disciplinare descrittivo (pdf)

PROPONENTE:
PROGETTO :
Alessandro Volta - Architettura ed Energia
THE LIFE ELECTRIC
PROGETTO DEFINITIVO
ELABORATO:
DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE
Data
Luglio 2014
CAPITOLO I - SPECIFICAZIONI DI CARATTERE GENERALE IN MERITO AGLI ONERI ED OBBLIGHI
DELL’IMPRESA ED ALLA METODOLOGIA DI ESECUZIONE DELL’OPERA
1.1 INQUADRAMENTO
DELL’APPALTATORE
GENERALE
DELLA
METODOLOGIA
OPERATIVA
E
DEGLI
OBBLIGHI
Gli elaborati grafici, le descrizioni, i computi e quanto altro costituente il progetto esecutivo fornito dalla
stazione appaltante sono da considerarsi unicamente come elemento vincolante per rendere ragione
dell’opera che l’appaltatore deve realizzare, per identificare, nel modo più dettagliato che la stazione
appaltante ha ritenuto opportuno comunicare all’impresa, l’opera, le sue caratteristiche anche sotto
l’aspetto funzionale. Ciò non di meno gli elaborati progettuali non possono precisare tutti i dettagli e le
soluzioni costruttive per non limitare le scelte imprenditoriali dell’appaltatore sia in merito alla scelta delle
marche dei materiali che alle metodologie organizzative. I dettagli e le scelte costruttive restano, pertanto,
a totale carico dell’appaltatore, nella sua libertà e capacità imprenditoriale. Con la dichiarazione, rassegnata
in sede di gara, di aver preso visione dei luoghi e del progetto, di aver ritenuto congrui i prezzi offerti,
l’appaltatore dichiara l’opera eseguibile, di aver valutato in sede di offerta la fattibilità e le soluzioni
costruttive per l’’esecuzione, gli oneri diretti ed indiretti. Di aver valutato, sia sotto il profilo economico che
tecnico, le necessarie definizioni da apportare al progetto tipiche della fase realizzativa e delle revisioni
indotte dalla scelta dei materiali, dalla realtà dei luoghi e dei manufatti. E’ pertanto contenuto nel prezzo
offerto l’impegno tecnico che l’impresa deve fornire nell’elaborazione dei disegni e delle precisazioni
costruttive dell’opera.
1.2 CONTENUTI DEL PROGETTO
Le descrizioni vanno considerate unitamente agli elaborati grafici, nel suo complesso e nello spirito
generale per cui ogni omissione di elencazione non è da intendersi come volontà di non eseguirle ma è
compito dell’Appaltatore completare l’intervento per renderlo funzionante e funzionale in conformità alle
richieste di legge.
In caso di contrasto tra gli elaborati contrattuali vale, quale obbligo contrattuale, la soluzione più
vantaggiosa per l’Ente appaltante.
1.3 CONCETTO DI FORNITURA IN OPERA
Nella dizione "fornitura in opera", si intendono comprese tutte le operazioni di progettazione costruttiva,
rilievo di misure in luogo, segnalazione e/o operazioni di demolizione o collegamento, esecuzione di tutti i
dimensionamenti in genere non forniti dall’Ente, nonché dei disegni costruttivi e di dettaglio,
approvvigionamento dei materiali, costruzione, prefabbricazione, lavorazione, assemblaggio, trasporto in
cantiere, sollevamento al piano di posa e successiva messa in opera a perfetta regola d'arte, collaudi finali,
certificazioni e pratiche autorizzative all’uso, compresa assistenza muraria, materiali, mezzi d'opera, noleggi
e mano d'opera generica e/o specializzata e di tutto quanto contrattualmente richiesto compreso i collaudi
tecnici e funzionali. Va inoltre ribadito che quando si prescrive negli articoli precedenti o seguenti una
lavorazione "a cura e spese dell'Appaltatore" o con dicitura similare, si intende che il relativo onere è
remunerato all'interno dei prezzi unitari costituenti il contratto.
Le descrizioni e specificazioni tecniche contenute nel progetto vanno considerate, unitamente agli elaborati
grafici, nel loro complesso e nello spirito generale per cui ogni emissione di elencazione non è da intendersi
come volontà dio non eseguirle, ma come libera scelta tecnica dell’impresa che ha il compito di completare
l’intervento per renderlo funzionante e funzionale in conformità alla legislazione vigente.
1.4 CONSEGNA DEI LAVORI
Le operazioni di consegna dei lavori all'Appaltatore verranno intraprese con le modalità e nei termini fissati
dal Contratto.
Con la consegna dei lavori l'appaltatore verrà immesso nel possesso dell'area destinata alla formazione del
cantiere ed alla esecuzione delle opere appaltate. Si precisa che l'area è quella indicata negli allegati grafici
con i vincoli in essi segnalati e compreso eventuali vincoli non segnalati ma che in sede di sopralluogo di
gara l’Appaltatore ha avuto la possibilità di analizzare.
Le operazioni di consegna dei lavori saranno condotte dalla Direzione Lavori, ad esse dovrà presenziare
costantemente l'Appaltatore od un suo rappresentante munito dei necessari poteri per il contradditorio e
per l'accettazione. Dette operazioni saranno continuative, anche se occorresse formare i relativi
accertamenti di stato in più luoghi od in tempi successivi.
L'Appaltatore, a sue cura e spese, dovrà procurare per sè e per il committente un numero sufficiente di
canneggiatori e di operai, dotandoli degli strumenti e dei materiali adatti e necessari per l'esecuzione delle
operazioni di consegna, come eventualmente richiesto dalla D.L:.
1.5 VERIFICHE DELLA CORRETTA ESECUZIONE DELL’OPERA
L’Appaltatore prima di dar inizio alle lavorazioni e comunque entro 15 giorni dalla consegna dei lavori dovrà
eseguire la verifica puntuale di tutte le soluzioni del progetto in genere, con la sola esclusione della
conformità urbanistica, per confermarne per iscritto alla D.L. le conformità alle normative vigenti, alla
sicurezza ed alle buone tecniche di esecuzione.
Tale verifica dovrà produrre un attestato di accettazione da parte dell’impresa della responsabilità sulla
corretta impostazione delle opere da realizzare o in alternativa la richiesta di apporre migliorie al progetto
per rendere le opere idonee allo scopo, conformi alla normativa ed alla perfetta regola d’arte.
La D.L. potrà accogliere o rifiutare le proposte ordinando l’esecuzione delle opere come da suo
insindacabile giudizio.
1.6 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Tecnica operativa - Responsabilità
Prima di iniziare i lavori in argomento l'Appaltatore dovrà accertare con ogni cura la natura, lo stato ed il
sistema costruttivo delle opere da demolire, disfare o rimuovere, al fine di affrontare con tempestività ed
adeguatezza di mezzi ogni evenienza che possa comunque presentarsi.
Salvo diversa prescrizione, l'Appaltatore disporrà la tecnica più idonea, le opere provvisionali, i mezzi
d'opera, i macchinari e l'impiego del personale. Di conseguenza sia l'Amministrazione, che il personale tutto
di direzione e sorveglianza resteranno esclusi da ogni responsabilità connessa all'esecuzione dei lavori di
che trattasi.
