Trimestrale di informazione medica

ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VERONA
VERONA
MEDICA
Trimestrale di informazione medica - anno XLIX n. 3 SETTEMBRE 2014 - Sped. in a.p. - 70% - Poste Italiane S.p.A. - op. postale 30032393-002 - CONTIENE I.R.
Trimestrale di informazione medica
In questo numero:
Convocazione Assemblea Annuale degli iscritti
ed approvazione del Bilancio ........................................... pag. 25
Giornata del Medico e dell’Odontoiatra 2014.................. pag.
8
Slow Medicine ...................................................................... pag. 14
RC sanitaria - Rapporto ANIA ............................................ pag. 30
La medicina militare tra storia, etica ed attualità........... pag. 34
3
SETTEMBRE
2014
Via del Lavoro 18 - Valgatara di Valpolicella (VR) - tel. 045 6800525
Via Varini 50 - Marco di Rovereto (TN) - tel. 0464 943220
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La COTTURA A VAPORE, a temperature inferiori ai
100 °C, è in grado di preservare delicate vitamine, minerali e
nutrienti presenti nei cibi, oltre ai colori e alle consistenze che
possono rendere un buon piatto davvero ottimo. Queste basse
temperature di cottura, unite all’assenza di aria, conservano
l’acqua e gli elementi organolettici naturalmente presenti
nei cibi per mantenere tutti i piatti incredibilmente morbidi,
succosi e ricchi di colori, sapori e prelibatezza.
La cottura
che esalta
i sapori
L’ABBATTITORE DI TEMPERATURA è l’ideale
per congelare o raffreddare i cibi anche appena usciti dal
forno: non è più necessario attendere che si raffreddino a
temperatura ambiente, come avviene di solito.
La COTTURA ANTICIPATA e la CONSERVAZIONE SOTTOVUOTO permettono di preparare
le ricette più impegnative giorni prima la cena prefissata;
all’ultimo momento sarà sufficiente aggiungere il tocco finale
e servire e il gioco è fatto!
Stiamo programmando serate
con dimostrazione per far conoscere
questi tipi di cottura
Per informazioni:
[email protected]
SOMMARIO
30 RC sanitaria. Rapporto ANIA.
EDITORIALE
5 Scegliere con Saggezza
NOTIZIE DALL’ORDINE
6 Verbali del Consiglio e delle Commissioni
8 Giornata del Medico
e dell’Odontoiatra Veronese 2014
25 Convocazione Assemblea Ordinaria 2014
26 Bilancio 2013 – 2015
ALBO ODONTOIATRI
9 Verbali della Commissione Odontoiatri
Le regioni scelgono il “fai da te” e le compagnie
assicuratrici arretrano
32 Il fenomeno sommerso dell’uso di alte dosi
di benzodiazepine
STORIA DELLA MEDICINA
34 La medicina militare tra storia, etica e attualità
FNOMCeO
40 Odontoiatra e Odontotecnico
possono essere insieme in una STP?
ENPAM
41 Approvata la riforma dello statuto Enpam
LETTERE AL DIRETTORE
11 Emergenza Ebola
12 Grazie!
SINDACATI MEDICI
42 Adami (FIMMG): la finta rivoluzione digitale
CONVEGNI E CONGRESSI
della finta ricetta dematerializzata
43 Nuove nomine degli Organismi Statutari
13 Convegni e Congressi
AGGIORNAMENTO
del S.I.Me.T. di Verona
14 Slow Medicine: una scommessa, una realtà
LIBRI RICEVUTI
PROFESSIONE E LEGGE
19 Patto per la salute. La sintesi del nuovo testo
23 Incompatibilità tra pensione ed incarichi
di consulenza o convenzione
44 Etica medica nella vita militare.
Per iniziare una riflessione
45 Storia del Codice Italiano di Deontologia Medica
GIOVANI E PROFESSIONI
46 S.O.S. - Sostituzioni
ATTUALITÀ
24 Il medico ed il suo paziente nella Rete:
pescatori o pescati?
TEMPO LIBERO
49 Chi cerca... trova
ORDINE DEI MEDICI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VR
Nuovo Orario di Apertura
della Segreteria dell’Ordine
VERONA MEDICA
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
dalle ore dalle ore
dalle ore
dalle ore
dalle ore
9,00
alle ore 13,00
9,00
alle ore 17,00 (CONTINUATO)
9,00
alle ore 13,00
9,00
alle ore 17,00 (CONTINUATO)
9,00
alle ore 13,00
Sabato chiuso
3
VERONA MEDICA
Trimestrale di informazione medica
Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Verona
Anno XLIX n. 3 Settembre 2014
Sped. in a.p. - 70% - Filiale di Verona
Registrazione del Tribunale di Verona
n. 153 del 20/3/1962
ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI VERONA
VERONA - Palazzo Vitruvio Cerdone - Via Locatelli, 1 - 37122 Verona
tel. 045 8006112 / 045 596745 - fax 045 594904
web: www.omceovr.it
Direttore Responsabile
Roberto Mora
Comitato di Redazione
Renzo Bassi, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara, Alessandro Dalla Riva,
Carlo Marchi, Roberto Mora, Francesco Orcalli, Alberto Peroni,
Carlo Matteo Peruzzini, Gelmino Tosi
Consiglio Direttivo
Presidente: Roberto Mora
Vice-Presidente: Roberto Fostini
Segretario: Lucio Cordioli
Tesoriere: Fabio Marchioretto
Consiglieri
Giorgio Accordini, Francesco Bovolin, Giorgio Carrara,
Fabio Facincani, Alfredo Guglielmi, Giuseppe Lombardo, Annamaria Molino,
Francesco Orcalli, Francesco Oreglia, Carlo Matteo Peruzzini, Carlo Rugiu,
Claudio Salvatore, Francesco Spangaro
Revisori dei Conti
Vania Teresa Braga, Mario Celebrano, Giuseppe Costa
Revisore dei Conti Supplente
Elena Piazzola
Commissione Odontoiatri
Francesco Oreglia, Elena Boscagin, Francesco Bovolin,
Gino Cavallini, Gianpaolo Paoletti
Fotocomposizione Videoimpaginazione
e stampa
Girardi Print Factory
Via Maestri del Lavoro, 2 - 37045 Z.I. Legnago (Vr)
tel. 0442 600401
e-mail: [email protected]
Foto di Copertina
Leonardo Cogo
– Santorini –
Inserzioni
SPAZIO
1/4 pagina interna (bianco e nero)
1/2 pagina interna (bianco e nero)
1 pagina interna (bianco e nero)
2ª e 3ª pagina di copertina (a colori) 4ª pagina di copertina (a colori)
4
pubblicitarie sul
1 USCITA
€
€
€
€
€
150,00
400,00
500,00
800,00
1000,00
Bollettino
2 USCITE
€
€
€
€
€
200,00 (totali)
300,00 (per uscita)
400,00 (per uscita)
600,00 (per uscita)
800,00 (per uscita)
4 USCITE
€
€
€
€
€
250,00 (totali)
250,00 (per uscita)
350,00 (per uscita)
500,00 (per uscita)
600,00 (per uscita)
VERONA MEDICA
EDITORIALE
Scegliere con Saggezza
In Svizzera, il Swiss Medical Board,
un organismo non governativo deputato a vagliare le iniziative tecnologiche e farmacologiche nel campo
della salute, ha reso noto che lo screening mammografico per la prevenzione e la cura precoce del cancro
della mammella, non avrebbe quella
efficacia, in termini di riduzione della
mortalità, che la maggior parte delle
persone gli attribuisce.
Secondo il rapporto steso da questo
organismo e reso pubblico nel febbraio 2014 (www.medical-board.
ch) lo screening mammografico sistematico permetterebbe di identificare tumori in uno stadio più precoce,
ma in termini di mortalità la sua efficacia sarebbe decisamente limitata in
quanto per ogni 1000 donne (in età
tra i 50 ed i 69 anni) che si sottopongono allo screening regolarmente si
riescono ad evitare da 1 a 2 decessi;
al prezzo però di un centinaio di falsi positivi che conducono ad ulteriori
indagini superflue e talora (da 3 a 14
casi) ad interventi chirurgici inutili.
Al punto che, nelle raccomandazioni
finali, si conclude dicendo che “non è
raccomandato introdurre programmi
di screening mammografico sistematico” e che “i programmi di screening
mammografico sistematico attualmente esistenti devono essere limitati
nel tempo”.
Leggendolo non ho potuto fare a
meno di ripensare al progetto “Fare
di più non significa fare meglio” una
iniziativa di Choosing Wisely (scegliere saggiamente) e da Slow Medicine,
rete di medici, professionisti della
salute e cittadini, che si riconoscono
in una medicina più sobria e umanizzata, che ha più volte denunciato
il fatto che l’attuale modo di approcciare i problemi di salute sia sempre
più rivolto a delegare alla tecnologia
scelte che dovrebbero invece essere
appannaggio di una valutazione, condivisa tra medico e paziente, del caso
individuale.
Lo scopo del progetto è quello di mi-
VERONA MEDICA
gliorare la qualità e la sicurezza delle
prestazioni sanitarie attraverso la riduzione di pratiche (esami diagnostici
e trattamenti) che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non
apportano benefici significativi ai pazienti, ma al contrario possono esporli
a rischi.
L’uso più appropriate delle risorse disponibili, tra l’altro, produrrebbe una riduzione dei costi inutili e quindi anche
una maggiore sostenibilità economica
dei servizi sanitari.
Il 16 giugno, al Palazzo della Gran
Guardia, l’Assessorato alla Sanità della
nostra Regione, in collaborazione con
mia ASL, ha organizzato un convegno
su “I Sinistri Sanitari” dove la novità era
quella che le nostre ASL d’ora in avanti
faranno l’assicurazione R.C. con una
franchigia di 500.000 Euro (la cosiddetta auto-assicurazione).
A discutere della cosa vari Relatori, per lo più Politici, Amministratori,
Avvocati, Direttori Generali, Professori Universitari, un Medico Legale
e neppure uno dei tanti medici che
tutti i giorni lavorano nelle corsie degli
ospedali o negli ambulatori del nostro
territorio.
Tra le cose dette solo un cenno ad
eventuali strategie di Risk Management, perché l’argomento principale
era quello sul che tipo di assicurazione fare e come gestire poi i sinistri
sanitari.
La memoria, complice forse il Centenario della Prima Guerra Mondiale, mi
è andata a quei tempi e ai tanti affanni
dei nostri generali nelle comode ville
tra Udine e Cividale mentre, a Caporetto, si preparava l’offensiva AustroUngarica che avrebbe prodotto una
delle disfatte militari più famose della
nostra storia nazionale.
La sicurezza delle cure è fortemente
correlata alla sicurezza e alla serenità
di quelli che tutti i giorni nelle corsie
ed negli ambulatori lavorano tentando di dare risposte ai bisogni della
gente e che per farlo sono esposti
ad un rischio che ha ormai sconfinato
dal mero piano del risarcimento per
diventare sempre più una possibile
“fonte di reddito”.
Così, mentre le nostre Aziende, ASL,
Amministratori, Politici e …. “compagnia cantando” … discutono come
risparmiare risorse finanziarie trasferendo i costi del “contenzioso” dalle ASL alle assicurazioni dei singoli
Professionisti, disdegnando nei loro
convegni di affrontare, anche se per
sommi capi, il problema vero che è
quello di rendere le cure più sicure
attraverso seri piani di gestione del
rischio, la spesa sostenuta dal nostro SSN per le pratiche di medicina
difensiva rischia di divenire un conto
sempre più salato.
Con il risultato che gli attuali 13 miliardi di Euro (a tanto è stimato l’attuale costo della medicina difensiva)
potrebbero diventare molti di più,
e, cosa ancora peggiore, che l’uso
inappropriato di pratiche e tecnologia
inappropriate (ma utilizzate a scopi
cautelativi) aumenterà rischi e danni,
oltre che le liste di attesa per accedervi nei casi appropriati.
Ponendo le basi per una grave crisi
del nostro attuale SSN.
Un quadro molto simile a quello che
accadeva tra Udine e Cividale, mentre
a Caporetto si preparava la disfatta.
C’è da augurarsi che iniziative come
quella di Choosing Wisely e di Slow
Medicine, ma soprattutto la “professionalità” di medici e operatori sanitari, siano tali da scongiurare il pericolo.
E che si possa così, nonostante la
miopia e l’improvvidenza dei nostri
Generali, evitare una rovinosa ritirata
al Piave.
ROBERTO MORA
5
NOTIZIE DALL’ORDINE
Verbali
del Consiglio
e delle
Commissioni
VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO
DELL’8 APRILE 2014
Presenti: Mora, Fostini, Cordioli,
Marchioretto, Accordini, Carrara,
Facincani, Guglielmi, Lombardo,
Molino, Orcalli, Oreglia, Peruzzini,
Rugiu, Salvatore
Revisori: Braga, Celebrano, Costa,
Piazzola
Direttore: Cerioni
Avvocato: Gobbi
Assenti Giustificati: Bovolin, Spangaro
Il Presidente, constatata la presenza
del numero legale, dichiara aperta la
seduta.
LETTURA ED APPROVAZIONE
DEL VERBALE PRECEDENTE
Il Verbale del Consiglio del 25 febbraio
2014, viene approvato con alcune precisazioni.
DELIBERA AMMINISTRATIVA
Non vi sono delibere amministrative
da approvare.
COMUNICAZIONI
a) Il Presidente illustra la circolare
Fnomceo che prevede per i corsi
effettuati all’estero, l’assegnazione di crediti E.C.M. in ragione del
50% del punteggio acquisito per
ciascun evento.
La circolare prevede inoltre che
ai Docenti – Discenti – Relatori –
Moderatori, l’accreditamento dei
crediti debba essere rilasciato direttamente dal provider.
Ai tutor per eventi derivanti a obblighi di legge, quali il tirocinio valutativo per l’esame di stato ed il
6
tirocinio formativo nell’ambito del
Corso di Formazione triennale per
i Medici di Medicina Generale, i
relativi crediti dovranno essere rilasciati dagli Ordini di appartenenza.
b) Il Presidente illustra brevemente la
bozza del nuovo statuto dell’ENPAM. Informa i Consiglieri che il 5
aprile u.sc., ha partecipato con il Dr.
Cavallini, componente della CAO di
Verona e referente della commissione ENPAM, ad un incontro tenutosi presso la sede dell’Ordine dei
Medici C. e O. di Bologna, nel quale
è stata discussa la bozza del nuovo regolamento e statuto dell’Ente
di Previdenza E.N.P.A.M. Circa la
numerosità dei componenti del
C.D.A e dell’Assemblea Nazionale,
il consiglio esprime parere favorevole per una riduzione del numero
dei componenti di tali organi al fine
di contenere le spese sostenute per
la gestione degli stessi.
c) Il Dr. Mora segnala che la Regione
Veneto ha pubblicato sul BUR n.
28 del 21 marzo 2014 una delibera con la quale viene demandato
al Coordinamento Regionale Acquisti per la sanità (CRAS) il compito di scegliere la società che risulterà aggiudicataria del servizio
di brokeraggio per la scelta delle
compagnie di assicurazione incaricate di fornire alle aziende sanitarie ed ospedaliere la copertura
assicurativa R.C..
Le Aziende Sanitarie e Ospedaliere, nonché gli Enti del S.S.R. dovranno perciò produrre al CRAS
ed al Broker aggiudicatario della
gara regionale quanto di necessità per l’espletamento della gara,
ivi incluso apposito mandato,
comprensivo dei dati riferiti alla
sinistrosità, affinché il Coordinamento Regionale Acquisti provveda, per loro conto, all’espletamento delle procedure di scelta.
Interviene il Dr. Fostini, Vice Presidente, che informa sulle varie
prospettive e proposte relative
alle assicurazioni professionali dei
Colleghi ospedalieri.
Il Consiglio prende atto.
d) Il Dr. Fostini, Vice Presidente, informa che nei prossimi giorni verrà
inviato tramite la mailing-list degli
iscritti, un questionario nel quale
verrà chiesto agli stessi la disponi-
bilità a fornire notizie sul loro stato
di benessere psicologico.
Viene discussa la possibilità di
acquisire una piattaforma FAD
(del costo di circa 7.000 euro) che
consentirebbe all’Ordine di procedere ad iniziative di formazione
a distanza. Pur consapevoli della
validità dell’acquisizione si ritiene
che per il momento valga la pena
di cercare altre soluzioni avvalendosi, se possibile, della collaborazione della Università di Verona.
L’ipotesi di acquisto viene pertanto rimandata al prossimo autunno.
Il Consiglio prende atto.
e) Il Dr. Mora informa di aver inviato
una lettera di sollecito alla Ditta
Esa Real Estate, al fine di conoscere la posizione dell’ipoteca
iscritta su una parte della proprietà immobiliare dell’Ordine.
Il Consiglio prende atto.
f) Il Presidente comunica che il TAR
del Veneto, con sentenza n. 183
del 13.02.2014, ha stabilito che gli
Ordini, prima di esprimere il parere
di congruità sulle parcelle presentate dagli iscritti, debba darne preventiva informazione ai pazienti.
Il Consiglio prende atto ed incarica la Segreteria di provvedere in
merito.
g)Il Consiglio approva il rinnovo
all’Avv. Maritato l’incarico per altri
12 mesi della consulenza assicurativa gratuita a favore degli iscritti.
ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
Le iscrizioni e cancellazioni vengono
approvate.
MEDICI - CHIRURGHI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. BISIGHIN Maria Vittoria Dott. POPOVSCHI Maria
Iscrizioni per trasferimento da altro
Ordine:
Dott. BIANCHI Maria Rachele
da FOGGIA
Dott. TABIICA Angela da BRESCIA
Dott. TRINGALI Domenico
da REGGIO CALABRIA
Cancellazioni per decesso:
Dott. MAZZAGLIA Franco
VERONA MEDICA
NOTIZIE DALL’ORDINE
Cancellazioni su richiesta:
Dott. DASKALAKI Despoina
Dott. TAPPARINI Adriano
Dott. SARTORI Paola
Cancellazioni per trasferimento ad
altro Ordine:
Dott. CHIESA Gianarco a VICENZA
Dott. MALAVOLTA Michele a TRENTO
ODONTOIATRI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. BUONOCORE Vittorio
PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO
DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL
DIRETTORE E L’AVVOCATO.
COMMISSIONE DISCIPLINA
MEDICI CHIRURGHI
RELAZIONI ISTRUTTORIE
La Commissione Disciplina Medici Chirurghi, delibera quanto segue:
n. 2 tentativi di riconciliazione
n. 1 supplemento di indagine
n. 1 archiviazione provvedimento
VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO
DEL 5 MAGGIO 2014
Presenti: Mora, Fostini, Cordioli,
Accordini, Bovolin, Facincani,
Lombardo, Molino, Oreglia, Peruzzini,
Rugiu, Salvatore, Spangaro
Revisori: Braga, Celebrano, Piazzola
Direttore: Cerioni
Avvocato: Gobbi
Assenti Giustificati: Marchioretto,
Carrara, Guglielmi, Orcalli, Costa
Il Presidente, constatata la presenza
del numero legale, dichiara aperta la
seduta.
LETTURA ED APPROVAZIONE
DEL VERBALE PRECEDENTE
Il Verbale del Consiglio del 08 aprile
2014, viene approvato con alcune precisazioni.
VERONA MEDICA
DELIBERA AMMINISTRATIVA
Il Direttore illustra le delibere amministrative poste all’esame del Consiglio,
che vengono approvate all’unanimità
e sono parte integrante del presente
verbale.
COMUNICAZIONI
a) Il Presidente informa i presenti che
nelle giornate dal 16 al 18 maggio
u.s., ha partecipato a Torino, assieme al Dr. Alberton, al Convegno
Nazionale Fnomceo, durante il quale è stata discussa ed approvata
definitivamente, la bozza del Nuovo
Codice di Deontologia Medica.
Comunica che lo svolgimento dei
lavori è stato molto intenso in quanto sono stati posti a votazione tutti i
singoli emendamenti presentati dai
vati Consigli degli Ordini dei Medici C.e O. d’Italia. Il Nuovo Codice
Deontologico è più articolato del
precedente del 2006 e contiene
riferimenti all’Ordinamento Legislativo. Considera positive le previsioni
contenute nell’art. 3 nel quale si cerca di dare una definizione dell’atto
medico rivendicandone in tal senso
l’esclusiva appartenenza alla professione medica od odontoiatrica.
Interviene il Dr. Oreglia che plaude
agli articoli approvati riguardanti la
professione odontoiatrica, laddove essi hanno accolto le richieste
avanzate dalle Commissioni Odontoiatriche. Il Dr. Mora informa che il
23 maggio p.v. a Roma verrà presentato ufficialmente il Nuovo Codice Deontologico. Per precedenti
impegni già assunti egli non potrà
partecipare all’evento
b) Iscrizione Società tra Professionisti
Il Presidente informa che l’Ordine
ha già approvato la costituzione
del relativo Albo.
Ricorda le norme su cui sono giunte comunicazioni anche recenti da
parte della Fnomceo. In particolare
quelle che riguardano:
-il versamento all’Agenzia delle
Entrate della tassa di concessione governativa di € 168,00 per
ogni richiesta di iscrizione
-il fatto che nell’atto costitutivo
della Società sia rispettata la
norma che prevede che almeno
i 2/3 dei componenti la compagine sociale, siano professionisti
iscritti al rispettivo Albo.
d) Il Dr. Salvatore illustra la circolare
dell’ULSS 20 approvata dalla Regione Veneto, con la quale vengono stabiliti le priorità nelle richieste
diagnostiche, i criteri e l’appropriatezza prescrittiva nella diagnostica
per imaging.
Il Consiglio incarica la Dr.ssa Vania Braga a rappresentare l’Ordine
nelle varie riunioni che verranno
programmate su tali argomenti
dall’Ulss 20.
e) Il Consiglio approva la modifica
del cognome e codice fiscale della
Dr.ssa Jiuliano Maria da Iuliano.
f) Il Presidente richiama quanto previsto dal Decreto Interministeriale
24.01.2014, che prevede l’obbligo
per i professionisti, a decorrere dal
30 giugno 2014, ad accettare i pagamenti oltre gli € 30,00, attraverso
carte di debito (POS).
INNOVO CONTRATTO PER 6 MESI
R
SIG.RA ALESSANDRA PASQUALOTTO
Il Segretario propone il rinnovo del
contratto in essere per altri 6 (sei)
mesi, della dipendente Rag. Alessandra Pasqualotto.
Il Consiglio approva.
ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
Le iscrizioni e cancellazioni vengono
approvate.
MEDICI - CHIRURGHI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. STEFANI Marta
Dott. VAN ROMUNDE Saskia Helena
Margaretha
Iscrizioni per trasferimento da altro
Ordine:
Dott. BONITO Manuela Carmen
da NAPOLI
Dott. FUCILI Gloria da RIETI
Dott. PARISI Valeria Teresa da MILANO
Dott. SFARZO Francesca d FIRENZE
ancellazioni su richiesta:
C
Dott. ZECCHINATO Osvaldo
Cancellazioni per trasferimento ad
altro Ordine:
Dott. GARRIBBA Alessandra Tina
a FORLI’
Dott. VALLETTA Enrica a FORLI’
7
NOTIZIE DALL’ORDINE
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. YANSON Maria
VARIE ED EVENTUALI
a) Il Presidente informa che il giorno 6
giugno a Firenze è programmato dalla
Fnomceo un Convegno Nazionale sul
tema “Le Donne Medico e la Medicina
di Genere”.
Il Consiglio incarica la Dr.ssa Vania
Braga a partecipare all’evento.
Cancellazioni su richiesta:
Dott. DA MADICE Carlo
PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO
Richiesta doppia iscrizione:
Dott. BRAY Giuseppe
ODONTOIATRI
DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL
DIRETTORE E L’AVVOCATO.
COMMISSIONE DISCIPLINA MEDICI
CHIRURGHI
RELAZIONI ISTRUTTORIE
Vengono esaminati 5 casi.
Per 1 caso si procede all’apertura del
procedimento disciplinare.
Gli altri 4 casi vengono archiviati.
Giornata del Medico
e dell’Odontoiatra Veronese 2014
Secondo evento in una tradizione nuova
Sabato 8 Novembre 2014
dalle ore 17.00 alle 20.00
Si rinnova per tutti i Medici e gli Odontoiatri di Verona l’appuntamento che ha riscosso ampio consenso
nell’edizione dello scorso anno.
La cerimonia che vedrà premiati i Colleghi che hanno
raggiunto i 50 anni di Laurea e nella quale i Medici Neolaureati e Nuovi Iscritti pronunceranno il Giuramento Professionale, si terrà anche quest’anno nella sala Riunioni
del Palazzo della Gran Guadia in Piazza Brà con inizio alle ore 17.00.
Sarà un momento di festa e di “orgoglio” professionale.
Nel solco tracciato dalla precedente edizione l’evento
sarà più uno “spettacolo” che una “cerimonia”.
Sono previsti momenti musicali, di Poesia, di Storia
e di Cultura.
La sala potrà ospitare fino a 700 presenti (tanti erano
i presenti alla scorsa edizione).
Tutti gli iscritti all’Ordine di Verona sono invitati.
Per motivi organizzativi le prenotazioni dei primi
posti in sala sono riservate ai premiati e ad ai
Colleghi che pronunceranno il Giuramento.
Alla fine un brindisi per tutti.
