Editoriale Io non mi sento italiano La prima casa non

Volume 9, numero 39
Sommario
28.09.2014
Informazione
Editoriale
Io non mi sento italiano
La prima casa non si tocca
La prima casa non si tocca
Informazione
21.09.2014
Press obituary/1 Pubblicità
Città invivibili in tempi da Lupi
Malattia e destino dell'Italia
L'#articolo18 non si tocca
Minipost
La vera energia della Puglia
#Italia5Stelle: Abbiamo sete di acqua
pubblica!
La demografia dell'Italia
I soldi degli europarlamentari
#Italia5Stelle: Italia #senzasprechi
#Italia5Stelle: Italia #ecosostenibile
MoVimento
Ben Hur Grillo - video messaggio dal
Circo Massimo per #Italia5Stelle
I soldi degli europarlamentari del M5S
Passaparola
Passaparola: Il Lato B di Renzi - Enrica
Perucchietti
Politica
Bugiardo bugiardo
#RenzieSparaballe
La battaglia per l'articolo 18
Tv sì, Tv no - parte 1: I talk show no
Tv sì, Tv no - parte 2: I telegiornali sì
I Vallanzaska e la canzone contro
l'Expo
Vogliamo un Presidente trasparente
Mi scusi Presidente non è per colpa
mia ma questa nostra Patria non so che
cosa sia. Può darsi che mi sbagli che
sia una bella idea ma temo che diventi
una brutta poesia. Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno dell'inno
nazionale di cui un po' mi vergogno. In
quanto ai calciatori non voglio giudicare
i nostri non lo sanno o hanno più
pudore. Io non mi sento italiano ma per
fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi
Presidente se arrivo all'impudenza di
dire
che
non
sento
alcuna
appartenenza. E tranne Garibaldi e altri
eroi gloriosi non vedo alcun motivo per
essere orgogliosi. Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle
camicie nere al tempo del fascismo. Da
cui un bel giorno nacque
questa
democrazia che a farle i complimenti ci
vuole fantasia. Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese pieno di poesia ha
tante pretese ma nel nostro mondo
occidentale è la periferia.
Mi scusi
Presidente ma questo nostro Stato che
voi rappresentate mi sembra un po'
sfasciato. E' anche troppo chiaro agli
occhi della gente che tutto è calcolato.
Giorgio Gaber e non funziona niente.
Sarà che gli italiani per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni
discussione. Persino in parlamento c'è
un'aria incandescente si scannano su
tutto e poi non cambia niente. Io non
mi sento italiano ma per fortuna o
purtroppo lo sono.
Giorgio Gaber
1
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{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
Sin dall'inizio della
legislatura il M5S ha portato avanti come
punto qualificante la tutela della prima
casa. E ora arriva la beffa che per le
famiglie più indigenti la TASI è più alta
dell'IMU. Questa è la giustizia sociale del
governo de sinistra con i voti del
pregiudicato. Qualche mese fa, durante
la discussione in commissione del
decreto 80 euro, il M5S presentò due
emendamenti a prima firma Vacciano e
Molinari. Si tentava di porre un argine
alla spietata e invasiva azione di
pignoramento di Equitalia in una
congiuntura economica di crescente
disagio sociale, tutelando il cittadino
debitore. Gli emendamenti prevedevano
l'impignorabilità della prima casa,
estendendo la disciplina già introdotta
dal decreto del Fare (9 agosto 2013)
anche a quei pignoramenti già in fase di
esecuzione prima dell'entrata in vigore
della legge stessa. Si trattava di un
principio di buonsenso perché nessuno
rimanesse indietro e i disastri di un
sistema a trazione neoliberista fossero
almeno mitigati a difesa dei diritti
essenziali.
Inutile
dire
che
gli
emendamenti
furono
dichiarati
inammissibili dalla maggioranza. A breve
distanza da quei fatti, una sentenza della
Corte di Cassazione del 13 maggio 2014
(terza sezione civile) premia di fatto i
nostri emendamenti non ammessi alla
prova del voto, ordinando di cancellare
quei procedimenti di pignoramento
ancora attivi quando il decreto del Fare
fu approvato, nel caso in cui l'abitazione
in questione fosse la prima e unica di
proprietà del debitore. Non bastasse
questo, un terzo emendamento del M5S
voleva
estendere
la
disciplina
dell'impignorabilità a danno anche degli
istituti di credito e agli intermediari
finanziari (non solo di Equitalia) e
comprendendo nella norma anche i beni
mobili e immobili delle imprese se
necessari all'attività produttiva. Tutela
delle abitazioni civili e delle imprese
quindi, una costante dell'azione 5 stelle.
Anche
questo
emendamento
fu
dichiarato inammissibile, senza ulteriori
spiegazioni. Un'altra sentenza, in questo
caso della Corte di Giustizia Europea, ha
impedito alle banche e alle finanziarie
che abbiano stipulato contratti con i
clienti provvisti di clausole abusive
quantomeno il pignoramento sulla prima
casa. Si dimostra una volta di più, perciò,
che
la
maggioranza
preferisce
mortificare le iniziative a 5 stelle piuttosto
che approvare misure a tutela dei
cittadini e delle imprese. L'azione del
M5S, in questo caso, è stata sostenuta
dalla giustizia nazionale e internazionale
e ha dato buon esito, ma non sempre è
così e provvedimenti virtuosi sono
regolarmente cestinati solo perché
firmati dall'unica opposizione.
La vera energia della Puglia
Bugiardo bugiardo
Minipost
21.09.2014
Politica
21.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Ieri sono stato in Puglia,
insieme ai cittadini, per dire no al Tap, il
progetto del gasdotto transAdriatico.
Un'opera di fantascienza, un progetto
calato dall'alto che minaccia il turismo e
le bellezze del Salento. Il Movimento 5
Stelle chiederà un referendum, perché è
la cittadinanza che deve decidere se fare
un tubo. E’ una battaglia di democrazia.
Non abbiamo bisogno di energia
rinnovabile in più. In Puglia avete il
vento, il sole, ve li hanno sfruttati e non
vi è arrivata una lira. Non c’è bisogno
dell’energia del gas. Faranno un
impianto che funzionerà tra 20 anni. Il
carburante del futuro è l’intelligenza. Se
loro verranno a fare il gasdotto in Puglia
da qualsiasi parte, anche con l’Esercito,
noi ci metteremo il nostro di esercito.
2
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); “Non ci sono santi che
tengano. Ecco l’ennesima bugia del
nostro premier che, balla dopo balla, ci
sta portando verso il baratro. Nel
salottino di Bruno Vespa, a marzo
scorso, Renzi aveva promesso che
avrebbe liquidato entro oggi (giorno di
San Matteo) gli oltre 60 miliardi di
pendenze arretrate delle pubbliche
amministrazioni. Basta farsi un giro sul
sito del Mef o leggere i giornali per
scoprire che siamo a circa 30 miliardi
effettivamente erogati. Tra l’altro si tratta
di soldi in gran parte stanziati dai governi
precedenti, per cui i meriti di Renzi sono
pressoché pari a zero. Cosa se ne fanno
le imprese italiane dei divertiti siparietti e
delle scommesse del premier con
Vespa? Forse le poltroncine bianche di
RaiUno hanno dato un po’ alla testa al
presidente del Consiglio. Ora siamo
curiosi di sapere se il capo del governo
smaltirà qualche chilo andando a piedi in
pellegrinaggio a Monte Senario. In ogni
caso ci colpisce tanta superficialità del
premier. Il M5S, dal canto suo, continua
a lavorare accanto alle Pmi e, infatti,
chiediamo al governo di sbloccare il
decreto attuativo già scaduto per la
compensazione delle cartelle Equitalia
con i crediti verso la Pa. Inoltre
ricordiamo a Palazzo Chigi che si
avvicina la scadenza del 30 settembre,
termine entro cui si sono impegnati a
sbloccare il fondo dimicro-credito per le
piccole e medie imprese”. M5S Camera
#Italia5Stelle: Abbiamo sete
di acqua pubblica!
Minipost
22.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Il 10, 11 e 12 ottobre ci
riuniremo tutti insieme al Circo Massimo
per Italia 5 Stelle. Per la manifestazione
vorremmo far brillare forte la nostra stella
Acqua e far assaggiare ai tanti ospiti
presenti la buonissima acqua romana.
Vorremmo quindi entrare in contatto con
distributori di Casette dell'Acqua o
macchinette
che
si
allacciano
direttamente
alla
rete
idrica,
possibilmente laziali per questioni
logistiche
legate
ad
eventuali
sopralluoghi. Non ci lasciate a bocca
asciutta, per favore! Scrivete a
[email protected] e grazie
anticipate per la collaborazione.
