UCD News - Ufficio Catechistico Diocesano Bologna

UCD News
Anno1, Numero 3
Ottobre 2014
Il tema di quest’anno
Sommario:
La Chiesa
1
Vicariato Bologna
Nord
2
Congressi vicariali:
riflessioni
3
Catechesi e arte:
S. Apollinare in
Classe
5
Speciale Evangelii
Gaudium
6
EG n.46
EG n.47
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UCD News
La situazione dei vicariati
Intervista a Giuseppe Barra – Vicariato Bologna Nord
di sr. Anna Maria Gellini
Come si vive oggi la vita sacramentale, l'Eucarestia domenicale? Quali i linguaggi e i segni
dell’arte, della festa?
Nelle comunità cristiane del Vicariato, l’Eucarestia domenicale è
molto frequentata e in alcune parrocchie la percentuale di presenza
è in linea con quelle nazionali. È
possibile partecipare alla messa
feriale in quanto, o al mattino o
alla sera, vi sono diverse proposte a
livello zonale o vicariale. La presenza è molto eterogenea: si va dalla Messa che precede le attività del
catechismo a quella vespertina che
convoca un pubblico esclusivamente adulto e adultissimo. L’animazione risente dell’ eterogeneità della presenza, che influisce anche sul
coro e sulla processione offertoriale. Anche la stessa omelia del Celebrante varia in ragione della diversità dei presenti. La celebrazione
dei sacramenti del Battesimo e del
Matrimonio sono nella quasi totalità dei casi celebrati all’interno della Messa comunitaria e la cosa è
molto gradita alla comunità. I sacramenti della 1^ Comunione e
della Cresima invece sono ancora
vissuti come tappe finali di un
cammino se pure anche celebrate
con numero di bambini molto elevato.
Quali proposte di formazione?
per quali formatori?
La formazione è una necessità improcrastinabile e il catechista, l’educatore e l’evangelizzatore devono
essere dei testimoni credibili, agli
stessi - che hanno a cuore la cura
di quasi tutte le fasce di età, dai
fanciulli dell’IC ai ragazzi per il
post cresima, i giovanissimi, i giovani e in alcuni casi gruppi famiglie, unito a qualche gruppo adulto
e adultissimi - vengono fatte diverse proposte di formazione: a livello
diocesano utilizzando i materiali
messi a disposizione dall’UCD, (il
sussidio sulla Chiesa realizzato in
collaborazione tra UCD e L’Azione
Cattolica) e a livello parrocchiale,
che consistono nella lettura continua di un testo del Nuovo Testamento o di uno dei quattro Vangeli
commentato da un prete, o delle
lettere di S. Paolo, normalmente le
lettere ai Corinti, o ai Romani. In
occasione della pubblicazione
dell’Enciclica di papa Francesco
Evangelii Gaudium si è colta l’opportunità per una lettura commentata della stessa, ritenuta da molti
piacevole ed interessante. In particolare ai catechisti sono stati proposti percorsi di formazione specifica sulla liturgia, sugli aspetti biblici o metodologici delle attività di
catechesi. Durante la Quaresima e
l’Avvento, rispettando le indicazioni dell’Arcivescovo, vengono svolti
dei percorsi formativi sul tema
dell’anno (Dio Padre, il Figlio Gesù
Cristo, lo Spirito Santo e quest’anno la Chiesa) con l’uso degli strumenti dell’arte, della pittura e della scultura. Tra i giovani sono molto usati i filmati o strumenti multimediali, senza trascurare le canzoni e in genere testi di brani scelti
da vari libri. Da valutare anche il
confronto e il dialogo condiviso che
è in alcuni casi privilegiato.
Quale rapporto tra catechesi,
evangelizzazione e servizio della carità? Cioè tutta questa formazione e attenzione all’evangelizzazione porta all’attenzione dei gruppi il tema della carità che ogni buon cristiano deve
avere come “motu proprio”?
Il legame relazionale purtroppo
non è diretto e non è univoco, vi
sono esperienze in cui, in ogni singola parrocchia, esiste una presenza della Caritas (come modalità
organizzata di carità) ed esperienze
dove la Caritas è ubicata in una
sola delle parrocchie della zona o
unità pastorale e le altre collaborano al mantenimento delle attività e
convergono tutti per sinergizzare le
risorse soprattutto in questo momento di perdurante crisi, in cui
molte famiglie sono rimaste colpite
duramente e stentano ad emergere
dalle difficoltà. Ai ragazzi, a completamento di un percorso formativo, vengono proposte attività anche
presso strutture di assistenza per
educarli al servizio nella carità e
nella fraternità.
