Osservatorio sulle materie prime I metalli non ferrosi: prospettive globali e domestiche per il mercato dell’alluminio. Area Research & Investor relations Indice Presentazione p.3 Andamento Materie prime: focus sull’alluminio Andamento generale delle materie prime dal 2013 p.5 Trend globale dei metalli non ferrosi p.6 Evoluzione dei prezzi e dei fondamentali 2013-14 p.7 I fondamentali p.11 Metalli non ferrosi: l’indice MPS-NFM per l’Italia p.12 Struttura e dimensione del mercato dell’alluminio Alluminio nel mondo: scenari per il 2014-15 e il bilancio mondiale p.14 La crescita del commercio globale nel lungo termine p.15 La struttura del mercato globale p.16 Alluminio: dalla produzione al consumo I principali produttori di alluminio primario nel mondo p.18 Uno sguardo ai consumi p.19 L’alluminio in Italia: Il posizionamento del paese nel ciclo produttivo,considerazioni p.23 L ‘evoluzione del mercato in Italia p.24 Analisi e criticità del Settore L’alluminio in Italia: analisi SWOT p.26 Crisi e ristrutturazione p.27 La ristrutturazione aziendale nel settore: I casi di Euroallumina ed Alcoa di Portovesme in Sardegna p.28 La distribuzione territoriale delle attività produttive p.30 L’evoluzione dell’industria dell’alluminio in Italia: punti di debolezza p.31 L’evoluzione dell’industria dell’alluminio in Italia: punti di forza p.32 MARZO 2014 pag. 2 Presentazione Lo scopo di questo lavoro è quello di inquadrare la possibile evoluzione del mercato dell’alluminio con particolare riferimento all’Italia, dove, dal 2009 ad oggi è in corso un profondo processo di ristrutturazione del settore a causa della crisi economica. Dal 1972, anno in cui è stato fondato l’International Aluminum Institute (IAI), gli scambi commerciali sull’alluminio sono aumentati di 6 volte a livello mondiale ed i protagonisti sono cambiati nel tempo, come la struttura del mercato. In quel periodo l’alluminio cominciava a sostituire l’acciaio in alcune applicazioni tecnologiche ed industriali e nel corso del tempo si è poi largamente imposto per le sue caratteristiche uniche e per la possibilità di realizzare una produzione di massa a prezzi competitivi. Tra i non ferrosi, le quantità di alluminio utilizzate a livello mondiale sono le più elevate , precedendo nell’ordine quelle di rame, zinco, piombo, nickel e stagno. Grazie alla sua morbidezza, leggerezza e resistenza all’ossidazione, le applicazioni dell’alluminio sono davvero molto vaste, spaziando dalle costruzioni (finestre, porte, strutture di vario genere) ai trasporti, ai contenitori per uso alimentare, ai cavi per il trasporto dell’elettricità, alla meccanica, dove i motori in alluminio si sono via via imposti per prestazioni e leggerezza, al settore aereonautico, alle ottiche per strumenti di precisione, al settore sportivo. Si tratta in sostanza di un metallo il cui consumo è fortemente dipendente dall’andamento del ciclo economico: l’Italia è protagonista in Europa Occidentale, dove è seconda solo alla Germania per i consumi di alluminio. MARZO 2014 pag. 3 Andamento Materie Prime: focus sull’alluminio Andamento generale delle materie prime dal 2013 Trend globale dei metalli non ferrosi Evoluzione dei prezzi e dei fondamentali 2013-14 I fondamentali Metalli non ferrosi: l’indice MPS-NFM per l’Italia Area Research e Investor Relations MARZO 2014 pag. 4 Andamento generale delle materie prime dal 2013 INDICE CRB –THOMSON/JEFFERIES Approfondimento: Il Thompson Reuters/Jefferies Crb Index, creato nel 1957. Fatte salve le ridenominazioni succedutesi nel tempo, l’indice ha subito variazioni anche nel numero dei componenti per rappresentare l’universo delle materie prime e scartare i componenti meno liquidi. Dopo dieci revisioni, dei 28 componenti originari inclusi al momento del lancio, l’indice attuale ne include 19. Un comitato di sorveglianza si riunisce almeno una volta all’anno per decidere i pesi. Il fondo viene ribilanciato mensilmente per rispettare i pesi determinati. Grafico elaborato da dati Bloomberg Il grafico sopra mostra che la tendenza delle materie prime è stata mediamente orientata al ribasso nel 2013, ma è in corso una netta ripresa da metà gennaio . L’indice Reuters