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La corsa
Le prove
L’areonautica
BATTAGLIN
VINCE A OROPA
IN RIMONTA
A MONTECARLO
LA MERCEDES
A TUTTO GAS
IL PAESE SPICCA
IL VOLO
PER... PASSIONE
A PAGINA 15
MORO A PAGINA 15
Reuters
Losport
9
771660 968900
GAA 6600 LOCARNO –– N. 20
20
Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.– / € 1,35)
SCHIRA ALLE PAGINE 18 e 19
La società
Domenica
25 maggio 2014
Per lei non c’è
più la crisi
di mezza età
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Settimanale di attualità, politica, sport e cultura
Anno XVI • Numero 20
TORREFAZIONE
DI CAFFÈ
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SALEMI A PAGINA 21
L’analisi/1
L’ottava votazione
dell’Europa
sarà la più difficile
LUIGI BONANATE
D
iamo a Cesare quel che è di
Cesare: nel suo insieme,
l’Unione Europea rappresenta il più alto risultato dell’ingegneria politologica della storia.
Mai nessun altro così ampio progetto di tipo costituzionalistico,
costruito a tavolino sulla base di alcune ipotesi ideali, ha potuto vedere la luce, anche se c’è voluto più
di mezzo secolo per realizzarlo.
Ma si potrebbe anche dire che l’Ue
è un fallimento, che non ha realizzato i suoi programmi, che non ha
saputo far crescere la democrazia
all’interno dei suoi (attualmente
28) Stati-membri, che non è riuscita a incidere sulla vita internazionale ed è stata incapace di dirimere le grandi crisi mondiali.
segue a pagina 35
L’analisi/2
L’India di Modi
convince le Borse
L’opinione
LORETTA NAPOLEONI
Il costo della giustizia
non ferma i criminali
M
L’analisi/3
MICHEL VENTURELLI *
P
iù 56% in quattro anni! Stiamo parlando dei furti con scasso nelle abitazioni; reati che fanno molta paura ai
cittadini, soprattutto a quelli più vulnerabili. Ma la quantità non è tutto. Anche dal
punto di vista qualitativo ci troviamo confrontati con una tipologia di aggressori
molto determinati. “Che ti entrano in casa
quando ci sei anche tu”.
segue a pagina 3
La cronaca
Mentre l’Ente ospedaliero mette le mani nel privato
La Svizzera affronta
il maccartismo Usa
Dall’Expo
alla Carige,
il malaffare
porta in Ticino
Il Plrt vuole che CHANTAL TAUXE
la Svizzera esca
dalle black list
ei discorsi ufficiali, gli
italiane.
Stati Uniti erano solitaE manda
Davide Enderlin
mente descritti come
a trattare
“Repubblica sorella”. Abbiamo
con i magistrati
in comune il sistema bicameraa Genova.
Ti-Press
N
le, il potere degli Stati, la convinzione di essere un “popolo eletto” e il sentimento che, in materia di democrazia, siamo un faro
mondiale.
Nella vita reale, tutti sanno
che un fratello o una sorella non
sono per forza sempre teneri nei
nostri confronti. Anzi, possono
mostrarsi impietosi. È certamente quello che siamo portati
a pensare dopo la multa da 2,5
miliardi di franchi che la giustizia americana ha inflitto a Credit
Suisse. Come dice il proverbio, gli
amici si scelgono, la famiglia no.
segue a pagina 11
Il reportage
L’inchiesta
Reuters
Il pizzino
entre l’Europa va al voto
domandandosi se la democrazia ancora funziona e se non sarebbe opportuno riformare l’unione politico-economica costruita nel dopoguerra,
dall’India, una nazione emergente dove vivono un miliardo e 250
milioni di persone, ci arriva la
conferma che il processo democratico ancora è il migliore.
Nel Paese delle caste, un uomo comune, Narenda Modi, con
la passione di far politica vera, e
cioè in nome del popolo, ha messo K.O. una delle più importante
dinastie politiche asiatiche.
segue a pagina 13
Forse per l’epatite C al Civico
una siringa utilizzata più volte
Per le “garotas”
problemi e sogni
da Mondiale
SPIGNESI A PAGINA 7
GUENZI ALLE PAGINE 8, 9 e 25
BIZZARRI ALLE PAGINE 36 e 37
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
3
I Comuni
L’inchiesta
Diverse soluzioni per affrontare il crimine ad Ascona, Lugano e Coldrerio
Le telecamere o le ronde,
non c’è una ricetta unica
“Serve un Osservatorio
sulla criminalità
per vincere la paura”
L
CITTÀ SICURA
Il bilancio di Lugano
anche quest’anno è
positivo, è una delle
città svizzere
in assoluto più sicure
oro il disagio della gente lo avvertono quasi in
tempo reale. Avvertono la paura, l’insicurezza, registrano quando si inceppa il senso di fiducia con le istituzioni. “Però alla fine io credo non
si debba esagerare. Certi fenomeni vanno analizzati e affrontati nella maniera giusta, senza ingigantirli”, spiega Tiziano Broggini, municipale di
Ascona con delega alla sicurezza, che recentemente ha dovuto fare i conti con l’ultima, la terza, clamorosa rapina ad
una nota gioielleria. “Studi, centri
d’analisi, strategie vanno bene se
ci aiutano poi concretamente a
dare più sicurezza al nostro territorio - dice Broggini -. Per questo
quando sento proposte come
quelle fatte in Gran Consiglio io
sono sempre un po’ diffidente. Bisogna vedere poi bene i contenuti”. Secondo Broggini, il Ticino è
una realtà particolare, diversa dalle altre della Confederazione:
“Nella lotta alla criminalità, ad
esempio, abbiamo più punti in
comune con la Lombardia che
non con gli altri cantoni”. Ad Ascona si è puntato anche sulla videosorveglianza: “È un sistema di
prevenzione - aggiunge il municipale - che riteniamo valido. Ma
non il solo”.
La videosorveglianza funziona molto bene a Lugano che negli anni è risultata
ai primi posti tra le città svizzere in fatto di sicurezza. “Siamo orgogliosi di questo risultato. Ma mai
mollare neppure di un millimetro”, avverte il municipale Michele Bertini, delegato alla polizia. “Quello che ho notato, però, è che la gente apprezza il lavoro dei nostri agenti, quando li vede per strada,
durante i controlli, percepisce ciò come un segna-
Nuovi mezzi per combattere furti e rapine,
così la politica risponde all’allarme sociale
C
’è un senso di insicurezza percepito
e un valore di sicurezza reale. Due
facce della stessa medaglia di un fenomeno, quello della criminalità, che che
ha spinto le forze politiche a chiedere nuovi strumenti per combattere la grande e
piccola delinquenza. Nuovi mezzi come
un Osservatorio sulla criminalità che valuti scientificamente la portata reale dei rischi, che offra soluzioni per neutralizzarli
REATI CONTRO IL PATRIMONIO IN TICINO, al 10.02.2014
Totale
patrimonio
16.000-
Furto
(senza veicoli)
Furto
del veicolo
preventivamente, evitando anche scelte
legate all’emotività di una percezione distorta della sicurezza. Sino a oggi in parlamento sono state presentate tre differenti
mozioni per chiedere un Osservatorio sulla criminalità. Una soluzione che per il governo non è attualmente sostenibile finanziariamente, né nelle competenze del dipartimento Istituzioni, semmai l’Osservatorio potrebbe crearlo l’Università.
FURTI IN TICINO, furto di veicoli escluso, al 10.02.2014
RAPINE IN TICINO, al 10.02.2014
Furto con introduzione furtiva 38.9%
Arma affilata/appuntita 21.3%
Altro furto 18.9%
Arma da fuoco 8.8%
Furto con scasso
di/fuori/dentro un veicolo 19.2%
Strumento sconosciuto
8.000Furto con destrezza 11.4%
Danneggiam.
senza furto
Furto con scippo 0.2%
Furto
con scasso
Furto con borseggio 8.5%
8.0002009
Furto con taccheggio 2.9%
2010
2011
2012
1
IL MONITORAGGIO
Proposto dal Ps, dall’Udc e dai
Verdi, l’Osservatorio dovrebbe
monitorare la situazione,
stuadiarla, prevedere i rischi e
offrire alla polizia e alla politica
soluzioni rapide
2
3
4
LA VIDEOSORVEGLIANZA
È uno degli strumenti più usati dai
Comuni.Se collegato a una sala
operativa consente i controlli in
tempo reale. Se le telecamere
registrano e basta ha grossi limiti
POLIZIA UNICA
È una delle proposte su cui si è
discusso di più. Dipartimento,
municipi e polizie comunali sono
su posizioni differenti. In altri
cantoni il Corpo unico è una realtà
GRUPPI MISTI
A Ginevra è operativa una
pattuglia francese e svizzera per
contrastrare la criminalità
trasfrontaliera, molto simile a
quella presente in Ticino
MAURO SPIGNESI
N
Altri reati contro il patrimonio 3.2%
6.3%
Truffa
Danneggiamento con furto 23.1%
Minaccia verbale 1.3%
Danneggiamento senza furto 12.4%
Violenza fisica 53.8%
Rapina 0.5%
Arma contundente/bianca 2.9%
Furto del veicolo 7.4%
on ci sono soltanto le rapine clamorose
come quelle, recenti, di Ascona. Ci sono
anche i furti nelle case che suscitano parecchio allarme e alimentano le statistiche sul crimine. E per certi versi più devastanti nella percezione comune delle irruzioni nelle gioiellerie, perché provocano un senso di insicurezza generale, di vulnerabilità, e che scuotono psicologicamente le famiglie colpite nell’intimo della propria abitazione. “Anche per questo noi anni fa abbiamo proposto di istituire un Osservatorio sulla criminalità - spiega Pelin Kandemir Bordoli, capogruppo
socialista in Gran consiglio -. Oggi, davanti a una società sempre più complessa, che con la globalizzazione deve fare i conti con dinamiche nuove, con processi originati dalla crisi economica come la disoccupazione e le sacche di povertà, abbiamo la necessità
di dare risposte serie sottraendole all’emotività del
momento”. Quella del Ps è una richiesta presentata
anni fa al governo, alla quale sono seguite quella dei
Verdi (giugno 2011) e di Orlando Del Don dell’Udc
(ottobre 2012). Il governo, il 20 maggio scorso, ha risposto con un lungo rapporto in cui ricorda tutte le
politiche per la sicurezza sinora adottate, e nelle conclusioni spiega che “la creazione esplicita di uno strumento come quello dell’Osservatorio, inteso come
struttura da aggiungersi a quanto esistente, potrà per
contro essere considerata unicamente nell’ipotesi di
un sostanziale risanamento delle casse dello Stato”. In
pratica, non ci sono soldi. Ma il Consiglio di Stato dice
anche che una struttura del genere potrebbe essere
realizzata nell’ambito della ricerca accademica, ossia
dall’Università.
Intanto, però, resta il problema di un’attenta valutazione della criminalità e della differenza tra la sicurezza reale e quella percepita dai cittadini. Tant’è che
proprio il governo, rispondendo stavolta a una interrogazione di Del Don sull’emergenza criminalità in
Ticino, nega che ci sia una tale emergenza. E, a proposito della “criminalità di frontiera”, avverte che
“contribuisce ad accrescere la percezione soggettiva
Tre proposte in Gran Consiglio per uscire dalla
spirale di un diffuso sentimento di timore
e per contrastare meglio la delinquenza
dinate. Altro punto importante è un accordo con le
autorità italiane sulla falsariga di quello sottoscritto a
Ginevra con la Francia, da cui è nata la Bom (Brigata
operativa mista), che da marzo vede lavorare poliziotti svizzeri e francesi fianco a fianco contro la delinquenza transfrontaliera.
La criminalità è diventata più spavalda e la popolazione ha più paura. Ma la risposta deve essere equilibrata, come si sottolinea nel “manifesto” conclusivo
del Forum europeo per la sicurezza urbana (Efus),
che raggruppa 300 città che si scambiano informazioni sulle strategie di prevenzione. L’Efus ricorda le
risposte da dare agli allarmi sociali e avverte: “Nell’immediato una risposta di tipo autoritario offre a
chi la pone in essere il vantaggio della visibilità. A lungo termine questo approccio ha costi sociali ed economici molto seri e mette a repentaglio i nostri diritti
e le nostre libertà”.
[email protected]
Q@maurospignesi
I Cantoni
L’opinione
*MICHEL VENTURELLI, criminologo
Il costo della giustizia e la sicurezza
segue dalla prima pagina
F
initi i bei tempi quando gli scenari di criminalità diffusa concernevano prostituzione e stupefacenti. Adesso nessuno è al riparo; il sentimento d’insicurezza cresce e la qualità di vita del cittadino irrimediabilmente ne risente. Gli scenari di criminalità diffusa nascono e si sviluppano quando i principi
della teoria della prevenzione generale – certezza, severità e celerità della pena –
non sono onorati e il rapporto rischi/benefici generato dal comportamento illecito è molto basso. In sintesi: a delinquere ci sono pochi rischi e tanti guadagni.
Questi scenari difficilmente possono essere contrastati solo con le politiche
di controllo sociale oggi in auge; se queste politiche da sole fossero efficaci, non
ci ritroveremmo oggi in uno scenario di questo tipo. Il principale motivo per il
quale le metodologie di controllo da sempre in vigore – principalmente quelle repressive - ora fanno cilecca è da ricercare anche
nei costi. La repressione è un’ottima strategia finché è economicamente sostenibile; se è ottima solo in teoria, da sola non va più
bene.
L‘intero apparato cantonale della giustizia – polizia,
magistratura, carceri – costa più di 200milioni di franchi, ai
quali vanno aggiunti i costi delle polizie comunali. Risultato? Il ministro Gobbi e il comandante della polizia Cocchi vogliono più agenti,
il procuratore generale Noseda presenta 21000 ore di straordinari, le galere sono
sempre al limite della capienza… e l’indice d’insicurezza della popolazione sembra essere alle stelle. Insistere solo sulla repressione in questa situazione richiederebbe talmente tante risorse da compromettere il normale funzionamento
dello Stato su più livelli. Non dimentichiamoci che nella seconda metà degli anni
’90, nella New York della tolleranza zero, la sola polizia costava 4 volte l’intero sistema sanitario della città.
Ma non disperiamoci! Chi conosce il Forum europeo per la sicurezza urbana
sa che da 30 anni ci sono oltre 300 città - da Igea Marina a Città del Messico - che
si sono messe in rete e fanno ricerche, si scambiano opinioni ed esperienze su
problemi della devianza. Fra i vari esperti del Forum c’è Irwin Waller, fondatore
del CentronuNU. Professore di criminologia ad Ottawa, in uno dei suoi libri (Less
Law, More Order: The Truth about Reducing Crime) Waller calcola che se si investisse in prevenzione - intesa anche come riduzione del danno - il 10% di quello che si spende in repressione, avremmo risultati migliori spendendo la metà.
Cose dell’altro mondo… Purtroppo!
2.9%
Altre armi 7.5%
Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013
che da vecchio poliziotto, io credo che la prevenzione
in Ticino si faccia, anche con incontri nelle scuole e
serate di sensibilizzazioni della popolazione. Non so
se un Osservatorio o un centro di analisi, siano strumenti capaci, ad esempio, di spezzare i flussi dalla
Svizzera interna o dai Paesi vicini, come l’Italia, delle
bande criminali che arrivano da noi”.
Certo è che oggi contro la criminalità bisogna giocare d’anticipo. I Verdi tempo fa avevano racchiuso in
cinque punti la loro strategia per aumentare il livello
di sicurezza. Cominciando con lo snellire leprocedure amministrative in modo di avere più agenti in campo e sviluppando una piattaforma informativa per
condividere le attività di tutti i servizi sul territorio
(dalla polcantonale alle comunali passando per la
polizia ferroviaria e le guardie di confine). E poi, ancora, istituire l’Osservatorio della criminalità per un’
analisi che aiuti a formulare azioni di contrasto coor-
colpi nelle case ha lanciato appelli e battuto tutte le
strade. “Alla fine, quasi per disperazione, abbiamo
deciso di organizzare delle ronde che sono finite
ad aprile - racconta Crivelli - e i furti sono calati.
Non so, onestamente, se questa diminuzione dipenda direttamente dalle ronde. Certo, però, le
ronde hanno creato un tam tam mediatico, magari, chi lo sa?, ha tenuto alla larga i ladri. Di sicuro
hanno avuto un effetto psicologico, si sono rilevate
un segnale positivo per i cittadini”. E un segnale,
potrebbe anche essere l’iniziativa parlamentare
del gran consigliere Luca Pagani, Ppd, per concedere la deducibilità fiscale alle famiglie che investono in un nuovo impianto d’allarme. Un po’ come si fa già a Novazzano dove il Comune offre un
sussidio a chi acquista o amplia il sistema di sorveglianza della propria abitazione.
m.sp.
Abuso di un impianto
per l’elaborazione di dati 0.8%
Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013
di insicurezza nella popolazione, generando un malsano clima di paura che deve essere evitato”.
Evitato, come? “Il senso di insicurezza - notaKandemir - è molto soggettivo, nasce da un disagio che
può aver vissuto un conoscente che ha subito un furto o una rapina. E non sempre si vive nella dimensione giusta. Ma noi come istituzioni abbiamo la responsabilità di andare oltre e farci carico di trovare
strategie equilibrate e adeguate. Ecco perché serve
un Osservatorio che ci offra conoscenze complessive
e suggerisca programmi scientifici, non dettati dalle
paure immediate o dalla rabbia del momento, altrimenti non si va lontano”. Perché la criminalità è una
minaccia pure all’equilibrio sociale e orienta verso
scelte politiche non sempre adeguate e aderenti alla
realtà.
“È necessario intercettare e disinnescare i nuovi
pericoli puntando soprattutto sulla prevenzione”, sottolinea Orlando del Don, che ribadisce la sua richiesta di istituire un Osservatorio di criminologia: “Ma
vedo che il governo non ha evidentemente interesse
ad approcci diversi da quelli consueti. Qui non si tratta di spendere nuovi soldi, di aumentare il numero
dei poliziotti, ma di mettere insieme le forze e le intelligenze per contrastare la criminalità condividendo
informazioni, strategie e analisi”. Secondo Del Don,
poi, il fenomeno è diventato ancora più preoccupante perché comincia a interessare le fasce più giovani:
“E su certi tipi di devianza non si può improvvisare,
occorre studiarli attentamente invece di andare a
tentoni o di metterci una pezza quando la situazione
è sfuggita di mano”.
Il problema oggi resta quello di un maggiore controllo sociale, di politiche per la sicurezza sostenibili
economicamente, visto che quelle adottate sino a oggi, e basate soprattutto sulla repressione, al di là dei risultati, sono risultate piuttosto costose. Le ricette in
campo sono tante. Per Giorgio Galusero, granconsigliere del Plrt, che ha rilanciato la necessità di riorganizzare la polizia in Ticino bisogna puntare innanzitutto su un corpo unico: “Far cadere gli staccati tra
polizie comunali e cantonale consentirebbe un controllo del territorio più ampio. Per il resto, e lo dico an-
Bertini: “Siamo una delle città
svizzere più sicure, ma la fiducia
si crea andando sul territorio”
REATI CONTRO IL PATRIMONIO, al 10.02.2014
2013
Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013
le positivo. Capisce che si sta facendo qualcosa per
la città e i suoi cittadini. Detto questo, Osservatori,
nuove strategie e nuovi strumenti sono sempre
benvenuti. Soprattutto in una grande città come
Lugano che mette insieme realtà sociali e dimensioni urbane diverse. A patto che venga rispettato
un concetto chiave: è meglio agire invece di reagire. Ed è quello che dovrebbe fare un serio programma di prevenzione”.
Dalla città più grande del cantone a una piccola realtà come Coldrerio, chiamata questo inverno
a rispondere a una lunga catena di furti. “Servono
agenti per strada, ma servono soprattutto certezze:
la repressione deve avere un senso, chi sbaglia deve pagarne le conseguenze”, spiega Franco Crivelli,
municipale responsabile della polizia nella cittadina del Mendrisiotto. Coldrerio, dopo una raffica di
MASSIMO SCHIRA
A
fine gennaio, il canton Ticino poteva contare su 588
agenti nella polizia cantonale e altri 281 suddivisi nei 33
corpi di polizia comunale. In totale, a garantire la sicurezza della
popolazione, 869 agenti, ossia 1
ogni 387 abitanti. Troppo pochi?
Oppure troppi, visto che la media
nazionale è stabile a quota 1
agente ogni 464 abitanti?
Sempre osservando le statistiche, emerge che un cantone che
condivide problemi di frontiera
comuni a quelli del Ticino come
Ginevra - seppur con dimensioni
diverse - ha un rapporto agentiabitanti del tutto simile a quello
ticinese, con 1 poliziotto ogni 337
abitanti. “Ginevra è un cantone
particolare, perché ha innanzitutto 100 km di frontiera con la Francia e soli 10 circa con il resto dei
cantoni svizzeri - spiega al Caffè
Pierre Maudet, consigliere di Stato a Ginevra e membro della conferenza intercantonale dei direttori dei dipartimenti di Giustizia e
polizia - Non va poi dimenticata
la forte presenza di organizzazioni internazionali e dell’aeroporto.
Due settori che occupano parecchio le forze dell’ordine e di cui altri cantoni non hanno bisogno.
Detto ciò, la nuova legge prevede
un rapporto di 42 agenti ogni
10mila abitanti contro l’attuale
numero di 30”.
Furto (senza veicoli) 49.7%
Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013
Da Ginevra al Ticino, il bisogno di un migliore rapporto con le istituzioni
“Prima di aumentare
il numero di agenti
serve riorganizzare”
Anche in Ticino, a medio ter- di polizia, che non andrà a sostimine, i progetti in discussione tuire agenti formati, ma costituirà
prevedono un incremento delle certamente un contributo ad una
forze di polizia. Ad esempio, maggiore sorveglianza a favore
l’idea - da sempre al centro di po- della sicurezza della popolazione.
lemiche - di creare un corpo uni- “L’insufficienza di effettivi è un fenomeno generaco è basata su
le in Svizzera una
crescita
sottolinea Pierre
piuttosto sensiMaudet -. A Gibile del numero
nevrala riforma
degli agenti sul
che sta pian piaterritorio.
no entrando in
Lo sottolinea
vigore in collaanche la Comborazione con la
missione della
politica di lotta al
gestione del parcrimine del Milamento in un
nistero pubblico,
suo rapporto al- PIERRE MAUDET
però, mostra già
l’inizio 2014: “La Consigliere di Stato a Ginevra
dati confortanti.
polizia
unica
permetterebbe di avere oltre Con una diminuzione della cri1.100 agenti operativi, con una minalità nel 2012, tendenza conrafforzata e moderna presenza fermata anche nel 2013”.
D’altra parte, in Ticino a lavosul territorio”. Senza dimenticare
che, alle porte, c’è pure l’introdu- rare direttamente o indirettamenzione della figura dell’assistente te per la sicurezza ci sono anche
altre forze. In primo luogo le guardie di confine, 309 attualmente
per la “Regione IV”, ossia il Ticino,
e in crescita di 6 unità dopo la decisione del Consiglio federale per
i prossimi anni. Ma anche gli
agenti privati, circa 1.100, che sono impiegati da una sessantina di
società specializzate in questo genere di servizi. Il che significa che,
alla base, un’organizzazione precisa e coordinata sarebbe il primo
passo verso una migliore gestione
della sicurezza e della lotta alla
criminalità.
Organizzazione ed aumento
degli effettivi vanno di pari passo,
nota Maudet: “ Il Consiglio di Stato ginevrino, ad esempio, non
avrebbe mai potuto concepire un
numero maggiore di poliziotti, se
non avesse preventivamente riorganizzato il settore. In primo luogo, e non è un dettaglio di poco
conto, identificando tutti quei
compiti finora assicurati dalle forze dell’ordine, ma che possono
essere gestiti dal personale amministrativo. D’altronde, il maggior numero di effettivi dovrà anche permettere agli agenti di non
occuparsi solo dei criminali, ma
anche di sostenere quella gran
parte della popolazione che non
commette reati. È questo il nuovo
compito che è stato affidato alla
polizia ginevrina: proteggere e
servire la popolazione”.
[email protected]
Q@MassimoSchira
21/2014
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IL CAFFÈ
25 maggio 2014
5
mondo
LE
MAPPE
In Belgio
Attentato antisemita
tre morti a Bruxelles
LUIGI
BONANATE
Questa guerra
che uccide
anche medici
e giornalisti
È di tre morti e un ferito grave il bilancio
delle vittime di un attentato avvenuto ieri, sabato, nei pressi della sinagoga di Bruxelles. A sparare sarebbero state due persone arrivate a bordo di un’Audi nei pressi del museo ebraico in
Rue des Minimes, nel quartiere centrale del Sablon. Secondo la stampa online belga i due uomini sarebbero entrati nel museo ebraico sparando all’impazzata prima di darsi alla fuga. Alcuni testimoni, però, avrebbero annotato il numero di targa del veicolo. Secondo La Dernière
Heure una persona sospetta, con possibili collegamenti con l’attentato antisemita, sarebbe già
stata fermata. Sia il premier belga, Elio di Rupo,
che il ministro degli Esteri Didier Reynders - che
si trovava alla vigilia delle elezioni europee nello stesso quartiere della capitale teatro dell’attentato - si sono detti profondamente “scioccati” dall’accaduto.
Reuters
ALLE URNE
Manifesti elettorali in una
strada de Il Cairo, per
le elezioni presidenziali
In Egitto si celebrano le inte elezioni
Vittoria scontata dell’ex generale Sisi, gli altri candidati solo comparse
Se le presidenziali egiziane del
26 e 27 maggio fossero una commedia di Shakespeare sarebbero
sicuramente “Molto rumore per
nulla”. I ritratti del suo protagonista indiscusso, il comandante
Abdel Fattah al Sisi, spopolano
nelle bancarelle egiziane. Bandiere e manifesti appesi ovunque sono una scenografia accurata il cui risultato finale è uno:
l’onnipresenza del suo volto. Sisi
è già dato vincente da tutti i sondaggi e gode di un appoggio istituzionale indiscusso. Perché
quindi mobilitare tutte queste risorse quando il risultato è scontato?
Nei mesi di campagna elettorale, l’ex-generale ha optato per
incontri elitari a porte chiuse, ad
eccezione di qualche diretta skype su maxi-schermo per la folla.
“Non voglio che Sisi appaia in
pubblico, la sua vità è in pericolo”, dice Asmaa, una sua sostenitrice. “Per lui - commenta Michele Dunne del Carnegie Endowment for International Peace - non è conveniente presentare un programma che potrebbe
ritorcerglisi contro”. Il mito dell’inavvicinabile padre della patria è infarcito di un nazionalismo in puro stile nasseriano: Sisi
ha l’appoggio delle Forze armate, unica istituzione forte del
Paese che ha il monopolio sul
40% del Pil egiziano.
Non a caso la maggioranza
dei businessmen ha investito
nella sua campagna, aspettandosi un ritorno negli anni a venire. E presentarsi come alternativa a Sisi non è semplice. Lo sa
bene Hamdeen Sabbahi, il candidato nasserista-liberale, unico
sfidante in corsa e il solo ad essersi ripresentato dalle presidenziali del 2012. I suoi vecchi
sfidanti sono stati cooptati, come Amr Moussa e Ahmed Shafiq; imprigionati, come Mohammed Morsi; o relegati in un angolo, come l’islamista Aboul Fotouh. Sabbahi, “l’uomo della rivoluzione”, parla di istruzione e
sanità ai contadini nei suoi viaggi per il Paese, l’unico modo di
bypassare la censura delle tv
private che non l’hanno mai
mandato in onda, nonostante
esista una legge per la par condicio. “Questo Paese non funziona
perché i rivoluzionari non sono
Bastava un plebiscito,
ma così la deposizione
di Morsi si sarebbe
rivelata un autentico
colpo di Stato
mai arrivati al potere”, dice Sabbahi a Il Caffè. Ma il prezzo da
pagare per essere l’opposizione
istituzionale è alto: ad agosto
Sabbahi ha aderito alla road
map tracciata dai militari, segue
la retorica anti-terrorismo di Sisi
e ha annunciato che in caso di
perdita lo sosterrà.
“Scegliere fra due candidati
non è la condizione ideale per
una democrazia - spiega Nader
Bakkar, portavoce del partito salafita Nour - ma siamo in una situazione eccezionale, se vogliamo stabilità dobbiamo scegliere
un uomo con esperienza di governo come Sisi”. Tarek Radwan
dell’Atlantic Council, però, commenta: “I salafiti in questo momento sono tenuti con le spalle
al muro dall’intelligence e non
non hanno altra scelta per sopravvivere”. Per i cristiani “il supporto iniziale è andato a Sisi - dice il vescovo Boutros di Miniya ma i nostri fedeli sono liberi di
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COSTANZA SPOCCI
e GIULIA BERTOLUZZI
Zeer News dal Cairo
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votare anche Sabbahi dato che
non si discosta troppo dalle sue
linee”. Sarebbe forse bastato un
plebiscito per incoronare Sisi,
ma l’establishment ha optato per
le elezioni. Diversamente, infatti, la deposizione dell’ex–presidente Morsi si rivelerebbe un
colpo di Stato, avallando la tesi
dell’Alleanza anti-golpe. I Fratelli musulmani ne risultano così i
grandi perdenti. Boicotteranno il
voto, ma non abbandonano
l’idea di rientrare nell’arena politica, preparandosi a correre come candidati indipendenti alle
prossime parlamentari.
Il canovaccio è dunque pronto e in platea c’è un popolo stravolto dalla crisi economica e da
tre anni di rivolte. La società egiziana non è mai stata divisa come ora, la forbice sociale si allarga così come il distacco tra la
nuova e la vecchia e generazione, intenzionata a riprendersi la
poltrona. In un panorama mediatico di berlusconiana memoria, gli spazi di critica sono
scomparsi anche dalla strada, in
cui l’entusiasmo della rivoluzione degenera in un clima di paura
e repressione orwelliana. Il dissenso è punito con il carcere, il
linciaggio e addirittura con la
morte. Se da una parte il dissenso della Fratellanza è violentemente represso, i giovani secolari incontrano un destino simile,
in tanti cercano l’esilio o si rinchiudono in un autismo forzato.
“È un gioco di emozioni”, dice Tarek Radwan, di un popolo
spinto a temere il fantasma di
una guerra civile o di un conflitto
interconfessionale.
Ma facciamo un passo indietro. Febbraio 2013. Piazza Tahrir
da nido rivoluzionario era diventato un covo dei servizi d’intelligence militare tra cui “The
Bob”. Con tanto di pistola alla
mano già ci diceva: “Stiamo organizzando qualcosa di grosso,
tra qualche mese rimetteremo
una giunta militare che guidi il
Paese fino a nuove elezioni”.
Questo a dimostrare che, forse,
un cambiamento rispetto al vecchio regime Mubarak c’è: quello
di temere la piazza egiziana e di
doverla gestire dall’interno. E
dopo averla assillata che le presidenziali del 2012 hanno portato al colossale fallimento di Morsi, ora va convinta a voler ristabilire l’ordine e la sicurezza, tornando al regime com’è sempre
stato.
La società non è mai
stata così divisa, la
forbice sociale si
allarga con il distacco
tra vecchi e giovani
Intanto che Emergency,
l’organizzazione volontaria
e non-profit di soccorso medico alle vittime di guerra (e
di altre calamità), compie
20 anni, in Siria Assad ordina ai suoi soldati di bombardare gli ospedali di
Homs, terza più importante
città siriana. Questo come
sfregio e vendetta per la riconquista di una delle cittàsimbolo della lotta contro il
regime dittatoriale. Emergency ha curato 6 milioni di
persone in 16 Stati. Ma fa un
lavoro che non dovrebbe
esistere, perché il soccorso
a feriti, malati e urgenze improvvise dovrebbe toccare
agli Stati, alle istituzioni
pubbliche che a ciò sono
preposte.
L’impegno di Gino Strada, il fondatore, e dei suoi
collaboratori è dunque tanto più ammirevole perché si
svolge al di fuori di tutti
quei sistemi di protezione e
di sostegno di cui possono
godere le strutture ufficiali.
E non diremo neppure della
difficoltà di raccogliere fondi per sostenere un’impresa
gratuita (e pericolosa) come
la loro... Ma tutto ciò è in fondo inutile se
non si capisce
che si dovrebbe
intervenire per
evitare
una violenza insopportabile di cui
invece nessuno si occupa.
Non dovrebbero poter convivere realtà così paradossalmente intrecciate: Assad
bombarda gli ospedali ed
Emergency corre a curare
feriti e ammalati (tutti sappiamo in quanti altri casi
Emergency sia intervenuta,
primo tra tutti l’Afghanistan).
E noi, la società internazionale, assistiamo a tutto
ciò senza batter ciglio. Applaudiamo l’attività di Strada (sebbene ci infastidisca
quel suo modo di chiamarci
in correità con questi mali
che non fermiamo), e nello
stesso tempo pubblichiamo
le fotografie dei morti e dei
feriti di Homs, per puro dovere di cronaca. Una cronaca che costa ogni anno la
morte di quasi 100 giornalisti e fotoreporter di guerra.
Ma per che cosa muoiono i
giornalisti? E perché i medici di Emergency rischiano
ogni giorno la pelle? Per informarci, gli uni, di quel che
succede nel mondo, e per
salvare il salvabile dal male
già fatto, i secondi. È evidente che, in termini morali, la cosa non ha senso: gli
uni distruggono e gli altri
aggiustano, in un circolo vizioso irrefrenabile. Anche se
per ora è difficilissimo fermare Assad, non per questo
si può far finta di nulla.
Che cosa è l’opinione
pubblica se non l’unico soggetto che può orientare
l’azione politica? Non possiamo rinunciare a questa
funzione, perché altrimenti
la politica ci abbandonerebbe e potrebbe compiere
ogni misfatto senza temere
alcun controllo democratico.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
6
attualità
Ti-Press
La
storia
Marta Brambilla conosce quattro
lingue, fa la traduttrice. Fin da
bambina si è portata dietro un
sogno affascinante: lasciare tutto
all’improvviso e partire. Oggi, a
34 anni, ha deciso che era arrivato
il momento. In sella alla sua moto
percorrerà, da sola, oltre 16mila
chilometri. Sino al Giappone
“La mia lunga corsa
verso la libertà
da Vacallo a Tokyo”
MAURO SPIGNESI
S
In una lezione il sogno
della Linea Transiberiana
Brambilla ha inserito nel suo
itinerario Vladivostok, al confine
con la Cina e Corea del Nord. È
il capolinea della Transiberiana,
ne aveva sentito parlare,
affascinata, in una lezione del
suo docente di matematica.
Sopra, la traduttrice durante
alcuni dei suoi viaggi in moto
istemando i vecchi ricordi rimasti immobili per anni in uno scatolone, ha trovato un foglio che
aveva battuto con la macchina
da scrivere quando era bambina. C’erano i suoi desideri per il
futuro. Uno di questi era avere
l’ufficio a casa. Quel sogno Marta Brambilla, 34 anni e una laurea in lingue, l’ha esaudito. Ma
le era rimasto un altro desiderio:
mollare tutto così, all’improvviso, in un punto impreciso della
sua vita, salire in sella alla sua
moto e partire lontano. Dall’altra parte del mondo. Il primo
giugno anche questo
secondo desiderio la
traduttrice lo realizzerà: “salperà” da casa sua, a Vacallo, e
arriverà sino al
Giappone. “Su Google ho calcolato il
percorso sino a Vladivostok, la cittadina
russa sul Pacifico
dove termina la mitica ferrovia Transiberiana, poi mi imbarcherò sul traghetto
per il Giappone, sono circa 16.500 chilometri”, racconta
Marta mentre con
un pennarello segna
il percorso su una
carta geografica.
In realtà il suo
vero sogno da bambina era un altro. “A
tredici anni - ricorda
- volevo arrivare sino
a Capo Nord. Ero affascinata da quel
luogo, volevo vivere
un lungo viaggio in
solitaria. Però, si sa,
la vita spesso va da
un’altra parte. E così
io ho sempre studiato, sono stata precisa, metodica, mi sono mantenuta facendo traduzioni
che mi sono state richieste da aziende internazionali. Conosco l’inglese, il tedesco, il giapponese e anche un
po’ di russo. Grazie a internet mi
inviavano i testi via email e io li
rispedivo una volta tradotti senza muovermi da casa”. Poi, dopo
che s’è spezzato un rapporto
sentimentale di oltre dieci anni,
ecco il colpo sull’acceleratore.
“Avevo bisogno di un reset, di
IN SELLA
Marta Brambilla pronta alla
partenza accanto alla sua
Ténéré Yamaha 660 del 2008
Il viaggio
La partenza
La tappa
In salita
A Capo nord
Il capolinea
GERMANIA
COPENAGHEN
OSLO
BODØ
VLADIVOSTOK
Marta Brambilla
partirà da Vacallo,
attraverserà la
Confederazione per
poi arrivare in
Germania, dove
farà la prima tappa
Dalla Germania il
viaggio riprenderà
verso nord,
chilometri e
chilometri, sino a
giungere a
Copenaghen
Dalla Danimarca, la
traduttrice ticinese
in sella alla sua
Ténéré giungerà a
Oslo, in Norveglia e
poi a Mandale e a
Bergen
Da Bodø, a questo
punto, l’itinerario
previsto punta a
Capo Nord. E poi,
finalmente, la rotta
andrà a sud sino a
San Pietroburgo
Con la moto
Brambilla
attraverserà la
Russia passando
da Irkutsk e
raggiungerà la città
di Vladivostok
azzerare e ripartire, di liberare le
scorie di anni e anni di lavoro e
vita sociale. E ho pensato fosse
giunto il momento di andare”,
dice Marta, che sta pensando
agli ultimi dettagli prima dare
gas alla sua Ténéré Yamaha 660
del 2008, che ha fatto mettere a
punto in modo da reggere il lungo percorso. “È stato mio padre
Augusto a trasmettermi la passione per la moto, è stato lui a
regalarmi i primi due scooter. E
da lui ho probabilmente ereditato anche la passione per l’avventura. Quando ero bambina
d’estate gli veniva voglia di far le
vacanze in Inghilterra, mi caricava sull’auto e partivamo per
Londra. Il senso di libertà e di
autonomia, invece, penso
d’averlo ereditato da mia nonna.
È qualcosa che viene da lontano. Il viaggio, mi sono resa conto
da adulta, è l’espressione di
quello che sono”.
Non se lo immagina come
“Non ho programmi,
né ho prenotato hotel,
l’unica precauzione è
un dispositivo simile
a un satellitare”
sarà questo viaggio, Marta
Brambilla. E neppure vuole immaginarlo, ha deciso di lasciare
aperta la porta della fantasia e
così sarà quel che sarà. Con la
strada che scorre via sotto le
gomme per migliaia di chilometri ‘On the Road’, come Jack Kerouac, ma la sua Route 66 sarà
un’altra: da Vacallo a Copenaghen, poi la risalita lungo la
Norvegia sino a Capo Nord. E
giù sino a San Pietroburgo per
poi attraversare la Russia. “Arriverò a Vladivostok che non è
una tappa a caso - precisa-. Un
mio insegnante di matematica
delle medie, grande viaggiatore,
in classe aveva parlato della ferrovia Transiberiana. L’idea di
percorrere questa linea, mi è rimasto dentro. E visto che Vladivostok è il capolinea della Transiberiana allora l’ho inserita nel
mio itinerario. Per il resto andrò
avanti senza pensare al tempo,
fermandomi dove voglio e dove
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IL RACCONTO
DELLA
REALTÀ
Anonymous
COME FU CHE UN
TUNISINO SPOSÒ
UNA TICINESE
Andrea Vitali
LE PAROLE
DEL 2013
Autori
vari
SAPORI
E MITI
Carolina
Cenni
APPUNTI
DI VIAGGIO
Giò
Rezzonico
lo riterrò più opportuno. Non ho
appuntamenti, non ho prenotato hotel, e l’unica scadenza è il
27 agosto, quando dovrò imbarcarmi sul traghetto. Per dormire
penso di utilizzare il couchsurfing, il sistema di scambio di appartamenti e letti che ho già
sperimentato ospitando delle
persone a casa mia a Vacallo
con ottimi risultati. Il mio sarà
un viaggio low cost, con un rischio assolutamente calcolato”.
Certo, dietro ogni curva, in
un viaggio così lungo potrebbe
celarsi una insidia. Ma Marta
Brambilla non si è fatta scoraggiare. “Ho parlato molto con altre persone che hanno realizzato viaggi come il mio, sono andata a trovare vicino a Nantes,
dove vive, Didier, un ragazzo
che è stato in viaggio per 92 giorni. Non mi spaventa arrivare sino a Capo Nord, né attraversare
la Siberia, anche se so davvero
poco di questa immensa regione dicui si parla tanto e si vedono immagini spettacolari. Però
conosco le lingue, e dunque non
avrò problemi a farmi capire. So
adattarmi, ed è un vantaggio. A
scanso di pericoli, però, porterò
con me un sistema di sicurezza
che si chiama Spot, un localizzatore Gps che all’occorrenza lancia un allarme via sms, oppure
trasforma il tuo cellulare in dispositivo satellitare”.
