Sezioni riunite per la Regione siciliana in sede di

CORTE DEI CONTI
SEZIONI RIUNITE
PER LA REGIONE SICILIANA
ELEMENTI PER L’AUDIZIONE SULLO STATO DEI CONTI PUBBLICI
DELLA REGIONE SICILIANA
(approvati nella camera di consiglio del 3 giugno 2014)
ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
II COMMISSIONE - BILANCIO E PROGRAMMAZIONE
Palermo, 10 giugno 2014
INDICE
Premessa
pag. 3
1.
La situazione della cassa regionale
pag. 3
2.
Il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 pag. 5
3.
I Residui attivi
pag. 6
4.
La spesa sanitaria
pag. 12
5.
Lo stato della finanza locale in Sicilia
pag. 18
6
Le partecipazioni societarie della Regione siciliana
pag. 24
1
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
2
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
Premessa
Le Sezioni Riunite, benché sostanzialmente in tempi abbastanza ravvicinati rispetto alla
già programmata udienza di parificazione del rendiconto generale della Regione per l’esercizio
finanziario 2013, accolgono comunque favorevolmente la richiesta, formalizzata dal Presidente
della Commissione bilancio e programmazione dell’Assemblea regionale siciliana, di audizione
sulla tematica dello stato dei conti pubblici regionali.
Relativamente ai risultati del decorso esercizio finanziario, la Corte oggi non è ancora in
grado di esprimere una ponderata e documentata opinione: la sede più idonea per formulare le
proprie specifiche valutazioni ed osservazioni in merito, sarà, infatti, quella del prossimo
giudizio di parificazione del consuntivo regionale. Ed invero, la relazione che accompagnerà la
relativa pronuncia richiede una approfondita istruttoria, peraltro su tutti i documenti contabili
presentati alla Corte, istruttoria che attualmente è in corso e che richiede adeguati tempi tecnici
che mal si conciliano con quelli stringenti richiesti per procedere all’odierna audizione.
Fermo restando tale rinvio per dettagliati approfondimenti relativi al 2013, in questa sede
si ritiene, invece, di dover segnalare alcune preoccupazioni della Corte relativamente a
significativi profili dei conti pubblici regionali per il corrente esercizio finanziario. Col presente
documento, però, non è possibile procedere ad una loro analisi sistematica ed approfondita,
talché di seguito si procederà ad effettuare alcuni focus che queste Sezioni Riunite ritengono di
dover rappresentare con urgenza alla Commissione.
1. La situazione della cassa regionale
Sulla base dei dati comunicati dal tesoriere regionale - Unicredit S.p.A., alla fine del
mese di aprile del corrente anno il fondo di cassa della Regione ammontava complessivamente a
poco più di 502 milioni di euro. La situazione di cassa, seppur migliorata rispetto al dato di fine
esercizio 2013 (128 milioni di euro), registra, tuttavia, un continuo significativo trend
discendente nel primo quadrimestre dell’anno in corso (tabella 1). Rispetto ai 1.254 milioni di
euro al 31 gennaio 2014 (che, comunque, risentivano del blocco della spesa conseguente alla
tardiva approvazione della legge di bilancio per il 2014 – avvenuta con la legge regionale 28
gennaio 2014, n. 6 pubblicata in GURS il successivo giorno 31), le giacenze di cassa regionale,
infatti, diminuiscono a 842 milioni ed a 650 milioni, rispettivamente a fine febbraio e marzo.
Trattasi di dati relativi alle somme effettivamente giacenti in cassa, cioè al lordo degli
accantonamenti mensili per pignoramenti e per il pagamento del Servizio del debito, scontando i
3
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
quali, nel trimestre febbraio-aprile, si perviene, invece, agli importi rispettivamente pari a 690,
421 e 215 milioni di euro, appena sufficienti a garantire il fabbisogno finanziario mensile.
La Corte è ben consapevole che tali tensioni di cassa, anche a causa dell'impatto negativo
delle manovre statali che, con il sistema delle riserve e degli accantonamenti tributari, hanno
determinato significativi drenaggi di risorse, si sono verificate, seppur in periodi diversi
dell’anno, anche nel 2013. In quell’esercizio, però, le carenze di liquidità sono state
opportunamente governate tramite un’accorta politica di tesoreria suffragata da conti pubblici
sostanzialmente in equilibrio; nel 2014, invece, sulla descritta situazione di cassa, grava un
bilancio di previsione (cfr. paragrafo 2) al quale, dopo l’impugnativa della legge di stabilità
regionale per il medesimo esercizio da parte del Commissario dello Stato per la Regione
siciliana, non sono stati apportati gli aggiustamenti necessari per ricondurlo in pareggio. In
questa situazione, ad avviso della Corte, vanno evidenziati i rischi molto elevati che le attuali
tensioni possano a breve trasformarsi in vere e proprie crisi di liquidità.
TABELLA 1
2013
gennaio
MESE
giacenze a fine
mese
1.247.477
accantonamenti per
pignoramenti
39.156
accantonamenti per
Servizio del debito
50.000
giacenze al netto
accantonamenti
1.158.321
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre dicembre
907.465
649.140
769.666
557.630
556.880
495.183
725.916
523.326
594.128
623.383
128.085
37.647
37.785
33.579
34.093
37.690
45.835
41.138
40.287
46.927
44.795
37.460
103.186
153.186
203.186
253.186
303.186
183.186
233.186
313.620
366.620
312.433
5
766.632
458.169
532.901
270.351
216.004
266.162
451.592
169.419
180.581
266.155
90.620
luglio
agosto
settembre
ottobre
2014
gennaio
MESE
giacenze a fine
mese
1.254.508
accantonamenti per
pignoramenti
40.822
accantonamenti per
Servizio del debito
giacenze al netto
accantonamenti
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
novembre dicembre
842.153
650.565
502.354
-
-
-
-
-
-
-
-
45.383
69.834
74.933
-
-
-
-
-
-
-
-
50.000
106.000
159.000
212.000
-
-
-
-
-
-
-
-
1.163.686
690.770
421.731
215.421
Fonte: Elaborazioni Corte dei conti su dati forniti dalla Ragioneria generale della Regione siciliana e dall’Istituto
tesoriere.
4
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
2. Il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014
Il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 risente degli effetti derivanti
dalle vicende legate all’approvazione delle “Disposizioni programmatiche e correttive per l'anno
2014. Legge di stabilità regionale”, nonché alla successiva impugnazione della stessa da parte
del Commissario dello Stato per la Regione siciliana che, con ricorso alla Corte Costituzionale
del 23 gennaio 2014, ha in definitiva “cassato” provvedimenti di spesa per un importo
quantificabile in circa 440 milioni di euro. Il laborioso iter di esame parlamentare del d.d.l. n.
724 “Variazioni al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e alla legge
Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2014 - Legge di stabilità regionale Disposizioni varie”, presentato dal Governo regionale il 19 marzo 2014 e, dopo varie
riformulazioni e riscritture, recentemente approvato dall’Aula, ha reso più evidente la situazione
di incompletezza dello strumento contabile per l’esercizio 2014, per larghi aspetti non in
equilibrio. Non è questa la sede in cui la Corte può esprimere le proprie valutazioni circa la
politica di bilancio impostata con tale complessa manovra, mentre spetta ad altre Istituzioni della
Repubblica la competenza a vagliare la legittimità costituzionale delle norma approvate
dall’Assemblea. Non si possono, tuttavia, non esprimere fondati timori circa la tenuta e la
sostenibilità dell’insieme di detti strumenti contabili alla luce del principio di equilibrio del
bilancio recentemente elevato a rango costituzionale.
La giurisprudenza della Consulta (ex plurimis, sentenze n. 70, 115, 192 e 214 del 2012 e
n. 18, 26, 28 e 51 del 2013), come più volte messo in evidenza anche da queste Sezioni Riunite,
ha in definitiva ribadito che gli equilibri del bilancio postulati dall’art. 81 della Costituzione
vanno attentamente perseguiti sia in sede previsionale, sia nel corso della intera gestione, senza
possibilità, peraltro, di sottovalutare voci di spesa, pena la violazione del principio di veridicità
del bilancio. Nella fattispecie, pertanto, destano perplessità le numerose disposizioni del d.d.l. n.
724 che hanno autorizzato spese per “assicurare il pagamento degli emolumenti al personale
utilizzato nel settore forestale e della prevenzione degli incendi, nonché dagli enti sottoposti a
controllo o vigilanza da parte della Regione”…”quanto meno per il primo semestre del 2014” 1,
anche sotto il profilo del principio di annualità del bilancio.
Ed invero, neppure “il momento particolarmente delicato che attraversa le finanze
regionali” - che in definitiva ha consigliato la Commissione “di rinviare ad una successiva legge
di variazioni di bilancio il reperimento delle risorse necessarie a garantire, oltre che il pagamento
1
Cfr. Relazione della II Commissione legislativa al d.d.l. in questione.
5
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
degli emolumenti per il secondo semestre, anche il soddisfacimento di ulteriori emergenze che
interessano numerosi settori di intervento regionale” - può consentire deroghe agli anzidetti
principi che, in effetti, avrebbero dovuto indurre ad interventi più radicali ed efficaci.
Ulteriori elementi che delineano il disequilibrio del bilancio per il 2014 posso trarsi dalle
considerazioni svolte ai paragrafi successivi.
3. I residui attivi
La problematica recata dalla presenza di una ingente mole di residui attivi nel bilancio
della Regione siciliana ha costituito oggetto di puntuale analisi da parte delle Sezioni Riunite in
sede di giudizio di parificazione del rendiconto generale, specialmente dal 2004 in poi, in
relazione alla constatazione del progressivo depauperamento del fondo indisponibile di cui al
capitolo 215713; quest’ultimo, istituito con l’art. 3 della legge regionale 26 ottobre 2001, n.15,
era destinato a fronteggiare la cancellazione per inesigibilità di crediti erariali vetusti che, al 31
dicembre 2000, per le sole categorie I, II e IV del Titolo I dell’Entrata, avevano la consistenza di
attuali 4.308 milioni di euro.
