anno mille
dalla nobile famiglia dei Visdomini o, secondo altre fonti, da quella dei Buondelmonti. Suo fratello Ugo venne assassinato e secondo i costumi del tempo Giovanni fu
chiamato a vendicarne la
morte con l'uccisione del rivale.
Si celebra oggi S. Giovanni Gualberto patrono dei forestali
La vendetta si doveva consumare fuori porta San Miniato a Firenze, ma secondo
la leggenda agiografica, il
suo avversario si inginocchiò e messo le braccia in forma di croce invocò pietà. Giovanni gettò la spada e concesse il perdono.
A quel punto Giovanni, secondo la tradizione, andò nel
monastero di San Miniato in
preghiera e il crocifisso lì
presente avrebbe fatto segno, con il capo, di approvazione.
Gli episodi salienti della vita di san Giovanni Gualberto
sono rappresentati in una serie di affreschi che decorano
le lunette del chiostro dell'abbazia di San Mercuriale a
Forlì, che fu a lungo sede di
un monastero vallombrosano. Giovanni Gualberto morì
nella badia di Passignano,
un monastero che aveva accettato la sua Regola. Le sue
reliquie erano conservate
nel monastero di San Salvi
presso Firenze, ma in occasione dell'assedio furono
spostate a Passignano. In
quell'occasione andò praticamente distrutto il sarcofago scolpito da Benedetto da
Rovezzano.
A Firenze, un grande affresco di San Giovanni Gualberto in cattedra si trova nella chiesa vallombrosana di
Santa Trinita ed è opera di
Neri di Bicci.
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Autonomia o coalizione con le altre città ioniche, le idee sono ancora oggi divergenti
Scanzano, quarant’anni di autonomia
Nel 1974 diventò città. Tutti gli ex sindaci riuniti nella festa organizzata dalla Pro loco
SCANZANO JONICO - Ha
festeggiato i suoi primi
quarant'anni il Comune di
Scanzano Jonico, che nel
lontano 1974 era solamente
una frazione di Montalbano
Jonico.
Su iniziativa della pro loco cittadina, presieduta dal
giovane Alessandro Gallicchio, si é tenuta una manifestazione per festeggiare il
compleanno di quella che,
nel frattempo, ha ottenuto
l'appellativo di città. Una tavola rotonda con tutti i sindaci dei quattro decenni
amministrativi trascorsi,
tra le attività. Mancava soltanto Cosimo Manolio, deceduto anni or sono, e Nicola Suriano primo sindaco di
Scanzano, assente per motivi di famiglia, il quale ha però affidato ad una lettera la
sua presenza. Il mattatore
della serata é stato il parroco emerito, don Rocco D'Uva, il quale ha avuto all'interno del Comitato per l'autonomia, presieduto da
Francesco Gallitelli, un
ruolo fondamentale. Sono
I sindaci riuniti per il 40ennale
state assegnate, tra la commozione generale, alcune
pergamene ricordo ai componenti o ai loro eredi. Nicola Suriano, in carica dal
1975 al 1980, ha suggerito
che: «si possono recuperare
alcuni ritardi e che questo
può avvenire in piena autonomia e senza pensare alla
scorciatoia dell'unificazio-
ne con altri comuni, ma al
contrario occorre concertare con altri comuni alcuni
servizi e favorire una diversificazione economica, sociale e culturale». Ad iniziare, Vittorio Condinanzi,
sindaco dal 1983 al 1988
con l'allora Pci, ha detto
che: «quella di sindaco fu
un'esperienza bellissima, la
mia vita personale migliorò. Ho accresciuto il rapporto con i cittadini. Ricordo
che nel 1984 ricusammo
una multinazionale canadese, che voleva creare a
Terzo Cavone uno stoccaggio di gas. Ci dissero che
eravamo scemi, che potevano prenderci i soldi. Ma, abbiamo rigettato l'offerta.
Siamo stati inoltre la prima
amministrazione che ha abbattuto un fabbricato abusivo».
Subito dopo Filippo Mele,
sindaco del Psi dal 1988 al
1991: «ho fatto politica fino
al 1993. Mi é stato anche
proposto di fare il sindaco
nella seconda Repubblica.
Preferisco, per ora, fare il
giornalista. Non si può accettare l'impegno se non lo
si fa a tempo pieno. Il mio ritiro ha voluto significare
che il potere non mi interessa. Eravamo accecati dalla
politica che per me era la cosa più importante. Mi fecero fuori Condinanzi e Altieri. Tirarono fuori la lottizzazione Caputi. Tra cinque
o sei anni chissà, potrebbe
tornarmi l'impulso della
politica». Dopo Antonio
Gallitelli, sindaco della Dc
dal 1993 al 1997. «Sono stato sindaco in un periodo difficile - ha detto - creai il primo centrosinistra. Mi fu
presentata una mozione di
sfiducia contro nel 1995,
dopo la nascita di Forza Italia, allora dopo due anni dovevo andare a casa, per la
verità questa era la mia volontà. Dialogai con il Pds
partito all'opposizione e
realizzai una nuova maggioranza. Ho iniziato a lavorare con le opere pubbliche
e ottenni molti finanziamenti per opere che furono
poi appaltate successivamente. Fatta l'autonomia ha concluso - dobbiamo ora
sentirci un popolo».
Mario Altieri, in carica
dal 1991 al 1993 e dal 1997
al 2006 ha esordito dicendo:
«ritengo che nella piramide
istituzionale non esista ruolo più bello del sindaco. Esistono egoismi politici nel
non riconoscere il lavoro
svolto dai predecessori. La
politica dei villaggi, quando la faceva Mario Altieri,
era criticata. Io, per esempio, ho abbassato le tasse.
Che deve fare più un sindaco? Dobbiamo avere la lungimiranza di unire Policoro, Scanzano e Montalbano.
Sarebbe la terza città della
Regione. Siamo tutti figli
della Riforma agraria».
Infine il sindaco in carica
dal 2006, Salvatore Iacobellis: «venni a Scanzano nel
‘74, avevo undici anni e arrivavo dal Svizzera. Trovai
gente splendida. Cinquant'anni fa non c‘i stava’era
nulla. Ora invece Scanzano
é una cittadina. Fare il sindaco é stata una bella esperienza. Ero timido. Ho imparato a parlare in pubblico. Ringrazio i fondatori di
Scanzano. La nuova generazione - ha concluso - vedrà
il mare come grande opportunità per il turismo. Questa é la nostra sfida».
Pierantonio Lutrelli
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La Carovana di Exodus domenica sarà nella cittadina
Don Mazzi arriva a Policoro
POLICORO - La Carovana
di Exodus e don Mazzi, faranno tappa a Policoro.
«Già il titolo della manifestazione, che la città di
Policoro si appresta ad
ospitare è chiaro: apriamo
strade impossibili, infatti,
è un modo per aprire la finestra della speranza, della voglia di ricominciare,
della forza di risalire e cavalcare la vita, anche se si
è caduti da cavallo».
Il sindaco della città di
Policoro, Rocco Leone, saluta con grande orgoglio
la tappa che la Carovana di
Exodus farà in città domenica, 20 luglio, insieme al
suo fondatore, don Antonio Mazzi, padre di questa
straordinaria esperienza
in molti centri italiani.
La manifestazione nazionale, nata con lo scopo
di celebrare i 30 anni dalla
creazione dell’importante
Fondazione, farà tappa in
Basilicata questo fine settimana, prima nella vicina
città di Tursi, dove ha sede
uno dei centri di recupero
fortemente voluti da don
Mazzi, e poi a Policoro,
nella Villa Comunale, cuore pulsante di un importante progetto dell’Amministrazione Comunale di
recupero dell’area mediante l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate ospiti di Exodus.
«La villa comunale di
Policoro - prosegue il pri-
mo cittadino, Rocco Leone
- è un posto che simbolicamente era stato sottratto
alla città, diventando luogo di degrado e di emarginazione.
La collaborazione con
Exodus ci permette di riconsegnare alla città questo importante luogo di
aggregazione giovanile in
maniera nobile, aiutando,
al contempo, i ragazzi che
con il percorso Exodus
hanno dimostrato di apprezzare le cose belle della
vita, tornando a essere uomini liberi e senza padroni».
Un momento per il quale sarà vissuta una giornata importante e particolarmente
emozionante,
per la quale c’è da elogiare
l’attività svolta da chi si è
impegnato in prima persona.
«Un
ringraziamento
speciale - continua Leone
nel suo intervento - va dato alla dottoressa Piera Vitelli, nostra concittadina
Peperoni rossi
nelle campagne lucane
METAPONTINO - Una nutrita delegazione di agricoltori lucani, insieme con
quelle di agricoltori provenienti dalle altre regioni
del centro-sud, ha partecipato mercoledì scorso all'open day Balzac F1, organizzato da Bayer CropScience Vegetable Seeds ed
in particolare dal novasirese Giovanni Antonio Orioli,
Crop Sales Specialist Pepper, presso l'azienda agricola Capezzuto Pasquale a
Francolise nel casertano e
incentrato sulla visione di
campi coltivati a peperone
Balzac F1 in coltura protet-
ta. Gli agricoltori provenienti hanno così potuto
verificare l'opportunità di
introdurre la coltivazione
del peperone, e in particolare della varietà di peperone
rosso proposta da Bayer
CropScience
Vegetable
Seeds, già molto apprezzata da tantissimi produttori
per le alte rese e l'eccellente
qualità. Una opportunità
tanto più rilevante se si
considera che attualmente
la Basilicata sta soffrendo
diverse emergenze fitosanitarie, come quella della
Sharka sulle drupacee.
p.l.
importante dal punto di
vista intellettuale, con la
quale abbiamo avviato un
bel percorso costruttivo di
crescita reciproca soprattutto su temi delicati come
quello del disagio giovanile, piaga silente e serpeggiante della nostra modernità».
L’arrivo di don Mazzi,
sarà accolto con grande
calore, come prevedibile
visto il richiamo del sacerdote.
«La presenza di don
aaa
Mazzi - conclude Leone - è
per noi motivo di orgoglio: vuol dire che anche
noi, qualche volta, abbiamo l’animo buono».
L’iniziativa, che si terrà
alle ore 21 e che sarà ospi-
tata dalla Villa Comunale
di Policoro, sarà moderata
dalla giornalista Lucia Serino, direttore de Il Quotidiano della Basilicata.
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MONTALBANO Pubblicato il libro di Cristina Longo
Viaggio nell’animo di donna
MONTALBANO - Giovane di soli 28 anni,
giornalista del giornale on line “Il Metapontino.it”, nonché ideatrice e curatrice
della rubrica di “Filosofia dello sport” pubblicata in “AllSportMagazine”, Cristina
Longo di Montalbano Jonico è, ora al suo
primo libro di narrativa: “Un sospiro inaspettato” edito per la collana Edificare Universi di Europa edizioni (Roma). Laureata
in filosofia, è giovane presente nel tessuto
sociale. Del suo libro parla con orgoglio: «Il
libro - spiega - si presenta come un flusso di
coscienza, sospeso fra fantasie, ricordi,
emozioni ed immagini oniriche. Svela i segreti più reconditi dell’animo di una donna
bramosa di vita, viaggio di sensazioni in bilico fra lirismo, diaristica e filosofia. Un testo che propugna la necessità di un esistere
autentico, lontano dalle paure di rivendica-
re la propria identità femminile». Protagonista del racconto è l’ autrice in un percorso
introspettivo ma non solitario. La copertina riporta la foto di Donato Fusco scattata
all’ombra dei Portici Pitagora di Montalbano Jonico, sempre più patria di audaci scrittori. Il testo è introdotto dalla scrittrice ed
ingegnere Edvige Cuccarese. Maria Antonietta D’Onofrio, invece, scrittrice e medico, è curatrice della postfazione. Pubblicazioni su Pde (Gruppo Feltrinelli), Vivalibri,
Arianna Bookstore on line. Tramite l'AppStore di Apple è possibile scaricare una
versione e-book. Il libro ha un calendario di
presentazione consultabile sull apagina Fb
“Un sospiro inaspettato”.
Anna Carone
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II I BASILICATA PRIMO PIANO
«VENTO DEL SUD»
MAZZETTE, SESSO E APPALTI
Venerdì 18 luglio 2014
IL RISULTATO
A urne chiuse e a risultato ottenuto,
l’assessore contatta l’imprenditore
indagato e lo ringrazia per il risultato
LO SCAMBIO DI FAVORI
Dopo aver ottenuto il sostegno elettorale De
Rosa è intervenuto per accelerare i mandati
di pagamento nei confronti dell’amico
RETROSCENA A URNE CHIUSE
L’inchiesta
Terzo filone d’indagine
sulle gare «pilotate»
È il terzo filone dell’inchiesta
«Vento del Sud». Nei mesi scorsi
l’indagine portò ad arresti di imprenditori e funzionari pubblici
che ora attendono il processo. E
proprio quando nessuno se lo
aspettava è arrivato il «colpo di
coda» della Procura. Dionigi Pastore, funzionario della Regione
Basilicata - agli arresti domiciliari
insieme a tre imprenditori del Potentino, Leonardo Mecca, Gerardo Priore e Giovanni Sileo (è fissato per oggi il loro interrogatorio di garanzia) - secondo la Procura di Potenza «gestiva il sistema» attraverso il quale venivano
«truccate» le gare d’appalto e venivano assegnati lavori pubblici a
ditte «amiche» in cambio di «benefici, utilità e mazzette». Benefici: da qualche ragazza compiacente. Utilità: lavori gratis nelle
abitazioni dei politici. Mazzette:
da 3mila euro, ricevute - stando
alla ricostruzione degli investigatori della Squadra mobile di Potenza - negli uffici della Regione
Basilicata.