8
VERONA MEDICA
ALBO ODONTOIATRI
Verbali della Commissione
Odontoiatri
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DELL’8 APRILE 2014
Presenti: Dott.ssa Boscagin,
Dott. Bovolin, Dott. Cavallini,
Dott. Oreglia, Dott. Paoletti
Lettura ed approvazione verbale precedente: il verbale della seduta precedente viene approvato all’unanimità.
Comunicazioni del Presidente:
1. Il Presidente comunica e legge la
circolare pervenuta da parte del Ministero della Salute sulla ricognizione dello stato di applicazione e delle raccomandazioni per l’impiego
corretto delle apparecchiature TC
volumetriche Cone Beam. Si decide di dare divulgazione ai colleghi
attraverso mailing list e su Verona
Medica.
2. Il Presidente da lettura di comunicazione FNOMCEO a firma Dott.
Giuseppe Renzo che invia un breve
report riguardante la programmazione degli accessi ai corsi di laurea in area sanitaria. Il Dott. Renzo
comunica di aver inviato alla “Direzione Generale dell’Università,
lo studente ed il diritto allo studio
universitario”, una lettera ove riferisce le considerazioni effettuate dal
Tavolo Tecnico Programmazione
Corsi di Laurea Area Sanitaria.
3. Il Presidente riferisce ai presenti di
Lettera FNOMCEO a firma Dott.
Giuseppe Renzo nella quale si comunica che è stato approvato al
Senato il disegno di legge n. 471
concernente un inasprimento delle
pene all’art. 348 del c.p.
4. Il Presidente comunica che è pervenuta Lettera dalla FNOMCEO
avente come oggetto i crediti ECM,
a firma del Dott. Luigi Conte il quale,
rispondendo al quesito dell’Ordine
di Alessandria, da delle indicazioni
riguardanti i doveri degli ordini pro-
VERONA MEDICA
vinciali nei confronti di questa normativa. Viene deciso di inviare agli
iscritti una news letter riguardante
questa problematica.
5. La Dott.ssa Boscagin porta all’attenzione della CAO un volantino
fatto dal giornalino “……” contenente un pubblicità effettuata da una
struttura sanitaria. Poiché la dott.
ssa XY non è italiana (e quindi non
è dato di conoscere i suoi titoli di
studio) e poiché tale visita viene effettuata in una baita/ritrovo degli alpini (presumibilmente in assenza di
autorizzazione alle attività sanitarie)
viene deciso di inviare segnalazione
al NAS, G.F. e ULS competente perché accertino la legittimità di quanto
pubblicizzato.
Relazioni istruttorie:
1. Dott. XX: il Dott. Bovolin espone il
caso relativo al Sanitario. Il Dott. X
era iscritto all’Ordine dei Medici e
Odontoiatri di Verona, ma venne
cancellato per morosità. Dopo alcuni anni versò i contributi mancanti
presentando domanda di nuova
iscrizione all’Ordine. Nella domanda di iscrizione dichiarò di non aver
riportato condanne penali, ma da
un controllo effettuato al casellario giudiziale risultò la pendenza
penale per omessi pagamenti dei
contributi previdenziali al personale
dipendente. Nel frattempo l’Ordine
di Trento inviò a questo Ordine una
segnalazione per un procedimento
penale per abusivismo odontoiatrico nei confronti del medesimo sanitario per azioni effettuate durante il periodo in cui non era iscritto
all’Ordine. Il Presidente, sentito il
Sanitario per i fatti riguardanti gli
omessi pagamenti previdenziali
portò il caso in discussione al Consiglio dell’Ordine. Questo, poiché il
Dott. X aveva nel frattempo saldato
il debito in sospeso, decise di non
dar luogo a procedere accettando
l’iscrizione richiesta all’Albo Odontoiatri. Il Dott. X è stato poi sentito
a colloquio dal Dott. Oreglia in data
29/10/2013 per i fatti riguardanti la
condanna penale, esecutiva, per
abusivismo odontoiatrico (il dott.
X, oltre ad esercitare l’odontoiatria
personalmente in assenza di qualsiasi iscrizione ordinistica, aveva
facilitato lo svolgimento di attività
odontoiatriche anche da parte di
un odontotecnico) subita durante il periodo in cui non era iscritto
all’Ordine. La CAO, sentito il parere
dell’Avv. Zanoni e avendo studiato
i tempi e i dettagli di quanto avvenuto, decide di sottoporre il caso
a un ulteriore approfondimento da
parte dei legali dell’Ordine e del
Presidente sulla linea di condotta
da adottare.
2. Dott.ssa W: il Dott. Bovolin ripercorre il caso relativo alla Dott.ssa W
e comunica di aver studiato il caso
con il consulente legale Avv. Zanoni.
Sulla base di due sentenze CCEPS
del 2008 e 2010, nelle quali viene
confermata e ribadita l’opportunità
che la CAO in ambito disciplinare
tenga conto delle recidive e quindi
della personalità delineatasi da parte del soggetto sottoposto a procedimento, ritiene doveroso aprire
procedimento disciplinare in capo
alla dott.ssa W.
3. Dott. J: il Presidente riferisce di aver
ricevuto una segnalazione da parte
della dott.ssa MM (psicologa) nei
confronti del Dott. J, per comportamento scorretto, verbalmente e in
concreto nelle riferite affermazioni
imperative che il Dott. J avrebbe
proferito nei confronti di un collaboratore, il dott. AA, durante l’attesa
per una visita che la dott.ssa aveva
in atto presso lo studio. Il Presidente ha invitato la Dott.ssa MM per un
colloquio informativo e ne da lettura. Viene deciso di convocare per
un colloquio di approfondimento
il Dott. A (dell’invito si darà notizia
all’Ordine di Mantova, ove il Sanitario risulta essere iscritto).
4. Dott. J/Sig.ra GG - il Presidente
ripercorre il caso e riferisce di aver
avuto un colloquio con il Dott. M,
CTP della Signora G e da lettura
del verbale di audizione. Viene deciso di convocare infine a colloquio
il Dott. J ex art. 39.
9
ALBO ODONTOIATRI
5. Dott. HK: il Presidente ripercorre il
caso relativo al Sanitario relativo al
mancato pagamento dei compensi
ai collaboratori. Uno di essi, il Dott.
DG, nostro iscritto, verrà a colloquio
nei prossimi giorni per illustrare le
sue ragioni. Per analogia viene deciso di invitare a colloquio anche gli
altri sanitari coinvolti nella vicenda.
Varie ed eventuali:
Convegno Bifosfonati: il Presidente aggiorna i presenti sullo stato d’avanzamento dei lavori preparatori del
convegno sui bifosfonati previsto per il
giorno 11 ottobre 2014 e da lettura del
programma preliminare.
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DEL 13 MAGGIO 2014
Presenti: Dott.ssa Boscagin,
Dott. Bovolin, Dott. Cavallini,
Dott. Oreglia, Dott. Paoletti
Lettura ed approvazione verbale precedente: il verbale della seduta precedente viene approvato all’unanimità.
Comunicazioni del Presidente:
1. Il Presidente informa che il Dott. M,
ha presentato una lamentela nei
confronti del direttore sanitario di
una struttura di Villafranca. Nella segnalazione il Dott. M riferisce il sospetto che la struttura non gli abbia
versato le ritenute d’acconto. Viene
deciso di scrivere al Collega riferendo che la Commissione potrà eventualmente intervenire se sarà edotta
di possibili carenze deontologiche
da parte del Direttore Sanitario della
struttura.
2.Il Presidente riferisce di una circolare della FNOMCeO sul parere del
Consiglio di Stato che afferma che
per le facoltà a numero chiuso non è
accettato (per trasferimento da università straniere) l’ingresso nelle università italiane in anni successivi al
primo senza lo svolgimento dei test
d’iscrizione.
3.Il Presidente informa dello spostamento in avanti presso il tribunale di
Verona dell’udienza del Dott. R.
4. Vertenza ENPAM: viene ampiamen-
10
te discusa la decisione assunta dal
consiglio dei medici in merito al sostegno da confermare ai 10 ordini
di varie città italiane che non hanno
condiviso la riforma ENPAM attualmente in discussione. Il Dott. Cavallini espone alla Commissione le opportunità di presentare delle ipotesi
alternative e si impegna ad inviarle
a tutti i membri della Commissione
che valuteranno il progetto per approfondire la loro conoscenza in merito ai meccanismo di funzionamento
dell’ ENPAM.
Relazioni istruttorie:
1. Dott. HK: il Presidente ripercorre il
caso e informa di aver convocato i
tre colleghi che non sono stati pagati
per le prestazioni professionali rese
presso sue strutture odontoiatriche
dal Dott. H. Il Presidente espone la
sintesi dei colloqui avuti. Viene deciso di convocare il Dott. HK.
2. Dott. X: il Presidente espone il caso
relativo al sanitario e ripercorre il
caso. La Commissione Albo Odontoiatri in riferimento all’invito a colloquio del 27/10/2013 in capo al Dott.
X, presa visione della comunicazione da parte della Procura di Trento
del 31/07/2013, presa visione del
certificato del Casellario Giudiziale
del 17/04/2014, vista la consapevolezza da parte del Dott. X di essere sottoposto a due procedimenti
penali, uno per aver omesso pagamenti contributivi previdenziali e l’altro per prestanomismo passato in
giudicato, considerata la mendace
dichiarazione, in autocertificazione,
riportata nella richiesta di iscrizione
all’Albo Odontoiatri del 08/04/2013
e la mancata informazione al Presidente OMCeO Dott. Mora nel colloquio del 08/10/2013 circa il secondo
procedimento penale definitivo a suo
carico, richiede, forti di quanto normato dall’art. 75 e 76 DPR 445/2000,
la decadenza dell’iscrizione all’Albo
degli Odontoiatri. Tale decisione è
supportata anche dalla decisione
della Commissione Centrale per gli
Esercenti le Professioni Sanitarie
n. 11 del 4 luglio 2011. Considerato quindi il verbale di riunione del
Consiglio dell’Ordine dei Medici del
21/01/2014 emesso a conoscenza
del solo procedimento penale relativo al mancato pagamento dei con-
tributi previdenziali (vedi documento
casellario giudiziale), rigettando tale
documento chiede al Presidente
OMCEO di Verona l’esecuzione di
quanto sopra esposto.
3.Dott. QQ: il Presidente informa di
aver convocato il Dott. QQ per essere
sentito in relazione ad un articolo apparso sul periodico sanitario interno
“…..”, riportante informazioni sul centro odontostomatologico del …….. e
da lettura del verbale di audizione.
Dopo ampia discussione viene deciso di aprire il procedimento disciplinare in capo al Dott. Q quale direttore
responsabile del Centro Odontoiatrico ed iscritto all’albo Odontoiatri e di
inoltrare il fascicolo alla componente
medica per un analisi da parte del
Consiglio dell’Ordine, per un eventuale corresponsabilità in capo al Dott.
N iscritto esclusivamente all’Albo dei
Medici.
4.Dott. SS: il presidente ripercorre il
caso relativo al sanitario. Viene deciso di aprire procedimento disciplinare in capo al sanitario.
Procedimenti disciplinari:
1 Dott. DD: il Presidente ripercorre il
caso relativo al sanitario e aggiorna
i presenti sugli sviluppi del caso. Il
Dott. D è stato più volte sollecitato
ad inviare all’Ordine copia dell’istanza di patteggiamento. Il Sanitario
non ha mai inviato il documento richiesto, viene quindi deciso di inviare
la richiesta direttamente alla Procura
della Repubblica onde essere messi a conoscenza dell’accettazione o
meno del proposto patteggiamento
e poter così concludere l’iter del procedimento ordinistico.
Varie ed eventuali:
La discussione si è protratta sull’organizzazione degli eventi culturali già programmati (convegno bifosfonati) la CAO
ha esaminato tutte le prospettive contingenti per portare avanti il programma
concordato.
U
VERONA MEDICA
LETTERE AL DIRETTORE
Emergenza
Ebola
Carissimi,
prima di tutto il nostro grazie. In questa situazione di emergenza, dove
difficoltà, sofferenza e tensione sono
palpabili, riusciamo a sentire costante
e forte l’affetto, il sostegno, il supporto
di tutti voi e questo fa davvero bene;
aiuta a trovare la forza e il coraggio
per andare avanti, ancora più convinti
che chi ha bisogno non va dimenticato e non va lasciato solo in un momento così difficile.
La situazione in Sierra Leone continua a rimanere grave. I casi e le morti
attribuiti a Ebola sono ancora in aumento (secondo gli ultimi dati WHO in
Sierra Leone sono 392 le morti legate
all’Ebola di cui 353 accertate) anche
se qualche lieve segnale di rallentamento dell’epidemia sta emergendo.
Nel distretto di Pujehun sono stati
alzati ulteriormente i livelli di guardia.
Due delle tre aree “focolaio” dove
sono stati registrati casi di Ebola, Zimmi e Potoguru, sono state messe in
“quarantena”. Queste aree ora sono
isolate da cordoni sanitari, rafforzati
anche da posti di blocco dell’esercito e della polizia che impongono alla
popolazione il divieto di ingresso e
uscita. Questo, nel tentativo di evitare
in ogni modo la diffusione del virus.
Sempre nel distretto di Pujehun, nelle
aree di confine con i distretti limitrofi,
in particolare quelli di Bo e Kenema,
sono stati istituiti alcuni check-point.
Qui,team composti di personale sanitario, soldati e poliziotti effettuano
quotidianamente screening sulle persone di passaggio con accertamenti
dell’identità e controlli sanitari per verificare che non siano presenti sintomi, come il vomito o la febbre, simili a
quelli dell’Ebola.
Come ci spiega il responsabile Programmazione Cuamm, il dottor Giovanni Putoto, «questi provvedimenti
di salute pubblica, anche se di natura
restrittiva, diventano fondamentali per
il controllo dell’epidemia nel territorio.
VERONA MEDICA
Il coinvolgimento della comunità e la
collaborazione della popolazione con
gli operatori sanitari diventano indispensabili. Questo richiede un’opera
capillare e paziente di informazione e
formazione che è quello che i nostri
operatori sul campo stanno facendo,
in stretta sinergia con le autorità locali. Su questo fronte si sta concentrando il grande sforzo del Cuamm che
comunque continua a prestare servizio anche nell’ospedale di Pujehun,
uno dei cinque ospedali della Sierra
Leone attrezzato con reparto di isolamento. Negli ultimi giorni non si sono
registrati nuovi casi, ma si attendono
i risultati dei test per un nuovo caso
sospetto rilevato lunedì scorso: una
donna proveniente da Zimmi, una
delle due aree in “quarantena”, che ha
mostrato alcuni sintomi che richiamerebbero al virus. Consola sapere che,
nonostante la paura, la gente continua a venire in ospedale: nei giorni
scorsi ci sono stati tre parti assistiti di
cui un cesareo! Per non parlare dei
bambini che continuano ad essere ricoverati e curati. Sono segnali che ci
stimolano e ci danno fiducia».
In tutto questo a darci coraggio c’è l’esempio della popolazione di Pujehum.
La scorsa settimana le famiglie dell’intero distretto (circa 300.000 persone)
non sottoposte a isolamento sanitario, si sono auto-tassate per poter
aiutare, con cibo e generi di prima necessità, la popolazione chiusa e bloccata all’interno del cordone sanitario:
esempio splendido di solidarietà e
vicinanza, concreta e fattiva. Questo
non si legge sui giornali ma succede,
in Sierra Leone.
Con grandi sforzi e grazie anche all’aiuto di tutti voi, siamo riusciti finora a
mantenere un buon livello di protezione del personale dentro l’ospedale:
con guanti, mascherine, grembiuli,
stivali in gomma e l’equipaggiamento
necessario. Dobbiamo raggiungere
ora i 75 centri sanitari periferici per
portare le stesse dotazioni di protezione utilizzate nell’ospedale. Abbiamo cominciato con i tre centri focolaio ma è necessario allargare questo
intervento a tutti i restanti. Abbiamo
fiducia, sentiamo che dobbiamo andare avanti, perché ce lo chiedono
le tante mamme, bambini, uomini e
donne terrorizzati dall’Ebola e con
loro anche tutti voi che ci state so-
stenendo con piccoli e grandi gesti,
ognuno con quello che può, e questo
per noi è il segno che il bene è davvero capace di arrivare anche negli
angoli di mondo più lontani, più fragili.
Abbiamo letto con gioia e commozione la notizia della dimissione dall’ospedale del medico e dell’infermiera negli Stati Uniti. Se questo siero
“Zmapp” funziona, speriamo davvero
che la guarigione possa arrivare anche lì, tra la gente che ne ha più bisogno, tra quelle persone che sole non
ce la farebbero.
Vi scrivo queste poche righe in partenza per la Sierra Leone dove sarò
per toccare con mano questa realtà,
stare vicino ai nostri che lì sul posto
donano professionalità e vita, con
equilibrio e tenacia. Stare con loro,
ascoltare le loro preoccupazioni, paure, grandi e piccoli successi. Per dire
loro che anche se lontani migliaia di
chilometri, ci sentiamo parte del loro
lavoro e servizio, impegnati nella stessa battaglia, ogni giorno, ciascuno in
modo diverso per garantire a tutti il
diritto all’assistenza e alla cura.
Un fraterno saluto
DON DANTE CARRARO
DIRETTORE MEDICI CON L’AFRICA CUAMM
Come possiamo aiutare:
–Con 10 euro assicuri materiale informativo e di sensibilizzazione alla
popolazione locale
–Con 20 euro garantisci il trasferimento del paziente sospetto dalle
unità periferiche all’ospedale
– Con 30 euro copri i costi di analisi e
test di controllo
– Con 100 euro assicuri i kit completi di protezione individuale: guanti,
occhiali, camice, maschera, copri
scarpe o stivali, copricapo
Causale Emergenza Ebola c/c postale 17101353 intestato a Medici con
l’Africa Cuamm IBAN:
IT 91H0501812101000000 107890 per
bonifico bancario presso Banca Popolare Etica, PD www.mediciconlafrica.org
N
11
LETTERE AL DIRETTORE
Grazie!
Sono il dr. Finardi Emanuele, con la presente vorrei esprimere una mia valutazione sull’iniziativa promossa dall’Ordine dei Medici di Verona per avvicinare
i neolaureati alla Continuità Assistenziale. Ho frequentato il Servizio di Marzana
a cavallo del periodo di Pasqua 2014, il
dr. Vaona ed suoi colleghi si sono dimostratati da subito molto disponibili, illustrandoci nei dettagli i meccanismi che
stanno alla base del Servizio di Continuità Assistenziale, dalla gestione telefonica alle visite a domicilio, non disdegnando di insegnarci anche soluzioni a
problematiche mediche e tecniche che
possono derivare solo da una maturata esperienza sul campo. Ritengo che
sia un’iniziativa che l’Ordine dovrebbe
senz’altro riproporre, perché fornisce
un’opportunità unica per i neolaureati di
entrare in contatto con la pratica della
Continuità Assistenziale facendo tesoro
dell’esperienza di medici competenti.
Vi ringrazio per la cortese attenzione.
EMANUELE FINARDI
CERTIFICAZIONI TELEMATICHE DI MALATTIA
Informiamo gli iscritti che la segreteria dell’Ordine è in grado di rilasciare ai medici che ne dovessero avere necessità le
credenziali di accesso al portale INPS per la compilazione dei certificati di malattia a l personale dipendente.
Per ottenerle è necessario accedere alla segreteria personalmente.
SERVIZI DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DI VERONA
OFFERTI AGLI ISCRITTI
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Verona (OMCeO VR) mette gratuitamente a disposizione
dei suoi Iscritti, per problematiche relative all’attività professionale, le seguenti consulenze:
CONSULENZA LEGALE (Avv. Donatella GOBBI)
La consulenza va richiesta al n. tel. 045 594377 nelle giornate di lunedì e mercoledì dalle 15,30 alle 17,00
CONSULENZA MEDICO LEGALE (Dott.ssa Federica BORTOLOTTI)
La consulenza va richiesta all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]
CONSULENZA ASSICURATIVA (Avv. Giuseppina MARITATO)
La consulenza va concordata con la Consulente al n. tel. 340 6850550
CONSULENTE FISCALE (Dott.ssa Graziella MANICARDI)
La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112,
nella giornata di martedì dalle 09,30 alle 12,00.
Consulenza telefonica si può ottenere al n. 0376 363904 il lunedì dalle 15,00 alle 16,00
CONSULENZA E.N.P.A.M. (Segreteria OMCeO VR - Sig.ra Rosanna MAFFIOLI)
La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112,
nelle giornate di martedì e giovedì
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Verona ha stipulato una convenzione con “Aruba”, riservata agli
Iscritti, per l’attivazione gratuita della Posta Elettronica Certificata (PEC), mediante registrazione nell’area riservata del
sito dell’Ordine: www.omceovr.it
Le sig.re Virna Giampieri e Rosanna Maffioli sono a disposizione dei Medici ai numeri telefonici 045 8006112 e 045 596745
per le indicazioni operative che si rendessero necessarie.
12
VERONA MEDICA
CONVEGNI E CONGRESSI
Convegni e
Congressi
10 OTTOBRE 2014
Ipertensione
Arteriosa Polmonare
(3° Convegno)
Gruppo Interdisciplinare
Ipertensione Polmonare (GII)
Verona
Aula Magna “G. De Sandre”
Policlinico G.B. Rossi
Inizio lavori ore 13.00
CONVEGNO NAZIONALE
AD ASIAGO:
MEDICINA MILITARE
TRA STORIA, ETICA
E ATTUALITÀ
Medici in divisa, uomini e donne.
Medici negli ospedali militari. Medici
che operano a bordo di navi della
Marina recuperando e assistendo
profughi nel Mediterraneo. Medici
in contingenti di pace nelle zone più
pericolose del pianeta. Cosa significa essere medico oggi all’interno
delle forze armate? Quali sono i
confini etici e deontologici dell’azione di cura?
borazione con gli Ordini dei Medici del Veneto.
Il Convegno ha proposto un approfondimento di temi attualissimi, oltre
che come ideale tributo e ricordo di
una delle zone che più sono state
coinvolte nella Prima Guerra Mondiale, proprio nelle settimane in cui
si avviano le celebrazioni per il centesimo anniversario della “grande
guerra”.
Sabato 19 luglio si è svolta una cerimonia presso il Sacrario militare di
Asiago-Leiten, con deposizione di
corona d’alloro ai caduti della Prima
guerra mondiale e si sono poi tenuti
i lavori del convegno.
29 NOVEMBRE 2014
Prevenzione Odontoiatrica
Pubblica in età evolutiva
nel Veneto: IV Memorial
Ruggero Cavaliere.
Azienda ULSS 20 Verona
Servizio di
Odontostomatologia
per disabili
“Ruggero Cavaliere”
Sala Convegni
Ospedale di San Bonifacio
Inizio lavori ore 8.30
4-5 DICEMBRE 2014
Convegno Annuale
della Fondazione
Rosa Gallo:
Attualità Chirurgiche
nelle Malattie
del Colon-Retto
Questi i temi al centro del convegno “Medicina militare tra storia, etica e attualità” tenutosi ad
Asiago il 19 luglio, al Teatro Millepini, proposto dalla Federazione
Nazionale degli Ordini dei Medici
Chirurghi e Odontoiatri, in colla-
Fondazione Rosa Gallo
Verona
Aula Magna “G. De Sandre”
Policlinico G.B. Rossi
FARE MENO PER FARE MEGLIO:
scelte sagge per una medicina efficace, etica e personalizzata
Verona, 2 ottobre 2014
Centro Culturale Marani - Aula Convegni
Inizio lavori ore 14.30
VERONA MEDICA
13
AGGIORNAMENTO
Slow Medicine:
una scommessa, una realtà
Silvana Quadrino, Antonio Bonaldi,
Sandra Vernero
Slow Medicine, cosa era
Per molti anni quella che oggi chiamiamo Slow Medicine è stata un’idea che
non aveva neppure ancora un nome:
era la sensazione di disagio che molti
medici e professionisti sanitari sentivano crescere, stretti fra le esigenze
dell’organizzazione, l’aumento del carico burocratico, le riduzioni del budget
e le richieste di cittadini sempre più esigenti e insoddisfatti. Era la consapevolezza che fosse arrivato il momento di
fermarsi a riflettere su ciò che stava accadendo nella gestione dei servizi sanitari e nelle relazioni di cura, dominate
dalla frenesia del “fare di più” senza valutare se avesse senso, fosse utile per
la salute e rispettoso della persona malata. L’idea, invece, come scriveva Roberto Satolli sul Corriere della Sera nel
2008, parlando già allora di Slow Medicine, era quella di puntare soprattutto
alla qualità della vita anziché a un’improbabile guarigione. Il termine Slow
Medicine compariva qua e là, specie
nei contesti in cui più evidente appariva
l’insensatezza e l’inconsapevole violenza di una medicina accanitamente
interventista. Parla di Slow Medicine
Dennis McCullogh nel libro del 2008
“My Mother, Your Mother”, un invito a
scegliere cure meno tecnologiche e più
orientate alla qualità della vita, specie
per gli anziani e per le persone a fine
vita (1). Ne aveva parlato, in Italia, Alberto Dolara primario di cardiologia all’Ospedale Careggi di Firenze, riflettendo
sui rischi di un approccio sempre più
interventista, tecnologico e indifferente
all’idea di un limite al “fare” (2).