Particolare allarme ha suscitato, in sede di relazione al rendiconto generale della Regione per
l’esercizio 2011, la riduzione del predetto “fondo” a soli 259 milioni di euro, a fronte di uno
stock di residui erariali pari a 3.362 milioni, al punto da indurre la Commissione Bilancio della
Camera dei Deputati a chiedere, in data 26 luglio 2012, un’audizione alla Corte dei conti per
chiarire, tra le altre criticità, anche quella dei residui attivi.
Tenuto conto del forte richiamo della Corte, effettuato nel quadro dei compiti di garanzia
dei principi costituzionali posti a tutela degli equilibri dei bilanci pubblici, si sarebbero attesi dal
Governo e dall’Assemblea regionale comportamenti coerenti con tali raccomandazioni.
Il quadro innanzi delineato, invece, ha subito ulteriori modificazioni di segno contrario,
atteso che, con l’assestamento del bilancio per l’anno finanziario 2012, approvato con la legge
regionale n. 45 del 2012, è stata apportata al capitolo 215713, relativo al fondo in questione, una
variazione negativa di 273,6 milioni di euro che, di conseguenza, ha interamente azzerato la
relativa dotazione finanziaria per lo stesso anno; in sede di relazione al rendiconto generale per
l’esercizio 2012,
le Sezioni Riunite, ancora una volta, non hanno mancato di sottolineare
l’estrema gravità dell’operazione di azzeramento della dotazione finanziaria del fondo di
accantonamento dell’avanzo finanziario.
E’, infatti, in corso un’apposita indagine, da parte della Corte, atta a chiarire gli aspetti di
carattere giuridico e tecnico-informatico che hanno generato l’ammontare di residui attivi di
significativa consistenza e le connesse problematiche relative alla cancellazione degli stessi,
laddove di difficile esazione; in questa sede, pertanto, non si ritiene utile ripercorrere la genesi
6
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
del problema, quanto piuttosto individuare i percorsi virtuosi per arginare le conseguenze di
un’eventuale cancellazione delle partite creditorie attive, per accertata inesigibilità o per
disposizione di legge, al fine di garantire la complessiva tenuta degli equilibri di bilancio
secondo i principi delineati nelle recenti pronunce della Corte costituzionale.
Con la sentenza n. 138 del 2013, la Consulta, infatti, nel ribadire (v. sentenza n. 414 del
2004) che “il coordinamento della finanza pubblica, più che una materia, è una funzione che, in
quanto comprende la finanza pubblica nel suo complesso, spetta allo Stato”, stigmatizza la
permanenza in bilancio e la relativa contabilizzazione di un numero rilevante di residui attivi,
soprattutto se di antica genesi e se la determinazione di questi è avvenuta in assenza dei requisiti
minimi dell’accertamento contabile quali la ragione del credito, il titolo giuridico, il soggetto
debitore, l’entità del credito e la sua scadenza”.
“È opportuno sottolineare” - continua l’anzidetta sentenza - “come la prevenzione di
pratiche contabili – ancorché formalizzate in atti di natura legislativa – suscettibili di alterare la
consistenza dei risultati economico finanziari degli enti territoriali sia un obiettivo prioritario al
centro dell’evoluzione legislativa determinatasi in materia”.
Al 31 dicembre 2012 l’ammontare complessivo dei residui attivi è risultato pari a
15.002 milioni di euro, con un decremento del 4,63 per cento rispetto alla chiusura
dell’esercizio finanziario precedente.
La legge di stabilità regionale per l’anno 2013 ha previsto2 che si proceda
all'individuazione delle somme da eliminare con decreto del Ragioniere generale della Regione3,
su indicazione delle competenti amministrazioni: ai sensi del comma 1, articolo 4, della legge
regionale 15 maggio 2013, n. 9, è stata effettuata l’eliminazione dalle scritture contabili dei
residui attivi per i quali non sussiste alcun credito da riscuotere per un ammontare complessivo
di euro 50.796.153,03.
Al 31 dicembre 2013 l’ammontare complessivo dei residui attivi è risultato pari a
15.219 milioni di euro, con un incremento di 1,45 per cento rispetto alla chiusura dell’esercizio
finanziario precedente.
La Corte ritiene di dover sottolineare, come già evidenziato in sede di relazione al
rendiconto generale dello scorso anno, che ad aggravare il quadro innanzi delineato contribuisce
un’ulteriore novità normativa: infatti, l’articolo 1, comma 527, della legge 24 dicembre 2012, n.
228 (Legge di stabilità 2013), ha previsto che, a decorrere dal 1° luglio 2013, i crediti di importo
fino a duemila euro comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni,
iscritti in ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre 1999, siano automaticamente annullati. Ai fini
2
Legge regionale 15 maggio 2013, n. 9 - art. 4. Disposizioni in materia di residui attivi, passivi e perenti e di equilibrio di
bilancio.
3
Decreti del Ragioniere generale n.1035 e 1152 rispettivamente del 20 maggio e del 29 maggio 2013 allegati, ai sensi del comma
2, art. 4, legge regionale 15 maggio 2013, n. 9, al Rendiconto generale della Regione siciliana.
7
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
del conseguente discarico ed eliminazione dalle scritture patrimoniali dell’ente creditore, con
decreto da emanarsi a cura del Ministero dell’economia e delle finanze, saranno stabilite le
modalità di trasmissione agli enti creditori interessati dell’elenco delle quote annullate e di
rimborso agli agenti della riscossione delle relative spese per le procedure esecutive poste in
essere.
Il successivo comma 528, poi, ha previsto che, per i crediti diversi da quelli di cui al
comma 527, ovvero di importo superiore a duemila euro, iscritti in ruoli resi esecutivi fino al 31
dicembre 1999, esaurite le attività di competenza, l’agente della riscossione provveda a darne
notizia all’ente creditore, anche in via telematica, con le modalità stabilite nel predetto decreto
ministeriale.
Il Dipartimento Finanze e Credito dell’Assessorato regionale all’Economia, al fine di
ottenere una quantificazione – anche in termini generali – delle somme che andrebbero
discaricate per effetto delle disposizioni sopra elencate, ha acquisito dalla società Riscossione
Sicilia S.p.A. i seguenti dati contabili, relativi ai crediti erariali iscritti in ruoli pre-riforma:
1) i crediti erariali inferiori a 2000 euro (comma 527) ammonterebbero a complessivi
€ 740.296.389;
2) i crediti erariali
superiori a 2000 euro (comma 528) ammonterebbero a
complessivi € 2.575.627.529.
Le disposizioni sopracitate non sono ancora operative in ordine alle modalità di discarico
ed eliminazione dal bilancio, in quanto non risulta emanato il decreto attuativo del Ministero
dell’Economia, né le relative indicazioni circa le modalità di rimborso dei connessi oneri
all’Agente della riscossione.
Tuttavia, allo stato attuale, ancorchè non si possa procedere alla concreta eliminazione dalle
scritture contabili delle partite creditorie inferiori a 2000 euro, è certo che per queste ultime ( per
complessivi 740 milioni di euro) la pretesa erariale risulta già annullata ex lege.
Da quanto sopra esposto emerge urgente la necessità di appostare idonee risorse destinate
a compensare la cancellazione di residui attivi per i quali, come espressamente previsto al
comma 529 della legge citata, risulta inapplicabile la complessa procedura di discarico per
inesigibilità prevista dagli artt. 19 e 20 del D.lvo n. 112 del 1999 e che, pertanto, potrebbero
dover essere cancellati - cumulativamente - nel corso del corrente anno o in quello successivo,
con un impatto in termini finanziari che si aggira intorno ai 3.300 milioni di euro.
Risulta di tutta evidenza come la problematica dei residui attivi si sposti, invero, sul piano
della consistenza dei “fondi” destinati a compensare - in un’ottica di mantenimento
dell’equilibrio finanziario - la cancellazione dei suddetti crediti.
8
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
Il bilancio della Regione siciliana dispone dei seguenti fondi per far fronte al suindicato
fenomeno:
Cap. 215713 -
“Fondo corrispondente alla quota non utilizzabile del maggior avanzo
accertato”–
Ai fondi del suddetto capitolo, istituito con l’art. 3 della L.R. 15 del 2001, si è già fatto cenno: la
dotazione finanziaria, azzerata al 31 dicembre 2012, permane invariata nel 2013 e 2014, in
quanto il capitolo risulta iscritto “Per memoria”;
Cap. 215727 – “ Fondo destinato a fronteggiare gli effetti finanziari sui saldi di bilancio
conseguenti all’eliminazione dei residui attivi cui non corrispondono crediti da riscuotere”Tale capitolo risulta istituito con l’art. 5 della legge regionale n. 11 del 2010, con una previsione
iniziale di 5 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2010 e 2011 e di 70 milioni di euro per
l’esercizio 2012.
Nel rendiconto dell’esercizio 2012 risulta stanziato l’importo di 70 milioni di euro, che ha
costituito “economia” al 31 dicembre dell’esercizio.
Nell’esercizio 2013, con legge di bilancio n. 10 del 17 maggio 2013, il capitolo risulta
iscritto “Per memoria”.
In sede di assestamento di bilancio, operato con la legge n. 13 del 7 agosto 2013, per effetto
dell’art. 4, 3° comma, è stata apportata una variazione in aumento per complessivi 86 milioni di
euro e, ai sensi dell’art. 5, 1° comma, una variazione in aumento per complessivi 37 milioni di
euro: lo stanziamento complessivo del fondo, pertanto, ammontava al 31 dicembre 2013 a 123
milioni di euro, somma che al 31 dicembre 2013 ha costituito “economia”.