«Ti devo
ringraziare
L’onorevole
ce l’ha fatta»
M: Leonardo Mecca
D: Luciano De Rosa
BLITZ Uno degli arrestati (ai domiciliari) dagli investigatori della Squadra mobile si copre il volto con l’ordinanza [foto Tony Vece]
Per le «Parlamentarie del Pd»
spunta l’ipotesi voto di scambio
Gli investigatori ricostruiscono «il sostegno dell’ex assessore De Rosa per Margiotta»
FABIO AMENDOLARA
«Vento del Sud». L’ipotesi: «Voto di
scambio».
l La avevano definite «parlamenGli investigatori della Squadra motarie», perché - come per le primarie - bile di Potenza dedicano un intero
sarebbero stati gli iscritcapitolo di una corposa
ti del Partito democrainformativa - di cui la
tico a scegliere i canGazzetta è in possesso didati al parlamento.
allo «scambio di voti».
L’ex assessore del ComuScrivono: «Anche Leone di Potenza Luciano
nardo Mecca (uno degli
De Rosa - accusato di
imprenditori al centro
aver accettato favori sesdell’inchiesta, ndr) semsuali da ragazze compiabra essere coinvolto in
centi mandate da lui da
un gioco di promesse di
imprenditori senza scruvoti. Seppure il suo coinpoli che in cambio otvolgimento è stato actenevano «aiutini» e facertato limitatamente alvori - sosteneva il can- ASSESSORE De Rosa
le elezioni per le prididato, poi eletto, Salvamarie del Pd (gennaio
tore Margiotta. E le preferenze le chie- 2013, ndr), non si esclude, quale logica
deva proprio tra gli imprenditori ac- conseguenza, che una condotta simile
cusati di corruzione nell’inchiesta sia stata reiterata in occasione delle
.
elezioni politiche. Rileva in ogni caso - altrimenti... Leonardo... era la mia fine
secondo gli investigatori - il legame che politica, questi ci “accappottavano”».
unisce il soggetto a personaggi politici Così non è stato.
locali».
I voti sono arrivati e il candidato
E tra questi c’è proprio
sostenuto (che non è inl’ex assessore De Rosa,
dagato) è riuscito a corall’epoca ancora in carere alla competizione
rica. La prova? In una
ed è stato eletto. E lo
telefonata intercettata.
scambio di favori?
A urne chiuse e a riL’assessore si impesultato ottenuto, l’assesgna. Promette un intersore contatta l’imprendivento sull’ex sindaco di
tore e lo ringrazia per il
Potenza Vito Santarsiero
risultato: «Fino alle 4 con
per chiedere l’assunziol’onorevole e con De Fine del figlio dell’imprenlippo e ce l’abbiamo fatta
ditore nell’azienda di
per 120 voti... è un grande
trasporti cittadina, il Corisultato. Senti, sei la pri- ELEZIONI Parlamentarie
trab, e con il presidente
ma persona che ringradi Acquedotto lucano Rozio. Sei un grande... un grande... ne hai sa Gentile per accelerare il pagamento
portati dieci... sei stato un tassello di alcuni crediti vantati dall’imprenimportante per la nostra rielezione... ditore.
L’INTERCETTAZIONE L’ASSESSORE DE ROSA INVITA MECCA ALLA PRESENTAZIONE DELLE LISTE
INDAGINE
L’inchiesta è
stata
condotta
dagli
investigatori
della Squadra
mobile di
Potenza
[foto Tony
Vece]
«Oggi vieni al don Bosco
così stringi un po’ di mani»
«Ti baci col sindaco,
con il deputato e poi
te ne vai via, mica devi
starli a sentire»
«Vieni al teatro don Bosco,
c’è la presentazione delle
liste del Partito democratico con De Filippo, Folino,
Margiotta,
Santarsiero.
Secondo il mio parere potrebbe essere importate
venire che stringi un po’ di
mani». Quello dell’assessore Luciano De Rosa è un
consiglio. «Ti baci col sindaco, ti baci con Margiotta, stringi a Folino (nessuno di questi politici è indagato, ndr)». La telefonata con l’imprenditore Leonardo Mecca è stata intercettata dagli investigatori
ed è trascritta in una delle
informative della Squadra
mobile di Potenza.
M: Leonardo Mecca
D: Luciano De Rosa
M: «Pronto?»
D: «È il manager-imprenditore Mecca?»
M: «Solo una metà, l’altra è
andata via, buon giorno!»
D: «C’è al teatro don Bosco la
presentazione delle liste del
Partito democratico con De Filippo, Folino, Margiotta, Santarsiero. Secondo il mio parere
potrebbe essere importante venire che stringi un po’ di mani... stai un po’ alla presentazione, ti fai vedere e via dicendo... valuta tu».
M: «e sì... sì... sì... tanto è alle
10.30... fino a che ora? A mez-
M: «Pronto?»
D: «Leona’, ti disturbo?»
M: «no... no... figurati... sono
già in piedi»
D: «Abbiamo finito alle 3...
Leona’, grazie di tutto... per
cento voti ce l’abbiamo fatta»
M: «veramente?»
D: «è stata una... guarda non
ho dormito un minuto... fino
alle quattro con l’onorevole...
con De Filippo eccetera... ce
l’abbiamo fatta per 120 voti...
Santarsiero... nonostante tutto... è rimasto sconfitto... sai
quanti ne abbiamo presi a Potenza... nonostante il sindaco
contrario? 650... è un grande
risultato! senti sei la prima persona che io ringrazio... sei un
grande... un grande»
M: «Ma no, figurati... ti ringrazio... l’importante è che ce
l’abbiamo fatta... hai capito?
eh...»
D: «grazie anche a nome
dell’onorevole Margiotta... per
i tuoi figli, la tua famiglia e il
tuo impegno... perché Leona’,
se non ci davi quei voti... ne hai
portati dieci, sei stato un tassello importante per la nostra
rielezione, altrimenti, Leonardo... era la mia fine politica»
M: «E sì, è chiaro»
D: «questi ci accappottavano,
veramente grazie»
M: «sì sì, lo so... che poi la
gente... se vede che non pigliano voti dice... e tu non vali
niente e ti buttano...»
D: «Ma no, Leona’, grazie...
sono a tua completa disposizione!»
M: «lo so... grazie... chi è uscito?»
D: «Folino e Luongo erano
sicuri... la terza posizione si
giocava la partita per Roma...
adesso è successo una cosa
brutta... Federico ci ha svantaggiato... ha portato Margiotta
e Latorraca... a noi non ci è
servito a niente... perché l’antagonista era Latorraca, hai capito? Comunque, sei stato un
grande personaggio... ti ringrazio».
zogiorno si trattengono?»
D: «Tu devi fare una cosa,
secondo me... tu devi venire
verso le 10.20, stringi le mani e
poi te ne vai dove cavolo vuoi...
l’importante è che ti fai vedere... devi perdere dieci minuti... non è che devi stare a
sentire a loro... devi stare... sie-
diti vicino a me e io ti faccio
salutare a Santarsiero, Margiotta e Folino... gli dico questo
è l’imprenditore di cui ti parlavo l’altra sera, che ha avuto
qualche problema... ti fai vedere, dopo che hai stretto le
mani ed è iniziato te ne vai...
che te ne fotte... io lo faccio per
te... come vedi non ti obbligo a
stare...»
M: «è giusto... è una buona
idea... passo a fare un saluto e ci
piagliamo un caffè, li salutiamo e me ne vado che tengo da
fare, hai capito?»
D: «Te ne vai, però non dire a
nessuno che te ne vai»:
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Venerdì 18 luglio 2014
POLITICA
L’ESTATE DI PARTITI E PALAZZI
GIORNI DECISIVI
L’amministrazione comunale di Potenza
vive ore drammatiche. Lunedì dev’essere
approvato il bilancio consuntivo 2013
De Luca: «Cuomo resta
assessore senza stipendio»
Il Prc all’attacco della giunta comunale e del Partito democratico
l Non c’è alcun «giallo» intorno ai destini dell’assessore comunale alla Programmazione, Leonardo
Cuoco, uno dei membri della giunta guidata da
Dario De Luca al Comune di Potenza. Le norme
volute dal governo Renzi (a cominciare dal decreto
legislativo 90/2014, articolo 6) stabiliscono il divieto
di incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in
organi di governo a soggetti in quiescenza? Bene,
afferma il sindaco De Luca. Ma sono consentiti
incarichi e cariche a titolo gratuito.
«È esattamente con questo spirito - spiega De
Luca - che ho chiamato al mio fianco i professionisti
che fanno parte della Giunta comunale. Quello di
lavorare per il bene della città in un momento non
facile per Potenza e per tutti gli enti locali». E coglie
l’occasione per tornare a ringraziare lo stesso professor Leonardo Cuoco «per la disponibilità già
manifestata a continuare nel compito assegnatogli».
La situazione amministrativa della città vive
momenti drammatici e decisivi. Tra «buchi» che
ogni giorno assumono differenti dimensioni, attese
di contromisure (come il fondo proveniente dalla
Regione) e l’approvazione del bilancio consuntivo
2013 che dovrebbe passare al vaglio dell’assemblea
municipale il prossimo lunedì. I denari che la Regione potrebbe mettere a disposizione del Comune
di Potenza, pur se dovesse essere anticipata la quota
del 2015, non supererebbero comunque i nove milioni di euro complessivi. Non sufficienti a tappare
le molte falle che ogni giorno vengono segnalate
dalla stessa Giunta De Luca. In Municipio si sta
tentando il tutto per tutto per evitare il dissesto.
Intanto un duro giudizio sull’amministrazione
COMUNE
DI
POTENZA
Il sindaco
Dario De
Luca (sopra)
e la sua
Giunta
[foto Tony
Vece]
RICORSI SU PRIMARIE PD
Voto a Campomaggiore
Lagonegro e Salandra
Si decide di notte
.
comunale giunge da Rifondazione comunista secondo cui questa giunta comunale «non ha alcun
presupposto per operare positivamente e che produrrà, crediamo, unicamente azioni nefaste, inutili
e inconcludenti». Di qui la volontà di contrastare il
suo operato con una opposizione anche costruita
fuori dal Palazzo comunale (nel quale non siede
alcun rappresentante del Prc).
Ma Rifondazione non risparmia un duro giudizio sull’operato del Pd: a cominciare dalla secca
bocciatura di quanto realizzato dalla Giunta a guida Santarsiero, ma anche per la debacle elettorale
che ha portato alla sconfitta del candidato sindaco
del centrosinistra, Luigi Petrone, al ballottaggio. La
diagnosi di Rifondazione comunista sulle cause del
crollo è netta: «la natura della coalizione, e particolarmente della sua maggiore entità, il Pd, caratterizzati fortemente da dinamiche di potere e di
“rispondenza” a interessi economici e affaristici
particolari (elemento peraltro trasversale alle altre
coalizioni elettorali) erano per noi palesi rendendo
difficile e anche controversa la scelta di partecipare
alla coalizione che sosteneva Petrone». Pur trovando come dato positivo «una riaggregazione della sinistra cittadina, anche oltre gli elementi partitici».
l La Commissione di garanzia per valutare i
ricorsi sul voto nelle primarie per il segretario,
avvenute lo scorso 12 luglio, è durata fino a tarda sera. Era stato il candidato segretario Dino
Paradiso a lamentare irregolarità nello svolgimento del voto presso i seggi di Campomaggiore
(68 votanti: 35 suffragi per Braia, 28 per Luongo, 5 per Paradiso), Lagonegro (585 votanti: 329
Braia, 198 Luongo, 58 Paradiso) e Salandra (426
votanti: 319 Braia, 69 Luongo, 36 Paradiso).
Complessivamente i voti annullati sono stati
683 per Braia, 295 per Luongo e 99 per Paradiso.
Nella sostanza non cambia nulla per gli sfidanti. Restano Braia e Luongo i due da scegliere nel
ballottaggio dell’assemblea regionale con un
lieve riavvicinamento rispetto al migliaio di voti di distanza. Salirebbe di un paio di punti Paradiso (si attesterebbe sul 18%). Secondo indiscrezioni, la Commissione avrebbe annullato il
voto a Campomaggiore, ma non a Lagonegro e a
Salandra. La squadra di Paradiso ha comunque
già presentato ricorso all’organismo nazionale.