14
Slow Medicine è diventata qualcosa di
più di un’idea 3 anni fa, a partire dal
primo abbozzo di una rete fatta di persone che hanno messo in comune le
loro esperienze nel campo della sanità
pubblica, del lavoro di cura, della formazione e della comunicazione. Tutti,
in qualche modo, vicini all’esperienza
di Slow Food e certi che il termine slow
non aveva nulla a che fare con la lentezza cronologica, ma che si richiamava alla riflessività, alla consapevolezza,
alla capacità di decidere in modo non
automatico. Tutti convinti dell’importanza di introdurre una visione sistemica della cura e della possibilità di realizzare l’incontro fra il sistema sanitario
e il sistema paziente-famiglia in modo
più sobrio, rispettoso e giusto. Slow
Medicine, insomma, nasceva come
scommessa sulla possibilità di fondare
un nuovo modo di intendere la salute,
di preservarla e di curare le persone.
Fra fast e slow medicine
Quel primo abbozzo di rete si è allargato rapidamente. Ben presto, medici
e professionisti sanitari di ogni tipo,
associazioni di professionisti sanitari, società scientifiche e, sempre più
numerosi, i cittadini, i malati e le loro
associazioni si sono riconosciuti nelle
idee espresse dal manifesto di Slow
Medicine e nelle tre parole chiave con
cui il manifesto definisce la medicina
slow: “sobria, rispettosa, giusta”. Per
consolidare la rete però, era necessario definire in modo sempre più chiaro
la differenza fra medicina “fast” e medicina “slow”. Nel 2011, mentre Slow
Medicine muoveva i suoi primi passi,
Antonio Bonaldi indicava 10 criteri per
orientarsi fra fast e slow medicine (3).
(vedi tabella nella pagina seguente)
Raccomandava, inoltre, di agire con
equilibrio, controllo e moderazione: tre
concetti che si legano strettamente a
quelli di sobrietà, rispetto e giustizia.
Infatti, la medicina che Slow Medicine vuole contrastare è quella degli
eccessi e degli squilibri: eccesso di
prestazioni non suffragate da valide
prove scientifiche, eccesso d’interventi diagnostici; eccesso di fiducia nella
tecnologia, eccesso di aspettative nei
confronti di una medicina individuata
dalla maggior parte dei pazienti come
una scienza esatta, che come tale
deve garantire risultati rapidi e certi.
Eccesso di enfasi su tutto ciò che può
essere additato come errore, mancanza, colpa da parte dei medici e del servizio sanitario.
Qualche esempio? Il 51% di oltre
3.000 trattamenti impiegati nella pratica clinica corrente non è mai stato dimostrato efficace e il 3% è addirittura
dannoso (4). Dopo 20 anni di follow-up
si è accertato che il numero di decessi
per cancro della prostata negli uomini sottoposti allo screening con PSA
non sono diversi da quelli del gruppo
di controllo (5). Peccato, però, che tra il
50 e il 70% degli uomini di oltre 50 anni
di età, senza rischi di familiarità, si sottopone o è stato sottoposto a questo
test di diagnosi precoce, ottenendo
in cambio un eccesso di trattamenti non privi di effetti dannosi e senza
significativi vantaggi per la loro salute. Supplementi di vitamine e minerali
non offrono alcun beneficio, anzi, sono
potenzialmente dannosi. Tuttavia negli
Stati Uniti ne fa uso oltre la metà della popolazione e il fatturato di vendita,
che nel 2010 ha raggiunto i 28 miliardi di dollari, è in continua crescita (6). I
check-up non riducono la mortalità,
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
Dieci criteri per orientarsi tra fast a slow medicine
non prevengono alcuna malattia, non
evitano ricoveri, disabilità o ansia, ma
continuano ad essere ampiamente
prescritti (7). Basta digitare “check-up
medico” su google per constatare
con quale vivida fantasia tali screening
sono proposti ad un pubblico, avido di
benessere, ma totalmente ignaro delle
trappole che essi nascondono. Quasi
la metà (46%) delle prestazioni radiologiche ambulatoriali sono inutili (8), ma
molte Aziende sanitarie, per limitare le
liste d’attesa, anziché preoccuparsi di
agire sull’appropriatezza delle prescrizioni si rendono complici degli abusi,
organizzando addirittura l’esecuzione
degli esami radiologici di notte.
Gli esempi potrebbero continuare a
lungo, in ogni ambito della medicina,
ma quello che ci preme sottolineare
è che tutto ciò non è più accettabile
perché sta creando un disequilibrio insostenibile fra le risorse e le richieste,
tra le prestazioni sanitarie e la salute
VERONA MEDICA
delle persone. Un disequilibrio che
agisce sui professionisti e sui cittadini
provocando incomprensioni, timori e
sfiducia. In particolare, il timore di non
avere accesso ai miracoli della tecnologia e della scienza che sembrerebbero poter guarire ogni male, ma solo
per chi ha la disponibilità economica
per potersene valere; o, più in generale, di non poter avere tutto ciò che
nell’immaginario collettivo potrebbe
garantire salute e guarigione: esami e check-up a volontà, radiografie
di ogni tipo (siamo uno dei Paesi al
mondo con il maggior numero di TAC
e RM) e farmaci senza limiti e possibilmente di ultima generazione.
Sostenibilità, razionalizzazione o
razionamento?
È in questa prospettiva che Slow
medicine, in analogia a quanto già in
atto negli USA con il nome di “Choosing Wisely” (9), nel dicembre del
2012 ha promosso il progetto “Fare
di più non significa fare meglio”
(10)
, nella convinzione che, com’è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi
delle risorse disponibili debba partire
da una assunzione di responsabilità
da parte dei professionisti della salute e in primo luogo dei medici, in alleanza con pazienti e cittadini. Il progetto prevede l’attiva partecipazione
di Società Scientifiche e Associazioni
professionali, ciascuna delle quali è
invitata a definire una lista di cinque
esami diagnostici o trattamenti a rischio d’inappropriatezza, il cui utilizzo debba essere oggetto di discussione tra professionisti e pazienti. Si
tratta di pratiche che sono effettuate
molto comunemente in Italia, non
apportano benefici significativi ai pazienti ai quali vengono generalmente
prescritte e possono esporre i pazienti al rischio di subire effetti dan-
15
AGGIORNAMENTO
nosi. Non è stato volutamente incluso tra i criteri di scelta quello dell’alto
costo, perché il progetto non fosse
considerato come un “razionamento” di risorse.
La scelta di Slow Medicine rappresenta una scommessa che consideriamo non più rinviabile: la pressione
a “credere” nei farmaci e negli esami,
esercitata senza pudore per evidenti
motivi economici, fa facilmente leva
sui timori dei cittadini e dei malati, sulla loro sofferenza, sul bisogno di credere nella possibilità di non ammalarsi, di non soffrire, di guarire. L’idea che
per la salute “Fare di più non significhi
fare meglio” non è facile da accettare, specie se “fare meno” sembra fare
rima con “spending review”.
D’altra parte anche per i medici la
scelta di prescrivere in modo appropriato non è facile: in un clima caratterizzato dalla diffidenza, dalla minaccia di denunce e anche dai tempi
ristretti del colloquio con i pazienti,
proporre cautela, parlare dei rischi di
sovradiagnosi, dire di no al paziente
che chiede la TAC per la lombalgia
o gli antibiotici per il raffreddore del
figlio può apparire molto bello, molto
giusto, molto nobile ma poco praticabile.
Nonostante questo, la proposta di
cambiamento avviata da Slow Medicine è sentita e condivisa. Ad oggi
(luglio 2014), il progetto “Fare di più
non significa fare meglio” coinvolge
22 Società scientifiche Nazionali, oltre ad aver ricevuto l’adesione convinta della FNOMCeO, dell’IPASVI, di
Altroconsumo, Slow Food e di alcune
Associazioni di cittadini e pazienti. Il
progetto, inoltre, è ufficialmente parte del movimento Choosing Wisely
Internazional che si è costituito nel
corso dell’International Roundtable
on Choosing Wisely di Amsterdam,
l’11 e 12 giugno scorsi (11).
La definizione delle pratiche rappresenta, però, solo il primo passo del
progetto. Esso, si propone, infatti,
altri importanti obiettivi, quali: mettere a confronto i professionisti che
lavorano in ambiti diversi in modo da
evitare il rischio di fornire ai pazienti
indicazioni divergenti o contraddittorie, migliorare il dialogo e la relazione
tra medici e pazienti e far passare il
messaggio che in sanità non sempre
fare di più è meglio e non necessa-
16
riamente il medico che prescrive più
esami è quello più competente.
Una sperimentazione in Medicina
Generale
La prima prova dell’applicabilità di
una Medicina Slow è in fase di avanzata progettazione in due ASL della
città di Torino. Il punto di partenza è
costituito dalla individuazione delle 5
pratiche a rischio d’inappropriatezza
che la sezione SIMG di Torino ha effettuato su incarico della SIMG Nazionale. L’obiettivo è quello, ambizioso
ma fondamentale per Slow Medicine:
promuovere un cambiamento di paradigma che coinvolga medici, professionisti sanitari, cittadini, pazienti,
addetti all’informazione. Si tratta di
provare a rispondere a una domanda
apparentemente impossibile: da dove
cominciare? I cittadini sono influenzati da quello che scrivono i giornali; i
giornali ricevono informazioni pilotate
dall’industria (comunque preferiscono
lanciare notizie a sensazione piuttosto che predicare la noiosa saggezza
di scelte meditate), i medici non possono cambiare le opinioni di tutti i loro
pazienti, uno a uno. Altri professionisti, associazioni di pazienti, gruppi di
opinione, influiscono in modo rilevante
e incontrollato sulle convinzioni, sulle
paure, sui pregiudizi e sulle richieste.
La risposta è: cominciamo da tutti,
contemporaneamente.
Ovviamente al centro di questo cambiamento ci sono i medici: a loro verrà
chiesto di scegliere le informazioni e
le indicazioni che caratterizzeranno
la campagna di informazione “Scegliamo con cura”. Saranno queste
informazioni a circolare attraverso
opuscoli e materiali informativi distribuiti in situazioni diverse, messi a disposizione del pubblico o presentati
in incontri nei diversi luoghi di aggregazione. La stampa locale contribuirà
alla diffusione delle notizie sul progetto. I medici parteciperanno a incontri
di formazione sulle basi scientifiche
che hanno portato alla individuazione
delle 5 pratiche e sulle competenze
comunicative necessarie per informare in modo efficace i pazienti.
Sono questi a nostro avviso i tre pilastri su cui si basa la nuova idea di
cura che Slow Medicine vuole sviluppare: l’informazione rivolta ai cittadini,
l’alleanza con gli organi di informazione, la formazione dei professionisti. Il
paziente al centro della nuova idea di
cura è un paziente informato e consapevole, assertivo ma non conflittuale,
attivo nel percorso di cura. Accanto
a lui, il medico con un ruolo di orientamento, informazione indipendente e
affiancamento nelle decisioni.
Niente per me senza di me
L’articolo del BMJ “Patient revolution”
e l’immagine provocatoria della copertina che lo accompagna (12), non
mancano di suscitare, in molti medici, reazioni indignate o preoccupate. La parola rivoluzione spaventa e
tocca uno dei nervi più scoperti dei
professionisti sanitari: il timore di cedere terreno alle pretese, alle richieste
inappropriate, ai ricatti dei pazienti, in
un clima di tensione e di conflittualità
che fa rimpiangere il buon tempo antico del paziente deferente e silenzioso, che magari non faceva quello che
il medico gli prescriveva, ma almeno
non pretendeva di dire la sua e di essere anche ascoltato.
Fa da complemento a quell’articolo
un libro recente, When doctors don’t
listen (13) che ha un sottotitolo illuminante e assai in linea con il progetto di
Slow Medicine: how to avoid misdiagnoses and unnecessary tests. Anche
questo libro propone una rivoluzione. Il
soggetto a cui ci si riferisce per evitare esami non necessari non è, o non
è soltanto, il medico, ma è il paziente,
al quale viene proposta una sfida: se
il medico non ascolta, bisogna essere
capaci di farsi ascoltare. Come? Non
certamente con l’arroganza o con la
minaccia di denunce e ritorsioni. Wen
e Kosowky propongono ai pazienti una
lista di azioni indicate come 911 action
tip (azioni salvavita? Il 911 è il numero di soccorso equivalente al nostro
118). Si tratta di indicazioni pratiche su
come comunicare attivamente con il
proprio medico, come fare domande,
quali domande fare. In una delle prime
action tip si legge: “Partecipa attivamente alla visita. Mostra con esattezza
in che punto hai dolore. Spiega cosa
fa migliorare o peggiorare il dolore.
Chiedi al dottore cosa sta cercando.
Se le conclusioni del medico non ti
convincono fagli altre domande.” E
concludono con un invito al coraggio
comunicativo, quello che abitualmente definiamo assertività: Puoi dire con
tranquillità al tuo medico voglio solo
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
essere certo di capire cosa sta succedendo al mio corpo”.
Ma è davvero possibile un atteggiamento di questo tipo? I medici saranno disposti ad accettarlo? I pazienti
sapranno accettare le risposte dei
medici anche quando non coincidono con le loro attese, troppo spesso
artificiosamente indotte dal mercato?
Molte delle obiezioni che abbiamo
raccolto in questi primi tre anni di vita
di Slow Medicine partono da una visione pessimistica del futuro della
medicina, basata essenzialmente sulla individuazione dei responsabili di
una situazione che professionisti sanitari e cittadini percepiscono come
irrimediabilmente compromessa. La
colpa è, a scelta, dei medici che hanno perso umanità; dei pazienti che
sono diventati aggressivi e minacciosi; del mercato del farmaco; della
spinta all’uso di tecnologie sofisticate;
delle scelte organizzative; delle scelte
politiche; della corruzione; della perdita dei valori …
Allora? Da cosa cominciamo? Se
usciamo dalla vertigine delle colpe e
proviamo a capire che cosa alimenta
la situazione di scontro e di incomprensione fra chi cura e chi è curato
che ha fatto invocare una rivoluzione
dei pazienti, ci rendiamo conto che
una delle componenti è qualcosa di
apparentemente impalpabile, ma in
realtà molto concreto, che potremmo
definire clima. Come scrive Vincenza Pellegrino (14), in ogni contesto del
sistema della cura si respira un’aria
di probabile delusione, che precede
e regola le interazioni: una quotidiana difesa dalle pretese altrui o dalle
altrui manchevolezze. In un clima di
questo tipo c’è una sola certezza: chi
dovrebbe cambiare, rimediare alle
sue manchevolezze, diventare diverso e migliore è sicuramente l’altro. Per
questo, secondo noi, parlare di rivoluzione dei pazienti rischia di indicare una strada di falso cambiamento,
incapace di modificare la sostanza di
una relazione di cura in cui l’inevitabile
asimmetria relazionale fra chi cura e
chi ha bisogno di cure produce uno
scontro da cui uno uscirà vittorioso e
l’altro sconfitto.
Cosa siano vittoria e sconfitta in una
relazione di cura pare difficile definirlo: ma spesso la vittoria del paziente sembra coincidere con l’ottenere
VERONA MEDICA
i farmaci, gli esami, gli interventi che
chiede, indipendentemente dalla loro
effettiva utilità; e la vittoria del medico
con l’aver fatto tutto il possibile per
escludere quella che Wen e Kosowsky definiscono “l’ipotesi peggiore”.
Non importa se questo ha richiesto
esami, interventi, tempi e costi che
potevano essere risparmiati senza
danno, anzi, probabilmente con vantaggio per il paziente.
In un articolo citato in questi giorni
da Partecipasalute Hazel Thornton
sostiene qualcosa di simile (15): Thornton afferma, infatti, che considerare
i pazienti come categoria a parte da
coinvolgere o risvegliare, contrapposta alla categoria dei medici o dei ricercatori, non solo è la premessa per
mantenere una barriera al riconoscimento di pari diritti, ma è anche ormai
anacronistico. È necessario un cambiamento di paradigma, che comporta il riconoscimento di un’uguaglianza
di diritti e di legittimità di punti di vista,
per confrontarsi alla pari.
Il punto critico è, però, proprio questo:
è un confronto “alla pari” che dobbiamo proporre? Possono essere “alla
pari” il malato bisognoso di cure e di
una relazione di cura competente,
rispettosa e attenta, e il curante che
non ha “bisogno” del malato, quanto
meno non ha bisogno di essere curato da lui? Una relazione di cura non
può che essere asimmetrica. Alla pari
non sono neppure le competenze,
per quanto informato sia il paziente:
anzi. È proprio dalla differenza delle
competenze che può nascere una
relazione di cura migliore. Il malato
è esperto della sua vita, che in quel
momento comprende sintomi, disagi,
limitazioni, paure, parole ascoltate,
consigli ricevuti, rimedi tentati. È di
questa esperienza che il medico deve
tener conto, per utilizzarla nel percorso di diagnosi e cura, per arricchire le
sue ipotesi di lavoro e le possibili soluzioni, in modo da tener conto non solo
delle evidenze scientifiche ma anche
della specifiche esigenze della persona che ha di fronte. Il medico deve
sviluppare una nuova competenza
comunicativa che eviti la contrapposizione fra due posizioni che non si
somigliano e si escludono a vicenda,
che valorizzi il pensiero e il racconto
del paziente, faciliti la comparsa di
elementi descrittivi e narrativi che non
emergerebbero se non fosse creato il
giusto spazio per renderli dicibili. Che
guidi le descrizioni, metta in evidenza
connessioni, espliciti le ipotesi, proponga e renda sostenibili e realizzabili
le sue proposte (16). Quello che Wen
e Kosowsky suggeriscono ai pazienti
dovrebbe in realtà essere proposto e
reso possibile dal medico. Tutto ciò
richiede competenza, preparazione,
formazione, sviluppo personale. Non
ci sono medici cattivi, scriveva pochi
giorni fa un paziente su Facebook: ci
sono medici che non sanno cosa dire
o che non sanno come dirlo. La goffaggine, l’imbarazzo, l’incapacità di
dare il giusto spazio alle proprie emozioni produce comunicazioni cattive.
Il medico sembra cattivo, quando è
soltanto poco padrone dello strumento comunicazione.
La nuova alleanza
È questa la nuova via della medicina:
non una rivoluzione, ma un’alleanza, in cui il medico (il professionista
sanitario) non abdica al suo ruolo di
esperto della cura; in cui medico e
paziente sono impegnati alla pari, ma
con apporti e responsabilità differenti,
a dare senso a sintomi, richieste, bisogni, proposte e scenari di cura. Slow
Medicine scommette sulla possibilità
di riportare i processi di cura alla loro
dignità di interventi basati sulla scienza e coscienza del professionista, ma
declinati all’interno di una relazione di
ascolto e di condivisione attiva delle
proposte e delle scelte con il malato e
con la sua famiglia.
La medicina sobria di cui parliamo
nel nostro manifesto è sicuramente
quella che sta alla base del principio
che fare di più non significa fare meglio. Ma solo se questo principio viene
applicato con attenzione alle migliori
conoscenze scientifiche e con modalità rispettose delle aspettative e dei
desideri delle persone si eviterà il rischio che la sobrietà venga percepita
come una spinta al risparmio e una
limitazione del diritto dei cittadini ad
avere ciò che il mercato della cura
mette a disposizione. Rispettare le
aspettative del paziente non significa, come temono molti professionisti,
accettare qualsiasi richiesta: significa
ammettere che il paziente, quella richiesta possa farla, tenerne conto e
orientarlo con competenza e autore-
17
AGGIORNAMENTO
volezza a vedere possibilità diverse e
ad ammettere a sua volta che la sua
richiesta possa non essere accolta.
Significa, in estrema sintesi, saper
comunicare in modo competente e
professionale.
Significa, infine, introdurre nella relazione di cura il terzo principio del nostro manifesto: il principio di giustizia,
che ancora richiama i temi dell’appropriatezza su cui si basa il progetto
Fare di più non significa fare meglio, e
introduce nell’idea di cura, l’attenzione al contrasto delle diseguaglianze e
al diritto di tutti di accedere alle cure
più appropriate. Sobrietà, rispetto e
giustizia costituiscono il fondamento
di un’idea di cura che vorremmo vedere condiviso da professionisti, cittadini, politici, amministratori, ricercatori e responsabili dell’informazione.
Una Slow Medicine per il 21° secolo,
come ci augura Richard Smith (17).
Bibliografia
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
McCullough D. My Mother, Your Mother:
Embracing “Slow Medicine,” the Compassionate Approach to Caring for Your
Aging Loved Ones. HarperCollins 2008.
Dolara A: Invito ad una “Slow Medicine”
Ital Heart J Suppl. 2002 Jan;3(1):100-1.
Bonaldi A: Un nuovo approccio alla medicina. Salute e Territorio 2012; 191: 98101.
BMJ Evidence Center: Clinical evidence
Handbook 2012.
McCarthy M: Evidence does not support routine PSA testing, say experts.
BMJ 2013;346:f2982.
Guallar E et al: Enough Is Enough:
Stop Wasting Money on Vitamin and
Mineral Supplements. Ann Intern Med.
2013;159:850-851.
Krogsbøll L T et al: General health
checks in adults for reducing morbidity
and mortality from disease: Cochrane
systematic review and meta-analysis.
BMJ 2012; 345: e7191.
Cristofaro M et al: Appropriateness:
analysis of outpatient radiology requests. Radiol med (2011) 116:000–000
DOI 10.1007/s11547-011-0725-2.
9) http://www.choosingwisely.org/
10) Vernero S: Il progetto Fare di più non significa fare meglio. http://www.slowmedicine.it/fare-di-piu-non-significa-faremeglio.html
11) Hurley R: Can doctors reduce harmful
medical overuse worldwide? BMJ 2014;
349:g4289.
12) Godlee F: Towards the patient revolution. BMJ 2014; 348:g1209.
13) L, Kosowsky J: When Doctors Don’t
Listen: How to Avoid Misdiagnoses and
Unnecessary Tests, St. Martin’s press
2013.
14) Pellegrino V: La “mancanza reciproca “,
in L’empowerment nei servizi sanitari e
sociali a cura di Nicoli MA e Pellegrino V.
Il Pensiero Scientifico Editore, 2011.
15)
Empowerment is inappropriate for
equal citizens. Hazel Thornton. BMJ
2013;346:f3573. 4 giugno 2013.
16) Giorgio Bert, Silvana Quadrino, Parole
di medici parole di pazienti, Il Pensiero
scientifico editore 2002
17) Smith R: The case for slow medicine, 17
December 2012.
http://blogs.bmj.com/bmj/2012/12/17/richard-smith-the-case-for-slow-medicine/.
COMUNICATO AGLI ISCRITTI
Abbiamo attivato il nuovo servizio di segreteria telefonica.
Quando telefonerete all’Ordine sentirete la voce del RISPONDITORE AUTOMATICO,
che provvederà a smistare la chiamata secondo le esigenze di chi chiama.
LE OPZIONI SARANNO:
• DIGITARE 1 PER PRATICHE ENPAM
• DIGITARE 2 PER PUBBLICITÀ SANITARIA E RUOLI
• DIGITARE 3 PER AMMINISTRAZIONE, ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
• DIGITARE 4 PER COMMISSIONE ODONTOIATRI
Senza nessun imput digitato e rimanendo in linea
la chiamata sarà dirottata al primo operatore disponibile.
Confidiamo di poterVi dare un servizio migliore
La segreteria dell’Ordine
18
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
Patto per la salute.
La sintesi del nuovo testo
Ecco la sintesi dei contenuti del
nuovo testo del Patto per la salute
da poco approvato.
FONDO SANITARIO NAZIONALE
(ART. 1)
Per il 2014 lo stanziamento è confermato
in 109,928 miliardi, salirà a 112,062 nel
2015 e a 115,444 nel 2016 “salvo – precisa il testo – eventuali modifiche che non
si rendessero necessarie in relazione al
conseguimento degli obiettivi di finanza
pubblica e a variazione del quadro macroeconomico”. Il riparto delle risorse dovrà tenere conto dell’accordo sui costi e i
fabbisogni standard, per i quali bisognerà lavorare a nuove modalità di pesature
da definire entro il 31 luglio 2014.
Entro il 31 dicembre 2014 dovrà anche
essere pronto un documento di proposte
elaborato dal ministero della Salute, su
cui dovrà esserci l’intesa Stato Regioni,
contenente proposte per implementare “un sistema adeguato di valutazione
della qualità delle cure e dell’uniformità
dell’assistenza sul territorio nazionale”.
I RISPARMI RESTANO ALLA SANITÀ
(ART. 1)
La conferma nel comma 4 dell’articolo
1 del Patto. In cui si stabilisce anche la
possibilità che eventuali risparmi nella
gestione del servizio sanitario nazionale
effettuati dalle Regioni rimangano nella
disponibilità delle regioni stesse per finalità sanitarie.
MOBILITÀ TRANSFRONTARLIERA
(ART. 2)
Per garantire l’omogenea applicazione
in tutte le Regioni delle norme vigenti,
si conviene sulla necessità di adottare
tempestivamente delle linee guida, da
emanare entro il 31 ottobre 2014, adottando una modalità di progressiva implementazione delle stesse allo scopo
di fornire le istruzioni più urgenti in fase di
prima applicazione in particolare per l’autorizzazione e il rimborso e le procedure
amministrative per l’assistenza sanitaria
VERONA MEDICA
transfrontariera e il riconoscimento delle
ricette mediche in un altro Stato membro.