Press obituary/1 Pubblicità
Informazione
22.09.2014
Passaparola: Il Lato B di
Renzi - Enrica Perucchietti
Passaparola
22.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Immagine: dal blog Carpe
Diem: gli incassi pubblicitari dei giornali
dal 1950 a oggi. I dati sono relativi al
mercato statunitense
"Questo primo
post sulla morte dei giornali sarà inserito
nello studio "Press obituary" di prossima
pubblicazione su questo blog. La fine dei
giornali è una delle cose più prevedibili
del nostro futuro, gli unici che non lo
sanno ancora sono i giornalisti. Clay
Shirky nel suo articolo "Last call" ha
scritto: "Molte persone si sono lamentate
dell'imprevedibilità dei media provocata
dall'arrivo dei dispositivi e delle reti
digitali, ma la lenta implosione dei
giornali
è
stata
ampiamente
e
correttamente prevista da qualche
tempo. I ricavi della stampa sono scesi
del 65% in un decennio, il 2013 ha visto
il picco più basso mai registrato, e il
2014 sarà peggio" Avete letto bene
stampa e ricavi sono scesi del 65% in un
decennio e nel 2014 andrà peggio.
Shirky fa riferimento al mercato
americano dove i giornali non sono
finanziati dallo Stato con contributi diretti
e indiretti. In Italia quindi la situazione è
ancora peggiore, senza i soldi dello
Stato la maggior parte dei quotidiani
chiuderebbe già domani mattina. Di che
vivono i giornali italiani a parte della
carità dello Stato? Di copie vendute
(sempre meno) e di pubblicità, ma la
pubblicità sta abbandonando i giornali
per Internet, e lo sta facendo molto
velocemente come si vede dal grafico
seguente:
In pratica siamo tornati agli
investimenti pubblicitari dell'inizio degli
anni '50 e la pubblicità sulle edizioni on
line è marginale o ininfluente e non
compensa minimamente le perdite, il più
delle volte l'edizione on line è un puro
costo come vedremo in un prossimo
post.
"Contrariamente all'ignoranza
artificiosa di giornalisti, il futuro dei
quotidiani è una delle poche certezze del
panorama attuale: la maggior parte di
loro scompariranno, in questo decennio.
(Se lavori in un giornale e non sai cosa è
successo alla vostra diffusione o alle
vostre entrate negli ultimi anni, ora
potrebbe essere un buon momento per
chiedere.) Siamo così avanti nel
processo che possiamo anche predire le
probabili
circostanze
della
sua
conclusione."" Gianroberto Casaleggio
3
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Nella squadra di governo di
Renzi, non abbiamo soltanto 5 indagati,
ma 27 persone tra ministri, viceministri e
sottosegretari che sono stati riciclati dal
governo di Enrico Letta e gli altri 30 che
vengono proprio da questa area ex
-democristiana, se non addirittura DC.
Quindi in qualche modo cambiano poco
gli interpreti e sembra più una
riverniciatura più che una vera e propria
rottamazione." Enrica Perucchietti "Ciao
a tutti e grazie per l’accoglienza presso il
Blog di Beppe Grillo, sono Enrica
Perucchietti, giornalista e scrittrice,
autrice del dossier il Lato B. di Matteo
Renzi, biografia non autorizzata..
L’attuale premier si è presentato come
un rottamatore del vecchio sistema fino
dal 2010, quindi dalla prima Leopolda e
quindi ha costruito tutta la sua immagine
su questa idea di incarnare il nuovo,
quindi di essere la speranza per l’Italia,
un po’ come aveva fatto il Presidente
Americano Barack Obama negli Stati
Uniti. Nei fatti, ha però poi dimostrato di
essere molto ambizioso e di avere molta
fretta di arrivare al potere, ma anche di
essere
incoerente
per
tutte
le
dichiarazioni che aveva rilasciato e poi
per le cose che ha concretizzato. Per
quanto riguarda il fatto che sia ben lungi
dall’ essere un rottamatore del vecchio
sistema, addirittura del sistema DC basta
vedere non soltanto il suo background,
per esempio suo padre Tiziano Renzi
viene proprio da quell'area, dall’area
ex-democristiana, basta vedere però la
sua squadra di governo, in cui abbiamo
non soltanto 5 indagati, ma 27 persone
tra ministri, viceministri e sottosegretari
che sono stati riciclati dal governo di
Enrico Letta e gli altri 30 che vengono
proprio
da
questa
area
ex
-democristiana, se non addirittura DC.
Quindi in qualche modo cambiano poco
gli interpreti e sembra più una
riverniciatura più che una vera e propria
rottamazione. Tra l’altro vi è anche una
vera e propria continuità con gli altri
governi anche per quanto riguarda le
istanze europeiste, l’esempio forse più
eclatante è la scelta, la nomina del
ministro Padoan, che in qualche modo
continua la linea di privilegiare i poteri
forti e i banchieri.
Un altro punto in
comune con il vecchio sistema e
soprattutto con il bacino berlusconiano
sono i nomi influenti dei poteri forti,
dell’industria che hanno sostenuto la
scalata di Matteo Renzi. Ve ne sono
diversi, vanno da Carlo De Benedetti,
forse il nome che è stato fatto di più e in
qualche modo a sproposito, passando
per Paolo Fresco, per Farinetti, fino a
arrivare anche a Giorgio Gori, che
appartenevano
proprio
al
bacino
berlusconiano e che l’hanno aiutato
molto a livello d’immagine e a
raccogliere consensi nel mondo dello
spettacolo, creando quasi un sistema
reality legato al mondo Mediaset e
Berlusconi.
Vi sono poi diciamo gli
amici come Marco Carrai, amico da più
di trenta anni, e Davide Serra. Il primo
imprenditore, il secondo un vero e
proprio
speculatore
finanziario,
considerato da alcuni il Golden Boy della
finanza internazionale, che hanno aiutato
a raccogliere i fondi, per finanziare la
campagna elettorale di Matteo Renzi, si
pensi soltanto alla famosa cena
Milanese che venne organizzata in modo
assolutamente blindato, dove per
partecipare bisognava effettuare un
bonifico di 1.000 € su una Iban
comunicato in precedenza. Le persone
invitate furono soprattutto grandi nomi
dell’imprenditoria e banchieri e alla fine
di questa cena fu intervistato il
banchiere Guido Vitale, che circa due
anni prima parlava dell’esistenza di una
terza guerra mondiale finanziaria in atto.
Proprio Vitale spese all’uscita da questa
cena milanese delle parole di stima per
Renzi dichiarando che era l’unico uomo
della sinistra italiana a non avere mai
letto Marx, per lui è una cosa positiva
perché avrebbe potuto aiutare quel
mondo dell’imprenditoria liberale che i
poteri forti sostengono. Davide Serra,
invece era già stato al centro di una
accesa polemica con Bersani, che lo
aveva accusato anche se ingiustamente,
di essere uno speculatore con dei fondi
alle Cayman, però ha alla base del suo
impero finanziario, Londra. Tramite
Carrai e tramite Serra Renzi si è
costruito una ragnatela di contatti, che
arrivano fino a Washington, sia Serra
che Carrai vantano dei rapporti
addirittura con la Casa Bianca e dall’altra
fino a Gerusalemme, per esempio Carrai
ha come partner finanziario Pacifici, ha
degli ottimi rapporti con un personaggio
anche a tratti inquietante come Michael
Liden che è un Falco Repubblicano. Il
suo nome è stato coinvolto nella storia,
anche italiana, degli ultimi 30-40 anni, a
partire dalla strategia della tensione,
all’omicidio Moro, fino alla strage di
Piazza Fontana. Il suo nome è stato
associato anche a Licio Gelli, nonostante
Liden abbia sempre negato di essere
tesserato alla P2. Liden è soprattutto un
sostenitore della guerra permanente e
quindi rientra all’interno della politica
mondialista, quindi, ritorna il discorso
dell’istanza
europeista,
se
non
mondialista, proprio perché coloro che
hanno sostenuto l’ascesa fulminea di
Matteo Renzi fanno proprio parte di
questi poteri forti. Tra i finanziatori della
campagna elettorale di Renzi se
abbiamo avuto un Davide Serra che con
sua moglie avevano speso più di 100
mila Euro per la sua campagna
elettorale, poi abbiamo avuto un Guido
Ghisolfi con la moglie Tanzi, abbiamo
avuto la ISVAFIM di Alfredo Romeo, e
poi moltissimi nomi tra cui figura anche
Paolo Fresco, ex-Presidente di FIAT,
che tra l’altro vanta una partnership con
Stefano Carrai, che è il fratello di Marco
Carrai. Per questi motivi secondo molti
Matteo
Renzi
non
sarebbe
un
rottamatore, ma anzi un conservatore del
vecchio sistema, un continuatore delle
vecchie politiche e di tutto il suo sistema.