RASSEGNASTAMPA
IV I POTENZA CITTÀ
Venerdì 18 luglio 2014
Sos rifiuti a contrada Dragonara
Accanto ai cassonetti depositati vecchi pneumatici e perfino lastre di eternit
GIOVANNA LAGUARDIA
SCEMPIO A DRAGONARA
l Ai cassonetti stracolmi e ai sacchetti
che periodicamente straripano a terra i
cittadini di Potenza sono ormai abituati. Le
difficoltà del servizio di raccolta e conferimento in discarica della spazzatura in
città sono arci note. Qualche volta, però, a
complicare le cose ci si mette pure l’inciviltà, per non dire altro, dei cittadini, che
abbandonano rifiuti speciali e pericolosi in
luoghi impropri. Rifiuti che poi vengono
abbandonati a loro stessi, nonostante le
proteste di chi è costretto a convivere con
quello scempio.
L’ultimo allarme, in ordine di tempo, è
stato lanciato da un lettore della Gazzetta, il
signor Mainenti, che ha un terreno a contrada Dragonara, nei pressi del quale ci sono
alcuni cassonetti della spazzatura. Come si
vede dalle foto
scattate
dal
nostro reporter Tony Vece,
qualche ignoto con un’idea
un po’ originale della raccolta differenziata, ha depositato accanto ai cassonetti per i rifiuti solidi
urbani, non solo pile di copertoni, ma anche
spezzoni di lastre di eternit, il pericolosissimo materiale che, quando danneggiato,
come in questo caso, libera nell’aria fibre
cancerogene di amianto. Le gomme di automobile usate, lo ricordiamo, dovrebbero
essere smaltite (a pagamento) dai gommisti,
mentre l’eternit deve essere affidato dai
cittadini che se ne vogliono liberare, alle
cure di ditte specializzate (anche questo a
caro prezzo). Ma quando questi materiali
vengono abbandonati di nascosto cosa accade? La risposta, nel nostro caso, è abbastanza semplice: niente. «Quella roba denunbcia il signor Mainenti - è lì da almeno
sei mesi. Mi sono rivolto al Comune di
Potenza, ma fino a questo momento nessuno
mi ha ascoltato. Mi sono rivolto anche al
personale dell’Acta, ma senza ottenere nulla».
È vero, la responsabilità della presenza di
quei rifiuti a Dragonara è degli ignoti che li
hanno abbandonati. Ma perchè a pagarne le
conseguenze devono essere i citatdini innocenti che risiedono o che frequantano la
zona?
RESPONSABILITÀ
Ignoti hanno
abbandonato rifiuti
speciali e pericolosi
RIFIUTI Rifiuti speciali e
pericolosi abbandonati vicino ai
cassonetti in contrada
Dragonara
[foto Tony Vece]
.
POTENZA OPERAZIONE DELLA POLIZIA PENITENZIARIA LOCALE CON L’AUSILIO DEL DISTACCAMENTO DI TRANI
Grazie alle unità cinofile sventata
l’introduzione di droga nel carcere
l La Polizia Penitenziaria di Potenza ,
con l’ausilio delle unità cinofile del distaccamento di Trani, ha intercettato
una partita di droga destinata al carecre
di Potenza. Rinvenuta e sequestrata una
consistente quantità di hashish ad alcuni familiari che si stavano recando a
colloquio con i propri congiunti detenuti
ristretti nel penitenziario. I responsabili
sono stati deferiti all’autorità giudiziaria.
A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il
cui segretario regionale della Basilicata
Saverio Brienza esprime vivo apprezzamento sia agli operatori di Polizia Penitenziaria di Potenza e di Trani e dei
cani antidroga che, con il loro fiuto sono
riusciti ancora una volta ad evitare l’introduzione di sostanze stupefacenti nel
carcere lucano.
Il distaccamento delle unità cinofile
della Polizia Penitenziaria di Trani non
solo hanno sempre raggiunto ottimi ri-
MANIFESTAZIONI
Presidio in piazza Prefettura
per la pace in Palestina
Chiesta l’immediata sospensione di ogni attività bellica
DROGA
Sventato
l’ingresso
di droga
nel
carcere.
Soddisfazione
del Sappe
.
sultati durante le numerose operazioni
svolte nel tempo negli Istituti Penitenziari sia della Puglia che della Basilicata
ma anche in occasione di impiego durante pubbliche manifestazioni ed ancora presso luoghi maggiormente a rischio come le stazioni ferroviarie oppure altri luoghi “sensibili”, da sempre
utilizzate dalla criminalità organizzata
per lo spaccio della droga. Il Sappe invita
l’Amministrazione Penitenziaria ad assumere un ruolo di grande responsabilità e potenziare le unità cinofile della
Polizia Penitenziaria in tutto il territorio nazionale in quanto i dati statistici
fanno ben comprendere che il fenomeno
dell’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno degli Istituti Penitenziari è sempre molto elevato e sembrerebbe addirittura in crescita.
Promosso da associazioni, movimenti politici e organizzazioni sindacali di
Potenza ieri pomeriggio o in Piazza Mario Pagano si è tenuto un presidio per
richiedere l'immediata sospensione di ogni attività bellica nei territori palestinesi e l'avvio di un reale processo di pace.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Venerdì 18 luglio 2014
TERRITORIO
IL PROGETTO
Programmare per rendere il tessuto
urbano capace di sopportare eventi
potenzialmente pericolosi
CAMPAGNA ONU
COMUNI
Tutti i comuni hanno aderito al protocollo
proposto dalla Provincia con un apposito
network per il coordinamento della rete
Il messaggio
L’Unisdr dell’Onu
ringrazia la Provincia
Questo il messaggio alla provincia dell’Ufficio delle Nazioni Unite
per la Riduzione del Rischio da Disastri. «Vogliamo ringraziare il Presidente Valluzzi, il dott. Rossino, il
dott. Attolico, i sindaci e le comunità
della Provincia di Potenza nel dare
alla riduzione del rischio da disastri
l’attenzione e l’importanza necessarie a livello locale. La Campagna è
nata qualche anno fa, nel 2010, e
oggi abbiamo circa 2000 città di tutto il mondo ufficialmente impegnate
nei Ten Essentials. L’approccio partecipato alla riduzione del rischio da
disastri che la Provincia di Potenza
ed i suoi Comuni stanno portando
avanti è un grande esempio di quello che vorremmo vedere a livello locale. Il grande coinvolgimento e
l’entusiasmo mostrato dai Comuni
partecipanti mostra il successo della
Rete che la Provinca di Potenza ha
creato. Congratulazioni a tutti voi
per questo traguardo e per l’impegno nella resilienza da disastri. Siamo orgogliosi di avere la Provincia
di Potenza ed i suoi Comuni nella
Campagna ».
le altre notizie
APPALTI
Anci, bene
la centrale unica
n È con grande soddisfazione che l’Anci Basilicata,
per nome del suo Presidente facente funzioni Fernando Picerno, accoglie
l’accordo sancito dalla
Conferenza Stato-Città
sull’obbligo per i Comuni
di ricorrere alle Centrali
uniche di committenza dal
1° gennaio 2015.
MANIFESTAZIONI
Torna il mercatino
delle cose usate
PROVINCIA Un momento della conferenza stampa
Tutti insieme per sconfiggere
le catastrofi naturali
Inquinamento, terremoti, cambiamenti climatici nell’agenda della Provincia
GIOVANNA LAGUARDIA
l Sostenibilità ambientale, rischio
catastrofi e cambiamenti climatici: sono queste le tre sfide sulle quali si gioca
il futuro delle comunità locali. E per
vincerle bisogna stare uniti. Lo ha compreso bene la Provincia di Potenza che
ha aderito alla campagna Onu «Città
resilienti» (la resilienza in ecologia è la
capacità di una comunità, o un ecosistema, di tornare al suo equilibrio
dopo essere stato sottoposto a una perturbazione) e che ha sollecitato l’adesione al programma di tutti e cento i
comuni del territorio. In pratica, tutti
insieme contro le catastrofi naturali,
pre prevenirne gli effetti peggiori attraverso una adeguata programmazione. L’iniziativa, illustrata nei giorni
scorsi nella sede Onu di Ginevra, è stata
presentata ieri mattina nella sala con-
siliare della Provincia, a Potenza, dal
presidente dell’Ente Nicola Valluzzi,
dall’assessore agli Enti Locali Antonio
Rossino e dal dirigente del dipartimento Pianificazione Alessandro Attolico.
La Provincia di Potenza sta sostenendo la campagna Onu già con l’approvazione del piano strutturale provinciale. Ora l’obiettivo, ha spiegato
l’assessore Rossini «è quello di consolidare la collaborazione con le comunità locali, per rendere concrete le
linee guida contenute nel piano. A tal
fine la Provincia ha avviato un’azione
di coordinamento territoriale, proponendo di fornire ai Comuni supporto
conoscitivo, metodologico e procedurale, per sviluppare una pianificazione
in linea con i principi del progetto delle
città resilienti».
L’adesione al progetto di tutti e cento
i Comuni del territorio ha favorevolmente colpito l’Ufficio delle Nazioni
Unite per la riduzione del rischio di
Catastrofi, come si evince dal messaggio che pubblichiamo a parte e che è
stato proiettato nel corso della manifestazione di ieri mattina. «Abbiamo
portato a Ginevra la nostra esperienza ha spiegato il dirigente della Provincia
Attolico - che è una iniziativa unica al
mondo di rete territoriale globale e che
l’Onu intende replicare anche in altre
parti del mondo». Per il coordinamento
ddei Comuni in un’ottica di area vasta,
la Provincia ha costruito il network
«Provincia di potenza-Comuni».
Il progetto «Città resilienti» si basa su
dieci capisaldi: la messa in campo di
ogni possibile azione per la mitigazione
del rischio, l’integrazione e la promozione di politiche di sicurezza territoriale, il sostegno alle azioni di coo-
perazione, il reperimento delle risorse
economiche, l’accessibilità delle informazioni territoriali, il coinvolgimento
delle comunità, il coinvolgimento del
volontariato, l’accrescimento della consapevolezza nelle comunità, la sensibilizzazione del mondo politico, la messa in rete dei dati. Tutto ciò attualmente
si scontra, però, con la necessità di una
revisione delle normative in materia di
prevenzione e con la reperibilità e l’accesso a risorse finanziarie straordinarie. «Per uno sviluppo urbano consapevole - ha concluso il presidente
della Provincia Nicola Valluzzi - è necessaria una funzione di pianificazione
sovracomunale, come quella della Provincia, come del resto è previsto anche
nella legge Del Rio. Questa iniziativa
dimostra che anche a mani nude si può
fare qualcosa per salvaguardare gli interessi della collettività».
POTENZA UN SEMINARIO ALLA CAMERA DI COMMERCIO SULLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE
lavoro e il microcredito. Ambiti
molto ampi, dunque, rispetto ai
quali occorre posizionarsi per
tempo, così come rispetto alle dinamiche relative ai Fondi strutturali 2014-2020, sul piano locale.
Se ne è discusso nel seminario
«Imprese sociali e sviluppo locale», organizzato dalla Camera di
Commercio di Potenza in collaborazione con Confcooperative di
Basilicata, e con il supporto operativo dell'azienda speciale Forim,
nell’ambito delle attività previste
dal progetto «Start up imprenditoria sociale».
Giuseppe Bruno, presidente di
Federsolidarietà Basilicata, ha rimarcato come rispetto al passato
gli strumenti normativi mettano
oggi in condizione l’impresa sociale di avere effettivamente un
ruolo da protagonista: «Registriamo due elementi sostanziali: una
maggiore attenzione dell’Unione
europea e un processo evolutivo di
riforme che, come chiediamo a
gran voce, riconoscano in impresa
sociale tutti quei soggetti che nel
sociale svolgono attività economicamente rilevanti». Si parla dunque di cooperative sociali, associazioni, fondazioni ed enti con
un’attività commerciale, anche se
OCCUPAZIONE
Sel su ammortizzatori
in deroga
n il Consigliere regionale Giannino Romaniello, (Sel), ha inviato una lettera all’Assessore alle Attività produttive e
politiche d’impresa Raffaele
Liberali in relazione alla problematica del pagamento degli ammortizzatori in deroga.
In particolare, il Consigliere
ha posto l’accento sui ritardi
con cui il Governo nazionale
sta procedendo alla ripartizione delle risorse.
UNIVERSITÀ
Serata musicale
al Campus
n Si è svolta ieri sera al Campus di Macchia Romana,
una serata organizzata
dall’Associazione universitaria Identitariamente Unibas, in collaborazione con le
associazioni Caming, Sui
Generis Potenza, Geobas,
Unibastore. La serata è andata avanti con karaoke,
musica, balli e tanto divertimento.