Un apposito gruppo di lavoro ministero
Salute, Agenas e Regioni dovrà poi analizzare le norme sul ricorso all’assistenza
sanitaria al fine di una loro eventuale modifica o integrazione. Eventuali proposte
dovranno essere approvate dalla Conferenza Stato Regioni entro il 31 dicembre
2014.
ASSISTENZA OSPEDALIERA
(ART. 3)
Va adottato, senza ulteriori rinvii, il regolamento sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi in attuazione del decreto 95/2012 dell’ex ministro
Balduzzi. Entro il 31 dicembre 2014 Stato e Regioni dovranno anche stipulare
un’intesa sugli indirizzi per la piena realizzazione della continuità assistenziale
ospedale-territorio. Entro 6 mesi dalla
stipula del Patto sarà inoltre definito un
documento di indirizzo sull’appropriatezza riabilitativa, “per garantire alla persona
con disabilità un percorso riabilitativo integrato all’interno della rete riabilitativa”.
UMANIZZAZIONE DELLE CURE
(ART. 4)
Il Patto vi dedica un intero articolo, prevedendo uno specifico impegno in questo
senso da parte delle Regioni e la predisposizione di un programma annuale di
umanizzazione delle cure che comprenda un progetto di formazione del personale e un’attività progettuale in tema di
cambiamento organizzativo, indirizzato
prioritariamente all’area critica, alla pediatria, alla comunicazione, all’oncologia
e all’assistenza domiciliare. Il grado di
soddisfazione dei cittadini sarà monitorato in maniera continuativa e omogenea
tra le Regioni, così da consentire l’avvio
di azioni correttive.
ASSISTENZA TERRITORIALE
(ART. 5)
Accelerata sulla costituzione delle Uccp
e Aft per la medicina convenzionata, che,
entro 6 mesi dall stipula dei nuovi contratti, o comunque non oltre la vigenza
del Patto, costituiranno “le uniche forme
di aggregazione dei medici di medicina
generale e dei pediatri di libera scelta” in
cui “confluiscono” quindi “le diverse tipologie di forme associative” realizzate nelle
varie Regioni.
Le Uccp saranno caratterizzate dal lavoro multi professionale, garantito dal coordinamento tra le varie professionalità con
particolare riguardo all’integrazione tra
medicina generale e medicina specialistica. Ogni Aft della medicina generale e
della pediatria è funzionalmente collegata all’Uccp. Stabilito poi che le Aft della
medicina generale coprano un bacino di
utenza non superiore a 30.000 abitanti.
PRESIDI TERRITORIALI/OSPEDALI
DI COMUNITÀ (ART. 5)
Stato e Regioni dovranno stipulare entro
il 31 ottobre 2014 per la definizione dei
requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi di tali presidi, in cui l’assistenza medica sarà assicurata dai medici di medicina generali o dai pediatri di
libera scelta o da altri medici dipendenti o
convenzionati con il Ssn e che effettuano
ricoveri brevi per casi non compressi.
EMERGENZA-URGENZA (ART. 5)
Per quanto concerne le attività del 118 si
stabilisce che l’Agenas debba occuparsi
di definire il bacino di utenza delle centrali
che coordinato e gestiscono le richieste
di soccorso in relazione alla disponibilità
di nuove tecnologie informatiche e telefoniche allo scopo di rendere più efficiente il sistema. Un accordo Stato Regioni
dovrà poi definire i criteri per l’accreditamento dei servizi di trasporto e soccorso
sanitario, definendo la dotazione delle
attrezzature e dei presidi, l’allestimento dei mezzi di soccorso e i requisiti di
dotazione organica quali-quantitativa del
personale, per livello funzionale di base e
avanzato per garantire l’erogazione uniforme e in linea con le norme europee.
Sarà poi introdotto il numero unico europeo di emergenza 112, che sarà recepito
dalle centrali operative del 118.
SPECIALISTICA AMBULATORIALE
(ART. 5)
Dovrà raccogliere quanti più Drg possibili
tra quelli a rischio di in appropriatezza.
Le Regioni assicurano l’erogazione delle
prestazioni già rese in ricovero ordinario,
in ricovero diurno o, previo inserimento
19
PROFESSIONE E LEGGE
nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale, in regime ambulatoriale. Sarà
istituto un tavolo di lavoro Salute-Economia e Regioni per rendere omogenea la
codifica delle prestazioni di assistenza
specialistica ambulatoriale e per aggiornare e ottimizzare il sistema di rilevazione
e di trasmissione delle informazioni sulle
prestazioni erogate.
VALORIZZAZIONI DI RUOLI E COMPETENZE PROFESSIONALI (ART. 5)
Per un efficientamento del settore delle
cure primarie, il Patto conviene sull’importanza di ridefinire ruoli, competenze
e relazioni professionali “con una visione
che assegna a ogni professionista responsabilità individuali e di equipe”, accantonando “una logica gerarchica” per
“perseguire una logica di governance
responsabile dei professionisti coinvolti”.
A questo scopo previste “sia azioni normativo/contrattuali che percorsi formativi
a sostegno di tale obiettivo”.
FARMACIA DEI SERVIZI e MEDICINA
DI INIZIATIVA (ART. 5)
Compito delle Regioni definire con specifici atti di indirizzo la promozione della
medicina di iniziativa e della farmacia dei
servizi quale modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute
anche tramite l’educazione delle popolazione ai corretti stili di vita, nonché alla
assunzione del bisogno di salute prima
dell’insorgere della malattia o prima che
essa si manifesti o si aggravi, anche tramite una gestione attiva delle cronicità.
DISTRETTO (ART. 5)
Saranno definiti trame Accordi StatoRegioni nuovi standard organizzativi del
Distretto al fine di “orientare il suo ruolo
strategico nella costituzioni di rete assistenziali a baricentro territoriale e di facilitatore dei processi di integrazione e di
tutela della salute dei cittadini”. Questo
anche per contribuire a ridurre i tassi di
ricovero e degli accessi impropri al Dea.
PIANO NAZIONALE CRONICITÀ
(ART. 5)
Sarà predisposto dal ministero della Salute entro il 31 dicembre 2014 e dovrà poi
essere approvato in Stato Regioni.
ASSISTENZA SANITARIA NELLE ISOLE MINORI (ART. 5)
Al fine di monitorare i livelli di assistenza erogati, entro il 31 dicembre 2014 un
20
accordo Stato Regioni dovrà istituire un
apposito Osservatorio.
EMERGENZA E NUMERO DI TELEFONO PER I CASI NON URGENTI
(ART. 5)
Come già avviene in altri Paesi europei,
sarà istituito il numero 116.117 dedicato
al servizio di cure mediche non urgenti.
Con apposito accordo Regioni-Ministero
della Salute saranno definite le modalità
e i tempi per la realizzazione del servizio
su tutto il territorio nazionale.
LOTTA AL DOLORE (ART. 5)
Nelle Aft e nelle Uccp dovrà essere prevista una figura medica formata ed esperta sulle tematiche legate alla terapia del
dolore.
STATI VEGETATIVI (ART. 5)
Le Regioni dovranno provvedere a definire per i pazienti soluzioni sia di assistenza domiciliare integrata che di assistenza residenziale in speciali Unità di
accoglienza permanente.
ASSISTENZA SOCIOSANITARIA
(ART. 6)
Le regioni disciplinano i principi e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e delle
attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, e forniscono indicazioni alle Asl e agli
altri enti del sistema sanitario regionale.
L’accesso alla rete integrata dei servizi
avviene tramite un “punto unico” che indirizzano il cittadino.
Al fine di migliorare la distribuzione delle prestazioni domiciliari e residenziali
per i malati cronici non autosufficienti,
le Regioni, in relazione ai propri bisogni
territoriali, adottano progetti di attuazione
dando evidenza anzitutto del fabbisogno
di posti letto articolato per intensità assistenziale e per durata.
ISTITUTI PENITENZIARI (ART. 7)
La Conferenza Unificata si impegna ad
approvare entro il 30 settembre 2014 le
Linee guida sull’assistenza sanitaria negli
istituti penitenziari.
TICKET (ART. 8)
Nel Patto si evidenzia la necessità di una
revisione del sistema “che eviti che la partecipazione rappresenti una barriera per
l’accesso ai servizi e alle prestazioni così
da caratterizzarsi per equità e universalismo”. Il sistema, in fase di prima applicazione, dovrà considerare la condizione
reddituale e la composizione del nucleo
familiare. Successivamente “potrà essere presa in considerazione la condizione
‘economica’ del nucleo familiare”.
I contenuti della revisione dovranno essere definiti entro il 30 novembre 2014.
Il nuovo sistema dovrà garantire per ciascuna regione il medesimo gettito previsto dalla legislazione vigente nazionale,
“garantendo comunque l’unitarietà del
sistema”.
SISTEMA DI REMUNERAZIONE
DELLE PRESTAZIONI (ART. 9)
Sarà istituita una commissione permanente costituita da Mef, Salute, Regioni e
Agenas per aggiornare le tariffe massime
per l’assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale, nonché per l’assistenza protesica. Sarà promossa anche la
sperimentazione di metodologie per la
definizione di tariffe per i percorsi terapeutici assistenziali territoriali.
MOBILITÀ SANITARIA (ART. 9)
Previsto, tra le altre cose, che dalla data
di stipula del Patto, gli accordi bilaterali
previsti dal Patto del 2009 siano “obbligatori”. Saranno poi individuati anche i
volumi, la tipologia e la modalità di remunerazione aggiuntiva relative all’espianto
e trasporto di organi per trapianto, alla
ricerca e prelievo di midollo osseo e CSE
midollari nonché modalità di compensazione dei costi dei ricoveri ospedalieri erogati da unità operative o strutture
pediatriche espressamente individuate,
alla casistica di età pediatrica ad elevata complessità assistenziale oggetto di
mobilità, nella misura in cui siano riconosciuti diversi da quelli della casistica
generale.
LEA (ART. 10)
Al lavoro anche sui Lea, per aggiornarli
entro il 31 dicembre 2014.
Quanto alla verifica dei Lea, il Patto prevede che il mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali previsti dai Lea stabiliti per i direttori generali
costituisce un “grave inadempimento
contrattuale” per la quale si prevede la
decadenza automatica dei direttori genereali.
TAVOLO DI VERIFICA
DEGLI ADEMPIMENTI (ART. 11)
Si prevede che, annualmente, ai fini della
verifica degli adempimenti regionali che
consentono l’accesso al finanziamento
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
integrativo condizionato all’esito positivo,
il tavolo possa disporre l’aggiornamento
degli adempimenti o delle modalità di
verifica, tenuto conto delle disposizioni
normative intervenute, degli accordi e
intese conferenza Stato Regioni e Unificata e delle sopravvenute esigenze di
monitoraggio.
PIANI DI RIENTRO. BASTA
PRESIDENTI-COMMISSARI AD ACTA
(ART. 12)
Nel Patto si conviene sulla necessità di
“ridefinire il sistema di governo dei piani
di rientro con processi di qualificazione
dei sevizi sanitari regionali”. A questo
scopo, il Patto prevede, tra l’altro, l’incompatibilità tra il ruolo dei commissari
ad acta con l’affidamento di incarichi
istituzionali e, in particolare, che “in caso
di nuovi commissariamenti, sia previsto
che la nomina a commissario ad acta
sia incompatibile con l’affidamento o la
prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a
commissarimento”.
Fermo restando il lavoro del tavolo di verifica dei pianti di rientro, entro il 30 settembre 2014 l’Agenas dovrà realizzare
uno specifico sistema di monitoraggio,
analisi e controllo dell’andamento dei
singoli sistemi sanitari che consenta di
rilevare, in via preventiva, attraverso un
apposito sistema di allerta, eventuali e
significativi scostamenti delle performance.
COLLEGI SINDACALI (ART. 13)
Si tratta di un articolo non presente nel
vecchio testo. E prevede che, “al fine di
rafforzarne il ruolo” e “garantire la composizione coerente con le disposizioni del presente Patto”, siano riviste le
composizioni dei collegi sindacali delle
aziende sanitarie, che dovranno essere
composti da tre membri, di cui uno designato dal presidente dela Regione, uno
dal Ministro della Salute e uno dal Ministro dell’Economia. La nomina avviene
sulla base di requisiti che garantiscano
standard di elevati qualificazione professionale.
EDILIZIA SANITARIA (ART. 14)
Numerose le modifiche apportate al
vecchio testo. Sparisce anzitutto la parte
in cui si prevedeva che prevede l’impegno del Governo a reperire risorse per
garantire la copertura finanziaria delle
assegnazioni già deliberate nel pro-
VERONA MEDICA
gramma straordinario di investimenti di
edilizia sanitaria ex art. 20. Nel nuovo testo il Governo si impegna comunque ad
assicurare alle Regioni “adeguate risorse finanziarie” per garantire la sicurezza
e la continuità di esercizio delle strutture
sanitarie, nonché l’adeguamento strutturale e l’ammodernamento tecnologico
e organizzativo del Ssn. Questo “compatibilmente con gli obiettivi di finanza
pubblica e con il quadro economico”,
anche attraverso la “rifinalizzazione di
quota parte delle risorse eventualmente
rivenienti dal procedimento di riaccertamento straordinario dei residui relativi al
finanziamento del Ssn”, di cui all’art. 49
della legge 89 del 2014.
Le predette risorse, si legge nel Patto, “saranno garantite a valere sul programma straordinario di investimenti in
edilizia sanitaria” ex art. 20 o “attraverso
altre modalità di finanziamento, anche
nell’ambito della quota nazionale della
nuova programmazione del Fondo di
Sviluppo e Coesione 2014-2020.
Governo e Regioni si impegnano poi
a una revisione dell’attuale normativa
tecnica in materia di sicurezza, igiene
e utilizzazioni degli ambienti attraverso
un programma triennale da adottarsi,
previa intesa Stato Regioni, entro il 31
dicembre 2014.
SANITÀ DIGITALE E PIANO DI EVOLUZIONE DEI FLUSSI INFORMATIVI E
CABINA DI REGIA DEL NSIS
(ART. 15 E 16)
Regioni e Governo sigleranno, entro 30
giorni dall’intesa sul Patto, un Patto per
la Sanità Digitale, cioè un piano strategico per la diffusione della sanità digitale.
Il Patto cita poi il Piano di Evoluzione dei
Flussi, che si sviluppa su un orizzonte
temporale triennale ed è predisposto
dalla cabina di regia del Nsis, i cui compiti, composizione e modalità di funzionamento saranno rivisti entro 90 giorni
dalla stipula del Patto.
PIANO NAZIONALE
DELLA PREVENZIONE (ART. 17)
Confermata la destinazione di 200 milioni
annui, oltre alle risorse individuate a valere sulla quota di finanziamento vincolato
per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Stabilito che il 5
per mille sulla quota vincolata per il Piano
nazionale prevenzione sia destinato ad
attività di supporto al Piano da parte dei
network regionali dell’Osservatorio na-
zionale screening, Evidence-based prevenzione e Associazione italiana registri
tumori.
ATTUAZIONE DEL RIORDINO DEGLI
ISTITUTI ZOOPROFILITTACI
SPERIMENTALI (ART. 18)
Riordino da parte delle Regioni previsto
entro 6 mesi dall’approvazione del Patto,
pena commissariamento dell’Istituto da
parte del ministero della Salute.
SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA E
SICUREZZA ALIMENTARE (ART. 19)
Regioni impegnate a rendere i sistemi regionali del settore “sempre più efficaci ed
efficienti nelle attività di prevenzione, vigilanza e controllo. A tal fine le unità operative deputate a queste funzioni specifiche dovranno essere garantite nelle Asl
e “possibilmente configurate come unità
operative complesse e dotate di personale adeguato”.
RICERCA SANITARIA (ART. 20)
“È fondamentale – si legge nel testo – il
reperimento delle fonti di finanziamento,
l’individuazione delle possibili sinergie tra
ricerca pubblica, privata, nazionale, europea ed extraeuropea e la ovalizzazione
delle risorse già presenti nel Ssn”. Quindi,
il Patto sollecita ad “evitare rischi di duplicazioni e sovrapposizioni integrando
le risorse e individuando tematiche condivise dai soggetti finanziatori”. Inoltre
“deve essere mantenuto e implemento
un percorso rigoroso e trasparente che si
occupi non solo di selezionare le migliori
proposte di ricerca, ma che aiuti anche
concretamente a definire le priorità più
utili alla gestione delle aree di incertezza
negli interventi sanitari”.
ATTIVITÀ INTRAMOENIA (ART. 21)
D’accordo sulla necessità di dare “piena attuazione” alla legge 12/2007 (legge Turco) e alle modifiche ad essa apportate dalle legge 189/2012 (Decreto
Balduzzi) per consentire il passaggio al
regime ordinario dell’esercizio dell’intramoenia all’interno dei presidi e superare
definitivamente il regime, ormai da tempo affidato a deroghe, dell’intramoenia
allargata. In pratica, si sollecita, da parte
delle Asl, una ricognizione degli spazi interni disponibili per le attività libero
professionali o l’acquisizione di ulteriori
spazi, se necessario, presso altre strutture sanitarie autorizzate. Nella legge
Balduzzi era poi prevista una messa in
21
PROFESSIONE E LEGGE
rete degli studi professionali per rendere
tracciabili tutti i pagamenti effettuati dai
pazienti, rendendo così possibile anche
un effettivo controllo del numero delle
prestazioni che il professionista svolge
sia durante il servizio ordinario sia in regime di intramoenia.
GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE (ART. 22)
Rispetto alla precedente bozza, troviamo
ora alcune integrazioni. Nel testo si parla
della “necessità” di valorizzare le risorse
umane del Ssn, al fine di garantire una
nuova organizzazione del Ssr, con particolare riferimento alla riorganizzazione
della rete ospedaliera, servizi territoriali e
presa in carico delle cronicità e delle non
autosufficienze.
Al fine di razionalizzare e facilitare l’accesso dei giovani medici alla professione
sanitaria all’interno del Ssn, si indica nel
Patto l’istituzione di un Tavolo politico per
individuare, anche alla luce dell’esperienza di altri paesi UE, specifiche soluzioni
normative.
Il suddetto Tavolo dovrà concludere i
suoi lavori entro il 31 ottobre 2014 con
la definizione di una legge delega che
dovrà dettare principi e criteri direttivi in
ordine a:
- valorizzazione delle risorse umane
del Ssn per favorire un’integrazione
multidisciplinare delle professioni sanitarie e i processi di riorganizzazione
dei servizi;
- accesso delle professioni sanitarie al
Ssn nel rispetto dei vincoli di spesa di
personale e, per le Regioni in Piano
di rientro, dei vincoli fissati dai Piani
stessi;
- disciplina della formazione di base e
specialistica per il personale dipendente e convenzionato;
- disciplina dello sviluppo professionale di carriera con l’introduzione
di misure volte ad assicurare una
maggiore flessibilità nei processi di
gestione delle attività professionali e
nell’utilizzo del personale nell’ambito
dell’organizzazione aziendale;
- introduzione di standards di personale per livello di assistenza ai fini di
determinare il fabbisogno di professionisti sanitari a livello nazionale;
- applicazione del Dpcm sul precariato
per assicurare l’erogazione dei Lea e
la sicurezza nelle cure.
Infine, si chiede di prevedere che le Regioni, anche in Piano di rientro, che ab-
22
biano raggiunto l’equilibrio economico
siano considerate “adempienti” indipendentemente dal conseguimento delle
misure di riduzione delle spese per il personale.
ASSISTENZA FARMACEUTICA
(ART. 23)
Per il governo della spesa farmaceutica
territoriale e ospedaliera, nei limiti delle
risorse stabilite, si indica che le parti si
impegnano: ad adottare iniziative affinchè l’Aifa provveda all’aggiornamento del
Prontuario farmaceutico nazionale dei
farmaci rimborsabili sulla base del criterio
costo/beneficio; e efficacia teraeutica,
prevedendo anche prezzi di riferimento
per categorie terapeutiche omogenee;
rivedere la normativa nazionale che riconduca alla contestualità fra Aic e la
definizione del regime di rimborsabilità;
una revisione degli accordi negoziali sui
farmaci sottoosti ai Regimi di monitoraggio Aifa, dopo un periodo massimo di 36
mesi, valutando se vengono confermati
o meno i risultati clinici attesi; definire un
percorso per sostenere esclusivamente
l’innovazione terapeutica reale, importante e dimostrata risetto alla terapia già
in uso; rendere contestualmente valide e
applicabili su tutto il territorio nazionale le
determinazioni di Aifa; istituire un Tavolo
di monitoraggio permanente composto
da 3 rappresentanti delle Regioni, un
rappresentante del mef, un rappresentante del Ministero della Salute, un rappresentante del Ministero dello Sviluppo
economico, un rappresentante Aifa ed
un rappresentante di Agenas, che verifichi l’attuazione di quanto previsto da
questo articolo ed elabori eventuali proposte per il raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
DISPOSITIVI MEDICI (ART. 24)
Qui vengono definite le modalità per l’applicazione di una rete di comunicazione
dedicata alla dispositivo-vigilanza che
consenta lo scambio tempestivo delle
informazioni riguardanti incidenti che
coinvolgono dispositivi medici. Si conviene poi di predisporre entro il 1 ottobre
2014 un documento recante linee guida
per il corretto utilizzo dei dati e della documentazione presente nel Repertorio
dei dispositivi medici. Sarà compito delle
Regioni attivare un osservatorio sui consumi e sui prezzi dei dispositivi medici in
grado di fornire dati comparativi alle centrali uniche di acquisto su base regionale.
AGGIORNAMENTO DEL NOMENCLATORE TARIFFARIO (ART. 25)
Governo e Regioni concordano che
all’aggiornamento del regolamento sulle
norme per l’assistenza protesica erogabili nell’ambito del Ssn, si provvederà
anche a valere sui risparmi di spesa derivanti dalle disposizioni del presente Patto
per la salute.
CREAZIONE DI UN MODELLO ISTITUZIONALE DI HTA DEI DISPOSITIVI
MEDICI E VALUTAZIONE DEI MEDICINALI (ART. 26 E 27)
Il Ministero della Salute per garantire
l’azione coordinata dei livelli nazionale, regionali e delle azienda accreditate
del Ssn per il governo dei consumi dei
dispositivi medici a tutela dell’unitarietà
del sistema, della sicurezza nell’uso delle tecnologie e della salute dei cittadini a
livello nazionale dovrà: istituire una “Cabina di regia”; fornire elementi utili per le
indicazioni dei capitolati di gara l’acquisizione dei dispositivi medici; fornire elementi per la classificazione dei dispositivi
medici in vategorie omogenee e per individuare prezzi di riferimento; promuovere
la creazione del Programma nazionale di
Hta dei dispositivi medici.
CABINA DI REGIA PER IL MONITORAGGIO DEL PATTO (ART. 28)
Il nuovo Patto andrà monitorato nella sua
attuazione “con senso di responsabilità e
in un rapporto di leale collaborazione tra
le parti”, attraverso un tavolo permanente
della Conferenza Stato-Regioni che costituirà una sorta di cabina di regia, “a cui
è, tra l’altro, demandata l’elaborazione di
proposte per la spending review interna
al settore sanitario”.
CARLO MATTEO PERUZZINI
ERRATA CORRIGE
Nell’articolo sui Nuovi Farmaci Anticoagulanti pubblicato su Verona Medica non è stato
citato che tale articolo è già stato pubblicato
su Infofarma.
Ci scusiamo con gli autori e con i lettori.
La Redazione
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
Incompatibilità tra pensione ed incarichi
di consulenza o convenzione
Si trasmette per opportuna conoscenza la risposta scritta del Governo ad
un’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Raffaele Calabrò, con
oggetto le iniziative volte a regolamentare l’incompatibilità tra incarichi di
consulenza e trattamento pensionistico per il personale medico già
dipendente dal Servizio sanitario
nazionale.
L’On. Raffaele Calabrò nell’illustrare
l’interrogazione ha rilevato che, nonostante la normativa vigente precluda l’affidamento degli incarichi
di studio e di consulenza ad ex dipendenti del Servizio sanitario nazionale collocati in quiescenza, le
aziende sanitarie continuano ad assegnare tali incarichi ai predetti soggetti
con convenzione pubblica, contravvenendo così alle norme previste, in
particolare, dall’articolo 25 della legge
n. 724 del 1994 e dall’articolo 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012
(cosiddetta spending review). L’On.
