Gazzettino 31-07-2010

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> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
ANNO XXX • N. 28 • GIARRE, SABATO 31 LUGLIO 2010 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
Questa è civiltà?
Via delle Zagare, a Macchia di Giarre, resta abbandonata a fronte del
proliferare di rifiuti ingombranti abbandonati, tra cui il cancerogeno eternit.
Ed i residenti si rivolgono all’Autorità Giudiziaria
P
arlare di civiltà, raccontare il rispetto, prima di
tutto, verso i cittadini e
poi, non meno importante, per l’ambiente,
per la salute, soprattutto. I residenti di via delle Zagare, a
Macchia di Giarre, vorrebbero poter
fare tutto questo ma, da tanto tempo,
gli è stata negata questa facoltà. Da
chi? Prima di tutto, dagli incivili, dai
barbari dell’era moderna, dagli “animali da porcile” (scusandoci con
questi ultimi per l’irriguardoso, nei
loro confronti, paragone…) a due
gambe. E poi, in ordine di incapacità
e disinteresse, dall’Amministrazione
comunale, dall’Aimeri, che gestisce
il servizio di raccolta rifiuti, dai politicanti di infimo ordine che, bravi ad
apparire e lanciare proclami, sono totalmente incapaci di agire nel concreto. Offensivi? Speriamo di esserlo
davvero, se tutto ciò può servire a risolvere il problema.
Problema che, come testimoniano le immagini, è davvero grave. La
zona di via delle Zagare trasformata
in discarica abusiva non è problema
nuovo. Ma neppure nuova è l’esaspe-
razione dei residenti, abbandonati
dalle Istituzioni e da chi dovrebbe
provvedere a ripulire questa zona. Al
classico, ed assolutamente indecente,
spettacolo di rifiuti ingombranti di
ogni tipo, di recente si è aggiunto il
pericolo derivante dalle lastre di eternit, materiale riconosciuto come cancerogeno. La sua pericolosità è accresciuta dal forte caldo, che ne accelera
il disfacimento e la formazione delle
pericolose polveri volatili. Se non è
indecente il rischio cui viene sottoposta la salute dei cittadini, diteci voi,
cari lettori, cosa lo è?
Senza dimenticare la solerzia
dell’Amministrazione comunale a
chiedere il pagamento della Tarsu, a
fronte della totale assenza del servi-
> Quali “ricette” per il Sud?
Svimez, Anci e Cgil al “capezzale” di un
territorio che, in vent’anni, è stato
abbandonato da 2,4 milioni di abitanti
> a pag. 6
zio che questi fondi
devono garantire.
A fronte di questa insostenibile situazione i residenti
di via delle Zagare
si sono costituiti in
Comitato. Ed hanno
denunciato alle autorità la situazione.
Una situazione che
li ha visti costretti
ad “arrangiarsi”, se
possiamo dire così,
davanti alla totale assenza di Amministrazione comunale ed Aimeri.
Hanno provveduto ad acquistare i
contenitori per i rifiuti, pensano a potare e togliere le erbacce che invadono la carreggiata, cercano di mantenere il decoro della zona dove vivono. Manca soltanto che provvedano,
a loro spese, a far rimuovere i mucchi
di rifiuti abbandonati ai margini della
strada e nei greti vicini.
Restiamo senza parole davanti a
questa indecenza, ma ci auguriamo
che sia l’Autorità Giudiziaria ad intervenire seriamente. Perché, mai come stavolta, chi ha omesso o non ha
provveduto a svolgere i compiti a cui
è delegato, deve pagare.
Corrado Petralia
Documenti
COMITATO RESIDENTI IN VIA DELLE ZAGARE
MACCHIA DI GIARRE (CT)
A S.E. il Prefetto di Catania
Al Sig. Sindaco del Comune di Giarre
Al Sig. Direttore Unità Operativa Igiene Pubblica – Giarre
Il presente Comitato nasce dalla necessità di denunciare lo
stato di degrado e di abbandono di via delle Zagare della frazione di Macchia di Giarre (CT). Ormai da anni, la suddetta arteria periferica, è stata trasformata, dall’inciviltà di alcuni cittadini e dalla superficialità degli organi addetti alla vigilanza ed alla
manutenzione, in una vera e propria discarica a cielo aperto.
Ai margini della carreggiata si accumulano, giorno dopo
giorno, rifiuti di ogni tipo. Sacchetti di immondizia, plastiche di
vario genere, copertoni, materiali di risulta, elettrodomestici in
disuso e, non ultimi, pezzi di eternit (noto materiale cancerogeno). I cattivi odori e la presenza di grossi ratti ed altri animali
randagi espongono gli abitanti della zona (tra cui bambini) ad
un sempre maggiore rischio di contrarre infezioni.
Inoltre, la raccolta dei rifiuti indifferenziati e differenziati non
sempre avviene regolarmente e, quando avviene, spesso è incompleta. Le famiglie residenti hanno dovuto acquistare a proprie spese i contenitori per l’immondizia poiché, gli addetti ai lavori, non hanno mai provveduto a mettere cassonetti o altro.
Scerbatura e spazzamento della strada non vengono effettuati
da anni. I cittadini residenti, per evitare il restringimento della
carreggiata dovuto alla crescita di cespugli e piccoli arbusti,
provvedono con propri mezzi e a proprie spese a ripulire tratti
di strada. Residenti che pagano regolarmente la T.A.R.S.U.
Una situazione di DEGRADO e di ABBANDONO ormai insostenibile. La presenza di eternit non è assolutamente tollerabile e si chiede l’immediata bonifica dell’area e l’installazione di
videocamere per prevenire e contrastare lo scarico e l’abbandono di rifiuti.
Distinti saluti.
Seguono firme dei residenti
Finalmente in ferie!
Ma non vi preoccupate.
Ci stiamo già preparando
al rientro in edicola,
il prossimo 18 settembre.
> Alcantara: S.S. 185 ad alto rischio
Franco Camardi, presidente di “Italia Nostra”,
denuncia i mancati interventi delle Istituzioni
per metterla in sicurezza
> a pag. 7
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N. 2 8 • s aba to 31 luglio 2010
giarre
di Giarre
Sarà davvero la volta buona?
Dopo un vuoto dirigenziale che ha lasciato il segno, la Confcommercio
di Giarre parte con un nuovo direttivo ed un chiaro programma per il futuro
G
iarre città del commercio, recita un
vecchio slogan. Ma
molti sanno che
Giarre, proprio con
il commercio, ha
sempre vissuto, soprattutto negli ultimi anni, un rapporto di forte distacco
e, in molte occasioni, anche fortemente conflittuale. Una conflittualità che è
stata creata anche dal vuoto istituzionale che ha fatto registrare, in questi
ultimi due anni, la Confcommercio di
Giarre, mancante di un proprio direttivo.
“Di questo vuoto – ha dichiarato
Armando Castorina –, i primi ad accorgersene, oltre agli operatori stessi,
sono state le Istituzioni, ai quali è
mancato quel soggetto sociale, uno
dei più importanti della città, che negli anni ha dato il suo contributo non
solo per le problematiche afferenti le
attività produttive ma anche per le altre problematiche sociali. Non avendo
la pressione politica di un soggetto
come la nostra associazione anche le
Istituzioni, secondo me, hanno di molto rallentato il loro impegno nei confronti della categoria. Abbiamo ritenuto che questo stato di cose, doveva
risolversi al più presto, ma come si è
visto non è stato facile trovare la disponibilità di operatori che, gratuitamente, potessero mettere a disposizione del bene comune il loro impegno,
le loro energie. I motivi della mancata
disponibilità degli operatori stessi ad
impegnarsi credo siano legati alle
problematiche e all’atmosfera che re-
gnano, oggi, attorno alle attività commerciali e produttive in genere”.
Fattori come la crisi finanziaria
(globalizzazione, grande distribuzione, calo dei consumi), la mancanza di
protezione dalle istituzioni (Comuni,
Provincie, Regione, Stato), i rapporti
Fisco-credito-burocrazia, la mancanza di protezione anche dalle associazioni; la disillusione e rassegnazione,
che si sono tradotte in un atteggiamento diffuso, legato al pensiero “non
credere che possa cambiare qualcosa”. Fattori che hanno frenato sia la ripresa del comparto commerciale cittadino, sia le possibilità di confronto
con l’Amministrazione comunale, soprattutto in tutti quegli ambiti dove il
parere degli operatori commerciali è
fondamentale (viabilità, gestione dei
parcheggi, isola pedonale, incentivi
economici, per ricordarne alcuni). In
questi giorni, però, il vuoto istituzionale in Confcommercio a Giarre, si è
finalmente colmato. Infatti, è stato
eletto il nuovo Direttivo, formato da
Gaetano Bonanno, Salvatore Cantarella, Carmelo Crisafulli, Gaetano Finocchiaro, Andrea Parisi, Giuseppe
Patané, Veronica Verderame, Alfina
Torrisi e, al suo interno, è stato designato presidente Armando Castorina.
Una scelta che vuole anche segnare il
punto di svolta rispetto al passato, così come ha evidenziato lo stesso neopresidente: «Pur comprendendo che
lo stato di cose prima evidenziato
sembrano di impossibile soluzione, di
una cosa siamo convinti e sicuri: se
esiste una possibilità di intraprendere
un percorso di uscita, questo non potrebbe mai accadere se si rimane da
soli. Con questo spirito, lavorando
negli ultimi mesi attorno all’associazione, è maturata in noi la decisione
di scommetterci. Abbiamo fatto una
scelta, se si può dire, strategica, puntando su una formazione giovane con
competenze ed esperienze imprenditoriali diverse, che si rivolge a tutti,
sente l’obbligo di privilegiare la classe imprenditoriale del futuro, senza
dimenticare la storia e l’esperienza di
chi ci ha preceduto. Partiamo con la
consapevolezza che il percorso davanti a noi è molto difficile. È da stupidi non vedere che i tre punti sopra
citati sono una drammatica realtà;
non vogliamo accettarla con la rassegnazione, ma tentare una reazione
che è di un’altrettanta drammatica
urgenza. Per quanto riguarda il nostro impegno a livello locale, partiamo con l’umiltà di cominciare a fare
dei piccoli passi che speriamo siano
strategici per impegni più ambiziosi
futuri. Questi passi sono rivolti nei
confronti degli operatori stessi; nei
confronti dell’Amministrazione Comunale; nei confronti della città».
Una sfida che si annuncia difficile, soprattutto per la situazione che si
è venuta a creare con due anni di assenza di valide proposte ed interlocutori in grado di promuovere a tutti i livelli le legittime aspettative degli operatori commerciali della città e del territorio che vi fa riferimento.
Elisa Torrisi
Arrivano bellezza e divertimento
Presentata la 9ª edizione
della rassegna balneare
regionale
“Lidi in passerella”,
con tre serate annunciate
allegre e frizzanti
T
orna puntuale, come ogni estate, la rassegna
balneare regionale “Lidi in passerella”, giunta quest’anno alla 9ª edizione, ideata e organizzata, come sempre, dal cav. Michele Maccarrone. La manifestazione è stata presentata ieri mattina,
venerdì, nel corso di una conferenza stampa svoltasi
nei locali di un ristorante di Fondachello. “Lidi in
passerella”, quest’anno si articolerà in tre serate: si
comincia mercoledì 4 agosto alle ore 21, in piazza
San Pietro a Riposto. La serata, condotta da Diego
Caltabiano e da Michela Monaco, vedrà sfilare una
ventina di ragazze provenienti dagli stabilimenti
balneari della Sicilia orientale e, in particolare, da
Messina, Catania, Fondachello, Acicastello, Acitrezza e San Marco. La giuria, presieduta dal Sindaco di Riposto, dott. Carmelo Spitaleri, sarà composta da artisti, fotomodelle, da ufficiali della Guar-
dia Costiera di Riposto ed imprenditori. Saranno
sette le ragazze che verranno selezionate e che accederanno alla finalissima; tra queste sarà eletta reginetta della serata “Miss Coserall di Roberto Greco”.
Durante la serata si esibirà il gruppo dance “Giovanni Virgitto” di Riposto, il complesso musicale
“Radiofonda” e l’esilarante cabarettista Carlo Caneba. Sarà altresì consegnata una targa d’argento alla
regista teatrale Francesca Le Mura Carbonaro. A
Palermo si terrà un’altra selezione regionale per i lidi della Sicilia occidentale, durante la quale sarà
eletta “Miss Mediterranea costruzioni Spa”.
La seconda serata della manifestazione si terrà a
Fondachello di Mascali, venerdì 13 agosto alle ore
21. Conduttori saranno Maurizio Caruso e Alice
Consoli, nota co-conduttrice del programma “Insieme” d Antenna Sicilia. Nel corso della serata saranno elette tre Miss: “Miss Andò Ceramiche”, “Miss
Oromodel di Giovanni Grasso” e “Miss Ciack abbigliamento moda Mascali”. Prevista l’esibizione del
duo “Angelo e Federica Zappulla”, del gruppo di
ballo “Queen danza”, del sassofonista Jill Ferretti,
della cantante Sarah Ricca e del cantastorie Luigi Di
Pino. La giuria, presieduta dal Sindaco di Mascali,
dott. Filippo Monforte, sarà composta dal vice-sindaco di Bronte, dott.Carmelo Salvia, dal comandante del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Ripo-
sto, Nello Strano, da artisti, fotomodelle e imprenditori.
La finalissima di “Lidi in Passerella” si terrà sabato 21 agosto, alle ore 21, nel parco Giardino di
Macchia di Giarre. La serata sarà condotta da Michele e Ilenia Maccarrone, quest’ultima reduce dalle riprese della nuova serie del “Commissario Montalbano” che andrà in onda il prossimo autunno su
Rai Uno.
