DP a - Relazione - Comune di Artogne

protocollo
comune di artogne
provincia di brescia
Piano di Governo
del Territorio
documento di piano
dp a
relazione
recepimento osservazioni VAS e
del Parere Motivato
giugno 2013
ADOTTATO dal Consiglio Comunale con Delibera n° ......
del ....................................
aggiornamenti
gennaio 2014
..............................................
..............................................
APPROVATO dal Consiglio Comunale con Delibera n° ......
del ....................................
il responsabile
del procedimento
geom. lorenzo ghirardelli
pianificazione e coordinamento
arch. claudio nodari
arch. maura bellicini
arch. ariela rivetta
arch. carlo fasser
esine - bs
esine - bs
breno - bs
brescia
valutazione ambientale strategica
studio agronomico - forestale
ing. marcella salvetti
dott. for. marco sangalli
sellero - bs
claudio nodari architetto
studio di architettura e urbanistica
ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori
della provincia di brescia n. 544
borno - bs
il sindaco
gian pietro cesari
collaborazione
arch. elena palestri
LEGENDA:
a,b,c, d, e,
parte integrata da osservazioni privati cittadini
a,b,c, d, e,
parte eliminata
a,b,c, d, e,
parte integrata da osservazioni ENTI
a,b,c, d, e,
parte integrata da PARERE MOTIVATO
INDICE
Documento di piano – Relazione illustrativa
CAP I
PREMESSA
pag
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nell’iter di
formazione del Documento di Piano ...................................................... pag
1
Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo socioeconomico comunale
La struttura demografica ............................................................................ pag
Le abitazioni ................................................................................................. pag
Le imprese e gli addetti .............................................................................. pag
Il turismo......................................................................................................... pag
Programmazione sovra-locale di riferimento ......................................... pag
- Programmazione regionale
- Programmazione provinciale e sovracomunale
- Programmazione settoriale
- Programmazione comunale negli ambiti di confine
I vincoli sul territorio comunale .................................................................. pag
Quadro ricognitivo delle richieste dei cittadini e delle associazioni .. pag
CAP II
Quadro conoscitivo e paesistico ambientale del territorio comunale
Quadro paesistico-ambientale ................................................................
Il contesto territoriale...................................................................................
La strumentazione urbanistica vigente ...................................................
Piano Territoriale Regionale........................................................................
La vegetazione ............................................................................................
La fauna ........................................................................................................
Carte condivise del paesaggio ...............................................................
- La fase ricognitiva
- La fase valutativa
- La fase di sintesi
CAP III
1
pag 3
3
13
15
18
19
35
42
pag 52
pag
pag
pag
pag
pag
pag
pag
52
57
58
59
63
66
68
Assetto geologico idrogeologico, sismico e acustico –
altre aree a rischio
pag
122
Definizione dell’assetto geologico ...........................................................
Definizione dell’assetto idrico ...................................................................
Definizione dell’assetto sismico ................................................................
Definizione dell’assetto acustico ..............................................................
pag 122
pag 124
pag 127
pag 127
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
I
Altre aree a rischio ...................................................................................... pag 128
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
II
CAP I V
Scenario strategico di Piano
pag 129
Alternative per lo sviluppo del Comune ................................................. pag 129
CAP V
Le determinazioni di Piano: proposte di pianificazione
Determinazione degli obiettivi qualitativi ...............................................
Determinazione degli obiettivi quantitativi ............................................
Confronto fra le criticità e le potenzialità emerse .................................
Indirizzi per la stesura del Piano dei Servizi, Piano delle Regole
e Piani Attuativi ...........................................................................................
CAP VI
Le Previsioni di Piano
pag 134
pag 134
pag 138
pag 143
pag 144
pag 147
Contenuti: .................................................................................................... pag 148
- il confine comunale
- gli ambiti di trasformazione
- il tessuto urbano consolidato: i nuclei di antica formazione, gli ambiti
residenziali, gli ambiti produttivi.
- le aree adibite e servizi ed impianti tecnologici
- le aree destinate all’agricoltura e aree agricole di valenza paesaggistica
- la rete ecologica comunale
- i vincoli e classi di fattibilità geologica, idrogeologica e sismica
- le aree a rischio di compromissione e degrado, a rischio di incidente rilevante
ed a rischio archeologico
- visualizzazione sintetica e funzionale delle principali azioni strategiche di Piano.
Allegato Tav. dp8a-b Dimensionamento del Piano: superfici e dimensionamento ambiti pag
151
Allegato Tav. dp 10a-bDimensionamento del Piano: consumo di suolo
pag 156
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
III
La L.R. 12/2005 con integrazioni e modificazioni successive può essere considerata un testo unico
in materia urbanistica articolato in tre fasi di studio principali identificabili come strumenti di
pianificazione che si fondono e completano reciprocamente pur mantenendo una certa
autonomia gestionale:
1. IL DOCUMENTO DI PIANO (di seguito DdP) che svolge il ruolo di regista nella pianificazione
della politica complessiva di gestione del territorio in quanto contiene e descrive le
strategie della Pubblica Amministrazione;
2. IL PIANO DEI SERVIZI (di seguito PdS) che definisce e articola il rapporto tra i servizi pubblici
e gli insediamenti in essere e di progetto attraverso le nuove trasformazioni.
3. IL PIANO DELLE REGOLE (di seguito PdR) quale uno strumento dotato di una certa
autonomia che regolamenta e definisce la città costruita.
Viene di seguito analizzato nel suo complesso il Documento di Piano che sintetizza e
approfondisce tutte la analisi svolte sul territorio e che costituisce in modo specifico lo strumento
utilizzato dall’Amministrazione Comunale per mettere a punto strategie di medio e breve termine,
finalizzate a coordinare ed indirizzare tutte le politiche di settore che hanno contribuito alla
ricognizione del territorio e che concorrono alla formazione dei processi di riqualificazione urbana
e più in generale all’attuazione del Piano di Governo del Territorio.
Pertanto, il DdP, attraverso le analisi di tipo sociale, economico ed ambientale svolte sul territorio,
con il supporto della Valutazione Ambientale Strategica, si propone di individuare gli elementi
critici, i vincoli, le sensibilità del territorio stesso e propone gli obiettivi che consentiranno uno
sviluppo sostenibile del paese individuando al contempo le potenzialità di sviluppo
subordinatamente ai vincoli rilevati.
Gli obiettivi proposti dal DdP sono concretizzati attraverso proposte di interventi compatibili non
solo con le criticità rilevate ma anche con le potenzialità economiche dell’Amministrazione
Comunale.
Da questo insieme di valutazioni emergono quindi un’insieme di input ed indicazioni che
andranno ad implementare il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole e quindi le trasformazioni del
territorio Comunale.
la valutazione ambientale strategica (VAS) nell’iter di formazione del documento di piano
Il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) accompagna la pianificazione comunale:
1. dimostrando la sostenibilità ambientale delle azioni di sviluppo contenute e descritte nel
Documento di Piano;
2. prevedendo gli eventuali effetti, positivi e negativi, di tali azioni sulle diverse componenti
ambientali per indicare misure correttive o compensative;
3. garantendo la protezione e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente e fornendo
indicazioni per una gestione del territorio mirata al mantenimento, alla conservazione delle
risorse naturali, energetiche, idriche, storiche e culturali.
L’obiettivo primario nell’utilizzo della VAS è l’introduzione di un percorso valutativo ambientale nel
processo di redazione del Piano di Governo del Territorio fin dalle fasi iniziali al fine di:
porre a confronto ed analisi le eventuali alternative di piano;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
1
-
verificare la compatibilità e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica degli obiettivi
del piano,
attivare criteri di monitoraggio della relazione tra avanzamento del piano ed effetti
ambientali;
strutturare un sistema di informazioni, relazioni e concertazioni tra soggetti ed autorità
preposte alla gestione di territorio e ambiente;
individuare un sistema di indicatori significativi e rappresentativi atti a quantificare e
sintetizzare gli impatti in momenti previsionali antecedenti le fasi operative e di attuazione
del piano; tali indicatori permettono di ridefinire in continuità gli stessi obiettivi e contenuti
del piano tramite idonee azioni correttive.
La VAS allegata al presente studio viene strutturata dunque, secondo una successione di fasi, di
operazioni, di reperimento di dati, di valutazioni di conformità al criterio delineato nel documento
della Regione Lombardia “Indirizzi generali per la valutazione ambientali di piani e programmi” e
s.i.m., che peraltro sviluppa in termini più articolati quanto indicato dalla direttiva 2001/42/CEE e
ancor prima nel citato Manuale UE 1998 per la programmazione relativa ai Fondi strutturali.
Il processo attivato propone un’interfaccia continua e sistematica tra processo di piano e
processo di valutazione.
Gli elaborati della VAS, Capitolo I del Rapporto Ambientale. analizzano inoltre in dettaglio l’iter
procedurale di stesura del Documento di Piano; si rimanda pertanto al documento richiamato
per un approfondimento delle diverse tematiche.
Studio di incidenza
Il Comune di Artogne confina con i Comuni di Gianico e di Bovegno i cui territori montani sono
interessati da una Zona di Protezione Speciale denominata “Val Grigna” (ZPS – COD IT2070303). Il
Piano di Governo è quindi corredato da specifica Valutazione di Incidenza finalizzata ad
“…analizzare le possibili ripercussioni ecologico ambientali delle previsioni del Piano sulle
componenti faunistiche della ZPS, così da poter relazionare con le strategie e gli aspetti di Piano
che determinano, in modo diretto o indiretto, l’incidenza.”
Lo studio analizza i Siti di rete Natura richiamati (caratteristiche, inquadramento territoriale,
climatico e fito-climatico, vegetazionale, gli habitat, la fauna), i contenuti del PGT (obiettivi e
potenziali interferenze).
Le conclusioni dello studio di Incidenza hanno portato ad affermare che “ Le previsioni del Piano
di governo del territorio di Artogne non interessano direttamente i siti Natura 2000, in quanto non
presenti sul territorio oggetto di pianificazione. Lo studio effettuato esclude anche la possibilità
che le previsioni di PGT possano avere incidenze significative sulla conservazione delle rilevanze
naturali presenti nell’intorno ZPS IT2070303 “VAL GRIGNA”, essendo a grande distanza 8oltre 6km)
dagli ambiti di trasformazione previsti nel territorio di Artogne.”
Lo Studio di Incidenza è stato redatto dal Dott. Forestale Marco Sangalli; si rimanda a detto studio
per un approfondimento delle tematiche trattate
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
2
La legge regionale n.12 dell’11 marzo 2005 e s.i.m. afferma, nell’articolo 8 comma a), che il DdP
Piano definisce “il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico
e sociale del comune, anche sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati….”.
Il quadro conoscitivo si propone, quindi, come quadro unitario di analisi finalizzato
all’organizzazione delle informazioni territoriali e socio economiche.
Alla luce di queste considerazioni, il quadro conoscitivo socio-economico descrive ed elabora i
diversi aspetti che connotano l’ambito territoriale in analisi dal punto di vista della sua costruzione
demografica, abitativa, produttiva.
la struttura demografica
La presente indagine socio-economica costituisce un indispensabile supporto per la futura
programmazione delle esigenze edificatorie nonché di beni e servizi per la collettività valutando
una prevedibile evoluzione strutturale della popolazione residente nel territorio oggetto di analisi
secondo il trend rilevato nel decennio precedente al presente studio.
In particolare si analizza l’attuale struttura demografica ed economica come risultato
dell’evoluzione comunale nel periodo di validità programmatica del previgente strumento
urbanistico (PRG); da questa analisi si può effettuare un tentativo previsionale nella
determinazione dei fabbisogni sul territorio.
Ad eccezione dei dati demografici derivanti da tabulati dell’Ufficio Anagrafe Comunale e da
alcuni dati forniti dall’ultimo Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni (anno
2001), gli altri riferimenti sono dedotti dal 12° - 13° -14° Censimento Generale della Popolazione e
delle abitazioni.
Quindi la mancanza di molte informazioni aggiornate ad oggi, suggerisce cautela, ma non
impedisce un’interpretazione della realtà comunale.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Analizzando i grafici relativi al trend demografico comunale risulta evidente che la crescita
segue una curva costante dall’anno 1981 all’anno 2004; da quest’ultima data ad oggi si assiste
ad un incremento atipico dei residenti che ha portato la popolazione attuale (31 dicembre 2012)
a 3.614 unità. Se analizziamo in particolare il decennio di riferimento la popolazione ha subito una
crescita in termini assoluti di 490 unità (in media 49 abitanti/anno pari a +13,7% circa). Tale
crescita è alquanto significativa soprattutto per le strategie relative alle previsioni di servizi sul
territorio (strutture scolastiche e servizi di interesse generale) ed alla programmazione di tipo
urbanistico edilizio ( nuove aree edificabili e nuove unità abitative).
L’incremento dei residenti nel comune si discosta nettamente anche dalla crescita media
provinciale (ultimo dato di riferimento anno 2011): nel periodo compreso tra gli anni 2005 e 2011 si
registra infatti un incremento di circa il 5,00% della popolazione (con un calo tra gli anni 20102011).
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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L’analisi dei dati demografici va comunque riferita anche ad altri importanti parametri che ci
consentono di avere un quadro completo dell’assetto demografico comunale: il saldo naturale
ed il saldo migratorio.
In assonanza con la curva che definisce la crescita demografica comunale, anche il saldo
naturale registrato negli ultimi decenni non ha un andamento regolare ma subisce anche
brusche variazioni in positivo legate a complessi fattori di tipo ambientale e sociale. In valori
assoluti il saldo naturale alla fine del decennio è positivo e si assesta sulle 58 unità.
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Significativo risulta anche il movimento migratorio sul territorio comunale che tra l’anno 1999 e
l’anno 2006 risulta costantemente positivo ed in crescita con una brusca salito tra l’anno 2004 e
l’anno 2005 dove il saldo si assesta sulle 99 unità. Nei successivi anni il flusso degli immigrati tende
a diminuire ma rimane costantemente positivo.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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99
93
77
35
33
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25
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14
13
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29
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Anche la presenza di popolazione straniera, che tanto incide sulla popolazione della media valle,
caratterizza gli andamenti demografici del comune. I dati disponibili riguardano il periodo 20022012 e rilevano un incremento dei residenti per presenza di popolazione straniera pari a 305 unità
(anno 2012). La crescita della popolazione straniera nel decennio in esame è superiore al 300%.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Se confrontiamo la realtà comunale con la tendenza provinciale (tra gli anni 2005 e 2011),
registriamo, nonostante un brusco calo tra 2010-2011, un incremento quasi doppio rispetto alla
media registrata su tutto il territorio della provincia di Brescia.
Lo sviluppo demografico del comune è quindi determinato non solo da un saldo naturale
positivo, ma anche da un flusso migratorio che ha visto all’inizio del secolo una crescita costante
e consistente.
Ulteriore importante fenomeno che interessa la pianificazione socio-territoriale del Comune
riguarda la distribuzione della popolazione nei nuclei famigliari e la composizione media degli
stessi. Dalla fine degli anni ’90 ad oggi si assiste infatti ad un incremento costante del numero di
famiglie presenti sul territorio comunale ed una parallela diminuzione del numero di componenti.
In particolare nel decennio in esame il numero di famiglie aumenta in valore assoluto dell’34,0%:
nel decennio compreso tra il 1999 ed il 2012 il numero medio di famiglie cresce nel complesso di
377 unità portando anche una forte parcellizzazione della popolazione.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Infatti, accanto ad un incremento dei nuclei familiari, in assonanza con la tendenza nazionale e
provinciale, registriamo una diminuzione del numero di componenti per ogni famiglia che rimane
inferiore alle tre unità.
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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
8
E’ anche interessante valutare il numero medio di componenti per famiglia nel comune di
Artogne in rapporto alla media provinciale i cui dati sono però limitati al periodo 2005 e 2011:
analizzando nel dettaglio i dati provinciali vediamo che il numero dei componenti complessivi
varia da 2,43 abitanti/famiglia nell’anno 2005 a 2,33 abitanti/famiglia nell’anno 2011: il numero
medio di componenti tende leggermente a diminuire e quasi a coincidere con le rilevazioni a
carattere comunale dove il numero medio dei componenti si assesta nel 2012 sul valore di 2,42.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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I grafici sopra riportati analizzano la distribuzione della popolazione e quindi delle abitazioni, sul
territorio negli anni 2000-2007-2010. Emerge chiaramente la tendenza della popolazione ad
abbandonare la residenza nelle frazioni/località abitate sparse sul territorio favorendo la
concentrazione abitativa nel capoluogo: viene probabilmente privilegiata la disponibilità di
servizi presenti nel nucleo principale.
Altri aspetti interessanti dell'
evoluzione passata e futura della popolazione riguardano la
distribuzione della stessa per singole classi di età.
Tra gli anni 1991 e 2001 il valore a livello Camuno tende ad invertirsi proporzionalmente: ad una
prevalenza di popolazione giovane (sia in età scolare che adulta) si sta sostituendo una
popolazione in maggioranza anziana (età pensionabile). E’ quindi aumentato il carico sociale in
particolare della popolazione non più giovane.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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La medesima tendenza è stata rilevata a livello locale: ad Artogne si assiste, dal 2001 al 2008, ad
una crescita del carico sociale della popolazione in età pensionabile che implica un’attenzione
particolare ai servizi da prevedere per la popolazione anziana e quindi una verifica sul territorio
delle attrezzature esistenti per la popolazione in queste fasce di età.
Ad accentuare il carico sociale degli anziani compare inoltre l’allungamento della vita media:
cresce infatti il numero degli ultraottantenni che va ad incrementare l’indice di vecchiaia della
popolazione.
Si assiste però al contempo ad una crescita della popolazione in età lavorativa che dal punto di
vista socio-economico tende ad equilibrare l’incremento del livello di dipendenza sopra
descritto.
Sempre nei limiti di affidabilità determinati dalla modestia dei valori assoluti in gioco, è comunque
interessante leggere, nel complesso, le modificazioni della composizione per classi di età della
popolazione pensando ai principali fenomeni socio-economici che ne derivano.
Il previsto aumento delle natalità anche per i prossimi anni, dovrebbe infatti influire positivamente
sulla popolazione prescolare e di conseguenza sui servizi ad essa associati.
Lo stesso fenomeno si ripercuoterà, accentuandosi, nelle classi di età della scuola dell’obbligo
che ad oggi stanno subendo una variazione in negativo.
Un altro importante fenomeno che interessa la pianificazione socio-territoriale del Comune è
quello relativo alla popolazione attiva e non attiva comunale che consente una valutazione
globale del carico sociale. I dati a nostra disposizione, in questo caso, riguardano gli ultimi
censimento e non consentono quindi una lettura aggiornata delle tendenze in atto.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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ARTOGNE grado di attività 1991
44%
56%
Popolazione attiva
Popolazione non attiva
ARTOGNE grado di attività 2001
45%
55%
Popolazione attiva
Popolazione non attiva
Dal 1991 al 2001 il rapporto tra popolazione attiva e non attiva tende ad invertire: mentre all’inizio
degli anni 90’ la popolazione attiva rappresentava il 44% dei cittadini, nel censimento del 2001
emerge che la popolazione attiva è aumentata fino al 55%. Diminuisce però al contempo la
percentuale di occupati valutati tra la popolazione.
Se quindi valutiamo la crescita del numero delle famiglie, il numero medio di componenti e la
distribuzione delle stesse sul territorio nonché il grado di occupazione dei cittadini, possiamo
valutare quanto le caratteristiche di sviluppo della popolazione incideranno sul territorio sia
come richieste abitative (incremento della popolazione, incremento delle famiglie, incremento
della richiesta di abitazioni) sia come richiesta di servizi (carico sociale anziani, bambini,
disoccupati ecc).
Il Piano dei servizi approfondisce in particolare tale argomento specificando la tipologia, la
qualità e la quantità di ogni singolo servizio ed analizzando le necessità pregresse e future in base
alle strategie di piano.
Il Documento di Piano, nella parte relativa al dimensionamento analizza le effettive necessità di
tipo edificatorio riconducibili alle previsioni di nuovo consumo di suolo nonché al completamento
edificatorio degli ambiti consolidati.
le abitazioni
Il numero complessivo delle abitazioni nell’ultimo censimento è pari a 3.213, di queste solo il
36,00% risulta in uso da persone residenti.
Dal 1991 all’inizio del secolo attuale il numero delle abitazioni occupate nel territorio comunale è
rimasto costante: è incrementato di 432 unità il numero complessivo di abitazioni ma è
incrementato al contempo il non uso del patrimonio edificato.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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ARTOGNE abitazioni occupate e non
2500
1826
2000
1500
955
2067
1146
1991
2001
1000
500
0
occupate
non occupate
ARTOGNE abitazioni per epoca di costruzione - 2001
250
215
200
192
150
100
86
55
113 105
82
50
0
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1
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D
ARTOGNE abitazion i occu pate per titolo di godim en to
- 2001-
73%
Proprietà
11%
16%
Affitto
Altro titolo
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
14
ARTOGNE abitazioni occupate per titolo di godimento
1000
836
703
800
600
1991
400
160 187
200
2001
92 120
0
Proprietà
Af f itto
Altro titolo
L'
incremento dello stock abitativo può essere una diretta conseguenza sia dell’incremento del
numero delle famiglie residenti, che del numero di seconde case insediate in località
Montecampione.
E’ anche interessante rilevare che, contemporaneamente alla diversa distribuzione degli abitanti
nelle singole abitazioni, si registra un progressivo miglioramento dello standard abitativo sia in
merito al numero ed alla superficie delle stanze/abitante sia per i servizi presenti: tra l’anno 1991
e l’anno 2001 migliorano alcuni standard di base quali la presenza di acqua potabile,
dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto di distribuzione dell’acqua calda.
ART OGNE abitazioni occupate/servizio
1200
1000
1142
949
1140
952
1084
868
800
600
1991
400
2001
200
0
Acq ua p o tab ile
Imp ianto d i
riscald amento
Acq ua cald a
le imprese e gli addetti
Nel censimento generale dell’industria e dei servizi dell’anno 2001 le unità locali di imprese
localizzate nel Comune ed iscritte al Registro Ditte della Camera di Commercio di Brescia
risultavano 263 con un numero di addetti complessivo pari a 1.675.
Da un punto di vista occupazionale sono le attività manifatturiere e per costruzioni che
accolgono il maggior numero di addetti coprendo il 65,43% delle occupazioni comunali; anche il
settore terziario con 74 imprese e 168 occupati svolge un ruolo cardine nella realtà produttiva
locale in cui storicamente il settore industriale legato alla lavorazione del ferro ha sempre
predominato.
Gli addetti occupati nelle restanti attività non hanno un particolare rilievo: emergono in modo
relativo le potenzialità occupazionali del settore alberghiero e agricolo.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
15
ARTOGNE
Imprese e addetti
2001
2001
2010
2010
Imprese
Addetti
Imprese
Addetti
AGRICOLTURA
1
79
69
72
ATTIVITA’ MANIFATTURIERE
45
346
39
465
COSTRUZIONI
54
963
70
995
COMMERCIO INGROSSO E
DETTAGLIO, RIPARAZIONI
DI AUTO E MOTO E BENI
PERSONALI
ALBERGHI E RISTORANTI
60
133
61
130
29
64
32
87
TRASPORTI E
COMUNICAZIONI
INTERMEDIAZIONE
FINANZIARIA
ATT. IMMOBILIARI,
NOLEGGIO, INFORMATICA,
RICERCA, PROFESSIONISTI E
IMPRENDITORI
SANITA’ E ALTRI SERVIZI
SOCIALI
ALTRI SERVIZI PUBBLICI,
SOCIALI E PERSONALI
TOTALE
16
64
15
62
5
6
5
5
35
68
17+4+6
15+3+28
5
5
2
23
13
25
4+11+12
31+18+9
263
1675
337
1943
Se confrontiamo i dati con la realtà economica rilevata nel censimento dell’anno 2010 notiamo
che gli equilibri tra i vari settori economici sono rimasti pressoché invariati: si registra un flusso
positivo verso le attività di ristorazione. Solo le attività agricole incrementano nettamente di
numero mantenendo di fatto invariato il potenziale degli addetti.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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IL SETTORE AGRICOLO: Il Piano di Governo è supportato da specifico studio di approfondimento
del settore agronomico forestale comunale finalizzato a mettere in evidenza i punti di forza e i
punti critici di tale componente.
Si rimanda a tale studio (dp d “studio agronomico forestale”) per un approfondimento di questa
tematica ed in particolare:
• il settore forestale
• gli allevamenti
• consistenza e caratteristiche del settore primario
• impatto ambientale dell’attività agricola
• impatti delle trasformazioni previste dal PGT sul sistema agricolo
LE ATTIVITÀ COMMERCIALI: Secondo i dati ISTAT, il cui ultimo aggiornamento arriva al 2001, le
licenze commerciali rilasciate dal Comune erano 37 oltre a 18 licenze per attività legate al settore
assicurativo, immobiliare, professionale.
Dati più aggiornati sono reperibili dalla “Rilevazione regionale della rete commerciale in Provincia
di Brescia” (banca dati regionale giugno 2003) da cui si rilevano:
n. 16 esercizi di vicinato di tipo alimentare (tot. mq 1.046)
n. 33 esercizi di vicinato di tipo non alimentare (tot. mq 2.065)
n. 9 medie strutture di vendita di cui alimentari mq 192 e non alimentari mq 2.230
Dalle indagini condotte in sede ricognitiva (anno 2012) è stata rilevata la presenza sul territorio
comunale di 203 attività produttive di cui:
n. 76 attività commerciali in sede fissa
n.16 attività commerciali ambulanti
n.41 pubblici esercizi
n. 8 attività legate alla ristorazione/ricezione
n. 62 attività di tipo produttivo artigianale/industriale
Il Piano dei Servizi approfondisce questa tematica in particolare in merito alle attività
commerciali.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Il turismo
Le potenzialità turistiche del Comune di Artogne risultano legate a più componenti: storico
artistica, naturalistica, sportiva:
• pregevoli sono alcune dimore storiche e gli elementi architettonici conservati all’interno
dei nuclei antichi del comune;
• di particolare interesse ambientale e naturalistico è l’ambito montano e pede-montano di
agevole fruizione grazie alla fitta rete di strade e sentieri che lo attraversano;
• con ottime potenzialità di sviluppo il turismo sportivo legato alla località sciistica di
Montecampione.
Montecampione: La località sciistica che si sviluppa tra i 1.200-1.800 m.s.l.m. nasce negli anni 70’
e vede una crescita edilizia progressiva fino ai giorni nostri che interessa sia il comune di Artogne
che il Comune contermine di Pian Camuno. L’area si caratterizza per la presenza di complessi
edilizi che si sviluppano in aree boscate ed a prato anche in adiacenza degli impianti sciistici.
L’edificato è caratterizzato da unità di tipo residenziale (circa 2.500 appartamenti) ed alberghiero
(800 posti letto) nonché unità commerciali, esercizi pubblici ed attrezzature sportive legate in
particolare agli sport invernali (sci e pattinaggio). Sono comunque presenti una piscina coperta,
campi da tennis un campo sportivo, un campo da golf, un campo da bocce; una chiesetta, ed
un laghetto per la pesca estiva ed il pattinaggio invernale. Un'
area espositiva, una sala cinema e
un teatro completano l'
offerta di intrattenimento.
la stazione sciistica di Montecampione a quota 1200 m.s.l.m.
In generale sul territorio comunale sono attualmente presenti attrezzature ricettive e strutture
alberghiere come di seguito specificato (aggiornamento dati anno 2012):
−
−
−
−
−
Albergo Montecampione
Albergo Legazzuolo (Montecampione)
Agriturismo “Le Frise”, via Plagne
Case e app. per vacanze
“Le Baite” Montecampione
Case e app. per vacanze
n. stanze 118 n. posti letto
n. stanze 12 n. posti letto
n. stanze 3 n. posti letto
260
24
10
n. stanze 141 n. posti letto
393
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
18
−
−
−
−
“Roncasello”
Rifugio “Baita dello sciatore”, Montecampione
Rifugio Alpini “Al Bait”, Montecampione
Affittacamere “Ca de GOS”, loc. Ca de Gos
Bed & Breakfast, Montecampione
n. stanze
n. stanze
n. stanze
n. stanze
n. stanze
6
5
2
5
4
n. posti letto
n. posti letto
n. posti letto
n. posti letto
n. posti letto
28
13
4
7
8
Rispetto alla ricettività totale delle strutture alberghiere, l’ospitalità complessiva risulta di 747 posti
letto così distribuiti: 702 posti letto attualmente disponibili in località Montecampione, 10 posti
letto attualmente disponibili ad Artogne Capoluogo, n.7 posti letto in Località Ca de Gos.
programmazione sovra-locale di riferimento
A supporto della redazione del Piano di Governo del Territorio, ritroviamo la Pianificazione
Regionale e Provinciale che trattano parzialmente o in modo puntuale la pianificazione
territoriale. Nello specifico il presente studio fa riferimento a:
Programmazione regionale
Piano Territoriale Regionale –PP
Il Consiglio Regionale della Lombardia, con deliberazione n. 56 del 28/9/2010 pubblicata sul BURL
n. 40 dell'8/10/2010 ha approvato le modifiche e le integrazioni al Piano Territoriale Regionale. Tali
modifiche riguardano i seguenti elaborati:
Documento di Piano: par. 1.5.6, par. 3.2 e tav. 3
Strumenti Operativi: SO1
Gli elaborati del Piano Territoriale Regionale, integrati a seguito della DCR del 19/01/2010, n.951,
sono stati pubblicati sul BURL n. 13 del 30 marzo 2010, 1° Supplemento Straordinario.
Il Piano Territoriale Regionale è stato approvato con deliberazione del Consiglio Regionale della
Lombardia del 19/01/2010, n.951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.6,
3° Supplemento Straordinario del 11 febbraio 2010.
Il Piano ha acquistato efficacia il 17 febbraio 2010 per effetto della pubblicazione dell’avviso di
avvenuta approvazione sul BURL n.7, Serie Inserzioni e Concorsi del 17 febbraio 2010.
Mappa del PTR approvato
Il Piano si compone delle seguenti sezioni:
• Il PTR della Lombardia: presentazione, che illustra la natura, la struttura e gli effetti del Piano;
• Documento di Piano, che definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo per la Lombardia;
• Piano Paesaggistico, che contiene la disciplina paesaggistica della Lombardia (Normativa);
• Strumenti Operativi, che individua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi
proposti;
• Sezioni Tematiche, che contiene l'
Atlante di Lombardia e approfondimenti su temi specifici;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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•
Valutazione Ambientale, che contiene il rapporto Ambientale e altri elaborati prodotti nel
percorso di Valutazione Ambientale del Piano
Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19, 76, 77, 78 della L.R. 12/2005, ha
natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (D.Lgs.
n.42/2004).
Art. 19 Oggetto e contenuti del piano territoriale regionale
Il piano territoriale regionale, di seguito denominato PTR, costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli
effetti territoriali, della programmazione di settore della Regione, nonche´ di orientamento della
programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province. La Regione con il PTR, sulla base
dei contenuti del programma regionale di sviluppo e della propria programmazione generale e di settore,
indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e definisce altresì, in coerenza con quest’ultimo, i
criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di programmazione territoriale di province e comuni. Il PTR ha
natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della vigente legislazione e a tal fine ha i
contenuti e l’efficacia di cui agli articoli 76 e 77.
Art. 76 - Contenuti paesaggistici del piano territoriale regionale.
1. Il PTR, nella sua valenza di piano territoriale paesaggistico, individua gli obiettivi e le misure generali di
tutela paesaggistica da perseguire nelle diverse parti del territorio regionale, attivando la collaborazione
pianificatoria degli enti locali.
2. Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di
pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono
immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di
pianificazione. Il PTR può, altresì, stabilire norme di salvaguardia, finalizzate all’attuazione degli indirizzi e al
raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica, applicabili sino all’adeguamento degli strumenti di
pianificazione.
Art. 77 - Coordinamento della pianificazione paesaggistica con altri strumenti di pianificazione.
1. Entro due anni dall’approvazione del PTR, i comuni, le province, le città metropolitane e gli enti gestori
delle aree protette conformano e adeguano i loro strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica agli
obiettivi e alle misure generali di tutela paesaggistica dettati dal PTR ai sensi dell’articolo 76, introducendo,
ove necessario, le ulteriori previsioni conformative di maggiore definizione che, alla luce delle
caratteristiche specifiche del territorio, risultino utili ad assicurare l’ottimale salvaguardia dei valori
paesaggistici individuati dal PTR. I limiti alla proprietà derivanti da tali previsioni non sono oggetto di
indennizzo.
2. Il procedimento di conformazione ed adeguamento degli strumenti di pianificazione agli indirizzi e agli
obiettivi di qualità paesaggistica è disciplinato dallo stesso PTR, che deve assicurare la partecipazione degli
organi ministeriali al procedimento medesimo.
Art. 78 - Commissioni regionali.
1. Le commissioni regionali di cui all’articolo 137 del d.lgs. 42/2004 sono presiedute dall’assessore regionale
al territorio o, se delegato, dal dirigente della competente struttura regionale. Di ciascuna commissione
fanno parte di diritto, oltre al presidente, il direttore della soprintendenza regionale, il soprintendente per i
beni architettonici e per il paesaggio e il soprintendente per i beni archeologici competenti per territorio,
nonché i dirigenti preposti a due unità o strutture organizzative competenti in materia di paesaggio. I
restanti membri, in numero non superiore a quattro, sono nominati dalla Regione tra soggetti con
qualificata, pluriennale e documentata professionalità ed esperienza nella tutela del paesaggio,
eventualmente scelti nell’ambito di terne designate, rispettivamente, dalle università aventi sede nella
Regione, dalle fondazioni aventi per statuto finalità di promozione e tutela del patrimonio culturale e dalle
associazioni portatrici di interessi diffusi individuate dall’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349
(Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale). Decorsi infruttuosamente
sessanta giorni dalla richiesta di designazione, la Regione procede comunque alle nomine. Le commissioni
durano in carica quattro anni.
2. Alle sedute delle commissioni partecipano, senza diritto di voto, i sindaci dei comuni interessati e i
rappresentanti degli enti gestori delle aree regionali protette.
3. Le commissioni possono consultare un esperto in materia mineraria, in materia forestale o il dirigente
dell’unità organizzativa regionale competente in relazione alla natura delle cose e delle località da
tutelare.
4. Le commissioni, anche integrate, deliberano validamente con la presenza della maggioranza dei
componenti.
5. Ai componenti delle commissioni ed ai membri aggregati spettano le indennità ed i rimborsi spese nella
misura di legge, oltre al trattamento di missione se dovuto.
6. Le commissioni possono essere convocate, oltre che nel capoluogo regionale, anche sul territorio di
competenza.
6 bis. Fino all’istituzione delle commissioni di cui al comma 1, le relative funzioni sono esercitate dalle
commissioni istituite ai sensi della normativa previgente per l’esercizio di competenze analoghe.
Legge Regionale n.12/2005 – art.19-76-77-78
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica
dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità.
Le indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e
rafforzano le scelte già operate dal PTPR pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa
a tutto il territorio ed all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di
pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre
pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali.
Le misure di indirizzo e di prescrizione paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione
con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti ed i sistemi di maggiore
rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici,
geositi, siti Unesco, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio.
L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di
trasformazione dello stesso, l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la
riqualificazione paesaggistica, il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la
costruzione della rete verde.
L’opportunità di aggiornamento del PTPR, correlata alla redazione del PTR, ha offerto però la
possibilità di proseguire più incisivamente sulla linea regionale già segnata, prendendo anche
spunto dalle numerose sollecitazioni derivanti sia dal D. Lgs. 42/2004 che dalla L.R.12/2005 in
riferimento alla sempre più forte integrazione tra pianificazione territoriale ed urbanistica e la
pianificazione del paesaggio, ma anche di maggiore correlazione, come detto, con le altre
pianificazioni del territorio, e in particolare quelle di difesa del suolo, quelle agricole, quelle
ambientali e culturali, quelle relative alle infrastrutture tecnologiche, della mobilità ed
energetiche.
Il tema di maggiore complessità introdotto, anche alla luce di quanto richiesto dal Codice per i
Beni Culturali e il Paesaggio, riguarda l’individuazione delle aree significativamente compromesse
o degradate dal punto di vista paesaggistico, e la proposizione di specifici indirizzi per gli
interventi di riqualificazione, recupero e contenimento del degrado.
La cartografia di piano è stata aggiornata nel suo complesso, anche ai fini del miglioramento dei
livelli di georeferenziazione dei dati e rinnovandone la forma grafica, integrandone dati e
contenuti. Conseguente alla revisione delle tavole è l’aggiornamento dei repertori correlati e
degli Abachi, in particolare per quanto riguarda il Volume 1 “Appartenenza ad ambiti di rilievo
paesaggistico regionale”. L’aggiornamento e integrazione dei contenuti e dei dati del Piano
Paesaggistico Regionale ha comportato anche l’integrazione e revisione dei contenuti normativi
e di indirizzo.
Alla luce di tali premesse si evince la necessità di un futuro adeguamento del presente PGT al PTR:
per tale adeguamento il PTR fornisce all’interno della propria sezione I, un paragrafo di supporto
ai Comuni nella pianificazione locale, par 1.2.2 “Canale di lettura a supporto della pianificazione
locale”. Nello specifico il paragrafo individua elementi per la costruzione di un quadro conoscitivo
ed orientativo nonché elementi per la definizione di uno scenario strategico di piano.
In particolare è fatto riferimento a:
- sezione 3 del PTR – Piano Paesaggistico - per quanto riguarda la costruzione di un quadro
conoscitivo ed orientativo;
- sezione 1 del PTR – Documento di Piano – sintetizzata nei 24 obiettivi di seguito riportati;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Obiettivi del PTR - PTR approvato con DGR 19/01/2010_n.VIII/951
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Obiettivi del PTR - PTR approvato con DGR 19/01/2010_n.VIII/951
Programmazione provinciale e sovracomunale
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale La Provincia di Brescia si è dotata di proprio
P.T.C.P., approvato il 21/04/2004 con D.C.P. n.22 e successivamente pubblicato sul B.U.R.L. il
22/12/2004. Ai sensi dell’art.26 della L.R. n.12/2005 tale Piano è in fase di adeguamento alla stessa.
Il Piano Provinciale in vigore recepisce le disposizioni delle leggi vigenti in materia
ambientale ed i piani di settore vigenti enunciando i seguenti obiettivi:
la salvaguardia dei grandi elementi abiotici e biotici;
la fruizione sostenibile di tali elementi;
la diminuzione dell’inquinamento globale;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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-
la diminuzione dello stato di rischio, anche sanitario, delle singole persone e dei beni;
la riqualificazione della biodiversità attraverso il recupero delle specie locali in rarefazione
o estinte in epoche storiche;
la salvaguardia delle specie endemiche;
il riequilibrio dell’assetto ecosistemico attraverso l’ottimizzazione del ciclo del carbonio (e
quindi della distribuzione delle biomasse) e delle capacità di autodepurazione.”
In adeguamento ai contenuti ed agli obiettivi espressi dal P.T.C.P. il Documento di Piano, nello
specifico con il processo di V.A.S., analizza la compatibilità delle azioni di piano con le indicazioni
rappresentate nella Tavola Paesistica e nella Tavola di Struttura; la prima per quanto riguarda le
componenti identificative degli aspetti paesistici, la seconda relativa alla vocazione d’uso del
territorio comunale (si vedano le tavole carte condivise del paesaggio di inquadramento
territoriale).
Per quanto riguarda il territorio comunale di Artogne si riporta di seguito la sintesi delle informazioni
indicate dal PTCP:
- prevalenza di ampie aree non edificate, a partire dalle prime pendici del versante fino
alle zone interessate dai rilievi;
- presenza di ampie aree caratterizzate da boschi;
- torrenti e corsi d’acqua;
- il sistema dei crinali alle quote più elevate;
- aree urbanizzate;
- nucleo storico;
- ambiti urbanizzati produttivi collocati lungo la direttrice viabilistica principale sul
fondovalle;
- la componente ambiti delle trasformazioni condizionate posta a confine tra i comuni
confinanti ;
- la componente ambito di elevato valore percettivo connotato dalla presenza di fattori
fisico-ambientali e/o storico culturali che ne determinano la qualità d’insieme che
interessa l’ambito delle prime pendici di versante;
- Il sistema della viabilità storica ;
- elementi puntuali che caratterizzano il patrimonio storico-architettonico.
Il Piano di Governo del Territorio, in adeguamento a quanto proposto dal PTCP approfondisce,
definisce le tematiche sopra riportate attraverso i seguenti elaborati:
- Carte condivise del paesaggio: introduzione di indirizzi di tutela definito anche da specifiche
norme di attuazione (Modalità per l’esame di impatto paesistico delle trasformazioni);
- Studio specifico e di dettaglio dei nuclei di antica formazione e definizione di norme
specifiche per categoria di edificio;
- Individuazione di verde di connessione tra l’abitato e le aree agricole finalizzata ad evitare
fenomeni di conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche
interessate;
- Carte condivise del paesaggio: individuazione di aree di rilevanza ecologico-ambientale;
- Ricognizione degli edifici storici e di elementi architettonici di valore storico-culturale (santelle,
fontane, sottopassi) e relativa individuazione cartografica (tavole centro storico, Carte condivise
del paesaggio: componenti del paesaggio storico e culturale);
- Previsione di minima espansione all’interno dell’ambito produttivo già definito e conformato;
- Predisposizione di studio di maggior dettaglio circa le componenti del paesaggio agrario e
dell’antropizzazione colturale, definizione delle aree ad elevato valore agro-forestale;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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- Pianificazione urbanistica e specifica normativa che preveda un mantenimento allo stato di
fatto degli insediamento turistico ricettivi
Le norme Tecniche di Attuazione del piano provinciale forniscono inoltre indirizzi e/o prescrizioni
circa le diverse componenti ambientali esaminate: all’interno del Rapporto ambientale a
conclusione del processo di V.A.S. verifica la coerenza degli obiettivi di piano con la
pianificazione provinciale. Per un approfondimento di tali aspetti si rimanda quindi a tale
documento.
Piano di Sviluppo Rurale (Regione Lombardia) (anni 2007-2013): sono state da esso recepite
informazioni ed indicazioni per l’elaborazione delle “Carte condivise del Paesaggio” cui si
rimanda per un approfondimento del tema.
Piano faunistico venatorio: sono state da esso recepite informazioni ed indicazioni per l’analisi
degli aspetti faunistici che caratterizzano il territorio comunale. Si rimanda quindi ai paragrafi
seguenti per un approfondimento di tali temi.
Piano sentieristico provinciale: sono state da esso recepite informazioni ed indicazioni per
l’elaborazione delle “Carte condivise del Paesaggio” anche se per il territorio di Artogne il Piano
non individua elementi specifici. Il Piano Sentieristico Provinciale individua, sul confine con il
comune di Bovegno il “3 V”, ovvero “Sentiero delle Tre Valli - Silvano Cinelli”, mentre sul
fondovalle evidenzia la presenza dell’antica via Valeriana che attraversa trasversalmente
l’abitato creando un collegamento con i contermini comuni di Piancamuno e Gianico.
La valorizzazione ed il recupero dei sentieri presenti sul territorio rappresenta uno degli obiettivi di
pianificazione dell’Amministrazione Comunale. Si rimanda quindi all’analisi delle Carte condivise
del Paesaggio per un approfondimento del tema.
Piano della rete ecologica provinciale: il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia
definisce il progetto di rete ecologica.
Specifica tavola del PGT e Norme Tecniche di Attuazione approfondiscono questa tematica a
livello locale.
Piano risanamento acque Regionale (P.R.R.A.), Piano di tutela delle acque (P.T.U.A.):
i Piani in oggetto, affiancati da validi studi a livello locale (Rapporto sullo stato dell’ambiente –
CMVC e PARCO ADAMELLO, Acquedotti e depurazione delle pubbliche fognature in
Vallecamonica – ASL n.15) hanno rappresentato un valido supporto per l’approfondimento di
tematiche legate allo stato dell’ambiente, nello specifico per quanto riguarda lo stato di salute
delle acque superficiali e sotterranee. In particolare la VAS che costituisce parte integrante e
sostanziale del presente Documento di Piano ha effettuato un’analisi sullo stato delle acque nel
territorio di Artogne prendendo in esame:
o i corsi d’acqua superficiali;
o le acque di sotterraneo;
o il sistema fognario e depurativo comunale;
o il sistema dell’acquedotto;
o ulteriori informazioni fornite dall’Ufficio Tecnico Comunale e dagli uffici A.R.P.A di Brescia.
Lo stato ambientale dei corpi idrici e gli obiettivi e le azioni di Piano ad essi riferiti, sono stati poi
confrontati con gli obiettivi specifici del P.T.U.A. al fine di valutare, con il monitoraggio dei
parametri di riferimento definiti dal rapporto ambientale, il miglioramento nel tempo dello status
ambientale delle acque comunali.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Si rimanda al Rapporto ambientale per un’analisi dettagliata degli aspetti in esame ed alle NTA di
Piano per prescrizioni specifiche in merito al tema.
In particolare:
per gli Ambiti di Trasformazione, in adeguamento all’appendice G del P.T.U.A. (Dgr 8/2244
del 29 marzo 2006), al fine di ridurre le portate meteoriche circolanti nelle reti fognarie, si
prescrive la raccolta separata delle acque non suscettibili da contaminazione ed il loro
smaltimento in sottosuolo o in corpo idrico superficiale;
-
si richiama inoltre l’obbligo di raccolta, collettamento e avvio ad impianto di depurazione
di tutte le acque reflue provenienti da zone ancora non servite da pubblica fognatura
(art.73 D.Lgs.152/2006 e s.m.i.)
Piano Provinciale di gestione dei rifiuti:
sempre in sede di valutazione dello stato dell’ambiente comunale, è stata presa in esame la
componente “Energia-Rifiuti” analizzando, con i dati forniti dall’ente gestore della raccolta, i dati
riferiti al periodo 2005-2006, riferiti ai rifiuti smaltiti differenziati e non differenziati. Le quantità
registrate sono state poi confrontate con gli obiettivi del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti al
fine di programmare, a livello di PGT, azioni correttive che consentissero un miglioramento
dell’attuale status ambientale. Il Rapporto ambientale approfondisce tali aspetti in relazione
all’obiettivo generale di miglioramento dell’ambiente comunale.
Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE) della Comunità Montana.
La Comunità Montana di Valle Camonica nel 2001 con Deliberazione n.30 ha approvato il Proprio
Piano di Sviluppo Socio Economico che suddivide il territorio camuno in tre aree distinte sulla base
delle realtà territoriali e socio-economiche locali:
1. un’area marginale in cui sono inseriti i Comuni che presentano un calo demografico, uno
spopolamento verso il fondovalle, una carenza nella dotazione di servizi;
2. un’area di sviluppo consolidato in cui sono inseriti i Comuni con una specifica vocazione
turistica ed industriale;
3. un’area di attrazione in cui sono collocati i Comuni con una buona dotazione di servizi,
una potenzialità nel settore turistico, una particolare valenza di tipo ambientale.
Il Comune di Artogne si colloca all’interno dell’area di sviluppo consolidato in quanto legato
all’area produttiva di fondovalle che nello specifico si sviluppa lungo la SP 1 tra Darfo B.T. e Pian
Camuno. Le criticità individuate dal PSSE sono in particolare legate ala riqualificazione
ambientale ed alle strategie necessarie ad offrire maggiori opportunità per lo sviluppo territoriale:
“ Se a prima vista tale ambito territoriale non presenta delle problematiche tali da richiedere strategie di
intervento particolari, è però necessario proporre interventi su alcuni aspetti, capaci di trattenere i giovani e
offrire più opportunità di sviluppo, visto comunque il dato dell’invecchiamento della popolazione che
colpisce quest’area. E’ necessario intervenire nel settore della riqualificazione ambientale, soprattutto nei
territori dei comuni del fondovalle, per migliorarne l’aspetto e l'
accoglienza , consolidare l'
esistente struttura
economica e produttiva e rafforzare le potenzialità dei singoli settori promuovendo servizi tecnologici
innovativi, garantendo servizi reali per le imprese locali ed attraendo calibrati sostegni ed investimenti nei
settori produttivi portanti.”
Il territorio comunale di Artogne è interessata da scenari a rischio di emergenza per incendi
boschivi con media pericolosità.
Il Piano di sviluppo prevede un obiettivo specifico per il Comune di Artogne: l’obiettivo 3 “Sistema
turistico e produttivo integrato” – Scheda Progettuale n.8 include l’ambito sciistico di
Montecampione fra le aree suscettibili di interventi di sviluppo. In particolare per l’area in esame
l’ampliamento dell’offerta turistica si orienta verso l’integrazione con la realtà turistica di Boario
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Terme attraverso la realizzazione di un collegamento funiviario fra le due località. L’area di
Montecampione potrebbe inoltre in futuro essere collegata, attraverso l’ampliamento del
demanio sciabile, con l’area di Gaver (Comune di Breno).
Consorzio tra il Comune di Pian Camuno e Artogne per redazione di PGT: secondo quanto
consentito dalla Deliberazione della Giunta Regionale n. 8/2323 del 5 aprile 2006, avente ad
oggetto i "Criteri in ordine alla presentazione delle domande e per l'
assegnazione ed erogazione
dei contributi regionali per la formazione dei Piani di Governo del Territorio e strumenti di
programmazione ai sensi della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12", ha stabilito di costituire un
Consorzio con il limitrofo Comune di Artogne (Allegato A punti 2.a e 4.3 della sopra citata
delibera). La costituzione del Consorzio tra i due Comuni è motivata dal fatto che gli stessi hanno
gran parte dei rispettivi territori tra di loro confinanti e collegati, oltreché da una strada
provinciale, da una strada statale, dalla Valle di Artogne, da una molteplicità di sentieri, nonché
dalla stazione di villeggiatura e sport invernali di Montecampione. Sulla base di tale breve analisi i
comuni di Pian Camuno e Artogne hanno optato per un convenzionamento di cui si riporta
specifico verbale.