Raffaele Calabrò ha quindi auspicato
che avvenga la cessazione della prassi
denunciata che, oltre ad essere contra legem, contribuisce ad aggravare
le difficoltà occupazionali in atto vis-
sute dalle nuove generazioni. Il Sottosegretario di Stato per la salute, Vito
De Filippo, rispondendo all’interrogazione, ha precisato che “in merito alla
questione delineata nell’interrogazione
parlamentare in esame, in via preliminare, occorre evidenziare che, come
anche chiarito dal Ministero dell’economia e delle finanze, nell’ambito
di un parere fornito alla Struttura interregionale sanitari convenzionati
del 16 dicembre 2013, non sembrano sussistere dubbi sull’applicabilità del divieto di cui all’articolo 5,
comma 9, del decreto legge n. 95
del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012,
anche al conferimento di incarichi
di medico convenzionato con il
Servizio sanitario nazionale, ove il
soggetto interessato sia cessato
da un rapporto di dipendenza con
il medesimo Servizio, atteso che il
rapporto convenzionale viene inquadrato, come da giurisprudenza
consolidata, fra le prestazioni d’opera professionale, di natura privatistica. In particolare, tali disposizioni
valgono per tutta la medicina convenzionata (medicina generale, pediatria
di libera scelta, specialistica ambulatoriale), indipendentemente dalla presenza di specifiche disposizioni, in tal
senso, negli Accordi collettivi nazionali
di riferimento. Al riguardo, occorre altresì segnalare che l’articolo 17, comma 1, dell’Accordo collettivo nazionale
per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale del 23 marzo
2005, integrato con l’Accordo collettivo nazionale del 29 luglio 2009, elenca
tassativamente i casi di incompatibilità
nello svolgimento della professione
di medico convenzionato. Orbene,
in tale ambito, il successivo comma
2 dell’articolo 17, alla lett. f), prevede
che, ai sensi dell’articolo 4, comma 7,
della legge 30 dicembre 1991, n. 412,
è incompatibile con lo svolgimento
delle attività previste dagli Accordi
sopra richiamati, il medico che fruisca di trattamento di quiescenza
relativo ad attività convenzionate
e dipendenti del Servizio sanitario
nazionale, fatta esclusione per i medici già titolari di convenzione per la
medicina generale all’atto del pensionamento”.
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
COMUNICARE IL QUESITO OD IL SOSPETTO DIAGNOSTICO
È INDICE DI CORRETTEZZA DEONTOLOGICA
E DI BUONA PRATICA CLINICA
Alcuni Direttori Sanitari e Responsabili di Distretto ci hanno in varie occasioni comunicato che è ancora abbastanza diffusa la pessima abitudine di richiedere visite specialistiche ed accertamenti diagnostici senza comunicare il quesito, o, meglio il sospetto diagnostico.
Tale comportamento può essere ammissibile in alcune situazioni particolari ma nella generalità dei casi è contrario alla buona pratica clinica
ed al Codice Deontologico (artt. 59, 62) e può in alcune situazioni critiche configurare un reato ai sensi dell’art. 328 del Codice Penale.
È altrettanto indice di correttezza deontologica e soprattutto di buona pratica clinica per TUTTI riportare sulle richieste di accertamenti
• data di emissione del documento in cui viene indicata la richiesta
• timbro personale del medico proponente
• firma (se possibile LEGGIBILE) del medico proponente
• infine ma non per ultimo: indicazione del motivo e/o del sospetto clinico alla base della richiesta di accertamenti
VERONA MEDICA
23
ATTUALITÀ
Il medico ed il suo paziente nella Rete:
pescatori o pescati?
Qualche sera fa ho avuto il piacere di
conoscere il Dott. Franco Del Zotti Medico di Famiglia a Verona, e ci siamo
messi a dibattere in merito alla rivoluzione informatica che sta modificando
la Medicina di Base.
L’articolo nasce da un confronto di
esperienze complementari, quella del
Dott. Del Zotti - Medico pioniere dell’informatica medica in Italia - e quella di
Destri Claudio - un cittadino laureato in
Economia e Gestione dei Servizi nelle
A.A.P.P. che da qualche anno sta seguendo la fase evolutiva della medicina
territoriale a Verona e nel Veneto.
Siamo ambedue interessati dall’introduzione di nuovi servizi e ne valutiamo
da due diversi punti di vista gli aspetti
di pregio ma anche quelli critici.
Abbiamo pensato di condividere le
riflessioni scaturite come se si fosse
trattato di un intervista.
DESTRI: Che cosa si intende per privacy (vista come diffusione dei dati)
e qual è la sua relazione con la necessità di condividere i dati stessi?
DEL ZOTTI: La questione del trasferimento/diffusione dei dati sanitari reperiti dal Medico di Medicina Generale va
vista tenendo presenti due necessità
fondamentali:
- Mantenere il controllo delle notizie
“sensibili” da parte del Paziente e
del Medico senza divulgarle al fine
di gestire il rapporto fiduciario in
primis. In pratica bisogna raccogliere informazioni per personalizzare le cure. Sostanzialmente si
24
-
tratta di un rafforzamento moderno della tradizione.
E la personalizzazione, a sua volta,
serve ad uno scopo moderno: conoscere i comportamenti “segreti”,
gli errati stili di vita dei Pazienti che
sempre più conducono a patologie tipicamente moderne: quelle
cronico-degenerative.
Sempre più Raggruppare le informazioni rese anonime, per fini statistici, epidemiologici per sviluppo
cure e ricerca.
DEL ZOTTI e DESTRI:
Il nocciolo della questione è quindi trovare l’equilibrio sul come mantenere/
sviluppare le due diverse esigenze,
senza che nessuna comprometta l’altra. La sensazione è che il secondo
ambito comprometta il primo. In effetti
imperano ormai automatismi collegati
alla rete telematica con raggruppamento generico di dati realmente anonimizzati ma anche nominativi, trasferimento velocissimo dei dati a clinici ma
anche a non clinici (Software house e
Cloud, Rete dei Farmacisti, Ministero
delle Finanze, Ministero della Sanità e
Regione, ULSS, ecc.).
L’organizzazione di una crescita di
flussi-dati, che sembra spesso incontrollata, inoltre, sembra oggi dipendente troppo dalla volontà centralizzata di
mero controllo della spesa e del comportamento dei medici nonché di verifica fiscale sui cittadini.
In effetti, mentre non è chiaro ancora
quando come e con quale rapporto
rischi/benefici i medici ed i cittadini
potranno avvantaggiarsi del dichiarato
prossimo arrivo del Fascicolo sanitario
elettronico (FSE) e del “Patient summary”, già da tempo si è imposta alla
Medicina Generale la telematica burocratica legata ai certificati di malattia, alla ricetta elettronica prima e ora
dematerializzata: ed in tutte queste
“soluzioni” prevalgono notevolmente
le funzioni amministrative e finanziarie.
In ogni caso novità epocali, amministrative o assistenziali che siano, non
possono essere imposte solo dalle
esigenze del Ministero della finanza e
dalle regioni.
Si tratta di processi del tutto innovativi;
e tutte le innovazioni sono rischiose e
perciò andrebbero sottoposte al vaglio
della sperimentazione e di comitati etici simili a quelli che controllano l’introduzione di nuovi farmaci.
DEL ZOTTI: Siamo costretti comunque a rilevare dei criteri non ancora rispettati. una valevole sperimentazione
dovrebbe seguire queste regole:
- 1 Gradualità nello spazio e nel tempo secondo le regole canoniche
della sperimentazione con fase pilota e campionamento significativo
legato agli obiettivi; evitare, invece,
l’implementazione su vasta scale
hic et nunc, a tappe forzate, a partire dal giorno successivo all’emanazione di un decreto o legge.
- 2 Consenso informato e partecipazione attiva dei Cittadini e dei
Medici.
A questo punto esiste l’elevato rischio
sia di fallimento sia di uso improprio
dei dati.
A questo proposito ricordiamo che la
concentrazione massiccia di dati in
diversi siti (locali, regionali e ministeriali) da una parte contiene difficoltà
che “il rimbalzo” dei dati sensibili in
più siti (fino ad 8) porti alla loro perdita
per cause tecniche e aumenti la possibilità dell’uso improprio. Ricordiamo
lo scandalo “britannico” Care.data
del marzo 2014: il sistema sanitario
anglosassone dopo aver raccolto milioni di cartelle individuali nominative
le ha trasmesse ai funzionari attuariali
delle assicurazioni, in maniera pseudo-anonimizzate, ahimè facilmente
decrittabili permettendo cosi l’identificazione dei Pazienti.
(segue a pag. 29)
VERONA MEDICA
NOTIZIE DALL’ORDINE
Convocazione
Assemblea Ordinaria Annuale
A TUTTI I SIGNORI MEDICI
CHIRURGHI E ODONTOIATRI
ISCRITTI ALL’ALBO PROFESSIONALE
di VERONA
LORO SEDI
Egregio Collega,
Ti invitiamo a partecipare all’Assemblea Ordinaria Annuale degli Iscritti che si terrà
SABATO 8 NOVEMBRE 2014 in 1ª Convocazione alle ore 07,30 ed in
2ª Convocazione alle ore 10,30 presso la Sala Convegni (Ordine dei Medici
C.e O.) in Verona Via Giberti 11 per discutere il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1) Relazione del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
2) Relazione del Presidente della Commissione Albo Odontoiatri
3) Relazione del Tesoriere: - Bilancio Consuntivo 2013
- Bilancio Preventivo 2015
4) Varie ed eventuali
Il Presidente
Dott. Roberto Mora
Ai sensi del 3º comma dell’Art. 24 del DPR 221/50 “Nessun Iscritto può essere investito di più di due
deleghe”. “La delega deve essere apposta in calce all’avviso di convocazione rimesso al delegato”.
DELEGA:
Il sottoscritto Dott.
delega a rappresentarlo
nell’Assemblea Ordinaria Annuale dell’ 08/11/2014 il Dott.
In fede
VERONA MEDICA
25
NOTIZIE DALL’ORDINE
Bilancio Consuntivo esercizio 2013
ENTRATE
Avanzo di amministrazione all’inizio dell’esercizio 2013 Cassa e Banca
€
6.208,24=
Entrate Correnti Ruoli principali e brevi manu
€
969.837,16=
Entrate per prestazioni di servizi (certificati, pareri congruità, prima iscrizione)
€
18.112,96=
Entrate redditi e proventi (interessi attivi su depositi)
€
1.250,47=
Entrate compensative di spese correnti
€
10.348,60=
Entrate per partite di giro
€
299.369,37=
per un TOTALE di ENTRATE pari a
€
1.305.126,80=
USCITE
Spese Correnti ordinarie
€
150.903,49=
Spese di rappresentanza (onorificenze agli iscritti, necrologi e varie)
€
19.871,96=
Spese per il funzionamento di organi e Commissioni (Fed.ne Reg.le)
€
6.543,97=
Aggiornamento professionale e culturale, convegni, congressi e manifestazioni
€
7.461,45=
Spese per il bollettino VR-MEDICA
€
37.215,69=
Spese per abbonamenti a Gazzette Ufficiali, BUR, riviste e giornali
€
3.785,90=
Spese per il personale
€
414.865,78=
€
55.597,47=
€
30.608,16=
€
40.825,60=
Spese per oneri e compensi per incarichi speciali
(Avvocato, Consulente del lavoro, Consulente Fiscale, Visite Fiscali)
Spese per la Sede (assicurazioni, spese condominiali, enel, riscaldamento,
pulizia locali, manutenzione e riparazioni impianti)
Spese per uffici (cancelleria, assistenza e riparazione attrezzature, macchine
e mobili, materiali di consumo e varie)
Spese postali, telefoniche, fax e sito internet
€
15.504,01=
Imposte, tasse, tributi oneri finanziari e quote non dovute iscritti
€
14.046,24=
Spese in conto capitale per acquisto beni strumentali
€
4.046,07=
Polizza TFR Dipendenti accantonamento indennità anzianità
€
12.087,14=
Rimborso quote sottoscrizione mutuo ENPAM
€
174.380,54=
Uscite per partite di giro
€
303.196,57=
per un TOTALE di USCITE pari a
€ 1.290.940,46=
SALDO ATTIVO AL 31/12/2013
€ 14.186,23=
26
VERONA MEDICA
NOTIZIE DALL’ORDINE
Bilancio Preventivo esercizio 2015 - entrate
QUADRO GENERALE ENTRATE
CodiceDescrizione
Competenza
A-0
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
€ +62.955,28
€ +0,00
A-1
FONDO DI CASSA € +0,00
€ +62.955,28
E-1
TITOLO I - ENTRATE CONTRIBUTIVE
€ +0,00
€ +0,00
E-1-01
CATEGORIA I - Contributi associativi
€ +1.124.000,00
€ +1.124.000,00
E-1-02
CATEGORIA II - Entrate per la prestazione di servizi
€ +21.500,00
€ +21.500,00
E-1-03
CATEGORIA III - Redditi e proventi patrimoniali
€ +1.000,00
€ +1.000,00
E-1-04
CATEGORIA IV - Poste correttive e compensative di spese correnti
€ +5.000,00
€ +5.000,00
E-1-05
CATEGORIA V - Entrate non classificabili in altre voci
€ +0,00
€ +0,00
TOTALI TITOLO I E-1
Cassa
€ +1.151.500,00 € +1.151.500,00
€ +0,00
€ +0,00
E-2-06 CATEGORIA VI - Alienazione beni mobili
€ +0,00
€ +0,00
E-2-07 CATEGORIA VII - Alienazione beni immobili
€ +0,00
€ +0,00
E-2-08 CATEGORIA VIII - Assunzione mutui e prestiti
€ +0,00
€ +0,00
E-2-09 CATEGORIA IX- Riscossione di crediti
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +289.150,00
€ +289.150,00
€ +289.150,00
€ +289.150,00
E-2
TITOLO II - ENTRATE PER ALIENAZIONE DI BENI PATRIMONIALI
TOTALI TITOLO II E-2
E-3
TITOLO III - ENTRATE PER PARTITE DI GIRO
E-3-10
CATEGORIA X - Entrate aventi natura di partite di giro
TOTALI TITOLO III E-3
TOTALE GENERALE Entrate
VERONA MEDICA
€ +1.440.650,00 € +1.440.650,00
27
NOTIZIE DALL’ORDINE
Bilancio Preventivo esercizio 2015 - uscite
CodiceDescrizione
P-0
DISAVANZO DI AMMINISTRAZIONE
U-1
U-1-01
U-1-02
U-1-03
U-1-04
U-1-05
U-1-06
TITOLO I - SPESE CORRENTI
CATEGORIA I - Spese per gli organi istituzionali
CATEGORIA II - Spese di rappresentanza
CATEGORIA III - Spese per il funzionamento di organi e commissioni
CATEGORIA IV - Promozione culturale, convegni, congressi e altre manifestazioni
CATEGORIA V - Spese pubblicazioni, acquisto libri, riviste, e altre pubblicazioni
CATEGORIA VI - Spese per il personale
U-1-07
U-1-08
U-1-09
U-1-10
CATEGORIA VII - Spese per accertamenti sanitari
CATEGORIA VIII - Oneri e compensi per speciali incarichi
CATEGORIA IX - Spese per la sede
CATEGORIA X - Spese funzionamento, acquisto beni consumo, servizi,
manutenzioni, noleggio materiali
U-1-11 CATEGORIA XI - Spese postali, telefoniche, telegrafiche e internet
U-1-12 CATEGORIA XII - Oneri tributari
U-1-13 CATEGORIA XIII - Oneri finanziari
U-1-14 CATEGORIA XIV - Poste correttive e compensative entrate correnti
U-1-15 CATEGORIA XV - Spese non classificabili in altre voci
U-1-16 CATEGORIA XVI - Fondo di riserva per stanziamenti insufficienti
TOTALI TITOLO I U-1
U-2
TITOLO II - SPESE IN CONTO CAPITALE
U-2-17 CATEGORIA XVII - Spese beni patrimoniali
U-2-18 CATEGORIA XVIII - Spese per immobilizzazioni tecniche
U-2-19 CATEGORIA XIX - Accantonamento indennità anzianità e similari
U-2-20 CATEGORIA XX - Estinzione di mutui ed anticipazioni
TOTALI TITOLO II U-2
U-3
TITOLO III - USCITE PER PARTITE DI GIRO
U-3-21 CATEGORIA XXI - Spese aventi natura di partite di giro
TOTALI TITOLO III U-3
TOTALE GENERALE Uscite
Avanzo di Amministrazione presunto
TOTALE A PAREGGIO
28
Competenza
€ +0,00
Cassa
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +124.000,00
€ +124.000,00
€ +21.500,00
€ +21.500,00
€ +7.500,00
€ +7.500,00
€ +3.000,00
€ +3.000,00
€ +33.000,00
€ +33.000,00
€ +298.500,00
€ +298.500,00
€ +2.000,00
€ +2.000,00
€ +165.000,00
€ +165.000,00
€ +47.000,00
€ +47.000,00
€ +34.000,00
€ +34.000,00
€ +20.000,00
€ +20.000,00
€ +10.000,00
€ +10.000,00
€ +1.200,00
€ +1.200,00
€ +12.500,00
€ +12.500,00
€ +50.000,00
€ +50.000,00
€ +50.000,00
€ +50.000,00
€ +879.200,00
€ +879.200,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +13.000,00
€ +13.000,00
€ +6.000,00
€ +6.000,00
€ +180.000,00
€ +180.000,00
€ +199.000,00
€ +199.000,00
€ +0,00
€ +0,00
€ +289.150,00
€ +289.150,00
€ +289.150,00
€ +289.150,00
€ +1.367.350,00 € +1.367.350,00
€ +73.300,00
€ +1.440.650,00
VERONA MEDICA
ATTUALITÀ
(segue da pag. 24)
DESTRI: Come si risolve questo dilemma?
DEL ZOTTI: La via maestra è quella di
una sperimentazione che segua i canoni più rigorosi, dal punto di vista scientifico ed etico:
- Dobbiamo come cittadini e come
Medici riappropriarci dei nostri diritti, chiedendo a vivavoce che queste
novità vengano pianificate non sulla
testa dei Cittadini e dei Medici ma in
collaborazione con loro.
- Il Cittadino deve conoscere nei dettagli quale sia il livello di concentrazione dei suoi dati sensibili e quindi
deve esercitare il diritto di selezionare le informazioni da trasmettere,
a diverso grado, ai vari interlocutori
medici. Deve, inoltre, avere il diritto
di bloccare la trasmissione di propri
dati sensibili ad enti non clinici.
- Chiarire la posizione e le responsabilità del Medico che deve mantenere e sviluppare la componente
centrale della Propria professione (il
rapporto fiduciario e personale con
il Paziente) e partecipare in maniera paritetica ad uno sviluppo di una
telematica sanitaria più corretta e
rispettosa, che sviluppi strumenti
realmente moderni:
1) Una vera firma digitale, anziché
banali “User” (spesso il codice
fiscale) e “Password”;
2) Una vera ricetta dematerializzata
firmata digitalmente invece che di
carta bianca al posto di rossa per
far risparmio di inchiostro;
3) Siti web di condivisione (recentemente sul BMJ si parla di Webportal) tra pazienti e medici in
vista delle autorizzazioni da parte
dei pazienti a ricetta dematerializzata, dove Medici e Pazienti si
possano scambiare e-mail protette e possano preparare le fasi
preliminari per una consapevole
scelta da parte dei pazienti di
cosa inviare a bacheche elettroniche esterne rispetto al proprio
fascicolo sanitario;
4) Per finire: accesso da parte di
singoli o gruppi di Medici a database realmente anonimizzati
per audit o per statistiche mediche, al posto dell’esclusivo
accesso a database nominativi
da parte di Enti/Istituzioni finanziarie.
DEL ZOTTI e DESTRI:
Nelle trasformazioni epocali e galoppanti, come quella attuale della telematica, è difficile fermarsi a ragionare
e decidere di volta in volta.
Risulta più semplice e comprensibile
delegare “il tutto in blocco” al tecnocrate o al politico di turno, piuttosto
che esercitare la propria coscienza
professionale.
In questo contesto, comunque, solo
la riflessione e l’approfondimento in
gruppo tra i medici clinici ed i cittadini
può evitare l’eclissi della Professione
Medica ed il declino dei diritti dei Cittadini.
CLAUDIO DESTRI
SONO INTERESSATO A DARE LA MIA DISPONIBILITÀ PER SOSTITUIRE I COLLEGHI DI
(BARRARE)
■
■
MEDICINA GENERALE
PEDIATRIA
COGNOME .....................................................................................................................................................................................................................................................................
NOME....................................................................................................................................................................................................................................................................................
VIA ....................................................................................................................................................................................................................................................N.
CAP .......................................... CITTÀ
................................
............................................................................................................................................................................................................................
TELEFONO ...................................... / .................................................................
/
...................................... .......................................................................
Possesso del Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale
SI ■
NO ■
Possesso della Specializzazione in Pediatria
SI ■
NO ■
VERONA MEDICA
29
ATTUALITÀ
RC sanitaria. Rapporto ANIA.
Le Regioni scelgono il “fai da te”
e le compagnie assicuratrici arretrano
Cala del 4,3% la stima dei premi
nelle strutture, ma cresce del 3,6%
quella totale. In Toscana, Liguria,
Puglia, Basilicata e Sicilia le compagnie escono di scena, sostituite da
forme di autoassicurazione o non
assicurazione. Nelle altre regioni
prevale un sistema misto in cui si ricorre a una polizza soltanto per coprire i sinistri di importo maggiore.
Scelta drastica per le regioni italiane
che preferiscono l’autoassicurazione
o addirittura la non assicurazione per
fronteggiare i rischi di responsabilità civile nei casi di malasanità. Valle d’Aosta
e la Provincia di Bolzano sono le uniche
a puntare completamente sul mercato
assicurativo per rimanere indenni dagli
effetti degli errori medici, mentre tutti gli
altri gli enti locali gestiscono per proprio
conto le richieste di risarcimenti con
schemi regionali o affidati alle singole
Asl. Nei rari casi in cui si rivolgono ad
un assicuratore, è soltanto per coprire i
sinistri di maggiore entità, cioè quelli di
importi superiori ai 250-500 mila euro.
È quanto emerge dal dossier Ania
“Malpractice, il grande caos”. Lo studio
evidenzia che nel corso del 2012 sono
state registrate 31.200 denunce di sinistri, segnando un lieve calo (-0,8%) nel
confronto con il 2011. Una diminuzione più marcata (-8%) rispetto al 2010,
anno in cui le richieste di risarcimento
raggiunsero un vero e proprio exploit.
Complessivamente il bilancio tecnico
del ramo continua a evidenziare un significativo squilibrio, con un rapporto
sinistri a premi pari al 122% nel 2012,
anche se meno marcato rispetto al decennio scorso.
Esempio emblematico di abbandono
dello strumento assicurativo è quello
della Sicilia: la polizza in essere, disdettata a fine 2013, è scaduta dal
primo luglio scorso lasciando prive di
protezione le Asl locali, senza che ve-
30
nisse costituito uno specifico fondo.
Bisogna comunque segnalare che dal
14 agosto entrerà in vigore l’obbligo di
assicurazione dai rischi di r.c. professionale per i medici, tranne che per i
dipendenti del Ssn.
Il minore ricorso alle assicurazioni
comporta un più debole sistema di
garanzie: i risarcimenti sono più lenti e
meno equi e il personale sanitario corre
rischi maggiori.
Tuttavia i cambiamenti del sistema
sono stati rapidissimi. Basti pensare
che un’indagine parlamentare sugli errori medici conclusa all’inizio del 2013
mostrava che il 72,2% delle Asl italiane
risultava ancora coperto da una polizza. Trasformazioni così radicali sono
dovuti all’aumento nei costi dei risarcimenti e alla difficoltà a stimare i rischi.
Allo stato attuale il mercato della r.c sanitaria è dominato da un assicuratore
statunitense che detiene una quota di
mercato superiore al 50%.
A fine 2012 la stima dei premi nelle
coperture assicurative di ospedali e
strutture sanitarie per la prima volta ha
mostrato un decremento, segnando
-4,3% a 288 milioni nonostante i presumibili significativi aumenti tariffari resi
necessari per fronteggiare le continue
perdite del ramo. Includendo anche
le polizze sottoscritte direttamente dai
medici (255 milioni, +14%) nel 2012
sono stati incassati premi per complessivi 543 milioni (+3,6% rispetto
all’anno precedente).
La stima dei sinistri denunciati alle imprese di assicurazione italiane nel 2012
è risultata pari a 31.200 (di cui 19.500
relativi a polizze stipulate dalle strutture sanitarie), con una lieve riduzione
(0,7%) rispetto all’anno precedente. Il
rapporto tra sinistri e premi (loss ratio)
per le varie generazioni di sinistri si attesta al 173%. Per ogni 100 euro di premi
incassati, cioè, le compagnie ne hanno
pagati (o stimano di pagarne) 173 sotto
forma di risarcimenti. Tuttavia, mentre
fino al 2005 il disavanzo tecnico aveva
assunto valori particolarmente elevati, con un rapporto tra sinistri e premi
giunto a superare il 310%, negli ultimi
anni lo squilibrio è risultato più contenuto. In particolare per il 2012, secondo le valutazioni preliminari, il loss ratio
si è attestato al 122%.
“Gli assicuratori italiani intendono tornare a svolgere pienamente il proprio
ruolo nella copertura dei rischi medici
– ha sottolineato il presidente dell’Ania
Minucci - dando certezze ai pazienti
vittime di eventi avversi e ai medici che
svolgono la loro attività. Per far questo
però occorre rimuovere le cause di
fondo che hanno reso ingovernabile
il fenomeno della malpractice. In particolare è necessario intervenire per:
circoscrivere la responsabilità dei medici e delle strutture sanitarie; attuare
idonee misure di gestione del rischio
attraverso la nomina di un risk manager in tutti gli ospedali; porre un tetto
ai danni non patrimoniali con l’approvazione delle tabelle di risarcimento dei
danni biologici; definire linee guida mediche validate anche per contrastare il
fenomeno della medicina difensiva che
pesa per oltre l’11% sulla spesa sanitaria”.
Ma quali sono le criticità da risolvere?
Il Rapporto Ania le ha messe nero su
bianco:
Approccio atipico dei tribunali italiani nel definire i casi malasanità.