Durante la serata si esibirà il cantante Corrado
Damiani di Radio Corriere Tv, la danzatrice orientale Hunadaida, l’imitatore Antonello Musumeci e
il gruppo di ballo “Arte in Movimento” di Alfio
Rao. La giuria, presieduta dal Sindaco di Giarre, Teresa Sodano, sarà composta da rappresentanti della
Marina Militare, della Guardia di Finanza, del Comando Compagnia dei Carabinieri, da autorità politiche, artisti e imprenditori. Saranno elette “Miss Lidi in passerella 2010”, cui andrà in premio un cicloscooter Garelli 125 offerto da Lo Giudice Motors di
Carrabba di Mascali, “Miss Regione Siciliana”,
“Miss Gioielli Miluna Prezioni srl”, “Miss Parah
Sportivo”, “Miss Amante Extra Marmi” e “Miss
Radio Universal”.
G.D.G.
L’ENI perfora la Campagna Ragusana
A
pprendiamo dalla stampa locale che, a sua volta rileva
dalla stampa straniera, e per
l’esattezza dall’autorevole quotidiano
inglese The Independent, l’apertura
dell’impianto di trivellazione ENI in
contrada Cammarata.
Descrivere la bellezza della zona
significherebbe perdersi nei meandri
di una cascata di meraviglie naturalistiche e paesaggistiche. Questo è il
Val di Noto, un’area rurale della Sicilia sud-orientale.
Il Val di Noto è anche famoso per
essere la zona in cui sono ambientate
le avventure dall’ispettore Montalbano, il protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri, lo scrittore Siciliano al
momento più conosciuto nel mondo.
E proprio Andrea Camilleri ha dichiarato a The Independent : “Se i siciliani non vogliono che le trivelle distruggano la bellezza della loro regio-
ne, devono semplicemente scegliere
degli amministratori che abbiano a
cuore la bellezza della loro terra.”
Siamo alle solite! sarebbe opportuno che i Siciliani ascoltassero con
profonda analisi la suddetta affermazione di Camilleri.
Il problema di quanto sopra non è
circoscritto alla questione in oggetto
bensì ad una gestione coloniale dei
poteri politici italiani nella Terra di
Sicilia: lo sfruttamento del territorio
siciliano che da decenni viene avallato dagli Amministratori di turno,
svendendo l’Isola ed il Popolo Siciliano per cosa? Quali benefici?
Fino ad oggi i vantaggi che il Popolo Siciliano ne ha tratto sono: inquinamento ambientale, deturpazione
territoriale, saccheggio delle risorse
del sottosuolo.
Quante parole spese durante le
campagne elettorali citando “l’orgo-
glio Siciliano”, “la difesa del territorio”, ed poi giunti sono al potere cosa
fanno?
Troppi interrogativi senza risposte!
«Un territorio che reca su di sé le
tracce di un passato millenario – sottolinea Salvo Musumeci, Presidente
Nazionale del M. I. S. –, gli insediamenti archeologici, l’ubertosità delle
campagne caratterizzata dalla presenza di carrubi, mandorli, ulivi e viti.
Non si può permettere che questo patrimonio subisca alterazioni di degrado irreversibili».
Il Movimento per l’Indipendenza
della Sicilia ritiene responsabili di
questo ennesimo scempio la Deputazione Siciliana, senza distinzione di
appartenenza, per non essere intervenuta nell’immediatezza per evitare il
suddetto sfregio alla straordinaria
campagna ragusana ed al Popolo di
questa provincia e di tutta la Sicilia.
Il M.I.S., altresì, chiede alla Presidenza della Regione Siciliana nella figura del Presidente Raffaele Lombardo, affinché si attivi per fare smantellare le trivelle “senza se e senza ma.”
Il Movimento Indipendentista invita tutti i politici locali a condividere
questa battaglia in difesa dei ragusani.
Popolo Siciliano mandiamo a casa i
falsi profeti!!!
Giuseppe Musumeci
Agosto, dire no
alla solitudine…
Anche l’estate 2010, per i soggetti maggiormente a rischio
solitudine, sarà una stagione meno difficile da superare. Al palazzo di Città, infatti, è stato siglato, per il quarto anno consecutivo, il protocollo d’intesa tra l’assessorato comunale ai Servizi
sociali e l’associazione “Insieme persone”, a sostegno del progetto denominato “Agosto sulle ali delle solidarietà”. L’importante progetto di solidarietà è stato illustrato alla stampa dall’assessore ai Servizi sociali, Giovanni Finocchiaro, assieme al presidente dell’associazione “Insieme persone”, Angelo D’Anna. I
due rappresentanti dei soggetti partner hanno spiegato che il
progetto “consiste in un servizio di prossimità in favore di persone anziane sole, di famiglie con gravi handicap permanenti o in
situazioni di difficoltà temporanee. Il servizio offerto si svilupperà partendo dalla raccolta di esigenze tramite il numero telefonico 095-7610728 (gestito dal Centro “Servire per Crescere”, ndr), che sarà operativo tutti i giorni”. Le richieste potranno
riguardare l’acquisto di generi alimentari, il ritiro di ricette mediche, medicinali e certificati anagrafici ed altre piccole necessità
similari.
Il presidente dell’associazione, D’Anna, ha illustrato le linee
guida principali del progetto, forte della riuscita nelle tre precedenti estati: «Il servizio sarà totalmente gratuito e sarà svolto da
una cinquantina di volontari che presiederanno, a turno, le attività per tutto il periodo estivo. I volontari saranno muniti di un
tesserino e porteranno con sé un idoneo documento di riconoscimento, ed il fruitore del servizio sarà telefonicamente preavvertito del nominativo del volontario che si recherà al suo domicilio».
Come già dimostrato ampiamente in passato, con questo
progetto «si tutelano le fasce deboli del territorio e in particolare
gli anziani non autosufficienti, o quelli che vivono in solitudine
che necessitano di servizi minimi, anche la semplice compagnia», ha dichiarato l’assessore ai Servizi sociali, Giovanni Finocchiaro, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa.
Enrica Assunta Sorbello
Leggo dolcemente
una preghiera
Dalla mia terrazza,
prima di andare a dormire,
guardo sempre il cielo…
Anche se c’è il buio
la luce è dentro di me.
Un leggero vento mi trascina
nei miei pensieri,
che sono rivolti a te,
che mi dai la forza di vivere.
Per fuggire dal silenzio…
leggo dolcemente una preghiera.
Vito Cutuli
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di Giarre
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attualità
di Giarre
N. 2 8 • s aba to 31 luglio 2010
Carlo di Borbone re di Napoli e di Sicilia
Operoso e sensibile ai problemi dei suoi regni, voleva sinceramente migliorarne le
sorti. Commise l’errore di porre in moto il processo di unificazione politica
dei due regni… “Per meglio comprendere la cesura unitaria”
I
l trattato dell’Aia aveva mortificato le speranze della Spagna, per cui essa, allo scoppio
della guerra di successione polacca (1733-38), che vide
schierate, in campi contrapposti, le maggiori potenze europee, riprese le armi contro l’Austria. E poiché
quest’ultima, impegnata in numerosi
teatri di guerra, non poté apprestare una
valida difesa dell’Italia meridionale, fu
facile a Carlo di Borbone, già designato
alla successione del ducato di Parma e
Piacenza, riconquistare gli antichi domini spagnoli di Napoli e di Sicilia. La
conquista di fatto veniva sancita con la
pace di Vienna del 1738, che riconosceva a Carlo III di Borbone (Madrid,
20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788), primogenito delle seconde
nozze di Filippo di Spagna con Elisabetta Farnese, i regni di Napoli e di Sicilia, mentre limitava i possessi austriaci dell’Italia alla Lombardia e al ducato
di Parma e Piacenza. Così gli Spagnoli
ritornavano in Sicilia, ma non si trattava di una pura e semplice restaurazione
di quel malgoverno che, per tre secoli,
aveva avvilito la vita dell’Isola. Il Napoletano e la Sicilia non erano più vicereami spagnoli, appendici periferiche
di tipo coloniale di una potenza straniera e lontana, ma costituivano due Stati
indipendenti e sovrani. Inoltre, Carlo,
che iniziò la dinastia borbonica, era un
uomo operoso e sensibile ai problemi
dei suoi regni, le cui condizioni egli voleva sinceramente migliorare. Il rapporto tra i due reami fu regolato assumendo a modello la prassi amministrativa spagnola: al regno di Sicilia vennero riconosciuti l’autonomia istituzionale e il rispetto della tradizione legislativa. Braccio esecutivo del governo centrale nell’Isola continuò, purtroppo, ad
essere il viceré, assistito dal consultore,
dal segretario e da una giunta formata
dal consultore e dai tre presidenti delle
supreme magistrature siciliane. A Napoli, con funzioni consultive per il governo degli affari isolani, fu istituita la
Giunta di Sicilia, con quattro togati,
due siciliani e due napoletani, presieduta da un barone parlamentare siciliano
proposto dalla Deputazione del Regno.
Carlo, commettendo un grave errore che, nel tempo, avrebbe inasprito l’animo dei siciliani, avviò il processo di
unificazione dei due regni, sia mediante l’ampio inserimento di siciliani ai
vertici dell’amministrazione centrale,
delle dignità di corte, delle carriere militari e diplomatiche, sia attraverso l’estensione alla Sicilia delle principali
iniziative di riforma. Occorre subito
precisare, che i suoi molteplici provvedimenti, nonostante le lodevoli intenzioni, non riuscirono a determinare una
profonda trasformazione della struttura
politica, economica e sociale del regno
di Sicilia. L’agricoltura era soffocata
dalla gabella che, senza eliminare zze
feudali, accentuava lo sfruttamento del
contadino e l’impoverimento della terra; l’industria, poco diffusa, era ferma,
in genere, alle forme dell’artigianato e
delle corporazioni, che, gelose dei propri antichi privilegi, impedivano qualsiasi sviluppo in senso moderno della
produzione; il commercio languiva,
ostacolato da mille vincoli di monopolio, dalla insicurezza e insufficienza
delle vie di comunicazione, dalle diversità delle monete; nelle campagne regnava il latifondo e il banditismo; nelle
città si aggiravano turbe di accattoni e
di affamati e accanto allo sfarzo insultante dei pochi signori faceva tragico
contrasto la miseria del popolo; la borghesia era debole e preferiva vivere all’ombra dei privilegi feudali, alleata alla nobiltà, piuttosto che mettersi alla testa del rinnovamento civile ed economico del paese. Il giovane Sovrano volle esaltare il carattere nazionale e l’indipendenza della monarchia, adottando
la lingua italiana negli atti ufficiali di
governo e promuovendo la formazione
di reggimenti con la presenza di siciliani e napoletani.
Nei suoi venticinque anni di regno
(1734-1759), Carlo si adoperò per risollevare la Sicilia e se i risultati non
furono pari alle speranze, non dipese
certamente da lui. Infatti, egli cercò di
ridare vita alla piccola proprietà, confiscando terre della Chiesa e vendendo a
piccoli lotti beni demaniali; mirò a incrementare l’industria diminuendo la
pressione fiscale; unificò la moneta e
stimolò il commercio anche con la Turchia e Tripoli; sottrasse al controllo
della Spagna il Sant’Ufficio e ne limitò
i poteri; non trascurò le forze militari,
di terra e di mare, e diede impulso alla
marina mercantile. Per ragioni economiche, politiche e strategiche stabilì a
Napoli la capitale, facendola rinascere
politicamente e culturalmente – si pensi alle innumerevoli opere: il restauro
del Palazzo Reale di Napoli e la costruzione della splendida Reggia di Caserta
(da buon pronipote di Luigi XIV), seconda al mondo per grandezza e bellezza; e poi il Palazzo di Portici, il magnifico obelisco di San Domenico a Napoli, il Teatro San Carlo, realizzato in 270
giorni, la Casina di Persano, il Palazzo
Reale e il bosco di Capodimonte, la
strada della Marinella e del Chiatamone, il molo e il porto, la Piazza del Mercatello, il quartiere di Pizzofalcone,
l’obelisco della Concezione al Gesù
Nuovo, il quartiere di Cavalleria della
Maddalena, il restauro dei porti di Sa-
3
Incontrarsi...
su note isolane
Alessandria d’Egitto ha
accolto con grande passione
il concerto pianistico
del Mº Gianfranco
Pappalardo Fiumara
lerno, Taranto e Molfetta, il porto di
Girgenti (unica opera in Sicilia), varie
strade –, e di ciò i Siciliani si dolsero in
modo particolare, sentendosi trascurati.
Nel complesso il primo re borbonico
lasciò un buon ricordo di sé.
Nel 1759, morto senza eredi diretti
Ferdinando VI, Carlo venne chiamato a
succedere al fratello sul trono di Spagna. Non potendo mantenere, per il
trattato di Aquisgrana, anche i regni di
Napoli e di Sicilia, li lasciò al figlio
Ferdinando (III di Sicilia, IV di Napoli). Data la giovine età dell’Infante (nove anni), la reggenza venne esercitata
da un Consiglio della Corona, diretto
dal toscano Bernardo Tanucci, che già
aveva ispirato i tentativi di riforma del
re Carlo. Il Tanucci proseguì sulla via
delle riforme, che ebbero però più carattere giuridico ed ecclesiastico che
sociale, egli cioè mirò maggiormente a
riformare gli istituti giuridici e a limitare la forza politica ed economica della
Chiesa che ad intaccare sostanzialmente il potere baronale; promosse gli studi, facendo di Napoli il secondo centro
dell’illuminismo italiano e, sull’esempio delle altre corti borboniche, cacciò i
Gesuiti e ne incamerò le grandi ricchezze. Ma quando sul debole e ignorante Ferdinando prevalse l’energica e
corrotta sua moglie Maria Carolina, figlia di Maria Teresa d’Austria, il Tanucci fu messo da parte e la politica del
regno subì un profondo mutamento di
rotta, specie per quanto riguardava la
politica estera, che Maria Carolina volle ispirata alla corte di Vienna.