CAMERA DI
COMMERCIO
Il terzo
settore
diventa
protagonista
delle nuove
politiche di
mercato
Le imprese sociali verso
un nuovo protagonismo
l Le imprese sociali crescono e
diventano protagoniste di processi che impattano sullo sviluppo
locale, potendo operare non solo
sui classici settori come i servizi
alla persona, ma anche su temi
come tutela ambientale, turismo
sostenibile, gestione di attività ristorativa o artigianale impiegando persone disabili, ex detenuti o
altre categorie di lavoratori che la
normativa definisce «svantaggiati», e, grazie alla riforma del terzo
settore in corso, molto probabilmente anche il commercio
equo-solidale e nuove frontiere come l’housing sociale, i servizi al
n Torna a Potenza il Mercatino
dell'usato e d'altri tempi, domenica 20 luglio 2014, dalle ore
9.00 alle 22.00. a Piazza Mario
Pagano. I prodotti commercializzati sono: oggettistica antica, antiquariato, rigatteria, fumetti e libri usati, stampe anche d'epoca, oggetti da collezione, hobbistica di cose antiche
in genere, strumenti musicali,
mobili.
.
“non prevalente” che, come ha ricordato Ugo Baldini, di Caire Urbanistica, potrebbero generare ricadute reali in termini di occupazione e Pil anche nelle aree interne della regione. Antonio Di
Stefano, della Regione Basilicata,
ha analizzato i nuovi strumenti
della programmazione 2014-2020
in relazione ai possibili ambiti di
interesse dell’ambito sociale. Luciano Gallo, avvocato, ha evidenziato la necessità di ragionare
sempre di più con le Istituzioni
locali su base ampia, attraverso
Convenzioni o Unioni di Comuni.
«Consapevolezza e partecipazione
dovranno essere le parole-chiave
di un nuovo percorso – ha sottolineato in chiusura il vicepresidente della Cciaa potentina, Antonio Imbrogno – da parte di un
soggetto importante che forse in
passato si è un po’ autolimitato,
considerandosi marginale rispetto ai processi generali di sviluppo
che si andavano delineando».
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA E PROVINCIA
Venerdì 18 luglio 2014
LATRONICO OGGI ALLE 18 SARÀ PRESENTATO IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DEGLI ALBERGHI
Terme, un piano per portare
in Basilicata 35 mila utenti
Interessati al complesso gli imprenditori russi
INGRESSO Il complesso termale di Latronico ora guarda al rilancio
PINO PERCIANTE
ANTONIETTA ZACCARA
l LATRONICO. . «Oggi sarà una giornata
storica per Latronico e per tutta l'area sud
della Basilicata. Il progetto che presenteremo svolgerà una funzione importante come attrattore di investimenti grazie all’indotto che creerà». Il sindaco di Latronico
Fausto De Maria ci crede e posta la notizia
anche su Facebook. Oggi alle 18 nel cinema
Nuova Italia sarà presentato il progetto di
ristrutturazione degli alberghi delle terme:
quello degli imprenditori russi che tempo
fa hanno acquistato due dei quattro alberghi del complesso «La Calda» per rilanciare
il turismo termale.
«Io ci credo», scrive De Maria su Facebook. Il progetto è a cura dell’impresa
Russit e di Euro Engineering progetti e
rientra nel piano di espansione del brand
lanciato tempo fa dallo stesso De Maria col
nome di «Latronico città del benessere».
«L’obiettivo – spiega il primo cittadino di
Latronico - è quello di raggiungere le 35
mila utenze». Per dimostrare che si fa sul
serio alla manifestazione di stasera prenderà parte anche Luca Claudio, sindaco di
Abano Terme nonché presidente dell’associazione nazionale comuni termali. «Con
Abano ci gemelleremo – spiega De Maria per stimolare un forte scambio di idee e di
Sarà presente anche Luca Il sindaco De Maria: «Questo I SINDACATI DI CATEGORIA
Claudio, sindaco di Abano
investimento renderà il
«Dopo l’ultimo
Terme e presidente
territorio un potenziale incidente mortale
associazione comuni termali
attrattore turistico» alza nei cantieri
esperienze sullo sviluppo del turismo ter- tenziale attrattore di altri investimenti gra- il livello di guardia»
male».
Prevista la presenza anche del presidente del Parco del Pollino Domenico Pappaterra, del direttore dell’Apt Gianpiero Perri
e del presidente della regione Marcello Pittella. «E’ un giorno importante non solo per
Latronico ma per tutto l’hinterland perché
comincia a prendere forma la citta del benessere – dice De Maria -. Gli imprenditori
russi che hanno acquistato parte degli alberghi dalla Regione stasera spiegheranno
che cosa intendono fare. Questa è la volta
buona per il rilancio delle terme». E su
Facebook il sindaco ribadisce che «questo
investimento renderà il territorio un po-
zie all’indotto. Tutte le istituzioni, gli imprenditori, e le forze politiche devono fare
la loro parte. Non possiamo più sbagliare
per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Costruiamo insieme la "Latronico: città del
benessere», gli alberghi sono da sempre il
punto dolente dell’intero complesso termale latronichese. Le struttura ricettive di
proprietà della Regione hanno subito anni
di degrado a causa dell’incuria del tempo e
dell’uomo. Gli alberghi, quindi, non hanno
mai beneficiato di ristrutturazioni che ora
saranno eseguite dagli imprenditori russi.
I nuovi alberghi con ogni probabilità entreranno in funzione dal 2015.
RUOTI LA DENUNCIA DEL CONSIGLIERE COMUNALE GENTILESCA
«Crepe, buche ed erbacce
sulla ex ss 7 Appia
servono interventi mirati»
l Viabilità provinciale ancora in cattivo stato. E' quanto denuncia Franco Gentilesca, consigliere comunale e
capogruppo di Ruoti unita
che in particolare punta il
dito sulla strada provinciale
Potenza-Ruoti (ex SS 7 Appia).
Per il consigliere Gentilesca l’ arteria ad intenso traffico automobilistico, «in molti punti presenta pesanti crepe ma soprattutto molte buche, una vera insidia per i
molti utenti che vi transitano.
I bordi stradali, poi, sono
pieni di erbacce e sporcizia al
punto che in alcuni tratti
invadono le due carreggiate.
Per non parlare poi della segnaletica (verticale ed orizzontale) che o non è presente
oppure è ricoperta a tutt’al-
tezza dalle erbacce».
Insomma, per il consigliere
comunale di Ruoti «una situazione di vera e propria
emergenza che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza di quanti la attraversano quotidianamente per
raggiungere il capoluogo di
regione».
«Basta percorrere questa
strda - continua - per rendersi
conto dello stato di incuria o
forse anche di un operato
alquanto superficiale e poco
scrupoloso.
Le proteste dei cittadini per
le buche e la crescita delle
erbacce lungo le nostre strade
rappresentano uno scoglio
quotidiano. Mi riferisco all'operato dei cantonieri e ai
criteri degli interventi manutentivi assolutamente necessari per effetto di frane,
VIABILITÀ
PRECARIA
Nella foto un
tratto della
Potenza-Ruoti
(ex SS 7
Appia),
ridotta in
condizioni
davvero
pietose
smottamenti, nonchè per la
presenza di buche nell’asfalto
e per la crescita di erbacce
che ostacolano la viabilità e
costituisce pericolo costante
per gli automobilisti. Come è
facile constatare - dice ancora
Gentilesca - in alcuni tratti ci
si è completamente dimenticati di porre in essere degli
interventi, al punto da ritrovarsi buche ed avvalla-
menti nel bel mezzo della
carreggiata o - peggio - cumuli di erbacce ai lati della
strada o che addirittura la
invadono. Laddove invece, in
modo saltuario e a piacere
qualche intervento è stato fatto, non si è provveduto a
pulire la strada lasciando le
erbacce tagliate a centro della
carreggiata».
Motivo per cui - conclude il
consigliere comunale ecapogruppo di Ruoti Unita - mentre è auspicabile un intervento della Regione - magari
attraverso i fondi comunitari
- per garantire quei servizi
essenziali che la “vecchia”
Provincia garantiva, diventa
urgente ed indifferibile porre
in essere ogni provvedimento
mirato ad eliminare i pericoli
segnalati».
l «La notizia dell'ennesima vittima su un cantiere in Basilicata
lacera ancora una volta una ferita
profonda che colpisce la nostra
regione». Così i sindacati di settore. «A poche settimane dai tragici incidenti sulla Sa-Rc, che ha
visto 3 operai perdere la vita sul
lavoro, la notizia dell’incidente di
Ripacandida riapre con forza il
tema delle troppe "morti bianche"
e ci mette dinanzi ad una sconfitta collettiva.
I dati di qualche giorno fa del
rapporto annuale ci facevano timidamente prendere un respiro
di sollievo, ma questo ennesimo
episodio ci costringe ad aprire
una riflessione forte sul tema della sicurezza, e ci spinge a rafforzare il ruolo degli enti bilaterali e
dei sistemi di prevenzione».
«Le cause del decesso dell'operaio sono ancora al vaglio degli
inquirenti, ci rammarica apprendere che il lavoratore fosse un
sessantacinquenne; tema che ci
fa riflettere sulla iniquità del sistema pensionistico vigente che
colpisce soprattutto i lavoratori
che appartengono ad una categoria in cui la tipologia d'impiego
è pesante e usurante. Questo avvalora quanto previsto dalla piattaforma su fisco e previdenza di
Cgil, Cisl e Uil che propone il superamento della legge Fornero e
delle sue iniquità.
Nei prossimi giorni si terrà il
tanto atteso e rivendicato incontro alla Prefettura di Potenza fortemente voluto da Feneal, Filca e
Fillea per esaminare le dinamiche legate alla sicurezza all’interno dei cantieri, bisogna porre
un argine a questa piaga che continua a colpire i lavoratori del
settore edile.
Bisogna implementare i controlli ed alzare il livello di guardia
sui cantiere e implementare le
politiche di prevenzione attraverso l’incentivazione e il sostegno
degli enti bilaterali che si occupano di sicurezza».
LAGONEGRO IERI MATTINA SUL TRATTO LUCANO DELLA SALERNO-REGGIO
Tir fuori strada
sull’autostrada «A3»
ferito l’autista
RIONERO IN VULTURE DA QUELL’ANNO LA BALAUSTRA NON È STATA PIÙ INTEGRATA
Nella chiesa madre
il congresso mariano
nel lontano 1954
l LAGONEGRO. . Incidente ieri mattina
all’alba sul tratto lucano dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, vicino a Lagonegro.
Coinvolto un autoarticolato che trasportava
medicinali salva vita e che è uscito di strada
all’altezza del km 120 direzione sud.
L’autista, un siciliano di 41 anni, è stato
soccorso e trasportato all’ospedale di Lagonegro per medicare le ferite.
L’uomo, secondo quanto si è appreso, è in
prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo
di vita. Il traffico ha subito qualche rallentamento lungo il tratto interessato dall’incidente dove è stato istituito un senso unico
alternato per permettere le operazioni di rimozione del mezzo pesante e di messa in
sicurezza.
l Era passata una manciata d’anni da quando, in
seguito al sisma del 23 luglio 1930, era stato issato il
campanone di 8 quintali, sull’alto campanile della
Chiesa Madre, quando l’arciprete don Michele Di
Sabato indisse l’importante Congresso Mariano svoltosi nell’agosto 1954, in onore della Madonna del
Carmelo, la cui icona soggiorna, per gran parte
dell’anno, nella trecentesca chiesa di Sant’Antonio
Abate. Per rendere il sacro tempio dopo le grandiose
giornate vissute nell’agosto 1949 con la celebrazione
del Primo Congresso Eucaristico Interdiocesano con
incoronazione dell’effige della Madonna, celeste patrona della città, don Di Sabato promosse una serie di
interventi, fra i quali quello del rinnovo della balaustra marmorea monocromatica, che aveva, da
sempre, separato le navate della chiesa destinate ai
fedeli, dal cosiddetto Sancta Sanctorum.. Dal 1954,
AUTOSTRADA Un tratto dell’A3
Sul posto sono intervenuti la polizia stradale
di Lagonegro, per i rilievi e le indagini del
caso, i vigili del fuoco di Lauria, l’Anas e il
118.
L’incidente, sulle cui cause sono ancora in
corso accertamenti, non ha coinvolti altre
[p.perc.]
mezzi.
CULTO La chiesa madre [foto ddl]
quindi, la balaustra policroma aveva dato un tocco
diverso a tutta la chiesa. Danneggiata dal sisma del 23
novembre 1980, la balaustra del 1954, non è stata più
integrata. Non ci son più aree diversificate. Tutto è
accessibile. I fedeli avvertono un senso di vuoto e di
invadenza al tempo stesso. Nel vecchio Ufficio dei
[ddl]
Morti si cantava «Sic transit gloria mundi».