Per effetto delle sentenze della Corte di
Cassazione succedutesi dal 1999 ad
oggi medici e strutture sanitarie sono
stati considerati assoggettabili ad una
responsabilità contrattuale, ciò che
comporta l’inversione dell’onere della
prova (posta a carico dei sanitari), la dilatazione dei tempi di prescrizione da 5
a 10 anni. Ed anche una sorta di garan-
VERONA MEDICA
ATTUALITÀ
zia di risultato sulle cure prestate. Se
queste non sortiscono l’effetto sperato
si può essere chiamati a risponderne.
Nella gran parte dei paesi europei, invece, vengono indennizzati soltanto i
danni causati dagli errori medici, che
il paziente deve provare di aver subito.
Normalmente ad un medico che si attiene alle linee guida professionali non
è imputabile alcunché;
Mancanza di linee guida mediche
validate a livello nazionale e riconosciute dai giudici. Nel recente decreto
Balduzzi (2012) vi è una specifica previsione in tal senso ma non è stata seguita da norme interpretative in grado
di fare ordine tra i differenti protocolli e
codici professionali in vigore per i sanitari, al fine di escludere la loro responsabilità;
Mancanza di un tetto alla risarcibilità dei danni non patrimoniali. Il
decreto Balduzzi imponeva l’adozione
delle medesime tabelle previste per i sinistri nella r.c. auto (per il danno biologico) ma il relativo decreto, in discussione da sei anni e già passato al vaglio di
numerosi dicasteri, deve ancora essere approvato dal Consiglio dei Ministri;
Mancanza di procedure di risk ma-
nagement omogenee a livello nazionale per prevenire i sinistri. Gli studi
condotti sul campo mostrano che oltre
il 50% degli “eventi avversi” sono evitabili utilizzando lo strumento della prevenzione;
Carenza di basi statistiche sui sinistri. L’agenzia pubblica Agenas ha il
compito di raccogliere e classificare le
richieste di risarcimento ma non sempre le Asl sono state finora diligenti nel
trasmettere i dati cosicché quella banca dati è ancora largamente incompleta. La rilevazione dell’Ania rappresenta
tuttora la fonte informativa più importante sul mercato assicurativo della
malpractice però è, in parte, frutto di
stime perché non tutte le compagnie
straniere operanti in Italia mettono a disposizione i propri dati. L’Ivass (il regulator assicurativo) potrebbe assumere
iniziative per consolidare e rendere
pubbliche le informazioni del settore,
anche per le compagnie operanti in
Italia in libertà di stabilimento o libera
prestazione dei servizi;
Mancanza di chiare regole impartite
alle regioni che decidono di coprire
per proprio conto il rischio di malasanità. Manca, in particolare, un ob-
bligo a costituire fondi appropriati, sul
modello delle riserve assicurative. Tutto
ciò espone gli enti locali, a causa del
lungo iter dei sinistri prima di venire risarciti, al rischio di accumulare nel tempo impegni ingenti di ammontare pari
se non superiore a quelli che negli anni
passati hanno messo a soqquadro i bilanci regionali che hanno fatto ricorso a
prodotti finanziari derivati;
Diffuso ricorso alla medicina difensiva da parte dei sanitari al fine di
limitare i rischi legali connessi alle
richieste di risarcimento. Secondo la
principale ricerca condotta in materia,
e che risale al 2010, la medicina difensiva pesa per circa l’11,8% nella spesa sanitaria complessiva. Un onere di
circa 13 miliardi che potrebbe essere
significativamente ridimensionato affrontando le cause che hanno dilatato
il fenomeno della malpractice medica.
Sconsolante è infine il confronto con
le principali esperienze estere. In molti
paesi, tra i quali Usa, Gran Bretagna,
Francia, Nuova Zelanda e Irlanda, riforme organiche in materia sono state
decise tra il 2000 ed il 2003 ed il fenomeno della medical malpractice non
rappresenta più un’emergenza.
✓OBBLIGO PER TUTTI GLI ISCRITTI
@
DI DOTARSI DI PEC
(posta elettronica certificata)
Ricordiamo a TUTTI i colleghi che è necessario produrre il proprio indirizzo PEC
all’Ordine; chi non ne fosse ancora provvisto, è invitato a generarne uno mediante
l’area riservata sul sito dell’Ordine, seguendo le istruzioni indicate.
Il Decreto 19 marzo 2013 stabilisce infatti che gli Ordini si fanno garanti
dell’accreditamento di tutti i professionisti, e trasmettono i loro indirizzi PEC
all’Indice Nazionale INI-PEC (l’Ordine dei Medici e Odontoiatri attraverso la
FNOMCeO).
È pertanto necessario provvedere quanto prima, poiché un atteggiamento omissivo
in tal senso è da considerarsi palese violazione di Legge.
VERONA MEDICA
31
ATTUALITÀ
Il fenomeno sommerso dell’uso
di alte dosi di benzodiazepine
FABIO LUGOBONI
Medicina delle Dipendenze,
Policlinico G.B. Rossi,
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata
Verona
L’uso delle benzodiazepine (BZD)
data da più di 50 anni. Gli anni ’60
hanno visto una rapida diffusione d’uso di questi farmaci.
Già negli anni ’70 il diazepam diveniva il farmaco più venduto nel UK ed
negli USA. La chiave di tale rapido e
duraturo successo è spiegabile non
solo per la maneggevolezza delle
BZD e la facilità prescrittiva dei medici: le BZD possono dare dipendenza
e tolleranza anche in tempi brevi per
cui il loro uso è stato da tempo raccomandato per un tempo molto limitato
(2-4 settimane). Tali raccomandazioni
sono state largamente disattese dai
medici pratici, dagli enti di controllo
governativi e, non va dimenticato, dai
pazienti stessi. Non è facile ignorare i
rapidi benefici che tali farmaci apportano con effetti collaterali così limitati.
Infatti una delle chiavi per comprendere l’enorme diffusione delle BZD
sta nella loro sostanziale mancanza
di tossicità acuta, veramente con pochi eguali. Allo stesso tempo, l’uso
cronico rivela una serie di effetti collaterali rilevanti tra cui deterioramento
cognitivo, incidenti stradali, cadute e
dipendenza. La tolleranza da BZD è
stata segnalata già nel 1961 da Hollister, dopo pochi mesi dall’entrata in
commercio del clodiazepossido, ma
questa ed altre segnalazioni lungo gli
anni 60 e 70 sono state oscurate dalle entusiastiche applicazioni di questi
farmaci, capaci di mandare in soffitta
i ben meno maneggevoli barbiturici. Uno degli ostacoli che ha impedito
una corretta focalizzazione del problema della dipendenza dalle BZD
è la tacita accettazione, da parte di
medici e pazienti, dell’uso a lungo termine delle BZD (ULT), fenomeno che
32
coinvolge tra il 2 ed il 7.5 % della popolazione dei paesi ad alto sviluppo
economico. Questo diffuso modo di
pensare non ha preso in considerazione quanti assumono stabilmente
alte dosi di BZD (usatori di alte dosi,
UAD), relegandoli sbrigativamente al
marginale mondo dei disturbi psichiatrici maggiori e dei tossicodipendenti. Questa visione è profondamente
parziale. La tolleranza, nel caso delle
BDZ, ha alcune caratteristiche rispetto altri farmaci d’abuso. La tossicità
molto bassa delle BZD (diversa dagli
oppiacei o dall’alcool) e la capacità di
indurre tolleranza, possono portare
ad un sovradosaggio a volte davvero
sorprendente. Per motivi non ancora
chiariti (genetici? Legati a determinati
tipi di BZD?) esiste una quota significativa di UAD monodipendenti da
BZD che sviluppa tolleranza ma che
non hanno disturbi psichiatrici maggiori.
La ricerca epidemiologica ha sostanzialmente trascurato gli UAD. Al momento attuale sono inoltre pochi gli
studi che abbiano valutato la qualità
di vita negli assuntori a lungo termine
di BZD ed ancor meno negli UAD della popolazione generale, nonostante
le dimensioni significative del problema. Dai pochi dati esistenti, un uso
superiore alle dosi massime consentite riguarda l’1,6% della popolazione
svizzera ed il 2% della popolazione
tedesca, paesi dove è molto più difficile ottenere una BZD senza ricetta,
rispetto all’Italia. Questo fenomeno
potrebbe quindi coinvolgere, con intensità e gravità diverse, alcune centinaia di migliaia di italiani.
La mancata focalizzazione della dipendenza da BZD ha portato ad indicare lo scalaggio graduale delle BZD
come terapia unica per le disintossicazioni.
Generalmente lo scalaggio, della durata di diverse settimane, funziona, se
correttamente applicato, negli ULT,
molto meno nel caso degli UAD. Se
il decalage è lungo e piuttosto impegnativo per i dipendenti da dosi terapeutiche, diviene quasi una “mission
impossible” negli UAD.
La cosa è rilevante perché l’astinenza
da alte dosi di BZD è un fenomeno
medicalmente rilevante, molto mal
tollerato e rischioso per la salute del
paziente, con disturbi a livello della
sfera ansiosa e del sensorio. In alcuni
casi può comportare eventi maggiori
come crisi epilettiche, potenzialmente
(direttamente o indirettamente) letali.
Per il sottogruppo di UAD con disturbo di personalità e/o di co-dipendenza da alcol e droghe si va sempre più
facendo strada l’ipotesi dell’agonist
substitution (sostituzione agonista)
con BZD potenti ma a lenta azione
(slow onset of action) come il clonazepam, in modo non dissimile da
come viene generalmente ed efficacemente proposto il metadone per
la dipendenza da eroina. Per gli UAD
monodipendenti o con comorbilità
meno gravi, un ricovero ospedaliero dovrebbe imporsi. L’impostazione
tradizionale prevede in questi casi generalmente uno scalaggio con BZD
a lunga emivita ma è gravata da alti
costi per la lunghezza dei ricoveri e da
un’alta percentuale di abbandoni e di
ricadute. È questo l’ambito dove l’uso
del flumazenil in infusione lenta (FLU)
ha trovato il suo ideale collocamento.
Il FLU, somministrato per via parenterale rapida, è usato in tutto il mondo
per trattare l’overdose da BZD. Viene
considerato quindi un antagonista
delle BZD. Dati sperimentali hanno
però provato che se il FLU viene somministrato lentamente ed in modo prolungato a pazienti tolleranti alle BZD,
contestualmente alla sospensione
delle BZD normalmente assunte, la
sua azione è di agonismo parziale sui
recettori delle BZD e questi soggetti
generalmente riportano solo leggeri
sintomi e segni astinenziali. Quando
VERONA MEDICA
ATTUALITÀ
utilizzato in disintossicazione da BZD
in pazienti tolleranti, il FLU ha mostrato le seguenti azioni farmacologiche:
• attenuazione dei sintomi e segni di
astinenza
• normalizzazione e up-regulation dei
recettori delle BDZ
• riduzione del craving
• limitati tassi di ricaduta
Dalle prime esperienze negli anni ’80
su piccole serie di pazienti, il salto di
qualità venne fatto da Gilberto Gerra,
il primo a proporre un protocollo e ad
offrire il trattamento a UAD in regime di
Day-hospital. Da allora fino alle esperienze di Hood e coll., sono stati pochi
i lavori presentati in letteratura ed ancor meno i centri che hanno praticato
la disintossicazione con FLU. Quali
barriere frenano dal farlo? Al momento attuale le indicazioni del FLU
sono limitate all’intossicazione acuta
da BZD, raccomandando prudenza
negli assuntori cronici per il rischio
di scatenare un’astinenza. La disintossicazione con infusione lenta di
FLU stenta a divenire “good practice”,
forse per carenza di letteratura o per
disinteresse da parte delle aziende
farmaceutiche. La recente esperienza
di infusione sottocutanea di FLU, aumentando di molto la compliance dei
pazienti e risultando più rassicurante per i terapeuti, va senz’altro nella
direzione giusta, quella di rimuovere
le barriere al trattamento. Naturalmente l’industria farmaceutica non
ha interesse nell’approfondire questi
problemi legati alle BZD: tutte queste
vecchie molecole sono ancora ottimi
best-sellers.
Fino ad oggi, presso Medicina delle Dipendenze, unità di degenza del
Policlinico di Verona, sono stati trattati più di 500 grandi abusatori di
BZD. Medicina delle Dipendenze è,
tra i 5 centri al mondo che praticano
il metodo Gerra, quello che annovera
la casistica più numerosa con i casi
di assunzione più marcata. Il nostro
paziente medio è un soggetto di età
media, socialmente integrato, con un
uso quotidiano di 400 mg di diazepam/equivalenti (5 flaconi di Valium,
per dare un’idea). Ogni giorno riceviamo richieste di ricovero da tutta Italia
(l’indice d’attrazione per pazienti fuori
regione è del 61 %) per questo flagello che è la dipendenza da alte dosi di
BZD.
Gerra, nel frattempo, è diventato
capo del Drug Prevention and Health
Branch dell’UNDOC, l’organismo delle nazioni Unite che si occupa di droga, abbandonando ormai da anni la
cura degli abusatori di BZD. Quando
lo incontro tende a stupirsi della progressione delle richieste, cosa che ha
stupito anche noi per anni.
Gli anni 2000 hanno visto una robusta affermazione degli agonisti parziali nel trattamento di alcune diffuse
dipendenze quali la buprenorfina per
la dipendenza da oppioidi e la vareniclina per il tabagismo. L’affermazione del FLU per il trattamento della
dipendenza da BZD si sta rivelando
molto più lenta. Non avrà il supporto
dell’industria farmaceutica, speriamo
abbia l’attenzione dei ricercatori e dei
clinici di “buona volontà”. Dopo tutto,
la dipendenza da BZD è la più tipica
forma di dipendenza iatrogena.
Conflitto di interessi.
Nessuno.
BIBLIOGRAFIA
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106;2086-2109.
2) Hood, SD, Norman, A, Hince, DA,
Melichar, J, Hulse, GK. (2012) Benzodiazepine dependence and its
treatment with low dose flumazenil. Br J Clin Pharmacol, [Epub ahead
of print]
3) Lugoboni F, Quaglio G. (2013) Exploring the dark side of the moon: the
treatment of benzodiazepine tolerance. Br J Clin Pharmacol. 2013 Apr
25. [Epub ahead of print]
4) Fang, SY, Chen, CY, Chang, IS, Wu,
EC, Chang, CM, Lin, KM. (2009) Predictors of the incidence and discontinuation of long-term use of benzodiazepines: a population-based study.
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5) Hood, S, O’Neil, G, Hulse, G. (2009)
The role of Flumazenil in the treatment of benzodiazepine dependence: physiological and psychological profiles. J Psychopharmacol, 23,
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Abuse, 33:195-8.
8) Gerra, G, Zaimovich, A, Giusti, F,
Moi, G, Brewer, C. (2002) Intravenous flumazenil versus oxazepam
tapering in the treatment of benzodiazepine withdrawal: a randomized,
placebo-controlled study. Addict
Biol, 7:385-395.
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TELEFONO
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Nº TESSERA ORDINE
VERONA MEDICA
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33
STORIA DELLA MEDICINA
La medicina militare tra storia,
etica e attualità
Relazione tenuta al Convegno FNOMCEO
“La sanità militare nella Grande Guerra” Asiago - 19/07/2014
RAIMONDO IBBA
(Presidente OMCeO di Cagliari)
Dedicata a “Piero” che dorme “sepolto
in un campo di grano”
dove “non è la rosa, non è il tulipano”,
che gli “fan veglia dall’ombra dei fossi”,
“ma sono mille papaveri rossi” (da F.
De Andrè – La guerra di Piero, 1964)
Il corpo della sanità militare italiana fu
istituito nel 1833 da Carlo Alberto di Savoia, che fu Re di Sardegna dal 1831 al
1849, successore dello zio Carlo Felice,
che non aveva lasciato eredi, e che a
sua volta lasciò il regno al figlio Vittorio
Emanuele II.
La denominazione di Sanità Militare fu
del 1845 e nella sua semplicità organizzativa prevedeva soltanto un “ruolo
medici” e un “ruolo farmacisti”.
Erano gli anni del Risorgimento e le
guerre erano guerre di movimento,
prevalentemente di dimensione locoregionale, perché dopo la caduta di
34
Scuola di Sanità militare a Firenze
Napoleone a Waterloo non ci furono più
guerre a coinvolgimento sovranazionale. Si può dire che da Waterloo a Sarajevo fu un periodo di pace per l’Europa
lungo 99 anni, dal 1815 al 1914.
E anche in l’Italia, dopo il 1871, una volta
raggiunta l’Unità, se si esclude il biennio
della guerra di Libia 1911-1912 non era
emersa l’esigenza di mettere mano ad
una organizzazione militare sanitaria ai
fini di guerra.
Tanto che l’esercito stesso veniva impiegato più per compiti di protezione
civile (terremoti e alluvioni) che per funzioni di belligeranza.
Iniziava a farsi strada l’idea che il “ruolo
medici” e il “ruolo farmacisti” dovesse
essere meglio valorizzato, adeguato
e aggiornato in funzione delle novità
scientifiche verso cui la medicina di fine
1800 procedeva.
Fu perciò istituita la Scuola di Sanità
militare a Firenze che tra le varie finalità aveva anche quella di addestrare il
personale alla diagnosi, al trattamento
e alla prevenzione delle patologie esotiche presenti nelle colonie che l’Italia
andava via via conquistando.
Era perciò una sanità militare impegnata in un ruolo programmato, preparata ad affrontare difficoltà previste
e prevedibili.
L’Italia entrò nella “Grande Guerra” il 24
maggio 1915, mentre il “Piave mormo-
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
1915 - Vaccinazione TABTE in linea
rava”, 10 mesi dopo l’inizio delle ostilità.
Finiva così la Belle Époque, e da allora nulla fu più come prima, neppure in
medicina.
Nella sanità militare il primo compito diventa quello di rimettere i feriti in
condizione di ritornare a combattere al
più presto.
La realtà da subito shoccante della
prima guerra mondiale spezzò il flusso
lento della routine, e mise a nudo tutte
le inadeguatezze del sistema fino ad allora utilizzato come riferimento.
Bisognava colmare il divario tra bisogni
assistenziali e l’esistente disponibilità di
uomini e mezzi.
Al Corpo di Sanità Militare furono affiancati:
• i militarizzati della Croce Rossa Italiana, ente autonomo dotato di circa
9.500 uomini, 1.200 ufficiali e 209
unità tra ospedali, ambulanze e treni,
• i militarizzati del Sovrano Ordine Militare di Malta.
La guerra di trincea era per tutti un’esperienza nuova e terribile, una guerra
diversa rispetto a tutte le precedenti,
per la quale tutti erano impreparati.
Le mitragliatrici leggere erano diventate la principale arma della fanteria, l’artiglieria pesante era molto più
potente ed efficiente, gli aggressivi
chimici e, non ultimo, il ruolo dell’aeronautica, che nell’arco di alcuni
mesi passò da semplice strumento di
rilevazione dei movimenti delle truppe
avversarie a terra, a strumento che
montava macchine fotografiche prima, mitragliatrici poi e infine anche
un meccanismo di sgancio bombe
VERONA MEDICA
per offrire appoggio tattico alle forze
di terra.
Ma soprattutto era una guerra di posizione, con i reticolati e le trincee nemiche contrapposte, che si fronteggiavano talvolta a distanza di poche
centinaia di metri, in una sorta di paralisi
dell’azione che dilatava i tempi e rendeva soffocante la vita in trincea.
Fu una guerra che fece la fortuna del
cinema che seguì, dal primo film sul
tema “Charlot soldato” già del 1918 fino
a “La montagna silenziosa” del 2014,
segno di una esperienza che ha condizionato, e determinato, gli scenari futuri
politici, sociali e culturali, di cui il cinema, passando anche attraverso la trasposizione filmica di capolavori letterari
come “Addio alle armi” di Hemingway o
“Niente di nuovo sul fronte occidentale”
di Remarque, ha dato testimonianza
anche dei diversi giudizi che su di essa
si sono formati nel corso degli anni, e
che ancora non restituiscono una interpretazione univoca di quella guerra,
tra chi la proponeva come una guerra eroica e chi dava degli avvenimenti
una visione più quotidiana e popolare,
chi la indicava come la prosecuzione e
il completamento dell’unità nazionale
avviata col Risorgimento, chi come una
inutile carneficina.
Certo è che le motivazioni con cui i
soldati partecipano ad una guerra non
sono ininfluenti sul risultato finale della
stessa guerra.
Più avanti avremo occasione di rilevare quanto questo aspetto si sia rivelato
Guerra: questa volta alle pulci
Feriti da Iprite
importante in molti episodi di natura
medico-legale, che specificheremo più
avanti, e che coinvolsero con responsabilità diretta l’organizzazione sanitaria
militare.
Gli scontri si erano arenati quasi subito sulle Prealpi trentine e sull’Isonzo e
questo pose i nuovi grandi problemi
sanitari relativi alla vita nella trincea e al
conseguente sviluppo del conflitto ad
essa connesso.
Tra le patologie più importanti, oltre alla
TBC, grave fu il ruolo del colera.
Fin dal luglio 1915 si erano manifestati
casi di colera nella regione del Basso
Isonzo, veicolati dagli austriaci che da
poco avevano conquistato la zona.
Questi avevano infatti subìto gravi perdite tra le divisioni provenienti dalla Galizia, ove si erano verificate appunto epidemie di colera nell’inverno 1914-1915.
Nel periodo 1915-1916 furono colpiti dal
colera 16.000 militari italiani con una
mortalità superiore al 25%.
Furono perciò introdotta la vaccinazione anti colerica e insieme a questa
anche quella anti tifo-paratifo e antitetanica.
Le spore del clostridium tetani contaminavano sempre le ferite, ma la
vaccinazione, effettuata con tossina
tetanica resa atossica con iodio, riuscì a ridurre la mortalità a 1 ferito ogni
33.000 casi.
Il Regio Esercito Italiano fu la prima forza armata al mondo ad adottare con
successo e grandi benefici questa vaccinazione.
Nei militari provenienti dai Balcani si re-
35
STORIA DELLA MEDICINA
Lezione di anatomia all’Università castrense di San Giorgio di Nogaro
gistrarono tra la primavera del 1916 e
l’armistizio 4.970 casi di malaria.
In generale il Veneto, principale campo
di battaglia sul nostro fronte, era territorio malarico, dal delta del Po fino al
confine austriaco, perché nella zona vi
erano acquitrini ed aree che venivano
sommerse dall’esondazione dei grandi
fiumi ove l’acqua stagnava. Ma anche
gli scavi lasciati aperti per la costruzione interrotta di strade e ferrovie – così
come gli scavi delle stesse trincee - si
riempivano facilmente di acqua stagnante che diventava un habitat naturale per le larve di anophele.
I soldati affetti e i prigionieri di ritorno dai
campi di battaglia o di prigionia contribuivano a diffondere la malattia tra
la popolazione civile in un susseguirsi
drammatico di dolore e morte.
Tra le malattie infettive trasmesse
dall’acqua e dal cibo vi furono anche le
infezioni da escherichia coli e la febbre
tifoide.
In guerra non si muore solo per azione o per ferite da combattimento, ma
anche per le condizioni climatiche, per
la scarsissima igiene dell’ambiente di
vita, sia personale che collettivo, per la
promiscuità tra le persone e le abitudini, le culture e le provenienze diverse
tra soggetti che si erano trovati a stare
insieme in modalità del tutto impreviste.
E’ facile la diffusione delle malattie infettive trasmesse da zecche, pidocchi,
pulci, topi, inquilini presenti in trincea
allo stesso rango dei soldati; ma anche quelle connesse al congelamento
e alla scarsa alimentazione che, a sua
volta, ulteriormente predisponendo ad
un indebolimento del sistema immuni-
36
tario, favoriva il dilagare delle patologie
infettive.
Tra le malattie trasmesse dai vettori le
più importanti furono il tifo petecchiale
(rickettsiosi da pidocchi) e l’acaro della
scabbia a causa, oltre che dell’affollamento delle trincee, delle pessime
condizioni igieniche, della promiscuità
e soprattutto dell’inquinamento delle
acque.
Anche le malattie a trasmissione sessuale ebbero la loro parte, soprattutto
blenorragia e sifilide, dovute al fatto che
a ridosso delle linee di combattimento
si attrezzavano, con grande rapidità e
tempestività, efficienti e ben frequentati
bordelli, quando l’unico rimedio disponibile era la chemioterapia con Salvarsan che Paul Erlich aveva scoperto alla
fine del 1800.
Fu necessario adottare iniziative di prevenzione e sorveglianza delle malattie
epidemiche.
Aggiungiamo infine le grandi difficoltà di
comunicazione tra gli stessi commilitoni, perché il linguaggio comunemente
usato tra loro era quello dei dialetti locali delle rispettive provenienze, che di
certo non rendeva facile capirsi, spiegarsi, cooperare, eseguire sincronicamente gli ordini e interagire, tra siciliani,
calabresi, abruzzesi e veneti, lombardi
e piemontesi.
A ciò si aggiunga la scarsa fiducia che
le truppe nutrivano verso i loro comandanti, che aumentava man mano che si
allungava la durata del conflitto.
La sanità militare doveva perciò gestire
tale vastità e complessità di nuovi problemi, per cercare di contenere il numero dei feriti.