CONVENZIONE TRA I COMUNI DI PIAN CAMUNO ED ARTOGNE
PER LA FORMAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
Premesso che:
1.
la Regione Lombardia ha emanato la legge 11 marzo 2005 n° 12 in materia di governo del territorio;
2.
in base agli articoli 6 e 7 della predetta legge è strumento della pianificazione comunale il Piano di Governo del
Territorio (PGT), che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale ed è articolato nei seguenti atti:
il documento di piano;
il piano dei servizi;
il piano delle regole;
3.
i Comuni devono adottare il suddetto piano;
4.
la Giunta della Regione Lombardia, in attuazione della citata legge, ha adottato la deliberazione n° 8/2323 in data 5
aprile 2006 dettando criteri per le misure di sostegno finanziario agli enti locali per la predisposizione del Piano di
Governo del Territorio (PGT);
5.
la Regione Lombardia ha evidenziato nel Programma Regionale di Sviluppo dell’ottava legislatura che “i piccoli
Comuni saranno valorizzati con interventi per favorire la gestione associata di funzioni e servizi, in particolare per quel
che concerne le agevolazioni di carattere finanziario;
6.
destinatari dei contributi sono i Comuni; i Consorzi, Unioni di Comuni ed altre forme associative di Comuni limitrofi, di
cui al D.Lgs 267/2000, aventi la finalità di predisposizione degli strumenti urbanistici comunali estesi alla totalità dei
Comuni aderenti;
7.
i Comuni di Pian Camuno ed Artogne intendono gestire in forma associata la predisposizione degli strumenti
urbanistici comunali (Piano di Governo del Territorio), dal momento che i rispettivi territori sono vicini e sugli stessi
gravano servizi e strutture che potrebbero essere gestiti in maniera similare ed anche in forma congiunta;
8.
è necessario convenzionarsi, al fine di regolamentare i rapporti tra i suddetti enti nella gestione delle pratiche inerenti
la predisposizione degli strumenti urbanistici comunali (Piano di Governo del Territorio), in attuazione della Legge
Regionale n° 12/2005;
ciò premesso,
tra il sindaco del Comune di Pian Camuno Pe Renato ed
il sindaco del Comune di Artogne Lorenzetti Maddalena
si conviene e stipula quanto segue:
Art. 1 Gestione associata servizio
I Comuni di Pian Camuno ed Artogne si associano, ai sensi del D.Lgs. 267/2000, per la gestione delle pratiche inerenti la
predisposizione del Piano di Governo del Territorio (PGT) dei due Comuni, così come definito dalla legge Regione
Lombardia n° 12 del 2005.
Con successivi atti verranno stabiliti criteri e modalità aggiuntivi a quelli qui previsti, specialmente per quanto concerne la
gestione della fasi necessarie durante e dopo la predisposizione dello strumento urbanistico.
Art. 2 Durata della gestione associata
La presente convenzione ha inizio al momento della sottoscrizione e scadenza al perfezionamento della adozione da
parte dei due Comuni del Piano di Governo del Territorio.
Con successivi atti può essere prorogata in base alle necessità di gestire successivamente altre pratiche o servizi inerenti il
Piano di Governo del Territorio.
Art. 3 Comune capofila
Il Comune di Pian Camuno assume la qualifica di capofila, ricevendo formale incarico in tal senso dal Comune di Artogne.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Art. 4 Compiti del Comune capofila
Il Comune di Pian Camuno, capofila, svolge i seguenti compiti:
- assume nel bilancio del Comune ogni eventuale spesa relativa alla gestione del servizio comune, tramite
provvedimenti della propria ragioniera;
- conferisce gli incarichi ritenuti necessari per i raggiungimento degli obiettivi prefissati;
- svolge le gare necessarie per attuare il conferimento degli incarichi ritenuti opportuni per il raggiungimento degli scopi
prefissati;
- comunica periodicamente al Comune di Artogne in merito alle pratiche trattate.
Art. 5 Compiti ed obblighi del Comune di Artogne
Il Comune di Artogne deve:
- comunicare al Comune di Pian Camuno le proprie necessità relativamente al servizio associato;
- garantire il rimborso delle spese dovute.
Art. 6 Responsabile del servizio
I responsabile del servizio per la gestione del servizio associato, per quanto riguarda i compiti del Comune capofila, è
individuato dal Comune di Pian Camuno nell’ambito del proprio personale.
Il Comune di Artogne designa un responsabile, nell’ambito della propria competenza all’interno dell’organizzazione del
Comune da cui dipende, che deve predisporre tutta la documentazione necessaria in modo da consentire al Comune
capofila di procedere.
Art. 7 Spese
Le spese relative ai servizi forniti di competenza del singolo Comune sono a carico del Comune interessato.
Le spese di carattere generale, sostenute eventualmente dal Comune capofila, sono ripartite tra i Comuni in maniera che
sarà concordata di volta in volta.
Il Comune di Artogne deve rimborsare entro 30 giorni dalla richiesta le spese anticipate per conto suo dal Comune di Pian
Camuno.
Art. 8 Contributo della Regione
Il contributo che verrà disposto dalla Regione Lombardia per la predisposizione dello strumento urbanistico verrà introitato
dai Comuni secondo la quota assegnata dalla Regione stessa.
Art. 9 Consulta dei sindaci. Variazione dei criteri
Periodicamente i due sindaci dei Comuni si incontreranno per esaminare l’andamento della gestione e proporre i
miglioramenti ritenuti necessari.
Eventuali variazioni di criteri, modalità, contenuti nella presente convenzione possono essere assunte con atto congiunto
dei due sindaci interessati.
Art. 10 Controversie
Tutte le controversie che potranno insorgere relativamente alla interpretazione ed esecuzione della presente convenzione
ed in genere quelle da definire in via amministrativa saranno deferite al giudizio di tre arbitri, due dei quali designati dalle
parti ed il terzo scelto di comune accordo tra i primi due.
In caso di mancato accordo il terzo arbitro sarà designato dal Presidente della Comunità Montana di Vallecamonica.
In pendenza di giudizio arbitrale le parti non saranno esonerate da nessuno degli obblighi previsti dalla presente
convenzione.
Le parti dichiarano di approvare integralmente quanto sopra riportato, anche per la parte citata nelle premesse.
Programmazione settoriale
Risultano parte integrante del Piano di Governo del territorio tutti gli studi di settore specifici per il
comune o concertati a livello sovralocale.
Si rimanda ad un’analisi dei singoli documenti per un approfondimento delle tematiche trattate.
Accordo di Programma “Area Vasta Valgrigna”
Con Decreto Generale Agricoltura è stato approvato, ai sensi dell’articolo 34 del D.Lgs 18 agosto
2000, n.267 e dell’art.6 della L.R. 14 marzo 2003, n.2 dell’Accordo di Programma finalizzato alla
valorizzazione dell’Area Vasta Valgrigna (BS).
Il suddetto Accordo di Programma è stato formalmente sottoscritto il giorno 23 maggio 2008
presso lo STER di Brescia da:
- Regione Lombardia
- Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura ed alle Foreste (ERSAF)
- Provincia di Brescia
- Comunità Montana di Valle Camonica
- Comunità Montana della Val Trompia
- Comune di Artogne
- Comune di Berzo Inferiore
- Comune di Bienno
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
28
-
Comune di Bovegno
Comune di Collio
Comune di Esine
Comune di Artogne
Comune di Prestine
L’obiettivo dell’accordo vede la realizzazione di alcuni interventi che compongono un progetto
innovativo di valorizzazione della foresta Regionale della Valgrigna che coinvolge il territorio ad
essa limitrofo.
Gli obiettivi generali dell’accordo sono:
gestire in una visione unitaria il territorio della foresta regionale e delle zone limitrofe alto-montane
prescindendo dai confini amministrativi ed in stretta collaborazione e sinergia con le altre proprietà
pubbliche e private circostanti;
favorire e valorizzare la presenza antropica nel territorio alto-montano quale componente
indispensabile per la conservazione della biodiversità, dei saperi tradizionali e della cultura locale, a
beneficio dell’intera Regione;
creare opportunità di reddito attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali
finalizzate anche all’incremento dell’offerta turistica, sviluppando produzioni integrate, concertate e
realizzate in sintonia con le amministrazioni locali.
Gli interventi dell’Accordo sono suddivisi in otto tipologie:
interventi di miglioramento della viabilità esistente, di accesso e/o di avvicinamento e/o di servizio,
che riguarderanno la manutenzione straordinaria delle infrastrutture viarie già presenti sul territorio;
nuova viabilità di interesse silvo-pastorale, con la creazione di piste forestali e vie di collegamento
alle malghe ed ai fabbricati alpestri;
valorizzazione della rete sentieristica, con la definizione di percorsi tematici e la loro integrazione con
gli strumenti di informazione e di divulgazione;
altre infrastrutture per la valorizzazione del patrimonio culturale e la fruizione turistico-ricreativa che
precede l’incremento delle potenzialità turistico-ricreative attraverso il recupero e l’adeguamento
delle strutture ricettive già esistenti;
manutenzioni straordinarie e adeguamenti igienico-sanitari anche ad uso multifunzionale dei
fabbricati d’alpe;
altre infrastrutture riguardanti la rete acquedottistica ed energetica;
miglioramenti ambientali e foreste che consentano la salvaguardia delle emergenze naturalistiche e
la conservazione degli habitat e delle specie presenti;
azioni di sistema, volte alla valorizzazione complessiva dell’area vasta della Valgrigna con interventi
differenti nel territorio e programmi di analisi e comunicazione.
Vengono inoltre condivisi e seguiti i seguenti impegni:
la promozione dello sviluppo e della valorizzazione della Foresta Regionale Valgrigna quale
occasione di crescita per il territorio e per e le comunità locali;
la divulgazione nelle comunità locali della conoscenza dei principi espressi dalla Carta delle Foreste
di Lombardia;
l’adozione di un piano comprensoriale d’alpeggio che permetta una modalità comune di gestione
degli alpeggi (modalità di definizione dei canoni, capitolato,bandi) e favorisca la loro fruizione da
parte delle aziende agricole locali;
la promozione ed il sostegno, anche con proprie risorse, di forme di associazione volontaria tra
alpeggiatori che favoriscano la consapevolezza ed il senso di appartenenza, riconoscendo il ruolo
degli alpeggiatori stessi nella manutenzione del territorio e valorizzando le loro produzioni con
concreti sostegni alle iniziative legate alla filiera corta;
il rilascio agli alpeggiatori a titolo non oneroso di un comune permesso di transito valevole su tutte le
strade agro-silvo-pastorali dell’area, al fine di favorire e promuovere le relazioni tra le persone;
la rinuncia alla realizzazione di viabilità di accesso e servizio alle aree alpestri ubicate in siti di grande
rilevanza e fragilità ambientale così come verranno individuati negli studi di settore oggetto del
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
29
-
presente accordo e dichiarato impegno al sostegno ed alla incentivazione delle attività alpestre in
queste aree;
l’utilizzo nei fabbricati rurali di proprietà pubblica di energie da fonti rinnovabili;
l’attivazione di periodiche consultazioni tra le parti per la verifica dello stato di pianificazione degli
interventi di gestione e valorizzazione dello spazio alpestre;
la programmazione comune dei principali eventi turistici e culturali che interessano l’Area Vasta
della Valgrigna;
l’adozione di un regolamento comune per la fruizione e la manutenzione delle strade agro-silvopastorali;
il coinvolgimento attraverso opportune convenzioni delle associazioni presenti sul territorio per la
gestione dei fabbricati, la manutenzione della viabilità e della senti eristica.
All’interno di queste tematiche il comune di Artogne prevede sul proprio territorio azioni
specifiche:
a) la realizzazione della nuova strada Fontanelli-Secondino;
b) la realizzazione del sentiero eco-museale del silter;
c) l’organizzazione dei comprensori pascolivi d’ambito;
d) la promozione dei prodotti lattiero caseari d’alpeggio e la creazione del marchio d’area;
e) la partecipazione al recupero faunistico dei Monti Muffetto-Crestoso-Colombine
attraverso la riqualificazione ambientale (realizzazione di punti di osservazione);
f) il miglioramento delle aree pascolive;
g) la realizzazione di segnaletica delle aree alpestri ad uso escursionistico-ricreativo;
h) la realizzazione di allestimenti espositivi e promozionali dell’”Area vasta Valgrigna”.
Si riporta di seguito lo stato di avanzamento dei lavori per le opere del progetto che ricadono in
modo specifico sul territorio comunale di Artogne:
a) nuova strada Fontanelli-Secondino: realizzata come da progetto della Comunità
Montana di Vallecamonica;
b) sentiero eco-museale del silter: il sentiero è in fase di completamento. Sono stati realizzati
alcuni tratti e infrastrutture di appoggio (silter di Gianico, Fondo di Scandolaro); per il 2013
è previsto il completamento dell’anello dei silter e la sua tabellazione;
c) organizzazione dei comprensori pascolivi d’ambito: non ancora attuata;
d) promozione prodotti lattiero caseari d’alpeggio e creazione del marchio d’area: attuato;
attiva la promozione sul sito www.montagnedivalgrigna.it;
e) recupero faunistico dei Monti Muffetto-Crestoso-Colombine attraverso la riqualificazione
ambientale attraverso la realizzazione di punti di osservazione: non ancora attuati nuovi
punti di osservazione; sono in corso progetti di riqualificazione ambientale relativi al taglio
della vegetazione arbustiva e cespugliosa;
f) miglioramento delle aree pascolive: in corso (vedi punto e)) anche attraverso le azioni
previste dalla misura 214 az.L;
g) realizzazione di segnaletica delle aree alpestri ad uso escursionistico ricreativo. È in corso
la realizzazione della cartografia di tutta l’area vasta e quindi anche della principale rete
escursionistica; è prevista la conclusione dei lavori entro la fine dell’estate 2013;
h) realizzazione di allestimenti espositivi e promozionali dell’”Area Vasta Valgrigna”: progetto
ancora in fase di attuazione; previsti interventi per Bovegno e Bienno, ma mancano
indicazioni/disponibilità per Montecampione.
Piano intercomunale d’emergenza di protezione civile: realizzato insieme ai comuni di Darfo
Boario Terme, Angolo Terme, Gianico, Pian Camuno. Il Piano ha preso in esame per l’ambito
territoriale di riferimento le seguenti tematiche:
1) rischio idrogeologico
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
rischio sismico
rischio chimico industriale
incendi boschivi
viabilità S.S. n.42 e strade provinciali
strutture di emergenza presenti sul territorio
Modello di intervento
Individuazione del Referente Operativo Comunale
Definizione e costituzione dell’unità di crisi
Emergenza – procedura di intervento
Elementi dell’intervento in emergenza
E’ attualmente in corso l’integrazione degli elaborati testuali e grafici sulla base delle richieste di
completamento avanzate dalla Provincia di Brescia – Ufficio Protezione Civile in sede di verifica
della rispondenza del documento alle direttive regionali.
Regolamento VASP – Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica: il Comune di Artogne ha aderito
ad un progetto sovralocale promosso nell’anno 2008 dalla Comunità Montana di Vallecamonica
volto al recupero ed alla valorizzazione della viabilità agro-silvo-pastorale.
In particolare sul territorio comunale sono stati individuati alcuni ambiti su cui si ritiene opportuna
la realizzazione di interventi di miglioramento su tratti stradali esistenti finalizzati in particolare
all’accesso di mezzi antincendio, a servizio di malghe esistenti o per interesse sovra-locale. Si fa
riferimento a:
1. Collegamento Albere-Pra del Bosco;
2. Strada comunale Albere –Fontanelli;
3. Plan di Montecampione-Pozza delle Beccherie;
4. Piazze-Ciaret;
5. Artogne-Acquebone;
6. Foppello-Campello;
7. Artogne-Ca de Gos.
Consistenti anche i progetti relativi alla realizzazione di nuovi tratti di strada in ambiti selezionati, in
particolare per l’elevato rischio incendio. Le strade di nuova previsione risultano già previste nel
Piano di Assestamento del Comune:
1. Strada Fontanelli-Valle Bassinale: non serve alpeggi ma insiste su un ambito a rischio di
incendio altissimo. La nuova strada consente il collegamento tra due versanti divisi dalla
Valle Bassinale. La nuova viabilità è quindi importante non solo per l’accessibilità dei mezzi
antincendio ma anche per la gestione selvicolturale della zona;
2. Strada Foppa –Sere: serve quattro alpeggi ed un ambito di versante a rischio incendio
alto;
3. Valle-Prato secondino: serve un alpeggio ed un ambito di versante a rischio incendio alto;
4. Ciaret-Albere: non serve alpeggi ma un ambito di versante a rischio incendio alto;
5. Acquebuone-Dosso: non serve alpeggi ma un ambito di versante a rischio incendio alto;
6. Foppa-Foppello: non serve alpeggi ma un ambito di versante a rischio incendio alto;
Si riporta di seguito un estratto cartografico relativo ai progetti a carico della viabilità esistente e
quelli relativi a nuovi tratti stradali aggiornato al 2009.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Piano di assestamento forestale (anni 2005-2019) è stato redatto con il Comune contermine di
Gianico ed è stato approvato dal Consiglio Direttivo della C.M.V.C. con deliberazione n.220 del
11 ottobre 2006. Il Piano ha preso in esame i seguenti aspetti:
1. la proprietà
2. assetto territoriale
3. divisione del bosco
4. risultati dei rilievi dendrometrici
5. assestamento dei cedui e delle fustaie
6. gli interventi di miglioramento nei boschi
7. tutela dei boschi
8. il patrimonio pastorale
9. gli incolti produttivi
10. la viabilità silvo-pastorale
11. investimenti per il riassetto del patrimonio
12. proposte di miglioramento
13. regolamento di attuazione
Regolamento di polizia locale: prende in esame le seguenti tematiche:
1) Inquinamento atmosferico e delle acque
2) Occupazione di suolo pubblico
3) Scarico di rottami e di detriti
4) Commercio su aree pubbliche
5) Proiezioni, audizioni e spettacoli su aree pubbliche
6) Installazioni di chioschi ed edicole
7) Collocamento di condutture
8) Obbligo installazione fossa disoleatrice
9) Obblighi dei concessionari di occupazione di aree pubbliche
10) Disposizioni per i commercianti su aree pubbliche ed esercenti mestieri girovaghi
11) Disposizioni riguardanti i negozi, le botteghe e i pubblici esercizi
12) Trasporto di materiale di facile dispersione
13) Obblighi degli esecutori e committenti di opere edili confinanti con il suolo pubblico
14) Pulizia Terreni non edificati
15) Divieto di lavatura e riparazione dei veicoli ed autoveicoli su aree pubbliche
16) Divieto di getto di opuscoli o foglietti
17) Divieto di segatura e spaccatura di legna
18) Manutenzione degli edifici
19) Ornamento esterno ai fabbricati
20) Depositi in proprietà privata
21) Spolveramento di panni e tappeti
22) Viali e giardini pubblici
23) Vasche e fontane
Altri regolamenti: l’attività amministrativa comunale è inoltre supportata dalla presenza dei
seguenti regolamenti specifici:
- Criteri per l’assegnazione in uso e la gestione delle cascine montane di proprietà
comunale (anno 2006);
- Regolamento Viabilità Agro Silvo Pastorale;
- Piano Comunale di Protezione Civile;
- Piano Cimiteriale;
- Regolamento acquedotto;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
33
-
Regolamento fognatura;
Programmazione comunale negli ambiti di confine
Il territorio comunale di Artogne confina con i seguenti Comuni: Gianico, Bovegno, Pezzazze,
Pisogne, Piancamuno, Rogno e Darfo B.T..
Si analizzano di seguito le realtà urbanistiche e territoriali di questi Comuni negli ambiti di confine
(MISURC o PGT); per un approfondimento di dettaglio si rimanda a specifica tavola del PGT.
Dp1b – previsioni dei comuni contermini –estratto
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Comune di Gianico
Nel comune di Gianico è vigente un Piano di Governo del Territorio approvato a giugno del 2010.
Il Comune di Gianico confina con Artogne lungo il perimetro Nord di tutto il territorio. Ad
eccezione degli ambiti di fondovalle posti in corrispondenza della SP1 dove si collocano alcuni
insediamenti produttivi consolidati e di nuova previsione, la restante parte di territorio è
caratterizzata da ambiti agricoli e da zone di rispetto dell’abitato.
Comune di Bovegno
Il comune di Bovegno confina con Artogne a Est, per una limitata porzione di territorio in ambito
montano. Tali territori sono definiti dallo strumento urbanistico vigente come aree agricole.
Comune di Pezzazze
Il comune di Pezzazze confina con Artogne a Est, per una limitata porzione di territorio in ambito
montano. Tali territori sono definiti dallo strumento urbanistico vigente come aree agricole.
Comune di Pisogne
Il comune di Pisogne confina con Artogne a Est, per una limitata porzione di territorio in ambito
montano. Tali territori sono definiti dallo strumento urbanistico vigente (PGT) come aree agricole.
Comune di Pian Camuno
Nel comune di Pian Camuno è vigente un Piano di Governo del Territorio approvato nell’anno
2008.
Confina con Artogne lungo il perimetro Sud del il territorio. Nella porzione di fondovalle, in
corrispondenza della SP1, si collocano alcuni insediamenti residenziali e produttivi; in
corrispondenza della località Maserade si registra il conurbamento tra l’abitato presente sul
comune di Artogne ed il nucleo antico del capoluogo di Pian Camuno. La restante parte di
territorio è caratterizzata da ambiti agricoli e da zone di rispetto dell’abitato ad eccezione delle
aree poste a quota 1.200 m.s.l.m. in cui sono presenti gli insediamenti turistici di Montecampione
che si sono sviluppati su entrambi i territori comunali.
Comune di Rogno
Nel comune di Rogno (BG) è vigente un Piano di Governo del Territorio approvato nell’anno 2008.
Confina con Artogne lungo il perimetro Ovest del il territorio. Gli ambiti di confine sono
esclusivamente aree di fondovalle poste oltre il Fiume Oglio. Gli ambiti agricoli posti nel comune
di Artogne confinano con aree agricole, produttive consolidate e di nuova espansione.
Comune di Darfo B.T.
Il comune in oggetto confina con il territorio comunale di Artogne nella porzione posta a NordOvest. I due comuni risultano separati dal corso del Fiume Oglio e dall’ambito di cava che risulta
definito dal confine comunale stesso. Il Comune di Darfo B.T. è dotato di PGT approvato nell’anno
2009.
i vincoli sul territorio comunale
Al fine di garantire una pianificazione rispettosa della vincolistica ricadente sul territorio comunale
è stato necessario provvedere alla ricognizione sia degli ambiti assoggettati a specifica tutela
paesaggistica (in base all’art. 136 e 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) sia dei
vincoli amministrativi (fasce di rispetto delle infrastrutture per la viabilità, dei cimiteri, degli
elettrodotti). I risultati di detta analisi sono raccolti in specifica tavola di Piano a cui si rimanda per
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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un’analisi puntuale sul territorio di Artogne.
Il Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.), dal quale sono stati recepiti alcuni dei vincoli
vigenti, è frutto di un'
approfondita ricognizione dei "vincoli paesaggistici"; esso raccoglie i vincoli
di tutela paesaggistico-ambientale conosciuti come "Vincoli L. 1497/39 e L. 431/85", oggi normati
dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Parte III, Capo II), e s.m.i. e gli ambiti assoggettati alla tutela
prevista dagli artt. 17 e 18 delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale
(P.T.P.R.).
Risultano presenti ambiti tutelati ai sensi dell’ art. 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.
42; “si tratta di ampie fasce ed aree di territorio di interesse paesaggistico, definite per categorie
geografiche a contenuto prevalentemente naturalistico; la tutela delle categorie di beni
compresi in questi ambiti vincolati, sotto il profilo paesaggistico, costituisce la parte
preponderante della materia le cui funzioni amministrative sono state attribuite agli enti locali ai
sensi della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12”.
Nelle aree assoggettate a specifica tutela non sono ammesse trasformazioni territoriali in assenza
della necessaria autorizzazione.
Nel territorio comunale di Artogne sono in particolare presenti
fiumi e corsi d’acqua (vincolo comma 1, lettera c - art. 142 D.Lgs. 42/2004)
territori contermini ai laghi (vincolo comma 1, lettera b - art. 142 D.Lgs. 42/2004)
boschi e foreste (vincolo comma 1, lettera g - art. 142 D.Lgs. 42/2004)
le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e
1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole (vincolo comma 1,
lettera D - art. 142 D.Lgs. 42/2004);
gli ambiti di interesse ambientale (Deliberazione della Giunta Regionale numero 4/3859
del 10.12.1985 – art.17 N.T.A. P.T.P.R)
"Fiumi, torrenti e corsi d'
acqua pubblici e relative sponde"
(vincolo comma 1, lettera c - art. 142 D.Lgs. 42/2004)
Conosciuti come '
Vincolo 431/85, art. 1, lettera c)'
, sono oggi identificati dal D.Lgs. 22 gennaio
2004, n. 42, "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'
art. 10 della L. 6 luglio 2002, n.
137"
L'
art. 142, comma 1, lettera c) del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto di
tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: "i fiumi, torrenti, ed i corsi d'
acqua iscritti
negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici,
approvato con r.d. 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una
fascia di 150 metri ciascuna".
Si ritiene importante sottolineare che il D.Lgs. 42/04 ricomprende i contenuti della legge 1497/39
(abrogata dal D. Lgs. 490/99), lasciando inalterate le tipologie di beni tutelati.
Nella norma di tutela di "fiumi, torrenti e corsi d'
acqua pubblici e relative sponde" vengono
tutelati non solo le sponde o il piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna, ma anche
l'
intero corso d'
acqua.
La Regione Lombardia in attuazione dell'
art. 1-quater della legge 431/85, ha individuato, con
deliberazione della Giunta Regionale n. 4/12028 del 25 luglio 1986 e successive integrazioni, i corsi
d'
acqua pubblici lombardi aventi rilevanza paesaggistica e conseguentemente assoggettati a
specifico vincolo ex art. 142, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 42/04, nonché quei corsi d'
acqua, o
tratti degli stessi, per i quali è stata dichiarata l'
irrilevanza paesaggistica e che risultano pertanto
esclusi dal suddetto vincolo.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Per l'
esatta individuazione della fascia dei 150 metri del vincolo, si ritiene che, secondo quanto
sostenuto anche da giurisprudenza di merito (Pretura di Cremona, 24 settembre 1990, pubblicata
su Rivista Giuridica dell'
Edilizia, 1991), "le fasce laterali ai fiumi, per la lunghezza di 150 metri, vanno
calcolate con riferimento alla delimitazione effettiva del corso d'
acqua, cioè a partire dal ciglio di
sponda, o dal piede esterno dell'
argine, quando quest'
ultimo esplichi una funzione analoga alla
sponda nel contenere le acque di piena ordinaria."
Nel Comune di Artogne sono sottoposti a tale vincolo il Fiume Oglio, Il Torrente Re in Val Artogne e
Bassinaletto, la Val Vedetta, il Rio di Val Maione (Maju) o Valle Artogne Mezzana (sinistra), Rio Val
di Fredda e Forest., Val d’Anima (sinistra).
“Boschi e foreste” (vincolo comma 1, lettera g - art. 142 D.Lgs. 42/2004)
Il vincolo paesaggistico riguarda i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o
danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento.
La delimitazione delle aree boscate riportata dalla carta dei vincoli ha valenza indicativa in
quanto trattasi di una componente naturale, dinamica e spesso in rapida espansione su terreni in
abbandono colturale. Come più volte ribadito dalla Corte di Cassazione (CORTE DI CASSAZIONE
PENALE Sez. III, 25 gennaio 2007 (Ud. 14/12/2006), Sentenza n. 2864), il presupposto per
l’imposizione dei citati vincoli è la presenza effettiva del bosco e di nessun valore risultano
eventuali delimitazioni cartografiche od inclusioni in specifici elenchi. Si precisa pertanto la
necessità di valutare puntualmente ed al momento dell’intervento la presenza o meno del
bosco, così come definito dalle vigenti norme.
I boschi e le foreste sono sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del Comma 1, lettera g –
dell’art. 142 del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e a vincolo forestale,
ai sensi dell’art.43 della Legge Regionale n°31/2008 “Testo unico delle leggi regionali in materia di
agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”.
"Territori alpini e appenninici (vincolo comma 1, lettera d - art. 142 D.Lgs. 42/2004)
L'
art. 142, comma 1, lettera d) del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto di
tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: "le montagne per la parte eccedente i
1600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1200 metri sul livello del mare per la catena
appenninica e per le isole". Si ritiene importante sottolineare che il D.Lgs. 42/04 ricomprende i
contenuti della legge 431/85 (abrogata dal D. Lgs. 490/99), lasciando inalterate le tipologie di
beni tutelati. L'
acquisizione è stata effettuata digitalizzando a video la linea corrispondente alla
curva di livello dei 1600 m. (1200 m. per gli Appennini) presente sulla C.T.R. al tratto alla scala
1:10.000.
In presenza di discontinuità della curva di livello è stato utilizzato un criterio di chiusura speditivo.
Una porzione non indifferente del territorio comunale risulta vincolata dalla lettera d) del D. Lgs.
Richiamato.
Gli ambiti di particolare interesse ambientale sono stati individuati con la Deliberazione di Giunta
Regionale 10 dicembre 1985, n. 4/3859, in attuazione delle disposizioni della L. 431/85, art. 1-ter., in
attesa dell'
adozione del Piano paesistico regionale previsto dalla stessa Legge.
Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 6
marzo 2001, n. 7/197, ha successivamente distinto all'
interno di questa categoria due tipologie di
ambiti di tutela:
- gli ambiti di elevata naturalità definiti dall'
art. 17 delle Norme di attuazione come "quei
vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di
risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata";
- gli ambiti di specifico valore storico-ambientale e di contiguità ai parchi regionali
individuati puntualmente dall'
art. 18 delle Norme di attuazione.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
37
Relativamente al territorio comunale di Artogne il Piano Territoriale Paesistico della Regione
individua per i territori comunali al di sopra dei 1000 m quali ambiti di elevata naturalità
assoggettati alla disciplina dell’art. 17 delle N.T.A. del P.T.P.R.
Vincolo idrogeologico
Aree a vincolo per scopi idrogeologici ai sensi del r.d.l. 30/12/1923 n. 3267, che comprendono
quasi tutto il settore montano del territorio comunale definito dagli ambiti immediatamente a
monte dell’abitato nonché alcune aree edificati poste sul versante su cui si adagia il comune: gli
abitati di Acquebone e Montecampione sono compresi negli ambiti sottoposti a vincolo, mentre
risulta escluso l’edificato di Piazze.
Lo studio approfondisce le tematiche legate ai vincoli di tipo idro-geologico e sismico che
interessano l’abitato e il territorio non urbanizzato.
Fasce di rispetto delle sorgenti e dei pozzi di captazione
In riferimento alle zone di rispetto dei pozzi e delle sorgenti captate per approvvigionamento
pubblico idropotabile, individuati negli elaborati dello studio Geologico allegato al presente PGT,
si richiama quanto previsto dall’art. 21 del D.Lgs. 152/1999 e successive modifiche (attuazione
della direttiva CEE n° 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai
sensi dell’art. 15 della Legge 16.04.1987 n° 183).
La tavola dei “Vincoli Amministrativi ed ambientali” del Documento di Piano recepisce le fasce di
rispetto dai pozzi e dalle sorgenti individuate dallo studio idro-geologico (Carta dei vincoli): lo
studio di settore individua complessivamente 39 sorgenti le cui fasce di rispetto incidono
esclusivamente sul territorio comunale; alcune sorgenti dei contermini comuni di Gianico e Pian
Camuno invadono parzialmente il territorio di Artogne.
Si segnala inoltre l’Ordinanza del Sindaco del 07.09.2009 Protocollo 7878: in corrispondenza delle
captazioni per acqua idropotabile collocate sul mappale 2318 foglio 9 si individuano le aree di
tutela assoluta (raggio m 10,00) e le aree di rispetto (raggio m 200,00).
Vincolo relativo alla fattibilità geologica idrogeologica e sismica
Il Comune di Artogne è dotato di Studio Geologico a supporto della redazione del presente PGT
in adeguamento all’art.57 della L.R. 12/2005 con:
1. Estensione dello studio geologico per la componente sismica;
2. Estensione della Carta di Fattibilità all’intero territorio comunale;
3. Aggiornamento delle carte dei Vincoli, di Sintesi e di Fattibilità ai contenuti della
pianificazione sovraordinata.
Lo studio approfondisce le tematiche legate ai vincoli di tipo idro-geologico e sismico che
interessano l’abitato e il territorio non urbanizzato.
Fasce di rispetto delle infrastrutture per la viabilità
Ai sensi del comma 2 dell’art. 2 del D.L. 30.04.1992 n° 285 le strade sono classificate dal Ministero
dei Lavori Pubblici o dalla Regione secondo le caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali nei
seguenti tipi:
A:
autostrade
B:
strade extraurbane principali
C:
strade extraurbane secondarie
D:
strade urbane di scorrimento
E:
strade urbane di quartiere
F:
strade locali
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38
F bis
Itinerari ciclopedonali
In base a tale classificazione le nuove costruzioni, le ricostruzioni e gli ampliamenti fronteggianti le
strade stesse dovranno rispettare le distanze minime dal confine stradale dettate dall’art. 1 del
D.P.R. 26.04.1993 n° 147 e successive modificazioni ed integrazioni e dal Regolamento viario
Provinciale.
Per le strade non di competenza Provinciale/sovralocale le distanze della nuova edificazione
sono specificate nelle norme di ciascuna zona.
Le aree di rispetto individuate sono necessarie alla realizzazione delle nuove strade,
all’ampliamento di quelle esistenti ed alla protezione della sede stradale nei riguardi
dell’edificazione.
Gli interventi relativi alla viabilità di carattere sovra-comunale sono regolati dalle specifiche
norme vigenti in rapporto alle competenze degli Enti gestori delle infrastrutture, nel rispetto
comunque delle fasce di rispetto specifiche.
Fasce di rispetto delle infrastrutture ferroviarie
Le tavole di Piano recepiscono le fasce di rispetto lungo l’asse ferroviario Brescia – Iseo – Edolo:
ogni intervento all’interno di tali fasce implica specifica autorizzazione da parte dell’ente
preposto.
Fasce di rispetto dei cimiteri
Per i cimiteri presenti sul territorio comunale di Artogne sono state recepite dal presente Piano le
zone di rispetto cimiteriale, previste dall’art. 338 del R.D. n.1265 del 27.07.1934 (Testo unico Leggi
Sanitarie): è previsto dal Piano l’ampliamento della fascia di rispetto del cimitero del Capoluogo
per consentire un futuro ampliamento della struttura esistente.
Le zone comprese all’interno di tale perimetro consentono l’isolamento delle strutture cimiteriali
dagli abitati circostanti.
All’interno dell’area di rispetto cimiteriale sono unicamente ammessi gli interventi specificati
dall’art.8 comma 3 del R.R. n.6/2004 e del R.R. n.14/2007 come definito da specifica norma
all’interno del Piano dei servizi.
Fasce di rispetto degli elettrodotti
Durante la fase ricognitiva di analisi è stata rilevata la presenza di linee elettriche ad alta/media
tensione che attraversano il territorio comunale.
In particolare il territorio Comunale, nella porzione di fondovalle, è attraversato da quattro linee
elettriche aeree a 132.000 Volt:
• Singola Terna nr. 605 “St P.Camuno – cp Darfo;
• Singola Terna nr. 602 “St P.Camuno – cs Tassara – cl Scabi Artogne;
• Singola Terna nr. 730 “St P.Camuno – cl Darfo;
• Singola Terna nr. 025 “St Gorlago – cp Cividate;
Al fine di valutare i limiti edificatori a contorno delle stesse, è stata inviata una richiesta agli enti
gestori.
I competenti uffici hanno inviato specifico documento con cui sono individuate le linee ad
alta/media tensione che interessano il territorio comunale e le rispettive fasce di rispetto che sono
riportate sulla tavola di Piano relativa ai Vincoli Ambientali ed Amministrativi, verranno recepite
dalle N.T.A. del Piano dei servizi e dalle Tavole del Piano delle Regole.
Eventuali nuovi interventi edificatori, in prossimità degli impianti e nelle aree comprese nelle fasce
di rispetto delle linee elettriche aeree ad alta tensione devono inoltre rispettare la seguente
normativa di riferimento:
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39
D.M. 21 marzo 1988 e successive modifiche ed integrazioni, recante norme tecniche per la
progettazione, l’esecuzione e l’esercizio delle linee elettriche aeree esterne;
L. 22 febbraio 2001, n.36, legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici;
D.P.C.M. 08 luglio 2003, recante limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di
qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla
frequenza di rete (50 HZ) generati dagli elettrodotti e s.m.i.;
Circolare del Ministero dell’Ambiente 15 novembre 2004 prot. DSA/2004/25291, recante la
metodologia di calcolo provvisoria per la determinazione delle fasce di rispetto di cui all’art. 6
del D.P.C.M. 08 luglio 2003.
Decreto ministeriale 29 maggio 2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la
determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti;
Limiti specifici introdotti da ogni singolo Ente gestore dell’elettrodotto che costituiscono parte
integrante e sostanziale delle presenti norme.
Per i nuovi interventi edificatori in prossimità delle linee elettriche deve inoltre essere verificata la
relativa compatibilità con eventuali contratti di servitù di elettrodotto accesi sui terreni interessati.
E’ pertanto indispensabile la preventiva valutazione dei progetti da parte degli enti gestori delle
linee.
Fasce di rispetto di impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione
Durante la fase ricognitiva è stata rilevata sul territorio comunale la presenza di impianti fissi per
radio-telecomunicazione come dal seguente elenco:
- n.1 antenna per telefonia in località Albere a quota 1008 m.s.l.m.; l’infrastruttura risulta
servita da n.2 locali accessori e l’ambito di pertinenza è recintato;
- n.2 antenne per telefonia in località Montecampione a quota 1.020 m.s.l.m.;
- n.1 antenna per telefonia in località Colma di Marucolo; l’infrastruttura risulta servita da n.2
locali accessori e l’ambito di pertinenza è recintato;
Fasce di rispetto per metanodotto
Il territorio urbanizzato del capoluogo e la frazione di Piazze sono serviti dalla rete del metano,
mentre la località Acquebone non risulta ancora attrezzata con tale servizio.
Il territorio montano è attraversato dalla rete Polaveno-Darfo DN500-75 bar (SNAM Rete Gas
COMM.685601 Dis. LB-9C-82010).
La rete principale di distribuzione definisce una fascia di rispetto nei confronti di fabbricati e di
nuclei abitati determinata in base alla pressione massima di esercizio (MOP), al diametro della
condotta ed alla tipologia di posa.
Il Piano recepisce il tracciato delle linee presenti sul territorio.
Fasce di rispetto per depuratori
Durante la fase ricognitiva è stata rilevata sul territorio comunale la presenza di due impianti attivi
di depurazione in località Montecampione.
Gli impianti in esercizio sono a servizio dell’edificazione residenziale e turistico ricettiva della
località sciistica e definiscono a contorno della struttura una fascia di rispetto di m 100,00.
La fascia, che definisce un vincolo di in edificabilità, è individuata ai sensi della D.M.LL.PP.
04/02/1977 allegato 4 così come richiamata nell’art.63 delle NTA del PTCP.
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Dp6 – vincoli amministrativi e ambientali – estratto
Fasce di rispetto di allevamenti zootecnici
Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia indica all’articolo 63 - Fasce di rispetto a
scopo sanitario la necessità di prevedere “adeguate distanze tra zone edificate o edificabili ed
allevamenti zootecnici” al fine di evitare problematiche sanitarie di tipo olfattivo o
contaminazioni di acqua e suolo. E’ stata quindi effettuata una ricognizione degli allevamenti
zootecnici presenti sul territorio comunale la cui collocazione in cartografia ha consentito di
mettere in luce eventuali problematiche legate alla vicinanza con insediamenti residenziali
anche di nuova previsione. Numerose sono ad oggi le realtà agricole legate all’allevamento di
bestiame presenti sul territorio comunale come da specifica individuazione sulle cartografie di
Piano. Molte di queste interferiscono, in particolare a livello di disturbo olfattivo, con le realtà
residenziali di contorno.
Le norme Tecniche di Piano approfondiscono il tema introducendo specifici parametri che
definiscono, in base alla normativa vigente, le fasce di rispetto nell’edificazione in tali contesti.
In particolare si richiama il D.M. 5 settembre 1994 (Elenco delle industrie insalubri di cui all'
art. 216
del testo unico delle leggi sanitarie)(G.U. n. 220 del 20.09.1994, s.o. n. 129) gli allevamenti sono
considerati industrie insalubri di prima classe e pertanto, in recepimento del Titolo II del
regolamento Locale di Igiene Tipo, Capitolo 7, “…nel perimetro del centri edificati non sono consentiti
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
41
ampliamenti e/o ristrutturazioni di insediamenti esistenti …..; Gli insediamenti…….. esistenti possono
essere autorizzati a rimanere all’interno del perimetro del centro abitato se il titolare dimostra che, per
l’introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, l’esercizio della lavorazione insalubre non reca danno o
molestia al vicinato”.
PLIS Alto Sebino
Il Comune confina inoltre il PLIS dell’Alto Sebino: parte del territorio comunale posta sulla sponda
destra del Fiume Oglio, in corrispondenza del confine Bergamasco di Costa Volpino, lambisce per
un breve tratto questo Parco.
quadro ricognitivo delle richieste dei cittadini e delle associazioni
In seguito a specifica Delibera di Giunta Municipale i cittadini del Comune di Artogne, le
Associazioni, gli Enti e chiunque avente titolo fosse interessato, hanno avuto la possibilità di
presentare all’Amministrazione Comunale le proprie osservazioni, richieste, suggerimenti in merito
alla nuova programmazione urbanistica.
Al 21 gennaio 2013 risultano protocollate n. 147 osservazioni che sono state raccolte in specifica
scheda in cui con elenco in ordine cronologico. Viene inoltre schematicamente specificata la
tipologia della richiesta, i mappali interessati e la localizzazione territoriale.
Quest’ultimo aspetto è stato ulteriormente approfondito attraverso la redazione di una tavola
specifica (Tavola “dp 2 Mappatura delle richieste dei cittadini”), parte integrante del PGT, che
contiene la mappatura completa delle osservazioni con la numerazione corrispondente alla
tabella di cui sopra.
L’individuazione cartografica è contraddistinta da una retinatura colorata che consente un
approccio visivo diretto circa la tipologia dell’osservazione: residenziale piuttosto che produttiva
o agricola ecc. Ogni singola richiesta è stata sottoposta a valutazioni di carattere urbanistico,
paesistico e ambientale che ha condotto, attraverso la VAS, all’accoglimento o al rigetto
dell’osservazione.
Dall’analisi di questi elaborati testuale e grafico emergono alcune importanti osservazioni:
1. circa il 70,00% delle osservazioni è di tipo residenziale: viene richiesta la modifica della
destinazione del suolo di proprietà verso la residenza oppure la modifica delle norme di PRG
per l’attuazione di interventi in ambiti residenziali. Nel complesso le richieste di tipo residenziale
interessano una superficie di complessivi mq. 321.372,60;
2. il 15,00% delle richieste riguarda gli ambiti agricoli per complessivi mq 5.516,60;
3. alcune richieste riguardano le destinazioni turistico ricettive alberghiere ed in particolare la
località sciistica di Montecampione; le richieste di azzonamento con questa destinazione
riguardano mq 6.568,30
4. limitate le richieste che interessano l’individuazione di nuove aree di tipo produttivo: le
osservazioni riguardano complessivamente mq 18.882,50;
5. le richieste che riguardano l’individuazione di aree per attrezzature e servizi pubblici o di
interesse pubblico (attrezzature per lo sport) interessano una superficie complessiva di mq
36.075,65;
6. la maggior parte delle osservazioni relative al cambio di destinazione d’uso del suolo verso
l’edificabilità riguarda aree a ridosso degli abitati esistenti, ma non mancano richieste di
trasformazione di aree completamente esterne al contesto edificato;
7. si registra anche una richiesta per l’individuazione di aree destinate ad edilizia residenziale
pubblica.
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42
Obiettivo di tale raccolta e mappatura è la valutazione della compatibilità delle richieste con gli
obiettivi dell’Amministrazione Comunale (in primo luogo relativamente all’eventuale interesse
pubblico), con i vincoli di tipo territoriale, ambientale, paesistico, idrogeologico e urbanistico.
Dp2 – richieste dei cittadini – estratto
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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n PGT
data
protocollo
NOMINATIVO
LOCALIZZAZIONE
1
23/10/06
/
FELAPPI SIMONETTA
Via Fermi
2
02/11/06
/
PEZZOTTI OSVALDO
3
27/11/06
9487
4
30/11/06
5
MAPPALI INTERESSATI
RICHIESTA
548,552,550
Agricolo in Edificabile
Via Pizzardello dietro casa
7603
Agricolo in Edificabile
FAGLIA LUCREZIA
Montecampione
7426
Edificio asteriscato *
9615
COMITATO PER MONTECAMPIONE
Montecampione
05/12/06
9764
RIVADOSSI VALERIO E MAFFEO
Zona industriale verso Gianico
6
11/12/06
9929
SPANDRE FEDERICO
Zona Beatì
7
13/12/06
9999
COTTI COTTINI CELESTINO
8
13/12/06
10020
9
13/12/06
10
Chiusura convenzioni
3,4,9,7212,7213,7214,7215, 89/a
Rettifica confini area artigianale
1619
Agricolo in Edificabile
Piazze
5252,5254,5250
Agricolo in Edificabile
MAFFI ADRIANO (SANDRO)
Campagna
5736 (es. 261/b)
Agricolo in Edificabile
10021
SERIOLI CLARA
Via Pizzardello
5978
VdR in Edificabile
15/12/06
10086
MCM FONTANA DOMENICO
Zona industriale verso Gianico
3635
Agricolo in Artigianale
11
15/12/06
10117
COTTI COTTINI GIAN DOMENICO
Via Pascoli
1584
Spostamento parcheggi Ampliamento area edificabile
12
18/12/06
10172
SAVIORI PIER LUIGI
Campagna
6214
Agricolo in Edificabile
13
18/12/06
10173
PELUCHETTI ANTONIO
Campisecchi
14
18/12/06
10174
FLLI PELUCHETTI CAMPISECCHI
Campisecchi zona ex rotonda
15
18/12/06
10187
BALZARINI CARLO
Cornei dietro Sant'Andrea
16
18/12/06
10188
FONTANA GIUSEPPE
Acquebone
17
18/12/06
10189
COTTI COTTINI COSTANTINO
Zona Ca de Loi (prima)
18
18/12/06
10190
COTTI COTTINI COSTANTINO
Zona C de Loi
19
18/12/06
10191
COTTI COTTINI COSTANTINO
Piazze
20
19/12/06
10194
GARATTI ETTORE
Area valle nuova lottizzazione
3159
Standard in Area Verde Privata
21
19/12/06
10206
FONTANA SILVIO
Verso Acquebone
2792
Edificio asteriscato *
22
20/12/06
10245
LANNA GIUSEPPE MONTECAMPIONE
Montecampione
23
21/12/06
10295
COTTI COTTINI CELESTINO
Via Pascoli zona Boschine
24
21/12/06
10332
COTTI COMETTI ANITA
25
21/12/06
6543 (ex. 4341)
VdR in Edificabile
2462,6542 (ex. 3923)
VdR in Edificabile
658
Agricolo in Edificabile
7442,914,1717,1696,6873,2929
Agricolo in Edificabile
168,134
3340,6615,6618,6619,3211,3345
3454,2247
Agricolo in piazzale deposito
Agricolo in Edificabile
RIGUARDARE CON CALMA - CARATTERE GENERALE
1586
VdR in Edificabile
5741,5739,5743,5216
Cuncù
10333
Edificio asteriscato*
COTTI COMETTI ADOLFO
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
Casello per deposito attrezzi
3338,5740,5744,5742
44
26
22/12/06
27
22/12/06
10372
ANDREOLI GIACOMO mappale 1861
22/12/06
10373
DAVIDE PEZZOTTI
29
22/12/06
10374
FANCHINI MARIO SANTINO
30
22/12/06
10375
FANCHINI MARIO SANTINO
31
22/12/06
10376
COTTI COTTINI FABIO
Via Pascoli zona Boschine
19/12/06
10396
OTTELLI GIANLUCA
Campagna
33
27/12/06
10479
AVV. ROBERTO PACCHIONI MONTECAMPIONE
Montecampione
34
27/12/06
10483
BIANCHI FABIO MONTECAMPIONE
Montecampione
4988,4999
35
27/12/06
10511
RAVELLI GIACOMO
Località Pateghe
2876
27/12/06
10513
FONTANA ALGHISIO
Carattere generale
Edifici carattere ricettivo incremento volume del 50%
27/12/06
10512
FONTANA ALGHISIO
Carattere generale
Modifica H max 8,50 m zona C1
27/12/06
10514
FONTANA ALGHISIO
Carattere generale
Ampliamento 50% edifici artigianali in VPR o E1
39
27/12/06
10515
ZANARDINI GIULIANO
40
27/12/06
10516
ALESSI NATALINA
Montecampione
41
27/12/06
10517
MONDININI ELISABETTA
Via Valeriana
42
28/12/06
10569
ALESSI MARTINA
Montecampione
28
NODARI CINZIA
Via Panicoli
Via Pizzardello
Montecampione vicino Fanchini
4174
Eliminazione muro tutelato
7604 (ex 86)
Porzione lotto A al lotto B
1939
EX 3164,1470
7650
VdR in Edificabile
Ampliamento edificio storico
Ampliamento laboratorio elettri.