“Quanto resterò in Giappone? Non lo so. Ho studiato giapponese, sono sempre stata attratta dalle arti marziali, dalla
storia e dalla cultura di questo
Paese. E poi non ho legami, né
figli, non ho responsabilità di lavoro visto che sono una freelance, non ho scadenze. E dunque
vedrò. Magari poi mi stancherò
di mangiare sushi mattina e sera, salirò in sella alla mia moto e
farò rotta verso la Svizzera”.
Quello che invece Marta Brambilla vorrebbe fare è un diario di
viaggio, magari online e in tempo reale per coinvolgere tutti i
suoi amici o anche semplici conoscenti in questa avventura. Il
primo passo lo ha fatto realizzando un blog, dove ha postato
una poesia di Charles Baudelaire, Le voyage: “Ma i veri viaggiatori partono per partire; cuori
leggeri s’allontanano come palloni e al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere
perché, sempre dicono: andiamo!”
[email protected]
Q@maurospignesi
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
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Mancava dalla fine degli anni
Quaranta un ticinese alla guida
della Società svizzera di chirurgia.
Ora tocca al 58enne primario
all’Ospedale regionale di Lugano
guidare gli olte 1.300 colleghi per
i prossimi due anni.
Il deputato leghista domanda al
governo quanti furbi frontalieri
“infortunati” in Ticino lavorano
invece in Italia. Peccato che non
domandi anche quanti lavoratori
d’oltre confine in questi anni hanno
perso la vita sul posto di lavoro.
7
Lo scandalo
BANCHE
E MALAFFARE
Davide Enderlin;
sotto, l’area
dell’Expo di
Milano; a sinistra,
la sede Ubs di
Monaco e in
basso la banca
Carige di Genova
Alberghi, tangenti
e truffe, il malaffare
si gestisce in Ticino
Gli intrecci tra business e soldi sporchi
dall’inchiesta Expo al caso Enderlin
Davanti al giudice delle indagini preliminari di Genova ha
detto d’aver lavorato rispettando le leggi. Di aver fatto solo
“operazioni legittime, registrate
sia in Italia che in Svizzera ed effettuate su mandato professionale”. Ma intanto il nome di Davide Enderlin, avvocato e consigliere comunale plr a Lugano,
arrestato giovedì scorso in Italia,
per lo scandalo che ha travolto
la Banca Carige, affiora anche
nelle carte di un’ altra inchiesta:
quella del Madoff della Bocconi,
Alberto Micalizzi, accusato di
un raggiro da mezzo milione di
dollari. Enderlin, per questa vicenda, non è però indagato. Lo è
invece nell’inchiesta Carige,
con l’ accusa di riciclaggio “per
avere effettuato trasferimenti di
denaro proveniente da truffa”.
Ma ieri, sabato, durante un’ora e
mezza d’interrogatorio, l’avvocato ticinese ha respinto le accuse: “Non conoscevo l’origine
dei soldi che mi sono stati affidati, ho solo fatto da intermediario”. Intermediazione che,
dopo le tangenti Expo e il caso
Micalizzi, il Madoff milanese, riporta la piazza finanziaria di Lugano al centro del malaffare italiano.
Davide Enderlin, nella stanza riservata agli interrogatori del
carcere di Marassi, dove si trova
rinchiuso da giovedì scorso, ha
risposto a tutte le domande del
giudice Nicola Piacente. “Crediamo abbia chiarito la sua posizione”, ha detto l’avvocato milanese Giordano Balossi che difende Enderlin insieme al collega Alessio Bernardini. Balossi ha
aggiunto: “Il mio cliente è pronto a fornire tutti i documenti,
che si trovano nel suo studio di
Lugano”. Enderlin si è dunque
detto pronto a dimostrare che
L’allarme
lui con lo scandalo Carige e con
l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio, che ha portato agli arresti
altre sei persone, tra banchieri,
uomini d’affari e imprenditori
italiani, non c’entra nulla. Il giudice Piacente, dopo l’interrogatorio di garanzia, si è riservato di
decidere sulla richiesta di scar-
cerazione. Enderlin, durante
l’interrogatorio, ha detto di avere conosciuto gli altri due accusati principali Giovanni Alberto
Berneschi, ex presidente di Banca Carige, solo il 14 gennaio
scorso e di aver incontrato Ferdinando Menconi, ex amministratore delegato di Carige Vita
Nuova, il ramo assicurativo del-
la banca, soltanto due volte.
Secondo l’accusa Enderlin,
che da almeno sei anni era nel
mirino della magistratura italiana, come risulta dall’inchiesta,
ha pure spiegato di avere solo
agito da intermediario per la
compravendita dell’hotel Holiday Inn a Lugano. Secondo la
Procura di Genova, invece, l’ac-
I fatti
1
L’ARRESTO
Davide Enderlin, 42
anni, consigliere
comunale Plrt e
presidente della
Pallavolo Lugano è
stato arrestato in
Italia per la truffa alla
Banca Carige
L’indagine
2
L’ACCUSA
Enderlin, secondo
l’accusa, dal 2009 in
poi avrebbe gestito
una serie di società
per “schermare”
l’identità di due
dirigenti di Carige
coinvolti nella truffa
3
I SOLDI
Per i magistrati italiani
i soldi delle vendite di
alcuni immobili, tra
cui l’Holiday Hinn di
Lugano, sarebbero il
provento di una
truffa. Da qui l’accusa
di riciclaggio
4
I VERSAMENTI
Per l’acquisto
dell’hotel arrivano
nello studio di
Enderlin tre tranche
di versamenti da 6,
5.7 e 4 milioni di
euro, beneficiaria la
società Lascafive Sa
Il nome del legale luganese e di un altro arrestato nel procedimento per un raggiro milionario
La relazione con il Madoff della Bocconi
DUE VICENDE
SCOTTANTI
Due vicende
giudiziarie che
portano, e
s’incrociano,
sulla piazza
luganese
Il suo nome spunta a pagina 58 dell’ordinanza di custodia cautelare per
Alberto Micalizzi, il Madoff della Bocconi, firmata dal giudice delle indagini
preliminari di Milano, Stefania Pepe. E
si parla, come nell’inchiesta sulla Carige, di una società lussemburghese, legata in qualche modo allo studio di
Davide Enderlin, che però non è indagato.
Stavolta i magistrati mettono in luce una serie di passaggi di azioni, tra
Micalizzi e l’avvocato luganese Z. W.
coinvolto nell’inchiesta, e il cui beneficiario, secondo l’accusa, sarebbe Ernesto Cavallini, l’imprenditore arrestato insieme a Enderlin per la vicenda
della Banca Carige e accusato di avere
effettuato “artificiose operazioni im-
mobiliari e finanziarie”. Cavallini viene
poi indicato come “dominus di un variegato arcipelago di società finanziarie e immobiliari con sede nei paradisi
fiscali”. Dunque un intreccio di interessi e prestazioni professionali tra Lugano, il Lussemburgo, Londra e perfino
banche giapponesi.
I magistrati milanesi che indagano
sulla gigantesca frode messa in piedi
da Micalizzi, spiegano nell’ordinanza:
“si evince che Davide Enderlin è un
professionista elvetico che cura gli interessi di Ernesto Cavallini, soggetto risultato in stretti rapporti d’affari - di
natura illecita - con Micalizzi”. Inoltre,
Micalizzi ha registrato nel suo computer, nei contatti di posta elettronica, il
nome Davide Enderlin unendolo a
quello di Cavallini tra parentesi. Questo, evidentemente, per sottolineare il
rapporto fra i due. Sempre nell’ordinanza si ricorda che Cavallini è “implicato”, nelle operazioni immobiliari della Carige.
Ma il nome di Davide Enderlin, già
socio di Lele Mora nell’avventura del
Grotto Caprino, è venuto fuori anche
in due recenti clamorosi fallimenti in
Ticino: quello della Ed. Im. Suisse, di
cui era presidente e della Pramac. Per
quest’ultimo avvenuto nel 2012, con
un passivo di 144 milioni di franchi,
l’avvocato risulta indagato. Inoltre, come riporta il Sole 24 ore, Enderlin è
stato nel cda della Burani Designer
Holding Nv, la società olandese della
casa di moda poi fallita.
quisto dell’hotel sarebbe servito
per trasferire circa 21 milioni in
Svizzera a favore di Menconi,
Berneschi e altri, attraverso costi gonfiati e un sofisticato meccanismo di passaggi su società
estere.
Quella su Enderlin è solo
l’ultima inchiesta di una catena
di malaffare che dall’Italia ha
sconfinato in Ticino, contribuendo a scrivere nuovi capitoli
di quel romanzo criminale che
riserva periodicamente devastanti colpi di scena per la piazza finanziaria luganese. Lo
scandalo che ha travolto i vertici della Carige è stato infatti
preceduto da quello legato agli
appalti e alle tangenti per l’Expo, con cassaforte a Lugano, e
dall’arresto di Alberto Micalizzi,
l’ex professore della Bocconi di
Milano che s’era trasformato in
finanziere d’assalto sulla falsariga dell’americano Bernard Madoff, ideatore della più grande
frode di tutti i tempi. Come Madoff, Micalizzi aveva messo in
piedi un sistema di investimenti
su diversi mercati. E per farlo,
secondo l’accusa, sarebbe stato
aiutato da un avvocato di Lugano che in Italia risulta irreperibile. Si tratta, come si legge
nell’ordinanza della magistratura milanese e come ampiamente riportato dalla stampa italiana, dell’avvocato Z. W. con il
presunto ruolo - perché l’accusa
della Procura è ancora tutta da
dimostrare - di “amministratore
di plurime società estere utilizzate per la realizzazione degli illeciti”. Per il legale, si legge a pagina 168 dell’ordine d’accusa firmato dal giudice Stefania Pepe,
è stato sollecitato l’arresto. Nella frode 6 milioni di euro sono
stati persi dalla banca Ubs, sede
di Monaco.
m.sp.
La tecnologia in automobile aiuta... i ladri
Disturbatori elettronici per rubare i veicoli senza forzare le portiere
Avrà pure semplificato la
vita agli automobilisti, ma la
tecnologia aiuta anche... i ladri. Soprattutto quella più sofisticata, quella dei circuiti di
un apparecchio che consente
di rubare le auto, con chiusura
elettronica a distanza, senza
più forzare le portiere con cacciaviti o chiavi false. Diversi
apparecchi del genere sono
stati sequestrati settimane fa
in Romandia. E a Zurigo, come
ha costatato la polizia, hanno
consentito ai ladri di portarsi
via molte vetture.
Il congegno, simile a una
scatoletta nera con un piccolo
display alla base e un’antenna,
costa circa 300 franchi. In Svizzera, così come nei Paesi
dell’Unione europea, è vietato
dalla legge. “Oltre a disagi agli
utenti dello spettro radioelettrico, il loro impiego può compromettere gravemente la sicurezza, ostacolando ad esempio le
chiamate d’emergenza a pompieri, polizia e medici”, ha avvertito l’Ufficio federale delle comunicazioni a Berna. E, sempre
all’Ufcom, hanno aggiunto: “La
legge sulle telecomunicazioni
equipara il loro utilizzo a un’interferenza deliberata dello spettro radioelettrico e può punirlo
con una multa fino a 100mila
franchi”.
Ma come sempre i divieti si
possono aggirare con internet.
In Rete ci sono diversi shop online che vendono l’apparecchio e
lo recapitano a casa in un pacchetto anonimo. Si tratta, come
quando il proprietario dell’auto
attiva il comando per bloccare
elettronicamente le portiere, le
interferenze annullano il segnale. L’automobile resta aperta, il
ladro salta a bordo e si allontana
indisturbato, oppure porta via
La polizia ha già
sequestrato decine
di apparecchi vietati
in Svizzera, ma che
si acquistano sul web
spiegano le istruzioni, di un disturbatore di onde radio, che in
pratica inibisce con raggio da 4 a
10 metri il funzionamento di una
serie di congegni che trasmettono segnali. Come, ad esempio, le
chiavi che con click chiudono le
auto a distanza. I ladri si piazzano accanto ai parcheggi e una
volta che vedono un automobilista allontanarsi fanno entrare in
azione il loro apparecchio, così
tutto ciò che trova nell’abitacolo.
Questo sistema viene usato
frequentemente in Francia e le
assicurazioni sono riluttanti a
rimborsare perché manca un
presupposto indispensabile: l’ef-
frazione. Per questo diverse
associazioni di automobilisti,
come il Touring Club, che nella sua rivista ha dedicato ampio spazio a questo aggeggio,
consigliano di assicurarsi
sempre che gli sportelli siano
davvero chiusi. E non basta
solo il click della serratura, ma
bisogna proprio controllare
l’avvenuta chiusura.
C’è da aggiungere che i furti di veicoli nella statistica della polizia cantonale ticinese risultano oltre mille, ma quelli
veri sono circa 132. Parte sono
i cosiddetti furti d’uso (macchine prese in una cittadina e
ritrovate poi in un altro cantone), o vetture fatte sparire per
incassare l’assicurazione.
m.sp.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
9
attualità
1
IL CONTAGIO
Mercoledì scorso la notizia di un
grave caso di contagio di epatite c
al Civico di Lugano durante le
procedure di preparazione per una
tac. Quattro i pazienti infettati lo
scorso 19 dicembre
2
3
4
5
TIMORI INGIUSTIFICATI
Timori ingiustificati per il medico
cantonale, Giorgio Merlani, che
pronto tranquillizza la popolazione.
Un caso rarissimo, dice,che non
comporta rischi per altri pazienti
LA MAGISTRATURA
È stata aperta un'inchiesta,
coordinata dal procuratore
generale John Noseda; dovrà
accertare l'eventuale esistenza di
responsabilità penali nell'accaduto
GLI ALTRI PAZIENTI
Dopo aver identificato l’origine del
problema, il Civico ha contattato e
informato gli altri pazienti che
avevano fatto la tac quello stesso
giorno; saranno curati
LE VERIFICHE
Merlani assicura che sono stati
visionati tutti gli esami degli ultimi
12 mesi, oltre 40mila e confrontati
con tutti i casi di epatite segnalati.
Non ne sono emersi altri
Il grave contagio da epatite C al Civico
nella fase preparatoria per la cardio Tac
PATRIZIA GUENZI
Che ci sia stata una gravissima negligenza è fuor di dubbio.
Tant’è che la magistratura ha
aperto un’inchiesta (coordinata
dal procuratore generale John
Noseda) per accertare come sia
stato possibile che quattro persone, in un solo giorno – il 19 dicembre scorso - siano state infettate dall’epatite C al Civico di Lugano ricevendo in vena il “liquido di contrasto” per effettuare
una cardio Tac. Un’indagine clinica tra le più comuni per verificare lo stato delle coronarie. E
per l’infezione si sospetta dell’uso improprio di una siringa.
La cosa è così grave e delicata – non meno del clamoroso taglio per errore della gamba sana
avvenuto nel 2001, sempre al Civico - che, dopo le prime ufficiali ed imbarazzate informazioni
dei giorni scorsi, sia alla direzione dell’ospedale di Lugano sia al
vertice del Cardiocentro, si preferisce non commentare né fornire ulteriori dettagli sull’incresciosa vicenda. Tutti rimandano
al “medico cantonale”, Giorgio
Merlani, che ieri, sabato, era però irraggiungibile telefonicamente.
Il direttore dell’ospedale Civico di Lugano, Luca Jelmoni, si
limita a dichiarare che sul grave
incidente l’unico a poter rilasciare dichiarazioni è Giorgio
Merlani. Stessa frase, con comprensibile imbarazzo, ripete il
dottor Tiziano Moccetti, diretto-
L’Ente gestirà una risonanza magnetica in un centro privato
Radiologi con lunga esperienza
contattati dal Caffè confermano:
“Sono kit rigorosamente monouso”
Se lo
stafilococco
torna
a far paura,
è allarme
infezioni
A PAGINA 25
prelievo dal dispenser prima e
l’immissione in vena poi del liquido di contrasto sono tutte
monouso. Utilizzare la stessa siringa per sbaglio è dunque impossibile. Radiologi con lunga
esperienza in Ticino, contattati
dal Caffè ma che preferiscono
mantenere l’anonimato, confermano: “Si tratta di kit rigorosamente monouso, contenenti
l’ago, una sorta di sondino e il liquido”.
In tutte le strutture sanitarie
del cantone o quantomeno nelle principali, così pare stando
ad una nostra rapida indagine,
solitamente si utilizza la stessa
strumentazione e quindi lo
stesso materiale. Le procedure
sono o dovrebbero dunque essere identiche. Ma veniamo ora
all’operazione che precede l’immissione in vena del liquido di
contrasto, quella che, stando ad
alcune informazioni qualificate
raccolte dal Caffè, potrebbe
spiegare l’accaduto. Ovvero.
Prima di iniettare il contrasto, l’operatore sanitario deve
sempre verificare se la “via” è
adeguatamente aperta. Spiega-
L’ESAME
La cardio tac
è un esame
non invasivo
e di routine,
utile per
verificare lo
stato delle
coronarie
paziente e la infila nuovamente
nella sacca di Nacl, quella da
un litro, per aspirare un’altra
piccola dose di cloruro di sodio.
Ecco come, ipotizzando che
il paziente in questione fosse
affetto dall’epatite C, avrebbe
causato l’infezione a catena.
Ovviamente, il paziente non sapeva di essere ammalato, oppure qualcosa nell’informazione tra quest’ultimo e il personale sanitario non ha funzionato.
[email protected]
Q@PatriziaGuenzi
no gli esperti: con una siringa si
immette nella vena del paziente
una piccola dose di cloruro di
sodio (Nacl). Un liquido, questo, che nel caso in questione
potrebbe essere stato prelevato
non da un dispenser monouso,
bensì da una sorta di sacca da
un litro, quindi utilizzabile per
più pazienti visto che ne occorrono pochissimi centilitri alla
volta. Tuttavia, questa operazione, semplice e di routine, capita che debba essere ripetuta:
l’operatore sanitario toglie
quindi la siringa dal braccio del
3
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33 -hb
dico che aprirà sopra la stazione
di Lugano non è una prima in
Svizzera. Già se ne conta qualcuno nella Svizzera tedesca, se non
proprio all’interno dell’area della stazione, comunque nelle immediate vicinanze. Ciò per rendere più agevole l’arrivo di pazienti
provenienti da lontano. “Una posizione strategica”, sottolinea
Jelmoni.
La
nuova
struttura di Lugano appartiene agli stessi
proprietari del
Centromedico
di Corso San
Gottardo
a
Chiasso, una
ventina di medici , in totale una trentina di impiegati. “La proprietà è la stessa:
Pds Medical Sa - conferma il direttore amministrativo Mario
Casati -. A Lugano il centro sarà
una copia esatta di quello di
Chiasso, ovviamente gestito da
un altro team di medici, infermieri e assistenti”.
Pubblico e privato da qualche tempo sembrano andare
d’amore e d’accordo. È recente
l’annuncio di una futura collaborazione per ostetricia, neonatologia e ginecologia tra Eoc e le
cliniche Santa Chiara di Locarno
e Sant’Anna di Lugano. Si intende così razionalizzare stutture,
servizi e specialisti. Un primo
passo è concentrare l’attività degli attuali sei centri di ostetricia
del cantone, quattro pubblici e
due privati, che non hanno una
sufficiente casistica per garantire
qualità ed economicità. Ostetricia, neonatologia e ginecologia
sono solo un primo step di una
futura collaborazione tra Eoc e
istituti privati. Con il tempo si
potrebbero sviluppare ulteriori
collaborazioni. Come, ad esempio, la gestione di sofisticate apparecchiature di proprietà privata.
p.g.
Poliambulatorio sui binari
in collaborazione con l’Eoc
re e fondatore del Cardiocentro,
struttura che evidentemente
usufruisce della cardio Tac del
Civico per i propri pazienti. In
realtà, una cardio Tac non è
nient’altro che un normale apparecchio Tac, in grado di effettuare pure questo tipo di esame
alle coronarie.
Negli ambienti sanitari del
cantone c’è sorpresa e imbarazzo. Tutti, ma proprio tutti, sostengono che nella procedura di
preparazione per l’immissione
in vena del “liquido di contrasto” l’errore umano è praticamente impossibile. C’è però un
passo precedente... Ma andiamo
con ordine.
Dunque, le siringhe per il
La salute
La sanità pubblica s’insinua
nel privato. L’Ente ospedaliero
cantonale (Eoc) inizia una nuova
collaborazione con una struttura
privata. A luglio aprirà i battenti
un poliambulatorio, sopra la stazione ferroviaria di Lugano, che
garantirà ai propri
pazienti
un’offerta sanitaria a 360 gradi
e in una posizione strategica
per l’agevole accessibilità ai pazienti che possono arrivare in
treno. Il poliambulatorio
avrà anche un
apparecchio
per la risonanza
magnetica gestito - e qui sta la
novità - dall’Eoc
e dai suoi radiologi.
L’iniziativa, inutile dirlo, farà
storcere il naso a quelle cliniche
private che possiedono un apparecchio per la risonanza magnetica. “Non se ne sentiva davvero
la necessità, mi sembra un’assurdità - osserva critico il dottor Sebastiano Martinoli, chirurgo alla
Moncucco -. In Ticino già ce n’è
un numero esagerato”. Luca Jelmoni, direttore dell’ospedale regionale di Lugano replica pronto:
“A Lugano abbiamo una grande
attività legata al Neurocentro,
con una necessità importante di
risonanze magnetiche - spiega -.
Attualmente abbiamo una lista
d’attesa di sei settimane per i pazienti ambulatoriali. Non mi
sembra uno standard accettabile
per il nostro sistema sanitario”.
In sostanza, l’Eoc ha fatto leva sulla clausola del bisogno e ha
ottenuto l’approvazione del
Consiglio di Stato. “È una procedura obbligatoria nel caso di
macchinari costosi, lo prevede la
legge dell’Ente - precisa Jelmoni
-. Una commissione dà un preavviso favorevole e l’ok finale lo deve dare il Governo”. Ma è proprio
sul concetto di bisogno che Martinoli ha qualche perplessità:
“Solo nel Sottoceneri ce ne sono
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6 di risonanze magnetiche - sottolinea -, una all’ospedale di
Mendrisio, due al Civico, una alla
clinica Moncucco, una al Sant’Anna di Lugano e un’altra all’Ars Medica di Gravesano. Mi
sembrano più che sufficienti”.
Senza contare quella all’ospedale di Locarno e di Bellinzona.
“Collaborare, ad esempio, con la
clinica Moncucco non era possibile, non ci sono gli spazi adatti
alle necessità dei nostri pazienti
di neurologia”, osserva Jelmoni.
Tuttavia, in tempi in cui la parola
d’ordine nella sanità è risparmiare, mal si comprende il motivo di
aggiungere ulteriori “occasioni”
di spesa. “L’installazione della risonanza magnetica è uno dei
principali responsabili del continuo lievitare dei costi della salute
– nota critico Martinoli -, è un
apparecchio che quando c’è vie-
ne adoperato, c’è tanto di letteratura medica che conferma tutto
ciò. Un dispendio economico
non indifferente”.
“Concretamente- aggiunge
Martinoli - si tratta di un modo
per fare soldi, fino ad ora le risonanze vengono ancora rimborsate abbondantemente dalle
casse malati; ma sono carissime,
si va dai 400 agli 800-1000 franchi
per esame”. Il nuovo centro me-
Ti-Press
I fatti
Pazienti infettati,
forse una siringa
usata più volte
DA LUGLIO A LUGANO
Il primo luglio aprirà i battenti
sopra la stazione Ffs di Lugano
un nuovo centro medico,
un poliambulatorio privato
Ti-Press
Il caso
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
10
politica
Le strategie
Christian Vitta
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Capogruppo in pa
Nicola Pini
Vice presidente Plrt
Carla Spezia
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Sindaco di Loca
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Ignazio Cassis
Alain Scherrer
Consigliere nazionale
Municipale a Locarno
Nicola Pini
Vice presidente Plrt
Possibili, ma...
La loro candidatura allo stat
o attuale sembra difficile
Giacomo Garzoli
Deputato in parlamento
Rocco Catta
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Presidente Plrt
Nicola Pini
Giovanna Masoni
Vice presidente Plrt
Vice sindaco di Lugano
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Segretaria e l’innovazione
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In sei per la poltrona di Laura Sadis
Il girotondo nel partito dopo il vuoto per la rinuncia del ministro plrt
T
anto è il disordine in casa Plrt, tanto più
la situazione è eccellente, avrebbe detto
il vecchio Mao. L’uscita di scena “inattesa” , seppur provocata, del ministro Laura Sadis apre scenari insoliti nel partito
liberal-radicale. Con il presidente Rocco Cattaneo
che deve allestire una “rivoluzionaria” lista di “rinnovamento” in grado di contrastare la Lega, partendo da zero ministri. Incolpato a torto o a ragione di aver “fatto fuori” Sadis, ha solo una possibilità
di riscatto: riconquistare il secondo seggio.
Ma bisogna partire dalla poltrona che era stata
conquistata da Sadis, in contrapposizione a Marina Masoni nel 2007, per delineare il tourbillon di
aggiustamenti elettorali che stanno agitando il Plrt.
Si sono già tirati fuori dai giochi Michele Bertini,
giovane municipale luganese, e Giovanna Viscardi,
neo presidente della sezione plrt di Lugano. Due i
candidati possibili nel Sottoceneri: Giovanna Masoni e Ignazio Cassis. L’elezione in governo della vice sindaco di Lugano vendicherebbe “senza colpo
ferire” la sorella Marina. Ma si tratta di un’opzione
difficilmente digeribile di radicali del Sopracenerina che la subirebbe come una perfida nemesi storica. Masoni lascerebbe il posto in municipio a Roberto Badaracco. Più promettente per il Plrt sarebbe la candidatura del consigliere nazionale Ignazio
Cassis, che nel 2011 fu protagonista di un’elezione
brillante per Berna: 33 mila preferenze. Ben 4mila
in più dell’allora presidente nazionale Fulvio Pelli.
Ma Cassis contattato dal partito ha declinato l’invito. “Mi soddisfa il lavoro che sto facendo a Berna spiega al Caffè -, credo che il mio impegno sia più
utile nella politica federale”. Se dovesse ripensarci,
una sua elezione libererebbe la poltrona al Nazionale per il subentrante Cattaneo. Che, a sua volta,
lascerebbe libera quella di presidente del Plrt magari per Nicola Pini, già collaboratore di Sadis, che
nel 2011 la perse per 11 voti. Un valzer di cariche
che accontenterebbe l’ala liberale luganese, che
avrebbe finalmente un suo campione in governo.
Ma pure quella radicale del Sopraceneri che si vedrebbe ricompensata con un “suo” presidente. Un
“pareggio” utile a salvaguardare la tregua tra liberali e radicali.
Le possibilità per Pini di aumentare il suo peso
politico crescono comunque, visto che si vocifera
sia fra i “candidabili” per il governo, assieme al capogruppo parlamentare Christian Vitta e al sindaco di Locarno Carla Speziali. In quest’ultimo
caso Speziali lascerebbe il posto di sindaco ad
Alain Scherrer. Per il seggio di Sadis in pole position c’è Vitta che “copre” politicamente il Sopraceneri e la fascia centrale del Plrt. Arrivato secondo nelle ultime elezioni, si prenderebbe una rivincita. Nella carica di capogruppo in parlamento gli potrebbe succedere Giacomo Garzoli. Possibile, ma improbabile, invece un’altra candidatura eccellente, quella di Mauro Dell’Ambrogio.
Nonostante di lui si dica che abbia iniziato a studiare da consigliere di Stato fin da piccolo, nonostante non gli manchino le competenze, comincia ad essere in là con gli anni. Ha superato i 60 e
ha un ruolo prestigioso come capo della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione. Probabile che non si veda nemmeno lui
ritornare a Bellinzona a discutere di contingenti,
frontalieri, padroncini e parcheggi.
c.m.
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IL CAFFÈ
25 maggio 2014
11
politica
I politici ticinesi
riflettono
sugli effetti
di una possibile
crescita
di populismo
e nazionalismo
nei 28 Paesi
dell’Unione
IL
PUNTO
CHANTAL
TAUXE
La Svizzera
affronta
un’America
maccartista
La parola
Alle urne col rischio
dell’astensionismo
BONANATE A PAGINA 35
...se vincesse l’Europa della paura
Timori e qualche speranza sul voto dell’Ue visto da Berna
1
VOTANO ANCHE GLI SVIZZERI
Anche una quota non indifferente di
svizzeri parteciperà alle prossime
elezioni europee, del 22-25 maggio
2014. Si tratta di ben 525 mila
“rossocrociati” residenti in Svizzera
con doppio passaporto
2
IL VOTO DALLA CONFEDERAZIONE
In Svizzera vivono anche 1,75 milioni
di cittadini dell'Ue, di questi 1,4 gli
aventi diritto che voteranno per
corrispondenza o tramite i consolati.
Italiani e greci dovranno rientrare in
patria o recarsi in uno Stato dell’Ue.
3
GLI ACCORDI BILATERALI
La Svizzera mantiene relazioni
economiche strette con l'UE
disciplinate da un insieme di trattati
detti Bilaterali I (sette accordi firmati
nel 1999) e Bilaterali II (nove ulteriori
accordi siglati nel 2004)
4
LA LIBERA CIRCOLAZIONE
L’Accordo sulla libera circolazione
delle persone, cioè il poter scegliere
liberamente il Paese in cui lavorare e
soggiornare, è stato messo in crisi
dalla votazione del 9 febbraio:
“Contro l’immigrazione di massa”
CLEMENTE MAZZETTA
“Spero che vinca l’Europa
del coraggio, l’Europa della ragione e non quella paralizzata
dalla paura”. Giovanni Merlini,
consigliere nazionale plr, guarda
alle prossime elezioni europee
del 22-25 maggio con un mix di
speranze e preoccupazione.
“Abbiamo bisogno di un’Europa
che promuova politiche più
omogenee. Con una politica
estera, una politica di difesa, una
politica migratoria comune. E
che si sviluppi in senso federalista combattendo le tentazioni
centralizzatrici - dice Merlini -.
C’è il rischio che vincano i populismi e i nazionalismi, che poi faranno una politica contraria ai
veri interessi europei”.
Un rischio sottolineato pure
dal consigliere agli Stati ppd Filippo Lombardi, che fa apertamente il tifo per Jean-Claude
Juncker, l’ex primo
ministro del Lussemburgo, candidato alla presidenzadella Commissione
europea per il Partito popolare al posto
di José Manuel Barroso. “Temo una forte spinta dei partiti
populisti, euroscettici o apertamente
antieuropei - afferma Lombardi
-, anche se ciò non dovrebbe
modificare radicalmente il parlamento Ue, poiché il sistema
elettorale frena il peso di questi
spostamenti”. Secondo le previsioni di Open Europe, il 25 maggio oltre due terzi degli elettori
esprimeranno un voto contro
l’Europa o per una sua riforma
radicale. Un risultato che potrebbe avere dei riflessi sulla
Svizzera. “Se così fosse - continua Lombardi - spero che Bruxelles reagisca alla ‘svizzera’, ovvero prenda atto dell’esistenza di
un problema dovuto all’eccessivo centralismo, alla perdita di
competenze degli Stati nazionali
e agli eccessi della libera circolazione. Che tenendo conto di
questo malessere corregga,
quindi, il tiro, magari riaffidando
certe competenze ai Paesi membri, come chiede Cameron in Inghilterra. E accettando un po’ di
flessibilità su dogmi come quello dell’intangibilità della libera
circolazione. Se così fosse
avremmo qualche chance in più
di trovare una soluzione eurocompatibile per la nostra nuova
politica sulla gestione dell’immigrazione”. Analisi con cui
concorda il consigliere nazionale ppd Marco Romano: “La crescita degli antieuropeisti può essere l’occasione per l’Ue di rimettersi sui binari giusti.
Oggi il livello di burocrazia, e con la Commissione che si è autolegittimata, è cresciuto in modo
sproporzionato, ma resta
incapace di rispondere
alle reali necessità”.
Romano, pur condividendo l’aspirazione ad un’Europa unita così come era stata formulata nel dopoguerra, contesta
il sistema elefantiaco che si è
creato nel tempo: “Una burocrazia che occupa tutto, ma che sui
temi chiave come la stabilità, il
mercato, il benessere, l’ambiente
non riesce a produrre politiche
efficaci”. Ragion per cui l’avanzata
degli euroscettici, secondo il deputato ppd, potrebbe rivalutare il
sistema svizzero come
modello di successo:
“Spero che gli europei capiscano che quello che
viene visto come un sistema complicato, con un
continuo dialogo fra Cantoni e Confederazione, è
in realtà un modello vincente. Non è accentrando tutto
che si risolvono i problemi. Il nostro federalismo sarà complicato,
ma è garante di soluzioni e stabilità a lungo termine”.
Più che all’Europa guarda ai
singoli Stati il consigliere nazionale udc Pierre Rusconi : “Queste elezioni più che stravolgere
gli equilibri dell’Ue, potranno
stravolgere quelli interni dei
Paesi membri. Se si sollevasse,
come sembra, un’ondata
di nazionalismo in Inghilterra, in Francia, in
Olanda, e anche in Italia,
sarebbe uno shock tale
che questi Paesi potrebbero essere costretti a rivedere le loro decisioni,
optando per una scelta referendaria per decidere se stare o me-
Hanno detto
Giovanni
Merlini
Mi aspetto che
vinca l’Europa
del coraggio,
della ragione e
non quella
dei populismi
Lorenzo
Quadri
Una crescita
dei movimenti
euroscettici sarà
un segnale forte
per questo
Consiglio federale
Filippo
Lombardi
Auspico una
qualche soluzione
eurocompatibile
per la nostra
politica
sull’immigrazione
Marco
Romano
Un successo dei
partiti antieuropei
può rimettere sui
binari giusti l’Ue
incapace di dare
risposte concrete
Pierre
Rusconi
Una vittoria dei
nazionalisti
sarebbe un shock
per molti Paesi e
una lezione per il
Consiglio federale
Marina
Carobbio
Spero si rafforzi
la sinistra per
un’Europa più
sociale, più
democratica ed
ecologica
no nell’Ue.” Ma con quali effetti
è tutto da vedere. “Questo potrebbe essere un bene
per la democrazia - sostiene Rusconi -, e per
l’Europa a cui noi rimproveriamo proprio una
scarsa democrazia, per
non aver interpellato i
popoli e di averli intruppati direttamente da Bruxelles.
Se questo li porterà a discutere
sull’appartenenza o meno all’Unione, avrebbe come risultato una maggior legittimazione
dell’Ue stessa”.
Anche il fronte che auspica
una vittoria delle forze antieuropee non ritiene realisticamente
che l’Ue sia al capolinea: “Spero
vincano i partiti euroscettici,
certo, ma non mi immagino una
frantumazione dell’Ue in
tempi brevi - afferma Lorenzo Quadri deputato
leghista al Nazionale-.
Mi auguro maggiori autonomie nazionali”. Per
Quadri, se fossero confermati i sondaggi sulla
crescitad dei partiti euroscettici, sarebbe un segnale importante verso il Consiglio federale: “Che continua a comportarsi come se la Svizzera facesse
parte dell’Ue. Senza rendersi
conto che chi è dentro vorrebbe
magari uscirne. E sarebbe un segnale verso quelle forze politiche come il Ps che si ostinano a
mantenere nel loro programma
un’adesione all’Ue”.
Critica che Marina Carobbio,
consigliera nazionale socialista,
respinge al mittente:
“Oggi la Svizzera deve risolvere i problemi sui
rapporti con Bruxelles
dopo la votazione del 9
febbraio. Non si pone
quindi la questione dell’adesione - replica Carobbio -. Mi aspetto che si rafforzi la sinistra e che possano essere portate avanti delle proposte
concrete per un Europa più sociale, più democratica ed ecologica. Di un’Unione che non applichi più la politica di austerità
e risparmio degli ultimi anni sostenuta dalla Commissione neoliberale presieduta da Barroso”.
[email protected]
Q@clem_mazzetta
Nei discorsi ufficiali, gli
Stati Uniti erano solitamente
descritti come “Repubblica
sorella”. Abbiamo in comune
il sistema bicamerale, il potere degli Stati, la convinzione di essere un “popolo eletto” e il sentimento che, in
materia di democrazia, siamo un faro mondiale.
Nella vita reale, tutti sanno che un fratello o una sorella non sono per forza
sempre teneri nei nostri
confronti. Anzi, possono
mostrarsi impietosi. È certamente quello che siamo portati a pensare dopo la multa
da 2,5 miliardi di franchi che
la giustizia americana ha inflitto a Credit Suisse. Come
dice il proverbio, gli amici si
scelgono, la famiglia no.
La situazione ha un che
di comico o di grottesco, scegliete pure l’aggettivo che
preferite. Una banca svizzera
diretta da un americano,
Brady Dougan, si vede penalizzata per aver trattato troppo bene i suoi clienti statunitensi. Il fisco della più grande potenza mondiale ha fallito nel tassare i suoi contribuenti, chiudendo gli occhi sulle loro “combine” o facendo
finta che le loro
attività economiche si svolgessero sul
pianeta
Marte. Come se tutti
gli imprenditori e le società
di successo non producessero notevoli benefici. Ma il
potere giudiziario si è dotato
di mezzi per dare loro la caccia.
Quale conseguenza di
questa autentica caccia alle
streghe, di questo maccartismo fiscale del XXI secolo, i
banchieri svizzeri sono costretti a reinventare il loro
modello d’affari. Gestire in
maniera conservativa, etica
e durevole il denaro più
bianco del bianco e i patrimoni dei gentiluomini che
arrivano dai Paesi che rispettano gli standard dell’Ocse.
Oppure interessarsi alle fortune dei ricchi imprenditori
dei Paesi africani o asiatici
dove lo Stato di diritto, il rispetto della probità fiscale e
le politiche pubbliche di redistribuzione della ricchezza
non sono che nozioni piuttosto astratte.
La posta in gioco non è
però solo morale per la piazza finanziaria svizzera, malmenata dalle pressioni internazionali. Le banche generano più di 100.000 posti
di lavoro e, da sole, rappresentano il 6,3% del Pil nazionale. A Berna, governo e
parlamento non ne possono
più di riparare le stupidaggini di qualche banchiere “indelicato”. La sanzione contro
Credit Suisse non sarà l’ultima inflitta ad un istituto
bancario elvetico. L’indignazione e l’esasperazione non
sono pronte a spegnersi tanto presto. La vicenda diventa
ancor più penosa per uno
Stato liberale come la Svizzera, che non ama immischiarsi nelle attività dei suoi
attori economici. E, del resto, se l’è sempre cavata molto bene.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
12
economia
Ti-Press
La denuncia
UBS
780
Nel 2009 l’Ubs è stata
condannata negli Usa a pagare
una maxi multa di 780 milioni di
dollari, per aver aiutato migliaia
di clienti americani ad evadere
il fisco.
2,6
CREDIT SUISSE
La sanzione inflitta dagli Usa al
Credit Suisse ammonta a 2,6
miliardi di dollari. La banca si è
riconosciuta colpevole per aver
aiutato migliaia di suoi clienti
americani ad evadere il fisco
74
WEGELIN
L’ ex banca privata svizzera
Wegelin nel marzo 2013 è stata
condannata in Usa a una multa
di 74 milioni di dollari per avere
aiutato centinaia di clienti
americani ad evadere il fisco.
U
n’inchiesta sulle
due principali banche svizzere, con la
pesante accusa di
essere immischiate
in attività legate al riciclaggio e
all’evasione fiscale. A puntare il
dito contro Ubs e Credit Suisse è
un’europarlamentare socialista
portoghese: Ana Gomes. È convinta che la piazza finanziaria
elvetica, in particolare i due
maggiori istituti di credito, abbia contribuito, accogliendo i
capitali in fuga dai Paesi dell’Europa meridionale, al loro tracollo economico e finanziario.
“Mi sono basata sul comportamento che Ubs e Credit Suisse
hanno avuto negli Stati Uniti. E
sul modo con cui hanno saputo
attirare dei patrimoni, suggerendo ai loro titolari i trucchi per
non pagare le imposte”, ha detto
l’eurodeputata portoghese al
quotidiano Le Temps. Insomma, se lo hanno fatto con gli
americani, sicuramente l’avranno fatto anche con gli europei.