Disposizioni antinfortunistiche - Accorgimenti e protezioni
Dovranno essere osservate, in fase esecutiva, le norme riportate nel D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 (Norme
per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni) e nel D.M. 2 settembre 1968.
Prima di dare inizio alle demolizioni dovranno essere interrotte tutte le eventuali erogazioni, nonché gli
attacchi e gli sbocchi di qualunque genere; dovranno altresì essere vuotati tubi e serbatoi.
La zona dei lavori sarà opportunisticamente delimitata, i passaggi saranno ben individuati ed idoneamente
protetti; analoghe protezioni saranno adottate per tutte le zone (interne ed esterne al cantiere) che
possano comunque essere interessate da caduta di materiali.
Nella demolizione di murature è tassativamente vietato il lavoro degli operai sulle strutture da demolire;
questi dovranno servirsi di appositi ponteggi, indipendenti da dette strutture. Salvo esplicita autorizzazione
della Direzione (ferma restando nel caso la responsabilità dell'Appaltatore) sarà vietato altresì l'uso di
esplosivi nonché ogni intervento basato su azioni di scalzamento al piede, ribaltamento per spinta o per
trazione.
Per l'attacco con taglio ossidrico od elettrico di parti rivestite con pitture al piombo, saranno adottate
opportune cautele contro i pericoli di avvelenamento da vapori di piombo a norma dell'art. 8 della Legge 19
luglio 1961, n. 706.
Limiti di demolizione
Le demolizioni, i disfacimenti, le rimozioni dovranno essere limitate alle parti e dimensioni prescritte. Ove
per errore o per mancanza di cautele, puntellamenti ecc., tali interventi venissero estesi a parti non dovute,
l'Appaltatore sarà tenuto a proprie spese al ripristino delle stesse, ferma restando ogni responsabilità per
eventuali danni.
1.7 SCAVI
Modo di esecuzione
Qualunque fosse la natura e la qualità del terreno interessato, gli scavi di fondazione dovranno essere spinti
fino alla profondità che la Direzione Lavori riterrà più opportuna, intendendosi quella di progetto
unicamente indicativa, senza che per questo l'Appaltatore possa muovere eccezioni o far richiesta di
particolari compensi.
Gli scavi di fondazione dovranno di norma essere eseguiti a pareti verticali e l'Appaltatore dovrà,
occorrendo, sostenerli con convenienti armature e sbadacchiature, restando a suo carico ogni danno a
persone e cose provocato da franamenti e simili. Il piano di fondazione sarà reso perfettamente
orizzontale, ed ove il terreno dovesse risultare in pendenza, sarà sagomato a gradoni con piani in leggera
contropendenza.
In questo caso però non verrà compensato il maggiore scavo, oltre quello strettamente necessario
all'esecuzione dell'opera e l'Appaltatore dovrà provvedere, a sua cura e spese, al riempimento, con
materiale adatto, dei vuoti rimasti intorno alla fondazione dell'opera ed al ripristino, con gli stessi oneri,
delle maggiori quantità di pavimentazione divelte, ove lo scavo dovesse interessare strade pavimentate.
Scavi in presenza di acqua
L'Appaltatore dovrà provvedere ad evitare il riversamento negli scavi di acque provenienti dall'esterno,
restando a suo carico l'allontanamento o la deviazione delle stesse o, in subordine, la spesa per i necessari
aggottamenti.
Qualora gli scavi venissero eseguiti in terreni permeabili sotto la quota di falda, e quindi in presenza di
acqua, ma il livello della stessa naturalmente sorgente nei cavi non dovesse superare i 20 cm, l'Appaltatore
sarà tenuto a suo carico a provvedere all'esaurimento di essa, con i mezzi più opportuni e con le dovute
cautele per gli eventuali effetti dipendenti e collaterali.
Gli scavi di fondazione che dovessero essere eseguiti oltre la profondità di cm 20 dal livello sopra stabilito,
nel caso risultasse impossibile l'apertura di canali fugatori, ma fermo restando l'obbligo dell'Appaltatore per
l'esaurimento dell'acqua, saranno considerati come scavi subacquei e, in assenza della voce di Elenco,
saranno compensati con apposito sovrapprezzo.
Divieti ed oneri
Sarà tassativamente vietato all'Appaltatore, sotto pena di demolire e rimuovere le opere già eseguite, di
porre mano alle murature od altro, prima che la Direzione Lavori abbia verificato ed accettato i piani di
fondazione. Del pari sarà vietata la posa delle tubazioni prima che la stessa Direzione abbia verificato le
caratteristiche del terreno di posa ed abbia dato esplicita autorizzazione.
1.8 MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
Nel prezzo degli scavi e compreso ogni onere: per presenza di acqua nei cavi o per la relativa educazione
(acqua di fognatura compresa) e per le opere provvisionali di difesa delle acque stesse; per l’esecuzione di
scavi in acqua a qualsiasi profondità di materie ed anche melmose; per il carico, il trasporto, lo scarico a
rifiuto del materiale eccedente ai rinterri, ovvero lo scarico in deposito provvisorio, e la ripresa e
sistemazione a rinterro, del materiale di risulta che non fosse possibile disporre lungo il cavo, per
disfacimento delle massicciate e l’accatastamento del materiale reimpiegabile, per la formazione, il
mantenimento ed il disarmo di tutte le sbadacchiature e i puntellamenti che si rendessero necessari per la
demolizione di tutti i manufatti inutili indicati dalla direzione lavori rinvenuti negli scavi, per la salvaguardia,
la conservazione ed il corretto funzionamento in corso di lavori di tutte le condotte, le canalizzazioni, i cavi
e gli altri manufatti utili rinvenuti negli scavi, per le soggezioni derivanti dal mantenimento della
circolazione pedonale e veicolare con le conseguenti opere provvisionali, segnalazioni stradali e vigilanza
relativa.
Norme di valutazione
La larghezza delle fosse per i manufatti in c.c.a. semplice od armato, gettati in opera o prefabbricati (pozzi
di ispezione di incrocio, salti di fondo, fondazioni ecc.) sarà considerata pari alla larghezza di progetto del
manufatto (massimo ingombro).
Per la posa in opera di condotte prefabbricate (tubi), la larghezza delle fosse (naturalmente qualora lo
scavo non sia incluso nel prezzo) sarà computata a pareti verticali con la larghezza della sezione di scavo
pari alla larghezza della sagoma esterna di progetto della condotta di cm 20 per parte.
Pozzetti
I pozzetti di ispezione, di incrocio, o per salti gettati in opera verranno valutati a ml, come dai disegni di
progetto o da disposizioni della direzione lavori. I pozzetti sifonati verranno valutati a corpo.
Nei rispettivi prezzi di elenco s’intendono compensati gli stampi di ogni forma, le centine, i casseri e
casseforme per il contenimento del calcestruzzo; le armature di legno di ogni sorta a sostegno delle centine
di cassoni, i palchi provvisori di servizio e l’innalzamento dei materiali.
Riempimenti di pietrame a secco
Il riempimento a ridosso di murature per drenaggi e vespai, ecc. con pietrame secco, sarà valutato a mc per
il volume effettivo in opera.