Durante questo periodo la Sicilia
continuò ad essere afflitta da carestie
ed epidemie, da rivolte sociali; dimostrandosi diffidente e tarda nell’accogliere la ventata di rinnovamento che
veniva dall’illuminismo. Dal 1755 al
1773 fu governata dal viceré piacentino
Giovanni Fogliani, marchese di Pellegrino, che divenne infine il capro espiatorio del profondo disagio sociale in cui
l’Isola versava.
(26. – “Sicilia preunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010)
Il concerto del pianista ripostese Giancarlo pappalardo Fiumara ha richiamato nella stupenda metropoli
mediterranea di Alessandria d’Egitto un numerosissimo pubblico. Naturalmente, non potevano mancare i
siciliani, capeggiati dal Console generale d’Italia che è
di origine insulare, Stefano Mistretta. La curiosità sta
nel fatto che i siciliani presenti, che non si conoscevano
per nulla, erano di Catania e provincia. per una curiosissima, ulteriore coincidenza ben due ripostesi erano
presenti ad Alessandria in questa circostanza e, fatto
ancora più incredibile, non si erano mai visti ne’ conosciuti a Riposto. La cittadina costiera non è certo una
metropoli ed incontrarsi, per la prima volta, in una città
con quasi dieci milioni di abitanti fa un certo effetto. Si
tratta di Luisa Cutuli, in Egitto per un viaggio premio offertole da un concorso di cucina, e del pianista pappalardo che era in tournee in Egitto ed a Riposto è anche
consigliere comunale. Gli altri catanesi presenti in sala
erano lo zafferanese Franco Greco, presidente degli
Italiani d’Egitto, il catanese doc Giovanni Motta Licciardello, imprenditore, da anni ormai in Egitto, oltre allo
scrivente.
per lo stesso Console generale è stata una sorpresa. In genere, era sempre circondato, in queste circostanze, da agrigentini e nisseni, e vedersi con i figli dell’Etna gli ha fatto particolarmente piacere. Da notare
che, nella città fondata da Alessandro Magno, ci sono
ancora due catanesi illustri, anche se solo per parte di
madre: Samia Rashed, che è stata docente di pianoforte al Conservatorio di stato fino a qualche anno fa; e
Yasmina Heibara, che è docente di Scultura all’Accademia delle belle arti. Le abbiamo incontrate, in occasione della Festa della Repubblica, al Consolato Generale e ci hanno fatto notare che erano, anche se solo
per la parte materna, di autentica “marca liotru”.
Salvatore Musumeci
Felice Belfiore
«Il principe è il primo servitore del suo Stato» (Friedrich der Große)
Nella foto: il console generale d’Italia
al centro con i catanesi durante il concerto del
Maestro pappalardo Fiumara ad Alessandria d’Egitto
L’Arzanà di Mascali
Da Castiglione fino a S. Anna, prosegue il viaggio alla scoperta in uno
dei più importanti cantieri navali del passato nella provincia di Catania
C
osì dal mastro d’ascia è disposto lo
skàlu, lo skàru, a terra sulla spiaggia, quando egli inizia a “comporre” la nave, dando corpo alla chiglia (nome
d’origine norvegese) utilizzando la quercia, con i due “ritt-i prùa” e “ritt-i pùppa”
(quest’ultima più vicina alla battigia). Per
le altre parti sono usati legnami di acero,
cerro, pino, rovere, olmo, abete, ciliegio,
resistenti all’acqua e alla sua permeabilità.
Assemblata la nave, subentra la squadra
del mastro calafato, che passa a coprire e
chiudere la linea di giunzione fra due tavole del fasciame, intervenendo con stoppa,
canapa e pece. Sono 35 circa gli arnesi di
lavoro a sua disposizione.
Quali navi vi sono costruite, o assemblate? Galea (grossa o da mercanzia), Dromundos, Chelandie, Cattos, Bussium, Tarida, le Cocche, al tempo delle crociate le
Usciere, nonché quelle da trasporto per le
merci, altre di tonnellaggio più piccole,
quelle per la pesca. Il costo di una nave è di
300 once d’oro, 90 once per quelle da trasporto (secoli XI e XII d.C.). In quei decenni, le galee si distinguono costruite per
armamento pesante, da altre di tipo più veloce realizzate sempre per la battaglia navale; la differenza è nelle linee d’acqua
delle carene. Ricordiamo che altre complesse risorse umane sono presenti a
Sant’Anna, porto, o approdo che sia stato;
gli uomini del porto sono addetti alle varie
operazioni e attività per l’attracco e la partenza delle navi; addetti allo sbarco e trasporto delle merci, al magazzinaggio di
queste, all’attrezzatura e all’equipaggia-
mento delle navi, dei battelli, alla costruzione dei carri (narratore), delle botti, delle
casse, alla costruzione di tutti gli accessori
indispensabili al commercio marittimo.
Il grande serbatoio di legname, utilizzato dal cantiere navale di Mascali, è costituito dal bosco della Cerrita, con querce,
pini, faggi, che si estendeva dal bosco di
Catania al bosco della Lenza, nella baronia
“di Fiumefreddo, e San Basile e feudo Lenza”. In questi boschi, unitamente a quelli di
Castiglione, è stata preparata la pece dell’Etna per il calafato. Altro legname è proveniente dai boschi di Randazzo, Nicosia,
Sperlinga, Piazza (Armerina), Caltagirone,
ecc. L’area boschiva mascalese ha la sua
valenza, “La Foresta di Mascali” è concessa in feudo nel luglio 1294 dal re di Sicilia,
Giacomo II d’Aragona, a Raimondo Vilanova, Camerario dei regni di Catalogna e
di Sicilia.
Perché nulla di ciò esiste oggi? Qui, a
Sant’Anna, “Mille Anni Fa” l’orografia
della costa ionica era diversa da quella visibile oggi. Alla foce del torrente Macchia
vi è stato un tratto navigabile per una
conformazione territoriale uguale ad altri
siti della costa siciliana; vedi il fiume vicino a San Marco (d’Alunzio), anche questo
non più praticabile, così per altre località
isolane (più avanti). A quel tempo, lungo il
perimetro costiero della Sicilia, non vi sono centri abitati, fatta eccezione per poche
città; possono essere presenti esigue abitazioni di gruppi di pescatori. Sul retroterra
collinare delle coste siciliane sono arroccati le città, i borghi, i castelli con i villaggi.
Di questi (sopra nominati con i porti) perché è venuto meno il loro rapporto commerciale con e per il mare? Gea, la Grande
Madre Terra, saltuariamente apporta modifiche alla sua superficie. Così non possono
essere esclusi gli effetti disastrosi del terremoto del 1169 d.C., con epicentro su Catania, Siracusa e Piedimonte, per altro avvertito a Palermo all’interno della reggia, il
Palazzo dei Normanni. Nella prima città
muore, sotto le macerie, il suo vescovo,
Giovanni Ajello con i suoi canonici. Di
detto terremoto, i crolli e danni hanno modificato l’orografia del terreno, delle coste
siciliane, togliendo la navigabilità fluviale
alle rispettive città, quali Lentini (fiume
San Leonardo), Scicli, Butera, Punta Braccetto, Capo Scalambri, la marina di Camerina, San Marco D’Alunzio, togliendo loro
il proprio approdo-porto, il feeling commerciale con il loro mare. Per altri motivi
anche Noto (SR) ha gestito un suo porto
(Vendicari) con relativo caricatore e portulano (due uffici, due servizi).
Nel 1071 d.C. i fratelli Altavilla, Ruggero I e Roberto il Guiscardo, con la flotta
entrano a sorpresa nel porto di Catania (già
loro alleata), s’impossessano della città sul
piano militare, politico-amministrativo, religioso. Chiudono con quest’atto il triangolo cantieristico navale, esiziale per la loro
politica articolata e sviluppata negli anni
successivi. Sempre nel 1071 Scaggi (oggi
Gaggi, nella valle Alcantara) è citato in un
documento normanno; mentre l’enclave di
Taormina è liberata nel 1079. Riguardo al
nostro tema, Ruggero I sposta, da Catania
(in età araba è la città più rinomata dopo
Palermo), il vescovo monaco di rito greco
ortodosso, Giacomo de Mennuges, poco
più a nord di Mascali, per l’assistenza e la
cura pastorale dell’eterogeneo, vitale, esiziale, personale dell’area a est dell’Etna. Il
monaco-vescovo, passato alla storia, riceve in dotazione, quale “stipendio”, la
“chiesa e convento di San Giovanni di Fiumefreddo” (ricostruiti su promozione diretta del detto Ruggero I), per bonificare,
colonizzare, e mettere a produzione questo
tenimento. Non può configurarsi in questo
atto una mera donazione, in questo senso
sarebbe stata un lusso per quegli anni. La
dotazione è data in proprietà allodiale con
poteri signorili; Giacomo de Mennuges
(così come tutti i monaci basiliani di allora) non è soggetto ad alcuna autorità militare, politica, amministrativa, religiosa, dipende direttamente da Ruggero I.
Su questo triangolo cantieristico navale, di Messina, San Marco (d’Alunzio),
Mascali, in pochi decenni, si consumano i
primi atti amministrativi di una politica che
mira molto lontano. È il bloccaggio e la
chiusura in senso militare e amministrativo
del Val Demone, ferreo e saldo caposaldo
al centro del Mediterraneo; di lì a pochi anni dopo sarà leggenda. È, in definitiva, il
ponte avanzato dei normanni, discendenti
dei vichinghi, i leggendari navigatori nordici. Il ponte avanzato del mondo occidentale. Di lì a 50 anni si ha la rinascita del
commercio marittimo europeo dopo l’anno
Mille. Puntando agli approdi, i porti siciliani sulla costa del Canale di Sicilia, del Mare Ionio, di questo quelli del settore peninsulare e del Mare Adriatico. Porti aperti al
grande traffico marittimo e al commercio
europeo. Gli operatori portuali e sulle navi,
per le loro interrelazioni, daranno luogo alla formulazione di quello che, nel tempo
successivo, si concretizzerà nell’articolazione del diritto commerciale internazionale marittimo dell’età moderna. (Seconda
parte. Fine)
Tonio Troina
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4
> S E T T I M A N A L E IDG
acese
N . 28 • sabato 31 lug lio 2010
Gli altri? Notti bianche…
Ad Acireale il Carnevale
dipinge i colori della
notte ed invita
al divertimento
C
i saranno carri allegorico-grotteschi, carretti siciliani, opra dei
pupi, botteghe artigiane, della
cartapesta, del dolce, del fiore,
estemporanee, spettacoli musicali e open food notturno. Il prossimo 7 agosto, di sabato, Acireale darà vita ad uno
spettacolare appuntamento con “Arte e folklore, il
Più bel Carnevale di Sicilia d’Estate... di Notte”.
E così, mentre per tutti “gli altri” c’è la notte bianca, ad Acireale la notte si colora delle straordinarie, forti e sgargianti tinte del Carnevale. Carnevale che diventa spettacolo unico e irripetibile, incastonato come è nel percorso barocco della “Città
delle cento campane”.
La grande parata dei carri allegorici, a partire
dalle 21, darà il via alla magica notte del 7 agosto
che accompagnerà visitatori e turisti in un ricco
percorso. E la domanda arriva spontanea: quali
saranno le tappe? La risposta è subito pronta, ed è
quanto mai varia ed interessante. Troveremo il divertimento del Carnevale, le tradizioni siciliane
dei pupi e del folk, i concerti in piazza e per le
strade, le botteghe artigiane, lo shopping sotto le
stelle e il food che, qui in Sicilia, si chiama “arrusti e mangia!”. Sino alle prime luci dell’alba
dell’8 agosto, quando, dopo poche ore, Acireale
vivrà il “Primo raduno velico del Carnevale estivo
nel mare di Riposto, Acireale, Acicastello” e, nel
pomeriggio, il “Primo trofeo Mare dell’Etna, gare
di barche tradizionali”, una vera e propria “Straveloce a remi dei borghi a mare” con la sfida nello
specchio d’acqua di Santa Maria La Scala tra le
barche allestite dagli approdi marinari di Riposto,
Torre Archirafi, Pozzillo, Stazzo, Santa Tecla,
Santa Maria La Scala, Capomulini e Acitrezza.
Uno spettacolo nello spettacolo, quello del Carnevale, che si sposta a mare, legando saldamente le
tradizioni folkloristiche e carnascialesche alle altrettanto radicate tradizioni marinare. Domenica 8
agosto non solo mare, però: in Città, a partire dalle ore 19, ecco il nuovo appuntamento con il
“Carnevale estivo”, per una serata da non dimenticare, sempre nell’ambito di “Arte e folklore, il
Più bel Carnevale di Sicilia d’Estate”, organizzato
dalla Città di Acireale in collaborazione con la
Provincia regionale di Catania.
Il 7 e l’8, dunque, come appuntamento di
spicco tra gli eventi di “Acirealestate”. Il cartellone delle manifestazioni estive, promosso dalla
Città di Acireale, è stato presentato ufficialmente
dal Sindaco di Acireale, Nino Garozzo, dall’assessore al Turismo, Nives Leonardi, e dal direttore artistico Giulio Vasta. Un contenitore al quale
hanno contribuito la Provincia di Catania, con il
concerto di Irene Grandi del 30 agosto, e la Regione Siciliana che offrirà uno spettacolo il 22
settembre.