Agricolo in Artigianale per trasferimerimento attività da via Valeriana
32
36
37
38
RIGUARDARE CON CALMA - CARATTERE GENERALE
74
1811
93,3470.
5571
28/12/06
10570
ALESSI GIOVANNI
Montecampione tiro al volo
44
28/12/06
10571
FANCHINI VIRGINIA
Montecampione
4893,4894,4895,4889,4891,4892
45
29/12/06
10613
QUETTI ELISABETTA
Via Panoramica
2887,3341
46
29/12/06
10626
RUBELLI LORETTA
Castello
47
29/12/06
10627
RAVELLI PIETRO
Montecampione
2002,2793
48
29/12/06
10636
MONTECAMPIONE
Montecampione
4987,4976,4985,5000
29/12/06
10661
AMORINI DIEGO
Via Pascoli
29/12/06
10665
PARINI ELSA
Zona Campisecchi
50
VdR in Edificabile
Edificio asteriscato *
Ampliam. area edific zona B2
Costruz edificio bifamiliare
3450,3597,3642,2762,5586,5583,558
Azzonare come area sportiva
7
43
49
Edificio asteriscato *
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
1734
7418,7416,7414
2807
Azzonare come comparto edific
Edificio asteriscato *
Riclassificaz. edificio in Castello
Edificio asteriscato *
RIGUARDARE CON CALMA - CARATTERE GENERALE
Riduzione larghezza strada tra via Pascoli e via Carducci
Realizzaz box auto
45
51
29/12/06
10666
FONTANA PALMINA
52
22/03/07
2238
COTTI COTTINI BATTISTINA ELENA
972
53
24/03/07
2291
CORSINI EUGENIO
1241
SUPERATO GIA' REALIZZATO
54
21/04/07
3224
MONDINI ROMINA LETIZIA
Zona Marocchello
2623
Edificio asteriscato *
55
27/04/07
3235
FONTANA ALGHISIO
Campagna dietro Beatì
3235
Agricolo in Artigianale
56
17/07/07
5842
IMMOBILIARE
Area ex Quetti
57
10/08/07
6550
STERNI ANGELINA
Campagna sotto Beatì
58
28/08/07
6874
RIVADOSSI
Zona Industriale
59
26/09/07
7706
BELINGHERI DARIO
Via Panoramiaca prato ex Rota
60
11/10/07
8139
LAINI FELICE
Via Panoramica
61
07/11/07
8787
POIATTI GIOVANNI
Via XXV Aprile area maneggio
62
10/11/07
8895
PELUCHETTI PIERINO
Montecampione
2783
63
30/06/08
5306
ALESSI LORETTA
Montecampione
6156, 6342
Edificio asteriscato *
64
06/10/08
8116
LAFFRANCHINI GIUSEPPE
Maserade
1968, 2750
Agricolo in Edificabile
65
06/10/08
8117
LAFFRANCHINI DARIO
Maserade
1465, 2309
Agricolo in Edificabile
66
19/01/09
523
SCARPELLINI BRUNO
Via XXV Aprile area maneggio
67
23/01/09
683
COOPERATIVA PIRAMIDE BRESCIA
Carattere generale
SPAGNOLI VINCENZO
Via Valeriana (prato davanti
Madonnina)
68
Campagna dietro Beatì
1655,5785,5786
1185,4317
7100,4022,4020
Agricolo in Artigianale
Trasformaz area edificabile
Agricolo in Edificabile
3, 4, 9, 89, 7212, 7213, 7214, 7215 Rettifica confine area artigianle
2304, 2305/b, 3607
6860, 6862
Espansione area edificabile
Agricolo in Edificabile
3407, 3406, 3396, 3399, 3398, 3422,
Agricolo in Edificabile
3395
Ampliamento Legazzuolo
3395, 3398, 3422, 3399, 3396, 3407,
Agricolo in Turistico alberghiero
3406
/
4758, 4759
Richiesta area per PEEP
Edificazione in lotto VdR con cambio if da 1,2 a 1,8 mc/mq e abolizione
rispetto cimiteriale
69
16/03/09
2222
ANDREOLI RAFFAELLA
Via Carducci
1515
Agricolo in Edificabile
70
25/03/09
2591
BENZONI ALESSANDRO
Via Battisti
135
Agricolo in Edificabile
71
30/04/09
3768
COTTI COTTINI COSTANTINO
Piazze
2519
Agricolo in Edificabile
72
04/05/10
3817
COTTI COTTINI OSCAR
Piazze
2247, 2642, 3454
Agricolo in Edificabile
73
14/05/09
5977
SERIOLI AGATA (mamma Maffi)
Via Pizzardello
5977
Agricolo in Edificabile
74
03/06/09
4854
COTTI COMETTI ANITA
Cuncù
75
05/06/09
4930
COTTI DIONISIA
Via Gianico vecchia
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
5741, 5739, 5216
618, 6918
Casello per deposito attrezzi
VdR in Edificabile
46
76
02/10/09
77
8677
COTTI INNOCENZA
Via Carducci
4795, 4796, 3169, 3460
Standard in Edificabile
19/10/09
9296
FANCHINI FRANCA
Maserade
78
12/12/09
11089
FONTANA VITTORIO E ALESSANDRO
Via Manzoni
902, 6962
Agricolo in Edificabile
79
05/02/10
1124
BARISELLI GIOVANNI
Lammarga/Campisecchi
80
05/10/10
8495
FIORINI MARIA SANTA
Via Gianico vecchia
81
18/10/10
8954
ROTA MARIA TERESA
Via Pieve
1247
Riclassificazione edifici
82
15/11/10
9747
POIATTI DOMENICO
Via Carducci
1532
VdR in Edificabile
83
84
22/12/10
10870
FLLI MARTINELLI DOMENICO
Via Valeriana
23/10/06
8419
QUETTI LUCIANO e MINA
Via Pizzardello
85
25/10/06
8553
F.LLI ARRIGONI MARCO
Via Vescovo
86
31/10/06
8777
F.LLI FILIPPI
Via XXV Aprile
87
31/10/06
8782
SANTICOLI LUIGI INNOCENZO
88
08/11/06
8969
89
08/11/06
90
08/11/06
1416
7757,7758, 7759, 7761, 7762
624 - 6114
Stralcio lotto singolo da PL
VdR in Edificabile
Agricolo in Edificabile
3479, 6738, 6740, 6736, 6735, 6733,
Stralcio parte di lotto singolo da PL e trasformazione in Verde Privato
6732
2396
VdR in Edificabile
330,542,3076,3716,3660
Agricolo in Artigianale
1612,5747
Standard in Edificabile
Via XXV Aprile Beatì
1611
Agricolo in Edificabile
SPAGNOLI ANTONELLA
Via Carducci
7243
Standard in Edificabile
8971
BALEN SILVANO GHEZA NICOLE
Zona Campisecchi
286
VdR in Edificabile
8973
MAZZOLI FRANCO
Via Pascoli
7123,7134
VdR in Edificabile
91
10/11/06
9031
92
13/11/06
9106
93
15/11/06
9157
POIATTI IOLE
Bassinale
94
22/11/06
9365
BURLOTTI GIOVAN MARIA
Confine con Rogno
95
22/11/06
9379
ZANARDINI GIANFRANCO
Via XXV Aprile
96
30/11/06
9631
COTTI SARA
Via Carducci - sotto canale
97
06/12/06
9816
BELINGHERI ARONNE
Via XXV Aprile
98
06/12/06
9817
BELINGHERI ARONNE
Via Gianico
ZANARDI ANNA E MARIA
Via Battisti
VdR in Edificabile
120,118,922,126,779,782,2495,130,1
Agricolo in Artigianale
29,132,1018,1037,175,2067,2080,20
INTERVENTO GIA' REALIZZATO - LOTTIZZAZIONE AREA ANDREOLI MOMOLO
99
06/12/06
9818
BELINGHERI ARONNE
Zona industriale
100
06/12/06
9826
COMPERTI MARCO
Via Pizzardello
2022
Ristoro cascina Splaza
7
3074,538,5847,5772,5773,5830
1513,3859,4970,363
Pista go-kart
Agricolo in Edificabile
A: riduz. fascia rispetto
B: realizzazz.attività comm. collegata ad attività artigianle
C: parcheggi sul tetto
1042
VdR in Edificabile
6165,7200,7173,7174,7175,7176,717
7,7178,7179,5997,7349,5990,5991,5
992,5993,5994,5995,5996,199,7201, Artigianale in Commerciale
6002,188,7187,7188,
7189,6161,6164
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
4350
VdR in Edificabile
47
101
06/12/06
9827
BALZARINI LUCIANO
Via Pizzardello
102
11/12/06
9928
SPANDRE FEDERICO
Zona Beatì
103
12/12/06
9980
BENZONI MARIA
Via Pizzardello
104
15/12/06
10085
FONTANA GIANPIETRO
Castello
830
Inserire edificio tav 1:2000
105
18/12/06
10175
BENZONI GIACOMO
Via Leopardi
4907
Agricolo in Edificabile
106
19/12/06
10195
BONICELLI ANDREA
Via Leopardi
4862,4863
Agricolo in Edificabile
107
21/12/06
10302
SAVIORI MARIA GRAZIA
Via Gianico
6949
108
21/12/06
10334
POIATTI RENATO
Zona Industriale
109
21/12/06
10335
F.LLI ANDREOLI G.PIETRO E MARINO
Via Gianico vecchia
110
21/12/06
10336
F.LLI ANDREOLI GLORIA E ERNESTO
Zona Indus. confine con Gianico
111
21/12/06
10338
POIATTI CATERINA
112
21/12/06
10339
113
21/12/06
114
2395
VdR in Edificabile
Agricolo in Edificabile
3464,87
VdR in Edificabile
Standard in parte a Parcheggi e parte in Edificabile
SUPERATA - ACQUISTO CAPANNONE
315,3061
VdR in Edificabile
22,24,3617
VdR in Artigianale
Confine con Gianico
18
VdR in Artigianale
POIATTI CATERINA
Via Gianico vecchia
628
VdR in Edificabile
10340
RAVELLI BATTISTA
Zona Marocchello
21/12/06
10340
MAGNOLINI GIOVANNI
Via Pascoli zona Boschine
115
21/12/06
10342
FLLI MARTINELLI ETTORE E DANIELE
Via Pizzardello
116
21/12/06
10343
POIATTI RENATO
Via Leopardi
1482,1987
117
21/12/06
10344
RAVELLI DAMIOLI RAFFAELLA
Via Valeriana
91
Standard in Edificabile
118
28/12/06
10574
RUBELLI LORETTA
Via Carducci
3591,1531,3590,1529,1999,918,
917,3432,1527
Agricolo in Edificabile
Via Leopardi - Via XXV Aprile
7207,106,107,259,257,2404,256,
2446
Agricolo in Edificabile
BENZONI GIAN BATTISTA
Zona A Nuclei Storici
832,6512
Agricolo in Edificabile
1607
Edificabile in Agricolo
6835,6836,6837,6838,6839,6840
Stralcio lotto singolo da PE
VdR in Edificabile
119
28/12/06
10587
ISTITUTO DIOCESANO
120
29/12/06
10614
ANDREOLI MARIA
121
29/12/06
10615
GARATTI GIROLAMO
Via Carducci / via Mulino
4410
Cambio indice da C1 a D1
122
29/12/06
10616
LORENZETTI GIUSEPPE
Via Pascoli zona Boschine
1630
Edificabile in Agricolo
123
29/12/06
10617
SORELLE LORETTA E EMANUELA
Maserade nuova lottizzazione
124
29/12/06
10618
MAZZOLI BORTOLO
Via Pascoli zonna Boschine
125
29/12/06
10619
MAZZOLI BORTOLO
Campagna
5435
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
1420,3155,3156,3157,3158
Togliere standard
973,3286
VdR in Edificabile
324,325,2465,2614,3530,3208
Agricolo in Artigianale
48
126
29/12/06
10620
MAZZOLI BORTOLO
Az Agricola zona Boschine
1587,6148
VdR in Agricolo
127
29/12/06
10621
PELUCHETTI GIOVANNI
Maserade vicino isola ecologica
5642,5643
Agricolo in Edificabile
128
29/12/06
10622
MAGRANO RINO
Via Pascoli zona Boschine
4326
Agricolo in Edificabile
129
29/12/06
10623
TOMERA MARGHERITA
Campagna Muracche
3290
Fabbricato agrico in abitazione
130
29/12/06
10624
POLONIOLI STEFANIA
Maserade
3682,5891,5892
Riduzione profond. Parcheggi
131
29/12/06
10625
IMMOBILIARE MONTI
Via XXV Aprile
7400,7401,7403,7404,7406,7407,
7408,7459
132
29/12/06
10664
BORRA LIVIA
Montecampione
5065
133
29/12/06
10667
QUETTI LUCA
FONTANA RENATO
Cornei sopra imavilla
5737,5738
VdR in Edificabile
Realizzazione piccolo ristoro e deposito attrezzi
Area standard/edificabile in edificabile
RICHIESTE PERVENUTE DOPO IL 01/04/2011
3054
COTTI SARA
135
13/04/11
3061
COMUNE DI PIAN CAMUNO
Compartecipare alle spese delle strada che dal fondovalle serve tutti i
comparti esistenti ed di nuova previsione a Montecampione
136
29/06/11
5346
BONICELLI CRISPINO
Ricondurre il fabbricato e la propria area di pertinenza alla destinazione
urbanistica precedente
137
01/08/11
6526
NORIS ANGELO
Via 25 aprile
276,107,6844,6869,6871,6844
138
04/08/11
6405
MARTINELLI DOMENICO
Via Valeriana
3479,6738,6739,6740,6735,6736
10/10/11
7796
ALESSI LORETTA
Via S. Maurizio
14/10/11
7949
FONTANA ALESSANDRO
MARTINO
30/12/11
10050
PELUCHETTI ROBERTO
loc. Prato Secondino
01/08/12
5079
NORIS ANGELO
Via 25 aprile
134
139
140
141
142
Via Carducci
A: Interruzione strada appena sotto il Canale mapp. 1513 e 3859
1513,3859,918,1529,1999,4972,1
B: Agricolo in Edificabile mapp. 1513 e 3859
531
C: Edificabile in Agricolo mapp. 918, 1529, 1999, 4972, 1531
13/04/11
COTTI
Via Panoramica
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
6156,6342
A: Agricolo in Edificabile su parte dei mapp. 6844, 6869, 6871, 107
B: spostare l'area del mapp. 276 situata sotto la linea di alta tensione
Classificare la parte attualmente identificata coma P.A. nel P.G.T. in
adozione come zona B2 ai mapp. 3479, 6738, 6739, 6740, 6735, 6736
Comprendere tutto l'edificio in verde di connessione in modo che si possa
fare il cambio d'uso sull'intero edificio verso la residenza ai mapp. 6156,
6342
Rendere edificabili i mappali 2289 e 3712 o in alternativa, la possibilità di un
3711,3712,5181,2283,2289,2290,
ampliamento con trasformazione dell'attuale immobile censito al foglio 6
5183,5185
Part. 7771
6038,6932,6933,8201
276,107,6844,6869,6871,6844
Ampliamento struttura esistente per poter costruire un albergo ai mapp.
6038, 6932, 6933, 8201
A: Agricolo in Edificabile su parte dei mapp. 6844, 6869, 6871, 107
B: spostare l'area del mapp. 276 situata sotto la linea di alta tensione
49
13/08/12
5363
COTTI DAVIDE
Via Carducci - Via Golgi
1875
143
20/08/12
5460
ILARIO CAVALLERI
loc. Valmaione
loc. Prato Secondino
Plan di montecampione
Bassinale
31/01/12
869
HERMANS HANS E VERA
Via 25 aprile
24/01/12
687
POIATTI DOMENICO
Via G. Pascoli
21/01/13
577
SPAGNOLI GIANFRANCO
via Carducci
144
145
146
147
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
Rimuovere vincolo "zone per attrezzature comuni" (dal 1985 non si è mai
esercitata nessun tipo di espropriazione)
Valmaione: riconversione mediante ristrutturazione e o ricostruzione delle
cascine "val Maione" e "Porcelia" a fini didattici e per l'ospitalità (colonie
1944,1946,2019,8068,8069
estive, attività agrituristiche, allevamento cervidi); realizzazione nuova Baita
8200
del Sole (slp lorda 250 mq);
8093,8094,5548,2803,5552,5554,
Bassinale: implementare volumetrie attribuite all'ex comparto 5di mc 2000
6960
per complessivi mc 3500.
Si
chiede che tali indicazioni siano contenute nel Piano delle Regole del PGT
189
3439,1279,3646
1533 sub.506-504-5900
Inserire una porzione di area del mapp. 189 come area industrialeartigianale in adiacenza all'area industriale già esistente
VdR in Edificabile
escludere le aree di proprietà dalla zona edificabile di completamento
50
Le proposte dei cittadini sono state quindi valutate sulla base di precisi criteri:
incompatibilità della trasformazione del suolo: sono state ritenute non accoglibili quelle richieste
che per collocazione territoriale, caratteristiche dimensionali e destinazione avrebbero
determinato trasformazioni del territorio non compatibili con l’interesse comune. In particolare
rientrano in questa casistica quelle aree che, anche se spesso non sottoposte ad un particolare
vincolo, risultano sensibili dal punto di vista ambientale e paesistico per la presenza di particolari
elementi rilevati dallo studio paesistico del territorio; in tale “categoria” sono state inoltre
comprese quelle richieste di trasformazione del suolo distanti dal contesto edificato in essere la
cui urbanizzazione è in contrasto con le politiche di sviluppo della Pubblica Amministrazione;
compatibilità delle trasformazioni del suolo: sono state ritenute accoglibili quelle richieste che
riguardano in generale piccoli lotti in ambiti compresi o limitrofi a contesti già urbanizzati e quindi
già dotati di infrastrutture urbanistiche e quelle richieste che hanno consentito una “ricucitura”
del tessuto urbanistico esistente attraverso interventi edilizi diretti.
L’analisi di tali richieste è stata sottoposta quindi al processo di Valutazione Ambientale strategica
che ha messo in luce alcune criticità che non ne hanno consentito l’accoglimento.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
51
La legge regionale n.12 dell’11 marzo 2005 afferma, nell’articolo 8 comma b “il quadro conoscitivo
del territorio comunale …..individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità,……le aree di interesse
archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico monumentale , e le relative aree di rispetto, i siti interessati
da habitat naturali di interesse comunitario …….., gli aspetti culturali, rurali, e di ecosistema, la struttura del
paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano….”.
Il quadro conoscitivo si propone, quindi, come quadro unitario di analisi finalizzato anche
all’organizzazione delle informazioni territoriali dove la tematica ambientale, rurale e quella
paesaggistica si propone in modo sinergico tra i diversi temi di indagine.
È in questa nuova ottica che si inseriscono i concetti di paesaggio e di tutela: “paesaggio” in
riferimento a quell’insieme di caratteri percettivi dell’ambiente naturale e antropico che
assumono valore e significato in rapporto alla dimensione emotiva, estetica e culturale;
“tutela”come conservazione e manutenzione dell’esistente e dei sui valori riconosciuti, come
attenta gestione paesaggistica e più elevata qualità degli interventi di trasformazione, come
recupero delle situazioni di degrado.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, il quadro conoscitivo descrive ed elabora i diversi
aspetti che connotano il paesaggio dal punto di vista della sua costruzione storica, della
funzionalità ecologica, della coerenza morfologica e della percezione sociale indagando i diversi
sistemi funzionali e territoriali quali il sistema delle infrastrutture e della mobilità, il sistema urbano, il
sistema agricolo ecc.
Viene di seguito analizzato il sistema territoriale-urbanistico in cui il Comune è inserito al fine di
individuare le trasformazioni in atto e la tendenza di tali trasformazioni. Si descrive pertanto la
situazione urbanistico edilizia in essere al fine di valutare ed ipotizzare eventuali conseguenze sulla
trasformazione del territorio.
quadro paesistico ambientale
Dai Criteri Attuativi della L.R. n.12/05 in merito alle modalità per la pianificazione comunale (con
riferimento in particolare all’Allegato A “Contenuti paesaggistici del PGT”), si evince che il
paesaggio, nella sua accezione più completa, riveste un ruolo primario sia nella fase di
elaborazione del quadro conoscitivo sia nella fase di previsione delle trasformazioni.
Le Carte Condivise del Paesaggio, elaborati esplicativi del contenuto paesaggistico del PGT,
riferiscono, per quanto riguarda i propri contenuti e le norme ad essi riferiti, della indicazioni della
normativa provinciale e della disposizioni nazionali ed europee in materia di paesaggio.
Il D.Lgs. - 26 marzo 2008, n. 63 e s.i.m. “Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42” in relazione al paesaggio all’”Articolo 132 (Convenzioni
internazionali):
1. La Repubblica si conforma agli obblighi ed ai principi di cooperazione tra gli Stati fissati dalle
convenzioni internazionali in materia di conservazione e valorizzazione del paesaggio.
2. La ripartizione delle competenze in materia di paesaggio é stabilita in conformità ai principi
costituzionali, anche con riguardo all'
applicazione della Convenzione europea sul paesaggio, adottata a
Firenze il 20 ottobre 2000, e delle relative norme di ratifica ed esecuzione.”
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
52
Si richiama la Convenzione europea per il Paesaggio, di seguito riportata, quale documento di
riferimento per la componente.
CAPITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1 - Definizioni
Ai fini della presente Convenzione:
a. "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui
carattere deriva dall'
azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
b. "Politica del paesaggio" designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi
generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l'
adozione di misure specifiche finalizzate a
salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio;
c. "Obiettivo di qualità paesaggistica" designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per
un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche
paesaggistiche del loro ambiente di vita;
d. "Salvaguardia dei paesaggi" indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o
caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione
naturale e/o dal tipo d'
intervento umano;
e. "Gestione dei paesaggi" indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo
del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali,
economici ed ambientali;
f. "Pianificazione dei paesaggi" indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla
creazione di paesaggi.
Articolo 2 - Campo di applicazione
Fatte salve le disposizioni dell'
articolo 15, la presente Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e
riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e
marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita
quotidiana e i paesaggi degradati.
Articolo 3 - Obiettivi
La presente Convenzione si prefigge lo scopo di promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei
paesaggi e di organizzare la cooperazione europea in questo campo.
CAPITOLO II - PROVVEDIMENTI NAZIONALI
Articolo 4 - Ripartizione delle competenze
Ogni Parte applica la presente Convenzione e segnatamente i suoi articoli 5 e 6, secondo la
ripartizione delle competenze propria al suo ordinamento, conformemente ai suoi principi costituzionali e alla sua
organizzazione amministrativa, nel rispetto del principio di sussidiarietà, tenendo conto della Carta europea
dell'
autonomia locale. Senza derogare alle disposizioni della presente Convenzione, ogni Parte applica la
presente Convenzione in armonia con le proprie politiche.
Articolo 5 - Provvedimenti generali
Ogni Parte si impegna a :
a. riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle
popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro
identità;
b. stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla protezione, alla gestione, alla pianificazione dei paesaggi
tramite l'
adozione delle misure specifiche di cui al seguente articolo 6;
c. avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti
nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche menzionate al precedente capoverso b;
d. integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere
culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere
un'
incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.
Articolo 6 - Misure specifiche
A Sensibilizzazione
Ogni parte si impegna ad accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle
autorità pubbliche al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione.
B Formazione ed educazione
Ogni Parte si impegna a promuovere :
a. la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e dell'
intervento sui paesaggi;
b. dei programmi pluridisciplinari di formazione sulla politica, la salvaguardia, la gestione e la pianificazione del
paesaggio destinati ai professionisti del settore pubblico e privato e alle associazioni di categoria interessate;
c. degli insegnamenti scolastici e universitari che trattino, nell'
ambito delle rispettive discipline, dei valori connessi
con il paesaggio e delle questioni riguardanti la sua salvaguardia , la sua gestione e la sua pianificazione.
C Individuazione e valutazione
1. Mobilitando i soggetti interessati conformemente all'
articolo 5.c, e ai fini di una migliore conoscenza dei propri
paesaggi, ogni Parte si impegna a:
a.
i. individuare i propri paesaggi, sull'
insieme del proprio territorio;
ii. analizzarne le caratteristiche, nonché le dinamiche e le pressioni che li modificano;
iii. seguirne le trasformazioni ;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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b. valutare i paesaggi individuati, tenendo conto dei valori specifici che sono loro attribuiti dai soggetti e dalle
popolazioni interessate.
2. I lavori di individuazione e di valutazione verranno guidati dagli scambi di esperienze e di
metodologie organizzati tra le Parti, su scala europea, in applicazione dell'
articolo 8 della presente Convenzione.
D Obiettivi di qualità paesaggistica
Ogni parte si impegna a stabilire degli obiettivi di qualità paesaggistica riguardanti i paesaggi individuati e
valutati, previa consultazione pubblica, conformemente all'
articolo 5.c.
E Applicazione Per attuare le politiche del paesaggio, ogni Parte si impegna ad attivare gli strumenti di intervento
volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione dei paesaggi.
CAPITOLO III - COOPERAZIONE EUROPEA
Articolo 7 - Politiche e programmi internazionali
Le Parti si impegnano a cooperare perché venga tenuto conto della dimensione paesaggistica nelle loro
politiche e programmi internazionali e a raccomandare, se del caso, che vi vengano incluse le considerazioni
relative al paesaggio.
Articolo 8 - Assistenza reciproca e scambio di informazioni
Le Parti si impegnano a cooperare per rafforzare l'
efficacia dei provvedimenti presi ai sensi degli articoli della
presente Convenzione, e in particolare a:
a. prestarsi reciprocamente assistenza, dal punto di vista tecnico e scientifico, tramite la raccolta e lo scambio di
esperienze e di lavori di ricerca in materia di paesaggio;
b. favorire gli scambi di specialisti del paesaggio, segnatamente per la formazione e l'
informazione;
c. scambiarsi informazioni su tutte le questioni trattate nelle disposizioni della presente Convenzione.
Articolo 9 - Paesaggi transfrontalieri
Le Parti si impegnano ad incoraggiare la cooperazione transfrontaliera a livello locale e regionale, ricorrendo, se
necessario, all'
elaborazione e alla realizzazione di programmi comuni di valorizzazione del paesaggio.
Articolo 10 - Controllo dell'applicazione della Convenzione
1. I competenti Comitati di esperti già istituiti ai sensi dell'
articolo 17 dello Statuto del Consiglio d'
Europa, sono
incaricati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'
Europa del controllo dell'
applicazione della Convenzione.
2. Dopo ogni riunione dei Comitati di esperti, il Segretario Generale del Consiglio d'
Europa trasmette un rapporto
sui lavori e sul funzionamento della Convenzione al Comitato dei Ministri.
3. I Comitati di esperti propongono al Comitato dei Ministri i criteri per l'
assegnazione e il regolamento del Premio
del Paesaggio del Consiglio d'
Europa.
Articolo 11 - Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa
1. Il Premio del paesaggio del Consiglio d'
Europa può essere assegnato alle collettività locali e regionali e ai loro
consorzi che, nell'
ambito della politica paesaggistica di uno Stato Parte contraente della presente Convenzione,
hanno attuato una politica o preso dei provvedimenti volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione
sostenibile dei loro paesaggi che dimostrino una efficacia durevole e possano in tal modo servire da modello per
le altre collettività territoriali europee. Tale riconoscimento potrà ugualmente venir assegnato alle organizzazioni
non governative che abbiano dimostrato di fornire un apporto particolarmente rilevante alla salvaguardia, alla
gestione o alla pianificazione del paesaggio.
2. Le candidature per l'
assegnazione del Premio del paesaggio del Consiglio d'
Europa saranno trasmesse ai
Comitati di Esperti di cui all'
articolo 10 dalle Parti. Possono essere candidate delle collettività locali e regionali
transfrontaliere, nonché dei raggruppamenti di collettività locali o regionali, purché gestiscano in comune il
paesaggio in questione.
3. Su proposta dei Comitati di esperti di cui all'
articolo 10, il Comitato dei Ministri definisce e pubblica i criteri per
l'
assegnazione del Premio del Paesaggio del Consiglio d'
Europa, ne adotta il regolamento e conferisce il premio.
4. L'
assegnazione del Premio del paesaggio del Consiglio d'
Europa stimola i soggetti che lo
ricevono a vigilare affinché i paesaggi interessati vengano salvaguardati, gestiti e/o pianificati in modo
sostenibile.
CAPITOLO IV - CLAUSOLE FINALI
Articolo 12 - Relazioni con altri strumenti giuridici
Le disposizioni della presente Convenzione non precludono l'
applicazione di disposizioni più severe in materia di
salvaguardia, gestione o pianificazione dei paesaggi contenute in altri strumenti nazionali od internazionali
vincolanti che sono o saranno in vigore.
Articolo 13 - Firma, ratifica, entrata in vigore
1. La presente Convenzione è aperta alla firma degli Stati membri del Consiglio d'
Europa. Sarà sottoposta a
ratifica, accettazione o approvazione. Gli strumenti di ratifica, di accettazione o di approvazione saranno
depositati presso il Segretario Generale del Consiglio d'
Europa;
2. La presente Convenzione entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di
tre mesi dalla data in cui dieci Stati membri del Consiglio d'
Europa avranno espresso il loro consenso a essere
vincolati dalla Convenzione conformemente alle disposizioni del precedente paragrafo;
3. Per ogni Stato firmatario che esprimerà successivamente il proprio consenso ad essere vincolato dalla
Convenzione, essa entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi
dalla data del deposito dello strumento di ratifica, di accettazione o di approvazione.
Articolo 14 - Adesione
1. Dal momento dell'
entrata in vigore della presente Convenzione, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'
Europa
potrà invitare la Comunità Europea e ogni Stato europeo non membro del Consiglio d'
Europa ad aderire alla
presente Convenzione, con una decisione presa dalla maggioranza prevista all'
articolo 20.d dello statuto del
Consiglio d'
Europa, e all'
unanimità degli Stati Parti Contraenti aventi il diritto a sedere nel Comitato dei Ministri;
2. Per ogni Stato aderente o per la Comunità Europea in caso di adesione, la presente Convenzione entrerà in
vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo
di tre mesi dalla data del deposito dello strumento di adesione presso il Segretario Generale del Consiglio
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d'
Europa.
Articolo 15 - Applicazione territoriale
1. Ogni Stato o la Comunità europea può, al momento della firma o al momento del deposito del proprio
strumento di ratifica, di accettazione, di approvazione o di adesione, designare il territorio o i territori in cui si
applicherà la presente Convenzione;
2. Ogni Parte può, in qualsiasi altro momento successivo, mediante dichiarazione indirizzata al Segretario
Generale del Consiglio d'
Europa, estendere l'
applicazione della presente Convenzione a qualsiasi altro territorio
specificato nella dichiarazione. La Convenzione entrerà in vigore nei confronti di detto territorio il primo giorno del
mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui la dichiarazione è stata ricevuta dal
Segretario Generale;
3. Ogni dichiarazione fatta in virtù dei due paragrafi precedenti potrà essere ritirata per quanto riguarda qualsiasi
territorio specificato in tale dichiarazione, con notifica inviata al Segretario Generale. Il ritiro avrà effetto il primo
giorno del mese che segue lo scadere di un periodo di tre mesi dalla data del ricevimento della notifica da parte
del Segretario Generale.
Articolo 16 - Denuncia
1. Ogni Parte può, in qualsiasi momento, denunciare la presente Convenzione, mediante una notifica indirizzata
al Segretario Generale del Consiglio d'
Europa;
2. Tale denuncia prenderà effetto il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla
data in cui la notifica è stata ricevuta da parte del Segretario Generale.
Articolo 17 - Emendamenti
1. Ogni Parte o i Comitati di Esperti indicati all'
articolo 10 possono proporre degli emendamenti alla presente
Convenzione.
2. Ogni proposta di emendamento è notificata per iscritto al Segretario Generale del Consiglio d'
Europa, che a
sua volta la trasmette agli Stati membri del Consiglio d'
Europa, alle altre Parti contraenti e ad ogni Stato europeo
non membro che sia stato invitato ad aderire alla presente Convenzione ai sensi dell'
articolo 14.
3. Ogni proposta di emendamento verrà esaminata dai Comitati di Esperti indicati all'
articolo 10 e il testo
adottato a maggioranza dei tre quarti dei rappresentanti delle Parti verrà sottoposto al Comitato dei Ministri per
l'
adozione. Dopo la sua adozione da parte del Comitato dei Ministri secondo la maggioranza prevista all'
articolo
20.d dello Statuto del Consiglio d'
Europa e all'
unanimità dei rappresentanti degli Stati Parti Contraenti aventi il
diritto di partecipare alle riunioni del Comitato dei Ministri, il testo verrà trasmesso alle Parti per l'
accettazione.
4. Ogni emendamento entra in vigore, nei confronti delle Parti che l'
abbiano accettato, il primo giorno del mese
successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui tre Parti Contraenti, membri del Consiglio
d'
Europa avranno informato il Segretario Generale di averlo accettato. Per qualsiasi altra Parte che l'
avrà
accettato successivamente, l'
emendamento entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di
un periodo di tre mesi dalla data in cui la detta Parte avrà informato il Segretario Generale di averlo accettato.
Articolo 18 - Notifiche
Il Segretario Generale del Consiglio d'
Europa notificherà agli Stati membri del Consiglio d'
Europa, a ogni Stato o
alla Comunità Europea che abbia aderito alla presente Convenzione:
1. ogni firma ;
2. il deposito di ogni strumento di ratifica, di accettazione, di approvazione o di adesione;
3. ogni data di entrata in vigore della presente Convenzione conformemente agli articoli 13, 14 e 15;
4. ogni dichiarazione fatta in virtù dell'
articolo 15;
5. ogni denuncia fatta in virtù dell'
articolo 16;
6. ogni proposta di emendamento, così come ogni emendamento adottato conformemente all'
articolo 17 e la
data in cui tale emendamento entrerà in vigore;
7. ogni altro atto, notifica, informazione o comunicazione relativo alla presente Convenzione.
Le informazioni raccolte attraverso opportune indagini, gli elementi significativi emersi da ricerche,
studi e osservazioni sono riportati in carte tematiche, complessivamente definite “Carte Condivise
del Paesaggio”, il cui compito è raccogliere in forma organica tutte le indicazioni attinenti alla
qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti.
Le “Carte Condivise del Paesaggio” sono costituite da:
− due carte di inquadramento che, attraverso l’analisi delle indicazioni cartografiche del
Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia (P.T.C.P.) forniscono una descrizione a
livello paesistico-ambientale e naturalistico non solo del territorio comunale ma anche del
contesto più ampio di riferimento;
− ulteriori cartografie descrittive indicanti gli aspetti del paesaggio fisico e naturale, del
paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale (corrispondenti alle componenti
identificate dal P.T.C.P. di Brescia) che approfondiscono i caratteri vegetazionali e del
paesaggio agrario, descrivendo il sistema delle aree agricole e forestali, e riportano la
classificazione del territorio in relazione alla capacità d’uso dei suoli (finalizzata a fornire
una specifica in merito alla vocazione agricola e produttiva dei suoli stessi);
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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−
−
cartografie d’indagine del territorio urbanizzato, sia di recente edificazione che dalle
connotazioni più storiche che definiscono rispettivamente il paesaggio storico culturale
(elementi puntuali da tutelare e conservare, sistema della viabilità e dei sentieri) ed il
paesaggio urbano (edificato residente e produttivo, impegnato e non dal PRG vigente);
elaborati di valutazione che sono il frutto di studi effettuati a fronte del quadro conoscitivo
di analisi. La prima tavola fornisce una valutazione del valore agroforestale e paesistico
ambientale dei suoli, la seconda riporta gli ambiti, gli elementi ed i contesti di rilevanza dal
punto di vista percettivo e storico-testimoniale mentre la terza rileva ed analizza la
visualità che caratterizza ambiti, percorsi e punti panoramici.
Attraverso la prima fase conoscitiva e la seconda di valutazione sopra descritte è stato possibile
passare alla definizione della Tavola “Carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi” che
individua nel territorio comunale gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore
sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista paesaggistico. Questa carta costituisce la sintesi del
percorso di lettura/valutazione del paesaggio di interesse.
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Il contesto territoriale
Gli approfondimenti sul territorio, unitamente all’esame della documentazione, alle indagini ed ai
sopralluoghi, hanno portato alla redazione della presente analisi, che ha lo scopo di inquadrare il
territorio del Comune di Artogne in ambito generale, vegetazionale e faunistico, oltre a meglio
chiarire i contenuti delle Tavole tematiche e, non ultimo, definirne gli indirizzi di tutela e Norme
Tecniche di Attuazione secondo gli orientamenti indicati dal PTCP.
Il Comune di Artogne è situato in provincia di Brescia, nella bassa Valle Camonica, ad una
distanza di circa 50 Km dal capoluogo di provincia. Il suo territorio copre una superficie di circa 21
Kmq, a partire da una quota di 203 m s.l.m., per arrivare a una quota di 2060 m s.l.m con la cima
del Monte Muffetto.
Il territorio comunale, dalla forma quasi trapezoidale, è attraversato in senso longitudinale (da est
a ovest) dalla Valle di Artogne, formata dalla confluenza della valle del Bassinale e della Val
Maione. Quest'
ultima, a sua volta, trae origine dalla confluenza di almeno tre valli minori, la più
importante delle quali, la Val Mezzana, trae origine in prossimità della cima del Monte Splaza (m
1826 slm), al confine con il Comune di Bovegno.
A circa 500 metri dal confine ovest, il territorio del Comune di Artogne, nella parte più bassa e
pianeggiante, è attraversato, quasi parallelamente al fiume Oglio, dalla S.S. 42.
Poche centinaia di metri più a est corrono la linea ferroviaria Brescia-Edolo e ancora più ad est il
canale idroelettrico (ex Italsider), che si interseca con la Strada Provinciale I e segna il limite ovest
del nucleo centrale di Artogne (m 270 s.l.m.).
Il territorio su cui sorge l'
abitato di Artogne è caratterizzato dalla morfologia tipica del fondovalle,
un enorme conoide di deiezione che si è formato nel corso degli anni con il trasporto dei detriti
ad opera del torrente Re (Valle di Artogne).
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Oltre al centro storico del capoluogo, sul territorio comunale insistono altri tre nuclei abitati: la
frazione di Piazze (m 717 s.l.m.), la frazione di Acquebone (m 653 s.l.m.) rispettivamente a nord e a
sud della valle di Artogne, oltre alla località sciistica di Montecampione (intorno a m 1.100 s.l.m.),
che si estende in parte anche sul territorio comunale di Pian Camuno.
L'
antropizzazione di queste zone è di origine antica, ancora legata all'
esigenza di uno
sfruttamento intensivo del versante a scopi silvo-pastorali. Nuclei minori e singoli edifici si trovano
sparsi sul territorio rimanente ove la giacitura dei terreni, spesso assai pendenti, ne abbia
consentito l'
edificazione.
Con il passare dei decenni, il centro abitato di origine tardo-medioevale si è progressivamente
esteso verso valle, oltrepassando il canale ex Italsider, fino a raggiungere la linea ferroviaria
Brescia-Iseo-Edolo, creando due maggiori nuclei edificati: il primo in prossimità della stazione
ferroviaria, il secondo in località '
Fabbrica'
.
Tra le notizie storiche di Artogne compaiono molte interpretazioni toponomastiche collegate alla
natura dei luoghi, oltre che al nome di antiche famiglie quale ‘Artenius’, nome gentilizio romano.
Secondo Guerrini che concorda con Olivieri “la prima parte del nome deriverebbe da Artus=erto
ma entrambi ritengono che, al pari di Pisogne, Rogno, Zogno, Cogno, la parte terminale sia
collegabile con i termini medioevali ogna-ogne, aventi la stessa radice di onés, che in dialetto
significa ontano. Sarebbe pertanto il riflesso della situazione topografica della zona paludosa e
poi bonificata con piantagioni di ontani”
La formazione della Frazione di Acquebone, collegata ad Artogne nel 1947 con la costruzione di
una nuova strada, pare abbia avuto origine dall’esodo di popolazione che da Artogne si
allontanava a causa di epidemie, scegliendo questo luogo esposto ‘a meriggio’ (p. Gregorio
1698) le cui origini di nome si rifacevano alla caratteristica delle acque che vi scorrono.
Quanto alla Frazione di Piazze, pur non disponendo di sufficiente materiale storico, si indica la
derivazione del nome nella parola ‘platea’, da intendersi nel significato di pianoro e non di
piazza.
Tra altre, la località Castello, le Frise, ai Ruc e la contrada Maserade.
Pian di Artogne, così si chiamava all’epoca, si è separato da Pian Camuno nel 1956, quando, con
D.P.R. 14-Dicembre-1956 n°156, reso esecutivo il 14 Febbraio 1957, a quest’ultimo è stato conferito
il titolo di Comune autonomo. Con Decreto Governativo del 14-Febbraio-1929, infatti, Pian di
Artogne, già autonomo, era stato aggregato a Pian Camuno.
la strumentazione urbanistica vigente
Il comune è dotato di Piano Regolatore Comunale approvato con D.G.R. n.46761 del 19.12.1984
la cui variante generale è stata approvata da D.G.R. n. VI/34415 del 30 gennaio 1998. Lo
strumento urbanistico è stato sottoposto a successive varianti ai sensi della L.R. n.23/97 e s.i.m..
La revisione generale del PRG di cui sopra era stata effettuata sulla base delle seguenti analisi e
valutazioni:
1.
valutare le trasformazioni sociali, economiche e territoriali avvenute nel periodo di
applicazione del PRG del 1984;
2.
approfondire l’indagine conoscitiva della realtà urbana comunale attraverso la redazione di
un’analisi dettagliata del patrimonio abitativo in essere ed un inventario degli edifici in
centro storico.
Dal punto di vista del dimensionamento, il PRG vigente propone nel decennio 1995-2005 un
incremento del volume edificatorio residenziale basato sui seguenti parametri:
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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-
incremento della popolazione;
calcolo del deficit di stanze d’abitazione in essere (sovraffollamento e carenze igienicosanitarie);
- calcolo della quota frizionale definita dai vani necessari a “…garantire una fluidità fisiologica
del mercato della casa...”.
L’incremento volumetrico proposto è pari a 4.201 vani per un complessivo insediamento di 6.200
abitanti rispetto ai 3.027 abitanti rilevati al 31 luglio 1995 (+105%). E’ inoltre individuata una
superficie complessiva di mq 169.197 di servizi comunali (27,29 mq/abitante).
Dopo circa 12 anni di gestione del territorio con il PRG vigente possiamo osservare quanto
riportato di seguito:
per quanto concerne il patrimonio edilizio esistente si registrano numerosi interventi di
recupero degli edifici in Centro Storico; puntuale anche l’intervento dell’Amministrazione
Pubblica che ha provveduto a riqualificare il nucleo antico attraverso il rifacimento di gran parte
delle pavimentazioni stradali ed a rinnovare le reti di sottosuolo.
per quanto concerne le aree di completamento ed espansione soggette a Piano
Esecutivo, numerose sono le aree non ancora attuate: tale rilevazione riguarda non solo le
previsioni edificatorie ma anche le aree destinate a servizi pubblici. Nello specifico valutando la
consistenza delle aree edificabili non ancora trasformate si ottengono i seguenti dati:
aree residenziali inedificate
aree produttive inedificate
aree per servizi non ancora realizzati
mq 48.227,30
mq
0,00
mq 28.593,11
In generale le aree che maggiormente hanno assorbito le richieste abitative si caratterizzano
come lotti interclusi all’interno degli abitati in essere o a margine dello stesso. Per un’analisi più
dettagliata e diretta di tale aspetto si rimanda ad una lettura delle tavole del Documento di
Piano relative al Dimensionamento (dp 8a-b- dp 9a-b- dp 10a-b).
l’abitato di Artogne
Piano Territoriale Regionale
L’art.34 della Normativa del PTR sezione PPR, di seguito richiamato, identifica puntualmente i
compiti paesaggistici del PGT:
1. I comuni nella redazione dei P.G.T. impostano le scelte di sviluppo urbanistico locale in coerenza con gli
obiettivi e gli indirizzi di tutela paesaggistica contenuti nel Piano del Paesaggio, in particolare:
a) recepiscono le presenti norme e assumono gli orientamenti contenuti nel Q.R.P. e negli elaborati
dispositivi e di indirizzo del presente piano e del P.T.C.P., ove esistente;
b) prendono in considerazione, a tal fine, gli elaborati conoscitivi e di inquadramento paesaggistico messi
a disposizione dal presente Piano e dal P.T.C.P., ove esistente;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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c)
assumono le necessarie misure di inquadramento delle proprie scelte urbanistiche, in forme
adeguatamente integrate per il rispetto di valori paesaggistici di rilievo sovracomunale o di interesse
intercomunale desumibili dal presente piano e dal P.T.C.P., ove esistente;
d) assumono come riferimento metodologico la D.G.R. 29 dicembre 2005, n. 1681 “Modalità per la
pianificazione comunale” con specifico riferimento all’allegato “Contenuti paesaggistici del P.G.T.”;
e) tengono conto in via prioritaria del recupero e del riuso degli edifici e dei siti abbandonati e della
riqualificazione delle aree e degli ambiti di riconosciuto degrado e compromissione paesaggistica.
2. È compito dei comuni nella redazione del P.G.T.:
a) predeterminare, sulla base degli studi paesaggistici compiuti e in coerenza con quanto indicato dai
“Contenuti paesaggistici dei P.G.T.“ di cui alla D.G.R. 1681 del 29 dicembre 2005 e dalle “linee guida
per l’esame paesistico dei progetti” di cui alla D.G.R. 11045 dell’8 novembre 2002, la classe di sensibilità
paesistica delle diverse parti del territorio comunale o di particolari aree di esso;
b) indicare, per particolare ambiti del territorio comunale, prescrizioni paesaggistiche di dettaglio, che
incidono anche sugli interventi edilizi, con specifico riferimento all’attuazione della disciplina di tutela a
corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico di cui al comma 2 dell’articolo 140 del D. Lgs.
42/2004 e alle prescrizioni di cui al precedente articolo 16bis.
3. In sede di approvazione del P.G.T.:
a) viene accertata l adeguatezza dell’apparato analitico e descrittivo del piano nonché la coerenza tra
gli elaborati a contenuto ricognitivo e valutativo, da un lato, e quelli a contenuto dispositivo, dall’altro,
anche in riferimento alla predeterminazione della classe di sensibilità paesistica dei luoghi e alla
definizione di prescrizioni paesaggistiche di estremo dettaglio;
b) viene accertata la presenza e la corretta redazione della cartografia di localizzazione degli ambiti
assoggettati alla tutela della parte III del D.Lgs. 42/2004, e successive mod. ed int.;
c) viene accertata la sostanziale rispondenza del P.G.T.. agli indirizzi e alle strategie del Piano del
Paesaggio;
d) viene verificato il coordinamento, a fini paesaggistici, con le previsioni dei P.G.T. dei comuni contermini.
4. Il corretto riscontro degli elementi di cui al comma 3, costituisce elemento essenziale ai fini
dell’approvazione del P.G.T. e relative varianti.
5. Il P.G.T. per il quale sia stata verificata la rispondenza agli obiettivi di tutela paesaggistica, una volta
approvato, assume la natura di atto di maggiore definizione ai sensi dell’articolo 6.
6. Se necessario, la provincia aggiorna e integra il proprio P.T.C.P., per la parte paesaggistica, accogliendovi
le indicazioni a specifica valenza paesaggistica del P.G.T. stesso.
7. I Comuni assicurano la coerenza tra pianificazione comunale e indicazioni paesaggistiche del P.T.C.P., a
tal fine apportano ai P.G.T. vigenti le modifiche necessarie per renderli coerenti con la disciplina e i contenuti
paesaggistici della pianificazione provinciale e i suoi aggiornamenti.
8. Piani attuativi, Programmi Integrati di Intervento (P.I.I.) e Programmi di Recupero Urbano (P.R.U.) assumono
come riferimento il Documento di Piano del P.G.T., alle cui determinazioni devono attenersi; in particolare,
posto che i suddetti piani costituiscono attuazione di dettaglio della strategia paesaggistica del Documento
di Piano, devono essere corredati da apposite relazione ed elaborazioni cartografiche che descrivano e
argomentino la coerenza tra P.G.T. nel suo complesso e scelte paesaggistiche operate nella definizione
dell’impianto microurbanistico, degli indici urbanistici e delle caratterizzazioni tipologiche in ordine a:
- Tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale dei caratteri connotativi del paesaggio
comunale individuati nel quadro conoscitivo e in particolare nella carta condivisa del paesaggio comunale;
- Valorizzazione delle relazioni fisiche, visuali e simboliche tra i diversi elementi e luoghi connotativi;
- Risoluzione di eventuali criticità correlate a situazioni di degrado o compromissione del paesaggio;
- Continuità dei sistemi verdi e del sistema degli spazi e percorsi pubblici
- Coerenza dimensionale e morfologica con il tessuto urbano circostante e limitrofo.
9. In assenza di P.G.T. ….(omissis)
10. L’atto di approvazione dei Piani di cui al comma 1, dà conto dell’avvenuta verifica della coerenza delle
previsioni e della proposta progettuale con il P.G.T. e il Piano del Paesaggio; l’amministrazione competente
può in tal senso acquisire preliminarmente il parere consultivo della Commissione del Paesaggio, ove
esistente.
