Rassegna stampa_11_09_2014

Rassegna Stampa
Giovedì 11 Settembre 2014
Sommario
Testata
Data
Pag. Titolo
p.
1. Fondi pensione
Sole 24 Ore (Il)
11/09/2014
6 Casse professionali - Arpinge: scelti 51 progetti
da finanziare nel 2015-2016 (Frontera Massimo)
Sole 24 Ore (Il)
11/09/2014
MF mercati
finanziari
11/09/2014
6 Casse, partita la spa infrastrutture (Messia Anna)
3
Italia Oggi
11/09/2014
1 Casse in aiuto del paese (D'Alessio Simona)
4
Italia Oggi
11/09/2014
35 Inps, stop alle discriminazioni (Stella Gaetano)
5
11/09/2014
47 Gestione separata - Inps, correzioni antiaddebiti
7
47 Professionisti - Casse, bilanci a rischio con lo stop
al «pro rata» (Micardi Federica)
1
2
2. Previdenza
Sole 24 Ore (Il)
(Gheido Maria Rosa)
Sole 24 Ore (Il)
11/09/2014
47 Lavoro - Sui ricorsi regole da chiarire (Caiazza Luigi)
8
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Giovedì
11/09/2014
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Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Roberto Napoletano
233.997
Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG)
Casse professionali
Arpinge: scelti 51
progetti da finanziare
nel 2015-2016
Massimo Frontera ROMA I soldi
di tre casse di previdenza private
finanzieranno infrastrutture
bloccate dalla crisi. L'iniziativa
viene da Arpinge, società di
investimenti partecipata dalle
casse di previdenza dei geometri
(Cipag), dei periti industriali
(Eppi) e di ingegneri e architetti
(Inarcassa). La novità (anticipata
dal Sole-24 C"re il 23 luglio) è
stata presentata ieri a Roma: le
prime 4-5 iniziative potrebbero
partire entro l'anno. Ma 15
progetti sono in stato più avanzato
e 51 sono i progetti definiti
«caldi», attivabili nel biennio
2014-2015, per un valore di 340
milioni, di cui 160 di Arpinge.
«Le risorse ci saranno - assicura
Paola Muratorio, presidente di
Inarcassa- quello che mancano
sono i progetti». A dare sostanza
all'affermazione sono i primi
numeri comunicati
dall'amministratore delegato,
Federico Merola, già direttore
generale Ance e senior partner del
fondo F2Ì: «In otto mesi abbiamo
esaminato 133 proposte e solo 15
risultano bancabili». L'importo del
singolo progetto varia tra io e 45
milioni, l'ordine di grandezza che
Fondi pensione
interessa gli investitori. I
settori sono valorizzazioni
immobiliari, riqualificazioni
con efficienza energetica,
parcheggi, residenze sanitarie
per anziani. Tra i progetti
individuati c'è anche la
sostituzione di una scuola, con
permuta e trasformazione del
vecchio immobile e
realizzazione della nuova
struttura. «Spero di approvare
entro l'anno almeno 4-5 di
questi progetti», riferisce
Merola, spiegando che, dopo
aver passato un primo esame
delle strutture, i progetti
andranno all'esame del
comitato investimenti e poi del
consiglio di amministrazione.
Quanto al precisa Merola «nell'equity non entriamo se
non abbiamo un ritorno del
10% netto». «Gli sponsor non
interverranno in alcun modo
nelle scelte di investimento dice Muratorio -. È una
condizione fondamentale per
la buona gestione ed è anche
un principio che dobbiamo
ricordare alla politica quando
dimentica che siamo un
investitore istituzionale e ci
considera solo un bancomat».
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11/09/2014
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Professionisti. L'allarme rilanciato a Roma Casse, bilanci a rischio
con lo stop al «pro rata»
FedericaMicardi La previdenza delle professioni deve confrontarsi con i paletti interpretativi della Cassazione.