Anna Gomes ne è convinta e per
la sua crociata ha chiesto l’aiuto
della premier norvegese, Erna
Solberg. Senza, peraltro, riuscire
ad ottenere la sua collaborazione. Fatto sta che la sua determinazione ad indagare su Ubs e
“Per le banche elvetiche
occorre il metodo Usa”
La crociata solitaria di un’europarlamentare
Credit Suisse (che dovrà pagare
agli Usa 2,6 miliardi dollari per
aver favorito l’evasione fiscale),
in un frangente in cui le banche
elvetiche sono oggetto di attacchi da più parti, suscita non poche preoccupazioni.
Ma su quali fondamenti si basa
la richiesta di Gomes? “L’esportazione di capitali - spiega Sergio Rossi, economista dell’Università di Friburgo - può impoverire il loro Paese di origine in
due modi. O quando i detentori
non pagano tutte le imposte dovute, oppure quando questi capitali sono trasferiti altrove, senza alcuna ricaduta positiva per
la nazione in cui sono stati accumulati originariamente”. Due
modalità che sembrano sostanziare le accuse dell’europarlamentare socialista. “Direi che,
nel caso della periferia Sud
dell’Unione europea, le banche
svizzere hanno verosimilmente
contribuito ai due fenomeni che
ho spiegato- precisa Rossi-. Come d’altra parte hanno fatto le
banche inglesi, francesi e tedesche”. Del fatto che, tanto in Europa che negli Usa, Ubs e Credit
Suisse si sarebbero comportati
nell’identico modo, l’europarlamentare portoghese si è convinta anche grazie ai suoi stretti
rapporti con il senatore democratico, Carl Levin. Cioè uno dei
“mastini” che hanno interrogato
e messo con le spalle al muro il
L’ATTACCO ALLA SVIZZERA
Ana Gomes,
europarlamentare socialista
portoghese; sopra, una sede
di Credit Suisse
direttore generale del Credit
Suisse, Brady Dougan. Gomes
pare, perciò, convinta che utilizzando metodi all’americana si
possano ottenere dalle banche
gli identici risultati conseguiti
da Washington. “L’Unione europea - spiega Rossi - è un gigante
dai piedi d’argilla e di salute cagionevole. Al contrario degli Usa
non ha né una moneta di riferimento sul piano mondiale, né
una unità di intenti a livello politico e istituzionale. Fattori in
grado di incidere sul comportamento delle istituzioni finanziarie svizzere”.
Quindi battaglia persa per Ana
Gomes? “Data l’importanza
economica per la Svizzera dei
Paesi membri dell’Ue, è impensabile che la piazza finanziaria
elvetica ignori le pressioni sulle
questioni aperte nel campo fiscale” risponde l’economista.
Cionostante, anche se a inizio
aprile Gomes era riuscita ad ottenere la convocazione, da parte
del parlamento Ue, dei rappresentanti di quattro banche per
un’audizione all’americana, alla
fine non si è fatto nulla. “Hanno
invocato - spiega l’eurodeputata
- una questione di calendario. E
l’incontro è saltato”.
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IL CAFFÈ
25 maggio 2014
13
economia
Ecco Robin Hood
la nuova tassa
sulle transazioni
I
NUMERI
LORETTA
NAPOLEONI
Il mercato
crede in Modi
e l’India
vola in Borsa
Sì da 11 Paesi europei alla Tobin,
a Zurigo si temono contraccolpi
LA TASSA
L’Europa campione del mercato dei derivati.
In miliardi di dollari
Le entrate previste con la Ttf, la tassa
sulle transazioni finanziarie.
In miliardi di euro per anno
Ttf 27 Paesi
Ttf 11 Paesi (progetto attuale)
6.8
Azioni
Europa
370.000
4.6
12.6
Obbligazioni
Resto
del mondo
140.000
8.4
37.7
Derivati
Resto
del mondo
140.000
21
di cui Derivati
azionari
3.3
1.8
29.6
Derivati
sui tassi
Derivati
su valute
Asia
40.000
16.5
770.000
GLI ESPERTI
A sinistra,
Francesco
Franzoni; a destra,
Samuele Vorpe e
Giancarlo Cervino
miliardi di dollari nel primo trimestre 2014*
4.8
2.7
* Valore dell’insieme dei prodotti finanziari
sui quali sono fondati i prodotti derivati
Fonte: Commissione europea, Alphavalue
GIORGIO CARRION
Dopo anni di discussioni, undici Paesi europei un accordo sulla Tobin Tax l’hanno trovato. E ora il mondo bancario e finanziario svizzero valuta le conseguenze. Nata
dalla fantasia dell’economista americano James Tobin,
premio Nobel nel 1981, è una tassazione applicata alle
transazioni finanziarie i cui introiti dovrebbero andare ad
alzare il gettito nelle casse dello Stato e, quindi, a ridurre
la pressione fiscale sui cittadini meno abbienti, per colpire i più ricchi possessori di capitali. Da molti è stata definita la tassa “Robin Hood”. Dovrebbe entrare in vigore dal
2016.
Dopo l’adesione al protocollo Ocse per
lo scambio automatico d’informazioni
un’altra tegola sulla piazza finanziaria
I Paesi coinvolti dalla Tobin Tax sono la Germania, la
Francia, il Belgio, la Spagna, l’Austria, il Portogallo, la Slovacchia, la Grecia, l’Estonia e l’Italia (all’ultimo minuto la
Slovenia, in crisi politica, non ha sottoscritto l’accordo).
Altri, come il Regno Unito, con la sua importantissima
piazza di Londra, sono fermamente contrari (già applica
da 300 anni la “stamp duty” sugli scambi azionari). La Tobin non risparmierà la Svizzera e la borsa di Zurigo, sebbene gli 11 abbiano previsto “l’adozione progressiva”
dell’imposta e solo per le azioni e alcuni tipi di derivati.
La Tobin Tax potrebbe avere una aliquota dello 0,1% per i
titoli azionari e dello 0,01% per i derivati. Il gettito previsto
da Bruxelles dovrebbe essere di 30/35 miliardi di euro, ma
Il commercio
La Svizzera ha ormai un posto fisso tra le superpotenze mondiali della gioielleria e dell’oreficeria. Lo ha appena certificato, nel suo report
di maggio, la Deloitte, l’azienda leader di servizi
di consulenza e revisione, in termini di ricavi e
numero di professionisti. Nella top75 dei preziosi, infatti , (quelle che mediamente registrano procapite 1,8 miliardi di franchi di fatturato
annuo) la Svizzera sfoggia ben sei firme. E sono
tre i marchi del lusso rossocrociati (Richemont,
Swatch Group e Rolex) che si piazzano nei primi
dieci posti della classifica del lusso capitanata
dalla francese Lvmh.
Il 90% del business mondiale della gioielleria e dell’orificeria, pari a 153 miliardi di franchi
nell’ultimo anno fiscale, è nelle mani di soli sei
Paesi: Francia, Italia, Stati Uniti, Regno Unito,
Spagna e Svizzera che, da sola, ha fatturato circa
il 16% dell’intero business degli oggetti di lusso.
E stando alle stime di Deloitte i primi tre marchi
elvetici hanno registrato, nell’ultimo anno, un
incremento di fatturato vicino ai 4,5 miliardi di
franchi. Risultati incredibili, soprattutto in un
periodo di crisi economico-finanziaria continentale che si trascina da almeno un lustro. La
Svizzera, tra l’altro, grazie all’elevata domanda
molti osservatori considerano questa proiezione ottimistica. “Una tassa di questo genere – spiega Francesco
Franzoni, professore ordinario di finanza all’Università
della Svizzera italiana e allo Swiss finance institute - rischia di avere impatto limitato nel caso in cui alcuni Paesi
non aderiscano all’accordo. I capitali cosiddetti speculativi possono facilmente muoversi verso la Gran Bretagna, la
Svizzera o Singapore, e continuare ad operare in queste
piazze finanziarie. È pure probabile che i maggiori costi di
transazione legati a questa tassazione vengano scaricati
sui risparmiatori”. Robin Hood, insomma, può restare
nella foresta di Sherwood! Inoltre, se l’obiettivo è anche
quello di ridurre la rapidità delle transazioni finanziarie,
per meglio controllare la speculazione, probabilmente
uno strumento più appropriato sarebbe “limitare la velocità con cui gli ordini di mercato possono arrivare alle
Borse. Velocità che oggi si misura nell’ordine dei milionesimi di secondo”.
Dopo l’adesione della Svizzera al protocollo Ocse per
lo scambio automatico di informazioni sui conti bancari,
c’è da capire se un’altra tegola sta per abbattersi sulla
piazza finanziaria elvetica. Il fatto che solo 11 Stati abbiano aderito al protocollo non garantisce l’estraneità degli
operatori elvetici: se un banca italiana, per esempio, opera con una banca svizzera, la Tobin Tax sarà versata da entrambi gli istituti, ma in Italia. Nessuna scappatoia, dunque. Dall’Asb, l’Associazione svizzera dei banchieri, per
ora, nessun pronunciamento.
“È evidente che l’introduzione di un’imposta sulle
transazione finanziarie solo in alcuni Stati, e non a livello
mondiale, indurrà gli investitori ad operare in mercati di
capitali meno onerosi rispetto a quello italiano o a quello
di altri Paesi dell’Ue che conoscono la Tobin Tax, in modo
da ottenere investimenti più remunerativi”, nota Samuele
Vorpe responsabile del Centro di competenze tributarie
della Supsi: “Questa tassa, seppur giustificata da nobili
propositi per tassare le operazioni finanziarie, non potrà
avere successo fintanto che non sarà adottata contemporaneamente da tutti gli Stati”.
Gli istituti bancari direttamente coinvolti saranno
5mila. Il progetto ha superato il primo scoglio. I Paesi firmatari devono scrivere, però, le regole applicative sotto la
presidenza italiana della Ue, nella seconda metà del 2014.
Tra gli esperti domina lo scetticismo sulla reale applicabilità concertata della Tobin Tax. “Sono sempre più convin-
“La crisi ha provocato una caduta
delle entrate derivanti dalle imprese
e ora i governi tassano i patrimoni”
to che i conti che ci presentano i politici riguardo lo stato
di salute dell’Europa siano manipolati e che la situazione
sia più grave del previsto”, osserva Giancarlo Cervino, direttore del Centre for international fiscal studies di Lugano: “La crisi ha prodotto una caduta delle entrate fiscali
derivanti dalle imprese ed ha costretto i governi a tassare
i patrimoni, mobiliari ed immobiliari. Ma i governi non
hanno capito che bisogna tagliare le spese e non spremere un limone secco. La conseguenza sarà lo spostamento
del mercato dall’Europa all’Asia dove questa tassa non è
applicata. Cioè nelle piazze finanziarie di Hong Kong,
Singapore e Tokyo e fra 5, 10 anni Shenzen e Shanghai”.
[email protected]
L’esportazione di beni preziosi non rallenta ed è seconda soltanto al settore farmaceutico
La gioielleria svizzera
tra le superpotenze
del lusso mondiale
interna, risulta anche ai primi posti mondiali nel
“consumo” di beni preziosi e non a caso figura tra
i migliori “clienti” in assoluto degli altri Paesi competitor nel giro d’affari mondiale della gioielleria e
dell’orificeria. Per l’Italia, ad esempio, la Confede-
Il 16% del business internazionale
annuo del ricco comparto
generato nella Confederazione
razione segue solo gli Emirati arabi uniti come miglior acquirente. Nel 2013 quasi il 20% della produzione di gioielli italiana è finito in Svizzera, per
un valore di 1,4 miliardi di franchi. Poca cosa comunque visto che, secondo i dati dell’Ammini-
strazione federale delle dogane (Afd) orologi e
gioielli made in Swiss nel 2013 sono stati esportati per un controvalore dichiarato di 45 miliardi
di franchi. E giusto per sottolineare come il lusso da indossare sia una componente chiave del
core business elvetico, è forse il caso di ricordare che il settore rappresenta, da solo, il 22,5%
dell’intero export svizzero. L’esportazione di
gioielli e orologi, infatti, è seconda soltanto al
settore dell’industria chimica e farmaceutica
nazionale.
Un mercato comunque difficile da “misurare” in termine di produzione, perché spesso le
grandi griffe hanno sede legale in un Paese e
quella del commercio in un altro e viceversa. La
Francia, ad esempio, pur figurando nella short
list dei Paesi leader del settore, vede la Svizzera
come primo Paese in cui esporta gioielli e, contemporaneamente, il primo dal quale ne importa. Resta il fatto che, stando ai rilevamenti dell’Afd, l’esportazione di gioielleria e oreficeria elvetica, è più che raddoppiata nel giro di quindici anni. Fatto cento il valore indice del settore
nel 1997, infatti, nel 2013 ha raggiunto il valore
di 212.
e.r.b.
Mentre l’Europa va al
voto, domandandosi se la
democrazia ancora funziona e se non sarebbe opportuno riformare l’unione politico-economica costruita
nel dopoguerra, dall’India,
una nazione emergente dove vivono un miliardo e 250
milioni di persone, ci arriva
la conferma che il processo
democratico è ancora il
migliore sistema.
Nel Paese delle caste,
un uomo comune, Narenda
Modi, con la passione di far
politica vera, e cioè in nome del popolo, ha messo ko
una delle più importante
dinastie politiche asiatiche.
Lo ha fatto strappando il titolo di primo ministro a
Raul Gandhi, nipote di Nehru, l’uomo che prese le redini del Paese subito dopo
la dichiarazione d’indipendenza.
Ai mercati questa ventata di democrazia è piaciuta.
Le quotazioni della Borsa
indiana sono schizzate alle
stelle ed hanno sorpassato
in termini di capitalizzazione quelle australiane e sud
coreane. Ma è da
settembre, da
quando Modi si è
candidato, che gli
indici salgono, facendo registrate
un aumento
del 30 per
cento. Così
oggi l’India
è entrata
nella rosa delle dieci Borse
più importanti al mondo.
Anche se meno della
metà di quella cinese (oltre
3 mila miliardi di dollari), la
borsa indiana ha ampi spazi per crescere. In termini
di capitalizzazione, le imprese indiane quotate rappresentano soltanto tre
quarti del prodotto interno
lordo, pari a mille e ottocento miliardi di dollari. Si
tratta di un rapporto molto
basso, specialmente se
messo a confronto con
quello delle economie più
sviluppate. Ciò vuol dire
che esiste ampio spazio per
crescere.
Modi si ripromette di
seguire lo stile di Lee Kuan
Yew, il premier autoritario
di Singapore, che ha trasformato la piccola Città
Stato in uno dei centri finanziari più importanti del
mondo. In cima all’agenda
politica ci sono le riforme
economiche per far lievitare il tasso di crescita, ridottosi dal 10 al 5 per cento in
meno di 4 anni. Tra queste
anche l’assorbimento di circa un milione di giovani
che ogni mese si immettono sul mercato del lavoro.
L’impennata della Borsa
conferma la fiducia che indiani e non indiani ripongono in questo uomo, da
molti reputato eccezionale.
Ma per riuscire in questa
difficilissima impresa, Modi
avrà bisogno dell’appoggio
delle élite e anche dei 175
milioni di musulmani che
vivono in India in un clima
di grande tensione. La vittoria elettorale, va detto,
non ha sconfitto lo spettro
della violenza politica, che
rimane oggi, come in passato, latente in tutto il Paese.
Ai Mondiali di Minsk
finale Russia-Finlandia
Marciello a Montecarlo
è lontano dai migliori
Russia e Finlandia hanno conquistato
la finale ai Mondiali di hockey su
ghiaccio a Minsk. I russi hanno avuto
la meglio per 3-1 sulla Svezia campione in carica, mentre i finnici hanno
battuto per 3-0 la Repubblica Ceca.
Nella prima delle due gare in programma a margine del Gp di Formula1 a
Montecarlo, nella classe Gp2 Raffaele
Marciello ha concluso al dodicesimo
posto, mentre nella seconda prova disputata, ha chiuso diciannovesimo.
losport
IN
TELE
VISIONE
domenica 25 maggio
13.50 LA1
F1: Gp di Monaco
mercoledì 28 maggio
15.15 LA1
Ciclismo:Giro d’Italia
Il LeMont conquista
la Challenge League
Definito il trasferimento
di Bürki al Freiburg
Gulbis e Kohlschreiber
vittoriosi sulla terra rossa
domenica 25 maggio
19.45 LA2
Hockey: Mondiali. Finale
venerdì 30 maggio
20.10 LA2
Calcio: Svizzera-Giamaica
mercoledì 28 maggio
13.30 LA2
Tennis: Roland Garros
sabato 31 maggio
14.45 LA1
Ciclismo:Giro d’Italia
Sarà la squadra vodese del LeMont a
sostiuire il Locarno nel prossimo campionato di Challenge League. I losannesi hanno infatti conquistato la promozione dalla Prima Lega Promotion
con una giornata d’anticipo.
Il portiere elvetico Roman Bürki è definitivamente un giocatore del Freiburg,
formazione che milita in Bundesliga e
dove giocano Gelson Fernandes ed
Admir Mehmedi. L’estremo difensore
lascia dunque il Grasshopper.
Il lettone Ernests Gulbis ha vinto il torneo
di Nizza, battendo in finale l’argentino Federico Delbonis per 6-1 7-6 (5). A Düsseldorf il successo è invece andato a Philipp
Kohlschreiber, che ha conquistato la vittoria per 6-2 7-6 (4) il croato Ivo Karlovic.
Reuters
Domenica
25 maggio 2014
Il fenomeno
IL PASTICCIO
DI CASILLAS
Ha davvero
dell’incredibile
l’errore di
valutazione
dell’esperto
portiere del Real,
che regala il gol
agli avversari nel
corso del primo
tempo
Rivoluzione rosa
negli sport
da… maschio
A PAGINA 31
Reuters
Il calcio
PIERLUIGI
TAMI
È importante
riposizionare
gli obiettivi
della squadra
Lo scorso anno, con la nazionale Under 21, abbiamo avuto una stagione dal programma
molto carico, soprattutto tra settembre e novembre. In seguito,
però, vi è stata una lunga pausa
fino a marzo. Siccome dopo l’ultima partita di qualificazione
agli Europei non avremmo più
giocato fino a settembre, abbiamo deciso di inserire un’amichevole questa settimana contro la Danimarca. E questo nonostante queste partite di fine
stagione nascondano qualche
insidia, soprattutto per lo stato
psico fisico dei giocatori. E, a
causa di qualche infortunio, abbiamo anche dovuto rinunciare
ad alcuni elementi, come Ben
Khalifa, Buff o Tabakovic.
Era però importante ritrovarsi prima delle due gare decisive nella corsa verso la
fase finale
dell’Europeo.
Per molti motivi. Dapprima
rivedere la
squadra, ritrovarsi come gruppo, ma anche riposizionarsi a
livello di sistemi di gioco e di
obiettivi da perseguire. Ho perciò voluto vedere la squadra
confrontarsi con un nuovo modulo, perché, da un lato, - in alcune occasioni - ci siamo ritrovati un po’ in difficoltà con il sistema più collaudato, soprattutto dal profilo della qualità del
gioco contro particolari avversarie. Ma poi anche perché saper adattare il proprio modulo
in caso di necessità è certamente un vantaggio, che permette di
meglio adattarsi alle avversarie.
Così come poter eventualmente
cambiare in corsa.
Gli esperimenti tattici sono
insomma stati numerosi, anche
perché le occasioni per le amichevoli internazionali sono
sempre preziose. E vanno in generale sfruttate anche sotto il
profilo del risultato da perseguire. Perché vincere è sempre importante. Soprattutto contro
una rivale forte come la Danimarca, squadra che guida il proprio girone di qualifica agli Europei e che, da tempo, non perdeva. Dal 2-0 ottenuto ad
Esbjerg, insomma, sono arrivate
molte risposte. E tante sono state positive, anche se alcuni dettagli vanno rivisti.
Per la Under 21 è quindi stata una trasferta importante, anche perché i giocatori - anche
con le vacanze alle porte - hanno sempre grande piacere nel
ritrovarsi. E anche perché le situazioni individuali sono molto
eterogenee, tra chi ha vinto, chi
ha conosciuto delusioni e chi ha
avuto una stagione difficile sotto il profilo personale. Riposizionare tutti questi stati d’animo
è essenziale per perseguire gli
obiettivi del gruppo.
Sempre e solo Mercedes
nelle qualifiche di Monaco
A Montecarlo pole di Rosberg davanti a Hamilton
La storia
la scrive
MASSIMO MORO
Sempre e solo Mercedes nelle qualifiche del Gran Premio di
Montecarlo. Ad avere la meglio,
ieri, sabato, è stato il “padrone di
casa”, Nico Rosberg, con il compagno Lewis Hamilton secondo.
Una pole position molto discussa quella fatta segnare dal tedesco della Mercedes, che nell’ultimo giro è andato lungo alla curva del Mirabeau, precludendo a
tutti i suoi avversari la possibilità
di strappargli la partenza al palo
a causa delle bandiere gialle.
Dopo lunga “investigazione” i
commissari non hanno deciso
alcuna sanzione anche se Hamilton non l’ha presa bene.
“Non dico niente - ha detto l’inglese -, meglio che non parli, visto che ero dietro di un paio di
decimi, ma va bene così. Sono rilassato, ho un buon passo, devo
lavorare per l’anno prossimo per
essere veloce come Rosberg e
ora concentrarmi sulla gara”.
Situazione quindi tesa in casa Mercedes, soprattutto visto
che i due sono separati da soli tre
punti, a favore delll’inglese, nella classifica del Mondiale. Una
situazione che potrebbe essere
così sovvertita dopo il Gran Premio monegasco, dal momento
che sul tracciato cittadino i sorpassi sono quasi impossibili.
“Sono felice di essere in pole, ma
non è il modo che preferivo. Ho
sbagliato nel finale - ha cercato
di giustificarsi Rosberg -, stavo
spingendo perché sapevo che
Hamilton stava cercando di togliermi la pole. Ho fallito la linea,
frenato tardi, e sono arrivato
lungo”.
Dietro alla solita prima fila
tutta della scuderia tedesca, si
sono piazzate le Red Bull, con
l’australiano Daniel Ricciardo
che ancora una volta ha avuto la
meglio sul campione del Mon-
Real
il
I “blancos” battono l’Atletico
e conquistano la Champion’s
MASSIMO SCHIRA
Che quella di Lisbona sarebbe stata una notte storica per il
calcio europeo e spagnolo era
scritto dalla sera in cui Atletico
Madrid e Real Madrid hanno
staccato il biglietto per l’atto conclusivo della Champion’s League. Innanzitutto perché, per la
prima volta, ad andare in scena
sarebbe stata una sfida stracittadina, ma anche per il fatto che i
“Colchoneros” di Diego Simeone
mai nella loro storia avevano vinto la Coppa dalle grandi orecchie,
mentre le “Merengues” di Carlo
Ancelotti inseguivano ormai da
diversi anni la decima Champion’s. Anche se, poi, alla luce dei
fatti, a scriverla per davvero la
storia sono gli uomini guidati dal
tecnico emiliano, che riescono a
vincere una partita che in pratica
hanno già perso, ritrovando il pareggio nei minuti di recupero e
firmando l’impresa nei supplementari per chiudere i conti su
un severo 4-1.
Ma per avere la meglio sul
calcio tutto corsa e sacrificio inculcato ai suoi dal vulcanico
“Cholo” a sua immagine e somiglianza e vincere quindi la “decima”, il Real Madrid ha dovuto
davvero ricorrere agli “straordinari”.
Simeone e Ancelotti risolvono immediatamente i dubbi sulla
formazione, visto che entrambi
gli uomini su cui sono puntati i
fari di mezzo mondo sono regolarmente in campo: Diego Costa
per i biancorossi e Cristiano Ronaldo per i “blancos”. Ma il primo
colpo di scena arriva dopo appena 9 minuti di gioco, quando proprio Costa è costretto a lasciare il
campo per il riacutizzarsi del problema muscolare. La gara, iniziata su ritmi molto elevati, offre in
realtà poche occasioni fino a cavallo della mezz’ora, quando un
errore in impostazione dei Tiago
permette a Bale di scatenare tutta
la sua potenza, ma senza esito, visto che il gallese calcia a lato. A
non mancare, per contro, sono
alcuni interventi piuttosto duri.
La Formula 1
Reuters
RAMOS
PAREGGIA
Nei minuti di
recupero, un
colpo di testa
di Sergio
Ramos regala
al Real la
possibilità di
andare ai
supplementari,
dove i blancos
chiudono
la contesa
Reuters
I protagonisti
Cristiano Ronaldo
Non sta bene, e si
vede, ma non riesce
neppure ad incidere
sulle palle ferme, un
suo punto forte
Diego Costa
Schierato a sorpresa
dal primo minuto,
resta in campo però
soltanto nove minuti,
sprecando un cambio
Iker Casillas
Combina un vero e
proprio pasticcio in
occasione della prima
rete della partita,
inguardabile l’uscita
Thibaut Courtois
È giovane, forte,
reattivo. Il portiere del
futuro per l’Atletico?
Se il Chelsea non lo
richiamerà
Anche l’Atletico sa però farsi
vedere sul fronte offensivo, soprattutto con qualche interessante traversone. E proprio su una
palla aerea, sugli esiti di un calcio
d’angolo, Iker Casillas combina
un pasticcio, esitando sull’uscita
e permettendo al pallone inzuccato da Godin di entrare beffardo
in porta. È lo scenario ideale per i
“Colchoneros” e lo si vede anche
sul campo, con il Real incapace
dal momento del gol, al 36’, fino
alla fine del primo tempo, di tornare ad inquietare Courtois.
Un po’ sorprendentemente,
Sugli spalti
MASSIMO SCHIRA
IL BILANCIO DELL’ERA SIMPSON
T
racciando il bilancio dell’era Simpson sulla panchina dei rossocrociati di hockey, sono stati messi in evidenza fin troppo
spesso gli aspetti in chiaroscuro della gestione del canadese.
Senza voler per forza dimenticare il fatto che alcune controprestazioni ci sono state, su tutte quelle di un 2014 da dimenticare, il grande pregio di Simpson quale coach è stato quello di far comprendere
ad un Paese intero le proprie potenzialità sul ghiaccio. Lo straordinario argento di Stoccolma non è solo stato un risultato sportivo di
gruppo, ma anche - forse soprattutto - l’uscita definitiva dal guscio
del “vorrei, ma non posso…” di tutto un movimento. Di poter guardare negli occhi chiunque senza timore, l’hockey svizzero lo aveva
forse già intuito sotto la gestione Krüger, ma i buoni risultati sembravano più il frutto della giornata buona, che non di una crescita
globale del movimento. Invece Simpson è riuscito in una delle imprese più difficili nello sport professionistico, ossia far superare l’ultimo scalino. Quello che divide le buone squadre dalle grandi squadre. E, in realtà, poco importa se - come nel mondiale di Minsk - le
cose ogni tanto non funzionano. Capita anche alle “migliori famiglie”. Il prossimo coach si ritrova insomma in mano una specie di
gioiellino, a patto che si possano schierare tutti i migliori giocatori.
per vedere la reazione del Real
bisogna portare pazienza. Perché
l’avvio della ripresa è tutto o quasi
dell’Atletico. Che non fa cose
stratosferiche, ma pare avere i
mezzi per tenere in mano la partita. Ancelotti allora toglie dal
campo un evanescente Khedira,
Coentrao e l’invisibile Benzema
inserendo Marcelo, Isco e Morata. E i “blancos” ritrovano almeno
un po’ di spinta, perché Ronaldo
non è al 100% e Bale ci prova, ma
non trova il guizzo. Pur senza
esaltare, il Real guadagna metri e
l’Atletico si arrocca sempre più
pericolosamente in area, in primis perché Simeone ha di certo
meno qualità in panchina, senza
dimenticare il cambio già sprecato in entrata. Il fortino regge fino
al terzo dei cinque minuti di recupero, quando Sergio Ramos insacca con una possente capocciata il gol del pareggio che vale i
supplementari su azione di calcio d’angolo.
Per 20 dei 30 minuti supplementari i giocatori si ritrovano
più che altro alle prese con i
crampi. Su entrambi i fronti. Poi il
lampo improvviso. Di Maria (il
migliore in campo) si beve mezza
difesa dell’Atletico e costringe
Courtois alla respinta di piede. La
palla finisce però sulla testa di
Bale, “mister 100 milioni” ringrazia e insacca. Negli ultimi minuti,
infine, l’ottimo Marcelo infila anche il punto del 3-1, prima del 41 finale di Cristiano Ronaldo su
rigore.
[email protected]
Q@MassimoSchira
do, Sebastian Vettel. “Non ho
trovato Rosberg fermo nel mio
giro, ma alla fine non ho fatto un
buon tempo. In gara tutto può
accadere - ha spiegato Ricciardo
-, cercherò di fare una buona
partenza e di passare una Mer-
di squadra, Kimi Raikkonen.
Buio ad dir poco pesto per la
Sauber che anche a Montecarlo
ha toccato veramente il fondo,
con le due monoposto eliminate
nel primo step di qualifica.
[email protected]
cedes sfruttando il lato pulito
della pista”. La Ferrari ha nuovamente confermato le solite posizioni conquistate negli ultimi
Gran Premi, con Fernando Alonso che ha fatto segnare il quinto
tempo, precedendo il compagno
Iltennis
Bacsinszky
quarta elvetica
a Parigi
Reuters
FUORI
CAMPO
Reuters
15
NICO ROSBERG
Al tedesco è andata a dir poco
bene, visto che i commissari non
gli hanno comminato alcuna
sanzione per l’uscita di pista
Timea Bacsinszky è la quarta
elvetica qualificata al Roland Garros, secondo Slam stagionale. Al
terzo turno delle qualificazioni la
vodese, ieri, sabato, ha superato la
tedesca Laura Siegemund per 5-7,
6-4, 6-2 in due ore e quarantun
minuti di gioco. Al primo turno la losannese ha indubbiamente pescato bene, visto che se la vedrà contro l’ucraina Maryna Zanevska.
Al termine delle qualifiche è
stato presentato il programma di
oggi, domenica. Ad aprire le danze
per quanto riguarda i colori rossocrociati saranno in due. Sul Philippe Chatrier, dopo l’incontro di
Agnieszka Radwanska, c’è l’esordio di Roger Federer che se la vede
con lo slovacco Lukas Lacko. “Come in tutti gli Slam - ha voluto sottolineare il basilese - ci sarà qualche sorpresa, ma alla fine i migliori
escono sempre alla distanza. Penso che i favoriti siano Rafa e Novak,
poi ci siamo io e Stan”.
Se per Federer gli Slam sono
consuetudine, non lo sono di certo
per Belinda Bencic che sul Suzanne Lenglen incrocia la propria racchetta con la statunitense Venus
Williams. Un vero e proprio inizio
m.m.
con il botto.
Il ciclismo
Il primo “vero” arrivo in salita del Giro d’Italia 2014
vede anche alcuni favoriti all’attacco della maglia rosa
Battaglin in rimonta
vince ad Oropa
con Uran in difesa
Una grande rimonta regala
ad Enrico Battaglin la vittoria sul
prestigioso traguardo in salita ad
Oropa. Sul primo vero arrivo in
quota del Giro d’Italia 2014, ieri,
sabato, il corridore della Bardiani ha compiuto un vero e proprio
numero. Dopo essersi trovato in
ritardo sulle rampe più dure
dell’ascesa, è riuscito a recuperare, infilando poi Dario Cataldo
proprio negli ultimi metri. A livello di classifica generale, Rigoberto Uran mantiene le insegne
del primato, ma dopo una giornata difficile, passata più che altro in difesa e in cui ha perso
qualche secondo sui vari Quintana, Pozzovivo, Majka ed Evans.
I 164 chilometri della quat-
tordicesima tappa del Giro sono
stati caratterizzati da una fuga di
una ventina di elementi, gruppetto che, sull’ascesa finale ha
poi portato allo scoperto i migliori, con un terzetto formato da
Timmer, Cataldo e Pantano che
ha dato a lungo l’impressione di
potersi giocare il successo. Senza
però fare i conti con l’eroe di giornata. “Questa è un’incredibile
vittoria - ha commentato a caldo
proprio Enrico Battaglin -. Oggi
ho passato tutto il giorno in fuga,
visto che siamo partiti all’attacco
al chilometro zero. Nella prima
parte della salita mi sono ritrovato un po’ in difficoltà, ma ho trovato la forza per reagire e a 800
metri dal traguardo sono riuscito
a rientrare sulla testa”.
Dal gruppo della maglia rosa
sono invece partiti soprattutto
Pozzovivo e Quintana, ma nonostante la giornata non brillante di
Uran non sono riusciti a scavare
un vero buco. Tanto che il colombiano della Movistar ha ripreso
al connazionale soli 24 secondi.
Ma quest’oggi, domenica, la
carovana rosa torna a salire in
quota. In programma, infatti,
una frazione di 225 chilometri
con arrivo ai 1.665 metri di Plan
di Montecampione, ma con gran
parte del percorso caratterizzato
dalla pianura. Salvo gli ultimi 20
chilometri, molto duri, che presentano pendenze fino al 12%.
m.s.
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LEI È INCINTA
E ABBIAMO PAURA
DI FARE SESSO
GUENZI A PAGINA 25
RAVANI A PAGINA 33
ROSSI A PAGINA 24
traparentesi
ilcaffè
PAUSA CAFFÈ
Animali
25 maggio 2014
Lo Spinone
nasce...
già educato
PASSIONI | BENESSERE | SPORT
BOLTRI A PAGINA 20
La Svizzera
resta Paese
di aviatori
e festeggia
i cento anni
delle sue
forze aeree.
Con eventi,
conferenze
e giornate
tra le nuvole
Una
nazione
in
volo L
MASSIMO SCHIRA
a Svizzera è un Paese di appassionati aviatori. Dai piloti di
modelli in scala sempre più perfezionati, fino ai visionari del
volo, come Bertrand Piccard
con il suo incredibile progetto
Solar Impulse, con cui si prepara al giro del Mondo su un aereo
spinto soltanto dall’energia solare.
segue a pagina 18
Per cominciare
PATRIZIA GUENZI
FIRMATE PER SALVARE M25
S
periamo servirà a salvare l’orso M25 la petizione lanciata dal
Wwf che ha salutato il suo arrivo in terra elvetica con un tweet:
“Benvenuto M25! Siamo felici che ieri un giovane orso sia arrivato nei Grigioni!?”. Il plantigrado ha circa 2 anni ed è entrato poche
settimane fa nel canton Grigioni. La madre è l’orsa KJ2, la stessa che
diede alla luce M13, l’orso italiano ucciso in Svizzera l’anno scorso
perchè ritenuto pericoloso dalle autorità. Intanto, M25 sembra più
saggio del defunto fratello, per ora è riuscito a far perdere le sue
tracce.
Scopo della petizione del Wwf è invitare le autorità cantonali e
comunali retiche a darsi immediatamente da fare affinché l’animale
non rappresenti un problema. Bastano pochi accorgimenti: sistemi
di difesa delle greggi, contenitori per rifiuiti a prova d’orso e protezione per le arnie. Oltre ovviamente a una corretta informazione alla popolazione. Cinquemila firme sono necessarie per evitare che
M25 finisca impagliato in qualche museo.
Ma purtroppo l’esemplare in questione sarebbe già stato definito “problematico” (o “probabilmente problematico”) visto che in
Italia è stato munito di un radiocollare perché sospettato di avere
ucciso una pecora a Termeno. Firmate al più presto!
I
NOSTRO SERVIZIO
LA FINESTRA
SUL CORTILE
Storie
di quotidianità
familiare
LA DOMENICA NO, GRAZIE
A PAGINA 52
l 2014 è un anno certamente particolare per l’aviazione in Svizzera. Sono infatti molte le ricorrenze
“volanti” che vengono festeggiate
un po’ ovunque nel Paese. A fare
da sfondo a tutti gli eventi, i 100
anni delle Forze aeree svizzere,
che saranno al centro del mega
evento “Air14” di Payerne, spalmato su 2 week end tra fine agosto
ed inizio settembre. Ma da festeggiare ci sono anche il 50° di fondazione della Patrouille Suisse.
segue a pagina 19
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
19
tra
parentesi
Il tempo libero
La specialità
Il paracadutismo conquista diverse fasce di età, anche tra i senior
Il brivido della caduta libera
ha sempre nuovi appassionati
Una nazione
in
A
Ti-Press
volo
per passione
o per lavoro
Forze aeree svizzere
La licenza
Per sostenere l’esame e ottenere
il brevetto bisogna aver
completato almeno 31 lanci
nche se potrebbe sembrare uno
sport per spericolati, il paracadutismo è una disciplina molto praticata in Ticino. Soprattutto per la presenza
ormai quarantennale del Paracentro di
Magadino, che offre un ventaglio completo di possibilità legate al brivido della caduta libera. Si va dal lancio in tandem con
l’istruttore fino ai corsi per ottenere il brevetto di paracadutista. “Ci vuole forse un
po’ di coraggio la prima volta - ammette
Anja Sonderegger, consulente al Paracentro -. Ma poi quasi sempre scatta una vera
e propria passione. Capita che un cliente
sperimenti un lancio in tandem e poco
dopo essere atterrato decida di iscriversi
ai corsi per ottenere il brevetto per lanciarsi da solo”.
La formazione dei paracadutisti prevede lezioni teoriche e lanci di allenamento, che permettono in un secondo
tempo di partecipare all’esame per l’ottenimento della licenza. “La parte introduttiva è di una settimana con nove lanci e
tutte le istruzioni teoriche e pratiche spiega Sonderegger -. Poi si passa alla
preparazione individuale, perché per sostenere l’esame sono necessari un totale
di 31 lanci”. E, tutto sommato, per una disciplina legata al mondo dell’aviazione, la
formazione non è troppo “pesante” neanche dal profilo finanziario. “Il costo complessivo per staccare il brevetto è di circa
6’500 franchi”, precisa Sonderegger.
È poi interessante notare come questo
particolare sport, che conta anche alcune
sezioni nelle Forze Aeree svizzere, sempre nell’area dell’aerodromo di Magadino, interessa diverse fasce di età. “Addirittura direi che c’è la tendenza ad avere un
numero crescente di anziani o, comunque, di persone meno giovani di quanto ci
si potrebbe aspettare - aggiunge la consulente del Paracentro-. Anche per il lancio
in tandem in compagnia dell’istrutture,
del resto, registriamo una simile tendenza”.
Il Paracentro di Magadino, infine, prevede lanci durante tutto l’arco dell’anno
quando le condizioni meteo lo consentono. “Anche se in realtà l’alta stagione va da
metà marzo fino alla fine di ottobre - conclude Anja Sonderegger -, i lanci sono
possibili durante tutto l’anno, il sabato e
la domenica. E le cifre confermano che
l’interesse rimane molto buono”.
1
TRA AEROPORTI E CAMPI
Tra aeroporti internazionali e
semplici campi d’aviazione, la
Svizzera dispone in totale di 33
strutture. Zurigo, Ginevra e Basilea
hanno lo statuto di aeroporto
nazionale, per un totale di 6 piste.
2
3
4
5
GLI AEROMOBILI
Il registro svizzero degli aeromobili
nel 2012 vedeva immatricolati
1.922 apparecchi ad ala fissa, di
cui 1.461 leggeri, mentre il totale
generale è di 3.657 apparecchi.
GLI ELICOTTERI
La Svizzera è un Paese molto ben
servito dagli elicotteri. Solo tra
quelli immatricolati dalle autorità
elvetiche, nel 2012, se ne
registravano 326 in totale.
I PALLONI AEROSTATICI
MASSIMO SCHIRA
L
a Svizzera è un Paese di
appassionati aviatori.
Dai piloti di modelli in
scala sempre più perfezionati, fino ai visionari del volo, come Bertrand Piccard con il suo incredibile progetto Solar Impulse, con cui si
prepara al giro del Mondo su un
aereo spinto soltanto dall’energia solare. Passando per i detentori di un brevetto privato in una
delle molte categorie esistenti e
attraverso l’aviazione militare.
Che oltre a compiere nel 2014 il
suo primo secolo, attira ogni anno molti giovani aspiranti piloti
di jet o di elicottero.
Che lo stato di salute dell’aviazione in Svizzera sia particolarmente brillante, nonostante il no popolare ai Gripen, lo
conferma anche Yves Burkhardt,
segretario generale dell’Aero
Club Svizzero, associazione
mantello che raccoglie non meno di 45mila soci e 400 Club locali divisi in otto settori dell’aviazione. “L’aviazione sta bene,
molto bene e il dato più confortante è la crescita costante del
numero di associati negli anni spiega al Caffè -. E in tutti i settori c’è grande interesse. Come asTi-Press
Altra particolarità molto elvetica
è quella delle mongolfiere, che
hanno in Chateau d’Aix il loro
centro internazionale. In Svizzera
sono ben 377 quelle registrate.