«Un programma ricco che offre musica, spettacoli, sagre, momenti di sport, ma che punta anche su eventi che solo Acireale può mostrare al
grande pubblico di turisti e visitatori: la magia
del Carnevale, le bellezze ambientali della Timpa
e del nostro mare solcato dalle vele e mosso dai
remi delle antiche barche, i pupi e le botteghe dei
nostri centri naturali – ha dichiarato il sindaco
Garozzo –. C’è soddisfazione perché il cartellone
di Acirealestate comprende le varie arti, ma offre
anche ai nostri giovani un momento di esibizione:
il tutto per crescere insieme ad una città che cresce».
listica. Questa gara doveva svolgersi
per il carnevale, ma fu rimandata per
lutto.
Le due gare sono aperte alle categorie: giovanissimi, esordienti, ragazzi, allievi, junior e senior femminili e maschili. Fuori programma ci
sarà la gara minipattinatori.
Michele Milazzo
Camillo De Martino
Valeria Scalisi
A San Giovanni la Punta ed Acireale due gare nazionali di pattinaggio a rotelle
D
San Giovanni la Punta, organizzato
dalla Asd Fulgor Puntese, si svolgerà il “Primo evento nazionale paesi etnei 2010”.
Il giorno dopo, domenica 8, con
inizio alle ore 9.00, presso la pista
comunale Tupparello di Acireale, si
svolgerà “l’8° trofeo nazionale il più
bel carnevale di Sicilia 2010”, organizzato dalla Asd Accademia Rotel-
Meic, anno di
forte impegno
Nei locali della parrocchia S. paolo Apostolo
il gruppo di Acireale del
Meic (Movimento ecclesiale impegno culturale)
ha concluso l’anno sociale 2009/2010 che è coinciso con il termine del
triennio statutario della
presidenza di Marinella
Venera Sciuto, con tutta
una serie di momenti particolari. La giornata si è
aperta con una preghiera
iniziale,
l’Invocazione
“Vieni, Santo Spirito”.
Successivamente, la presidente, prof.ssa Marinella Sciuto, ha relazionato con dovizia di
particolari sulle varie attività svolte nell’anno sociale, alcune realizzate in concorso con alcuni Uffici della Diocesi o di altri Gruppi ecclesiali, ricordandoli in linea di massima per “quadri tematici”.
Tutti i temi affrontati nell’anno sociale hanno avuto un regolare
riscontro nell’articolato programma nazionale della presidenza del
Meic, della Cei, dell’Azione Cattolica, della Diocesi di Acireale. Ne
riportiamo solo alcune: attività di studio, approfondimento e proposte sul “progetto Camaldoli”; rafforzamento e crescita del Gruppo
locale per promuovere la dimensione comunionale della Chiesa;
impegno sul piano intellettuale e di fede con la Chiesa locale nell’attuazione del Concilio per incrementare il dialogo ecumenico ed
interreligioso; atteggiamento di apertura, accoglienza e dialogo
verso realtà sociali non ecclesiali al fine di offrire un contributo alla
soluzione dei problemi che affliggono l’attuale società (economia,
lavoro, cittadinanza, ambiente, questione giovanile, ecc). A questo
punto ha avuto luogo il dibattito che ha coinvolto l’intera assemblea che, nel caso del Meic acese, è sempre formata da giovani
laureati e da persone meno giovani e/o della terza età, impegnate
nelle varie categorie professionali.
Altro momento comunitario è stato quello della partecipazione,
alle ore 12, alla celebrazione eucaristica presieduta dal
parroco/assistente Meic, mons. Sebastiano Raciti (nella foto, con
la presidente Marinella Sciuto). Dopo il pranzo sociale la giornata è ripresa con delle brevi comunicazione sul X Congresso nazionale Meic sul tema “Dio nel cuore, Cesare nella città” che ha avuto
luogo a padova da venerdì 30 aprile a domenica 2 maggio 2010.
Relatori, due soci acesi del Meic, il dott. Salvatore Leonardi e il
prof. Giuseppe Rossi. Il dott. Leonardi in atto è consigliere nazionale del Meic mentre il prof. Rossi lo è stato nel recente passato,
segno che il Gruppo di Acireale ha una vitalità culturale ed ecclesiale di tutto rispetto. La bella giornata, che ha fatto registrare la
presenza di tanti bambini, figli o nipotini dei soci, si è conclusa con
la consegna della tessera di appartenenza al Gruppo e il cantopreghiera “Viaggio nella vita”. Al prossimo settembre l’appuntamento per il rinnovo triennale della presidenza.
Occasioni per il futuro
opo la nomina del 35enne
Massimiliano Presti (nella
foto), di San Giovanni la
Punta, a Commissario Tecnico della
Nazionale, la città puntese e quella
dei “cento campanili” di Acireale,
ospiteranno due gare nazionali di
pattinaggio a rotelle. Sabato 7 agosto, con inizio alle ore 15,30, presso
la pista di pattinaggio di via Assisi, a
di Giarre
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> S E T T I M A N A L E IDG
catania e provincia
di Giarre
Chi non lavora vive… di più
Sembrerebbe un paradosso, ma la crisi occupazionale presenta almeno questo
risvolto “positivo”: la diminuzione degli infortuni sul lavoro… che non c’è
L
a crisi c’è, inutile negarlo. Debbono spiegarci come e quando
risaliremo alla normalità del lavoro e
dei diritti del lavoro
per tutti. Anche la relazione dell’Inail, presentata lo scorso 20 luglio a
Roma dal presidente dell’Istituto,
Marco Fabio Sartori, dimostra che
l’Economia soffre. La relazione dell’Inail (tra virgolette riportiamo alcuni brani) parte da un dato molto
positivo: la flessione di infortuni e
casi mortali registrata nel 2009 è la
più alta dal 1993. “Gli infortuni durante lo svolgimento delle attività
lavorative si è ridotto del 10,2%, a
fronte di un calo del 6,1% degli
infortuni in itinere cioè avvenuti durante il tragitto casa/lavoro e viceversa. I casi mortali in occasione di
lavoro sono passati dagli 829 del
2008 ai 767 del 2009 (-7,5%), mentre i decessi in itinere sono scesi da
291 a 283 (-2,7%). Sempre nell’ambito degli infortuni mortali, in occasione di lavoro, di particolare importanza è il numero di quelli occorsi sulla strada a lavoratori che operano in questo specifico ambito (autotrasportatori di merci o di persone, rappresentanti di commercio,
addetti alla manutenzione stradale,
ecc.), scesi comunque dai 338 casi
del 2008 ai 303 del 2009 (-10,4%)”.
Merito delle misure di sicurezza
messe in atto dal Governo. Ma non
solo.
“Il 2009, è stato un anno fortemente condizionato dalla grave crisi
economica internazionale, che ha
interessato il nostro Paese già a
partire dalla seconda metà del 2008
e poi si è protratta e acutizzata nel
corso dei mesi successivi. Tutto ciò
si è tradotto non solo in un calo del
numero di occupati (secondo l’Istat
pari al -1,6%), ma anche in una riduzione nella quantità di lavoro a
seguito di interventi operati dalle
aziende: dai tagli di straordinario e
di lavoro temporaneo al ricorso alla
cassa integrazione. Complessivamente - sulla base di elaborazioni effettuate da una parte sui dati Istat in
relazione agli occupati e alle ore lavorate pro-capite e, dall’altra, sulle
informazioni dell’Inail rilevate dagli
archivi DNA (Denuncia nominativa
assicurati) - è possibile stimare che
il tempo di lavoro e, quindi, di esposizione al rischio di infortuni abbia
subito una contrazione media generale di circa il 3%, con una forte variabilità a livello territoriale, settoriale e di dimensione aziendale. Una
percentuale che fa ragionevolmente
ritenere che la riduzione reale degli
infortuni sul lavoro, calcolata in termini di incidenza - depurata cioè
della componente “perdita di lavoro” - si possa stimare pari a -7% per
gli infortuni in generale e a -3,4%
per quelli mortali”.
Analisi confermata dalla condizione degli stranieri che lavorano in
Italia: “per la prima volta nell’ultimo decennio - da quando, cioè, il fenomeno ha assunto una rilevanza
statistica - è stata registrata una
flessione degli infortuni tra i lavoratori stranieri, sempre più presenti
nel mercato del lavoro italiano. Il
calo è da attribuire, in parte, alla riduzione complessiva delle opportunità di lavoro che ha interessato tutta la popolazione del Paese e, dunque, anche gli stranieri - colpiti, peraltro, da livelli di precarietà superiori agli italiani - ma, in parte anche
consistente, al miglioramento delle
loro condizioni per quanto riguarda
prevenzione e sicurezza”.
“Più Cassa Integrazione, più licenziamenti, meno produzione
uguale meno infortuni”, dichiara il
segretario generale della Cisl Sicilia,
Maurizio Bernava. In altri termini,
attenzione a non farsi ingannare dai
dati: in tempo di crisi le cause che
determinano il rischio di infortuni
restano tutte in gioco. “In fase di recessione si verifica l’ingresso, in
ogni settore del mercato del lavoro,
di soggetti imprenditoriali che operano in modo sleale – prosegue Bernava – che non investono in sicurezza né in attrezzature e macchinari,
che impiegano personale “in nero”
e determinano subappalti e subforniture senza criterio. Queste condizioni espongono i lavoratori al rischio degli infortuni. In tempo di crisi – conclude Bernava – è necessario
che lo Stato intensifichi i controlli,
soprattutto nell’universo delle piccole e medie imprese, che tendono
ad investire in sicurezza meno rispetto alla “grande” industria”.
L’analisi territoriale svolta dall’Inail mostra che “la riduzione degli
infortuni ha riguardato tutte le grandi aree geografiche, con maggiore
accentuazione nel Nord-Est (12,8%) e nel Nord-Ovest (-9,3%).
Cali più moderati si rilevano, invece, al Centro (-8,2%) e nel Mezzogiorno (-6,8%) [dove minore è la
presenza dell’industria rispetto al resto del Paese]. Per quanto riguarda i
casi mortali, questi sono diminuiti in
particolar modo nel Nord-Est (62
decessi in meno, pari al -21,9%) e
nel Nord-Ovest (-6,2%). Molto più
contenuto il calo nel Mezzogiorno (1,7%). In controtendenza il Centro,
che registra un aumento del 7,9%
degli eventi mortali dovuto principalmente ad un incremento dei decessi nel Lazio”.
Flora Bonaccorso
Mascalucia: la vita,
Fare rete…
le sue tante storie con valori reali
D
opo il successo con
nove rappresentazioni alla Sala Laudamo
di Messina, presso il vecchio
palmento della delegazione
comunale di Massannunziata, con il patrocinio del Comune di Mascalucia, la Compagnia Sicilia Teatro Nazionale, fondata da Giovanni
Cutrufelli, per la 45ª stagione
teatrale, ha presentato “L’amaru cuntu di la Barunissa di
Carini”, atto unico di Salvatore Salomone Marino, rivisitato e integrato da
Ercole Tringale, che interpreta il personaggio di don Vincenzo Vernagallo.
Gigliola Reyna Cutrufelli, oltre a curare la regia interpreta la cantastorie;
Lucia Deborah Chiaia, la Baronessa di Carini; Lorenzo Spagna, il Barone
Cesare Lanza; Francesco D’Arrigo il Monaco. Musiche di Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi; costumi Ivan Saronio; service Orazio Zappulla. Durante la serata è stato presentato il secondo libro su Giovanni Cutrufelli
“Attori, Spettatori, ed assessori”, a cura di Ercole Tringale.
Presente il vice sindaco di Mascalucia, Lorenzo Zappalà, è stato celebrato il V Premio nazionale Teatro Antico “Giovanni Cutrufelli” (nella foto), con targhe assegnate alla scrittrice Aurora Alberti, alla dott.ssa Maria
Grazia Sapienza Pesce, al poeta Vito Bruno, al cineasta Elio De Santis.
L’evento, voluto dal sindaco di Mascalucia, Salvatore Maugeri, era ad ingresso libero e questo ha favorito la presenza di tanti spettatori, che non
hanno lesinato applausi agli attori. Gigliola Reyna, catanese di nascita, figlia di un noto avvocato di Mascalucia, rivendica la proprietà del Teatro
Antico di Taormina, perche lei dice “era di proprietà di mio suocero, Saro
Cutrufelli, deputato al parlamento italiano”. Nel libro presentato sono citati tanti episodi della vita di Cutrufelli, sempre alla ricerca di soldi per portare avanti le sue opere, con i tanti “mostri sacri” del teatro che lavorarono
con lui. Da Paola Borboni, a Elena Zareschi, Rossella Falk, Lydia Alfonsi,
Lilla Brignone, Gigliola Reyna, Berta Ugolotti, Ida Carrara, Renzo Giovanpietro, Gian Maria Volontè, Gualtiero Tumiati, Annibale Ninchi, Salvo
Randone,Tino Carraro, Massimo Mollica, Tino Buazelli, Giulio Bosetti,
Alberto Lupo, Turi Ferro, Tuccio Musumeci, Michele Abruzzo, Mario
Giusti. Nel volume troviamo citati l’editore della Gazzetta del Sud, Umberto Bonino, i giornalisti Gaetano Saglimbeni, Gaetano Rizzo Nervo,
Sandro Paternostro, Rosario Talio. Ci sono i nomi di tanti politici siciliani,
di chi lo aiutò e chi no, degli assessori regionali Giuseppe D’Angelo e Natale Di Napoli, che per esaudire le richieste economiche di Cutrufelli, più
di una volta elargirono i loro emolumenti. I presidenti della Regione Siciliana, Silvio Milazzo e Giuseppe La Loggia, i deputati alla Regione, Benedetto Majorana della Nicchiara, Attilio Castrogiovanni, Domenico Magri,
Tano La Terza. Ed ancora tantissimi nomi di personaggi che Cutrufelli ebbe modo di incontrare nel corso della sua vita artistica.