Calcestruzzi di getto
Saranno pagati in genere a mc, escluso il ferro da impiegare per i cementi armati che sarà pagato a parte a
kg sia che si tratti di getti per fondazioni, che per murature.
Nel prezzo dei calcestruzzi semplici ed armati sono sempre compresi tutti gli oneri dei casseri, stampi,
casseforme e cassette, le armature in legname, i palchi di servizio, nonché la posa in opera a qualunque
altezza e profondità.
Demolizioni
I prezzi si applicano al volume effettivo delle murature da demolire e comprenderanno tutti gli oneri di
sbadacchiature, puntellamenti ecc.
Lavori in ferro e ghisa
Tutti i lavori in ferro o ghisa saranno in genere valutati a peso, con pesatura diretta fatta in contraddittorio
ed a spese dell’Appaltatore, con stesura del verbale di pesatura incluse la messa in opera a due mani di
verniciatura o coloritura su base di preparazione in minio.
Per il tondino di cemento armato si misureranno le lunghezze effettivamente poste in opera non tenendo
conto delle giunzioni e sovrapposizioni e si adotteranno i pesi unitari riportati, per i diversi diametri, dal
manuale dell’ingegnere.
Cavi sotterranei
Verranno misurati a ml seguendo il tracciato e lungo l’asse dello scavo. Nel prezzo indicato nell’allegato
elenco sono state considerate le maggiori lunghezze per gli sprechi.
Nel prezzo e pure compresa la nastratura delle derivazioni con nastro Keps o Schotch polivinilico e sopra la
nastratura verranno dati due strati di plastica liquida.
Sostegni
La posa dei sostegni armature di equipaggiamenti elettrici, di pozzetti, sarà valutata a numero. Nel prezzo
delle singole voci e compreso l’onere del trasporto dei materiali al posto di impiego, siano essi forniti
dall’Appaltatore o dall’Amministrazione appaltante
presso i propri magazzini. La formazione della messa a terra sarà compresa nel prezzo della posta dei
sostegni.
L’impresa e responsabile degli eventuali guasti dei materiali stessi che si verificassero dopo la consegna, che
s’intende effettuare nei luoghi sopra indicati.
Scatole e cassette di derivazione per scavi
Nei prezzi di posa in opera delle cassette di derivazione su strutture di acciaio o su strutture murarie di
qualsiasi tipo sono compresi e compensati i seguenti oneri e prestazioni:
1) esecuzione dei fori di fissaggio necessari;
2) F.p.o. di tutti gli accessori necessari per il fissaggio della cassetta alle strutture e quindi, dadi, chiodi,
perni, ecc.;
3) eventuali lavori di adattamento della cassetta per ottenere la posa in opera di tutti i materiali necessari
per collegare i cavi alle cassette stesse e pertanto non verranno contabilizzati a parte, essendo compresi nei
prezzi in appresso indicati, capicorda, morsetti, bocchettoni di ingresso, od altro che potesse occorrere o
fosse richiesto dalla direzione lavori per ottenere la posa in opera di dette cassette a perfetta regola d’arte.
La contabilizzazione verrà fatta a numero posto in opera.
Armature ed equipaggiamenti elettrici
Nei prezzi di posa e fornitura delle armature illuminanti e compreso e compensato:
1) la fornitura e posa di tutti i materiali accessori necessari per eseguire il montaggio della lampada,
portalampada, alimentatore, reattore, e condensatori nell’interno dell’armatura a pie d’opera;
2) tutte le prestazioni necessarie per eseguire le prove di funzionamento e regolazione del complesso
illuminante sia a pie d’opera sia in opera;
3) tutte le prestazioni necessarie per la fornitura di tutti gli attrezzi quali scale, bilancini, ecc. occorrenti per
la posa in opera di tutte le apparecchiature (lampada, porta lampada, alimentatore) ecc.
Camerette
Le camerette d’ispezione verranno valutate a ml di altezza netta misurata dalla quota del piano di
scorrimento del liquame al piano di posa della boccaperta in ghisa.
Per tutte le opere non espressamente citate e descritte nei precedenti articoli si farà riferimento alle
prescrizioni di cui al relativo prezzo unitario di tariffa.
CAPITOLO II - QUALITA’ DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
2.1 PRESCRIZIONI GENERICHE
I materiali occorrenti per l'esecuzione delle opere appaltate dovranno presentare i requisiti prescritti senza
che siano determinanti i luoghi o le fabbriche di produzione da cui debbano prendersi alcuni dei materiali
medesimi, ove fossero citati delle marche e dei modelli, debbono intendersi quale esplicitazione delle
caratteristiche tecniche e possono essere usati materiali similari.
Essi dovranno essere lavorati secondo le migliori regole dell'arte e forniti, per quanto possa essere di
competenza dell'Impresa, in tempo debito per assicurare l'ultimazione dei lavori nel termine assegnato.
A ben precisare la natura delle provviste materiali occorrenti alla esecuzione delle opere l'Impresa dovrà
presentare, per le principali provviste, un certo numero di campioni da sottoporre alla scelta ed alla
approvazione della Direzione dei Lavori, la quale dopo averli sottoposti alle prove prescritte, giudicherà
sulla loro forma, qualità e lavorazione e determinerà in conseguenza il modello su cui dovrà esattamente
uniformarsi l'Impresa per l'intera provvista.
La D.L. ha facoltà di prescrivere le qualità dei materiali da impiegare in ogni singolo lavoro, quanto trattasi
di materiali non contemplati nella presente specifica.
I campioni rifiutati dovranno immediatamente ed a spesa esclusiva dell'Impresa asportarsi dal Cantiere e
l'Impresa sarà tenuta a surrogarli senza che ciò possa darle pretesto alcuno a proroghe del tempo fissato
per la ultimazione dei lavori.
Anche i materiali ammessi al cantiere non si intendono perciò accettati e la facoltà di rifiutarli persisterà
anche dopo la loro collocazione in opera qualora non risultassero corrispondenti alle prescrizioni del
Capitolato.
L'Appaltatore dovrà demolire e rifare a sue spese e rischio i lavori eseguiti senza la necessaria diligenza e
con materiali per qualità, misura e pesi diversi dai prescritti, anche in caso di sua opposizione o protesta.
In merito alla eventuale opposizione o protesta, da esprimersi nelle forme prescritte dal Capitolato, verrà
deciso secondo la procedura stabilita dal Capitolato medesimo.
Allorché la D.L. presuma che esistano difetti di costruzione, essa potrà ordinare le necessarie verifiche
anche ad opera già realizzata.
Le spese relative saranno a carico dell'Appaltatore quando siano constati vizi di costruzione. Anche nel caso
sia riconosciuto, dopo aver eseguito le verifiche richieste dalla D.L., che non vi siano difetti di costruzione,
l'Appaltatore non avrà diritto al rimborso delle spese sostenute per le verifiche e/o a qualsiasi indennizzo o
compenso.
Ciò non di meno ogni prova o verifica prescritta dalle specifiche tecniche eseguita dalla D.L. o da essa
richiesta durante l'esecuzione dell'opera sarà a totale carico dell'Impresa fatto salvo quanto prescritto
nell’articolo “Prove e controlli”.