I PILOTI
Nel 2012, i piloti privati in Svizzera
erano 5.604. Una cifra a cui vanno
aggiunti 1.136 piloti commerciali
e 2.362 piloti con licenza valida
per il trasporto di merci in aereo.
“L’aviazione va
molto bene, il dato
più confortante
è la crescita
degli associati”
sociazione mantello ci occupiamo di modellismo, volo a motore, volo a vela (aliante), elicotteri, paracadutismo, volo in pallone aerostatico, volo con apparecchi di produzione propria e di
ecoflight, volo ecologico, che
rappresenta la novità più recente dell’aviazione”.
Il mondo del volo in Svizzera
beneficia sicuramente anche di
una situazione congiunturale favorevole quale “rampa di decollo”. E il mestiere di pilota mantiene pressoché invariato il suo fascino. “Ogni pilota, di qualsiasi
livello, ha iniziato la propria carriera da un velivolo leggero; da
un Cessna o da un Piper - osserva ancora Burkhardt -. E in questo senso il pilota rimane ancora
una professione sognata tra i
Gli eventi
giovani. Che però sono confrontati oggi con un’attività molto
evoluta, dove non basta più
‘semplicemente’ volare. Il pilota
oggi deve avere salde competenze di tecnica aviatoria, meteorologia, fisica, elettronica e strumentistica. È una professione
assai più completa.
Una sfida molto interessante
per un giovane. Chiaramente in
Svizzera iniziare a volare, proprio perché viviamo in un Paese
economicamente benestante, è
più facile rispetto ad altre realtà”.
Staccare il brevetto di pilota costa diverse migliaia di franchi,
ma può aprire le porte ad una
professione estremamente ambita e affascinante. D’altra parte
non sono necessarie particolari
abilità per avvicinarsi al mondo
Forze aeree svizzere
dell’aviazione. Anche se, evidentemente, l’entrata nella “terza dimensione” dello spostamento
impone allenamento e solida
preparazione. Come nota Burkhardt. “Non esiste l’identikit del
pilota tipico - dice il segretario
generale dell’Aero Club Svizzero
-. Noi vediamo giovani o giovanissimi avvicinarsi a questo
mondo attraverso il modellismo
e poi passare rapidamente alla
Molte le ricorrenze tra le nuvole che quest’anno si festeggiano in tutta la Confederazione
Cielo aperto sopra Magadino
per i 75 anni dell’aeroporto
DAL COCKPIT
Sono oltre 45mila
gli appassionati
di volo elvetici
Ti-Press
I
l 2014 è un anno certamente particolare per l’aviazione in Svizzera. Sono infatti molte le ricorrenze “volanti” che
vengono festeggiate un po’ ovunque nel
Paese. A fare da sfondo a tutti gli eventi, i
100 anni delle Forze aeree svizzere, che
saranno al centro del mega evento “Air14”
di Payerne, spalmato su due fine settimana, tra fine agosto e inizio settembre. Ma
da festeggiare ci sono pure il cinquantesimo di fondazione della Patrouille Suisse e
i 25 anni del PC-7 Team. Anche il Ticino
ha il suo anniversario, visto che l’aeroporto cantonale di Magadino celebra i suoi
primi 75 anni con “Cieloaperto”, manifestazione dedicata al mondo dell’aviazione a 360 gradi, che culminerà il 31 maggio
e il 1° giugno prossimi con due giornate di
airshow totalmente gratuite.
L’evento ticinese è caratterizzato pure
da una serie di conferenze attorno al tema
del volo, con personaggi di primo piano a
livello internazionale, come Brian Jones,
autore del primo giro del Mondo in mongolfiera, l’astronauta italiano Paolo Nespoli, André Borschberg, pilota e capo
progetto di Solar Impulse, o, ancora, “Jet
man” Yves Rossy che vola con le ali attaccate al corpo. Il tutto come “antipasto” alla gustosa due giorni da trascorrere con il
naso all’insù. Perché nei cieli ticinesi voleranno team acrobatici prestigiosi come
la Patrouille Suisse, il Breitling Jet Team, il
PC-7 Team, i P3 Flyers o lo Swiss Bücker
Squadron. Ma anche esibizioni di volo individuali come quella, attesissima, proprio di “Jet Man” Rossy, o del campione
del Mondo di acrobazie in aliante, Luca
Bertossio. Le sette ore ininterrotte di spettacolo avranno altri protagonisti imperdibili, tra velivoli d’epoca e moderne “macchine volanti” dalle incredibili prestazioni e con ai comandi piloti altrettanto spettacolari.
Ti-Press
SULLA PISTA
I 100 anni
delle Forze
Aeree svizzere
sono al centro
di numerosi
appuntamenti
scuola di pilota quando raggiungono l’età minima richiesta.
L’unico aspetto che si può evidenziare è la prevalenza di maschi. Nonostante gli sforzi per
promuovere l’aviazione tra le
donne che sono solo il 3% dei
nostri 45mila soci. Per quanto riguarda invece eventuali difficoltà, è ovvio che pilotare un aereo
è diverso rispetto al sedersi al
volante di una vettura. Ma sono
difficoltà che si superano velocemente con le lezioni, soprattutto se c’è grande passione”.
Per chi aspira, invece, a tentare la via dell’aviazione militare,
la Confederazione - anche in
collaborazione con l’ Aero Club
Svizzero - ha da qualche anno
elaborato un sistema di selezione denominato “Sphair”, a cui
l’esercito fa capo per far fronte
alle esigenze annuali di piloti dei
suoi jet o dei suoi elicotteri. “È
chiaro che non tutti coloro che
superano la selezione di Sphair
riescono a diventare piloti dell’aviazione militare, perché i posti sono limitati - conclude Burkhardt -. Ma questo sistema rappresenta anche un’ottima base
per una carriera commerciale,
sia su aerei di linea che sugli elicotteri”.
[email protected]
Q@MassimoSchira
Ti-Press
Non sono
necessarie
particolari abilità
per avvicinarsi
a questo mondo
L’attrazione
Forze aeree svizzere
Forze aeree svizzere
Forze aeree svizzere
La Svizzera resta
un Paese di aviatori
tra giovani piloti
e intrepidi visionari
Le virate di “Jet Man” Rossy
da Rio fino al Gran Canyon
Il funambolo del pilotaggio è una star mondiale
N
JET UMANO
Yves Rossy
vola da anni
con la sua ala
in carbonio
egli ultimi anni è diventato una vera e propria attrazione internazionale nel mondo dell’aviazione. Ha
volato con la sua ala attaccata alle spalle
attorno al Cristo redentore di Rio de Janeiro, sopra le baie della Nuova Zelanda,
di fronte al Monte Fuji o tra le gole del
Grand Canyon. Da solo o in compagnia.
Magari anche di uno storico bombardiere
B-17 o in formazione con il Breitling Jet
Team. Yves Rossy, alias “Jet man”, 55 anni
e un’esperienza in volo a tutti i livelli - dai
caccia militari agli aerei di linea su rotte
intercontinentali - non smette di affascinare quanti lo vedono volteggiare negli
“air show” ai quattro angoli del pianeta.
“Mi sono finalmente ritagliato il mio spazio di libertà - spiega al Caffè Rossy, che la
prossima settimana sarà a Magadino, prima da conferenziere (venerdì 30 maggio
alle 20), poi da vera e propria attrazione
per la due giorni di show (vedi articolo a
lato) -. Da circa un anno e mezzo ho preso
la decisione di lasciare il mio posto al
cockpit sui voli intercontinentali di Swiss
per dedicarmi completamente al mio sogno”
Ha insomma corso un bel rischio il funambolo dei cieli elvetico. Perché lasciare
un posto sicuro e di alto livello per volatre, più o meno, verso l’ignoto non è certo
una scelta molto… alla moda. “Se sei saggio, un posto così non lo abbandoni - conferma ridendo -. Ma l’aviazione del giorno
d’oggi è diventata troppo regolamentata.
È un mondo che non mi piaceva più. Oggi
un pilota di linea è meno libero rispetto
ad un conducente di automobile; deve
chiedere il permesso per qualsiasi cosa. È
un semplice esecutore, che viene chiamato in causa solo quando ci sono problemi. E problemi grossi”. Staccatosi defi-
nitivamente dal proprio posto in cabina,
per “Jet Man” sembravano aprirsi molte
strade, che poi si sono però un po’ viste
“intasate”.
“Tutto era all’insegna della positività,
avevo delle tournée programmate e parecchi contatti - racconta -. Ma mi sono
scontrato con la burocrazia, soprattutto
negli Stati Uniti. Ora le cose vanno meglio, perché la sede del progetto sarà spostata a Dubai, dove ho trovato l’ambiente
ideale per lo sviluppo delle mie idee. Che
in futuro si tradurranno nella formazione
di allievi. Con il primo che è già praticamente pronto al decollo”.
Creatività e libertà suonano un po’ come un ritornello nelle parole dell’estroso
pilota neocastellano e anche le esibizioni
di Magadino ne saranno certamente molto impregnate. “Il pubblico vedrà un moscerino nel cielo - anticipa Rossy -. Perché per ragioni di sicurezza il limite inferiore del volo è fissato a 800 metri. Il che
“Io sono un uomo volante, che si
muove nel cielo con un’ala sulla
schiena controllata con il corpo”
significa che, in caso di problemi, posso
avere 16 secondi a disposizione per sganciare l’ala e aprire il paracadute. Mi lancerò da un elicottero tra i 1.600 e i 1.700 metri di quota, ma il pubblico potrà seguirmi
anche da vicino. L’ala è infatti dotata di
una telecamera che proietta le immagini
dall’alto sul maxischermo del meeting.
Per vedere un po’ quel che vede un uomo
volante. Perché io sono un uomo volante,
che si muove nell’aria con un’ala sulla
schiena e sceglie le traiettorie e i volteggi
solo con il movimento del corpo e della
testa”.
1
IL TRAFFICO AEREO
Nel 2012, in Svizzera si sono
registrati 455.422 movimenti di
aerei di linea e charter negli
aeroporti svizzeri più importanti.
435.147 negli aeroporti nazionali,
20.275 in quelli regionali
2
3
4
5
SUI CAMPI D’AVIAZIONE
Anche l’attività sui campi
d’aviazione rimane intensa. Nel
2012, si sono registrati in totale
oltre 500 mila movimenti in
partenza e arrivo sui “campi”
I PASSEGGERI
La Svizzera si conferma Paese di
transito e dai numeri importanti
anche nel settore dei passeggeri:
oltre 44 milioni in totale negli
aeroporti elvetici nell’anno 2012
LE METE PREFERITE
Chi prende l’aereo in Svizzera, è
molto probabile che abbia
l’Europa come meta. Oltre 17 dei
22 milioni di partenti dal Paese
erano diretti nel 2012 in Europa
I CONSUMI
Si calcola che il traffico aereo
sopra la Svizzera in un anno
consumi circa 600 mila tonnellate
di carburante anche se gli aerei
sono sempre meno inquinanti
20
La borsa
Logate
Chic e da città il
modello in rafia
intrecciata, da
portare a mano,
di Dolce&Gabbana.
tra
lamoda
parentesi
animali
Star
Le espadrillas
firmate Chanel,
un vero must da
qualche stagione,
in versione
superglam
black&white.
Il cappello da sempre affascina
personaggi famosi e star che ne
hanno fatto un elemento
caratterizzante del look. È il caso
di Johnny Depp, immortalato
con il cappello in
moltissime occasioni.
La paglia
In paglia
colorata si
porta anche
in testa, con
l’abito lungo,
secondo Paul
Smith.
L’eco chicdella paglia mania
ha conquistato pure lo stile city
LINDA D’ADDIO
È
una vera mania, tutta al naturale. Con
paglia, vimini e juta. Un tempo prerogativa degli accessori da mare oggi
questi materiali diventano chic anche in versione cittadina. Stilosa quanto basta, la paglia e gli altri materiali della “famiglia”, hanno
conquistato un posto d’onore nelle preferenze degli stilisti che amano sperimentarli su
borse, cappelli e persino sui bijoux e sulle
calzature.
La paglia, di gran moda negli anni Sessanta, è stata per anni relegata ad un ruolo
marginale, destinata esclusivamente agli accessori da spiaggia, borse e cappelli per inciso. Fino ad oggi, almeno, ovvero quando i
couturier hanno deciso di farla sfilare sulle
passerelle in versione cittadina e glam, adattandola ai diversi stili, eleganti e sportivi. Un
trend assolutamente in linea con l’impegno
“eco” verso il quale sempre più donne sono
indirizzate e che rende sempre più apprezzato l’utilizzo di accessori amici dell’ambiente,
eco-chic.
Innanzitutto le borse. Da qualche anno le
griffe hanno riscoperto il glam dell’intreccio
fatto un elemento caratterizzante del loro
personaggio, i cappelli di paglia rendono
assolutamente unico ogni outfit. E non ci
riferiamo solo ai modelli a falda larga, tradizionalmente destinati alla spiaggia, o al
genere Borsalino. Perché il cappello in paglia è sempre più di moda, sia nelle versioni
maschili sia nelle occasioni cittadine. Associa il trend del pois alla moda della paglia
Paul Smith con la nuova paglietta a pallini
rossi. Grandi cappelli in paglia a falda larga,
da vera diva, padroneggiano nella campagna
pubblicitaria di Luisa Spagnoli. E le scarpe. Dalle intramontabili “espadrillas”, le scarpe con la celeberrima suola di
paglia, ai modelli con la zeppa, in corda e paglia, le calzature realizzate in questi materiali
sono davvero fashion. Sono diventate un cult
le espadrillas firmate Chanel, le classiche rasoterra con il logo della doppia “C” sulla
punta, oggetto del desiderio di tutte le fashion addict, in versione colorata o nella più
classica black&white. Fashion le espadrillas
in versione multicolor con plateau. Bellissimi i sandali con la zeppa in rafia, rossi, marroni e beige, di Fendi. Stringate il modello in
rafia e pelle di Moschino Cheap&Chic.
per realizzare borse super-raffinate, dalle city bag da portare a mano alle altrettanto
“chiccose” pochette in rafia. Fra i modelli più
originali quelli di Michael Kors che giocano
su diverse combinazioni di pelle e paglia a
forma di pochette arricciate. Oppure i modelli di Dolce&Gabbana che da più stagioni
hanno lanciato una linea di borse in rafia superglam da città. Di questa stagione i modelli
in rafia colorata con maxi lucchetto sul da-
Un tempo prerogativa
degli accessori da mare,
oggi in versione cittadina
vanti a chiusura. Meravigliosa anche la borsa
in paglia metallizzata di Tory Burch, disponibile in oro, in argento e in versioni a righe in
pieno stile navy. Divertenti i modelli di Missoni con tracolla a catena colorata e un paio
di labbra sul davanti. Fra i marchi low cost
Oysho, Stradivarius e Zara, puntano su motivi di ispirazione etnica, colori brillanti e modelli a secchiello.
Ma anche i cappelli. Da sempre amati
dalle star, passione smodata di attori quali
Johnny Depp e Jessica Alba, che ne hanno
Scrivete
Inviate le vostre domande al veterinario
del Caffè
[email protected]
Potete scrivergli anche entrando nella
pagina web del sito www.caffe.ch
cliccando sulla rubrica “Qua la zampa”
Lo Spinone nasce già educato,
sa sempre cos’è più giusto fare
La domanda
La risposta di Stefano Boltri
E
I
gregio dottore, premettto che
non sono un cacciatore, però
essendomi da poco trasferito
in una casa in mezzo al verde, ho
deciso di acquistare un amico fedele. In particolare la mia attenzione è rivolta verso un cane a mio
avviso molto speciale: lo spinone
italiano. Essendo appunto un cane
da caccia vorrei sapere da lei, oltre
alle caratteristiche di tale razza,
quali sono le esigenze di questi
animali, la loro adattabilità alla casa, al giardino (molto grande) ed
alla privazione del loro istinto naturale della caccia. Ovviamente
attendo anche quelle curiosità
che fanno da piacevole corollario alle sue descrizioni delle varie razze.
nizio con una definizione non mia ma che mi ha molto colpito: “Si può dire che lo Spinone sia un cane
poeta, una sorta di artista da strada con nello sguardo
qualcosa di malinconico e profondo. Non c’è cosa più
bella che parlare con il proprio cane attraverso lo sguardo e capire i suoi stati d’animo. Lo Spinone ha uno
sguardo umano”. Lo Spinone italiano è senza alcun
dubbio uno dei cani più adatti alla caccia su tutti i
tipi di terreno. È senza dubbio una razza “antica”
nata e selezionata proprio per l’attività venatoria,
in origine infatti questi cani a pelo duro erano usati appositamente a tale scopo, soprattutto in Piemonte dove erano conosciuti col nome di “Griffoni” ed avevano uno standard di razza un po’ diverso
da quello attuale.
Di questa razza particolare si parla da molti secoli
essendo anche citati da Seneca; è però nel periodo
del Rinascimento che lo spinone sale alla ribalta
delle cronache. Un periodo in cui erano impiegati
per le battute di caccia e dovevano affrontare ogni terrre-
no, distinguendosi per le loro doti da cane da ferma.
La loro intelligenza, la capacità di intuire e decidere cosa
fare li porta ad essere al centro di episodi che hanno dello straordinario. È chiaro che una razza così amata ed
apprezzata si sia mantenuta pura per un lungo periodo.
Ovviamente, come succede spesso, accanto a periodi di
splendore, esistono anche periodi di declino soprattutto
in corrispondenza dell’arrivo di altre razze; declino così
drastico da fare temere la scomparsa di questa razza. Però, a partire dagli anni ‘40-’50 , si è assistito al recupero,
grazie all’impegno e alla passione degli amanti di questo
cane, così oggi ci troviamo di fronte ad una buona situazione anche se non si può di certo affermare che lo Spinone sia un cane molto diffuso.
Ebbene, oltre ad essere un grande cacciatore, lo spinone
è anche un compagno ideale per qualsiasi famiglia, affettuoso e molto perspicace tanto da fare affermare che
non ha bisogno di ordini perchè sa già da solo cosa è giusto fare. Con questo spero di avere chiarito i suoi dubbi:
porti a casa uno Spinone.... e non se ne pentirà.
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30
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10 biglietti
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Duke Ellington è stato una delle igure più inluenti e popolari del jazz e della musica americana. The Duke
ha diretto la sua mitica orchestra, vera e propria fucina di talenti, in oltre ventimila concerti in tutto il mondo,
dal 1923 ino alla sua morte nel 1974. Da allora la formazione ha continuato ad esibirsi con invariato
successo sui palchi più prestigiosi rinnovando i fasti della musica di Ellington, che è stato uno dei più proliici
e geniali compositori della storia del jazz.
Opening & Closing concert: Breda Jazz Festival Band
Per essere estratti basta inviare una e-mail a [email protected] indicando i propri dati (nome, cognome e indirizzo completo) entro venerdì 30 maggio
Biglietti in palio del valore di 65 franchi
ANTA, MA “SPECIAL”
Patrizia Varetto è l’autrice del
“Manuale di resistenza per
cinquantenni e oltre”, e
fondatrice del sito lebloomers.it.
To bloom: fiorire e rifiorire
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
21
tra
parentesi
La società
I vantaggi
BASTA SEDURRE A TUTTI I COSTI
Ma che bello! Basta dover
sedurre a tutti i costi. Apparire
sempre in perfetta forma, di
ottimo umore, nascondere
macchie, rughe e occhiaie.
Il terribile
confine
piazzato fra
i 35 e i 65 anni
ha causato
strategie
disastrose.
Ma l’era
“50 special”
è la nuova
stagione
delle donne
MENO BIANCHERIA E PIÙ...
Finalmente, con l’età che
avanza e i figli che se ne
vanno da casa, la cesta
della biancheria si svuota.
C’è pure più spazio in frigo,
per cibi più salutari.
FINITE LE CORSE PERDIFIATO
Dall’asilo al supermercato,
dalla posta al lavoro e poi in
posta, in banca, in
lavanderia.... Ora abbiamo
più tempo per ogni cosa.
La crisi di
ROSELINA SALEMI
B
astava che qualcuno
avesse il coraggio di
dirlo. La Crisi di Mezza
Età è un mito. Un’invenzione degli anni
Sessanta, che porta la firma dello
psicologo Eliott Jaques, legata allo
studio di un campione di artisti
depressi. Il terribile confine piazzato fra i 35 e i 65 ha causato strategie dispendiose e disastrose: lui
si procura una moto, un tapis roulant e all’occorrenza
una moglie nuova, lei si
lascia sedurre dal botox. Spesso, soltanto
per paura. Alexandra
Freund, ricercatrice
dell’Università di Zurigo e Margia Lachman,
della Brandeis University in Massachusetts ci
fanno tirare un sospiro
di sollievo: “Non c’è alcun periodo specifico
della vita che corrisponda a una crisi”. E
basta con i preconcetti,
tipo che i sogni dell’adolescenza si sono perduti, il
corpo invecchia e l’anima pure.
Questo mito non deve influenzarci più. Siamo entrati nell’era “50
special”. Non stiamo parlando
della famosa Vespa ma della nuova stagione delle donne. Le splendide quarantenni sono diventate,
per dirla alla “Sex and The City”,
“Fifty and fabulous”. Così si è definita Michelle Obama: “Sono felicissima di unirmi a Barack nel
club dei cinquantenni. Ecco la
Le Bloomers
invitano a trovare
altre definizioni di
sè: la più carina è
“trans-age”
mezza
età
(per lei) non esiste
mia tessera da anziana”, e su Twitter mostra allegramente l’iscrizione all’Aarp, l'associazione di over
50 più famosa d’America. La first
lady è in cima alla classifica delle
“50 special” di Patrizia Varetto,
fondatrice del sito www.lebloomers.it che prende in prestito
dall’inglese to bloom l’idea di fiorire e rifiorire, ricordando Amelia
Bloomers, avvocatessa america-
na che nella seconda metà dell'Ottocento si è battuta per il voto
alle donne. Le Bloomers, oltre a
detestare la parola “giovanile” e
gli chemisier al polpaccio, invitano le donne a trovare nuove definizioni di sé: la più carina è
“trans-age”.
ll Daily Express la butta lì:
molte star sono più belle oggi di
quando avevano trent’anni. Basta
Gli esperti
elencare le “ragazze del ‘64”: Juliette Binoche, cinquanta il 9 marzo (la vedremo in Godzilla 3D) Elle Mc Pherson (29 marzo), si è
sposata l’anno scorso con il miliardario Jeffrey Soffer, Courtney
Love (9 luglio) ha inciso un disco
da solista e si è innamorata di Aaron Sorkin. E il Very Normal People? Oggi le cinquantenni stanno
benissimo. Una ricerca P&G isola
E DOPO GLI ALTRI NOI
Ad una certa età, finito di
accudire figli, nipoti e genitori
arriva il turno di pensare a se
stessi. Più tempo libero da
trascorrere senza diktat da
parte di nessuno.
due importanti avanguardie, le
Winners e le Evolutive, seguite
dalle Appagate che si dichiarano
attente alla moda, informate, piene di hobby. La parola-chiave? Finalmente. “Finalmente non dobbiamo più sedurre di default, né
inseguire vanamente le forme
della Donna Clessidra (90-60-90)
- scherza, ma non troppo, Patrizia
Varetto -. Non dobbiamo impe-
L’antropologo e la coach tracciano il profilo delle “over” di oggi
“Sono consapevoli
di avere a disposizione
un altro giro di giostra”
“I
cicli di vita tempo fa erano più precoci, anticipati. A vent’anni ci si sposava e siccome le donne sono più
longeve c’erano molte cosiddette ‘allegre vedove’ di appena 40, 45 anni, mentre oggi capita sempre più spesso che a quell’età si sia
una primipara”. L’antropologo Duccio Canestrini sintetizza molto bene il cambiamento
della società in neanche mezzo secolo. E aggiunge: “In un tempo tutto sommato brevissimo, che non è nulla rispetto alla nostra
evoluzione sia biologica che culturale, s’è
rovesciato un paradigma”.
Insomma, un altro giro di giostra per una
donna che, oggi, ha finalmente raggiunto la
consapevolezza che il tempo alle spalle non
deve forzatamente essere un peso, ma può
rivelarsi invece una spinta ad aprirsi ad altre
esperienze. “Direi che raggiunti i 50 anni si
diventa naturalmente trasgressive - sottolinea ancora l’antropologo -, ci si rende conto
di potersi permettere altro, soprattutto finalmente pensare a se stesse”. Ma non certo in
modo frivolo, bensì costruttivo. “Incontro
tante donne con la consapevolezza di dover
fare qualcosa per loro, dopo aver cresciuto i
figli e per tanti anni pensato solo alla famiglia - conferma Chantal Gilardini Linder,
professional coach, con studio a Lugano -.
Sicure di ciò che vogliono, chiedono consigli
su come fare per meglio realizzare i loro desideri, consapevoli che di anni davanti ne
hanno ancora molti e col desiderio di viverli
al meglio”.
Viverli con un’altra ottica, ovviamente,
non più quella di dover compiacere il prossimo per forza, costantemente disponibili e
servizievoli. Basta con il diktat di piacere agli
altri a tutti i costi, di mostrarsi seduttive e seducenti 24 ore su 24. “Bè, diciamo che a 50
anni la donna piace anche per qualcosa d’altro, per le sue competenze, la sua esperien-
za, ad esempio”, sottolinea Gilardini. “Ma
anche - aggiunge l’antropologo -, per una
maggior empatia, per una diversa impostazione dei rapporti umani, più generosi e meno individualistici. Ecco perché c’è chi, liberato dagli impegni lavorativi e familiari, si dà
al volontariato, ognuna ha acquisito consapevolezze diverse insomma”.
E allora, a cinquant’anni avviene il giro
di boa. Si apre una nuova fase dell’esistenza,
da godere a 360 gradi, non certo più col freno a mano tirato. È un po’ come se la vita,
oggigiorno, si fosse allungata. “Piuttosto, direi che s’è aggiunta una fase e ha sostituito
quella che un tempo consisteva solamente
nell’assistere impotenti al proprio declino conclude Canestrini -. L’importante è però
mantenere relazioni sociali stabili anche
nella prima parte della vita, senza annullarsi
per la famiglia, altrimenti si rischia di ritrovarsi sole”.
p.g.
gnarci più dei maschi per fare carriera, né scivolare via di soppiatto
da una riunione per correre al
saggio di danza o al capezzale dei
figli con il morbillo. La cesta della
biancheria si svuota. Nel frigo c’è
posto. Riflettiamo sul tesoretto
che abbiamo tra le mani: meno
stress, maggiore libertà.” E non si
tratta di coltivare per forza la ragazzitudine (non è proibito, volendo) né di trasformarsi in cougar, cacciatrici di toy boy (non è
proibito neanche questo), ma di
trovare un equilibrio passando
dall’età dell’innocenza a quella
dell’indulgenza.
Meglio non rifiutare le trasformazioni del corpo. Sottoporsi a
sofisticate torture di bellezza non
sempre è una soluzione, anche se
qualche accorgimento per migliorarsi ci sta. Naomi Wolf, 51 anni, autrice del saggio “Il mito della
bellezza” si racconta entusiasta su
“Washington Post”: “In strada, alle ragazze si chiede brutalmente:
dammela! Le donne di una certa
età si sentono dire: che occhi incantevoli! È un baratto che non
mi dispiace. Alle giovani ansiose
vorrei dire: tranquille, godetevi il
viaggio.” E, al seguito delle Bloomers, arrivano le “racing grannies” americane, le nonne, che
hanno in media dai 45 ai 64 anni e
sono circa 40 milioni. Hanno dato
vita a un vero e proprio movimento per difendere il futuro dei nipoti. In effetti, a pensarci bene, le
nonne sono una delle poche risorse naturali in crescita…
“Alle ragazze si
chiede brutalmente
dammela! Loro si
sentono dire: che
occhi incantevoli”
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I decessi
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80%
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I nuovi casi
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al seno ogni
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l'80 % delle donne
colpite sono
ancora in vita
cinque anni
di distanza
dalla diagnosi
Quasi la metà
delle donne
colpite appartiene
alla fascia d'età
dai 50 ai 69 anni
ANTONINO MICHIENZI
A
ddio bisturi. Per i tumori del seno di piccole dimensioni presto potrebbe essere disponibile una nuova
opzione, meno invasiva ma altrettanto efficace della
tradizionale chirurgia. Si tratta della crioablazione. Consiste nell’inserimento di una piccolissima sonda nella pelle
che, raggiunta la massa tumorale la congela “spruzzando”
sostanze come l’azoto liquido o il gas argon che distruggono le cellule tumorali.
Uno studio condotto da ricercatori del New York Presbyterian/Weill Cornell Medical Center di New York e presentato nel corso dell’annuale congresso dell’American Society of Breast Surgeons sembra infatti confermare la sua
efficacia. Ma solo per i tumori di dimensioni inferiori al
centimetro. La crioablazione non è una novità in medicina.
E nemmeno nel trattamento del cancro: è per esempio impiegata, in casi selezionati, in alcuni tumori della pelle,
della prostata e del fegato. Ora si sta esplorando il suo impiego nel cancro al seno, giacché la tecnica è molto meno
invasiva della tradizionale chirurgia: l’intervento può essere fatto in anestesia locale, spesso non richiede il ricovero,
non lascia in pratica nessuna cicatrice.
Per questa ragione i ricercatori hanno valutato la sua
efficacia in 86 donne con un cancro al seno maligno ai pri-
Questo
amore
nostro
La lettera
Da quando la mia ragazza è incinta
abbiamo paura ad avere rapporti
S
IN SVIZZERA
iamo una giovane coppia, ventiquattro anni lei
e vent’otto io, e siamo insieme da più di due
anni. La nostra relazione va molto bene sotto
tutti i punti di vista al punto che abbiamo deciso di
avere un bimbo. È arrivato quasi subito da quando
lei ha interrotto l’anticoncezionale e infatti da tre
mesi e mezzo lei è in dolce attesa. Io trovo che è diventata anScrivi a LINDA ROSSI
cora più bella, sta bene e il suo
psicoterapeuta e sessuologa
ginecologo ha detto che tutto
procede per il meglio. Il proble- Posta: Linda Rossi – Il Caffè
Via Luini 19 - 6600 Locarno
ma però, se di problema si tratta, è che da quando abbiamo
E-mail:
saputo che lei è incinta non ab- [email protected]
biamo più osato avere rapporti
sessuali. Da un lato siamo tutti
presi emotivamente da questo prossimo stupendo
evento, ma c’è anche il fatto che, forse più io di lei, è
come se avessimo paura di fare del male al piccolo.
Inoltre, io mi sento imbarazzato perché è come se
non fossimo più soli durante i nostri momenti di intimità. Lei pensa che ci siano realmente dei rischi? E
per la futura mamma?
mi stadi, quando il tumore ha appena cominciato a invadere il tessuto adiposo circostante. Il successo è stato apparentemente modesto. Oggi la chirurgia (spesso seguita da
radioterapia) consente alle donne con un tumore in questo
stadio di guarire dal cancro quasi nella totalità dei casi. Nel
caso della crioterapia, il tumore è scomparso solo nel 69
per cento delle donne. I ricercatori sono però cauti: “Il trattamento è stato al 100% efficace in un sottogruppo di don-
“Se è più piccolo di un centimetro
la crioablazione potrebbe essere
un’ottima opzione all’intervento”
ne con tumori più piccoli (di circa 1 centimetro o meno).
Quindi è possibile che per queste donne la crioablazione
possa rappresentare una nuova opzione terapeutica”, ha
precisato la principale autrice della ricerca, Rache Simmons a capo del reparto di Chirurgia del seno all’ospedale
newyorkese.
Quello del trattamento dei tumori al seno di piccole dimensioni è un tema relativamente nuovo in medicina, su
cui gli esperti discutono da tempo. Grazie alla diffusione
dello screening con la mammografia, la scoperta dei nodu-
li è sempre più precoce. Perciò un trattamento che sia allo
stesso tempo efficace e quanto più possibile leggero per la
donna sarebbe il benvenuto.
Ora la crioablazione sembra il candidato ideale. Anche
se non mancano gli esperti che si mostrano molto critici e
si chiedono se abbia senso abbandonare il trattamento tradizionale, più invasivo, certo, ma sicuramente efficace, per
un’opzione terapeutica ancora imperfetta.
Intanto, però, c’è qualcosa che le donne con tumore al
seno possono fare subito: dormire. Infatti, secondo uno
studio della Stanford University pubblicato sulla rivista
Sleep una buona qualità del riposo è correlata a una maggiore sopravvivenza al cancro al seno in stadio avanzato.
Lo studio è stato condotto su quasi 100 pazienti con tumore al seno e ha mostrato che nelle donne con una migliore
qualità del sonno il periodo di sopravvivenza medio era di
circa 69 mesi, contro i 33 delle pazienti che riposavano male. Serviranno altri studi per dare una spiegazioni dei risultati, ma per i ricercatori la risposta potrebbe essere semplice: un cattivo sonno porta a una minore efficienza del sistema immunitario e di risposta agli stress ormonali. Così,
con le difese dell’organismo che abbandonano le armi, il
cancro ha vita facile nella sua avanzata.
La risposta di Linda Rossi
Nessuna astinenza in gravidanza
salvo parere contrario del medico
I
nnanzitutto vi faccio i miei
complimenti per la bella
coppia che state portando
avanti con una così felice intesa
e armonia. Complimenti anche
per il meraviglioso progetto che
avete realizzato e che vi porterà
presto a ritrovarvi nella dimensione di genitori. È una bella avventura quella che vi attende.
Ricordatevi però che la dinamica familiare cambia e che quindi
dovrete sì assumere con responsabilità e amore il vostro nuovo
ruolo, ma dovrete pure ricordarvi di non trascurare la vostra
coppia di amanti. Sarà importante fare spazio anche ad essa.
Dico questo perché è il caso di
iniziare fin d’ora a non dimenticarla né metterla da parte nel
nome del nuovo importante
evento. Ricordatevi poi che la
gravidanza non è una malattia: a
meno che il medico vi abbia dato precise indicazioni di astinenza dai rapporti sessuali, poiché porterebbe seri rischi al
bambino, in particolare il rischio di perderlo; se non vi hanno dato indicazioni di questo
genere, se non si osservano perdite delle quali dovete subito
parlare al ginecologo, non c’è ragione alcuna per rinunciare a fare l’amore. Se la mamma sta bene non c’è rischio nemmeno per
lei. Certo, sempre che il rapporto avvenga con una certa tranquillità. Colgo l’occasione per ricordare che l’uomo ha interesse
a muoversi, durante la penetrazione, oscillando il bacino. Un
movimento, questo, che evita di
dare colpi diretti e magari anche
intensi al collo dell’utero.
Osate pure, dunque, continuare nella vostra bella complicità relazionale, erotica compresa, che se vissuta bene e fatta
con amore e piacere non può
che giovare al piccolo che si sentirà un po’ sobbalzare dentro la
sua piccola e provvisoria dimora. Non può che vivacizzarne la
permanenza, a passo di danza.
Inoltre fa bene ai futuri genitori
quali voi siete, intrattiene viva la
vostra sessualità che non perde
il ritmo e l’opportunità di continuare a migliorarsi creativamente per il bene e la felicità di
tutti. E se avete altre domande
non esitate a porle al medico o
alla vostra levatrice di riferimento.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
25
tra
parentesi
450
mila
I nuovi casi nel 2012
di tubercolosi
resistente a più
antibiotici
in 92 Paesi
La salute
Fonte: Oms
Gli antibiotici più usati
1 Amoxicillina
con acido clavulanico
(infezioni respiratorie)
L’ALLARME
2 Claritromicina,
Azitromicina
(polmoniti atipiche
e per bambini
10
I 6 superbatteri resistenti
indicati dall’OMS
I Paesi in cui si è registrata
una gonorrea resistente
alle cure (tra cui Francia,
Giappone e Canada)
(Antibiotici ormai inefficaci)
Escherichia Coli
3 Levofloxacina,
Ciprofloxacina
(infezioni urinarie
e intestinali)
cefalosporine e fluorochinoloni
4 Cefixima
(otiti, sinusiti)
5 Ceftriaxone
Klebsiella Pneumoniae
(polmoniti)
cefalosporine e carbapenemi
1,5 miliardi
di euro
Stafilococco Aureo
meticillina
Il costo delle infezioni
causate in un anno
dall’antibioticoresistenza in Europa
Pneumococco
pennicilline
1987
L’anno in cui
è stato scoperto
l’ultimo
antibiotico,
la daptomicina
Salmonellosi
fluorochinoloni
Gonococco
cefalosporine
L’intervista
Il parere dello specialista
“Ne abbiamo
abusato,
ora non fanno
più effetto”
Se lo stafilococco
torna a far paura,
è allarme infezioni
“I
25mila
Superbatteri sempre più aggressivi,
mentre gli antibiotici non curano più
PATRIZIA GUENZI
L’
abuso, si sa, non fa
mai bene. E così anche con i medicinali,
sebbene l’obiettivo
sia quello di fare bene. Invece, accade il contrario.
Sul banco degli imputati gli antibiotici, incapaci ormai di curare.
Ne abbiano presi troppi, anche a
sproposito (vedi articolo a lato).
Poco alla volta si sono sviluppate
resistenze e così le infezioni comuni potrebbero tornare ad uccidere. Abituati a fronteggiare
pasticche di ogni tipo e colore, i
batteri si sono abilmente trasformati per non venirne colpiti. E
contemporaneamente la ricerca
si è fermata. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità
(Oms) è dalla fine degli anni Ottanta che non si inventano molecole nuove e significative.
Alti costi e scarsi guadagni, negli
ultimi quindici anni hanno frenato le aziende farmaceutiche a
sviluppare nuovi antibiotici. Un
antibiotico moderno – secondo i
calcoli della London School of
Economics, è in media tre volte
meno redditizio di un farmaco
oncologico e dieci volte meno di
un medicinale dell’apparato muscolo-scheletrico. Non c’è da stare allegri: in un anno, in Europa,
il costo delle infezioni causate
dall’antibiotico-resistenza è di
Preoccupano gli
infetti nosocomiali,
in Svizzera si
registrano 2mila
decessi l’anno
oltre due miliardi di franchi e
25mila persone morte. Intanto,
infezioni comuni, curate bene
per decenni, potrebbero tornare
ad essere mortali. A preoccupare, soprattutto quelle nosocomiali, degli ospedali, fronte su
cui la Svizzera non è granché ben
messa. Stando alle ultime stime
di SwissNoso, gruppo di medici
creato dall’Ufficio federale di salute pubblica (Ufsp) per dare
suggerimenti nel campo della
lotta alle infezioni, quasi 600 decessi e 20.000 infezioni potrebbero essere evitati ogni anno se
in tutti gli ospedali elvetici si rispettassero le norme minime
d’igiene. Sempre in Svizzera,
ogni anno 70mila persone s’infettano di germi patogeni durante un ricovero, 2mila di queste
Le persone morte
per antibioticoresistenza
in un anno
in Europa
muoiono. Sono soprattutto le
operazioni del sistema digestivo
(colon, retto) le più insidiose. Un
paziente su otto viene a contatto
con un batterio durante l’operazione; in Germania il tasso è di
uno su 11 e negli Usa uno su 16.
Un rispetto scrupoloso delle regole igieniche permetterebbe di
evitare un buon numero di questi problemi. SwissNoso consiglia i medici di “lavarsi sistematicamente le mani” e di avviare un
sistema di controllo, mentre
l’Ufsp intende migliorare l’aspetto igienico a partire dal 2015, attraverso un programma nazionale di controllo per ridurre il numero d’infezioni. Controllo e informazione visto, peraltro, che
non esistono cifre per quanto riguarda i Paesi più a rischio.
SwissNoso e l’associazione nazionale per lo sviluppo della qualità negli ospedali e le cliniche
promettono quindi più traspa-
2
3
SVIZZERA PIONIERA
6
LA COLLABORAZIONE
Da sapere
1
4
ERNIA A BASSO RISCHIO
SwissNoso ha monitorato
oltre 52.000 interventi,
chirurgia viscerale e taglio
cesareo, ortopedia e
chirurgia cardiaca. Il tasso
di infezione piu?basso
(1,2%) si è rilevato dopo
interventi di ernia
IL FUTURO
Gli ospedali svizzeri
dispongono di dati preziosi
per un confronto con la
media degli altri nosocomi,
una base per ridurre le infezioni nelle postazioni chirurgiche e aumentare la
qualità delle prestazioni
5
ATTENTI AL COLON
Tassi di infezione
relativamente bassi anche
dopo i tagli cesarei (1,8%)
e la chirurgia protesica
ortopedica (ginocchio 2%,
anca 1,6%), chirurgia del
colon (12,8%) e bypass
gastrici (16,7%)
IL CONSUMO IN EUROPA
In Europa il consumo di
antibiotici piu?elevato si
riscontra in Grecia,
seguita da Francia, Italia
e Belgio; il consumo piu?
basso spetta a
Germania, Norvegia
e Svezia
Il programma svizzero
di controllo e?un passo
avanti nel confronto
internazionale. La
nuova sfida sarà poter
confrontare i dati in
modo affidabile con
quelli di altri Paesi
L’ufficio federale della
salute pubblica prevede
una collaborazione
con l’Ufficio federale
di veterinaria, quello
dell’agricoltura,
dell’ambiente
e con i cantoni
renza, come quella che già esiste,
ad esempio, nel Regno Unito.