Con la medesima legge è stato previsto, altresì, all’art. 6, 1° e 2° comma, che il fondo di
cui all’art. 5 della legge regionale 12 maggio 2010 (UPB 4.2.1.5.99, capitolo 215727) venisse
incrementato del 50 per cento delle somme residue corrispondenti ai ribassi d’asta dei lavori
finanziati dall’Amministrazione regionale con fondi propri, di cui all’art. 6, 28° comma, della
legge n. 12 del 2011, nonché del maggior gettito rispetto agli stanziamenti previsti in bilancio
derivante dalla valorizzazione dei beni immobili della Regione e dei beni non strumentali degli
Enti regionali.
Nell’esercizio 2014, con la legge di stabilità n. 5 del 28 gennaio 2014, all’art. 3, 13°
comma, al fine di garantire gli equilibri finanziari del bilancio della Regione, il fondo (di cui in
questione al capitolo 215727) risulta incrementato dell’importo di 59,5 milioni di euro, di cui
27,5 milioni mediante riduzione della dotazione finanziaria di alcuni capitoli di spesa e, quanto a
32 milioni di euro, dal recupero di risorse regionali derivanti dall’attuazione del precedente
comma 12°.
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Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
Per effetto della legge di bilancio n. 6 del 28 gennaio 2014, al capitolo 215727
attualmente risulta una dotazione finanziaria complessiva di competenza pari a 99,5 milioni di
euro.
All’art. 4, 5° comma, della legge di stabilità per il 2014 è previsto, altresì, che il suddetto
fondo venga incrementato da: 1) minori oneri che dovessero essere recati al bilancio regionale
quale effetto del minore concorso al risanamento della finanza pubblica per il triennio 20142016; 2) da tutte le somme iscritte in bilancio che dovessero rendersi disponibili a seguito della
non operatività delle relative previsioni di spesa, a qualsiasi titolo dichiarata; 3) dagli eventuali
risparmi che dovessero conseguire dalla applicazione per il triennio 2014-2016 dell’art. 2, 3°
comma, della legge regionale n. 9 del 2013.
Cap. 215732 – “ Fondo per la salvaguardia degli equilibri di bilancio”Il suddetto fondo risulta istituito con l’art. 6 della legge regionale 1 giugno 2012, n. 33, con una
dotazione finanziaria iniziale, al capitolo 215732, pari a complessivi 23 milioni di euro.
Dal rendiconto approvato per l’esercizio finanziario 2012 risulta per il suddetto capitolo una
dotazione complessiva di 106 milioni di euro, che al 31 dicembre ha costituito “economia”.
Tale fondo, tuttavia, secondo la previsione della legge istitutiva, essendo destinato unicamente
alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, non poteva (almeno nel 2012) considerarsi
equipollente a quello di cui al cap. 215713.
Nell’esercizio 2013, con legge di bilancio n. 10 del 17 maggio 2013, al capitolo 215732
risulta una complessiva dotazione finanziaria di
110 milioni di euro, che ha costituito
“economia” al 31 dicembre 2013.
Con la legge di assestamento n. 13 del 7 agosto 2013, all’art. 5, comma 2°, è stato
previsto che il predetto fondo possa essere destinato, altresì, a fronteggiare gli effetti finanziari
sui saldi di bilancio conseguenti alla eliminazione dei residui attivi cui non corrispondono crediti
da riscuotere.
Nell’esercizio 2014, con la legge di bilancio n. 6 del 28 gennaio 2014, il capitolo 215732
risulta iscritto “Per memoria” ed è, pertanto, privo di stanziamento.
Il disegno di legge n. 724, approvato dall’Assemblea regionale nella seduta del 28
maggio 2014, non ha recato modifiche alla dotazione finanziaria dei citati fondi.
Ciò premesso, la Corte ritiene che lo stanziamento dei suddetti fondi sia assolutamente
insufficiente e debba essere annualmente incrementato, secondo un piano pluriennale coerente
con le previste cancellazioni di partite creditorie, al fine di scongiurare situazioni di squilibrio di
bilancio.
10
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
Inoltre, poiché i fondi annualmente stanziati ai capitoli 215727 e 215732 costituiscono
“economia” di bilancio a fine esercizio, occorrerebbe apporre un vincolo di indisponibilità ai
suddetti stanziamenti al fine di consentire un graduale accumulo di risorse finanziarie per far
fronte alla cancellazione dei residui attivi inesigibili.
Il seguente prospetto illustra la situazione contabile dei summenzionati fondi:
2013
Capitolo
215713
Denominazione
Fondo corrispondente
alla quota non
utilizzabile del
maggior avanzo
accertato
Stanziamento
Aggiornato
0,00
2014
Riferimenti
Normativi
L.R. 15/2001, art.3
L.R. 21/2003, art.4,9
L.R.1/2006, art.13
Stanziamento
Aggiornato
0,00
2013
Capitolo
215727
215732
L.R. 15/2001, art.3
L.R. 21/2003,
art.4,9
L.R.1/2006, art.13
2014
Denominazione
Stanziamento
Aggiornato
Riferimenti
Normativi
Stanziamento
Aggiornato
Riferimenti
Normativi
Fondo destinato a
fronteggiare gli effetti
finanziari sui saldi di
bilancio conseguenti
all’eliminazione dei
residui attivi cui non
corrispondono crediti
da riscuotere
123.171.899,02
L.R. 11/2010, st.5
L.R. 13/2013, art.4,
comma 3
L.R.13/2013, art.5,
comma 1
(L.R. 13/2013, art.6,
comma 2)
99.500.000,00
L.R. 5/2014, art.3,
comma 13
L.R. 6/2014
2013
Capitolo
Riferimenti
Normativi
2014
Denominazione
Stanziamento
Aggiornato
Riferimenti
Normativi
Fondo non utilizzabile
destinati alla
salvaguardia degli
equilibri di bilancio
110.000.000,00
L.R. 33/2012, art.6
L.R. 9/2013, art.7,
comma 2
L.R.13/2013, art.13,
art.5, comma 1
11
Stanziamento
Aggiornato
0,00
Riferimenti
Normativi
L.R. 33/2012, art.6
L.R. 9/2013, art.7,
comma 2
L.R.13/2013,
art.13, art.5,
comma 1
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
4. La spesa sanitaria
La spesa sanitaria regionale, sulla base degli ultimi dati disponibili (esercizio finanziario
2013), risulta pari a 8.893 milioni di euro ed assorbe il 54,66 % dell’intera spesa della Regione,
pari a 16.270 milioni di euro (cfr tabella 2) .
La situazione del finanziamento della stessa si è andata aggravando negli ultimi anni per
effetto dell’incapacità del bilancio regionale di sostenere il peso della maggiore
compartecipazione alla stessa che, per effetto del disposto della legge finanziaria statale per il
2007, è passata dal 42,5% del 2006 al 49,1% a partire dall’anno 2009. Si è pertanto passati da
una compartecipazione regionale al finanziamento sanitario pari, nel 2007, a 3,3 miliardi di euro
(42,5 %), ad un concorso che supera i 4 miliardi di euro a partire dal 2009.
La finanziaria del 2007 prevedeva (art. 1, comma 832), come contropartita della
maggiore compartecipazione, che fosse riconosciuta “la retrocessione alla Regione siciliana di
una percentuale non inferiore al 20 e non superiore al 50 per cento del gettito delle accise sui
prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale; tale retrocessione aumenta
simmetricamente, fino a concorrenza, la misura percentuale del concorso della Regione alla
spesa sanitaria, come disposto dal comma 830 (…)” . Fino ad oggi, tuttavia, tale retrocessione
non ha avuto attuazione.
Nessun risultato hanno d’altronde sortito i due ricorsi alla Corte Costituzionale proposti
ad oggi dalla Regione ed incentrati sulla natura eccezionale e temporanea della anzidetta
disposizione.
Anche gli ulteriori tentativi di riportare la compartecipazione alla misura del 42,5%,
effettuati attraverso i disegni delle leggi di stabilità regionali del 2011 e del 2012, hanno sortito
esito negativo, trovando il veto del Tavolo ministeriale, con il blocco dei finanziamenti destinati
all’Isola .
Alla fine, all’esito di una lunga interlocuzione tra Governo regionale e Ministero
dell’Economia, con ripercussioni anche sul blocco delle risorse destinate alla Sicilia, l’art. 3,
comma 1, della legge regionale 9 maggio 2012 n. 26, ha previsto la misura della
compartecipazione al 49,11 per cento, sia pure “nelle more della pronuncia della Corte
Costituzionale adita in materia (…)”. Ma, a tutt’oggi, non si hanno notizie in merito al
pronunciamento della Consulta.
La Regione si è trovata, perciò, negli ultimi anni, in una situazione di grave difficoltà
finanziaria, dovuta alla necessità di reperire dal proprio bilancio oltre 600 milioni di euro,
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Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
somma corrispondente alla maggiore compartecipazione rispetto a quella fissata al 42,5% (cfr.
tabella 3).
Pur trattandosi peraltro di un contributo al finanziamento sanitario ormai destinato ad
essere annualmente ricorrente, la legislazione regionale ha fatto ricorso, sin dal 2009, a strumenti
di copertura straordinari e congiunturali, che hanno aggravato il già critico stato in cui versa il
bilancio regionale.
I problemi di copertura della spesa sanitaria regionale si ripresentano anche per
l’esercizio in corso.
Per il 2014, infatti, in assenza di una proposta ministeriale sul riparto del FSN 2014, la
quota indistinta di fabbisogno sanitario a carico del bilancio regionale è stata stimata in 4.302
milioni di euro, mentre non è stata stanziata attualmente alcuna quota regionale per i progetti di
PSN anno 2014, che, sulla base del criterio della spesa storica, dovrebbe comportare l’iscrizione
di un importo pari a circa 62,5 milioni di euro.
Rimangono inoltre scoperti oltre 8 milioni di euro afferenti alla compartecipazione
regionale alle altre quote vincolate.
