Mille sfumature di scoiattolo grigio

Il Naturalista
Speciale in occasione di “50 Sfumature di scoiattolo grigio” (30-09-2014)
Scoiattolo
Grigio
Un disastro ambientale dal tenero
musetto
Il padrone di casa
I Greci lo chiamavano σκίουρος («skiuros”=colui che
si fa ombra), perché credevano che nelle giornate più
calde e assolate si facesse ombra con la grossa coda. I
Romani adattarono poi quel nome, che diventò
Sciurus. Oggi noi lo chiamiamo “scoiattolo”.
Di sicuro una delle più simpatiche e conosciute tra i
roditori, la famiglia degli scoiattoli (Sciuridi) è rappresentata in Italia dal solo scoiattolo rosso (Sciurus
vulgaris), un roditore arbicolo di piccole dimensioni,
che tutti possono incontrare con facilità passeggiando
in un bosco o in un parco cittadino. Vorace mangiatore di vari tipi di semi, infatti, lo scoiattolo si adatta
quasi a tutti i tipi di boschi, che gli offrono nutriento
e riparo. Il piccolo mammifero abita proprio sugli
alberi, in nidi che possono essere scambiati per nidi
d’uccelli, ma che in realtà sono ben differenti: i nidi
di scoiattolo sono di forma sferica, sostenuti da una
salda rete di rametti intrecciati che sostengono una
foderatura fatta con muschio, foglie e cortecce, che
servono a isolare l’ambiente interno al nido e a proteggerlo dagli agenti atmosferici. Solo quando sono
fortunati gli scoiattoli trovano una cavità naturale
nell’albero dove stabilirsi.
Nonostante siano animali solitari, gli scoiattoli sono
comunque abbastanza gentili con i vicini: le uniche
ad essere un poco territoriali sono le femmine, in particolare quando hanno dei cuccioli da accudire, ma di
solito nella stessa zona se ne possono trovare diversi,
che giungono addirittura a condividere tra loro i nidi!
Nonostante la sua elevata adattabilità e resistenza
però, questo piccolo animale rischia oggi di scomparire da molte foreste nostrane. Le cause, come sempre, sono molteplici, e, come sempre, sono diretta-
mente o indirettamente causate dall’uomo.
In particolare a minacciare la popolazione
del roditore è il disboscamento, che priva
questi animali di una fonte di cibo e riparo
primaria. La riduzione del quantitativo di
cibo disponibile grava non solo sugli individui, che muoiono di fame (in inverno, in
condizioni normali, muore quasi il 50 %
degli aduli, e ancora più dei giovani), ma
anche sulla popolazione della specie: gli
scoiattoli denutriti non si accoppiano e
non riescono a dare alla luce dei cuccioli.
In condizioni ottimali invece, una femmina di scoiattolo può anche dare alla luce
due cucciolate all’anno! A questo si aggiunge la caccia di frodo per la pelliccia, e negli ultimi
decenni l’invasione del suo territorio da parte del competitivo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), che ha
messo in ginocchio la popolazione di scoiattolo rosso
in Gran Bretagna e rischia ora di farlo anche in Italia.
La scomparsa del nostro piccolo roditore endemico
sarebbe non solo un gran peccato in sé, perché perderemmo uno tra i più simpatici animali italiani, ma anche perché esso svolge un ruolo chiave nell’ecosistema
forestale. Infatti lo scoiattolo rosso raccoglie i semi
caduti dagli alberi, che spesso non riuscirebbero a crescere sotto la pianta madre, che gli ruberebbe sostanze
nutritive e luce, e li nasconde in un buco nel terreno
poco lontano, per evitare che siano trovati da altri mangiatori di semi. Questo comportamento è di fondamentale importanza per la foresta, perché spesso l’ignaro
contadino dal pelo rosso dimentica il seme nascosto
oppure muore prima di poterselo gustare, e così il seme
piantato nel terreno si sviluppa senza problemi. Inoltre
lo scoiattolo contribuisce anche alla diffusione dei funghi, mangiandone le spore e diffondendole attraverso
gli escrementi (le ife, filamenti sotterranei dei funghi,
cedono alle radici degli alberi acqua e sali minerali in
cambio di sostanze nutritive elaborate dalla pianta, contribuendo così alla sopravvivenza della foresta).
Dunque è importantissimo preservare lo scoiattolo rosso, anche e soprattutto per mantenere la salute dei nostri boschi: lo scoiattolo grigio, che oggi in molte aree
sta soppiantando quello rosso, non si comporta come il
roditore italico, divenendo quindi anche una grave minaccia per l’ecosistema forestale italiano.