La sentenza della Suprema corte 17892 del 13 agosto scorso che "annulla" il pro rata costringe alcune enti
previdenziali a rifare i calcoli su entrate e uscite. Il caso trattato riguarda, in particolare, la Cassa di previdenza
dei ragionieri che ieri ha organizzato a Roma il forum «II futuro delle Casse di previdenza». «Chi è in
pensione con le vecchie regole - spiega Luigi Pagliuca, presidente della Cnpr prende il quadruplo di quanto ha
versato e ora, dopo la posizione assunta dalla Cassazione, vengono vanificati gli interventi correttivi fatti negli
ultimi anni per mitigare la disparità di trattamento tra vecchi e nuovi iscritti». La sentenza 17892 ha bocciato
la norma di interpretazione autentica inserita nella legge di Stabilità 2014 per "blindare" le riforme
previdenziali fatte dalle Casse di previdenza privatizzate. In pratica il sistema del pro rata viene "vanificato" e
quindi per chi ha i requisiti necessari la pensione dovrà essere calcolata con il solo sistema retributivo. Una
decisione che per la Cassa ragionieri comporta un esborso di 200 milioni di arretrati, a cui vanno aggiunti 15
milioni ogni anno in più di uscite. «Non posso chiedere ai giovani un simile sacrificio - afferma Pagliuca -: se
le cose non dovessero cambiare preferisco far fallire la Cassa e il sistema pubblico dovrà prendersi in carico le
nostre pensioni e sono convinto, nel futuro, anche quelle delle altre Casse». La posizione della Cassazione è
stata una doccia fredda, infatti le ultime sentenze avevano appoggiato le Casse nei loro tentativi di ridurre la
disparità di trattamento tra vecchi e nuovi iscritti. Andrea Camporese, presidente dell'Adepp, l'associazione
che rappresenta 19 Casse professionali ammette: «II problema è delicato e rilevante per il suo impatto sociale,
è necessario riformulare il patto tra le generazio DOPO LA CASSAZIONE Problema per ora «centrato»
sull'ente dei ragionieri Non esclusa la possibilità che i giudici di legittimità rinviino il tema alla Consulta I
numeri miliardi II patrimonio della Cnpr Se passa la linea della Cassazione la Cassa dovrà versare 200 milioni
di pensioni arretrate e aumentare le uscite annuali di 15 milioni 29.587 Iscritti alla Cnpr nel 2013 Contro i
30.050 del 2012 8.209 I pensionati della Cnpr Nel 2013 ilnumeroèin aumento rispettoall'anno precedente
(8.007) 5/ .615 euro Reddito nel 2013 In calo del 4,34% per i ragionieri rispettoal2012 (59.615euro) ni
attraverso il metodo democratico di dialogo e confronto. Diverse - prosegue Camporese sono le leve su cui
poter intervenire: la tassazione, se più leggera come nel resto d'Europa, libererebbe risorse importanti anche se
non sufficienti, forme di welfare calibrato sulle specifiche necessità professionali e l'introduzione di elementi
solidaristici tra colleghi». All'incontro di ieri non sono mancate le provocazioni: Alberto Brambilla, docente di
Gestione delle forme previdenziali pubbliche e complementari presso l'Università Cattolica invita i giovani
professionisti a fare causa alla Cassazione, che con la sua sentenza «ha ancora una volta dimostrato come in
Italia si guardi la forma e non la sostanza». Per rendersi conto della gravita della situazione aiutano i numeri
forniti da Mauro Marè, presidente Mefop (la società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi pensione
partecipata a maggioranza dal ministero dell'Economia) «se prima c'erano quattro lavoratori attivi per ogni
pensionato oggi il rapporto è di 1,7 a i: date queste premesse o chi lavora versa il doppio dei contributi, o le
pensioni erogate vengono tagliate, o si trova una via di mezzo». Il 18 settembre la Cassazione dovrà decidere
se distinguere tra il periodo ante 2007 e post 2007; inoltre non è esclusa la possibilità che la Suprema corte
chieda l'intervento della Corte costituzionale. La partita quindi è ancora aperta. Intanto, sulla «Gazzetta
Ufficiale» n. 210 di ieri è stato pubblicato l'elenco aggiornato delle amministrazioni pubbliche inserite nel
conto economico consolidsto, nel quale sono incluse anche le casse di previdenza. ©RIPRODUZIONE
RISERVATA
Fondi pensione
Pag.
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Pierluigi Magnaschi
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Casse, partita la spa infrastrutture In otto mesi di attività la società
partecipata da Cipag, Eppi e Inarcassa ha già analizzato 133 dossier e
51 restano aperti, per un valore di 340 mln. Cdp e Bei pronte a
sostenere l'iniziativa
DI ANNA MESSIA Sono già 15
i dossier in fase avanzata aperti
sulla scrivania di Federico
Merola, l'amministratore delegato
di Arpinge, la nuova spa di
investimenti in infrastrutture e
immobili, costituita da tre casse
previdenziali, quelle dei geometri
(Cipag), dei periti industriali
(Eppi) e degli ingegneri e
architetti (Inarcassa).