La sua immagine, la sua politica, si
reggerebbe su una immagine mediatica,
molto scaltra, ambiziosa, capace, anche
con lo sfruttamento per esempio di
tecniche di PNL piuttosto che dei mezzi
tecnologici. Poi ha questa capacità di
fare promesse a raffica, addirittura a
Firenze si parlava delle sparate del
sindaco, che miravano più che altro
all’impatto mediatico piuttosto che alla
fattualità delle promesse, tanto è che
alcuni, proprio nel feudo fiorentino
avevano definito questa capacità di
elargire promesse di Matteo Renzi, la
avevano paragonata ai derivati: dato che
Renzi fa promesse una dietro l’altra, ci si
dimenticano quelle iniziali, quindi si crea
una struttura virtuale molto simile a
quella dei derivati, quindi poi, è difficile
per l’elettorato andare a verificare se le
cose che aveva dichiarato vengono poi
concretizzate. Grazie per l’ascolto e
passate parola." Enrica Perucchietti
4
#RenzieSparaballe
Politica
22.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
"Matteo Renzi vuole
mandare a tutti i costi Bruno Vespa in
pellegrinaggio a piedi da Firenze a
Monte Senario. Lo comprendiamo: forse
non gli va di farsi tutta quella strada a
piedi (gli toccherebbe, visto che ha perso
la scommessa sui debiti Pa) o forse ha
trovato qualche altro modo per smaltire i
chili in eccesso che oggettivamente lo
appesantiscono. Eppure il governo, in
queste ore, tiene il punto sui soldi che lo
Stato deve ai suoi fornitori privati. In
sostanza Palazzo Chigi dice che la
strumentazione per pagare tutti i debiti
maturati entro il 31 dicembre 2013 è già
stata messa a punto e che la colpa è
soltanto delle imprese che ritardano e
non si impegnano per venir pagate. La
risposta è già di per sé surreale. Ve lo
immaginate un creditore che, messo
nelle condizioni di riavere subito i suoi
soldi, dice al debitore: “Ma no, non
importa! Non pagare adesso! Aspettiamo
un altro po’, tanto i soldi non mi servono
mica subito!”. Renzi dice che la
piattaforma di certificazione dei crediti
presso il ministero dell’Economia è già
funzionante. E che le aziende, se ne
conoscessero l’esistenza, potrebbero già
aver accreditato le loro fatture per
ottenere l’anticipazione pro soluto dalle
banche che poi se la vedono con le
amministrazioni
debitrici
ed
eventualmente con la Cassa depositi e
prestiti. Bene. Rispondiamo punto per
punto. 1) Intanto se c’è una carenza di
informazione da parte dei fornitori, la
colpa non è imputabile ai fornitori ma al
governo
che
evidentemente
non
comunica al meglio le cose che fa. Forse
tra le tante slide-fuffa, i pesci rossi e i
briefing con la stampa in stile
rappresentante della Folletto, Renzi ha
dimenticato di fare qualche campagna
informativa seria sullo sbandierato
meccanismo di accreditamento. 2) Ma
soprattutto c’è un altro fatto, molto
importante, che dà l’idea di come il
governo
fosse,
da
tempo,
ben
consapevole che non avrebbe potuto
pagare tutti debiti della Pa entro 21
settembre. Prima della pausa estiva,
infatti, il decreto ‘Competitività’ ha
prorogato dal 23 agosto al 31 ottobre il
termine per la presentazione delle
istanze di certificazione. Se Renzi fosse
stato convinto di pagare tutto entro il 21
settembre, non avrebbe dilazionato
questo termine al 31 del mese prossimo.
Tra l’altro, il premier omette di dire che
una volta avvenuto l’accreditamento
della fattura da parte del fornitore, la Pa
debitrice ha un altro mese di tempo per
fare le sue controdeduzioni ed
eventualmente contestare l’esigibilità di
quel credito “caricato” in piattaforma.
Dunque, bene che vada, il governo potrà
saldare, attraverso le banche, tutti i debiti
di parte corrente entro l’inizio di
dicembre. E ciò era chiaro a tutti almeno
da un paio di mesi a questa parte. 3)
Renzi poi si vanta del meccanismo della
fatturazione elettronica per evitare in
futuro gli stessi ritardi nei pagamenti.
Peccato però che non sia farina del
sacco del suo governo, visto che la
norma risale addirittura alla Finanziaria
del 2008 e il decreto ministeriale di
attuazione risale a Monti. 4) Gli artigiani
della Cgia di Mestre hanno stimato un
arretrato che ancora grava pari a circa
35 miliardi di euro. Ma soprattutto
spiegano bene che il vero problema non
è quanti soldi lo Stato ha pagato sul
totale dei danari messi a disposizione
(circa 57 miliardi per il biennio
2013-2014,
in
grandissima
parte
stanziati dai governi precedenti), quanto
piuttosto l’ammontare dei soldi dati
effettivamente alle imprese sul totale dei
debiti
complessivi,
cifra
che
scandalosamente questo Stato non è in
grado nemmeno di produrre (viviamo di
stime). Dunque, non ci sono santi che
tengano. Siamo di fronte all’ennesima
bugia del nostro premier che, balla dopo
balla, ci sta mandando allo sfascio.
Basta leggere il Financial Times di ieri
per capire che c’è poco da stare allegri
tra un tweet e un selfie riuscito male.
Cosa se ne fanno le imprese italiane dei
divertiti siparietti e delle scommesse da
bar di Renzi con Vespa? Ora siamo
curiosi di sapere se e quando il capo del
governo cercherà di rimettersi in forma
salendo a Monte Senario. Un po’ d’aria
fresca gli farebbe bene tra una
scorpacciata di nomine e un bell’incontro
in amicizia con Berlusconi. Mentre gli 80
euro restano nelle tasche di chi li ha
presi, la liquidità che arriva dalla Bce
resta nei forzieri delle banche e si
avvicina la scadenza dell’acconto Tasi
per molti cittadini italiani, lascia
comunque basiti tanta superficialità da
parte del premier. Il MoVimento 5 Stelle,
dal canto suo, continua a lavorare
accanto alle Pmi. Infatti, chiediamo per
esempio a Palazzo Chigi di sbloccare il
decreto attuativo già scaduto per la
compensazione delle cartelle Equitalia
con i crediti verso la Pa. Noi ci siamo,
accanto alle imprese. Renzi è rimasto da
Vespa." M5S Camera
Città invivibili in tempi da
Lupi
Informazione
23.09.2014
googletag.cmd.push(function()
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googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); });
"Quando pensiamo al
paesaggio italiano, abbiamo di fronte
due scenari. In uno di questi, tutto il
territorio è diventato cementificabile. Il
diritto alla proprietà privata prevale sugli
interessi della collettività. L’iniziativa
pubblica viene limitata per non ridurre il
valore immobiliare dei terreni di pochi
privati. In questo Paese il rischio
idrogeologico,
la
protezione
dell’ambiente in cui viviamo e la tutela
del paesaggio sono spariti dai radar della
pianificazione territoriale (che si chiama
“pianificazione
territoriale”
per
un
motivo). In questa Italia aumentano
ulteriormente le attività ubicate in zone a
rischio di dissesto: non stiamo parlando
solo di imprese, ma anche di scuole e
ospedali. Il diritto di edificare, di
costruire,
in
questo
scenario
è
considerato primario e indiscutibile ed è
qui che gli speculatori hanno trovato un
Eldorado che gli permette di fare
acrobazie legali, spostando da una zona
ad un’altra le volumetrie, per sole ragioni
di mercato. In questo tipo di Paese, i
privati possono contrattare alla pari con i
Comuni, possono imporre i loro interessi
speculativi, possono avviare quello che
chiamano “riqualificazioni” di intere
porzioni di città, che tradotto significa
avere il potere di stravolgere il territorio
in tutta calma, a norma di legge e senza
consultare chi vi abita. Sparisce anche la
possibilità di essere virtuosi: le
amministrazioni non potranno nemmeno
più “fare bene”, perché lo Stato detta le
linee e se vuole fare grandi opere, inutili
e pericolose per il territorio, non deve
chiedere a nessuno. In questa landa
desolata non sono assicurati standard
minimi di verde e servizi per tutti i
cittadini, ma zona per zona e regione per
regione le regole cambiano e si
stravolgono
secondo
il
massimo
liberismo e le convenienze degli
speculatori. Un Paese, questo, che non
riconosce diritti uguali per tutti i cittadini
ma che offre qualcosa in più a chi è
proprietario del territorio rispetto agli altri.