Michele Milazzo
Acireale: giornata di studio promossa
dall’Unione cattolica stampa italiana
L
a presidente, prof.ssa Anna
Bella, ed i soci della sezione
acese dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) hanno partecipato alla giornata di studio “Fare
Rete”, promossa dalla Voce dell’Jonio nella amena località di Vena, frazione di Piedimonte Etneo.
Tema interessante, tema attuale, in
linea con l’operosità della Chiesa
nel campo dei mass media per portare a tutti la Buona Novella, con
linguaggio e mezzi moderni. Ospitati nei locali del Santuario di Vena,
messi gentilmente a disposizione
dal rettore, don Carmelo La Rosa,
gli intervenuti hanno avuto modo di
ascoltare e confrontarsi con giovani
ed affermati giornalisti del calibro
di Orazio Vecchio sul come “Fare
Rete”, relativamente agli aspetti
della Legge, delle forze economiche, delle professionalità e forze
umane presenti nella Voce dell’Jonio, dei linguaggi, utilità e finalità.
Gli intervenuti hanno, poi, avuto modo di ascoltare e confrontarsi
con don Marco Catalano, direttore
dell’Ufficio Comunicazioni sociali
della Diocesi di Acireale, sul tema
“Comunicare la Chiesa nel territorio”. Relazione interessante, che
don Marco ha sviluppato partendo
dalla constatazione che, di recente,
la Chiesa ha istituito il Pontificio
Consiglio per l’evangelizzazione
della vecchia Europa, segno della
necessità di nuovi mezzi e linguaggi, addentrandosi successivamente
sulla differenza sostanziale tra “comunicazione” e “informazione”.
Nello specifico, su come “Comunicare la Chiesa nel territorio”, ha
sottolineato l’importanza vitale per
chi diffonde le problematiche della
chiesa locale, di conoscerle bene, in
profondità, di essere presente nei
vari momenti da relazionare, di conoscere i suoi vari organismi e rappresentanti, di conoscere anche i
mezzi utilizzati nel territorio per la
trasmissione delle sue Informazioni. Di capire, in sintesi, da bravo
giornalista, cosa c’è dietro il confine di questa o quella notizia! L’ultimo intervento della giornata, su
“Fare Rete in Diocesi”, è stato svolto da Ninni Salerno, attuale presidente diocesano dell’Azione Cattolica.
A conclusione della giornata di
Vena, Anna Bella ha così commentato: «Per noi dell’Ucsi di Acireale
avvertire le nuove esigenze della
comunicazione, in campo locale e
nazionale e, della Chiesa romana
in particolare, è stato molto interessante anche perchè convinti dai
colleghi professionisti Orazio Vecchio e Giuseppe Vecchio, attuale
direttore responsabile della Voce,
la nostra palestra. In autunno convocherò gli iscritti, quindi, sia per
approfondire il tema dibattuto che
per programmare il lavoro dell’anno sociale 2010/2011, tenendo bene
in mente le nuove frontiere dell’informazione ed i suoi nuovi mezzi, da conoscere e praticare, da
bravi giornalisti-pubblicisti del terzo millennio».
Camillo De Martino
5
N . 28 • sa bato 31 luglio 2010
Il tempo della
conoscenza
Riposto: un bagno di folla ha
salutato la VII edizione del
Palio delle botti di Eustachio
foto Di Guardo
Uno scenario a dir poco suggestivo ha accompagnato lo svolgimento del palio delle botti, attorno a due ali di folla che gremivano il lungomare Edoardo pantano di Riposto. Il Direttivo della proLoco di Riposto, quest’anno, ha fatto le cose in grande stile ottenendo, finalmente, l’autorizzazione da parte delle autorità locali
per fare disputare la performance davanti al mare.
L’obiettivo del palio delle botti è di far conoscere ai più giovani
l’importanza che rivestiva la botte, poiché nel passato ha avuto un
ruolo fondamentale nell’economia e nello sviluppo della cittadina
marinara. Costruire una botte a mano, in quei tempi, significava richiedere ai mastri bottai una ragguardevole dose di sacrificio, perché non è cosa di tutti stare parecchie ore davanti al fuoco! Il binomio botte-porto ha costituito una fonte di benessere e quindi di
guadagno, perché i piroscafi di allora imbarcavano il fragrante liquido di Bacco per esportarlo in tutta Europa.
La gara si è disputata su una distanza di 700 metri piani, impiegando botti più grandi delle precedenti edizioni, riempite di azolo.
Gli spingibotti rappresentavano le nove contrade di Riposto: Scariceddu, Atareddu, pagghiara, Quartireddu, Archi, Matrice, Torre, S.
Giuseppe e Carruba. I “picciotti” che hanno dato vita a questa entusiasmante e vivace gara hanno speso tutte le loro energie, apparendo alla fine distrutti ma contenti, chiudendo la contesa con un
simpatico abbraccio ed una calorosa stretta di mano. La finale ha
visto protagonisti: Carruba, Scariceddu e Matrice conseguendo
quest’ordine d’arrivo: 1° Venuto-Sorbello (Carruba), 2° Ricca-Messina (Matrice), 3° Grasso-Cutuli (Scariceddu).
La manifestazione è stata aperta dagli sbandieratori etnei di
Casa Normanna di Motta S. Anastasia, che hanno percorso le vie
della città partendo da piazza S. pietro. Il presidente del palio, rag.
Nello Scalone, ha ringraziato vivamente il pubblico intervenuto, le
forze di polizia Municipale che si sono prodigate per la riuscita della manifestazione, la Croce Rossa per avere messo a disposizione
due autoambulanze con relativo personale ed il presentatore della
serata, l’attore teatrale pietro Redi, che ha deliziato il pubblico con
le sue esilaranti battute. Durante la serata, è stato proposto uno
spettacolo musicale, con danze e canti popolari, dal gruppo “Sicilia
Antica” di Mandanici. Infine, chiusura affidata ad un momento gastronomico, con degustazione di prodotti ittici, offerto dal Comitato
dei festeggiamenti di S. pietro.
Al termine del palio abbiamo avvicinato il presidente della proLoco, dott. Angelo Spina, che appariva raggiante per il notevole
successo riportato dalla manifestazione e, sprizzando felicità da
tutti i pori, ha rinnovato l’invito per “l’appuntamento al prossimo anno”.
Isidoro Raciti
Complimenti, avv. Patané
Con provvedimento
del Sindaco di Catania,
sen. avv. Raffaele Stancanelli
dell’8/07/2010,
l’avv. paolo patané, fermo restando gli incarichi
di Dirigente dell’Avvocatura comunale e dell’Amministrazione del personale - Relazioni sindacali
e Disciplina dallo stesso
(attualmente ricoperti),
ha avuto conferito il prestigioso incarico di Direttore della Direzione cultura del Comune di Catania.
All’Avv. patané, che da parecchi anni ha ricoperto incarichi di
grande rilievo e di alta professionalità, vanno i nostri complimenti
ed i migliori auguri per questo ulteriore incarico.
Complimenti, capitano!
È toccato anche a
Xavier Zanetti, capitano dell’Inter campione
d’Italia e d’Europa,
scrivere il proprio nome nel prestigioso albo del premio “Rosario Livatino”. A consegnare il riconoscimento è stato il presidente
del Comitato “Livatino-Saetta”, Attilio Cavallaro, ad Appiano Gentile, sede del Centro sportivo nerazzurro.
Zanetti è stato insignito del “Livatino”, per la sua “Fondazione
Zanetti”, una realtà che si occupa dei bambini meno fortunati in tutto il mondo, con numerose iniziative di solidarietà, spesso fuori dal
palcoscenico illuminato dai riflettori della scena aperta.
C.P.
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6
> S E T T I M A N A L E IDG
catania e provincia
N . 28 • sa bato 31 luglio 201 0
Quali “ricette” per il Sud?
L
a realizzazione di grandi
infrastrutture nel settore
dei trasporti è una condizione necessaria e imprescindibile per il rilancio
dell’economia meridionale: lo dichiara la Svimez (Associazione
per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) nel suo ultimo rapporto, presentato martedì 20 luglio a Palazzo Altieri a
Roma. Rapporto che descrive il Mezzogiorno, indiscutibilmente, “in recessione, colpito duramente dalla crisi nel settore industriale: Pil tornato ai livelli di
dieci anni fa; giù tutti i settori; 2,4 milioni via dal Sud in venti anni; 26 mila pendolari in meno per la crisi; al 24% il tasso di disoccupazione effettivo; il 44%
delle famiglie non può sostenere una
spesa extra di 750 euro”.
Il rapporto Svimez 2010 elenca le infrastrutture indispensabili al rilancio: potenziamento dell’Autostrada SalernoReggio Calabria e della Statale “Jonica”;
realizzazione di nuove tratte interne alla
Sicilia; estensione dell’Alta Capacità (se
non dell’Alta Velocità) nel tratto ferroviario Salerno-Reggio Calabria-Palermo-Catania (a completamento del Corridoio I Berlino-Palermo); il nuovo asse
ferroviario Napoli-Bari (a completamento del corridoio 8 Bari-Varna) e il Ponte
sullo Stretto. Infrastrutture per le quali la
SVIMEZ stima un costo di 49 miliardi di
euro, “di cui - leggiamo nel rapporto - 11
miliardi sono già disponibili e quasi 38
da reperire”. Infine, propone l’affida-
Svimez, Anci e Cisl al “capezzale” di un
territorio che in vent’anni è stato
abbandonato da 2,4 milioni di abitanti
Un momento dell’incontro a Catania della Cisl sulla manovra finanziaria.
Al centro Annamaria Furlan; il terzo da destra, Maurizio Bernava
mento della programmazione degli interventi strategici per il rilancio del Sud ad
una Conferenza delle regioni meridionali, quale luogo di coordinamento, in
stretta relazione con la Presidenza del
Consiglio. “I due soggetti - leggiamo nel
rapporto - costituirebbero una sorta di
“Consiglio per la coesione nazionale”
deputato a impegnarsi in pochi grandi
progetti strategici prioritari. Accanto,
un’Agenzia indipendente di natura tecnica, di supporto operativo alle decisioni del Consiglio, e destinata alla progettazione”.
I coordinatori Anci (Associazione
nazionale comuni italiani) Giovane delle
regioni del Sud - Luigi Famiglietti
(Campania), Doriana Ribaudo (Sicilia),
Sergio Rizzo (Calabria) e Angelo Summa (Basilicata) - condividono le proposte contenute nel rapporto Svimez, ma
auspicano che una nuova classe politica
li realizzi. L’Anci Giovane stima nel
Mezzogiorno, isole incluse, ottomila
amministratori di età inferiore a 35 anni.
“Oggi c’è una nuova classe dirigente
che non chiede assistenza ed elemosine,
ma è decisa a riappropriarsi del proprio
futuro – dichiarano Famiglietti, Ribaldo,
Rizzo e Summa –. Ne ha il dovere ed anche il diritto”.
“Non è soltanto un problema di età –
precisa il segretario generale della Cisl
Sicilia, Maurizio Bernava –. La nuova
classe politica nasce dalla buona formazione, ovvero dall’educazione alla politica come servizio alla comunità invece
di luogo di affari personali, alla legalità
e alla capacità a porre le condizioni dello sviluppo del territorio”.
In questi giorni, la Cisl siciliana sta
ragionando sulle misure previste dalla
manovra finanziaria varata dal Governo
nazionale. A Catania incontriamo Annamaria Furlan, segretaria confederale nazionale Cisl, che, prendendo spunto dalla Sicilia, esprime alcune valutazioni sul
Mezzogiorno. La Furlan richiama la
classe politica del Sud “a ragionare seriamente sui problemi veri della gente:
lavoro, famiglia, Stato sociale”. Ciò presuppone maggiore controllo dell’Europa
sulle scelte politiche operate nei territori
e tagli agli sprechi della Politica, “perché ogni soldo speso inutilmente è un
soldo sottratto ai cittadini”, dichiara Annamaria Furlan e aggiunge, con chiaro
riferimento al “caso Sicilia”: “Basta,
dunque, alle alchimie politiche: minoranza che diventa maggioranza e maggioranza che non sa giocare il suo ruolo.
La politica ritorni a confrontarsi con le
parti sociali e, insieme a queste, definisca le priorità per il bene dei cittadini”
Flora Bonaccorso
Percorsi di guarigione sociale
Disabili mentali e lavoro:
“Dal call center alla
segreteria”. Sono 111 le
assunzioni operate in 8
anni dall’Asp Catania
P
arlando di disabilità mentale spesso, troppo spesso, immaginiamo situazioni di disagio senza via
d’uscita, emarginazione sociale e l’impossibilità
di un inserimento lavorativo. Un’immagine che, in alcuni casi, non corrisponde affatto alla realtà. Infatti,
un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, il possesso del titolo di scuola media superiore o di laurea ed essere dotato
di competenze specifiche da impiegare nel settore terziario, turistico/alberghiero, edile, delle telecomunicazioni e della grande distribuzione, sono i punti cardine
di una realtà diversa dal comune sentire. Questo, infatti,
è il profilo del disabile psichico che, attraverso il programma di “collocamento mirato”, nato dalla sinergia
tra Asp Catania e Ufficio provinciale del Lavoro (Uplmo), oggi riesce ad inserirsi nel mondo del lavoro, contribuendo, come ogni altro lavoratore, allo sviluppo della propria città.