Un'iniziativa nata per convogliare
risparmio previdenziale verso il
rilancio del Paese e che resta
aperta ad altri investitori
istituzionali che volessero
condividerne obiettivi e valore.
Al momento le risorse messe a
disposizione delle tre casse sono
pari a 100 milioni di euro, che
costituiscono il capitale di
Arpinge, ma c'è già l'impegno ad
arrivare a 500 milioni. «Siamo
pronti a investire; l'importante è
che i progetti siano adeguati e
riconoscano buoni rendimenti ai
nostri iscritti», ha detto ieri il
presidente di Inarcassa Paola
Muratorio, aggiungendo che ci
sarebbero già altri investitori
interessati all'iniziativa Arpinge.
Tra l'altro i progetti non
mancano, visto che in appena otto
mesi di attività nella nuova
società avrebbero già analizzato
133 proposte, che richiederebbero
investimenti complessivi di circa
3,8 miliardi, dei quali circa 700
milioni sarebbero di competenza
diretta della spa, mentre il resto
sarebbe finanziato a debito o
tramite l'intervento di altri
partner. Di questi progetti, 51
sono stati definiti «caldi», per
investimenti che nel triennio
2014-2016 ammonterebbero a
circa 340 milioni, dei quali 160
milioni rappresentano i possibili
investimenti diretti di Arpinge e
15, come detto, sono in fase
avanzata, con un investimento
totale di 137 milioni (di cui 50
milioni per Arpinge). I primi
cantieri sono attesi per fine anno
e in ballo ci sono progetti che
riguardano parcheggi e residenze
sanitarie,
Fondi pensione
ma anche valorizzazioni e
privatizzazioni, oltre a
interventi di
efficientamento
energetico. «Se si
considera il moltiplicatore
degli investimenti in
cantieri, stimato da Ance
e Istat sulla base dei
parametri di contabilità
nazionale», hanno
dichiarato dalla società,
«il contributo alla crescita
del Paese da parte di
Arpinge è stimabile in
circa 1 miliardo di euro di
maggior pil in
due o tre anni». A sostenere
l'iniziativa Arpinge potrebbero
essere poi anche Cdp e Bei. Ieri il
presidente di Cdp Franco
Bassanini ha detto che la Cassa
potrebbe coinvestire o
cofinanziare progetti con
Arpinge, ma anche partecipare al
capitale della spa. Quanto a Bei,
oltre che per il finanziamento, la
partnership potrebbe passare
anche per i nuovi project bond,
(riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi
su www.milanofìnanza. it/
arpinge
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Professioni - Le Casse in aiuto del paese: 140
milioni per far ripartire i cantieri D'Alessio a pag. 34
Ingegneri, geometri e periti industriali creano la società Arpinge
Casse in aiuto del paese Sul piatto 140 mln per far ripartire i cantieri
DI SiMQNA D'ALESSIO
Ripartenza entro fine anno per 15
opere infrastnitturali di media
dimensione (con un investimento
di 140 milioni di euro) grazie alle
sovvenzioni che arrivano dalle
casse previdenziali di ingegneri e
architetti, periti industriali e
geometri. E un sostanzioso
contributo alla crescita economica
del paese che, in 2-3 anni, si
ritiene possa raggiungere la quota
di «un miliardo di maggior
prodotto interno lordo». E
l'ambizioso biglietto da visita con
cui si presenta Arpinge (acronimo
derivato dalle iniziali delle quattro
professioni coinvolte), primo
esempio in Italia di società di
investimento nel campo
immobiliare e infrastnitturale
fondata da enti pensionistici
privatizzati da cui ci si attende,
dichiara Paola Muratorio,
presidente di Inarcassa,
scaturiscano innanzitutto
«opportunità di lavoro per i nostri
iscritti» (se ne contano oltre 274
mila complessivamente nelle
categorie tecniche), insieme alla
(concreta) possibilità che altre
casse
possano, in tempi assai brevi,
decidere di aderire. Iniziativa che
si prefìgge di mettere in
movimento fino a 500 milioni, già
ribattezzata lo « Sbioccacantieri»
privato, al debutto ieri, nell'evento
promosso da InConTra all'Ara
Facis, a Roma, nella
consapevolezza, racconta a
ItaliaOggi l'amministratore
delegato Federico Merola, che
nella nostra penisola vi sono opere
avviate e poi interrotte «o a causa
della crisi
Fondi pensione
finanziaria, oppure per la carenza
di finanza per lo sviluppo, con
l'arretramento da parte delle
banche nel concedere credito.
