Newsletter n°2 - Fondazione 3Bi

Newsletter Fondazione 3BI
“Il segreto per andare avanti è iniziare.”
(Sally Berger)
SPECIALE
APIA
FISIOTER
DISFAGIA/SPALLA
Carissimi Utenti
la Biblioteca 3Bi e la
S.O.C. Formazione e Comunicazione dell’ASL BI hanno pensato di contattare alcuni esponenti di comunità professionali
particolarmente attenti
all’aggiornamento ed interessati al tema della consultazione
on line di banche dati, di articoli scientifici e di altro materiale documentale, al fine di
sondare con loro, la possibilità
di animazione delle rispettive
comunità professionali.
La prima contattata è stata
quella degli operatori
dell’area della riabilitazione
(fisioterapisti, fisiatri, logopedisti) i quali, organizzando un
gruppo di professionisti volontari, si è riunito periodicamente
scegliendo alcuni temi prioritari che gli operatori della riabilitazione del territorio hanno
indicato come interessanti. Gli
incontri sono stati accreditati
ECM come “formazione sul
campo”.
Così ,dopo ricerche bibliografiche approfondite, sono stati
Volume 1, Numero 2
Febbraio 2014
Gruppo di Lavoro
da loro selezionati alcuni tra
articoli scientifici rilevanti,
proponendo attraverso questa
newsletter una “overview” in
modo da condividere letteratura tra colleghi e animando così
il dibattito tra professionisti.
Per tanto questo numero della
newsletter sarà dedicato alla
gestione del paziente disfagico“hospitalized” e alla patologia della spalla al
Se foste interessati agli articoli
in full text delle citazioni proposte qui di seguito, la Biblioteca Medica rimane a disposizione per qualsiasi approfondimento abbiate necessità.
Contatti
[email protected]
Per appuntamenti e ricerche
bibliografiche
Elena Anzola
Fisioterapista Medicina Riabilitativa
[email protected]
Per reperimento articoli o
documenti in full text
Maria Cristina Fiorio
Fisioterapista Medicina Riabilitativa
[email protected]
Per registrazione a corsi e
congressi
Orari:
Lunedì-Venerdì
9.00-13.00
14.30-18.00
Massimo Bocchio Ramazio
Coordinatore Medicina Riabilitativa
Monica Gasparini
Medico fisiatra Medicina Riabilitativa
Roberta Maoret
Documentalista Biom. Fondazione 3Bi
Paola Mastroberardino
Fisioterapista Medicina Riabilitativa
Francesca Menegon
S.O.C. Formazione e Comunicazione
Elisabetta Minola
Logopedista Medicina Riabilitativa
Telefono:015.243.16.22
Fax:015.243.16.22
Sommario:
La disfagia nelle linee guida nazionali ed internazionali
GRUPPO DI LAVORO:
Elena Anzola , Maria Cristina Fiorio, Monica Gasparini, Roberta Maoret, Elisabetta Minola
La disfagia ha un significativo impatto
nella durata dell’ospedalizzazione ed
è un indicatore prognostico sfavorevole per l’outcome del paziente.
L’individuazione precoce della disfagia e l’intervento sul paziente ospedalizzato è raccomandato per ridurre
la morbilità e la durata
dell’ospedalizzazione. Le conseguenze della disfagia possono essere importanti: benché si rilevi che possano
insorgere problemi di nutrizione,
idratazione, qualità della vita e isolamento sociale, l’aspirazione nelle vie
aeree (specialmente se non tempestivamente riconosciuta) e le conseguenti infezioni polmonari possono
essere il principale fattore che fa
scatenare un significativo declino
dell’outcome del paziente. Uno studio
ha evidenziato che l’allungamento del
ricovero in pazienti con stroke e disfagia associata è in media di 7 giorni (1)
Lorena Acquadro
Fisioterapista Medicina Riabilitativa
L’obiettivo di questa newsletter è rendere disponibili alcuni articoli scientifici, frutto di una ricerca nelle banche
dati messe a disposizione dalla Biblioteca, riguardanti il percorso intraospedaliero del paziente neurologico
(principalmente dopo stroke) con disfagia.