Ovvio, impossibile sopprimere
totalmente il problema delle infezioni nosocomiali, ma la situazione si può migliorare in particolare per l'igiene delle mani e le
tecniche per depilare la zona da
operare.
Secondo l’Oms, ormai la minaccia di infezioni sempre più
antibiotico-resistenti non è più
una previsione per il futuro, ma è
già un’emergenza. Reale e mondiale. E si dovrà fronteggiarla.
Come si dovrà tener testa al ritorno di malattie che credevamo ormai superate. Tra i superbatteri
che fanno più paura, oltre allo
stafilococco ed altri, salmonellosi e gonococco. E quest’ultimo
preoccupa parecchio, visto che è
il responsabile della gonorrea,
una malattia a trasmissione sessuale oggi sempre più diffusa.
Che fare? Innanzitutto spiegare
ai pazienti che gli antibiotici non
sono caramelle, ma che vanno
presi solo quando è davvero necessario e quando li prescrive il
medico, sebbene questi ultimi a
volte siano sin troppo elastici.
Inoltre, il ciclo di cura va assolutamente terminato, anche se dopo qualche giorno ci si sente già
meglio. Un aiuto concreto in tal
senso lo possono dare i farmacisti.
[email protected]
Q@PatriziaGuenzi
Il gonococco
è un batterio
responsabile della
gonorrea, di nuovo
molto diffusa
batteri vincono sempre.
Sono così tanti e si riproducono così in fretta che
inesorabilmente sviluppano delle
resistenze”. È la premessa, in vero
poco ottimistica, del dottor Christian Garzoni, specialista in medicina interna e malattie infettive.
“Inoltre - aggiunge -, negli ultimi
anni negli studi medici c’è stato
un abuso, il paziente spesso pretende degli antibiotici per una
semplice sindrome da raffreddamento”. Ciò a contribuito a ridurne l’efficacia.
In futuro saremo sempre più
vittime di infezioni?
“Purtroppo nella popolazione
c’è un’epidemia di batteri molto
resistenti. Acquisiti non solo dall’abuso di cui dicevo prima, ma
anche per il fatto che negli ospedali c’è stata un’escalation di
somministrazione di antibiotici
sempre più forti anche in situazioni in cui si potevano somminiCHRISTIAN GARZONI
Specialista in
medicina interna
e malattie infettive,
medico aggiunto
alla Clinica Luganese
strare preparati meno a largo
spettro”.
Tutto ciò ha fatto sì che questi batteri uscissero anche
dalle corsie ospedaliere?
“Se prima i batteri passavano
di paziente in paziente, ma restavano circoscritti all’interno degli
ospedali, ora assistiamo ad una
sorta di epidemia di batteri molto
resistenti anche fuori”.
La catena alimentare ha sicuramente contribuito al disastro.
“Animali trattati con antibiotici, come ha rilevato un recente
test dell’Associazione delle consumatrici che ha analizzato 40
campioni scoprendo che 19 contenevano batteri resistenti agli
antibiotici. Più precisamente, il
pollo contaminato da un batterio
nato proprio dalla comunità animale”.
In che misura Paesi a noi vicini contribuiscono alla diffusione di questi batteri?
“Italia, Grecia, Spagna, in parte gli Usa e soprattutto Asia, hanno sviluppato batteri resistenti a
quasi tutti gli antibiotici disponibili. E il futuro non è roseo, anche
perché la gente si muove sempre
più facilmente in tutto il mondo”.
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IL CAFFÈ
25 maggio 2014
27
tra
parentesi
L’ambiente
L’esperto
Suggerimenti per la guida
Studio premio sul clima
“L’Eco Drive
permette
di risparmiare
i consumi”
87.9
87.6
87.2
85.4
84.7
82.9
22° Appenzello
Interno
23° Soletta
24° Grigioni
25° Turgovia
26° Uri
88.0
20° Glarona
21° Vallese
88.7
88.4
19° Argovia
89.0
88.9
16° Sciaffusa
17° Appenzello
Esterno
18° Svitto
91.2
92.2
12° Basilea
Campagna
13° Basilea
Città
91.3
94.9
94.3
93.7
93.0
8° Neuchâtel
9° Ginevra
10° Obvaldo
11° Zurigo
15° San Gallo
95.3
95.2
14° Berna
95.8
5° Giura
6° Nidvaldo
7° Zugo
91.5
97.1
96.6
96.5
3° Vaud
4° Lucerna
100.0
posto
Ticino
1°
2° Friborgo
Classifica complessiva per il cantone più ecologico in Svizzera
L’anima ecologica
dei ticinesi trionfa,
i più verdi del Paese
OMAR RAVANI
Il cantone si conquista il “Premio sul clima”
I
ncredibile, ma vero. I ticinesi sono gli svizzeri
dall’anima più ecologica.
Lo sostiene uno studio
della Zurigo Assicurazioni (vedi infografica), che per la
prima volta ha istituito il “Premio sul clima 2014”. Pochi i
cantoni che riescono a tenere
testa al Ticino, seguito da Friborgo e Vaud, in questa speciale classifica. Lucerna è il capofila svizzero tedesco, al quarto
posto; mentre i fanalini di coda
sono Grigioni, Turgovia e Uri
(all’ultimo posto).
Incredibile, ma vero il primo posto ticinese, visto che
persino il consigliere federale
Alain Berset, in visita in Ticino
qualche settimana fa, si era
stupito per il traffico dall’aeroporto di Agno al centro di Lugano. E allora, vediamo di capirne di più analizzando il metodo utilizzato dallo studio della Zurigo Assicurazioni.La ricerca si divide in tre parti: mobilità e trasporti; consumo e
produzione; costruzioni e abitazioni. Se nella prima categoria il Ticino domina, nelle altre
fatica a brillare. Ma visto che
oltre il 90 per cento degli agenti
inquinanti proviene dal traffico
veicolare, in particolare da
quello privato, il peso della
mobilità è preponderante. Ecco quindi spiegato il trionfo del
cantone, dove non solo circolano auto più piccole e meno inquinanti, ma anche più veicoli
con motori ibridi, elettrici o a
gas. A dimostrazione di quanto
i ticinesi siano sensibili alla tutela dell’ambiente. “Rispetto a
qualche anno fa la situazione è molto migliorata osserva
Fiorenza
Trento, re-
Classifica del cantone
con la mobilità più
ecologica in Svizzera
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
10°
11°
12°
13°
14°
15°
16°
17°
18°
19°
20°
21°
22°
23°
24°
25°
26°
Ticino
100.0
Friborgo
97.0
Lucerna
95.4
Vaud
95.2
Neuchâtel
94.2
Zugo
91.9
Ginevra
91.9
Giura
91.1
Nidvaldo
89.8
Basilea Città
89.1
Zurigo
88.9
Obvaldo
87.5
Basilea Campagna
86.6
San Gallo
86.2
Berna
85.6
Vallese
84.9
Appenzello Esterno 83.3
Sciaffusa
82.9
Svitto
82.2
Argovia
81.9
Soletta
81.6
Appenzello Interno
81.2
Glarona
79.7
Turgovia
78.3
Grigioni
77.2
Uri
74.1
Classifica del cantone
con le costruzioni più
ecologiche in Svizzera
sponsabile marketing e comunicazione del progetto InfoVel
-. Grazie soprattutto agli incentivi e all’ottimo lavoro di propaganda fatto assieme al Cantone, negli ultimi tempi possiamo godere di alcuni vantaggi”.
Infatti il Ticino è il cantone che
offre, ad esempio, il maggior
numero di installazioni per la
ricarica di veicoli elettrici. Solo
nel minuscolo Principato di
Monaco si registrano condizioni migliori.
In attività da vent’anni, InfoVel può essere soddisfatto
dei risultati dello studio. “Eleggerci come gli artefici di un tale
successo è troppo - nota la portavoce -. Innanzitutto, come
detto, Bellinzona ha fatto la
sua parte, che è stata fondamentale. A ciò si aggiunge la
tendenza sempre più marcata
che spinge le case automobili-
Lo studio
della Zurigo
assicurazioni
sulla mobilità
e le costruzioni
stiche a produrre auto ad impatto ecologico vieppiù ridotto”.
Un Ticino dall’anima verde,
quindi, che per l’ambiente è
pronto anche a spendere. “In
alcuni casi le automobili amiche della natura costano, incentivi alla mano, come le altre
- diceTrento - e spesso sono
pure più care. Ecco perché è
maggiormente ammirabile la
scelta deiticinesi”.
Un’anima verde che purtroppo non sembra spiccare altrettanto nell’edilizia. Nella
speciale gra-
duatoria nazionale dedicata alle costruzioni, infatti, il Ticino
si piazza al 13° posto. Una posizione senza infamia né lode, in
linea con i recenti dati forniti
dal Dipartimento del territorio,
che sottolineano come le richieste di incentivi per case a
risparmio energetico siano in
aumento. “Già accordate ben
522 richieste che tengono conto del risparmio di energia”,
sottolinea Mirco Moser, dell’Ufficio del clima, dell’aria e
dell’energie rinnovabili.
Intanto, il futuro prossimo
degli incentivi per costruzioni
green sembra assicurato, almeno fino al 2020. Il Gran Consiglio ha difatti già detto sì a un
credito di 65 milioni. Il che
conferma la sensibilità verde
che ha ormai attecchito nello
stile di vita del cantone.
[email protected]
Q@OmarRavani
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
10°
11°
12°
13°
14°
15°
16°
17°
18°
19°
20°
21°
22°
23°
24°
25°
26°
Giura
100.0
Argovia
99.4
Berna
99.0
Sciaffusa
98.9
Grigioni
98.5
Nidvaldo
98.5
San Gallo
98.5
Obvaldo
98.4
Glarona
98.2
Appenzello Esterno 98.1
Basilea Campagna
98.0
Uri
97.3
Ticino
97.1
Soletta
96.8
Zugo
96.7
Zurigo
96.4
Turgovia
96.4
Svitto
96.3
Vaud
96.2
Appenzello Interno
96.2
Basilea Città
96.0
Lucerna
96.0
Ginevra
95.7
Neuchâtel
95.0
Friborgo
94.7
Vallese
93.5
A
vere l’animo ecologico è
una bella cosa. Acquistare automobili che
consumano il meno possibile
è ancora meglio. Unendo i
due aspetti nasce “Eco Drive”,
un concetto di guida che
sfrutta al massimo le potenzialità di un mezzo di locomozione. “Pochi sanno che le
indicazioni del consumo di
una vettura sono calcolate in
base a una guida ecologicamente ideale - afferma Riccardo Pfister, presidente
dell’Associazione dei Maestri
conducenti ticinesi -. In realtà
un autista non formato perde
il 15-20 % delle potenzialità di
un’auto”.
Eco Drive, ad esempio, insegna al conducente ad accelerare rapidamente, a rimane-
“Lo stop and go
riduce al minimo
l’attività del
motore se si è
fermi in colonna”
re il meno possibile con lemarce ridotte, a passare a
quelle superiori prima di raggiungere i 2500 giri e a guidare con la marcia più alta possibile anche in città, con
un’andatura fluida. Sebbene
non sempre sia possibile. “I
semafori sono anti ecologici,
anche quelli cosiddetti intelligenti - sottolinea Pfister -.
Doversi fermare ogni 10-20
secondi va assolutamente
contro ogni logica. Perciò le
auto di oggi hanno lo stop and
go, che riduce al minimo l’attività del motore si si è fermi
in colonna. Non dimentichiamo che la velocità media in
città è drasticamente scesa
negli ultimi anni, ora è di 23
km/h”. Da qui l’importanza di
saper gestire al meglio le marce basse e le frequenti fermate. “Le rotonde invece sono
amiche della guida ecologica
- riprende l’esperto -. Spingono a rallentare e ad accelerare
senza scatti. Tutte queste informazioni le diamo durante i
corsi di scuola guida ai neo
conducenti, che vengono introdotti alla guida ecologica”.
Ma anche chi già è un autista
provetto può partecipare a
questi corsi e imparare a gestire in modo ottimale le possibilità di risparmio energetico che oggi le moderne vetture offrono.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
29
tra
parentesi
Lo studio
ta
e aiu
r
a
to di
l
ico
al pun scia
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d
s
a
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e
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la
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S
e state per dire una bugia fate bene attenzione
ad assumere un’espressione coerente con le
parole. Altrimenti, in
neanche mezzo secondo vi sgameranno. A mettere nei guai i pinocchi di turno una ricerca
dell’Università di Milano Bicocca: ad alcuni volontari sono state
fatte osservare immagini di persone che mostravano un’espressione adatta allo stato d’animo
espresso e persone che fingevano. Il cervello dei volontari era
contemporaneamente monitorato con una risonanza magnetica a bassa risoluzione per cogliere il preciso momento in cui
questa o quella regione cerebrale si attivava. E nel caso di simulazione, il cervello riconosceva
la bugia in neanche 300 millisecondi, più o meno un terzo di
secondo.
Inganno svelato, insomma, in un batter di ciglia.
Certo, gli imbroglioni
esisteranno sempre, come esisteranno sempre
i creduloni, ma grazie
allo studio della Bicocca ora se ne conoscono meglio i meccanismi. Anche se ci saranno sempre quelli che
non si accorgono di
nulla e quindi si fanno
"
no
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Passarsi
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nei capelli, in continuazione la m
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spesso le egli occhi l’altro, in viso, non
mani in tasclabbra con la lingua, umidirsi
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a sono gest
i tipici del b larsi le
ugiardo
Le bugie di Pinocchio
hanno vita brevissima
Il cervello riconosce chi mente
invariabilmente ingannare. Capita ad alcuni autistici o a persone che hanno qualche problema
alla amigdala, la sede cerebrale
della memoria emotiva. Per il resto, assicurano gli studiosi, tutti
dovremmo essere abbastanza
attrezzati contro simulazioni
e inganni. “Empaticamente
siamo in grado di renderci
conto della sincerità di chi
ci sta di fronte – conferma
il dottor Fabio Conti,
neurologo e già primario
della clinica Hildebrand
di Brissago -. E lo esprimiamo dicendo ‘ho la
sensazione che…’. Insomma, non è proprio una
certezza quella che sentia-
!
!
Il corp
o
!
!
"
mo, piuttosto un qualcosa che ci
fa dubitare del nostro interlocutore, che ci crea disagio e non ci
permette di rilassarci durante il
colloquio”.
La mimica facciale, involon-
“Empaticamente
siamo in grado
di renderci conto
della sincerità di
chi ci sta di fronte”
tariamente, è un enorme aiuto
anti imbroglioni, fornisce una
gamma completa delle bugie
umane perché esprime emozioni universali. Già l’aveva svelato
uno psicologo americano Paul
Ekman, del dipartimento di psichiatria dell’università di San
Francisco. Per lo più si tratta di
microespressioni difficili da captare, anche se con un po’ di allenamento si può scoprire l’inganno che si cela dietro quel passarsi
in continuazione la mano tra i
capelli, toccarsi la punta del naso
o il contrarre certi muscoli del viso. Non solo. Anche non guardare negli occhi l’interlocutore è un
segno di poca trasparenza, così
come inumidirsi di frequente le
labbra con la lingua perché la
paura di essere scoperti azzera la
salivazione.
Infine, il corpo assume posizioni poco naturali, che vanno
dall’incrociare le braccia all’infi-
larsi di continuo le mani in tasca,
oppure chiuderle a pugno. “Bè,
la mimica è fondamentale – precisa il dottor Conti -. Ci aiuta pure a metterci nei panni dell’altro,
anzi, nella testa dell’altro, a interagire e fare una sorta di confronto con le nostre posture o espressioni del viso”.
Intanto, c’è chi si è divertito a
contare le bugie degli uomini: 42
la settimana, le donne la metà.
Nei maschi le più frequenti riguardano l’alcool, “Questo è l’ultimo bicchiere”, e il rapporto con
la partner “Andiamo d’amore e
d’accordo”, detto in genere alla
propria compagna, mentendo.
Un’altra bugia molto diffusa è legata al cellulare, quando non
hanno voglia di rispondere dicono semplicemente di non averlo
sentito suonare. Le donne, invece, mentono spesso per ragioni
legate allo shopping, dicendo “è
costato poco”, oppure “maddai!
mica è nuovo, ce l’ho da una vita”. Anche se, suggerisce Conti,
con un po’ di attenzione i pinocchi hanno cattivo gioco: “Osservare, guardare bene la mimica
facciale, la postura e i tic è fondamentale. Così come cercare di
valutare se ciò che ci vien detto
nasconde un tornaconto, un interesse particolare, in sostanza
se è positivo o negativo per noi”.
p.g.
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AutoPostale Svizzera SA
LEGUIDE
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Tel. +41 (0)58 448 53 53
fax +41 (0)58 667 69 24
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www.autopostale.ch
Il magico fascino
della Norvegia
Il programma
Il contatto intimo con la natura, i suoi colori accesi e il silenzio che trasmette un
senso di pace e di benessere. Così può essere sintetizzato il viaggio in Norvegia
con AutoPostale dal 26 luglio al 6 agosto.
Ma tra gli ingredienti di questo fantastico
itinerario bisogna metterci anche una capitale come Oslo, ricca di locali e di vita,
oppure Bergen, connubio tra natura e orizzonti sconfinati sul mare.
Prima tappa, allora, ad Hannover, capoluogo della Bassa Sassonia, sede di università, centro fieristico e internazionale.
Secondo stop a Kiel, città di mare sull’omonimo fiordo, dalla quale parte la traversata in traghetto fino a Oslo. Venti ore
con cena e pernottamento a bordo fino allo
spettacolare arrivo nella capitale norvegese, percorrendo la lingua di mare che arriva fino alla città tra profonde insenature e
coste frastagliate. Oslo accoglie i turisti
con estrema ospitalità. Non è vero che gli
abitanti sono freddi. Basta fare un giro in
centro per rendersi conto che ci sono tanti
locali, pronti a riempirsi appena arriva la
sera. Il nucleo più antico di Oslo è a nord
della fortezza trecentesca di Akershus, che
ha resistito a numerosi assedi, ed è il centro vitale della città. La via principale è il
Karl Johans Gate, ideale per lo shopping
tra piccoli negozietti e grandi magazzini.
Da Oslo si parte per Dombås con sosta a
Lillehammer, famosa per aver ospitato le
Olimpiadi invernali nel 1994, meta d’obbligo per gli appassionati di sport invernali. A Malhaugen, situata a sud-est della
città olimpica, sorge il museo all’aperto
quello della Groenlandia. È uno scenario
che si mostra in tutta la sua bellezza grazie alla natura incontaminata, alle cime
innevate e alle cascate.
Nuovo imbarco sul traghetto per raggiungere Undredal dove sorge una classica
“stavkirke”, cioè una chiesa costruita in
legno. Suggestivo è poi il viaggio da
Flåm a Myrdal con la famosa ferrovia di
Flåm: il panorama è stupendo fino all’arrivo a Stalheim. Tra natura rigogliosa,
boschi di conifere e strade che s’immergono nel verde e nel silenzio ecco che si
intravede Bergen, non prima di essere passati dalla Tvindevossen, famosa cascata di
110 metri.
Bergen è chiamata anche la porta d’ingresso ai fiordi di Norvegia. Piace e stupisce per il suo volto semplice con le tipiche
case in legno, tetto spiovente e colori pastello, emblema vivente del passato e della
particolare architettura tradizionale locale.
Ma è venuto il momento di salpare per il
viaggio di ritorno, salendo sul traghetto in
direzione di Hirtshals, in Danimarca. La
navigazione permette di ammirare la regione di Stavanger, famosa per i suoi fiordi e le maestose montagne. Da qui si parte
in bus verso Amburgo, seconda città più
importante della Germania. Altra tappa tedesca è a Wurzburg, nota per i monumenti
ispirati al barocco italiano del Seicento. In
tutto dodici giorni di enorme bellezza, rapiti dal fascino norvegese che coniuga mare, città e piccoli caratteristici villaggi
dalle case in legno in uno scenario naturale da togliere il fiato.
Norvegia
Data: 26 luglio - 6 agosto 2014
Prezzo: Chf 2’995.–
per persona in camera doppia
Partenza:
06.00 Chiasso Ffs, 06.10 Mendrisio Ffs,
06.30 Lugano Ffs (lato buffet), 06.30 Locarno
Ffs, 07.00 Bellinzona Ffs, 07.30 Biasca Ffs
Natura spettacolare
e città da scoprire
grazie al viaggio
di AutoPostale
più importante della Norvegia, con vecchi
edifici in legno arredati da oggetti d’epoca e da laboratori artigianali. Si prosegue
in direzione di Ålesund passando sul Kylling-Bro, secondo ponte ferroviario in
pietra più alto della Norvegia. Da ammirare è la famosa cascata “Vermafossen”,
alta 381 metri. Il percorso, poi, diventa
scosceso proseguendo per la Trollveggen,
impressionante parete rocciosa che va superata per giungere a Åndalsnes, porto dove attraccano le navi da crociera in un’atmosfera ovattata tra il profumo del mare e
la bellezza mozzafiato dei fiordi. Per gli
amanti dell’Art Nouveau si raggiunge
Ålesund il cui centro è stato completamente ricostruito in questo stile dopo l’incendio del 1904. Con il traghetto, allora, si
raggiunge il celebre Capo Ovest proseguendo poi verso Hellesylt, piccolo e incantevole villaggio sul fiordo di Geiranger, uno dei più importanti della Norvegia.
Piccola crociera sull’omonimo fiordo per
godere appieno dello splendido paesaggio. Il viaggio prosegue poi verso Stalheim passando per il Sognefjord, il più
lungo del Paese e secondo al mondo dopo
PUBBLIREDAZIONALE
PUBBLIREDAZIONALE
Vota subito: ADAM
cerca la sua EVA!
Partecipa alla storia più romantica della stagione: eleggi, con
SCHWEIZER ILLUSTRIERTE e Opel, l'EVA che potrà
viaggiare per un anno intero con la sua OPEL ADAM
personale; e approfittane anche tu!
È iniziato come flirt, ora spetta a te farlo diventare la storia d'amore dell'anno. Vota ora la tua EVA. In centinaia hanno risposto all'appello. Dieci
sono state scelte, fotografate da professionisti e hanno partecipato al
casting davanti alla giuria (la campionessa europea e pilota ADAM Giulia Steingruber, nonché un rappresentante ciascuno di Opel,
SCHWEIZER ILLUSTRIERTE e SI Style). Infine, le candidate hanno
potuto personalizzare la propria ADAM, che puoi ammirare a destra
sotto le foto dello shooting.
L'ADAM è unica proprio come EVA
Quale EVA e quale ADAM compongono la coppia ideale e con più
stile? Votala. La vincitrice, scelta dalle altre lettrici e da te, sarà la nuova
EVA e potrà viaggiare per un anno intero con la sua ADAM personalizzata e costruita apposta per lei. Per ADAM «individuale» significa
davvero individuale: ci sono infatti tre milioni di possibilità per adeguare
l'ADAM al tuo stile. Tre tipi di finiture (dalla funky alla sportiva fino all'elegante), 16 colori della vernice e 6 per il tetto, 18 rivestimenti per i sedili
e 21 elementi decorativi interni, 5 tetti interni tra cui il cielo stellato a LED,
integrazione del cellulare tramite IntelliLink, supporto portabici estraibile
FlexFix, ruote colorate, ecc. ecc. ecc. In questo modo il tuo bolide urbano diventa proprio unico e affascinante come te.
Puoi esprimere la tua preferenza sul sito www.caffe.ch/adamcercaeva
fino alle ore 24:00 del 1° giugno 2014: quale EVA porta ADAM in paradiso? Vale la pena votare: se esprimi la tua preferenza, quale ringraziamento Opel ti invia un buono del valore di CHF 750.-, valido all'acquisto
della tua ADAM. Aggiungendo il bonus Flex (CHF 1'000.-), la tua
ADAM sfreccerà da te a partire da soli CHF 13'700.-. A proposito, i suoi
motori (70, 87 o 100 CV) rispettano l'ambiente tanto quanto te (da 5,0
l/100 km, da 118 g/km emissioni di CO2; categoria
energetica B). Al sito it.adamopel.ch puoi configurare la tua ADAM: è semplicissimo.
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Salto in paradiso
La ginnasta Giulia
Steingruber ha già trovato la
sua anima gemella: ADAM.
Maryline
Uldry
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Lütolf
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Heusser
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Chüpbach
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Età: 40
Domicilio: Avenches VD
Professione: assicuratrice
Sono EVA perché...
«ADAM è così
straordinariamente
seducente - e anche a me
piace sedurre.»
La mia ADAM:
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Domicilio: Studen BE
Professione: apprendista
di commercio
Sono EVA perché...
«Con ADAM è stato
amore a prima vista - e so
ciò che voglio.»
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Età: 29
Domicilio: Bertschikon ZH
Professione: casalinga
Sono EVA perché...
«ADAM e io
abbiamo entrambi
grinta - e andiamo
a tutto gas.»
La mia ADAM:
Età: 21
Domicilio: Zurigo
Professione: studentessa
Sono EVA perché...
«ADAM si presenta
esattamente come me classicamente elegante e
sportivamente audace.»
La mia ADAM:
Età: 28
Domicilio: Ginevra
Professione: impiegata
Sono EVA perché...
«ADAM è molto femminile
e si diferenzia da tutti gli
altri - esattamente come
me.»
La mia ADAM:
LE PROTAGONISTE
La 26enne velista
ginevrina Justine
Mettraux,
l’allenatrice
Helena Costa e
la pilota Sauber
De Silvestro
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
31
tra
parentesi
Il fenomeno
La rivoluzione rosa
negli sport maschili
Le donne espugnano le discipline “virili”
S
sue qualità gioca da tempo con
gli uomini in Prima Lega, ha
quindi superato parecchi ostacoli, anche sociali. “In un primo
momento alle donne lo sport era
semplicemente precluso - aggiunge il sociologo -. Probabilmente perché la sua componen-
imona De Silvestro e
Susie Wolff in Formula
1. Helena Costa nuova
allenatrice del Clermont-Ferrand, squadra
maschile professionistica della
Ligue 2 francese. Maria Herrera
che da filo da torcere ai rivali nel
Motomondiale, categoria Moto3. Così come la velista ginevrina Justine Mettraux si è messa
alle spalle gran parte degli uomini nell’ultima edizione della Mini-Transat, in cui ha chiuso al secondo posto. Insomma, se non è
“rivoluzione rosa” negli sport
tradizionalmente coniugati al
maschile, poco ci manca.
Tanto da vedere in costante
crescita anche il numero delle
pattuglie femminili alla Patrouille des Glaciers. Una corsa che
abbina due aspetti tradizionalmente maschili come alta montagna ed esercito e dove le donne sono ammesse solo dal 1986.
Nell’edizione appena disputata
tra Zermatt e Verbier, su 400
squadre al via, 64 erano femminili. “Per tradizione lo sport è
l’ultimo campo della società in
cui la divisione maschile-femminile resiste - osserva il socio-
te, per così dire, corporale, era
giudicata immorale per la società dell’epoca. Si è poi passati ad
una seconda fase, cioè quella di
permettere alcuni sport o a considerare le donne per alcuni ruoli. Spesso però mantenendo
quella separazione di genere che
oggi sta un po’ esplodendo. Come confermano gli esempi più
attuali, sempre più aperti all’uguaglianza”.
Del resto anche l’attenzione
mediatica contribuisce alla creazione di un numero crescente di
donne come “personaggio spor-
tivo” di livello internazionale. Al
punto - come già successo in alcuni casi per i maschi - dal vedere la prestazione atletica passare
in secondo piano rispetto ad
aspetti come il marketing o la
promozione
dell’immagine.
Certo è che, nello sport come
nella società, le differenze uomo-donna, che resistono in alcuni ambiti professionali, hanno
sempre meno significato “Lo
sport è sempre stato un campo
in cui taluni pregiudizi sono stati
superati prima che altrove”, conclude Russo.
m.s.
£ R’N ÿÀ¯Ô PõõŒ Œ ¥ŒçŒõõŒ çŒèfiç_õŒÔ
Le attività
1
UN DUO AD ALTA VELOCITÀ
Oltre vent’anni dopo il
tentativo di sfondare nel
circus di Giovanna Amati,
Sauber e Williams aprono
le porte a due ragazze
interessanti: Simona De
Silvestro e Susie Wolff, già
attive in alcuni test.
2
LE PATTUGLIE IN CRESCITA
Una corsa che abbina alta
montagna ed esercito è
chiaramente di estrazione
maschile, eppure alla
Patrouille des Glaciers le
donne occupano già 64
delle 400 pattuglie. Fino al
1986 non partecipavano.
Ti-Press
3
Formula1, moto,
vela in solitaria,
alta montagna…
I nuovi orizzonti
per le atlete
logo dello sport Pippo Russo -.
Un auspicio di arrivare ad una
parificazione esiste, ma la differenza di prestazioni tra uomini e
donne in alcune discipline impedisce di togliere questa preparazione. D’altra parte va però
sottolineato che lo sport è sempre stato un campo straordinario nel far emergere e poi esplodere molte contraddizioni legate
a questo aspetto”.
Tolta qualche eccezione a
conferma della regola - come la
richiesta (per ora respinta) della
sciatrice americana Lindsey
Vonn di misurarsi in alcune gare
con i colleghi maschi - il “gentil
sesso” sceglie di avvicinarsi a discipline in cui la differenza di
potenzialità nella performance
non è troppo sperequata. “Il caso dell’allenatrice che in Francia
va a sedersi su una panchina di
una squadra maschile è chiaro conferma Russo -. In quel caso
contano le competenze, non
certo la prestanza atletica. Quindi da superare restano solo i pregiudizi nati all’epoca stessa in
cui è nato lo sport come lo conosciamo oggi. Ossia nell’Inghilterra vittoriana”.
L’evoluzione verso casi come
quello del portiere della nazionale femminile svizzera di hockey, Florence Schelling, che per
trovare avversari all’altezza delle
IN PANCHINA IN GONNELLA
Significativa anche la
scelta del club francese
professionista in seconda
divisione del ClermontFerrand, che ha affidato la
panchina a Helena Costa.
Un caso citato anche dal
New York Times.
4
HELENA, JUSTINE E LE ALTRE
Molto interessanti sono le
presenze in sport come il
Motomondiale e la vela
oceanica in solitaria di
giovani sportive. La
ginevrina Justine Mettraux
è già conosciuta per aver
battuto molti uomini.
5
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LA RICHIESTA DI LINDSEY
Prima dei gravi infortuni, la
discesista americana
Lindsey Vonn ha molto
insistito nel voler prendere
il via in una gara maschile.
Per ora la Federazione ha
imposto il suo veto, ma
fino a quando resisterà?
32
T
I
C
tra
parentesi
I
leauto
SULLE STRADE ROMAGNOLE
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Lugano
tragitto
256 km
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L
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Gastronomia e cultura
da scoprire e gustare
sulle vie dell’Emilia
A
Modena e i suoi capolavori d’arte e di cucina
per un fine settimana a bordo della Mazda 3
C
on l’elegante Mazda 3 avevamo già
familiarizzato in un affascinate
viaggio che ci aveva portato da
Mosca a Francoforte, quasi 2.500 km in
cinque giorni attraverso cinque Paesi.
Conoscendo la comodità e le prestazioni
dell’auto, abbiamo deciso di recarci per
un fine settimana a Modena, città ricca
di attrazioni turistiche e... culinarie.
Nella versione meglio equipaggiata,
Revolution, la ricca dotazione di serie e
lo spazio della Mazda 3 sono degli elementi che si apprezzano maggiormente,
indipendentemente se si siede davanti o
dietro. In quattro persone si viaggia comodamente e il bagagliaio, con una capacità di carico di litri variabile da 348 a
1.250, è abbastanza capiente. Al volante
numerosi gli accessori che aumentano la
comodità di guida, solitamente non disponibili in questa categoria di vetture.
Per esempio, nel campo visivo del conducente uno speciale display proietta
l’indicatore della velocità e i dati del sistema di navigazione sul parabrezza.
La scheda
Mazda 3 G120
Motore
4 cilindri
Cilindrata (ccm)
1998
Cambio
autom. a 6 rapporti
CV
120
Coppia max. 210 Nm a 2000 g/min
0-100 km/h (s)
10,4
Velocità massima (km/h)
194
Consumi (l/100 km)
ca 6
Prezzo base
29’150 franchi
Pratica è anche la manopola che permette di gestire il sistema multimediale che
trasmette le sue funzioni su uno schermo
tattile da 7 pollici, facilmente accessibile
sia dal passeggero che dal conducente,
senza che quest’ultimo venga distratto
durante la guida. Nel cuore dell’Emilia Romagna, il
parmigiano Reggiano, i tortellini e l’aceto
balsamico in particolare, devono essere
sulla vostra lista degli acquisti. I primi
due li potete comperare visitando
l’azienda agroalimentare biologica
Hombre, in via Corletto Sud. Una fattoria
della famiglia Panini che occupa 300 ettari di terreni, regno di una mandria di
mezzo migliaio di mucche. Per l’aceto
balsamico potete recarvi all’acetaia Terra
del Tuono a Corticella per ammirare
centinaia di botti e respirare il profumo
di un tesoro gastronomico da abbinare a
insalate, verdure, carni, pesce e dolci.
Nei nostri numerosi cambi di destinazione la raffinata tecnologia Skyactivmotore aspirato due litri, a benzina, 120
cavalli, abbinato al cambio automatico a
sei rapporti- permette di affermare che le
prestazioni sono più che sufficienti anche in accelerazione e nel contenuto
consumo medio, grazie anche al sistema
Start-Stop di Mazda.
In questa terza generazione la Mazda
3 offre davvero linee seducenti che trasmettono subito la sensazione di un’ auto interessante ad un prezzo equilibrato.
Tuttavia, in Emilia non lasciatevi prendere dalla fretta: godetevi la vettura e
non dimenticatevi che la provincia di
Modena vi offre la possibilità di visitare
anche numerosi musei dedicati proprio
all’automobile e alle due ruote in genere.
s.p.
Rispetto alla berlina, la Peugeot 308 Break amplia le motorizzazioni con un tre cilindri benzina e un due litri turbodiesel
STEFANO PESCIA
V
Modena
olume, abitabilità, modularità e praticità: sono
questi i criteri di base che
permettono di valutare le qualità
di una station wagon. Per la nuova Peugeot 308 break, in vendita
da giugno a scelta in 10 colori
della carrozzeria, gli elementi indicati sono stati soddisfatti, permettendo al modello di essere
giudicato “Auto dell’anno 2014”
per il mercato europeo. Proporre
due offerte di carrozzeria è
un’apprezzata tradizione della
marca francese nel segmento
delle compatte. 33 cm più lunga
(totale 4,58 m), di cui 11 cm per il
passo rispetto alla berlina, la 308
è il break più leggero nel suo segmento.
Un rigoroso lavoro di riduzione
della massa del veicolo ha permesso di guadagnare 140 kg, rispetto al modello precedente. La
station wagon si propone con un
elegante e filante linea della carrozzeria. Il suo abitacolo è caratterizzato da un cruscotto moderno e sobrio, già apprezzato sulla
berlina, che permette la regolazione delle funzioni principali
premendo semplicemente le indicazioni riportate sullo schermo di 9,7 pollici. Anche il bagagliaio si presenta sul livello delle
migliori auto della stessa categoria, con una lunghezza fino all’altezza del sedile dietro di 107 centimetri e con un pratica altezza
della soglia di carico a soli 33
centimetri. I valori indicati all’
inizio si ritrovano nel volume offerto, da 660 a 1.660 litri, nella
praticità di disporre di un pianale di carico perfettamente piano
e nei sedili posteriori che si ribaltano direttamente dal bagagliaio, con la possibilità di aggiungere dei binari laterali per suddividere e fissare il carico. Inoltre sul
Eleganza pratica e modulare
trasformata in station wagon
tetto sono state integrate le barre
portatutto in alluminio.
Sulle versioni “alto di gamma”, la
308 break è dotata di serie di freno di stazionamento elettrico
che si attiva automaticamente
all’arresto del motore e si sblocca
alla partenza. Pure di serie, a
partire dal livello di allestimento
Active, la funzione Hill Assist che
facilita la partenza e le manovre
in salita. Questa tecnologia ine-
dita immobilizza il veicolo un
breve istante (circa due secondi), il tempo di passare dal pedale del freno a quello dell’acceleratore. A livello delle motorizzazioni, tutti Euro 6, il modello riprende le offerte della berlina
partendo dal tre cilindri di
1,2 litri da
110 cavalli fino al 1,6 litri benzina
da 155, oltre al turbodiesel da
120 cavalli. Nel corso dell’anno si
aggiungeranno due nuovi propulsori dalle invidiabili prestazioni: un tre cilindri da 130 cavalli anche nella versione con
cambio automatico, per
una spesa
aggiuntiva
di 1500
franchi. Un motore dalla doppia
personalità. Se si vuole la grinta è
sufficiente premere il pulsante
Sport. Cambia lo sfondo del contagiri e del contachilometri, il
pedale dell’acceleratore e lo sterzo diventano più reattivi e anche
il rombo del motore è molto più
marcato. Entrerà in funzione pure un turbodiesel due litri da 150,
a scelta con cambio automatico
a sei rapporti. Su strada si apprezzano il comfort di guida e di
seduta, la dinamica e la precisione negli inserimenti e nella stabilità in curva.
A scelta in quattro diversi equipaggiamenti, la 308 break è in
vendita da 25’600 a 40’400 franchi. Se volete personalizzare
maggiormente la vettura vi consigliamo di valutare l’ampio tetto
panoramico in vetro (superficie
1,69 mq) e i differenti pacchetti
di opzioni disponibili, che permettono di aumentare la connettività del veicolo con una serie di applicazioni di nuova generazione.
La station wagon
si propone con
un’elegante e filante
linea della carrozzeria,
che riprende
la berlina
Il cruscotto, moderno e sobrio, permette la
regolazione delle funzioni premendo
le indicazioni riportate sullo schermo
Gliaccessori
Un bagagliaio ampio, da 660 a 1.660 litri,
con la praticità di disporre di un pianale di
carico perfettamente piano a sedili reclinati
Glispazi
Lelinee
In breve
La Opel
Oltre alla Cascada e alla
Zafira Tourer, un nuovo
motore 1,6 litri turbo
benzina a iniezione
diretta che svliluppa 200
cavalli è ora disponibile
anche per la Astra Gtc
(da 32’150 franchi) con la
nuova tecnologia
Infotainement La Fisker
Il costruttore della Fisker
Karma è stato acquisito
dal Gruppo Wanxiang, il
maggiore produttore
cinese di componenti per
automobili. In programma
la ripresa della
produzione della berlina
sportiva ibrida plug-in
e il lancio di una 5 porte
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
33
tra
parentesi
La musica
Il cartellone
di
Moon & Stars 2014
Jack
Johnson
10 LUGLIO
Laura
Pausini
11 LUGLIO
Udo
Lindenberg
raccontato
da Krister
Cantoni
JACK JOHNSON
L’ex campione di
surf hawaiano è
uno dei più grandi
interpreti del rock
melodico.Sotto,
Krister Cantoni ex
hockeista e rocker
per passione
12 LUGLIO
Bligg
14 LUGLIO
Dolly
Parton
M
usica e sport è
un binomio che
ha sempre dato
risultati interessanti. Tanti infatti gli atleti che hanno cercato di
farsi strada nel mondo delle sette note, anche se pochi quelli
che sono davvero riusciti a sfondare. L’esempio più eclatante è
Julio Iglesias, promettente calciatore nelle giovanili del Real
Madrid. Alle soglie della prima
squadra però un incidente automobilistico lo costrinse a mollare tutto. Da lì l’inizio di un’altra
carriera, quella musicale. Un
percorso analogo a quello di
Jack Johnson, sul palco di Piazza
Grande a Locarno il 15 luglio,
per la rassegna Moon&Stars.
