“Black-list” e ritorsioni a un finto paradiso fiscale Funghi

GIORNALEdelPOPOLO
GIOVEDÌ 7 AGOSTO 2014
svizzera
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Un’inchiesta condotta in Italia svela quali sono quelli “veri”
laboratorio cantonale
“Black-list” e ritorsioni
a un finto paradiso fiscale
La Svizzera non è più
la pecora nera d’Europa.
Ma continua ad essere
considerata tale.
Il parere di Luca Albertoni,
Claudio Generali
e Fiorenzo Robbiani.
di cecilia brenni
Qual è la meta europea prediletta dagli italiani per nascondere i
loro capitali? Alcuni risponderanno senza esitare: “La Svizzera!”. Di
diverso parere sarà chi ha letto il
lungo articolo pubblicato domenica
scorsa a pagina 2 del Corriere della
Sera dal titolo “False residenze e paradisi fiscali: la mappa dell’evasione”. Nel servizio vengono presentati
i risultati scaturiti da verifiche condotte dagli specialisti della Guardia
di Finanza dal primo gennaio 2013
al 30 giugno scorso: si parla di 3,8
miliardi occultati al fisco italiano
da parte di circa 2000 evasori. Ebbene, a delinearsi è una mappa a
dir poco sorprendente per chi considera ancora la Svizzera il ricettacolo europeo dei capitali italiani in
fuga. Oggi in Europa a farla da padrone sono Lussemburgo e Olanda,
mentre il nostro Paese (di cui non si
fa neppure menzione nell’articolo)
viene relegato all’interno di un lungo elenco di altre “Isole del tesoro”
come Lettonia, Germania, Irlanda,
Gran Bretagna, Cipro, Malta e Gibilterra (vedi grafico a lato).
La Svizzera, ricordiamo, da 15
anni è considerata dall’Italia un
“paradiso fiscale” poiché non concede uno scambio di informazioni
automatico come previsto da una
convenzione dell’OCSE. Da qui,
il suo inserimento in una serie di
“black list” che, com’è noto, pongono difficoltà di ordine economico e complicano molto la vita alle
imprese. Una situazione per certi
versi “punitiva”, quella in cui si
trova la Svizzera, soprattutto se si
tiene conto di questi nuovi paradisi fiscali che prosperano, impuniti
e incontrollati, nel centro Europa.
All’articolo del Corriere della Sera
ha reagito «con un sorriso amaro» il
direttore della Camera di commercio Luca Albertoni. «Nell’immaginario collettivo la Svizzera è ancora
il paradiso fiscale più forte, ma i fatti dimostrano il contrario», ci dice.
Da un sondaggio promosso tre
anni fa dalla stessa Camera di
Commercio si evinceva che più del
doppio delle ditte ticinesi soffre di
grosse difficoltà con i partner italiani. «Stiamo vivendo una situazione
per certi versi schizofrenica – prosegue Albertoni -. Siamo costretti
ad auto-imporci norme fiscali anche severissime, mentre altri Paesi
agiscono nella totale libertà. Penso
ad esempio alla tassazione speciale
per le holding a cui stiamo rinunciando perché non “euro-compatibile», quando la stessa è in vigore
in almeno una quindicina di Paesi.
Il grafico pubblicato sul Corriere della Sera.
Un anno fa Sergio Ermotti aveva
parlato di “guerra commerciale e
finanziaria” e aveva assolutamente
ragione». Un altro esempio citato
dal direttore della Camera di commercio, che sembra contrastare
con il diritto europeo, è la recente
iniziativa della giunta Maroni di
introdurre agevolazioni e sgravi fiscali (la cosiddetta “zona franca”)
per contrastare la delocalizzazione
delle imprese italiane nel Ticino.
circo
L’inchiesta sui paradisi fiscali
non è sfuggita neanche a Claudio
Generali, presidente dell’Associazione bancaria ticinese. «Oggi
all’interno della UE c’è una concorrenza spietata tra Paesi, soprattutto
tra i nuovi arrivati come la Polonia,
dove a conti fatti le aziende pagano
meno della metà di quel che si paga
nei paesi della vecchia Europa». I
capofila per quanto riguarda l’esterovestizione (fittizia localizzazione
Già nelle scorse settimane e giorni sul
GdP abbiamo avuto modo di segnalare un
avvio precoce della stagione dei funghi,
complice un’estate piuttosto... autunnale.
Tale anticipo di stagione è stato registrato
anche dal Laboratorio cantonale, che in una
nota diffusa ai media ritorna sulla necessità
di osservare alcune misure di sicurezza per
il consumo di questi prodotti della natura.
In effetti, come noto, non tutti i funghi sono
commestibili.