CRB-Thomson/Jefferies, che è ancora oggi il più seguito, segnala un calo massimo di circa il 10% nel periodo gennaio-novembre 2013. Questo andamento è stato dovuto all’azione di due gruppi merceologici, i metalli preziosi e i cereali/semi oleosi, con l’oro e il mais che hanno fatto registrare la performance peggiore durante l’anno appena trascorso. Per quanto riguarda gli industriali, i metalli non ferrosi hanno mostrato un’azione piuttosto fiacca e differenziata a seconda dei metalli. A livello globale, l’andamento è visualizzato dall’indice sintetico LMEX del London Metal Exchange. MARZO 2014 pag. 5 Trend globale dei metalli non ferrosi INDICE LMEX (USD/TON) Approfondimento: La London Metal Market and Exchange Company è stata fondata nel 1877 ma le prime tracce delle sue origini sono da imputare a 3 secoli prima: nel 1571 con l'apertura della Royal Exchange. Inizialmente veniva trattato solamente il rame, mentre il piombo e lo zinco sono stati aggiunti ufficialmente nel 1920. Il mercato è stato chiuso durante il secondo conflitto mondiale e riaprì dopo il 1952. Altri metalli furono aggiunti come l'alluminio nel 1978, il nickel nel 1979, le Leghe di alluminio nel 1992 mentre alcuni materiali plastici iniziarono le contrattazioni nel 2005. Il valore scambiato annualmente ammonta a circa 8.500 miliardi di dollari. Nel 2008 è entrato nel listino l'acciaio. Grafico elaborato da dati Bloomberg Si osserva che la tendenza dei metalli non ferrosi quotati al London Metal Exchange è stata mediamente negativa nel periodo gennaio-giugno dello scorso anno, poi si è verificato un modesto rialzo a luglio-agosto ed una successiva stabilizzazione fino alla fine del 2013. Il grafico precedente sembra indicare la formazione di una base di lungo termine, ma è ancora presto per dire se ciò potrà dare inizio a una ripresa duratura dei prezzi: secondo gli analisti specializzati, l’offerta di rame dovrebbe tornare a superare la domanda nel 2014 e 2015 con un possibile surplus a livello globale, mentre nel 2013 era stato registrato un deficit. Lo stagno e lo zinco, invece, mostrano ancora una situazione di deficit potenziale per il 2014. Nel caso del nickel e dell’alluminio registriamo sempre una situazione di surplus, che però è in apparente stabilizzazione rispetto all’anno precedente e dovrebbe cominciare a ridursi in maniera sostanziale nel 2014. MARZO 2014 pag. 6 Evoluzione dei prezzi e dei fondamentali, 2013-14. Dopo avere visto come si è mosso complessivamente il comparto, esaminiamo l’andamento dei prezzi e delle scorte di ciascun metallo * ALLUMINIO LME (USD/TON) GIACENZE ALLUMINIO NEI MAGAZZINI LME (TON) ( N.B: I prezzi sono in dollari / tonnellata (USD/TON) e le giacenze in tonnellate (TON). Grafici di prezzi e giacenze elaborati su dati Bloomberg per tutti i metalli) Il grafico di sinistra mostra che i prezzi dell’alluminio si sono progressivamente indeboliti nel 2013 sino al minimo registrato lo scorso mese di gennaio 2014. Il movimento è stato causato da un costante aumento degli stock, come si osserva nel grafico di destra. Dal punto di vista tecnico, i livelli raggiunti sono molto importanti. *Fonte Bloomberg MARZO 2014 pag. 7 Non ferrosi: il rame RAME LME (USD/TON) GIACENZE RAME NEI MAGAZZINI LME (TON) Anche il prezzo del rame è stato mediamente debole, non reagendo al calo degli stock. Questo andamento – piuttosto anomalo per la verità – è ascrivibile al comportamento dei fondi con la diminuzione dei flussi speculativi in acquisto sui metalli di base: nella determinazione dell’andamento del prezzo di mercato dei metalli più trattati, attività industriali e di asset allocation si sovrappongono. MARZO 2014 pag. 8 Non ferrosi: zinco e piombo ZINCO LME (USD/TON) PIOMBO LME (USD/TON) MARZO 2014 GIACENZE ZINCO NEI MAGAZZINI LME (TON) GIACENZE PIOMBO NEI MAGAZZINI LME (TON) pag. 9 Non ferrosi: nickel e stagno NICKEL LME (USD/TON) STAGNO LME (USD/TON) MARZO 2014 GIACENZE NICKEL NEI MAGAZZINI LME (TON) GIACENZE STAGNO NEI MAGAZZINI LME (TON) pag. 10 I fondamentali L’analisi dei grafici ci pone di fronte a una situazione assai diversa per quanto riguarda i fondamentali di ciascun metallo: il 2013 è stato caratterizzato