Negli articoli selezionati emerge
l’esigenza di individuare tempestivamente la presenza di disfagia nei pazienti con stroke, fin dall’accesso in
medicina d’urgenza, attraverso un
semplice, valido e affidabile protocollo
di screening. Questa prima valutazione
viene effettuata dall’Infermiere, opportunamente formato. Il risultati scritti del
test faranno parte della documentazione clinica che accompagnerà il paziente da quel momento in poi nel suo percorso di cura.(2)
In generale le linee guida maggior
mente validate individuano un percorso
Presentazione newsletter
Pg. 1
Commento del Gruppo
Disfagia
che prevede (3):
•
un approccio multidisciplinare:
medico di reparto (neurologo,
geriatra, fisiatra, medico di medicina di urgenza, etc), infermiere,
logopedista, dietologo e dietista,
otorinolaringoiatra, gastroenterologo, chirurgo
•
un iniziale screening del paziente
con sospetta disfagia
•
•
un’ eventuale valutazione formale
i conseguenti interventi di terapia
e gestione del problema
Inoltre in tutti i lavori selezionati
vengono sottolineate la necessità e
l’importanza della formazione continua e comune delle figure professionali coinvolte nella gestione del
paziente disfagico.
(segue pg.2)
Abstracts n°1,2,3,4
relativi alla bibliografia
dedicata al paziente
Pg. 2
Commento del Gruppo
problematica spalla
Pg. 3
Abstracts n°2,3,4 relativi
alla bibliografia dedicata
al problema della spalla
Pg. 4
Abstracts n°5
Calendario 2014
CORSI FORMAZIONE
3 BI
Pg. 5
Pagina 2
Newsletter Fondazione 3BI
(continua dalla pagina 1)
Due sono le tappe principali del percorso: la valutazione iniziale e la terapia/ gestione del problema. Fra le maggiori raccomandazioni evidence-based troviamo:
•
iniziale valutazione clinica della deglutizione : tutti i pazienti con stroke dovrebbero essere sottoposti a screening per disfagia prima di assumere cibi e
bevande da parte dell’Infermiere di reparto, valutando il rischio di aspirazione (test del sorso d’acqua ) e altri fattori di rischio (storia clinica)
•
il paziente con accertata disfagia dovrebbe essere monitorato giornalmente da parte dell’Infermiere di reparto durante la prima settimana, per identificare
l’eventuale rapido recupero della funzione deglutito ria
nei casi di accertata persistenza del problema si procederà con una valutazione clinica al letto da parte del Logopedista
La situazione in Italia vede numerose linee guida e un numero ancora maggiore di protocolli di valutazione utilizzati nelle stroke units delle diverse regioni
che possono variare in larga misura da centro a centro. In letteratura ne abbiamo reperite alcune .(cfr4)
BIBLIOGRAFIA:
1.Kennet W. Altman, MD, PhD; Gou-Pei Yu, MD MPH; Steven D. Schaefer, MD - “Consequence of Dysphagia in the Hospitalized Patient: Impact on Prognosis and Hospital Re
sources” - Arch Otolaryngol Head Nech Surg. 2010; 136(8):784-789.
2.Susan L. Bernard, MS APRN; CCRN - “Nursing dysphagia screening for acute stroke patients in the emergency department” - Journal of Emergency Nursing Volume 37, Issue 1,
January 2011, Pages 64–67
3.Guideline Summary NGC-7954 “Management of patiens with stroke and management of dysphagia. A national clinical guideline.” - Edinburgh (Scotland): Scottish Intercolle
giate Guidelines Network (SIGN); 2004 Sep. 38 p. (SIGN publication; no. 78).
4.Balestra E., Celani MG, Del Santo R, Di Giulio P, Gualtieri A, Spairani C, Sterzi R, Ragagnini G, Zito E; Gruppo Infermieri per il Miglioramento della Qualità dell’Assistenza nell’Ictus
Cerebrale - “Variability in delivery of care in stroke units: analysis of the protocols”- Assist Inferm Ric. 2002 Jan-Mar; 21(1):6-13
Abstract n°1. Arch Otolaryngol Head Neck Surg. 2010 Aug;136(8):784-9.