Questo Paese è l’Italia che il Ministro
delle infrastrutture Lupi immagina e che
vorrebbe trasformare in realtà, con la
sua
ultima
prodezza
legislativa
presentata a luglio: “Principi in materia
di politiche pubbliche territoriali e
trasformazione urbana”, soprannominata
subito “Lupi II”, in quanto il ministro ci
aveva già provato tempo fa a
rivoluzionare l’edilizia e l’urbanistica
stravolgendo
il
territorio
italiano,
incappando però nella sua stessa
maggioranza
e
nel
PD,
allora
all’opposizione. Ma – si dirà – ora siamo
nell’era della rottamazione: non è quindi
5
arrivata l’ora di rompere con il passato e
rottamare
anche
questa
visione
anacronistica e pericolosa dello sviluppo
del territorio? Sembra proprio di no,
purtroppo, perché il Ministro Lupi sta
agendo disturbato all’interno del governo
Renzi, e sta facendo esattamente come i
suoi predecessori, senza cambiare di
una virgola la visione scellerata di
distruzione del paesaggio a vantaggio
della speculazione edilizia. Si tratta di
avere il coraggio e il buon senso di
superare qualcosa che non è più
accettabile, né sostenibile, con tutte le
relative conseguenze che abitanti e
turisti in questi giorni a Peschici – ma
potremmo citare molti altri casi - hanno
subito sulla loro pelle. E con loro, ne
hanno subito le conseguenze l’economia
della regione e l’ambiente. Anche nel
caso del ministro Lupi siamo per ora di
fronte a un annuncio, anzi una bozza
(vanno di moda, ultimamente), ma dalla
bozza che il ministro ha presentato
emerge già, in tutta la sua drammaticità,
quello a cui non avremmo voluto
assistere: la trasformazione di tutta la
penisola in territorio edificabile (leggasi
estensione del Far West del rischio
idrogeologico). Dal secondo dopoguerra
a oggi, In Italia il consumo di suolo non si
è mai arrestato: vengono soffocati 8 m2
di territorio italiano al secondo, giorno e
notte, ininterrottamente. Terreno coperto
da asfalto, cemento, edifici, capannoni,
strade e il Ministro non solo non ha
intenzione di fermare tutto ciò, ma anzi
sta dando un’ulteriore via libera a frane,
inondazioni, dissesti, morti (stiamo
parlando di 293 vittime nei quasi 2000
eventi legati al dissesto idrogeologico
verificatisi nel nostro Paese tra il 2002 e
il 2014). Noi siamo convinti che non
esistono interessi superiori a quelli che ci
spingono a proteggere noi stessi, il
territorio in cui viviamo, la nostra salute,.
È da questa convinzione che nasce una
visione diversa. Per farlo, basta la
volontà politica di rottamare davvero la
visione clientelare e affaristica della
gestione del territorio. Noi abbiamo già
presentato quattro proposte di legge in
merito, con i 5 punti fondamentali per un
cambiamento di rotta che porti risultati e
– già che ci siamo- anche un’evoluzione
della mentalità politica: (1) stop al
consumo di suolo agricolo
(2) sì
all’utilizzo
dell’immenso
patrimonio
italiano, pubblico e privato, dei milioni di
edifici sfitti, abbandonati o inutilizzati,
anche per l’avvio di start-up innovative
(3) usiamo i fondi che ci sono! Devono
solo sbloccarli dal pantano del patto di
stabilità in cui somemrsi: si possono
rendere disponibili da subito per fare
partire migliaia di piccoli cantieri contro il
dissesto idrogeologico (4) rilanciamo i
piccoli
borghi,
per
favorire
sia
l’insediamento abitativo sia le attività
economiche produttive e attiviamo un
circuito turistico integrato. Infine, la
chiave di svolta per il settore edilizio in
Italia: (5) la riqualificazione energetica
degli edifici che creerebbe migliaia di
nuovi posti di lavoro. Questa è l’Italia che
vogliamo, che immaginiamo e che
possiamo far nascere subito!" M5S
Camera e Senato PS: Le comunarie per
scelta della lista da presentare a Reggio
Calabria si sono concluse. Ha vinto la
lista di Vincenzo Giordano.
La demografia dell'Italia
Minipost
23.09.2014
grado di garantire libertà di azione ai loro
eletti, basta pensare a Vendola, Pisapia,
Crocetta e Renzi, tutti presentati come il
"vento che cambia" per poi dimostratisi
più succubi delle vecchie logiche dei loro
predecessori. I partiti devono sparire,
largo alle idee e alla democrazia diretta e
partecipata. Largo al M5S." Manlio Di
Stefano
Malattia e destino dell'Italia
Informazione
23.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "In un giorno di marzo,
l'avvocato Giuseppe Corte, dopo aver
letto un volantino pubblicitario, si fa
ricoverare in un moderno ospedale di
una grande città italiana, specializzato
nella cura del male da cui si sente
leggermente affetto. L'ospedale è
strutturato in sette piani: i pazienti meno
gravi vengono ricoverati in quello più
alto, mentre ai piani più bassi si trovano,
in forma crescente da piano a piano, i
casi più gravi. Corte viene accolto subito
al settimo livello, in attesa che i medici
riescano a convincerlo che non ha nulla
e lo rispediscano a casa. Corte inizia un
buon iter verso la guarigione, ma una
serie di cause concatenate fa sì che
venga trasferito nei piani inferiori,
sempre con motivi pretestuosi." Dal
racconto "Sette piani" di Dino Buzzati.
L'Italia scende ormai da tempo di piano
in piano e accetta qualunque cosa a
iniziare dallo stravolgimento delle regole
democratiche: ormai non si vota più, ma
il presidente del consiglio è nominato dal
presidente della Repubblica che a sua
volta è stato nominato da un Parlamento
incostituzionale, il Senato non è più
elettivo e abbiamo Renzie come simbolo
dei tempi, un buffone al comando della
nazione, se lui rappresenta l'Italia, allora
siamo arrivati in fondo, al primo piano. I
singoli episodi di malaffare, la P2, la
trattativa Stato Mafia, la corruzione, i
giornalisti servi, la devastazione del
territorio sono ormai pane quotidiano, ma
sono solo sintomi, contro i quali
singolarmente non puoi, e forse non ha
senso, combattere. Sintomi di una
malattia di cui l'Italia è afflitta. Qual è la
malattia? Questa è la domanda da porsi.
In un libro "Malattia e destino" Thorwald
Dethlefsen cerca di spiegare il valore e il
messaggio della malattia e del suo
significato.
In
Italia
c'è
questa
sensazione di voler incidere sugli effetti
senza ricercare le cause e la stessa
natura del male. Ci giriamo intorno,
"pirliamo", denunciamo, ma il giorno
dopo scendiamo di un piano e poi di un
altro ancora. Ci stiamo abituando,
assuefacendo.
Secondo
Thorwald
Dethlefsen non esistono tante malattie
curabili, ma soltanto una malattia che fa
parte
integrante
della
condizione
patologica dell'uomo e si manifesta in
molteplici forme. Da quale malattia è
afflitta l'Italia?
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Mi trovavo a Merate ed
entrando all'ufficio comunale ho trovato
questo foglio alla parete. Un normale
censimento dei movimenti demografici.
Così mi sono soffermato a leggere i dati
e mi hanno colpito particolarmente. I
primi sono, purtroppo, tipici del nostro
Paese, scarsissima natalità e bassissimo
numero di nuove famiglie (politiche
sociali inadatte al XXI secolo?). Il dato
preoccupante è invece l'ultimo. Il
rapporto
immigrati/emigrati
è
sostanzialmente uno a uno. In pratica
esportiamo i nostri giovani, spesso
formati e pluri-laureati, e importiamo
manodopera a basso costo e spesso
non istruita. Il risultato è terrificante per
l'economia italiana. Tra le spese sociali,
infatti, c'è il comparto formazione, i soldi
che lo stato spende per formare i
giovani, un tale abbandono si traduce
direttamente in mancanza di personale
altamente qualificato fornendo, di contro,
un esercito di personale che abbassa
drasticamente il livello qualitativo. A ciò
si unisce il dramma del lavoro
sommerso, una moltitudine di disperati
che accettano qualsiasi lavoro per
andare avanti. Così assistiamo allo
sfruttamento dei migranti nei campi di
arance calabresi o per raccogliere
pomodori ecc ecc, lavori pagati pochi
euro al giorno che uccidono il mercato
creandone, di fatto, uno parallelo fuori
dalle possibilità di chi, invece, tiene
standard alti in termini di gestione del
personale. Un Governo lungimirante
dovrebbe osservare questi dati col mio
stesso stupore e investire per invertire
questa tendenza. Occorrono misure
urgenti di riduzione fiscale sulle imprese,
serve investire pesantemente sulle
start-up e aziende innovative (gli USA
solo nel 2013 hanno investito 1 miliardo
di dollari sull'artigianato 3D), serve
snellire le procedure burocratiche per
accedere ai finanziamenti e potersi
avviare nel mercato della piccola
imprenditoria, occorre eliminare qualsiasi
tassa sulle giovani aziende di pochi
dipendenti. Va garantito alle giovani
coppie il sostegno necessario per
scegliere di avere un figlio, oggi non è
solo un problema economico ma anche
di gestione del tempo, servono in tal
senso nidi aziendali e part-time ben
retribuiti come avviene in Francia e
Austria. Un Governo che, non solo non
va in questa direzione, ma si manifesta
per la scelta nei ruoli chiave dei soliti
volti noti della decennale gerontocrazia
parlamentare, ci porterà al definitivo
tracollo. Serve aria fresca, non nei nomi
ma negli schemi, i partiti non sono in
6
La battaglia per l'articolo 18
Politica
24.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "A primo colpo d’occhio, la
questione dell’articolo 18 sembra una
questione di poco conto, su cui si sta
combattendo una battaglia del tutto
sproporzionata, forse per obiettivi
nascosti e ben diversi da quelli dichiarati.