da sensibile calo degli stock finali di rame, zinco, piombo e stagno e da un aumento di alluminio e nichel. A fronte di queste dinamiche, che riflettono condizioni produttive e di mercato strutturalmente differenti, abbiamo osservato una scarsa reattività dei prezzi a situazioni di deficit, che hanno comportato un sensibile drenaggio degli stock per rame, zinco e stagno, soprattutto durante la seconda metà del 2013. I grafici mostrano che, malgrado il calo delle giacenze sia stato molto evidente durante il 2013 per rame, stagno e zinco, i prezzi non sono saliti in maniera evidente come ci si sarebbe potuto aspettare. Le decisioni di acquisto di metallo fisico si sovrappongono ai comportamenti speculativi: se l’industria decide di comprare il metallo, ma i fondi di investimento nel loro insieme lo vendono, il prezzo non sale: ciò è quanto si è verificato lo scorso anno. La massa gestita dai fondi di investimento più grandi (gli Hedge Funds) è di dimensioni talmente rilevanti, che le loro decisioni possono prevalere su quelle dell’industria, con effetti sulla tendenza nel prezzo di mercato dei metalli, anche grazie alla leva finanziaria, che consente di amplificare molte volte la consistenza degli investimenti. Un articolo di fonte Reuters, datato 5 agosto 2013, citava che il numero delle posizioni corte sul rame dei fondi speculativi era aumentato del 20% sino a quella data nel 2013. Il fondo più grande esistente – Bridgewater Associates con sede negli USA – aveva in gestione 150 miliardi di dollari nel 2013, mentre l’intera classe dei managed futures – quelli interessati alle operazioni sui metalli – valeva in totale 337 miliardi di dollari alla fine dello scorso anno (fonte seekingalpha). MARZO 2014 pag. 11 I metalli non ferrosi: l’indice Mps-NFM (Non Ferrous Metals) per l’Italia. INDICE MPS-NFM (USD/TON) Abbiamo constatato, parlando con alcuni importanti operatori economici italiani del settore, in particolare aziende, che i prezzi di riferimento che vengono presi in considerazione per le transazioni fisiche di metalli non ferrosi in Italia sono quelli del London Metal Exchange. I prezzi che vengono incorporati nell’indice da noi calcolato sono quindi quelli dell’LME (espressi in dollari/tonnellata) , ma il sistema di ponderazione è quello dato dai consumi interni nazionali osservati in Italia. Al riguardo, le percentuali di consumo di ciascun metallo vedono una prevalenza netta dell’alluminio con il rame saldamente in seconda posizione, analogamente a quanto accade nel mondo. Gli altri metalli sono lo zinco, molto importante per le lavorazioni esterne antiruggine, e il piombo, fondamentale negli accumulatori di energia elettrica. Elaborazione Area Research di Banca MPS su dati Bloomberg ed Assomet Per rappresentare l’andamento generale del comparto dei metalli non ferrosi in Italia, l’area Research di MPS ha costruito un apposito indice, che si propone di fornire un’indicazione della direzione generale dei prezzi interni in Italia: si osservi che l’ordine di grandezza è confrontabile con l’indice LMEX, quello studiato dal London Metal Exchange per i metalli non ferrosi a Londra. L’indice MPS-NFM è una media aritmetica ponderata, dove il sistema di ponderazione riflette il “peso” dato dai consumi interni di ciascun metallo a livello nazionale. Questo strumento, nelle nostre intenzioni, dovrebbe essere maggiormente rappresentativo dell’andamento del mercato nazionale dei non ferrosi, che talvolta può riflettere in maniera diversa i prezzi che si formano nella realtà globale. MARZO 2014 pag. 12 Struttura e dimensione del mercato dell’alluminio Alluminio nel mondo: scenari per il 2014-15 Il bilancio mondiale La crescita del mercato globale nel lungo termine La struttura del mercato globale Area Research e Investor Relations Credits: www.ing.unitn.it/~colombo/relazione%20alluminio.htm MARZO 2014 pag. 13 L’alluminio nel mondo: scenari per il 2014-15 Dal punto di vista fondamentale, il mercato mondiale dell’alluminio è stato caratterizzato da 4 anni consecutivi di eccesso di offerta. Anche se la domanda ha continuato ad aumentare, c’è stato un ampliamento del surplus che ha messo sotto pressione i