Consequence of dysphagia in the hospitalized patient: impact on prognosis and hospital resources.
Altman KW, Yu GP, Schaefer SD.
Abstract
OBJECTIVE: To determine if comorbid dysphagia in all hospitalized patients has the potential to prolong hospital stay and increase morbidity. Dysphagia is
increasingly prevalent with age and comorbid medical conditions. Our research group has previously shown that dysphagia is a bad prognostic indicator in
patients with stroke.
DESIGN: Analysis of national database.
MAIN OUTCOME MEASURES: The National Hospital Discharge Survey (NHDS), 2005-2006, was evaluated for presence of dysphagia and the most common comorbid medical conditions. Patient demographics, associated disease, length of hospital stay, morbidity and mortality were also evaluated.
RESULTS: There were over 77 million estimated hospital admissions in the period evaluated, of which 271,983 were associated with dysphagia. Dysphagia was
most commonly associated with fluid or electrolyte disorder, esophageal disease, stroke, aspiration pneumonia, urinary tract infection, and congestive heart
failure. The median number of hospitalization days for all patients with dysphagia was 4.04 compared with 2.40 days for those patients without dysphagia. Mortality increased substantially in patients with dysphagia associated with rehabilitation, intervertebral disk disorders, and heart diseases.
CONCLUSIONS: Dysphagia has a significant impact on hospital length of stay and is a bad prognostic indicator. Early recognition of dysphagia and intervention
in the hospitalized patient is advised to reduce morbidity and length of hospital stay. PMID:20713754
Abstract n°2. Journal of Emergency Nursing Volume 37, Issue 1, January 2011, Pages 64–67
Nursing Dysphagia Screening for Acute Stroke Patients in the Emergency Department
Susan L. Barnard, MS, APRN, CCRN
Abstract
The harmful effects of dysphagia, difficulty swallowing, after a stroke are becoming more prominently recognized as significant contributors to morbidity and
mortality in the stroke population. Dysphagia has been found to be clinically present in 42% to 67% of patients within the first 3 days of stroke onset, and almost
50% of these patients experience aspiration. Approximately one third of stroke patients with dysphagia develop pneumonia requiring treatment.1 Dysphagia
has also been identified as a risk factor for airway obstruction, dehydration, and malnutrition. Research has shown that implementing evidence-based clinical
guidelines for dysphagia screening improves the management of dysphagia and ultimately improves patient outcomes. Collaborative investigations done by
neurology experts in Boston, Massachusetts, demonstrated that a formal dysphagia screen is associated with a higher adherence rate to swallow screens and a
significantly decreased risk of pneumonia. Their recommendations state that a formal screening protocol should be offered to all stroke patients, regardless of
stroke severity.2 Because of the importance of initiating any type of brief examination focused on identifying the signs and symptoms of dysphagia and optimizing management of this disorder as early as possible after the patient’s presentation, it would seem to be most effective to have these interventions completed
in the emergency department (ED). PMID:21237371
Abstract n°3. Linee Guida Canadesi SIGN
Management of Patients with Stroke:
Identification and Management of Dysphagia
This guideline is an update of SIGN 78 Management of patients with stroke:
identification and management of dysphagia and supersedes it.
Guideline No 119
ISBN 978 1 905813 65 0, June 2010
http://www.sign.ac.uk/pdf/sign119.pdf
Abstract n°4. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2002 Jan-Mar;21(1):6-13.
Variability in the delivery of care in stroke units: analysis of the protocols [articolo in italiano]
Balestra E, Celani MG, Del Santo R, Di Giulio P, Falcou A, Gualtieri A, Spairani C, Sterzi R, Raganini G, Zito E;
Gruppo Infermieri per il Miglioramento della Qualità dell'Assistenza nell'Ictus Cerebrale.