In Svizzera si registrano spesso casi di
avvelenamento dovuti al consumo di funghi non controllati raccolti da persone poco
esperte. Quindi occorre: raccogliere solo
i funghi che si conoscono e trasportarli in
ceste aperte, dopo averli posati in modo che
tra essi possa circolare l’aria. I sacchetti di
plastica o altri contenitori impermeabili all’aria non sono indicati per il trasporto
dei funghi. È imperativo far verificare tutti
i funghi da un servizio di controllo prima di
cucinarli. In Comune ci si può informare sul
posto di controllo più vicino. Le persone che
operano nei servizi di controllo sono esperti
qualificati. Meglio non fidarsi del parere di
conoscenti, sicuramente dati in buona fede,
o di metodi di verifica dubbi (colorazione
del cucchiaio d’argento durante la cottura,
ecc.). Meglio evitare di consumare funghi
crudi. Inoltre i funghi freschi non possono
essere conservati a lungo: devono essere cucinati e consumati subito. I piatti a base di
funghi già cucinati e conservati in frigo per
breve tempo possono essere riscaldati senza
problema.
Previsto per la seconda metà del mese l’arrivo del più antico circo svizzero a sud delle Alpi
Nock resta Nock
anche in Ticino
Il Circo Nock non si limita ad essere il più antico circo svizzero...
Ogni anno infatti si presenta con un
programma vario e al tempo stesso
con alcuni tra i migliori giovani artisti europei. E quest’anno vi sarà
anche un rappresentante del Cantone Ticino. La tournée 2014, dal titolo
«Nock sempre Nock» è iniziata alla
metà di marzo. Ottimo il successo
fin qui raccolto, grazie alla presenza
di artisti provenienti da dieci paesi e
un programma molto variegato.
Tra i punti salienti è senza dubbio
il giocoliere spagnolo Michael Ferreri, che per la sua bravura -tanto
quando giocoliere tanto come show
man- nel 2015, è invitato a partecipare al Festival della Gioventù a
Monte Carlo. Secondo il Circo Nock,
si tratta di un grande talento già a
soli 18 anni d’età, che ha una brillante carriera e di sicuro lo porterà
lontano nei più grandi spettacoli del
mondo.
Finora hanno riscosso molto successo pure le attrazioni dall’Etiopia,
quattro contorsioniste (Hana Tadesse, Yezihalem Adame, Shewaye Tarekegnsowie e Eyerusalem Alemu.
Con i loro numeri di contorsione e di
giochi icariani e grazie al loro carisma sanno unire un’incredibile agilità a un’eccellente coreografia.
Il tour attuale è anche nel segno di un ritorno. Dopo sette anni
di assenza e più anni all’estero,
dove ha potuto affinare la sua arte
espressiva, Francesco Nock (appartenente all’ottava generazione
della rinomata famiglia circense)
torna in campo nazionale. Per la
stessa famiglia Nock è un guadagno significativo che lo propone
a tre riprese. A lui, assieme al padre Mikel Stoichev tocca infatti il
compito di aprire lo spettacolo con
un’audace Ruota della Morte. Poi
all’inizio del secondo tempo gli
tocca la Sfera della Ruota, enorme
globo di acciaio su cui compiere
acrobazie in motocicletta. E poi al
penultimo posto nel programma
segue un delicato numero che lo
vede volteggiare con la compagna
Simona Gheorghe, appeso a «stoffe
aeree».
Ma Nock non sarebbe Nock senza i numeri di animali, sovente
richiesti con insistenza dal pubblico. Cavalli, cammelli, asini e pony
saranno presenti insieme sotto la
Francesco Nock (dell’ottava generazione Nock) in volo con la sua partner Simona Gheorghe.
direzione di Franziska Nock (della settima generazione Nock). Ad
accompagnare questa signora del
circo vi sarà per la seconda stagione
l’artista Ticinese Paolo Finardi. Ed
esclusivamente in questa stagione
il circo Nock presenterà un numero
con cinque cani.
Non mancheranno anche numeri di magia e prestidigitazione, gli
esercizi a corpo libero, e gli amatissimi clown svizzeri Gaston e Roli,
che allieteranno gli intermezzi.
A disposizione dei più piccoli, nei
giorni di spettacolo vi sarà, dalle 10
alle 18 la possibilità di una cavalcata
degli amati pony del circo.
Le cinque tappe
Il Circo Nock da sabato 23 agosto a mercoledì 27
sarà a Lugano, allo Stadio, con spettacoli alle 20:30
e alle 15:00 (questi solo i giorni 23, 24 e 27). Poi sarà
la volta di Chiasso (allo stadio, sabato 30 e domenica 31 agosto, con spettacoli alle 15:00 e il 30 anche
alle 20:30), di Bellinzona (mercoledì 3 settembre,
all’ex-campo militare, spettacoli alle 15:00 e alle
20:30), poi di Locarno (da venerdì 5 a domenica 7
settembre, in via delle scuole, con spettacoli alle
20:30, salvo il 7, in cui sarà alle 18:00), e per finire,
di Biasca (vicino alle scuole medie, martedì 9 con
spettacolo alle 20:00, e mercoledì 10, alle 15:00).