prezzi; ciò ha indotto un processo di ristrutturazione che ha coinvolto tutti i maggiori produttori: la chiusura dell’impianto di Ormet negli USA e di quello di Shawingan in Canada, unitamente all’aumento della domanda in nord America, sono fattori che potrebbero contribuire a stabilizzare il mercato nel 2014, altro elemento è la vitalità della domanda brasiliana. Ci sono però dei forti punti interrogativi che riguardano l’oriente, ed in particolare la Cina: in Asia la decelerazione del tasso di crescita dei consumi unito all’eccesso di capacità produttiva venutasi a creare in questi anni non depone bene per la ripresa dei prezzi. Lo scenario rimane a nostro avviso abbastanza critico per il 2014 perché nella migliore delle ipotesi è verosimile che il surplus si stabilizzi anziché ridursi nella misura necessaria a produrre una durevole ripresa dei prezzi. Potrebbero, in sostanza, essere richiesti ulteriori tagli per stabilizzare il mercato in maniera definitiva, tagli dell’ordine di 2 milioni di tonnellate annue, secondo le stime degli istituti di ricerca sull’alluminio. L’anno si apre, quindi, con questa “dicotomia” nel mercato globale, riteniamo poco probabile che il riequilibrio del mercato occidentale sia sufficiente ad assorbire totalmente l’eccesso di offerta cinese. Il bilancio mondiale e stima sino al 2017 Rielaborazione di MPS su dati LME, CRU, Goldman Sachs Investment research MARZO 2014 pag. 14 Alluminio:la crescita del commercio globale nel lungo termine COMMERCIO GLOBALE La crescita del mercato dell’alluminio inteso come commercio globale - nel corso del tempo, è rappresentata dal grafico a lato: si osserva che, dall’immediato dopoguerra sino alla metà degli anni 80, l’andamento è stato piuttosto lineare, mentre dal 1990 in poi ha avuto uno sviluppo quasi esponenziale: ciò è stato in gran parte dovuto al cambiamento della struttura del mercato con l’ingresso da protagonista della Cina e degli altri paesi orientali. Elaborazione MPS su dati International Aluminium Institute (IAI) MARZO 2014 pag. 15 La struttura del mercato globale Il grafico che segue mostra i dieci principali paesi produttori di alluminio primario: Cina e Russia controllano a livello mondiale circa il 50 per cento della produzione e i paesi rimanenti si spartiscono la differenza. Il resto del mondo, non compreso nel grafico, produce globalmente il 18,1 per cento circa del totale. Produzione globale nel 2012 Elaborazione MPS su dati Bloomberg MARZO 2014 pag. 16 Alluminio: dalla produzione al consumo Credits: www.treccani.it MARZO 2014 I principali produttori di alluminio primario nel mondo L’Alluminio in Italia Il posizionamento del paese nel ciclo produttivo Considerazioni sulla struttura produttiva in Italia L’evoluzione del mercato in Italia Area Research e Investor Relations pag. 17 I principali produttori di alluminio primario nel mondo Dal punto di vista merceologico, la produzione di alluminio si divide fondamentalmente in due differenti categorie: • Alluminio primario, cioè il metallo ottenuto per via industriale dalla bauxite mediante l’allumina (processi di Bayer e Hall-Heroult); • Alluminio secondario, cioè tutte quelle produzioni che partono dalla lavorazione di alluminio riciclato, cioè già esistente. La produzione di alluminio primario richiede economie di scala ed impianti di dimensione macroscopica, per cui è concentrata nelle mani di imprese molto grandi che hanno rilevanza assoluta: in Italia, c’è un unico produttore di alluminio primario, l’Alcoa con sede in Sardegna. La produzione totale di alluminio primario nel 2012 è stata pari a 20.640.000 tonnellate così ripartita: Produttori di alluminio primario Elaborazione MPS su dati delle singole imprese MARZO 2014 pag. 18 Uno sguardo ai consumi 1/4 Per quanto riguarda i consumi, la grande crescita globale del mercato dell’alluminio - dal 2000 sino ad oggi - è stata trainata principalmente dallo sviluppo e soprattutto dell’urbanizzazione della Cina, che è diventato il primo paese per importanza. Ecco la struttura dei consumi globali oggi suddivisa per macro aree. Consumi globali nel 2012 Elaborazione MPS Research su dati Bloomberg MARZO 2014 www.123rf.com pag. 