Nello specifico, sono 111 i disabili mentali che, dal
2002 ad oggi, sono stati avviati al lavoro nella provincia
etnea: 84 a tempo indeterminato, 20 con tirocini formativi, 7 attraverso corsi di formazione professionale. Un
quadro più che incoraggiante, esposto stamattina al Palazzo Esa, a Catania, nel corso del seminario interprovinciale su “L’inserimento socio-lavorativo dei disabili
psichici e mentali nel territorio della Regione Siciliana”. Nel corso dei lavori è stato più volte sottolineato
che “oltre a far meritare a Catania una posizione di tut-
to rispetto su scala nazionale, questi dati lasciano ben
sperare anche nei confronti delle altre province siciliane, pronte a seguire un tale esempio di buone prassi”.
«Oggi raccogliamo i frutti di un lavoro lungo e attento – ha affermato il direttore generale Asp Catania,
Giuseppe Calaciura – che, da anni, offre un supporto
concreto alle categorie più svantaggiate, abbattendo le
barriere e i pregiudizi che limitano fortemente la loro
vita. Il nostro è un modello avviato e funzionante, che di
certo potrà essere di riferimento per la Sicilia e per le
altre realtà del Paese».
Una prima conferma a queste valutazioni è arrivata,
infatti, dalla partecipazione dei referenti delle Asp e degli Uffici provinciali di Messina (rispettivamente Biagio Gennaro e Franco De Francesco), di Ragusa (Francesco Sanfilippo e Fausto Piazza) e di Enna (Pasqualino
Ancona e Angela Ferrante), nonché dal plauso del sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, che ha affermato:
«È un dovere delle Istituzioni supportare chi è a rischio
di esclusione sociale. Il modo più giusto è quello di dialogare e fare sistema, mettendo in campo le proprie
competenze, come dimostra la collaborazione tra l’Asp
di Catania e l’Ufficio provinciale del lavoro».
La collaborazione è stata siglata nel 2002 e rinnovata nel 2005, basata sul lavoro sinergico tra gli specialisti
(psichiatri, psicologi, assistenti sociali) del Nucleo interventi di rete, guidato da Roberto Ortoleva, e gli operatori dell’Uplmo di Catania, diretto da Domenico Palermo, che ha messo in evidenza come «in riferimento
alla legge 68/99 sul collocamento mirato, abbiamo attivato forme di consulenza e di tutorato, con il supporto
di efficaci procedure che velocizzino i tempi d’assunzione, proprio perché l’inserimento non adeguatamente
mirato può essere motivo di disorientamento per il disabile. I risultati sono soddisfacenti e ci incoraggiano a
proseguire su questa strada».
«Su 25mila soggetti affetti da disabilità psichica –
ha spiegato il dott. Ortoleva – 6mila, circa il 25%, sono
indirizzati al pensionamento o all’invalidità sociale,
per mancanza di requisiti: è un esercito di utenti in età
lavorativa che, se formato adeguatamente, può acquisire le capacità per essere riabilitato e orientato alla cosiddetta guarigione sociale».
Il percorso di inserimento prevede che la Commissione per l’inserimento dei soggetti disabili mentali dell’Asp Catania, infatti, in seguito alla richiesta, che può
essere nominale o numerica, da parte della ditta assuntrice all’Uplmo, avvia un processo individualizzato per
predisporre tutte le azioni idonee al raggiungimento, da
parte del disabile psichico, delle abilità indicate dal profilo professionale, stabilendo tempi e modalità di monitoraggio e valutazione complessiva con un follow up finale.
Nel corso dei lavori sono stati registrati numerosi
gli interventi, moderati da Carmelo Coco (Task force
lavoro Comune di Catania), tra cui quello di Mario
Conclave di Italia Lavoro Roma.
R
iflessioni che partono, territorialmente parlando, da lontano ma
che finiscono per sviluppare gli
effetti nel nostro quotidiano, nella vita di
tutti i giorni. E così, «in riferimento all’arresto dell’imprenditore milanese,
che ha negato anche davanti all’eviden-
za dei fatti di pagare il suo aguzzino, tentando altresì di convincere un altro imprenditore vittima degli stessi usurai a
fare altrettanto, nasce l’esigenza di una
riflessione a proposito del valore sociale
delle leggi». Parole e riflessioni che l’Asaec, Associazione antiestorsione catanese “Libero Grassi”, ha proposto nel
commentare la recente notizia di cronaca
che ha visto la carcerazione di una vittima di usura per “favoreggiamento”, con
la speciale aggravante della finalità di
“voler avvantaggiare non questo o quel
singolo indagato ma la famiglia di ’ndrangheta in quanto tale”.
“Una legge viene emanata allo scopo di regolare i rapporti tra le persone e
quelli lavorativi, perseguendo i reati
perpetrati in danno di qualcuno – hanno
spiegato i soci Asaec in una nota –. Purtroppo, però, le leggi, anche le più rigide, non sempre riescono a cambiare la
mentalità della gente, anzi, molto spesso, c’è chi è disposto a tutto, eccetto che
a cambiare le proprie convinzioni sia
pure davanti al rischio del carcere. La
domanda è: si può perseguire per legge
un pusillanime? È come se una madre, di
fronte alla debolezza del figlio, dovesse
Nessun rischio
per la salute
Bronte: il Consiglio
superiore della Sanità
concede la proroga all’uso
dell’acqua con vanadio
possono tirare un sospiro di sollievo i cittadini di Bronte e di tutti i Comuni serviti dall’Acoset
che attingono l’acqua proveniente dal pozzo di
Ciapparazzo. Il Consiglio superiore di Sanità, infatti, ha approvato per tutti la proroga, fino al 31
dicembre del 2011, all’utilizzo dell’acqua contenente vanadio fino a 160 micro grammi per litri.
Oltre a ciò il Consiglio ha fissato il principio che la
soglia minima dei 50 micro grammi per litro di vanadio può essere tranquillamente superata, senza alcun danno per la salute pubblica. A chiedere
la riunione urgente del “Consiglio” era stato il sindaco di Bronte, pino Firrarello, che ha voluto
ascoltare gli esperti dell’organo consultivo tecnico-scientifico del Ministro della Salute, puntando
ad avere un quadro generale il più completo possibile della situazione.
«In effetti – ha affermato Firrarello –, fra gli
esperti non c’è convinzione che il vanadio possa
essere portatore di malattie. Anzi, siccome gli
studi effettuati fino ad oggi dicono il contrario, il
Consiglio ha accettato il principio di aumentare il
limite definitivo, previa la continuazione degli studi in materia, che dovranno essere fatti dal Dipartimento di Igiene dell’Università di Catania, dall’istituto superiore di Sanità e dalla Regione. I
brontesi, quindi, possono stare tranquilli».
A questo risultato si è giunti dopo diverse
settimane di grande lavoro su tutti i fronti. A seguito dell’ordinanza che ha imposto di utilizzare
l’acqua dei rubinetti solo per scopi igienico sanitari, il Sindaco ha incontrato tanti esperti ed anche il prefetto, cui ha chiesto un vertice alla presenza del giudice Serpotta, del direttore dell’Asp
Barbagallo, del responsabile provinciale del Genio civile, Ragusa, e dei vertici provinciali della
Guardia di Finanza.
«Era d’obbligo – ha spiegato Firrarello – questo vertice perché qualcuno è andato in giro per
le attività commerciali di Bronte intimando ai gestori di utilizzare acqua proveniente da altre fonti
rispetto a quella del rubinetto, altrimenti sarebbero stati costretti a chiudere l’esercizio. Ritenendo
quest’azione prettamente allarmistica, immediatamente ho chiesto il vertice in Prefettura, durante il quale i tecnici dell’Asp non sono stati in grado di spiegarmi scientificamente se il vanadio fa
male o meno. Tutti si basavano su una direttiva
dell’Unione europea che dice che questo non poteva superare i 50 micro grammi per litro, ma
nessuno ha saputo spiegarmi il perché».
E così domenica sera, il sindaco Firrarello, a
Bronte, ha indetto un comizio pubblico in piazza
Spedalieri, annunciando l’incontro del Consiglio
superiore della Sanità. Al comizio, oltre alla Giunta municipale ed al consigliere Nunzio Saitta,
hanno partecipato il presidente del Consiglio,
Salvatore Gullotta, i deputati regionali, Fabio
Mancuso e pippo Limoli, i sindaci di Randazzo e
Maletto, Ernesto Del Campo e pippo De Luca.
«Tanto clamore per nulla – ha concluso l’assessore brontese Enzo Bonina, che è medico di
famiglia –. Pensate che il vanadio fa anche bene
e contrasta il diabete ed il colesterolo».
G.D.G.
Pedara:
sportivi e vincenti
Francesca Bottaro
Mentalità debole ma reale
Usura, imprenditore
milanese arrestato
per favoreggiamento.
L’Asaec definisce la
vicenda un
“fenomeno che
mette in luce una
società sofferente”
di Giarre
decidere di rinnegarlo, invece di tentare
ogni strada per farlo riflettere sugli errori compiuti. Noi aggiungeremmo che
lo Stato dovrebbe, per primo, aiutare coloro che sbagliano, magari con la collaborazione di psicoterapeuti, formati all’uopo, che siano in grado di aumentare
l’autostima delle persone codarde. Altra
cosa sono gli imprenditori che, da vittime, colludono con il malaffare, trasformandosi in favoreggiatori degli interessi
mafiosi e traendone protezione e benefici. O, addirittura, gli imprenditori complici che sono soci in affari con la malavita. In questi ultimi casi, non soltanto
bisogna avere il pugno fermo, ma è indispensabile tagliare tutti i legami con la
criminalità, attraverso la confisca totale
dei beni personali e societari».
Valentina Consoli
Divenuto parte importante nel contesto dell’estate pedarese, presso l’area expo, presentato
da Sabina Rossi, si è svolto il premio “Sportivo
2010” organizzato dall’assessorato allo Sport del
Comune di pedara e da Gabriele Fasanaro. Sono stati 15 i premiati in diverse discipline sportive. Alla premiazione erano presenti il sindaco
Anthony Barbagallo, il vice Giuseppe Rizzo, il
presidente del Consiglio comunale Alfio Cristaudo con il vice Antonio Fallica ed alcuni consiglieri
comunali, gli assessori Salvatore Failla e Nuccio
Di prima, il presidente provinciale del Coni Giuseppe Crisafulli.
Gli sportivi premiati sono stati: Seby Aperi
(Calcio), pgs pedara (calcio), Vincenzo Adamo
(body building), Carmelo Fallica (scherma), Luca
Leotta (boxe), Carmelo puglisi (tennis tavolo),
Scuola calcio piccoli amici (calcio), planet Volley
pedara (volley) Beniamino Trovato (calcio), Atletica pedara (atletica leggera), Mario Strazzeri (judo), Associazione Giampi (nuoto), AS pedara
volley (volley), Associazione X Mas (softair),
Team Guardia Costiera, Capitaneria di porto
(calcio).
Michele Milazzo
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> S E T T I M A N A L E IDG
alcantara
di Giarre
7
Giardini e Piedimonte
uniti dalla fede
N. 2 8 • s aba to 31 luglio 2010
S.S. 185: una strada da… brivido
Il rischio di incidenti è altissimo nel tratto che conduce alle contrade Larderia e
Sciara, nel territorio di Motta Camastra ed a pochi metri dalle Gole dell’Alcantara.
La denuncia di “Italia Nostra”
V
i è un tratto della
Strada Statale 185,
che collega i vari
Comuni della Valle
dell’Alcantara, in
cui si rischia veramente la vita: si trova nei pressi del rinomato sito turistico delle Gole dell’Alcantara e costituisce l’imbocco
obbligato per immettersi nelle popolose contrade denominate “Larderia” e
“Sciara”, ricadenti nel territorio di
Motta Camastra. E’ lì che, a parte le
abitazioni private, hanno sede decine
di aziende agricole, due cantine vinicole ed un panificio, ma prima di recarsi in tali zone per lavorare, fare acquisti o, semplicemente, andare a casa, l’automobilista deve farsi il… segno della croce e confidare nella…
misericordia divina.
Provenendo dai paesi a monte
(Francavilla, Motta, ecc.) gli tocca, infatti, imboccare una traversa che gli si
presenta frontalmente sulla sinistra e
che, quindi, lo costringe a collocarsi
contromano; ed è dall’espressione “frontalmente” da noi appena
utilizzata che si può
evincere (oltre che
dalla foto qui pubblicata) il serio pericolo
cui va incontro l’automobilista: l’imbocco
di quella traversa appare frontale proprio
perché è “innestato” in
una curva a gomito
dalla quale potrebbero
improvvisamente sbucare fuori automobili
nell’opposto senso di
marcia, col rischio di
impattarsi con la vettura diretta a Larderia
e/o Sciara.
quindi,
Sorge,
spontaneo chiedersi
come mai l’agognato intervento per
dare sicurezza a tale tratto particolarmente critico della S.S. 185 non figuri
tra le opere strategiche per il miglioramento della viabilità nella Valle dell’Alcantara recentemente finanziate
dall’Assessorato Regionale alle Infrastrutture ed alla Mobilità. Questo legittimo interrogativo se l’è posto “ad
alta voce” l’avvocato Franco Camardi
in qualità di presidente della sezione
francavillese dell’associazione “Italia
Nostra”, ma anche di imprenditore e
proprietario terriero della zona di cui
trattasi; Camardi (nel riquadro in foto) ha, infatti, formulato le sue “rimostranze” per iscritto in una lettera inviata nei giorni scorsi all’Anas di Catania (competente per la S.S. 185), alla
Regione Siciliana, al Sindaco di Motta
Camastra ed al Prefetto di Messina.