Abstract
In spite of the existing guidelines, the strategies and behaviours adopted in the care of the patients admitted to stroke units may vary widely across centres. The
aim of this study was to quantify and quality the degree of real variability of the protocols enforced a sample of 13 of such units. There is no uniform behaviour
for the monitoring of patients admitted with a stroke: vital signs are collected with different range intervals, i.e. blood pressure 15 for the first 6 hours, from
every 15 minutes to 2-3 hours. The assessment of dysphagia can be performed with the swallow test or having the patient drink a spoonful 10 ml of water, or 50
ml without stopping. The variability of behaviours is not, per se, a negative characteristic but it becomes a potential and unacceptable risk when solid evidences of effective practice are available. In the absence of clear cut recommendations the protocols should be defined trying to find a balance between effectiveness of the behaviours recommended and workload for nurses. PMID:11998348
Pagina 3
Volume 1, Numero 2
La cervicobrachialgia nei lavoratori della sanità
Quali Studi? Quali proposte?
Gruppo di lavoro:
Lorena Acquadro, Massimo Bocchio Ramazio
Monica Gasparini, Roberta Maoret
Paola Mastroberardino
In diverse realtà lavorative si rileva un’elevata
incidenza di disabilità alla spalla e alla colonna cervicale, con conseguenze circa le condizioni di salute fisica e psichica, economiche e
organizzative.
Con lo scopo di identificare le componenti
eziologiche causa del dolore, delle limitazioni
articolari/funzionali e i possibili interventi
preventivi, si sono intrapresi molti studi.
Parecchi articoli pubblicati nella letteratura
scientifica indicano che le attività svolte dagli
operatori sanitari, in particolare infermieri e
personale di supporto all’assistenza, sono tra
le più interessate ad alterazioni muscoloscheletriche (DSM) e, in particolari settori
dell’attività sanitaria, i dati indicano una maggiore rilevanza.
Sulla base di queste considerazioni, è stata
condotta una ricerca attraverso l’utilizzo delle
più importanti banche dati come PubMed,
Cochrane, Cinahl, Embase, utilizzando le seguenti parole chiave: neck and shoulder pain,
musculoskeletal disorders, health workers.
Di seguito riportiamo i risultati della ricerca:
dagli studi si rileva che l’ampia eterogeneità
delle prestazioni richieste, gli ambienti in cui
viene svolta la professione e l’attenzione rivolta alla prevenzione fanno sì che ad esempio
tra gli infermieri e gli operatori di supporto
siano presenti quadri di esposizione estremamente variegati; questo, insieme alle ancora
insufficienti conoscenze in campo eziologico,
ha reso spesso difficile l’adozione di interventi
efficaci per ridurre la diffusione dei (DMS)(1).
Altri studi ancora, indicano il neck and shoulder pain (NSP), come un problema prevalente
negli operatori dell’assistenza sanitaria e che
è necessaria una ricerca più approfondita per
stabilire le strategie di trattamento ottimali. Le
caratteristiche del NSP chiarite in questo studio, sono comunque considerate utili, in quanto forniscono una base per lo sviluppo di nuove strategie per la gestione efficace dei disturbi muscolo scheletrici di collo e spalle(2).
Alcuni autori hanno preso in considerazione
anche altri fattori che possono concorrere nel
determinare problematiche. Una particolare
attenzione è stata rivolta agli aspetti di ergonomia come ad esempio le posture statiche e
prolungate, incongrue rispetto all’attività svolta e i movimenti ripetitivi reiterati nel tempo.
In particolare alcuni studi hanno rilevato che i
fattori occupazionali sono in stretta relazione
con il disagio alla spalla nei medici ecografisti (3). Lo studio ha rilevato la necessità di rivalutare la riprogettazione delle
apparecchiature e le posizioni di lavoro,
migliorando l’ergonomia al fine di ridurre
il disagio alla spalla dei professionisti
durante l’esecuzione degli esami diagnostici.
Infine una recente revisione, ha esaminato
l'incidenza e la prevalenza dei disturbi
muscolo-scheletrici relativi ai distretti
collo, spalla e parte superiore della schiena legati all’attività di ostetriche, infermieri e medici. Dopo aver eliminato gli
articoli che non soddisfacevano i criteri di
inclusione, i restanti articoli sono stati
valutati e da essi sono stati estratti i dati di
qualità e di prevalenza (dati annuali di
prevalenza mediani: 45 % collo , 40 %
spalla e 35 % parte superiore della schiena) leggermente maggiori negli infermieri e nei medici rispetto alle ostetriche (4).