A fronte di tale situazione, la Ragioneria generale della Regione riferisce che una delle
possibili soluzioni per la copertura del deficit potrebbe essere quella di integrare gli stanziamenti
nel corso del 2014 utilizzando, a tal fine, risorse pari a 189,184 milioni di euro che si rendono
disponibili solo per l’anno in corso. Tale somma corrisponde ai maggiori gettiti accertabili nel
solo esercizio 2014 in relazione alle maggiorazioni dell’aliquota IRAP e dell’addizionale IRPEF
(art. 1, comma 174, della legge 311/2004) a seguito della modifica del sistema di
contabilizzazione introdotto dall’art. 20 del titolo II del D.lgs. 26 giugno 2011 n. 118.
La disposizione citata, prevedendo l’accertamento dei gettiti in argomento secondo il
criterio di “competenza” e non di “cassa”, determinerebbe infatti, per il solo esercizio 2014, un
corrispondente maggiore accertamento, rispetto a quanto previsto attualmente in bilancio
(326,810 milioni di euro), di circa 189,184 milioni .
Per il 2014, inoltre, secondo quanto riferisce la Ragioneria, ove fosse effettuata
tale operazione, altre risorse, destinate inizialmente alla sanità, potrebbero essere liberate per far
fronte, in questo momento di estrema criticità per i conti regionali, a finalità extrasanitarie. A tal
fine, occorre far riferimento al disposto dall’art. 2, comma 6, del D.L. 15 ottobre 2013, n. 120.
Tale norma consente alle Regioni, in presenza di alcune condizioni predeterminate4 , la riduzione
4
occorre che si tratti di Regioni che registrano, in ciascuno degli anni dell'ultimo triennio, un disavanzo sanitario, di competenza
del singolo esercizio, e prima delle coperture, inferiore, ma non decrescente, rispetto al gettito derivante dalla massimizzazione
delle predette aliquote.
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Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
delle predette maggiorazioni, ovvero la destinazione del relativo gettito a finalità extrasanitarie
riguardanti lo svolgimento di servizi pubblici essenziali, in misura tale da garantire al
finanziamento del Servizio sanitario regionale un gettito pari al valore massimo annuo del
disavanzo sanitario registrato nel medesimo triennio. Le predette riduzioni o destinazioni a
finalità extrasanitarie sono consentite previa verifica positiva dei medesimi Tavoli e in presenza
di un Programma operativo 2013-2015 approvato.
Per quanto riguarda la Sicilia, il valore massimo del disavanzo registrato nel triennio di
riferimento comporta la necessaria destinazione di circa 105 milioni di euro al finanziamento del
SSR (secondo il valore calcolato dal Tavolo di verifica ministeriale) , mentre il restante gettito
(circa 200 milioni) può essere destinato a finalità extrasanitarie riguardanti lo svolgimento di
servizi pubblici essenziali.
Per il 2014 la Ragioneria generale della Regione riferisce che, in attuazione dell’ art. 2,
comma 6, della citata normativa, si è proceduto a destinare prudenzialmente la somma di
108,343 milioni di euro – invece di 105 milioni di euro - alla copertura dell’eventuale disavanzo
del SSR per l’anno 2013 (che dovrà essere accertato dal Tavolo di verifica ministeriale), mentre
la rimanente quota dei maggiori gettiti di cui alla massimizzazione delle aliquote, pari a circa
218 milioni di euro, risultano già essere stati destinati dal Governo regionale (art. 3, comma 12,
della legge regionale n.5/2014) alla copertura dei costi del trasporto pubblico locale ed ai
collegamenti con le isole minori.
Risulterebbe dunque possibile, successivamente all’accertamento del risultato di gestione
2013 da parte del Tavolo di verifica ministeriale (gli ultimi dati riferiti dall’Assessorato della
salute rappresentano un avanzo di circa 6 milioni di euro) ed ove si applicassero, a copertura
della maggiore spesa sanitaria, i maggiori accertamenti per una quota dei 189 milioni di euro, la
“liberazione”, per finalità extrasanitarie, dei 108 milioni già prudenzialmente accantonati. In tal
senso si è recentemente provveduto con l’art. 15 del DDL 724, approvato dall’Assemblea
regionale siciliana il 28 maggio 2014, norma che dispone in materia di destinazione di parte del
risparmio di spesa conseguente all’accertamento del risultato di gestione del SSR per l’anno
2013, stimato in 100 milioni; di tale importo, 20 milioni saranno destinati all’autorizzazione di
spesa di cui all’art. 3 del citato DDL (riorganizzazione delle risorse umane nel settore forestale e
della prevenzione degli incendi), mentre i rimanenti 80 milioni andranno a finanziare il fondo
perequativo comunale di cui all’art. 6, comma 2, della legge regionale 28 gennaio 2014 n.5
(comma 5). L’operazione resta subordinata alla verifica del risultato di gestione per l’anno 2013
da parte dei competenti Tavoli tecnici (comma 6).
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Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
Tale disposizione, che postula l’affrancazione della somma indicata dal vincolo di
destinazione di cui all’art. 2, comma 6, del D.L. 15 ottobre 2013, n. 120, presenta, ad avviso
della Corte, elementi di incoerenza con le valutazioni già espresse dal Tavolo di verifica
ministeriale. Infatti, come risulta dal verbale di verifica degli adempimenti del 15 aprile 2014, il
Tavolo, sulla base dei dati disponibili al IV trimestre, ha calcolato per il 2013 un risultato di
esercizio con un avanzo di circa 6 milioni di euro, proprio facendo affidamento sull’applicazione
dell’intera somma di 108,343 milioni di euro a copertura del disallineamento, stimato in 97,796
milioni di euro, tra la spesa sanitaria effettiva e gli stanziamenti di cui al bilancio regionale per il
2013, con riferimento al mancato completo conferimento delle risorse di competenza regionale.
Ulteriori osservazioni vanno poi riferite all’utilizzabilità del maggiore accertamento di
189 milioni di euro. Tale problematica è di estremo rilievo, in quanto involge non solo la
copertura della maggiore spesa sanitaria per il 2013 e 2014, ma anche la possibilità di destinare
ad emergenze extrasanitarie la somma di 100 milioni, già stanziata per le finalità di cui al DDL
724.
In proposito la Corte deve rilevare come tale maggiore accertamento si riferisca al solo
esercizio in corso, in quanto dal 2015 in poi entrerà a regime il sistema di accertamento per sola
competenza di cui al D.lgs. 118/2011, con conseguente minore accertamento di risorse per tale
voce. Inoltre, essendo tale maggiore accertamento legato non ad un reale aumento del gettito, ma
solo alla modifica dei criteri di contabilizzazione dello stesso, esso potrebbe alimentare
ulteriormente i già gravi problemi della cassa regionale, traducendosi in un minore importo
effettivo delle risorse derivanti dalla manovra fiscale che finanzia l’esercizio.
Tanto in contrasto con i principi di veridicità del bilancio e di prevalenza della sostanza
sulla forma che costituiscono norme basilari per la corretta redazione e gestione del bilancio .
Vale peraltro in questa sede di audizione - precipuamente dedicata all’analisi della
situazione finanziaria regionale - evidenziare come anche tale rimedio, consistente
nell’utilizzazione di risorse che transitano una tantum nel bilancio regionale solo per effetto della
modifica dei criteri di contabilizzazione delle entrate, si presenti congiunturale, straordinario e
inidoneo, per sua natura, a dare copertura ad una maggiore ed ormai consolidata spesa.
Tutto quanto sopra per la situazione contingente.
Aprendosi invece a riflessioni di più ampio respiro ed a scenari di medio lungo periodo
nella valutazione della sostenibilità della maggiore compartecipazione regionale alla spesa
sanitaria, occorre rilevare come nemmeno il disposto di cui all’art. 2, comma 6 del D.L.
120/2013 valga a dare sicura e durevole copertura alla stessa e cioè non solo in considerazione
dell’originaria destinazione di quello che doveva essere un rimedio straordinario alla
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Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
eliminazione dei deficit sanitari (le maggiorazioni sulle aliquote Irap e Irpef), ma soprattutto in
ragione della modesta entità di tali somme (pari a poco più di 300 milioni annui), la cui effettiva
utilizzazione è peraltro subordinata agli accertamenti ministeriali in ordine al deficit registrato
nell’esercizio. Inoltre le stesse rimangono vincolate solo nella misura di circa 105 milioni al
finanziamento della spesa sanitaria, potendo, per il resto, essere destinate a finalità extrasanitarie,
come peraltro già avvenuto (art. 72 della legge regionale n.9/2013 e art. 3, comma 12, della legge
regionale n.5/2014).
Avviandosi sul punto alla conclusione, la Corte deve rilevare, come già in più occasioni
effettuato ed anche in sede di specifica Audizione svoltasi dinanzi alla Commissione
parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari
regionali del 7 novembre 2012 , la necessità - ormai non più rinviabile - di addivenire ad una
soluzione, condivisa col Governo nazionale. E ciò, come più volte suggerito da queste Sezioni
Riunite attraverso l’attivazione di un meccanismo pattizio che, sulla falsariga di quanto già
sperimentato nel settore sanitario, consenta di affrontare in maniera trasparente, seria e stabile, le
varie problematiche attinenti il risanamento dei conti regionali.
A tal fine potrebbe darsi concreta attuazione al meccanismo, già previsto dalla legge
finanziaria 2007 e rimasto inattuato, della individuazione di strumenti che, a fronte di una
compartecipazione regionale alla spesa sanitaria anche maggiore rispetto alla attuale misura,
consentano di attivare nuove fonti di entrata di specifica competenza regionale, permettendo al
contempo di liberare risorse per affrontare le altre spese correnti, sia pure in un’ottica di
razionalizzazione e risanamento strutturale, secondo una precisa calendarizzazione degli obiettivi
da raggiungere.