Considerato che, la norma, che tutela i
lavoratori dipendenti da aziende private
con contratto a tempo indeterminato, si
applica alle unità produttive con più di 15
dipendenti (5 se agricole), quelle con
meno di 15 dipendenti (5 se agricole) se
l'azienda occupa nello stesso comune
più di 15 dipendenti o se l’azienda ha
complessivamente più di 60 dipendenti,
c’è da chiedersi quanto siano i lavoratori
interessati al mantenimento di questa
norma. Considerato che, di assunzioni a
tempo indeterminato, le aziende private
ormai ne fanno con il contagocce,
preferendo i ben più comodi contratti
atipici, a tempo determinato, a progetto
ecc, (come nell’azienda del papà di
Renzi, dove erano tutti lavoratori Co co
co, salvo, il figliolo Matteo che era l’unico
a tempo indeterminato… ma si capisce!),
considerato che siamo di fronte alla
precarizzazione di massa di una intera
generazione (i 20-45enni), e ci stiamo
avviando a precarizzare una seconda
generazione, considerato che le aziende
hanno
subito
un
processo
di
spezzettamento per cui è diventata una
fatica trovarne che eccedano i limiti
numerici fissati dalla norma, considerato,
infine, che siamo in presenza di indici di
disoccupazione massimi da mezzo
secolo, quanti volete che siano i
lavoratori a tempo indeterminato in
aziende con quei parametri? E tutti si
affannano a dimostrare che pochi
“privilegiati” non possono ostacolare la
via delle riforme compromettendo le sorti
del paese. Primo fra tutti a guidare il coro
è il Capo dello Stato che, nella sua
delicata sensibilità costituzionale che lo
vuole sereno arbitro super partes, mette i
piedi nel piatto e si pronuncia
esplicitamente per la tesi governativa,
invitando a farla finita con corporativismi
e conservatorismi e approvare la riforma
a tamburo battente. Scusate la
divagazione: ma come mai questo ex
dirigente di quello che fu il maggior
partito dei lavoratori italiani, trova che ad
essere corporativi siano i lavoratori e
solo loro? Lo avete mai sentito dare del
“corporativi”
o,
“conservatori”
ai
banchieri, che prendono i soldi della Ue,
per investirli in altri titoli finanziari.
continuando a negarli ad aziende e
famiglie? Ci sono i superpagati
dipendenti del Parlamento che stanno
facendo un casino d’inferno perché non
accettano una spuntatura delle loro
ricche retribuzioni, come, peraltro,
avevano fatti i manager di Stato, gli alti
magistrati ecc. qualche tempo fa:
Napolitano ha mai denunciato questi
privilegi e particolarismi? Possiamo dire
solo una cosa: Presidente si vergogni!
Tornando all’asse principale del nostro
ragionamento: ma se la garanzia
riguarda una percentuale tanto modesta
di lavoratori, quali risolutivi benefici
dovrebbero venire ai bilanci delle
aziende? E, più ancora, quale sarebbe la
ricaduta sull’economia generale del
paese? Ed allora perché prenderla così
calda? Questo non lo dice nessuno, ma
ci si limita, Renzi in testa, a sostenere
che in questo modo si equalizzano i diritti
e, poi, la “fluidificazione” del mercato del
lavoro porterà a nuove assunzioni di
giovani. Sull’equalizzazione dei diritti
dobbiamo dire che Renzi ha ragione,
solo che lui non vuole estendere i diritti
esistenti a quelli che non li hanno, ma
toglierli a quelli che li hanno. Geniale!
Quanto poi agli effetti benefici del circolo
virtuoso per cui a minori garanzie per i
lavoratori
corrisponderebbe
una
dinamizzazione del mercato, con nuove
assunzioni, ci limitiamo a dire che è la
stessa litania che sentiamo sin dal
“pacchetto Treu” (altro regalo del “centro
sinistra”) che liquidò una bella fetta delle
conquiste degli anni settanta: sul piano
occupazionale avete visto niente? A me
risulta che i giovani sono sempre più
precari, l’occupazione è in caduta libera,
i consumi hanno ristagnato a lungo
prima di crollare. Questa “riforma”
(almeno, la chiamassero per quello che
è: “controriforma”) servirà solo a
licenziare un po’ di lavoratori “garantiti”,
magari quelli sindacalmente più attivi,
per costituirli con altrettanti precari
sottopagati. I giovani continueranno ad
essere precari come sempre e senza
neppure il miraggio di una assunzione a
tempo indeterminato che, a questo
punto, non avrebbe più alcuna differenza
dall’attuale regime precario. Ma quello
che conta di più è il senso politico
generale dell’operazione: avviare una
nuova offensiva di ampia portata contro il
lavoro e le sue garanzie. Dopo verrà
l’attacco all’illicenziabilità della Pa,
l’ulteriore taglio dei salari, l’ulteriore
dequalificazione della forza lavoro e la
definitiva espulsione del sindacato alle
aziende. Tappe che vedremo succedersi
rapidamente, una volta ottenuta la
legittimazione di una vittoria sulla
questione dell’art. 18: quello che conta
qui, più che la questione in sé, è la sua
valenza simbolica. La Cgil oggi se ne
lamenta, e si può capire, ma in fondo
raccoglie quel che ha seminato: per tre
anni è stata complice assidua delle
sciagurate politiche rigoriste di Monti e di
Letta, poi ha servito Renzi con zelo
degno di miglior causa, sostenendolo
massicciamente anche nelle ultime
elezioni europee. Adesso riscuote il
prezzo dei suoi servigi: viene licenziata
come una colf, senza neanche i sette
giorni di preavviso e da un Presidente
del Consiglio che è anche il segretario
del partito che loro votano.
Ma lo
scontro che si sta profilando impone che
abbiamo tutti molta generosità, mettendo
da parte recriminazioni pur giuste, per
realizzare
la
massima
efficacia
dell’azione da cui non ci attendiamo solo
il ritiro di questa infame “riforma”, quanto
l’occasione per mandare definitivamente
a casa Renzi: con l’azione parlamentare
e con l’azione di piazza, con gli scioperi,
spingendo la minoranza Pd a trarre le
dovute conseguenze di quanto accade.
Renzi sta riuscendo dove non sono
7
riusciti Monti e Berlusconi, lui, segretario
del Pd, sta trattando la Cgil come uno
straccio per la polvere: compagni del Pd
cosa aspettate ad occupare le sedi e far
sentire la vostra voce? O siete diventati
tutti democristiani? Questo sarà uno
scontro generale che avrà conseguenze
che andranno molto oltre la questione in
sé, esattamente come si pensa di fare
dall’altra parte della barricata." Aldo
Giannuli
I soldi degli
europarlamentari
Tv sì, Tv no - parte 1: I talk
show no
Minipost
24.09.2014
Politica
24.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "I portavoce del MoVimento
5 Stelle eletti in Europa hanno deciso di
restituire ai cittadini italiani una parte del
loro
stipendio.
Gli
eurodeputati
devolveranno da 1000 euro mensili delle
loro indennità personali al sostegno di
iniziative e servizi che facilitino il
rapporto di cittadini e piccole medie
imprese con l'Unione Europea. Ciò nel
rispetto dei regolamenti del Parlamento
Europeo che prevedono che ogni altra
indennità (per spese generali o per
assistenza parlamentare) riconosciuta al
deputato e non integralmente utilizzata
per i fini per i quali viene stanziata debba
essere restituita esclusivamente al
Bilancio del Parlamento Europeo stesso.
Informazioni che siano state diffuse
omettendo o travisando quanto sopra
sono da ritenersi false e non
rappresentative
delle
volontà
dei
portavoce del MoVimento 5 Stelle in
Europa." I portavoce M5S al Parlamento
Europeo
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Prima parte di "Tv sì, Tv no"
di Alberto Airola. Domani la seconda
parte
"Vorrei fare una riflessione personale
anche alla luce della mia esperienza
professionale
nel
settore
dell'informazione e di quella da
parlamentare. Molti di voi si chiedono
come mai si sia deciso di non comparire
in Tv. In primis chiariamo: non andare in
Tv significa non andare nei talk show,
siamo invece (per quanto possibile)
presenti nei Tg. Il problema parte da due
domande: perchè ci sono così tanti talk
show in tv? E perchè siamo poco
presenti nei Tg? Alla prima domanda la
risposta è semplice: i talk sono tanti
perché questo sistema politico e
governativo si regge grazie alle
insignificanti chiacchiere che oramai
saturano l'etere televisivo senza mai
chiarire al cittadino i veri problemi da
affrontare e le soluzioni proposte. In
gergo si chiama "rumore": una miriade di
parole e a volte schiamazzi che si
sovrappongono, che non sono dibattito
politico ma show, finalizzato a creare
ancor più confusione sui temi e
scatenare un tifo da stadio tra i
"contendenti". Lo sapete anche voi, non
c'è bisogno che mi dilunghi. In genere a
questo punto mi si dice che è vero quello
che dico ma troppi Italiani guardano solo
la TV e quindi bisogna andarci lo stesso.