Jack è figlio del famoso surfista
Jeff Johnson, e ancora prima di
finire gli studi riesce ad ottenere
un contratto da professionista
con una prestigiosa marca di articoli per il surf. Una passione, la
sua, che lo porta a soli 17 anni a
far parte della competizione pipeline raggiungendo le finali e
ottenendo il record di più giovane partecipante a questo evento
di prestigio mondiale. Ottiene
un contratto da professionista
con la Quiksilver ancor prima di
finire il liceo. Purtroppo, durante una competizione, si schianta
contro gli scogli e rischia la morte. Abbandona le competizioni,
ma non il mondo del surf. Si trasferisce in California dove si laurea in cinematografia all’università di Santa Barbara. È proprio
durante questi anni che inizia a
scrivere le prime canzoni. Una
“Dallo sport alla musica
la passione è inesauribile”
svolta decisiva per la vita dell’allora giovanissimo e aitante hawaiano. Ecco come, quindici
anni dopo e una mezza dozzina
di album alle spalle, Jack Johnson è uno dei maggiori esponenti del rock melodico mondiale.
L’esplosivo mix tra sport e
musica lo racconta al Caffè un
noto fan di Johnson, l’ex giocatore dell’Ambrì Piotta e del Lugano Krister Cantoni, rocker per
passione. “Dopo avere smesso
con lo sport attivo è importante
continuare a coltivare le proprie
passioni - spiega -. La musica è
stata una componente importantissima anche nell’evoluzione della mia carriera da professionista e tuttora lo è”. Quello
per il pentagramma è un amore
che ha travolto il giovane Krister
nell’adolescenza, quando inizia
ad ascoltare i grandi del pop, come Madonna o Michael Jackson. E di conseguenza a strimpellarne i brani. “Avevo 13-14
anni e nel walkman già si consumavano le musicassette delle
star di allora”, ricorda. Fino alla
svolta, durante una trasferta in
“Per chi ha
l’agonismo nel
sangue la chitarra
è una compagnia
insostituibile”
Dall’oceano al
pentagramma,
dal surf al rock,
per reinventarsi
una nuova vita
Finlandia. Il rock gli entra nelle
vene e da lì non lo lascerà più.
“Mi innamorai del gruppo death
metal dei Sepultura - ricorda -.
L’hard rock e le sue note potenti
e piene di energia mi facevano
impazzire”.
Musica e sport formano così
un connubio stimolante, diventando quasi un solo elemento.
“Nei miei sedici anni di carriera
ad alti livelli, il rock è stata
un’importante valvola di sfogo,
soprattutto quando le cose andavano male”. Proprio come è
stato il caso di Jack Johnson, che
ha trovato nelle sette note
un’ancora importante per riuscire a riciclarsi dopo aver
dovuto forzatamente interrompere in giovanissima età la sua carriera di
sportivo professionista.
Cosa che non è fortunatamente successa a
Cantoni, che però attribuisce alla chitarra un ruolo
fondamentale: “Non potrei vivere senza - ammette – Tuttora,
come fino a qualche anno fa prima delle grandi partite, per motivarmi quando sono giù di giri
mi sparo ad alto volume in cuffia la mia musica preferita. E mi
ricarico immediatamente”. Ma
niente più walkman, né scomodi lettori cd portatili, sostituiti
da supporti sempre più tecnologici e maneggevoli. Una manna
per Cantoni: “Già, mi hanno
semplificato la vita. Musica e
sport sono per me una cosa sola.
Non posso immaginare la mia
esistenza senza almeno uno di
questi due elementi”.
o.r.
15 LUGLIO
Jack
Johnson
16 LUGLIO
James
Blunt
17 LUGLIO
Negramaro
18 LUGLIO
Backstreet
Boys
19 LUGLIO
Sunrise
Avenue
&’ ’.,,)2
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GARAGE CRISTALLINA SA
Via Circonvallazione 3, 6612 Ascona,
tel. 091 792 17 07, e-mail: [email protected]
HONDA AUTO TICINO,
AUTO CENTRO LUGANO SA
Strada Cantonale, 6916 Grancia-Lugano,
tel. 091 960 54 72, e-mail: [email protected]
GARAGE CARROZZERIA
PEMOCAR SA
Via Maestri Comacini 12, 6834 Morbio Inferiore,
tel. 091 683 13 38, e-mail: [email protected]
GARAGE RUNNER CAR SAGL
Via Cantonale, 6594 Contone,
tel. 091 858 35 68, e-mail: [email protected]
Leasing anniversario valido fino al 30 giugno 2014. Esempio di calcolo per la Jazz 1.3i Hybrid Comfort, 5 porte, 72 kW/98 CV, 1339 cm3: prezzo di listino CHF 25 300.–. Prezzo di riscatto: CHF 10 626.–. Per una prima rata facoltativa
pari al 25% del prezzo di listino, 10 000 km l’anno e 48 mensilità: leasing pari a CHF 184.–/mese. Costo annuo totale: CHF 66.– (ammortamento e assicurazione dell’oggetto del leasing esclusi) con un tasso d’interesse dello 0,40%
(tasso effettivo 0,401%). Il leasing non può essere accordato se causa un eccessivo indebitamento del/della cliente. Finanziato da Cembra Money Bank.
Il fenomeno
Il rapporto
L’incontro
IN BRASILE
LA PROSTITUZIONE
GIOCA I MONDIALI
LA SVIZZERA
SCOLASTICA
È RETROCESSA
PIF: “TESTIMONIO
LA REALTÀ
CON LE IMMAGINI”
ALLE PAGINE 36 e 37
ROCCHI A PAGINA 39
COMAZZI A PAGINA 50
travirgolette
ilcaffè
Oltre il cibo
25 maggio 2014
Il buon umore
sulla tavola
lo porta il riso
SOCIETÀ | TENDENZE | PROTAGONISTI
RIFLESSIONI D’AUTORE
MORO A PAGINA 38
È l’ottava volta
che l’Ue vota
per un processo
di unificazione
più difficile
del previsto. Tra
astensionismo
crescente
e oscillazioni
dalla sinistra
verso la destra
Europee
UNA SETTIMANA
UNA PAROLA
LUIGI BONANATE
D
iamo a Cesare quel che è di Cesare: nel
suo insieme, l’Unione Europea rappresenta il più alto risultato dell’ingegneria politologica della storia. Mai nessun
altro così ampio progetto di tipo costituzionalistico, costruito a tavolino sulla base di alcune ipotesi ideali, ha potuto vedere la luce, anche se
c’è voluto più di mezzo secolo per realizzarlo. Ma si
potrebbe anche dire che l’Ue è un fallimento, che
non ha realizzato i suoi programmi, che non ha saputo far crescere la democrazia all’interno dei suoi
(attualmente 28) Stati-membri, che non è riuscita a
incidere sulla vita internazionale ed è stata incapace
di dirimere le grandi crisi mondiali. Non ha saputo
darsi una politica estera unitaria o un’immagine
concorde nei confronti del resto del mondo, senza
nel frattempo riuscire a realizzare almeno un vero
ed efficiente mercato unico, che addirittura sembra
funzionare soltanto quando ci sono da condividere
danni e perdite di bilancio. Per una serie di aspetti,
di tipo prevalentemente socio-economico, si potrebbe addirittura concludere che gli standard di vita nei suoi Paesi-membri non sono migliorati e in
certi casi sono addirittura peggiorati, nell’incapacità
di inventare politiche economiche adeguate. Neppure la performance democratica è cresciuta e il dibattito politico si avvicina allo zero.
Sarebbe facile, a questo punto, dare il colpo di
grazia all’avventura unionistica, lanciando l’argomento (in sé incontrovertibile) che la partecipazione popolare alle sette elezioni del Parlamento europeo finora tenutesi (a partire dal 1979) è stata, ogni
volta, più ridotta e che, ovviamente, l’astensione è
simmetricamente e costantemente cresciuta. Quale
segno più evidente della progressiva (che diventa
l’aspetto più grave) disaffezione per l’Unione, dopo
di che, di questo passo, a un certo punto più nessuno andrà a votare?
Non esiste una sola risposta a questa domanda,
se ne possono dare almeno due. La prima, total-
mente negativa, e che oggi in Europa ha molti portavoce e tanti sostenitori, ritiene che la cosa più semplice sarebbe tornare alle origini, meglio ancora più
indietro, cancellando addirittura ogni ipotesi di coesione infra-europea (ciascuno per sé in una libera
competizione): in fondo, l’integrazione non può essere un obbligo, dev’essere una scelta. La seconda
argomenta, invece, che il processo di unificazione è
comunque cosa buona e saggia, ma che semplicemente è più difficile di quel che sembrava all’inizio.
E mentre la prima risposta, nella sua totale negatività, non richiede neppure di essere discussa (o la si
accetta in toto o la si respinge), la seconda comporta
Il dibattito politico si avvicina
allo zero e la performance
democratica non è cresciuta
qualche maggior riflessione. Non solo il riferimento
alla complessità dell’impresa è tutt’altro che insensato, ma comunque il merito dell’abolizione dei pericoli di guerra interni all’Unione (e questo non dovrà mai essere dimenticato, come ci ha ricordato la
giuria del Premio Nobel per la pace) le va riconosciuto. E come nascondersi che la crisi dello spirito
unionistico di questo periodo va cercata non soltanto all’interno, ma anche al di fuori dell’Unione, che
non ha certo innescato le difficoltà economiche attuali, anche se non le ha sapute sconfiggere. Non si
può dimenticare che contemperare 28 teste (diciamo così, una per Stato-membro) è difficilissimo, e se
poi queste teste non sono (per motivi oggettivi, det-
La politica
...se vincesse l’Europa della paura
MAZZETTA A PAGINA 11
tate dalla storia di ognuna di esse) tutte ugualmente
pesanti, ma alcune contano molto più di altre, l’accordo e la concordia saranno destinati a svanire davanti ad ogni nuovo problema.
La decisione di coinvolgere tutti i cittadini degli
Stati-membri nella formazione delle decisioni destinate a valere per una popolazione che oggi supera
il mezzo miliardo di esseri umani, dopo che nei suoi
primi 20 anni la Comunità europea era esistita soltanto per politici, burocrati e imprenditori (era un
mercato comune, non un sistema politico), intendeva far fare il passo decisivo all’istituzione, trasformandone l’impianto oligarchico nella più grande
democrazia del mondo. Ammettendo che tutto ciò
sia irreversibile, si tratta ora di vedere quale sia stato
il frutto di tanti affanni. Un primo evidente e molto
importante dato è rappresentato dall’esito politico
delle singole votazioni: destra, sinistra, centro, eccetera, esistono anche in Europa o sono il retaggio
sbiadito di stanche esperienze nazionali? Nelle prime 4 delle 7 ricorrenze elettorali, la vittoria politica
andò al raggruppamento di centro-sinistra, nelle tre
successive invece al centro/centro-destra. In nessun caso uno dei due principali raggruppamenti
raggiunse la maggioranza assoluta, cosicché tutti i
governi dell’Unione sono stati di tipo coalizionale,
con gli inevitabili e conseguenti compromessi.
Anzi, potremmo addirittura dire che è tutto
quanto il sistema politico unionistico che si fonda su
dei compromessi, che vengono in pratica elevati a
chiave di volta della sopravvivenza dell’insieme e
della sua capacità di produrre norme innovative. I
due tratti fondamentali sono dunque stati: astensionismo crescente, andamento da sinistra a destra. Dovremo interpretare la giornata di oggi come
quella della sentenza? Se vince il centro-sinistra
l’Unione europea è salva; se vince il centro-destra,
si dovrà ricominciare da capo? Una cosa si può
conclusivamente stabilire: che l’Unione non deve
scomparire.
Domenica
LIBERO D’AGOSTINO
L’ALTRA ITALIA
DEL PRESIDENTE
NAPOLITANO
C’
è un’ altra Italia. Che
non è quella della casta
politica, della corruzione, della paralisi istituzionale e
delle mostruosità burocratiche.
C’è un Paese che non è quello
dei masanielli d’avanspettacolo
alla Grillo, del berlusconismo
senile o del velocismo retorico
della nuova sinistra di Renzi.
Che non è la prima o la seconda
Repubblica che si vede nelle cronache politico-giudiziarie dei telegiornali. E non è nemmeno la
Fallitalia su cui ogni domenica si
motteggia in Ticino. L’altra Italia
è il Paese reale, quello della cultura in tutte le sue configurazioni, della creatività, delle eccellenze, nonostante tutto, produttive e sociali, che ha saputo sempre ritrovare lo scatto d’orgoglio
e la forza capaci di risollevare la
nazione anche nei momenti più
difficili e bui della sua storia.
È a questa Italia che ha invitato a
guardare con fiducia il presidente Giorgio Napolitano nella sua
visita a Lugano: “Senza lasciarsi
impressionare e deviare dalle
manifestazioni d’insufficienza
istituzionale”.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
37
tra
virgolette
Il reportage
L’esperto Lo sviluppo del Paese visto dal sociologo De Masi
Il
Brasile
“Un nuovo modello
che sa rivendicare
la sua autonomia”
“Garotas de programa”
le donnine dei Mondiali
sudamericano, che fa da sfondo a vicende di lotta
per la tutela dei diritti delle donne e alla ricerca di
nuove leggi per regolamentare il mercato del sesso
e proteggere, per quanto possibile, ragazze, ragazzi
e transessuali. Quella descritta nel reportage del
Caffè in questo sottobosco che prospera al confine
tra legalità e clandestinità, è solo una delle contraddizioni che vive un Paese diventato per certi versi
un modello economico e sociale, ma diviso e segnato al suo interno da forti tensioni e squilibri. Che neanche la Seleção è in grado di mitigare.
m.s.
GIUSEPPE BIZZARRI da Rio de Janeiro
I
L’antropologa
Laura Rebecca
Murray,
antropologa,
è esperta di
prostituzione
La “trans”
Indianara ha
una lunga
militanza nella
lotta per i diritti
delle prostitute
carioca hanno dato immediatamente un soprannome alla bella Patrícia Alves, oggi meglio conosciuta come Maria Upp, la pernambucana che, come lei stessa ha affermato in
Tv, ha avuto relazioni sessuali con un migliaio
di soldati della Pm, la polizia militare di Rio de Janeiro. I militari, oggi sotto inchiesta, la chiamavano
al cellulare mentre erano in servizio nelle basi delle
Upp, le Unità pacificatrici di polizia che dovrebbero
vigilare sui narcos e garantire la sicurezza pubblica
anche durante il Campionato mondiale di calcio,
che inizierà il 12 giugno a São Paulo in Brasile. Patrícia Alves ha affermato d’essere “viziata in sesso
con Pm”, ma di non essere una GdP, una garota de
programa (prostituta). Le garotas de
programa sperano,
però, di lucrare
molto non tanto
con i Pm, ma soprattutto con l’arrivo in Brasile della
“torcida”, i tifosi,
dove ci saranno ad
attenderli - secondo le associazioni
per la tutela dell’infanzia - anche molti minori.
Il Forum nazionale
di prevenzione ed
eradicazione del lavoro infantile stima che vi siano
circa mezzo milione di bambini e adolescenti vittime dello sfruttamento minorile nel Paese. L’organizzazione ritiene che gruppi organizzati, si muovono per portare i minorenni nelle aree intorno agli
stadi in cui la torcida stazionerà durante la Coppa.
All’aeroporto internazionale e alla stazione centrale dei pulman di Recife sono distribuiti volantini in
cui si esortano turisti e residenti a vigilare e denunciare qualsiasi persona sospetta di contrattare un
minorenne. “Il discorso sullo sfruttamento dei minori è usato sempre per colpire il lavoro della prostituzione, mentre in realtà si tratta di un caso di
sfruttamento di lavoro minorile, come avviene in
qualsiasi altra professione”, dice la trans Indianara a
“Il Caffè”.
La trans afferma con “orgoglio di essere prostituta”,
ma di avere anche una lunga militanza come attivista per il riconoscimento dei diritti delle prostitute.
Una fama consolidata, poiché è considerata una
vera esperta, tanto da dare consulenze ai politici e
C
Reuters
È
certamente una vigilia dei Mondiali particolare quella che sta vivendo il Brasile. La corsa
contro il tempo per terminare gli stadi, le operazioni di polizia per “pacificare” le zone calde, soprattutto a Rio e São Paulo, i timori per le proteste di
un popolo che vorrebbe una scuola migliore e trasporti più efficienti invece di grandi eventi che divorano miliardi pubblici. E, nel mezzo, anche i timori
e la preoccupazione per un mese che sarà caratterizzato anche dal turismo sessuale. Con l’esplosione
del fenomeno “Garotas de programa”, delle prostitute, che coinvolge anche i minori nel grande Paese
MASSIMO SCHIRA
tenere conferenze nelle università pubbliche. Contromano alla lotta contro la prostituzione, gli attivisti si battono per una legislazione che tuteli il lavoro delle GdP. Proprio nei giorni scorsi il deputato federale Jean Wyllys ha presentato al parlamento
brasiliano un disegno di legge con cui si vorrebbe
Il Paese
disciplinare la prostituzione in Brasile, dove si
considera illegale il
lenocinio, ma non il
prostituirsi. “La proposta è stata discus-
La crescita galoppante della settima economia mondiale
Il “gigante” del Sudamerica
nel club delle superpotenze
N
egli ultimi anni, il Brasile è
entrato di diritto nel ristretto “club” delle potenze del mondo, soprattutto a livello economico. Con i suoi 200 milioni di abitanti circa e gli oltre 8,5
milioni di chilometri quadrati di
superficie, il più grande tra i Paesi
dell’America meridionale è anche il quinto per dimensioni a livello mondiale. Una base su cui è
stato costruito anche un prodotto
interno lordo che, nel 2012, ha
raggiunto il settimo posto nella
classifica internazionale, forte di
una quantità e diversità di risorse
interne che lo rendono praticamente autosufficiente.
Che la distribuzione della ricchezza non sia però uno dei punti
forti del gigante del Sudamerica
appare chiaro anche dai dati macroeconomici. Su tutti il prodotto
interno lordo pro capite, che non
va oltre la posizione numero 62
nella graduatoria internazionale.
Tradotto in franchi, la media di capitale annuo per un cittadino brasiliano resta al di sotto dei 10mila
franchi. Anche perché il salario
minimo fissato dal governo per il
2014, nonostante una crescita superiore al 6%, si attesta a 724 R$
mensili, che al cambio attuale corrispondono a poco meno di 284
franchi svizzeri.
A livello politico, il Brasile è di-
viso in 26 Stati federati, a cui va aggiunto il “Distrito Federal”, che - di
fatto - comprende solamente la
capitale federale, Brasilia con oltre
2 milioni di abitanti. Lo Stato più
popoloso è quello di San Paolo,
con più di 40 milioni di abitanti,
per la gran parte concentrati nella
metropoli, il cui agglomerato è tra
i più popolosi al mondo.
Il potere è suddiviso in modo
chiaro tra esecutivo, legislativo e
giudiziario, per una Repubblica
presidenziale federale, con il presidente che ricopre il ruolo di capo
di Stato e di governo, mentre il legislativo vede il potere ripartito tra
i 513 membri della camera dei deputati e gli 81 senatori.
Attualmente alla guida del
Brasile siede Dilma Rousseff, che
resta favorita anche in vista delle
votazioni del prossimo mese di ottobre. Come succede dal 1996, gli
elettori tra i 18 e i 70 anni saranno
chiamati obbligatoriamente ad
esprimere il loro voto in forma
elettronica nel primo Paese in assoluto ad introdurre questo sistema automatico in modo generalizzato. È questo il Paese alla vigilia dell’ imminente sfida dei mondiale di calcio e che si sta pure
preparando ai Giochi olimpici
estivi del 2016 in programma a Rio
de Janeiro.
m.s.
sa con il movimento delle prostitute- precisa Indianara -, l’opposizione al disegno di legge verrà anche da parte delle femministe radicali, le
quali dicono che non sono state chiamate a
discutere la proposta che, secondo loro, aumenterà lo sfruttamento delle donne. Ma loro non sono garotas de programa, cosa ne
sanno della prostituzione. Solo chi si prostituisce ha il diritto di dare un parere sulla
legge. Bisogna smetterla con questa storia
dello sfruttamento della prostituzione.
Non sento d’essere sfruttata quando faccio
sesso, mi piace e non ci vedo niente di male
se mi faccio pagare per farlo”.
Secondo l’antropologa americana Laura Rebecca Murray, che studia la prostituzione in Brasile
e in altri Paesi da molti anni, il Mondiale di calcio non incrementerà
la prostituzione: “Le statistiche
elaborate nei precedenti campionati e in altri mega eventi
- puntualizza- hanno dimostrato che il numero delle
prostitute non aumenta durante questo tipo di avvenimenti”. La stampa brasiliana
scrive che sarebbe in corso
dalla provincia un esodo di
prostitute che si muovono
verso São Paulo, dove sarebbero attese circa 500
mila persone per la kermesse calcistica.
Le GpP affittano modesti appartamenti per alleggerire gli alti costi a
causa del boom speculativo degli affitti nella capitale paulista e nelle altre
città coinvolte nel Mondiale. Le garotas starebbero contrattando anche
autisti che saranno impiegati per prelevare
i clienti negli alberghi. Le case di prostituzione più conosciute della capitale paulista
e carioca investono nell’infrastruttura dei
locali e cercano professioniste che sappiano parlare inglese e spagnolo. Le garotas de
programa di Belo Horizonte sono probabilmente le più organizzate. Vanno a lezione
d’inglese da insegnanti di madre lingua contrattati dall’Associazione delle prostitute di Minas Gerais, la quale ha pure negoziato con la
banca pubblica Caixa Economica Federal l’accordo che permetterà alle lucciole verdi gialle di
accettare carte di credito per il pagamento delle loro prestazioni sessuali.
Il viaggio
Prezzi piuttosto alti per la trasferta iridata
“Le due settimane
per 10mila franchi”
I
l campionato del Mondo di calcio che si apre il
prossimo 12 giugno rappresenta anche una sfida
turistica per il Brasile. Soprattutto nelle città che
non sono abituate ad accogliere ospiti in massa come Manaus, Curitiba o Cuiabà. In generale, però, gli
operatori stanno notando un livello di prezzi, soprattutto per gli alberghi, molto elevato e che non accenna a diminuire con l’avvicinarsi
dell’evento. “Ci si imbatte facilmente in prezzi aumentati di 6, anche 10 volte rispetto a quelli abituali - spiega Victor Tinari della
Travelclub di Berna, agenzia specializzata in viaggi sportivi -. Il fatto
è che la richiesta è elevata anche
tra i brasiliani stessi, perché il turismo interno al Paese è molto sviluppato. E, infatti, il costo generale
del Brasile come meta turistica è in
aumento negli ultimi anni”.
Una situazione che ha toccato
in modo diretto anche gli svizzeri che seguiranno la
nazionale per le tre partite della fase a gironi. “Il nostro pacchetto più economico costa 8’900 franchi in
camera doppia - precisa Tinari -. Ma la media, anche confrontando quanto offerto da altri tour operator, si aggira sui 10mila franchi per due settimane,
comprese le tre gare della Svizzera”. Ma nonostante i
prezzi, le prenotazioni hanno rispecchiato le attese
dell’agenzia partner dei rossocrociati per le trasferte. “Quando la nazionale si è qualificata, alcune stime prevedevano un numero molto alto di tifosi interessati al viaggio in Brasile - conclude Tinari -. Si
parlava addirittura di 10-20 mila persone. Ma noi
sapevamo già che la cifra sarebbe stata impossibile
da raggiungere, soprattutto considerando i costi. E,
infatti, siamo soddisfatti di aver raggiunto quota 350
tifosi. In totale, giornalisti compresi, avremo per il
Brasile circa 400 clienti. A quali vanno aggiunti i tifosi che hanno acquistato autonomamente i biglietti,
creandosi un ‘pacchetto’ personale”.
m.s.
DOMENICO
DE MASI
Sociologo
del lavoro alla
“Sapienza”
orruzione, analfabetismo, violenza ed enormi differenze sociali tra ricchi e poveri continuano ad essere presenti e radicati in quel
“fenomeno” economico che é il Brasile di oggi. Eppure il colosso del Sudamerica sta diventando un
modello socio economico da esportare. Lo sottolinea anche Domenico De Masi, sociologo e professore all’Università La Sapienza di Roma, grande
esperto dell’evoluzione del Paese che ospiterà, in
rapida successione, Mondiali di calcio e Olimpiadi
estive. “Il senso del cimentarsi nell’organizzazione
di due eventi di questa portata è molto chiaro. È forse l’ultima tappa di un processo con cui il Paese si è
sganciato dalla sudditanza psicologica, estetica e
culturale verso l’Europa, prima, e gli Stati Uniti, poi.
È l’annuncio al mondo che il Brasile è un Paese autonomo dal punto di vista culturale, economico e
sociale”, osserva De Masi che al modello Brasile ha
dedicato una parte di rilievo nel suo ponderoso
saggio Mappa Mundi.
Nonostante le forti contraddizioni interne, il
Brasile ha vissuto un fortissimo sviluppo negli ultimi anni, trascinato da una crescita che ha toccato
tutti i settori. “Dopo secoli di monocultura agricola
imposta da Portogallo ed Inghilterra, nel corso del
Novecento il Paese ha scoperto tutte le sue potenzialità - spiega De Masi -. Che si sono tradotte in ricchezza grazie all’agricoltura avanzata, l’industria
mineraria e il petrolio. Da trent’anni il pil brasiliano
è in crescita continua, non ha mai registrato la benché minima flessione. Ha visto pure crescere una
classe dirigente preparata e formata spesso in Europa o negli Stati Uniti. E dal 1984 la democrazia è
una realtà consolidata, come conferma l’alternanza
da un presidente di centro destra e conservatore,
per quanto attivo, come Cardosa, a due di sinistra
come Lula e Dilma”. Oltre che essere diventato un
Lo studioso: “I grandi eventi sono
l’ultima tappa nell’affrancarsi
dall’egemonia europea e degli Usa”
modello economico, il Brasile è osservato con interesse anche sotto il profilo sociale. Soprattutto per
la capacità di integrare culture e popolazioni di
estrazione molto diversa. “Nella storia del Brasile
confluiscono le storie di più continenti - conferma
il sociologo -, Europa, ma anche America del Nord
e Asia. Tanto che nel Paese convivono oltre 40 etnie
diverse, che con il tempo si sono mescolate, dando
vita ad una varietà sociale enorme che ha proliferato in modo tutto sommato pacifico, con una componente di razzismo molto debole. Del resto, basti
pensare che il Brasile - tolta una scaramuccia ottocentesca con il Paraguay - non ha mai vissuto guerre nonostante confini con dieci Stati”.
Le proteste a margine dei grandi eventi, comunque, mostrano che i problemi interni sono
molto sentiti dalla popolazione. Su tutti quelli della
scuola e dei servizi pubblici, con i trasporti in primo
piano. “Per la la scuola il Brasile ha fatto molto negli
ultimi decenni - nota De Masi -. Ci sono certamente
possibilità di crescita, ma la base è solida. Mondiali
e Olimpiadi saranno un’occasione straordinaria
per il Paese anche se è giusto sottolineare sprechi
ed errori. Le critiche a ritardi ed eccessi? Quanto si
sta vivendo, ad esempio, con l’Expo di Milano con
personaggi finiti in carcere dimostra che, tutto
sommato, le cose in Brasile vanno meglio che altrove”.
[email protected]
Q@MassimoSchira
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
38
tra
virgolette
Il buon umore
sulla tavola
lo porta il riso
C
ibi di mare e di costa per un arcipelago del gusto. Carni, pesci, verdure e crostacei in tutte le
salse. È il rijstafel, letteralmente tavola di riso,
un menu degustazione ante litteram, inventato
nell’Ottocento e composto originariamente di quaranta piccole portate. Una summa della cucina indonesiana reinterpretata dai coloni olandesi. Come
una sorta di expo alimentare che serviva per fare assaggiare agli stranieri in visita i prodotti di quelle
isole favolose. Come Giava, Sumatra, Bali. Oggi le
portate sono ridotte a una ventina. E si comincia rigorosamente col nasi goreng, il riso fritto con pollo e
gamberetti, simbolo stesso della convivialità. Poi si
continua con il sate babi, spiedini di maiale caramellato con soya e salsa di arachidi. Che si ritrova
anche nel gado-gado, un contorno di verdure miste.
E per chi ama il piccante col turbo c’è lo speziatissimo nasi padang, riso cotto al vapore con pollo, crostacei uova, peperoncino vanto della cucina minangkabau di Sumatra occidentale. Senza peraltro rinunciare al sontuoso lodeh terong, una zuppa di
aragosta cotta nel latte di cocco, insaporita da spe-
zie, verdure, pollo e gamberetti. E non siamo arrivati
nemmeno a metà della kermesse. Giusto il tempo di
piluccare qualche verdura aromatizzata ai fiori e
cardamomo, di sgranocchiare qualche nuvola di tapioca, che ci aspettano gli spiedini di montone in
agrodolce doppiati dal vitello fritto con peperoncini
e soya. E, last but not least, il tenerissimo gulai,
agnellino lattante speziato con curry e latte di cocco.
La tavola di riso ha la festosità di un tempio indonesiano, è un trionfo di colori e sapori, salite e discese del gusto. Gli olandesi ne fecero il simbolo del
loro dominio sulla terra delle spezie. E proprio per
questo è una tradizione che si trova più facilmente
ad Amsterdam che a Giakarta. Non a caso il più celebre rijstafel è quello di Indrapura, un locale che si
affaccia sull’animatissima Rembrandtplein, accanto
a quel quartier generale del travelling planetario che
è Booking.com.
Come dire che se viaggiare significa assaporare
la differenza, si può farlo anche senza alzarsi dalla
sedia. Basta partire per un giro del mondo intorno
alla tavola.
Nasi goreng
ELISABETTA MORO
LA RI ETTA
oltreilcibo
Quaranta piccole portate dal sapore
esotico. È l’indonesiano “rijstafel” che
permette il giro del mondo in un menu
di
CAROLINA
Ingredienti per 4 persone
- 2 uova
- 3 cucchiai di olio di semi
di arachidi
- 1 grossa carota tagliata
a cubetti piccoli
- 1 spicchio d’aglio schiacciato
- 1 cucchiaino di sambal oelek
- 1 cucchiaio di salsa di soia scura
- 4 tazze di riso bollito
- 4 cipollotti affettati sottilmente
- 1 peperone rosso tagliato a cubetti
- 200 g di petto di pollo
tagliato a cubetti
Foto: Adrian Bretscher (3), Geri Born (1)
PUBBLIREDAZIONALE
Sbattere le uova con una forchetta, riscaldare 1 cucchiaio di olio di
semi di arachidi in una padella,
versarci le uova e cuocere fino a
che non si saranno rapprese. Mettere su un piatto e una volta fredde tagliare a cubetti. Riscaldare il
resto dell’olio nel wok e rosolarci
il pollo a cubetti, la carota e
l’aglio, mescolando continuamente fino a che saranno dorati. Aggiungere il sambal oelek, la salsa
di soia, il riso, i cipollotti, il peperone e scaldare mescolando continuamente fino a che il riso sarà
leggermente tostato. Aggiungere il
pollo e le carote, saltare nel wok
per qualche istante e servire.
PUBBLIREDAZIONALE
Vinto!
oggi
3° Posto
sso in moto
L’uomo che ha me nager!
ma
il
al,
sc
Pa
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tto
tu
caso.
Non lascia nulla al
Con il buon umore tutto è più facile: Peter, Martin
e Patrick (da sinistra a destra) sono veri professionisti
per quanto riguarda Schwyzerörgeli e contrabbasso!
Una hit: il Ländler di Lidl entusiasma tutti!
Nessun altro commerciante al dettaglio ha mai avuto un tale onore: per
l’anniversario di Lidl Svizzera i «Bündner Spitzbueba» hanno infatti composto un vero e proprio Ländler a lui
dedicato.
Nel concorso per i 5 anni di Lidl (vedi
riquadro) il trio di musica Ländler ha
scritto di getto la canzone «5-JahreLidl-Ländler», molto apprezzata dai
lettori. Nella votazione online tra le storie più emozionanti sul numero cinque,
i «Bündner Spitzbueba» si sono infatti
aggiudicati senza problemi il terzo
posto e saranno premiati con un
buono viaggio del valore di 2’000.franchi.
«Stupendo, inalmente vacanza!», si rallegra Martin, il contrabbassista del
Nel grande concorso di anniversario Lidl, i «Bündner
Spitzbueba» conquistano il terzo posto. Il trio
ha convinto il pubblico con la sua composizione
dedicata ai 5 anni di Lidl e si aggiudica così
un buono viaggio del valore di 2'000.- franchi
gruppo. Continua spiegando perché
lui, il iglio Patrick e il cugino Peter (le
due Schwyzerörgeli, isarmoniche
svizzere, del trio) non divideranno il
premio in tre, bensì in quattro: «Senza Pascal, nostro amico e manager, non
ci sarebbe mai venuta questa idea.»
Pascal è colui che si occupa delle questioni amministrative, la mente dietro le
quinte. Non appena ha visto l’appello
di Lidl sul giornale, ha capito subito che
avrebbero partecipato: «Lidl Svizzera
compie 5 anni e noi festeggiamo i 10
anni, quindi esattamente 5 in più. Era
quindi un’occasione perfetta per
una storia musicale sul numero 5.»
Ed erano tutti d’accordo: «Chiaro», afferma Peter, «se Lidl ci conquista con
veri prodotti svizzeri, non c’è modo più
bello di congratularsi che con vera musica popolare svizzera.»
I «Bündner Spitzbueba» sono
conosciuti da anni sulla scena della
musica Ländler. E sebbene ai musicisti
per hobby, dopo il lavoro e la famiglia,
rimanga ben poco tempo libero, sono
riusciti, tra concerti e registrazioni del
CD, a scrivere una canzone per l'anniversario di Lidl. «Passione è potere»,
aferma Patrick.
Ma prima che i vincitori tornino a scatenarsi facendo divertire la gente a matrimoni, compleanni ed eventi aziendali,
ci sarà una prima: «Non abbiamo mai
trascorso una vacanza tutti insieme», aferma papà Martin ridendo: «scommetto che sarà favoloso!»
5 anni Lidl!
Concorso d’anniversario
con le storie sul numero 5
In occasione dei suoi primi 5 anni
in Svizzera, Lidl ha calato l’asso
del 5 e ha cercato le storie più
emozionanti su questo numero.
In questa rubrica vi presentiamo
i tre vincitori votati dai lettori.
La prossima domenica: la coppia che
ha conquistato la seconda posizione
grazie al suo numero dell’amore (il 5),
aggiudicandosi così un buono viaggio
del valore di 3’000.- franchi.
IL CAFFÈ
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tra
virgolette
LA CLASSIFICA
Il rapporto
EZIO ROCCHI BALBI
R
ientrare nella classifica mondiale dei migliori sistemi d’istruzione non basta più.
Per svettare nella formazione del futuro, la Svizzera
deve fare i conti con nuovi parametri, che non considerano più
soltanto la qualità dell’insegnamento, il programma scolastico
e la quantità di soldi investiti
nell’istruzione rispetto al Pil del
Paese. Nell’ultima super graduatoria appena pubblicata dal
gruppo editoriale britannico Pearson, elaborata dall’istituto di
ricerca The Economist Intelligence Unit, il sistema scolastico
elvetico viene relegato al ventesimo posto. Eppure tiene conto
dei prin-
La scuola del futuro
vede la Svizzera
scivolare in classifica
Viene costruita in base a un indicatore:
la curva dell’apprendimento
È il più completo metodo di valutazione
su scala mondiale mai adottato
I fattori considerati
I risultati dei principali test
internazionali (Ocse-Pisa;
Timss; Pirls)
La spesa pubblica
nell’istruzione, l’età
di ingresso a scuola,
i salari dei docenti
I risultati: il tasso
di alfabetizzazione,
di raggiungimento
del diploma e della laurea
I nuovi parametri mondiali dell’istruzione
ponderato una moltitudine di
fattori, che vanno oltre i risultati
dei test, il tasso di diplomati e
laureati e i vari elementi socioeconomici.
“Anche i Paesi più performanti scivolano nell’indice ‘Learning Curve’ - ha spiegato, presentando il rapporto, Michael
Barber, a capo del settore Educazione della Pearson -. Molti
sono ben luntani dal fornire una
formazione in grado di garantire
a ogni singolo studente una preparazione per la ‘cittadinanza
informata’ e l’occupabilità del
5 Finlandia
21° secolo”. Ed ecco svelati i parametri della scuola del futu6 Regno Unito
ro immediato. Parame7 Canada
tri che le super potenze
delPaesi
Bassi
8
l’istru9 Irlanda
cipali test internazionali, dal Pisa alle statistiche Ocse sulle
competenze matematiche, dai
Timss sugli studi scientifici ai
Pirls sulla lettura. Tutti parametri con cui la Svizzera, se non al
primo posto, figurava sempre
nella top ten dei migliori. Il guaio è che il nuovo indice, chiamato The Learning Curve Index 1 Corea del Sud
“indice della curva dell’ap2 Giappone
prendimento” - raggruppa per la prima vol3 Singapore
ta in modo
4 Hong Kong (Cina
zione stanno già adeguando, e
che riguardano “materie” nuove
da insegnare: leadership, letteratura digitale, comunicazione,
intelligenza emozionale, cittadinanza globale, capacità di fare
impresa, problem solving e, soprattutto, capacità di lavorare in
gruppo.
“L’economia mondiale non
paga per avere ciò che sanno già
- precisa Andreas Schleicher, vice direttore per l’istruzione
dell’Ocse -, ma per ciò che possono fare con ciò che sanno”. E
non a caso, nei primi posti della
nuova classifica, figurano Corea
del Sud, Giappone, Singapore e
Hong Kong. Tutti Paesi orientali
con una caratteristica peculiare
a far da denomitarore comune:
famiglia e società sanno esattamente cosa aspettarsi dai docenti, gli insegnanti cosa pre10 Polonia
tendere dagli studenti, che a
loro volta hanno ben
11 Danimarca
presenti gli obiet12 Germania
tivi da soddisfare.
13 Russia
Gli indicatori economici
e sociali: il Pil, il tasso
di disoccupazione,
l’aspettativa di vita e la
popolazione carceraria
I fattori che migliorano
l’istruzione
Il senso di comunità:
la partecipazione attiva
di insegnanti, genitori
e studenti
L’alta considerazione
del ruolo dell’insegnante
L’attenzione per la
formazione continua
L’attenzione per la
competenza del Paese,
cioè la formazione di base
Le competenze
tradizionali (lettura,
matematica e scienze)
e quelle del futuro
(problem solving, team
working, uso
della tecnologia)
14 Stati Uniti
15 Australia
16 Nuova Zelanda
17 Israele
18 Belgio
19 Repubblica Ceca
Insomma, una scuola “partecipata”, con l’attività scolastica più
efficace è quella - dice il rapporto - “dove i genitori collaborano
e i docenti sono ritenuti preziosi, dove i programmi e i risultati
sono chiari a tutti”.
E la formazione deve essere
continua sia per gli studenti, sia
per i docenti con un giusto
equilibrio tra le materie. "Uno
dei problemi più diffusi ed endemici, in materia di istruzione
in quasi tutti i Paesi, è la mancanza di attenzione alle fonti di
competenze - commenta John
Fallon, a capo della Pearson,
azienda leader nell’editoria scolastica -. Altrettanto importante,
in un’ epoca in cui il ‘lavoro per
la vita’ è storia antica, capire
che anche chi ha già un posto di
lavoro, compresi i lavoratori veterani, richiedono e hanno bisogno di uno sviluppo formativo continuo”. Alle competenze
tradizionali come lettura, matematica e materie scientifiche suggerisce il rapporto - bisogna
aggiungere le competenze del
futuro: uso della tecnologia, team working e predisposizione
alla risoluzione dei problemi.
Eppure, osservando il profilo di ogni singolo Paese pubblicato con la “curva dell’apprendimento”, la Svizzera ha i migliori indici socio economici,
dal livello generale di formazione alla percentuale di laureati,
dal tasso di disoccupazione alla
spesa pubblica procapite per
l’istruzione. E i 15,7 anni che
costituiscono la “vita scolastica”
mediamente sono invidiabili.
Ma nella migliore delle scuole
possibili per il futuro l’insegnante è una figura prestigiosa,
genitori e studenti collaborano
per mandare avanti il programma. Insomma, i soldi investiti
contano, ma non sono tutto.
[email protected]
Q@EzioRocchiBalbi
20 Svizzera
21 Norvegia
22 Ungheria
23 Francia
Italia
24 Svezia
25
Fonte:
The Economist
Intelligence Unit;
infografia Repubblica
I
l modello formativo ha fatto la fortuna della Svizzera, ma ora, sempre con
un occhio di riguardo al nuovo mondo del lavoro, è il momento di cambiare
pagina. Ne è convinto Fabio Merlini, direttore dell’Istituto universitario federale per la formazione professionale: “A
patto che si creda, si sia convinti che la
formazione è la risposta per affrontare le
nuove sfide. Non pensare all’istruzione
scolastica come ad un costo, ma ad un
investimento, rivalutando la funzione, il
ruolo dell’insegnante”.