19 Uno sguardo ai consumi 2/4 A lungo termine, la ripartizione dei consumi per aree geografiche dovrebbe cambiare ancora confermando le tendenze in atto: le proiezioni degli specialisti ritengono verosimile un’ulteriore crescita dell’importanza relativa della Cina rispetto agli altri paesi ed il declino dei paesi sviluppati. Nel 2012 il consumo di Alluminio di USA ed Europa era il 30% del totale, mentre nel 2025 è previsto un calo che dovrebbe portare le due aree a consumare il 19% della quantità complessiva. Proiezione: I consumi globali nel 2025 Road to 2025 Elaborazione MPS su dati Rusal (Russian Aluminium) MARZO 2014 pag. 20 Uno sguardo ai consumi 3/4 Per quanto riguarda l’Europa occidentale, la situazione attuale è rappresentata dal grafico che segue: si osserva con immediatezza che la Germania è il maggiore paese consumatore, ma l’Italia è la seconda realtà per importanza: l’industria dell’alluminio nel nostro paese riveste un ruolo di primo piano a livello industriale. Ripartizione dei consumi in Europa occidentale anno 2012 Elaborazione MPS Research su dati USGS, 2012 MARZO 2014 pag. 21 Uno sguardo ai consumi 4/4 A livello mondiale, la domanda di alluminio si esprime in maniera importante in settori economici dall’alto effetto moltiplicativo come le costruzioni e i trasporti: il ruolo trainante del settore su tutta l’economia è evidente ed è di natura ciclica. Per questa ragione le variazioni della domanda aggregata si ripercuotono dopo poco tempo sul mercato dell’alluminio. Struttura dei consumi per settore industriale Elaborazione MPS Research su dati USGS, 2012 MARZO 2014 pag. 22 L’alluminio in Italia: Il posizionamento del paese all’interno del ciclo produttivo. Per comprendere bene il funzionamento del mercato nazionale dell’alluminio, è essenziale descrivere il ciclo produttivo del metallo e sapere che ruolo riveste l’Italia all’interno di esso . Il seguente diagramma mostra con immediatezza come avviene la produzione di alluminio. CONSIDERAZIONI SULLA STRUTTURA PRODUTTIVA IN ITALIA All’interno del processo produttivo dell’Alluminio illustrato nel diagramma al lato, l’Italia si posiziona entro le fasi 2 e 3. In sostanza, il nostro paese riveste essenzialmente il ruolo di: Trasformatore di alluminio primario; Generatore di alluminio secondario mediante riciclo di alluminio già utilizzato e rottami; Consumatore di semilavorati e prodotti finiti. La filiera dell’Alluminio, nata in Italia nel corso del tempo, soprattutto dal secondo dopoguerra ad oggi, riflette questo tipo di struttura. Ciò è importante: le aziende italiane operanti nel settore dell’alluminio hanno scarse capacità di assorbire gli shock esterni relativi ad aumento di prezzo e a disponibilità della materia prima base (bauxite e allumina). La produzione di alluminio richiede, inoltre, grandi quantità di energia elettrica e termica, è in sostanza un settore “energy intensive”: ciò rappresenta un ulteriore peso per l’industria nazionale, visto che notoriamente i costi dell’energia in Italia sono molto elevati e costituiscono un fattore competitivo negativo. Inoltre, come sottolineato a pag. 18, i prodotti finiti della lavorazione dell’alluminio sono destinati in gran parte a settori economici, che risentono ampiamente dell’andamento del ciclo, come le costruzioni e la meccanica e quindi i trasformatori risentono molto dei cambiamenti della domanda interna. MARZO 2014 pag. 23 L’evoluzione del mercato in Italia Le attività sull’alluminio in Italia sono cresciute per 47 anni a livello esponenziale come mostra il grafico che segue. I Consumi di alluminio grezzo in Italia Mentre nel 1960 si consumavano 143 mila tonnellate di alluminio grezzo, nel 2007 si è raggiunto il picco del dopoguerra pari a 2 milioni 100mila tonnellate. La crisi economica globale del 2008-2009, che in Italia si è protratta anche durante gli anni successivi, ha avuto un effetto molto profondo sul mercato dell’alluminio. L’evoluzione dei consumi di alluminio grezzo durante gli ultimi anni riflette l’andamento dell’intero comparto industriale: erano aumentati del 23% nel 2010 rispetto al 2009 – anno in cui si sentirono gli effetti della crisi globale del 2008 – ma