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Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
INCIDENZA DELLA SPESA SANITARIA PER FUNZIONE OBIETTIVO SUL TOTALE DELLA SPESA REGIONALE
(dato riferito agli impegni 2008 - 2013)
TABELLA 2
ES ERCIZI
milioni/€
TOTALE S PES A
S ANITARIA
S PES A
COMPLES S IVA
REGIONE
INCIDENZA
2008
11.956
21.104
56,65
2009
9.138
18.620
49,08
2010
9.266
19.259
48,11
2011
9.791
19.558
50,06
2012*
9.388
17.960
52,27
2013*
8.893
16.270
54,66
* Per gli anni 2012 e 2013 al netto capitolo 215217
Fonte: Assessorato dell’Economia – Regione Siciliana
INCIDENZA DELLA COMPARTECIPAZIONE REGIONALE ALLA SPESA SANITARIA SUL TOTALE ENTRATE
TRIBUTARIE DELLA REGIONE
(Anni 2007 - 2013)
TABELLA 3
RIFERIMENTO LEGGE STATALE
milioni/€
FSR complessivo Incidenza
Importo
(quota indistinta)
comparte cipaz ione
concorso
ESERCIZI Q UO TA
SENZA ENTRATE spesa sanitaria su entrate
Regione spesa
PRO PRIE
tributarie (al netto IRAP
sanitaria
DELLE AZIENDE
e d Addiz . Irpef)
Art. 1, comma 831, L.27/12/2006 n. 296
2007
44,09%
3.436
7.666
38,4%
Art. 1, comma 830, L.27/12/2006 n. 296
2008
47,05%
3.808
7.966
42,5%
Art. 1, comma 830, L.27/12/2006 n. 296
2009
49,11%
4.052
8.122
45,0%
Art. 1, comma 830, L.27/12/2006 n. 296
2010
49,11%
4.162
8.347
47,8%
Art. 1, comma 830, L.27/12/2006 n. 296
2011
49,11%
4.203
8.430
46,9%
Art. 1, comma 830, L.27/12/2006 n. 296
2012
49,11%
4.224
8.474
51,8%
Art. 1, comma 830, L.27/12/2006 n. 296
2013
49,11%
4.212
8.448
48,9%
Per gli anni 2012 e 2013 al netto capitolo 215217
Fonte: Assessorato dell’Economia – Regione Siciliana
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Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
5. Lo stato della finanza locale in Sicilia
1. Il presente paragrafo mira a fornire sinteticamente primi elementi conoscitivi sullo
stato di salute degli enti locali siciliani, anticipando alcuni contenuti dell’apposita relazione sulla
finanza locale, destinata a confluire anche quest’anno nella relazione sul Rendiconto generale
della Regione.
Nel rinviare, pertanto, alla predetta sede per una compiuta disamina, si forniranno di
seguito alcune brevi considerazioni sulle principali criticità gestionali che connotano l’attuale
sistema di finanza locale.
L’analisi comparativa dei dati rispetto agli anni precedenti evidenzia una condizione di
preoccupante peggioramento.
Tra le principali cause del fenomeno, si segnala la progressiva e consistente riduzione dei
trasferimenti di provenienza statale e regionale, non adeguatamente compensata da un
corrispondente incremento di entrate proprie, a causa delle esigue capacità di prelievo dai
territori.
Con riferimento ai trasferimenti regionali, si fornisce di seguito un’evidenza grafica della
consistenza del Fondo autonomie locali negli anni 2009-2013.
Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati dell’Assessorato regionale delle autonomie locali e della
funzione pubblica
*Importo aggiornato alla L.R. 25.11.2013, n. 20, calcolato al netto del gettito compensativo dell’addizionale
Enel, quantificato in circa 67 milioni di euro.
Da ultimo, l’art. 6 della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5 ha disposto la soppressione
del predetto fondo di parte corrente, istituendo al contempo, in favore dei comuni, la
18
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
compartecipazione al gettito regionale IRPEF e un Fondo perequativo comunale, da erogare in
quattro trimestralità posticipate.
A fronte del progressivo decremento delle entrate, si registra, sovente, la mancata
adozione di efficaci misure strutturali, tese ad una riduzione e riqualificazione della spesa
corrente, anche per via dell’elevata incidenza della componente relativa al personale.
Quest’ultima incide mediamente sulle spese correnti per il 48 per cento, con punte massime del
73,2 per cento .
Nel delineato contesto, particolare attenzione merita l’analisi di sostenibilità finanziaria
nel medio e lungo periodo delle spese di carattere permanente, la cui programmazione non può
prescindere da un’accurata analisi degli effettivi fabbisogni, in un’ottica di razionale ed efficiente
utilizzo delle risorse pubbliche.
Molto preoccupante risulta, nell’attuale fase congiunturale, la costante flessione dei livelli
di spesa d’investimento (che, in termini di cassa, arriva a meno di otto euro pro capite, con totale
azzeramento in molte realtà locali), che testimonia l’urgente necessità di politiche di sostegno
allo sviluppo locale e, al contempo, di ridimensionamento della spesa corrente nell’alveo delle
reali capacità di bilancio.
In questa prospettiva si colloca l’istituzione, da parte dell’art. 6, comma 5, della legge
regionale n. 5/2014, di un Fondo per investimenti, della consistenza di 80 milioni di euro, i cui
trasferimenti, finalizzati alla realizzazione di specifici obiettivi di infrastrutturazione e
riqualificazione del territorio, possono, tuttavia, essere espressamente destinati al pagamento
delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui, di norma finanziate con entrate
correnti.
Per quanto riguarda la gestione di cassa, particolare attenzione va posta alle lunghe
tempistiche di riscossione dei trasferimenti, anche regionali, e di talune tipologie di crediti,
spesso contabilizzati in modo irregolare, cui fa fronte un’elevata mole di spese correnti ripetitive.
L’indebito procrastinarsi di questo disallineamento temporale tra incassi e pagamenti, sia
in competenza che in conto residui, causa veri e propri squilibri di cassa e finisce per snaturare il
ruolo delle anticipazioni di tesoreria, che da temporaneo ed eccezionale rimedio per sopperire a
momentanee carenze di liquidità si trasforma in ordinario strumento di finanziamento a breve,
senza il quale gli enti non riescono a soddisfare le proprie esigenze di spesa.
In assenza di misure correttive, questa situazione può degenerare in una permanente
carenza di liquidità, in grado di compromettere gravemente la solvibilità delle amministrazioni
locali, ovvero la continuità dell’erogazione dei servizi indispensabili.
19
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
Per fronteggiare la grave condizione d’illiquidità in cui versano molti enti, la cui
sostanziale insolvenza si riverbera negativamente sui già deteriorati sistemi economici locali, il
legislatore ha recentemente introdotto con l’art. 1, comma 13, del D.L. 8 aprile 2013, n. 35 (cd.
“sblocca debiti”), convertito in legge n. 64/2013, un’anticipazione straordinaria di liquidità da
parte di Cassa Depositi e prestiti spa, da restituire entro un massimo di trent’anni.
Sulla base dei dati acquisiti in sede istruttoria, hanno fatto richiesta di anticipazione ben
176 enti locali siciliani (tra cui due province regionali, un’unione di comuni e 173 comuni) per
un importo complessivo di 642 milioni di euro circa, a fronte dei quali sono stati concessi poco
più di 400 milioni di euro, quasi interamente erogati.
2. Con riferimento all’esposizione debitoria, particolarmente problematica appare la
situazione dei debiti fuori bilancio riconosciuti, che nel 2012, ultima annualità disponibile,
ammonta quasi 100 milioni di euro (di cui circa 87,6 milioni per i comuni e i restanti nove
milioni le province regionali), in gran parte riconducibili a passività derivanti da sentenze
esecutive, che costituiscono spesso la degenerazione giudiziale di originarie acquisizioni di beni
e servizi rimaste insolute per indisponibilità di risorse.
Il diffuso stato di sofferenza nel regolare pagamento delle obbligazioni, che degenera in
alcuni casi in vera e propria insolvenza, è testimoniato innanzitutto dall’incremento di
pignoramenti ed azioni esecutive - i cui importi nel 2012 ascendono a quasi 23 milioni di euro ma anche dai pagamenti coattivi non ancora regolarizzati, che ammontano ad oltre 17 milioni di
euro.
Non meno preoccupante la situazione delle Province regionali, che nel 2012 hanno
ricevuto pignoramenti ed azioni esecutive per quasi 40 milioni di euro.
Ancora più significativa risulta la situazione dei debiti fuori bilancio da riconoscere, che
nel 2012 quasi raddoppia, arrivando a circa 491 milioni di euro per i comuni ed a 41 milioni di
euro per le Province regionali.
Questo incremento dell’esposizione debitoria trova riscontro nell’elevato importo dei
debiti fuori bilancio censiti ma non ancora finanziati, risultante dai piani di riequilibrio
finanziario pluriennale approvati tra la fine del 2012 e i primi mesi del 2014 (art. 243 bis, comma
5, del Tuel), pari a quasi 275 milioni di euro.
2.1 Sempre a proposito di passività latenti, estremamente problematica risulta
l’esposizione debitoria dei comuni per l’integrale copertura dei costi del servizio d’igiene
ambientale, di cui sono ex lege responsabili in via sussidiaria.
In tale ambito, la Regione, al fine di fronteggiare temporanee carenze di liquidità degli
ATO, talvolta culminate in vere e proprie emergenze ambientali,
20
è intervenuta attraverso
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
consistenti anticipazioni o nei confronti delle società di gestione degli ATO o – a seconda dei
casi - nei confronti dei comuni.
Sommando gli importi delle varie anticipazioni concesse sulla base delle varie normative
succedutesi nel tempo e dei provvedimenti emergenziali, risultano passività ancora da recuperare
per 498 milioni di euro.
L’ammontare complessivo delle passività che gravano sul sistema, tuttavia, risulta molto
più elevato se si considera anche l’esposizione debitoria delle società d’ambito e dei consorzi nei
confronti di fornitori, banche ed altri creditori, quantificata, in base alle certificazioni dei
liquidatori aggiornata al 3 luglio 2012, in circa 781 milioni di euro.
Chiaramente, un fenomeno degenerativo così radicale, oltre che sulle modalità di gestione
degli ATO pone inevitabili interrogativi anche sulla capacità - e sulle annesse responsabilità degli enti locali di contrastarne per tempo le manifestazioni patologiche, attraverso un adeguato
sistema di indirizzo e controllo nei confronti delle proprie società.