Parliamo di parcheggi, sistemi per
l'efficienza energetica, residenze
sanitarie per anziani non
autosufficienti e altri progetti che
si possono riattivare subito. È da lì
che siamo partiti», sottolinea,
ricordando come si sia preferito,
nei mesi scorsi, prima di dare
avvio alla strategia, «sondare il
mercato, concentrandoci su
progetti solidi» che avevano tutte
le carte in regola, eccetto le risorse,
per essere portati a compimento. Il
risultato dello «scouting»,
continua, è che nella penisola non
mancano
dai ricavi previsti dalla
gestione dell'opera da realizzare) e
la metà dei cantieri da attivare
rientra nel perimetro del
partenariato pubblico-privato. E ad
assistere al debutto del nuovo
soggetto sia la Cassa
depositi e prestiti, il cui numero
uno Franco Bassanini parla di
«potenzialità» di collaborazione (e
ricorda che c'è un tavolo già aperto
con i fondi pensione) sia Andrea
Tinagli, che guida l'ufficio di
Roma della Bei, Banca europea
degli investimenti, conscio delle
difficoltà nel portare a termine i
finanziamenti delle grandi opere
infrastnitturali in Italia, spesso per
«non corrette procedure negli
appalti, o perché non vengono
applicate bene le direttive
ambientali». Arpinge, insomma,
interessanti chance, offerte a
interviene Fausto Amadasi,
operatori professionali
numero uno della Cipag, «dimostra
culturalmente e finanziariamente
attrezzati ad afferrarle. Niente più che le professioni non sono una
casta, e che al contrario siamo in
«cattedrali nel deserto», incalza
grado di cogliere i segnali che
Merola, bensì un cambiamento di
prospettiva: l'idea è «un attestato di arrivano dal mondo esterno». E,
fiducia nei confronti del paese. Per sottolinea Valerio Bignami, al
intenderci», aggiunge, riferendosi vertice dell'Eppi, il panorama
nazionale di «dissesto
alla nota espressione del premier
idrogeologico e delle carenze dal
Matteo Renzi, «non siamo gufi».
punto di vista sismico richiede una
Passati al setaccio 133 progetti
riqualificazione del territorio e
(per circa 3,8 miliardi, dei quali
delle strutture», pertanto «occorre
almeno 700 milioni di possibile
trovare il coraggio di demolire. E,
impegno diretto da parte di
Arpinge) ne sono stati considerati successivamente, ricostruire in
luoghi adeguati». ———
«caldi» (attuabili) 51, su cui
©Riproduzione riservata——|
allocare fondi nel periodo
20142016 per circa 340 milioni (di
cui 160 in capo alla società delle
casse previdenziali); la logica in
cui opera la spa è quella del
«project financing» (con flussi di
capitali a mediolungo termine, in
cui il ristoro del finanziamento è
garantito
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CONFPROFESSIONI ItallaOggl Una circolare dell'Istituto
di previdenza riapre la polemica sugli iscritti agli albi Inps,
stop alle discriminazioni La nozione ambigua di impresa
penalizza le professioni Giovedì 11 Settembre 2014 35
DI GAETANO STELLA
PRESIDENTE
CONFPROFESSIONI
• a nozione d'impresa è un •
concetto a geometria vaJ riabile.
Ogni qual volta il ••legislatore deve
mettere mano a una norma che
coinvolge i liberi professionisti, a
seconda del caso e delle necessità,
si ricorre all'interpretazione
restrittiva dell'articolo 2082 del
codice civile che disciplina
appunto la nozione d'impresa,
superando il dettato europeo sulle
attività economicamente rilevanti.