poi sono nuovamente calati molto nel 2011, 2012 e 2013 (assestandosi a circa 1 milione 250 mila tonnellate) a causa della crisi economica. Questo ha, come vedremo, causato un importante Rielaborazione MPS su dati Assomet processo di ristrutturazione nell’industria nazionale dell’alluminio. MARZO 2014 pag. 24 Analisi e criticità del Settore Analisi SWOT Crisi e ristrutturazione La ristrutturazione aziendale nel settore: I casi di Euroallumina ed Alcoa di Portovesme in Sardegna La distribuzione territoriale delle attività produttive L’evoluzione dell’industria dell’alluminio in Italia: punti di debolezza e di forza Area Research e Investor Relations MARZO 2014 pag. 25 L’alluminio in Italia: analisi SWOT MARZO 2014 Realtà imprenditoriali di eccellenza nel settore delle costruzioni innovative ed engeneering . Aumento del numero delle commesse estere per le imprese italiane operanti nel settore. Aumento del numero delle grandi opere in alluminio nel mondo Importanza globale del settore del riciclo dell’alluminio italiano nel mondo: terza posizione dopo Giappone e USA e primo in Europa. Globalizzazione dell’industria italiana dell’alluminio grazie alle commesse estere. Opportunità di partnership con importanti aziende di altri paesi in aree sinergiche. Per quanto riguarda il riciclo, possibilità di implementare iniziative in ambito ambientale grazie alle riduzione dei gas serra. Risparmio energetico complessivo; Effetto trainante dell’alluminio sull’industria del riciclo nel suo complesso. Lentezza nell’assorbimento della capacità produttiva eccedente, dovuto alla presenza di molte aziende di dimensione media molto piccola e di una mancanza di “intelligence “ in grado di supervisionare il sistema; Alto costo dell’energia; Talune inefficienze negli approvvigionamenti; Debolezza del mercato interno delle costruzioni e crisi delle aziende che operano su questo mercato. Continuazione della fase negativa del settore edilizio in Italia con riflessi negativi sulla sopravvivenza delle aziende più deboli e conseguente caduta occupazionale. Possibilità di acquisizioni di importanti aziende italiane da parte di operatori esteri con decentramento dei poteri decisionali, il che potrebbe comportare la chiusura di altre realtà operanti nel settore. pag. 26 Crisi e ristrutturazione La crisi economica, cominciata nel 2008, ha avuto effetto sulla filiera dell’alluminio in senso verticale, colpendo alcuni tra i comparti più importanti. In particolare ne hanno risentito i settori dell’estrusione e quello dell’alluminio destinato all’edilizia, molto importanti in Italia. Nel settore dell’estrusione,a fronte di una capacità produttiva di 950.000 tonnellate, nel 2012 il consumo è stato di sole 465.000 tonnellate, di cui 320.000 destinate al mercato interno*. Malgrado la crisi, sono state installate 30 nuove presse per un totale di 120 macchine*. Questi dati vanno confrontati con quelli della Germania che ha una capacità produttiva di sole 600.000 tonnellate annue ma con una domanda interna di oltre 1 milione di tonnellate*. Ciò indica una scarsa competitività dell’Italia anche sul piano comunitario rispetto alla Germania, che può contare su costi produttivi per unità di prodotto assai inferiori nel settore della trasformazione dell’alluminio; Anche il dazio comunitario sulle billette e placche di alluminio certamente non aiuta i trasformatori: questa tassa, che prima era del 6%, è stata portata al 4% dal 1 gennaio 2014, ma resta comunque onerosa. L’eccesso di capacità produttiva, con i problemi nel settore che ne sono conseguiti, ha determinato la chiusura di molte aziende nel comparto della trasformazione e del commercio, con pesanti ricadute nel settore occupazionale. * Dati forniti da Aluplanet,portale dell’alluminio MARZO 2014 pag. 27 La ristrutturazione aziendale nel settore: i casi di Euroallumina ed Alcoa di Portovesme in Sardegna 1/2 La crisi del settore nazionale che ne sta accelerando il processo di ristrutturazione è ben rappresentata dai casi di Euroallumina ed Alcoa nel polo industriale/energetico di Portovesme, in Sardegna, l’unico insediamento finalizzato a produrre alluminio primario in Italia. Euroallumina è