In conclusione, come introdotto dal D.Lgs
81/08 si evidenzia l’importanza della formazione
e
informazione,
dell’addestramento accanto ad una attenta sorveglianza sanitaria dei lavoratori
basata sul modello psicosociale.
Inoltre si ribadisce la necessità di
un’attenta valutazione della postura e
dell’ergonomia che consentono di svolgere le attività quotidiane e lavorative con il
minor dispendio energetico e il minor
sovraccarico biomeccanico.
E’ utile quindi favorire l’adozione di utensili ergonomici, di postazioni di lavoro
fisiologiche e l’utilizzo di tecniche corrette. In particolare, si indica nella variazione delle posture la misura preventiva
preferibile, ove possibile, nei casi di attività fisse prolungate (5).
Si conferma come la formazione e
l’addestramento non siano di per sé sufficienti a ridurre l’impatto del rischio biomeccanico, ma possano divenire efficaci
in combinazione con altro genere di interventi preventivi. I citati studi di efficacia
dovrebbero quindi suggerire adeguata
cautela nel programmare le misure pre
ventive, che sarebbe preferibile fossero
caratterizzate da un approccio multifattoriale (6).
“Non penso che una squadra
debba dipendere da una persona,
non è un buon modo
per costruire le vittorie.”
(Wesley Sneijder)
BIBLIOGRAFIA:
1.Francesco S. Violante “Lavoro in Sanità e disturbi muscolo scheletrici” G Ital Med Lav Erg
2010; 32:3, 206-207
2.Yoichi Iizuka, Tetsuya Shinozaki, Tsutomu Kobayashi, Satoshi Tsutsumi, Toshihisa Osawa, Tsuyoshi
Ara, Haku Iizuka, Kenji Takagishi “Characteristics
of neck and shoulder pain (called katakori in
Japanese) among members of the nursing staff”
J Orthop Sci (2012) 17:46–50
3.Roll SC, Evans KD, Hutmire CD, Baker JP., “An
analysis of occupational factors related to
shoulder discomfort in diagnostic medical
sonographers and vascular technologists”
Work. 2012;42(3):355-65.
4.Long MH, Bogossian FE, Johnston V. “The prevalence of work-related neck, shoulder, and upper back musculoskeletal disorders among
midwives, nurses, and physicians: a systematic
review” Workplace Health Saf. 2013 May;61
(5):223-9; quiz 230.
5.G. Bazzini1, E. Capodaglio, M. Panigazzi, E. Prestifilippo, C. Vercesi “Rischi da posture incongrue” G Ital Med Lav Erg 2010; 32:3, 215-222
6.Giovanna Spatari, Angela Carta, Nicola L’abbate,
Antonio Lorusso, Francesco Draicchio “Rischi da
movimentazione manuale di pazienti” G Ital
Med Lav Erg 2010; 32:3, 208-214
Abstract n°1 Giornale Italiano Medicina Lav Erg 2010; 32:3, 206-207
“Lavoro in Sanità e disturbi muscolo scheletrici”
Francesco S. Violante
Abstract
I disturbi muscolo scheletrici affliggono frequentemente i lavoratori della Sanità, che spesso sono esposti a particolari condizioni di sovraccarico biomeccanico.
Sebbene diversi interventi preventivi siano già stati proposti ed applicati, vi è ancora necessità di ricerca in questo campo.
Pagina 4
Abstract n°2 — J. Orthop. Sci. (2012) 17:46–50
“Characteristics of neck and shoulder pain (called katakori in Japanese) among members of the nursing staff”
Yoichi Iizuka, Tetsuya Shinozaki, Tsutomu Kobayashi, Satoshi Tsutsumi, Toshihisa Osawa, Tsuyoshi Ara, Haku Iizuka, Kenji Takagishi
Abstract
Background: The characteristics of neck and shoulder pain (NSP), called katakori in Japanese, have not been well documented to date. The
aim of this study was to clarify the characteristics of NSP through a questionnaire survey of members of the nursing staff.
Methods: The study population consisted of 484 nursing staff members of Gunma University Hospital in Japan. The questionnaire involved
information on age, body mass index (BMI), gender, psychological stress at work, musculoskeletal pain at other anatomic sites (elbow/
wrist, lumbar and knee), smoking history, and hypertension. If subjects had NSP, they were asked about any coexisting symptoms, the utilization of health services, and the precise location of NSP.