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I VII
Venerdì 18 luglio 2014
PIANI DEL MATTINO IL MEZZO PARTITO DA GENZANO PER POTENZA. A BORDO 4 PASSEGGERI SPAVENTATISSIMI
Bus sostitutivo delle «Fal»
completamente distrutto dal fuoco
Una ragazza in via precauzionale è stata ricoverata al «San Carlo»
BUS
DISTRUTTO
Un
improvviso
e violento
incendio
su un mezzo
sostitutivo
delle Fal si è
sviluppato ieri
in località
Piani
del Mattino
[foto T. Vece ]
ANTONIO MASSARO
l PIANI DEL MATTINO. Forse il motore
surriscaldato, o un corto circuito o qualcos’altro difficile da accertare (perchè il
mezzo è andato completamente distrutto) sono all’origine dell’incendio che si è
sviluppato e incenerito l’autobus sostituivo delle Fal (Ferrovie Appulo-Lucane)
in servizio sulla linea Genzano-Potenza.
L’incidente è accaduto ieri, erano circa
le 13, in località «Piani del Mattino», alle
porte del capoluogo. Il pullman, come
detto, proveniente da Genzano di Lucania (sostituisce da ben due anni il
treno sulla tratta Potenza-Bari, per consentire i lavori di rifacimento della linea), è andato improvvisamente in
tilt. Paura e spavento a bordo. Improvvisamente il
mezzo è stato avvolto da fiamme e
fumo. Sul bus oltre
all’autista
c’erano
quattro
passeggeri
spaventatissimi che
hanno cercato la
INCENERITO Bus [foto T.Vece] fuga precipitandosi fuori dal bus in
fiamme.
Scattato l’allarme sul posto oltre al
«118» e alla polizia stradale, sono arrivati
i vigili del fuoco che hanno domato le
fiamme, ma non hanno potuto impedire
la completa distruzione del mezzo su
gomme. La zona è stata messa in sicurezza, ma il traffico ha subito ovvi
disagi per qualche ora.
Tornando ai passeggeri tanta paura,
tanto è vero che una ragazza ha riportato
uno stato confusionale e per accertamenti e in via precauzionale il personale
del «118» intervenuto sul posto ha ricoverato la giovane al «San Carlo» di
Potenza.
Tornando ai lavori sulla tratta Genzano-Potenza, vanno avanti da circa due
anni e questo causa non pochi disagi ai
viaggiatori. In quanto l’alternativa in
bus allunga i tempi di percorrenza considerato lo stato della viabilità che non è
certo edificante.
GENZANO DI LUCANIA L’INCENDIO SI È SVILUPPATO IERI ATTORNO ALLE 12,30 IN UNA CASA DI VIA GIANTURCO
Fiamme e paura in pieno centro
L’episodio ha riproposto la mancanza di un distaccamento dei vigili del fuoco sul posto
l GENZANO DI LUCANIA. Mezzogiorno di fuoco in tutti i sensi. Il
caldo, visto che siamo a metà luglio
ha ripreso a farsi sentire, ma ieri
attorno alle 12,30 in via Gianturco,
angolo con via Leonardo Da Vinci a
«surriscaldare» la giornata c’è stato un incendio che si è sviluppato al
primo piano di un abitazione.
A dare l’allarme la stessa padrona di casa che alla vista del
fumo e delle lingue di fuoco si è
precipitata terrorizzata in strada.
Paura e timori in tutta la zona e
soprattutto fra i residenti delle abitazioni vicine a quella andata in
fiamme. Sul posto oltre ad una folla
di curiosi sono arrivati i carabinieri della locale stazione per i
primi interventi del caso. In via
Gianturco anche il sindaco Cancellara e un mezzo del Comune che
in attesa dell’arrivo dei vigili del
fuoco con alcuni getti d’acqua ha
cercato alla meno peggio di domare
FUMO E
FIAMME
L’incendio ieri
a Genzano
di Lucania in
un’abitazione
di via
Gianturco.
Sono
intervenuti
i vigili
del fuoco.
Per fortuna
nessun ferito
le fiamme. Intanto un fumo denso e
nero si sprigionava da due finestre
al primo piano dell’abitazione. Poi
finalmente i vigili del fuoco che
oltre a domare le fiamme hanno
messo in sicurezza la zona. All’origine del rogo forse un corto circuito. La casa al momento è ina-
ROCCANOVA INAUGURATO ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE PITTELLA
Un centro diurno per anziani
e persone svantaggiate
l Un centro che guarda alla comunità per dare
risposte alle esigenze della terza età e delle persone
svantaggiate. Queste le finalità del Centro diurno
per anziani inaugurato a Roccanova. Sfruttando
parte dei fondi dei Pois e delle royalties del petrolio, il Comune ha realizzato la struttura ammodernando l’ex ambulatorio comunale. Due piani con ampi locali dotati di moderne ed adeguate
strutture per il relax l’intrattenimento e l’assistenza di base. Un’opera strategica a favore degli
anziani e delle fasce più deboli come ha sottolineato ill sindaco Giulio Emanuele. Mentre la neo
assessore alle Politiche sociali, Luisa Emanuele , e
la capogruppo di maggioranza in consiglio comunale, Nunzia Bellizio, hanno ribadito l’impegno che ci sarà da parte della giunta e dell’amministrazione tutta nell’avviare il servizio che
potrà essere anche a disposizione dell’area. Una
comunità ed un’area ha sottolineato il presidente
della Regione Marcello Pittella, che di sicuro potrà
far riferimento a questa struttura soprattutto in
un momento di grande difficoltà e di accresciute
esigenze degli anziani alle quali non sempre si può
dare la risposta che si vuole. Un momento di
grande partecipazione popolare colto dal governatore lucano per ribadire le scelte della politica
regionale in tema di Politiche sociali inserite nei
Piani sociali di zona e le battaglie che si stanno
conducendo per liberare parte delle risorse eco-
TAGLIO DEL NASTRO L’inaugurazione
nomiche regionali come le royalties del petrolio
dal patto di stabilità verso il quale – ha ribadito
Pittela – ci possono essere anche interventi eclatanti non escludendo di incatenarsi davanti al
centro oli di Viggiano se il governo centrale non
viene incontro alla Basilicata. Riflessioni e interventi sono arrivati anche dal direttore generale
dell’Asp, Mario Marra, del consigliere regionale
Vincenzo Robortella, dai tecnici l’ing. Alessandro
Greco progettista dell’opera e dell’ing. Giuseppe
[a.laur.]
Galante dirigente dell’Ufficio Pois.
gibile.
Il fatto è proprio il caso di dirlo ha
rinfocolato vecchie polemiche sulla
necessità di un distaccamento dei
vigili del fuoco sul posto. «Aspettiamo che accada una tragedia per
intervenire - dice il cittadino Giuseppe Laginestra - tempo fa si par-
lava anche di una squadra di volontari, come succede nei Paesi
evoluti del Nord Europa, ma non s e
n’è fatto nulla. Da parte sua il
sindaco Cancellara ricorda che «il
progetto del distaccamento dei vigili non è stato accantona[a.mass.]
to».
PALAZZO SAN GERVASIO È IN FUNZIONE ROTONDA 36ENNE
Una nuova linea dal materano
a San Nicola di Melfi
Operaio romeno
folgorato
da scarica elettrica
Interessa anche i lavoratori pendolari della Sata nel Salernitano
l Buone notizie per i viaggiatori
e i lavoratori pendolari. Da alcuni
giorni infatti è in funzione una nuova linea che collega Ferrandina Matera Palazzo San Gervasio San Nicola di Melfi . Fermate quelle di
Palazzo San Gervasio fortemente
sollecitate dall’assessore comunale
Rosa Giannone. Il collegamento interessa anche i lavoratori pendolari
che si recano sia alla Fiat Sata che
alla Barilla. Tutto questo grazie
all’interessamento alla questione
dell’assessore Provinciale di Matera e all’assessore Rondinone che
con il loro interessamento hanno
fatto si che il problema si risolvesse.
I lavoratori pendolari che ogni giorno si recano al lavoro a San Nicola di
Melfi avranno un notevole beneficio
da questa iniziativa in quanto potranno usufruire di un servizio
giornaliero a costi contenuti invece
di usare il proprio automezzo guadagnandone sia dal punto di vista
economico che della sicurezza. Altra importante iniziativa messa in
atto dal comune di Palazzo San Gervasio promossa dall’assessore Rosa
Giannone riguarda il piano territoriale di intervento per la lotta alla
droga, Inserimenti socio-lavorativi.
Considerati, afferma Rosa Giannone, gli ottimi risultati terapeutici
ottenuti con gli inserimenti socio-lavorativi, con la presente ti
chiedo, in qualità di Sindaco del comune Capofila del settore di interesse, di farti portavoce presso la
regione Basilicata, affinché il suddetto Piano abbia un seguito e nello
specifico una proroga per gli inserimenti lavorativi.
Attese la delicatezza ,la complessità, le ricadute sia sulla spesa sanitaria che sugli aspetti sociale che
la patologia della dipendenza comporta, sono certa che il Dipartimento regionale competente non si sottrarrà a tale richiesta. Se il Dipartimento lo ritiene necessario si potrà convocare anche una Conferenza dei Sindaci a maggiore supporto
della accorata richiesta. Al progetto
sono interessati i sindaci dei comuni di Banzi, Forenza, Lavello, Maschito, Melfi, Montemilone, Rionero in Vulture, San Fele, Venosa. [fdf]
l Folgorato da una scarica
elettrica Ioan Foca un romeno di
36 anni, residente a Rotonda. Ennesimo incidente mortale sul lavoro. Vittima un operaio di 36
anni, di origine romena residente a Rotonda, che è rimasto folgorato da una scarica elettrica
mentre stava pulendo dall’erba e
dalle piante un’area attraversata
da un elettrodotto. L’incidente
sul lavoro è accaduto a Giffoni
Valle Piana, in provincia di Salerno. Il trentaseienne romeno
lavorava alle dipendenze di
un’azienda di Rotonda che esegue lavori di manutenzione in
aree attraversate da elettrodotti
per conto dell'azienda Terna Spa.
L’uomo stava tagliando una pianta quando all’improvviso è stato
colpito da una potente scarica
elettrica. Sull'episodio indagano
i carabinieri della compagnia di
Battipaglia. L'operaio è deceduto
subito dopo l'infortunio verificatosi in una zona piuttosto isolata
nelle campagne di Giffoni.
[p.perdc.]
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I XI
Venerdì 18 luglio 2014
PROTESTA ON LINE
LE CHIACCHIERE E I CONTI CHE NON TORNANO
La scuola aperta al territorio?
«Servono risorse e personale»
E POI ANCHE I PRESÌDI IN PIAZZA
NUOVE
BARRICATE
Una manifestazione
dei sindacati
materani
in Piazza
Vittorio
Veneto
sui problemi
della scuola.
L’annunciato
decreto
governativo
per riorganizzare
il settore
scatena
proteste
La scuola aperta al territorio è una
grande opportunità ma ci vogliono risorse, personale e strutture adeguate
perché a tutti piacerebbe poter organizzare corsi di lingua araba, cinese o di
alimentazione o di alfabetizzazione informatica aperti alla cittadinanza, ma chi
pagherebbe il riscaldamento, il personale di assistenza, la luce e l’acqua? La
scuola sta subendo da diversi anni tagli
feroci, diretti e indiretti, e, come inevitabile conseguenza, si è indebolita anche la preparazione curricolare degli
alunni. Per la Flc Cgil, «manca una qualsiasi idea sul modello di scuola pubblica,
una scuola che ha fatto tanto in questi
anni per garantire a tutti il diritto ad
un’istruzione di qualità, integrando i diversamente abili, alfabetizzando gli alunni stranieri, progettando percorsi per i
dislessici e per studenti con bisogni spe-
PARTI
SOCIALI
Il segretario
della Flc
Cgil,
Eustachio
Nicoletti
ciali, potenziato la didattica e nella complessità di questa somma di relazioni ha
fatto lezione e insegnato. La scuola italiana ha bisogno di riforme e non di slogan». La Flc Cgil invita tutto il personale
della scuola a partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione che a Matera e a
Potenza saranno proposte nei prossimi
giorni.
«Una vigliaccata
contro la scuola»
Flc Cgil mobilitata contro il «piano» governativo
l . La protesta della scuola materana avviene on line, contro
quella che il sindacato della scuola
della Cgil definisce «la vigliaccata
di Renzi».
Inviando una mail sulla posta
della Flc Cgil Basilicata ([email protected]; [email protected]) e collegandosi al link http://www.change.org/it/petizioni/personale-della-scuola-universit%C3%A0-ericerca-afam-studenti-genitori-precari-cittadini-aderisci-all-appello,
si aderisce all’iniziativa per opporsi alla proposta del “nuovo”
piano della scuola del Governo.