In altri casi, invece, si tende a
favorire l'interpretazione
comunitaria che ha un respiro più
ampio e coinvolge la totalità dei
soggetti che svolgono un'attività
d'impresa, sia pure sottoforma di
lavoro intellettuale. Si tratta di
un'ambiguità giuridica che, dati
alla mano, penalizza i liberi
professionisti e i titolari di studi
professionali. Nonostante i reiterati
tentativi di Confprofessioni di fare
chiarezza sul perimetro giuridico
delle attività professionali, il
legislatore italiano continua a
mantenere una visione di
retroguardia che non riconosce
l'evoluzione giurisprudenziale
Facciamo un passo indietro. Il 1°
agosto scorso, il ministero del
Lavoro ha emanato un decreto che,
nel rivedere i criteri per la
concessione della cassa
integrazione in deroga, ha limitato
tale strumento alle sole
imprese di cui all'art 2082 c.c.
operando così una discriminazione
che lascia senza tutele i lavoratori
di tutto il comparto. Per il
ministero del Lavoro, dunque, gli
studi professionali non rientrano
nella nozione d'impresa prevista da
Codice civile e quindi non possono
accedere alla Cassa integrazione in
deroga, ma secondo l'Inps (che
applica la giurisprudenza
comunitaria) sono attività
economicamente rilevanti e,
pertanto, sono tenuti a versare i
contributi al Fondo di solidarietà
residuale. La nota dell'Inps
sottolinea infatti che «al fine
dell'individuazione dei soggetti
destinatari occorre rilevare che, in
linea con la giurisprudenza
comunitari, si intende per
imprenditore qualunque soggetto
che svolge attività economica e che
sia attivo su un determinato
mercato». Insomma, due pesi, due
misure: quando si tratta di
ed economica delle professioni e contribuire i professionisti vengono
si arrocca su stereotipi normativi equiparati alle imprese, ma quando
si tratta di accedere a agevolazioni
superati ormai dal mercato. Gli
o benefici restano fuori dai giochi.
esempi si sprecano. L'ultimo in
ordine cronologico rimanda a una Attraverso tale ambiguità giuridica
circolare dell'Inps del 2 settembre si viene a creare una disparità di
trattamento tra soggetti economici,
scorso che disciplina i fondi di
solidarietà residuali previsti dalla spesso
legge Fornero. Secondo l'Istituto
di previdenza gli studi
professionali con più di 15
dipendenti sono tenuti al
versamento dei contributi al
Fondo residuale, che a partire dal
2016 dovrà garantire ai lavoratori
tutele in costanza di rapporto di
lavoro, in caso di mancata
costituzione dei fondi di
solidarietà presso l'Inps e dei
fondi alternativi settoriali. La
contribuzione prevista per legge è
pari allo 0,50 e vi sono soggette
tutte le imprese che gravitano nei
settori non coperti da
ammortizzatori sociali (Gig
ordinaria e straordinaria) che
occupano mediamente più di 15
dipendenti.
Fondi pensione
in concorrenza tra loro: non solo
gli studi professionali che operano
sottoforma di impresa accedono
alla cig mentre gli altri sono
esclusi, ma ora tra gli esclusi quelli
che hanno più di 15 dipendenti
sono obbligati a versare i contributi
al fondo residuale. Fin da tempi
non sospetti, Confprofessioni è
stata tra i più convinti assertori
della necessità di interpretare in
senso ampio la nozione di impresa.
Troppo spesso, infatti, non sono
garantite erogazioni e agevolazioni
a favore del comparto delle libere
professioni, essendo le risorse
previste, nella
generalità dei casi, scarse e
solamente a beneficio delle
imprese. La Corte di giustizia
europea definisce le libere
professioni come «attività che, tra
le altre cose, hanno un marcato
carattere intellettuale, richiedono
una qualifica di alto livello e sono
solitamente soggette a una
regolamentazione professionale
chiara e rigorosa. Nell'esercizio di
una tale attività, l'elemento
personale è di particolare
importanza e ciò comporta sempre
un'ampia indipendenza
nell'adempimento delle attività
professionali». È questo il punto di
partenza del legisla
tore comunitario per creare un
clima imprenditoriale più
favorevole alle libere professioni e
da questo presupposto ha preso
forma il Piano d'azione
imprenditorialità 2020, presentato
all'inizio del 2013 dalla
Commissione europea e poi
declinato nel Piano d'azione per
sostenere le attività delle libere
professioni, lanciato lo scorso 9
aprile dall'allora vicepresidente
della Commissione, Antonio
Tajani. Occorre allora ribadire che
il riconoscimento pubblico e la
conseguente apposizione di vincoli
e controlli sulle professioni
intellettuali non deve corrispondere
ad un'esigenza di promozione di
categorie o settori delle attività
produttive, in una logica
profondamente fuorviante del
principio di libera concorrenza, ma
discende dal pregio costituzionale e
dalla qualità dei diritti coinvolti e
degli interessi pubblici perseguiti
con il lavoro professionale.