Anche lei, come il rapporto Pear-
36 Colombia
37 Argentina
38 Brasile
39 Messico
40 Indonesia
L’analisi di Fabio Merlini, direttore dell’Istituto universitario per la formazione professionale, sui possibili modelli per sviluppare competenze diverse
“ Rivalutiamo i docenti e puntiamo sulla creatività”
son, pensa che i modelli migliori
sono quelli in cui il ruolo del docente gode di alta considerazione?
“Sì, come sono convinto che in Svizzera il prestigio dei docenti abbia un po’
sofferto e il reddito abbia selezionato i
percorsi formativi. Buona parte delle
migliori intelligenze, in una società selettiva come la nostra, ha scelto valori di
mercato premianti, sicuramenti più attrattivi. È un discorso un po’ cinico, ma i
profili più forti li trovi in certi luoghi e
non in altri”.
Eppure lei stesso riconosce che il
Ti-Press
L’intervista
Gli ultimi posti
“Servono capacità nella
risoluzione dei problemi
della complessità”
modello formativo elvetico è stato vincente.
“È vero, ma è arrivato il momento di
rivedere certi ingredienti. Il modello di
lavoro ‘tradizionale’ corrispondeva ad
un modello scolastico vincente, ma ora
assistiamo a grandissimi cambiamenti,
pur sempre funzionali allo stato dell’arte
e al mondo del lavoro”.
Cos’è cambiato rispetto a ieri?
“Soprattutto l’idea della conoscenza.
Abbiamo bisogno di nuove competenze,
dalla risoluzione dei problemi della
complessità, alle nuove forme di comu-
nicazione, ai team-working. La Supsi, ad
esempio, è reattiva in questo senso, ma
non bisogna pensare che ce ne siamo resi conto in ritardo, il dibattito è in corso,
ma i sistemi formativi si adattano con
una certa lentezza”.
Se dovesse scegliere un ingrediente in particolare, quale suggerirebbe?
“La creatività. Un elemento che, in
certi contesti professionali, è diventato
quasi un ‘fastidio’ difficile da gestire.
Invece adesso ne abbiamo più bisogno
che mai”.
IL CAFFÈ
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40
tra
virgolette
libri
L
e adolescenti hanno avuto
i loro vampiri targati Twilight: vegetariani, interessati alla più insignificante ragazza della scuola, restii a mordere
la fidanzata sul collo garantendole l’immortalità. La scena in
cui Bella si guarda allo specchio
nel giorno del suo compleanno
e pensa di stare già invecchiando irrimediabilmente - mentre
Edward porta benissimo i suoi
secoli - è una delle più strazianti
nella saga libresca e cinematografica. Quando poi il morso finalmente arriva, e il matrimonio pure, e la prima notte di nozze distrugge come un tornado
tutte le suppellettili della stanza.
Ecco che Bella si ritrova incinta.
Pronta per una vita, eterna, da
casalinga disperata.
Preferiamo i vampiri targati
Jim Jarmusch, nel film “Solo gli
amanti sopravvivono” (appena
uscito anche nelle sale ticinesi),
sono sposati ma non conviventi.
Lei sta a Tangeri e lui a Detroit, si
parlano via Skype. Belli come
Tilda Swinton e Tom Hiddleston, già ammirato con il cappottone di Loki, il perfido fratello del supereroe Thor in “The
Avengers”. Eleganti come chi ha
impiegato secoli ad arredare la
casa dei propri sogni e a costruirsi un guardaroba adeguato. Artisti come chi può permettersi di regalare un adagio a
Schubert. Snob come chi pensa
che, tranne pochi eletti – da Buster Keaton a David Foster Wallace –, gli umani siano orribili
zombie. Gran conversatori come
chi ha letto tutto, magari anche
più volte, e al caffé si incontra
con Christopher Marlowe, ancora seccato perché William Shakespeare gli ha rubato i drammi.
I vampireschi
Eva e Adam col
caldo il sangue
lo succhiano
a ghiaccioli
schermi
MARIAROSA MANCUSO
Solo gli innamorati
possono sopravvivere
Eve e Adam – così si chiamano - sono neppure vegetariani,
e quando fa caldo il sangue lo
succhiano a ghiaccioli. Sembrano sapere tutto sul futuro: “Sono già scoppiate le guerre per
l’acqua?”. “No, siamo ancora alle guerre per il petrolio”. Si annoiano un po’, questo è certo,
come ogni dandy che si rispetti.
Quando la noia supera il livello
di guardia, Eve parte da Tangeri
per raggiungere l’amato che
colleziona vinili e vecchie chitarre in una cadente Detroit.
L’immagine degli sposi
vampiri avvinghiati sul letto o
stesi sul divano incanta. E certi-
fica che nelle famiglie dei succhiasangue nessuno mai si
mette comodo con la tuta, le
pantofole o le Birkenstock (come James Gandolfini in “Non
dico altro”, anche quando
quando aspetta un’ospite per il
brunch domenicale). A turbare
la pace, però, arriva la sconsiderata sorella Ava – Mia Wasikowska: fascino etereo che non
la fa sfigurare davanti a Tilda
Swinton e un altro guardaroba
da rubare. Peccato per il titolo
tradotto goffamente. L’originale era “Only Lovers Left Alive”:
solo gli innamorati rimangono
vivi.
ONLY LOVERS
LEFT ALIVE
Nel film di Jim
Jarmusch,
Tilda Swinton
e Tom
Hiddleston
sono due
amanti
vampiri,
eleganti e
snob
N:
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I media influenzano
la realtà percepita
C
i sono libri che rimangono nella storia non solo per la loro importanza oggettiva ma anche
per una frase emblematica. Tra questi figura
senza dubbio “Gli strumenti del comunicare” del sociologo canadese Marshall McLuhan (Garzanti).
Un libro forse più citato (perfino da Woody Allen
nel film “Io e Annie”) che letto, ma che rimane un pilastro della scienza della comunicazione.
Oggi la comunicazione è radicalmente cambiata
rispetto al 1964, anno in cui uscì il libro di McLuhan.
Ma lui, nella sua analisi, aveva anticipato le tendenze.
La frase celebre è: “Il medium è il messaggio”. Che significa: i mass media di per sé non sono neutri, ma
influenzano i destinatari dei messaggi al di là dei contenuti che veicolano. La tivù, per esempio, è consideMARCO BAZZI rata da McLuhan un media rassicurante.
“Le conseguenze individuali e sociali di ogni medium, cioè di ogni estensione di noi stessi, derivano
dalle nuove proporzioni introdotte nelle nostre
questioni personali da ognuna di tali estensioni
o da ogni nuova tecnologia”. La luce elettrica,
spiega McLuhan, non è un medium di comunicazione perché non ha alcun contenuto. Ma lo
diventa se viene usata per diffondere il nome di
una marca.
Un’altra frase celebre è: “Il contenuto di un
medium è sempre un altro medium”. Scrive il sociologo: “Il contenuto della scrittura o della stampa è il discorso, ma il lettore è quasi totalmente inconscio della stampa o del discorso”. Gli effetti della tecnologia, secondo McLuhan, non si verificano
a livello delle opinioni, “ma alterano costantemente,
GLI STRUMENTI
DEL COMUNICARE e senza incontrare resistenza, le reazioni sensoriali e
i livelli di percezione”.
Marshall
Il sociologo non avrebbe mai immaginato la naMcLuhan
scita del web, ma intuiva che le cose stavano andan(Garzanti)
do in quella direzione: “Nella nuova era elettrica
dell’informazione e della produzione programmata,
le stesse merci acquistano sempre più carattere di
informazione (…). È significativo che siano proprio
le merci più usate nei rapporti sociali – sigarette, cosmetici e sapone per cancellare i cosmetici – ad addossarsi in massima parte il fardello del mantenimento dei media”.
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VIAGGI
ITINERARI PERILETTORI
La presente offerta
viene formulata
a nome e per conto di
Mondial Tours MT SA, Locarno
Berlino
Nel 25° anniversario della caduta del muro
Uno degli eventi più drammatici della recente storia tedesca, la
caduta del muro di Berlino situato tra i due Stati tedeschi,
quest’anno segna il suo 25° anniversario. Per commemorare
questo anniversario le vogliamo mostrare dei luoghi simbolo
della capitale tedesca collegati alla Ddr, alla divisione della
Germania, alla caduta del muro e alla rivoluzione pacifica. Si
unisca a noi per esplorare una delle città più popolari d’Europa
e scopra con noi sia le sue attrazioni più famose che i luoghi
più sconosciuti e nascosti.
PROGRAMMA DI VIAGGIO
dal 17 al 20 agosto
1. Giorno:
Viaggio di andata e passeggiata guidata attorno al Potsdamer Platz, risalita alla torre
Kollhoff e barbecue sul tetto a terrazza del Hotel Maritim.
Halloween – ottobre da brivido!
Puro divertimento invernale
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tematico a Rust/Freiburg
Info-Line CH 0848 373737 · www.europapark.de
Camera nell’Hotel “Bell Rock”
Hotel a tema “Bell Rock”
2. Giorno:
Grande giro turistico e “Il Muro”
3. Giorno:
«BLUE MAN GROUP» (facoltativo)
4. Giorno:
Giro in battello dei 7 laghi, Moorlake, Potsdam e viaggio di ritorno
895.a persona in camera doppia
Supplemento camera singola: Fr. 115.-
Per informazioni e prenotazioni contattare:
Mondial Tours - Piazza Pedrazzini 7a, 6600 Locarno; Tel. 091 752 35 20; Fax 091 752 35 18 e-mail: [email protected]
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
43
tra
virgolette
Il turismo
Londra
Il Big Ben batte tutti
e fa il pieno di turisti
da record planetario
4°
1
2
3
4
5
IL PIÙ VISITATO
Con quasi 7 milioni
di visitatori il luogo
più attrattivo di Londra
nel 2013 è stato
il British Museum.
IL GIRO D’AFFARI
Tra alberghi, ristoranti
e shopping il turismo
ha fruttato a Londra
circa 16 miliardi
di franchi nel 2013.
L’EFFETTO PAPA
Nonostante l’effetto
Papa Francesco
Roma, con 12,6
milioni di visitatori
è al 4° posto europeo.
LA CARTA DI CREDITO
Secondo la classifica
stilata da MasterCard
Bangkok è la città
dove i turisti usano di
più la carta di credito
OSPITI IN SVIZZERA
I visitatori stranieri nel
2013 hanno generato
19,7 milioni di
pernottamenti, con
una crescita del 3,5.
I
l Big Ben batte tutti in quanto a turisti, Bangkok è la capitale regina
nell’uso delle carte di credito dei visitatori stranieri e la Svizzera si è
piazzata tra le superpotenze del turismo planetario, insediandosi al primo
posto della classifica delle nazioni più a
misura di turista. Ecco i mega trend del
turismo planetario.
Con quasi 17 milioni di visitatori,
Londra è risultata la città più visitata del
2013. A seguire Parigi - che ha contestato i
risultati - Bangkok, New York, Singapore,
Istanbul, Dubai, Hong Kong, Barcellona e
Seul. A sorpresa Roma è scivolata al quarto posto in Europa, nonostante i suoi 12,6
milioni di turisti e il 5% in più di pernottamenti grazie all’“effetto Papa Francesco”. Come tutte le classifiche del turismo,
però, elaborate con diversi sistemi, dati e
valutazioni, anche questa non può essere
considerata definitiva. Né ufficiale. La
graduatoria, infatti, è stata diramata dall’istituto di ricerca britannico Office for
National Statistics, che incorona la capitale britannica accreditandole anche un
risultato economico sorprendente. Secondo lo studio il primato turistico avrebbe fruttato alla città - tra alberghi, ristoranti e shopping - circa 13 miliardi di euro
(circa 16 miliardi di franchi) con un incremento del 14% rispetto all’anno prima.
Per gli esperti del settore un incremento
“sospetto”, visto che nel 2012 Londra aveva ospitato i Giochi olimpici che, sulla
carta, assicurano afflussi turistici senza
precedenti.
Non ha sorpreso Svizzera Turismo, invece, l’impennata nelle quotazioni sulla
9°
10°
SEUL
LONDRA
ISTAMBUL
BARCELLONA
6°
8°
HONG KONG
7°
DUBAI
BANGKOK
SINGAPORE
5°
3°
Le 10 città più visitate
nel mondo nel 2013
piazza turistica mondiale del marchio
Switzerland, che il “Country Brand Index” - l’annuale classifica stilata dall’agenzia di marketing globale FutureBrand - ha premiato in diverse categorie,
solitamente riservate alle destinazioni turistiche più ambite. Oltre a svettare alla
voce “Paese ideale per il business” - la-
La curiosità
PARIGI
1°
Venti milioni di visitatori in Svizzera
ma Londra, da sola, ne ha ospitati 17
Le curiosità
2°
NEW YORK
sciandosi alle spalle Germania, Giappone
e Singapore - la Svizzera registra un exploit nella categoria “heritage & culture”,
beni e attività culturali. “Si, fa una certa
impressione vedere indicata la Svizzera ai
primi posti pure nelle categorie relative
all’offerta di arte e cultura - conferma al
Caffè da Zurigo Veronique Kanel, porta-
In 2000 ogni mese volano verso la capitale degli Emirati
E i giramondo rossocrociati
vanno alla scoperta di Abu Dhabi
L
a nuova meta turistica dei giramondo
rossocrociati è la capitale degli Emirati arabi riuniti, Abu Dhabi. Sono
quasi 2.000 i turisti svizzeri che, ogni mese,
quest’anno hanno scelto i lussuosi hotel
nella parte sudorientale del Golfo Persico,
il 44% in più rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno. “Sì, gli elvetici sembrano gradire particolarmente la nostra offerta, ma ricordo che quest’anno abbiamo
stabilito il record di arrivi turistici in generale: più di 800mila ospiti nel primo trimestre, 32% rispetto al 2013 - conferma al Caffé Dora Paradies, country manager dell’ente turistico di Abu Dhabi -. L’identikit del
turista svizzero si colloca nel target medioalto, l’hotel preferito è l’Emirates Palace.
Insomma, un lusso facilmente raggiungibile dal desiderio di essere coccolati”.
Se l’Emirates Palace rappresenta una
vera e propria icona e punto di riferimento
per Abu Dhabi, combinando splendore
arabo e ultimissime tecnologie, sono ben
152 gli hotel, modernissimi, incastonati
sull’isola di Rīm. Undici di questi inaugurati proprio quest’anno. E il prezzo medio
delle camere è di 455 dirham, circa 110
franchi a notte. Tra l’altro i turisti svizzeri
superano la media dei pernottamenti:
quattro giorni anzichè i tre degli ospiti in
generale. “Naturalmente la media tiene
conto sia dei pernottamenti per business,
sia per svago che stimiamo il 50% per caso
- aggiunge Paradies -. È anche vero, però,
che chi viene ad Abu Dhabi per lavoro allunga il soggiorno di qualche giorno, proprio per andare alla scoperta di un’incredibile offerta di attrazioni, attività ed eventi.
E l’anno prossimo aprirà pure il Louvre
Abu Dhabi...”.
voce di Suisse Tourisme -. Però è anche
vero che, già lo scorso anno, tutti gli indicatori internazionali smentivano l’idea di
una destinazione elvetica riservata solo ai
turisti ricchi. Ritrovarci al primo posto come attrattività, scalando così tante posizioni in un solo anno è una soddisfazione.
Soprattutto perché, oltre alla nostra tradizionale qualità e varietà di ospitalità alberghiera, è stata premiata la nostra offerta culturale, il numero enorme di musei,
gli eventi”. Insomma, i circa venti milioni
di turisti esteri ospitati dalla Confederazione ogni anno sono un bel traguardo,
anche se non possono competere con i
quasi altrettanti ospiti che - da sole - ricevono città come Londra, Parigi o New
York.
Oggi il business del turismo ha dimensioni enormi: nel 2013 i turisti a spasso per il mondo hanno superato la cifra
record di un miliardo. Il barometro di
“Unwto-World Tourism” ne ha certificati
1.087 milioni. Se si vuole sottolineare
l’aspetto business non si può ignorare
un’altra graduatoria: quella stilata annualmente da MasterCard che, sulla base
dei suoi dati, classifica le città più visitate
al mondo. Basandosi sulle spese effettuate con la carta di credito in città dai turisti,
Bangkok - sfiorando nel 2013 i 16 milioni
di dollari (14,2 milioni di franchi) - si
piazza al primo posto planetario. È la prima volta che una città asiatica supera le
destinazioni europee e nordamericane, e
la città non è Hong Kong, Shanghai o Tokyo (che invece si piazzano al nono, quattordicesimo e sedicesimo posto), ma la
capitale della Thailandia.
e.r.b.
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do 25 maggio
Mercoledì 7 maggio è scomparso da Via
alle Vigne di Solduno, Milinho, un dolce
gatto di razza siamese, bianco/marrone,
con dei bellissimi occhi blu. Gli manca un
pezzetto dall’orecchio sinistro e sulla
schiena ha una chiazza di ca. 4 cm senza
pelo (per un’ustione).
Chi trova il mio gatto riceverà CHF 5’000.Tel. 079 810 17 60
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Ore 10.00
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con giochi ed ateliers di
vario genere in riva al lago,
giro con i pony e tante
sorprese da scoprire. Alla
scuola Rudolf Steiner di
Minusio
TEATRO
Ore 14:00 e ore 17:30
Viaggiando nello spazio cosmico, gli alieni
scoprono un nuovo pianeta che si chiama
Circo. Meravigliati dalla bravura, passione
e amore dei giovani artisti, decidono di
aggregarsi alla grande famiglia circense,
donando Energia al cubo e diventando
loro stessi dei clowns.
Cinema Teatro di Chiasso 2
I musicanti di Brema
TEATRO
Ore 17.00
(dei Fratelli Grimm), saggio di fine corso
del gruppo bambini dell'Associazione
Scintille a Locarno, Centro Sant’Antonio.
ma 27 maggio
CONFERENZA
Nuovo Piano di studio
della scuola dell’obbligo
Ore 14.30
La Conferenza cantonale dei
genitori, in collaborazione con la
Divisione della scuola del DECS, vi
invita alla serata “Le competenze
trasversali: sviluppo personale,
collaborazione, comunicazione,
pensiero riflessivo e critico, pensiero
creativo, strategie di
apprendimento”
Aula magna scuola media di Agno
COLONIE e CORSI estate 2014 online su www.ticinoperbambini.ch
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
45
tra
virgolette
Il lavoro
In busta paga
L’ aumento delle retribuzioni
nelle piccole aziende tra il 2010 e 2012
la
disparità
resta donna
+4,55%
Uomini
+1,91%
Donne
Le differenze di stipendio tra i sessi
non diminuiscono, anzi s’accentuano
Il fenomeno
1
2
3
4
5
LA DISUGUAGLIANZA
In Svizzera il divario a pari
prestazioni tra stipendi è
del 18,4% a favore
dell’uomo. In Ticino lo
scarto sale al 20,2%.
NON OCCUPATE
Nella Confederazione il
numero delle donne
occupate è inferiore al
50%, una percentuale fra
le più basse in Europa.
PERCORSO DI STUDIO
Ci sono facoltà ‘maschili’,
come diritto ed economia,
e femminili, come quelle
legate al sociale. I salari per
le prime rimangono
superiori.
LE AZIENDE
Le donne lavorano in
maggioranza in aziende di
piccole dimensioni, con
meno di 10 impiegati e con
salari e bonus più ridotti.
SETTORI EQUILIBRATI
Il settore più equlibrato
negli stipendi è quello
farmaceutico, dove
lavorano molte donne e il
divario è del 6%.
L
a disparità salariale uomo-donna in
Svizzera non accenna a diminuire. Anzi, nel 2012 è aumentata dal 18,4 al
18,9%. Uno schiaffo per chi lotta da decenni per ridurre la differenza di retribuzioni tra i sessi e che vorrebbe vedere finalmnte dei concreti miglioramenti. “Invece le cose
non fanno che peggiorare – denuncia Marialuisa
Parodi, presidente di Business Professional Women Club Ticino, autrice di una ricerca su questo
problema -. La società si sta evolvendo molto velocemente, ma l’economia non segue come dovrebbe. Per questo bisogna assolutamente intervenire”
Andando a fondo nelle statistiche sull’occupazione, si nota che la partecipazione femminile al mercato del
lavoro è inferiore al 50%, un dato
immutato dal 2007 e che colloca
la Svizzera fra gli ultimi posti in
Europa. Se a questo si aggiunge il
fatto che il 60% delle donne lavora a tempo parziale, la situazione
diventa ancora più particolare.
“Intendiamoci, qui non entrano
in discussione le libertà personali, che in Svizzera sono ampiamente acquisite precisa Parodi-. Nel confronto con altri Paesi dall’elevato standard di vita, la Svizzera esce però
con le ossa rotte”. Un altro dato riportato dall’Ufficio federale di Statistica segnala che il salario
lordo mensile di chi è occupato nella finanza è di
9'823 franchi, mentre chi lavora nei servizi personali ne porta a casa 3'887. Nel primo settore la
grande maggioranza dei lavoratori è di sesso maschile, mentre nel secondo di sesso femminile.
“Tutto questo porta ad usare il termine di ‘segregazione’ - puntualizza Parodi -. Le donne cercano per forza di cose maggior flessibilità, che
non è disponibile in tutti i campi. Allora si vedono costrette a dovere scegliere tra un limitato
ventaglio di professioni, che spesso sono peggio
Accesso all’impiego, salari
inferiori e carriera, sono gli
svantaggi rispetto ai maschi
retribuite”. Spiegazioni per questa situazione?
Nessuna. Anzi, è forse il caso di parlare di discriminazione, visto che tra il 2010 e il 2012 lo stipendio degli uomini impiegati nelle piccole aziende
è salito del 4,55%, mentre quello delle loro colle-
Il Cantone
La strategia di Marilena Fontaine
“Più controlli nelle aziende
per far rispettare la legge”
L
e cifre e le conclusioni della ricerca di Marialuisa Parodi non scoraggiano chi
della parità salariale ha ormai
fatto un cavallo di battaglia. “È
vero di grandi risultati tangibili
non se ne vedono - afferma Marilena Fontaine, dell’Ufficio cantonale delle pari opportunità -,
ma non per questo bisogna mollare la presa. Di certo una buona
parte di questa situazione è legata a fattori culturali, ma le cose stanno cambiando”.
Rispetto a qualche decina di
anni fa le differenze sono notevoli. Le donne hanno ormai raggiunto gli uomini sul piano dell’istruzione, e per alcune di loro
si sono aperte le porte delle direzioni di grandi aziende. Ma
non ancora in maniera sufficiente. “È vero che gli uomini
sono ancora in netta maggioranza - aggiunge Fontaine -, però sono molte le donne che bussano insistemente a quelle porte. Lentamente anche la visione
del mondo del lavoro sta subendo dei cambiamenti”.
La donna rimane pur sempre però quella figura centrale
della vita domestica, che nel-
MUNICIPIO
AVVISO RELATIVO AL CONCORSO
PER LA LOCAZIONE DEL RISTORANTE
LATO NORD-EST DI PALAZZO CIVICO
TUTTI I MERCOLEDì
MAGGIO E GIUGNO 2014 ORE 15.00
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CON MINIMI RIDOTTI E FANTASTICI OMAGGI PER TE!
Il Municipio di Lugano avvisa che in seguito alla presentazione di
un ricorso contro il capitolato e ad un procedimento di natura civile, il concorso per la locazione del Ristorante lato nord-est di Palazzo Civico, aperto dal 28 marzo 2014 e con termine di consegna delle offerte il 2 giugno 2014, è sospeso.
Ulteriori indicazioni saranno fornite appena possibile.
* * *
IL MUNICIPIO
contatti
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affitto: fr. 1’950 tutto incl., (con sussidio fr. 1’780); possibilità di
ulteriore sussidio per beneficiari AVS/AI
Info: Tel. 076 283 99 52
l’immaginario comune deve occuparsi della famiglia. “Ed è qui
che le cose devono cambiare precisa Fontaine-. All’uomo deve essere data la possibilità di
aiutare di più la sua partner e lui
stesso deve dare prova di averne
la voglia. L’asilo nido non deve
diventare un surrogato dei genitori, ma rimanere una struttura
di supporto”.
Malgrado tutto quello del lavoro rimane ancora un mondo
in cui le donne fanno fatica a
trovare pari condizioni rispetto
ai loro colleghi uomini. “Si sono
provate diverse strade, fra cui le
quote rosa e progetti di vario tipo - ricorda Fontaine-, per i quali sono state chiamate a collaborare anche le imprese stesse, per
sensibilizzarle sui problemi di
un’ effetiva parità. Nessuna iniziativa ha avuto esito positivo.
Ora bisogna procedere con
qualcosa di più incisivo, come
ad esempio i controlli da effettuare direttamente nelle aziende. In fondo si tratta di far rispettare un principio sancito dalla
Costituzione. Se non si arriva
con le buone, si arrivi con altri
metodi”.
ghe donne solo dell’1,91%. Oltre al danno anche
la beffa. In Ticino la situazione parrebbe essere
migliore, anzi ci sono dati che si possono quasi
definire incoraggianti. “È vero, ma quel che più
autorizza ad essere ottimisti è altro - aggiunge
Parodi-. È che c’è un certo fermento. Da qualche
tempo, ad esempio, è attivo il progetto ‘Talento’,
patrocinato dalla Società svizzera impiegati di
commercio, che intende valorizzare le competenze femminili. Per il momento hanno aderito
dieci aziende pilota, dalle quali giungono ottimi
riscontri”.
La stessa Business Professional Women Ticino ha appena lanciato un progetto di “mentoring” rivolto alle donne. Sono tutti segnali che
qualcosa si sta effettivamente muovendo.Le imprese, però, nella loro maggioranza non sembrano essere molto toccate dal problema. Il fallimento del progetto di “Dialogo sulla disparità salariale” ne è un’ulteriore dimostrazione, visto
che le aziende che hanno voluto mettersi in gioco per concretizzare il principio di “salario uguale per un lavoro di uguale valore” sono state troppo poche. “Le imprese sono in realtà occupate a
pensare ad altro - osserva amaramente Parodi -,
e non vogliono risolvere delle disparità evidenti.
Ad esempio, quando si dice che ai concorsi per
posti di alta responsibilità non partecipino molte
donne, la realtà è che già di partenza ciò che si
cerca, sottolineando l’esperienza, è la figura maschile. Le donne sarebbero più adatte, secondo il
sistema, a ruoli subalterni, destinati a persone
alle loro prime esperienze professionali”.
Inoltre, per le posizioni di prestigio nelle
aziende coloro che ricevono le migliori referenze
sono uomini. “Questo perché - conclude Parodi
- a proporle sono dei quadri di sesso maschile”.
Un circolo vizioso da cui le donne stanno cercando di sottrarsi: “Sperando che nel frattempo si
tornino a considerare le quote rosa, spesso messe da parte con ragioni ancora una volta senza riscontri oggettivi”.
o.r.
Parodi: “Lo schema tradizionale
mette al centro l’uomo. È un
concetto che va subito modificato”
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
47
IL BURLONE
Adolescente, passa ore a cinguettare
stupidaggini e intasare la timeline di
hashtag tardoadolescenziali
ispirandosi per lo più a trasmissioni
televisive pomeridiane
tra
virgolette
La tecnologia
IL PUNITIVO
Il sito di microblogging
più usato al mondo si evolve.
E diventa una piattaforma
di informazione continua
S
olo 140 caratteri a disposizione, ma Twitter, la piattaforma social inventata da Jack
Dorsey, sembra essere diventata una vera
e propria “agenzia di comunicazione” e
informazione planetaria. Basta vedere la
diffusione globale dell’hashtag “bring back my
girls”, la campagna di sensibilizzazione per le 300
studentesse rapite in Nigeria dagli integralisti islamici, per comprenderne l’impatto. E basta ricordare il veto che, in occasione di proteste, conflitti o
scandali di Stato, viene subito imposto in Paesi ai
margini della democrazia, come la Turchia di Erdogan, la Russia di Putin o la Cina di Li Keqiang.
La seconda nidiata del famoso uccellino blu,
nella sua nuova versione, non si è limitata a cambiare il design ed aggiungere una nuova pagina di
profilo, uno spazio per le
foto e la possibilità di personalizzare la home con
un’immagine di copertina
o mostrando i propri tweet
migliori. Le nuove funzionalità rilanciano proprio la
possibilità di sfruttare la
piattaforma per l’informazione, la condivisione di
contenuti all’insegna della multimedialità più
avanzata. “Infatti per me ha smesso da tempo di essere usato come un qualunque social network commenta Davide Gai, esperto e manager dell’innovazione tecnologica, già patron di TicinoInformatica -. Non scrivo mai tweet, mi limito a consultare quella miniera di informazioni, di anticipazioni che Twitter riserva. È lì che trovo tempestivamente le news che mi interessano, i commenti più
Vendicativo,
segnala chi
commette
reati, i
sospettati,
quelli che
fanno del
male ai deboli
IL PURISTA
Diffonde il più alto
numero possibile di
news e di contenuti.
Non importa di che
argomento, basta che
siano in 140 caratteri
L’INFLUENCER
Acquisisce
peso,
diventa
importante
e impone
il proprio
punto
di vista
L’ANGELO
Manda aiuti in caso di
terremoto, soccorre gli
indifesi; twitta i link delle
petizioni e delle
campagne umanitarie
Twitter
La seconda nidiata
dell’“uccellino blu”
qualificati, le tendenze più innovative. Lo sfoglio
esattamente come una piattaforma di news che, tra
l’altro, ospita i blogger più influenti del pianeta, da
Papa Francesco a Obama”.
Con mezzo miliardo di tweet al giorno l’uccellino azzurro si può permettere anche delle statistiche che, secondo le comuni regole di mercato, sarebbero improduttive. Secondo un rapporto redatto dalla società di analisi Twopcharts, il 44 per cen-
L’IMPEGNATO
Ritwitta solo contenuti
di alto livello,
poiliticamente impegnati
e possibilmente in
dissidenza con governi
e logiche mainstream
IL TROLL
Attacca briga
con chiunque
e sfoga online
la propria rabbia
to del quasi un miliardo di account attivati su Twitter non cinguetta mai. Una tendenza che potrebbe
essere un problema per le prospettive di business,
ma che conferma come circa la metà degli utenti
considera il social network già in una veste nuova:
un medium da seguire, da consultare. “Ed è giusto
che sia evoluto così, come è giusto che ognuno usi
gli strumenti informatici a disposizione secondo le
proprie esigenze - aggiunge Gai -. Io, ad esempio,
Ubhf efs pggfofo Xfjolfmmfs
Kpvso–ft eft Dbwft Pvwfsuft
35.36 nbhhjp 3125
Dboupo Ujdjop Mjhvsjb Mpncbsejb
Bqfsuvsb ebmmf 21/11 bmmf 29/11
xxx/ujdjopxjof/di
!"
IL CIVETTUOLO
Flirta e usa
Twitter per
fare
conquiste
e per far
sapere
che è
in... caccia
rientro il quel 44% di utenti ‘silenti’, ma capisco perfettamente anche gli utenti che usano Twitter per
cazzeggiare. Da chi ne fa un’occasione di ‘dating’, a caccia dell’anima gemella, a chi posta
le istantanee di vita familiare fino a chi, grazie ai ‘dm’, i messaggi diretti, intreccia delle vere e proprie relazioni sentimentali, scambiandosi
immagini intime o dei semplici ‘buona notte piccola’ corredate da emoji in totale riservatezza”.
È anche vero che chi contribuisce al flusso di
cinguettii ospitati dalla piattaforma di microblogging comicia a distinguersi per categoria. L’immediatezza comunicativa di Twitter, infatti, diventa
rampa di lancio per petizioni e campagne internazionali, come #stopKony o #bringbackourgirls per
l’utente “impegnato”, che ritwitta solo contenuti di
alto livello. È un’ottima vetrina anche per gli opinion leader, i cosiddetti “influencer” che impongono il proprio punto di vista proprio grazie allo stuolo di followers conquistato. Un’altra categoria che
s’imposta col nuovo uso dei tweet è quella dell’“angelo custode”, che non si limita a sottoscrivere le petizioni umanitarie, ma segnala e si attiva in casi di
emergenze, terremoti, disastri ambientali. Anzi,
nelle calamità, i cinguettii sono sempre più spesso
lo strumento più immediato di comunicazione tra
enti, istituzioni e cittadini.
Ma Twitter diventa pure strumento di denuncia
usato dai “punitivi”, quelli che segnalano ingiustizie, sprechi o magagne pubbliche, e anche microcircolo culturale per i gruppi di lettura come @tworeaders o per fan di programmi televisivi come in
@tvsvizzera che, anziché commentare in salotto lo
stesso programma, lo fanno seguendolo ognuno da
casa, con lo smartphone a portata di tweet.
e.r.b.
Pagina a cura di
GastroSuisse
e GastroTicino
LARISTORAZIONE
& L’ALBERGHERIA
Settimana dopo settimana
l’analisi di tutti i temi, gli studi,
gli argomenti, i problemi
e le norme dell’offerta
di ristoranti e alberghi.
Una pagina indispensabile
per gli operatori del settore
&
GastroNews
Bocelli, sconto per soci GastroTicino Assicurazioni verbali? Occhio
QR-Code
GastroDiritto
Enjoy organizza l’evento musicale
dell’anno: sabato 7 giugno, infatti,
Locarno ospiterà un’icona della
musica mondiale, Andrea
Bocelli accompagnato dall’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro
composta da 72
elementi e diretta dal Maestro Marcello Rota con la prestigiosa partecipazione del Soprano
Alessandra Marianelli. Grazie alla
È stata una tegola per un esercente luganese che si era visto rassicurare su un salario per un disoccupato che è stato in seguito assunto. Il funzionario cantonale dell’ufficio
di collocamento di aveva dato garanzie non corrette e il
salario risultava di conseguenza non essere conforme al
Ccnl (categoria II al posto di Ib). Il bello che era stato persino chiesta conferma dal contabile dell’esercente. Conferma ottenuta a voce. A nulla è valso il tentativo di giustificare la buona fede dalle assicurazioni verbali fornite
dal funzionario (ed al proprio contabile). Il Tribunale ha
infatti deciso che mancava qualsiasi conferma scritta che
comprovasse la errata indicazione fornita. Non era quindi
neppure possibile fare rivalsa verso lo Stato per l’errore
del suo funzionario. Il nostro suggerimento è quello di
farsi mettere per iscritto tutte le indicazioni che potrebbero avere ripercussioni economiche.
m.g.
collaborazione con Enjoy, i soci di
Gastro Ticino ricevono il 10% di
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dire 89 franchi al posto di 99. È
sufficiente inviare un e-mail a [email protected] indicando:
nome cognome, indirizzo, numero
di telefono, quantità di biglietti richiesti. Gli organizzatori invieranno le coordinate bancarie per email e spediranno i biglietti per
posta. Il grande concerto di Andrea Bocelli inizierà alle 21.00
con apertura porte alle 19.00. Per
ulteriori informazioni www.enjoyticino.com.
Salari minimi
L’appello
di GastroTicino
accolto
dalla stragrande
maggioranza
dei cittadini. Ora
pensiamo all’Iva
Alessandro Pesce
la conseguenza di attirare ancora
più personale dall’estero; emblematici, a questo proposito, i titoloni
dei giornali europei centrati su un
“salario minimo più alto del mondo” che aveva un fascino davvero
pericoloso. La vittoria del “no” permette ora alla nostra associazione di categoria
di concentrarsi su altri importanti
dossier sia a livello federale che
cantonale. Su tutti quello dell’Iva.
In autunno saremo infatti chiamati a
esprimerci sull’iniziativa lanciata da
GastroSuisse “Basta con l’Iva discriminatoria per la ristorazione”,
che aveva raccolto oltre 119mila firme. Iniziativa lanciata in quanto oggi il cliente di un ristorante paga per lo stesso prodotto - l’8 per cento
di Iva, mentre il cliente di un takeaway o di un negozio al dettaglio
paga solo il 2,5 per cento di Iva.
Non si capisce perché l’industria alberghiera e della ristorazione e i
suoi clienti, continuino a essere tassati tre volte di più rispetto alla concorrenza. Confidiamo che lo stesso
buonsenso che ha affossato in modo
netto il salario minimo generalizzato, porterà i cittadini a sostenere ancora la nostra categoria.
vince il buonsenso
GastroTicino esprime soddisfazione per la netta bocciatura dell’iniziativa dell’Unione sindacale sui salari minimi, bocciata dai cittadini
con una percentuale ben superiore
al 70% dei voti. Per la categoria degli esercenti-albergatori, già sottoposti agli effetti negativi di una crisi
economica che mette a dura prova il
settore, l’iniziativa avrebbe avuto
conseguenze molto pesanti. “Grazie
alla campagna efficace delle associazioni padronali - sottolinea Massimo Suter, presidente di GastroTicino - ha prevalso il buonsenso;
l’appello lanciato dalla nostra Federazione non è rimasto inascoltato, e
per questo ringraziamo gli esercenti
che si sono mobilitati e i nostri
clienti”.
Il chiaro “no” a un salario minimo
imposto dallo Stato, è la dimostrazione che la concertazione tra le
parti funziona e non va smantellata
a causa della demagogia sociale
usata a fini elettorali da alcuni partiti; ristorazione e albergheria, infatti,
sono già firmatarie di un Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro
(Ccnl) che, pur necessitando di mi-
glioramenti, ha dimostrato la propria efficacia. Il partenariato sociale
rimane, quindi, uno degli elementi
cardine della nostra ricchezza nazionale.
A livello svizzero ristorazione e albergheria danno lavoro al 6% della
manodopera attiva nel nostro Paese
(oltre 14mila persone nel nostro
Cantone). Se fosse passata l’iniziativa, non ci sarebbero state altre alternative che la riduzione del personale o l’aumento dei prezzi. Provve-
No al salario
minimo:
evitate
pesanti
conseguenz
e anche per
ristorazione
e albergheria
dimenti questi, che sarebbero stati
concretizzati con molta amarezza.
Ma c’è di più. L’iniziativa avrebbe
avuto il risultato di sfavorire e penalizzare proprio le categorie più deboli di collaboratori, esattamente
l’opposto di ciò che si prefiggevano
i sindacati. Per questo motivo GastroTicino aveva lanciato un appello e aveva detto a chiare lettere, che
l’iniziativa si sarebbe rivelata un
vero e proprio autogoal.
L’iniziativa, infine, avrebbe avuto
Piacevole scoperta al FoxTown di Mendrisio dove lo “Chalet Suisse” vizia i buongustai con fondue e raclette “Rifugio” gastronomico regno dei formaggi tipici
tentenze
soddisfazione
fedeltà
fiduciainnovazione
TICINESE
assortimento
impegno
lungo termine
piacere
amalgamare
TEAM
futuro
Losone
tradizione
gusto
PARTNER NORANCOapertura
stellato
accoglienza
territorio
cordialità
squadra rete
GASTRONOMIA
flessibilità
controllo
rispetto
esperienza
mixare
convenienza
%
GOURMET
rapidità
ESPOSIZIONE
novità
sicurezza mobilità
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CULTURA
ragionare
qualità
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Professionalità
tecnologia
#promo valutazione
fornitura a domicilio promozioni
lesana, la torta di formaggio e, in collaborazione con il Caseificio dimostrativo del Gottardo, i formaggi Airolo, Tremola e il premiato Gottardo stagionato in grotta. Oltre alle crêpes salate e dolci, gli amanti della carne possono scegliere sminuzzato di vitello
alla zurighese, il bratwurst di San Gallo con salsa di cipolla e rösti, e l’entrecôte di manzo. Il tutto accompagnato
dai vini ticinesi di Guido Brivio. Lo
Chalet Suisse è aperto tutti i giorni
dalle 11.00 alle 19.00. Buon appetito
in allegria.
a.p.
dinamismo
tano l’arredamento oggetti tipici della
vita alpestre e in particolare per la produzione di formaggi. Insomma, un locale ideale per rilassarsi con gli amici
o la famiglia.
Il personale è cortese e guida il buongustaio attraverso un viaggio gastronomico tra i piatti svizzeri più tipici
legati al formaggio, ma non solo. Allo
Chalet Suisse si possono degustare le
specialità come il rösti di patate, al
formaggio, al formaggio con due uova
o con speck e formaggio. E poi, naturalmente, la Fondue e la Raclette Val-
Lo Chalet Suisse è un piacevolissimo
locale inserito nel complesso commerciale Fox Town di Mendrisio, accessibile anche dall’esterno dove il
cliente può godere di una bella terrazza. Ma è l’interno che riporta il moderno viandante a bucoliche visioni.