La Basilicata ha perso in questi
anni il 18 per cento dei lavoratori
della scuola, rispetto a una media
nazionale del 12 per cento. Una
regione che ha visto venire meno
nella scuola circa 3500 posti, in sei
anni. Un quadro di emergenza piena che non può sopportare altre
penalizzazioni.
«Quello dell’esecutivo nazionale - dice Eustachio Nicoletti, se-
gretario della Flc Cgil di Matera - é
l’utilizzo del consolidato metodo
antidemocratico già utilizzato nel
2008 da un altro schieramento politico che vede la preparazione e
l’approvazione di un decreto legge
durante il periodo estivo quando,
guarda caso, si interrompono le
attività didattiche e le scuole sono
vuote del personale docente e de-
LA REALTÀ È UN’ALTRA
«Per finalità ideologiche, si utilizzano i soliti
slogan e stereotipi»
gli studenti. Il sottosegretario Reggi ha anticipato i capisaldi del un
“nuovo” piano per la scuola: istituti aperti fino alle ore 22, raddoppio dell’orario settimanale
flessibile e più lungo per tutti i
docenti (36 ore per tutti), premi
per i docenti con incarichi aggiun-
tivi (vicepresidenza, coordinamento, laboratori o competenze
specifiche su inglese o informatica), formazione obbligatoria,
supplenze brevi assegnate ai docenti di ruolo. Proposta che diventerà una legge delega nei prossimi quindici giorni. Ancora una
volta, per raggiungere finalità
ideologiche, si utilizzano i soliti
slogan e stereotipi (gli insegnanti
che lavorano solo
fino a giugno e solo la mattina)
senza considerare gli impegni reali dei docenti come le ore di preparazione delle lezioni e correzione dei compiti, le attività aggiuntive, i corsi di recupero, il ricevimento genitori, i consigli di classe, i collegi docenti, gli esami di
stato, l’autoformazione e altro ancora».
Gli insegnanti italiani le 36 ore
le fanno già, ricorda il sindacato
materano. L’orario di cattedra é di
18 ore frontali per 33 settimane; il
ricevimento genitori é di 1 ora a
settimana (oltre le 18); le attività
Vice presidenza
Federsolidarietà
Confcooperative
confermato Bruno
PRECARI Manifestazione degli insegnanti nel centro di Matera
funzionali, quindi collegi docenti,
consigli di classe, ricevimenti generali, riunioni di materia, sono
strutturate secondo un calendario
pomeridiano preciso per 80 ore annue (circa 2 ore a settimana). E poi
la preparazione delle lezioni e delle verifiche, un totale difficile da
stimare, variabile da disciplina a
disciplina, da docente a docente.
«UN’ASSURDITÀ»
Istituti aperti fino
alle 22, raddoppio
dell’orario settimanale
«Approssimando per difetto - fa
presente Nicoletti - si tratta di circa 30 minuti per ogni ora di lezione
per un totale di circa 9 ore settimanali. E che dire della correzione dei compiti: dipende dal numero di alunni e dalla disciplina,
si tratta di almeno 9 ore settima-
nali. Il totale complessivo è di circa 40 ore settimanali, che come si
vede sono facilmente dimostrabili
e accertabili. La verità è che non
traspare dalle proposte di questo
Governo un’idea complessiva della scuola pubblica, mentre risulta
evidente che chi sta lavorando a
questo provvedimento, oltre a non
conoscere la drammatica situazione in cui oggi versa la scuola italiana, dimostra incoscienza sulle
ulteriori ripercussioni negative
che gli interventi prospettati determinerebbero, e mi riferisco
all’abbassamento della qualità del
percorso formativo con la riduzione di un anno della secondaria
superiore, al sovraffollamento delle classi, all’aumento della dispersione scolastica». Insomma, ribadisce la Flc Cgil, «siamo di fronte
alla solita pratica dei tagli lineari
con la vecchia richiesta, di stampo
montiano, di far lavorare gratuitamente i docenti (dopo 7 anni di
blocco dei contratti) e licenziare i
precari».
IMPIANTO ATOMICO CONFAPI CHIEDE A SOGIN DI COINVOLGERE LE IMPRESE LOCALI PER APPALTI, SERVIZI E FORNITURE
Dismissione dell’Itrec? Le ricadute
sul territorio sono davvero scarse
FILIPPO MELE
l Lavoro cercasi per le piccole e
medie imprese locali. Ma dalla grande
occasione della dismissione dell’impianto atomico Itrec della Trisaia di
Rotondella sinora la ricaduta sul territorio è stata scarsa. Da qui l’ennesima lettera, garbata nei toni ma
dura nei contenuti, inviata dal presidente di Confapi Matera, Enzo Acito,
all’amministratore delegato della Sogin spa, Riccardo Casale. Acito ha
chiesto un incontro a Casale. Come
aveva fatto anche in precedenza. Ma
dalle parti di Roma pare che “non ci
sentano da quell'orecchio”. Ma qual è
l’oggetto della missiva inviata anche al
responsabile dell’impianto della Trisaia, Edoardo Petagna, ed al sindaco
Vito Agresti? E’ quello di sedersi
attorno ad un tavolo per discutere del
coinvolgimento delle aziende locali ne-
gli appalti di lavori, servizi e forniture
all’impianto atomico. «Il piano di committenza per i lavori di dismissione del
sito nucleare di Rotondella – ha scritto
Acito - rappresenta un’importante opportunità per le nostre imprese. Tuttavia, finora, la forte limitazione delle
condizioni di accesso
alle gare ha prodotto
una scarsa ricaduta
sul territorio». Il presidente Confapi, a
questo punto, ha ricordato come «tra Sogin e Confapi Matera
esista un protocollo
d’intesa che instaura
un rapporto di collaborazione e corrette relazioni tra la spa governativa (il
100% delle azioni è di proprietà del
ministero del tesoro, ndr) e l’associazione imprenditoriale, con lo scopo
di creare nel tempo maggiore valore
per le imprese locali e per il territorio».
Protocollo, oltretutto, chiesto e voluto
proprio dalla spa pubblica. Ma come
fare per garantire il lavoro alle aziende
del territorio nel rispetto di trasparenza e legalità? Così Acito: «Coinvolgendole in un’opera di informazione e formazione
sui lavori da effettuare, del sistema di qualificazione e delle procedure di gara. Confapi Matera auspica,
pertanto, che le imprese locali siano
maggiormente coinvolte, quando sussistono i requisiti tecnici ed economici
per partecipare alle gare, nel pieno
rispetto del codice degli appalti e del
regolamento di qualificazione proprio
di Sogin. Conosciuti i piani di committenza, Confapi chiede la suddivi-
L’ASSOCIAZIONE
«Il piano di committenza
del sito è un’importante
opportunità»
LE OPERE Lavori all’Itrec di Rotondella
sione degli appalti in lotti più piccoli e,
soprattutto, la previsione di criteri di
qualificazione non preclusivi per le
imprese del territorio». Ed ecco la
conclusione: «Confapi chiede che, data
la discrezionalità che la legge concede
negli inviti per determinate procedure
di gara, Sogin inviti un numero più
elevato di imprese del territorio rispetto al minimo previsto per legge, al
fine di garantire una piena e leale
concorrenza e qualità, dando a tutti gli
operatori locali l’opportunità di concorrere».
Il lucano Giuseppe
Bruno è stato riconfermato vice presidente nazionale di Federsolidarietà
Confcooperative. L’elezione é avvenuta a Roma, dove si è tenuto il consiglio
Nazionale di Federsolidarietà/Confcooperative, la
più grande federazione
della cooperazione sociale, che rappresenta 6052
cooperative sociali ( di cui
26 consorzi) impegnate
nei settori socio assistenziale, sanitario ed educativo e nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. All’unanimità del
Consiglio nazionale è stato
eletto il Consiglio di presidenza e i vice presidenti.
«È un riconoscimento importante anche per l’intera
regione Basilicata che
conferma il grande lavoro
che la cooperazione sociale di Confcooperative in
questi anni ha prodotto»,
ha dichiarato Giuseppe
Bruno. «Siamo in una fase
storica – ha aggiunto- ove
occorre agire con la massima coesione possibile,
soprattutto con idee chiare e strategie per valorizzare quanto la cooperazione
sociale ha dimostrato di
concretizzare in questi anni. Oggi lo scenario evoluto richiede maggiore impegno ma soprattutto una
istituzione pubblica capace di ascoltare e recepire
le proposte di futuro per le
nostre comunità e i nostri
giovani. Federsolidarietà
Confcooperative, oggi nel
solco anche dell’Alleanza
delle cooperative sociali,
agisce quotidianamente
con le passioni, talenti,
persone che lavorano per
assistere le persone anziane, disabili, i ragazzi i nostri bambini, futuro della
regione».
Federsolidarietà/Confcooperative conta 228.00 soci
di cui 22.500 volontari, circa 224.000 lavoratori di cui
15.600 soggetti svantaggiati. Il fatturato aggregato, nel 2012, superava i 6
miliardi di euro. Numeri di
significato. Federsolidarietà, infatti, rappresenta circa il 55% dell’occupazione
totale della cooperazione
sociale in Italia e pressoché il 17% dell’occupazione dell’intero settore non
profit. Non solo, le cooperative sociali della Federazione hanno una capacità
di inserimento lavorativo
dei disabili ben 25 volte
superiore rispetto al resto
del sistema economico
RASSEGNASTAMPA
XII I MATERA CITTÀ
Venerdì 18 luglio 2014
L’ALTRA SOLIDARIETÀ
PSICOLOGI PER I POPOLI
I pionieri della sezione lucana al momento
Isidoro Gollo, Luciano Antezza
ORA NON PIÙ ESIGENZA SOMMERSA sono
Antonietta De Fina e Giuseppe Fagnano
A CHI SI RIVOLGE L’INTERVENTO
Persone e comunità colpite da disastri
calamità naturali e incidenti critici
anche quelli di media e di piccola entità
Ecco come funziona
Risposte equilibrate
In caso di catastrofi i volontari
pianificano e realizzano interventi
rivolti alle vittime dirette e indirette,
ai soccorritori, alla comunità colpita
e alle organizzazioni impegnate nell'organizzazione e nella gestione
della risposta all'evento.
Scopo primario riportare equilibrio
nella comunità colpita. Si mira, in
particolare, a ristabilire il funzionamento psicologico e sociale delle
persone e delle comunità e a limitare il verificarsi di problemi e difficoltà psicologiche. Il lavoro si svolge
con obiettivi, modalità e strumenti
diversi a seconda della quantità di
tempo trascorso dall'evento, dal
luogo d’intervento e dall'identità e
le caratterisiche dei destinatari. Con
le persone direttamente colpite, gli
psicologi cercano innanzitutto di
proteggere da ulteriori traumi, riorientare le persone confuse, aiutare
a ritrovare i propri cari o l'assistenza
di prima necessità. Soddisfatte le
esigenze primarie, si aiutano le vittime a capire quello che è successo, mettere a fuoco le cause, prepararsi a reagire alle conseguenze
prevedibili, riprendere o riorganizzare la quotidianità e altro ancora.
le altre notizie
NUOVO ANNO SOCIALE
Lions, tre giorni e tre
regioni nei rioni Sassi
VOLONTARI Dopo un evento traumatico decisiva diventa l'organizzazione e la gestione della risposta all'evento
Mai più soli nella tragedia
con quattro psicologi volontari
«Dopo i morti di vicolo Piave non si poteva rimanere impassibili»
l La paura palpabile tra le macerie ancora fumanti, lo strazio incontenibile dei
parenti, il dolore e il lutto di un’intera città.
La mattina dello scorso 11 gennaio, il giorno del crollo della palazzina in vicolo Piave,
che ha causato la morte di due persone,
difficilmente verrà cancellata. I segni, non
solo quelli materiali, rimarranno a lungo
impressi nella memoria collettiva della comunità. E non può essere diversamente, no,
non potrà dimenticare nulla o quasi chi
quella tragedia l’ha vissuta in una strada
dove ha perso tutto, affetti e casa.
A valle di questo tragico evento quattro
medici hanno deciso di dare vita anche nel
territorio materano a una sezione dell’Associazione di volontariato Psicologi per i
Popoli. Si tratta di Isidoro Gollo, Antonietta De Fina, Luciano Antezza e Giuseppe Fagnano. Iniziano in quattro contando sull’effetto emulazione e, al momento, sperando che il discorso maturi ancora,
ESPERTI DELLA MATERIA
In caso di catastrofi i volontari
pianificano e realizzano interventi
rivolti alle vittime dirette e indirette
mettono a disposizione una sede a Montesacaglioso, al civico 70 di via delle Serre, e
due numeri di telefono, 3280670399 e 0835
207872. È il primo passo di un cammino che
parte da una consapevolezza di fondo,
«sempre più spesso - spiega Gollo - persone
e comunità del nostro territorio vengono
colpite da disastri, calamità naturali e incidenti critici di media e piccola entità. Non
solo alluvioni, terremoti, crolli di abitazioni, ma anche incidenti stradali, aggressioni, intimidazioni. Avvenimenti che, per
loro caratteristiche, attivano reazioni di
stress ed espongono al rischio di disturbi
post-traumatici, anche persistenti. Non bisogna sottovalutare le conseguenze del vissuto di pericolo e la paura di morire che può
colpire tutti, adulti e bambini coinvolti direttamente o indirettamente».