11. Nel caso i piani di cui al comma 8 interessino, anche parzialmente, aree o immobili oggetto di specifica
tutela paesaggistica ai sensi dell’articolo 136 del D. Lgs. 42/2004, la relazione e gli elaborati cartografici
richiesti devono altresì dar conto della coerenza in merito agli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione dei
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
60
suddetti aree e immobili, con specifico riferimento a quanto indicato dalla disciplina di tutela di cui al
comma 2 dell’articolo 140 del D. Lgs. 42/2004, ove esistente, dal precedente articolo 16bis e dalla D.G.R.
2121 del 15 marzo 2006.
Per la costruzione del quadro strategico si fa riferimento, oltre che agli obiettivi sopra esplicitati,
anche all’appartenenza ai sistemi territoriali individuati dal P.T.R. all’interno della cartografia
(tavola 4 della sezione DDP). Il comune di Artogne appartiene principalmente al Sistema
Territoriale Pedemontano e marginalmente, in ragione della collocazione geografica, al Sistema
Territoriale dei Laghi: dalle zone di versante è possibile godere di viste a lago rivolte verso il Lago
d’Iseo ma di fatto gli abitati non sono investiti dai caratteri tipici dei comuni lacustri se non per
motivi legati alla percezione di quadri di insieme che coinvolgono il lago e le sue sponde.
Il territorio Comunale di Artogne è riconosciuto nella unità tipologica di paesaggio della fascia
prealpina (PTR – Sezione III – PPR – abaco vol1).
Piano Territoriale Regionale 2010 -2. PTR DDP Documento di Piano
TAV 4 I SISTEMI TERRITORIALI
Sistema territoriale della montagna – fascia prealpina
Il Sistema Pedemontano interessa varie fasce altimetriche; è attraversato dalla montagna e dalle
dorsali prealpine, dalla fascia collinare e dalla zona dei laghi insubrici, ciascuna di queste
caratterizzata da paesaggi ricchi e peculiari. Geograficamente il sistema territoriale si riconosce in
quella porzione a nord della regione che si estende dal lago Maggiore al lago di Garda
comprendendo le aree del Varesotto, del Lario Comasco, del Lecchese, delle valli bergamasche
e bresciane, della zona del Sebino e della Franciacorta, con tutti i principali sbocchi vallivi.
Comprende al suo interno città, quali Varese, Como e Lecco, che possono essere identificate
come “città di mezzo” tra la grande conurbazione della fascia centrale e la regione Alpina.
Diverso è il sistema Bergamo e Brescia che si attesta più a est ai margini delle propaggini collinari
ed ai bordi della pianura agricola. Ma tutte insieme queste città, da Varese a Brescia, si
identificano come le città di corona del più ampio sistema urbano policentrico di 7,5 milioni di
abitanti di cui Milano è polo centrale. È solo nell’insieme che questo sistema urbano costituisce un
nodo di importanza europea per connessione al network dei trasporti, per presenza di importanti
funzioni per la formazione, per il livello decisionale e il sistema economico nel suo complesso.
PTR – Sezione II – DDP
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
61
Oltre all’individuazione di sistemi territoriali, il PTR identifica ambiti di più circoscritta definizione
rispetto ai primi, territori più organici, di riconosciuta identità geografica. Essi si distinguono sia per
le componenti morfologiche, sia per le nozioni storico-culturali che li qualificano: si delineano, da
un lato, attraverso un esame più minuto del territorio, delle sue forme, della sua struttura, delle sue
relazioni, dall’altro attraverso la percezione che ne hanno i suoi abitanti o attraverso la
costruzione figurativa e letteraria che è servita a introdurli nel linguaggio d’uso corrente. Così, ad
esempio, gli abitanti del territorio di Crema si definiscono cremaschi, quelli della Valchiavenna
chiavennaschi ecc. e come tali legittimano la loro appartenenza a un ambito, a un linguaggio, a
una cultura comune ancorché spazialmente circoscritta.
In questo caso l’appartenenza a una determinata area geografica, i cui confini sono molto
spesso indefiniti, significa riconoscere in essi un palinsesto generativo fatto di comuni identità
culturali, di dialetto, di vicende amministrative, di tradizione, di fatti insediativi tipici ecc. L’uso di
questi riconoscimenti deriva sia dalla forza attrattiva dei maggiori centri capoluogo nel suscitare
omonimia, sia dalla capacità dei condizionamenti naturali, per lo più orografici, nel determinare
territorialità e delineazioni geografiche. Questo secondo caso vale certamente per le vallate
alpine che formano territori naturalmente chiusi, seppur con una loro organicità di relazioni, di
stimoli culturali e economici con l’esterno; vale meno per la pianura dove l’unico elemento di
delimitazione spesso è un corso d’acqua, il quale costituisce talvolta un esile sbarramento alla
costituzione di unità omogenee come, ad esempio, nel caso del Lodigiano che conserva una sua
porzione di territorio anche al di là dell’Adda.
PTR – Sezione III – PPR vol.2
Il comune di Artogne si colloca all’interno dell’ambito geografico della Val Camonica: ambito
corrispondente al corso alpino e prealpino dell’Oglio, nella provincia di Brescia.
Ben circoscritto in termini geografici, è inoltre dotato di una sua definita identità storica. Sotto il
profilo geografico si distinguono tre diverse porzioni di valle: la bassa, dall’orlo superiore del
Sebino a Breno; la media, da Breno a Edolo; l’alta, da Edolo al Passo del TonaIe.
Racchiude al suo interno la parte lombarda del Gruppo dell’Adamello e del Baitone.
I caratteri del paesaggio mutano profondamente nel risalire o nel discendere il corso dell’Oglio.
Dall’aspetto alpino, dominato da rocce, ghiacciai, nevai e versanti boscati dell’alta valle, si
succede l’influsso termico e ambientale prealpino della media e bassa valle. Anche
l’antropizzazione aumenta con il diminuire del livello altimetrico: al fondo valle chiuso e incassato
di alcuni tratti della porzione superiore della valle (Cedegolo è un significativo esempio di
costrizione insediativa) si succedono conche o pianori di sufficiente ampiezza nella media valle
dove si collocano i centri maggiori (Breno, Boario Terme, Capo di Ponte).
L’allargamento del solco vallico nella parte bassa aumenta le vocazioni insediative e genera
rilevanti fenomeni espansivi sia di carattere residenziale, sia di carattere commerciale o altrimenti
produttivo (cfr. l’area urbanizzata Lovere, Costa Volpino, Darfo-Boario Terme). Ne viene
pregiudicato l’assetto agricolo del fondovalle che conserva buoni connotati di paesaggio
soprattutto laddove si compone sui conoidi, si terrazza sui versanti, si adagia sui dossi e sulle
conche moreniche. A ciò si aggiunge la spessa coltre boschiva che, nella dominanza del
castagno, vivifica e integra l’assetto delle coltivazioni tradizionali. Nella parte alta della valle, le
resinose si distribuiscono asimmetricamente sui versanti a seconda della più o meno favorevole
esposizione climatica. Due i momenti storici che connotano il paesaggio storico della valle.
Rilevantissimo quello preistorico che conferisce alla Valcamonica il primato di maggior
comprensorio europeo d’arte rupestre, e pure notevole quello rinascimentale e successivo che,
soprattutto nella produzione artistica e architettonica, rileva personaggi di spicco e una singolare
elaborazione culturale in grado di plasmare con tipicità diversi scenari urbani locali.
PTR – Sezione III – PPR vol.2
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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La Vegetazione
Inquadramento vegetazionale
Il Comune di Artogne presenta una particolare forma allungata in direzione Ovest-Est, con quote
comprese tra i 210 m s.l.m. e i 2052 m s.l.m. del Monte Muffetto, spartiacque tra la Val Camonica
e la Valle Trompia.
Il lungo crinale che dalla Loc.tà Piazze di Artogne sale verso il Corno Torricella, quindi raggiunge il
Dosso Bassinaletto e poi il Dosso Beccheria di Bassinale (1.970 m slm), costituisce lo spartiacque
naturale che delimita il confine amministrativo tra i Comuni di Gianico ed Artogne.
Dal punto di vista idrografico, il territorio è caratterizzato dalla presenza di un collettore
principale, la Valle del Re di Artogne, che nel suo tratto più a valle (sotto i 250 m slm di
quota) delimita il territorio dei due Comuni di Artogne e Pian Camuno, mentre più in alto
funge da ricettore di una serie di vallecole laterali che, soprattutto in sponda orografica
sinistra, presentano situazioni di accidentalità molto marcate, quali la Valle del Corazzino
sotto Montecampione, la Valle dell’Inferno fortemente dissestata, la Val Maione, le Valli
Bassinale e Bassinaletto.
Sulla fascia pedemontana sono presenti, a partire dai 350 m s.l.m. i castagneti fino a raggiungere
formazioni di quote più elevate quali i piceo-faggeti e le peccete, intervallate dalla presenza dei
prati e dei pascoli nei siti meno acclivi. La vegetazione ricopre così tutto il territorio comunale,
dalle quote più basse fino alle cime più alte dislocate lungo il crinale che separa le due più estese
vallate bresciane (Val Camonica e Val Trompia). Partendo da NE si incontrano in successione
verso SW il Monte Rosello (2030 m slm), il Monte Muffetto (2.052 m slm), il Monte Splaza ( 1825 m
slm), fino a raggiungere la dorsale di Monte Campione (1831 m slm), da cui prende il nome la
nota stazione sciistica di Artogne e Pian Camuno.
La vegetazione risulta tipica delle aree prealpine con clima temperato e regime pluviometrico di
tipo sub-equinoziale. È possibile inquadrare l’intera area nel distretto geobotanico CamunoCaffarese della regione forestale Esalpica Centro-Orientale Esterna che così viene definita:
Nello specifico il territorio si caratterizza per la presenza di una vegetazione tipica delle aree
prealpine con clima temperato e regime pluviometrico di tipo sub-equinoziale. Dal punto di vista
vegetazionale l’area è più propriamente inquadrata nel distretto geobotanico CamunoCaffarese della regione forestale Esalpica Centro-Orientale Esterna che così viene definita:
“La regione esalpica s’incontra successivamente alla fascia collinare e comprende i primi rilievi
prealpini di una certa rilevanza altitudinale. In questa regione prevalgono nettamente le latifoglie
anche se non mancano formazioni di conifere costituite prevalentemente da pinete di pino
silvestre. Gli abeti, pur talvolta presenti, sono stati introdotti dall’uomo anche se successivamente
possono essersi diffusi spontaneamente. La loro caratteristica differenziale principale, rispetto alla
regione mesalpica, è lo loro rapida crescita e il precoce invecchiamento, fatto di notevoli
ripercussioni selvicolturali. Altro carattere peculiare di questa regione, è che le formazioni
altitudinalmente terminali, che spesso ricoprono anche la sommità dei rilievi, sono ancora
costituite prevalentemente la latifoglie.
La sub-regione Esalpica Centro Orientale Esterna si incontra soprattutto dove prevalgono i
substrati carbonatici ed è caratterizzata dalla presenza dell’orizzonte submontano dei querceti di
roverella e degli orno-ostrieti, intervallati, nelle situazioni a minore evoluzione edafica dalle pinete
di pino silvestre e in quelle più favorevoli, ma assai rare, dagli aceri-frassineti. Nell’orizzonte
montano e in quello altimontano dominano invece nettamente le faggete che trovano in questo
ambiente le condizioni ottimali di sviluppo. La subregione esalpica esterna comprende le parti
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medio-basse di tutte le valli centrali Lombarde (Val Camonica, Val Seriana, Val Brembana)
(…)”(DEL FAVERO R., 2002).
Secondo la classificazione fitoclimatica proposta da Pavari il territorio in oggetto può essere
suddiviso nelle seguenti fasce fitoclimatiche:
Castanetum, sottozona fredda: si caratterizza per il clima con precipitazioni annue > 700 mm,
temperature medie annue da 10 a 15°C. È presente dal piano di fondovalle fino ai 900 - 1000 m di
quota. In esso trovano diffusione le latifoglie meso-termofile quali il castagno e le querce (rovere e
roverella) associate ad altre latifoglie.
Fagetum: contraddistingue la fascia altimetrica superiore al castanetum, fino ai 1500-1600 m di
quota. Presenta climi temperato-freddi, con estate fresca, temperature medie annue da 6°C a 12
°C. Il faggio rappresenta la specie forestale caratteristica della fascia fitoclimatica, anche se a
tratti relegato a specie minoritaria, a vantaggio delle conifere microterme, picea e larice,
ampiamente diffuse dall’uomo nei secoli scorsi.
Picetum: è la fascia fitoclimatica compresa tra quota 1500-1600 m s.l.m. e il limite superiore della
vegetazione arborea. Presenta climi freddi con temperature medie annue che si aggirano tra i 3°
- 6°C. È caratterizzata da boschi di conifere, abete rosso, abete bianco e larice, circostanti i
pascoli.
Alpinetum: rappresenta la fascia compresa tra il limite del bosco e quello della vegetazione.
Nell'
Alpinetum non sono presenti boschi d'
alto fusto, le piante arboree assumono la forma
arbustiva per meglio adattarsi ai forti venti ed al peso della copertura nevosa: i tronchi sono
contorti e striscianti. Le formazioni di conifere si fanno più rarefatte e lasciano progressivamente
spazio alle lande alpine o formazioni cacuminali (lariceti, alneti e vegetazione rupestre).
Un altro metodo di analisi vegetazionale è quello biocenotico proposto da Schmid. Questo
metodo si basa su unità fondamentali della vegetazione, o “cingoli”, caratterizzati da uniformi
esigenze ecologiche, climatiche e pedologiche, e contraddistinti dalla presenza di un
determinato corredo floristico nello strato erbaceo comprendenti le specie ad areale di diffusione
uguale od affine.
La serie che interessa il territorio di Artogne comprende i seguenti cingoli standard:
Q pub (Quercus pubescens) inquadrabile con i settori più soleggiati e quindi caldi
dell’Orizzonte Submontano;
QTA (Quercus-Tilia-Acer) per le zone, non necessariamente fresche, dell’Orizzonte
Montano Inferiore;
FA (Fagus-Abies) in tutto l’Orizzonte Montano Inferiore in corrispondenza delle stazioni più
fresche, pur se ridotto in consistenza per le ripetute azioni antropiche dirette e indirette tendenti a
un suo drastico ridimensionamento spaziale;
P (Picea) nell’Orizzonte Montano e Altimontano. Grossomodo corrispondente alla fascia
altitudinale del Picetum, ovunque caratterizzato dalla dominanza dell’abete rosso nelle
associazioni;
LxC (Larix-Cembra) corrispondente alle formazioni arboree più elevate dominate dai radi
lariceti;
(VC) Vaccinium-Loiseleuria e (CE) Carex-Elyna.
Secondo la classificazione adottata dalla “Carta dei Boschi Comunali della Valle Camonica”
(HOFFMAN e PODA -1979), i boschi del territorio di Artogne risultano inquadrabili nei seguenti
principali tipi vegetazionali:
• piano submontano (basale), esteso fino a circa 1.000 m di altitudine,
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Corylo-frassineti e Castagneti a nocciolo: localizzabili nella fascia pedemontana, a
ridosso dell’abitato di Artogne, estesi fino a circa 500-600 m di quota dove
l’ingresso significativo del faggio cambia fisionomia al bosco;
o Faggeti eutrofici: identificati lungo tutta una fascia di media quota che si presenta
al limite superiore dell’orizzonte submontano dove predomina nettamente il
faggio;
piano montano compreso tra il limite superiore del piano submontano e quota 1.600 m
circa,
o Abieti-faggeti eutrofici e preclimacici; trattasi di cenosi arboree di grande interesse
vegetazionale per la rilevante partecipazione sia del faggio che dell’abete
bianco, che partecipa da vero protagonista all’edificazione del soprassuolo
forestale;
o Peccete montane mesofile; presenti lungo una fascia altimetrica compresa tra le
quote di 1200 m s.l.m. e 1600-1700 m s.l.m., corrispondenti al limite superiore delle
formazioni arboree più chiuse;
piano subalpino, esteso dai 1.600 m di quota, fino al limite superiore della vegetazione
arborea,
o Lariceto subalpino fresco; occupa la fascia di vegetazione arborea più alta in
quota, presente nell’intorno o al di sopra della zona delle malghe comunali più
elevate;
vegetazione azonale
o Consorzi rupicoli a picea e larice.
o
•
•
•
Inquadrando la vegetazione del territorio su base tipologica è possibile osservare le seguenti
categorie forestali, elencate in senso acropeto:
ROBINIETO
CASTAGNETO
FAGGETA
PICEO-FAGGETO
ABIETETO
LARICETO
ALNETO
ROBINIETI
La presenza della robinia è poco consistente, solitamente si trova sull’areale del castagno a cui si
accompagna. È presente nelle zone con maggior assolazione e nelle aree antropizzate della
fascia bassa e pedemontana del versante.
CASTAGNETI
Il castagneto presente in Comune di Artogne è caratterizzato da una buona capacità
produttiva, sia per la potenza dei suoli delle stazioni di basso versante, sia per la gestione attenta
che è stata fatta negli anni. Infatti la castagnicoltura appartiene alla coltura della popolazione,
la quale, nei decenni addietro, ha basato parte dell’alimentazione sulla castagna. Prova ne sono
le bellissime formazioni di castagneto da frutto ancor oggi coltivate nella zona con criteri di scelta
varietale e attuazione di cure colturali entrate a far parte della buona pratica agricola
tradizionale di questi luoghi.
FAGGETE
Salendo di quota, il castagneto è sostituito dalle formazioni dominate dal faggio. A quote inferiori
sono presenti le Faggete submontane dei substrati silicatici, mentre a quote superiori è possibile
trovare il faggio nel suo optimum espresso nella Faggeta montana tipica. Queste formazioni sono
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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sempre state gestite a ceduo. Generalmente l’estensione delle formazioni pure di faggio non è
mai considerevole, ma quasi sempre al di sotto delle sue effettive potenzialità.
PICEO-FAGGETI
L’elevato grado di mescolanza con il faggio delle formazioni dominate dal peccio, presenti sul
territorio del Comune di Artogne, permette di inquadrarle nell’ambito della tipologia forestale
Piceo-faggeto dei substrati silicatici. Le specie dominanti possono spesso essere accompagnate
dall’abete bianco e dal larice a formare varianti al tipo principale.
LARICETI
Nella parte terminale, dove le condizioni ambientali diventano limitanti e il bosco diventa rado, le
formazioni forestali vedono l’ingresso del larice, che spesso diventa dominante e in ambiente
subalpino, va a formare i Lariceti tipici. Si tratta di boschi poco densi con la presenza di arbusti
quali il rododendro, il ginepro e l’ontano verde che completano la copertura del suolo, la cui
valenza principale è indubbiamente quella ecologico-paesaggistica.
ALNETI
Negli ambienti ricchi d’acqua o soggetti a lunga permanenza della neve al suolo fanno ingresso
le specie del genere Alnus. Più precisamente, nelle zone di fondovalle, sulle sponde dei corsi
d’acqua principali fino all’Oglio, sono presenti sia l’ontano bianco sia l’ontano nero in
mescolanza con i salici. Mentre salendo di quota, nelle zone meno favorevoli quali canaloni ripidi,
versanti sommitali delle vallecole secondarie, aree pascolive meno vocate, è presente l’ontano
verde, specie di ambienti freschi.
ALTRE FORMAZIONI
Altre formazioni presenti su superfici piuttosto limitate sono i corileti, i saliceti, le formazioni
particolari a pioppo tremulo, a maggiociondolo, a sorbo degli uccellatori.
La Fauna
La fauna presente sul Comune di Artogne comprende molte delle specie tipiche degli ambienti
alpini, comprese in diverse Classi (e altre categorie sistematiche) riportate di seguito.
Tra gli Uccelli è stata riscontrata la presenza del Gallo forcello (Tetrao tetrix) e del Francolino di
monte (Bonasa bonasia) appartenti all’Ordine dei Galliformi e in particolare alla Famiglia dei
Tetraonidi.
L’habitat del Gallo forcello è situato nella fascia subalpina, soprattutto in zone di ecotono in
presenza di boschi misti di abete rosso e larice a contatto con aree di brughiera e prateria alpina.
Le radure e chiarie pascolate da bestiame bovino, ricche di specie a foglia caduca (larice,
betulla, ontano verde, faggio e sorbo) e la notevole diffusione del rodoreto-vaccinieto
confermano l’elevata vocazionalità di alcune aree del Comune di Artogne nei confronti della
specie.
Un altro Galliforme presente sul territorio è la Coturnice (Alectoris graeca saxatilis) appartenente
alla Famiglia dei Fasianidi. Il suo habitat si situa, solitamente, dopo il limite del bosco, in presenza
di pareti rocciose spesso pendenti e di pascoli utilizzati ricchi di specie apparteneti alla Famiglia
delle Graminacee.
L’Ordine degli Strigiformi è rappresentato sul territorio di Artogne dal Gufo reale (Bubo bubo) e
dalla Civetta capogrosso (Aegolius funereus), due rapaci notturni. Il Gufo reale è legato ad
ambienti diversificati capaci di offrire una buona disponibilità di prede durante l’intero arco
dell’anno. Per la caccia predilige territori costituiti da ambienti aperti o da foreste rade e dai
margini delle boscaglie. La Civetta capogrosso invece predilige le formazioni boschive
dell’orizzonte montano, quali le peccete montane, caratterizzate da alte percentuali di larici, con
diponibilità di tronchi con vecchi fori di Picchio nero (Dryocopus martius) principale luogo di
nidificazione da parte della specie.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Un’altra specie è rappresentata dall’Allocco (Strix aluco). In questo caso l’habitat è spostato più
in basso, tra l’orizzonte collinare e quello montano, nelle formazioni di latifoglie con orniello,
carpino nero e roverella, ma soprattutto con castagno. È infatti nei vecchi esemplari di castagno
che l’allocco trova il luogo ideale per nidificare. Le prede preferite sono Gliridi, Micromammiferi e
Passeriformi. È stato osservato che una gestione del bosco orientata verso la riconversione
progressiva del ceduo in alto fusto favorisce l’allocco, soprattutto incrementando le latifoglie.
Sul territorio del comune sono presenti anche il Gufo comune (Asio otus) e Civetta nana
(Glaucidium passerinum). Il primo frequenta ambienti aperti o coltivi alternati a boschi non troppo
fitti, predando Micromammiferi, Passeriformi, Rettili, Anfibi e Invertebrati, mentre la seconda, il più
piccolo Strigiforme europeo, predilige le peccete montane con una buona partecipazione di
larice, i lariceti puri, o le aree a prato o pascolo arborati (larici). La Civetta nana nidifica nelle
cavità di Picchio nero (Dryocopus martius) e di Picchio rosso maggiore (Dentrocopos maior).
Passando all’Ordine dei Piciformi il Picchio nero (Dryocopus martius) rappresenta la specie più
diffusa, ma in densità molto limitata. I suoi territori sono molto estesi ed è un uccello stanziale; si
ciba prevalentemente di insetti che abitano il legno quali coleotteri e formiche. Nidifica nelle
cavità degli alberi da lui stesso scavate che si distinguono per la forma ovale del foro di accesso.
Un’altra specie è rappresentata dal Picchio rosso maggiore (Dentrocopos maior), diffuso
soprattutto nei boschi misti. La sua alimentazione consiste in insetti che caccia sia nel legno sia
sotto la corteccia e in semi ricchi di grassi. L’ultimo tra i picchi è il Picchio verde (Picus viridis),
presente nei boschi di latifoglie e nei boschi misti, anch’esso nidifica nelle cavità degli alberi da lui
stesso scavate.
Passando all’Ordine dei Falconiformi sul territorio del Comune di Artogne è possibile incontrare
l’Aquila reale (Aquila chrysaetos)superpredatore al vertice dell’ecosistema alpino. Predilige come
aree vitali gli ambienti aperti ed accidentati, con pareti rocciose scoscese adatte per la
nidificazione. Tra le sue prede vi sono Carnivori, Ungulati, Roditori, Lagomorfi, Tetraonidi.
Una specie molto diffusa è il Gheppio (Falco tinnunculus). Questa specie depone le uova in
nicchie situate nella roccia in alta quota; caccia nelle praterie e lungo i ripidi versanti rocciosi a
rada copertura arborea e arbustiva. Anche il Pellegrino (Falco peregrinus) nidifica in nicchie
rocciose e predilige per la caccia gli spazi aperti con la presenza di uccelli di taglia media e
piccola. Lo Sparviere (Accipiter nisus), a differenza dei precedenti, predilige le zone boscate del
piano montano alternati da radure e nidifica su piante giovani, non molto alte. Predilige boschi e
ambienti aperti (prati e pascoli) per la caccia di piccoli uccelli. È diffuso, ma in densità limitata.
L’Astore (Accipiter gentilis) invece preferisce cacciare nelle foreste mature sia uccelli di media
taglia sia mammiferi (scoiattoli); il suo habitat si colloca nell’orizzonte subalpino, in particolare
nelle peccete subalpine miste a larice, che presentano una struttura rada che ben si addice alla
sua tecnica di caccia. Anche nel caso dell’astore la densità non è mai elevata.
Infine la Poiana (Buteo buteo), rapace legato ad ambienti aperti ricchi di micro mammiferi. Il suo
habitat ideale è rappresentato dalla pecceta montana alternata ad aree prative che utilizza per
la caccia. Quest’alternanza tra bosco e prato è indispensabile alla conservazione della specie.
Le specie appartenti alla classe dei Mammiferi presenti sul territorio del Comune di Artogne sono
numerose, di seguito è riportato un elenco per raggruppamenti.
Uno degli esponenti più affascinante tra gli Ungulati è il Camoscio (Rupicapra rupicapra). Questa
specie frequenta ambienti caratterizzati dalla presenza di versanti ripidi e rocciosi, di canaloni
con cespuglieti a ontano verde o rododendro con larici sparsi, praterie, margini di pietraie e
cenge erbose. Durante l’anno utilizza habitat diversi, compiendo dei veri e propri spostamenti
verticali.
Per quanto riguarda l’alimentazione il camoscio fa parte dei ruminanti e pascolatori di tipo
intermedio tra i selettori stretti e i generalisti.
Scendendo di quota, in habitat caratterizzati dall’alternanza tra vaste zone boscate ed aree a
pascolo con essenze arbustive è possibile trovare il Cervo (Cervus elaphus), una specie di notevoli
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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dimensioni. I cervi hanno un ampio home range a diverse altitudini, in cui si spostano durante le
diverse stagioni per evitare il disturbo causato dalle attività antropiche. Ruminante pascolatore
selettivo di tipo intermedio, questo Cervide è un animale poco selettore nella scelta del cibo, ma
capace di modificare atteggiamento in funzione della disponibilità alimentare e delle esigenze
metaboliche relative alle diverse fasi annuali. La stagione invernale appare la più critica e
delicata per la specie quando il Cervo va incontro a un elevato dispendio energetico a causa
della termoregolazione.
Nelle aree dove vi è un maggiore grado di frammentazione tra bosco e aree aperte (indice di
ecotono) con presenza abbondante di sottobosco si rileva la presenza del Capriolo (Capreolus
capreolus). Brucatore, ricerca cibi nutrienti e facilmente digeribili scegliendo con cura le essenze
vegetali. A differenza del Cervo l’altezza e la permanenza del manto nevoso, durante la stagione
invernale, condizionano la sopravvivenza della specie.
Passando ai Carnivori è segnalata la presenza della Volpe (Vulpes vulpes), specie dall’ampio
spettro trofico, diffusa e particolarmente adattabile, trova condizioni di vita negli ambienti più vari
quali le vicinanze dei centri abitati, le superfici boscose che utilizza come rifugio, le zone aperte,
quando caccia durante la notte.
Tra i Mustelidi presenti nel territorio in questione c’è l’Ermellino (Mustela erminea) specie di
ambienti caratterizzati dalla presenza di sassaie, tane di roditori e talpe. Vive predando uccelli,
roditori e piccoli mammiferi. Altra specie è rappresentata dalla Donnola (Mustela nivalis) che
frequenta gli ambienti più disparati e risulta legata alla presenza dei topi sue tradizionali prede e
anche la Faina (Martes foina) specie che occupa un’ampia varietà di habitat, di attività
crepuscolare e notturna frequente nei pressi degli insediamenti umani presenti nell’area di
indagine dove trova i propri nascondigli e dove caccia piccoli mammiferi, fonte del suo
nutrimento insieme a uccelli, insetti, bacche e frutta. Infine la Martora (Martes martes) legata alle
vaste zone forestali costituite da boschi di conifere, rifugge i luoghi scoperti ed evita qualsiasi
insediamento umano.
Tra gli appartenenti all’Ordine dei Lagomorfi troviamo la famiglia dei Leporidi tra cui la Lepre
comune (Lepus europaeus) e la Lepre variabile (Lepus timidus). La prima si può spingere fino ad
un’altezza di 2000 m s.l.m., dalle abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne, trova nei
territori in esame, caratterizzati da prati adibiti allo sfalcio e prati pascolo in attualità di
utilizzazione a ridosso del bosco, le condizioni favorevoli alla sua ecologia. A causa della forte
rarefazione della specie, diverse negli ultimi anni sono state le liberazioni di lepri, provenienti da
cattura o da allevamento, nel territorio in questione e nelle aree limitrofe ad esso, per
ripopolamento ai fini venatori. La Lepre variabile vive sopra i 2000 m s.l.m. e frequenta le praterie
e gli alti pascoli in particolare in estate.
Infine tra i Roditori le specie presenti nel territorio in esame sono lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), la
Marmotta (Marmota marmota), il Ghiro (Glis glis), oltre a varie specie di topi e arvicole.
Carte condivise del Paesaggio
Questo capitolo tiene conto delle indicazioni dell’Art 84 delle Norme Tecniche di Attuazione del
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia (in base alle quali lo
studio paesistico di dettaglio alla scala comunale, integrativo dei P.G.T., deve essere “redatto in
riferimento alle componenti delle unità paesistiche evidenziate nell’analisi paesistica del P.T.C.P.
ed ai loro caratteri identificativi, nonché elementi di criticità e indirizzi di tutela riportati
nell’Allegato 1” delle stesse NTA) e recepisce, in particolare, i contenuti e le indicazioni
dell’Allegato A dei criteri attuativi della Legge per il Governo del Territorio del dicembre 2005
“Contenuti paesaggistici del PGT.”
OGGETTO
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Ai sensi della LR. 12/2005 ed in linea con la D.G.R. VIII/1681 Modalità per la pianificazione comunale, i
Comuni costruiscono, come approfondimenti e dettaglio del PTR e del PTCP, la carta condivisa del
Paesaggio e la carta della Sensibilità (scala 1:5.000/1:10.000), e dettano nei vari atti del PGT disposizioni
operative di tutela e valorizzazione per le componenti, le unità di paesaggio e gli ambiti territoriali locali
secondo le vocazioni unitarie.
La componente paesaggistica è componente essenziale della pianificazione urbanistica, strumento
preventivo di controllo in ordine alle destinazioni d’uso e alle modalità di intervento, onde garantire che le
trasformazioni siano operate con il massimo rispetto in assonanza con le configurazioni geomorfologiche,
fisico-ambientali e con le preesistenze insediative, nell’obiettivo di una forma globale della struttura urbana
fortemente connotata.
DIRETTIVE
In riferimento alle componenti evidenziate nell’analisi paesaggistica del PTCP (Tavola 2), e ai loro caratteri
identificativi, nonché elementi di criticità e indirizzi di tutela riportati nell’Allegato I alle N.T.A. “il sistema del
paesaggio dei beni storici – disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della
Provincia di Brescia” e inoltre alle disposizioni di cui al presente Titolo, la fase ricognitiva, interpretativa e
valutativa, effettuata dai comuni ed estesa all’intero territorio comunale, deve verificare la presenza e la
qualità delle componenti e di individuare gli ambiti caratterizzati da omogeneità e rilevanza paesaggistica
e percettiva.
L’individuazione delle componenti paesaggistiche potrà essere oggetto di maggior definizione dei
perimetri e delle individuazioni nell’ambito della redazione della componente paesaggistica del PGT,
purché venga garantita la loro continuità fisica attraverso i territori comunali contermini.
In relazione agli ambiti e alle componenti del paesaggio i PGT dovranno individuare la sensibilità paesistica
dei luoghi. A riguardo il PTCP individua, nell’allegato I alle NTA, le classi di ingresso assegnate alle diverse
componenti (cfr. D.G.R. 11045 del 8/11/2002 in merito alle linee guida per l’esame paesistico dei progetti).
La componente paesaggistica del PGT potrà essere redatta in forma associata da Comuni e Comunità
montane, che potranno a tal fine utilizzare le azioni di coordinamento di cui all’art. 13.
Variante di adeguamento alla LR 12 del PTCP della Provincia di Brescia adottato – art.84 –
La componente paesaggistica del PGT – (ex Il Piano Paesistico Comunale)
Il quadro conoscitivo assume dal punto di vista del paesaggio un ruolo fondamentale nella
definizione e nell’aggiornamento delle scelte di pianificazione.
La conoscenza paesaggistica attraversa le diverse componenti del territorio, naturali e
antropiche, considerandone le specificità proprie e le relazioni che le legano tra loro in modo
caratteristico ed unico dal punto di vista fisico-strutturale, storico-culturale, visivo, percettivosimbolico.
Il quadro conoscitivo deve permettere sia di inquadrare la realtà locale nel contesto più ampio (i
sistemi paesaggistici non seguono le suddivisioni amministrative del territorio), sia di indagare le
specificità proprie dei luoghi e il valore ad essi assegnato dalle popolazioni locali; questa esigenza
si traduce nell’elaborazione delle carte di inquadramento territoriale e paesistico, redatte
attraverso estratti delle cartografie di riferimento provinciali, nonché nella predisposizione di
cartografie che indagano nel dettaglio la realtà comunale oggetto di pianificazione.
Le informazioni raccolte e gli elementi significativi rilevati sono stati riportati nelle Carte Condivise
del Paesaggio, che raccolgono in forma organica le indicazioni, acquisite nella fase ricognitiva,
attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti. Ciò anche - e
soprattutto - allo scopo di passare da una rappresentazione del paesaggio come mero
“repertorio di beni” a una lettura che metta adeguatamente in evidenza le relazioni tra i beni
stessi, e in particolare quelle relazioni di continuità e di contiguità spaziale e visiva che
costituiscono lo specifico della dimensione paesaggistica in quanto distinta dalle dimensioni
storica, naturalistica, geomorfologica ecc.
Lo studio del paesaggio a livello sovralocale e comunale è stato raccolto e descritto in dieci
tavole tematiche costituite dalle Carte condivise del Paesaggio:
dp 3a.1
dp 3a.2
carta condivisa del paesaggio: inquadramento paesistico-territoriale
P.T.C.P. Tavola Paesistica-Tavola di struttura
carta condivisa del paesaggio: inquadramento paesistico-territoriale
P.T.C.P. Tavola Viabilità – Rete Ecologica – S.U.S.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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dp 3b
dp 3c
dp 3d
dp 3e
dp 3f
dp 3g
dp 3h
dp 3i
carta condivisa del paesaggio: inquadramento paesistico territoriale:
componenti PTR – PPR per il territorio comunale – Adeguamento al PTR
carta condivisa del paesaggio: componenti del paesaggio fisico, naturale,
agrario e dell’antropizzazione colturale
carta condivisa del paesaggio: capacità d’uso del suolo
carta condivisa del paesaggio: componenti del paesaggio storico culturale
carta condivisa del paesaggio: componenti del paesaggio urbano
carta condivisa del paesaggio: valore agro-forestale e paesistico-ambientale dei suoli
carta condivisa del paesaggio:componenti identificative,
percettive e valorizzative del paesaggio - visualità
carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi
Si descrivono di seguito le carte del paesaggio sopra elencate.
LA FASE RICOGNITIVA
La fase ricognitiva di analisi è dettagliatamente descritta all’interno delle carte condivise del
paesaggio di inquadramento territoriale, di ricognizione degli aspetti legati al paesaggio fisico,
naturale, agro-forestale, di interesse storico e urbano.
Inquadramento paesistico territoriale P.T.C.P.
(Tavole dp 3a1 e dp 3a2)
Nella tavola dp 3a1 - inquadramento paesistico–territoriale P.T.C.P. vengono riportati due estratti
del Piano Territoriale di Coordinamento vigente della Provincia di Brescia che includono il territorio
del comune di Artogne e parte dei comuni limitrofi.
In particolare sono stati riportati:
• l’estratto della tavola paesistica (in scala 1:25000);
• l’estratto della tavola di struttura di piano (scala 1:50000).
La tavola paesistica illustra e descrive, in forma sintetica, le principali componenti paesistiche
descritte nell’Allegato I alle N.T.A del PTCP e precisamente:
- le componenti del paesaggio fisico e naturale;
- le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale;
- le componenti del paesaggio storico-culturale;
- le componenti del paesaggio urbano;
- criticità e degrado del paesaggio;
- rilevanza paesistica.
Per una descrizione esauriente delle componenti, si rimanda all’Allegato I delle N.T.A del Piano
Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia.
Le componenti indicate dall'
Allegato I delle NTA del PTCP riguardano aspetti paesistici specifici
del territorio; per ogni componente il P.T.C.P. descrive i caratteri identificativi, gli elementi di
criticità, gli indirizzi di tutela. Si preferisce, in questo ambito di inquadramento, non approfondire
ulteriormente l’esame di quanto riportato nelle Tavole Paesistiche del P.T.C.P. perché, in linea con
il principio di miglior definizione espresso dal P.T.R., argomento di più approfondita indagine delle
Carte condivise del Paesaggio, alla scala locale.
La lettura del territorio a livello comunale, in chiave paesistica, non può prescindere da un'
analisi
di un contesto più ampio; gli elementi fisici, ambientali, o del territorio urbanizzato che distinguono
e caratterizzano ambiti territoriali limitati, sono riconducibili ad ambiti geografici più ampi che
presentano (per la loro posizione geografica sul territorio, per le particolari condizioni climatiche,
per i tipici aspetti morfologici, per il contesto storico-culturale) caratteri peculiari ed elementi
identificativi non sempre di facile leggibilità.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Come emerge dall’osservazione dell’estratto della “tavola paesistica” del PTCP, il territorio ha
natura prevalentemente montana e boscata.
I boschi di latifoglie si sviluppano, partendo dall’abitato, lungo il corso del torrente Reno in val
d’Artogne, fino ad abbracciare val Bassinaletto e val Mezzana raggiungendo una quota di circa
1700 m s.l.m.
Sempre sul versante montano, da quota circa 1000 m s.l.m fino al fondovalle, i castagneti da
frutto occupano tutta la fascia inferiore, in pendenza, del territorio comunale, affiancandosi ai
boschi di latifoglie; mentre nei versanti a forte pendenza, in prossimità della loc. Bassinaletto, il
PTCP individua una vegetazione naturale erbacea e cespuglietti di versante.
La Tavola evidenzia, oltre a pascoli e prati permanenti caratteristici di fondovalle e pedemontani,
i prati-pascolo di mezza costa, posti in prossimità e immediatamente sopra la frazione di Piazze e
ad anello attorno alla località di Montecampione.
La medesima componente caratterizza il territorio comunale da quota 1700 m circa, dove la
pendenza del versante si attenua ed il bosco si dirada.
All’interno delle componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale, il PTCP
individua alcune malghe, baite, rustici sparsi nella parte montana del territorio.
La porzione di territorio comunale posto a fondovalle è attraversata dalla strada provinciale n.1
(che collega il comune di Pisogne a quello di Darfo B.T.), fiancheggiata per buona parte del suo
percorso dalla rete ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, e dalla strada statale n.42 del Tonale e della
Mendola a circa 200 m dal corso del fiume Oglio.
L’edificato principale si sviluppa alle pendici del versante, a monte del canale idroelettrico, e si
dirama verso valle lungo le direttrici stradali principali (via Carducci e via G. Leopardi) che lo
collegano alla strada provinciale. Il Piano individua, inoltre, tra le aree edificate la frazione di
Piazze e Acquebone e la località di Montecampione, posta a confine col comune di Pian
Camuno, a quota di circa 1100 m s.l.m..
In prossimità del centro abitato principale ed a tratti anche all’interno di esso, il PTCP rileva delle
aree a destinazione seminativi e prati in rotazione ed, in minima parte, a vigneti.
Le aree urbanizzate sono attraversate dalla componente ambiti di elevato valore percettivo
indicata dal piano provinciale in forza dell’esistenza di ambiti che per rapporto di reciprocità
percettiva, per relazioni strutturali di natura storico-culturale o ambientale costituiscono quadri
paesistici caratterizzati da omogeneità d’insieme che richiedono una specifica tutela specifica
dell’integrità e della fruizione visiva. Tale componente si estende a fascia lungo l’antica via
Valeriana, evidenziata dal Piano Provinciale come itinerario di fruizione paesistica.
A monte del centro storico, viene collocato un land marks, cioè un luogo di rilevanza paesistica e
percettiva caratterizzato da bene storico puntuale.
Il PTCP individua inoltre gli ambiti delle trasformazioni condizionate. Sono gli ambiti,
prevalentemente inedificati, contigui o non agli abitati. Tali ambiti sono suscettibili ad una
trasformazione urbanistica, compatibile paesisticamente con le componenti di contesto.
Sono aree caratterizzate da fattori di naturalità residuale, ambiti agricoli in via di dismissione o con
caratteri di marginalità produttiva e da presenza di frange urbane, anche nella forma
conurbativa.
Trattasi per lo più di aree liminari rispetto ai sistemi insediativi prevalenti, sovente caratterizzate da
aspetti di compromissione urbanistica, dispersione di frange urbane, infrastrutturazione etc.
L’individuazione delle direzioni dello sviluppo urbano è da ricercarsi coerentemente agli indirizzi di
tutela delle componenti areali, lineari o puntuali interessate.
La cartografia del P.T.C.P. indica invece le direzioni sconsigliate finalizzate ad evitare fenomeni di
conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche interessate.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
71
Nello specifico, la componente è presente tre volte all’interno del comune di Artogne:
♦
a valle del nucleo di antica formazione, lungo via Carducci in corrispondenza del canale
ex Italsider,;
♦
la porzione di territorio compresa tra i due maggiori nuclei edificati lungo la Strada
Provinciale Prima, l’uno in prossimità della stazione ferroviaria, l’altro in località '
La
Fabbrica'
,
♦
sempre lungo la Strada Provinciale Prima, l’area a confine con il Comune di Gianico.
Il secondo estratto riportato nella tavola dp 3a1 “tavola di struttura” relativo all’inquadramento
territoriale descrive a livello provinciale il sistema della mobilità.
Con riferimento alla Tavola di struttura del P.T.C.P., le vocazioni d’uso del territorio, riportate sulla
tavola, rappresentano le partizioni in cui possono essere riconosciute le funzioni territoriali, tenuto
conto delle indicazioni espresse negli altri sistemi ambientale, paesistico, infrastrutturale, al fine di
evitare commistioni e contaminazioni fra usi che tendono a ricondurre il territorio ad unico
ambiente urbanizzato o semiurbanizzato con perdita di valenze, significati e qualità.
Nello specifico il P.T.C.P. individua le zone a prevalente non trasformabilità a scopo edilizio, cioè
aree che presentano situazioni oggettive di rischio, di pendenza, di valore naturalistico ed
ambientale, di significatività paesistica, di rispetto dei monumenti, di salvaguardia delle
infrastrutture e di elementi naturali; indica inoltre le zone di controllo, vale a dire l’insieme degli
ambiti specificati nelle norme dei singoli sistemi (ambientale, del paesaggio e dei beni storici,
della mobilità, insediativo) nei quali la trasformabilità del suolo a scopo edilizio è fortemente
condizionata dai caratteri ambientali e paesistici del sito con lo scopo di un’individuazione
sintetica degli ambiti che presentano particolari problematiche circa le trasformazioni e per
negativo dei siti neutri dal punto di vista ambientale paesistico.
La tavola di struttura riconosce le zone a diversa vocazione d’uso; in particolare riconosce i centri
storici, le zone a mix prevalentemente residenziale, le zone a mix prevalentemente produttivo e
gli insediamenti turistici.
Artogne vede collocati sul proprio territorio ambiti funzionali diversi: la funzione residenziale si
concentra a ridosso dei nuclei di antica formazione e lungo le direttrici stradali principali; la zona
industriale si concentra in un’area posta a nord-ovest rispetto al centro storico, tra la stazione
ferroviaria ed il confine con il comune di Gianico; l’insediamento turistico è identificato con la
frazione di Montecampione.
La tavola di inquadramento paesistico–territoriale dp 3a.2 riporta ti seguenti estratti del PTCP:
-
classificazione della rete stradale provinciale;
progetto definitivo della rete ecologica;
sistemi urbani sovra comunali;
carta degli ecomosaici.
L’estratto del P.T.C.P. recante la Classificazione della Rete Stradale Provinciale, individua la
funzione della rete nel territorio e indica quali principali e più importanti arterie di collegamento
tra il capoluogo di Provincia ed i comuni bresciani.
L’estratto che riporta la classificazione funzionale delle strade individua il tracciato della Strada
Provinciale n.1 e la Strada Statale n.42 del Tonale e della Mendola.
L’estratto dal P.T.C.P. che propone il Progetto Definitivo della Rete Ecologica Provinciale identifica
gli elementi areali essenziali che costituiscono l’ossatura del progetto speciale di rete ecologica e
indica il ruolo specifico di tali elementi ai fini di un riequilibrio dell’ecosistema su cui si appoggia il
territorio bresciano. Gli ambiti spaziali prefigurati dallo schema non hanno uno specifico valore
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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amministrativo (quali ad esempio gli azzonamenti e le aree vincolate delle pianificazioni
tradizionali), quanto piuttosto un valore di orientamento e di armonizzazione delle politiche in vista
di un riequilibrio ecologico complessivo. Da un punto di vista strettamente ambientalepaesaggistico, le reti ecologiche sono una proposta di gestione integrata dello spazio fisico
territoriale che, tutelando le interconnessioni tra gli habitat, rappresentano un elemento
indispensabile ai fini della conservazione della biodiversità e della sostenibilità, in relazione al fatto
che uno dei problemi dell’attuale uso del suolo è la frammentazione del territorio.
PTCP Elementi di rete ecologica
Il progetto di rete ecologica provinciale mette in evidenza “ambiti urbani e periurbani della
ricostruzione ecologica diffusa”, “matrici naturali interconnesse alpine”, “aree principali di
appoggio”, “varchi tra l’edificato a rischio di occlusione”, “Corridoi fluviali principali”
L’area del territorio urbanizzato e degli areali a contorno dello stesso sono caratterizzati
dall’elemento ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa: la fascia dell’alta
pianura a contatto con i rilievi è caratterizzata da una forte presenza insediativa ed
infrastrutturale che determinano una elevata criticità. In questo ambito risulta necessario il
recupero del territorio attraverso la conservazione, la ricostruzione e valorizzazione dei beni e dei
differenti contesti territoriali in quanto potenziali risorse paesistico - ambientali; il mantenimento di
un equilibrato rapporto fra aree edificate e infrastrutturate e territorio libero, il ripristino dei degradi
artificiali e naturali, l’arricchimento delle componenti che possono assumere un ruolo attivo nella
ricostruzione del paesaggio.
L’ambito del versante a monte del centro abitato è caratterizzato dall’elemento matrici naturali
interconnesse alpine: l’ambito montano è connotato dalla prevalenza di unità ecosistemiche
naturali o paranaturali che costituiscono la matrice fondamentale della porzione montana della
provincia. In tali aree risulta opportuno il mantenimento delle valenze naturalistiche ed
ecologiche intrinseche anche in considerazione del loro ruolo ecologico rispetto a quelle degli
ambiti confinanti favorendo azioni di sviluppo locale ecosostenibile ed un adeguato governo
degli effetti ambientali delle trasformazioni.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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L’area a quote più elevate è definita quale area principale di appoggio in ambito montano; per
tali ambiti si riconosce la valenza provinciale, essi presentano elementi di pregio naturalistico e
habitat di interesse comunitario. Relativamente al territorio comunale essi caratterizzano l’ambito
montano in località Bassinale, verso il confine con Gianico.
Tra l’abitato di Artogne e quello di Pian Camuno il Piano identifica un varco tra l’edificato a
rischio di occlusione. Tali varchi sono aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati
distinti, significativi processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le
direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilità
ecologica residue. Si assume che la prosecuzione in tali punti dei processi di urbanizzazione
produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità
conseguenti. Tali aree si configurano quindi come varchi a rischio da preservare pena un possibile
pregiudizio per lo sviluppo della rete ecologica. (PTCP adottato)
Il fiume Oglio e le sue rive costituiscono un corridoio fluviale principale che si sviluppa lungo tutta
la valle. I corsi d’acqua, all’interno dell’ecomosaico complessivo svolgono ruoli specifici, che
devono essere riconosciuti e separati da quelli dei sistemi terrestri ai fini della rete ecologica. Un
flusso idrico permanente costituisce una linea naturale di continuità (seppure direzionale). Le
sponde dei corsi d’acqua e le fasce laterali presentano inoltre impedimenti intrinseci (topografici
e legati agli eventi di piena) per la realizzazione di edifici e di opere di varia natura. Per questi
motivi è lungo i corsi d’acqua che, in territori fortemente antropizzati quali quelli della Pianura
Padana, si ritrovano più facilmente elementi residui di naturalità. Le condizioni ecologiche sono
peraltro specifiche (facies igrofile ed acquatiche, ambienti ripari ad elevate pendenze) molto
spesso non rappresentative delle aree circostanti. Queste aree funzionali sono state appoggiate
ai principali corsi d’acqua naturali. (PTCP adottato)
La Tavola dp 3a2 riporta, inoltre, l'
estratto del PTCP relativo ai sistemi urbani sovracomunali (S.U.S.)
presenti sul territorio provinciale, ovvero una proposta di suddivisione della Provincia in sistemi
urbani, con peso di popolazione abbastanza omogeneo e in qualche modo già strutturata
attorno a centralità evidenti espresse dalla dotazione di servizi.