Quali i punti di forza? quali le
difficoltà emergenti?
Il popolo di Dio, in forza della tradizione, ha ancora un grande attaccamento alla Chiesa di Cristo.
L’immagine di papa Francesco nella sua modalità di essere un grande comunicatore senza stravolgimenti e nella linea della continuità
pastorale, sta facendo riscoprire la
grande ricchezza dell’appartenenza
alla Chiesa. In molti casi, dove sono presenti, gli adulti sono una
presenza importante e qualificata
di grande supporto alle attività
della parrocchia.
Molti lamentano la costante riduzione dei preti, che se anche può
essere una criticità per la celebrazione dell’Eucarestia, la maggiore
criticità la individuerei nelle poche
risorse spese in questi anni nel
mancato avvicinamento e nella
mancata formazione degli adulti.
Infatti nelle parrocchie in cui l’adulto è presente e vive la sua ministerialità battesimale, esiste ed è
attivata la capacità progettuale
della pastorale, la corresponsabilità di farsi promotori e del prendersi carico della comunità e dei suo
bisogni di comunione e di fede.
Il catechismo e le tappe dei sacramenti sono ancora un elemento di
forza ma sono poco accettati i cambiamenti. È un tema su cui investire per avviare delle sperimentazioni di evangelizzazione e di iniziazione cristiana dove i sacramenti
non siano visti come punti finali di
un cammino ma tappe intermedie.
I giovani e i giovanissimi insieme
agli adulti sono le risorse da coinvolgere. Occorre anche riscoprire il
legame con le famiglie, fulcro di
una passata tradizione di trasmissione della fede, che oggi deve essere rivalorizzata e supportata.
Anno1, Numero 3
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Congressi vicariali: prime riflessioni
Intervista a Francesca Vanelli, educatrice gruppo medie del vicariato Centro
I congressi vicariali promossi
dall’UCD sono ormai entrati nel vivo
del loro svolgimento. Abbiamo chiesto
a una giovane educatrice del vicariato Centro, Francesca Vanelli, qualche
riflessione sul congresso appena concluso.
Un giudizio complessivo sulla
formula usata, la ritieni utile per
la formazione ed eventuali suggerimenti per migliorarla.
La formula utilizzata complessivamente mi piace, l'ars oratoria di don
Valentino Bulgarelli, che ha curato i
tre incontri di formazione pre ccongresso, consente di ascoltarlo parlare
per lungo tempo, senza supporti cartacei o informatici, senza perdere il
filo. Probabilmente data l'ora e la
stanchezza di fine giornata con qualche contributo però sarebbe più facile
seguire con maggiore attenzione, per
memorizzare e focalizzarsi meglio sui
punti centrali, e sarebbe anche utile
portarsi il contributo cartaceo e/o
informatico a casa, una volta terminato l'incontro, così da avere qualcosa su cui tornare a riflettere oltre ai
propri appunti che non sempre sono
esaustivi.
Cosa ne pensi dell'idea dei congressi vicariali rispetto al congresso diocesano? È stato più
facile uno scambio di opinioni?
Personalmente mi piace molto l'idea
di ritrovarsi a
livello vicariale,
perché i numeri
sono ridotti e consentono l'instaurazione di un clima più ‘ familiare’. Certo lo
scambio di opinioni non è facile,
soprattutto davanti a persone
più esperte e qualificate, a caratteri inizialmente
timidi serve probabilmente più
tempo, però il fatto che si vedano
sempre gli stessi volti e che si sia in
ambienti più raccolti mi aiuta a sentirmi più velocemente a mio agio. Il
congresso diocesano è un bel momento formativo, che però mi lascia meno
a livello di scambio di esperienze ed
opinioni.
Il Vicariato Centro soffre di una
forte frammentazione (24 parrocchie per 56000 abitanti), in particolare i giovani sono pochi. Quali soluzioni state cercando di
di Antonio Minnicelli
portare avanti nella vostra parrocchia?