La dimensione di riferimento è dunque
quella psicologica e relazionale delle situazioni di crisi, sia riferita ai processi di
protezione dalle minacce, sia a quelli di
riparazione dei danni. Diventa decisivo attuare interventi psicologici precoci ed efficaci. I quattro volontari sono esperti nel
campo dell’emergenza sanitaria e dell’assistenza psicosociale in situazioni di calamità, disastri, incidenti provocati da cause naturali o dalle mani dell’uomo. Nello
specifico, l’associazione opererà con due
obiettivi. Il primo consiste nel costruire
una cultura della sicurezza, della protezione civile e della prevenzione dagli effetti
dello stress traumatico sulla salute delle
persone e della collettività. Il secondo punta
a offrire supporto psicologico specialistico
alle vittime dirette, ai loro familiari e amici,
ai soccorritori e alle comunità coinvolte.
Intanto, partirà un sito internet dedicato
e l’associazione diventerà operativa con
tutte le altre forze istituzionali e di volontariato operative nei settori dell’emer[p.d.]
genza e della Protezione civile.
n Incontro programmatico
dell’anno sociale 2014-2015, oggi domani e dopodomani a Matera, del Lions Club International Distretto 108 Ya di Basilicata, Calabria e Campania.
«Libertà, armonia, equilibrio,
lavoro» i temi che caratterizzano le attività presiedute dal Governatore, la materana Liliana
Caruso, a partire da stamane,
alle 9, fino alle 18,30 quando, in
piazza San Francesco d’Assisi,
si svolgerà la cerimonia
d’inaugurazione con la sfilata
delle bandiere, i saluti dei presidenti Lions Club Matera, delle autorità e del presidente di
circoscrizione. L’intervento
del Governatore precederà la
cerimonia di chiusura del
Campo Vesuvio. I lavori riprenderanno domani mattina
alle 9,30 all’Auditorium di
piazza del Sedile, dove continueranno anche nel pomeriggio, e si concluderanno domenica all’Hotel San Domenico.
POSTE ITALIANE
Ora è più facile pagare
con le carte di credito
n Poste Italiane amplia la gamma di carte di credito e di debito accettate dagli uffici postali per effettuare pagamenti
allo sportello. Negli uffici postali Matera città (via Passarelli), Matera 1 (via Liguria),
Matera 3 (via Eustachio Paradiso) e Matera 4 (via Mattei) e
in altri 19 uffici della provincia
è a disposizione la nuova piattaforma di pagamento che, collegata al circuito nazionale Pago Bancomat e con i circuiti internazionali Mastercard e Visa, al pari di quanto già avviene negli esercizi commerciali,
consente l’utilizzo delle principali carte. In particolar modo,
sarà possibile utilizzare le carte di credito Visa e Mastercard,
e le carte di debito e prepagate
dei circuiti Pagobancomat,
Vpay, Mastercard, Maestro, Visa, Visa Electron dotate di chip
o di banda magnetica. Saranno
inoltre accettate anche le carte
dotate di tecnologia contactless ed il pagamento tramite
smartphone abilitati alla tecnologia Nfc che consentono di
effettuare la transazione avvicinando la carta o il cellulare
al Pos.
COMUNE OPERE TRA LE VIE LIVATINO E FALCONE E NELLE ZONE DI CEDIMENTO DELL’ARTERIA CHE SI COLLEGA ALLA STATALE 7
Avviati i cantieri al rione Arco
e sulla strada «Aia del cavallo»
l Comune, opere pubbliche.
Avviati due cantieri. Il primo. Sono iniziati i lavori per il completamento delle opere di urbanizzazione primaria al Peep “Arco”IV Stralcio per un investimento
complessivo di 395 mila euro. Lo
rende noto l'assessore comunale
ai Lavori pubblici, Nicola Trombetta.
Più precisamente è prevista la
realizzazione della sede stradale
prospiciente gli alloggi Ater lungo via Livatino e la parte di ingresso su via Falcone a valle con
relativi marciapiedi su ambo i lati, nonché la realizzazione di tre
ampie zone di parcheggio su via
Livatino. E’ prevista anche la pavimentazione bituminosa del
parcheggio terminale di via Falcone.
Il progetto prevede, inoltre, la
realizzazione di muri di contenimento in cemento armato lungo
la sede stradale sia per contenere
il terrapieno presente su via Livatino sia per contenere le parti di
carreggiata risultanti più elevate
rispetto ai piani stradali limitrofi.
Infine è prevista la realizzazione
dei marciapiedi lungo le strade
interne alla lottizzazione. Per tutte le altre opere non realizzate col
presente progetto esecutivo, si
provvederà con successivo stralcio fermo restando la disponibilità finanziaria dell’Ente.
Per l’esecuzione della totalità
dei lavori sono necessari novanta
giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna.
«Con l’intervento nel quartiere
Arco - afferma Trombetta - abbiamo dato un chiaro segnale di
attenzione verso un quartiere periferico della città dove, nonostante la lottizzazione sia stata
completata da poco tempo, i primi
residenti attendevano da anni il
completamento delle urbanizza-
zioni. Ora si tratta di completare
il piano e l'amministrazione si impegna entro il prossimo anno a
realizzarlo».
È stato avviato, inoltre, il cantiere per la risistemazione della
viabilità dell’Aia del cavallo, il
tratto di strada che porta dalla
Statale 7 a Matera centro in prossimità della caserma del comando provinciale dei Vigili del fuoco.
L’investimento complessivo è di
circa 40 mila euro e il tempo previsto per il completamento dei lavori è di 30 giorni a partire dalla
data di apertura del cantiere. Sarà
garantita la percorribilità strada-
ZONA ARCO Come si presenta la viabiltà oggi
le senza creare alcuna forma di
difficoltà agli automobilisti.
La somma messa disposizione
dall’ente locale, in questo caso,
non sembra tale da poter incidere
a livello strutturale sulla sagoma
della carreggiata. A d ogni modo,
«si tratta – afferma Trombetta – di
un intervento atteso da molto
tempo in considerazione dei sem-
pre più pesanti cedimenti di questo tratto stradale. Fra l’altro
l’Aia del Cavallo è uno dei principali accessi alla città e arteria di
collegamento con il borgo La Martella e la sua zona industriale. Pertanto era necessario porre la massima attenzione per rendere più
sicura la strada e per assicurare
una migliore percorribilità».
RASSEGNASTAMPA
XIV I LETTERE E COMMENTI
Venerdì 18 luglio 2014
FELICE SANTARCANGELO *
CENTRO STUDI THALIA
Pittella, social e comitatini
Lo stato del turismo
nel tempo della crisi
Successo agriturismi
A
pprendiamo dalla stampa che
anche Pittella dopo qualche altro parlamentare e politico dai
toni solidal-moralisti, usa il social n. per solidarizzare con i comitatiti
contro i commenti di Renzi sul corriere
della sera, dove il premier si vergogna di
andare in Europa a parlare di energia per
colpa dei “comitatini”che bloccano le estrazioni in Basilicata. Entrambi purtroppo dimenticano che la politica non si fa con le
frasi fatte sui social network. La comunicazione potrebbe cambiare il modo di pensare delle persone momentaneamente, ma
non cambia purtroppo l’economia, l’ambiente e lo stato di salute degli abitanti della
Basilicata. Lor signori non dimentichino
che sono i rappresentanti istituzionali della
Basilicata ( pagati dalla collettività) per
fare leggi a favore e tutela della comunità e a
difenderla da eventuali sfruttamenti non
graditi. Pur sempre apprezzando la solidarietà riteniamo opportuno un impegno
nelle sedi opportune per fermare i disegni
di sfruttamento ambientale, sociale ed economico della Basilicata e del Mar Jonio. Se
Renzi vuole sfruttare le risorse di terra e
mare della Basilicata, dopo quanto accaduto in questa regione in termini ambientali ed economici, loro hanno il dovere-po-
REGIONE Marcello Pittella [foto Tony Vece]
tere di fermarlo .Quale migliore occasione
ha Pittella con il prossimo incontro con il
ministro Guidi nel c.m. per ribadire un NO
secco alle politiche di sfruttamento minerario del territorio lucano e del mar Jonio ?
Se Pittella ancora non ha capito i numeri
che sono a favore delle popolazioni e non
delle lobby petrolifere siamo pronti a spiegarglieli cosi come vorremmo fare con Renzi e con tutti i quei politici che trattano la
questione marginalmente e senza cognizione economica-scientifica pro popolazioni. E' facile solidarizzare e fare promesse
sui social n., ma dove sono le leggi e i piani
di tutela delle acque dalle estrazioni pe-
trolifere? Dove sono le leggi che abbassano i
limiti delle emissioni degli inquinanti ?
Quelle che impongono leggi severe sul trattamento dei rifiuti? Dove sono gli studi
scientifici imparziali come prevede il principio di precauzione? Dove’ la massima partecipazione territoriale alle scelte del territorio come prevedono le convenzioni internazionali del diritto? Dov’è la tutela delle
attività economiche territoriali dal rischio
inquinamento –estrazioni petrolifere?
Dov’è lo stop in parlamento alla riforma del
titolo V della Costituzione in tema di esproprio poteri alle regioni in tema di energia e
ai comuni in tema di ordinamenti ? Dov’e
l’opposizione e la mozione del consiglio regionale di Basilicata contro la riforma del
titolo V della costituzione come hanno fatto
altre regioni come la Sardegna? Da dove
provengono gli idrocarburi e i metalli presenti nel Pertusillo e nel Basento? Quando
le commissioni parlamentari si interesseranno per bonificare il Pertusillo e il Basento e stabilire per legge che è l’acqua la
vera riserva strategica nazionale e non il
petrolio? Possiamo continuare in un lungo
elenco e darvi pure una mano a risolvere
queste gravi situazioni , ma per favore non
perdete tempo sul social.
[* NoScorie Trisaia]
IGNAZIO MESSINA *
Tagliare uffici Regioni all’estero
P
er tagliare sulle spese non serve andare molto lontano monitoraggio chiaro su costi e numeri effettivi e procedere alla
ma cominciare a fare pulizia a casa propria. Non è verifica della reale utilità degli uffici. Se non servono e costano
ancora chiaro quanti siano gli uffici delle regioni sparsi soltanto, si diano profonde sforbiciate. Ad esempio, l’Antenna
nel mondo ma sappiamo che
della Regione Basilicata a Bruxelles, istisono uno spreco, oltre 120 per la Fartuita nell'ambito dello SPRINT, Sportello
nesina. È assurdo che mentre si cerchi di
regionale per l'internazionalizzazione
tagliare per recuperare risorse da una
delle imprese. L'Antenna della Regione
parte e spesso a danno dei cittadini, che si
Basilicata nella capitale belga ègestita
ritrovano senza soldi, senza servizi e
daSviluppo Basilicata SPAsocietà finansenza lavoro, si lascino in vita uffici che
ziaria in house alla Regione Basilicata,
non si capisce neppure che ruolo abbiano,
che opera con fondi regionali-comunitari
salvo mantenere costi, privilegi e pola sostegno dello sviluppo, della ricerca e
trone.
delle competitività del territorio dellaBaChiediamo al Commissario per la
silicata. È il caso di verificarne effiSpending Review Cottarelli di intervecienza, produttiva e naturalmente costi
nire con controlli mirati ed evitare il ITALIA DEI VALORI Ignazio Messina
mentre si rafforza l’idea che le sedi di
proliferare di strutture che impegnano in
rappresentanza delle Regioni a Roma
maniera onerosa lo Stato. Dalla Calabria alla Basilicata, dal abbiano uffici e personale in comune proprio per tagliare
Piemonte a Roma, le sedi non si contano più e spesso rivelano sprechi.
[* Segretario nazionale Italia dei Valori]
una vera e propria giungla di spese incontrollate. Serve un
UIL
Dolore e ammortizzatori sociali
L
a Basilicata occupa la quinta posizione nella graduatoria dell’indice
della “sofferenza occupazionale” con
una perdita di posti di lavoro tra il
2008 e il 2013 pari a meno 13,6%. Sono dati del
Rapporto curato dal Servizio Politiche Territoriali e del Lavoro della UIL denominato
“NO PIL? NO JOB”, che mostra come e con
quale intensità la crisi abbia creato un “cratere” nel nostro tessuto sociale e produttivo,
mettendo a confronto i dati del 2008 e del 2013
relativi al mercato del lavoro, agli ammortizzatori sociali e al reddito dei lavoratori dipendenti e assimilati. Nello specifico – precisa
la UIL – l’indice della “sofferenza occupazionale” è stato misurato analizzando il tasso
percentuale di 3 indicatori (a loro volta articolati in 9 parametri): mercato del lavoro (6
parametri: tasso occupazione, tasso disoccupazione, tasso disoccupazione 15-29 anni, tasso
ricerca lavoro, tasso inattività, tasso di flessibilità); ammortizzatori sociali (2 parametri:
rapporto lavoratori in CIG su totale lavoratori
dipendente, rapporto domande di Aspi su totale lavoratori dipendenti) e reddito medio dichiarato dal lavoro dipendente e assimilato (1
parametro: media dei redditi dichiarati).