I sistemi urbani sovracomunali sono gli ambiti in cui si articola l’organizzazione territoriale della
Provincia e sono stabiliti dal P.T.C.P. in base all’attività di concertazione con i Comuni e con le
Comunità Montane avvenuta durante la formazione del P.T.C.P.. stesso.
Essi sono così suddivisi:
1. Brescia e Comuni vicini (Centro ordinatore: Brescia);
2. Val Camonica (Centro ordinatore: Darfo-Boario Terme. Centri integrativi: Breno, Edolo);
3. Franciacorta e Sebino (Centri ordinatori: Gussago, Iseo, Rovato, Palazzolo s/O);
4. Valtrompia (Centri ordinatori: Gardone Val Trompia e Lumezzane. Centri integrativi: Concesio,
Sarezzo);
5. Val Sabbia (Centri integrativi: Gavardo, Vestone e Vobarno, Idro);
6. Garda Bresciano (Centri ordinatori: Salò, Desenzano);
7. Chiari (Centro ordinatore: Chiari);
8. Orzinuovi – Leno – Manerbio (Centri ordinatori: Orzinuovi, Leno e Manerbio);
9. Montichiari (Centro ordinatore: Montichiari).
I comuni appartenenti ai S.U.S. si appoggiano, nella gestione e nell'
organizzazione delle attività e
dei servizi, come si deduce dall'
elenco sopra esposto, a “centri ordinatori” (di cui si è già spiegata
la natura e la funzione più sopra); l'
obiettivo è una più armonica distribuzione sul territorio degli
elementi costituenti il sistema dei servizi (sanitari, assistenziali, sociali) e il sistema insediativo in
generale.
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Artogne appartiene all’ambito sovraccomunale della Val Camonica composto da 41 comuni:
Angolo Terme, Artogne, Berzo Demo, Artogne, Bienno, Borno, Braone, Breno, Capo di Ponte,
Cedegolo, Cerveno, Ceto, Cevo, Cimbergo, Cividate Camuno, Corteno Golgi, Darfo Boario
Terme, Edolo, Esine, Gianico, Incudine, Losine, Lozio, Malegno, Malonno, Monno, Niardo, Ono San
Pietro, Ossimo, Paisco Loveno, Paspardo, Pian Camuno, Ponte di Legno, Prestine, Saviore
dell'
Adamello, Sellero, Sonico, Temù, Vezza d'
Oglio, Vione, Piancogno.
L’estratto dalla Carta degli Ecomosaici identifica, ai fini della proposta di P.T.C.P., gli ambiti del
territorio provinciale per cui si possa riconoscere, partendo da un’analisi tecnica delle unità
ambientali presenti, un significativo livello di unitarietà dal punto di vista del funzionamento
ecologico: essa individua, al momento presente, 72 ecomosaici e tale riconoscimento è alla base
delle scelte del progetto di rete ecologica provinciale.
Viceversa, ogni elemento della rete ecologica appartiene ad uno o più degli ecomosaici
individuati, che ne costituiranno il contenitore naturale.
L'
areale distributivo di ciascuna specie animale o vegetale viene influenzato da numerosi e
complessi fattori naturali (climatici, orografici, biologici, etc). Attualmente le attività umane sono
diventate un'
ulteriore, a volte determinante, fattore che ne influenza la distribuzione e
l'
abbondanza. La frammentazione può essere definita come il processo che porta ad una
progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e ad un aumento del loro isolamento.
Attraverso questo processo, estese superfici naturali vengono a costituire frammenti spazialmente
segregati e progressivamente isolati inseriti in una “matrice” territoriale di origine antropica.
Quest'
ultima, a sua volta, può influenzare la fauna, la vegetazione e le condizioni ecologiche
degli ambienti ora isolati.
Quando in un'
area forestale si vengono a formare ambienti aperti e di margine, si assiste ad un
aumento dell'
eterogeneità ambientale, che può portare, dapprima ad un aumento del numero
delle specie a causa dei differenti ambienti venutisi a formare (naturali, antropici, di margine) e
successivamente, alla diminuzione de alla conseguente scomparsa delle specie tipiche degli
ambienti preesistenti, mentre aumentano quelle comuni, opportuniste, tipiche degli ambienti di
margine. Queste sono quasi sempre caratterizzate da un'
alta capacità dispersiva e di
colonizzazione e possono competere ed esercitare una forte pressione di predazione sulle specie
originarie. L'
insieme degli eventi che intervengono nelle aree marginali e di contatto fra ambienti
diversi è denominato “effetto margine”. In queste zone, possono instaurarsi cambiamenti
microclimatici (luce, temperatura, vento), biologici ed ecologici che portano così ad amplificare
le conseguenze della frammentazione sulla fauna. Questi ambienti di transizione, inoltre, possono
avere caratteristiche proprie, ospitando specie e condizioni ecologiche particolari. Come
conseguenza si arriva ad avere una parziale sostituzione delle specie originarie con altre
generaliste ed antropofile. Con l'
avanzare del processo, l'
ambiente naturale comincia
progressivamente a risentire della matrice circostante, fino a che, i processi ecologici vengono ad
essere esclusivamente dominati dagli ambienti antropici limitrofi. Il processo di trasformazione del
territorio per cause antropiche ha portato alla strutturazione di “ecomosaici”, a diverso grado di
eterogenità. In un ecomosaico terrestre si possono distinguere una matrice antropica, venutasi a
formare per scomparsa ed alterazione di ambienti naturali, e dei frammenti di ambiente naturale,
distinguibili in base alla loro area, morfologia e qualità ambientale. Tali componenti (matrice,
habitat, etc.) possono influenzare in modo differente i naturali movimenti dispersivi della fauna. Gli
ambienti naturali possono così subire un isolamento forzato, venendosi a trovare in condizioni simili
(anche se non identiche) a quelle esistenti nelle isolo propriamente dette e ciò ha indotto
ecologi e biogeografi a tentativi di estrapolazione, in contesti terrestri, della teoria della
biogeografia insulare.
Artogne appartiene a più di un “ecomosaico”, gli ecomosaici individuati sono:
ECM 26: Fondovalle della media-bassa Val Camonica.
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ECM 27: Convalli orientate ad ovest e sud-ovest della media bassa Val Camonica.
ECM 30: Ambito montuoso a nord-est dalla bassa Val Camonica
ECM 31: Sistema dei rilievi dei monti Agolo e Guglielmo
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Inquadramento paesistico-territoriale: componenti P.T.R.-P.P.R. per il territorio comunale
Tavola dp 3b
L’elaborato grafico riporta i seguenti elementi del P.T.R.
A - Ambiti geografici ed unità tipologiche del paesaggio: si individua puntualmente l’ambito delle
valli prealpine con paesaggi di valli, versanti e rilievi che caratterizzano il contesto comunale.
Oltre agli elementi puntualmente segnalati nell’elaborato grafico il Piano propone la tutela e la
valorizzazione di mulattiere sentieri, ambiti agricoli di versante e dorsali in genere.
B - Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico: il contesto territoriale comunale è
interessato da tali componenti per la presenza di un geosito di rilevanza comunale in Località
Montecampione. Il Piano individua inoltre gli ambiti ad elevata naturalità posti oltre i 1000 m.s.l.m.,
la viabilità storica e di interesse paesaggistico nonché le norme di tutela e valorizzazione delle
specifiche componenti ambientali.
E - Viabilità di rilevanza paesaggistica: il PTR-PPR individua sul territorio comunale di Artogne il
Tracciato Guida Paesaggistico n.31 – Linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo quale tratto ferroviario a
bassa velocità di prevalente richiamo locale che lungo il proprio tracciato offre particolari scorci
di interesse panoramico e paesaggistico da preservare e valorizzare.
F -Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale. Si individuano a livello
comunale:
Ambiti sciabili (in Loc. Montecampione);
Conurbazioni lineari lungo i tracciati viabilistici di fondovalle;
Si tratta di criticità ambientali che caratterizzano puntualmente alcuni ambiti territoriali e per i
quali è importante definire specifiche strategie di sviluppo.
Il Piano approfondisce anche attraverso specifiche Norme Tecniche di attuazione le componenti
sopra richiamate nonché altre tematiche paesistico-ambientali di maggiore dettaglio.
Componenti del paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione colturale
Tavola dp 3c
La definizione degli usi del suolo e la conseguente elaborazione della carta “Componenti del
paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione colturale” in scala 1:10.000 è stata
condotta mediante foto interpretazione di ortofoto aeree digitali (voli 1998 e 2003) integrata da
rilievo diretto degli usi del suolo attuali.
Le tipologie d’uso rilevate sono le stesse della Tavola Paesistica del P.T.C.P. della Provincia di
Brescia, in particolare sono state individuate, ad una scala di maggior dettaglio, le componenti
del paesaggio fisico e naturale e quelle del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale.
COMPONENTI DEL PAESAGGIO FISICO E NATURALE
-
Aree idriche, ghiacciai, nevai, laghetti alpini;
Pascoli, prati permanenti e non;
Vegetazione naturale erbacea e cespuglieti dei versanti;
Boschi di latifoglie, macchie e frange boscose, filari alberati;
Boschi di conifere;
Crinali e loro ambiti di tutela;
Corpi idrici principali: fiumi, torrenti e loro aree adiacenti, ribassate rispetto al piano
fondamentale della pianura e delimitate da orli di terrazzo, aree sabbiose e ghiaiose;
Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica (singolarità botaniche, rarità
geologiche e geomorfologiche);
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COMPONENTI DEL PAESAGGIO AGRARIO E DELL’ANTROPIZZAZIONE COLTURALE
-
Colture specializzate: vigneti;
Colture specializzate: castagneti da frutto;
Colture specializzate: frutteti;
Altre colture specializzate;
Seminativi e prati in rotazione;
Seminativi arborati;
Pioppeti;
Terrazzamenti con muri a secco e gradonature;
Navigli, canali irrigui, cavi, rogge, bacini artificiali;
Aziende agricole e loro pertinenze, allevamenti, maneggi;
Malghe, baite, rustici.
Di seguito è riportato l’estratto della carta. Come è possibile notare, la carta offre una lettura
immediata del territorio dove le diverse componenti sono distrubuite omogeneamente con un
livello di frammentazione molto basso
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L’insieme delle componenti sopraccitate definisce l’uso del suolo del Comune di Artogne e
dall’analisi dei dati emerge l’importanza del sistema agricolo-forestale, infatti il comparto
interessa il 91,4% dell’intero territorio. Il sistema agricolo occupa il 36% del territorio e risulta
incentrato sulla zootecnia, con superfici a prato e pascolo estese su circa 718 ha (34,2% del
territorio).
Prati e pascoli
Il paesaggio naturale è stato modificato dalle attività agricole. La copertura boscata è stata
interrotta, nel passato, da elementi del paesaggio agrario, quali prati e pascoli, giustificati dalla
presenza di un importante settore zootecnico, fonte di sussistenza primaria per la popolazione,
notevolmente contratto ai giorni nostri.
All’alternarsi di zone a bosco e prato/pascolo si aggiungono anche le zone coltivate, a formare
un paesaggio dinamico e articolato, il tradizionale paesaggio prealpino.
Negli ultimi anni il cambiamento dei comportamenti della popolazione, che ha visto una
riduzione delle attività connesse all’agricoltura, sta portando a sostanziali modifiche del
paesaggio. Infatti, generalmente, ad un abbandono delle pratiche di sfalcio e di pascolamento
corrisponde una lenta ed incessante ricolonizzazione da parte del bosco, che riduce la
frammentarietà del paesaggio e gli elementi di pregio.
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La minor gestione dei prati-pascoli delle quote più elevate dovuta a carichi limitati, spesso
condotti con tecniche di pascolamento non razionali, porta ad un peggioramento di
quest’importante componente.
Nello specifico una conduzione non adeguata del pascolo può portare ad un’azione selettiva
del bestiame sul cotico, con maggior consumo delle specie più appetite ad alto valore
foraggero e rilascio delle più scadenti, oltre ad un’espansione sempre maggiore delle macchie
di arbusti e del bosco.
A queste si associano effetti, altrettanto negativi, dovuti al sovraccarico esercitato in spazi limitati,
solitamente quelli di facile accesso, ricchi di buone specie foraggere, vicini a punti di
abbeveraggio, o in prossimità dei fabbricati con conseguente rottura del cotico ed erosioni
dovute ad eccesso di calpestio (sentieramenti, aree di mandratura), oltre ad un incremento
della flora nitrofila nelle zone di lunga sosta del bestiame (accumuli di deiezioni).
Nella carta delle “Componenti del paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione
colturale” le superfici prative, comprendendo in queste i prati stabili e i prati arborati, sono
localizzate nelle zone di fondovalle e pedemontane, mentre e i pascoli e i pascoli arborati, sono
rinvenibili nella parte alta del territorio, a partire dalla zona di mezzacosta (1000 m c.a). Alle quote
superiori, ai limiti superiori della vegetazione arborea, si trovano le superfici pascolive delle
malghe Valmaione, Bassinale, Bassinaletto e Splaza.
Boschi di latifoglie, boschi di conifere, cespuglieti e frange boscose
Una porzione rilevante del territorio del Comune di Artogne, circa 1'
148.52ha, corrispondenti al
54,77%, è interessata da formazioni forestali. Si tratta di formazioni a latifoglie mesofile (654 ha,
31,2% del territorio totale) e di formazioni a prevalenza di conifere (289 ha, 13,8% del territorio
totale).
La maggior parte della superficie forestale del Comune di Artogne è di proprietà privata. I boschi
pubblici sono gestiti dal Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica, per l’attuazione degli
interventi programmati dal Piano di Assestamento dei beni silvo-pastorali.
I boschi di latifoglie, costituiti prevalentemente da castagneti e faggete, ammantano
interamente il versante a monte dell’abitato fino alla quota di circa 1000 m s.l.m.. Si tratta di
boschi con funzione produttiva, governati prevalentemente a ceduo per la produzione di paleria
per usi agricoli e legna da ardere. Nei tratti ad orografia migliore alcuni lembi di faggeta sono
stati oggetto di interventi di conversione all’alto-fusto.
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I boschi di conifere sono diffusi alle quote superiori e sono costituti da Piceo-faggeto dei substrati
silicatici.
I cespuglieti costituiti da alnete di ontano verde sono diffusi nel piano sub-alpino, nei pressi delle
aree pascolive e nei canaloni più ripidi.
Nel loro complesso i boschi del Comune di Artogne, oltre alle citate funzioni produttiva e di difesa
idrogeologica del territorio, assumono rilevante importanza in termini di diversificazione e
arricchimento del paesaggio, ed ecologica, quali elementi naturali di interconnessione degli
habitat (elementi di reti ecologiche).
Castagneti
I castagneti da frutto, presenti con buona diffusione nel piano submontano (10% delle formazioni
forestali), rappresentano la relitta testimonianza di un’economia di sussistenza legata alla
produzione e commercializzazione della castagna e dei suoi derivati.
Dopo la fase di abbandono delle coltivazioni, verificatasi nel secondo dopoguerra per mutate
condizioni socioeconomiche e a causa del diffondersi di gravi fitopatie che hanno fortemente
colpito il castagno, oggigiorno la coltivazione dei castagneti da frutto suscita interesse sia per la
riscoperta delle proprietà organolettiche delle castagne e dei suoi derivati sia per il profondo
legame con la cultura delle popolazioni di montagna.
Il castagneto ha rappresentato una delle principali fonti di reddito, se non l'
unica, per molte zone
montane grazie alla produzione di frutti e legname: ciò ha influenzato la sua diffusione in tutta la
fascia sub-montana del settore alpino e prealpino della regione Lombardia, spesso ben oltre i
limiti ecologici della specie.
Per la costituzione del paesaggio i castagneti da frutto in attualità di coltura costituiscono
elementi di notevole pregio per caratteristiche estetico-paesaggistiche. Per tale ragione, oltre
che per le pregiate produzioni di castagne, la loro coltivazione andrebbe sostenuta e
incentivata. È da segnalare la recente diffusione del cinipide del castagno che, nelle aree
colpite, porta a notevoli cali di produzioni.
Aree detritiche e versanti rocciosi
Le aree detritiche e rocciose sono rappresentata da superfici limitate nel Comune di Artogne,
localizzandosi solo nella porzione sommitale del territorio, sulle pendici nord del Monte Muffettoe
sul versante sud del crinale che da Dosso Bassinale scende verso il Corno della Torosella.
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Crinali
I crinali delimitano i confini alti del territorio comunale, sullo spartiacque tra il territorio della Valle
Camonica e della Val Trompia.
Le cime e i crinali sono elementi caratterizzanti e distintivi del paesaggio montano, oltre a dividere
valli principali e valli secondarie, ne indicano il profilo (sky-line).
Corpi idrici principali
Il territorio è caratterizzato dal punto di vista idrico dal Fiume Oglio, che delimita il territorio
comunale sul fondovalle Camuno e dalla presenza di un collettore principale, la Valle del Re di
Artogne. Il tratto più a valle del torrente (sotto i 250 m s.l.m. di quota) delimita il territorio Comune
di Artogne da quello del Comune di Pian Camuno, mentre il tratto più in alto raccoglie una serie
di vallecole laterali, presentando, soprattutto in sponda orografica sinistra, situazioni di
accidentalità molto marcate, quali la Valle del Corazzino sotto Montecampione, la Valle
dell’Inferno, la Val Maione, le Valli Bassinale e Bassinaletto.
Vigneti
L’esposizione sfavorevole del territorio di Artogne non lo rende idoneo alla coltivazione della vite.
Nonostante questi limiti i vigneti occupano lo 0,3% della superficie comunale pari 5.82 ha. Questa
componente è quindi una caratteristica del paesaggio tradizionale di Artogne, in particolare del
passato uso del territorio, da conservare e tutelare. In questo senso sono tate promosse delle
campagne di sensibilizzazione e di incentivazione dagli Enti comprensoriali. Il risultato ha visto un
cambio nella tendenza all’abbandono delle coltivazioni degli ultimi anni controvertita da un
ritrovato interesse per le produzioni legato al riconoscimento dell’IGT Valcamonica e alla
costituzione del “Consorzio Volontario di Tutela del Vino ad Indicazione Geografica Tipica della
Valle Camonica”.
Frutteti
I frutteti interessano una piccola porzione del territorio, pari ad un 1,78ha di superficie,
principalmente localizzati in prossimità all’abitato. Occupano aree che hanno subito
l’abbandono della coltivazione della vite e che sono state riconvertite a frutteto a prevalente uso
familiare.
Seminativi e prati in rotazione
La presenza dei seminativi di fondovalle, tuttora diffusi su oltre 31,26 ha nella zona del fondovalle,
costituisce la testimonianza storica di un trascorso agricolo di rilevante importanza per le
comunità locali ed elemento essenziale nella composizione del paesaggio delle aree agricole di
rilevanza produttiva della pianura.
Terrazzamenti
I terrazzamenti rappresentano un elemento costante e distintivo del paesaggio montano. Sono il
segno di antiche sistemazioni agrarie, perfettamente inserite nell’ambiente grazie anche
all’utilizzo della pietra, un materiale coerente con il territorio. I cambiamenti economico-sociali
degli ultimi anni ha portato all’abbandono dei terrazzamenti, spesso in forte degrado e invasi da
specie arboree, o sostitutiti da muri in calcestruzzo con pietre a vista.
Malghe, baite, rustici
Il patrimonio edilizio legato all’attività pastorizia in quota risulta costituito dalle malghe. Alcune
sono situate oltre il limite del bosco, quali malga Valmaione, Bassinale, Bassinaletto e Splaza e
altre in ampi spazi alternati al bosco quali Malga Longarino, Cascina Brocca Secca, Fontanelli.
Questi elementi rappresentano un patrimonio storico culturale da tutelare e valorizzare.
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Carta della capacità d’uso dei suoli
Tavola dp 3d
La “Carta della Capacità d’uso del suolo” è tratta dalla Cartografia Geoambientale alla scala
1:10.000, per la quale la valutazione della capacità d'
uso dei suoli a fini agro-silvo-pastorali si
riferisce al sistema di classificazione "Land Capability Classification (LCC)” largamente usato per
la valutazione del territorio rurale. Tale sistema prevede la suddivisione del territorio in categorie
secondo il numero e la gravità delle sue limitazioni fisiche alla crescita delle colture.
La gerarchia è costituita dalle seguenti 8 classi, indicate da un numero romano crescente in
funzione dell’aumentare delle limitazioni:
Classe II: suoli con moderate limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono
pratiche per la conservazione del suolo;
Classe III: suoli con intense limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono speciali
pratiche conservative;
Classe IV: suoli con limitazioni molto forti che restringono drasticamente la scelta colturale e/o
richiedono pratiche di gestione accurata;
Classe V: suoli privi di rischi erosivi ma con limitazioni ineliminabili tali da restringere l'
uso alle
attività silvo-pastorali;
Classe VI: suoli con severe limitazioni che li rendono inadatti alle coltivazioni e limitano il loro uso
al pascolo, alla forestazione e al mantenimento dell'
ambiente naturale;
Classe VII: suoli con limitazioni molto severe, inadatti alle coltivazioni tali da rendere difficile
anche l'
attività silvo-pastorale;
Classe VIII: suoli con limitazioni che precludono il loro uso per fini agro-silvo-pastorali e restringono
lo stesso a fini ricreativi, estetici e al mantenimento dell'
ambiente naturale.
Oltre alle Classi si distinguono 4 sottoclassi, definite da uno o due suffissi riportati dopo il numero
della classe, indicanti il tipo di limitazione con il seguente significato:
e - rischio di erosione;
w - eccesso di acqua;
s - limitazioni pedologiche all'
interno dello strato di esplorazione delle radici;
c - limitazioni climatiche.
La porzione di territorio pianeggiante di fondovalle presenta Capacità d’uso del suolo di classe
IIIs e VIIIs nei pressi del fiume Oglio. Salendo verso la fascia pedemontana le superfici sono
interessate dalla classe IVs fino a raggiungere le classi VII e VIIIs. Sul territorio sono state riscontrate
anche delle sottoclassi di erosione, in classe 6, nell’area sopra Plagne, a confine con il Comune di
Pian Camuno e nei rilievi sopra la Valle del Bassinetto. Nelle ultime due zone è presente anche la
sottoclasse c (limitazioni climatiche).
Componenti del paesaggio storico e culturale
Tavola dp 3e
La Tavola definisce i segni antropici proiettati sulle caratteristiche prominenti del territorio che
disegnano il profilo del paesaggio e che di questo costituiscono lo “sfondo”. Tali segni
rappresentano gli elementi salienti della storia dell’uomo, che vi ha lasciato un’impronta
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indelebile, sotto forma di insediamenti abitativi, impostazione colturale, manufatti e infrastrutture
a servizio delle esigenze di vita, lavoro, culto e riposo. Tali elementi costituiscono le componenti
del paesaggio storico-culturale.
Ricollegandosi all’Allegato I del P.T.C.P., il Paesaggio storico-culturale del Comune di Artogne
può essere considerato composto da alcune componenti principali:
− Nuclei di antica formazione
− Rete stradale storica principale e secondaria,
− Sentieri e percorsi storici;
− Rete ferroviaria storica e stazione ferroviaria;
− Edifici storici civili e religiosi;
− Manufatti storici (fontane, santelle, edicole sacre, cappelle,…).
Mappa della Valle Camonica XVI secolo, Musei Vaticani
Centri e nuclei storici
L’area urbanizzata, è costituita dai tre nuclei storici edificati che formano il Comune di Artogne.
Questi sono, oltre al capoluogo, le frazioni di Piazze e Acquebone, oltre al più recente
insediamento turistico-sportivo di Montecampione.
La frazione di Piazze, situata a 700 m s.l.m. in direzione nord est rispetto al capoluogo, è stata
edificata in sponda destra alla Valle di Artogne, in buona esposizione, circondata da prati e da
boschi che le fanno da cornice superiore.
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La frazione di Acquebone si trova sul versante opposto della stessa Valle di Artogne, a quota 650
m s.l.m., con esposizione nord e ad est rispetto al capoluogo, anch’essa circondata a monte da
prati pascoli e boschi cedui.
L’abitato di Artogne e le sue due frazioni includono ciascuno un nucleo storico, ben definito, che
presenta alcune caratteristiche, sia nella tipologia delle costruzioni, sia nei materiali utilizzati,
tipiche della Valle Camonica.
Le origini
Il paese prende origine da un antico luogo fortificato posto sulla importante strada Valeriana, che
percorreva in tutta lunghezza la Valle Camonica. La probabile etimologia del nome «Hart Thon» (fortezza
recintata) potrebbe deporre in tal senso. Non basta però un frammento di lapide romana ad attestare la
presenza in loco di un pagus (borgo) romano. Forse in zona erano presenti dei recinti in cui venivano
ricoverati i capi di bestiame che poi salivano in altura per l'
alpeggio. Questo sistema di allevamento, ancora
diffuso sulle nostre montagne, è una pratica antichissima per sfruttare in ogni periodo dell'
anno i vasti prati,
posti appena oltre il limitare dei boschi.
Il medioevo
Come tutta la bassa Valle Camonica, in epoca carolingia il territorio fu donato ai monaci del convento
francese di Tour. Attorno all'
anno mille sembra che la chiesa di Sant'
Andrea sia stata elevata a prima
parrocchiale. Con l'
avvento dell'
economia curtense, sono i vescovi e feudatari che la fanno da padrone.
Nel XII secolo, mediante scambi territoriali e donazioni imperiali, la Valle diviene feudo del vescovo di
Brescia, che nella zona investe di beni e benefici la nobile famiglia dei Brusati (12 marzo 1233).Nel 1331 le
vaste proprietà di Ghirardo Brusati, nel territorio di Artogne e Gratacasolo, furono acquistate da Zanone e
Ziliolo, figli di Bojaco Federici di Gorzone.Sembra che proprio da questi accorpamenti di proprietà
appartenenti ad antiche famiglie nobiliari, in molti casi decadute, abbia origine la potenza della famiglia
Federici, che in breve tempo divenne, nei suoi innumerevoli rami, la più potente casata della Valle
Camonica.Per quattro secoli il ramo artognese domina nel comune tanto che ha il patronato sulla chiesa
della Madonnina, proprietà ed edifici un po'dappertutto, dal Castellino, alla Piazzola, all'
lmavilla. Oltre agli
stemmi con scacchiera e aquila, una testimonianza in tal senso è data dalla lapide murata in ingresso a
casa Cotti Cometti, in Via 4 Novembre, con la scritta: «Hoc opus F.F. nobilis vis Iovhannes filis spect.s viri
Reynaldi de Federiciis anno d. 1471».
Il Dominio veneto
Dal 1428 al 1797 Artogne passa sotto il dominio Veneto della Serenissima Repubblica. I Federici si avvicinano
a più riprese e secondo le convenienze politiche del momento, alla nobiltà bresciana ed al Vescovo Berardo
Maggi, allora Duca di Valle Camonica.Anche per questo motivo il ramo artognese nel 1454 viene iscritto
nell'
elenco dei nobili bresciani. Il 1580 fa registrare la severa visita del Card. Carlo Borromeo, che, oltre le sue
prescrizioni per l'
addobbo delle chiese, raccomanda di stare lontani dalle idee giansenistiche e protestanti
che avevano fatto la loro timida e fugace comparsa anche in valle. Nel Catastico del 1610 redatto da
Giovanni da Lezze, Artogne risulta avere una vasta autonomia comunale. La regione amministrativa
comprendeva già le terre poste a mezza montagna di Piazze e Acquebone; la terra di Artogne produceva
«scarsi cereali ed uve, ma molte castagne, fieni, pere e mele».Fonte notevole di reddito erano appunto le
castagne secche e la produzione di biscotti, apprezzati anche fuori dalla Valle Camonica.
La vicinia
Dopo il periodo di dominazione dei signorotti locali nasce una certa autonomia e prendono vita le Vicinie,
che fino al periodo napoleonico si identificano con le municipalità. Sul piano economico ha inizio la
bachicoltura, il cui fiorire è testimoniato dell'
antica filanda in via Alberzoni.
Il XIX e il XX secolo
Con la Repubblica Cisalpina, Artogne entra nel dipartimento bergamasco del Serio e perde la sua
autonomia comunale. Dopo la restaurazione post napoleonica tutta la Valle Camonica passa sotto il
dominio austriaco e durante le guerre risorgimentali alcuni artognesi partecipano a questi aneliti di italianità.
Artogne dopo la proclamazione del Regno d'
Italia è nuovamente aggregata amministrativamente a
Brescia. Durante il ventennio fascista, nel 1927, avviene la fusione con il comune di Pian Camuno originando
«Pian d'
Artogne». Nel 1957 riottiene l'
indipendenza amministrativa e ritorna Comune autonomo.
www.comune.artogne.bs.it
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i nuclei di antica formazione
Analizzando la cartografia storica comunale relativa al Catasto Napoleonico (1811-1813)
attraverso un confronto con l’attuale individuazione dei nuclei di antica formazione del
capoluogo e di piazze, si possono ricavare alcune interessanti informazioni: la rete viaria sembra
rimanere inalterata e la definizione del Centro Edificato sembra quasi coincidere con l’attuale
identificazione. Di fatto le porzioni dell’abitato di antica formazione mantengono intatta la
propria identità urbana, ed in parte edilizia, dai primi anni del 1800 ad oggi.
Il nucleo di antica formazione del capoluogo risulta ad oggi profondamente trasformato con
lacerazioni del tessuto urbano derivanti da ristrutturazioni spesso poco coerenti con il contesto
dell’abitato. In rapporto alla consistenza edilizia del centro storico, non sono molte ad oggi le
testimonianze del costruito originario. Di fatto, i fabbricati che ancora mantengono integri i
caratteri tipologici originari, sono riconducibili a complessi di modeste dimensioni mentre i
fabbricati non caratterizzati da elementi architettonici di pregio, ma che ancora mantengono
caratteri tipologici tipici della ruralità dei centri camuni sono stati oggetto di ristrutturazione.
Sono però ancora leggibili alcune caratteristiche ambientali d’insieme quali:
- il capillare ed a volte angusto reticolo viario che permane a tratti inalterato anche se
l’originario selciato che caratterizzava la pavimentazione è gradualmente scomparso
sotto pavimentazioni bituminose;
- la relativa integrità di gran parte delle cortine edilizie lungo le strade;
- la conservazione di edifici di interesse tipologico che in alcuni casi risultano non abitati ma
con ancora buone possibilità di recupero;
- la conservazione di alcune originarie aree di pertinenza dei fabbricati quali: orti, broli e
cortili caratterizzati da portali di accesso in pietra a volte lavorati e decorati;
- la presenza di interessanti elementi architettonici, costruttivi e decorativi quali: i portali di
ingresso, i sottopassaggi voltati e non, alcuni porticati e loggiati con colonne in arenaria
grigia.
Le tavole di rilievo degli edifici in centro storico hanno messo in evidenza l’elevata percentuale di
edifici già oggetto di recupero che hanno perso le originarie caratteristiche ed il rapporto con il
contesto urbano; non pochi sono inoltre gli interventi che hanno prodotto realtà, anche di nuova
edificazione, nettamente in contrasto con le origini storiche dell’ambito.
E’ quindi indispensabile intervenire introducendo una normativa finalizzata alla tutela delle
caratteristiche tipologico – ambientali del nucleo antico, ancora intatte e riconoscibili, attraverso
il riuso del patrimonio ma evitando che piccoli interventi sui singoli fabbricati compromettano
irreversibilmente le caratteristiche originarie del tessuto abitativo.
Il Piano propone quindi la conservazione e la valorizzazione di tutti gli aspetti ed elementi di
interesse archeologico, architettonico, storico ed ambientale.
Pertanto, nonostante le frequenti perdite dei connotati di compattezza di cui sopra il Piano tutela
sia gli edifici ed i manufatti (santelle, affreschi, portali ecc.) le cui caratteristiche architettoniche,
costruttive, tipologiche, ambientali e storiche contribuiscono alla definizione del paesaggio
urbano dei nuclei antichi, sia gli spazi liberi, indipendentemente dalla categoria di appartenenza
dell’edificio.
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A tal fine è stato effettuato un approfondito studio dei nuclei di antica formazione attraverso il
rilievo di tutti gli edifici ed i manufatti che lo compongono: ogni fabbricato è stato catalogato
attraverso una specifica schedatura che lo identifica:
- tipo logicamente;
- in base alla destinazione d’uso, al grado di conservazione, di manomissione ed alla
presenza di particolari presenze storico artistiche.
Per un approfondimento dell’argomento si rimanda all’analisi delle tematiche trattate nella
Relazione illustrativa e nelle singole tavole di rilievo che fanno parte del Piano delle Regole.
Esempi di edifici in centro storico
Edifici e manufatti di rilevanza storica
La Carta condivisa del paesaggio relativa alla componente del paesaggio storico mette in
evidenza sia gli edifici civili sia gli edifici di interesse religioso presenti sul territorio indicati dalla
letteratura o dai diversi sistemi informativi territoriali.
Nello specifico la tavola rappresenta:
− Santelle, edicole sacre, etc;
− Edifici civili di interesse storico ed architettonico;
− Edifici di culto;
− Castello, fortezza;
come di seguito indicati nella legenda sotto riportata indicante la fonte da cui il bene storico è
stato segnalato.
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Edifici religiosi
La Chiesa Parrocchiale dei SS. Cornelio e Cipriano la cui prima notizia risale al
1290, una volta appartenuta alla Pieve di Rogno. Nel secolo XVIII la chiesa
venne rifatta completamente su iniziativa del parroco a cui l’Archivio
Vescovile di Brescia nel 1710 ebbe a trasmettere, per approvazione, la
planimetria della futura chiesa in sostituzione di questa ormai obsoleta. Si
ebbero in seguito numerose ed importanti opere di completamento della
scalinata e del sagrato, volute dal Comune con la Comunità montana nel
1958-59, di abbellimento con le statue della facciata, di manutenzione
straordinaria, fino al rifacimento integrale del pavimento interno avvenuto nel
1988.
La Chiesa di S.Andrea è precedente ad una visita episcopale alla
Parrocchia del 1573, dove, negli atti, viene nominata come oratorio. Il
vincolo monumentale attribuito dallo stato a questa Chiesa è del 1
marzo 1911. Presenta una facciata molto semplice con una porta
architravata lineare formata da grossi conci di arenaria rossa
martellinata a cui si accede con due gradini di granito di tipo
quattrocentesco. Sopra il portale sono rappresentate le Anime Purganti
e l’Annunciazione in un affresco del 1700 attribuito a Corbellino.
È questa sicuramente la più antica tra le chiese artognesi:
generalmente le sue origini vengono fatte risalire al XIV secolo, ma
potrebbe essere l'
ampliamento di un edificio antecedente. È probabile
che sia stata un tempo la parrocchiale del paese, mentre è certo il suo
utilizzo in varie epoche come lazzaretto per malati di peste o di colera.
Semplici portali resi suggestivi dal rosso della pietra simona; all’esterno,
nella parete laterale destra, campeggia, un poco scolorito e bisognoso
di cure, un gran S. Cristoforo e accanto un S. Andrea un po’ ridicolo,
legato come un salame alla croce piantata in terra con uno dei suoi
bracci di legno. Altre pitture all’interno: una bella Madonna che allatta,
affreschi più tardi ma godibili, nella parete di fondo del presbiterio,
separato dalla navata da una semplice cancellata in ferro battuto. Il
campanile è cinquecentesco con scannellature eleganti sulle quattro
facciate ed una sovrapposta cella campanaria. Il campanile, i due
portali in pietra simona e gli affreschi esterni fanno risalire l’attuale
struttura al xv secolo. L’affresco raffigurante il martirio dell’apostolo
legato alla croce, datato 29 dicembre 1410, riporta il primitivo stemma
della famiglia Federici, mentre la raffigurazione di s. Cristoforo (1505),
protettore dei pellegrini, la presenza di una scala esterna e di un
loggiato interno (quest’ultimi malauguratamente perduti) confermano
il suo utilizzo, in certe epoche, come luogo di sosta e lazzaretto per
malati di peste o colera.
www.invallecamonica.it
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La Chiesa di S. Maria Elisabetta detta “La Madonnina” è da far risalire al
XV sec. Si trova all’esterno del paese sul lato nord della strada che
porta nel centro.
Con notevole somiglianza a S. Maria della Neve di Pisogne, la chiesa
presenta una facciata tipicamente rinascimentale con un portale in
arenaria sobriamente lavorata in architrave rotonda con la porta,
restaurata recentemente, ricca di motivi di decoro.
È comunemente chiamata dagli artognesi «La Madonnina».
Attualmente non è possibile definire con precisione la data della
costruzione di questo importante monumento; basandosi sugli elementi
architettonici più caratteristici, è collocabile nel tardo XV secolo. La
facciata ricorda quelle di altri edifici religiosi di età rinascimentale. Il
portale d'
entrata in arenaria rossa, architravato e lunettato, con un
interessante apparato decorativo a rilievo, riporta la data MDXXXII e lo
sovrasta un rosone circolare. Nel lato sud si trova un portale
architravato, ancora in arenaria rossa, con elementi decorativi a rilievo
e l'
incisione di un'
altra data: MDXXXVIII. Fra la navata e il presbiterio è
addossato il campanile, di notevole altezza, a base quadrata con la
cella campanaria che presenta su ogni lato una bifora con l'
arco
esterno acuto e due archetti a tutto sesto divisi da una colonnina.
L'
interno della chiesa è organizzato in un'
unica navata rettangolare a
tre campate e collegato al presbiterio, pressoché quadrato, da un
grande arco trionfale a tutto sesto. Interessante è l'
apparato
decorativo costituito dagli affreschi del presbiterio e delle pareti
laterali, riemersi dopo i restauri del 1907 e del 1969, molti dei quali
rappresentano avvenimenti mariani. La loro attribuzione, come
d'
altronde una corretta datazione, è tuttora incerta per quanto siano
stati citati nomi di rilievo come Callisto Piazza, Francesco Prato da
Caravaggio, Giovanni da Marone.
Chiesa Crocefisso nel cimitero di Artogne
Il cimitero di Artogne risale al 1836, completamente
rifatto ed ampliato in epoca recente (1932-33 e 1975). Il
complesso, ubicato fuori dal centro abitato, ha pianta
rettangolare ed è circondato da una recinzione che
concorre a delinearne il profilo nel paesaggio
circostante. In asse con l'
ingresso e in posizione centrale
è posta la cappella, a pianta poligonale, in cui vengono
celebrate le funzioni che si distingue dalle circostanti per
avere un piccolo protiro e essere a una quota superiore
rispetto al piano di camminamento.
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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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La Chiesa di S. Rocco della frazione di Acquebone risale agli inizi
del XVI secolo. I più recenti restauri risalgono al 1978 per
interessamento del parroco con il concorso della popolazione. I
lavori furono sospesi dalla Sovrintendenza per demolizione e
ricostruzione non autorizzata della sagrestia..
La facciata, divisa in tre scomparti da lesene, si affaccia sul
sagrato in acciottolato e si fregia di un bel portale decorato di
arenaria grigia sopra il quale è posta un’ampia finestra
rettangolare. L’interno presenta una navata a due campate con
forme architettoniche tipicamente seicentesche con affreschi del
XIX secolo a rappresentare la vita di S.Rocco ed altre
rappresentazioni meno pregiate.
Cimitero Acquebon: Assai modesto, fu costruito nel 1864 e restaurato nel 1970 con la costruzione di nuovi
loculi.
Panazza “Arte in Valcamonica”
La Chiesa Parrocchiale di S. Maria della Neve nella frazione Piazze di
Artogne è stata eretta nei primi anni del 1500 con un importante
rifacimento attribuito alla metà del XVII sec. Che secondo Ercoli
terminò intorno al 1760 quando fu anche adornata e decorata.
Collocata su un dosso, la chiesa di Santa Maria della Neve spicca,
con le sue linee settecentesche, tra le case dell'
abitato di Piazze.
Quella attuale (XVII-XVIII sec.) è solo la ricostruzione di una chiesa
precedente, di cui si hanno notizie solo a partire dal XV sec. L'
edificio
presenta un'
elegante facciata, scandita da lesene a due ordini divisi
da imponenti cornicioni. Al centro c'
è il ricco portale in granito,
caratterizzato da una notevole plasticità decorativa. L'
interno è ad
unica navata, divisa in due campate che si allargano su altrettante
cappelle laterali. L'
apparato decorativo è costituito, oltre che dagli
eleganti stucchi in bianco e oro che caratterizzano tutto l'
interno,
dagli affreschi dei medaglioni delle volte e dei riquadri degli altari. A
questi vanno aggiunte alcune tele, tra cui sono da ricordare la pala
dell'
altare maggiore con il Miracolo della Madonna delle Neve
attribuito a Camillo Rama e L'Adorazione dei Magi, che presenta
notevoli analogie con la tela della Parrocchiale di Artogne del Diziani.
La Chiesa di S. Maurizio posta a 1100 m s.l.m. su un dosso del monte
Moia nei pressi di Montecampione, non più luogo di culto e in
condizioni di semiabbandono, forse dedicata a S. Maurizio dai
monaci di Tours a cui Carlo Magno aveva ceduto in Valle Camonica
importanti possedimenti, è da far risalire al X o al più tardi all’XI secolo.
La chiesa presenta nella sua estrema semplicità alcuni segni antichi
della sua funzione di culto come le pietre in granito dei portali ed i
resti di un affresco del 1500 in corrispondenza dell’altare all’interno, di
cui sono rimaste sul posto alcune parti di uno strappo male eseguito.
La Cappella di Montecampione di moderna concezione ricavata in
un recente fabbricato a servizio del culto per i turisti che frequentano
e abitano la stazione turistica.
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Manufatti ed edifici storici
In Artogne sono molte e significative le testimonianze dell’epoca della signoria dei Federici, con
stemmi, portali, capitelli, fontane che meritano di essere ammirati.
Tra il 1700 e il 1800 Artogne si è arricchito di dimore signorili; infatti è in questi due secoli che la
locale borghesia terriera esprime la propria capacità economica con la costruzione di case
padronali ricche di logge, colonnati e portali in arenaria grigia di Sarnico e circonda i fondi attigui
con alti muri merlati, muraglie ancora visibili in via 2 Giugno, in via Alberzoni ed in via Adamello
che meritano di essere conservati e tutelati.
Dimore signorili Artogne ne conta diverse, localizzate per lo più nella zona centro-bassa del
paese, negli antichi nuclei dell'
Imavilla e della Piazzola. In via 2 Giugno troviamo la casa "Pì de
Cumì", oggi Spagnoli, l'
ex Caserma dei carabinieri (colonna con un calice nello stemma) e casa
Cotti Cometti (Visèn); in via Trieste casa Ravelli; in Via Trento i Nis.
Al di sotto di S. Andrea fanno bella mostra gli archi finestrati della famiglia Martinelli. In piazzola
oltre alla dimora Rota-Vielmi troviamo casa Beccagutti, Lorenzetti, Cotti Cometti, l'
Oratorio e
casa Andreoli. In castello (la parte alta del paese) da annoverare casa Bertoli (nel serraglio lo
stemma Bonfadini olim de Albergheni), l'
attuale Casa di riposo per anziani e altre ancora.
Attenzione particolare merita palazzo Alberzoni con il suo cortile, la gradinata d'
ingresso al brolo,
il frigidario al centro del giardino (grotta di tufo per difendersi dal caldo estivo) e le sue sale con
affreschi neoclassici.
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muri merlati
Tra le residenze storiche vanno ricordati i numerosi edifici, entro e fuori il centro storico,
caratteristiche per i portali in pietra di arenaria grigia, spesso istoriata con fregi, scritte e stemmi. In
molti casi, questi portali sono l’accesso ad eleganti cortili, anch’essi ricchi di storia. Fontane, pozzi
e pietre antiche adornano gli spazi interni e fanno da cornice a palazzi, solitamente a due,
raramente a tre piani, con portici, balconate e sottotetti sostenuti da colonne quasi sempre
rotonde, a volte quadrate, e sempre di arenaria grigia.
Casa Rota, via IV novembre
Il bene, costruito ante sec. XV - inizio sec. XVI, collocato nel
centro storico, ha un impianto a l ed è articolato attorno al
cortile interno di forma irregolare delimitato ad ovest da un
muro di cinta e a sud e a est da due corpi di fabbrica in
origine di unico proprietario, mentre ora di due proprietà
diverse. Il bene è a due piani con sottotetto, con al piano
terra un portico con arcate ribassate poggianti su pilastri in
muratura. Parte del piano terra è occupato da un ristorante
mentre i piani superiori sono adibiti a residenza. Le strutture
verticali sono in muratura portante, gli orizzontamenti sono
sia piani che voltati. Le pareti interne ( degli ambienti
ispezionabili) sono intonacate e tinteggiate con la presenza
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di dipinti di recente fattura al piano terra, l'
esterno è
intonacato e solo il corpo posto a ovest è tinteggiato. Il
corpo sud ha tetto a capanna, mentre il corpo a est è a
padiglione; entrambi hanno però manto di copertura in
coppi.
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Portale in arenaria rossa a pieno centro con le due lesene e
la ghiera lisce (...). Eleganti sono i capitelli a palmetta. (...)
Curiosa e interessante è in questo portale la commistione di
elementi rinascimentali e ancora gotici (...). Esso ora fa da
ingresso al cortile, racchiuso, sui lati est e sud, da corpi di
fabbrica di epoca più tarda: quello verso sud è
ottocentesco, mentre quello verso est ha ancora tracce
dell’originaria struttura con i due archi del portico ribassati e
ampi su grosso pilastro in muratura e sovrastante loggiato,
ma completamente rimaneggiato.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Casa Federici, via Franzoni 1, asilo
La bella casa con notevoli tracce del sec. XIV-XV con tutta
probabilità dovette appartenere ai Federici (…); subì
trasformazioni assai notevoli nel sec. XVII. (…) Tutto l’esterno
si presenta in forme seicentesche, e sull’angolo della casa,
sopra il tetto è il campaniletto a vela; l’edificio si presenta a
tre piani con aperture, per la maggior parte, con cornice
modanata in pietra di Sarnico.
Questo corpo di fabbrica è chiuso dal muro di cinta del
cortile e conserva ancora un bell’arco a conci in arenaria
rossa di forma acuta dell’antica costruzione trcentesca.
Il fronte verso ovest, che dà sul cortile, è sempre a tre piani
più sottotetto con portico a tre arcate a tutto centro (…). Al
primo piano è una loggia di sei arcate, a pieno centro, con
le colonne in sarnico (…); al secondo piano, il loggiato,
invece, è di cinque arcate (…).
Sotto il portico è la porta d’ingresso alla cappella, che in
origine doveva essere una sala.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Ex Casa Lorenzetti, oggi casa di riposo anziani, via Franzoni
Vi sono elementi di un importante edificio del sec.XV ,
totalmente ristrutturato e rifatto, nella parte divenuta Casa
Lorenzetti e poi Casa di Riposo, nel sec.XVII (...).
La fronte verso ovest della Casa di riposo è a tre piani con
sottotetto. Al piano inferiore il portico è di sei arcate con
volte a crociera, che continua col portico dell’edificio
privato, nel quale una delle colonne è ancora di epoca
quattrocentesca (...) I due piani superiori hanno una perfetta
rispondenza nelle finestre architravate in sarnico. (...) La
facciata su questo lato si presenta nelle tipiche forme del
sec.XVII avanzato.(...)
Il lato verso sud presenta di nuovo elementi di epoca più
antica, anche se con lo stesso numero e posizione di piani.
Panazza “Arte in Valcamonica”
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Casa Rota già Vielmi, via pieve
La casa risale al sec. XVII.
Sull’angolo del lato sud, si apre nel muro di cinta del cortile
(…) un ampio portale con semplice incorniciatura della
stessa pietra grigia delle lesene, con capitelli (ecc….).
Superato il portale, di fronte, è il cortile (…), invece andando
a sinistra, nel giardino, vediamo il lungo fianco della casa a
due piani con sottotetto. questo lato delimita, con il suo
prospetto, a nord il giardino, chiuso invece a sud dal muro di
cinta.(...) Segue, a pianterreno, il portico a tre arcate con le
colonne in sarnico di tipo tuscanino. (...) Tornando al portone
d’ingresso, ma volgendosi verso est, abbiamo il cortile. Esso è
chiuso sui due lati sud ed est dal muro di cinta che verso sud
ha il portale già descritto; invece sui lati nord ed ovest ha i
due corpi di fabbrica che fanno angolo retto, a due piani
con sottotetto.(...)
Panazza “Arte in Valcamonica”
Casa già Federici in via IV novembre 3a
Verso la strada sono due corpi di fabbrica collegati da uno
più basso, arretrato, contenente il portale. Questo è a pieno
centro in Sarnico (…) inquadrato da lesene in muratura
aggettante e sovrastato da cornicione modanato con
tettuccio.
Il corpo di fabbrica posto ad ovest, dapprima basso e poi
alto e raccordato con un tratto obliquo (…)nonostante
elementi decorativi si tratta di un locale rustico per fienile.
Invece il corpo di fabbrica ad est del portale è a tre piani più
sottotetto e sporge verso la strada con andamento
poligonale essendo posto sulla curva della strada. Al primo
piano sono le solite finestre architravate in Sarnico. Al piano
superiore in uno dei lati è l’arcata terminale entro
riquadratura di un loggiato, mentre negli altri lati sono lisce
finestre con davanzale dalla cornice in Sarnico. Sopra nel
sottotetto sono le aperture dell’altana, divise da tratti in
muratura.