Carta d’identità di due sfidanti
Nome scientifico: Sciurus vulgaris (In Italia sono
presenti le sottospecie S.v. fuscoater, diffuso nel
Nord; S.v. italicus, endemica del nostro paese e
diffusa nel centro italia; S.v. meridionalis nel Sud
Italia, anch’essa endemica del nostro paese)
Colore: rosso più o meno scuro (pelo completamente nero per S.v. meridionalis)
Habitat: boschi d’alto fusto, parchi, giardini. Preferisce boschi di conifere
Distribuzione: Europa e regioni settentrionali
dell’Asia
Alimentazione: principalmente semi e vegetali
Comportamento: prevalentemente arbicolo
Letargo: no, si ritira nel nido per qualche giorno
solo in caso di forti nevicate
Peso: 270-360 g
Lunghezza: 30-40 cm
Gestazione: 6settimane
Nome scientifico: Sciurus carolinensis
Colore: varie tonalità di grigio, può presentare
esemplari melanici, completamente neri
Habitat: boschi d’alto fusto, parchi, giardini. Preferisce i boschi di latifoglie
Distribuzione: Canada meridionale, Stati Uniti
orientali (originale). Sudafrica, Irlanda, Gran Bretagna, Italia (Importato)
Alimentazione: vegetali, uova, nidacei (predatore
di nidi)
Comportamento: cerca il cibo sul terreno e dorme sugli alberi
Letargo: no
Peso: 500 g
Lunghezza: 50 cm
Gestazione: 6 settimane
Aspettativa media di vita: 10 anni
Aspettativa media di vita: 3 anni
Predatori naturali: visone, volpe grigia, volpe
rossa, lince, lupo, coyote, rapaci diurni e notturni
Predatori naturali: martora, ermellino, gatto selvatico, volpe rossa, cani, rapaci diurni e notturni
Stato di conservazione: Rischio minimo
Stato di conservazione: In pericolo
Occorre ricordare che lo scoiattolo grigio è una
specie animale nociva solo in Europa e altre aree
dove è stato introdotto dall’uomo. Nel suo ambiente naturale è invece una chiave per la salute
dell’ecosistema!
L’invasore
stessi semi e abita gli stessi alberi (ovvero occupa la
stessa “nicchia ecologica”), cosicché le due specie si
trovano a competere secondo i principi della selezione
naturale darwiniana. A prevalere in questo scontro è
purtroppo lo scoiattolo grigio, per diversi motivi:
-la maggiore efficacia dello scoiattolo grigio nello
sfruttare le risorse del territorio (si nutre anche di cibi,
come le ghiande e le uova di uccello, che il rosso non
mangia);
-la capacità di riprodursi più velocemente anche sotto
stress, e la possibilità di raggiungere densità anche 10
volte superiori a quelle del rosso, che si trova superato
nel numero;
Nel 1948, presso Stupinigi, in Piemonte, fu introdotto
un piccolo gruppo di scoiattoli grigi (Sciurus carolinensis), una specie originaria del Nord America, per
scopo ornamentale. Oggi i discendenti di quei primi
pionieri si sono diffusi in una vasta area del Piemonte,
e ora sono una delle minacce ambientali più gravi
d’Europa: infatti, vista la straordinaria adattabilità e il
fenomenale tasso di distribuzione della specie, si teme
che nei prossimi decenni questa possa colonizzare gran
parte dell’Italia (oggi si trova anche presso Genova e in
varie parti della Lombardia occidentale, come nel Parco
Agricolo Sud Milano) e dell’Europa intera, con disastrosi danni ambientali. Questi danni ci sono noti non
per semplice previsione scientifica, bensì dall’osservazione dell’impatto che la specie ha avuto in Gran Bretagna.
Purtroppo, infatti, nei boschi inglesi lo scoiattolo grigio, che vi è stato introdotto dal 1876 al 1937, ha ormai
invaso gran parte del territorio, causando prima di tutto
danno ai boschi stessi. Infatti questi roditori scorticano
la corteccia degli alberi (comportamento meno diffuso
in America, di ignoto significato, forse per cibarsi forse
per comunicare) e esponendo così le piante a insetti e a
infezioni fungine letali.
Il risvolto più drammatico è però sicuramente la drastica riduzione della popolazione di scoiattoli rossi britannica, passata da diversi milioni a soli 150.000 in qualche decennio. Lo scoiattolo grigio infatti ha un comportamento molto simile a quello del rosso, si ciba degli
-la maggiore resistenza ai periodi sfavorevoli: passando più tempo a terra, lo scoiattolo grigio può accumulare più grasso, utile per sopravvivere nei mesi invernali e nelle annate con poco cibo. Lo scoiattolo rosso
invece non può ingrassare troppo, altrimenti non riesce più a riprodursi e perde la sua caratteristica agilità
nell’arrampicarsi sugli alberi, dove preferisce stare.
Questo comportamento avvantaggia lo scoiattolo nostrano solo nelle zone dove caccia la martora (Martes
martes), che invece uccide più facilmente i più terricoli e grossi scoiattoli americani;
-la mancanza dei predatori e in particolare dei parassiti naturali dello scoiattolo grigio;
-la diffusione del virus Parapoxvirus, di cui il grigio
pare essere portatore sano, che invece sta falciando le
popolazioni di scoiattolo rosso, e che potrebbe rivelarsi pericolosa anche per l’uomo
Per evitare che in Italia e che nel resto dell’Europa
continentale succeda la stessa tragedia che è successa
in Gran Bretagna (che ora sta provando ad arginare il
problema con innumerevoli progetti ambientali), bisogna prima di tutto cercare di monitorare le popolazioni di scoiattolo grigio per conoscerne i tassi di distribuzione, e studiarli più a fondo per comprendere meglio l’impatto che hanno sull’ambiente italico, molto
diverso da quello del Nord America (che si è evoluto
assieme allo scoiattolo grigio). Successivamente bisogna promuovere programmi di completa eradicazioe
della specie, mediante il trappolamento e l’eutanasia o
attraverso la sterilizzazione chimica o medica. Solo
così sarà possibile salvare i nostri boschi e il nostro
scoiattolo italico dal musetto rosso irresistibile.
Alessandro P. Carniti ([email protected])