«Siamo di fronte – scrive il presidente di Italia Nostra – ad una bella e
buona… istigazione alla violazione
del Codice della Strada, visto che i numerosi utenti della piccola arteria in
questione sono costretti ad invadere in
curva l’opposta carreggiata della S.S.
185, sulla quale insiste “tanto” di linea di mezzeria continua e, perciò, invalicabile. Chissà perché, nonostante
la notorietà dei sinistri stradali verificatisi in questo tratto, nessuna delle
autorità che hanno competenza in materia (ossia l’Anas, il Comune di Motta Camastra e le Forze dell’Ordine)
ha mai invocato appropriati ed urgenti interventi al nodo stradale in esame… Eppure la soluzione esiste, ed è
semplice, se non elementare, e dai costi assolutamente irrisori: creare uno
svincolo con spartitraffico centrale,
allargando di poco la sede stradale su
porzioni di proprietà della stessa
Anas. Per intanto, la situazione in
questo tratto di S.S. 185 rimane ad alto rischio oltre che di conclamata illegalità».
Rodolfo Amodeo
Graniti, D’Amore al contrattacco
oppositori facciano politica
per “amore” di Graniti, e
questo l’elettorato locale lo
ha capito, prova ne è che alla consultazione di due mesi
fa li ha pesantemente puniti
condannandoli ad una cocente sconfitta e tributando,
invece, al sottoscritto ed alla
mia squadra un’esaltante
Il primo cittadino ribatte
punto per punto alle
critiche mossegli in
queste settimane dai
consiglieri
dell’opposizione
I
l sindaco di Graniti, Marcello D’Amore, si mostra infastidito dagli attacchi politici mossigli in
queste settimane dai consiglieri di minoranza,
capitanati dal giovane capogruppo Antonio Russo,
attraverso interrogazioni, mozioni ed interventi sulla
stampa. Doveroso, dunque, da parte nostra concedergli la possibilità di replicare.
«I miei attuali avversari – esordisce il primo cittadino granitese - sono i meno indicati ad ergersi a
“profeti di buona amministrazione”. Il capogruppo
Russo, in particolare, durante il mio primo quinquennio di sindacatura faceva parte della mia compagine, ma si è quasi subito messo “di traverso”
ostacolando sistematicamente l’attività amministrativa. Non credo, pertanto, che Russo ed altri miei
vittoria.
«Scendendo nei dettagli delle prime iniziative
portate avanti dai consiglieri dell’opposizione in
questa fase iniziale del mio secondo mandato, appare evidente come esse si mostrino tutte pretestuose e
strumentali.
«Riguardo al degrado della piazzetta di contrada Finàita, sarebbe opportuno che, anziché al Comune, chiedessero lumi alla ditta che ha eseguito lì
dei lavori privati lasciando tutto nel caos e nella
sporcizia.
«In merito, invece, ai rilievi sulla segnaletica
stradale (a loro dire inutile in quanto non viene fatta
rispettare) vien da… sorridere, salvo poi accorgersi
di essere… presi in giro! Nella relativa interroga-
zione si sostiene, infatti, che automobilisti “indisciplinati” occuperebbero gli stalli riservati al medico
o all’utente della farmacia, e si allegano anche foto
che proverebbero ciò. Ma sapete quando sono state
scattate quelle foto?! Nei giorni in cui il nostro medico non riceve ed in quelli in cui la farmacia osserva il turno di chiusura! Non c’è bisogno che venga
io a spiegare che nelle giornate in cui questo tipo di
strutture non sono funzionanti, qualsiasi automobilista vi può posteggiare davanti liberamente.
«Infine, sono del tutto ingenerose e destituite di
ogni fondamento le accuse secondo le quali io, sindaco di Graniti, avrei deciso ed imposto il metodo
da adottare per eleggere la terna di consiglieri da
inviare all’Unione dei Comuni: trattasi, infatti, di
un atto del Consiglio Comunale e, come tale, è quest’ultimo che si autodetermina al riguardo, in maniera del tutto libera ed autonoma e senza di certo
prendere “ordini” dal sindaco. E si sappia anche
che lo Statuto dell’Unione dice semplicemente che
ogni Comune consorziato deve essere rappresentato
da due consiglieri di maggioranza ed uno di minoranza, ma non si pronuncia affatto sul metodo con
cui designarli».
R.A.
Valeria Nucifora ad “AlcantArte”
Anche la giovane pittrice taorminese
ha esposto le sue tele nell’ambito
dell’originale kermesse
A
nche la giovane pittrice taorminese Valeria Nucifora è
stata tra i protagonisti della
rassegna “AlcantArte”, che consente
ai “creativi” del comprensorio di
esporre le rispettive opere in alcune
strutture ricettive della Valle dell’Alcantara in maniera tale da farsi conoscere dai numerosi turisti che in queste
settimane estive vi soggiornano.
La personale della Nucifora è stata, in particolare, ospitata (per l’intero
mese di luglio) presso il resort “La Casa delle Monache”, nel territorio del
Comune di Graniti ed appartenente alla Società “TerrAlcantara”. La pittrice
ha esposto alcune tele da lei prodotte
in questi anni misurandosi con generi,
tecniche e soggetti diversi.
L’artista in questione, infatti, si
caratterizza per una spiccata poliedri-
cità, che la porta ad interessarsi ad
ogni tipo di “colore” e tecnica dando
vita ad opere figurative (soprattutto
scorci paesaggistici degli antichi centri storici da lei immortalati durante le
estemporanee cui partecipa), ma anche a realizzazioni più originali dalle
atmosfere oniriche e quasi “incantate”.
Non appena conseguito il diploma
all’Istituto d’Arte di Giarre, Valeria
Nucifora ha iniziato a partecipare a diversi concorsi, mostre ed estemporanee di pittura svoltisi in Sicilia (a Forza d’Agrò, Caltagirone, Gaggi, Francavilla, ecc.).
Ultimamente, però, ha dovuto diradare i suoi impegni in quanto sta frequentando il Corso di Laurea in Beni
Culturali presso l’Università degli
Studi della Tuscia di Viterbo.
Anche parecchi fedeli di Giardini Naxos, capitanati dai
fratelli Angelo e Maria Savoca, hanno preso parte al pellegrinaggio di alcuni giorni fa alla volta del Santuario della
Madonna della Vena di piedimonte Etneo in occasione dei
festeggiamenti per i cinquant’anni di sacerdozio di padre
Nicola Bollino. Quest’ultimo appartiene, infatti, all’Ordine
dei Rogazionisti, fondato dal Santo messinese Annibale Di
Francia, particolarmente venerato nella prima colonia greca di Sicilia.
Durante la S. Messa, Don Carmelo La Rosa, Rettore
del Santuario, e padre Bollino hanno spiegato i motivi del
profondo legame tra Sant’Annibale, la Madonna della Vena
di piedimonte e la comunità giardinese. In pratica, l’eroico
sacerdote peloritano, che pur provenendo da una nobile famiglia preferì stare accanto ai poveri ed agli emarginati,
fondò anche la Congregazione femminile delle “Figlie del
Divino Zelo”, una cui “Casa” venne aperta pure a piedimonte Etneo nel 1903. padre Annibale fece, quindi, un voto alla
Madonna venerata in quel Comune, ossia la Madonna della
Vena, affinché le religiose lì stanziatesi potessero portare
avanti la loro missione in maniera serena e proficua. E così
fu: si narra, in particolare, della donazione alle Figlie del Divino Zelo di piedimonte di una casa e di un terreno (su cui
venne costruita la Chiesa della Madonna del Carmine) ad
opera di un generoso sacerdote (Don Di Bernardo). S. Annibale Di Francia dedicò alla Madonna della Vena anche un
libretto contenente cenni sulla storia del santuario, preghiere ed un’esortazione-dedica agli abitanti di Giardini Naxos
“affinché, nei momenti di necessità, incrementino la loro devozione alla Madonna della Vena”.
Ed entrando nel santuario, i pellegrini di Giardini
Naxos, guidati da Suor Gesualdina, Madre Superiora delle
Figlie del Divino Zelo, hanno recitato i versi della bellissima
“Salve”, scritta da S. Annibale per la Madonna di piedimonte.
R.A.
Francavilla, oratorio
estivo “Sottosopra”
Attività ludiche, canore, teatrali e religiose hanno coinvolto oltre cinquanta bambini di Francavilla di Sicilia che,
per circa un mese, hanno frequentato l’oratorio parrocchiale estivo pomeridiano presso l’ex Casa delle Suore del preziosissimo Sangue.
“Sottosopra” era lo slogan dell’iniziativa, ossia un’espressione cui viene tradizionalmente data un’accezione
negativa riferentesi a “stravolgimenti” e “confusione”. «Ma
oggi – spiega una portavoce del gruppo degli animatori –
essere “sottosopra” significa piuttosto differenziarsi da un
mondo in cui imperano l’insensibilità, l’egoismo e la mancanza di rispetto per chi è diverso da noi; significa, dunque,
andare controcorrente affermando dei valori di cui si avverte la mancanza nell’odierna società. Ai bambini, che sono il
futuro dell’umanità, abbiamo inculcato il principio che il vero
senso della vita consiste nello stare in mezzo agli altri e non
“contro” gli altri, ed a tale obiettivo hanno mirato tutte le attività del nostro oratorio, dove un ruolo determinante l’hanno
avuto Suor Teresa e le giovani animatrici Adriana Manitta e
Jessica Verduci, le quali sono riuscite, con calma e pazienza, ad appassionare i piccoli alle varie attività. E’ stato un
mese, insomma, di vero volontariato, ossia di disinteressato e gioioso servizio a favore degli altri, così come ci ha insegnato Nostro Signore Gesù, che del volontariato è
senz’altro il Maestro».
L’oratorio si è concluso con un momento di festa cui
hanno preso parte pure le mamme giocando e gareggiando
con i figli. E proprio dalle mamme, più che soddisfatte per
l’esito dell’iniziativa, è venuta la proposta di ripetere tali momenti d’incontro anche nel resto dell’anno, magari la domenica.
R.A.
Seconda laurea per Carmelo Vaccaro
Ma il giornalista Rodolfo Amodeo, direttore artistico di “AlcantArte”, ha approfittato del suo ritorno a
casa per la pausa estiva accaparrando-
si la qualificante presenza nell’ambito
dell’originale kermesse.
Patrizia D’Agostino
Già un paio d’anni fa avevamo scritto
di lui per aver conseguito la Laurea in
“Informatore Scientifico del Farmaco”.
Adesso, però, il giovane francavillese
Carmelo Vaccaro ha raggiunto il non
comune traguardo della seconda laurea, questa volta in “Tossicologia” rilasciatagli dalla Facoltà di Farmacia
dell’Università degli Studi di Catania.
“Valutazione tossicologica di microtossine in mangimi per specie ittiche”
era l’argomento della tesi, accuratamente preparata da
Vaccaro frequentando l’Istituto di Igiene e Sanità pubblica
del policlinico Universitario di Catania, e che ha avuto come relatrice la prof.ssa Carmela parenti, del Dipartimento
di Scienze Farmaceutiche (sez. Farmacologia) dell’ateneo
catanese.
Qualche sera fa, il “cervellone” di Francavilla si è meritatamente abbandonato, insieme ai parenti ed agli amici più cari, ai piaceri di un solenne festeggiamento nell’esclusivo ritrovo “Le IX porte” di Castiglione di Sicilia.
Al pluridottore, che è anche un nostro assiduo lettore, vanno le più sincere congratulazioni e la più viva ammirazione
della Redazione del “Gazzettino”.
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> S E T T I M A N A L E IDG
attualità
N. 28 • sabato 31 luglio 2010
di Giarre
Fedeltà e sacrificio
T
anto tempo è passato da quel lontano
13 luglio 1814, quanti avvenimenti
nazionali ed internazionali hanno arricchito la storia della gloriosa Arma
dei Carabinieri. Nella ricorrenza di
questa storica data che ne ricorda e ne
celebra la nascita, il popolo giardinese esprime la sua
riconoscenza ed il suo grazie alla gloriosa Arma dei
Carabinieri che, in ogni tempo ed in ogni parte del
mondo, in cui si è trovata ad operare sempre a
servizio della pace, si sacrifica e muore. All’estero
per assicurare ai popoli oppressi libertà, giustizia e
pace, in Patria per garantirci legalità, sicurezza e tranquillità.
Il Corpo dei Carabinieri nasce come Arma dell’Esercito con compiti di tutela dell’ordine pubblico, della giustizia e della sicurezza. Fu costituito il 13 luglio
del 1814 da Vittorio Emanuele I, dopo la restaurazione del Regno Sabaudo. Organizzatore del Corpo
fu il Luogotenente Generale Giuseppe Thaon de Revel. All’atto della costituzione del Corpo, Vittorio
Emanuele I gli conferì Ordine di precedenza rispetto
agli altri Corpi dell’Esercito, considerandolo secondo
solo alla propria guardia, composta da quattro compagnie a cavallo. Inizialmente, i Carabinieri vennero
ripartiti in sei divisioni: Torino, Cuneo, Alessandria,
Nizza, Novara e Savona. Nel 1815, nasce la divisione
Genova e, nel 1821, furono aggiunte due divisioni in
Sardegna: la Cagliari e la Sassari. Nel 1822 fu approvato il Regolamento Generale e, nel 1831, fu istituito il Comando Generale dei Carabinieri Reali che,
nel 1848, prese il nome di “Comando del Corpo”. Il 6
gennaio del 1861, viene costituita l’Arma dei Carabinieri con il compito di tutelare la pubblica sicurezza
nelle varie provincie italiane. Nel 1999, l’Arma dei
Carabinieri diviene una Forza armata autonoma,
dipendente solamente dal Capo di Stato Maggiore
della Difesa.