Trovandoci davanti a numeri sempre
più preoccupanti riguardo la frequenza dei giovani nella nostra parrocchia, SS. Filippo e Giacomo, ci
siamo interrogati a lungo su quali
potessero essere le nuove proposte
da sottoporre ai nostri ragazzi, per
riaccendere in loro quell'entusiasmo
e quella passione che si stavano affievolendo. Dopo vari tentativi a livello interno, in seguito ad un percorso di formazione inter parrocchiale, abbiamo pensato di cominciare un
gemellaggio con la parrocchia Ss.
Gregorio e Siro, vicina a noi sia da
un punto di vista geografico che da
un punto di vista numerico. I nostri
due gruppi dei ragazzi delle superiori hanno già iniziato a trovarsi settimanalmente, e lo stesso progetto,
solo con tempi più distesi, lo abbiamo
per il gruppo medie. Dai primi riscontri molto positivi ci sembra che
almeno in alcuni ragazzi questo cambiamento abbia provocato un nuovo
entusiasmo, nella speranza che sia
contagioso e che duri a lungo!
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UCD News
Ufficio Catechistico Diocesano – Associazione Sale e Lievito
Ed erano stupiti… (Mc 1,22)
La Buona Notizia secondo Marco
narrata e attualizzata con nuovi linguaggi
Primo modulo (sempre di sabato)
8 novembre 2014 Uno sguardo d’insieme
Maurizio Marcheselli
15 novembre 2014 Pescatori di uomini Marco Tibaldi
29 novembre 2014 Tutti si meravigliarono e lodavano Dio
Marco Tibaldi
13 dicembre 2014 Si ritirò presso il mare: i discepoli e la
vita con Gesù Marco Tibaldi
Secondo modulo (sempre di sabato)
7 febbraio 2015 La crisi tra i discepoli e Gesù
Marco Tibaldi
21 febbraio 2015 Il senso della passione di Gesù
Marco Tibaldi
Luogo e iscrizioni
Gli incontri si svolgono di sabato mattina
dalle 9,30 alle 12,30 presso il Seminario
Arcivescovile, piazzale Bacchelli, 4.
Le iscrizioni alla prima e seconda parte si
possono effettuare separatamente inviando
una mail a [email protected]
Per informazioni tel 3283982112
7 marzo 2015 Vi precederò in Galilea: l'incontro col Risorto Marco Tibaldi
21 marzo 2015 Educare alla fede con il Vangelo di Marco
Valentino Bulgarelli
Si richiede ai partecipanti un contributo di 20 € a modulo,
che comprende l'invio di materiale on line per l'approfondimento dei temi trattati.
Papa Francesco invita con grande franchezza la comunità ecclesiale a recuperare la gioia del Vangelo, ritornando ad
attingere dalla Scrittura la Buona Notizia che dà vita. Nell'anno in cui la Chiesa bolognese riflette sulla nuova
evangelizzazione, si propone un corso-laboratorio di formazione, che ha come scopo d'imparare a narrare la Scrittura come Buona Notizia. Essa ridà vita e slancio alla comunità credente. L'uso di nuovi linguaggi permette di annunciare e attualizzare il Vangelo in modo efficace per l'epoca contemporanea.
Il corso si propone di:
 comprendere le narrazioni del Vangelo come Buona Notizia innanzitutto per
noi
 appropriarsi dei contenuti del primo
Destinatari: è rivolto a catechisti ed educatori, giovani e adulti,
che desiderano imparare un metodo per vivere e annunciare la Buona
Notizia. È un laboratorio interattivo che prevede il coinvolgimento
dei partecipanti.
annuncio
 apprendere l'utilizzo di nuovi linguaggi e metodi
 motivare all'annuncio nel contesto
contemporaneo
Il cammino narrativo del Vangelo di Marco viene presentato nei suoi snodi fondamentali mediante dinamiche di coinvolgimento personale come la narrazione, la
drammatizzazione, la simbologia dell'arte
e del video.
Struttura e relatori:
2 moduli composti ciascuno da 4 incontri, nei tempi forti dell'anno liturgico (avvento e quaresima), a cura
del prof. Marco Tibaldi docente di Teologia Fondamentale presso
l'ISSR di Bologna e la sua equipe, del prof. Maurizio Marcheselli docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna e di mons. Valentino Bulgarelli direttore Ufficio Catechistico
Diocesano
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Catechesi e arte: l’abside di s.Apollinare in Classe a Ravenna
di Emilio Rocchi
Le Chiese del Nord Italia e dell'EmiliaRomagna in particolare, devono molto al
loro patrono Sant'Apollinare, originario di
Antiochia, primo vescovo di Ravenna, martire tra il II e III secolo. Fu inviato dalla
Chiesa di Roma ad evangelizzare il territorio ravennate, sede del porto di Classe, la
più importante base navale della flotta imperiale romana nel Mediterraneo centrale,
fondata da Ottaviano Augusto.