A tutto ciò doveva aggiungersi la novità rappresentata dalle patologie
traumatiche di nuovo tipo e quella
connessa all’enorme numero di feriti
dovuto alle nuove armi da fuoco e ai
bombardamenti.
Tra i nuovi mezzi bellici che misero a
dura prova l’organizzazione sanitaria
ci furono gli aggressivi chimici, utilizzati
per la prima volta sul fronte dell’Isonzo nel luglio 1916, mentre subito dopo
comparve, anche sul fronte italiano, l’iprite, un gas asfissiante al cloro usato
per la prima volta dai tedeschi contro i
russi a Ypres, in Belgio, il 22 aprile 1915.
A contrastare l’effetto dei gas furono
le maschere antigas e le tecniche di
bonifica.
Nuovi e rilevanti erano i disturbi psichici (ansia, depressione, angoscia fino a
vere e proprie manifestazioni psichiatriche di follia) legati al senso di morte
costantemente presente nella vita quotidiana dei soldati, sia per essersi trovati
1918 Monte Tomba – Ospedale da campo
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
a fianco dei commilitoni caduti durante
gli assalti (i cui corpi, quando non potevano essere recuperati, cosa che accadeva di solito la notte, giacevano talora
in cumuli a poca distanza da chi era
uscito fisicamente indenne dal fuoco
nemico ma molto scosso dal versante
psichico), sia per il senso di impotenza
verso i bombardamenti, mentre emergeva la consapevolezza di aver lasciato
a casa potenziali vedove e orfani, e nessun perché era sufficiente a far nascere
dei convincimenti diversi. Queste riflessioni esitavano nel 7,8% dei casi in vere
e proprie sindromi psichiatriche strutturate, dovute a quello che oggi chiamiamo disturbo post-traumatico da stress
e legate ad un vero e proprio logoramento psichico del soldato. Il soldato
viveva costantemente con il senso della
morte imminente motivo di stress così
alto da indurre verso la devianza mentale e la fuga dalla realtà. Illuminante in
tal senso è la sequenza del film “Uomini
contro” di Francesco Rosi, del 1970,
tratto da libro di Emilio Lussu “Un anno
sull’altipiano”, dove un ufficiale medico
nasconde un atto di autolesionismo
che un soldato si procura col moschetto perché non più in grado di reggere lo
stress psichico della guerra.
Responsabile della sanità militare fu,
per tutto il periodo della guerra, il Gen.
Medico Francesco Della Valle, che
comprese subito che un tale bisogno
di assistenza ai feriti non poteva essere
garantita dalla sola disponibilità del personale sanitario presente allo scoppio
della guerra.
La scarsità di ufficiali medici disponibili
venne superata con la richiamata alle
armi dei medici delle classi fino al 1870
1916: S.Giorgio di Nogaro - Ospedale da campo
VERONA MEDICA
Asiago 1916 – sgombero di feriti in ambulanza
e degli studenti degli ultimi due anni del
corso di laurea.
Questi ultimi venivano rapidamente
formati, laureati e addestrati all’università castrense di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, nei periodi in
cui le operazioni belliche erano meno
intense.
In tal modo fu possibile che ai quasi
800 ufficiali medici in servizio permanente effettivo all’inizio delle ostilità se
ne affiancassero altri 14.000 delle varie
categorie di richiamati, che diventeranno 17.000 alla fine della guerra.
In prima linea c’erano i posti di medicazione o di primo soccorso, in genere
uno per battaglione, dove si prestavano
le prime cure e avveniva la prima classificazione dei feriti secondo un codice
colore: bianco, ferito leggero - verde,
ferito grave ma trasportabile - rosso,
ferito grave non trasportabile, quindi da
lasciar morire.
Il posto di medicazione era dotato di
cofani di sanità, contenitori per materiali di vario tipo che venivano trasportati su apposite carrette, sacchi
di medicazione, materiale per la difesa
chimica, viveri, acqua, mezzi di illuminazione e barelle, e una formazione
sanitaria mobile che seguiva i movimenti del reparto in combattimento
con lo scopo di raccogliere e medicare
immediatamente i feriti.
La tintura di iodio e l’aspirina erano le
uniche sostanze medicamentose a disposizione e quindi le più utilizzate e
pertanto da non dover mai mancare.
Per tale motivo venivano somministrate solo negli ospedali e nelle infermerie
non potendo il soldato portarne con sé
nello zaino.
La prima Penicillina infatti arriverà solo
nel 1929 ad opera di Alexander Fleming
e i primi sulfamidici nel 1935 ad opera di
Gerhard Domagk.
Il soldato italiano perciò andava in guerra con una dotazione sanitaria molto
semplice costituita da garze, maschera
antigas e occhiali protettivi contro i gas
lacrimogeni.
Gli addetti al servizio si dividevano in
due categorie:
quelli del Corpo Sanitario e i militari di
supporto assegnati per l’occasione.
In un reggimento l’assistenza ai malati e
ai feriti era diretta da un capitano medico aiutato da subalterni nei battaglioni.
Il recupero dei feriti era una vera e propria impresa tra granate, raffiche di mitragliatrici, fucilate dei cecchini e corpi
dei soldati ormai morti e abbandonati;
spesso avveniva di notte, avvalendosi
di cani che perlustravano il territorio, i
37
STORIA DELLA MEDICINA
quali una volta trovato il ferito si accucciavano vicino a lui richiamando il personale di soccorso.
Il battaglione aveva due caporali aiutanti
di sanità in grado di dirigere le squadre
di barellieri, nel numero di otto per compagnia
Bisognava organizzare anche strutture ospedaliere per la cura dei feriti
Una volta che venivano portati via dalla prima linea passavano all’ospedale
da campo, all’ospedale di retrovia fino
all’ospedale di riserva
Dal posto di medicazione di primo soccorso il ferito veniva trasportato a braccia, oppure in barella, o a dorso di mulo
oppure addirittura in teleferica all’ospedale da campo, dove i medici effettuavano i primi interventi chirurgici d’emergenza e, se andava male, c’era sempre
annesso in piccolo cimitero. Se invece
andava bene i feriti venivano inviati con
autocarri, ambulanze o addirittura barche agli ospedali da campo divisionali
o d’armata, che erano dotati di vere e
proprie sale chirurgiche, sterilizzatrici,
apparecchiature radiologiche. Qui i feriti venivano curati e se non erano gravi
completavano la loro degenza.
Se invece erano considerati gravi venivano trasferiti agli ospedali di riserva per
la lunga degenza.
Il trasferimento avveniva con autocarri e
con treni o navi ospedale.
A guarigione avvenuta il soldato si recava al suo distretto militare per una visita
di idoneità, che doveva stabilire se fosse di nuovo in grado di tornare al fronte
a combattere, e se tale veniva riconosciuto non necessariamente rientrava
nel reparto di provenienza.
Gli ospedali da campo avevano da 50 a
100 e 200 posti letto.
Potevano essere mobili, per poter es-
Stufe di disinfestazione Giannoli
38
1917 – Ospedale di Retrovia
sere spostati secondo le esigenze tattiche, ma divennero molto spesso stabili
a causa della staticità del fronte.
Solo la grande offensiva di Caporetto (novembre 1917) causò un esteso
spostamento di strutture sanitarie, determinando la perdita di interi ospedali,
attrezzature e materiale in quantità consistente.
Dietro le prime linee c’erano gli ospedali di retrovia, ma tutti gli ospedali civili nazionali operavano anche come
ospedali di retrovia, perché ponevano
a disposizione delle necessità militari
appositi reparti e infermerie.
Per tentare di arginare l’inarrestabile
fiumana di feriti furono istituiti: organi
ispettivi misti – militari e non –, laboratori batteriologici, clinici e tossicologici;
strutture di osservazione per pazienti
infetti da monitorizzare e convalescenziari per malati in via di guarigione; sezioni di disinfestazione, autocarri con
potabilizzatori, stufe di disinfestazione
Giannoli (che saranno utilizzate anche
nella seconda guerra mondiale) per
la sterilizzazione delle uniformi e della
biancheria, bagni e docce da campo.
Grande ruolo ebbe la chirurgia. Le ferite
all’addome erano le più difficili da curare e spesso i chirurghi si rifiutavano di
operarle, perché anche la più semplice
operazione poteva essere fatale per
l’alta frequenza di complicanze, soprattutto la setticemia e il dissanguamento
emorragico. L’amputazione di arti o
di sue parti, ma anche l’enucleazione
dell’occhio era spesso la soluzione più
praticata perché la più rapida.
Paradossalmente il ferito meno grave
e con maggiore possibilità di sopravvi-
venza aveva la priorità sul ferito più grave che aveva meno possibilità di ripresa
e di poter ritornare al fronte.
L’etica della professione di allora pone
problemi, seppure in puri termini di ipotesi ancora oggi, e una riflessione sotto
questo aspetto è uno dei motivi che ci
vede radunati qui oggi. Naturalmente era una chirurgia non affiancata dai
sussidi anestesiologici (il narcotizzante
più usato era la grappa o il cognac!) e
trasfusionali, anche perché la disciplina
non si era ancora scientificamente costituita.
L’austriaco Karl Landsteiner aveva
scoperto l’esistenza dei gruppi sanguigni già nel 1901 (ma scoprirà il fattore
Rh solo nel 1940). Era pertanto naturale che solo qualche medico fosse a
conoscenza dell’argomento, ma niente di più.
L’ufficiale medico provvisto dei gradi
esteriori di riconoscimento non poteva,
purché disarmato e senza armi con sé,
esser fatto prigioniero secondo la Convenzione di Ginevra del 1864. Tuttavia,
un prezzo altissimo pagò anche il personale sanitario, sia per trovarsi esposto in prima linea a fianco dei soldati,
sia per l’esposizione costante al rischio
infettivo.
Morirono 720 medici, di cui 397 in combattimento, e furono riconosciute 255
medaglie d’argento, 1164 di bronzo,
375 encomi solenni, numerose croci di
guerra al valore.
Non meno importante fu la funzione
medico-legale che venne assegnata
alla sanità militare, sia per quanto riguarda la determinazione dei criteri di
idoneità al servizio militare sia in riferi-
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
mento a quali patologie e condizioni
comportassero la riforma o l’assegnazione a servizi sedentari.
Compito essenziale fu l’accertamento
dei casi di simulazione di malattia, fino
ad atti di vero e proprio autolesionismo
che, dapprima rarissimi, divennero, con
la prosecuzione del conflitto e il suo
acuirsi, sempre più frequenti e complessi.
Tuttavia in quella guerra il medico era
non solo il riferimento per l’assistenza
medica, ma anche l’unico barlume di
umana comprensione e di coesione e
fiducia tra i soldati, tanto che negli anni
del primo dopoguerra la sua figura
sarà così “sacralizzata da divenire una
componente fondamentale del mito
Caserma Maglio a Firenze: monumento ai medici
caduti in guerra
patriottico nazionale” (Antonello Gibelli – L’officina della guerra. La Grande
Guerra e le trasformazioni del mondo
mentale. Ed. Bollati Boringhieri, Torino,
1998) e a veder eretto, nel 1924, nel
cortile della Caserma Maglio di Firenze
un “Monumento al medico caduto in
guerra”, opera dell’artista Arrigo Minerbi.
1916: Brigata Sassari sul Carso
A distanza di 100 anni da quella dolorosa esperienza è lecito domandarsi:
le guerre possono essere ancora oggi
una modalità di risoluzione dei problemi
tra stati o tra popoli? Vediamo cosa accade proprio in questi giorni in Ucraina
e tra Israele e Palestina!
Può la diplomazia internazionale sostituire la guerra nel ruolo di risolutore dei
conflitti?
Gli ideali di pace, sempre più diffusi e
presenti, possono davvero favorire il
contenimento dei conflitti? Oppure la
guerra è una componente imprescindibile del divenire del mondo? Lo stato di
guerra sospende la morale?
In conclusione: la tragedia della grande guerra costò all’Italia 653.000
morti (200 mila in più rispetto alla
guerra 1940-45), più di 900 mila feriti,
alcune centinaia di migliaia di dispersi
e un numero indefinibile di mutilati e
invalidi.
Ma ha insegnato che si può riconoscere come nascano le cose buone
e come nascano le cose cattive, che
l’inimicizia tra i popoli e le etnie va lasciata decantare, e che la memoria
ci può aiutare a costruire un percorso virtuoso che conduca l’umanità a
progredire, nel rispetto di ciò che è
considerato diverso e nella tolleranza
di ciò che non è condiviso.
Con la Grande Guerra iniziava una
nuova modernità, fatta di nuovi mezzi,
nuove invenzioni, nuova scienza, nuova tecnologia, nuovi eroi e, appena 20
anni dopo, nuovi orrori.
Permettetemi infine di rivolgere un
pensiero commosso alla BRIGATA
SASSARI – 2 medaglie d’oro al valore
militare – e al mio conterraneo EMILIO
LUSSU che visse su questo altipiano
per un anno (dal giugno 1916 al luglio
1917), 4 volte decorato al valor militare
(di cui 2 medaglia d’oro), capitano della Brigata Sassari, intellettuale, ideologo, letterato, scrittore, uomo d’azione
e politico sopraffino, i cui insegnamenti
rappresentano ancora oggi per noi vivido esempio di “Giustizia e Libertà”,
democrazia, impegno civile.
Nuova pagina WEB dell’Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri di Verona
www.omceovr.it
Informazioni e servizi “on line”
VERONA MEDICA
39
FNOMCeO
Odontoiatra e Odontotecnico
possono essere insieme in una STP?
Desidero inviare questa risposta ad
uno specifico quesito trasmessoci
dal Presidente della Cao di Biella, Dr.
Gabriele Jon, che ringrazio, ritenendo
l’argomento di interesse generale:
“In riferimento al vostro quesito del 14
luglio u.s., premesso che la collaborazione fra dentista e odontotecnico
è assolutamente indispensabile per
poter offrire prestazioni protesiche
di qualità al paziente nel contesto di
un piano terapeutico e riabilitativo di
responsabilità diretta del Medico, è
altrettanto fondamentale che le rispettive competenze non si confondano,
proprio per tutelare la salute del paziente.
Considerato che il D.P.R. 14/01/97
fissa i requisiti strutturali, tecnologici
e organizzativi minimi per l’esercizio
nelle strutture pubbliche e private del
SSN per le attività sanitarie, è compito
di ogni Regione regolamentare nello
specifico la materia.
Quanto alla coesistenza nei medesimi
locali del laboratorio odontotecnico
con lo studio odontoiatrico occorrerà
verificare, pertanto, se la normativa
regionale e comunale di competenza
preveda specifici divieti.
Varie sono le forme di collaborazione
tra le due figure anche se è necessaPUBBLICITÀ
rio tener sempre presente il limite sino
al quale tali nuove strutture possono
spingersi senza entrare in contrasto
sia con la normativa che tutela la professione sanitaria (Legge 175/1992) sia
con quella che tutela l’attività dell’arte
ausiliaria dell’odontotecnico (R.D. n.
1334 del 31/05/1928).
Con l’istituzione delle Stp (Società
tra Professionisti) gli odontotecnici
potrebbero entrare in società con l’odontoiatra come soggetto non professionista soltanto per prestazioni
tecniche (e quindi non certamente con
la possibilità di rapportarsi con i pazienti) o per finalità di investimento (art
10 comma 4 della legge 11 novembre
2011 n. 183). È ovvio che per prestazioni tecniche non vanno certamente
intese attività di carattere sanitario che
sono di esclusiva competenza dei soci
professionisti.
Con la nuova norma, infatti, si possono
costituire tutti i rapporti associativi previsti dal codice civile e il rapporto associativo può essere instaurato, pertanto,
anche tra professionisti non iscritti ad
un albo, purché cittadini europei e in
possesso di un titolo abilitante.
Inoltre la normativa non impone che
l’amministrazione societaria sia affidata ad un odontoiatra: anche un socio
tecnico o un socio di puro investimento o un soggetto estraneo alla compagine societaria può assumere nella
società professionale la funzione di
amministratore:
l’importante è che le prestazioni siano
svolte in via esclusiva da parte dei soci
in possesso del titolo abilitante allo
svolgimento di dette prestazioni e che
il numero dei soci professionisti o la
partecipazione al capitale sociale dei
professionisti, determini la maggioranza dei 2/3.
È necessario, però, segnalare che tale
coesistenza è posta sotto particolare
attenzione da parte delle autorità sanitarie le quali intendono scongiurare
la commissione del reato di esercizio
abusivo della professione medica di
cui all’art. 348 c.p., da parte dell’odontotecnico o altra figura non abilitata,
che si configura quando questi ispezioni il cavo orale ed esegua direttamente la rilevazione delle impronte
dentarie del paziente. Compito che
deve essere esclusivamente svolto
dall’odontoiatra. Si ricorda infatti che
la professione di odontotecnico non è
una professione sanitaria, ma è equiparabile ad un’attività artigianale”.
Cordiali saluti.
GIUSEPPE RENZO
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40
VERONA MEDICA
ENPAM
Approvata la riforma
dello statuto Enpam
Snellito il consiglio di amministrazione,
tagliati i costi, i contribuenti eleggeranno propri rappresentanti nel parlamentino dell’ente di previdenza: sono
alcune delle novità previste dal nuovo
Statuto della Fondazione Enpam approvato questo fine settimana.
Il testo riduce il numero dei componenti
del Cda da 27 a un massimo di 17.
Del Consiglio nazionale (il parlamentino della Fondazione), invece, non faranno più parte solamente i presidenti
degli Ordini provinciali dei medici e
dei dentisti ma anche rappresentanti
eletti direttamente dai contribuenti.
“Con la modifica dello Statuto abbiamo portato a compimento tutte le riforme che ci eravamo proposti per il
mandato 2010-2015 – dichiara il presidente della Fondazione Enpam Alberto Oliveti –. Questo percorso ci rende
orgogliosi: nel 2011 abbiamo cominciato riformando il modello di gestione
del patrimonio, mettendolo in sicurezza. Nel 2012 abbiamo varato la riforma
della previdenza, che ha dato 50 anni
di sostenibilità al nostro sistema. Oggi,
con un nuovo Statuto, diamo ai contribuenti un Ente in cui possano sentirsi
ancora più rappresentati”.
amministrazione. Prevista infine l’adozione di un Codice della trasparenza.
Il nuovo Statuto, approvato con 86
voti a favore e 2 astenuti, è frutto di tre
anni di lavoro della Commissione paritetica Enpam-Fnomceo, del Consiglio
di amministrazione dell’Enpam, delle
Consulte, del Consiglio nazionale della
Fondazione e del confronto con le organizzazioni sindacali di categoria.
L’ultima versione del testo ha accolto gli
emendamenti di 21 Ordini* (alcuni dei
quali tuttavia hanno preferito non partecipare alla votazione), dell’Osservatorio
Fnomceo sulla professione medicaodontoiatrica femminile, delle Consulte
Enpam della medicina generale, degli
specialisti ambulatoriali, degli specialisti
esterni e di vari sindacati**.
Lo Statuto entrerà in vigore dopo il via
libera dei ministeri vigilanti.
* Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara,
Firenze, Genova, Latina, Milano, Napoli, Nuoro, Parma, Pavia, Perugia,
Piacenza, Pordenone, Potenza, Salerno, Sassari, Terni, Trapani, Treviso,
Verona.
** Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Cisl
Medici, Cgil Medici, Fassid-Snr Fesmed
Consiglio Nazionale ENPAM: il momento del voto
Prevista anche un’autonoma rappresentanza della professione odontoiatrica.
Lo Statuto fissa inoltre l’obiettivo
dell’equilibrio di genere e, per cominciare, impone che almeno il 20 per
cento dei candidati appartenga al
sesso meno rappresentato. Nel Consiglio nazionale, inoltre, ci saranno osservatori dei giovani e dei pensionati.
Il nuovo assetto istituzionale, che prevede anche l’abolizione del Comitato
esecutivo, comporterà una significativa riduzione delle spese per gli organi
collegiali.
VERONA MEDICA
Il nuovo testo statutario si occupa anche della gestione economica, esplicitando il principio della prudenza e
stabilendo che gli investimenti siano
fatti secondo modelli procedurali. Lo
Statuto, inoltre, elenca in maniera più
dettagliata le forme di investimento
ammesse e riduce la discrezionalità
del Consiglio di amministrazione.
Novità riguardano anche i requisiti di
moralità e l’accesso alle informazioni:
saranno ineleggibili non più solo i condannati in via definitiva ma anche chi
patteggia per reati economici, contro
la fede pubblica o contro la pubblica
Fin qui il testo pubblicato il 28/06/14
sulla pagina web dell’ENPAM.
Precisiamo che Verona, insieme ad
altri Ordini, tra cui Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Latina, Milano, Parma, Piacenza, Potenza, e Trapani (10
Ordini) avevano avanzato la richiesta
che per ridurre in maniera consistente i costi degli organi istituzionali della
Fondazione il numero dei componenti il CDA fosse ridotto a 5 e quello dei
componenti il Consiglio Nazionale fosse ridotto a 50 membri.
La richiesta non è stata accolta.
Gli Ordini che “hanno preferito non
partecipare alla votazione”, sono in
effetti usciti dall’aula per protestare
contro per la mancata accettazione
della richiesta, sono stati Milano, Bologna, Ferrara, Piacenza, Ascoli Piceno, Trapani, Latina e Potenza.
c
41
SINDACATI MEDICI
Adami (FIMMG): la finta rivoluzione digitale
della finta ricetta dematerializzata
«È una finta rivoluzione, portata avanti
nel più completo silenzio che ha una
sola finalità: controllare la spesa sanitaria e fare verifiche fiscali sui cittadini».
Su l’Arena del 22 luglio, a firma di P. Colaprisco, le dichiarazioni del segretario
provinciale della Fimmg sull’avvio della
ricetta dematerializzata nell’ULSS 20 di
Verona.
«Ma come si può parlare di dematerializzazione della ricetta, visto che noi
medici dovremo continuare a compilare, stampare e consegnare ai nostri
assistiti un promemoria che oltretutto
non siamo tenuti a firmare? E sapete
perché dobbiamo comunque consegnare un pezzo di carta? Perché
si sono dimenticati che un foglio sul
quale incollare le fustelle dei medicinali ci vuole comunque. Fossi nel
premier Renzi lo licenzierei in tronco.
Insomma, siamo di fronte a una bufala tipica di questo nostro Paese, concepita non dal ministero della Sanità,
ma da quello delle Finanze, perché gli
obiettivi di questo progetto sono tutto
fuorché sanitari». In particolare l’eccezione sollevata è sulle finalità di controllo della spesa invece che offrire servizi
all’utenza implementati dal trattamento
informatizzato dei dati: «Il progetto della
scomparsa della ricetta rossa è stato
calato dall’alto dal ministero delle Finanze sul Servizio sanitario nazionale,
gli operatori e i cittadini e coperto da
omertà totale relativamente alla sua finalità, che non è stata comunicata né a
noi medici né ai nostri assistiti. Più che
ricetta dematerializzata la chiamerei ricetta controllata, perché lo scopo è di
mero controllo economico della spesa
sanitaria e fiscale del cittadino, per verificare ad esempio se dichiara di essere
esente dal ticket pur avendo un reddito
superiore al tetto». Esistono anche imprescindibili problematiche legate alla
protezione dei dati sensibili: «I dati del
paziente dal mio computer viaggiano
verso l’Ulss, da dove vengono inoltrati
al Sar, servizio accoglienza regionale, e
da là al Sac, servizio accoglienza centrale a Roma. Il garante della privacy, nel
suo recente dossier, ha messo in guardia dalle falle nel sistema che gestisce
le telecomunicazioni: e se informazioni
private finissero nelle mani sbagliate? I
cittadini, poi, hanno autorizzato la gestione dei loro dati sensibili?»
CARLO MATTEO PERUZZINI
QUOTA ISCRIZIONE ALL’ORDINE
IL NUOVO GESTORE È ITAL-RISCOSSIONI
La riscossione della quota di iscrizione all’Ordine relativa all’anno in corso è ora affidata, per migliori condizioni ottenute e per
i migliori servizi offerti, all’Agenzia ITALRISCOSSIONI.
EQUITALIA non sarà più, quindi, l’ente incaricato delle riscossioni.
L’importo annuale della quota annuale per il 2014 è di euro 188 per l’iscrizione ad un singolo albo e di euro 353 per la
doppia iscrizione; l’aumento di euro 8.00 della quota di iscrizione (rispetto a quanto pagato fino al 2013) è stato approvato
dall’assemblea annuale all’unanimità in data 28/10/2013 ed è stato notificato sul numero 5/2013 pag. 7 di Verona Medica.
L’aumento si è reso necessario per gli aumenti dei costi relativi al mutuo contratto per l’acquisto della nuova sede dell’Ordine e
per l’aumento delle spese della gestione ordinaria. La quota di iscrizione all’Ordine non aveva mai subito modifiche negli ultimi
9 anni (se si esclude l’aumento di 2 euro avvenuta nell’anno 2011, aumento che era stato interamente devoluto alla Federazione Nazionale degli Ordini cui il nostro Ordine devolve annualmente la quota di 23 l’anno per ogni iscritto).