L’edificio all’esterno è da collocare all’inizio del sec.XVIII. Ma
al pian terreno abbiamo un ampio portale architravato con
mensole (...) che dimostra che la casa è più antica, ricostruita
parzialmente e la data di origine può essere del sec.XV.
Entrando dal portone nel cortiletto, il corpo di fabbrica che lo
chiude verso est presenta la pian terreno un portico con due
arcate (...). Il primo piano non offre niente di interessante,
mentre il secondo ha una loggia di quattro arcate a pieno
centro su pilastrini in muratura.(...) Sia il portico sia la loggia
indicano chiaramente che questa è una parte aggiunta
come è il portale d’ingresso, forse già di epoca tardo
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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neoclassica (...).
Il cortile si chiude sul lato nord, con un edificio che presenta
un nucleo interno assai antico per la presenza nella sua
facciata a sud, al pian terreno, di quattro potali con archi (...)
oggi si trovano sotto il portico settecentesco e nell’androne
che porta sul lato ovest della casa.(...)
Sul lato ovest, all’esterno, questo corpo di fabbrica ha il
portale con i soliti conci in granito nella ghiera a pieno centro
e nelle spalle (resti della torre) (...)
A questo nucleo molto antico si è poi aggiunto esternamente
un corpo di fabbrica con portico a tre arcate (...). Sopra
questo portico, al primo piano, è una loggia con colonnine in
muratura.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Casa Merici, poi osteria Cotti Cometti, via 2 giugno
La casa fu costruita nel 1882.
La porta d’ingresso è di semplici forme neoclassiche, in
Sarnico.(…) Il cortile presenta il lato verso nord e quello verso
ovest con portico di tre arcate quasi ribassate, per ogni lato
con colonne in sarnico, tuscaniche;invece sul lato sud sono
due archi con colonna centrale. Il portico del lato sud ha un
complesso gioco di volte a crociera e frammenti a crociera,
mentre il portico degli altri due lati è plafonato.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Casa Andreoli già Federici, via Panicoli 1
Il complesso, del sec.XVII, collocato nel centro abitato è
composto da edificio d'
abitazione e stalla. Il bene è protetto
dalla strada da un alto muro di cinta con un portale che
permette l'
accesso al cortile interno attorno a cui si
sviluppano a sud e est i corpi destinati alla residenza e a nord
la stalla. Sul lato posteriore della casa a nord- ovest è posto il
brolo, mentre a sud è posto un fabbricato lasciato al rustico
utilizzato come laboratorio di falegnameria da uno dei
proprietari. Le strutture verticali del complesso sono per lo più
in muratura portante continua, quelle orizzontali sono sia
voltate che piane. L'
edificio allo stato attuale è utilizzato solo
parzialmente mentre la stalla è in disuso e uno dei suoi
accessi è stato tamponato.
L’edificio adibito ad abitazione ha un impianto a t ed è
articolato attorno al cortile interno di forma irregolare. Il
fronte strada è a due piani con sottotetto come anche il
corpo di fabbrica che chiude a sud e a est il cortile
caratterizzato al piano terra dalla presenza di un portico con
arcate a pieno centro poggianti su colonne. Le strutture
verticali sono in muratura portante, con colonne a
sorreggere il portico; gli orizzontamenti sono sia a volta sia
solai piani. Alle estremità dei corpi di fabbrica si trovano i
collegamenti verticali; la scala principale in arenaria grigia è
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posta nell'
edificio a est del cortile, mentre una seconda si
trova nell'
edificio sud in posizione angolare; nella parte
posteriore sono presenti all'
esterno altre due scale di
collegamento di uso esclusivo di uno degli appartamenti. Le
pareti interne sono intonacate e tinteggiate, mentre quelle
esterne sono parzialmente intonacate; la copertura è a tetto
con manto in coppi.
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Casa Federici, poi Cotti Cometti, via 2 giugno (loc. Piazzola)
La casa fu costruita nella seconda metà sec. XV - ante 1471.
Di questo edificio dei Federici e che pertano doveva essere
di molto interesse, oggi rimangono ben pochi resti, essendo
stato gravemente alterato in epoca recente; ma già nel sec.
XVII aveva subito una notevole ristrutturazione. Degno di
menzione è il portale, a lievissimo arco acuto, con grossi
conci in arenaria rossa ben squadrati. (…) Nell’interno è il
cortile che ha ancora tracce della pavimentazione a ciottoli
di vario colore e di vario disegno; il corpo di fabbrica che lo
chiede verso est ha un portico al pianterreno, a tre arcate
con archi molto a pieno centro, su colonna o pilastri di
sarnico di tipo tuscanico o a piramide tronca.
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Casa Bonicelli, poi caserma dei carabinieri, via 2 giugno
Portale a pieno centro in arenaria grigia (…) inquadrato da due grosse lesene
in muratura aggettante che sostengono un architrave pure in arenaria e
modanato(…).
Bello il portico di quattro arcate con tozze colonne ed archi a pieno centro dai
capitelli a foglie grasse della prima metà del sec.XV. (..)Uno stemma su una
colonna potrebbe indicare che in origine (sec.XV-XVI) la casa appartenesse
alla famiglia Bonicelli. Fino a qualche anno fa, nel dopoguerra, l’edificio è
stato caserma dei carabinieri, poi venduto a privati ed ora ristrutturato come
casa di abitazione.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Casa Cotti Cometti, via 2 Giugno
Costruito nel sec. XVIII è collocato nel centro abitato, integrato con altri edifici
ed ha destinazione residenziale e terziario. Ha fondazioni non ispezionabili;
struttura portante in muratura continua in pietra e malta, pilastri in pietra in
parte intonacata. Gli orizzontamenti sono in muratura, solaio piano cemento
armato o a volta a botte. La copertura ha struttura lignea e manto in coppi; le
pavimentazioni interne sono in cotto ,legno e ceramica, le pavimentazioni
esterne in cotto.
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Il portale di ingresso al cortile è in sarnico, a pieno centro, datato 1840 (…). Sul
lato della casa posto all’interno del cortile e giardino è un portico di un’arcata
su un lato e quattro sull’altro a pieno centro o a due centri su pilastri in sarnico
quadrati ma a spigoli smussati e con capitelli modanati. Sotto il portico sono i
due ingressi affiancati, con arco a pieno centro pure in sarnico. Il portico è del
sec. XVIII. Le finestre del piano superiore di forma lievemente acuta sono
contemporanee al portale.
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Casa Pelucchetti, via Trento 10, angolo via Concordia
La casa fu costruita nell’ultimo quarto del sec. XVII, ma con parti
già ottocentesche come ad esempio il portale in legno.
La facciata è lievemente ricurva, a tre piani più sottotetto e con
sei ordini di aperture ai piani superiori, mentre, a pianterreno, è
solo un ricco portale non in asse, ma spostato a sud, con spalle
su alte basi, ghiera a pieno centro in arenaria grigia con
specchiature ed incisioni di contorno. (…) Di fronte al portale
della casa è quello del brolo, in Sarnico, databile tra il sec. XVIII
e XIX, racchiuso entro due lesene in muratura e con capitello
tuscanico e sovrastante architrave.
L’interno è molto rustico con loggiati in legno sagomati, fontana
senza pregio e portale architravato con mensole a gruccia di
tipo ancora quattrocentesco.
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Casa Alessi, ex Filanda Cotti Cometti, via Alberzoni, 2
La filanda, costruita nel 1800-1810, presenta un interessante
ingresso monumentale, con due corpi laterali che si concludono
a doppio spiovente, ognuno dei quali mostra, in facciata, una
finestra rettangolare con inferriata a losanghe e cornice in
Sarnico liscia ma con davanzale modanato. Al di sopra è una
finestra a lunetta con davanzale pure in Sarnico modanato.
Questi due corpi sono collegati da un muro più basso entro il
quale si apre un ampio portale a pieno centro sormontato da
cornice orizzontale modanata con tettuccio. Il tutto mostra
forme neoclassiche di aspetto quasi cimiteriale, così come
qualche elemento abbiamo nel cortile.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Casa già Federici, via Castello,
L’edificio, di grande antichità e di notevole forma nonostante la
rovina in cui si trova, era certamente già esistente nel sec.XIII e
poi trasformato soprattutto nei secc. XVI-XVII. L’appartenenza ai
Federici è certa. (...). L’attuale degrado dell’edificio non ha
abolito del tutto, nell’interno (dove è possibile ritrovare anche
degli affreschi), il carattere di casa signorile di un certo livello.
Panazza “Arte in Valcamonica”
Complesso Casa Cotti, via Alberzoni, 1
L’immobile, situato all’interno del nucleo storico del borgo, risale
al XVII secolo, con aggiunte e modificazioni databili in epoca
neoclassica. La struttura portante è in muratura rustica in
pietrame e sassi, ben squadrati negli spigoli e nei cantonali
d’angolo. I prospetti presentano un’armonica impaginazione
delle forature con cornici in granito liscio e porta architravata
con cornice liscia in pietra di Sarnico; le finestre ai piani superiori
hanno cornici lisce di Sarnico con davanzale modanato ed
architrave ed architrave con fregio bombato a cornice
sporgente del XVII secolo. Pure in pietra di Sarnico è la scala
interna che riprende le forme delle volte cinquecentesche nelle
rampe e nei pianerottoli. Gli interni presentano alcune stanze con
pregevoli dipinti murali policromi e caminetti in pietra.
Relazione Storico-Artistica allegata al Decreto del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali della Lombardia del 4 luglio 2005
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Casa Cotti Cometti (ex) ora Ravelli, via Trieste
L'
edificio, costruito nel sec XVII è collocato nel centro abitato
(fuori dal centro storico) integrato con altri edifici. Dal portone
posto lungo via Trieste si ha accesso al cortile interno su cui
prospetta il fronte principale. Il nucleo centrale ha cinque piani (p.
terra, p. primo, p. secondo, p. terzo e p. sottotetto) e uno sviluppo
prettamente longitudinale, mentre l'
ala destra è a due piani. La
struttura verticale è in muratura portante continua; le strutture
orizzontali sono voltate al piano terra e piane ai restanti livelli e nel
portico con colonne. Al piano terra si trovano alcuni locali di uso
comune (cantine, ripostigli), mentre i piani superiori sono adibiti a
residenza. La pavimentazione interna è in mattonelle di cotto e di
ceramica, mentre nel cortile è presente dell'
acciottolato. Le
pareti interne sono intonacate e tinteggiate; l'
intero bene è
coperto da un tetto a due falde con manto in coppi.
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A pianterreno è il portico a quattro arcate a pieno centro di tipo
tuscanino. Il portico è plafonato e sotto di esso inizia la scala che
porta ai piani superiori. (…) lungo tutta la facciata, sopra il portico,
sporgono le mensole mistilinee con la fronte adorna di un disco
che sorreggono il poggiolo con il ripiano in pietra di Sarnico e
ringhiere in ferro battuto di linee ancora tardo classiche.
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Casa Cotti Cottini (ex), via Adamello
Il complesso, edificato prima dell’inizio del VII sec, ha pianta a c
ed è costituito principalmente da tre edifici. L'
impianto si articola
attorno ad un cortile con pavimentazione in acciottolato a cui si
ha accesso dal portone posto lungo via adamello. L’edificio
principale ha pianta a l: i corpi di fabbrica sono posti sui lati nord
e est del cortile. Il lato nord è a tre piani con al piano terra locali
destinati a cantine e ripostigli e un portico a tre arcate su pilastri,
mentre il piano superiore è adibito a residenza, al di sopra di
questo si trova l'
altana; il lato est è a due piani dove il piano terra
è adibito a locali di servizio mentre il piano primo a residenza. Le
strutture verticali sono in muratura portante continua salvo i pilastri
in arenaria grigia del portico, mentre le strutture orizzontali sono
sia piane che voltate con volte a botte e a crociera. Le
pavimentazioni nei locali a piano terra sono in battuto , mentre ai
piani superiori sono sia in cotto che in ceramica. La scala
principale, in posizione angolare, ha le prime due rampe in
arenaria grigia e le successive in legno. La copertura è a tetto
con manto in coppi. Lungo via Adamello il fronte esterno del
bene si presenta come un unica unità immobiliare.
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Località “il Castellino”
Il complesso del castello, del sec. XIII - sec. XV, sorge
fuori dal centro abitato su un poggio dominante la
valle ed è composto principalmente da una torre,
da un muro di cinta e da una casa di abitazione.
La casa di abitazione è collocata a valle del
complesso ed è stata oggetto di recenti lavori di
ristrutturazione, mentre a monte, separati da
terrazzamenti sorretti da muri di cinta, sono posti i
resti di una torre (di recente sistemazione) affiancati
da un pianoro di forma pressochè trapezoidale
circondato da resti di antiche mura con ancora
presenti delle merlature. Le strutture verticali sono in
muratura portante continua, e i beni sorgono in
parte direttamente sulla roccia. Di interesse sono i
gradini ricavati nella roccia scistosa che
permettevano di raggiungere terrazzamenti posti su
due livelli diversi.
La torre è collocata a est nella parte più alta
dell'
intero complesso, nei pressi di un portone di
accesso, ed è circondato da un pianoro delimitato
da mura di cinta, la torre ha una pianta pressoché
quadrata con strutture verticali in muratura portante
continua con spigoli ben eseguiti e struttura di
orizzontamento piano in legno. All'
interno le pareti
sono intonacate e tinteggiate ed è possibile ancora
vedere le feritoie presenti sui lati nord e sud del
bene. All'
esterno le pareti sono lasciate con la
pietra a vista come in origine, mentre è stata rifatta
la copertura a padiglione con manto in coppi.
Le mura difensive si sviluppano attorno all'
intero
complesso, nella parte alta a livello della torre
assume una forma pressoché trapezoidale, con
fattura grossolana a conci e a ciottoli disposti però
con una certa orizzontalità. I muri di cinta esterni
presentano ancora i resti delle antiche merlature,
parte del muro (come quello nella parte più bassa
nei pressi dell'
ingresso principale) sorge sulla viva
roccia e ne segue l'
andamento. All'
interno dello
spessore del muro nella parte più alta verso la valle
del re è stata ricavata una santella affrescata
dedicata alla Madonna.
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In località Castello, nota come “Castellino”, i resti di una costruzione edificata per scopi militari che gli
storici attribuiscono al periodo medioevale. Tale costruzione, cui si accede solamente dai monti a est, è in
posizione dominante su tutti i versanti ed è caratterizzata da un muro di cinta con resti delle antiche
merlature e dai ruderi di una torre, sul lato rivolto verso il paese, con feritoie e segni di luogo di guardia,.
In posizione dominante, con visuale che abbraccia tutto il paese e il tratto di Vallecamonica che va dalla
punta nord del Lago d'
Iseo alle porte di Darfo, troviamo il «Castellino». Vi sono resti di un maniero dei
Federici, sede degli scudieri artognesi della nobile famiglia camuna. Ancora si notano vestigia di tre giri di
mura che in alto presentano parvenze di merlature con il rudere di una torretta di avvistamento e ai piedi
l'
antico nucleo del Castello. Oggi gli edifici sono pressoché trasformati, ma qualche segno del passato
ancora permane: murature a lisca di pesce, portali in arenaria rossa di Gorzone, conci di torre mozzata,
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finestrelle architravate. L'
elemento dominante del posto è la roccia.
Internamente e a fianco dell'
entrata del Castellino, si dipartono infatti percorsi a gradoni scavati nella viva
pietra, dove a un certo punto ritroviamo anche l'
incisione datata 1779 con il nome «Geronimo Federici»,
probabile proprietario del luogo. Salire al «Castellino» di Artogne è come rivivere pezzi di storia tra antiche
mura, indomiti cavalieri, dame e signori dell'
alto medioevo. Il palazzo signorile sorge invece nel cuore della
contrada Castello e, sebbene parzialmente manomesso, nasconde in sè i segni dell'
antico splendore
medioevale.
www.comune.artogne.bs.it
Casa Pelucchetti, via due giugno
Il complesso, costruito nel sec. XVII, collocato nel centro
abitato, fuori dal centro storico integrato con altri edifici, si
compone di: un edificio residenziale, un deposito, un porticato
ed un brolo L'
accesso avviene da un androne con volta a
botte unghiata che immette nel cortile interno attorno a cui
sono articolati gli edifici: a nord est è posta l'
abitazione ( due
piani più sottotetto), per poi, procedendo in senso orario,
trovare il porticato (due piani, composto da quattro arcate
con colonne in Sarnico di tipo tuscanino), il brolo coltivato ed
infine il deposito (due piani). Le strutture verticali sono in
muratura portante continua, quelle orizzontali sono sia voltate
che piane. Le pareti sono per lo più intonacate e tinteggiate.
L'
edificio adibito a deposito è allo stato attuale pressochè in
disuso.
www.lombardiabeniculturali.it
Case, via case Cotti 37, Piazze
Il complesso(sec. XVI) destinato ad ospitare in origine sia
residenza che attività agricole è strettamente connesso con il
tessuto urbano circostante e si articola principalmente in due
componenti: casa d'
abitazione ed edificio in stato di
abbandono. I corpi di fabbrica dei due componenti sono fra
loro strettamente legati anche se per i diversi stati di
conservazione appaiono ben distinti. Le strutture verticali
dell'
intero bene sono prevalentemente in muratura portante
continua e solo nel portico è presente una colonna in granito.
Le orizzontali sono voltate per lo più nei locali posti al piano
terra, mentre nei locali ai livelli superiori sono presenti solai
piani. Il tetto è a falde simmetriche con manto di copertura in
coppi. L'
accesso al bene avviene da un arco a tutto sesto che
immette in un cortile interno in acciottolato.
La casa destinata ad abitazione è collocato a sud del
complesso ed ha tre piani fuori terra. La facciata sul cortile
interno presenta al piano terra un portico con archi ribassati
poggianti su una colonna circolare. Le pavimentazioni sono, in
quasi la totalità dei locali, in piastrelle ceramiche , mentre nel
cortile è presente dell'
acciottolato. Le pareti esterne sono solo
in parte intonacate e tinteggiate, al contrario di quelle interne
che lo sono completamente. Il tetto è a due falde con manto
di copertura in coppi.
www.lombardiabeniculturali.it
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Case Pedri, Piazze
Questo nucleo mostra tracce di molta antichità in varie case: (…)portale architravato in granito (1580) ,(…)
muratura a grossi conci malamente squadrati (…) forno molto antico (…)
Panazza
Fabbricato rurale, in via Panoramica 41, Piazze
L’immobile è un interessante esempio di architettura rurale, in cui si presentano, sostanzialmente inalterati
sia la destinazione d’uso, che i caratteri tipologici e costruttivi.
Il fabbricato principale, probabilmente realizzato nei primi decenni del XIX secolo, è un edificio a ballatoio
a pianta quadrangolare regolare, con portico al piano terreno e un piccolo stabile di pertinenza a sud,
posto a breve distanza e collegato al primo mediante un passaggio coperto; al principio del XX secolo
venne eretto in adiacenza al lato ovest un ulteriore corpo di fabbrica adibito a stalla con soprastante
fienile.(…)
Relazione Storico-Artistica allegata al Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Lombardia del 7
novembre 2005
Edicole sacre
Tra le edicole religiose, trascurando quelle rifatte integralmente o costruite ex novo, è da ricordare l’edicola
alle Plagne, del 1748, lungo la strada vecchia che da Ruch portava a Plagne; un’edicola, del XVII secolo, in
via Maserada, a ridosso di un muro di cinta di una proprietà privata; la santella datata 1590 con l’affresco
della Crocifissione, costruita quale ex voto in occasione di una alluvione; l’edicola in frazione di
Acquebone, lungo la vecchia mulattiera che unisce questa frazione ad Artogne, edificata, come riportato
sulla stessa, nel 1836.
Rete stradale storica
Costituiscono la struttura relazionale dei beni storico-culturali intesi non solo come elementi episodici lineari
puntuali, od areali ma come sistema di permanenze insediative strettamente interrelate. I tracciati viari
sono la testimonianza ancora attiva della rete di connessione del sistema urbano storico e consentono di
determinare punti di vista privilegiati del rapporto fra questi ed il contesto naturale o agrario. Oltre al valore
storico, si aggiunge il valore percettivo di alcuni percorsi che, per morfologia del versante, tipologia di
tracciato e natura del contesto, consentono di percepire e di godere di particolari e significativi quadri di
insieme.
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Il tracciato della viabilità si svolge all’interno di ambiti un tempo inedificati ora urbanizzati.
La più antica strada di cui si ha traccia e memoria è la “strada Valeriana”, fatta costruire dall’imperatore
Valerio ai tempi dell’Impero Romano con l’intento di congiungere con un unico e importante asse stradale
tutti i principali paesi della Valle Camonica.
Tale strada attraversava l’abitato di Artogne, provenendo dal Comune di Pian Camuno a sud su un
tracciato di fondovalle, per proseguire a nord dirigendosi verso il comune di Gianico.
Il Piano Sentieristico Provinciale individua, sul confine con il comune di Bovegno il “3 V”, ovvero
“Sentiero delle Tre Valli - Silvano Cinelli”.
Sentiero 3V: Sentiero delle Tre Valli - Silvano Cinelli
Si tratta di un lunghissimo itinerario di media/bassa quota con partenza e arrivo a Brescia, con sviluppo
lungo l’intero crinale spartiacque della valle Trompia con le valli limitrofe: valle Sabbia (e la tributaria valle
del Caffaro) ad est e a nord; bassa valle Camonica e Sebino a ovest. Un ideale “ferro di cavallo”, perciò,
che abbraccia le tre valli bresciane collegandole strettamente al capoluogo; un connubio multiplo pieno
di significati che possono intendersi andare al di là del mero aspetto escursionistico.
Località Imavilla
Per chi giunge ad Artogne da via Leopardi il primo incontro artistico è rappresentato dalla chiesetta di S.
Maria Elisabetta (Madonnina) e dal suo svettante campanile in conci di granito; è l'
inizio di un possibile
itinerario che si snoda per via 2 Giugno con i suoi storici cortili, a partire da quello del Pì de Cumì con
portale d'
ingresso datato 1840. Prendendo a sinistra, dopo una brevissima salita, compare la suggestiva
chiesetta di S. Andrea.Da qui si domina tutta la contrada Imavilla e iniziano i castagneti; proseguendo
lungo I'
angusta strada immersa nel verde, si raggiunge l'
azienda agrituristica «Le Frise», dove si allevano
capre e pecore secondo metodi tradizionali. Proseguendo oltre, un sentiero porta al «Fontanì», dove uno
spillo di acqua fresca ristora anima e corpo.
Da Albere al Plan di Montecampione
Per chi desidera lanciare lo sguardo su Montecampione standovi di fronte, niente di meglio che prendere il
via dalla località Albere (877 m s.l.m.), sopra l'
abitato di Piazze e percorrere la strada sterrata che sale fìno
a Sere (1187 m s.l.m.). Da qui due soluzioni: o il sentiero che dalla Pozza prende a destra passando per il
Ruculì e camminando in cresta sfiorando il fianco della Torosella, oppure il più facile e sicuro percorso che
da sinistra giunge in Plagna Faet, quindi alla cascina Campelli in territorio di Gianico.Proseguendo si
conquistano i Dossi sulla cui sommità si stendono i pascoli antistanti il Rifugio degli Alpini e a destra il Plan di
Alpiaz.Dagli oltre 1900 metri di lassù si domina il complesso residenziale turistico le Baite, la bassa
Vallecamonica e il lembo nord del lago d'
Iseo.Se si alza lo sguardo, verso est, troneggia la cima del monte
Muffetto con i suoi 2060 metri da dove l'
occhio può spaziare tanto sulla Valtrompia quanto sulla
Vallecamonica e sull'
intero demanio sciistico di Alpiaz-Montecampione.
Dal Plan di Montecampione al Lago Rodeneto
Si parte dal complesso «Le Baite» e ci si incammina a sinistra verso la Cascina di Bassinale, quindi si
prosegue in direzione del pennone della bandiera del Rifugio Alpini.Giunti al Rifugio si sale a destra
mantenendosi sulla cresta e dopo circa 40 minuti si giunge in cima al Dosso Beccherie (1967 m
s.l.rn.).Lasciando la stazione di arrivo della seggiovia, si gira a sinistra e, camminando sempre in cresta,
dopo poco tempo si giunge al Dosso Sparviero.Al primo goletto si scende nel canalino di destra e si prende
il sentiero che si dirige nella conca del Lago Rondeneto (1690 m. s.l.m.), un suggestivo specchio alpino in
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Comune di Gianico (seguire il tracciato sui pietroni).Raggiunta la piana del laghetto, lo si costeggia
mantenendosi sulla destra e si risale prendendo il ripido sentiero sul versante opposto.
A metà costa si passa uno dei ruscelli che alimentano il laghetto. Si raggiunge quindi il piccolo pianoro
sovrastante e si prosegue mantenendosi leggermente a sinistra in direzione della cascina di Rondeneto
(1821 m.). Subito dopo la cascina si trova la strada demaniale, si prende a destra e, sempre seguendo la
comoda strada sterrata, dopo circa 30 minuti, si giunge alla Stanga di Bassinale (1897 m.); da qui si torna
verso il complesso «Le Baite».
Sito CAI Brescia
Della rete stradale storica principale e secondaria, la Tavola evidenzia il tracciato viario di
grande valore panoramico che si innesta nel reticolo storico del sistema urbano e da qui si
diparte, individuando punti di vista privilegiati senza soluzione di continuità, tra nuclei insediativi
storici e contesto naturale e agrario.
Per quanto attiene la rete ferroviaria storica, si rileva il tracciato della ferrovia Brescia-Edolo che,
nel territorio di Artogne, rappresenta una componente del Paesaggio storico-culturale per aver
contribuito in maniera determinante, come del resto è avvenuto per l’intera Valle Camonica, allo
sviluppo economico e sociale.
Tra i sentieri e percorsi storici, vanno ricordati i percorsi che collegano tra loro le numerose
malghe e che spesso si ‘aprono’con visuali panoramiche di particolare valenza paesistica che
includono, tra l’altro, la vista del gruppo dell’Adamello a nord-est e del Pizzo Badile a nord e della
Concarena a nord ovest o panorami come quelli che si godono dal Monte Muffetto che
abbracciano tanto la Val Camonica quanto la Valtrompia.
La tavola dp 3e segnala inoltre la rete stradale storica interna ai nuclei di antica formazione,
quale testimonianza della rete di connessione del sistema urbano-storico.
Il Piano evidenzia inoltre i percorsi che, per il mantenimento dei caratteri tipologici della
pavimentazione e dei muri perimetrali, risultano di valenza testimoniale e quindi da tutelare,
proteggere e valorizzare con specifica normativa.
Componenti del paesaggio urbano
Tavola dp 3f
In questa Tavola sono indicate le componenti del paesaggio urbano in quanto espressione dei
processi di antropizzazione e modellamento del territorio: nuclei di antica formazione, ambiti
urbanizzati produttivi e residenziali, le aree impegnate dal Piano Regolatore pre-vigente.
gli insediamenti
L’edificato del comune di Artogne si presenta distribuito in più nuclei.
Il capoluogo che dal centro storico si sviluppa lungo più direttrici:
a) verso il comune di Gianico, in direzione Nord, seguendo la via Valeriana dove il nuovo
edificato arriva quasi a lambire il confine comunale;
b) verso il fondovalle fino a raggiungere la Strada Provinciale e l’ambito produttivo che si
sviluppa a monte di via Leopardi e oltre la SP1;
c) ancora verso il fondovalle seguendo via Carducci e via G.Leopardi fino a superare la SP1.
In Particolare l’edificato di più recente sviluppo si presenta distribuito lungo la Via Valeriana e
nelle porzioni di territorio a contorno del nucleo antico, verso sud.
Una seconda direttrice di sviluppo è rappresentata dalla stessa SP n.1 dove negli ultimi anni si
sono insediate le principali attività commerciali ed artigianali. Tra la strada provinciale ed il corso
del fiume Oglio si trovano alcune realtà artigianali e industriali.
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La frazione Piazze collocata sul medio versante ad una quota di 650 m.s.l.m. oggi caratterizzata
da un nucleo abitato relativamente compatto che si è sviluppato nel tempo a corona di tre
piccoli nuclei di antica formazione.
La frazione Acquebone costituita da un insieme limitato di abitazioni che gravitano intorno alla
chiesa parrocchiale e lungo la strada di accesso (via acque buone).
L’abitato di Montecampione costituito da edifici mono-bifamiliari, complessi residenziali di non
relative dimensioni, strutture ricettive-alberghiere, impianti sportivi. L’edificato si sviluppa da quota
1000 m.s.l.m. fino ad arrivare alle strutture residenziali ricettive di Bassinale a quota 1800 m.s.l.m.
Significativa è la presenza sul territorio, in particolare sul versante di media costa, di edifici anche
residenziali che non si relazione con alcun nucleo abitato ma si distribuisce lungo la fitta rete
stradale che attraversa il comune.
La localizzazione degli abitati sul territorio si articola quindi in particolare secondo una
distribuzione altimetrica che dal fondovalle (208 m.s.l.m) sale fino a 1800 m s.l.m. (Plan di
Montecampione).
L’edificato si differenzia non solo secondo una distribuzione altimetrica, ma anche per le funzioni
urbane svolte, per la morfologia dei tessuti edilizi, per le tipologie edilizie: i nuclei antichi, sia del
capoluogo che della frazione Piazze, si caratterizzano dal punto di vista urbanistico edilizio per
fabbricati residenziali, spesso con cortili interni, che vengono progressivamente "intasati" e coperti
fino ad originare quasi un unico "manufatto urbano"; i fabbricati a contorno del centro storico
presentano invece un’organizzazione più regolare e meno densa lungo gli assi stradali che
definiscono linearmente le direttrici di sviluppo degli ambiti.
La distribuzione abitativa è quindi strettamente legata alla morfologia territoriale ed alla
conseguente rete viaria: in particolare l’asse stradale dell’attuale ex S.P. n.1 e la via Fornaci
hanno definito lo sviluppo degli ambiti produttivi e commerciali di fondovalle mentre gli assi delle
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vie Carducci, Leopardi e Pascoli, che salendo dal fondovalle conducono nel Capoluogo, hanno
definito facili direttrici organizzative dello sviluppo residenziale dagli anni ‘80 ad oggi.
Aree edificate residenziali
Con il tempo, i centri storici hanno subito un progressivo fenomeno di espansione, occupando,
con nuovi edifici a destinazione abitativa, aree verdi e pertinenze di fabbricati rurali, in prossimità
del nucleo. Altri edifici, hanno occupato le aree prospicienti le strade di comunicazione,
alterando così l’immagine del paesaggio originario.
Aree edificate turistico-ricettive
Immerso nelle pinete oltre quota 1000 m s.l.m., nella conca posta ai piedi della Colma di
Marucolo, in esposizione nord-ovest, è sorto il nuovo insediamento di Montecampione,
insediamento turistico sportivo di montagna, punto di accesso agli impianti di risalita dello sci
invernale.
Aree edificate produttive
Per una serie di ragioni tecniche ed economiche, gli edifici a destinazione produttiva dell’industria
e dell’artigianato sono stati eretti, fino ad anni recenti, principalmente in fondo-valle e, in larga
misura, ad ovest della Strada Provinciale Prima ed in prossimità della linea ferroviaria BresciaEdolo.
Aree edificate per attrezzature tecnologiche
Si riconoscono alcune strutture a destinazione diversa dalla residenza e dalle attività di tipo
produttivo; si tratta di attrezzature tecnologiche quali distributori di carburante, isola ecologica
per il conferimento dei rifiuti differenziati e una centrale idroelettrica a monte dell’edificato del
capoluogo lungo la strada che consente di giungere alle frazioni.
Aree impegnate dal PRG
Lo stato di diritto non ancora attuato dato dalla pianificazione in essere è rappresentato nella
carta condivida del paesaggio “paesaggio urbano”. Tali ambiti vengono recepiti nelle previsioni
del PGT, unitamente alle nuove aree di trasformazione.
Ambiti delle trasformazioni condizionate
Sono gli ambiti, prevalentemente inedificati, contigui o non agli abitati. Tali ambiti sono suscettibili
ad una trasformazione urbanistica, compatibile paesisticamente con le componenti di contesto.
Sono aree caratterizzate da fattori di naturalità residuale, ambiti agricoli in via di dismissione o con
caratteri di marginalità produttiva e da presenza di frange urbane, anche nella forma
conurbativa.
Trattasi per lo più di aree liminari rispetto ai sistemi insediativi prevalenti, sovente caratterizzate da
aspetti di compromissione urbanistica, dispersione di frange urbane, infrastrutturazione etc.
L’individuazione delle direzioni dello sviluppo urbano, da verificarsi e dettagliarsi in sede di piano
paesistico comunale, è da ricercarsi coerentemente agli indirizzi di tutela delle componenti areali,
lineari o puntuali interessate.
La cartografia del P.T.C.P. indica invece le direzioni sconsigliate finalizzate ad evitare fenomeni di
conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche interessate.
Nello specifico, la componente è presente tre volte all’interno del comune di Artogne:
♦
a valle del nucleo di antica formazione, lungo via Carducci in corrispondenza del canale
ex Italsider;
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105
♦
♦
la porzione di territorio compresa tra i due maggiori nuclei edificati lungo la Strada
Provinciale Prima, l’uno in prossimità della stazione ferroviaria, l’altro in località '
La
Fabbrica'
,
sempre lungo la Strada Provinciale Prima, l’area a confine con il Comune di Gianico.
Negli anni, come in molti altri casi, anche in quello di Artogne si è verificata un’espansione
dell’edificazione lungo la maggiore direttrice di fondovalle. Le direzioni precluse, indicate in
Tavola, tendono quindi, principalmente, a preservare le peculiarità paesistiche delle aree verdi
poste cavallo della strada, tra i nuclei urbanizzati, ed evitare che la valenza paesistica di tali
fasce di territorio possano essere compromesse da un’attività edificatoria non adeguatamente
programmata.
Viabilità di progetto
Le previsioni di Piano individuano alcuni progetti a carico della viabilità. Le previsioni riguardano
sia interventi per il miglioramento delle problematiche legate al traffico automobilistico e di mezzi
pesanti, sia azioni volte al potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali:
1. completamento viabilità nell’ambito produttivo sul confine di Gianico: eliminazione
traffico pesante da zone residenziali;
2. completamento viabilità in loc.Beatì: eliminazione di incrocio pericoloso su SP1;
3. creazione by-pass tra via Leopardi e via Valeriana: allontanamento traffico da centro
storico;
4. creazione by-pass tra via Gianico Vecchia e via Valeriana: allontanamento traffico da
centro storico;
5. collegamento intermedio tra via Pascoli e via Carducci.
Si rimanda alle tavole del piano dei servizi per un’analisi complessiva dei progetti.
LA FASE VALUTATIVA
Nel percorso di costruzione del piano, tra la fase ricognitiva e quella dispositiva o programmatica,
è necessariamente presente un momento di interpretazione e valutazione, cioè di esplicitazione
dei valori e delle qualità del paesaggio riconosciuti. Si tratta in sostanza di arrivare ad una
descrizione interpretativa che ponga in evidenza i caratteri paesaggistici qualificanti e rilevanti.
Sono stati, pertanto, predisposti due elaborati che mettono in evidenza le valutazioni effettuate
sulla cartografia di indagine; in particolare sono state predisposte una carta che riassume la
valutazione circa il valore agro-forestale e paesistico-ambientale dei suoli ed una carta di
valutazione della valenza percettiva e storico testimoniale del territorio.
Valore agro-forestale e paesistico-ambientale dei suoli
Tavola dp 3g
La valutazione del valore agro-forestale dei suoli è stata condotta seguendo l’impostazione
metodologica del procedimento Metland (Metropolitan landscape planning model) basato
sull’approccio parametrico della pianificazione territoriale.
Il procedimento di valutazione della produttività agricolo-forestale ha comportato la definizione,
sulla base della “Carta della Capacità d’uso del suolo”, della vocazione dei suoli nei confronti
dell’attività agricolo-forestale e il grado di riduzione della vocazione in funzione degli usi attuali
del suolo.
Alle varie tipologie di uso del suolo sono stati assegnati diversi valori di riduzione in funzione sia
della compromissione della naturale potenzialità agricolo-forestale, determinata dagli usi attuali,
sia della possibilità di riconversione all’uso agricolo dei suoli attualmente destinati ad altre attività
ed usi, sia dello sforzo da sostenersi per una tale operazione, quando possibile.
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Ai suoli totalmente compromessi dal punto di vista agricolo, in quanto urbanizzati od occupati da
aree industriali o da infrastrutture, è stato attribuito il più alto valore di riduzione, fino a definirne il
valore agro-forestale nullo, in quanto risulta socialmente ed economicamente impossibile che
questi suoli siano di nuovo disponibili per l’esercizio delle attività agricole o forestali. Una riduzione
è stata assegnata anche alle superfici attualmente ad uso agricolo per le quali la vicinanza o
l’interclusione in aree urbanizzate e residenziali impone restrizioni alle pratiche agronomiche per
ragioni igienico-sanitarie, conseguenti al traffico e all’inquinamento atmosferico e acustico
determinato dall’utilizzo dei mezzi agricoli e all’impiego dei fertilizzanti e dei biocidi.
La figura evidenzia in blu le superfici agricole alle quali sono state attribuite riduzioni della valenza
produttiva agricolo-forestale per vicinanza o interclusione in aree urbanizzate.
Il procedimento ha permesso suddividere i suoli di Artogne nelle seguenti cinque classi:
Valore agro-forestale nullo. Nella classe rientrano i suoli che, indipendentemente dalla capacità
d’uso, presentano un uso attuale che ne impedisce il ritorno all’esercizio dell’attività agricola.
Valore agro-forestale basso. Alla classe sono assegnati i suoli con capacità d’uso rientranti nelle
classi con notevoli limitazioni (VI-VII-VIII) che attualmente presentano usi agricoli a pascolo o uso
forestale. Nella classe rientrano anche i suoli per i quali si impongono limitazioni all’uso agricolo
conseguenti alla vicinanza/interclusione con aree urbanizzate e residenziali.
Valore agro-forestale moderatamente basso. Alla classe sono assegnati i suoli con capacità
d’uso rientranti nelle classi con notevoli limitazioni (VI-VII-VIII) che attualmente presentano usi
agricoli non a pascolo e i suoli della IV classe di capacità d’uso attualmente ad uso forestale.
Valore agro-forestale moderatamente alto. Alla classe sono assegnati i suoli di III e IV classe,
secondo la capacità d’uso, attualmente destinati ad attività agricola e non interclusi in aree a
destinazione residenziale e/o produttiva.
Valore agro-forestale alto. Nel Comune di Artogne sono presenti suoli appartenenti a questa
classe, dislocati nel territorio spostato verso il Fiume Oglio.
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Il rilievo diretto degli usi attuali del suolo ha permesso di assegnare a ciascuna area un valore per
diversi parametri di significato paesistico, ecologico e naturalistico, permettendo la valutazione
delle valenze paesaggistico-ambientali e l’individuazione dei seguenti ambiti di rilevanza.
Individuazione aree verdi
La l.r. 11 marzo 2005, n. 12 definisce all’art. 43 che gli interventi di nuova costruzione che
sottraggono superfici agricole nello stato di fatto siano assoggettati ad una maggiorazione
percentuale del contributo di costruzione da destinare obbligatoriamente a interventi forestali a
rilevanza ecologica e di incremento della naturalità.
Questo tema è stato approfondito e definito negli aspetti attuativi dalle seguenti pronunciazioni:
d.g.r. 22 dicembre 2008, n. 8757 “Linee guida per la maggiorazione del contributo di
costruzione per il finanziamento di interventi estensivi delle superfici forestali (art. 43, comma 2bis, l.r. n. 12/2005)”;
d.g.r. 10 febbraio 2010, n. 11297 “Linee guida relative all’applicazione delle disposizioni di cui al
comma 2-bis, art 43, l.r. n. 12/2005 e modalità di gestione del fondo di cui al comma 2-bis 1, art
43, l.r. n. 12/2005 (“Fondo Aree Verdi”);
d.d.g. 15 novembre 2010, n. 11517 “Approvazione delle disposizioni tecniche per il
monitoraggio del Fondo Aree Verdi di cui al punto 4 dell’allegato 1 alla d.g.r. 8757/2008 e note
esplicative delle linee guida approvate con le dd.g.r. n. 8757/2008 e n. 11297/2010”;
Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura, approvato con d.c.r. n. IX/56 del 28
settembre 2010 e la sua declinazione, tra l’altro, nel P.O. 20.3, O.O. 20.3.4, Azione 20.3.4.1
“Attuazione Fondo Regionale Aree Verdi”.
Le aree a cui è attribuito Valore-agro-forestale superiore a zero (> di nullo) costituiscono superfici
agricole nello stato di fatto per le quali gli interventi di nuova costruzione sono assoggettati alla
maggiorazione percentuale del contributo di costruzione di cui al comma 2.bis dell’art.43 della
L.R.12/2005.
Ambiti di rilevanza paesaggistica a conduzione agricola tradizionale:
La tavola individua ambiti di rilevanza paesaggistica nelle aree a conduzione agricola più o
meno intensiva (anche a conduzione familiare), poste a monte e a Sud dell’abitato. In questi
ambiti la rilevante valenza paesaggistica è attribuita in quanto l’insieme costituito dalle diverse
colture tradizionali (vite, orti, seminativi, frutteti, ecc.), dalle sistemazioni agrarie pedemontane,
dalla tessitura dell’appoderamento fondiario, dalla viabilità interpoderale, dai castagneti da
frutto in attualità di coltura e dalle presenze arboree isolate o a filare, determina un quadro
paesistico di rilevanza sovra locale.
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Ambiti di rilevanza ecologico-ambientale:
Nel territorio di Artogne gli ambiti di rilevanza ecologico-ambientale individuati sono le superfici
che per posizione, usi del suolo e interconnessione con altri ambiti naturali, costituiscono elementi
di reti ecologiche. In particolare sono stati individuati come ambiti di rilevanza ecologicoambientale le aree verdi nei pressi dell’alveo del fiume Oglio e del Torrente Re di Artogne.
Ambiti di rilevanza naturalistica:
Tale rilevanza è stata attribuita a tutte le aree boscate e a quelle con usi agricoli estensivi, più
propriamente ai prati e prati-pascoli del piano montano e sub montano. Si tratta di superfici
caratterizzate da un elevato grado di naturalità in cui, nonostante il disturbo dovuto allo
sfruttamento antropico, le componenti biologiche naturali trovano modo di svilupparsi e costituire
ecosistemi complessi e stabili.
AA.VV., 2002. I tipi forestali della Regione Lombardia – Inquadramento ecologico per la gestione dei boschi lombardi.
Cierre Edizioni.
Componenti identificative percettive e valorizzative del paesaggio, visualità
Tavola dp 3h
La Carta condivisa del Paesaggio tavola dp 3h “Componenti identificative, percettive e
valorizzative del paesaggio - visualità” individua gli elementi valorizzativi del paesaggio in
relazione alla rilevanza percettiva e di visualità, storico testimoniale, e di fruizione degli stessi.
Nello specifico sulla cartografia sono rappresentati:
− ambiti di elevato valore percettivo;
− i luoghi di rilevanza paesistica caratterizzati da beni storici puntuali (landmarks);
− sentieri di valenza paesistica;
− itinerari pedonali di fruizione paesistica;
− elementi di visualità.
Ambiti di elevato valore percettivo, connotati dalla presenza congiunta di fattori fisico ambientali e storico culturali che ne determinano la qualità nell’insieme.
Tali ambiti svolgono un ruolo essenziale per la riconoscibilità del sistema dei beni storico – culturali
e delle permanenze insediative, nonché per la salvaguardia di quadri paesistici d’elevata
significatività.
Sono gli ambiti che per rapporto di reciprocità percettiva, per relazioni strutturali di natura storicoculturale o ambientale costituiscono quadri paesistici caratterizzati da omogeneità d’insieme,
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spesso sovraccomunali e, pertanto, richiedono una tutela specifica dell’ integrità e della fruizione
visiva. La reciprocità del rapporto di percezione dipende, oltre che da fattori oggettivi del quadro
percepito, da condizioni di natura soggettiva, nonché di contesto del fruitore.
La componente in oggetto è segnalata dal P.T.C.P. lungo due tracciati:
− sentieri di valenza paesistica via valeriana fino al nucelo di antica formazione del
capoluogo per poi proseguire lungo via gianico;
− il sentiero che segue i crinali in prossimità del confine coi comuni di Bovegno e Pezzaze
(sentiero delle tre valli).
Luoghi di rilevanza paesistica e percettiva caratterizzati da beni storici puntuali (land marks)
Il P.T.C.P. individua alcuni luoghi del paesaggio di grande rilevanza percettiva caratterizzati dalla
presenza di edifici e manufatti che per caratteristiche tipologiche, architettoniche, costruttive, di
collocazione e storiche, contribuiscono in modo determinante alla riconoscibilità ed alla
significatività del territorio.
La tutela e la valorizzazione ed il miglioramento delle condizioni di fruibilità di tale patrimonio
documentale, unitamente alla sua integrazione, costituisce uno dei mandati principali che il
P.T.C.P. assegna ai piani paesistici comunali.
La tavola rappresenta quanto è indicato dal PTCP che individua quale Land marks la torre e le
mura difensive del castello in via fucina.
Itinerari e sentieri di fruizione paesistica
I sentieri ed itinerari di valenza paesistica offrono visuali e scorci paesaggisticamente significativi
per profondità e ampiezza.
Negli ultimi anni l’amministrazione comunale ha iniziato a rendere agibili alcune di queste strade
ed altre riceveranno la stessa attenzione in futuro.
www.comune.artogne.bs.it
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Numerosi si rivelano i tracciati e sentieri da percorrere a piedi od in bicicletta non solo sul
fondovalle; anche lungo i versanti, dove la pendenza a volte risulta non indifferente, si sviluppano
tracciati rilevanti sotto il profilo paesaggistico. Di seguito alcuni esempi.
Itinerario Artogne-Piazze
L’itinerario si sviluppa lungo quella che una volta era la principale via di
comunicazione con la frazione di Piazze. Si svolge quasi interamente all’interno
dei boschi di castagni e nella parte iniziale percorre il bordo della montagna
confinante con la Valle di Artogne. Il percorso è piuttosto impegnativo perché
tutto in salita e tale da rappresentare una vera e propria escursione verso la
montagna, ma è piacevole anche in piena, estate perché ombreggiato. Il
fondo è acciottolato e in alcuni punti mostra ancora i solchi tracciati dalle slitte
che scendevano dai monti cariche di legna. Si possono inoltre ammirare
diverse Santelle votive affrescate, alcune delle quali ancora ben conservate e
ai lati del percorso sono allineati massi di grosse dimensioni che fungono da
recinzione. Dopo i primi 700 metri di percorso ci si trova ad un bivio: a sinistra si
sale direttamente verso l'
abitato di Piazze passando vicino al Dosso dei Guelfi
(forse perché appartenuto in passato a famiglia di parte guelfa). Proseguendo
diritti, invece, si arriva in località Marocchello (questo nome potrebbe derivare
dal nome Marco o anticamente Marocus) per poi proseguire verso Piazze sulla
strada detta delle Case Pedri. In questa zona sono presenti varie cascine di
bella fattura nelle quali si conducono ancora attività agricole e zootecniche
secondo canoni tradizionali.
Itinerario Artogne-Acquebone
L’itinerario collega il paese alla frazione sita sulla sponda sinistra della Valle
d’Artogne. È tutto acciottolato in salita, ma ben ombreggiato in quanto si
sviluppa tutto nei boschi di castagni. Sono presenti altre specie botaniche quali
robinie, pseudoacacie, betulle,sambuchi, e più in alto anche abeti, larici,
carpini, roverelle, sorbi dell'
uccellatore, ciliegi selvatici, noci e noccioli. Nel
sottobosco si possono incontrare lamponi, fragoline di bosco, luppolo,felci e
una grande varietà di fiori a seconda delle stagioni. Il percorso interseca in
molti punti la nuova via asfaltata ma offre una valida alternativa a chi vuole
fare un’escursione in mezzo alla natura. Lungo il tragitto si può notare
un’edicola denominata Santel de la Crus dedicata a San Rocco. Si arriva alla
chiesa di S. Rocco di Acquebone e ci si può collegare agli itinerari della
montagna. La prosecuzione verso Piazze risulta al momento difficoltosa ma
verrà in futuro ripristinata.