Ognuno di questi indici è stato calcolato rapportandolo alla media nazionale riparametrata su “base 100”. Il punteggio attribuito alla
Basilicata è di 127,8 (guida la classifica la Calabria con 135,7).
Per gli ammortizzatori (rapporto di ore di
cassa integrazione e di domande ASPI sul totale dell’occupazione dipendente), sono 12 le
Regioni con indici di disagio al di sopra della
media nazionale: esclusa la Calabria con un
indice al di sotto della media, troviamo le altre
7 Regioni del Sud a cui si aggiungono le Marche, le Province Autonome di Trento e Bolzano,
la Val d’Aosta ed il Piemonte. Capofila in questo indice è la Basilicata seguita dall’Abruzzo e
dal Molise. Inoltre, per l’indice di sofferenza
reddituale, alle Regioni del Mezzogiorno che
occupano le prime 8 posizioni in classifica, si
aggiungono le province Autonome di Trento e
Bolzano, l’Umbria, le Marche, la Toscana che
presentano tutte un indice di disagio al di sopra
della media nazionale. Guida questa triste classifica la Calabria, seguita dalla Puglia e Basilicata.
Tra gli altri dati più significativi del Rapporto: 1 persona su 3 in età lavorativa, nel 2013,
ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale. Nel solo 2013, 4,2 milioni
di persone hanno vissuto l’esperienza degli
ammortizzatori sociali (cassa integrazione,
mobilità, ASPI e mini ASPI), con un aumento
del 57% rispetto al 2008 (1,5 milioni di persone
in più); 3,1 milioni di persone sono alla ricerca
attiva di un posto di lavoro, in aumento
dell’83,8% rispetto al 2008 (1,4 milioni di persone in più); 1,8 milioni sono le persone che,
rassegnate, un lavoro neanche lo cercano. È
aumentato, inoltre, il ricorso al part-time involontario (70,1% in più), con circa 500 mila
persone coinvolte; 2,2 milioni di persone hanno
un lavoro a termine; infine oltre 1 milione di
persone ha un contratto di lavoro non subordinato (collaborazioni, buoni lavoro, tirocini),
ma che in realtà nasconde rapporti di lavoro
dipendente. A questi andrebbero aggiunti ulteriori 400 mila persone che, pur lavorando con
partita IVA, svolgono di fatto lavoro subordinato. Nell’insieme di questi 6 anni di crisi, è
sparito 1 milione di posti di lavoro, di cui più
della metà riguarda l’occupazione dipendente;
il tasso di disoccupazione passa dal 6,7% del
2008 al 12,2% nel 2013, quello giovanile dal
21,3% del 2008 al 40% nel 2013 (quasi raddoppiato). La sofferenza, tuttavia, non si misura
soltanto con la quantità ma, anche, con la qualità del lavoro e delle retribuzioni. Anche il
reddito medio da lavoro dipendente e assimilato segna il passo in questo periodo, ed è un
ulteriore parametro indicativo dello stato di
salute del nostro sistema produttivo.
Si è passati dagli oltre 21,1 milioni di contribuenti del 2008 ai 20,8 milioni del 2013; il
reddito medio imponibile è passato dai 19.640
euro del 2008 ai 20.282 euro del 2013, crescendo
molto al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo. Questi dati - afferma Guglielmo Loy,
segretario generale UIL che ha coordinato il
Rapporto - confermano la necessità vitale del
saper costruire sistemi di promozione al lavoro
aderente a ciò che esprime il mercato del lavoro
locale. La UIL crede fortemente che un “buon
cambiamento” non possa prescindere da due
fattori fondamentali: il lavoro e l’inclusione
sociale. Lavoro per il maggior numero di persone, lavoro di qualità e che garantisca certezza
di reddito e inclusione sociale, come condizione per evitare che il cambiamento “lasci per
strada” i più deboli.
S
e le previsioni dell'Osservatorio turistico della montagna sono all’insegna di un'altra estate difficile per
il turismo in montagna, che soffre soprattutto un
calo delle presenze italiane (in flessione tra i 7 e i 10
punti percentuali) a causa della crisi, anche in Basilicata
dove comunque il turismo estivo in montagna rappresenta da
sempre un target limitato, gli effetti si faranno risentire. E’
l’analisi fatta dal Centro Studi Turistici Thalia in riferimento allo studio elaborato da Trademark Italia che contiene
la contrazione di giro d'affari e purtroppo posti di lavoro. Non
si sottovaluti, piuttosto, cosa rappresenta nel Paese la vacanza alternativa al mare.
Secondo l'Osservatorio turistico della montagna gli arrivi
complessivi (alberghiero ed extralberghiero) si attesteranno
sui 3,7 milioni con 2,8 milioni di italiani e 900 mila stranieri.
Le presenze complessive saranno di 17,5 milioni (alberghiero
ed extralberghiero) di cui 13 milioni di italiani e 4,5 milioni di
stranieri. Il fatturato diretto sarà di 1,70 miliardi di euro e il
giro d'affari complessivo si aggirerà sui 2 miliardi.
Da noi in Basilicata il turismo montano coincide con
quello dei Parchi Nazionali e regionali e con l’agriturismo
“ad alta quota”. Nello specifico del turismo montano-rurale,
per zona altimetrica, le aziende agrituristiche lucane si
trovano per il 52,4% in montagna, per il 25,5% in collina e per
il 22,1% in pianura e sono pertanto l’unico segmento valido
del mercato turistico montano. Quanto alle attività proposte
agli ospiti, in 31 aziende agrituristiche è possibile praticare
l’equitazione, 36 la montain bike; 59 propongono itinerari di
escursionismo, 45 di trekking e 12 osservazioni naturalistiche. Una trentina sono anche fattorie didattiche e in una
decina si svolgono corsi-laboratori di cucina.
Dunque sono soprattutto gli agriturismi di montagna a
doversi “difendere” in questa stagione estiva dalle previsioni
a tinte fosche. Le “ar mi” di difesa sono essenzialmente tre: la
buona cucina, le attività innovative da proporre agli ospiti in
azienda, l’organizzazione di itinerari escursionistici e di visite al patrimonio culturale, artistico-monumentale e naturalistico dei comprensori più vicini. Tra gli esempi di innovazione, nel Marmo-Melandro,
l’Agriturismo Taverna del Pastore di Bella, proseguendo la
scelta della partnership di Slow
Food – come ha sottolineato Marisa Gabriele, co-titolare insieme al marito Sandro Doino –
ripropone antichi menù conta- VACANZE Opzione agriturismi
dini tramandati da generazione
a generazione rivisitati attraverso i menù della via Herculeia. Un’occasione per rivalutare l’antica cucina povera
per richiamare interesse ed attenzione per la salvaguardia e
la valorizzazione delle attività contadine, di riavvicinare,
persone sensibili e attente alle problematiche culturali e
ambientali, al mondo dell’allevamento tradizionale e alla sua
ricchezza di valori ed umili sentimenti e di sviluppare la
filiera agroalimentare del suino, in un contesto turistico,
come viaggio enogastronomico. E poi c’è la proposta originale di un turismo rurale vissuto all’aria aperta attraverso
l’area attrezzata riservata ai camper con tutti gli organi
sensoriali: oltre al gusto e all’olfatto della cucina povera, alla
vista di prodotti, produzioni e oggetti della vita contadina, c’è
la percezione di un “altro” mondo. Inoltre un’impresa agrituristica con gli occhi di donna sa sempre diversificare la
propria offerta. Non solo cibo e pernottamenti, ma proposte
di itinerari, escursioni, attività in azienda, lezioni di cucina.
L’altro esempio è invece nell’area delle Dolomiti Lucane,
l’Agriturismo Molino della Contessa, nato nel 2004 da un
antico mulino Baronale del XII restaurato da pochi anni, alle
falde della foresta naturalistica del Parco, che continua a
scommettere sugli arrivi di turisti appassionati della natura.
L’effetto Grancia e quello rappresentato dal Volo dell’Angelo
sono richiami per convincere specie gli appassionati del
“volo” a non andar via subito dopo l’ebrezza del “volo”. La
crisi pesa soprattutto sul numero dei coperti a tavola che –
riferiscono gli operatori agrituristici Rosanna e Michele –
sono in diminuzione specie nei primi giorni della settimana”. Ma a testimonianza che nell’area delle Dolomiti
Lucane c’è gente tenace che non demorde ecco il progetto, a
buon punto, di una piscina a fianco l’azienda per offrire
un’ulteriore attrazione da aggiungere oltre che alla cucina
genuina con i prodotti tutti rigorosamente del posto, agli
itinerari alla scoperta del Parco, alle passeggiate, una novità
richiesta dagli ospiti amanti delle vacanze in campagna
Su ogni offerta il prezzo è l’elemento essenziale: almeno 2
turisti su 3 puntano su un acquisto conveniente e sono alla
ricerca del miglior rapporto prezzo-qualità, non di sole ''emozioni''. La rete poi ha accentuato la concorrenza tra gli
operatori, che sempre più frequentemente competono sul
fronte dei prezzi ma spesso lo fanno tagliando comfort, servizi, garanzie e qualità. La vacanza estiva in montagna o in
agriturismo ad alta quota da un triennio almeno è diventata
un patchwork di proposte di vacanza attiva e dinamica, molto
distante dai tradizionali ace. Cercando di attrarre i più
giovani, si investe in nuove attività: cicloturismo, mountain
bike, cross country, downhill, rafting, nordic walking, etc.
introducendo ritmi, rumori e agonismi incoerenti con la
tradizionale vacanza montana di pace e silenzio.
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
Lavorano alla manutenzione dei binari:
tre operai travolti e uccisi da un treno
Impatto tragico con un regionale sulla Gela-Licata, tratta poco utilizzata. Indagato il macchinista
CALTANISSETTA - Tragedia nel Nisseno. Tre operai di Rfi - gruppo Ferrovie dello Stato -sono
stati travolti e uccisi da un treno regionale mentre lavoravano ai binari della ferrovia Gela-Licata vicino Butera (Caltanissetta). Sul posto ci sono i carabinieri di Gela. I tre si occupavano di
manutenzione dei binari in un tratto della ferrovia che è poco utilizzata. Sul treno c’erano due
passeggeri che non sono feriti.
LE VITTIME - Le vittime sono Vincenzo Riccobono, 54 anni, di Agrigento, Antonio La Porta, 55
anni, di Porto Empedocle (Agrigento), Luigi Gazziano, 57 anni, di Aragona (Agrigento).
INDAGATO IL MACCHINISTA - La procura di Gela ha aperto un fascicolo d’inchiesta che
ipotizza l’omicidio colposo plurimo. Indagato sarebbe il macchinista della carrozza automotrice
- un unico vagone - che dopo una curva sulla linea ferrata Caltanissetta- Gela, tra Gela e Licata
a poche centinaia di metri dalla zona industriale di Butera, ha investito i tre operai che stavano
controllando lo scartamento delle rotaie del binario. La procura ha fatto sequestrare la scatola
nera del treno che sarà portato a Caltanissetta. La polizia ferroviaria di Caltagirone ha effettuato i
rilievi tecnici. Sembra che non vi fossero segnali per indicare la presenza degli operai.
CORDOGLIO DI FS E MINISTRO - Rfi spiega in una nota che l’incidente è avvenuto alle 17.55
quando il «treno regionale 12852 Gela-Caltanissetta ha investito mortalmente tre operai della
nostra società (che cura l’infrastruttura del gruppo FS, ndr)». La direzione di Ferrovie dello Stato
ha espresso ai familiari dei colleghi deceduti «il più sentito cordoglio per il grave lutto». Anche
il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi ha diramato una nota sull’accaduto: «Ricevo in questo
istante la notizia di un incidente sulla linea ferroviaria nei pressi di Gela. Alle famiglie dei tre
operai voglio far arrivare le mie condoglianze e la mia partecipazione al loro indicibile dolore.
Piangiamo ancora una volta per delle morti assurde. Non si può perdere la vita così mentre si sta
compiendo il proprio lavoro. Il senso di pietà - continua il ministro - non può fare a meno che ci
si chieda e si chiarisca nel più breve tempo possibile che cosa è successo, e quali siano le responsabilità di questo ennesimo incidente mortale sul lavoro. Ho chiesto alla dirigenza di Ferrovie dello
Stato di farmi immediatamente una relazione sull’accaduto».
17 luglio 2014