2.2 MATERIALI IN GENERE
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con
materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle
località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei
lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di
conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
2.3 ACQUA, CALCI, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI
Acqua
L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di sostanze organiche o grassi e priva
di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato
risultante.
Calci
Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al R. Decreto 16
novembre 1939, n. 2231; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella
legge 26 maggio 1965, n. 595 (« Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici ») nonché ai requisiti
di accettazione contenuti nel D.M. 31 agosto 1972 (« Norme sui requisiti di accettazione e modalità di
prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche»).
Cementi e agglomerati cementizi
I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel
D.M. 3 giugno 1968 (« Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi ») e
successive modifiche. Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti
nella legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel D.M. 31 agosto 1972.
A norma di quanto previsto dal Decreto del Ministero dell'Industria del 9 marzo 1988, n. 126 («
Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi »), i cementi di cui all'art. 1
lettera A) della legge 26 maggio 1965, n. 595 (e cioè i cementi normali e ad alta resistenza portland,
pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e
precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della legge 26 maggio 1965, n.
595 e all'art. 20 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Per i cementi di importazione, la procedura di
controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di
analisi.
I cementi e gli agglomerati cementizi dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati
dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.
2.4 SABBIA
Sabbia per conglomerati cementizi
Dovrà corrispondere ai requisiti prescritti dal D.M. 3 giugno 1968, All. 1 e dal D.M. 26 marzo 1980 All. 1,
punto 2, essere esente da sostanze organiche o da solfati e presentare una perdita per decantazione in
acqua inferiore al 2%.
La granulometria dovrà essere assortita ed adeguata alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in
opera. Sarà assolutamente vietato l'uso di sabbia marina, salvo efficace lavaggio e previa autorizzazione
della Direzione Lavori.
Sabbia per costruzioni stradali
Dovrà corrispondere alle "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle
sabbie e degli additivi per costruzioni stradali", di cui al Fascicolo n. 4/1953, C.N.R., adottato con Circolare
Ministero LL.PP. 17/02/1954, n. 532.
Sabbia per letto di posa condotte e ricoprimento
Il materiale inerte posato per il rinfianco completo, letto di posa, fianchi e ricoprimento dovrà essere
costituito da sabbia di cava con pezzatura variabile dalle sabbie fini (0,05  0,1 mm) alle sabbie grosse (0,2
 0,5 mm a spigoli arrotondati) con modeste (percentuale non superiore al 10 - 15%) presenze d’impurità o
ghiaia. Queste ultime, comunque, non devono superare la dimensione di 10 – 15 mm ed essere a spigoli
assolutamente arrotondati.
Il materiale dovrà essere compattato secondo le prescrizioni del fornitore dei condotti o secondo le
richieste della D.L.
2.5 GHIAIA E PIETRISCO
I materiali in argomento dovranno essere costituiti da elementi omogenei, provenienti da rocce compatte,
resistenti, non gessose o marnose, né gelive. Tra le ghiaie si escluderanno quelle contenenti elementi di
scarsa resistenza meccanica, sfaldati o sfaldabili, e quelle rivestite da incrostazioni.
I pietrischi e le graniglie dovranno provenire dalla frantumazione di rocce durissime, preferibilmente silicee,
a struttura microcristallina, o di calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto,
all'abrasione ed al gelo. Saranno a spigolo vivo, scevri di materie terrose, sabbia e comunque materie
eterogenee od organiche.
Per il controllo granulometrico l'Appaltatore dovrà approvvigionare e porre a disposizione della Direzione i
crivelli UNI 2334.
Ghiaia e pietrisco per conglomerati cementizi
Dovranno corrispondere ai requisiti prescritti dal D.M. 26/03/1980, All. 1, punto 2. La granulometria degli
aggregati sarà in genere indicata dalla D.L. in base alla destinazione dei getti ed alle modalità di posa in
opera dei calcestruzzi. In ogni caso la dimensione massima degli elementi, per le strutture armate, non
dovrà superare il 60% dell'interferro e per le strutture in generale il 25% della minima dimensione
strutturale.
Ghiaia e pietrisco per sovrastrutture stradali
Dovranno corrispondere, come definizione e pezzature, ai requisiti stabiliti dalla norma UNI 2710.
Gli elementi dovranno presentare uniformità di dimensioni nei vari sensi, escludendosi quelli di forma
allungata, piatta o scagliosa. I pietrischi dovranno altresì rispondere alle norme riportate al precedente
punto. Per ogni pezzatura di pietrischi, pietrischetti e graniglie sarà ammessa come tolleranza una
percentuale in massa non superiore al 10% di elementi di dimensioni maggiori del limite superiore ed al
10% di elementi di dimensioni minori nel limite inferiore della pezzatura stessa. In ogni caso gli elementi
non compresi nei limiti della pezzatura dovranno rientrare per intero nei limiti di pezzatura
immediatamente superiore od inferiore. Per il pietrisco 40/71, per il quale non è stabilita una pezzatura
superiore, gli elementi dovranno passare per intero al crivello di 100 mm..
Agli effetti dei requisiti di caratterizzazione e di accettazione, i pietrischi verranno distinti in 3 categorie, in
conformità alla Tab. II di cui al Fasc. n. 4 C.N.R.. Per la fornitura sarà di norma prescritta la I° categoria (salvo
che per circostanze particolari non venisse autorizzata la II°), caratterizzata da un coefficiente Deval non
inferiore a 12, da un coefficiente I.S.S. non inferiore a 4 e da una resistenza minima a compressione di 118
N/mm2 (1200 kgf/cm2). I pietrischi da impiegare per le massicciate all'acqua dovranno avere inoltre un
potente legante non inferiore a 30 per l'impiego in zone umide e non inferiore a 40 per l'impiego in zone
aride.
In tutti gli aggregati grossi gli elementi dovranno avere spigoli vivi e presentare una certa uniformità di
dimensioni nei vari sensi, non dovranno essere cioè di forma allungata od appiattita (lamellare); per quelli
provenienti da frantumazione di ciottoli o ghiaie dovrà ottenersi che non si abbia più di una faccia
arrotondata.
I pietrischetti e le graniglie, per gli effetti di cui al precedente capoverso, verranno distinti in 6 categorie, in
conformità alla Tab. III del Fasc. n. 4 C.N.R.. Per la fornitura, nel caso di materiali destinati a strati di
pavimentazione in superficie (trattamenti superficiali, manti bituminosi), sarà di norma prescritta la I°
categoria, caratterizzata da un coefficiente di frantumazione non superiore a 120, da una perdita per
decantazione non superiore all'1%, da una resistenza alla compressione non inferiore a 137N/mm2 (1400
kgf/cm2) ed infine una resistenza all'usura minima di 0,80. Nel caso di materiali destinati a strati di
pavimentazione più interni (strati di collegamento) potranno venire ammesse anche le altre categorie,
purché comunque non inferiori alla III°.
2.6 METALLI
I metalli e le leghe metalliche da impiegarsi nei lavori devono essere esenti da scorie, soffiature, bruciature,
paglie e da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura o simili.
Ferro
Il ferro dovrà soddisfare alle condizioni contenute nelle "norme e condizioni per le prove di accettazione dei
materiali ferrosi" vigenti all'atto dell'appalto.