Pagina a cura di
CONFPROFESSIONI
WWW.CONFPROFESSIONI
.IT
IMFO@COMPROFESSIOM.
Ell
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APPUNTAMENTI A Napoli il forum europeo del lavoro intellettuale
Dalla teoria all'attuazione. Il piano
d'azione europeo per sostenere le libere
professioni entra nel vivo. Nell'ambito
della settimana europea delle Pmi, si
terrà a Napoli il prossimo 30 settembre,
il primo Forum europeo sulle professioni
promosso da Confprofessioni per dare
un seguito operativo al Piano d'azione
lanciato lo scorso 9 aprile a Bruxelles
dalla Commissione europea per
modernizzare il quadro normativo
europeo sulle professioni. Una giornata
fitta di incontri e di eventi che vedrà la
partecipazione dei massimi
rappresentanti della Commissione e dei
parlamentari europei neoeletti, per
discutere i prossimi passi da compiere
per dare concreta attuazione alle linee
guida europee sulla formazione
all'imprenditorialità, sull'accesso ai
mercati, sulla riduzione della burocrazia,
sull'accesso al credito, e sulla
partecipazione delle libere professioni ai
fondi strutturali europei. Ma sarà anche
l'occasione per conoscere la realtà
professionale di paesi quali la Germania,
la Gran Bretagna, la Spagna e la
Romania, che insieme a Confprofessioni
partecipano al protocollo
interconfederale europeo per la
promozione dell'integrazione e la
mobilità dei professionisti in Europa.
Illustrando i temi del forum europeo, il
presidente di Confprofessioni, Gaetano
Stella, si è soffermato sui punti centrali
che dovranno
Garanzia giovani., la Campania parte dagli studi
In Campania la Garanzia giovani parte dagli studi
professionali. Lo scorso 5 agosto, infatti, è l'assessore al
Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi, e il
presidente di Confprofessioni Campania, Giuseppe Della
Rocca, hanno siglato il primo protocollo d'intesa regionale
per la promozione del programma Garanzia giovani
nell'ambito degli studi professionali della Regione
Campania. In particolare, l'intesa mira a promuovere
percorsi formativi ad hoc per i giovani che si avvicinano al
mercato del lavoro e sbocchi professionali nel settore delle
professioni. «Per la prima volta, il mondo delle libere
professioni partecipa a un programma strutturato per
offrire chance di inserimento e apprendimento a svariate
migliala di giovani disoccupati della nostra Regione», ha
sottolineato il presidente di Confprofessioni Campania,
Della Rocca. «Si tenga conto che le regioni italiane
saranno gli attori fondamentali per il successo del
programma "Garanzia giovani" per cni spetterà alle
suddette la progettazione di interventi specifici coerenti
con il contesto socioeconomico locale». Il protocollo
firmato presso la sala giunta a Palazzo Santa Lucia prevede
azioni di orientamento, di tirocini, di apprendistato e per
l'avvio di attività professionali. Dal prossimo settembre
Confprofessioni, d'intesa con le pubbliche amministrazioni
com
petenti, avvierà interventi mirati per promuovere momenti
di formazione ed informazione, rivolti ai giovani
riguardanti percorsi formativi, dinamiche del mercato del
lavoro e sbocchi professionali nel settore delle professioni,
grazie anche alle recenti disposizioni della Commissione
Europea contenute nel piano di azione 2020, che
prevedono una serie di misure a sostegno delle attività
professionali, tra cui l'apertura dei fondi strutturali europei
ai liberi professionisti per il ciclo di programmazione
2014-2020. «L'aspetto maggiormente rilevante», ha
accompagnare nei prossimi mesi i
aggiunto Della Rocca, «è quello di diffondere tra i
professionisti in Europa. «Il Piano d'azione professionisti la cultura del sostegno pubblico come forma
per sostenere le libere professioni è
di aiuto e di orientamento delle scelte professionali, in
l'ultimo atto di Bruxelles per modernizzare modo da consentirne una rilevante partecipazione ai
il quadro normativo europeo sulle
bandi». L'assessore al lavoro della Regione Campania,
professioni. Si tratta di un lungo processo Nappi, ha dichiarato che «Garanzia giovani deve essere
che abbraccia la direttiva servizi e il di
un'opportunità per tutti i nostri ragazzi, in Campania hanno
aderito al programma 23 mila ragazzi e altri duemila hanno
ritto comunitario sulla concorrenza, fino
indicato la nostra regione da altre partì d'Italia». Nappi ha
riconoscimento delle qualifiche
quindi invitato il Governo «a porre il Sud al centro della
professionali. Quest'ultima direttiva è
sna agenda», ricordando che nessnn'altra Regione italiana
l'asso nella manica di Bruxelles e
ha investito, in termini economici, le stesse risorse.