Results: The total study population included 393 persons after 91 persons were excluded for various reasons. The point prevalence of NSP
was 68.1% (268 of 393). Age, BMI, smoking history, and hypertension showed no significant trend for the prevalence of NSP in the uni variate analyses. The occurrence of NSP was significantly higher in subjects with psychological stress, elbow/wrist pain, lumbar pain, and knee
pain, respectively. A multivariate logistic regression analysis showed that gender, psychological stress, elbow/wrist pain, and lumbar pain
were significantly associated with the occurrence of NSP. One hundred fifty-eight of those with NSP (58.9%) reported coexisting symptoms,
and the most common was headache. Fifty-seven (21.2%) of the subjects with NSP had consulted
medical or health practitioners, and bone setting was the most common service provider. The most common area of NSP was the superior
part of the trapezius.
Conclusions: This study confirmed that NSP, katakori in Japanese, is a prevalent problem in a nursing staff, and several factors associated
with NSP were identified. PMID: 22094607
Abstract n°3 — Work. 2012;42(3):355-6
An analysis of occupational factors related to shoulder discomfort in diagnostic medical sonographers and vascular technologists.
Roll SC, Evans KD, Hutmire CD, Baker JP
Objective: Three-fourths of diagnostic medical sonographers (DMS) and vascular technologists (VT) experiencing discomfort due to job
demands indicate having discomfort in the shoulder region. An analysis of factors related to shoulder discomfort highlighted salient factors
requiring further investigation and intervention.
Participants: The respondents were a convenient sample of DMS and VT that answered a survey, hosted on a secure website.
Methods: The responses of 2,163 DMS and VT from a survey of a representative sample were analyzed to determine personal factors, work
demands, and workstation design characteristics of those experiencing discomfort in the shoulder region. Frequencies and response distributions were calculated and cross tabulation with chi-square analysis was completed.
Results: A majority of respondents with shoulder discomfort have co-morbid reports of discomfort in other locations. While overall sonographer discomfort is linked to age and years of experience, shoulder discomfort was also noted to be linked to specific workstation characteristics. A lack of adjustability in equipment, picture archiving and communication system (PACS) workstations, awkward and positions required to complete bedside exams contributes to discomfort due to sustained and repetitive shoulder abduction and twisting of the neck and
trunk.
Conclusions: There is a need for studies investigating redesign of equipment and workstations or interventions with DMS and VT specifically focused on improving adjustability and improved positioning of sonographers in order to reduce shoulder discomfort while performing job demands. PMID: 22523028
Abstract n°4 — Workplace Health Saf. 2013 May;61(5):223-9; quiz 230.
The prevalence of work-related neck, shoulder, and upper back musculoskeletal disorders among midwives, nurses, and physicians: a systematic review.
Long MH, Bogossian FE, Johnston V.
Author information
Abstract
With the global shortage of health care workers predicted to worsen, attrition from the work force must be minimized. This review examined the incidence or prevalence of neck, shoulder, and upper back musculoskeletal disorders, a possible source of attrition, among midwives, nurses, and physicians. Four electronic databases were systematically searched for publications meeting inclusion criteria. Reference lists of retrieved articles were hand searched for additional articles. After eliminating articles that did not meet inclusion criteria, the
remaining articles were assessed for quality and prevalence or incidence data were extracted. Twenty-nine articles published between
1990 and 2012 were included and assessed for quality. Median annual prevalence rates were 45% (neck), 40% (shoulder), and 35% (upper
back). Methodological concerns included small sample size, inconsistency of outcome measures, likelihood of non-response bias, and low
response rates. Midwives, who have not been well studied, demonstrated prevalence somewhat lower than that of nurses and physicians.