Il ferro in tondini, barre e lamiere da impiegarsi per le armature delle opere in calcestruzzo armato, dovrà
per qualità e resistenza soddisfare alle particolari norme contenute nelle "Prescrizioni per l'accettazione
degli agglomerati idraulici semplice ed armato" esse pure vigenti all'atto dell'appalto.
Il filo d'acciaio dovrà essere del tipo crudo, anche lucido, con carico di rottura non inferiore ai 60 Kg./mm2.
Ghisa
La ghisa dovrà essere di seconda fusione a grana fine, grigia compatta, omogenea, esente da bolle, gocce
fredde ed altri difetti di fusione.
Dovrà essere facile da lavorarsi con la lima e con lo scalpello e ricaricabile in modo che il peso del martello
si ammacchi senza scheggiarsi.
Dovrà pure avere peso specifico non inferiore a 7.200 kg./m3. e tutti i requisiti di resistenza stabiliti dalle
norme vigenti all'atto dell'appalto.
La fusione dovrà essere fatta in modo che i singoli pezzi non presentino sbavature e soffiature, sporgenze e
scheggiature.
Le pareti interne dovranno essere lisce e perfettamente ripulite.
2.7 OPERE IN CALCESTRUZZO
Per l'esecuzione di opere in calcestruzzo l'Impresa dovrà attendersi alle prescrizioni stabilite dalle vigenti
"norme per le prove di accettazione degli agglomerati idraulici e per l'esecuzione delle opere in
conglomerato cementizio" ed in particolare alle prescrizioni contenute nella Legge 05/11/1971 n.1086 e
D.M. 30/05/1974.
La confezione del calcestruzzo avverrà per impasti risultanti dalla mescolanza dei prescritti materiali nelle
proporzioni previste dall'Elenco prezzi, salvo diverse disposizioni, scritte alla data dalla Direzione dei Lavori.
Il volume della sabbia e della ghiaia sarà misurato con la più grande esattezza mediante apposite casse di
forma geometrica fornite dall'Impresa o mediante pesatura. La formazione degli impasti dovrà essere
eseguita in apposita mescolatrice meccanica o su aree pavimentate in legno o muratura, non mai su
terreno nudo. Si farà dapprima la mescolanza a secco della sabbia col cemento o la calce, si aggiungerà poi
la ghiaia o il ghiaietto mescolando, nuovamente versando in seguito per sospensione il minimo quantitativo
di acqua possibile che sarà determinato volta per volta secondo il grado di umidità, la stagione e la natura
dell'opera da eseguirsi.
Lungo le strade pubbliche di ogni genere e categoria, sia durante la esecuzione dei lavori per l'apertura
degli scavi, sia per tutto il tempo in cui questi restano aperti, l'Impresa dovrà adottare tutte le disposizioni
necessarie per garantire la libertà e la sicurezza del transito ai pedoni, agli animali e ai veicoli a giudizio e
dietro indicazioni della D.L..
2.8 OPERE IN CEMENTO ARMATO
Nell'esecuzione delle opere in cemento armato l'Appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le norme
contenute nella legge 05/11/1971 n.1086 e D.M. 26/03/1980 e successivi aggiornamenti per l'esecuzione
delle opere in conglomerato cementizio semplice od armato.
Tutte le opere in cemento armato facenti parte della opera appaltata saranno eseguiti in base ai calcoli di
stabilità accompagnati da disegni esecutivi e dalle relazioni, il tutto redatto a cura del Committente.
L’Appaltatore dovrà, a sua cura e spese, fare propri i calcoli, integrarli con i particolari costruttivi i calcoli
integrativi relativi alle scelte costruttive ed a tutte le modifiche o migliorie che vorrà proporre alla D.L.
accettarli con sottoscrizione di un tecnico abilitato che li fa propri al fine di rendere efficaci le responsabilità
e le polizze assicurative sulle opere, predisporre e consegnare la denuncia prescritta dalla L. 1086/71.
L'esame e la verifica da parte della Direzione dei Lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato
non esonera in alcun modo l'Appaltatore delle responsabilità a lui derivanti per legge e per le precise
pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere
eseguiti dalla Direzione dei Lavori nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione rimane unico e completo
responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la qualità
dei materiali e la loro esecuzione; di conseguenza egli dovrà rispondere degli inconvenienti che dovessero
verificarsi, di qualunque natura, importanza e conseguenza, essi potranno risultare.
Avvenuto il disarmo, la superficie delle opere, se non a vista, sarà regolarizzata con malta cementizia.
L'applicazione si farà previa pulitura e lavatura della superficie delle gettate e la malta dovrà essere ben
conguagliata con cazzuola e fratazzo, con l'aggiunta di opportuno spolvero di cemento puro.
2.9 STRUTTURE IN ACCIAIO
Generalità
Le strutture di acciaio dovranno essere progettate e costruite tenendo conto di quanto disposto dalla L. 5
novembre 1971, n. 1086, dalla L. 2 febbraio 1974, n. 64, dalle circolari e dai decreti ministeriali in vigore
attuativi delle leggi citate. (Ved., per le norme tecniche in zone sismiche, il vigente D.M. 16 gennaio 1996).
L'Impresa sarà tenuta a presentare, in tempo utile, prima dell'approvvigionamento dei materiali, all'esame
ed all'approvazione della Direzione dei lavori:
a) gli elaborati progettuali esecutivi di cantiere, comprensivi dei disegni esecutivi di officina, sui quali
dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultino: numero, qualità, dimensioni, grado di finitura e
peso teorici di ciascun elemento costituente la struttura, nonché la qualità degli acciai da impiegare;
b) tutte le indicazioni necessarie alla corretta impostazione delle strutture metalliche sulle opere di
fondazione.
I suddetti elaborati dovranno essere redatti a cura e spese dell'Appaltatore.
Collaudo tecnologico dei materiali
Ogni volta che i materiali destinati alla costruzione di strutture di acciaio pervengono dagli stabilimenti per
la successiva lavorazione, l'Impresa comunicherà alla Direzione dei lavori, specificando per ciascuna colata,
la distinta dei pezzi ed il relativo peso, la destinazione costruttiva e la documentazione di
accompagnamento della ferriera costituita da:
- attestato di controllo;
- dichiarazione che il prodotto è «qualificato» secondo le norme vigenti.
La Direzione dei lavori si riserva la facoltà di prelevare campioni di prodotto qualificato da sottoporre a
prova presso laboratori di sua scelta, ogni volta che lo ritenga opportuno, per verificare la rispondenza alle
norme di accettazione ed ai requisiti di progetto. Per i prodotti non qualificati, la Direzione dei lavori deve
effettuare, presso laboratori ufficiali, tutte le prove meccaniche e chimiche in numero atto a fornire idonea
conoscenza delle proprietà di ogni lotto di fornitura. Tutti gli oneri relativi alle prove sono a carico
dell'Impresa. Le prove e le modalità di esecuzione sono quelle prescritte dal D.M. 27 luglio 1985 e successivi
aggiornamenti ed altri eventuali a seconda del tipo di metallo in esame.