un’azienda nata nel 1968 il cui scopo era quello di produrre allumina dalla bauxite: un cliente naturale era l’adiacente stabilimento Alcoa, nello stesso comprensorio. Dopo una serie di passaggi societari nel 2006 l’azienda è diventata proprietà al 100% della United Company Rusal Limited. Ricordiamo che Rusal è il maggiore produttore di alluminio primario nel mondo. Foto di Portovesme, Saardegna Dopo la crisi del 2008 e la conseguente caduta della domanda di alluminio a livello nazionale, nel marzo del 2009, la proprietà decide di chiudere i battenti dello stabilimento mettendo in cassa integrazione i 400 dipendenti. Successivamente sono state avviate trattative per la riapertura, che hanno coinvolto la proprietà, il governo italiano, gli enti locali e i fornitori di energia. Ridurre il costo di produzione dell’allumina, materia prima base per la produzione dell’alluminio, passa attraverso la riduzione drastica del costo dell’energia. Sebbene nel 2012 la proprietà abbia dichiarato di volere riaprire l’impianto, ci sono state vicissitudini ambientali (sequestro del bacino di decantazione dei fanghi rossi) e di altra natura, che hanno rallentato il processo. Con la costituzione di Euralenergy, società destinata ad occuparsi della fattibilità di nuove modalità per la fornitura di energia, si ritiene che Eurallumina possa ripartire nel 2014. MARZO 2014 pag. 28 La ristrutturazione aziendale nel settore: i casi di Euroallumina ed Alcoa di Portovesme in Sardegna 2/2 Il caso dell’Alcoa di Portovesme è un altro esempio di un polo industriale di proprietà pubblica successivamente privatizzato. Dopo la liquidazione dell’azienda di partecipazioni statali EFIM, Alcoa acquisì il controllo di Alumix nel 1996, azienda di produzione di alluminio primario, poi divenuta Alcoa trasformazioni srl. Ricordiamo che, oltre all’unità di Portovesme, la struttura di Alcoa in Italia è composta da un ufficio commerciale e amministrativo a Milano e da un’azienda di laminati di alluminio a Fusina (VE). Alcoa, comunque, è un gruppo globale (pag. 16), che fattura circa 25 miliardi di dollari e che impiega circa 60 mila dipendenti (500 in Sardegna). Nel 2011 il bilancio dell’Alcoa mostrava una perdita di 191 milioni di dollari: il gruppo ha di conseguenza deciso di tagliare la produzione totale di alluminio primario di 531 mila tonnellate (il 12%), chiudendo due impianti in Europa a marginalità negativa, tra cui quello di Portovesme. La ragione primaria che è stata addotta per questa decisione è l’alto costo dell’energia. Alcoa aveva contestualmente chiuso anche una fonderia nel Tennessee e due impianti a Rockdale in Texas, negli USA. Il 28 ottobre 2013 sono state riavviate dopo l’interruzione di giugno le trattative per la cessione dell’impianto con Klesch, gruppo industriale che ha sede a Ginevra e che ha avuto un fatturato di oltre 5 miliardi di dollari nel 2013. Foto di Portovesme, Saardegna www.archeologosardos.it Al momento sembra essere l’unica strada percorribile per il riavvio delle attività a Portovesme, visto che non ci sono state conferma dell’interesse da parte di Glencore. Si ritiene che entro il primo semestre del 2014 ci possa essere il passaggio definitivo delle consegne tra Alcoa e Klesch e successivamente l’auspicata ripresa delle attività produttive. MARZO 2014 pag. 29 Distribuzione territoriale delle attività produttive di alluminio in Italia La tabella che segue mostra schematicamente la ripartizione di tutte le attività sull’alluminio in Italia, per area territoriale e per tipologia di prodotto . In base ai database Bureau Van Duk su dati Istat, risultano presenti oggi in Italia 1791 aziende attive nel settore dell’alluminio, delle quali abbiamo costruito un sottoinsieme rilevante per categoria produttiva. Il nord (ovest ed est) complessivamente comprende il maggior numero di unità produttive nel settore dell’alluminio, ma spicca comunque l’importanza che il settore ha sia nel centro che nel sud e nelle isole e quindi a livello nazionale. Unità' Produttive in Italia per Tipologia e Area Geografica ANNO 2013 Alluminio primario Nord-Ovest Nord-Est Centro 0 0 29 15 Fonderie 445 Commercio Sud e Isole ITALIA 1 1 15 14 73 