Sorpresa, la fibra è ripartita - Corriere delle comunicazioni

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IL
FOCUS
DELLE
4
www.corrierecomunicazioni.it
n°3. 17 febbraio 2014
ChanceFondiStrutturali
Investimenti
Chi monitora
le telco?
tutte
le ipotesi
al vaglio
S
enza un ruolo continuo, attivo e vigile
del governo gli obiettivi 2020 dell’Agenda digitale europea sono a rischio. Il rapporto Caio parla chiaro: la Presidenza del
Consiglio deve metter in campo sistemi di
monitoraggio dei piani di investimento degli
operatori per rilevare eventuali disallineamenti con i target europei.
In questa prospettiva la risposta del presidente Letta non si è fatta attendere. “I privati
devono fare gli investimenti, è assolutamente necessario che avvenga, anche di più rispetto a quelli fatti finora - ha evidenziato il
premier - mentre il pubblico, in particolare
il Governo, deve costruire una matrice di
impegni vincolanti e di obiettivi. Questa matrice dev’essere basata su scadenze certe e
scadenze periodiche con le quali verificare
gli impegni che i privati si prendono, in modo tale che siano verificabili dalla pubblica
opinione e dai poteri pubblici”. Questa matrice “deve vedere l’impegno del Governo al
suo massimo livello, quindi alla Presidenza
del Consiglio dei ministri, in una logica in
cui il nostro compito è legato alla competitività e alle politiche industriali nel campo
della diffusione della banda larga”.
Ma se l’impegno del governo è chiaro,
meno lo sono le modalità con cui questo monitoraggio dovrà avvenire o - meglio- chi
concretamente lo dovrà effettuare.
Scartata l’ipotesi che si possa fare in seno
al Mise, ora a Letta si aprono due strade: affidarlo a un consulente “simil-Caio” esperto
di politiche del digitale oppure nominare un
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
con delega all’Agenda digitale che occupi
sia del monitoraggio dei progetti di investimento degli operatori sia dell’attuazione del
piano stesso. Ma - a quanto dicono al Corriere delle Comunicazioni - la seconda strada è
quella meno agevole: in tempi di spending
review una nomina siffatta è troppo costosa.
L’ipotesi più accreditata resta quindi
quella del super consulente.
Sorpresa, la fibra è ripartita
► Decollate nel 2013 le coperture delle reti Ngn: raggiunto finora il 18% della popolazione
Ma i piani degli operatori si fermano al 2016. E nessuno punta (almeno per ora) ai 100 Megabit
ottica nelle case a 100 Megabit su 2
milioni di famiglie, a Milano, Roma,
Torino, Genova, Bologna, Napoli e
Bari. Vi si aggiunge una copertura,
in espansione, con fibra ottica negli
armadi su 1,6 milioni tra abitazioni
e imprese. Alla fine del 2013 le città
completate sono dodici: Pisa, Livorno, Bari, Pescara, Ancona, Reggio
Emilia, Padova, Verona, Brescia,
Monza, Varese, Como. “Il servizio
è offerto anche nelle seguenti città
(in cui stiamo ancora lavorando, ma
alessandrolongo
Il bicchiere delle reti ultra broadband italiano è mezzo pieno e
mezzo vuoto. Mezzo pieno: nel 2013
sono decollate le coperture in fibra
ottica (restate ferme grosso modo da
dieci anni). Così adesso queste raggiungono il 18% della popolazione
(secondo dati Between), contro il
10% del 2012. Mezzo vuoto: i piani degli operatori si fermano al 2016
e insistono su uno stesso 20-30% di
popolazione, con servizi Vdsl2 (fibra
ottica fino agli armadi) a 30 Megabit
circa. Questi utenti fortunati si ritroveranno coperti quindi da due o tre reti
di operatori. Un 20% circa, ulteriore, avrà solo la rete di Telecom Italia
(ma potrà acquistare i servizi di vari
operatori che la noleggeranno; per ora
solo Vodafone, presto anche Tiscali e
Wind). Il 50% non avrà niente, stando
agli attuali piani, ma potrà sperare in
un “ripescaggio” grazie alle coperture
fatte con gli incentivi pubblici gestiti
con i bandi del ministero dello Sviluppo economico.
L’altra brutta notizia è che al momento nessun operatore ha veri e
propri piani nazionali di copertura a
100 Megabit. È un problema perché
la Commissione europea pone due
obiettivi da raggiungere per il 2020:
30 Megabit a tutti e 100 Megabit al
50% della popolazione.