Nella zona litoranea cimiteriale a sud del
porto, trovò sepoltura il martire Apollinare
e sulla sua tomba, sorse verosimilmente un
edificio di culto.
Quando le sorti della sanguinosa guerra tra
gli Ostrogoti (ariani) di Teoderico, occupanti Ravenna, e i Bizantini dell'imperatore
Giustiniano, volsero a favore di questi ultimi, negli anni 534-536, il Vescovo Ursicino volle edificare una grande basilica cimiteriale, consacrata dal vescovo Agnello nel
549, e di importanza paragonabile a quella
di San Pietro a Roma per affermare l'ortodossia della Chiesa di Ravenna.
Difficile pensare che questa imponente
costruzione a pianta basilicale a tre navate,
sostenute da 24 colonne, rivestita interamente da preziosi marmi provenienti dal
mar di Marmara, e illuminata grandi finestre (insolite nell'arte pre-romanica), assolvesse soltanto la necessità di spazi per il
culto, anche perché nella stessa zona sorsero altre tre basiliche e anche più grandi.
Fin dall'inizio in essa trovarono sepoltura i
vescovi ravennati intorno al protovescovo
Apollinare: i loro sarcofagi – ben 11 - e di
straordinaria importanza iconografica, sono
ancora lungo le navate laterali. Ma il significato principale di questa grande basilica è
certamente raffigurato nel grande mosaico
del catino absidale.
Qui si può veramente affermare che
"l'iconografia liturgica è fondamentalmente
ritrascrizione biblica d'arte". Possiamo
identificare subito due zone nettamente
separate: una superiore brillante d'oro, lo
sguardo di Dio (come dice Rupnik) ed una
inferiore del tenero colore verde dei prati.
Il mistero della Chiesa si colloca proprio
fra queste due dimensioni entro cui è compreso tutto il nostro orizzonte ed è impersonato dal Cristo, qui simboleggiato dalla
croce gloriosa, gemmata, racchiusa in un
disco a sottolineare la sua dimensione eterna, ma posta proprio fra cielo e terra, come
un grande anello di congiunzione. Nel disco vi sono parole e lettere, parte in latino e
parte in greco, in quanto la società e la
Chiesa di Ravenna allora rappresentavano
proprio un ponte tra
la cultura cristiana
latina e quella greca,
orientale. Queste
scritte spiegano il
significato del tutto.
In alto la parola greca "Θ" (pesce)
le cui lettere indicano "Gesù Cristo
Figlio di Dio Salvatore", ai lati del braccio orizzontale della
croce " e ω", cioè
Principio e Fine; in
basso "SALUS
MUNDI". Quindi leggiamo che "Gesù
Cristo Figlio di Dio (Salvatore), Principio
e Fine (di Tutto) è la Salvezza del Mondo".
Al di sopra del disco fra nubi rosse e blu
(che illuminano e adombrano al tempo
stesso), il cui richiamo alla presenza di Dio
come nube si trova ripetutamente nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, vi è la mano
del Padre e ai due lati due figure umane
vestite di bianco (Elia e Mosè). Esse richiamano l'episodio della trasfigurazione
(Mt 17,1-8; Mc 9,2-8; Lc 9,28-36), dove
però il Signore è rappresentato come volto
(un volto storico del Cristo) al centro della
croce: Croce (simbolo del Cristo), non più
patibolo, ma segno di vittoria e di salvezza,
che qui rappresenta il Cristo pasquale,
ancor meglio che le vesti bianche.
Di fianco alla Croce gloriosa una pecorella
sinistra e due a destra, che simboleggiano
Pietro, Giacomo e Giovanni, tratti "in disparte" e presenti al momento della trasfigurazione.
Al di sotto il Vescovo Apollinare in atteggiamento di orante. Merita attenzione questa figura centrale: piantata sulla terra, ma
in diretta relazione con il cielo attraverso la
Croce gloriosa. Ha i paramenti liturgici del
celebrante, ha il Pallio (di lana di agnello),
simbolo del vescovo Metropolita o del
Papa, che li identifica come Pastori del
Gregge; ha una casula tempestata di...