L’esiguo numero di piani di rientro approvati – 98, a fronte dei quali sono state richieste
anticipazioni per oltre 156 milioni di euro – è imputabile all’insostenibilità dell’esposizione
debitoria, ma anche all’opacità delle risultanze contabili di enti locali e società d’ambito che,
impedendo un corretto
allineamento dei reciproci rapporti di debito / credito, ha spesso
determinato l’insorgenza di contenzioso.
A causa della carenza di risorse da parte dei comuni, il recupero delle somme anticipate si
sta rivelando estremamente difficoltoso, sia per gli enti formalmente in procedura di rientro, sia,
soprattutto, per i restanti enti (pari al 75 per cento del totale), per i quali l’importo da recuperare
in un arco triennale5 attraverso ritenute sulle trimestralità del Fondo Autonomie Locali in alcuni
casi risulta esorbitante rispetto ai trasferimenti da erogare.
In termini generali, si osserva che l’enorme mole di passività ancora da recuperare, pur
dilazionate, risulta scarsamente sostenibile per gli enti locali e finisce per riverberarsi
negativamente sulla gestione del bilancio regionale, di per sé connotata da forti tensioni di
liquidità, nel difficile contemperamento tra ragioni creditorie, istanze debitorie ed esigenze di
continuità del servizio.
Le gravi criticità gestionali accumulate negli anni hanno in molti casi provocato il
procrastinarsi delle gestioni liquidatorie, tutt’ora in corso, e il rinvio della transizione verso i
5
Al fine di evitare che, in un quadro di drastica riduzione dei trasferimenti statali e regionali, l’aggravamento dell’esposizione
debitoria dei comuni accresca gli squilibri finanziari già presenti nei bilanci locali, è stato prevista nel ddl n. 724 (ad oggetto
“variazioni al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e alla legge Disposizioni programmatiche e correttive per
l’anno 2014 – Legge di stabilità regionale. Disposizioni varie”) una norma che propone di ampliare l’arco temporale per il
recupero forzato da tre a dieci anni.
21
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
nuovi assetti gestionali, nell’ambito di un quadro regolatorio regionale non sempre di facile
attuazione, anche per gli evidenti profili di novità rispetto alle discipline civilistiche6 e
giuscontabili che trovano uniforme applicazione sul territorio nazionale.
3. Un evidente sintomo del progressivo peggioramento dello stato di salute degli enti
locali siciliani risulta dal crescente numero di enti in condizione di deficitarietà strutturale, che
nel 2013 passa da 22 a 26, cui si aggiungono ulteriori 31 enti soggetti in via provvisoria ai
controlli previsti per gli enti deficitari, a seguito della mancata presentazione del certificato al
rendiconto (art. 243 comma 6 del TUEL).
3.1. L’art. 6, comma 2, del D. Lgs. n. 149/2011, che ha introdotto la procedura del cd.
“dissesto guidato” , ha avuto un’applicazione differita in Sicilia per il rinvio operato dall’art. 13,
successivamente dichiarato incostituzionale con sentenza n. 219 del 19 luglio 2013.
Nel limitato arco temporale di vigenza, tale procedura è stata avviata nei confronti di
cinque enti locali, ed è culminata in due casi con l’accertamento dello stato di dissesto.
La sua attuazione, tuttavia, anche a causa di una non felice formulazione legislativa, ha
risentito del frequente intervento del giudice amministrativo, successivamente riconosciuto
sprovvisto di giurisdizione in materia dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, nei termini
di cui all’ordinanza n. 5805 del 25 febbraio 2014.
3.2 Elevato, inoltre, è il numero di enti siciliani che hanno fatto ricorso alla procedura di
riequilibrio finanziario pluriennale, introdotta dall’art. 3 del D.L. 10 ottobre 2012, n. 174, per
prevenire l’insorgenza del dissesto in amministrazioni che versano in grave difficoltà finanziaria.
Risultano attualmente in procedura di riequilibrio 21 enti locali siciliani, di cui ben 11
hanno chiesto di accedere al fondo di rotazione previsto dall’art. 243 ter del Tuel, per un importo
complessivo di oltre 158 milioni di euro.
L’elenco degli enti in procedura di riequilibrio è in continuo aggiornamento, in relazione
all’evolversi degli eventi.
Allo stato degli atti, infatti, quattro comuni hanno deliberato dissesto, mentre un altro
ente ha avviato la relativa procedura.
Nel merito, sono stati approvati tre piani di riequilibrio, due dei quali sono stati oggetto di
diniego di approvazione da parte della Sezione di controllo, con conseguente attivazione della
procedura di dissesto.
Un comune e una Provincia regionale, infine, hanno revocato l’adesione al piano.
6
Particolare attenzione va posta alla gestione liquidatoria unitaria, in cui sono confluiti tutti i rapporti attivi e passivi delle società
d’ambito, le cui evidenti peculiarità rispetto alla disciplina societaria (art. 2484 e ss. cc.), hanno dato luogo ad una serie di
problematiche interpretative ed applicative, culminate di recente con l’esperimento di svariate azioni di pignoramento presso
terzi nei confronti di diversi rami dell’amministrazione regionale, con evidente rischio di danno per la finanza dell’ente.
22
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
In materia, è da registrare il recente intervento del legislatore nazionale, che con l’art. 1,
commi 573 e 573 bis, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, ha consentito, ad alcune condizioni,
il riavvio nel 2014 di procedure di riequilibrio precedentemente definite.
3.3. Complessivamente, il numero di amministrazioni che nell’ultimo biennio hanno
formalizzato il dissesto finanziario – spontaneamente o in via commissariale – ammonta ad otto.
In tale ambito, è da segnalare la recente introduzione - ad opera dell’art. 6, comma 10,
della legge regionale 28 gennaio 2014, n.5 – di un contributo decennale erogato dalla Regione
per gli enti in gravi difficoltà finanziarie.
Alla scadenza dei termini previsti, al Dipartimento Autonomie locali risultano pervenute
cinque richieste di accesso alle risorse (un milione di euro annui) per gli enti in dissesto e ben
ventinove (pari a quattro milioni di euro annui) per gli enti che intendono avviare la procedura di
riequilibrio finanziario pluriennale (il cui numero, pertanto, è destinato ad aumentare).
4. La situazione appena tratteggiata, peraltro in costante evoluzione, costituisce il
prevedibile epilogo degenerativo di una serie di gravi criticità gestionali, più volte segnalate
dalla Sezione di controllo e da queste Sezioni Riunite, che postula l’imprescindibile attuazione di
urgenti misure di rientro da parte di tutti i livelli di governo.
A questo riguardo, di estremo interesse risulta il disegno istituzionale di riordino delle
funzioni di governo di area vasta, avviato con legge regionale 27 marzo 2013, n. 7, e tutt’ora in
fase di attuazione, a seguito della legge regionale 24 marzo 2014, n. 8.
In esso si prevede, nella prima fase, l’istituzione di nove liberi consorzi comunali,
attualmente coincidenti con le soppresse province regionali, nonchè la creazione delle Città
metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Nel rinviare qualsiasi considerazione all’esito del processo di effettivo riordino delle
circoscrizioni territoriali, queste Sezioni Riunite si limitano in questa sede ad auspicare un
attento governo della delicata fase di transizione, affinchè la riforma delle funzioni di area vasta
si coniughi in modo ottimale con le imprescindibili esigenze di riduzione della spesa pubblica,
d’incremento dei livelli di efficienza ed efficacia dei servizi erogati, e, soprattutto, di
razionalizzazione del numero complessivo di centri di spesa pubblica, in armonia col processo
già in atto nel restante territorio nazionale.
Parimenti auspicabile, inoltre, è che l’allocazione delle funzioni tra i vari livelli di
governo sia rispondente a criteri di economicità di gestione, nel contesto di una più generale
visione strategica dell’intero sistema.
23
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
6. Le partecipazioni societarie della Regione siciliana.
La Corte ha più volte evidenziato, nel corso degli ultimi giudizi di parificazione,
l’esigenza che l’attività delle società partecipate rientri pienamente nel perimetro del sistema dei
conti e dei controlli dell’Amministrazione pubblica, e, da ultimo, ha dedicato al fenomeno
un’approfondita indagine (cfr. il referto approvato con deliberazione n. 417/2013/GEST).
L’occasione per avviare un percorso virtuoso -rispondente a tali imprescindibili esigenze
di monitoraggio delle gestioni esterne ed alle istanze di trasparenza e armonizzazione dei conti
pubblici poste dall’ordinamento comunitario e dal rinnovato quadro costituzionale- è stata
inopinatamente disattesa a seguito della decisione della Regione di abbandonare l’adesione alla
procedura di sperimentazione dell’armonizzazione dei sistemi di bilancio.7 Oltre alla perdita del
beneficio previsto a favore degli enti sperimentatori, consistente nella riduzione della manovra
posta a loro carico dal Patto di stabilità interno, ciò ha privato la Regione di un valido strumento
informativo che avrebbe potuto favorire la razionalizzazione del settore e del sistema di
governance regionale (cfr. cap. 1.2 dell’indagine).