Controlli in corso di lavorazione
L'Impresa dovrà essere in grado di individuare e documentare, in ogni momento, la provenienza dei
materiali impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti certificati di qualificazione, dei quali dovrà
esibire la copia a richiesta della Direzione dei lavori. Alla Direzione dei lavori è riservata comunque la facoltà
di eseguire, in ogni momento della lavorazione, tutti i controlli che riterrà opportuni per accertare che i
materiali impiegati siano quelli certificati, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le
stesse siano eseguite a perfetta regola d'arte. Ogni volta che le strutture metalliche lavorate si rendono
pronte per il collaudo, l'Impresa informerà la Direzione dei lavori, la quale darà risposta entro 8 giorni
fissando la data del collaudo in contraddittorio, oppure autorizzando la spedizione delle strutture stesse in
cantiere.
Montaggio
Il montaggio in opera di tutte le strutture costituenti ciascun manufatto sarà effettuato in conformità a
quanto, a tale riguardo, è previsto nella relazione di calcolo.
Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito ed il montaggio, si dovrà porre la massima cura per
evitare che le strutture vengano deformate o sovrasollecitate. Le parti a contatto con funi, catene od altri
organi di sollevamento saranno opportunamente protette. Il montaggio sarà eseguito in modo che la
struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto, nel rispetto dello stato di sollecitazione
previsto nel progetto medesimo.
In particolare, per quanto riguarda le strutture a travata, si dovrà controllare che la controfreccia ed il
posizionamento sugli apparecchi di appoggio siano conformi alle indicazioni di progetto, rispettando le
tolleranze previste.
La stabilità delle strutture dovrà essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei
collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari dovrà essere fatta solo quando essi risulteranno
staticamente superflui.
Nei collegamenti con bulloni si dovrà procedere all'alesatura di quei fori che non risultino centrati e nei
quali i bulloni previsti in progetto non entrino liberamente. Se il diametro del foro alesato risulta superiore
al diametro sopracitato, si dovrà procedere alla sostituzione del bullone con uno di diametro superiore. È
ammesso il serraggio dei bulloni con chiave pneumatica, purché questo venga controllato con chiave
dinamometrica, la cui taratura dovrà risultare da certificato rilasciato da laboratorio ufficiale in data non
anteriore ad un mese. Per le unioni con bulloni, l'Impresa effettuerà un controllo di serraggio su un numero
adeguato di bulloni, alla presenza della Direzione dei lavori.
L'assemblaggio ed il montaggio in opera delle strutture dovrà essere effettuato senza che venga interrotto
il traffico di cantiere sulla eventuale sottostante sede stradale salvo brevi interruzioni durante le operazioni
di sollevamento, da concordare con la Direzione dei lavori.
Nella progettazione e nell'impiego delle attrezzature di montaggio, l'Impresa è tenuta a rispettare le
norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone
responsabili riguardo alla zona interessata e, in particolare, quelle riguardanti:
- l'ingombro degli alvei dei corsi d'acqua;
- le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, tranvie, ecc.;
- le interferenze con i servizi di soprasuolo e di sottosuolo.
Prove di carico e collaudo statico.
Prima di sottoporre le strutture di acciaio alle prove di carico, dopo la loro ultimazione in opera e, di regola,
prima che siano applicate le ultime mani di vernice, quando prevista, verrà eseguita da parte della
Direzione dei lavori un'accurata visita preliminare di tutte le membrature, per constatare che le strutture
siano state eseguite in conformità ai relativi disegni di progetto, alle buone regole d'arte ed a tutte le
prescrizioni di contratto.
2.10 OPERE DI ILLUMINAZIONE
Apparecchi di illuminazione
Le presenti prescrizioni riguardano gli apparecchi di illuminazione, alimentati in derivazione a tensione di
230 V, per le applicazioni illuminazione di arredo urbano.
Marchi e documentazioni
Gli apparecchi di illuminazione devono essere conformi alle norme UNI EN 13032/05.
Gli apparecchi di illuminazione devono essere inoltre verificati sotto l’aspetto prestazionale da un
laboratorio qualificato, ad eccezione di applicazioni speciali con utilizzo di riflettori, lampade ed
alimentatori non di serie.
I produttori sono tenuti a rilasciare dichiarazione di conformità delle loro apparecchiature, comprendente:
misurazione fotometrica dell’apparecchio;
temperatura ambiente durante la misurazione;
tensione e frequenza di alimentazione della lampada;
norma di riferimento utilizzata per la misurazione;
identificazione del laboratorio di misura;
specifica della lampada (sorgente luminosa) utilizzata per la prova;
nome del responsabile tecnico di laboratorio;
corretta posizione dell'apparecchio durante la misurazione;
tipo di apparecchiatura utilizzata per la misura e classe di precisione.
Gli apparecchi devono inoltre essere accompagnati dalla seguente ulteriore documentazione:
angolo di inclinazione rispetto al piano orizzontale a cui deve essere montato l’apparecchio. In genere
l’inclinazione deve essere nulla (vetro di protezione parallelo al terreno);
diagramma di illuminamento orizzontale (curve isolux) riferite a 1.000 lumen;
diagramma del fattore di utilizzazione;
classificazione dell’apparecchio agli effetti dell’abbagliamento con l’indicazione delle intensità luminose
emesse rispettivamente a 90° rispetto alla verticale e la direzione dell’intensità luminosa massima (I max)
sempre rispetto alla verticale.
Gradi di protezione IP
Il vano ausiliari elettrici degli apparecchi e le parti non accessibili da terzi degli involucri contenenti
IP 43 per impianti di Illuminazione stradale funzionale;
IP 43 per impianti di illuminazione di arredo urbano (IP 67 per incassi a terra);
Il vano ottico degli apparecchi di illuminazione deve avere grado di protezione almeno pari a:
IP 65 per impianti di Illuminazione stradale funzionale;
IP 54 per impianti di Illuminazione di arredo urbano (IP 67 per incassi a terra);
Sistema di attacco
Gli apparecchi di illuminazione di tipo stradale funzionale, previsti per montaggio anche su palo, devono
essere dotati di un sistema d’attacco adatto tanto all’innesto laterale quanto all’innesto di testa, con un
dispositivo che consenta il bloccaggio su un codolo in conformità con la norma UNI-EN 40-3-3/04 – “Pali per
illuminazione pubblica. Progettazione e verifica. Verifica tramite prova”.
Il dispositivo di bloccaggio deve essere compreso nell’80% circa della lunghezza. Gli apparecchi tipo “arredo
urbano” possono essere esclusi da queste prescrizioni.
Riflettori
I riflettori devono essere di lamiera a tutto spessore d’alluminio con titolo non inferiore a 99,85%. Tale
materiale può essere sostituito da leghe o altri materiali, con analoghe caratteristiche ottiche, di resistenza
alla corrosione e stabilità nel tempo.
Lo spessore minimo dei riflettori protetti (carenati) non deve essere inferiore, in nessun punto, a 0,7 mm.
Per i proiettori questo valore deve essere almeno di 0,5 mm.
Il controllo si effettua misurando dieci punti del riflettore, mediante un calibro che consenta di apprezzare
almeno un ventesimo di millimetro o con attestazione del costruttore: in nessun punto dovranno essere
riscontrati spessori inferiori ai valori suddetti.