(osservare da vicino) api! Simbolo della
giustizia, ma anche della sapienza e della
dolcezza della Parola, che il Pastore deve
proclamare: "i giudizi del Signore sono tutti
fedeli e giusti, più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo
stillante" (Salmo 18, 10-11).
Ecco allora le pecore che sono dirette verso il Pastore, il gregge dei fedeli, come gli
apostoli sull'arco trionfale diretti verso il
Signore. Là sembrano uscire da due città:
Gerusalemme e Betlemme e tradizionalmente sono interpretati i due popoli destinatari della salvezza, il popolo degli ebrei
da Gerusalemme e quello dei pagani da
Betlemme.
Attraverso il Sacrificio della Croce appunto, la salvezza è destinata a tutto il
mondo, come recita la scritta, e infatti le
stelle nel cerchio sono 99, come le pecore
al sicuro della parabola lucana (Lc 15, 47), mentre la centesima, che completa la
totalità della Salvezza, quella perduta, è
sulle spalle del Pastore (di qui il pallio).
L’ambiente circostante merita uno sguardo attento: sono i prati, i fiori e gli animali
del litorale ravennate a simboleggiare un
giardino, il paradiso terrestre, la terra promessa in cui "saranno ricapitolate in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come
quelle della terra "(Ef 1,10).
È un contesto profondamente simbolico.
Gli alberi, per esempio, piantati sulla terra, ma con le chiome proiettate nel cielo,
ricordano l'Albero della Vita nell'Eden.
Le rocce, che difficilmente troviamo sul
litorale ravennate, sembrano i graniti
dell'Oreb e del Sinai (i monti di Elia e di
Mosè) e i basalti (rocce scure molto ricche di sali ferrosi), che sono stati identificati proprio nella descrizione della terra
promessa, che Mosè fa agli israeliti "Il
Signore tuo Dio sta per farti entrare in un
paese fertile... paese dove le pietre sono
ferro » (Dt 8, 7. 9).
Presente, passato e futuro si identificano e
si inverano nella Croce gloriosa, così come il cielo e la terra sono ricongiunti dal
Sacrificio della Croce, che il Vescovo
Apollinare attualizza nell'Eucaristia, celebrata sull'altare sottostante, insieme a tutti
i vescovi della Chiesa ravennate (i loro
medaglioni nella navata) per la salvezza
del mondo.
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UCD News
Speciale Evangelii Gaudium
di sr. Anna Maria Gellini
La Chiesa è….
UNA MADRE
DAL CUORE APERTO
chi è rimasto al bordo della
strada. A volte è come il padre del figlio prodigo, che
rimane con le porte aperte
perché quando ritornerà
possa entrare senza difficoltà. (Evangelii gaudium, 46)
LA CASA APERTA
DEL PADRE
La Chiesa “in uscita” è una
Chiesa con le porte aperte.
Uscire verso gli altri per
giungere alle periferie umane
non vuol dire correre verso
il mondo senza una direzione
e senza senso. Molte volte è
meglio rallentare il passo,
mettere da parte l’ansietà
per guardare negli occhi e
ascoltare, o rinunciare alle
urgenze per accompagnare
La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta
del Padre. Uno dei segni
concreti di questa apertura è
avere dappertutto chiese
con le porte aperte. Così
che, se qualcuno vuole seguire un mozione dello Spirito
e si avvicina cercando Dio,
non si incontrerà con la freddezza di una porta chiusa.
Ma ci sono altre porte che
neppure si devono chiudere.
Tutti possono partecipare in
qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte
della comunità, e nemmeno
le porte dei Sacramenti si
dovrebbero chiudere per
una ragione qualsiasi. Questo
vale soprattutto quando
si tratta di
quel sacramento che è
“la porta”, il
Battesimo.
L’Eucaristia,
sebbene costituisca
la
pienezza del-
la
vita
sacramentale,
non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio
e un alimento per i deboli.
Queste convinzioni hanno
anche conseguenze pastorali
che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della
grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una
dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno
con la sua vita faticosa.
(Evangelii gaudium, 47).
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Redazione UCD News:
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Antonio Minnicelli
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Sito internet:
www.ucdbologna.net
È disponibile sul sito all’indirizzo
http://www.ucdbologna.net/sussidi.html
numeroso materiale per aiutare i catechisti
nel definire vari percorsi di catechesi in riferimento alle diverse fasce d’età
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