Itinerario dei castagni
L’itinerario si svolge tutto nella zona pedemontana che avvolge e sovrasta il
centro storico del paese. Vi si può quindi accedere da vari punti e si possono
percorrere diversi anelli, sconfinando eventualmente anche negli adiacenti
comuni di Gianico e Piancamuno. Il tema del percorso prende spunto da una
delle attività agricole che maggiormente hanno caratterizzato il paese: la
coltivazione del castagno da frutto. Partendo dalla antica località della
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Bettola al confine con Piancamuno si può avere uno scorcio del borgo antico
delle Maserade passando davanti ad una santella seicentesca fatta costruire
dalla famiglia Belafatti. Si prosegue circondati da castagni secolari sino al
ponte sulla Valle di Artogne. Si attraversa il torrente in località Castello e ci si
immette nel borgo medioevale, segnalato dalla presenza di una santella
affrescata su entrambi i lati, e dai resti del Canale Opificieri che un tempo
dava acqua ed energia a fucine, segherie e mulini. Si sale percorrendo una
storica antica via tutta scavata nella roccia denominata dei carbunì. Essa era
percorsa dai carbonai che portavano a valle il carbone prodotto in montagna
con gerle di grosse dimensioni, aiutandosi con lunghi bastoni ai quali si
sorreggevano puntandoli in apposite coppelle presenti nella roccia. Dalla
sommità di questo poggio si gode un bel panorama sulla valle e si capisce
come la posizione strategica sia stata scelta per la costruzione di torri fortificate
abitate lungamente dai Federici e delle quali sono ancora visibili dei resti. Si
prosegue poi verso la via delle Plagne attraversando la strada asfaltata per
Piazze in località Frigola (dove è presente una sorgente d’acqua). Giunti in
prossimità della località Ronco, si presentano tre possibili itinerari. Il primo, lungo
la Strada dell’Abate, sale fino a raggiungere un bel bosco, appartenuto forse
in passato ad un monastero, e da lì scende verso Gianico, transitando per la
località Sgarnere, dove si segnala una sorgente d’acqua che scorre in un
antico abbeveratoio di pietra. Il secondo invece imbocca la strada detta
Strada Grossa, che scende bruscamente in direzione dell’abitato di Artogne,
passando davanti, in località Batistele, ad un’azienda dedita alla coltivazione
e all'
essiccazione delle castagne. Lungo questo percorso è anche possibile
vedere una grande roccia incisa con numerose coppelle di probabile origine
preistorica. Il terzo itinerario, infine, prosegue lungo la Strada delle Plagne che,
con andamento agevole, consente di raggiungere una zona particolarmente
panoramica e di portarsi in località Le Frise dove è presente un'
azienda
agrituristica. A questo punto si può proseguire verso Gianico, oppure fare
ritorno ad Artogne attraverso una via consortile denominata Rive dei Balti che
conduce alla chiesetta di S. Andrea, risalente al XIV secolo e sulla cui facciata
rivolta al paese si possono ammirare due antichi af-freschi raffiguranti S.
Cristoforo(protettore dei viandanti) e il Martirio di S. Andrea
Itinerario della campagna
Questo itinerario si svolge lungo antiche mulattiere che hanno in parte
conservato il loro importante carattere storico. Si tratta di strade alquanto
strette che mettevano in comunicazione il nucleo del paese con la
campagna dipanandosi dall’antica Via Valeriana. In questa zona di Artogne,
rimasta ancora “verde”, nel periodo tardo primaverile ed estivo si svolge la
fienagione e a fine settembre e inizio autunno il pascolo. Il valore storico
risiede nel fatto che la maggior parte delle murature a delimitazione delle
strade e delle proprietà sono rimaste inalterate e sono costituite da pietre
ricavate da rocce scistose del luogo che mostrano una particolare lucentezza,
combinate in modo caratteristico e per una buona altezza. Lungo il percorso
sono presenti resti di santelle votive, merlature a sostegno di pergolati ed un
arco di pietra affiancato da una nicchia di edicola rurale. Il fondo è
acciottolato ma in alcuni punti è ricoperto da uno strato erboso. Le proprietà
che delimitano queste strade sono denominate Broli: sono campi o orti di
forma quadrata o rettangolare sul cui perimetro di muratura sono inserite delle
pietre forate che sostengono delle travi a formare una pergola per la vite,
ancora oggi coltivata. Le Strade delle Rive erano in passato più d’una e si
dirigevano verso il comune di Gianico ai piedi della montagna (da qui una
possibile derivazione del nome).Attualmente si può percorrere la Strada delle
Rive (oggi Via Gianico) che collega Artogne al paese adiacente attraverso i
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prati ed il ruscello Val Vedetta che ne segna il confine. La Strada delle Fornaci
è invece ormai immersa nella zona artigianale - industriale e conduce ancora
verso il confine con il comune di Gianico; in queste zone sono ancora presenti
piante di gelso, testimoni dell’attività dell'
allevamento del baco da seta, poi
abbandonata negli anni ‘50. In alcuni punti del percorso sono ancora presenti
attività agricole e aziende produttrici di formaggi.
Itinerario del Fiume Oglio
Dalla attuale strada provinciale N.1, attraverso le vie comunali dell'
Oglio, delle
Bosche e del Vescovo si accede alla parte pianeggiante del comune di
Artogne e alle rive dell'Oglio. Questo reticolo di strade si interseca anche con
la pista ciclabile che ben si integra nel percorso e può essere intrapresa per
proseguire lungo il fiume Oglio verso la Valle Camonica o verso il Lago d’Iseo.
Lungo questi percorsi è possibile osservare delle piante di ontano (ogne), da
cui anche una possibile derivazione etimologica del nome del paese, platani,
sambuchi e salici, che una volta delimitavano la rete irrigua della zona, noci e
pioppi. È anche possibile avvicinarsi alle rive del fiume Oglio e godere della
tranquillità legata al silenzio e al lento scorrere delle acque. La Strada dei
Ronchi conduce ai terreni siti nella piana adiacente all'
Oglio, soggetta in
passato alle periodiche piene del fiume che vi apportava sabbie limacciose.
Lungo questa via sono presenti anche dei caselli agricoli a base quadrata che
probabilmente servivano come ricovero degli attrezzi. La Strada del Vescovo
era un’antica via alternativa alla Vecchia Valeriana, che collegava gli abitati
di Piancamuno e Gianico passando nella zona pianeggiante del territorio di
Artogne; essendo più agevole rispetto ad altre vie, probabilmente era
percorsa dal vescovo quando veniva in Valle Camonica per le visite pastorali.
Itinerario della Costa di Piazze
Questa escursione offre varie possibilità di percorsi perché lungo il suo tragitto
incrocia altri sentieri e strade che ci permettono di raggiungere la cima delle
montagne che sovrastano l’abitato. Una possibilità alquanto comoda è quella
di salire prendendo la Strada del Carpen, in località CaseNegri, nella parte alta
del paese. Si incontra subito un lavatoio in granito locale e ci si addentra nel
bosco di castagni. Il sentiero è ombreggiato e molto panoramico. Lungo il
percorso vi sono cespugli di ginestre e più in alto i castagni sono sostituiti da
larici, betulle e faggi. Si passa vicino alla località Ciaret che potrebbe
richiamare la bella esposizione al sole che gode dall'
alba al tramonto, oppure
il nome di alcune famiglie qui vissute negli anni passati. Attraversando la nuova
strada asfaltata si prosegue sulla Strada comunale del Mangiarino che porta
alla località Ruina del Mangiarì attraversando la zona delle Moje e Tèse. Il
percorso qui ricalca quello dell’antica comunale ma è in parte asfaltato per
servire alcune abitazioni e cascine della zona. Il tratto di strada che porta al
torrente è da lungo tempo interrotto per la presenza di una frana secolare, che
potrebbe essere all'
origine del nome, richiamando l’atto compiuto
dall’erosione che si è, nel tempo, mangiata il terreno di questa zona. Altra
teoria sulla derivazione del nome è invece quella legata all’alta appetibilità
dell’erba di questi prati per il bestiame al pascolo. Si prosegue quindi sulla
strada che sale verso monte passando vicino ad alcune cascine molto
antiche(Campell, Mangiarì) in una zona ben esposta e molto panoramica, e
attraversando un bosco disseminato di massi di granito erratici, trasportati cioè
dai movimenti del ghiaccio in età glaciale. Si raggiunge in breve la località
Foppa: è il punto ideale per fare una sosta e godersi questa conca erbosa,
assolata e molto tranquilla. Da qui è possibile tornare verso il paese di Piazze
servendosi della carrozzabile che scende alla località Albere, oppure
proseguire su una strada consortile verso la cascina Féles per raggiungere poi
la località Sère. In questa vasta zona il pascolo è molto panoramico e si può
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ammirare una grande varietà di fiori a seconda della stagione. L’origine del
nome potrebbe consistere nella presenza di un tipo di quercia denominato
cerro oppure essere dovuto alla presenza della pietra serezza, che rappresenta
il nome del granito locale (Serés). Raggiunta la strada carrabile, è possibile
salire verso le malghe del comune di Gianico ( e successivamente alla zona di
Bassinale), seguendo le indicazioni del sentiero dedicato alla Brigata Fiamme
Verdi “Lorenzetti“; oppure si può scendere verso la località Albere dove,
proprio sotto il muro di sostegno del parcheggio, si dipartono la Strada delle
Aiole e la Strada Case Negri, entrambe dirette verso il punto di partenza. La
Strada Case Negri era un tempo usata come traccia per le slitte di legno che
portavano a valle la legna. Più gradevole la discesa dalla Strada delle Aiole
perché meno erta e più panoramica, soprattutto nella zona dei prati in
vicinanza del paese. Il nome Aiole sembra derivi dalla presenza nella zona di
terrazzamenti sostenuti da muri a secco e coltivati come delle vere e proprie
aiole. Un’altra ipotesi etimologica è quella che fa riferimento al termine
medioevale ajale che indicava lo spiazzo creato nel bosco per la produzione
del carbone con il metodo del poiat. Lungo questo tratto di percorsosono
presenti cascine rurali antiche di bella fattura, alcune santelle diroccate e varie
piante da frutto,betulle e piante di noci.
Itinerario della Costa di Acquebone
L’itinerario risulta una valida continuazione, partendo da Artogne e andando
verso Acquebone, per arrivare sino a Montecampione senza percorrere la
strada asfaltata. Continuando il percorso per la frazione si sale seguendo la
Strada dei Cavalli verso la località Orti, dove un tempo erano presenti muri a
secco e coltivazioni del castagno da frutto, che attualmente è un bosco di
castagni incolto. La strada sale con fondo in terra battuta sino ad arrivare in
località Dosso di Sotto, dove si apre una radura erbosa scoscesa che offre un
bel panorama sulla valle. Si raggiunge così una strada asfaltata che porta ad
un gruppo di case e prosegue sino al confine con Piancamuno, segnato dalla
presenza delle sorgenti della Valle Morino. Da questo punto si ritorna verso il
territorio di Acquebone prendendo la Strada del Santello Macàri che, dopo
aver attraversato i prati, prosegue nel bosco sino ad arrivare alla località Dosso
di Sopra, anch'
essa molto panoramica e disseminata di antiche cascine.
Arrivati alla strada asfaltata bisogna percorrerla per un tratto per poi
addentrarsi nuovamente nel bosco, si attraversa il Torrente della Bettola e,
camminando in mezzo a faggi e larici di considerevole altezza, si arriva sino
alla zona del depuratore. Qui ci si può dirigere verso il complesso di
Montecampione percorrendo la via comunale detta delle Moie, oppure si
continua sulla strada asfaltata per un piccolo tratto. Si imbocca la Strada del
Musoletto e dopo aver attraversato i prati a servizio delle cascine del luogo, ci
si addentra nuovamente nel bosco. Si sale dolcemente e si riconoscono
ancora degli spiazzi (ajali) creati nel bosco per la produzione del carbone con
metodo tradizionale(poiatt).
Sentieri di valenza paesistica – pista ciclo pedonale
Delibera del Consiglio Provinciale n. 76 del 4.12.2000 e successivo Accordo di Programma fra la
Provincia di Brescia e i Comuni di Pisogne, Pian Camuno, Rogno (BG), Artogne, Gianico e Darfo
Boario Terme.
Il percorso ciclabile Pisogne/Darfo ha inizio a Pisogne, in prossimità della Chiesa di S.Maria e sfrutta
il tracciato dell’antica Via Valeriana. Attraversando la SS. 510 in corrispondenza della località San
Girolamo, supera la zona artigianale e oltrepassa la zona delle cascine (Baibò, Stalletta e Cascina
Stalla Lunga). L’itinerario incrocia quindi la strada interprovinciale Gratacasolo-Costa Volpino, si
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snoda lungo aree agricole di pregio ambientale in vicinanza del fiume Oglio e, dopo aver
oltrepassato la variante alla S.S. 42 in comune di Pian Camuno, prosegue fino ad attraversare il
torrente Rè di Artogne dove è stata realizzata una passerella ciclopedonale.
VISUALITÀ
i tracciati viari, costituenti la trama relazionale minore ma paesisticamente significativa del
territorio provinciale, spesso coincidono con percorsi di elevato valore panoramico; il grado di
visualità dipende dalla possibilità o meno di fruire di visuali o scorci visivi paesaggisticamente
significativi per profondità e ampiezza, verso territori dotati di particolari valenze naturali o storicoculturali.
Cime e crinali sono la massima espressione di visuale del paesaggio montano, in quanto ne
indicano il profilo (sky-line) e rappresentano lo spartiacque delle valli principali e secondarie.
La sommità del territorio di Artogne è riconoscibile da crinali che chiudono e coronano il territorio
dal confine con Gianico, passando per Bovegno e toccando Pisogne e Pian Camuno. Lungo i
crinali sono identificabili importanti cime quali il Dosso di Beccheria di Bassinale (1900 m.s.l.m.), il
Monte Moffetto (2000 m.s.l.m.), Montecampione (1825 m.s.l.m.) ed il Monte Corniolo (1750
m.s.l.m.).
Nel Comune di Artogne i principali crinali sono posti nella porzione sud-est del territorio, dove, in
certa misura, coincidono con il confine comunale. Essi comprendono:
− il crinale che congiunge il Corno Torricella (1.400 m s.l.m.) con il Dosso Bassinaletto (1.800 m
s.l.m.) in direzione est;
− il crinale che, a partire dal Dosso Beccheria di Bassinale, sale fino a raggiungere i 2000 m del
Monte Moffetto per poi scendere al Monte Splaza (1800 m.s.l.m.);
− il crinale che partendo dal Dosso Rotondo risale fino alla cima di Montecampione e alla
Colma di Maruccolo (al confine con Pisogne);
− il crinale che da Colma Maruccolo arriva a Monte Corniolo (1.750 m.s.l.m.).
Punti e visuali panoramiche
Il tema della visualità trova inoltre argomentazione nella “carta condivisa del paesaggio” tavola
dp 3h attraverso l’individuazione di punti panoramici, quali luoghi consolidati e non di elevata
fruizione percettiva di quadri paesistici rilevanti e delle altre componenti di rilevanza paesistica
del territorio (il particolare “godimento” di talune viste costituisce in molti casi un patrimonio
collettivo condiviso oltre che importante momento evocativo e suggestivo nel rapporto con il
paesaggio).
Tra questi:
punto panoramico 1 da via carducci: sullo sfondo Monte
Adamello innevato
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punto panoramico 2 da via valeriana: sullo sfondo chiesa
della Madonnina in comune di Gianico
punto panoramico 3 da via panoramica verso il fondovalle
punto panoramico 4 da
fondovalle/verso il lago d’Iseo
punto panoramico 8
da
fondovalle/verso il lago d’Iseo
punto panoramico 9 da
fondovalle/verso il lago d’Iseo
via
via
via
panoramica
panoramica
panoramica
verso
il
verso
il
verso
il
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punti panoramici 11-12-13-14 da via monte campione verso il
fondovalle/verso il comune di Darfo Boario Terme.
Le peculiarità del territorio comunale di Artogne, con la piana di fondovalle che si apre ad
anfiteatro sui picchi e le cime circostanti, offrono importanti momenti evocativi e suggestivi nel
quadro paesistico della Valle Camonica. In particolare la porzione a fondovalle è connotata da
scenari di ampio respiro, con visuali che spaziano dalla catena delle Prealpi orobiche a ovest, il
Cimon della Bagozza e la Concarena a nord, con il Pizzo Badile che si staglia a nord-est e, sullo
sfondo, i contrafforti dell’Adamello, per finire con le cime del Monte Alta Guardia, Monte Zincone,
Monte Stabio, Monte Frerone e Monte Cadino in direzione est. A sud le estese superfici boschive
del territorio comunale costituiscono elemento di raccordo tra il fondovalle e le alte quote.
La fascia collinare alle spalle dell’abitato offre pure, a nord, viste privilegiate sull’abitato di
Cividate Camuno, sulla piana dell’Oglio e sui rilievi montuosi alla destra di questo.
LA FASE DI SINTESI
Sulla scorta dei passaggi ricognitivi e interpretativi sopradescritti, è stato possibile passare alla
definizione della carta della “sensibilità paesistica” paesaggistica dei luoghi, che individua nel
territorio comunale gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore sensibilità/vulnerabilità
dal punto di vista paesaggistico. Questa carta costituisce la sintesi del percorso di
lettura/valutazione del paesaggio in essere.
Carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi
Tavola dp 3i
Sulla base degli elementi emersi dalle analisi precedenti, si riassume di seguito la valutazione
qualitativa sintetica della sensibilità paesistica del territorio comunale di Artogne.
Unitamente alle indicazioni regionali di riferimento in materia di tutela, conservazione e
valorizzazione del paesaggio, anche gli strumenti di pianificazione provinciale, in adeguamento
alla Legge Regionale n.12 forniscono indicazioni in merito alla determinazione delle classi di
sensibilità paesaggistica dei luoghi.
CLASSI DI SENSIBILITÀ
Per la determinazione della classe di sensibilità paesaggistica si indica:
o le componenti del paesaggio fisico e naturale, nonché gli elementi tutelati dalla rete ecologica quali
arbusteti, siepi e filari, alberi di interesse monumentale, stagni, lanche e zone umide estese, sono da
considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto elevata.
o le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale sono da considerarsi di principio a
sensibilità elevata o molto elevata quando costituiscono sistemi dell’organizzazione del paesaggio
agrario tradizionale. In particolare le componenti afferenti agli usi del suolo (vigneti, castagneti da
frutto, frutteti, oliveti, altre colture specializzate e pioppeti sono da considerarsi a sensibilità elevata o
molto elevata quando costituiscono colture tipiche dei luoghi, ovvero in ragione del loro caratterizzare
ambiti a vocazione prevalente.
o le componenti del paesaggio storico culturale sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o
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molto elevata a seconda delle caratteristiche del contesto e delle relazioni che esse stabiliscono con i
paesaggi circostanti.
o Le componenti del paesaggio urbano sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto
elevata esclusivamente per quanto attiene i centri e nuclei storici.
o le componenti di criticità e del degrado sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto
elevata a seconda delle caratteristiche del contesto, della rilevanza e delle sensibilità dei paesaggi
circostanti.
Allegati I PTCP adottato
“disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della provincia
Metodologia di valutazione
In conformità con quanto indicato dalle Norme Tecniche del P.T.P.R. e sulla traccia delle linee
guida fornite dal Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 21 Novembre 2002 – 2°
supplemento straordinario al n.47, la valutazione è stata formulata in base ai tre modi previsti:
morfologico strutturale, vedutistico e simbolico.
In particolare, nelle Linee Guida per l’esame paesistico dei progetti (ai sensi dell’art. 30 delle
Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale), 3. Criterio per la determinazione
della classe di sensibilità paesistica del sito, si legge:
“…In definitiva, il giudizio complessivo circa la sensibilità di un paesaggio tiene conto di tre differenti
modi di valutazione: morfologico, veduti stico, simbolico.
Modo di valutazione morfologico-strutturale
Questo modo di valutazione considera la sensibilità del sito in quanto appartenente a uno o più “sistemi”
che strutturano l’organizzazione di quel territorio e di quel luogo, assumendo che tale condizione implichi
determinate regole o cautele per gli interventi di trasformazione….
Modo di valutazione vedutistico
…Il modo di valutazione vedutistico si applica là dove si consideri di particolare valore questo aspetto in
quanto si stabilisce tra osservatore e territorio un rapporto di significativa fruizione visiva per ampiezza
(panoramicità), per qualità del quadro paesistico percepito, per particolarità delle relazioni visive tra due
o più luoghi….
Modo di valutazione simbolico
Questo modo di valutazione non considera tanto le strutture materiali o le modalità di percezione,
quanto il valore simbolico che le comunità locali e sovralocali attribuiscono al luogo, ad esempio, in
quanto teatro di avvenimenti storici o leggendari, o in quanto oggetto di celebrazioni letterarie,
pittoriche o di culto popolare…”
La Tavola, sulla base degli elementi emersi dalle Tavole precedenti e messi in luce sotto vari
aspetti nella presente relazione, riassume graficamente la valutazione qualitativa sintetica della
sensibilità paesistica del territorio comunale di Artogne.
L’esame dell’intero territorio comunale ha mostrato come, per aree e zone diverse, diverse siano nella formulazione di un giudizio, sia sintetico, sia complessivo - le opportunità di applicazione dei
tre modi citati. Sempre secondo le indicazioni previste dai documenti sopra menzionati, le classi di
sensibilità paesistica utilizzate sono quattro. Nell’ordine: sensibilità paesistica molto alta (5);
sensibilità paesistica alta (4); sensibilità paesistica media (3); sensibilità paesistica bassa (2). Come
risulta evidente dalla lettura della Tavola, ad ogni classe è stato assegnato un diverso colore
specificato in legenda.
Prima di entrare nel merito dei diversi livelli di sensibilità paesistica, dei modi di valutazione e delle
chiavi di lettura adottati, va sottolineato come, in nessun caso, l’uno o l’altro di tali criteri sia
sufficiente, da solo, a spiegare la complessità del fenomeno. Nella stragrande maggioranza dei
casi, il giudizio complessivo è frutto di una combinazione articolata di tali elementi, formulata
secondo canoni inevitabilmente soggettivi e, quindi, pur sempre opinabili.
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Sensibilità Paesistica Molto Alta (5)
Questa classe di sensibilità paesistica è stata assegnata a quelle parti del territorio che, secondo il
modo di valutazione morfologico-strutturale, partecipano a sistemi territoriali di interesse geomorfologico e naturalistico, occupando una posizione strategica per la conservazione delle
caratteristiche di leggibilità e riconoscibilità di tali sistemi, in particolare secondo chiavi di lettura a
livello sovralocale.
Diversi sono i sistemi territoriali che caratterizzano questo vastissimo ambito territoriale.
Ne sono un esempio cime e crinali, questi ultimi evidenziati nella Tavola dp3h, quali strutture
morfologiche di particolare rilevanza nella configurazione del contesto paesistico camuno, “che
concorrono alla rappresentazione dello scenario del paesaggio della montagna, il cui alto grado
di naturalità costituisce una condizione eccezionale nell’ambito regionale” (PTCP, All. I, I.12).
Le parti del territorio segnalate in questa classe di sensibilità paesistica sono connotate da una
notevole valenza visiva. Ad esse si è pure applicato il modo di valutazione vedutistico, poiché
risultano connesse alla fruizione percettiva secondo una chiave di lettura a livello sovralocale. “Il
particolare “godimento” di talune viste costituisce in molti casi un patrimonio collettivo condiviso,
oltre che importante momento evocativo e suggestivo nel rapporto con il paesaggio” (PTCP, All.
I, VI.4.5.a).
L’area indicata comprende visuali panoramiche e percorsi di interesse paesistico, da cui è
possibile fruire di visuali o scorci visivi paesaggisticamente significativi per profondità e ampiezza
(PTCP, All. I, VI.4.5 a e VI.6.7.a) con vedute a scala vasta (PTCP, Norme tecniche di attuazione, art.
92).
Per le componenti che appartengono a questa classe di sensibilità vanno segnalati i seguenti
elementi di criticità:
•
cime e crinali: presenza diffusa di elementi tecnologici “intrusivi” (elettrodotti), con possibile alterazione
della morfologia e dello stato di naturalità dei luoghi e con effetti negativi dal punto di vista percettivo
•
corpi idrici principali: perdita o riduzione della fauna ittica e della vegetazione ripariale; problemi relativi
all’assetto vegetazionale: invadenza delle piante anche ad alto fusto in alveo, mancata coltivazione
delle fasce vegetazionali di ripa; modificazione delle sponde e nuova edificazione nell'
immediato
contesto; rischio di depauperamento della quantità d’acqua per effetto di sottrazione agli alvei naturali;
rischio di impoverimento della portata d’acqua delle cascate a causa del prelievo a monte ad uso
idroelettrico, con ripercussioni negative dal punto di vista paesistico, oltre che ambientale; problemi di
assetto idrogeologico, fenomeni di erosione, sovralluvione, dissesto; locali rischi di instabilità delle
sponde; perdita progressiva degli elementi connotativi paesistico ambientali; perdita degli elementi di
naturalità in adiacenza ai corpi idrici; compromissione delle acque della falda superficiale e del reticolo
drenante; perdita dell’equilibrio idrogeologico
•
visuali panoramiche: introduzione di elementi d’ostacolo, di tipo fisico (edilizio, infrastrutturale) alla
percezione del quadro paesistico; compromissione dell’unitarietà e della significatività percettiva del
quadro mediante l’immissione, nel medesimo, di elementi di disturbo (edilizi o infrastrutturali), che per
caratteristiche e dimensione costituiscono anomalia agli equilibri d’insieme
•
malghe e baite: fenomeni d’abbandono e conseguente perdita del ruolo di presidio antropico del
territorio e di conseguente controllo dei fattori idrogeologici; la cancellazione dei caratteri originari a
causa di interventi urbanistico-edilizi distruttivi, sostitutivi o di trasformazioni del tessuto edilizio originario e
dei suoi caratteri architettonici originari; la perdita di leggibilità per occultamento, interferenza
percettiva, accostamento e sovrapposizione di elementi impropri
•
architetture e manufatti storici puntuali: perdita della leggibilità degli edifici e dei manufatti, o dei loro
caratteri originari a causa di interventi edilizi distruttivi o di trasformazione dei caratteri architettonici
peculiari; degrado delle strutture edilizie, dovuto all’abbandono o ad un uso non compatibile di molte
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119
architetture storiche; occultamento della leggibilità delle relazioni con il contesto a causa di presenze
edilizie o infrastrutturali intrusive per localizzazione, tipologia e caratteristiche architettoniche
•
ambiti di elevato valore percettivo: introduzione di elementi d’ostacolo, di tipo fisico (edilizio,
infrastrutturale) alla percezione del quadro paesistico; compromissione dell’unitarietà e della
significatività percettiva del quadro mediante l’immissione, nel medesimo, di elementi di disturbo (edilizi
o infrastrutturali), che per caratteristiche e dimensione costituiscono anomalia agli equilibri d’insieme;
riduzione delle componenti significative del quadro attraverso l’eliminazione sostituzione di elementi
peculiari (es. taglio di vegetazione di cornice o eliminazione-sostituzione di manufatti significativi).
La porzione di territorio contraddistinta da sensibilità paesistica molto alta corrisponde alle zone
interessate da creste e crinali, dall’alveo del fiume Oglio e della Valle di Artogne.
Sensibilità Paesistica Alta (4)
Questa classe di sensibilità paesistica è stata attribuita a quelle aree del territorio poste a
corollario delle componenti contraddistinte da sensibilità paesistica molto alta (5) e che, secondo
il modo di valutazione morfologico-strutturale, contribuiscono pur sempre all’unitarietà di sistemi
territoriali di interesse geo-morfologico e naturalistico e alla configurazione del contesto paesistico
camuno, in base a chiavi di lettura a livello sovralocale.
Si tratta delle aree caratterizzate in particolare da prati-pascoli, ma anche da boschi, situati a
ridosso del Parco regionale dell’Adamello che arrivano a lambire il centro storico e la zona
edificata di fondovalle.
I boschi rappresentano il connettivo vegetazionale che collega ambiti fisiograficamente diversi:
proteggendo dall’erodibilità dei corpi idrici, contribuendo alla stabilità idrogeologica,
all’autodepurazione dell’ambiente, all’equilibrio ed alla compensazione bioecologica generale
degli ecosistemi” (PTCP, All. I, I.6.a).
I prati-pascoli sono anch’essi elementi fortemente caratterizzanti il paesaggio della montagna e
delle valli prealpine, con le architetture rurali storiche costituite da malghe e baite connotate da
una propria peculiarità tipologica in relazione al sito. Gran parte di questi ambiti territoriali sono
anche caratterizzati da elevato valore percettivo.
Il centro storico presenta invece numerosi e notevoli edifici storici, spesso anche non tutelati e
convenientemente conservati. Quello che ancor oggi si può vedere è un tipico centro storico
montano, con strette viuzze che come una ragnatela avviluppano l’edificio centrale, la chiesa,
corredato da fontane e piazzuole, chiese minori e santelle.
Nella composizione del sistema paesistico di maggiore ampiezza, queste componenti
intrattengono uno stretto rapporto relazionale con le aree a sensibilità paesistica molto alta (5)
citate più sopra, caratterizzando la morfologia del territorio e concorrendo all’unitarietà e alla
significatività percettiva del quadro d’insieme.
Per le componenti che appartengono a questa classe di sensibilità vanno segnalati i seguenti
elementi di criticità:
•
boschi di latifoglie e boschi di conifere: diminuzione della funzione di protezione idrologica del territorio
nel caso di bosco degradato e di forti tagli; aumento della velocità di scorrimento delle acque
superficiali nelle zone disboscate, con conseguente aumento del rischio idraulico; abbandono del
bosco, con conseguente degrado e propensione al dissesto; abbandono della manutenzione e
dell'
attività di raccolta di prodotti del sottobosco, dovuta all'
abbandono delle attività agro-pastorali;
progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che si abbassa di quota, con possibilità di aggressione
anche di nuclei di antica formazione (abbandonati); impoverimento della varietà di specie arboree
presenti e prevalenza delle specie dominanti; progressiva inaccessibilità e scomparsa dei sentieri e delle
mulattiere; uso saltuario e improprio dei percorsi di montagna (motorizzazione); presenza di intrusioni
tecnologiche, quali ad esempio gli elettrodotti, che tagliano secondo tracciati rettilinei larghe fasce
boscate; rischio di incendio; omogeneizzazione dei colori e delle forme del bosco in alta e media quota
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
120
e scadimento del paesaggio coltivato in bassa quota, che inducono un’immagine “confusa” della
montagna: questa appare sempre meno disegnata nelle sue articolazioni funzionali e tendenzialmente
orientata verso l’omogeneizzazione fisico-percettiva
•
prati-pascoli: progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che riduce progressivamente i pascoli e i
prati coltivi; abbandono della manutenzione del sottobosco in assenza di pascolo stagionale; processi di
urbanizzazione aggressivi; apertura di nuove strade carrabili, che non rispettano il disegno del paesaggio
tradizionale
•
rete stradale storica: utilizzo intensivo delle reti storiche come elemento distributivo di un sistema
residenziale, produttivo, o terziario lineare che determina fenomeni di conurbazione e di saldatura fra i
nuclei originari; perdita del naturale rapporto percettivo con la campagna, intesa come sistema delle
componenti dell’antropizzazione colturale, e le grandi emergenze geomorfologiche di fondale a causa
dell’interposizione di manufatti incongrui e/o di dimensioni inadeguate; sostituzione di manufatti di
servizio o di opere d’arte stradali con elementi in totale dissonanza costruttiva con l’infrastruttura storica
•
corpi idrici: perdita o riduzione della fauna ittica e della vegetazione ripariale; problemi relativi all’assetto
vegetazionale: invadenza delle piante anche ad alto fusto in alveo, mancata coltivazione delle fasce
vegetazionali di ripa; modificazione delle sponde e nuova edificazione nell'
immediato contesto; rischio
di depauperamento della quantità d’acqua per effetto di sottrazione agli alvei naturali; problemi di
assetto idrogeologico, fenomeni di erosione, sovralluvione, dissesto; locali rischi di instabilità delle
sponde; fenomeni di inquinamento da reflui agricoli, civili, industriali e da rifiuti solidi urbani; perdita
progressiva degli elementi connotativi paesistico ambientali; perdita degli elementi di naturalità in
adiacenza ai corpi idrici; perdita dell’equilibrio idrogeologico
•
aree edificate con destinazione produttiva/non produttiva: assenza di identità e frammentazione della
forma urbana nonché conseguente contrasto con i centri storici; interdizione visiva, da e per, l’ambito
esterno dei nuclei storici e fenomeni di saldatura con gli abitati frazionari o i capoluoghi limitrofi
•
contesti di rilevanza storico-testimoniale: degrado fisico degli elementi riferibili alla memoria storica;
compromissione del contesto o dei suoi rapporti paesistici e spaziali a causa di interventi di tipo edilizio
intrusivo
•
luoghi di rilevanza paesistica e percettiva caratterizzati da beni storici puntuali: perdita della leggibilità
degli edifici e dei manufatti, o dei loro caratteri originari a causa di interventi edilizi distruttivi, sostituzioni
o di trasformazioni dei caratteri architettonici peculiari; degrado delle strutture edilizie, dovuto
all’abbandono o ad un uso non compatibile; compromissione delle relazioni con il contesto a causa di
presenze edilizie o infrastrutturali intrusive per localizzazione, tipologia e caratteristiche architettoniche
•
itinerari di fruizione paesistica: mancata manutenzione e abbandono di molti percorsi storici, con
conseguente decadimento fisico e materico; presenza di cartellonistica pubblicitaria visivamente
intrusiva; tendenza alla conurbazione lungo il nastro stradale, con conseguente occlusione delle visuali
panoramiche; tendenza alla sostituzioni di antichi materiali di pavimentazione stradale (sterrati, selciati,
acciottolati, ecc.) con asfalto e/o calcestruzzo; tendenza all’abbandono o all’alterazione dei manufatti
di complemento alla viabilità.
•
nuclei storici: cancellazione dei caratteri originari dei centri storici; inserimento di edifici non coerenti con
il sistema insediativo; ampliamento per addizione dei nuclei storici; perdita di leggibilità per
occultamento, interferenza percettiva, accostamento e sovrapposizione di elementi impropri per
tipologia, caratteristiche architettoniche e materiche; degrado complessivo del paesaggio dei centri di
montagna e delle strutture edilizie in particolare, dovuto all'
abbandono
•
architetture e manufatti storici puntuali: perdita della leggibilità degli edifici e dei manufatti, o dei loro
caratteri originari a causa di interventi edilizi distruttivi o di trasformazione dei caratteri architettonici
peculiari; degrado delle strutture edilizie, dovuto all’abbandono o ad un uso non compatibile di molte
architetture storiche; occultamento della leggibilità delle relazioni con il contesto a causa di presenze
edilizie o infrastrutturali intrusive per localizzazione, tipologia e caratteristiche architettoniche.
Sensibilità Paesistica Media (3)
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121
Alla porzione del territorio interessata dall’edificazione di tipo residenziale è stata assegnata una
classe di sensibilità paesistica media (3): sono compresi in questa classe di sensibilità gli ambiti
edificati e parte delle aree caratterizzate da prati e pascoli posti a corona degli ambiti produttivi.
Nonostante questi ultimi ambiti rientrino in ambiti di elevato valore percettivo (PTCP, All. I, VI.1), la
presenza delle realtà produttive di tipo artigianale e agricolo induce ad attribuire una sensibilità
paesistica non alta.
Nel complesso tali ambiti contribuiscono a definire quadri paesistici contraddistinti da
omogeneità d’insieme. Tutto il territorio di Artogne infatti partecipa al contesto paesaggistico più
ampio della media Valle Camonica e concorre a quella cornice di visuale che inquadra sullo
sfondo le energie di rilievo delle Alpi Lombarde.
Per le componenti che appartengono a questa classe di sensibilità vanno segnalati i seguenti
elementi di criticità:
•
visuali: introduzione di elementi d’ostacolo, di tipo fisico (edilizio, infrastrutturale) alla percezione del
quadro paesistico; compromissione dell’unitarietà e della significatività percettiva del quadro mediante
l’immissione, nel medesimo, di elementi di disturbo (edilizi o infrastrutturali), che per caratteristiche e
dimensione costituiscono anomalia agli equilibri d’insieme
•
boschi di latifoglie e boschi di conifere: diminuzione della funzione di protezione idrologica del territorio
nel caso di bosco degradato e di forti tagli; aumento della velocità di scorrimento delle acque
superficiali nelle zone disboscate, con conseguente aumento del rischio idraulico; abbandono del
bosco, con conseguente degrado e propensione al dissesto; abbandono della manutenzione e
dell'
attività di raccolta di prodotti del sottobosco, dovuta all'
abbandono delle attività agro-pastorali;
progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che si abbassa di quota, con possibilità di aggressione
anche di nuclei di antica formazione (abbandonati); impoverimento della varietà di specie arboree
presenti e prevalenza delle specie dominanti; progressiva inaccessibilità e scomparsa dei sentieri e delle
mulattiere; uso saltuario e improprio dei percorsi di montagna (motorizzazione); presenza di intrusioni
tecnologiche, quali ad esempio gli elettrodotti, che tagliano secondo tracciati rettilinei larghe fasce
boscate; rischio di incendio; omogeneizzazione dei colori e delle forme del bosco in alta e media quota
e scadimento del paesaggio coltivato in bassa quota, che inducono un’immagine “confusa” della
montagna: questa appare sempre meno disegnata nelle sue articolazioni funzionali e tendenzialmente
orientata verso l’omogeneizzazione fisico-percettiva
•
prati-pascoli: progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che riduce progressivamente i pascoli e i
prati coltivi; abbandono della manutenzione del sottobosco in assenza di pascolo stagionale; processi di
urbanizzazione aggressivi; apertura di nuove strade carrabili, che non rispettano il disegno del paesaggio
tradizionale
•
rete stradale storica: utilizzo intensivo delle reti storiche come elemento distributivo di un sistema
residenziale, produttivo, o terziario lineare che determina fenomeni di conurbazione e di saldatura fra i
nuclei originari; perdita del naturale rapporto percettivo con la campagna, intesa come sistema delle
componenti dell’antropizzazione colturale, e le grandi emergenze geomorfologiche di fondale a causa
dell’interposizione di manufatti incongrui e/o di dimensioni inadeguate; sostituzione di manufatti di
servizio o di opere d’arte stradali con elementi in totale dissonanza costruttiva con l’infrastruttura storica
Sensibilità Paesistica Bassa (2)
A questa classe appartengono le aree urbanizzate caratterizzate dalle attività produttive.
Le norme di attuazione degli atti di P.G.T. prescrivono l’obbligo di esame di impatto paesaggistico
delle trasformazioni non solo rispetto ad interventi che ricadono in zone di specifica tutela (aree
sottoposte a vincolo ai sensi del D.Lgs. n.42 del 2004 e del PTR) ma anche per interventi di tipo
diverso. Le indicazioni della carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi rappresentano
strumento fondamentale per il corretto adempimento delle funzioni amministrative comunali in
materia paesaggistica:
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122
•
aree edificate con destinazione produttiva/non produttiva: assenza di identità e frammentazione della
forma urbana nonché conseguente contrasto con i centri storici; interdizione visiva, da e per, l’ambito
esterno dei nuclei storici e fenomeni di saldatura con gli abitati frazionari o i capoluoghi limitrofi
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123
Il presente capitolo riguarda lo studio per la definizione della componente geologica,
idrogeologica, sismica e acustica del Territorio del Comune di Artogne che costituisce parte
integrante e sostanziale del PGT. Si rimanda agli studi specifici per un approfondimento delle
tematiche trattate.
Si rimanda agli studi specifici per un approfondimento delle tematiche trattate.
definizione dell’assetto geologico
Lo studio geologico vigente è stato redatto nell’anno 2008 quale studio di supporto alla
pianificazione urbanistica: in questo periodo erano infatti iniziati i lavori di redazione della Variante
Generale al PRG ora convogliati nel PGT oggetto della presente trattazione.
Lo studio di settore sopra citato fa riferimento alle norme proposte e contenute in “Criteri ed
indirizzi relativi alla componente geologica nella pianificazione territoriale” (DGR n.5/36147 del
18.05.1993), è stato aggiornato con le osservazioni della Regione Lombardia “Territorio ed
Urbanistica” Prot. Z1 2009-5049 del 11 marzo 2009, ed è costituito dai seguenti elaborati:
• Norme tecniche di attuazione
•
Relazione Geologica generale - Relazione illustrativa
Tav.1
Carta geolitologica
Tav.2
Carta idrogeologica e del sistema idrografico
Tav.3
Carta geomorfologica di inquadramento
Tav.4
Carta della dinamica geomorfologica
Tav.5
Carta della pericolosità sismica locale
Tav.6
Carta dei vincoli
Tav.7a-7b
Carta di sintesi
Tav.8a-8b
Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano (1:5000)
Tav.9a-9b
Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano (1:2000)
Tav.10
Carta del dissesto con legenda uniformata a quella del P.A.I.
Dal punto di vista geologico lo studio di settore, esteso a tutto il territorio, ha messo in evidenza la
presenza di diffusi ed intensi fenomeni di dissesto idro-geologico legati alle condiizioni geologicomorfologiche presenti.
Si evidenziano inoltre alcuni eventi calamitosi che hanno portato all’insorgere di tali dissesti che,
nonostante interventi di bonifica risultano ancora attivi.
In generale gli ambiti territoriali, sulla base delle considerazioni emerse dall’analisi morfologica
degli elementi di pericolosità legati sia alla dinamica dei corsi d’acqua che a fenomeni
gravitativi, sono stati suddivisi in diverse classi raggruppabili macroscopicamente nei seguenti
gruppi:
CLASSE 4 - FATTIBILITA’ CON GRAVI LIMITAZIONI
Questa classe comprende aree nelle quali sono state riscontrate gravi limitazioni per la modifica
delle destinazioni d’uso del territorio.
L'
alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all'
utilizzo a scopi edificatori e/o alla
modifica della destinazione d'
uso dell'
area. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se
non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei
siti.
Nel Comune di Artogne ricadono in particolare in questa classe le aree coincidenti con l’alveo e
le sponde del Torrente Re e del Fiume Oglio, della Valle d’Artogne, Bassinaletto e Maione.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
124
Ricadono in questa classe, in particolare per la presenza di problematiche legate alla stabilità dei
versanti, le aree immediatamente a monte dell’abitato di Acquebone.
Vengono incluse nella classe di fattibilità 4 le zone di tutela assoluta di opere di captazione ad
uso idropotabile che dovranno essere tutelate come previsto dal D.Lgs 3 aprile2006, n.152 (art.
94).
CLASSE 3 - FATTIBILITA’ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all'
utilizzo a
scopi edificatori e/o alla modifica delle destinazioni d'
uso dei terreni per l'
entità e la natura dei
rischi individuati nell'
area di studio o nell'
immediato intorno.
Le limitazioni sono connesse principalmente a due diverse categorie di pericolosità: la relativa
vicinanza all’alveo dei corsi d’acqua e la pendenza del territorio mediamente superiore a 20°.
Nel Comune di Artogne ricadono in particolare in questa classe parte alcune aree a ridosso
dell’alveo del torrente Re: in particolare le aree poste sulla destra idrografica del torrente e le
aree di fondovalle a valle della linea ferroviaria.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
125
La maggior parte dell’edificato della frazione Acquebone ricade in questa classe in particolare
per la prossimità del fenomeno franoso denominato “Frana Carassini”.
L’edificazione in questi ambiti deve essere supportata da specifica indagine geologico-tecnica
indispensabile per valutare la fattibilità dei singoli interventi.
CLASSE 2: FATTIBILITA’ CON MODESTE LIMITAZIONI
In questa classe ricadono aree dove sono state rilevate puntuali o ridotte condizioni limitative alla
modifica delle destinazioni d'
uso dei terreni per la presenza di limitata acclività dei versanti, di
spessori discontinui delle coltri superficiali moreniche e/o colluviali e per la possibile presenza, a
monte delle opere, di fasce di instabilità ad elevata acclività o per la residua possibilità di rischio
idrogeologico dovuta a modesti flussi residui. Anche in questa classe le limitazioni sono connesse
a due diverse tipologie di pericolosità: la prossimità ai corsi d’acqua e la relativa acclività dei siti
(pendenza compresa tra i 15° e i 20°).
In particolare sono raggruppate in questa classe le aree esterne alla fattibilità in classe 3 dove le
dinamiche legate ai corsi d’acqua diventa più debole.
CLASSE 1: FATTIBILITA’ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI
Ricadono in questa classe le aree per le quali non sono state rilevate particolari controindicazioni
di carattere idro-geologico. Le trasformazioni del suolo possono quindi avvenire senza particolari
limitazioni nel rispetto delle normative vigenti ed in particolare del D.M.LL.PP. 11.03.1988. La
pendenza media di questi ambiti è inferiore ai 15° e la loro collocazione, nel settore del conoide
del Torrente Re considerato inattivo, non intercetta fenomeni di esondazione da parte del corso
d’acqua.
Definizione dell’assetto idrico
Il comune è dotato di studio del Reticolo idrico minore redatto nell’anno 2005 ai sensi della DGR
25.01.2001 n.VII/7868 modificata dalla DGR 01.08.2003 n. VII/13950.
Lo studio di settore è costituito da:
- Relazione Tecnica
- Regolamento di polizia idraulica
- Tabella-elenco dei corsi d’acqua
- Settore di territorio non urbanizzato
- Settore di territorio urbanizzato: foglio A “Artogne-fondovalle”
- Settore di territorio urbanizzato: foglio B “Artogne-Plagne”
L’analisi effettuata ha messo in luce la presenza sul territorio comunale dei seguenti corsi d’acqua
appartenenti al reticolo principale:
- Val Vedetta
- Valle d’Artogne
- Val Maione
- Valle del Corazzino
- Valle Bassinale
Il Piano ha messo in evidenza la ricchezza idrografica sul territorio comunale sia nelle porzioni di
fondovalle che di versante dove non relative sono le problematiche di tipo idro-geologico.
Lo studio del reticolo tratta e aggiorna le problematiche già individuate dallo studio geologico
del 2004 per i corsi d’acqua del versante.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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Lo studio geologico sopra richiamato (anno 2004) ha infatti analizzato le dinamiche relative alla
presenza dei corsi d’acqua nella porzione di versante su cui sorge la frazione Acquebone
approfondendo le problematiche specifiche di ogni alveo che confluisce nel Torrente Re quale
ramo principale di deflusso.
Estratto studio Reticolo Idrografico Minore – ambito urbano
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127
L’idrografia comunale in quest’ambito risulta caratterizzata dalla presenza dei seguenti corsi
d’acqua superficiali:
1. Torrente Re di Artogne che corre lungo il confine con il comune di Pian Camuno; il corso
d’acqua è caratterizzato dalla presenza di briglie e da arginatura in rilevato ed in
calcestruzzo. In questo torrente confluiscono numerosi corsi d’acqua:
a. il Torrente Corazzino interessato da consistenti fenomeni di erosione e di trasporto solido.
L’alveo è stato più volte interessato da lavori di regimazione e di costruzione di briglie
finalizzati a limitare i fenomeni sopra descritti.
b. Valle della Bettola: è un corso d’acqua che nasce a valle della località Montecampione.
Raccoglie le acque di numerosi ruscelli di versante. In corrispondenza dell’abitato di
Acquebone è stata collocata una derivazione per la produzione di energia nello
stabilimento Olcese; Tale derivazione determina alcune problematiche legate a
fenomeni di infiltrazione e ruscellamento superficiale dovute alle numerose perdite
presenti lungo la condotta;
c. Valle dell’inferno: corso d’acqua a valle di Montecampione alimentato da numerosi
ruscelli di versante e dalla acque di scarico del depuratore della località turistica;
2. Ulteriore dettaglio è stato registrato per la realtà idrografica sui versanti della Val Maione e
della Val Mezzana:
d. Torrente Splaza: confluisce nella Valle Maione a quota 1865 m.s.l.m.. La condotta Olcese,
sopra richiamata, ne deriva parte dell’acqua;
e. Torrente Malusen: caratterizzato da un alveo con forte acclività; ancora oggi è fonte di
pericolosità per la rete viaria presente sul versante;
f.
Val Mezzana: è interessata da fenomeni erosivi di fondo. La portata del corso d’acqua
viene incrementata dalla presenza delle piste da sci;
g. Val Maione: è interessata da fenomeni erosivi di fondo: anche questo corso d’acqua è
interessato da una captazione della condotta Olcese;
3. Numerose sono le zone caratterizzate da sorgenti in cui si registra l’affioramento delle acque
sotterranee. Il fenomeno è diffuso nell’ambito della frazione Acquebone dove le emergenze
idriche sono state captate e collegate all’acquedotto comunale e nelle località Pateghe e
S.Maurizio. Affioramenti di questo tipo sono meno diffusi sul versante destro del Torrente Re
dove si registrano sorgenti in località Prato delle Tese e Foppello. Nello specifico la “Tavola dei
Vincoli” dello studio geologico individua sul territorio comunale complessivamente 39 sorgenti
con relative fasce di rispetto. Si individuano inoltre n.2 sorgenti poste nel comune contermine
di Gianico in loc. Prà del Bosco le cui fasce di rispetto invadono il territorio di Artogne.
4. Nella zona di Acquebone sono state rilevate alcune limitate aree paludose poste in
corrispondenza di aree sorgive o al margine di corsi d’acqua. Anche in località Patteghe si
segnala un’area paludosa da associare allo sbarramento delle acque di versante derivante
dal cordone morenico.
5. Il territorio comunale è inoltre attraversato dal Canale artificiale Italsider che scorre in direzione
Nord-Sud e definisce una netta separazione tra l’abitato di più recente edificazione e le aree
a contorno del nucleo antico. L’alveo artificiale caratterizza gran parte del versante sinistro
della Valle Camonica che raccoglie parte delle acque del Fiume Oglio e di gran parte degli
affluenti posti in sinistra idrografica. Il Torrente Re di Artogne è tra questi. La porzione di canale
che attraversa il territorio di Artogne è principalmente scoperta: limitati sono i tratti con
copertura o che scorrono in galleria.
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128
definizione dell’assetto sismico
Si riporta di seguito un breve estratto dello studio specifico a cui si rimanda per un
approfondimento delle tematiche trattate.
“Il Comune di Artogne ricade in Zona Sismica 3.......
La procedura ha evidenziato che, per gli scenari identificati nel territorio di Artogne, la possibile
amplificazione sismica, risulta contenuta e che quindi l’applicazione dello spettro previsto dalla normativa
(D.M. 14 gennaio 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione litologica.”