È insomma un quadro in chiaroscuro quello che sta prendendo forma
nel futuro dell’ultra broadband italiano. Molte le incertezze, come emerge
anche dal rapporto sulle infrastrutture
digitali che Francesco Caio (commissario responsabile dell’Agenda
digitale) ha consegnato il 30 gennaio
alla Presidenza del Consiglio. Il rapporto descrive i piani degli operatori
che stanno investendo in reti ultra
broadband, cioè Telecom Italia, Fastweb e Vodafone. Il Corriere delle
Comunicazioni ha ottenuto dai tre
operatori un dettaglio ulteriore. La novità principale è che Vodafone intende
coprire entro marzo 2017 6,5 milioni
di case, in 150 città, con una propria
rete fiber to the cabinet (Vdsl2). Userà propri apparati attivi negli armadi.
Equivale al 26% della popolazione,
a cui si sommerà un 3% (600mila
case) che l’operatore intende coprire
Telecom ha avviato
la posa della fibra
in 30 nuove città
(già coperte 37)
con una propria rete fiber to the home
entro dicembre 2016. Continuerà comunque a vendere servizi in fibra su
rete Vdsl2 di Telecom Italia. Vodafone
e Wind utilizzano inoltre la rete fiber
Vodafone vuole coprire entro
marzo 2017 6,5 milioni di case
con una propria rete Vdsl2
to the home di Metroweb (per ora solo
a Milano).
Ad oggi Telecom copre (parzialmente) 37 città, pari a 4 milioni di
abitazioni, 15% della popolazione,
con una rete fiber to the cabinet e ve-
Al termine del piano 2013-14
Fastweb estenderà la copertura
in fibra a 5,5 milioni di famiglie
locità 30 Megabit. Sono Roma, Torino, Napoli, Milano, Genova, Bologna, Bari, Catania, Venezia, Firenze,
Padova, Palermo, Verona, Ancona,
Bergamo, Brescia, Como, Brindisi, Perugia, Reggio Emilia, Treviso,
Udine, Monza, Forlì, Varese, Taranto, Pisa, Prato, Catanzaro, Vicenza,
Livorno, Trieste, Pescara, Imola, San
Giovanni in Persiceto, Casalecchio di
Reno e Zola Predosa (questi ultimi tre
sono comuni del Distretto Industriale
Ciclomotori di Bologna). A Milano ha
inoltre un’offerta fiber to the home a
100 Megabit.
Telecom Italia ha avviato inoltre la
posa della fibra agli armadi in altre 30
nuove città, riferisce al nostro giornale: Cagliari, Alessandria, Arezzo,
Modena, Siena, Novara, Piacenza,
Reggio Calabria, La Spezia, Messina, Parma, Salerno, Pesaro, Cremona,
Ferrara, Foggia, Savona, Bolzano, Rimini, Latina, Lucca, Siracusa, Terni,
Busto Arsizio (Mi), Cinisello Balsamo (Mi), Sesto San Giovanni (Mi),
Torre del Greco (Na), San Lazzaro
di Savena, Castel Maggiore e Castenaso (Bo). In questi ultimi tre casi la
copertura riguarda sia l’area urbana
sia il distretto industriale. Il piano
2014-2016 prevede investimenti per
1,8 miliardi di euro, per raggiungere
oltre 600 comuni e distretti industriale
e una copertura di oltre il 50% della
popolazione (12,4 milioni di unità
immobiliari).
Fastweb ha una rete storica in fibra
abbiamo incominciato ad attivare i
clienti, man mano che sono pronti i
cabinet): Torino, Palermo, Genova,
Bergamo, Bologna e Roma”, spiegano dall’operatore. Nei prossimi mesi
saranno progressivamente aperte al
servizio Venezia, Modena, Catania,
Busto Arsizio e Legnano. Al termine
del piano 2013-2014, da 400 milioni
di euro, Fastweb estenderà la copertura in fibra a 5,5 milioni di famiglie
e imprese, circa il 20% della popolazione italiana. L’operatore offre i 100
Megabit su tutta la propria rete, ma
su Vdsl2 la velocità reale a volte è inferiore. Dipende dalla qualità e dalla
lunghezza del doppino (“subloop”, tra
il cabinet e la casa). Sull’80% delle
linee su cui è stato attivato il servizio
la velocità è maggiore dei 70 Megabit
e sul 99,9% è maggiore dei 40 Megabit, fanno sapere da Fastweb. Per
questo motivo, per le caratteristiche
della tecnologia Vdsl2, il rapporto Caio ritiene che nessun operatore abbia
un piano nazionale a 100 Megabit. Ci
sarebbe in verità quello di Metroweb,
su 20 città, con fibra nelle case, ma
gli investitori l’hanno messo in stand
by, a quanto si apprende nello stesso
rapporto. Ritengono che il boom delle
coperture Vdsl2 abbia reso incerto il
ritorno degli investimenti sulle (più
costose) reti in fibra nelle case.