Il Tesoriere
Dott. Fabio Marchioretto
42
VERONA MEDICA
SINDACATI MEDICI
Nuove nomine degli Organismi Statutari
del S.I.Me.T. di Verona
In occasione dell’ultima riunione del Direttivo Provinciale S.I.Me.T. tenutasi a
Verona il 26/05/2014, risultano eletti e
dureranno in carica per un periodo di
tre anni i seguenti medici:
SEGRETERIA PROVINCIALE:
Segretario Provinciale:
Dr. Piergiorgio Trevisan (Ulss 20)
Vice Segretario Provinciale:
Dr. Gabriele La Rosa (Ulss 22)
Tesoriere Provinciale:
Dr.ssa Lorella Zambelli (Ulss 20)
Membro della Segr. Provinciale:
Dr. Gheorghe Antonio Horhoi (Ulss 20)
Membro della Segr. Provinciale:
Dr.ssa Pia Poppini (Ulss 20)
COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI:
Presidente:
Dr.ssa Rosalba Biasiucci (Ulss 20)
Revisore:
Dr.ssa Assunta Andreetto (Ulss 20)
Revisore: Dr. Pietro Arcadi (Ulss 20)
Revisore Supplente:
Dr. Giovanni Sandri (Ulss 22)
DELEGATO AZIENDALE ULSS 20:
Dr. Gheorghe Antonio Horhoi
([email protected])
DELEGATO AZIENDALE ULSS 21:
Dr.ssa Lorena Zambelli
([email protected])
DELEGATO AZIENDALE ULSS 22:
Dr. Gabriele La Rosa
([email protected])
A tutti gli eletti le congratulazioni e gli
auguri del Comitato di redazione di
Verona Medica.
RICORDATE...!
È fatto obbligo a tutti gli Iscritti:
a) denunciare all’Ordine ogni esercizio abusivo della Professione Medica ed ogni fatto che leda il prestigio professionale;
b) informare la Segreteria di ogni eventuale
cam­biamento di qualifica, di residenza e
del conseguimento di specialità o docenze, esi­ben­do il relativo attestato in competente boll­o.
Prestanomismo
Si riporta per ulteriori reminescenza, l’Art. 8
della legge n. 1792, che così recita:
1) Gli esercenti le professioni sanitarie che
prestano comunque il proprio nome, ovvero la propria attività, allo scopo di permettere o di agevolare l’esercizio abusivo
delle professioni medesime sono puniti
con l’interdizione della professione per un
periodo non inferiore ad un anno;
2) Gli Ordini e i Collegi Professionali, ove costituiti, hanno facoltà di promuovere ispezioni, presso gli studi professionali, al fine
di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti
alle rispettive professioni.
TRACCIABILITÀ DELLE LOCAZIONI:
BASTA PAGAMENTI IN CONTANTI
La Legge di Stabilità per il 2014 ha introdotto l’obbligo di effettuare il pagamento del canone di locazione con mezzi tracciabili.
Di conseguenza non sarà più possibile pagare in contanti. L’obbligo è esteso anche alle locazioni transitorie, quelle stipulate con studenti e quelle
turistiche.
Dal 01.01.2014 scatta l’obbligo per i proprietari di incassare il corrispettivo solo con assegno o con bonifico o con altro mezzo tracciabile.
VERONA MEDICA
43
LIBRI RICEVUTI
Etica medica nella vita militare.
Per iniziare una riflessione
Il libro di Maurizio Balistrieri,
Maurizio Benato e Maurizio Mori
è stato presentato, all’ora del
tramonto, nella suggestiva piazza del Municipio ad Asiago, con
Walter Gatti, Maurizio Balistrieri, Aldo Pagni, Maurizio Benato
e il Generale Federico Marmo,
nel corso di un evento promosso
dalla FNOMCeO venerdì 18 luglio, la sera prima del convegno
“La medicina militare tra storia, etica e attualità”.
Il libro (144 pagine, 17,50 euro)
raccoglie i contributi di esper ti,
docenti universitari e cultori della materia. Maurizio Balistrieri
è ricercatore di Filosofia morale
presso l’Università di Torino ed
è stato Presidente del Comitato
di Bioetica del Policlinico Militare
del Celio dal 2005 al 2013. Maurizio Benato è Vice-Presidente
della FNOMCeO e Presidente
OMCeO di Padova. Maurizio
Mori è professore ordinario di
Bioetica all’Università di Torino e
dirige Bioetica. Rivista interdisciplinare.
Durante la presentazione, diversi sono stati i richiami, in par ticolare da par te di Aldo Pagni,
all’ar ticolo 77 del nuovo Codice
di Deontologia medica della Federazione. Ma sullo sfondo resta
la domanda: il medico militare
è legittimato ad agire secondo
principi diversi rispetto a quelli
che seguono gli altri medici? Per
cercare una risposta e per iniziare una riflessione, occorre leggere questo volume.
NORME COMPORTAMENTALI
PER I MEDICI CHE EFFETTUANO SOSTITUZIONI
Si ricorda che all’atto dell’affidamento/accettazione dell’incarico di sostituzione devono essere sottoscritti i seguenti punti:
• Il Medico Sostituto deve garantire il pieno rispetto degli orari d’ambulatorio e può modificarli solo previo accordo col Medico Titolare, tenuto
conto dei disagi dell’utenza.
• Il Medico Sostituto deve garantire lo stesso periodo di reperibilità telefonica attiva che viene garantita dal Medico Titolare (in genere ore
8-10 con risposta diretta del titolare o di altra persona).
• Nelle giornate di sabato e nei giorni prefestivi il Medico Sostituto deve rispettare gli impegni del Medico Titolare, deve effettuare la reperibilità telefonica e/o l’ambulatorio qualora fosse prevista attività ambulatoriale e deve effettuare le visite richieste anche se dovesse comportare
un prolungamento dell’orario oltre le ore 10 del mattino.
• Il Medico Sostituto si impegna a sostituire un solo medico per volta, salvo casi particolari -dichiarati- nello stesso ambito di scelta, per garantire agli utenti una presenza effettiva nella sede d’attività del tutto simile a quella del titolare.
• Eventuali accordi tra Medico Titolare e Medico Sostituto al di fuori di questo regolamento devono comunque tenere presente che interesse
principale è anche evitare disagi e servizi di scarsa qualità agli assistibili.
44
VERONA MEDICA
LIBRI RICEVUTI
Storia del Codice Italiano
di Deontologia Medica
Dalle origini ai giorni nostri
Il Codice di deontologia medica
rappresenta la summa delle regole
comportamentali che i medici sono
chiamati a rispettare nella loro professione. Tali norme di condotta si
ispirano a principi etici condivisi dalla
categoria, che affondano le loro radici in un antico passato, quando l’arte
medica muoveva con graduale consapevolezza i suoi primi passi lungo il
sentiero della conoscenza.
Scrutare l’evoluzione etica di questi principi e della relativa produzione deontologica significa delineare
lo sviluppo della stessa professione
medica, sino a determinarne gli attuali punti di forza nonché gli aspetti
critici. Da una parte il vertiginoso progresso biomedico e biotecnologico e
il nascere di conseguenti interrogativi
bioetici, dall’altro la maturazione del
diritto di autodeterminazione da parte
del paziente, stanno modificando nel
profondo la figura del medico, il suo
rapporto con il proprio sapere e la
prassi clinica, con la società e la singola relazione di cura. La complessità
del sistema sanitario in tutte le sue
sfaccettature e del corrispettivo corpus giuridico, teso a garantire sempre
maggiore efficienza e opportunità,
tuttavia spesso problematizza l’attività del singolo professionista, atomo in
un mondo che continuamente muta i
propri contorni.
Riuscire a stare al passo con i cambiamenti storici e culturali delle nostre
moderne società rappresenta la vera
sfida della professione medica, nel
seguire l’inevitabile corrente del divenire e allo stesso tempo restando
saldamente ancorata a se stessa, a
ciò che di più profondo la individua: i
propri principi morali.
Per tali ragioni la ricostruzione storica
dell’etica e soprattutto della deontologia medica presentata nel volume
VERONA MEDICA
dall’altro di ripercorrere la storia delle
Associazioni mediche, fonti dell’autoregolamentazione disciplinare.
Il volume, che in apertura presenta
un’utile descrizione dei termini ricorrenti in materia (“etica”, “etica medica”, “deontologia”, “deontologia medica”), al fine di cogliere l’evoluzione
complessiva dei diversi impegni etici
formali riconosciuti dai medici volge inoltre lo sguardo temporale in
una duplice direzione: al passato del
Codice di deontologia medica, con
l’indagine sulle precedenti forme del
Giuramento e del Galateo dei medici,
e al suo futuro prendendo in esame il
progetto di un unico Codice deontologico indirizzato a tutti i medici europei.
Di rilievo anche il CD allegato al volume, che colleziona tutti i testi dei
Codici di deontologia medica a partire dal Codice deontologico della
Camera dei Medici dell’Istria, datato
20 dicembre 1897 e riportato alla luce
dall’Autrice, sino all’edizione attualmente in vigore, il Codice deontologico approvato dalla FNOMCeO il 18
maggio 2014.
AMEDEO BIANCO
PRESIDENTE
DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE
DEGLI ORDINI DEI MEDICI
CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
“Storia del Codice italiano di deontologia medica. Dalle origini ai giorni nostri” scritto da Sara Patuzzo, filosofa
di formazione, ricercatrice in Bioetica
e Deontologia medica all’Università
di Verona, edito da Minerva Medica
e patrocinato dalla FNOMCeO, può
rappresentare per tutti i soggetti coinvolti nel contesto sanitario una luce
capace di illuminare il passato, il presente e di riflesso il futuro dell’operosità medica.
Con una prosa chiara e gradevole,
viene ripercorso più di un secolo della
deontologia medica italiana, offrendo
interessanti spunti di riflessione sulla
storia intellettuale del mondo medico
e le connesse trasformazioni sociali.
Il contributo che ne risulta permette
da un lato di delineare i tracciati etici e deontologici sui quali nel tempo
si è mossa la professione medica, e
SARA PATUZZO è Assegnista di ricerca
in Bioetica e Deontologia medica presso
il Dipartimento di Sanità pubblica e Medicina di comunità, Sezione di Medicina
legale, dell’Università di Verona.
Laureata a pieni voti cum laude in Filosofia
all’Ateneo veronese, dopo una specializzazione e diversi perfezionamenti post
lauream consegue il Dottorato di ricerca in
Filosofia teoretica, morale e Ermeneutica
filosofica all’Università di Torino, durante il
quale vince la Borsa di ricerca “Master dei
talenti della società civile” della Fondazione Goria.
Oltre all’attività accademica, attualmente
è impegnata come esperto della Consulta
deontologica nazionale della FNOMCeO,
componente del Comitato scientifico delle
Scuole di Etica medica dell’OMCeO di Rimini e dell’OMCeO di Modena, del Comitato etico per la pratica clinica della ULSS
20 di Verona e del Comitato di redazione
della rivista “Decidere in medicina” per la
Rubrica “Bioetica e Deontologia”.
45
GIOVANI E PROFESSIONI
S.O.S. – Sostituzioni
Si prega chi è interessato a dare la propria disponibilità per sostituzioni in medicina generale, di
compilare il tagliando riportato a pagina 29 e di spedirlo all’Ordine (Via Locatelli 1, 37122 Verona).
MEDICI DISPONIBILI PER SOSTITUZIONI IN MEDICINA GENERALE
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
Telefono 1
ALBANESI FEDERICA
AMBROSI ENRICO
AMBROSO LUCA
ANTON GENAN
ARMANI ROBERTO
AVESANI MARTINA
AZZALI ANNA CHIARA
BAR MARIANA
BARAKAT ZIAD
BAZZANINI NOEMI
BELLINA FRANCESCA
BENEDETTI FRANCESCA
BIANCHI ANNALISA
BIASI CATERINA
BIONDAN MARTA
BISIGHIN MARIA VITTORIA
BISTROT CATERINA
BITIRE ELENA
BOMBOI MARCO
BONASIA TERESA
BONDI’ VINCENZO
BONETTO JACOPO
BORTOLETTI STEFANO
BRAGANTINI GIULIA
BRIGO MARTINA
BRUNELLI CLAUDIO
BRUNELLI MARTA
BURATO GIULIA
BUSTI FABIANA
CACCIAMANI GIOVANNI
CAPONE SUSANNA
CARBONE GIUSEPPE
CARLI ALBERTO
CASTINO EVA
CAVALIERE ELENA
CERAVOLO ROSSANA
COCCO VALENTINA
COGO ILARIA
COLLETTA GIULIA
COSTANZO ALESSANDRO
COVOLO CATERINA
DA PRATO GIULIANA
DALCEGGIO DANIELA
DE CARO IOLANDA
DE VLIEGHER EVELIEN
DEOTTO NICCOLO’
DEPLANO EMANUELA
DI SARRA DANIELA
EPURE MIHAELA CRISTINA
FAINELLI GIULIA
FERRARI FEDERICO
FILIPPINI GIULIA MARIA
FIN ALESSANDRA
FINETTO GIOVANNI
FORMAGLIO ANDREA
FORMIGARO LICIA
GARZON SIMONE
GERMENIA SILVA
GIANNINI GIACOMO
GRANATA ANNA
GRAVINA GIACOMO
GUARDINI NADIA
HABASH ELIAS
IELASI MARIANGELA
IUORIO ALESSANDRO
Via Vasco De Gama 2
Via M. Teresa Di Calcutta 2
Via Luigi Luzzati 7
Via Palazzina 3
Via Cengia 89
Via Fiordiligi 17
Via Sansovino 11
Via San Rosso
Via Attilio Mori 12
Verona
Legnago
Verona
Verona
San Pietro Incariano
Verona
Verona
Bussolengo
Mantova
Via F. Perlini 2
Via Ex Internati 26
Via Aquileia 14
Via Sole 9
Via XXV Aprile 13/A
Via R. Sandrini 35
Via Ognissanti 4
Via Paolo Borsellino 45
Vicolo Dietro S. Andrea 13
Verona
Pescantina
Verona
Verona
Ronco all’Adige
Legnago Verona
Bonavigo
Verona
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
Via Nerio Toffaletti 4
Via Monti Lessini 145/A
Via Savonarola 17
Via Giovanni Prati 27
Via Copparo 12/D
Via Molino 24
Via Imola 10
Verona
Verona
Legnago
Verona
Verona
Nogara
Verona
Colognola ai Colli
Nogarole Rocca
Verona
Salionze
Verona
Pressana (VR)
Verona
Verona
Verona
Illasi
Legnago
Verona
Verona
Valeggio sul Mincio
Verona
Trento
Verona
Albignasego
Verona
Verona
Verona
Verona
Bardolino
Grezzana Gazzo Veronese
Ronco all’Adige
Verona
Castagnaro
Verona
S. Pietro in Cariano (VR)
Verona
Verona
Verona
Verona
Verona
San Bonifacio
Garda
338 5037198
349 1579083
340 1269942
347 6859953
368 283740
340 3296245
045 575798
346 8203148
345 3463503
347 5935206
338 6725504
340 0505545
339 8986756
340 4878446
380 7080065
333 9758958
349 5344121
348 2286620
045 8016089
328 3649861
333 3606318
340 5056429
340 3801531
349 8184299
392 0946433
339 8424561
393 5686430
340 7814158
045 2520488
340 2491750
335 6893809
045 8348296
340 9231607
349 1617635
333 4003601
338 3641543
348 7906813
347 2619594
347 8453814
392 4645018
348 3015866
339 6606559
340 3538104
320 4860202
392 1617323
347 5823912
340 9331099
347 8495611
392 7509915
347 8921208
340 0587506
339 2505919
347 0146494
389 2727713
328 5354060
349 4745780
347 0782287
339 5240552
340 0625481
349 4120479
346 3356637
349 2325336
339 4573366
393 3671196
333 6831575
46
Via Martiri della Liberta’ 2
Vicolo Teodorico 44
Via delle Agostiniane 29
Via S. Eugenia 57
Via Paolo Sarpi 30
Via Scuderlando 80
Via Polesine 65
Via Italia Nuova 4
Via Rovigo 14
Via del Risorgimento 34
Via Corfù 5
Via degli Scaligeri 2
Via Macello 4
Via VIII Marzo 45
Via Verde da Salizzole 7
Via S. Monica 10
Via F. Perlini 2
Via G. Campania 11
Via Marin Faliero 30
Via Benassù Montan.
Via G. dell’Acqua 31
V.Le Europa 15
Via Roma 109
Via Baratin 14
Via Brigata Regina 40
Via Ferruccio Cusinati 136
Via Umbria 19
Via Don F. Oliboni 9
Via Chioda 18
Via Caserma Ospital Vecchio 13
Via Marsala 16
Via Ugo Zannoni 10
Via Gela 31
Via Praissola 18
Via Monte Baldo 40/F
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
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NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
NO
NO
NO
Telefono 2
045 6850094
373 5036908
045 7500193
340 9766903
0442 600180
338 1806830
349 6778910
333 4729557
340 1676443
346 1878315
045 8400667
045 8901622
045 566969
045 6106013
08254 401083
VERONA MEDICA
GIOVANI E PROFESSIONI
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
Telefono 1
Telefono 2
KALOUT KAMEL
KUZINA ANNA
LAURENTI ALESSANDRA
LAVORGNA BARBARA
LISTA ENRICO
LONARDONI FABIO
MAGAGNA LINDA
MAGNANI MARGHERITA
MAGRINELLI FRANCESCA
MARCOCCI ALESSANDRO
MARCONI VALERIA
MARIOTTO ARIANNA
MARIOTTO OLGA
MASIERO MARINA
MASSARUTTO ALESSIA
MAZZEI FEDERICA
MAZZI SARA
MELOTTI CAMILLA
MERLIN GABRIELE GIOVANNI
MERRINO MICHELANGELO
MINNITI FEDERICA
MORANDINI BIANCA STELLA
MORANDINI ELEONORA
MORATELLO FRANCESCO
NARDI CHIARA
NGANDIE NJONOU MILLY
NICOLI PAOLA
PAIANO JACOPO
PAPOLA DAVIDE
PASETTO TRYSA
PASINI ALBERTO
PAVAN FEDERICA
PERON SILVIA
PERONI MARIANA
PERRONE DOMINGA PICCINO MARCO
PICCOLI MARCO
POZZERLE MARIA
PRANDO SILVIA
PRETO MARIKA
PRIVIERO MARCO
RAPAGNA FRANCESCA
RIGO FRANCESCA
RINALDI CATERINA ANNA
ROMANO SIMONE
ROSSI ANDREA
RUTA ELENA
SANSOTTA NAIRE
SAVVAKI KALLIOPI
SAY SVITLANA
SCARSINI ROBERTO
SCHIRALDI MARIA EMANUELA
SERBUSCA DORIN
SHOKA ZAHI
SIVERO VALENTINA
SOLDANI DARIA
SPEDICATO DANIELE
TABARCEA NATALIA
TAHA ABED
TANTILLO ILARIA
TATTI MARIA FATIMA
TOBALDINI OLGA MARIA
TOFAN LILIAN
TOMEI PAOLA
TORRESANI STEFANIA
TRUBIAN ALESSANDRA
TURATI MARIA GRAZIA
VALLICELLA ELISA
VENERI ANTONIO
VERALDI VITALIANO
VIARO TIZIANA
VIGNOLA PAOLA
VITTORII SILVIA
VOLPE GIUSEPPE
WEYNE MAGNUS FERNANDA
ZAMPIERI ELISA
ZAMPIERI RICCARDO
ZANOTTI SERENA
ZEMINIAN STEFANO
ZENORINI ANDREA
Via Scuderlando 126
Via G. Matteotti 7
Via delle Are 8
Via G. Favretto16
Via Monte Tomba 22
Via S. Maria in Stelle 5/C
Via Tramigna 5
Via Risorgimento
Via G. Leopardi 11
Via Trieste 3
Via S. Matteo 26
Via Pola 12
Via Fiume 28/P
Via Tesi 40/A
Via Aldo Moro 1/A
Str. A. Provolo 25
Piazza Zodiaco 36
Piazza G. Marconi, 19
Via Marin Faliero 30
Via Muro Padri 17
Via Ponte Pietra 17
Verona
Bussolengo
Torri Del Benaco
Verona
Cerea
Verona
Soave
Verona
Soave
Verona
Soave (VR)
Verona
San Bonifacio
Verona
Sommacampagna
Verona
Bussolengo
Bosco Chiesanuova
Verona
Verona
Verona
Rivoli Veronese
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
347 6724694
392 3420052
388 7260070
Via Torino 15/A
Via Tombole 157
Via Monte Ortigara 25/B
Peschiera D/G
San Bonifacio
Verona
Via Regina Adelaide 12
Via Calatafimi 6/A
Via Roveggia 27
Via Marmolada 6
Via Scrimiari 45
Verona
Verona
Verona
S. Martino B.A.
Verona
Monteforte d’Alpone
Verona
Verona
Cologna Veneta
Illasi
Monteforte d’Alpone
Vigasio
VERONA MEDICA
Via Danieli 6
Via Rovereto 17
Via Stra’ 17
Piazza del Combattente 3
Via Zoppega 16
Viale Europa
Via Gioberti 20
Via Scrimiari 45
Via P. Querini 5
Vic. S. Maria In Organo 1
Piazza Vescovado 1
Via Aquileia 22
Via Algeri 19
Via Ponte Asse 13
Via Aquileia 22
Via Scuderlando 161/B
Via Marsala 37/B
Via Garibaldi 113
Via Ca’ di Cozzi 8
Via B. Romagnoli 84/A
Via Imola 2
Via Bertoldi 2
Via R. Ruffilli 2947
Via Pietro Meloni 5
Via Palazzina 76
Via N. Mazza 5
Via Garibba 5
Via Legnago 39
Via dei Monti 4/A
Via Monte Belloca 25
Via Mezzomonte 38
Via Don Luigi Benassuti 2
Via Calatafimi 2
Via S. Antonio 50
Via Ronchi 4/B
Via Stra’ 57
Via Arnolfo di Cambio 16
Via Dietro Listone7
Via Asiago 9
Via Montesin 38
Via Carlo del Prete 2
Via Valpantena 46/A
Via Quadrelli 65/B
Via Albino Casella 1
Via San Felice Extra 2/B
Via Siedlce 21
Verona
Verona
Verona
Verona
Verona
Verona
Albaredo d’Adige
Verona
Verona
Verona
Villafranca (VR)
Verona
Verona
Verona
Verona
Zimella
Verona
Verona
Verona
Verona
Verona
Grezzana (VR)
Verona
Verona
Cerea
Verona
S. Martino B.A.
Alpo di Villafranca
Caldiero
Verona
Verona
NO
NO
SI
NO
NO
NO
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
NO
NO
NO
SI
SI
NO
NO
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
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347 0940738
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340 2737500
380 3662966
045 8903064
347 2313146 347 5892542
347 6301811
349 2927228
345 4240348
340 5907696
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347 9341350
347 1611438
388 4717634
348 8752766
340 3934368
347 7853957
335 6302775
346 6784522
340 0715390
045 561407
340 5715075
S. Martino Buon Albergo
Cola’ di Lazize
Verona
Verona
Ronco all’Adige
Dossobuono
Verona
Pescantina
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349 0723633
335 6763374
045 8166039
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393 0468005
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FAKES BOULOS
GRAMAGLIA MARIA
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MAGNANI MARGHERITA
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Telefono 1
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320 882311
340 3296245
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345 3463503
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360 566631
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338 3641543
347 4843083
392 1617323
340 9331099
392 7509915
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045 7101082
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338 1147021
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349 7282795
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339 5739126
349 7288070
349 4698739
338 4174551
333 6284415
340 1956361
340 7767004
333 4890436
349 5114175
348 2900533
335 6302775
340 2335107
045 7652948
347 7861608
349 0723633
335 6763374
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Si deve comunicare alla segreteria dell’Ordine l’eventuale variazione di residenza – o del recapito presso il quale si desidera ricevere le
comunicazioni dell’Ordine, dell’Enpam e della Federazione Nazionale.
Questo è previsto dall’art. 64 del codice di deontologia medica ed è previsto anche dalle nuove norme riguardanti le pubbliche
amministrazioni.
L’inadempienza a tali disposizioni può dar corso alle procedure di cancellazione dall’albo professionale con
gravi conseguenze in ambito civile e penale, ma anche a gravi rischi sulla copertura assicurativa per l’attività svolta.
È infatti fatto obbligo all’ordine di avviare le procedure di cancellazione dall’albo nei confronti degli iscritti che non risultano più reperibili.
La Segreteria dell’Ordine
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MEDICINA DI FAMIGLIA
COME CALCOLARE IL COMPENSO DOVUTO AL SOSTITUTO
Il nuovo accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti economici con i medici di medicina generale derivante dall’intesa della Conferenza
Stato-Regioni n. 2272 del 23.03.2005 prevede che:
“L’onorario spettante al medico sostituto è calcolato, …omissis.., nella misura del 70% del compenso di cui alla lettera A, comma 1 dell’art. 59..”
Il compenso in questione è il”COMPENSO FORFETTARIO ANNUO”.
Questo va corrisposto per intero se la sostituzione si effettua nei mesi di aprile, maggio, ottobre e novembre; va aumentato del 20% se la sostituzione
avviene nei mesi di Dicembre, gennaio, febbraio, marzo; va diminuito del 20% se la sostituzione avviene nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre.
In pratica quindi la formula per il calcolo è la seguente. Dal cedolino mensile:
Compenso forfetario X 70%: 30 = X
(somma dovuta per ogni giorno di sostituzione)
X va aumentato del 20% nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio, marzo
X va diminuito del 20% nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre
VERONA MEDICA
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