...ma c’è chi si schiera a favore
Democrazia diretta: da rispettare sempre
La libertà di
espressione
è
un valore sacrosanto nel nostro
sistema democratico, e il confronto deve svilupparsi sempre
sulle idee. Così
non è successo,
purtroppo,
il
primo di agosto
nei confronti del presidente del
Governo Manuele Bertoli. Insulto, denigrazione e addirittura
invito al suicidio, il tutto naturalmente coperto dall’anonimato
fornito da internet. Insomma nel
modo più bieco e infimo. Un at-
Funghi:
ecco alcuni
consigli
all’estero della residenza fiscale di una società) sono Lussemburgo
e Olanda. «Non vi sono
quasi più società esterovestite italiane in
Svizzera: la normativa
italiana tende a privilegiare il Lussenburgo,
il vero paradiso fiscale Luca Albertoni.
delle società italiane di
oggi», commenta Fiorenzo Robbiani, titolare Finpartner Financial
Services SA. La soluzione potrebbe essere «un
accordo sull’armonizzazione fiscale interna
all’UE», di cui si parla
da 15 anni senza che
si riesca a raggiungere Claudio Generali.
un’intesa di massima
sulle strategie di tagli
sul fronte delle imposte. «In generale, a
livello europeo – sottolinea ancora Robbiani
- si sta imponendo una
nuova filosofia fiscale.
Le grosse multinazionali sono state accusate
di non pagare le tasse Fiorenzo Robbiani.
nel luogo dove vengono
generate. Oggi sembra prevalere il
concetto del “pago laddove genero
utile”».
l’opinione
di alex farinelli
ticino 3
teggiamento vergognoso! Hanno
fatto bene i cittadini a reagire immediatamente: non bisogna più
accettare questo modo di porsi
a prescindere da chi provenga e,
soprattutto, a prescindere da chi
ne è bersaglio. Fatta questa indispensabile premessa non condivido quanto detto dal presidente
del Consiglio di Stato nella sua
allocuzione: mettere in dubbio la
democrazia diretta in particolare
quando fa comodo è un vizietto
che non mi piace. È evidente che
si può rivotare su un oggetto, lo
sperimentiamo periodicamente
ad esempio su questioni legate
all’esercito. Però ogni tanto bisognerebbe uscire dalla semplice
logica di partito e di comodo. Se
si parla di raddoppio del Gottardo o iniziativa sulle residenze secondarie la volontà del sovrano,
per una parte politica, va rispettata senza quasi osar aprir bocca.
Anzi rimetterla in discussione
parrebbe quasi una bestemmia
alle loro orecchie. Al contrario
per la votazione sull’immigrazione di massa o sui minareti, il
giudizio popolare non è poi così
sacro, e anzi, si dovrebbe quanto
prima esprimersi nuovamente.
Eh no. Questo modo di interpretare la democrazia diretta a “convenienze alterne” non mi piace.
Come non apprezzo il contorno
di commenti post votazione del
tipo “il popolo non ha capito” o il
“popolo ha votato con la pancia”.
Quando le schede sono riposte
nelle urne vanno contate. Non
discusse e interpretate a seconda di quanto più ci fa comodo.
Se un oggetto si ritiene inaccettabile, perché in contrasto con
dei diritti fondamentali, allora si
abbia il coraggio di dirlo subito
ai cittadini e non si faccia nemmeno votare. In caso contrario
si metta in pratica il volere della
popolazione senza ridiscuterlo
continuamente. Anche perché
questo modo di fare, in particolare da chi rappresenta le istituzioni, non fa altro che allontanare la
politica dai cittadini. E ciò penso
proprio che non sia un bene.
*segretario cantonale PLRT
Su Facebook chieste
le dimissioni
di Manuele Bertoli
Mentre si attende che il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, ufficializzi la
sua querela contro gli autori della pagina di
Facebook che lo insultava dopo il suo discorso di maggiore apertura sull’immigrazione
pronunciato il Primo agosto, martedì sera è
stata aperta un’altra pagina Facebook intitolata «Chiediamo le dimissioni di Bertoli». La
richiesta prende ancora una volta spunto dal
discorso del Primo agosto, i cui contenuti sono
risultati invisi a molti dei ticinesi. Infine, ieri
in tarda serata, un nuovo capitolo. Un profilo
che, agli antipodi, difende l’operato e il pensiero del diretto interessato. «Io sto con Bertoli», il nome assegnato alla nuova pagina che
intende soprattutto schierarsi in favore della
libertà di espressione.