Capisco molto bene il problema e vi
prego di continuare a leggere. Anche gli
spazi di dialogo diciamo "più equilibrati"
non possono (per varie questioni di
share e tempi del mezzo televisivo)
approfondire
adeguatamente
le
problematiche del paese e quindi
restano sempre a un livello superficiale e
non bastano due slogan e quattro parole
per spiegare come affrontare questa crisi
economica, politica e culturale, allora
ecco che il TALK in realtà non serve a
informare, al limite sembra una forma di
intrattenimento (non a caso si parla di
infotainement un mix di informazione e
intrattenimento) dove si scatenano più
istinti che ragionamenti, con contenuti
superficiali e generici. Questi diventano
quindi luoghi della TV predisposti al tifo
come un'arena dove incanalare rabbia e
frustrazione del cittadino per poi
disinnescarle definitivamente. Andarci
significa dargli audience, forza e
collaborare alla disinformazione. Inoltre i
talk "meno peggio" li guardano coloro
che già conoscono il M5S e non si
raggiunge comunque chi non sa nulla di
noi, dovremmo andare da Giletti e dalla
D'Urso ma come si fa a parlare con tali
personaggi? Con Giletti che grida a
Carla Ruocco che dovevamo fare
8
l'accordo col PD? Ma come si permette
di sbroccare così? Lo dicesse alla
Moretti in spiaggia, e lasciasse il servizio
pubblico a chi lo sa fare. Oppure vedere
Fazio come uno zerbino mentre la
Boldrini ci da impunemente degli eversivi
e potenziali stupratori? Non va bene per
niente. Per farci vedere da chi non ci
conosce bisogna passare le giornate in
tv: la mattina fare un salto a Coffe Break
e non dimenticare Agorà, poi L'Aria che
Tira...al pomeriggio c'è il crogiuolo di
appuntamenti non proprio politici da La
Vita in Diretta a l'Arena di Giletti la
domenica..senza
dimenticare
l'Annunziata In ½ ora... Dopo aver
partecipato a 8e1/2 con la Gruber o da
Floris a Diciannoveequaranta la sera poi
il fenomeno esplode: DiMartedì/Ballarò,
La Gabbia, Servizio Pubblico, Vespa,
Matrix, Virus, Tg3 Linea notte (in genere
si ciancia fino all'una di notte) e via
così... Non basta andare in quei due o
tre talk, per contrastare veramente la
disinformazione bisogna fare i conti con
dodici ore di palinsesto per almeno 7
canali tv, si deve passare la vita
lavorativa in TV invece di provare a
bloccare in aula e in commissione al
Parlamento le porcate che producono le
larghe intese, è per questo che ci avete
eletto? O è per uniformarci agli altri
politici: vincere perché si ha la battuta
pronta anche se non si argomenta,
ubriacando di slogan gli Italiani? A me
sembra che si voglia vedere la squadra
M5S che fa goal quando una Picierno o
Bonafè qualsiasi sparano una cazzata.
Lo possiamo anche fare ma la cosa
finisce lì, non cambia né la politica né gli
Italiani." [continua...] Alberto Airola, M5S
Senato - Commissione di Vigilanza RAI
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TUTTE
LE
INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE:
#Italia5Stelle: Italia
#senzasprechi
Minipost
25.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Alla fine ce l’abbiamo fatta,
abbiamo fatto approvare la norma sugli
affitti
d’oro
e
abbiamo
tagliato
immediatamente e radicalmente gli
sprechi della politica. I partiti in questi
mesi hanno tentato in ogni modo di
ostacolarci, ma grazie soprattutto alla
vostra mobilitazione è diventata norma di
legge. E’ stata una battaglia dunque
vinta da tutti noi assieme, a beneficio di
tutti, perche lo Stato spende miliardi di
euro oggi in Italia per contratti onerosi
che servono solamente a lobby e
clientele dei partiti. Abbiamo dato
disdetta ai famosi Palazzi Marini, 32
milioni di euro risparmiati ogni anno, e
abbiamo dimostrato che si possono
tagliare gli sprechi, ma l’unico modo per
farlo è portare i cittadini nelle Istituzioni e
dare la disdetta alla Casta! Questo è
l’unico modo, e subito voi ci avete aiutato
facendo una mobilitazione incredibile e
portando mozioni nei Comuni. Da
Bolzano, dove si sono risparmiati in una
sola consiliatura 600 mila euro, a
Barletta, dove si spendevano 80 mila
euro l’anno di affitti e oggi li abbiamo
risparmiati,
a
Faenza,
Viterbo,
Pontedera, Trento, Viareggio, Scafati,
Taormina, Santa Maria Capua Vetere,
Tuscania. In tutti i Comuni della Puglia
avete portato delle mozioni, delle
richieste di disdetta degli affitti d’oro. Più
di 150 in pochissimi giorni. A tutti voi, a
tutti voi cittadini che avete detto “basta
alla solita politica” io voglio dire grazie,
grazie di cuore, perche questa è l’Italia a
5 Stelle." Riccardo Fraccaro, portavoce
M5S Camera
PS: Qual è la tua idea di #Italia5Stelle?
Come sarà il nostro Paese quando
saremo al governo? Scrivi il tuo spunto
nei commenti o carica il tuo video con
l'hashtag #Italia5Stelle su Youtube e
diffondilo su Twitter e Facebook. I video
saranno tutti visibili qui e i migliori
saranno pubblicati sul blog. Ci vediamo
al Circo Massimo! L'Italia non sarà più la
stessa. Trovi tutte le informazioni su
Italia 5 Stelle qui. Sostieni Italia 5 Stelle
con una donazione!
L'#articolo18 non si tocca
Informazione
25.09.2014
I Vallanzaska e la canzone
contro l'Expo
Politica
25.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Qui, qualcuno deve ancora
spiegare le ragioni per cui togliere diritti
ai
lavoratori
come
l'abolizione
dell'articolo 18 possa far ripartire
l'economia.
Senza
certezze
un
lavoratore investirà di meno, la banca gli
negherà un prestito. Qualcuno ci prende
per il culo parlando di "conservatorismi"
dopo che è stato mantenuto dagli italiani
a fare il "poitico" come deputato dal 1953
(Napolitano, ndr). Una riforma per
ricattare i lavoratori che possono essere
licenziati senza giusta causa. E perchè?
Perchè ce lo chiede l'Europa... ma
l'Europa, con rispetto parlando, può
andarsene a fanculo. I lavoratori si sono
guadagnati quei diritti minimi con
decenni di lotte e non li cederanno alla
massoneria o alle banche che hanno
distrutto intere economie con la
bancarotta della finanza del 2008.
L'equazione che vogliono far passare
questi pescecani è semplice: chiudere i
buchi della finanza internazionale con la
sottrazione dei diritti sociali. Trasformare
i lavoratori in schiavi. E per farlo, da noi
hanno messo lì un vecchio e un
bambino. L'articolo 18 non si tocca.
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TUTTE
LE
INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE:
9
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Un grazie ai Vallanzaska
che suoneranno al Circo Massimo per
Italia 5 Stelle. Nei prossimi giorni
pubblicheremo le adesioni di tutti gli
artisti
"Cosa
direbbe
Renato
Vallanzasca, il più famoso rapinatore
italiano di tutti i tempi, se potesse
commentare il giro d’affari e malaffari
che hanno acceso la cronaca giudiziaria
su Expo 2015? Il rischio che diventi
l’ennesima occasione per pochi di
diventare ancora più ricchi in maniera
illecita è dietro l’angolo, anzi, forse è già
realtà. Nel video del brano Expo 2015,
che i Vallanzaska hanno affidato al
regista milanese Alessandro Brunello.
Ha partecipato alla realizzazione del
brano lo stesso Renato Vallanzasca
(voce) che, sopra le righe come sempre,
dice la sua… perché lui di “lavoretti” se
ne intende. Lo storico gruppo italiano
Vallanzaska non si tira indietro nè
quando c’è da far ballare e divertire i
suoi fans nè tantomeno quando si tratta
di toccare con mano argomenti scomodi
molto, scomodi per i Palazzi della
Politica! L’hanno sempre fatto e guarda
un po’ che casualità: siamo nel 2009
quando i Vallanzaska scrivono un testo
che parla di Expo2015, pur non
sapendone molto. Eppure, sono passati
circa 5 anni e sapete tutti che sta
succedendo… Soffiata, premonizione o
semplice impegno politico di artisti
italiani che hanno ancora molto da dire?"