rappresenta una delle dodici priorità del
«Dobbiamo fare le cose da soli e le facciamo. Ma trovare
Single Market Act (Atto per il mercato
qui occupazione richiede uno sforzo in più».
unico). Dopo l'entrata in vigore della
Direttiva 2013/55/Ue
del 17 gennaio 2014 che modifica la
Direttiva sulle qualifiche professionali, gli
stati membri hanno tempo fino a gennaio
2016 per recepire le nuove regole», ha
concluso Stella: «Un'occasione irripetibile
per rendere ancor più efficienti le
professioni nel mercato unico».
Fondi pensione
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Gestione separata. La misura riguarda chi nel 2013 non ha versato contributi ai
collaboratori Inps, correzioni antìaddebitì Le informazioni aggiornate vanno inviate per
evitare sanzioni
Maria Rosa Gheido I committenti
che nel 2013 non hanno versato i
contributi dovuti per i collaboratori
coordinati e continuativi o per altri
lavoratori iscritti alla gestione
separata del lavoro autonomo, stanno
per ricevere la richiesta di
regolarizzazione dall'Inps. Con il
messaggio 6859 del 5 settembre
scorso (si veda il Sole 24 Ore di
sabato 6 settembre), l'Istituto
informa che, per le aziende
committenti che hanno comunicato
tramite la denuncia Emens il
pagamento di compensi agli iscritti
alla gestione separata, gli importi
che risultano dovuti sono
visualizzabili alla voce "Cassetto
Previdenziale per Committenti della
Gestione Separata" del sito
dell'Istituto. Dell'inserimento dei dati
l'Inps invia un doppio avviso, con
una comunicazione inviata all'email
dell'azienda committente e/o
dell'intermediario ad essa collegato,
e con il messaggio "At
va facilmente una richiesta di
pagamento di contributi non
dovuti. Non sono pochi, infatti i
soggetti che, nella duplice veste di
datore di lavoro e di committente
comunicano anche i dati relativi ai
rapporti di collaborazione nel
periodo di competenza e non in
quello di cassa, ossia quando
effettivamente sono stati
corrisposti. È questa una dello
anomalie della Gestione separata,
istituita dalla legge 335/95 per
assicurare una tutela previdenziale
a soggetti, quali i lavoratori
parasubordinati e autonomi, che
ne erano privi: il momento in cui
opera l'obbligo di versamento dei
contributi è quello del pagamento
dei compensi (cosiddetto criterio
"di cassa") e non quello del
periodo a cui i compensi stessi si
riferiscono. Questa discrasia
provoca spesso degli errori ed è
significativo che la stessa Inps
avverta che le aziende
committenti, le quali hanno
inviato erroneamente denunce per
com
tenzione: sono presenti delle
comunicazioni da leggere",
all'interno del Cassetto. Si
evidenzia che l'inadempienza
è rilevata automaticamente
dal confronto fra i dati dei
pagamenti effettuati con il
modello F24 e quelli del
flusso Emens con cui datori
di lavoro e committenti
comu-IL PASSAGGIO A
RISCHIO L'obbligo dei
versamenti scatta dai
momento dei pagamento
(criterio di cassa) e non dai
periodo ai quale ie cifre fanno
riferimento nicano,
mensilmente, gli importi
delle retribuzioni maturate a
favore dei dipendenti e dei
compensi pagati ai co.co.co.,
con o senza modalità a
progetto. Dalla diversa natura
dei dati inseriti nella
denuncia mensile deri
pensi non corrisposti
effettivamente nel periodo di
competenza denunciato, sono
invitate ad inviare con urgenza i
flussi di correzione «al fine di
evitare errata emissione di avvisi
di addebito». La richiesta potrebbe
essere da annullare anche per una
mancata acquisizione da parte
dell'Istituto dei dati del pagamento
o per l'omessa presentazione di un
modello F24 con saldo zero a
seguito di compensazioni
effettuate dal committente. In ogni
caso, poiché il "Cassetto
previdenziale" non consente al
momento di rispondere alla
comunicazione dell'Inps, la
richiesta di correzione o di
annullamento va trasmessa
all'Istituto tramite posta elettronica
certificata. Nulla ricevendo e
persistendo la posizione debitoria,
l'Inps provvedere all'emissione
dell'avviso di addebito iniziando
così la fase della ri scossione.