I riflettori in alluminio tutto spessore devono risultare protetti con uno strato di ossido anodico con
spessore medio di 5 micron; e di 2 micron per i proiettori e per i riflettori placcati. Il controllo si effettua con
il metodo gravimetrico secondo norma UNI EN 12373-2/00 –
“Alluminio e leghe di alluminio. Ossidazione anodica. Determinazione della massa areica degli strati di
ossido anodico. Metodo gravimetrico”.
Resistenza agli urti
Il controllo della resistenza alle sollecitazioni meccaniche si effettua sottoponendo la parte esposta ad una
serie di colpi, per mezzo dell’apparecchio per prova d’urto secondo la norme UNI vigenti.
Stabilità del gruppo ottico
L’assetto del gruppo ottico, risultante dalla posizione reciproca del portalampade rispetto al riflettore ed
eventualmente al rifrattore, deve potersi fissare con dispositivi rigidi, di sicuro bloccaggio, non allentabili
con le vibrazioni; per tali dispositivi si deve garantire una superficie inalterabile nel tempo (non è ammessa
la verniciatura).
Nel caso che tale assetto sia regolabile, la regolazione deve potersi effettuare mediante posizioni
immediatamente identificabili, contraddistinte da tacche o altri riferimenti indelebili e illustrati nel foglio
d’istruzioni. Il controllo si effettua per ispezione, dopo la prova di resistenza all’allentamento.
Temperatura delle lampade
In condizioni ordinarie di funzionamento le lampade non devono superare i valori limite riportati nelle
relative norme CEI, o in assenza, i dati indicati nei fogli delle caratteristiche tecniche forniti dai fabbricanti.
Manutenzione
Ad integrazione della norma CEI EN 60598-1 (CEI 34-21) gli apparecchi devono essere dimensionati e
costruiti in modo che le operazioni di manutenzione ordinaria, in particolare la pulizia e la sostituzione delle
lampade, degli alimentatori ed accenditori, possano effettuarsi con facilità, senza pericolo per gli operatori,
o diminuzione della sicurezza e delle prestazioni per gli apparecchi.
Per gli apparecchi che consentono l’accesso alla lampada mediante la rimozione della calotta traslucida,
quest’ultima deve potersi aprire senza l’ausilio di attrezzi, senza dover asportare viti o altri accessori. Le
calotte devono essere provviste di opportuni dispositivi che ne impediscano la caduta e/o il distacco di
guarnizioni al momento dell’apertura, anche se quest’ultima avviene per cause fortuite; le calotte devono
essere agganciate in modo che, aperte repentinamente e lasciate libere di oscillare, non possano urtare
contro il sostegno.
Nel caso di apparecchi provvisti di calotta inamovibile, l’installazione e rimozione della lampada devono
avvenire tramite un’apertura che consenta il passaggio agevole della mano, con la relativa lampada. Il
sistema di fissaggio della calotta all’apparecchio deve essere provvisto di idonei dispositivi di sostegno
meccanico o collanti di affidabilità equivalente, garantita dal costruttore.
Gli ausiliari elettrici devono essere montati su apposita piastra, al fine di consentirne l’agevole sostituzione.
L’elemento di chiusura del vano ausiliari, una volta aperto, deve rimanere solidale con il corpo
dell’apparecchio e la sua asportazione deve essere solo intenzionale.
Corpo dell’apparecchio e accessori
I materiali usati per la costruzione dei componenti il corpo dell’apparecchio (cerniere, perni, moschettoni
viterie, ecc.) devono essere resistenti alla corrosione, secondo la Norma UNI EN ISO 9227/06. I componenti
realizzati in materiale plastico o fibre sintetiche devono essere sufficientemente robusti, preferibilmente
non propaganti la fiamma, e non devono, nel tempo, cambiare l’aspetto superficiale o deformarsi per
qualsiasi causa.
Per gli accessori (cerniere, perni, moschettoni o viterie) esterni o comunque soggetti ad usura per
operazioni di manutenzione è prescritto l’impiego di acciaio inossidabile o materiale plastico di
caratteristiche equivalenti.
Gli accoppiamenti di diversi materiali, o di questi con i relativi trattamenti superficiali, non deve dar luogo
ad inconvenienti causati da coppie elettrolitiche o differenti coefficienti di dilatazione.
I componenti degli apparecchi di illuminazione dovranno essere cablati a cura del costruttore degli stessi.
I corpi illuminanti dovranno avere un'emissione nell’emisfero superiore non superiore allo 0% del flusso
totale emesso. Apparecchi di illuminazione con valori superiori di emissione verso l'alto sino al massimo del
3% del flusso luminoso totale emesso, potranno essere installati solo previa autorizzazione del progettista o
della Direzione Lavori.
Colore degli apparecchi
Il colore delle superfici esterne degli apparecchi (parti metalliche verniciate e parti in materiale organico,
escluso il riflettore) sarà preferibilmente compreso nelle tabelle RAL. Devono essere inoltre impiegati
materiali con ridotto impatto ambientale.
Accenditori
Gli accenditori per lampade ad alta intensità devono essere conformi alle norme CEI EN 60926 e 60927 (CEI
34-46 e 34-47). Possono essere del tipo semi parallelo o del tipo a sovrapposizione, salvo diversa
indicazione del progettista o della Direzione Lavori.
Pali di sostegno
I pali per illuminazione pubblica saranno di regola a sezione circolare e forma conica, in acciaio conforme
alla norma UNI EN 10025/05, saldati longitudinalmente, e più specificatamente coerenti con il corpo
illuminante prescelto.
In corrispondenza del punto di incastro del palo nel blocco di fondazione dovrà essere riportato un collare
di rinforzo della lunghezza di 40 cm, di spessore conforme a quello del palo e saldato alle due estremità a
filo continuo.
Per il fissaggio dei bracci o dei codoli dovranno essere previste sulla sommità dei pali due serie di tre fori
cadauna sfalsati tra di loro di 120° con dadi in acciaio inox saldati prima della zincatura, poste
rispettivamente a 5 cm ed a 35 cm dalla sommità del palo.
Nei pali dovranno essere realizzate due aperture delle seguenti dimensioni:
un foro ad asola della dimensione 150 x 50 mm, per il passaggio dei conduttori, posizionato con il bordo
inferiore a 500 mm dal livello del suolo;
una finestrella d’ispezione delle dimensioni 200 x 75 mm, con il bordo inferiore ad almeno 600 mm al di
sopra dei livello del suolo, munita di portello in lamiera zincata a filo palo con bloccaggio mediante chiave
triangolare e grado minimo di protezione interna IP33.
La finestrella d’ispezione dovrà consentire l’accesso all’alloggiamento elettrico che dovrà essere munito di
un dispositivo di fissaggio (guida metallica) destinato a sostenere la morsettiera di connessione in classe II.
Il percorso dei cavi nei blocchi e nell’asola inferiore dei pali sino alla morsettiera di connessione, dovrà
essere protetto tramite uno o più tubi in PVC flessibile serie pesante diametro 50 mm, posato all’atto della
collocazione dei pali stessi entro i fori predisposti nei blocchi di fondazione.