L’Arma dei Carabinieri ha sempre assolto, e assolve tuttora, in pace e in guerra, compiti di istituto e
compiti militari. I primi riguardano la vigilanza nell’osservanza delle leggi sui reati, la ricerca, la cattura
e l’arresto dei rei. I secondi, la ricerca e l’arresto dei
colpevoli di reati militari, la vigilanza sui militari, la
scorta d’Onore e tutti quei servizi previsti dalle vigenti disposizioni. In tempo di guerra subentra anche la
partecipazione alle operazioni di guerra con proprie
unità ed il servizio di polizia militare in zone di oper-
azione.
La storia dei Carabinieri è contraddistinta, sia in
tempo di pace che in guerra, da una ininterrotta continuità di dedizione alla Patria e attaccamento al dovere, che ha fatto guadagnare all’Arma la qualifica di
“Benemerita” e, con essa, la stima , la considerazione
e l’affetto di tutti i cittadini. Sempre presente nelle
sommosse, nelle guerre, nella repressione del brigantaggio, nei terremoti, nelle inondazioni e nelle
calamità di ogni genere, i Carabinieri non hanno mai
esitato a prodigarsi oltre ogni misura, spesso sacrificando la loro vita, per il bene del Paese.
Il 30 aprile del 1848, al comando del maggior Negri Sanfront, tre squadroni di Carabinieri si distinsero
a Pastrengo, sferrando una memorabile carica contro
gli austriaci, meritandosi l’appellativo di Arma
Fedelissima e del motto “Nei secoli fedele”: particolarmente glorioso fu il loro comportamento il 19
luglio del 1915, durante la battaglia dell’Isonzo,
quando il Secondo ed il Terzo bataglione del Reggimento Carabinieri Reali, sferrarono reiterati assalti
contro le trincee nemiche del Podgora, sacrificando
oltre il 40% degli effettivi. Nella seconda guerra
mondiale reaprti di Carabinieri combatterono su tutti
i teatri di operazioni, distnguendosi a Klisura (fronte
grego-albanese), a Katestruga (fronte jugoslavo-albanese), a Kvasica e, soprattutto, a Culqualber
(Etiopia) dove, il 21 novembre del 1941, il Primo
Gruppo Reali Carabinieri, si immolò quasi al completo nella difesa del caposaldo. L’ultimo, fulgido esempio di eroismo e, soprattutto, di altruismo i Carabinieri lo hanno dato a Nassirya (Iraq), dove si sono
immolati in difesa della pace.
Onore e gloria alla Benemerita e “Semper ad
maiora”.
Francesco Bottari
Giara, emozioni senza fine
L’
emozione non ha voce, raccontano le strofe di una canzone. E di emozioni senza voce, di sensazioni senza frasi per poterle
descrivere, di immagini e pensieri che
si rincorrono senza riuscire a fermarle
in qualche parola è stata ricchissima,
come sempre, la serata di Villa Solaria.
Una serata che ha illuminato la 35-1
edizione (sarebbe la 34ª, ma la storia
del Premio, nella sua unicità, non segue
le regole ordinarie…) della Giara d’Argento e del Premio internazionale di
giornalismo “Alfio Russo”, oltre i limiti di spazio e di tempo segnati dallo
scorrere delle ore. Seguendo la tradizione, che parla di innovazione e sorprese, il patron della Giara, il
Grand’Ufficiale Alfio Di Maria, ha regalato momenti di spettacolo, divertimento, eleganza, classe, con un lungo
elenco di premiati che ha rappresentante, ancora una volta, l’immagine dell’impegno professionale, personale, lavorativo serio, preparato ed innovativo.
L’immagine della Sicilia intelligente,
impegnata, onesta e produttiva, è stato
più volte detto. E nel caso della Giara
d’Argento e del Premio Internazionale
di Giornalismo “Alfio Russo”, mai definizione è stata più vera e significativa.
Un’edizione che, nel solco della
tradizione, non ha mai deluso le aspettative. Partendo dall’alto livello dei
premiati, che hanno presentato ai presenti a Villa Solaria il proprio essere
professionalmente impegnati e preparati. E così, accompagnati dalla precisa
conduzione di Salvo La Rosa, coadiuvato dalla brava Lilly Correnti, il palco
di Villa Solaria ha accolto il Prefetto di
Catania, S.E. Vincenzo Santoro (Premio “Ieri e oggi); la pluripremiata stilista internazionale Mariella Gennarino;
il Generale di Corpo d’Armata della
Guardia di Finanza, Daniele Caprino; il
Magnifico Rettore dell’Università di
Catania, Antonino Recca (Premio alla
Cultura); l’imprenditore dott. Salvatore
Torrisi, Managing Director della
Agroindustry Advanced Technology di
Catania (Premio “Salvatore Cundari”);
il dott. Dandolo Flumini, ultranovantenne icona del calcio catanese (Premio
“Candido Cannavò”); il dott. Giuseppe
Castronovo, straordinario presidente
regionale dell’Unione Italiana Ciechi;
il dott. Ruggero Di Maria (Premio “Angelo Majorana”); l’avv. Ettore Denti.
Personalità straordinarie, come hanno
sottolineato i presenti, che hanno ricevuto i riconoscimenti come ringraziamento per l’impegno già speso e come
incoraggiamento per i prossimi traguardi di successo.
Per il Premio internazionale di
Giornalismo “Alfio Russo”, ai grandi
nomi del passato, al gotha del giornalismo italiano ed internazionale, si affianca quello di Giovanni Minoli. Per
ricordare il suo impegno basta la sigla
di una trasmissione: “La Storia siamo
noi”. E la Storia è la Giara d’Argento, il
Premio “Alfio Russo”. Ma la Storia è
anche ogni singolo momento della serata di Villa Solaria. Fotogrammi di un
appuntamento di classe. Raccontato
dalle sfilate degli splendidi abiti da
sposa, capolavori da indossare, di Giovanni Raciti. Dai voli di note regalati
dai violini di Gianni e Mario Renzi.
Dalla voce della piccola Chiara Sapienza, che affida al canto la sua voglia di
vivere a dispetto del suo essere ipovedente. Dalle voci di Joli e Manuela Li
Cauli. Le Istituzioni, presenti con l’assessore provinciale Pippo Pagano e con
il Sindaco di Giarre Teresa Sodano,
hanno fatto sentire la propria presenza,
augurando una lunga strada ancora da
percorrere, verso sempre più prestigiosi traguardi. Degna conclusione della
serata, il rinfresco preparato con cura
ed arte da Nadia Calà, capace di regalare emozioni di gusto e profumi inimitabili.
Se le parole, come sempre, non bastano a raccontare emozioni ed immagini, per la Giara d’Argento e il Premio
internazionale di Giornalismo “Alfio
Russo”, è il cuore a parlare. E già un
battito corre veloce verso l’edizione
numero 35. Con il Grand’Ufficiale Alfio Di Maria pronto a regalare sempre
nuove emozioni per un appuntamento
che, tagato 2011, già si annuncia memorabile.
Foto Di Guardo
Si apre il cielo
per il Liga
Messina Sold Out. Questo è il Liga, giunto alla settima tappa del tour 2010 che sta attraversando tutta Italia. Quattrocentoventi mq di schermi, immagini e foto ricordo che hanno fatto da sfondo ai 24 brani in scaletta:
“Mi piace variare le scalette quando è possibile – aveva
detto Liga –. Ho deciso che per ogni data di questo
tour, cambierò il brano che presentiamo nel cosiddetto
momento acustico. In questo modo ogni concerto sarà
ulteriormente diverso dagli altri. Chi verrà ad assistere
più volte allo spettacolo troverà, quindi, sempre una
sorpresa in scaletta”.
A Messina è toccato “Sogni di Rock’n’Roll”. Il palco,
con una struttura a scomparsa è di quelli maestosi, imponente cornice ad “Impatto Zero” di LifeGate, in quanto le emissioni di CO2 generate saranno quindi compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste
in crescita a panama. Sole cocente e forte vento, non
hanno impedito agli oltre 40 mila presenti di attendere
le ore 21.00 quando sul palco a presentarsi per primo è
stato Claudio Maioli, manager del Liga, con una divertente versione rap di Taca Banda, dedicata al pubblico
di Messina.
“La mia sensazione è che le canzoni del nuovo album abbiano ulteriore necessità di farsi ascoltare live –
disse Luciano prima dell’inizio del Tour –. Alcune di esse hanno una parte gioiosa talmente evidente su disco
che, a mio avviso, merita di essere profondamente sottolineata dal vivo”.
E allora, “Quando Canterai la tua canzone”, “La linea sottile” e “Nel tempo” sono i primi tre brani proprio
come nel nuovo album “Arrivederci Mostro”. Tutta la Sicilia del Liga è li per il suo “Atto di Fede” al cantante di
Correggio. per “Ballare sul Mondo”, per ricordare “Il
giorno di dolore” che uno ha, per “Certe notti” come
queste che Messina difficilmente potrà dimenticare.
Kaveh Rastegar al basso, Michael Urbano alla batteria,
Luciano Luisi e José Fiorilli alle tastiere, Fede poggipollini e Niccolò Bossini alle chitarre, ai quali in diversi
brani si unisce Corrado Rustici della band, formano l’ultima squadra di Luciano che trionfa al primo appuntamento con il pubblico siciliano che si fa apprezzare e
contraddistinguere con il suo grande calore. Il sette settembre, Liga ritornerà in Sicilia, al Velodromo paolo
Borsellino per uno degli ultimi appuntamenti del tour
che chiuderà al palaOlimpico di Torino.
I classici “Libera nos a malo”, “Ho perso le parole”,
“Il giorno dei giorni”, “Sulla mia strada”, “Marlon Brando
è sempre lui”, “Questa è la mia vita”, “A che ora è la fine
del mondo?”, “Urlando contro il cielo” e “Tra palco e
realtà”, smistano i brani del nuovo album, suonato quasi per intero ad esclusione di soltanto “Caro il mio Francesco”, una “avvelenata” contro il mondo della musica,
e “Quando mi vieni a prendere”, canzone sulla strage di
bimbi a “Dendermonde”, considerate non adatte per un
concerto rock in quanto meritevoli di una dimensione
più intima e di uno spazio diverso. Avere cinquant’anni
e non sentirli nemmeno, questo è Ligabue, ingordo dei
tanti concerti fatti e quelli ancora da fare, di quel tempo
che definisce come il suo lusso migliore, da non sprecare bensì da spendere soprattutto per essere “all’altezza di tutta la fiducia e l’affetto che ogni volta dimostrate e che spesso mette nelle condizioni di chiederci
se possa essere davvero abbastanza per tutto quello
che meritate”.
I suoi messaggi “E tu sei pronto a pagare per la tua
acqua?”, le cartoline di “Buona notte all’Italia”, da Bearzot ad Alda Merini, da Valentino Rossi a Falcone Borsellino, da Fabrizio De Andrè a Fernanda pivano, da
Enzo Biagi a Marco pantani e Sandro pertini; per dire
“che è un momento così duro,un momento di crisi che
taglia le gambe, un momento in cui ognuno ha le proprie paure, ognuno ha le proprie disperazioni, ognuno
ha le proprie preoccupazioni. Il futuro può sembrare
molto nero, hai due modi di vederlo, lo vedi nero e, a
quel punto, anche il tuo presente è un presente
nero,oppure ti concedi un pò di speranza e allora anche
il tuo presente è più degno di essere vissuto”. Ed è per
questo che l’unica cosa da pensare è che “Il meglio deve ancora venire”.
“Messina, durante le due ore di spettacolo ha piovuto un po’ in tutta Italia mentre qui non è successo per
due motivi: il primo è che ho culo e il secondo è che ho
culo perché ci siete voi e quando ci siete voi non può
piovere”. “Ci vediamo in giro Liga”! Messina ringrazia, è
stato “Un colpo all’anima”.
Corrado Petralia
Salvatore Rubbino
Sotto il sole, nuovi reati
Catania: in pieno
giorno, tentano di
rubare due rimorchi,
arrestati dalla
Guardia di Finanza
N
on sembrano più esserci limiti alla
presenza della delinquenza sul territorio, ma la risposta delle Forze dell’ordine è pronta, come testimonia una recente
operazione condotta dalla Guardia di Finanza
di Catania. In pieno giorno, durante l’ora
pranzo, quando le strade sono più libere dal
traffico, anche per il gran caldo, i militari del
Gruppo della Guardia di Finanza di Catania,
impegnati in un servizio di controllo del territorio all’interno del porto, con finalità di sicurezza e anticontrabbando, hanno fermato due
soggetti, alla guida di un autoarticolato con
due rimorchi posti uno sopra l’altro.
I finanzieri, insospettiti, hanno proceduto
all’identificazione dei due soggetti e al con-
trollo dei documenti di viaggio. Iniziati, quindi, una serie di rapidi accertamenti sono stati
prontamente individuati i veri proprietari dei
rimorchi. Ed inoltre, è emerso che i due soggetti erano noti alle forze dell’ordine. Colti in
flagranza di reato, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria, i due sono stati immediatamente arrestati e tradotti nella casa circondariale di Piazza Lanza.
Rosa Andò