L’indagine svolta dalla Sezione ha messo in luce le dimensioni significative del
fenomeno, un quadro complessivo di devianza da basilari principi di economicità e razionalità, la
presenza di gravi criticità sui singoli aspetti esaminati (stato di salute delle società, relazioni
finanziarie con la Regione, piano di riordino, governance, sistema dei controlli, ecc.):
- la Regione siciliana è quella che detiene il maggior numero di partecipazioni
societarie, ed in particolare di quelle totalmente pubbliche, nonché il primato per quanto riguarda
i costi del personale, il numero di addetti, l’incidenza costi del personale/costi di produzione (cfr.
all. 1): il valore complessivo delle partecipazioni societarie, in termini di patrimonio netto
regionale, supera la cifra di 530 milioni di euro8 (ancorché il dato sconti numerose società con
patrimonio netto negativo e l’incidenza deflattiva di costanti perdite d’esercizio che, nel tempo,
hanno contratto i patrimoni netti sociali). La legge di stabilità regionale per il 2014 (legge
regionale 28 gennaio 2014, n.5) ha modificato il piano di riordino di cui all‘art. 20 della l.r. 12
maggio 2010, n. 11, riducendo da 14 a 11 le aree strategiche di intervento9 e disponendo il
7
Cfr. art. 4 della legge regionale 11 agosto 2012, n. 45: “1. Gli effetti delle disposizioni in materia di sperimentazione
dell’armonizzazione del bilancio di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 dell’articolo 1 della legge regionale 12 gennaio 2012, n. 7 sono
sospesi nelle more dell’adozione delle procedure di attuazione statutaria previste dall’art. 27 della legge 5 maggio 2009, n.
42”.
8
Il patrimonio netto regionale è stato ottenuto moltiplicando per ciascuna società direttamente partecipata il patrimonio netto
sociale per la percentuale di partecipazione della Regione.
9 Rispetto al piano di riordino del 2010 vengono meno i settori della ricerca (Sicilia e ricerca) e quella delle politiche attive del
lavoro (Lavoro Sicilia s.p.a.) e della promozione dell’immagine, del turismo e dell’artigianato (Sicilia Turismo e Cinema s.p.a).
Si consideri che, per queste ultime due aree, già nel 2013, le anzidette società di riferimento erano state sciolte anticipatamente
e poste in liquidazione con decisione dell’Assemblea straordinaria dei soci.
24
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
mantenimento, per ciascuna di esse, del soggetto societario di riferimento10; mentre per quelle
non strategiche ha disposto l’avvio entro 60 giorni delle procedure di evidenza pubblica per la
cessione delle partecipazioni.
- i costi per mantenere le strutture societarie in termini di personale ed organi
superano nel quadriennio la cifra di 1 miliardo di euro (1.176 milioni, senza considerare i dati
incompleti per il 2012). In media, ogni società nel quadriennio oggetto di rilevamento ha
assorbito risorse per 718.700 euro solo per la corresponsione di emolumenti agli organi sociali.
COSTI DELLA STRUTTURA
ANNO
Costi del Personale
Costi per incarichi e consulenze
Costi per gli organi societari
TOTALE
2009
2010
2011
2012
224.030.739
15.311.977
4.521.925
243.864.641
271.007.902
18.003.907
3.501.255
292.513.064
312.300.709
12.896.751
2.986.077
328.183.536
282.005.347
27.281.000
2.897.502
312.183.849
- i flussi finanziari erogati nell’arco del quadriennio 2009 – 2012 dalla Regione a favore
delle 34 società censite supera l’importo di un miliardo di euro (1.091 milioni di euro) (cfr.
capitolo 3.4 dell’indagine), in gran parte riconducibili a corrispettivi per commesse pubbliche;
mentre è emerso il non corretto rilevamento da parte della Regione dei flussi finalizzati a
copertura di disavanzi e perdite, nonché il ricorso reiterato ed improprio a interventi di “mero
soccorso finanziario” a favore di società prive di valide prospettive di risanamento.
Flussi Finanziari a favore delle Società partecipate
FLUSSI FINANZIARI
1
2010
2011
2012
82.127.935
201.267.875
211.413.853
219.827.992
714.637.654
77.455.807
198.935.070
206.045.731
201.772.207
684.208.815
0
0
0
0
0
4.672.128
2.332.804
5.368.122
18.055.785
30.428.840
106.968.791
84.535.442
95.799.773
60.565.093
347.869.100
69.068.685
83.173.340
71.304.950
38.869.056
262.416.031
0
0
0
0
0
- per concessione crediti/finaziamneti/contributi
37.900.107
1.362.102
24.494.823
21.696.037
85.453.069
Flussi finanziari erogati dalla Regione quale socio di cui:
2.794.758
5.741.100
5.914.998
11.146.146
25.597.001
0
0
300.000
1.285.500
1.585.500
1.299.050
1.725.000
0
0
3.024.050
1.495.707
4.016.100
5.614.998
9.860.646
20.987.451
Flussi finanziari erogati dalla Regione a titolo di
committente (contratto di servizio) di cui:
- prestazione di servizi
- incarichi
2
- realizzazione di progetti commissionati
Flussi finanziari erogati dalla Regione a titolo di ente
finaziatore di cui:
- per trasferimenti in conto esercizio
- per trasferimenti in conto impianti
3
4
- per copertura disavanzi o perdite
- per ricapitalizzazione
- per aumento di capitale non per perdite (acquisto
azioni/quote o nuovi conferimenti)
Altro (Specificare………)
Totale
2009
0
3.408.000
191.250
0
3.599.250
191.891.484
294.952.416
313.319.874
291.539.231
1.091.703.005
Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione siciliana – Ragioneria generale- Servizio Partecipazioni
10
TOTALE
Cfr. art. 23, comma 1, della legge regionale 28 gennaio 2014, n.5, pubblicata in GURS n. 5 del 31 gennaio 2014.
25
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
Tra i costi societari la gran parte è riferita a costi del personale.
Il valore di tale voce11 è di oltre 1.089 milioni di euro nel quadriennio analizzato, a fronte
di un dato di circa 7.300 dipendenti, pressoché costante negli ultimi esercizi, che non ha pari nel
resto delle regioni italiane (cfr. tabelle di cui all’allegato 1). Il costo annuale, prendendo a
riferimento il 2011, è stato di 312 milioni di euro, ed in una prospettiva di consolidamento dei
conti sarebbe imputabile in capo al socio Regione per oltre il 70% (223 milioni), ciò che
corrisponde annualmente a un quinto delle spese lorde del personale di ruolo della Regione, già
di per sé assai elevato.12 (cfr. cap. 3.6. dell’indagine).
Il consistente impatto della spesa del personale delle società partecipate sul bilancio
regionale non ha prospettive deflattive. Anzi, la Corte ha già evidenziato -sin dal giudizio di
parificazione del rendiconto 2011- le preoccupazioni di un transito generalizzato e pressoché
automatico del personale dalle società regionali dismesse nelle nuove compagini scaturite dal
piano di riordino, ove si prescinda, da una parte, da puntuali valutazioni del fabbisogno rispetto
all’assetto organizzativo e finanziario delle società destinatarie dei nuovi dipendenti, e, dall’altra,
da una selezione delle professionalità e delle tipologie contrattuali dei lavoratori interessati al
trasferimento.
Sul punto, la disposizione contenuta nell’art. 23 della legge regionale n.5/2014 prescrive
in capo a ciascuna società partecipata interessata dal processo di riordino l’adozione, entro tre
mesi dall’entrata in vigore della legge, di un Piano dei servizi e del personale che determini il
reale fabbisogno di personale e gli eventuali esuberi. A ciò si accompagna la previsione del
divieto di assunzione e l’obbligo per le società poste in liquidazione di attivare per l’intero
organico aziendale le procedure di cui alla legge 23 luglio 1991, n. 223.13 La Regione dovrà
attentamente vigilare sulla corretta applicazione delle predette disposizioni - che peraltro
ribadiscono princìpi già vigenti ed immanenti, a lungo trascurati- e garantire l’effettivo
raggiungimento delle finalità di razionalizzazione dichiarate.
Ulteriori oneri derivano dalle diffuse irregolarità in ordine al ricorso a forme di lavoro
flessibile ed alla gestione dei relativi rapporti,14 e dalla conseguente affermazione, in via
11
Il dato peraltro non comprende i costi per rapporti di collaborazione, consulenze, rapporti atipici, ecc. allocate tra i costi per
servizi.
12
La spesa per le retribuzioni del personale della Regione (considerando solo quello in servizio presso l’amministrazione centrale
o enti regionali con retribuzione a carico diretto della stessa), nel 2011, anno di riferimento dell’indagine sulle partecipate,
ammontava complessivamente a 812.231 migliaia di euro cui vanno aggiunti i relativi oneri sociali pari a 268.195 migliaia di
euro (dati rilevati nel giudizio di parificazione sul rendiconto della Regione del 2011).
13
Cfr. art. 23 comma 2 della citata legge di stabilità regionale, che sosituisce il comma 6 dell’art. 20 della legge regionale 12 maggio
2010 n. 11. È stata invece impugnata dal Commissario dello Stato e, quindi, espunta dal testo pubblicato in GURS, la deroga al divieto
di assunzione prevista nel medesimo deliberato legislativo, in base alla quale le Società pubbliche regionali, come ridefinite dal
processo di razionalizzazione, avrebbero potuto assumere personale già “in servizio effettivo alla data del 31 dicembre 2009” presso le
società poste in liquidazione e già destinatarie delle procedure di licenziamento per cessazione di attività.
14
Solo per la Multiservizi s.p.a in liquidazione, nella relazione sulla gestione del liquidatore per il 2011, si riferisce di 141 ricorsi
per la declaratoria di nullità del termine apposto ai contratti a tempo determinato o per l'illiceità dei contratti di
somministrazione; altri 76 unità lavorative hanno contestato la liceità del contratto di somministrazione e così anche 4
co.co.pro.
26
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
giudiziale o transattiva, della contrattualizzazione a tempo indeterminato dei lavoratori
interessati: si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso presso le società partecipate che si pone in
termini elusivi dei divieti di assunzione e del divieto imperativo di trasformazione dei rapporti di
lavoro a tempo determinato.