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Previdenza
in sintesi 011 LE
RICHIESTE In arrivo le
richieste di
regolarizzazione verso
l'Inps per le aziende che
nel 2013 non hanno
versato 1 contributi ai
collaboratori o ad altri
lavoratori iscritti alla
gestione separata del
lavoro autonomo 02 I
DATI DA
AGGIORNARE Le
aziende committenti, le
quali hanno inviato
erroneamente denunce
per compensi non
corrisposti effettivamente
nel periodo di
competenza denunciato,
sono invitate ad inviare
con urgenza i flussi di
correzione «al fine di
evitare errata emissione
di avvisi di addebito»
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Estratto da pag.
Giovedì
11/09/2014
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Roberto Napoletano
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Lavoro. Gli effetti della riorganizzazione del ministero dopo la soppressione delle direzioni regionali
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Sui ricorsi regole da chiarire
Luigi Caiazza Le novità
introdotte sulla recente
riorganizzazione del ministero
del Lavoro hanno incidenza
anche sui ricorsi amministrativi.
Il Dpcm 121 del 14 febbraio
scorso, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale del 25 agosto e già in
vigore dal 9 settembre, avendo
soppresso le Direzioni regionali
del lavoro (Drl) e istituito in loro
vece quattro Direzioni
interregionali (Dil) a Milano,
Venezia, Roma e Napoli, ha
infatti direttamente inciso sugli
articoli 16 e 17
del Digs 124/04. L'articolo 16
disciplina il ricorso alle Drl, in
alternativa al Tribunale ordinario,
ai sensi dell'articolo 22 della legge
689/81, avverso l'ordinanza
ingiunzione emessa dalla
Dirczione territoriale del lavoro
(Dti) in materia di sanzioni
amministrative. Sembrerebbe,
pertanto, che tale ricorso dovrebbe
a questo punto essere inoltrato alla
Dil. L'articolo 17 del Digs 124/04
prevede invece l'istituzione presso
ciascuna Drl del Comitato re
gionale per i rapporti di lavoro,
composto dal direttore della Drl
(presidente) e dai direttori
regionali di Inps e Inail. Il
Comitato è competente a decidere
i ricorsi contro gli atti
d'accertamento e le ordinanze
ingiunzione delle Dti e contro i
verbali d'accertamento degli
istituti previdenziali e assicurativi
che abbiano ad oggetto la
sussistenza o la qualificazione dei
rapporti di lavoro. A differenza
dei ricorsi ex articolo 16 del Digs
124/04, dove potrebbe apparire
scontato l'inol
Previdenza
tro alla Dil, facilmente
individuabile dalla competenza
territoriale indicata dal citato
articolo 14 del dpcm, non
altrettanto agevole appare la
modalità dei ricorsi ex articolo 17,
atteso che destinatari sono i
Comitati regionali, istituiti
collegialmente presso ciascuna
regione. È evidente che qui si
presenta un primo problema
determinato dalla non omogeneità
tra gli uffici periferici del Lavoro e
quelli di Inps e Inail, ancora
strutturati a livello regionale.
Servirà, dunque, un altro
provvedimento che ridisciplini la
formale e legittima costituzione
dei Comitati. Qualsiasi soluzione
adottata per chiarire la
problematica non potrà
prescindere
dalla considerazione che i ricorsi
amministrativi sono disciplinati
da un decreto legislativo
emanato dal Governo, con forza
di legge, mentre il dpcm è un
atto amministrativo, per cui
appare poco probabile che
quest'ultimo possa modificare
sostanzialmente il primo.
L'intervento chiarificatore
presenta una forte urgenza visto
che, a pena di decadenza, il
ricorso contro gli atti di cui si è
fatto cenno, va inoltrato entro 30
giorni dalla loro notificazione,
dai quali decorrono poi quelli
della decisione (60/90 giorni) ai
fini di un eventuale ricorso in
sede giudiziale.
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