Cavi
I cavi per la derivazione agli apparecchi di illuminazione sono generalmente bipolari o tripolari di tipo e
sezione proporzionati al carico e agli impieghi dei suddetti (vedi norma CEI EN 60598-1). In genere le linee
dorsali di alimentazione, per posa sia sospesa che interrata, sono costituite da quattro cavi unipolari uguali.
In alcune tratte terminali di alimentazione possono essere impiegati cavi multipolari con sezione di almeno
2,5 mm 2. I principali cavi per esterno sono identificati dalle seguenti sigle di identificazione:
cavi unipolari con guaina, di sezione fino a 6 mm2;
cavi unipolari con guaina, di sezione superiore a 6 mm2;
cavi bipolari o tripolari di sezione 2,5 mm2;
cavi multipolari di sezione superiore a 6 mm2.
I cavi dovranno essere conformi alle norme CEI 20-13 (2009) o equivalenti e dovranno disporre di
certificazione IMQ od equivalente.
Per i cavi unipolari la distinzione delle fasi e del neutro deve apparire esternamente sulla guaina protettiva.
È consentita l’apposizione di fascette distintive su ogni derivazione, in nastro adesivo, colorate in modo
diverso (marrone: fase R - bianco: fase S - nero: fase T - blu chiaro: neutro).
Tutti i cavi infilati entro i pali e bracci metallici, dovranno essere ulteriormente protetti da una guaina
isolante di diametro adeguato e rigidità dielettrica pari a 10 kV/mm.
Linee interrate
I cavidotti devono essere realizzati in conformità alle caratteristiche dimensionali e costruttive indicate a
progetto e comunque in conformità con la norma CEI 11-17 e con la norma CEI-UNI 70030/98. Dovranno
essere inoltre rispettate le seguenti prescrizioni: il taglio del tappetino bituminoso e dell’eventuale
sottofondo in agglomerato dovrà avvenire mediante l’impiego di un tagliasfalto munito di martello idraulico
con vanghetta oppure di fresa a dischetto. Il taglio avrà una profondità minima di 25 cm e gli spazi del
manto stradale non tagliato, non dovranno superare in larghezza il 50% del taglio effettuato;
l’esecuzione dello scavo in trincea dovrà avvenire con regolarizzazione del fondo dello scavo mediante
sabbia o terra battuta e secondo le dimensioni indicate nel disegno;
le tubazioni rigide in materiale plastico a sezione circolare dovranno avere diametro esterno di 100 mm,
peso 730 g/m;
la posa delle tubazioni in plastica del diametro esterno di 100 mm verrà eseguita mediante l’impiego di
selle di supporto in materiale plastico a uno od a due impronte per tubi del diametro di 110 mm. Detti
elementi saranno posati ad una interdistanza massima di 1,5 m, al fine di garantire il sollevamento dei tubi
dal fondo dello scavo ed assicurare in tal modo il completo conglobamento dello stesso nel cassonetto di
calcestruzzo; le canalette di materiale termoplastico non devono presentare una freccia fra le selle
superiore a 5 mm;
la formazione di cassonetto in calcestruzzo a protezione delle tubazioni in plastica dovrà essere
superiormente lisciato in modo che venga impedito il ristagno d’acqua;
il riempimento dello scavo dovrà essere effettuato con materiali di risulta o con ghiaia naturale vagliata o
sulla base delle indicazioni fornite dai tecnici comunali. Particolare cura deve porsi nell’operazione di
costipamento da effettuarsi con mezzi meccanici;
l’operazione di riempimento deve avvenire dopo almeno sei ore dal termine del getto di calcestruzzo;
trasporto alla discarica del materiale eccedente.
Durante la fase di scavo dei cavidotti, dei blocchi, dei pozzetti, ecc. devono essere approntati tutti i ripari
necessari per evitare incidenti ed infortuni a persone, animali o cose per effetto di scavi aperti non protetti.
Durante le ore notturne la segnalazione di scavo aperto, o di presenza di cumulo di materiali di risulta o
altro materiale sul sedime stradale, deve essere di tipo luminoso, tale da evidenziare il pericolo esistente
per il transito pedonale e veicolare.
Tutti i ripari (cavalletti, transenne, ecc.) devono riportare il nome della Ditta Appaltatrice dei lavori, il suo
indirizzo e numero telefonico.
Posa in opera di tubazioni e pozzetti
Nella posa in opere delle tubazioni dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui al d.m. 12 dicembre
1985 - Norme tecniche relative alle tubazioni, e alla relativa Circolare Min. LL.PP. 20 marzo 1986, n. 27291 –
Istruzioni relative alla normativa per tubazioni.
La posa dei tubi e le relative giunzioni e saldature dovranno essere eseguite da personale specializzato in
possesso di idonea certificazione. La Direzione dei Lavori potrà richiedere l’allontanamento di personale
che presenti titoli necessari o che, nonostante il possesso di titoli ufficialmente riconosciuti, sottoposto a
prova pratica non dia, a suo insindacabile giudizio, garanzia delle cognizioni tecniche e perizia necessarie. Il
riconoscimento dell’idoneità del personale saldatore da parte della Direzione Lavori non esonera l’Impresa
dalla responsabilità della buona riuscita delle saldature e dai conseguenti obblighi stabiliti a carico
dell’Impresa.
Sia prima che dopo la posa delle tubazioni dovrà essere accertato lo stato e l’integrità dei rivestimenti
protettivi, sia a vista che con l’ausilio di apparecchio analizzatore di rivestimenti isolanti capace di generare
una tensione impulsiva di ampiezza variabile in relazione allo spessore dell'isolamento. Dopo le eventuali
operazioni di saldatura dovranno essere realizzati con cura i rivestimenti protettivi in analogia per qualità e
spessori a quanto esistente di fabbrica lungo il resto della tubazione.
Alle tubazioni metalliche posate in terreni particolarmente aggressivi o in presenza di acqua di mare con
protezione catodica dovranno essere applicate apposite membrane isolanti.
I tubi che l’Impresa intenderà porre in opera dovranno corrispondere per forma e caratteristiche ai
campioni o ai certificati richiesti dalla Direzione Lavori. Il direttore lavori visionerà i tubi forniti nel cantiere
e prima della loro posa in opera. Laddove non corrispondano ai campioni approvati e non siano stati
assemblati in base alle prescrizioni della Direzione dei Lavori, saranno rifiutati e allontanati dal cantiere a
cura e spese dell’impresa esecutrice.
La posa in opera dei tubi dovrà avvenire previo assenso della Direzione Lavori e non prima che sia ultimato
lo scavo completo tra un pozzetto di visita ed il successivo.
Secondo le indicazioni di progetto e della Direzione Lavori si dovrà realizzare un sottofondo costituito, se
non prescritto diversamente, da un letto di sabbia o sabbia stabilizzata con cemento previa asportazione di
eventuali materiali inadatti quali fango o torba ed ogni asperità che possa danneggiare tubi o rivestimenti.
Lo spessore del sottofondo dovrà essere secondo le indicazioni progettuali con un minimo di 10 cm di
sabbia opportunamente rinfiancato.
In presenza di acqua di falda si dovrà realizzare un sistema drenante con sottofondo di ghiaia o pietrisco e
sistema di allontanamento delle acque dal fondo dello scavo.