La Cosa Il testo della canzone: “Altro
che I lavoretti alla Vallanzasca” Milano
voti 65, Smirne voti 86, l’Expo va a
Sm….. Milano e suoi cantieri non si
ferman più, sistemano il salotto per le
auto blu Nel 2015 sai cosa c’è, preparan
l’arca di Noè Milano inondata dagli
espositori, la giunta è disponibile a
gestirne i tesori Milano ha un occasione,
Milano ha l’Expo che poi lo fanno a
Pero-Rho (e come no) Expo, Expo viva
l’Expo, una pioggia di milioni qualche
goccia io ne avrò Expo, Expo viva l’Expo
e le nuove linee del metrò di Pero/Rho
Expo, Expo viva l’Expo, di tutti quei
milioni chissà quanti ne farò Expo, Expo
in Italia e in Turchia, trionfo dell
economia Che cosa c’ha l’Italia piu della
Turchia, a parte corruzione, mafia e
pizzeria Che cosa c’ha Milano piu di
Smirne poi, cantatelo insieme a noi (e
come no) Expo, Expo viva l’Expo, una
pioggia di milioni qualche goccia io ne
avrò Expo, Expo viva l’Expo e le nuove
linee del metrò a Pero/Rho Expo, Expo
viva l’Expo, di tutti quei milioni chissà
quanti ne farò Expo, Expo in Italia e in
Turchia, trionfo dell economia" “Soldi a
palate, affari, business proprio…ma per
chi? Altro che i miei lavoretti.Queste si
che sono rapine con i contro cazzi…e ve
lo dice uno che se ne intende!” Expo,
Expo viva l’Expo, esposizione universale
con I padiglioni a Rho Expo, Expo viva
l’Expo spendendo un capitale in Metrò,
ma guarda un pò Expo, Expo viva
l’Expo, una pioggia di milioni che mi sa io
non vedrò Expo, Expo come farò? Per
averli mi candiderò…a Pero-Rho" “M’han
fregato il nome…il che è tutto dire,
fregare Vallanzasca, c’han messo una K
e m’hanno inchiappettato” Clicca sul
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TUTTE LE INFORMAZIONI SU ITALIA 5
STELLE:
Tv sì, Tv no - parte 2: I
telegiornali sì
Politica
25.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Seconda parte di "Tv sì, Tv
no" di Alberto Airola. Leggi la prima parte
"[...] Per i Telegiornali il discorso
cambia. Avete ragione: dobbiamo essere
più presenti. Ecco allora la seconda
domanda fatta all'inizio? Perchè è così
difficile passare nei TG? Perché
ovviamente sono lottizzati e i direttori
protetti dalla politica e ci tengono ai
margini dell'informazione...pur avendo la
presidenza della Vigilanza Rai, è una
battaglia molto molto dura. E' vero che
noi siamo contrari alla lottizzazione ma
ciò non significa che il servizio pubblico
non
sia
obbligato
a
liberare
dall'occupazione di altre forze politiche
degli spazi informativi che sarebbero per
legge destinati a noi e gestirli in modo
autenticamente
indipendente
dalla
Politica, come la famosa BBC che citano
in continuazione. In questi mesi di
riforma della Rai sarà la nostra battaglia
per ottenere proprio questa liberazione e
ristrutturazione del servizio pubblico di
informazione (o almeno di una rilevante
parte di esso). In un anno e mezzo di
Vigilanza siamo riusciti a fare molte cose
anche se si percepiscono poco. Siamo
riusciti a denunciare le sovraesposizioni
di Renzi e delle larghe intese, siamo
riusciti ad aumentare di almeno il 10% la
presenza nei tg del M5S e Agcom,
anche se vigliaccamente non ha punito
le reti Rai, ha comunque riconosciuto le
gravi violazioni su Renzi e i partiti
governativi di regime. Su questo non
molleremo la presa, e ripeto i vari Orfeo,
Masi, Berlinguer, dovranno andarsene (e
vedrete che succederà se non per merito
nostro per la guerra interna scatenata da
Gubitosi che vorrà tenere solo la
Maggioni, non è un caso che Orfeo e
Berlinguer in questi giorni protestino
contro la mancanza di pluralismo in
Rai...che facce di bronzo). Infine non
basta fare dichiarazioni in Tv, servono
anche giornalisti indipendenti: se io
compaio e dico che la disoccupazione
sale e dopo di me un bamboccetto come
il piddino Speranza dice che la
disoccupazione scende, serve un
giornalista preparato e autonomo che
dica chi sta mentendo dei due e non un
servo che celebri la preparazione del
pupazzo Speranza... è anche questo il
motivo per cui nei Talk non si capisce
mai chi ha ragione. Se i TG dicessero la
verità agli Italiani, già basterebbe per far
capire quanto il M5S lavori nell'interesse
del paese, senza bisogno dei talk che
finalmente dopo anni di saturazione TV,
stanno
perdendo
audience
pesantemente. Ho sentito minacciare
che se non andiamo nei talk arriveremo
al 10%. Ma come? Abbiamo preso il
10
25% senza andarci? E abbiamo
diminuito i voti quando ci siamo andati!
Per piacere siate realistici.
La
rivoluzione inizierà per davvero quando
chi vede solo la tv, la spegnerà, si alzerà
dal divano e parteciperà attivamente alla
vita politica. Ci serve una vera
rivoluzione
culturale.
Noi
stiamo
andando nelle università, dai lavoratori,
nelle scuole, dalle associazioni, tra i
comitati, bisogna coinvolgere la gente e
non cantarle la ninna nanna dalla TV.
Credetemi, la TV genera passività e non
basta andarci per cambiare il paese
soprattutto se praticamente tutti i media
sono in mano ai partiti delle larghe
intese: saremo sempre armati di bastoni
a combattere contro le armi atomiche
con giornalisti e conduttori strapagati per
disinformare e spargere letame su di noi.
Sarà il primo grande passo perché chi
non vuole cambiare, chi crede alla
Picierno, alla Boschi, a Salvini, alla
Santanchè non cambierà idea solo
vedendoci in TV a fianco a loro, o la
cambierà per il tempo di permanenza in
Tv, salvo poi dimenticare tutto alla prima
battuta di un presenzialista usuale del
Pd, della Lega o di FI... molti Italiani
hanno una memoria cortissima e
attraverso i media sono già riusciti a farci
dimenticare che sono stati al governo
con Berlusconi , che fanno le riforme
della Costituzione insieme a Verdini
mentre stanno al Governo con Alfano,
Giovanardi e Schifani. E tutto questo pur
essendo noi stati in tv durante tutta la
campagna per le europee a ricordarlo e
a parlare dei nostri programmi e delle
nostre proposte. Bisogna rompergli il
giochino e per farlo abbiamo bisogno di
voi. Spegnetela o usatela come monitor.
PS: a chi propone una TV a 5 Stelle
dico che non abbiamo né l'intenzione né
le risorse. Un media come la TV è
moribondo e impiegarci immani energie
oggi, è uno sforzo assurdo. Ce la
guarderemmo tra noi e oramai siamo in
un contesto con dei giganti come
Mediaset, la Rai, La7, con miliardi di di
risorse investite. Impossibile (e inutile)
competere. Se volete fare una TV libera
potete farlo, non sarò certo io a
impedirvelo ma consiglio a tutti di
impiegare le vostre forze in qualcosa di
nuovo, proiettato al futuro e veramente
rivoluzionario. Grazie. Spero ci riflettiate
sopra seriamente." Alberto Airola, M5S
Senato, Commissione Vigilanza RAI
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LE
INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE:
#Italia5Stelle: Italia
#ecosostenibile
Minipost
26.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Un altro nostro successo è
stato la legge Micillo. La Legge Micillo
sui delitti ambientali è passata alla
Camera, e adesso è al Senato, un
importante passaggio di testimone, una
vera pietra miliare di civiltà. Perché si
introducono quattro fattispecie di reati
nel Codice Penale, ossia quelli che fino a
ieri erano dei reati amministrativi
diventano finalmente dei delitti. E questo
è un importante strumento nella mani
della Magistratura, perché si allungano i
tempi di prescrizione e finalmente chi ha
inquinato paga e chi ha fatto degli illeciti
potrà finalmente essere incarcerato. Noi
su questo abbiamo una grande sfida,
perché sarà importantissimo portare
all’approvazione anche al Senato questa
legge. Noi vi aspettiamo il 10, 11 e 12
ottobre al Circo Massimo, e vi chiediamo
un piccolo contributo perché come
sapete noi non prendiamo contributi
elettorali, e quindi abbiamo bisogno del
contributo di tutti quanti voi, grazie!"
Stefano Vignaroli e Paola Nugnes, M5S
Parlamento
PS: Qual è la tua idea di #Italia5Stelle?