L’ambiente riproduce quello tipico di
uno chalet di montagna, dove ogni
dettaglio è curato e dove il legno dà
una piacevole sensazione di calore. Le
finestre illuminate con le foto delle più
belle vallate alpine del Ticino, aggiungono un tocco di emozione. Comple-
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Per dare risalto alle notizie dei soci e a quelle che possono incuriosire clienti e lettori, ecco un nuovo sistema di comunicazione. Scaricando con un qualsiasi
smartphone un’applicazione per la lettura dei QR-code e facendo la scansione del QRcode che vedete in questo articolo,
sarete indirizzati sul sito di GastroTicino. Troverete il simbolo
del QR-code e potrete cliccare
sulla notizia per leggere questa
settimana:
> Rassegna gastronomica per Cantine Aperte
> La Rivella diventa fruttata
> Serate evento Al Portone
> Ultime ore per iscriversi alla Settimana del Gusto
> Corso per conoscere e utilizzare i media
Non perdete piatti e specialità
del 28esimo Maggio Gastronomico
Prosegue con successo la 28esima edizione del
“Maggio Gastronomico delle Tre Valli e del Bellinzonese” alla quale partecipano 33 ristoranti (3 ospiti
dal resto del Cantone), che propongono piatti gustosi cucinati con cura. Piatti volti a mantenere ben salde le tradizioni culinarie della nostra terra: ecco perché il Maggio gode del patrocinio di Ticino a Tavola, iniziativa del Centro di Competenza Agroalimentare (Cca) per promuovere i prodotti
locali e i ristoranti che li utilizzano.
La rassegna gode del sostegno
degli sponsor principali Raiffeisen Tre Valli, La Regione, Gialdi
Vini e di GastroBellinzona Alto
Ticino e ancora una volta propone il
collaudato meccanismo dell’omaggio ai clienti. Per l’edizione 2014
sarà un piatto piano, “griffato” in
modo discreto ed elegante con il logo della rassegna. Il piatto rappresenta l’inizio di una nuova serie
che porterà, anno dopo anno, a comporre un piccolo
servizio da tavola. L’omaggio sarà consegnato ogni
volta che si consumerà un piatto o un menu della
rassegna; allo stesso tempo si riceve un timbro a
conferma della visita. Dopo aver collezionato quattro timbri in altrettanti ristoranti, è riservato un ulteriore premio a sorpresa. Tutti i dettagli e l’elenco dei
ristorati che partecipano si possono scoprire sul sito
maggiogastronomico.ch.
presenta:
SCEF 045
Si avvicina la fine del calendario dei corsi professionali di GastroTicino. Il nuovo opuscolo arriverà
nelle case ad agosto. Chi avesse richieste formative
particolari, è pregato di contattare Valentina de Sena a GastroTicino (091 961 83 11).
HAPPY HOUR E APERITIVI
DI TENDENZA (NUOVO)
Obiettivi
saper organizzare un happy hour, essere in grado di
gestire la parte finanziaria e promozionale dell’offerta dell'aperitivo, saper creare nuovi aperitivi alcolici
e analcolici, acquisire nuove tecniche di lavoro, di
servizio e di vendita dell’aperitivo, conoscere nuovi
materiali e attrezzature per l'esposizione del buffet.
Insegnante
Davide Giglio, esercente, barman
Data e orario
26 maggio o 16 giugno, 17.30-21.30
Costo
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Per il grande concerto di sabato 7 giugno a Locarno
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a
n
U di for
re
in otlotranti
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IL CAFFÈ
25 maggio 2014
49
tra
virgolette
LA RINASCITA DELLE BIBLIOTECHE GRAZIE ALL’EBOOK
La tendenza
3.900
le biblioteche
che prestano ebook
pari al 56%
delle 6.841 biblioteche
in lingua italiana
27mila gli ebook
in catalogo,
50mila entro
la fine dell’estate
+64%
rispetto
al 2012
320mila
gli utenti italofoni
iscritti alla piattaforma
digitale Mlol
IDENTIKIT DEI NUOVI UTENTI
Carta vs Eb
ook
Lettori
Libri
25 %
La biblioteca si risveglia
con gli scaffali nella rete
Triplicati in un anno i “prestiti” di e-book
e un lettore su dieci divora le pagine online
In Ticino
1
Contratto digitale
Il Sbt è collegato grazie alla
piattaforma Mlol a 3.200
biblioteche in 17 regioni italiane
con circa 16 milioni d’abitanti e
il catatlogo di 350 editori
2
L’offerta e-book
Gli accessi alla piattaforma Sbt
sono passati dai 200
dell’esordio, nell’agosto del
2012, agli oltre 1200 registrati
nell’aprile del 2014
3
Gli audiolibri
Oltre agli e-book, il Sbt mette a
disposizione online gli audiolibri.
I titoli attivi a disposizione sono
triplicati negli ultimi due anni
4
A
nche i bibliotecari più ottimisti
non se l’aspettavano, ma in un
solo anno i libri scaricati in formato digitale sono triplicati e ormai un lettore ticinese su dieci
consulta autori e romanzi preferiti sugli
scaffali online. La sorpresa è stata ufficializzata all’ultimo Salone del libro di Torino dalla piattaforma MediaLibraryOnline(Mlol),
lo stesso servizio di download e streaming
gratuito adottato dal Sistema bibliotecario
ticinese.
“Era solo questione di tempo, il libro elettronico è decollato lentamente, ma onestamente non mi aspettavo un successo così
eclatante - ammette Gerardo Rigozzi, direttore del Sistema bibliotecario cantonale
(Sbt) che, dopo aver sperimentato meno di
due anni fa 250 titoli in formato digitale, ora
ha una libreria virtuale di oltre 1.200 volumi
-. Continuo a considerare ‘basso’ il numero
nei nostri utenti, quasi 60mila pari al 17%
della popolazione, ma resto convinto che il
formato e-book può essere una buona calamita per attirare nuovi lettori, soprattutto
quelli più giovani”.
Il problema, esattamente come avviene
per i film e altri prodotti mediali, era dato
dalla carenza di un catalogo in lingua italiana, mentre la biblioteca digitale della Svizzera tedesca già due anni fa contava diecimila titoli. Un problema risolto proprio entrando nel circuito Mlol, il principale network italiano di biblioteche digitali pubbliche. E le 72 biblioteche cantonali, comprese
quelle scolastiche, si ritrovano in buona
compagnia con quasi 4.000 “colleghe” italiane che hanno definito accordi con un numero crescente di editori, ora 250, tra cui
tutti i principali.
“Sono 320 mila gli utenti registrati al servizio e 154 mila quelli attivi - ha confermato
al Salone Giulio Blasi, fondatore di Media-
I frequentatori
In Ticino i residenti iscritti
al Sbt sono il 17%, mentre la
media svizzera (5.000
biblioteche) di chi legge e va in
biblioteca è del 40%
Rigozzi: “Il formato digitale
è una buona calamita per
attirare nuovi lettori”
LibraryOnline -. Il numero di prestiti e-book
è salito dai 35 mila del 2012 ai 100 mila del
2013”.
Adesso che il numero dei lettori italofoni, ticinesi inclusi, si è allineato ai Paesi europei tecnologicamente più avanzati è anche possibile tracciare un identikit del nuovo lettore digitale: equamente diviso per genere sessuale, la maggioranza tra i 35 e i 54
anni, e uno su quattro si collega ad internet
per fare le sue scelte in biblioteca solo la sera
dopo cena. Particolare, questo, che rimedia
alla diaspora di lettori registrato nelle biblioteche proprio per la mancanza di tempo libero degli utenti legati agli orari di lavoro. E
la comodità è decisamente apprezzata e
“produttiva” visto che, secondo le statistiche
Mlol, i noleggiatori di e-book prendono me-
-9% sul 2012
55 %
52 %
tra i 35
e i 54 anni
uomo
si collega
tra le 19
e le 24
21,9 milioni:
Ebook
1,9 milioni:
+17% sul 20
12
CRESCITA EBOOK NELLE BIBLIOTECHE IN TICINO
1400
1200
Titoli attivi
1000
800
600
400
200
0
Agosto
2012
Dicembre
2012
Aprile
2013
CONSULTAZIONI ONLINE IN ITALIANO
1,8 milioni
1 milione
400mila
2011
2012
2013
Fonti: MediaLibraryOnline; Sistema bibliotecario cantonale
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Agosto
2013
Dicembre
2013
Aprile
2014
diamente 24 libri all’anno, contro i 17 di
quelli che noleggiano la versione cartacea.
Non solo. Sempre secondo i risultati dello
studio i lettori di e-book non si limitano più
a “sfogliare” le pagine sul computer di casa.
Solo nell’ultimo anno la percentuale di chi
“scarica” il libro sui device mobili, tablet o
smartphone, è arrivata al 17% e, secondo gli
esperti è la modalità di lettura destinata ad
incrementarsi più velocemente. E il tutto
senza produrre alcun svantaggio agli editori
tradizionali, visto che il prestito di e-book
inter-bibliotecario avviene dopo aver acquistato i diritti dagli editori e vendendo l’accesso alle biblioteche virtuali, che pagano
secondo diverse formule a loro scelta.
“È proprio così, editori ed autori non
hanno nulla da perdere visto che viene riconociuto un ‘fee’ per ogni download - conferma Rigozzi, senza nascondere il suo disappunto per non poter annoverare in catalogo
alcun titolo edito in Ticino -. Gli editori ticinesi, che ho sollecitato più volte, anche perchè trasformare un libro in e-book oggi costa veramente pochissimo, non ne vogliono
sapere. Un peccato, perché resto convinto
che il libro digitale è uno strumento in più
per avvicinare lettori, anche per gli autori locali”.
Tutti gli scritti al Sistema bibliotecario
cantonale, infatti, tramite la piattaforma
Mlol godono di un servizio di download e
streaming gratuito. Proprio come un qualsiasi libro, un e.book scaricato da un utente
risulta occupato per 14 giorni e non può essere scaricato da altri. Passato il termine diventa elettronicamente illeggibile. Ogni
utente ha diritto di scaricare cinque ebook e
cinque audiolibri al mese, senza dimentaicare che le piattaforma online è un intermediario che gestisce anche riviste, giornali,
musica e film.
e.r.b.
La piattaforma virtuale
gestisce anche riviste,
giornali, musica e film
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
50
tra
l’incontro
virgolette
Chi è
Agenzia Fotogramma
Nome d’arte Pif.
Conduttore e autore
televisivo, regista,
attore e scrittore
italiano. Ha diretto
ed interpretato il film
“La mafia uccide
solo d’estate”
“Io testimonio con la videocamera”
ALESSANDRA COMAZZI
“N
on so se potrò ancora girare il mio
programma, ‘Il testimone’”, si chiede
Pif. La nuova serie della trasmissione
viene trasmessa su Mtv da aprile.
“Andare in giro da solo, con una piccola telecamera, pronto a spiazzare l’interlocutore, poteva avere un senso quando non mi conosceva nessuno.
Adesso la situazione è molto diversa. Adesso mi riconoscono tutti, tutti mi fermano. Un po’ il fatto che sono andato al Festival di Sanremo, e mi occupavo dell’anteprima con quella striscia chiamata ‘Sanremo & Sanromolo’;
un po’ il successo di ‘La mafia uccide solo d’estate’, che
dopo il premio del pubblico al Torino Film Festival è andata benissimo anche nelle sale; un po’ la pubblicità per
un gestore telefonico importante. Insomma, non passo
più inosservato. E allora mi chiedo se potrò continuare
con questo lavoro, che ha come caratteristica un linguaggio che nel tempo è diventato sempre più moderno e dilagante, perché si usa su internet. Lo usano volentieri i
‘you-tubbers’, prego notare la esse del plurale, perché
tanti ragazzi hanno una piccola telecamera nella loro
stanzetta. Quindi io potevo essere come uno di loro. Ma
ora meno”.
Pif, alias Pierfrancesco Diliberto, è nato a Palermo, 42
anni fa. Ex Iena, ha cominciato con “Il testimone” nel
2007. “Ricordo che, all’inizio, la redazione era pratica-
Pif
mente in casa di Antonella Di Lazzaro, che sarebbe diventata direttore di Mtv - racconta -. Aveva una figlioletta
piccola, e la prima parola che disse fu Pif. Il papà era molto preoccupato. Mi incuriosiscono sempre le prime parole infantili. Nel film, il bambino protagonista invece di dire ‘mamma’, dice ‘mafia’. Il nomignolo me lo ha affibbiato
un’altra Iena, che è pure mago, Marco Berry. Forse un
pezzo di acronimo, Pier Francesco, dunque Pif. Forse per
assonanza con Gip, un’altra Iena ancora, nome vero
Giampiero Cutrino. Per un po’ sono stato sia Iena sia Testimone. Le Iene della tv sono un po’ come quelle vere
della natura, cattivelle, petulanti, stridenti”. Figlio di un
regista, Pif ha respirato fin da bambino l’aria della macchina da presa. “Usarla è sempre stata per me una cosa
naturale, come naturale mi è sembrato arrivare al cinema. Io mi sono occupato di mafia fin dalle prime puntate
del Testimone. Anzi, proprio la prima puntata si intitolava ‘Addio pizzo’. È un tema che, da siciliano, mi provoca,
appassiona, accora, affligge, mi impone di fare qualcosa.
Qualcosa a modo mio”.
In “La mafia uccide solo d’estate” c’è anche una citazione del “Divo” di Paolo Sorrentino, dedicato a Giulio
Andreotti. “Sì, c’è una scena in cui il bambino protagonista ha le grandi orecchie a sventola di Andreotti e la stessa camminata. Prima ancora di vedere il film, Sorrentino
mi mandò un messaggio articolato, molto gentile, in cui
faceva alcune considerazioni nei miei confronti. Io gli rispondo: ‘Grazie’. Allora, la prima volta che mi vede, mi di-
Pierfrancesco
Diliberto
ce: ‘Ma come, io ti ho scritto tutta una cosa argomentata
e tu rispondi con una sola parola?’. E io: ‘Sì, ma c’era il
punto esclamativo’. Non sono di molte parole, quando
scrivo. Quando parlo, invece, talvolta tendo ad affastellare gli argomenti, perdo il filo del discorso. Che cosa stavamo dicendo? Ah, sì, parlavamo del mio modo di lavorare.
Io condivido le curiosità dei cittadini, prendo una videocamera e vado alla scoperta. Un lavoro come questo ha
senso soltanto se svolto in solitudine e, per l’appunto, se
sei poco conosciuto. Non so che cosa farò, quando sarà
finita questa serie, che è già tutta girata, dobbiamo soltanto montarla. Se un torinese mi ha dato il nome, c’è n’è
un un altro che mi ha dato la fonte di ispirazione: è Piero
Chiambretti, un grande della televisione. Ne ha inventata
tanta. Mi sento debitore nei suoi confronti, lui è il mio
mito e il mio modello fin dai tempi del ‘Portalettere’”.
Pif si pone in modo quasi accorato il problema della
notorietà. Eppure ha accettato di partecipare al Festival
di Sanremo, e di diventare un testimonial pubblicitario,
non è che non poteva immaginarsi quel che sarebbe capitato. “Lo pensavo, ma pensavo pure che il mio percorso
professionale è fatto di concatenazioni di avvenimenti, di
passi, di progetti e trasmissioni - spiega -. Quasi inevitabile andare avanti. Raiuno mi ha chiamato a partecipare
allo spettacolo per eccellenza della tv non soltanto italiana: so che anche in Svizzera la rassegna è molto seguita.
La Rai dunque mi ha chiamato, nella persona di Fabio
Fazio, e io ho interpretato questo come bisogno di novità.
Mi incuriosiva, mi interessava, essere parte di quel progetto, facendo le cose esattamente come le so fare io, andando dietro le quinte e cercando prospettive spiazzanti.
Poi c’è la pubblicità”. Lui si è chiesto a lungo se accettare
oppure no di realizzarla, se fosse opportuno: “Alla fine ho
deciso, e almeno sono spot che esaltano e illustrano la
passione per qualcosa, il lavoro soprattutto, ma anche il
windsurf, il calcio. Qualcuno ha detto che con i soldi guadagnati con la pubblicità avrei finanziato il Museo della
mafia che vorrei fare a Palermo. Non è così. Però il museo
mi piacerebbe metterlo in piedi, davvero. La Sicilia non è
tutta mafia, ma il rischio è anche quello di fare finta di
niente. La mafia c’è, e dobbiamo tenerne conto. Voglio ricordare chi ha combattuto e nessuno ricorda più. Tutti
sanno chi è Riina, e nessuno ricorda l’agente di polizia
Calogero Zucchetto o l’albergatore Carmelo Iannì. Non è
giusto. Una delle mie prime puntate del ‘Testimone’ fu
proprio con la figlia di Iannì. Tre anni fa sono andato a
Palermo con lei e con la figlia di Boris Giuliano, lanciando l’idea del museo. Ci dissero che ci stavano già pensando. Ci siamo fermati, ma intanto non è più successo nulla. Allora io ritorno sul progetto e lo faccio. L’ideale sarebbe realizzarlo in un immobile confiscato alla mafia, ma
deve essere in centro città, facilmente raggiungibile dai
turisti, non in campagna. Non dobbiamo renderne la visita complessa e facilitare gli alibi successivi”.
Non si creda che Pif sia tipo serioso. Mescola il serio e
il faceto, gli piace contaminare. Ha partecipato di recente
al Festival della tv e dei nuovi media che si svolge a Dogliani, cittadina della provincia di Cuneo nota per il vino
e perché Luigi Einaudi, che allora aveva 23 anni e sarebbe diventato il secondo presidente della Repubblica italiana, vi acquistò una cascina con la vigna. Per Pif la folla
era impressionante. “Eccomi, ci sono, firmo tutti gli autografi che volete. È fondamentale non montarsi la testa.
Continuare a fare questo lavoro nella consapevolezza,
come dicevo all’inizio, che non sarà più come prima.
D’altronde, mi sembra che ogni tassello della mia vita
professionale si sia sistemato al momento giusto. Mi ritengo fortunato. È importante la restituzione, quando si
riceve così tanto. Per questo mi impegnerò, secondo le
mie forze e le mie possibilità, per il museo della mafia. Ci
credo, vedrete che servirà”.
IL CAFFÈ
25 maggio 2014
51
leopinioni
Sono laureato in scienze politiche.
Ogni giorno dedico almeno un’ora e
mezzo alla lettura dei giornali e a documentarmi sull’attualità politica (apprezzo molto l’informazione della radio Rsi).
Eppure settimana scorsa, quando ho dovuto compilare le schede per le votazioni
federali e cantonali, mi sono sentito impreparato su buona parte dei sette temi e
non ho l’impressione di aver espresso
preferenze fondate su solidi argomenti.
Mi sono chiesto se era un mio problema
e cioè se pretendevo di approfondire eccessivamente le tematiche ponendomi
troppi interrogativi. Ne ho parlato in famiglia e ho riscontrato le stesse difficoltà
da parte di mia moglie e dei miei figli,
laureati in scienze politiche l’uno, sociali
l’altra. Non soddisfatto, ho chiesto ad
amici, che hanno figli attenti alle questioni politiche, e ho riscontrato le mie
stesse perplessità. Significa che siamo
FUORI
DAL
CORO
GIÒ
REZZONICO
chiamati a esprimerci su temi per i quali
non siamo preparati. E allora votiamo
superficialmente, banalizzando le questioni. E parlo in primo luogo di me stesso. Questo fatto deve far riflettere sul mi-
to elvetico della democrazia diretta, alla
quale nessuno vuole rinunciare, ma che
va sottoposta, a mio parere, a regole più
precise. Il cittadino dovrebbe esprimersi
su questioni di principio, ma non su problemi tecnici, alla portata solamente di
specialisti, senza banalizzare le tematiche. E sappiamo bene che la semplificazione eccessiva è la base su cui poggia il
populismo. Paradossalmente la democrazia diretta sta diventando una delle
armi principali del populismo. Mi si dirà,
però, che è un buon metodo per canaliz-
zare la frustrazione popolare, che altrimenti si esprimerebbe in maniere peggiori. È vero, ma è demagogico chiedere
ai cittadini di esprimersi su argomenti
che implicano conoscenze e conseguenze a loro ignote. I meccanismi della democrazia diretta vanno, secondo me, rivisti. A meno che si decida di abdicare di
fronte all’onda populista dilagante, da
cui sembrano fortemente attratti anche i
partiti storici. Fulvio Pelli, personaggio chiave del
liberalismo ticinese e svizzero, commen-
RENATO
MARTINONI
LIDO CONTEMORI
Confessare la paura
era la forza di Anna
La lisciva non lava
le vergogne razziste
Scherza coi fanti e lascia stare i santi. Ne sa qualcosa
un’azienda germanica di detersivi che ha lanciato una campagna ideata, sembra, da un centinaio di esperti in comunicazione. Nella pubblicità si vede un fustino di lisciva che reca
l’immagine della maglia bianca della nazionale tedesca di
calcio. C’è anche, ben visibile in nero, un numero: l’88. Il
messaggio è questo: agli 83 lavaggi garantiti se ne aggiungono altri cinque in regalo. Ottantatré più cinque, lo sanno i paracarri, fa ottantotto. Però c’è un ma. Il numero 88 non è al di
sopra di ogni sospetto. I neonazisti e i radicali di destra lo
usano come codice criptato per inneggiare al Führer (H è
l’ottava lettera dell’alfabeto e 88, cioè HH, sta per “Heil Hitler”). L’imprudente, e un poco ignorante, azienda di detersivi, ma perché mai non ha offerto sei lavaggi gratis invece di
cinque?, ha precisato che la spiacevole coincidenza è involontaria. Basta però scusarsi, facendo un poco di mea culpa?
No, se per soprammercato, sul fustino, poi ritirato dal commercio, compare anche la scritta: “Neue Konzentration”. Che
tradotto alla lettera potrebbe equivalere a “nuova concentrazione” (di potenza lavatoria).
Non fosse che in tedesco la parola significa anche “concentramento”, riportando alla memoria i famigerati campi di
sterminio dove lo sporco delle razze veniva lavato con il gas.
E allora, dato che non può certo essere una provocazione
(nessuno è tanto pirla da tirarsi in questo modo la zappa sui
piedi), occorrerebbe premiare gli strateghi della trovata pubblicitaria con un riconoscimento all’incontrario (tipo: il film
più brutto o la donna peggio vestita del mondo). Più improvvidi di così quei cento maghi della comunicazione non potevano certo essere. Intanto però non si può non pensare a un
giocatore svizzero del Napoli, Gökhan Inler, che da quando
sta in Italia si ostina a portare sulla maglia il numero 88. Certamente non c’è alcuna volontà di sbandierare ideologie o
proclami (ci era cascato del resto anche Gigi Buffon).
Ma il “Gögi” nazionale, in un ambiente peraltro largamente nutrito di razzismo, potrebbe benissimo rinunciare a
giochetti del genere. Vero è che il numero otto era già riservato a un altro giocatore, e che i due otto, si dice nella città partenopea, significano “amore e baci”, oppure “ciao ciao”, e che
il numero doppio porta fortuna. E a Napoli, la capitale del
malocchio, si sa, tutto quello che serve a tenere a bada le insidie del maleficio è benvenuto. Su certe cose però è meglio
non scherzare. Questa è una di quelle. E se non ce la fanno i
piedi, dovrebbe arrivarci almeno la testa.
Caro Diario,
i giornalisti non godono, in generale, di buona fama. Diventano (quasi) tutti buoni, coraggiosi e intrepidi dopo l’ultimo articolo, quello che scrivono gli altri, alla memoria. Ma,
come in ogni regola, ci sono limpide eccezioni. Tra queste,
Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata a colpi di
pistola sull’uscio di casa, a Mosca, nel già lontano 7 ottobre
2007. Dopo tre processi, finalmente si è arrivati alla condanna di 5 imputati. Si sa, ora anche per sentenza, che questi sono gli autori dell’esecuzione. È quasi certo che resterà a lungo nel mistero il “mandante” del delitto. Diciamo, come si fa
in questi casi, che dietro si intravede l’ombra lunga del “potere”, cui la reporter non faceva sconti.
CI SONO VOLUTI tre gradi per arrivare ad un epilogo. Un tribunale moscovita ha decretato che il ceceno Lom-Ali Aaitukayev è l’organizzatore dell’uccisione, insieme con 4 complici: 3 suoi nipoti, pure ceceni, e un ex-dirigente di polizia di
Mosca, cocciuti fino all’ultimo nel negare ogni responsabilità. Questa settimana è giunta la notizia della condanna, ora
bisogna aspettare che il giudice pubblichi le motivazioni con
l’entità delle pene. La Giustizia ha i suoi riti e tempi.
ANNA POLITKOVSKAJA è una donna che ha onorato il
giornalismo con la forza inchiodante delle notizie che cercava, trovava e divulgava; con il rigore, la pulizia morale, la dirittura che ha saputo tenere. Faceva paura anche ad uno come Putin, che è di temperamento piuttosto muscolare e non
gradisce i disturbatori. Lei richiamava il neo-zar, che non disdegna le maniere bellicose, al dovere costituzionale di mantenere la pace. Ho sentito uno scampolo di testimonianza di
Anna, una delle ultime, sull’imperativo etico di documentare
violenze, torture, stragi, orrori che aveva visto, come brandelli di corpi dilaniati fatti esplodere in aria dai militari russi.
Svelò al mondo le tecniche del terrore inflitto alla popolazione cecena; diede voce agli oppressi, a mamme, sorelle, mogli
di uomini inermi trucidati; raccontò la disperazione delle
donne kamikaze che, stanche di subire, non vedono altro
senso nella loro vita se non la vendetta.
QUESTA SUA CONFESSIONE ultima è uno dei più alti
monumenti al giornalismo: “Anch’io ho paura, certo, come
tutti. Ma questo è il mio mestiere e avere paura è una cosa tua
personale. La tua professione esige che si lavori e si parli del
fatto principale che avviene e la guerra è il fatto principale,
perché lì muore la nostra gente“. La sua paura è stata la sua
più grande forza. E, alla fine, anche la sua più bella vittoria.
Il miglior negozio di giocattoli
è sempre quello di madre natura
DOMENICA
IN
FAMIGLIA
MONICA
PIFFARETTI
ilcaffè
Settimanale di attualità, politica, sport e cultura
tando la triste decisione di Laura Sadis di
non candidarsi per le prossime elezioni,
ha dichiarato che per i partiti storici è
giunto il momento di aprirsi a giovani
politici, nati nell’era del populismo, e avvezzi a queste dinamiche. Questo può
anche andar bene, a patto che alla razionalità, serietà e onestà della consigliera
uscente non si sostituisca la demagogia,
sia di stampo leghista, liberale o socialista. E qualche avvisaglia di scadimento
in questo senso si nota già.
Probabilmente la politica in Ticino,
così come in Svizzera e in quell’Europa
in cui non ci si vuole riconoscere, è di
fronte a un bivio: puntare sulla forza della ragione o su quella delle emozioni?
Votare di testa, o di pancia? Da parte mia
non ho dubbi. Ogni concessione al populismo e alla chiusura mi fa paura, soprattutto se penso alla storia del XX secolo. Sarebbe pericoloso dimenticarla.
FOGLI
IN
LIBERTÀ
COLPI
DI
TESTA
GIUSEPPE
ZOIS
Ma, mi chiedo se, in tutto questo suggerire accattivanti linee di giochini green, non ci sia tanto di quasi inutile. Carino, bellino, non di rado, costosino e
Con un po’ di fantasia
si possono evitare tanti
costosi giochini green
che, in realtà, con, un po’ di fantasia, si
può benissimo sostituire e l’effetto che
fa (sul bambino) è esattamente il medesimo.
Direttore responsabile Lillo Alaimo
Vicedirettore
virgolette
Quando la democrazia diretta
gioca a favore del populismo
IL
DIARIO
Curiosando qua e là fra le numerose proposte di giochi all’aperto che il
tempo primaverile favorisce, vedo la
comparsa di tante scatoline e scatolette
di plastica a tinte verdi, per trasformare
i ragazzini in provetti giardinieri che si
lanciano nella coltivazioni di questo o
quel fiore, o in esperti entomologhi che
con pinze, lenti e vasi catturano questo
o quell’insetto. Ben vengano, sempre
meglio che un nuovo giro di qualche
giochino elettronico appena uscito sul
mercato che si gioca soli soletti e tappati in casa quando fuori splende il sole.
tra
Libero D’Agostino
Caposervizio grafico Ricky Petrozzi
Anzi, fare da sè conferisce all’attività scelta un tocco di artigianalità che
contribuisce a far passare il messaggio:
ingegnati, trova tu la strada per immedesimarti in questo o quel ruolo. Guardati attorno e poi crea, costruisci, ricicla, ritaglia, incolla, martella…
Un esempio è la mini-scuola per
giardinieri. A cosa servono tanti vasini
e vasetti carinissimi certo, quando il
tutto lo si può ottenere lavando semplicemente qualche bicchierino di yogourth, o un barattolo di marmellata, o
prendendo un normalissimo vaso di
Società editrice
2R Media
Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser
Direttore editoriale
Giò Rezzonico
DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE
Centro Editoriale Rezzonico Editore
Via B. Luini 19 - 6600 Locarno
Tel. 091 756 24 40 - Fax 091 756 24 39
[email protected] - [email protected]
PUBBLICITÀ
Via Luini 19 - 6600 Locarno
Tel. 091 756 24 12
Fax 091 756 24 19
[email protected]
terracotta e acquistando, magari riflettendoci su un po’ e osservando le varietà proposte, una bustina di questa o
quella pianta/fiore? Ne siamo certi:
Lo shopping più bello si fa
lungo un fiume o facendo
due passi in un bosco
madre natura dispone del miglior negozio di giocattoli. Basta uscire di casa,
farsi magari una bella e ossigenante
passeggiata, osservare quello che si ve-
RESPONSABILE MARKETING
Maurizio Jolli
Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97
DISTRIBUZIONE
Maribel Arranz
[email protected]
Tel. 091 756 24 08
Fax 091 756 24 97
de lungo i sentieri, portandosi un comodo e capiente zainetto per infilarci
dentro tutto quanto suggerisce qualcosa da trasformare una volta rientrati a
casa. Un ramo, una radice, un sasso, un
seme, fiori da seccare… Tanti spunti per
fare, per usare mani e anche testa. Certo, aprire un bel pacco dal fantastico ed
evocativo design è più semplice e veloce. Dentro si trovano anche tutte le
ineccepibili istruzioni del caso. Ma vuoi
mettere due passi in un bosco? O lungo
un fiume? Non è forse il miglior shopping? Attivi e liberi. Liberi di creare.
STAMPA
Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil
6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55
Tiratura (dati Remp ‘12)
56’545
Lettori (dati Mach ‘12-’13)
106’000
Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale)
Probabilmente i meccanici controllano le chiavi inglesi appese ai muri
dell’officina. Probabilmente i dottori
controllano i bisturi scintillanti sul carrello della sala operatoria. Probabilmente i violinisti controllano che l’archetto
sia impugnato nel modo giusto. Probabilmente i pasticcieri controllano che i
bigné siano farciti a regola d’arte (non
come accade nel “Pranzo di Babette” di
Gabriel Axel, tratto dal racconto di Karen Blixen: la cuoca spende una fortuna
per un pranzo e sbaglia la preparazione
delle cailles en sarcophage).
Noi al cinema controlliamo i libri: i
titoli, la sistemazione negli scaffali, le
case editrici. Siccome “chi si somiglia si
piglia” (o perlomeno si pensa, con l’affetto e la gratitudine riservati a chi non
ci fa sentire soli al mondo con le nostre
manie) abbiamo tra i nostri scrittori preferiti Nicholson Baker. Uno che nel suo
Nelle biblioteche dei film
i libri non si sgualciscono mai
CITOFONARE
MANCUSO
MARIAROSA
MANCUSO
primo romanzo – “Il mezzanino” – si
chiedeva perché le stringhe delle scarpe
non si rompono mai insieme (neanche
quando le allacciamo una prima volta, e
poi per pigrizia le infiliamo come panto-
fole). In una raccolta intitolata “Un po’
di testa non guasta” regala un saggetto
sulle bibliotechine che nei cataloghi dei
mobili fanno da sfondo ai divani, scrutate con la lente di ingrandimento.
Al cinema non abbiamo bisogno di
usare la lente. Se in scena vediamo libri,
sono lì per mandare un messaggio: casa
di intellettuali. In “Miele”, primo film diretto da Valeria Golino, si parla di eutanasia. Carlo Cecchi ingegnere depresso
chiacchiera con una collezione di libri
Adelphi, una di Supercoralli Einaudi,
qualche grosso volume verde con ghirigori dorati della Utet a far da sfondo. Il
giovane tetraplegico vive tra scaffali dove spiccano i dorsi gialli della collana
Stile Libero.
I libri al cinema sono disposti dallo
scenografo per editori o per collane, in
cerca della giusta macchia di colore. Va
da sé che nessuno si preoccupa di
sgualcirli, come proponeva – dietro pagamento adeguato – Flann O’Brien in “Il
boccale traboccante” (dal titolo di una
sua rubrica che usciva sull’Irish Ti-
mes). I protagonisti dei film dell’orrore
non sembrano aver mai visto un film
dell’orrore – vanno a passeggiare di
notte nei cimiteri, visitano le soffitte
senza una torcia, si fanno indicare la
strada dai vecchietti sdentati, affittano
case in luoghi dove il telefonino non
prende. Chi usa i libri come attrezzi di
scena non sembra averne mai letto
uno, e i registi con pretese non fanno
eccezione.
“Cosa posso regalare a un collezionista di Meridiani Mondadori?”. Abbiamo sentito la frase – con la Pléiade al
posto dei Meridiani – in “L’homme
qu’on amait trop” di André Techiné,
fuori concorso al Festival di Cannes. Gli
Adelphi seguono a ruota, come status
symbol. Perfino “Nel mio amore” - il
film che Susanna Tamaro ha tratto dal
suo romanzo targato Rizzoli – si vedeva
un solo libro, ed era Adelphi.
25 maggio 2014
Il Paese nel racconto popolare
www.caffe.ch
[email protected]
Il romanzo della realtà
Gli eBook del Caffè
La finestra sul cortile
37 / Storie di quotidianità familiare
ANONYMOUS
Ragazza madre svizzero
tedesca. Precisa e
rispettosa di ogni norma.
Trentacinquenne, impiegata
in un’agenzia immobiliare.
Suo figlio Gabriel ha 11anni.
Pensionato, vedovo
e piacione. Ama le
enciclopedie. Sua figlia,
Giulia, divorziata, ha un
bimbo di 6 anni, Nathan.
Non ama gli stranieri.
Illustrazione Guido Rosa per Il Caffé
I fatti
e le persone
narrati in
queste storie
sono di pura
invenzione.
Anche le cose pensate
o sottintese
non hanno
alcun legame
con la realtà.
Ma così non
sempre è per
i luoghi, le
circostanze
e gli episodi
da cui prendono
le mosse
i racconti.
La domenica no, grazie
Quarantacinquenne,
divorziata da un medico.
Impiegata in un grande
magazzino. Bella, elegante
e... con molti amanti.
Maestro elementare. Sua
moglie, in casa tutto il
giorno, è una patita di
music pop. S’è ingrassata
a dismisura.
Il figlio Nick ha 6 anni.
Arrivano dalla Croazia.
Fanno tutti e due gli
assistenti di cura. Lei è
disoccupata, oltre che
molto sexi.
ONLINE
La raccolta
dei racconti
caffe.ch/citofoni
E
cco qua! Ritagliato e messo da parte. Anzi Fragola, lo mettiamo in mezzo all’enciclopedia dei
giochi. La vedi? Questa qua, due volumi, l’ho
presa con la Stampa».
Il Lüis era a casa col Nathan ormai dal mattino. Sua figlia Giulia glielo aveva lasciato, con
tutte le raccomandazioni possibili, perché
quella domenica aveva organizzato con gli
amici una gita in Appenzello, con lunga sosta a
colazione nell’aerea di servizio poco prima del
Gottardo. Già da piccola aveva cominciato ad
amare gli autogrill.
Quando il Lüis e la mamma la portavano al
mare in Ligura, lei voleva fermarsi in tutti, ma
proprio in tutti gli autogrill. Rustichella, Fattoria, Camogli... Ad ogni aerea di servizio un panino differente. E mentre il Lüis lo ordinava alla
cassa, la piccola Giulia correva dappertutto,
fermandosi di tanto in tanto ad abbracciare le
gambe delle persone. Chissà perché!? Era un
gioco.
Andava matta la Giulia per gli autogrill, soprattutto sotto le feste di Natale, quando entravi
e ti accoglieva la “voce” della trota - sì, proprio
il pesce, appeso accanto alla cassa - che cantava Jingle Bells. Muovendo coda e capo.
Quei non luoghi, così li chiamava e li chiama la sociologia, sono il paradiso dei bambini e
dei ragazzi. Come Eurodisney, Gardaland o i
centri commerciali. Ecco, i centri commerciali!
Una modernità che ha cambiato i nostri ritmi,
sostituendosi la domenica alla messa e alla gita
fuori paese. In Ticino, aperto la domenica, c’è
n’era solo uno, un outlet non proprio per bambini. Più per cinesi alla ricerca di grandi marchi
a poco prezzo. Ma insomma, anche i bambini
ci sapevano sguazzare.
Ecco, era proprio il figlio (avrà avuto una
dozzina d’anni) di una coppia che lavorava in
quell’outlet che uno di quei giorni aveva scritto
al Papa.
Già, proprio a papa Francesco! E il giornali
ne avevano lungamente parlato, anche perché
il pontefice, come era ormai solito fare, aveva
preso il telefono e aveva chiamato a casa del
bambino.
Era questa la notizia che il Lüis aveva ritagliato dal giornale e conservato nel primo volume dell’enciclopedia dei giochi. Chissà perché
proprio lì!? Beh, semplice: autogrill e centri
commerciali per i ragazzi sono come un parco
giochi.
«Caro Papa, non voglio crescere con i nonni, vedere gli altri bambini che vanno al parco
con i genitori e diventare grandi senza la presenza di mamma e papà durante le feste». Diceva più o meno così quella lettera, che in realtà sembrava scritta dalla mamma e dal papà di
quel piccolo. Erano due aderenti del movimen-
“Lavorare il settimo giorno
non è violazione di un, come si
chiama?, precetto religioso”
to sindacale “Domenica, no grazie!”. In quell’outlet, almeno una volta al mese dovevano lavorare anche loro la domenica.
Di quella faccenda il Lüis aveva chiacchierato animatamente anche con sua figlia Giulia.
Leghista, ma fortemente sindacalizzata. Di lavoro la domenica non ne voleva proprio sentir
parlare.
Come pure il Carlo, il maestro che abitava
su al numero 4 con sua moglie Rita e il figlio
Nick. Sei anni, proprio come il Nathan.
«E no Lüis, la domenica si sta in famiglia.
Con i figli! Lavorare il settimo giorno, insomma
il giorno in cui Dio si riposò, non è violazione di
un, come si chiama?, ah sì, precetto religioso».
«Allargare la settimana lavorativa ha però
voluto dire aumentare i posti di lavoro...».
«Già, ma anche le condizioni di precarietà
dei lavoratori».
Erano discussioni infinite ogni volta che il
Lüis e il Carlo cadevano su quel tema e se poi
arrivava la Giulia... Quasi finiva in rissa. Come
quella sera. Quella domenica sera in cui la Giulia tornò da Appenzello, dopo una pausa di oltre un’ora per la cena, nello stesso autogrill dove si era fermata per colazione.
«Vedi Giulia, l’abbiamo tenuto per te questo ritaglio». Ma come?, il Lüis si tirava la zappa
sui piedi da solo? Ma no! Quel ritaglio riportava
anche l’opinione di un, mah!, un antropologo o
un sociologo vattelapesca, che diceva più o
meno che il nostro tempo ormai ha inevitabilmente reso vani, non individuabili i confini fra
lavoro e tempo libero. Lo ha spalmato sull’intero calendario.
«Hai visto Giulia?! C’è scritto: nell’era della
multiculturalità, siamo tutti..., tutti multita...,
come si legge qua?, mul-ti-ta-sking. Ecco, come siamo e il lavoro è diventato h24. Dice proprio così, h24».
La Giulia stava sopportando con pazienza,
mentre sistemava il Nathan per uscire e andare
a casa. Ma non ce la fece più. «H24 per essere
tutti sfruttati, con il ricatto della crisi e della disoccupazione».
«Ma Giulia, cosa hai fatto oggi tu?! Una gita
in Appenzello, sarai andata in qualche mostra e
in qualche ristorante e poi, come quando eri
piccola, per ore in qualche autogrill».
«Ma papà, sono cose diver...» .
«E no Giulia, il centro commerciale dove
lavorano i genitori di questo bambino che
avrebbe, dico avrebbe, perché non credo proprio che..., insomma che avrebbe scritto al Papa, questo centro commerciale non è diverso
dai tuoi autogrill. Erano il tuo parco giochi, la
tua gita domenicale, la tua messa domenicale....».
La domenica successiva il Nathan e la Giulia andarono un giorno intero all’autogrill prima del Gottardo.