PMID: 23639038
Abstract n°5 — G Ital Med Lav Erg 2010; 32:3, 215-222
“Rischi da posture incongrue”
G. Bazzini1, E. Capodaglio, M. Panigazzi, E. Prestifilippo, C. Vercesi
Per postura si intende la posizione del corpo nello spazio e le relative relazioni tra i vari segmenti corporei. Individualmente la postura più
corretta è quella che consente di svolgere le attività quotidiane e lavorative con il minor dispendio energetico ed è influenzata da numerosi
fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali). Le indicazioni ergonomiche per la riduzione del rischio da postura
seduta scorretta prolungata sono: la riduzione dell’impegno isometrico, la correzione ove possibile di tale postura, l’adozione di utensili più
ergonomici, l’adozione di postazioni di lavoro seduti fisiologiche, l’addestramento all’utilizzo di tecniche più corrette. In particolare, si indica nella variazione delle posture la misura preventiva preferibile, ove possibile, nei casi di attività fisse prolungate.
Pagina 5
Abstract n°6 — G Ital Med Lav Erg 2010; 32:3, 208-214
“Rischi da movimentazione manuale di pazienti”
Giovanna Spatari, Angela Carta, Nicola L’abbate, Antonio Lorusso, Francesco Draicchio
Gli autori prendono in esame le novità normative e gli aspetti critici relativi alla gestione del rischio nelle attività di movimentazione dei
pazienti. Il D.Lgs 81/08 introduce la definizione di patologie da sovraccarico biomeccanico; l’obbligo, accanto alla formazione e informazione, dell’addestramento, particolarmente significativo in tale ambito; l’introduzione, nell’allegato XXXIII, del riferimento alla norma tecnica
della serie ISO standard 11228. I diversi approcci alla valutazione del rischio tengono conto di quanto espresso nel documento di linee guida della SIMLII per la prevenzione delle patologie correlate alla movimentazione manuale dei pazienti, esitato nel 2008. La sorveglianza
sanitaria, basata sul modello psicosociale, deve essere misurata in termini di valutazione dell’efficacia e attenzionare non solo la colonna
lombare, ma anche l’articolazione della spalla e altri distretti muscolo-scheletrici. Si ribadisce l’importanza di un precoce rientro al lavoro,
eventualmente anche con modificazioni temporanee della mansione. Infine gli autori analizzano l’efficacia degli interventi preventivi confermando come l’approccio multifattoriale rappresenti l’unica strada percorribile per ottenere risultati positivi.
io 2014
Calendar
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corsi dell
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v
o
u
n
i
de
a
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Bibliotec
6 maggio 2014 NAVIGARE IN RETE GRATUITAMENTE
(ALLA RICERCA DI INFORMAZIONI DI QUALITA’)
Vanna Pistotti
Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Network
Italiano Cochrane
Laboratorio Informatico
19 maggio 2014 —“SOCIAL MEDIA E SOCIAL
NETWORK PER L’AGGIORNAMENTO IN MEDICINA
E PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE”
Eugenio Santoro
Responsabile del Laboratorio di Informatica Medica, Istituto Mario Negri, Milano
Laboratorio Informatico
22 marzo 2014
EVIDENCE BASED PRACTICE E IL PROCESSO DELLA RICERCA BIBLIOGRAFICA
(PER INFERMIERI, FISIOTERAPISTI E LOGOPEDISTI)
Dott.ssa Patrizia Brigoni
Referente Biblioteca Virtuale della Salute della Regione Piemonte)
Laboratorio Informatico
6 Giugno 2014
UTILIZZO DELLE REVISIONI SISTEMATICHE PER MIGLIORARE LA PRATICA ASSISTENZIALE
Alberto Dal Molin
Coordinatore Corso di laurea in Infermieristica, Università Piemonte Orientale sede di Biella
Laboratorio Informatico
2 e 9 Ottobre 2014
EVIDENCE BASED MEDICINE E IL PROCESSO DELLA RICERCA BIBLIOGRAFICA
(2 GIORNATE DEDICATE A MEDICI)
Dott.ssa Patrizia Brigoni
Referente Biblioteca Virtuale della Salute della Regione Piemonte
Laboratorio Informatico
17 Ottobre 2014
GLI STUDI RANDOMIZZATI E CONTROLLATI: LEGGERLI E COMPRENDERLI
Alberto Dal Molin
Coordinatore Corso di laurea in Infermieristica, Università Piemonte Orientale sede di Biella
Laboratorio Informatico