Come sarà il nostro Paese quando
saremo al governo? Scrivi il tuo spunto
nei commenti o carica il tuo video con
l'hashtag #Italia5Stelle su Youtube e
diffondilo su Twitter e Facebook. I video
saranno tutti visibili qui e i migliori
saranno pubblicati sul blog. Ci vediamo
al Circo Massimo! L'Italia non sarà più la
stessa. Trovi tutte le informazioni su
Italia 5 Stelle qui. Sostieni Italia 5 Stelle
con una donazione!
Ben Hur Grillo - video
messaggio dal Circo
Massimo per #Italia5Stelle
MoVimento
26.09.2014
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{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); Clicca qui per vedere il
video con i sottotitoli sul canale Youtube
di Beppe Grillo "Romolo e Remo, Numa
Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio. Qui
le gare, le gare di bighe! Anco Marzio,
Tarquinio il Superbo. 250.000 persone
arrivavano al Circo Massimo da tutto il
mondo conosciuto per vedere le grandi
bighe. Tarquinio! Dove sei Tarquinio?
Qui c'erano commerci, c'erano incontri,
gente che si trovava e faceva incontri.
Quello che vorremmo fare noi:
incontrare le popolazioni del mondo.
Venite qui a chiedere a noi e ai
parlamentari! Potrete chiedere quello
che volete! Sarà un grande raduno cari
signori,
un grande raduno.
Vi
aspettiamo il 10, 11 e 12 ottobre al Circo
Massimo, Roma, per Italia 5 Stelle!"
Beppe Grillo Clicca sul banner per fare
la tua donazione!
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INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE:
11
I soldi degli
europarlamentari del M5S
MoVimento
26.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Per fare chiarezza circa i
compensi degli Eurodeputati, alleghiamo
breve scheda sintetica. Ogni portavoce
in Parlamento europeo del M5S riceve
mensilmente: 1) Indennità parlamentare
Dal 2009 il Parlamento Europeo (PE) ha
deciso di uniformare questa indennità
alla media europea per tutti i MEP
(Member of the Europen Parliament). Gli
europarlamentari del M5S percepiscono
6200 €/mese NETTI; da impegno
sottoscritto all'atto della candidatura
1000 €/mese NETTI dovrebbero essere
destinati allo staff comunicazione per
acquisto di materiale funzionale al loro
lavoro. A seguito di confronto con i
funzionari della DG Finanza, è emerso
che i MEP non possono effettuare
donazioni con cadenza mensile regolare
nei confronti della medesima società.
Per far fronte, così come previsto, alle
spese necessarie al funzionamento dello
staff comunicazione, è stata destinata
quindi quota parte dei fondi del gruppo
(Fondi 400). Ad ogni modo, per far
fronte
all'impegno
sottoscritto,
i
portavoce europei del M5S intendono
comunque destinare almeno 1000
euro/mese netti per finalità da valutare a
seguito di risposta scritta da parte della
DG finanza e degli uffici legali del PE,
già interpellati.
2)Indennità di
soggiorno Si tratta di una indennità di
soggiorno di 304 €/presenza, che viene
erogata esclusivamente quando il MEP è
presente
ad
attività
istituzionali
riconosciute ed ufficiali (non viene
erogata per parte di luglio, agosto,
dicembre, gennaio, i fine settimana
-indipendentemente dal fatto che il MEP
sia comunque al lavoro in parlamento o
sul teritorio- e durante le cosiddette
settimane verdi, circa una settimana al
mese). Non tiene inoltre conto del fatto
che il MEP ha doppie spese di soggiorno
durante le attività di plenaria a
Strasburgo
(hotel
Strasburgo+casa
Bruxelles). Come tutte le indennità
forfettarie,
e’
destinata
ESCLUSIVAMENTE alle finalità per cui
e’ prevista: ogni utilizzo differente è
formalmente e severamente vietato dal
regolamento e soggetto alla ripetizione
dell’indebito nei confronti del MEP.
L’eventuale eccedenza può essere
restituita al PE.
3) Indennità di
assistenza parlamentare: Ogni MEP ha
a disposizione una cifra per i
collaboratori che non rientra nelle
disponibilità dirette del MEP ma viene
gestita direttamente dal Parlamento
Europeo
ESCLUSIVAMENTE
a
remunerazione
di
collaboratori
regolarmente
assunti
secondo
le
normative del PE o dello Stato membro.
L'importo mensile massimo utilizzabile
per stipulare questi contratti è di 21.209
€/mese.
Eventuali
eccedenze
accumulate durante l'anno solare e non
utilizzate restano nelle casse del PE. 4)
Indennità
per
spese
generali
I
parlamentari
europei
ricevono
mensilmente un'indennità forfettaria pari
a 4.299 € destinati SOLO ED
ESCLUSIVAMENTE alle spese legate
all'esercizio del mandato (ad esempio
spese di cancelleria degli uffici di
Bruxelles e Strasburgo e in Italia, spese
per affitto di uffici locali, spese di
comunicazione, software, hardware,
ecc). L'utilizzo di questi fondi è vincolato
al regolamento del PE e a tal proposito
viene tenuto un conto corrente separato
e dedicato che è soggetto al controllo
degli organi preposti del Parlamento
Europeo. L'eventuale residuo potrà
essere restituito esclusivamente al PE al
termine del mandato. Ogni altro utilizzo
(es. spese personali del deputato) è
FORMALMENTE e SEVERAMENTE
vietato dallo Statuto del PE e soggetto
alla ripetizione dell’indebito nei confronti
del MEP. 5) Fondi 400 Si tratta di fondi
destinati alla promozione dell'attività
politica del gruppo parlamentare europeo
EFDD, che rientrano nella esclusiva
disponibilità del gruppo politico EFDD e
non gestiti dai singoli MEP che possono
solo richiederne l’utilizzo per i fini previsti
nel
regolamento
del
Parlamento
Europeo, rispettando la procedura
interna del PE e certificata da sistema di
auditing. I portavoce europei del M5S
stanno valutando, insieme alle altre
delegazioni del gruppo e ai funzionari, le
modalità per utilizzare i suddetti fondi
per eventi e attività di promozione
dell'attività politica europea sul territorio,
sempre nel rispetto dei vincoli imposti dal
PE.
6) Partito politico Europeo e
Fondazione Europea Tutte le delegazioni
parlamentari hanno dei fondi a
disposizione per costituire dei partiti
politici europei e delle fondazioni
europee, la somma prevista per le
delegazioni facenti parte del gruppo
EFDD ammonta a circa 3 milioni di euro.
La delegazione del MoVimento 5 Stelle
HA RINUNCIATO TOTALMENTE alla
possibilità di usufruire di questi fondi.
Quanto sopra è verificabile consultando
il sito del PE. A corredo di quanto sopra
si sottolinea che: - Il regolamento del
Parlamento Europeo è molto severo e
prevede responsabilità personali di ogni
singolo MEP in relazione all'uso delle
indennità (anche personali) e dei fondi
citati. I portavoce M5S hanno richiesto e
sollecitato i funzionari del Parlamento
circa le modalità di impiego lecito di
queste risorse per evitare di incorrere in
sanzioni ed illeciti. Ogni destinazione
differente delle indennità dovrà, come
forma di tutela del MEP,
essere
preventivamente autorizzata dal PE in
forma scritta." I portavoce del M5S al
Parlamento Europeo Clicca sul banner
per fare la tua donazione!
TUTTE LE
INFORMAZIONI SU ITALIA 5 STELLE:
Vogliamo un Presidente
trasparente
Politica
27.09.2014
googletag.cmd.push(function()
{
googletag.display('div-gpt-ad-137223905
2320-0'); }); "Napolitano, perché non
testimoni in pubblico sulla trattativa Stato
- Mafia? Napolitano deve dire quello che
sa sugli "indicibili accordi" fra lo Stato e
la mafia. Lo ha deciso la Corte d'assise
di Palermo dimostrando che tutti i
cittadini sono uguali di fronte alla
giustizia.
Ma
il
Sig.
Napolitano
testimonierà in privato nella sala ovattata
del Quirinale. Perché non lo fa
pubblicamente? Il numero 1 dei cittadini
dovrebbe dare l'esempio per primo. Sig.
Napolitano, fra Stato e mafia chi vuole
orecchie tappate e bocche cucite non
dovrebbe essere lo Stato. Il testimone
eccellente teme il modo sprezzante in
cui potrebbe essere trattato, domande
inquisitorie e magari... che compaia "il
capo
dei
capi"
Totò
Riina
in
videoconferenza. Se il boss mafioso
(Riina)
volesse,
la
legge
glielo
consentirebbe dato che è "imputato
interessato all'esame". Tutti i cittadini
italiani, in quanto vittime di questo
accordo, sono interessati all'esame e
devono sapere! Non vogliamo altri
segreti di Stato, non accettiamo più
situazioni dallo "stantio odore di
massoneria". Sig. Napolitano si prenda
le
sue
responsabilità
e
parli
pubblicamente!" Nicola Morra
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