Passando ai fondamentali profili contabili e gestionali, emerge in maniera netta, sulla
scorta dell’evidenza empirica riferita a una serie storica significativa (ultimi quattro esercizi
2009-2012), la ridotta redditività, rectius la “areddittività”, delle società partecipate dalla
Regione. Si tratta di un carattere a tal punto comune, reiterato nel tempo e trasversale rispetto al
grado di partecipazione e agli ambiti di attività sociale, da connotare in negativo l’intero sistemapartecipazioni (cfr. i capitoli 3.3.1 e 3.3.2. dell’indagine, nonché la tabella riassuntiva allegata):
- nel triennio 2009-2011 i risultati d’esercizio aggregati di tutte le società partecipate
registrano un saldo nettamente negativo, oscillante tra i 27,8 (esercizio 2009) ed i 23,9 milioni di
euro (esercizio 2011);15
- l’esame dei dati di bilancio relativi agli esercizi 2009-2012 evidenziano che ben 14
società, ossia il 41% del totale, registrano nell’arco del quadriennio perdite d’esercizio
addirittura per tre esercizi consecutivi;
- tutte le società a capitale interamente pubblico mostrano costanti e rilevanti perdite.16
In siffatto quadro di aredittività e di sofferenza strutturale andrebbero attentamente
vagliate le erogazioni finanziarie della Regione a favore delle proprie partecipate, in particolare
molti trasferimenti straordinari erogati nell’ultimo quadriennio appaiono, di fatto, finalizzati a
tamponare perdite ed inefficienze gestionali in una perversa logica di “salvataggio a tutti i costi”
di soggetti in evidente stato di crisi, senza le necessarie valutazioni sulle prospettive di
risanamento o di riequilibrio dei conti; in taluni casi gli interventi sul capitale sono stati disposti,
addirittura, in prossimità della messa in liquidazione della società.
Le gestioni liquidatorie –che pesano per il 18% del patrimonio netto delle partecipazioni
regionali e per il 45% delle perdite d’esercizio aggregate- si trascinano nel tempo senza giungere
a chiusura.17 Ciò determina pesanti ricadute in termini finanziari ed evidenti difficoltà gestionali
in quei casi in cui si è disposta l’autorizzazione a continuare le attività d’impresa. Anche in tal
caso, appaiono ispirati a principi di mero “soccorso finanziario” molti degli interventi, qualificati
15
Il 2011 è l’ultimo esercizio di riferimento, stante l’incompletezza e, di conseguenza, la non raffrontabilità dei dati relativi al
2012.
16
Ciò vale sostanzialmente anche per la società Beni Culturali, ora Servizi Ausiliari Sicilia S.c.p.a., atteso che l’esiguo saldo
positivo sin qui registrato, è ampiamente compensato dalle perdite incommensurabilmente più pesanti della società Multiservizi
in liquidazione, ad essa accorpata.
17
La società SIACE s.p.a risulta in liquidazione dal 1985; delle altre, poste in liquidazione per lo più nel 2009, nel 2010 e nel
2011, nessuna è stata liquidata; ad oggi, è in chiusura solo la procedura di liquidazione della società Sicilia Hydro s.r.l., iniziata
nel 2007. La legge di stabilità regionale per il 2014 prevede, ora, l’istituzione, all’interno dell’Assessorato regionale
dell’Economia, di un Ufficio speciale, presso cui dovranno operare i liquidatori delle società. per la chiusura di tutte le
liquidazioni in corso.
27
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
come “anticipazioni” o con altro titolo, dichiaratamente finalizzati a garantire la continuità delle
gestioni liquidatorie o a sopperire alla mancanza di mezzi propri delle società.
Diffuse criticità presenta il sistema di governance e dei controlli interni da parte della
Regione sia nel complesso sia in riferimento ai singoli aspetti esaminati (strutture preposte al
controllo, controllo societario, controllo contrattuale e controllo economico-finanziario, cfr.
capitolo 5 dell’indagine).
Infine, in merito ai gravi profili di criticità rilevati la Sezione di controllo, nell’approvare
il referto conclusivo dell’indagine, ha disposto l’adozione da parte della Regione delle necessarie
misure correttive.
Tuttavia, nonostante siano già decorsi i termini assegnati, ad oggi non è stata comunicato
alcun intervento correttivo, né sul piano programmatico né su quello gestionale e dei controlli;18
così come, in riferimento alle richiamate disposizioni della legge regionale di stabilità per il
corrente anno, non sono state comunicate le misure applicative adottate né è dato conoscerne lo
stato di attuazione.
18
Salvo una recente nota del 27.5.2014 del servizio partecipazioni finalizzata ad acquisire dalle società talune informazioni
relative alla situazione economico-finanziaria ed in particolare ai saldi clienti-fornitori.
28
Audizione sullo stato dei conti pubblici della Regione siciliana
.
ALL. 1) TABELLE RELATIVE A RAFFRONTI COMPARATIVI SUL PERSONALE.
Milioni
Raffronto comparato per regione dei costi del personale
delle società a partecipazione regionale totalitaria
120
105
90
75
2010
60
2011
45
30
15
SI
CI
LI
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PI
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Incidenza costo per il personale sul costo della produzione - 2011
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
PI
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A
0%
Numero di addetti delle società regionali totalitarie
dati comparativi aggregati
8.000
6.720
7.000
6.019
addetti
6.000
5.000
4.000
3.328
3.251
3.000
1.883
2.000
1.507
1.000
0
esercizio 2010
partecipate regio ni o rdinarie
esercizio 2011
partecipate regio ni a statuto speciale
partecipate Regio ne Siciliana
Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Ragioneria generale della Regione siciliana nonché, per la comparazione con le altre regioni,
Corte dei conti, Sez. Autonomie, Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni esercizi 2011 – 2012 (deliberazione n. 20/SEZAUT/2013/FRG).
N.B: Nel computo non sono inclusi i dipendenti della SEUS S.c.p.a. poiché, formalmente, la partecipazione regionale non è totalitaria.
Basti pensare che il dato esposto nella prima tabella duplicherebbe ove fosse inserita anche la società mista S.E.U.S. che, da sola, impiega 3.386 unità
per un costo di oltre 107 milioni di euro.
29
Corte dei conti – Sezioni Riunite per la Regione siciliana
ALL. 2) Tabella riassuntiva sui risultati d’esercizio
SOCIETA'
% di
Partecipazione
Regione
2009
2010
2011
2012
SOCIETA' A TOTALE PARTECIPAZIONE REGIONALE
1
AST Spa
100
1.550.577
-1.444.222
-8.903.761
2
Beni Culturali Spa (S.A.S. S.c.p.a.)
100
1.675
6.323
10.845
82.423
0
3
Sicilia Turismo e Cinema Spa (ex Cinesicilia srl)
100
-4.157
-2
-735
-174.581
4
Sicilia e Ricerca Spa
100
-243.506
-569.676
-41.578
3.393
5
Sviluppo Italia Sicilia Spa
100
-1.785.726
-640.695
-487.120
-2.603.816
6
LAVORO - SICILIA Spa
100
-914
-272.718
-1.035.213
-592.861
7
IRFIS FinSicilia spa
100
-8.314.617
-1.896.602
336.235
2.141.447
TOTALE
SOCIETA' CON CAPITALE PREVALENTEMENTE REGIONALE
-8.796.668
-4.817.592 -10.121.327 -1.143.995
8
Italkali SpA
51
1.402.391
2.757.489
2.908.840
2.096.048
9
Mercati Agro Alimentari Sicilia S.C.p.A.
95
-895.476
-763.219
-1.505.544
-1.674.893
10
Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia S.C.p.A.
88
-606.984
-1.099.540
-827.936
11
Sicilia Patrimonio Immobiliare SpA
75
55.508
231.195
220.606
179.072
12
Sicilia Emergenza-Urgenza Sanitaria S.C.pA.
53
-277.500
63.453
256.026
13
Riscossione Sicilia S.p.A.
60
TOTALE
ALTRE PARTECIPAZIONI MINORITARIE
14
-1.029.643
-5.075.043
-44.561
-181.218
-4.215.624
856.253
CAPE SPA
Consorzio di ricerca per l'innov.ne tecnologica, sicilia
15
AGROBIO e PESCA ecocompatibile SCaRL
Consorzio di ricerca per l'innov.ne tecnologica, sicilia trasporti
16
navali, commerciali e da diporto SCaRL
17 Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi SCARL
49
3.864
10.366
-10.803
9
507
251
63
105
7
-88.330
-43.623
-43.412
87.035
11
0
0
0
-1
18
25
3.104.699
2.398.159
2.073.857
3.167.028
SICILIACQUE SPA
19
STRETTO DI MESSINA SPA
3
356.666
-1.014.780
155.986
1.884.338
20
SOCIETA' DEGLI INTERPORTI SICILIANI S.P.A.
21
-920.881
-990.972
-921.545
-776.362
22
Mediterranea Holding di Navigazione S.p.A.
43
-9.188
11.113
2.276
TOTALE
SOCIETA' IN LIQUIDAZIONE
2.456.525
350.213
1.265.259 4.364.419
23
BIOSPHERA SPA
53
-266.778
48.936
919.410
462.300
24
CIEM S.C.P.A. in liquidazione
100
-854.639
-1.258.231
-1.058.589
-1.113.614
25
INFO RAC
100
3.547
-985.702
-52.094
-289.911
26
MULTISERVIZI SPA
100
-3.576.445
-3.837.687
-5.321.275
27
Siace Spa in liquidazione
100
-1.317.357
8.029
-59.608
24.288
28
Sicilia Hydro Spa in liquidazione
51
29
Sicilia E Innovazione Spa in liquidazione
100
-49.999
-1.389.870
-241.470
-227.214
30
Terme di Acireale SPA
47
-2.537.834
-2.331.060
-2.770.175
31
Terme di Sciacca SPA
76
-3.256.388
-2.087.216
-2.078.983
32
Società Mediterranea SpA
30
-9.893.406
-9.728.348
0
33
Sicilia e Servizi S.p.A. in liquidazione
51
294.351
471
-177.174
156.319
34
QUARIT S.C.p.A.
96
3.471
2.698
-28.561
-24.068
-51.882
TOTALE
-21.451.477 -21.609.862 -10.868.519 -1.011.900
TOTALE GENERALE
-27.836.181 -26.258.459 -23.940.211 3.064.777
Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione siciliana - Ragioneria Generale - Servizio Partecipazioni
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