Si rimanda agli approfondimenti specifici all’interno della Relazione e degli elaborati costituenti lo
studio di settore che costituisce parte integrante e sostanziale del presente Piano. All’interno di
tale studio il territorio comunale viene suddiviso dal punto di vista sismico nei seguenti ambiti:
Estratto studio idrogeologico e sismico – componente sismica
definizione dell’assetto acustico
Il comune è dotato di Zonizzazione acustica del territorio comunale approvata con deliberazione
di Consiglio Comunale n.14 del 29 maggio 2012, redatto ai sensi dell’articolo 2 del D.P.C.M. 1
marzo 1991 e dell’articolo 6 della legge 26 ottobre 1995 n° 447 e s.i.m.. Lo studio richiamato era
stato predisposto quale studio di supporto al Piano di governo del territorio in fase di redazione
ma di cui non è stata effettuata l’adozione.
Essendo
variate
le
previsioni
urbanistiche
strategiche
(in
particolare
per
l’introduzione/soppressione di Ambiti di Trasformazione) si è proceduto quindi ad un
aggiornamento dello studio di settore con l'
intento di:
♦ definire un quadro di riferimento per valutare i livelli di rumore presenti o previsti nel
territorio comunale e valutare interventi e misure di controllo o riduzione dell'
inquinamento
acustico;
♦ prevenire il deterioramento di aree non inquinate e di risanare quelle dove attualmente
sono riscontrabili livelli di rumorosità ambientale superiori ai valori limite;
♦ prevenire l’inquinamento acustico attraverso una corretta pianificazione delle nuove aree
di sviluppo urbanistico e/o verificare la compatibilità dei nuovi insediamenti o infrastrutture
in aree già urbanizzate;
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129
Il Piano ha individuato sul territorio comunale i seguenti ambiti:
Classe I Aree particolarmente Protett: Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete
rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree
destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico,
parchi pubblici, ecc.
Classe II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: Rientrano in questa classe le aree
urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di
popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed
artigianali.
Classe III Aree di tipo misto: Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico
veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività
commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali
aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
Classe IV Aree di intensa attività umana: Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da
intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività
commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali le aree in prossimità di strade di grande
comunicazione e di linee ferroviarie le aree portuali le aree con limitata presenza di piccole
industrie.
Classe V Aree prevalentemente industriali: Rientrano in questa classe le aree interessate da
insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
Classe VI Aree esclusivamente industriali: Rientrano in questa classe le aree esclusivamente
interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.
Si rimanda allo studio specifico per un approfondimento delle tematiche richiamate e per
un’analisi degli aspetti di dettaglio.
altre aree a rischio
Le verifiche e le indagini conoscitive effettuate non hanno rilevato la presenza sul territorio
comunale di Artogne di aree a rischio di incidente rilevante, di rischio archeologico o altro rischio.
Si segnala comunque la presenza di aree comprese ed a contorno dell’ambito produttivo in
essere in cui sono in corso specifiche indagini da parte dell’ASL per la presenza di scorie di
acciaieria.
Gli ambiti in oggetto riguardano parte del corso del Fosso Ramello: aree interessate da depositi di
scorie di impianti produttivi dismessi dislocati anche nei comuni contermini. Tale pregresso nonché
la presenza nell’ambito di una falda idrica molto superficiale hanno definito la necessità di
indagare il substrato per rilevare la presenza di sostanze pericolose.
E’ inoltre in corso un “Procedimento amministrativo finalizzato all’emissione di ordinanza di
bonifica di cui all’art.244 del D.Lgs 152/2006” riguardante l’area di insediamento della Ditta Artfer
srl in via Carducci
Si segnala anche la presenza, in corrispondenza del confine comunale con Darfo B.T. di un
ambito di cava per inerti (ATEg02); l’attività estrattiva (e la perimetrazione dell’ambito estrattivo)
avviene esclusivamente in territorio comunale di Darfo B.T. mentre il territorio comunale è
interessato da depositi di materiali, installazione di attrezzature varie ed edifici direzionaliamministrativi.
Si auspica che i lavori finali di recupero dell’area, finalizzati secondo il Piano Cave ad un uso
ricreativo dell’area con individuazione di verde pubblico attrezzato, coinvolgano anche l’ambito
degradato posto sul territorio di Artogne.
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130
CAP. I V
SCENARIO STRATEGICO DI PIANO
alternative per lo sviluppo del comune
L’elaborazione degli obiettivi di Piano ispirati ai principi espressi nel paragrafo seguente, derivano
da una valutazione preliminare di più strategie di sviluppo socio-economico-ambientale del
Comune attraverso un’attenta valutazione di alcuni aspetti:
l’approfondimento delle componenti ambientali in base alle nuove normative per la tutela
del paesaggio con puntuale verifica di compatibilità del Piano di Governo con il PTCP;
l’approfondimento del quadro conoscitivo dell’intero territorio;
l’approfondimento delle norme di tutela e valorizzazione del territorio.
In particolare in fase di attivazione degli studi di base e di settore per l’estensione del PGT
l’Amministrazione Comunale ha espresso attraverso specifico documento, le proprie linee guida
che sono state definite nell’enunciazione degli obiettivi descritti nei paragrafi precedenti.
Gli obiettivi sopra riportati derivano di fatto da una attenta analisi di quanto il PRG vigente ha
determinato sul territorio e la loro definizione di fatto non può non tenere conto delle
trasformazioni indotte e definite anche dagli ambiti non ancora attuati.
Le politiche di trasformazione del territorio formulate sulla scorta degli obiettivi richiamati, sono
state poi selezionate mediante l’individuazione ed il confronto tra alcune potenziali alternative.
Scenario n.1
riconferma delle sole previsioni in essere del P.R.G. non ancora attuate; risposta negative a
tutte le nuove richieste presentate.
effetti negativi indotti:
- nessuna prospettiva di sviluppo ulteriore rispetto a quanto previsto dal PRG
Effetto
neutro
Aree impegnate dal PRG
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131
Aree impegnate dal PRG
Aree impegnate dal PRG
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132
Scenario n.2
costruire un Documento di Piano nel quale le previsioni coincidono con la totalità delle
richieste presentate sia di tipo residenziale sia di tipo produttivo.
effetti negativi indotti:
eccessivo consumo di suolo aggiuntivo di PGT
eccessiva occupazione di suolo agricolo
frammentazione dell’edificato
- sviluppo non controllato delle direttrici di espansione
- sottrazione di suolo al “polmone verde centrale” ed agli ambiti agricoli non adiacenti
all’edificato
Effetto
negativo
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133
Scenario n.3
limitare l’espansione residenziale ai margini del costruito
Effetto
positivo
effetti positivi indotti:
ridotto consumo di suolo aggiuntivo di PGT;
conservazione del suolo agricolo;
- sviluppo dell’edificazione proporzionale e graduale nel tempo
Scenario n.4
Contenere l’espansione delle aree produttive
Effetto
positivo
Ambito a confine con Comune di Gianico
effetti positivi:
limitare consumo di suolo;
limitare consumo aree agricole proponendo il completamento degli ambiti già
edificati;
mantenere il più confinato possibile l’ambito produttivo
eventuale collocazione di attività insalubri
Il processo di Valutazione Ambientale strategica ha valutato nel dettaglio i potenziali effetti
dell’attuazione degli scenari sulle diverse componenti ambientali arrivando alle seguenti
conclusioni:
Scenario n.1 Questo scenario prevede l’attuazione complessiva delle previsioni del PRG previgente con il riconoscimento ed il completamento delle trasformazioni introdotte dalla
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134
pianificazione urbanistica in essere riconfermando sostanzialmente il dimensionamento del piano
effettuato in sede di redazione del PRG.
La sua concretizzazione consente la tutela di tutti gli ambiti non ancora interessati da
trasformazioni di tipo edilizio, ma al contempo:
1. non consente azioni di valorizzazione delle risorse rilevate sul territorio;
2. non consente l’attivazione di interventi volti al miglioramento ed alla risoluzione di
problematiche di tipo insediativo, infrastrutturale, dei servizi;
3. impedisce ogni espansione di tipo economico;
4. risponde in modo negativo a tutte le richieste provenienti dalla cittadinanza.
Scenario n.2. Questo scenario vede lo sviluppo urbanistico del territorio in una direzione opposta
rispetto allo scenario precedente. L’accettazione incondizionata delle richieste dei cittadini e
delle associazioni porterebbe ad una trasformazione di Artogne priva di ogni valutazione delle
criticità e delle potenzialità territoriali.
Scenario n.3-4 Questi scenario vedono come obiettivo principale la tutela e la valorizzazione del
territorio attraverso la salvaguardia di ampie aree identificate. Al contempo prevede la
riconferma delle previsioni del PRG che vengono completate con nuovi ambiti residenziali di
trasformazione.
Alla luce delle analisi svolte in merito ai possibili scenari di sviluppo del territorio comunale si è
optato per l’approfondimento degli scenari n. 3-4.
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135
CAP. V
LE DETERMINAZIONI DI PIANO: PROPOSTE DI PIANIFICAZIONE
Sulla scorta delle analisi e dei principi strategici illustrati nei paragrafi precedenti sono stati
formulati i seguenti obiettivi e azioni di Piano che sono stati oggetto di analisi in sede di
Valutazione ambientale Strategica al fine di valutarne la sostenibilità ambientale.
Gli obiettivi e le azioni di Piano sono stati raggruppati all’interno di quattro sistemi:
il sistema delle infrastrutture
il sistema dei servizi
il sistema insediativo
il sistema paesistico-ambientale e delle aree agricole.
Gli obiettivi generali sono approfonditi all’interno degli elaborati specifici del Piano dei Servizi e
del Piano delle Regole e trovano concretizzazione attraverso l’enunciazione di obiettivi specifici
ed azioni di piano.
Risulta evidente che l’attuazione degli obiettivi attraverso le azioni di piano individuate in specifici
sistemi porta pressioni, positive e/o negative anche in altri settori pertanto il processo di
Valutazione Ambientale strategica valuta le potenziali sinergie indotte dall’attuazione di uno
specifico obiettivo all’interno di sistemi paralleli. Si rimanda al Rapporto Ambientale per
un’approfondita valutazione di tali aspetti.
determinazione degli obiettivi qualitativi
Vengono di seguito descritti i principali obiettivi che l’Amministrazione Comunale intende trattare
nel periodo di pianificazione strategica del Documento di Piano all’interno di quattro sistemi
principali che si sviluppano con frequenti sovrapposizioni.
Obiettivi - SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE
Migliorare e potenziare la rete viabilistica esistente
1. sistemazione della viabilità nell’area artigianale nella zona Fornaci, con eventuali interventi mirati
ampliamenti della stessa: attuazione all’interno dell’AdT
2. sistemazione traversa in via Fucine
3. revisione dei sensi di circolazione finalizzati a risolvere problematiche legate alla sicurezza
4. Potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali esistenti:
Realizzare pista ciclo pedonale lungo gli argini del Torrente Valle d’Artogne per successivo
collegamento con la Pista Ciclo Pedonale Provinciale posta nel fondovalle;
realizzare un percorso ciclo-pedonale che fiancheggi il canale Italsider attraversando
trasversalmente l’abitato per poi collegarsi con la pista ciclo-pedonale lungo il Torrente Valle
di Artogne;
realizzazione di pista ciclo-pedonale di collegamento tra urbanizzato e ambito agricolo: dal
capoluogo, attraversando il polmone verde fino a raggiungere la pista ciclo-pedonale
provinciale;
allargamento via Manzoni-via Geroni: realizzazione di marciapiede
Nuova viabilità nelle aree di trasformazione
Realizzare una rete viabilistica nelle aree di trasformazione collegata razionalmente con la
rete stradale ed il tessuto urbano esistente: prevedere all’interno degli AdT quelle direttrici
viabilistiche indispensabili a risolvere problemi di traffico in essere sia in ambito produttivo che
in ambito residenziale
Garantire una fruibilità qualificata del territorio
1. Agevolare e promuovere la sinergia tra i sistemi di mobilità esistenti sul territorio comunale
(ferrovia, trasporto su gomma, ciclo-pedonabilità):
Realizzare/completare i marciapiedi lungo via Pascoli (in AdT) e via Leopardi
realizzazione marciapiede via XXV Aprile (sul ponte verso Pian Camuno)
Realizzare passerella pedonale sulla briglia sul torrente Valle di Artogne ;
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136
Obiettivi - SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE
Viabilità agro-silvo-pastorale
1. si intende dare la possibilità di raggiungere boschi e immobili in montagna con mezzi motorizzati
attraverso il potenziamento ed il recupero accessi agro-silvo-pastorali, in modo che il patrimonio
forestale possa essere convenientemente utilizzato, protetto e sviluppato:
realizzare/completare sistemazioni e nuovi percorsi come da programma Piano Viabilità
Agro-Silvo-Pastorale (VASP):
SISTEMAZIONE PERCORSI ESISTENTI (da VASP)
• collegamento Albere-Pra del Bosco;
• (*) Strada comunale Albere-Fontanelli;
• (*) Plan di Montecampione-Pozza di Beccherie;
• (*) Piazze-Ciaret;
• Foppetto-Campello;
• (*) Artogne- Acquebone;
• (*) Fontanelli - Valle di Bassinale (dissesto franoso);
PERCORSI DI PROGETTO (da VASP)
• Fontanelli - Sere;
• (*) Collegamento alla cascina Ciaret;
(*) Progetti preliminari redatti dal Consorzio Forestale
2. progetto della strada agro-silvo-pastorale che partendo dalla Malga Secondino (dal tracciato
già realizzato) si completerà arrivando alla strada carrozzabile di Prato Secondino;
Nuova viabilità
1. realizzazione di collegamento tra loc. Marucche e via XXV Aprile (in AdT Beatì)
2. completamento del collegamento tra via Pascoli e via Carducci (in loc Boschine);
3. realizzazione di collegamento tra via Fornaci e via Artigiani con via XXV Aprile (previsione interna
a AdT in ambito produttivo);
4. realizzazione di collegamento tra via Pascoli e ambiti residenziali via Valeriana (previsione interna
a AdT);
5. realizzazione di collegamento tra via Valeriana e via Gianico (previsione parzialmente interna a
AdT);
6. realizzazione di collegamento tra via Valeriana e via Gianico (percorso a senso unico);
Obiettivi - SISTEMA DEI SERVIZI
Razionalizzazione e potenziamento dei servizi presenti sul territorio per aumentare la funzionalità e qualità
della “città pubblica”
1. riqualificazione edificio pubblico dell’asilo con realizzazione di impianto fotovoltaico (triennale
OO.PP.);
2. Riorganizzazione del Municipio
3. integrazione delle aree a verde e parcheggio in ambito produttivo
4. riqualificazione degli impianti tecnologici degli edifici comunali (triennale oo.pp.)
5. realizzazione di impianto fotovoltaico alla scuola elementare (triennale oo.pp.)
6. realizzazione di impianto fotovoltaico alla scuola media (triennale oo.pp.)
Migliorare la dotazione di servizi pubblici
1. migliorare la dotazione di parcheggi pubblici
• Parcheggio in via E.Merici;
• Parcheggio in viale Caduti della resistenza (in AdT)
2. migliorare la dotazione di aree verdi attrezzate:
• realizzazione di area verde con pregevole punto panoramico a Piazze (in AdT)
• completamento area verde a contorno del campo sportivo a Piazze (in AdT)
Migliorare e completare le reti del sottosuolo
fognature
1. collegamento Loc. Turistiche di Monte Campione con il collettore di Valle Camonica (triennale
oo.pp.)
2. Interventi di adeguamento e ristrutturazione della rete fognaria
opere di sistemazioni idrauliche
3. pulitura e risagomatura fosso Ramello
acquedotto
4. Ristrutturazione rete idrica ( triennale OO.PP.)
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Obiettivi - SISTEMA DEI SERVIZI
Migliorare le attrezzature sportive e ricreative - culturali
1. individuazione dell’area sportiva del “tiro al piattello”
2. individuazione delle proprietà comunali in località Roncasello per realizzazione di aree attrezzata
per lo sport ed il tempo libero e attività turistico ricettive;
Obiettivi - SISTEMA INSEDIATIVO
AMBITI RESIDENZIALI
1. prevedere la nuova edificazione in spazi “di risulta” di precedenti costruzioni o comunque
adiacenti a conglomerati esistenti per contenere l’espansione dell’abitato in zone non ancora
urbanizzate
2. favorire le ricuciture del tessuto urbanistico evitando la realizzazione di fabbricati isolati non in
relazione con il contesto urbano
3. ridurre le condizioni di isolamento in cui si trova la frazione Piazze: risolvere i problemi di viabilità
tra le due frazioni
4. pensare ad interventi di riqualificazione urbana della frazione Piazze
Zone di trasformazione: sostenibilità degli ambiti di trasformazione
1. dare risposta ove possibile, alle richieste degli abitanti con l’inserimento di piccole aree a bassa
densità edificatoria e annesse alle aree edificabili esistenti, ciascuna corredata da antistante
piccolo parcheggio (da far realizzare in parte ai richiedenti); o inserimento di piccoli AdT, sempre
con basso indice volumetrico
2. promuovere l’inserimento ambientale-paesistico delle trasformazioni secondo le indicazioni della
carta della sensibilità paesistica del Documento di Piano del P.G.T.
Incentivare il recupero dell’abitato esistente e tutelare il patrimonio storico architettonico
1. schedatura del patrimonio edilizio esistente dei nuclei di antica formazione
2. favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente ed in particolare agevolare quello nei nuclei
di antica formazione (zone A)
3. mantenere e promuovere le incentivazioni per il recupero del nucleo di antica formazione
4. identificazione e catalogazione degli edifici di pregio architettonico e di valenza storica da
tutelare anche all’esterno del nucleo di antica formazione
5. consentire il recupero abitativo dei sottotetti
6. Ipotizzare intervento pubblico di importanza strategica per la riqualificazione del centro che
coinvolga la piazza principale, l’area di pertinenza della parrocchia le aree verdi ed i parcheggi
7. Individuare percorsi pedonali che consentano la valorizzazione delle testimonianze storicoarchitettoniche presenti nel nucleo di antica formazione.
Incentivare la permanenza delle piccole realtà commerciali
1. Impedire l’insediamento di nuove attività di grande distribuzione nell’abitato residenziale
2. valutare positivamente eventuali insediamenti turistici ed alberghieri
AMBITI PRODUTTIVI
1. completamento dell’area artigianale di via Fornaci ponendo particolare attenzione al
miglioramento della viabilità
2. limitare al massimo l’inserimento di nuove aree a valle della rete ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo
AMBITI TURISTICI
1. prevedere puntualmente gli ambiti territoriali di completamento delle potenzialità edificatorie
residue a Montecampione
2. individuazione del demanio sciabile e possibilità di ristrutturazione a fini turistici delle cascine
esistenti
3. dare la possibilità di ampliamento, come per le attività agrituristiche, alle attività turistico-ricettive
esistenti
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Obiettivi - SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE
Perseguire obiettivi di qualità paesistica
1. promuovere l’inserimento ambientale-paesistico delle trasformazioni secondo le indicazioni della
carta della sensibilità paesistica del Documento di Piano del P.G.T.
Salvaguardare tutelare e valorizzare il territorio
1. tutela del polmone verde (zone E1/1 da valore paesistico-ambientale) dove non è consentita la
realizzazione di nuove stalle tra l’edificato costruito lungo via fornaci e quello sviluppatosi lungo
via Carducci e via G.Pascoli
2. Salvaguardare il sistema tipologico della viabilità rurale e silvo-pastorale
3. Recupero canale Opificeri quale testimonianza archeologia industriale
Attenta individuazione delle aree agricole (mantenimento dell’attività agricola) ove la compatibilità al
contesto immediato lo consenta
1. relativamente alla zona a valle della Strada Provinciale n.1 mantenimento dell’area agricola
2. al fine di dare la possibilità di coltivazione dei terreni in fase di abbandono ed inoltre per dare un
aspetto più armonioso ai fabbricati, incentivare l’eliminazione delle baracche e tettoie e dare la
possibilità di costruzione, convenzionata con l’Amministrazione Comunale di piccoli depositi
attrezzi secondo tipologie costruttive prestabilite.
Valorizzare la fruizione della montagna
1. valorizzazione del patrimonio edilizio esistente al fine di interrompere il crescente spopolamento
della montagna e di incentivare il rimanere ad abitare in montagna a presidio e custodia del
territorio
2. favorire il recupero degli edifici non più ad uso agricolo; garantire la possibilità di ampliamento e
uso abitativo saltuario delle cascine sparse in area agricola per favorire la permanenza umana in
montagna
3. dare la possibilità di ampliamento, come per le attività agrituristiche, alle attività turistico-ricettive
esistenti
4. individuazione della proprietà comunale del “Roncasello” e definizione di una destinazione d’uso
che preveda la realizzazione di agriturismo e di “punto scuola”
5. individuazione delle nuove strade agrosilvo-pastorali Fontanelli-Secondino, Sere, AcqueboneDosso
Rivalutare il territorio collinare-montano come risorsa anche turistica
1. permettere la realizzazione degli agriturismi a tutte le quote (ora è dai 600m ai 1200m)
Ridurre l’esposizione a fattori inquinanti atmosferici, acustici e da campi elettromagnetici
1. impedire insediamenti di nuove attività che arrechino disturbo (rumore) generando nuove forme
di disagio per l’ambiente e per la collettività
2. individuare possibili soluzioni delle criticità derivanti dall’attività legata alla Ferriera sita in località
Fabbrica, interna al nucleo abitato
3. favorire interramento linee elettriche di alta-media e bassa tensione
Contenere il rischio idrogeologico
1. sistemazione idraulica ed idrogeologica della valle dell’Inferno (Si è fatta richiesta alla Regione
Lombardia di finanziare un altro lotto dei lavori)
2. costruzione di un tratto di scogliera lungo l’alveo della valle di Artogne nel tratto iniziale di via
Montecampione (tratto alle dipendenze del Magistrato del Po);
3. interventi di manutenzione idraulica della Val Vedetta (triennale OO.PP.);
4. sistemazioni idrauliche del torrente Re (triennale OO.PP.);
Realizzazione di percorsi ambientali
1. istituzione di un corridoio ecologico attrezzato lungo l’asta del Torrente Valle di Artogne a
collegarsi con il percorso del fiume Oglio
2. potenziamento dei percorsi ciclabili ed ambientali lungo l’asta del fiume Oglio con eventuale
possibilità di insediamento di mirate piccole attività ricettive di supporto (strutture non
permanenti) da far gestire alla Pro-loco o ad altra istituzione di promozione territoriale
3. determinazione di un percorso pedonale di interconnessione fra le testimonianze significative
sotto l’aspetto storico-religioso e simbolico attraverso il nucleo di antica formazione
Migliorare il sistema della raccolta rifiuti
1. potenziamento mirato dell’offerta prodotta dall'
isola ecologica
2. prevedere nuovi punti di raccolta a servizio delle nuove aree di trasformazione
3. dare precise indicazioni in ordine agli interventi mitigativi e migliorativi dei punti di raccolta
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Obiettivi - SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE
esistenti e di nuova collocazione
4. ricercare forme più razionali ed efficienti di raccolta dei rifiuti solidi urbani anche proponendo
esempi pilota di eccellenza.
determinazione degli obiettivi quantitativi
L’intento principale dell’amministrazione comunale nella determinazione degli obiettivi di
pianificazione è stato quello di rispondere positivamente alle richieste dei cittadini e delle varie
associazioni. Tale finalità ha trovato una diretta mediazione con l’intento di produrre sul territorio
un consumo di suolo non eccessivo, sia in base ai principi espressi dal PTCP, sia perseguendo
obiettivi di salvaguardia e di tutela del territorio, sia incentivando il recupero dell’abitato esistente
ed in particolare del nucleo di antica formazione.
Le analisi di seguito riportate riguardano il calcolo della potenzialità edificatoria prevista dal PGT
ottenuta sommando al valore degli abitanti presenti (dicembre 2010) il potenziale teorico
(abitanti) derivante dai lotti liberi e dalle aree di trasformazione. Il potenziale teorico viene
calcolato considerando l’equivalenza tra n.1 abitante teorico ogni 150 mc edificabili.
Le valutazioni svolte hanno trovato un diretto confronto con le analisi demografiche (crescita
della popolazione, saldo naturale, saldo migratorio) e urbanistiche (territorio urbanizzato, richieste
dei cittadini) riferite all’ultimo decennio.
I risultati generali del dimensionamento sono i seguenti:
Abitanti attuali (dicembre 2012)
n. abitanti
Potenziale degli ambiti di trasformazione:
ambiti residenziali soggetti a Piano Attuativo It 0,40 mq/mq
mq 60.971,25 x 0,40 mq/mq = mq 23.739,10
mq 23.739,10 x h m 3,00= mc 71.217,29/150mc/ab
n. abitanti
mq 43.323,05 x 0,40 mq/mq = mq 17.329,22
mq 17.329,22 x h m 3,00= mc 51.987,66/150mc/ab
n. abitanti
ambiti residenziali soggetti a Convenzionamento It 0,33 mq/mq
mq 29.949,60 x 0,33 mq/mq = 9.883,37
mq 9.883,37 x h m 3,00= mc 29.650,10/150mc/ab
n. abitanti
mq 37.135,35 x 0,33 mq/mq = 12.064,49
mq 12.064,49 x h m 3,00= mc 36.193,47/150mc/ab
n. abitanti
mq 35.132,85 x 0,33 mq/mq = 11.593,84
mq 11.593,84 x h m 3,00= mc 34.781,52/150mc/ab
n. abitanti
ambiti residenziali soggetti Ristrutturazione Urbanistica It 0,40 mq/mq
mq 17.568,90 x 0,40 mq/mq = 7.027,56
mq 7.027,56 x h m 3,00= mc 21.082,68/150mc/ab
n. abitanti
Abitanti teorici
Abitanti teorici
Abitanti teorici
3.614
474,78
346,58
197,67
241,28
231,87
140,55
n. abitanti 813,00
n. abitanti 728,41
n. abitanti 719,00
Potenziale dei lotti liberi zone B2 If 0,55 mq/mq
mq 14.522,30 x 0,55 mq/mq = mq 7.987,26
mq 7.987,26 x h m 3,00= mc 23.961,78/150mc/ab
n. abitanti
Potenziale a Volumetria Definita (P.A. già convenzionati) (100mc/ab)
V.D.1 via valeriana
mc 4.094,40 attuaz. al 95% residui mc 204,72
n. abitanti
n. abitanti
V.D.2 via valeriana
mc 5.508,07 attuaz. al 90% residui mc 550,80
V.D.3 via valeriana
mc 3.936,00 attuaz. al 90% residui mc 393,60
n. abitanti
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
813,00
728,41
719,00
159,74
2,05
5,50
3,94
140
V.D.4 via valeriana
V.D.5 via gianico
V.D.6 via gianico
V.D.7 via gianico
V.D.8 via geroni
V.D.9 via geroni
V.D.10 via montec.
V.D.11 via valeriana
V.D.12 via pascoli
mc 3.504,00
mc 3.487,20
mc 1.418,40
mc 3.688,80
mc 5.307,81
mc 2.464,00
mc 2.700,00
mc 16.752,00
mc 2.700,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 100% residui mc 0,00
attuaz. al 80% residui mc 3.350,40
attuaz. al 50% residui mc 1.350,00
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
n. abitanti
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
22,33
0,00
25,43
Abitanti teorici
Potenziale residuo Ambito Turistico Ricettivo Montecampione
Residenziale mc 12.000/150mc/ab
Alberghiero mc 23.000 x 50% /150mc/ab
n. abitanti
59,25
n. abitanti
n. abitanti
80,00
77,67
Abitanti teorici
n. abitanti
156,77
TABELLA RIASSUNTIVA
AMBITI
ABITANTI TEORICI
Ambiti di Trasformazione
Lotti Liberi B2
Ambiti a Volumetria Definita (VD)
Ambito Turistico Ricettivo di Montecampione
TOTALE
813,00
728,41
719,00
159,74
59,25
156,77
1.188,76
1.104,17
1.094,76
Abitanti attuali (31 dicembre 2010) 3.614 + potenziale teorico PGT 1.189 = 4.803 abitanti
Abitanti attuali (31 dicembre 2010) 3.614 + potenziale teorico PGT 1.104 = 4.718 abitanti
Abitanti attuali (31 dicembre 2010) 3.614 + potenziale teorico PGT 1.095= 4.709 abitanti
L’analisi del potenziale teorico del PGT definito dall’incremento insediativo sopra descritto è stata
confrontata con gli obiettivi quantitativi di sviluppo stabiliti dall’art.141 delle N.T.A. del PTCP “Stima
convenzionale di consumo di suolo per fabbisogno endogeno ed esogeno”.
Le valutazioni effettuate, descritte dettagliatamente negli elaborati grafici dp8- dp9- dp10
“Dimensionamento del Piano” e relative tabelle illustrative di calcolo, prendono in esame i
seguenti aspetti:
• la situazione demografica del decennio di riferimento (2003-2012): popolazione, famiglie,
saldo naturale, componenti medi per famiglia;
• le aree non ancora attuate del PRG previgente;
• il suolo urbanizzato;
• il suolo urbanizzabile;
• il consumo di suolo previsto.
Relativamente agli ambiti produttivi il Piano propone il completamento degli ambiti esistenti
(rappresentati da mq 150.211,40 di aree edificate consolidate e da mq 5.771,35 di aree in fase di
completamento) riconfermando parte delle previsioni del PRG previgente e introducendo un
nuovo ambito di trasformazione secondo le seguenti quantità:
Ambiti produttivi in essere (soggetti a PA)
mq
/
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
141
Ambiti produttivi aggiuntivi (soggetti a PA e convenzionamento)
mq 40.198,25
Ambiti produttivi complessivi da attuare
mq 40.198,25
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
142
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Tav. dp7 Individuazione e classificazione ambiti di trasformazione – estratto
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
143
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tav dp 10 dimensionamento del piano: consumo di suolo - estratto
L’analisi riportata in tabella relativa al suolo urbanizzato-urbanizzabile merita un approfondimento
in particolare riguardo al suolo urbanizzato convenzionale di tipo turistico ricettivo posta a
Montecampione. Il rilievo geometrico delle aree sottoposte a Piano Attuativo nel previgente
strumento urbanistico presentano infatti una Superficie territoriale complessiva pari a mq
548.293,20 pari a circa il 50% del suolo urbanizzato di fondovalle. Considerata la valenza/densità
urbanistica dell’ambito montano non si ritiene opportuno valutare queste aree quale suolo
urbanizzato nel suo complesso: si propone l’applicazione di un coefficiente riduttivo del 0,62
desunto dalle volumetrie edificate/edificabili nei comparti di Montecampione-Bassinale.
Nello specifico le convenzioni sottoscritte per l’ambito turistico di Montecampione riguardano
l’attuazione di un potenziale edificatorio di complessivi mc 400.000 definiti da un Indice
edificatorio territoriale di circa 1,2 mc/mq applicabile a complessivi mq 339.941,78 (area di
pertinenza dei volumi edificati/edificabili).
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
144
SISTEMA URBANO SOVRACCOMUNALE N° 2 - VALLECAMONICA
ARTOGNE
A
B
C
D
E
popolazione popolazione
saldo
residente famiglie 2003 famiglie 2012
residente
naturale
2012
2003
3.155
3.614
1.186
1.486
51
F
componenti
per famiglia
G
H
I
famiglie
crescita
crescita
endogene endogena endogena %
L
M
crescita
crescita
esogena esogena %
N
O
crescita
esogena
media %
crescita
esogena
media
P
Q
consumo di
suolo per
urbanizzato
famiglia
PTCP
R
S
T
Endogeno
Esogeno
(verifica di
(intesa con
compatibilità
Provincia)
con PTCP)
B/D
(A+E)/F
G-C
(=>20)
(H/C)*100
D-G
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(P/D)
(Q+0,8%)*
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1.318
132
11,2
168
14,1
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50
1.285.542
865
115.316
43.255
158.571
SUOLO URBANIZZABILE COMPLESSIVO - T
163.126
-
158.571
=
4.555
suolo urbanizzabile nel 1° quinquennio (complessivo / 2)
mq
(calcolato sui 10 anni)
79.285 mq
SUOLO URBANIZZABILE DA STRALCIARE PER DIMENSIONAMENTO SUI 5 ANNI
163.126
-
79.285
=
83.840
mq
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
145
Dai dati riportati si evince che le proposte di PGT non rientrano nei parametri di riferimento dell’art.
141 del PTCP.
La discrasia è fondamentalmente attribuibile alla consistente presenza sul territorio comunale di
ambiti edificabili previsti dal Piano Regolatore Generale previgente approvato nel 1984 e
sottoposto a variante generale nell’anno 1998 che, nel corso dei passati 12 anni non hanno
trovato completa attuazione. Tali aree sono state riproposte nel Documento di Piano come ambiti
di trasformazione che, se non attivati nei prossimi 5 anni, potranno avere diversa destinazione
offrendo disponibilità ad altre aree residenziali.
Non dimentichiamo comunque che il disegno della pianificazione urbanistica si articola attraverso
diverse tipologie edificatorie: oltre all’individuazione degli ambiti di trasformazione e di
completamento il Piano interviene proponendo ed incentivando il recupero del patrimonio edilizio
in essere in particolare nei nuclei di antica formazione. L’attuazione di tale azione consentirà il
miglioramento degli standard abitativi all’interno del centro storico evitando in parte il consumo di
nuovo suolo.
La verifica circa il rapporto tra il potenziale teorico proposto dal Documento di Piano e
l’individuazione di servizi è stata effettuata all’interno del piano dei servizi cui si rimanda per un
approfondimento del tema.
confronto fra le criticità e le potenzialità emerse
I principi/obiettivi guida sopra descritti si devono direttamente confrontare con le criticità e con le
potenzialità che sono scaturite dall’analisi del quadro conoscitivo del territorio.
Questo confronto diretto fra obiettivi e criticità spesso non si conclude con la risoluzione delle
problematiche emerse: il PGT dichiara apertamente le problematiche rilevate in sede
programmatica e non risolte, e quelle derivanti dalla nuova trasformazione del suolo e oggetto di
risoluzione nel tempo.
Il Piano di Governo del Territorio è quindi costituito da una serie di strumenti non rigidi, fine a se
stessi, ma elementi dinamici in continua evoluzione con la trasformazione del territorio e con le
problematiche che in esso emergono: il PGT evolve con l’evoluzione, la modifica, la conclusione e
la nascita delle varie problematiche.
Il Processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) analizza le potenziali ricadute di ogni
singolo obiettivo dell’Amministrazione Comunale sulle varie componenti ambientali attivando al
contempo un sistema di monitoraggio che consenta un periodico controllo di quanto sta
avvenendo sul territorio comunale in fase di attuazione dei singoli obiettivi.
In particolare:
1. in sede di analisi delle richieste di trasformazione del suolo portate avanti dai singoli
cittadini, attraverso la VAS è stato possibile ponderare le potenziali problematiche che
l’accoglimento delle stesse avrebbe portato sul territorio; da queste valutazioni e
dall’analisi dei vincoli presenti è stata effettuata una selezione delle richieste stesse ed è
venuta a crearsi l’ossatura di base per la proposta di trasformazione del territorio;
2. la scelta degli ambiti di trasformazione è avvenuta valutando le potenziali criticità presenti
sul territorio; questi elementi sono esplicitati all’interno del Rapporto ambientale che
puntualmente prende in esame le problematiche implicite nella trasformazione delle aree
fornendo anche indicazione relative per un migliore inserimento del nuovo intervento sul
territorio dal punto di vista ambientale e paesistico (sistemi di scarico in fognatura,
eventuali interventi di compensazione ecologica, qualità energetica).
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
146
La VAS costituisce quindi uno strumento non solo di valutazione preliminare dei programmi
strategici, ma rende anche possibile una verifica costante delle strategie messe in atto dal PGT.
Per un’analisi approfondita delle tematiche di cui sopra si rimanda agli elaborati grafici e testuali
che costituiscono la VAS ed in particolare al Rapporto Ambientale quale documento che
racchiude le diverse fasi di lavoro e consultazione svolte.
indirizzi per la stesura del piano dei servizi, piano delle regole e piani attuativi
Indirizzi per il Piano Dei Servizi
Infrastrutture:
• limitare il traffico e la sosta di automezzi lungo le vie all’interno dei nuclei di antica
formazione attraverso:
1. la realizzazione di zone a parcheggio a corona dei nuclei stessi o all’interno del
perimetro
• rafforzare il sistema del trasporto pubblico mediante:
1. il potenziamento e la realizzazione di nuove fermate per il trasporto pubblico
2. la collocazione di aree a parcheggio in posizione strategica per creare sinergia tra il
trasporto su strada e su ferrovia;
Ambito insediativo:
• migliorare la sostenibilità ambientale e la funzionalità urbanistica attraverso:
1. la migliore manutenzione ed utilizzo delle aree e delle proprietà pubbliche;
2. l’utilizzo di occasioni come il recupero di aree dismesse o l’attuazione di Piani Esecutivi
per attuare progetti di riqualificazione urbana;
3. la migliore connessione attraverso il sistema della mobilità dei servizi presenti sul
territorio: ad esempio rendendo accessibili i servizi con percorsi ciclo-pedonali;
4. la migliore sinergia tra le diverse tipologie di trasporto locale: strada, ferrovia;
• creare ambiti con una migliore distribuzione dei servizi mediante la realizzazione su tutto il
territorio di servizi di tipo culturale, per il tempo libero, per il trasporto pubblico;
• rinnovare, recuperare e valorizzare le realtà commerciali urbane esistenti;
• migliorare l’inserimento ambientale-paesistico delle trasformazioni attraverso l’analisi della
carte condivise del paesaggio allegate alla presente programmazione: le carte
consentono di individuare i valori naturalistici e del paesaggio che sono da tutelare;
• operare per il massimo contenimento del consumo di suolo attraverso:
1. la tutela delle aree agricole
2. un migliore utilizzo delle aree già urbanizzate e dei servizi esistenti
• favorire interventi di recupero sia residenziale che produttivo;
• tutelare il patrimonio storico architettonico;
Ambito naturale:
• operare per la diminuzione del rischio di esondazione delle aree limitrofe ai corsi d’acqua
attraverso la realizzazione dei sistemi di arginatura mancanti, il miglioramento degli esistenti
e la corretta manutenzione, pulizia degli alvei;
• operare per la realizzazione di un sistema continuo di aree verdi attraverso:
1. la salvaguardia dei varchi non edificati e la realizzazione dei corridoi ecologici;
2. la creazione di connessioni tra le aree verdi interne agli abitati;
• mantenere e migliorare le aree boscate;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
147
•
•
•
•
individuare e censire le aree ad elevato valore naturalistico: attraverso la promozione di
progetti per la valorizzazione di tali aree;
tutelare e valorizzare le colture locali;
tutelare, recuperare e valorizzare il patrimonio paesistico ambientale;
tutelare, recuperare e valorizzare il patrimonio storico artistico e architettonico;
Indirizzi per il Piano delle Regole
Infrastrutture:
• contenere il traffico nei nuclei di antica formazione;
• promuovere la formulazione di indicatori per l’analisi progettuale dei nuovi interventi per
garantire un corretto inserimento ambientale degli stessi;
Ambito insediativo:
• favorire la sostenibilità ambientale e la funzionalità urbanistica;
1. dando priorità a tutti gli interventi di trasformazione con recupero del caratteri
ambientali;
2. tutelando e favorendo l’utilizzo delle aree non edificate;
• tutelare e favorire lo sviluppo dei sistemi commerciali urbani di vicinato promuovendo il
recupero urbanistico dei contesti urbani;
• garantire un corretto inserimento paesistico dei completamenti edilizi;
• favorire la riconversione delle aree dismesse;
• tutelare e valorizzare il patrimonio storico artistico architettonico mediante il censimento del
patrimonio stesso e un’attenta regolamentazione degli interventi a suo carico;
Ambito naturale:
• favorire il diffondersi di tecnologie innovative per il riscaldamento degli edifici
promuovendo l’utilizzo di fonti rinnovabili (pannelli solari, fotovoltaici);
• migliorare la rete degli elettrodotti e di altri impianti attraverso l’interramento delle reti che
interagiscono negativamente con l’ambiente urbano o con ambienti di particolare
valenza naturalistica e paesaggistica;
• controllare e contenere i rischi derivanti da attività industriali nocive mediante la verifica
della compatibilità ambientale e l’introduzione di norme restrittive per l’insediamento di
industrie a rischio;
• ridurre l’esposizione a fattori inquinanti atmosferici, acustici e da campi elettromagnetici
mediante:
1. l’aggiornamento costante della zonizzazione acustica e la verifica dei parametri
inquinanti a livello edilizio;
2. promuovere piani di risanamento acustico nelle aree critiche;
3. promuovere i controlli per la riduzione degli agenti inquinanti in atmosfera;
4. regolamentare l’installazione di fonti produttrici di onde elettromagnetiche (antenne
radio);
• migliorare la gestione dei rifiuti e la loro raccolta attraverso l’educazione ambientale e la
sensibilizzazione cittadina alla minore produzione di rifiuti;
• migliorare la gestione dei rifiuti pericolosi e/o ingombranti mediante l’ampliamento diella
piattaforma ecologica;
• contenere il rischio di esondazione attraverso l’applicazione delle norme di cui allo studio
del reticolo idrico.;
• contenere il processo di impermeabilizzazione del suolo;
• contenere il rischio geologico;
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
148
•
valorizzare gli ambiti fluviali e torrentizi come corridoi naturalistici verso il Fiume Oglio e verso
gli ambiti agricoli.
Indirizzi per gli Ambiti di Trasformazione
Ambito insediativo:
• favorire la sostenibilità ambientale e la funzionalità urbanistica:
3. dando priorità a tutti gli interventi di trasformazione con recupero del caratteri
ambientali;
4. tutelando e favorendo l’utilizzo delle aree non edificate non avulse dal contesto
urbanizzato;
• favorire lo sviluppo dei sistemi commerciali urbani di vicinato;
• garantire un corretto inserimento paesistico delle trasformazioni:
1. avendo cura della dotazione di aree verdi e della loro connessione reciproca e con
altri servizi;
2. prestando attenzione nell’inserimento del nuovo edificato nel contesto urbano (altezza
edifici, densità edilizia);
3. creando luoghi polifunzionali: residenza, attrezzature collettive, commerciali, tempo
libero;
• favorire la riconversione delle aree dismesse;
• contenere il consumo di suolo libero attraverso la riqualificazione degli ambiti urbani non
costruiti a contorno dell’edificato, piantumazione delle aree residuali, miglioramento della
fruizione degli spazi liberi.
Ambito naturale:
• favorire il diffondersi di tecnologie innovative per il riscaldamento degli edifici
promuovendo l’utilizzo di fonti rinnovabili (pannelli solari e fotovoltaici);
• migliorare la rete degli elettrodotti e di altri impianti attraverso l’interramento delle reti che
interagiscono negativamente con l’ambiente urbano o con ambienti di particolare
valenza naturalistica e paesaggistica;
• ridurre l’esposizione a fattori inquinanti atmosferici, acustici, da campi elettromagnetici
mediante la promozione di una corretta progettazione architettonica dei nuovi edifici;
• favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi attraverso il recupero di elementi
visivi propri del paesaggio agrario locale (filari, siepi, macchie boscate, terrazzamenti).
Dalla trattazione effettuata risulta evidente che le politiche di Governo del Territorio richiedono
interventi molto complessi attuabili solo attraverso la sinergia di più figure amministrative:
l’attuazione del programma riguarda infatti il settore economico, sociale, urbanistico, ambiente,
sport e tempo libero, agricoltura.
Molti interventi richiedono inoltre la collaborazione dei vari enti e delle varie amministrazioni a
livello sovraccomunale e intercomunale.
L’attuazione di tali politiche avverrà a breve e medio termine secondo gli schemi espressi
dall’Amministrazione pubblica anche mediante accordi di programma, progetti sovraccomunali e
attraverso l’approvazione dei Programmi triennali delle opere pubbliche.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
149
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contenuti
L’elaborato dp11 “Tavola delle Previsioni di Piano” rappresenta graficamente e complessivamente
le politiche di sviluppo che l’Amministrazione Comunale intende attuare sul proprio territorio
attraverso la trasformazione dei suoli. In particolare sulla tavola in esame vengono analizzate le
seguenti tematiche:
IL CONFINE COMUNALE: al fine di individuare chiaramente l’ambito territoriale oggetto di
pianificazione viene evidenziato con una campitura specifica il confine comunale. In fase
ricognitiva dalle planimetrie catastali sono emerse alcune incongruenze nel tracciato che sono
state adeguate al confine definito dal rilievo aerofotogrammetrico.
GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE: si rappresentano sulla tavola gli ambiti soggetti a trasformazione
urbanistica di tipo residenziale, produttivo e per servizi.
Ad una rappresentazione generica che individua, nelle tavole di Documento di Piano, il solo
perimetro degli ambiti di trasformazione, corrisponde, all’interno delle Norme Tecniche di
Attuazione, specifica e puntuale trattazione: ogni Piano attuativo e ambito di trasformazione è
oggetto di approfondimento attraverso una scheda di analisi che ne definisce i parametri
urbanistico edilizi, prescrizioni per la progettazione, raccomandazioni di carattere paesistico
ambientale.
IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO: IL NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE, GLI AMBITI RESIDENZIALI,
TURISTICO-RICETTIVI E PRODUTTIVI. Attento e dettagliato è stato il lavoro di rilievo e schedatura delle
realtà edificate e non, presenti nei nuclei di antica formazione. Il Piano delle Regole utilizza tale
rilievo per valutare ed analizzare la consistenza del patrimonio abitativo storico proponendo
specifiche Norme Tecniche di Attuazione finalizzate alla tutela, alla valorizzazione ed alla
promozione del recupero degli edifici.
Il PGT conferma le aree di completamento comprese negli ambiti urbanizzati sia di tipo
residenziale che produttivo e turistico ricettivo.
Relativamente agli ambiti agricoli il PGT conferma l’individuazione di un’area di rispetto
dell’abitato a corona dell’edificato che, pur mantenendo la valenza agricola non prevede la
nuova edificazione di strutture produttive.
LE AREE ADIBITE E SERVIZI ED IMPIANTI TECNOLOGICI. La tavola di riferimento rappresenta nel
complesso le aree esistenti e di progetto destinate a servizi. Le realtà attualmente in essere nel
comune sono state dettagliatamente rilevate e catalogate in specifiche schede dal Piano dei
Servizi che ne valuta la consistenza non solo in merito agli aspetti dimensionali ma, anche e
soprattutto, il peso qualitativo. Detta analisi costituisce l’ossatura per la valutazione fatta dal Piano
stesso circa le carenze e le future necessità di servizi da individuare sul territorio.
LE AREE DESTINATE ALL’AGRICOLTURA e AREE AGRICOLE DI RILEVANZA PAESAGGISTICA
La definizione delle aree destinate all’agricoltura e delle aree di rilevanza paesistica a conduzione
agricola è stata effettuata analizzando più aspetti:
• i caratteri fisici dei suoli, i caratteri ambientali e paesaggistici nonché il valore agroforestale
degli stessi.
Il sistema agricolo forestale comunale interessa la maggior parte del territorio, ed è caratterizzato
dalla rilevanza delle superfici forestali.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
150
Il sistema agricolo risulta incentrato principalmente sulla zootecnia anche se le aree coltivate a
foraggio hanno visto negli anni una progressiva diminuzione a causa del minore numero di attività
di allevamento.
La porzione a bosco, che va ad invadere la aree precedentemente coltivate, è caratterizzata da
conifere nelle quote più elevate e da latifoglie nelle aree più temperate. Prevalgono sui versanti di
bassa quota i faggeti ed i castagneti per la cui coltivazione si assiste ad un interesse rinnovato. Le
aree un tempo coltivate a vigneto sono oggi interessate da alcuni frutteti ma si rilevano anche
nuove coltivazioni a vite in particolare sui versanti meglio esposti al soleggia mento.
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
151
Dp11 Le previsioni di piano - estratto
LA RETE ECOLOGICA COMUNALE: la tavola rappresenta in modo schematico gli elementi di Rete
Ecologica presenti sul territorio comunale quali: corridoi, zone di riqualificazione ecologica,
elementi di criticità, aree di supporto. Nello specifico la tavola delle Previsioni di Piano recepisce le
indicazioni operative proposte per l’attuazione della REC.
I VINCOLI E LE CLASSI DI FATTIBILITÀ GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA: la tavola di sintesi
recepisce la vincolistica derivante dallo studio geologico idrogeologico e sismico rappresentando i
limiti delle classi di fattibilità geologica, le aree di rispetto del reticolo idrico principale e minore, le
classi di fattibilità sismica, e ne verifica la coerenza con la programmazione urbanistica del Piano.
LE AREE A RISCHIO DI COMPROMISSIONE E DEGRADO, A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE ED A
RISCHIO ARCHEOLOGICO: non si rilevano sul territorio comunale aree a rischio di compromissione e
degrado: in fase di ricognizione sono stati individuati ambiti in situazioni di degrado che sono
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
152
risultati coincidenti con cantieri edili aperti. Lo stato di degrado è risultato quindi di tipo
temporaneo. Non sono state individuate attività a rischio di incidente rilevante o a rischio
archeologico.
VISUALIZZAZIONE SINTETICA E FUNZIONALE DELLE PRINCIPALI AZIONI STRATEGICHE DI PIANO.
La tavola delle previsioni di piano identifica le principali azioni strategiche del PGT: all’interno del
Piano dei servizi e del Piano delle Regole, gli elaborati grafici e testuali focalizzano la propria
attenzione sugli obiettivi generali enunciati dal Documento di Piano proponendo obiettivi ed azioni
specifici secondo la specifica competenza. Si rimanda quindi a detti elaborati per un
approfondimento delle previsioni trattate in modo macroscopico nella tavola delle Previsioni di
piano.
I tecnici estensori
esine, gennaio 2014
Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
153
Allegato tavola dp 8a-b
Dimensionamento del Piano: superfici e dimensionamento ambiti
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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa”
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