228 87 24 784 110 89 79 165 443 Riciclo e altre 200 125 85 80 490 TOTALE 784 457 266 284 1791 Alluminio secondario Elaborazione MPS su dati Bureau van Duck (ISTAT) MARZO 2014 pag. 30 Evoluzione dell’industria dell’alluminio in Italia: i punti di debolezza Il settore dei metalli non ferrosi è strategico sia in Italia che in Europa e in questo ambito l’alluminio è il metallo più importante. Nel 2007, anno in cui si è raggiunto lo zenith, il fatturato del comparto valeva circa 18,5 miliardi di euro in Italia, di cui circa il 50% del solo settore alluminio *; In Europa, nel 2009, un anno difficile, l’intero settore dei non ferrosi fatturava circa 37 miliardi di euro (15 miliardi in Italia) con un milione 200 mila addetti, circa l’1,1% dell’intero PIL di Eurolandia *. In Italia, la crisi della domanda ha generato un processo di ristrutturazione che si completerà verosimilmente durante il biennio 2014-2015. Nell’ambito dell’alluminio, i settori più colpiti sono stati quello primario (polo di Portovesme, come abbiamo visto) e le lavorazioni, come le estrusioni e i produttori di particolari e pannelli in alluminio destinati al settore edilizio domestico. I problemi che è necessario risolvere per rendere questi comparti nuovamente redditizi sono essenzialmente due: Abbassare il costo dell’energia; Ridurre la capacità produttiva in maniera da contenere il costo medio per unità di prodotto ed aumentare di conseguenza la competitività rispetto al prodotto fabbricato in Germania. . * Dati Assomet MARZO 2014 pag. 31 Evoluzione dell’industria dell’alluminio in Italia: i punti di forza L’Italia ha nell’alluminio due settori in forte crescita, che sono di punta a livello mondiale, dove innovazione e globalizzazione sono gli elementi competitivi molto ben rappresentati: costruzioni e riciclo. Le costruzioni ingegneristiche avanzate (strutture verticali, ponti, aeroporti, impianti industriali), in cui l’Italia è leader con alcune aziende medio-grandi – citiamo a titolo di esempio il gruppo Tosoni – che hanno sviluppato un know-how specifico; l’industria del riciclo dell’alluminio, dove l’Italia è prima assoluta in Europa e terza nel mondo, dopo Giappone e Stati Uniti. Caratteristica fondamentale dell’alluminio è quella di potere essere riciclato molte volte, e in Italia si è sviluppato un settore composto da oltre 200 aziende consorziate con 35 mila addetti, che oggi ricicla poco meno di un milione di tonnellate di rottami e che quasi certamente continuerà la sua crescita negli anni a venire. Il riciclo dell’alluminio permette di limitare di molto le emissioni dei gas serra (in quanto rispetto alla produzione dell’alluminio primario richiede meno energia e combustibili fossili): si può quindi dire che sia un’attività eco-compatibile secondo l’attuale definizione del termine. Inoltre, il risparmio energetico che ne deriva è davvero rilevante, poco meno di 200 mila tonnellate di petrolio equivalenti. La conclusione è che se il nostro paese saprà portare a termine la ristrutturazione delle parti dell’industria dell’alluminio che sono in sofferenza, in un tempo ragionevole, il settore potrebbe tornare ad essere interamente redditizio e a competere meglio con quello tedesco che ha consolidato in questi anni il suo status di primo in Europa. MARZO 2014 pag. 32 Contatti Responsabile Area Research & Investor Relations Alessandro Santoni, PhD Email: [email protected] Tel:+39 0577-296477 Autori Pubblicazione Andrea Dardi Email: [email protected] Tel:+39 0577-294352 Si ringrazia in particolare il gruppo Tosoni -leader nell’alluminio- per la preziosa collaborazione fornita,. Si ringrazia anche KME ,azienda protagonista a livello europeo nel settore del rame. Si ringraziano Paolo Ceccherini e Marica Magista per la collaborazione prestata. Disclaimer This analysis has been prepared solely for information purposes. This document does not constitute an offer or invitation for the sale or purchase of securities or any assets, business or undertaking described herein and shall not form the basis of any contract. The information set out above should not be relied upon for any purpose. 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